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Riassunto Storia “700”

Introduzione 700:
Nella prima parte di questo nuovo secolo le monarchie europee più
importanti cercano di trasformare la monarchia assolutista in un’altra
forma di governo cioè il dispotismo illuminato. Per dispotismo
illuminato si intende una forma di governo nel quale si riesce a far
incontrare il potere con la cultura illuminista. Questa forma di governo
si affermò in diversi stati come ad esempio: in Austria, nella Russia e
nel Portogallo. Questo però non avvenne in Inghilterra dove si era già
affermata una monarchia costituzionale.
Grazie al dispotismo illuminato si riuscì a creare una amministrazione
razionale. Si riuscì infatti ad abolire numerosi privilegi fiscali
aristocratici e del clero.
Per quanto riguarda l’Italia coloro che avevano dei domini in questo
territorio come ad esempio la regina d’Austria e il re del Regno di
Napoli affermarono anche qui la forma di governo del dispotismo
illuminato. L’unica località che non era soggetta ai domini esteri era la
regione della Savoia che si rafforzò maggiormente in questo periodo.

700 Generale

Obbiettivi delle monarchie:


Nel corso dell’ ‘700 i sovrani promossero una serie di leggi con lo
scopo di migliorare la condizione dell’apparato statale.
In primo luogo queste riforme aveva lo scopo di raccogliere denaro con
il fine di poter finanziare le guerre e le battaglie.
Tuttavia il denaro raccolto tramite queste riforme non era necessario
per sostenere le spese belliche. Per questo motivo vennero introdotte
ulteriori imposte. Però per poter usufruire di queste imposte esse
dovevano essere accordate dalle assemblee rappresentative (Stati
generali o Parlamenti). Molto spesso in queste assemblee vi erano
membri della nobiltà e del clero che per paura di perdere i propri
privilegi si opponevano alle nuove imposte proposte dal sovrano.

La figura del philosophe come consigliere:


Nel corso del ‘700 si afferma la figura del philosophe non solo come
letterato ed intellettuale ma anche come consigliere del sovrano. Queste
figure incarnavano le idee principali del pensiero illuminista ovvero:
- Tolleranza
- Razionalità
- Promotori della nascita dell’opinione pubblica
Il fatto di assegnare un’illuminista alla carica di consigliere portava un
vantaggio sia al sovrano sia all’illuminismo in generale:
- In primo luogo gli illuministi ottenevano un importante ruolo
politico
- In secondo luogo il sovrano ed il suo regno otteneva il
conferimento culturale della propria autorità.
Tuttavia questa collaborazione fra illuminista e sovrano non sempre
andava per il meglio. Questo era dovuto al fatto che i sovrani
preferivano tenere per sé la possibilità di creare nuove riforme.
Centralizzazione dell’amministrazione:
Al fine di riuscire a limitare il potere della aristocrazia e del clero i
sovrani promuovevano una serie di riforme nell’ambito
dell’amministrazione pubblica. Questo apparato venne migliorato
istituendo dei corpi scelti di funzionari specializzati. Questi corpi
facevano sì che fosse possibile una migliore comunicazione fra i vari
settori dell’amministrazione pubblica.

Riforme Fiscali:
I sovrani istituirono una serie di riforme in campo fiscale.
Cominciarono valutando le ricchezze di ogni singolo cittadino. Tramite
l’utilizzo del catasto (ovvero una lista di beni immobili) per valutare le
ricchezze di ogni cittadino successivamente fu possibile arrivare ad un
sistema fiscale più ordinato e organizzato. Il catasto aveva anche la
funzione di promuovere la rivalutazione delle colture. Questo ero
dovuto al fatto che in campo economico si faceva affidamento ai
princìpi della fisiocrazia (la fisiocrazia attribuiva ai beni e ai prodotti
della terra un'importanza più grande che a quelli del commercio e
dell'industria).

Rapporti con la chiesa:


Per quanto riguardavano i rapporti con la chiesa i sovrani puntavano
alla riduzione dei privilegi alla limitazione dei compiti e dei poteri del
clero. Al fine di fare ciò i sovrani cercarono di ridurre l’estensione dei
territori della chiesa (chiamata anche manomorta ovvero quelle
proprietà che non potevano essere invase e conquistate da nessuno),
venne ridotto il numero dei membri del clero e vennero sottratti alcuni
territori che appartenevano appunto alla chiesa.
Alcune iniziative dei sovrani al fine di limitare lo strapotere della chiesa
affondano le lo radici nei princìpi del giurisdizionalismo. Il
giurisdizionalismo affermava la possibilità di poter riprendere il
controllo in ambito amministrativo fiscale e giuridico della chiesa
sottomettendo quindi il clero al potere del sovrano.

Abolizione della compagnia di Gesù:


Un evento molto importante fu sicuramente l’abolizione della
Compagnia di Gesù. I gesuiti avevano una funzione molto importante:
si occupavano infatti dell’istruzione e del sistema scolastico.
I gesuiti avevano la possibilità di influenzare i sovrani nelle loro
decisioni, in più disponevano pure in una grande ammontare di territori.
Per questo motivi vennero espulsi da diversi territori come dai territori
asburgici, dalla Spagna e dal Portogallo e dalla Francia.
Infine il papa Clemente decise che erano venuto il momento di
sciogliere questa compagnia (nel 1773) .

Organizzazione scolastica:
I sovrani nel corso del 700 cercarono di impadronirsi del settore
dell’istruzione e dell’educazione. Vennero costituite nuove università
e nuovi istituti. Vennero introdotte nuove materie e nuove cattedre
come ad esempio quella dell’economia (come ad esempio in Italia la
prima cattedra venne affidata a Genovesi), della fisica della botanica e
della chimica. Si crearono anche delle grandi biblioteche e le cosiddette
specole (ovvero dei luoghi di osservazione astronomica).
L’istruzione di basa venne promossa come obbligatoria in diverse zone
dell’Europa. In particolare venne riservata l’attenzione verso
l’istruzione femminile allo scopo di migliorare le funzioni che una
donna di quel tempo doveva saper compiere.

Questione della Giustizia:


I sovrani nel corso del ‘700 cercarono di limitare il potere delle
istituzioni feudali unificando il sistema giuridico. Si posero le basi del
diritto moderno attraverso numerose opere come ad esempio i “Dei
delitti e delle pene” scritte da Cesare Beccaria. Lo scrittore indica i
principi basilari per riuscire a regolare il rapporto fra la pena ed il
delitto. In particolare:
- La legge deve indicare in modo chiaro cos’è lecito e cos’è illecito -
Un cittadino deve conoscere ogni legge e soprattutto deve capirla. Per
fare ciò è necessario diffondere le conoscenze giuridiche il più possibile
- Quando si deve valutare la pena di un delitto questa non deve variare
in funzione dello stato sociale a cui la persona appartiene. E’ necessario
considerare soltanto il danno che questo crimine ha provocato alla
società
- Per quanto riguarda la colpa essa non ha niente a che fare con il
concetto cristiano di peccato. A definire la pena spetta solamente allo
stato in funzione del danno che ha provocato alla società. (Si parla
infatti di desacralizzazione del diritto)
- Lo scopo della pena deve essere quello di dissuadere il criminale a
commettere altri delitti. La pena deve essere rieducativa senza però
essere eccessivamente violenta/brutale/crudele. Beccaria mette in
discussione l’utilità della pena di morte. Secondo il giurista è sbagliato
affermare che la morte ha la funzione di dissuadere gli altri a
commettere altre uccisioni. Ed è ancora più strano che la legge si
sporchi le mani di sangue dello stesso delitto che vuole condannare.
Secondo Beccaria la condanna a vita come l’ergastolo e i lavori forzati
sono molto più utili a rieducare il condannato.
Prussia

Influenza dei Lumi:


In Germania la presenza degli illuministi influenzò notevolmente le
decisioni dei sovrani. Sugli insegnamenti che gli illuministi
proponevano vennero a crearsi numerosi funzionari di stato e nuovi tipi
di sovrani. In particolare uno dei + importanti fu Federico II. Federico
II già in giovane età ebbe incontri ravvicinati con uomini della corrente
di pensiero dell’illuminismo (come ad esempio Voltaire anche se i
rapporti con lui andarono per deteriorarsi). Federico II compose anche
alcune opere (dei saggi) in campo politico e militare.

Assolutismo di Federico II:


Federico II partendo dal presupposto che i sovrani erano i primi
servitori dello stato cercò di farsi apparire come un sovrano tollerante
nei confronti delle altre religioni, protettore dell’economia, promotore
della libertà di stampa e all’istruzione e soprattutto contrario alla pena
di morte e della tortura.
Tuttavia dopo aver riscosso una grande fama le sue decisioni fecero
capire chi davvero fosse. L’obbiettivo vero di Federico II era quello di
creare uno stato forte in campo militare ed economico utilizzando
l’assolutismo come forma di governo.

Unità territoriale:
Per Federico II l’unità territoriale era fondamentale in uno stato. Però i
suoi domini erano separati da dei territori in mano al sovrano di
Polonia.
Riuscì, nell’intento di ottenere l’unità territoriale, a conquistare la
Slesia e poi riuscire a prendersi una parte della Polonia che permetteva
il collegamento coi suoi territori già sotto il suo controllo.

Esercito e apparati dello stato:


L’esercito per Federico II costituiva un elemento fondamentale dello
stato. Sfruttò la collaborazione con la nobiltà della Prussia (gli Junker)
per potenziare il proprio esercito.
In campo economico migliorò il sistema fiscale al fine di aumentare le
entrate per finanziare i suoi progetti. Introdusse la cosiddetta “Scienza
camerale” con l’intento di poter creare una istruzione mirata alla
amministrazione.
Istituì due ministeri:
- Uno del Commercio
- Un altro dell’Esercito
- (Le cariche + importanti venivano affidate all’aristocrazia)
Riuscì ad affermare il senso di appartenenza ad una comunità nazionale
cioè la comunità prussiana.
I cardini di questo senso di appartenenza alla comunità erano:
- Lealtà
- Attaccamento allo stato
- Senso del dovere

Infine applicò una politica di tolleranza religiosa allo scopo di


conversare il titolo di “principe illuminato” guadagnando fama in
Europa.
Sviluppi economici:
In campo economico Federico II promosse lo sviluppo dell’industria
manifatturiera istituendo dei dazi sui prodotti importati, fece costruire
industrie con lo scopo di aumentare la produzione e favorì lo sviluppo
della creazione delle reti stradali.
Tuttavia l’organizzazione dello stato prussiano non cambiò molto nel
corso di questo secolo perché:
- la nobiltà occupava prevalentemente i ruoli politici e di
amministrazione militare
- la borghesia aveva la funzione di aumentare il reddito dello stato
- I contadini oltre alla mansione di contadini appunto costituivano
il gran numero di uomini dell’esercito.

Impero asburgico
Economia:
Per riuscire nell’intento di migliorare l’apparato finanziaro venne
istituito il “Monte di Santa Teresa” per gestire al meglio il debito
pubblico. Venne introdotto il catasto. Il catasto veniva gestito da una
Giunta il cui gestore per un periodo di tempo fu un giurista di origine
italiane più precisamente in Toscana di nome Pompeo Neri. Il catasto
aveva la funzione di fornire l’elenco delle proprietà di ogni singolo
cittadino ma anche di fornire una mappa del territorio.
Il catasto non entrò subito in azione perché a Milano ci furono dei forti
scontri con la nobiltà di Milano la quale aveva paura di perdere i propri
privilegi.
Infine venne garantito il libero commercio e vennero limitati alcuni
privilegi della Chiesa.
Giuseppe II:
Con Giuseppe II vennero ritirati e venduti alcuni possedimenti dello
stato della Chiesa. Giuseppe II tentò di eliminare qualsiasi rapporto con
lo stato della Chiesa introducendo l'obbligo di frequentare il seminario
della città di Pavia che era noto per essere un centro giansenista. Il
giansenismo era un movimento che andava contro il potere del papa in
campo politico.
Giuseppe II infine riuscì a ridurre i privilegi di cui aveva goduto la
nobiltà fino a quel momento.

Russia
Caterina II:
Nel ‘700 la Russia era ancora un paese arretrato. Basti pensare che la
gran parte dei territori russi era proprietà esclusiva della nobiltà russa.
Tuttavia la Russia subì un grande cambiamento quando tramite un
colpo di stato la moglie di un sovrano riuscì ad uccidere suo marito e
diventò zarina. La donna è Caterina II. Nel corso del suo regno la zarina
applicò una politica di riforme simile agli altri paesi europei.

Politica ecclesiastica:
Per quanto riguarda i rapporti con la chiesa Caterina II appena salita al
trono decise di riconquistare i territori che erano in mano alla Chiesa
ortodossa allo scopo di riprendersi il denaro speso durante il corso della
guerra dei 7 anni.

Politica sociale:
I contadini non erano per nulla felici e contenti della gestione della
Russia da parte della regina Caterina II. Ci fu infatti una rivolta
capeggiata da Pugacev. Nel corso di questa rivolta i rivoltosi riuscirono
ad uccidere numerosi membri della nobiltà. Caterina II riuscì a
riprendere il controllo della situazione facendo scendere le sue truppe
per sopprimere ogni tipo di rivolta. (Pugacev viene condannato a
morte). Dopo aver tranquillizzato le acque affermò la sottomissione dei
contadini come servitori.
Per quanto invece riguarda i rapporti con l’aristocrazia Caterina II
concesse numerosi privilegi in ambito fiscale, amministrativo e
militare. Tutti questi privilegi sono citati all’interno della “Carta della
nobiltà.

Espansione Territoriale:
La regina nel corso del suo regno applicò una politica espansionistica.
Si avviò quello che venne chiamato “Progetto greco”. Questo progetto
consisteva in una espansione verso occidente conquistando la Polonia
e verso sud conquistando territori che appartenevano all’impero
ottomano.
L’obbiettivo della zarina era quello di ricostruire l’impero romano
d’oriente. Secondo Caterina II infatti Mosca doveva essere la terza
capitale del nuovo impero romano d’oriente.
Alcune conquiste della russia sugli ottomani furono i territori che
corrispondo alla Crimea, la città di Azov e diverse regioni che si
trovano nelle vicinanze del Mar Nero.

Spartizione della Polonia:


La Russia riuscì a trarre vantaggio dalla situazione di vuoto di potere
in Polonia. Dopo la morte dell’ultimo sovrano di Polonia la Russia,
l’Austria e la Prussia riuscirono a spartirsi i territori della Polonia.
Seguì poi la morte della zarina Caterina II che nel corso del suo regno
ampliò notevolmente i confini della Russia.

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