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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPATI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIIJ SOLENNI,
AI RITI,ALLE CEREMONIE SACRE,. ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
VOL, XLIII.
'"%
IN VENEZIA
DALLA l'IFOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXL V li.
DIZIONARIO
DI EIIUDIZIONE
n
MAR MAR
m;ARIA FRANCESCA delle cin- mensa; e sebbene consacrasse alla
que PIAGHE DI Gesù' CmsTo (beata). preghiera buona parte del giorno, si
Nacque -a 25 marzo 7 1 5 in Napoli, i applicava alle faccende domestiche,
e Francesco Gallo e Barbara Ba- e nel tessere nastri di seta intarsiati
sinsin ne furono genitori, di me-
i con oro, de'quali teneva commercio
diocre condizione ambedue, ma di il genitore, indi come le sorelle e la
indole e di costumi diversi, poiché madre pose a filare l'oro. Pas-
si
quanto era il primo di natura dif- sati i quindici anni , le sue avve-
ficile ed aspra, tanto era l'altra nenti fattezze congiunte al candore
mite ed amabile.
Iddio che con de'suoi costumi, allettarono un ricco
singolari maraviglieannunzia talora giovane a domandarla per isposa,
una vita cui miracoli sono per
i ma ella a fronte delle furie pater-
accompagnare e seguire, non dub- ne si non conoscere altro
dichiarò
bi segni ed insoliti diede nel na- sposo che Gesù Cristo, il perchè
scere di lei. Nel battesimo ebbe i agli 8 settembre lySi vestì l'abito
nomi di Anna Maria Rosa Nico- delle terziarie di s. Pietro d'Alcan-
letta, e nel crescere vece di pue-
in tara, il cui rigido istituto scrupolosa-
rili sollazzi si dedicava a frequenti mente osservò, e prese il nome di
ossequi verso Dio e
Beata Ver- la suor Maria Francesca delle cinque
gine, con sorpresa di tutti; quindi piaghe . Si diede allo spirito di
cominciò a disciplinarsi e a non contemplazione, e tenendo sempre
mostrare altro desiderio che di as- fisso il pensiero nella passione di
sistere alla messa ed altre eccle- Cristo, incominciò a praticare il quo-
siastiche funzioni. Crescendo nella tidiano esercizio della Fia Crucis^
perfezione, di sette anni gli fu per- cadendo in deliqui pel dolore e
messo di partecipare all' eucaristica pel pianto cui si abbandonava. Du-
,
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bilancio il suo direttore spirituale tìnuamcutc il suo corpo, che teneva
ohe fosse illusione quanto eli pro- coperto di cilizi, laonde meritò più
digioso le avveniva, la trattò ru- celesti favori. Fra questi devesi no-
vidamente mentre la consolava
, verare quello di conoscere il vicino
Gesù nel cuore e ne' colloqui, e tempo di sua morte, alla quale si
vembre
1843 nella basilica vati- stre per le sole cavalieresse, e gli
cana. Nel medesimo anno pei tipi diede il nome di Maria Lodovica.
di propaganda ^fl?e, fu pubblicata Per insegna e decorazione dell'or-
la Vita della h. Maria France- dine stabilì una croce d'oro smal-
sca delle cinque plagile di G. C. tata in bianco, avente negli angoli
terziaria professa alcantarìna, ed i gigli, stemma de' Borboni, e nel
aggregata ai beni spirituali della centro il proprio ritratto. Inoltre
congregazione de' chierici regolari prescrisseche la croce delle cava-
somaschi, scritta dai p. d. Ber- lieresse sarebbe portata in petto,
nardo Laviosa somasco ; nuova edi- pendente da un nastro rosso di
zione notabilmente corretta ed ac- seta, con orli color d'arancio. Con
cresciuta dal p. d. Giovanni Stroz- questo ordine la regina insignì e
zi canonico regolare lateranense. Il premiò quelle dame di alto rango,
p. d. Norberto Palmieri del me- le quali ogni mese dovessero vi-
stro dell'ordine, che prese il nome tudini, il quale trovasi pure sulla
della fondatrice. Gli statuti pubbli- medaglia de' grancroci che sino ,
listato dei colori bianco e rosso. che tuttora ritiene. Dopo però che
MARIAMIA o MARIAMME ,
la Bastia divenne residenza de' go-
Mariamne . Sede vescovile della vernatori della Corsica, i vescovi
seconda Siria, sotto la metropoli Mariauensi nel iGyS stabilirono ia
di Apamea, nella diocesi di An- residenza in quella città. In Ma-
tiochia, eretta nel quinto secolo. riana vedesi ancora la sua chiesa
Alessandro il Grande confermò la antica cattedrale, giàmagnifica e
sovranità della città a Geralostra- dedicata a s. Pietro o Petreio ve-
te re di Ai ad. La città, al dire scovo e martire della città, ed ora
del Terzi, Siria sacra p. 102, ridotta in istato lagrimevole : in essa
traeva l'origine dai macedoni, o dai il vescovo prendeva possesso della
mariandini popoli confinanti colla sua dignità. Il rimanente della città
Bitinia, e fu città fenicia, grande non è più che un mucchio di ro-
e facoltosa, ma peri per le incur- vine. La sede eretta nel secolo IV,
sioni de'saraceni. Ne furono vesco- fu sulFraganea dell'arcivescovo di Ge-
vi greci. Paolo che sottoscrisse al nova, e nel XVI le fu unita Accia
concilio di Calcedonia ; Magno che sotto Pio IV.
sottoscrisse hi lettera del concilio Il primo vescovo di Mariana fu
di sua provincia all'imperatore Leo- s. Petreio martire, a cui Ugo Co-
ne; Ciro che sottoscrisse la lette- lonna romano nominato
eresse il
rieiis Chris t. toni. H, pag. 919. una epistola che il Vitale riporta,
Ebbe ancora questa sede alcuni in sacra Corsica chronica. Gli al-
vescovi latini, come rilevasi dal tri vescovi più meritevoli di men-
medesimo p. Le Quien, t. HI, p. zione sono: Lunergio o Aspergio
I
194. Dionigi i45o, e mòri nel del ; Ottone Colonna
900 conse- ,
ne dal console romano Mario, che Giovanni Ormessa del 1390; Gre-
vi dedusse una colonia romana. gorio Fieschi nobile genovese, fat-
Dcicchè fu rovinata dai mussulmani to amministratore del i433, ([uin-
d Africa, il vescovo si ritirò in una di cardinale ed arcivescovo di Ge-
villa della sua diocesi, a destra di nova Leonardo Fornari nobile
; ge-
detto fiume , sopra uu colle , e uovese, che morendo nei 1482 la-
IO MAR MAR
sci^ una sommo per la riparazione ne IT. Gli successe nel 1297 Ben-
di sua chiesa. Meritano pure ono- venuto monaco cistcrciense. Boni-
i^vole ricordanza, fr. Giulio de Is- facio IX per lo stato deplorabile
sopo carmelitano, celebre predicato- della sede, ne affidò la cura al ve-
re ed illustre in erudizione, fatto scovo di Gravina Francesco Bonac-
vescovo nel i494) c"' successe nel corsi. Fr. Antonio corso de' minori
seguente anno Ottaviano o Ottavio osservanti fu fatto vescovo di Ac-
Fornari nobile genovese, chiaro per cia da Martino V nel i4iB> >1
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nel T707 Andrea della Rocca no- ristampata nel 1788 colla continua-
bile genovese, abbate de' canonici zione del p. Emmanuele Mariana del-
regolari lateranensi. Con lui V U- l'ordine della redenzione degli schia-
ghelli ed i suoi continuatori, Itrr- vi. Scolii sulV antico e nuovo Testa-
lìa snera t. IV, p. 999 e se^.^ ter- mentOj Parigi 1620. De rege et re-
minano la serie de' vescovi di Ma- gis institutione, in che fu-tre libri,
Il MAH MAR
per la corona, inassìtito [)er (.|iiai)to della diocesi di s. Salvatore della
ricava dalle ricche miniete d' oro. Buja ; e per sua morte nel conci-
Conta più di 7000 abitanti, la mag- sloro de' 21 gennaio 184+ l'odier-
gior parte de* quali travaglia nelle no monsignor Antonio Ferreira Vi-
miniere del territorio. Questa città scoso, della congregazione di s. Vin-
non era die un borgo, (piando Gio- cenzo de Paoli, di Peniche patriar-
vanni V re di Portogallo essendosi cato di Lisbona, lettore in teologia,
ammogliato con donna Marianna già rettore e professore di hngue
d'Austria, le diede il titolo di cit- nel seminario d'Angra de Reis. Am-
tà in onore della sua sposa, ed bedue questi ultimi vescovi furono
ottenne nel in ^5 a' i5 dicembre nominati dal regnante imperatore
dalla santa Sede, che l'erigesse in Pietro II.
siere il vasto territorio del vescovo quattro dignità, la prima delle quali
del Rio di Gennaro nello stesso è l'arcidiacono, di dieci canonici
Brasile ossia s. Sebastiano, median- senza le prebende teologale e pe-
te il disposto della costituzione nitenziaria, di altrettanti cappellani
Candor lucis aelernae^ presso il suo cantori, oltre altri preti e chierici
Bull. t. II, p. i53, e dichiarandola addetti al divino servigio. Nella cat-
sufFraganea dell'arcivescovo di s. Sal- tedrale avvi il fonte battesimale,
vatore nel Brasile, di cui lo è tut- e la cura d'anime si amuiinistra
tora. Per primo vescovo dichiarò da un sacerdote, venerandovisi una
fr. Emmanuele della Croce, trasla- reliquia del legno della ss. Croce.
tandolo da s. Lodovico del Mara- L'episcopio è poco distante dalla
gnaiio, nato in 4>. Eulalia nullius cattedrale,ed è unito al seminario.
(lioecesisj provincia di Portogallo, co- Nella città non vi sono altre par-
me abbiamo dalle annuali Notizie rocchie, né monasteri con regolari;
di Roma, che riportano la seguente sonovi bensì delle confraternite ed
sene de' vescovi di Marianne. Cle- ali re pie istituzioni. La diocesi com-
mente XIV nel 1773 fece secon- prende la più gran parte della pro-
do vescovo' Bartolomeo Emmanuele vincia di Minas Geraes , e perciò
Mendes dos Reys, di Sercoza dio- contiene molti luoghi. Ad ogni nuo-
cesi di Coimbra , trasferendolo da vo vescovo le tasse ne' libri della
Macao. Pio VI preconizzò vescovi, camera apostolica ascendono a fio-
nel 1779 fr. Domenico dell' Incar- rini centosedici, proporzionate alle
nazione Pontevel domenicano di San- rendite della mensa che sono circa
ta rem diocesi di Lisbona ; e nel duemila quattrocento scudi romani.
1797 fr. Cipriano di s. Giuseppe MARIANO e GIACOMO (ss.),
domenicano di Lisbona. Pio VI[ martiri. Il primo era lettore, il se-
nel 1819 dichiarò successore fr. condo diacono, ambedue di santa
Giuseppe della ss. Trinità minore vita, e forse parenti. Verso l'anno
riformato di Porto. Gregorio XVI 259 si recarono insieme nella Nu-
successivamente elesse vescovi , nel midia, da qualche lontana provin-
concistoro de' 17 dicembre 1840, cia Fervendo colà la
dell'Africa.
Carlo Pereira Freire de Moui a persecuzione mossa dall'imperatore
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Valeriano contro i cristiani, furono bosco. 11 suo corpo Tenne portato
nireslali in un luogo chiamato Mu- al borgo d'Evau o Esvaon, nel
guas, presso alla città di Cirta, e paese di Combrailles, ed i miracoli
crudelmente torturati. Quindi fu- da Dio operati alla sua tomba fe-
rono rimessi in prigione con molti cero istituire una festa in onore di
altri cristiani, dalla quale n' erano lui. Nel martirologio d' Usuardo e
tratti ogni giorno alcuni per essere nel romano è menzionato a' 19 di
giustiziali. Nel numero di quelli che agosto; ma in alcuni antichi bre-
ricevettero per tal modo la corona viari di Bourges la sua festa è in-
del martirio furono Agapio e Se- dicata a' 19 di settembre.
condino vescovi, i quali sono ono- MARIANO Scoto. Fu chiamato
rati dalla Chiesa a* dì 29 d'aprile. Scoto perchè secondo alcuni era
Vedendo i magistrati che questi va- scozzese, benché irlandese ; nacque
lorosi cristiani erano fermi nel con- nel 1028, ed era parente del ven.
fessare la loro mandarono
fede , Beda. Nel loSs recossi in Geri;na-
Giacomo e Mariano, con un gran nia, e vestì l'abito religioso a Co-
numero d'altri prigionieri, al go- lonia nel I o58. Nel seguente anno
vernatore della provincia eh' era a si ritirò nell'abbazia di Fulda , ivi
lei, la quale essendo stata tolta al capitani delle loro flotte , e dopo
culto divino, come tanti altri tem- di essi i siciliani ed i genovesi. In
pli di questa città, in tempo della Francia s' incominciò
conoscere a
dominazione francese , le reliquie nel 1270. Gl'inglesi danno il tito-
della santa vennero collocate nella lo di ammiraglio al comandante di
vicina parrocchiale di s. Maria For- qualunque flotta. Chiamasi ammi-
mosa. Nel martirologio romano e raglia la nave del comandante ve-
nel breviario nuovo di Parigi, s. stito di questo titolo : ne' porti la
Marina è nominata a' i8 di giu- nave ammiraglia è una vecchia na-
gno. A Venezia si celebra la festa ve, per lo più incapace di tenere il
della traslazione delle sue reliquie mare. Essa sta sempre in porto,
a* 17 di luglio. tiene inalberato lo stendardo, chia-
MARINAo MARINERIA. Arte ma a bordo i capitani delle navi
del marinaro. Si disse inoltre ma- ch'entrano; dà alla sera il segnale
rina e marineria una moltitudine della ritirata col cannone, e rende
di naviganti in armata^ e più re- il saluto alle navi straniere. Dicesi
centemente sull'esempio di altre na- ammiragliato l'uffizio o il luogo del
zioni si adottò d«i alcuni il foca- tribunale dell'ammirali tà, cosi chia-
, 5
MAR MAR 1
ruandosi i diversi uffizioli che han- lire la marina francese , che fece
no ispezione sugU affari della ma- salpare dai suoi porti in diverse
rina. epoche flotte di qualche forza e
Tulli gli antichi scriltori greci portata, e tentarono alcune spedi-
e latini rappresentano i fenicii come zioni marittime. Già gl'italiani, spe-
i primi e più celebri navigatori, e cialmente i veneziani, i genovesi, i
della loro destrezza in quest' ar- pisani e gli amalfitani , come di-
te fanno prova i viaggi da essi ciamo ai loro articoli, si erano da
tentati sino dai tempi più aulichi lungo tempo distinti per la loro
ai più remoti lidi, giacche essi fe- perizia nella marineria , essendosi
cero più volte il giro intorno al- impadroniti di tutto il traffico ma-
l'Africa, e da altra parte si spinsero rittimo coU'Asia e coli' Africa , ed
fino al Baltico. Pimio rappresentò alcuni persino in lontane terre pres-
gli antichi franchi o germani come so il mar Nero. Altresì i portoghesi,
ì popoli dell'Europa più esperti nel- e ad esempio loro gli spagnuoli, si
l'arie della marineria : i loro vascel- erano pure segnalati con lontane
li fatti di molti pezzi di cuoio cuciti navigazioni, e i primi avevano ri-
insieme, o anche di vimini coperti conosciute tutte le coste dell'Africa,
di cuoio, non avevano né prora scoperte nuove isole, e trovato il
I ti MAR MAR
{^are tulli i porti, ed alcuni ne for- diosi e continuati successi, osarono
tificò ;
poscia Luigi XIV nel suo finalmente passare lo stretto in-
Algeri, ora in potere della Francia. grandi flotte del re Salomone nel-
In Europa V Inghilterra, la Fran- l'Africa, nella terra d'Ofir e di
cia^ e la Russia (f^edi)^ sono po- Tarsis, ma
probabilmente erano i
tenze formidabili anche in mare fenicii che le conducevano, perchè
per le loro numerose flotte e per gli ebrei non pare se ne occupassero.
mata navale. I nostri antichi scrit- glio di Boccori, dopo aver fatto
tori non accennarono giammai le costruire gran numero di vascelli,
poderose flotte d'Inghilterra, d'O- spedi dalle rive del mar Rosso una
landa e di Portogallo, se non co- flotta, che seguendo i di lui ordi-
me portatrici di mercanzie. Nel ni, fece il giro di tutta l'Africa,, e
dizionario francese delle Orìgini si tornò in Egitto rientrando nel Me-
definisce la flotta un numero con- diterraneo per le colonne d'Erco-
zione nella storia greca. L'ampia ni per difesa dei mari Adriatico e
pianma di Roma, detta ora prati Tirreno o toscana parte del Medi-
di Monte Testaccio, fu dai roma- terraneo, due armate marittime
ni chiamata Navalis regio, e JVa- principalissime, una nel porto Mi-
yalia, dopo che vemie particolar- sentì fra Baia e Ischina,
che servi-
mente destinata alla costruzione e va per tutto il ponente, mezzogior-
custodia delle navi, ed all'approdo no e tramontana, l'altra a Ravenna
delle barche che risalivano dal ohe serviva per tutto il levante, am-
mare il Tevere. La contiada pre- bedue cosi ordinate da Augusto. Ser-
se da ciò tal nome nel IV secolo viva quella del porto Miseno, per
di Roma, forse dopo la riedifica- la Francia, Spagna, Mauritiana,
zione della città l'anno 365 avve- Africa e per l'Egitto; quella di Ra-
nuta, ed allora fu dato il nome venna, il di cui porto era assai
di Navalis alla porta prossima sul- ben munito, e capace di duecento-
la riva sinistra del Tevere presso cinquanta navi, serviva per l'Epi-
l'Aventino. La prima flotta spedi- ro, Ragusi, Macedonia, Acaia, Si-
ta dai romani nella prima guerra cilia j Cipro, Arcipelago, Mare Mag-
punica, era composta di 160 ve- giore, ed altre Teneva-
provincie.
le; quello però che sembra incre- no similmente i romani due altre
dibile è ch'essi avevano impiegato armate minori, cioè una nel porto
soli sessanta giorni nel tagliare il d'Ostia, l'altranella Gallia War-
legname, e nel fabbricare tutti quei bonese nel Foro di Giulia, per cui
vascelli. Al tempo della seconda possedevano ordinariamente in di-
guerra, punica, al dire di Plinio, versi luoghi quattro armate con-
i romani spesero quaranta giorni siderabili, oltre quella che stava
per munire ed eqi.iipàggiare una nel mare Maggiore ossia sopra Co-
flotta, e per abilitarla a scórrere stantinopohj dov'era in quie' tempi
sul mare. un porto capace di cento navi, ia
Già i romani prima delle due cui a tempo di Gioseffo istorico
guerre, puniche, e nell'anno di Ro- mantenevano trentamila soldati e
ma 4' 6 avevano rovinato il por- quaranta galere. Nei fiumi grossi
lo d' Amo impadronendosi del-
, ne avevano tre. I romani , come;
la flotta degli anziati, numerosa di meglio dicemmo a Corona , conce-
venlidue vascelli; quindi seriamen- devano la corona navale d'oro a
te si applicarono allo stabilimento col.ui che pel primo fosse entrato
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i8 MAR MAR
re le navi. Si dislingiirvnno nelle fc e coperte dì cuoio, si dava la
giare piuttosto a vele che non a ; te sul modello degli uccelli che
remi. Tra le flotte di cui si fa teggonsi nuotare al disopra delle
menzione nella storia moderna, la acque, é certamente si trova nel-
più celebre dìcesi quella che Fi- le barche in generale qualche idea
albero scavati, o forse ancoia ta- tre si prefende che Dedalo in-
dere tuttavia che alcune orli fos- di avviso, che il nautilio papira-
sero già praticale dagli antidilu- argonau-
ceo, detto dai naturalisti
viani, perchè Dio ordinò a Noè ta argo, non
anche nel
e raro
di fabbricare quella nave di legni Mediterraneo, abbia dato il primo
levigati, di formarvi diverse came- r idea della vela applicabile alle
re, con finestra e tetto: ciò fa ri- navi, poiché quel testaceo manda
tenere che cognizioni edificatorie si fuori dal suo nicchio una specie di
conoscessero. In progresso di tem- vela o cartilagine o membrana,
po, divenuto generale l'uso delle la quale gonfiata dal vento. Io
navi presso lutti i popoli, «e ne trasporta rapidamente a grandissi-
costruirono di varie sorti, di varie me distanze. Opinano alcuni che
grandezze e materie, e l'arte della le navi de'fenicii fossero somiglian-
costruzione navale, straordinaria- ti in parte alle galee, cioè navi-
mente estesa e ingrandita, giunse gassero a vela ed a remi ; facendo
a fabbricare moli galleggianti, sor- uso delle prime se il vento era fa-
prendenti per la loro grandez- vorevole, e dei secondi durante le
za e solidità, e destinate fin an- calme e quando i venti erano con-
che agli usi di guerra. Sarà sem- trari. I greci fecero progressi nel-
pre oggetto di meraviglia^ il con- l'architettura e nella costruzione
siderare, come su barche si tras- navale, dopo che Giasone fece co-
portassero in Roma, specialmente struire' una nave che per la sua
dall'Egitto, moli di un peso straor- grandezza e corredo superò tutte
dinario, come gli obelischi che tut- quelle che eransi fino allora vedute,
tora ammiriamo. all'oggetto di penetrare nella Col-
Nave è vocabolo che significa chide cogli argonauti, per la con-
propriamente ogni legno da navi- quista del vello d'oro. Presso i
30 MAR MAR
sorta di navi, le Une destinale al vò e riformò totalmente, cosicché
traflGco, mercan-
al liaspoi^to delle a grado a grado si venne dalle
zie, de* viveri e delle Iruppe, e que- epoche più remole, e dalla costru-
ste, cbiamavansi navi da carico, zione navale de' tempi antichi, a
naves oncrariaej le altre alle sol- quella che oia si adopera e si
tanto alla guerra, o adoperate a ammira. Nel passato secolo si è
queir uso, dicevansi lungae navesy stabi li la tra diveree nazioni una
naVi lunghe, e questo nome si per- emulazione attiva per la migliore
petuò in Italia, e si mantenne an- costruzione de'vascelli, dal che è
che ne' tempi di mezzo e sin qua- risultato un perfezionamentoche
si al passato secolo. Si pretende altre volte si sarebbe giudicato im-
/òhe presso i romani queste navi possibile. Si narra che le antiche flot-
MAPl MAR 21
gi. L'rdea di applicare l'azione del teva in movimento due ruote ap-
vapore per fiir camminare delle plicate sui fianchi della nave. Do-
navi, ha dovuto nascere colle pri- po la morte di Carlo V, il Garay
me notizie dell'esistenza di questa non avendo pih trovato alcun pro-
mirabile fòrza. Nel i663 il mar- tettore, la sua scoperta rimase di-
chese dì Vorcester fece conoscere menticata durante alcuni secoli
l'ideamadre della macchina a va- Aggiungeremo a gloria del nome
pore, inun modo però enigmatico. italiano, che il eh. Rambelli nelle
Quindi nel lySy Giovanni Ilulls sue Lettere intomo invenzioni e
di Londra pubblicò la descrizione scoperte italiane, a p. gS e seg.,
di un battello a vapore per far parlando delle macchine a vapore,
rimorchiare le navi. Inutilmente discorre del romano Giovanni Bran-
pei' moltissimi anni si cercò in ca, che nel 1628 pubblicò in Ro-
Francia, neli' Inghilterra e nella ma un' opera, con la quale tentò dì
Scozia di effettuare i disegni di applicare in grande la potenza e-
Ilullsj ma sì bella ed utile con- spansiva del vapore a degli ogget-
quista era ri serbata al celebre mec- ti utili; e del toscano Serafino Ser-
canico americano Roberto Fulton rati, il quale verso il 1787 fu il
della contea di Lancastro tìellà primo non solo ad immaginare,
Pensil Vania , il dimorando
quale ma eziandio a porre ili corso sul-
nel i8o4 in Parigi, Occupato ad l'Arno un battello a vapore, per
arricchire la Sua mente di titili cui si diminuisce la gloria di HuIIs
cognizioni, e protetto da Living- e dì Fulton, non che di Giacomo
tou plenipotenziario degli Stati Uniti Vatt che fu l'inventore delle mac-
presso il governo di Francia, pro- chine a vapore in Inghilterra nel
seguì il Suo disegno d'impiegare la 1796. L'America pose in opera per
potenza prodigiosa del vapore ad la prima questo ramo importante
agevolare la navigazione, con tutto d'industria commerciale; l'Inghil-
quell'ardore da cui era animato. terra prontamente imitò la sua ri-
Nel r8o5 il suo primo espe-
fece vale d'oltremare, e la Francia non
rimento con un piccolo battello di tardò a mettersi in relazione con
cuoio sulla Senna, dopo di che or- esse. In seguito gli altri stati in
dinò in Inghilterra una gran mac- un all'Italia adottarono le navi e
china a vaporò, e recossi in Ame- i battelli a vapore. Queste macchia
rica per far preparare le navi che ne che navigano in lutti i mari,
dovevano riceverla, con perfetta e che affrontano egualmente i ven-
riuscita. La Spagna Volle pure ri- ti e le tempeste, avvincono gl'im-
vendicare l'onore di avere inven- peri e il mondo, e rendono ogni
tato i battelli a vapore, poiché nel giorno le comunicazioni più facih
1543 Blasco di Garay capitano di e più frequenti. Popola oggi il
nave, propose Carlo V di far
a Mediterraneo e l'Adriatico una fa-
camminare yna nave senza remi miglia di battelli a vapore d'ogni
e senza vele, ed essendo la prova forza e d* ogni dimensione, che
felicemente riuscita fu generosa- tagliano le acque in tutti i sensi,
mente ricompensato. Quell' appa- s'incrociano, si passano da costa,
recchio consisteva in una caldaia e come due amici che s'incontra-
d'acqua bollente, il cui vapoi'C mct- no sullo stesso sentiero^ pur quasi
22 MA.R MAR
YOgliano stendersi una mnno tra rial.) quod est: Praefcrtus nava-
loro, monile due legni a vele slu- liitni^ f/tti dicitur Snngnri : in trxlu
tliano da lungi la loro direzione, Ccncii §seq. exhihendo, legit, (jni di-
ìegalionis ad. Nicephorum Pliocani, telligas' eie. Nel i5i3 pel possesso
Delongaristis ploas dicitur ille, qui di Leone X, ebbero il presbiterio,
navigantibus praeeral ,
Chartaritis praelntl et alii omnes usqae ad
(p. 98 Syllabi advocator. cotiiisto- pratfcclos navales unum ducatuui
,
MAR MAR 23
cL unum j'ulhimj nella cavalca fa e nel fermo intendi mento di far
iuceclerono Uopo il sagiisla, e pri- guerra ai turchi per toglier loro Co-
ma degli avvocali concistoriali, ve- stantinopoli (Fedi), da essi conqui-
stiti di colla o camice e piviale al- stato, dopo aver eccitato i principi
l'apostolica, cioè con il braccio drit- cristiani a prendere le armi, allestì
sebbene con infelice successo, come questa specie. Portava la galera ses-
MAR MAR 25
santa remi per parte, fra mezzo ai niente in Italia, di mandare in ga-
quali eiavi un passaggio , die si lera, cioè condannare i malfattori
cliiauiava corsìa, e serviva di co- al lavoro forzato di remar nelle ga-
municazione dall' indietro al davan- lee, portò che il nome di galea
ti. Gli antichi scrittori italiani fe- passò a quella specie di pena o di
cero sovente menziono di galee di condanna, e galeotti o forzati fu-
corsari, di galere tunisine, di ga- rono chiamati i condannali a tal
leoni e di galee sottili. 1 francesi pena. La pena della galea fu pure
chiamarono galera un vascello a in uso presso i greci , e -presso i
remi che avea ventìcinque o trenta romani il servizio delle triremi fu ri-
banchi da ciascun lato, e (j.ualtro, servato agli schiavi. In Francia la
cinque o sei rematori a ciascun pena di galea non è molto antica,
banco. Alcuni ne fauno derivare il ed incominciò verso la metà del
vocabolo dal ìaiìno galea che signi- secolo XVI.
ficaelmo, perchè dicesi chxj i ro- Di Alessandro VI e Giulio II che
mani ponessero la figura di un el- posero i successori in istato di fi-
mo su la prora delle loro triremi, gurar nel mondo come sovrani an-
alle quali si sono fatte succedere le che potenti nelle armi, poco si parla
nostre galee. Alcuni prelesero che delle loro forze marittime. Bensì
il vascello ammiraglio della flotta Giulio II pubblicò la bolla Ro-
degli argonauti, chiamato Argo, fos- vianiis Pontifex pacis^ de'24 feb-
se una specie di galea, e fu la pri- braio i5og, Bull. Rom. tom. Ili,
ma "nave di (Quella forma che usci par. I, p. 3 1 o, prohibilio occUpan'
dai porti della Grecia. Scaligero di bona naiifragantia in locis ma-
dice, prima trireme, ch'egli
che la ris S. R. E. ebbe ga- Leone X
interpreta per una galea a tre pia- lere armate, e nell'anno 1021 or-
ni di rematori, fu costruita a Co- dinò alle galere pontificie di u-
linto. Marsiglia ebbe galee in mare nirsi alla flotta di Carlo V, per
sino dai tempi di Carlo IV. Cele- la guerra di Lombardia. Nel i5i'2
bri si resero in Italia per le loro fu eletto a successore Adriano VI>
ardite e gloriose imprese , massime dimorante allora nella Spagna, che
contro i barbareschi, le galee to- avutane notizia fece allestire delle
scane, quelle de* cavalieri di s. Ste- navi, nominò capitani radunò uà ,
fano, le pisane, genovesi e de' ca- esercito, ene fece generale il conte
valieri gerosolimitani. In appresso d. Ferdinando de Andrada. In que-
i veneziani ne accrebboo di molto sta congiuntura d. Ignigo Velasco
il numero, ne variarono la forma e lammiraglio di Castiglia d. Fre-
e la grandezza, e queste galee for- derico esibirono al Papa quattro
marono la forza principale delle galere. Con gran seguito fece la na-
armate navali adoperate contro i vigazione dalla Spagna ad Ostia ,
se: Luigi Xy nei 1748 riunì il recò ili Marsiglia sulle galere fran-
corpo delle galee a quello della cesi, all'uso de' Papi antichi che nei
mariila. L'uso assai aulico, spccial- viaggi si facevano precedere dalla
:k6 MAE MAR
ss. Eucaristia j questa nella piiina Inoltre s. Pio V conferma al le di
galera ol•diu^ che tii collocasse. Pao- Spagna l' indulto concesso da Pio
lo 111 nel i545 islituV l'ordiue dei IV, pel mantenimento delle galere
cavalieri Laiirctani [P't'di)^ per di- destinate alla guardia delle piazze
iendere dai corsari Io «piaggio della marittime d' Italia. li di lui sue*
Marca d'Ancona e il gantuario di cessore Gregorio XIII , all' ordine
Loreto: a Paolo III si deve pure militare ed equestre de' ss. Mauri'
rereziotuì deirallro ordine militare zio eLazzaro (Fedi)y impose l'ob-
ed equestre di s. Giorgio (Vedi) bligo di fornire due galere armate,
in Ravenna, per la difesa delle spiag* ad ogni richiesta della marina pon-
gie dell' Adriatico contro i turchi. tificia ; e per aver fortificato il li-
contro Selim 11 imperatore de' tur- stato pontificio da' malviventi, affi-
chi. La poderosa flolta degli alleati ne di liberare dai corsari le spiag-
che vinse la strepitosa battaglia na- gie del litorale ecclesiastico, fece
vale di Lepanto, avea dodici gale- labbricare dieci galere ben corre-
re pontifìcie, oltre altre navi pic- date, e per dotarle stabilì colla co-
cole e grandi, con mille cinquecento la quanta, de'23 gennaio
stituzione
uomini, di cui era comandante ge- r588, un armuo assegnamento di
nerale capitano e luogotenente ge- scudi centoduemila e- cinquecento,
nerale della léga d. Marc' Antonio ripartiti alle seguenti provincie sog-
Colonna, cui il Papa decretò gli gette alla santa Sède, e persone che
onori del trionfo nel suo Ingresso diremo. Marca, Romagna, Umbiia,
in Roma [Fedi). Ne parlammo anco Bologna e popolo romano, scudi
in altri luoghi, coiTve a Milìzia ed a dodicimila per cadauno; altrettaiilo
Colonna Fanìi^lìay ove si disse della le beneficiali , cattedrali e chiese
colonna rostrata d' argento, offerta vescovili ed arcivescovili. Patrimo-
alla chiesa d'Araceli. 11 Catena nella nio scudi 5874> Campagna scudi
Fila di s. Pio F, a p. 355 e seg. (il26, Ancona e Fei :no snudi 1800
ci diede il nome delle galere e dei per ciascuna, Ascoli e Fano scu-
capitani che. si trovarono a tal coni* di 12000 per ciascuna, Benevento
battimento : quello delle galere pon- scudi 5ooo, sensali di Roma scudi
tificie eccolo. Fano capitana. Vit- 35oo, ed oiIicio.de' revisori scudi
toria, Grifo4)a, Pisana, Fiorenza, s. 4ooo. Dipoi nel i^Hj istituì «una
Maria, S. Giovanni, iioprana, Pa- congregazione cardinalizia, chiamala
drona, Serena, Reina e Toscana. • nasale, per presiedere alla fabbrica
Si hanno tre medaglie pontilieie delle galere e alla marina pontifi-
celebranti questa spedizione, in cui s^ cia, al modo detto nel vob XVI,
vede l'armata navale pn parala con- pag. 1^6 del Dizionario. Nominò
tro i turchi, e la medesima che gui- quindi prefetto delle pontificie ga-
data dall'angelo disperde la flotta lere il cardinale Ugo Verdala fran-
turca, in due diverse rappresentan- cese, gran maestro dell'ordine ge-
ze; oltre ultra medaglia per la detta ros<j limita no. Inoltre Sisto V "el
alleanza, tutte cou motti allusivi. 1590 fece legalo delle poutificic ga-
MAR MAR 27
Jere il cardinal Domenici Pinelli ,
Pontefice. 4- Si darh tratta o in
il quale si distinse 'in vigilanza, in- Sicilia o nello stalo ecclesiastico per
trepidezza e valore, con aver da- il grauQ che consinnano. 5-^ Si da-
to più d'una voltq la rolla 9 pa- rìi un certo assegnamento di dena-
recchi legni turcheschi. A nìeitioiia ro, da pagarsi nel tempo che con-
di (jueste cinque galere nel i58t:J verrà. 6.° Si concederà che porti-
furono coniate due medaglie ove , no lo stendardo della Sede aposto-
si vedono in niare, una coli' epi- lica, ogni volta che non vadino in
grafe: FOELix PRAESIDIUM, l'altra col corso. 7." Dovranno le dette galc.-re
Pontefice Gregorio XJV del iSgo, mesi di aprile, maggio, giugno, lu-
dichiarò il suo nipote Francesco glio, agosto e settembre. 8.** Do-
Sfondrali, marchese di Montafìò, vrà chi le comanderà lasciarsi spes-
governatore di Castel s. Angelo e so vedere ne' mari della Chiesa per
generale delle galere pontificie. Nel difendere la spiaggia lomana dai
possesso che prese Leone XI nel corsari, ed almeno ne' n)esi di giu-
ì 6o5, dopo i camerieri segreti sos- gno, luglio e agoslo lasciarsi vedere
tenitori dei cappelli papali , tra due volte in delti mari ed a Ci-
buon numero di cavalieri cavalcò vitavecchia. 9.° Dovranno dette ga-
il marchese Malaspina generale del- lere ad ogni richiesta di Nostro Si-
le galere pontificie^ seguito dai ca- gnore essere pronte per servirlo do-
porioni. ve comanderà, io." Che rivolen-
ÌSAV Istoria della sacra religio- dole sua Santità, si debhano ricon-
ne gerosolimitana di Dal Pozzo, t. segnare, ben condizionate con ciur-
I, p. 49^', si legge che Paolo V me e munizioni, nello slato e mo-
nel iGo5, ad oggetto di accrescere do che si consegnano. 11 cardinal
le forze di tal benemerito ordine, Cesi comunicò il progetto e con-
e sgi avare a un tempo la camera segnòi capitoli al commendatore
apostolica di glossa spesa, risolvet- Mendes anjbasciatore tleila religio-
te di commettere alla medesima re- ne il,quale tosto li trasmise al
ligione il governo e mantenimento gran maestro dell'ordine, e l'avvertì
delle cinque galere pontificie, nella di molte cose essenziali per la di-
Torma ch'essa teneva te proprie, me- rezione dell'affare; e fra le altre,
diante alcuni patti e condiz/oni, per che nel discorrere col cardinale del-
cui il cardinal Bartolomeo Cesi, con la quantità precisa circa l'assegna-
la consulta di alcune esperte per- mento del denaro, avendogli asse-
sone, fece distendere i dieci seguenti rito che la spesa delle galere della
capitoli. I." 5i consegneranno cin- religione ascendeva un anno per
que galere con gli schiavi, forzati, l'ai Irò a dieciotto in venti nida scu-
artigliere (di quelle della marina di per ciascima, se n'era mostrato
j)ontificia ne parla a Mili-
se sorpreso. E che l'assegnamento do-
zia ) ed altre munizioni necessa- vendp essere sopra la camera apo-
rie. 2." Si daranno ogni anno tutti stolica avrebbe forse palilo delle
,
do richiesto all'ordine che unisse le generale delle galee con suo breve,
sue alle galere pontifìcie, accettò le dandogli il solito giuramento, come
scuse perche. coi turchi andavano danno tutti gli altri otfiziali mag-
unite le galere di Francia. Urbano giori innanzi a monsignor tesorie-
Vili non volle udire scuse, dichia- re generale , con provvisione di
rando non volersi servire delle ga- trecento scudi al mese, ù soldo
lere contro i principi cristiani, Ort^ per dodici lancie spezzate. Il ge-
de la religione inviò tre galere a nerale fa un luogotenente con
Civitavecchia. èua patente , e gli fa dare di
Innocenzo X appena assunto al provvisione cento scudi al mese,
pontificato nel i644> dichiarò il e soldo e razione per quattro lan-
suo nipote Camillo Pamphilj gene* cie spezzate. Tutti i capitani di
rale deiresercito papale, il quale galea, il capitano di fanteria e
fu il primo ad introdurre in Ci- l'alfiere, stanno con patente del
vitavecchia la fabbricazione delie generale, colle solite paghe , come
galere, che pricua i Papi facevano anche il comito reale (0 coman-
costruire in altri porti ;
quindi lo dante della ciurma, soprintenden-
creò cardinale e sopraiutendente te alle vele del tiaviglio), l'uditore
dello stato ecclesiastico, dignità che e il notaro. Ma il provveditore, il
.MAR MAR 29
cornili, soUo-comiti, corniti di mez- millo Rospigliosi, Generale di s.
3o M AH 1^1 A R
solo che nelle galere tlì
concesse pel ti*ntiato di pace da lui conchiu-
Malfn si potesse celebmre la messa, so colle potenze africane, come pre
ma t'gunl privilegio accordò allo ga- giiulizievole al commercio e alla
lere pontificie nell'aprile i74''> col- sicurezza de' suoi sudditi e di tutfa
la costituzione Exponiy presso il suo l'Italia, per l'ammissione accordatji
Jìullario p. 162. Fra le me-
t. I, ai legni barbareschi ne* porli della
«iaglio di Clemente XI ve i/è una Toscana. Non essendo slate le sue
ove si vede una flotta, allusiva ai* doglianze attese , tutte le potenze
le pubbliche preci fatte da lui pel italiane si tiH3varono costrette ar-
felice esito degli armamenti de'prin^ marsi contro i Nel 1746 fu
pirati.
i.ipi cristiani. Inoltre Clemente XI coniata una medaglia coli' epigrafe
nel 1709 mandò a difendere Malta AUCTO TERRA MARIOUE COMMERCIO ,
d. Federico Colonna con galere e con Nettuno sul carro tratto ckii
seicento uomini 5 e nel partire per cavalli" marini, col tridente nella de-
^Marsiglia la regina vedova di Polo- stra, che in mezzo al mare felicita
nia, la fece servire dalle galere pon» la navigazione dei vascelli , onde
tìficie; indi nel 17 i4 l'ambasciatore celebrar le cure di Benedetto XIV.
di Malta ottenne dal Papa che in* Abbiamo due medaglie di Clemen-
-viasse per la difesa dell'isola sei te XIII col porto di Civitavecchia,
galere armate, per cui il cav. Fai» Con nuove fabbriche e galere > l'al-
conieri ebbe Y incarico di reclutai* tra rappresentante il Papa che
mille uomini, ed il comando di essi. arriva a Civitavecchia ove nel ,
MAR MAR 3t
tra di loro e con chiunque altro ulteriore appellazione. Questa ap-
nelle cause concernenti la merca- pellazione in certe c<iuse compete
tura, COSI nella prima, che in ul- solamente in devolutivo, cioè dove
teriore istanza, in vigore di una si tratta, di CvSccuzione d'istromenti
bolla dì Clemente Vili del i594, pubblici, pagamento di lettere di
e dì un suo breve del i595, han- cambio, ed in qualunque altra ma-
no per loro privato tribunale il teria, non eccedente gli scudi qua-
consolato di quella città, formato ranta. Dai gixìdicatì dì dettò con-
da tre consoli che in ogni anno si solalo, non può ricorrersi se non
mutano. Procede ancora privativa- all'uditore del Papa. Nel consolato
mente nelle provvisioni da pren* di Civitavecchia , dice il Villetli
dei si su quelle navi, che incontrar che in sostanza si pratica quanto
potessero il perìcolo dì naufragare, si è detto per quello d'Ancona.
V. nelle cause in qualunque modo Nel medesimo libro del Villetti,
su ciò insorgenti, come si ha dalle p. 84, l^cl commif^sario del mare,
conferme, ampliazionì e dichiara- o sìa prefetto di Castel s. A rìselo ^
zioni di questa giurisdizione del si legge quanto Segue. Il tribunale
a Pio VII. Nella poppa era vi l'ef- e per la galera furono destinati il
figiedel Papa e degli apostoli con Castel s. Angelo e Tedifizio fabbri-
un motto a ciascuno allusivo. Den- cato nel 1705 da Clemente XI per
MAR MAR 33
ampliare i granai dell' annona nWc Tutti i forzati o galeotti hanno la
terme Diocleziane, Sebbene il codice catena eh* è fermala ad ambedue
criminale dislingua l'opera pubbli- le gambe, del peso di circa libbre
34 MAR MAR
Cesco I di regia bandiera napole- de ebbe, come abbiamo narrato
tana, non che suiraltio haltcllo a ima marina militare molto più
vapore Sully di regia bandiera
ii numerosa di quella che ora esiste,
francese; come ancora volle ascen- dappoiché le circostanze di quelle
dere la golcUa pontifìcia il a. Pie- epoche esigevano che a tutela del-
tro. In allro giorno il Papa s'im- le sue coste avesse il modo di re-
barcò sul ballello a vapore il Me- spingere gli attacchi delle potenze
diterraneo dì regia bandiera fran- barbaresche; cambiate poi le cose,
cese, comandato dal capitano Uai- governo pontifìcio nella sua sa-
il
Padre fu ricevuto con segni di ve- parla delle cure del governo di-
ra divozione, donando a tale uffi- rette a stabilire una cassa di sus-
ziale una grossa medaglia d' oro, sidio a favore de' marinari invali-
agli altri ufHzialimedaglie di ar- di ; delle regole sulle carte ed at-
gento, all'equipaggio corone bene- ti relativamente ai bastimenti dello
dette e 5oo franchi. Quanto ai due stato pontificio che sono in corso;
brick regalati da Napoleone a Pio delle disposizioni intorno il perso-
VII, uno dalla camera apostolica nale della, marina mercantile ; dei
fu venduto ad un genovese, l'altro requisiti occorrenti ai marinari per
venne disfatto. ottenere le lettere di comando;
Nei tempi trascorsi la santa Se- della forinola del giuramento di
MAR MAR ^^
h>(U'lfìi, (la prestarsi dai capitani o mi, portata e valore, nelle catego-
paioni quando ricevono le lettere rie di gran corso sono enumerali
di comando delle disposizioni sul-
; quattordici tra navi, brick, brigan-
la marina da pesca, e delle pro- tini, polacche, scooncr, godette, cu-
pine competenti agli officiali ma- ther. In quelle delle mentovale
rittimi. qualità di legni, con più i trabac-
il dì. Angelo Galli com-
cav. coli, per lungo corso, numero no-
putista generale della camera apo- vantatre. In quelle di piccolo ca-
stolica nel 1 840 pubblicò gli utilis- botaggio, cioè trabaccoli, pieicghi e
simi Cenni economici statistici stillo paranze, numero centoquarantotlo.
stato pontificio, e parlando a p. 5o e Per la pesca, come paranze, ba-
33o della marina pontificia, ne da- ragozzi, schiletti , sciabiche e ni-
remo un'indicazione. La marina chesse, numero quattrocento oltan
potrebbe anzi dovrebbe essere un tono. Nelle categorie poi de' ter-
articolo importante pel commercio rieri ed alibbi , o sia burchiel-
de' sudditi pontificii, per due ragio- le, piate e barcaccie, quallrocen-
ni : perchè siamo fiancheggiati
i.° tonovantotto. Va
die nel notato
da due mari, cioè dal Mediterra- Mediterraneo esistono legni di altre
neo, che oltre i porti di Civita- denominazioni, cioè sciabecchi, bo-
vecchia e d'Anzio, ha per mezzo vi, mistichi, tarlane, martigavi e
del fiume Tevere comunicazione lagheri. Nell'Adriatico^ e segnata-
diretta colla capitale, e mediante mente in Ancona, ove il commer-
il porto -canale di Badino serve cio è più attivo, esistono dei bri-
al commercio delle provincie di gantini a vela quadra, come pure
Prosinone e di Velletri (quanto dei glossi Irabaccoli a poppa qua-
esso viene immensamente aumen- dra. Tulli questi legni però sono
tato dal suddetto porto e canale compresi nelle quantità suddescritle.
di diremo a quell'ar-
Terracina^ lo In altro fatato dei legni marittimi
ticolo); che dopo
e dall'Adriatico, nel 1838, nell'unico circondario
il porto d'Ancona, e diversi porti- del Mediterraneo, sono registrati ,
canali lungo il litorale, comuni- 22 per la navigazione a lungo cor-
ca colla legazione dal Ponte La- so, 17 pel piccolo cabotaggio, loG
goscuro; 1" perchè abbiamo un per la pesca, 24 barche terriere
commercio attivo e passivo di cir- ed alibbi. Nel primo circondario
ca venti milioni di scudi all'anno, e dell'Adriatico legni 2 per la navi-
questo segue quasi totalmente per gazione di lungo corso, 2 5 pel pic-
la via di mare. Nulladimeno pochi colo cabotaggio, 1
19 per la pescaj
sono i bastimenti nazionali in gui- 237 barche terriere ed alibbi. Nel
sa, che mancando pure al piccolo secondo circondario dell' Adriatico
cabotaggio, anche questo si clfet- legni 14 per la navigazione di
tua in gran parte dai napoletani, gran corso, 49 P^^' quella di lun-
toscani e sardi ; lo stesso dicasi go corso, 38 per piccolo cabotag-
della pesca, che viene in gran par- gio, IO per la pesca, i23 barche
te esercitata dagli esteri con legni terriere ed alibbi. Nel terzo cir-
rali dello stato poulificio, loro nu- colo cabotaggio, 9.4^ per la pe-
- ,
36 MAR MAR
8ca, 1 14 barche terriere ed a- marina pescareccia, che ora lasci.t
sto non mollo ài partecipa sull'A- mari lambenti lo stato, le cui acque
driatico, ove pure esistono basti- Sono continuamente solcate da le-
menti di bandiera nazionale, e mol- gni da guerra, mercantili pesca- ,
zione del commercio marittimo tra tato articolo Consoli Pontifici r (ove
le due spiagge si fa derivare dal Sonovi notizie analoghe a questo
non inclinare al commercio marit* argomento, e si dice che sogliono
limo le popolazioni delle Provin- ottenere qualche grado onorario
cie mediterranee, e dall'aria malsa- della marina pontificia dalla pre-
na delle spiaggie, che allontana gli sidenza delle armi per mezzo della
equipaggi nell'estate. Molti vantag- segreteria di stato ), riportando le
1778. In quelle del 1785, pag. 86: storiale, trattò questo argomento che
Quale h stato l'influsso delle leg- pubblicò Colle stampe: Dissertatio
gi marittime dei rodiani sulla ma- ad legem I codicis de naviada-
rina de" greci e dei romani, e quale fiis seu naucleriSj etc. Romae 1837.
tore della camera, in cui fu la- gli accordò che tre ore da delibe-
nciato per grazia speciale da Inno- rare, se morire o abiurare la sua
cenzo XII, (juaudo abolendo la religione. Egli non ismentì la sua
vendita degli impieghi restituì ai , fede, e fu condannato al taglio
compratori le somme sborsale j>er della testa. Ciò avvenne verso l'an-
Clemente XI dichiarato-
J'acquisto. no 273. II martirologio romano
lo suo di camera, poscia
maestro ne fa menzione ai 3 di marzo.
a'a9 maggio lyiS lo creò cardi- MARINO (s.), diacono. Dicevi
nale diacono di s. Maiia in Aqui- che lavorasse da muratore nella
ro, divenendolo poi di santa Ma- riedificazione delle mura di Rimi-
ria in Via Lata e primo diacono. ni ; ma avendo Iddio fatto cono-
Lo ascrisse alle congregazioni dei scere la sua santità, fu da s. Gau-
vescovi e regolari, dell'immunità, denzio vescovo di Brescia ordinato
della consulta, ed altre. Benedetto diacono. Ritiratosi in una capannuc-
XIII colla prefettura de* riti gli cia che coslrusse in mezzo ai bo-
coufèrì la legazione di Ravenna, schi sul monte Titano, a dieci
provincia che resse con incorrotta miglia da Ri in ini, visse parecchi
giustizia, per cui Clemente XII lo anni da romito, e mori sul finire
confermò per altro triennio. Be- del quarto secolo. Sulla cima di
nedetto XIV gli assegnò quella esso monte fu poscia fabbricata
di Urbino, di cui prima di andar- una città che prese il nome del
ne al possesso, essendosi nel 1747 santo, ed è la piccola repubblica di
per suo diporto condotto alla pa- s. Marino {P^edi).]\\ si venerano con
tria, vi lasciò la vita d'anni 80, gran divozione le di lui reliquie :
pii ,
parie in Genova e parte in pontificato di s. Gregorio llldel 73 1,
-
MAR MAR
r MARINO, Cardinale. Marino dirìgendola da Roma ad Albano;
39
no della falda dipendente dalla cre- sua ricca e sacra suppellettile. Qui
sta di Albalonga,in ùria purissima, noteremo , che il cardinale non
donde si gode l'ampia veduta della la dotò di entrate , ma per l* e-
canìpagna romana, è ben flibbri- sercizio del divino culto provvi-
cala. La strada del corso con re- dero le pie lascile de* marinesi, ed
golari edifizi, anche del secolo XVI, il ricavato delle sepolture; e che
la piazza ed il duomo sono degni, le nobili suppellettili di cui è ora
come il palazzo baronale, di par- fornita la chiesa provengono da
ticolare menzione. La vecchia ter- elargizioni del comune, e da di vo-
ra degli Orsini 6 de'Colonnesi con- ti benefattori marinesi. Abbiamo
serva gli avanzi del suo reciuto e dal can. Etnmanuele Lucidi, Me*
qualche torre rotonda del secolo XV, morie istoriche dell! Ariccia p. 228,
sulle quali ancora sono gli stemmi che i primi fondamenti furono
de* Colonnesi che lo innalzarono, gettati a* io giugno 1640, e fu
come in quella piccola rotonda e compita nel i65o: certo è che fu
merlata, chiusa nella parte Inferio* aperta nel 1662. Le sue campane
re da piccole case, e posta a ma- hanno un bellissimo suono. 11 sot-
no manca quasi sul cominciar la terraneo è ampio e luminoso. Nel
via del corso. Incontro si vede il
1747 la casa Colonna, che ne è
«palazzo edificato con ornati di mo- patrona, fece il nuovo coro d'inver-
saici tuttora visibili, dal cardinal Ca- no pel capitolo, con stalli di noce
stagna, poscia nel i ^90 Papa Urbano all'intorno, e nobile altare di mar-
VII. Dà il corso in una piazza, in mo ì e da ultimo il principe d.
mezzo alla quale eia memorata fon- Aspreno fece rinnovare il pavi-
tana decorata da una colonna da mento* Il quadro deiraltare mag-
quattro turchi o mori di marmo, giore^ rappresentante il santo ti-
MAR MAR 43
alcuni fanciulli marinesi , con ca- nita del Gonfalone alla romana,
inicietle in luogo di cotte sui loro producono le seguenti ragioni e pro-
ubiti, die imitando le processioni ve, i." L'antichità degli oratorii
del clero, cantavano laudi spirituali. del sodalizio in Marino, poiché do-
Allora il santo si unì con essi e , po rovina di quello ove orava
la
con loro s' inviò all' antica chiesa il santo, ne furono edificati succes-
di s. Lucia, di gotica bellissima sivamente tre altri; cioè nel bor-
struttura, di marmi, pitture e mo- go fuori di porta Romana, ceduto
saici adorna ( forse perciò, e stando agli agostiniani , come si è detto
alla memorata tradizione, Vaerei- ora chiesa dis. Maria delle Grazie,
44 MAR MAR
talem t'eripia nt et agnoscnnt. Tali divozione delk Beata Vergine, uf-
diplomi soiiQ ricevuti da per tutto, fiziandq in tutte le fe^te annuali
ed I confrati marinesi indossano Ta- oltre le proprie che sono molte, e
bilo in qualunque godalir.io. S.'' Nel nel pacificare le persone che si so-
passato secolo , nel trasporto clic no inimicate.
venne ftilto della Madonna del di- Il cardinal Marit) Matte» protet-
vino amore (di cui parlammo nel tore della città lo è pure dell'arci-
voi. XVII, p. i8 del Dizionario) confraternita del Gonfalone: mentre
quantun(|ue vi fosse l'arciconfratcr- della confraternita della Carità
iiita di Roma, quella di Marino eb- sotto invocazione di Gesù, Ma-
l'
del ss. Sagraniento, già del ss. Cor- suffraga i defunti con una
uffìzio
cardinal Pallotla nella sua visita termali, ora deviate, vi furono fatte
dirimpetto alle carceri ,
per cele- piscine e vivai , laonde nel secolo
I
-
MAR MAH 47
GirolamoColonnacoincarcipiele.il l'ordine, che vi si portassero a di
convento fu restaurato a spese del porto. Questa chiesa è filiale del
p. fi'. Giuseppe Maria di Fonseca duomo di Marino, e soggetta col
da Evora, detto il Por/og/zp.?mo, prò- convento alla giurisdizione parroc-
curalore e commissario generale dei chiale di s. Barnaba, per cui i re«
minori osservanti, che morì vesco- ligiosi sono tenuti ad intervenire
vo di Oporto o Porto in Porto- alle principali processioni che si
gallo, del qual regno fu ministro fanno in Marino, e da questa città,
plenipotenziario in Roma pel re ove d'ordinario scelgono il sindaco
Giovanni V (che alcuni chiamano apostolico, ricevono le maggiori li-
suo genitore). Oltre a ciò il p. da mosine per la loro sussistenza,
Evora nel lySgabhein con diversi Finalmente in Marino vi sono,
ornamenti la chiesa , e particolar- una casa religiosa per l'educazione
mente con quattro altari di mar- delle fanciulle, e un pubblico ospe-
mo e colla balaustrata di bardiglio dale pegli infermi. Altro edifizio
innailzi al maggiore. Questo illustre poi ragguardevole è il palazzo ba-
personaggio lo celebramnìo in più ronale dei Colonna, magnifico fab-
luoghi, come all'articolo Bibliote- bricato non condotto a fine. Ave-
CA Akacelitana da lui grandemente va nel mezzo una gran torre qua-
aumentata, lo che pur notammo ai dra, che venne però mozzata. Nei
"voi. XII, p. g8 e XXYI, p. 147 , saloni vi sono molti quadri im[X)r-
del Dizionario; oltre di aver ope- tanti pei soggetti che rappresenta-
rato molti miglioramenti nel con- no ,
poiché i migliori furono ai
tiguo convento, essendo stato gè- giorni nostri trasportati ad accre-
neroso e benefico con molti di quelli scere la preziosa galleria del pa-
della provincia romana, ed avendo lazzo Colonna di Roma, ove pure
concorso al collocamento della statua vennero collocati i più scelli dei
di s. Francesco d'Asisi nella basi» palazzi baronali di Genazzano e
lica vaficana. Nella chiesa di Pa* Paliano [Fedi). JVella gran sala al
lazzola vi sono pitture del Masucci, primo piano vi è la pregevole e
in una rappresentandosi s. Giusep- interessante intera serie delle effìgie
pe col bambino Gesù^ nell'altra i di tutti i sommi Pontefici da s.
altro celebre pittore, Ippolito Scon- in tela in tanti quadri colla test»
Zani bolognese, sepolto in mezzo al naturale, tanto più preziosa do-
guito dagli eredi di questa fami- loniis mostra eh' era un oppiduni
glia fu dato in dono a Clemente che per la legge di Siila fu mutii-
XIII, che lo fece collocare nel mu- to, il cui territorio prima era sta-
seo capitolino ; certo è che nell'/zi- to tenuto per occupazione, e poscia
dicazione di esso dell' attuale suo fu da Nerone assegnato ai tribuni
direttore l'egregio Alessandro To- ed ai soldati. Non si pub pertanto
fanelli, a p. 7 1 si legge l'Omero « : porre in dubbio la esistenza di un
simile a quello che si trovava in bas- luogo di questo nome, il quale d'al-
sorilievo nella sua apoteosi già in ca- tronde è ricordato ancora in mol«
sa Colonna; ed aggiungo che questo te lapidi, che ne determinano la
monumento, eh' è il secondo di ortografia vera in Castri- moenium,
quelli in discorso, fu probabilmente come in Castrinioenienses quella
quello passato nel museo di Lon- del popolo. Il luogo avea il suo
dra, essendo pur certo che nel mu- principe, i suoi patroni e decurio-
seo valicano mai esistette 1* apo- ni, come altre colonie e municipi,
teosi di Omero. Nel territorio ma- e fioriva ancora sotto Antonino Pio,
rinese e presso le Frattocchie era come dalle iscrizioni riportate dal
situala l'antica città di Boville : ne- Grulero e dal Fabrelti. Soggiunge
gli fatti si sono ritro-
ultimi scavi il Nibby, queste lapidi furono rinve-
MAR MAR 53
genero Ottavio Mamilio Tusculano put aquacy nella quale fu gittato
<ii somma stima presso tutti i po- ferito ed annegato Turno Erdonio,
poli del Lazio ), ed i fatti che l* ac- vittima delle trame di Tarquinio
compagnarono, morte seguiti dalla che lo comparire orditore di
fece
ivi data, apud Caput Jquae, a congiure, con un graticcio pieno
Turno Erdonio deputato aricino di sassi, poiché le acque del ru-
(
perchè si opponeva a Tarquinio ), scello non bastavano ad affogarlo:
pei maneggi infami e false accuse d'altronde è noto che questo era
di quel audele principe. Dopo la sotto il monte Albano. Queste cir-
espulsione da Roma di Tarquinio, costanze riunisconsi nel bosco so-
vi tennei-o generale adunanza la- i praindicato, sotto Marino, ch'è un
lini l'anno 254 ^^ Roma, nella luogo de' più interessanti e de'più
quale si decise di mover guerra pittoreschi de' contorni di Roma
ai romani, onde rimettere Tarqui- dove nel parco Colonna , circa
nio sul tiono. Altre diete gene- mezzo miglio entro la convalle, si
rali vi tennero i latini due anni vede ancora il Caput Aquacy che
dopo nell'assedio di Fidene, per non presentando una profondità
consultare intorno ad esso, e final- sufficiente per annegare, forzò a
mente l'anno 258, poco prima gittare sopra Turno un graticcio
della battaglia al lago Regiilo e sassi per farlo morire.
(perduta dai latini, che furono co- A quanto riportammo del Nib-
stretti giurare perpetua pace ai by in difesa di Marino, contro le
romani). Dionisio e Livio ricor- assertive del p. Cialino in favore
dandogli stessi fatti, cioè la morte di Ferentino di Campagna e a dan-
di Turno Erdonio, e la lega lati- no del nostro FirenLum latino, che
na per ristabilire i Tarquinii , per contrastare l' autorità del p.
chiamano il luogo dell'adunanza Rircker addusse quella dell'Alberti,
Lucus Ferentinacy e Caput aquae aggiungeremo alcune prove e ri-
Fcrentinae quello del supplizio di flessi. Convien dunque dire che
Turno, e di nuovo Caput Feren- l'Alberti non abbia bene letto il
unum quello dell'adunanza. Livio p. Kircker, né Livio, né Dionisio,
stesso poi rammenta come l'anno , né Pompeo Festo , né Plutarco
4o2 di Roma, cioè poco prima poiché Kircker indica la vera
il p.
delfultima lega latina, vi tennero situazione dell'antico bosco e tor-
l'ultima dieta. Da tutti questi pas- rente Ferentino, ov'era l'antica cu-
si insieme uniti apparisce, che ta- ria delle ferie latine, colla testimo-
li diete si tennero successivamen- nianza di Pompeo Festo, che lo
te dalla distruzione di Albalonga dice situato alle radici del monte
fino all'ultima lega latina, cioè Albano con queste parole PopulL :
54 MAR MAR
quei principi sul far del giorno in> Perento, die hanno ancora i luo*
tervenuti lutti, mentre Tarquialo ghi presso Marino, smentiscono c-
rimase per quasi tutto il giorno in gualmente la contraria assertiva. A
Roma; ma poco prima cadu- della ciò per ultimo
aggiunga le ra*si
la del sole v'intervenne, sed pau- gioni del centro del Lazio ov'ù
lo antequnni sol occiileret venti. Po- Marino, del tempio di Giove La-
^va dunque egli starsene tutto il ziale avanti cui dignitosamente do-
che come dicemmo n'è appena di- Piazza, nel dire che questo luogo
stante dodici miglia? Dionisio poi, si chiamò anticamente Ferentino
oltre che conviene con Livio, di curia celebre de'romani e de* lati-
più asserisce, che Alba fu edificata ni, per le famose acque ferenline,
da Ascauio inter montem et laciim alle quali la superstizione de' geu'
dfutl acjuas Ferentinas. Plutarco tili prestavano culto, lo dichiara
lìnalmente nella vita di Romolo ci espressamente diverso da Ferentino
assicura, ch'egli dopo la pestilenza negli ernici. Ed il Nicolai, De bo-
purificò con lustrazioni la città, ed nificamenti delle terre Pontine, ci-
istituì i sacrifizi alla porla Feren- tando l'autorità del cardinal Cor-
tina, che secondo il costume ro- radini, autore del Pietas Latiuni,
mano dovea essere volta verso la proseguito dal p. Volpi, afierma che
parte ond'era venuto il male , co- il nostro Ferentino è diverso dal-
me face va si nell' intimar la guerra, l'ernico
, come situato nel monte
^n che vibravasi lo strale verso il Albano e presso la macchia Faiola.
paese nemico , e in questo caso Va notato che il celebre Oplaco,
verso Laurento, per le offese del che combattè a singoiar tenzone
quale credevasi essere avvenuto il con Pirro, era originario di Firen-
flagello; ed è perciò che la porta to, come afierma Plutarco nella vita
Ferenti na dovea essere certamente di Pirro.
l'Asinaria o la Capena che mette- Distrutta la città di Ferento o
vano alle vie Latina ed Appia o , Firento, surse l'odierno Marino. Ri-
fra esse, e non la Maggiore o quella cevette il lume della fede proba-
or detta di s. Lorenzo, che sono bilmente da s. Pietro, da s. Paolo
pur le vie Labicana e Prenestina, o dai loro discepoli, poiché nel vi-
per cui si va a Ferentino di Cam- ci no Tuscolo o Frascati la pro-
pagna. Che la porta romana Fe- mulgarono tali apostoli, principal-
rentina fosse nella direzione del ce* mente il primo. In Albano fu il
lebre luco di Ferenlina presso Ma- medesimo s. Pietro o almeno il suo
rino, per cui ne prese il nome, lo discepolo e successore s. Clemente
dichiara il lodato Nibby, Roma nel L In Ariccia medesimi principi
i
i838, pari. I, antica, p. 209. I no- degli apostoli o i loro priiiii disce-
mi finalmente e conservati di Mon- poli propagarono il vangelo. Dun-
te Perento e di Capo d'Acqua, e que alcuno de' medesimi certamen-
di Bosco sacro Ferentino e Colle te lo avrauuo bandito iu Marino
MAR MAR 55
ne' primi tempi deUa Chiesa ,
per questa terra degli Orsini attrasse a
cui ben presto sujsero templi al sé r occhio di quel nemico de' no-
vero Dio ,
primi de' quali furono bili romani, o nel i347 Oiordano
quelli sotto l'invocazione di s. Gio- Orsini da lui bandito da Roma ivi
vanni e di s. Lucia. I goti che vi andò a ritirarsi, e raccolta molta
fermarono stanza, con marmi e co- gente uscì in campagna , e dopo
lonne del demolilo tempio di Dia- aver messo a ferro e a fuoco i din-
na Aricina, e colle macerie di al- torni di Roma, di nuovo si ritirò
tri edifìzi diroccati, costrussero quat- in Marino suo dominio. Altri nar-
tro torri , una delle quali ancora rano, che dopo la famosa rotta che
esistente, ed ornarono le due anti- il tribuno dio ai signori romani
che chiese parrocchiali di s. Gio- contro di lui ribellati, sulla porta
vanni e di s. Lucia di Marino, che s. Lorenzo, molti baroni si rifu-
mostrano il gusto del tempo negli giarono a Marino, in cui li difesero
avanzi che esistono, essendo ora Giordano e Rinaldo Orsini, che si
soppresse. Su di che va letto quan- vogliono nativi della terra, per cui
to riporta il Lucidi, Meni. stor. Giordano si diede in seguito a tra-
dell' Ariccia p. 228. Nelle civili guer- vagliare lungamente le terre vicino
re i baroni romani piti volte si a Roma , finché i romani venuti
trincerarono in Marino, siccome si- ad assalirlo lo costrinsero a con-
to elevato, ed ebbero luogo fre- chiudere con loro la pace. Tali
quenti fatti d' orme e triste rap- guerre civili nel secolo XIV furono
presaglie. In progresso di tempo frequenti, stante l'assenza de' Papi
divenne feudo de' polenti Conti Tu* residenti in Avignone. Portatosi Gre-
sculani, e passò quindi ai Frangi- gorio XI in Roma, vi mori nel
pane. Nel 1265 vi si ritirò Rai- 1378, e fu eletto in successore Ur-
natdo Orsini, e vi si difese contro bano VI, contro di cui insorse l'an-
Eurico senatore di Roma. Questo tipapa Clemente VII. Ambedue po-
Enrico fu forse il figlio del re di sero in piedi un esercito per di-
Castiglia, che nel 1267 era sena- fendere le loro ragioni , essendo
tore di Roma, secondo il Pompilj quello di Urbano VI forte delle
Olivieri, // senato romano, p. 219. truppe imperiali ed italiche, sotto
Era dunque a quell' epoca Marino il comando del celebre capitano Albe-
MAR MAR Sj
Io Marino^ Morto nell'agosto i5o3 Il successore Giulio III fu benigno
Alessantlio VI, il successore Giulio con casa Colonna, che ricuperò col-
JI richiamò dall'esilio i Colonnesi, le armi i suoi dominii. Ma nel
restituì ad essi le loro terre, e li pa- pontificato di Paolo IV, Ascanio
cificò cogli Orsini. Nel pontificato Colonna si trovò in nuovi guai,
di Giulio II, Fabrizio Colonna ai perchè cadde in sospetto agli spa-
17 luglio i5i2 animosamente con- gnuoli, ed il suo figlio Marc'Auto-
dusse da Roma a Marino il duca nio gli tolse i suoi stati, sebbene
Alfonso d'Aragona, il quale corre- poi dovesse fuggire il risentimento
va rischio di essere carcerato per del Papa per essersi miito colla
ordine del Papa. Questi credendosi Spagna nella guerra che si faceva
morto a' 17 agosto i5i2, Pompeo ne' luoghi intorno a Roma. Egli
Colonna incitò il popolo romano a fu l'ultimo de' Colonnesi scomuni-
ricuperate l'antica libertà. Fabrizio cato dal Papa, perchè Paolo IV e-
Marino sino ai
restò nel castello di tnanò le censure ecclesiastiche, e gli
20 febbraio i5i3, giorno della ve- confiscò beni, che diede a' suoi
i
zione delle terre de' Colonnesi, ciò i quali tuttora mostrano uno scu-
che fecero incominciando da Ma- do ed uno stendardo, trofei della
rino, che smantellarono e brucian- parte ch'ebbero alla vittoria. Nello
dolo distrussero , spettando allora scudo, che trovasi nella sagrestia di
ad Ascanio Colonna domicello ro- s.Barnaba, vi è questa iscrizione :
56 MAR MAR
l'nrllcolo TpronEssi Roma,
ix Nel Marino, dopo aver visitato la chiesa
pontificato (li Urbano Vili inco- collegiata , avendo preso alloggio
minciando i Piipi a recarsi nlln pon- nel convento degli agostiniani. Il
te con paterna effusione. Nel i832 cevè la benedizione col ss. Sagra-
Gregorio XVI felicitò Marino di mento, indi in sagrestia ammise
sua presenza a* 4 ottobre, riceven- al bacio del piede i religiosi. Po-
do i soliti ossequi e la dimostra- scia coi cardinali Odescalchi e
zione di un arco trionfale di ben Malici a piedi passò alla villeggia-
inleso disegno, sovrastalo dal pon- tura del secondo in Bel Poggio,
tificioslemma. Volle onorare Ta- ove fu servito di rinfresco e par- ;
Lilazione del cardinal Mario Mal- tendo da Marino gli vennero tri-
ici nella villa di Bel Poggio j col butati i consueti ossequi. Nel i833
quale si recò alla chiesa collegiata Gregorio XVI da Castel Gandol-
a piedi. Nelle oi"e pomeridiane poi fo agli I I ottobre, nelle ore po-
del Papa col solito treno e
6, il meridiane si recò a Marino, rice-
nobile accompagnamento visitò la vuto con vivissimo rispetto, pas*
*:hiesa e il monastero delle mona- sando sotto un arco trionfale di
the domenicane, le quali consolò verzura col suo stemma ed iscri-
rea lapide, con altra eretta dal co- P.ipa fermarsi a mirare dal basso
mune stesso, che attesta la suddet- la città, pel punto pittoresco che
ta donazione del locale ai marine- presenta, animato dal folto popolo
si, ed affidato ai detti padri ad uti- che in iscaglioni l'applaudiva tra lo
Jità religiosa de'ma-
e letteraria sparo dei niortari, quindi bene-
linesi, quali accompagnarono il
i dirla, mosse il valente paesista cav.
munifico covrano sino al fontanile, Pacelli sino dal i834 il tutto a
fra replicati vivacissimi applausi, rappresentare in un quadro, che
innalzando nel tempo stesso vari presentato al santo Padre e tro-
globi areostatici a compimento del vatolo mirabile, l'accettò collocan-
loro filiale tripudio. Ai 2r poi di dolo nella sua particolare galleria.
detto mese, Gregorio reduce XVI Sono poi memorabili i giorni i 1
rinnovandogli il popolo le feste fat- gioia del popolo; che così andò
tegli nel giorno avanti: nel seguen- allacattedrale e al nuovo collegio,
te si restituì in Roma. Nel 1840 mentre passando per la piazza di
il Papa passò a Castel Gandolfo s. Lucia, vagheggiò un obelisco di
a' 16 luglio, e vi restò fino a* 17 nuova invenzione, che rasscmbra-
di settembre. In questo lungo spa- va un granito orientale, sebbene
7.Ì0 di tempo ripetute volte recos- lavorato con legumi a vari colori,
si a Marino, sempre ricolmato di nel cui piedistallo eravi lo stem-
giubilanti e splendide accoglien- ma pontificio in un lato, e negli
MAR MAR G^T
VOL. XLIII. 5
Gr> MAR MAH
glie di superfìcie. Il territorio non ni clie lo sOìIdamento di esso e
consiste che in una montagna sco degli altri monti vicini, si del)-
scesa, chiamala sino dal secolo de- ba altrihuirc a vnicaniche crnzio-
cimo I^lons Tkamis, che ha 36o ni. Le
acrjne minerali di Sanmari-
tese di elevazione, e nei castelli e no o sia acque della \jalle, non so-
villaggiche ne dipendono, essendo no propriamente nello stalo della
i Faelano ( da altri
princit)ali repubblica, ma per la conginnV-io-
chiamalo Forilano e Fcntrano), ne delle medesime al detto terri-
Serravallc, Cawle, Busiirnnno e torio, e per l'ospitalità che rice-
Fiorentinò: n'è la capitale la città vono i molti forastieri di distin-
di s. Marino^ posta sopra detta zione che da ogni parte si recano
montagna, e di cui faremo cenno in alla città di Sanmarino nella sla-
fìne di questo articolo. Altri dico- gione del passaggio di tali acque,
no che il territorio è di diciasset- per approfittarne, gli fece dare in
le miglia quadrate, con circa 7600 ogni tempo il nome di acque di
abitanti repubblicani Il fiume . s. Marino^ che presso il volgo di
Marecclìia bagna da due Iati qnc- Romagna chiamansi anche acque
sto isolato monte, di cui dal nord- della Fallcy per la posizione del
ovest, al sud est estendesi il limgo luogo donde scaturiscono. Il per-
dorso, rendendosi accessibile da che il dotto arciprete Luigi Nai-
quella sola parte, ove piìi placidi di bibliotecario di Rimino, dedicò
spirano i venti, mentre dall'altra il al supremo consiglio dell'eccelsa
sasso perpendicolarmente tagliato op- repubblica di Sanmarmo ii libro
pone opportuna barriera alle nor- intitolato Direzione storica per
:
Diario di Roma del 1816, che la per parte dello stesso governo,
repubblica aveva scelto per pro- assicurandolo che come ì suoi pre-
tettore il cardinal Antonio Dugna- decessori, cosi egli avrà partico-
ni sotto decano del sacro collegio, lare protezione per la repubblica.
e che avea sostituito al defunto Passò quindi l'incaricato dal car-
celebre e dotto monsignor Gaeta- dinal Gizzi segretario di stato , a
no Marini ^ l'avvocato conte Ales- cui presentò le più vive congra-
sandro Savorellì cameriere d'ono- tulazioni dell'eccelsa reggenza san-
re di Pio VII, ambedue di fami- marinese, perchè fosse stato eleva-
glie ascritte alla cittadinanza no- to dalla legazione di Forh a tal
bile della stessa repubblica. Nel nu- suprema dignità , ed il porporato
mero 34 del Diario i83i si dice ricambiò sì falle nianifeslazioni col-
come il conte Alessandio Savorelli la più grata e gentile accoglienza.
incaricato della repubblica di San- Al presente protettore della repub-
marino, ebbe l'onore di presenta- blica di Sanmarino presso la santa
re al Papa Gregorio XVI la let- Sede è il cardinal Vincenzo Mac-
tera gratulatoria di questo gover- chi sotto-decano del sacro collegio.
,
MAR MAR 69
In Milano nel i8o4 nella tipo- disposto come hanno stimato nelle
grafia Sonzogno si pubblicarono circostanze; ne hanno dilatato il
ie Memorie storiche della repub- territorio; le hanno accordato mol-
blica di ». Marino raccolte dal ti privilegi ed esenzioni, che gior-
cav. Melchiorre Delfico cittadino nalmente sì godono e hanno per- ;
I di
scrisse
il
protesta che il primo che ne
con critica ed accuratezza fu
dotto arciprete Giambattista Ma-
giusta idea,
alcuni autori
nemente
vedendo nei libri di
alterate
mal prevenuti comu-
le cose a danno
rini, nell'opera intitolata ; Ragioni della verità e della giustizia , e
della città di s. Leo detta già della esatta condotta del legato
Montefeltro, ec.Pesaro 1758. Il , cardinal Alberoni* Per avere insie-
dotto avvocato don Carlo Pea me una storia imparziale e più
pubblicò in Roma coi tipi came- compita della repubblica, suo ter-
rali nel 1834 l'opera intitolata: ritorio è forma di governo, il Fea
Jl diritto sovrano della santa Se- v' inserì la porzione della storia
de sopra le valli di Coniacchio e di Matteo Valli l'elativa, è la re-
sopra la repubblica di s. Marino lazione del Salmon, correggendole
difeso. Questo scrittore incomincia e supplendole , facendo così in
nella prefazione a protestare che succinto una storia critica diplo-
parlandosi oggidì tanto di sovra- matica di Sanmarino. Termina la
nità assoluta ed indipendenza to- prefazione coli' avvertire che più
tale di Sanmarino, che vuol farsi di tutto la conservazione della re-
considerare quale potenza estera, pubblica si deve all'attaccamento
coi principii del diritto, colla sto- degli abitanti al loro patrono s.
legge nel di lui Sommario j il tut- della Sede apostolica, tacendo mol-
to per altro sulla pruden-
basato te cose riguardanti il cardinal Al-
te condotta dipendenza della
e beroni e Clemente XII. Lungi dal
santa Sede, che sempre i sanma- portare giudizio sopra i due sto-
rinesi hanno protestato di profes- rici, ripeto, nai limiterò a compen-
sare sì nobili che plebei ; ricordan- diarne le asserzioni, lasciiindone ai,
do per ultimo che ,Papi hanno ì critici ed ai savi l' imparziale giu-
accordati e mantenuti i tanti fa- dizio.
vori e privilegi agli abitanti natu- La regione del Titano si tro-
rali, per la loro più comoda sus- vò anticamente compresa nella De-
sistenza, non per rifugio a fora- capoli o nella Penlapoli Montana,
s.lieri molesti ed a banditi. Quale e nella divisione de'contadi, benché
stima poi meriti in fatto di vera- a ninno appartenesse, si considerò,
cità istorica e critica la Relazione come compresa in quello detto di
del citato Valli, si legga il Fea Monlefeltro. Benché il Monte Titano
che ne rimarca l'esagerazioni a p. elevi altieramente la sua cresta fra le
67. Il Salmon poi nell'opera: Lo nuvole, e presenti in un Virslissitno
MAR MAR 7t
7Ìcik; religiosa , di cui era a quel- ri. L'uomo pio e religioso , di-
del corpo di s. Murino a' 4 otto- titolo di pieve, corno l'abbate prese
hre 1596 in una grotta dentro ((uello di prete o di rettore. Quali
la sua chiesa in Sanmarino. Si intanto fossero gli scarsi progressi
vuole che i primi alti veridi- della popolazione titanica , non è
ci della vita del santo andassero facile il riferirlo » nella scarsezza
smarriti , mentre la di lui fama anzi mancanza di documenti di
essendosi propagata in Italia, ivi quel tempo. Abbiamo da Anasta-
gli eiano stati eretti de* templi, sio Bibliotecario, in Vita Stephani
come in Pavia, edificato nell* Vili // detto IH, che questi avendo nel
«ecolo. Non sembra vero , dice il 7^5 ricorso all' aiuto di Pipino
Delfico e cosi il Fea, che in quel- contro Astolfo re de' longobardi,
la chiesa vi riponesse le sue reli- ch'erasi impadronito daìV Esarcato
quie Astolfo re de'longobardi, pri- (Vedi) _,
il quale per spontanea
vandone il Titano, mentre pare dedizione de'popoli era già sotto
))rovato ch'egli mai si accostasse la protezione della santa Sede, e
a questo monte allorché invase faceva strage nella provincia ro-
i'Esi» reato : in favore di Pavia pe- mana suo dominio temporale, il
MAR MAR
77
quasi genernlmente il partito fere- cario nel Montefélho
contado di
trano, non poteva fare a meno <li d'ildebrandino vescovo d'Arezzo e
coalizzarsi coi suoi simili. Come rettore della provincia di Roma-
ghibellino, il comune aderiva a gna, intimò alla comunità di San-
Guido di Montefeltro cnpoparle di marino di pagar la contribuzione
tal partilo, ma i discordi citta- dei soldo pel suo salario. I sanma-
dini seguivano Io stendardo guel- rinesi ricusando di pagare, a c.i-
fo sotto quello di Mala lesta, men- gione della loro libertà, si compro
tre i parenti d'ambedue parteggia- mise la causa nel giureconsulto Pa
vano per le opposte fazioni. Dopo lamede de Herri, giudice di Rimi-
molte vicende Guido scomunicalo no; e Teodorico liconosciut.a la
da Martino IV e sconfitto dal suo giustizia delia negativa de' san-
rettore di Romagna d'Apia (delle marinesi, si recò egli slesso a San-
gesta del quale trattammo all'ar- marino a pubblicar la sentenza del-
ticolo Forlì), già da lui vinto, la loro assoluzione ed esenzione
portatosi in Sanmarino, questo luo- perchè liberi ed esenti da qualun-
go divenne quasi il nido e il pro- que esteriore superiorità. Non andò
pugnacolo de'ghibellinisti, e vi si ri- guaii che nel 1^-96 pretese somi-
parò pure Parcitade ministro per glianti a quelle di Teodorico af-
n'è pubblico monumento sulla por- che il comune avea sempre goduto
ta maggiore della città di Sanma- per costante tradizione della libertà
rino, dove si vedono a paro collo- fino dai tempi de santo fondatore.
cate di antica scoltura l'arma di Renchè non siavi documento co-
Sanmarino, cioè le tre torri colle me terminò la disputa coi podestà
penne, e quella più antica de' conti di Montefeltro, si ritiene dal Del-
di Urbino e della città medesima fico che il giudicato dell'abbate di
cioè un'aquila ardita colle ali spie- s. Anastasio fosse coerente alla giu-
gate, la quale si vede ripetula in stiziaed al precedente giudicato.
altri luoghi ancora. Nel i3oo per l'altra pace generale
Dopo la pace generale di Ro- di Romagna, potè re!«puare calma
magna, in cui fu escluso il conta- anco Montefeltro, o a meglio di-
do di Montefeltro ma non pare , re sospensione di ostilità. Nel con-
Sanmarino, il Delfico racconta che gresso, che seguì in s. Leo per la
inviando la santa Sede i magistrati pacificazione di Montefeltro , con
supremi io Romagna, Teodorico vi- l'intervento anche del comune di
7« MAR MA lì
il pagamento di mille lire per tran- mase sempre nell'incertezza dei van-
sazione, in cui dovette concorrere an- tati diritti della chiesa feretrana, al
che Sanniarino. Verso questo tem- uìodo di esprimersi del Delfico, Gli
po fn compilato il secondo statuto, uomini di Busiijnano domandarono
ove non più consoli, ma capitani la castellanza, ossia l'unione loro co!
e difensore sono nominati , tenen- comune di Sanmarino, che venuta
dosi però ferme le attribuzioni con- ad essi concessa; protestando però
solari ai nuovi magistrati. Vennero di non voler essere soggetti a quei
dunque aboliti i nomi di difensori diritti che pretendessero sui sanma-
del popolo^ cui si sosliluirono i àiie rinesi il vescovo feretrano o di s.
capitani, quindi ebbe luogo il giu- Leo. Racconta il F'ea, a p. yr, che
ramento prestato dai magistrati ad ritrovandt)si la chiesa di Montefel-
onore e stabilimento del castello di tro in pacifico possesso della giu-
San marino, senza commemorazione risdizione su Sanmarino, ne fu spo-
di superiori rapporti. Nel i3o3 gliata da Federico 1 conte di Mon-
comparvero in Sanmarino alcuni Però Papa Giovanni XX.I1,
tefellro.
individui in qualità di audiascialori con breve dato da Avignone nel
della chiesa feretrana, i quali dan- i3i8, ordinò al rettore di Roma-
do sospetto d'essere emissari guelfi, gna perchè operasse in modo, che
ftnono imprigionati da alcuni piti il castello di Sanmarino spettante
ardili ghibellini: la comime li punì al vescovo di Montefeltro, fosse ri-
8o MAR MAR
ne nobili e polenti ; tuttavolta nel qullli i sanmarincsi , e solo vello
dello anno Sanmarino U-
si recò a che la loro fortezza non fosse cu
bellino da Carraia signore di Pa- stodita da armi Feltresche, fincht;
dova, mosso a far guerra contro i la Chiesa non si fosse assicurala
Malatesta di Rimino, come amico della fedeltà de' signori di Urbino
dei Feltrii. A quest'epoca il ve- e di Rimino: aggiunge il Delfico chr*
scovo Benvenuto, esule dalla pro- si arrogò la custodia della terra di
pria sede, si abbandonò alla gene- Sanmarino in un trattato coi conti
rosità de'sanmarinesi, come dice il di Montefeltro, ma probabilmente
Delfico, ricercandone l'ospitalità, e ne la custodia della rocca sarà rimasta
ebbe la più lusinghiera accoglienza, a disposizione del comune stesso, co-
malgrado le precedenti inimicizie sì scrivendo quello storico; laonde
e vi lasciò poi le spoglie mortali il Fea dichiara, che invece i san-
nel i35o. Similnjente a tale epo- marincsi ricorsero poi al medesi-
ca Benedetto XH restituì al grem- mo legato per provare i loro pri-
bo della Chiesa i santnarinesi, col vilegi avuti Sede apo-
dalla stessa
solo mezzo delle spirituali e formo- stolica, farli confermare ed esten-
lari purgazioni. Fu fondato l'ospe- dere, confessandone in certo modo
dale di s. Maria, e disposta la fon- la dipendenza. Eppure, aggiunge in-
dazione del convento dell'ordine dei oltre lo stesso Fea, da taluno si volle
servi di Maria, di s. Maria in Val- poi chiamare Roma e la santa Sede,
dragone, per testamentaria disposi- rispetto a Sanmarino, potenza este-
zione di messer Gambalesti. A Ben- ra; mentre dalla beneficenza de'Papi
venuto successe nel vescovato Car- i sanmarinesi ottennero anche il
lo Peruzzi; e siccome la città di s. privilegio di eleggersi i capitani e gli
Leo, solita residenza episcopale, era altri offiziali, colla facoltà ad essi
cesco dal remoto e selvatico luogo glie o imposte per la guerra, nel-
ove si trovavano, esposti perciò la quale ebbero parte' -anco i san-
ai disturbi delle guerre, a van- marinesi, e come loro amico pre-
taggio ancora de' fedeli si trasfe- se particolar cura delle loro cose,
rirono vicino al castello. Ebbe luo- ed acquietò le differenze insorte
go nel 1 36G la pace de* sanraari- colla terra ora città di s. Arcan-
nesi coi Malatesta di Rimino, e gelo. Altra solenne testimonianza di
furono costretti per non provocar questo libero stato, la reseli cardi-
gì MAR MAR
reslo della provincia del Monlofcl no, per cui si rese piìi durevole
Irò con cui. era comune la difesa col primo la concordia de'sntima-
lua senza pregiudizio della loro au- rinesi. 11 vescovo di Montefeltro
tonomia, cioè del diritto di gover- Benedetto pe'suoi talenti giunse al-
narsi colle proprie leggi, escluso le cari» he di tesoriere e rettore
ogni dominio straniero; perciò essi, pontificio di Romagna, e propose
al dir di andavano ai parla-
lui, a Bonifacio IX la riunione della
menti. Continuando il cardinal An- signoria temporale di Sanmarino
glico la guerra contro i Feltreschi nei vescovi feretrani, onde spe-
già espulsi da Urbino, ebbe com- gnervi gli antichi odi e inimicizie;
passione di alcuni individui della ma sebbene il Papa, come si espri-
famiglia, mentre i sanmarinesi do- me il temporaneamente vi
Delfico,
veano continuare a prestar i loro acconsentisse, concedendo in un
sussidii nell'esercito della Chiesa, suo breve la plenaria giurisdizione
contro gli antichi amici. Il cardi- sui sanmarinesi,derogando ad ogni
nal Stagno mostrò stima e bene- atto, diploma
o privilegio, tutta-
volenza pei sanmarinesi, e con- volta la minaccia non si mandò
cesse ad essi libera tratta delle lo- ad effetto che nominalmente, es-
ro entrate e rendite dal contado. sendosi mantenute colle patrie leg-
Ad istigazione del vescovo Pe- gi le magistrature ; indi conti di i
i Fratta j
ta,
colla chinsma della Frat-
due delle tre punte Titaniche,
per
allo
il
statuto
che derogò
della
espressamente
Romagna. Nel
dette Monte della Guaita e Mon- principio della bolla si legge: Di-
te della Cesta o Gista rimasero lectìs filiis,universitati ttnac no-
fortificate: né erasi trascurato cor- strae s. Marini Feretranae dioecc-
redare di molti lavori il luogo f}iunivcrsorwn supplicati onihus in-
s
MAR MAR S7
Madroni vescovo di Sebaste mino- nello stato d'Urbino, i sanmarinesi
re conventuale; Giovanni della Pen- discacciarono il presidio ed i magi-
na rettore nello studio di Padova; strati dell'invasore. Non tutti però
Calcigni, Belluzzi, Lunaidini ed al- i castelli di nuovo acquisto della
tri sostennero il decoro ed i diritti repubblica le furono fedeli, poiché
della patria in molte ambascerie e Serravalle non espulse i magistrati
negoziazioni importanti. Nel i497 del tiranno, ma poi pentendosene
Alessandro VI con suo breve de- a poco a poco ritornò alla divozio*
putò il governatore di Cesena ret- ne della repubblica. Frattanto que-
tore di Romagna ,
giudice per le sta proseguì nell'impresa vigorosa-
differenze che vertevano per causa mente contra il Borgia , inviando
de' confini tra la comunità di Ver- gente all'esercito de' collegati, e fa-
ne' suoi stati (ma pel trattato col ciò la contro gì' invasori
guerra
Borgia gli furono soltanto lasciale mentre alcuni scrittori ne lacera-
alcune fortezze), procuiò giovare i rono poi ingiustamente la fama
sanmarinesi col ritenerne la prote- come violento, guerriero e nemico
zione ; ma inutilmente perchè nel di pace ; ma se avessero imparzial-i
i5oi la repubblica soggiacque al- mente ben considerato, come con-
la tirannide dell'ambizioso duca Va- fessa lo stesso Delfico, che Giulio
lentino e de' suoi magistrati. Tut- lì incominciò con una guerra giu-
lavolta neir anno stesso tornò al sta, e che le sue mire furono la
governo legittimo de' suoi capitani, difesa della santa Sede, la disti u-
perchè al primo tumulto eccitato ziofie de'tÌFanni, e il discacciaracuta
8« MAR MAR
degli slranieri dall'Italia, sarebbe- al proprio nipote Giuliano de Me^
ro slati più ragionevoli ne* loro giù* dici. 1 sanmarinesi procurarono a-
HÌ7>ì. Nel i5o9 si sparse voce trat- iiilare Francesco Maria, e gli offri-
tarsi un accordo tra il Papa ed rono oro inutilmente. Incominciala
i veneti , e che questi, già padro- la guerra. Giuliano mori dalle fe-
ni di Vcrrucchio, si sarebbero e- rite riportate, laonde Leone X di-
riservata la santa Sede, nel conce- tradimento, gli esuli trovarono nel-
dere r infeudazione del Montefeltrq la repubblica asilo, a fronte che
ai Feltreschi e Rovereschi, ecco co- ne li voleva esclusi il vincitore, dal
me il Papa si espresse nel breve. quale anzi implorò clemenza. Il Pa-
Jtaque hortamur ul fovO^ et ma- pa alle preghiere de' sanmarinesi
stio animo siiis , considerelìsque ,
solo offri ai ganleesi l' assoluzione
nihil dulcius, atque utilius esse li- dalla scomunica. Intanto Francesco
herlatCy et protectione sanctae ro- Maria ritornò con un esercito col-
manae Ecdesiae^ m qua vos hacte- lettizio per ricuperare lo stato, onde
nus conservavimusy conservaturique la repubblica si trovò combattuta
sumus. Cosi il Fea. Sempre Giulio da contrarie istanze ed affetti per ,
MAR MAR 89
X, sollo Adriano VI, Francesco del padre verso i sanmarinesi. Nel
Maria rientrò in possesso del du- pontificato di Paolo III, a' 4 gi'^-
cuto, ad eccezione delle terre occu- gno 1542, mentre erasi senza so-
come ricuperò
pate dai fiorentini, spetti di guerra, Fabiano del Mon-
Kimino Pandolfo Malatesta che su- te, nipote del cardinale poi Giulio
Jjjto invitò ad esser-
i saniiiarinesi III, si mosse dal castello di Rimino
gli amici, sebbene durò poco il suo col castellano di quella rocca e con
dominio. Divenuto Papa nel iSiS 5oo fanti e parecchi cavalli levati da
Clemente VII Medici, perturba- i Bologna, per sorprendere la rocca e
menti d'Italia accrescendosi, ben- città di Sanmarino; ma il tentativo
fchè questo piccolo stato non pren- fu sventato, poiché in un istante
desse direttamente alcuna parte ,
furono tutti in arme ,
partendone
pure trovandosi in mezzo a varie adontato l'aggressore. Altri dicono
dominazioni, com'erano il duca di che lo scampo de' sanmarinesi de-
Urbino, i ministri ponliOcii di Ro- vesi attribuire perchè fu scoperto
magna ed i fiorentini di s. Leo il trattato, e pegli aiuti del duca
non potè rimanere del tutto esente d'Urbino; e presso i Bollandisti, ai
dai generali disturbi. La repul)bli- 4 settembre, il fatto si racconta al-
ca si governò egregiamente, del che quanto diversamente per l'oggetto.
ne fu commendata dal Guicciardi- Mostrarono interesse per la salvezza
ni e da Giacomo di lui fratello, il di Sanmarino, oltre il duca di Ur-
primo presidente di Romagna, il bino, Cosimo I duca di Firenze, i
hanno cinque torrioni. Nello stesso mancanza del numero stabilito dalia
anno fu eletto Giulio III, e nel legge. Per la tiascuranza poi dei
i555 Paolo IV, a cui ricorse con- correttori eletti alla riforma dello
tro la repubblica uno sconsigliato stato, si dovè dar forza di legge
cittadino, ed il Papa fece citare ca- i ad una privata collezione di leggi
pitani a renderne ragione avanti di antiche patrie fatta da Camillo Bu-
lui^ che non ebbe però spiacevoli nelli. Sotto Sisto V gli ecclesiastici
amico del Bembo e lavorilo di Cle- governo era solito accordarla ad al-
mente VII, Costantino Bonelli ve- cuni, per merito, o per gratitu-
scovo di Città di Castello, Simone dine, o per rapporti d'amicizia, o
relliccieri pubblico professore di me- a pelizione de* duchi d'Urbino; ma
dicina in Padova, Giuliano Corbelli, sovente ancora accadde, che si de-
Agostino Belluzzi , e finalmente il siderasse questo distintivo per avere
nominato Giambattista Belluzzi, uno un luogo di sicurezza che potesse
de'più bravi architetti di quel secolo essere l' asilo dell' innocenza ed il
j)etuo riverenti sudditi e fedeli, sal- essi emanati dal i546 al 1620, e
va la loro libertà. Laonde, narra il riprodotti da! Fea a p. 100 e seg.,
Fea, Clemente Vili a mezzo d'un osservando che il duca non toglie-
suo chirografo degli 1 1 aprile i6o3, va loro il gius di governarsi e di
diretto al nipote cardinal Pietro far quelle funzioni giurisdizionali
Aldobrandini camerlengo, accettan- che loro competevano per antica
do volontieri il patrocinio di San- consuetudine, ma come suole il so-
marino anco per la Chiesa e pei vrano sopra i vassalli, stabiliva il mo-
suoi successori, ne fu stipulato istro- do e confini della giurisdizione e di
i
inento, che il general consiglio dei quell'esercizio; per cui il Fea conchiu-
24 maggio ratificò e pubblicò. de, dovrà dunque la protezione della
Osserva il Fea a p. yS, che il fon- santa Sede essere da meno di quella
damento nel quale i sanmarinesi dei duchi d'Urbino, considerati qua-
appoggiarono la libertà del loro go- li semplici protettori diSanmarino?
verno, lo deducono dall' istromento Inoltre Clemente Vili concesse con
di prolezione di Clemente Vili, ro- breve ai sanmarinesi la libera estra-
gato in Roma a' 20 aprile i6o3, zione delle grascicj mentre coli' i-
ove si dice che la terra era sem- stromento era stata loro accordata
pre stata in libertà dal 1220 in la facoltà d* acquistar beni stabili
qua ; parole espresse dagli stessi nello stato ecclesiastico, di racco-
sanmarinesi nel proprio mandato di glierne i fruiti, e trasportarli libe-
procura : giurarono però di essere ramente a Sanmarino, e d' istituire
fedeli alla santa Chiesa e sommo ed aprire un banco; il perchè i san-
Pontefice, ed aver sempre ainicos marinesi promisero ancora di difen-
sanctac rornanae Ecclesicie prò a- dere l'onore , stato e diritti della
micisj et inimicos prò ininiicis. Av- sant^ romana Chiesa e Sede apo-
verte inoltre il Fea che il Papa , stolica. Da tuttociò non pare che
permise ai sanmarinesi il libero go- Sanmarino collo stipulato istromen-
verno rispetto al narrato, ma non to conseguisse la sua assoluta indi-
già ildominio, e che gli uomini pendenza e sovranità indipendente,
di Sanmarino non hanno mai tras- siccome si legge nel Fea.
curato le occasioni de' propri van- Per la nascita del principe Federi-
taggi, per costituirsi in dominio li- co, per gioia i sanmarinesi spedirono
bero; e c|ie in fine si può credere al duca d'Urbino un^ porpposa and^
,
MAR MAR 93
Lasceria. Nel 1621 fu nominata una so detto della cinquina. Così la re-
commissione per rivedere e rifor- pubblica restò nel pacifico possesso
mare lo statuto, senza risultato; e per della sua libertà, gelosatnente e qua-
la morte del principe Federico si per prodigio per tanti secoli con-
accaduta nel 1623, padre cadde
il servala, solo momenlanecunente per-
in grave tristezza determinò di
, e turbata dalle pretensioni di un ve-
restituire alla santa, Sede il ducato scovo feretrano, stando a quanto
che teneva in feudo, facendone do- volle scrivere il Delfico. Il Valli
nazione iiiter vii'os, per cui Urba- che terminò la sua relazione nel
no Vili nel 1626 fece prendere 1 633, si compiace che la repubbli-
possesso dello stato, e fti ad istanza ca sia restata sotto la santissima
dello stesso duca spedito un pre- protezione di santa Chiesa e del
lato pel governo, che fu Bcrlinghie- sommo Pontefice romano^ e vi sta-
10 Gessi, ma con patente dello stes- rà perpetuamente j loda Urbano
so duca. Nella cessione dello slato Vili da cui fu arricchita di molte
di Urbino la repubblica ottenne grazie e privilegi; ed avendo in cie-
dallo slesso Pontefice nel 1627 la lo ed in terra persone sante che
rinnovazione delle condizioni del- la proteggono, non potrà mai ca-
l'istromento della protezione e con- der in animo ad alcuno di farle
servazione, stipulata con Clemente nocumento e dispiacere; ma in ri-
Vili; stipulando che la libertà, guardo del sommo Pontefice protei^
giurisdizione, mero e misto impero, tore, la cui potestà, autorità e giu-
e governo proprio della repubblica risdizione cede solo a quella di Dio,
fossero salvi. D'anni ottantadue mo- non sarà alcuno che non le porti
rì nel i63i Francesco Maria II, rispetto,conoscendo massiinamenle
ed Urbano Vili conferì la sua di- meritarlo per l'obbedienza e fedeltà
gnità di prefetto di Roma al pro- sua verso la santa Chiesa ed il
prio pronipote d. Taddeo Barberi- sommo Pontefice romano. Con que-
ni.La repubblica passò effettiva- ste parole il Valli termina la sua
ne della Chiesa e dello stato conve- gato, e dopo le relazioni del pre-
niva riunire la repubblica, che di- lato Enriquez, Clemente XII ripa-
pinse co'piìineri colori, alla papa- rando air ingiustizia le disapprovò^
le dominazione, per ridurla alle e restituì alla repubblica le sue
vie della salute e della quiete, an- antiche forme di governo, dopo
co per le future contingenze se un interiegno di circa tre mesi e
un principe ne fosse
straniero se mezzo ; e nel giorno 5 febbraio
impadronito, e per terminare fra i 1740, sacro alla vergine s. Agataj
cittadini le continue dissensioni ed fu la repubblica integralmente ri-
blico dal cardinal Aiberoni, ivi re- marino stesso inerme, senza solda-
sterà in perpetuo, giusta il suo ti e sbirraglia, perchè la dedizione
rispetto dovuto olla santa Sede, a 1464 ^> obbligò di non distrug-
cui prwativamente dovranno ri- gere Serravalle. Il diploma del
correre per aiuto e favore in tulli duca Valentino da cui si racco- ,
rli lidia Cliiesa. L'annotazione eli alla di lui indipendenza, cwn' egli
un erudito apologista , in cui si si esprime; ed aggiunge, cti' essa
dice duca Valentino nel
che il non nasce tanto dall'eccellenza del
i5o2 occupò Sanniarino come mém- governo con cui si regge, quanto
l)io del Monte Feltro , e parte dalla povertà e freddezza del pae-
dello stato dtl duca Guidobaldo. se. Aggiunge che sull'altare mag-
]1 breve Jiilìnniiim ordinis del giore della chiesa principale vedo-
)5i7, di Leone X, col quale prese vasi la statua di s.Marino tenen-
sotto la sua protezione gli uomini di te in mano una montagna coro-
Sanmarino. Documento sulla pro- nata da tre castella, che sono ap-
lezione clie prese su Sanmarino punto r arma della repubblica.
Guidobaldo 11 nel i549- Concbiu- Passa a narrare la storia del car-
de il Fca il suo sommario con di- dinale Alberoni , seguendo quelli
chiara re, cbe la commissione accor- che fecero comparire odiosa la sua
data al cardinal Alberoni di rice- spedizione, e più la di lui condot-
vere la libera dedizione dei san- ta, parlando pure della risposta
marinesi per la santa Sede, era dei sanmarinesi al ragguaglio stam-
giusta e insieme piudente , nella pato in Ravenna dal cardinale.
supposizione in cui fu data ; quin- Nel 1786 il cardinale Valenti le-
di riporta la bolla di Martino V, gato di Romagna assunse la pro-
Sìncerae dcvotionìs affectus^ colla tezione di un tal avv. Diasi com-
quale accordò il giudice per le missario della repubblica, accusato
seconde istanze e la bolla di Pio ; di gravi mancamenti al suo impiego,
11, Evidentia verae pdelilaiis, del e che per isfuggire il giudizio della
i4f>3, per l'investitura di Serra- repubblica t rasi appellato a Roma,
valle e degli altri castelli, data al- adducendo il suo privilegio chieri-
la terra di Sanmarino. cale, o meglio' si vollero tutelare
11 Salmon che pubblicò la sua o- i diritti dell'immunità ecclesiastica.
pera nel i 757, narra che a quell'epo- L'urto crebbe a segiìo, che in Ro-
ca la città di Sanmarino da un lato magna fu bandita ogui estrazione
era cinta di mura, dall'altro difesa di generi ed ogni comunicazione con
da un orribile precipizio, sopra il Sanmarino, che in certo modo fu
quale erano tre castelli o fortezze bloccato sei mesi; ma Pio VI, co-
in poca distanza fra loro; che nosciute le ragioni de'sanmarinesi,
conteneva nel isuo circuito cinque richiamò il legato, fece riaprire le
cbiese, e quattro conventi o mo- comunicazioni, e lasciò in libertà
nasteri; che nel borgo a pie del i sindacatori di sentenziare.
monte ogni settimana tenevasi mer- La fine del secolo XVIII, tanfo
cato, e quattro fiere ogni anno, e fatale ai rapporti dell' Ita-
politici
nella maggioive di s. Bartolomeo lia, cangiò anche in parte, ma tran-
temendo che in alcun cangiamento nel ritorno di Pio VII sul tro-
potesse restare in pericolo la pa- no pontificale, la repubblica nul-
tria, i sanmarinesi accettarono Tof^ la ebbe a soffrire, contenta della
ferta delle armi, non mai però ef- sua mediocrità e della pontifìcia pa-
fettuata, le sussistenze e i favori terna protezione, riconoscendo quel
relativi alla finanza. Nelle sue guer- Papa la sua indipendenza nel rior-
re d' Italia Napoleone ebbe il per- dinamento delle pubbliche cose. Il
messo di far transitare le sue trup- cav. d'Artaud nella Storia del Pon-
pe nel territorio sanmarinese. La tefice Leone XII^ t. I, p. 197 e seg.
libertà e indipendenza salvata sulla narra come per alcune dissensioni
vetta del Titano, vi ricevè gli omaggi particolari, alcuni bramarono che
della nazione che faceva allora tre- il territorio della repubblica si u-
pidare l'Europa : Alessandro il Mace- nisse allo stato pontifìcio, mentre il
colla figura della repubblica che presso la sacrestia quello del san-
piange s\ egregio concittadino), il marinese Madronio vescovo di Se-
quale dopo il i834 l'esegui secon- baste sunnominato. Illustrò questo
do il disegno datogli. L'interno convento l'altro minor conventuale
della chiesa è ornato assai , con pur rammentato vescovo Bertoldi.
eccellente organo , distinguendosi 11 palazzo del governo edificato
ira' quadri la Madonna di Loreto nei primi del secolo XIV adorna.
del Guercino, ed un s. Sebastia- la piazza principale, ed altre con-
,,
celebre insigne archeologo cav. Bar- poterne profittare, una terza edi-
tolomeo Borghesi di Savignano ,
zione del Delfico, fatta in Firen/.e
solo per elezione e cittadinanza nel 1843 con aggiunte; più il Qua-
sanmarinese, si ammira il suo mu- dro storicO'Slalisiico della serenis'
seo numismatico ricco di circa qua- sinict repidìblica di Sdiimarino^ del
rantamila medaglie, molte delle capitano della mtdesiaia, il eh. cav.
quali rarissime. La istruzione pub- Oreste Biizzi aretino; opera eru-
blica risplendeva a' nostri giorni dita ed impollante, pubblicata nel
nel collegio ove si col-
Belluzzi, 184*^ in Firenze. Inoltre questo
tivavano i buoni studi con ec- riputato scrittore, nell' applaudito
cellenti professori; ma da qualche Giornale militare italiano^ di cui
tempo il collegio è chiuso. Vi è è direttore il eh. cav. F. Glierardi
una casa religiosa di francescani Dragomanni, ci ha dato un bel-
e vicino alle mura della città un l'articolo sulle fortificazioni di San-
convento di cappuccini, che si me- mariiio, con la veduta e pianta
ritarono sempre, per la loro edifi- delle medesime, coi n. 4^ e 52.
cante pietà, il rispetto e la venera- MARIO o MAIO (s.), abbate.
zione di tutta la repubblica. Egual- Nato in Orleans , lasciò il mon-
mente rispettabile per cristiane vir- do per abbracciare la vita mona-
tù si reputa il monastero delle stica, e fu eletto abbate della Val-
no molte pie donzelle delle più di- di Borgogna, che morì nel 5o9.
stinte famiglie di Romagna per far- Egli avea una gran divozione a s.
della città vedesi sull'alto della ru- di Tours, laonde imprese un pere-
pe la rocca della Guaita , e nella grinaggio al loro sepolcro. Ogni
pendice occidentale fu costruito quaresima procurava d' imitare il
dopo l'aumento della popolazione, digiuno del passando
Salvatore ,
il così detto Mercatale o Borgo. quel tempo fondo d' una fo-
nel
Ivi si tengono quattro fiere annua- resta. Morì nel S^5. Essi^ndo sta-
li, essendo le principali, quella del ta dipoi rovinata dai barbari la
]<i grazia di Gesù Cristo ; egli ne gnoie persiano, il quale dopo avere
prese la difesa, e compose un'ope- abbracciato la fede di Gesù Cristo
ra che mandò a s. Agostino pie- con Marta sua moglie e i due suoi
gandolo di esaminarla come fece , figli Audi face ed Abaco, dispen-
d'una seconda, e si dubita che sie- sò i suoi beni ai poveri dietro l'e-
iio giunte sino a noi: forse una è sempio dei primi cristiani di Ge-
VHypognósticon, stampalo nelT ap- rusalemme. Recatosi a Roma colla
pendice del t. X di s. Agostino. sua famiglia per visitare tombe
le
Questo padre dice che Mercatore degli apostoli circa l'anno 270,
\i combatteva i pelagiani con molti mentre Aureliano perseguitava i
passi della Scrittura. Una terza ope- cristiani, si prendevano cura di rac-
ja furono piccole note sulle opere cogliere le ceneri dei martiri, e le
di Giuliano. Essendo nel ^i i a Co- seppellivano con divozione. Avver-
stantinopoli, compose una memoria tito di ciò il governatore Marcia-
in greco, che poi tradusse in latino, no, li fece pigliare e licondannò
contro Celestio, eia presentò all'impe- lutti e quattro alla morte, dòpo
ratore Teodosio li. Dopo la morie di aver messo a prova la loro costan-
s. Agostino intraprese a confutare za con diversi supplizi. A Maris ed
i due libri che Giuliano avea scritto a' suoi figli fu troncata la testa, e
mere i cattivi Irallamenti de' suoi cerdoti missionari sotto l' invoca-
avversari. Fu in conseguenza di zione della Beata Vergine Maria,
queste memorie, che i pelagiani fu- onde i membri sono chiamali Ma-
rono scacciali da Costantinopoli e •risii. Fu istituita in Francia, cioè in
da Efeso, e traducendo dal greco Lione Belley; è un'unione
ed in
in latino gli anatemi di Nestorio lo di sacerdoti secolari che sotto certe
rese l'orrore dell'occidente, come lo regole vivono insieme, e dopo un
era dell'oriente. Abbiamo Ire edi- dato tempo della dimora fatta nel
zioni delle sue opere, di Parigi e collegio o seminario dei mentovati
di Brussclles dell'anno i6y3, e luoghi , vengono spediti alle mis-
di Baluzio che nel 1 684 ''* P^l^- sioni. La società dei raaristi inco-
blicò a Parigi, più completa e minciò e ripete la sua origine da
comoda. 11 titolo di venerabile che diversi aluuui dei seminario di
io4 MAR MAR
Lione, ì quali essendo divenuti sa- vicario apostolico eh' è penetralo
cerdoti, si dispersero nella diocesi di nell'Oceania, ed ha fallo un gran
Lione che allora comprendeva an- bene, avendo Iddio benedetto le
che quella di Belley. Dopo diverse sue fatiche e sudori con aver con-
peripezie tennero una prima riu- vertito alla nostra santa religione
nione generale a guisa di capitolo molti di quei barbari. Nel 1846 si
per eleggersi un primo superiore recò in Roma, e nel settembre si
generale, il quale fu il p. Collin. umiliò al regnante Pontefice Pio
Monsignor Gio. Paolo Gastox de IX. A questi missionari maristi ,
ceania occidentale sino dal i836, Barbaria. Confina al nord col Me-
dal medesimo Gregorio XVI; il qua- diterraneo e lo stretto di Gibil-
le prelato è il primo vescovo e terra , all' ovest coir Atlantico , al
-
io6 MAR MA R
è indolente poco
,
intelligenle, cu- della cucina, ec; tre ministri sono
pido ed avido dei regali. In ge- alla testa dell' armata, della marin.i
iiernle , strello osservatore della e delle finanze; i governaloi'i ilelle
Jegge niussidmana, pratica però cer- provineie e delle città, che portano
te cerimonie religiose straniere a il titolo di bey, pascià o kaid
questa legge, come quella di por- riuniscono i poteri militari, ammi-
tare ogni venerdì le provvigioni nistrativi e giudiziarii; però nelle
sulle tombe dei parenti o degli città principali sono cadì o giu-
vi
saper scrivere; però non può en- sovrano, e la stessa guardia di ne-
trare neir interno delle famiglie, e gri mercenari del sovrano , fu a
più ancora nei santuari dei dervis, questo spesso funesta detronizzan-
che servono spesso di asilo invio- dolo per altro che gli dia maggior
labile all'innocente perseguitato, al salario. Il primo alto che fa il no-
colpevole, ed anco ai ribelli; è al- vello sovrano del suo potere è quel-
tresì obbligato rendere la giustizia lo comunemente di ordinare che i
in persona ovunque risieda; le sue suoi competitori siano strangolali,
udienze hanno luogo due volte la benché parenti e fratelli.
settimana, e lutti suoi sudditi, i L' impero di Marocco compren-
come ancora gli stranieri, vi possono de una piccola porzione nella Mau-
essere ammessi. La corte del so- rìliana Cesariciisej e tutta la Mail'
vrano è composta di un effendi o ritiana Tangilaiia o Tingitana. Que-
letterato, eh' è il visir, d'un ciatn sta grande contrada soggiacque alle
d'oro, che furono collocati in sito continuo assaliti da molti rivali, fu-
eminente nella chiesa di s. Pietro, rono obbligati di cedere i regni di
*e siccome il principe maomettano Fez e di Marocco ai M eriniti que- ;
erasi vantato che avrebbe collocato sta nuova dinastia, più gelosa di
il proprio stendardo nella sommità conservarsi in dominio, che di ren-
con esempi a rissi ma condotta sino zie che Abdel Kader per la simpa-
agli II febbraio 1789 in cui pia- tia che trovava in diverse tribù
niente morì, restando sepolto in un dell'impero, e per la debolezza del
deposito che gli eresse lo spa- governo, vi si comportava non al-
gnuolo cardinal Belluga con ono- tri nienti che se fosse stalo in casa
revole iscrizione , nella chiesa di propria. In quasi tutta la Baibaria
s. Andrea da un lato
delle Fratte, Abdel-Kader esercitava più influen-
della porlicella. Lo stesso Clemen. za e più potenza reale, che non il
te XII col breve Niiper prò par- sultano o imperatore, procedendo
te^ de'22 agosto 1738, presso il come quasi le di tutti i marabutti
citalo Bull. tom. Il, pag. 244, del paese ; anzi il porto di Tetuaii
confermò il decieto della congre- era divenuto il principal punto per
gazione di propaganda fide^ sopra cui AbdebKader e i suoi agenti
le facoltà concesso al p. prefetto comunicavano con Gibilterra, ove
apostolico de' minori scalzi di s. egli avea corrispondenti per aiuto
Francesco, delle missioni di Mequi- di denari ed armi. Negli ultimi del
nez nel regno di Marocco, e sul- 1846 la Francia spedì un'amba-
l'istituzione di un procuratore delle sciata all'imperatore di Maiocco,
medesime missioni nel castello di nella stessa capitale del suo impe-
Matrili diocesi di Toledo. ro, dove si dice nessuno ha pene-
Dal primo marzo 1799 esiste fra trato ancora in un modo officiale,
I !• MAR MAR
rnntarn delb provincia di s. Diego circa tre leghe sonovl numerose
di Spagna. Il ministro provinciale rovine, grandi giardini e vasti ter-
lì' è il prefeUo , che vi spedisce i reni. U palazzo imperiale che in
ìcligiosi dello stesso ordine e pro- forma di cittadella domina la città,
vincia per un decennio, e vi tiene ne occupa la maggior parte verso
ììtì vice-prefello, die rei 1837 vi il sud-est, e le sue mura possono
lii fatto il p. Gitiseppe Paronollin. avere circa una lega di circonfe-
Terminato l'ufTicio di provinciale ,
renza ; è questo un'unione di pa-
il successore eletto chiede le flicollà diglioni e di corpi di case fran)mi-
di prefetto alia congregazione di schiati di cortili, piazze e giardini,
propaganda fide^ ed il permesso di dominati dalla torre della grande
potervi spedire missionari. Le vi- e bella moschea eretta da Muley-
cende politiche della Spagna , la Abdallah. 1 padiglioni abitati dal-
soppressione dì que' conventi , de- l'imperatore portano i nomi delle
vono avere resa peggiore la condi- principali dell'impero; gli al-
città
r.ione di questa missione, cui i re tri sono occupati dai gran
edifizi
di Spagna solevano sovvenire con dignitari, dagli eunuchi e dalle o-
limosine, non essendo la missione dalische. Nel circuito del palazzo
a carico di detta congregazione quan- stanno anche l'arsenale, il vecchio
to al mantenimento. Un missiona- castello omadarassa, i vasti ma-
rio chiamò il luogo, la regione di gazzini a grani dei sovrani, gli an-
Tìtarfe. Piccola è la cristianità, es- tichi magazzini a biade, che sono
sendo di circa trecento ; ed i luoghi fatti a Tolto, e dove sono rinchiusi
delle missioni sono Marocco, Fez, gli schiavi cristiani, un mercato per
Mequinez, Felun Tanger e Te- , le derrate, ec. La parte di Maroc-
tnan. Vi sono due chiese, ed il ve- co che si chiama Al-Kaiserah ha
scovo di Centri suole deputare un pure un circuito particolare, eh'
sacerdote per amministrar la cresi- quasi di mezza lega; essa sta fra il
ma ai cattolici. palazzo ed il restante della città ;
MAROCCO o MAROCHIUM. quindi si vede mi mercato ben for-
Ci Ita vescovile della Barba ria iti A- nito, e molte case rovinose, ed è
frica, capitale dell'impero di Ma- questa parte popolala da mercanti
rocco e della provincia del suo no- mori ed ebrei questi ultimi sono
;
me, ed ordinaria residenza dell'im- rinchiusi ogni sera nel loro sepa-
peratore, posta in una deliziosa e ralo quartiere. Marocco ha molte
fertile pianura , abbellita da ben piazze e mercati, che come le stra*
ordinati gruppi di arboscelli, e ba- de non sono lastricate l' interno è ;
MAR MAR MI
pre formntl tli viottoli stretti e tor- retta ed abbellita di tuttociò che
tuosi, onde potersi agevolmente di- l'oigoglio e la im-
voluttà fecero
fendere nelle commozioni popolari maginare di più comodo e magni-
o nelle frequenti guerre intestine. fico. Nel secolo di Ali-Ben-Yussuf
Fra le moscheeMarocco, se ne
di suo figlio essa godeva della mag-
distinguono sei le più no-
grandi; gior prosperità, assicurando molli
tevoli sono quelle dette Kautoubia, autori che la sua popolazione ascen-
Muezzin, e Bonious veramente ma- deva allora a circa un milione di
gnifica, e quella che sfa nel circui- abitanti
; egli è fuor di dubbio, che
che suo figlio Jacob Almanzor ab- dica essere stata popolatissima. De-
belb con molte pietre di pregio ve la sua decadenza alle rivoluzio-
che fece trasportar dalla Spagna ni di cui fu spesso il teatro , alla
insieme colle porte della chiesa mag- tirannia dei sanguinari suoi capi,
giore di Siviglia, coperte di pezzi alla peste del 1678 che costò al-
pesavano unite 1200 libbre: quan- na che ne fece Muley Elyezid , al-
incantate, pure verso il i54o Mu- alla non perenne dimora del sovra-
ley Hamet non temette di fiule le- no e della sua corte. Al presente
vare. Marocco ha un serbatoio di Marocco, Marochie/i, un titolo ve'* è
acqua in cui si riuniscono un'infi- scovile in partìbus che conferisce
nità di sotterranei acquedotti che la santa Sede. Alessandro VII lo
lutti conducono le acque dall'Atlan- conferì a Valerio Maccioni san-
te, le cui nevose sommità rinfre- marinese, vicario apostolico del-
scano l'atmosfera, e l'aria vi è sa- la Sassonia inferiore e commissa-
na. Gli abitanti sono sucidi , e le rio della santa Sede ne' ducati di
loro case piene d' insetti incomodi Brunswick e nelle provi ncie con-
e velenosi; ascendono a circa 3o,ooo, vicine. Ne furono ultimi a portar-
che nei tempi prosperosi della città lo, il suffiaganeo di Breslavia Car-
si fecero arrivare quasi a 700,000, lo Alok o Aulock, fatto da Leone
perchè le guerre sanguinose e le XII; e monsignor Maria Nicola Sil-
fiere pestilenze la spopolarono. Ma- vestri Guillon prete di Parigi , a
rocco ha nove porte, che in alili cui glielo conferì Gregorio XVI nel
tempi erano ventiquattro. concistoro de' 1
7 dicembre i832.
Marocco si crede da alcuni che MARONE (s.), abbate. Viveva
corrisponda all'antica Bocomun- Hc' ritirato sopra un monte non lun-
menun, ove eravi un vescovato pri- gi dalla città di Ciio, e nell'anno
ma del dominio de' mori. Secondo 4o5 fu per la sua santità innal-
l'opinione coimme fu fondata nel zato alla dignità del sacerdozio,
io52, o 4^4 dell'egira, da Abu-al- Egli consumava giorni e botti
Fin primo re degli Almoravidi o mliere nella preghiera : era usato
Lomptuni, e videsi pvoul^ mente e- di pregare in piedi , e sólo nella
, 3
guiderdonò le sue flitiche con ab- tolo vescovile in partibus che con-
J)()ndevoli grazie, e col potere di ferisce la santa Sede, e [>er ultimo
guarire ogni sorta d'uifermità. Eb- lo portarono Giuseppe Mora, per
be un gran numero di discepoli, morte del quale Gregorio XVI nel
e fondò parecchi monasteri nella concistoro de' 3 settembre i83i
Siria. San Gio. Crisostomo avealo die in successore monsignor Nicola
in sì grande riputazione, che gli Ferrarelli romano, professore del
scrisse da
Cucuso, ov' era esiliato, testo canonico nell' università roma-
per raccomandarsi alle di lui pre- na, che poi fece canonico Liberia-
ghiere.Morì verso l'anno 4^3; ed no e segretario della congregazione
il suo corpo fu trasportato in un della visita apostolica. Quindi a' 1
borgo vicino, ove venne edificata maggio i836 fece vescovo di Ma-
una gran chiesa sopra la sua tom- ronea e primo vicario apostolico
,
cesse Timoteo, che Palladio pose nel quella di s. Tommaso, in una tom-
numero de' vescovi esiliati per aver ba di marmo adorna di sacre im-
MAR MAR ii3
magini e della statua del cardina- che que«ta nazione è al presente,
le, o fregiata di un nobile epi tallio lo Ui ancora ne* secoli trascorsi.
in versi, rovinata poi nel i^j^in Oppressa dagl' infedeli, perseguita-
occasione di rifabbricarsi la nuova ta dagli scismatici , insidiata dagli
basilica. Bonifacio IX ebbe in tan- eretici, si conservò pura nella fede,
to pregio questo cardinale, che in- come rosa fra le spine, senza mai
sieme col cardinal Francesco Car- allontanarsi di un passo dall'apo-
bone e Bartolomeo Carafa priore stolico ossequio e dalle cattoliche
gerosolimitano di Roma, lo destinò verità. Questa è la più numerosa
arbitro in una gelosa causa, che delle nazioni orientali cattoliche, e
quel Papa avea con Paolo Savelli più delle altre nel rito si avvicina
barone romano, riguardante alcu- al latino. Usa il calendario grego-
ni castelli, che dal cardinal Maro- riano, e con.sacra in azimo nel
ni fu aggiustata con soddisfazione sacrifizio della messa, quale possono
d'ambe le parti. dire anche più sacerdoti, che uniti
MARONITE, Monache. F. Ma- intorno all' altare portando una
roniti. semplice stola assistono il celebran-
MARONITI, Monaci. F. Ma- te che fa ad essi la comunione : i
zione della vigna del Signore. Ciò e cucita sul piviale una specie di
VCL. XLIII. 8
I
ii4 MAR MAR
mozzetta o stola di seta bianca ai rispettivi luoghi non manchiamo
con ricami d'oro. Quando tutti i parlarne, e della liturgia loro ne
vescovi nelle pontificie funzioni as- trattammo nel voi. XXXIX, p.
sumono gli abiti sacri, altrettanlo 5o del Dizionario. La gerarchia
fa il vescovo maronita, che secotj. ecclesiastica de'maroniti si compone
do il costume orientale si lascia d'un patriarca, di sette arcivesco-
crescere la barba. U vescovo ma- vi, di alcuni vescovi, di circa cin-
ronita usa l'anello e la croce pet- quecento preti secolari, di circa
torale, non che il bacolo pastorale mille seicento monaci, de'quali sei-
sovrastato dalla croce. I maroniti cento e più sacerdoti che seguono
non scuoprono il capo entrando
si la regola di s. Antonio in tre di-
tutti gli uomini eruditi doversi at- loro questioni intorno alla fede;
Uibuire a Marone gli onori di san- ne furono mai disuniti per isci-
to. Anzi nel Bull, de propaganda sma, ne v'ebbe giammai parte di
fide, Jppendix t. Il, p. io 6, si essi che macchiasse la purità del-
legge il breve Papa, dello slesso la cattolica dottrina, come altre-
Jnclyta maronilaruni de orlhodoxa sì osservò costante l'uniformità del-
fide, emanato a' i2 agosto 1744» la disciplina. Non si deve attende-
col quale concesse indulgenza per- re a ciò che da alcuno incautamen-
petua in tulle le chiese de' maro- te si nazione ma-
è detto, che la
niti, nella festa diMarone abbate s. ronita fu una volta infetta di mo-
a' 9 lebbraio. Narra Massimo ve- notelismo, mentre tale asserzione
scovo di Cipro, che Marone fondò viene da reputati storici e da do-
molli monasteri nella Siria, i quali cumenti pontificii apertamente con-
poi divennero seunnari donde de- futata. Fra gli altri scrisse su tal
rivarono alla Chiosa soggetti insigni proposito il professore di storia ec-
per santità e dottrina, e negli alti ilesiastica nell'università romana d.
t
ii6 MAR MAR
stro» che tanto Mosheim, quan- prima dell'impero del Pogonalo^ ne
to gli altri s'ingannnrono a gran par- dopo die i maroniti tornarono al-
tito nel pretendere che questa na- l' obbedienrii YcviO
r imperatore di
zione abbracciò nna volta gli erro- oriente. che diinosira non essere
Il
professore di lingua siriaca nel!' uni- dissolubile unione, dal profondo ri-
l'anno 635, n.° i3j per cui i ma- Fenicia, come narrano Teofane, Cc-
i-onili furono dagli eretici per odio dreno ed altri, e determinandosi a
chiamati Mardaiti In fatti, osserva (are elezione di un particolare pa-
il citato Nairone, non si legge mai triarca, yi^o scy come dice Benedetto
nelle storie questo nome Mardaiti Xiy nella sua allocuzione recitala
]\JAR MAR 117
nel concistoro de' iS 1744? luglio chi aggiunseix) al loro nome pro-
ab ea contagìono (monothelitarum prio quello di Pietro, in onore del
scilicet haei-esis in patriaicatum on- principe degh apostoli, eh' ebbe
lioclienum gi-assautis) ìntegros ser- la sua prima sede in Antiochia.
varent (il che avvenne verso 1* an- Giacomo dì Vitry vescovo di To-
no 68 (] o 687 nella persona di lemaide, e contemporaneo, attesta
». Giovanni JVIarone, uno dei tno- che il patriarca de* maroniti si re-
naci del santo anacoreta Marone) ; cò nel I2r5 inPtoma al concilio
furono subilo umiliati gli atti del- generale di Laterano IV (Ved^)^ ce-
l' elezione al Papa 8. Sergio I di lebrato da Innocenzo HI, al qual
Antiochia, dal quale si ottenne la articolo dicemmo che si chiamava
conferma e il pallio per il nuovo Giona.
patriarca . Uno squarcio analogo Il patriarca de'maroniti fu in se-
della memorata allocuzione si ri- guito dichiarato patriarca antio-
porta nel voi. XII, p. 96, degli cheno da molti Papi, e princi-
annali delle scienze religioso^ ove palmente allorquando la città d'An-
ii legge un bellissimo articolo in tiochia fatta preda del fiero Ban-
difesa della cattolicità de' maroniti, decar soldano d'Egitto, il rimanen-
contro la gazzetta piemontese de'28 te del clero e popolo fedele, che
agosto 1840. Il quale alto di som- sino allora era governato da Elia
missione della nazione al romano di nazione latino , succeduto a Rai-
Pontefice s. Sergio 1, o di ricono- nero Tanno i243 , si ritirò nel Li-
scenza del di luì primato di giurij»- bano abitato dai maroniti. Simo-
dizioue sopra tutta quanta la Chie- ne che in quel tempo reggeva con
sa,non solo in quella elezione del titolo di patriarca la nazione, accolta
primo patriarca maronita, ma fino avendo amorevolmente la smarrita
ai giorni nostri fu Senza interru- gregge, e ricevutala con quella af-
zione veruna costantemente conti- fezione e dolcezza, che i maroniti
nuato. Che so la nazione maronita, usarono mai sempre e fino al pre-
come vedremo, rimiovò in appres- sente, sia riguardo ai latini, non
so gli atti unione colla
della sua meno che alle altre nazioni che
santa Sede, ciò non è prova che la ricoverarono appresso di essi (dap-
fede di quella nazione in avanti poiché non solo accordarono loro
mancasse, ma bensì di divozione, lino al presente terreni gratuiti, co-
di atlaccamento e di riverenza me consta da molti istromenti, ma
verso il centro della cattolica unità. prestarono anco ad essi il più del-
ì^éV appendixi. 1, p. i del Bull, de le volle aiuti necessari all'edifizio
prop. fide è riprodotta la costitu- dei pii luoghi ove ora trovansi ri-
ritornassero alla Chiesa. Essendo come gli alunni del collegio Urba-
patriarca de' maroniti Michele di no, furono assoggettati al giura-
Citaraiva, questi spedì due oratori mento. Il collegio fiorì perchè vi
a Gregorio XI l'I a prestargli ob- uscirono molti dotti che recarono
bedienza, ed a mostrargli le lettere grande splendore alla letteratura
d'Innocenzo III in testimonio del- orientale, fra' quali nomineremo A-
l'antica loro unione alla Chiesa oc- bramo monsignori
Ecchellense,
i
Aleppo, due abbati regolari, molli XVI, p. 4^} e nel Bull, de prop.
missionari di varie religioni , e di- t. Ili, p. 3. Indi col breve Apo-
versi principi e magnati della na- stolica praedecessoruiiiy de'i4 leb-
zione. Ne fece l'apertura For- il p. braio 1742, loco citalo p. 6^ del
mage gesuita ai 3o settembre, con Bull. Magn., e p. 12 del Bull, de
un discorso che si aggirò sullo prop.j Benedetto XIV lodò nuo-
scopo salutare del concilio, la ri- vamente i decreti del sinodo; a-
forma cioè di alcuni abusi. Si ten- brogò la contribuzione che davasi
nero otto sessioni, «elle quali si al patriarca per la distribuzione
fecero molti regolamenti per la degli oli santi, e perchè il prela-
riforma di detti abusi, i principali to non restasse privo de' necessari
de'cjuali erano i seguenti, i. L'u- alimenti , stabilì che la congrega-
sanza, giusta la quale i vescovi zione di propngantla imponesse ai
maroniti avevano vicine delle re- vescovi una tassa, cos\ ai monaste-
ligiose, la casa delie quali non era ri, la quale gli sarebbe data ogni
separata da quella de'vescovi stes- anno a titolo di sussidio nella do-
si, se non che da una porta di menica fra l'ottava della festa del-
171 MAR MAR
r Assntitr». Inoltre prescrìsse che Bull. 3fagn. pag. 207, Bull de
nella nazione fosse una chiesa pa- prop. p. 1 -29. Nello stesso giorno
triarcale con olio vescovi , in vere indirizzò agli arcivescovi e vescovi
di sedici ch'erano prinaa, ai quali maroniti il breve Exìmìi erga a-
assegnò i limiti delle diocesi, stabi- postolicani, presso il Bidl. Magn.
lendovi Aleppo o Benea, Tripoli, p. 20S, Bull, de prop. i3i. pag.
Itotra, Eliopoli, Damasco , Berilo, Estinto scisma de' due patriar-
lo
Tiro e Cipro. Nella morte del pa- chi. Benedetto XIV dichiarò com-
triarca Giuseppe Pietro, divisi fra missario apostolico il p. Desiderio
loro d'opinione vescovi maroniti, i de'minori osservanti, presidente del
alcuni elessero per patriarca Elia convento del s. Sepolcro, col bre-
arcivescovo Arceiise, e gli altri in ve Ne/w'ni sane, de' 20 luglio 1746»
minor numero Tobia arcivescovo e ne prevenne il patriarca Simone
«Il Neapolosia. Ambedue si appel- col breve DUecto filio, dato in det-
larono a Benedetto XIV, e ne do- to giorno, nel quale ne diresse al-
mandarono il pallio; ma il Pa- tro. Non pos.sunius, agli arcive-
pa dichiarò nulla l'eiezione di en- scovi e vescovi maroniti, quali bre-
U-ambi, riservandola alla santa Se- vi sono riportati nell' Appendix
de col breve Qiiod non fiumana, t. Il del Btdl. de prop. p. 11 5,
de* I
743, Bull. Magn. p.
3 marzo i 118, 120, onde riordinare le cose,
1
46, Bull, de prop. p. 76. In luo- e mandare ad effetto i decreti del
go di detti arcivescovi Benedetto si nodo.
XIV nominò patriarca Simone E- Essendo morto il patriarca Si-
vodio arcivescovo di Damasco, col mone 12 febbraio del 1756, gli
a'
emanato nel predetto giorno, Bull. concistoro a' 27 marzo 1757 dal
Magn. p. i52, Bull, de prop. p. 91. Pontefice, l'istanza del patriarca
Il nuovo patriarca Simone Evo- pel pallio, e il ringraziamento che
dio, fatta la consueta professione di fece di tal concessione il prelato
i\(\e, supplicò pel pallio patriar- Giuseppe Assemani Simone
Il .
cale, che il Papa gli mandò ac- pallio fu dal Papa accompagnalo
compagnato dal breve, Literas fra- dal breve Ex venerahilem, de' 3o
ternitalis, degli i i agosto 1 744» aprile 17^7, presso il Bull. Magn,
,
grandemente col breve Qitam prae- sei mesi dalla giurisdizione vesco-
claram, loco citato p. 278, la co- vile (nel qual tempo fu deputato
stanza della fede de' magnati della all'esercizio della patriarcale Miche-
nazione, e la riverenza con che lo le Gazeno vescovo di Cesarea )
avevano ricevuto. Clemente XIII e l'obbligò a fare la ritrattazio-
nel concistoro de' 6 aprile 1767, ne. Per una simile, ma volonta-
coirallocuzione Tristem haud, si- ria ritrattazione, fatta nel 1784
gnificò ai cardinali che per morte da Giuseppe Pietro de Stefanis pa-
del patriarca Tobia Pietro, era stato triarca de' maroniti, ed umiliata al
eletto successore Giuseppe Stefano Papa a* 28 marzo, il medesimo non
arcivescovo di Berito, cui concesse tardò a dimostrare paterna gioia la
il pallio, come si legge nel Bull, che aveva provato, dirigendo a que-
de prop. t. IV, p. Ili, mentre a sto fine un suo tenerissimo breve
p. 112 si riporta il breve Quam- agli arcivescovi, vescovi, magnati e
quam prò, de'22 agosto 1767, dello popolo della nazione maronita. Nel
stesso Clemente XIII, diretto al pa- medesimo volume àtW Jppendìx a
triarca Giuseppe Pietro de Stefa- p. 279 e seg. sonovi il detto breve
nis, riguardante la disciplina pre- Massimum nohis atlulere gaudiuni,
scritta dal sinodo Libanese pel clero de' 28 settembre, che comprende
de' maroniti. Pio VI a' 17 luglio ancora la ritrattazione e gli analo-
1779, ^^^ breve Dedimus ad vos^ ghi decreti della congregazione di
presso VAppendix t. II, p. 259, e- propaganda, e quelli deli' ablegato
sortò il clero ed il popolo maro- apostolico Moretta. Olire a ciò nel-
nita alla concordia ;
quindi nel 1780 listesso t. 11 deli' Jppendi'x a p.
ilprimo luglio scrisse il breve Non 226 e seg. vi è l'allocuzione pro-
possumus, presso V Jppendìx t, li, nunziata da Pio VI a' 27 giugno
p. 261, all'emiro
Giuseppe Sciab 1796, in cui annunziando la mor-
principe del Monte Libano, perchè te del patriarca Michele Fadel ,
accogliesse bene Pietro de Moretta partecipò al sacro collegio l'elezio-
delegato apostolico destinato a com- ne seguita del successore nella per-
porre le questioni insorte tra maro- i sona di Filippo Pietro Gemaiel ar-
niti; quindi a'20 ottobre 1788 scris- civescovo di Cipro, nel monastero
se ancora il bieve Iterum ad vos^ di s. Maria di Bekorke; vi si legge
presso il Bull, de prop. t. IV, p. 194. altresì la lettera del patriarca al
Inoltre Pio VI con breve stampato Papa, quella alla congregazione di
in latino e siriaco condannò e di- propaganda, la lettera degli elettori
chiarò illusa e visionaria, non che a Pio VI, il decreto di conferma
falsa la santità di Endie o sia An- della congregazione nominata, l' i-
na Agemi monaca del monastero slanza del procuratore p. Arsenio
1
24 MAR MAR \
Cardadii monaco auloniano pel pnl- coffiniufìi, del primo novembre 8 1 iG,
lio, ed il suo ringrazittinento dopo di congratulaziono, et te tollendis
averlo conseguilo. Nello t^tcsso l. prorsus agìt monasten'is duplìcibusj
IV, p. 247 o seg. sono riportali Multa perfusi\ 5 febbraio 1817,
de' 1
A p. 365 e seg. poi del medesimo diresse il breve, Suinmis saepCj Ball,
tomo souo i brevi di Pio VII, In de prop. t. V, p. 73, incaricandolo
MAR MAR 125
di esaiT)ir>are |e veitefize insorte tra ga in istato di riportare nella loro
Imxiivescovo di Hicrapoli Paolo A- patria i lumi delle scienze, delle
ititin, il clero ed il popolo, pren- lettere e dello arti; olt«e di che que-
dendo intanto egli l'amministrazio» sta fondazione intende a vegliare
ne di quella chiesa, finché 1* arci- permanentemente gì' interessi delle
vescovo nel Monte Lihano si ibs« popolazioni cattoliche Libano.del
se purgato dalle accuse. Nello stes^ Finalmenle il Papa Gregorio XVI
so tomo 124 ^'* ^ '^ breve
a pag» nel concistoro de' 19 gennaio 1846,
Fraternitalis ^//<7r?, emanato da Gre- preconizzò l'attuale patriarca d'An-
gorio XVr n' 6 settembre i835, monsignor Giu-
tiochia de' maroniti
sulla questione del patronato del seppe Gazeno, già arcivescovo di
monastero di $. Artemio: a p. 224 Damasco, coH'allocuzione Ob mor-
inoltre evvi il breve Quuni dilectus kni antiocheni patn'archae e gli ^
viar tanti mali. Ultimamente nel sto monastero chiamalo ancora Co-
settembre 1846 è stata fondata a nobia e Cannubina lo lece fabbri-
Parigi i' opera di s. Maria del Li- care in onore della Beala Vergine
banOj per istabiiire in quella capi- alle falde del Monte Libano l'im-
tale un collegio destinato a daje peratore Teodosio 1 verso la fine
ad alcuni giovani cattolici maroniti del IV secolo. Dapprima fu un sem-
ima educazione gratuita che li pon- plice vescovato, ma Giovanni Algi-
ia6 MAR MAR
geo patriarca de' maroniti aven- verse stamperie, casa di noviziato
dovi stabilita la sua sede verso il per le missioni, monasteri di mo-
i44^ divenne patriarcale. Alzaber naci, oltre le tre congregazioni di
Bardine soldano d'Egitto esentò da cui parleremo ; diecinove collegi dio-
ogni imposizione questo monastero^ cesani, oltre quello di Antura, di
e fece incidere sopra una tavola di piena autorità del patriarca. Il col-
Abdà, eretto dal patriarca Habaisci, sò anco i limiti delle diocesi, ciò che
già monastero di monache. In Zgor- pur fecero altri posteriori.
ta esiste una scuola fondata nel 1734 Berìlo o Bayrut (Fedì), arcive-
da Pietro Benedetti e da Giorgio scovato con città e porto di mare,
vescovo di Eden, prima ch'entras- di cui è arcivescovo monsignor K;>-
micilio. Tra l'arcivescovo e il su* cesi vi sono sparsi altri sei mona-
pei iore de' gesuiti Cu sottoscritta steri. Questa era la diocesi più ric-
una'convenzione per conservare per- ca, ciò che indusse la congregazio-
fetta concordia , indi trasmessa al ne di propaganda a dismembrarla
delegato apostolico a' 23 settembre di alcuni villaggi fticoltosi, e sotto-
ta la due con-
separazione delle monasteri e i collegi sono di s.
gregazioni come oggi esistono, una Antonio Cosajo , di s. Antonio
degli Aleppini, l'altra dei Libanesi Hùbi di i. Maria Maisuh, di s.
ciò co' suoi consigli giovasse il du- prio sovrano alla santa Sede per
ca di Luxembourg ambasciatore di affari di gravi conseguenze, ad istan-
obbedienza al Ponlellce. Prima di za del medesimo, Uibano Vili ai
questa incombenza aveva ottenuto 19 gennaio 1626 lo creò cardina-
il posto di cameriere del Pontefi* le prete del titolo delia ss. Trinilìi
ce, allorquando nel i6o4 fu am- al Monte Pincio, e venne ascritto
messo tra gli uditori di rota, e alle congregazioni del s. offizio, di
deputato a far le veci dell'amba- propaganda e del concilio. Passa-
sciatore assente da Roma, per trat- ti appena otto mesi, morì in Ro-
tare gli affari del regno presso la ma in detto anno, d'anni cinquan-
santa Sede; lo che eseguì con tan- taquattro, e fu sepolto nel suo ti-
che in seguito diede ordine a' suoi il suo busto, con illustre e giusta
ambasciatori in Roma, che non elogio. Ad una costante vita im-
dovessero conchiudere il menomò macolata, unì eccellente erudizione
affare senza l'oracolo del prelato. e profonda dottrina. In cinque deter-
Esercitando l'uditorato di rota, eb- minati giorni della settimana os-
be ordine da Enrico IV di trasfe* servò rigoroso digiuno, essendo sem-
rirsì in Firenze per dar principio pre astinente dal vino. Sospirava
ai trattati del suo matrimonio con di ritornare alla sua chiesa di cui
Maria de'Medici, che felicemente fu acerrimo difensore. Il Papa al-
rimase conchiuso. Da Luigi XUI l'annunzio della vicina sua morte,
m ricompensa de'suoi meriti fu non potè contenere le lagrime, di-
nominato all'arcivescovato di Lione, cendo che temeva volere il Signo-
che fu conferito da Paolo V
gli re castigare la sua chiesa colla per-
nel 1612. Governò parecchi anni dita di un tanto cardinale, pel qua-
col titolo di amministratore la dio- le avea particolare slima e venera-
cesi d'Autun vacata per morte di zione s. Francesco di Sales. Le sue
Pietro Saunier. Consacrò in Roma suppellettili di molto valore^ le la-
nel 1620, nella chiesa di s. Luigia sciò allo spedale di Lione. Insigne-
il celebre annalista Spondano in mente pio, divotissimo suo re, del
vescovo di Pamiers. Due volte si savio, prudente e zelante nel trat-
trasferì inRoma ambasciatore di tamento de'negozi più ardui, sem-
Luigi XIII, cioè nel 161 7 e nel pre favorì la Chiesa e il sovrano,
1622. Avendo perorato innanzi il studiandosi di mantenere con per-
monarca nel i6i4 i" un'assemblea fetto equilibrio i diritti e le loro
del clero, ottenne fra i vescovi ivi ragioni.
radunati il primo posto, vivamen- MARRA ce I IppoiiTo. Lucchese,
te contrastatogli dall'arcivescovo di e chierico regolare della Madre dt
Tours. Visitò con diligenza e sol- Dio, fiorito verso il i65o, del qua-
lecitudine la sua arcidiocesi, oltre le abbiamo una raccolta inlilolala;
MAR MAR i33
Bihlìotcc(j. Mariana , disposta in cenzo deputò legato di Pe-
VI lo
oicliiie olfabelico, e divisa in due rugia, ove si diportò egregiamen-
parti, in cui si trovano tutti gli te. Abbandonato Gregorio XIl in-
autori che scissero su Maria Verr tervenne al concilio di Pisa, in cui
gine, col catalogo delle loro ope- riportò infinite lodi, come inviato
re, Roma 1648 in due tomi, pel in Germania ad invitare i prelati
Caballi. Egli è pure autore della e principi della nazione al concilio;
Porpora Mariana^ cioè de' Papi, tanto era prudente e savio, non
cardine li, prelati, imperatori, re e che attivo al maneggio degli affari
principi che furono particolarmen- i più gelosi. Giovanni XXIII col
te di voti di Maria Vergine, in mol- carattere di legato Io spedì ai re
ti volumi, Roma i654 P^' ^^i"* di Leone, Castiglia, Granata, Na-
nabò. varra ed Aragona, ed a tutta la
MARRAMA URO Landolfo, Car- Spagna, per eccitarli a concorrere
dinale. Landolfo Marraroauro napo- dal canto loro all'estinzione dello
letano, nel iSyS da Urbano VI scisma, che dal 1378 turbava la
lendosi di lui e degli altri cardi- Cardella non sussistere che solo nel
nali e vescovi rimasti in Roma, che I r 5o le due chiese sieno state go-
uuiti con decreto aveano
insieme vernate da un solo pastore. Accolse
condannato il suo operato nella pri- Enrico V nell'ingresso che fece in
gionia di Sabina per la violenza Roma; ma dopo il sacrilego di lui
dell' imperatore avendo avuto il
, misfatto contro Pasquale II, invo-
coraggio di spedirgli copia del de- latosi per allora sotto mentile spo-
creto. S' ignora quando morisse. glieda Roma, sollevò poscia ro- i
bava nell'archivio di Castel s. An- lui s'intruse nella sede il suo figlio
de' Marsi e di Valeria, compresa avea stabilito due chiese. Indi fu-
nell'antico Lazio e negli Abruzzi rono vescovi Andrea , e Sigenulfb
colla descrizione delle loro chiese intruso dall'antipapa Clemente III,
e immagini miracolose; e delle vi- che governò sino al i 106 per die-
te de' santi cogli uomini illustri, e cisette anni. Nel pontificato di Pa-
ne' primi tempi della Chiesa sotto nimenti e le ragioni delle chiese e
la provincia della metropoli di Chic- della diocesi Marsicana, con distin-
li, ma immediatamente soggetta al- ta menzione di tutte le sue parti,
la santa Sede. Il primo vescovo di sua ampiezza e. giurisdizione ,
poi-
Marsico si dice s. Marco di Gali- ché anticamente i vescovi di Marsi,
lea, eletto dal principe degli apo- oltre il temporale ebbero ampio
stoli a predicar la fede ai marsi ed dominio spirituale, immediatamen-
agli equicoli, e martirizzato essen- te soggetti al sommo Pontefice. La
do vescovo di A ti no. e poi forse bolla Sicut injusta si legge nell'U-
anco di Rieli^ come scrive il Mari- ghelli, in un alla vita del beato
ni vescovo di tal città. Il secondo cardinale. Egli coli' assistenza del
vescovo è s. Ruffino, che soffrì il preposto di Celano e de' capitolari,
martirio verso l'anno 240; il terzo fulminò scomunica contro il conte
Giovanni che intervenne al costi- d'Albe usurpatore de' beni ecclesia-
tuto del Papa Vigilio nel ^^^ ; il stici. Fino al II So non si trova
quarto Luminoso che sottoscrisse altro vescovo che Bernardo, a ca-
1 38 M A Pv MAR
gioiK! (lei gravissimi litigi dei nn- Giovanni Evangelista, pure edificata
ncinici della catledrale di s. Savina dal beato (xiovnnni ) in cattedrale
e di s Giovanili BiUtisla di Cela- col titolo di nulliu!}, e giurisdizio-
no, per cui vi prese energica prov- ne su nove terre , il cui prevosto
videnza Eugenio IH, massime sulla fu decorato di mitra e bacolo e
consagrazione deirolio santo. Altro giurisdizione episcopale , dovendo
Piernardo era vescovo nel i 178, in intervenire alT elezione de' vescovi
favore del quale il re Guglielmo II marsicani, che talora si fece in que-
emanò sentenza contro Oddone di sta chiesa. Per questa ragione ac-
Celano invasore de' beni della chie- cadero in vari tempi non pochi li-
sa. Zaccaria fu al concilio generale tigi tra i canonici di Celano, cioè
del I l'jcf ed ebbe
Laleranense III, del capitolo delle due chiese de' ss.
data. Tra i di lui successori note- dopo lunga questione tra il vesco-
remo i piti distinti, riportandone vo Matteo Colli e il capitolo cela-
la serie l'Ughelli, Italia sacra t. I, nese, che fu deciso dover essere
p. 882. soggetto al vescovo marsicano. La
Nicola di Celano prevosto della controversia tuttavia non terminò,
chiesa di s. Giovanni, eletto vesco- ma la chiesa di s. Giovanni Batti-
vo nel
1^54, fu confermato da sta restò collegiata insigne e pritna-
Innocenzo IV. Giacouio canonico ria della diocesi.Noteremo che l'an-
della cattedrale di s. Savina, essen- tico Celano de' romani
fu colonia
do stato eletto dal capitolo senza e città,, e si chiamò capo de Mar-
l'intervento di quello di s. Giovan- si, ed un tempo spettò al dominio
piloralo (li Colle Martio per vive- roso; ne restò qualche avanzo di
re, finché Martino V lo trasferì sue rovine, e della diroccala città
alle chiesa Cnpritanense. Angelo presso la chiesa di s. Benedetto
Maccafani nobilissimo nnarsicano dopo essere stata talvolta visitala
chiaro in giurisprudenza, Eugenio dagl'imperatori che vi fabbricaro-
IV nel 1446 lo l^cce vescovo, e no sontuosi villaggi, tra' quali la
Pesci na, ove fu trasportata la cat- tempio di Maria Vergine delle Gra-
tedrale e la sede del vescovo, nel- zie, già sotto il titolo della Madon-
la provincia di Abruzzo Ulteriore na della Neve, con bolla In su-
secondo, col Corsigiiani riportiamo prema dignitatisj kal. januarii. Tut«
le seguenti notizie. La cattedrale tavolta la cattedrale nuova non fu
di s. Savina, benché Marco sia
s. compila che nel iSgS sotto il ve-
stato il prillo vescovo de' mar- scovo Peietti, con ornati, portici,
si verso l'anno 4^> ^ benché a tre navale, trono del vescovo ed
quell'epoca la fede cattolica fosse ampio coro, con l'altare maggiore
per lui già stabilita in Valeria, lavoralo di marmo mischio, con
chiesa de'marsi, non poteva esse- cappelle, alcune delle quali abbel-
re a queir epoca eretta ,
perché lite, essendo in complesso edifizio
Ja santa moglie del senatore Pu- maestoso. Sbagliò il Baudrand e
dente fu in Roma battezzata da chi Io seguì, in attribuire a Cle-
s. l^aolo , patì il martirio a'29 mente Vili questo trasferimento
agosto o 3 settembre dell' anno della sede vescovile di santa Sa-
122, verso il qual tempo tal vina a Pescina, città posta sulla
chiesa può avere avuto la sua destra riva della. Giovencola, che
prima origine in Valeria, divenen- entra nel lago di Fucino metten-
do la matrice chiesa dei mar- do foce nel suo lembo orientale,
si. In progresso di tempo l'ediQ- capoluogo di cantone, che conta
zio fu ingrandito ed ornato, an- tra i suoi uomini illustri il cele-
che per òpera dei conti di Mar- bre cardinal Giulio Mazzarini. Pe-
si, ed in particolare del gran Be^ scina per tale onore da terra di-
Tardo; e Pasquale II gli confermò venne citlà, e fu così chiamata o
il dominio su tutte le chiese della dal fiume che alle radici dell' A-
diocesi, come abbiamo già detto. pennino sotto le scorre, oppure dal
In questa chiesa furono sepolti i rivo deli' antica chiesa di s. Ma-
vescovi, e presso le sue mura esi- ria in Apeniace, essendo baronia
steva il palazzo vescovile, ove i car sotto la contea di Celano.
nonici con altri preti vissero in Il suddetto vescovo Matteo Colli
vita comune col vescovo. La chie- difese con fortezza e zelo le ragio-
sa era a tre navate con marmi fi-> ni di sua chiesa, e soggiacque al
cui insorse lite tra gli scolopi ed i ma arciprete, della seconda ca-
monaci dimoranti presso
silvestrini, nonico.
la loro chiesa di s. Antonio abbate. La cattedrale di Marsi esistente
Antonio o Ascanio de Gasperis di in Pescina , dedicata alla Beata
Veroli, secondo collaterale di Cam- Vergine delle Grazie, è soggetta
pidoglio, eletto da Innocenzo X immediatamente alla Sede aposto-
nel i65o, compose le vertenze lica. Il capitolo si compone della
sulla precedenza della prima col- dignità dell'arciprete, di dieci ca-
legiata, celebrò il sinodo, e fu Io- nonici, comprese le prebende del
dato per scienza e soavi qualità ', teologo e del penitenziere, di due
nel 1664 gli successe Diego Petra mansionari o benefiziati, e di altri
nel 1664 dal vescovo Petra, fu s. Berardo, posta nella cima del
accresciuto soltanto dal vescovo Cor- monte della città , e rifabbricata
radini, e perfezionato nel 1720 dal vescovo de' Vecchi, mentre il
dal successore Muzio de' Vecchi. suo successore Dragonetli nel 1727
i4i MAH MA II
genio IV. Fr. Antonio de Medi- canonici gli erigessero nella catte-
ci di Firenze , dotto religioso dei drale un marmoreo monumento.
minori francescani, eletto nel i4^4> Fr. Giuseppe Cianti nobile roma-
morì nel medesimo anno: gli suc- no, dell'ordine de'predicatori, eru-
cesse Fabrizio Guarna salernitano, dito nella lingua ebraica, dotto nel-
ed a questi nel i494 Ottaviano le scienze. Urbano Vili nel 1640
Caracciolo di Napoli, illustre per lo fece vescovo. Con invitto animo
la sua nascita ,
per la sua pietà, sostenne la lunga lite che si agi-
e per la sua erudizione , morto tava in rota contro l'arciprete dt
nel i535, e sepolto in cattedrale Saponaria , e ne riportò vittoria,
nel sepolcro dei vescovi da lui re- con che il vescovo di Marsico
staurato, nella cappella de' santi rientrò nella sua giurisdizione sul
Cosma e Damiano . Il successore medesimo e clero Celebrò nel .
Tenza, ora capoluogo del diparti- ra i più grandi che vi possono en-
mento delle Bocche del Rodano, trare ; è soggetto ad essere colma-
di circondario e di cantone, distan- to dalle alluvioni e dal fango delle
te I 98 leghe da Parigi. E situata vicine colline, staccato dalle piog-
sopra una rada del mare Mediter- gie; varie macchine sono di conti-
raneo, alla costa nord- est del golfo nuo impiegale al suo nettamento.
di Lioneun poco al nord della
, Sul lato nord del porto evvi lo
iroboccalura dell Huveaune. Tnoltie stabilimento sanitario ; un canale
Marsiglia è capoluogo dell' ottava cinto di magazzini della dogana è
divisione militare, e del sindacato praticato sul lato meridionale. In-
marittimo, sede de* tribunali di pri- dipendentemente da questo porto,
ma istanza e di commercio. Vi so- se ne fece di recente un altro chia-
no direzioni delle contribuzioni di- mato Dieudonné, nella rada, fra le
demani e do-
rette e indirette, dei isole ben fortificale di Ralonneau
gane, una conservazione delle ipo- e di Pomèguc; i vascelli di linea
teche, una camera ed una borsa, possono ancorarvisi con sicurezza,
un consiglio di periti, un sindaca- e serve anche di luogo di ([uaran-
to marittimo, un commissario ge- lena ai navigli. Avanti della rada
nerale, un tesoriere di marina, ed si trova l'isola d'if, roccia ben co-
un ingegnere de* ponti ed argini perta di batterie, ove stanno le tor-
incaricato de* lavori del porto. Mar- ri e gli edifizi che servono di pri-
siglia è cinta di colline, delle quali gione di stato. Il lazz^uetto sta sul-
la più alta è quella della Madon- la 200 passi nord dalla cit-
costa a
na della Guardia, verso il mezzodì, tà,ed è uno de' più beili dell'Eu-
su cui evvi un forte; all'ovest si ropa ; si eresse pure nell'isola Ra-
trova il mare col porto. Presso ed lonneau un ospedale per gl'indi-
all'ovest di questo ultimo, vi è la vidui la cui salute è sospetta. Di-
cala della Fontana del re, e al nord- scendenti i marsigliesi dai focesi, i
ovest di questa quella del Faro: al quali tracciarono pei primi la via
nord-est dell'ingresso del porto si del golfo Adriatico e del mare Tir-
osservano le cale dell' Ourse, della reno, i marsigliesi non hanno mai
Jolietle e del Lazzaretto rimarca- smentito la loro origine; ma sem-
bilissimo. Il porto, di figura ovale, pre rivolsero tutte le loro viste al
si prolunga nell'interno della città, commercio, e questo coronando le
questo porlo che sbarcavasi il vino a tutti gli orrori della guerra sotto
di Gaza , cosi rinomato presso i Alfonso V re d'Aragona e di Sici-
galli. Abbiamo dallo storico Egi- lia, le repubbliche di Genova e di
nardo, genero e segretario di Carlo Venezia s' impadronirono in gran
Magno, che nell* B3o i negozianti parte delle relazioni commerciali di
stabiliti in Marsiglia importavano Marsiglia col levante ; ma ben pre-
già dall'Egitto le spezie dell' Indie sto sotto regno di Renato tali
il
correre nel tragitto del mare alle pidamente diminuita, che rimasero
schiere cristiane de* crociati j ed et» perfino alcune contrade del tutto
tennero perciò in Siria diverse con- spopolate. La pace vi ricondusse gli
estenderle col mar Nero , col Bal- da d'Aix la vista n'è maestosa.
tico e coiringhilterra ; le sue navi Questo viale è ancora abbellito dal-
si spediscono alle grandi Indie ; l'arco trionfale eretto sulla piazza
sono in comunicazione con gli Stati d'Aix in onore di monsieiu' il Del-
Uniti e colle Antille; infine le sue fino, da due belle fontane costruite
spedizioni per l'America del sud sul gran corso, e da un'altra fon-
dimostrano ch'essa intende il valore tana con sopra un superbo obelisco.
commerciale nel senso più esteso. Tutte le strade di questa parte di
Marsiglia è ancora una piazza di Marsiglia sono belle e adorne di
guerra, e vi si vedono alcuni avanzi bellissime case ; dall'alto della stra-
di un'antica muraglia con bastioni. da Canabière si scopre il porto co-
Si divide in vecchia e /nuova città: perto di navigli, e chiuso all'estre-
)a seconda è bellissima. La prima
mità occidentale da colline che non
situata all'ovest, eretta in anfitea- permettono di vedere da qual lato
tro, in parte sopra alture, ha per tì penetri il mare. Il canale situa-
limiti il porto, il gran corso, la to sulla parte sud del porto è cinto
strada d'Aix ed altre, tutte bene da belle spiaggie, da case regolari
irrigate da acque sane ed abbon- e da magazzini la cui architettura
danti. Questa porzione di Marsiglia è semplice ma soda; un poco più
ha il vantaggio di non essere mai superiormente del canale, e dal Iato
esposta ai venti impetuosi che si stesso stanno cantieri di costru- i
Questo fece nascere l'idea della co- nando la miseria del popolo, man-
struzione di un Tunnel non infe- dò al vescovo duemila rubbia di
riore a quello di Londra ( Fedì). grano (e mille ad Avignone), per-
Da gran tempo l'ingresso e l'uscita chè gratuitamente lo distribuisse ai
rietà che mostrò alla bolla Unige- medici Demostene e Crinas; fra i
glia e dai francesi Marseille. Quasi arrese se non dopo aver sostenuto
dalla sua origine divenne una delle lungo e terribile assedio. Sotto ì
ed altri popoli, onde diversi di essi tembre i533 partì da Roma per
tornarono colla Francia alla sua Pisa, ove montato sulle galere fran-
obbedienza. Al tempo di Bonifacio cesi, nella prima delle quali lo pre-
IX in Marsiglia apparecchiò inve- cedeva la ss. Eucaristia all'uso dei
ce l'antipapa un'armala per tra- Papi che viaggiano , tragittò a
gittare in Italia alla sua oppressio- Marsiglia per trattare col re Fran-
ne, ed agli 8 novembre i4o3 si cesco I della riduzione di Enrico
portò egli stesso a Marsiglia, e sul VIII al Cuttolicismo, e per dare a
principio di dicembre a Tarascona. suo figlio duca d'Orleans, poi En-
Dopo avervi dato incominciamento rico II, la sua nipote Caterina dei
all'anno i4o4j passò a continuarlo Medici d'anni tredici, che seco con-
in Marsiglia, ove a' 9 maggio creò duceva, accompagnato da buon nu-
anticardinali Cbalant e de Salva ,
mero di cardinali, e da molta no-
come dicemmo nel voi. Ili, p. 228 biltà. Si trovarono a riceverlo nel-
del Dizionario. Nel i4o5 l'antipa- la città il re, la regina coi loro
pa si trasferì a Genova, ma per tre figli, ed appena giunse in por-
la peste fece ritorno in Marsiglia; to, fu salutato da trecento colpi
ed in lloma nel 1406, per morte di cannone. Il Papa albergò in un
d'Innocenzo VII, fu eletto Grego- palazzo superbamente disposto nel-
rio XII. Questi nei primi dell'anno l'abbazia di s. Vittore. A' 4 olt<^*
seguente spedì i suoi nunzi a Mar- bre fece a cavallo il suo magnifi-
siglia, per invitare Benedetto XI li co ingresso vestito pontificalmente.
a rinunziar con lui il pontificato Lo seguivano dodici cardinali pu-
che esercitava nella sua obbedien- re a cavallo, e similmente distan-
za, e si fece un accordo per abboc- te da essi alquanto la novella spo-
carsi, che però non ebl)e effetto sa con gran seguito di dame e di
per la solita perfidia del pseudo- cavaheri. Come se il re volesse
papa , il quale scomunicò quelli lasciare il Pontefice signore di
che separavano dalla sua obl)e-
si Marsiglia, uscì da una porta del-
dienza, ciò che fece quando Carlo la cittàj in tempo clie Clemente
VI re di Francia gli mandò am- V^II entrava per l'altra, come nar-
basciatori in Marsiglia per invitarlo ra il Ferlone, De viaggi de Ponte'
a rinunziare, e minacciarlo che i fici, p. 3oo. Abitava anco il re un
francesi lo avrebbero abl>andonato magnifico palazzo, e nel dì seguen-
siccome fecero ; laonde l' antipapa te fece anch'egli la sua solenne
fuggì a Perpignano, poi a l'anisco- entrata in Marsiglia, e si portò con
la, ove morì deposto e scomuni- tutta la sua corte a visitare Cle-
cato dai concilii di Pisa e di Co- mente VII, che lo attendeva assiso
stanza. Non molto dopo. Alfonso in trono. Francesco I si abbassò
V re d' Aragona prese Marsiglia per baciargli i piedi, ma il Papa
nel 1423, la saccheggiò e vi mise alzatosi lo sollevò. Dipoi Cleuieu-
1^4 MAR MAR
te VII fece la ceremonia dello spo- saranno sempre troppo filinosi nel-
salizio, e contro la consuetudi- le pagine della storia. Nel 179'^
ne de' suoi predecessori, che non Marsiglia abbracciò il partito dei
solevano assidersi a mensa con girondini contro la fazione delta
donne, desinò coll.i regina. In se- della montagna, allora trionfante;
guilo Papa tenne diverse con-
il ma la sua sedizione fu prontamen-
ferenze col re, ed a' 7 novembre te calmala, più tioll'astuzia che col-
creò in Marsiglia quattro cardina- la forza.
li, cioè Veneur
gran limosi nie- La chiesa di Marsiglia, secondo
re del rf, Odetto
Coligny d'an- di la tradizione di Provenza, fu fon-
ni undici, iMiibedue ad istanza di data da s. Lazzaro, il quale fu
Francesco I, Languy vescovo di Ma- da Gesù Cristo. Questa
ristiscitato
vendo gli abitanti nel secolo se- nel deserto di s. Bai ma (vSainte-Bau-
guente tentato ima rivolta, Luigi me), e che s. Lazzaro fermossi a Mar-
XIV nel suo viaggio in Provenza siglia di cui fu il primo vescovo.
tolse a Marsiglia una parte de'suoi Ignorasi quali sieno stati i suoi
ìMimerosi privilegi, e fece costrui- successori pel decorso di duecento
re forti
i che difendono il porlo e più anni. In Marsiglia si vene-
e dominano la città. Questa mol- rano le reliquie di s. Maria Mad-
to soffri durante la rivoluzione, dalena, ed il Novaes nella vita di
per la privazione del suo comtner- Urbano Vili, dice che questo Pa-
cio. Una truppa di uomini entu- pa mandò in Marsiglia un'arca di
siasti e sanguinari, o piuttosto un'or- porfido^ ornata di statue di bron-
da di tigri in figura umana uscì zOj per collocarvi le ceneri della
dal suo seno, e ben tosto ingros santa penitente. Commanville dice
sala da un popolaccio sfrenato, si che la sede vescovile vi fu eretta
diresse sopra a Parigi, nel 1 792, nel HI secolo, ma da quanto ab-
ove in mezzo alla canzone di san- biamo detto deve piuttosto at-
si
MAR MA R T )^
della seconda Viennese in pregiu- Pnrigi, nel luogo ove fu poi fondalo
dizio (lell'aicivescovo d'Aix, ciò die un monastero reale di canonici re-
gli fu accordalo dal concilio di golari, di cui parlijmmo nel voi. VII,
Torino del 3q^ ; ma che i santi p, 264 del Dizionario; abbazia
Pontefici Bonifacio l e Leone l celebre che produsse grandi uomi-
cassarono questa ordinanza^ e gli ni, tra' quali Uiijone e Riccardo di
restituirono il titolo di vescovo suf- s. Vittore. F. Gnllìa rhn'st. t. VII.
fraganeo di Arles. Noteremo che s. L'antica abbazia dell'ordine di
Celestino I, con lettera ai vescov'i s. Benedetto di s. Vittore di Mar-
delle Galiie, raffrenò gli eretici se- siglia, situala vicino al porto della
mipelagiani passati dall'Africa in città, da cui era sepaiata da un.
Marsiglia, i quali screditavano la recinto in forma di fortezza, fu
dottrina di s. Agostino intorno al- fondata nel 4^9 in onore
san di
tirijche avea versato nelle vaiie tra sotterranea, con una cappella
parli delle Gallie, venne a Marsi- in questa ultima ove veneravasi \ìi
glia dov'era una chiesa numerosa Beata Vergine, vicino alla quale
e fiorente. Il suo arrivo riempi di nella piccola grotta si crede fosse
spavento lutti fedeli che la com-
i la prima cappella delle Gallie, ia
poneano, in mezzo alla quale co- cui sia stala celebrata la messa.
sternazione generale, Vittore uftì- Oltre a questo monastero, Cassia-
ziale cristiano esortò i suoi fratel- no ne fondò un altro per le don-
li a disprezzare morle^ per cui
la ne, e pretendesi che nel primo
fu accusato ai prefetti Asterio ed abbia avuto in seguito più di cin-
Eutichio, é l'imperatore lo fece quemila monaci sotto la sua di-
perire tra i tormenti e decapitale, sciplina che avea egli veduto prati-
come fece morire Alessandro, Lon- carsi nei monasteri di Egitto. L'ab-
gino e Feliciano da Vittore conver- bazia fu più volte rovinata nelle
tili. Nel V secolo Cassiano fabbricò guerre, e primieramente dai visi-
presso la tomba di s. Vittore un goti che s'impadronirono di Mar-
monastero che ricevette poi la re- siglia neL 4^4) ^ c^3' normanni
gola di s. Benedetto, e fu secola- nel secolo IX: i religiosi vivevano
rizzalo nel 1739 da Clemente XIF, in con tanta regolarità, che
es»;a
a' 17 gennaio da Pio VII creato più capace per la prudenza e mo-
cardinale. Avendo questo Papa pel derazione a tornare in pace la sua
concordato del 1 80 r soppresso la diocesi, e Benedetto XIV vi con-
sede di Marsiglia, rinunziò al ve- venne. Non furono punto vane le
sua morte, che avvenne a' io giu- ]Von lungi da essa vi è l'episcopio
gno 1808. L'imperatore Napoleo- ampio e decente. Vi sono inoltre
ne, nel permettere per grazia spe- nella clllà dodici chiese parrocchiali
MAR MAR iSg
munite del ballislerio , compresa co* suoi capelli. Dopo questo fatto
quella de'greci- uniti ; avvi ailresi il vangelo non parla più né di Laz-
una casa dei pieli della missione zaro, né delle sue sorelle, l pro-
di Pioveuza e Marsiglia, alcuni venzali ritengono, che scacciata
monasteri di religiose , coqae le questa famiglia dai giudei, si riti-
tavola con lui, e Marta lo serviva; che di rado è al disotto di 25" 75'.
mentre Maria ,
preso un vasello l venti violenti di sud-ovest vi sof-
pieno di eccellenti profumi, lo spar- fiano regolarmente in dicembre e
se sui di lui piedi, e glieli asciugò gennaio, e riempiono le case di una
iGo MAR MAR
sabbia bianca finissima ; vi sono no, di Funsa diocesi di s. Fede.
pure in grandissiuìti nnmcm gl'iii- 1771 Francesco Saverio Calbo, di
tf>inotli inselli. Il porto è grande, Avexar diocesi di Osma. 1775
comodo , attornialo da ogni lato, Francesco Navarro
Carlagcna di
eccettuato all'ovest, da alte mon- nelle Indie occidentali.1790 An-
tagne, e difeso da opere fortissi- selmo Giuseppe de Traga, di Car-
me ; nel mezzo del canale evvi tagena stessa. 1795 Giuseppe A-
il Morrò ^ roccia sormontata da lessandro de Eques-y-Villamar, di
un castello, domina l'ingressocbe Alaiisi diocesi di Quito. 1798 Fr.
i\v\ porlo. 11 commercio è ben me- Diego de s. Maria minore osser-
no importante cbe un tempo; tut- vante, di Jaen. i8o4 Michele San-
tavia le sue relazioni con Carla- cliez Zerrudo de'minori osservan-
gena, da cui è distante 4^ 'cghe, ti, di Besar diocesi di Placencia.
sono ancora assai estese. Conta più 18 17 Antonio Gomez Polanco dei
di 5ooo abilanl). Nella ferlilissi- minori osservanti, di Città di Pia-
iiia pianura circonvicina vi si col- ta 1827 Giuseppe Mariano Kste-
;
tivano molte piante ortensi e del- ves fatto vescovo da Leone XH.
le frutta : al di là stanno dei bo- Nel concistoro del primo febbraio
scbi, che abbondano di serpenti. i836, per la morte del preceden-
La costa della provincia è piena te, Gregorio XVI dichiarò vesco-
di'pesce; un tempo fu assai lu- vo monsignor Luigi Giu-
l'attuale
crosa la pesca di perle, e ne dà seppe Serrano di Mompoz diocesi
ancora delle bellissime. Questa cit- di Cartagena, già arcidiacono del-
tà fu fondata nel 554 ^^ ^'" 1 la cattedrale, e vicario generale del
inenes Quesada , cbe ne fece un predecessore.
luogo di deposito ; fu ridotta in La cattedrale è sacra a Dio ,
VOL. XLUI. 1
iGi MAR MAR
pei-tura delle porte sante delle ba- de' primi sono fram-
religiosi, e vi
siliche di s. GioTanni, di s. Pao- miste molte dissertazioTii di diffe-
lo e di s. Maria Maggiore i car- renti materie. Pubblicò nell'anno
dinali legati a ciò deputati. Vedi stesso a Lione un'opera latina pie-
Anno santo, Porte sante, ed il na di ricerche concernenti gli an-
voi. Vili, p. 200 e seg. del Dìzìo- tichi riti de'monaci : De antiqui^
narioy dove si descrive la funzio- monachoriim rìtibusj e la vita di
ne. Talvolta i Papi donarono tal Claudio Martin, a Tours nel 1697.
martello a qualche sovrano, sovra- Nell'anno seguente die alla luce le
na o principe reale, come fece Massime spirituali dello stesso
Leone XII che lo regalò alla du. Claudio, a Rouen; ed ivi nel 1700
chessa di Angouléme figlia di Lui- l'opera, De antiquis Ecclesiae ri-
gi XVI, come raccontarama ai vo- tibus circa sacramenta, ed un ter-
lumi XXVII, p. 142, e XXXVIII, zo volume nel 1702. E questa
p. 65 del Dizionario. Al volume per giudizio degli intelligenti il
vendo poi ottenuto i mss. lasciati stri famiglie di Roma, ivi suggellò
dal p. Mabillon, pel VI tomo de- la fede collo spargimento del pro-
gli annali benedettini, egli li ri- piziosangue nel terzo secolo. Anti-
vide, fece ad essi molte giunte e chissimo è il suo culto in Roma:
correzioni, e pubblicolli a Parigi fino dai tempi di s. Gregorio I
nel 1739 con una prefazione. Si Magno, fedeli visitavano con par-
i
I
i64 MAR ivi A R
tiro IV nel i7.56 dedicò in Roma pagiio questo prelato, incarionndo-
'
lina chiesa al suonome; Sisto V lo ancora di trattare con iiujK'gno
la diede all'insigne Accademia di e conchiudere la pace tra Carlo
s. Luca (Fedi), e nel i634 si fe- VII re di Francia, quello d'Inghil-
ce la Iraslfìzione delle sue reliquie, terra, e il duca di Borgogna, coinè
trovate sotto i rottami dell* antica poi nel 1445 f" seguito in Arras.
sua chiesa. Urbano Vili ne fece Insorta tra i padri basilcesi la
allora fabbricare magni- una assai controversia sul luogo di celebrare
fica in onore della santa, e ne pò* il concilio per la riunione della
se l'ofiizio nel breviario romano, chiesa greca colla latina, essi desti-
del quale egli stesso compose gii narono Pietro vescovo di Digne,
inni, sotto il giorno 3o gennaio. e il nostro Antonio col carattere
Santa Martina è una delle protet- di legati a Costantinopoli, per in-
trici della chiesa di Romaj ed è vitare l'imperatore e il patriarca
nominata eziandio nei martirologi al concilio. Giunti a Bologna, fu-
di AdonCj di Usuardo, ec. rono accolti da Eugenio IV con
MARTINI BUONTEMPI An- benignità e cortesia, e portatisi a
drea, Cardinale, F. Buontempi Venezia, a' 3 settembre 14^7 col
Andrea, Cardinale. vescovo di Coron Cristoforo Gare-
MARTINI o MARTINS Anto- tone, legato apostolico, partirono
nio, Cardinale. Antonio Martini per Costantinopoli, ove la loro mis-
o Martins de Chaves, nato nel sione ebbe felicissimo successo. Tra-
castello delle Acque Flavie in Por- sferito il concilio da Ferrara a Fi-
togallo, o come vogliono altri in renze, vi si trovò ancoia Antonio,
Porlo, di onesti genitori , chiaro che insieme cogli altri padri sot-
per lettere ed integrità di costumi, toscrisse le sue ecumeniche dellni-
ottenne un ricco beneficio nella zioni ; quindi in riguardo a tanti
metropolitana Lisbona, e poi di meriti Eugenio IV a' 18 dicembre
la dignità di decano d' Evora ; 1439 lo creò cardinale prete del
venne quindi promosso a vescovo titolo di s. Grisogono, ed arciprete
di Porto. Ardeva in quel tempo della basilica lateranense che ri-
a tanti mali, come fecero con op- portoghesi, coli* annesso ospedale,
portuni decieti. In quell'assemblea in cui accogliere si dovessero gli
spiccò singolarmente la saviezza infermi e pellegrini portoghesi. Do-
e dottrina di onde il
Antonio, po tante e sì preclare opere mori
nuovo re di Portogallo Odoardo, nel i447> '" ^'^^ decrepita, a Ro-
dovendo mandare il suo nipote ma, venendo sepolto nella delta
Alfonso al concilio di Basilea per basilica, in una tomba che prima
ambasciatore, gli destinò per corn- della riedificazione della chiesa era
MAR MAR i65
la più nobile e sontuosa, ed al giugno 1724. Avendo fatto egre-
presente trovasi nel mezzo del giamente gli studi ecclesiastici, di-
primo pilastro sotto la navata si- venne direttore di spirito della re-
nistra, dove giace la statua del gia università di Torino, e meritò
cardinale vestito in abiti pontifica- col tempo che Benedetto XIY ai
li sopra l'urna sepolcrale , in cui 19 h^lio 1757 lo facesse vescovo di
vedosi scolpita una semplice iscri- s, Giovanni di Maurienne , e per
zione. Il Novaes, suo connaziona- le sue virtù e beneficenze fatte al-
le, nega che fosse stalo arciprete la diocesi, come zelante pastore,
lateranense, e dice che dalle be- Pio VI nel concistoro del primo
neficenze da lui fatte alla basilica giugno 177B lo creò cardinale
provenne tale errore. dell'ordine de' preti , ed in quello
MARTINI Bartolomeo, Cardi- de' 12 luglio 1779 lo traslatò alla
naie. Bartolomeo Martini spagnuo- chiesa di Vercelli. La berretta car-
lo di Valenza, nel 147^ Sisto IV dinalizia gliela rimise a mezzo
lo fece vescovo di Segovia. Celebrò di monsignor Cavalchina Allor-
nel i4B5 il sinodo nella catte- quando Pio VI fu deportato pri-
drale di Segovia, e fu commen- gioniero in Francia, ed essendo
dalo il suo provvedere
zelo per giunto ai 23 apiile 1799 nella
ai bisogni de' popoli alla sua ciua piccola città di Crescentino nella
commessi. Alessandro VI lo nonji- diocesi di Vercelli , alloggiò nella
nò nel 140*^ prefetto del palazzo casa de' preti dell'oratorio; ivi si
pontificio, nel i494 "laestro della recò subito il cardinale per osse-
cappella papale; indi a' 19 feb- quiarvi l'infelice Pontefice, e n'eb-
braio «496 'o creò cardinale prete be breve ma benigna udienza.
di s. Agata alla Suburra, che da Questo fu r ultimo cardinale che
semplice diaconia il Papa dichiarò Pio VI vide, essendo morto nel-
per allora titolo; poscia nel i497 l'agosto di detto anno. La città
lodeputò amministratore della chie- di Venezia fu destinata per la cC'
sa diBagnorea. Morì in Roma jiì lebrazione del conclave, ed a que-
2^ aprile nel i5oo, o nel i5o8 sto si recò il cardinale, mentre
secondo lUghclli^ dopo lunga ma- Pio VII nel concistoro te-
l'eletto
lattia (della quale parla il Marini, nuto nel monastero di s. Giorgo
Archiatri 256), per cui ai
t, 1, p. a'2 aprile 1800, gli conferì il cap-
3i marzo dell'anno precedente nel- pello cardinalizio, che nella sera
la cappella pontificia, ultima a che gli portò colle consuete formalità
ili presente, sedette in fine del ban- monsignor Ginnasi cameriere se-
co dei cardinali vescovi e preti in greto. 11 Papa di poi gli assegnò
luogo non suo, senza neppure ren- per titolo quello ch'egli teneva nel
dere la solila obbedienza al Pon- cardinalato, cioè la chiesa di san
tefice. 11 suo cadavere fu sepolto Calisto, annoverandolo alle con-
nella basilica vaticana in tomba gregazioni dell'immunità, dei ri-
k
,
mise che la sua virtù fosse messa Poiché ebbe errato d'uno in altro
alla prova. Una meretrice di Ce- deserto, pervenne da ultimo in
sarea, nomata Zoe, recossi di sera Atene, ove usci di vita sul comin-
alla cella del santo, infìngendosi ciar del quinto secolo, in età for-
una povera persona che avesse se di cinquunt'anui. Il suo nome
smarrito la via nel deserto, e che non trovasi nel martirologio ro-
correva rischio di perire se non mano, ma sì bene ne* Menci dei
le avesse dato ricovero. Accolta greci. Era onorato in particolar
per compassione da Martiniano modo nell'oriente e soprattutto a
la mattina appresso gli si presen- Costantinopoli, e la sua fèsta é se-
tìgli degli uiìì/.iali e soldati vete- ciò si scelse un ritiro presso Mi-
rani a portare le armi, lo costrin- lano, e cominciò a condurre vita
quindici anni nella cavalleria, egli detta Gallinaria, sulla costiera del-
seppe preservarsi dai vizi che pur la Liguria,presso Albenga, insie-
troppo predominano nella milizia, me con un virtuoso prete, di cui
ed appalesò le più belle virtì:i. Un avea fatto la conoscenza. Ivi am-
giorno tagliò la sua Ccifjpa (Fe- bedue menarono i loro giorni in
di) per metà, e una porzione la grande astinenza, non pascendosi
diede ad un povero nudo che gia- che di radici e d'erbe selvatiche.
ceva alla porta d'Amiens nel più Avendo inteso nel 36o cbe s. Ila-
crudo inverno. Della cappa o man- rio tornava alia sua sede, nana il
tello di s. Martino si formò uno Butler che andò a ritrovarlo .
stendardo o Bandiera ( Fedì ), S. Ilario gli donò un piccolo ter-
che venne usata dall'esercito dei reno distante due leghe da Poi-
re di Francia, e diede (irigine ai liers, ove Marlino fondò il mo-
nomi di Cappella e Cappellano naslero di Ligugey, Locociagum,
( Fedi ), col primo dicendosi il che pare sia stato il primo fab-
luogo ove si custodiva, e col se- bricato nelle Gallie. Nel 871 o
condo i custodi. Di dieciolt'an- 375, Martino per la fama di sua
ni ricevette il battesimo , e due santità e de' suoi miracoli venne
anni appresso ottenne il conge- eletto vescovo di Tours. Egli nul-
<lo . Secondo Girolamo da Pra- la mutò nella sua foggia di vive-
to , egli militò assai più lunga- re : alloggiò in una celletta vicina
mente, e non si ritirò che sotto alla sua chiesa; e siccome quivi
Giidiano, il quale fu levato alla era disturbato dalle frequenti visi-
dienze, e lo ammise sovente alla sua colto dal popolo come un angelo
mensa, offerendogli ancora molli tutelare. Benché assai avanti ne-
regali,che il santo ricusò. Ritor- gli anni, non iscemò punto le sue
nato s. Martino alla sua diocesi, austerità, né le sue apostoliche fa-
fece abbattere i templi degl' idoli, tiche. Morì tra le braccia de' suoi
e schiantare molti alberi che i pa- discepoli, nella parrocchia di Can-
gani riguardavano come sacri, e de posta nell'estremità della sua
vi fabbricò chiese e monasteri. Il diocesi, ov' erasi recato per com-
suo zelo lo espose in parecchie oc- porre una contesa insorta tra il
casioni al rischio di perdere la vi- clero. L'opinione più probabile è
ta, che più volle campò miraco- che morisse ai 6 o 1 1 novembre
losamente. Sulpizio Severo raccon- del 4c>o. suo corpo fu traspor-
Il
eletto Pontefice a*5 luglio del 649, terrore e da rimorsi, non ebbe
e consecrato senza aspettare 1* a- forza di commettere tale delitto,
busivo consenso deirim[)eratore di e per vergogna e disperazione par-
Oliente, come sembra dall'essere tì da Roma e dall'Italia, ed in Si-
poi accusato di aver preso il pon- cilia fu combattendo co' sa-
ucciso
tificato irregolarmente e senza raceni. L'imperatore mandò un altro
legge, coni' egli stesso scrisse in esarca, Teodoro Calliopa che si as- ,
sue guardie rubavano tutto, mal- dolore, commossi dal veder così
trattando chi li recava. Prima di en- berteggiata la maestà pontifìcia. I
trare in Costantinopoli , era egli sta- manigoldi s' impadronirono allora
lo annunziato a Costante li; tutta- di lui, gli tolsero il pallio e le in-
voita fu lasciato nel porto entro il segne pontifìcie, lo spogliarono del-
vascello, coricato su di uno stramaz- le rimanenti sue vesti, né gli la-
Z.O, tormentalo dalla golia, ed espo- sciarono che una tonaca senza cin-
sto agli insulti di tulli ijucili che tura, che lacera tu anch'essa ne due
,-
1
74 ^^ ^ ^ MAR
re di Fradicia, per invitarlo a poi-- le insegne pontifìcie, i cardinali ac-
taisi in Italia contro Manfredi u- cesi dì salito zelo gli strapparono
surpatore e tiranno di Sicilia , che di dosso le vesti cardinalizie, e gli
-attese le sue violenze e concussio- misero per forzale papali come ,
Carlo I contro lo stesso Pietro III, racoli che Dio operò al suo sepol-
Frattanto morì Carlo I a' 7 gen- cro, e ne' (jnali fiorì dipoi, per cui
8
naio I ?. 'ì, lasciando prigioniero de- alcuni lo venerarono per santo, mo-
gli aragonesi in Catalogna il figlio sliano abbastanza di non aver egli
( arlo li, e il figlio di questi Carlo ecceduti i termini della giustizia.
Martello inetto per l'età al gover- Vacò la santa 5?ede tre giorni.
no, per cvii il Papa come supremo MARTINO Y, Papa CCXYI.
signore del regno, vi pose auìuii- Ottone o Oddone della nobilissi-
nistratori , confermando nella reg- ma famiglia Colonna, una delle pri-
genza il conte d'Artois, e dandogli me Roma, nacque nel 365 in
di 1
che gli successe, che il cadavere fos- fece uditore di rota, e nunzio apo'
se trasferito in Asisi nella loro chie- stolicoper l'Italia ed altrove. Com-
sa, ciò non fu eseguito. Governò pite con suo gran decoro e pari
quattro anni , un mese , ed otto vantaggio della Sede apostolica nove
giorni. Fu magnifico, di gran petto legazioni, fu da Innocenzo Vili
nelle cose della Chiesa, dotto e pru- a' 2 giugno
I i4o5 creato cardinr.l
dente, ornato di molte virtù, e tal- diacono di s. Giorgio in Velabro.
mente staccalo dai parenti, che por- vicario di Roma ed arciprete deb
I
,
176 MAR MA 11
fuggito dalla sua prigione il depo- Papa deputò due cardinali per
sto Giovanni XXIII {Vedi)^ si por- castigarli; indi nel 14^2 con in-
tò in Firenze ad implorar miseri- defessa fatica si applicò a reprime-
cordia da Martino V, il quale lo re in Boemia i funesti progressi
accolse amorevolmente, lo creò car- degli ussiti. A terminare le guerre
dinal vescovo di Frascati, e decano tra i re di Frància e d'Inghilterra
del sacro collegio. Fece gonfalonie- spedì a pacificarli il cardinal b.
re della Chiesa Francesco Sforza^ Nicolò Albergati. In sequela dei
affidandogli le milizie pontificie. Ol- decreti del concilio di Costanza
tre quanto abbiamo detto a Firen- promulgò la celebrazione del con-
ze, sulla dimora fattavi da Marti- cilio generale che si aprì in Pa-
no V, qui aggiungeremo, che per- via nel 14^3, indi per la peste
nottò nella villa detta ora Torre lo trasferì a Siena, e per le guer-
presso la terra di s. Casciano. Vo- re d'Europa in Basilea, destinandovi
lendo quindi compiacere i romani^ legato a Intere il celebre cardinal
pel Sanese si portò in Roma a'28 Giuliano Cesarini, acciò lo presie-
Settembre 14^0, alloggiando nel desse in suo nome. Nel 142 3 ce-
monastero della Madonna del Po- lebrò Martino V YAnno santo quin-
polo, donde a'3o dello stesso mese to [Vedi): che realmente lo cele-
si trasferì in mezzo alle acclama- brasse, lo prova anche il Zaccaria,
zioni del festeggiante popolo al Storia II, p. 9<
letter. t. e seg.
Vaticano, e quivi dimorò sino al Giovanna avendo adottato per
li
i4^7j in cui andò nell'abitazione figlio Alfonso V re d' Aragona, e
di sua famiglia, presso Apo-
ss. poi essendo di lui malcontenta ,
gli
stoli, fabbricandovi di nuovo un sostituìLodovico d'Angiò, che difen-
sontuóso palazzo. Trovò Roma squal- deva il Papa, il quale nel \^i^ ne
lida e desolala, ma per lui risor- approvò l'adozione, e confermò la
se all' suo splendore. Mi-
antico regina ne! possesso dèi regno, che
lìacciatada Braccio, fu il Papa a- g^ià avèa fatto coronare dal cardi-
ìutalo da Giovanna II, al che al- nal Moi'ósini. Nel detto anno proi-
tra volta crasi rM:usala. Lo SR)f- bì ai cardinali di essere prolettori
tOI.. XLII^. 12
178 MAR MAR
di re o principi . Con diligenti tre mesi o dodici gior-
e dieci
premure nel i4^5 si adoperò Mar- ni, compianto da tutto il popolo
lino V per eslingueie lo scisma ne'funcrali. Fu sepolto in un su-
che in Aragona sosteneva demen- perbo sepolcro di bronzo, in mezzo
ta Pili antipapa (Pedi)y e vi alla basilica lalerauense, avanti le
riuscì poi al modo detto in qnel- teste de' ss. Pietro e Paolo , che
TartìcolO) come ancora si adoperò coU'epitalIìo riporta inciso l'Oldoi*
per togliere molti abusi introdotti ni, Addii, ad Ciacconium t. 11,
nella cristianità, massime in Cor- p. 83o. Estinse l'orrendo e lungo
sica. A' 26 marzo 14^5 colla co- scisma, pacificò l'afflilta Italia, re-
stituzione Sedis ApostolicaCy cano- staurò la desolata Roma con edi-
nizzò s. Sebaldo eremila, e beati- fizi, e meritò il titolo di padre
ficò Nicolò vescovo Licopense, Bri- della patria e felicità de' suoi lem-
aiulfo Tescovo Scadense , ed In- piy lasciando la sua memoria in
grida domenicana ; canonizzò an- eterna benedizione, poiché il giu-
cora s. Monica madre di s. Ago- dizio del cieco popolo può fallire,
slino. Siccome Alfonso V pubbli- non così quello de'secoli. Fu Mar-
co un editto pernicioso all' immu- tino V grand'uomo dabbene e di
nità ecclesiastica, il Papa nel i4^6 stato, e desideralo dopo morto
citò il re a presentarsi in Roma anco da quelli che vivente l'odia-
dentro Io spazio di 121 giorni a rono. Era egli dolalo di grande
renderne conto, e nel medesimo an- erudizione , affabilità ,
prudenza,
no die ai monaci girolamini il consiglio, e di ottimi costumi: la
monastero e chiesa de'ss. Bonifacio bontà di lui non fu meno che la
ed Alessio. Nel 14^7 Martino V giustizia. Nel promuovere i sogget-
prese energiche misure contro il ti ai benefizi ecclesiastici era se-
Portogallo, in cui del pari era vero indagatore del merito . Nalaie
gravemente lesa V immunità delle Alessandro afferma , che fu diffi-
I
i8o MAR MaR
questo procedere, si ridusse infiire crilcgo, in breve funestamente ief^
a cliiamar contro di lui Solima' minarono di vivere, o sul patibolo
no II) qillil macchinatore della mor- come narra il Cardella, che osser-
te del figlio e confederato dell'Au- va essersi unghcri
gli ribellati a
stria. Per la tardanza dell' aiuto Ferdinando. Pervenuta in Roma la
tindiesco, polè Martinusio riconci- notizia di sì violenta morte, il Pa-
liarsi colla regina, e sbaragliare in pa pati gravissimo rammarico; ne
Tari conflitti i turchi. Disgustato di die parte in concistoro ai cardina-
nuovo colla regina, temendo non li, e fece citare l' arciduca a giu-
poter resistere ai turchi, ricorse al- stificarsi, e che poi scomunicò. Fin-
l'aiuto deir arciduca, che aspirò ad che visse Martinusio, l' eresia non
impadronirsi anche della Transil Va- potè penetrare in Ungheria. La
nia. La regina nel i55i dovè ce- sua vita fu scritta da Giovanni
dere quello stalo e ritirarsi nel ca- Marnavizio; in Parigi ne fu stam-
stello di Oppien nella Slesia. L'ar- pala la storia nel i'/t5 in france-
ciduca itominò subito il prelato ar- se, da Antonio Bechet canonico di
civescovo di Slrigonia, e pregò Giu- Uzes, col titolo di Storia del mi'
lio III a crearla cardinale, come nìstevo del cardinal Giorgio Marti-
fece ai 12 ottobre i55i , e per nusio.
maggior distinzione gli trasmise il MARTIRE, Martyr. Quegli ch'è
cappello cardinalizio, con facoltà di od è slato martirizzato. Il nome di
usare le vesti rosse, interdette ai martire è un nome greco, che si-
monaci. Pel comando delle truppe, gnifica propriamente testimonio j e
che pretendeva il cardinale, contro si dà per eccellenza a tutti quelli
Castaldi generale dell' esercito au- che soffrono la morte per fare te-
striaco, questi risolvette di ucciderlo, stimonianza delle verità evangeliche.
ricolmandolo di calunnie presso Fer- Si distinguono i martiri in designa-
dinando, fino a far credere che ti, inconsumati o coronati, ed in
avesse intelligenza col turco, per cui verificati. I martiri designati sono
strappò da lui l'ordine di prende- quelli che furono condannati a mor-'
re misure di sicurezza. Laonde nel te, ma la di cui sentenza non fu
dicembre i55i Winlz diversi
in eseguita. I martiri consumati o co-
sicari l'assassinarono in un luogo di ronati sono quelli che spirarono fra
delizie, nell'età di settanl'anni, do- i tormenti, o poco dopo per la
po due mesi di cardinalato, restan- violenza de' tormenti sofferti. Di-
do il cadavere insepolto per venti coosi martiri verificati quelli che la
giorni, e solo nel marzo ebbe se- Chiesa, dopo un esame canonico,
poltura nella chiesa di s. Michele propone alla venerazione de' fedeh.
d'Albareale. Il Berc^stel dice in Fu pure un tempo dato il nome
"vece,che fu trasportato a Wisem- di martiri a'confessori che avevano
bourg con grande onore, e sepolto soCferto l'esilio, o qualche supplizio
a lato del famoso Unniade, rlove per Gesù Cristo, benché non vi
alla sua memoria fu eretto un son- avessero perduta la vita, e ciò^ im-
tuoso mausoleo; e che tra le carte propriamente, giacche non si pos-
non fu trovata cosa che pregi udi- sono veramente dir martiri se non
Ciisse alla sua fedeltà e probità. In quelli, i quali muoiono effettiva-
seguilo i complici del misfatto su- mente nei tormcnli^ o in i>eguito
MAR MAR i8i
per la violenza dei tormenti stessi, morie per annor della fede; che
o che per lo meno ne sarebbero soflrapazientemente la morte per
morti, se Dio non li avesse preser- una causa divina, non per alcun
vati dalla morte per un miracolo umano motivo, come sarebbe quel-
delia sua onnipotenza. Confes- /^. lo di render celebre il proprio
soRE DELLA FEDE. Quanto alle cause nome. Non sono martiri quelli
che fanno il martire, non è la pe- che affrettano il termine della
na soltanto, ma ancora la causa loro vita a forza di penitenze; né
per la quale si soffie; e queste quelli che prevengono i tiranni,
cause che fanno il martire riguar- dandosi da sé stessi la morte, a
dano o la persona stessa del mar- meno ch'essi non lo facciano per
tire, o quella del tiranno. Non vi divina ispirazione; né quelli che
ha che una causa che faccia il muoiono servendo ammalati con-
martire, e che riguardi la persona tagiosi, tranne il caso in cui sia-
slessa del martire, cioè la fede delle no condannati a quel servizio
stati
cose che bisogna credere o fare, dai persecutori in odio della fede.
Perchè un uomo sia ritenuto mar- Se il martire è catecumeno egli à
tireè quindi necessario ch'egli dia tenuto a ricevere il battesimo d'ac-
la sua vita , o per qualche verità qua se lo può ; se é battezzato e
speculativa della religione cristia- colpevole di alcun peccato deve
pa, come sono gli articoli di fé- confessarsi, se vi è un confessore;
de , o per qualche verità pra- deve pure ricevere la s. Eucaristia,
tica, come sono gli atti delle vir- perchè il martirio non esenta da
tu cristiane.
Dal che proviene che questi obblighi in articolo di mor-
non sarebbe martire colui che mo- te. La viriti invincibile de'martiri
risse o per un' opinione pia, ma dimostra la verità della religione
non defìnita dalla Chiesa, o per cattolica. I cristiani furono somma-
un'opinione falsa che fosse creduta mente solleciti e con- di visitarli
vera per un'invincibile ignoranza, ove ricevevano
forlarli nelle prigioni
p per una verità conosciuta per l'Eucaristia. Furono i martiri gran-
mezzo dei lumi della ragione, a demente pietosi verso i caduti, che
meno che essa non fosse relativa raccouìandavano a' vescovi con quel-
e preliminare alla fede, come Tesi- le lettere di cui parlammo nel
stenza di un Dio, il che forma un voi. XXXVIII, i33 del Dizio- p.
dubbio fra i teologi, o per una uario. Prima di consumare il mar-
verità conosciuta per mezzo di una tirio solevano immediatamente pre-
rivelazione particolare. Non vi ha mettere l'orazione: dovendo essere
parimente che una causa che fac- decollati , ricevevano genuflessi il
atleti. Tutti quelli che furono te- 1 vescovi usarono grandissima cau-
stimoni di veduta della virtù dei tela nel registrare nelle sacre tavo-
martiri o fossero gentili o eretici,
, le i martiri, anche in lempo delle
confessarono che la virtù de'mar- persecuzioni; ed Papa s. Antero il
tiri era evidentemente soprannatu- patì il martirio nel 288 per ricer-
rale. F. Martirio. care con diligenza e riporre negli
Gloriose primizie de' martiri del- archivi delle chiese gli atti de'mar-
la Chiesa furono i ss. Innocenli tiri, fedelmente dai notari,
raccolti
(Vedi), nella quale, disse s. Ago- cui il s. Fabiano aggiun-
Pontefice
stino, spuntarono a guisa dì sole se sette suddiaconi perchè gli as-
nel inverno dell' infedeltà,
rigido sistessero in opera così pia ed im-
e furono prima del tempo della bri- portante, e agli uni e agli altri
na della persecuzione, come gemme aggiunse pure sette diaconi, acciò
allor nascenti, colti e involati, e per- invigilassero a tale uflìzio, perchè
ciò chiamati primi fiori de martiri. gli atti fossero scritti in disteso, e
Verso ia fine poi dell'anno in cui non già con abbreviature. Della
fu crocefisso Gesù Cristo re dei moltitudine de'martiri che partico-
martiri e fondatore della Chiesa, pel larmente fiorirono ne'primi quattro
primo soffi glorioso martirio in
1 secoli delia Chiesa, si può vedere
Gerusalemme il diacono s. Stefa- il Zaccaria j Storia lett, t. II, pag.
no, perciò chiamato protomartire. 4i I , e r articolo Persecuzioni ,
Nell'anno 69, nella prima delle die- non che Martiri, quello de' ss.
dissero che il numero n' era infi- soleva frettolosamente segnarne sol-
nito. Osservano i critici, che non tanto il numero, senza notarne i
bisogna immaginarsi che tutti quel- nomi; quindi affinchè per questa
li i quali si seppellivano nelle ca- mancanza di nome le loro reli-
tacombe fossero martiri, perocché quie non rimanessero inonorate e
le catacombe erano il cimiterio di prive del debito culto, come notò
tutti i cristiani, come hanno pro- il p. Mabilloo, De cidtu sanclorunt
vato Onofrio Panvinio, lib. de Coe- ignolorum, num. 211, s'introdusse
meieriiSf cri; Scacco, De notis et l'uso di battezzare questi corpi a-
si'gnis sancii tatìs, sec.
9 (di che iionimi, con nomi appellativi, che
parleremo all' articolo Martirio ); loro potessero conveniie, e che ve-
Benedetto XIV, Z>e canoniz. t. IV, nissero ad esprimere la loro virtù,
par. II, e. 26, n. 6, e come Io mo- i tormenti da loro sofferti, ed i
i corpi di alcuni martiri con meda- tiri dell'Africa, che patirono al tem-
lor rosso,essendo prima sepolti coi mili, come dichiara 29, il Boldelti e.
lini bianchi aspersi del loro san- e perciò sogliono volgarmente chia-
gue. marsi santi battezzali , dicendosi
Il più delle volle, nelle angii- di nome proprio quelli che risul-
1 84 MAR MAR
ftnno dalle Kipidi ed iscrizioni che riconobbe per martiri (juclli che
«i trovano presso le loro ossa. Lo si presentavano spontaneamente da
Cliiesa lascia ai vescovi clic auten- loro stessi ai tiranni ; pure non
tichino i corpi e le reliquie de'inar- pochi scontrano ha'vcri martiri,
si
feste de' martiri ne' luoghi ove ri- sione di visitare le loro liminti, q
posavano i loro corpi, i quali fab- soglie, la quale è stata specialmen-
bricandovisi delle abitazioni, a po- te consagrala per le tombe de' ss.
martirio natale^ per essere con es- chiama Confessione {Fedi). Abbia-
so rinati a vita immortale ed eter- mo da Eusebio^, che l' imperatore
na. Trattandosi de'santi, il termi- Costantino e sua madre Elena,
ne di natale il più delle volte si- con somma magnificenza e di-
gnifica ilgiorno nel quale moren- spendio eressero in Gerusalemme
do in terra rinacquero in cielo, uno splendido tempio chiamato Mar-
ma venne pure usato per indica- tyrion, perchè consagi*ato a mag-
re solennità Benedetto XIV, De .
gior gloria del capo de' martiri
fanoniz., insegua che la Chiesa non Gesù Cristo, essendosi poi questa
.
ne' santi uomini, celebri per le il- ebbero culto, si trovano gli ana-
lustried eroiche azioni, la somi- coreti, poiché furono reputati a
glianza ed il merito de' martiri. guisa di martiri, come apparisce
Così intendevano perchè fu attri- dal prologo della vita di s. Paco-
buito a s. Martino vescovo di Tours, mio. Il Nazianzeno chiama marti-
che dopo i martiri prima degli al- re s. Basilio; il Crisostomo, Eu-
tri ha ottenuto l'officio proprio ne- stazio Antiocheno. Il titolo di con-
gli antichi libri ecclesiastici. Soleu- fessore prima significava un vero
nizzavasi la festa di questo santo martire di sangue, e poi fu adat-
confessore ancor con l'ottava ; e vi tato ai martiri di volontà, e a co-
e chi sostiene essere stato questo il loro che osservarono e difesero la
primo de' santi confessori, almeno legge evangelica. Parecchi dotti
in occidente, a di cui onore sieno hanno osservato, che nel VII, VII!
slate erette chiese ed altari, che e IX secolo, si è sovente attribui-
prima non ergevansi che in ono- to il titolo di martire, non solo a
re e sopra le ossa de'martiri, co- chi era ucciso per la fede, ma e-
me dimostra il p. Anselmo Costa- ziandio a chi era sacrificato ingiu-
doni, nella Dissertazione sull'ori- stamente e senza causa dai proprii
gine della jcstevolc ricreazione nel- nemici . Per rilevare la fiducia
la giornata degli i i novembre^ det- de' primi fedeli all' intercessione dei
ta di s. Martino, nel t. XXI de- martiri, sì può leggere s. Agostino
gli opuscoli del p. Calogerà. Il p. nel 84 in Joan.; e nel
tratt. ser-
Cosladoni adottò le riflessioni fatte mone ^V\,de verhis Apostoli ^ so^-
dal p. Trombelli, De cullu san- giunge: Infuria est enim prò mar-
ctorum t. Il, dis. VI, e. 4, "el 1 tyre orare, cujus debemus orationi-
quale ha recato le ragioni perchè bus cominendari. Perciò nelle loro
i86 MAR MAR
feste, preventivamente alla messa, vesserò lasciato eredi, ricadessero
leggevansi gli atti del loro marti- alle chiese. Pel celebre decreto di
rio; giacché le lezioni delle sacre s. Gelasio I Papa 49^» piesso
del
scrilUirc Facevausi nel decorso del- Graziano, dist. i5, cap. Sancia ro-
lo stesso divin sacrifizio, prima di mana ecclesia, 3, pare che in Ro-
licenziare i catecumeni. Vedi Co- ma comechè si ricevessero gli at-
in une de^ mar tirij nel Diz. lilurg. ti de* santi martiri, ad ogni modo
tii Diclich. ne fosse vietata la lezione nelle
Nella persecuzione della Chiesa, pubbliche adunanze; ma siccome
cominciata circa il 3o2 da Dio- spiega il Mabillon, Disquisit. de
cleziano, la più fiera di tutte le cursu Gallicano § i, questo va
altre, e che durò per dieci anni, inteso per la sola chiesa Lateranen-
si contarono in un sol mese circa se, e per gli atti di que' martiri,
diecisellemila martiri. Dodwel scrit- gli autori erano ignoti,
de' quali
tore protestante pretese di mostra- essendosi prudentemente or-
così
re non esservi stalo che un pic- dinato per non dar luogo ad al-
colo numero di martiri; nella qua- cuni alti di martiri finti dagli ere-
le opinione solidamente con-
egli fu tici. Questi e gli scismatici pre-
futalo da Ruinarl, il quale ha di- tendono di vantare un gran nu-
mostrato nella celebre sua opera, mero di martìri, ma inutilmente,
che il catalogo de' martiri non era giacché è impossibile eh' essi gioi-
stalo aumentato ;
perchè quantun- scano di questo privilegio, sia che
que il tempo e la malizia de' per- muoiano per sostenere loro erro- i
composti dagli stessi marti li, quan- die li tormentavano, furono pub-
do n'ebbero l'opportunità, e nei blicati dal dotto e pio benedetti-
quali essi descrivevano tiittociò che no Teodorico Ruinart, e tradot-
p.
avevano sofferto per la fede uni- ti in italiano da Francesco Maria
tamente ai compagni delle loro pe- Luchini, Roma 1777, ed in ca-
ne. La terza classe contiene gli stigliano, Madrid 18445 accresciuti
alti che i cristiani presenti alle u- di molti altri santi martiri spa-
dienze scrivevano nel tempo stesso gnuoli, ed illustrati con la tradu-
in cui i cancellieri o testimoni i zione del Libro de tormenti de' ss.,
ci, inni ed altre opere, sia che sempre i fedeli di essere aiutati dal-
fosse pervenuta a loro cognizione la intercessione di que'santi, pressa
per il canale delle tradizioni j o per i quali si erano latti lutuulare ; a p.
88 MAR MAR
a83 poi rileva la permissione di sep- tiri non fecero dubitare del loro
pellirsi entro le chiese, negli atri, martirio. Fu pure segno dei mar-
ne* portici e nelle adiacenze. Nel tiri anche la Palma (Fedi), seb-
608 a'iS agosto s. Bonifacio IV bene talvolta tali segni furono co-
consacrò alla Beata Vergine e a muni ai semplici cristiani, come
tutti i santi martiri il famoso si dirà parlando de* loro sepolcri.
Pantheon, che prese quindi il nome Nella basilica vaticana, come di-
di Chiesa, di s. Maria ad Marty- cemmo a Chiesa di s. Pietro in
res (P'edi), ed ivi quel Papa ri- f^alicano, si venera
la coltre con
cato il fuoco, e che durante il lo- ro fede, risposero che non poteva-
ro supplizio fossero costretti a sta- no offerir sagrifìcio ad idoli, fran-
re diritti per mezzo di un palo camente dimostrando la vanità di
appuntato, confìtto a ciascuno di essi. Il giudice non potendo nega-
loro sotto il mento. Tacito aggiun- re, né confutare fatti allegati, non
i
ge che i giardini dell' imperatore seguì più che gli stimoli del suo
ic)o MAH MAR
fulgore, etl egualmente
il popolo che duranti le persecuzioni di Tfd'
trasportato ila rabbia, avrebbe fat- ciò, (}i Gallo e di Valeriano erano
to in per.zi fpie'confcssori, se ho» stali coslretli a nascondersi, e non
fosse slato ritenuto. Eculei, unghie aveano potuto offrire santi misteri i
non morirono che dopo una secon- gine di ferro; e dopo ciò furono
da prova. Al trionfo di tutti questi cacciali in prigione carichi di ca-
martiri, Prudenzio aggiunge quello tene. Finalmente immaginò un ge-
d' una vergine chiamata Encralide nere di supplizio lento e tormen-
( Fedi). Nell'anno iSSq si scoper- toso : essendo la stagione assai ri-
sero a Saragozza le reliquie di tulli gida, ordinò che fossero esposti nu-
questi santi martiri, i quali sono di tutta una notte sopra uno sta-
menzionati nel martirologio roma- gno agghiacciato, e per tentarli fece
no a' 1 6. d'apri le. preparare ivi appresso un bagno
Marlin del Ponto. Parecchi cri* caldo, per quelli che si risolvessero
stiani riportarono nel Ponto, sotto di sagrifìcare. Uno di essi si lasciò
martiri sono nominati nel martiro* molte sortite, nelle quaU prendeva^
logio romano il giorno 6 d'aprile. no parecchi cristiani, menava ni i se-
rnente fino alla morte. Xogun, sue- ller le notizie di quelli della Cina
ceduto nel 1616 a Cubosama suo o China (Vedi), e di parecchi ze-
padre, lo superò di gran lunga in tanti e distinti missionari ch'ivi
crudeltà, non essendovi specie di travagliarono per propagare la fe-
morì nel 161 7, dopo avere co- tolo di mandarini, i coltivatori del •
focazioni nelle acque del mare, dei rare nelle pitture antiche e nei
laghi, de' fiumi e de' pozzi ; la cro- bassirilievi reggono
vari santi, che
cefìssione, la lapidazione, lo stran- la propria testa nelle loro mani.
talli nelle miniere o alla costruzio- nello stesso modo con cui sono
ne delle fabbriche; la terebrazione dipinti intorno alle mura della
o perforazione delle tempie con i chiesa di s. Stefano rotondo al
chiodi; la chiusura entro l'arche Celio. Su di che può vedersi la
ne, pei servi e pei plebei, fra i qua- svegliamento della Mg agli occhi
li erano per lo più tenuti i cri- e alia venerazione de'fedeli in detta
stiani fino dai tempi di Nerone, che chiesa. Dei segni del martirio ne
li condannò, in usuni nocturni lu- parlammo in vari luoghi; del mo-
minisi ad ardere come altrettante nogramma di Cristo (Fedi) , a
fiaccole per le strade ; la saettazioue quell'articolo ed a Monogramma ;
te; la sospensione pei capelli, con colomba come presagio del mar-
le mani e i piedi traforati, e con tirio, l'iscrizione o lapide sepolcra-
le pietre le più pesanti attaccate le con individuali particolarità, e
ad essi ; la recisione della lingua, certissimo il vaso di sangue che
,
tari. Inoltre noteremo , che non servarsi, per tacer di altri, in quel-
tutte le chiese sono state concordi li di Beda e di Adone. Poiché
a ricordare nei loro martirologi non si debbono confondere calen- i
l'uso de' sacri dittici sieno deiivati guardavano un solo luogo, ma tut-
nella Chiesa i Calendari (f^edi), e ta la Chiesa in generale, e conte-
tutti gli altri martirologi ecclesia- nevano per dir così i martiri e i
uscì alla luce: Martirologio roma- sacra pag. i35, dice che Marti-
no dato in luce per ordine di ropoli o città di Marte fu rino-
Gregorio XIII, e riconosciuto col- mata per un celebre tempio sa-
V autorità di Urbano Vili, Cle- cro a quel falso nume. La di lei
mente Xe Benedetto XIV, aggiun- fortezza fu mirabile a segno che
ti inomi de* santi e beati piìi qual termine dell' impero romano
recenti. Un' edizione perfetta e potè validamente opporsi alle inva-
completa del martirologio romano sioni de' confinanti parti e persi.
gio cbe n'era vescovo a tempo di cappellani istituiti dal cardinal Pier-
Filippico Bardane imperatore, che benedetti. La sede vescovile fu e-
scrisse in favore del concilio di Cal- retta nel VII secolo, e primo ve-
cedonia ai monaci giacobiti di s. scovo ne fu Reparato, che assistet-
Matteo; Basilio che assistette al con- te al concilio Lateranense del 649;
cilio pel ristabilimento di Fozio; e il secondo fu Opportuno, interve-
Mandiano già vescovo di Marda. nuto al concilio romano del 721 ; il
Oriens christ. t. II, p. 99B. I ve- terzo Donino che sottoscrisse al con-
scovi nestoriani di Martiropoli so- cilio del 761 tenuto da s. Paolo 1;
no: Jaballaba, innalzato poi alla di- Teodosio fu al concilio romano del-
gnità di cattolico Michele vescovo ; l'826, Teodoro a quello dell' 853,
ancora d'Amida; Giovanni, e Jesu FJorio a quelli dell' 869 e 879,
Dei»ha. Oricns christ t. II, p. i32i. de' quali nomineremo i successo-
I vescovi giacobiti di Martiropoli ri più distinti. Ridolfo del 1090
sono Atanasio I, poi patriarca nel
: edificò la chiesa de' ss. Clerico e
io5r; Atanasio li del ii^i, cui Luca abbati ; Michele del i r70; Fi-
successe nel 1169 Ignazio I, morto lippo di antica e chiara famiglia
nel in tale anno divenne
1182; de Malera di Cosenza, colto nelle
vescovo Ignazio II Giacomo Seve- ; scienze ecclesiastiche, gli successe nel
ro, autore di molli scritti, morì nel 122 ; Tommaso eletto nel i252
1
nel silo detto Diano edificò un no- tropolitano di Maru nel 52o; Teo-
bile luogo per amena villeggiatura doro del 540; Davide II del 55o;
de' vescovi, presso la chiesa parroc- Elia considerato come santo , assi-
2o8 MAR MAR
stette al cattolico Jesuiab III ; Giu- di martiri che depositò nella sua
seppe del 778, rinunziò al distia-
I chiesa, per cui la città prese il no-
iiesitno e fuggì presso i saraceni ; me di Martiropoli. Egli morì in-
Giovanni ordinato nell' 860 ; Giu- nanzi la metà del quinto secolo, e
seppe 11 assistette all'elezione del fu sepolto nella sua chiesa. Il suo
cattolico Giovanni IV dei 900; corpo fu trasportato in Egitto du-
Ebedjesu; Giorgio Alsnkani, e gli ranti le incursioni degli arabi e
altri registrati nell' Oriens chiist. de'persiani, e si conserva nel mo-
t. II, p. 1261. nastero della Madonna, nel deserto
MARUTA (s.), vescovo di Ta- di Sceti, abitatoda monaci siri. 1
grita o Martiropoli nella Mesopota- cofti di Egitto onorano s. Maruta
mia, uno de' piti illustri dottori del- a' 19 febbraio; i siri ed i melchiti
la chiesa siriaca. Compose gli atti a' 6 dello stesso mese ; i greci e i
de* martiri che soffersero nella per- latini a' 4 dicembre. L'opera prin-
secuzione di Sapore dall' anno 34o cipale di questo padre è una litur-
al 38o ; parte della quale ope- gia siro-caldaica, la quale è ancora
ra ritrovò e pubblicò l' Assemani. usata in certi dì dai maroniti. Nel-
Compose eziandio degl'inni in ono- la biblioteca vaticana conservasi un
re de' martiri, e sopra parecchi al- mss. in siriaco d' un suo commen-
tri argomenti, che vennero inseriti tario sopra il vangelo di s. Matteo.
con quelli di s. Efrem nell'officio Ebedjesus fa menzione di un' isto-
caldaico. Raccolse le reliquie di ria del concilio di Nicea, i cui ca-
molti martiri della Persia, e le di- noni erano stati recali in siriaco
stribuì nell'impero romano. Nel 4' i da s. Maruta.
fece un viaggio a Costantinopoli per MAUZATO Anselmo, Cardina-
indurre l' imperatore Arcadio a rac- le. Anselmo Marzato di Sorren-
comandare i cristiani ad Isdegerdo to, ma nato in Monopoli in occa-
re di Persia : nulla avendo potu- sione che suo padre era governato-
to concludere, vi ritornò l'anno ap- re di quella città, in cui accasatosi
presso. Teodosio il Giovane, suc- vi avea fissato il soggiorno. Dotato
cessore di Arcadio , onorò il santo di eccellenti non meno
prerogative,
vescovo della sua confidenza , e lo d'animo che di corpo, disprezzale
mandò due volte in uffizio di am- onorevoli nozze , alle quali veniva
basciatore nella Persia, per istabili- invitato da una donzella di sua pa-
re una solida pace fra due impe- i tria ricca e nobile, determinò di
ri. Isdegerdo fece grande stima di consagrarsi a Dio nella religione
s. Maruta, massime dopo essere sta- de' cappuccini, e datosi all' esercizio
lo guarito per le sue orazioni da della predicazione, per la quale non
una malattia, ed aver scoperto l'im- mancavagli alcuna di quelle doti e
posture de'magi; laonde lo autoriz- qualità, che conducono a formare
zò a fondar delle chiese. S. Maruta un perfetto oratore, vi riuscì famo-
tenne due sinodi a Ctesifone nel : so ed eccellente. Dopo aver predi-
secondo, tenuto l'anno 4'4> ^^ ^^^' cato ne' principali pulpiti d' Itaha
dannato l'arianesimo, e si fecero e delle Gallie, fu deputato a pre-
delle savie regole per la disciplina. dicare avanti al Papa ed ai cardi-
Ritornò aHa sua sede assai attem- nali, con loro infinita soddisfazione,
pato, portando seco molte reliquie onde Clemente VIII soleva chia-
IVI A U M A Pi xogf
Iti urlo Paolo redivivo e tromba ce- si di carditialato. Trasferito a Ro-
leste. Nel viaggio che fece il Pon- ma, ebbe sepoltura nella chiesa del
tefice a Fcrraia, Anselmo lo seguì, suo titolo, senza alcuna memoria.
ma a tenore della tegola di Fran-
s. Ne fanno elogio il Baltaglini, con
i
cesco sempre a piedi. Avanzato al- tinuatori del Ciacconio, ed altri. In-
'
le prime cariche di sua religione, tervenne ai cotìclavi di Leone XI
ti2ologo del s. ofTizio e del cardinal e di Paolo V.
Aldobrandino legalo a latere di MARZIALE (s.), vescovo di Li-
Francia, e poi eletto nel i59g moges. Fu utio di que'celebri mis-
procuratore generale dell'ordine, in- sionari, a detta di s. Gregorio di
di Clemente Vili a' 9 giugno i6o4 Tours, i quali essendo stali mau-
lo creò cardinale prete di s. Pie- dati da Roma con s. Dionigi di
Ilo in Montorio, e venne denomi- Parigi circa la metà del terzo se-
tialo il cardinal di Monopoli. Al- colo, predicarono il vangelo nelle
lo splendore della dignità seppe Gallie. Egli fermò la sua sede a
unire rumiltà e la modestia de' cap- Limoges, e ne fu il primo vescovo.
puccini, di cui non lasciò mai l'abito Le sue fatiche apostoliche operaro-
e ne osservò esattamente l'istituto, no la conversione di gran numero
alzandosi a mezza notte per salmeg- d' idolatri. La sua tomba fu illu-
giare, adempiendo i digiuni pre- strala da molti prodigi; e molli ne
scritti dalla regola, e ne' venerdì furon fatti eziandio in Virtù delle
e sabbati si pasceva di pane ed sue reliquie. Leggesi il suo nome
acqua. L* Aniidenio con calunnia Begli antichi martirologi il giorno
lo disse crapulone, mentre era par- 3o di giugno. V. Limoges.
chissimo nel cibo, come lo celebra- MARZIALE (s. ), martire. V.
rono diversi storici. Generoso coi Fàusto, Gennaro e Marziale (ss.).
Alvergna verso l' anno 44^, diede Sede, che avea diritto su quel du-
a conoscere fin dalla sua giovinezza cato. Scrisse le vite di alcuni Popi,
grandissimo zelo pel servigio di Dio, o a meglio dire fece delle aggiunte
e per gli esercizi della penitenza. alla cronaca creduta del Pontefice
In età di circa cent'anni si ritirò s. Damaso I, secondo il Ciacconio
sopra una montagna poco lungc da e rOudiu. Queste vite sono ripor-
Clermont, ove si unirono a lui al- tate dal Muratori nel t. Ili, Script,
quanti discepoli, i quali viveano co- rer. Italie, par. I, p. 3 04 e seg.
m'esso delle limosi ne de' fedeli. Au- IlMansi però ha dimostrato che
mentatasi la comunità, edificò un Pandolfo scrittore delle vite de'Pa-
monastero più regolare, in cui vis- pì è diverso dal cardinale, e il
con tre differenti nomi, i quali [>erò tanta naturalezza che i finti dai
in appresso furono adoperati in- veri non si distinguevano. In una
differentemente per indicare qua- di queste mascherate, certo Mater-
lunque sorte di maschere. Le più no mascherato da alabardiere tentò
comuni e naturali chiamavansi prò- di uccidere Comodo, per impadro-
sopopeìe; meno comuni erano quel- nirsi dell' impero. Si faceva uso
le degli altri due generi, dette mor- altresì delle maschere ne' trionfi
molycheia e gorgoneia: le prime nelle pompe pubbliche, talvolta nei
servivano a figurar le ombie o le banchetti e fors' anche ne'funerali,
anime de' morti, e avevano sempre giacché, come si avvertì, i suonatori
qualche cosa di spaventevole; le di flauti edi tromhelte sonavano ma-
altre erano fatte anch' esse per i- scherati. Era eziandio uso antico dei
spirare terrore, e non rappresentava- pagani mascherarsi il piimodi genna-
no che figure spaventevoli, come le io, e prendere la figura di certi ani-
Gorgoni, le Furie e cose simili. mali, come di vacca, di cervo, ec.
Altra maschere furono
specie di S. Massimo vescovo di Torino, nel
quelle inventate da Ermone, dette sermone ch'egli lece nel primo del-
hermoneìa, e di due sorte , cioè l' anno 4^9 circa, sgridò assai co-
calve sul davanti con barba ben loro che secoiìdo la superstizione
fornita,con sguardo aspro e corruc- de' gentili si tramutavano in cose
ciato, e semplicemente colla testa oltremodo sconce e contraffatte
rasa e la barba foltissima. Fra le perchè gli uomini non solo si tras-
maschere comiche alcune avevano formavano in donne, ma in di-
doppio il viso, forse perchè TaUore verse maniere d' aiumali, aiwi dì
MAS MAS 2i3
mostri. TI concilio di Atixerre del tanto per la santità dello slato chle-
585 probi ai cristiani d' imitare ricale, quanto per gli statuti dei
tale cos5tume; ed un antico canone sinodi, che proibiscono siffatto abu-
penitenziale romano impone tre so sotto pena di scomunica incorsa
anni di penitenza a chi avesse da- pel solo fatto, e per la testimonian-
to questo scandalo, su di che può za de' casisti anche i più. rilasciati,
vedersi le noie del p. Menard sul come Diana, Bonacina e Sanchez.
Sa grame ntario di s. Gregorio 1, Del paganesimo resta una delle
p. 252. traccie nelle ferie carnevalesche;
La legge di Mosc proibiva alle e quanto al tempo, siccome i ro-
donne vestirsi da uomo, ed agli mani antichi si mascheravano al-
uomini prendere gli abili da don- l' primavera, quasi
incominciar di
na, perchè quest'era un'abbomìna- presso a quel tempo ora incomin-
zione innanzi a Dio, come si legge cia il carnevale in Roma della :
legge proibì ai giudei una delle stiani che nel primo di gennaio
superstizioni dell'idolatria. Gli stes- con maschere prendevano la forma
si autori profani rimarcano che degli Dei de' gentili), e fra'greci s.
queste sorte di maschere aveano Gio. Crisostomo, riprovarono nei
sempre per iscopo il più materiale cristiani l'abuso di mascherarsi, ed
libertinaggio. pur troppo che
Si sa altrettanto fece s. Carlo Borromeo,
presso noi, come altrove, quei che Jet. eccl. Mediol. p. 7, e. 7. Tut-
si mascherano per trovarsi nelle ta volta in progresso di tempo le
notturne radunianze, lo fanno per maschere si sono straordinariamen-
godere sotto la maschera quella li- te aumentate, moltiplicate e modi-
bertà, che non avrebbero co^iaggio ficale in varie forme ne'tempi mo-
di prendersi a faccia scoperta. Di- derni, massime dopo l'introduzione
cono moralisti
i che l' uso delle de^Daili in maschera, antichissinù
maschere diviene illecito in molte però in Francia in-
Italia, ed in
circostanze, come nei divertimenti trodotti sotto Luigi XIV, nel qual
di carnevale
ed altri simili, essen- tempo sussistevano le maschere dal-
done conseguenza ordinaria il pec- l' introdotte nel
Italia regno di
calo. Quanto agli
ed ecclesiastici Francesco I, cioè le maschere di
ai, religiosi, che si mascherano per velluto nero foderate di pelle, che
allegria e divertimento, è opinione le donne usavano per conservar la
di alcuni moralisti che non si pos- pelle o per una specie di modestia
sano scusare di peccato morlale, per essere meno esposte alla vista
come lo prova solidamente il p. del pubblico, e da esse derivarono
Concina domenicano veneto, in u- in Italia quelle che coprivano sol-
na dissertazione su questo argomen- tanto metà del volto. Di siffatte
la
to stampata in Roma nel 1752, maschere conservatrici della pelle
4i4 MAS MAS
e del coloic ilei viso, di rijxii'O al Sis, di cui fu vescovo Tarasio che
vento ed al ne attribuiscesole, se assistette al concilio di Sis. Oricns
r invenzione
a Poppea moglie di christ. l. I, p. 1437.
Nerone, che inventò pure altri mez- MASCIARTUM. Sede vescovile
zi per conservare la bellezza fem- armena sotto il cattolico di Sis,
minile. Nel possesso preso da Cle- il cui vescovo Vertano intervenne
mente XI nel 1701 , la regina di al concilio
di Sis. Oriens christ,
Polonia Maria Clementina si recò t. I,1437.p.
a vedere la cavalcata nel palazzo MA SCIO Girolamo, Cardinale.
nuovo de' conservatori sotto bal- F, Nicolò IV, Papa.
dacchino, e finché non comparve MASSA di carrara { Mus-
il Papa avea tenuta maschera la sta ). Città con residenza vescovile
di velluto. Delle maschere e delle nel ducato di Modena presso la ri-
mascherate ne parlammo in diversi va sinistra del Frigido, in una a-
articoli del Dizionario ; ed oltre gli mena pianura, capitale del ducato
articoli Befana ed Epifania , si di Massa-Carrara. I due paesi di
possono vedere Giuochi nel voi. Massa e di Carrara sono compresi
XXXI, p. 176, 177, 178 e 187, nella Toscana occidentale, e costi-
ove si disse del carnevale e delle tuirono altre volte due vicarie se-
corse de' cavalli ; Festa nel voi. parate, dipendenti talora da un sol
XXIV, p. 21 3, 223, 224 e 225, governo, tale altra dominate da
in cui si parlò delle bizzarre e cla- padrona parziali sotto titolo diver-
morose feste dei re della fava, del- so ; poiché Massn in origine fu do-
la festa degli asini, e delia festa minata dai marchesi, e perciò de-
dei pazzi ; e principalmente nel voi. nominata Massa del Marchese j
X, a Carnevale^ ove si trattò de'sa- nel i568 fu eretta in principato,
turnali, baccanali, ed altre gozzovi- e nel i663 in ducato. Al contra-
glie e dissolutezze degli antichi ; rio Carrara intorno al mille fu da-
delle feste di Bacco, di Cerere, di gli imperatori concessa e quindi
«Strenia, delle lupercali, di quelle confermata in feudo col suo terri^
de* pazzi e degli asini in cui avea- torio ai vescovi di Lun» ; più tar-
no luogo mascherale bizzarre e li- di fu dominata or dai pisani, or
cenziose ; dell' uso delle maschere dai lucchesi, talvolta dai Visconti
e di quelle che aveano luogo nelle di Milano, finché ceduta ai Cam-
caleode di gennaio, ed altre diver- pofregosi di Genova, fu da questi
se mascherate, non che di quanto eretta in signoria. Acquistata poi
fece la Chiesa nel tollerarle, pro- dai marchesi Cibo o Cybo Maia-
movendo al tempo stesso molti eser- spina di Massa, fu dichiarala ca-
cizi Finalmente nel me-
di pietà. poluogo di marchesato, poi di prin-
desimo volume evvi Carnevale di cipato, finche sotto Francesco IV
BoMA brillantissimo e giocondo
, duca di Modena, Carrara fu con-
spettacolo, come si celebrava anti- teu)plata come un solo
ducato
camente, delle mascherate e corse con quello di Massa, per quanto
di cavalli che hanno luogo oggidì, questa ultima città serva di resi-
e dellij sospensione delle maschere. denza alle primarie autorità go-
MASCHIE VOHUM. Sede vesco- veinalive, giuridiche, politiche, fi-
delle cose politiche, nei trattato di no nei primi secoli dell' impero ro-
Vienna de' 9 giugno
i8i5, il du- mano le cave dei monti di Luni.
cato di Massa e Carrara fu resti- E incerto se i manni lunensi di
tuito, alla sua naturale sovrana Ma- Carrara furono adoperati dagli e-
ria lìealrice, la quale ordinò l' u- liuschi o dai liguri che occuparono
tilibsuno e dispendioso catasto del per lungo tempo il paese fra {Wv-
DìG MAS ci AS
pò e Magra. ScI)bcno gli scrit-
la gli fiorili, i bianco-venali e barr
Ipri del secolo di Angusto non fac- digli venati e macchiati di pao-
cia do parola della scoperta del bian- nazzo.
co ordinario e del marmo turchi- F'ra gli cdifizi e monninenti piìi
ha la conferma che n' suoi tempi le arti eretta da Maria Teresa, cui
inente collegi, e forse con decurio- compone delle dignità del prepo-
ni^ ne danno argomento per cre- sto, del primicerio e dell' arcidia-
derlo il lusso introdotto nella capi- cono, con quattordici canonici, eser-
tale del mondo sino dai tempi di citando il preposto l'incarico di
Mamurra, che volle l'atrio del suo pievano e di vicario foraneo sopra
palazzo adorno di colonne di mar- il clero e popoli della comunità di
ino lunense; e lo attestano le ma- Carrara. Esistono altri edifizi sacri,
gnificenze di Augusto che cangiò e tutti copiosi di marmi, fra i
forastieri le montagne di esso; es- bra certo che l'origine di Cai rara
sendo poi le numerose officine, lic- si debba ritenere contemporanea
clie di lavori di statuaria, e di or- alle suaccennate lavorazioni ; ma la
Pietro Tacca scolare il più valente sia monumento marmoreo, che pos-
di Gio. Bologna e Antonio Guidi ; sa dirsi uscito allora dalle viscere
cognato di Tacca, scultore e inge- dei monti di Carrara. Era il pae-
gnere. Appartengono al secolo XVII se in abbandono, quando gl'impera-
r altra di s. Michele ; oltre a ciò rara fece solenne cessione della pie-
nella diocesi sotto la comunità e ve medesima di s. Andrea, e di
principato di Carrara vi sono altre tutte le sue parrocchie suffraganee,
sette chiese rettoriali. Il clima di giurisdizioni, decime e beni, a f^i-
Carrara e di tutto il territorio ge- vore del priore della chiesa de'ca-
neralmente è temperato , di aria nonici lateranensi di s. Frediano
elastica, pura, e tale che imprime di Lucca. Da quell'epoca in poi
all'individuo un carattere vivace, sino al secolo XVI 11 la pieve di
intraprendente, generoso. Carrara fu considerata qual chiesa
Dall' accrescimento e floridezza nidlius clìocesis, governata dal dello
commerciale de'inarmi lunensi, scm- priore con tutti i diritti abbaziuli.
I
2i8 MAS MAS
^[el Icmpo che i carraresi furono Ciò. Galeazzo Visconti, che accor-
lìi-essochè esentali cUillu potestà spi- dò loro onorevoli condizioni, fra le
rituale de' vescovi di Luni, a poco a quali di non cederla ad altro co-
poco si emancipò ancora dalla loro mune, di nominare per vicari per-
potestà teujporale per costituirsi e sone ghibelline, di abolire le pre-
reggersi a comune : tale già era di stazioni personali , di lasciare al
fatto quando i suoi rappresentanti comune le gabelle sul commercio
ottennero dal loro antico signore de' marmi, e di reggersi coi pro-
il terreno per edificare la borgata pri statuti.
di Avenza per comodo de'carrettie- Nel i4o2 diventò signore di
ri e marinari destinati al trasporto Carrara Gabriele Maria Visconti,
de'marmij ora grosso borgo e ca- figlio del precedente, ma la prese
stello.Nel I202 in un compromes- in consegna e in pegno il capitano
so fra il vescovo di Luni e mar- i Giovanni Colonna, per 26,47^ ^^^'
chesi Malaspina, intervennero co- rini di paghe arretrate: il paese
me garanti i consoli e i militi del saldò il credito , e nel 14^4 '^
che nel 1570 erano fuori della caduto il nuovo appena terminato,
patria 5oo fra scultori e altri per attraversare il fiume Frigido,
lavoranti di marmo. Alberico 11 di marmo donato e trasportato
bisnipote del primo Alberico no- sul luogo dai carraresi, che gratui-
minato, poco dopo salito sul so- tamente lo lavorarono; ma ad og-
glio avito, nel 1663 ottenne dal- getto di procurare alla città mag-
l'imperatore Leopoldo I l'elevazione gior decoro, e provvederla di una
di Carrara in principato. L'ultimo quantità più copiosa di pubbliche
principe di <(uesta dinastia fu Al- i'onli di acqua [«olabile, di che
dcrano che lasciò lo stato a Ma- sono ricchi i colli superiori, negli
ria Teresa sua primogenita, la qua- ultimi anni del suo governo ft;ce
le anche dopo maritala nel 174^ costruire un acquedotto per con-
ad Ercole Rinaldo d'Esle piincipe tlurre una ricca sebbene umile ibn-
,
monti che si alzano .alle sue spalle, convalidò, e ciò perchè sino dal
e le squisite produzioni del suolo, secolo XI avea acquistato diritti di
tutto sembra concorrere a gara per proprietà sul paese il marchese O-
dare a questa città un aspetto pit- berto l conte del palazzo sotto i
torico, una fisonomia incantatrice, due primi Ottoni, stipite dei Pal-
alla vista delle sue deliziose colli- lavicini, degli Estensi, dei Malaspi-
ne, ai di cui piedi scorrono spu- na, e dei marchesi Bianchi di Mas-
manti le limpide acque del Fggi- sa. Dalla famiglia Malaspina, una
do, del mare, e del promontorio delle pili antiche d'Italia, alcuni
ed isole del golfo di Luni, ed ame- fanno discendere la gran conlessa
nissima celebrò questa città il Pe- Matilde. Si divise in più rami, la
altro naturale di Federico II, po- gnoreggiarono Lucca. Nel 399 do- 1
agli 8 dicembre, per volontaria de- 49. Lasciò due figli, Giulio e Al-
dizione de* massesi; onde il mar- berico amato dalla madre, la qua-
chese entrò al governo di Massa, le non permettendo al primogenito
sue ville e distretto nel i44^- di regnare^ per congiure fu deca-
Dopo lamorte del marchese An- pitato d'ordine di Carlo V nel r54B
tonio, nel i44^ successe il marche- in Milano rimproverando gì' isto-
,
quindi nel iSSg l' imperatore Fer- berico III, che ottenne l' investitura
dinando I accordò al marchese e dall' imperatore Carlo VI , e morì
successori il privilegio della zeccn, nella villa di Agnano presso Pisit
mentre Massimiliano li con diplo- nel 715, senza successione e dispo-
I
tio, t. HI, p. i56, che avea dato partìhus diGena, e poi in quella
ad esaminare la richiesta a uomini de'23 giugno i834 preconizzò l'o-
prudenli. Ma circostanze impreviste dierno vescovo monsignor France-
VOL. XLIU. i5
aa6 MAS MAS
SCO Strani ili Dibiana diocesi dì Reg- della Beata Vergine, aveva il capì-
gio, della (jiial calledrale fu arci- tolo composto delle dignità dell'ar-
prele, vicario generale e capitolare. cidiacono, del priniirerio e del canto-
La cattedrale di Massa è un ottimo re, di dodici canonici e di
due ebdo-
edifìcio con battisterio, sacro a Dio, madari essendone principal patro-
,
tedrale. Nella città non vi sono al* o Magnesio domenicano, che lunga-
tre chiese parrocchiali , bensì nei mente governò la chiesa, indi tras-
suburbi; avvi due conventi di religio- lato a Trani nel i34*^ da Clemen-
si, un monastero di monache, quattro te VI, il quale gli sostituì l'altro
confraternite , ospedale , seminario ,
domenicano fr. Paolo Zucca ri fio-
ed altri pii stabilimenti. Il collegio rentino, dotto e rispettabile. Euge-
de'gesuiti fu aperto nel i844' ^g"* nio IV nel 1434 f'sce vescovo Ba-
nuovo vescovo è tassato ne'libri del- dino, sotto il quale Ferdinando I re
la camera apostolica in fiorini 3oo, di Napoli, essendo Massa diruta, la
corrispondenti alle rendite delia riedificò poco lungi dal suo primo
mensa che sono duemila scudi ro- luogo. Nel vescovato di Pietro Mar-
mani, esenti da qualunque peso. chesi del i52i, gli agostiniani eb-
MASSA LUBRENSE, o MASSA bero la chiesa di s. Maria della
DI SORRENTO. Città vescovile Misericordia; a questo successe Gi-
del regno delle due Sicilie , nella rolamo delia nobile famiglia Bor-
provincia di Napoli, è piccola e si- gia eh' eresse e dotò la cappella
,
cappella, ove volle essere sepolto. sia provincia inferiore del Senese.
Clemente X fece vescovo Francesco Risiede presso la cima meridionale
Maria Neri di Tivoli, che celebrò di un poggio, da tre parti, meno
il 1675, e pose la pri-
sinodo nel che da greco, isolato. Si apre da-
ma pietra al monastero di s. Te- vanti a lei dal lato di ostro libec-
resa. Degnamente occupò il suo cio, spaziosa la vista del mare, men-
luogo nel 1678 Francesco Neri tre dalla parte di greco, il poggio
napoletano, che Innocenzo XI vo- su cui riposa la città si accoda me-
leva creare cardinale se la morte diante avvallamento ad uno sprone
noi rapiva, sostituendogli nel i685 di quelli di Praia, Montieri e Ger-
Gio. Ballista Nepeta propugnatore falco, quali costituiscono il nodo
i
e morì nel 1701. Giacomo Maria rato da Leopoldo II. Vi sono scuo-
de Rossi napoletano gli successe, re- le ed altri stabilimenti di pubbli-
staurò la chiesa dell' Annunziata, e ca istruzione. Meritano menzione le
la mal' aria. il Ma
regnante Leo- introdotto l'uso d'intitolare 3IaS'
poldo II è intento a provvedere a sano o Massese il vescovo di Po-
SI funesti pregiudizi, die recano le pulonia, e nel secolo XI Massa Ma-
maremme massetane, forse appli- rittima era divenuta residenza dei
candovi quanto fece per quelle di suoi vescovi, i quali in vari tempi
Grosseto. L'agricoltura nei contorni ottennero dagli imperatori privilegi
di Massa è in progresso, e pei ten- e onorificenze, qualificandoli signori
tativi fatti per riattivare gli scavi di varie castella e miniere del con-
e l'industrie metallurgiche nel Mas- tado, come anche principi della stes-
setano, è da sperarsi che Massa col sa città di Massa; ed Enrico VI
tempo migliorerà di condizione, tan^ nel iig4 fece restituire a Martino
lo rapporto al clima, e perchè po- vescovo Massano la città di Massa
trà ancora divenire centro di mol- col suo distretto e il castello ,
già
te industrie, e magazzino minera-
il episcopio di Monte Regis, con tutti i
logico della Toscana ; poiché Massa diritti principeschi^ de'quali era slato
per le sue miniere di rame e di poco innanzi spogliato da alcuni mi-
argento ebbe l' epiteto di Metalli- nistri dello stesso imperatore. Il ve-
fera, ed è anche nota pel suo ter- scovo Alberto che gli successe ven-
reno carbonifero, che abbonda nel tisei anni dopo, pei gravi debiti di sua
di quello che Enrico VI avea spe- fratelli e celebri artisti primo ca- :
stria ; ma pure tutto restò paraliz- ne; egli è patrono della città di
zato dall' impedita libertà commer- Massa, e di tutta la diocesi. Fu
ciale, deteriorandosi sempre più la dopo la morte di s. Cerbone che
condizione della maremma senese. i longobardi nella prima invasione
In conseguenza rimasero inefficaci della Toscana litoranea devastaro-
le disposizioni de' principi della fa- no la città di Populonia, e più tar-
miglia Medicea, come restarono di la sede vescovile venne trasferi-
senza risultati le provvidenze dei ta a Massa ,
poiché sotto i longo-
grand uchi Francesco I e Ferdinan- bardi il Populonia re-
territorio di
do 1, acciò venisse Massa popolata; stò talmente guasto, che non solo
ed altrettanto dicasi di Francesco rimase privo del suo vescovo, ma
li, onde il suo figlio Leopoldo I non vi restò neppure un sacerdote,
trovò la città colla sua maremma onde s. Gregorio I scrisse a Bal-
in islato desolante. Egli ne miglio- bino vescovo di Pvoselle affinchè vi
rò grandemente la condizione, co- mandasse qualche prete. Secondo
me si ed il regnante Leo-
disse, r Ughelli, Italia sacra t. Ili, p.
poldo con un metodo idraulico
II 701, successori a s. Cerbone furo-
di bonificamento, promette prospe- no: Massimino del Sgo; Mariniano
ro esito a SI vasta e difficile intra- che intervenne al concilio di La-
presa. terano nel 649; Sereno che fu a
La sede vescovile di Massa Ma- quello del 680; Ancauro del 7 56;
MAS MAS 233
Guriperto che fu al conciliò tenu- Pagliarelì nobile senese domenica-
to da Eugenio li nell' 826; Odal- no, di singoiar dottrina e probità
perto deir 853; Paolo dell' 886, che di vita, eletto nel i332. Antonio
s^jllo s. rsicolò I fu spedito ai bul- de Riparia del 1 36 1, in un diplo-
gari con Formoso poi Papa; Gio- ma che spedi qual internunzio
vanni dell' 87 7; altro Giovanni del contro gli eretici valdesi, s'intitolò
Enrico che fu al sinodo di
C)/\.5; Popiiloniae et Massae episcopus.
Benedetto Vili nel ioi5;Waltero Giovanni Gabrielli di Pon tremo-
che fu a quello di Nicolò 11 del loSg; li,dottore insigne e cappellano di
Tegrino del 1061; Bernardo del Bonifacio IX, da lui creato nel
io66; Guglielmo cui scrisse s. Gre- 1391, legato in Polonia e Litua-
gorio \11 nel 1075; Giovanni ve- nia, poi traslato a Pisa; gli successe
scovo di Populonia del io^5; Lo- nel 1 3g4 Nicola Beruti che s' in-
renzo del 1 104. Rollando vescovo titolò episcopus Populoniensis et
di Populonia fu al concilio di Gua- Massanus princeps. Fr. Antonio
stalla nel II 06, e nel 11 26 sot- generale de' francescani, chiaro in
toscrisse ad una bolla di Onorio teologia e benignissimo, del i43o:
11, col titolo di episcopi Massensis, cessò verso questo tempo il tito-
confermato da Cle-
della cattedrale, cardinal Alfonso Petrucci; nel 1529
mente IV nel 1268. Fr. Galgano ne fu fatto amministratore il car-
,
allorché videro 1' amor grande che dismembrati ed attribuiti per be-
portava all' umiltà, alla mortifica- nemerenza della cattolica religione
zione, alla carità; e pel complesso al cardinal Lodovico Fieschi ed al
delle sue virtù lo elessero a loro suo fratello Antonio Fieschi, dal
superiore. Ad esempio di AgapitOj Papa Bonifacio IX, che ne investì
rinunziò più presto eh' egli potè, con breve de' 29 maggio 1894 '»
per rinchiudersi una cella ap- in nobilissima famiglia Fieschi o Fie-
partata. 1 monaci non acconsenti- sco, dalla q\iale nel pontificato di
rono al suo ritiro, se non a con- Leone X passò per matrimonio o
dizione eh' egli dovesse continuare per adozione ai Ferro di Biella o
a governarli co' suoi consigli. Morì Ferreri di Biella, eh' ebbero diversi
circa l'anno 5 5, ed è onoralo nel
1 cardinali, e ciò fino all' estinzione.
martirologio romano il giorno 26 Giulio decorò queste terre del
li
di giugno. titolo di contea. Paolo 111 le di-
MASSERANO o MESSERA- chiarò marchesato, e Clemente Vili
WO, Massianum o Masseronum. le elevò al grado di principato. Nel-
Principato del Piemonte, con Mas- la vita di Gregorio XI II si legge,
sejano piccola città per capitale. ch'egli ricuperò coli' aiuto del duca
238 MAS MAS
di Savoia Emmanuel
Filiberto i , Masserano, con edillo affisso alla
fendi (li Monlafìa e Tigliole vncati chiesa abbnziale, ordinò a lutti i sud-
nella diocesi di Asti, e <:;iianlali con diti pontificii che ne difendessero i
gente armata dalla conlcssa di Stro- diritti; però fu con mano armata
piana che pretendeva aver ragione laceralo l'editto. In (juesti feiidi e
sopra di essi, riacquistando pure al- piccoli villaggi o sieno cantoni che
la chiesa romana Cisterna nel Pie- ne dipendono, solevano i Papi, per
monte. Nel i658 a' 24 novembre occasione di dilferenza tra quella
la famiglia Fieschi restituì e donò gente ed il principe feudatario,
alla santa Sede il principato di Mas- mandare governatori apostolici, l'ul-
serano ed il marchesato di Cre- timo de' quali fu Gian Carlo An-
vaconr, ed il Papa Alessandro VII tonelli di Velletii, zio materno del
colla costituzione Cum sicut, degli cardinale Stefano Borgia ,
poi ve-
8 maggio 1659, presso il Bull. Roni. scovo di Dioclia in partibus, e suf-
t. VI, par. V, p. I, accettò e ri- fraganeo di quello della propria pa-
cevè la restituzione e donazione di tria, che vi andò col solito breve
tali dominii. Quindi colla costituzio- di governatore, e con altro speciale
ne Inter^ del primo febbraio 1661, d' internunzio e di collettore ge-
loco citato p. 127, a tale effelto nerale degli spogli. Finalmente nel
ampliò la bolla di s. Pio V_, di non 1741 Benedetto XIV terminò tali
alienare i beni della chiesa roma- differenze, il quale a mezzo del nun-
na. Dipoiavendo Carlo Passio Fer- zio Merlinì, rimise al duca di Sa-
Masserano
reri Fieschi, principe di voia re di Sardegna Carlo Emma-
e marchese di Crevacour, venduto nuele III un breve apostolico, IH
a Vittorio Amedeo II duca di nona januarii, col quale lo costituì
Savoia il feudo di Masserano e vicario apostolico in teinporalibus
Crevacour, e quelli di Quirin, Fle- e perpetuo de'luoghi e de'feudi che
xia e Rissi senza il permesso del- la santa Sede possedeva nel Pie-
la Sede apostolica, Innocenzo XI col- monte e Monferrato, nella linea ma-
la costituzione Cum sicut, de* 26 scolina di primogenito in primoge-
febbraio 1686, BulL Rom. t. Vili, nito, colla clausola dcbitae fìileli-
j^nore tli delti stali o feudi, e fu se gesta de'suoi antenati e de' po-
ptintualniente eseguilo sino al de- steriori che in copia vi fiorirono.
clinar del secolo XVIII, in cui i Il Panvinio ne' suoi due libri De
francesi invasero il Piemonte. 1 feu- gente Maxima^ presso il t. IX del-
di, secondo il Liher ccnsuum del- lo Spicilegio romano del dottissi-
la camera apostolica del 1846, p. mo cardinal Mai, scrive che uno
356, sono Cortantii seu Co r (anse- deiMassimi fu cardinale prete crea-
riif Cortonsoris, Clsternae, Monta- to da s. Fabiano Papa del 2 38,
phiae , Tt'lìolanini , s. Benigni ,
morto in carcere per la fede di
PhelcLi Lomhardonisy Montanari Cristo ; altro cardinale egli scrive
principalus Masserani^ et cotnita- che fu titolare di s. Pudenziana, e
tus Crepacori , Bosnengì^ Caocini^ visse sotto s. Siricio Pontefice del
Flecchiae, Iìivi\ una cimi eoruui 385 e de' due suoi successori. In-
tei ritoriis. Calicem unum auri va- oltre Massimo, oltre vari
fra i
loris senior uni bismìlle monetae per santi e sante, sembra potersi an-
manus. Quindi vi è il conìparuit, noverare i Papi s. Anastasio I
et solini. del 398, e s. Pasquale I del-
MASSILLON Gio. Battista. Uno 1*817. Camillo nacque a'20 luglio
de' più gran predicatori del suo se- 1620, illustre non meno pel can-
colo, nacque ad Hières nella Pro- dore de' costumi che per la chia-
venza. Entrò nella congregazione rezza del sangue. Fu ascritto fin
nel 1745» e 1746 in quattordici vo- senato veneto avea spedito in Ma-
lumi. Ciò elio forma il suo carattere, drid un ambascialore straordinario,
è la persuasione e V unzione : tulli Camillo o per soverchia fretta, o
i suoi ragionamenti toccano diret- per la gloria di aver lui solo con-
tamente il cuore, ed ìu tutti i suoi chiuso affare si rilevante, senza par-
discorsi apparisce sempre il senti- teciparlo a tale oratore, si fece ar-
mento che commove e intenerisce, bitro d^lla pace, proponendo ai de-
esprimendosi ognora nobilmente. E- putati di Francia una lega segreta.
gli particolarmente si distinse sui Ricusarono i francesi di acconsen-
grandi oratori ne* sermoni di mo- tire alla proposizione del nunzio,
rale e negli elogi. senza prima farne parte al rap-
MASSIMI Camillo, Cardinale. presentante veneto, il quale venuto
Camillo Massimi de' marchesi di in cognizione della cosa , avanzò
Arsoli, nobde romano, di antichis- querele al suo senato contro ilnun-
'
creato, subito lo decorò del titolo quali tiene il primo luogo quello
di patriarca di Gerusalemme, e lo di Virgilio^ che si appella il Vir-
fece maestro di camera, edopo cir- gilio del cardinal Massimi. Egli
ca otto mesi, a'22 dicembre 1670, pure scopri le celebri pitture an-
lo creò cardinale prete, conferen- tiche terme di Tito, quali
nelle
dogli per titolo la diaconia di s. ancora si conservano nel palazzo
Maria in Domnica elevata per lui Massimo alle Colonne, di sua illu-
a titolo presbiterale, ritornando po- stre famiglia. Finalmente avendo
scia a diaconia, tranne il tempo in veduto il principio del conclave
cui Benedetto XI 11 tornò a dichia- d' Innocenzo XI, non potè vederne
rarla per assegnarla al suo
titolo il fine, morendo in esso nel 1676
favorito cardinale Coscia, per cui a' 12 settembre, d'anni cinquanta-
invece eresse in diaconia la chiesa sefte, ed ebbe sepoltura nella basi-
di s. Maria ad Martyres. Dipoi il lica Lateranense, nella tomba dei
cardinale passò al titolo di s. Ana- .suoi antenati, funebre me-
senza
stasia, ricevendo dal Pontefice l'in- moria. Giovanni Bartolotti ne scris-
carico di soprintendere
fab- alla se la vita che pubblicò in Asti
brica del sontuoso palazzo Altieri, nel 1677.
e vi riuscì con decoro. Visse il car- MASSIMIANOPOLT,/¥^.r//;2m/2o-
dinale dedito alle lettere, alla pietà, polìs. Sede vescovile della seconda
ed a tutte le virtù e scienze, e Pamfilia, nell'esarcato d'Asia, sotto
perciò protesse i letterati e gli ar- la metropoli di Pirgi, eretta nel
tisti, fra' quali si distinse partico- V secolo. Ne furono vescovi Pa.
larmente il Pussino. Praticissimo trizio che intervenne al concilio
degl'interessi de' principi, le storie Niceno, e Teorebo che sottoscrisse
de' quali gli si erano rese famiglia- la lettera de' vescovi della Pamfilia
ri per lo studio fattovi, si distin- all'imperatore Leone. Oriens christ.
se pure per soavi e dolci ma- t. I, p. 1021.
niere Sopra tutto segnalò il suo
. MASSIMIANOPOLI. Sede ve-
genio nello studio delle antichi- scovile della provincia di Rodope,
tà , che lo indusse a rintraccia- sotto la metropoli di Traianopoli,
re per ogni parte antichi monu- nella diocesi di Tracia , eretta nel
menti, per mezzo de' quali potè V secolo, e nel IX elevata ad ar-
formarsi un f^imoso museo; e sic- civescovato onorario . Ne furono
come fornito eziandio di cognizioni vescovi Ennepio che fu al primo
in ogni genere di letteratura, la sua concilio di Eleso; Sereno che sot-
MAS MAS 24r
toscrisse quello di Calcedonia, e al eretto un arcivescovato dai latini.
lue sotto il patriarca Pietro Oriens sta dell' ordine, che la celebra so-
christ. t. Ili, pag. 7o3 ; Terzi, lennemente. Il capitolo dell'ordine
Siria sacra p. 276. Com man vil- del merito militare di Baviera esa-
le dice che nel secolo Xll vi fu mina i dirilli degli aspiranti, e li
VOL. XLIII. 16
a{i MAS MAS
presenla al re, il quale decide se classi hanno diritto di prendere un
ne debbono essere fregiati. L' or- titolo di nobiltà, che trasmeltono
dine ha diversi privilegi e pensio- a' loro figli, ed in perpetuo alla fa-
ni, determinandosi il grado nell'at- miglia per diritto di primogenitu-
to della nomina : il regnante re ra: tuttavolta dipoi tal diritto ebbe
Luigi Carlo Augusto, a' 2 f ottobre delle limitazioni. L' ordine ha un
i83o aumentò le pensioni con al- fondo di pensioni pei figli dei ca-
tre otto annue contribuzioni di tre- valieri defunti, ed un decreto del
cento fiorini. L' ordine si divide in re che regna, de' 12 ottobre i834,
tre classi, cioè di gran croci, di com- aumentò le pensioni da 25o a 3oo
mendatori e di cavalierij il nume- fiorini. Nella croce di decorazione
i-o de* membri è illimitato, e la evvi il motto : J^irtus et honorj e
gran croce non possono conseguirla nel rovescio si vede il busto del-
che soli generali. La decorazio-
i l' effigie del fondatore colla leggen-
ne consiste in una croce d' oro da :Max. Joseph rex Bojoariae.
smaltata di bianco, sormontata da ^
MASSI MINO (s.), vescovo d'Aix.
una corona il centro è smaltato
: E riguardato come il fondatore di
di turchino colle cifre 31. J. K. questa chiesa. Alcuni moderni ne
del suo fondatore, c\oè Massimilia- collocano la missione, ma senza
no Giuseppe re, e nel rovescio v'è prove, avanti la fine del primo se-
l' epigrafe : Firluù prò patria. Il colo, pretendendo che fosseuno
nastro da cui pende la croce è di dei discepoli del Salvatore. S. Si-
seta nera avente agli orli un rica- donio o Chelidonio fu probabil-
mo turchino e bianco. mente suo successore ; e, secondo
MASSIMILIANO, ordine eque- la tradizione del paese, è quel me-
stre civile. Quest* ordine del meri- desimo nato cieco guarito da Ge-
to civile di Baviera fu fondato da sù Cristo. Le reliquie di questi san-
Massimiliano Giuseppe primo re di ti, come pure quelle di molti al-
Baviera, per ricompensare le per- tri, si mostrano a s. Massimino,
sone impiegate nel civile, che aves- piccola città a sei leghe d'Aix. Il
sero reso eminenti servigi allo stato, monastero che porla il nome del
che si fossero distinte per patrie santo, e che lo diede alla città,
virtù, e che avessero bene meritato seguiva in antico la regola di san
del pubblico. Fu diviso in quattro Benedetto: Carlo II re di Sicilia e
classi, cioè di dodici gran croci_, di conte di Provenza, che fece riedi-
Tentiquattro commendatori^ di cen- ficare la chiesti, lo diede ai padri
to cavalieri, e di un numero illi- predicatori nel 1295. S. Massimi-
mitato di decorati della medaglia no è onorato il giorno 8 di giugno.
d' oro o d' argento. Nella revisio- MASSIMINO (s.), vescovo di
ne degli statuti falla agli 8 ottobre Tre veri. Nato a Poitiers, d' illustre
1817, '^ numero de* gran croci fu famiglia, fu educato da s. Agricio
fissato a ventiquattro, non compre- vescovo di Treveri, il quale lo
si quelli decorati dell'ordine di s. strinse al servigio della sua chiesa,
Uberto; quello de* commendatori a e gli conferì gli ordini sacri. Nel-
quaranta, e quello de' cavalieri a l'anno 332 successe al suo precet-
cento sessanta. Quelli che sono an- tore. Quattr'anni dopo raccolse in
noverati in una delle tre prime Xi'even s, Atanasio, che vi era sta-
MAS MAS 243
to rilegalo. Questo sanfo passò qui- vita i5 dicembre del 520, ed è
il
vi due anni, e loda assai ne' suoi nominato in tal giorno nel marti-
scritti la vigilanza instancabile, Te- rologio romano e in quelli di Fran-
roica fermezza, e la vita esempla- cia. Si custodiscono le sue reliquie
re del suo albergatore, il quale era nel monastero di Micy, che appar-
già favoreggiato col dono dei mi- tiene presentemente ai Foglianti, e
racoli. Quaudo
Paolo vescovo di
s. che porta da molto tempo il no-
Costantinopoli fu bandito dairitn- me del santo.
peratore Costanzo, trovò egli pure MASSIMINO (s.), martire. V,
asilo nella città di Treveri, e un Giù VENTINO e Massimino (ss.).
la sua festa. Neil' 888 vennero sco- fuori della città, e lo fecero morire
perte le sue relìquie, ch'erano sta- a colpi di pietra. Ciò avvenne l'an-
te nascoste durante le scorrerie dei no i5o o 25i. E onorato da'greci
normanni; e furono allora onorate il dì i4 maggio, che fu quello del
di molti miracoli, de' quali i bol- suo martirio, ed è nominato nel
landistine pubblicarono la relazione. martirologio romano a'3o di aprile.
MASSIMINO (s.), abbate, voi- MASSIMO E VENERANDO (ss.),
dun, in favore del quale il re Ciò- e nati a Brescia in Italia; che Mas-
doveo fondò nel 5o8 il celebre mo^ simo fu consacrato vescovo, e Ve-
nastero di Micy. Nel 5io succedet- nerando innalzato al diaconato dal
te allo zio nel governo di tal mo- Papa s. Damaso I del 367, il quale
nastero, e la riputazione di santità li mandò ambedue a predicare il van-
eh' egli godeva gli procacciò gran gelo agi' infedeli; che essi eseguirono
numero di discepoli , fra' quali vo- dapprima questa commissione tra i
glionsi annoverare s. Avito, s. Li- barbari che passate le Alpi erano
fardo, s. Urbino, s. Calerifo, s. Teo- piombati sulla Lombardia, ma non
demiro, s. Laudomaro ec. Il santo ne trassero altro profitto, se non
abbate passò da questa a miglior che r onore di sotferire vari tor-
a44 MAS MAS
menti per Gesù Cristo. Sollrallisi nuò a portare il cilicio ed osser-
alla rabbia de' persecutori , abban- vare le regole monastiche, per quan-
donarono l'Italia e sì recarono nelle to glielo poteano permettere le sue
Gallie, accompagnati da due santi funzioni episcopali. Conservò Io stes-
preti, nomati Marco ed Elerio. Pas- so amore alla povertà, lo stessa spi-
sarono per le città di Auxerre, di rito di penitenza e di orazione,
Sens e di Parigi ; e dopo aver fat- la medesima indifftirenza pel mon-
to qualche dimora nel luogo dove do, e la medesima umiltà. Ma la
rOise mette nella Senna, continua sua pazienza e carità ebbero mag-
rono il loro viaggio alla volta d'E- giori occasioni di esercitarsi nell'a-
Treux. Giunti nel villaggio di Ac- dempimento de' doveri dell' episco-
gli erano d' ostacolo a far sussistere stesso a Roma la sua ritrattazione,
la sua conaunità, rinunziò alla ca- ma essendo poscia ricaduto nell' e-
le domeniche e feste del Signore e piazze d' Europa, era già la chia-
di Maria Raccolta
P'ergine. 4-" ve principale delle Provincie Unite,
delle vite de^santi per ciascun gior- ed è capoluogo di Limburgo^ di
no dell' annOj premessa la vita del circondario e di due cantoni. Cin-
Signore eie feste mobili^ Roma i 763. ta da colline, è attraversata dal laar,
5." Raccolta ec. die contiene i'ap- piccolo affluente della Mosa, da cui
pendice delle vite de' santi, e la è divisa dal sobborgo Wjck, al
vita della ss. Vergine, Roma 1767. quale comunica col mezzo di un
La vita della Madonna è del pa- bellissimo ponte di pietra. E una
dre Andrea Micheli fìiijipino che delle più forti piazze del regno^ es-
aiutò il p. Massini nelle due rac- sendo difesa da buonissimi baluardi
colte, le quali meritarono di essere e da fosse, da numerosi bastioni e
più volte ristampate in Roma, in dal forte s. Pietro posto sopra una
Venezia ed altrove. Avendo egli altura, potendo essere i dintorni
così compiuta la storia agiografa inondati. Ben fabbricata, nella gran
del nuovo Testamento con univer- piazza vi è il palazzo pubblico, co-
sale applauso, nel 1786 con eguai strutto nel i652, bellissimo edifi-
successo corrispose il p. Micheli, zio. Sono rimarcabili la chiesa di
dappoiché puhblicò in Roma : Vite s. Gervasio, il collegio già de' ge-
de' santi dclV antico Testamento^ suiti, r arsenale, il teatro, il pas-
di cui ben presto se ne replicaro- seggio sui bastioni e lungo la Mo-
no le edizioni. sa, diversi benefici e letterari sta-
MASSONI. V. Muratori. bilimenti. commercio è assai at-
Il
MASTAURA. Sede vescovile del- tivo pel porto che ha sulla Mosa.
la provincia d' A§.ia nell' esarcato Il luogo esisteva come città nel IV
utile con una porzione della giu- Sagramento nel castello di s. Era-
stizia; e la religione cattolica e la clio di Fermo, della Madonna del
protestante furono permesse nel pub- Carmine di Terni, e della comiuiità
blico esercizio. I cattolici vi hanno di Fabbrica in Piemonte. In segui-
cinque parrocchie, s. Gervasio, s. to di una penosa malattia cronica,
Matteo, Maria Vergine^ s. Pietro, in Roma passò all'altra vita a' i3
ed Oud Vivenhoven. Vi sono due di maggio 1809, d'anni ottanta. Il
ospedali, due ospizi, e due case del- cadavere fu esposto nella chiesa di
le sorelle della carità di s. Vincen- s. Marcello, e ne'funerali gli cantò la
Matilìca vuole che sia il suo veto magistrature che fregiarono nei
nome, riconoscendone la situazione tempi vetusti i matelicani j egli fu
nel luogo dell' odierna Matelica : della tribù Cornelia, e si dubita se
egli ne ripete l'origine dai primi fosse di Matelica, bensì ne fu prò*
popolatori del Piceno, i siculi ; la lettore e curatore , e magistrato
chiama contermine del Piceno o supremo de'matelicani, cioè duumvi-
dell'Umbria, e ne adduce le ragio- ro ed anche censore o quinquennale;
ni. Parla della sua università e re- gli fu eretta la statua con delta
pubblica, che avea i tre solili or- iscrizione, e fiori ai tempi di Traia-
dini decurionale^ augustale e ple- no. Si congettura che gli antichi
beo, con diritto di dare il voto limiti fossero, verso Camerino il fiu-
nella romana tribù Cornelia; ra- me Potenza, indi lasommità del
giona de' confini del suo territorio, monte Gemmo, il monte Trifìnio
della lapida matilicana attribuita ai verso s. Anatolia, confinando pure
privernati falsamente da Ligorio, e cogli attidiani ed i tuficani. Negli
discorre pure di altre lapidi che la scavi si rinvennero molti monu-
riguardano. Varie opinioni riparla menti antichi, oltre le iscrizioni, mo-
Acquacotta sull' etimologia del no- saici, frammenti di marmi, statue e
porte, chiese, e statuti della mede- no alla città vassalli che loro ap- i
della polizia, dovendo in molti pim- de' conti Ottoni ; essi si sottomisero
ti liconoscere l'autorità de' conti, ai matelicani nel 12 12; e poscia
quali a queir epoca furono in Ma- loro venderono diritti e castello. I
cordia per una quiete durevole, con restando abolito il consolalo colle
randosi anco con altre città, per la milizie della Chiesa. Però nel 124?
considerazione che riscuoteva per diminuito il credito dell'imperatore,
l'aumento di potere, e nel i2 25 il cardinal Capocci legalo ricupeix>
\enne edificato il monastero delle tutta la Marca, e Matelica ch'era
monache di s. Maria Maddalena. Non ritornata al dominio ponlificio, su-
mollo dopo l'istituzione dell' ordi- bito gli prestò aiulo, e con Came-
ìiQ francescano fu eiello iu JMulelita rino giurò fedeltà alla saula Sede,
2 56 MAX M/VT
entrando nella lega guelfa contro linij trovandosi colle truppe presso
il deposto Federico 11. Innocenzo le mura della città, essendo questa
IV soddisfatto de* matelicani, nel per una sentenza del
indispettita
i^So spedì ad essi una bolla, in cui rettoreAnnibaldeschi si die aper- ,
ottenne dai discendenti degli anti- dusse alla metà, ed altri mali gli
chi conti formile rinunzia alle go- piombarono sopra, perdendo il di-
dute esenzioni. ritto di eleggersi il podestà , dopo
Ebbero luogo scorrerie de'came- aver profuso pei ghibellini denaro
rinesi su Matelica nel 12 58, che e sangue. 127 3 si eresse il pa-
Nel
trovandosi bisognosa dell'aiuto di lazzo pubblico con torre detta cam-
Sanseverino, si obbligò a pagargli panile commanis. Nel 1280 i came-
annue 25 lire di Ravenna per la rinesi,perpetui rivali di Matelica,
festa del patrono, e solo se ne sgra- s'impossessarono del castello di s.
vò nel i27i.Già nel 1269 esiste- Maria, e presero d'assalto s. Anatolia.
va in Matelica il convento degli e- Si effettuò nel 1286 l'unione delle
remitani di s. Agostino, la cui chie- benedettine del monastero di s. A-
sa di buona architettura fu restau- gala edificato nel 1268, con quelle
rala negli ultimi tempi ed abbelli- del monastero Maria INIadda-
di s.
ta, con porta di gusto gotico. Per- lena; indi nel 1288 ove
fu edificato,
ei vai le Doria vicario e capitano del esiste, il monastero di s. Maria Nuo-
re Manfredi, sostenitore de'gbibel- va per la congiegazione silvestriua,
,
r attuale chiesa fu però eretta sul rini, per r uccisione d' un chierico;
principio del trascorso secolo, poscia e nel i3oo Matelica in più modi
il monastero fu ridotto a miglior fu beneficata dal cardinal Napoleo-
forma. Nel 1290 già esisteva l'ospe- ne Orsini legato, ed ebbe pur be-
dale della chiesa di s. Giovanni ge- nevolo il rettore Rambaldo, che nel
rosolimitano, e nel 1291 si fabbri- i3o4 l'assolvette da qualunque pena
cò il fonte per somministrare entro incorsa e criminalità. Nati fatti per
il murato le acque necessarie agli mai stare in pace i matelicani ed i
castello, eseguirono 1' antico disegno pe' suoi inviati apostolici, riuscì nel
di edificare un forte sul colle di 1 3o6 pacificarli ed ebbe luogo la ,
1339 riuscendo ai guelfi abbattere gio alla Chiesa. Per le loro imposture
i ghibellini, i matelicani fecero mo- i matelicani accordarono a Guido
rire Bulgaruccio e Ranuzio Ottoni, e Corrado copiosi risarcimenti ai
cacciarono le loro famiglie e ne ro- danni ad essi recati, facendo appro-
vinarono i beni. Allora fa che per vare tali estorsioni dal cardinal Al-
consolidare il governo popolare ven- bornoz, il quale volle pacificare tutti
nero nel i34o sistemate le plebee i cittadini. I fiorentini più tardi pre^
società di sopra rammentale, e ri- tesero di essere maltrattati dai go-
formato il regolamento politico si : vernatori spediti dai Papi in Italia,
compilò un nuovo statuto, ìa cui e fecero perciò nel i3j5 una lega
sostanza Acquacolta ci diede a p. contro Gregorio XI, in cui impe-
125. gnarono quasi tutte le città dello
Nuovamente Matelica si alienò stato pontificio, in un alla Marca
dall'obbedienza del Papa nel 1 344, ed a Matelica che entrò nella lega^
MAT MAT 2^9
onde molte famiglie si assentarono rantoli vicari della santa Sede.
dalla patria per conservarsi obbe- Alla peste successe la guerra del
dienti al Pontefice. Presso Monte- padovano conte di Carrara, ad ag-
niilone gli alleati disfecero l'armata gravare la Marca, e nel i4o6 i
della Cbiesa, e Francesco Ottoni fece matelicani furono costretti impu-
prodigi di valore. La ribellione fu gnar le armi contro i camerinesi
punita severamente, con confisca di ribelli ad Innocenzo VII: nel i4i^
Alessandro, che a sue spese fece no sino dal i452 per concessione
costruire le pul^bliche loggie, che del vescovo di Camerino. Ottenne
tuttora esistono, e pose in regola i nel i529 da Clemente VII che in
domestici interessi. Fiorirono le ma- vece di essa fosse con autorità a-
nifatture de' tessuti di lana, l'agri- postolica elevata a collegiata con
coltura e il commercio , e si rego- capitolo di otto canonici la chiesa
larizzarono le strade interne. Questa dì s. Maria della Piazza, die ap-
MAX MAT 261
pai'leneva all' abbazia di Roti, unen- finirono nella famiglia tutte le ap-
dovi i diritti e giurisdizioni di detta parenze di pace, e suscitossi fra i
chiesa matrice, che dovea restar par- numerosi individui della medesima
rocchia. In vece Ascanio con indul- la più aperta discordia : Anton Ma-
to orretizio e surretizio ne fece e- ria assunse le redini del governo,
seguire subito lo sfascio per ingran- mentre questo era divenuto inviso
dir la piazza, e rimuovere un edifi- anco ai paesi limitrofi.
zio che impediva il prospetto del L'ambizione terminò di rovinare
suo palazzo, e senza spesa venne ad gli Ottoni, che dopo la morte di
acquistare il diritto di nominare i Cesare tutti pretesero alla signoria,
canonici e guadagnarsi cosi la rico- chi come primogenito, chi quale se-
noscenza di più cittadini. In appresso niorCj chi con altre ragioni, tutti
alla nuova chiesa collegiata fu uni- procurando fortificarsi nel proprio
ta la pia società del ss. Sagramen- partito con grave danno della pa-
to. Moltiplicatisi gli Ottoni, scoppiò tria, manifestandosi sempre più la
la discordia nell' interno della fa- loro condotta licenziosa e tirannica
miglia, per la custodia della Rocca per confische di beni, ed uccisioni,
delle Macere, e sulla plenipotenza asilo che accordavano ai banditi
dell'economia di famiglia deposi- e sicarii. Nel i545 fu ordita una
tata sul maggior nato; Paolo IH congiura contro gli Ottoni, massi-
s'interpose, e nel i536 si pacifica- me per trucidar Alessandro, fra-
rono. Circa questo tempo mori A- tello di quale per
Anton Maria, il
scanio, e nella signoria gli successe la sua più regolare condotta e po-
Cesare di Ranuzio, quale sotto il polarità, volevasi risparmiare. Gli
si fondò nel i54o convento dei il autori fuggirono, ma Anton Maria
cappuccini, il cui ordine o riforma rigorosamente procedette contro il
avea avuto origine nell'eremo di capitano Claudio Acquacotta, com-
s. Giacomo di Matelica, ove ritira- plici e parenti con aperta violenza.
tosi fr. Francesco da Cartoccio, vi Ricorrendo gli angariati alle supe-
si recò fr. Matteo da Bassi, che a- riorità, si scuoprirono le enormità
Tea ideato la riforma, comunican- di Anton Maria, che fuggii, e -ven-
dogliela e piegandolo di consiglio. ne dannato a morte dai giudici del
Fr. Francesco l'eccitò a recarsi da cardinal legato, mentre Ranuccio
Clemente VII, che approvata la ri- Ottoni figlio di Cesare, in nome di
forma, fr. Matteo si ricondusse al- Paolo III s'impadrom della Rocca
l'amico, il quale fu il primo ad ab- delle Macere. Il furore de' mateli-
bracciarla. Cosi ebbe culla in Ma- cani non ebbe piìi ed
ritegno, es-
telica il novello istituto, trapiantato pulsi tutti gh Ottoni, rivendicò il
toni, e Paolo III annullò la senten- relativa al lusso delle donne. Por-
za di morte, e la confìsca de' beni tando Anton Maria il dispotismo
contro Anton Maria, ripristinandolo all'estremo, nel i559 i matelicani
ne' suoi onori. Gli Ottoni ritornali ricorsero a Paolo IV con 107 cupi
in armonia tra loro, nel 1
549 ce- d'accusa, dichiarando che gli Ottoni
derono il governo di Matetica ai erano decaduti dal vicariato pel ti-
cardinali Gio. Domenico vescovo di rannico regime, e perchè da mezzo
Ostia, e Uberto di s. Grisogono, che secolo si erano usurpato il censo
r avrebbero loro restituito con con- dovuto alla camera apostolica in
dizioni : queste furono, che tutti gli mori
forza delle investiture. Intanto
Ottoni avessero diritto al vicariato, il Papa, e Anton Maria non respi-
ma r esercizio si affidasse al più rò che strage e vendetta; ma ai 27
-vecchio, se ne fosse capace. I ma- agosto corse in vece pericolo di pe-
tei icani restarono sorpresi in vederli rire in un' insurrezione, onde fuggì
ripristinati nella signoria, e procu- con tutti gli Ottoni tranne Anto-
rarono cautelare gì' interessi del nio, e ricorsero a Roma contro i
Ottoni nella rocca, laonde di que- cariato, previa riconciliazione coi ma-
sta famiglia disgustato Pio IV, or- telicani, che si effettuò dal governa-
dinò che si prendesse, e perchè An- tore della Marca Mirto, onde fu giu-
tonio si era opposto colla forza fu rata concordia tra Pirro, Ottaviano,
riguardato come ribelle, e nel i564 Vincenzo e Gio. Maria Ottoni, e la
fu atterrato il forte con giubilo dei comunità. Questa nei iSyS formò
matelicani. Antonio subì la pena un archivio segreto per conservare
capitale e la confisca de* beni. Il gelosamente le più importanti scrit-
moto-proprio fu quindi eseguito, e ture. Gli Ottoni prevedendo d' in-
morì pure Anton Maria. Gli suc- felice esito la lotta col pubblico, e
cesse Pirro, che recatosi in Roma impotenti di ulteriormente portarne
fece una lagrimevole pittura de'mali il il partito di rinun-
peso, presero
sofiferti dai suoi antenati, e promise ziar ciòche temevano perdere. A-
di far un esborso alla camera se gli vanzarono supplica a Gregorio XI H,
venivano restituiti perduti diritti
i implorando facoltà di vendere al di
sopra Matelica. Esaudì Pio IV le lui figlio Giacomo Boncompagno i
sue istanze, annullò bandi e le i diritti che aveano sul paese, e per-
sentenze contio gli Ottoni, e rein- chè il Papa ci convenne, gli cede-
tegrò Pirro nel dominio cogli altri rono nel i5j6 con atto solenne il
della famiglia, con condizione di pa- vicariato, vendendogli la rocca e
gare diecimila scudi, e il divieto di tenuta delle Macere.
rifabbricare la rocca, riuscendo inu- Esultò il pubblico per sì fausta
tili le suppliche de' matelicani per notizia, e spedì un' ambasciata a
restare sotto il governo di s. Chiesa. Roma per riverire il nuovo padro-»
Pirro si presentò in Matelica mi- ne, e ringraziare il Pontefice; ma
nacciante vendetta, ed il magistra- la cessione non ebbe più effetto
to impaurito gli prestò giuramento per avere ricusato 1' assenso uno de-
contro il moto-proprio, ma si re- gli Ottoni. Nel 1577 i matelicani
putò nullo. I matelicani vigorosa- chiamarono i cappuccini nel conven-
mente contrastarono agli Ottoni la to e chiesa della ss. Trinità, per
signoria, ricorrendo formalmente a loro edificati presso le sue mura.
Pio IV, e al successore s. Pio V. Nel 1578 avendo ommesso gliOt-
Il governatore di Roma emanò un toni pagar alla tesoreria il cano-
monitorio a comparire avanti di lui ne, cui si erano obbligati nell'in-
Pirro e gli altri Ottoni, e perchè vestitura , tanto bastò perchè la
contumaci furono condannati a mul- camera apostolica con decreto li di-
te, confisca ed esilio. Nel 1 566 Pirro chiarasse decaduti dal governo di
arrestato fu chiuso in Torre di No- Matelica. Indi fu incaricato il go-
naj ed i matelicani avendo supplica- vernatore generale della Marca Ni-
to per ritornare sotto l'immediato colò d'Aragona di prendere possesso
regime della santa Sedcj s. Pio V del paese a nome della santa Sede
spedì a Matelica per pacificarla co- a' 3 dicembre, che divenne giorno
,
ch'era stato loro luogotenente, Al- no solenne per la festa del patrono
fonso Ceccarelli supplantò il diplo- s. Adriano, trasferita nel seguente
ma di Ottone in principio ram- giorno in seguito. La fiera poi del
mentato; quindi Pietro Ottoni nel lunedì dopo la ss. Trinità, si deve
i585 invocò da Sisto V la revisio? alla confraternita di tal nome ; e
ne della causa contro il comune, quella detta del Crocefisso del pia-
e gli riuscì ottenerla, spacciando no, dopo la domenica in Albis, al
che ricuperato il dominio 1* avreb- 1777. Paolo V per compensare il
dell' accaduto fu uno scisma fra'cit- cio monastero delle sacre ver-
del
tadini, divisi nel partito degli Ot- gini, intitolato alla ss. Annunziata
toni, e in quello della patria, par ed a s. Adriano, ed il comune si
MAT MAT 265
occupò ornamento e polizia del
dell' pubblica torre. Per le ubertose mis-
paese. Nel 1622 nella collegiata fab- sioni date dai gesuiti nel 1727 ebbe
bricò l'altare (pare che la cappella principio la tenera divozione degli
fosse edificata o abbellita dopo il abitanti verso Maria ss. della Mi-
1 656 per la peste che desolava diver- sericordia, la cui immagine lascia-
se parti dello stato) per collocarvi rono nella chiesa di s. Maria, e fa-
la statua della Madonna di Loreto cendosene copia si collocò in quella
( forse oggi esiste nell' aula priorale, della nobile confraternita del Suf-
perchè nel 1697 ve ne fu dal pidj- fragio. Nel 1737 finì i suoi giorni
blico sostituita altra di valente scal- in Roma Girolamo Ottoni, ultimo
pello ), dono del nobile matelicano superstite della famiglia che dominò
Flaminio Razzanti tesoriere della la patria, e fu sepolto in s. Maria
Marca : il di lui fratello Ottaviano in Monticelli : vivente, il comune
nel 164?- instituì in Maidica la r avea onorato con varie distinzio-
congregazione de' filippini, erigendo ni. Mentre Matelica fioriva felice
pure casa e chiesa dedicata a s. sotto il paterno governo pontificio,
Filippo. Però nel i652 Innocenzo implorò ed ottenne l'antico rango
X soppresse il piccolo convento dei di città, che Benedetto XIV gli re-
domenicani, dalle cui rendite il co- stituì col breve Circumspecta ro-
mune annui scudi venticui-
ritrae mani Pontìficis de' 16 settembre
^
de' |>astori, per cui dal Papa furono pii stabilimenti : il vescovo risiede
raccomandate ai vescovi vicini, on in Maidica e in Fabriano alterna-
de r epoca dell'estinzione del ve- tivamente.
itcovato di Matelica si assegna verso MATENGO Guglielmo, Cardi'
MAX MAX li^j
in Via Lata, e dopo Ire anni prete di suo distretto si divide in otto can-
s. Pietro in Vincoli, e nel 1176 toni. Malera o Malcola si dice e-
fatto da Alessandro ]il vescovo di retta in sede vescovile dai greci nel
Porto e s. Adriano IV Io
Rufìina. IX secolo, e quindi unita a' tempi
spedi a Federico I con altri tre di Alessandro II ad Acerenza. In-
cardinali per legato, ed Alessan- nocenzo III per togliere le conte-
dro III, alla cui elezione inlerven- stazioni con la metropolitana d* A-
ne con due altri cardinali, l' inviò cerenza, malgrado l' opposizione dei
in Francia, Inghilterra e Sicilia, suoi abitanti, die il titolo arcivesco-
per indurre que' sovrani e regni vile Matera, restando unita ad
a
alla sua obbedienza, ed abbando- Acerenza, la quale eretta nel III
nare r antipapa Vittore V, e per secolo, per alcuni anni fu poi sot-
la sua robusta eloquenza tutto ot- tomessa ad Otranto che avea ab-
tenne. Nel 1175 venne mandato bracciato il rito greco sotto Policu-
a Federico 1 coi cardinali di Ostia to patriarca di Costantinopoli, indi
e di Porto, per trattare i prelimi- divenne suliraganea di Salerno. Da
nari di pace, alla cui conclusione Nicolò li fu elevata ìid arcivescovato
con esso e col Papa si tiovò in Ve- nel secolo XI, e l'arcivescovo stabilì
nezia ; ma nel conciliabolo tenuto in nel XII, la sua residenza a Matera,
Pavia sulla decisione del vero Papa quando rovinala la città di Ace-
erasi mostrato neutrale. Nelle con renza dalle guerre così dispose In-
Iroversie del re d' Inghilterra e di nocenzo HI. Nel pontificalo di Eu-
s. Tommasoda Canlorbery, richie- genio IV Matera fu ripristinata e
sto dal primo con altri cardinali per divisa da Acerenza, ma dopo alcuni
giudice (lì rifiutato dal secondo, insie- anni venne rinnovata 1' unione, ^^
me cogli altri, come partigiani del più tardi Clemente Vili nel i^ycj
re. Morì in Monlecassino nel 1177. confermò 1' unione di Matera ad
MATERA { Matcranm). Città Acerenza. Finalmente J^io VII nel
con residenza arcivescovile del regno 1818, colla lettera apostolica Do
delle due Sicilie, nella provincia di iitiliori^ soppresse la sede di Matera,
Basilicata, capoluogo di distretto e unendola ad Acerenza in perpetuo.
di cantone, sulla riva destra del Quindi revocando V anteriore sop-
Gravina, bagnata dal Canopro, che pressione ed unione, colla lettera
va poi a congiungersi col Bradano. apostolica Ex mysieriosa per citni
Giace lungo le due valli, ed occu- qui sedet , de' 1 5 marzo 1818,
pa r altura intermedia. Le sue vie nuovamente eresse V arcivescova-
sono regolari, crescono i moderni to di Matera, però uni-
restando
edifici con eleganza, e vi si ammi- to a quello Acerenza con re-
di
rano vari grandiosi templi. La cit- sidenza a Malera dell' arcivescovo
tà è antichissima, Guglielmo Brac- di Acerenza e Malera. Anticamente
cio di ferro vi fu creato conte del- furono sulFraganei di Acerenza ve- i
cerenza. Pietro del i i84j altro Pie- Riccardo di Olevano del 1402 ;
tro del 1194» Rainaldo romano Nicolò Piscicelli napoletano del
chiaro per letteratura esperienza , 1407, ornato d'ogni virtù; MiUi-
ed eloquenza,, fu consacrato nel fiedo aversano del i4i4j d' singo-
1 ig8 da Innocenzo III, ed assai da iar prudenza e cognizioni, ma di-
lui stimato morì nel 1200. 11 ca- venendo inviso a Gio. Antonio
pitolo elesse l'arcidiacono Andrea, Orsini conte di Matera, di questa
confermato da Innocenzo III, il qua- Eugenio IV ne affidò l'amministra-
le per la desolazione in cui era zione a Pietro vescovo di Motula
Acerenza, nel i2o3 eresse di nuo- nel 144^1 ^^^^ l'assegnò al di lui
vo Matera in sede arcivescovile u- fratello Madio de'minori e poscia ,
iiita ad Acerenza con V uso del nel i444 unì nuovamente le due
l'i
de'minori nel 1284 amministrato- siastica: Leone X nel i5i6 gli die
re ; fr. Gentile Orsini domenicano, per successore il nipote Andrea
dotto, eloquente e pieno di esperien- Matteo Palmieri che nel , i527
za, del i3oo; d. Guidone cistcr- Clemente VII creò cardinale, e nel
ciense amministratore del 3o3 ; 1 1528 rassegnò le due chiese al
te di matricole, l' una che conte- sta dei sacerdoti ; nel secondo quel-
neva la lista dei poveri alimentati la dei diaconi ; nel terzo i suddia-
a spese della chiesa, l'altia che con- coni ; nel quajto gli accoliti ; nel
teneva la lista degli ecclesiastici e quinto gli esoicisti ; nel sesto i let-
clero della chiesa medesima, od an- toli, e nel settimo gli ostiari; quin-
che di tutta la diocesi. La matri- di erano setle ordini o classi, sette
cola o il costume di formare il ca- ranghi o divisioni. Quando restava
talogo de' poveri si rinviene nelle vacante qualche piazza, era questa
lettere 4^ e 46 di s. Gregorio I, lib. subito occupata dal ministro che
3, ed in altri monumenti. Questi cuopriva quella che le veniva die-
poveri erano d' ambo i sessi, spe- tro immediatamente per esempio :
costante, per cui si serbino inviola- pastori de' loro domestici. Fedi Fa-
ta fedeltà, non solo nelle azioni, migliare.
ma nei sentimenti ancora e negli Il catechismo del concilio di
VOL. XLIII. i8
274 ^lAT MAT
Trento definisce il matrimonio, la I' unione coniugale dell' uomo e
unione coniugale dell' uomo e del- della donna contratta indissolubil-
la donna, che si contrae fra per- mente fra persone capaci secondo
sone, le quali ne sono capaci, ^se- le leggi, elevata per istituzione da
condo le leggi naturale, divina ed Gesù Cristo all'essere di sagramento
umana, e che le obbliga a vive- per dare ai due coniugi la grazia di
re ed
inseparabilmente in una amarsi santamente, di compatirsi e
perfetta unione V una con V altia. tollerarsi caritatevolmente, e di e-
£ un'unione peichè il matrimonio ducare i loro figli nella pietà cri-
consiste propriamente ed essenzial- sliana,oppure un sagramento della
mente nel legame coniugale, espres- nuova legge che unisce con un no-
so dalla parola unione. E un' unio- do indissolubile un uomo cristiano
ne coniugale dell' uomo e della con una donna cristiana, e che con-
donna nel numero singolare, per e- ferisce loro la grazia necessaria per
scindere cosi la poligamia, o mol- santificarsi, e per educare cristiana-
tiplicazione delle mogli, e la po- mente i loro figli.
reci picco non è che un alto mo- Caterina Fieschi convertito il pes-
mentaneo, il quale perciò non può simo marito Giuliano Adorno, que«
formare l'essenza di uno stato per- sti col di lui consenso si fece reli-
manente , e perchè la tradizione gioso del terzo ordine di s. Fran-
de' corpi, l'obbligazione di rendere cesco, ed essa continuò a vivere
il dovere, il diritto mutuo dei con- santamente. Nella chiesa greca è di
iugi, non sono che le conseguenze precetto, che due coniugi cristiani
del matrimonio, ch'essi suppongono debbano astenersi dall' uso del ma-
di già contralto. Moltissimi poi so- trimonio in tempo quaresima,
di
no gli esempi de' coniugi che vis- negli altri giorni di digiuno, nelle
sero veigiui, con reciproco consen- soleimità, e quando si dispongono a
so : ne i iporteremo alcuni. 1 En-ss. partecipare della sacra mensa : nella
rico I o 11 imperatore, e Cunegonda chiesa latina non è questo un pre-
imperatrice, per vicendevole patto cetto, ma un semplice consiglio. Il
ne, gli unì insieme nella persona ne, e la spirituale colla carità; è un
di Adamo e di Eva, li benedì dicen- segno che produce la grazia, la qua-
do loro : crescete e moltiplicatevi. le induce due coniugi ad amarsi
i
hoc magnurn est: ego autem dico però tengono intorno ad esse estre-
in Chris to et in ecclesia j e dove mamente divisi fra loro i teologi
fa un paragone tra coniugi da un i Su questo punto, essendo le scuole
Iato, e Gesù Cristo e la sua Chiesa e sentenze de' teologi divise, si può
dall'altro, esortando quelli ad amar- vedere Benedetto XI V, £>e Syn. dice.
si r un r altro di quella dilezione lib.8, e. 9 ; ed il p. Perrone nella
certo soprannaturale con cui Gesù sua tanto applaudita opera teologi-
Cristo amò la Chiesa sua, e rappre- ca, ultimo volume, De nialrinionio.
che vogliono maritarsi per vive- nuziale praticavasi nella chiesa mi-
re santamente Mi-( il concilio di lanese fino dai tempi di s. Ambro-
lano del i579 Prescrisse al cura- gio, poscia abbandonata), mentre
lo che non celebrasse il matrimo- essi si danno la fede coniugale ; ia
nio di quegli sposi che ignorassero altri, come a Liegi, il sacerdote av-
i primi principii della dottrina cri- viluppa colla sua stola le loro ma-
stiana ed il ricevimento
) ; dei due ni ; in alcuni altri mette soltanto
sagramenti della penitenza e della r estremità della stola sulla testa
s. Eucaristia. Le cerimonie che ac- degli sposi mentre li benedice. Si
compagnano il matrimonio sono in celebra il sagrifizio della messa, co-
alcuni paesi, particolarmente in o- me si trova nel messale romano,
rienle, la corona di fiorì che si prò sponso et sponsa, per ottenere
mette in testa alla sposa ; V inter- agli sposi le grazie di Gesù Cristo:
rogazione del sacerdote, vestito di in alcuni luoghi gli sposi vanno al-
cotta e stola bianca, allo sposo ed l'obblazione con un cero bianco iu
alla sposa, sul consenso per unirsi mano, per mostrare cosi che devo-
in legittimo matrimonio ; T atto no edificare le loro famiglie eoa
con cui il sacerdote fa mettere la una vita esemplare ; in alcuni altri
roano destra dello sposo in quella luoghi si stende il velo sulla testa
della sposa, per cos'i mostrare che de* due sposi, per insegnar loro che
lo sposo dev'essere il primo a ser- il pudore deve esser la guida della
bare la fedeltà che le promette, e loro condotta nello stato santo che
che la sposa dev'essere obbediente essi scelgono maritandosi Tutte .
a suo marito, poscia con acqua be- queste cerimonie sono derivale da
nedetta aspergendo i coniugi ; la quelle degli antichi cristiani, i quali
benedizione dd^' Anello pronubo o dopo la congiunzione delle destre
a8o MAX MAX
si davano il santo bacio. Il sacer- legame coniugale cioè il matrimo-
dote fa loro l'augurio di pace, ac- nio, che non è altro se non il mu-
compagnandolo con una esorta- tuo cousenlimento col quale con- i
dì i nomi de' coniugati e dei testi- effetti, oltre l'aumento della grazia
iSaS impone prepararsi al matri- con virtù e con merito i pesi del
monio colla penitenza e col digiu- loro stato. Tre sono i beni princi-
no, e che ninno si mariterà se non pali prodotti dal matrimonio, la
dopo il levar del sole. Il concilio prole, la fedeltà e il sagramento.
di Parigi del medesimo anno, vo- Quanto alle proprietà del matrimo-
lendo distruggere gli abusi di cele- nio, esse sono la sua unità, la sua
brare la messa e la benedizione nu- indissolubilità e la sua necessità.
ziale subito dopo la mezza notte, L'unità del matrimonio consiste che
proibì di far la celebrazione avan- un uomo non può avere che una
ti giorno e prima del levar del sole. sola moglie, e che una donna non
In diversi articoli del Dizionario può avere che un solo marito : la
società di unione, tra' coniugi. Circa vocabolo di concubina nel senso an-
alla poligamia simultanea, egli è tico innocente qui sopra esposto, si
certo che la poligamia simultanea è da molti assomigliata si fatta
di una donna, quale con proprio concubina di chi non ha altra mo-
vocabolo dicesi poliandria^ cioè che glie, ai matrimoni di coscienza di
avesse molti mariti alla volta, è cui si parlerà; erano veramente mo»
proibita dal diritto naturale, perchè gli di chi le sposava, ma non gode-
sarebbe essa egualmente contraria vano però delle prerogative annesse
al primo ed al secondo fine del a questo stato ; tali erano quelle
matrimonio indicati. Sarebbe con- che certi principi di Germania spo-
traria al primo fine, che consiste savano colla mano manca, come la
nella generazione e nella educazio- madre di Sofia che fu moglie di
ne, giacche V esperienza prova che Giorgio I re d' Inghilterra. Vi fu-
le donne pubbliche sono sterili ; sa- rono concubine ad tempiis, chiama-
rebbe altresì contraria all'educazio- te dai latini pellices o padrona, le
ne de' figli , giacché la poligamia quali come evidentemente inoneste
renderebbe incerto il padre de'figli. furono sempre vietate dalle leggi
Sarebbe contraria al secondo fine ecclesiastiche, sia ai maritati, sia ai
del matrimonio, eh' è la pacifica so- non maritati. Sulle concubine si può
cietà coniugale. Dio permise la po- leggere quanto ne dice il p. Char-
ligamia agli antichi patriarchi della don, Storia de' sacramenti ^ parlan-
legge di natura dopo il diluvio, ed do di questo del matrimonio, t, IIIj
agli ebrei nella legge scritta, per p. 307 e seg. Per riguardo alla
moltiplicare la loro stirpe^ perché poligamia successiva, cioè le seconde
erano essi i soli fedeli di que' tem- nozze e le seguenti, dopo la morte
pi. Gesù Cristo ristabilì il matri- del primo coniuge, essa fu condan-
monio nello stato della primitiva nata dai montanisti, dai novaziani,
sua istituzione, ed ha ordinato che e da Xertulliano. La Chiesa ha sem-
un uomo avrebbe una sola moglie; pre desiderato che i fedeli avessero
cosi non è permesso al presente, ne la forza di astenersene; ma non le
agli ebrei, ne agli infedeli di avere ha ella giammai universalmente pro-
molte mogli. La Chiesa ha sempre scritte, né considerate come cattive
condannato il disordine intollerabile in sé stesse, e contrarie al diritto
di avere i mariti, oltre le mogli, delle naturale e divino, ma piuttosto co-
concubine, in qualunque condizione me imperfette e come un segnale
le tenessero, e ciò riguardò sempre d'incontinenza, per cui in molli luo-
come un adulterio, quantunque le ghi soggettò alla penitenza coloro
leggi dell'impero non fossero tanto i quali passavano alle seconde noz-
severe. Anticamente il vocabolo con- ze, come apparisce dal terzo canone
cabina (donna che vive illecitamen- del concilio di Neocesarea, dal XIX
te con un uomo), si adoperò tal- di quello d'Ancira , dal primo di
volta per significare una moglie le- quello di Laodicea, e dalla lettera
gittima a cui si dava fede maritale di s. Basilio ad Amfilochio. Dichia-
,
creto d' istruzione per gli armeni. matrimonio può essere disciolto quan-
Le seconde nozze in fatti e le se- to al legame, o quanto al letto ed
guenti non hanno nulla di contra- all'abitazione. C disciolto quanto al
rio alprimo ed al secondo fine del legame, quando coniugi possono
i
questo tempo in poi egli non ob- annullarli. 1 teologi che sostengono
bliga più alcuna pervSona in parti- la prima opinione, rispondono che
colare: uou ha nemmeno obbligalo siilàtle autorità devono intenderà
y
vano i figli di famiglia. L'antico di- ciò che avrai legato sopra la terra
ritto romano aimuUava i matrimoni sarà legato anche in cieloj e sopra
che i figli contraevano a malgrado l'uso costantemente praticato dalla
de' loro genitori. Chiesa fino dai primi secoli. Rile-
Gl'impedimenti canonici non so- vasi infatti, al dire di alcuni, da
no altro in sostanza che certe cir- Tertulliano, dai ss. padri Cipriano,
costanze dichiarate dalla competente Girolamo, Ambrogio, che al tempo
autorità, la concorrenza delle quali loro erano proibiti i matrimoni dei
nella persona dei contraenti rende cristiani con gl'infedeli, e che gl'im-
o nullo o illecito il matrimonio. Su- peratori dopo avere abbracciata la
gi' impedimenti del matrimonio, di- fede, riconobbero e rispettarono que-
cono teologi che un impedimento
i sta disciplina fondata sicuramente
del matrimonio è uà ostacolo, che sulle parole della sacra Scultura;
MAX MAX a85
aggiungono medesimi, che sebbe-
i ordinò le tre pubblicazioni nelle chie-
ne di questo impedimento, chiama- se parrocchiali dello sposo e della
to disparità di culto, non si trovi sposa, proclamando matrimonio
il
suo marito il mezzo di farsi sacer- timi naturali del padre adottivo,
dote. P^. Religiosi , e Vergini. che stanno sotto la patria potestà^ e la
4.*' L' impedimenlo di paren- persona adottata; fra colui che adot-
tela, la quale è o naturale, o spi- ta, e la moglie di colui ch'è adot-
rituale , o legale. La parentela tato, e per la ragione de' simili, tra
naturale, che chiamasi anche con- colui ch'è adottato, e la moglie di
sanguinilà, è il legame che stringe chi lo adotta. La cognazione legale
fra di loro le persone del medesi- imita: i. la paternità naturale, e
mo sangue^ cioè quelle che di- quindi dirime il matrimonio tra
scendono le une dalie altre, ovve- l'adottante e l'adottato, e tutti i
persone maritale non possano rima- proibito, per cui ninno de'due può
ritarsi se non quando saranno ve- sposarsi con alcuno de' congiunti
dove, perché fino allora sono esse dell' altro, fino al quarto grado se
legale, e non son libere: per lun- il commercio fu legittimo, e fi-
qua! grado sono fra di loro affini quali ebbero de' figli in età assai
due persone, bisogna distinguere avanzata i i-amani colla legge Pap-
:
Dell' affinità, come nella consangui- pia Poppaea, proibirono agli uo-
nità, io stipite, la linea ed i gradi; mini maritarsi dopo 60 anni, e le
la linea è retta o collaterale. donne dopo 5o. Se la Chiesa non
i3.** L' impedimento della clan- ha proibito ai vecchi di maritarsi,
destinìtàj proviene dal matrimonio ha sempre biasimato quelli che lo
clandestino che si contrae senza hanno fatto padri della Chiesa
: i
versi sexus persona copula ìiaberi medesima età, poiché la gran disu-
queat s rispettiva , si non possit guaglianza di età cagiona sovente
cuni unay possit cuni alia j è ante- la perdita delle anime, ed è cagio-
cedente quando precede la celebra- ne di gravi disordini. Non si posso-
zione del matrimonio; susseguente no maritare gli ermafroditi che par-
quando sopraggiunge dopo contratto tecipano de' due sessi, e gli Eunu-
l'età matrimonio e
prescritta pel si commette quando si conduce via
legittima, è quando l'uomo ha com- per forza o con minacce una per-
piuto almeno quattordici, altri di- sona; il secondo quando s'impegna
cono dieciotto anni, e quando la una persona con artifizio, eoa ca-
MAX M A T 289
rezze, doni, ce. a sortire dalla casa cito il matrimonio vi bisogna la le-
futuri coniugi, senza essere giunti fatto, attribuendo questa falsa di-
a consumare 1* estremo peccato, vis- spensa a qualche falsificatore delle
sero ognora in famigliarità disono- lettere apostoliche. Migliore strada
rante. 14" Risguarda i matrimoni però prese il dotto Natale Alessan-
già contratti e che non si possono dio, Hislor, eccl. t. XI li, cap. 1,
gì'impedimenti che la sua sede o Antoninus, 3 par. Sani. tit. l,cap. II,
1498 in Norimberga, afferma che l' affinità che si contrae con un le-
Mattino V avesse dispensato nella gittimo matrimonio, ed il secondo
legge de' matrimoni in primo grado, se si tratta un commercio cri-
di
permettendo che uno sposasse con minoso. r incesto spirituale
Avvi
matrimonio incestuoso la sorella pro- che si commette tja persone che
pria, per la quale asserzione allega hanno una parentela spirituale, e
MAX MAX 29T
r incesto legale che si cominelle Ira canoni. Contro l'errore di tali giù
le persone affini per parenlela legale reconsulti scrisse s. Pier Damiani,
o adozione . L'incesto è un de- Opiisc. t. Ili, p. 89. Vedi Baronio
litto enorme e contrario alla natura all'anno io65, n. 18. Gli argo-
clie ispira rispetto pei parenti ed menti degli eretici e de' loro segua-
affini: nell'antica legge era punito ci furono egregiamente confutali
colla morte ; è più o meno grave dal p. Friderich, De consangui ni t.
secondo il grado di farentela. Di- et qffìnit. quaest. 2 ; e da Gioac-
versi conciiii, come VI generale
il chino Sandonniui De matrimonii,
donna che sposa due fratelli. 11 con- quelli che si tengono segreti fino
cilio di Epaona decretò non si ri- :
alla morte d' una delle due parli,
ceveianno a penitenza coloro che benché sieno stati celebrati con tut-
avranno coiilralto matrimoni ince- te le formalità prescritte dai canoni.
stuosi, se non si separano ; e tali Allamedesima specie appartengono
sono i matrimoni colla cognata, col- pure que' matrimoni che si con-
la matrigna, colla nuora, colla ve- traggono sul fine della vita con don-
dova dello zio, colla cugina germa- ne cui si tenne reo commercio e si
na. Sì chiamarono poi incestuosi visse seco in libertinaggio, così di-
alcuni scrittori che furono condan- casi di donne uomini. Bene-
con
nali di errore da Alessandro II nel detto XIV conoscendo gì' inconve-
io65 in due conciiii lateranensi, i nienti grandi che possono nascere
quali scrittori erronei e male sen- dai matrimoni occulti che diconsi
zienti, coir autorità del codice di di coscienza, fatti senza le pubbli-
Giustiniano 1, contavano i gradi di cazioni prescritte dai conciiii Lute-
consanguinilà nella stessa guisa che IV e Tridentino, per ovvia-
rà ne use
nelle successioni, cioè per mezzo del re quindi ai mali da detti matri-
diritto civile e non del canonico ; moni provenienti, stabib colla co-
dichiarando il Pontefice scomunicati slituzione Catis \>ohis^ de' 17 noveni-
quelli che avessero osato contrarre bre 1741, Bull. Magn. t. XVI,
matrimonio ne' gradi proibiti dai p. 53, a quali persone e in qual
,
questo una
soggetto spiegazione desse luogo per simile oggetto dai
semplice insieme e molto estesa promessi sposi, avesse a riguardarsi
colla quale propose molti consigli come non obbligatorio ; vietando in
da seguirsi perchè si possano fedel- pari tempo rigorosamente al clero
mente e senza pentimento osserva- di esigere alcuna promessa relativa
re le determinazioni ingiunte, o all'educazione in discoiso. Negli
per meglio dire concedute dalla Annali delle scienze religiose, sono
tolleranza del santo Padre. Nulla riportate molte cose riguardanti
eravi di più spinoso quanto la com- questo importantissimo argomento.
pilazione di una decisione, che aves- A volerne rammentare alcune, nel
se qualche cosa di formale in mez- voi. IH, p. 57, evvi un articolo sul-
zo alle più severe restrizioni , che r opera pubblicata a Berlino nel
comandasse proibendo, che consen- 1 83 4 : Sopra l'odierno stalo del di-
tisse comandando, capolavoro am- ritto malrinioniale, in cui si fa ma-
mirato dal lodato istorico che re- nifesto il deplorabile slato in che è
se immortale la memoria di Pio ridotto attualmente il diritto prote-
VHI, e che Gregorio XVI conser- stante sul matrimonio, e la necessità
vò per regola delle sue paterne confessata dai protestanti stessi di ri-
ed in morte altamente con allocu- per parte della santa Sede, con
zione r encocniò in concistoro, di- r allocuzione Officii meniores^ della
cendo avergli destinato il cardina- quale parlammo all' articolo Gre-
lato ), argomento che toccheiemo gorio XVI. Nel voi. XI, p. 144,
air articolo Prussia ove diremo ,
si discorre del libro: / matrimoni
come quel re comandò che tutta misti fra le cristiane confessioni di
MAX MAT 29
Àleinagna, esposti storicamente dal stìone, siccome matrimoni sempre
dott. Federico Kunstcniann, Bati- detestati e riprovati dalla Chiesa cat-
sbona iSSg. Opera encomiata per- il gran Pontefice si condusse
tolica,
chè contiene quanto su ciò pensò con apostolica ed eroica fermezza,
e fece il protestantismo e la Chiesa e con conciliativo procedere fin
cattolica , ed in questo contrappo- dove si poteva, essendo tali due
sto fa risaltare assai bene la sapien- delle sue principali e mirabili carat-
za divina, che ha guidato sempre teristiche. Ai 25 giugno 1846 nel-
e sempre guida questa Chiesa uni- r accademia di religione cattolica di
camente vera. Ma su questo argo- Roma, il R.mo p. d. Giuseppe Ricci
mento de'malrimoni njij«ti, sia per- consultore generale de'ministri degli
ciò che riguarda la storia universa- infermi, difese dagli attacchi dei
le e particolare di tale controver- novatori la dottrina cattolica intor-
sia, sia per la raccolta di lutti i no ai matrimoni misti. Pertanto
monumenti che la illustrarono fino mostrò col mezzo de' più autentici
ainostri dì, non lascia più niente documenti istorici, quanta sia stata
a desiderare l'opera insigne data in ogni tempo la vigilanza, la pre-
fuori nel 1842 in Ungheria in due mura e la sapienza della Chiesa per
grossi volumi in 8.° dal professore impedire matrimoni misti ; o quali
i
nezia, per non diredi altri. Dappoi- sul matrimonio, riporteremo se- i
ché nella sua prima enciclica diret- guenti. Hermanni, De natura spon-
ta all'episcopato di tutto mondo,
il saliorunij et divisione. Thym, De
non solo pose nel suo lume
vero genuina sponsalìuvi depraesenti et
la lega formatasi in Alemagua con- de futuro Azof?o«e. Richterii, De jnre
tro il celibato ecclesiastico, onde i nuptiarum. Ayreri, De jure connu-
pastori stassero bene in guardia, ma biorum. Schwendendorft'er, De pri"
riprovò energicamente i matrimoni vilegiis virginum. Meyeri , De sei-'
menta, Jerapoli 1786. Emmanuele quale avea cura della chiesa pres- ,
letterati de' suoi tempi, spiccò sin- volsero al duca di Ferrara, che piti
goUìrmente nella perizia dell'una e ragionevole, non solo si mostrò sod-
l'altra legge. Ammesso in prelatu- disfatto, ma riprovando la soverchia
ra, successivamente fu fatto chierico durezza del cardinale, supplicò eoa
di camera, poi presidente della me- vive istanze Sisto V ad annoverare
desima, indi uditore generale pure il Mattei siccome degnissimo al sa-
della camera. Fedele ed esatto nel cro collegio, lo che effettuando il
tlisimpegno de^suoi uffizi, in premio Pontefice, ne provò estremo dispia-
della sua integrità Sisto V a' 1
7 di- cere l'Estense, che continuò a guar-
cembre i586 lo creò cardinale dia- dare di male occhio il Mattei. Que-
cono, conferendogli per diaconia la sti ottenne inoltre da Sisto V l'ab-
belva fosso meglio riguardata^ per Collegio Malici (l^ecli), che fu sop-
298 MAT ]\T A T
presso wl »777 ^a Pio VI per o<?- pifo modello della dignità calcinali"
sersi dimirmile le rendile, e con zia. Nel smodo IV sanese è regi-
quelle superstiti volle il Papa che strala una lettera sopra materie
si mantenesseio due giovani allo conciliari del cardinale all'arcive-
studio in un collegio di Roma ad scovo di Siena ; questa lettera è
arbilrio del duca Mallei, giacche il tenuta molta cstimaziotie da uo-
in
cardinal istitutore nell'assegtiargli le mini dottissimi, e le prestano fede
rendite ne lasciò la cura a' suoi quasi ad oracolo. Pre-iso Innocen-
credi e successori. Decoi*ato della zo X molto si adoperò a vantaggio
legazione Avignone, ne fece in
di del convento di Araceli , e colla
pieno concistoro generosa rinunzia sua autorità e consiglio coadiuvò
per compiacere il cardinal d' Al- il p. Lodovico Mosca nella nuova
tera ps che la bramava, e che da forma di governo del suddetto con-
l^io IV era stato stabilito legato vento, per cui i religiosi a perpe-
perpetuo della stessa città. Interven- tuarne la memoria fecero dipingere
ne a quattro conclavi, dopo quali i in un arco del loro refettorio il p.
una subitanea morte lo involò in Mosca in atto di render grazie al
Roma, ove era celebre pel buon cardinale, tenendo il Mosca una
mime actiuistutosi colle sue sante carta in mano nella quale si legge:
o(>erazioni, nel i6o3, d'anni f^j, e Hyeronimo Matlhco romano cardi-
l\ì sepolto nella chiesa di s. Maria nali franciscanae faniiliae prolecto-
d' Araceli nella sua cappella genti- ri oh hanc domum romanae prò-
lizia dedicata all'apostolo ed evan- vincìae reslitutam anno Domìni i ^9 r
gelista s. Matteo, dove si vede in pridie cjits diei qui Conceptae Vir-
nanzi all' altare la sua arma rileva- ginis sacer crai eadeni fami li a hoc
ta in metallo, e poi espressa in posiiit grati sui animi monumcn-
ntarmo e fregiata di brevissima i- (um. Tanto riporta il p. Casimiro
sciizione : questa cappella adorna da Roma, nelle Mem. stor. del conv.
delle pitture del Muziano, fu eretta e chiesa d' Aracoeli, p. 4^'-
dallo stesso defunto. Fu questo car- MATTEl Gaspare, Cardinale.
dinale grave, prudente, laborioso, Gaspare Mattei nobile romano, dei
di specchiata pietà, vero ecclesiasti- duchi di Paganica, |)rimogenito di
co, nato fatto per reggere e go- sua illustre casa, nacque nel 1587
vernare, e noto a tutta l' Europa di Mario Mattei e di Prudenza
per la somma sperienza che avea Cenci. Egli attese a coltivar lo spi-
nel trattare e conchiudere i più ri- rito coir acquisto delle scienze, e
levanti affari. Tra gli altri ch'ebbe tia le altre della filosofìa e della
in sua corte, vi furono Francesco giurisprudenza, di cui nell'archigin-
Fagnano, che in seguito fu segre- nasio romano riportò la lauiea di
tario della congregazione del conci- dottore. Comechè poi fra i fratelli
Urbano VITI a' i3 luglio 1643 lo scì dalle miserie della presente vita,
creò cardinale prete del titolo di s. e fu sepolto nella chiesa di s. Ce-
Pancrazio, e poi fu fatto prolettore cilia, al cui titolo era passato, sen-
de' regni di Sicilia e di Polonia za alcuna funebre memoria. Luigi
presso la santa Sede, col carico di Navarino chierico regolare, compose
n»olte delle primarie congregazioni un grazioso epigramma in lode del
alle venne ascritto. Nel tempo
quali cardinale, scherzando sul di lui slem-
ch'era nunzio a Vienna, per ordine ma, che ci Vienne riportato dal p.
<li Urbano Vili 1641 doman- nel Annibale Adami gesuita, nella sua
dò air imperatore, che cedesse al Pallade porporata. Eccone il te-
servigio della santa Sede il proprio nore.
nipote Luigi Mattei romano mar Solis Avìs^ solt^m quaeritj cui lu-
chese di Bel monte, che siccome u- mina fig'Tfj
no de' primi capitani del suo tempo Sol erisj Gasper, Purpi ir a
era al servigio dell' Austria. Aven- lumen erìt:
dolo ottenuto, Uibano Vili lo fece Te Mere Àquilae, quas armiger
maestro di campo nelle provincie educai Ister;
dell' Umbria, del Patrimonio e dei Arseruntque Tui solus amore
luoghi annessi ; indi gli diede il frui.
comando generale delle armi, e Romanos hinc, Gennanos trahis
r impiegò nella guerra contro il du- inde volucresj
ca di Parma Odoardo Farnese, ciò tamen ulla Tibi est Urbe,
JYec
che pur fece Innocenzo X. Qui no- Orbe quies.
vel
teremo che questo Papa avea avu- Non Te Roma capii, non Te Ger-
to per ava una dama di casa Mat- mania Aviti :
fìoiiva tra le più cospicue, antiche vede alia sua memoria eretto un
e principali, cioè a' i5 marzo 1622 magnifico ed elegante avello, col bu-
dai duca Lodovico , e da Laura sto del cardinale espresso al vivo in
Frangipani. L'applicazione agli stu- candido marmo, sotto di cui Icggcsi
di e gli occuparo-
esercizi di pietà un breve epitafììo, riportato dal Re-
no interamente la sua prima gio- nazzi a p. i4o delle Notizie de mag-
vinezza, fin dalla quale mostrato giordomi. Le sue decisioni rotali gli
avendo una forte inclinazione alla meritarono che il Mandosio gli das-
vita ecclesiastica , Innocenzo X volle se luogo tra suoi scrittori romani
i
(blese. Una immatura morie però poi nel concistoro de' 12 higlio
troncò i suoi giorni in Roma a' 3o 1779 lo creò e riserbò in petto
gennaio lySS, nell'età di cinquan- cardinale dell' ordine de' preti. Re-
tasei anni, e fu oggetto di lutto u- candosi il Papa nel 1782 a Vien-
ni versale, attese le sublimi sue tìi- na, fu ricevuto dall' arcivescovo, e
lìi, per le quali potevasi ben a ra- nel ritorno tenne concistoro a' 22
gione ap|)ellare l'ornamento e il de- maggio nella sagrestia della catte-
coro del sacro collegio ; laonde Be- drale di Ferrara, lo pubblicò caidi-
nedetto XIV alla notizia della di nale, conferendogli il cappello car-
lui morte rispose: abbiamo perdu- dinalizio nel concistoro tenuto in I-
ne gli studi. Benedetto XIV nel 758 i voluzione francese avendo obbligato
gli conferì il priorato di s. Maria molti preti a ritirarsi in Italia, il
Benché i voti di Bellisomi diminuis- tre sue belle virtìi. Era continua-
sero, niuno ne guadagnò il nostro mente applicalo agli esercizi della
cardinale, sebbene vi fu chi ram- religione, ed il frutto della sua ri-
siedere inRoma. Nel i8o4 tenne a cardinale, divenuto decano del sa-
Palestrina un sinodo di cui gli atti cro collegio ; quindi a' 26 settembre
furono stampati ; rinnovò gli anti- fa traslatato al vcicovato d' Ostia
chi statuti della diocesi e ne fece e Velletri, ove tenne un sinodo ;
brati i solenni funerali, ove alla e anche dello spargimento della di-
presenza del sacro collegio celebrò vina parola nelle congregazioni lai-
Ja messa il cardinale Emmanuele cali, le quali lui vantavano per pro-
de Gregorio. Dalla della chiesa tettore. Noi tralasciamo l' illibata
vennero trasportate privatamente le amministrazione delle grandi e im-
sue spogUe mortali all'altra di s. portantissime cariche ad esso affida-
Maria in Araceli, ove furono tu- le, come soggetti da non potersi
mulate secondo la sua disposizione, esaurire con pochi tratti di penna.
nel sepolcro della cappella gen- Ha cessalo pertanto di esistere, co-
tilizia, eoa onorevole iscrizione che me un esemplare dell'invitta costan-
ricorda i pregi del defunto. JVel za necessaria in angustia di tempi
numero 33 del Diario di Ro- per quelli che in avvenire saranno
ina 1820, è riportato del cardi- adornati della sacra porpora ; così
nale il seguente elogio. « Funesto un degno sacerdote e prelato, il
zioni, nelle quali spiegò nuovo ar- del tempio. Siccome nel numero 60
dore, quando nel concistoro dei 27 del Diario di Roma, in un articolo
settembre 1822;, Pio VII lo pre- necrologico erasi dello, che con lui si
conizzò patriarca d' Antiochia in estingueva una delle antiche e illustri
partibits. Vedendosi nominato da prosapie romane, che in lunga se-
Leone XII all'arcivescovato di Fer- lie eh generazioni spiccò sempre per
i*ara, egli ebbe la modestia di ri- inconcussa probità ispiiala da pro-
cusarlo, dichiarandosi non più ca- fondi sentimenti di religione, cos'i
nea mascolina. Questa transazione suoi amici, massime quelli che eser-
della sua Chiesa, INella lista degli Agostino, la versione greca fu fat-
apostoli data dagli altri evangelisti, ta al tempo degli apostoli, e forse
il stio nome sì trova avanti a quel- da alcuno di loro. 11 santo evange-
lo di s. Tommaso ; ma egli pone lista,dopo aver convertito un gian
questo apostolo prima di sé, ed numero di anime nella Giudea
aggiunge al proprio nome cjuello di andò a predicare la fede a' popoli
pubblicano. Sappiamo da Eusebio barbari dell'oriente. Clemente Ales-
e da s. dopo l'Ascen-
Epifanio, che sandrino riferisce ch'egli era molto
sione di Gesù Cristo s, Matteo , dato all' esercizio della contempla-
predicò nella Giudea e nelle con- zione ; che menava vita austerissi-
trade circonvicine, ne se ne discostò ma ; che non mangiava altro che
prima della dispersione degli apo- erbe, radici e frutta selvatiche. S.
stoli ; e poco dopo questa disper- Ambrogio dice che Dio gli aprì il
sione egli scrisse il suo evangelio, paese de' persiani. Secondo Kufìno
pregatone dai giudei convertiti. S. e Socrate egli portò il vangelo in
Epifanio dice, che lo scrisse per co- Etiopia : sotto il nome della quale
mando degli altri apostoli. È certo non deesi intendere le contrade
che il vangelo di s. Matteo è il orientali e meridionali dell'Asia, co-
pi imo di tutti; che s. Bartolomeo me Tillemont e Baillet hanno cre-
lo portò seco nelle Indie, e ve lo duto; ma la parte dell'Etiopia che
lasciò. S. Matteo entra in una confina coH'Egitlo, non già Axu-
narrazione più minuta e circostanzia- Oìa nell'Abissiuia, ove s. Frumenzio
ta delle azioni del Salvatore, che gettò i primi semi della fede. Se-
non gli altri evangelisti. Dal quin- condo l'opinione comune morì a
to al quattordicesimo capitolo dif- Ludi, nel paese di Sennar che fa-
ferisce da loro nella maniera di ceva parte dell* antica JNubia. For-
ordinare i fatti: trascura l'ordine dei tunato dice che soffrì il martirio a
tempi per meglio riunire le istruzio- Naddaver in Etiopia , e Doroteo
ni del divino maestro, e mostrare più racconta che fu seppellito a Jerapo-
perfettamente il legame che hanno li paese dei parti. Le sue reliquie
tra esse. Insiste principalmente sui furono poscia portate nell'occidente;
morali, e dà la genealogia
precetti e da una lettera del Papa Gregorio
di Gesù Cristo, per far vedere il VII del 1080 al vescovo di Salerno,
compimento delle proD)esse, secondo rilevasi che erano in una chiesa di
le quali il Messia doveva uscire questa città, dedicata in onore del
dalla schiatta di Abramo e di Da- santo evangelista. Raffigurandosi gli
quando Sisto IV nel i^jS l'unì quale però riconobbe la falsità del-
alla sagrestia delia chiesa di s. A- l'accusa ; ma il servo di Dio prese
gostino, con obbligo a questa di da ciò occasione per isgravarsi di
mantenervi il culto divino. Nel un peso che portava a malincuore.
i656 Alessandro VII die la chiesa Rinunziò dunque il vescovato di
di s. Matteo agli agostiniani irlan- Girgenti, rientrò nel chiostro, e
desij i quali poi la linunziarono, on- continuò a faticare da semplice re-
de il Papa nel 1661 la concesse ligioso per la salute delle anime
agli agostiniani di Perugia in com- e per la propria santificazione, in-
penso del convento di s. Maria No- fìno alla l3eata sua morte, che fu
vella che essi aveano ceduto alle il 7 febbraio i45ir. La sua festa
monache benedettine. Nel lySg è segnata il 2 1 dello stesso mese.
Clemente XII restituì la chiesa in MATTEO Carrara (b.), da
Merulana agli agostiniani iilande- Mantova, domenicano. Uomo chia-
si, ad istanza del re Giacomo HI. ro per la santità della vita, e per
Distrutta nella repubblica francese, lo zelo di convertir anime a Dio.
per quante ricerche ho fatte dei Circa il 1463 si recò a predicare
suoi monumenti, ecco ciò che po- nella chiesa di s. Giacomo de'pa-
tei sapere. Alcune piccole statue di dri predicatori di Soncino, antico
marmo furono trasportate alia ba- ed illustre castello del territorio
silica Lateranense nel chiostro, in- cremonese, ed introdusse fra quei
di in chiesa. Allorché monsignor padri la riforma della congregazione
Nicolai (u« parla nell' opera sulla di Lombardia. Tenerissimo della
MAT MAT 3o9
pnssione di Gesù disio, infiammò carsi col re d'Inghilterra sugli af-
dello stesso affetto la giovanetta fari delle Provincie di Normandia,
Stefana Quinzani (Fedi), che ne e rilevata la necessità di sradi»
udiva le prediche, e che da lui care alcuni gravi abusi che vi si
nacque di nobilissima ed
opulenta Francia, Spagna V Inghilterra
la ,
3 r MAT MAT
sa,a*2 5 dicembre ii34 al dire del MATTEO, Cardinale. Matteo nac-
Riccy, o II 35 secondo il Ciac- que in Angers, e da Alessandro III
conio, o meglio nel ii36. Il suo nel dicembre 1178 fu creato prete
cadavere fu tumulato nella chiesa cardinale del titolo di s. Marcello,
di s. Frediano in magnifico avello, Trovossi presente alla solenne asso-
ove Dio a sua intercessione operò luzione data da Lucio III nel 118:»
strepitosi prodigi, onde il suo no- a Guglielmo re di Scozia, alla cui
me venne registrato nel martirolo- elezione avea contribuito, e mor\
gio benedettino e gallicano. I fatti nel I i83 o 184.
1
nocenzo li, sigillò Q,\ partito dell'an- bri della divina Scrittura, come sul-
tipapa Anacleto li, che fattolo can- la cantica, snlT ecclesiaste, sull' e^
braio. Una parte di sue reliquie è vesi recitare colle laudi prima della
custodita neir abbazia di s. Mattia messa, conforme ordina la rubrica,
di Treveri, ed in s. Maria Maggio- la quale il Barbosa, De polest. epi-
fie più abbondanti. Morì nel i5i3 istruzioni che gli diede evvi questa.
.
Macri
li le chiama parole degne di cantano al modo detto in quell' ar-
profonda e attenta considerazione, ticolo, cioè i tre mattutini delle te"
pei sacerdoti che con facilità tras- nebre, nel mercoledì, giovedì e ve*
grediscono questo precetto, per il nerdì santo, il mattutino de' morti,
quale almeno obbliga sotto pena di e quello della notte di Natale. Il
peccato veniale; e di tal negligenza Papa v' interviene col Manto o pi-
dovranno renderne strettamente con- ed anticamente col-
viale ponlilìcio,
to a Dio. Cenedo cita a favore di la cappa e falda, secondo quanto
questa opinione trenta gravi autori, descrivemmo ancora ai voi. Vllf,
seguito dal vescovo Giordani nei p. 83 e seg., e XXIIl, p. 9 del
suoi trattati morali, il mattutino Dizionario. Altri Pontefici si reca-
colle laudi per una giusta causa si rono ad assistere al mattutino della
può recitare nei vesperi del giorno notte di Natale nella basilica di s.
rio; solo al tempo della nona le- r armellino non ha luogo. Nei mat-
zione, che si dice dall' ebdomadario, tutini i cardinali non rendono ob-
esso coi due intuonatori pigliano il bedienza al Papa: in sua assenza
piviale, e continuano le laudi colle ne fa le veci, nei mattutini delle
medesime solennità del vespero tenebre il cardinal vescovo subur-
Caerem. episcop. lib. 2, cap. 6 67. bicario più degno, in quello dei mor-
Ma quando officia il vescovo, dice ti il cardinal maggio-
penitenziere
la nona lezione colla sua cappa or- re, ed in quello della notte di Na-
dinaria, tranne nella notte di Na- tale il cardinal camerlengo o quel
tale,nella quale si mette il piviale cardinale che per lui canta la messa.
per dire l'orazione del mattutino. Se il Papa assume la cappa magna,
Caerem. episcop. lib. 2, e. 4- Sic- 1 si veste di falda, amitto, camice,
come nel mattutino del sabbaio, di- cingolo e stola. Sopra di tali abiti il
cendosi r uffizio della Beata Vergi- prefetto delle cerimonie coli' aiu-
ne, si lascia il salmo Jubilale, nel to degli uditori di rota gli pone
cui luogo si canta Boniim est, per la cappa. Spetta al detto prefetto
non replicare lo slesso salmo due coprirlo e scoprirlo di cappuccio.
volte, così dovrà osservarsi occor- I due cardinali che lo hanno ve-
rendo la vigilia di Natale in sabbaio stito sino alla stola, non assistono
per l'istessa ragione. P'edi il Diclich, al trono, non vanno ai suoi lati
Dizionario sa ero- liturgico, agli arti- nell'accesso, ma lo sieguono, e iaì-
sebbene si recitasse la notte nelle Ella divideva il suo tempo tra l'o-
chiese il divino uffizio, tenevansi razione e gli esercizi di carità; im-
però chiuse le porte, per evitare piegava i suoi lavori a sollievo dei
qualsisia scandalo , che fosse po- poveri, o a decoro del culto divino ;
uoQiini. Sifermò nella Turrena, ove scovi. In seguito Genserico coi van-
avealo la rinomanza di s.
tratto dali invase la •egione; sotto Gm-
Martino; e dopo la morte di quel stiniano I fu ricuperata, ma a tem-
santo vescovo, di cui era stato per po di Eraclio tutto il paese si sot-
qualche tempo discepolo, si ritirò tomise agli maomet-
arabi o mori
nell' Angiò. La sua virtù lo fece tani, essendovi stato tenuto un con-
presto conoscere e collocare sulla cilio nella Mauritiana contro mo- i
boccatura dell'Ani psaga sino a Ma» nione di que' corsari che per lungo
pciruiamim- Oppicium , ed all'ovest tempo divennero il terrore del com-
colla Mauriliana Cesariense. Aveva mercio inglese in quelle spiaggie.
42 o 4^ cillà vescovili, suffrnganea Nel 18 IO si arrese agl'inglesi, dopo
della metropoli di Sìtifi^ fu floridis- ostinatissima resistenza:
pace alla
sima provincia ecclesiastica, e corri- del 18 14 fu ad essi ceduta colle
sponde ad una parte della provin- sue dipendenze, particolarmente Ro-
cia di Bugia. Fedi Marocco, e driguez e le Scichelles. Il Papa Gre-
Morcelli, AJrica clirisliana^ non che gorio XVI a mezzo della congre-
Terzi, Sina sacra^ p. 382. gazione di propaganda fide ^ nel
MAURIZIO. dell'Oceano
Isola 1840 v'istituì un vicariato aposto-
indiano equinoziale, detta pure di lico, dichiarandovi vicario l'odierno
Plancia, in Africa, assai montuosa, monsignor Guglielmo Bernardo Col-
una delle Mascaregne. È bagnata lier anglo-benedettino, che ai i4
da un gran numero di corsi d'acqua, febbraio fece vescovo in pardbus
e da molli laghi, in clima sanissi- di Milevo, il quale esercita anche
n)0, ma soggetta a terribili uraga- i'uflìzio di parroco; ed egli coi mis-
ni, e commercia de' suoi prodotti sionari riceve uno stipendio dall'In-
col Madagascar. Gli abitanti in gran ghilterra. Porto Luigi capitale del-
parte discendono dalie antiche no- l'isola, stabilita nel1822, residenza
bili famiglie di Francia. Fu scoper- del vicario apostolico, ha dipenden-
ta nel secolo XVI da d. Fedro Ma- ti le vicine piccole, ma popolate
scharenhas capitano portoghese, che isoIelle> ed ha 33,ooo abitanti. In
lonie,ma pei pochi vantaggi che trodotti da pochi anni, prima pro-
ne ritraevano, l'abbandonarono nel fessandovisi la sola religione catto-
1712. Verso questo tempo fran- i lica. L' isola ora commercia con
cesi stabiliti Borbone,
nell'isola di tulli i paesi d'oriente, e con Capo
vi mandarono la Fran-
de* coloni, e di Buona Speranza, Mozambico, il
del sagrifizio, la fece decimare due gione. Nel i4^9 fmono trovati nel
volte. Tuttavia i soldati della le- villaggio di Schoz, eh' è circa due
gione eh' erano rimasti ancora in leghe lungi da Lucerna, duecento
ila, protestarono essere fermi di corpi dei compagni di s, Maurizio.
tutto soffrire più presto che tradi- Vi si era fabbricata gran tempo
re la loro fede; e Maurizio, Esu- addietro una cappella, conosciuta
perio e Candido, loro primi uffi- pe'suoi privilegi e per grandi in-
ciali, contribuirono non poco a rat- dulgenze. Il p. Chardon gesuita
tenerli in questi generosi sentimenti. scrisse la storia dei miracoli opera-
Massimiano, disperando di poter ti per Maurizio
intercessione di
s.