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e 37^4.

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPATI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIIJ SOLENNI,
AI RITI,ALLE CEREMONIE SACRE,. ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MOROJNI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL, XLIII.

'"%

IN VENEZIA
DALLA l'IFOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXL V li.
DIZIONARIO
DI EIIUDIZIONE

STO lUCO-ECC LE SI ASTICA

n
MAR MAR
m;ARIA FRANCESCA delle cin- mensa; e sebbene consacrasse alla
que PIAGHE DI Gesù' CmsTo (beata). preghiera buona parte del giorno, si
Nacque -a 25 marzo 7 1 5 in Napoli, i applicava alle faccende domestiche,
e Francesco Gallo e Barbara Ba- e nel tessere nastri di seta intarsiati
sinsin ne furono genitori, di me-
i con oro, de'quali teneva commercio
diocre condizione ambedue, ma di il genitore, indi come le sorelle e la
indole e di costumi diversi, poiché madre pose a filare l'oro. Pas-
si

quanto era il primo di natura dif- sati i quindici anni , le sue avve-
ficile ed aspra, tanto era l'altra nenti fattezze congiunte al candore
mite ed amabile.
Iddio che con de'suoi costumi, allettarono un ricco
singolari maraviglieannunzia talora giovane a domandarla per isposa,
una vita cui miracoli sono per
i ma ella a fronte delle furie pater-
accompagnare e seguire, non dub- ne si non conoscere altro
dichiarò
bi segni ed insoliti diede nel na- sposo che Gesù Cristo, il perchè
scere di lei. Nel battesimo ebbe i agli 8 settembre lySi vestì l'abito
nomi di Anna Maria Rosa Nico- delle terziarie di s. Pietro d'Alcan-
letta, e nel crescere vece di pue-
in tara, il cui rigido istituto scrupolosa-
rili sollazzi si dedicava a frequenti mente osservò, e prese il nome di
ossequi verso Dio e
Beata Ver- la suor Maria Francesca delle cinque
gine, con sorpresa di tutti; quindi piaghe . Si diede allo spirito di
cominciò a disciplinarsi e a non contemplazione, e tenendo sempre
mostrare altro desiderio che di as- fisso il pensiero nella passione di
sistere alla messa ed altre eccle- Cristo, incominciò a praticare il quo-
siastiche funzioni. Crescendo nella tidiano esercizio della Fia Crucis^
perfezione, di sette anni gli fu per- cadendo in deliqui pel dolore e
messo di partecipare all' eucaristica pel pianto cui si abbandonava. Du-
,

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bilancio il suo direttore spirituale tìnuamcutc il suo corpo, che teneva
ohe fosse illusione quanto eli pro- coperto di cilizi, laonde meritò più
digioso le avveniva, la trattò ru- celesti favori. Fra questi devesi no-
vidamente mentre la consolava
, verare quello di conoscere il vicino
Gesù nel cuore e ne' colloqui, e tempo di sua morte, alla quale si

l'angelo custode manifestamente la preparò esemplarmente, e baciando


guidava nelle persecuzioni. Alla il Crocefisso soavemente spirò, in
morte della madre, lo snaturato Napoli ai 6 ottobre 1794» d'anni
padre aumentò le sue vessazioni e 79. Il cadavere nel dì seguente
strapazzi, ed abbandonò la casa fu portato alla chiesa degli alcan-
acciò tutta fosse a peso della figlia ;
tarini di s. Lucia del Monte, ove ac-
allora questa andò ad unirsi a suor corse innumerabile gente per baciar-
Maria Felice della Passione, e potè ne le mani e le vesti, e riportar-
respirare per alcun tempo più tran- ne qualche reliquia, ed ivi restò
quilla vita. Non cessando il demo- tumulata alla venerazione dei suoi
nio di tentare la sua costanza nel- divoli, subito il popolo proclaman-
l'esercizio delle più eroiche virtù, dola per santa. Rifulse in ogni a-
la denunziare quale maliarda
fece zione e nelle più insigni virtù; fu
all'arcivescovo di Napoli cardinal illustre per le penitenze a cui volon-
Spinelli, il quale per esplorarne lo tariamente si sottomise, per la pro-
spirito l'affidò a dotto ed accorto va delle penose direzioni de' suoi
regolatore, che principalmente nella confessori, per ogni maniera d'in-
pazienza la trovò insuperabile, cosi fermità, sicché può dirsi che l'in-
nell'umiltà e nell'obbedienza, laon- tiera sua vita fu una continua ago-
de dovette assicurare il cardinale nia. Due volte la santa particola
dell'eminente santità di lei. Quindi andò a posarsi sulla sua lingua, e
soggiacque a nuove persecuzioni scemando diverse volte nel calice
non solo del padre e delle sorelle, del celebrante il vino consacrato,
ma altresì nel chiostro in cui vi- per mano angelica fu alle sue lab-
vea, pei* cui l'accolse in casa ono- bra apprestato. Dio la glorificò con.
ratissima signora, ed intanto Iddio prodigi e miracoli che operò a di
punì i di lei persecutori, e lo stesso lei intercessione, per lo che Pio
padre usci di vita placidamente a VII con decreto de' 18 maggio
sua intercessione ; con atroci sup- i8o3 la dichiarò venerabile, e per-
plizi procurò alleviargli le pene mise l'introduzione della causa per
del purgatorio, siccome soleva pra- la sua canonizzazione. Indi dopo
ticare per le anime di que' defunti aver subito la sua causa fino al
che a lei venivano raccomandati 1824 i giudizi preliminari e pre-
come quella ch'era nella carità del paratorii, il Papa Gregorio XVI con
prossimo infiammata. Osservantis- solenne decreto de' 1 2 febbraio 1 832
sima de' voti di povertà e castità, dichiarò constare dell'esercizio delle
visse accattando, e nell'innocenza, virtù praticate dalla serva di Dio
ignorando le malizie umane. Giam- in grado eroico, e con" altro de*29
mai trasgredì le severissime regole dicembre 1889 riconobbe l'eccel-
dell! istituto alcantarino, ad onl<i lenza di due miracoli, accaduti iu
delle fiere convulsioni e malattie Napoli; il primo fu una sanazione
cui andò soggetta, flagellando con- d'inveterata ed assoluta cecità ca-
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«ionnta da oftalmia, secondo fu il manuele Godoy a lei accettissimo,
l'istantanea e perielta sanazione da ciò che produsse quel malcontento,
emioiegia e spasmo cinico con per- quelle sventure e quelle conseguen-
dita di moto e loquela, essendo ze che la Spagna ancora deplora.
stato postulatole della causa il cav. Di ciò avvedendosi la stessa regina,
Luigi Vagnuzzi. Finalmente lo stes- onde accattivarsi almeno l'animo di
so Gregorio XVI ne fece celebrare alcuni della nobiltà spagnuola, nel
la solenne beatificazione a' 12 no- i8o5 istituì questo ordine eque-

vembre
1843 nella basilica vati- stre per le sole cavalieresse, e gli
cana. Nel medesimo anno pei tipi diede il nome di Maria Lodovica.
di propaganda ^fl?e, fu pubblicata Per insegna e decorazione dell'or-
la Vita della h. Maria France- dine stabilì una croce d'oro smal-
sca delle cinque plagile di G. C. tata in bianco, avente negli angoli
terziaria professa alcantarìna, ed i gigli, stemma de' Borboni, e nel
aggregata ai beni spirituali della centro il proprio ritratto. Inoltre
congregazione de' chierici regolari prescrisseche la croce delle cava-
somaschi, scritta dai p. d. Ber- lieresse sarebbe portata in petto,
nardo Laviosa somasco ; nuova edi- pendente da un nastro rosso di
zione notabilmente corretta ed ac- seta, con orli color d'arancio. Con
cresciuta dal p. d. Giovanni Stroz- questo ordine la regina insignì e
zi canonico regolare lateranense. Il premiò quelle dame di alto rango,
p. d. Norberto Palmieri del me- le quali ogni mese dovessero vi-

desimo ordine, nell'istesso anno e sitare un qualche ospedale , e


coi medesimi caratteri, ci diede il Far celebrare una messa per cia-
Compendio della vita della beata scuna dama dell' ordine nella loro
Maria Francesca^ ec. morte, ed assistere alla medesima.
MARIA GLORIOSA, Ordine e Dipoi rinnovato
quest'ordine fu
(fuestre. P\ Gaudenti. nel 18 16 dalla regina
gennaio
MARIA ISABELLA, Ordine e- Maria Isabella Francesca principes-
quesire. V. Isabella la Cattolica. sa di Portogallo, e moglie del re
MARIA LODOVICA o Luisa. Ferdinando VII figlio della regina
Ordine equestre di cavalieresse . Maria Luisa Teresa che ancor
Nel 1765 Carlo IV re di Spagna e viveva. Al di lei ritratto fu sosti-
delle Indie sposò la sua cugina tuita sulla decorazione l' e/ligie di
Maria Luisa Teresa di, Parma, s. Ferdinando HI, e nel rovescio
prima che fosse assunto al trono, la cifra della regina restauratrice,
ciò che si efifettuò nel 1789 per con l'iscrizione: Reale ordine della
la morte del suo genitore Carlo IH. regina Maria Luisa.
La regina Maria Luisa appena il MARIA LUISA ISABELLA, Or-
consorte cominciò a regnare, s'in- dine equestre. Questo recente or-
gerì negli atlari dello stato,' prese dine militare ed equestre fu isti-
a dirigerli, non che a disporre a tuito a'20 giugno i833 nella Spa-
suo piacere delle cariche e delle gna, in memoria de' servigi prestati
rendite della monarchia. L' ascen- alla primogenita del re Ferdinan-
dente che prese poi sull'animo del do VII, ora regnante Maria Isa-
real consorte l' indusse a porre bella II regina di Spagna.
l'ammioistrazione in mano di £m- MARIA TERESA, Ordine eque-
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stre. Dopo cl»e l'imperatrice regina cessori ne sarebbero gran maestri.
Maria Teresa d'Austria, figlia del- Quest'ordine non m conferisce che
l'imperatore Carlo VI, per i gene- in premio di servigi militari sol-
rosi aiuti de' suoi sudditi e per tanto, non riguardandosi per con»
quelli de' suoi alleali, pose termine seguirlo uè la nobiltà de' natali ,

alla lunga e sanguinosa guerra ne la professione di fede, ne gli


di successione e che pel trattato
, anni di servigio, uè la condizione
di Aquisgrana conchiuso nel 174^» delle persone. numero de'deco-
Il

l'impero germanico respirò pace, rati è indeterminato, ammettendo-


essendo ella salita al contrastato si tutti coloro che se ne resero
trono insieme con Francesco 1 suo degni. I cavalieri sono divisi in
sposo, già granduca di Toscana, tre classi , cioè in grancrocì, in
si applicò a far prosperare ne'suoi commendatori, ed in cavalieri sem-
stati le arti, le lettere e le scien- plici. Ciascun cavaliere il quale
ze, ed a beneficare tutte le classi non sia nobile, volendo deve essere
de'sudditi. Quindi assicuratasi del- ascritto alla nobiltà, in grado di
l'appoggio della Francia, e fatte cavaliere degli stati ereditari d'Au-
entrare ne'suoi progetti la Russia, stria; e bramandosi, mediante la
la Svezia e la Sassonia, si volle tassa di spedizione, a lui e discen-
vendicare della Prussia per averle denti si spedisce il diploma di
tolta la Slesia, lo che produsse la cavaliere degli stati ereditari d'Au^
famosa guerra de'sette anni, soste- stria . L' ordine conferisce otto
nuta da Federico II il Grande. annue pensioni di i5oo fiorini
Diversi prosperi successi onoraro- pei grancroci, sei di 800 fiorini
no le armi di Maria Teresa, fra per la classecommendatori_, e
dei
i quali la vittoria dai collegati ri- cento di 600 fiorini per la prima
portata sotto il comando del gene- divisione della classe de' cavalieri,
ral Daun a Rollingiugno li 18 non che cento di 100 fiorini per
1757; la pace segnata a' 16 feb- la seconda divisione de' medesimi.
braio 1763 in Hubertsburg, ter- Le vedove dei cavalieri pensionati
minò la terribile contesa. L'impe- o non pensionati ottengono la
ratrice fino dal 1756, epoca del- metà della pensione, a seconda del
l'i ncominciaTuento della guerra dei grado portato dal loro defunto
sette anni,formò il disegno di fon- marito. La festa dell'ordine è ai i5
dare un ordine militare ed eque- d'ottobre, in cui ricorre quella di
stre, indi Io stabilì a' i3 maggio s. Teresa , o nella domenica se-

1757, e lo mandò ad effetto dopo guente. La decorazione dell'ordine


la vittoria di Rollin, per immor- consiste in una croce d'oro smal-
talarne il felice evento. L'impera- tata in bianco alle due estremità;
tore Francesco I fu solennemente nel centro vi è lo stemma di
rivestito della dignità di gran mae- casa d' Austria, col motto Farti- :

stro dell'ordine, che prese il nome tudini, il quale trovasi pure sulla
della fondatrice. Gli statuti pubbli- medaglia de' grancroci che sino ,

cati a*i2 dicembre


1758, furono dal 1765 vennero aggiunti dal-
poscia corretti a' 1 2 dicembre 81o 1 l'imperatore Giuseppe II, figlio del-
dall'imperatore d'Austria France- la fondatrice. Nel rovescio la croce
sco li stabilendo che i di lui suc- ha la cifra delle lettere iniziali di
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MaVia Teresa, eircoiidate dix una dalla permanenza che poscia vi fe-
gliirlaiida di alloro. La decorazio- cero i vescovi successori, fu quella
ne si porta appesa ad un nastro villa chiamata
il Vescovato , nome

listato dei colori bianco e rosso. che tuttora ritiene. Dopo però che
MARIAMIA o MARIAMME ,
la Bastia divenne residenza de' go-
Mariamne . Sede vescovile della vernatori della Corsica, i vescovi
seconda Siria, sotto la metropoli Mariauensi nel iGyS stabilirono ia
di Apamea, nella diocesi di An- residenza in quella città. In Ma-
tiochia, eretta nel quinto secolo. riana vedesi ancora la sua chiesa
Alessandro il Grande confermò la antica cattedrale, giàmagnifica e
sovranità della città a Geralostra- dedicata a s. Pietro o Petreio ve-
te re di Ai ad. La città, al dire scovo e martire della città, ed ora
del Terzi, Siria sacra p. 102, ridotta in istato lagrimevole : in essa
traeva l'origine dai macedoni, o dai il vescovo prendeva possesso della
mariandini popoli confinanti colla sua dignità. Il rimanente della città
Bitinia, e fu città fenicia, grande non è più che un mucchio di ro-
e facoltosa, ma peri per le incur- vine. La sede eretta nel secolo IV,
sioni de'saraceni. Ne furono vesco- fu sulFraganea dell'arcivescovo di Ge-
vi greci. Paolo che sottoscrisse al nova, e nel XVI le fu unita Accia
concilio di Calcedonia ; Magno che sotto Pio IV.
sottoscrisse hi lettera del concilio Il primo vescovo di Mariana fu
di sua provincia all'imperatore Leo- s. Petreio martire, a cui Ugo Co-
ne; Ciro che sottoscrisse la lette- lonna romano nominato
eresse il

ra de'vescovi della propria provin- tempio. Suo successore fu Catano


cia a Giovanni di Costantinopoli; o Catone, il quale sedeva nel 3i4,
Eterio che assistette al concilio di ed assistette al concilio di Arles.
Costantinopoli, tenuto sotto il pa- Leone personaggio cospicuo, degno
triarca Menna neh' anno 536. O- d'ogni lode, ebbe da s. Gregorio I

rieiis Chris t. toni. H, pag. 919. una epistola che il Vitale riporta,
Ebbe ancora questa sede alcuni in sacra Corsica chronica. Gli al-
vescovi latini, come rilevasi dal tri vescovi più meritevoli di men-
medesimo p. Le Quien, t. HI, p. zione sono: Lunergio o Aspergio
I
194. Dionigi i45o, e mòri nel del ; Ottone Colonna
900 conse- ,

Durando Sapelli francescano fu no- crato nel 11 18 dall'arcivescovo di


minato in successore da Nicolò \^ Pisa; Ladio o Joaphus, che nel
MARIANA. Città vescovile del- 1179 intervenne al concilio gene-
l'isola di Corsica, presso la riva si- rale di Laterano III; gli successe
nistra e la imboccatuia del Golo. Opizo Corti nco nobile corso, fallo
Dà il suo nome al cantone in cni da Onorio 111 nel «219; fr. Vin-
si trova, e il cui capoluogo è Bor- cenzo francescano del i33i; fr. Ni-
go. Dicesi che ripete la sua origi- colò ligure domenicano del i3t)6 ;

ne dal console romano Mario, che Giovanni Ormessa del 1390; Gre-
vi dedusse una colonia romana. gorio Fieschi nobile genovese, fat-
Dcicchè fu rovinata dai mussulmani to amministratore del i433, ([uin-
d Africa, il vescovo si ritirò in una di cardinale ed arcivescovo di Ge-
villa della sua diocesi, a destra di nova Leonardo Fornari nobile
; ge-
detto fiume , sopra uu colle , e uovese, che morendo nei 1482 la-
IO MAR MAR
sci^ una sommo per la riparazione ne IT. Gli successe nel 1297 Ben-
di sua chiesa. Meritano pure ono- venuto monaco cistcrciense. Boni-
i^vole ricordanza, fr. Giulio de Is- facio IX per lo stato deplorabile
sopo carmelitano, celebre predicato- della sede, ne affidò la cura al ve-
re ed illustre in erudizione, fatto scovo di Gravina Francesco Bonac-
vescovo nel i494) c"' successe nel corsi. Fr. Antonio corso de' minori
seguente anno Ottaviano o Ottavio osservanti fu fatto vescovo di Ac-
Fornari nobile genovese, chiaro per cia da Martino V nel i4iB> >1

virtù, nominalo da Alessandro VI quale nel i ^1 1 gli die a successore


chierico di cjimera e datario; morì fr. Anello o Agnello napoletano car-
nel i5oo in Roma, e fu sepolto in melitano, insigne teologo. Indi nel
s. Agostino in magnifico avello. 11 [44 1 'o divenne il corso fr. Al-
di lui successore Gio. Rattisla Uso- bertino de Casini domenicano, che
dimare, non conosciuto dall' Ughel- l'Oli vensi vuole francescano. Giro-
li, che intervenne nel i5i2 al lamo Buccaureatus protonotario par-
concilio generale di Laterano V. tecipante di Sanseverino, fatto nel
Indi fu vescovo Gio. Battista Ci- i54'> vescovo da Paolo IH, non
bo. Nel i53i per sua rinunzia che canonico di s. Pietro e vice-
Clemente VII ne fece amministra- datario. Giulio III nel 1 553 nomi-
tore il cardinal Innocenzo Cibo, e nò vescovo d'Accia fr. Agostino Sel-
nel medesimo anno gli sostituì il vaggi nobile genovese, domenicano
nipote Cesare Cibo, poi nel i54B illustre per dottrina e costumi, tras-
traslato a Torino, per cui Paolo IH lato a Genova nel 1559. Pio IV
fece vescovo Ottaviano Cibo geno- nel i56o gli sostituì fr. Giulio Su-
vese come i precedenti. Giulio III perchi mantovano dell' ordine car-
fece vescovo il suo archìatro Bai- melitano, che nel 563 trasferì alla
r

duino Balduini; e nell'anno i554 sede Crapurlanense, intervenendo al


deputf) amministratore il cardinal concilio di Trento. Finalmente dopo
Gio. Battista Cicada genovese , il tale ultimo vescovo. Pio IV dichia-
quale cetìelte la sede a Nicolò Ci- rò il suddetto Nicolò Cicada vesco-
cada a' i3 settembre i56o, sotto vo di Mariana, amministratore di
di cui Pio IV unì in perpetuo a Accia, che unì in perpetuo a Ma-
Mariana la chiesa vescovile di Ac- riana.
cia (Fedi), laonde fu il primo ve- Morì Nicolò nel 1570, e Grego-
scovo d' Accia o Acci e Mariana. rio XI li fece vescovo di Mariana
Della sede d'Accia fu il primo ve- ed Accia Gio. Battista Centurioni
scovo Martino, che dopo la rovina nobile genovese. Girolamo del Poz-
cagionata dai goti alia città , s. zo o Pozzi della Spezia divenne
Gregorio I nel Sgi lo Iraslatò a vescovo nel 1599, sotto del quale
Sagona. Sino al 900 non si trova- la chiesa di Bastia dedicata alla
no altre notizie sui vescovi d'Accia, Beala Vergine Assunta fu ampliata
e Nicolò n' è il primo. Nominere- e restaurata, mediante ancora la
mo per distinzione Imerio Gnarda- somma lasciata dal mentovalo ve-
lupi francos<;ano , celebre teologo ,
scovo Fornari. ^fel 1622 Gregorio
eletto vescovo di Accia da Grego- XV fece vescovo Giulio Pozzi, mor-
rio X cui era prediletto , e inter- to nel 1645. In suo luogo Imio-
venne nel 1274 al concilio di Lio- ceuzo X pose sulla sede di Maria-
^
,

MAR xMAR ic

na Gio. Agostino Marlìaiii genove- le diocesi di Mariana ed Accia. V.


se fu consecrato in Roma, celebrò
: Corsica.
il sinodo, ed illustrò la diocesi col MARIANA Giovanni. Celebre ge-
suo zelo. Per sua cessione nel i656 suita, nato in Talavera diocesi di
divenne vescovo Carlo Fabiizio Giu- Toledo in Ispagna, studiò ad Ai-
stiniani genovese; nel 1682 Ago- cala , ed entrò nella società nel
stino Fieschi nobile genovese tea- i554, all'età di diciassette anni. Ap-
tino, dottore ed egregio predicato- prese il greco, r ebraico , la teolo-
re ; nel 1686 Gio. Carlo de Mari gia, la storia sacra e profana. In-
nobile genovese, altro teatino, che ri- segnò a Roma ed a Parigi, e mori
nunziando nel 1 704, Clemente XI gli a Toledo li 17 febbraio 1624, do-
surrogò Mario Emmanuele Duraz- po aver composto diverse opere
zo, Iraslatoda Aleria, ed a questi cioè Hìstoria de rebus Hispanìae
:

nel T707 Andrea della Rocca no- ristampata nel 1788 colla continua-
bile genovese, abbate de' canonici zione del p. Emmanuele Mariana del-
regolari lateranensi. Con lui V U- l'ordine della redenzione degli schia-
ghelli ed i suoi continuatori, Itrr- vi. Scolii sulV antico e nuovo Testa-
lìa snera t. IV, p. 999 e se^.^ ter- mentOj Parigi 1620. De rege et re-
minano la serie de' vescovi di Ma- gis institutione, in che fu-tre libri,

riana ed Acci,. la cui continuazione rono censurati dalla facoltà teolo-


si legge nelle annuali Notizie di gica di Parigi, quindi bruciati. Set-
Roma, eh' è ia seguente. Clemente te trattati storici e teologici stam-
XI a* 3 luelio 1720 da
traslatò pati a Colonia ed a Lione nel 1609.
Aleria alle sedi di Acci e Mariana Più, un curioso trattato sui pesi e
in Corsica, Agostino Saluzzi geno- misure, Toledo nel
pubblicato in
vese. Benedetto XIV nel i
747 fece 1599, ed altre opere. Fu ancora
vescovo Domenico Saporiti genove- lodato pei commenti sulla Scrit-
se. Clemente XIV nel 1772 vi tura.
traslatò da Sagona Angelo Edoar- MARIANNE (Marianen). Città
do Stefanini, nato in Bastia dio- con residenza vescovile nell'impero
cesi Mariana. Pio VI fece ve-
di del Brasile, provincia di Minas-Ge-
scovo Mariana ed. Acci nel 1775»
di raes, lunge quattro leghe da Villa-
Francesco Cittadella della diocesi Ricca e cinquanta da Rio-Janeiro.
di Sagona, traslato da Nebbio ; nel Giace sulla riva destra di un pic-
1782 Pietro Pineau Duverdier del- colo affluente della Piranga. Pic-
la diocesi d'Ageii ed a' 3o marzo ; cola ma bella, le sue slcade sono
1789 Ignazio Francesco de Joannis lastricate, e le nuove case ben fab-
Verclos d'Avignone, che fu l'ultimo bricate in pietra. Vi sono due piaz-
vescovo; poiché il Papa Pio VII ze e sette fontane pubbliche. Il
nel concordato de' 29 novembre palazzo vescovile e quello della cit-
1801 soppresse non solo le sedi tà sono belli edifizi ; la cattedrale
vescovili di Mariana ed Accia o è di una costruzione più elegante
Acci, ma ancora quelle di Sago- che Evvi un grandissimo se-
solida.
na, Nebbio, Aleria ed Aiaccio nella minario, molte chiese , vari con-
Corsica , solo ripristinando quella venti e l'ospedale. Il commercio è
di Aiaccio, che quale unico vesco- qui poco considerabile, quantunque
vo dell'isola, sotto di lui passarono la provincia è di un gran prodotto
,, ,

Il MAH MAR
per la corona, inassìtito [)er (.|iiai)to della diocesi di s. Salvatore della
ricava dalle ricche miniete d' oro. Buja ; e per sua morte nel conci-
Conta più di 7000 abitanti, la mag- sloro de' 21 gennaio 184+ l'odier-
gior parte de* quali travaglia nelle no monsignor Antonio Ferreira Vi-
miniere del territorio. Questa città scoso, della congregazione di s. Vin-
non era die un borgo, (piando Gio- cenzo de Paoli, di Peniche patriar-
vanni V re di Portogallo essendosi cato di Lisbona, lettore in teologia,
ammogliato con donna Marianna già rettore e professore di hngue
d'Austria, le diede il titolo di cit- nel seminario d'Angra de Reis. Am-
tà in onore della sua sposa, ed bedue questi ultimi vescovi furono
ottenne nel in ^5 a' i5 dicembre nominati dal regnante imperatore
dalla santa Sede, che l'erigesse in Pietro II.

vescovato. La chiesa cattedrale è dedicata


La sede dunque fu isti-
vescovile alla Beata Vergine Maria assunta
tuita da Benedetto XIV, col di vi- in cielo. 11 capitolo si cocnpone di

siere il vasto territorio del vescovo quattro dignità, la prima delle quali
del Rio di Gennaro nello stesso è l'arcidiacono, di dieci canonici
Brasile ossia s. Sebastiano, median- senza le prebende teologale e pe-
te il disposto della costituzione nitenziaria, di altrettanti cappellani
Candor lucis aelernae^ presso il suo cantori, oltre altri preti e chierici
Bull. t. II, p. i53, e dichiarandola addetti al divino servigio. Nella cat-
sufFraganea dell'arcivescovo di s. Sal- tedrale avvi il fonte battesimale,
vatore nel Brasile, di cui lo è tut- e la cura d'anime si amuiinistra
tora. Per primo vescovo dichiarò da un sacerdote, venerandovisi una
fr. Emmanuele della Croce, trasla- reliquia del legno della ss. Croce.
tandolo da s. Lodovico del Mara- L'episcopio è poco distante dalla
gnaiio, nato in 4>. Eulalia nullius cattedrale,ed è unito al seminario.
(lioecesisj provincia di Portogallo, co- Nella città non vi sono altre par-
me abbiamo dalle annuali Notizie rocchie, né monasteri con regolari;
di Roma, che riportano la seguente sonovi bensì delle confraternite ed
sene de' vescovi di Marianne. Cle- ali re pie istituzioni. La diocesi com-
mente XIV nel 1773 fece secon- prende la più gran parte della pro-
do vescovo' Bartolomeo Emmanuele vincia di Minas Geraes , e perciò
Mendes dos Reys, di Sercoza dio- contiene molti luoghi. Ad ogni nuo-
cesi di Coimbra , trasferendolo da vo vescovo le tasse ne' libri della
Macao. Pio VI preconizzò vescovi, camera apostolica ascendono a fio-
nel 1779 fr. Domenico dell' Incar- rini centosedici, proporzionate alle
nazione Pontevel domenicano di San- rendite della mensa che sono circa
ta rem diocesi di Lisbona ; e nel duemila quattrocento scudi romani.
1797 fr. Cipriano di s. Giuseppe MARIANO e GIACOMO (ss.),
domenicano di Lisbona. Pio VI[ martiri. Il primo era lettore, il se-
nel 1819 dichiarò successore fr. condo diacono, ambedue di santa
Giuseppe della ss. Trinità minore vita, e forse parenti. Verso l'anno
riformato di Porto. Gregorio XVI 259 si recarono insieme nella Nu-
successivamente elesse vescovi , nel midia, da qualche lontana provin-
concistoro de' 17 dicembre 1840, cia Fervendo colà la
dell'Africa.
Carlo Pereira Freire de Moui a persecuzione mossa dall'imperatore
MAR MAR i3
Valeriano contro i cristiani, furono bosco. 11 suo corpo Tenne portato
nireslali in un luogo chiamato Mu- al borgo d'Evau o Esvaon, nel
guas, presso alla città di Cirta, e paese di Combrailles, ed i miracoli
crudelmente torturati. Quindi fu- da Dio operati alla sua tomba fe-

rono rimessi in prigione con molti cero istituire una festa in onore di
altri cristiani, dalla quale n' erano lui. Nel martirologio d' Usuardo e

tratti ogni giorno alcuni per essere nel romano è menzionato a' 19 di
giustiziali. Nel numero di quelli che agosto; ma in alcuni antichi bre-
ricevettero per tal modo la corona viari di Bourges la sua festa è in-
del martirio furono Agapio e Se- dicata a' 19 di settembre.
condino vescovi, i quali sono ono- MARIANO Scoto. Fu chiamato
rati dalla Chiesa a* dì 29 d'aprile. Scoto perchè secondo alcuni era
Vedendo i magistrati che questi va- scozzese, benché irlandese ; nacque
lorosi cristiani erano fermi nel con- nel 1028, ed era parente del ven.
fessare la loro mandarono
fede , Beda. Nel loSs recossi in Geri;na-
Giacomo e Mariano, con un gran nia, e vestì l'abito religioso a Co-
numero d'altri prigionieri, al go- lonia nel I o58. Nel seguente anno
vernatore della provincia eh' era a si ritirò nell'abbazia di Fulda , ivi

Lambese. Soffersero assai durante il si ordinò prete, poscia passò a Ma-


cammino, ch'era lungo e difficile; gonza, ove morì d'anni 58 in gran
e come furono giunti, vennero to- riputazione, lasciando una cronaca
sto messi in prigione, ed ogni gior- dalla nascita di Gesìi Cristo sino
no molli di loro erano fatti morire. al io83, che Dodechino abbate di
Finalmente schieratili tutti in una s. Disibodo nella diocesi di Treveri

valle, furono derapitali. Questi san- continuò sino al 1200. Si attribui-


ti consumarono il loro martirio nel scono a Mariano altre opere, come
259 o 260, forse a' d'i 6 di mag- Caiciilalio de universali tempore.
gio, al qual giorno Irovansi i loro E annoveralo fra gli autori che
nomi neir antico calendario di Car- scrissero intorno alla favola della
tagine; ma gli autori latini ed il papessa Giovanna^ ma il p. Pagi
martirologio romano pongono la afferma che nella cronaca dello Sco-
loro festa a' 3o d'aprile. S. Giaco- to non è fatto alcun cenno dì tal

mo e s. Mariano sono protettori di ridicola invenzione. D'altronde Vi-


Gubbio, nel ducalo d'Urbino, e vuoisi gnole asserisce che se ne fa memo-
che le loro reliquie sieno nella cat- ria qual voce popolare.
ttdiale di questa città. MARIANOPOLl, Marianopolis.
MAPilAlNO (s.), solitario nel Ber- Sede vescovile dell'Eufrate sotto la
ry. Fioriva nel sesto secolo, e me- metropoli di Jerapoli, nel patriar-
nava nella solitudine una vita mollò cato di Antiochia, eretta nel V se-
oscura. Egli non si nudriva che di colo. Ne fu vescovo Cosimo, pel
frutti selvaggi e del mele che tro- quale s. Stefano suo metropolitano
vava ne' boschi, ne si lasciava ve- sottoscrisse al concilio di Calcedo-
dere die in certi tempi dell'anno. nia. Orìens christ. t. II, p. 95 1.
I\on essendo una volta comparso, MARIE (Tre). Sotto questo no-
com'era solito, fu cercalo per tut- me s'intendono Ire persone di cui
to, e finaluìente fu trovalo morto si menzione nel vangelo, cioè
fa

sotto di un albero in fondo ad un Maria Maddalena, Maria sorella di


i4 MAK MAR
LazKaroj e la peccatrice di jVaim ,
bolo di marina y col quale si ab-
die sparse Tungueiito sui piedi di braccia tutto quello che appartiene
Gesù Cristo presso Simone il fari- al servigio di mare, sia per la na-
seo. Si cerca se queste sieno tre vigazione, sia per la costruzione del-
persone diverse, ovvero se sia la le navi, il commercio marittimo e
stessa indicata sotto diversi carat- le forze marittime. Nautica si chia-
teri. 11 p. Calmet una disserta-
in ma la scienza e l'arte di navigare:
zione su tal soggetto, dopo aver dalla navigazione si riportarono im-
esposte le diverse opinioni e le pro- mensi vantaggi alla geografia, alla
ve su cui commentatori,
i |3adri , i storia, alle scienze, alle arti, al com-
i critici si sono appoggiali, conchiu- mercio ed alle concjuiste; quindi
de col giudicare che la questione scuole di nautica e di navigazione
è ad un dipresso interminabile; furono stabilite in vari stati d'Eu-
pure egli inclina all' opinione di ropa con felici successi. Anche gli
quei che distinguono le tre Marie, italiani ebbero anticamente di tali
e quando si sta al testo del van- scuole, come furono i primi sino
gelo, questa opinione sembra la più dal XV
secolo a formare carte nau-
probabile.' tiche , fiorirono perciò scuole di
MARINA (s.), vergine. Fiori nel- nautica nelle principali città ma-
la servendo a Dio nello
Eitinia, rittime d'Italia, e in alcune tuttora
stato monastico con straordinario Ammiraglio si appella il
fioriscono.
fervore. Ella è rinomata nelle vite comandante o capitano generale del-
de' padri del deserto, per la sua le armate di mare; vocabolo che
umiltà e pazienza. Si colloca la vuoisi derivato dall'arabo amir o
siw morte verso la metà del secolo e/7»r, che significa governatore di
YIII. JVel i23o le sue reliquie fu- piovincia o generale d'esercito, per
rono trasportate da Costantinopoli cui vuoisi introdotto fra noi dopo
a Venezia, dove si custodivano in i viaggi fatti in oriente. I saraceni
una chiesa intitolata del nome di pei primi chiamarono ammiragli i

lei, la quale essendo stata tolta al capitani delle loro flotte , e dopo
culto divino, come tanti altri tem- di essi i siciliani ed i genovesi. In
pli di questa città, in tempo della Francia s' incominciò
conoscere a
dominazione francese , le reliquie nel 1270. Gl'inglesi danno il tito-
della santa vennero collocate nella lo di ammiraglio al comandante di
vicina parrocchiale di s. Maria For- qualunque flotta. Chiamasi ammi-
mosa. Nel martirologio romano e raglia la nave del comandante ve-
nel breviario nuovo di Parigi, s. stito di questo titolo : ne' porti la
Marina è nominata a' i8 di giu- nave ammiraglia è una vecchia na-
gno. A Venezia si celebra la festa ve, per lo più incapace di tenere il

della traslazione delle sue reliquie mare. Essa sta sempre in porto,
a* 17 di luglio. tiene inalberato lo stendardo, chia-
MARINAo MARINERIA. Arte ma a bordo i capitani delle navi
del marinaro. Si disse inoltre ma- ch'entrano; dà alla sera il segnale
rina e marineria una moltitudine della ritirata col cannone, e rende
di naviganti in armata^ e più re- il saluto alle navi straniere. Dicesi
centemente sull'esempio di altre na- ammiragliato l'uffizio o il luogo del
zioni si adottò d«i alcuni il foca- tribunale dell'ammirali tà, cosi chia-
, 5

MAR MAR 1

ruandosi i diversi uffizioli che han- lire la marina francese , che fece
no ispezione sugU affari della ma- salpare dai suoi porti in diverse
rina. epoche flotte di qualche forza e
Tulli gli antichi scriltori greci portata, e tentarono alcune spedi-
e latini rappresentano i fenicii come zioni marittime. Già gl'italiani, spe-
i primi e più celebri navigatori, e cialmente i veneziani, i genovesi, i

della loro destrezza in quest' ar- pisani e gli amalfitani , come di-
te fanno prova i viaggi da essi ciamo ai loro articoli, si erano da
tentati sino dai tempi più aulichi lungo tempo distinti per la loro
ai più remoti lidi, giacche essi fe- perizia nella marineria , essendosi
cero più volte il giro intorno al- impadroniti di tutto il traffico ma-
l'Africa, e da altra parte si spinsero rittimo coU'Asia e coli' Africa , ed
fino al Baltico. Pimio rappresentò alcuni persino in lontane terre pres-
gli antichi franchi o germani come so il mar Nero. Altresì i portoghesi,
ì popoli dell'Europa più esperti nel- e ad esempio loro gli spagnuoli, si

l'arie della marineria : i loro vascel- erano pure segnalati con lontane
li fatti di molti pezzi di cuoio cuciti navigazioni, e i primi avevano ri-
insieme, o anche di vimini coperti conosciute tutte le coste dell'Africa,
di cuoio, non avevano né prora scoperte nuove isole, e trovato il

uè vele, e si avanzavano soltanto a passaggio delle Indie orientali ,


gi-

forza di remi. La loro navigazione rando intorno all'estremità dell'A-


fu assai limitata da princìpio, ma frica; i secondi colla scorta di un
poco poco si arrischiarono ad
a ingegno italiano, 1'immortale Cri-
intraprendere viaggi di più lungo stoforo Colombo, spinte avevano le
corso, scorrendo le coste della Gal- loro navigazioni sino nell'America,
lia e della Spagna, indi per lo stret- e scoperto il nuovo mondo. 1 fran-
to di Gibilterra penetrarono nel cesi dopo Filippo VI di Valois la-
Mediterraneo. A* tempi dell'impe- sciarono cadere la marina in uno
ratore Giustiniano I i franchi s'im- stato di languore, che durò sino a
padronirono delia Provenza, di Mar- Francesco I, il quale riuscì a for-
siglia, antica colonia de' focesi, e del mare una jflolta di i5o grossi va-
mare adiacente, per cui si deduce scelli, e di altri 6o minori. In pro-
che verso l'anno SSg i franchi già gresso la marina francese venne ri-
possedesserouna specie di marina. stabilita in forza da Enrico IV ; ma
Tutlavolta sembra che Clodoveo I intanto gli olandesi e gì' inglesi si

e i suoi discendenti trascurassero erano grandemente raffi^rzati nel-


navigazione, alla quale
l'arte della l'arte di costruire i vascelli, e nella
pare che Carlo Magno prestasse marineria si erano distinti per mol-
qualche attenzione. Fu però ne- te ardite navigazioni e per alcune
gletta di nuovo tale arte dopo la scoperte ; anzi le imprese de' pirati

sua morte, per cui nelle crociate i e degli avventurieri risvegliarono in


francesi furono costretti ricorrere quelle nazioni e governi il gusto
ai veneziani e genovesi, già possenti della navigazione, e lo studio d'in-
in marina, e noleggiare a prezzo grandire e fortificare considerabil-
enorme i loro vascelli. In seguito mente la marina. Sotto il regno di
s. Luigi IX, Filippo III, e Filippo Luigi XIII il cardinal Richelieu fece
IV fecero grandi sforzi per stabi- cQStiuire molti vascelli, fece espur-
, .

I ti MAR MAR
{^are tulli i porti, ed alcuni ne for- diosi e continuati successi, osarono
tificò ;
poscia Luigi XIV nel suo finalmente passare lo stretto in-

liin«o e luminoso regno portò la oggi detto Gibilterra (che per la


marina francese a quel grado di sua celebrità, e per essere in pos-
splendore che la rese per qualche sesso degl'inglesi, descrivemmo in
tempo formidabile n tutta l'Euro- fine del citato articolo Inghilter-
pa. Ma r Inghilterra, la Spagna e ra), verso l'anno i2 5o avanti l'era
l'Olanda aveano una marina flori- volgare, e le loro flotte si estesero
dissima, quando la Francia solo allora in tutto l'Oceano, e si spin-
possedeva alcuni vascelli, finche Lui- sero a destra e a sinistra di quello
gi XIV in breve tempo avendo stretto.L'esempio dei fenicii diede
fallo costruire porti, arsenali e va- ben presto agli idumei, agli ebrei
scelli ,
quasi con una specie d'in- ed ai siri, l' idea di porre insieme
canto armò una flotta considerabile, e di munire dei necessari attrezzi
che disputò agi' inglesi l' impero del alcune flotte mercantili. Nella sa-
mare, fece chinare la bandiera agli cra Scrittura si parla sovente di
ammiragli spagnuoli e bombardò , frequenti viaggi che facevano le

Algeri, ora in potere della Francia. grandi flotte del re Salomone nel-
In Europa V Inghilterra, la Fran- l'Africa, nella terra d'Ofir e di
cia^ e la Russia (f^edi)^ sono po- Tarsis, ma
probabilmente erano i
tenze formidabili anche in mare fenicii che le conducevano, perchè

per le loro numerose flotte e per gli ebrei non pare se ne occupassero.

le loro agguerrite e possenti ma- Il creatore della marina egiziana


rine. si reputa generalmente Boccori, che
In Itaha si diede il nome di nell'Egitto regnava 670 anni a-
Flotta anticamente ad una com- vanti la nostra era. Sino a quell'e-
pagnia o unione di bastimenti poca la marina egizia non consi-
mercantili, i quali navigavano di steva che in poche barche, o an-
conserva. Si diede poi il nome di co in una specie di zattere, delle
flotta, ma
però abusivamente, an- quali si faceva uso per costeggiare
che ad una squadra o ad un'ar- le rive del golfo arabico. Neco fi-

mata navale. I nostri antichi scrit- glio di Boccori, dopo aver fatto
tori non accennarono giammai le costruire gran numero di vascelli,
poderose flotte d'Inghilterra, d'O- spedi dalle rive del mar Rosso una
landa e di Portogallo, se non co- flotta, che seguendo i di lui ordi-
me portatrici di mercanzie. Nel ni, fece il giro di tutta l'Africa,, e
dizionario francese delle Orìgini si tornò in Egitto rientrando nel Me-
definisce la flotta un numero con- diterraneo per le colonne d'Erco-

siderabile di vascelli che navigano le, o sia per lo stretto di Cadice


di conserva, tanto pel traffico, co- o di Gibilterra. Anche di questa
me per la guerra; e si dice che impresa però si dice che furono
le flotte de'feaicii sono le prime di condottieri i fenicii, e che fu com-
cui si faccia menzione nella storia. piuto quel giro nel periodo di tre
Si videro successivamente flotte anni. Tucidide parla d'una memo-
nella Grecia, nella Sicilia, nella rabile battaglia navale, che si die-
Sardegna e nelle Gallie. Ma i de 600 anni circa avanti l'era vol-
fenicii incoraggiti dai loro gran- gare, tra una flotta de' corinti ed
MAR MAR 17
nìtra degli abitanti di Corcira; e finalmente su quelle dell'Asia mi-
cjiieslo è il più antico combatti- nore e della Cilicia contro Mitri-
mento navale di cui si abbia men- date ed pirati. Avevano i roma-
i

zione nella storia greca. L'ampia ni per difesa dei mari Adriatico e
pianma di Roma, detta ora prati Tirreno o toscana parte del Medi-
di Monte Testaccio, fu dai roma- terraneo, due armate marittime
ni chiamata Navalis regio, e JVa- principalissime, una nel porto Mi-
yalia, dopo che vemie particolar- sentì fra Baia e Ischina,
che servi-
mente destinata alla costruzione e va per tutto il ponente, mezzogior-
custodia delle navi, ed all'approdo no e tramontana, l'altra a Ravenna
delle barche che risalivano dal ohe serviva per tutto il levante, am-
mare il Tevere. La contiada pre- bedue cosi ordinate da Augusto. Ser-
se da ciò tal nome nel IV secolo viva quella del porto Miseno, per
di Roma, forse dopo la riedifica- la Francia, Spagna, Mauritiana,
zione della città l'anno 365 avve- Africa e per l'Egitto; quella di Ra-
nuta, ed allora fu dato il nome venna, il di cui porto era assai
di Navalis alla porta prossima sul- ben munito, e capace di duecento-
la riva sinistra del Tevere presso cinquanta navi, serviva per l'Epi-
l'Aventino. La prima flotta spedi- ro, Ragusi, Macedonia, Acaia, Si-
ta dai romani nella prima guerra cilia j Cipro, Arcipelago, Mare Mag-
punica, era composta di 160 ve- giore, ed altre Teneva-
provincie.
le; quello però che sembra incre- no similmente i romani due altre
dibile è ch'essi avevano impiegato armate minori, cioè una nel porto
soli sessanta giorni nel tagliare il d'Ostia, l'altranella Gallia War-
legname, e nel fabbricare tutti quei bonese nel Foro di Giulia, per cui
vascelli. Al tempo della seconda possedevano ordinariamente in di-
guerra, punica, al dire di Plinio, versi luoghi quattro armate con-
i romani spesero quaranta giorni siderabili, oltre quella che stava
per munire ed eqi.iipàggiare una nel mare Maggiore ossia sopra Co-
flotta, e per abilitarla a scórrere stantinopohj dov'era in quie' tempi
sul mare. un porto capace di cento navi, ia
Già i romani prima delle due cui a tempo di Gioseffo istorico
guerre, puniche, e nell'anno di Ro- mantenevano trentamila soldati e
ma 4' 6 avevano rovinato il por- quaranta galere. Nei fiumi grossi
lo d' Amo impadronendosi del-
, ne avevano tre. I romani , come;
la flotta degli anziati, numerosa di meglio dicemmo a Corona , conce-
venlidue vascelli; quindi seriamen- devano la corona navale d'oro a
te si applicarono allo stabilimento col.ui che pel primo fosse entrato

e al governo della loro aiarina. armato nella nave nemica; la co-


Laonde spedirono poscia flotte nu- rona poi classica o rostrale si da-
merose su tutte le coste del Me- va a quello che con vittoria aves-
diterraneo, nella Sicilia, e nell'A- se vinto in mare il nemico, come
frica contro i cartaginesi; ne spedi- fu data a Marco Varrone ed a
rono nella Macedonia contro il re Fi- Marco Agrippa. Lduumviri o com-
lippo, e poscia ancora contro Perseo; missari di marina, furono creati
nell'Asia contro Antioco; sulle co- l'anno di Roma 5^i : era loro cu-
ste della- Grecia contro gli etolii; ra di far costruire ed equipaggia-
VOL. XLIII.

Èobwvtwi m^i
n Ck
è

i8 MAR MAR
re le navi. Si dislingiirvnno nelle fc e coperte dì cuoio, si dava la

flotte greche e romane due diver- forma d'una navicella. Da princi-


se specie di vascelli, grandi e i i pio, dicono altri, non sì adopera-
piccoli; quelle dne specie divide- vano che zatfeie (veicoli o carri
"vansì ancora in biremi, Iriretìrìi
,
piani di legni collegati insieme, che
quadrii'emi e qiiinquìremi, secon- vanno nelle acque come a nuoto),
do il numero degli ordini dì re- piroghe (barchette de* selvaggi a-
mi e dì rematori che vi si appli- mericani fatte dì un tronco d'al-
cavano ; Polibio pel primo descris- bero scavato), o semplici barche.
se !e nari de'romani, che in prin- Le prime rozze barche non erano
cipio abborrirono la marina. Os- se non che schifi deboli e leggeri,
servano alcuni, massime gli storici che si condiicevano a remi, chia-
dell'antica marina, che per le na- mandosi ora schifi le più piccole
vi da guerra si faceva usò piut- barchette per cui dal vascello o
tosto di remi che non di vele, e nave si scende a terra, appellate
che all'opposto le navi mercanti- pure lancie. Alcuni affermano che
li o di trasporto, sì facevano viag- le prime navicelle furono costrut-

giare piuttosto a vele che non a ; te sul modello degli uccelli che
remi. Tra le flotte di cui si fa teggonsi nuotare al disopra delle
menzione nella storia moderna, la acque, é certamente si trova nel-
più celebre dìcesi quella che Fi- le barche in generale qualche idea

lippo II avea disposto durante lo di quella forma, perchè tutte pre-

spazio di tré anni nel Portogallo, sentano una convessità al disotto,


a Napoli e nella Sicilia, affine di e una convessità al disopia , che
detronizzare la regina Elisabetta; tiene il luogo dello stomaco e del-
ma benché nominata V ìmdncihìle, l'addome degli uccelli, e il collo,
a suo luogo dicemmo la funesta sor- la testa e il becco danno l'idea
te di essa, e come andò a vuoto la della prora eh* è la parte dinanzi
spedizione. Nei bassi tempi, massi- della nave, opposto di poppa eh'
me ne'mari del Levante, i vene- la paite deretana delle navi; co-
ziani, i pisani, gli amalfitani, ì ge- me la coda somministra la figura
novesi, Spedirono assai numerose e l'idea della poppa col timone,
flotte; e le più grandi flotte o ar- il quale è quel' legno mobi-le, con
mate navali, che si resero celebri cui si governa il moto della nave,
ne* secoli XV e XVI, furono per e Serve di guida. Il moto altresì

lo più formate o ingrossate da va- dei piedi degli uccelli acquatici ha


scelli delle potenze italiane. potuto facilmente fornir l' idea dei
Le barche più antiche, dicono remi, che a somiglianza di quelli
alcuni scrittori, non furono pro- de' palmipedi si sono fatti più lar-
babilmente se non che tronchi" di ghi ad una delle estremità. Inol-

albero scavati, o forse ancoia ta- tre si prefende che Dedalo in-

vole o tronchi d'albero galleggian- ventasse le vele, allorché tentò di


ti,su le quali gli uomini si affi- fuggire dall'isola di Greta, e che
darono alle onde. Sembra altresì col mezzo di quelle egli attraver-
che molte nazioni più antiche fa- sasse la flotta di Minosse re del-
cessero uso di battelli composti di l' isola, senza che ad alcuni riuscis-
verghe flessibili, alle quali colléga- se arrestarlo . Si fecero ancora
MAR MAR 19
lìarclie iH luoio, e le iisaiOTio certi gnifìcai'e ì bastimenti grandi che
popoli dell' Indili, e Cesare le ordi- hanno tre alberi con piò ordini
nò a'suoi soldati nella spedizione di vele, per trasportar mercanzie
d' Inghilterra. I babilonesi andava- o armati per servizio dello stato
no per rEulVale in barelle di euoio e della guerra; questa specie di
di figura rotonda. Di cuoio e di otri navi sono chiamate anche navi
congiunti furono fabbricati de'pon- grosse. Di mano in mano
che la
àì per trapassare le armate, e gli u- navigazione si eslese e diventò più
sarono pure i romani, i quali ebbe- frequente, si perfezionò la costru-
ro il Collegio degli ulriculari , che zione delle navij si fecero queste
erano persone che facevano le di più grandi dimensioni, è fu d'uo-
barche e ponti con
i otri per ser- po allora di maggiore mano di
virsene ne'fìumi e nel mare. JN'oii opera, e di iin artifizio maggiore
conoscendosi chi pel primo abbia per muoverle e per guidarle. Non
costruito navi, l>isogna riguardare si lardò a riconoscere l'utilità che
forse per la prima l'arca di Noè, trarre potevasi dal vento per faci-
di cui Dio stesso indicò le dimen- litare e rendere più veloce il corso
sioni e diverse proporzioni, il mo- di ima nave, e si trovò l'arte di
do di costruirla e di renderla im- valersene col mezzo degli o alberi
penetrabile alle acque. Si può cre- antenne e delle vele alcuni sono :

dere tuttavia che alcune orli fos- di avviso, che il nautilio papira-
sero già praticale dagli antidilu- argonau-
ceo, detto dai naturalisti
viani, perchè Dio ordinò a Noè ta argo, non
anche nel
e raro
di fabbricare quella nave di legni Mediterraneo, abbia dato il primo
levigati, di formarvi diverse came- r idea della vela applicabile alle
re, con finestra e tetto: ciò fa ri- navi, poiché quel testaceo manda
tenere che cognizioni edificatorie si fuori dal suo nicchio una specie di
conoscessero. In progresso di tem- vela o cartilagine o membrana,
po, divenuto generale l'uso delle la quale gonfiata dal vento. Io
navi presso lutti i popoli, «e ne trasporta rapidamente a grandissi-
costruirono di varie sorti, di varie me distanze. Opinano alcuni che
grandezze e materie, e l'arte della le navi de'fenicii fossero somiglian-
costruzione navale, straordinaria- ti in parte alle galee, cioè navi-
mente estesa e ingrandita, giunse gassero a vela ed a remi ; facendo
a fabbricare moli galleggianti, sor- uso delle prime se il vento era fa-
prendenti per la loro grandez- vorevole, e dei secondi durante le
za e solidità, e destinate fin an- calme e quando i venti erano con-
che agli usi di guerra. Sarà sem- trari. I greci fecero progressi nel-
pre oggetto di meraviglia^ il con- l'architettura e nella costruzione
siderare, come su barche si tras- navale, dopo che Giasone fece co-
portassero in Roma, specialmente struire' una nave che per la sua
dall'Egitto, moli di un peso straor- grandezza e corredo superò tutte
dinario, come gli obelischi che tut- quelle che eransi fino allora vedute,
tora ammiriamo. all'oggetto di penetrare nella Col-
Nave è vocabolo che significa chide cogli argonauti, per la con-
propriamente ogni legno da navi- quista del vello d'oro. Presso i

gare, ma più spesso si usa a si- ffreci e i romani vi furono due


--

30 MAR MAR
sorta di navi, le Une destinale al vò e riformò totalmente, cosicché
traflGco, mercan-
al liaspoi^to delle a grado a grado si venne dalle
zie, de* viveri e delle Iruppe, e que- epoche più remole, e dalla costru-
ste, cbiamavansi navi da carico, zione navale de' tempi antichi, a
naves oncrariaej le altre alle sol- quella che oia si adopera e si
tanto alla guerra, o adoperate a ammira. Nel passato secolo si è
queir uso, dicevansi lungae navesy stabi li la tra diveree nazioni una
naVi lunghe, e questo nome si per- emulazione attiva per la migliore
petuò in Italia, e si mantenne an- costruzione de'vascelli, dal che è
che ne' tempi di mezzo e sin qua- risultato un perfezionamentoche
si al passato secolo. Si pretende altre volte si sarebbe giudicato im-
/òhe presso i romani queste navi possibile. Si narra che le antiche flot-

avessero realmente un notabile pro- te de're sassoni erano tutte com-


lungamento, a disti-nzione delle al- poste di scialuppe, ora battelli al
tre la cui forma avvicina vasi alla servigio delle navi, mosse da re-
rotonda o all'ovale. Le navi d'al- mi ; che il celebre vascello di En-
tronde erano aperte e senza pun- rico Vili, che passava in quei
te; esse non ayeano neppure alla tempi per una delle meraviglie del
prora que'rostri di bronzo che qua- mondo, sarebbe per noi appena
lificavano le navi da guerra, chia- un vascello di quarto ordine; che
mati anco speroni, ed erano pur una delle nostre fregate (
piccoli
di ferro e di rame. Con nati gui- navilii da remi tempo,
nell'antico
dale da remi e vele, benché ma ora sono vascelli da guerra alquan-
Jamenle costrutte e debolmente to minori di una nave da linea )
munite, sì fecero tuttavia lunghis- di prima forza e grandezza, supe-
simi viaggi; gl'italiani navigatori riore riuscirebbe a tutti i migliori
si spinsero sino alle Indie orienta- vascelli dèir Inghilterra che fab-
li, e gli scandinavi sino neirAmeri- brica vansi a' tempi della regina
ca* L'invenzione della bussola, della Elisabetta; e finalmente che ciascu-
quale parlammo all' articolo Amal^ no de'vascelli di 74 cannoni di

fi(Vedi) ed altrove, strumento che tiuova costruzione, è di molto su-


serve a indicare la tramontana, e per periore a quello ch'erano i vascel-
conseguenza a ritrovare i luoghi li di pi-imo ordine nel secolo XVI 1.
ove uno si trova, e specialmente Il nome poi di Èattello navi-
a dirigere il corso delle navi, e cello, o piccola nave, v. for^e fissai
quella poscia delle artiglierie por- più antico di quello che comune-
tarono grandissimi cangiamenti nel- mente* si crede, e se ne fecero an-
la costruzione navale, arrischiando- cora con macchine meccaniche per
si colta guida dell'ago calamitato diversi usi, ma la più celebre e
o magnetico i navigatori a piìi più utile è quella de' battelli a va-
lunghi viaggi, e renduto essetìdosi pore, motore divenuto ogj^i di uso
necessario in appresso il rafforzare universale: sono, pochi anni che a
grandemente i vascelli, onde capa- Manchester si costruiscono molti
ci fossero di sostenere pesi assai bastimenti di ferro destinali alla
maggiori, e l'urto de'colpi di can- navigazione di lungo corso; la lo-

none; quindi fiorendo le arti e le ro coslruziono è della massima sem-


scienze, anche la marina si ri uno plicità, e molti ne sono i vantag-
.

MAPl MAR 21
gi. L'rdea di applicare l'azione del teva in movimento due ruote ap-
vapore per fiir camminare delle plicate sui fianchi della nave. Do-
navi, ha dovuto nascere colle pri- po la morte di Carlo V, il Garay
me notizie dell'esistenza di questa non avendo pih trovato alcun pro-
mirabile fòrza. Nel i663 il mar- tettore, la sua scoperta rimase di-
chese dì Vorcester fece conoscere menticata durante alcuni secoli
l'ideamadre della macchina a va- Aggiungeremo a gloria del nome
pore, inun modo però enigmatico. italiano, che il eh. Rambelli nelle
Quindi nel lySy Giovanni Ilulls sue Lettere intomo invenzioni e
di Londra pubblicò la descrizione scoperte italiane, a p. gS e seg.,
di un battello a vapore per far parlando delle macchine a vapore,
rimorchiare le navi. Inutilmente discorre del romano Giovanni Bran-
pei' moltissimi anni si cercò in ca, che nel 1628 pubblicò in Ro-
Francia, neli' Inghilterra e nella ma un' opera, con la quale tentò dì
Scozia di effettuare i disegni di applicare in grande la potenza e-
Ilullsj ma sì bella ed utile con- spansiva del vapore a degli ogget-
quista era ri serbata al celebre mec- ti utili; e del toscano Serafino Ser-
canico americano Roberto Fulton rati, il quale verso il 1787 fu il
della contea di Lancastro tìellà primo non solo ad immaginare,
Pensil Vania , il dimorando
quale ma eziandio a porre ili corso sul-
nel i8o4 in Parigi, Occupato ad l'Arno un battello a vapore, per
arricchire la Sua mente di titili cui si diminuisce la gloria di HuIIs
cognizioni, e protetto da Living- e dì Fulton, non che di Giacomo
tou plenipotenziario degli Stati Uniti Vatt che fu l'inventore delle mac-
presso il governo di Francia, pro- chine a vapore in Inghilterra nel
seguì il Suo disegno d'impiegare la 1796. L'America pose in opera per
potenza prodigiosa del vapore ad la prima questo ramo importante
agevolare la navigazione, con tutto d'industria commerciale; l'Inghil-
quell'ardore da cui era animato. terra prontamente imitò la sua ri-
Nel r8o5 il suo primo espe-
fece vale d'oltremare, e la Francia non
rimento con un piccolo battello di tardò a mettersi in relazione con
cuoio sulla Senna, dopo di che or- esse. In seguito gli altri stati in
dinò in Inghilterra una gran mac- un all'Italia adottarono le navi e
china a vaporò, e recossi in Ame- i battelli a vapore. Queste macchia
rica per far preparare le navi che ne che navigano in lutti i mari,
dovevano riceverla, con perfetta e che affrontano egualmente i ven-
riuscita. La Spagna Volle pure ri- ti e le tempeste, avvincono gl'im-
vendicare l'onore di avere inven- peri e il mondo, e rendono ogni
tato i battelli a vapore, poiché nel giorno le comunicazioni più facih
1543 Blasco di Garay capitano di e più frequenti. Popola oggi il
nave, propose Carlo V di far
a Mediterraneo e l'Adriatico una fa-
camminare yna nave senza remi miglia di battelli a vapore d'ogni
e senza vele, ed essendo la prova forza e d* ogni dimensione, che
felicemente riuscita fu generosa- tagliano le acque in tutti i sensi,
mente ricompensato. Quell' appa- s'incrociano, si passano da costa,
recchio consisteva in una caldaia e come due amici che s'incontra-
d'acqua bollente, il cui vapoi'C mct- no sullo stesso sentiero^ pur quasi
22 MA.R MAR
YOgliano stendersi una mnno tra rial.) quod est: Praefcrtus nava-
loro, monile due legni a vele slu- liitni^ f/tti dicitur Snngnri : in trxlu
tliano da lungi la loro direzione, Ccncii §seq. exhihendo, legit, (jni di-

e come più si avvicinano, piti si citur Dilungaris. Conjiciendum hiuc


afTalicano ad allontanarsi. Anche i romanos dilungnris laicos viros fuis-
fiumi sono popolati da legni a va> se,quos et Navales dicerent, seu
pore, ed il Tevere lo è pure. per navnlilms praesidentes ". Neil' ordine
provvidenza di Papa Gregorio XVI. del canonico Benedetto, fiorito nei
Delle forze marittime, e delle cose primi anni del secolo XII, si legge
principali riguardanti la marina che il Papa nel giorno di Natale tor-

delle principali nazioni, ne faccia- nando in cavalcala dalla ba.silica

mo menzione ai loro articoli, laon- Liberiana ol patriarchio, intorno al-


de qui solo permetteremo alcu-
ci la andavano
processione dirun- i

ni cenni sulla marina pontificia. gari due prefetti navali, quali


e i i

Incominciato il dominio tempo- si denominavano anch'essi con ba-


rale della Chiesaromana nei primi stoni nelle mani vestiti di piviale
anni del secolo Vili, in progresso come i giudici. Nell'elezione poi
i Pontefici, come si dice all'articolo del nuovo Papa, nella cavalcata che
Milizie pontificie [Vedi), quali so- avea luogo, seguivano i bandoneri
vrani dovettero armarsi per difende- coi dodici stendardi rossi , i due
re i armare il litora-
loro dominii, ed- prefetti navali vestiti di piviale,
le per difendere le coste, massime dai poi gli scrinari e gli avvocati, come
pirati e corsari, e talvolta dai tur- narra Cencio Camerlengo ,
poscia
chi. Neir849 s, Leone IV si portò Onorio III. Nell'ordine romano XII,
ad Ostia con un esercito, e con presso Mabilloti, Mus. Ital. X.\\,\).
battaglia navale e terrestre disper- 170, praefecluf! navali, qui dici-
se l'armata de' saraceni, che volea- tur Sangari^ avevano per presbi-
no saccheggiare la basiUca vatica- terio due molequini e quattro
na, facendone molti prigionieri. Nel soldi. Nell'anno 1046 per la be-
secolo XI vedendo Benedetto Vili nedizione di Clemènte II, e coro-
che spesso i saraceni assalivano i nazione di Enrico III e dell'impe-
lidi dello stato della Chiesa , nel ratrice Agnese, questa fu accom-
1016 radunato copioso esercito, li pagnata dal prefètto de' navali e
attaccò ne* mari di Toscana, e ri- dal secondicero de' giudici. Nelle
j>ortò compiuta vittoria. Negli anti- descrizioni de' possessi de' l*api ab-
chi ordini romani sono spesso no- biamo: in quello del i i43 di Ce-
minati i prefetti navali. Il Moretti, lestino II v'intervenne praefecli na^
De ritus dandi presbyterium, p. 2 1 7, valij ed ebbe il presbiterio. In quel-
parlando di quello che davasi ai lo del 127 2 di Gregorio X, duo
dilungari dai Papi, e consistente in praefecti navales induti pluvialihus.
otto soldi, ecco quanto dice sui pre- In quello del i4o6 di Gregorio XII,
fetti navali. » Apud Luitprandum praefecti dande navales duo in or-
Ticinensem, cap. 5, lib. 3, Histor. natissinw pracferuntur cultu, ut in-

ìegalionis ad. Nicephorum Pliocani, telligas' eie. Nel i5i3 pel possesso
Delongaristis ploas dicitur ille, qui di Leone X, ebbero il presbiterio,
navigantibus praeeral ,
Chartaritis praelntl et alii omnes usqae ad
(p. 98 Syllabi advocator. cotiiisto- pratfcclos navales unum ducatuui
,

MAR MAR 23
cL unum j'ulhimj nella cavalca fa e nel fermo intendi mento di far
iuceclerono Uopo il sagiisla, e pri- guerra ai turchi per toglier loro Co-
ma degli avvocali concistoriali, ve- stantinopoli (Fedi), da essi conqui-
stiti di colla o camice e piviale al- stato, dopo aver eccitato i principi
l'apostolica, cioè con il braccio drit- cristiani a prendere le armi, allestì

to scoperto. un'armata navale di sedici galere


Apprendiamo dal eh. monsignor che spedì nell'oriente contro i tur-
Costantino Borgia già cameriere chi, sotto il comando del valoroso
segreto Gregoiio
partecipante di cardinal Lodovico Scarampo Mez-
XVI e del regnante Pio IX, ora zarota, col titolo di legato aposto-
ponente di consulta , nelle sue lico e generale della crociata. Coa
importanti Notizie biografiche del questa flotta iì fecero alcune con-
cardinal Stefano Borgia suo pro- quiste sugli ottomani, e si difesero
zio, che facendo questi delle corse le isole di Rodi, di Cipro, di Mi-
nelle spiaggi e del Mediterraneo e tilene e di Scio : abbiamo una me-
dell'Adriatico, avea raccolto un te- daglia colleffigie di Calisto III ia
soro di cognizioni per un'opera che mitra e piviale^ e nel rovescio la
avrebbe dovuto veder la luce se la flotta in mare coH'epigrafe : hoc vo-
morie noi rapiva prima di porvi VI DEO, e nell'esergo: ut fidei ho-
l'ultima mano e nel punto che
, STES PERDEIiEM ELEXlT ME. .Il dì IuÌ
slava per divulgarla. Il titolo di immedialo successore Pio II , ere-
quest' opera era : Istòria nautica ditandone lo zelo per combattere
de domimi pontificii , in due «vo- i turchi e frenarne l'orgoglio, si por-
lumi ,il primo de' quali portava tò a Mantova {Fedi), vi tenne un
l'iscrizione La spiaggia deW Adria-
: generale congresso con tutti i prin-
tico; e l'altro: La spiaggia del Me- cipi cristiani, e con essi stabilì la
diterraneo. Queslo lavojo avrebbe crociala contro i nemici del nome
servito d'immenso vantaggio in un cristiano. Dopo aver fatto Pio II

argomento quanto rilevante, altret- le cose narrate al citato articolo


tanto poco conosciuto, poiché ave- Costantinopoli, nominò il suo pa-
va raccolto dagli archivi di molte rente cardinal Nicolò Fortiguerri
ciltà e. comuni ottocento documenti generale delle galere pontificie, che
inedili relativi alla navigazione degli il Papa avea fatto fabbricare nel
stali pontificii. Eugenio IV per di- porto di Pisa coli' ordine di con-
fèndere r isola di E-odi contro i durle ad Ancona, ove si portò Pio
turchi, vi maiidò alcune galere in II per sabre sulle navi ed in per-
soccorso , come narra il Rinaldi sona partire colla crociata, per ani-
all'anno i434> ww^"- 20. Nicolò V mare in tal guisa tutto il mondo,
per difendere Costantinopoli da è togliere ogni pretesto a quelli che
Maometto II, armò dieci galere a pretendessero di scusarsene. Immen-
sue spese, ma vi perirono colle ve- so fu il concorso in Ancona ,
per
nete ed aragonesi : ne avea fatto co- vedere singoiar spettacolo d' un
il

mandante l'arcivescovo di Ragusi. Papa alla testa d'una crociata na-


Il primo Papa che propriamente vale, il quale fece incontrare il col-
ebbe la gloria di pone sul mare legato doge veneto dalle sue galere
una flotta, fu Calisto 111 spagnuo- con cinque cardinali. Ma la morte
lo. Eletto egli nell'anno i45j»> che lo colpì a'i4 agosto i4^4; ^^
a4 MAR MAR
impedì rcffeltuazione il cardinal ; scrive il Chioccarellò nel Calalof^o
Hoderico Borgia nipote di Calisto dtgli arcivescovi di TiapoU, p. 288.
HI, e poi anch' egli Pontefice A- 11 Novacs narra invece che il car-
lessandro VI, aveva promesso per dinale fu celebi'o per perizia mili-
questa crociata una galera tutta tare, laonde deputò le-
il Papa lo
fabbricata a sue spese. Giovanni galo per comandar con- la flotta
Simonetta, Ber. gest Francìsc. Sfor* tro gì' infedeli, concedendo indul-
tiae lib. XXX, presso il Muratori, genza ai ciociati. Dice inoltre che
Rer. ital script, t. XXI, col. 764, la flotta si compose di centoquat-
lasciò scritto che Pio li non sa- tro galere, fra le quali diecìolto e-
rebbe mai andato in oriente, ma rano della santa Sede, trenta del
che da Brindisi sarebbe tornato in re di Napoli, e cinquanlasei dei ve-
lloma. Cristoforo del Soldo, nella neziani. Essendo le galere pontificie
sua Storia di Brescia, presso il sul Tevere [J^cdi), vicino alla basi-
Muratori t. XX, col 900, afferma lica di s. Paoloj Sisto IV dopo la
che Pio li partì per Ancona con processione del Corpus Domini, vi

animo non di portarsi a. far la guer- si portò a benedirle solennemente


ra ai turchi, ma sì per conquistar ( nel Rituale ronianum, vi è quello
quella città che allettava una spe- sulla Benedictio novae nnvis), mon-
cie di libertà, e poi darla ai fio- tato sulla galera capitana, come
rentini, come con essi e col duca scrive il cardinal di Pavia epist. ,

di Milano avea concordalo. L* uno 449- Con questa armata fu presa


e l'altro però smentisce chiaramen- e saccheggiata Smirne. Sisto IV e-
.

te il veridico e. contemporaneo car- sentò Ferdinando re di Napoli dal


dinale Ammannati detto di Pavia ,
tributo dovuto alla Chiesa romana
che di tutto fu testimonio oculare; per quel regno durante la sua vita,
siccome ancora Francesco Fi4elfo e coU'obbligo di difendere con galere
Mayero, *i quali per rampognale le spiaggie dello stato ecclesiastico
questo Pontefice, osarono di affer- dai corsari. Altre cose fece Sisto
inare, che non conveniva a Pio II IV in favore del cristianesimo per
l'essere comandante di questa ar- difenderlo dai turchi, e si propose
inata, mentre, commessi dicono, non di fare un'armata marittima di ven-
fu data ai ministri della Chiesa ticinque galere, per unirla alla na-
quella spada, cioè la podestà delle poletana che dovea essere di qua-
armi. La qual cosa quanto sia fal- ranta ; a tale effetto spedì a Ge-
sa, tra gli altri lo dimostra il sul- nova per legato il cardinal Giam-
lodalo cardinal* Borgia nelle Meni. battista Savelli, perchè facesse l'ar-

stor. di Benevento^ par. Il, p. 2 5, mamento navale, e per ottenere dal


e noi ih parecchi luoghi. senato una squadra di galere per
Anche Sisto IV molto operò per là ricupera di Otranto. Siccome la

reprimere i formidabili progiessi dei marina pontificia fli per lo più


turchi; nel 1472 spedì legato con- composta di galere, diremo qualche
tro gli ottomani il cardinal. Olivie- cosa su questa specie di legni.
ro Caraffa, il quale come ammi- Galea o galera fu il primo de' ba-
raglio condusse a combatterli con
si stimenti latini, o forniti di vele la-
una flotta dì novantotto galere, tine, dal quale derivavano gli altri di

sebbene con infelice successo, come questa specie. Portava la galera ses-
MAR MAR 25
santa remi per parte, fra mezzo ai niente in Italia, di mandare in ga-
quali eiavi un passaggio , die si lera, cioè condannare i malfattori
cliiauiava corsìa, e serviva di co- al lavoro forzato di remar nelle ga-
municazione dall' indietro al davan- lee, portò che il nome di galea
ti. Gli antichi scrittori italiani fe- passò a quella specie di pena o di
cero sovente menziono di galee di condanna, e galeotti o forzati fu-
corsari, di galere tunisine, di ga- rono chiamati i condannali a tal
leoni e di galee sottili. 1 francesi pena. La pena della galea fu pure
chiamarono galera un vascello a in uso presso i greci , e -presso i
remi che avea ventìcinque o trenta romani il servizio delle triremi fu ri-
banchi da ciascun lato, e (j.ualtro, servato agli schiavi. In Francia la
cinque o sei rematori a ciascun pena di galea non è molto antica,
banco. Alcuni ne fauno derivare il ed incominciò verso la metà del
vocabolo dal ìaiìno galea che signi- secolo XVI.
ficaelmo, perchè dicesi chxj i ro- Di Alessandro VI e Giulio II che
mani ponessero la figura di un el- posero i successori in istato di fi-

mo su la prora delle loro triremi, gurar nel mondo come sovrani an-
alle quali si sono fatte succedere le che potenti nelle armi, poco si parla
nostre galee. Alcuni prelesero che delle loro forze marittime. Bensì
il vascello ammiraglio della flotta Giulio II pubblicò la bolla Ro-
degli argonauti, chiamato Argo, fos- vianiis Pontifex pacis^ de'24 feb-
se una specie di galea, e fu la pri- braio i5og, Bull. Rom. tom. Ili,
ma "nave di (Quella forma che usci par. I, p. 3 1 o, prohibilio occUpan'
dai porti della Grecia. Scaligero di bona naiifragantia in locis ma-
dice, prima trireme, ch'egli
che la ris S. R. E. ebbe ga- Leone X
interpreta per una galea a tre pia- lere armate, e nell'anno 1021 or-
ni di rematori, fu costruita a Co- dinò alle galere pontificie di u-
linto. Marsiglia ebbe galee in mare nirsi alla flotta di Carlo V, per
sino dai tempi di Carlo IV. Cele- la guerra di Lombardia. Nel i5i'2
bri si resero in Italia per le loro fu eletto a successore Adriano VI>
ardite e gloriose imprese , massime dimorante allora nella Spagna, che
contro i barbareschi, le galee to- avutane notizia fece allestire delle
scane, quelle de* cavalieri di s. Ste- navi, nominò capitani radunò uà ,

fano, le pisane, genovesi e de' ca- esercito, ene fece generale il conte
valieri gerosolimitani. In appresso d. Ferdinando de Andrada. In que-
i veneziani ne accrebboo di molto sta congiuntura d. Ignigo Velasco
il numero, ne variarono la forma e lammiraglio di Castiglia d. Fre-
e la grandezza, e queste galee for- derico esibirono al Papa quattro
marono la forza principale delle galere. Con gran seguito fece la na-
armate navali adoperate contro i vigazione dalla Spagna ad Ostia ,

turchi. In Francia il generale co- e fermandovisi la flotta, Adriano


mandante delle galee era uno dei VI colla corte e le milizie si portò
grandi corona ; nel
offiziali della . a Paolo per entrare
s. in Roma.
i528 era certo Pregeut di Bidou- Quando Clemente VII nel i533 si

se: Luigi Xy nei 1748 riunì il recò ili Marsiglia sulle galere fran-
corpo delle galee a quello della cesi, all'uso de' Papi antichi che nei
mariila. L'uso assai aulico, spccial- viaggi si facevano precedere dalla
:k6 MAE MAR
ss. Eucaristia j questa nella piiina Inoltre s. Pio V conferma al le di
galera ol•diu^ che tii collocasse. Pao- Spagna l' indulto concesso da Pio
lo 111 nel i545 islituV l'ordiue dei IV, pel mantenimento delle galere
cavalieri Laiirctani [P't'di)^ per di- destinate alla guardia delle piazze
iendere dai corsari Io «piaggio della marittime d' Italia. li di lui sue*
Marca d'Ancona e il gantuario di cessore Gregorio XIII , all' ordine
Loreto: a Paolo III si deve pure militare ed equestre de' ss. Mauri'
rereziotuì deirallro ordine militare zio eLazzaro (Fedi)y impose l'ob-
ed equestre di s. Giorgio (Vedi) bligo di fornire due galere armate,
in Ravenna, per la difesa delle spiag* ad ogni richiesta della marina pon-
gie dell' Adriatico contro i turchi. tificia ; e per aver fortificato il li-

La maggior gloria del governo di torale dello stato ecclesiastico per


s. Pio V fu la triplice alleanza da difenderlo dai corsari, fp coniata
lui couchiusa nel iSy i col re di Spa- dalla zecca pontificia una medaglia.
gna e colla repubblica di Venezia, Dopo avere Sisto V purgato lo

contro Selim 11 imperatore de' tur- stato pontificio da' malviventi, affi-
chi. La poderosa flolta degli alleati ne di liberare dai corsari le spiag-

che vinse la strepitosa battaglia na- gie del litorale ecclesiastico, fece
vale di Lepanto, avea dodici gale- labbricare dieci galere ben corre-
re pontifìcie, oltre altre navi pic- date, e per dotarle stabilì colla co-
cole e grandi, con mille cinquecento la quanta, de'23 gennaio
stituzione
uomini, di cui era comandante ge- r588, un armuo assegnamento di
nerale capitano e luogotenente ge- scudi centoduemila e- cinquecento,
nerale della léga d. Marc' Antonio ripartiti alle seguenti provincie sog-

Colonna, cui il Papa decretò gli gette alla santa Sède, e persone che
onori del trionfo nel suo Ingresso diremo. Marca, Romagna, Umbiia,
in Roma [Fedi). Ne parlammo anco Bologna e popolo romano, scudi
in altri luoghi, coiTve a Milìzia ed a dodicimila per cadauno; altrettaiilo
Colonna Fanìi^lìay ove si disse della le beneficiali , cattedrali e chiese
colonna rostrata d' argento, offerta vescovili ed arcivescovili. Patrimo-
alla chiesa d'Araceli. 11 Catena nella nio scudi 5874> Campagna scudi
Fila di s. Pio F, a p. 355 e seg. (il26, Ancona e Fei :no snudi 1800
ci diede il nome delle galere e dei per ciascuna, Ascoli e Fano scu-
capitani che. si trovarono a tal coni* di 12000 per ciascuna, Benevento
battimento : quello delle galere pon- scudi 5ooo, sensali di Roma scudi
tificie eccolo. Fano capitana. Vit- 35oo, ed oiIicio.de' revisori scudi
toria, Grifo4)a, Pisana, Fiorenza, s. 4ooo. Dipoi nel i^Hj istituì «una
Maria, S. Giovanni, iioprana, Pa- congregazione cardinalizia, chiamala
drona, Serena, Reina e Toscana. • nasale, per presiedere alla fabbrica
Si hanno tre medaglie pontilieie delle galere e alla marina pontifi-
celebranti questa spedizione, in cui s^ cia, al modo detto nel vob XVI,
vede l'armata navale pn parala con- pag. 1^6 del Dizionario. Nominò
tro i turchi, e la medesima che gui- quindi prefetto delle pontificie ga-
data dall'angelo disperde la flotta lere il cardinale Ugo Verdala fran-
turca, in due diverse rappresentan- cese, gran maestro dell'ordine ge-
ze; oltre ultra medaglia per la detta ros<j limita no. Inoltre Sisto V "el
alleanza, tutte cou motti allusivi. 1590 fece legalo delle poutificic ga-
MAR MAR 27
Jere il cardinal Domenici Pinelli ,
Pontefice. 4- Si darh tratta o in
il quale si distinse 'in vigilanza, in- Sicilia o nello stalo ecclesiastico per
trepidezza e valore, con aver da- il grauQ che consinnano. 5-^ Si da-
to più d'una voltq la rolla 9 pa- rìi un certo assegnamento di dena-

recchi legni turcheschi. A nìeitioiia ro, da pagarsi nel tempo che con-
di (jueste cinque galere nel i58t:J verrà. 6.° Si concederà che porti-
furono coniate due medaglie ove , no lo stendardo della Sede aposto-
si vedono in niare, una coli' epi- lica, ogni volta che non vadino in
grafe: FOELix PRAESIDIUM, l'altra col corso. 7." Dovranno le dette galc.-re

l'iscrizione terra mari securitas. 11 tenersi bene in ordine per li sei

Pontefice Gregorio XJV del iSgo, mesi di aprile, maggio, giugno, lu-
dichiarò il suo nipote Francesco glio, agosto e settembre. 8.** Do-
Sfondrali, marchese di Montafìò, vrà chi le comanderà lasciarsi spes-
governatore di Castel s. Angelo e so vedere ne' mari della Chiesa per
generale delle galere pontificie. Nel difendere la spiaggia lomana dai
possesso che prese Leone XI nel corsari, ed almeno ne' n)esi di giu-
ì 6o5, dopo i camerieri segreti sos- gno, luglio e agoslo lasciarsi vedere
tenitori dei cappelli papali , tra due volte in delti mari ed a Ci-
buon numero di cavalieri cavalcò vitavecchia. 9.° Dovranno dette ga-
il marchese Malaspina generale del- lere ad ogni richiesta di Nostro Si-
le galere pontificie^ seguito dai ca- gnore essere pronte per servirlo do-
porioni. ve comanderà, io." Che rivolen-
ÌSAV Istoria della sacra religio- dole sua Santità, si debhano ricon-
ne gerosolimitana di Dal Pozzo, t. segnare, ben condizionate con ciur-
I, p. 49^', si legge che Paolo V me e munizioni, nello slato e mo-
nel iGo5, ad oggetto di accrescere do che si consegnano. 11 cardinal
le forze di tal benemerito ordine, Cesi comunicò il progetto e con-
e sgi avare a un tempo la camera segnòi capitoli al commendatore
apostolica di glossa spesa, risolvet- Mendes anjbasciatore tleila religio-
te di commettere alla medesima re- ne il,quale tosto li trasmise al
ligione il governo e mantenimento gran maestro dell'ordine, e l'avvertì
delle cinque galere pontificie, nella di molte cose essenziali per la di-
Torma ch'essa teneva te proprie, me- rezione dell'affare; e fra le altre,
diante alcuni patti e condiz/oni, per che nel discorrere col cardinale del-
cui il cardinal Bartolomeo Cesi, con la quantità precisa circa l'assegna-
la consulta di alcune esperte per- mento del denaro, avendogli asse-
sone, fece distendere i dieci seguenti rito che la spesa delle galere della
capitoli. I." 5i consegneranno cin- religione ascendeva un anno per
que galere con gli schiavi, forzati, l'ai Irò a dieciotto in venti nida scu-
artigliere (di quelle della marina di per ciascima, se n'era mostrato
j)ontificia ne parla a Mili-
se sorpreso. E che l'assegnamento do-
zia ) ed altre munizioni necessa- vendp essere sopra la camera apo-
rie. 2." Si daranno ogni anno tutti stolica avrebbe forse palilo delle
,

i condannati in galera dello stalo difficoltà nelle esuzioni. Fu il ne-


ecclesiastico per mantenimento di gozio portato dal gran maestro al
esse. 3." Si farà che abbiano tutte consiglio, e si deputarono tre com-
le eseui^ioui che godono sotto il missari acciò col reggente della can-
a8 MAR MAR
celici io esani inassero e ponderassero luto delle galere Innocenzo X glie-
bene ciò che conveniva fare. Però lo tolse con un breve apostolico
alla relazione loro, considerando nell* ultima sua infermità, indi
che 'il governo di delle galere ben glielo restituì prima di morire.
polea riuscire di gr?uido onore, ma Innocenzo X fece presidente delle
d' allrelUmlo incomodo e aggravio armi, come scrivono Cardella e
all'ordine, non fn stimata l' olFerta Novaes, il chierico di camera Jaco-
né spediente, uè profìcua ^ per cui po Fransoni, indi nel iG54 '^
Paolo V rivocò il trattalo. Urba- nominò tesoriere generale, colla
no VII! nel 1642, temendo qual- soprintendenza delle galere e for-
che invasione dei collegati del duca tezze marittime dello stato, poscia
di Parma nelle parli marittime del- anche prefetto generale di tutte
lo slato ecclesiastico, richiese in suo le milizie e del Castel s. Angelo.
aiuto le galere dell'ordine di Malta. Nella guerra di Candia che i ve-
J'er lo spirito di ncuUalità, l'ordi- neti sostenevano contro i turchi,
ne procurò scusarsi, allegando quan- Innocenzo X prestò soccorso col-
to fece Clemente VII, che nel sacco le sue galere. Nel suo pontifica-
di Roma si astenne invocai* il soc- to, e nel 1646 fu ristampata la
corso de' cavalieri, sebbene dimo- Relazione dflla corte di Roma del
ranti in Viterbo, per non compro- cav. Lunadoro. A pag. 29, del ge-
mellerli, e che Paolo III collegalo nerale- delle galere di sua Sanlìtàf
con Carlo V contro i turchi, aven- si legge: » Sua Santità dichiara il

do richiesto all'ordine che unisse le generale delle galee con suo breve,
sue alle galere pontifìcie, accettò le dandogli il solito giuramento, come
scuse perche. coi turchi andavano danno tutti gli altri otfiziali mag-
unite le galere di Francia. Urbano giori innanzi a monsignor tesorie-
Vili non volle udire scuse, dichia- re generale , con provvisione di
rando non volersi servire delle ga- trecento scudi al mese, ù soldo
lere contro i principi cristiani, Ort^ per dodici lancie spezzate. Il ge-
de la religione inviò tre galere a nerale fa un luogotenente con
Civitavecchia. èua patente , e gli fa dare di
Innocenzo X appena assunto al provvisione cento scudi al mese,
pontificato nel i644> dichiarò il e soldo e razione per quattro lan-
suo nipote Camillo Pamphilj gene* cie spezzate. Tutti i capitani di
rale deiresercito papale, il quale galea, il capitano di fanteria e
fu il primo ad introdurre in Ci- l'alfiere, stanno con patente del
vitavecchia la fabbricazione delie generale, colle solite paghe , come
galere, che pricua i Papi facevano anche il comito reale (0 coman-
costruire in altri porti ;
quindi lo dante della ciurma, soprintenden-
creò cardinale e sopraiutendente te alle vele del tiaviglio), l'uditore
dello stato ecclesiastico, dignità che e il notaro. Ma il provveditore, il

poi rinunziò per continuare la di- pagatore e il padrone di galea vi


scendenza nella sua famiglia. Nfcl stanno con patenti di monsignor
1645 Innocenzo nominò gene- X tesoriere generale , come ancora il

rale delle pouiifìcie galere il prin- nmnizioniere e lo speziale ; ogni


cipe d. Nicolò Ludovisi, marito di altra persona, come cappellano, uf-
sua uipote d. Costanza; il genera» fìziali, soldati , barbieri, marinari,
j .

.MAR MAR 29
cornili, soUo-comiti, corniti di mez- millo Rospigliosi, Generale di s.

za nia, piloti, consiglieri, dipendono Chiesa (Vedi)^ il quale spiegò lo


immediatamente dal generale, il stendardo coli' immagine del ss.
quale non ha facoltà de jure di Crocefisso. A Zante la squadra del
liberare uomini dalla catena, il che Papa si unì a quella dell'ordine
si spetta di fare alla congregazione gerosolim.itano di Malta, ed a quel-
della consulta, ma il generale al- la di Francia, incedendo la Reale
cune volte lo fìi di fatto ".. La pontificia in mezzo, quella francese
squadra navale creata da Sisto V a. dritta^ ed a sinistra la uìaltese.
in Civitavecchia, la fiibbrica delle Nel possesso del 1670 di Clemen-
galere incominciata in quella città te X Altieri, cavalcò in mezzo al
da Innocenzo X, fu seguita dal contestabile ed al proprio fìglio
bellissimo arsenale edificato dal suc' Gaspare capitanò generale e pre-
cessore Alessandro VII, il cui pro- fetto di Castel s. Angelo, il prin-
spetto si vede riportato in una cipe d. Angelo Altieri capilantu.t
medaglia per ciò coniala nel 1660, generalis trìremium pontifidar uni ^
coir epigrafe Navale CenlumceU. seguiti dal governatore di Roma.
Nel i656 la regina di Svezia Cri- Nel i68g Alessandro VIII fece il

stina si portò da Roma a Marsi- pronipote d. Marco Ottoboni ge-


glia sulle galere pontifìcie di Ales- nerale delle galere pontifìcie e
sandro Vn. Questo Papa soccor- governatore di Castel s. Angelo.
rendo i veneziani contro i turchi, Divenuto Pontefice Innocenzo XII,
mandò loro cinque galere pontifìcie, nel 1692 soppresse il generalato
comandate con titolo di generale delle pontifìcie galere.
da fr. Giovanni Bichi priore gero- Anticamente il- cardinal Camer-
solimitano di Capua, le quah col- lengo (Fedi) presiedeva alla mari-
la squadra di tal ordine si con- na, pontifìcia, navigazione , sanità
.
giunsero nel canale di Scio all'ar- marittima, Porti e Consoli [Vedi)
mata- veneta. Nel i658 il Bichi, ma. sulla marina ebbe poi subor-
che comandava pure la squadra dinata giurisdizione il generale del-
de'cavàlieri gerosolimitani, si licen- le galere. A questi succèsse il

ziò dai veneti e prese la volta di preiato Tesoriere generale [Vedi)


Italia. Pervenuto a Zante e con- col titolo di prefetto o commis-
siderando la poca fama che ripor- sario delia marina. Clemente XI
tava da una spedizione di tanto nell'anno 1706 concesse ai cavalieri
dispendio per la camera apostolica, di Malta, di far celebrare la messa
risolvè di tentare impresa dell'i-
l' sulle loro galere e fregate sul
sola di s.- Maura, nido de'corsarij mare nelle stesse navigazioni, pri-
che con galeotte grosse infestava- vilegio che si diceva già concesso
no mari e le spiaggie d'Italia ;
i da Innocenzo Vili Pio IV e .

ma simile sorpresa non riuscì il Sisto IV avevano accordato ai me-


bramato esito. Continuando la guer- desimi cavalieri l'uso degli altari
ra di Candia, Clemente IX tra i portatili, quando nelle loro annue
soccorsi che diede ai veneti conlio navigazioni contro gl'infedeli giun-
i turchi, nel 1669 mandò loro la gevano a terra. Sulle mésse nauti-
squadra delle galere pontificie, co- che o di navigazione vedasi Messa.
mandata dal fiatello bali fr. Ca- Noteremo che Benedetto XIV non
-

3o M AH 1^1 A R
solo che nelle galere tlì
concesse pel ti*ntiato di pace da lui conchiu-
Malfn si potesse celebmre la messa, so colle potenze africane, come pre
ma t'gunl privilegio accordò allo ga- giiulizievole al commercio e alla
lere pontificie nell'aprile i74''> col- sicurezza de' suoi sudditi e di tutfa
la costituzione Exponiy presso il suo l'Italia, per l'ammissione accordatji
Jìullario p. 162. Fra le me-
t. I, ai legni barbareschi ne* porli della
«iaglio di Clemente XI ve i/è una Toscana. Non essendo slate le sue
ove si vede una flotta, allusiva ai* doglianze attese , tutte le potenze
le pubbliche preci fatte da lui pel italiane si tiH3varono costrette ar-
felice esito degli armamenti de'prin^ marsi contro i Nel 1746 fu
pirati.
i.ipi cristiani. Inoltre Clemente XI coniata una medaglia coli' epigrafe
nel 1709 mandò a difendere Malta AUCTO TERRA MARIOUE COMMERCIO ,

d. Federico Colonna con galere e con Nettuno sul carro tratto ckii
seicento uomini 5 e nel partire per cavalli" marini, col tridente nella de-
^Marsiglia la regina vedova di Polo- stra, che in mezzo al mare felicita
nia, la fece servire dalle galere pon» la navigazione dei vascelli , onde
tìficie; indi nel 17 i4 l'ambasciatore celebrar le cure di Benedetto XIV.
di Malta ottenne dal Papa che in* Abbiamo due medaglie di Clemen-
-viasse per la difesa dell'isola sei te XIII col porto di Civitavecchia,
galere armate, per cui il cav. Fai» Con nuove fabbriche e galere > l'al-
conieri ebbe Y incarico di reclutai* tra rappresentante il Papa che
mille uomini, ed il comando di essi. arriva a Civitavecchia ove nel ,

Kel 17 16 il Papa spedì alcune mare si vedono le navi pontifi-


compagnie di corazze per guardare cie. Nell'anno XIX del pontificato
dai turchi le spiaggie della mari* di Pio VI fu coniata una meda-
na, ed re di Spagna e Portogallo
i glia ove vedesi una flotta naufraga-
promisero validi soccorsi per mare re, allusiva a quella francese spe-
contro il turco. Nel 1 719 parti per dita contro gli stati della Chiesa, e
Napoli monsignor Vicentini, accora* sconfìtta dagli anglo-napoletani.
pagnato da due galere pontificie. Nella Relazione della carie di Ro-
Quando Benedetto XII! nel 1727 ;n^del cav. Lunadoro, accresciuta dal
ki recò a Benevento, per porto d'An- Zaccaria, edizione romana del i774>
%o passò a torre Paola, ove s'im- si dice che un prelato chierico di
barcò in una feluca delle galere camera era prefetto di Castel s. An-
pontificie per le Paludi Pontine, gelo, e soleva essere ancora dichia-
approdando a Terracina dopo a- , rato commissario del mare , dac-
ver scampato il pericolo di due ché Benedetto XIV al tesoriere tol-
corsari barbareschi che tentarono se la cura sul medesimo, e perciò
di predarlo. Ritornando nel 1729 soprintendeva alle fortezze e alle
da Benevento, trovò a Terracina torri delle spiaggie marittime, alle
le galere pontificie, e con tre fé* navi e galere pontificie , regolate
luche si portò fino alle Case nuove. daf comandanti, capitani ed nffi-
Le scorrerie de' pirati barbareschi ziali da lui dipendenti. Il Villelti,
sopra le spiagge dello stato eccle- Pratica della cuna romana, dell 'e
siastico, costrinsero nel 1749 Be- dizionedi Roma i8i5, t. II, p. 197,
nedetto XIV a fare le siìe rimo- tratta del consolato di Ancona in
stranze air imperatore Francesco I, c]ucslo modo» I mercanti d'Ancona
, ,

MAR MAR 3t
tra di loro e con chiunque altro ulteriore appellazione. Questa ap-
nelle cause concernenti la merca- pellazione in certe c<iuse compete
tura, COSI nella prima, che in ul- solamente in devolutivo, cioè dove
teriore istanza, in vigore di una si tratta, di CvSccuzione d'istromenti
bolla dì Clemente Vili del i594, pubblici, pagamento di lettere di
e dì un suo breve del i595, han- cambio, ed in qualunque altra ma-
no per loro privato tribunale il teria, non eccedente gli scudi qua-
consolato di quella città, formato ranta. Dai gixìdicatì dì dettò con-
da tre consoli che in ogni anno si solalo, non può ricorrersi se non
mutano. Procede ancora privativa- all'uditore del Papa. Nel consolato
mente nelle provvisioni da pren* di Civitavecchia , dice il Villetli
dei si su quelle navi, che incontrar che in sostanza si pratica quanto
potessero il perìcolo dì naufragare, si è detto per quello d'Ancona.
V. nelle cause in qualunque modo Nel medesimo libro del Villetti,
su ciò insorgenti, come si ha dalle p. 84, l^cl commif^sario del mare,
conferme, ampliazionì e dichiara- o sìa prefetto di Castel s. A rìselo ^
zioni di questa giurisdizione del si legge quanto Segue. Il tribunale

consolato, emanate da Paolo V, del commissario del mare richiede


Gregorio XV, Urbano Vili, Cle- qualche Spiegazione più specifica.
mente XII, e Benedetto XIV. Di* Égli ha giurisdizione economica so-
poi Pio VI con breve de* 5 marzo pra le torri e fortezze marittime,
1777 dichiarò ed ampliò questa e sopra le galere e navi pontificie.
privativa giurisdizione delle cause Presiede inoltre al governo econo-
dì mer.catura", di naufragi e di lai: mico di Castel s. Angelo (Fedi) ^

limenti, contro qualunque specie di ed il di lui uditore esercita in stia


privilegiati e patentati. Tengono i vece la giurisdizione contenziosa nel-
consoli in certi giórni della setti» le cause di sua pertinenza. Sono
mana l'udienza ordinaria, è si trat- isoggetti a questo tribunale gli uf-
tano le cause avanti di loro col* fiziali, soldati ed altri ministri del-
ristesse metodo che si tiene dagli l'attuale servigio di detto castello j
altri giudici ordinari. E se si trat- come sono i bombardieri e gli aiu-
tasse di qualche articolo legale assu- tanti, a tenore delle limitazioni e
mono un dottore dì legge pel volo riforme espresse nelle costituzioni
legale. Questi però lo promulga sen* d'Innocenzo XII, e particolarnrente
za servare tela giudiziaria, e del di Benedetto XIV, come si legge
tutto strigiudizialmente. L'assessore nel Bull. 56, § 21, e delle
t. I, p.
siconcede anche per richiesta delle successive ampliazionì espresse nel
parti a loro spese , e la persona motu-proprio di Clemente XIII dei
deputata in assessore può allegarsi 26 maggio 1762, riportato nell'e-
sospetta dentro sei giorni a die ditto pubblicato nel 1-763 dal pi e-
depiUationis. Nell'istesso consolato fetto di Castello di quel tempo. Nel
vi sono giudici di appellazioni, i motu proprio si dispone che tutti
quali 'si estraggono a sorte dal ce- quelli appartenenti al detto castel-
to di tutta l'unifeisità de'mercanti, lo, godessero il privilegio del foro
ed anche questi all'opportunità as- in tutte le cause, quali doveva co-
sumono l'assessore, come sì è detto: noscere e decidere il detto prelato
allreltuuto si pratica in caso di prefetto, rimossa ogni appellazione,
Sa MAR MAR
purché non sia slato rinunziato al Irò camera del coraandanlc del
.la

privilegio, e prescrisse che i patentati brick s. Pietro era vi un quadro ad


i\'ì Castello 240 compresi i
fossero olio rappresentante l'autorità data
giubilati. Il commissariato (lei mare da Gesìi Cristo al principe degli
sotto il pontificato di Pio VI fu uni- apostoli; e nell'altro legno il qua-
to- ni tesoriera lo; posteriormente fu dro esprimeva la caduta di Saulo
di nuovo separato, e nel detto an- o conversione di s. Paolo. Nel pon-
no 181 5 si esercitava provvisoria- tificato di Pio VII la soprinten-
mente insieme col commissariato denza sulla marina pontificia fu
delle armi da monsignor Sanseve- data alla congregazione militare ed
rino chierico di camera e presiden- al prelato assessore, essendone pre-
te delle strade. Ci avverte il Man- sidente il cardinal segretario di sta-
zi, Dello stato della .città e porto to. Nel voi. I, p. 333. della Rac-
di Civitavecchia^ 4^, che in quel-
p. colta delle leggi di pubblica ammi-
le acque la marina pontifìcia avea nistrazione , riportandosi il regola-
negli ultimi anni del secolo passato mento provvisorio di commercio e-
galere e fregate; ma quando poi manato da Pio VII nel .1821 per
venne la guerra di Francia, il na- organo del cardinal Consalvi, a p.
"viglio pontificio composto ed equi- 364 e seg. vi è il lil>. Il del com-
paggialo di" sudditi pontificii, fu mercio marittimo diviso in quat-
preso dai fi-ancesi e condotto nella tordici titoli, i." Delle navi e de-
spedizione di Egitto, per cui si può gli ùltri bastimenti di mare. 2.° Del
dire che finisse allora la marina sequestro, ossia esecuzione, e della
pontificia,perchè il naviglio non vendita de' bastimenti. 3.° Dei pro-
più tornò, e le ciurme perirono. prietari del bastimento 4° . ^^
Pio VH, nella costituzione. Post capitano. 5." Dell'arrolamento e dei
diuturnaSf al § 5 tit. de jurisd. tri- salari de* marinari e della gente
bunal, civ.^ relativamente ai miHlari d'equipaggio. 6." Dei contratti di
dispose che non godrebbero alcun noleggio o locazione di bastimento,
privilegio di foro privativo nelle e dei noli. 7." Delle polizze di ca-
cause civiJi, come avea disposto Be- rico. 8." Del nolo. 9.° Dei contraili
nedetto XIV, ma dovranno solo di cambio marittimo ossia alla gros-
godere il privilegio di non poter sa. IO.*" Delle assicurazioni, cioè del
andare soggetti ad alcuna esecu- contratto di assicurazione, della sua
zione, senza che V exequatur sia forma e del suo- oggetto; degli ob-
sottoscritto dal loro legittimo su- blighi dell'assicuratore e dell' assi-

periore; ma questo exequatur però ^curato , e dell'abbandono. 1 1." Del-


non è necessario, qualora l' esecu- le avarie. 12.° Del getto e del con-
zione si faccia sopra degli stabili. ^e\ tributo. 1
3.** Della prescrizione, i 4."

1802 pervennero in detto porto di Motivi d'inammissibilità di azione.


Civitavecchia due brick nominati Nel pontificato di Pio VII non
l'uno s. Pietro, l'altro s. Paolo, che essendovi più le galere pontificie,
Napoleone primo console della re- allora e luoghi
successivamente i

pubblica francese mandò in dono di condanna per opera pubblica «1'

a Pio VII. Nella poppa era vi l'ef- e per la galera furono destinati il
figiedel Papa e degli apostoli con Castel s. Angelo e Tedifizio fabbri-
un motto a ciascuno allusivo. Den- cato nel 1705 da Clemente XI per
MAR MAR 33
ampliare i granai dell' annona nWc Tutti i forzati o galeotti hanno la
terme Diocleziane, Sebbene il codice catena eh* è fermala ad ambedue
criminale dislingua l'opera pubbli- le gambe, del peso di circa libbre

ca dalla galera, ed infligga quella quattro e mezza ; quando mancano


lino ai cinque anni, e questa per sedici mesi al termine della pena,
un maggior tempo ed a vita, ciò essa si toglie da una gamba, e to-
non pertanto in fatto le due pene gliesi ancor dall' altra quando re-
sono una medesima cosa, tranne la stano soli tre mesi all'uscita. I con-
lunghezzjt del tempo. Il bagno di dannati in vita tengono oltre la
Caste) s. Angelo può contenere 200 detta Catena altra che non gli per-
individui i
quello alle terme 5oo. mette discostarsi dal loro luogo che
Le altre galere dello slato o bagni quattro passi. -Nello slato pontiilcio
sono a Civitavecchia nella darsena, il trattamento degl' infelici condan-
in Ancona, a Spoleto nella rocca, nati è più umano che altrove', e
a Narni, a Porto d'Anzo ed a Ter- molte sono le pratiche religiose che
racina ; altri luoghi di detenzione si esercitano nei bagni. V. Carce-
sono in Imola, Paliano , ec. Alle ri DI Roma, e Governatore, in cui
terme sotto Leone XII v'erano state si parla della visita graziosa de' car-
le donne condannate di s. Michele; cerati. All'articolo Milizia pontifi-
nell'anno i83i fu aperta la casa molte notizie riguardan-
cia, oltre
di detenzione per gli uomini. I ti marina papale, dicemmo pu-
la
forzati sono scortati da una spe- re come nel 1817 furono stabiliti
cie di soldatesca detta guardaciur- ne'porti di Ancona e Civitavecchia
n\e, ai pubblici lavori della città : de* l^gni chiamati scorridore e
alcuni lavorano nei bagni, così ne- guardacosie doganalij per vegliare
gli altri luoghi di detenzione nello sul contrabbando de' due litorali.

slato pontificio. E regola di man- Sotto Gregorio 1841 XVI nel


dare fuori a lavorare solo quelli la marina pontifìcia fece quella spe-
che hanno una condanna sotto i die- dizione comandata dal capitano A-
ci anni, e ritenere gli altri nel ba- lessandro Cialdi, di cui tenemmo
gno per più sicura custodia. I bagni proposito all'articolo Egitto (Vedi)^
sono sorvegliati dai capo custodi e furono nel 1842 introdotti col-
e dai custodi. Ciascun bagno ha r opera dello stesso Cialdi nel Te-
un ispettore. Monsignor tesorieie vere, come diremo a quell'articolo,
che ha la suprema presidenza dei cinque navigli a vapore, che il Papa
luoghi di pena, ha fra le sue fa- onorò usare in breve tragitto. Allor-
coltà quella di diminuire la pena ché poi nel maggio i835 erasi re-

di tre mesi, la quale usa in pre- cato a Civitavecchia, città e porto


mio della buona condotta nel tem- come quelle di Ancona e Terraci-
po della prigionia. I castighi che na da lui beneficale in tanti mo-
si adoperano sono la privazione del di (solo qui ricorderemo che ad
lavoro, la più stretta reclusione nel- Ancona fece erigere l'arsenale ma-
la camera di disciplina, le battitu- rillimo, il e
bastione Gregoriano,
re, il pane ed acqua, e per le più restaurò la Terracina
fortezza; a
gravi mancanze procedesi a forma fece costruire il nuovo porlo e ca-
di legge dal tribunale del Campi- nale, da lui visitata come Ancona),
doglio, cui è data la giurisdizione* salì sul ballello a vapore il Fraii-
VOL. XLUI. 3
,

34 MAR MAR
Cesco I di regia bandiera napole- de ebbe, come abbiamo narrato
tana, non che suiraltio haltcllo a ima marina militare molto più
vapore Sully di regia bandiera
ii numerosa di quella che ora esiste,
francese; come ancora volle ascen- dappoiché le circostanze di quelle
dere la golcUa pontifìcia il a. Pie- epoche esigevano che a tutela del-
tro. In allro giorno il Papa s'im- le sue coste avesse il modo di re-
barcò sul ballello a vapore il Me- spingere gli attacchi delle potenze
diterraneo dì regia bandiera fran- barbaresche; cambiate poi le cose,
cese, comandato dal capitano Uai- governo pontifìcio nella sua sa-
il

mond, per visitare le saline di viezza credendo bene di limitare le


Corneto: il capitano ne riportò te- forze militari ni puro necessario ha
stimonianze onorevoli, e poi rimi- ridottola sua marina militare a due
se al Pontefice due quadretti rap- soli legni da guerra, quanti sono
presentanti il vapore, e la gita fat- puramente necessari pel decoro
ta con esso. Ritornando Gregorio della sovranità, e quindi nell'ordi-
XVI nel settembre 1842 in Givi- ne del giorno 29 dicembre i834
tavecchia per osservare le grandio- sé ne può vedere il dettaglio. I
se lavorazioni da lui ordinate nel- legni da guerra sono, il suddetto
le fortificazioni del porlo, dell'an- brick, chiamato s. Pietro^ ed una
temurale e non che del
scogliera, barca cannoniera, chiamata s. Be-
lazzaretto, oltre V ingrandimento nedctlo. Il quadro della marina mili-
della città, montò sul brick pon- tare pontifìcia nel i834 ^ riportato
tificio il s. Pietro comandato dal nel voi. II della citata Raccolta di
capitano Reali. Questo legno era la tale anno. Nel medesimo volume vi
mentovala goletta costruita nell'ar- sono: la tariffa del soldo mensile
senale di Civitavecchia, ed il re di dei militari della marina ponlifì-
Sardegna lo fece ridurre a brick, cia, e la tariffa della ritenuta della
condonandone al Papa una parte di quota del soldo, che rilasciano i
spesa del lavoro. Il Papa a bordo militari della marina allorché sono
di tale legno usci dal porto, e vi in punizione. Nel voi. I del i835
rientrò dopo un tragUto di circa riproducendosi l'ordine della segre-
cinque miglia, fatto con molto suo teria per gli affari di stato inter-
piacere.Rientrato in porto salì sul ni, in seguito della definitiva con-
vapore da guerra francese il Dan- centrazione di un solo ministero
te, comandalo ad interim dal pri- delle due aziende del ramo sani-
mo tenente M.r Bardon: il santo tario e della polizia de' porti, si

Padre fu ricevuto con segni di ve- parla delle cure del governo di-
ra divozione, donando a tale uffi- rette a stabilire una cassa di sus-
ziale una grossa medaglia d' oro, sidio a favore de' marinari invali-
agli altri ufHzialimedaglie di ar- di ; delle regole sulle carte ed at-
gento, all'equipaggio corone bene- ti relativamente ai bastimenti dello
dette e 5oo franchi. Quanto ai due stato pontificio che sono in corso;
brick regalati da Napoleone a Pio delle disposizioni intorno il perso-
VII, uno dalla camera apostolica nale della, marina mercantile ; dei
fu venduto ad un genovese, l'altro requisiti occorrenti ai marinari per
venne disfatto. ottenere le lettere di comando;
Nei tempi trascorsi la santa Se- della forinola del giuramento di
MAR MAR ^^
h>(U'lfìi, (la prestarsi dai capitani o mi, portata e valore, nelle catego-
paioni quando ricevono le lettere rie di gran corso sono enumerali
di comando delle disposizioni sul-
; quattordici tra navi, brick, brigan-
la marina da pesca, e delle pro- tini, polacche, scooncr, godette, cu-
pine competenti agli officiali ma- ther. In quelle delle mentovale
rittimi. qualità di legni, con più i trabac-
il dì. Angelo Galli com-
cav. coli, per lungo corso, numero no-
putista generale della camera apo- vantatre. In quelle di piccolo ca-
stolica nel 1 840 pubblicò gli utilis- botaggio, cioè trabaccoli, pieicghi e
simi Cenni economici statistici stillo paranze, numero centoquarantotlo.
stato pontificio, e parlando a p. 5o e Per la pesca, come paranze, ba-
33o della marina pontificia, ne da- ragozzi, schiletti , sciabiche e ni-
remo un'indicazione. La marina chesse, numero quattrocento oltan
potrebbe anzi dovrebbe essere un tono. Nelle categorie poi de' ter-
articolo importante pel commercio rieri ed alibbi , o sia burchiel-
de' sudditi pontificii, per due ragio- le, piate e barcaccie, quallrocen-
ni : perchè siamo fiancheggiati
i.° tonovantotto. Va
die nel notato
da due mari, cioè dal Mediterra- Mediterraneo esistono legni di altre
neo, che oltre i porti di Civita- denominazioni, cioè sciabecchi, bo-
vecchia e d'Anzio, ha per mezzo vi, mistichi, tarlane, martigavi e
del fiume Tevere comunicazione lagheri. Nell'Adriatico^ e segnata-
diretta colla capitale, e mediante mente in Ancona, ove il commer-
il porto -canale di Badino serve cio è più attivo, esistono dei bri-
al commercio delle provincie di gantini a vela quadra, come pure
Prosinone e di Velletri (quanto dei glossi Irabaccoli a poppa qua-
esso viene immensamente aumen- dra. Tulli questi legni però sono
tato dal suddetto porto e canale compresi nelle quantità suddescritle.
di diremo a quell'ar-
Terracina^ lo In altro fatato dei legni marittimi
ticolo); che dopo
e dall'Adriatico, nel 1838, nell'unico circondario
il porto d'Ancona, e diversi porti- del Mediterraneo, sono registrati ,
canali lungo il litorale, comuni- 22 per la navigazione a lungo cor-
ca colla legazione dal Ponte La- so, 17 pel piccolo cabotaggio, loG
goscuro; 1" perchè abbiamo un per la pesca, 24 barche terriere
commercio attivo e passivo di cir- ed alibbi. Nel primo circondario
ca venti milioni di scudi all'anno, e dell'Adriatico legni 2 per la navi-
questo segue quasi totalmente per gazione di lungo corso, 2 5 pel pic-
la via di mare. Nulladimeno pochi colo cabotaggio, 1
19 per la pescaj
sono i bastimenti nazionali in gui- 237 barche terriere ed alibbi. Nel
sa, che mancando pure al piccolo secondo circondario dell' Adriatico
cabotaggio, anche questo si clfet- legni 14 per la navigazione di
tua in gran parte dai napoletani, gran corso, 49 P^^' quella di lun-
toscani e sardi ; lo stesso dicasi go corso, 38 per piccolo cabotag-
della pesca, che viene in gran par- gio, IO per la pesca, i23 barche
te esercitata dagli esteri con legni terriere ed alibbi. Nel terzo cir-

esteri. INello slato dimostrativo dei condario legni 20 per la naviga-


legni marittimi esistenti nei lito- zione di lungo corso, 68 pel pic-

rali dello stato poulificio, loro nu- colo cabotaggio, 9.4^ per la pe-
- ,

36 MAR MAR
8ca, 1 14 barche terriere ed a- marina pescareccia, che ora lasci.t

libbf. libem ai napoletani la pescagione


Nelle asservaztoni poi sullo ma- in tutta la spiaggia del Mediterra-
rina, il Iodato scrittore dice che neo, ed a quei dì Chioggia gran
il ramo commercio costituito
di parte di quella dell'Adriatico, e
dalia marina sì vede non poco pre- specialmente dal Po al Cesenatico.
terito Dal bilancio di
e negletto. Ne 6i creda indilTerente questo ra-
commercio quindi risulta , che fr«i mo d' industria, perche si calcola

ciò ch'entra e ciò che sorte abbia- il di un milione di


pi'odolto più
mo un movimento di circa dieci scudi, per cui chiamò V attenzione
novB milioni di scudi, avuto a cal- di Leone XII. Monsignor Nicolai
colo il contrabbando, e che questo opinò, che l'ampliazione della ma-
viene e va nella massima parte per rina potrebbe cooperare al ripo-
la via di mare ; quindi il prezzo polamento delle campagne sul Me-
di trasporlo delle merci che costi- diterraneo, formandosi delle colo-
tuiscono il movimento, anche ri- nie di pescatori. Il eh. Calindri
tenendolo ragguaglialamente ad un nel Saggio statistico storico dello
ventesimo del valore^ suppone un stato pontificio^ parlò di quanto ri-

traffico di circa un milione. Di que- guarda la marina pontificia, e i

sto non mollo ài partecipa sull'A- mari lambenti lo stato, le cui acque
driatico, ove pure esistono basti- Sono continuamente solcate da le-
menti di bandiera nazionale, e mol- gni da guerra, mercantili pesca- ,

to meno sul Mediterraneo per la recci e da trasporto, a p. 87 e seg,


quasi nullità de' bastimenti stessi : e 648.
non essendo questi sufficienti al bi- Le leggi marittime, massime del
sogno, tutto il rimanente si effet- commercio, nacquero dalle celebri
tua dagli esteri. Dal riportato stato leggi Roditi formatesi nell'isola di
emerge, che nella spiaggia del Me* Rodi in Asia, la quale tanto si di-
diterraneo, lunga miglia i5'j, esi- stinse pei Suoi Saggi regolamenti,
stono 169 legni nazionali; ed in per la perizia delle cose nautiche,
quella dell'Adriatico, lunga miglia e per la soggezione ai corsari, che
198, se ne veggono io65: s'in* Secondo Aulo Gellio, tutte le na-
tende à quell'epoca. Nell'Adriatico zioni del mondo adottarono queste
dunque allora esistevano propor- leggi, dove non si opponevano ai

zionatamente il quintuplo di quelli loro usi marittimi, e divennero il

esistenti nel Mediterraneo j propor* codice marittimo del mondo. Ne


zione che regge se si ha riguardo parla il Martinetti, Codice de' do-
tanto ai legni mercantili, quanto veri p. 44?^ ^^^ commercio marit-
ai pescarecci. La grande spropor- timOf al modo che dicemmo al ci-

zione del commercio marittimo tra tato articolo Consoli Pontifici r (ove
le due spiagge si fa derivare dal Sonovi notizie analoghe a questo
non inclinare al commercio marit* argomento, e si dice che sogliono
limo le popolazioni delle Provin- ottenere qualche grado onorario
cie mediterranee, e dall'aria malsa- della marina pontificia dalla pre-
na delle spiaggie, che allontana gli sidenza delle armi per mezzo della
equipaggi nell'estate. Molti vantag- segreteria di stato ), riportando le

gi si avrebbero se si dilatasse la opere di diversi trattatisti, coaie


MAH MAR 37
pure sui daveri dfegM ammiragli di qorsaro, logravò il p. Meno-
ed altri magistrati navaR. Nelle Ef- chio nelle Sluore par. IV, cent. 54-
femeridi letterarie di Rama &i trat- In questo argomento si ha tra le
ta di varie opere riguardanti la altre opere: Sam. Frederico Wil-
marina. In quelle del 1778, 33^:
p. lembergio, Disput. de excursioni"
De /lire naufragii, di Pietro Ra- bus maritimis. Sedani 171 1. Tra-
nucci, Lucca 177B. In quelle del ctatus de eo quod justXim est circa
177^, p. i3 e 2I^ Del sequestro excursiones maritimas, multis ac-
dc^ bastimenti neutralij di M. Hul> cessionibus auctus, Sedani 1728 e
ner, Genova 1778. In quelle del 1735. Conrado MoW'iOf De /ure pì-
1780, pag. 98 e log: Storia del ratarum disputaiio, Traj. ad Rhe-
commercio e della navigazione dal nura 1737. Nella conclusione che
principio del mondo a* giorni no- dovette fare monsignor Andrea Ma-
stri, di Michele de Jorio, Napoli lia Frattini come avvocato conci-

1778. In quelle del 1785, pag. 86: storiale, trattò questo argomento che
Quale h stato l'influsso delle leg- pubblicò Colle stampe: Dissertatio
gi marittime dei rodiani sulla ma- ad legem I codicis de naviada-
rina de" greci e dei romani, e quale fiis seu naucleriSj etc. Romae 1837.

V influsso della marina sulla po- Eruditamente discorse dell'origine


tenza di questi due popoli, di Pa- della navigazione, e principalmente
storel, 1784. In quelle del
Parigi del suo commerciò e vantaggi im-
17B5, p. 218: Delle assicurazioni mensi che ne derivarono, non che
marittime, di Baldasseroni, Firen- di que'principi ó nautici che di
ze 1786. Oltre acquali abbiamo: éiisd si lesero benemeriti e celebri;
Stanislao Bechi, Istoria dell'ori- della navigazione de'fenicii, ebrei,
gine e progressi della nautica an- cartaginesi, greci, romani, e de're-
tica, Firenze 1785. Federico Ot- lativi magistrati e leggi emanate
tone Menchenio, Bibliotheca oiro- massimamente dagli antichi romani;
rum militia aquae, ac scriptis il- dei collegi de* Naupegariorum seu
lustrium, Lipsiaé 1734. 0. Henr. Navicularìorunt fabbricatóri di navi
Goezii, Dissertalio historicó littera- (di cui si hanno lapidi in Pesaro
ria de eruditis, qui vel dquis pe- e Verona, essendovi nel museo ca-
rierunt, vel divinitus liberati jfue- pitolino una lapide contenente il

runt, Lubecae 1715. Joannes Schef- catalogò d'un collegio dì navicellai


feri , De militia navali veterum , ostiensi ). Celebrò le leggi e prov-
TJrbsaliae i654. Scriptores de jure videnze emanate dai Papi per la
nautico et mariiimoj Halae l'j^ù. navigazione, incrementò é prospe-
chiamarono poi corsali o corsa-
Si rità del commercio, é di questo
ri non solo ladroni del mare, ma
i quelli che ne furono piò beneme-
anche quelli che avevano facoltà riti, segnatamente Piò IV, Grego-

legittime di armare legni in corso, rio XIII, Sisto V, Clemente Vili,


contro i nemici della santa fede e Clemente X, Clemente XI ^ Bene-
del suo principe, e ciò sotto certe detto XIV, Pio VI, Piò VII é Gre-
leggi, ordini e patti, che però con gorio XVI, del quale in «ingoiar
miglior vocabolo Sogliono chidmarsi modo giustamente ne rilevò le ma^
armatori. Che gli antichi non si gnanime utilissime provvidenze.
vergognarono di fare la professione MARINI Carlo, Cardinale. Car-
38 MAR MA ri

Jo Maiiiìi genoTCiC, ma nulo in Roma: avendo destmalo Roncdello


Ruma in occasione che i suoi iiu- XIV suo erede fiduciario, questi
hili genitori facevano il via^^Ji^io collamassima prontezza e religione
dell'Italia, dopo aver applicato agli ne adempì i voleri e le pie in-
hludi nell'università di Torino, e tenzioni.
scorse le provincie più celebri di MARINO (s.), martire. Eva ol-
Eui'opa, si trasferì a Roma pei fìzialea Cesarea in Palestina, rag-
impiegarsi in servigio della Chiesa, guardevole per probità e per ric-
e siccome abbondava di denaro, chezze. Avendo chiesto un posto
ebbe agio di comprare nel ponti- di centurione eh' era vacante, un
ficato di Innocenzo XI un chierica* suo competitore accusollo d' esser
to di camera, allora venale. Nel eristiano.Chiamato dal governato-
pontificato di Alessandro Vili com- re, detto Acheo, confessò Marino
prò parimenti l'altro ufficio di udi- la sua fede il perchè Acheo non
;

tore della camera, in cui fu la- gli accordò che tre ore da delibe-
nciato per grazia speciale da Inno- rare, se morire o abiurare la sua
cenzo XII, (juaudo abolendo la religione. Egli non ismentì la sua
vendita degli impieghi restituì ai , fede, e fu condannato al taglio
compratori le somme sborsale j>er della testa. Ciò avvenne verso l'an-
Clemente XI dichiarato-
J'acquisto. no 273. II martirologio romano
lo suo di camera, poscia
maestro ne fa menzione ai 3 di marzo.
a'a9 maggio lyiS lo creò cardi- MARINO (s.), diacono. Dicevi
nale diacono di s. Maiia in Aqui- che lavorasse da muratore nella
ro, divenendolo poi di santa Ma- riedificazione delle mura di Rimi-
ria in Via Lata e primo diacono. ni ; ma avendo Iddio fatto cono-
Lo ascrisse alle congregazioni dei scere la sua santità, fu da s. Gau-
vescovi e regolari, dell'immunità, denzio vescovo di Brescia ordinato
della consulta, ed altre. Benedetto diacono. Ritiratosi in una capannuc-
XIII colla prefettura de* riti gli cia che coslrusse in mezzo ai bo-
coufèrì la legazione di Ravenna, schi sul monte Titano, a dieci
provincia che resse con incorrotta miglia da Ri in ini, visse parecchi
giustizia, per cui Clemente XII lo anni da romito, e mori sul finire
confermò per altro triennio. Be- del quarto secolo. Sulla cima di
nedetto XIV gli assegnò quella esso monte fu poscia fabbricata
di Urbino, di cui prima di andar- una città che prese il nome del
ne al possesso, essendosi nel 1747 santo, ed è la piccola repubblica di
per suo diporto condotto alla pa- s. Marino {P^edi).]\\ si venerano con
tria, vi lasciò la vita d'anni 80, gran divozione le di lui reliquie :

dopo essere stato presente ai con- è onorato anche a Pavia, a Riini-


clavi d'Innocenzo XIII, Benedetto ni e in molte altre diocesi d'Ita-
XI II, Clemente XII, e Benedetto lia, celebrandosi la sua festa a'4 ^i-
XIV che coronò. Fu sepolt^j nel- seltembre.
la chiesa della ss. Annnuziata dei MARINO I, Papa. K Martino
minori osservanti detta del Vastato. li e Madtiivo III Papi.
INel suo testamento lasciò cento- MAlUiNO, Cardinale. Marino
mila scudi da impiegarsi in usi cardinale prete di s. Sabina, fiorì nel

pii ,
parie in Genova e parte in pontificato di s. Gregorio llldel 73 1,
-

MAR MAR
r MARINO, Cardinale. Marino dirìgendola da Roma ad Albano;
39

cardinale prete del titolo de'ss, XII dappoiché autecedeulemente per


x\ postoli, viveva sotto s. Gregorio questa città passava la strada po-
lli eletto nel 781. stale dirigendosi a Vellctri, e di
MARINO, Cardinale. Maiino si là a Terraciua girando intorno alle
fmva sottoscritto al concilio di s. pendici de' monti Lepini. Un pro-
Paolo I, tenuto nel 761, in qUe- fondo acquedotto di mirabile co-
sto modo: Marino umile prete del- struzione, esteso quasi tre miglia
la S. R. C. del titolo di 8. Lorenzo circa, vi reca principalmente dai
in DamasQ. colli Algidi quella abbondante co-
MaRINO, Cardinale. V. Mar- pia d'acqua potabile che il vasto
Tiiro Papa.
11 linfeo conserva sotterra, onde si

MARINO, Marinutn, Cìltà dello alimentano le varie sue fonti, do-


stato pontifìcio, comarca di Roma, pò di aver fatto di sé bella mo-
diocesi del cardinal vescova sub- stra nella piazza in apposita fon-
urbicario di Albano. Giace su a- tana, venendo pure attinta dal-
ivi

mena collina, dodici miglia lunge la popolazione. quelli che


Tutti
da Roma, avente a mezzogiorno • hanno veduto le nominate prò-
ed a settentrione due vaili, lo che fondissime forme , per la loro
rende più pregevole la salubrità struttura le ritengono opera degli
dell'aria che vi si respira. Il suolo antichi romani. Marino già feudo
del territorioè fertilissimo, e dal- dell'antica e polente famiglia Fran-
la misura censuaria del i833 è di gipani, passò quindi in dominio
rubbia 1933. Vi prosperano albe- di quella degli Orsini, e stabilmen-
ri e frutti d'ogni specie, vino gè» te nell' altra romana e nobilissima
«eroso, cereali, non che gli orti casa Colonna che vi esercitò la
,

ed ogni specie di erbaggi, pei di- giurisdizione baronale sino al 1816,


versi rivi d'acqua che vi scorrono, in cui atteso il motuproprio di
Nel medesimo territorio sono due Pio VII, il contestabile d. Filippo
cave di pietre di molto uso, cioè Colonna, a cui apparteneva il mag-
di peperino e di macigno, ed una giorasco di detta famiglia, rinun-
sorgente di acqua minerale. Di zio ai diritti feudali. Dopo quindi-
molli opifizi di carta, ferro, ra- ci anni che n'era priva, il Papa
me e cuoi che vi si ricordano, più Gregorio XVI i83i gli re-
nel
non vi sono ora che vari mulini stiluì il governatore che tuttora
da grano, da olio, una fabbrica vi risiede. Sempre benefico coi
di sapone, ed altre fabbriche ne marinesi, considerando quel glorio
accrescono il traffico industriale, so Pontefice la loro costante di-
Due fieretengono, l'una dal
vi si vozione e fedéltìi alla Sede aposto-
10 al i3 giugno, detta di s. Bar- lica, le affettuose dimostrazioni so-
uaba, e l'altra dal io al 16 di- lenni di sincera venerazione ed
cembre con molta affluenza special- attaccamento date alla sua sacra
mente di negozianti di tele e sto- persona in molti incontri ; che
viglie. Tuttavolta Marino molto Marino cospicua terra popolosa di
perde dopo che Pio VI diseccan- più di sei mila abitanti occupa
do le Paludi Pontine, riaprì la l'anticaFirenlumj che fu illustre
via Appia per andare a Napoli, municipio romano, che vi fiorirono
4o MAR MAR
illustri luiiili, cheli suo soggiorno air apostolo s, Barnaba protettore
è deiiziosu, piacevole la sitiiuzìoiie della città, grandlosQ edifizlo di ec-
posta in mezzo ad ameni e nolVili cellente architettura, eretto dai fon-
tlinlorni, dccoiuta di edifìzi, di damenti con maestosa e regolare
chiese, case religiose, collegio, o- facciata dal cardinal Girolamo Co-
spedale, e di altri particolaii pregi, lonna vescovo di Frascati, IV du-
col breve In more institutoqne Ro- ca di Marino, il cui mausoleo è
inanorum Ponlijìciim , emanalo ai nell'interno con pregiati ornamenti
3 luglio i835, presso la Raccolta di scoltura, sebbene egli è sepolto
lìdie leggi, voi. Il, p. i del i835, nella basìlica Lateranense, secondo
Gregorio XVl elevò Marino al il Cardella, e in detta chiesa al di-
grado di cìlià, con le donsuete re del Piazza. Dichiarò la chie-
prerogative e privilegi. sa giuspatronato di Sua famiglia,
Tosta questa città soprft un ripia- ed in morte le lasciò tutta la

no della falda dipendente dalla cre- sua ricca e sacra suppellettile. Qui
sta di Albalonga,in ùria purissima, noteremo , che il cardinale non
donde si gode l'ampia veduta della la dotò di entrate , ma per l* e-
canìpagna romana, è ben flibbri- sercizio del divino culto provvi-
cala. La strada del corso con re- dero le pie lascile de* marinesi, ed
golari edifizi, anche del secolo XVI, il ricavato delle sepolture; e che
la piazza ed il duomo sono degni, le nobili suppellettili di cui è ora
come il palazzo baronale, di par- fornita la chiesa provengono da
ticolare menzione. La vecchia ter- elargizioni del comune, e da di vo-
ra degli Orsini 6 de'Colonnesi con- ti benefattori marinesi. Abbiamo
serva gli avanzi del suo reciuto e dal can. Etnmanuele Lucidi, Me*
qualche torre rotonda del secolo XV, morie istoriche dell! Ariccia p. 228,
sulle quali ancora sono gli stemmi che i primi fondamenti furono
de* Colonnesi che lo innalzarono, gettati a* io giugno 1640, e fu
come in quella piccola rotonda e compita nel i65o: certo è che fu
merlata, chiusa nella parte Inferio* aperta nel 1662. Le sue campane
re da piccole case, e posta a ma- hanno un bellissimo suono. 11 sot-
no manca quasi sul cominciar la terraneo è ampio e luminoso. Nel
via del corso. Incontro si vede il
1747 la casa Colonna, che ne è
«palazzo edificato con ornati di mo- patrona, fece il nuovo coro d'inver-
saici tuttora visibili, dal cardinal Ca- no pel capitolo, con stalli di noce
stagna, poscia nel i ^90 Papa Urbano all'intorno, e nobile altare di mar-
VII. Dà il corso in una piazza, in mo ì e da ultimo il principe d.
mezzo alla quale eia memorata fon- Aspreno fece rinnovare il pavi-
tana decorata da una colonna da mento* Il quadro deiraltare mag-
quattro turchi o mori di marmo, giore^ rappresentante il santo ti-

colle mani avvinte di dietro, stem- tolare, è di scuola guercinesca, di-


ma de' Colonnesi , sebbene costrui- stinguendosi per la forza del co-
ta nel i632 a tutte spese del co* lorito e del chiaro scuro- Sull'al-
mune, il quale pure ha sempre tare della crociera poi a mano si-

spurgato e mantenuto l'acquedotto. nistra di chi entra é un quadrò


La chiesa principale abbazialtì col* del Guercìno stesso^ rappresentante
jegiata e parrocchiale è dedicala il martirio di s, Bartolomeo apQ%
]yiAR VAR 4i
slolo, pìtlui*^ ^i gran merito pri- Chiesa, (fella fs. Trinità, della
gliiai^ e di gran pastO)>ìtì!i nnassinuì congregazione de* dottrinari, Ele-
nelle figure dei ^anto, ma pregiu- gante fabbrica con annesso colle-
dicata dal restauri, Nell'altrq alta-r gio, eretta nel secolo XVIIj nella
ve della prociera èì venera un quale furono introdotti nel prin-
antico Crocefisso. Questa chiesa è cipio di tal secolo i chierici rego-
fregiata un capitolo con ob-
di lari minori dal contestabile Fabri-
baie mitrato, il quale gode il pri- zio Colonna, perchè servissero di
vilegio di pontificare nelle feste di aiuto spirituale e d' istruzione agli
prima classe, ed ha la cura d'ani- abitanti ; ma la prima fondazione
me. I canonici sono dodici, ed i fu opera del sacerdote Pietro Gini,
beneficiati sei, con l'obbligo del- il quale lasciò quanto possedeva
l'ufficiatura quotidiana alternativa. ai delti religiosi. Sull'altare mag-
I canonici hanno l'onorificenza d'in- giore venera per quadro la ss.
si

dossare la cappa magna. Il Piazza, Trinità, meraviglioso dipinto di


Gerarchia cardinalizia pag. 297, Guido Reni, che il Bellori stima
stampata neliyoS, dice che allo- il suo miglior lavoro, non così il

ra i canonici erano sei, e che la Nibby, fatto genialmente con pia


prima dignità dell'arciprete nella applicazione, per soddisfare le di-
cura di anime avea due coadiutori vote istanze del detto sacerdote
perpetui, per le due parrocchie Gini, pel solo compenso di pochi
soppresse ed unite alla collegiata ; barili di vino, come si ha per tra-
e che Urbano Vili, il quale eresse dizione; quindi il sacerdote lo donò
la chiesa in collegiata nel i643, pri- ai chierici regolari minori. Il di-
ma che fosse compito l'edifizio, col- pinto rappresenta il Padre Eterno
la costituzione, Excelsa merita san- che tiene sulle ginocchia il Figlio
cloruni, accordò all'abbate la cappa immolato, e nel petto lo Spirito San-
magna, ed ai canonici l'abito cora- to fiammeggiante. Narra il Piazza
le.Benedetto XIV concesse all'ab- come fu ivi collocato in bella cap-
bate l'uso de' pontificali, ed ai ca- pella* il ss. Crocefisso miracolosis-
nonici il rocchetto e la mozzelta simo, il quale prima rilrovavasi
piionaz/a , di che se ne conserva in una nicchia cavata nel masso
memoria in marmo nel coro, che il di peperino nella via del Fontani-
Papa vide nel 174^- Leone XII le poco distante dalla città. Ope-
poi insigui i canonici della cappa rando la sacra immagine molti pro-
maglia, con breve dei 12 agosto digi, e fra gli altri di aver fatto
1828, ove si legge di Marino rompere i ceppi due volte, ad uno
quest'elogio: Ob eoruni in adversis calunniato di delitto, volendosi to-
rt'troactorum teniporuni vicissìludì^ gliere dal luogo oscuro, e riporla
nibus erga ipswn et Sedem apo- nella chiesa, a'i4 giugno 1687 se
^lolicani probatant ac fidelitateiii ne fece la traslazione con solenne
devotioneni. Finalmente Gregorio processione per opera dei Colonne-
XVI nel 1843 con breve de' 17 si, e coll'intervento dei cardinali Co-
novembre concesse alTabbale e ca- lonna e Santacroce, della famiglia
nonici r uso del (iollaré di Seta Colonna, di altri personaggi ro-
paonazza. Le altre chiese sono le nmni, di tutta la popolazione ma-
seguenti, ìiuèsCf onde immenso fu il concorso
4» MAR MAR
del popolo. Il Papa Gregorio XVI giosi, benefattori, e chiari in lette-

nel i835 donò l;i chiesa ed il colle- re ed esemplarità di vita: Grego-


gballa città, collocandovi i Dottrina' rio Boezio, Agostino Ronacci ma-
ri (f^edì)y jicciò nel medesimo locale rinese, ed Agostino Usardi romano.
aprissero un collegio, siccome fe- Siccome al modo che dicemmo
cero con successo lodevole e van- all'articolo Confraternite (Fedi)^ di
taggioso. Il comune lo ingrandì queste in Roma la prima fu quella
ed abbellì, ed a memoria del se- del Gonfalone, dopo la quale furono
gnalato benefìzio eresse al Ponte- fondate le altre, e che la romana
lìce due marmoree iscrizioni: ven* derivi e sia stata eretta dopo la

ne destinato per primo rettore marinese, come scrive il Piazza, e


del medesimo d. Raimondo Cesa» come sostengono parecchi marinesi,
retti. Chiesa Domenico^ dì san ne faremo breve digressione, impor-
delle monache domenicane det- tando il conoscersi la vera origine
te gavotte, con monastero eret- delle confraternite della metropoli
to con bolla di Clemente X, de- del cristianesimo. Essi pertanto di-
gli 8 maggio. 1675, di strettis- cono che si ha per antica e costante
sima osservanza. Apprendiamo dal tradizione che S.Bonaventura gene-
Piazza, che fabbricò la chiesa e rale de* francescani^ poi cardinale e
il monastero suor Maria Isabel- dottore dis. Chiesa, dimorando nel

la Colonna, monaca del mona- 1260 in Albano, si recasse sovente a


stero domenicano de'ss. Domeni- Marino a visitare un'antica imma-
co e Sisto di Roma, che ne fu gine della Beata Vergine in una
pure la fondatrice : la chiesa è di cappella ora diruta j che sta fra
gaia architettura, e di beimarmi ilbosco Ferentino e le pietraie di
rivestila. Chiesa di s. Maria delle Marino. Questa tradizione si avva-
Gr^ie, degli agostiniani, detta an* lora dal fiumicello rivo d'acqua
ticamente del Gonfalone, perchè chiamato Marrana che lì vicino
della compagnia di tal nome ivi Scorre, chiamato con più antico vo-
eretta; a'i3 aprile i58o fu (Cedu- cabolo Marrana di Bonaventura^
to convento e chiesa a detti reli- diverso però dall'altro rivo Mar-
giosi*: merita menzione il quadro rana che scorre a settentrione da
di s. Rocco, che dicesi del Dome- Marino a Roma. In una di quelle
nichino o dello Spagnoletto. Ivi visite, S. Bonaventura meditando ,

venerasi una divotissima immagine il modo acciò i secolari con par-


di antica divozione della Beata ticolar ossequio onorassero la Ma-
Vergine, la quale prima si chia- dre di Dio, credette che gradito le
mò del Gonfalone, come apparisce riuscirebbe il redimere dalle mani
dal modo in cui è effigiata, cioè col degl' infedeli i cristiani fatti schia-

manto in ambo i lati aperto, in vi, l'erezione di ospedali, l'accom-


atto di ricevere sotto di esso e suo pagnare i defunti alla sepoltura e
patrocinio i fratelli e sorelle del- suffragarne anime; vide in visio-
le

la detta compagnia del Gonfalone. ne che molti angeli in candide ve-


Dipoi si chiamò delle Grazie per sti Stavano riverenti intorno alla
la copia di quelle concesse à chi sacra immagine, é dopo aver egli
ricorse alla sua mediazione. Della orato avanti la medesima , rivolse

chiesa e convento furono correli- ! suoi passi a Marino, ed incontrò


,

MAR MAR 43
alcuni fanciulli marinesi , con ca- nita del Gonfalone alla romana,
inicietle in luogo di cotte sui loro producono le seguenti ragioni e pro-
ubiti, die imitando le processioni ve, i." L'antichità degli oratorii
del clero, cantavano laudi spirituali. del sodalizio in Marino, poiché do-
Allora il santo si unì con essi e , po rovina di quello ove orava
la

con loro s' inviò all' antica chiesa il santo, ne furono edificati succes-
di s. Lucia, di gotica bellissima sivamente tre altri; cioè nel bor-
struttura, di marmi, pitture e mo- go fuori di porta Romana, ceduto
saici adorna ( forse perciò, e stando agli agostiniani , come si è detto
alla memorata tradizione, Vaerei- ora chiesa dis. Maria delle Grazie,

confraternita del Gonfalone {Vedi) con istromento che si conserva ; vi-


di Roma eresse la propria chiesa cino alla chiesa di s. Lucia, ancora
sotto r invocazione medesima
della esistente come il precedente , indi
s. Lucia ) ;
ivi giunto encomiando abbandonato quando fu interdetta
lo zelo di que' giovinetti , invitò i la chiesa ; l'attuale presso la chiesa
signori di Marino ad unirsi insie- collegiata , eretto con architettura
me per l'efletto di tali opere pie, del cav. Girolamo Fontana nel
ad imitazione del terzo ordine se- 1698. 2." Diversi autori asserisco-
colare di s. Francesco. Il che fatto no l'antichità e la primazia dell'ar-
e data forma all'abito, se ne di- ciconfraternita del Gonfalone di Ma-
vulgò ne* luoghi vicini la fama, on« rino, e fra gli altri il francescano
de poi volendo due canonici di s. fr. Flaminio da Latera, che dice che
Vitale uniti a dodici gentiluon)ini vari autori l'affermano, ed il citato
romani praticare simili opere pie, Piazza. 3." L'avere l' arciconfrater-
si diressero ad un Irate domenica- nita fondato le altre confraternite
no, il quale venuto in cognizione filiali della Carità e del ss. Sagra-
di quanto era stato da s. Ronaven- mento in Marino prima del i5oo,
tura operato in Marino, a lui li col riservarsi diversi diritti, e fra
rimise, ed il santo a foggia del gli altri quello del feretro, conser-
sodalizio marinese quello di R^oma vatole dal cardinal Giustiniani ve-
eresse col titolo di raccomandati scovo d'Albano. 4-° Ad onta che
di Maria j che si cangiò nel 1 354 ne' saccheggi ed incendi e nelle pe-
111 quello di Gonfalone. Ottenutasi stilenze sieno periti i più antichi
poi dal sodalizio di Marino la bol- libri dell'arciconfraternita, non o-
la pontificia di canonica erezione e stanle nei superstiti del cinquecento
di conferma, questa in argomento s'incontrano alcune memorie delhi
di primazia si riteneva originalmen- primazia e dei diplomi che sidanno
te nell'archivio dell'oratorio di Ma- in antico latino, mentre la romana
rino, con l'altra bolla di Vixoìo V li concede in volgare. 1 diplomi
del novembre 1607, come dichiara marinesi dicono così Nos praesi^ :

Girolamo Fazza allora priore, in dcs ven. archiconf. vexiWferoriun


una ricevuta di consegna fattagli Mareni sub ins^ocationc Deiparat
dal suo antecessore Riondi, esistente dp. Mercede primiun a s. Bonaven-
nel libro dell'arciconfraternita, de'3o tura fundataej e nel fine: Oramus
novembre 1647. 1 suddetti marinesi itaquc univerias urbis et orbis ar-
oltre la costante tradizione in favo- chiconf.^ confrat.y sodali tia, congrc
e della primazia suH'arcicofjfraltr- gatiofiesj pioscjue uniones^ ut se in
,,j

44 MAR MAR
talem t'eripia nt et agnoscnnt. Tali divozione delk Beata Vergine, uf-
diplomi soiiQ ricevuti da per tutto, fiziandq in tutte le fe^te annuali
ed I confrati marinesi indossano Ta- oltre le proprie che sono molte, e
bilo in qualunque godalir.io. S.'' Nel nel pacificare le persone che si so-
passato secolo , nel trasporto clic no inimicate.
venne ftilto della Madonna del di- Il cardinal Marit) Matte» protet-
vino amore (di cui parlammo nel tore della città lo è pure dell'arci-
voi. XVII, p. i8 del Dizionario) confraternita del Gonfalone: mentre
quantun(|ue vi fosse l'arciconfratcr- della confraternita della Carità
iiita di Roma, quella di Marino eb- sotto invocazione di Gesù, Ma-
l'

be la precedenza, ed altrettanto si ria, Giuseppe, Antonio di Pado-


pratica ognianno santo (il nume- va, e anime purganti, dal i845
ro 77 del Diario di Roma iSi5 n'è protettore il cardinal Adriano
lo confermo), quando il sodali- Fieschi. Questo sodalizio della Ca-
zio portasi in Roma. Nel 1799 rità gode medesimi privilegi di
i

in un discarico dato al governo ([uelli della Morte e Gesù Maria di

d'allora, e portante la data 24 ot- Roma, associa i cadaveri di quelli


tobre, non solo conferma la pri-
si morti in campagna , ed i poveri
mazia, ma si dice che avendo ri- gratis, facendo loro un competente
portato il sodalizio dalla pietà dei funere con messa e uffizio; man-
li'deli molte donazioni di slabili tiene l'ospedale per gì' infermi ( o-
((uindi divenuto ricco di rendite, se spedale ch'esisteva a' tempi del Piaz-
ne spogliò per erigere un convento za, che lo disse canonicamente e-
agli agostiniani con congruo asse- fetto, verso la porta che conduce
gnamento, non che per erigere tre in Roma, con sei stanze, donde gli
compagnie filiali sotto 1* invocazione ammalati si mandavano Roma);
in

del ss. Sagraniento, già del ss. Cor- suffraga i defunti con una
uffìzio

pò di Cristo, del Crocefisso o buo- volta il mese, ed in novembre nella


na morte, e delle Àiiinie del purga- commemorazione de' fedeli defunti
torio. Finalmente è da rimarcarsi, per sedici giorni; facendo ogni an-
che nel 1887 gli vSteSsi confrati della no in tal tempo nel cimiterio del-
romana confessarono ai marinesi l'insigne chiesa collegiata la rap-
come questi aflfermano, la primazia, presentazione con scenari dipinti e
e nel i^^g recandosi a Marino per figure dì cera al naturale, dispen-
la festa de* principi degli apostoli sando incisioni e spiegazione dei
sette confrati del Gonfalone di Ro- fatti, oltre la celebrazione di gran
ma, iiconoscendo là primazia ma- numero di i845 rap-
messe. Nel
rinese, si vestirono de* loro abili ,
presentò quando s. Anto-
il fatto,

otffciarono coi confrati di Marino nio di Padova chiama in testimo-


nel loro oratorio, offrirono all'alta- nio l'ucciso a giustificare V inno-
re sei Ix'lli ceri, e visitarono i luo- cenza del padre. Nel 1846 poi per
ghi dei tre più antichi oratorii. Che rappresentazione si figurò la regina
i Gonfalone furono in
confrati del Saba, che si porta a visitare il re Salo-
origine chiamati crociferi, lo dicem- mone. Lo stesso sodalizio della Cari-
mo altrove. H sodalizio si occupa tà in delta commemorazione fa nel
della redenzione degli schiavi, nell'a- duomo o collegiata una solenne es-

iulare i carcerati, ucl propagare la posizione con grandiosa macchina.


, ,

MAR MAR 4>


paratura e sorprendente luminarla, brarvi la messa a comodo de' car-
inoltre celebra sontuosamente la fè- cerali. S. Maria della Natività, chic -

sta a s. Antonio di Padova, inter- sa rurale posta sulla strada verso


Tiene a tutte le processioni, ed es- Roma, edificata «lel 1641 da Giu-
sendo unite ad essa le sorelle della lio Ciliano protonotario fipostolico.
carità di s. Vincenzo de Paoli, fa S. Giovanni Evangelista e s. Fran-
continue elemosine ai poveri ed in- cesco, cappella pubblica (àbbricula
ferrai anco nelle proprie case. 11 vicino ai molini del couumkì per
Piazza a pag. 299 parlando del- legato delia famiglia Mnjoni. S. An-
le chiese di Marino, alcune delle tonio di Padova, situata sulla strar
quali non più esistenti , dice che da Romana, eretta da Bartolomeo
nella collegiata vi furono canoni- Santo pad re. Girolamo delle Frat-
iS'.

camente erette quattro compagnie, toccjiie, eretta per comodo degli a-


vale a dire : del ss. Sagramento ag- gricoltori dalla casa Colonna. SS.
gregata all'arciconfraternita della Mi* Crocefisso, vicino alla via Appia,
nerva di Koma; del ss. Crocefisso-, della famiglia Marioli. Nel territo-
del Gonfalone; della Carità; e del rio di Marino vi è la chiesa e il

Rosario che mantiene di cera e sup* convento de' minori osservanti di


pelletlili sacre l'altare di esso in s. Maria della Neve di Palazzola,
detta chiesa, e lo recita nei giorni ove al dire del p. Kyrcher fu già
destinati. Albalonga. Del luogo, della chie-
Quanto novero delle altre chie-
al sa e convento tenemmo proposito
se eccolo. S. Rocco^ chiesa od ora- all'articolo Albano, e ne parlammo
torio rurale sulla strada di Grotta- ancora agli articoli Lazio e Castel
ferrata. S. Maria dell' Orto detta Gandolfo. Per la celebrità del silo,
deWAcqua santa, sulla strada verso oltre quanto dicemmo ai citati arr
Albano, di ragione del capitolo, e- ticoli, principalmente in quello di
retta colle limosine de' fedeli ove , Albano, ed in quello di Lazio par-
sotto l'altare sorge che un' acqua lando di Lavinio ed Albalonga
bevono con divozione gl'infermi, ed qui aggiungeremo alcune altre no-
opera prodigiose guarigioni, essen- tizie.

do in gran venerazione la sacra im- 11 convento e la chiesa di s. Ma-


magine della Madonna scolpita nel ria di Palazzola, nel i449 ^'^l^be-
peperino, scendendosi nel santua- ro i minori osservanti, dai monaci
rio per una scala di 34 gradini certosini, con quelle condizioni ri-
praticata nel masso di detta pie- portate dal p. Casimiro da R.oma,
tra albana nerastra. Non è poi vero Mem. istor. p. 227, della chiesa e
che tale acqua sia la Ferentina. Nel del convento di s. Maria di Pa-
1819 la chiesuola fu decorata d'un lazzola. Esso fu onoralo piti volte
prospetto esterno tutto di peperini, dai Pontefici, cardinali ed altri per-
lodata architettura di Matteo Lo- sonaggi. Si sa di certo che vi fu-
vatti, essendo semplice e bella, ed rono Pioli, e Sisto IV francesca-
avendo l'aspetto di antichità e se- no nel settembre i47^- Per la sua
rietà che piace. S. Antonio di Pa- amenità e scaturigini di acque ab-
dova, chiesa eretta per decreto del bondanti e freschissime non che ,

cardinal Pallotla nella sua visita termali, ora deviate, vi furono fatte
dirimpetto alle carceri ,
per cele- piscine e vivai , laonde nel secolo

I
-

J[6 MAR MAR


XV si tpnne in conto di delizia. Il in cui dopo la celebrazione della
celebre caidinale Isidoro di Tessa messa volle visitare la chiesa di s.
Ionica, morto in Roma nel r463 ,
Angelo coll'annesso romitorio fab-
nmava il riliramento di Palazzo!», bricato fin dal i63G. Benedetto XIV
ed amava sovente desinare nella da Castel Gandolfo si trasferì a que-
stagione estiva in uno degli spechi o sto convento a' 28 ottobre I74' •

caverne piftoriclic,die si vedono orò in chiesa ov' era esposto il ss.


a destra del convento, vestite di Sagramento, indi ammise al bacio
edera e di musco con sorgenti di del piede i religiosi, e permise che
acqua limpida, oggi inondata e pri- entrasse nel convento la contesta-
va degli ornameiìti boscarecci, che bilcssaColonna. Nel 1829 nel mese
dal cardinale erasi fatto un deli' di ottobre vi si recò a passare al-
zioso triclinio di estate. Si vuole che cuni giorni il cardinal d. Mauro
tali caverne abbiano tornito i mate* Cappellari col p. abbate d. Am-
riali ad Albalonga, poscia luoghi brogio Bianchi ora cardinale, volen-
di orrido carcere, ed in tempo dei do sempre mangiare nel refettorio
romani prima un ergastolo e po- coi frati; ed io ebbi l'onore, come in
scia un amenissimo ninfeo. Il cai' lutti i luoghi sì nel cardinalato che
dinal Girolamo Colonna otteime da nel pontificato, di seguirlo e di-
Urbano VII! (il quale lo dichiarò morarvi. Divenuto Papa Gregorio
prolettore del convento mentre vi XVI, nell'ottobre i83i vi ritornò
dimoravano pp. riformati, che vi
i colla corte, di cui io feci parte; vi-
restarono dal 1626 al 1640) l'in- sitò la chiesa e il convento, am-
vestitura di un terreno, e vi formò mettendo con somma affabilità a
una villetta, edificando un casino discorso ed al bacio del piede l'e-
nella ripa che sovrasta il convento sultante religiosa famiglia, rammen-
e la rupe, che è alquanto fragile tando la cortese ospitalità ricevuta
e soggetta ad improvvisi scoscendi- due anni prima. Ecco come il p.
menti, l'ultimo de' quali avvenne Casimiro da Roma descrive la chie-
nel 1826, che per qualche tempo sa a p. 242 e seg. Incomincia dal
troncò le comunicazioni fra Albano riferire le parole di Pio II, che nei
e Palazzola. Alessandro VII si recò suoi Comnienlari descrisse il luogo.
al convento de* francescani agli i i Ecclesia est vetiisU opens^ non ma^
maggio i656, dopo essere sialo al ^na^ uno contenta fornice , cujus w-
palazzo del cardinal Colonna; visitò atibuluni ntarmoreis nitet columnis.
la chiesa, passeggiò pel chiostro e Nell'altare maggiore vi è il quadro
per l'orto, e fu trattato di rinfresco. rappresentante la Beata Vergine ,

Clemente XI due volte vi si trasferì coi Francesco d'Asisi ed Anto-


ss.

come il detto predecessore da Castel nio di Padova, di buona maniera.


Gandolfo: la prima fu ai ^3 giù* Verso la fine del secolo XVII fu-
gno 171 I, e dopo aver celebrato rono fabbricati due altari quasi nel
la messa nell'altare maggiore, am- mezzo della chiesa; e a mano dritta
mise al bacio del piede i religiosi della porta fu collocata ed ornala
nella cappella di s. Diego situata con pietre la croce di metallo, tolta
nel chiostro, assistito dai cardinali dalla porla santa di s. Giovanni \n
Paolucci vescovo diocesano, e Goz- Laterano, che nel i65o avea aperta
zadioi ; l'altra fu a' 1 8 giugno 1 7 1
3^ pel giubileo universale il cardutai
-

MAR MAH 47
GirolamoColonnacoincarcipiele.il l'ordine, che vi si portassero a di
convento fu restaurato a spese del porto. Questa chiesa è filiale del
p. fi'. Giuseppe Maria di Fonseca duomo di Marino, e soggetta col
da Evora, detto il Por/og/zp.?mo, prò- convento alla giurisdizione parroc-
curalore e commissario generale dei chiale di s. Barnaba, per cui i re«
minori osservanti, che morì vesco- ligiosi sono tenuti ad intervenire
vo di Oporto o Porto in Porto- alle principali processioni che si
gallo, del qual regno fu ministro fanno in Marino, e da questa città,
plenipotenziario in Roma pel re ove d'ordinario scelgono il sindaco
Giovanni V (che alcuni chiamano apostolico, ricevono le maggiori li-
suo genitore). Oltre a ciò il p. da mosine per la loro sussistenza,
Evora nel lySgabhein con diversi Finalmente in Marino vi sono,
ornamenti la chiesa , e particolar- una casa religiosa per l'educazione
mente con quattro altari di mar- delle fanciulle, e un pubblico ospe-
mo e colla balaustrata di bardiglio dale pegli infermi. Altro edifizio
innailzi al maggiore. Questo illustre poi ragguardevole è il palazzo ba-
personaggio lo celebramnìo in più ronale dei Colonna, magnifico fab-
luoghi, come all'articolo Bibliote- bricato non condotto a fine. Ave-
CA Akacelitana da lui grandemente va nel mezzo una gran torre qua-
aumentata, lo che pur notammo ai dra, che venne però mozzata. Nei
"voi. XII, p. g8 e XXYI, p. 147 , saloni vi sono molti quadri im[X)r-
del Dizionario; oltre di aver ope- tanti pei soggetti che rappresenta-
rato molti miglioramenti nel con- no ,
poiché i migliori furono ai
tiguo convento, essendo stato gè- giorni nostri trasportati ad accre-
neroso e benefico con molti di quelli scere la preziosa galleria del pa-
della provincia romana, ed avendo lazzo Colonna di Roma, ove pure
concorso al collocamento della statua vennero collocati i più scelli dei
di s. Francesco d'Asisi nella basi» palazzi baronali di Genazzano e
lica vaficana. Nella chiesa di Pa* Paliano [Fedi). JVella gran sala al
lazzola vi sono pitture del Masucci, primo piano vi è la pregevole e
in una rappresentandosi s. Giusep- interessante intera serie delle effìgie
pe col bambino Gesù^ nell'altra i di tutti i sommi Pontefici da s.

genitori della Madre di Dio. Un Pietro regnante Pio IX, dipinti


al

altro celebre pittore, Ippolito Scon- in tela in tanti quadri colla test»
Zani bolognese, sepolto in mezzo al naturale, tanto più preziosa do-

della chiesa, colorì nel convento tra pò T incendio dell'antica basilica di


le altre cose due camere ed una s. Paolo, che nelle pareti avea in
sala. Nel t. XIV del Bull. Rom. ritratti la cronologia de* Papi. Nel-
p. 23 1, si legge il breve Exponi la gran sala al secondo piano vi
nohis, di Clemente Xll, de' 9 apri- sono molti quadri di vario argo-
le lySS, dal quale si rileva, che mento^ la maggior parte rappresen-
il da Evora spese più di ottan-
p. tanti ritraiti d' illustri Colonnesi.
tamila scudi pel convento e chiesa Rammenteremo quel dipinto del
di Palazzola, e si ordina che dopo cavallo tutto bianco, che dicesi del-
la di lui morte le ampliale abita- la razza dei Colonna, il quale ba
zioni non dovessero servire che sì lunghi e ricca la criniera del collo
per alloggiarvi i benefattori del- e la coda, che quella strascina per
48 MAR MAR
terra, e questa lunga drca tre can- degli italiani illustri. Altro Colon-
ne, è sostenuta da due valletti ric- ncso nato in Marino fu Prospero
camente vestiti , mentre un terzo de' duchi di Sonnino, che ivi vide
tiene le briglie di si meraviglioso la Incedei giorno nel 1673, creato
e bellissimo cavallo. Vi sono inol- cardinale da Clemente XII, e morto
tre nel palazzo antiche suppellettili, in Roma nel I74'5- Altie persone
ed apparati ricchissimi de* Colon- illustri di Marino sono: suor Ma-
nesi. In Marino vi è l'amena villa ria Costanza Biondi fondatrice delle
Bel PoggiOy già dei Colonnesi , ed monache oblate di Albano. Suor
ora della nobile famiglia de' conti Claudia de Angelii fondatrice delle
di Marsciano, con elegante palazzine, monachelle di Anagni è dubbio se :

bei viali e giardini, ed ombrosi bo- nascesse propriamente in Marino,


schetti. La contessa Marianna Mar- certo è che marinesi furono ge- i

sciano ultimamente fece ristaurare nitori. Bernardina Cioglia


Bar- e
ed abbellire il casino, sotto la di- bara Costantini, ambedue morte in
rezione dell'architetto Luigi Ago- odore di santità, avendo Dio con-
stini. cesso grazie a loro intercessione. I

Marino fiorirono uomini e


In nominati religiosi Boezio e Bonac-
donne illustri. Primieramente si ci. Do'menico Gagliardi dottore fi-
vuole che l'antica e nobile fami- sico, che pubblicò alcune opere, e
glia Crescenzi appartenesse almu- servi quattro Pontefici, Alessandro
nicipio di Marino, e si desume da Vili che lo ascrisse alla nobiltà ro-
una lapide sepolcrale scritta in gre- mana. Clemente XI, Benedetto XIII,
co ma latinizzata , che esiste nel e Benedetto XIV però il Mari-:

palazzo del comune, rinvenuta nel- ni non ne fa menzione ne' suoi


la tenuta di Monte Crescenzo , la Archiatri. Nicola Gagliardi vesco-
quale di rubbi cento apparteneva vo di Alatri. Giacomo Carissimi,
al comune, indi incamerata, ora è celebre compositore del Misere-
proprietà libera dei Colonna. Tra re che si cantò nella basilica va-
i celebri personaggi di questa pro- ticana. Giuseppe Ercole maestro
sapia che videro la luce in Mari- di cappella nella corte austriaca.
no, nomineremo Vittoria Colonna Due fratelli Falconi, uno maestro
che celebrammo nel voi. XIV, p. di cappella nella corte Spagna,
di
287 e 288 del Dizionarioy nata nel l'altro in quella di Portogallo. Ca-
1490 da Fabrizio Colonna e da nestri e de Cesaris si distinsero nel-
Agnese di Montefeltro, e morta in la pittura. Il Mocchi valente
cav.
Roma nel iS^f. Da ultimo il prin- scultore, fu chiamato alla corte di
cipe d. Alessandro Torlonia ,
per Baviera : nella crociera della colle-
cura del eh. cav. Pietro Ercole Vis- giata edificò un bellissimo altare
conti, ne fece pubblicare con più con colonne di marmo colorato ed
corretta e magnifica edizione le sue altri ornati. Anticamente molti ma-
rime e la vita, ed a suo onore fe- rinesi si distinsero nelle armi, e da
ce coniare una bellissima meda- ultimo certo Rovina morì mentre
glia,mentre nella protomoteca di era al servigio della Russia col gra-
Campidoglio il busto marmoreo di do di colonnello. Maria Domenica
Vittoria fu collocato con benepla- Fumasoni, oltre essere poetessa, si
cito di Gregorio XVI tra quelli dice che fu discopritrice della fila-
MAR MAR 49
tura amianto ( del quale in-
(leir dìni, e per lo splendore de' palaz-
combustibile ne pailanìmo al voi. zi, gareggiava colle più illustri città
XXVI 11, p. 19 del Dizionario) f di latine. Nelle sue vicinanze, Murena,
die, secondo il eli. I^aggi, fece espe- Lucullo, Cicerone, Ponzio e tanti
rimento nell'accademia de' Lincei altri personaggi illustri di Roma ,

nel 1806, presenti i rinomati pro- dimorarono nelle ville o delizio-


fessori Scalpellini, Brocchi e Mori- se case di campagna, delle quali
cbini che assai la lodarono: suo fi- tuttora V* ha copia. Di alcune ne
glio è il notaro Francesco Fuma- parlammo agli articoli Grott afer-
soni Biondi, lodalo poeta che con rata e Frascati, abbazia e città
mirabile facilità improvvisa versi celebri che gli sono vicine, succe-
su d'ogni argomento. Altro vivente dute all'antico Tuscolo. Abbiamo
illustre è Giuseppe Mercuri inven- dal Piazza che presso l'odierno Ma-
tore dell' incisione in acciaio, nella rino fosse la villa di Caio Marino,
quale divenne sì celebre , che fu sulle cui rovine probabilmente fu
fatto direttore dell'accademia delle edificato, ovvero nel luogo ove sur-
belle arti nel Belgio. Vanno enco- sero i famosi giardini di Lucio Mu-
miati i filantropi patrii Francesco rena onde il luogo anticamente
,

e Mauro fratelli Giani ,


per aver venne chiamato Mariano^ come lo
istituito cinque posti gratuiti e per- appellò Pio II ne* suoi Commentari
petui neir ospizio apostolico di s. lib. II, compilati dopo aver per-
Michele di Roma, due per maschi corso i e Mari-
circostanti luoghi
e tre per femmine con pubblici , no Dice ancora, che alcuni
stesso.
istromenti de' i/^ gennaio i833, e affermarono giungesse sino a Ma-
25 luglio1839 per gli atti del Sol- rino la magnifica e vastissima villa
dini notaro in Marino, avendo de- di Lucullo, ciò deducendo dai rot-
ferito la nomina dopo la loro mor- tami di statue, di colonne, di ca-
te al magistrato e segretario prò pitelli e di altre memorie che si
tempore del comune di Marino. I rinvennero ne' campi. Nel sito o
medesimi benemeriti fratelli fon- valle detto le Fratlocchie e dal
darono pure sei mezzi posti per volgo Torre del re Paolo, già villa
convittori nel collegio di Marino , deliziosa de' Colonnesi, di cui molto
oltre diverse altre opere pie, per le si dilettò Alessandro VII mentre
quali hanno disposto l'intiero loro villeggiava in Castel Gandolfo fu ,

patrimonio. un tempo la villa imperatore


dell'
Non vi sonoargomenti sicuri Claudio, in un al tempio a lui de-
per dichiarare famoso consoleil dicato. Amante l'augusto della so-
Mario qual fondatore di Marino, ne litudine, in essa di frequente riti-

memoria si ha di alcuna villa sua ravasi con Tito Livio, e siccome


nel recinto, sebbene talora sia stato dotto nella lingua greca ed ammi-
latinizzato col nome di f^illa Mariij ratore di Omero, a lui si attribuisce
tutlavolla diremo ciò che opinaro- l'erezione di quella tavola di marmo
no gli archeologi. Il p. Kircker nel con elegante bassorilievo, che si disse
riferire che non avea la terra il opera di Archelao di Apollonio, in
titolo di città, aggiunge che per cui erano rappresentate le piti se-
l'ampiezza dell'area, per l'eleganza gnalate azioni di quell' insigne prxì-
de' templi, per l' amenità de' giar- ta, che nel declinar del secolo XVH
VOI.. XLIII.
4
So MAR MAR
fu rinveniiln presso le Frnlloccliic, costruzioni della via Appia e della
indi illustrata dal prelato Marcello via Trionfale, die guidava al Mon-
Sevcrali, dapprima collocata nel mu* te Albano. Che sotto Marino vi fu
seo valicano, poi in quello di Londra, il Castel di Paolo, ne fa fede il p.
e meglio conosciuta sotto il nome Sciommari , Note ed ossen'azioni
di j4poteosi (V Omero.
Di questa p. 1
97, dicendo che al suo tempo
scoltura ne parlarono ancora Rey- (pubblicò l'opera nel 1728) se ne
nolds e Winkelmann dallo stile : vedevano ancora le vestigia.
del monumento si volle ccngcllu» Il eh. Nibby, Analisi de dintor-
rare che 1* artefice vivesse al tem- ni di Roma, l. Il, p. 3i5 e seg.,
po Avendo fatto ricerche
de'Cesari. tratta Marino, che chiama Ca-
di
su tale monumento, venni a conosce* strimoeniuniy scrivendo quanto qui
re che due di Omero ne furono tro- riportiamo. Plinio nomina tra le
vati alle Frattocchie, appartenenti colonie del Lazio esistenti ai suoi
all'antica Bovilla, di cui tra gli altri giorni i Castrinioenienses , colonia
tratta anche il Nibby nell'opera che che direbbesi derivata d'd Moenien-
qui ricorderemo. Che il primo fu ses o Munienses primitivi, che poi
posseduto da Arcangelo Spagna an- enumera fra i LIII popoli del La-
tiquario romano dalle cui mani, zio, che perirono senza lasciar ve-
passò nel museo Roccia ed in se- stigia. L'autore del trattalo De co-

guito dagli eredi di questa fami- loniis mostra eh' era un oppiduni
glia fu dato in dono a Clemente che per la legge di Siila fu mutii-
XIII, che lo fece collocare nel mu- to, il cui territorio prima era sta-
seo capitolino ; certo è che nell'/zi- to tenuto per occupazione, e poscia
dicazione di esso dell' attuale suo fu da Nerone assegnato ai tribuni
direttore l'egregio Alessandro To- ed ai soldati. Non si pub pertanto
fanelli, a p. 7 1 si legge l'Omero « : porre in dubbio la esistenza di un
simile a quello che si trovava in bas- luogo di questo nome, il quale d'al-
sorilievo nella sua apoteosi già in ca- tronde è ricordato ancora in mol«
sa Colonna; ed aggiungo che questo te lapidi, che ne determinano la
monumento, eh' è il secondo di ortografia vera in Castri- moenium,
quelli in discorso, fu probabilmente come in Castrinioenienses quella
quello passato nel museo di Lon- del popolo. Il luogo avea il suo
dra, essendo pur certo che nel mu- principe, i suoi patroni e decurio-
seo valicano mai esistette 1* apo- ni, come altre colonie e municipi,
teosi di Omero. Nel territorio ma- e fioriva ancora sotto Antonino Pio,
rinese e presso le Frattocchie era come dalle iscrizioni riportate dal
situala l'antica città di Boville : ne- Grulero e dal Fabrelti. Soggiunge
gli fatti si sono ritro-
ultimi scavi il Nibby, queste lapidi furono rinve-

vale fondamenta dell'anfiteatro


le nute tulle presso Marino (fi a le quel-
Covillcnse. Di greco scalpello fu li rimarchevole in favore del Castri-
pure la bella statua di Diana ri- , menio è quella ritrovata dj recente
trovata in detti luoghi. Il tempio nella vignapoco distante da Mari-
di Giove Cimino sorgeva al nord- no, da Innocenzo Soldini proprieta-
ovest sull'eminenza, che dicesi tut- rio di essa ed attuale zelante segreta-
tora Colle Cimino. Fra gli antichi rio del comune), e per conseguenza
monumenti sono a rimarcarsi le ivi la colonia in discorso dee collo*
MAR MAR Si
rni-si, tanfo più che il Mto di Marino Tito Livio, Dionifio, Plinio, Fé»
[>cl suo isolamento si annunzia per sto, ed il p Rirckcr principalnien-
quello di una città antica. Con te nella sua celebre opera: Latium
questo il cliiaro scrittore vorrebbe vcius et novum cap. VII, in cui
escludere 1' opinione del dotto p. lo chiama col nome di Marenus
Volpi che ritenne CaslromoenUtm o svu Ferentanum. Che Marino a-
Cnstrimoniiim essere il campo di vessc origine da Firento lo asseri-
pretoriani stabilito nel sito dell' o- sce anche il più volte citato Piaz-
dierno Albano, come noi pure di- za a p. 295 e seg. Il p. Volpi,
cemmo altrove. Quando penò si Pietas Latium profanum^ asserisce
estinguesse tal colonia dopo Anto- che dopo la distruzione di Firento,
nino è incerto, come incerta pure da Caio Mario fosse fabbricato Ma-
è l'epoca in che per la prima vol- rino cui diede nome. Il Rion-
il

ta il nome di Marino si dasse ai do pure scrisse che Marino ripete


luogo della città odierna. Vero è r orgine da una villa del famoso con-
che Anastasio bibliotecario nella vi- sole Caio Mario, chiamala Maria-
ta di s. Silvestro I, parlando della na. Il rivo Ferentum apiicl caput
chiesa o basilica di S.Giovanni Batti- /Iquae^ conserva tuttavia il suo
sta edificata da Costantino in Albano, vocabolo, essendo ancora nelle vi-
dice che fra i doni che le assegnò cinanze di Marino, Capo d'acqua,
vi fu quello di un possessio Ma- ed il bosco Ferenlina
o Selva
rinasi che rendeva 5o soldi; ma già dea Feronia: que-
sacra alla
quel nome non è -sicuro, poiché in sto famoso bosco resta a piedi del
altri testi diversamente si legge paese, a destra della strada che
Jìlaritanas, Marianam e Mariana. conduce a Castel Gandolfo, passa-
I)a molte carte de'lempi bassi ripor- to la chiesa d' Acquasanta ed il

tate negli annali camaldolesi, e da pubblico lavatoio o fontanile, in


altre esistenti negli archivi privati, una convalle che si dilunga ver-
al dire del Nibby, sembra potersi so oriente, amenissima perchè tut-
stabilire, che nei secoli X e XI ta ombrala da alberi, irrigata dal*
tutta la falda settentrionale del le scarse e limpide acque del gros-
monte fra le vie Appia e Latina so ruscello, già Caput Aefuac Fé-
•si dicesse Moreni (
perchè alcuni vo- rentinae^ vede tra intrica*
che si

gliono che nome derivi dalla


tal tissimi Firento non si
cespugli.
famiglia Morena che possedeva la deve confondere con Ferentino de-
delta falda del monte ), e questo gli ernici, e siccome in prova ci-
nome egli crede poter aver data tummo a quell'articolo il Nibby,
origine a quello eh* ebbe la terra, qui appresso ne riferiremo il pa-
die poscia tbrmossi sul sito dell'an- rere, come luogo e curia celebra-
tico Caslrimoenium, il quale dap- tissima pei pubblici comizi ed
prima 3Ioreni, poi MarenOy ed in assemblee che vi tennero i popoli
fine Marino e Marini si disse. latini, massimamente dopo la ro-
Dicemmo di sopra che Marino vina Albalonga capitale del
di
occupa il sito dell'antica città di Lazio, per tener a freno i romani,
Fircntiinìy poiché anco i marinesi per discutere gli affari più impor-
ritengono che sulle rovine di Fi- tanti dello stato, segnare federa-
rtnto si ergesse Marino. Ne parla zioni e trattati , e per altre me-
5a MAR MAR
morie storiche che accenneremo; le di nostro era, vietando rimpcralo-
quali diete e parlamenti nazionali re Teodosio I il falso cullo a
si convocavano sotto la protezione Giove Laziale.
di Giove Laziale, con molte ceri- Scrive pertanto il Nibby, che a
monie e riti, dopo aver celebrato pie Marino verso oriente, fra
di
le Ferie Latine (Vedi) sul monte questa città ed Albalonga s' in- ,

Albano o Laziale , oggi Monte forca una convalle solinga om- ,

Cavo, denominazione presa verso breggiala da un bosco, che chia-


il XIII secolo. Noteremo però, che mano il Parco di Colonna, luo-
tale tempio fu eretto da Tarquinìo go celebre nella storia latina, come
il Superbo, per decreto fatto nel quello ch'era destinato a tenere le
concilio tenuto nel bosco Ferentino, assemblee nazionali durante la in-
qual monumento della giurata con- dipendenza del Lazio negli alfnri
federazione in cui quarantaselte più importanti della confederazio-
città latine riconobbero
il primato ne, e del quale col nome di Fé-
de'romani nella lega, dopo aver rentinum, Lucits Ferentinacy Ca-
perduto Turno Erdonio, uomo forte put Aquae Ferentinae, fanno men-
e sdegnoso della preminenza del zione Dionisio e Livio. Il primo
tiranno romano; tempio che dovea di essi mostra come avendo Tulio
servire agli annuali sagrifizì delle Ostilio terzo re di Roma , dopo
ferie latine, si pei romani, che pei la distruzione di Albalonga, mes-
latini e volsci. Vi si teneva ancora sa fuori la pretensione di essere
mercato, ed un sagrifizio in comu- succeduto ancora nella primazia
ne si faceva distribuendo le carni che questa esercitava sulle oltre
immolate ai legati di ciascun po- terre latine ,
queste convocarono
polo che vi concorreva ; e perchè la dieta nazionale in Ferentino,
quei di Laurento ne furono prete- decretarono di non sottomettersi, ed
riti neir anno di Roma 5^5 , si elessero per duci colla facoltà del-
dovettero fare delle espiazioni, di la pace e della guerra, Anco Pu-
che facemmo parola alvol.XXXVII, blicio Corano, e Spurio Vecilio
p. 222 e 223 del Dizionario. Le Laviniate (essendone stata conse-
feste o ferie latine da principio guenza 5 che i romani ebbero il
durarono un sol giorno, ma quan- primato nella confederazione latina).
do Furio Camillo ristabilì in Ro- Di nuovo ivi si radunarono ai
ma la concordia tra la plebe e tempi di Tarquinio Prisco quinto
il patriziato, si fecero durare fino re di Roma, onde porre argine
a quattro. Compito il sacrifizio ed alle conquiste che faceva. Dionisio
il pranzo federale, il popolo ban- narra ancora a lungo la dieta ivi
chettando esso pure e mascheran- tenuta a' tempi di Tarquinio il
dosi si abbandonava interamente Superbo settimo ed ultimo re di
all'allegrezza. Le città che vi con- Roma (che strinse alleanza con
correvano solevano celebrare que- tutti i popoli del Lazio, facendosi
ste prima d'incominciare una
ferie dichiarare capitano generale, e ri-
guerra, e Lucio Paolo Emilio a- cevette dai latini giuramento di
vanti di partire per la Macedonia essere riposto sul trono, a cagione
contro di Perseo le convocò, il della grande autorità che esercita-
quale uso durò fino al IV secolo va sopra di essi, in riguardo al suo
,,

MAR MAR 53
genero Ottavio Mamilio Tusculano put aquacy nella quale fu gittato
<ii somma stima presso tutti i po- ferito ed annegato Turno Erdonio,
poli del Lazio ), ed i fatti che l* ac- vittima delle trame di Tarquinio
compagnarono, morte seguiti dalla che lo comparire orditore di
fece
ivi data, apud Caput Jquae, a congiure, con un graticcio pieno
Turno Erdonio deputato aricino di sassi, poiché le acque del ru-

(
perchè si opponeva a Tarquinio ), scello non bastavano ad affogarlo:
pei maneggi infami e false accuse d'altronde è noto che questo era
di quel audele principe. Dopo la sotto il monte Albano. Queste cir-
espulsione da Roma di Tarquinio, costanze riunisconsi nel bosco so-
vi tennei-o generale adunanza la- i praindicato, sotto Marino, ch'è un
lini l'anno 254 ^^ Roma, nella luogo de' più interessanti e de'più
quale si decise di mover guerra pittoreschi de' contorni di Roma
ai romani, onde rimettere Tarqui- dove nel parco Colonna , circa
nio sul tiono. Altre diete gene- mezzo miglio entro la convalle, si
rali vi tennero i latini due anni vede ancora il Caput Aquacy che
dopo nell'assedio di Fidene, per non presentando una profondità
consultare intorno ad esso, e final- sufficiente per annegare, forzò a
mente l'anno 258, poco prima gittare sopra Turno un graticcio
della battaglia al lago Regiilo e sassi per farlo morire.
(perduta dai latini, che furono co- A quanto riportammo del Nib-
stretti giurare perpetua pace ai by in difesa di Marino, contro le
romani). Dionisio e Livio ricor- assertive del p. Cialino in favore
dandogli stessi fatti, cioè la morte di Ferentino di Campagna e a dan-
di Turno Erdonio, e la lega lati- no del nostro FirenLum latino, che
na per ristabilire i Tarquinii , per contrastare l' autorità del p.
chiamano il luogo dell'adunanza Rircker addusse quella dell'Alberti,
Lucus Ferentinacy e Caput aquae aggiungeremo alcune prove e ri-
Fcrentinae quello del supplizio di flessi. Convien dunque dire che
Turno, e di nuovo Caput Feren- l'Alberti non abbia bene letto il
unum quello dell'adunanza. Livio p. Kircker, né Livio, né Dionisio,
stesso poi rammenta come l'anno , né Pompeo Festo , né Plutarco
4o2 di Roma, cioè poco prima poiché Kircker indica la vera
il p.
delfultima lega latina, vi tennero situazione dell'antico bosco e tor-
l'ultima dieta. Da tutti questi pas- rente Ferentino, ov'era l'antica cu-
si insieme uniti apparisce, che ta- ria delle ferie latine, colla testimo-
li diete si tennero successivamen- nianza di Pompeo Festo, che lo
te dalla distruzione di Albalonga dice situato alle radici del monte
fino all'ultima lega latina, cioè Albano con queste parole PopulL :

durante tutto tempo dell' indi-


il latini ad Caput Ferentiiiae^ quod
pendenza de'latini da Roma ; che est sub monte Albano Consilia init"

si tenevano in un bosco sacro rej e sotto tal monte appunto sono


alla dea indigena, detta Ferenlinay il bosco e torrente Ferentino che
la quale probabilmente è identica abbiamo descritto. Livio racconta,
coWn Feronia de' sabini, tjtrusci e che Tarquinio quando fece morire
volsci ; che questo luco o bosco Turno, avendo convocato il conci-
^iucro conteucva uua sorgente cci" lio fercutiao in dieni certuni^ erano
,,

54 MAR MAR
quei principi sul far del giorno in> Perento, die hanno ancora i luo*
tervenuti lutti, mentre Tarquialo ghi presso Marino, smentiscono c-
rimase per quasi tutto il giorno in gualmente la contraria assertiva. A
Roma; ma poco prima cadu- della ciò per ultimo
aggiunga le ra*si

la del sole v'intervenne, sed pau- gioni del centro del Lazio ov'ù
lo antequnni sol occiileret venti. Po- Marino, del tempio di Giove La-
^va dunque egli starsene tutto il ziale avanti cui dignitosamente do-

^1 a Roma e poi giungere verso veansi fare i conciiii o adunanze


roccaso a Ferentino di Campagna, cioè corani Numine, e le vicinan-
ch'è circa cinquanta miglia lonta- ze di Albalonga, Roma, Tuscolo,
no dalla metropoli,non piuttosto e A riccia,Preneste e Velletri che e-
al mentovato bosco
sotto Marino ,
rano dominanti latine. Anche il
le

che come dicemmo n'è appena di- Piazza, nel dire che questo luogo
stante dodici miglia? Dionisio poi, si chiamò anticamente Ferentino
oltre che conviene con Livio, di curia celebre de'romani e de* lati-
più asserisce, che Alba fu edificata ni, per le famose acque ferenline,
da Ascauio inter montem et laciim alle quali la superstizione de' geu'
dfutl acjuas Ferentinas. Plutarco tili prestavano culto, lo dichiara
lìnalmente nella vita di Romolo ci espressamente diverso da Ferentino
assicura, ch'egli dopo la pestilenza negli ernici. Ed il Nicolai, De bo-
purificò con lustrazioni la città, ed nificamenti delle terre Pontine, ci-

istituì i sacrifizi alla porla Feren- tando l'autorità del cardinal Cor-
tina, che secondo il costume ro- radini, autore del Pietas Latiuni,
mano dovea essere volta verso la proseguito dal p. Volpi, afierma che
parte ond'era venuto il male , co- il nostro Ferentino è diverso dal-
me face va si nell' intimar la guerra, l'ernico
, come situato nel monte
^n che vibravasi lo strale verso il Albano e presso la macchia Faiola.
paese nemico , e in questo caso Va notato che il celebre Oplaco,
verso Laurento, per le offese del che combattè a singoiar tenzone
quale credevasi essere avvenuto il con Pirro, era originario di Firen-
flagello; ed è perciò che la porta to, come afierma Plutarco nella vita
Ferenti na dovea essere certamente di Pirro.
l'Asinaria o la Capena che mette- Distrutta la città di Ferento o
vano alle vie Latina ed Appia o , Firento, surse l'odierno Marino. Ri-
fra esse, e non la Maggiore o quella cevette il lume della fede proba-
or detta di s. Lorenzo, che sono bilmente da s. Pietro, da s. Paolo
pur le vie Labicana e Prenestina, o dai loro discepoli, poiché nel vi-
per cui si va a Ferentino di Cam- ci no Tuscolo o Frascati la pro-
pagna. Che la porta romana Fe- mulgarono tali apostoli, principal-
rentina fosse nella direzione del ce* mente il primo. In Albano fu il
lebre luco di Ferenlina presso Ma- medesimo s. Pietro o almeno il suo
rino, per cui ne prese il nome, lo discepolo e successore s. Clemente
dichiara il lodato Nibby, Roma nel L In Ariccia medesimi principi
i

i838, pari. I, antica, p. 209. I no- degli apostoli o i loro priiiii disce-
mi finalmente e conservati di Mon- poli propagarono il vangelo. Dun-
te Perento e di Capo d'Acqua, e que alcuno de' medesimi certamen-
di Bosco sacro Ferentino e Colle te lo avrauuo bandito iu Marino
MAR MAR 55
ne' primi tempi deUa Chiesa ,
per questa terra degli Orsini attrasse a
cui ben presto sujsero templi al sé r occhio di quel nemico de' no-
vero Dio ,
primi de' quali furono bili romani, o nel i347 Oiordano
quelli sotto l'invocazione di s. Gio- Orsini da lui bandito da Roma ivi
vanni e di s. Lucia. I goti che vi andò a ritirarsi, e raccolta molta
fermarono stanza, con marmi e co- gente uscì in campagna , e dopo
lonne del demolilo tempio di Dia- aver messo a ferro e a fuoco i din-
na Aricina, e colle macerie di al- torni di Roma, di nuovo si ritirò
tri edifìzi diroccati, costrussero quat- in Marino suo dominio. Altri nar-
tro torri , una delle quali ancora rano, che dopo la famosa rotta che
esistente, ed ornarono le due anti- il tribuno dio ai signori romani
che chiese parrocchiali di s. Gio- contro di lui ribellati, sulla porta
vanni e di s. Lucia di Marino, che s. Lorenzo, molti baroni si rifu-
mostrano il gusto del tempo negli giarono a Marino, in cui li difesero
avanzi che esistono, essendo ora Giordano e Rinaldo Orsini, che si
soppresse. Su di che va letto quan- vogliono nativi della terra, per cui
to riporta il Lucidi, Meni. stor. Giordano si diede in seguito a tra-
dell' Ariccia p. 228. Nelle civili guer- vagliare lungamente le terre vicino
re i baroni romani piti volte si a Roma , finché i romani venuti
trincerarono in Marino, siccome si- ad assalirlo lo costrinsero a con-
to elevato, ed ebbero luogo fre- chiudere con loro la pace. Tali
quenti fatti d' orme e triste rap- guerre civili nel secolo XIV furono
presaglie. In progresso di tempo frequenti, stante l'assenza de' Papi
divenne feudo de' polenti Conti Tu* residenti in Avignone. Portatosi Gre-
sculani, e passò quindi ai Frangi- gorio XI in Roma, vi mori nel
pane. Nel 1265 vi si ritirò Rai- 1378, e fu eletto in successore Ur-
natdo Orsini, e vi si difese contro bano VI, contro di cui insorse l'an-
Eurico senatore di Roma. Questo tipapa Clemente VII. Ambedue po-
Enrico fu forse il figlio del re di sero in piedi un esercito per di-
Castiglia, che nel 1267 era sena- fendere le loro ragioni , essendo
tore di Roma, secondo il Pompilj quello di Urbano VI forte delle
Olivieri, // senato romano, p. 219. truppe imperiali ed italiche, sotto
Era dunque a quell' epoca Marino il comando del celebre capitano Albe-

già un castello fortificalo ed appar- rico conte di Barbiano. I dintorni di


teneva agli Orsini, che lo ritenne- Marino furono il teatro della batta-
ro almeno in parte fino al secolo glia fra le due armale. All'ardore
XV , meno diversi intervalli ,
poi- di Alberico resistè invano il furo-
ché lo dominarono ancora un ca- re de' guasconi guidati da Bernar-
valier Gianni, e l'ultimo de'Frangi- do de la Sale, e sebbene il subal-
pane che donò ì suoi diritti ai mo- terno capitano Galeazzo Pepoli pie-
nasteri di Grottaferrata e di s. Sa- gasse incontro a Montjoye o Mon-
bina di Roma. Nel i3o2 ivi stava zoja, nipote dell'antipapa, co' suoi
Sciarra Colonna, allorché Filippo bretoni , sicché questi tene vasi ia
IV il Bello re di Francia apri con punto la vittoria, ma sopraggiun-
lui trattative contro Bonifacio VI IL se in tempo Alberico già vincito-
Mentre signoreggiava Roma l' au- re, che strettolo lo privò d'ogni
dacissimo. Cola di Rienzo trìbuQO, scampo. I soldati quasi tutti peri-
,

fiS MAR MAR


rono, i duci e il generale resta* da Papa Martino V. Pertanto nel
lono prigioni a' 28 aprile 1379. 1436 fu Marino assalito, preso e
Sembra che Giordano Orsini par- disfatto dall'arcivescovo di Pisa (giu-
teggiasse per l' antipapa Clemente liano Ricci legato di Eugenio IV.
VII poiché questi a' a dicembre
,
Ritornò poscia in potere dei Co-
1378 avea emanato un breve a lonnesi nel i447>per volere di Nico-
suo favore, come signore di Mari- lò V, i quali lo riedificarono , e vi

no, investendolo del dominio di si fortificarono nella guerra insor-


IVemi e Genzano , ed altre terre, ta sotto Sisto IV, nella quale i ma-
alcuni a quell'anno assegnano il rinesi una scorreria fin den-
fecero
mentovato assedio di Marino fatto tro Roma a' 3o maggio 1482, por-
dai romani, e il successivo accordo. tando via un tal Pietro Savo ma-
Nel i4oo, per volontaria dedi- cellaio. Nello slesso anno ai 5 di
zione, Marino si diede al Pontefice giugno eutrovvi il duca di Cala-
I^onifacio IX. In quest'anno le mi- bria figlio del re di Napoli, anch'es-
lizie marinesi, sotto la condotta del so in guerra con Sisto IV, e vi
capitano Pietro Paparelli, liberaro- alloggiò ; ma pochi mesi dopo, per
no il popolo di Genzano (al quale la vittoria riportata dalle milizie
articolo avendo ciò narrato, chia- pontificie a' 2 r agosto vicino a Vel-
mammo Pietro Passarello nobile letri, Marino fu fbi-zato ad arren-
napoletano, capitano di Marino per dersi alle genti del Papa a' 24 a-
Ja Chiesa romana) dalle sevizie di gosto. Nell'accordo seguito nel i483.
Jjuccìo o Bruto Savelli, e di Nicolò Marino da Sisto IV ai
fu restituito
Colonna, per essere ricorsi i gen- Colonnesi; ma
anno seguente ai l'

zanesi all'autorità di Bonifacio IX. 26 di giugno fu preso ad istiga-


IVel pontificalo di Martino V Co- zione di Lucii Antonio di s. Ge-
Jonna, eletto nel i4i7> Marino di- mini, dal contestabile delle truppe
venne proprietà dei Colonnesi per di Sisto IV , Andrea da Norcia
donazione di quel Papa, il quale meno la rocca che continuò a di-
nel giugno 14^4 l'onorò di sua fendersi; indi gli fu restituito da
j)resenza. Dipoi Marino fu dichia- Innocenzo VIII, 29 ago- eletto a'
rato ducato in favore de' Colonne- sto. Nel i5oi Alessandro VI ma-
si. È nota la guerra che dopo la ledi i Colonnesi collegali col re di
morte Martino V insoi^se fra i
di . Napoli, il quale empiamente chia-
Colonnesi ed Eugenio IV suo im- mava i turchi allo sterminio d'I-
mediato successore. Questi a* 18 di- talia laonde
; Colonnesi per la i

cembre 143 1 fulminò una bolla gravissima sentenza cederono al Pa-


contro il cardinal Prospero Colon- pa le loro signorie, mentre i loro
na che privò de' benefìzi, a moti- partitanti vennero oppressi dagli
vo di ribellione, giacché invece di Orsini loro perpetui emuli. Ales-
fare restituire alla Chiesa i castel- sandro VI da
a* 17 luglio parti
li e le fortezze occupale dalle genti Roma col dopo aver
suo esercito,
di Antonio Colonna , al contrario stabilito col senato romano di spia-
le avea animate co' suoi scritti a nar Marino; egli soggiogò Sermo-
non renderle, ed avea disposto a neta ed altri luoghi de' Colonnesi,
danno di Roma il castello di Ma- e Cesare Borgia duca Valentino
vino, a lui lasciato in testamento colle milizie francesi adeguò al suo-
,

MAR MAR Sj
Io Marino^ Morto nell'agosto i5o3 Il successore Giulio III fu benigno
Alessantlio VI, il successore Giulio con casa Colonna, che ricuperò col-
JI richiamò dall'esilio i Colonnesi, le armi i suoi dominii. Ma nel
restituì ad essi le loro terre, e li pa- pontificato di Paolo IV, Ascanio
cificò cogli Orsini. Nel pontificato Colonna si trovò in nuovi guai,
di Giulio II, Fabrizio Colonna ai perchè cadde in sospetto agli spa-
17 luglio i5i2 animosamente con- gnuoli, ed il suo figlio Marc'Auto-
dusse da Roma a Marino il duca nio gli tolse i suoi stati, sebbene
Alfonso d'Aragona, il quale corre- poi dovesse fuggire il risentimento
va rischio di essere carcerato per del Papa per essersi miito colla
ordine del Papa. Questi credendosi Spagna nella guerra che si faceva
morto a' 17 agosto i5i2, Pompeo ne' luoghi intorno a Roma. Egli
Colonna incitò il popolo romano a fu l'ultimo de' Colonnesi scomuni-
ricuperate l'antica libertà. Fabrizio cato dal Papa, perchè Paolo IV e-
Marino sino ai
restò nel castello di tnanò le censure ecclesiastiche, e gli
20 febbraio i5i3, giorno della ve- confiscò beni, che diede a' suoi
i

ra morte di Giulio II. parenti Carafa; per cui quando il


Dall'Eschinardi e dal Theuli si ha, Pontefice nella sua rettitudine punì
t;he Marino sotto ClemeiJte VII fu i suoi nipoti, esiliò il cardinal Car-
bruciato. Ad onta che (juel Papa lo Carafa nel feudo di Marino
avesse ricolmalo di benefizi gli ir- donde passò a Civita Lavinia. Pio
requieti Colonnesi , si unirono essi IV s'imparentò coi Colonnesi, re-
nel i526 cogli imperiali per im- stituì loro i feudi, e li assolvette,
padronirsi del palazzo vaticano, che onde Marino fu dagli antichi suoi
saccheggiarono, ed avrebbero ucciso signori restaurato. Il Papa s. Pio
il Papa, come dicemmo altrove, se V nella celebre guerra navale con-
non si rifugiava in Castel s. An- tro i turchi, nominò generale delia
gelo. Non andò guari che i Colon- flotta pontificia Marc' Antonio Co-
nesi furono puniti colle censure ec- lonna , che coi collegati veneti e
clesiastiche, narrando il Borgia, Sto- spagnuoli riportò la famosa vitto-
ria di Vellctrl p. 4^6, che il Pa- ria di Lepanto, nella quale brava-
pa ordinò ai velletrani la demoli- mente militarono anche marinesi, i

zione delle terre de' Colonnesi, ciò i quali tuttora mostrano uno scu-
che fecero incominciando da Ma- do ed uno stendardo, trofei della
rino, che smantellarono e brucian- parte ch'ebbero alla vittoria. Nello
dolo distrussero , spettando allora scudo, che trovasi nella sagrestia di
ad Ascanio Colonna domicello ro- s.Barnaba, vi è questa iscrizione :

mano. Riavutosi appena, fu messo Triuinphale hoc inarirwnsis laililis


a fiamme e fuoco dal generale O- clypeuni auspiciis Pii V Pont. Max.
bigny, poiché Prospero Colonna, sub Marco Antonio Colunvia su-
abbandonata la parte francese, si premo duce cantra Solinianuiii tur-
l'eco in Napoli a combattere m van- carwn iyrannuni ad Enchinades
taggio degli aragonesi. Nuove pe- strenuissime durtanlis ad ornamcn-
ripezie gravitarono sui Colonnesi tum Donius Dei, et sacri belli pe-
sotto Paolo HI, massime conti o gli renne monunieutum. La descrizione
slati di Ascanio, che Luigi Farne- del trionfo che s. Pio V decretò a
se conquistò con diccicuila uomini. Marc' Antonio, la riportammo aN
, ,-
,

56 MAR MAR
l'nrllcolo TpronEssi Roma,
ix Nel Marino, dopo aver visitato la chiesa
pontificato (li Urbano Vili inco- collegiata , avendo preso alloggio
minciando i Piipi a recarsi nlln pon- nel convento degli agostiniani. Il

tificia villeggiatura di Castel Gandol- contestabile Colonna l'avea incon-


fo, venne da loro spesso onoralo trato alle Frattocchie, luogo in cui
di presenza e di benefìzi Marino ì Colonnesi solevano ricevere i Pa-
o pel primo da Urbano Vili. Que« pi che si conducevano a Castel Gan-
sto Papa avendo unito in detto ca- dolfo o ad Albano, facendo sempre
stello in matrimonio, a* a4 ottobre lauti rinfreschi,
i quali ebbero luo-
1627, il suo pronipote d. Taddeo go pure in questa circostanza. Be-
Barberini, con d. Anna figlia del nedetto XIII nel seguente giorno
contestabile d. Filippo Colonna^ le partì da Marino ad ore quindici
nozze furono celebrate privatamen- proseguendo il suo viaggio per Ci-
te in Marino, luogo del contesta- sterna , altra stazione di fermata.
bile, dove Urbano Vili si ritrovò Benedetto XIV si giovò molto delia
con grandissimo gusto e piacere, villeggiatura di Castel Gandolfo
come riferisce il contemporaneo dia- nel maggio, giugno ed ottobre, cioè
rista Gigli. Per l'amenità ed aria due volte all'anno, per cui spesso
salubre di Marino, nel secolo XVII si portò in Marino, e noteremo al-
l'requenti furono gli accessi di per- cune delle sue visite. Con tre mute
sonaggi che vi si recarono a vil- e le guardie vi si recò lunedì gior-
leggiare , tra' quali nomineremo i no 9 giugno 174» ; visitò la col-
prelati Ludovisi e Pamphilj, il pri- legiata ed il palazzo del contesta
mo predecessore di Urbano Vili bile, ricevuto dal medesimo , che
col nome di Gregorio XV , il se- fece godere alla famiglia nobile e
condo successore col nome d'Inno- generoso rinfresco. Vi ritornò per
cenzo X. Essendo due prelati a- i la festa di s. Barnaba agli 1 1 giu-
micissimi, per convalescenza il Pam- gno, ricevuto alla carrozza dal con-
philj si recò a Marino, e Ludovisi testabile, governatore e pubblici
si portò Q trovarlo, restando con lui rappresentanti. Entrò nella chiesa
del tempo. collegiata incontrato dall'abbate e
. L'anno i656 fu a Marino fatale, dal capitolo, ed orò all'altare del
avendo il contagio menomato per ss. Sagramento^ e poi all'alta-
due terzi la popolazione. Alessan- re maggiore, in cui era esposta la
dro VII che regnò dal i655 al reliquia di buona parte del braccio
1667, frequentando la villeggiatura del santo apostolo, in mezzo al
di Castel Gandolfo , si dilettò di canto dell' Ecce sacerdos niagnus.
portarsi spesso a Marino; altret- L'abbate ed canonici gli presen-
i

tanto si dica di altri, e specialmen- tarono un nobilissimo fiore d' ar-


te di Clemente XI che regiK) dal gento frammischiato di varie spi-
1700 al 1721. Continuando Bene- ghe d'oro. Trasfeiitosi quindi in sa-
detto XIII a ritenere la sua anti- grestia, ivi in sedia con dossello,
ca sede di Benevento, volle portarsi posata sopra un gradino , coperta
a visitarla nel 1727 e nel 1729. da ricco manto, ammise al bacio
Nella seconda volta partì da Roma del piede il capitolo, il governato-
lunedì 27 marzo col suo seguilo re, il magistrato, e la nobile fami-
di treutasei persoiic, e pernottò a glia Colonuit. Pas:iato indi al casi-
MAR MAR 59
lìo del conlcslabile, vi liovb il cai •
le camere del p. generale Nella gal-
(linai Acqnaviva^ e fu dispensalo leria desinaronodue cardinali Va- i

uiagnifìco rinfresco. Nella villeggia- lenti e Colonna di compagnia del


tura di ottobre 1741, ai "xa si recò Pontefice, il contestabile ed i pri'
nelle ore pomeridiane a Marino, e mari della corte j gli altri mangia-
vi ritornò in quelle del 28; prima rono nel casino della villa Del Pog-
di giungervi smontò a passeggiare gio. Tutto fu splendido e decoroso.
vicino alla villa del contestabile, Benedetto XIV passeggiò nel giar-
delta il Parco, ed arrivato in Marino dino, mentre facevasi la corsa dei
giunse nell'altra di Bel Poggio. Nel- cavalli; ed il commendatore fatto
l'ottobre 1 74'^> io un dopopranzo, dispensare altro rinfresco, presentò
Benedetto XIV si recò a Marino, al santo Padre una ricca pianeta
e dopo aver visitato il ss. Croce- di lama d'oro rossa, ricamata d'oro
fìsso nella chiesa de' chierici mi- con fiori al naturale, con cui avea
nori, si trasferì nella villa Bel Pog- celebrato, ed una coperta dell* In-
gio del contestabile, ricevuto dalle die tessuta d'oio e fiorata, che avea
contestabilesse ; nel dì seguente i servito al suo letto; cose somma
niarinesi Gagliardi gli mandarono mente gradite dal Papa che col ,

due bacili di pere angeliche. Nel commendatore recossi nella conti-


giugno 1747 Benedetto XIV per gua villa Bel Poggio a cammina-
la festa Barnaba andò a Ma-
di s. re per quei viali. Nel giugno 174^,
rino, e nella collegiata ebbe il so- dalla consueta villeggiatura di Ca
lito ricevimento: V Ecce sacerdos stel Gaudoifo, Benedetto XIV per
magnus fu cantato con molti stro- la festa di s. Barnaba si portò u
menti. Visitalo il ss. Sagramento Marino, ricevuto dal contestabile
all' alture del Rosario, passò a ce- ed altri sum mentovati, che in sa-
lebrare la messa nel maggiore ,
grestia gli baciarono il piede, pre-
ed in sagrestia il contestabile die sentando al Papa la cioccolata e
cospicuo rinfresco di cioccolate e i gelati il contestabile coi figli: pri-
gelati. Indi il Papa, passò alla chiesa ma di partire da Marino, il Papa
dei chierici minori, ricevuto dal pa- visitò l'appartamento del commen-
dre generale e dalla religiosa fami- datore Sampajo. Nel giugno 17^1
glia, in commendatore Em-
un al Benedetto XIV
andò a venerare il
manuele Pereira de Sampajo mini- ss. Crocefisso in Marino , ricevuto
stro di Portogallo, che dovea rice- dal generale de' chierici minori e
vere in quel giorno il Papa nel dagli altri padri graduati ; indi vol-
l'apparta mento da lui fabbricato nel le osservare una nuova fabbrica
contiguo collegio, e magnificamente fatta dal p. generale degli agosti-
perciò addobbato. Nel coro mentre niani. Per la festa di s. Barnaba
orava si fecero vaghissime sinfonie. tornò a Marino, e ad orare avanti
Poscia passato nell* appartamento, il ss. Crocefisso. Nel 1755 Bene-
lesse l'iscrizione marmorea eretta delio XIV onorò altresì di sua pre-
per celebrare T avvenimento, colla senza Marino, per la festa di dello
data /// idus jiinias, sotto la sua santo suo proiettore. Noteremo, che
effigie un medaglione. Il
scolpita in quando i Colonuesi ricevevano alle
Papa pranzò una camera assi-
in Frattocchie i Papi che reeavansi a Ca-
stito dal commendatore, e riposò nel- stel Gaudoifo, solevuuo quindi man-
6o MAR MAR
dar loro leguli di squisili comme- litanir della chiesa abbazialc di
stibili. Siccome le descritte visite di Grò Ita ferra la: le sue villeggiature
Benedetto XIV a Marino, e quelle dopo il 765 non più
1 le fece. An-
che audiamo a riportare de' suoi che Clemente XIV fece delle gite
successori lo prendiamo dai Diavi a Marino, essendo incominciate le
di Roniay ai relativi numeri delle sue villeggiature di Castel Gandol-
diverse epoche se uè può leggere fo, dal settembre 1769. Ai 19 ot-

il dettaglio. All'articolo poi Castel tobre 1771 portatosi a Marino,


Gandolfo notammo le pontifìcie fu ricevuto alla chiesa de' chierici
villeggiature, e da esse facilmente minori dal p. proposto e da al-
si potrà conoscere le visite fatte tri padri, e venerò il ss. Crocefis-
dai Papi a Marino; su di che C per so: le sue villeggiature finirono nel
Gregorio XVI si potrà consultare 1773. Pio VI non foce villeggia-
l'articolo Villeggiatura de' Ponte- tura in Castel Gandolfo, perchè
fici. Benedetto XIV rifece la stra- ogni anno andò a Terracina per
da che dal giardino di Castel Gan- osservare il progresso de'grandiosi
dollo conduce a Marino altrettan- ; lavori delle paludi Pontine. Diver-
to rifece Gregorio XVI. Inoltre i se villeggiature bensì vi fece il

Pontefìci visitarono Marino molle successore Pio VII, dob-ma prima


delle volte che recaronsi a Grotta- biamo dire, come nelle vicende po-
ferrata e Frascati^ dovendolo tra- litiche e deliri repubblicani, che
versare ; ed a quegli articoli notam- resero infelicemente famoso il se-
mo chi furono tali PdVitefìci, e colo XVII, Mariuo nel 1798 fu
quando ciò fecero. piazza d'arme difesa da due can-
Clemente Xlll egualmente mol- noni tolti da Castel Gandolfo; ma
to piacque della villeggiatura di
si a* 19 agosto 1799 solfri il sac-
Castel Gandolfo, in conseguenza cheggio dei napoletani, e nel se-
diverse volte fu a Marino, e per guente anno vi si tennero acquar-
la prima volta nelle ore pomeri- tierati più reggimenti di quella na-
diane degli giugno 1759 (poi-
li zione. Nella seconda invasione fran-
ché, come Benedetto XIV, faceva cese, come lo era stato Pio VI, fu
la villeggiatura per maggio, giu- deportato ancora Pio VII, laonde
gno ed ottobre ), per la festa di s. dal 1809 al 18 14 Marino diven-
Bainaba; dopo aver fatto oraz,ione ne capoluogo di cantone del go-
nella collegiata, in sagrestia am- verno invasore. Quanto alle villeg-
mise al bacio del piede il capitolo giature di Castel Gandolfo di Pio
e il magistrato. Indi passò nella VII, non contando la brevissima
chiesa de 'chierici minori a venera- del 1802, la prima fu nell'ottobre
re il ss. Crocefìsso, ricevuto dal i8o3, in cui onorò di sua presen-
p. generale e da quello degli ago- za Marino, come pur fece nel
stiniani, che ammise con altri al i8o4 i8o5 (massime a' 17 ot-
e
bacio del piede ove
in sagrestia , tobre che si recò a Frascati) ; e
gli fu presentata una di vota im- dopo il suo glorioso ritorno nel
magine, con un fiore nobilmente 181 4, 18 15 (particolartnente ai
lavorato. Soleva inoltre Clemente 22 ottobre), 1816 e 1817, nelle
XIII visitare Marino quando il quali circostanze più volte audò a
sabbaio andava ad assistere alle Marino, festeggiato dai marincsi,
MAR MAR 6i
orò nelle loro chiese, e vi ricevet- formalità: da loro accompagnato
te la benedizione col ss. Sagra- soleva percorrere la strada del cor-
n)ento decorosamente esposto. so a piedi per recarsi alla colle-
Leone XII e Pio Vili non fecero giata, essendo la via coperta di
villeggiature a Castel Gandolfo; mol- verdure e fiori, le finestre e i

te ne fece il Papa Gregorio XVI, balconi ornati di drappi, prece-


come molte furono le volte clie dendo la banda filarmonica, cui
partendo da tale luogo visitò Ma- facevano giulivo eco tutte le cam-
rino, da lui in particolar modo pane e il continuo fragore de'mor-
amato e affettuosamente benedet- tari. Nella chiesa trovava sempre
to, anche per le molteplici, costan- esposto con sontuosa macchina e
ti e solenni festevoli dimostrazioni sfarzo di cera il ss. Sagramento,
dategli dai morinesi, tutte le volte con il quale riceveva la benedizio-
che onorò di sua presenza il bel ne, dopo il canto àeW Ecce sacer-
paese da lui elevato al grado di dos magniis e del Tantum ergo.
città. Lungo sarebbe il riferire i Dipoi il Papa ammetteva il clero
variati modi religiosi con cui i e i magistrati in sagrestia al ba-
tripudianti marinesi celebravano la cio del piede, accogliendo pure
sua venuta o passaggio per Mari- con giovialità altre persone; la-
no, con edificante e religioso giu- sciando ogni volta copiose liraosi-
bilo, presentando spesso lo spetta- ne ai poveri, ricevendo benigna-
colo della loro selva illumina- mente le suppliche che gli veni-
ta. Accennerò le cose principali, vano presentate, molti riportandone
mentre dalle epoche che ripor- grazie e beneficenze.
teremo, nt' Diari di Roma e nelle 8 ottobre i83r Gregorio
Agli
Notizie del giorno, se non l'intero XVI la prima volta fu a Ma-
per
dettaglio, se ne può ricavare le rino (vi era pure stato da abbate
più rimarcabili nozioni, molte del- camaldolese, eda cardinale mi ci con-
le quali furono in Castel Gandol- dusse), ricevuto alla porta della col-
fo, per incarico de' prelati mag- legiata dall'ab. Giuseppe Maria Seve-
giordomi, da me descritte we* Dia- ra, che nel 1887 fece vescovo di
ri mentovati. Distinguendosi i ma- Città della Pie^e [Vedi), dal ca-
rinesi per un particolare attac- pitolo e dal magistrato, passando
camento alla santa Sede , e di poi a Grottaferrata tra gli evviva
singoiar divozione verso i som- e il tripudio de'marinesi, e lo spa-
mi Pontefici, sembrerà esagerato ro de' mortari e suono di tutte le
quanto indicherò , che però vi- campane. A* i3 ottobre ritornò a
dero ogni volta gli abitanti dei Marino, avendo seco in carrozza il
luoghi convicini, ì miei concitta- cardinal Pacca: nella collegiata ri-
dini romani, e forastieri di ogni cevè la benedizione col santissimo
condizione, che vi si recavano ap- Sagramento magnificamente espo-
poMtaroente, ed io ne fui costante- sto, da monsignor Soglia ora car-

mente testimonio ammiratore. Sem- dinale, in quell'epoca elemosiniere;


pre il Papa fu ricevuto dal capitolo in sagrestia il Papa ammise al
colle insegne coralicon alla lesta bacio del piede il capitolo, il

l'abbate, dal governatore e dal magistrato ed altre persone, ciò


magistrato municipale in abito di che fece ogni volta che si recò a
G2 Mivn MAH
lilarino, e partì tra le vivissime uno spettacolo tenero, comraovcn
ncclamnzioiii di immenso popolo. te e singolare, poiché oltre l'ere
Ai i4 ottobre Gregorio XVI re- zinne di altro arco trionfale con
candosi all'eremo de' eamaldolesi paratura ed iscrizione, vollero il-

di Frascati, traversò Marino, e nel luminare con ceri di non comune


ritorno trovò eretti due piccoli ar- grandezza tutta la lunga strada
tlii trionfali, parate e illuminate che traversa il bosco o macchia
tutte le finestre, e da lutti festeg- del parco, che sostenevano essi
giato.Tanto nell'andata a Castel medesimi da ambo i lati tra spes-
Gandolfo che nel ritorno in Ro- se fiaccole sino al confine del ter-
ma, i marinesi colla banda filar- ritorio. Penetralo il santo Padre
monica e lo sparo de* mortari, si da tante cordiali dimostrazioni ,

trovarono nella via Appia al con- traversò a piedi Marino, e in com-


fine del territorio di Marino a fa- pagnia del cardinal Malici visitò
re omaggio al Pontefice, e quest(j la chiesa della d* Acqua santa,
lo rinnovarono sempre in simili tra le ingenue acclamazioni
più
occasioni,con gradimento del Pa- di gioia. i5 il Papa si recò a
Ai
pa. Come ancora tutte le volte che piedi da Castel Gandolfo a detta
fu a Castel Gandolfo, dopo l'arri- chiesa, ivi orò ed osservò la pro-
vo e prima della partenza, le de- digiosa acqua che vi scaturisce, ac-
putazioni del capitolo e del ma- correndo subito il clero e popolo
gistrato civico ivi recaronsi a pre- a festeggiarlo. Ai i6 dello stesso
sentare i sensi di fedeltà e di di- ottobre nelle ore pomeridiane Gre-
vozione del clero e popolo mari- gorio XVI andò a Marino, visitò
nese, venendo tutte le volte accol- la chiesa de*chierici minori, e ri-

te con paterna effusione. Nel i832 cevè la benedizione col ss. Sagra-
Gregorio XVI felicitò Marino di mento, indi in sagrestia ammise
sua presenza a* 4 ottobre, riceven- al bacio del piede i religiosi. Po-
do i soliti ossequi e la dimostra- scia coi cardinali Odescalchi e
zione di un arco trionfale di ben Malici a piedi passò alla villeggia-
inleso disegno, sovrastalo dal pon- tura del secondo in Bel Poggio,
tificioslemma. Volle onorare Ta- ove fu servito di rinfresco e par- ;

Lilazione del cardinal Mario Mal- tendo da Marino gli vennero tri-
ici nella villa di Bel Poggio j col butati i consueti ossequi. Nel i833
quale si recò alla chiesa collegiata Gregorio XVI da Castel Gandol-
a piedi. Nelle oi"e pomeridiane poi fo agli I I ottobre, nelle ore po-
del Papa col solito treno e
6, il meridiane si recò a Marino, rice-
nobile accompagnamento visitò la vuto con vivissimo rispetto, pas*
*:hiesa e il monastero delle mona- sando sotto un arco trionfale di
the domenicane, le quali consolò verzura col suo stemma ed iscri-

<on benigne parole e coH'apostoli- zione. Visitò la chiesa collegiata,


ca benedizione. Indi passò a Grot- ricevendo in sagrestia gli ossequi
taferrata, e nel ritorno traversan- del capitolo, del governatore e
do Marino, in più lieti modi i ma- della magistratura comunale ed ,

rinesine celebrarono il passaggio. i cardinali Lambruschini e Malici


A* IO detto, reduce dall'eremo di trovaronsi presenti alle tripudian-
Frtìscali, i marinesi presentarono ti dimostrazioni de' marinesi. Sab-
MAR MAR 63
bato ,
giorno 1 2 dello , cìi ritor- altrettanto a* 18 ottobre nel ritor-
no da Grotta ferrala, i marinesi no che fece il supremo Gerarca
illunainarono a cera la macchia al dall'eremo di Frascati, e con un
Papa, che disceso dalla carrozza entusiasmo che non si può descri-
visitò la chiesa della Beata Ver- vere, poiché la strada principale
gine di Acqua santa, ricevendo era illunnnala da
lampadari di
dal popolo plausi infiniti. Ai i5 cristallo con candele di cera, ed i
ripassando per Marino, provenien- balconi erano pieni di lumi. Il
te dall'eretuo de* camaldolesi di pontificio stemma trasparente coni
Frascati, il cuore del santo Padre disticodecorava da vicino il sud-
rimase intenerito per le nuove af- detto arco trionfale: gran numero
fettuose feste dei marinesi, i qua- di vasti fuochi artifiziali illumina-
li non solo con ceri, torcie e fiac- vano la collina su cui erano incen-
cole illuminarono la macchia, ma diati; il bosco era rischiarato da
con molti fuochi e luminarie de- fiaccole, ed i marinesi con grossi
corarono il rimanente della stra» ceri e torcie accese precedendo e
da , restandone sorpreso e com- seguendo la carrozza, accompagna-
mosso il cardinal Zurla , che da rono il Papa sino a Castel Gan-
Castel Gandolfo volle incontrare il dolfo. Nell'ottobre i835 brevissima
Pontefice ; le giida di gioia , il fu la villeggiatura di Castel Gan-
suono della banda e di tutte le dolfo, laonde una sola volta Gre-
campane, e il fi agore di molti gorio XVI visitò Marino, lieto di
mortari, al solito dierono un ca- essere divenuto città per sua bene-
rattere imponente e religioso allo ficenza.Breve pure fu quella del
spettacolo. i836, tuttavolta il Papa consolò
Nel 1834 Gregorio XVI agli i marinesi della sempre grata sua
1 1 ottobre con entusiasmo fu ac- presenza nel dopopranzo del 20
colto dai marinesi, che aveano e- ottobre. La strada del corso fu
retlo un arco trionfale di elegan- abbellita di fiori disposti in vari
te disegno e proporzioni architet- disegni, rappresentanti lo stemma
toniche, formato di verzure, ed papale, indicando un' iscrizione le

ornato in più modi, col pontificio virtù e le beneficenze del glorio-


stemma, relativa iscrizione, e colle so Pontefice, che fermossi a con-
figure delle quattro virtù cardina- templarne con compiacenza l'amo-
li. Ricevuto dai pubblici rappre- revole lavoro. Ricchissima di lumi
sentanti in abito, e dal cardi- fu la macchina in cui si espose il

nal Mattei, dopo visitala la col- Venerabile nella collegiata, ed ac-


legiata, onorò la villeggiatura di compagnato dal capitolo, dal ma-
Btl Poggio del porporato, tra- gistrato governativo e municipale,
passando quindi a piedi l'esultan- e dai cardinali Odescalchi e Mat-
te Marino. Ai i4 detto, di ritor- tei benemerito protettore delia cit-
no dalla villa Montalto del colle- tàj Gregorio XVI recossi al col-
gio Urbano e da Grottaferralaj legio de'pp. dottrinari, ricevuto dal
Gregorio XVI fu fiesteggiato dalla p. Glauda generale e suoi religio-
generale illuminazione e dagli evvi- si; ed ivi come in altre circostan-
va de'marinesi, che assordavano l'a- ze, la municipalità fece servire mi
tia; la giubilante popolazione (ece nobile rinfresco. Nell'atto della par-
64 MAR MAR
tenta in riconoscente civica magi- se, spesso facendo passeggiale sino
stratura fece scuoprire la marmo- al fontanile. Da questo solendo il

rea lapide, con altra eretta dal co- P.ipa fermarsi a mirare dal basso
mune stesso, che attesta la suddet- la città, pel punto pittoresco che
ta donazione del locale ai marine- presenta, animato dal folto popolo
si, ed affidato ai detti padri ad uti- che in iscaglioni l'applaudiva tra lo
Jità religiosa de'ma-
e letteraria sparo dei niortari, quindi bene-
linesi, quali accompagnarono il
i dirla, mosse il valente paesista cav.
munifico covrano sino al fontanile, Pacelli sino dal i834 il tutto a
fra replicati vivacissimi applausi, rappresentare in un quadro, che
innalzando nel tempo stesso vari presentato al santo Padre e tro-
globi areostatici a compimento del vatolo mirabile, l'accettò collocan-
loro filiale tripudio. Ai 2r poi di dolo nella sua particolare galleria.
detto mese, Gregorio reduce XVI Sono poi memorabili i giorni i 1

dall'eremo di Frascati e da Grot- agosto ed 1 1 settembre, per quan-


taferrata, la commozione de'mari- to in essi fecero i marinesi a Gre-
nesi non potè trattenersi ; tutto fu gorio XVI. Nel primo il Papa tra-
gaudio, giubilo e festa ; splendide versò la città, visitando la collegiata
luminarie, vaghi fuochi d'artifizio, per recarsi a Grotta ferrata; nel secon-
il bosco divenuto giorno per le do fece altrettanto, in occasione che
fiaccole e globi trasparenti a di- fu a Frascati per visitare la regi-
versi colori, la gioia dipinta su tut- na Maria Cristina vedova di Sar-
ti i volti, presentò una tenera sce- degna, donde passò all' eremo dei
na che potè sorprendere ed ammi- camaldolesi. Pel trionfante viaggio
rarsi, non descriversi. Nel iSSy e fatto nell'autunno 1841 da Grego-
nel i838 il Papa non si recò a rio XVI al Loreto e
santuario di
Marino. a diverse provincie, non ebbe luo-
Gregorio XVI a'y ottobre iSSg go la villeggiatura di Castel Gan-
da Roma si mosse per l'eremo di dolfo. Nel iS^i vi si recò a'3 ot-
Frascati, e traversando nelle ore tobre, e tornò in Roma agli 8. Vi-
vespertine Marino, per recarsi alla sitando Marino ai 6 di detto mese,
Ijreve villeggiatura di Castel Gan- i marinesi gareggiarono con liete e
dolfo, fu dai marinesi festeggiato divote dimostrazioni, nelle quali
colle solite solenni dimostrazioni di sempre studiarono distinguersi con
affetto . Dipoi nelle ore pomeri- nuove feste. Dal numero 86 del
diane degli 8 si trasferì in questa Diario di Roma si rileva che il
città, visitando egualmente la col- Papa percorse a piedi la strada del
legiata e le monache domenicane, corso tra le salve de'mortari e la

rinnovandogli il popolo le feste fat- gioia del popolo; che così andò
tegli nel giorno avanti: nel seguen- allacattedrale e al nuovo collegio,
te si restituì in Roma. Nel 1840 mentre passando per la piazza di
il Papa passò a Castel Gandolfo s. Lucia, vagheggiò un obelisco di
a' 16 luglio, e vi restò fino a* 17 nuova invenzione, che rasscmbra-
di settembre. In questo lungo spa- va un granito orientale, sebbene
7.Ì0 di tempo ripetute volte recos- lavorato con legumi a vari colori,
si a Marino, sempre ricolmato di nel cui piedistallo eravi lo stem-
giubilanti e splendide accoglien- ma pontificio in un lato, e negli
MAR MAR G^T

altri le iscrizioni che riporta tal magistrature, e dai cardinali Osti-


Diario. Dalla loggia del collegio, ni vescovo diocesano. Malici ve-
come altra volta, benedì il popo- scovo di Frascati, e da monsignor
lo. Ivi si dice pure, come nella Lucciardi presidente della Cornar-
seguente maj-tina il suo passaggio ca. Visitata la collegiata e il col-
per Marino, onde recarsi all'eremo legio de'dottrinari, tra l'esultan/n
di Frascati, fu festeggiato , e nel del popolo fece ritorno alla sua
ritorno oltre le solite dimostrazio- residenza. Nel di seguente traver-
ni, il più sorprendente spettacolo sò la città per recarsi all'eremo
fu quello dell' illuminazione del bo- de' camaldolesi di Frascati ed a
sco, vedendosi come in tutte le Grottaferrata, e tra le solenni di-
altre volte , sugli alberi, gruppi mostrazioni de' marinesi, nomine-
di fanciulli, som-
e nelle diverse remo il bellissimo e grandioso ar-
mità delle colline che ciicondano co di verdura , decorato di du(!
la vallata, un numero grande di archi minori, di pilastri con basi
persone con candele accese che , e capitelli, d'iscrizioni celebranti i

rendevano un gaio simmetrico fasti del Pontefice, il cui stemma


splendore, quindi in diversi punti sovrastava l'arco maggiore, nello
di esse colline sorgevano fuochi ar- cui nicchie due fontane gittavano
tificiali frammischiati a replicate vino. Le iscrizioni erano quattro,
batterie e al fragore de'mortari. ed una di esse parlava dell'arco
Il Papa percorse a piedi la via, cos'i innalzato. Per le gite a Ti-
la piazza e la discesa, preceduto voli, Monte Rotondo ed a Ca-
a
da quantità di torcie portate dai stel Porziano, Gregorio XVI non
convittori di detto collegio, e segui- si recò nel 184^ alla villeggiatura

to dal clero e dalle autorità del di CastelGandolfo. Finalmente nel


luogo. Sorprendente poi fu il ve- Supplemento al numero 49 *^^'^
dere ogni volta gli alberi che fan- Diario di Roma 1846 si legge il
no spalliera alla discesa della cit- profondo dolore provato dai ma-
tà verso il fontanile, popolati di fan- rinesi per la morte del Pontefice,
ciulli e giovanetti, che ad esempio non che i solenni funerali celebra-
de' loro padri alzavano voci di lie- ti nel duomo, e le iscrizioni in tal
tissime acclamazioni, agitando i ra- circostanza dettate.
mi e le fronde, cosa che riusciva MARINO o SANMARINO .

ognora grata al benigno Pontefice, Repubblica d'Italia nello stato pon-


restando sempre commosso il suo tifìcio, sotto la protezione della san-
animo paterno dall' esultanza co- ta Sede, situata nella legazione a-
stante e religiosa di questi abitanti. postolica di Forlì ossia in Romagna,
Il simile questi rinnovarono a Gre- o meglio nella Romagnola, che fu
gorio XVI nel 1843, quando dalla detta Pentapoli mediterranea, con-
villeggiatura si portò o traversò finante coll'altra legazione di Urbino
Marino, essendo arrivato al Ca- e Pesaro, nella diocesi di Montefdtro
stello a* 2 ottobre e partito ai 9. (Fe^i), posta a mezzogiorno di Ri-
La villeggiatura del i844 f" ^^^ mino, e lunge da essa dieci miglia.
primo settembre al 7 ottobre ai : Ha due leghe di lunghezza dal-
3 di questo mese il Papa si recò l' est all' ovest, sopra una lega e
a Marino, ricevuto dal capitolo e mezza di larghezza, e circa tre le?

VOL. XLIII. 5
Gr> MAR MAH
glie di superfìcie. Il territorio non ni clie lo sOìIdamento di esso e
consiste che in una montagna sco degli altri monti vicini, si del)-
scesa, chiamala sino dal secolo de- ba altrihuirc a vnicaniche crnzio-
cimo I^lons Tkamis, che ha 36o ni. Le
acrjne minerali di Sanmari-
tese di elevazione, e nei castelli e no o sia acque della \jalle, non so-
villaggiche ne dipendono, essendo no propriamente nello stalo della
i Faelano ( da altri
princit)ali repubblica, ma per la conginnV-io-
chiamalo Forilano e Fcntrano), ne delle medesime al detto terri-
Serravallc, Cawle, Busiirnnno e torio, e per l'ospitalità che rice-
Fiorentinò: n'è la capitale la città vono i molti forastieri di distin-
di s. Marino^ posta sopra detta zione che da ogni parte si recano
montagna, e di cui faremo cenno in alla città di Sanmarino nella sla-
fìne di questo articolo. Altri dico- gione del passaggio di tali acque,
no che il territorio è di diciasset- per approfittarne, gli fece dare in
le miglia quadrate, con circa 7600 ogni tempo il nome di acque di
abitanti repubblicani Il fiume . s. Marino^ che presso il volgo di
Marecclìia bagna da due Iati qnc- Romagna chiamansi anche acque
sto isolato monte, di cui dal nord- della Fallcy per la posizione del
ovest, al sud est estendesi il limgo luogo donde scaturiscono. Il per-
dorso, rendendosi accessibile da che il dotto arciprete Luigi Nai-
quella sola parte, ove piìi placidi di bibliotecario di Rimino, dedicò
spirano i venti, mentre dall'altra il al supremo consiglio dell'eccelsa
sasso perpendicolarmente tagliato op- repubblica di Sanmarmo ii libro
pone opportuna barriera alle nor- intitolato Direzione storica per
:

diche bufere, e dona il pregio al coloro che si portano alle acque


purissimo clima di una dolce lem- minerali di s. Marino o sia acque
peratura. Il fiumicello Amarano, della Falle j Pùmino 1823, per gli
discendendo dalle cime feretrane, Albertini. Prima di lui nel '792
bagna più da vicino il suo terri- il dottor Naidi pubblicò in Bolo-
torio, ed un torrente vi fluisce pu- gna l'opuscolo : Delle acque medi-
re, che porta notabili acque in cìnali dette volgarmente di s. Ma-
tributo al Marecchia. Il monte rino. I principali prodotti del ter-
si 'chiamò Titano dai piti remoli ri torio sono vino eccellente, olio
tempi, e si compone di un tufo comune, fruita e seta; e vi si al-
calcareo arenoso, che posa su ba- leva un sufficiente numero di be-
se d'argilla. Vi si trovano molte stiame.
conchiglie incastrate, e sonovi pu- Il potere esecutivo della repub-
re concrezioni alabastrine, e gessi blica è confidato a due individui,
di varia specie surrogabili ai mar- che dapprima ebbero nome di con-
mi col polimento di che sono su- soliyposcia di difensori, ed ora di
scèttivi . Vi è copia di manga- capitani reggenti o gonfalonieri.
nese, e tracce considerabili del- Uno di essi si sceglie fra i cittadini,
l'esistenza di carbon fossile, del ed altro fra gli abitanti del conta-
quale però non si è mai tenta- do. La durata della loro autorità
to di trarre profitto. Pei fie- è di sei mesi, quindi si rinnovano,
quenti filoni di zolfo che s'incon- ed entrano in carica nel primo di
Irano pel monte, opinarono alcu- aprile e nel primo di ottobre, il
MAR MAR 6y
c:oipo legislativo era formato nei proporzione de'pubblici bisogni; né
piiiiìordi dell'inteia popolazione, il si deve lacere, come dice il Fea,
reggimento dello quale chiamavasi che la repubblica ha anco esistilo
/arringo o consiglio universale. In ed esiste per grazia e favore de*som-
progresso si stabilirono de'consigli mi Pontefici.
di maggiore o minor numero di Quello scrittore, nell'opera di cui
individui, ed attualmente sono ses- andiamo a parlare, combatte il titolo
santa i consiglieri; composto essen- di slato assoluto, e fa osservare che
do il consiglio o senato di Tenti formando esso parte de'dominii del-
nobili, di venti cittadini, e di ven- la santa Sede, non possono i Papi
ti paesani possidenti, come si crede concedere porzione frammento
o
il meglio. Vi è poi un perraanenle dello stato della Chiesa romana in
consiglio, di dodici individui clie assoluta proprietà, pei giuramenti
viene ogni anno rimosso per due che fanno; e che la Sede aposto-
terzi, e preso dal detto consiglio lica nel concederla in feudo con
o senato ; non
verun po- esercita mero e misto impero, proprio dei
tere giudiziario, il suo vo- ma dà feudi, accordò l'utile non il domi-
to consultivo alla reggenza negli nio diretto. Raccoglitore imparziale
affari di maggior rilevanza. Dai di erudizioni riporterò gli opina-
giudicati poi del commissario ap- namenti del Fea e del Delfico,
pellasi al consiglio principe^ cb'è senza parteggiare per alcuno di
cjuello composto di sessanta indi- essi, sembra che ambedue
poiché
vidui. Nelle semestrali assemblee con troppo calore e zelo abbiano vo-
nazionali , ciascun ha il
cittadino luto sostenere il loro assunto, che
diritto di petizione al supremo ma- talvolta partecipò di animosità e di
gistrato, e queste adunanze chia- spinta prevenzione. Questa ristjetlii
manfiì V Arringo. Un podestà è chia- società, per molti rapporti singolare,
mato dall'estero a rendere giustizia, formò l'attenzione .degli storici e
e viene in ogni triennio nominato de' filosofi indagatori. GÌ' inglesi
da! consiglio generale , non può Macpherson, Addisson , Adams e
essere rieletto che una sola volta, Gillies, il faentino Zuccoli ed il

ed è assistito da un procuratore cesenate Chiaramonti ne parlarono


generale e da un cancelliere. Tut- ai nostri giorni in diverso , ma
ti cittadini
i atti alle armi sono sempre onorevole senso, ed il pri-

difensori nati della patria e delle mo vi ravvisò una perfetta rasso-


leggi. Due segretari di stato, cioè miglianza cogli antichi modelli del-
i due capitani, sono incaricati uno le repubbliche greche. Taluno vi
pegli affari interni, T altro per gli ravvisò pure il tipo di que'dome-
affari esterni della repubblica , le stici governi, ond' era beata l'Ita-

cui superano annui scudi


rendite lia romana dominazio-
innanzi alla
seimila ; formandosi le tru ppe di ne^ e che insieme confederati com-
sessanta uomini, divisi in due guar- ponevano le gloriose nazioni sicule,
die pei due capitani. Il governo si umbie, elrusche, sabine ed altre.
è sempre mantenuto nei giusti ri- La jepubblica venne in più fama
guardi di non essere incomodo ai dopo che il nestore de* letterati na-
vicini, ne punto gravoso ai propri poletani, il cav. don Melchiorre
cittadini, limitando le imposte in Delfico cittadino della medesima,
G8 . MAR MAR
con filosofica storia la fece me- no, pel suo fausto avvenimento al
glio conoscere, rendendo parziali trono pontificio , unendo in voce
omaggi di riconoscenza a questa sua . le espressioni della più ferma di-
patria di adozione, però lascia mio vozione della repubblica verso la
non solo q desiderare la venera- Sede apostolica, consci* va la sempre
zione che si deve alla santa Sede dai più remoti secoli, non ostante
e suoi ministri, e una pii^ castigata le vicende da cui è stata spesso
riservatezza nelle ffiaterie di eccle- circondata, e dalle quali ha saputo
siastico diritto, ma eziandio più cri- mantenersi in ogni tempo illesa.
tica e verità istorica , onde il suo Il Pontefice rispose colle più gen-
contegno fu disapprovato dai saggi tili parole di benevolenza, assicu-
e dai letterati giusti ed imparziali. rando che pari a quella de'glorio-
E s'egli colla sua penna valse ad si suoi predecessori sarà la sua
eternare l'onore della cittadinanza protezione per si pacifico governo.
dai sanmarinesi ricevuta, immenso L'incaricato passò quindi ad osse-
però è il novero di quelli che tro- quiare il cardinal Bernetti pro-se-
varono sempre in questo suolo acco " gretario di stato, che gli fece la
glienza ospitale, ed ove talora i me- più cortese accoglienza. Finalmente
riti e le virtù si videro sfoggiare, nel numero 69 del Diario del
quindi nacque gara nella repubblica, 1846, si riporta come il marchese
anche per dilatare i suoi rapporti, Alessandro Muti-Papazzuni già Sa-
di Conferire l'onorata cittadinanza, vorelli, colonnello delle guardie ed
e chi la riceveva andava ben con- incaricato di affari della repubblica
tento dello appartenervi, per di- di Sanmarino, avendo ricevute le
versi motivi e ragioni. suo governo che lo con-
lettere del

La repubblica ha un cardinale fermarono in tal quahfica presso


per protettore pressò la santa Se- ilregnante Pontefice Pio IX, fu da
de , ed un incaricato d' affari in lui ammesso all' udienza, che con
Roma per antico costume. Per-
,
singoiar bontà rispose ai sentimenti
tanto si legge nel numero 16 del di divozione espressi dall'incaricato

Diario di Roma del 1816, che la per parte dello stesso governo,
repubblica aveva scelto per pro- assicurandolo che come ì suoi pre-
tettore il cardinal Antonio Dugna- decessori, cosi egli avrà partico-
ni sotto decano del sacro collegio, lare protezione per la repubblica.
e che avea sostituito al defunto Passò quindi l'incaricato dal car-
celebre e dotto monsignor Gaeta- dinal Gizzi segretario di stato , a
no Marini ^ l'avvocato conte Ales- cui presentò le più vive congra-
sandro Savorellì cameriere d'ono- tulazioni dell'eccelsa reggenza san-
re di Pio VII, ambedue di fami- marinese, perchè fosse stato eleva-
glie ascritte alla cittadinanza no- to dalla legazione di Forh a tal
bile della stessa repubblica. Nel nu- suprema dignità , ed il porporato
mero 34 del Diario i83i si dice ricambiò sì falle nianifeslazioni col-
come il conte Alessandio Savorelli la più grata e gentile accoglienza.
incaricato della repubblica di San- Al presente protettore della repub-
marino, ebbe l'onore di presenta- blica di Sanmarino presso la santa
re al Papa Gregorio XVI la let- Sede è il cardinal Vincenzo Mac-
tera gratulatoria di questo gover- chi sotto-decano del sacro collegio.
,

MAR MAR 69
In Milano nel i8o4 nella tipo- disposto come hanno stimato nelle
grafia Sonzogno si pubblicarono circostanze; ne hanno dilatato il
ie Memorie storiche della repub- territorio; le hanno accordato mol-
blica di ». Marino raccolte dal ti privilegi ed esenzioni, che gior-
cav. Melchiorre Delfico cittadino nalmente sì godono e hanno per- ;

della medesima. Questa edizione messo ai sanmarinesi di continua-


in foglio dedicala dall' autore al re a governarsi da loro con par-
general consiglio principe della re- ticolari statuti, approvali e rifor-
pubblica, ed ai capitani reggenti la mati a quando a quando dai
medesima , nel 1842 iix riprodot- Pontefici e loro legati, a modo di
ta in dodicesimo con tavola analiti- feudo, e feudo è slato Sempre di-
ca e cronologica, dalla tipografia chiarato 6 chiamato dai medesimi
elvetica di Capolago. JXella prefìi- Pontefici. Aggiunge, che da qual-
zione l'istorico dichiara che l'avea che anno si ode e si legge in
pieceduto Matteo Valli, che nel i633 qualche libro le parole libertà
coi tipi di Padova diede l'opuscolo: indipendenza e sovranità assoluta;
Dell'origine e governo della re- per mostrare poi qual sia tale liber-
pubblica di Marino, breve re-
s. tà, quando essa fu restituita nel
lazione di Matteo Valli segretario 1740 da Clemente Xli agli abi-
e cittadino di essa repubblica. Ri- tatori di Sanmarino, riportò la
produssero i suoi racconti il Linda, parte essenziale di quelle innova:^
il Bisaccioni ed il Baudrand. Quin- zioni, anche acciò se ne abbia una

I di
scrisse
il
protesta che il primo che ne
con critica ed accuratezza fu
dotto arciprete Giambattista Ma-
giusta idea,
alcuni autori
nemente
vedendo nei libri di

alterate
mal prevenuti comu-
le cose a danno
rini, nell'opera intitolata ; Ragioni della verità e della giustizia , e
della città di s. Leo detta già della esatta condotta del legato
Montefeltro, ec.Pesaro 1758. Il , cardinal Alberoni* Per avere insie-
dotto avvocato don Carlo Pea me una storia imparziale e più
pubblicò in Roma coi tipi came- compita della repubblica, suo ter-
rali nel 1834 l'opera intitolata: ritorio è forma di governo, il Fea
Jl diritto sovrano della santa Se- v' inserì la porzione della storia
de sopra le valli di Coniacchio e di Matteo Valli l'elativa, è la re-
sopra la repubblica di s. Marino lazione del Salmon, correggendole
difeso. Questo scrittore incomincia e supplendole , facendo così in
nella prefazione a protestare che succinto una storia critica diplo-
parlandosi oggidì tanto di sovra- matica di Sanmarino. Termina la
nità assoluta ed indipendenza to- prefazione coli' avvertire che più
tale di Sanmarino, che vuol farsi di tutto la conservazione della re-
considerare quale potenza estera, pubblica si deve all'attaccamento
coi principii del diritto, colla sto- degli abitanti al loro patrono s.

ria con documenti diplomatici


e Marino, alla loro località isolata

dichiara, che questa repubblica e sopra un alto inonte alpestre , al-


suo territorio è sempre stata una la forma popolare del governo,
minima frazione delio stalo della che lega ed obbliga ogni individuo
Chiesa, nel quale è inclusa; che i allalibertà ; mentre che sotto al-
sommi Pontefici sempre ne hanno tro reggimeulo perirebbe la liber-
70 MAR MA I\

là e la popolazione, ninno po- mana ; e secondo tutti canoni i

tendo avervi iuteres!>e ne politico di bene scrivere ci vogliono pezze


né economico di assumersene il (li appoggio, documenti autentici
peso con lucro cessante e danno id idonei, non frasi non decla- ,

emergente, in un tenitoiio che si mazioni enfatiche ed iraconde. 11


mantiene bastantemente Tettile u Delfico all'opposto, secondo lui, ca-
forza di attività ed industria re- ricò d'ingiurie molti Pontefici, tac-
golarmente continuata. Laonde, di- que molte carte, narrò molte cose
ce il Fea, conviene confessare che a modo suo, sempre ad onore di
fu provvida e savia risoluzione di Sanmarino; virulente cor^tro la ge-
demente XII, di rimettere le cose rarchia ecclesiastica, insultò tutti i

nel pristino stato di libertà, con Papi, i cardinali e gli scrittori a-


qualche altra provvidenza che si pologisti delle ragioni e diritti

legge nel di lui Sommario j il tut- della Sede apostolica, tacendo mol-
to per altro sulla pruden-
basato te cose riguardanti il cardinal Al-
te condotta dipendenza della
e beroni e Clemente XII. Lungi dal
santa Sede, che sempre i sanma- portare giudizio sopra i due sto-
rinesi hanno protestato di profes- rici, ripeto, nai limiterò a compen-
sare sì nobili che plebei ; ricordan- diarne le asserzioni, lasciiindone ai,

do per ultimo che ,Papi hanno ì critici ed ai savi l' imparziale giu-
accordati e mantenuti i tanti fa- dizio.
vori e privilegi agli abitanti natu- La regione del Titano si tro-
rali, per la loro più comoda sus- vò anticamente compresa nella De-
sistenza, non per rifugio a fora- capoli o nella Penlapoli Montana,
s.lieri molesti ed a banditi. Quale e nella divisione de'contadi, benché
stima poi meriti in fatto di vera- a ninno appartenesse, si considerò,
cità istorica e critica la Relazione come compresa in quello detto di
del citato Valli, si legga il Fea Monlefeltro. Benché il Monte Titano
che ne rimarca l'esagerazioni a p. elevi altieramente la sua cresta fra le
67. Il Salmon poi nell'opera: Lo nuvole, e presenti in un Virslissitno

stalo presente di tutti i paesi e orizzonte vago e maestoso


il più
popoli del mondo ec, stampata in j spettacolo visuale, pure sarebbe
Venezia nel 1757, voi. XXI, cap. 4? forse senza gloria e senza fama, se
p. 49o> C' diede la Relazione della un uomo proveniente dalla Dal-
repubblica di s. Marino. Il Fea a n)azia non avesse prescelto ([ueste
pag. 83, parlando del Delfico, dice alpestri balze pel suo prediletto
che ne compilò una nuova storia soggiorno. Tale fu quel Marino ve-
panegirica in tono trionfale ,
per nuto o mandato in Rimino dopo
encomiare quella ch'egU si era scel- la metà del IV secolo; ed essen-
ta per nuova patria libera; ma che do muratore di mestiere, o condan-
l'ardente encomiaste non ha riflettu- nato a farlo, ebbe perciò occasione
to che se è cresciuta la libertà di scri- di recarsi sul Titano pieno di
vere a capriccio, è pure molto miglio- materiali pei suoi lavori. Potè al-
rata l'arte critica, la diplomatica lora conoscere che il luogo non
e la storica, e soprattutto si sono era meno utile per occuparsi nel-
schiarite le controversie intorno al Tarte moratoria, che atto a sot-
dominio temporale della Chiesa 1*0- trarsi dalle ingiurie della pcrsecu-
,

MAR MAR 7t

7Ìcik; religiosa , di cui era a quel- ri. L'uomo pio e religioso , di-

l'epoca segno ii cullo callolico, venuto quasi rettore del piccolo


o proprio ad essere un soggiorno circondario, pensò naturalmente a
lilìero e tranquillo per esercitarvi mantenere i suoi soci nei princi-
nel' silenzio e nella solitudine gli pii e sentimenti che li avea riuni-
ulfizi delia cristiana pietà. Ma co- ti, che n*era l' espres-
e nel culto
n»e spesso avviene che dagli ere- sione ; ed al suo eremo aggiunse
iTu ancora vola la fama delle vir- una chiesuola, che ierv\ di primo
tù e del vero merito, non vi re- punto di riunione ai fedeli e
stò occulto quello Marino ed
di ; membri del piccolo nascente cor-
li buon vescovo di Rinvino s. Gau- po sociale , cui morendo lasciò

denzio lo volle per ministro e coo- ricordi di pace, di buoni costumi


peratore nella difesa del culto e e di libertà, come esprimesi il

nella propagazione della fede. Eb- Delfico, conservati in perpetuo re-

be egli per socio un tal Leone, taggio dalla successiva popolazione.


(ii cui eguali furono i principi! Le più antiche memorie dei
e l'emigrazione, promosso poi alla primi abitatori e delle prime abi-
cattedra Feretrana, mentre Marino txizioni sulla vetta del Titano, è
si contentò restare fra i ministri vero che si sono espresse colle
del cullo semplice levita; e l'u- parole di monaci e monastero, ma
no e l'altro, forse stanchi de'lor- indicanti più lo stato, che la con-
bidi feroci e tm vagli che in
de' dizione degl'individui e del loro
Rimino si offrivano, come nelle admiamento. Tultavolla, al dire
vicine contrade cercarono luoghi , del citato istorico, il monaco Eu-
più coniiicenti a persone abituate gippio fiorito nel monastero di s.
alle opere ed al diletto della Severino in san Leo, ed autore
tranquilla solitudine. Marino quin- della vita di s. Severino, fiorito

di rimontò le sue balze, e sempre fra il V e VI secolo, lasciò scrit-


occupato negli eserci/i di pietà e to di aver veduta e letta la vita
di umanità, egualmente che nei la- di un tal Basilico o Basilicio mona-
vori necessari alla sussistenza , non co del Monte Titano, uno dei
potè allontanare dalla sua angusta più antichi successori di Marino,
dicuora ne soci de'suoi travagli,
i che poi finì i suoi giorni nella
uè i fedeli che si accostavano a Lucania. Gli atti poi della vita dì
lui, o per ricevere rudimenti del- i Marino si leggono nei Bollandisli,
la morale e della credenza, o atti- Jc(a sancì, ntens. stptemhris t. If,
rati dall'esempio e dalla sua dif- p. 2i8, i quali però restarono
fusiva carità. Narra la tradizione malcontenti dell' autore di essi

inoltre, che Marino tagliò nello per episodi drammatici e cose


gli
scoglio la sua casa, il suo letto, il favolose che v' introdusse Le .

suo orticino ; e pei miracoli da favolose narrazioni del Valli sul-


Dio operati a sua intercessione, e l'originemiracolosa di Sanmarino,
per le buone sue opere, ebbe da le de' BoHandisti
storielle discus-
pie persone in dono il territorio se a'4 settembre, le combattè più
del Monte Titano, di cui divenne parlitamente l'autore anonimo de
proprietario, ed il Titano incomin- (pi scopata Ferttrano , contro il
ciò ad avere i suoi propri abitato- (juale si diffuse Giambattista Ma-
72 MAR MAR
lini, ragionamlo intorno ai docu- di abbati e di monaci alcima vol-
incnti dell' operato dai Pontefici, ta furono designali gli ecclesiuslici

Si può vedere anche l'Ughelli t. che vi presiedevano ed orticìavano.


JI, coi. 854, edizione del Coleti, In fatti successivamente tal chiesa
che riporta la storia deirinvenzione divenne la parrocchiale e prese il

del corpo di s. Murino a' 4 otto- titolo di pieve, corno l'abbate prese
hre 1596 in una grotta dentro ((uello di prete o di rettore. Quali
la sua chiesa in Sanmarino. Si intanto fossero gli scarsi progressi
vuole che i primi alti veridi- della popolazione titanica , non è
ci della vita del santo andassero facile il riferirlo » nella scarsezza
smarriti , mentre la di lui fama anzi mancanza di documenti di
essendosi propagata in Italia, ivi quel tempo. Abbiamo da Anasta-
gli eiano stati eretti de* templi, sio Bibliotecario, in Vita Stephani
come in Pavia, edificato nell* Vili // detto IH, che questi avendo nel
«ecolo. Non sembra vero , dice il 7^5 ricorso all' aiuto di Pipino
Delfico e cosi il Fea, che in quel- contro Astolfo re de' longobardi,
la chiesa vi riponesse le sue reli- ch'erasi impadronito daìV Esarcato
quie Astolfo re de'longobardi, pri- (Vedi) _,
il quale per spontanea
vandone il Titano, mentre pare dedizione de'popoli era già sotto
))rovato ch'egli mai si accostasse la protezione della santa Sede, e
a questo monte allorché invase faceva strage nella provincia ro-
i'Esi» reato : in favore di Pavia pe- mana suo dominio temporale, il

rò scrisse Giovanni Gualla, nel suo principe francese obbligò Astolfo


santuario delle reliquie di quella a restituire alla Chiesa romana
città, stampato in V,
latino, lib. le occupate terre, e ve ne aggiun-
fol. 5S ; e Stefano Beneventano dono, come l'Esarcato,
se altre in
cittadino pavese, nella descrizione per ampliare il principato del
delle memorie sacre di quella chic- sommo Pontefice, fra le quali San-
sa. Marino venendo acclamato per marino, Castelluni s. Marini^ Mon-
santo dalla popolare divozione ,
tefeltro, Rimino ec. : altrettanto ri-
qual primo autore della pacifica portano il cardinal Baronio, An-
aggregazione sociale fondata sul naL t. IX, anno 755, fol. 229 ;
Titano, questo dal di lui nome ed il Cenni, Codex Carpi, t. I,
prese in vece la denominazione che p. 62 e seg.
porta di s. Manno o Sanmarino. A questa donazione ripugna il

11 Butler registra questo santo ai Delfico, quanto a Sanmarino, per-


4 settembre , dice eh' è onorato che il Titano ancora non avea
anche a Pavia a Rimino e in , preso questo nome, e perchè non
molte diocesi d' Italia, ma le due esisteva allora un luogo fortifi-
vite che abbiano di lui non meri- calo, castnwif che portasse il no-
tano fede. 11 monastero rammen- me di Sanmarino dicendolo le >

tato da Eugippio, non si credè diverse donazione di


copie della
popolato da uomini che vi menasse- Pipino or san Marino, or san
j

ro vita regolare, ma piuttosto una Mariano, or san Martino. Che ai-


chiesa destinata alla riunione dei lora sul monte Titano sussistesse
fedeli, che in quei tempi talora una popolazione con chiesa prov-
Momiuavasi chiesa, qoxùq coi nomi veduta dì molti fondi, provenienti
MAR MAR 75
dalla prima fondazione, ed ?iccre- Nel secolo X pel bisogno di
sciuli a poco a poco dall'oblazione cangiar la maniera di vìvere spar-
(leTedeli, si prova da un autentico samente nelle campagne, riunire
documenlo del secolo IX, dal gìu^ e concentrare le lontane abitazioni,
dicalo o placito feretrano di Gio- e fornirle di mura e fortificazioni,
vanni abbate e tcscovo di Monte-» gli abitatori del Titano provando
lèltro, ficclesiae Feretranae, contro come gli altri tal bisogno, si vuole
Deltone vescovo di Rimino, dato che vi soddisfacessero più facilmen-
in favore diStefano parroco, ed te, perchè la natura avea in gran
in cui Stefanopreshyicr et ahhas parte provveduto alla loro custodia,
s. Marini è cliiamato, essendo Orso e facili erano i modi di completarla.
tinca (li Montefeltro nominato pu- Quindi si congettura che divenuto
re nel placito. Quantunque nel castello servisse di primo ricovero
territorio o provincia feretrana a Berengario imperatore e re
li

lussecompreso il distretto di San- d'Italia, ed a parte della sua gente,


marino che si trovava nella dio- allorché sulla metà di tal secolo
cesi feretrana, osserva il Delfico dovè fuggire dalle armi vittoriose
die né dal placito, ne da altri do- di Ottone I; trovandosi in data
cumenti si rileva che la giurisdi- 26 settembre gSi un diploma di
zione politica de' duchi e poscia Berengario W^ aclum in plebem s.
ile'conti di Montefeltro si esten- Marini. Nella donazione che fece
desse su questo monte e su le l'imperatore Ottone I nel 962 ad
6ue appendici. Narra in vece il Uldarico conte di Carpegna di
Fea a p. 68, che per le accurate 27 o 28 castella o terre, fra gli
ricerche ordinate nel 1660 da altri sono nominati questi Et :

Alessandro VII , venne provato inter Jliwìos Concavi et Marichium,


che Sanmarino col suo territorio è Serrav alluni, sanctus Marimis, et
.-.empie stato sotto il dominio del- oppiduni Montìs Feretri; ecco un
lu santa Sede, la quale, come sua altro esempio contro il Delfico
proprietà, incastrata la repubblica sulla denominazione del luogo ,
nello stato, lo avea sempre soste- secondochè rileva il Fea. Nel se-
nuto e difeso nelle guerre civili colo seguente, in una bolla di O-
italiane, e T avea favorita di po- norio li del 11 26, riportala dal-
ter continuare in certo modo da rUghelli, Italia sacra t II, col.
<jualche secolo a governarsi da se, 933 (della prima edizione, e col.
come quasi tutte le città d'Italia, 845 della seconda), in cui si con-
però con certe date regole econo- fermano le chiese della diocesi di
miche e giudiziarie ripetutevi ogni Montefeltro, con particolare indi-
tanto, in modo di feudo ; e che cazione si nomina la pieve di s.

contro tali diritti di sovranità e Marino colla qualifica di castello:


dominio diretto non valeva un Plebem s. Marini cuni Castello,
supposto o preteso lunghissimo pos* che certamente avrà avuto un
sesso e prescrizione alcuna, ripor- grado di consistenza civica e di
tandone alcune prove, che si cou- fòrza. Avverte il Fea a p. 70, che
.scivano nella biblioteca Chigiana, Onorio 11 con tal bolla confermò
dj cui il Fea era bibliotecario. G. il dominio utile del Castellò di s.
ili, 68, li, 63. Marino alla chiesa e vescovo di
74 MAR MAR
Montefelli'o, e ciica il fine di essu quindi invalida ad agire e resi-
sì l*fg}^c> •s<3rA'W in omnibus Roma- stere, potè facilmente essere neglet-
nae Kcclesìae juslilin et re\>erenùa. ta e trascurata daf»li uomini domi-
Osserva inoltre il Fea, che i Ponte- nati dall'ambizione ed avidi del
Iclìci o tulli gli scrittori gcULnalineii- potere ; om quando colla estensione
le, prima da due secoli, sempre di- de' suoi confini, coli' accrescimento
cono castello, terra, gli uoiniid di della popolazione , e colla valida
s. Marino, uè mai città, né re- fortificazione annunziò un grado
jmbblicay e terra dice pure lo sta- di forza e dì resistenza sostermte
tuto. Ad esempio delle altre città dal coraggio, gli sguardi dell'am-
e castelli d'Italia clic proclamarono bizione e dell'orgoglio non furono
i santi tutelari, questo popolo de- più indiflerenti per questo scoglio,
corò la poi'ta maggiore della chie- e Yolontieri vi si sarebbero ada-
sa coH'epigrafe : Mva Marino Pa- giati, se avessero potuto espellerne
trono et Libertatis Auctori D. C. la libertà natia, come dichiara il

S. P. Crescendo la popolazione Delfico.


senti il bisogno d'in|»randire il suo Aumentata la popolazione con
piccolo territorio, quindi comprò abitaziorw di cui si formò il bor-
dai confinanti signori di Carpegna go, eslesi i confini,, e fortificato il

tlelle terre colle loro giurisdizioni, luogo di residenza del governo , si


e col monastero di s. Gregorio propagò la fama dell' inaccessibili-
in Concii coni[>letarono l'acquisto, tà ed inespugnabilità del castello
prendendo dal medesimo a livello o rocca nel secolo XII; mentre gli
cjuelle terre, sulle quali dai conti italiani per la debolezza del gover-
«li Carpegna acquistavano la giuris- no imperiale scossero il giogo stra-
diziorte e tutti i diritti signorili: niero dopo la pace
, di Costanza
gli acquisti fatti dal sindaco di San- ogni luogo volle assumere le for-
inariuo, furono il castello di Pen- me repubblicane, eleggendo i con-
na rossa e la metà di quello di soli, benché la pretesa libertà fu
Gasoli, del quale dipoi se ne com- effimera e tumultuaria ,
perchè le

pì r acquieto. Altri se ne fecero piccole società furono presto assor-


dai conti di Montefellro convali- , bite dalle più potenti, e i magi-
dati dalla perpetua amicizia di strati politici abusando del potere
quella famiglia colla repubblica di si trasformarono in dominanti, ciò
^^anniaiino. Ecco come con lenti non accadde sul Titano, perchè cre-
passi progredendo , la piccola so- sciuto il popolo neir indipendenza,
cietà stabiliva una forza propor- col suo naturale andamento non
zionata alla sua piccolezza , e si ebbe bisogno di farsi imitatore del-
lòrmava quella base che dovea le nuove repubbliche insorte, libe-
garantirne la durata, come si espri- randolo la sua situazione dal par-
me il Delfico. La popolazione eb- tecipare al movimento ed al gene-
be rapporti continui con le fa- rale scompiglio d'Italia. Questo po-
iai|:;lieFeltria de' duchi di Urbino, polo avea già le sue leggi e le sue
e Malatesta de' signori di Rimino. forme governative. I suoi supremi
Finche la popolazione del Titano magistrati, intitolati pur essi con-
(u di pochi individui, e d'una for- soli, al numero di due o tre, adem-
za disunita ed iudetermlaala , e pivano ai doveri del potere esecu-
MAU MAR 75
livo e dei giudiziario, mentre il no comprassero per loro le ra-
si

potere legislativo risiedeva presso il gioni di detto vescovo; che dove-


popolo, rappresentato dai capi delle vano essere il jus- delle prime istan-
famiglie. Ma se potè salvarsi da ze delle cause^ pei prezzo già ac-
tale sconvolgimento, racconta il Del- cordato coi riniinesi. Quanto ai
fico , non andò Sunmarino esente partiti guelfi e ghibellini , il Fea
dall'insania de' parliti guelfi e ghi- con opportuna osservazione fatta dal
U'llim\ che per lnnghissin»o tempo Rotta, non conviene che l'elemento
perturbarono anche la vetta del di tali fazioni potesse aver luogo in
tranquillo Titano, riuscendo fune- Sanmarino per la sua piccolezza, e
sta alia repubblica, perchè oltre la per componenti l'amministrazio-
i

discordia civile da cui fu lacerata, ne. Aggiunge in nota che il Ro-


fu successiva cagione che nella con- scoe, nella Fila di Lorenzo de' Me-
trarietà de' partiti i vicini prepo- dici t. I, p. 4> scrive che nel pri-
y

tenti ne volessero profittare, come mo tempo si dicevano guelfi quelli


i signori di Carpegna , i vescovi che sostenevano le parli del Papa
feretrani, la città di Rimino o i contro i ghibellini aderenti agi' im-
suoi Malatesta, e pegii antichi di- peratori; ma che nei tempi suc-
ritti i ministri pontificii. Si crede cessivi, guelfo si chiamò quello che
che Ugolino di Monlefeltro vesco- in qualche popolare commozione
vo feretrano e fanatico ghibellino, sposava la causa del popolo. E ve-
quale lo dipinge il Delfico, come rissimo, dice il Fea, che ogni cit-
gli altri di sua famiglia, gittasse i tà e paese intendeva (àr la causa
primi semi di zizzania nella popo- piopria per la libertà e indipen-
lazione titanica, per estendere so- denza una dall' altra ; ma sem-
pra di essa il dominio temporale pre si protestavano dipendenti sud-
della sua chiesa, e come dice il dite del Papa, di sostenere le sue
Delfico, vantando pretese signorili parti, o a lui ricorrevano per aiuto,
su questo territorio. JVota il Fea ,
e spesso a lui si sottomettevano in-
a p. 70, che si giustifica iJ posses- teramente per finire le discordie
so di Sanmarino, avuto dal vesco- interne : le Storie di Bologna di
vo di Montcleltro, e massime nella Gaspare Rombaci, ne danno conti-
persona del vescovo Ugolino , dal nui esempi.
contenuto d'un istromento che si Legata la casa di Monlefeltro
trova nel pubblico archivio di Ver- per gratitudine al partito impe-
rucchio, stipulato a' 12 settembre riale, e vedendo V imperatore Fe-
1243. Nei libri poi di contralti o derico 11 guerreggiare in questi
enfiteusi del medesimo vescovo, a p. monti coi ghibellini, contro il Pa-
2, sta pur oggi notato di carattere pa e suoi guelfi, non potendo re-
i

antico ; Plebatus s. Marini liabtt sture indifferente, secondo il Delfi-


ecclesias X. In dirlo Plebatu est co, Ugolino eccitò lentusiasmo dei
Terra Marini, ex qua dictus e-
s. sanmarinesi pel ghibellinismo. Ma
fjiscopus Feretranus habet, et con- colpito Federico H nel concilio ge-
sucvit ha bere conde/nnationes et , nerale Lione dai^li anatemi
I di
rolligcre decinias ab hominibus. È del Pontefice Innocenzo IV, lo fu
tradizione, e si ha per sicuro, dice pure il vescovo Ugolino partitante,
il Fea, che gli uomini di Sauu)ari- e con esso il comune di Sanmari-
76 MAR MAR
no comlaiiualo uU'inleiUcllo. Que- che avea fatto Guidone da Cerre-
sto durò (.lai l'Jtl? ^^"^ ^' '^•49> to. Nel medesimo anno ia53 po- i

quniidu in Perugia i conti di Mon- chi uomini del restante territorio


tef«.'llro, Ugolino, i sanmarinesi ed di Casole, spontaneamente si uni-
altri ftii'ono ribenedelti e re!>lituiti rono con quelli di Sanmarino fi- ,

alla coinunione cattolica. Non nu- cendo^i loro perpetui castellani ed


dò giiaii che i ganmarinesi cogli abitatori ; cosi il conmne sanma-
altri scomuniche della
obliarono le rinese potè dare una maggiore es-
Chiesa, ed essendo da loro bandi- tensione al suo territorio , e nel
ta la cojicordia, provarono in con- suddetto anno si trova già men-
segui-n/a gli stessi mali ond'erano zione dei primi statuti (dell'origi-
afllilto le altre città italiane. Il par- ne de' quali parlammo all'articolo
tilodominante in questa terra fu Comuìvita' o Comune ) di Sanmai i-
sempre quello de' ghibellini, soste- no, che sicuramente debbono esse-
nuto dai vicini baroni, e più de- re tra i più antichi d' Italia. Nel
bole essendo <|uello de' guelli , si 1277 Rodolfo d' Absburgo re dei
trovarono perciò questi quasi sem- romani confermò al Papa Nicolò
[)re fuoruscili o banditi dalla pa- III le donazioni fatte dagl' impe-
tria; finché l'autorità di Filippo ar- ratori suoi predecessori, compresa
civescovo di Ravenna, se non (ine al- la Romagna, onde poi il comune
meno pose tregua tra le due tremen- sanmarinese Solfrj dei distiu'bi nel
de e accanite fazioni. Considerando il possesso della sua libertà ed indi-
prelato Sanmariiio come luogo li- pendenza, e dalle pretensioni dei
bero e indipendente, quindi njcno vescovi feretrani, onde si conferma-
soggetto air influenza de' polenti ,
rono nel partilo ghibellino , come
nel 12^2 vi tenne un congresso pretende il Delfico che usa tali e-
per pacificar le parti che in lui spressioni. I vescovi feretrani aven-
eransi compromesse, ma non potè do in Sanmarino la loro casa nel
ottenere che un armistizio nel ge- luogo ìi pili fortificato, cioè nel gi-
neral consiglio tenuto nella chics.l rone del monte della Guaita , il

di questa pieve, perchè l'adunanza Comune cedetle loro in vece altre


fu qtiasi tutta formata dai ghibel- case in luogo di quella. Costuman-
lini. dosi in quei tempi tenere gene- i

I sanmarinesi col loro vescovo rali parlamenti 'ne' capoluoghi, tal-


Ugolino tornarono al ghibellinismo, volta Sanmarino intervetuìe a quelli
dimorando egli con loro, avendo tenuti dal podestà di Montefeltro
fissata la sua residenza in San ma- o delle terre della chiesa feretra-
rino ma il Papa lo depose dalla
; na, contribuendo prestazioni e col-
dignità, e sostituì Giovanni nella lette imposte dal geneial parlamen-
cattedra feretrana, che per essere to o dal podestà delle medesime;
entralo in comunione con Sanma- secondo il Delfico non dev|& trarse-
rino neir acquisto , che il comune ne argomento di giurisdizione o
fiece della metà del castello o del dipendenza, poiché il presentarsi
monte di Casole, ovvero ratifica di alle assemblee era pel sostegno del -
quello fatto anteriormente , imitò la causa comune, tanto piìi ch'es-
l'esempio del predecessore Ugolino scuilo il comune sanmaiinese ad-
nella cessioue de' diritti di passo detto al ghibellinismo, d quale era
, ,

MAR MAR
77
quasi genernlmente il partito fere- cario nel Montefélho
contado di
trano, non poteva fare a meno <li d'ildebrandino vescovo d'Arezzo e
coalizzarsi coi suoi simili. Come rettore della provincia di Roma-
ghibellino, il comune aderiva a gna, intimò alla comunità di San-
Guido di Montefeltro cnpoparle di marino di pagar la contribuzione
tal partilo, ma i discordi citta- dei soldo pel suo salario. I sanma-
dini seguivano Io stendardo guel- rinesi ricusando di pagare, a c.i-

fo sotto quello di Mala lesta, men- gione della loro libertà, si compro
tre i parenti d'ambedue parteggia- mise la causa nel giureconsulto Pa
vano per le opposte fazioni. Dopo lamede de Herri, giudice di Rimi-
molte vicende Guido scomunicalo no; e Teodorico liconosciut.a la
da Martino IV e sconfitto dal suo giustizia delia negativa de' san-
rettore di Romagna d'Apia (delle marinesi, si recò egli slesso a San-
gesta del quale trattammo all'ar- marino a pubblicar la sentenza del-
ticolo Forlì), già da lui vinto, la loro assoluzione ed esenzione
portatosi in Sanmarino, questo luo- perchè liberi ed esenti da qualun-
go divenne quasi il nido e il pro- que esteriore superiorità. Non andò
pugnacolo de'ghibellinisti, e vi si ri- guaii che nel 1^-96 pretese somi-
parò pure Parcitade ministro per glianti a quelle di Teodorico af-

l'imperatore debellalo dal Malate- facciarono i podestà feietrani, per


sta. Parcitade passò in Venezia, e cui i sanmarinesi ricorsero al Pa-
Guido si fece francescano in An- pa Bonifacio VIIT, il quale com-
cona. L'attaccamento del comune mise la causa ad Uguccione di Ver-
per Guido strinse la piti amiche- celli suo cappellano, e a Teodorico

vole corrispondenza colla famiglia suo camerlengo , giudici dei snero


di Montefeltro de' signori di Ur- palazzo, e questi subdelegarono Ra-
bino, e sotto sì valente capitano i nieri abbate del vicino monastero
sanmarinesi appresero meglio il me- di s. Anastasio. Si difesero i san-
stiere delle armi. Della costante marinesi dinanzi al giudice , con
confederazione colla casa Feltria si- esame di testimoni da loro prodot-
no all'estinzione della famiglia, ve ti, quali concordemente deposero
i

n'è pubblico monumento sulla por- che il comune avea sempre goduto
ta maggiore della città di Sanma- per costante tradizione della libertà
rino, dove si vedono a paro collo- fino dai tempi de santo fondatore.
cate di antica scoltura l'arma di Renchè non siavi documento co-
Sanmarino, cioè le tre torri colle me terminò la disputa coi podestà
penne, e quella più antica de' conti di Montefeltro, si ritiene dal Del-
di Urbino e della città medesima fico che il giudicato dell'abbate di
cioè un'aquila ardita colle ali spie- s. Anastasio fosse coerente alla giu-
gate, la quale si vede ripetula in stiziaed al precedente giudicato.
altri luoghi ancora. Nel i3oo per l'altra pace generale
Dopo la pace generale di Ro- di Romagna, potè re!«puare calma
magna, in cui fu escluso il conta- anco Montefeltro, o a meglio di-
do di Montefeltro ma non pare , re sospensione di ostilità. Nel con-
Sanmarino, il Delfico racconta che gresso, che seguì in s. Leo per la
inviando la santa Sede i magistrati pacificazione di Montefeltro , con
supremi io Romagna, Teodorico vi- l'intervento anche del comune di
7« MAR MA lì

Sjìiìtìinrino, in cui il vescovo iWr- cui li fulminò, e quelle ancora del


Irano Uhnlo rinuncia a tulle le successore Benvenuto. Con questo
liti mosse contro ni del
e queslinni poi si pacificarono a' iG settembre
to comune, sì nella cnrin romana, iS^o, restituirono castelli occu- i

cl»e plesso delegati della mede-


i pali, e furono assolti dalle censu-
sima, ma con n lei me clausole ed re. Malijfrado questo trattato, si ri-

il pagamento di mille lire per tran- mase sempre nell'incertezza dei van-
sazione, in cui dovette concorrere an- tati diritti della chiesa feretrana, al
che Sanniarino. Verso questo tem- uìodo di esprimersi del Delfico, Gli
po fn compilato il secondo statuto, uomini di Busiijnano domandarono
ove non più consoli, ma capitani la castellanza, ossia l'unione loro co!
e difensore sono nominati , tenen- comune di Sanmarino, che venuta
dosi però ferme le attribuzioni con- ad essi concessa; protestando però
solari ai nuovi magistrati. Vennero di non voler essere soggetti a quei
dunque aboliti i nomi di difensori diritti che pretendessero sui sanma-
del popolo^ cui si sosliluirono i àiie rinesi il vescovo feretrano o di s.

capitani, quindi ebbe luogo il giu- Leo. Racconta il F'ea, a p. yr, che
ramento prestato dai magistrati ad ritrovandt)si la chiesa di Montefel-
onore e stabilimento del castello di tro in pacifico possesso della giu-
San marino, senza commemorazione risdizione su Sanmarino, ne fu spo-
di superiori rapporti. Nel i3o3 gliata da Federico 1 conte di Mon-
comparvero in Sanmarino alcuni Però Papa Giovanni XX.I1,
tefellro.
individui in qualità di audiascialori con breve dato da Avignone nel
della chiesa feretrana, i quali dan- i3i8, ordinò al rettore di Roma-
do sospetto d'essere emissari guelfi, gna perchè operasse in modo, che
ftnono imprigionati da alcuni piti il castello di Sanmarino spettante
ardili ghibellini: la comime li punì al vescovo di Montefeltro, fosse ri-

col banilo, poiché per eccesso di lascialo e restituito a quel vescovo,


7.elo avevano violato il diritto delle siccome ne eseguì la consegna, proiit
genti, ad onta che non sembras- in libro secret, e/'usdem Pontijicis
sero ingiusti del tutto i loro so- fol.139. Nel i32r il vescovo Ben-
spetti. venuto vedendosi impotente di di-
Nuovi acquisti di fondi pubblici fendere il castello di vSanmarino dal-
fece il comune che in questo tem- l'ingordigia e pretese del suddetto
po fece edificare la sua casa, che Federico I, ricorse al medesimo Papa
fu il primo palazzo pubblico, dive- Giovanni XXII, chiedendogli licenza
nendo sempre più luogo impor- il di potervendere o permutale le giu-
tante e castello fortissimo, perciò risdizioni e diritti della chiesa fere-
vagheggiato dai guelfi, ed in ispe- trana sopra il castello o rocca del-
cie dai Malatesta. Uberto vescovo la Penna Sanmarino, e cederli
di
di Montefellro adontato dell'albon- alla città di Rimino, vale a dire
to fatto ai suoi ambasciatori, mosse ai Malatesta, allegando per motivo
guerra ai sanmarinesi, che pugnan- la potenza di Federico I da Mon-
do prosperamente, gli conquistaro- tefellro che occupava il castello,
,

no Montemaggio, Tausana Mon- , per cui ni un reddito o poco pote-


tefotongo, ed altre feretrane castel- va trarne la sua chiesa. Giovanni
la, disprezzando le scomuniche di XXll però con suo breve ordinò
,

MAR IVI Aa 'ji)

nd Almerico di Castrolnce rolloie per quattoi'dicimila lire ravennati ,

di Romagna e poi cardinale, d'in- con istromcnto prodotto dal Cle-


formarsi del vantaggio di tal per- menlini, Rac. istor. de' Malatcsla
muta per la cljiesa feretrana, e ve- t. Il, p. 9j e che la facoltà data
rificar l'esposto, poiché non era ve- per la fletta vendita al rettore Al-
ro che il vescovo avesse invaso il merico da Giovanni XXII , appa-
costello e la rocca di Sanmarino, risceda una sua lettera in data
dichiarandosi signora del comune la d'Avignone il novembre i37,2,
sede feretrana ; il perchè poi, secon- Rcg. secr. anni VII, p. i3^; indi
do il Delfico, il contratto non ebbe avverte che tal somma equivaleva
luogo, dovendolo acquistare i rimi- a 6364 fiorini d'oro, presso a poco
ncsi per quatlordicimila lire di bo- del peso e lega de' nostri zecchini.
lognini, rcservatis jiirihus .sonctae Aggiunge, che poco durò il castello
romana Ecclesìae, secondo la pre di Sanmarino in mano de' riminesi,
scrizione di Giovanni XXII su Pen- raccogliendosi dai libri della caoie-
vae s. Marmi. 1 sanmarinesi per ra apostolica di Urbano V eletto
l'uccisione avvenuta in una sedi- nel 136?, che pagava ogni anno
zione di Federico I conte di Ur- alla medesima lii-e (^5, soldi 6, de-
bino, rimasti privi di appoggi a , nari 9 per le Tall'c. Il caidinal
mezzo del loro sindaco fecero pace Anglico Giimoardi, fratello di detlo
coi Malatesta di Piimino, confede- Papa, ci assiema, che nel iSyr
randosi pure colla ciltà ; e Speran- pagava anche le fimantcrie (di cui
za da Monte feltro, zio e cugino del parlammo all'articolo Dogane),
defunto, si rifugiò in Saumaiino, riconosceva la santa Sede ne' par-
ricuperando poi gli slati felUeschi lamenti, e obbediva al vicariato di
coir aiuto de' sanmarinesi , sempre Montefellro. Martmo V nel i4i**^
attaccati all'amica famiglia Fellria. concesse a Giovanni della Serra da
Per aver favorito sanmarinesi il i Gubbio tutti proventi che la ca-
i

morto conte Federico I, dichiarato mera apostolica allora riscuoteva in


dalia santa Sede ribelle ed eretico, Sanmarino, lib. I de Cur. p. 207;
furono pur essi tenuti per suoi fau- ma in appresso dichiara il Garampi
tori ed eretici, e perciò incorsi nel- che non ne trovò più menzione. Sog-
le sentenze d'interdetto scomu- e giunge il Fea a p. j^,<ihe se non
nica; il perchè Giovanni XXH con fossero stali i sanmarinesi sudditi
breve del 5 agosto i39,3 auloiizzò della santa Sede, Giovanni XXII
il suddetto rettore Almerico, me- nella bolla de' 3 agosto 1 828^ pe»'

diante ammenda e cauzione, che li quella adesione e sottomissione al


assolvesse da ogni censura e pena Malatesta signore di Rimini, non
dovendo ritornare alla divozione e gli avrebbe nominati rcbelles.
fedeltà della Chiesa. 11 dotto car- Nel i332 i sanmarinesi vennero
dinal Garampi riminese, che fu pre- a convenzione con Rimino per le
fetto degli archivi pontificii vali- collette arretrate imposte sui loto
cano e di Castel s. Angelo, nelle beni nell'agro riminese, mediante lo
Memorie istor. p. 5'?^., riferisce che sborso di cinquecento lire. Nel i^38
Sanmarino fu già della chiesa di per evitare qualunque sorpresa o
Monlefeltro, dalla quale fu vendu- tradimento, con legge fu stabilito
to nel i323 al comune di Rimiui non far accostare alla terra perso-
,

8o MAR MAR
ne nobili e polenti ; tuttavolta nel qullli i sanmarincsi , e solo vello
dello anno Sanmarino U-
si recò a che la loro fortezza non fosse cu
bellino da Carraia signore di Pa- stodita da armi Feltresche, fincht;
dova, mosso a far guerra contro i la Chiesa non si fosse assicurala
Malatesta di Rimino, come amico della fedeltà de' signori di Urbino
dei Feltrii. A quest'epoca il ve- e di Rimino: aggiunge il Delfico chr*
scovo Benvenuto, esule dalla pro- si arrogò la custodia della terra di
pria sede, si abbandonò alla gene- Sanmarino in un trattato coi conti
rosità de'sanmarinesi, come dice il di Montefeltro, ma probabilmente
Delfico, ricercandone l'ospitalità, e ne la custodia della rocca sarà rimasta
ebbe la più lusinghiera accoglienza, a disposizione del comune stesso, co-
malgrado le precedenti inimicizie sì scrivendo quello storico; laonde
e vi lasciò poi le spoglie mortali il Fea dichiara, che invece i san-
nel i35o. Similnjente a tale epo- marincsi ricorsero poi al medesi-
ca Benedetto XH restituì al grem- mo legato per provare i loro pri-
bo della Chiesa i santnarinesi, col vilegi avuti Sede apo-
dalla stessa
solo mezzo delle spirituali e formo- stolica, farli confermare ed esten-
lari purgazioni. Fu fondato l'ospe- dere, confessandone in certo modo
dale di s. Maria, e disposta la fon- la dipendenza. Eppure, aggiunge in-
dazione del convento dell'ordine dei oltre lo stesso Fea, da taluno si volle
servi di Maria, di s. Maria in Val- poi chiamare Roma e la santa Sede,
dragone, per testamentaria disposi- rispetto a Sanmarino, potenza este-
zione di messer Gambalesti. A Ben- ra; mentre dalla beneficenza de'Papi
venuto successe nel vescovato Car- i sanmarinesi ottennero anche il
lo Peruzzi; e siccome la città di s. privilegio di eleggersi i capitani e gli
Leo, solita residenza episcopale, era altri offiziali, colla facoltà ad essi

ancora occupata dai Feltreschi ghi- capitani annessa di giudicarli e reg-


bellini, i quali estendevano il loro gerli. Nel i358 i sanmarinesi pre-
potere sopia quasi tutta la diocesi, sero in affitto dal vescovo Peruzzi
quindi forse non trovò altro ripa- le rendite di tutta la sua diocesi per
ro che nei soli uomini liberi che cinquecento fiorini. Indi il cardinale
allora avesse questa regione, por- Albornoz pei crediti che avea col
tandosi a risiedere in Sanmarino, vescovo, ordinò ai sanmarinesi che
dando al comune in affitto tutti i a lui si pagasse quanto restavano
diritti , esazioni e pigioni che debitori per l'affitto, minacciando
mensa vescovile possedeva nel ter- di scomunica il comune, il quale
ritorio. A* 4 aprile i353 solenne- invocando l'intercessione dei Fel-
mente si pubblicarono nuovi sta- i trii, ottenne dilazione. Successe una

tuti, correggendo o modificando gli contesa di rinnovate pretensioni in-


anteriori, rendendoli analoghi alle torno all' indipendenza e libertà
circostanze. Frattanto Innocenzo VI di Sanmarino, che recò in dubbio
nel 1 354 mandò nello stato eccle- Giberto da Correggio rettore di
siastico
per legato il celebre cardi- Romagna; ma non tardò a per-
nal Egidio Albornoz, per debella- suadersi del vero, e fece dipoi ta-
re quelli che ne avevano usurpato cere Giovanni Levalossi podestà di
le signorie. Rapidamente ricuperò Montefeltro, che resuscitava le stes-
le terre della Chiesa , lasciò tran- se controversie, volendo obbligare
MAR MAR Si
il comune a rendere ragione della vollero per più secoli podestà fo-
sua inobbedienza alla Chiesa ro- rastiet'i, i quali sovente furono di
mana, per averne assunto la signo- gran pregiudizio alla libertà delle
ria, e per accettare in capitani e vi- città d'Italia; quindi emanavano
cari i mandati dai conti di Urbi- leggi e sentenze capitali, che pub-
no cui prestavano aiuto. Con sen- blicavansi nel general consiglio po-
tenza de' 25 agosto i36o, Leva- polare. Reggendo intanto la Ro-
lossi riconobbe l'indipendenza di magna il, cardinal Anglico Gri-
Sanmariuo, stando al narralo del moardi, quale legato del fratello
Delfico. Urbano V, nel general parlamen-
Nel 1 36 1 i religiosi di s. Fran- to tenuto in Urbino stabili le ta-

cesco dal remoto e selvatico luogo glie o imposte per la guerra, nel-
ove si trovavano, esposti perciò la quale ebbero parte' -anco i san-
ai disturbi delle guerre, a van- marinesi, e come loro amico pre-
taggio ancora de' fedeli si trasfe- se particolar cura delle loro cose,
rirono vicino al castello. Ebbe luo- ed acquietò le differenze insorte
go nel 1 36G la pace de* sanraari- colla terra ora città di s. Arcan-
nesi coi Malatesta di Rimino, e gelo. Altra solenne testimonianza di
furono costretti per non provocar questo libero stato, la reseli cardi-

lo sdegno del cardinal Albornoz, nal Anglico divenuto vicario gene-


a sussidiare l'esercito pontificio con- rale pontificio in Italia nelle eccle-
tro i Feltreschi, e concorrere alla siastiche terre, quando ne formò
rovina di s. Leo, per la cui cadu- un esatto censimento nel 1371 col
ta i Feltreschi se ne risentirono as- cardinal Stagno legato di Roma-
sai. Il vescovo Peruzzi nel 1367 gna, come l'interpreta il Delfico;
operò presso il cardinal Androino ma invece il Fea a p. 72 rimar-
Albert legato, per essere riconosciu- ca che nella detta descrizione dei
to signore di quasi tutto il Monte- luoghi dello stato ecclesiastico, ri-

feltro in un a Sanmarino : fu inten- portandone il testo intero, è na-


tata lite formale, che i sanmari- talo in modo particolare il castel-
nesi sostennero con somma fatica, lo di s. Marino, come uno del vi-

ma il legalo fece loro giustizia, ri- cafìato di Montefeltro, cui obbedi-


gettando la domanda del vescovo, vano gli uomini di Sanmarino, am-
e riconoscendo immune il territo- ministrandovi la giustizia elicile e
rio repubblicano. Allora il vesco- eliminale due celpitani da loro e-
vo rinunziò solennemente a tutte letti.Il dotto Giambattista Mari-
le azioni mosse contro i diritti e ni Saggio di ragioni dèlia città
,

l'indipendenza di Sanmarino, ed di s. Leo poi Montefeltro^ a pag.


ottenne dal comune la pace ; anzi jS e seg., dà intera la descrizione
nell'alto della visita pastorale di- del vicariato di Montefeltro ne'me-
chiarò che quanto era per fare do- si di ottobre e novembre, d'ordine
lesse ritenersi innocuo a ledere del cardinal Anglico, estralta dal-
qualunque diritto de' sanmarinesr, l'originale dell'archivio vaticano.,
i quali in questo tempo godevano Quanto alle furiianlerie o collet»-

pieno esercizio di autorità nel ter- te per la guerra, 6ome le chia-


ritorio, il potere giudiziario eser- ma il Delfico^, secondo tale scritto^
citandosi dai capitani, perchè nori rC) si |)agavaiìo dai «sanmarinesr cól
VOL. XLIII. 6
,- 5

gì MAR MAR
reslo della provincia del Monlofcl no, per cui si rese piìi durevole
Irò con cui. era comune la difesa col primo la concordia de'sntima-
lua senza pregiudizio della loro au- rinesi. 11 vescovo di Montefeltro
tonomia, cioè del diritto di gover- Benedetto pe'suoi talenti giunse al-
narsi colle proprie leggi, escluso le cari» he di tesoriere e rettore
ogni dominio straniero; perciò essi, pontificio di Romagna, e propose
al dir di andavano ai parla-
lui, a Bonifacio IX la riunione della
menti. Continuando il cardinal An- signoria temporale di Sanmarino
glico la guerra contro i Feltreschi nei vescovi feretrani, onde spe-
già espulsi da Urbino, ebbe com- gnervi gli antichi odi e inimicizie;
passione di alcuni individui della ma sebbene il Papa, come si espri-
famiglia, mentre i sanmarinesi do- me il temporaneamente vi
Delfico,
veano continuare a prestar i loro acconsentisse, concedendo in un
sussidii nell'esercito della Chiesa, suo breve la plenaria giurisdizione
contro gli antichi amici. Il cardi- sui sanmarinesi,derogando ad ogni
nal Stagno mostrò stima e bene- atto, diploma
o privilegio, tutta-
volenza pei sanmarinesi, e con- volta la minaccia non si mandò
cesse ad essi libera tratta delle lo- ad effetto che nominalmente, es-
ro entrate e rendite dal contado. sendosi mantenute colle patrie leg-
Ad istigazione del vescovo Pe- gi le magistrature ; indi conti di i

ruzzi e del podestà di Montefeltro Urbino allontanarono ancor que-


Bartolomeo da Brescia, nel 1875 sto turbine colla loro opportuna
Giacomo sanmarinese
Pelizzano interposizione, calmando il risenti-
si ricopri di obbrobrio, perchè se- mento del Pontefice. Il Fea a p.
dusse vari complici a danno della 73 riporta un brano della bolla
patria, onde per la congiura se ne di concessione, data in Roma a'

dovea consegnare il reggimento maggio 1398, ove parlando Bo-


colla fortezza al vescovo. Per av- nifacio IX dei sanmarinesi abitan-
ventura si discoprì il tradimento, ti del castello di Sanmarino, que-

Giacomo fu impiccato, e gli altri sto lo chiama, ad nos et roma'


puniti proporzionatamente. Intan- nani Ecclesiam pieno jure perii-
to il conte Antonio di Montefel- nentis. E con altre lettere aposto-
tro rientrò in possesso del suo Hche sotto la stessa data dirette
contado e della città di Urbino; Universitati et massariis Castri s.

reintegrò subito di sua amicizia i Marini feretranae dioecesisy coman-


sanmarinesi, continuandosi la guer- dò loro che riconoscessero Bene-
ra coi Malatesta, che restata sos- detto in rettore a beneplacito del-
pesa i38i riarse nel iSgo.
nel la Sede apostolica, e l'obbedissero,
In questo anno per la disfatta sof- altrimenti sarebbero considerati ri-
ferta opera dei
dai Malatesta per belli. Al che il Fea aggiunge, che
bolognesi, trovarono costretti a
si nel i636 quasi tutte le case, orti
ripararsi in Sanmarino, e fecero un e siti ch'erano in Sanmarino, era-

contratto cogli abitanti pel sale di no date in enfiteusi e si atteneva-


Cervia di cui abbisognavano. A no al vescovo, e ne pigliavano
premura di Bonifacio IX si con- rinvestitura pagandone il canone.
chiuse la pace nel iSgi tra i Ma- Già fino dal 1396 si compirono
latesta e il conte Antonio d'Urbi le fortifìcazioui nel luogo dello la
MAR MAR 83

i Fratta j
ta,
colla chinsma della Frat-
due delle tre punte Titaniche,
per
allo
il

statuto
che derogò
della
espressamente
Romagna. Nel
dette Monte della Guaita e Mon- principio della bolla si legge: Di-
te della Cesta o Gista rimasero lectìs filiis,universitati ttnac no-
fortificate: né erasi trascurato cor- strae s. Marini Feretranae dioecc-
redare di molti lavori il luogo f}iunivcrsorwn supplicati onihus in-
s

chiamato il Cantone. Sanmarinodiè clinati^ vohis a primis sententiìs


aiuto di gente e denaro a Giovanni hiifusnwdi ad diios probos viros
Ordeladì signore di Forlì, e fece idoncos per vos prò tempore ad
doni al conte Antonio di Urbino per hoc eligendoSf et deputandos ap-
le nozze del figlio. Nel secolo XV pellare liceat. Restava adunque la
lo slato politico fu meno torbido e terza istanza alla corte generale
retrogrado, malgrado i disastri por- di Romagna, secondo il
e libero,
tati dai resti del ghibellinismo e diritto canonico, il ricorso al Pa«
di quelli degli altri stati italiani ; pa, e non impedirlo e denegarlo
si conservarono le uìigliori leggi, con condanne e confiscazioni, co-
si accrebbero le forze ed aumen- me segui con esempli che produ-
tossi la popolazione. Nello scisma ce il Fea. 11 citato Marini a pag.
di Benedetto XIII antipapa, Gre- 19 riferisce, oltre all'ordinato e
gorio XII nel i4o8 si recò dai riservato accesso al general parla
suoi amici Malatesta in Rimino, mento, la riserva che si legge in
ed i sanmarinesi si regolarono se- due consimili brevi di Bonifazio
condo i consigli di Guido Antonio IX a favore dei Malatesta sotto
di Urbino, indi nel i4i5 riceve- gli anni iSgo e iBgg. Cuìus la-
rono distinte onoiificeuze dai vari mem omnium ^ et singularutii ap-
signori di Romagna. Non si lascia- pellationum, ^c nullitatum qua-
rono però indurre da Carlo Ma- rumlibet lani criminaliuni ,
quam
latesta ad impegnarsi in una guer- cìviliuniy et alia quaelibet superio'
ra col famoso Braccio da Monto- ritatis fura nohis, et successorihus
ne, che vinto Carlo entrò in guer- nostris, ac rectoribus
et legatis^

ra col conte Guido, e progettò sor- provinciarum nostrarum Roman-


prendere i sanmarinesi che colla diolac, Marchiae AnconitanaCj et
vigilanza il delusero, e poscia si Massae Trabariae^ qui sunt, et
tranquillarono pel trattato di pa- erunt prò tempore^ et specialitev
ce tra Braccio e il conte. Nel retinemus, ac elìani reservamus.
\^ii se ne fece altro de' sanma- Con ciò Bonifacio IX e Martino V
rinesi col Malatesta, mentre il con- vollero da Saumarino un atto di
te Guido continuamente dava lo- obbedienza e di soggezione al di-
ro testimonianze di affetto, che mai retto e sovrano dominio della Se-
sempre furono corrisposte. Non in de apostolica. Qui cade in accon-
detto anno, come scrive il Delfi- cio il riflettere col Fea^ che lo

co, ma nel 1426 Martino V coii statuto, per attestato di monsignor


sua bolla degli 8 luglio coticesse Enriquez, nome caro ai sanmari-
ai sanmarinesi il privilegio delle nesi, come vedremo, non porta
seconde istanze^ osia la facoltà di approvazione di alcun Papa, ma
nominare giudici di appello, essendo soltanto per reclores provi nciae Ro-
^lercio a lui ricorso il comune, mandìolae in ìpsa provincia prò
84 MAR MAR
sancta romana Ecclesia deputatusj conte Guido gli successe il figlio
prova insieme questa^ non sola- Oddo Antonio, amicissimo anch'es-
mente di sudditanza alla santa Se- so de' sanmarinesi, e pei suoi aiuti
de, ma di soggezione al suo lega- questi si ripararono dalle minacce
to di Romagna. Anche in tempo di Sigismondo. Per abuso di po-
di pace Sanmarino fece esercitare tere fu ucciso Oddo, cui successe
i cittadini alla milizia sotto il con- il conte Federico, che fu anch' e-
te Guido od altri condottieri. Per gli amico e come padre della pic-
la morte di Martino V nel i43i cola repubblica, e poco dopo guer-
ad insinuazione del conte i san- reggiò coi Malatesta che nel i449
marinesi si posero in difesa, per ricominciarono a molestare i san-»
le guerre che si temevano. Scop- marinesi, i quali inviarono a Spo-
piò nel 1438 quella dei Feltre- leto un'ambasceria per ossequiare
schi e dei Malatesta, e pei primi ilPapa Nicolò V. Sigismondo con-
parteggiò Sanmarino, finché Ni- tinuando le sue mene per corrom-
colò Piccinino pacificò gli animi; pere i cittadini, il principale dei
e per le nozze di Federico figlio traditori fu giustiziato. Il re di Na-
del conte Guido, furono invitati i poli Alfonso d'Aragona e Pio II
deputati del comune. avendo stabilito muovere guerra a
Dal conte Guido nel i44o T" Sigismondo, invitarono anche i san-
concessa esenzione d'ogni colletta marinesi, per cui si fece a'9 otto-
e peso straordinario sulle terre pos- bre i45'8 trattato di alleanza tra la
sedute dai sanmarinesi sul Monte- comunità ed il re. Eccitali da que-
feltro; ma nella guerra che il con- sti a rompere la guerra, san- i

te di nuovo irruppe coi Malate- marinesi nominarono un consiglio


sta, tardi vi presero parte i san- di dodici prepostiper le cose del-
marinesi, buona essendo la corris- la guerra e della pace; ma Sigis-
pondenza giovane Federico di
col mondo fortemente incalzato si re-
Urbino. A
mediazione del conte cò a Mantova da Pio li, ed otten-
Alessandro Sforza signore di Pe- ne la pace nel 14% co» certi
saro, nel i44^ l" fatta la pace, patti, ricevendo Sanmarino in com-
in seguito della quale Sigismondo penso il castello di Fiorentino. Ad
Malatesta accordò l' esenzione del- onta di ciò, Sigismondo riprese le
le collette pei beni posseduti dai armi, e i sanmarinesi ne avverti-
sanmarinesi nello stato di Rimino; rono il duca d'Urbino Federico,
e nelle nozze di Violante sorella e Pio II con breve de* So dicem-
di Federico, con Novello Malate- bre 1461 l'invitò a dare addosso
sta fratello di Sigismondo, fu in- con tutte le forze all'iniquo Sigis-
vitato Sanmarino. Nel i44i » san- mondo; quindi a' 2 settembre 1

marinesi ritenendo insufficienti le 1 462 fu conchiuso un trattato fra


fortificazioni della Guaita, sommi- il comune di Sanmarino, e il car-

tà del Titano la più elevata, della dinal di Teano ossia Fortiguerra


sua torre e girone munito di tre tor- pel Papa, con cui venne stipulato
ricelle, ottennero dal conte Guido che per premio della guerra avreb-
per dirigere i nuovi ripari Ghiber- bero i sanmarinesi la corte di
to dall'Agnelld, e maestro Giovanni Fiorentino, e i castelli di Mongiar-
di Como ingegnere. Alla morte del dino e SciTavsiile colle loro corti.
MAR vi A R 85
Nell'anno seguente i sanmarinesi vo Sessa luogotenente di Fano, ap-
attaccarono e conquistarono le terre pianate per interposizione di Fe-
loro specialmente assegnate da Pio derico, mentre Sigismondo, privato
li, ed ottennero anche per dedizio- di quasi tutti i suoi stati, fu neces-
ne il castello di Faetano
;
quindi il sitato a chiedere umilmente la pa-
Papa col breve de'26 giugno i463 ce, ed i sanmarinesi andarono lie-
confermò al comune il dominio ti di non doverlo più temere.
di Fiorentino, Serra valle, Mongiar- Era allora il castello di Serravalle
dino e Faelano. abbastanza popolato anche
forte, e

Tullociò racconta il Delfico; ci di qualche famiglia agiata, fra le


avverte però il Fea, che Pio II, quali quella de'Bertoldi, da cui era
sotto 27 giugno dell'anno i463
il uscito un Giovanni o Giacomo,
usò una straordinaria liberalità co- prima vescovo di Fermo, poi di
gli uomini e comunità di Sanmari- Fano, già francescano dottissimo
no, prò comi tatù nostrae terme s. in Sanmarino, e autore d'un com-
Marini^ accrescendo la loro giuris- mento su Dante: nacque in Ser-
dizione, ristretta sem- allora nel ravalle, nell'anno 1870 o i374,
plice castello e con as-due ville, allora nel contado di s. Arcan-
segnar loro in feudo e governo gelo , ed intervenne al concilio
quattro castelli, i quali furono in di Costanza. Il dotto monsignor
quel tempo levati a Ferdinando Marino Marini attuale prefetto de-
Malatesta signore di Rimino, senza gli archivi vaticani, nelle Memo--
ritorno e ricognizione alcuna di rie di sanC arcangelo sua patria,
canone dovuto alla camera aposto- p. 124, parlando di tale insigne
lica, e questi furono Serravalle, prelato riprese il continuatore del-
Feretrano o Faetano, Mongiardino la storia del Delfico, perchè lo in-
e Fiorentino. Tutto seguì per o- serì nel novero degli uomini illustri

pera e favore del cardinal Forti- della repubblica, mentre appartie-


guerra e del duca Federico, sotto ne al vicariato di s. Arcangelo, cui
la prolezione del quale e suoi suc- dipendeva Serravalle quando fiorì.
cessori si erano posti i sanmari- Richiedendo Forlì nel 1464 un
nesi, per sottrarsi, come fecero, a soccorso di cento fanti, gli fu con-
slato libero, dalla immediata giuris- cesso, essendo sempre più in fama
dizione dello stato ecclesiastico. Nel- il valore guerriero de'titanici. Do-
la donazione Pio 11 con bolla che po la morte di Sigismondo Mala-
riporta Fea a p. i6r, vi espres-
il testa, Roberto suo figlio, a dispet-
se l'obbligo a Sanmarino di non to di Paolo II volle ristabilirsi sul
poter mai distruggere il castello soglio de' suoi avi, e trovò prote-
di Serravalle, sotto pena di mille zione nel duca Federico, nel re di
ducati d'oro, da pagarsi alla came- Napoli, nel duca di Milano, e nei
ra apostolica, ed obbligo di rifab- fiorentini; dice il Delfico che il

bricarlo; oltre il titolo di feudo Papa procurò d' interessare i san-


usato nella bolla, con tal clausola marinesi al suo partito, ma essi

vi fu pure riserva di dominio. Il non vollero discostarsi dal Feltrio,


Pelfico ripiglia la sua storia col ed i fiorentini scrissero lettere o-
dirci che per l'acquisto di Sena- norevoli alla repubblica, e gli al-

valle insorsero differenze col vesco- tri confederati si mostrarono con-


86 MAR MAR
tenti di sua alleanza. A' 3o agosto di prender l'armi contro chiun<|ue,
1470 •" Vergiano successe la bat- tranne contro la romana Chiesaj
taglia ti a l'esercito punti ficio, e così riportando (jnello scrittore. Nel
<|ueUo de'collegali comandalo da nuovo statuto, a tener lontana <|ua-
Federico a prò di Roberto, in cui lunque influenza straniera, s'impo-
i papalini furono sconfìtti ; allora se pena capitale, e generale confi-
si rinnovò la lega contro Paolo II, sca a chiunque invocasse estera si-
ì\quale mentre stava per venire gnoria, per cui si turbasse lo sta-
ad un trattalo la morte ne impe- to e la perpetua libertà suh. Per
dì il compimento, ed ebbe a sue* rendere poi più obbiobrioso l'ul-
cessore Sisto IV. Roberto avendo timo supplizio de' traditori, attac-
riconquistato molle terre, sposò la cati alla coda d'asino si volle fos-
figlia del duca d'Urbino, venendo sero strascinati all'ultimo supplizio.
invitato alle nozze il comune san- Fu pure ad oggetto di politica si-

marinese, che vi mandò suoi am-


i ciuezza proibito sotto pena capi-
basciatori con donativi. Sisto IV tale il vendere ad alcun potente o
intanto volendo meglio stringere signore le abitazioni dentro la ter-
l'amicizia colduca di Urbino, con- ra e
, di non ammettere nella
chiuse matrimonio della figliuo-
il medesima forastieri di cattiva fa-
la Giovanna per darla in isposa a ma, ciò che non sempre fu osser-
Giovanni della Rovere suo nipote, valo; e con altre buone leggi la
e fratello del cardinal Giuliano poi repubblica pensò a consolidarsi e
Giulio II; poscia per l'estinzione stabilire una favorevole opinione.
della linea maschile de' Fel treschi, Alla venuta di Carlo Vili in I-
passò lo ^tato d'Urbino alla fami- talia per togliere il regno di Na-
j^lia Rovcresca. La peste afflisse poli alla casa d'Aragona, questa
pure il cacume del Titano, e nel soccorsero i sanmarinesi; le dilFe^
campo di Polesine ferrarese ne renze con Pandolfo Malatesla, fu-
mon Federico
nel 14B2, e gli suc- rono appianate dal duca di Urbi-
cesse il Guidobaldo, che si
figlio no, inoli la rcj)ubblica concesse al
mostrò egualmente amico e protet- signore di Pesaro il richiesto aiuto
tore di Sanmarino, il quale tro- di fanti. Eletto nel i49^ Alessan-
vavasi in buona corrispondenza coi dro VI, Cesare Borgia suo figlio
Mala testa a quell'epoca, a cagione duca Valentino, incomineifmdo ad
probabilmente delle memorate noz- occupar' varie città di Romagna,
ze; Nel 1491 si risolvè dal comu- pose in seria apprensione i sanma-
ne la riforma del suo statuto, se- rinesi. Questi non solo nel secolo
condo i particolari rapporti con- XV avevano consolidato maggior-
tralti colla società; e trovandosi mente la loro indipendenza, al dir
con più esteso territorio in un mag- del Delfico, ma ebbero uomini insi-
gior vigore nella sua indipenden- gni che fiorirono nelle armi e nelle
za, prese questo piccolo stalo il lettere, fra 'qua li il francescano Gio-
titolo di repubblica, e ne manife- vanni Enrico de Tonsi vescovo di
stò più decisamente il carattere, Fano, illustratore del poema di Dan-
come afferma il Delfico. Fu tolta te ; l'altro francescano Giovanni dei
nel giuramento civico l'antica clau- Pili, autore di un riputato com-
sola riservaliva nelle guerre, cioè ntcutario sulla morale; fr. Martiuo
,

MAR MAR S7
Madroni vescovo di Sebaste mino- nello stato d'Urbino, i sanmarinesi
re conventuale; Giovanni della Pen- discacciarono il presidio ed i magi-
na rettore nello studio di Padova; strati dell'invasore. Non tutti però
Calcigni, Belluzzi, Lunaidini ed al- i castelli di nuovo acquisto della
tri sostennero il decoro ed i diritti repubblica le furono fedeli, poiché
della patria in molte ambascerie e Serravalle non espulse i magistrati
negoziazioni importanti. Nel i497 del tiranno, ma poi pentendosene
Alessandro VI con suo breve de- a poco a poco ritornò alla divozio*
putò il governatore di Cesena ret- ne della repubblica. Frattanto que-
tore di Romagna ,
giudice per le sta proseguì nell'impresa vigorosa-
differenze che vertevano per causa mente contra il Borgia , inviando
de' confini tra la comunità di Ver- gente all'esercito de' collegati, e fa-

rucchio e questa di Sanmarino ; cendo quanto si poteva pel bene


cani potestà te cogendi et co mpel- altrui e per la propria conserva-
tendi iitramque partem sub poenis zione. Proseguendo la guerra, morì
iam spìntitalibuSj quam temporali' nell'agosto i5o3 Alessandro VI, e
bus ad parendum judicato : segno la figlio crollò in un
potenza del
indubitato di supremo dominio li- punto. Giulio II divenuto Papa ncl-
beramente esercitato, e non d'indi- r istesso anno, nemico de' lirannetti
pendenza libera, scrive il Fea. Tra- usurpatori delle terre della Chiesa,
dito il duca Guidobaldo da Cesare infuriò per la vendita di Rimina
Borgia, i sanmarincsi lo avvertirono fatta da Pandolfo ai veneti, coi quali
del pericolo che gli sovrastava, on- i sanmarinesi erano in amichevoli
de fu costretto ripararsi negli stali relazioni, benché tale acquisto gli
veneti. Vedendosi la repubblica mi- ispirò gravi timori e dubbiezze.
nacciata d'imminente rovina, trattò Essendo morto Guidobaldo ultima
di darsi alla possente repubblica di duca d'Urbino della famiglia Feltria,.
Venezia per non cadere nelle ti- grande ne fu il lutto ed il dolore
ranniche zanne del duca Valenti- de' sanmarinesi per l'estinzione di
no il senato veneto confortò i san-
: sì amata casa. Gli successe nel du-
uiarinesi con buone speranze, ma cato Francesco Maria della Rovere,
non volle accettare la loro sogge- come figlio di Giovanna Feltria (e
zione; dice Fea, certamente, per-
il nipote di Giulio II), il quale ere-
chè non ignorava il supremo do- dito anche i sentimenti di amici-
minio della santa Sede o per la , zia e protezione per Sanmarino^
sua tenuità. Guidobaldo ritornato Quindi gran Pontefice incomin-
il

ne' suoi stati (ma pel trattato col ciò la contro gì' invasori
guerra
Borgia gli furono soltanto lasciale mentre alcuni scrittori ne lacera-
alcune fortezze), procuiò giovare i rono poi ingiustamente la fama
sanmarinesi col ritenerne la prote- come violento, guerriero e nemico
zione ; ma inutilmente perchè nel di pace ; ma se avessero imparzial-i
i5oi la repubblica soggiacque al- mente ben considerato, come con-
la tirannide dell'ambizioso duca Va- fessa lo stesso Delfico, che Giulio
lentino e de' suoi magistrati. Tut- lì incominciò con una guerra giu-
lavolta neir anno stesso tornò al sta, e che le sue mire furono la
governo legittimo de' suoi capitani, difesa della santa Sede, la disti u-
perchè al primo tumulto eccitato ziofie de'tÌFanni, e il discacciaracuta
8« MAR MAR
degli slranieri dall'Italia, sarebbe- al proprio nipote Giuliano de Me^
ro slati più ragionevoli ne* loro giù* dici. 1 sanmarinesi procurarono a-
HÌ7>ì. Nel i5o9 si sparse voce trat- iiilare Francesco Maria, e gli offri-
tarsi un accordo tra il Papa ed rono oro inutilmente. Incominciala
i veneti , e che questi, già padro- la guerra. Giuliano mori dalle fe-
ni di Vcrrucchio, si sarebbero e- rite riportate, laonde Leone X di-

sicsi , avrebbero occupato il


ed chiarò duca d'Urbino il nipote Lo-
territorio, se tale accordo non si renzo, il quale colle milizie papali
fòsse conchiuso. I sanmarinesi che occupò tutto il Monlefeltro, tranne
a cagione dell' alleanza col nipote s. Leo ; ed i sanmarinesi per non
infeudalo della Sede apostolica , e- perdersi inutilmente, cercata la sua
rano costretti a concorrere alla guer- amicizia l'ottennero, ciò che lodò
ra, esposero le loro agitazioni al il Pontefice, avendogli spedito la re-
l*apa, richiedendolo di aiuto o pro- pubblica per ambasciatore il padre

tezione, e Giidio li scrisse un bre- maestro Giuliano Pasini cittadina


ve in cui gli esortò a confidare nel sanmarinese e celebre oratore. Que-
suo impegno per la protezione della sta buona corrispondenza co«lò ca-
loro libertà, sotto il patrocinio della ra alla repubblica, perchè tutti i

santa romana Chiesa, di che furo- condottieri dell' esercito pontificio


no lietissimi e contenti, per vedere sembravano aver preso Sanmarino
assicurata l' indipendenza dello sta- pel deposito o magazzino generale
to da un sommo Pontefice e da dell'armala, richiedendo ogni gior-
un sovrano che amava stabilire il no vettovaglie e munizioni ; crebbe
dominì'o temporale della Sede apo- l'incomodo dopo la presa di Pesa-
stolica su basi più solide. Per l'alta ro, e quando l'armata passò all'as-
protezione che su Sanmarino erasi sedio di s. Leo che cadde forse per

riservata la santa Sede, nel conce- tradimento, gli esuli trovarono nel-
dere r infeudazione del Montefeltrq la repubblica asilo, a fronte che
ai Feltreschi e Rovereschi, ecco co- ne li voleva esclusi il vincitore, dal
me il Papa si espresse nel breve. quale anzi implorò clemenza. Il Pa-
Jtaque hortamur ul fovO^ et ma- pa alle preghiere de' sanmarinesi
stio animo siiis , considerelìsque ,
solo offri ai ganleesi l' assoluzione
nihil dulcius, atque utilius esse li- dalla scomunica. Intanto Francesco
herlatCy et protectione sanctae ro- Maria ritornò con un esercito col-
manae Ecdesiae^ m qua vos hacte- lettizio per ricuperare lo stato, onde
nus conservavimusy conservaturique la repubblica si trovò combattuta
sumus. Cosi il Fea. Sempre Giulio da contrarie istanze ed affetti per ,

II si mostrò col nipote benevolo cui Lorenzo entrò in sospetto. Cor-


colla repubblica, e quando il se- rotto l'esercito collettizio, France-
condo richiese alla repubblica che sco Maria fu costretto a capitolare
ritenesse i riminesi dimoranti in es- e andare in esilio, riservando solo
sa, essendo ciò contrario all'indi- l'assicurazione de' sudditi, l'artiglie-
pendenza ed onestà, la repubblica rie e la biblioteca. Morto Lorenzo,
fece una dignitosa negativa. Nel Leone X riunì il ducato d'Urbino
i5i3 divenne Papa Leone X, il allo stato della Chiesa , daqdo s.
quale scomunicando il duca d' Ur- Leo e il Montefeltro ai fiorentini.
bino^ gli tolse Ip stato e lo d|ec)e Nel i5:?i, per morte di Leone
,

MAR MAR 89
X, sollo Adriano VI, Francesco del padre verso i sanmarinesi. Nel
Maria rientrò in possesso del du- pontificato di Paolo III, a' 4 gi'^-
cuto, ad eccezione delle terre occu- gno 1542, mentre erasi senza so-
come ricuperò
pate dai fiorentini, spetti di guerra, Fabiano del Mon-
Kimino Pandolfo Malatesta che su- te, nipote del cardinale poi Giulio
Jjjto invitò ad esser-
i saniiiarinesi III, si mosse dal castello di Rimino
gli amici, sebbene durò poco il suo col castellano di quella rocca e con
dominio. Divenuto Papa nel iSiS 5oo fanti e parecchi cavalli levati da
Clemente VII Medici, perturba- i Bologna, per sorprendere la rocca e
menti d'Italia accrescendosi, ben- città di Sanmarino; ma il tentativo
fchè questo piccolo stato non pren- fu sventato, poiché in un istante
desse direttamente alcuna parte ,
furono tutti in arme ,
partendone
pure trovandosi in mezzo a varie adontato l'aggressore. Altri dicono
dominazioni, com'erano il duca di che lo scampo de' sanmarinesi de-
Urbino, i ministri ponliOcii di Ro- vesi attribuire perchè fu scoperto
magna ed i fiorentini di s. Leo il trattato, e pegli aiuti del duca
non potè rimanere del tutto esente d'Urbino; e presso i Bollandisti, ai
dai generali disturbi. La repul)bli- 4 settembre, il fatto si racconta al-
ca si governò egregiamente, del che quanto diversamente per l'oggetto.
ne fu commendata dal Guicciardi- Mostrarono interesse per la salvezza
ni e da Giacomo di lui fratello, il di Sanmarino, oltre il duca di Ur-
primo presidente di Romagna, il bino, Cosimo I duca di Firenze, i

secondo suo vicario. Nel i5ij le ministri dell'imperatore Carlo V,


castella del Montefeltro furono dai ed anco il Papa, restando dubbia la

fiorentini restituite aFrancesco Ma- causa motrice dell'attentato. Inoltre,


ria, che quale collegalo del Papa, racconta il Delfico, che un invialo
seguendo sempre le sue parti i san- dell'ambasciatore imperiale in Pio-
marinesi, dovettero dare sussidii ed ma, si recò a Sanmarino, olTri pri-
aiuto alle fortezze ed alle armi pon- vilegi alla repubblica, che senza far
tificie, continuando nel loro pru- molto di essi ringraziò. In questo
dente contegno alieno da ambizio- tempo Guidobaldo II ristabilì nella
ne. Restò illeso Sanmarino dal bru- repubblica la calma, alterala da
tale esercito imperiale ispanico, che feroci inimicizie cittadine , e parte-
a' 6 maggio prese Roma che or- cipandole gli sponsali con Vittoria
ribilmente saccheggiò, Nel i53i Farnese, i sanmarinesi gli donaro-
fondossi il torrione di Porta della no una gran coppa d'argento do-
ripa, indi a poco fu compiuta la rato, con una leggenda che atte-
rocca del Monte della Cesta^. o stava la loro libertà: Liherlas per-
circondata di opere la torre, la petua reipublicae sancii Marini.
quale si vuole già preesistesse e Per le pretensioni dei ministri e
formasse colle torri del Monte del- tesorieri del Papa in Piomagna, che
la Guaita e del Monte Cucco, volevano estendere sul territorio e
estrema e minor punta Titanica, la cittadini le contribuzioni imposte
caratteristica della repubblica. Mori pei pubblici bisogni, la repubblica
nel i538 Francesco Maria, e gli ricorse a Paolo HI, il quale avendo
successe Guidobaldo II della
il figlio esaminate le ragioni de'sanmaiinesi,
Rovere, ereditando anche l'aifetto dice il Delfico che riconobbe con
, -,

cjo MAR MAR


breve nposlolico rimmcmoral)ilc e innovazioni di cui profittarono i

perpetua libertà della repubblica, e cattivi. Non giovò restringere il con-


l' iiumunità ed esenzione da qua- siglio al numero costituzionale di
lunque imposta propria a' sudditi sessanta, né giovarono altri prov-
della Chiesa, ed ordin^ n tutti gli uno de' quali fu la no-
vedi meiìti,
oflìziali della medesima, che mai mina nel i566 del duca d'Urbino
più ardissero far simili tentativi, con in primo consigliere, ciò che durò
pena di scomunica, esentando inol- ne' successori fino all'estinzione della
tre sanmarìnesi dallaumento del
i famiglia. Guidobaldo II morendo
prezzo del sale. Da altro tentativo nel i574, gli successe il figlio Fran-
nel i549 dovette la repubblica di- cesco Maria 11, dotto assai e reli-
fendersi tramato proditoriamente
, gioso , che si mostrò egualmente
da Leonardo Pio, divenuto signo- propizio ai sanmarinesi, rinnovando
re di Verrucchio, onde sorpren- nel i58o il trattato di confedera-
dere la repubblica a tradimento; zione colla repubblica. In seguito
ma fu sventato colla vigilanza e si venne alla risoluzione di rifor-
pronto aiuto di Guidobaldo II, col mare gli statuti, onde riparare ad
quale i sanmarinesi rinnovarono un manifesto rilassamento nei sen-
confederazione ed amicizia, facendo timenti di patria, si nominarono i
quindi una legge, che non si con- correttori, cui si aggiunsero altri,
siderassero come amici della patria ma inutilmente. La miseria nel i59i
i cittadini ricorrenti al duca senza divenne pubblica per la carestia
la pubblica approvazione, onde te- vendendosi il frumento ventidue
nersi in guardia. Nel i55o il fìi- scudi d'oro la soma : tanta era la
iiioso archi letto militare Giambat- deficienza dello stato, che alle istan-
tista Bell uzzi di Sanmarino, e il ze per la nomina d' un pletore o
capitano Nicolò Pellicano mandato podestà per l'amniinistrazione della
dal duca d'Urbino, [)roposero altre giustizia, a cui protestavansi inabili
fortificazioni alla totale difesa del i capitani, si rispose dal consiglio
luogo, onde si completò la cinta, negativamente per mancanza di
si costruì il bastione porta
della mezzi. L' insensibilità de' cittadini
s. Francesco, e si migliorarono le giunse al segno, che spesso i con-
mura, le quali nella parte dt fronte sigli adunavano inutilmente per
si

hanno cinque torrioni. Nello stesso mancanza del numero stabilito dalia
anno fu eletto Giulio III, e nel legge. Per la tiascuranza poi dei
i555 Paolo IV, a cui ricorse con- correttori eletti alla riforma dello
tro la repubblica uno sconsigliato stato, si dovè dar forza di legge
cittadino, ed il Papa fece citare ca- i ad una privata collezione di leggi
pitani a renderne ragione avanti di antiche patrie fatta da Camillo Bu-
lui^ che non ebbe però spiacevoli nelli. Sotto Sisto V gli ecclesiastici

conseguenze, e il duca d'Uibino ot- di Sanmarino dimoranti nella dio-


tenne grazia pel licorrente. cesi di Montefeltro, furono obbli-
Trovandosi la repubbhca alquan- gati dal clero feretrano a concoi
to degradata pei dispendi solferti lere alla tassa delle galere imposte
e per la tra>curanza delle leggi sopra tutto il clero dello stato ec-
come per gli abusi del potere, quin- da quel Papa, cioè pel
clesiastico
di incominciai ono 'usuirczioni ed maulcnimtuto delle galere d'Ance-
MAR MAB 91
Ha e Civitavecchia. Nel i5»99 coiii- no le creste. 11 Titano si ve-
pari il nuovo glatulo riformato, ma de da lungi per le sue alte cre-
in peggio : fu perciò gran ventura ste, guarnite ciascuna da una tor-
per la repubblica , che nello slato re più o meno fortificata, con una
politico di generale inditferenza, non penna sulla sommità in vece di
ricevè urlo alcuno cbe avrebbe , l)anderuola; ed in tal modo rap-
potuto agevolmente rovesciarla. presentasi lo stemma della repub-
Alle molte famiglie antiche restate blica, colla parola Libertà: le tre
estinte, fiorirono invece la Cionini, alte creste sono le Tette dei tre
la Maggi, la Tosinj, la Maccioni, monti Guaita, Gista o Cesta, e Cuc-
la Biondi oggi Begni. Alla decaden- co. Nella degradazione dello stato
za delle prime si deve forse attri- non volle esso restare indietro nel
buire il raffreddamento de' palrii vano progresso del titolarlo, quin-
sentimenti, i quali non si possono di il consiglio generale si qualificò
acquistare in breve tempo; fu pu- d'illustre e (\' illustrissinio , prenden-
re sventura che molli cittadini, e do ragionevolmente il titolo di prin-
senza dubbio i più colti, si trova- cipe, ed i capitani ,
già magnifici
rono per lo più fuori dello stato ed onorandi^ pur di simili titoli del
in onorevoli impieghi , tali furono consiglio furono onorati, trovandosi
specialmente Francesco e Camillo molte intestazioni de' consigli, Jllu^
Bonclli, già del consiglio, e succes- stri et generali Consilio alniae rei-
sivamente impiegalo ed occupato puhlicae illustris libertatis tcrrofi
decorosamente fuori della patria ;
sanati Marini. Il duca d' Urbino
così Francesco Belluzzi consigliere già avea preso il titolo di altezza.
del duca di Urbino, il cav. Ippo- Nel medesimo secolo XVI s'in-
lito Gombertini magistrato in vari cominciò ad ambire l'onorarla cit-
luoghi, Giidiano Pasini sullodato, tadinanza di questa repubblica : il

amico del Bembo e lavorilo di Cle- governo era solito accordarla ad al-
mente VII, Costantino Bonelli ve- cuni, per merito, o per gratitu-
scovo di Città di Castello, Simone dine, o per rapporti d'amicizia, o
relliccieri pubblico professore di me- a pelizione de* duchi d'Urbino; ma
dicina in Padova, Giuliano Corbelli, sovente ancora accadde, che si de-
Agostino Belluzzi , e finalmente il siderasse questo distintivo per avere
nominato Giambattista Belluzzi, uno un luogo di sicurezza che potesse
de'più bravi architetti di quel secolo essere l' asilo dell' innocenza ed il

nell'architettura militare, in cui in rifugio nell'oppressione, sebbene i»


opere insigni l'impiegò Cosimo I; progresso su ciò in vece vi furono
né fu men degno il figlio Gian An- non pochi e gravi abusi. Conosciutasi
drea per politici e nnlitari tulenti. la itnprovvidenza de' nuovi statuti,
Si potrebbe aggiungere il sommo nel i6o2 si propose iu coniglio di
architettoBramante Lazzari, che il rimpiistarlied il duca Francesco
;

contemporaneo Saba Castiglioni di- Maria prevedendo di morir sen-


11,
ce di Penne di Sanniarino, per- za prole, pensò ad appoggiare la
chè il Titano degli antichi fu pu- protezione de' sanmarinesi da lui
re denominato Penne, vocabolo con tenuta, alla santa Sede, per cui spe-
cui gli antichi chiamarono le som- dì ambasciata alla repubblica , che
mità dei monti che più menlisco- gli mandò deputali per tratlare la
97. MAR MAR
cosa. Pertanto i sanmarinesi invia- ancora, che le loro pretensioni sie-
rono a Roma Malatesta de* Mala- no sempre state patrocinate a dan-
tesli per procuratore loro, a Cle- no della Sede apostolica, prima dai
nicnle Vili, supplicandolo che in conti di Montefcltro stati sempre
mancanza del duca, si degnasse di poco bene alletti alla medesima san-
accettare la repubblica e gli uomi- ta Sede, e poi dai duchi d'Urbino
ni di Sanmarino sotto la protezio- prolettori di Sanmarino, i quali pe-
ne della Chiesa som- romana e de' rò essendo feudatari della santa Se-
mi Pontefici in perpetuo (come a- de, non si verifica la costaijte as-
vevano fatto Pio li, Giulio II e soluta indipendenza della repubbli-
Leone X), offrendo essi di stare e ca. Che i duchi comandassero non
di essere ai romani Pontefici e alla quai semplici protettori i sanmari-
Sede apostolica sempre ed in pcr- nesi, si rileva da alcuni ordini da

j)etuo riverenti sudditi e fedeli, sal- essi emanati dal i546 al 1620, e
va la loro libertà. Laonde, narra il riprodotti da! Fea a p. 100 e seg.,
Fea, Clemente Vili a mezzo d'un osservando che il duca non toglie-
suo chirografo degli 1 1 aprile i6o3, va loro il gius di governarsi e di
diretto al nipote cardinal Pietro far quelle funzioni giurisdizionali
Aldobrandini camerlengo, accettan- che loro competevano per antica
do volontieri il patrocinio di San- consuetudine, ma come suole il so-
marino anco per la Chiesa e pei vrano sopra i vassalli, stabiliva il mo-
suoi successori, ne fu stipulato istro- do e confini della giurisdizione e di
i

inento, che il general consiglio dei quell'esercizio; per cui il Fea conchiu-
24 maggio ratificò e pubblicò. de, dovrà dunque la protezione della
Osserva il Fea a p. yS, che il fon- santa Sede essere da meno di quella
damento nel quale i sanmarinesi dei duchi d'Urbino, considerati qua-
appoggiarono la libertà del loro go- li semplici protettori diSanmarino?
verno, lo deducono dall' istromento Inoltre Clemente Vili concesse con
di prolezione di Clemente Vili, ro- breve ai sanmarinesi la libera estra-

gato in Roma a' 20 aprile i6o3, zione delle grascicj mentre coli' i-

ove si dice che la terra era sem- stromento era stata loro accordata
pre stata in libertà dal 1220 in la facoltà d* acquistar beni stabili
qua ; parole espresse dagli stessi nello stato ecclesiastico, di racco-
sanmarinesi nel proprio mandato di glierne i fruiti, e trasportarli libe-
procura : giurarono però di essere ramente a Sanmarino, e d' istituire
fedeli alla santa Chiesa e sommo ed aprire un banco; il perchè i san-
Pontefice, ed aver sempre ainicos marinesi promisero ancora di difen-
sanctac rornanae Ecclesicie prò a- dere l'onore , stato e diritti della
micisj et inimicos prò ininiicis. Av- sant^ romana Chiesa e Sede apo-
verte inoltre il Fea che il Papa , stolica. Da tuttociò non pare che
permise ai sanmarinesi il libero go- Sanmarino collo stipulato istromen-
verno rispetto al narrato, ma non to conseguisse la sua assoluta indi-
già ildominio, e che gli uomini pendenza e sovranità indipendente,
di Sanmarino non hanno mai tras- siccome si legge nel Fea.
curato le occasioni de' propri van- Per la nascita del principe Federi-
taggi, per costituirsi in dominio li- co, per gioia i sanmarinesi spedirono
bero; e c|ie in fine si può credere al duca d'Urbino un^ porpposa and^
,

MAR MAR 93
Lasceria. Nel 1621 fu nominata una so detto della cinquina. Così la re-
commissione per rivedere e rifor- pubblica restò nel pacifico possesso
mare lo statuto, senza risultato; e per della sua libertà, gelosatnente e qua-
la morte del principe Federico si per prodigio per tanti secoli con-
accaduta nel 1623, padre cadde
il servala, solo momenlanecunente per-
in grave tristezza determinò di
, e turbata dalle pretensioni di un ve-
restituire alla santa, Sede il ducato scovo feretrano, stando a quanto
che teneva in feudo, facendone do- volle scrivere il Delfico. Il Valli
nazione iiiter vii'os, per cui Urba- che terminò la sua relazione nel
no Vili nel 1626 fece prendere 1 633, si compiace che la repubbli-
possesso dello stato, e fti ad istanza ca sia restata sotto la santissima
dello stesso duca spedito un pre- protezione di santa Chiesa e del
lato pel governo, che fu Bcrlinghie- sommo Pontefice romano^ e vi sta-
10 Gessi, ma con patente dello stes- rà perpetuamente j loda Urbano
so duca. Nella cessione dello slato Vili da cui fu arricchita di molte
di Urbino la repubblica ottenne grazie e privilegi; ed avendo in cie-
dallo slesso Pontefice nel 1627 la lo ed in terra persone sante che
rinnovazione delle condizioni del- la proteggono, non potrà mai ca-
l'istromento della protezione e con- der in animo ad alcuno di farle
servazione, stipulata con Clemente nocumento e dispiacere; ma in ri-
Vili; stipulando che la libertà, guardo del sommo Pontefice protei^
giurisdizione, mero e misto impero, tore, la cui potestà, autorità e giu-
e governo proprio della repubblica risdizione cede solo a quella di Dio,
fossero salvi. D'anni ottantadue mo- non sarà alcuno che non le porti
rì nel i63i Francesco Maria II, rispetto,conoscendo massiinamenle
ed Urbano Vili conferì la sua di- meritarlo per l'obbedienza e fedeltà
gnità di prefetto di Roma al pro- sua verso la santa Chiesa ed il
prio pronipote d. Taddeo Barberi- sommo Pontefice romano. Con que-
ni.La repubblica passò effettiva- ste parole il Valli termina la sua

mente colla sua libertà sotto la slorica narrazione di Sanmarino,


protezione della Sede apostolica, più come non tralasciò di rimarcare il

utile senza paragone di quella du- Fea.


cale, ed i Pontefici si compiacquero Osservando la repubblica che sem-
di confermare e riconoscere il suo pre pili in Italia si avanzava la pre-
libero stato, come già avevano fatto giudizievole costumanza delle com-
gl'illustri predecessori Pio II, Giu- mendatizie negli affari pubblici e
lio II, Leone X
e Paolo III, ed di giustizia, le condannò e proibì.
inoltre vollero con nuove grazie Nel 1639 si concesse dispensa del-
comprovare la lealtà de' loro senli- l'età a due eletti capitani, contro
menti, accordando ai cittadini di il loro desiderio ,
per mancanza
Sanmarino il diritto di poter es- probabilmente di persone atte alle

Irarre e ricondurre nel loro terri- cariche; ed infruttuosi


vani poi
torio, senza dazio alcuno, le entra- furono i provvedimenti per costrin-
te provenienti dai propri beni nello gere i consiglieri ad intervenire ai
slato della Chiesa, anco per gli ac- consigli, i quali nel i652 si ri-

quisti che avessero potuto fare in dussero dal numero di sessanta a


avvenire, esentandoli altresì dal pe- quello di quarantacinque consigi ie-
94 RiAK M/Vll
ri. Indi si volle provvedere all'am- mico di Gabriele Naudeo e segreta-
uiinistrazione della gìiislì/ia collo rio della repubblica e letterato, fu
staMiire un podestà, sempre fore- pure autore di alcuni consigli scritti
stiere, ma allora si Irascurò In pub- con semplicità.
blica istruzione, tanto necessaria al Indeboliti i principii costituzio-
ben vivere civile^ massime ad una nali, nella degradazione de' senti-
piccola repubblica democratica, ciò menti, ne soiTrì ancora la ricchez-
che produsse il degradamento del za pubblica e la popolazione. Le
paese. Innocenzo accordò che X guerre che devnslarono 1'
Italia
gli uomini e cittadini di Sanuia* dal principio fin quasi alla me-
rino, possidenti nello stato ponti- tà del secolo XVIII, incomincian-
ficio, debbano essere considerati do da quelle per la successio-
come cittadini del luogo ove ri- ne alla monarchia spagnuola, la-
siedono, e che posseder potessero, sciarono immune la repubblica, che
nel pagamento delle collette; piti, per altro andò soggetta ad in-
esentò i sanmarinesi dal pagamento terne alterazioni, essendone stata
delle cinquine. Invalso nella repub- la più potente cagione la riduzione
blica il pericoloso abuso di accettare del consiglio , che dal numero di
ulla cieca e senza distinzione gli sessanta fu ristretto a quaranta
esuli e delinquenti in gran numero, consiglieri. Se i sommi Pontefici
nel 1654 per correggerlo si fece dopo che il feudo d' Urbino nel
un rigoroso bando per discacciare 1624 si devolvette alla santa Se-
lutti i ricovrati, e moderare l'ospi- de, cessando la protettoria di San-
talità per l'avvenire ed salvacon- i marino di que' duchi , e suben-
dotti, giacché la morale ne avea trando quella della Sede apostolica,
inteso grave pregiudizio. Anche in non credettero di esercitare alme-
Sanmarino s'introdusse la distinzio- no lo stesso identico diritto di
ne, però di nome, tra le famiglie protezione de* duchi d'Urbino, non
nobili e le altre, venendo ampol- ne hanno però perdalo il diritto,
losamente qualiOcati i capitani : né hanno dubitato di poterlo eser-
Regnandbus in illustrissima Rei- citare e praticare, come al tempo
pub lica illustrissinìis D. D. ca- di Clemente XI nel 1701, per bi-
pilaneis Claudio Bellutio, et Pau- sogno accantonamenti di truppe
di
lo Antonio Honofrio nobilibus san- straniere, per la battitura delle
marinensibus. Furono ancora nu- marine, e somiglianti bisogni; che
merose famiglie forestiere, princi- anzi nel 1 7 8 a' 4 aprile, in ca-
1

palmente dello stato pontifìcio , mera apostolica avanti monsignor


aggregate nel secolo XVII tra le Colonna giudice deputato, fu deter-
famiglie nobili di Sanmarino. Nel- minato, che dagli ecclesiastici tutti
la scarsezza de' mezzi d' istruzione di Sanmarino si pagasse la stessa
pure si distinsero in detto secolo, tassa delle galere, che non si pa-
monsignor Valeiio Maccioni vescovo gava se non dagli ecclesiastici del-
di Marocco e vicario apostolico nel- lo stato pontifìcio. Ta»Uo sostie-
la Sassonia inferiore; monsignor A- ne e riferisce il Fea. Un grave
iessandro Belluzzi; Matteo Valli che pericolo che minacciò i' esistenza
pel primo pubblicò la relazio- della repubblica, e che andiamo a
ne islorico-pohtica di sua patria: a- narrare, ravvivò gli animi, che ri*
MA II MAR 95
scossi dal lungo errore e profonde» della repubblica ,
per portarsi con
letargo, posero ogni potere per ri- buon numero di gente armata
stabilirsi nell'antico slato e nei pri- nel territorio, e senza attendere
mieri sentimenti : per isterica im- quanto gli era stato insinuato, en-
parzialità riporteremo il diverso mo- trò a forza in Sanmarino ni/^. ot-
do come l'avvenimento fu narrato. tobre, vi pose il governatore, e
11 cardinal Giulio Alberoni piacen- prescrisse diverse leggi, malgrado
tino fu da Clemente XII spedito che molti ricusarono prestare il

in Romagna per legato apostolico. richiesto giuramento di sudditanza


Alcuni sanmarinesi rei di prigione, alla Sede apostolica. I sanmarinesi
ed altri malcontenti del governa- ricorsero a Clemente XII, mani-
mento e degli arbitrii de'capi del- festandogli le violenze usate dal
la repubblica, ricorsero alla prote- cardinale, ed il Papa alieno dalle
zione del cardinal Alberoni, invo- usurpazioni, riprovò pubblicamen-
cando altresì sul loro paese il pa- te la condotta del legato e dis-
terno governo delia santa Sede. approvò il giuramento esatto. Sicco-
Il cardinale domandò al governo me poi alcuni del popolo erano con-
democratico la remissione di tali tenti restare sotto il dominio della
rei come patentati del santuario di Chiesa, quindi Clemente XII mandò
Loreto, che allora concedeva pa- a Sanmarino il governatore di Ma-
tenti immunitarie , esonerando i cerata Enrico Enriquez poi cardi-
patentati dalie giurisdizioni altrui. nale, prelato di somma prudenza
Non riconoscendo la repubblica sif- ed integrità incaricandolo
, qual
fatti privilegi, dichiarò al cardina- commissario apostolico e delegato,
le opporsi alle leggi la sua richie- di ricevere i voti liberi e spontanei
sta, il quale scrisse a Roma pro- dei sanmarinesi, con facoltà di
ponendo che gli fosse accordato il annullare gli atti precedenti , se
diritto di rappresaglia. Il Novaes, contrari alle rette intenzioni del
nella vita di Clemente XII, narra Pontefice. Conosciutasi dal prelato
che più volte alcuni sanmarinesi la libera volontà del consiglio, del
erano ricorsi al Papa per assogget- cleio e dei capi della repubblica,
tarsi al suo dominio, che sulle nella maggior parte costanti nel-
prime non rispondendo , quando l'antica libertà, questa interamente
lo supplicarono a mezzo del cardi- restituì confermando i privi-
loro,
nale, fece a questi rispondere che legi concessi Papi, ed in ispe-
dai
si portasse ai confini della repub- eie di Martino V, di Eugenio IV,
blica, ed ivi prudentemente atten- di Pioli (che avea confermalo il
desse quelli che volontariamente possesso di Serra valle, di Faetano
venissero a ratificare le loro sup- ed altri luoghi salvo il supremo,

pliche, e se la migliore e maggior dominio della santa Sede), di Leo-


parte della popolazione fosse real- ne X e di Clemente Vili. Il
mente bramosa di sottomettersi al tutto confermò Clemente XII, re-
dominio pontificio allora si avan- , stituendo alla repubblica la sua
zasse a prendere possesso del ter- piena libertà con sua gloria, non
ritorio, altrimenti ritornasse subito però del cardinal Alberoni, il qua-
a Ravenna. Tanto bastò al cardi- le pubblicò a sua difesa un mani-

nale , impaziente d' impadronirsi feslOj di cui restò assai disgustato


96 MAR MAR
il Ponlcfice , anche per aver at- santo patrono, il cardinale convoca)
taccato i suoi ministri, e divulgate i cittadini perche giurassero sog-
le lettere scrittegli dal cardinal gezione. Si ricusarono il capitano
Firrao segretario di stalo. Fin qui Giangi, Giuseppe Onofri, Girolamo
il Novaes. Gozi, onde il cardinale proruppe
Però lo storico di Sanmarìno in iraconde espressioni, che poi
riferisce che il cardinal Alberoni, sfogò con ordinare carcerazioni e
senza attendere riscontri da Roma saccheggi, e gli altri per evitarti
suir invocata rappresaglia, arrestò scandali e disturbi sagrificarono
alcuni innocenti gentiluomini san- alle circostanze, prestando giura-
marinesi che per affari trovavansi mento di fedeltà ed obbedienza
in Romagna, impedì le tratte e i alla Sede apostolica condizionata-
passi alle vettovaglie, e fece circon- mente. Ricorsi i sanmarinesi a Ro-
dare conOni del territorio dai
i ma, il Papa e i cardinali restaro-
suoi armati; che quindi rappresen- no sorpresi e meravigliati dalla
tò al vecchio Pontefice che a be- narrazione delle prepotenze del le-

ne della Chiesa e dello stato conve- gato, e dopo le relazioni del pre-
niva riunire la repubblica, che di- lato Enriquez, Clemente XII ripa-
pinse co'piìineri colori, alla papa- rando air ingiustizia le disapprovò^
le dominazione, per ridurla alle e restituì alla repubblica le sue
vie della salute e della quiete, an- antiche forme di governo, dopo
co per le future contingenze se un interiegno di circa tre mesi e
un principe ne fosse
straniero se mezzo ; e nel giorno 5 febbraio
impadronito, e per terminare fra i 1740, sacro alla vergine s. Agataj
cittadini le continue dissensioni ed fu la repubblica integralmente ri-

inimicizie; che il cardinale con false costituita, colla pura gioia e


più
carte rappresentò al Papa e al liete feste de* sanmarinesi , che le
sacro collegio una spontanea de- rinnovano tuttora nell'anniversario
dizione del popolo, cose tutte che di tal giorno. Benedetto XIV a-
indussero il cardinal segretario di vendo fatto legato di Bologna il
stato a persuadere Clemente XII cardinal Alberoni ,
questi allora
a convenirvi con bolla però circo- pubblicò un Manifesto islorico-
scritta da cautelate condizioni, dal critico- apologetico della conquista
porporato non curate, eccedendone del Titano, ma venne vittoriosa-
i limiti, invece di verificar prima mente confutato per decoro della
il volere de' cittadini. Accompa- santa Sede e di Clemente XII,
gnato il cardinale da milizie , con dal nipote di questi cardinal Neri
alcuni traditori della patria, entrò Maria Corsini, con una Memoria
nel territorio; e dopo pochi applau- corredata d'irrefragabili documenti,
si che fece Serravalle al Papa en- , secondo il Delfico. Finalmente san- i

trò ancora in Sanmarino, occupò marinesi vollero manifestare esterni


le porte della città per mezzo dei sensi di gratitudine alla memoria di
contadini d' un castello sedotti ,
Clemente XII, con un marmoreo
con sorpresa de* cittadini ,
parte busto ed iscrizione che fu decre-
de'quali si allontanarono, che ben tala ed eseguita, mentre il commis-
presto ne conobbero le intenzioni- sario Enriquez { ciò che tace '\\

Nella maggior chietra dedicata al Delfico, anzi confonde col busta


MAR MAR 97
che non nomina) assicurò il cardi- di trecento uomini che Io accompa-
Dal Firrao che la statua di Cle- gnarono al borgo di Sanmarino,
iDenle XI 1 eretta nel palazzo pub- donde dopo rogiti passò a San-
i

blico dal cardinal Aiberoni, ivi re- marino stesso inerme, senza solda-
sterà in perpetuo, giusta il suo ti e sbirraglia, perchè la dedizione

decreto, e l'obbligazione giurata fatta fosse volontaria compiacendosi di


,

da'consiglieri, poscia solo si cambiò poter disfare un nido che poteva


r iscrizione, come notò il Fea. Se col tempo essere fatale allo slato
per tale avvenimento la repubblica ecclesiastico. La lettera del legato,
risorse in certo modo dall'oblio, di Sanmarino 2 i ottobre, al segre-
profittò anche della sventura, ri- tario di stato, notificandogli esser-
stabilendo i pubblici sentimenti sul si a lui presentati i capi più rag-
vero amore della patria. Il gene- guardevoli e più accreditali del
ral consiglio fu rimesso nella sua luogo, per riformar gli statuti sì pel
integrità, restituito il decoro ai civile, che pel criminale ed econo-
pubblici funzionari, e riprese le mico. La copia di lettera scritta
abitudini repubblicane ed il rispet- a' 28 ottobre 1789 dal gonfalo-
to alle leggi; le private gare ces- niere e conservatori della città di
sarono, e rinacque la stima e l'o- Sanmarino al cardinal Aiberoni
pinione favorevole per la repubbli- legato di Romagna e delegato apo-
ca, laonde diverse illustri famiglie stolico, in cui si dice che aduna-
d'Italia desiderarono di essere a- tisi per la prima volta dopo l'ob-
scritte alla sua nobile cittadinanza, bedienza prestata alla santa Sede,
la quale fu con piacere accordata, e dopo aver ricevuto e posto al
tutto osservando il Deifico nella possesso di governatore il dottor
sua nanativa. Fogli, dal cardinale a ciò desti-
Maquanto all' occupazione di nato, era obbligo loro e di tutto
Sanmarino eseguita dal cardinal Ai- ilpopolo rassegnarsi umilissimi sud-
beroni, questi il Fea difende prin- ditidi sua Beatitudine, e implo-
cipalmente col sommario a p. 122 rare la conferma de' privilegi, ri-
e seg. in cui ne riporta i docu-
, servandosi far simile atto diretta-
menti, e pel primo il breve Inter mente con sua Santità, facendo al
prnecipitas, di Clemente XII al cardinale ringraziamenti ed osse-
cardinale; la copia della lettera qui per carità e moderazione
la
del cardinal Firrao segretario di usata. breve Cum diu vìultiim-
Il

slato al cardinal Aiberoni legato que , de' 21 dicembre 1739, dì


di Romagna, in cui gli dice con- Clemente XIT, col quale destinò
venire di aver la terra di Sanma- monsignor Enriquez visitatore e
rino con maneggio non per via di delegato apostolico nella terra di
forza, riportando soscrizioni da quel- Sanmarino e suoi annessi, per prov-
li che desiderano darsi alla santa vedere ai bisogni di que' popoli,
Sede, promettendo esenzioni e pri- e successivamente restituirli al-
vilegi ; la copia di lettera del le- la primiera libertà . In questa
gato al segretario di stato de' 17 breve, come in quello diretto al
ottobre 1739 da Sanmarino, in cardinal Aiberoni, si vede come
cui narra le acclamazioni ricevute iPapi non hanno mai dubitato del
a Serravalle dal parroco, e da più supremo dominio della santa Sede
VOL. XLIII. 7
98 MAR Ai APx
sopra Sanraarino, in vigore del qua- calo i decreti ligunrdanli vari
le egli agì in quella occasione con provvedimenti, restituendo quindi
plenipotenza, ne i sanmarinosi op- il pubblico nella primiera libertà
posero rilievi alla loro imlipoii- per le facoltà conferitegli dal bre-
denza, anzi implorarono e gratìi- ve apostolico , onde il consiglio
rono r aiuto pontificio; laonde fu volle che il prelato gli proponesse
allora, come riflelle il Fea, fìssalo il commissario o sia giudice ordi-
uno stato inalterabile, coll'obbligo nario, ed il cancelliere, dopo che
di ricorrere alla santa Sede in o- si recò coi sanmariuesi nella chie-
gni occorrenza, quindi incoerente sa maggiore a rendere grazie a
l'asserto che non conoscono il Pa- Dio, con voci dì riconoscenza ver-
pa se non che per una potenza so Clemente XIL La lettera del
estera, la quale non ha alcun di- prelato al magistrato di Sanmari-
ritto su di loro. Gli altri docu- no, pei ringraziamenti che aveagli
menti sono. L'istruzione di quanto fatto nella reintegrazione della re-
doveva fare il prelato Enriquez pubblica , de' 17 febbraio I740'
nella commissione alìfìdatngli, e la Lettera del medesimo al cardinal
lettera del segretario di stato ai Firrao, in cui afferma che il suo
capitani di Sanmarino, accompagna- decreto di reintegrazione è relativo
toria del prelato per ristabilir la al pontificio breve, dove per ben
pace e la quiete. La lettera del tre volte si enuncia l'alto dominio
cardinal Firrao a tale prelato, e o sia sovranità della santa Sede
quella di questi responsiva de'20 su Sanmarino, del qual breve, co-
gennaio 1740; con altre del me- me di tutti gli atti fatti, erano re-
desimo porporato allo stesso En- slate copie autentiche nel pubblico
riquez per conoscere se vere le archivio sanmarinese ; e che di
decantate angarie ed oppressioni più, tutti i consiglieri eratisi obbli-
del popolo, prima che \i giunges- gati con giuramento di ricoirere
se il cardinal Alberoni ,
perchè privativamente alla santa vSede in
prima di partire il nuovo
istallasse tutti bisogni SI interni che ester-
i

governo di Sanmarino, e ripristi- ni del pubblico per aiuto e fa- ,

nasse in libertà l'antico governo. vore, e di mandare per l'archivio


La lettera de' capitani della re- vaticano tutte le copie in auten-
pubblica di Sanmarino, in data 6 tica forma relative alla sovranità
febbraio ì'J^o, di ringraziamento pontificia , estratte dagli archi-
per aver cooperato alla ricupera vi Sanmarino, di Verrucchio e
di
della primiera libertà. La lettera della Penna. Il decreto de' 9 feb-
del commissario Enriquez al car- braio 1740 del prelato visitatore
dinal Firrao, in cui significa aver e delegato apostolico, reintegrante
ricevuto dal consiglio de' sessanta i sanmariuesi al primiero slato, di
i giuramenti e promesse in iscrit- |il)ertà. L'alio solenne col quale
to di tutti i consiglieri sopra il la comunità Sanmarino nel di

rispetto dovuto olla santa Sede, a 1464 ^> obbligò di non distrug-
cui prwativamente dovranno ri- gere Serravalle. Il diploma del
correre per aiuto e favore in tulli duca Valentino da cui si racco- ,

i bisogni sì interni che esterni di glie che Sanmarino e Serravalle


questo pubblico; e di aver pubbli- erano a lui soggetti come fendala-
MAR MAR ^^ 9*9

rli lidia Cliiesa. L'annotazione eli alla di lui indipendenza, cwn' egli
un erudito apologista , in cui si si esprime; ed aggiunge, cti' essa
dice duca Valentino nel
che il non nasce tanto dall'eccellenza del
i5o2 occupò Sanniarino come mém- governo con cui si regge, quanto
l)io del Monte Feltro , e parte dalla povertà e freddezza del pae-
dello stato dtl duca Guidobaldo. se. Aggiunge che sull'altare mag-
]1 breve Jiilìnniiim ordinis del giore della chiesa principale vedo-
)5i7, di Leone X, col quale prese vasi la statua di s.Marino tenen-
sotto la sua protezione gli uomini di te in mano una montagna coro-
Sanmarino. Documento sulla pro- nata da tre castella, che sono ap-
lezione clie prese su Sanmarino punto r arma della repubblica.
Guidobaldo 11 nel i549- Concbiu- Passa a narrare la storia del car-
de il Fca il suo sommario con di- dinale Alberoni , seguendo quelli
chiara re, cbe la commissione accor- che fecero comparire odiosa la sua
data al cardinal Alberoni di rice- spedizione, e più la di lui condot-
vere la libera dedizione dei san- ta, parlando pure della risposta
marinesi per la santa Sede, era dei sanmarinesi al ragguaglio stam-
giusta e insieme piudente , nella pato in Ravenna dal cardinale.
supposizione in cui fu data ; quin- Nel 1786 il cardinale Valenti le-
di riporta la bolla di Martino V, gato di Romagna assunse la pro-
Sìncerae dcvotionìs affectus^ colla tezione di un tal avv. Diasi com-
quale accordò il giudice per le missario della repubblica, accusato
seconde istanze e la bolla di Pio ; di gravi mancamenti al suo impiego,
11, Evidentia verae pdelilaiis, del e che per isfuggire il giudizio della
i4f>3, per l'investitura di Serra- repubblica t rasi appellato a Roma,
valle e degli altri castelli, data al- adducendo il suo privilegio chieri-
la terra di Sanmarino. cale, o meglio' si vollero tutelare
11 Salmon che pubblicò la sua o- i diritti dell'immunità ecclesiastica.
pera nel i 757, narra che a quell'epo- L'urto crebbe a segiìo, che in Ro-
ca la città di Sanmarino da un lato magna fu bandita ogui estrazione
era cinta di mura, dall'altro difesa di generi ed ogni comunicazione con
da un orribile precipizio, sopra il Sanmarino, che in certo modo fu
quale erano tre castelli o fortezze bloccato sei mesi; ma Pio VI, co-
in poca distanza fra loro; che nosciute le ragioni de'sanmarinesi,
conteneva nel isuo circuito cinque richiamò il legato, fece riaprire le
cbiese, e quattro conventi o mo- comunicazioni, e lasciò in libertà
nasteri; che nel borgo a pie del i sindacatori di sentenziare.
monte ogni settimana tenevasi mer- La fine del secolo XVIII, tanfo
cato, e quattro fiere ogni anno, e fatale ai rapporti dell' Ita-
politici
nella maggioive di s. Bartolomeo lia, cangiò anche in parte, ma tran-

tutti i cittadini vedevano in ar-


si quillamente, i rapporti geogralìco-
mi; che il popolo onesto e dabbe- politici della repubblica. Dal tro-
ne, vivendo in mezzo agli slati della varsi intieramente contenuta nello
Chiesa, viveva altresì sotto la pro- slato della Chiesa , si vide quasi
tezione pontificia, e quasi diremo intieramente collocata in mezzo ad
in potere del Papa, che volendo una nuova repubblica, e successiva-
potrebbe con poca fatica dar fine mente aver da un fianco l'aulico vi-
.

loo , MAR MAR


cÌDo^t^ «l^iraltio moderno. Il con-
il conquistatore, rispettò la sua pace e
taggjfgvoluìjionàrio si fece pur sen- libertà, e Cicerone sospirò invano
tiivp^ l^g'ermenle in qualche rao- sul nome di Pindinisso per farne
mento, ma l'ordine fu presto rista- un titolo al suo trionfo. Dall'anzi-
bilito. Mentre il generale Napoleo- detta epoca tutto fu tranquillo in
ne Bonaparte nel 1797 continuava Sanmarino, ed a quella della re-
ad invadere V Italia colle armate pubblica italiana, la nuova repub-
francesi repubblicane, dal quartieie blica e il supremo rettore della
generale di Modena mandò il ce- medesima Napoleone, confermarono
lebre scienziato Monge a visitare in con solenne trattato un sistema di
nome suo e della repubblica fran- amicizia e di beneficenza , essendo
cese i sanmarinesi, e proferir loro compresa nel dipartimento del Ru-
amicizia e fratellanza. Monge arri- bicone. Il trattato di fratellanza
vò a Sanmarino a' 12 febbraio, e creata da Napoleone colla repub-
fece un discorso degno di lui, della blica nel 1802, con bollettino delle
nazione, e di chi lo mandava. Le leggi della repubblica italiana num.
generose offerte dell' estensione del i5, presso il eh. Coppi anno 1802,
territorio, della piccola artiglieria e num. 34, si può leggere. In que-
delle derrate, furono accettate o ri- stotempo benemerito dell^
fiori

fiutate con ragionevoli distinzioni. patria, e ben accetto a Napoleone,


Hicusato l'aumento del territorio , Antonio Onofri. Neil' impero e ,

temendo che in alcun cangiamento nel ritorno di Pio VII sul tro-
potesse restare in pericolo la pa- no pontificale, la repubblica nul-
tria, i sanmarinesi accettarono Tof^ la ebbe a soffrire, contenta della
ferta delle armi, non mai però ef- sua mediocrità e della pontifìcia pa-
fettuata, le sussistenze e i favori terna protezione, riconoscendo quel
relativi alla finanza. Nelle sue guer- Papa la sua indipendenza nel rior-
re d' Italia Napoleone ebbe il per- dinamento delle pubbliche cose. Il
messo di far transitare le sue trup- cav. d'Artaud nella Storia del Pon-
pe nel territorio sanmarinese. La tefice Leone XII^ t. I, p. 197 e seg.
libertà e indipendenza salvata sulla narra come per alcune dissensioni
vetta del Titano, vi ricevè gli omaggi particolari, alcuni bramarono che
della nazione che faceva allora tre- il territorio della repubblica si u-
pidare l'Europa : Alessandro il Mace- nisse allo stato pontifìcio, mentre il

done rispettò nelle sue conquiste la numero maggiore voleva conserva-


libertà di Pindinisso; il nuovo Ales- re r indipendenza come ; alcuni di-
sandro (cosi lo storico di Sanmari- plomatici vi presero parte, della il-

no qualifica Napoleone) rispettò il luminata moderazione di Leone XII,


Titano, e gli stese la sua destra che difende in un al cardinal se-
benefica. Pindinisso; piccola città o gretario di stato della Somaglia
castello degli eleulero-cilicii , col- piacentino e figlioccio del cardinal
locato su d'un altissimo monte, mu- Alberoni narrando inoltre , che
,

nitissimo ed inespugnabile, benché nel 1824 il marchese Antonio


posto fra bellicose nazioni ed am- Onofri deputato del governo , fu
biziosi principi, restò sempre libe- dal santo Padre ammesso ad osse
ro e mai da alcuno soggiogalo quiarlo per congratularsi dell'assun-
Alessandro passandogli appresso da zione al pontificato (il busto di
,

MAR MAR loi


tal diplomatico concittadino è nel no. Vi si tengono anche 1 pub-
palazzo del governo); dice in fi- blici consigli, vi si presta il giura-
ne die nella guerra dell' ultima mento civico dai magistrati , e si
rivoluzione di Napoli il conte Fri- riguarda come il palladio della san-
iTiont generalissimo dell'esercito au- marinese libertà. A' 3 di settembre
striaco^ chiese ed ottenne il per- vi si celebra pomposamente la fe-
messo dalla repubblica di passar sta del santo titolare, che può dirsi
coll'esercito nel suo territorio , ed nazionale, poiché vi risuonano gl'in-
una parte della popolazione discese ni spiranti amor di patria , e de-
dal monte per vedere il difìlamen- voti alla celestiale protezione. Nel-
lo dell'esercito, che a venti soldati la Fisita triennale, che il p. Ci-
della repubblica rese gli onori mi- valli fece ne' conventi de' minori
litari. Pio VIIJ, Gregorio XVI, e conventuali nel declinar del secolo
il regnante Pio IX riconobbero la XVI, e pubblicata dal Colucci, An-
repubblica sanmarinese ; e questa tichità Picene t. XXV, 2o3, dice
p.
nelle politiche vicende del i83i e di aver veduto il sepolcro ed il letto
nelle successive si contenne saggia- del santo, di pietra viva, avente vici-
mente. no una gran tomba o arca pure di
La città di Sanmarino, un tem- pietra viva, nella quale giacevano i
po detta la Penna di s. Marino, signori che avevano donato l'altissi-
capitale della repubblica, è posta mo Monte Titano a s. Marino; e
orizzontalmente nel versante monte che la chiesa era allora coperta di
del Titano, cinta di mura , leg- coppi fatti di pietra per mano del
gendosi molto Libertas nelle sue
il santo, cosa bella a vedersi. Indi sog-
porte. Nel tempio maggiore anti- giunge che i minori conventuali
chissimo, ed a più vaga e maesto- vi ebbero un convento, la cui chie-

sa forma modernamente ridotto sa fu consecrata nei i254; nel


dall'architetto Antonio Serra bolo- convento vi fiorirono il b. Dome-
gnese, si venera qual promulgtore nico, il b. Pietro da Monte del-
del vangelo e fondatore della libertà l'Olmo, ed il b. Graziano, i corpi
s. Marino. Questo tempio è insigni- de' quali è opinione che sieno stati
to del titolo di collegiata,ed è uffi- nella chiesa di s. Marino.
trasferiti
ciato dai canonici, essendovi la di- Del secondo convento e chiesa esi-
gnità dell'arciprete. Vi sono sette stenti al tempo della sua visita
altari, nel maggiore ammirandosi l'erezione prima risaliva al
della
nell'ara massima la statua di san i36i. Nell'altare maggiore era vi
Marino in marmo del valente Ada- un quadro dipinto da Girolamo da
mo Tadolini (che scolpì pure il Corognola, vicino ad esso il sepol-
monumento del diplomatico Onofri cro di un signore di Carpegna e ,

colla figura della repubblica che presso la sacrestia quello del san-
piange s\ egregio concittadino), il marinese Madronio vescovo di Se-
quale dopo il i834 l'esegui secon- baste sunnominato. Illustrò questo
do il disegno datogli. L'interno convento l'altro minor conventuale
della chiesa è ornato assai , con pur rammentato vescovo Bertoldi.
eccellente organo , distinguendosi 11 palazzo del governo edificato
ira' quadri la Madonna di Loreto nei primi del secolo XIV adorna.
del Guercino, ed un s. Sebastia- la piazza principale, ed altre con-
,,

102 MAR MAR


venienti fabbriche si ravvisano Fra ultimi stamponi di questo artico-
le private abitazioni. In ([uella del lo, sono veniito a conoscere, senza

celebre insigne archeologo cav. Bar- poterne profittare, una terza edi-
tolomeo Borghesi di Savignano ,
zione del Delfico, fatta in Firen/.e
solo per elezione e cittadinanza nel 1843 con aggiunte; più il Qua-
sanmarinese, si ammira il suo mu- dro storicO'Slalisiico della serenis'
seo numismatico ricco di circa qua- sinict repidìblica di Sdiimarino^ del
rantamila medaglie, molte delle capitano della mtdesiaia, il eh. cav.
quali rarissime. La istruzione pub- Oreste Biizzi aretino; opera eru-
blica risplendeva a' nostri giorni dita ed impollante, pubblicata nel
nel collegio ove si col-
Belluzzi, 184*^ in Firenze. Inoltre questo
tivavano i buoni studi con ec- riputato scrittore, nell' applaudito
cellenti professori; ma da qualche Giornale militare italiano^ di cui
tempo il collegio è chiuso. Vi è è direttore il eh. cav. F. Glierardi
una casa religiosa di francescani Dragomanni, ci ha dato un bel-
e vicino alle mura della città un l'articolo sulle fortificazioni di San-
convento di cappuccini, che si me- mariiio, con la veduta e pianta
ritarono sempre, per la loro edifi- delle medesime, coi n. 4^ e 52.
cante pietà, il rispetto e la venera- MARIO o MAIO (s.), abbate.
zione di tutta la repubblica. Egual- Nato in Orleans , lasciò il mon-
mente rispettabile per cristiane vir- do per abbracciare la vita mona-
tù si reputa il monastero delle stica, e fu eletto abbate della Val-

monache di s. Chiara, situato entro Benois, nella diocesi di Sisteron,


il paese, ove di continuo accorro- sotto il regno Gondebaldo re
di

no molte pie donzelle delle più di- di Borgogna, che morì nel 5o9.
stinte famiglie di Romagna per far- Egli avea una gran divozione a s.

"vi religiosa professione. Al disopra Dionigi di Martino


Parigi e a s.

della città vedesi sull'alto della ru- di Tours, laonde imprese un pere-
pe la rocca della Guaita , e nella grinaggio al loro sepolcro. Ogni
pendice occidentale fu costruito quaresima procurava d' imitare il
dopo l'aumento della popolazione, digiuno del passando
Salvatore ,

il così detto Mercatale o Borgo. quel tempo fondo d' una fo-
nel
Ivi si tengono quattro fiere annua- resta. Morì nel S^5. Essi^ndo sta-
li, essendo le principali, quella del ta dipoi rovinata dai barbari la

giorno di san Bartolomeo, e quel- badia della Val-Benois, si trasferì


la per la festa della Natività di il suo coipo a B^orcalquier, ove fij

Maria Vergine : avvi inoltre in fabbricata una chiesa in suo onore,


ogni mercoledì cospicuo mercato. la quale è collegiata, e prende il

Il piccolo territorio è fertile, ma nome di cattedrale di Sisleron. Ivi

soprattutto sono stimati i vini cru- si celebra anche oggidì la festa

di, che nell'estate ottimamente si della sua traslazione il 27 gen-


conservano nelle grotte. Nell'urba- naio.
no recinto e nel borgo gli abitanti MARIO MERCATORE. Origi-
superano i quattromila, compresi nario d' Africa, che tenne un ran-
nel novero di quelli di tutto il ter- go assai distinto fra i difensori dti
l'itorio di sopra riportato. misteri della grazia e dell' incarna-
Menti e mi giunsero da Venezia, gli ziouCj nel secolo V. Nel 4 7 ' cir-.
MAR MAR io3
ca era in Roma o nelle vicinanze, fu dato a Mercatore dimostra che
tjiiando Giuliano e gli altri capi era laico.
dei pelagiani disputavano contro MARIS (s.), martire. Era un si-

]<i grazia di Gesù Cristo ; egli ne gnoie persiano, il quale dopo avere
prese la difesa, e compose un'ope- abbracciato la fede di Gesù Cristo
ra che mandò a s. Agostino pie- con Marta sua moglie e i due suoi
gandolo di esaminarla come fece , figli Audi face ed Abaco, dispen-
d'una seconda, e si dubita che sie- sò i suoi beni ai poveri dietro l'e-

iio giunte sino a noi: forse una è sempio dei primi cristiani di Ge-
VHypognósticon, stampalo nelT ap- rusalemme. Recatosi a Roma colla
pendice del t. X di s. Agostino. sua famiglia per visitare tombe
le

Questo padre dice che Mercatore degli apostoli circa l'anno 270,
\i combatteva i pelagiani con molti mentre Aureliano perseguitava i

passi della Scrittura. Una terza ope- cristiani, si prendevano cura di rac-
ja furono piccole note sulle opere cogliere le ceneri dei martiri, e le
di Giuliano. Essendo nel ^i i a Co- seppellivano con divozione. Avver-
stantinopoli, compose una memoria tito di ciò il governatore Marcia-
in greco, che poi tradusse in latino, no, li fece pigliare e licondannò
contro Celestio, eia presentò all'impe- lutti e quattro alla morte, dòpo
ratore Teodosio li. Dopo la morie di aver messo a prova la loro costan-
s. Agostino intraprese a confutare za con diversi supplizi. A Maris ed
i due libri che Giuliano avea scritto a' suoi figli fu troncata la testa, e

contro quel santo dottore, e tradusse Marta fu annegala. I loro corpi


un simbolo, che viene attribuito a furono sepolti qualche miglio lon-
Teodoro di Mopsuesto maestro di tano da Roma, e quivi poi venne-
Giuliano, già condannato dal con- ro portati sotto il pontificato di
cilio di Efeso; tradusse altresì al- Pasquale I, e deposti nella chiesa
cune omelie di Nestorio, ed alcune di s. Adriano, in cui si scopersero
lettere a lui scritte; la VI sessione nel iSgo. I loro nomi sono cele-
del concilio efesino, e molte cose bri nei martirologi dei latini e nel
di s. Cirillo, ed altre di altri. Mer- sugramentario di s. Gregorio I, e se

catore dimostrò in tutte le occa- ne celebra la memoria a' ig di


sioni un gran zelo per la purezza gennaio.
della dottrina della Chiesa, senza te- MARI STI. Congregazione di sa*,

mere i cattivi Irallamenti de' suoi cerdoti missionari sotto l' invoca-
avversari. Fu in conseguenza di zione della Beata Vergine Maria,
queste memorie, che i pelagiani fu- onde i membri sono chiamali Ma-
rono scacciali da Costantinopoli e •risii. Fu istituita in Francia, cioè in
da Efeso, e traducendo dal greco Lione Belley; è un'unione
ed in
in latino gli anatemi di Nestorio lo di sacerdoti secolari che sotto certe
rese l'orrore dell'occidente, come lo regole vivono insieme, e dopo un
era dell'oriente. Abbiamo Ire edi- dato tempo della dimora fatta nel
zioni delle sue opere, di Parigi e collegio o seminario dei mentovati
di Brussclles dell'anno i6y3, e luoghi , vengono spediti alle mis-
di Baluzio che nel 1 684 ''* P^l^- sioni. La società dei raaristi inco-
blicò a Parigi, più completa e minciò e ripete la sua origine da
comoda. 11 titolo di venerabile che diversi aluuui dei seminario di
io4 MAR MAR
Lione, ì quali essendo divenuti sa- vicario apostolico eh' è penetralo
cerdoti, si dispersero nella diocesi di nell'Oceania, ed ha fallo un gran
Lione che allora comprendeva an- bene, avendo Iddio benedetto le
che quella di Belley. Dopo diverse sue fatiche e sudori con aver con-
peripezie tennero una prima riu- vertito alla nostra santa religione
nione generale a guisa di capitolo molti di quei barbari. Nel 1846 si
per eleggersi un primo superiore recò in Roma, e nel settembre si
generale, il quale fu il p. Collin. umiliò al regnante Pontefice Pio
Monsignor Gio. Paolo Gastox de IX. A questi missionari maristi ,

Pins arcivescovo d'Amasia ed am- dalla sacra congregazione di pro-


ministratore di Lione, diede l'ap- paganda fide verranno quanto pri-
provazione diocesana all'istituto dei ma affidsile altre missioni, per es-
maristi nella sua origine. Le con- sere medesimi eccellenti operai.
i

gregazioni dei maristi di Lione e Attualmenle la società e congrega-


di Belley sono presso a poco eguali zione di Maria detta de' maristi, sta
nell'istituto e nello scopo al ce- nelle missioni di Valparaiso nella
lebre e benemerito seminario delle America, ed in quelle dell'Oceania
missioni estere eretto in Parigi fin occidentale.
da molti anni addietro, il qual semi- MARITO. F. xMatrimonio.
nario ha dato e dà rispettabilissimi MARMARICA. Sede vescovile del
soggetti alle sante missioni, che in patriarcato d'Alessandria nella Li-
un modo più singolare si distin- cia inferiore, provincia conosciuta
guono nei vicariati apostolici della ancora col nome di Libia Marma-
Cina e regni adiacenti, ed in altre rica, eretta nel V secolo. Thronas
missioni, non che per dottrina e suo vescovo fu condannato pel suo
per santità, avendo dati pili mar- attaccamento all'arianesimo, essen-
tiri alla Chiesa, massime nell'ultima do stato ordinato dai meleziaiii.
persecuzione della Cocincina. Il se- Oiiens cìirìst. t. II, p. 638. Siria
minario dei maristi di Lione, seb- sacra p. 882.
bene sia molto recente la sua isli- MARNANO (s. ), vescovo. Am-
tuzione, pure conta già un vescovo maestrò Oswaldo e Oswi, principi
vicario apostolico della Melanesia e di Nortun»bria, nelle verità del cri-
Micronesia martirizzalo per la fede, stianesimo ; e morì nella provincia
cioè monsignor Giovanni Battista di Anandale nel 620. Veneravasi
Epalle, fatto da Gregorio XVI ve- la sua testa a M(i^ravia, e vi era
scovo di Sionne in parùbus, con- portata in processione. Celebrasi la
sacrato in Roma dal cardinal Fran- sua festa il 2 di ifnarzo, ed è ti-

soni prefetto della congregazione di tolare della chieda di Aberkerdure


propaganda fide nel luglio i844- sulla Duverna, la quale era assai
Dal medesimo seminario di Lione frequentata per le di lui reliquie che
è uscito pure fra i suoi alunni vi si custodivano.
monsignor Gio. Battista Pompallier, MAROCCO o MAROKOS. Im-
fatto vescovo di Marronea in par- pero del nord-ovest dell'Africa, il
tibus, e vicario apostolico nell' O- più occidentale de'quattro stati della

ceania occidentale sino dal i836, Barbaria. Confina al nord col Me-
dal medesimo Gregorio XVI; il qua- diterraneo e lo stretto di Gibil-
le prelato è il primo vescovo e terra , all' ovest coir Atlantico , al
-

MAR MAR loj


sud e al sud est col Sahara, ed beri, i più antichi abitatori del
air est coir Algeria. La sua super- ])aese, si dividono in due nazioni
fìcie è di circa 24,600 legiie, ed è distinte, cioè quella de' berberi pro-
attraversalo dal grande Atlante, che priamente detti che abitano 1'
At-
\i mostra le sue sommità più alte lante dalla parte orientale, e quella
coperte di neve perpetua, riunen- dei chilluhi sparsa nelle montagne
dolo alcune piccole rcimiflcazioni al delle Provincie di Tafilet e di Su-
piccolo. Atlante. Ingenerale si vanta sa; queste due nazioni si dividono
la fertilità di quest'impero, però in tribù, come quella dei cabaili o
essa è limitata ai luoghi irrigati, cabili, nella provincia di Fez, e
essendo generalmente i terreni tra quella degli amazighi o chilluhi
r Atlante e il mare. Il clima è de- in quella di Susa. La maggior parte
lizioso e sano, e quantunque la dei berberi si dedica alia coltiva-
colhvazione sia negletta, la fecon- zione e alla pastorizia, e professano
dità del suolo in generale fa s\ un maomettismo corrotto, avendo
che i prodotti crescono con vigore ogni tribù un capo. I mori discen-
e straordinaria abbondanza. Le fo- dono da un miscuglio di antichi
reste vedonsi popolale di utili al- mauritani e numidi coi fenicii, ro-
beri, nudrendo la contrada co- mani ed arabi. Gli andalusi di'
piosa quantità di bestiame. Vi sono scendono dagli arabi scacciati dalla
miniere di ferro, rame, stagno, ec. Spagna. I buccari sono negri com-
La industriasi riduce alla fàbbrica prali nella Guinea, che formano
di oggetti di necessità, e di alcuni una casta militare. Gli ebrei, i cui
articoli commercio; le più im-
di antenati furono la maggior parte
portanti manifatture sono quelle del scacciati dal Portogallo e dalia
marocchino rosso e giallo, assai sti- Spagna, si occupano dei rami cont-
mato e del quale scrupolosamente merciali e manifatturieri. I franchi
si conserva il segreto della fabbri sono in piccolo numero, abitanti
cazione} si fanno pure alcune stoffe nelle città di commercio. I zingari
di seta e lana, e nella provincia di seducono la credulità del popolac-
Fez una gran quantità di berretti cio, vendendogli filtri e sortilegi.
di lana rossa, in uso per tutta la In questo paese i poeti dell' anti-
Barba ria. L' impero di Marocco si chità posero il favoloso giardino
divide in cinque provincie, che sono delle Esperidi, non più guardato da
Fez e Marocco, sul versatolo ma- un drago, ma da tigri con umana
litlimo, tSusa sui versatoi del gran- faccia.
de Atlante, e Draha e Tafilet, sul I marocchini, come tutti gli altri

versatoio sud-est. I geograQ non maomettani, sono poco comunica-


convengono nell' assegnare la popo- tivi, e non si vedono che nei luo-

la/ione di questo impeio, poiché ghi pubblici; hanno un contegno


chi la fa ascendere a quattordici grave e silenzioso, e l'orgoglio na-
milioni, e chi a cinque o sei mi- zionale fa loro disprezzare gli altri
lioni, e sono arabi, berberi, mori, popoli, specialmente i cristiani: nel-
andalusi, buccari, ebrei e franclii, le città la reclusione delle donne è
nonché zingari. Gli arabi vivono
i delle più rigide; quelle degli arabi
la maggior parte sotto tende, in erranti e dei berberi sono assog-
mezzo ai pascoli; berberi o bre- i gettate ai più duri lavori. Il popola
,

io6 MAR MA R
è indolente poco
,
intelligenle, cu- della cucina, ec; tre ministri sono
pido ed avido dei regali. In ge- alla testa dell' armata, della marin.i
iiernle , strello osservatore della e delle finanze; i governaloi'i ilelle
Jegge niussidmana, pratica però cer- provineie e delle città, che portano
te cerimonie religiose straniere a il titolo di bey, pascià o kaid
questa legge, come quella di por- riuniscono i poteri militari, ammi-
tare ogni venerdì le provvigioni nistrativi e giudiziarii; però nelle
sulle tombe dei parenti o degli città principali sono cadì o giu-
vi

amici, cerimonie a cui i marabuti dici indipendenti, che sono inve-


assistono recitando delle preghiere. stiti di una grande autorità. Oj^ì-
1 marocobini riguardano i pellegrini pressi e vessali dal sovrano e dai
che ritornano dalla Mecca come san- cortigiani, tutti questi governatori
ti. La condizione degli schiavi cri- o giudici opprimono e vessano a vi-
stiani presso questo popolo crudele cenda loro dipendenti. Il soldato
i

ed inumano é orribile. Il governo non ha uniforme, ritenendosi l'ar-


di Marocco è forse il più dispotico mata per un ammasso di predatori,
e barbaro eh' esista sulla terra ;
di cui si serve il sovrano per la

l'imperatore che prende il titolo di riscossione delle imposte arretrate,


sultano o di Ralifat-allah (luogo- e trista la provincia che ne speri-
tenente di Dio), non ha per legge menta r indisciplinatezza. Quando
che la sua volontà. Non evvi di- un ministro si è arricchito, non
vano, muftì o capo di religione che manca il sovrano con qualche pre-
possa, come in Turchia, contrariare testo di spogliarlo. L'impero, come
le sue delerminazioni; da sé solo tutti gli altri dispotici, è soggetto
decide della vita e de' beni de'suoi a grandi rivoluzioni , ninna classe
sùdditi, bastando ai suoi ministri il essendo impegnata a sostenere il

saper scrivere; però non può en- sovrano, e la stessa guardia di ne-
trare neir interno delle famiglie, e gri mercenari del sovrano , fu a
più ancora nei santuari dei dervis, questo spesso funesta detronizzan-
che servono spesso di asilo invio- dolo per altro che gli dia maggior
labile all'innocente perseguitato, al salario. Il primo alto che fa il no-

colpevole, ed anco ai ribelli; è al- vello sovrano del suo potere è quel-
tresì obbligato rendere la giustizia lo comunemente di ordinare che i
in persona ovunque risieda; le sue suoi competitori siano strangolali,
udienze hanno luogo due volte la benché parenti e fratelli.
settimana, e lutti suoi sudditi, i L' impero di Marocco compren-
come ancora gli stranieri, vi possono de una piccola porzione nella Mau-
essere ammessi. La corte del so- rìliana Cesariciisej e tutta la Mail'
vrano è composta di un effendi o ritiana Tangilaiia o Tingitana. Que-
letterato, eh' è il visir, d'un ciatn sta grande contrada soggiacque alle

bellano con aggiunti pel servigio medesime rivoluzioni del restante


dell'imperatore fuori del serraglio, dell'Africa settentrionale, finché se
e di un cadì eunuco pel servigio ne impadronirono i romani. Sotto
interno; vi sono inoltre tre maestri il loro impero vi sparse il lume
di cerimonie, e molti uffiziali del della fede l'apostolo s. Simone, e vi

j>alazzo incaricati delle scuderie im- si fondarono diverse sedi vescovili;


periali , dell' equipaggio di caccia, e pili tardi anche in Marocco (Fé*
MAR MAR 107
di), cillà capitale di questo impe- in ben altro modo. Nello stesso
ro, ed in Tanger o Tingis [Vtdt) tempo cinque discepoli di s. Fran-
capitale della Muuriliana Taugita- cesco d'Asisi frati minori, Bernar-
iia. Dai romani la regione passò do o Berardo da Calvi diocesi di
successi va niente nel dominio de'xan- Narni, Pietro da Saufireminiano di
dalj, e da questi ai gieci nel VI Toscana, Accursio, Adiuto ed Ot-
secolo sotto il regno di Giustinia- tone, mandati dal loro padie fon-
no 1. Sotto quello di Eraclio, pri- datore dell'ordine a predicale il

ma della metà del secolo VII , i vangelo maomettani dell'occiden-


ai

califi già dominatori della Siria e te, cominciarono la loro missione


dell'Egitto, non tardarono di sot- dai mori di Siviglia. Questi infe-
tometterla, col mezzo de' loro luo- deli fecero loro sollrire ujolte asprez-
gotenenti, che vi f'ojidarono molti ze, e infine gli scacciarono dal loro
slati indipendenti. Queste diverse paese. Da questo passarono al re*
dinastie arabe si disputarono lun- gno di Marocco , e pel loro zelo
gamente le loro conquiste ed in , furono scacciati anche di là ; ma
fineun rifortnatore della religione essi lungi dal rimoversi dal loro di-
mussulmana chiamato Abu alFin ,
segno, vi ritornarono sperando che
uscito dal deserto nel secolo XI ,
il lume della fede ci avesse a tro-
acquistò una sì grande riputazione vare almeno qualche cuore pieghe-
di santità, che tutte le vicine tri- vole; in vece furono due volte sì
bù si accolsero sotto la sua ban- aspiamente battuti con verghe, che
diera : i\ì esso capo della dina-
il loro rimasero scoperte le coste. In-
stia degli Ahnoravidi o Morabiti o di il giudice fece versar sulle loro
Lumptuni, ch\^stesero il loro do- piaghe olio bollente ed aceto , e
minio in tutta la Barbaria, ed an- tiascinarli sopra frantumi di rotte
che sulla Spagna. 11 vasto in>pero stoviglie. Poscia il re di Marocco
formatosi, ricevetle il nome di Mo- se li condurre innanzi, e colla
fece
grab o dell' Ovest; nel secolo se- scimitarra ad ognuno tagliò la le-
guente grande impero fu
questo sta a' 16 gennaio 1220. Si trasfe-
conquistato da nuovi settatori, gli rirono i loro corpi in Coimbra, e
Almoliadi, il cui sovrano porta- Sisto IV nel 14B1 li pose nel ca-
va il titolo di emir-al mumeinon, talogo de' santi. Nel 1221 in Ceu-
ed anche di calilfo. Abbiamo dal- la nella Mauritiana Nangitana, a'io
l'annalista Rinaldi, che nel 1212 ottobre furono dai maomettani mar-
Alfonso IX re di Castiglia avendo tirizzati frati minori Daniele To-
i

\into in battaglia Miramomelino o scano, Donolo o


Angelo, Samuele,
Mumillino re di Marocco^ mandò Donno. Leone; Ugolino e Nicolò,
le sue spoglie a Roma al Papa In- de'qdali Leone X nel i5i6 appro-
nocenzo ili, fra le quali la di lui vò il culto di martiri.
lancia, ed uno stendardo tessuto Nel secolo XllI gli Almokadi ili

d'oro, che furono collocati in sito continuo assaliti da molti rivali, fu-
eminente nella chiesa di s. Pietro, rono obbligati di cedere i regni di
*e siccome il principe maomettano Fez e di Marocco ai M eriniti que- ;

erasi vantato che avrebbe collocato sta nuova dinastia, più gelosa di
il proprio stendardo nella sommità conservarsi in dominio, che di ren-

della basilica vaticana, si adempì derlo maggiore, non pensò a rista-


,

io8 IVIAR MAR


bilire il gruiitle impero di Mogiab. rono scacciali da lutti i porti che
Infine nel 1
54? uno scerilVo di- occupavano. Gli spagnuoli vi con'
scendente da Maometto, cliiamato servano ancora le piazze di Ceuta,
Muley Aly, pose nn termine alla Penoii di Velez, Albucemas e Me-
dominazione dei Meliniti: devoto, lilla, da dove gì' imperatori di Ma-
\irlnoso e costantemente occupalo rocco tentarono invano di scacciarli,
delia felicità de' suoi popoli, mori specialmente nel 1774. Nel secolo
universalmente compianto nel 1664. XVII una missione con
esisteva
1 suoi successoli che ancora re- , prefetto nel regno di Marocco, e
gnano in questa contrada, non mol- nel t. I dell' Appendix p. 2 5 del 1

to imitarono il suo esempio. Si sa BidL. de prop. fide, si legge il breve


poi che gli spagnuoli ed porlo* i Ex debito, de' 3 novembre 1637,
ghesi, appena ebbero liberato i lo- con cui Urbano Vili concede al
ro paesi dai mori, portarono la prefetto della missione la facoltà
loro guerra in Africa. I portoghesi di ricevere i testamenti e codicilli
che vi fecero maggiori conquiste de' cristiani schiavi nel regno. Lui-
incominciarono loro attacchi nel i giXIV ebbe sovente motivo di far
14» 5, colla presa di Ceiita (Fedi), laguerra agli stati barbareschi, le
sede vescovile (di cui ora n' è ve- cui piraterie inquietavano il com-
scovo monsignor Giovanni Barragan- mercio francese nel Mediterraneo.
y-Vera dell' ordine di s, Giacomo Nel 1669 dopo alcune ostilità nel-
della Spada di Leon, fatto da Gre- le quali i legni marocchini avevano
gorio XVI a' 1 5 marzo 1 840 ), e avuto la peggio, l'imperatore man-
nel i5o8 regnavano sull'intiera dò a Luigi XIV
ambasciatore a in
costa sino a Mogador; così non fu- Parigi AbdallaliBen-Aischa ammi-
rono giammai tranquilli nei loro raglio di Sale, che vi fu trattato a
possessi, e i vantaggi che ne ri- spese dello stato magnificamente,
traevano coprivano appena le spese ed il 16 febbraio fu nelle carrozze
inseparabili di im continuo stato di corte condotto a Versailles al-
di guerra. D. Sebastiano piissimo l'udienza reale; quattordici suoi servi
re tli Portogallo, pensando che l'in- lo precedettero a cavallo. Offrì l'am-
terno del paese gli sarebbe di una basciatore a Luigi XIV alcuni pre-
pitigrande olili là, e che vi avreb- senti in nome del suo padrone
be propagato la religione cattolica ,
cioè una sella ricamata in una
di cui era zelante, ne intraprese la pelle di tigre, ed un gran numero
conquista. Il Papa Gregorio XIII di pelli di altri curiosi animali; ma
temendo la dinicoltà della riuscita r ambasciatore partì dalla Francia
procurò distorlo, ma invece da lui senza aver nulla conchiuso, benché
pregato dovette condiscendere ed dotato di molto spirito.
accordargli il soccorso di i5o,ooo Gran contentezza provò il Pon-
scudi sopra i beni ecclesiastici , ed tefice Clemente XII nel vedersi in
altri aiuti gli concesse. Ma il re Roma a'suoi piedi, nel 1733, Mu-
Sebastiano con un imprudente va- lei-Abdar-R.ahman, nipote del re di
lore vi perì con tutta la sua ar- Marocco, che volendo togliere il
mata nel 1578, in una battaglia regno allo zio fu imprigionato; ma
che diede nelle pianure di Alcazar, fuggito in Ispagna, recossi all'alma
e a poco a poco gli europei fu- città per abiurare gli errori del mao*
5

MAR MAR 109


melfisiiio ed abliracciare la callolica Marocco^
e stclislico dell'impero dì
religione. Dopo di essere in questa Genova 1834. Da ultimo la Fran-
stalo bene istruito, a' 16 marzo fu cia avendo fatto energiche rimo-
dal nipote del Papa cardinal Gua- stranze all'attuale imperatore di Ma-
dagni vicario di Roma, solennemen- rocco pegli aiuti che dava al fa-
te battezzato in s. Pietro coi nomi moso Abdel Kadei', di cui parlam-
di Lorenzo Bartolomeo , tenuto al mo all'articolo Mano a selle diUt
sacro fonte dall'allro nipote del Pon- (Vedi), pei gravi danni che ad essa
tefice principe d. Bartolomeo Corsini recava nei suoi possedimenti d' A-
in nome dello zio, per cui il primo frica neir Algeria, i due governi
nome era quello avuto da lui nel con reciproca soddisfazione si sono
battesimo. Clemente XII assegnò al pacificati, avendo ilmarocchino con-
principe africano una pensione di disceso ai desiderii del francese. Tut-
cento scudi al mese, che egli godè tavolla si rileva dalle ultime noti-

con esempi a rissi ma condotta sino zie che Abdel Kader per la simpa-
agli II febbraio 1789 in cui pia- tia che trovava in diverse tribù
niente morì, restando sepolto in un dell'impero, e per la debolezza del
deposito che gli eresse lo spa- governo, vi si comportava non al-
gnuolo cardinal Belluga con ono- tri nienti che se fosse stalo in casa
revole iscrizione , nella chiesa di propria. In quasi tutta la Baibaria
s. Andrea da un lato
delle Fratte, Abdel-Kader esercitava più influen-
della porlicella. Lo stesso Clemen. za e più potenza reale, che non il
te XII col breve Niiper prò par- sultano o imperatore, procedendo
te^ de'22 agosto 1738, presso il come quasi le di tutti i marabutti
citalo Bull. tom. Il, pag. 244, del paese ; anzi il porto di Tetuaii
confermò il decieto della congre- era divenuto il principal punto per
gazione di propaganda fide^ sopra cui AbdebKader e i suoi agenti
le facoltà concesso al p. prefetto comunicavano con Gibilterra, ove
apostolico de' minori scalzi di s. egli avea corrispondenti per aiuto
Francesco, delle missioni di Mequi- di denari ed armi. Negli ultimi del
nez nel regno di Marocco, e sul- 1846 la Francia spedì un'amba-
l'istituzione di un procuratore delle sciata all'imperatore di Maiocco,
medesime missioni nel castello di nella stessa capitale del suo impe-
Matrili diocesi di Toledo. ro, dove si dice nessuno ha pene-
Dal primo marzo 1799 esiste fra trato ancora in un modo officiale,

la Spagna e Maiocco un trattato di gli ambasciatori essendosi per l'ad-


commercio e d'amicizia, in virtù del dielro arrestati a F'ez ed a Me-
qjiale queste potenze godono reci- quinez. Dicono alcuni che nel-
procamente del diritto di avere dei l'impero di Marocco vi siano con-
possessinei due stali, senza che la venti o ospizi di missionari re-
diversità della religione e de'coslu- ligiosi a Marocco, Mogador, Tan-
mi vi apporti pregiudizio. Nel 181 ger e Mequinez, esposti per altro a
scoppiò in Marocco una sedizione vessazioni. Certo è che lo stato della
che fu soffocata a slento; trenta- prefettura apostolica della missione
mila uomini perdettero la vita in di Marocco è il seguente. La pre-
una sola battaglia. Si può consul- fettura è diretta da religiosi france-
tare Straberg, Specchio geografico scani della riforma di s. Pietro d'Ai-
, è

I !• MAR MAR
rnntarn delb provincia di s. Diego circa tre leghe sonovl numerose
di Spagna. Il ministro provinciale rovine, grandi giardini e vasti ter-
lì' è il prefeUo , che vi spedisce i reni. U palazzo imperiale che in
ìcligiosi dello stesso ordine e pro- forma di cittadella domina la città,
vincia per un decennio, e vi tiene ne occupa la maggior parte verso
ììtì vice-prefello, die rei 1837 vi il sud-est, e le sue mura possono
lii fatto il p. Gitiseppe Paronollin. avere circa una lega di circonfe-
Terminato l'ufTicio di provinciale ,
renza ; è questo un'unione di pa-
il successore eletto chiede le flicollà diglioni e di corpi di case fran)mi-
di prefetto alia congregazione di schiati di cortili, piazze e giardini,
propaganda fide^ ed il permesso di dominati dalla torre della grande
potervi spedire missionari. Le vi- e bella moschea eretta da Muley-
cende politiche della Spagna , la Abdallah. 1 padiglioni abitati dal-
soppressione dì que' conventi , de- l'imperatore portano i nomi delle
vono avere resa peggiore la condi- principali dell'impero; gli al-
città
r.ione di questa missione, cui i re tri sono occupati dai gran
edifizi
di Spagna solevano sovvenire con dignitari, dagli eunuchi e dalle o-
limosine, non essendo la missione dalische. Nel circuito del palazzo
a carico di detta congregazione quan- stanno anche l'arsenale, il vecchio
to al mantenimento. Un missiona- castello omadarassa, i vasti ma-
rio chiamò il luogo, la regione di gazzini a grani dei sovrani, gli an-
Tìtarfe. Piccola è la cristianità, es- tichi magazzini a biade, che sono
sendo di circa trecento ; ed i luoghi fatti a Tolto, e dove sono rinchiusi
delle missioni sono Marocco, Fez, gli schiavi cristiani, un mercato per
Mequinez, Felun Tanger e Te- , le derrate, ec. La parte di Maroc-
tnan. Vi sono due chiese, ed il ve- co che si chiama Al-Kaiserah ha
scovo di Centri suole deputare un pure un circuito particolare, eh'
sacerdote per amministrar la cresi- quasi di mezza lega; essa sta fra il
ma ai cattolici. palazzo ed il restante della città ;
MAROCCO o MAROCHIUM. quindi si vede mi mercato ben for-
Ci Ita vescovile della Barba ria iti A- nito, e molte case rovinose, ed è
frica, capitale dell'impero di Ma- questa parte popolala da mercanti
rocco e della provincia del suo no- mori ed ebrei questi ultimi sono
;

me, ed ordinaria residenza dell'im- rinchiusi ogni sera nel loro sepa-
peratore, posta in una deliziosa e ralo quartiere. Marocco ha molte
fertile pianura , abbellita da ben piazze e mercati, che come le stra*
ordinati gruppi di arboscelli, e ba- de non sono lastricate l' interno è ;

£;nnta da vari ruscelli, che discen- triste, perchè le case, di un appar-


dono dall'Atlante e la rendono più tamento solo quasi tutte, hanno di
fimena e pittoresca, presso la riva rado le finestre sulle strade; le in-
sinistra del Tensif. È cinta di muia ferriate del maggior numero guar-
altissime, assai grosse, con calce e dano una corte interna che d' or-
.sabbia mescolata con terra grassa, dinario vedesi adorna di una fon-
rhe forma un cemento durissimo tana^ la quale rinfresca l'atmosfè-
fiancheggiale da torri con baloardi ra e serve alle abluzioni ordinate
interni, e precedute da una larga dal Corano. Gli accessi delle case
fossa esterna ; in questo circuito di de' cittadini più illustri sono sem-
,
,

MAR MAR MI
pre formntl tli viottoli stretti e tor- retta ed abbellita di tuttociò che
tuosi, onde potersi agevolmente di- l'oigoglio e la im-
voluttà fecero
fendere nelle commozioni popolari maginare di più comodo e magni-
o nelle frequenti guerre intestine. fico. Nel secolo di Ali-Ben-Yussuf
Fra le moscheeMarocco, se ne
di suo figlio essa godeva della mag-
distinguono sei le più no-
grandi; gior prosperità, assicurando molli
tevoli sono quelle dette Kautoubia, autori che la sua popolazione ascen-
Muezzin, e Bonious veramente ma- deva allora a circa un milione di
gnifica, e quella che sfa nel circui- abitanti
; egli è fuor di dubbio, che

to del palazzo, fabbricata da Abdul- se anche questo numero si vuole


lìiumen secondo re di Marocco, e esageralo, pure la sua superficie in-»

che suo figlio Jacob Almanzor ab- dica essere stata popolatissima. De-
belb con molte pietre di pregio ve la sua decadenza alle rivoluzio-
che fece trasportar dalla Spagna ni di cui fu spesso il teatro , alla
insieme colle porte della chiesa mag- tirannia dei sanguinari suoi capi,
giore di Siviglia, coperte di pezzi alla peste del 1678 che costò al-

di bronzo di ammirabile lavoro ; l'impero tre o quattro milioni di


portava sulla cima della sua torre abitanti, a quella del 1799 che ne
quattro palle di rame ricoperte d'o- fece perire quasi tremila al giorno,
ro, di una graduata grossezza, e che alla devastazione ed alla carnifìci-

pesavano unite 1200 libbre: quan- na che ne fece Muley Elyezid , al-

timque la superstizione le credesse lorché prese d'assalto, ed infine


la

incantate, pure verso il i54o Mu- alla non perenne dimora del sovra-
ley Hamet non temette di fiule le- no e della sua corte. Al presente
vare. Marocco ha un serbatoio di Marocco, Marochie/i, un titolo ve'* è
acqua in cui si riuniscono un'infi- scovile in partìbus che conferisce
nità di sotterranei acquedotti che la santa Sede. Alessandro VII lo
lutti conducono le acque dall'Atlan- conferì a Valerio Maccioni san-
te, le cui nevose sommità rinfre- marinese, vicario apostolico del-
scano l'atmosfera, e l'aria vi è sa- la Sassonia inferiore e commissa-
na. Gli abitanti sono sucidi , e le rio della santa Sede ne' ducati di
loro case piene d' insetti incomodi Brunswick e nelle provi ncie con-
e velenosi; ascendono a circa 3o,ooo, vicine. Ne furono ultimi a portar-
che nei tempi prosperosi della città lo, il suffiaganeo di Breslavia Car-
si fecero arrivare quasi a 700,000, lo Alok o Aulock, fatto da Leone
perchè le guerre sanguinose e le XII; e monsignor Maria Nicola Sil-
fiere pestilenze la spopolarono. Ma- vestri Guillon prete di Parigi , a
rocco ha nove porte, che in alili cui glielo conferì Gregorio XVI nel
tempi erano ventiquattro. concistoro de' 1
7 dicembre i832.
Marocco si crede da alcuni che MARONE (s.), abbate. Viveva
corrisponda all'antica Bocomun- Hc' ritirato sopra un monte non lun-
menun, ove eravi un vescovato pri- gi dalla città di Ciio, e nell'anno
ma del dominio de' mori. Secondo 4o5 fu per la sua santità innal-
l'opinione coimme fu fondata nel zato alla dignità del sacerdozio,
io52, o 4^4 dell'egira, da Abu-al- Egli consumava giorni e botti
Fin primo re degli Almoravidi o mliere nella preghiera : era usato
Lomptuni, e videsi pvoul^ mente e- di pregare in piedi , e sólo nella
, 3

Ili MAR MAR


vecchiaia concedeva alcun allevia- sostenuta la causa di s. Giovanni
nienlQ al suo corpo, appoggiando- Crisostomo. Quanto agli altri ve-
si ad un biistone. Diceva poche scovi fino a Gabriele II, il quale
cose a coloro che andavano a vi- sedeva nel 172 i, ne tratta il p. Le
silarlo, per non inlerrotnpere la Quieu, Orieiis chrìxt. t. I, p. 196. i

sua contemplazione ; tuttavia acco- Attualmente Maronea, Marroneay


gli'evali molta bontà, e con-
con seu Marionen, sotto l' arcivescovato
fortavali arimanere con lui. Iddio in partibus di Traianopoli, è un ti-

guiderdonò le sue flitiche con ab- tolo vescovile in partibus che con-
J)()ndevoli grazie, e col potere di ferisce la santa Sede, e [>er ultimo
guarire ogni sorta d'uifermità. Eb- lo portarono Giuseppe Mora, per
be un gran numero di discepoli, morte del quale Gregorio XVI nel
e fondò parecchi monasteri nella concistoro de' 3 settembre i83i
Siria. San Gio. Crisostomo avealo die in successore monsignor Nicola
in sì grande riputazione, che gli Ferrarelli romano, professore del
scrisse da
Cucuso, ov' era esiliato, testo canonico nell' università roma-
per raccomandarsi alle di lui pre- na, che poi fece canonico Liberia-
ghiere.Morì verso l'anno 4^3; ed no e segretario della congregazione
il suo corpo fu trasportato in un della visita apostolica. Quindi a' 1

borgo vicino, ove venne edificata maggio i836 fece vescovo di Ma-
una gran chiesa sopra la sua tom- ronea e primo vicario apostolico
,

ba. greci l'onorano a'i4 ^' feb-


I dell'Oceania occidentale l'odierno
braio ma ;maroniti ne celebra-
i monsignor Giovanni Battista Pom-
no la lèsta ai 19 dello stesso mese. pallier della congregazione de' ma-
V. Maroniti. risti.

MARONEA o MARRONEA. MARONI Cristoforo, Cardina-


Maronia, Marogna. Sede vescovile le. Cristoforo Maroni romano, che
della provincia di Rodope, sotto la in uu diario ritrovato dal Mura-
metropoli di Traianopoli, nella dio- tori nella biblioteca dei duchi di
cesi ed esarcato di Tracia, situata Massa si chiama Manoni, chiaro
airiruboccatura del fiume Nesto per lo splendore delle virtù, fu da
vicino al mare Egeo. Fu eretta in Bonifacio IX a' 18 dicembre 1389
vescovato nel V secolo, in arcive- creato cardinale prete del titolo di
scovato onorario nel VI, e secondo s. Ciriaco, vescovo d' Isernia, arci-
Coramanville nel IX, e nel gli XV prete della basilica vaticana, ed ab-
venne unito quello di Traianopoli bate commendatario del monastero
dacché questa città fu distrutta, pas- de' ss. Bonifacio ed Alessio sull'A-
sando l'arcivescovo a risiedere in ventino, il quale fu dal detto Papa
IVIaronea. Al presente Maronea o incorporato a detta basilica ; ben-
Marogna è un borgo della Turchia ché ciò non ebbe effetto che dopo
europea nella Romelia, sangiacato la morte del cardinale avvenuta in
presso l'Arcipelago, /l primo ve- Pioma nel i4o4> ^opo essere inter-
scovo di Maronea fu Alessandro venuto all'elezione d'Innocenzo VH,
che sottoscrisse la lettera del conci- venendo sepolto in s. Pietro nella
lio di Sardica alle chiese; gli suc- cappella di s. Gregorio o presso ,

cesse Timoteo, che Palladio pose nel quella di s. Tommaso, in una tom-
numero de' vescovi esiliati per aver ba di marmo adorna di sacre im-
MAR MAR ii3
magini e della statua del cardina- che que«ta nazione è al presente,
le, o fregiata di un nobile epi tallio lo Ui ancora ne* secoli trascorsi.
in versi, rovinata poi nel i^j^in Oppressa dagl' infedeli, perseguita-
occasione di rifabbricarsi la nuova ta dagli scismatici , insidiata dagli
basilica. Bonifacio IX ebbe in tan- eretici, si conservò pura nella fede,
to pregio questo cardinale, che in- come rosa fra le spine, senza mai
sieme col cardinal Francesco Car- allontanarsi di un passo dall'apo-
bone e Bartolomeo Carafa priore stolico ossequio e dalle cattoliche
gerosolimitano di Roma, lo destinò verità. Questa è la più numerosa
arbitro in una gelosa causa, che delle nazioni orientali cattoliche, e
quel Papa avea con Paolo Savelli più delle altre nel rito si avvicina
barone romano, riguardante alcu- al latino. Usa il calendario grego-
ni castelli, che dal cardinal Maro- riano, e con.sacra in azimo nel
ni fu aggiustata con soddisfazione sacrifizio della messa, quale possono
d'ambe le parti. dire anche più sacerdoti, che uniti
MARONITE, Monache. F. Ma- intorno all' altare portando una
roniti. semplice stola assistono il celebran-
MARONITI, Monaci. F. Ma- te che fa ad essi la comunione : i

roniti. secolari coro assistono agli uf-


in
MARONITI o MARRONITI, fizi divini, sì di giorno che di not-
Maronitae. Popoli della Turchia a- te. Lasciarono la disciplina greca
siatica nella Siria, abitanti princi- quanto messa de' presanlifìcati
alla
palmente il paese di Kesroano o nel venerdì santo. Anche la forma
Kesrauan, coperto di ramificazioni degli abiti sacri non dissomiglia
del Monte Libano ( Vedi) nel sud da quella dei latini. In quanto pe-
del pascialatico di Tripoli, e go- rò al matrimonio, il clero secolare
vernati da un ecnir, che comanda segue la disciplina degli altri orien-
anche ai drusi. La famiglia dell'e- tali.Ai sacerdoti semplici, e molto
mir prima era turca maomettana, più ai diaconi e suddiaconi, è per-
dipoi si fece cattolica : al presente messo avanti che ricevano l'ordine
non è più al comando della re- sacro il prendere moglie. Il sa-
gione, ed il Libano è governato da ceidote maronita procuratore del
un pascià turco. I maroniti sono lo- patriarca di questa nazione, resi-

dati per ospitalità generosa, essendo dente in Roma, al presente è mon-


l* agricoltura la principale loro oc- signor Nicola Murad maronita, na-
cupazione. Questo popolo fu così to nel Monte Libano nel 1797, e
chiamato dal V secolo, dai monaci dal Papa Gregorio XVI fatto ar-
maroniti che riconoscono per fonda- civescovo di Laodicea in pattibiis
tore e padre il santo abbate Ma- a' 5 novembre i843. Il vescovo sud-
rone, il culto del quale difesero detto, e gli altri vescovi maroniti
dalle altrui calunnie Teodoreto, s. che si trovassero in Roma hanno
Giovanni Crisostomo , Benedetto luogo nella cappella pontificia tra
XIV, ed altri. È la caratteristica i vescovi orientali, e nelle cappelle
de' maroniti trovarsi la nazione ordinarie assumono un mantello o
tutta unita al capo della Chiesa cat- ampio piviale di drappo di seta
tolica, e costituire una bella por- paonazza, portando intorno al collo

zione della vigna del Signore. Ciò e cucita sul piviale una specie di
VCL. XLIII. 8

I
ii4 MAR MAR
mozzetta o stola di seta bianca ai rispettivi luoghi non manchiamo
con ricami d'oro. Quando tutti i parlarne, e della liturgia loro ne
vescovi nelle pontificie funzioni as- trattammo nel voi. XXXIX, p.
sumono gli abiti sacri, altrettanlo 5o del Dizionario. La gerarchia
fa il vescovo maronita, che secotj. ecclesiastica de'maroniti si compone
do il costume orientale si lascia d'un patriarca, di sette arcivesco-
crescere la barba. U vescovo ma- vi, di alcuni vescovi, di circa cin-
ronita usa l'anello e la croce pet- quecento preti secolari, di circa
torale, non che il bacolo pastorale mille seicento monaci, de'quali sei-
sovrastato dalla croce. I maroniti cento e più sacerdoti che seguono
non scuoprono il capo entrando
si la regola di s. Antonio in tre di-

in chiesa, neppure durante la mes- stinte congregazioni, olire le mona-


sa, né quando si canta V uffizio in che , ed hanno collegi ed ospizi
coro, poiché nel loro paese hanno nazionali. Nel voi. Il, p. lyS del
sempre la testa coperta d'una ber- Dizionario si parlò del paliiarcato
retta ornata d'una fascia bianca, o antiocheno de' maroniti, della sua
nera rigata di bianco o di qualche origine, del clero, dell' elezione del
altro colore; ma quando si legge patriarca, della residenza di esso
il vangelo , o si fa l' ostensione nel Monte Libano mona- presso il

delle specie sagramentali si scuo- stero di Canobin o Rauubin; co-

prono la testa, e si pongono ge- me il Papa lo approva a mezzo


nuflessi per dimostrare il loro an- della congregazione di propaganda
nientamento avanti Dio. I maroniti fide ; dei monaci e monache,
delle
non digiunano nelle quattro tem- e che i cattolici maroniti superano
pora, né nelle vigilie de' santi, ma i centocinquantamila, sebbene alcu-
incominciano la loro quaresima al- ni li fanno giungere a duecento cin-

la domenica di quinquagesima, e quantamila, ed altri al doppio. Fe-


digiunano per sette settimane, ec- di il Terzi, Siria sacra p. 3o6 :

cettuati i sabbati ed i giorni festi- della nazione maronita^ ed il p.


vi Nei mercoledì e venerdì di
. Le Quien, Oriens christ. t. HI,
tutto l'anno essi non mangiano né p. 46.
carni, né ova, e non prendono al- La nazione maronita non da Gio-
cuu cibo prima del mezzo giorno. vanni Marone abbate eretico, che
Si astengono altresì dalle carni e visse nei primi anni del VII secolo

dai latticinii venti giorni prima di sotto l'imperatore Maurizio, come


Natale, quattordici giorni prima con altri scrisse Guglielmo arcive-
della festa del principe degli apo- scovo di Tiro, De beli. sac. Ilb.

stoli, ed altrettanti prima dell' As' 22, e. 8 ; ma ripete l'origine da


sunzione. Oltre l'olflzio ordinario un pili antico Marone santo ana-
de' santi, i maroniti hanno un of- coreta rinomatissimo nel Libano
fizio propiio, assai lungo, per la e in tutta la Scria, padre e mae-
quaresima ; nelle cui tre prime set- stro di molti santi uomini, che
timane tutto l'offizio è del digiuno; fiorì sul finir del IV secolo regnan-
nella quarta e quinta dei miracoli do l'imperatore Arcadio (di altro
di Gesù; nella sesta della festa del- s.Marone probabilmente romano,
la palma nella settima della pas-
;
primo martire ed apostolo del Pi-
sione. Quanto ai riti de' maroniti ceno, ne parlammo all'articolo Ma-

MAR MAR ii5


CERATA, Iraltando di Chùtanova di moria sua eretto nell'impero di
cui è patrono). Esaltò la di lui vir- Marciano, dal quale poi uscirono
tù Teodoreto suo conletiiporaneo; trecentocinquanta valorosi che per
la conitneiidaroiio i padri del con- la fede ortodossa sparsero il san
cilio di Calcedonia ; e" s. Giovanni gue sotto Severo ed Anastasio im-
Crisosloino, die pur visse al di lui peratori, registrati nel martirologio
tempo, e lume della chiesa orien- romano a'Si luglio. Venerabile non
tale, neUa lellera 36 lodò le sue meno fu quello fondato in Costan-
eroiche virtù, raccomandandosi alle tinopoli, i cui monaci propugnaro-
vsue orazioni. JNon nien chiara me no la fede ortodossa de' loro ante-
moria se ne ha registrata presso s. nati contro Nestorio e Giacomo
Basilio e presso s, Girolamo. Nel Baradeo capo della setta de' seve-
menologio greco, non che nel marti- riani ; laonde ad imitazione degli
rologio romano è annoverato tra'san- eustaziani difensori del concilio ni-
li, e della sua virtù e miracoli ne ceno, cognomi naronsi Maroniti.
scrisse con eleganza il p. Rosveido. Da questa fede apostolica una
Benedetto ^IV colla lettera Inter volta abbracciata, la nazione maro-
rae/f/Y/, de' 2 8 settembre lySS, pres- nitanon ha giammai deviato punto,
so il 9>no Bull. t. IV, p. i3i, dopo com'è chiaro per irrefragabili mo-
aver gravemente biasimato la con- numenti ; anzi la conservò sempre
dotta di Cirillo patriarca de' greci e in ogni luogo, come la conserva
nielchitì, per avere in odio de'ma- tuttora, sana, pura, illibata, e con
roniti tacciato di eresia s. Marone tale uniformità sentimento in
di
loro padre, e lacerale le di lui im- ogni suo individuo, che sebbene ^

magini; e dopo di avere in essa questi furono e sieno numerosissi-


enconwata la di lui santità, con- mi, ed altronde circondati per ogni
chiude essere stata sempre mente parte da infedeli, eretici e scismati-
della Sede apostolica, e sentenza di ci, pure non furono mai suscitate fra

tutti gli uomini eruditi doversi at- loro questioni intorno alla fede;
Uibuire a Marone gli onori di san- ne furono mai disuniti per isci-
to. Anzi nel Bull, de propaganda sma, ne v'ebbe giammai parte di
fide, Jppendix t. Il, p. io 6, si essi che macchiasse la purità del-
legge il breve Papa, dello slesso la cattolica dottrina, come altre-
Jnclyta maronilaruni de orlhodoxa sì osservò costante l'uniformità del-
fide, emanato a' i2 agosto 1744» la disciplina. Non si deve attende-
col quale concesse indulgenza per- re a ciò che da alcuno incautamen-
petua in tulle le chiese de' maro- te si nazione ma-
è detto, che la
niti, nella festa diMarone abbate s. ronita fu una volta infetta di mo-
a' 9 lebbraio. Narra Massimo ve- notelismo, mentre tale asserzione
scovo di Cipro, che Marone fondò viene da reputati storici e da do-
molli monasteri nella Siria, i quali cumenti pontificii apertamente con-
poi divennero seunnari donde de- futata. Fra gli altri scrisse su tal
rivarono alla Chiosa soggetti insigni proposito il professore di storia ec-
per santità e dottrina, e negli alti ilesiastica nell'università romana d.

del concilio 11 di Costantinopoli Gio. Battista Palma nel t. II, p.


rinomati. Celebre fra lutti fu quel- i38 e seg. delle applaudite Prtìfe/f^c^.
hist. eccL, ove chiaramente dimo-

t
ii6 MAR MAR
stro» che tanto Mosheim, quan- prima dell'impero del Pogonalo^ ne
to gli altri s'ingannnrono a gran par- dopo die i maroniti tornarono al-
tito nel pretendere che questa na- l' obbedienrii YcviO
r imperatore di
zione abbracciò nna volta gli erro- oriente. che diinosira non essere
Il

ri di quella setta ereticale, allegan- questo nome proprio della nazione


do, come essi fanno, per unico fon- maronita, oppure non essere la me-
damentale motivo essere questi ,
desima cosa il dire maroniti o mar-
chiamati Mardaiti per indicare che daiti. Riporta di più il dotto Pal-
una volta tralignarono dalla fede ma nel citalo luogo , per rigettar
circa il domma cattolico opposto ({iiesta calunnia, l'argomento ad-
alla monotelitica eresia. Ma è certis- dotto fra gli altri dall'eruditissimo
simo, dice il prelodato scrittore ,
e delle cose orientali peritissimo
che questo soprannome fu una volta Giuseppe Assernani, Dibliollu orietit.
dato ai maroniti, non perchè ia loro pag. 293, t» I, ove riflette che gli
fede fosse venuta meno, ma perche antichissimi calendari maronitici of-
ribellaronsi a Costantino III Pogo- frono un argomento evidentissimo
nato dopo la metà del secolo VII, per convincere, aver essi avuto sem-
che non prendeva cura di difendere pre in orrore la setta de'monolelitij
le loro terre de 'sa-
dalle incursioni imperocché in que* calendari viene
raceni che avevano già
occupato celebrala la memoria del sesto sino-
Damasco, fatta una grandissima stra- do generale tenuto per condannar
ge, e depredati tutti que'contorni; ed questa setta coi suoi errori, ed inol-
avendo finalmente scacciato da tutto tre contengonsi in que'libri vetusti
il Libano, insieme ai saraceni, tut- monumenti ecclesiastici della chiesa
ti gli eretici che ivi si trovarono, maronitica, cioè quasi tutti que' san-
e ciò in seguito di un decreto dai ti che hanno grandemente resistilo

vescovi per conservazion della vera al monotelismo, come i ss. Sofro-


fede emanato, in vigore di cui ve- nio vescovo di Gerusalemme, An-
niva interdetto ad ogni infedele drea cronografo, Massimo martire,
eretico rabitare in quel celeber ri» e Martino I sommo Pontefice. Mentre
mo monte, come leggesi nella cro- in questi stessi calendari non si fa
naca de' maroniti) laonde questi fu- alcuna menzione di alcuno di quei
rono con voce siriaca o araba ap- che favorirono il monotelitico erro-
pellati Mardaiti^ che vuol dire ri- re, come nota 1' Assernani.
bellif ciò che dimostra ad evidenza La credenza dei maroniti non
Fausto Nairone dotto maronita e , andò giammai disgiunta da una in-

professore di lingua siriaca nel!' uni- dissolubile unione, dal profondo ri-

versità romana, nella Dissertatio de spetto ed intera soggezione dovuta


orìg. noni, ac relig. 31aronitarunt, alla Chiesa romana, e mae- madre
Romae 1679. Questa fu Tunica stra di Perchè es-
tutte le chiese.
ragione, dice il p. Pagi nella sua sendo questa nazione oltremodo cre-
critica agli annali del Barouio, al- sciuta, e fatta padrona della Siria e

l'anno 635, n.° i3j per cui i ma- Fenicia, come narrano Teofane, Cc-
i-onili furono dagli eretici per odio dreno ed altri, e determinandosi a
chiamati Mardaiti In fatti, osserva (are elezione di un particolare pa-
il citato Nairone, non si legge mai triarca, yi^o scy come dice Benedetto
nelle storie questo nome Mardaiti Xiy nella sua allocuzione recitala
]\JAR MAR 117
nel concistoro de' iS 1744? luglio chi aggiunseix) al loro nome pro-
ab ea contagìono (monothelitarum prio quello di Pietro, in onore del
scilicet haei-esis in patriaicatum on- principe degh apostoli, eh' ebbe
lioclienum gi-assautis) ìntegros ser- la sua prima sede in Antiochia.
varent (il che avvenne verso 1* an- Giacomo dì Vitry vescovo di To-
no 68 (] o 687 nella persona di lemaide, e contemporaneo, attesta
». Giovanni JVIarone, uno dei tno- che il patriarca de* maroniti si re-
naci del santo anacoreta Marone) ; cò nel I2r5 inPtoma al concilio
furono subilo umiliati gli atti del- generale di Laterano IV (Ved^)^ ce-
l' elezione al Papa 8. Sergio I di lebrato da Innocenzo HI, al qual
Antiochia, dal quale si ottenne la articolo dicemmo che si chiamava
conferma e il pallio per il nuovo Giona.
patriarca . Uno squarcio analogo Il patriarca de'maroniti fu in se-
della memorata allocuzione si ri- guito dichiarato patriarca antio-
porta nel voi. XII, p. 96, degli cheno da molti Papi, e princi-
annali delle scienze religioso^ ove palmente allorquando la città d'An-
ii legge un bellissimo articolo in tiochia fatta preda del fiero Ban-
difesa della cattolicità de' maroniti, decar soldano d'Egitto, il rimanen-
contro la gazzetta piemontese de'28 te del clero e popolo fedele, che
agosto 1840. Il quale alto di som- sino allora era governato da Elia
missione della nazione al romano di nazione latino , succeduto a Rai-
Pontefice s. Sergio 1, o di ricono- nero Tanno i243 , si ritirò nel Li-
scenza del di luì primato di giurij»- bano abitato dai maroniti. Simo-
dizioue sopra tutta quanta la Chie- ne che in quel tempo reggeva con
sa,non solo in quella elezione del titolo di patriarca la nazione, accolta
primo patriarca maronita, ma fino avendo amorevolmente la smarrita
ai giorni nostri fu Senza interru- gregge, e ricevutala con quella af-
zione veruna costantemente conti- fezione e dolcezza, che i maroniti
nuato. Che so la nazione maronita, usarono mai sempre e fino al pre-
come vedremo, rimiovò in appres- sente, sia riguardo ai latini, non
so gli atti unione colla
della sua meno che alle altre nazioni che
santa Sede, ciò non è prova che la ricoverarono appresso di essi (dap-
fede di quella nazione in avanti poiché non solo accordarono loro
mancasse, ma bensì di divozione, lino al presente terreni gratuiti, co-
di atlaccamento e di riverenza me consta da molti istromenti, ma
verso il centro della cattolica unità. prestarono anco ad essi il più del-
ì^éV appendixi. 1, p. i del Bull, de le volle aiuti necessari all'edifizio
prop. fide è riprodotta la costitu- dei pii luoghi ove ora trovansi ri-

zione d'Innocenzo III, 7 nonas coverati), e scritto avendo al Ponte-


jannarii 1207, Quia divina Sapien- fice Alessandro IV per ragguagliar-
tia, colla quale concesse molli fa- lo dello stato di quella cristianità
vorì al patriarca, arcivescovi e ve- ossequiosa e obbediente alla santa
scovi maroniti; Fenerahilibus fia- Sede apostolica, ne ottenne in ri-
trihiis Hieremiae patriarchae^ sive sposta nel 12540 poco dopo il ti-
primati j archiepìscopis^ et episcopisj tolo di patriarca d'Antiochia, co-
et dilectis filiis pnoribus, clero , et me pronunziò nella nominata allo-
popido maronilano. Alcuni patriar- cuzione Benedetto XIV, e come an-
ii8 MAR MAR
Cora nella di lui vita afferma il pose sul capo; (jiiindi nella lettera
Novaes, tliflicile essendo che Antio- responsiva assicurò il Pontefice, che
chia tornasse al suo antico spleiì- i riti erano corrispondenti ai latini,
dorè, e che ripristinata la sede pa- e che solo per ignoranza avea er-
triarcale vi potesse risalire un pa- rato nel fare il crisma, mescolan-
store latino. Il medesimo titolo col- dovi diversi aromati, secondo l'u-
le insegne patriarcali della chiesa sanza degli antichi armi-ni. Leone
Antiochena fu dato da Eugenio IV X rispose al patriarca doversi il

al David nel i438: nel


patriarca crisma fare solo con olio e balsamo;
concilio generale che quel Papa ce- e gì' insegnò non doversi aspettare
lebrò, in Ferrara e terminò in Fi- il quarantesimo giorno degl'infanti
renze, v' intervenne un procuratore per battezzarli, mentre ne moriva-
o vicario del patriarca antiocheno: no molti senza essere rigenerati
nella vita di detto Papa si dice, in Cristo; con quali parole si do-
che nel i44^ spedì nel regno di vesse consagiare il Corpo di Cristo;
Cipro ed isola di Rodi Andrea ar- che riti si dovessero osservare nel-
civescovo Colocense, per richiamare I' ordinazione de' chierici ; e molte
al grembo della Chiesa alcuni orien- cose riguardanti i sacramenti della
tali, fra 'quali diversi maroniti, ciò penitenza e del matrimonio, il pa-
che pur fece Nicolò V nel i4Ì7 radiso e il purgatorio; lo Spirito
a mezzo di Andrea arcivescovo di Santo procedere dal Padre e dal
Nicosia, per restaurare la disciplina Figliuolocome da un sol principio;
ecclesiastica. Inoltre Nicolò V scris- sul ricevere l'Eucaristia nella Pas-
se un breve, ed un altro Calisto qua, e sul primato delta Chiesa ro-
III che nel 1 455 gli successe, al pa- mana. Il patriarca ricevette il tut-
triarca Giacomo Pietro, chiaman- to come oracoli, e spedì in Roaia
dolo ambedue patriarca antiocheno. nunzi a prestar obbedienza alla san-
Similmente Leone X nel i5r4 con ta Sede, e co' suoi si unì insieme
ispecial breve raccomandò alla pie- al concilio Lateranense V celcbia-
tà del patriarca Simone tutti cat- i to da Leone X. In fatti il Rinal-
tolici dispersi nell'oriente; veramen- di stessoall'anno i5i6, n." 5, rac-
te ilNovaes dice che il Papa spe- conta che nella X sessione nunzi i

dì un legato apostolico ai maroni- del patriarca presentarono al Papa


ti per la disciplina ecclesiastica. Lo le loro lettere di ringraziamento ,

conferma l'annalista Rinaldi, poi- protestando che avrebbe eseguilo


ché all'anno i5i4, n.° 87, raccon- tutti gl'insegnamenti ricevuti, e di
ta che Leone X mandò al patriarca osservare co' suoi popoli la fede
Furaroche figlio di Mobaret, per cattolica, i riti della Chiesa roma-
nunzi alcuni frati minori con lette- na, ed in nome dello stesso patriar-
re apostoliche, per sempre più am- ca baciarono i piedi al Pontefice,
maestrarlo nelle verità cattoliche, gli prestarono obbedienza, e giura-
per informarsi come eleggevasi il rono fedeltà.
patriarca, che riti usassero e qual Clemente VII e Pio IV conces-
forma usassero ne'sagramenti. Rice- sero molti privilegi al patriarca dei
vette il patriar-ca con somma vene- maroniti, ed il secondo nella bolla
razione e gioia le lettere pontificie, f^enerabileni frairem^ kal. septem-
e secondo l'uso de* maroniti se le bris i562, diretta al patriarca, pres-
MAR MAR 119
so il Bull, de prop. fide, Append. lo stato ecclesiastico, nel i5i84 l'e-

t. I, p. 4^; dopo aver lodato la resse in collegio e l'affidò ai gesuiti.

nazione per la sua costante catto- Vi si potevano mantenere quindici


licità, compaiCi al patriarca la fa- alunni, poiché le rendite a poco a
coltà di assolvere eretici, scismatici poco ascesero, a scudi 1700 a tem- :

e apostali di qualunque nazione se po di Alessandro VII i collegiali,

ritornassero alla Chiesa. Essendo come gli alunni del collegio Urba-
patriarca de' maroniti Michele di no, furono assoggettati al giura-
Citaraiva, questi spedì due oratori mento. Il collegio fiorì perchè vi
a Gregorio XI l'I a prestargli ob- uscirono molti dotti che recarono
bedienza, ed a mostrargli le lettere grande splendore alla letteratura
d'Innocenzo III in testimonio del- orientale, fra' quali nomineremo A-
l'antica loro unione alla Chiesa oc- bramo monsignori
Ecchellense,
i

cidentale. Il Papa li ricevette con Giuseppe, Stefano Evodio e Luigi


straordinaria benignità, confermò le Assemani de' quali , primi due i

preminenze del patriarca di che , hanno scritto egregie opere sull'an-


gli oratori lo aveano supplicato, e tichità ecclesiastica, ed il terzo in-
Il rimandò alla patria con buona torno alle cerimonie della Chiesa.
somma di denaro, donativi, e con Del Collegio de maroniti trattam-
l'accompagno de' gesuiti Gio. Bat- mo nel voi. XIV, p. i44 e i^5
tista Eliano e Giovanni Bruni, pe- del Dizionario. Questo collegio fu
riti nella lingua araba, come visi- chiuso nella prima invasione fran-
tatori apostolici; i quali ritornati cese al termine del secolo XVIII ;
in Roma riferirono che tranne al- nella seconda perdette la casa e la
cun errore involontario e non co- chiesa convertita ad uso profano.
nosciuto, alcune vestigia degli er- Da quell'epoca gli alunni furono
rori di Dioscoro in alcuni libri, e educati dai sacerdoti della missione
qualche abuso ne' sacramenti ed in di s. Vincenzo di Paoli fino al 1822.
alcune altre cose, che essi corres- Allora passarono convenzione per
sero in due sinodi radunati a tal al Collegio Urbano (Fedi), al quale
uopo, la fede era ortodossa, sj del si pagano gli alimenti dal cardinal
patriarca e nove vescovi, che della protettore, che in oggi è il cardinal
nazione; laonde Gregorio XIII si Giacomo Filippo Fransoni come
applicò con più parlicolar cura al prefetto della congregazione di pro-
vantaggio di questa cristianità. In- paganda fide, e presso del medesi-
fatti nel i583 fondò in Roma un o- mo rimane l'amministrazione delle
spizio e spedale ove fossero ricevuti superstiti rendite. Da ultimo gU a-
benignamente i maroniti che sole- lunni maroniti erano cinque.
\ansi portare a visitar la tonìba Clemente Vili nel i5g6 spedì
de' ss. Pietro e Paolo, coll'aulorità ai maroniti per nunzi i gesui-
della bolla Salvatoris nostri^ id. ti Girolamo Dandini e Giovanni
januarii, presso la citata Appendix Bi uni, che sentivano uniformità di
pag. 82. Considerando poi quanta dommi colla santa Sede. Giunti
maggiore utilità potea ritrarre la al Monte Libano, nel pontificio no-
nazione se l' ospizio Io convertisse me consegnarono buon sussidio di
in collegio, per istruirvi-ed educarvi denaro. Calici d' argento^ libri di
la gioventù ch'era per abbracciare pietà e di materie ecclesiastiche.
130 MAR MAR
arredi sacrì^ ed al patriarca un li- collegio ponliflcHo, perchè la mapj-
bro pontificale. Ritornati i nunzi gior parte de' beni proveniva da
apostolici in Roma il p. Dondini
, propaganda col Quoniani
, breve
pubblicò Relazione de' suoi viag-
la dwinae honitatis emanato a'G lu- ,

gi, la quale poi fu da Riccardo glio. L'esperienza non tardò a far


Simon tradotta in francese con al- conoscere, che da questo pio sta-
cune note curiosissime quanto al bilimento non si poteva sperare il

testo. Paolo V ancora scrisse ai fruito desideralo; perciò nel i663


maroniti , ed encomiandoli disse fu decretata la sua traslazione in
che quale roseto fioriva fra le spi- Roma, da incorporarsi con quello
ne. Eziandìo Urbano Vili ricolmò della stessa nazione. Quindi Ales-
di lodi i maroniti, e mandò in sandro VII col breve Romanus
dono al patriarca ricche e nobili PontifeXf de'22 ottobre i665, /ép-
suppellettili sacre. Dopo l' istituzio- pendix l. I, p. 286, e Bull. Rom.
ne mirabile della sacra Congrega-^ t. VI, par. VI, p. 36, lo soppresse
zione di propaganda fide (Fedi), dando la commissione al cardinal
la medesima pensò di fondare e Celio Piccolomini legato di Raven-
mantenere o sue «pese tre scuole na, di venderne le possessioni, che
nel Monte Libano e nella Siria, comprò Pandolfi Fantuzzi per scu-
per l'educazione ed istruzione del di 6200, i quali con sessantaselte
clero della nazione maronitica ; ta- luoghi di monti si presero in am-
le pio disegno però non potè mai ministrazione dalla congregazione,
mandarsi ad efletto, essendo discor- la quale dispose che a seconda
di fra loro il patriarca ed i ve- delle rendite si aumentasse il nu-
scovi neir assegnare i luoghi dove mero degli alunni del collegio ma-
dovevano stabilirsi le scuole in di- ronita di Roma, cedendogli le ren-
scorso. Nell'anno i635 venne a dite stesse.
morto in Roma 1' abbate Vittorio Nel pontificato di Clemente XI
Sciadah maronita, che avea pas- insorsero tra il patriarca Pietro
sato molti anni in Ravenna, e la- Giacomo e la nazione maronita
sciò i suoi beni per fondare in gravi dissensioni. Il Papa scrisse
questa città un collegio per la sua loro il suo gran cordoglio, ne lodò
nazione. Piacque quel testamento l'antica fede, e gli esorlò caldamen-
alla congregazione di propaganda, te alla concordia. A questo fine col
e per affrettare l'apertura di que- carattere di ablegato apostolico
sta pia fondazione aggiunse del spedì al Monto Libano Gabriele
suo quattrocento scudi , e vi ap- Eva abbate di s. Maura della con-
plicòquaranta luoghi di monti ri- gregazione riformata di 8. Antonio,
sultanti dall' eredità del cardinal imponendogli, che non potendo
Ubaldmi. Cresciute essendo le ren- esso araichevolmenla comporre le
dite del collegio, la congregazione discordie, il patriarca intimasse un
volle accresciuti anche quattro po- concilio provinciale , in cui fossero
sti gratuiti per gli alunni maroni- con giusto ordine esaminate e de-
ti, due de* quali dovevano pren- cise le differenze, e principalmen-
dersi da Cipro e due dalla Soria. te quelle insorte fra i vescovi di
Ciò avvenne nel 1647, e nell'anno Damasco e .di Beri lo; alla parte
seguente Innocenzo X Ip dichiarò poi che al giudizio soccombesse del
MAR MAR i-ii

concìlio, il Pontefìco riservò la facol- comunicazione. I religiosi ne ave-


tà di poter vicorierc alla carila Se- vano pure nel lecinto de'loro mo-
3.*^'
de. Riconosciuto innocente il patriar- nasteri. 11 patriarca erasi arro-
ca, pei' tale riconobbe puro Cle^
lo gato il diritto esclusivo dì fare
mente XI, ed ordinò ai maroniti gli oli santi, e di distribuirli ai ve-
che gli piena obbe-
prestassero scovi ed ai parrochi a prezzo di
dienza. Su punto \anno
questo oro. 3." Erano
pure vendute le
letti i tre brevi emanati da quel dispense di matrimonio. 4-° H ss.
Pupa: Etsi quotquoty de'29 gen- Sagramento non conservavasi d'or-
naio 1721 ; Ex romani, del primo dinario che nelle chiese de* religio-
febbraio; e Curii sicuty de' 12 mar- si. 5." 1 preti ammogliati passa-
zo, presso VAppendìx t. I, 4?^»
p. vano a seconde nozze. 6." Le chie-
478 e 479' Informato Clemente se mancavano di ornamenti, ed i
XII nel 1736 per lettere del pa- poveri di soccorsi. 7.° I maroniti
triarca de' maroniti Giuseppe Pie- di Berrea o Aleppo non celebra-
tro Gazeno, che nella nazione e- vano il divino ofijzio che in lingua
ransi introdotti abusi nell'ecclesia- araba da dieci o dodici anni in
stica disciplina, per mettervi ripa- poi, invece di celebrarlo in lingua
ro spedi suo legato apostolico nella siriaca , secondo 1* antica costu-
Siria monsignor Giuseppe Simone manza.
Asseraani, primo custode della bi- Appena divenuto Pontefice Be-
blioteca vaticana^ prelato dome- nedetto XIV, dopo che la congre-
stico e canonico di s. Pietro, il gazione di propaganda fide ebbe
quale convocò un concilio naziona- esaminati i decreti del suddetto si-

le nella chiesa del monastero di nodo, trovatili il Papa corrispon-


Loasia dell' ordine di s. Antonio, denti alle istruzioni date dalla san-
dedicata all'Immacolata Concezione ta Sede al suo legato, gli appiovò
di Maria. V'intervenne il patriar- col breve Singularis romanoruni
ca, quattordici arcivescovi e vescovi, Pontificum j del primo settembre
e frai primi quelli di Damasco ed 1741, presso il Bull. 3if7gii. t.

Aleppo, due abbati regolari, molli XVI, p. 4^} e nel Bull, de prop.
missionari di varie religioni , e di- t. Ili, p. 3. Indi col breve Apo-
versi principi e magnati della na- stolica praedecessoruiiiy de'i4 leb-
zione. Ne fece l'apertura For- il p. braio 1742, loco citalo p. 6^ del
mage gesuita ai 3o settembre, con Bull. Magn., e p. 12 del Bull, de
un discorso che si aggirò sullo prop.j Benedetto XIV lodò nuo-
scopo salutare del concilio, la ri- vamente i decreti del sinodo; a-
forma cioè di alcuni abusi. Si ten- brogò la contribuzione che davasi
nero otto sessioni, «elle quali si al patriarca per la distribuzione
fecero molti regolamenti per la degli oli santi, e perchè il prela-
riforma di detti abusi, i principali to non restasse privo de' necessari
de'cjuali erano i seguenti, i. L'u- alimenti , stabilì che la congrega-
sanza, giusta la quale i vescovi zione di propngantla imponesse ai
maroniti avevano vicine delle re- vescovi una tassa, cos\ ai monaste-
ligiose, la casa delie quali non era ri, la quale gli sarebbe data ogni
separata da quella de'vescovi stes- anno a titolo di sussidio nella do-
si, se non che da una porta di menica fra l'ottava della festa del-
171 MAR MAR
r Assntitr». Inoltre prescrìsse che Bull. 3fagn. pag. 207, Bull de
nella nazione fosse una chiesa pa- prop. p. 1 -29. Nello stesso giorno
triarcale con olio vescovi , in vere indirizzò agli arcivescovi e vescovi
di sedici ch'erano prinaa, ai quali maroniti il breve Exìmìi erga a-
assegnò i limiti delle diocesi, stabi- postolicani, presso il Bidl. Magn.
lendovi Aleppo o Benea, Tripoli, p. 20S, Bull, de prop. i3i. pag.
Itotra, Eliopoli, Damasco , Berilo, Estinto scisma de' due patriar-
lo

Tiro e Cipro. Nella morte del pa- chi. Benedetto XIV dichiarò com-
triarca Giuseppe Pietro, divisi fra missario apostolico il p. Desiderio
loro d'opinione vescovi maroniti, i de'minori osservanti, presidente del
alcuni elessero per patriarca Elia convento del s. Sepolcro, col bre-
arcivescovo Arceiise, e gli altri in ve Ne/w'ni sane, de' 20 luglio 1746»
minor numero Tobia arcivescovo e ne prevenne il patriarca Simone
«Il Neapolosia. Ambedue si appel- col breve DUecto filio, dato in det-
larono a Benedetto XIV, e ne do- to giorno, nel quale ne diresse al-
mandarono il pallio; ma il Pa- tro. Non pos.sunius, agli arcive-
pa dichiarò nulla l'eiezione di en- scovi e vescovi maroniti, quali bre-
U-ambi, riservandola alla santa Se- vi sono riportati nell' Appendix
de col breve Qiiod non fiumana, t. Il del Btdl. de prop. p. 11 5,
de* I
743, Bull. Magn. p.
3 marzo i 118, 120, onde riordinare le cose,
1
46, Bull, de prop. p. 76. In luo- e mandare ad effetto i decreti del
go di detti arcivescovi Benedetto si nodo.
XIV nominò patriarca Simone E- Essendo morto il patriarca Si-
vodio arcivescovo di Damasco, col mone 12 febbraio del 1756, gli
a'

liieve Niiper ad nos, dato a* 16 arcivescovi e vescovi maroniti, ai


marzo ìj^^, BtdL Maga. p. i47, 28 dello stesso mese elessero con-
Bull, de prop. p. 79, ordinando alla cordemente in successore Tobia
iMzione maronita, che con rive- Pietro Gazeno arcivescovo di Ci-
l'enza e sommissione lo ricevessero. pro, leggendosi nel citato tom. Il
}*er lo stesso fine Benedetto XIV Appendix p, 2o3 e seg. gli atti

col disposto del breve Nuper ad di tale elezione, la lettela di obbe-


scdandas, di detto giorno, Bull. dienza del nuovo patriarca a Be-
Mngn. p. i5o, Bull, de prop. p. 87, nedetto XTV de' 20 marzo, la let-

deputò ablegato apostolico ai ma- tera del medesimo alla congrega-


roniti il p. Jacopo da Lucca mi- zione di propaganda , la lettera
nore osservante, visitatore e com- degli arcivescovi e vescovi allo
n»issario del santo Sepolcro, ch'egli st<^sso Papa, il decreto della con-
raccomandò a molti vescovi me- gregazione di approvazione, la pro-
diante il breve Magna, non minn.v, posizione e allocuzione detta in

emanato nel predetto giorno, Bull. concistoro a' 27 marzo 1757 dal
Magn. p. i52, Bull, de prop. p. 91. Pontefice, l'istanza del patriarca
Il nuovo patriarca Simone Evo- pel pallio, e il ringraziamento che
dio, fatta la consueta professione di fece di tal concessione il prelato
i\(\e, supplicò pel pallio patriar- Giuseppe Assemani Simone
Il .

cale, che il Papa gli mandò ac- pallio fu dal Papa accompagnalo
compagnato dal breve, Literas fra- dal breve Ex venerahilem, de' 3o
ternitalis, degli i i agosto 1 744» aprile 17^7, presso il Bull. Magn,
,

MAR MAR 123


t.XIX, p. ^^76, ed in mi protestò di "Bechorche nel Chesronno ,
pre-
di non trascurale occasione alcu- tesa fondatrice nel Monte Libano
na di far conoscere l'anriore suo dell'istituto monastico del ss. Cuor
verso questa nazione. Nel tempo di Gesù, e della confraternita. E
stesso col breve Non possninus^ siccome il vescovo Germano Dieb,
loco citato p. 277, esortò i vesco- ingannato dalla falsa monaca, avea
vi maroniti a prestare esatta obbe- propagato i suoi errori in noateria
dienza al nuovo patriarca, e lodò di fede, così il Papa lo sospese per

grandemente col breve Qitam prae- sei mesi dalla giurisdizione vesco-
claram, loco citato p. 278, la co- vile (nel qual tempo fu deputato
stanza della fede de' magnati della all'esercizio della patriarcale Miche-
nazione, e la riverenza con che lo le Gazeno vescovo di Cesarea )
avevano ricevuto. Clemente XIII e l'obbligò a fare la ritrattazio-
nel concistoro de' 6 aprile 1767, ne. Per una simile, ma volonta-
coirallocuzione Tristem haud, si- ria ritrattazione, fatta nel 1784
gnificò ai cardinali che per morte da Giuseppe Pietro de Stefanis pa-
del patriarca Tobia Pietro, era stato triarca de' maroniti, ed umiliata al
eletto successore Giuseppe Stefano Papa a* 28 marzo, il medesimo non
arcivescovo di Berito, cui concesse tardò a dimostrare paterna gioia la
il pallio, come si legge nel Bull, che aveva provato, dirigendo a que-
de prop. t. IV, p. Ili, mentre a sto fine un suo tenerissimo breve
p. 112 si riporta il breve Quam- agli arcivescovi, vescovi, magnati e
quam prò, de'22 agosto 1767, dello popolo della nazione maronita. Nel
stesso Clemente XIII, diretto al pa- medesimo volume àtW Jppendìx a
triarca Giuseppe Pietro de Stefa- p. 279 e seg. sonovi il detto breve
nis, riguardante la disciplina pre- Massimum nohis atlulere gaudiuni,
scritta dal sinodo Libanese pel clero de' 28 settembre, che comprende
de' maroniti. Pio VI a' 17 luglio ancora la ritrattazione e gli analo-
1779, ^^^ breve Dedimus ad vos^ ghi decreti della congregazione di
presso VAppendix t. II, p. 259, e- propaganda, e quelli deli' ablegato
sortò il clero ed il popolo maro- apostolico Moretta. Olire a ciò nel-
nita alla concordia ;
quindi nel 1780 listesso t. 11 deli' Jppendi'x a p.
ilprimo luglio scrisse il breve Non 226 e seg. vi è l'allocuzione pro-
possumus, presso V Jppendìx t, li, nunziata da Pio VI a' 27 giugno
p. 261, all'emiro
Giuseppe Sciab 1796, in cui annunziando la mor-
principe del Monte Libano, perchè te del patriarca Michele Fadel ,
accogliesse bene Pietro de Moretta partecipò al sacro collegio l'elezio-
delegato apostolico destinato a com- ne seguita del successore nella per-
porre le questioni insorte tra maro- i sona di Filippo Pietro Gemaiel ar-
niti; quindi a'20 ottobre 1788 scris- civescovo di Cipro, nel monastero
se ancora il bieve Iterum ad vos^ di s. Maria di Bekorke; vi si legge
presso il Bull, de prop. t. IV, p. 194. altresì la lettera del patriarca al
Inoltre Pio VI con breve stampato Papa, quella alla congregazione di
in latino e siriaco condannò e di- propaganda, la lettera degli elettori
chiarò illusa e visionaria, non che a Pio VI, il decreto di conferma
falsa la santità di Endie o sia An- della congregazione nominata, l' i-
na Agemi monaca del monastero slanza del procuratore p. Arsenio
1
24 MAR MAR \

Cardadii monaco auloniano pel pnl- coffiniufìi, del primo novembre 8 1 iG,
lio, ed il suo ringrazittinento dopo di congratulaziono, et te tollendis
averlo conseguilo. Nello t^tcsso l. prorsus agìt monasten'is duplìcibusj
IV, p. 247 o seg. sono riportali Multa perfusi\ 5 febbraio 1817,
de' 1

gli alti del concistoro 24 luglio in lodo ac potentissimo


Illustj'ì

1797, in cui fu confernialo in pa- Scicilk Bescir Gemblat, per la be-


Giu-
triarca antiocheno de' maroniti nevolenza con cui riguardava i ma-
seppe Pietro Thian già vicario del roniti; M^a://«o/;rtrem?^w, dello ster-
patriarca defunto, quelli della sua go giorno, diretto Illustri ac po-
elezione, conferma e concessione del tentissimo Emiro Bescir Sciehat, sul-
pallio di Pio VI, il quale fu do- lo stesso argomento, in occasione
mandalo dal p. Luigi Belaibel de- che il p. Giuseppe Assemani de-
legato dall' eletto , facendo il rin- fìnìtore della congregazione aleppi"-
graziamento l'agente Antonio As* na di Monte Libano, a questo da
semani. Roma fece ritorno. Finalmente nel
Pio VII col breve Explorn- medesimo tomo a p. 376 si legge
tiim (ibi rritj degli 8 ottobre 1808, il breve di Pio VII, Quod de con-
raccomandò all'emiro 13iscir prìn- stand ohsequio, de'3o maggio 18 19,
cipe de* maroniti , la disposizio- col quale confermò il sinodo tenu-
ne testamentaria fatta a favore del to dal patriarca e vescovi maroniti,
monastero di s. Maria Liberatrice servatis nonnullis avtìculis a s. e.

di Cliesroano dal patriarca de* siri de propaganda fide praescriptisj


Ignazio Giarve ; breve si legge
il et praesertini decretum prohat de

nel t. IV, Bull, de prop. fide p. duplicibus monaster. abolendis. Leo-


347. Ivi a p. 349 e seg. sono ri- ne XII nel concistoro de* 3 mag-
prodotti gli atti del concistoro dei gio 1824 confermò l'elezione, e
19 dicembre 181 4, riguardanti la concesse il pallio al patriarca an-
rinunzia del da
patriarcato fatta tiocheno Giuseppe Pietro Habaisci
Giuseppe Pietro Thian a Pio VII vescovo di Tripoli (che non aven-
nel monastero di s. Giuseppe di do quarant'anni , e mancandogli
^Vintura, sino dagli 8 giugno 1809, qualche voto, fu dalla salila Sede
e r elezione in successore dì Gio* sanata ogni irregolarità),, essendo
vaimi Dolci vescovo Acrense, o sia morto il patriarca Dolci; l'elezione
diTolemaide, con tutte le consue* era seguita a' 25 maggio 1823 nel
le lettere, insieme a quella del vi- monastero di s. Maria di Kannubina
cario apostolico Luigi GandoUi. Es- o Canubina. Tutti gli atti sono nel
sendo il Papa nel mese seguente t. V, p. e seg. in un alla lettera di
I

deportato da Roma, non potè farne Luigi Gandollì vescovo Icosiense e


la conferma^ laonde ritornalo nel vicario apostolico liiernpolitano os-
1814 ^'^^ ^^^ sede, in detto con- sia di Gerapoli, ed alla domanda
cistoro, a tenore del decreto con- del pallio e successiva orazione di
fermatorio di propaganda, con ap- ringraziamento, del p. abbate Ba-
posita allocuzione lo confermò, e silio Dursun monaco armeno an-
ad istanza del procuratore p. Ar- toniano. Al mentovato patriarca,
senio Cardachi concesse il pallio. Gregorio XVI a' 24 dicembre i83i

A p. 365 e seg. poi del medesimo diresse il breve, Suinmis saepCj Ball,
tomo souo i brevi di Pio VII, In de prop. t. V, p. 73, incaricandolo
MAR MAR 125
di esaiT)ir>are |e veitefize insorte tra ga in istato di riportare nella loro
Imxiivescovo di Hicrapoli Paolo A- patria i lumi delle scienze, delle
ititin, il clero ed il popolo, pren- lettere e dello arti; olt«e di che que-
dendo intanto egli l'amministrazio» sta fondazione intende a vegliare
ne di quella chiesa, finché 1* arci- permanentemente gì' interessi delle
vescovo nel Monte Lihano si ibs« popolazioni cattoliche Libano.del
se purgato dalle accuse. Nello stes^ Finalmenle il Papa Gregorio XVI
so tomo 124 ^'* ^ '^ breve
a pag» nel concistoro de' 19 gennaio 1846,
Fraternitalis ^//<7r?, emanato da Gre- preconizzò l'attuale patriarca d'An-
gorio XVr n' 6 settembre i835, monsignor Giu-
tiochia de' maroniti
sulla questione del patronato del seppe Gazeno, già arcivescovo di
monastero di $. Artemio: a p. 224 Damasco, coH'allocuzione Ob mor-
inoltre evvi il breve Quuni dilectus kni antiocheni patn'archae e gli ^

filiils^ che Gregorio XVI scrisse al concesse il pallio a petizione óeì


patriarca Habaisci a* 16 febbraio suo procuratore monsignor Nicola
1841 * pel ritorno Monte Liba-
al Murad arcivescovo di Laodicea. Nel-
no del p, Nicola Murad, incarica- la proposizione concistoriale si legge
procurare aiuti ai maroniti
lo di che la chiesa patriarcale, esistente
a cagiono delle vicende di guerra. presso il monastero di Kannubina,
Negli ultimi tempi la nazione ha é dedicata alla Beata Vergine as-
sofferto gravi mah dai drusi^ e dai sunta in cielo, buono edifizio; che
turchi con essi segretamente colle- il patriarca ha nove suffraga nei, tra
gati per la rovina de' maroniti , ftrcivescovi e vescovi ; che in detta
poiché caduto il dominio degli egi' chiesa la cura d' anime si esercita
y.iani, si accese la guerra fra i drusì dall'arciprete, essendovi il fonte bat-
ed i maroniti. Trionfando i primi, tesimale, e molte reliquie in gran
ilgenerale turco consigliò la deposi- venerazione; che nello stesso mo-
zione delle armi, ed i maroniti pre- nastero vi è un decente patriarchio,
standovi fede le deposero. Ma allora e che i fruiti della mensa tassati
i drusi gli assalirono e ne fecero ne* libri della camera apostolica a-
strage, devastando campi, case, chie- scendono a circa scudi quattromila.
se, monasteri, villaggi e città. In-
vitali i principi cristiani a prestare Patriarcato antiocheno c/e' maroniti.
protezione ai perseguitati maroniti^
la promisero, ma con poco effetto. Antiochia (Vedi) fu già la sede
Il patriarca spedì a Coslanlinopoli de' patriarchi de' maroniti , il pri-
il p. Murad, per Iregua
Nicola e mo de' quali fu s. Giovanni Ma-
pace; quindi da Roma, da Parigi e rone. Oggi la residenza patriarcale
i\fìi Vienna furono spedili gene- è nel monastero di Kannubin in
rosi sussidi ai maioniti per alle-, una valle del Monte Libano que- :

viar tanti mali. Ultimamente nel sto monastero chiamalo ancora Co-
settembre 1846 è stata fondata a nobia e Cannubina lo lece fabbri-
Parigi i' opera di s. Maria del Li- care in onore della Beala Vergine
banOj per istabiiire in quella capi- alle falde del Monte Libano l'im-
tale un collegio destinato a daje peratore Teodosio 1 verso la fine
ad alcuni giovani cattolici maroniti del IV secolo. Dapprima fu un sem-
ima educazione gratuita che li pon- plice vescovato, ma Giovanni Algi-
ia6 MAR MAR
geo patriarca de' maroniti aven- verse stamperie, casa di noviziato
dovi stabilita la sua sede verso il per le missioni, monasteri di mo-
i44^ divenne patriarcale. Alzaber naci, oltre le tre congregazioni di
Bardine soldano d'Egitto esentò da cui parleremo ; diecinove collegi dio-
ogni imposizione questo monastero^ cesani, oltre quello di Antura, di
e fece incidere sopra una tavola di piena autorità del patriarca. Il col-

rame in grossi caratteri tale esen- legio di s. Giorgio, tolto dall'auto-


zione acciò niuno l'ignorasse. Il pa- rità del patriarca e del vescovo dio-
triarca avea prima la sua sede nel cesjmo, è posto sotto la protezione
monastero di Capharhai. Egli sten- della congregazione di propaganda,
de la sua giurisdizione sopra tutti e per essa ne esercita la cura il

i nazionali dell' Asia e dell'Egitto, delegato apostolico, ed è giuspatro-


non però su quelli del patriarcato nato della famiglia Benedetti. No-
di Costantinopoli. Nel patriarcato si teremo che al presente delegato a-
trovano 3 20 chiese e oratorii. Le postolico nel Monte Libano e vi-
piccole città di Eden e di Zgorta cario apostolico pei latini nel vica-
già vescovato, dipendono dal pa- riato d' A leppo, èmonsignor Fran-
triarca, senza far parte oggi di al- cesco Villardel de' minori osservan-
cuna diocesi ; e possono conside- ti, arcivescovo di Filippi in partìbits^
rarsi come una sola città, passan- fatto da Gregorio XVI agli 8 mar-
do gli abitanti a vicenda da un zo 1839. Esiste in Antura un mo-
luogo all'altro; la chiesa pari'oc- nastero di salesiane , di circa 5o
chiale è sotto l'invocazione di s. monache, delle nazioni maronita,
Giorgio. Come si disse in principio, melchita e soriana. Il patriarca nel
si trovano nel patriarcato circa sa- giovedì santo consacra gli olii santi,
cerdoti secolari 5oo, regolari 600 ,
e ne fa distribuzione. Al medesimo
nello monaci laici 1000.
stato di a titolo di sussidio caritativo tutti
Monsignor Gabriele Nars vescovo di i parrochi e superiori de' monasteri,
Nazareth è giudice pei cattolici nel nella domenica tra l'ottava dell'As-
Monte Libano. Vi sono tre collegi sunta presentano una piccola som-
patriarcali, cioè: i.° di Ain-varca, ma di denaro. Il patriarca oltre le

fondato in un monastero di s. An- decime ha le sue rendile partico-


tonio abbate nel 1789 dal patriar- lari, e prima di ricevere il pallio
ca Stefani, di giuspatronato di que- viene annoverato tra i patiiarchi :

sta famiglia, e n'è rettore monsi- dovrebbe ogni triennio convocare il


gnor Giuseppe Rezq vescovo di Ti- sinodo per la direzione del suo po-
ro; 2.** di Marone Rumiè, fondato polo; non può accrescere le diocesi
dal patriarca Dolci, di giuspatrona- oltre le otto stabilite dal sinodo
to della famiglia Safìr, erezione che nazionale del 1736, approvalo dalia
fu confermata nel 1 8 9 dalla con-
r Sede apostolica, essendo nei tempi
gregazione di propaganda; 3." di s. antichi molte di più; il sinodo (is-

Abdà, eretto dal patriarca Habaisci, sò anco i limiti delle diocesi, ciò che
già monastero di monache. In Zgor- pur fecero altri posteriori.
ta esiste una scuola fondata nel 1734 Berìlo o Bayrut (Fedì), arcive-
da Pietro Benedetti e da Giorgio scovato con città e porto di mare,
vescovo di Eden, prima ch'entras- di cui è arcivescovo monsignor K;>-

sero nella compagnia di Gesù. Di* rara. La sua giurisdizione si esien-


MAR MAR 17.7

de ad Alrnatan , Ginrd , Ghorh ,


bet, Besciarra ed altri luoghi. In
Sciuhar ed Almaten fino al ponte ogni villaggio vi sono scuole: la

del giudice detto Addamur. Il con» residenza vescovile è nel monastero


vento di s. Giovanni Quiaitala fu di s. Giovanni Marone in Kafarheji,

riabilito per residenza dell'arcive- nel quale s'istruisce la gioventù che


scovo, ma non essendo abitabile, si dedica al culto divino, potendo
l'ordinario si procura altrove il do- gli alunni essere trenta. Per la dio-

micilio. Tra l'arcivescovo e il su* cesi vi sono sparsi altri sei mona-
pei iore de' gesuiti Cu sottoscritta steri. Questa era la diocesi più ric-
una'convenzione per conservare per- ca, ciò che indusse la congregazio-
fetta concordia , indi trasmessa al ne di propaganda a dismembrarla
delegato apostolico a' 23 settembre di alcuni villaggi fticoltosi, e sotto-

i84k porli a quella di Tiipoli ch'era la


Tripoli [Vedi)^ arcivescovato i\\ più povera delle chiese de' maro-
cui è arcivescovo monsignor Paolo niti.

Musa, e stende la sua giurisdizione Berrea o Aleppo ( Vedi), glan-


da Tripoli e Zuaja, ad Acca, Na- de città della Siria , arcivescovato
bjas, Ranad, Tartus'', Gabala e di cui è arcivescovo monsignor Pao-
Lattachia fino ai termini della dio- lo Arutin. La sua giurisdizione com-
cesi di Aleppo. Si stava terminan- prende la città ed i suoi dintorni.

do la fabbrica pel seminario, e pro- La casa vescovile é presso la chiesa


babilmente ora la residenza arci- di s. Elia.
vescovile sarà fissata in qualche vil- Damasco [Vedi), grande città

laggio che ha acquistato questa dio- della Siria, arcivescovato di cui è

cesi. Essa è stata accresciuta di un- arcivescovo monsignor N. L' ar-


dici villaggi tolti a quella di Ga- cidiocesi oltre Damasco contiene
bala o Gibail e Botra dal patriar- una metà di Gazir, di cui è ca-
ca e dal delegato apostolico nel poluogo Ayeltun, Baschinta Zug- ,

1840 autorizzali dalla congrega- Arab e Zabugha. La residenza del-


zione di propaganda. I biblici han- l' ordinario fu stabilita nel con-
no fatti grandi ma inutili sforzi per vento Antonio Bogalà di gius-
di s.

istabilirsi fra i maroniti, spargen- patronato; non permettendosi però


do bibbie tradotte in siro, caldai- dalla famiglia patrona, risiedeva nel
co ed ebraico. Un maronita che convento di s. Mosè \\ì Baluna, an-
per dispensa pontificia era entiato che questo di giuspatronato. Morti
nella compagnia di Gesù, celebrò tutti i patroni, gli eredi ne esclu-
talvolta in rito siriaco e caldaico, sero il vescovo, che restò senza re-
per istruire gli alunni nazionali. So- sidenza.
levano comunicare i fanciulli dopo Enopoli o Balhek { Vedi), ar-
il battesimo , ma abbandonarono civescovato di cui è arcivescovo
questa consuetudine. monsignor Antonio Gazeno. Con-
Cabala o Gihbe o Gibail e ^ tiene la sua giurisdizione i terri-

Botra o Bostra (Fedi) , vescova- torii di Baalbah e di Fouh nei

to che ha in amministrazione il pa- confini di Giobeil, e la metà della

triarca, il quale vi tiene un vica- regione di Gazir . La residenza


rio. La sua giurisdizione abbiac- arcivescovile era fissata nel con-
ciava Azura, Deir, Elahmar, Geb- vento di s. Giorgio di Raifuni. In-
128 MAR MAR
sorse lite due fumigiie De-
tra ìv. pag. XCII, paria del monacxj di s.
nedetti, edAhu Causo Gazeno, per Antonio nella Siria, e ce ne dà
diritto di patronalo, il perdio nel lu figura. Egli dice, che nella Si-
j832 fu risoluto clie la sede del ria, massime nel Monte Libano e
vescovo fosse fissata dentro i limi- contorni, vi sono monasteri di mo-
li della diocesi. naci cattolici della nazione de'ma-
Sidone f o Sur o Tiro (Vedi\ roniti, osservando alcune regole
arcivescovati uniti, de'quali ò arci- ricevute per tradizione , e credute
vescovo monsignor Abdellah J5e- conformi ai costumi' di s. Antonio
sleni. Comprende le diocesi di que- che venerano come loro istitutore.
ste città, ed inoltre Alscius, Ba* Si astenevano continuamente dal-
gali, la valle Firn e suoi contorni la carne, celebravano ogni anno
dal fiumeDamur fino a Gerusalem- quattro digiuni lunghi, cioù quel
me, che pare spetti al patriarca* li dell' avvento , della quaresima ,

Tiro o Sur, e Sidone apparteneva- quello di quindici giorni avanti la


no al patriarca, perciò non vi fu festa de'ss. Pietro e Paolo, e quel-
fissata la residenza pel vescovo. lo di quattordici avanti la festa
Cipro (^Fedi)y arcivescovalo che dell'Assunta. Recitavano dopo la
ha per capitale Nicosia (Fedi). mezza mattutino e poi
notte il

Iv'tì arcivescovo monsignor Giusep- tutte le altre ore canoniche in lin-


pe Giahgiah. I luoghi ove si tro- gua siriaca. Alcuni di essi più
vano maroniti sono Carmacili, Mar- telanti stabilirono altre regole, qua-
chi, Cambili, s. Marina, Carpascia li osservavano con vita comune,
ed Assomatos. Vi sono sei chiese professando pubblicamente i tre
nuove ó restaurate, e due in co- voti religiosi, ed eleggendo un su-
struzione. Questa diocesi ha nel periore pel governo del monastero.
Kesroano, Bacfaia e Bet-Sciabab, Tultociò era stato approvato dal
ed i paesi vicini fino al ponte di patriarca de' maroniti Stefano Al-
Berito. Vi sono i monaci di s. doense di Eden, ed allora, dice il
Antonio detti di s. Elia. Il colle- p. Bonanni, procuravano la confer-
gio di Cornat e Scihuan è desti- ma della santa Sede. Vestono di
nato per la lesidenza dell'ordinario, nero con sottana cinta con fascia
mentre per l'istruzione del clero è di cuoio nero, e ad essa e unito
il collegio di Mari Giovanni Zaerit. un piccolo e tondo cappuccio .

sopra tal veste ne aggiungono


Ordine monastico deniaroniii. un'altra sciolta ed aperta nella parte
anteriore. Aggiunge che tuttociò
Uno è l'ordine monastico della riferì Gabriele maronita, mo-
il p.
nazione maronita, é segue la rego- naco venuto a Roma per impe-
la di s. Antonio abbate. Fino al trar la conferma delle costituzioni
1 757 era diviso in due congre- stabilite.Queste infatti approvò
gazioni, cioè in quella di s. Isaia, Clemente XII a* 3[ marzo 1732,
ed in quella detta comunemente cioè quelle della congregazione di
di s. Eliseo o di s. Antonio abbate. s. Eliseo o s. Antonio, col breve
Il p. Bonanni nel Catalogo degli Aposlolalns officium, che si legge
ordini rcZ/gzW, pubblicato nel pon- nel Bull. liom. t. XIII, p. 2 2 3, e
tificato di Clemente XI, par. I, nel Ball, de prop.Jide, Appendix
MAR MAR 1Ì9
t. II,47- Laonde nel 1785 si
p. presso de prop. t. IV, p.
il Bull,
pubblicarono in Roma con questo 126. Però in Roma presentemen-
titolo : Regulae et conslitiitìoncs mo- te non vi sono aleppini, ma solo
naclìorum syronun maronitarum. vi risiede il procuratore genera-
Dipoi lo stesso Clemente XII ai le àe maroniti libanesi di s. An-
1 7 gennaio
1 740, col breve Mise- tonio abbate, il cui nome si legge
ricordiaruni Pater, approvò le co- nelle annuali Notizie di Roma, ove
stituzioni della congregazione di s. si legge pure il nome dei due ge-
Isaia. 11 breve è riportato nel Bull. nerali delle congregazioni. Nell'o-
Rom. XIV, p. 4oo e nel Bull,
t. ,
spizio de' maroniti aleppini, an-
de prop. p. 309 e seg., ove sono che quand' eravi il loro procura-
ancora riportati in cinque parti, tore, vi abitava il procuratore ge-
e per intero le Que-
costituzioni. nerale de'monaci libanesi come o-
ste erano state pubblicate in Ro- spite, pagando una dozzina compe-
ma nel 174^ con questo titolo: tente pel vitto, ed ora vi è me-
Regulae et constituliones monacho* diante convenzione. La congrega-
rum maronitarum. Divisa dunque zione di s. Isaia ha quattordici
la congregazione de' monaci di s. monasteri, cioè di s. Antonio Ba-
Antonio maroniti^ nelle due con- habda studentato, di s. Rocco, dì
gregazioni di s. Isaia, e di s. E- s. Pietro Elcatin, di s. Elia Gie-
liseo o s. Antonio, questa seconda zin, di Giovanni Elealhet, de
s.

era composta di monaci di Aleppo Mar Domizio Rumiè, di Mar Isa-


delti aleppini, e di monaci mon- in, di Mar Simone Ain Elcubiè,
tagnoli perchè del Monte Libano, di Mar Abda Elmusciamur, di Mar
delti haladitì. Accadde però per Elias Altelias, di Mar Giorgio Ancari
questa seconda congregazione , che di Mar Elias Gazir, di Mar Adnà
nel 1754 radunati i graduati in e di Mar Sergio Eden. La con-
un capitolo generale per la scelta gregazione Aleppina è ristretta a
del superiore, poiché i monaci di quattro monasteri e due ospizi ,

Aleppo solevano avere in qualche cioè di s. Maria di Luaizè, di s.

disprezzo quelli della montagna, Pietro Cartiara Eltim , di s. Elia


cioè di Monte Libano, si ruppe la Sciaueja, e di s. Eliseo; un ospi-
pace e la carità vicendevole, in mo- zio è in Roma» l'altro in Deir-Elca-
do che non fu più possibile di maz. La terza congregazione è quel-
riunirli. la òe Libanesi o montagnoli ò ba-

Per porre un termine a tanti Inditi, ha diecinove monasteri in


mali convenne alla congregazione Siria ed uno in Cipro 5 due ne
di propaganda fide approvare la dirige di monache, cioè dì s. Ma-
divisione de'medesimì, tanto consi- ria de'soccorsì, e di Mar Elias Er-
gliata dal patriarca e dai vescovi ras; oltre quindici collegi sparsi
della Siria. Fu pertanto conferma- per l'istruzione della gioventù, l

ta la due con-
separazione delle monasteri e i collegi sono di s.
gregazioni come oggi esistono, una Antonio Cosajo , di s. Antonio
degli Aleppini, l'altra dei Libanesi Hùbi di i. Maria Maisuh, di s.

di Antonio abbate, a b ala diti j


s. Cipriaho Casifano studentato, di s.
da Clemente XIV col breve Ex Giorgio Quatobà, di s. Marone El-
injunclo nobis, de' 19 luglio 177O; giddidj di Mar Abda Moad^ di Mar
VOL. XTJIf.
9
i3o MAR MAR
Giuseppe Borghi , di Mai- Silvio ss. Marcellino e Pietro (^edi)^
Maschilità , di s. Miiria Tamisci, che si diede loro ad uflìziare. Vi si
di s. Antonio EInahechè, di s. Mi- dovevano istruire quattro o sei
chele Bonabil , di s. Marone Bir- novizi nelle facoltà teologiche, per
sanìù, di Mar Musa Etiope, di renderli abili alla predicazione fra
Mar Elia Elcasalemije, di Mar An- i loro nazionali. aperto lo stu- Fu
tonio Sir, di Mar Giovanni Risci- dio ed approvate le regole, ed a
niajà, di s. Giorgio Einaiimé, di s. fronte dell'aria malsana, i monaci
Maria Maseimusei, di Mar Elia in vi dimorarono sino al i743. Al-
Cipro; inoltre ospizi in Berito, in lora Benedetto XIV, già titolare di
Tripoli, in Bolra, in Giobil, in Si- detta chiesa , la riedificò per il

done, in Zhale, in DeirElqumner. monastero delle carmelitane, ed i

I monaci di questa congregazione monaci dovendone partire, sotto la


sono mille : fanno quattro voli direzione del cardinal Petra acqui-
solenni, di obbedienza, di castità, di starono casa ed orto plesso s. Pie-
povertà e di umiltà, e li rinnovano tro in Vincoli, ov'era la villa Mat-
ogni anno nella festa del loro pa^ tei de'duchi di Paganica, ed ivi e-
triarca s. Antonio. La loro vita dificarono un oratorio o chiesa sot-
può dirsi attiva e contemplativa. to l'invocazione di s. Antonio abba-
La maggior parte di essi nello te. Nella divisione de'monaci que-
stato laicale come gli antichi mo-
, st'ospizio toccò agli aleppini, che
naci dell'occidente, si occupa nella vi tengono un procuratore. Mon-
coltura de' campi, per rilrarne il signor Eva maronita, venuto in
necessario sostentamento. 1 sacer- Roma nel principio della fondazio-
doti frequentano il coro cinq.ue ne di questo ospizio , fece istanza
volte al attendono agli
giorno ; di rimanere in Roma per ordi-
studi per la propria ed altrui i nare suoi nazionali,
i come sole-
struzione, e si portano alle missio- vano fare i vescovi greci ed ar-
ni ad ogni cenno del patriarca uìeni. Questa istanza non venne
e degli ordinari, senza il consenso ammessa, poiché essendo soliti i
de* quali sono alieni dal prendere maroniti ammogliarsi secondo la
in cura delle anime, e in ispecie disciplina orientale prima di ascen-
delle monache del proprio istituto. dere al sacerdozio, si voleva che
]monaci maroniti di s. Antonio prima si portassero alla patria,
abbate del Libano desideravano dove contratto il matrimonio po-
possedere in R.oma un ospizio ,
tevano gli alunni ricevere gli ordi-
dove potessero alcuni trattenersi ni sacri dal patriarca e dai rispet-
per la necessaria istruzione, per il tivi ordinari. A' 17 gennaio nella
che si rivolsero al cardinal Sacri- chiesa di detto ospizio si celebra
pante prefetto di propaganda. Que- la festa di s. Antonio abbate.
sti portò le loro istanze a Cle-
mente XI, il quale acconsentì alla Monache maronite.
richiesta e rimise l'affare a pro-
paganda. Vennero in Roma due Le monache maronite di stret-

monaci, e loro si accordò nel 1707 ta osservanza hanno sette mona-


la casa ed orto vicino a s. Giovanni steri, e sono dirette dai preti che
in Laterano, presso la Chiesa dei professano la regola scritta da un
MAK MAR i3i
antico vescovo di A leppo; esse som- nò che niun cangiamento sì ope-
mano a circa duecento. Col con- rasse al convitto e coabitazione dei
senso del patriarca, e se la mag- monaci e monache; ed inutili per
gior parte di esse non si oppone, riparare al disordine riuscirono le
possono passare da uno in un al- minaccio della congregazione di
tro monastero. Altri due monaste- propaganda, e i provvedimenti di
ri sono governati dai monaci ba- altri sinodi. Il male giunse fino
laditi, i quali però neirintrapren* agli ultimi anni del pontificato di
derne la cura, devono essere auto- Pio VII, il quale mise la falce al-
rizzati dall'ordinario. I cooservato- la radice; moltissimo ottenne, giac-
rii sono quattro per le divote. Ol- che furono assegnati ai monaci
tre a ciò vi è un gran numero di ed alle monache distinti e separa-
monache, che sono sotto l'obbe- ti monasteri lontani gli uni dagli
dienza de' vescovi rispettivi. Abbia- altri ; ma non fu pienamen-
l'opera
mo accennato di sopra i monaste- te coronata, e nel i836 nel mo-
ri doppi, qui dunque ne daremo nastero di s. Elia in Gezir coabi-
dichiarazione. Da antichissimo tem- tavano monaci e monache, onde la
po i monaci e le monache aveano congregazione di propaganda tornò
comune il vitto, comune l'abita/Jone, a rinnovare l'inibizione. Nelle costi-
comuni gli alti di pietà e di ricreazio- tuzioni approvate da Clemente XII
ne. Questi che avrebbero dovuto es- nel 1
740, nella parte II, il capo
•sere di salutevole esempio al popolo, XIV tratta de nionìalibus. Bene-
coabitando cosi erano l'ammirazio- detto XIV colla costituzione, Ad
ne. Io scandalo, la favola de'cattolici stipi tmam, de'4 gennaio 74^5 i pres-
e degl'infedeli. Nel 17 io il patriar- so il Bull, de prop.y Appendix t.

ca Giacomo procurò venire alla II, p. 160, abob la congregazione


.separazione dei due sessi, giacché delle religiose sotto l' invocazione
il suo antecessore avea fulminata del Cuore di Gesù, istituita da
ss.

la scomunica a quel monaco, che Anna Agemi, e le trasferì ad altri


o monache o altre donne ammet- monasteri, proibendo i libri che
tesse nel suo monastero. Ma nien- spacciavano la pretesa santità e i

te ottenne il suo ecclesiastico ze- falsi miracoli della fondatrice, di


lante rigore, che non mancavano cui parlammo di sopra.
ne religiosi, uè vescovi sostenitori MARONOPOLI. Sede vescovile
di questa corruttela. Nel lySS il della provincia di Macedonia, sot-
patriarca Gazeno e tre ordinari to la metropoli di Amida, nella
mostrarono maggior impegno per diocesi e patriarcato d'Antiochia, e-
estiipare cosidàtte coabilazioni e retta nel IV secolo. N'era vescovo
convitti. Questo fu uno de' motivi Eusebio, quando Simone suo me-
per convocare il sinodo nazionale tropolitano sottoscrisse , eziandio
del 1786 nel Libano. Per togliere per tutti gli altri vescovi assenti
questo abuso, causa di tanti mali, della provincia, al concilio di Cal-
per ordine della congregazione di cedonia. Orìens chrisLA.Wy p. 1007.
propaganda si sottoscrissero agli at- MARQUEMONT Dionisio Si-
ti del sinodo, ma senza l' effetto mone, Cardinale. Dionisio Simone
desideralo. Poiché il patriarca fa- o Simeone di Marquemont, nato
talmente mutalo divisamenlo, ordì- in Parigi, dove fece con grande ri-
i3i MAH MAR
putazioue i suoi studi, e ne ripor- le contee di Bresse e di Borgognfft,
tò assai giovane la laurea di dot- predicando per tutlo il vangelo al
tore, condottosi a Roma coli' am- popolo. Introdusse in Lione un
basciatore Perron, essendo poi que- gran numero di ordini regolari di
sto ritornato in Francia, egli d'or- ambo i sessi, e vi fondò diel.iselte
dine del re rimase in Roma, ac- luoghi Spedito oratore del pro"
pii.

ciò co' suoi consigli giovasse il du- prio sovrano alla santa Sede per
ca di Luxembourg ambasciatore di affari di gravi conseguenze, ad istan-
obbedienza al Ponlellce. Prima di za del medesimo, Uibano Vili ai
questa incombenza aveva ottenuto 19 gennaio 1626 lo creò cardina-
il posto di cameriere del Pontefi* le prete del titolo delia ss. Trinilìi
ce, allorquando nel i6o4 fu am- al Monte Pincio, e venne ascritto
messo tra gli uditori di rota, e alle congregazioni del s. offizio, di
deputato a far le veci dell'amba- propaganda e del concilio. Passa-
sciatore assente da Roma, per trat- ti appena otto mesi, morì in Ro-

tare gli affari del regno presso la ma in detto anno, d'anni cinquan-
santa Sede; lo che eseguì con tan- taquattro, e fu sepolto nel suo ti-

ta soddisfazione del suo sovrano, tolo, al manco lato, ove fu erelto'

che in seguito diede ordine a' suoi il suo busto, con illustre e giusta
ambasciatori in Roma, che non elogio. Ad una costante vita im-
dovessero conchiudere il menomò macolata, unì eccellente erudizione
affare senza l'oracolo del prelato. e profonda dottrina. In cinque deter-
Esercitando l'uditorato di rota, eb- minati giorni della settimana os-
be ordine da Enrico IV di trasfe* servò rigoroso digiuno, essendo sem-
rirsì in Firenze per dar principio pre astinente dal vino. Sospirava
ai trattati del suo matrimonio con di ritornare alla sua chiesa di cui
Maria de'Medici, che felicemente fu acerrimo difensore. Il Papa al-
rimase conchiuso. Da Luigi XUI l'annunzio della vicina sua morte,
m ricompensa de'suoi meriti fu non potè contenere le lagrime, di-
nominato all'arcivescovato di Lione, cendo che temeva volere il Signo-
che fu conferito da Paolo V
gli re castigare la sua chiesa colla per-
nel 1612. Governò parecchi anni dita di un tanto cardinale, pel qua-
col titolo di amministratore la dio- le avea particolare slima e venera-
cesi d'Autun vacata per morte di zione s. Francesco di Sales. Le sue
Pietro Saunier. Consacrò in Roma suppellettili di molto valore^ le la-
nel 1620, nella chiesa di s. Luigia sciò allo spedale di Lione. Insigne-
il celebre annalista Spondano in mente pio, divotissimo suo re, del
vescovo di Pamiers. Due volte si savio, prudente e zelante nel trat-
trasferì inRoma ambasciatore di tamento de'negozi più ardui, sem-
Luigi XIII, cioè nel 161 7 e nel pre favorì la Chiesa e il sovrano,
1622. Avendo perorato innanzi il studiandosi di mantenere con per-
monarca nel i6i4 i" un'assemblea fetto equilibrio i diritti e le loro
del clero, ottenne fra i vescovi ivi ragioni.
radunati il primo posto, vivamen- MARRA ce I IppoiiTo. Lucchese,
te contrastatogli dall'arcivescovo di e chierico regolare della Madre dt
Tours. Visitò con diligenza e sol- Dio, fiorito verso il i65o, del qua-
lecitudine la sua arcidiocesi, oltre le abbiamo una raccolta inlilolala;
MAR MAR i33
Bihlìotcc(j. Mariana , disposta in cenzo deputò legato di Pe-
VI lo
oicliiie olfabelico, e divisa in due rugia, ove si diportò egregiamen-
parti, in cui si trovano tutti gli te. Abbandonato Gregorio XIl in-
autori che scissero su Maria Verr tervenne al concilio di Pisa, in cui
gine, col catalogo delle loro ope- riportò infinite lodi, come inviato
re, Roma 1648 in due tomi, pel in Germania ad invitare i prelati
Caballi. Egli è pure autore della e principi della nazione al concilio;
Porpora Mariana^ cioè de' Papi, tanto era prudente e savio, non
cardine li, prelati, imperatori, re e che attivo al maneggio degli affari
principi che furono particolarmen- i più gelosi. Giovanni XXIII col
te di voti di Maria Vergine, in mol- carattere di legato Io spedì ai re
ti volumi, Roma i654 P^' ^^i"* di Leone, Castiglia, Granata, Na-
nabò. varra ed Aragona, ed a tutta la
MARRAMA URO Landolfo, Car- Spagna, per eccitarli a concorrere
dinale. Landolfo Marraroauro napo- dal canto loro all'estinzione dello
letano, nel iSyS da Urbano VI scisma, che dal 1378 turbava la

fu fatto arcivescovo di Bari, chie- Chiesa, ed al concilio di Costanza,


sa ch'egli teneva nell'assunzione al con amplissime facoltà di venir a
pontificato, contrastatagli però dal- tjattato di concordia coli' antipapa
la regina Giovanna I fautrice del- Benedetto XIII, e di procurare e-
l'antipapa Clemente VII, per cui ziandio la conversione dei mao-
neppure fu consecrato. 11 Papa pe- mettani, possessori del regno di
rò nel dicembre i38i Io creò car- Granata. Di queste commissioni,
dinale diacono di s. Nicola in car- per r ostinazione de' partiti, niu-
cere. Poco dopo parteggiando pel na ebbe buon esito . Intervenne
re di Napoli Carlo III', nel i384 a quattro conclavi e al concilio di
come reo di lesa maestà fu da Ur- Costanza, e in ogni occasione fe-

bano VI deposto dalla porpora e ce risplendere la sua virtù, inte-


dall' arcivescovato. Ma Bonifacio IX grità e prudenza. Finalmente pie-
eletto nel 1889, non solo Io rico- no di meriti morì in Costanza nel
nobbe per cardinale, ma lo spedi i4i5, e fu sepolto nella chiesa dei
con amplissime facoltà in Roma- domenicani.
gna e Toscana, per aggiustare e MARSAGLIA. Luogo della dio-
comporre le controversie che allo- cesi di Parma in ove One-
Italia,
ra bollivano Ira i Malatesta a ca- sto arcivescovo di Ravenna tenne
gione del ducato Urbino^ alle di un concilio nel 973, conciliuni Mar-
quali con somma prudenza e de- salicnse, per mettere d' accordo il
strezza pose fine con immensa glo- vescovo Bologna e quello di Par-
di
ria del suo nome, e compiacenza ma eh' erano tra loro in disputa a
del Pontefice ch'era stato prega- motivo di alcune terre che ambe-
lo per ai'bitro. Lo stesso ese- due pretendevano appartenere alla
guì in Sicilia e nel regno di Na- propria diocesi. Regia t. XXV ; Lab-
poli, che agitato e sconvolto dalle bé t. IX; Arduino VI. t.

sedizioni e fiere inimicizie insorte MARSCIA. Vescovato armeno,


tra il re Ladislao e i baroni del sotto il cattolico di Sis. Gregorio suo
reame, per opera di lui fu resti- vescovo assistè ai concilii di Sise di
tuito a perfetta tranquillità. Inno- kà^X^di. Qriens cìirist. 1.
1, p. i437»
i34 MAR MAR
MARSCIAC. V. Marcuc. Comneiio imperatole d* oriente, il

MARSI Amawzio, Cardinale. A- quale l'onorò di sua auiicizia, di


roanzio della nobilissima prosapia sue lettere, e di rari e preziosi do-
de' conti di Mar'si, nato nella Ter- ni per lui e [lel monastero; anzi
ra di Lavoro, cardinale diacono, Enrico IV nemico della Chiesa, fu
intervenne e sottoscrisse al concilio protettore ed amico del cardinale
tenuto in Laterano da Nicolò li nel e del suo monastero. Morì in que-
1059. sto nel io5 dopo quarantasei anni
I

MARSI EPIFANI Desiderio ,


di cardinalato, e fu sepolto nella
Cardinale. V. Vittore
Papa. III chiesa di s. Benedetto. Il suo nome
MARSI Oderisio, Cardinale. O- si legge registrato col titolo di bea-
derisio de' conti di Marsi fino dal- to nel martirologio benedettino agli
l'adolescenza abbandonato il secolo I dicembre. Pietro Diacono di lui
I

e vestilo l'abito monastico in Mon- tesse breve e significante elogio, di-


tecassino, si acquistò in breve tal cendolo grande per umiltà, rispet-
credito per l'esemplarità de' costu- tabile per prudenza, insigne per pu-
mi e per la perizia in ogni genere dicizia, e sublime per il lume di-
di scienza e di sacra e profana let- vino di cui era ripieno.
teratura, che sparsasene la fama ,
MARSI Teodino, Cardinale. V.
da Nicolò II che portatosi a quel Sawseverino Teodino, Cardinale..
celebre cenobio potè per se stesso MARSI Giovanni, Cardinale.
ammirarne la virtù e la dottrina (il Giovanni de* conti di Marsi, da Ur-
Ferlone lo dice cieato cardinale da bano II fu creato cardinale vesco-
Vittore HI, ma con ninna proba- vo Tusculano e vicario di Roma ,
bilità), nel 1059 fu creato cardi- benché altri dicano da Pasquale II.
nale diacono di Agata, e poi da
s. Si trovò presente al concilio tenu-
Urbano II passato nell' ordine dei to da questo Papa a Guastalla nel
preti col titolo di s. Marcello, o di 1106, ed a quello di Roma del
s. Ciriaco alle Terme secondo Pie- II 12 per derogare al privilegio
tro Diacono. Nello stesso tempo fu delle investiture accordato per vio-
fatto il primo ottobre 1087 abbate lenza da Pasquale II ad Enrico V.
di Montecassino, carico che accettò Fatto da esso prigione, gli riuscì
ripugnante, e sostenne diecinove an- fuggire dalla basilica vaticana in
ni con credito di rara umiltà, pru- abito di villano, insieme con Leone
denza e discrezione ; egli fu eletto cardinal d'Ostia. Trovandosi libero,
abbate in questo modo. Essendo con forte ed eloquente discorso in-
gravemente infermo Vittore HI, si fiammò gli animi del popolo a sos-
fece portare in letto nel capitolo tenere con vigore la causa della
de' monaci, confortandoli ad eleg- giustizia e delia religione, ed a ven-
gersiun nuovo e degno abbate. I dicare l'enorme attentato commesso
monaci concordemente convennero contro la sacra persona del Ponte-
nella persona del cardinale, ed il fice, non meno che contro il sacro
Papa dibuon grado ne approvò collegio, come infatti avvenne con
l'elezione. In tempo del suo gover- glande strage dell'esercito imperiale,
no segui l'invenzione dei corpi dei e dello stesso Enrico V, che sbal-
«s. Benedetto e Scolastica. La fama zato da cavallo e ferito in faccia,
di sue virtù lo rese caro ad Alei»sio poco mancò che non vi restasse
MAR MAR i35
morto. Tuttavolta Pasquale II gli creò cardinal vescovo d' Ostia e
scrisse alcune lettere risentile, do- Velletri nel iior, avvertendo il

lendosi di lui e degli altri cardi- Cardella non sussistere che solo nel
nali e vescovi rimasti in Roma, che I r 5o le due chiese sieno state go-
uuiti con decreto aveano
insieme vernate da un solo pastore. Accolse
condannato il suo operato nella pri- Enrico V nell'ingresso che fece in
gionia di Sabina per la violenza Roma; ma dopo il sacrilego di lui
dell' imperatore avendo avuto il
, misfatto contro Pasquale II, invo-
coraggio di spedirgli copia del de- latosi per allora sotto mentile spo-
creto. S' ignora quando morisse. glieda Roma, sollevò poscia ro- i

MAKSl Leone, Cardinale. Leo- mani. Intervenne con Pasquale IT


ne de' Marsi vestì la cocolla mo- nel I 1 06 al concilio di Guastalla,
nastica in Montecassino, e per la e nel e 112 a quello di Laterano.
sua eloquenza e dottrina fu da D'ordine del cardinal Oderisio scris-
Urbano li nel 1088 creato cardi- se la storia di Montecassino, da s.
nale diacono. Scrisse a nome del Benedetto fino all'abbate Desiderio
Papa parecchie lettere e ne formò poi Vittore 111. Questa storia: Chro-
un esatto registro, e secondo il nica monasterii Casinensrs, fu stam-
Ciacconio morì nel pontificato di pata in Venezia nel i5i3 e po-
Urbano II, ma probabilmente dopo scia in Parigi, e finalmente nel
di lui, come riflette il Baronio. Il 1616 per opera di Matteo Laure-
fliacconio crede che questo Leone to monaco cassinese che la illustrò
sia quel Leone cardinal diacono di con erudite note assai critiche ; ciò
s. Vito, che per volere di Pasquale non pertanto tali edizioni coll'ori-
11 prestò il giuramento delle iuve-» ginale che si conserva in Monte-
stiture ecclesiastiche ad Enrico V. cassino, non sono esenti di gravi e
Altri lo vorrebbero fatto cardinale frequenti errori. Scrisse ancora il
da tal Papa; e però affatto diverso cardinale alcuni sermoni e vite dei
da Leone de' Marsi vescovo d'Ostia santi. A' i5 ottobre i i 12 consagrò
che fiorì tra cardinali di Pasqua-
i solennemente l'altare maggiore di s.
le II. Lorenzo in Lucina di Roma^ e mo-
MARSI Leone, Cardinale. Leo- rì nel maggio i 1 1 5 con gran fama
ne de' conti di Marsi , così detto di santità.
dalla sua patria nella Campagna os- MARSI Oderisio, Cardinale. O-
sia Terra d» Lavoro, offerto a Dio derisio Marsi, della
de' conti di
fin da fanciullo nel monastero di provincia di Terra di Lavoro, mo-
Montecassino, vestito l'abito religio- naco cassinese, e poi abbate di s.
so di quattordici anni , si distinse Giovanni in Venere nel territorio
tra gli altri così per l'esercizio del- e diocesi di Lanciano, per la san-
le virtù, come per l'ardore nel col- tità di sua vita, congiunta ad una
tivare gli studi. Fu quindi fatto rara dottrina, da Alessandro HI
bibliotecario e decano di quel fa- nel I i63 fu creato cardinale, e morì
moso cenobio, e poi vescovo di Ses- nel I 177. Il p. Gattula sostiene che
sa nel regno di Napoli, secondo il traesse origine dalla nobile famiglia
Rellaimino, di che tacciono Pietro Palearia, e che vivesse nel cardi-
Diacono e l'Ughelli Vittore III o . nalato quarantadue anni, in prova
meglio Pasquale 11 del 1099 lo di che allega un privilegio lui vi-
,
.

i36 MAR MAR


venie accordalo da Enrico VI al lo la2;o di Fucino, che si crede il

stio monastero, che governò qua- cratere di un antico vulcano. Al-


ruittanove anni. tri dicono che in una
violenta inon-
MARSIStefano, Cardinale. V. dazione fu rovinata la ciltà di Ar-
Sanseverino Stefano, Cardinale. chippe eretta da Marsia re dei li-
MARSI (Marsoruni). Ciltà ve- dii. Di questo lago si vedono an-
scovile del regno delle due Sicilie cora i superbi avanzi del suo ac-
nella provincia dell* Abruzzo ulte- ({uedotto lungo 35oo passi, fallo
riore secondo, l'antica Valeria >
giù costruire attraverso il monte Sal-
capitale dei Marsi detti anco Fa- viano per prevenire le inondazioni:
leHy che abitavano presso la riva il lavoro incomincialo sotto Cesare,
orientale del lago di Fucino, ora fu compito dall' imperatore Clau-
Jago di Celano, nell'Apennino. In ge- dio, e nello spazio di circa undici
nerale comprende vansi sotto un tal anni occupò trentamila schiavi.
nome i veslini, i peligni, i marru- I popoli marsicani dominarono
cini ed i frentani. Si crede comu- varie celebri ciltà dell'Abruzzo, e
nemente che i marsi avessero i ve- fra le altre Forconio, Amiterno ,
slini al nord, i peligni ed i sanniti Aquila, Valve, Chieli, Penna,
all'est, il Lazio al sud, ed i sabini 't'eramo ed Ascoli di Satriano
all'ovest. Marrubiiini si chiamò an- Anzi credono alcuni che i marsi, po-
cora questa capitale, e per distin- poli della Germania, sieno pro-
guerla da Marsico Niiovo^ si de- venienti dai marsi d'Italia (Fedi),
nomina ancora Marsico Vecchio o da dove furono, dicesi, scacciali da
y etere. Le sue rovine nell'Abruzzo Pompeo. Delle guerre diverse dei
ulteriore, appresso il castello s. Be- marsi, di quelle di Annibale, lieila

nedetto, offrono un'arena e le trac- guerra marsicana detta sociale, ne


cie di un vasto anfiteatro: le acque parlammo a detto articolo, a quello
di Fucino la ingoiarono, e vuoisi di Lazio, ed altrove. Celebre e po-
che prendesse il suo nome da un re tente fu la casa degli antichi gran
Marrone compagno di Marsia re conti de'Marsi^ discendenti da Car-
de* lidii Mairuvio divenne capo e
; loMagno per Berardo suo affine
metropoli della provincia Marsica- come figlio di Pipino il giovane
na. Gli antichi danno a'marsi un'o- e nipote di Bernardo re d' Italia :

rigine favolosa, ma si dicono orion- molti personaggi illustri ne deri-


ili dai sabini. Il paese dei marsi, varono, de' quali trattarono Leone
celebratissimo nelle storie per la Ostiense e l'Ammirato. Lodovico II

sua antichità e distinte memorie il- imperatore elevò il gastaldato di


lustri, in progresso di tempo fu Marsi in contea, tolta già al du-
appellato col nome di provincia di cato di Spoleto, di cui era dive-
Valeria o Marsicana , ed annove- nuta soggetta. Altri dicono che i
rata tra le XVII provincie d'Italia, conti diMarsi originarono da Tras-
secondo la divisione fatta sotto A- mondo III duca di Spoleto , per
driano imperatore. Dipoi prese il cui i Trasmondi portano il titolo
come di Abruzzo e comprese città di conti di Marsi, mentre gli Sfor-
e popoli rinomati. Tra le prime vi za-Cesarini hanno l'altro di duchi
fu la città di Marsia capitale della di Marsi. Su di che si può leggere
legione, poi sommersa nel suddef- i' importante ed eredito libro inti-
,
,

MAR MAR i37


telato: Compendio storico-genealo- al concilio di Laterano nel 649
gico della patrizia famiglia Tras- adunato da s. Martino I. Lidue-
mondoj Pionia i832. Il paese dei rito intervenne al concilio sotto s.

marsi apparleiine dominio tem- al Leone IV ; Rottario del 968 si tro-


porale della santa Sede, per cui vò presente ad una sentenza ema-
l'imperatore Ottone I nel 962 ne nala dall'imperatore Ottone I in
confermò la proprietà e rinnovò la favore della chiesa di s. Maria A-
donazione al Papa Giovanni XII, piniaci. Gli successe Alberico figlio
con diploma scritto a lettere d' o- di Berardo III conte di Marsi nel
ro, che a' tempi del Baronio si ser- 970, d'infelice memoria: dopo di

bava nell'archivio di Castel s. An- lui s'intruse nella sede il suo figlio

gelo. Tanto affermano il Borgia ,


spurio Guinisio nel 994. Nel io'56
Memor. stor. t. I, p. 94j chiamando dalla chiesa di Chieti vi fu trasla-
anche lui Marsi città del ducalo tato Actio de' conti di Marsi , cui
di Antonio Cor-
Spoleto, e Pietro Vittore II die per successore Pan-
signani nella sua Reggia Marsica- dolfo, sotto del quale Stefano X
na, Napoli 17 38. In questa opera nel 1057, essendo in Montecassino,
esso parla delle memorie topografi- reintegrò la sede vescovile dell' in-
co storiche di varie colonie e città fera diocesi eh' era stata divisa in

antiche e moderne della provincia due parti da Benedetto IX che vi

de' Marsi e di Valeria, compresa avea stabilito due chiese. Indi fu-
nell'antico Lazio e negli Abruzzi rono vescovi Andrea , e Sigenulfb
colla descrizione delle loro chiese intruso dall'antipapa Clemente III,

e immagini miracolose; e delle vi- che governò sino al i 106 per die-
te de' santi cogli uomini illustri, e cisette anni. Nel pontificato di Pa-

la serie de' vescovi marsicani. Dai squale II fu fatto vescovo nel io i i

marsi uscirono valorosi guerrieri s. Berardo de' conti di Marsi car-


santi, il Papa s. Bonifacio IV, molti dinale di Angelo in Pescheria
s. ,

cardinali, dotti ed altri illustri per- poi del Grisogono: a


titolo di
s,

sonaggi. di lui istanza quel Papa con bolla

La sede vescovile vi fu eretta del iri5 confermò confini, te- i i

ne' primi tempi della Chiesa sotto nimenti e le ragioni delle chiese e
la provincia della metropoli di Chic- della diocesi Marsicana, con distin-
li, ma immediatamente soggetta al- ta menzione di tutte le sue parti,
la santa Sede. Il primo vescovo di sua ampiezza e. giurisdizione ,
poi-
Marsico si dice s. Marco di Gali- ché anticamente i vescovi di Marsi,
lea, eletto dal principe degli apo- oltre il temporale ebbero ampio
stoli a predicar la fede ai marsi ed dominio spirituale, immediatamen-
agli equicoli, e martirizzato essen- te soggetti al sommo Pontefice. La
do vescovo di A ti no. e poi forse bolla Sicut injusta si legge nell'U-
anco di Rieli^ come scrive il Mari- ghelli, in un alla vita del beato
ni vescovo di tal città. Il secondo cardinale. Egli coli' assistenza del
vescovo è s. Ruffino, che soffrì il preposto di Celano e de' capitolari,
martirio verso l'anno 240; il terzo fulminò scomunica contro il conte
Giovanni che intervenne al costi- d'Albe usurpatore de' beni ecclesia-
tuto del Papa Vigilio nel ^^^ ; il stici. Fino al II So non si trova
quarto Luminoso che sottoscrisse altro vescovo che Bernardo, a ca-
1 38 M A Pv MAR
gioiK! (lei gravissimi litigi dei nn- Giovanni Evangelista, pure edificata
ncinici della catledrale di s. Savina dal beato (xiovnnni ) in cattedrale
e di s Giovanili BiUtisla di Cela- col titolo di nulliu!}, e giurisdizio-
no, per cui vi prese energica prov- ne su nove terre , il cui prevosto
videnza Eugenio IH, massime sulla fu decorato di mitra e bacolo e
consagrazione deirolio santo. Altro giurisdizione episcopale , dovendo
Piernardo era vescovo nel i 178, in intervenire alT elezione de' vescovi
favore del quale il re Guglielmo II marsicani, che talora si fece in que-
emanò sentenza contro Oddone di sta chiesa. Per questa ragione ac-
Celano invasore de' beni della chie- cadero in vari tempi non pochi li-
sa. Zaccaria fu al concilio generale tigi tra i canonici di Celano, cioè
del I l'jcf ed ebbe
Laleranense III, del capitolo delle due chiese de' ss.

lite con Gentile di Palearia per la Giovanni Battista ed Evangelista ,


chiesa di s. Bartolomeo d'Avezza- con quelli di s. Savina. La calte-
no, che per mandato regio fu se* dralità di Celano terminò nel 5()2 1

data. Tra i di lui successori note- dopo lunga questione tra il vesco-
remo i piti distinti, riportandone vo Matteo Colli e il capitolo cela-
la serie l'Ughelli, Italia sacra t. I, nese, che fu deciso dover essere
p. 882. soggetto al vescovo marsicano. La
Nicola di Celano prevosto della controversia tuttavia non terminò,
chiesa di s. Giovanni, eletto vesco- ma la chiesa di s. Giovanni Batti-
vo nel
1^54, fu confermato da sta restò collegiata insigne e pritna-
Innocenzo IV. Giacouio canonico ria della diocesi.Noteremo che l'an-
della cattedrale di s. Savina, essen- tico Celano de' romani
fu colonia
do stato eletto dal capitolo senza e città,, e si chiamò capo de Mar-
l'intervento di quello di s. Giovan- si, ed un tempo spettò al dominio

ni Battista di Celano, questo pro- della Chiesa romana, con Soia ed


testò, dilesione al privilegio che Arpino, per cui Martino V e Ni-
concedeva doversi eleggere il ve- colò V concessero esenzioni al co-
scovo nella loro chiesa, e perciò di mune pel mantenimento di sua for-
Per questa lun-
nullità all'elezione. tezza ; e fu signoreggiato come feu-
ga lite deputò ad esa-
Gregorio X do dai Cibo, dai Piccolomini, dai
minarla il cardinal Matteo Orsini, Savelli, e dai Cesarmi Bobadilla.
liionde passati dieci anni Onorio Nel 1295 Bonifacio Vili cassata
IV confermò reiezione di Giaco- la postulazione del capitolo per
mo, col voto di diversi cardinali, Alessandi'o de Ponti, invece elesse
dichiarando però che per l'avveni- Giacomo Busce domenicano. Gia-
re non s'intendesse pregiudicato il como de Militibus romano cano- ,

rapitolo celanese. La chiesa di s. nico d'Ostia e cappellano pontifì-


Giovanni Battista di Celano , già cio, i363 divenne vescovo. Pie*
nel
luiUiiis^ fu eretta in Celano vecchio tro fatto da Urbano VI nel 38o, 1

nell'anno 1264 o 1:274


beato ^^^ vicario della basilica Liberiana, ade-
Giovanni da Foligno, sópra amenis- rì poi all'antipapa Clemente VII :

simo divenne patrono del


colle, e qtjesti nel 1 38o fece p«ir vescovo
luogo. Tanta fu la venerazione ver- Giuliano de' minori, che dopo lun-
so tale tempio, che in progresso fu ga contestazione fu deposto nel
eretto (in uu all'altra chiesa di s. 1409 da Alessandro V, ed ebbe il
, ,

IVI A R MAR l'io

piloralo (li Colle Martio per vive- roso; ne restò qualche avanzo di
re, finché Martino V lo trasferì sue rovine, e della diroccala città
alle chiesa Cnpritanense. Angelo presso la chiesa di s. Benedetto
Maccafani nobilissimo nnarsicano dopo essere stata talvolta visitala
chiaro in giurisprudenza, Eugenio dagl'imperatori che vi fabbricaro-
IV nel 1446 lo l^cce vescovo, e no sontuosi villaggi, tra' quali la

meritò di essere tesoriere generale celebre villa di Nerone, e fu rino-


della Marca Anconitana luogote- ,
mato il vico Valerio. La provincia
nente e governatore di Fano, mor- di Valeria contenne nel suo domi-
to in Macerata nel i47<^j ^ sepol- nio, Tivoli, Carsoli, Rieti, Forco-
to nella cattedrale. Francesco, Ga- nio, Amiterno e Marsi col lago di
briele, Giacomo e Gio. Dionisio Fucino. La città fu diroccala dai
Maccafani, successivamente furono goti e longobardi, e in parte dalle
vescovi, e Clemente VII nel i53'^ ncque di Fucino, ed allora la pro-
conferì la sede a Marcello Crescenzi vincia prese il nome di Marsicana.
nobile romano, che Paolo III creò Dopo la predicazione del vange-
cardinale nel [5^2. Per sua ces- lo fu quivi stabilita la cattedrale di
sione nel 1 546 fu fatto vescovo s.Savina o Sabina, denominata la
Michele Fran/ino Governatore di chiesa Marsicana o de Marsi, cioè
Roma, di cui parliamo nella serie poco lungi dal sito di Valeria, e
di quelli. Giaoìbattista Milanesi no- la chiesa di s. Benedetto, già ca-
bile fiorentino, eletto nel i562, si sa di s. Bonifacio IV del 608 di
recò ài concilio di Trento; gli suc- Valeria (al cui tempo vuoisi che
cesse nel iSyt) Matteo Colli na- esistesse la città) da lui convertita
poletano, sotto del quale la sede di in monastero a benefizio della
Valeria o Marsi, dal luogo di s. patria, come fu pure di qualche
Benedetto fu trasferita da Grego- celebrità la chiesa e monastero
rio XI II in Pescina , il perchè è di Maria Adergine, abitato da s.
indispensabile la scmiente digressio- Equizio abbate, che alcuni voglio-
ne. Il castello di s. Benedetto eb- no rovinalo prima dell' eccidio di
be tal nome dalla rinomata chiesa Valeria nel /[Si per la persecuzio-
di questo titolo. È costante opi- ne de'vandali devastatori della pro-
ni<uie degli scrittori che ivi esistesse vincia. Restaurato poi il mona-
l'antica città Prateria compresa nel- stero , Dio comandò al santo ab-
l'antico Lazio, che diede il nome bate di predicare il vangelo ai
alla contrada. Sì vuole fondata dal- marsi, i quali trovandosi meschia-
la celebre matrona Valeria iìglia ti co' nemici della Chiesa , si e-
dell'imperatore Diocleziano , e che. rano corrotti ne' costumi. 11 mo-
vi dimorasse qualche tempo, ovve- nastero dai benedettini passò per
ro da M. Valerio Massimo console breve tempo al governo de'cister-
romano nell'anno 147 di Pioma ,
ciensi, da' quali passò in commen-
dopo aver soggiogato i marsi. Per da a' chierici secolari col titolo di
la sua magnificenza, nobiltà e pie abbate. Anticamente vi risiedevano
gì, dopo Marruvio fu capo e me- gli abbati benedettini, detti anche
tropoli della provincia , con avere preposti, facendosi menzione del-
avuto il collegio, il senato, V anfi- l' abbazia dai più rinomati sci il-

teatro ed il maestrato assai nume- tori, come ricca di rendite e ter-


I |o MAR MAR
liloiii tempo de' monaci. II pri-
a ta Valeria, rimase la chiesa in so-
niu abbate commendatario di cui litaria campagna, soggetta a deso-
si trovi menzione è del l'^jS, cioè lazione ed alle ruberie de'masna-
JXicolò Giacomo Ciucumello; sotto dieri, onde vescovi si trovarono
i

l'abbate commendatario Gio. Pietro esposti a non pochi disagi, così i


Tomassetli di Pescina, nel 1668 canonici. Questi avendo col vescovo
fu restaurata la chiesa. Quanto al- Matteo Colli ricorso nel i58o al
J*anti("a chiesa di s. Savina già cat- Pdpa Gregorio XIII, egli trasferì
tedrale de' marsi e della città di l'antica cattedrale dis. Savina nel

Pesci na, ove fu trasportata la cat- tempio di Maria Vergine delle Gra-
tedrale e la sede del vescovo, nel- zie, già sotto il titolo della Madon-
la provincia di Abruzzo Ulteriore na della Neve, con bolla In su-
secondo, col Corsigiiani riportiamo prema dignitatisj kal. januarii. Tut«
le seguenti notizie. La cattedrale tavolta la cattedrale nuova non fu
di s. Savina, benché Marco sia
s. compila che nel iSgS sotto il ve-
stato il prillo vescovo de' mar- scovo Peietti, con ornati, portici,
si verso l'anno 4^> ^ benché a tre navale, trono del vescovo ed
quell'epoca la fede cattolica fosse ampio coro, con l'altare maggiore
per lui già stabilita in Valeria, lavoralo di marmo mischio, con
chiesa de'marsi, non poteva esse- cappelle, alcune delle quali abbel-
re a queir epoca eretta ,
perché lite, essendo in complesso edifizio
Ja santa moglie del senatore Pu- maestoso. Sbagliò il Baudrand e
dente fu in Roma battezzata da chi Io seguì, in attribuire a Cle-
s. l^aolo , patì il martirio a'29 mente Vili questo trasferimento
agosto o 3 settembre dell' anno della sede vescovile di santa Sa-
122, verso il qual tempo tal vina a Pescina, città posta sulla
chiesa può avere avuto la sua destra riva della. Giovencola, che
prima origine in Valeria, divenen- entra nel lago di Fucino metten-
do la matrice chiesa dei mar- do foce nel suo lembo orientale,
si. In progresso di tempo l'ediQ- capoluogo di cantone, che conta
zio fu ingrandito ed ornato, an- tra i suoi uomini illustri il cele-
che per òpera dei conti di Mar- bre cardinal Giulio Mazzarini. Pe-
si, ed in particolare del gran Be^ scina per tale onore da terra di-
Tardo; e Pasquale II gli confermò venne citlà, e fu così chiamata o
il dominio su tutte le chiese della dal fiume che alle radici dell' A-
diocesi, come abbiamo già detto. pennino sotto le scorre, oppure dal
In questa chiesa furono sepolti i rivo deli' antica chiesa di s. Ma-
vescovi, e presso le sue mura esi- ria in Apeniace, essendo baronia
steva il palazzo vescovile, ove i car sotto la contea di Celano.
nonici con altri preti vissero in Il suddetto vescovo Matteo Colli
vita comune col vescovo. La chie- difese con fortezza e zelo le ragio-
sa era a tre navate con marmi fi-> ni di sua chiesa, e soggiacque al

rissimi, con bassorilievi e pitture carcere di Castel s. Angelo di Ro-


alla gotica, per cui molte pietre ma, ma ne uscì innocente, morendo
lavorate furono trasportate a Pe-r in della città nel 1596, e fu sepolto
scina, cadendo in rovina il tempio nella chiesa di s. Lorenzo in Lu-
e l'episcopio. Imperocché, diroccq- giua, leggendosi nella iscrizipqe se
MAR MAR i4i
polcrale,che fu benemerllo della cat- La successione de* vescovi di Marsi
tedrale, del seminano, deUVpiscopio si legge nelle annuali Notizie di
e di diversi monasteri. Gli successe Eoiha ne riporteremo gli ultimi.
:

Bartolomeo Pereftì, sotto del qua- 1760 Benedetto Mattci di Avezza-


le Clemente Vili dichiarò catte- no diocesi di Marsi. 1776 Fran-
drale s. Maria delle Giazie di Pe- cesco Vincenzo Lajczza di Napoli.
scina, appena ridotta a tale, e vi 1797 Giuseppe Bolognese di Chie-
trasferì il capitolo. Muzio Colonna ti. i8o5 Giovanni Camillo Rossi
lomano fu falto vescovo nel i63o, di Avellino.1818 Francesco Sa-
e fu pio pastore ; per sua morie verio Durini abbate della congrega-
nel i632 lo divenne Lorenzo Mas- zione celestina, nato in Chi eli, poi
simi romano, canonico della ba- Iraslato ad A versa. 1824 Giu-
silica laleranense. Nel 1646 fu seppe Segna di Poggio Ginoifo
promosso a questa chiesa Gio. Pao- diocesi di Marsico. Il Papa Gre-
lo Caccia, che introdusse la vita gorio XVI nel concistoro de' 19
comune nelle monache di Chia-
s. giugno 1843 fece vescovo l'odier-
ra, ed incominciò la fondazione no monsignor Michelangelo Sorren-
delle scuole pie, mediante il pin- tino della terra di s. Gio. a Pire
gue legato di Lelio Tomasselli, per diocesi di Policaslro ,
della pri-

cui insorse lite tra gli scolopi ed i ma arciprete, della seconda ca-
monaci dimoranti presso
silvestrini, nonico.
la loro chiesa di s. Antonio abbate. La cattedrale di Marsi esistente
Antonio o Ascanio de Gasperis di in Pescina , dedicata alla Beata
Veroli, secondo collaterale di Cam- Vergine delle Grazie, è soggetta
pidoglio, eletto da Innocenzo X immediatamente alla Sede aposto-
nel i65o, compose le vertenze lica. Il capitolo si compone della
sulla precedenza della prima col- dignità dell'arciprete, di dieci ca-
legiata, celebrò il sinodo, e fu Io- nonici, comprese le prebende del
dato per scienza e soavi qualità ', teologo e del penitenziere, di due
nel 1664 gli successe Diego Petra mansionari o benefiziati, e di altri

de'baroni di Sangro: anch' egli ce- preti e chierici addetti al servizio


lebrò il sinodo, nel 1671 pose la divino. La cura di anime della
prima pietra alla chiesa di s. Giu- cattedrale, ov'è il fonte battesima-
seppe delle scuole picj e nel 1680 le, appartiene al capitolo, che la
fu traslato all'arcivescovato di Sor- fa esercitare da un canonico. Tra
rento. L' ultimo vescovo registrato le reliquie che si venerano nella
dai continuatori dell' Ughelli fu cattedrale, nomineremo un brac-
Francesco Bernardino Corradini no- cio di s. Sabina patro-
Savina o
bile di Fabriano, padre de'poveri na di tutta la diocesi ; ed il capo
ed ottimo pastore: il seminario di s. Berardo o Bernardo vescovo
trasportato dal monastero de' sil- della medesima, il cui corpo dal-
vestrini vicino alla cattedrale nel l'antica cattedrale di s. Savina, nel
158o dal vescovo Colli, restaurato i58o fu trasferito alla chiesa di

nel 1664 dal vescovo Petra, fu s. Berardo, posta nella cima del
accresciuto soltanto dal vescovo Cor- monte della città , e rifabbricata
radini, e perfezionato nel 1720 dal vescovo de' Vecchi, mentre il

dal successore Muzio de' Vecchi. suo successore Dragonetli nel 1727
i4i MAH MA II

vi fece ediiicare una (.appella . o Eraclea. Tito Sempronio vi ri-


L'episcopio è prossimo alla cat- portò una vittoria sopra Hanon,
tedrale; fu eretto dal vescovo Col- al detto di Tito Livio. Parlano
li dopo la traslazione della resi- pure di Grumento, Tolomeo, Pli-
denza episcopale in Pescina, re- nio ed Antonino. Si crede essere
staura to ed abbellito dai vescovi più antica di qualche altra città
de Gnspe» is Corradini ed altri.
, del paese, la cui origine non ri-
Olire la catltdrale in Pescina non sale che all' epoca romana : i sa-
vi è altra chiesa parrocchiale; ben- raceni la rovinarono. Grumento di-
sì vi è un convento di religiosi venne sede vescovile nel secolo IVj
ed un uiOiiaslero di monache, quat- e fu irrigata dal sangue di s. La-
tro confraternite, più dotazioni per beijio o Laverio suo patrono. Sem-

le poverezitelle, due ospedali e se- pronio Alone è il primo vescovo


minario con alunni. Ampia è la conosciuto di Grumento ordinato ,

diocesi e contenente più di sessan- dal Pontefice 8. Damaso I nel


ta luoghi. La mensa ad ogni nuo- 370. Giuliano Patoraa è il secondo,
To vescovo è tassata ne'libri delia cui scrisse nel 58o Pelagio li
camera apostolica in fiorini cento, per trasferirlo alla chiesa Marcel-
corrispondenti alle rendite d'annui liense, richiesto dal clero e dal
scudi tremila non deductis ouC' popolo. 11 terzo fu Rodolfo Alano,
rihu.i. uomo magnifico e degnissimo, al
MaRSICO nuovo {Marsicm). cui tempo la chiesa fiorì pel san-
Cittàcon residenza vescovile del gue glorioso de* martiri. L' Ughelli
regno delle due Sicilie, nella pro- neir Italia sacra incomincia la
vincia di Basilicata, distretto sulla serie dei vescovi di Marsico Nuo-
laida orientale del Monte della vo con quelli di Grumento, e ne
Maddalena, presso la sorgente del tratta nel t. VII, p. 485, e X, p.
fiume Acri, al piede deli'Apennino, Ili e 284, riportando pure le
i cui chiamaronsi marsici,
popoli gesta di s. Laverio martire , che
come noia il Corsignani nella Reg- predicò la fede in Grumento e ri-

gia Ma rs icona j perché presero il portò presso tal città la palmu


nome da questa città edificata dal del martirio nel 3 12, 5 kal. de-
possente Rinaldo figlio del conte cembris : il suo corpo fu deposto
de'Marsi, quand'egli si ritirò nella nella chiesa a lui intitolata, ma
provincia di Salerno presso alla quando fu devastata la città, par-
medesima Basilicata. Marsico Nuo- te se ne trasportò nella cattedrale
"vo fu contea ed ebbe suoi conti,
i di Acerenza, e parte in quella di
avendola signobeggiala per molto Satriano. Commanville dice che
tempo la nobile famiglia Sanseve- Grumento fu unito a Marsico Nuo-
rino. Siccome l'antico vescovato di vo nel VI secolo, ed altri defini-
Grumento venne unito a Marsico tivamente nel 1260 circa. A Giu-
Nuovo, ne daremo un cenno come liano di patria grumentino, che
de'suoi vescovi. Grumento Gru- , accrebbe il lustro di sua chiesa ,
nieniuni o Agiomento città della , r Ughelli pone per successore Tu-
Magna Grecia, nella Lucania, ver- der o Tuderisìo che si sottoscrisse
so il golfo di Taranto , e fra À- Marsicensis ecclesiae episcopns^ nel
bellinuni Marsicum ed Iltraclea decreto con cui s. Leone lY nel-
MAH i43
1*853 conilannò Anastasio cardi- Alessandro III, e nel suo vescovato
nale prete ; questo è il primo dei Guglielmo altro conte di Marsico
vescovi Marsicani seu Mnvsicenses^ edificò la onore di s.
chiesa in
anch'essi sufFraganei dell'arcivesco- Tommaso di Cantorbery, nella qua-
vo di Salerno. le Giovenale prete sotto la rego-

S'ignora quando vivesse Ori- la di sani' Agostino fu costituito


ni al do vescovo Marsìccìisis^ notato priore immediatamente soggetto al-
dopo Tuderisìo, sotto di cui ebbe la santa Sede, alla quale chiesa fe-
luogo la traslazione dejle reliquie cero donazioni altri conti di Mar-
di s. Gennaro vescovo di Cartagi- sico. Nel 1 1 88 essendo vescovo il

ne. Dopo duecento anni si


circa medesimo Giovanni, Bartolomeo
trova Gisolfo marsicensìs episcopus, signore del castello di Marsico vec-
sotto del quale nel 1089 ^^^'' chio, con Mariella sua moglie, do-
nianno donò a Rado abbate di s. narono all'abbate di s. Stefano di
Stefano di Marsico, le chiese di s. Marsico la chiesa di s. Maria. An-
Nicola e di s. Caterina colle loro selmo famoso per le sue profezie
pertinenze. Nel 1095 mori GisoHb, sui Pontefici, che furono pubblica-
e subito gli successe Giovanni mo- le dopo Bonifacio Vili, contempo-
naco cassinese, Marsicensìs et Gru- raneo dell'abbate Gioachino fonda-
ìnenliiiae ecclesiae si sottoscrisse ad tore della congregazione Florense,
un privilegio concesso a Pietro ab- visse dopo il 1210. Dal 1^39 va-
bate della Cava per l'erezione cò la sede sino a fr. B.inaldo do-
della chiesa di s.'Giacomo de menicano siculo, fatto vescovo sotto
lUtrgentia ; nei monumenti di tale Clemente IV, traslato a Messina da
abbazia sembra che Giovanni fosse Gregorio X nel 1273, chiaro per
fregiato della dignità cardinalizia. Al- egregie qualità. Gli successe l'altro
tro Giovanni pur cassinese gli suc- domeyicano fr. Reginaldo da Pi-
cesse; quindi fiori Leone che tal- perno discepolo di s. Tommaso di
ora si chiamò vescovo di Marsico Aquino. Essendo vescovo Giovanni
e talora di Grumento : nel xiZ
i de Vetere Mattei salernitano, nel
fu uno de'deputali che Calisto II 1293 Tommaso Sanseverino con-
incaricò per esaminare i miracoli te di Marsico (il quale confermò
di s. Gerardo vescovo di Potenza, i privilegi della chiesa e monastero
Posentini Grumentinus item appel- di s. Tommaso, che dagli agosti-
lalur. Enrico fu vescovo sotto O- niani passò in proprietà delle mo-
norio II, nel di cui lem pò nel i 1 3 i nache benedettine, alle quali con-
fu fabbricata la chiesa cattedrale cessero privilegi vari conti Mar-di
sotto il titolo della Beata Vergine sico), fece edificare la torrecampa-
e di s. Giorgio martire, trasferen- naria nella cattedrale. Clemente VI
dovisi la cattedra episcopale eh' e- nel i349 quivi trasferì da Tricarico
ra nella basilica di s. Angelo. Tra il vescovo Rogerio, al cui tempo
i suoi successori noteremo quelli che il conte Tommaso, figlio dell'altro
si distinsero, Giovanni a cui Sil- di simile monastero
nome, fondò il

vestro conte di Marsico fece pie pei celestini che


presso la città,

donazioni nel i i5o e nel i 52 1


;
dipoi soppresse Innocenzo X, con-
intervenne nel 1179 al concilio cedendolo colle rendite al semi-
ticucralc Lalcraiiense III tenuto da nario.
i44 1^1 A R MAR
Giacomo Capndnin di Potenza, successo suo nipote Angelo de' Mar-
vivente il vescovo Tommaso fatto zi decano della metropo-
Medici,
tale da Urbano VI, l'antipapa Be- litana di Fiienzc. Fr. Antonio Fe-
nedetto XI II ve lo intruse, e mo- ra toscano, gran teologo e vicario
rì i4oo. Pietro Ilperino
nel o generale apostolico de' conventuali,
Alperino, di antica e nobile fa- Gregorio XIII nel i5S/\. lo pro-
miglia romana , celebre teologo mosse al vescovato , che rinunziò
domenicano e maestro del sacro nel 1600, anno
in cui morì, (ili
palazzo, fu anch egli nominato ve- fu sostituito Ascanio Parisi di Mo-
scovo da Urbano VI, ma cacciato literno diocesi di Marsico morto ,

dalla sede dai vescovi intrusi, moi in 1614. Fr. Timoteo


patria nel
lì in Roma i383, e fu se-nel Casello domenicano, napoletano di
polto campanile di s.
presso il Guardia, fu eletto dopo il prece-
Maria sopra Minerva, al convento dente; aumentò le rendite della
della quale era appartenuto, in mensa, ornò ed ingrandì la cat-
nobile monumento, poi trasportato tedrale che arricchì con insigni re-
nella cappella della ss. Annunziata. lifjuie ricevute in dono dal l*apa ,

Fr. Gaeta de'minori,


Nardello da fu colla voce e coli' esempio mo-
nel i4oo nominato vescovo da dello di virtù al popolo , e meri-
Bonifacio IX, governò egregiamen- tò che dopo la sua morte accadu-
te, e morì nel pontificato di Eu- ta nel 1639 , il successore ed i

genio IV. Fr. Antonio de Medi- canonici gli erigessero nella catte-
ci di Firenze , dotto religioso dei drale un marmoreo monumento.
minori francescani, eletto nel i4^4> Fr. Giuseppe Cianti nobile roma-
morì nel medesimo anno: gli suc- no, dell'ordine de'predicatori, eru-
cesse Fabrizio Guarna salernitano, dito nella lingua ebraica, dotto nel-
ed a questi nel i494 Ottaviano le scienze. Urbano Vili nel 1640
Caracciolo di Napoli, illustre per lo fece vescovo. Con invitto animo
la sua nascita ,
per la sua pietà, sostenne la lunga lite che si agi-
e per la sua erudizione , morto tava in rota contro l'arciprete dt
nel i535, e sepolto in cattedrale Saponaria , e ne riportò vittoria,
nel sepolcro dei vescovi da lui re- con che il vescovo di Marsico
staurato, nella cappella de' santi rientrò nella sua giurisdizione sul
Cosma e Damiano . Il successore medesimo e clero Celebrò nel .

Vincenzo Bocca ferri nobile bolo- 1643 il sinodo che fu stampato)


gnese abbate olivétano, insigne in riedificò dai fondamenti la catte-
prudenza, morì in Roma nel se* drale , ed ornò; eresse
l'ampliò
guente anno, e fu sepolto nella nell'episcopio il seminario e l'ar-
chiesa dell'ordine. Paolo III nel chivio vescovile ; restaurò nella
i54i creò vescovo Marzio de'Medici chiesa di Maria sopra Minerva
s.

nobile fiorentino, che intervenendo il sepolcro de'suoi maggiori ; inol*


al concilio di Trento si fece ammi- tre in Roma col fratello Ignazio,
rare per l'erudizione e morì nel ,
pur domenicano e vescovo di s.
1573 in Venezia, ove risiedeva Angelo de'Lombardi, restaurò ed
quale ambasciatóre di Cosimo I abbellì la cappella di s. Domenico
granduca di Toscana, venendo se- in s. Sabina; rinunziò la sede nel
polto in s. Maria dell'Orto. Gli t656 per dedicarsi in Roma a
, 1

MAR MAR i4^


tratlurre l'opera del dottore s. Tom- due Sicilie, unì la diocesi e il ve-
maso contro i gentili, oltre altri scovato di Potenza (Fedi) a questo
scritti che lasciò. di Marsico Nuovo, indi confermò
Alessandro VII gli sostituì Ange- Marsico Nuovo suffraganeo della
lo Pineri di Montefiascone, ornato metropoli di Salerno, e Potenza m
di molte virtù , al quale successe suffraganeo dell'arcivescovo A- di
nel 1671 Gio. Battista Falvi dei cerenza. Lo stesso Papa fece primo
baroni di Giulianello, canonico di vescovo di Marsico Nuovo e Po-
IVlartorano e di Cosenza, stimato tenza unite, nel concistoro de' 2
da diversi cardinali; dopo l'eserci- febbraio 1820, Giuseppe BotticelU
zio di diverse dignità ecclesiasti- de'minimi paololti di Sora, al qua-
che. Clemente X lo elevò a que- le die in successore in quello dei
sta chiesa; ne fu benemerentissi- 29 aprile 1822 Ignazio Marolda
mo, accrebbe le rendite del semi- della congregazione del ss. Reden-
nario che ingrandì, fu zelante del- tore, nato in Muro, cui successe
la disciplina ecclesiastica e dei sa- r odierno vescovo monsignor Mi-
cri studi, soccorse i poveri nella chelangelo Pieramieo, di s. An-
carestia ; pel terremoto del 1673 gelo diocesi di Penne, fatto da
diede esempli di edificante peni- Gregorio XVI nel concistoro dei
tenza; dotò le zitelle, aiutò le ve- 12 febbraio i838.
dove, distribuendo ai bisognosi le La cattedrale, nuovo edificio splen-
sue vesti e suppellettili; e moren- dido, perchè un incendio distrusse
do Vigiano nel i676,fu tumu-
in l'antica, è sacra all'Assunzione di
lato in onorevole sepolcro, tra il Maria Vergine. 11 capitolo si com-
lutto e il pianto di tutti i dioce- pone di tre dignità , prima delle
sani. Domenico Lucchetti della dio- quali è l'arcidiacono, di dodici ca-
cesi di Tricarico, arcidiacono di nonici e di diversi mansionari o
Marsico, ne divenne vescovo nel ebdomadari, oltre altri preti e chie-
1686, succedendogli nel 17 io, do- rici addetti al divino servigio. Nel-
po tre anni di sede vacante^ Do- la cattedrale vi è il fonte battesi-
nato Ansani nobile di Ariano, ed male colla cura d' anime di cui ,

arciprete di quella cattedrale, con ha l'amministrazione il primicerio,


esso terminando la serie de' vesco- seconda dignità del capitolo , coa-
vi di Marsico i continuatori del- diuvato da un prete economo. L'e-
l' Ughelli. In quella che si legge piscopio è prossimo alla cattedrale,
nelle annuali Nolizie di Roma anch'esso riedificato dopo l'incendio.
sono gli ultimi i seguenti. 1766 Oltre detta chiesa, nella città vi so-
Andrea Tortosa di JNocera de' Pa- no altre quattro chiese parrocchiali
gani. 1771 Carlo Nicodemi di Pen- è munite del battisterio. Vi sona
ta diocesi di Salerno. 1792 Ber- inoltre due conventi di religiosi ed
nardo della Torre di Capo di un monastero di monache, diverse
Monte arcidiocesi di Napoli. 1797 confraternite, l'ospedale ed il semi-,
Paolo Garzillo di Solofra arcidio- nario. Le due diocesi unite si esten-
cesi di Salerno. Pio VII nel 1818 dono a novantacinque miglia
circa
colla lettera apostolica De lUiliori do- di contengono quindici-,
territorio, e
vìinicae, V kal. julii, nel riordina- luoghi. Ogni vescovo è tassato nei
mento delle diocesi del regno delle libri della camera apostolica in fio-
VOL. XLIII. 10
,

i46 MAR MAR


lini 208, coirìspondenli alla rendi- la, che più considerabile del primo
la (ìi circa 2000 ducati napoletani, domina una parte della cit-
altresì
publicis dtduclìs ouerihiis. tà ; è e non permette il
diflìcile

MARSIGLIA (Marsiticn). Cwxìx passaggio che ad una sola nave per


con residenza vescovile, la più ric- volta. Questo porto è sicurissimo,
ca, mercantile e popolata del mez- e può contenere circa 1200 navi-
zodì della Francia , nella Pro- gli; sono i legni da guer-
le fregate

Tenza, ora capoluogo del diparti- ra i più grandi che vi possono en-
mento delle Bocche del Rodano, trare ; è soggetto ad essere colma-
di circondario e di cantone, distan- to dalle alluvioni e dal fango delle
te I 98 leghe da Parigi. E situata vicine colline, staccato dalle piog-
sopra una rada del mare Mediter- gie; varie macchine sono di conti-
raneo, alla costa nord- est del golfo nuo impiegale al suo nettamento.
di Lioneun poco al nord della
, Sul lato nord del porto evvi lo
iroboccalura dell Huveaune. Tnoltie stabilimento sanitario ; un canale
Marsiglia è capoluogo dell' ottava cinto di magazzini della dogana è
divisione militare, e del sindacato praticato sul lato meridionale. In-
marittimo, sede de* tribunali di pri- dipendentemente da questo porto,
ma istanza e di commercio. Vi so- se ne fece di recente un altro chia-
no direzioni delle contribuzioni di- mato Dieudonné, nella rada, fra le
demani e do-
rette e indirette, dei isole ben fortificale di Ralonneau
gane, una conservazione delle ipo- e di Pomèguc; i vascelli di linea
teche, una camera ed una borsa, possono ancorarvisi con sicurezza,
un consiglio di periti, un sindaca- e serve anche di luogo di ([uaran-
to marittimo, un commissario ge- lena ai navigli. Avanti della rada
nerale, un tesoriere di marina, ed si trova l'isola d'if, roccia ben co-
un ingegnere de* ponti ed argini perta di batterie, ove stanno le tor-

incaricato de* lavori del porto. Mar- ri e gli edifizi che servono di pri-
siglia è cinta di colline, delle quali gione di stato. Il lazz^uetto sta sul-
la più alta è quella della Madon- la 200 passi nord dalla cit-
costa a
na della Guardia, verso il mezzodì, tà,ed è uno de' più beili dell'Eu-
su cui evvi un forte; all'ovest si ropa ; si eresse pure nell'isola Ra-
trova il mare col porto. Presso ed lonneau un ospedale per gl'indi-
all'ovest di questo ultimo, vi è la vidui la cui salute è sospetta. Di-
cala della Fontana del re, e al nord- scendenti i marsigliesi dai focesi, i

ovest di questa quella del Faro: al quali tracciarono pei primi la via
nord-est dell'ingresso del porto si del golfo Adriatico e del mare Tir-
osservano le cale dell' Ourse, della reno, i marsigliesi non hanno mai
Jolietle e del Lazzaretto rimarca- smentito la loro origine; ma sem-
bilissimo. Il porto, di figura ovale, pre rivolsero tutte le loro viste al
si prolunga nell'interno della città, commercio, e questo coronando le

dall'est all'ovest, sopra una lunghez- loro fatiche, fu sem^n'e la sorgente


za di 5oo tese ed una larghezza della loro prosperità, del qual com-
di circa 200 ; V ingresso è rinchiu- mercio passirmo a da ine un cenno
so fra due roccie, sulle quali s'in- istorico, limitandoci all'era cri-
nalzarono al nord il forte s. Gio- stiana.
Tanni, e al sud quello di s. Nico- Fino dal secondo secolo le sala-
MAR mah ì47
gioni della provincia godevano già mo profitto, e l'Italia e la Spagna
ni) soiniuo credito ; e Plinio il vec- specialmente ne facevano vistosi ac-
chio scrisse, che i pesci preparati quisti ; ma il dazio gravoso che ftt

in Mursigiia, e specialmente le sar- imposto a questa merce nel 1760,


de, erano ricercale ed in molto pre- diminuì moltissimo siffatto commer-
gio presso i romani. Secondo s. Gre- cio. Nel 1187 il conte di Monfer-
gorio di Tours^ questa città era nel rato concesse a' marsigliesi il di-
VI secolo il luogo di deposito or- ritto di commerciare con Tiro fran-
dinario delle merci della nazione chi da ogni imposta. Nel 14^3 do-
francese, e di quelle che si tras- po morte della regina Giovanna
la
portavano dall'estero. Era pure in li, mentre Marsiglia era sottoposta

questo porlo che sbarcavasi il vino a tutti gli orrori della guerra sotto
di Gaza , cosi rinomato presso i Alfonso V re d'Aragona e di Sici-
galli. Abbiamo dallo storico Egi- lia, le repubbliche di Genova e di
nardo, genero e segretario di Carlo Venezia s' impadronirono in gran
Magno, che nell* B3o i negozianti parte delle relazioni commerciali di
stabiliti in Marsiglia importavano Marsiglia col levante ; ma ben pre-
già dall'Egitto le spezie dell' Indie sto sotto regno di Renato tali
il

ed i profumi di Arabia; ne trae- perdite furono riparate. Questo prin-


vano anche dello zucchero e della cipe stabilì saggi regolamenti, che
seta, portata dalle caravane dell'A- prepararono un'era novella di pro-
sia ; ma questa ultima merce era sperità, portata al più alto grado
di estremo lusso, e le sole spose dalle franchigie accordate nel 1669
novelle facevano uso di un abito da Luigi XIV, che dichiarò il porto
di seta, la cui fattura costava cin- franco. Qiiesla prosperità non fu
que soldi. I cuoi, le pelle conciate, interrotta che nel 1790: in tale epo-
gli olii divennero in appresso gli ca Marsiglia ebbe a soffrire in cau-
oggetti più importanti del commer- sa di sospensione generale del com-
cio di Marsiglia. È noto abbastan- mercio, e specialmente dalla legge
za il conto in cui teneasi il sapone emanata il i3 dicembre 1 794, che
ivi fabbricato, il quale forma an- «soppresse interamente la franchigia
che oggidì uno de' più considere- accordata nel 1669, ch'era già sta-
voli rami della sua industria, e se ta di mollo modificata dalla ante-
ne fa smercio quasi per tutte le cedente legge «."agosto 1791, con-
piazze mercantili d'Europa. All'e- seguenze solile delle rivoluzioni. Nel-
poca delle prime ciociate, nel de- le lunghe guerre sotto l'impero mi-
clinar de! secolo XI e nei primi litare, Marsiglia andò del tutto in
tempi del XI 1, i marsigliesi el3bero decadenza e la sua popolazione
; ,

specialmente il merito di provve- ch'erasi ripristinata dopo la pe.«>le


dere a tutto quello che poteva oc- del 1720, di liuovo e così ra-
("lì

correre nel tragitto del mare alle pidamente diminuita, che rimasero
schiere cristiane de* crociati j ed et» perfino alcune contrade del tutto
tennero perciò in Siria diverse con- spopolate. La pace vi ricondusse gli

cessioni, e l'esenzione di tutti i dazi abitanti e le ricchezze; il governo


sulle mercanzie che importavansi s'impegnò a favorire questo ritorno
co' loro navigli. La concia delle dell'attività del commercio , ed il
pelli fu già per Marsiglia di som- porlo in di nuovo dichiaralo fran-
i4S MAR MAR
co 3 ottobre 1814. La legge del
a' stende sul mare, la campagna, ed
16 dicembre 18 16 restituì al por- una parte della città nuova. Il ba-
to le sue antiche franchigie, ed ac- luardo delle Dame è assai ameno,
cordò una piena libertà alla di lui essendolo egualmente le strade lun-
navigazione. Con tali provvide dis- go l'acqua, che sono soprattutto nel-
posizioni, Marsiglia si è ben presto r inverno la porzione la più fre-
innalzata ad un grado di ricchez- quentata di Marsiglia. La città nuo-
za, la cui base è un commercio spe- va, che forma circa i due terzi di
ciale che non le si può contendere. Marsiglia, è percorsa dal nord al-
Solo gran porto francese sul Medi- l'est da una lunga e bella strada
terraneo, Marsiglia ha una posizio- che dalla piazza della porla d'Aix,
ne unica incontro le corti spagnuo- va in linea retta alla piazza Ca-
le, italiche, greche, levantine, asia- stellana , sotto i nomi di strada
tiche ed africane. Né a queste con- d'Aix, grande corso, corso di s. Lui-
trade limita essa le sue commer- gi, strada di Roma e gran cam-
ciali relazioni ; ma non lascia di mino di Roma dall'alto della stra-
;

estenderle col mar Nero , col Bal- da d'Aix la vista n'è maestosa.
tico e coiringhilterra ; le sue navi Questo viale è ancora abbellito dal-
si spediscono alle grandi Indie ; l'arco trionfale eretto sulla piazza
sono in comunicazione con gli Stati d'Aix in onore di monsieiu' il Del-
Uniti e colle Antille; infine le sue fino, da due belle fontane costruite
spedizioni per l'America del sud sul gran corso, e da un'altra fon-
dimostrano ch'essa intende il valore tana con sopra un superbo obelisco.
commerciale nel senso più esteso. Tutte le strade di questa parte di
Marsiglia è ancora una piazza di Marsiglia sono belle e adorne di
guerra, e vi si vedono alcuni avanzi bellissime case ; dall'alto della stra-
di un'antica muraglia con bastioni. da Canabière si scopre il porto co-
Si divide in vecchia e /nuova città: perto di navigli, e chiuso all'estre-
)a seconda è bellissima. La prima
mità occidentale da colline che non
situata all'ovest, eretta in anfitea- permettono di vedere da qual lato
tro, in parte sopra alture, ha per tì penetri il mare. Il canale situa-
limiti il porto, il gran corso, la to sulla parte sud del porto è cinto
strada d'Aix ed altre, tutte bene da belle spiaggie, da case regolari
irrigate da acque sane ed abbon- e da magazzini la cui architettura
danti. Questa porzione di Marsiglia è semplice ma soda; un poco più
ha il vantaggio di non essere mai superiormente del canale, e dal Iato
esposta ai venti impetuosi che si stesso stanno cantieri di costru- i

fanno sentire'* nella città nuova e zione: in vicinanza si racconciano


,

dove si è altresì più difesi dagli i vascelli. Le piazze, in minor nu-


ardori dell'estate. Non manca né di mero che nella città vecchia, sono
piazze, ne di fontane, né di passeg- più spaziose, regolari e meglio or-
gi ; la piazza nuova è la più gran- nate, ricordandosi la piazza Reale
de e regolare, e quanto ai passeg- colla fontana di s. F'ereoI, cinta da
gi, quello della Torretta, chiamato una doppia linea di maronai delle
pure la Spianala , è il più bello, Indie, quelle di s. Vittore, del gran
perchè vi si gode di una prospet- teatro, e di s. MicheFe ove si dan-
tiva variata e bellissima, che si e- no alcune volte pubblici spettacoli.
,

MAR MAR 149


I passeggi nel circuito e fuori della e mezzo sotto al monte Salviano
città sono numerosissimi , mollo per asciugare il lago di Fucino, e
frequentata essendo la strada che meramente per facilitare l'accesso
conduce al giardino botanico ; il ad una villa, forse di Lucullo, tra-
corso Borbone che termina al- forarono per lo spazio di un mi-
la montagna dello stesso nome ,
glio il colle di Posilipo. La catte-
un tempo roccia nuda ed ora , drale di Marsiglia, posta nella città
piantata d' arbusti , intersecata da vecchia, una delle più antiche di
strade e laberinti, con una colon- Francia, dicesi eretta sulle rovine
na di granilo; infine i bastioni che del tempio di Diana. 11 palazzo
con ^ari nomi si estendono dalla pubblico costrutto da Puget , è il
montagna di Borbone sino alla por- più bell'edilizio della città ; la fac-

la d'Aix. Le acque delle fontane ciata sul porto vedesi adorna di


in questa parte della città sono suf- bellissimi rilievi in marmo bianco;
ficienti al bisogno le acque di Mar-
; vi si vede la statua di Pietro Ba-
siglia vengono da Huveaune, e da yon, che uccise il console Casaux,
molte sorgenti particolari che ali- capo di quelli della lega, e due bei
mentano alcune fontane. Un
gran- quadri del marsigliese Serre , rap-
de acquedotto quasi interamente presentanti le stragi della peste di
sotterraneo, e che ha tre incili sul- questa città ; la borsa è nel pian
l'Huveaune ed uno sul Jarret, è lun- terreno di questo edilìzio. Si distin-
go 7828 metri, oltre altri piccoli guono pur anco l'osservatorio, la pe-
acquedotti. Il clima di Marsiglia è scheria nuova eseguita da Puget
sanissimo, quantun(|ue sia la sua il nuovo mercato a 32 colonne
temperatura assai alta. d'ordine toscano, i due teatri e
Questa città non rinchiude al- soprattutto il grande, il palazzo del-
cun avanzo di antichi monumenti; la prefettura, la dogana, i magaz-
Mi si trovarono soltanto negli scavi zini pubblici, e la colonna innalza-
fatti, statue, urne, medaglie ed una ta nel 1822, in memoria dei soc-
specie di obelisco di 7 a 8 piedi corsi ottenuti dal Papa Clemente
d'altezza, e che si crede essere il XI durante la peste. Si legge nella
gnomone di Pitea. Ultimamente si di lui vita del Novaes, che nel 1720
scopri un sotterraneo, opera roma- avendo una nave proveniente da
na e benissimo conservata, che scor- Seyde introdotta in Marsiglia la pe-
re tutta la lunghezza del porto. stilenza Clemente XI compassio-
,

Questo fece nascere l'idea della co- nando la miseria del popolo, man-
struzione di un Tunnel non infe- dò al vescovo duemila rubbia di
riore a quello di Londra ( Fedì). grano (e mille ad Avignone), per-
Da gran tempo l'ingresso e l'uscita chè gratuitamente lo distribuisse ai

di quel passeggio sottomarino era- bisognosi ; onde il magistrato civi-

no cliiusi : fu l'ingegnere Talon che co di Marsiglia in segno di grati-


osò tentare quell'ignoto e pericolo- tudine, nel 1726 eresse nel palaz-
so tragitto in numerosa compagnia. zo pubblico una onorevole iscrizio-
Non reca meraviglia che gli anti- ne. Tanto fu orribile la strage, che
chi romani costruissero un' opera fece perire da 4^ a 5o,ooo abi-
sotterranea a Marsiglia, mentre pas- tanti ; l'eroismo del vescovo di Mar-
sarono per lo spazio di Ire miglia siglia Bclsunce, che in mezzo a tutti
i5o MAR MAR
i pericoli non cess?» di prodigare le mineremo i primari. Il celebre Pi*
sue cure agii appestati ha lascia-
, tea astronomo, gootuetra e lettera-
to una memoria in perenne bene- to, vivente al tempo di Alessandro
dizione, solo oUuscntH dalla contra- ilGrande Eutimene navigatore;
; i

rietà che mostrò alla bolla Unige- medici Demostene e Crinas; fra i

nittis di Clemente XI che lo aveva moderni Onorato d' Urfé ameno ,

fallo vescovo. Oltre le chiese e par- scrittore; Dumarsais grammatico;


rocchie cattoliche, ed una chiesa i sacri oratori Mascarou e Massil-
de* Mele ìùli- greci (f^edi), in Marsi- lon ; il poeta Pellegrin; il viaggia-
glia vi è una chiesa concistoriale tore, matematico e botanico Carlo
riformata una sinagoga concisto-
, Plumier; lo storico di Marsiglia An-
riale, parecchi ospedali, l'arsenale, tonio Rulli ; il viaggiatore ed eru-
]a zecca (lettere M ed A intrec- dito orientalista cav. d' Arvieux ;

ciale), una gran corderia, un mon- l'astronomo e botanista p. Peuillée;


te di pietà, una cassa di risparmio il letterato Lantier; lo scultore, pit-
e di prevedimento, dei bagni a va- tore ed architetto Pietro Puget; il

pore e di sabbia saturata di sai generale Gardanne, ed altri. Il poe-


marino buoni pei reumatismi le : ta Petiouio nacvjue ne' dintorni di
strade sono bene illuminate dal Marsiglia, la quale conta circa
1785. Marsiglia è rinomata per le 120,000 abitanti, marsigliesi so- l

sua fabbriche, massime di sapone, no laboriosi, inteliigtuiti, franchi e


di coltelleria, di
damaschi di gran- probi, ed amano con passione la
de bellezza, e meglio di quelli di musica, danza ed il teatro. La
la
Siria, e di altre cose ; vi si tiene letteratura fiorì un tempo assai piìi
una fiera di quindici giorni il 3 1 che al presente^ in cui il commer-
agosto. cio e la navigazione attraggono ogni
Mai-siglia possiede una rinomata cosa. Il territorio di Marsiglia è'
accademia di scienze, belle lettere secco in generale, rinchiudendo le

ed arti, stabilita sino dal 1726, montagne molte cave di marmo. E


molte società di agricoltura, di me- irrigato dall' Iluveaune, dal Jarret
dicina, di carità materna , di mo- e dalla Plombières, piccole riviere.
llale cristiana, di beneficenza. Un Fu fondata Marsiglia sotto il re-
collegio reale,una scuola seconda- gno Tarquinib
di il vecchio, verso
ria di medicina, una di mutuo in- l'anno 600 prima di Gesù Cristo,
segnamento, scuole di disegno li- e perciò la più antica città di Fran-
neare, di navigazione, di commer- cia, e sembra dovere la sua origine

cio e di musica ; un corso gratuito da una colonia greca di focesi, po-


di geometria e di meccanica appli- poli della Ionia asiatica, che abban-
cate alle arti, un istituto di sordi- donò il suo sterile paese, onde cer-
muti , una biblioteca pubblica di carne uno più fertile. In progresso
60,000 volumi, un museo di qua- essa ricevette tutta la [lopolazione
dri, un gabinetto di storia natura- della Focea, che abbandonò in mas-
le, un giardino botanico, ed un sa la propria patria , e si 1 ifugg»
giardino reale di botanica e di na- nelle Gallie per sottrarsi dalla ti-

turalizzazione. La città produsse rannia di Arpago o Arpale, gene-


tanto nei tempi antichi, che nei mo- rale di Ciro, e da questo invialo
derni, molti uomini celebri, ma no- governatore nel conquistato paese.
-

MAR MAR i5i


F(t in nominata Massalìaj
origine resisfelle a Giulio Cesare, che vo-
rhe i latini pronunziarono Massiliay lea forzarla ad abbracciar il suo
« da cui poscia cliinmossi Marsi- partito contro Pompeo , e non si

glia e dai francesi Marseille. Quasi arrese se non dopo aver sostenuto
dalla sua origine divenne una delle lungo e terribile assedio. Sotto ì

più grandi e eoaìuiercianti città del- romani Marsiglia perdette sua la


l'occidente. Essa formò ben tosto potenza politica, ma conservando la
una repubblica simile a quelle delle sua libertà, rivaleggiò,mediante il
fitta greche, che diveime florida pel suo esteso commercio, con A lessati-^
suo traffico, e rinomata per la sag- dria e Costantinopoli, ed appunto
gezza delle sue leggi, e per la ci- occupandosi soltanto ad ammassare
viltà, di cui sparse tosto i benefizi delle ricchezze, abbandonossi a pia-
sulle rive del Mediterraneo e nelle ceri di ogni genere, talché i costu-
Gallie. Pub ^vantarsi Marsiglia di mi dei marsigliesi passarono allora
aver formato una delle tre più fa- in proverbio, onde disegnar quelli
mose accademie del mondo, e di di gente perduta nel lusso, nella
aver perciò diviso l'onore con Ro- mollezza e nello stravizzo. Non ces-
di ed Alene, meritando da Cicero- sarono però di coltivare le scienze,
ne di essere chiamata V /4!ene delle come lo aveano fatto in preceden*
Gallie^ e da Plinio magislra s indio za, lasciando il loro antico linguag*
rum. Quivi venivasi da ogni parte gio pel latino, e da essi può dirsi
per apprendere l'eloquenza, la filo* essersi i galli spogliati della loro
sofia e le belle arti, mandandovi nativa barbarie, apprendendo dai
spesso i romani i loro figli per i- marsigliesi la scrittura, che non lar-
struirsi. I naturali del paese, invi- darono a spargere fra i popoli vi-
diosi della felicità e della licchezza cini.
che acquistarono i marsigliesi , a- Roma e l' Italia soggiogate nel
vendoli spesso faticali con sempre V secolo dagli eruli, Marsiglia cad-
move ostilità, li costiinsero a fare de in potere di Enrico re de' vi-
alleanza col popolo romano, che sigoti e di suo figlio Alarico, dopo
fece guerra ai salii loro più pos- la morte del Teodorico re quale
senti nemici ed oppressori. 1 roma- degli ostrogoti s'impadronì di que-
ni non ebbero giammai amici più sta città e del paese vicino. I suoi
fedeli e generosi, lo che dimostra- successori la cedettero nell'impero
rono specialmente allorché abbrac- di Giustiniano I ai re franchi Me-
ciarono gì' interessi della repubbli- rovingi, che ne furono padroni sino
ca contro Cesare. Il potere de' mar- a Carlo Martello. Allora il duca
sigliesi e le forze loro erano assai Moroote ne impadronì, sotto la
se
considerabili, talché sostennero di- protezione dc^ saraceni, ma però es-
verse guerre contro i gaulesi, i li- sendo vivamente pressato dai fran-
guri, i cartaginesi ed altri popoli tesi, egli si salvò per mare, e Mar-
nemici de* romani, avendo la loro siglia obbedì a Carlo Magno ed ai
alleanza con essi, si può dire oc- Carlovingi, poscia ai re di Borgo-
casionata la conquista della Gallia gna, e finalmente ai conti d'Arias.
Transalpina, apiendone le porle ai Sotto il regno di Luigi il Cieco, e
tonquistatori. Marsiglia rimase per sotto il governo di Ugo conte di
lungo tempo alleala dei romani e Arles, i saraceni che si erano sta-.
, 5

i52 MAR MAR


biliti e fortificati sulle coste della vesi e pisani gli avea magnificamen-
Provenza, rovinaroixo tulle le città te somministrati. Mentii dimorava
marittime, e specialmente Marsiglia. Urbano V a Roma, non cessando le
Ebbe la fortuna di ristabilirsi sot- guerre tra i francesi e gl'inglesi, né
to il regno di Corrado il Pacifico. quelle tra gli aragonesi ed i na-
I suoi governatori, che chiaraavansi varresi ,
per sopirle determinò di
visconti o duchi, se ne rendettero ritornare in Provenza, le cui deli-
padroni assoluti sulla fine del X zie erano amate dai cardinali. A'
secolo. Guglielmo, che mon nel settembre iSyo Urbano V s'im-
ioo4, fu il suo primo visconte pro- barcò a Corneto con una bella ,

prietario. Ugo Godofrudo, uno dei squadra di diverse nazioni, appro-


suoi discendenti, lasciò la sua vis- dò in Marsiglia a' 16 setteuibre,
contea da dividersi egualmente fra quindi a' 24 arrivò in Avignone,
i suoi cinque figli. Allora marsi- i ove morì a' 19 dicembre vestito
gliesi acquistarono insensibilmente dell'antico suo abito cluniacense. Il
le porzioni degli uni e degli altri, e cadavere fu deposto nella cattedrale,
tornarono a governarsi repubblica- e nel seguente anno fu trasferito
namente nel 1226, ma non godet- nella chiesa di s. Vittore di Mar-
tero per lungo tempo di tale van- siglia, facendolo il successore Gie-
taggio. Carlo d'Angiò fratello di s. gorio XI accompagnare da sei car-
Luigi IX, essendo conte di Pro- dinali. Ivi gli fu eretto un mar-
venza, fece marciare un'aràiata con- moreo monumento, fatto nel mo-
ti*o di essa, e se ne impadronì nel do di architettuia che più allora
f25i, o secondo altri nel 1262. si pregiava di gusto gotico , con
Nel secolo seguente dopo che Cle- staluine e ornamenti in mezzo, che
mente V stabilì in Provenza ed in riuscì opera accurata e splendida,
Avignone la residenza pontifìcia ed ove Dio a sua intercessione o-
Urbano V già abbate di s. Vitto- però diversi miracoli, venerandolo
re di Marsiglia (ove si dice rice- alcuni per santo.
vesse l'avviso di sua elezione, ben- Gregorio XI volendo anch' egli
ché non fregiato della dignità car- stabilmente ridonare a Roma la
dinalizia, altri dicono in Firenze) papale residenza , partì da Avi-
risolvette dr restituirla a Roma sua gnone a' IO o i3 settembre del-
legittima sede. nel iSGy, partendo l'anno 1876 con tutti i cardinali,
d'Avignone a' 3o aprile, accompa- tranne sei, e giunto a Marsiglia vi
gnato da diverse galere italiane. soggiornò dodici giorni. Ivi s'im-
Approdato in Marsiglia albergò nel barcò a' 12 ottobre in una nume-
suo antico monastero di s. Vittore, rosa flotta, e giunse a Roma nel
ove a' 12 maggio creò cardinale Gu- gennaio 1377, morendovi nel se-
glielmo di Agrifoglio , nipote dei guente anno. F'u eletto Urbano Vf,
cardinale dello stesso nome, da cui ma insorse l'antipapa Clemente VII,
principalmente ripeteva la sua e- per opera de' cardinali francesi che
saltazione. A' 19 maggio parti da sospiravano il soggiorno di Proven-
Marsiglia, con una flotta dì venti- za, che recandosi in Avignone fu
tré galere ed altri bastimenti, che cagione del grande scisma d' occi-
Giovanna I regina di Napoli e con- dente, seguendone le parti la Fran-
tessa di Provenza, coi veneti j geno- cia. Morto l'antipapa nel iSg^, g^i
MAR MAR 3
successe nella (lilsa dignità Bcne- fuoco, guerreggiando contro Lodo-
dello XI il, il quale con inganno vico III conte di Provenza. Luigi
mostrò nei pontificati di Bonifacio XI re di Francia nel 1482 riunì
IX ed Innocenzo VII, di convenire Marsiglia alla corona, e le concesse
all'estinzione del lagrimevole scisma, grandi privilegi.
vedendosi abbandonato dai francesi Il Papa Cleuiente VII a' 9 set-

ed altri popoli, onde diversi di essi tembre i533 partì da Roma per
tornarono colla Francia alla sua Pisa, ove montato sulle galere fran-
obbedienza. Al tempo di Bonifacio cesi, nella prima delle quali lo pre-
IX in Marsiglia apparecchiò inve- cedeva la ss. Eucaristia all'uso dei
ce l'antipapa un'armala per tra- Papi che viaggiano , tragittò a
gittare in Italia alla sua oppressio- Marsiglia per trattare col re Fran-
ne, ed agli 8 novembre i4o3 si cesco I della riduzione di Enrico
portò egli stesso a Marsiglia, e sul VIII al Cuttolicismo, e per dare a
principio di dicembre a Tarascona. suo figlio duca d'Orleans, poi En-
Dopo avervi dato incominciamento rico II, la sua nipote Caterina dei
all'anno i4o4j passò a continuarlo Medici d'anni tredici, che seco con-
in Marsiglia, ove a' 9 maggio creò duceva, accompagnato da buon nu-
anticardinali Cbalant e de Salva ,
mero di cardinali, e da molta no-
come dicemmo nel voi. Ili, p. 228 biltà. Si trovarono a riceverlo nel-
del Dizionario. Nel i4o5 l'antipa- la città il re, la regina coi loro
pa si trasferì a Genova, ma per tre figli, ed appena giunse in por-
la peste fece ritorno in Marsiglia; to, fu salutato da trecento colpi
ed in lloma nel 1406, per morte di cannone. Il Papa albergò in un
d'Innocenzo VII, fu eletto Grego- palazzo superbamente disposto nel-
rio XII. Questi nei primi dell'anno l'abbazia di s. Vittore. A' 4 olt<^*

seguente spedì i suoi nunzi a Mar- bre fece a cavallo il suo magnifi-
siglia, per invitare Benedetto XI li co ingresso vestito pontificalmente.
a rinunziar con lui il pontificato Lo seguivano dodici cardinali pu-
che esercitava nella sua obbedien- re a cavallo, e similmente distan-
za, e si fece un accordo per abboc- te da essi alquanto la novella spo-
carsi, che però non ebl)e effetto sa con gran seguito di dame e di
per la solita perfidia del pseudo- cavaheri. Come se il re volesse
papa , il quale scomunicò quelli lasciare il Pontefice signore di
che separavano dalla sua obl)e-
si Marsiglia, uscì da una porta del-
dienza, ciò che fece quando Carlo la cittàj in tempo clie Clemente
VI re di Francia gli mandò am- V^II entrava per l'altra, come nar-
basciatori in Marsiglia per invitarlo ra il Ferlone, De viaggi de Ponte'
a rinunziare, e minacciarlo che i fici, p. 3oo. Abitava anco il re un
francesi lo avrebbero abl>andonato magnifico palazzo, e nel dì seguen-
siccome fecero ; laonde l' antipapa te fece anch'egli la sua solenne
fuggì a Perpignano, poi a l'anisco- entrata in Marsiglia, e si portò con
la, ove morì deposto e scomuni- tutta la sua corte a visitare Cle-
cato dai concilii di Pisa e di Co- mente VII, che lo attendeva assiso
stanza. Non molto dopo. Alfonso in trono. Francesco I si abbassò
V re d' Aragona prese Marsiglia per baciargli i piedi, ma il Papa
nel 1423, la saccheggiò e vi mise alzatosi lo sollevò. Dipoi Cleuieu-
1^4 MAR MAR
te VII fece la ceremonia dello spo- saranno sempre troppo filinosi nel-
salizio, e contro la consuetudi- le pagine della storia. Nel 179'^
ne de' suoi predecessori, che non Marsiglia abbracciò il partito dei
solevano assidersi a mensa con girondini contro la fazione delta
donne, desinò coll.i regina. In se- della montagna, allora trionfante;
guilo Papa tenne diverse con-
il ma la sua sedizione fu prontamen-
ferenze col re, ed a' 7 novembre te calmala, più tioll'astuzia che col-
creò in Marsiglia quattro cardina- la forza.
li, cioè Veneur
gran limosi nie- La chiesa di Marsiglia, secondo
re del rf, Odetto
Coligny d'an- di la tradizione di Provenza, fu fon-
ni undici, iMiibedue ad istanza di data da s. Lazzaro, il quale fu
Francesco I, Languy vescovo di Ma- da Gesù Cristo. Questa
ristiscitato

con, e Ohamber abbate di Corbio tradizione dice che giudei scac- i

e pareuie di Caterina de Medici. ciarono da Gerusalemme Lnzzaro,


Dimorando in Marsiglia, Clemen- con Marta e Maria Maddalena sue
te VII ebbe il dispiacere di sentirsi sorelle,Marcella loro fantesca, san
dicliinrare da^^ii inviati di Enrico Massimino, s. Ccdoino che credesi
Vili, che qutjsli appellavasi al fu- il cieco nalo, e (iiuseppe d'Ari-
turo S'imbarcò il Papa
concilK). malea, discepoli di Gesù Cristo ;

in Ma» sigila a' 2 novembre^ ed ai i che li cacciarono in una nave sen-


10 dicembre rientrò in Roma. za timone, senza vele e senza re-
Francesco 1 aumentò a Marsiglia mi, in balia del mare; ma che la

le sue fortificazioni, dopo la sua provvidenza avendoli sostenuti, ap-


bella difesa contro le truppe del prodarono felicemente a Marsiglia;
suo illustre emulo Carlo V, co- che si separarono per andare a
mandate dal cardinal di Borbone, predicare il vangelo nella Proven-
nel i536 agli settembre. r i A- za; che s. Maria Maddalena ri ti rossi

vendo gli abitanti nel secolo se- nel deserto di s. Bai ma (vSainte-Bau-
guente tentato ima rivolta, Luigi me), e che s. Lazzaro fermossi a Mar-
XIV nel suo viaggio in Provenza siglia di cui fu il primo vescovo.
tolse a Marsiglia una parte de'suoi Ignorasi quali sieno stati i suoi
ìMimerosi privilegi, e fece costrui- successori pel decorso di duecento
re forti
i che difendono il porlo e più anni. In Marsiglia si vene-
e dominano la città. Questa mol- rano le reliquie di s. Maria Mad-
to soffri durante la rivoluzione, dalena, ed il Novaes nella vita di
per la privazione del suo comtner- Urbano Vili, dice che questo Pa-
cio. Una truppa di uomini entu- pa mandò in Marsiglia un'arca di
siasti e sanguinari, o piuttosto un'or- porfido^ ornata di statue di bron-
da di tigri in figura umana uscì zOj per collocarvi le ceneri della
dal suo seno, e ben tosto ingros santa penitente. Commanville dice
sala da un popolaccio sfrenato, si che la sede vescovile vi fu eretta
diresse sopra a Parigi, nel 1 792, nel HI secolo, ma da quanto ab-
ove in mezzo alla canzone di san- biamo detto deve piuttosto at-
si

gue, delta da loro la marsigliese^ tribuire al primo; che appartenne


\i cagionò una parte dei torbidi alla seconda Viennese nell'esarcato
del mese di agosto di quell' anno^ de'gauli, e che il suo prelato pre-
e vi commise quegli orrori che tendeva ai diritti metropolitaui
è

MAR MA R T )^
della seconda Viennese in pregiu- Pnrigi, nel luogo ove fu poi fondalo
dizio (lell'aicivescovo d'Aix, ciò die un monastero reale di canonici re-
gli fu accordalo dal concilio di golari, di cui parlijmmo nel voi. VII,
Torino del 3q^ ; ma che i santi p, 264 del Dizionario; abbazia
Pontefici Bonifacio l e Leone l celebre che produsse grandi uomi-
cassarono questa ordinanza^ e gli ni, tra' quali Uiijone e Riccardo di
restituirono il titolo di vescovo suf- s. Vittore. F. Gnllìa rhn'st. t. VII.
fraganeo di Arles. Noteremo che s. L'antica abbazia dell'ordine di
Celestino I, con lettera ai vescov'i s. Benedetto di s. Vittore di Mar-
delle Galiie, raffrenò gli eretici se- siglia, situala vicino al porto della
mipelagiani passati dall'Africa in città, da cui era sepaiata da un.
Marsiglia, i quali screditavano la recinto in forma di fortezza, fu
dottrina di s. Agostino intorno al- fondata nel 4^9 in onore
san di

la predestinazione e alla grazia. Pietro e di s. Vittore, da Giovan-


Prima di questo tempo e verso la ni Cassiano sacerdote della chiesa
fine del terzo secolo grandemente di Marsiglia, conosciuto per le sue
illustrò la chiesa di Marsiglia san conferenze e per le sue istituzioni
Vittore di Marsiglia martire. L'im- monastiche. Divenne imo de' più
peratore Massimiano colle mani _, illustri monasteri di Francia, eoa
ancor fumanti del sangue dei mar- due chiese, l'una superiore e l'al-

tirijche avea versato nelle vaiie tra sotterranea, con una cappella
parli delle Gallie, venne a Marsi- in questa ultima ove veneravasi \ìi

glia dov'era una chiesa numerosa Beata Vergine, vicino alla quale
e fiorente. Il suo arrivo riempi di nella piccola grotta si crede fosse
spavento lutti fedeli che la com-
i la prima cappella delle Gallie, ia
poneano, in mezzo alla quale co- cui sia stala celebrata la messa.
sternazione generale, Vittore uftì- Oltre a questo monastero, Cassia-
ziale cristiano esortò i suoi fratel- no ne fondò un altro per le don-
li a disprezzare morle^ per cui
la ne, e pretendesi che nel primo
fu accusato ai prefetti Asterio ed abbia avuto in seguito più di cin-
Eutichio, é l'imperatore lo fece quemila monaci sotto la sua di-
perire tra i tormenti e decapitale, sciplina che avea egli veduto prati-
come fece morire Alessandro, Lon- carsi nei monasteri di Egitto. L'ab-
gino e Feliciano da Vittore conver- bazia fu più volte rovinata nelle
tili. Nel V secolo Cassiano fabbricò guerre, e primieramente dai visi-
presso la tomba di s. Vittore un goti che s'impadronirono di Mar-
monastero che ricevette poi la re- siglia neL 4^4) ^ c^3' normanni
gola di s. Benedetto, e fu secola- nel secolo IX: i religiosi vivevano
rizzalo nel 1739 da Clemente XIF, in con tanta regolarità, che
es»;a

e di cui ce ne permetteremo un cen- chiamavasi la poila del paradiso.


no. Le reliquie di s. Vittore si vene- Porta vansi da tutte le parti a cer-
rano nella chiesa a lui sacra, eh' care quei santi uomini per rifor-
una delle più antiche della Fran- mare le altre abbazie, e pel corso
cia, e delle più ricche in monu- di più di un secolo e mezzo mol-
menti di santi che hanno resi chia- te case religiose si sottomisero al-
ri i primi tempi del cristianesimo. l'abbazia di s. Vittore. Nel secolo
Una porzione ne fu trasportata a XI essendo ridotta con soli cinque
i7G MAR MAR
religiosi, (»iii5lieln»u conle di Mar- l)iala in collegiata. Gallia Christia-
siglia iivenclola riparala nciraiitio na t. I.

Looo, la comuni là diventò assai Dopo s. Lazzaro non s'incontra-


numerosa, la disciplina monastica no altri vescovi, sino ad Oresio che
vi rifiorì, e la casa venne in se- fu vescovo di Marsiglia nel prin-
i^nilo arricchita dalie pie donazio- cipio del IV secolo; assistette e
ni di molle persone. Recandosi sottoscrisse al celebre concilio di
lìenedetlo IX nel io4o in Pro- Arles nel 3 14. Prcculo, di cui san
venza, ai i5 ottobre assistette alla Girolamo, 4 ad Rustie.^ par-
epist,

tionsagrazione della chiesa di nuo- la come di un prelato santo e dot-


vo riedificala di s. Yillore, alla tissimo, fu al concilio d' Aquileia
j)resenza de' conti di Provenza, e nel 38 r, ed a quello di Torino
di Guglielmo Fulcone visconti di nel 397. Successori furono: Vennio
Marsiglia, il Papa s. Leone IX amico di s. Rustico, che sedeva
l' esentò dalla giurisdizione del ve- nel 4^8, ed intervenne al concilio
scovo, e la sottomise immediata- d'Arles nel 4^*- Eustasio o Eu-
mente alla santa Sede; e s. Gre- stachio del 470* Creco contempo-
gorio VII le accordò gii stessi pri- raneo ed amico di Sidonio Apol-
vilegi di cui godeva quella di Clu- linare del 47^- S- Onorato dal
gny. Poco dopo i religiosi si rilas- 475 fino al 496 circa, amicissimo
sarono dalla purezza della regola, del Papa s. Gelasio J. Eraeterio
e per rimediare agli abusi v' in- sottoscrisse al concilio di Arles nel
tervenne la podestà ecclesiastica e 554. S. Teodoro dal 5^5 al 594.
secolare, e luiono obbligati i mo- Sereno noto per le lettere scritte-
naci a sottomettervisi nel lyoq. gli da s. Gregorio I, la prima delle
Tra i prelati che l'abbazia die al- quali è del 595, e l'ultima del 600.
la Chiesa, vi fu Urbano V suo Dopo tal vescovo evvi una lacuna
abbate, che l'onorò della preioga- in tutto ciò che riguarda la chie-
liva dicapo di congregazione, in- sa di Marsiglia, di cento quaran-
di ne confermò i privilegi, ciò che ta anni circa. Le frequenti incursio-
fJecero altri Papi, i re di Francia, ni che i saraceni facevano in Fran-
l'imperatore Carlo IV, e Renalo cia, e principalmente sulle coste
ù'Angiò conle di Provenza. L'ab- della Provenza, fecero forse resta-
bazia ebbe titolo di capo d'ordine re vacante questa sede per tutto
e di congregazione, avendo avuto quel tristissimo tempo. Adalone o
anticamente sotto la sua dipenden- Adalongo era vescovo di Marsiglia
za una gran cpionlilk cU abbazie nel 739, cui succedette s. Mauron-
e di monasteri, alcune delle quali to o Maronto abbate di s. Vitto-
Ru'ono erette iq vescovato. Non so- re,che mori nell'ottobre dell' 804.
lamente ve n'erano in Francia, Troppo lungo sarebbe il voler dar
ma pure nella Spagna, in Sarde- qui tutta la serie de' vescovi di
gna, nel Genovesato, in Toscana, Maisiglia da quest'epoca sino ai
nella contea di Nizza e in quella nostri tempi: potrassi leggerla nel-
d'Avignone, i cui superiori o de- la Gallia christ. l. L Noteremo
putati erano obbligati intervenire soltanto alcuni distinti italiani che
ogni anno ai capitoli generali. Di- ne occuparono la sede, e gli ulti-
poi l'abbazia fu secolarizzata e cam- mi vescovi. Prima però faremo
MAR MAR i57
menzione di due concilii temili in mostrò in tutti i detti tjfficii quel-
Marsiglia, cioè nel iio3 riguar- lo spirito di dolcezza e di mode-
dante i privilegi dell'abbazia di razione , che mantenne nel rima-
Cluny, e del i363. Marlene, The- nente della lunga mortale sua cor-
saur. t. IV, e Gallia christ. t. I, sa. Divenuto vescovo di Glandeve

p. 358. Inoltre il Lenglet registra nel 1751, fu deputato alla famosa


il concilio di Marsiglia del 973 so- assemblea del clero nel i'j55, do*-

pra le differenze di molti vescovi ve tenne le parti de'prelali mode*-


italiani. I vescovi italiani sono: Ni- rati, i quali si chiamavano Jeuil'-
cola Bramanio nobile napoletano, lants perchè avevano a loro capo
dal 1447 ^^ i4^7- Innocenzo Ci- il cardinale de la Rochefoucault,
bo genovese, cardinale de' ss. Cos- ministro della Jfuille, o collazione
ma e Damiano, arcivescovo di Ge- de'benefìzi, per opposizione a' pre-
nova, camerlengo di s. Chiesa, ar- lati eccessivamente zelanti, che ve-
civescovo di Torino nel i5i7, nivano chiamati teatini^ per allu-
cambiò questa chiesa con quella sione all'antico vescovo di Mirepoix
di Marsiglia nello stesso anno, e ch'era stato di quella congregazione,
morì in Roma nel i53o. Gio. Bat- e di cui seguivano essi i principii.
tista Cibo vescovo dal i53o al Essendo moito nel tempo dell'as-
i55o. Giacomo Torricelli toscano, semblea de Belsunce, vecchio ve-
de' frati minori confessore della
,
scovo di Marsiglia, rispettalo quan-
regina Maria de Medici, vescovo to alla lodala sua condotta nella
di Marsiglia dal i6o4
1618. «'il peste, il cui zelo però erroneamen-
Furono poi ultimi vescovi Enrico : te esacerbato dalla celebre bolla
Saverio di Belsunce de Perigueux, JJnìgenitus di Clemente XI, pro-
fallo vescovo nel 17 io: gli succes- dotto avea grandi turbolenze nel
se nel 1755 Gio. Battista de Bei- vescovato, la corte pose gli occhi
Joy di Morangles diocesi di Belley, sopra Belloy
per surrogarlo al
traslato da Glandeve, poi nel i8o3 defunto reputandolo il prelato
,

a' 17 gennaio da Pio VII creato più capace per la prudenza e mo-
cardinale. Avendo questo Papa pel derazione a tornare in pace la sua
concordato del 1 80 r soppresso la diocesi, e Benedetto XIV vi con-
sede di Marsiglia, rinunziò al ve- venne. Non furono punto vane le

scovato, e fu promosso a' IO apri- concepite speranze, poiché egli sep-


le 1802 all'arcivescovato di Pari- pe con fermezza ed equità conte-
gi.Per supplire al brevissimo cen- nere parliti nel dovere, con quel-
i

no di sua biografia, aggiungeremo la saggezza con cui dirigeva tulta


qui alcune sue notizie, anche ri- la sua amministrazione, facendosi
guardanti questa diocesi, cui ridonò amare da ognuno per la dolcezza
la governò lungamente.
quiete, e e soavità de'snoi di ma-
costumi,
Gio. Battista Belloy nacque da niera che non andò guari che vide
antica famiglia, che dato avea allo succedere la calma alle tempeste,
slato militari di un merito distinto che infierito aveano nella sua dio-
ed eiiandio uffiziali generali. Fino cesi sotto il precedente governa-
dai principii della sua vita eccle- mento. La rivoluzione lo tolse al
siastica, in eletto vicaiio generale, proprio gregge, ritirandosi a Cham-
officiale, ed arcidiacono di Beauvais: bly, piccola città vicina al luogo
i58 MAR INIAR
cìi sua nascita , ed ivi passo tutto ciale che fosse sepolto nella tomba
il tempo della livolutione, senza dei suoi predecessori , ordinò che
essere esposto a pericoli gravi. Al- gli fosse innalzato un monumento,
l'epoca del concordalo , il primo come attestato della singoiar sua
fu a sflcrifìcare il suo titolo onde considerazione per le di lui virtù
facilitarne la conclusione. Tale e- episcopali.
sempio del decano dei vescovi fran- All'epoca della so[)pressione del
cesij per l'eia ed anzianità del ve- vescovato di Marsiglia, si contava-
scovato, influì grandemente, attras- no quindici o sedici case religiose
se sopra di lui tulli gli sguardi, e d'uomini ed altrettante di donne,
,

facendo ricordare le sue piegiate non compresi due collegi dei i

qualità, lo fece altresì considerare padri dell' oratorio e dei gesuiti,

come il prelato in tutta la Fran- ed il seminario pei preti della


cia, die in quelle circostanze me missione di Francia fondati da s.

glio convenisse alla sede della ca Vincenzo de Paoli. Il vescovo ave-


pitale ; e di fatto venne ad essa va una rendila di trentamila lire,
innalzato, e nel seguente anno al e pagava settecento fiorini di lassa
cardinalato. Pio "VII gli mandò il pei- le sue holle. Ritornata la fa-

berrettino rosso per d. Lorenzo miglia Borbone al trono degli avi


ile'principi Giustiniani sua guardia suoi, la sede vescovile di Marsiglia
nobile, e la berretta cardinalizia venne ristabilita da Pio VII nel
per monsignor Giorgio Doria poi i3i7) in conseguenza del concor-
c:ardinale. Kecatosi poi a Parigi il dato conchiuso con Luigi XVI 11,
Papa , ivi gli conferì il cappello, e dipoi nel concistoro de' 16 mag-
il titolo (che per mezzo di Mazio gio 1823 ne preconizzò per nuovo
(Vedi)^ poi cardinale fece restaura- vescovo, dichiarandolo però suffra-
le ed abbellire), e l'anello cardinali- ganeo della metropoli d' Aix, Carlo
zio, annoverandolo alle congrega- Fortunato de Mazenod di Aix. Per
y.ioni detriti, della visita apostolica, libera dimissione di esso, Grego-
e de* vescovi e regolari. I costumi rio XVI nel concistoro de'2 otto-
patriarcali che sempre conservò in bre 1837 da Icosia in
vi traslatò
.sìeminenti dignità, la saviezza del partibus V odierno vescovo monsi-
suo governo, la maestà nell'eserci- gnor Carlo Giuseppe Eugenio de
zio del suo ministero , lo fecero Mazenod. La chiesa cattedrale, sol-
da tutti rispettare. Avea ricevuto ato l'invocazione di s. Maria Maggio-
dalla natura complessione robusta, re, è di gotica ed ottima strut-
che seppe conservare con vita re- tura. Il capitolo si compone di
golatissima, dimodoché giunse al- otto canonici , compresi il gran
l'età di quasi cent'anni, senza sof cantore, il penitenziere ed il teo-
frire ninna delle infetinità della logo; di diversi canonici onorari, e
vecchiezza. Un reuma catari ale fu di chierici detti pueri de choro.
la sua prima malattia , che non ?^^el!a cattedrale vi è il fonte bat-
gl'irapedì di conservare sanissima tesimale, e la cura d'anime, che si

Ja mente due ore prima della


fino esercita dal canonico orciprele .

sua morte, che avvenne a' io giu- ]Von lungi da essa vi è l'episcopio
gno 1808. L'imperatore Napoleo- ampio e decente. Vi sono inoltre
ne, nel permettere per grazia spe- nella clllà dodici chiese parrocchiali
MAR MAR iSg
munite del ballislerio , compresa co* suoi capelli. Dopo questo fatto
quella de'greci- uniti ; avvi ailresi il vangelo non parla più né di Laz-
una casa dei pieli della missione zaro, né delle sue sorelle, l pro-
di Pioveuza e Marsiglia, alcuni venzali ritengono, che scacciata
monasteri di religiose , coqae le questa famiglia dai giudei, si riti-

cappuccine, le Clarisse, le adoratri- rasse a Marsiglia. iXel secolo Xlll


ci perpetue del ss. Sagramento, le si credette aver scoperto le reliquie
sorelle spedaliere, le sorelle del ri- di queste sante : quelle di s. Ma-
tiro, e le salesiane; diverse con- ria nel luogo detto presentemente
fralernile,, ospedale, seminario gran- s. Massimino, e quelle di s. Marta
de e piccolo, e monte di pietà. La a Tarascoua sul Rodano : si assi-

diocesi di Marsiglia comprende il cura che furono contemporanea-


suo distretto, cinquanta succursali mente trovali diversi monumenti
e tredici vicariati. Ad ogni nuovo che attestarono rautenticità di que-
vescovo mensa è lassata
la nei libri ste reliquie. Le prime si custodi-
della camera apostolica in 870 scono nella chiesa di s. Massimino,
fiorini. fondata da Carlo d'Angiò nel luo-
MARTA (s.). Dimorava in Be- go dove erano state trovale, e la
fania con Lazzaro suo fratello, e parte principale di esse fu nel 1660
con sua sorella Maria [Vedi) j e chiusa in un' urna di porfido, re-
la sua casa fu parecchie volle ono- galala da Urbano Vili, e colloca-
rata dalia presenza del Salvatore. ta sull'altare maggiore. Quelle di
Marta adempiva con molta gioia s. Marta giacciono in una bella
e sollecitudine a tutti i doveri di cappella sotterranea nella cattedrale
ospitalità verso il Salvatore, allor- di Tarascona, che dedicata in suo
ché esso recavasi ad albergare pres- onore: il suo capo si conserva in uu
so di lei, mentre Maria stavasi magnifico busto d'argento dorato,
seduta ai di lui piedi per ascol- dono di Luigi XI. La Chiesa onora
tare la sua divina parola. Perciò questa santa, insien)e con s. Laz-
Marta si lagnò una volta che sua zaro e s. Maria il giorno 29 i\\
sorella non venisse a darle mano; luglio.
ma Gesù le rispose che Maria avea MARTA (s.), martire. F. Maris
scella la parte migliore. Marta an- (s.).

dò ad incon tiare il Salvatore, al- MARTA (s.), S. Marthae. Cit-


lorché recossi iu Betania per re- tà con residenza vescovile neh' A-
Lazzaro ; ed accompagna-
suscitarvi merica meridionale , della Colom-
tolo dove questi era stato sepolto, bia, nella repubblica della Nuova
insieme con Maria e molti ebrei Granala, capoluogo della provincia
fu testimonio del prodigio. Poco dello stesso nome, sulla baia delia
tempo dopo , e sei giorni prima Magdalena, formala dal mare delle
della pasqua, Gesù venu-
essendo Antille, lungi 170 leghe da s. Fe-
to a Betania cenò in casa di Si-
, de di Bogota. Le case hanno po-
mone il Lebbroso. Lazzaro era a che finestre a cagione del calore ,

tavola con lui, e Marta lo serviva; che di rado è al disotto di 25" 75'.
mentre Maria ,
preso un vasello l venti violenti di sud-ovest vi sof-
pieno di eccellenti profumi, lo spar- fiano regolarmente in dicembre e
se sui di lui piedi, e glieli asciugò gennaio, e riempiono le case di una
iGo MAR MAR
sabbia bianca finissima ; vi sono no, di Funsa diocesi di s. Fede.
pure in grandissiuìti nnmcm gl'iii- 1771 Francesco Saverio Calbo, di
tf>inotli inselli. Il porto è grande, Avexar diocesi di Osma. 1775
comodo , attornialo da ogni lato, Francesco Navarro
Carlagcna di
eccettuato all'ovest, da alte mon- nelle Indie occidentali.1790 An-
tagne, e difeso da opere fortissi- selmo Giuseppe de Traga, di Car-
me ; nel mezzo del canale evvi tagena stessa. 1795 Giuseppe A-
il Morrò ^ roccia sormontata da lessandro de Eques-y-Villamar, di
un castello, domina l'ingressocbe Alaiisi diocesi di Quito. 1798 Fr.
i\v\ porlo. 11 commercio è ben me- Diego de s. Maria minore osser-
no importante cbe un tempo; tut- vante, di Jaen. i8o4 Michele San-
tavia le sue relazioni con Carla- cliez Zerrudo de'minori osservan-
gena, da cui è distante 4^ 'cghe, ti, di Besar diocesi di Placencia.
sono ancora assai estese. Conta più 18 17 Antonio Gomez Polanco dei
di 5ooo abilanl). Nella ferlilissi- minori osservanti, di Città di Pia-
iiia pianura circonvicina vi si col- ta 1827 Giuseppe Mariano Kste-
;

tivano molte piante ortensi e del- ves fatto vescovo da Leone XH.
le frutta : al di là stanno dei bo- Nel concistoro del primo febbraio
scbi, che abbondano di serpenti. i836, per la morte del preceden-
La costa della provincia è piena te, Gregorio XVI dichiarò vesco-
di'pesce; un tempo fu assai lu- vo monsignor Luigi Giu-
l'attuale
crosa la pesca di perle, e ne dà seppe Serrano di Mompoz diocesi
ancora delle bellissime. Questa cit- di Cartagena, già arcidiacono del-
tà fu fondata nel 554 ^^ ^'" 1 la cattedrale, e vicario generale del
inenes Quesada , cbe ne fece un predecessore.
luogo di deposito ; fu ridotta in La cattedrale è sacra a Dio ,

cenere nel 1596 da sir Francesco sotto r invocazione di s. Anna ma-


Drake. Durante la guerra dell'in- dre di Maria Vergine, edifizio di
dipendenza ne fu disputato il pos- elegante struttura. Il capitolo si

sesso con molto accanimento, per compone di quattro dignità, la


cui soffrì assai. magg iore delle quali è il decano,
La Marta o s.
sede vescovile di s. di un canonicato cui è unita la

Martha, secondo Commanvilie fu e- prebenda del penitenziere, di alcuni


relta nel i535, e secondo il Novaes beneficiati, cappellani ed altri preti
nel 1577 da Gregorio XIII, che la e chierici addetti al divino servizio.
dichiarò suffiaganea dell'arcivesco- Nella cattedrale tra le sacre reliquie
vo di s. Fede di Bogota, di cui si venera parte d' una spina che
lo è ancora. Gli ultimi suoi vesco- servì nella passione di Gesù Cri-
vi, quali si leggono nelle annuali sto. Vi è il fonte battesimale colla
Notizie di Roma, sono i seguenti. cura d'anime, quale si esercita dal
1740 Giuseppe Me la rea da Soler- parroco chiamato rettore, a cui pre-
yano. 1743 Gio. JXielo Polo del- sta aiuto un sacerdote. L'episcopio
l'Aquila, nato in Popayan. 174^ non ed il vescovo abita in
esiste,

Giuseppe Saverio de Arauz di Qui- una casa prossima alla cattedrale.


to, 1755 Nicola Gii Martinez di Nella città vi è un'altra chiesa par-
Kecuenco diocesi di Cuenca. 1764 rocchiale^ muijita del battislerio,
Fr. Agostino Comacho domenica- un convento di religiosi, alcuni
1

MAR MAR i6r


sodalizi, senìinario con alunni, ccl dusse pure imperatore e il so-
l'

ospedale. La diocesi è amplissima, vrano delle Russie. Richiamalo in


contiene sellantacinque chiese par- Roma, fu da Innocenzo XI fat-
rocchiali, più luoghi e castelli, a- to segretario dell'immunità, pre-
vendone regolarizzata V estensione mio scarso alla sua virtù e meri-
Gregorio XVI. Ogni nuovo vesco- ti, lullavolla tollerò pazientemente
vo è lassato ne' libri della carne- per parecchi anni la sua avversa
ra apostolica in fiorini 33, cor- fortuna. Innocenzo Xll mosso di
rispondenti alle rendile del mede- lui a compassione, lo promosse a

simo consistenti in scudi ottomila. segretario di consulta, col titolo di


MARTA, MARTANA o MAR- Gerusalemme. Final-
patriarca di
TULA. Antica città vescovile d'Ita- mente Clemente XI ai 17 maggio
lianell'Umbria distrutta, chiamala 1706 Jo creò cardinale prete di
prima Marlis Ficus, a motivo di s. Eusebio, e lo ascrisse alle con-
un tempio dedicato a Marte, che gregazioni del concilio, dell'immu-
vedevasi in quel luogo o nei din- nità, della consulla e de'riti. Mori
torni. In oggi il luogo, occupato in Roma nel i 7 i 7 d' anni ollan-
già dalla città di Marta, detta an- laqualtro, e fu sepolto in s. Ago-

che Mortulanam inter Tudertum slino presso alla porla maggiore


ac CarsulaSy è dello s. Maria in della chiesa, con lapide fregiata del-
Pantano. S. Bricio o Brlzio l'apo- le insegne cardinalizie e del suo
stolo dell' Umbria, e s. Felice di nome.
cui si celebra la festa il 3o otto- MARTELLO, Malleus. Stru-
bre, erano siali vescovi di Maria mento per uso di battere e di
come si legge neh' Ughelli, Italia picchiare, che è di più sorte. Le
sacra t. X, p. 1 29. Nel 1 77 1 fu sue parti sono tre: l'occhio, che è
pubblicalo in Roma il libro: Fi- un foro o una apertura per lo più
te de santi della città di Maria- nel mezzo di esso, dove si ferma
na, e beati della terra di Massa il manico; la bocca, che è quella
ìieWUmhriaj con un discorso sto- parte con che si batte per piano;
rico. V, Todi. e la penna, ch'è la parte stiaccia-
MARTELLI Francesco, Car- la, che dicesi taglia, ed è opposta
dinale. Francesco Martelli patrizio alla bocca, e questa assume diver-
e canonico fiorentino, trasferitosi a se figure e forme, secondo l'uso a
Roma, ammesso appena da Ales- cui è destinato il martello. Deve
sandro VII nel numero de'prelati, essere stato inventalo sino dal prin-
mostrò i suoi talenti nella savia cipio della società, poiché appar-
condotta che tenne nel governo tiene ai primi bisogni dell' uo-
delle pontificie città, nella vicele- mo, laonde gli antichi ne fecero ri-
gazione di Ferrara e nella congre- salire l'invenzione sino ai tempi
gazione del buon governo^ tra i cui più remoli. Il Papa adopera il

ponenti fu annoveralo da Clemen- martello d' argento nella solenne


te IX. Spedito quindi da Clemen- apertura della porta santa nella
te Xnunzio alla corte di Polo- basilica vaticana per l'incomincia-
nia, per secondare le intenzioni del mento dell'anno santo dell'univer-
Papa, eccitò quel sovrano alla salegiubileo. Contemporaneamen-
guerra contro il turco, a cui in- te adoperano il martello per l'a-

VOL. XLUI. 1
iGi MAR MAR
pei-tura delle porte sante delle ba- de' primi sono fram-
religiosi, e vi
siliche di s. GioTanni, di s. Pao- miste molte dissertazioTii di diffe-
lo e di s. Maria Maggiore i car- renti materie. Pubblicò nell'anno
dinali legati a ciò deputati. Vedi stesso a Lione un'opera latina pie-
Anno santo, Porte sante, ed il na di ricerche concernenti gli an-
voi. Vili, p. 200 e seg. del Dìzìo- tichi riti de'monaci : De antiqui^
narioy dove si descrive la funzio- monachoriim rìtibusj e la vita di
ne. Talvolta i Papi donarono tal Claudio Martin, a Tours nel 1697.
martello a qualche sovrano, sovra- Nell'anno seguente die alla luce le
na o principe reale, come fece Massime spirituali dello stesso
Leone XII che lo regalò alla du. Claudio, a Rouen; ed ivi nel 1700
chessa di Angouléme figlia di Lui- l'opera, De antiquis Ecclesiae ri-
gi XVI, come raccontarama ai vo- tibus circa sacramenta, ed un ter-
lumi XXVII, p. 142, e XXXVIII, zo volume nel 1702. E questa
p. 65 del Dizionario. Al volume per giudizio degli intelligenti il

XXXVII, p. 286 dicemmo che il miglior scritto che sia comparso


martello fu una delle insegne dei sopra questo argomento. II suo
legati apostohci.Dei colpi di mar- trattato, De antiqua Ecclesiae di-
tello che si danno nel porre nei sciplina in celehrandis divinis offl-
fondamenti la prima pietra, ne fa- ciisj fu pubblicato nel 1706 a
cemmo parola all'articolo Mala- Lione, e riscosse elogi eguali al
MOCCO. precedente. I Trattati sui riti ec-
MARTENE Edmondo. Monaco clesiastici e monastici furono ri-
benedettino della congregazione di stampati con aggiunte e correzio-
s. Mauro, nacque a s. Giovanni ni in Milano colla data di An-
di Losne, piccola città della dioce- versa; cioè i trattati de'riti eccle-
si di Langres, nel i654; vestì l'a- siastici 1736, ed i trattati sui
nel
bito di s. Benedetto nel 167F, e riti monastici nel 1788. Egli pub-

fece professione nell'anno seguente blicò a Parigi sotto il titolo di


nell'abbazia di s. Remigio di Reims. Thesaurus no\^us anecdotorum^ cin-
Egli si distinse nella sua congre- que volumi in foglio con documen-
gazione per la indefessa applica- ti tolti dagli archivi e dalle biblio-
zione allo studio e per le accura- teche di Francia, per servire alla
te sue indagini letterarie, e mori ristampa della Gallia Christiana.
di apoplesia il 20 giugno 1789 Fece pure ristampare nella città

d'anni otlantacinque, nell'abbazia stessa un'altra raccolta da lui pub-


di s. Germano ai Prati in Parigi, blicata nel 1700, col titolo di

dopo di avere arricchito la chiesa Collectionova scriplorum et mo-


e la repubblica letteraria di un numentoruni moralium, historico-
gran numero di opere. La prim.-i, rum et dogmaticorum ad res mo-
che è un Commentario latino sul- nasticasy ecclesiasticas et politicas
la regola di s. Benedetto, fu stam- illustraìidas. Nel 1717 pubblicò a
pata nel 1690: esso è letterale, Parigi, unitamente al p. Durando,
morale ed istorico^ perchè spiega la descrizione del viaggio da essi
la regola coU'autorità degli anti- fatto insieme in Francia, col tito-

chi scrittori, colla dottiina de'san- lo di Viaggio letterario di due re-

ti padri, e colla pratica costante ligiosi della congregazione di san


MAR MAR i63
Mauro; e nel 1724 collo stes- s. Benedetto, in continuazione del-
so titolo, la relazione di un viag- la raccolta del p. Achery e del p.
gio (la lui fatto in Germania do- Mabillon, e sperava in seguilo pub-
po quello di Francia. Il frutto di blicar la raccolta della vita e let-

questo secondo viaggio fu una nuo- tere di s, Tommaso


Cantorbery, di
va collezione di nove volumi, 1724* quando cessò di vivere. Lasciò mss.
1733, col titolo: Velerum seri- alcune memorie per servire alla
ptoriim, et monumenlorum hìslo- storia della congregazione di san
ricoriun dogmaticorum amplis-
et Mauro e dell'abbazia di Marmou-
sima Le due suindicate
colleclìo. tier. Il p. Martene univa mirabil-
collezioni contengono un gran nu- mente la penitenza allo studio,
mero di documenti singolari, fram- trovando il tempo in mezzo ai
menti di concilii e di cronache, suoi immensi lavori di assistere a
fondazioni di chiese, lettere di mol- tutti gli uffizi si di giorno che di
li principi, di Papi, di vescovi, at- notte, ed aggiungendo nuove au-
ti, formole, ordinanze, ec. Nel 1730 sterità a quelle della sua regola.
die alla luce: Impetialis stahiilen- I dotti, da cui era stimato
ed a-
SIS mouaslerii fura propugnata malo, ammiravano in lui la sem-
adversus iniquas disceptationes I- plicità de'costumi del pari che la
gnatii Roderici de ahbatihus et vasta dottrina, essendo le sue ope-
orìgines stahulensis et malhunda- re abbondanti di curiose investi-
rìensis monasterii vindice domno gazioni tolte da libri e da monu-
Edniundo Marlenne. Questa ope- menti rari e poco conosciuti.
ra che contiene moltissime disser- MARTIANOPOLI, Martianopo-
tazioni sopra diversi punti di sto- lis. SeL\e vescovile nell'Asia mino-

ria, di disciplina e di diplomatica, re, esarcato di Dacia, che si cre-


è una risposta ai religiosi dell'ab- de Pressa u città di Bulgaria, ver-
bazia di Mal medi, per la difesa con- so il Danubio e il Ponte Eusino.
tro quella di Stavelo, che aveano I bulgari ne fecero la capitale del
pubblicato a Wurtzbourg nel 17*28 loro regno, prima di Tarnobia.
un volume intitolato : Ignatii Rode- La sede vescovile fu eretta nel V
de abbatibus^ ori-
rici disceptationes secolo, quindi divenne arcivescovi-
gine^ primaeva, et Jwdierna consti' le e fu trasferita a Tarnobia. Al
tiUione abbatiarum inter se unita- presente Martianopoli, Martianopo-
rum nialbundariensis et stabulen- litan, è un titolo arcivescovile m
sisj Martene ebbe pure parte
ec. partìbus che conferisce la santa
nella nuova edizione dello Spici- Sede.
legio del padre d. Luca Achery, MARTINA (s.), vergine e mar-
pubblicata nel 1743 a Parigi. A- tire. Uscita da una delle più illu-

vendo poi ottenuto i mss. lasciati stri famiglie di Roma, ivi suggellò
dal p. Mabillon, pel VI tomo de- la fede collo spargimento del pro-
gli annali benedettini, egli li ri- piziosangue nel terzo secolo. Anti-
vide, fece ad essi molte giunte e chissimo è il suo culto in Roma:
correzioni, e pubblicolli a Parigi fino dai tempi di s. Gregorio I
nel 1739 con una prefazione. Si Magno, fedeli visitavano con par-
i

occupava per pubblicare i tomi ticolar divozione la cappella con-


degli atti de' santi dell'ordine di .sacrata alla sua memoria. Alessan-

I
i64 MAR ivi A R
tiro IV nel i7.56 dedicò in Roma pagiio questo prelato, incarionndo-
'
lina chiesa al suonome; Sisto V lo ancora di trattare con iiujK'gno
la diede all'insigne Accademia di e conchiudere la pace tra Carlo
s. Luca (Fedi), e nel i634 si fe- VII re di Francia, quello d'Inghil-
ce la Iraslfìzione delle sue reliquie, terra, e il duca di Borgogna, coinè
trovate sotto i rottami dell* antica poi nel 1445 f" seguito in Arras.
sua chiesa. Urbano Vili ne fece Insorta tra i padri basilcesi la
allora fabbricare magni- una assai controversia sul luogo di celebrare
fica in onore della santa, e ne pò* il concilio per la riunione della
se l'ofiizio nel breviario romano, chiesa greca colla latina, essi desti-
del quale egli stesso compose gii narono Pietro vescovo di Digne,
inni, sotto il giorno 3o gennaio. e il nostro Antonio col carattere
Santa Martina è una delle protet- di legati a Costantinopoli, per in-
trici della chiesa di Romaj ed è vitare l'imperatore e il patriarca
nominata eziandio nei martirologi al concilio. Giunti a Bologna, fu-
di AdonCj di Usuardo, ec. rono accolti da Eugenio IV con
MARTINI BUONTEMPI An- benignità e cortesia, e portatisi a
drea, Cardinale, F. Buontempi Venezia, a' 3 settembre 14^7 col
Andrea, Cardinale. vescovo di Coron Cristoforo Gare-
MARTINI o MARTINS Anto- tone, legato apostolico, partirono
nio, Cardinale. Antonio Martini per Costantinopoli, ove la loro mis-
o Martins de Chaves, nato nel sione ebbe felicissimo successo. Tra-
castello delle Acque Flavie in Por- sferito il concilio da Ferrara a Fi-
togallo, o come vogliono altri in renze, vi si trovò ancoia Antonio,
Porlo, di onesti genitori , chiaro che insieme cogli altri padri sot-
per lettere ed integrità di costumi, toscrisse le sue ecumeniche dellni-
ottenne un ricco beneficio nella zioni ; quindi in riguardo a tanti
metropolitana Lisbona, e poi di meriti Eugenio IV a' 18 dicembre
la dignità di decano d' Evora ; 1439 lo creò cardinale prete del
venne quindi promosso a vescovo titolo di s. Grisogono, ed arciprete
di Porto. Ardeva in quel tempo della basilica lateranense che ri-

sanguinosa guerra tra Giovanni I colmò di benefìzi, fra' quali un ec-


re di Portogallo e il re di Ara- cellente organo. Donò ancora a
gona, per cui quelle regioni erano quel capitolo la tenuta Trigoria di
bersaglio della licenza soldatesca^ rubbia 4^^ wé\a Campagna roma-
senza rispettare nemmeno le cose na fuori della porta Ostiense. In-
sacre. Martino V
intimò pertanto tervenne al conclave di Nicolò V,
ai vescovi portoghesi di adunarsi e fondò in Roma la chiesa nazio-
in sinodo a Braga per rimediare nale di Antonio o Antonino dei
s.

a tanti mali, come fecero con op- portoghesi, coli* annesso ospedale,
portuni decieti. In quell'assemblea in cui accogliere si dovessero gli
spiccò singolarmente la saviezza infermi e pellegrini portoghesi. Do-
e dottrina di onde il
Antonio, po tante e sì preclare opere mori
nuovo re di Portogallo Odoardo, nel i447> '" ^'^^ decrepita, a Ro-
dovendo mandare il suo nipote ma, venendo sepolto nella delta
Alfonso al concilio di Basilea per basilica, in una tomba che prima
ambasciatore, gli destinò per corn- della riedificazione della chiesa era
MAR MAR i65
la più nobile e sontuosa, ed al giugno 1724. Avendo fatto egre-
presente trovasi nel mezzo del giamente gli studi ecclesiastici, di-
primo pilastro sotto la navata si- venne direttore di spirito della re-
nistra, dove giace la statua del gia università di Torino, e meritò
cardinale vestito in abiti pontifica- col tempo che Benedetto XIY ai
li sopra l'urna sepolcrale , in cui 19 h^lio 1757 lo facesse vescovo di
vedosi scolpita una semplice iscri- s, Giovanni di Maurienne , e per
zione. Il Novaes, suo connaziona- le sue virtù e beneficenze fatte al-
le, nega che fosse stalo arciprete la diocesi, come zelante pastore,
lateranense, e dice che dalle be- Pio VI nel concistoro del primo
neficenze da lui fatte alla basilica giugno 177B lo creò cardinale
provenne tale errore. dell'ordine de' preti , ed in quello
MARTINI Bartolomeo, Cardi- de' 12 luglio 1779 lo traslatò alla
naie. Bartolomeo Martini spagnuo- chiesa di Vercelli. La berretta car-
lo di Valenza, nel 147^ Sisto IV dinalizia gliela rimise a mezzo
lo fece vescovo di Segovia. Celebrò di monsignor Cavalchina Allor-
nel i4B5 il sinodo nella catte- quando Pio VI fu deportato pri-
drale di Segovia, e fu commen- gioniero in Francia, ed essendo
dalo il suo provvedere
zelo per giunto ai 23 apiile 1799 nella
ai bisogni de' popoli alla sua ciua piccola città di Crescentino nella
commessi. Alessandro VI lo nonji- diocesi di Vercelli , alloggiò nella
nò nel 140*^ prefetto del palazzo casa de' preti dell'oratorio; ivi si

pontificio, nel i494 "laestro della recò subito il cardinale per osse-
cappella papale; indi a' 19 feb- quiarvi l'infelice Pontefice, e n'eb-
braio «496 'o creò cardinale prete be breve ma benigna udienza.
di s. Agata alla Suburra, che da Questo fu r ultimo cardinale che
semplice diaconia il Papa dichiarò Pio VI vide, essendo morto nel-
per allora titolo; poscia nel i497 l'agosto di detto anno. La città
lodeputò amministratore della chie- di Venezia fu destinata per la cC'
sa diBagnorea. Morì in Roma jiì lebrazione del conclave, ed a que-
2^ aprile nel i5oo, o nel i5o8 sto si recò il cardinale, mentre
secondo lUghclli^ dopo lunga ma- Pio VII nel concistoro te-
l'eletto
lattia (della quale parla il Marini, nuto nel monastero di s. Giorgo
Archiatri 256), per cui ai
t, 1, p. a'2 aprile 1800, gli conferì il cap-
3i marzo dell'anno precedente nel- pello cardinalizio, che nella sera
la cappella pontificia, ultima a che gli portò colle consuete formalità
ili presente, sedette in fine del ban- monsignor Ginnasi cameriere se-
co dei cardinali vescovi e preti in greto. 11 Papa di poi gli assegnò
luogo non suo, senza neppure ren- per titolo quello ch'egli teneva nel
dere la solila obbedienza al Pon- cardinalato, cioè la chiesa di san
tefice. 11 suo cadavere fu sepolto Calisto, annoverandolo alle con-
nella basilica vaticana in tomba gregazioni dell'immunità, dei ri-

di marmo, col suo nome. ti, delle indulgenze e sacre reli-


MARTINIANA Carlo Giuseppe quie, e dell'indice. Beneficò anco-
Filippo, Cardinale. Carlo Giuseppe ra la chiesa di Vercelli , e ne fu
Fdippo de Martiniana nobile pie- benemerito, singolarmente nelle fre-
monltse, nacque in Torino a'
19 quenti laboriosibsime visite ; colle

k
,

i66 MAR MAR


lettere pastorali ripiene di celeste presso l'ora che molte persone ve-
unzione ed ecclesiastica eloquenza ;
nivano a ricevere i suoi consigli
coi decreti spiranti soavità , doU e la sua benedizione, fecesi loro
cezza e zelo ; colla predicazione incontro con pensiero di accomia-
assidua della parola di Dio ; colla tarle; ma preso da salutare ri mor-
religiosa amministrazione de't.agra- di mento, ritornato alla sua cella,
menti ; colla misericordia e gene- acceseun gran fuoco ed in esso
rosità coi poveri; colla beneficenza vi piedi. Le grida ch'egli
cacciò i

e carità cogl' infermi , che sovente mandava per lo smisurato dolore,


consolava; avendo esercitato ezian- fecero accorrere la donna, la qua-
dio tali virtù e sollecitudini epi- le lo trovò disteso sul suolo, e
scopali colla diocesi di Maurieune che piangendo diceva : » Come sos-
ne' ventidue anni che la governò. terrò io il fuoco dell' inferno, se
Mori in Vercelli a* 7 dicembre questo soffrire non posso? " Zoe
1802 assai compianto, nell'età di spaventata si converti anch'essa, e
settantanove anni, e fu sepolto in andò a passare il resto di sua vi-
quella cattedrale. ta fra le austerità della più rigi-

MARTINIANO Dormeente (s.). da penitenza nel monastero di s.


V. Dormienti (i sette ss.). Paola a Betlemme. Quando Mar-
MARTINIANO (s), martire. ^. tiniano potè camminare, si ritirò
Processo e Martiniano (ss). sopra uno scoglio da ogni parte
MARTINIANO (s.) , eremita. circondato dal mare, ove passò sei
Nato a Cesarea, nella Palestina, anni, esposto all' intemperie dell'a-
sotto r impero di Costanzo, si ri- ria, senza mai veder alcuno, tranne
tirò in età di dieciott'auni in una un barcaiuolo che due volte l'anno
solitudine vicina, ove esercitossi recavagli dell' acqua, del pane, e
nella pratica di tutte le cristiane dei rami di palmizio da lavorare.
virtù. In breve pervenne a emi- Essendosi poscia un vascello, spin-
nente santità ; e la fama dei mi- to dalla burrasca, rotto contro lo
racoli che Dio operava per suo scoglio, il santo cede il luogo a
mezzo, rese celebre il suo nome. una donzella che ivi avventurosa-
Avea passato in questa solitudine mente salvossi coll'aiuto di lui e ;

venticinque anni, allorché Dio per- gittatosi in mare, afferrò il lido.

mise che la sua virtù fosse messa Poiché ebbe errato d'uno in altro
alla prova. Una meretrice di Ce- deserto, pervenne da ultimo in
sarea, nomata Zoe, recossi di sera Atene, ove usci di vita sul comin-
alla cella del santo, infìngendosi ciar del quinto secolo, in età for-
una povera persona che avesse se di cinquunt'anui. Il suo nome
smarrito la via nel deserto, e che non trovasi nel martirologio ro-
correva rischio di perire se non mano, ma sì bene ne* Menci dei
le avesse dato ricovero. Accolta greci. Era onorato in particolar
per compassione da Martiniano modo nell'oriente e soprattutto a
la mattina appresso gli si presen- Costantinopoli, e la sua fèsta é se-

tò riccamente abbigliata, offeren- gnata il 1 3 febbraio.


dogli la sua persona e le sue for- MARTI i^O (s.), celebre vescovo
tune, aggiungendo altre cose che di Tours. Nacque a Sabaria, città

quasi io persuasero. Siccome eru della Pauuouia, nell'anno 3 16, giù-


MAR MAR 167
sta Gregorio ili Toiirs; ma Gi-
s. Pannonia. Convelli sua madre e
rolamo da Prato mette la sua na- molte altre persone ; ma non po-
scila sei anni [jriina. Ricevette la tè indurre suo padre ad uscire dal-
prima educiizione a Pavia, essen- le tenebre dell' idolatria Trovan-
dosi colà ritirali i suoi genitori, i dosi neir Illiria combattè gli aria-

t|(ialierano idolatri. Malgrado di ni corimolto zelo, e questi eretici


essi ei frequentava la chiesa, ed in la maltrattarono e lo cacciarono
età di dieci anni implorò d'essere dal paese. Arrivalo in Italia intese
ammesso nel numero de' catecu- che gli stessi eretici teneano op-
meni , e vi ili accolto. Un decre- pressa la chiesa delle Gallie ed
to dell'imperatore che obbligava! aveano fatto esiliare s. Ilario; per-

tìgli degli uiìì/.iali e soldati vete- ciò si scelse un ritiro presso Mi-
rani a portare le armi, lo costrin- lano, e cominciò a condurre vita

se a seguire quella professione ,


nionastica. Aussenzio vescovo aria-
giacché suo padre era tribuno dei no lo scacciò da quel ritiro; laon-
soldati. Entrato dunque in età di de si rifugiò in una piccola isola

quindici anni nella cavalleria, egli detta Gallinaria, sulla costiera del-
seppe preservarsi dai vizi che pur la Liguria,presso Albenga, insie-
troppo predominano nella milizia, me con un virtuoso prete, di cui
ed appalesò le più belle virtì:i. Un avea fatto la conoscenza. Ivi am-
giorno tagliò la sua Ccifjpa (Fe- bedue menarono i loro giorni in
di) per metà, e una porzione la grande astinenza, non pascendosi
diede ad un povero nudo che gia- che di radici e d'erbe selvatiche.
ceva alla porta d'Amiens nel più Avendo inteso nel 36o cbe s. Ila-
crudo inverno. Della cappa o man- rio tornava alia sua sede, nana il
tello di s. Martino si formò uno Butler che andò a ritrovarlo .
stendardo o Bandiera ( Fedì ), S. Ilario gli donò un piccolo ter-
che venne usata dall'esercito dei reno distante due leghe da Poi-
re di Francia, e diede (irigine ai liers, ove Marlino fondò il mo-
nomi di Cappella e Cappellano naslero di Ligugey, Locociagum,
( Fedi ), col primo dicendosi il che pare sia stato il primo fab-
luogo ove si custodiva, e col se- bricato nelle Gallie. Nel 871 o
condo i custodi. Di dieciolt'an- 375, Martino per la fama di sua
ni ricevette il battesimo , e due santità e de' suoi miracoli venne
anni appresso ottenne il conge- eletto vescovo di Tours. Egli nul-
<lo . Secondo Girolamo da Pra- la mutò nella sua foggia di vive-
to , egli militò assai più lunga- re : alloggiò in una celletta vicina
mente, e non si ritirò che sotto alla sua chiesa; e siccome quivi
Giidiano, il quale fu levato alla era disturbato dalle frequenti visi-

dignità di cesare, ed ebbe nel 355 te che riceveva, rilirossi in un


il comajido delle Gallie. Martino monastero fatto fabbricare nelle
si pose sotto la disciplina di s. vicinanze della città, cioè la cele-
Ilario vescovo di Poiliers, che lo bre abbazia di Marmoutier, che
fece esorcista, non avendo potuto fu ritiro di santi ed un seminario
vincere la sua umiltà per ordi- di eccellenti vescovi. Questo sem-
narlo diacono. Desiderando rivede- bra istituito prima di quello di
Jc j,uoi iieiiituii,
i
si reco nella Ligugey, come dicemmo a Moìsa-
i68 MAR MAR
co, ove celebrammo il santo per te persone ch'erano state condan-
uno de' primi introduttori della nate a morte per aver tenuto le
vita monastica in occidente, mas- parli di Graziano. Massimo ebbe
sime nelle Gallie ed in Milano ; a sommo
onore di avere Martino
così pure a Monaca lo' dicemmo alla mensa, ove
propria il santo
uno de' primari istitutori de' mo- dopo aver bevuto passò la coppa
nasteri delle reIif»iose. Tuttoché s. al sacerdote che preferì all' impe-
Martino amasse il ritiro, non era ratore ritenendolo più degno di lui;
per questo meno diligente nell'e- fu pure convitato dall' imperatrice
sercizio del suo ministero. Era a che lo volle servire a tavola ella
lui serbato distruggere interamen- medesima. Dopo avere invano procu-
te r idolatria nella diocesi di Tours rato d'impedire il supplizio de'pri-
e nelle altre contrade delle Gallie. scillianisti,ebbe la condiscendenza
Recatosi alla corte di Valentinia- di comunicare con llacio e cogli
no, ch'era allora nelle Gallie, que- altri vescovi che mal a proposito a-
sto imperatore proibì di lasciarlo vevano promosso tale supplizio; ma
entrare; ma dopo sette giorni di egli ciò léce per salvare ad altri la
preghiera e di penitenza il santo vita. Rimproverando a se stesso la
vescovo si presentò nuovamente sua debolezza, partì da Treveri;
al palazzo imperiale, ed entratovi giunto ad un bosco, ch'era lungi due
senza nessun ostacolo, giunse sino leghe dalla città presso Andetanna ,

all'imperatore. Questi vedendolo si oggidì Echternach, ad o- si mise


mise in forte collera contro quelli rare, e venne confortato da un
che l'aveano lasciato entrare; se angelo, il quale gli disse che avea
non che d' improvviso, tocco di ragione di dolersi della sua con-
venerazione pel santo vescovo, lo discendenza, ma
che la rendea scu-
abbracciò e gli accordò quanto do- sabile la carità che ve lo avea
mandava.; gli diede poi molte u- mosso Giunto a Tours, vi fu ac-
.

dienze, e lo ammise sovente alla sua colto dal popolo come un angelo
mensa, offerendogli ancora molli tutelare. Benché assai avanti ne-
regali,che il santo ricusò. Ritor- gli anni, non iscemò punto le sue
nato s. Martino alla sua diocesi, austerità, né le sue apostoliche fa-
fece abbattere i templi degl' idoli, tiche. Morì tra le braccia de' suoi
e schiantare molti alberi che i pa- discepoli, nella parrocchia di Can-
gani riguardavano come sacri, e de posta nell'estremità della sua
vi fabbricò chiese e monasteri. Il diocesi, ov' erasi recato per com-
suo zelo lo espose in parecchie oc- porre una contesa insorta tra il
casioni al rischio di perdere la vi- clero. L'opinione più probabile è
ta, che più volle campò miraco- che morisse ai 6 o 1 1 novembre
losamente. Sulpizio Severo raccon- del 4c>o. suo corpo fu traspor-
Il

ta molti miracoli operati da Dio tato a Tours, a .seicento passi dal-


per mezzo questo santo, ed ag-
di la città, ove .sorse una città par-
giunge ch'ebbe anche il dono del- ticolare detta Marlinopoli, poi Ca-
la profezia, e fu favorito di assai stel novo, ed in seguito congiunta
rivelazioni e visioni. Nel 386 si a Tours. S. trizio suo successore
recò a Tre veri dall' imperatore Io fece onorevolmente trasferire in
Massimo a chieder grazia per mol- una basilica poco lungi di là, e vi
,

MAR MaR 169


innalzò la sua tomba. Questa ba- lero che esso fosse il vescovo del-
silica fu dapprima dedicata a santo la loro corte. Egli continuò la sua
Stefano; ma il nome di s. Marti- prima maniera di vita, e governò
lino non tardò a prevalere tra i sempre suoi i religiosi con perfet-
fedeli che venivano da tutte le ta regolarità. Fu poi elevato alla
parti per venerare questo celebre sede di Braga metropolitana di
taumaturgo. S. Perpetuo sesto ve- tutta la Galizia, o delle chiese di
scovo di Tours la tece rifabbrica- Svevia in Ispagna. Venne lisguar-
re più vasta : tu poi saccheggiata dato come uno dei piìi brillanti
dai»li ui^onolti, che bruciarono le lumi della chiesa di Spagna, e dei
reliquie del santo. Si potè non- più begli ornamenti dello stato
ostante salvare un osso del braccio monastico. Morì a' 20 marzo del
e parte del crauio, che sono colà 58o, ed è onorato in tal giorno.
rimasti conservano pure in al-
: si 11 suo corpo fu trasportato da Du-
tre chiese alcune piccole porzioni ma a Braga nel 1606. Lasciò una
delle sue reliquie, distiibuite pri- Collezione di ottantaquaUro cano-
ma di quell'avvenimento. S. Mar- ni ; una Forinola di vi la onesta
tino è appellato gloria delle Gallio o trattato delle quattro virtù car-
e lunje della Chiesa d'occidente, dinali j un libro intitolato Dei co-
e credesi uno de'primi che furono stami ; ed alcuni altri scritti, fra
onorati con pubblico cullo, tutto- i c|uali una raccolta di sentenze
ché non fossero stati coronali del dei solitari d'Egitto.
martirio, al modo dello all'artico- MARTINO ed EUTROPIO (ss.),
lo Martire, ove facemmo parola abbati. Il primo fu discepolo di s.

della notissima ricreazione che ha Martino di Tours, e


formò al- si

luogo per la sua festa, la quale si le pratiche della perfezione evan-


celebra agli i i di novembre. gelica nel monastero di Marmou-
Martino (s.), arcivescovo di tier. Ritiratosi di poi nella Santon-
Braga. Oriundo della Pannonia, gia, fabbricò un monastero a Sain-
si rese esperto nelle scienze, e fe- tes, e ne fu abbate. S. Eutropio,
ce un pellegrinaggio per visitare i uno de' suoi più celebri discepoli,
luoghi santi della Palestina. Pas- gli Martino fioriva nel
successe. S.
sato poscia in Galizia, ove gli sve- quarto e nel quinto secolo. Igno-
vi, infetti dell'eresia ariana, avea- rasi l'anno di sua morte; ma è pro-
no stabilito il loro dominio, vi babile che sia avvenuta il 7 di-
ammaestrò nella fede Teodomiro, cembre, giorno in cui è nominato
dopo averlo guarito dalla lebbra, e nei mai'lirologi. Quello di Francia
ricondusse colle sue prediche questa indica nello stesso di la festa dì
parie della Spagna all'unità cattoli- s. Eutropio, successore di s. Mar-
ca. Fabbricò verso l'anno 56o molti tino.
monasteri^ il principale de' quali MARTINO abbate, chiama-
(s.),

fu quello di Duma, vicino a Bra- lo eziandioMartino il Solo.


s.

ga, di cui assunse egli stesso il Nacque a Nantes in Bretagna cir-


governo, 1 vescovi della provincia ca l'anno S^y, e compiuti gli stu-
io eressero in vescovato, ed in- di, abbracciò lo slato ecclesiastico.
nalzarono alla nuova sede Marti- Felice suo vescovo l'oidinò diaco-
,uo nel ^iò']. 1 re degli svevi vol- ni, e gli diede il carico di predi-
T70 MAR MAR
Ciii"e il vangelo agi' idolatri di Er- il Libbé Condì, t. VI, p. (\^.
,

badilla, ciltà distante due leghe 11 monotelismo dominando sempre


<)alla Loira, dalla parte del Poitou; in oriente, era combatuto a Ro-
ma le sue fatiche vi produssero ma ; il Papa seguendo i principii
poco frutto, e non furono corris- de' suoi predecessori, nello stesso
poste che con ischerni. Inabissata anno 649 tenne un concilio di
poi la città dalle acque, il santo centocintiue vescovi nella basilica
^e ne allontanò; fece diversi viag- lateraneuse, la cui autorità fu sì

gi in Europa, e visitò le tombe grande, che dopo i cinque concilii


dei martiri. Ritornato in Bretagna, generali fu inserito nella professio-
fabbricò un piccolo romitorio, do- ne di fede, solita farsi dai Papi,
ve parecchie persone pie vennero siccome si ha dal lib. diurnus Ro-
a porsi sosto la sua guida. Quin- man. Pont. cap. 2, tit. 9, p. 26.
di per alloggiare i suoi discepoli In esso condannò tutte le eresie,
edificò un monastero nella foresta ed in ispecie gli errori de'monote-
di Vertave, ora Vertou, a due le- liti, co'Ioro fautori, Teodoro vesco-
ghe da Nantes, e pose una re-
vi vo Faranitano, Giro vescovo Ales-
gola tratta dalle massime degli sandrino, Sergio , Pirro e Paolo
antichi padri. Altri due monasteri successivamente patriarchi costanti-
fece edificare, uno per uomini e nopolitani, coir Ectesi di Eraclio,
l'altro per donne. Mon circa l'an- ed il Tipo di Costante II impera-
i»<» 60 I, a* 24 d'ottobre; ed in tal tore. I discorsi pronunziati dal
giorno è onorato, suo corpo fu
il Papa nel concilio, in cui egli lu-
trasportato a s. Jouin, dove più minosamente spiegò tutte le diver-
non si trova; lo che si attribuisce se opinioni, danno un'alta idea del
ai guasti degli ugonotti. S. Mirti- suo sapere ed eloquenza. Gli atti
no di cui palla Gregorio di Tours del concilio furono mandati in tut-
nel suo libro DclLi gloria de coti- te le chiese di Egitto e di oriente,
fasori, è diverso dal prelodato, e in cui le concjuiste de'mussulmani
fu abbate di Saintes. accrescevano i mali cagionati dalle
MARTINO I (s), Papa LXXVl. eresie. Essendo il Tipo un editto
l'ebbe per padre F abrizio , uomo di Costante II, questi se ne tenne
ricco e nobile di Todi, città ve- olfeso, ed incitato dalle lagnanze
' scovile dello stato ecclesiastico, il del patriarca Paolo, affidò all'esar-
quale nulla trascurò per procurar- ca di Ravenna Olimpo la sua
gli i migliori maestri per istruirlo. vendetta. L'esarca dapprima dise-
Coiisagratosi allo stato ecclesiastico, gnò di attentare alla vita del
fu ammesso nel clero di Roma, Papa^ nel momento della comu-
e già legato in Costantinopoli , fu nione ma sentendosi colpito da
;

eletto Pontefice a*5 luglio del 649, terrore e da rimorsi, non ebbe
e consecrato senza aspettare 1* a- forza di commettere tale delitto,
busivo consenso deirim[)eratore di e per vergogna e disperazione par-
Oliente, come sembra dall'essere tì da Roma e dall'Italia, ed in Si-
poi accusato di aver preso il pon- cilia fu combattendo co' sa-
ucciso
tificato irregolarmente e senza raceni. L'imperatore mandò un altro
legge, coni' egli stesso scrisse in esarca, Teodoro Calliopa che si as- ,

uuu sua lettera, cpiu. i5, presso sunse di arrestare il Pontefice, e di


M A Pt MAR 171
condurlo a Costantinopoli. Principiò vollero appressarglisi. Verso sera
accusandolo che nascosto avesse fu tratto dalla barca nella prigio-
delle armi per difendersi, raa riuscì ne Prandearia, in cui dimorò tre
facile a Martino I di giustificarsi. mesi, senza parlare a persona. Jl
Allora co* suoi soldati si presentò suo processo incominciò a* i5 di-
in Boma, e trovò il Papa prostra- cembre, onde il Papa comparve
to avanti la porta della basilica avanti il sacellario Bucoleone, por-
lateranense . I soldati entrarono tato su d'una sedia, non potendosi
nell'interno, ruppero le candele, e reggere in piedi pei gravi disagi sof-
posero in iscompiglio il santuario. ferti, tuttavia assolutamente il mini-
li clero protestò solenneniente del- stro volle che si alzasse in piedi. Ven-
l'innocenza e purità della fede del ne accusato il santo Padre che co-
suo capo; ma il Pontefice si diede spirato avesse con Olimpo, il quale
nelle loro mani senza resistenza, Io volea privar di vita. Si produs-
e non ostante le grida del popolo sero contro lui venli testimoni su-
fu condotto fuori della città, di bornali, tratti dalla più vile pleba-
cui furono chiuse le porle, a' 19 glia e brutale soldatesca; fu inter-
giugno 6.>3. Il suo viaggio fu lun- rogalo il Papa in modo insultante
go e doloroso, senza riguardi agli e feroce, ed egli rispondeva in
incomodi che lo facevano molto Ialino alle domande in greco, per
soffrire, mentre con soli sei servi un interprete. Il sacellario andò in
imbarcato sul Tevere, giunto a furore perchè le risposte del Papa
Porto, di là lo trassero a Miseno. lo imbarazzavano; stanco poi del-
Poiché ebbe traversato la Calabria, l'indegna scena, si ritirò per far-
andò errando alcun tempo per ne rapporto all' imperatore. Si fe-

varie isole jonie ; si fermò un anno ce uscire Martino 1 camera


dalla
a Nasso, in cui finalmente gli ven- del consiglio, e fu posto su di una
ne permesso di sbarcare dal va- terrazza, perchè essere potesse ve-
scello, che fino allora gli avea ser- duto dalla corte e dal popolo.
vito di prigione ordinaria. Comparve quindi il sacellario, ri-

Frattanto l'imperatore gli avea coprì il Papa di oltraggi qual reo


fatto dare in Pioma un successore, di lesa maestà, e gli fece straccia-
nella persona di Eugenio I (P'ef/i)
s. re il mantello e rompere la cor-
agli 8 settembre 654- Arrivò s. reggia de'suoi calzari, indi lo con-
Martino I a Costantinopoli a' 17 segnò al con ordine di
prefetto
settembre di tale anno. Durante il farlo in pezzi. Venti voci al più
suo soggiorno a JNasso ricevè dei gridarono anatema, tutti gli altri
soccorsi da tutti i fedeli che deplo- astanti restarono silenziosi e me-
ravano il suo infortunio, mentre le lanconici chinando la testa per
,

sue guardie rubavano tutto, mal- dolore, commossi dal veder così
trattando chi li recava. Prima di en- berteggiata la maestà pontifìcia. I
trare in Costantinopoli , era egli sta- manigoldi s' impadronirono allora
lo annunziato a Costante li; tutta- di lui, gli tolsero il pallio e le in-
voita fu lasciato nel porto entro il segne pontifìcie, lo spogliarono del-
vascello, coricato su di uno stramaz- le rimanenti sue vesti, né gli la-
Z.O, tormentalo dalla golia, ed espo- sciarono che una tonaca senza cin-
sto agli insulti di tulli ijucili che tura, che lacera tu anch'essa ne due
,-

lyi MAH MAR


lati, gli si vedeva nudo il corpo. essendo privo nella carestia delle
Gli misero al collo un istromeuto cose piì» necessarie al vitto, pregan-
o collare di ferro , in lai guisa do Dio pc' suoi fratelli di Roma e
tiasciiiandolo dal palnzzo in mezzo per chi reggeva allora la Chiesa.
alla città col carceriere, come con- Passati ivi quattro mesi in conti-
dannato a morie precedendolo
,
nui patimenti,
modello d'invinci-
quello colla mannaia o spada con bile fermezza, morì ai i6 settem-
cui doveva essere decapilato. Fu bre 655, dopo il governo di cin-
poscia condotto carico di catene que anni, due mesi e tre giorni,
nel pretorio, e di là venne gi Italo computato dalla sua elezione sino
nella prigione di Diomede con de- a quella di Eugenio l, la quale egli
gli assassini, scorticandosi le gambe approvò; e da quando era stalo crea-
neir ascendere gli alti scalini. Sem- to Papa, sei anni, due mesi e d(-»di-
l)rava vicino a spirare, onde cadde ci giorni. Con due ordinazioni nel

rifinito dal rigido freddo ; fu rial- dicembre creò 33 vescovi, 5 o i i

zato e messo incatenato su d'una preti, e 5 diaconi, il suo corpo fu


panca. Due donne, preposte alla poi trasferito in Roma nella Chie-
cura della prigione , ne presero sa di Martino a Monti (Vedi),
s.

compassione lo posero in letto, e ove fu riposto a' 12 novembre, che


fecero il possibile per riscaldarlo ; però in tal giorno si celebra la sua
ed il Papa restò sino a sera senza festa, mentre greci la celebra
i

parlare. )io il giorno della sua morte, e


L'eunuco Gregorio prefetto del- [)iìi solennemente ai i3 aprile. E-
la città gli mandò alcuni alimenti, gli lasciò dieciotto lettere scritte
facendogli concepire qualche spe- di uno stile nobile e fermo, che
ranza; e Martino J, desiderando il si leggono nella Biblioteca de pa-
martirio, restò afflitto da tali at- dri, e nel citato Labbe'. La santa
lenzioni. Nondimeno gli vennero Sede vacò, dall'assenza di s. Mar-
tolti i ferri, e gì' indegni tratta- lino I, fino all'elezione di s. Eu-
menti eroicamente da lui solfei ti genio I, un anno, due mesi e venti
mossero molti a compassione, fra i giorni.
quali il patriarca Paolo moiiotelita, MARTINO II o MARINO I,

forse pei rimorsi di coscienza. Es- Papa CXI. Dovrebbe veramente


sendo Papa
moribondo, l'impe-
il chiamarsi Marino I, ma perchè la
t'atore andò a e non po- visitarlo, similitudine del nome die motivo
tè dissimulare il suo rammarico. a confondersi con Martino, in guisa
Dopo essere stato più di tre mesi che il IV ed il V furono poi chia-
in prigione, a' fo marzo 65'^) gii mati Martini, come osserva il Pa-
iu annunziato di essere rilegato a pe brodi io, ìli Propylaeo p. i^i,
Clicrson nella Tauride, che il No- u. 5, ed il Pagi ad an. 882, n. 10,
vaes chiama Crimea nella Tracia. così viene chiamato Martino li, ts
Diede il bacio di pace e uiì com- sendo la medesima persona di Ma-
movente addio a chi locircondava, rino I. Nacque in Montefiascone
e venne imbarcato segretamente ai cittàvescovde dello stato della Chie-
26 dello stesso mese, arrivando ai sa, ed ebbeper padre Palombo.
ì5 maggio al luogo dell'esilio, Divenne prete, diacono e cardinale
doade domandò soccorso a' suoi. legalo tre volte a Costantinopoli
MAR MAR 173
nella causa di Fozio, per parte di mente soggetto al monastero de' be-
s. Nicolò I ncll'86G, e nella Bul- nedettini ch'era in Capua ; e che
garia con Formoso; sotto Adriano il suddetto diacono restasse separa-
il nell' 868, pel concilio generale to da ogni comunicazione degli uf-
di Coslanlinopoli IV; e neir88i fizi ecclesiastici dal vescovo, al qua-
nel pontificalo di Giovanni Vili ,
le minacciò la sospensione del gra-
per la causa di Fozio. Questo ul- do sacerdotale e la scomunica se ,

timo Pontefice, essendo già insigni- non obbedisse prontamente. Marti-


to della dignità vescovile, lo man- no III, secondo il Cardella, creò tre
dò in Napoli ad assolvere dalla sco- cardinali, avendo governato laCliie-
munica il vescovo Anastasio, se ri- sa tre anni, sei mesi e qiiatlcrdici
vocava la lega fatta co' saraceni, giorni. Si rese molto lodevole nel
i^ieno di Papa ai
meriti fu eletto rifoimare la disciplina ecclesiastica,
'23 dicembre 882. Scomunicò nuo- nel ristorare le chiese, nel solleva-
vamente Fozio, e restituì Formoso re i poveri, e nel couiporre le dis-
alla Porto , da cui era
cliiesa di cordie tra i principi cristiani. Morì

stato deposto, permettendogli inol- nel mese di giugno del 946, e tu


tre di poter ritornare in Roma con- sepolto nel Valicano. S'igiiura (juan-
tro il giuramento fatto. Il Cardel- lo vacasse la sede, ma probabilmen-
la registra tre cardinali da lui crea- te due o tre giorni.
li. Governò la Chiesa un anno e MARTINO JV, Papa CXCVII.
due mesi; e morì a' 2 3 febbraio Simone di Rrie o Brion, o Mom-
tlcir884 colla riputazione di un
, pizio, nato da una nobilissima fa-
nomo illuminalo e di gran pietà. miglia a Mompincè o Montpensier
Fu sepolto in Vaticano. Vacò la nella Turrena ovvero nella Brie,

Sede apostolica sei giorni. in Francia, o in Montpilloi castello


MARTINO III o MARINO II, della provincia di Sciampagna dio-
l^apa GXXXil. Romano, fu eletto cesi di Sens; uomo per dottrina,
Pontefice prima de' 4 febbraio o grandezza di animo e santità di
forse a' 12 gennaio del 943. Scris- vita chiarissimo, prima beneficiato
se al vescovo di Capua Sivone, pres- della chiesa di Rouen , e poi teso-
so Leone Ostiense, in Chron. lib. i, riere e canonico nella chiesa di s.

cap. S^, rinfacciandolo d'ignorante Martino Tours, per cui alcuni


di
de' canoni, d'imperito nelle lette- lo credettero turonese di patria,
re, di familiare de' secolmi, e di indi giiardasigilli di s. Luigi IX. li

temerario trasgressore, perchè avea Papa Urbano IV lo dichiarò cap-


dato, contro le leggi divino ed u- pellano pontificio, ossia uditore di
mane, ad un suo diacono in be- rota, indi eletto vescovo di Puy
nefizio la chiesa di s.Angelo, che non seppe determinarsi ad accetta-
il suo predecessore avea concesso re. Siffatta rinunzia , suggerita dai
a' monaci benedettini per fabbri- sentimenti di sincera umiltà, uìosse
carvi un monastero. Gli ordinò detto Pontefice a crearlo cardinale
pertanto di restituire i»' monaci la prete del titolo di s. Cecilia, in Vi-
detta chiesa; che fosse fabbricalo terbo nel dicembre 1262 o i263.
ilmonastero, il quale non sareb- Clemente IV lo destinò legalo in
be da lui, né dai suoi successori in- Francia a Carlo d' Angiò conte di
quietalo, ma resterebbe perpctua- Provenza, e fratello del mentovalo
,

1
74 ^^ ^ ^ MAR
re di Fradicia, per invitarlo a poi-- le insegne pontifìcie, i cardinali ac-
taisi in Italia contro Manfredi u- cesi dì salito zelo gli strapparono
surpatore e tiranno di Sicilia , che di dosso le vesti cardinalizie, e gli
-attese le sue violenze e concussio- misero per forzale papali come ,

ni era divenuto insoffribile, ed of- Tolomeo da Lucca. Prese il


scrive
frirgliene la corona. Nella sua le- nome di Martino IV (terminando
gazione celebrò diversi concilii pro- con lui la confusione del nome di
vincialij ne' quali oltre all'aver pre- Marino), in memoria della chiesa
scritto una costante riforma agli ec- di cui era stato canonico, e si fece
clesiastici, ritrovandosi in Noget coronare a' 23 marzo in Orvieto,
stabilì alcune savie leggi pel buon perchè in Viterbo eravi l'interdet-
ordine dell'università di Parigi, ne to per cagione dell'arresto fatto nel
confermò privilegi, e stabilì il mo-
i conclave, ad istigazione di Riccar-
do e il cerimoniale per l' elezione do Annibaldi che n'era custode,
del rettore della medesima. Aven- de' due cardinali Matteo e Giorda-
do il re di Francia Filippo III an- no Orsini.
nullata la legge che vietava i giuo- Il popolo romano per terminar
chi di asta e spada, ne* quali spar- le discordie insorte in sede vacan-
gendosi molto sangue la festa si te, in cui i potenti Annibaldi ed
cangiava in lutto, con
Nicolò III Orsini avevano ciascuno creato il

sue lettere non mancò rampognar- senatore di Roma, onde n'erano


ne il legato ,
per l' eccessiva sua avvenute orribili stragi e sangui-
connivenza, e gì impose che pro- nosi tumulti, diede a Martino IV,
mulgasse sentenza di scomunica con- come ad un privato, la dignità di
tro chiunque avesse avuto la te- senatore di Roma, la quale egli le-
merità di esporre la propria vita stituì a Carlo d'Angiò 1 re di Sicili.i,
a cimento in quegl' illeciti giuochi. cui l'avea tolta Nicolò III. Dimoran-
Già erasi trovato presente al con- do in Orvieto fece l'unica sua pro-
cilio generale di Lione II celebra- mozione di sette cardinali, fra'quali
to da Gregorio X (per la cui ele- uno fu poi Bonifacio Vili; sco-
zione fu uno dei sei cardinali in municò r imperatore Micìiele Pa-
cui si compromise il sacro collegio), leologo per aver mancato alla pro-
dopo il quale per di lui ordine re- messa unione colla Chiesa romana,
stò in Francia a motivo di rista- e ricusò riceverne gli ambasciatori.
bilire la sacra guerra della Pale- Nel 1282 scomunicò ancora
in Vi-
stina. Fu allora che si studiò con terbo gli famosa con-
autori della
zelo e minacce di distogliere Filip- giura de' vespri siciliani che ster- ,

po III dal muovere guerra ad Al- minò tutti francesi in Sicilia; e


i

fonso X re di Castiglia, e celebrò dopo di essere stato alcun tempo


un concilio in Bourges nel 1276. in Roma, egual sentenza fulminò in
Richiamalo a Roma da Nicolò III, Montefiascone (ove edificò il palazzo
per sua niorte entrò in Conclave e la fortezza, e l'abitò) contro Pie-
(Vedi)^ in Viterbo ove dopo sei _,
tro III re d'Aragona complice della
mesi di sede vacante, fu eletto con- medesima, e invasore della Sicilia; lo
cordemente Papa a' 21 febbraio depose dcd regno, scomunicando chi
1281, ma con tanta di lui reni- l'obbedisse, e pubblicando l' indul-
lenza , che ricusando di assumere genza della crociata a ^chiunque
ÌM A R MAR 175
confro di Inicombattesse ; quindi ni che avea come Papa erano della
(Inndo il regno d'Aragona al di lui Chiesa e non suoi per poterle dis-
nipote Carlo di Valois , figlio ili porre. Alcuni Io tacciano di essersi
Filippo III re di Francia , ordinò mostralo troppo appassionato del
ni vescovi francesi che perciò gli connazionale Carlo 1
, per mezzo
paga<;.sero le decime ; come le co- del quale dicesi era stato esallato,
mandò agli italiani in favore di e si lasciava governare; ma mi- i

Carlo I contro lo stesso Pietro III, racoli che Dio operò al suo sepol-
Frattanto morì Carlo I a' 7 gen- cro, e ne' (jnali fiorì dipoi, per cui
8
naio I ?. 'ì, lasciando prigioniero de- alcuni lo venerarono per santo, mo-
gli aragonesi in Catalogna il figlio sliano abbastanza di non aver egli
( arlo li, e il figlio di questi Carlo ecceduti i termini della giustizia.
Martello inetto per l'età al gover- Vacò la santa 5?ede tre giorni.
no, per cvii il Papa come supremo MARTINO Y, Papa CCXYI.
signore del regno, vi pose auìuii- Ottone o Oddone della nobilissi-
nistratori , confermando nella reg- ma famiglia Colonna, una delle pri-
genza il conte d'Artois, e dandogli me Roma, nacque nel 365 in
di 1

per compagno Geraldo il cardinal Genazzano [Fedi), altri dicono in


di Parma legato. Nell'istesso anno Roma, allri in s. Vito, terra non
Martino IV fu costretto uscir da lungi da Palestrina, da Agapito
Orvieto per l' insolenza del gover- Colonna. Si fece amare e insieme
natore Ranieri, v. non polendo ri- ammirare dai propri concitladini,
tirarsi in Roma per le discordie che per la integrità, sapienza, dolcezza,
•vi erano, passò a Perugia. A' 1^ affabilità e modestia del suo ca-
marzo vi messa di Pa-
celebrò la rattercj congiunta eminen- a tale
squa, ed appena ebbe desinato si za di letterarie cognizioni, che non
ammalò gravemenle, e morì a' -28 vi aveva scienza^ in cui non fosse

Tenendo il 29 marzo del laSo, eccellente. Sopra tutto fece mirabili


per aver mangiato con eccesso le progressi in quella del diritto ca-
anguille, che molto gli piacevano. nonico, che apprese nell'università
Fu sepolto nel duomo di Perugia di Perugia. Da Urbano Vi fu a-
coir abito de' frali minori, da lui scrilto tra i referendari ed i prò-
amati sopra gii altri religiosi; e tonotari, e nominato amministrato-
sebbene ordinò al cardinal Saveilì re di Palestrina. Bonifacio IX Io

che gli successe, che il cadavere fos- fece uditore di rota, e nunzio apo'
se trasferito in Asisi nella loro chie- stolicoper l'Italia ed altrove. Com-
sa, ciò non fu eseguito. Governò pite con suo gran decoro e pari
quattro anni , un mese , ed otto vantaggio della Sede apostolica nove
giorni. Fu magnifico, di gran petto legazioni, fu da Innocenzo Vili
nelle cose della Chiesa, dotto e pru- a' 2 giugno
I i4o5 creato cardinr.l
dente, ornato di molte virtù, e tal- diacono di s. Giorgio in Velabro.
mente staccalo dai parenti, che por- vicario di Roma ed arciprete deb

tandosi un fratello a rallegrarsi con la basilica Lateranense. Neli.fjugo


lui del pontificato, egli avendogli di tanti DiK^ri anziché scemarsi,
,

somministrato una moderata som- siccome sapiente, andò crescendosi


ma per le spese del viaggio, lo ri- in lui la liberalità, la piacevolezza
mandò a casa dicendogli, che i be- e la benignità ; onde a chiunque

I
,

176 MAR MA 11

ridiicslo Io avesse, prestava di le le concedute dopo Gre*


grazie
buon grndu V opera sua con tali f^orio XII fino a quel tempo, or-»

j^eniilimaniere, e con traili così dinando che le chiese e benefizi i

obbliganli che si cattivò l'alletto


, ritornassero al njedesimo stalo in
e la sii ma tli tulli, tenendosi per cui erano prinui di Urbano VI,
quanU) il poteva lontano dai pub- ed emanò quelle altre provviden-
blici all'ari. Si oianlenue fedele a ze narrate al citato articolo; indi
Gregorio XII, finche non si dovè comandò riforma del clero.
la

portare al concilio di Pisa , ove Adoperandosi egregiamente Ladis-


seguì l'elezione Alessandro V ; di lao re di Polonia per l'unione della
couìe pure intervenne in Bologna chiesa greca colla romana, Marlino
a quella di Giovanni XXI II. Que- V con sue lettere lo ringraziò ;
sti gli die l'amministrazione «della gli confermò privilegi de' suoii

provincia del Patrimonio di s. Pie- predecessori, e lo dichiavò vicario


tro, del ducato di Spoleto, e delle della Chiesa romana ne' suoi stati.
città di Perugia, di Todi, di Or- Avendo Giovanni re di Portogallo
vieto, di Terni e di Amelia col impreso la guerra contro i sarace-
titolo di legato, ne'quali impieghi ni, il Papa invitò i principi a soc-
si condusse sempre con mi i-abile correrlo, e fece bandire la crociata.
prudenza. L* Ughelli dice che fu Indi per essersi impadronito di
fatto vescovo di Urbino nel i38o. Madera, e scoperto il Capo di
P^inalmente essendo nel vigore del- Buona Speranza e l'Indie orienta-
la salute e di circa 5o anni, nel li, Martino V per legittimargliene
concilio di Costanza (Fedi) agli il possesso, pel progresso del van-
li novembre i4i7» coi voti con- gelo, concesse ai re di Portogallo
cordi di tutte le nazioni fu eletto tutte le terre che avessero scoperto
Papa, e ricorrendo in quel giorno dall'imboccatura del Mar Nero al-
la festa di s. Martino vescovo, l'estremità delle Indie. Da Costan-
prese il nome di Martino V, po- za Papa s'incamminò per l'Ita-
il

nendo fine al gran scisma d'occi- lia accompagnato da dodici car-


,

dente. Anche il Baluzio narra la dinali , e per Sciaffusa e Berna


maniera di sua elezione ^ Misceli. giunse a Ginevra ove riconob- ,

lib. Ili, p. 90. Avendo ai 12 e be per cardinali molti di quel-


i3 di detto mese ricevulo gli or- li dell' antipapa Benedetto XI 11.
dini del diaconato e del sacerdozio Indi passò a Susa, Torino, Pavia,
dal cardinal Broignac decano, a'i4 Milano, Brescia Mantova e Fer- ,

fu con sagrato vescovo j ed a' 2 r rara, s'avviò per la Romagna, e


che cadde di domenica fu solenne- per Forlì giunse in Firenze a' 26
menle coronalo con quella pompa febbraio 14^9 avendo declinato >

che dicemmo a detto articolo, ad- da Bologna allora occupata da


destrandogli il cavallo nella caval- Antonio Benlivoglio. Mentre dimo-
cata Sigismondo re de' romani rava in Cebenes, Martino V seb-
e il marchese di Brandeburgo ,
bene fosse difficile nella concessione
ed emanò tosto le regole della can- delle dispense pure dispensò nel
,

celleria apostolica. Presiedette alle grado di affinità Giovanni conte


quattro ultime sessioni del conci- di Foix per sposare la cognata.
lio, in una delle quali rivocò tut- Eresse in arcivescovile la chiesa
MAH MAR Ì77
(\ì Firenze, e confermò la canoniz- za , Lodovico
Colonna, Luigi da
zazione di s. Brigida, avendo in- Sanseverino, e Nicolò da Tolentino
caricato il cardinal Fonseca di so- furono capitani per la Chiesa. Brac-
pire le guerre civili di Castiglia. cio restò ucciso, onde Perugia, A-
In Firenz-e attese a liberare lo sta- sisi e gli altri luoghi da lui occu-

to della Chiesa dall'oppressione dei pati ritornarono al pieno dominio


tiranni che Taveano occupato, ri- pontificio. Nella vittoria ancora Mar-
cuperando Civitavecchia Ostia e , tino V die saggi di rbansuetudine, sa»
Castel s. Angelo dalla regina Gio- pendo a tempo perdonare, per cui
vanna II ; come riebbe alla sua molte città gli si dierono spontanea-
obbedienza altre terre della santa mente, e fra esse Bologna. I Ma-
Sede. Ricuperò ancora Terni ed latesta egualmente gli restituirono
Orvieto, ma dovette contentarsi che Osimo, Cervia, Fano, Pergola e
Braccio da Montone fosse vicario Senigallia. Essendosi propagata di
di Perugia, Assisi, Todi , e
Jesi, nuovo per l'Italia l'eresia de'fra-
di qualche altro luogo. Essendo ticelli chiamati dell* opinione , il

fuggito dalla sua prigione il depo- Papa deputò due cardinali per
sto Giovanni XXIII {Vedi)^ si por- castigarli; indi nel 14^2 con in-
tò in Firenze ad implorar miseri- defessa fatica si applicò a reprime-
cordia da Martino V, il quale lo re in Boemia i funesti progressi
accolse amorevolmente, lo creò car- degli ussiti. A terminare le guerre
dinal vescovo di Frascati, e decano tra i re di Frància e d'Inghilterra
del sacro collegio. Fece gonfalonie- spedì a pacificarli il cardinal b.
re della Chiesa Francesco Sforza^ Nicolò Albergati. In sequela dei
affidandogli le milizie pontificie. Ol- decreti del concilio di Costanza
tre quanto abbiamo detto a Firen- promulgò la celebrazione del con-
ze, sulla dimora fattavi da Marti- cilio generale che si aprì in Pa-
no V, qui aggiungeremo, che per- via nel 14^3, indi per la peste
nottò nella villa detta ora Torre lo trasferì a Siena, e per le guer-
presso la terra di s. Casciano. Vo- re d'Europa in Basilea, destinandovi
lendo quindi compiacere i romani^ legato a Intere il celebre cardinal
pel Sanese si portò in Roma a'28 Giuliano Cesarini, acciò lo presie-
Settembre 14^0, alloggiando nel desse in suo nome. Nel 142 3 ce-
monastero della Madonna del Po- lebrò Martino V YAnno santo quin-
polo, donde a'3o dello stesso mese to [Vedi): che realmente lo cele-
si trasferì in mezzo alle acclama- brasse, lo prova anche il Zaccaria,
zioni del festeggiante popolo al Storia II, p. 9<
letter. t. e seg.
Vaticano, e quivi dimorò sino al Giovanna avendo adottato per
li
i4^7j in cui andò nell'abitazione figlio Alfonso V re d' Aragona, e
di sua famiglia, presso Apo-
ss. poi essendo di lui malcontenta ,
gli
stoli, fabbricandovi di nuovo un sostituìLodovico d'Angiò, che difen-
sontuóso palazzo. Trovò Roma squal- deva il Papa, il quale nel \^i^ ne
lida e desolala, ma per lui risor- approvò l'adozione, e confermò la
se all' suo splendore. Mi-
antico regina ne! possesso dèi regno, che
lìacciatada Braccio, fu il Papa a- g^ià avèa fatto coronare dal cardi-
ìutalo da Giovanna II, al che al- nal Moi'ósini. Nel detto anno proi-
tra volta crasi rM:usala. Lo SR)f- bì ai cardinali di essere prolettori
tOI.. XLII^. 12
178 MAR MAR
di re o principi . Con diligenti tre mesi o dodici gior-
e dieci
premure nel i4^5 si adoperò Mar- ni, compianto da tutto il popolo
lino V per eslingueie lo scisma ne'funcrali. Fu sepolto in un su-
che in Aragona sosteneva demen- perbo sepolcro di bronzo, in mezzo
ta Pili antipapa (Pedi)y e vi alla basilica lalerauense, avanti le
riuscì poi al modo detto in qnel- teste de' ss. Pietro e Paolo , che
TartìcolO) come ancora si adoperò coU'epitalIìo riporta inciso l'Oldoi*
per togliere molti abusi introdotti ni, Addii, ad Ciacconium t. 11,
nella cristianità, massime in Cor- p. 83o. Estinse l'orrendo e lungo
sica. A' 26 marzo 14^5 colla co- scisma, pacificò l'afflilta Italia, re-
stituzione Sedis ApostolicaCy cano- staurò la desolata Roma con edi-
nizzò s. Sebaldo eremila, e beati- fizi, e meritò il titolo di padre
ficò Nicolò vescovo Licopense, Bri- della patria e felicità de' suoi lem-
aiulfo Tescovo Scadense , ed In- piy lasciando la sua memoria in
grida domenicana ; canonizzò an- eterna benedizione, poiché il giu-
cora s. Monica madre di s. Ago- dizio del cieco popolo può fallire,
slino. Siccome Alfonso V pubbli- non così quello de'secoli. Fu Mar-
co un editto pernicioso all' immu- tino V grand'uomo dabbene e di
nità ecclesiastica, il Papa nel i4^6 stato, e desideralo dopo morto
citò il re a presentarsi in Roma anco da quelli che vivente l'odia-
dentro Io spazio di 121 giorni a rono. Era egli dolalo di grande
renderne conto, e nel medesimo an- erudizione , affabilità ,
prudenza,
no die ai monaci girolamini il consiglio, e di ottimi costumi: la
monastero e chiesa de'ss. Bonifacio bontà di lui non fu meno che la
ed Alessio. Nel 14^7 Martino V giustizia. Nel promuovere i sogget-
prese energiche misure contro il ti ai benefizi ecclesiastici era se-
Portogallo, in cui del pari era vero indagatore del merito . Nalaie
gravemente lesa V immunità delle Alessandro afferma , che fu diffi-

chiese. Nel 14^9 delìuilivatneute cile ad accordare dispense, comu


il Papa si pacificò col re Alfonso diciamo all' articolo Matrimonio
V, ed ordinò contro i labori li che § IV. Fra tutte le sue virtù spic-
la festa del Corpus Domini si ce- cò la costanza ne' casi avversi, e
lebrasse ancora nelle terre inter- ne diede principalmente la prova
dette ; nello stesso tempo riprese nella perdita dei fratelli. Di che
l'arcivescovo di Gantorbery, perchè e di quanto fece alla sua nume-
avea istituito una specie di Giu- rosa famiglia Colonna (F'edi)y che
bileo. In quest* anno Martino V assai amò ed arricchì in più modi,
passò in Ferentino i mesi di lu- lo dicemmo a qtiell'articolo. NeJa
glio, agosto e settembre. In tre zecca pontificia abbiamo quattro
promozioni creò quattordici cardi- medaglie di lui colla sua effigie, cou
nali, ementre nel i43i si applica- allusioni alla sua elezione e corona-
va col più indefesso zelo nell'estin- zione, restauri delie basiliche di
guere le eresie che rovinavano la Roma, e del nuovo portico che
Boemia, la Slesia e la Misnia, mo- fece alla Vaticana , ed alla cele-
rì in Roma di apoplesia a' 19 ve- brazione del giubileo. La storia di
nendo il 20 febbraio d' anni 63, questo memorabile pontificato fu
coU'oltimo governo di tr«?dici anni, pubblicata da uu codice oiss. dei
,

MAR MAR 179


Papebrocìiio nel suo Conni, Chron. che quel Papa celebrò in Lione,
hìst. par. Ili, p. 112. La vita cH ed ivi morì nel 1270.
Martino V. da un codice vatica- MARTINUSIO Giorgio, Cardi-
no è presso il Muratori negli Script, nale. Giorgio Martinusio così detto
rer. imi. t. Ili, par. II, p. SSy e dal cognome
della propria madre,
H59. Vi è ancoia di Francesco ma veramente della famiglia Wise-
Ci rocco, Vita di Martino Co- V nowiski, quanto nobile altrettanto
lonna Noni. Pont., Foligno i638; scarsa di beni di fortuna venne ,

di Gio. Rivadella, VElogiuni Mar- alla Namiesaz,


luce nella rocca di
tini V
et aliorum XIII Ponlif. presso al fiume Tibisco nella Croa-
(ch'ebbero il nome di V), Romae zia. Annoiato del mondo , di cui
i58i; e di Felice Contelori, Vita nell'età giovanile avea provato le
Martini V^ Romae 1641. Vacò la peripezie, professò nel i5o8 nel-
santa Chiesa undici giorni. l'ordine di s. Paolo primo eremi-
MARTINO, Cardinale. Martino ta, quantunque alcuno lo dice mo-
o Marino prete cardinale, si trova naco olivetano. Essendo superiore
sottoscritto nel decreto ingiustamen- del celebre monastero di Cestoco-
te emanato da Stefano VI detto niano nella Polonia, contrasse stret-
VII neir8g6, contro il cadavere di ta amicizia con Giovanni re d'Un-
Papa Formoso. gheria, che dalle armi di Ferdinan*
MARTINO, Cardinale. Martino do I arciduca d' Austria era stato
cardinale di s. Sabina, fiori sotto costretto a ritirarsi in Polonia. Ad
Benedetto IX che tenne il pontifi- istanza di quel principe, più volte
cato dal io33 al io44- si recò in Ungheria , per eccitare
MARTINO Bertrando, Cardi- i magnati del regno a richiamar
nale. Bertrando da s. Martino nato l'esule sovrano, come in fatti fu da
in Arles, essendo preposto nella chie- essi coraggiosamente eseguito; anzi
sa di sua patria, fu flitto vescovo dicesi che ottenesse da Solimano
di Frejus ; nata però discordia tra II, di cui il re erasi fatto tributa-
gli venne nel 1264 trasfe-
elettori, rio, d'intronizzarlo di nuovo. In
rito alla chiesa d'Avignone e nel , ricompensa il re lo nominò nel
1*266 passò all'arcivescovato d'Ar- i534 al vescovato di Varadino, e
les, di cui non potè subito pren- dichiaratolo suo intimo consigliere
dere possesso, per la lite promos- gli conferì la prefettura d«l regio
sa dalla nomina fatta dai compro- erario, ed in sua morte lo lasciò
missari. Si crede che rinunziasse il colla regina Isabella tutore dell'u-
vescovato di Valence nel Delfìnato, nico Giorgio ^ bambino di
figlio
in luogo di cui si vuole che alla undici giorni, non che amministra-
fine ottenesse il possesso della chie- tore e governatore del regno, sino
sa Arelatense, della quale nel 1269 all' età maggiore del figlio. Inco-
ottenne il pallio da Clemente IV, minciò ad altercare colla regina
con facoltà di farsi precedere dalla perchè vecchio valoroso, avvezzo a
croce per tutta la provincia d' Ar- comandare, e per la sua accortezza
les. Gregorio X nel settembre o di- ed imprese divenuto celebre, usava
cembre 1273 lo creò cardinale ve- maniere dispotiche. La regina, don-
scovo di Sabina ; intervenne alle na di valore, per materna gelosia
prime sessioni del concilio generale o femminile vanità, infastidita di

I
i8o MAR MaR
questo procedere, si ridusse infiire crilcgo, in breve funestamente ief^
a cliiamar contro di lui Solima' minarono di vivere, o sul patibolo
no II) qillil macchinatore della mor- come narra il Cardella, che osser-
te del figlio e confederato dell'Au- va essersi unghcri
gli ribellati a
stria. Per la tardanza dell' aiuto Ferdinando. Pervenuta in Roma la
tindiesco, polè Martinusio riconci- notizia di sì violenta morte, il Pa-
liarsi colla regina, e sbaragliare in pa pati gravissimo rammarico; ne
Tari conflitti i turchi. Disgustato di die parte in concistoro ai cardina-
nuovo colla regina, temendo non li, e fece citare l' arciduca a giu-
poter resistere ai turchi, ricorse al- stificarsi, e che poi scomunicò. Fin-
l'aiuto deir arciduca, che aspirò ad che visse Martinusio, l' eresia non
impadronirsi anche della Transil Va- potè penetrare in Ungheria. La
nia. La regina nel i55i dovè ce- sua vita fu scritta da Giovanni
dere quello stalo e ritirarsi nel ca- Marnavizio; in Parigi ne fu stam-
stello di Oppien nella Slesia. L'ar- pala la storia nel i'/t5 in france-
ciduca itominò subito il prelato ar- se, da Antonio Bechet canonico di
civescovo di Slrigonia, e pregò Giu- Uzes, col titolo di Storia del mi'
lio III a crearla cardinale, come nìstevo del cardinal Giorgio Marti-
fece ai 12 ottobre i55i , e per nusio.
maggior distinzione gli trasmise il MARTIRE, Martyr. Quegli ch'è
cappello cardinalizio, con facoltà di od è slato martirizzato. Il nome di
usare le vesti rosse, interdette ai martire è un nome greco, che si-
monaci. Pel comando delle truppe, gnifica propriamente testimonio j e
che pretendeva il cardinale, contro si dà per eccellenza a tutti quelli
Castaldi generale dell' esercito au- che soffrono la morte per fare te-
striaco, questi risolvette di ucciderlo, stimonianza delle verità evangeliche.
ricolmandolo di calunnie presso Fer- Si distinguono i martiri in designa-
dinando, fino a far credere che ti, inconsumati o coronati, ed in
avesse intelligenza col turco, per cui verificati. I martiri designati sono
strappò da lui l'ordine di prende- quelli che furono condannati a mor-'
re misure di sicurezza. Laonde nel te, ma la di cui sentenza non fu
dicembre i55i Winlz diversi
in eseguita. I martiri consumati o co-
sicari l'assassinarono in un luogo di ronati sono quelli che spirarono fra
delizie, nell'età di settanl'anni, do- i tormenti, o poco dopo per la
po due mesi di cardinalato, restan- violenza de' tormenti sofferti. Di-
do il cadavere insepolto per venti coosi martiri verificati quelli che la
giorni, e solo nel marzo ebbe se- Chiesa, dopo un esame canonico,
poltura nella chiesa di s. Michele propone alla venerazione de' fedeh.
d'Albareale. Il Berc^stel dice in Fu pure un tempo dato il nome
"vece,che fu trasportato a Wisem- di martiri a'confessori che avevano
bourg con grande onore, e sepolto soCferto l'esilio, o qualche supplizio
a lato del famoso Unniade, rlove per Gesù Cristo, benché non vi
alla sua memoria fu eretto un son- avessero perduta la vita, e ciò^ im-
tuoso mausoleo; e che tra le carte propriamente, giacche non si pos-
non fu trovata cosa che pregi udi- sono veramente dir martiri se non
Ciisse alla sua fedeltà e probità. In quelli, i quali muoiono effettiva-
seguilo i complici del misfatto su- mente nei tormcnli^ o in i>eguito
MAR MAR i8i
per la violenza dei tormenti stessi, morie per annor della fede; che
o che per lo meno ne sarebbero soflrapazientemente la morte per
morti, se Dio non li avesse preser- una causa divina, non per alcun
vati dalla morte per un miracolo umano motivo, come sarebbe quel-
delia sua onnipotenza. Confes- /^. lo di render celebre il proprio
soRE DELLA FEDE. Quanto alle cause nome. Non sono martiri quelli
che fanno il martire, non è la pe- che affrettano il termine della
na soltanto, ma ancora la causa loro vita a forza di penitenze; né
per la quale si soffie; e queste quelli che prevengono i tiranni,
cause che fanno il martire riguar- dandosi da sé stessi la morte, a
dano o la persona stessa del mar- meno ch'essi non lo facciano per
tire, o quella del tiranno. Non vi divina ispirazione; né quelli che
ha che una causa che faccia il muoiono servendo ammalati con-
martire, e che riguardi la persona tagiosi, tranne il caso in cui sia-
slessa del martire, cioè la fede delle no condannati a quel servizio
stati
cose che bisogna credere o fare, dai persecutori in odio della fede.
Perchè un uomo sia ritenuto mar- Se il martire è catecumeno egli à
tireè quindi necessario ch'egli dia tenuto a ricevere il battesimo d'ac-
la sua vita , o per qualche verità qua se lo può ; se é battezzato e
speculativa della religione cristia- colpevole di alcun peccato deve
pa, come sono gli articoli di fé- confessarsi, se vi è un confessore;
de , o per qualche verità pra- deve pure ricevere la s. Eucaristia,
tica, come sono gli atti delle vir- perchè il martirio non esenta da
tu cristiane.
Dal che proviene che questi obblighi in articolo di mor-
non sarebbe martire colui che mo- te. La viriti invincibile de'martiri
risse o per un' opinione pia, ma dimostra la verità della religione
non defìnita dalla Chiesa, o per cattolica. I cristiani furono somma-
un'opinione falsa che fosse creduta mente solleciti e con- di visitarli
vera per un'invincibile ignoranza, ove ricevevano
forlarli nelle prigioni
p per una verità conosciuta per l'Eucaristia. Furono i martiri gran-
mezzo dei lumi della ragione, a demente pietosi verso i caduti, che
meno che essa non fosse relativa raccouìandavano a' vescovi con quel-
e preliminare alla fede, come Tesi- le lettere di cui parlammo nel
stenza di un Dio, il che forma un voi. XXXVIII, i33 del Dizio- p.
dubbio fra i teologi, o per una uario. Prima di consumare il mar-
verità conosciuta per mezzo di una tirio solevano immediatamente pre-
rivelazione particolare. Non vi ha mettere l'orazione: dovendo essere
parimente che una causa che fac- decollati , ricevevano genuflessi il

eia il martire, che riguardi la


e colpo micidiale, indi i cristiani ne
persona del tiranno; l'odio cioè imbalsamavano i loro cadaveri, e
della (aie o di una buona azione ne raccoglievano premurosamente
prescritta dalla fede di Gesù Cri- il sangue. Nel giudizio universale
sto, sia il tiranno infedele, eretico, i martiri saranno giudici insieme
scismatico o cattolico. Delle dispo- con Gesù Cristo. Il coraggio col
sizioni necessarie al martire, la quale martiri eroicamente sofFri-
i

prima essenziale ad un martire rono inauditi tormenti, derivava dal


adulto, è l'accettazione libera della loro amove per Gesù Cristo : sup>
iSi MAR MAR
plizi ,
prigioni e patimenti noti sore di s. Pietro, Papa s. Cle-
smossero la loro costanza mirabile, mente 1 del 93, istituì in Roma
e meritarono coi loro trionfi di sette notari, per raccogliere gli at-
essere intimamente uniti a Dio in ti dei martiri e registrarli nei fasti
cielo, godendo tutta la pienezza dìttici delle chiese, ond' ebbero
della gloria. La sapienza deTiloso- principio i Martirologi (Vedi), e
fi e l'eloquenza degli oratori ri- trassero origine i Protonotari apo-
inase confusa allo spettacolo stra- stolici (Vedi) (di quello per regi-
ordinario delie pugne gloiiose dei strar gli atti dei martiri della con-
martiri : i giudici ed i tiranni fu- gregazione di propagandacele, ne
rono compresi da allo stupore al- parlammo al voi. XVI, pag. 2,54
la veduta della fede, del coraggio, del Dizionario^ e di essa fu proto-
e delia contentezza di questi santi martire Fedele da Sigmaringa).
s.

atleti. Tutti quelli che furono te- 1 vescovi usarono grandissima cau-
stimoni di veduta della virtù dei tela nel registrare nelle sacre tavo-
martiri o fossero gentili o eretici,
, le i martiri, anche in lempo delle
confessarono che la virtù de'mar- persecuzioni; ed Papa s. Antero il

tiri era evidentemente soprannatu- patì il martirio nel 288 per ricer-
rale. F. Martirio. care con diligenza e riporre negli
Gloriose primizie de' martiri del- archivi delle chiese gli atti de'mar-
la Chiesa furono i ss. Innocenli tiri, fedelmente dai notari,
raccolti
(Vedi), nella quale, disse s. Ago- cui il s. Fabiano aggiun-
Pontefice
stino, spuntarono a guisa dì sole se sette suddiaconi perchè gli as-
nel inverno dell' infedeltà,
rigido sistessero in opera così pia ed im-
e furono prima del tempo della bri- portante, e agli uni e agli altri
na della persecuzione, come gemme aggiunse pure sette diaconi, acciò
allor nascenti, colti e involati, e per- invigilassero a tale uflìzio, perchè
ciò chiamati primi fiori de martiri. gli atti fossero scritti in disteso, e
Verso ia fine poi dell'anno in cui non già con abbreviature. Della
fu crocefisso Gesù Cristo re dei moltitudine de'martiri che partico-
martiri e fondatore della Chiesa, pel larmente fiorirono ne'primi quattro
primo soffi glorioso martirio in
1 secoli delia Chiesa, si può vedere
Gerusalemme il diacono s. Stefa- il Zaccaria j Storia lett, t. II, pag.
no, perciò chiamato protomartire. 4i I , e r articolo Persecuzioni ,

Nell'anno 69, nella prima delle die- non che Martiri, quello de' ss.

ci persecuzioni della Chiesa più in- ove di molti si fa menzione, cò-


signi, patirono glorioso martirio i me delle loro diverse denominazio-
principi degli apostoli ss. Pietro e ni, sotto cui la Chiesa li onora col-

Paolo, in Roma capo di tutto il mon- lettivamente. Il solo cimiterio di s.

do, stabilendovi la religione cristia- Calisto I Papa del 221, fu arricchito


na. Furono ancora dette primizie di centosettantaquattromila corpi di
dei martiri, quelli che patirono in martiri, e di quarantasei Pontefici,
Roma sotto Nerone, pei* cagione del- onde si potrà argomentare in pro-
incendio
l' in Roma : fiorirono in porzione, quanti ne contennero i

seguito innumeiabili martiri, e so- quaranta e più altri Cimiteri o


levano avvisare d Pontefice di quan- Catacombe di Roma (Vedi). I ss.

to loro succedeva. R terzo succes- Prudenzio e Paolino dicono chu


MAR MAR i83
Tina moltitudine innumerabile tli slie e nel fervore delle persecu-
altri martiri furono sepolti nella zioni , trovandosi appena tempo
«Ietta catacomba di Calisto; altii di seppellire i corpi de'martiri, si

dissero che il numero n' era infi- soleva frettolosamente segnarne sol-
nito. Osservano i critici, che non tanto il numero, senza notarne i
bisogna immaginarsi che tutti quel- nomi; quindi affinchè per questa
li i quali si seppellivano nelle ca- mancanza di nome le loro reli-
tacombe fossero martiri, perocché quie non rimanessero inonorate e
le catacombe erano il cimiterio di prive del debito culto, come notò
tutti i cristiani, come hanno pro- il p. Mabilloo, De cidtu sanclorunt
vato Onofrio Panvinio, lib. de Coe- ignolorum, num. 211, s'introdusse
meieriiSf cri; Scacco, De notis et l'uso di battezzare questi corpi a-
si'gnis sancii tatìs, sec.
9 (di che iionimi, con nomi appellativi, che
parleremo all' articolo Martirio ); loro potessero conveniie, e che ve-
Benedetto XIV, Z>e canoniz. t. IV, nissero ad esprimere la loro virtù,
par. II, e. 26, n. 6, e come Io mo- i tormenti da loro sofferti, ed i

stra la sola ispezione delle tombe. trionfi da loro riportati. Ognuno


Se vi furono messi in progresso sa che nella persecuzione di Dio-
di tempo corpi di alcuni pagani,
i cleziano e di Massimiano, ignoran-
essi non erano accompagnati da dosi il nome un martire com-
di
contrassegni che indichino martirio. pagno gli fu imposto
del b. Felice,
INe' cimiteri talvolta si rinvennero il nome di Adaucto. I trecento mar-

i corpi di alcuni martiri con meda- tiri dell'Africa, che patirono al tem-

glie o monete di quegli imperatori po di s. Cipriano nel 258, furono


gentili, sotto i quali avevano sofferto decoiati del titolo di Massa Can-
il martirio. 11 Papa s. Felice I del dida. Alle reliquie che si è cre-
5.72 confermò l'uso antico di ce- duto appartenere, non meno ai

lebrare le messe sui sepolcri dei compagni di s. Orsola, che ai sol-


martiri, chiamati memorie (
per le dati della legione Tehea, sono stati
iscrizioni e segni del martirio, e assegnati de' nomi adattati e con-
per le medesimi martiri
ossa de' venienti alla loro fortezza. Nell'in-
ivi riposte, come affermano Schel- venzione del corpo di s. Agostino di
slrate e Vittorelli), ovvero che si Cantorbery, essendosi trovato uni-
mettessero sotto gli altari le loro to ad esso un altro coipo anoni-
reliquie, per cui alcuni vogliono mo, spirante soavissimo odore, gli
derivata la consuetudine di consa- fu imposto il nome di Deo notua.
grare gli Altari (Fedi) colle re- Essendosi pertanto abbracciata que-
liquie de'martiri. S. Eutichiano sta antica disciplina, alle sacre spoglie
eletto Pontefice nel 275, seppellii dei santi martiri ignoti, che si vanno
colle sue mani più di trecento scavando nelle catacombe e ne'cimi-
quarantadue martiri, e ordinò che teri y si continua imporre no- i

niuno di loio fosse seppellito senza mi di Adeodato, Candido, Felice,


Colohio {Vedi), o dalmatica di co- Giusto, Pio, Vittore, Vittoria e si-

lor rosso,essendo prima sepolti coi mili, come dichiara 29, il Boldelti e.

lini bianchi aspersi del loro san- e perciò sogliono volgarmente chia-
gue. marsi santi battezzali , dicendosi
Il più delle volle, nelle angii- di nome proprio quelli che risul-
1 84 MAR MAR
ftnno dalle Kipidi ed iscrizioni che riconobbe per martiri (juclli che
«i trovano presso le loro ossa. Lo si presentavano spontaneamente da

Cliiesa lascia ai vescovi clic auten- loro stessi ai tiranni ; pure non
tichino i corpi e le reliquie de'inar- pochi scontrano ha'vcri martiri,
si

tiri, impongano loro un nome, su


e che ultroneamente incontrarono la
di si può
che leggere il decreto morte, siccome spinti da un par-
della congregazione de* riti, 23 giu- ticolare impulso dello Spirilo San-
gno 1670, e Benedetto XIV, De to, ed ebbero talvolta un espresso
ss. canon, lib. 4» pa»'- 2, cap. 28, avviso da Dio di esporsi al mar-
n. 1 5. K Reliquie. Da queste tal- tirio. Alcuni furono chiamati bis
volta USCI olio od altro umore martyreSj ed anche marlyres tri-
miracoloso . Talvolta i cristiani plicati ^ perchè due o tre vol-
in pericolo di qualche guerra q te restarono esposti ai tormen-
di qualche furto nascosero i cor- ti . Narra san Prudenzio, fiorito
pi de'santi martiri, e poi resta- dopo la metà del IV secolo, clic
rono in dimenticanza, o per mor- alle feste de'martiri particolari, che
te di chi li avevq nascosti, o pey il popolo celebrava al suo tempo,
altre eventualità. tutta la città di Roma e Itì pro-
Nelle feste de'martirì si faceva- vincie vicine venivano ad adorare
no dai cristiani solenni e pubblici Iddio alle loro tombe, ed a baciar le
Conviti ( Fedi ) chiamati Agape loro reliquie; nel suo inno sopra s.
(Fedi)j ma
degenerate in crapule Lorenzo parla delie tombe de'mar-
ed ubbriachezze, furono abolite ip tiri anonimi. Dal costume di pre-
progresso di tempo. Grande fu il gare entrando nelle tombe de'mar-
concorso de' fedeli a celebrare le tiri e di baciarle, è venuta l'espres-

feste de' martiri ne' luoghi ove ri- sione di visitare le loro liminti, q
posavano i loro corpi, i quali fab- soglie, la quale è stata specialmen-
bricandovisi delle abitazioni, a po- te consagrala per le tombe de' ss.

co a poco divennero terre, castel- Pietro e Paolo. F. Lìmina Aposto-


li e città; come pure tante fiere LORUM.
e mercati in molti luoghi ebbero Come s' incominciò a prpsta-
origine dalle feste de' martiri. Al- ve ai martiri solenne culto , so-
l'articolo Festa dicemmo che si no a vedersi gli articoli Canoniz-
incominciò sino dal principio del zazione e Chiesa. Mcmoriae mar-
cristianesimo a celebrar le feste Lyrum furono anticamente chia-
de' martiri, ed il modo ( dicendosi mate le chiese dedicate ai san ti

in fine delle lettere festive), e per- martiri, solendosi deporre le loro


chè chiamasi il giorno del loro reliquie in quella parte che si

martirio natale^ per essere con es- chiama Confessione {Fedi). Abbia-
so rinati a vita immortale ed eter- mo da Eusebio^, che l' imperatore
na. Trattandosi de'santi, il termi- Costantino e sua madre Elena,
ne di natale il più delle volte si- con somma magnificenza e di-
gnifica ilgiorno nel quale moren- spendio eressero in Gerusalemme
do in terra rinacquero in cielo, uno splendido tempio chiamato Mar-
ma venne pure usato per indica- tyrion, perchè consagi*ato a mag-
re solennità Benedetto XIV, De .
gior gloria del capo de' martiri

fanoniz., insegua che la Chiesa non Gesù Cristo, essendosi poi questa
.

MAR MAR .85;

sfessa denominazione attribuita, co- la giocondità


degli novembre 1 1

me dicemmo, anco alle chiese erette per la festa di s. Martino sia un


in onore de* martiri. Nei primi tre avanzo di rito gentilesco, come le
secoli della Chiesa già si prestava allegrezze delprimo di n) aggio e
il cullo ai martiri ; e quello degli di ed ancora nel restante
agosto,
altri .^anti non martiri si vuole in- dei due mesi, che dai cristiani fu-
cominciato nel IV secolo: allora rono continuate. ^". Mese. Dice il
non era necessaria per la canoniz- Macri che fu chiamala Martina-
zazione de' martiri 1' approvazione lia la festa di detto santo, perchè
de' miracoli, bastando sol quella in tal giorno la plebe dissoluta be-
che avessero dato la loro vita nel- ve indiscretamente il vino nuovo,
la confessione della fede, e nella con grande offesa del santo, che
^comunione della Chiesa cattolica; e fu astinentissimo. Si può anche
jyrima di essere venerati si dove- leggere il Carmeli, Storia di vari
vano approvare dai primati delle costumi t. II,pag. 79, della festa
Provincie colla consulta de'Ioro ve- detta di san Martino. Samuele
scovi. Siccome ne' secoli anteriori Schmidt , Martinalia scolastica
non celebravansi le glorie de'santi, Quod L. i688.Joh. Christ. From-
ove mancasse il martirio; quindi è raanni, De Ansere Martiniano, Li-
che nel secolo IV e seguenti, pro- psiae 1720. Parimenti si conosce
curarono gli scrittori di riconoscere perchè fra primi confessori che
i

ne' santi uomini, celebri per le il- ebbero culto, si trovano gli ana-
lustried eroiche azioni, la somi- coreti, poiché furono reputati a
glianza ed il merito de' martiri. guisa di martiri, come apparisce
Così intendevano perchè fu attri- dal prologo della vita di s. Paco-
buito a s. Martino vescovo di Tours, mio. Il Nazianzeno chiama marti-
che dopo i martiri prima degli al- re s. Basilio; il Crisostomo, Eu-
tri ha ottenuto l'officio proprio ne- stazio Antiocheno. Il titolo di con-
gli antichi libri ecclesiastici. Soleu- fessore prima significava un vero
nizzavasi la festa di questo santo martire di sangue, e poi fu adat-
confessore ancor con l'ottava ; e vi tato ai martiri di volontà, e a co-
e chi sostiene essere stato questo il loro che osservarono e difesero la
primo de' santi confessori, almeno legge evangelica. Parecchi dotti
in occidente, a di cui onore sieno hanno osservato, che nel VII, VII!
slate erette chiese ed altari, che e IX secolo, si è sovente attribui-
prima non ergevansi che in ono- to il titolo di martire, non solo a
re e sopra le ossa de'martiri, co- chi era ucciso per la fede, ma e-
me dimostra il p. Anselmo Costa- ziandio a chi era sacrificato ingiu-
doni, nella Dissertazione sull'ori- stamente e senza causa dai proprii
gine della jcstevolc ricreazione nel- nemici . Per rilevare la fiducia
la giornata degli i i novembre^ det- de' primi fedeli all' intercessione dei
ta di s. Martino, nel t. XXI de- martiri, sì può leggere s. Agostino
gli opuscoli del p. Calogerà. Il p. nel 84 in Joan.; e nel
tratt. ser-
Cosladoni adottò le riflessioni fatte mone ^V\,de verhis Apostoli ^ so^-
dal p. Trombelli, De cullu san- giunge: Infuria est enim prò mar-
ctorum t. Il, dis. VI, e. 4, "el 1 tyre orare, cujus debemus orationi-
quale ha recato le ragioni perchè bus cominendari. Perciò nelle loro
i86 MAR MAR
feste, preventivamente alla messa, vesserò lasciato eredi, ricadessero
leggevansi gli atti del loro marti- alle chiese. Pel celebre decreto di
rio; giacché le lezioni delle sacre s. Gelasio I Papa 49^» piesso
del
scrilUirc Facevausi nel decorso del- Graziano, dist. i5, cap. Sancia ro-
lo stesso divin sacrifizio, prima di mana ecclesia, 3, pare che in Ro-
licenziare i catecumeni. Vedi Co- ma comechè si ricevessero gli at-
in une de^ mar tirij nel Diz. lilurg. ti de* santi martiri, ad ogni modo
tii Diclich. ne fosse vietata la lezione nelle
Nella persecuzione della Chiesa, pubbliche adunanze; ma siccome
cominciata circa il 3o2 da Dio- spiega il Mabillon, Disquisit. de
cleziano, la più fiera di tutte le cursu Gallicano § i, questo va
altre, e che durò per dieci anni, inteso per la sola chiesa Lateranen-
si contarono in un sol mese circa se, e per gli atti di que' martiri,
diecisellemila martiri. Dodwel scrit- gli autori erano ignoti,
de' quali
tore protestante pretese di mostra- essendosi prudentemente or-
così
re non esservi stalo che un pic- dinato per non dar luogo ad al-
colo numero di martiri; nella qua- cuni alti di martiri finti dagli ere-
le opinione solidamente con-
egli fu tici. Questi e gli scismatici pre-
futalo da Ruinarl, il quale ha di- tendono di vantare un gran nu-
mostrato nella celebre sua opera, mero di martìri, ma inutilmente,
che il catalogo de' martiri non era giacché è impossibile eh' essi gioi-
stalo aumentato ;
perchè quantun- scano di questo privilegio, sia che
que il tempo e la malizia de' per- muoiano per sostenere loro erro- i

secutori abbiatìo distrutti un gran ri, com'è incontestabile, sia che


numero de'Ioro atti, molti però fu- muoiano per la difesa di alcuni
i-ono conservati, i quali sono d'una articoli di fede che hanno comu-
autorità incontrastabile, senza par- ni coi cattolici, giacche anco in
lare di quanto ne insegna la tra- questa supposizione essi non han-
dizione e le opere de'padri, essen- no la vera fede di questi articoli,
do noto con quanta cura si racco- non essendone la credenza appog-
glievano e conservavano antica- giata alla prima verità eh' è Dio,
mente gli atti de'patimenti e del- ed alla infallibile autorità della
la morte de' martiri, quindi con Chiesa. F. Benedetto XIV, i9e sen>.
moltissima cautela si pubblicava- Dei beat. lib. i, cap. a, e lib. 3,
no. Molti ne alterarono per mali- cap. ir, 12 e 20.
zia gli eretici, e molti per indi- Si possono dividere in molte
screzione alcuni cattolici ; si man- classi gli atti sinceri de'marliri ,

davano a tutte le chiese, e si Ira- e collocare nella prima quelli che


diicevano nelle lingue volgari. F. si chiamano proconsolari o presi-
Leggenda. Nel 692 il sinodo Qui- diali ^ i quali altro non erano
nisesto celebrato in Costantinopoli, che interrogalorii stesi nelle for-
col canone 63 provvide contro le me giudiziarie da notari paga-
leggende e storie false de* martiri. ni, in presenza de' proconsoli o
Eusebio autore della vita di Co- de' presidenti che facevano il pro-
stantino, dice ch'era stato stabilito cesso a'martiri. Tali atti conserva-
da una legge di quell' imperatore, vansi nelle pubbliche cancellerie,
che beni de'marliri, se non a-
i ed è da queste che i cristiani li
MAR MAR 187
cstraevano a forza d'oro per tra- quello delle memorie. Tutti questi
scriverli benché i gentili furo-
, atti erano matinamenle esaminati,
no sempre impegnatissirui, che i e dopo un siffatto esame che ap-
cristiani non li avessero, e Diocle- parteneva ai vescovi, ciascuno nella
ziano ordinò che si bruciassero, in sua diocesi, venivano pubblicamen-
un ai sacri libri, siccome comandò te letti nella chiesa con molta edi-
ancora Galerio. Gli atti proconso- ficazione. Gli Jui sinceri de pri-
lari, e que* cristiani che esercita- mi martiri della Chiesa cattolicay
vano r uffizio di notali presso i i quali diedero la loro vita per
tribunali de'genlili, servirono mol- la fede di Gesù Cristo nei primi
to a raccogliere gli atti sinceri dei secoli della Chiesa, ossia proces-
martiri, ed i cristiani s' intromet- si verbali di quello che i giu-
tevano alcune volte negli esami dici ed imperatori dicevano, do-
che si facevano dai gentili, onde mandavano, e sentenze ch'essi da-
testimoniare quanto operavasi so- vano ne' loro tribunali o nello stes-
pra de* martiri. Devono essere col- so patibolo a' martiri, e risposte
localinella seconda classe gli atti di ^|uesfi a quelli edmanigoldi ai

composti dagli stessi marti li, quan- die li tormentavano, furono pub-
do n'ebbero l'opportunità, e nei blicati dal dotto e pio benedetti-
quali essi descrivevano tiittociò che no Teodorico Ruinart, e tradot-
p.
avevano sofferto per la fede uni- ti in italiano da Francesco Maria
tamente ai compagni delle loro pe- Luchini, Roma 1777, ed in ca-
ne. La terza classe contiene gli stigliano, Madrid 18445 accresciuti
alti che i cristiani presenti alle u- di molti altri santi martiri spa-
dienze scrivevano nel tempo stesso gnuoli, ed illustrati con la tradu-
in cui i cancellieri o testimoni i zione del Libro de tormenti de' ss.,

dei combattimenti de'martiri sten mrnliri, opera assai rara e curiosa


devano subito dopo i loro trion- scritta in italiano e poscia in Ia-

fi. La quarta classe contiene gli at- lino da d. Antonio G.dloni.


ti che furono immediatamente ri- Il Papa s. Gregorio 1 del 590
cavati da quegli originali, da'quali due abusi tolse e riprovò, di sep-
furono tolte le formole noiose del- pellire i morti nelle chiese, e di
la [trocedura giudiziaria, aggiun- fabbricar queste ov'erano stati sot-
gendovi qualche volta alcune ri- terrali cadaveri ; pel pericolo di
flessioni, non che alcuni ornamen- confondere le ossa profane, colle
ti di eloquenza. La quinta classe reliquie dei martiri. Gli antichi cii-
comprende gli alti che non furo- stiani molto ambirono di farsi sep-

no tolti dalle pubbliche cancellerie, pellire presso le sacre spogli» dei


ne composti nello stesso modo de-, martiri, per godere il salutare e
gli altri, ma che si trovano ne'li- benefico influsso della loro vici-

bri degli autori ecclesiastici, i qua- nanza. Monsignor Maiini illustra


li nei tempi tranquilli della Chiesa egregiamente questo punto ne Pa-
hanno narrato la storia di quei piri diplomatici p. 99 per com- ,

martiri nelle omelie, nei panegiri- provare la speranza eh' ebbei o ,

ci, inni ed altre opere, sia che sempre i fedeli di essere aiutati dal-
fosse pervenuta a loro cognizione la intercessione di que'santi, pressa
per il canale delle tradizioni j o per i quali si erano latti lutuulare ; a p.
88 MAR MAR
a83 poi rileva la permissione di sep- tiri non fecero dubitare del loro
pellirsi entro le chiese, negli atri, martirio. Fu pure segno dei mar-
ne* portici e nelle adiacenze. Nel tiri anche la Palma (Fedi), seb-
608 a'iS agosto s. Bonifacio IV bene talvolta tali segni furono co-
consacrò alla Beata Vergine e a muni ai semplici cristiani, come
tutti i santi martiri il famoso si dirà parlando de* loro sepolcri.
Pantheon, che prese quindi il nome Nella basilica vaticana, come di-
di Chiesa, di s. Maria ad Marty- cemmo a Chiesa di s. Pietro in
res (P'edi), ed ivi quel Papa ri- f^alicano, si venera
la coltre con

pose vent'olto carra di corpi presi la quale i erano coperti


martiri
dai cimiteri di Roma. I manichei quando si portavano a seppellire
ed altri eretici condannarono le fe- nella basilica, e si espone ogni
ste dei martiri nelle quali erano
, anno con musica dopo il vespero
slate convertite ([uelle de'gentili. I dell'Ascensione, e si leva pur so-
martiri furono che preferi-
quelli lennemente il primo di agosto do-
rono la morte a consegnare libri i po vespero, in cui sì fa un discor-
sacri ai gentili , e se ne contano so sopra la provvidenza, e nel
un numero infinito, celebrandone tempo che vi sta esposta vi è gran
la Chiesa la memoria. Pretendendo concorso di popolo, e si acquista
1* imperatore Foca che fossero , r indulgenza. All' articolo Citta*
tenuti martiri i soldati che mori- Leonina si disse che la porta
vano combattendo contro gl'infede- Trionfale fu detta santa, via sacra,
li, fu represso dal vescovo di Co- via de'mar tiri, et carraria sancta,
stantinopoli e da altri vescovi, ai pel gran numero de*martiri che si
quali egli ne fece richiesta, valen- conducevano per essa al circo ed
dosi essi principalmente dell'auto- orti di Nerone, per esservi marti-
rità di s. Basilio ed allegando il , rizzati. Dell' era Alessandrina di
canone penitenziale fatto pei solda- Diocleziano o de'martiri, ne par-
ti che in guerra uccidevano gli lammo al voi. XXII, p. i4 del
avversari, il quale dispone che non Dizionario. Del cavaliere detto dei
si dasse loro la comunione, se pri- ss. martiri Cosma e Damiano, ne
ma non facevano penitenza. Su que- tratta il p. Bonanni, Catalogo de-
sto punto si può consultare la gli ordini mililari ed equestri, p. 77.
lettera XXXVlll del Sarnelli , MARTIRI (ss). Oltre tutti i san-
Lelt. eccl. t. V, p. 75, ove parla ti martiri, de' quali, colla scorta
de'soldati CrocexJguati (Fedi). Non del p. Butler, abbiamo succinta-
furono riconosciuti per martiri quel- mente riportale le notizie in que-
li che si esponevano col distrug- sto Dizionario^ sotto i loro propii
gere templi e con
i spezzare gli nomi, infinito è il numero di quel-
idoli. Dei simboli de'martiri se ne li che suggellarono la loro fede col
tratta agli analoghi articoli, come sagrifizio della propria vita, e che
Corona, la quale di metallo pre- la Chiesa onora collettivamente in
7.ÌOS0 o di lauro o di Fiori, si diversi giorni, ancorché di molli
attaccava ai loro sepolcri, oó ivi di essi non ne sia stato tramanda-
si scolpiva significando le vitto- to il nome. Nel martirologio roma-
rie da loro riportale: le ampolle no sono menzionati innumei abili
del sangue trovate prèsso mar- i martiri, distinti col nome delle cit-
MAR MAR 189
t?i e regioni in cui riportarono la furono il teatro di questa orribile
gloriosa palmato coH'incìicazione del- scena. Il martirologio romano fa
la causa del loro sagrifìcio. Ai sin* nel giorno 24 gi"gno una genera-
goli articoli di esse città e regioni le ricordanza de'cristiani che peri-

tenemmo proposito di quei valo- rono in questa occasione, e che fu-


rosi atleti di Cristo, che vi porta- rono le primizie di quella innume-
rono il lume della fede, e la re- rabile schiera di martiri_, che la
sero feconda col proprio sangue. chiesa di Roma mandò in cielo.

Qui faremo cenno in ordine cro- Martiri Massilani. 11 ven. Reda


nologico di quelli che il Eutler ri- ha fatto menzione di questi santi
porta, distinti come sopra, ai ri- martiri, il nome de' quali trovasi
spettivi giorni delle loro feste. ne' più antichi calendari; ed ab-
Martiri di Roma. Uno spaven- biamo un discorso di s. Agostino,
tevole incendio si appiccò alla cit- che fu recitato il giorno della lo-
tà di Roma l'anno 64 di Cristo, ro solennità. Essi patirono in A-
che durò per nove giorni continui, frica ; e pare che il nome di Mas^
e che incenerì tre interi rioni, re- silani sia loro venuto da Massila,
cando ad altri sette gravissimo dan- ovvero dal paese vicino, che si e-
no, onde quattro soli ne rimasero stendeva lungo le coste del mare.
illesi. Accusato Nerone dal popolo Se ne fa la commemorazione il
quale autore di questo disastro, ne giorno 9 d'oprile.
rovesciò la colpa sopra i cristiani. Martiri di Creta. Dopo la pub-
Essi adunque fuiono presi da tut- blicazione dell'editto di Decio con-
te le parti, e trattati come vitti- tro i cristiani, si versò il sangue
me del pubblico abborrimenlo. In- da tutte le parti, e specialmente
sultavasi al loro supplizio ed alla nell' isola di Creta o di Candia fu-
morte, venivano
e offerti come rono trattati colla maggior crudel-
spettacolo al popolo per divertir- tà. Tra' principali che soifersero al-
lo. Alcuni, dice Tacito, furono ve- lora si noverano Teodulo, Satur-
stiti di pelli di bestie, ed esposti nino, Euporo, Gelasio, Euniciano,
ai cani furiosi che li fecero in bra- Zotico, Cleomene, Agatopio, Basi-
ni, altri o furono posti in croce lide ed EvaristOj volgarmente chia-
od arsi in tempo di notte, come mati i dieci martiri di Creta : i

per servire di torcie. Si legge in tre primi erano di Cortina metro-


alcuni scrittori pagani che Nerone poli dell'isola, e gli altri pure cre-
martirizzava i fedeli, indicati col- tesi di vari luoghi. Poiché furono
l'empio nome
maghi^ nella più di presi, soffersero mille oltraggi e
orribile maniera; che dopo aver diverse torture; poscia condotti di-

fatto intonacare i lor corpi di ce- nanzi al governatore, residente a


ra, di pece e d'altre materie com- Cortina, venne loro intimato di sa-
bustibili, ordinò che vi fosse appic- grificare a Giove. Fermi nella lo-

cato il fuoco, e che durante il lo- ro fede, risposero che non poteva-
ro supplizio fossero costretti a sta- no offerir sagrifìcio ad idoli, fran-
re diritti per mezzo di un palo camente dimostrando la vanità di
appuntato, confìtto a ciascuno di essi. Il giudice non potendo nega-

loro sotto il mento. Tacito aggiun- re, né confutare fatti allegati, non
i

ge che i giardini dell' imperatore seguì più che gli stimoli del suo
ic)o MAH MAR
fulgore, etl egualmente
il popolo che duranti le persecuzioni di Tfd'
trasportato ila rabbia, avrebbe fat- ciò, (}i Gallo e di Valeriano erano
to in per.zi fpie'confcssori, se ho» stali coslretli a nascondersi, e non
fosse slato ritenuto. Eculei, unghie aveano potuto offrire santi misteri i

di ferro, bastoni aguzzati , fruste se non in prigioni o luoghi sotter-


annate di piombo, e quanto la più ranei, accorsero coraggiosamente in
spieiata barbarie potè inventare, servigio degli appestati, esponendo
tulio fu |K)slo in opera per abbat- la propria vita per recar ad essi
tere la loro costanza ; ilncbè il giu- aiuto e conforto, e per render loro
dice, disperando di vincerli, lì fece gli ultimi ufììzi. Molli tra questi
decapitare. I crisliani portarono via veri discepoli di Gesù Cristo rima-
segretamente i loro corpi ; poscia sero vittime della loro carità; ma
si trasferirono a Roma le loro re- essi lasciavano morendo dei fedeli
liquie. I greci ed i latini celebra- imitatori del loro zelo, i quali pu-
no la festa di questi dieci santi re morendo, altri entravano in loro
martiri a' 23 dicembre, giorno in luogo. » In questa guisa ( narra s.

cui riportarono la palma, corren- Dionigi vescovo d'Alessandria) i più


do l'anno 2 5o. dei nostri fratelli, i più santi de' no-
Martiri d' litica. Durante là per- stri preli, de'nostri diaconi, ed anche
secuzione di Valeriano, il quale dei nostri laici, hanno compiuto il

diede il guasto alla Chiesa neiran- corso di loro vita; ed è indubita-


no 7,58, il proconsolo d'Africa ven- bile che questa maniera di morte
ne da Cartagine ad Utica, e fece non sia in nulla dal martirio di-
comparire dinanzi a se lutti i cri- versa ". Il martirologio romano di-
sliani guardali nelle prigioni di ce che i cristiani morti in servigio
questa città, e che, secondo s. Ago- degli appestati d' Alessandria, sono
slino, erano in numero di cento- onorati come martiri, per una co-
cinquantatre. ordinò di ac- Egli stumanza introdotta dalla pietà dui
cendere il fuoco in un forno da fedeli; e ne fa la commemorazione
calce, vicino al quale fu posto un il giorno 28 di febbraio.
altare con sale e col fegato di un Martiri de libri santi. Avendo
maiale, per farne offerta agl'idoli; r imperator Diocleziano fatto un
e propose ai cristiani la scelta, o editto nell'anno 3o3, col quale or-
di sagrificare, o di essere precipi- dinava di dar alle fìamtne quanti
tati in quel forno. Tulli preferi- esemplari poteansi rinti'acciare delle
rono morte, e furono consuma-
la nostre divine Scritture, i magistrali
ti insieme nella fornace. I fedeli delle diverse provincie adoperarono
raccolsero le loro ceneri, e siccome i supplizi per isforzare i cristiani a
formavano una
massa mescolata consegnarli ad essi. Ma ve n' ebbe
di calce, furono chiamale la Massa un gran numero che preferirono
candida^ col qual nome si distin- di esporre i loro corpi ai tormenti
guono questi santi martiri, la cui e alla morte, anziché contribuire
memoria è onorata a' 24 d'agosto. alla sacrilega distruzione di questo
Martiri della pestilenza d' Ales- monumento della nostra religione.
sandria. Nell'orribile pestilenza che La Chiesa li onora il giorno 2 di
desolò la cillà di Alessandria ne- gennaio sotto il titolo di martiri
gli anni 261 a aiGS , i ciisliaui dei libri suuli.
MAR MAR 191
Martìri di Saragozza. Sotto Ba- di Nissa ed in Procopio, ch'essi
ciano, uno de' più ciudeli minislri facevano porte della legione fulmi"
della persecuzione accesa da Dio- nante^ cosi celebre per la miraco-
cleziano, governatore di quella par- losa pioggia ottenuta dal cielo, sot-
te Spagna che comprende oggi-
di to r imperatore Marco Aurelio. A-
di l'Aragona, la Catalogna ed il \endo Agricola governatore della
regno di Valenza, diciolto confessori provincia pubblicato all' armata un
furono martirizzati in uno stesso editto di Licinio, che ordinnva a tutti
dì a Saragozza, l' anno 3o4. Giu- di dover sacrificare agl'idoli, questi
sta Prudenzio si chiamavano: Ot- quaranta cristiani si presentarono
tato, Luperco, Marziale, Successo, confessando coraggiosamente la loro
Urbano, Quintiliano, Giulio, Pu- fede, e protestando che nessun sup-
blio, Frontone, Felice, Ceciliano, plizio varrebbe a far sì che la tra-
Evozio, Primitivo, Apodemo ed , dissero. Il governatore dopo aver
altri quattro col nome di Saturni* tentato di guadagnarli con dolci
no. Caio e Cremenzio, i quali era- modi, comandò che fossero sferzati,
no stali tormentati a un tempo, e straziati loro fianchi con un-
i

non morirono che dopo una secon- gine di ferro; e dopo ciò furono
da prova. Al trionfo di tutti questi cacciali in prigione carichi di ca-
martiri, Prudenzio aggiunge quello tene. Finalmente immaginò un ge-
d' una vergine chiamata Encralide nere di supplizio lento e tormen-
( Fedi). Nell'anno iSSq si scoper- toso : essendo la stagione assai ri-

sero a Saragozza le reliquie di tulli gida, ordinò che fossero esposti nu-
questi santi martiri, i quali sono di tutta una notte sopra uno sta-
menzionati nel martirologio roma- gno agghiacciato, e per tentarli fece
no a' 1 6. d'apri le. preparare ivi appresso un bagno
Marlin del Ponto. Parecchi cri* caldo, per quelli che si risolvessero
stiani riportarono nel Ponto, sotto di sagrifìcare. Uno di essi si lasciò

Diocleziano, la corona del martirio. vincere dalle lusinghe de' pagani,


Agli uni si foracchiarono le dita ed abbandonato il suo posto, andò
con canne puntute; agli altri si a gittarsi nel bagno caldo, nel
abbruciarono le coscie e diverse quale appena entrato spirò. lu
parti del corpo con piombo lique- quel momento una delie guardie
fatto ; al restante si fecero tutte vide degli spiriti celesti che scen-
quelle svariate sorta di tormenti, dendo dal cielo distribuivano delie
che la più raffinata crudeltà seppe ricompense a que' generosi soldati,
inventare. Questi santi martiri sono eccettuato quello che avea così vil-
onorati il 5 febbraio. mente tradito Ja sua fede. Tocca
Martiri di Sebaste. Questi, in la guardia da questa visione, si con-

numero di quaranta, soffrirono in verti air istante ; e toltisi gli abili


Sebaste, città della piccola Arme- di dosso, andò ad unirsi agli altri

nia, sotto r imperatore Licinio, nel trentanove martiri^ gridando ch'era


3 IO. Erano di diversi paesi, ma cristiano commessi. Fallo giorno, il
tutti arrolati nello stesso corpo di giudice comandò che fossero posti
milizia, tutti giovani, di bella per- sopra carri e giltati Es-
nel fuoco.
sona, coraggiosi, chiari pei loro fat- si erano già tutti morti o stavano
ti guerrescbi. Leggesi in s. Gregorio per morire, tranne il più giovane
ìiji MAR MAR
(cliiamato Melilone negli alti dei gli arali nell'anno SyS. Nello stes-
santi martìri ), il quale essendo sta- so anno i blemmii, popolo barbaro
to trovalo ancor vigoroso, fu la- di Etiopia, sgozzarono parecchi so-
scialo indietro, sperando che si po- litari di Ralla : tra questi eran pri-
tesse cambiare. Ma la sua madre mari l'abbate Paolo; Mosò , che
ch'era presente, lo esortò a perse- colla sua predicazione e co' suoi mi-
verare, ed ella medesima lo pose racoli avea convertito gì* ismaeliti
sul carro cogli altri martiri , e lo di Faran ; e Psaes che passava per
accompagnò sino al rogo. Poscia che un prodigio di austerità. Nel quinto
i corpi de' santi martiri furono ab- secolo i saraceni trucidarono pa-
bruciati, gittaronsi le loro ceneri nel recchi altri solitari del monte Sinai.
fiume ne rimase però una parte
: V avea tra loro un fanciullo di
ai cristiani, che le involarono o quattordici anni, la vita del qualtì
comperaronle a prezzo d' argento, era uno specchiato modello di per-
e che furono feconde di molti pro- fezione evangelica. Avendolo bar- i

digi. La memoria di questi qua- bari minacciato d'ucciderlo, se nort


ranta martiri si celebra il giorno iscopriva il luogo ove i vecchi solita-
IO di marzo. ri s' eran nascosti, egli coraggiosa-
Martiri dell' Acliahene. Neil' an- mente rispose che avrebbe data mil-
no quinto della grande persecuzione le volte la vita, piuttosto che tra-
di Persia, essendo il re Sapore a dire i suoi padri. I .«saraceni sde-
Seleucia, fece arrestare nel vicinato gnati di sua
misero risposta, lo
centoventi cristiani, fra* quali eranvi barbaramente a morte. Tutti que-
nove vergini consecrate al Signore, sti santi martiri sono onorati a*i4
molti preti e diaconi o chierici. Es- di gennaio.
si rimasero per ben sei mesi in fe- Martiri d' Alessandria. Il pa-
tide prigioni, ove sovente soffrirono triarca Teofilo, del Sg:*, avendo
crudeli torture, confessando costan- ottenuto dair imperatore Teodosio
temente la fede di Gesù Cristo, e un antico tempio di Bacco per far-
rifiutando di prestare al sole le a- ne una chiesa, vi scorperse delle
dorazioni che il re esigeva. Furono volte sotterranee piene di figure, le
quindi tutti decapitati a Seleucia il quali fece portare per la città, af-
d'i 6 luna d'aprile, che cor-
della finchè tutta la gente conoscesse la
rispondeva al giorno 1 1 di questo stranezza del culto cui ess« servi-
mese, nelT anno 344- Jazdundotla, vano. I pagani sommamente sde-
ricca e virtuosa donna, che aveali gnati da cotesto tratto che feriva
nudrili, visitati e confortali, fece la loro religione, assalirono r cri-
con precauzione seppellire i loro stianiper le contrade, e ne truci-
corpi, i quali furono sotterrati a darono molti j dopo di che si ripa-
cinque a cinque in un luogo molto rarono nel tempio di Serapide, qua-
lungi dalla città. Questi centoventi si in una citladella. Di là facevano

martiri sono nominati nel martiro* molte sortite, nelle quaU prendeva^
logio romano il giorno 6 d'aprile. no parecchi cristiani, menava ni i se-

Martiri di Raita e del Sinai * co loro nel tempio, e H costringe-


Quaranta romiti del monte Sinai, vano a sagrifìcare, mettendo a mor-
nel numero de' quali erano s. Isaia te quelli che non volevano rinne-
e s. Saba^ furono martirizzali da* gale la fede, dopo averli posti alle
MAR MAR 195
pili crudeli torture. Saputasi dal- tivi trattamenti dai che calvinisti,
l'imperatore questa sedizione, man- li aveano arrestali a Gorcum, fu-
dò ordine in Alessandria di spianare rono appiccati a Bril il 9 luglio
tutti i templi degl'idoli che vi erano. 1072, in odio della religione cat-
Appena i pagani intesero V editto, tolica. Erano in questo numero un-
abbandonarono disperali il tempio dici recolletti, cioè: Nicola Pie guar-
e la città ; ed i cristiani spezzaro- diano di Gorcum, uomo di santa
no r idolo di Serapide, gittandone vita, in età di trent'anni, celebre
al fuoco i /rammenti. Sulle rovine pei frutti che avea riportato la sua
del tempio di Serapide si eressero predicazione ; Girolamo di Werden,
due chiese, e i metalli che ivi si vicario dello stesso convento ; Teo-
trovarono furono consacrati al cul- dorico di Embden , nativo di.A-
to del vero Dio. Dopo questo trion- morfort; JXicasio Johnson del vil-

fo molti idolatri aprirono gli occhi, laggio di Heze ; Wilad nato in


ed abiurando le loro superstizioni^ Danimarca ; Goffredo di Merveille;
abbracciarono la religione cristiana. Antonio di Werden; Antonio di
11 martirologio romano fa comme- Hornaire; Francesco Rodes, nato a
morazione a'iy di marzo, di que- Bruxelles ; Pietro di Asca, e Cor-
gl' invitti cristiani che perdettero la nelio di Dorestale, ambedue fratelli

Tita in tale circostanza, a gloria conversi. Gli altri martiri erano un


della religione. domenicano Co-
della provincia di
Martiri d' Italia. Impadronitisi i lonia, Giovanni di nome, e curato
longobardi, verso la metà del sesto di Hornaire; un canonico regolare di
secolo, della parte settentrionale di s.Agostino, uomo assai vecchio, per
Italia, portando dappertutto la de- nome Giovanni Oosterwican, diret-
solazione e il saccheggio, tentarono tore di un convento di religiose del
perfino di togliere la fede a quel- suo ordine a Gorcum; Adriano di
li che spogliato aveano dei beni. Hilvarenbeck premonstralesedi Mid-
La persecuzione cominciò da qua- leburgo, che governava una parroc-
ranta contadini, ai quali essi co- chia di un villaggio di Munster
mandarono di mangiare carni sa- presso la Mosa, e Giacomo Lacop
crificate ai loro idoli ; ma questi religioso dello stesso ordine e dello
fedelissimi servi di Gesù Cristo, a- stesso monastero, che serviva in una
vendo ricusato di obbedire, furono parrocchia vicina a Munster. Final-
spietatamente trucidali verso l' an- mente tre curati e un prete seco-
no 579. Gli stessi barbari volevano lare. primo di questi curati era
Il

costringere un' altra brigata di pri- Leonardo Wechel, il quale studiò


gionieri ad adorare una testa di a Lovanio, e divenne famoso e ri-
capra, favorito loro nume; e non spettato in teologia ; resse con som-
avendoli potuti a ciò indurre, li ma pietà, zelo e dottrina una par-
uccisero. Si crede che questi santi rocchia a Gorcum, e spese le sue
martiri fossero ben quattrocento. entrate a sollievo àe poveri e de-
Se ne onora la memoria il giorno gl' infermi. Il secondo era iNicolò
2 di marzo. Poppel, parimenti curato di Gor-
Martiri di Gorciim in Olanda. cum, non inferiore al precedente
Diciannove fra religiosi e preti se- nello zelo per la salute delle anime,
colari, dopo aver solferlo molti cat- sebbene d' ingegno non sì elevato,
VOL. XLIII. i3
194 MAR MAR
Il terzo era Goffredo Dunen, nato furono martirizzati. Nel i^t^-j no-
a Goicum, il quale dopo essere sta- ve missionari, per ordine dell'im-
to rettore dell' unitersità di Parigi, peratore Taycosama furono croce-
dove avea studiato e insegnato, di- fissi sopra un monte vicino a
venne curato in Olanda presso il Nangasacki; de'quali erano fran- sei

territorio francese, alla qual cura cescani, ed aveano


loro capo per
rinunziò per ritirarsi in patria. Il il p. Piei- Battista commissario del-
prete era Andrea di Walter, già l'ordine, nato in Avila nella Spagna,
curato a Heinort presso Dort. Que- e gli altri Ire erano gesuiti (ne fa-

stifurono tutti dichiarati martiri e cemmo menzione nel voi. XXX, p,


beatificati da Clemente X nel 1674. 127 del Dizionario). Uno fra questi,
I Bollandisti pubblicarono la rela- per nome Paolo Miki, disceso da una
zione di molti miracoli operati ad onorevole famiglia del Giappone, a-
intercessione di essi, ja quale fu vea sortito dalla natura grande atti-
mandata a Roma per la compila» tudine alla predicazione. Altri giap-
zione del processo della loro bea- ponesi convertiti furono con essi
tificazione. La maggior parte delle martirizzati, essendo in tutti in nu-
loro reliquie è custodita nella chiesa mero di ventisei, fra i quali tre fan-
dei francescani a Bruxelles, dove ciulli,che quantunque in tenera età,
furono segretamente recate da Bill. soffiirono con gioia e coraggio i
La loro festa si celebra a' 9 lu- più crudeli tormenti. Ventiquattro
glio. di questi generosi atleti furono
Giappone. L'impe-
Martiri del condotti a Meaco, perchè si moz-
ro del Giappone (Fedi) era im- zassero loro le orecchie ed il naso;
merso nelle più dense tenebre del ma il rigore di questa sentenza
paganesimo, allorché s. Francesco venne mitigato, essendosi loro tron-
Saverio (Fedi) vi pervenne nel cata solo una parte dell'orecchia
i549 a predicare il vangelo. Me- sinistra. condussero poscia di
Si
raviglioso fu il frutto delle sue città in città colle guance insan-
predicazioni ; intere provincie ri- guinate, per intimorire gli altri

cevettero per lume della


lui il cristiani ; quindi annodati sopra cro-
vera fede, 1' anno i582 re d'A- i ci c«n corde e catene, e con col-
rima, di Bungo, e di Omura man- lari di ferro alla gola , a tutti in
darono un'ambasceria a Papa Gre- un colpo i carnefici trapassaro-
gorio XI 11, e cinque anni appresso no il costato colle lancie. Il san-
si contavano nel Giappone duecen- gue e le vestimenla di questi
tomila cristiani. Ma nel i588 l'or- martiri, raccolte dai cristiani, ope-
goglioso imperatore Cambacundo- rarono col solo contatto grandi
no ordinò a tutti i missionari ge- miracoli. Urbano Vili li annoverò
.suiti di uscire dai suoi stati nello fra i santi, e la Chiesa nel giorno
spazio di sei mesi. Malgrado que- 5 febbraio celebra il loro trion-
sto comandamento molti di essi fo: questa fu la prima causa dei

rimasero nel Giappone, e travestiti martiri trattata dalla congregazione


continuarono esert:itare il lor mi- de' Dopo la morte dell'impera-
riti.

nistero. La persecuzione essendosi torTaycosama, gesuiti ricomparve- i

ridestata nel 1592, una gran mol- ro nel Giappone, e vi convertirono


titudine di giapponesi convertiti quarantamila anime nel 1599, e
MAR MAR 195:

pù di trentamila neirnnno seguen- parte gesuiti, spinti da religioso


te, avvegnaché essi non fossero fervore approdarono in un porlo
,

pih di cento. Fecero a un tempo del Giappone, ad onta della proiln-


fabbricare cinquanta chiese, ove i zione dell' iujperatore ; ma la pre-
fedeli radunavano. Cubosama nei
si cauzione di travestirsi non riuscì
1602 rinnovò gli editti ch'erano loro a bene grnn tempo, perocché
slati precedentemente pubblicati con- furono scoperti e condannati ad una
tro i cristiani. Molti giapponesi morte crudele. Fu perciò che il Giap-
ch'eransi ridotti a Dio, furono de- pone ha riempito il cielo d'un im-
capitati, alcuni crocefissi, altri ab- menso numero di martiri, de'quali
bruciali. La persecuzione divenne non avvi ancora che i ventisei pri-
ancora più sanguinosa nel i6i4> mi che siano onorali d' un culto
perocché si usarono le più orribi- pubblico, come si disse. Benedetto
li torture per sforzate i seguaci dì XIV ha inserito i loro nomi nel
Gesù Cristo a rinnegare la fede; martirologio romano,
ma una innumerevole moltitudine Martìri della Cina. Dopo mar- i

di questi la confessarono costante- tiri del Giappone, riferisce il Bu-

rnente fino alla morte. Xogun, sue- ller le notizie di quelli della Cina
ceduto nel 1616 a Cubosama suo o China (Vedi), e di parecchi ze-
padre, lo superò di gran lunga in tanti e distinti missionari ch'ivi
crudeltà, non essendovi specie di travagliarono per propagare la fe-

barbarie ch'egli non usasse contro de cristiana. La morte impedì s.


i cristiani , e massime contro i Francesco Saverio di condurre ad
missionari. Il più ragguardevole effetto V ardente suo desiderio di
di questi ultimi fu il p. Carlo predicar nella Cina la fede ; e
Spinola, nobile genovese, gesuita, non fu che qualche tempo dopo
che pel desiderio di versare il san- che i missionari trovarono modo
gue per la fede, quivi recossi nel di entrare in questo impero, me-
j6o2, e con zelo indefesso ed scolandosi fra' mercanti portoghesi
ammirabile dolcezza ridusse a Dio dimoranti a Macao, che aveano
una gran moltitudine d'anime, me- ottenuto il pe»'messo di andare
nando eziandio austerissima vita, due volte Tanno alla fiera di Can-
Incarcerato ad Omura, patì più i ton. Uno di questi fu il p. Matteo
inumani trattamenti e poi venne , Ricci, gesuita romano, eccellentissi-
condannalo al fuoco. Fu giustiziato rao matematico ^ il quale dopo
a Nangasacki con altri quarantano- diversi viaggi fatti a Canton, nel
ve cristiani, de'quali nove erano r583 ottenne dal governatore li-

gesuiti, quattro francescani e sei cenza di dimorarvi con due altri

domenicani ; laici i rimanenti. Ven- gesuiti. Mercé la sua scienza, di


ticinque furono abbruciati, gli al- cui i cinesi sono assai amatori,
tri decapitati. Il p. Spinola per- egli si procacciò un buon numero
mase immobile e cogli occhi sem- di amici e di ammiratori; della
pre rivolti al cielo , finché arse le qual cosa approfittando a vantag-
corde con cui era legalo, cadde gio della religione, ridusse a Dio
nel fuoco, ove spirò il 2 settembre alquanti cinesi , e fondò una se-
162*2, in età di cinquant'otto anni, conda istituzione pei gesuiti in
Molti altri cristiani, la maggior Nankin. Recatosi a Pekin nel
196 MAR MAR
1600, con alcuni doni curiosi si per nome Francesco da Capillas, del
cattivò il patrocinio dell'imperatore, convento di Valladolid^ ch'era stalo
e se ne servi per diffondere la l'apostolo della città di Fogan.
luce dell'evangelio, la quale illu- Entrato al maneggio dell' impero
minò una gran moltitudine di il giovane Cambi, figlio Chunchi,
cinesi, non che ufficiali di corte, pose fine alla persecuzione; e nel
che tutti entrarono nella religio- 1671 avendo permesso che si a-
ne di Cristo. Fra questi ufficiali prissero le chiese dei cristiani, vi
era Paolo Sin, ch'eletto dipoi pri- ebbero più di ventimila persone
mo ministro, favoreggiò la cristia- che si fecero battezzare. I succes-
na religione in guisa che a Xan- sori di Cambi non furono meno
kai sua patria , nella provincia di favorevoli ai cristiani, la cui reli-
Nankin, vi furono da quaranta- gione faceva ogni giorno nuovi
mila persone che la seguivano. Il proseliti, e cohtinuò ad essere pa-
padre Martiaez, gesuita chinese, lesemente protetta fin sotto il re-
venne crudelmente a più riprese gno di Kang-hi. Ma Yong-tching
battuto per avere convertito un che ad esso successe esiliò i missio -
famoso dottore, e morì in mez- nari dalle città principali, ritenen -

zo ai tormenti. Il p. Ricci poi do tuttavia nel suo palazzo, col ti -

morì nel 161 7, dopo avere co- tolo di mandarini, i coltivatori del •

stantemente goduto il favore del- la pittura, delle matematiche e del-


l'imperatore Vanlio. Il p. Adamo le altre arti liberali. Il successore
Schall, gesuita di Colonia, fecesi Rien-long ridestò la più violenta
conoscere ed apprezzare dall'impe- persecuzione. Un gran numero di
ratore Zonchi, ed assai Io stimava fedeli soffrirono i più orribili tor-
il di lui successore Chunchi, prin- menti, piuttosto che far cosa che
cipe tartaro capo della nuova
, e fosse contraria alla legge di Dio.
dinastia. Ma dopo la morte di Molti, morirono ne' supplizi o nelle
questo principe, cinque mandarini prigioni ; un vescovo e sei preti fu-
furono condannati a morte per non rono martirizzati. Il p. Sanz, do-
aver voluto rinnegare la fede di menicano spagnuolo, arrivato nella
Cristo; ed il p. Schall ebbe pure Cina l'anno I7i5, ivi affaticò con
la stessa condanna, se non che mo- grandissimo zelo duranti quindi- i

rì durante la dilazione ch'eragli ci anni, in cui la congregazione


slata accordata. I domenicani, se- di propaganda lo nominò vescovo
condo il p. Touron, entrarono pure di Mauricastro , venendo dipoi e-
nella Cina nel i556, ove predica- letto vicario apostolico della pro-
rono profittevolmente il vangelo, e vincia di Fokien. Avendo l'impe-
gettarono le fondamenta della gran ratore esiliato i missionari nel
chiesa di Fokien nel i63i, dopo 1782^ il p. Sanz ri ti rossi a Ma-
aver convertito una grandissima cao, ma ritornò nella provincia di
parte degli abitatori di questa pro- Fokien nel 1738, ove fondò chie-
vincia. Quattro sacerdoti di que- se , e ricevette i voti di moltis-
st' ordine furono martirizzati nel sime vergini che consacraronsi a
1647, ^^ ^' i^ gennaio dell' anno Dio. 11 viceré adirato contro il

seguente, dopo crudelissime torture, padre Sanz pel felice progres-


venne mozzata la testa ad un altro, so della religione cristiana , lo
,

MAR MAR 197


fece prendere con altri quattro si permise di celebrare alcune volte
domenicani : il Tescovo venne de- la messa, e gli si avrebbe conser-
capitato 26 maggio 1747» g'>
ii vata la vita, purché avesse dichia-
altri furono strozzati il 28 ottobre rato di non essere venuto a Ton-
1748, nella prigione ove aveano chin che in qualità di mercante ;
grandemente sofferto. Questi quat- ma egli non volle acconsentire a
tro domenicani erano: Francesce questa menzogna. Il p. Leziniana,
Serran d' anni cinquantadue, che dopo avere per dieci anni trava-
avea affaticato diecinov'anni in qua- gliato nelle missioni del Tonchin,
lità di missionario nella Cina , e fu arrestato mentre celebrava la

che durante la sua incarcerazione messa, nel 1 743 ; e nel mese di


era stato nominato vescovo di Tipasa maggio dell' anno appresso venne
da Benedetto XIV; Gioachino Roio, condotto nella slessa prigione del
in età d' anni cinquantasei, de'quali p. Finalmente nulla avendo
Gii.
aveane consumati trentalre nella potuto smuovere la costanza di que-
Cina Giovanni Alcober , i« età
;
sti due missionari desiderosi del
d'anni quarantadue, e missionario martirio, furono decapitati a' 22
da diciotto Francesco Diaz, d'anni
; gennaio 1744*
trentatre, de'quali aveane spesi nove Qui il Butler fa onorevole men-
nelle funzioni dell'apostolato. Anche zione del p. Giuseppe Anchieta e
il Giuseppe d'Attemis ^ gesuita
p. del p. Pietro Claver, gesuiti. Il pri-
italiano, ed ii p. Antonio Giuseppe mo, nato mori nel
nelle Canarie,
Henriquez, gesuita portoghese, fu- Brasile a' 9 giugno 1597, d'anni
rono arrestali nel mese di dicembre sessantaquattro, de'quali ne avea
1
747, e dopo iterati tormenti stran- spesi gran parte nelle fatiche di sue
golali in prigione il 12 settembre missioni, avendo convertito i selvag-
dell' anno successivo. Il fuoco della gi del Brasile in America, ch'eran

persecuzione si accese anche nel re- venuti in potere de' portoghesi. Il

gno di Tonchin al SHd-ovesl della p. Claver, nativo della Catalogna,


Cina, ove si atterrarono cinquanta si portò con alquanti altri missio-
chiese, e si fecero patire diversi nari nel 16 IO in America, per
supplizi a quelli che di recente eran- predicare la fede a Cartagena e
si convertiti. Francesco Gii Il p. nelle provincie vicine. La sua ca-
di Federico, ed il p. Matteo Alfonso rità per que* sciagurati
negri che
Leziniana, domenicani, riportarono gemevano sotto doppia schiavitù
la
la corona del martirio. II primo di del demonio e degli uomini , fu
questi, arrivalo a Tonchin nel 1735, ammirabile. Egli attese con instan-
trovò più di ventimila cristiani nella cabile ardore alla conversione de-
parte occidentale di questo regno gl' infedeli e dei cattivi cristiani.
battezzati dai missionari del suo Iddio benedisse le sue fatiche, e lo
ordine, e colla più grande solleci- favorì del dono di far miracoli.
tudine si diede a coltivare questa Morì r 8 settembre i654, in età
vigna novella; ma nel 1737 fu forse di settantadue anni, in odore
preso da un bonzo, e condannato di santità. 11 Papa Benedetto XIV
alla morte. Il suo supplizio fu lun- confermò nel 1747 il decreto della
go tempo differito: nel carcere fu congregazione de* riti, comprovante
trattalo con amore e premura, gli l'eroiche virtù di qucslo venerabile
ìi)S MAR MA W
iDissioncti'io. Airailicolo Cina o dei primi cristiani, e fu chiamalo
China, e nelle opere ivi citate, non battesimo massimo: venne impu-
che a quelli di Indie Orientali , gnato dai valeuliniani, dai gnostici
Missionari , Missioni Pontificie e da altri eretici ; contro i secomli
,

Missioni straniere , ec, si posso- scrisse Tertulliano, De bona mar-


no leggere ulteriori notizie sul- tyriiiOrigene scrisse ancora un li-
lo stato delle missioni iu quell'iin- bro in lode del martirio, ed assai
pero e regni adiacenti, e delle per- bramò di sostenerlo. Il Romagnosi
secuzioni che vi infierirono nel cor- attribuisce al solo fanatismo il la-
rente secolo. sciarsi uccidere per mantenere la
MARTIRIO (s.), martire. F. Si- propria religione , e riprende la
suvnio (s.). politica intollerante perchè s'oppo-
MARTIRIO/ /l/^/'/yrza/7i. Tor- ne al
fanatismo. All'incontro il cal-
mento che si patisce neiressere mar- tolicismo insegna, che i suoi segua-
tirizzato, il sopportare i tormenti o ci, che si lasciarono uccidere da' ti-

la morte per la religione cristiana. ranni!^ per la confessione della fede,


Il martirio tiene luogo di battesimo noi fecero per fanatismo, e invece
d'acqua negli adulti non battezzati, di fanatici lì chiama martiri, e gli
scancellando in essi il peccato ori- onora sugli altari . Tale dottri-
ginale ed i quanto
peccati attuali na del Romagnosi è dunque in
alla colpa ed alla pena temporale contraddizione diretta col cattoli-
ed eterna, sia che egli produca i ci smo.
suoi elFetti per la sua propria virtù, Martirio fu chiamato l'altare e-
et ex opere operato^ sia che li pro- retto sopra il sepolcro de' martiri,
duca mezzo della caritèi del
per e le stesse chiese. Il martirio or-
paziente, et ex opere operanùs, dinariamente avea luogo fuori del-
V. Battesimo e Martiri. Si può la città, perchè fu costume de'greci

desiderare il martirio, ma non è e romani di far eseguire le sen-


permesso il procurarselo suscitando tenze di morte fuori della città, af-
i persecutori, perchè ciò sarebbe uno finchè dall' aspetto delle pene e
spingerli al delitto, il che non è dall'effusione del sangue non re-
lecito;ne darselo da sé stesso, pre- stassero pollute le immagini delle
venendo carnefici, a meno che
i false divinità da loro adorate. Mas-

non siasi a ciò determinato da un senzio concesse a quelli che aveva-


particolare impulso dello Spirito no subito il martirio di poter es-
Santo. Avvi soltanto l'obbligo di sere seppelliti dentro di Roma, co-
soffrirlo sotto pena di dannazione, me afferma il Rinaldi all'anno 3o9,
allorchénon é possibile di dispensar- n. 4- Prodigiosa fu la moltiplicità
sene senza commettere un peccato dei supplizi, coi quali sono stati

mortale, e quando si è interrogato straziati e condotti al martirio, al-


intorno alla religione, sia pubblica- l'ultimo scempio gl'intrepidi e va-
mente e giuridicamente, sia anche lorosi campioni di nostra fede nelle
in particolare, ed in circostanze nelle ferocissime persecuzioni da loro sof-
quali sì potrebbe astenersi dal ri- ferte. Molti di essi furono sepolti
àpondei-e sulla propria religione sen- vivi, altri spirarono sopra i patiboli,
za che ne derivi alcuno scandalo. Il sulle ruote e sopra ì cavallelli. Al-
martirio tu desiderio ardentissimo tri furono straziati sopra gli eculei,
MAR MAR 199
traforati nelle viscere con acutissi- delle mani e de' piedi; la frattura
mi legni, e tagliati pei mezzo delle delle mandibole, l'abbaciamento, e
seghe. Altri vennero tormentati con finalmente il taglio della testa col-
cardi ed unghie di ferro, e da cen- la mannaia, colla scimitarra, col-
to altri stromenti, inventati dalla r accetta e colla spada per rap-
:

barbara crudeltà de'persecutori. Al- presentare poi la decapitazione dei


tri generi di martirio furono le sof- martiri , derivò V idea di figu-

focazioni nelle acque del mare, dei rare nelle pitture antiche e nei
laghi, de' fiumi e de' pozzi ; la cro- bassirilievi reggono
vari santi, che
cefìssione, la lapidazione, lo stran- la propria testa nelle loro mani.

golamento, la flagellazione, la fusti- F. tutto il cap. VI, t. Il, p. 287


gazione; il gettito ne' precipizi e De costumi de primitivi cristiani del
nelle cloache, la divorazione di be- p. Mamachi.
stie feroci, l'immersione nell'acqua o Di ciascuno de'tormenti descritti

olio bollente e nelle caldaie di solfo c'istruisce il libro trionfale De nior-


e di pece, nelle fornaci di calcina e tibus persecutorum attribuito a Lat-
iie'termari; l'adustione con fiaccole tanzio. Abbiamo ancora il libro
ardenti, l'arrostamento sulle lamine più volte stampato del p. Antonio
e graticole infuocate; gii avvelena- Gallonio dell'oratorio, De ss. mar-
menti con bevande mortifere; l'in- tyrum cruciatibus, o coll'altro ti-

cisione ignominiosa delle stimmate, tolo, degl' Islromenti di martirio


perfino ne' volti, come usavasi con usati dai gentili j cui si deve unire
la ciurmaglia e con gli schiavi; Te- il Lìbrum brevis addillo di Pau-
scoriazione, la sete, lo slento e lo lo wich Lucich. Ivi sono descritti
squallore delle prigioni più fetide ad uno ad uno ed effigiati an-
ed oscure; lo strascinamento e lo cora i vari generi de' tormenti
strazio per mezzo de' tori o de' ca- onde furono ne'lunghi tempi delle
valli; la condanna allo scavo de'me- persecuzioni martirizzati i fedeli,

talli nelle miniere o alla costruzio- nello stesso modo con cui sono
ne delle fabbriche; la terebrazione dipinti intorno alle mura della
o perforazione delle tempie con i chiesa di s. Stefano rotondo al
chiodi; la chiusura entro l'arche Celio. Su di che può vedersi la

piene di acutissimi coltelli; il cru- digressione che il Piazza a p. 744


cifragio,il vivicomburio ne' roghi, àeW Enierologio ^ fa sulle diversità
genere di morte decretata dalle leg- delle pene e atroci supplizi dei
gi romane pei rei di vile condizio- martiri espressi ed esposti per ri-

ne, pei servi e pei plebei, fra i qua- svegliamento della Mg agli occhi
li erano per lo più tenuti i cri- e alia venerazione de'fedeli in detta
stiani fino dai tempi di Nerone, che chiesa. Dei segni del martirio ne
li condannò, in usuni nocturni lu- parlammo in vari luoghi; del mo-
minisi ad ardere come altrettante nogramma di Cristo (Fedi) , a
fiaccole per le strade ; la saettazioue quell'articolo ed a Monogramma ;

ad un palo; le cervellieie infuoca- come furono segni la palma la ,

te; la sospensione pei capelli, con colomba come presagio del mar-
le mani e i piedi traforati, e con tirio, l'iscrizione o lapide sepolcra-
le pietre le più pesanti attaccate le con individuali particolarità, e
ad essi ; la recisione della lingua, certissimo il vaso di sangue che
,

200 MAR MAR


i fedeli ebbero gran premura di giorni si ommette. V. Diclich
raccogliere, aftìnc di collocarlo en- Dizionario liturgico^ articolo Mar-
Irò ampolle presso o ne' sepolcri tirologìo. Anticamente i marliro-
de'niartiri, mediante sponga la qua- logi si leggevano o nel capitolo
le talvolta intrisa di sangue fu tro- o nel coro, o terminata l'ora di
ala nei vasi slessi: questi vasi di prima, o innanzi il detto versetto,
vetro dipinti, ordinariamente gli e ciò facevasi dal pulpito, e nelle
scrittori di archeologia cristiana ,
comunità religiose leggevasi ancor
lichiamano ampolle del sangue, dopo cena; uso però non anteriore
Si costumò apporsi indifferente- al secolo XI o XII, e nei primi
mente non meno ai sepolcri dei secoli se ne faceva lettura nelle
santi martiri , che a quelli dei pubbliche religiose adunanze, onde
semplici cristiani, gli altri simboli servisse a glorificare Iddio, onora-
de'segni di croce, del faro, delle re i santi, edificare i fedeli. Oggi
fiamme, delle fenici, deiragnelio, i martirologi contengono i nomi
de'pavoni, delle colombe, del pe- di tutti i santi, ancorché non
sce, dell'ancora, dell'ellera, dell'ai- martiri, ed ai sommi Pontefici spel-
lerò, delle viti , delle uve, delle ta registrarli nel martirologio .

melagranate, di uno o più cavalli, Marlirologista chiamasi l'autore e


di cuori trafitti di spine, o sem- scrittore d' un martirologio . Il

plici, de* vestigi di piedi umani, p. Ruinart nella prefazione degli


di pettini, di cerchietti , di trian- Atti de'martiri, parlando
sinceri
goletti, di quadratelli, di tridenti, <jel come
da chi composti, e in
e
spiegati dal p. Costadqni nella qual pregio debbonsi avere i mar-
Dissertazione sopra il pesce^ come tirologi, dice che questi ed i Me-
simbolo di Gesù Cristo^ nel t. nologi e Menei sono un' opera
XII opuscoli del p. Caloge-
degli tratta dai registri e dai calendari
rà.. Il p. Ignazio Potenza nelle delle chiese particolari. Furono que-
Nolizie di s. Augustale martirCy a sii lavoro de' vescovi e di altri

p. 5i tratta de' segni e de'simboli minori ecclesiastici autorevolissimi,


che i primi cristiani ponevano nel- e sommamente gelosi di non aite-

le lapidi sepolcrali, e ciò che in- rare in niente la verità: quanto


tendevano con . essi significare. essi scrissero ne' martirologi, tutto
MARTIROLOGIO, Martyrolo- il trassero monumenti a loro
da
giiini. nota o catalogo dei
Lista, tempi reputatissimi; non si nega però
martiri , storia o leggendario dei che abbiano potuto pigliare qual-
martiri. Queste sorte di raccolte che abbaglio. I soli libri delle san-
per ordinano non contengono che te Scritture hanno questo privile-
il nome, luogo, giorno, genere del gio di contenere in ogni loro par-
martirio di ciascun santo. Come te semplicemente una inalterabile
ve ne sono per ciascun giorno verità ;
questi nei non tolgono ai

dell'anno è uso stabilito nella


, martirologi il pregio sommo in
chiesa romana di leggere ogni che si debbono avere. Tutti i mar-
giorno a prima la lista de' santi tirologi convengono in rappresen-
onorati in quel giorno, innanzi al tarci un numero innumerevole di
versetto Preliosa^ eccettuato il tri- eroi cristiani coronati del martirio
duo innanzi Pasqua y nei quali nelle persecuzioni de' primi tre se-
MAR ivi AR 20 1
coli Dodwello si sbri-
della Chiesa. to alcuno prima dei tempi di Eu-
ga da questo argomento, col dire sebio e di s. Girolamo , i quali
che tutti i martirologi sono zi- ne sono pure riconosciuti pei primi
baldoni inconsiderati , e pieni di autori; raccogliesi però dal ven. Be-
fole e di tradizioni falsissime del da che s. Girolamo trasportò nel
olgo credulo e grossolano. Egli latino idioma il martirologio di Eu-
però non reca niente in prova di sebio, e vi fece delle aggiunte, per
questa sì acerba e irreligiosa cen- cui incominciò a correre sotto il no-
sura, e veramente niente non avea me di s. Girolamo.
onde giustificarsi anche neil'appa- L'origine de'martirologi, secondo
ren/a. Egli stesso assaissime volte Baronio, derivò dal Papa s. Cle-
fa uso delTautorità de'martirologi : mente I, eletto l'anno 93, nell'isti-
il romano è usato ne'divini uffizi tuire ed introdurre l'uso di racco-
da tutti i cattolici di rito latino ,
glieregU atti de' Martiri [Vedi)
ed anche i protestanti generalmente per mezzo di sette notari distri-
lo hanno gran pregio ; e nello
in buiti in altrettante regioni, secondo
stesso pregio a proporzione sono la divisione ecclesiastica di Roma
più altri martirologi, da' nomi dei fatta dai Pontefici, ovvero furono
loro collettori diversamente deno- assegnate due regioni a ciascuno,
minati. L*uso di stendere i marti- su di che sono a consultarsi il
rologi fu tolto dai pagani, che Baronio, De Martyrologio ci, ed
scrivevano il nome de' loro eroi il Bianchini ne'prolegomeni ad A-
nei fasti tramandare alla po-
per nastasium t. 11, p. i38. Questo
sterità r esempio delle azioni ma- impegno di raccogliere gli atti dei
gnanime. Dalle notizie raccolte in- martiri , non poteva non essere
torno ai martiri si formarono pri- principalmente della chiesa romana,
ma i calendari, quindi i martirolo- ma l'esempio di questa dovea ben
gi: i calendari riferiscono i nomi presto stendersi ancora alle altre,
dei santi ed i giorni della loro come rilevasi dallaprima lettera
ricorrenza; i martirologi Umì men- decretale di s. Fabiano Papa^ eoa
zione della patria, delle gesta prin- la quale consigliò i vescovi di se-
cipali de'martiri, della specie, luo- guire anche in ciò la chiesa ro-
go e tempo del martirio; i calen- mana con esattezza « diligenza.
dari rammentano solo le festività E quanto fossero docili vescovi i

di ciascuna chiesa in particolare, i alle voci del supremo pastore, lo


martirologi ricordano quelli anco- dimostrano Eusebio , Dionisio e
ra di tutte quasi le chiese. Dona- Natale Alessandro, su quanto ri-
ta la pace alla Chiesa, nei marti- feriscono delle chiese di Smirne,
rologi ai nomi e gesta de'martiri di Vienna , di Lione , di Gerusa-
si aggiunsero anche quelli de'santi lemme e di Cappfidocia. Tuttavol-
Se l'origine de'calendari
confessori. ta osserva il Novaes nella vita
debba rimontare o no ai tempi di s. Clemente I, ch'è sentimento
apostolici si controverte fra gli e- de'più illuminali uomini di lettere,
ruditi; pare che si possa ammette- che i martirologi, nella forma che
re quanto ai registri che ciascuna quasi gli abbiamo oggidì, non sal-
chiesa teneva in particolare, e il gano più in alto che al VI secolo,
d'Achery prova non esser vene sta- e che s. Gelasio 1 Papa del 49^
aoi MA R MAR
già avenll ridotti a quel buon or- ro, Renaiidot, e Fiorentini ove
dine in cui si trovano, ancorché tratla della primiera origine dei
sia certo, che facevasì lungo tem- martirologi inuna dotta prelimi-
po prima nien/ione de' santi in nare ammonizione al martirologio
qualclie parte deli'ufìfìzio della Chie- occidentale. Veramente dai dittici
sa. Giegorio I del Sqo fu poi
S. in cui erano notati i martiri tras-
il primo che introdusse l'uso di sero l'origine i calendari,, e da
leggerli a prima. Veggasi M. di questi i martirologi assai più re-
Hennilly, Storia di Spagna^ t. I, centi nelle chiese; e dai dittici dei
prefaz. cap. 2. Si deve avvertire santi ne derivarono i loro aghio-
che quanto riguarda 1' ordinazione logi, o Leggende, (Fedi), essendo
dell'uffizio e della messa sull'e- , più antico il dittico di qualunrpie
patte, sui cicli , sulle lunazioni, calendario, e il calendario di qual-
come ancora le indicazioni delle siasi martirologio. Ne'dittici pone-
calende, delle none , degli idi, le vasi il solo nome del martire o
lettere domenicali^ i prìncipii delle del santo, come vedesi da quei
stagioni, il corso del sole pei segni pochi che ci sono rimasti ; ma nei
del zodiaco, le festività principali calendari oltre il nome segna vasi
del Signore, della Vergine, de'san- anche il giorno della morte o quel-
ti patroni di città e diocesi, le lo in cui ogni anno se ne solen-
vigilie, le ottave, le chiese ove si nizza la festa ; come fra gli altri
facevano letempi del
stazioni, i vedesi ne' calendari di Roma e di
digiuno, e molte altre cose che o- Cartagine riportati dal Bucherio, nei
rasi trovano scritte ne'martirologi, commentari al canone pasquale, eda
non ispettava tutto questo ai mar- altri. Ne'martirologi poi notavasi di
tirologi, ma ad altri libri chiamati più la qualità del martirio, il tem-
Calendari^ Evangelari e Sagramen.' po, luogo e il giudice, e può os-
il

tari. Inoltre noteremo , che non servarsi, per tacer di altri, in quel-
tutte le chiese sono state concordi li di Beda e di Adone. Poiché
a ricordare nei loro martirologi non si debbono confondere calen- i

i santi nel medesimo giorno; e i dari co' martirologi, essendo quelli


luoghi diversi ai quali i martiro- da questi molto differenti, giacché
logi riportano qualche santo, non ciascuna chiesa avea bensì il suo
sono sempre indizi della loro di- propiio calendario, ma poche fu-
versità. rono quelle che avessero un par-
Il Donati, De'dittici degli anti- ticolare martirologio; e infatti, a-
chi, cap. XVIII, dell'origine dei vrndone scritto uno
IX secolo nel
cartendari e de' martirologi, questi Usnardo, di esso si servì per mol-
prova originati dai Dittici {^ì^edi). to tempo la chiesa romana e mol-
Pertanto egli dice che si ha giu- te altre, perchè i martirologi, al
sto fondamento a credere, che dal- dir di Valesio e di Pagi, non ri-

l'uso de' sacri dittici sieno deiivati guardavano un solo luogo, ma tut-
nella Chiesa i Calendari (f^edi), e ta la Chiesa in generale, e conte-
tutti gli altri martirologi ecclesia- nevano per dir così i martiri e i

stici, così ancora i menologi, e gli confessori di tutto il mondo cat-


aghiologi o santilogi de' monaci : tolico, tratti da più e diversi ca-
fra gli altri l'osservarono Scalige- lendari. In progresso di tempo, nei
,

MAR MAR 2o3


marlirologi specialmente de'mona- colo, come rilevasi dalla lettera di
ci, s'incominciò a notarsi ancora Gregorio ad Eulogio di Alessan-
I

i nomi di que' defuntij ch'erano dria, lib, 7, episL 29; ed è al-


soliti di pone ne'loro obituari o tresì probabilissimo, che il piccio-
necrologi, e talvolta vi fu unita la lo martirologio mandato da R.oma

regola del loro ordine ; e però da ad Aquileia dal Papa, e stampalo


essi il martirologio fu chiamalo o- da Roseveyd sotto il nome di an-
hituario o necrologio. I raenoiogi tico romano, sia l'antico martirolo-
de'greci e di tutti gli altri cristia- gio romano, 11 martirologio del ven.
ni orientali ripetono l'origine dai Reda fu scritto verso il 780, ed
dittici loro; mentre insegna l'Alla- anmenlato poscia da Floro verso
zio, altro non essere menologi, i rSSg. È difficile di distinguere in
che que' cataloghi che i latini de- esso ciò ch'è di Beda, da ciò che
nominano martirologi o calendari, è di Floro, e per fare questa di-
molto più ampli però de' nostri, stinzione il p. Sollier crede sia d'uo-
riferendovi in ristretto la vita dei po servirsi del piccolo martirologio
santi fissata a quel giorno, in cui che Beda avea scritto in versi.
da essi si fa menzione, ovvero di Wandelberto monaco di Prom
quelli de* quali non hanno l'isto- nella diocesi di Treveri, scrisse un
ria, e solo ne fanno la comme- martirologio nell' 848, attenendosi
morazione. Ne'menologi de'greci si principalmente a Floro, martirolo-
leggono molti santi che fiorirono gio che pubblicò Molan nella sua
nella chiesa occidentale, laddove prima edizione d' Usuardo e di
in quelli degli altri orientali, po- Achery nel t. V del suo Specile-
chi o quasi niuni santi si riscon- gio. Rabano arcivescovo di Ma^
trano, che fioriti sieno fuori delle gonza compose verso l'anno 845»
loro chiese. un martirologio, ch'è una aggiunta
Provato l'uso antichissimo dei a quelli di Beda e di Floro. Il
martirologi de' santi, e che ne fu- martirologio di Wolkero, sopran-
rono raccolti molti, primo è il nominalo il piccolo Balbo, mona-
quello che dicesi di Eusebio e di co di s. Gallo, fu scritto verso
s. Girolamo, o perchè essi ne sia- l'anno 8g4;una compilazione di
è
no effettivamente gli autori, o per- molti altri; Enrico Canisio lo pub-
chè sia stato ad essi attribuito : blicò dal primo gennaio fino al 26
Cassiodoro lo cita nel VI secolo, ottobre inclusi va mente, il resto non
e Beda nel VII. Ve ne sono due si è potuto rinvenire. 11 martiro-
sorte di copie, le une intere e le logio di Adone, ch'è una compila-
altre compendiale: delle intere tre zione del romano e di qiiello di
vennero pubblicate; quella di Esler- Beda aumentalo da Floro, fu scrit-
nach che passa per la più antica to l'anno 858. 11 marlirologio di
e che fu scritta nel 728 dal mo- Usuardo monaco di s. Germano ai
naco Lorenzo, secondo l'ordine di Prati, fu scritto nell'SyS, e dedi-
s. Villebrordo primo vescovo di catonon a Carlo Magno, come
Utrecht; quella di Gorbia, e quel- hanno opinato Tritentio e molti
la di s. Vandrillo. Credesi che di altri, ma a Carlo il Calvo che nel-
questo mai'tirologio di s. Girolamo l'HyS occupava il trono imperiale,
si facesse uso in Roma nel VI se- Usuardo lo compose sopra un esém*
2o4 MAR MAR
piare d'Adone che portava falsa- to XIV, Decanoniz, 1. 4» P- 2»
mente il titolo di quello di Floro. e. 17, n. a che suum qaoddam
,

Ji martirologio di Nevelone, mo- habtbat martyrologìurn, quod ho'


naco di Gorbia, scrilto verso l'an- die. edam in archivio capitali con-

no 1089, non è propriamente che servatur. Gregorio XUI nel 1^82


un compendio di quello di Adone, compì la correzione del calendario
colle aggiunte di alcuni santi prin- romano, cui andò unita nel i584
cipalmente delle vicinanze d'A- ancor quella del martirologio ro-
mìens. Trovatasi mss. nella biblio- mano, per negligenza de' copisti e
teca di s. Pietro di Gorbia, e non degli stampatori in molti luoghi
fu ancora stampato. Quando Dit- difettoso e scorretto, ordinando ai
maro, vescovo di Mersburgo nel- vescovi, e superiori regolari e se-
la Misnia, parla del suo martiro- colari, che nel dirsi in coro il di-
logio, egli intende di parlare di vino adoperino soltanto tale
uffizio,
un esemplare del martirologio da martirologio, mediante la costituzio-
lui un mar-
posseduto, e non di ne, Emendalo jam KalendariOy
da lui composto, ed è
tirologio de* 14 gennaio i584. Già Pietro
quindi mal a proposito che alcu- Oalesini protonotario apostolico mi-
ni scrittori gliene attribuiscono uno. lanese aveva procurato una nuova
Il Kirker nel suo prodro-
padre edizione del martirologio romano,
mo parla di un martirologio dei la quale non venne approvata a
copti posseduto dai maroniti in Ro- motivo della prolissità, e della ne-
ma. Vi sono martirologi di chie- gligenza dell'autore nelle citazioni,
se particolari, come quello del mo- e per la confusione che fa delle
nastero di s. Savino, pubblicato dal persone e de' nomi de' luoghi. Fu
Saussay vescovo di Toul alla fine stampato nel in 1578
Milano ed
del l. Il del martirologio di Fran- in Venezia, con questo titolo Mar- :

cia; quello di Bour- s. Lorenzo di tyrologium s. Rom. Eccl. usui in sin-


ges, al3bazia de'benedettini, ec; ma gulos anni dies accornodalum ad
i tre primi martirologi di cui qui ss. Palreni Gregorium XIII etc. an-
abbiamo parlato, sono come le sor- notaiiones ìtem ntultiplici antiqui-
genti e gli originali di tutti gli talis ecclesiasticae doctrinae cumu-
altri, i quali non sono che copie lataci ad onine lolus marlyrologii
aumentate di quelli. Gli eretici han- explicandi rationem, ec. Il cardinal
no fatto dei martirologi che con- Cesare Baronie fece delle note al
tengono nomi de'Ioro pretesi san-
i martirologio romano, e fece istan-
ti, quali non hanno principio che
i za a Sisto V che monsignor Luigi
da Giovanni Wiclefo morto nel Torres poi cardinale con altri pre-
1387, o da Giovanni Huss morto lati rivedessero tali sue annotazio-
nel i4i5. ni; quindi in Roma
nel i586 pub-
Jl martirologio romano è stato blicò: de mariyrologìo
Tractatio
sempre in uso nella chiesa romana, romano praeniissa ejusdem edilio-
per testimonianza di s. Gregorio I, ni. Dipoi nel i63o coi tipi vati-
ep. 29, ma è incerto se debba cani e nuove annotazioni, in foglio
altrettanto dirsi di quello di s. Gi- fu pubblicato: Martyrologium ro-
rolamo, o quello di Beda : della manuni Gregorii XIII jassu e-
i>Qla basilica vaticana, dice Beuedct- ditum et Urbani FUI
aucioritate
p MAR MAR 2o5
recognilum^ accesserunl notaliones la Dissert. epist. delle ss. Simplicia
atque tractatìo de marlyrologio ro- ed Orsa, di Cancellieri.
mano autore Caesare Baronio. Il MARTIROPOLI o MARTIRIO,
re di Portogallo Giovanni V ordi- Marlyropolis. Città vescovile del-
nò al suo ministro in Roma, che l'Asia neir Armenia, situata sul fiu-
di concerto con Benedetto XIV fa- me Oba o Ninfèo , distante 240
cesse slampare il maitirologio ri- stadida Amida, e quindici miglia
dotto in volgare. Non poteva pre- dal Tigri, perciò detta anche Ta-
sentarsi più bel campo alla vasta grila. 11 nome di Martiropoli le

e profonda erudizione del Papa, fu dato, a quanto dicesi, nel V se-


ond' egli dopo averci faticato con colo, perchè furono quivi traspor-
felice successo, lo fece pubblicare tate le ossa ed allre reliquie dei
colle stampe vaticane e nuove cor- martiri, che avevano sparso il loro
rezioni, mediante il disposto della sangue per la fede di Gesù Cristo,
costituzione Postcjuam intelleximus^ a tempo di Sapore e Varano re
del primo luglio 1748» presso il di Persia, I suoi abitanti la chia-
suo Bull. l. II, p. 43 1. Nel pon- mavano Mai-Ferakin, o Meia Fa-
tificato di Pio VII e nel 1806 nel- rekin, da cui ne derivò il nome
la stamperia dell'ospizio apostolico di Maipheracta. 11 Terzi, Siria-

uscì alla luce: Martirologio roma- sacra pag. i35, dice che Marti-
no dato in luce per ordine di ropoli o città di Marte fu rino-
Gregorio XIII, e riconosciuto col- mata per un celebre tempio sa-
V autorità di Urbano Vili, Cle- cro a quel falso nume. La di lei
mente Xe Benedetto XIV, aggiun- fortezza fu mirabile a segno che
ti inomi de* santi e beati piìi qual termine dell' impero romano
recenti. Un' edizione perfetta e potè validamente opporsi alle inva-
completa del martirologio romano sioni de' confinanti parti e persi.

è quella de' tipografi Salviucci ,


11suo munitissimo castello [xx es-
Roma 184^. Marlyrologìi romani pugnato da Commentriolo capita-
Gregorii XIII Jussu editi. Urbani no dell'imperatore Maurizio. E un
Vili et Clementis X auctorìlale vescovato della provincia di Meso-
re cogniti, ac deinde anno 1749 potamia, nel patriarcato d'Antiochia,
Benedicli XIV labori et studio an- sotto la metropoli di Amida o
eti et castigati, editio novissima Diarbekir: quello di Tacrit o Ta-
SS. D. N. Gregorii XVI Pont, grid gli era unito nel V secolo; i

Max. auspice et patrono, in qua nestoriani ed i giacchiti vi ebbero


sanctorum et beatorum exlant elo- ancor essi i loro vescovi. Il pri-
gia prò ordinibus etiam regularibus mo vescovo di Martiropoli o Mai-
a sac. rit. congr. ad haec usque Ferakin fu s. Maruta, che sedeva
tempora adprobata. I detti tipo- al tempo d' Isdegerdo re di Persia,
grafi avendo anco in vista gli or- ed occu possi assaissimo per la pro-
dini religiosi, si dierono ogni pre- pagazione della fede in Persia as- :

mura per annettere il martirologio secondo concilio generale,


sistette al
particolare di ciascuna corporazione ed a quello che si tenne in An-
religiosa. Quanto alle notizie bi- tiochia nel 382 contro l' eresia dei
bliografiche de' martirologi, molle messaliani. Si uni agli avversari di
se ne leggono a p. 95 e seg. del- s. Gio. Crisostomo, ma avendo co-
,

7.o6 MAR MAR


nosciuta la loro malafede, li abbati- Sicilie, nella provincia delia Cola-
tloiiò subito per seguir il partilo l)ria ulteriore seconda, distretto di
del santo. Intervenne pure al con- Catanzaro, capoluogo di cantone,
cilio di Seleucia, e vi compilò ven- sulle falde del monte Goliero. Nelle
ti e più canoni sulla disciplina. sue vicinanze verso greco stanno le
La raccolta degli atti de' fedeli che rovine dell' antica Manierlium o
soffrirono durante la grande per- Martoranum nel Bruzio , verso la
secuzione di Sapore re di Persia, è sorgente del Metauro , ed al prin-
opera di s. Maruta, la cui memoria cipio della foresta Bruziann, il cui
i greci ed i latini onorano a' 4 nome vuoisi derivato da Maniera
dicembre. Furono suoi successori che in lingua del paese significa ti

in questa Zebenno o Zeberino


sede, Dio Marte. La cattedrale è dedica-
che assistette e sottoscrisse al con- ta alla Beata Vergine Assunta in
cilio di Calcedonia; N. uno de* ve- cielo, componendosi l'antico capi-
scovi di Macedonia, che scrissero tolo delle dignità del decano, del-
all'imperatole Leone sull'assassinio l'arcidiacono, del cantore e del te-
di Protero d'Alessandria ; Gior-
s. soriere; di otto canonici, e di sei

gio cbe n'era vescovo a tempo di cappellani istituiti dal cardinal Pier-
Filippico Bardane imperatore, che benedetti. La sede vescovile fu e-
scrisse in favore del concilio di Cal- retta nel VII secolo, e primo ve-
cedonia ai monaci giacobiti di s. scovo ne fu Reparato, che assistet-
Matteo; Basilio che assistette al con- te al concilio Lateranense del 649;
cilio pel ristabilimento di Fozio; e il secondo fu Opportuno, interve-
Mandiano già vescovo di Marda. nuto al concilio romano del 721 ; il
Oriens christ. t. II, p. 99B. I ve- terzo Donino che sottoscrisse al con-
scovi nestoriani di Martiropoli so- cilio del 761 tenuto da s. Paolo 1;

no: Jaballaba, innalzato poi alla di- Teodosio fu al concilio romano del-
gnità di cattolico Michele vescovo ; l'826, Teodoro a quello dell' 853,
ancora d'Amida; Giovanni, e Jesu FJorio a quelli dell' 869 e 879,
Dei»ha. Oricns christ t. II, p. i32i. de' quali nomineremo i successo-
I vescovi giacobiti di Martiropoli ri più distinti. Ridolfo del 1090
sono Atanasio I, poi patriarca nel
: edificò la chiesa de' ss. Clerico e
io5r; Atanasio li del ii^i, cui Luca abbati ; Michele del i r70; Fi-
successe nel 1169 Ignazio I, morto lippo di antica e chiara famiglia
nel in tale anno divenne
1182; de Malera di Cosenza, colto nelle
vescovo Ignazio II Giacomo Seve- ; scienze ecclesiastiche, gli successe nel
ro, autore di molli scritti, morì nel 122 ; Tommaso eletto nel i252
1

i23i; Giovanni del I253; Malco da Innocenzo IV, dotto e stimabile


^el 1293; N. del i365. Oriens abbate cislerciense di s. Stefano del
christ. l. IT, p. i449- Martiria o Bosco ; Rinaldo d' Aquino , perito
Martiropoli Marfyropolilan, è un
, in giurisprudenza, fu eletto dal ca-
titolo vescovile in partìhus dell'Ar- pitolo e nel i255> confermato da
menia minore, sotto l'arcivescovato Alessandro IV; Adamo eletto a
pure in partìbus d' Amido , che concorrenza di altro, Giovanni XXII
conferisce la santa Sede. lo approvò nel i320; Senatore di

MARTORANO, Mariuranum. Martorano oriondo di famiglia da


Città vescovile del regno delle due Cosenza, morì nel i349; ^*' ^'*"
MAR MAR 207
corno Castelli de' minori, traslalo chiale che eresse in collegiata. L'U-
nel I Sgoda Bonifacio IX a Nica- ghelli ed i suoi continuatori, Ita-
stiOi Martino del i45'i, traslato a lia sacra, lom. IX, pag. 270,
Cotrone nel i463 ; gli successe An- terminano la serie de' vescovi di
gelo greco di Calabria, eccellente Martorano con Pietro Antonio Pie-
dottore in jus, ambasciatore del re trasanta, barnabita milanese, fallo
di Napoli a Pio II, poeta illustre, nell'anno 17 18 ; ed il proseguimen-
ed eruditissimo. Angelo Pappacoda to si trova nelle annuali Notizie di
fattovescovo nel i497 da Alessan- E orna. Ne furono gli ultimi fr. Ber-
dro VI, peritissimo nelle lettere gre- nardino de Bernardis paolotto di
che e latine: gli successe nel iSSy Fuscaldo , fatto da Benedetto XiV
Giacomo Antonio Ferduzi anconi- nel 1743; Nicolò Spedalieri della
tano, ministro generale de' minori diocesi di Squillace, crealo nel 1 758
conventuali , sommo teologo. Per da Clemente XIII ; fr. Giacomo Ma
sua morte, nel i56o Pio IV fece ria de Tarsia paolotto di Cosenza,
vescovo Tolomeo Galli , che nel eletto da Clemente XIV nel 1770;
1362 trasferì a Siponto, e nel i565 dopo lunga sede vacante, Pio VI
creò cardinale, sostituendovi degna- preconizzò nel 1 792 in successore
mente Girolamo Federici milanese. Francesco Antonio Grillo de' con-
3Vel 1369 gli successe fr. Gregorio ventuali di Gerace, che fu 1' ultimo
Croce spagnuolo, dotto domenicano vescovo. Trovandosi la diocesi suf-
d' incolpabile vita, che per voler fraganea della metropoli di Cosen-
correggere i cattivi ecclesiastici, mo- za, e dopo altra notabile sede vacan-
ri forse di veleno nel i^yy: in te, Pio VII nella circoscrizione del-
sua vece Gregorio XIII vi elesse le diocesi di Sicilia, colla lettera
Mariano Pierbenedelti, consagrato De ulilìori, V 1818, sop-
kal. julii

dal cardinal Perelti che divenuto presse la sede vescovile di Marto-


Sisto V lo creò cardinale nel iSSg, rano, e r uni in perpetuo a Nica-
benemerentissimo vescovo come si stro {Fedi).
può vedere alla sua biografia ; gli MARU o MERA. Città vescovile
successe nel 1 586 il nipote Rober- del Rorasan in Persia , situata sul
to, traslato a Nocera nel iSg?,. Fran- fiume Morcab ,
grande e ben fab-
cesco Monaco patrizio di Cosenza ,
brìcataj e dicesi che già superò tulle
lodato per dottrina e morale, fatto le altre città della regione. La re-
vescovo da Clemente Vili nel i^gS, ligione cristiana essendo slata an-
governò 35 anni. Urbano Vili nel nunziata nel Korasan regnando il

1627 gli sostituì Luca Cellesi di re Sapore, Maru diventò in segui-


Pistoia, ornato di molle virtù, che lo metropoli e provincia ecclesia-
rifabbricò la cattedrale e l'episcopio stica della diocesi de' caldei, avente
dal terremoto rovinate, e moili «lel per sulTiaganei i vescovati di Dair-

1661. Giacomo Pala mei la della Ilannes, di Damadutha, di Daabar-


diocesi di Policaslro, nominato ve- sanaia e di Saichasa. Ne furono ve-
scovo nel 1667 , compi magnifica- scovi, Bar-Codsaba, che predicò il
mente la cattedrale, ed a Scilliano vangelo nel Rorasan Davide I me- ;

nel silo detto Diano edificò un no- tropolitano di Maru nel 52o; Teo-
bile luogo per amena villeggiatura doro del 540; Davide II del 55o;
de' vescovi, presso la chiesa parroc- Elia considerato come santo , assi-
2o8 MAR MAR
stette al cattolico Jesuiab III ; Giu- di martiri che depositò nella sua
seppe del 778, rinunziò al distia-
I chiesa, per cui la città prese il no-
iiesitno e fuggì presso i saraceni ; me di Martiropoli. Egli morì in-
Giovanni ordinato nell' 860 ; Giu- nanzi la metà del quinto secolo, e
seppe 11 assistette all'elezione del fu sepolto nella sua chiesa. Il suo
cattolico Giovanni IV dei 900; corpo fu trasportato in Egitto du-
Ebedjesu; Giorgio Alsnkani, e gli ranti le incursioni degli arabi e
altri registrati nell' Oriens chiist. de'persiani, e si conserva nel mo-
t. II, p. 1261. nastero della Madonna, nel deserto
MARUTA (s.), vescovo di Ta- di Sceti, abitatoda monaci siri. 1
grita o Martiropoli nella Mesopota- cofti di Egitto onorano s. Maruta
mia, uno de' piti illustri dottori del- a' 19 febbraio; i siri ed i melchiti
la chiesa siriaca. Compose gli atti a' 6 dello stesso mese ; i greci e i

de* martiri che soffersero nella per- latini a' 4 dicembre. L'opera prin-
secuzione di Sapore dall' anno 34o cipale di questo padre è una litur-
al 38o ; parte della quale ope- gia siro-caldaica, la quale è ancora
ra ritrovò e pubblicò l' Assemani. usata in certi dì dai maroniti. Nel-
Compose eziandio degl'inni in ono- la biblioteca vaticana conservasi un
re de' martiri, e sopra parecchi al- mss. in siriaco d' un suo commen-
tri argomenti, che vennero inseriti tario sopra il vangelo di s. Matteo.
con quelli di s. Efrem nell'officio Ebedjesus fa menzione di un' isto-
caldaico. Raccolse le reliquie di ria del concilio di Nicea, i cui ca-
molti martiri della Persia, e le di- noni erano stati recali in siriaco
stribuì nell'impero romano. Nel 4' i da s. Maruta.
fece un viaggio a Costantinopoli per MAUZATO Anselmo, Cardina-
indurre l' imperatore Arcadio a rac- le. Anselmo Marzato di Sorren-
comandare i cristiani ad Isdegerdo to, ma nato in Monopoli in occa-
re di Persia : nulla avendo potu- sione che suo padre era governato-
to concludere, vi ritornò l'anno ap- re di quella città, in cui accasatosi
presso. Teodosio il Giovane, suc- vi avea fissato il soggiorno. Dotato
cessore di Arcadio , onorò il santo di eccellenti non meno
prerogative,
vescovo della sua confidenza , e lo d'animo che di corpo, disprezzale
mandò due volte in uffizio di am- onorevoli nozze , alle quali veniva
basciatore nella Persia, per istabili- invitato da una donzella di sua pa-
re una solida pace fra due impe- i tria ricca e nobile, determinò di
ri. Isdegerdo fece grande stima di consagrarsi a Dio nella religione
s. Maruta, massime dopo essere sta- de' cappuccini, e datosi all' esercizio
lo guarito per le sue orazioni da della predicazione, per la quale non
una malattia, ed aver scoperto l'im- mancavagli alcuna di quelle doti e
posture de'magi; laonde lo autoriz- qualità, che conducono a formare
zò a fondar delle chiese. S. Maruta un perfetto oratore, vi riuscì famo-
tenne due sinodi a Ctesifone nel : so ed eccellente. Dopo aver predi-
secondo, tenuto l'anno 4'4> ^^ ^^^' cato ne' principali pulpiti d' Itaha
dannato l'arianesimo, e si fecero e delle Gallie, fu deputato a pre-
delle savie regole per la disciplina. dicare avanti al Papa ed ai cardi-
Ritornò aHa sua sede assai attem- nali, con loro infinita soddisfazione,
pato, portando seco molte reliquie onde Clemente VIII soleva chia-
IVI A U M A Pi xogf
Iti urlo Paolo redivivo e tromba ce- si di carditialato. Trasferito a Ro-
leste. Nel viaggio che fece il Pon- ma, ebbe sepoltura nella chiesa del
tefice a Fcrraia, Anselmo lo seguì, suo titolo, senza alcuna memoria.
ma a tenore della tegola di Fran-
s. Ne fanno elogio il Baltaglini, con
i

cesco sempre a piedi. Avanzato al- tinuatori del Ciacconio, ed altri. In-
'
le prime cariche di sua religione, tervenne ai cotìclavi di Leone XI
ti2ologo del s. ofTizio e del cardinal e di Paolo V.
Aldobrandino legalo a latere di MARZIALE (s.), vescovo di Li-
Francia, e poi eletto nel i59g moges. Fu utio di que'celebri mis-
procuratore generale dell'ordine, in- sionari, a detta di s. Gregorio di
di Clemente Vili a' 9 giugno i6o4 Tours, i quali essendo stali mau-
lo creò cardinale prete di s. Pie- dati da Roma con s. Dionigi di
Ilo in Montorio, e venne denomi- Parigi circa la metà del terzo se-
tialo il cardinal di Monopoli. Al- colo, predicarono il vangelo nelle
lo splendore della dignità seppe Gallie. Egli fermò la sua sede a
unire rumiltà e la modestia de' cap- Limoges, e ne fu il primo vescovo.
puccini, di cui non lasciò mai l'abito Le sue fatiche apostoliche operaro-
e ne osservò esattamente l'istituto, no la conversione di gran numero
alzandosi a mezza notte per salmeg- d' idolatri. La sua tomba fu illu-
giare, adempiendo i digiuni pre- strala da molti prodigi; e molli ne
scritti dalla regola, e ne' venerdì furon fatti eziandio in Virtù delle
e sabbati si pasceva di pane ed sue reliquie. Leggesi il suo nome
acqua. L* Aniidenio con calunnia Begli antichi martirologi il giorno
lo disse crapulone, mentre era par- 3o di giugno. V. Limoges.
chissimo nel cibo, come lo celebra- MARZIALE (s. ), martire. V.
rono diversi storici. Generoso coi Fàusto, Gennaro e Marziale (ss.).

poveri, liberale verso tutti e pieno MARZIALE Ugo , Cardinale.


di compassione, visitava i suoi ser- Ugo di s. Marziale, così detto dal
vi infermi ;e per la rigidezza e pu- castello ove nacque nella diocesi di
rità del corpo e dello spirito, fu Toul, nella provincia d'Aquitaniu;
detto il secondo s. Francesco. Virtù dottore in entrambe le leggi, e pre-
così specchiata, non andò esente da posto di Douay, venne incaricato
imposture e falsità iuTentate dai di portarsi col carattere di nunzio
malevoli invidiosi della sua gloria ,
in Sicilia nel i352, per islabilire
tentando offuscarla , accusandolo una perfetta concordia fra Lodovi-
persino al s. ofTizio, che piedicando co i re d' Ungheria, e Giovanna I

in Francia avesse proferite alcune regina di Napoli, nella quale lega-


proposizioni ereticali. Chi però ne zione ebbe a compagno Guglielmo
fu r autore ne pagò anche in que- arcivescovo di Braga. Innocenzo VI
sto mondo la pena con una ignomi- a' 17 settembre del i36t lo creò
niosa fine, a cui dall' umana giu- cardinale diacono, sebbene assente;
stizia condannato a morte per
fu poi ebbe per diaconia la chiesa di
altri dcliltf. Conoscendo il Marzalo s. Marra in Portico, e fu fallo ar-
che alle calunnie taluno fatalmente ci[»rcte della basilica di .'^. Pietro.
vi credeva, ne concepì tal coidogiioj Intervenne al conclave per Urbano
che morì d' anni G4 nel convento V, e lo tìeguì da Avignone in Ita-
di Frascati nel 1607, dopo 38 me- lia, noft a quello di Gregorio XI,
VOI. XLIII. >4
aio MAS MAS
che partendo da Avignone lo lasciò D* ordine di Celestino III si du-
ni governo di quello stalo, e mo- vette recare a Genova nel 1 196
rendo in Roma noniinollo suo esecu- col carattere di legato pontificio,
tore testamentario. Benché non fosse per quietare le civili discordie in-
presente all'elezione di Urbano VI, sorte tra i genovesi ed i pisani. In-
aderì al partito dell' insorto anti- nocenzo nel
198 lo spedì le-
III I

papa Clemente VII ; mori nello galo in Toscana, in compagnia del


scisma in Avignone nel i4o3, e fu cardinal Bernardo^ per dichiarar
sepolto nella chiesa de' celestini al nulli ed invalidi alcuni patti stipu-
ponte di Sorga. Iati tra parecchie città della To-
MARZIO ( s. ), abbate. Nato in scana, senza consenso della santa
il

Alvergna verso l' anno 44^, diede Sede, che avea diritto su quel du-
a conoscere fin dalla sua giovinezza cato. Scrisse le vite di alcuni Popi,
grandissimo zelo pel servigio di Dio, o a meglio dire fece delle aggiunte
e per gli esercizi della penitenza. alla cronaca creduta del Pontefice
In età di circa cent'anni si ritirò s. Damaso I, secondo il Ciacconio
sopra una montagna poco lungc da e rOudiu. Queste vite sono ripor-
Clermont, ove si unirono a lui al- tate dal Muratori nel t. Ili, Script,
quanti discepoli, i quali viveano co- rer. Italie, par. I, p. 3 04 e seg.
m'esso delle limosi ne de' fedeli. Au- IlMansi però ha dimostrato che
mentatasi la comunità, edificò un Pandolfo scrittore delle vite de'Pa-
monastero più regolare, in cui vis- pì è diverso dal cardinale, e il

se oltre sessant'anni in applicazio- Cardella vi conviene. Compose al-


ne continua a tutti i suoi doveri. tresì una storia riguardante le im-
La sua eminente santità lo fece giu- prese e le preclare azioni de' suoi
dicar degno del sacerdozio. Iddio concittadini, la quale non ha mai
r onorò del dono dei miracoli ; e veduto la pubblica luce. Si trovò
fra quelli cui tornò la salute in presente alla canonizzazione di s.

una maniera soprannaturale, si an- Giovanni Gualberto, ed ai comizi di


novera Fiorenzo padre di s. Gre- quattro Papi, morendo in gran ri-

gorio di Tours. Morì verso Tanno putazione ed in età decrepita cir-


525, ovvero 53o, e fu seppellito ca il 1202, essendo primo dell'or-
nella cappella del suo monastero. dine de' preti. L* Einsengreno scrisse

Onorasi in Alvergna il dì i3 aprile. di lui, che fu dottore in sacra Scrit-


MASAMIG. Sede vescovile della tura, oratore eloquente, peritissimo
diocesi de'caldei, sotto la metropoli nell'arte di perorare, storico cclo-
di Bassora, di cui ne fu vescovo bratissimo, e talmente versalo in
Abramo, che sedeva sotto il cat- teologia, che a niuno la cedeva in
tolico Jesuiab III. Oriens christ. tal facoltà.
ì. II, 1260.
p. MASCHERA, Oscillum, Perso-
MASCA Pandolfo, Cardinale. nay Larva. Faccia testa finta di
Pandolfo Masca pisano, distinto col carta pesta, di tela cerata e dipin-
titolo di maestro, fatto suddiacono ta, di cera o di cosa simile. Co-
del palazzo apostolico da Calisto II, pertura con un naso e con due
in premio di sua esimia virtù, nel occhi che mcttesi sulla faccia per
dicembre 182 Lucio III lo creò
1 trasfrrmarsi, siccome dicesi anche
cardinale prete de' ss. XII Apostoli. della persona stessa che si trasfoi>
MAS MAS 2 1 !

ma. La maschera si usa principal- suoi compagni i borghi e i villaggi


mente in tempo di carnevale. Tra- con quella
follia avventurosa. In
vestimento di varie foggie^ contraf- appresso pensò a fabbricare al-
si

fazione di abiti e di costumi, ed cuna specie di maschere, che di™


anche di favella di varie persone cevansi fatte colle foglie di una pian?*
e nazioni. Chiamasi in latino la ta nominata arction, alla quale si

maschera persona per doppio si- fa'' corrispondere la nostra bardana


gnificato il primo è a personando,
: grande o maggiore, detta tuttora
secondo Gellio, lib. 5, cap. 7. Nani arction lappa. Allorché il poema
caput, et OS cooperimento personae drammatico acquistato ebbe tutte
tectum undique^ luiaque tantum vo- le sue parti, gli attori trovaronsi
cis emittendae via apertum: quo- forzati a rappresentare personaggi
lìiam nec voga^ nec diffusa est, in diversi generi, di diverse età e
in unum tantum modo exitum coar- di diverso sesso, e quindi si videro
ctal voceniy et magis claros^ cano- obbligati a cercare qualche mezzo
rosque sonitus facit. Ob eam cau- per cambiare ad un tratto di for-
sani persona dieta est, o, littera ma e di figura . Fu dunque in
propter vocahuli forniam produciio- quella occasione, che secondo alcuni
ne. Secondo questa etimologia era comparvero le maschere di diverse
il costume de' gentili tanto latini sorte, le quali oltre i lineamenti
ijuanlo greci, che nella morte dei del viso, rappresentavano ancora la
nobili usavano i trombetti ed i barba, i capelli, le orecchie, e tal-
suonatori di flauto, e costumavasi volta fino gli abbigliamenti delle
particolarmente in Roma, dove so- teste femminili. Non è pre-
facile
navano in tale occasione maschera- cisare chi fosse l* inventore di quel-
ti. Dicesi ancora la maschera per- le maschere, e si attribuisce al poe-
sona dal figurare con essa, rap- ta Cherilo contemporaneo di Tcspi^
presentare e fingere alcun perso- ad Eschilo che almeno ne estese
naggio; onde da Seneca fu detta l'uso e l'applicazione, al poeta Fri-
Personata felici tas , la felicità non nico ch'espose pel primo nel teatro
vera ma simularla, quasi dica ma- una maschera da donna Ptoscio .

schera di felicità. Marziale chiamò Gallo poi fu il primo che mostrossi


maschera i tinti capelli, e masche- con una maschera sul viso nel tea-
ra del capo fu detta la parrucca. tro diRoma, alGne di nascondere
L' invenzione della maschera si at- la deformità de'suoi occhi ch'erano
tribuisce agli egiziani, propagata da biutlamente loschi.
Orfeo ne' greci, e da questi passata La forma, come pure la materia
ai romani, e dall' Italia in Germa- di queste maschere non fu sempre
nia, e diffusa per tutto il mondo. eguale. Le prime non erano for-
Le maschere del teatro debbono la male se non che di foglie o di
loro origine all'arte dell'imitazione. corlcccie d' alberi; in appresso se
Non fu da principio se non che ne fabbricarono di cuoio, foderate
tingendosi o imbrattandosi il volto^ di tela o di qualche altro tessuto,
che i primi attori si mascherarono. ma come facilmente perdevano le
Tespi poeta tragico greco ed at- loro forme e i loro lineamenti, si

toi^, fu il piioio che bruttandosi introdusse la pratica di farle inte-


il viso di feccia di vino, scorse coi ramente di legno. Il greco Giulio
,
,

212 MAS MAS


Polluce nel lib. IV del suo Ono- volgendosi or ila una parte, or daf-»
mastico dislingue Ire specie di ma- r altra, mostrasse sempre quel la(a
schere sceniche, le cornicile, le tra- della maschera che conveniva alla
giche e le satiriche, poiché la sa- sua situazione attuale, in quelle sce-
tira entrava allora tra le rappre* ne, in cui necessario diventava il

sentazioni drammatiche. In gene- cambiamento improvviso. F. Fran-


rale la forma delle maschere por- cesco Ficoroni, Le mascìiere sceniche
tava al ridicolo, e consisteva in e le figure comiche ci' antichi ro-
quello che noi chiamiamo carica- manif Roma 1736. Inoltre le ma-
tura ; le maschere tragiche erano scheie furono dagli antichi usate
formate in modo da ispirare la frequentemente nelle cerimonie re-
compassione o il terrore; le ma- ligiose, e specialmente nelle feste
schere satiriche presentavano esseri di Bacco, e di molte altre divinità,
immaginari, come satiri, fauni, ci- conie in quelle di Minerva, di Ci-
clopi e simili, aventi un aspetto bele, d' Iside ; nelle feste di Cerere,
piacevole, con lineamenti regolari. di Strema , nelle saturnali, nelle
Nelle maschere antiche l'ampiezza lupercali. Venerando pagani i Iside
della bocca era frequentissima, affin- qual madre degli Dei, nell'entrare
chè più facilmente uscisse la voce de- di primavera ne celebravano solen-
gli attori, e non solo coprivano la nemente la festa romani, andando
i

faccia, ma tutto il capo. Oltre le ma- mascherati, ed avendo libertà di


schere sceniche, igreci conoscevano rappi'csentare chiunque avessero vo-
altre tre specie di maschere distinte luto, eziandio magistrali, e con
i

con tre differenti nomi, i quali [>erò tanta naturalezza che i finti dai
in appresso furono adoperati in- veri non si distinguevano. In una
differentemente per indicare qua- di queste mascherate, certo Mater-
lunque sorte di maschere. Le più no mascherato da alabardiere tentò
comuni e naturali chiamavansi prò- di uccidere Comodo, per impadro-
sopopeìe; meno comuni erano quel- nirsi dell' impero. Si faceva uso
le degli altri due generi, dette mor- altresì delle maschere ne' trionfi
molycheia e gorgoneia: le prime nelle pompe pubbliche, talvolta nei
servivano a figurar le ombie o le banchetti e fors' anche ne'funerali,
anime de' morti, e avevano sempre giacché, come si avvertì, i suonatori
qualche cosa di spaventevole; le di flauti edi tromhelte sonavano ma-
altre erano fatte anch' esse per i- scherati. Era eziandio uso antico dei
spirare terrore, e non rappresentava- pagani mascherarsi il piimodi genna-
no che figure spaventevoli, come le io, e prendere la figura di certi ani-
Gorgoni, le Furie e cose simili. mali, come di vacca, di cervo, ec.
Altra maschere furono
specie di S. Massimo vescovo di Torino, nel
quelle inventate da Ermone, dette sermone ch'egli lece nel primo del-
hermoneìa, e di due sorte , cioè l' anno 4^9 circa, sgridò assai co-
calve sul davanti con barba ben loro che secoiìdo la superstizione
fornita,con sguardo aspro e corruc- de' gentili si tramutavano in cose
ciato, e semplicemente colla testa oltremodo sconce e contraffatte
rasa e la barba foltissima. Fra le perchè gli uomini non solo si tras-
maschere comiche alcune avevano formavano in donne, ma in di-
doppio il viso, forse perchè TaUore verse maniere d' aiumali, aiwi dì
MAS MAS 2i3
mostri. TI concilio di Atixerre del tanto per la santità dello slato chle-
585 probi ai cristiani d' imitare ricale, quanto per gli statuti dei
tale cos5tume; ed un antico canone sinodi, che proibiscono siffatto abu-
penitenziale romano impone tre so sotto pena di scomunica incorsa
anni di penitenza a chi avesse da- pel solo fatto, e per la testimonian-
to questo scandalo, su di che può za de' casisti anche i più. rilasciati,
vedersi le noie del p. Menard sul come Diana, Bonacina e Sanchez.
Sa grame ntario di s. Gregorio 1, Del paganesimo resta una delle
p. 252. traccie nelle ferie carnevalesche;
La legge di Mosc proibiva alle e quanto al tempo, siccome i ro-
donne vestirsi da uomo, ed agli mani antichi si mascheravano al-
uomini prendere gli abili da don- l' primavera, quasi
incominciar di
na, perchè quest'era un'abbomìna- presso a quel tempo ora incomin-
zione innanzi a Dio, come si legge cia il carnevale in Roma della :

nel Deuteronomio e. 22, i, 5. Os- faceta e notissima maschera napole-


servano i commentatori che presso tana del Pulcinella, il Cancellieri ri-
i pagani i sacerdoti di Venere in portò alcune erudizioni a p. 4^ ^
certe cerimonie si vestivano da 44 ('elle sue Notizie della venuta
donne, e che per sacrificare a Mar- in Roma dei re di Danimarca, ec.
te le donne prendevano gli abiti I ss. Ambrogio, Agostino, Pier Gri-
e le armi da uomo ; dunque la sologo { il quale inveì contro i cri-

legge proibì ai giudei una delle stiani che nel primo di gennaio
superstizioni dell'idolatria. Gli stes- con maschere prendevano la forma
si autori profani rimarcano che degli Dei de' gentili), e fra'greci s.
queste sorte di maschere aveano Gio. Crisostomo, riprovarono nei
sempre per iscopo il più materiale cristiani l'abuso di mascherarsi, ed
libertinaggio. pur troppo che
Si sa altrettanto fece s. Carlo Borromeo,
presso noi, come altrove, quei che Jet. eccl. Mediol. p. 7, e. 7. Tut-
si mascherano per trovarsi nelle ta volta in progresso di tempo le
notturne radunianze, lo fanno per maschere si sono straordinariamen-
godere sotto la maschera quella li- te aumentate, moltiplicate e modi-
bertà, che non avrebbero co^iaggio ficale in varie forme ne'tempi mo-
di prendersi a faccia scoperta. Di- derni, massime dopo l'introduzione
cono moralisti
i che l' uso delle de^Daili in maschera, antichissinù
maschere diviene illecito in molte però in Francia in-
Italia, ed in
circostanze, come nei divertimenti trodotti sotto Luigi XIV, nel qual
di carnevale
ed altri simili, essen- tempo sussistevano le maschere dal-
done conseguenza ordinaria il pec- l' introdotte nel
Italia regno di
calo. Quanto agli
ed ecclesiastici Francesco I, cioè le maschere di
ai, religiosi, che si mascherano per velluto nero foderate di pelle, che
allegria e divertimento, è opinione le donne usavano per conservar la
di alcuni moralisti che non si pos- pelle o per una specie di modestia
sano scusare di peccato morlale, per essere meno esposte alla vista
come lo prova solidamente il p. del pubblico, e da esse derivarono
Concina domenicano veneto, in u- in Italia quelle che coprivano sol-
na dissertazione su questo argomen- tanto metà del volto. Di siffatte
la
to stampata in Roma nel 1752, maschere conservatrici della pelle
4i4 MAS MAS
e del coloic ilei viso, di rijxii'O al Sis, di cui fu vescovo Tarasio che
vento ed al ne attribuiscesole, se assistette al concilio di Sis. Oricns
r invenzione
a Poppea moglie di christ. l. I, p. 1437.
Nerone, che inventò pure altri mez- MASCIARTUM. Sede vescovile
zi per conservare la bellezza fem- armena sotto il cattolico di Sis,
minile. Nel possesso preso da Cle- il cui vescovo Vertano intervenne
mente XI nel 1701 , la regina di al concilio
di Sis. Oriens christ,
Polonia Maria Clementina si recò t. I,1437.p.
a vedere la cavalcata nel palazzo MA SCIO Girolamo, Cardinale.
nuovo de' conservatori sotto bal- F, Nicolò IV, Papa.
dacchino, e finché non comparve MASSA di carrara { Mus-
il Papa avea tenuta maschera la sta ). Città con residenza vescovile
di velluto. Delle maschere e delle nel ducato di Modena presso la ri-
mascherate ne parlammo in diversi va sinistra del Frigido, in una a-
articoli del Dizionario ; ed oltre gli mena pianura, capitale del ducato
articoli Befana ed Epifania , si di Massa-Carrara. I due paesi di
possono vedere Giuochi nel voi. Massa e di Carrara sono compresi
XXXI, p. 176, 177, 178 e 187, nella Toscana occidentale, e costi-
ove si disse del carnevale e delle tuirono altre volte due vicarie se-
corse de' cavalli ; Festa nel voi. parate, dipendenti talora da un sol
XXIV, p. 21 3, 223, 224 e 225, governo, tale altra dominate da
in cui si parlò delle bizzarre e cla- padrona parziali sotto titolo diver-
morose feste dei re della fava, del- so ; poiché Massn in origine fu do-
la festa degli asini, e delia festa minata dai marchesi, e perciò de-
dei pazzi ; e principalmente nel voi. nominata Massa del Marchese j
X, a Carnevale^ ove si trattò de'sa- nel i568 fu eretta in principato,
turnali, baccanali, ed altre gozzovi- e nel i663 in ducato. Al contra-
glie e dissolutezze degli antichi ; rio Carrara intorno al mille fu da-
delle feste di Bacco, di Cerere, di gli imperatori concessa e quindi
«Strenia, delle lupercali, di quelle confermata in feudo col suo terri^
de* pazzi e degli asini in cui avea- torio ai vescovi di Lun» ; più tar-
no luogo mascherale bizzarre e li- di fu dominata or dai pisani, or
cenziose ; dell' uso delle maschere dai lucchesi, talvolta dai Visconti
e di quelle che aveano luogo nelle di Milano, finché ceduta ai Cam-
caleode di gennaio, ed altre diver- pofregosi di Genova, fu da questi
se mascherate, non che di quanto eretta in signoria. Acquistata poi
fece la Chiesa nel tollerarle, pro- dai marchesi Cibo o Cybo Maia-
movendo al tempo stesso molti eser- spina di Massa, fu dichiarala ca-
cizi Finalmente nel me-
di pietà. poluogo di marchesato, poi di prin-
desimo volume evvi Carnevale di cipato, finche sotto Francesco IV
BoMA brillantissimo e giocondo
, duca di Modena, Carrara fu con-
spettacolo, come si celebrava anti- teu)plata come un solo
ducato
camente, delle mascherate e corse con quello di Massa, per quanto
di cavalli che hanno luogo oggidì, questa ultima città serva di resi-
e dellij sospensione delle maschere. denza alle primarie autorità go-
MASCHIE VOHUM. Sede vesco- veinalive, giuridiche, politiche, fi-

vile armena Sotto il cattolico di nanziarie e militari. Essendo (lonii»


MAS MAS 2i5
lìiitrice Massa e Carraia Maria
di ducato di Massa e Carrara nel
Beatrice, moglie di Feidiuando ar- 1820, che pose in attività nel 1824.
ciduca d'Austria, figlio dell'impe- Morta la duchessa a' i4 novembre
ratore Francesco I, ultimo rampol- 1829, il ducato passò al figlio Fran-
lo delle case Este e CiboMalaspi- cesco IV duca di Modena, arciduca
iia, nel 1796 al declinar del seco- d'Austria e suo primogenito. Le
lo passato e nei primi del corrente memorie storiche d'illustri scrittori
la guerra dei francesi fece cambiare e d' uomini insigni del ducato di
aspetto politico agli stati di Massa e Massa e Carrara in Lunigiaua, si
Carrara, che furono uniti alla re- leggono nel voi. I, p. i5i e seg.
pubblica Cisalpina, ed alla prefet- delle Mem. storiche, di Limigiana,
tura del dipartimento del Crostolo, di Emmanuele Cerini. Questi cenni
poscia passarono sotto il regno ita- sono per quanto spetta al ducato
lico al dipartimento delle Alpi A- di Massa e Carrara, ora prima di
puane finalmente per decreto dei
; parlare della città di Massa, pre-
3o marzo i8o6 il paese di Massa metteremo alcune notizie sulla cit-
e Carrara fu eretto iu feudo im- tà di Carrara. F'. Modena, e Cibo
periale da Napoleone, coll'assegnar- Famiglia.
ne r amministrazione governativa C^/T^r^, capoluogo di comunità
alla principessa di Lucca Elisa di e di principato, trovasi alle base
lui sorella. Questa dopo aver fat- occidentale dell' Alpe Apuana, e
to di Massa e Carrara una sotto- nel fondo della valle solcata dal
prefettura, dopo aver messo il nuo- piccolo fiume Avenza, quattro mi-
vo feudo imperiale a parità di re- dal suo litorale, sot-
glia distante
gime con quello di Lucca, e dopo to queimonti inesausti di candido
aver destinato per le villeggiature marmo, per cui Carrara ebbe ori-
il palazzo de' ducili di Massa a sua gine e celebrità. In fatti l'etimolo-
abitazione, decretò che il tempio gia di questa Carrara , Carraria,
maggiore de'massesi si distruggesse piuttostochè dalla strada Carrarec-
dai fondamenti per avere piti vasta cia sterrata, sembra cosa più ana-
piazza avanti il palazzo, e più li- loga derivarla dalle sue cave, che
bera visuale verso il tramonto. Co- Carrariae appellavano gli scrittori

sì la chiesa più moderna, più va- de'tempi barbari. L'origine di Car-


sta, la meglio architettata ed or- rara risale all'epoca delle prime la-
nata di Massa sparì in poche set- vorazioni delle lapidicine di Limi
li uta ne, senza che la città guada- [P^edi), come il punto più centrale
gnasse nulla dalla momentanea re- delle cave, il luogo di maggior riu-
sidenza dc'uuovi principi. Nel 1809 nione e domicilio di lavoranti, di
Napoleone conferì suo gran giu-
al amministratori o altri impiegali
dice Regnier il titolo di duca di del fisco imperiale,conto di per
Massa- Carrara. Alla ripristinazione cui si amministrava-
scavavano e si

delle cose politiche, nei trattato di no nei primi secoli dell' impero ro-
Vienna de' 9 giugno
i8i5, il du- mano le cave dei monti di Luni.
cato di Massa e Carrara fu resti- E incerto se i manni lunensi di
tuito, alla sua naturale sovrana Ma- Carrara furono adoperati dagli e-
ria lìealrice, la quale ordinò l' u- liuschi o dai liguri che occuparono
tilibsuno e dispendioso catasto del per lungo tempo il paese fra {Wv-
DìG MAS ci AS
pò e Magra. ScI)bcno gli scrit-
la gli fiorili, i bianco-venali e barr
Ipri del secolo di Angusto non fac- digli venati e macchiati di pao-
cia do parola della scoperta del bian- nazzo.
co ordinario e del marmo turchi- F'ra gli cdifizi e monninenti piìi

no venato o bardiglio che scavasi rimarchevoli di Carrara, cvvi il pa»


d«i tempo imnìemorabile monti nei lazzo del principe, ove nel 181 5 vi

di Carrara, pine da Strabone si fu accademia delle bel-


trasferita 1*

ha la conferma che n' suoi tempi le arti eretta da Maria Teresa, cui

si rejiavano dalle hmensi lapidicine nel 1769 aveva assegnato un nuo-


grandissime tavole, colonne è mas- vo edifizio, avendola arricchila di
si marmorei per faine squisiti la- eccellenti esemplari la duchessa Ma-
vori che ammiravansi in Roma e ria Beatrice. La chiesa collegiata
in Che il luogo
altre qilta d'Italia. insigne di s. Andrea fu fabbricata
di Carrara sino dai primi tempi npl XIII secolo, quindi adornata
dell'impero fo^se abitato da varie di sculture nel XV, pregevoli per
classi di qrtisti formanti probabil- lo studio dell'arte; il capitolo si

inente collegi, e forse con decurio- compone delle dignità del prepo-
ni^ ne danno argomento per cre- sto, del primicerio e dell' arcidia-

derlo il lusso introdotto nella capi- cono, con quattordici canonici, eser-
tale del mondo sino dai tempi di citando il preposto l'incarico di
Mamurra, che volle l'atrio del suo pievano e di vicario foraneo sopra
palazzo adorno di colonne di mar- il clero e popoli della comunità di
ino lunense; e lo attestano le ma- Carrara. Esistono altri edifizi sacri,
gnificenze di Augusto che cangiò e tutti copiosi di marmi, fra i

Iloma di laterizia in marmorea, /V quali si distingue per ricchezza c|i

ciò si aggiunga, che a ciascuna spe- pietran^i stranieri, il tempio della


cie di lavoro di marmo erano an- xMadonna delle Grazie; per buon
che a quell'età destinati diversi ar- di seguo, e per un eccellente dipin-
tefici, scufptores, mnrmorarii, lapi- to quello di s. Giacomo annesso
(larii^ (jiiadraianiy musaru\ cluira- allo spedale, e l* altro di s. Fran-
itcr'n ec. Il marmo
candido finissi- cesco de' minor osservanti. Le due
jno statuario delle cave lunensi, fu piazze, varie strade, e alcune ahi-
al dir di Plinio scoperto poco pri- tazioni private sono adorne di fon-
ma di sua età ; la quale scoperta ti di acqua potabile : una d' esse
fece diqienticare agli scultori venuti situala nella piazza A Iberica scatu-
in Italia dalla Grecia il loro fami- risce dal piedestallo di una stallia
gerato marmo pario o paro e quel- colossale che il pt)polo carrarese
lo pentelico, di cui sino allora a- innalzò all' ultima sua sovrana Ma-
veano gli statuari qijasi esclusiva- ria Beatrice figlia unica dell'ultimo
mente fatto uso. Sotto il monte rampollo di due sovrane famiglie
Sagro esistono le più doviziose ca- italiane, madre di Francesco IV.
e
ve. Le principali qualità dei mar- Non mancano a Carrara decenli
mi di Carrara sono gli statuari fini palazzi di marmo, ne buone ahi
bianchi-avorio, gli oi'dinari bianchi ta/ioni non proporzionate però a
,

di qualsivoglia grandezza, gli sla- (|uesto paese di artisti, inmezzo al


stuari salini, gli ordinari di tin- più ricco e più celebre emporio di
ta bianca cerulea, i veriali bardi- marmi, per cui si conleojplano dai
MAS MAS 2 17

forastieri le montagne di esso; es- bra certo che l'origine di Cai rara
sendo poi le numerose officine, lic- si debba ritenere contemporanea
clie di lavori di statuaria, e di or- alle suaccennate lavorazioni ; ma la

nato. Carrara è madie di uomini di lei sorte affievolì, e quasi restò


distinti in varia sfera, fra' quali si spenta con la fortuna di lloma, e
innaÌ7arono in grido nel secolo con la rovina del suo impero. For-
XVI, Danese Catimeo poeta e scul- se (jualche sollievo potè risentire la
tore; Francesco Moscliino scultore contrada dal genio di Teodorico re
e ornatista Francesco e
insigne; de' goti: quindi seguirono circa sei
Agostino Caiamecch, artisti che la- secoli di tenebre, durante il qual
sciarono opeie celebrate in Messina; tempo dubitano che vi gli storici

Pietro Tacca scolare il più valente sia monumento marmoreo, che pos-
di Gio. Bologna e Antonio Guidi ; sa dirsi uscito allora dalle viscere
cognato di Tacca, scultore e inge- dei monti di Carrara. Era il pae-
gnere. Appartengono al secolo XVII se in abbandono, quando gl'impera-

Ferdinando Tacca, degno figlio di tori Carolingi lo donarono ai vesco-

Pietro; Giuliano Finelli, scultore in vi e conti di Luni, e Ottone I nel

marmi e in bronzi ; Andrea Bol- g63 confermò loro la corte di Car-


gi Francesco e Gio. Battista Ba-
; rara Nuova, e piti larga donazione
ratta. Nel secolo XVIII il ven. fu fatta a que' prelati da Federico
Gio. Francesco Tenderini vescovo I nel I 1 85, e da Enrico V nel l

di Civita'Castellana , insigne per ifC)!, comprese le cave carrai'esi.


cristiane virtù ; Cybei, due Fran- Divenuta la sede di Luni pericolo-
zoni ; ma tutti cedono per fama sa ad abitarsi per cagione de' pi-
di sapere a tre grand' uomini del rati, e di mal' aria, i vescovi pas-
secolo XIX, ebbero culla
i quali sarono a risiedere in Carrara, e
in Carrara, cioè Carlo Finelli, cav. vi erano nel 998. Tre secoli prima
Pietro Tenerani scultori insigni, e nelle vicinanze di Carrara si riti-
Pellegrino Rossi commendatore, pa- rò s. Ceccardo martire della chie-
ri di Francia, e ambasciatore di sa hmense, patrono principale della
Francia presso Pontefici Grego- i città e distretto di Carrara, nella
rio XVI e Pio IX. In Avenza vi cui collegiata venerano con fi
si

è r arcipretura di s. Andrea, in Be- ducia le sue reliquie, ed ove nei


dizzano quella di s. Genesio, in ii37 convivevano preti col pieva-
Fossola e Moneta quella di s. Gio. no. Gottifredo II vescovo di Luni
Battista, ed in Gragnana e Noceto e Sarzana nel i5r stando in Car-
i

r altra di s. Michele ; oltre a ciò rara fece solenne cessione della pie-
nella diocesi sotto la comunità e ve medesima di s. Andrea, e di
principato di Carrara vi sono altre tutte le sue parrocchie suffraganee,
sette chiese rettoriali. Il clima di giurisdizioni, decime e beni, a f^i-

Carrara e di tutto il territorio ge- vore del priore della chiesa de'ca-
neralmente è temperato , di aria nonici lateranensi di s. Frediano
elastica, pura, e tale che imprime di Lucca. Da quell'epoca in poi
all'individuo un carattere vivace, sino al secolo XVI 11 la pieve di
intraprendente, generoso. Carrara fu considerata qual chiesa
Dall' accrescimento e floridezza nidlius clìocesis, governata dal dello
commerciale de'inarmi lunensi, scm- priore con tutti i diritti abbaziuli.

I
2i8 MAS MAS
^[el Icmpo che i carraresi furono Ciò. Galeazzo Visconti, che accor-
lìi-essochè esentali cUillu potestà spi- dò loro onorevoli condizioni, fra le
rituale de' vescovi di Luni, a poco a quali di non cederla ad altro co-
poco si emancipò ancora dalla loro mune, di nominare per vicari per-
potestà teujporale per costituirsi e sone ghibelline, di abolire le pre-
reggersi a comune : tale già era di stazioni personali , di lasciare al
fatto quando i suoi rappresentanti comune le gabelle sul commercio
ottennero dal loro antico signore de' marmi, e di reggersi coi pro-
il terreno per edificare la borgata pri statuti.
di Avenza per comodo de'carrettie- Nel i4o2 diventò signore di
ri e marinari destinati al trasporto Carrara Gabriele Maria Visconti,
de'marmij ora grosso borgo e ca- figlio del precedente, ma la prese
stello.Nel I202 in un compromes- in consegna e in pegno il capitano
so fra il vescovo di Luni e mar- i Giovanni Colonna, per 26,47^ ^^^'
chesi Malaspina, intervennero co- rini di paghe arretrate: il paese
me garanti i consoli e i militi del saldò il credito , e nel 14^4 '^

comune di Carrara, segno evidente suo vicariato fu consegnato a Pao-


del suo governo municipale. Indi lo Guinigi signore di Lucca, previo
Carrara soggiacque al dominio dei lo sborso al Colonnese di i5,ooo
pisani, che s'impossessarono degli fiorini d'oro fatto dai lucchesi. Nel
antichi feudi de' vescovi e conti di 1428 fu presa ai lucchesi dal
Luni; ed ai pisani dovè la riattiva- marchese di Fosdinovo Malaspina,
zione delle sue lapidicine promossa e un anno dopo per conto dei
dall' innalzamento della magnifica primi r occupò Nicolò Piccinino.
primaziale, e dalle opere stupende Indi nel i4^7 ^^ ritolse ai luc-
scolpite da Nicolò Pisano e dai nume- chesi pei fiorentini Francesco Sfor-
rosi suoi allievi; e fu altresìdurante za, che nel i44' '^ restituì ai Vis-
il loro dominio, che i carraresi co- conti. Estinto Filippo Maria, ulti-
minciarono a edificare con disegno mo di essi, i dinasti limitrofi Tom-
gotico- italico il piti bel tempio del maso Cainpofregoso signore di
medio evo eh' esista in Lunigiana. Sarzana^ e il marchese Malaspina
Alla signoria della repubblica di si disputarono il possesso di Carra-

risa iu questa contrada subentra- ra e suo vicariato, finché nel i44^


rono altri potentati per la foiza fu aggiudicata la signoria di Car-
delle armi, o per quella dell' oro. rara a Spinetta Fregoso, indi al
Caslruccio signore di Lucca la con- suo figlio naturale Antonielto sotto
([tiislò nel i322, enei 1829 fu com- l'iniluenza dei miliuiesi. Nel 147^
prata dagli Spinola genovesi ; indi Giacomo Malaspina marchese ài
nel i33o e i335 l' acquistarono Massa cede ad Antonielto le sue
Rossi signore di Parma, e Mastino terre di s. Nazzario presso Pavia,
della Scala tiranno di Verona. Nel oltre 5ooo scudi d'oro, e ne rice-
1 343 fu occupata da Luchino Vis- vè in permuta la signoria di Car-
conti, i cui successori diverse vol- rara, con tutla la sua valle. In-
te vi ebbero dominio, anzi Berna- sorto contrasto nel i4B3 tra i suoi
bò la destinò per spillatico a Re- due figli Alberico e Francesco, il
gina Scaligeri sua moglie. Nel iSB') secondo s'impadronì di Carrara, che
i carraresi riconobbero per signore poi restituì nel i4^4 ^'^ gennaio
MAS MAS 2 r
9
i) lialt'llo. Mancato Alberico nel ereditario di Modena, esercitò sul
i5i9 senza successione maschile, paese piena sovranità, la quale
I suoi stali di Massa Carrara
e passò nell'unica sua figlia Maria
passarono sotto la reggenza di sua Beatrice erede eziandio dello slato
figlia Ricciarda, la quale riaiasta di Modena e di Massa , quindi
vedova' nel i520 di Scipione Fie- nei duchi di Modena . Ora ritor-
sco, passò in seconde nozze col niamo a parlare di Massa.
conte Lorenzo Cibo o Cybo, nipo- Massa fu denominata Massa da-
te per padre d'Innocenzo Vili, e cnlcy Massa lunense , e Massa
di Leone X per via di madre. Cybeay città che fu per più secoli
Nacquero da questo matrimonio, la residenza de* suoi principi, ora
Giulio che nel i548 terminò con di un governatore ducale, sede di
tragico fine la vita nel castello di un nuovo vescovato capoluogo ,

Milano, e Alberico che fu il primo tli tribunale di prima e seconda


dinasta della casa Cibo-Malaspina, istanza civile e criminale, e di co-
subentralo al governo dopo la munità. Sono due Masse , l'antico
morte i553, di-
della madre nel castello detto Massa vecchia, si-

chiarato principe di Massa e mar- tuato sopra un poggetto isolato, che


chese di Cairara con diploma del- ha alle sue spalle il monte di Vn-
l'imperatore Massimiliano II, de'aS riana, e dal lato di levante greco
agosto i568. Deve Carrara a que- la Massa nuo-
sottoposta città di
sto valoroso principe la costruzione va o Cyhea^ dove già fu lui bor-
ed estensione delle sue mura ur- go appellalo Bagnaia. La popola-
bane ; quella di una vasta piazza zione e i principali edifizi pnl)bli-
che porla suo nom.e ; alcune
il ci e privali esistono in Massa
delle sue pubbliche fonti che l'a- nuova , la quale risiede alle falde
dornano ; r erezione del palazzo occidentali del colle di Massa
sovrano, oggi sede delle belle arti ;
vecchia j in pianura disposta a gui-
1 suoi statuti municipali, che so- sa di cornice o margine della lar-
no tuttora di norma alla giurispru- ghezza di un miglio in ciica, la
denza di questa città; una conven- quale costituisce lo zoccolo me-
zione generosa che stabili coi mae- ridionale Alpe massese. Non
dell'
stri dell'arte statuaria e cogli scar- solo la duchessa Maria Beatrice
pellini , nel di cui ruolo è notato, eresse un magnifico ponte dopo ,

che nel 1570 erano fuori della caduto il nuovo appena terminato,
patria 5oo fra scultori e altri per attraversare il fiume Frigido,
lavoranti di marmo. Alberico 11 di marmo donato e trasportato
bisnipote del primo Alberico no- sul luogo dai carraresi, che gratui-
minato, poco dopo salito sul so- tamente lo lavorarono; ma ad og-
glio avito, nel 1663 ottenne dal- getto di procurare alla città mag-
l'imperatore Leopoldo I l'elevazione gior decoro, e provvederla di una
di Carrara in principato. L'ultimo quantità più copiosa di pubbliche
principe di <(uesta dinastia fu Al- i'onli di acqua [«olabile, di che
dcrano che lasciò lo stato a Ma- sono ricchi i colli superiori, negli
ria Teresa sua primogenita, la qua- ultimi anni del suo governo ft;ce
le anche dopo maritala nel 174^ costruire un acquedotto per con-
ad Ercole Rinaldo d'Esle piincipe tlurre una ricca sebbene umile ibn-
,

a2u MAS MAS


te fìiio al centro della piazza in Massa vecchia fm*ono espulse dai
ducale, cui fa bella aziona una loro monasteri sotto la republ)lica
(iiipÙce fila di piante d'aranci di Cisalpina. Restò esente da tante di-
Portogallo. La medesima duchessa struzioni il conservatorio delle sa-
compì a benefìzio dell' umanità lesiane in Maria delle Grazie, il
s.

languente un comodo spedale, e- (piale si conserva tuttora in ima


retto nel già convento degli ago- amenissima posizione sopra il col-
fitiniani della Madonna del Monte. lctto a cavaliere della città.
Volendo procurare alla gioventù La città di Massa diede una se-
ottima educazione morale e reli- rie di uomini illustri per valore,
giosa, vi chiamò i barnabiti, e lo« per politica e per dottrina. Fra i

10 concesse decoroso sostentamento molti ci limiteremo a ricordare il

€ la soppressa casa religiosa dei marchese Alberico I . il di lui zio


serviti sobborgo di Massa; ma
nel cardinal Innocenzo Cibo, il cardi-
al presente non vi sono più. E nal Alderano Cibo decano del sa-
ilifcsa da un castello ed ha stra- , cro collegio, ed altri porporati di
de larghe e ben lastricate, e case tal famiglia, di cui trattammo alle
in generale benissimo fabbricate, loro biografie. Furono valenti ca-
11 palazzo icdifìcato con marmo di pitani , Michele Diana Paleologo
Carrara, antica residenza sovrana, e Gaspare Venturini. Fra politi- i

è bellissimo, come i suoi giardini. ci più riputati sono a rammentar-


Fra gli edifìzi addetti al governo si due principi di casa Cibo, Albe-
inassese Francesco IV fece erigere rico I e il cardinal Irmocenzo sud-
a difesa del litorale diversi forti- delti : a quesli anteriore per età
ni con batteria , nuove case doga- fu Nicola de' nobili Cattanei , e di
nali al confine, ed un palazzo pres- poco posteriore Giulio Brunetti se-
so la piazza ducale , destinato per gretario di s. Carlo Borromeo, e
r uffizio generale delle finanze. Vi antenato di altro più famoso mini-
sono parecchi stabilimenti lettera- stro vivente. Fra doUi, Perseo Cat- i

ri, artistici e di beneficenza. Il suo taneo, Carrara lo reclama per suo;


traffico maggiore consiste nei lavo- Antonio Venturini fu valente medica
ri del bel marmo bianco statuario, e distinto professore d' anatomia. In
proveniente dalle vicine montagne toga si distinsero l'uditore Cosimo
di Carrara. Massa oltre la cliiesa Farsetti, suo parente Andrea Far-
il

di s. Pietro contava quattro mona- setti , Vincenzo Cattaui , Giuseppe


steri di religiosi, due di monaclie, Guerra gesuita , e Gio. Francesco
ed uno di terziarie. Gli agostinia- della Rocca. Fra gli artisti, Felice
ni e i serviti furono soppressi nel Palma, e Giacomo Antonio Ponza-
secolo passalo, i minori osservanti nelli scidtori , Agostino Ghirlanda
nel principio del corrente, e la lo- pittore, e Pier Alessandro Gugliel-
ro chiesa, poco dopo sostituita alla mi celebre maestro di musica nel
collegiata, serve attualmente di cat- secolo XV III. In questo fiorirono,
Itìdrale. Neil' istessa circostanza ven- l'improvvisatore poeta latino Gioac-
nero soppressi i cappuccini poi ri- chino Salvioni, e l'abbate Gaspare
pristinali al ritorno della duchessa Jacopelti, il (piale rianimò 1' acca-
MaVia Beatrice. Anche le monache demia delle lettere delta de' de-
Clarisse e le terziarie francescane reli'Uìj che nel principio del se-
,

MAS MAS 221


colo presente cambiò il nome in IO divinità tutelari allorché si ri-
quello di Accademia delle Alpi fugiarono nel colle di Massa mo-
Apuane^ finche per sovrana appro- derna. Nel li 85 Federico 1 con-
vazione nel i8i4 fu rigenerata sot- fermò ai vescovi di Luni il luogo
to il titolo di Rinnovati. La posi- di Massa, ma siccome nel 1164
zione di Massa, la bontà e tempe- uvea dato l'investitura della cj^uar-
ratura del suo clima, l'ampiezza ta parte di Massa lunense al mar-
delle sue strade e piazze, il decen- chese Obizzo Malaspina, ai discen-
te suo fabbricato , la maestà dei denti di questo, Federico II la

monti che si alzano .alle sue spalle, convalidò, e ciò perchè sino dal
e le squisite produzioni del suolo, secolo XI avea acquistato diritti di
tutto sembra concorrere a gara per proprietà sul paese il marchese O-
dare a questa città un aspetto pit- berto l conte del palazzo sotto i

torico, una fisonomia incantatrice, due primi Ottoni, stipite dei Pal-
alla vista delle sue deliziose colli- lavicini, degli Estensi, dei Malaspi-
ne, ai di cui piedi scorrono spu- na, e dei marchesi Bianchi di Mas-
manti le limpide acque del Fggi- sa. Dalla famiglia Malaspina, una
do, del mare, e del promontorio delle pili antiche d'Italia, alcuni
ed isole del golfo di Luni, ed ame- fanno discendere la gran conlessa
nissima celebrò questa città il Pe- Matilde. Si divise in più rami, la

trarca. più memorabile delle quali divisio-


L' origine di Massa è incerta; il ni è quella de'due fratelli Corrado
primo monumento di sua esisten- e Opizzino o che anche Obizzo,
za è un documento dell' 882, in variarono l'arma, ritenendo il pri-
cui si fa menzione del luogo, ubi mo Tarma antica d'uno spino sec-
dicitur Massa prope Frigido. L'al- co, usando l'altro lo spino con fo-
tro è un diploma del 963, in cui glie e fiori ; i duchi di Massa fu-
Ottone I concesse a Adalberto ve- rono del ramo di Obizzo. I pri-
scovo di Luni, per la sua mensa, mi marchesi di Massa, nipoti dei
la quarta pt^rle di Massa colle sue figli di Alberto Rufo discenden-
dipendenze. Probabilmente dopo il te di Oberto I, furono Andrea
secolo IX, il poggio isolato di Mas- e Guglielmo marchesi di Palio-
sa vecchia offri una specie di ri- di nella Liguria ; il secondo di-
fugio ad una porzione degli abi- venne anco giudice di Cagliari
tanti di Luni, costretti di fuggire dominando il primo nella Mas-
da una patria stata frequenti vol- sa lunense. Figliuoli d'Andrea nei
te assalita e saccheggiata dai pira- marchesati di Massa, di Livorno
ti di terra e di mare, a seguo ta- e di Corsica, più di diritto che di
le, che le sue campagne già ferti- fatto,furono Guglielmo ed Alber-
li ed amenissime, converlironsi in to,che verso la metà del secolo
deserti e pestilenziali lagune. In XIII vivevano in Pisa quasi come
fatti è tradizione del paese , che privati, mentre al dominio di Mas-
un antichissimo Crocefisso e una sa, dopo la morte di Andrea era
campana esistenti o almeno esisti- sottentrata la nipote donnicella
ti in Massa vecchia^ fossero di que- Benedetta, come figlia di Gugliel-
gli oggetti sacri che i cittadini di mo, e ciò risulta da un atto del
Luni seco trasportarono con le lo- 1218, per imprcstito fàltoij;li dal
112 MAS MAS
(lomiinc (li Lucca, iIiihIo per c.Tti- vernò la vicaria di Massa il mar-
zionc la rocca di Massa: tal mar- chese Bartolomeo, divenendo intan-
chesana morì nel i2 33, tlopo di to polenti in Massa i Caltani no-
essersi col consorte giudice d' Ar- bili di Vallecchia. Emico VI nel
borea, assof^gellati per sé e per i 1192 tutlavolla aveva concesso
loro stati della Sardegna al Pon- Massa ai pisani, ciò che fu confer-
tefice Onorio III, ciò che Benedet- mato nel 1209 ^^ Ottone IV, e
ta avea rinnovato nel 1224 con nel 1220 da Federico II, e ritor-
(giuramento nelle mani del dele- nò in potere de' pisani per opera
galo apostolico. Forse una simile di Enrico VII, laonde nel i3i5
sottomissione era stata fatta da obbediva al loro capitano Uguccio-
Guglielmo di leipadre pel mar- ne della Faggiuola. Dipoi s' impa-
chesato di Massa, o almeno lo dà dronì di Massa Castruccio signore
a congetturare il giuramento pre- di Lucca, e Lodovico il Bavaro
stato nel 1234 dal nobii uomo nel i324 gli concesse la vicaria
Orlandino Porcaresi al Papa Gre- di Lunigiana compresa Massa. Vc-
gorio iX, innanzi di prendere pos- nulp in Italia Giovanni re di Boe-
sesso della rocca di Massa per te- mia, tolse Massa ai lucchesi, cui
nersi a beneplacito pontificio. Qiie- l'avea restituita Lodovico, e aHìdò
.sta sottomissione pertanto di Mas- la rocca già da Castruccio rifatta
sa, richiartia l'epoca delle verten- piti grandiosa e più bella, ad An-
te tra Gregorio IX e !a repubbli- selmo Nelli capitano fiorentino, il
ca Lucca per la Gaifii^naiia
di quale nel i336 la consegnò a Ma-
(Fedi). Mentre Orlaiitlo conlinjia- stino della cui il re Gio-
Scala,
va a tener la rocca per tal Pupa, vanni venduto il Lucchese.
avea
Agnese sorella di Benedetta con- Nel 1342 pisani governando i
i

fermò Bartolomeo di Pagano in lucchesi, presidiarono Massa, e ne


visconte di Massa. Adelasia figlia furono espulsi nel 343 e 1 344 1

d'Agnese, signora dei giudicati di da Luchino Visconti signore di


Gallura e Torres, impalmò En- Milano, solo tornandovi al posses-
zo figlio naturale di Federico II, so nel i34'^, confermandogliene-
il quale per lui erigendo in regno r investitura nel i355 l'impera-
Ja Sardegna, lo investi ancora del tore Carlo IV ;. mentre pochi gior-
marchesato di Massa, di Lunigia- ni prima altrettanto avea fatto coi
iia, V^ersilia e Garfagnana, benché nipoti del marchese Spinetta Mala-
l'imperatore ciò facesse contro il spina , pel diploma concesso nel
giuramento prestalo a Gregorio IX. 1164 fla Federico I al loro ante-
Posteriormente Federico li conces- nato Obizzo, e per quello dato ai

se ai lucchesi queste ultime con- di lui da Federico II


discendenti
trade. nel 1220. Continuò bensì Massa a
Nel 1265 prcvaicrìdo ghibelli- i obbedire ai pisani, almeno sino al
ni, Guido vicario pel re Manfredi, 1369 per tutto il tempo che si-

altro naturale di Federico II, po- gnoreggiarono Lucca. Nel 399 do- 1

.<ie presidio nei castello di Massa, po che Pisa erasi assoggettata a


che ricuperarono lucchesi nel i Gio. Galeazzo duca di Milano, il
1266, facendo indi demolirne la castello di Massa colle sue ville e
leccai e per essi sino al 128^ go- terrilorioj fu dall'imperatore Veiv
iMAS MAS 223
ceslao accordalo in feudo al celebre le rocche di Moneta e di Avenza,
giureconsulto Pietro Lante nobile mentre Alberico li difese con va-
pisano, avvocato nella curia roma- lore quella di Massa, e potè ricon-
na, in compenso de'servigi prestali : quistar le altre. Venuto in Lom-
non si hanno documenti che ciò bardia Carlo Vili redi Francia nel
avesse effetto, e nel i4oo Massa i494> Francesco l'indusse a cac-
continuava a dipendere da Lucca, ciar da Massa il che morì
fratello,
che nel 14^7 ne fece demarcare senza successione nel i5iq, amico
i confini. Nel i43o la contrada fu costante di Michelangelo Buonar-
invasa da Nicolò Piccinino pel du- roti. L' unica figlia Ricciarda en-
ca di Milano , e venne in potere trò colla madre Lucrezia d'Este al
de' fiorentini nel 14^7 pe^ conte governo Massa e Carrara, e nel
di
Francesco Sforza, e la signoria di i520 si sposò in seconde nozze con
Firenze accordò ai massesi favore- Lorenzo Cibo genovese nipote d' In-
voli condizioni. Quindi fiorentini i nocenzo Vili, e dell'allora vivente
amici del marchese di Fosdinovo Leone X, entrando così lo stalo di
Antonio Alberico Malaspina paci- ,
Massa e Carrara nell' illustre casa
ficatisi nel i44^ coi lucchesi, sotto Cibo, che aggiunse perciò al cogno-
pretesto d' una sommossa, consiglia- me quello di Malaspina. Piicciarda
rono il popolo di Massa e della sua volle ritener sola la sovranità, a
vicaria, a volersi eleggere per si- fronte del disposto di Carlo V, che
gnore e sottomettersi con favore- riuscì far annullare.. Lorenzo dis-
voli capitoli al governo di detto gustato si ritirò in una sua pos-
marchese, e ne fu giurata la con- sessione e villa d' Agnano, presso
venzione in pubblico parlamento Pisa, e vi morì nel 549 ^' ^""^ 1

agli 8 dicembre, per volontaria de- 49. Lasciò due figli, Giulio e Al-
dizione de* massesi; onde il mar- berico amato dalla madre, la qua-
chese entrò al governo di Massa, le non permettendo al primogenito
sue ville e distretto nel i44^- di regnare^ per congiure fu deca-
Dopo lamorte del marchese An- pitato d'ordine di Carlo V nel r54B
tonio, nel i44^ successe il marche- in Milano rimproverando gì' isto-
,

se Giacomo suo che nel 147^


figlio, rici a Ricciarda poco amore pel
ingrandì il perimetro del
suo do- marito e pel suo primogenito. Mor-^
minio colla vicaria di Carrara, me- la nel i553, gli successe Alberico
diante acquisto fattone: edificò la I Cibo-Malaspina secondogenito, da

chiesa di s. Francesco con V annes- lei istituito erede universale., e so-


so convento,' convertita la prima lennemente si fece riconoscere per
attualmente in cattedrale, e l'altra signore dai suoi sudditi ; indi nel
riedificato per servire di semina- i554 ottenne da Carlo V il diplo-
rio vescovile. Mancò Giacomo nel ma d'investitura de'feudi imperiali
1481, lasciando due figli: al pri- di Massa e Carrara. Una delie pri-
mogenito Alberico li toccò il do- me cure di questo principe fu di-
minio di Massa e Carrara, al fra- retta all'abbellimento materiale del;-
tello Francesco il marchesato di le due piccole capitali, e nel dare
Albissola in Lomellina. Questi mal- ai suoi popoli buone leggi. Fino
contento, con Agostino Fregoso si- allora Massa vecchia poteva dirsi
gnore di Sarzana^ prese nel i4<^3 un aggregato di case sotto la rocca
224 M A S MAS
(lei suo nome, cui so{»giaceva ii protettore de' letterati e degli df-
lM)rgo (li Dagujiia. Alberico I fece tisti, ed ideò la fabbrica della
circondnic di mura la citlà nuovo, cappella de' depositi annessa alla
che fthhellì di giardini, di puhMi- chiesa di s. Francesco di Massa, per
che fonfi, e di un vasto palazzo per riunirvi i defunti dell.» sua làmiglia
residenza principesca ; ed il borgo Morto nel
1690, salV sul trono il
sotto il castello di Massa prese il primogenito Carlo 11, il quale su-
nome di Massa Cybea o Massa bito pose ad elfelto l'idea del ge-
nuova, a distinzione della vecchia nitore con edificare la memorata
rimasta in poggio. Nel i558 die cappella. Cessando di vivere nel
principio alle mura- di Carrara, 1710, gli successe primogenito Al-
il

quindi nel iSSg l' imperatore Fer- berico III, che ottenne l' investitura
dinando I accordò al marchese e dall' imperatore Carlo VI , e morì
successori il privilegio della zeccn, nella villa di Agnano presso Pisit
mentre Massimiliano li con diplo- nel 715, senza successione e dispo-
I

ma del i568 (pialificò Massa ca- sizione testamentaria. Il perchè Al-


pitale di principato, e Carrara ca- derano terzogenito di Carlo II, dopo
poluogo di marchesato. Abbiamo aver fatto una transazione col fratel-
da Guid' Anionio Zannetti Delle : lo maggiore Camillo, che avea ab-
zecche, nella Lunigiana della fami- bracciato lo stato ecclesiastico, e nel
glia Malaspina^ dissertazione ^ Bo- 1 729 fu creato cardinale, divenne si-
logna 1789. Alberico I alleggeriva gnore di Massa e di Carrara. Aldera-
il peso delle cure politiche col no pieno di vivacità, amante del lus-
piacevole studio delle lettere, e col so e de'divertimenti,si trovò costret-
consorzio de' dotti : riuscì discreto to alienare molli beni, e per man-
poeta e sagace critico. canza di prole maschile per vistosal
Nel 1620 l'imperatore Ferdinan- somma voleva cedere suoi domi- i

do U dichiarò Massa città, e mo- iiii feudali alla repubblica di Geno-


rendo Alberico I nel 1623 gli suc- va. Scopertosi il maneggio da Car-
cesse il nipote Carlo I, figlio di Al- lo VI, poco mancò ad essere espul-
derano suo primogenito che l'avea so da Massa e Carrara. Morì nel
preceduto nel sepolcro, principe pie- 1731 lasciando tre figlie, e la mng-
no di sentimenti generosi, e di a- giore Maria Teresa erede universa-
more per la gloria militare che , le, eh* essendo minorenne dichiarò
morì nel 1606. Carlo I coltivò le reggenti Riccia rda Gonzaga sua ma-
scienze, favorì letterali, ottenne da
i glie, e il cardinal Cibo suo fratello,
Urbano Vili nel 1629 ^^^ ^'^^^•^ L' altra figlia Marianna Metilde
eretta la pieve di Massa in collegia- Cibo Malaspina, sposò nel 1748
ta insigne con una dignità abbazia- il principe d. Orazio Albani pro-
le, e r uso de' pontificali. Cessò di nipote di Clemente XI : la terza ih
vivere nel 1662 , succedendogli il glia divenne duchessa di PopoH in
primogenito Alberico II, il quale Napoli. Nel 1741 già Maria Te-
dopo aver ottenuto come il prede- resa avea sposato il principe Ercole
cessore l'investitura imperiale, Leo- Rinaldo figlio ed erede di Francesco
poldo I nel i663 dichiarò Massa III duca di Modena, e nel 1744 ^^'

capoluogo di ducato, e Carrara di tenne dall' irnpeiatore Francesco i


marchesato. Mostrossi Alberico U V invesiitura del ducalo di Mass»
MAS MAS ii5
€ del principato di Carrarn. Il si opposero all' effettuazione del me-
suo genio benefico fondò in Mas- ditato progetto, il quale fu rimesso
sa un comodo spedale nel conven- in campo dalla degna figlia dopo
to degli agostiniani poi compito , la sua ripristinazione, nel pontifi-
dalla figlia Maria Beatrice, ed isti- cato di Pio VII. Allora l'affare fu
tuì r accademia delle belle arti a ripreso a disamina, e fu dal Papa
lustro del paese. La detta unica fi- eretta Massa in vescovato , e nella
glia fu l'erede dello stato di Massa bolla Singularis Romanorum Poh-
e Carrara, e delle virtù della ma- tificum^ la dichiarò suffraganea di
dre, la cui morte accadde in Reg- Pisa. Tuttavolta fu Leone XII che
gio nel 1790. Fino dal 1771 la diènei 182.3 compimento alle istan-
duchessa Maria Beatrice avea spo- ze della duchessa Maria Beatrice e
salo l'arciduca Ferdinando d' Au- dall'arciduca Francesco IV di lei
stria, figlio dell' imperatore France- figlio, i quali videro esauditi i loro
SCO I, e dell'imperatrice Maria Te- religiosi voti. La bolla pontificia di
resa;ed appena restò Jibera domi- Leone XII dichiarò la chiesa ma-
natrice, rivolse il suo pensiero al Massa ed il nuovo vesco-
trice di
vantaggio de' sudditi che visitò di vato suffraganeo delK arcivescovo di
persona, per mostrarsi madre he- Pisa; prescrisse i limiti della dioce-
nefìca e protettrice. Sotto di lei si che nel i833 conteneva i5o
i francesi invasero Massa e Carra- parrocchie, e quasi tutte con fonte
ra al modo detto di sopra , e solo battesimale, compresivi due insigni
ne fu reintegrata nel 181 5. Morì in collegiate, oltre varie chiese cappel-
Vienna nel 1829, e gli successe lanie succursali. Una porzione delle
nel ducato il suo figlio France- chiese parrocchiali assegnate alla
SCO IV arciduca d'Austria duca di cattedra di Massa, furono stacca-
Modena. Il figlio di questi, regnan- te dall' arcidiocesi lucchese, il re-
te duca Francesco V, di recente stante da quella di Luni-Sarzana.
ha provveduto la maggiore e mi- Nella Lunigiana, compreso Carrara,
gliore parte della pianura di Mas- nella Garfagnana alta e nella Gar-
sa d'un canale irrigatorio, per far fagnana bassa, sono situate le par-
vegetare i seminati e prosperare le rocchie della diocesi. Francesco IV
produzioni del terreno nell' estiva diede compimento al seminario di
stagione. Massa, dopo averne eretto un altro
La sede vescovile si voleva eri- in Castelnuovo nella Garfagnana
gere dalla duchessa Maria Teresa, bassa, a beneficio de' suoi sudditi
per cui ottenne nel 1757 dall' im- garfagnani. primo vescovo di Mas-
Il

peratore Francesco I, la facoltà di sa di Carrara fu monsignor Fran-


assegnare per la mensa 1200 fio- cesco Zoppi di Cannobio diocesi di
rini sopra beni feudali. Ne fece
i Milano, fatto da Leone XII nel con-
ia domanda la duchessa a Clemen- cistoro de'i7 novembre 1823. Per
te XI II, e questi gli rispose col sua libera dimissione , Gregorio
breve Egregìum tuitm, de' i4 gen- XVI nel concistoro de' i5 aprile
naie 1766, Bull. Rom. Continua- i833 lo trasferì al vescovato i/i

tio, t. HI, p. i56, che avea dato partìhus diGena, e poi in quella
ad esaminare la richiesta a uomini de'23 giugno i834 preconizzò l'o-
prudenli. Ma circostanze impreviste dierno vescovo monsignor France-
VOL. XLIU. i5
aa6 MAS MAS
SCO Strani ili Dibiana diocesi dì Reg- della Beata Vergine, aveva il capì-
gio, della (jiial calledrale fu arci- tolo composto delle dignità dell'ar-
prele, vicario generale e capitolare. cidiacono, del priniirerio e del canto-
La cattedrale di Massa è un ottimo re, di dodici canonici e di
due ebdo-
edifìcio con battisterio, sacro a Dio, madari essendone principal patro-
,

sotto r invocazione de' ss. Pietro e no s. Costanzo. Il primo vescovo


Paolo, e s. Francesco d' Asisi. Il Lubrcnsis fu N il quale venne
capitolo si compone della dignità trasferito alla chiesa di Lucerà dal
dcir arciprete, di dodici canonici ,
Papa Onorio III nel 1220, e ,fu
comprese prebende del teologo
le nominato in sua vece fr. Pietro re-
e penitenziere, di cinque mansiotia- ligioso nobile di Sorrento, della fa-
ri, e di altri preti e chierici addet- miglia Ursa, del 1289. Il terzo ve-
ti al servizio divino. La cura delle scovo è Francesco, traslato da Cle-
anime è afBdata al detto arciprete. mente V ad Ascoli di Satriano nel
L* episcopio è un buon palazzo , e i3ii. Fra i vescovi più benemeri-
resta non molto distante dalla cat- ti nomineremo i seguenti. Magesio

tedrale. Nella città non vi sono al* o Magnesio domenicano, che lunga-
tre chiese parrocchiali , bensì nei mente governò la chiesa, indi tras-
suburbi; avvi due conventi di religio- lato a Trani nel i34*^ da Clemen-
si, un monastero di monache, quattro te VI, il quale gli sostituì l'altro
confraternite , ospedale , seminario ,
domenicano fr. Paolo Zucca ri fio-
ed altri pii stabilimenti. Il collegio rentino, dotto e rispettabile. Euge-
de'gesuiti fu aperto nel i844' ^g"* nio IV nel 1434 f'sce vescovo Ba-
nuovo vescovo è tassato ne'libri del- dino, sotto il quale Ferdinando I re
la camera apostolica in fiorini 3oo, di Napoli, essendo Massa diruta, la
corrispondenti alle rendite delia riedificò poco lungi dal suo primo
mensa che sono duemila scudi ro- luogo. Nel vescovato di Pietro Mar-
mani, esenti da qualunque peso. chesi del i52i, gli agostiniani eb-
MASSA LUBRENSE, o MASSA bero la chiesa di s. Maria della
DI SORRENTO. Città vescovile Misericordia; a questo successe Gi-
del regno delle due Sicilie , nella rolamo delia nobile famiglia Bor-
provincia di Napoli, è piccola e si- gia eh' eresse e dotò la cappella
,

tuata in fondo di angusto accesso dell'adorazione de' Magi. Nel i54'J»


marittimo, pei molti scogli che lo rassegnò la sede al parente Gio.
circondano. E distante per due le- Battista Borgia che morì nel i56o,
ghe da Sorrento, ed altrettanto al dopo il qual tempo Massa soggiac-
nord dal Capo Campanella, che ter- que alle devastazioni de' turchi. U
mina la costa orientale dei golfo successore Andrea Belloni di Mes-
di Napoli, ed incomincia l'occiden- sina era decano di quella cattedra-
tale del È capo-
golfo di Salerno. le, intervenne al concilio di Tren-
luogo di cantone, risalendo la sua to, e permise che in luogo dell'an-
origine al secolo XVI, essendo sta- tico e diroccato tempio di s. Ma-
ta fabbricala sulle rovine di Lobra ria di Lobra, il comune ne costruis-
o Lubia città vescovile deW'Xl se- se altro nel sito detto Capitiello:
colo, sotto la metropoli di Sorren- Et euni suo tempore sola aeclts
to, rovinala da' saraceni. La catte- cathedralis loti dioecesi sacramenta
drale dedicata ali' Aununziazione minisiraret, alias paroecias consti*
MAS MAS 227
/?//>, ut suarum ovium commocìo fa- li, Ttalia sacra t. VI, p. 643, con-
cerei satìs, quarum a siimmo Pon- tinuata coi seguenti dalle annuali
tifice Pio V
confirmationem obli- Notizie dì Roma. 1738 Andrea
nuit anno i^GG. Gio. Battista Pal- Schiani d'Ischia. 1746 Liborio Pi-
ina concesse la chiesa de' ss. Proces- sani napoletano. 1 7^7 Giuseppe
so e Marliiiiano ai rainicni di s. Bellotti napoletano. 1792 Pio VI
Francesco di Paola, che riedificò la fece Angelo Vassalli napoletano, del-
famiglia Lipariilori; e permise che la congregazione di Monte Vergi-
si restaurasse 1' antica cattedrale di ne, che fu l'ultimo vescovo. Dopo
s. Maria di Lobra de' minori os- lunga sede vacante, Pio VII colla
servanti. A'tempi del successore Lo- lettera apostolica De utiliorìy nel
renzo Asprelia, nel 1600 furono in- 1818 soppresse la sede vescovile di
trodotti i gesuiti in Massa che vi Massa Lubrense, ed in perpetuo
eressero il collegio. Fr. Maurizio r unì a quella arcivescovile di Sor-
Centini celebiò due utilissimi sino- rento (Fedi).
di nel 16266 nel 1629; fu tra- MASSA MARITTIMA (Massan).
sferito a Mileto, ed ebbe nel i633 Città con residenza vescovile nel
in successore Alessandro Gallo na- granducato di Toscana, situata fra
poletano, che adunò il sinodo nel la valle della Cornia e la valleco-

1642. Celebre fu il vescovo Gio. la della Pecora, già capoluogo di

Vincenzo de' Giuli napoletano, per una piccola repubblica , ora di un


dottrina, nobiltà, pietà e zelo, che vicariato regio con una cancelleria
devoto di s. Cataldo vescovo, altro comunitativa , la quale abbraccia
patrono della città, collocò il suo anche la comunità di Rocca-Stra-
braccio in una nobile statua fatta da e di Gavorrano, nella Ruota
del proprio, e la pose nella sua e compartimento di Grosseto os- ,

cappella, ove volle essere sepolto. sia provincia inferiore del Senese.
Clemente X fece vescovo Francesco Risiede presso la cima meridionale
Maria Neri di Tivoli, che celebrò di un poggio, da tre parti, meno
il 1675, e pose la pri-
sinodo nel che da greco, isolato. Si apre da-
ma pietra al monastero di s. Te- vanti a lei dal lato di ostro libec-
resa. Degnamente occupò il suo cio, spaziosa la vista del mare, men-
luogo nel 1678 Francesco Neri tre dalla parte di greco, il poggio
napoletano, che Innocenzo XI vo- su cui riposa la città si accoda me-
leva creare cardinale se la morte diante avvallamento ad uno sprone
noi rapiva, sostituendogli nel i685 di quelli di Praia, Montieri e Ger-
Gio. Ballista Nepeta propugnatore falco, quali costituiscono il nodo
i

dell' immunità ecclesiastica , zelato- donde si schiudono quattro valli.


re dell' onore di Dio, ed ornato di Conta un grandioso e ben prov-
scienza ; abbellì la cappella di s. visto spedale, eretto in vece di al-
Cataldo, celebrò il sinodo, restaurò tri meschini da Leopoldo I, aumen-
l'episcopio rovinato dal terremoto, tato da Ferdinando III e miglio- ,

e morì nel 1701. Giacomo Maria rato da Leopoldo II. Vi sono scuo-
de Rossi napoletano gli successe, re- le ed altri stabilimenti di pubbli-
staurò la chiesa dell' Annunziata, e ca istruzione. Meritano menzione le

fu vigilantissimo pastore, e l'ultimo mura della città nuova , la torre


della serie che si legge nelTUghel- dell' orologio, il palazzo del comu-
328 MAS MAS
ne, l'arditissimo arco del cassero Vanni, nella cappella presso l'or-
sul Monteregio, che unisce la città gano. Il vasto tempio di s. Pietro
Tecchia alla nuova, ceduto ai [sene- all'Orto in città nuova fu edificalo
si dai vescovi per costruirvi la roc- nel 1197, indi ampliato dai romi-
ca nel punto più prominente della tani agostiniani, a cui fu ceduto
città alla, convertita da Leopoldo I nel secolo XI li, quando nel 1269
ad uso di ospedale; e quando nel vi fondarono il convento, ora abi-
1877 ^' governo di Siena permise tato dai minori osservanti, ivi tra-
alcomune rifabbricar le mura, av- sferitidall' antico convento di s.

vertì che non si pregiudicasse il Francesco fuori di Massa, per ri-


cassero. La s. Gerbo-
cattedrale di durre questo ad uso di seminario.
ne fu comunità nel
riedificata dalla L'altare dell'Annunziata ha il qua-
J225, nel qual anno il vescovo dro dipinto da Empoli, e quello di
Alberto ed il clero cederono al co- s. Michele lo colorì Rutilio Manet-
mune i diritti baronali ed i beni ti, autore pure del dipinto all'alta-
allodiali. Questo duomo restò com- re della Visitazione; in quello di s.

pilo nel principio del seguente se- Sebastiano il quadro è di Pacchia-


colo, e poi restaurato nel i4B3 ed rotto. Fiorirono principalmente in
in altri tempi. 11 tempio è tutto Massa, s. Bernardino detto da Sie-
costruito di travertino squadrato, na, nato da madre massese, nel luo-
circondato intorno da mezze colon- go o^e i francescani eressero un
nine. Ha una bella facciata con le ospizio; il b. Felice Tancredi, disce-
caratteristiche architettoniche del se- polo di s. Gaterina, e di fr. Anto-
colo XIII; nell'interno è diviso in nio generale francescano, delegato
tre corpi con archi a tutto sesto sor- di Martino V a Gostanlinopoli, e
retti da colonne di pietra ; la cupola poi vescovo di Massa ove morì nel
che si alza nella crociata, pare lavoro 1435, ed altri uomini illustri.
del secolo XV, così quello della vi- Le acque de* pozzi e delle pub-
cina torre campanaria, come l'alta- bliche fonti sono copiose di tarta-
re maggiore, tutto di marmi fini, ro, essendoché la crosta esteriore
sotto la cui mensa sono le ceneri del poggio, su cui siede la città, con-
del santo vescovo Gerbone, dentro siste di banchi altissimi di traverti-
un'arca di marmo bianco storiata no sovrapposti alla roccia calcarea
a quadri di alto rilievo, scolpita nel cavernosa ; infatti di pietra tibur-
i323 da Goro di Gregorio senese. tina sono costruite le principali
Di data anteriore e di mano meno fabbriche pubbliche e private della
valente è la scultura della vasca città, 11 territorio presenta fenome-
pel fonte battesimale posta a pie ni singolari, e tali da esercitare i

della chiesa, opera fatta nel 1262 fisici, i mineralogisti ed i geologi


da Giroldo da Lugano ; il tempiet- piti venendo perciò chiamata
dotti,
to che sta in mezzo alla vasca , è la cittàFrielberg dell' Italia. Vo-
il

lavoro del 1467. A pie di tal fon- lendo il granduca Francesco li


te si vede un bel sarcofago antico provvedere allo spopolamento delia
con sculture siavboliche rappresen- città e territorio rnassetano, vi man-
tanti la separazione dell'anima dal dò una colonia degli antichi suddi-
corpo. Fra i quadri di merito, vi ti di Lorena ; ma questa non vi
è i' Adamo ed Eva di Francesco trovò sorte migliore di quella delle
MAS MAS 229
altre cliiamale dal Bresciano e dal terzo secolo dell'era cristiana già
Friuli sotto Cosimo I, solo restan- in Toscana esisteva, secondo alcuni,
dovi due famiglie lorenesi, a cagio- il paese di Massa Feternense, ma
ne del clima insalubre e per un non siprova con monumenti, mol-
terzo dell' anno pestilenziale. Furo- ti luoghi essendo esistiti nel V
no però più efllcaci e riuscirono al secolo col nome di Massa. Se però
desiderato intento le misure di Leo- non è certo che in Massa Maritti-
poldo I, preordinate a favore spe- ma sin dall' 842 fosse traslatata la
cialmente di Massa Marittima e dei sede vescovile di Populonia, e che
suoi castelli, massime col far spari- Massa prendesse d'allora in poi il
re i ristagni d' acque terrestri e , titolo di città , si può credere per
col più libero scolo a quelle della altro che già lo fosse nel principio
Ronna e delle Veiielle, sebbene non deli' XI secolo, tostochè allora la
si ottenessero felici risultati dalle chiesa di s. Gerbone di Massa ser-
operazioni idrauliche, intraprese a viva di cattedrale ai vescovi popu-
benefizio della maremma di Massa. loniensi conservando però la dio-
,

Lo slato fisico del bacino masseta- cesi nome di Populonia,


r antico
no, a partire dal promontorio di Po- come risulta da documenti e da
pulonia sino a quello di Troia, era una bolla del 1075 di s. Gregorio
andato fino ai giorni nostri deterio- VII, con la quale dichiarò la dio-
rando a danno degli abitanti, oppo- cesi sotto r immediata protezione
nendosi la natura agli sforzi fatti per della Sede apostolica, in occasione
eliminar le putride esalazioni delle di confermare gli antichi confini
acque stagnanti lungo i litorali, e diocesani. Però già nel 5 erasi i 1 1

la mal' aria. il Ma
regnante Leo- introdotto l'uso d'intitolare 3IaS'
poldo II è intento a provvedere a sano o Massese il vescovo di Po-
SI funesti pregiudizi, die recano le pulonia, e nel secolo XI Massa Ma-
maremme massetane, forse appli- rittima era divenuta residenza dei
candovi quanto fece per quelle di suoi vescovi, i quali in vari tempi
Grosseto. L'agricoltura nei contorni ottennero dagli imperatori privilegi
di Massa è in progresso, e pei ten- e onorificenze, qualificandoli signori
tativi fatti per riattivare gli scavi di varie castella e miniere del con-
e l'industrie metallurgiche nel Mas- tado, come anche principi della stes-
setano, è da sperarsi che Massa col sa città di Massa; ed Enrico VI
tempo migliorerà di condizione, tan^ nel iig4 fece restituire a Martino
lo rapporto al clima, e perchè po- vescovo Massano la città di Massa
trà ancora divenire centro di mol- col suo distretto e il castello ,
già
te industrie, e magazzino minera-
il episcopio di Monte Regis, con tutti i

logico della Toscana ; poiché Massa diritti principeschi^ de'quali era slato
per le sue miniere di rame e di poco innanzi spogliato da alcuni mi-
argento ebbe l' epiteto di Metalli- nistri dello stesso imperatore. Il ve-
fera, ed è anche nota pel suo ter- scovo Alberto che gli successe ven-
reno carbonifero, che abbonda nel tisei anni dopo, pei gravi debiti di sua

territorio. mensa, fu costretto non solo di op-


Massa Marittima fu anco chiama- pignorare il suo castello di Valli
ta Massa di Maremma, Massa Ve- presso Follonica, ma ancora di qua-
terneuse e Massa Metallifera. Nel lificarsi debitore insieme ai consoli
23o MAS MAS
di Masso per 267 marche di ar- Poco dopo si fabbricò la città nuo-
gento ad una società di negozianti. va nel poggio superiore di Massa,
Nel 1206 il comune prese per con- insieme con una rocca , che prese
testabile con 2 5 cavalleggieri arma* il nome di Torre dell' Oriolo, da
ti Guerrino di Neri da Montepul- non equivocarsi col castello di Mon-
ciano; e nel 1214 si trova il pri- te Regis, stato per lungo tempo la
mo podestà di Massa Rolandino di residenza de' suoi vescovi , innanzi
Galiana. Nel 1216 già per decre- di ridurlo a cassero; la rocca ha
to pontifìcio la diocesi era divenu- un'iscrizione coli' anno 122B in cui
ta sufFraganea di Pisa, colla quale s'incominciò l'erezione. Nel 1226
città Alberto si collegò per aiuti ,
la città, per assicurarsi la libertà,
cedendo in perpetuo al comune una si pose sotto la protezione della
tassa da riscuotersi sui massetani, 1 repubblica pisana, venuta poi in
quali avrebbongli giurato fedeltà qualche potenza procurò allearsi
e obbedienza, con altre condizioni. con Siena e colle altre repubbliche
Nel 12 25 il detto vescovo col ca- vicine, e siccome i pisani erano ghi-
pitolo assolvettero dal giuramento bellini, fu Massa minacciata d'in-
di fedeltà tutti i cittadini masseta- terdetto da Innocenzo IV. Tali mi-
ni, liberandoli dalle pigioni di pro- nacce vennero realizzate dal suo ve-
prietà della mensa, rinunziando le scovo Ruggero ; al quale interdetto
ragioni e la proprietà al comune ,
aggiunse maggior gravità un breve
tranne le miniere di argento. L'e- di Alessandro IV del 12 55, perchè
mancipazione de'masselani dai loro il popolo erasi impossessato delle
antichi signori venne contraccambia- rendite della mensa vescovile, fra le

ta dai rappresentanti del popolQ, quali le miniere di argento, il castello


con promettere di non esiger dazi o palazzo di Monteregio, i feudi vesco-
sui beni della mensa, conservare il vili dell'Accesa, di Monte s. Lorenzo,
giuspati'onato dei vescovi e del cle- della Marsiliana, di Valli, di Porto
ro sulle chiese, il pagamento delle Baratto, ec. Le censure ben presto
decime qualora il comune volesse furono sanate, ed il vescovo ritor-
edificar la città nel poggio detto nò alla sede. La città prosperava
Certopiano , lasciando in tal caso per la riedificazione della cattedra-
alla mensa e al clero alcuni fondi le,avvenuta a quel tempo, della
e uno spazio sufficiente di terreno gran vasca del battisterio , e della
per fabbricarvi la cattedrale e il pubblica fonte nella piazza mag-
cimiterio, e sborsarono al vescovo giore; e le milizie presero paite al-
e al capitolo 600 lire pisane. Cosi la di Grosseto sotto il
ricupera
il comune ricomprò dal suo signo- vicario di Manfredi, ed alla glo-
re la propria libertà, si emancipò riosa giornata di Montaperto. Do-
da ogni vassallaggio verso il vesco- po la morte di Manfredi il gover-
vo , talché può dirsi che da quel- no Massa divenne guelfo, a ciò
di
r atto ebbe origine la repubblica costretto da questo partito; indi
massetana. soggiacque alle conseguenze del-
La città andò poi aumentando le fazioni poco giovando la me-
,

di popolazione, e si pose opera a diazione dei senesi, potenti essen-


costruire la città nuova e ad innal- do i conti Pannocchieschi , i To-
zare una più grandiosa cattedrale. dini ed altri magnati ghibellini
MAS MAS 23i
del conloclo. Nell'anno 1278 il per signoreggiar Massa e le sue ca-
vescovo Kolando ricevè dal sindaco stella. Il Papa nominò delegato
il giuramento obbedien7a al-
di apostolico Francesco Salveslri ve-
ia sua chiesa, assolvendo il po- scovo di Firenze, ed in suo nome
polo dtdl'inlerdetto per le ingiurie i fiorentini riceverono in guardia
l'atte alle possessioni della mensa. Massa ed suoi castelli. Indi nel
i

Quindi si aumentò il potere della i333 venne ordinato a* pisani di


repubblica, col riunire al suo di- lasciar libera la città e fortezza di
stretto diversi castelli che avea sog- Massa, ed ai senesi di restituire
giogato; e ad onta di non poche ai massetani le loro castella e pri-
turbolenze sali in istato di ricchez- gioni j e viceversa questi a quelli :

za e di prosperità al declinar del furono inoltre assoluti i sudditi di


secolo XIII, compiendo Tacquisto ciascuna delle tre città d'ogni pe-
di PrloDterotondo, e liberando per na, e sospesa la confederazione di
comprile il territorio da molti ba- Pisa e di Massa per cinque anni.
roni ; ed essendo allora le miniere Il comune di Massa dichiarò che
di qualche entità, aveano magistra- per tre anni sarebbe governato
si

ti. Venne ancora edificato il pa- in nome di Firenze^


del vescovo
lazzo del comune o degli anziani alla cui disposizione fiorentini po- i

sulla piazza del duomo, e si pro- sero la città e le castella. Prima di


seguì r iuigrandimento della città tal tempo i senesi entrarono
a for-
vecchia colla città nuova. Nel 1807 za in Massa, s' impadronirono dei
si rinnovò il trattato di amicizia luoghi forti e fecero nuovi patti
ed alleanza con Siena, la quale coi massetani, obbligandosi pacifi-
spediva a Massa il capitano, seb- care i cittadini della città vecchia^
bene si governasse il comune in con quelli della città nuova.
proprio nome ; ciò indispose Pisa Intanto Siena comprò in Massa
ove nel i3i3 Enrico VII rilasciò vari edifizi e vi fabbricò un' impo-
a Giovanni vescovo e principe di nente fortezza nel 1 336, essendone
Massa un diploma confermativo stati architetti Agostino ed Agnolo

di quello che Enrico VI avea spe- fratelli e celebri artisti primo ca- :

dito a Martino suo antecessore, stellano del nuovo cassero della


ma senza effetto, e nel 1 3 1 5 si città nuova fu Agnolino di Mino
rinnovò la concordia coi pisani me- senese, ed il comune si obbligò pa-
diante tregua. La zecca stabilita gare a quel di Siena annui fiorini
nel i3i7 non pare che battesse 1200, per guardia e difesa del cas-
moneta. Nel 1323 il magistrato si sero. Sulla fine però del secolo
componeva di novanta consiglieri, XIV tanto Siena che Massa do-
che eleggevano il gonfaloniere ed vettero soggiacere al duca di Mi-
i priori. Nel i33o per le ostilità lano sino al i4o4j progredendo
coi senesi. Massa che incomincia- notabilmente la decadenza della cit-

va a decadere, rinnovò i patti di tà,che nel i4o8 eia ridotta a 4oo


alleanza con Pisa, sebbene ebbero persone ; le condizioni politiche ed
corta ; ed i fiorentini sup-
durata economiche andarono pure dete-
plicarono nel i332 Giovanni XXII riorando. Sisto IV ed Innocenzo
ad inlerporsi coi comuni di Pisa Vili premurosi di procurare al go-
e di Siena che si facevano guerra verno romano V esclusivo commev-
aSa MAS MAS
ciò dell* allume di Tolfa, il cui pro- rittima successe, come di sopra ab-
dotto doveva impiegarsi contro i biamo detto, a quella di Populonia,
turchi a salvezza della cristianità, grande e celebre città eirusca , le
idlminarono l'interdetto al comune cui rovine sono Piom- al nord di
di Massa per aver concesso il per- bino città e porto di
, Toscana
messo di vendere le allumiere di nella provincia di Pisa, capoluogo
Montione e dell'Accesa state dal ve- del principato del suo nome. La
scovo massetano poco innanzi dona- diocesi ecclesiastica di Populonia si

te alla santa Sede. In mezzo a tali novera prime della Toscana


fra le

disposizioni, dopo una serie di spia- marittima, immediatamente sogget-


cevoli vicende si arrivò alla metà ta alla santa Sede. 11 primo o più
del secolo XVI, quando non senza antico vescovo di Populonia fu A-
gran cordoglio de'masselani si vide tello, che assistette al concilio te-
avvicinarsi l'ultima ora della re- nuto da Papa S.Simmaco nel 5or,
pubblica senese, vinta dalle armi di nel portico Vaticano detto Pal-
Carlo V e dai tesori di Cosimo I mare. Il secondo fu Fiorenzo che
duca di Firenze. A questo ultimo morì nel 556: gli succedette san
in fatti i massetani per atto pub- Cerbone africano, il quale fu fat-
blico del i554 prestarono giura- to vescovo di Populonia dopo
mento di fedeltà e di sommissione, il martirio di s. Regolo suo pre-
implorando le antiche franchigie. cettore; mori nel SyS, fu tumu-
11 duca invitò dall'estero molte fa- lato in Populonia e poscia trasfe-
miglie per domiciliarsi in Massa ; rito nella cattedrale di Massa. S.
il suo figlio e successore obbligò il Gregorio I scrisse la vita di questo
comune ad alienar parte de'terre- santo vescovo, ed il martirologio
ni ai privali per ravvivare l'indu- romano ne Baronio menzio-
fa col

stria ; ma pure tutto restò paraliz- ne; egli è patrono della città di
zato dall' impedita libertà commer- Massa, e di tutta la diocesi. Fu
ciale, deteriorandosi sempre più la dopo la morte di s. Cerbone che
condizione della maremma senese. i longobardi nella prima invasione
In conseguenza rimasero inefficaci della Toscana litoranea devastaro-
le disposizioni de' principi della fa- no la città di Populonia, e più tar-
miglia Medicea, come restarono di la sede vescovile venne trasferi-
senza risultati le provvidenze dei ta a Massa ,
poiché sotto i longo-
grand uchi Francesco I e Ferdinan- bardi il Populonia re-
territorio di
do 1, acciò venisse Massa popolata; stò talmente guasto, che non solo
ed altrettanto dicasi di Francesco rimase privo del suo vescovo, ma
li, onde il suo figlio Leopoldo I non vi restò neppure un sacerdote,
trovò la città colla sua maremma onde s. Gregorio I scrisse a Bal-
in islato desolante. Egli ne miglio- bino vescovo di Pvoselle affinchè vi
rò grandemente la condizione, co- mandasse qualche prete. Secondo
me si ed il regnante Leo-
disse, r Ughelli, Italia sacra t. Ili, p.
poldo con un metodo idraulico
II 701, successori a s. Cerbone furo-
di bonificamento, promette prospe- no: Massimino del Sgo; Mariniano
ro esito a SI vasta e difficile intra- che intervenne al concilio di La-
presa. terano nel 649; Sereno che fu a
La sede vescovile di Massa Ma- quello del 680; Ancauro del 7 56;
MAS MAS 233
Guriperto che fu al conciliò tenu- Pagliarelì nobile senese domenica-
to da Eugenio li nell' 826; Odal- no, di singoiar dottrina e probità
perto deir 853; Paolo dell' 886, che di vita, eletto nel i332. Antonio
s^jllo s. rsicolò I fu spedito ai bul- de Riparia del 1 36 1, in un diplo-
gari con Formoso poi Papa; Gio- ma che spedi qual internunzio
vanni dell' 87 7; altro Giovanni del contro gli eretici valdesi, s'intitolò
Enrico che fu al sinodo di
C)/\.5; Popiiloniae et Massae episcopus.
Benedetto Vili nel ioi5;Waltero Giovanni Gabrielli di Pon tremo-
che fu a quello di Nicolò 11 del loSg; li,dottore insigne e cappellano di
Tegrino del 1061; Bernardo del Bonifacio IX, da lui creato nel
io66; Guglielmo cui scrisse s. Gre- 1391, legato in Polonia e Litua-
gorio \11 nel 1075; Giovanni ve- nia, poi traslato a Pisa; gli successe
scovo di Populonia del io^5; Lo- nel 1 3g4 Nicola Beruti che s' in-
renzo del 1 104. Rollando vescovo titolò episcopus Populoniensis et
di Populonia fu al concilio di Gua- Massanus princeps. Fr. Antonio
stalla nel II 06, e nel 11 26 sot- generale de' francescani, chiaro in
toscrisse ad una bolla di Onorio teologia e benignissimo, del i43o:
11, col titolo di episcopi Massensis, cessò verso questo tempo il tito-

e gli successe Alberto vescovo di lo di principi ne' vescovi di Mas-


Massa nel 11 49» ^^1 ^ questi Gio- sa, tuttavolta poscia vi furono con-
vanni vescovo di Massa del i 1 8g, trari esempli. Leonardo Dati no-
fondatore della chiesa di s. Pietro. bile fiorentino, eruditissimo e lepi-
Tra i di lui successori nomineremo do poeta, caro a Pio II ( il quale

i più distinti : Marzocco Caetani erigendo Siena in arcivescovato, di-


nobile pisano, cappellano d'Inno- chiarò suffraganea la sede di Po-
cenzo III del 121 1; Alberto del pulonia e Massa, e lo è tuttora ),
1220 sunnominato; Guglielmo del Paolo II e Sisto IV, di questi due
i23i eletto dal capitolo, e confer- fu segretario de' brevi, e fu sepol-
mato da Gregorio IX. Questo Pa- to in s. Maria sopra Minerva di
pa raccomandò le possessioni del Roma. Sisto IV nel 1472 gli sosti-
vescovato populoniense alla custo- tuì il nipote fr. Bartolomeo delia
dia e difesa del podestà comu- e Rovere de'«)inori. Girolamo Conti
ne di Massa , e pubblicò una co- romano fu fatto vescovo nel i483,
stituzione colla quale aboPi la con- e morì nel i5oo; nel quale anno
suetudine invalsa di eleggersi il pa- Alessandio VI nominò il senese
store della chiesa di Massa dai ca- Ventura Benassai suo tesoriere ge-
nonici uniti ai laici o vicedomini, nerale, sotto del quale a' 5 marzo
dichiarando nel caso che tali con- i5oi il Papa onorò di sua pre-
suetudini continuassero, che non senza Massa, e vi restò alcuni gior-
sarebbe stata dai Pontefici appro- ni, mantenuto magnificamente dalla
vata l'elezione di tali vescovi, liug- repubblica senese, poiché era redu*
gero Uigugeri nobile senese, fregia- ce con Cesare Borgia dall' aver
to di preclare virtù, di cui già par- sottomesso Piombino al suo domi-
lammo; in sua morte il capitolo nio. Giulio II per sua morte nel-
elesse successore Filippo arciprete l'anno i5ii fece amministratore il

confermato da Cle-
della cattedrale, cardinal Alfonso Petrucci; nel 1529
mente IV nel 1268. Fr. Galgano ne fu fatto amministratore il car-
,

234 MAS MAS


dinal Paolo Cesi; e nel 1538 il tolo non ha dignità, ma e compo-
cardinal Alessandro Farnese nipo- sto di dieci canonici comprese le
te di Paolo 111, cedendola con ri- prebende del teologo e del peni-
serva nel i547 ^ Kemnidino Maf- tenziere, di quattro canonici ono-
iei poi cardinale. Nel i'>49 fu de- rari, ed altrettanti cappellani cu-
putato in amministratore il cardi- rati, e di altri preti e chierici ad-
nal Michele Sylva, al quale successe detti al divino servigio. La cura
nel i556 Francesco Franchini, ce- delle anime spella al capitolo, e si
lebre poeta e chiaro per erudizio- esercita da un canonico. L* episco-
ne, Massat et Populoniae epìsco- pio resta incontro alla cattedrale.
pus. Alberto )3olognelti bolognese, Nella città vi è un'altra chiesa par-
celebre giureconsulto , fatto nel rocchiale senza fonte battesimale, il
i579 da Gregorio XIII e poi ele- convento de' minori osservanti, il
valo al cardinalato. Vincenzo Ca- monastero delle monache Clarisse
sali patrizio bolognese gli successe due confraternite, T ospedale e il

neli583, che ai 28 marzo i586 seminario. La diocesi è ampia, e


consagrò solerwiernente la cattedrale, contiene ventisei parrocchie, com-
lodato per egregie virtù : cede la se- presa la una cura mili-
cattedrale,
de ad Achille Sergardi nobile senese tare a Portoferraio, ed una cap-
che consagrò V altare maggiore del- pellania curala alla marina di Rio.
la cattedrale in onore di s. Cerbo- Le venlisei parrocchie sono sparse
ne. Nel 1601 divenne vescovo A- negli undici territorii comunitati-
lessaiulro Petrucci nobile senese, il vi, oltre di Mussa Marittima , di
quale restaurò la cattedrale, eresse Piombino, Suvereto, Campigli.!, Sas-
dai fondamenti V episcopio, aumen- setta Monteverdi
, Gherardesca ,
,

tò il clero, e nel i6i5 fu trasferi- Portoferraio, Lungone e Rio. Ogni


to a Siena. L' Ughelli e i suoi con- nuovo vescovo è tassato ne' libri
tinuatori terminano la serie dei della camera apostolica in fiorini
vescovi con Nicola Toloraei nobile 3oo, corrispondenti a scudi 3ooo di
senese del 171 5, la quale si legge rendite.
continuata nelle annuali JSoLizit di MASSEI Bartolomeo, Cardinale.
Roma, e sono i seguenti. 1 7 1 9 d. Bartolomeo Massei nobile di Mon-
Eusebio Ciani camaldolese di Sie- tepulciano nacque a'2 gennaio i6G3.
na. 1770 Pietro Vannucci della dio- La nobile famiglia Massei trasse il

cesi di s. 795 Francesco


Miniato. 1 suo principio da altra già nobile
Toll di Livorno. 1B18 Giuseppe e antichissima in Lucca, denomina-
Mancini di Firenze, fatto da Pio ta degli Aitanti ; Vanni di Masseo
VII, quale nel concistoro de* 19
il prestò giuramento di fedeltà nel
dicembre 1825 gli diede per suc- i33i a Giovanni re di Boemia, e
cessore l'odierno vescovo monsi- fu il primo che lasciato tal co-
,

gnor Giuseppe Maria Traversi di gnome nel 1357 prese quello di


Piligliano diocesi di Soana,già pro- Massei se ne divise poi la di-
:

vicario generale di tal diocesi. scendenza in due rami, uno dei


La cattedrale è sacra a Dio sotto quali si stabilì a Lucca, l'altro a
l'invocazione di s. Gerbone vesco- Montepulciano, dando ognuno per-
vo della stessa città , di gotica sonaggi illustri , e tra le donne
slrullura, con battisterio. Il capi- fiorì Bianca Teresa , di cui pub-
MAS MAS 235
blicò nel 17 16 la vita il p. Bo- Papa. Ma appena consagralo in
iiucci gesuita. Bartolomeo ottenuta Meaux arcivescovo dal cardinal
Dell'università di Pisa la laurea Bissy, seppe che Clemente XI era
dottorale in jus, trasferitosi in Ro- morto a' 19 marzo, e vide illan-
ma, mediante reflìcace mediazione guidire le sue speranze. Tutta voi la
di Pomponio de Vecchi» celebre il successore Innocenzo XIII lo di-
avvocato , fu ammesso nella corte chiarò nunzio ordinario presso quel-
di Gianfrancesco Albani, che crea- la corona, dove perseverò in tulio
to cardinale , lo fece suo coppiere il pontificato di Benedetto XIII, e
e poi maestro di camera, e lo con- molto si affaticò per la pace ed
dusse seco per conclavista in con- unione del clero gallicano, e tanto
clave ove restò eletto Papa col si adoperò, finche il cardinale di
nome di Clemente XI. Subito lo Noailles si ridusse all'unità della
nominò cameriere segreto e cop- Chiesa , sottomettendosi Pon-
al
piere, conferendogli il priorato di tefice, ed accettando la memorata
s. Maria in Via Lata, che gli per- bolla. Dovette per la nunziatura
mutò con un canonicato Liberia- soggiacere a spese enormi, e pure
no, e poi Valicano. Nel 17 12 qua- sovente ricusò i pingui benefizi of-
le ablegato pontifìcio lo sped'i a fertigli dal re e dai ministri. Suc-
Milano a portar la berretta rossa ceduto a Benedetto XIII nel 1780
al cardinal Cusani vescovo di Pa- Clemente XI 1, lo richiamò a Pvoma,
via. Nel
17 14 recandosi alla visi- e mentre era in Marsiglia ricevet-
ta del santuario di Loreto la gran- te l'avviso che a' 2 ottobre di det-
duchessa di Toscana Violante, d'or- to anno lo avea creato cardinale
dine pontificio l'incontrò ai confì- prete, e designato legato di Roma-
ni dello stato ecclesiastico, e con gna e vescovo d'Ancona. In Ro-
ogni ossequio si prestò al suo ser- ma ricevette il cappello, e per ti-
vigio. In occasione di recare la ber- tolo la chiesa di s. Agostino. Co-
retta in Francia nel 17 15 al car- ni' ebbe preso possesso del vesco-
dinal Thiard di Bissy, fu incari- vato, visitò pili volte la diocesi, a
cato dal Papa di gravissimi affari cui comparti insigni benefizi, e tra
da trattarsi alla corte di Parigi, il le altre cose restaurò il palazzo
principale de'quali avea per ogget- vescovile di città e di campagna.
to la bolla Unigenitus ; ma acca- Disseccò le acque stagnanti nelle
duta in quel tempo la morte di terre della mensa, rendendole frut-
Luigi XIV, rimasero interrotte e tifere ed innocue. Ornò la cattedra-
sospese tulle le negoziazioni. Intra- le, fece lastricare la piazza maggio-
prese secondo viaggio alla stes-
il re di nuove pietre, aprì una nuo-
sa corte per portar la berretta car- va stnida, e rese l' ingresso più a-
dinalizia al nunzio Bentivoglio ; gevole; stabilì oltinii regolamenti
in tal congiuntura parimenti ebbe per la riforma de' costumi, e in-
le slesj'e incumbenze che nella pri- trodusse nella città le maestre pie.
ma, e trovandosi in Parigi nel 1721 Frenò la licenza delle cattive fem-
ricevè la notizia di essere stalo fat; mine, e le rinchiuse in un'abitazio-
to arcivescovo di Atene m pai li- ne con rendite pel mantenimento.
bus, nunzio straordinario a <|uella Al passaggio delle truppe spagnuo-
corte , e maej>tro di camera del le, e alla v vicinarsi della flotta in-
236 M A S MAS
glese, si condusse con tal pruden- t. p. 148. Lo stesso Papa a'i^
IT,

za, che uè Ancona, né le vicine febbraio 178^ lo creò caidinale


spioggie soffrirono alcun danno. dell'ordine de'preti, e poi gli asse-
Alla fine nel pontificalo di Bene- gnò per titolo la chiesa di s. Ago-
detto XIV, al cui conclave era in- stino. Morì dopo circa quattro mesi
tervenuto, pieno di sante opere re- di cardinalato, di anni settantatre, ai
se tranquillamenle lo spirilo a Dio 9 giugno, in Roma,
e fu esposto e
in Ancona a* 20 novembre del sepolto nella sua chiesa titolare con
1745, d'anni 83, e fu sepolto nella elogio in lapide composto dalMor-
cattedrale con semplice iscrizione celii, che si legge a p. 275 delle
ch'erasi da se composta. Per la sue InscripLioiies. Sostenne le men-
benevolenza e l'art'etto che si era tovate cariche con decoro, nell' e-
egli acquistato presso tulio il po- sercizio delle quali si diportò egre-
polo anconitano, con la piacevolez- giamente, siccome integerrimo, laon-
za de'costumi, e con la soavità del- de lasciò desiderio di sé in tutti i
le maniere, meritò che gli fosse buoni per l'esimie qualità sue.
decretato a perpetua memoria di Tenne al sacro fonte Francesco
onorCj un monumento da eiigersi Cancellieri celebre per l'erudizione,
nella sala del palazzo della Ragio- che gli dedicò la quarta edizione
ne, in cui al dire del Cardelia se del Saggio di egloghe di militari
ne vede ancora espressa 1' elegie in Giulio Cesare Cordara, e dal me-
un busto di candido marmo, fre- desimo tradotte in latino, Roma
giato di elegante iscrizione. 1784. Essendosi il Cancellieri re-
MASSEl
Paolo, Cardinale. Pao- cato col benevolo padrino a vede-
Montepulciano,
lo Massei nobile di re le carte cinesi che adornavano
nato a*3o settembre 17 12, nipo- varie stanze del palazzo di villa
te del precedente cardinale , fatti Valenti, poi Sciarra, presso porta
regolarcnente i suoi studi, ed ab- Pia, ed avendo il Massei per fra-
bracciato lo stato ecclesiastico, fu tello il rettore del collegio cinese
ammesso in prelatura. Benedetto di Napoli, gli propose di farne la
XIV lo fece successivamente nel descrizione, che prevedeva gli sa-
1744 governatore di Ancona, nel rebbe stata gratissima. U Cancel-
J749 di Civitavecchia, nel i75i lieri vi aderì, e pubblicò poi nel
di Frosinone, e nel 1753 di Viter- 181 3 in Roma l'opuscolo: Descri-
bo. Nel 1758 ottenne la coadiu- zio ne delle carte cinesi, ec.
loria di monsignor Casoni chierico MASSENZIA (s.), vergine e
di camera, e lo divenne efl'ettivo martire. Nacque in fscozia, e ere-
nel 1759 sotto Clemente XII l, dal desi uscita dal sangue reale. Riti-
quale nel 1762 ebbe la presiden- ratasi in Francia, per mantenere
za delle zecche, e nel 1766 fu tras- più agevolmente il voto di virgi-
latato a quella delle strade. Giun- nità che avea fatto, visse rinchiu-
se nel 1775 ad essere decano dei sa presso fiume Oise. Si assicu-
il

chierici di camera, e nel 1778 ra che fu da un libal-


trucidata
promosso a commi.ssario generale do, il quale aveva tentato indarno
delle armi pontificie da Pio VI, di farle rompere il suo voto, e
come abbiamo da monsignor Ni- l'aveva seguita in Francia. 11 suo
colai, Delia presidenza delle .strade culto vigeva nel secolo VH ai pas-
MAS MAS 237
so dell' Oise, ove si è formala una capoluogo di mandamento, posta
piccola città clie porta il nome di in una situazione elevata, con più di
Ponte s. Massenzio, per le di lei re- 35oo abitanti. A questo principato
liquie die vi sono onorate. La sua con titolo di marchesato, appartenne

festa si celebra ai 20 di novembre Crevacour o Crevacuore, capoluogo


in Iscozia e nella diocesi di Beauvais; di mandamento sulla riva sinistra
era celebrata ai 24 d' ottobre in In- del Sessera, con due miniere di
ghilterra e in Irlanda, e in qualche ferro nei contorni. 11 principato di
luogo particolare d'Inghilterra ai 16 IMasserano è situato tra la Ironlie-

d'aprile. ra milanese, ed i ^errilorii di Biel-


MASSENZIO (s.), abbate. Nac- la e Vercelli, nella quarta divisio-
que nella città di Agde, e ricevette ne piemontese o di Novara. Spet-
al sacro fonte il nome di Adiutore. tò dapprima ai vescovi di Torino,
I suoi pii genitori lo posero sotto Vercelli, Asti, Pavia, con altri fen-
la guida del santo abbate Severo, di per concessione di alcuni re di
dei cui insegnamenti approfittò per Italia longobardi, incominciando da
modo che avanzò ben presto nelle
si Luitprando, non che all'insigne ab-
\ie della Per sottrarsi agli
santità. bazia di ». Benigno di Frulluaria,
applausi degli uomini, si ritirò in un quindi appartennero tali feudi al so-
luogo sconosciuto. In capo a dieci vrano diritto della chiesa romana,
anni i suoi genitori ed amici aven- sotto il nome di principato di Mas-
dolo scoperto, lo ricondussero alla serano e di marchesato dì Crevaco-
patria; ma egli non vi rimase lungo re^ per essere questi i principali luo-
tempo. Fuggito di nuovo, andò nel ghi di quelle pontifìcie pertinenze.
Poitou, cangiò il suo nome in quel- Si devcavvertire che tanto il princi-
lo di Massenzio^ e si mise sotto la pato che il marchesato appartenne-
disciplina di un santo abbate no- ro pure in complesso alla detta chie-
mato Agapito. mo- 1 religiosi del sa di Vercelli, senza però gli accen-
nastero furono presi d' ammirazione nati e da essa poi furono
titoli,

allorché videro 1' amor grande che dismembrati ed attribuiti per be-
portava all' umiltà, alla mortifica- nemerenza della cattolica religione
zione, alla carità; e pel complesso al cardinal Lodovico Fieschi ed al
delle sue virtù lo elessero a loro suo fratello Antonio Fieschi, dal
superiore. Ad esempio di AgapitOj Papa Bonifacio IX, che ne investì
rinunziò più presto eh' egli potè, con breve de' 29 maggio 1894 '»
per rinchiudersi una cella ap- in nobilissima famiglia Fieschi o Fie-
partata. 1 monaci non acconsenti- sco, dalla q\iale nel pontificato di
rono al suo ritiro, se non a con- Leone X passò per matrimonio o
dizione eh' egli dovesse continuare per adozione ai Ferro di Biella o
a governarli co' suoi consigli. Morì Ferreri di Biella, eh' ebbero diversi
circa l'anno 5 5, ed è onoralo nel
1 cardinali, e ciò fino all' estinzione.
martirologio romano il giorno 26 Giulio decorò queste terre del
li
di giugno. titolo di contea. Paolo 111 le di-
MASSERANO o MESSERA- chiarò marchesato, e Clemente Vili
WO, Massianum o Masseronum. le elevò al grado di principato. Nel-
Principato del Piemonte, con Mas- la vita di Gregorio XI II si legge,
sejano piccola città per capitale. ch'egli ricuperò coli' aiuto del duca
238 MAS MAS
di Savoia Emmanuel
Filiberto i , Masserano, con edillo affisso alla
fendi (li Monlafìa e Tigliole vncati chiesa abbnziale, ordinò a lutti i sud-
nella diocesi di Asti, e <:;iianlali con diti pontificii che ne difendessero i
gente armata dalla conlcssa di Stro- diritti; però fu con mano armata
piana che pretendeva aver ragione laceralo l'editto. In (juesti feiidi e
sopra di essi, riacquistando pure al- piccoli villaggi o sieno cantoni che
la chiesa romana Cisterna nel Pie- ne dipendono, solevano i Papi, per
monte. Nel i658 a' 24 novembre occasione di dilferenza tra quella
la famiglia Fieschi restituì e donò gente ed il principe feudatario,
alla santa Sede il principato di Mas- mandare governatori apostolici, l'ul-
serano ed il marchesato di Cre- timo de' quali fu Gian Carlo An-
vaconr, ed il Papa Alessandro VII tonelli di Velletii, zio materno del
colla costituzione Cum sicut, degli cardinale Stefano Borgia ,
poi ve-
8 maggio 1659, presso il Bull. Roni. scovo di Dioclia in partibus, e suf-
t. VI, par. V, p. I, accettò e ri- fraganeo di quello della propria pa-
cevè la restituzione e donazione di tria, che vi andò col solito breve
tali dominii. Quindi colla costituzio- di governatore, e con altro speciale
ne Inter^ del primo febbraio 1661, d' internunzio e di collettore ge-
loco citato p. 127, a tale effelto nerale degli spogli. Finalmente nel
ampliò la bolla di s. Pio V_, di non 1741 Benedetto XIV terminò tali

alienare i beni della chiesa roma- differenze, il quale a mezzo del nun-
na. Dipoiavendo Carlo Passio Fer- zio Merlinì, rimise al duca di Sa-
Masserano
reri Fieschi, principe di voia re di Sardegna Carlo Emma-
e marchese di Crevacour, venduto nuele III un breve apostolico, IH
a Vittorio Amedeo II duca di nona januarii, col quale lo costituì
Savoia il feudo di Masserano e vicario apostolico in teinporalibus
Crevacour, e quelli di Quirin, Fle- e perpetuo de'luoghi e de'feudi che
xia e Rissi senza il permesso del- la santa Sede possedeva nel Pie-
la Sede apostolica, Innocenzo XI col- monte e Monferrato, nella linea ma-
la costituzione Cum sicut, de* 26 scolina di primogenito in primoge-
febbraio 1686, BulL Rom. t. Vili, nito, colla clausola dcbitae fìileli-

p. 38 ijdichlaiò nulla ed irrita que- tatis^ ac de bene eL fideliler exer-


sta vendila, ideile gravi differenze cendo dicù vicarialus offìcium,prae-
insorte tra Clemente XI e la corte stand juranienluni in manihus ss.
di Torino, anche per la controver- et successoribus romanoruni Pon-
sia di diversi feudi nel Piemonte tìficum in qualibel niutalione lìneae
e Monferrato, particolarmente su a primo seu capite e/usdem lineae,
Corlanze , Cortanzone Cisterna, , come già si era convenuto con Cle-
Montafìa, e badia di s. Benigno, mente XII, dovendo il re ricono-
sui quali il re di Sardegna presu- scersi dipendente alla Sede aposto-
meva di avere assoluta sovrani- licacoll'annuo censo o tributo di
tà , fu percosso e posto in car- duemila scudi. 11 re giurò nelle
cere il procuratore fiscale della mani del nunzio, inviò al Papa un
camera apostolica, e furono com- calice d'oro del valore di scudi due-
messi altri eccessi contro la chiesa mila d' argento, con promessa di
di Montanaro, onde il commissario fare ogni anno altrettanto, in segno
della santa Sede nel principato di di riconoscimento al legittimo si-
,

MAS MAS 9.39

j^nore tli delti stali o feudi, e fu se gesta de'suoi antenati e de' po-
ptintualniente eseguilo sino al de- steriori che in copia vi fiorirono.
clinar del secolo XVIII, in cui i Il Panvinio ne' suoi due libri De
francesi invasero il Piemonte. 1 feu- gente Maxima^ presso il t. IX del-
di, secondo il Liher ccnsuum del- lo Spicilegio romano del dottissi-
la camera apostolica del 1846, p. mo cardinal Mai, scrive che uno
356, sono Cortantii seu Co r (anse- deiMassimi fu cardinale prete crea-
riif Cortonsoris, Clsternae, Monta- to da s. Fabiano Papa del 2 38,
phiae , Tt'lìolanini , s. Benigni ,
morto in carcere per la fede di
PhelcLi Lomhardonisy Montanari Cristo ; altro cardinale egli scrive
principalus Masserani^ et cotnita- che fu titolare di s. Pudenziana, e
tus Crepacori , Bosnengì^ Caocini^ visse sotto s. Siricio Pontefice del
Flecchiae, Iìivi\ una cimi eoruui 385 e de' due suoi successori. In-
tei ritoriis. Calicem unum auri va- oltre Massimo, oltre vari
fra i

loris senior uni bismìlle monetae per santi e sante, sembra potersi an-
manus. Quindi vi è il conìparuit, noverare i Papi s. Anastasio I
et solini. del 398, e s. Pasquale I del-
MASSILLON Gio. Battista. Uno 1*817. Camillo nacque a'20 luglio
de' più gran predicatori del suo se- 1620, illustre non meno pel can-
colo, nacque ad Hières nella Pro- dore de' costumi che per la chia-
venza. Entrò nella congregazione rezza del sangue. Fu ascritto fin

dell'oratoiio, ove si distinse pe'suoi dalla gioventù tra' prelati , e nel


talenti, e dedicandosi alla predica- i65i Innocenzo X Io fece chieri-
zione fece conoscere quel genio sin- co di camera (nel 1^47 ^^'^ S"^
golare di cui avealo dotato natu- cameriere segreto); nel i653 Io
ra. Predicò avanti Luigi XIV, che incaricò della nunziatura di Spagna,
sebbene restasse malcontento di se dove incontrò non lievi controver-
stesso, volle udirlo ogni óne anni, sie in materie giurisdizionali col
indi nel 17 17 divenne vescovo di primo ministro. Avuta da Alessan-
Clermont, e mori nel 1 742, d' an- dro VII la commissione di procu-
ni sttlantanove. Abbiamo la raccolta rare la pace tra i francesi e gli spa-
delle sue opere stampate a Parigi gnuoli, pel quale oggetto anche il

nel 1745» e 1746 in quattordici vo- senato veneto avea spedito in Ma-
lumi. Ciò elio forma il suo carattere, drid un ambascialore straordinario,
è la persuasione e V unzione : tulli Camillo o per soverchia fretta, o
i suoi ragionamenti toccano diret- per la gloria di aver lui solo con-
tamente il cuore, ed ìu tutti i suoi chiuso affare si rilevante, senza par-
discorsi apparisce sempre il senti- teciparlo a tale oratore, si fece ar-
mento che commove e intenerisce, bitro d^lla pace, proponendo ai de-
esprimendosi ognora nobilmente. E- putati di Francia una lega segreta.
gli particolarmente si distinse sui Ricusarono i francesi di acconsen-
grandi oratori ne* sermoni di mo- tire alla proposizione del nunzio,
rale e negli elogi. senza prima farne parte al rap-
MASSIMI Camillo, Cardinale. presentante veneto, il quale venuto
Camillo Massimi de' marchesi di in cognizione della cosa , avanzò
Arsoli, nobde romano, di antichis- querele al suo senato contro ilnun-
'

sima famiglia chiara per le glorio- zio, onde la repubblii


24o MAS MAS
fbrlemenle col Papa. Questi rlclila- casa fu l'emporio degli uomini piti
niò il prelato in Roma, e nel suo dotti che negli all'ari
ed eruditi,
pontificalo e in quello di Clemen- più riguardavano i suoi sen-
dillìcili
te IX restò inoperoso. Il Battagli- timenti con venerazione, perchè ra-
ni attribuisce il richiamo dalla nun- re volte riuscivano fallaci, mentre
ziatura, perchè 1' eccesso della con- ponderando egli qualunque questio-
fidenza con Filippo IV avea posto ne penetrava a fondo, e colpiva
yi
in diflìdenza la corte pontificia. Il le diflìcoltà che potevano insorgere,
sacro collegio dopo la morte di Cle- sapendo applicarvi pronto ed op-
mente IX lo elesse governatore del portuno rimedio. Pubblicò alcuni
conclave, e Clemente X in esso codici di mirabile antichità, tra i

creato, subito lo decorò del titolo quali tiene il primo luogo quello
di patriarca di Gerusalemme, e lo di Virgilio^ che si appella il Vir-
fece maestro di camera, edopo cir- gilio del cardinal Massimi. Egli
ca otto mesi, a'22 dicembre 1670, pure scopri le celebri pitture an-
lo creò cardinale prete, conferen- tiche terme di Tito, quali
nelle
dogli per titolo la diaconia di s. ancora si conservano nel palazzo
Maria in Domnica elevata per lui Massimo alle Colonne, di sua illu-
a titolo presbiterale, ritornando po- stre famiglia. Finalmente avendo
scia a diaconia, tranne il tempo in veduto il principio del conclave
cui Benedetto XI 11 tornò a dichia- d' Innocenzo XI, non potè vederne
rarla per assegnarla al suo
titolo il fine, morendo in esso nel 1676
favorito cardinale Coscia, per cui a' 12 settembre, d'anni cinquanta-
invece eresse in diaconia la chiesa sefte, ed ebbe sepoltura nella basi-
di s. Maria ad Martyres. Dipoi il lica Lateranense, nella tomba dei
cardinale passò al titolo di s. Ana- .suoi antenati, funebre me-
senza
stasia, ricevendo dal Pontefice l'in- moria. Giovanni Bartolotti ne scris-
carico di soprintendere
fab- alla se la vita che pubblicò in Asti
brica del sontuoso palazzo Altieri, nel 1677.
e vi riuscì con decoro. Visse il car- MASSIMIANOPOLT,/¥^.r//;2m/2o-
dinale dedito alle lettere, alla pietà, polìs. Sede vescovile della seconda
ed a tutte le virtù e scienze, e Pamfilia, nell'esarcato d'Asia, sotto
perciò protesse i letterati e gli ar- la metropoli di Pirgi, eretta nel
tisti, fra' quali si distinse partico- V secolo. Ne furono vescovi Pa.
larmente il Pussino. Praticissimo trizio che intervenne al concilio
degl'interessi de' principi, le storie Niceno, e Teorebo che sottoscrisse
de' quali gli si erano rese famiglia- la lettera de' vescovi della Pamfilia
ri per lo studio fattovi, si distin- all'imperatore Leone. Oriens christ.
se pure per soavi e dolci ma- t. I, p. 1021.
niere Sopra tutto segnalò il suo
. MASSIMIANOPOLI. Sede ve-
genio nello studio delle antichi- scovile della provincia di Rodope,
tà , che lo indusse a rintraccia- sotto la metropoli di Traianopoli,
re per ogni parte antichi monu- nella diocesi di Tracia , eretta nel
menti, per mezzo de' quali potè V secolo, e nel IX elevata ad ar-
formarsi un f^imoso museo; e sic- civescovato onorario . Ne furono
come fornito eziandio di cognizioni vescovi Ennepio che fu al primo
in ogni genere di letteratura, la sua concilio di Eleso; Sereno che sot-
MAS MAS 24r
toscrisse quello di Calcedonia, e al eretto un arcivescovato dai latini.

decreto sinodico di Gennadio di Al presente Massimianopoli, Maxi-


Costantinopoli contro i simoniaci; ini nianopolilan, è un titolo vescovile
ed Eustnzio die sedeva al V con- in partibus, sollo l'arcivescovato pu-
cilio fra i metropolitani, perchè al- re in partibus di Cesarea, che con-
cuni al sesto secolo attribuiscono ferisce la santa Sede. Vacato per
la dignità metropolitica , Oriens morte di Alessandro Cameron , il

christ. t. I, p. I200. Papa Gregorio XVI nel concistoro


MASSIMIANOPOLI. Sede ve- de'i5 aprile i833 loconferì a Gae-
scovile della seconda Tebaide, nel tano de Rowaiski della diocesi di
patriarcato d' Alessandria, sotto la Posnania, facendolo insieme suffra-
metropoli di Tolemaide Hermii, e- ganeo della metropoli di Gnesna^
retla nel IV secolo, di cui fu ve- della cui cattedrale era canonico.
scovo Pacliimo meleziano. Oriens MASSIMILIANO (s), martire.
chiìst. t. Il, p. 6 IO. Fu condannalo alla morte per a-
MASSIMIANOPOLI. Sede vesco- ver confessato d'esser cristiano, e
vile della provincia d'Arabia, sotto ricusato di servire, essendo figlio
]u metropoli di Boslra, nel patriar- d'un soldato romano, secondo che
cato d'Antiochia^ situata al di là prescrivevano le leggi dell'impero;
dal Giordano , di cui fu vescovo e ciò perchè la professione guerre-
Severo, pel quale Costantino suo sca, dopo gli ordini emanati da
metropolitano sottoscrisse al con- Diocleziano, era inseparabile dalla
cilio Calcedonese . Oriens christ. idolatria. Nell'atto ch'egli veniva
t. H, p. 867. condotto al supplizio , esortava i

MASSIMIANOPOLI o MASSI- cristiani a rimaner fedeli al Si-


MINIANOPOLI. Sede vescovile del- gnore. Subì il martirio a Tebesta
la seconda Palestina, sotto la me- in Numidia, nel 296, in età di
tropoli di Scitopoli j nel patriarcato venlun anni, tre mesi e diciotta
di Gerusalemme , eretta nel VI giorni. È onorato a* 1 2 di marzo.
Anticamente si chiamò Ha-
.secolo. MASSIMILIANO (s.), martire.
(ìadrimmon o Acladremmon^ da al- f^. BONOSO (s.).

cuni situala diecisetle miglia da MASSIMILIANO Dormiente .

Cesarea Marittima, memorabile per F. Dormienti (i sette ss.).


la morte di Giosia re di Giuda, MASSIMILIANO, ordine equestre
ucciso dagli arcieri dell' egiziano militare. Questo ordine del merito
Nicaon, Ne furono
Massimo; vescovi: militare di Baviera fu istituito da
Paolo che fu al concilio Ni ceno ; Massimiliano Giuseppe primo re di
Mega che sottoscrisse nel 5 18 alla Baviera, il primo gennaio j8o6,
lettera sinodica del patiiarca di decretando che 1' antica decorazio-
Gerusaleninie Giovanni ; e Donno ne militare 1' elevava ad ordine rea-
che assistette al concilio di Costan- le per rimunerare i fatti gloriosi
tinopoli del 586 sotto il patriarca eseguiti per la gloria del servigio
Menna, ed a quello di Gerusalem- militare; e tal giorno è la fe-

lue sotto il patriarca Pietro Oriens sta dell' ordine, che la celebra so-
christ. t. Ili, pag. 7o3 ; Terzi, lennemente. Il capitolo dell'ordine
Siria sacra p. 276. Com man vil- del merito militare di Baviera esa-
le dice che nel secolo Xll vi fu mina i dirilli degli aspiranti, e li

VOL. XLIII. 16
a{i MAS MAS
presenla al re, il quale decide se classi hanno diritto di prendere un
ne debbono essere fregiati. L' or- titolo di nobiltà, che trasmeltono
dine ha diversi privilegi e pensio- a' loro figli, ed in perpetuo alla fa-
ni, determinandosi il grado nell'at- miglia per diritto di primogenitu-
to della nomina : il regnante re ra: tuttavolta dipoi tal diritto ebbe
Luigi Carlo Augusto, a' 2 f ottobre delle limitazioni. L' ordine ha un
i83o aumentò le pensioni con al- fondo di pensioni pei figli dei ca-
tre otto annue contribuzioni di tre- valieri defunti, ed un decreto del
cento fiorini. L' ordine si divide in re che regna, de' 12 ottobre i834,
tre classi, cioè di gran croci, di com- aumentò le pensioni da 25o a 3oo
mendatori e di cavalierij il nume- fiorini. Nella croce di decorazione
i-o de* membri è illimitato, e la evvi il motto : J^irtus et honorj e
gran croce non possono conseguirla nel rovescio si vede il busto del-
che soli generali. La decorazio-
i l' effigie del fondatore colla leggen-
ne consiste in una croce d' oro da :Max. Joseph rex Bojoariae.
smaltata di bianco, sormontata da ^
MASSI MINO (s.), vescovo d'Aix.
una corona il centro è smaltato
: E riguardato come il fondatore di
di turchino colle cifre 31. J. K. questa chiesa. Alcuni moderni ne
del suo fondatore, c\oè Massimilia- collocano la missione, ma senza
no Giuseppe re, e nel rovescio v'è prove, avanti la fine del primo se-
l' epigrafe : Firluù prò patria. Il colo, pretendendo che fosseuno
nastro da cui pende la croce è di dei discepoli del Salvatore. S. Si-
seta nera avente agli orli un rica- donio o Chelidonio fu probabil-
mo turchino e bianco. mente suo successore ; e, secondo
MASSIMILIANO, ordine eque- la tradizione del paese, è quel me-
stre civile. Quest* ordine del meri- desimo nato cieco guarito da Ge-
to civile di Baviera fu fondato da sù Cristo. Le reliquie di questi san-
Massimiliano Giuseppe primo re di ti, come pure quelle di molti al-
Baviera, per ricompensare le per- tri, si mostrano a s. Massimino,
sone impiegate nel civile, che aves- piccola città a sei leghe d'Aix. Il

sero reso eminenti servigi allo stato, monastero che porla il nome del
che si fossero distinte per patrie santo, e che lo diede alla città,
virtù, e che avessero bene meritato seguiva in antico la regola di san
del pubblico. Fu diviso in quattro Benedetto: Carlo II re di Sicilia e
classi, cioè di dodici gran croci_, di conte di Provenza, che fece riedi-
Tentiquattro commendatori^ di cen- ficare la chiesti, lo diede ai padri
to cavalieri, e di un numero illi- predicatori nel 1295. S. Massimi-
mitato di decorati della medaglia no è onorato il giorno 8 di giugno.
d' oro o d' argento. Nella revisio- MASSIMINO (s.), vescovo di
ne degli statuti falla agli 8 ottobre Tre veri. Nato a Poitiers, d' illustre
1817, '^ numero de* gran croci fu famiglia, fu educato da s. Agricio
fissato a ventiquattro, non compre- vescovo di Treveri, il quale lo
si quelli decorati dell'ordine di s. strinse al servigio della sua chiesa,
Uberto; quello de* commendatori a e gli conferì gli ordini sacri. Nel-
quaranta, e quello de' cavalieri a l'anno 332 successe al suo precet-
cento sessanta. Quelli che sono an- tore. Quattr'anni dopo raccolse in
noverati in una delle tre prime Xi'even s, Atanasio, che vi era sta-
MAS MAS 243
to rilegalo. Questo sanfo passò qui- vita i5 dicembre del 520, ed è
il

vi due anni, e loda assai ne' suoi nominato in tal giorno nel marti-
scritti la vigilanza instancabile, Te- rologio romano e in quelli di Fran-
roica fermezza, e la vita esempla- cia. Si custodiscono le sue reliquie
re del suo albergatore, il quale era nel monastero di Micy, che appar-
già favoreggiato col dono dei mi- tiene presentemente ai Foglianti, e
racoli. Quaudo
Paolo vescovo di
s. che porta da molto tempo il no-
Costantinopoli fu bandito dairitn- me del santo.
peratore Costanzo, trovò egli pure MASSIMINO (s.), martire. V,
asilo nella città di Treveri, e un Giù VENTINO e Massimino (ss.).

celante difensore in Massimino, che MASSIMO (s.), martire. Asiatico,


fu uno dei più illustri propugna- mercante di professione
e cristiano.
tori della fede di Nicea, nel conci- Confessò pubblicamente la sua re-
lio tenuto a Sardica Tanno 347- ligione , mentre l'imperator Decio
I suoi consigli impedirono che T im- aveva ordinato a tutti i cristiani
peratore Costante fosse sedotto da- di adorare gì' idoli. Condotto da-
gl' intrighi degli ariani, non lascian- vanti al proconsolo Ottimo, ed a-
do passare alcuna occasione in cui vendo coraggiosamente ricusalo di
svelarne gli artifizi, ed arrestare i piegarsi all'osservanza degli editti
progressi della loro setta. Dicesi imperiali, fu sottoposto alle batti-
che morisse nel 349 nel Po'to"> do- ture, quindi tormentato sopra il ca-
ve era andato a visitare la sua fami- valletto. Ma
disperando il procon-
glia. Fu sepolto presso la città di solo di vincere il prode combatti-
Poitiers; ma il suo corpo venne tore, ordinò che fosse lapidato per
trasferito in appresso a Treveri, la servire di esempio ai cristiani. Mas-
qual cerimonia si fece ai 29 mag- simo fu tosto consegnato a una ban-
gio, giorno in cui ora si celebra da di satelliti, quali lo condussero
i

la sua festa. Neil' 888 vennero sco- fuori della città, e lo fecero morire
perte le sue relìquie, ch'erano sta- a colpi di pietra. Ciò avvenne l'an-
te nascoste durante le scorrerie dei no i5o o 25i. E onorato da'greci
normanni; e furono allora onorate il dì i4 maggio, che fu quello del
di molti miracoli, de' quali i bol- suo martirio, ed è nominato nel
landistine pubblicarono la relazione. martirologio romano a'3o di aprile.
MASSIMINO (s.), abbate, voi- MASSIMO E VENERANDO (ss.),

garmente chiamato s. Mesmino. Era martiri. La nuova leggenda di quo-


nipote di s. Euspicio prete di Ver- ti santi racconta ch'erano fratelli,

dun, in favore del quale il re Ciò- e nati a Brescia in Italia; che Mas-
doveo fondò nel 5o8 il celebre mo^ simo fu consacrato vescovo, e Ve-
nastero di Micy. Nel 5io succedet- nerando innalzato al diaconato dal
te allo zio nel governo di tal mo- Papa s. Damaso I del 367, il quale
nastero, e la riputazione di santità li mandò ambedue a predicare il van-

eh' egli godeva gli procacciò gran gelo agi' infedeli; che essi eseguirono
numero di discepoli , fra' quali vo- dapprima questa commissione tra i
glionsi annoverare s. Avito, s. Li- barbari che passate le Alpi erano
fardo, s. Urbino, s. Calerifo, s. Teo- piombati sulla Lombardia, ma non
demiro, s. Laudomaro ec. Il santo ne trassero altro profitto, se non
abbate passò da questa a miglior che r onore di sotferire vari tor-
a44 MAS MAS
menti per Gesù Cristo. Sollrallisi nuò a portare il cilicio ed osser-
alla rabbia de' persecutori , abban- vare le regole monastiche, per quan-
donarono l'Italia e sì recarono nelle to glielo poteano permettere le sue
Gallie, accompagnati da due santi funzioni episcopali. Conservò Io stes-
preti, nomati Marco ed Elerio. Pas- so amore alla povertà, lo stessa spi-
sarono per le città di Auxerre, di rito di penitenza e di orazione,
Sens e di Parigi ; e dopo aver fat- la medesima indifftirenza pel mon-
to qualche dimora nel luogo dove do, e la medesima umiltà. Ma la
rOise mette nella Senna, continua sua pazienza e carità ebbero mag-
rono il loro viaggio alla volta d'E- giori occasioni di esercitarsi nell'a-
Treux. Giunti nel villaggio di Ac- dempimento de' doveri dell' episco-

quigny, furono arrestati da una pale ministero. Si trovò al concilio


truppa di barbari che li decapita- di Riez nel 4^9, al primo d' Oran-
rono in un'isola vicina. Trentotto ge nel 44'» ^ a quello di Arles nel
soldati da essi guadagnati a Gesù 454. Mori nel 4^2, ai 27 novem-
Cristo, riportarono eoa loro la coro- bre, giorno sacro alla sua metno-
na del martirio. S. Massimo e s. Ve- ria. Il suo corpo è custodito nella
nerando sono onorati con molta di- cattedrale di Riez, dedicata alla Bea-
vozione ad Evreux e a s. Vandril- ta Vergine e a s. Massimo.
)o, ove si venerano alcune loro re- MASSIMO (s.), vescovo di To-
liquie; e la loro festa si celebra ai rino.Poche notizie abbiamo di lui.

25 di maggio. Gennadio ci fa sapere che fu uno


MASSIMO (s.), martire. F. Ti- de' principali lumi della Chiesa nel
BURzio, Valeriano e Massimo (ss.). quinto secolo, e che predicò la fede
MASSIMO (s.), martire. V, Mo- con zelo indefesso; al qual sublime
SÈ e Massimo (ss.). ministero erasi apparecchiato con
MASSIMO (s.), martire, V. Vit- uno studio profondo delle divine
torino (s.). scritture. Assistette al concilio di
MASSIMO (s.), vescovo di Riez. Milano 4^i> ed a quello di
nel
Nacque a Decomer nella Provenza, Roma nel 4^^>,cui non soprav-
che ora è detto Castel- Redo ne, vi- visse di molto. È menzionato nel
cino a Digne. Educato alla virtù, martirologio romano a' 25 di giu-
menava vita ritirata in casa del gno. Ci rimane di questo santo ve-
padre, consacrando la maggior par- scovo un gran numero di omelie
te del tempo all'orazione, alla let- sopra le principali feste dell'anno,
tura e a gravi studi. In seguito sopra molti santi, e sopra diversi
dispensò ai poveri i propri beni, e soggetti di morale,
si ritirò nel monastero di Lerino, MASSIMO (s.), solitario. Disce-
governato da s. Onorato. Eletto polo di Martino di Tours, nel
s.

questi arcivescovo d'Arles nel 4^6, cui monastero fu allevato , crebbe


Massimo fu incaricato del reggi- più che mai il suo fervore essendo
mento del monastero, che per lui innalzato al sacerdozio. Lasciò il

acquistò nuovo lustro. In capo a suo paese pel desiderio di vivere


sett'anni fu innalzato alla sede di sconosciuto, e si ritirò nel mona-
Riez nella Provenza, che fu obbli-. stero dell* Isola Barba, presso Lio-
gaio accettare, sebbene la sua u- ne, di' CUI fu poscia eletto abbate.-
miltà vi ripugnasse. Massimo conli- Ma poiché era troppo distratto dal-
,

MAS MAS 245


le funzioni del suo grarlo, e poiché sone d' alto' aliare. Pirro convinto
le frequenti scorrerie dei barbari abiurò il suo errore, e portò egli

gli erano d' ostacolo a far sussistere stesso a Roma la sua ritrattazione,
la sua conaunità, rinunziò alla ca- ma essendo poscia ricaduto nell' e-

rica, e partì. alla volta della Tu- resia fu scomunicato. S. Massimo


rena. Ritornato in patria , riprese assistette al concilio lateranense che
la sua primitiva maniera di vivere; si tenne nell'ottobre del 649, sotto
ma in progresso di tempo fu costret- il Papa s. Martino I nel quale il ,

to prendere il governo di un mo- monotelismo condannato con tut-


fu
nastero da lui fondato nella pic- ti i suoi fautori, come pure il Tipo
cola città di Chinon, dove morì imperatore Costante IL
(Fe<i?/^ dell'
nel quinto secolo, in età assai a- Morto Papa, nel 655, s. Massimo
il

vanzata. La sua santità fu conte- fu arrestato per ordine dell' impera-


stata da miracoli operati prima e tore, col monaco Anastasio suo di-
dopo la sua morte. Si custodisce scepolo, ed un altro Anastasio che
parte delle sue reliquie a Bar-le-Duc era apocrisario della chiesa romana.
nella Lorena, dov'è conosciuto sot- Condotti a Costantinopoli, furono
to il nome di s. Mnxe. La sua fe- posti in separate ed alcuni prigioni,
sta è indicata nel martirologio ro- giorni vennero tratti al
appresso
mano a' 20 d' agosto. palazzo, dove era radunato il sena-
MASSIMO (s.), soprannomato to per giudicarli. Dopo due inter-
dai greci Omologeta o il Confesso- rogatorii s. Massimo fu rilegato in
re. Nacque a Costantinopoli l'anno Bizia, Anastasio apocrisario in Se-
58o, di una delle più illustri fami- limbria, e l'altro Anastasio a Per-
glie di questa città , ed occupò la bera, paesi situati nell'estremità del-
carica di primo segretario di stato l'impero. Furono colà mandati sen-
presso l'imperatore Eraclio. Distin- za provvisioni per vivere, e senza
to per talenti e virtù, egli abbor- che alcuni
altre vesti cenci, i quali
riva la vanità ed amava la solitu- coprivano appena la loro nudità.
dine. Introdottosi nella corte il mo- Nel 65^ Massimo trasferito
fu s.

nolelismo, temendo che la sua co- al monastero Teodoro di Rega di s.

scienza potesse esser posta a peri- presso Costantinopoli. Lungo il viag-


gliosi cimenti, si pose in animo di gio fu trattato colla più inaudita
rinunziare al suo impiego e di ri- barbarie, e giunto a Rega a'i3 di
tirarsi in qualche monastero ; ed settembre, i patrizi Epifanio e Troi-
ottenutane a fatica la permissione, lo, come altresì il vescovo Teodosio,
si fece religioso a Grisopoli. Di là andarono a trovarlo seguiti da nu-
passò in Aliica, mentre Pirro pa- meroso corteggio, per indurlo a co-
triarca di Costantinopoli, quivi ri- municare con essi ed approvare il
fuggito, si sforzava di spargere e di Tipo. Sostenendo costantemente la
acciedilareil monotelismo. Il patri- dottrina della Chiesa cattolica, ebbe
zio Gregorio governatore d' Africa il santo a soffrire i più indegni trat-
volle che Massimo avesse una pub- tamenti. Finalmente s. Massimo e
blica conferenza con Pirro, la quale i due Anastasi furono ricondotti a
si tenne in Cartagine nel luglio del Costantinopoli, ove radunato contro
645, alla presenza di molti vesco- di essi un conciliabolo, vennero a-
vi, del governatore e di altre per- natemalizzati e consegnali al prefet-
,

246 MAS MAS


to del pretorio , il quale a tenore cune Vi sono parecchie ope*
lettere.
della sentenza, dopo averli fatti fla- re di Massimo tuttavia inedite.
$.

gellare, fece loro tagliare la lingua MASSINI Carlo Ignazio. Filip-


e la mano destra ,
quindi inviolli pino della congregazione di Roma,
in esilio nel paese de' lazzi, nella nacque da comoda famiglia di Ce-
Sarmazia europea, verso la palude sena a' 16 tJaggio 1702. Fornito di
Meotide. Ivi giunti agli 8 di giugno ingegno pronto e penetrante, di
l* uno
del 662, furono separati dal- felice e tenacissima memoria, e di

l' monaco Anastasio fu


altro. Il con- tutte le necessarie disposizioni agli
dotto a Suma, ove morì pei tor- studi, questi egregiamente apprese,
menti sofFerli, a*i4 luglio dello stes- massime legali. Recatosi in Roma,
so anno; l'altro Anastasio gli soprav- ne partì poi qual uditore del car-
visse non molto, e s. Massimo fu dinal Spinola legalo di Bologna,
relegato nel castello di Schemari. e con rara integrità ne funse l'uf-
Egli predisse il giorno della sua fìzio. Benché unico maschio di sua
morte, da cui fu rapito circa la fine casa, si consagrò allo stato eccle-
dell' anno medesimo 662, o al prin- siastico, e nel 1734 entrò in Ro-
cipio del susseguente, essendo in età ma nella congregazione dell' oralo-
di ottantadue anni. I greci celebra- riOj ove si segnalò nelle più belle
no due feste in suo onore : l' una virtù, e ne divenne uno de'più belli
a' 21 di gennaio, l'altra a'i3 d'a- ornamenti. Versatissimo nella storia
gosto. Baronio e Baillet assegnano ecclesiastica e nelle scienze sacre,
quest'ultimo giorno per quello della dotato di vasta erudizione, ci lasciò

sua morte; ma Falconìo opina che morì santamente


eccellenti opere, e
siamorto a' 2 1 gennaio , ed ha
di nel 1791 d'anni ottantotto, aven-
per fondamento ciò che dice il Si- do molto operato anco per l'altrui
nassario de' greci, cioè che a' 3 di 1 santificazione. Nei suoi libri viene
agosto si fece a Costantinopoli la epilogata la più soda e cristiana
traslazione delle sue reliquie, le qua- morale ; per tutto vi riluce la pietà
li erano state portate in questa cit- de' sentimenti di cui era vivamen-
tà dal monastero di s. Arsenio, si- te penetrato, e l* inestimabile suo
tuato poco lungi dal paese dei laz- zelo. Le opere da lui pubblicate
»i, dove il santo era stato dappri- sono: I." Fila del veti. p. Maria-
ma seppeUito. Il martirologio roma- no Sozzini dell* oratorio di Roma^
no lo nomina a* 1 3 agosto co' due Roma 1747- Questa vita era già
Anastasi. Abbiamo parecchie opere stata abbozzata dal cardinal Lean-
di s. Massimo, cui il dotto Com- dro Colloredo, ed il Massi ni tornò a
befis domenicano fece stampare a pubblicarla con aggiunte, e la F^ita
Parigi nel 1675. Esse consistono in di Flaminia Papi, dello stesso p.
commentari mistici o allegorici so- Sozzini. 2." Fila di Gesù Cristo,
pra diversi libri della Scrittura; in Roma 1759: è una traduzione dal
cx>mmentari sopra le opere attribui- francese di quella di Tourneaux
te a s. Dionisio l'Areopagita; in con osservazioni morali. 3.° Fita
trattati polemici contro i monoteli- di Gesù Cristo, con appendice di
li; in un eccellente ragionamento meditazioni sulla passione, ed istru-
ascetico; in massime spirituali prin- zione per assistere alla messa, Ro-
t:ipalmente sopra la caritàj e io al- ma j 761. Fu impressa 1' appen»
MAS MAS 247
dice a parte con Bre^'c esercizio per te da Liegi. Fu una delle più forti

le domeniche e feste del Signore e piazze d' Europa, era già la chia-
di Maria Raccolta
P'ergine. 4-" ve principale delle Provincie Unite,
delle vite de^santi per ciascun gior- ed è capoluogo di Limburgo^ di
no dell' annOj premessa la vita del circondario e di due cantoni. Cin-
Signore eie feste mobili^ Roma i 763. ta da colline, è attraversata dal laar,
5." Raccolta ec. die contiene i'ap- piccolo affluente della Mosa, da cui
pendice delle vite de' santi, e la è divisa dal sobborgo Wjck, al

vita della ss. Vergine, Roma 1767. quale comunica col mezzo di un
La vita della Madonna è del pa- bellissimo ponte di pietra. E una
dre Andrea Micheli fìiijipino che delle più forti piazze del regno^ es-
aiutò il p. Massini nelle due rac- sendo difesa da buonissimi baluardi
colte, le quali meritarono di essere e da fosse, da numerosi bastioni e
più volte ristampate in Roma, in dal forte s. Pietro posto sopra una
Venezia ed altrove. Avendo egli altura, potendo essere i dintorni
così compiuta la storia agiografa inondati. Ben fabbricata, nella gran
del nuovo Testamento con univer- piazza vi è il palazzo pubblico, co-
sale applauso, nel 1786 con eguai strutto nel i652, bellissimo edifi-
successo corrispose il p. Micheli, zio. Sono rimarcabili la chiesa di
dappoiché puhblicò in Roma : Vite s. Gervasio, il collegio già de' ge-
de' santi dclV antico Testamento^ suiti, r arsenale, il teatro, il pas-
di cui ben presto se ne replicaro- seggio sui bastioni e lungo la Mo-
no le edizioni. sa, diversi benefici e letterari sta-
MASSONI. V. Muratori. bilimenti. commercio è assai at-
Il

MASTAURA. Sede vescovile del- tivo pel porto che ha sulla Mosa.
la provincia d' A§.ia nell' esarcato Il luogo esisteva come città nel IV

del suo nome, sotto la metropoli secolo, e fu compresa nel regno di


di Efeso, eretta nel V secolo. Tra Austrasìa, riconoscendo per molto
j suoi vescovi nomineremo Teodo- tempo l'imperatore per sovrano. I
sio che assistette e sottoscrisse al diversi assedi che sostenne in più
primo concilio generale d'Efeso^ epoche la resero celebre. Cadde in

e al posterioie conciliabolo j Sa- potere de' duchi di Brabante e dei


bazio che fu a quello di Calcedonia; vescovi di Liegi al principio del se-
Teodoro intervenuto al IV genera- colo XIII. Un vescovo di Liegi la
le; Costantino che fu al secondo
e vendè a Carlo V, indi nel i57g il
di Nicea. Oriens christ. t. I, p. 7o4- duca di Parma la prese e saccheggiò
MASTRICHT o MAESTRICHT, per gli spagnuoli, ai quali la tolse
Trajecliini ad Mosani , o Traje- Federico principe d'Orange nell'anno
cluni supcrius, per distinguerla da i632, cedendola agli slati genera-
Utrecht, chiamata Trajeclutn infe- linel 1648. Luigi XIV la conqui-
rius. Città vescovile già della pro- stò in tredici giorni di assedio nel
vincia di Limburgo nel regno del 1673, mentre si tenea inespugna-
Belgio, e secondo T ultime recenti bile.Attaccata da Guglielmo prin-
convenzioni ora appartiene a quel- cipe di Orange nel 1676, fu ob-
la parie del Lussemburgo ceduta bligato dopo cinquantun giorni di
all'Olanda. E situala sulla riva si- levarne l'assedio, essendo stata re-
nistra della Mosa, sei leghe distan- stituita agli olandesi per la pace
248 MAS MAS
di Niiiiega 1678. Ripresa dai
nel MASTROZZI Valentino, Cnnli^
francesi nel 1748, fu nell'anno sles- naif. Valentino Mastrozzi nacque di
so ceduta pel trattato d' Aquisgra- nobile famiglia in Terni a' 25 lu-
na. Giuseppe li ne rivendicò il pos- glio 1729. Dopo aver fatto gli studi
sesso nel 1784, ma l'anno seguen- ecclesiastici, fu ammesso in prela-
te rinunciò ad ogni diritto per nove tura e nel principio di sua carrie-
milioni e mezzo. I francesi la bom- ra venne occupato da Clemente
bardarono nel 1793, ed obbligati XI II nell'amministrazione economi-
a levarne V assedio 1' attaccarono di ca di molti luoghi pii, ed indi da
nuovo 1794, prendendola dopo
nel Clemente XIV fu promosso alla se-
undici giorni. Riunita alla Francia greteria del buon governo, carica
nel 1795, divenne il capoluogo del che esercitò con soddisfazione gran-
dipartimento della Musa inferiore ,
de della curia, e con indicibile van-
finché passò a far parte del regno taggio delle comunità dello stato,
de' Paesi Bassi. alle quali co' suoi provvidi regola-
La sede vescovile fu eietta nel menti recò il profitto di sgravarle
498, sotto la metropoli di Colo- dai debiti nella somma con«<idci'a-
nia, per avervi trasferito quella di bile di quattrocento e più mila
Tongres s. Servato. Tra i suoi ve- scudi. Fatto chierico di camera, e
scovi nomineremo s. Amando che destinato da Pio VI alla prefettura
nel 632 si condusse a Roma, e nel- dell' annona, si occupò nell' eserci-
la basilica vaticana gli apparve s. zio della medesima con tale fer-
Pietro, ordinandogli tornare in Fian- mezza di animo, avvedutezza di
dra a predicare il vangelo. Nel 65o amministrazione, ed utilità di prov-
gli successe s. R emacio, eh' ebbe a vedimenti, che si meritò il plauso
compagno nelle funzioni del vesco- universale ed attenne il premio
vato s.Landoaldo. Dopo di lui fio- della VII nel
porpora. Pio conci-
n s. Teodardo, eh' ebbe per suc- storo de' 23 febbraio 1801 lo creò
cessore s. Lamberto che , pafi il cardinale prete, e per titolo gli con-
martirio nel 708 o 709, pel cui ferì la Lorenzo in Pa-
chiesa di s.

assassinios. Uberto trasportò la se- ne e Perna, annoverandolo alle con-


de a Liegi. II re di Spagna, che gregazioni de' vescovi e regolari,
ne avea il dominio principale co- dell' immunità, delle acque e del
me duca di Brabante, cedette Maa- buon governo. Fu protettore della
stricht alle Provincie Unite colla pa- collegiata di s. Cristina di Gubbio
ce di Munster nel 1648. Il vescovo e di quella di s. Giovanni di Fab-
di Liegi non aveva che il domìnio brica ; della confraternita del ss.

utile con una porzione della giu- Sagramento nel castello di s. Era-
stizia; e la religione cattolica e la clio di Fermo, della Madonna del
protestante furono permesse nel pub- Carmine di Terni, e della comiuiità
blico esercizio. I cattolici vi hanno di Fabbrica in Piemonte. In segui-
cinque parrocchie, s. Gervasio, s. to di una penosa malattia cronica,
Matteo, Maria Vergine^ s. Pietro, in Roma passò all'altra vita a' i3
ed Oud Vivenhoven. Vi sono due di maggio 1809, d'anni ottanta. Il

ospedali, due ospizi, e due case del- cadavere fu esposto nella chiesa di
le sorelle della carità di s. Vincen- s. Marcello, e ne'funerali gli cantò la

zo de Paoli. messa il cardinal Alessandro Mal'


-

MAX MAT 249


lei, venendo tumulalo in quella sua conseguito notabili miglioramenti
lilolare di s. Lorenzo, a norma del- sulla qualità del lavoro. La storia
la sua teslamenfaria disposizione. di Matelica è in gran parte colle-
Questo integerrimo cardinale d'au- gala a quella di Camerino : non ce-
reicostumi, a testimonianza del suo de però essa alle altre città mar-»
zelo per la cattolica religione la- chiane in antichità, ed al pari del-
sciò erede del suo patrimonio il le confinanti fu in diversi tempi a
collegio Urbano propaganda fi-
di diverse proviiicie ascritta. Ne' tempi
at s volle sollevare con un censo più remoti nuitilicati si annovera-
i

annuo bisogni delle monache di


i rono tra i popoli dell'Umbria nel-
s. Giacomo alla Longara, delle qua- la VI regione d'Italia; poi fu com-
li per molti anni era stato supe- presa, secondo alcuni, nell'antico Pi-
riore, ed arricchì diverse chiese col- ceno, indi nel ducato di Spoleto. La
le sue sacre suppellettili. Signoreggiarono gli Ottoni, indi fu
MATELICA {Mathelicen). Città compresa nella legazione della Mar-
con residenza vescovile dello stato ca o Marca (noteremo
d' Ancona
pontificio, nella delegazione aposto- che circa il ySo incominciò il do-
lica di iAlacerata, situata nel mezzo n)iuio temporale della santa Sede
di una valle vasta, fertile e bella, sull'Umbria e sulla Marca d'An-
tra le città di Camerino e di Fa- cona, come dimostrammo in più
briano, distante dieci miglia dalla luoghi), poi nel ducato di Cameri-
prima e sette dalla seconda. E ba- no, ed ebbe in fine i suoi gover-
gnala dal fiumicello, detto impro- natori paiticolari, che rendono
vi

priamente, secondo Acquacolta, s. tulio» a giustizia, essendovisi anche


Angelo, il quale concorre col Senti neir epoca del regno Italico desti-
no formar l' Esi, ed un tempo
a nata la giudicatura di pace d' un
si chiamò Flumeit Matelicaniun. cantone. Attualmente ha dipenden-
La sua superfìcie è piana, buone te la sola comune di s. A natoli a ^

le principali strade, e mediocri gli della riportammo le notizie


quale
edifizi. Vaga è la piazza, che viene all'articolo Macerata, col casale Pa-
ornata da una grandiosa fontana. lazzi, oltre il suburbano villaggio
Tra le molte chiese e caie religio- di Castel di Rocca, unito al qiia-
se sono osservabili l' antico duomo, le conta circa ySoo abitanti.
ov' è in venerazione il patrono s. In Matelica sono fioriti non po-
Adriano per la cui festa si tiene
,
chi uomini illustri, oltre i celebri
importante fiera, e la chiesa di s. e potenti Ottoni, e faremo menzio-
Agostino. Fuori delle mura è il ne dei seguenti. S. Sollecito è tra-
monastero de' silvestrini. La sua dizione che avesse i natali in Ma-
valle, che gli Apennini attorniano, telica, ov'ebbe chiesa, demolita nel
è fiorentissirna, e prelibali vini si declinar del secolo XVII I. La bea-
raccolgono nel suo territorio. Fino la Mattia del secolo XIII, il cui
da remota epoca sono attivati in cullo immemorabile riconobbe Cle-
Matelica importanti opifìci di lana, mente XIII nel 1765; e l'arcipre-
ed i suoi panni hanno con credito te Acquacolta storico patrio, di
circolalo da per tutto, e sebbene (juanto concerne la storia, ci diede
ora le sue fabbriche non abbiano due operette. Il beato Gentile dei
più il j)as»ul.o smercio, pure hanno minori irancescaui, martirizzalo nel
25o MAX MAT
l35i o i352, su di che vi è una gli ordini religiosi fiorirono i gene-
cilssertuzione del dotto can. Giusep- rali de'monaci silvestrini, Atanasio
pe Antonio Vogel. Filippo Campa- Arcangeli^ Ferdinando Gattovecchi,
lìelli fu creato cardinale da Pio VI Giacomo Piermattei, ed Atanasio
nel 1789; nato da Giuseppe e Lau- Staccioli,il quale riuscì rinomatissi-
ra Finaguerra di famiglie patrizie, mo predicatore, e di cui abbiamo al-
ièce i suoi studi uel collegio Mar- cune opere. Inoltre fiorirono sei

ziale di Fermo, avvocato concisto- ministri provinciali della Marca, mi-


riale, promotore della fede, canoni- nori osservanti ; e cinque provin-
co vaticano, consultore del s. ofH- ciali agostiniani, quattro della Mar-
zio, ed esaminatore de' vescovi il : ca, e il dotto Politi di Romagna :

resto lo dicemmo alla sua biografìa, vive il p. m. Filippo Angelucci at-


e nella cattedrale ne pronunziò l'e- tuai generale del medesimo ordine
logio funebre l'avv. Vincenzo Mar- eremitano di s. Agostino. Egidio
cellini; nel palazzo pubblico e sul- Sernicoli abbate di Montecassino, e
la facciata del governativo vi sono presidente generale de' cassinosi. I

due iscrizioni che ne fanno onora- gesuiti Alessandro Pellegrini, con-


la memoria, avendo ancora contri» fessore del fratello del re di Polo-
builo che alla patria fosse restitui- nia; Gio. Battista Grassetti e Fran-
to il suo vescovo. Tra i vescovi cesco Rainaldi ; tutti sono autori di
fiorirono, Accursio vescovo di Pe- opere. Fra i distinti cittadini, be-
saro del 1285; fr. Tommaso ago- nemeriti della patria, primeggiaro-
stiniano vescovo di Osimo, che in no Giacobuzio ambasciatore a
:

un ritratto esistente in comune vieu Gregorio ; X


Francesco Nuzi cele-
chiamato cardinale, ma dell' anti- bre dottore in legge ; Rinaldo Ma-
papa Nicolò V (eletto da Lodovi- nozzini valente giureconsulto ; Car-
co il Bavaro) del 1828; fr. Corra- lo Paganelli, Camillo Acquacotta,
do de' minori vescovo di Bagnorea Domizio Domizi, Cesare Bianchini,
del i44^J Astone Paganelli vesco- Angelo di ser Francesco di Ange»
vo di Gravina del iSy^; e Gio- lo valente medico, e l'arciprete della
vanni Severini vescovo di Cameri- cattedrale Camillo Acquacotta com-
no del 1606. Tra i prelati, Cali- pilatore delle Memorie di Matelicct
sto Araadei uditore della camera, raccolte ed ordinate Cincona ^ i838:
l)en Leone X e Clemen-
accetto a opera ricavata principalmente dal
te VII, commendatario dell'abbazia patrio archivio, egregiamente ordi-
di Roti, vicelegato di Perugia, e nato e disposto dal can. Giuseppe
primo arciprete della patria chiesa Antonio Vogel d'Alsazia. Prima di
collegiata; ebbe a fratello Giam- lui d. Francesco Grifoni pur di
battista fisico rinomato ; Vincenzo Ma (elica, pubblicò in Foligno nel
Ottoni benemerito governatore di 1695: Compendio e ristretto della
Loreto; monsignor Venanzio Pier- nobilissima terra di Matelica, Re-
santi maestro delle cerimonie di stano inedite e presso la famiglia
Benedetto XIV, autore di varie o- Stefanini, le Memorie di Matetica
pere liturgiche. Vive monsignor che ad onore della patria raccolse
Giuseppe Santucci Fibbietti, cano- nel Grifoni, nel Lili, Compagnoni,
nico della basilica Lateranense, prer Turchi, Marangoni, ed altri storici
sidente dell'annona e grascia. Ne- provinciali. Questo lavoro fu pò-
MAX MAT l'^i

scia compendialo e miglioralo dal 89 prima dell'era nostra, e forse


nobile raalelicano can. Giambatti- ancora non potendo isfuggire dalia
sta Razzanti. Giuseppe Colucci nel rajìacità de'romani, perde il proprio

t.VI delle Antichità Picene^ nel reggimento, l'agro fu diviso in cen-


1789 pubblicò in Fermo: Delle turie, e distribuito ai soldati vete-
antichità di Mal elica. rani ;
quindi romani facoltosi com-
\J origine di Matelica è antica e prarono da loro vari terreni, e vi
decorosa, poiché fece parte dell'Um- formarono possessioni e ville deli-
bria, non del Piceno come avverte ziose, alcuni fondi conservandone
Acquacotta, rigettando la favola ancora i vocaboli. Dalle rinvenute
della pretesa fondazione di Cocco iscrizioni del II e III secolo, viene
figlio di Roso re di Rosella, cento dimostrato che i romani almeno in
anni circa dopo la fondazione di parte occuparono l'agro matelicano.
Roma. Il Colucci dice che i popoli Tra le iscrizioni celebre è quella
matilicati sono noti nell' antichità, di Caio ArrioClemente, eh' esiste
avendone menzione Plinio il
fatta nel palazzo priorale, dalla quale si
vecchio Balbo Mensore, laonde
e apprendono tutti gli onori e le

Matilìca vuole che sia il suo veto magistrature che fregiarono nei
nome, riconoscendone la situazione tempi vetusti i matelicani j egli fu
nel luogo dell' odierna Matelica : della tribù Cornelia, e si dubita se
egli ne ripete l'origine dai primi fosse di Matelica, bensì ne fu prò*
popolatori del Piceno, i siculi ; la lettore e curatore , e magistrato
chiama contermine del Piceno o supremo de'matelicani, cioè duumvi-
dell'Umbria, e ne adduce le ragio- ro ed anche censore o quinquennale;
ni. Parla della sua università e re- gli fu eretta la statua con delta
pubblica, che avea i tre solili or- iscrizione, e fiori ai tempi di Traia-
dini decurionale^ augustale e ple- no. Si congettura che gli antichi
beo, con diritto di dare il voto limiti fossero, verso Camerino il fiu-
nella romana tribù Cornelia; ra- me Potenza, indi lasommità del
giona de' confini del suo territorio, monte Gemmo, il monte Trifìnio
della lapida matilicana attribuita ai verso s. Anatolia, confinando pure
privernati falsamente da Ligorio, e cogli attidiani ed i tuficani. Negli
discorre pure di altre lapidi che la scavi si rinvennero molti monu-
riguardano. Varie opinioni riparla menti antichi, oltre le iscrizioni, mo-
Acquacotta sull' etimologia del no- saici, frammenti di marmi, statue e

me di Matelica, e conchiude, es- monete antiche, massime nella cosi


sere certo che i matelicati furono delta terra vecchia. Dai monumenti
popoli umbri, e che umbro in con- religiosi si rileva che tali furono
seguenza n'è il nome; ma siccome i matelicani nel paganesimo ; nei
la lingua degli umbri perì, non si primi tempi della Chiesa ricevettero
può con sicurezza spiegare il nome il lume della fede, e ben presto
di Matelica. Divenuti gli umbri nella ciltà vi fu eretto un vesco-
cittadini romani, dopo la perdita vato.
della loro libertà, le città umbre I matelicani nel VI secolo pro-
si" chiamarono municipi, per cui varono i funesti effetti della deplo-
Matelica probabilmente lo divenne rabile fame, che spopolò l' Italia, e

neir anno 664 circa di Roma, e nelle vicinanze di Matelica avvenne


ari MAT MAT
quindi nel 552 la vittoria di Nar- specie d* indipendenza, cui successe-
sete sui goti invasori, colla morte ro gare, guerre e pacificazioni fra
del loro re Totila, che si vuole delti conti. Enrico VI guadagnato
morisse e fosse sepolto a poca di- dalle offertedel conte Attone f(^ce
stanza della città, tutto sostenendo marciare contro Matelica un corpo
Acquacotta; anzi nel descrivere una di truppe, che la rovinarono e di-

importante tomba rinvenuta lunga strussero, a segno da farne andare


un miglio della città, nel piano dei dispersi e raminghi tutti i suoi a-
Cavalieri, già pian di Tomba, dice bilanti, siccome meglio diremo. Al-
forse poter essere quella del prin- la fine per altro dovettero conti i

cipe goto. Su di che si abbia però rinunziare alle loro pretensioni e


presente quanto dicemmo a Gualdo a poco a poco assoggettarsi a Ma-
Tadino. Dopo T estinzione del vesco- telica. Prima che conti i si as-
vato, verso 578, per le crudel-
il soggettassero al comune,
sembra
tà de* longobardi invasori d'Ita- che loro appartenessero le monta-
lia, Matelica incominciò a decadere, gne e le colline aggiacenti, e che
e fino al secolo XI scarse ne sono coi nobili vi avessero torri e ca-
le memorie: tuttavolta continuando stelli. Il territorio in sostanza re-
ad esistere, ebbe ognora il suo ma- stringevasi nelle pianure più vicine
gistrato, chiamato prima ordo, poi di Mistriano, in quelle verso s. A-
consoliy ed in seguito ebbe pure i natolia, e nelle altre verso Cerreto.
suoi conti, che ampliando il loro Nel »
199 il castello di Collamato
potere amministrativo, si arroga- si dette a Fabriano, e Matelica nel
rono principeschi diritti: di que- 1 2 [ f perde anche Cerreto e Ab-
sti però se ne ignorano le noti- bacina, per cessione dei conti Appi-
zie . Colla scorta di documen- liaterra Guarniero^ e Gentile di
di
ti domestici si conosce la for- Franco; produsse guerra cru-
ciò
ma del governo di Matelica circa dele tra Fabriano e Matelica, che
il 1160, il suo territorio, l'esten- ebbe però corta durata. Dall'altro
sione della città, i suoi quartieri, canto conti Ottoni ceduti aveva-
i

porte, chiese, e statuti della mede- no alla città vassalli che loro ap- i

sima. A detta epoca era governata partenevano fino a Potenza; verso


Matelica dai consoli, cioè da un col- il monte di Gemma sino alle mura
legio di nobili, che presiedevano aU di s. Anatolia, tutto spettava ai
r amministrazione della giustizia, conti di Maria, forse un ramo
s.

della polizia, dovendo in molti pim- de' conti Ottoni ; essi si sottomisero
ti liconoscere l'autorità de' conti, ai matelicani nel 12 12; e poscia
quali a queir epoca furono in Ma- loro venderono diritti e castello. I

telica il conte Attone, forse ascen^ Bulgarelli signori di Cinzano, e


dente della famiglia de' conti Otto- quelli di Samaregia al venderono
ni, e il conte Gualtiero probabil- comune la quarta parte del loro
mente d' un ramo collaterale della castello, e ad onta di ciò alienaro-
famiglia dell' altro : Gualtiero pos» no le selve a s. Anatolia.
sedeva la maggior parte dell' odier- I castelli di pertinenza di Mate-
no territorio, ed i castelli di Cerre- licaerano a quell'epoca. Rocca, 's.
to e di Albacina. Tuttavolta la cit» Maria, le due Civitelle, Colferraio,
tu con islenlo avea conservato una Casliglioui, llotuado, Campamanli,
-

MAT MAT 253


il castello del Piro e delle Pere, s. un numero di soggetti che forma-
Maria de' Galli, torre di Aimone rono i pubblici consigli ; ed ai con-
sul colle di Lupone. II territorio siglieri delle arti furono aggiunti
nel 1279 si divideva ne' quartieri de' consiglieri discendenti da fami-
di Ci vi Iella, Civita e s. Maria ; e glie consolari. Finalmente dopo la
nelle provincie i quartieri rurali rivoluzione del i34o, in cui come
Campamantis, Donorii, Collis Ferra si dirà furono cacciati gli Ottoni
rii, et Mistriani. La rinascente città cogli altri ghibellini, si eressero più
ebbe per nome Castrimi novum di tredici società o compagnie d'ar-
sancii Adriani^ dalla pieve a lui mi, ognuna con capitano, gonfalo-
sacra ed a s. Bartolomeo, cambia- niere ed insegna, per difendere da
mento dato forse per castigo o per qualunque usurpatore Io stato po-
far perire la memoria dell'indipen- polare.
denza e libertà che avea spinto i Questa costituzione fu modificala
matelicani a ribellarsi contro l'impe- poi dal cardinal Egidio Aibornoz;
ratore. Dall' essere stata riedificata e conservandosi le arti, le società, i

Maidica sotto il nome di tal mar- consigli, vi furono introdotte le

tire glorioso, si può dedurre che principali famiglie, e si fecero suc-


D*era patrono da tempo remoto. Sul- cedere i figli ai padri. Gli statuti si

le prime il dintorno delle mura fu riformarono nel i355, ma gli Ot-


ristretto, solo riacquistò l'antica sua toni si aflalicarono distruggerli per
estensione coi quartieri di s. Maria sostituirvi l'arbitrio della loro vo-
e di Civitella : i borghi di s. Maria lonlà, solo facendo estrarre da Ri-
Maddalena, di s. Eulizio e di Cam- naldo Manozzini i vecchi regola-
pamanti che restavano fuori della menti che piacque loro approvare
citlH, poscia le furono aggiunti. Le nel 1 5o8 col titolo di statuto mio-
antiche porte si chiamarono Cuoio, vOy in parte vigente. Quanto ai si-
Vecchia, s. Maria, Donorio, Città gilli del comune, quello del i3ir
e Valle ; porte che perirono quan- era di cera verde in quo imago
do si comprese nella città i nuovi ad cum quo-
instar hominis equìlis
sobborghi rimanendo le porte
, solo dani Gonfalone in manu j il secon-
Cuoio e Vecchia, dove non sono do rappresenta tin leone rampante
sobborghi. Non mancarono a Mate- con corona in capo, che dicesi ot-
lica anche nei tempi addietro orna- tenesse Matelica da Lodovico il Ba-
menti che l'abbellissero, acquedotti^ varo, perchè ne seguì le parti, onde
cdifìzi, e templi in molto numero poi fu assolta nel i332 da Giovan-
iieir interno
ed esterno del paese, ni XXII. Tornò poscia a ripigliar
il cui novero Acquacotta riporta a 1'
antico sigillo, eh' era la figura di
p. 52, con quello de' monasteri e un uomo a cavallo, rappresentante
conventi. I consigli sul principio si il protettore s. Adriano, avente in
componevano di soli nobili, e dal mano la bandiera del pubblico, su
loro numero si eslraevano consoli; i cui dovea essere dipinta l' arma
indi nel 248 prevalendo il ghibel-
1 della città, eh' è una croce bianca
linismo, venne imitala come altrove in campo rosso. Circa alla genealo-
la costituzione delle città libeie lom- gia della famiglia Ottoni, essi la fe-
barde e toscane. Si divise il popo- cero derivare verso il 94^Jj preten-
lo in arti, e ciascun' arte noQiinava dendo che Matelica distrutta da Be-
•i^j MAT MAT
rengaiio re d' Italia, OUone 1 la derico I nuovamente esercitò sidla
donasse in proprietà in un al pro- provincia, onde i marchigiani e gli

prio nome e stemma ai loro ante umbri scossone il giogo, esternaro-


nati, falso essendone il diploma puì)- no il loro attaccamento e fèdeitù
blicnto ancora dal Sansovino nelle al Papa; quindi i malelicani si die-
notizie di tal famiglia. Lo stemma dero nuovo a sistemare la
di bel
degli Ottoni presenta nella parte in- rinascente repubblica, dopo che tra
feriore uno scacchiere rosso e bian- il 117/4. e II 76 la città era stata

co, e nella superiore un' aquila ne- distrutta da Cristiano arcivescovo


ra in campo d' oro, che colle ali scismatico di Magonza, seguace del-
distese poggia sullo scacchiero. Cer- l' antipapa Pasquale 111 e capitano
to primo ascendente degli Ottoni fu di Federico I. Questi pacificatosi
Merico conte, indi A Itone conte: la colla santa Sede, nel 11 85 conces-
genealogia la produce Acquacotta se ai matelicani amplissimo diplo-
a p. 56. ma, ricevendo la città e gli anti-
Dopo che Federico I nel i 1 58, chi cittadini sotto la sua protezio^
alla famosa dieta di Roncaglia, di- ne, confermò gì' istromenti stipula-
chiarò pertinenza del fisco imperia ti con gli Ottoni, ed altre grazie.
le tultociò che le comunità soglio- Frattanto Camerino pretese che
no possedere per concessione dei tutti i territori» che riconoscevano
principi, sommo fu il malcontento l'autorità spirituale de' suoi vesco-
degli italiani, che collegali fra loro vi, riconoscessero 1' autorità tempo-
il debellarono, onde il Papa Ales- rale de' suoi consoli, contro le in*
sandro III rientrò trionfante in Ro- tenzioni de' Pontefici, che solo ave-
ma nel I i65; quindi i piceni, sud- vano raccomandato le derelitte dio-
diti antichi della santa Sede, cer- cesi ai vescovi, come Matelica a
tamente gli tributarono vassallaggio. quello di Camerino. La città si
Vuoisi perciò che sollevatisi i ma- mantenne indipendente e fece al-
telicani contro i conti ed i parti- leanza nel 1191 con Fabriano, e
giani degli antipapi, alzassero forti- poi con Sanseverino, Tolentino e
ficazioni, e costringessero i nobili vi- Montemilone, contro tali pretensio-
cini unirsi ad essi e sotlotnettersi alla ni. Mentre Matelica cercava con le

giurisdizione de'consoli, come fecero aderenze di consolidare la sua si-

nel II 66 il conte Attone e i suoi curezza, insorsero a disturbarla le

figli Rainaldo, Guarniero e Franco, intestine discordie de'discendenti del


riservandosi il conte i castelli di s. conte Attone, i quali si collegarono
Maria, Castel Rotondo e Civitella, con Fabriano ed altri luoghi, on-
ed obbligandosi di trattare gli abi- de ebbero luogo guerre e distru-
tanti come i nobili di Camerino zione di castelli Per colmo di .

trattavano i loro sudditi. Da que- sventura si mossero contro Mate-


st' epoca comincia la serie de' con- lica i camerinesi, i quali dopo a-
soli, giudici, podestà, vicari, luogo- verne saccheggiato il territorio ot-
tenenti, commissari e governatori tennero l'aiuto del duca di Brien-
di Matelica, non mai interrotta, che na luogotenente del defunto Enri-
sino a'nostri giorni l'Acquacolta ri- co VI; e sorpreso il paese lo rovi,
porta in fine Di breve
dell' opera. narono, e ne mandarono con Atto-
durala fu la dominazione che Fé» ne Appilialeira dispersi gli abitanti,
MAT MAX 255
nella mira d' ingrandirsi coli* esler- il convento di s. Francesco con
n»inio di Maidica. I miseri fuggia- chiesa grandiosa e di buona archi-
schi ricorsero ad Innocenzo Ili, di tettura, ammirandosi in essa oltre
cui avevano seguito le parti, rifiu- quaranta dipinti di valenti maestri.
tando riconoscere Filippo di Svevia Dopo la pace con Federico II si
fratello di ed il Papa
Enrico VI ; era stabilito nella Marca T imme-
scrisse al podestà e popolo di F\i- diato governo pontificio che favo- ,

briauo e s. Anatolia perchè soccor- riva i guelfi, il perchè nel 1287 il


ressero i niatelicani. Nulla questi popolo ne profittò col togliere ai
ottennero, e vissero raminghi fino nobili preponderanza, e certe più
la

al 1209 in cui trovarono protezio- gravose esenzioni le leggi su ciò :

ne e difesa da Ottone IV, il qua- emanate si leggono a p. 78 delle


le dopo la sua coronazione in Ro- lodate Memorie del eh. Acquacotta.
ma, accordò loro amplissimo diplo- I nobili aderirono, aspettando qual-
ma, con permesso di rifabbricare la che cambiamento di regime per
patria, con esenzioni. Ritornati i riacquistare i diritti perduti ; in fat-

matelicani in patria, ripristinarono ti nel 1289 Gregorio IX scomuni-


il consolato, risarcirono le fortifica- cando Federico II, questi mandò nella
zioni, e per giustizia costrinsero Marca un esercito sotto il comando
Attone all' osservanza de' preceden- di Enzio suo bastardo, per reprimere
ti patti. A vendicarsene gli Ottoni i guelfi, e nel 11^1 era padrone
venderono Cerreto e Albacina ai di tutta la provincia : allora i no-
fabrianesi, coi quali Matelica nel bili si ricusarono osservare i patti,

1211 discese ad una solenne con- ed i popolari ricorsero a Federico li,

cordia per una quiete durevole, con restando abolito il consolalo colle

reciproche cessioni e demarcazione esenzioni. L' adejenza di Matelica


di confini, stabilendosi pene a chi air imperatore disgustò il Papa , e
violasse il trattato. il successore Innocenzo IV si mo-
A si fausto avvenimento pel co- strò avverso a cesare. In queste
mune, successe l'ammissione di al- contingenze i malelicanl elessero un
cune famiglie godere il
forestiere a capitano , magistrato straordinario
diritto di cittadinanza, e per quaian- che soleva crearsi in tempo di guer-
ta e più anni si continuò ad aggre- ra, nella persona di Alberto figlio
garne altre. Indi si terminarono le di Attone, cui successe Bartolo di
questioni insorte di Pietro e Ranno, Gentile degli Ottoni; combatterono
e nel i2i3 Attone fece la sua som- in favore di Federico II, cui spedi-
missione; dipoi Matelica entrò in rono ambasciatori, e riconobbero il
lega con Camerino, Sanseverino e suo vicario nella Marca, trovandosi
Montemilone nel 1217, pacifican- alla gran battaglia d' Osimo, nella
dosi con Cingoli, e poscia confede- quale i ghibellini sbaragliarono le

randosi anco con altre città, per la milizie della Chiesa. Però nel 124?
considerazione che riscuoteva per diminuito il credito dell'imperatore,
l'aumento di potere, e nel i2 25 il cardinal Capocci legalo ricupeix>
\enne edificato il monastero delle tutta la Marca, e Matelica ch'era
monache di s. Maria Maddalena. Non ritornata al dominio ponlificio, su-
mollo dopo l'istituzione dell' ordi- bito gli prestò aiulo, e con Came-
ìiQ francescano fu eiello iu JMulelita rino giurò fedeltà alla saula Sede,
2 56 MAX M/VT
entrando nella lega guelfa contro linij trovandosi colle truppe presso
il deposto Federico 11. Innocenzo le mura della città, essendo questa
IV soddisfatto de* matelicani, nel per una sentenza del
indispettita
i^So spedì ad essi una bolla, in cui rettoreAnnibaldeschi si die aper- ,

confermò le loro giurisdizioni e di- tamente al suo partito, e con esso


ritti, essendo Maff Ileana communitas si portò ad assalire Camerino, che
dernanium curine speciale ; e con fu costretto spedir ambasciatori in
altra del 12^2 confermò ancora i Matelica per implorar la clemenza
privilegi conceduti dai predecessori de'vincitori e giurare fedeltà a Man-
e dagl' imperatori_, ed esentò poi il fredi ; ma
per esseve ritornato alla
clero dalle collette e gravezze. Es- Chiesa, fu quindi saccheggiato e di-
sendo in questo tempo irritati i ma- strutto. I matelicani furono ricom-
telicani contro il vescovo di Ca- pensati da Manfredi col dono del
merino, gli distrussero la casa e il castello di s. Maria de'Galli, con fa-
giardino entro Matelica , eh' erano coltà di demolirlo, siccome fecero;
ov' è il palazzo Ottoni, forse l'an- ed inutilmente coi suoi capitani ten-
tico episcopio, passato in proprietà tarono di riprendere Camerino, do-
de* vescovi camerinesi quando fu po il ritorno degli abitanti nel 1262.
loro raccomandata l'orfana chiesa ;
Grato il re Manfredi dell'attacca-
laonde Innocenzo IV li citò a ren- mento dei m'atelicani alla sua causa,
der conto del delitto. Non potendo confermò tutti i privilegi concessi
ì camerinesi imbrigliare i matelica- da Percivalle; ma vinto da Carlo
ni colla fabbrica di un castello, oc- I d'Angiò, fu ucciso sul campo nel
cuparongli poi il castello di Ma-
s. 1 266 : i guelfi ripresero coraggio,
ria e fabbricarono Castel Raimondo, e i ghibellini furono cacciati o co-
ciò die riprovò Bollando rettore stretti ad accomodarsi al contraria
della Marca. Nel i255 Matelica parlilo. II comune di Matelica in
acquistò Castel Rotondo dal sud- pena delia ribellione fu tassato dal
detto Bartolo, e la montagna le cardinal Paltinieri di seimila lire

Trecche da Rainaldo Lazani , ed di Ravenna, che Clemente IV ri-

ottenne dai discendenti degli anti- dusse alla metà, ed altri mali gli

chi conti formile rinunzia alle go- piombarono sopra, perdendo il di-
dute esenzioni. ritto di eleggersi il podestà , dopo
Ebbero luogo scorrerie de'came- aver profuso pei ghibellini denaro
rinesi su Matelica nel 12 58, che e sangue. 127 3 si eresse il pa-
Nel
trovandosi bisognosa dell'aiuto di lazzo pubblico con torre detta cam-
Sanseverino, si obbligò a pagargli panile commanis. Nel 1280 i came-
annue 25 lire di Ravenna per la rinesi,perpetui rivali di Matelica,
festa del patrono, e solo se ne sgra- s'impossessarono del castello di s.
vò nel i27i.Già nel 1269 esiste- Maria, e presero d'assalto s. Anatolia.
va in Matelica il convento degli e- Si effettuò nel 1286 l'unione delle
remitani di s. Agostino, la cui chie- benedettine del monastero di s. A-
sa di buona architettura fu restau- gala edificato nel 1268, con quelle
rala negli ultimi tempi ed abbelli- del monastero Maria INIadda-
di s.

ta, con porta di gusto gotico. Per- lena; indi nel 1288 ove
fu edificato,
ei vai le Doria vicario e capitano del esiste, il monastero di s. Maria Nuo-
re Manfredi, sostenitore de'gbibel- va per la congiegazione silvestriua,
,

MAX MAX 257


<lal dottor Benintendi malelicario, e guenza la multa di cinquemila fio-

r attuale chiesa fu però eretta sul rini, per r uccisione d' un chierico;
principio del trascorso secolo, poscia e nel i3oo Matelica in più modi
il monastero fu ridotto a miglior fu beneficata dal cardinal Napoleo-
forma. Nel 1290 già esisteva l'ospe- ne Orsini legato, ed ebbe pur be-
dale della chiesa di s. Giovanni ge- nevolo il rettore Rambaldo, che nel
rosolimitano, e nel 1291 si fabbri- i3o4 l'assolvette da qualunque pena
cò il fonte per somministrare entro incorsa e criminalità. Nati fatti per
il murato le acque necessarie agli mai stare in pace i matelicani ed i

abitanti. Per aver Matelica nel 1292 camerinesi rinnovarono le ostilità

ritolto il castello di s. Maria ai ca- ed i danneggiarono in più


primi
inerinesi, questi ne arsero di sde- modi i onde furono mul-
secondi,
gno, e decretarono devastare la cit- tati fortemente da Rambaldo. Solo

tà, uniti a.Sanginesio ed altri mar- a Clemente V, quantunque avesse


chigiani. Primieramente ripresero il stabilito la residenza in Francia ,

castello, eseguirono 1' antico disegno pe' suoi inviati apostolici, riuscì nel
di edificare un forte sul colle di 1 3o6 pacificarli ed ebbe luogo la ,

Torraimuni nel territorio matelica- memoranda concordia tra Cameri-


rio ed a suo danno, manomisero a no, e Sanseverino, Matelica e Fa-
ferro e fuoco la valle Matelicana, briano, e ne fu stipulato il famoso
e strinsero la città di formidabile as- trattato riprodotto da Acquacolta at
sedio. Si scosse nel 1293 alla sven- p. 110. Tuttociò inutilmente, per-
tura di Matelica Francesco d' Asisi chè Camerino travagliò a trovare
giudice generale della provincia , subito un pretesto da rompere la

condannò i camerinesi demolire


a pace, e solo nel 1 3 18 si fece fra i

il forte, a restituir l' occupato, al- camerinesi ed i matelicani un armi-


l' ammenda dei danni, allo sborso stizio per cinquant' anni , dovendo
di cinquemila marche di aigento, restar sospese le liti, segnatamente
multando pure podestà , capitani e pel castello di santa Maria. Acco-
e consiglieri. I camerinesi non l' a- stumata Matelica a seguire il ghibel-
scoltarono e continuarono l' assedio, linismo, nel I 3 1 I riabbracciò l'an-
che gli abitanti sostennero con forti- tico partito, e di nuovo si distaccò
ficazioni ; e coir aiuto di Tolentino dalla soggezione alla Chiesa, coli' u~
e Sanseverino, e con quello d' una nirsi a Speranza conte di Monte-
compagnia di ventura ,
potei ono i feltro, capitano della lega delle ter-
matelicani assalire i camerinesi e i re degli amici della Marca ; e con
loro castelli. Il rettore della Marca diverse comuni eospitò ancora a
P».aimondo scomunicò i camerinesi e danno del Pontefice, venendo ascolti
sottopose la loro città all' interdet- dalle censure due anni dopo. Ma
to, e di poi allo sborso di duemila subito si ribellò di nuovo, si asso-
marche d'argento ed alla consegna ciò ad altra lega, e congiurò con-
del forte di Torraimuni nel 294, 1 tro la Chiesa con altre città e luo-
ponendo fine alle ostilità il rettore ghi nel i3i5, e tornò all'obbedien-
Gentile da Sangro, con prendere za mediante multa nel r3i6. Edi-
in consegna il castello. mero il pentimento de' matelicani ,

Nel 1298 si suscitò in Matelica passati alcuni mesi sr unirono con


Una sommossa, eh' ebbe per conse- altri paesi a dalitìo del principe, 6
TOl. XLHI. i7
558 MAX MAX
con nitro sborso ottennero nuovo e l'anno appresso si ribellò ad isti-
perdono. Per le gravi ililfercnze in- gazione della che
famiglia Ottoni,
sorte tra Giovanni XXII e Lotlo- avea fatta sempre la sua disgrazia,
vico il Bavaro, riprese vigore il ghi- poiché i figli dei massacrati Guido
bellinismo : il Papa nel i32o lodò e Corrado erano rientrati in città,
la fedeltà de'matelicani, i (piali nel indi i matelicani nel i346 implo-
iSaS elessero per protettore il car- rarono misericordia dalla Chiesa col-
dinal Giovanni di s. Teodoro con lo sborso di mille fiorini d'oro. La
sessanta fiorini per onorario. A tale fame e la peste accrebbero le scia-
epoca già esisteva l'ospedale di s. gure prodotte dalla ribellione a Cle-
luogo slesso dell'odier-
Sollecito, nel mente VI, onde popoli nell'assen-
i

no spedale degl'infermi. Nel i3iS za dei Papi da Roma e per la de-


Lodovico il Bavaro arendo creato bolezza de' loro rettori, si gettarono
l'antipapa Nicolò V, essendo il po- fra le braccia delle famiglie più
polo disposto per certe multe alla potenti, e Matelica in quelle degli
ribellione, ne seguì le parti, dicen- Ottoni, che con altri tiranni si strin-
do alcuni storiciche il Bavaro di- sero in lega coi Visconti di Milano.
chiarò vicario imperiale di Matelica Innocenzo VI col nominare nel
I^ulgaruccio Ottoni , che saccheggiò i353 legato apostolico a ricuperare
ed arse il territorio di Camerino. i dominii pontificii il celebre car-
Il Papa ordinò a Gentile Varano dinal Egidio Albornoz, Matelica si

di assediar Matelica, ma invece eb- sottomise subito: allora 1« magistra-


be una fiera rotta sotto le mura tura avea quattro priori, pi-escelti
dai ghibellini. Dopo essere stata dai quattro quartieri , oltre i capi-
Matelica nello scisma, nel i33i in- tani delle arti ; per sicurezza si sti-
"viò una deputazione in Avignone a pendiava una cavalleria ed una
Giovanni XXII, a confessare suoi i guardia civica. Gli Ottoni, decisa-
trascorsi, e il Papa generosamente la mente ghibellini, sapevano servire
perdonò nel i332, mediante l'istitu- al tempo e mascherare la loro con-
zione d'un benefizio in s. Bartolo- trarietà ai guelfi : in più circostan-
meOj e di collocare nella parte più ze quando si videro in pericolo si

visibile del campanile un' iscrizione mostrarono rispettosi ai legati apo-


che ricordasse la ribellione. Nel stolici, e fecero mostra di vassallag-

1339 riuscendo ai guelfi abbattere gio alla Chiesa. Per le loro imposture
i ghibellini, i matelicani fecero mo- i matelicani accordarono a Guido
rire Bulgaruccio e Ranuzio Ottoni, e Corrado copiosi risarcimenti ai
cacciarono le loro famiglie e ne ro- danni ad essi recati, facendo appro-
vinarono i beni. Allora fa che per vare tali estorsioni dal cardinal Al-
consolidare il governo popolare ven- bornoz, il quale volle pacificare tutti
nero nel i34o sistemate le plebee i cittadini. I fiorentini più tardi pre^
società di sopra rammentale, e ri- tesero di essere maltrattati dai go-
formato il regolamento politico si : vernatori spediti dai Papi in Italia,
compilò un nuovo statuto, ìa cui e fecero perciò nel i3j5 una lega
sostanza Acquacolta ci diede a p. contro Gregorio XI, in cui impe-
125. gnarono quasi tutte le città dello
Nuovamente Matelica si alienò stato pontificio, in un alla Marca
dall'obbedienza del Papa nel 1 344, ed a Matelica che entrò nella lega^
MAT MAT 2^9
onde molte famiglie si assentarono rantoli vicari della santa Sede.
dalla patria per conservarsi obbe- Alla peste successe la guerra del
dienti al Pontefice. Presso Monte- padovano conte di Carrara, ad ag-
niilone gli alleati disfecero l'armata gravare la Marca, e nel i4o6 i
della Cbiesa, e Francesco Ottoni fece matelicani furono costretti impu-
prodigi di valore. La ribellione fu gnar le armi contro i camerinesi
punita severamente, con confisca di ribelli ad Innocenzo VII: nel i4i^

beni, estremi supplizi ed infamia. Mor- la pestilenza tornò a desolare la


to Gregorio XI, dopo aver nel 1
377 contrada, e nel i4i7 coli' elezione
restituita a Roma la residenza pon- diMartino V si respirò pace. Sotto
tificia, gli successe nel 1378 Urbano Eugenio IV la Marca fu teatro di
VI, che pacificatosi coi fiorentini, nuove guerre, sostenute in gran
Maidica tornò alla soggezione della parte da Francesco Sforza che ne
Chiesa. Subito insorse lo scisma del- divenne marchese, cui strinsero lega
l' antipapa Clemente VII, infau- gli Ottoni ed ebbero parte alle sue

sta occasione per Matelica di nuo- imprese , distinguendosi Francesco


ve infedeltà, in cui giacque misera- contro Piccinino. Nel i44^ > ma-
mente per due lustri, istituendosi telicani saccheggiarono s. Anatolia,
dopo tale anno la prima confrater- e nel i443 tornarono all' immedia^
nita di s. Angelo : quella di s. Gio. ta soggezione del Papa ,
per aver
Battista fu eretta nel i385, essendo questi dichiarato ribelle lo Sforza
la chiesa, negli ultimi anni riedifica- e toltagli la Marca. Nella provincia
la, una delle più eleganti, con prodi- si commissario Lotto ve-
recò per
giosa immagine del ss. Crocefisso. scovo di col quale Fede-
Spoleto,
IVel i388 pentiti gli Ottoni ed i rico, Ranuzio, Francesco, Gaspare
matelicani di avere aderito allo sci- e Burgaruzio Ottoni , per nome
sma, pel loro sincero pentimento proprio e della comune di Matelica
ottennero da Urbano VI il perdono, fecero un concordato, con capitoli
quindi si unirono con altre città e che leggonsi a p. i44 ^^^ P^^ volte
luoghi divoti alla santa Sede. Ed citato storico patrio. confermato Fu
eccoci all' epoca in cui Matelica ai primi il seconda
vicariato, alla
perdette la libertà e fu sottoposta accordate diverse cose. Indetto tem-
a quella famiglia, che avendo eser- po s. Giacomo della Marca predicò
citato su di essa una decisa superio- in Matelica, ed ottenne culto la Ma-
rità , ne acquistò il dominio, sul donna delle Fonticelle, perché parlò
principio dolce e utile per consolidare in sua difesa, come si dice. Nell'e-
la loro autorità; gli Ottoni accreb- remo di s. Giacomo, già abitato
bero il lanificio, appellato il palladio dai clareni, mori piamente Federico
della patria, promossero manifattu- Ottoni ov'erasi ritirato, convinto delle
re , abbellirono e fortificarono il vanità delmondo. Cominciando a
paese; poscia pieno di angarie, di pesare governo degli Ottoni, nel
il

estorsioni, di dispotismo e d'insop- 1462 nacque una specie di rivolu-


portabile tirannia, si trasformò il zione, e restarono per patto soli al
loro governo. governo Antonio ed Alessandro me-
Bonifacio IX a' 4 febbraio i3g4 no invisi. A' IO luglio 14^4 a^'ivò
concesse alla famiglia Ottoni la pri- in lettiga Pio II, che infermo con
ma investitura di Maidica, dichia- sei cardinali si recava ad Ancona^
i6o MAT MAX
e sul declinar di questo secolo si fu r epoca di maggior lustro delKi
videro sorgere ad abbellir la città casa Ottona, trovandosi imparenta-
parecchi edilìzi. Nel i47^ s' inco- ta colle più rispettabili case della
ininciò l' elegante campanile di s. nazione.
Maria delia Piazza, oggi cattedrale, Per la smania che avevano gli
dall'abbate commendatario del mona- Ottoni d' ingrandirsi, sotto Leone X
stero di Roti cui spettava la chiesa . nel i5i6 Giovanni
occupò alcuni
Nel 1481 Alessandro Ottoni restaurò fondi spettanti al deposto duca di
la porta vecchia, avendo già eretta Urbino, ma alla morte del Papa
quella di Campamanti nel i4^3, e dovette restituirli. Nel i5i8 di suo
in ambedue fece porre nell'iscrizio- arbitrio Giovanni espulsi dal con-
ne, domìnus ; esso si occupò anco vento di s. Francesco i minori con-
in utili divisamenti, e morendo nel ventuali, vi sostituì i minori osser-
1 486 gli maggiore
successe il figlio vanti che r abitano tuttora, quali i

di Antonio suo fratello, chiamato edificarono il torrione nelle mura


Ranuccio; poiché fu costume degli castellane che esiste. Nel i520 al
Ottoni che non nei propri figli, ma defunto Giovanni successe nella si-
nel più stretto parente di maggior gnoria il fratello Ascanio, il quale
età stasse l' azienda domestica. Di per ampliar 1' orlo contiguo al pa-
poi gli Ottoni cessarono da tal fra- lazzo e formarvi giardini a delizi»,
terna unione, e nel 14B7 da In- fece demolire il confinante monaste-
nocenzo Vili ottennero la confer- ro delle povere di s. Chiara, dopo
ma del vicariato, e riuscì loro sta- averle espulse con calunnia ; dispo-
bilire i confini con Camerino. Ales- tismo che destò general malconten-
sandro VI spogliò della signoria di to contro la casa Ottona, già di-
Matelica gli Ottoni, investendone venuta nemica del pubblico per a-
Giovanni Borgia duca di Nepi nel- : verne abolita la magistratura, es-
r ottobre i5o2 perciò il cardinal sersi appropriate le gabelle, diverse
Farnese legato della Marca, e Pietro terre, ed esercitando vessazioni di
Perez spagnuolo s'impadronirono di cui n' è piena la storia di Mateli-
Matelica e ne mutarono il governo. ca. Nel i524, per la peste surse
Morto Alessandro VI nell'agosto presso le mura l'elegante chiesina
i5o3, Matelica ritornò sotto l'an- di s. Rocco a spese di fi*. Modesto
ticopadrone e Ranuccio si die a , Attucci. Frattanto gli Ottoni veden-
sistemare i pubblici affari , non che dosi invisi, cercarono riguadagnar
a dividere il patrimonio domestico l'affetto della patria, collafonda-
fra i suoi fratelli e nipoti, e cora- zione di un collegio canonicale di
nìise leggi statutarie al giureconsul- cui mancava Matelica, godendo solo
to Manozzi ni con patrio amore. Nel del titolo di collegiata la chiesa del-

i5o8 gli successe Giovanni figlio di la Bartolomeo e Adria-


pieve de' ss.

Alessandro, che a sue spese fece no sino dal i452 per concessione
costruire le pul^bliche loggie, che del vescovo di Camerino. Ottenne
tuttora esistono, e pose in regola i nel i529 da Clemente VII che in
domestici interessi. Fiorirono le ma- vece di essa fosse con autorità a-
nifatture de' tessuti di lana, l'agri- postolica elevata a collegiata con
coltura e il commercio , e si rego- capitolo di otto canonici la chiesa
larizzarono le strade interne. Questa dì s. Maria della Piazza, die ap-
MAX MAT 261
pai'leneva all' abbazia di Roti, unen- finirono nella famiglia tutte le ap-
dovi i diritti e giurisdizioni di detta parenze di pace, e suscitossi fra i

chiesa matrice, che dovea restar par- numerosi individui della medesima
rocchia. In vece Ascanio con indul- la più aperta discordia : Anton Ma-
to orretizio e surretizio ne fece e- ria assunse le redini del governo,
seguire subito lo sfascio per ingran- mentre questo era divenuto inviso
dir la piazza, e rimuovere un edifi- anco ai paesi limitrofi.
zio che impediva il prospetto del L'ambizione terminò di rovinare
suo palazzo, e senza spesa venne ad gli Ottoni, che dopo la morte di
acquistare il diritto di nominare i Cesare tutti pretesero alla signoria,
canonici e guadagnarsi cosi la rico- chi come primogenito, chi quale se-
noscenza di più cittadini. In appresso niorCj chi con altre ragioni, tutti
alla nuova chiesa collegiata fu uni- procurando fortificarsi nel proprio
ta la pia società del ss. Sagramen- partito con grave danno della pa-
to. Moltiplicatisi gli Ottoni, scoppiò tria, manifestandosi sempre più la
la discordia nell' interno della fa- loro condotta licenziosa e tirannica
miglia, per la custodia della Rocca per confische di beni, ed uccisioni,
delle Macere, e sulla plenipotenza asilo che accordavano ai banditi
dell'economia di famiglia deposi- e sicarii. Nel i545 fu ordita una
tata sul maggior nato; Paolo IH congiura contro gli Ottoni, massi-
s'interpose, e nel i536 si pacifica- me per trucidar Alessandro, fra-
rono. Circa questo tempo mori A- tello di quale per
Anton Maria, il

scanio, e nella signoria gli successe la sua più regolare condotta e po-
Cesare di Ranuzio, quale sotto il polarità, volevasi risparmiare. Gli
si fondò nel i54o convento dei il autori fuggirono, ma Anton Maria
cappuccini, il cui ordine o riforma rigorosamente procedette contro il
avea avuto origine nell'eremo di capitano Claudio Acquacotta, com-
s. Giacomo di Matelica, ove ritira- plici e parenti con aperta violenza.
tosi fr. Francesco da Cartoccio, vi Ricorrendo gli angariati alle supe-
si recò fr. Matteo da Bassi, che a- riorità, si scuoprirono le enormità
Tea ideato la riforma, comunican- di Anton Maria, che fuggii, e -ven-
dogliela e piegandolo di consiglio. ne dannato a morte dai giudici del
Fr. Francesco l'eccitò a recarsi da cardinal legato, mentre Ranuccio
Clemente VII, che approvata la ri- Ottoni figlio di Cesare, in nome di
forma, fr. Matteo si ricondusse al- Paolo III s'impadrom della Rocca
l'amico, il quale fu il primo ad ab- delle Macere. Il furore de' mateli-
bracciarla. Cosi ebbe culla in Ma- cani non ebbe piìi ed
ritegno, es-
telica il novello istituto, trapiantato pulsi tutti gh Ottoni, rivendicò il

poi in Camerino, e dilatato per tut- pubblico le rendile usurpategli, indi


to il mondo a bene de' fedeli di : ricorse a Paolo III. Questi destinò
tuttociò meglio si parlò agli arti- il proprio nipote cardinal Ranuccio
coli Cappuccini,
Fossombrone , e Farnese, per ridonar la pace al pae-
Francescano ordine. Fr. Francesco se, onde ebbe luogo nel i547 la
restò nell'eremo, e vi mori pia- concordia fra la comune e gli Ot-
mente, e r eremo fu concesso al toni protetti dai Farnesi e dai Va-
nuovo convento in discorso. Nel rani ; venne restituito al comune il

1543 colla morte di Cesare Ottoni diritto di formare il consiglio e le


«62 MAT MAT
sue rendite, e fatto governatore del onde la discordia entrò nuovamen-
paese Troilo Ceno da Sanginesio, te in sua casa, ed ebbe ad emulo
ed eletti quattro priori. Ii^'icolò Gin- Antonio accetto al popolo. Nel i5.^4
tio da s. Angelo
Fontano duo- in venne istituito il monte di pietà, e
:¥o governatore parteggiò pegli Ot- si pubblicò una severa prammatica

toni, e Paolo III annullò la senten- relativa al lusso delle donne. Por-
za di morte, e la confìsca de' beni tando Anton Maria il dispotismo
contro Anton Maria, ripristinandolo all'estremo, nel i559 i matelicani
ne' suoi onori. Gli Ottoni ritornali ricorsero a Paolo IV con 107 cupi
in armonia tra loro, nel 1
549 ce- d'accusa, dichiarando che gli Ottoni
derono il governo di Matetica ai erano decaduti dal vicariato pel ti-
cardinali Gio. Domenico vescovo di rannico regime, e perchè da mezzo
Ostia, e Uberto di s. Grisogono, che secolo si erano usurpato il censo
r avrebbero loro restituito con con- dovuto alla camera apostolica in
dizioni : queste furono, che tutti gli mori
forza delle investiture. Intanto
Ottoni avessero diritto al vicariato, il Papa, e Anton Maria non respi-
ma r esercizio si affidasse al più rò che strage e vendetta; ma ai 27
-vecchio, se ne fosse capace. I ma- agosto corse in vece pericolo di pe-
tei icani restarono sorpresi in vederli rire in un' insurrezione, onde fuggì
ripristinati nella signoria, e procu- con tutti gli Ottoni tranne Anto-
rarono cautelare gì' interessi del nio, e ricorsero a Roma contro i

pubblico, e che il governatore della matelicani come sediziosi. I citta-


Marca visitasse anche Matelica. Nel- dini produssero altri 90 capi d' ac-
la sede vacante Alessandro, Pirro cusa di enormità ed eccessi, onde fu
ed Ettore Ottoni fidandosi ne' loro spedito per commissario in Matelica
aderenti, a' 7 dicembre ritornarono Francesco Mercati da Bibbiena a far-
in Matelica; si suonò la campana ne processo, del quale ne dà un
a stormo, e Nicolò Acquacotta che sunto r Acquacotta p. 174 e seg.
con altri capitanava il popolo, uc- In esso sono notale le discordie do-
cise Alessandro odiato pe' suoi ec- mestiche, le usurpazioni, gli arbitrii,

cessi e disonesti portamenti. L'at- le segrete uccisioni, le usure, gli a-


tentato non restò impunito; i più dulterii e le più turpi laidezze.
colpevoli fuggirono, altri furono Pio IV nel i56i sostituì al no-
castigati dal commissario apostolico minato commissario, Gio. Battista
Angelini vescovo di Sutri e Nepi, Doria governatore di Camerino, ma
che nel i55o in qualche parte rein- la causa andò in lungo per la pro-
tegrò Ottoni nella signoria, pii-
gli tezione alla corte degli Ottoni; quin-
"vando la comune de' suoi beni e di ilPapa con motO'proprio de' 27
gabelle. Nel i55i Giulio III a' io agosto i563 li assolvette dalle [)ene
gennaio ripristinò nel governo del incorse, e nuovamente gl'invesfi del
paese Anton Maria, e restituì agli vicariato, mediante lo sborso di scu-
Acquacotta i beni usurpati dopo la di diecimila, come assolvette il co-
congiura ammaestrato Anton Ma-
: mune dall'omicidio di Alessandro
ria del passato, cambiò sistema per Ottoni, e dalla posteriore insurre-
guadagnarsi l' amore de' cittadini; zione, collo sborso di scudi quattro-
ma pensò a vendicarsi de' suoi ne- mila, e ripristinò il consiglio. Tut*
oaici, non risparmiando i parenti, tociò non ebbe sul momento elicilo
,

MAT MAT 263


perchè dispiacque agli Ottoni il dis- gli Ottoni, il cardinal Albani nel
posto ili favore de* matelicani. Frat- iSyo, il quak ottenne fii'a le parti
Uinto accadde un
omicidio presso amichevole accomodamento. Dive-
la Rocca Macere, che si at-
delle nuto Papa nel 1^72 Gregorio XIII^
tribuì ai banditi che tenevano gli gli Ottoni furono ripristinati nel vi«

Ottoni nella rocca, laonde di que- cariato, previa riconciliazione coi ma-
sta famiglia disgustato Pio IV, or- telicani, che si effettuò dal governa-
dinò che si prendesse, e perchè An- tore della Marca Mirto, onde fu giu-
tonio si era opposto colla forza fu rata concordia tra Pirro, Ottaviano,
riguardato come ribelle, e nel i564 Vincenzo e Gio. Maria Ottoni, e la

fu atterrato il forte con giubilo dei comunità. Questa nei iSyS formò
matelicani. Antonio subì la pena un archivio segreto per conservare
capitale e la confisca de* beni. Il gelosamente le più importanti scrit-
moto-proprio fu quindi eseguito, e ture. Gli Ottoni prevedendo d' in-
morì pure Anton Maria. Gli suc- felice esito la lotta col pubblico, e
cesse Pirro, che recatosi in Roma impotenti di ulteriormente portarne
fece una lagrimevole pittura de'mali il il partito di rinun-
peso, presero
sofiferti dai suoi antenati, e promise ziar ciòche temevano perdere. A-
di far un esborso alla camera se gli vanzarono supplica a Gregorio XI H,
venivano restituiti perduti diritti
i implorando facoltà di vendere al di
sopra Matelica. Esaudì Pio IV le lui figlio Giacomo Boncompagno i

sue istanze, annullò bandi e le i diritti che aveano sul paese, e per-
sentenze contio gli Ottoni, e rein- chè il Papa ci convenne, gli cede-
tegrò Pirro nel dominio cogli altri rono nel i5j6 con atto solenne il
della famiglia, con condizione di pa- vicariato, vendendogli la rocca e
gare diecimila scudi, e il divieto di tenuta delle Macere.
rifabbricare la rocca, riuscendo inu- Esultò il pubblico per sì fausta
tili le suppliche de' matelicani per notizia, e spedì un' ambasciata a
restare sotto il governo di s. Chiesa. Roma per riverire il nuovo padro-»
Pirro si presentò in Matelica mi- ne, e ringraziare il Pontefice; ma
nacciante vendetta, ed il magistra- la cessione non ebbe più effetto
to impaurito gli prestò giuramento per avere ricusato 1' assenso uno de-
contro il moto-proprio, ma si re- gli Ottoni. Nel 1577 i matelicani
putò nullo. I matelicani vigorosa- chiamarono i cappuccini nel conven-
mente contrastarono agli Ottoni la to e chiesa della ss. Trinità, per
signoria, ricorrendo formalmente a loro edificati presso le sue mura.
Pio IV, e al successore s. Pio V. Nel 1578 avendo ommesso gliOt-
Il governatore di Roma emanò un toni pagar alla tesoreria il cano-
monitorio a comparire avanti di lui ne, cui si erano obbligati nell'in-
Pirro e gli altri Ottoni, e perchè vestitura , tanto bastò perchè la
contumaci furono condannati a mul- camera apostolica con decreto li di-
te, confisca ed esilio. Nel 1 566 Pirro chiarasse decaduti dal governo di
arrestato fu chiuso in Torre di No- Matelica. Indi fu incaricato il go-
naj ed i matelicani avendo supplica- vernatore generale della Marca Ni-
to per ritornare sotto l'immediato colò d'Aragona di prendere possesso
regime della santa Sedcj s. Pio V del paese a nome della santa Sede
spedì a Matelica per pacificarla co- a' 3 dicembre, che divenne giorno
,

a64 MAT MAT


fausto e (li gioia pei matelicnni ; cifìrjali poi dal governatore di Ma?
prestarono giuramento di fedeltà cerala Bandini. Rifiorì il commer-
scolpirono in pietra il lieto avveni- cio con sessanta fabbriche di tessuti
mento, ed innalzarono lo stemma di lana, ma nel i ^go si patì care-
pontificio nel palazzo. Matelica sino stia ed epidemico morbo, e Clemen-
allora governata dai luogotenenti te Vili provvide agli enormi debiti
degli Ottoni, lo fu quindi dai com- contratti dal comune. Sotto la pro-
missari pontificii. Non dimenticando tezione del giusto e pacifico gover-
gli Ottoni la loro signoria, non di- no pontificio si aumentò la indur
speravano ricuperarla, e andavano stria patria, si migliorò il lanificio,
esercitando qualche alto dispotico. e per lo smercio nel 1601 Clemen-
Si misero in capo di provare, che te Vili concesse la fiera dai 21
non dai Papi ma dagli imperatori settembre a' 4 ottobre, coi privilegi
erano stati investiti della signoria ,
di quelle di Foligno e Recanati,
indi a mezzo di messer Curzio Mor- indi ridotte nel 16(6 a sei giorni,
roni di Gualdo, forse quello stesso incominciandosi 16 settembre, gior-
a'

ch'era stato loro luogotenente, Al- no solenne per la festa del patrono
fonso Ceccarelli supplantò il diplo- s. Adriano, trasferita nel seguente
ma di Ottone in principio ram- giorno in seguito. La fiera poi del
mentato; quindi Pietro Ottoni nel lunedì dopo la ss. Trinità, si deve
i585 invocò da Sisto V la revisio? alla confraternita di tal nome ; e
ne della causa contro il comune, quella detta del Crocefisso del pia-
e gli riuscì ottenerla, spacciando no, dopo la domenica in Albis, al
che ricuperato il dominio 1* avreb- 1777. Paolo V per compensare il

be ceduto a Michele pronipote del comune de'novemila scudi co' quali


Papa. Domizio Domizii ricorse in aveva tacitato le ragioni di altri
nome de' matelicani a Sisto V, cui Ottoni, gli accordò alcune gabelle,
scopri la falsità del diploma, ed il e nel 1610 in vece de' commissa-
Papa non permettendo la vendita ri stabi h per Matelica ur> gover-
di Matelica a Michele, fece comprar natore di breve, cor^ pieqa gimis-
dalla camera la parte del vicariato dizione civile e criminale, indipen-
che spettava a Gio. Maria Ottoni, dente dal governatore generale delU
figlio di Anton Maria, ed a Cesa- provincia, così elevando Matelica a
rea Varani di lui madre a Sisto : quel rango in cui erano le città più
V si debbono pure regolamenti ri- i cospicue dello primo
stalo, ed il

guardanti la magistratura e la ci- preside fu il nobile concittadino An-


vica amministrazione, compilati dal tiloco Arcangeli. Per riconoscenza lo
visitatore apostolico Ongarese. Pii- stemma di Paolo V, e quelli dei
conoscente il comune a Sisto V, cardinali Borghese e di Cosenza,
collocò il suo stemma nella vaga del concittadino Severini vescovo
fonte già costruita in piazza, insie- diocesano, e del governatore furono
me a quelli del cardinal camerlengo, innalzati su tutte le porte pubbli-
del cardinal Pinelli, e del pubblico. che.
Tuttavolta lagrimevole conseguenza 161 5 s'incominciò
Nel l'edifi-

dell' accaduto fu uno scisma fra'cit- cio monastero delle sacre ver-
del
tadini, divisi nel partito degli Ot- gini, intitolato alla ss. Annunziata
toni, e in quello della patria, par ed a s. Adriano, ed il comune si
MAT MAT 265
occupò ornamento e polizia del
dell' pubblica torre. Per le ubertose mis-
paese. Nel 1622 nella collegiata fab- sioni date dai gesuiti nel 1727 ebbe
bricò l'altare (pare che la cappella principio la tenera divozione degli
fosse edificata o abbellita dopo il abitanti verso Maria ss. della Mi-
1 656 per la peste che desolava diver- sericordia, la cui immagine lascia-
se parti dello stato) per collocarvi rono nella chiesa di s. Maria, e fa-
la statua della Madonna di Loreto cendosene copia si collocò in quella
( forse oggi esiste nell' aula priorale, della nobile confraternita del Suf-
perchè nel 1697 ve ne fu dal pidj- fragio. Nel 1737 finì i suoi giorni
blico sostituita altra di valente scal- in Roma Girolamo Ottoni, ultimo
pello ), dono del nobile matelicano superstite della famiglia che dominò
Flaminio Razzanti tesoriere della la patria, e fu sepolto in s. Maria
Marca : il di lui fratello Ottaviano in Monticelli : vivente, il comune
nel 164?- instituì in Maidica la r avea onorato con varie distinzio-
congregazione de' filippini, erigendo ni. Mentre Matelica fioriva felice
pure casa e chiesa dedicata a s. sotto il paterno governo pontificio,
Filippo. Però nel i652 Innocenzo implorò ed ottenne l'antico rango
X soppresse il piccolo convento dei di città, che Benedetto XIV gli re-

domenicani, dalle cui rendite il co- stituì col breve Circumspecta ro-
mune annui scudi venticui-
ritrae mani Pontìficis de' 16 settembre
^

que a vantaggio d'un giovane stu- 1753, presso il Ball. Magn.t.XìX,


dente in Roma la pia società del : pag. 69, accordando al suo magi-
Rosario vi continuò la sua divozio- strato l'uso della mazza argentea,
ne, e nel 1733 restaurò la chiesa. della collana d'oro al gonfaloniere,
Circa il 1667 decadde l'utilissimo e delle auree stole alle toghe se-
lanifìcio, per 1' introduzione nello natorie; laonde fu eretta nell'aula
stato di panni esteri, poi rivocata comunale marmorea iscrizione di'
dal Papa, quindi fatalmente rinno- gratitudine. Nel 1 764 Clemente XllI
vata e vigente. A pubbliche spese a mezzo della congregazione di con-
nel 1 7 1 5 si compì 1' elegante chiesa sulta diede uno stabile provvedimen-
delle Anime purganti, la cui santa to al bussolo de' magistrati, col bre-
unione ebbe principio dopo il 1690 ve Exponi nohis ; e la comune con
pel zelo del cittadino p. Guglielmo parte dell' eredità Pellegrini fondò
Polidori. Già nel 1705 furono in- il ginnasio ad istruzione della gio-
trodotti in Matelica i carmelitani ventù, che oltre le scuole elemen-
scalzi , con magnifico convento e tari già esistenti, ebbe precettori di
chiesa de' ss. Valentino e Teresa, eloquenza, filosofia, teologia dora-
con l'eredità Pellegrini rinunciata malica e morale. Con autorizzazio-
dai gesuiti con dolore dei matèli- ne di Pio VI nel 177.5, in luogo
cani, perchè dovevano aprirvi un dell'ospedale di s. Biagio eretto dal-
collegio : i carmelitani cessarono di la famiglia Lucarelli, fu eretto l'al-
esistere nelle vicende de' primi anni tro più vasto dove esisteva l' antica
del corrente secolo. L' incendio del chiesa di s. Sollecito, cui si asse-
1708 divorò l'importante archivio gnarono le spettanze delle confra-
capitolare, ove eravi quello della ternite di s. Giuseppe, di s. Anto-
monastica abbazia di Roti; e nel nio e del Gonfalone. Rovesciato nel
^71 3 fu rifusa la campana dellc^ 1797 l'ordine pubblico per la ri-
MAX
\olii7Jone repubblicnna , i francesi il nyS, venendo raccomandato al
s*impadronirono di Maidica, ed eb- vescovo di Camerino. Nel secolo
Jjero luogo quelle funestissime vi- XV HI, considerandosi troppo vasto
cende, seguite da quelle dell' altra il vescovato di Camerino, avendo
invasione francese, ritornando nel già Benedetto XIII dichiarala sede
i8i5 al pontifìcio regime, essendo vescovileFabriano ed unitala a Ca-
troppo noti i posteriori avvenimenti. merino, nel modo dello all'articolo
La fede fu propagala in Maidica Fabriano, Pio VI staccò da Came-
iie' primi tempi della Cliiesa, aven- rino Fabriano e Matelica, e di ambe
dola appresa i paesani in Roma le cittàaeque priiicipatUcr insieme
dalla bocca de' ss. Pietro e Paolo e unite ne fece un vescovato imme-
dai loro primi successori : il Piceno dialamenle soggetto alla santa Sede:
e 1' Umbria nel secondo secolo era quindi colla bolla de' 7 luglio 1785
già tulio pieno di cristiani, accre- fu Matelica reintegrata al pristino
sciuti da quelli che fuggivano le onore della cattedra episcopale, ed
persecuzioni dalle città più popolose. il primo vescovo Zoppelti fece il

In Maidica sino dalla nascente Chie- pubblico ingresso in città ai 3i ot-


sa vi fu eretta la cattedrale vesco- tobre, e nella solennità d' Ognissanti
vile, ed Equizio fu il primo vesco- celebrò la prima messa pontificale.
vo di cui ci resti notizia, che sotto- A perenne memoria di grato anima,
scrisse al concilio tenuto in Roma i matelicani nell' aula del conrnune
liei 4^7) <^3l Papa s. Felice 11 detto eressero nobile monumento che pre-
111. Si vuole che il di lui prede- senta l'immagine di Pio VI con
cessore s. Simplicio indirizzasse ad analoga iscrizione, altra collocandone
Equizio una celebre decretale sulla nella facciata del palazzo governa-
divisione dei beni ecclesiastici. Ci ri- tivo, nel 1792 da lui restaurato. La
mane la memoria d' un secondo cattedrale con fonte battesimale è
vescovo per noaie Fiorenzio, che nel dedicata a Dio, sotto V invocazione
55 1 sottoscrisse a Costantinopoli la di s. Maria della Piazza, di s. Bar-
condanna pronunciata dal Pontefice tolonteo apostolo, e di s. Adriano
Vigilio, contro Teodoro vescovo di martire, di cui se ne venera il biac-
Cappadocia, e foi-se ritornò in Ma- cio. Il capitolo si compone dell'ar-
tclica sul fine del 552, dopo aver ciprete dignità, di tredici canonici
sostenuto con Vigilio i diritti della e quattro beneficiati, comprese le

Chiesa contro Giustiniano I, e con prebende del teologo e del peni-


lui solferto persecuzioni per la giu- tenziere, e di altri preti e chierici
Quanto tempo sopravvivesse
fclizia. addetti al servigio divino, essendo
Fiorenzio dopo il di lui ritorno, non la cura delle anime affidata al par-
lo dice la storia, e nenuneno se a* roco. L' episcopio è prossimo alla
vesse successori. Fedi V Ughelli, cattedrale, oltre la parrocchia della
halia sacra t. X, p. i3o. Invasa quale altra ve n' è in città; vi sono
r Italia dai longobardi, la maggior in Matelica tre conventi di religiosi,
})arle delle chiese restarono prive due monasteri di monache, ed altri

de' |>astori, per cui dal Papa furono pii stabilimenti : il vescovo risiede
raccomandate ai vescovi vicini, on in Maidica e in Fabriano alterna-
de r epoca dell'estinzione del ve- tivamente.
itcovato di Matelica si assegna verso MATENGO Guglielmo, Cardi'
MAX MAX li^j

ndlc. Guglielmo Matengo di Pavia, feudale fu sottoposta ai duchi di


arcidiacono di quella chiesa e poi Gravina. Ila una scuola reale di
Chiamvalle presso Mi-
cistcrciense di belle lettere, medicina, diritto ed
lano, Adriano IV nel diceaibre i55 i agronomia, ed altri stabilimenti ,
lo creò cardinale diacono di s. Maria con più di dodicimila al)itanli il :

in Via Lata, e dopo Ire anni prete di suo distretto si divide in otto can-
s. Pietro in Vincoli, e nel 1176 toni. Malera o Malcola si dice e-
fatto da Alessandro ]il vescovo di retta in sede vescovile dai greci nel
Porto e s. Adriano IV Io
Rufìina. IX secolo, e quindi unita a' tempi
spedi a Federico I con altri tre di Alessandro II ad Acerenza. In-
cardinali per legato, ed Alessan- nocenzo III per togliere le conte-
dro III, alla cui elezione inlerven- stazioni con la metropolitana d* A-
ne con due altri cardinali, l' inviò cerenza, malgrado l' opposizione dei
in Francia, Inghilterra e Sicilia, suoi abitanti, die il titolo arcivesco-
per indurre que' sovrani e regni vile Matera, restando unita ad
a
alla sua obbedienza, ed abbando- Acerenza, la quale eretta nel III
nare r antipapa Vittore V, e per secolo, per alcuni anni fu poi sot-
la sua robusta eloquenza tutto ot- tomessa ad Otranto che avea ab-
tenne. Nel 1175 venne mandato bracciato il rito greco sotto Policu-
a Federico 1 coi cardinali di Ostia to patriarca di Costantinopoli, indi
e di Porto, per trattare i prelimi- divenne suliraganea di Salerno. Da
nari di pace, alla cui conclusione Nicolò li fu elevata ìid arcivescovato
con esso e col Papa si tiovò in Ve- nel secolo XI, e l'arcivescovo stabilì
nezia ; ma nel conciliabolo tenuto in nel XII, la sua residenza a Matera,
Pavia sulla decisione del vero Papa quando rovinala la città di Ace-
erasi mostrato neutrale. Nelle con renza dalle guerre così dispose In-
Iroversie del re d' Inghilterra e di nocenzo HI. Nel pontificalo di Eu-
s. Tommasoda Canlorbery, richie- genio IV Matera fu ripristinata e
sto dal primo con altri cardinali per divisa da Acerenza, ma dopo alcuni
giudice (lì rifiutato dal secondo, insie- anni venne rinnovata 1' unione, ^^
me cogli altri, come partigiani del più tardi Clemente Vili nel i^ycj
re. Morì in Monlecassino nel 1177. confermò 1' unione di Matera ad
MATERA { Matcranm). Città Acerenza. Finalmente J^io VII nel
con residenza arcivescovile del regno 1818, colla lettera apostolica Do
delle due Sicilie, nella provincia di iitiliori^ soppresse la sede di Matera,
Basilicata, capoluogo di distretto e unendola ad Acerenza in perpetuo.
di cantone, sulla riva destra del Quindi revocando V anteriore sop-
Gravina, bagnata dal Canopro, che pressione ed unione, colla lettera
va poi a congiungersi col Bradano. apostolica Ex mysieriosa per citni
Giace lungo le due valli, ed occu- qui sedet , de' 1 5 marzo 1818,
pa r altura intermedia. Le sue vie nuovamente eresse V arcivescova-
sono regolari, crescono i moderni to di Matera, però uni-
restando
edifici con eleganza, e vi si ammi- to a quello Acerenza con re-
di
rano vari grandiosi templi. La cit- sidenza a Malera dell' arcivescovo
tà è antichissima, Guglielmo Brac- di Acerenza e Malera. Anticamente
cio di ferro vi fu creato conte del- furono sulFraganei di Acerenza ve- i

la Puglia nel 1043, e nell'epoca scovi di Venosa, Melfi, Hapolla, Monlc


!3tr,8 MAT MAT
I*eloso, Potenza, Tursi ed Anglona, minarlo di per le due nr-
chierici
Gravina e Tricarico, maggior par- la cidiocesi, e monte di pietà. Ambe-
te de' quali soltoposligli da Alessan- due le mense unite sono tassate
dro II. Al presente A Gerenza e Ma- ne' libri della camera apostolica ad
tera hanno per sufTraganei vescovi i ogni arcivescovo in fiorini 4o^> ^o''"
di Anglona e Tursi, sedi unite, Po- rispondenti a circa ^5oo ducati
tenza, Tricarico e Venosa. F. Ace- napoletani, gravati di alcuni oneri.
EENZA. Ecco la serie de' vescovi ed arci-
Ecco lo stato di Acerenza e di vescovi di Acerenza e di Matera,
Malera secondo rullima proposi- secondo l' Ughelli, Italia sacra, t.
zione concistoriale, le cui arci- VII, p. 5 e seg., continuata dalle
diocesi unite si estendono per cir- annuali Notizie di Roma.
ca cìnquantaquattro miglia di ter- 11 primo vescovo di Acerenza
ritorio, contenendo più luoghi. La fu Romano che fiorì verso l'anno
cattedrale di Acerenza è dedicata 3 co, nel pontificato di s. Marcellino,
a Dio sotto l'invocazione di s. Ca- e governò circa ventinove anni. Ne
no martire suo vescovo e patrono, furono successori, Monocollo, Pietro,
e trovasi in istato rovinoso; quel- Silvio, Teodosio, Alore, Stefano I,
la Matera è sotto il tìtolo della
di Araldo, Berto , Leone I, Lupo, E-
Beala Vergine de Bruna, e di s. valanio, Azo, Asedeo, Giuseppe, e
Eustachio. Il capitolo di Acerenza Giusto che sottoscrisse nel sinodo
si compone di tre dignità, la pri- romano del 499 tenuto da Papa
ma delle quali è l'arcidiacono, di s. Simmaco. Dopo di lui non si
venti canonici, e di cinque man- hanno notizie di altri vescovi per
sionari partecipanti; quello di Ma- 277 anni circa. Leone li, uomo
tera, di tre dignità, essendo la mag- santissimo, governava verso il 776,
giore il decano, e di trenta canonici; e si recò in pellegrinaggio a Ge-
in ambedue vi sono le prebende rusalemme: prima costruì un lem-
teologicale e penitenziaria, ed altri pio in onore di s. Cano o Canione,
preti e chierici addetti al divino e vi trasferì il corpo da Atella,
servigio. In ambedue le cattedrali morendo in Africa nel 799 in re-
vi è il fonte battesimale, e la cura gione JuUanae, chiaro per miracoli.
delle anime si esercita in Acerenza Il vescovo Rodolfo gli successe, e
dalla prima dignità, in Matera dal- trasportò Acerenza nella chiesa
in
la seconda, ciascuno coadiuvati da di s. Gio. Battista parte del corpo
un sacerdote s. Liverio
amovibile. martire, che tolse da
Soltanto di
Matera ha l'episcopio ed il cimi- ^Grumento rovinata dai saraceni.
terio. In Acerenza non avvi altra Gli successero, nell'SSo Leone IH,
chiesa parrocchiale, bensì un con- Andrea I, Giovanni l, Giovanni II
vento di religiosi, diversi sodalizi monaco benedettino, Stefano II tlel

e l'ospedale. In Matera vi sono tre 1024, Stefano IH, Stefano IV,


altre chiese parrocchiali, munite del Goderio 1, Goderio II nipote del
battisterio, ed una è anche collegiata precedente, e fu l'ultimo vescovo
con quindici canonici e la dignità di Acerenza. Il primo arcivescovo
dell'abbate; tre conventi di religiosi, è Geraldo, decorato di tal dignità
altrettanti monasteri di monache, o da s. Leone IX o da Nicolò II;

un conservatorio, confraterni le^ se- inori verso il io()6, e Alessandro


MAT MAT 2G9
II vi Arnoldo cui conferì
sostituì Prignanì del i363, Iraslato a Bari
il pallio, e morì nel iioi. Pietro nel 1377, e creato Papa col nome
ebbe de'privijegi nel 1106 da Pa- di Urbano VI nel 1378: Gregorio
squale IJ, e visse sino al ii4'2) i» XI gli aveva dato in successore
Durando, indi Ro-
cui gli successe Nicola Acconciamuri.
berto al quale Eugenio 111 nel Insorto contro Urbano VI l'an-
1 i5i confermò le concessioni di tipapa Clemente VII, questi nel
Pasquale 11. Nel 1178 Alessandro 1879 v'intruse Giacomo de Silve-
Ili fece arcivescovo Riccardo che stri: nel i38o Urbano VI gli so-
intervenne al concilio generale di stituì Bisanzio Morelli di Matera,
Laterano III è rammentato da : già suo vicario quando era arcive-
Innocenzo III nell' inféudazione di scovo. Tommaso di Bilonto, e Pie-
s. Maria di Matera, che appartene- tro Giovanni Baraballi napoletano
va alla mensa della chiesa di A- del 1 392 ; fr. Stefano del 1 3^)5 ;

cerenza. Pietro del i i84j altro Pie- Riccardo di Olevano del 1402 ;
tro del 1194» Rainaldo romano Nicolò Piscicelli napoletano del
chiaro per letteratura esperienza , 1407, ornato d'ogni virtù; MiUi-
ed eloquenza,, fu consacrato nel fiedo aversano del i4i4j d' singo-
1 ig8 da Innocenzo III, ed assai da iar prudenza e cognizioni, ma di-
lui stimato morì nel 1200. 11 ca- venendo inviso a Gio. Antonio
pitolo elesse l'arcidiacono Andrea, Orsini conte di Matera, di questa
confermato da Innocenzo III, il qua- Eugenio IV ne affidò l'amministra-
le per la desolazione in cui era zione a Pietro vescovo di Motula
Acerenza, nel i2o3 eresse di nuo- nel 144^1 ^^^^ l'assegnò al di lui
vo Matera in sede arcivescovile u- fratello Madio de'minori e poscia ,

iiita ad Acerenza con V uso del nel i444 unì nuovamente le due
l'i

pallio, onde in Matera l'arcivesco- sedi e le conferì a Marino de Pao-


vo fissò la sua residenza, sottoscri- li, che le restituì all'antico decoro.
vendosi e intitolandosi arcivescovo Sisto IVi47> vi trasferì fr.
nel
di Acerenza e Matera. Nel i252 Enrico Lungardi domenicano di
Innocenzo IV creò arcivescovo M. Palermo, ottimo pastore, confer-
Anselmo, cui successero: nel 1268 mando con diploma 1' unione di
fr. Lorenzo domenicano, cappellano Acerenza e Matera. Nel 148 3 di-
del cardinal Annibaldi ; nel 1277 venne arcivescovo Vincenzo Pal-
Pietro de Archi a eletto per com- mieri napoletano, lodato per virtù
j>romesso dal capitolo i fr. Leonardo e benemerito dell' immunità eccle*.

de'minori nel 1284 amministrato- siastica: Leone X nel i5i6 gli die
re ; fr. Gentile Orsini domenicano, per successore il nipote Andrea
dotto, eloquente e pieno di esperien- Matteo Palmieri che nel , i527
za, del i3oo; d. Guidone cistcr- Clemente VII creò cardinale, e nel
ciense amministratore del 3o3 ; 1 1528 rassegnò le due chiese al

fr.Landolfo domenicano del i3o6, fratello fr. Francesco de'minori con-


di gran virtù e scienza; fr. Roberto ventuali. A i53i suc-
questi nel
degnamente gli successe nel 1 3o8; cesse Gio. Michele
che Saraceni
Pietro traslato da Venosa nel i334; GiuliolII creò cardinale nel i55i,
Giovanni Conlelli dottore in legge e per sua dimissione nel ì55'j il

chiarissimo del i343; Bartolomeo nipote Sigismondo Saraceni, che


270 MAX MAX
inlervenrte ni concilio di Ti-ento, da Potenza; nel 1776 Francesco
Nel i586 Francesco Anlonio Snn- Zunica di Lucerà; nel 1797 Ca-
torio ; nel k^QI Finncesco de millo Calanco de'marcliesi di Mon-
Abiilancda portoghese ; nel i^qB te Scaglioso napoletano. Per sua
Scipione de Tel fa lelleiato napo- morte il Papa Gregorio XVI nel
letano; 1^96 Giovanni Miro
nel concistoro de'fì aprile i835 dichia-
di Barcellona; nel i6o5 Giusep- rò arcivescovo Acerenza e Ma-
di
pe Rossi aquilano: questi ridus- tera l'odierno monsignor Antonio
se a trenta i canonici di Ma te- de Macco, nato in Livorno, dimo-
la, ripristinò la dignità di cantore, rante nella diocesi di Gaeta, cano-
ed eresse il seminario. Nel 16 ri nico di quella cattedrale, e profes-
fu fatto arcivescovo fr. Giovanni sore di quel seminario.
tSpiliadomenicano, teologo illustre MAXERIALISMO. Dottrina fah
5pagnnolo ; nel 1621 Fabrizio An- sa ed empia che osano sos-
di quelli
tinori napoletano d'eccellenti qualità tenere che tutto è materiale, che
e prudenza : fece salutari decreti l'anima non è immortale: il Ber-
sinodali, ed
a'24 ottobre 1627 gier in due tomi pubblicò: Esame
consagrò solennemente la cattedrale del materialismOy Venezia 1772.
di Matera, edificata nel 12^0. Nel Materialisti o materiariiy si chia-
i63o fu promosso all'arcivescovato marono quegli antichi eretici che
ilcardinal Domenico Spinola nei ; ammettevano una materia eterna,
iG38 Simeone CaralFa de'duchi di con cui Iddio avea creato il mon-
Roccella, di singolare integrità di do, invece di riconoscere colla sacra
vitn, moderazione e zelo; nel 164B Scrittura che lo avea tratto dal
Gio. Ballista Spinola nipote del cardi- nulla. Xertulliano combattè i ma-
nale, pastore egregio; nel i665 Vin- terialisti nel trattato contro Ermo*
cenzo Lanfranchi traslato da Tri- gene.
venlo; nel 1678 Antonio del Rio MAXERNO (s.) , vescovo di
Colminares, trasferito da Gaeta, che Colonia e di Xreveri. La vita di
governò lodevolmente; nel 1708 questo santo vescovo venne assai
Antonio Maria Brancacci nobile sfigurala dalle favole degli scrittori
teatino napoletano; nel [723 fr. di leggende, i quali 1' hanno fatto
Antonio Giuseppe Maria Positani discepolo di s. Pietro. È certo che
di Napoli, traslato da Acerra ; nel verso la fine del terzo secolo fu
1780 d. Alfonso Mariconda cassi- mandato dalla santa Sede nelle
da Trivenlo; nel 1787
nese, tiaslato Gallie con Eucario e s. Valerio
s.

d. Giovanni Rosso teatino di Ca- a predicarvi vangelo ; che fu


il

po di Monte, traslato da Ugento ; successivamente vescovo di Colonia


nel 1788 Francesco Lanfreschi d'I- e di Xreveri e che mori qualche
i

schia, traslatoria Gaeta; nel 1754 anno prima del 347.


Assistette co-
Anlonio Anlinori dell'Aquila tras- ,
me vescovo di Colonia ai due con*
lato da Lanciano; gel 1758 d. cilii che si tennero contro i dona-
Serafino Filingeri cassinese bene- tisti, r uno a Roma ai 2 ottobre
ventano; nel 1763 d. Nicolò Fi- del 3i3, e ad Arles il pri-
l'altro
lomarino monaco celestino di Na- mo agosto del 814. L'Alsazia lo
poli ; nel 1767 d. Carlo Parlato onora come suo apostolo; egli vi
de' pii operai napoletano, traslato distrusse l'idolatria , e vi fabbricò
j

MAT MAT 7.71

molte cliiese in onore di s. Pietro. meniate colle rendile delle chiese.


La sua festa si celebra ai i4 di Non tutti i poveri erano ascritti al
settembre. catalogo, e perciò a carico della
MATILDE Contessa. F. Coiv- chiesa, molli alimentandosi colle e-
TESSA MaTIT.de, MaNTOVA, LuCCA, 6 lemosine somministrate dai più ric-
s. Gregorio VII. chi del popolo crisliano. La matri-
MATRICOLA. Catalogo, indice, cola delle chiese riguardante il cle-
registro, listache si tiene per no- ro , concerneva V ordinazione del
tarvi le persone ch'entrano in qual- medesimo, il libero esercizio nelle
che corpo o società. Degli antichi chiese del sacro ministero, e il di-
cataloghi o indici delle chiese, la cui ritto di godere dei beni delle me-
origine risale ai primi tempi del desime. La matricola della diocesi
cristianesimo, chiamati Malriciilae conteneva i nomi dei ministri del-
o Tabiilae Ma Incula riae, la storia la chiesa distribuiti in ordini o
ecclesiastica fa menzione di due sor- classi. Nel primo ordine era la li-

te di matricole, l' una che conte- sta dei sacerdoti ; nel secondo quel-
neva la lista dei poveri alimentati la dei diaconi ; nel terzo i suddia-
a spese della chiesa, l'altia che con- coni ; nel quajto gli accoliti ; nel
teneva la lista degli ecclesiastici e quinto gli esoicisti ; nel sesto i let-

clero della chiesa medesima, od an- toli, e nel settimo gli ostiari; quin-
che di tutta la diocesi. La matri- di erano setle ordini o classi, sette
cola o il costume di formare il ca- ranghi o divisioni. Quando restava
talogo de' poveri si rinviene nelle vacante qualche piazza, era questa
lettere 4^ e 46 di s. Gregorio I, lib. subito occupata dal ministro che
3, ed in altri monumenti. Questi cuopriva quella che le veniva die-
poveri erano d' ambo i sessi, spe- tro immediatamente per esempio :

cialmente le vedove ed i pupilli, che il primo diacono rimpiazzava 1' ul-


si alimentavano coi beni e rendite timo sacerdote, e così degli altri
di quella chiesa cui appartenevano: ministri maniera che a ciascu-
; di
erano chiamati Matriculani^ e vi- na vacanza facevasi un movimento
vevano sotto la cura e sorveglianza progressivo in tutto il catalogo o
de'rispettivi vescovi, sacerdoti, ed in indice. Perciò fu detto promovere
Roma dei diaconi, ond' ebbero ori- agli ordini, per dire spingere alcu-
gine le Diaconie cardinalìzie [Fedi) no in un ordine più elevato, farlo
chiese presso le quali eranvi case, salire alla classe superiore ^
giacché
ospizi ed ospedali pei poveri, le qua- non era permesso di saltarne alcu-
li case furono pure altrove per ri' na, e facendo diversamente chia-
cettare i ed alimentarli: ta-
poveri mavasi farsi ordinare per sallurn^
le casa d' ordinario fabbricata vici* tranne l'eccezione per gli ordini
no alla porta della chiesa, soleva minori, per uno de' quali bastava
chiamarsi anche Matricida paupe- talvolta di passare, e di esercitarne
rum. In alctme di queste chiese le funzioni per molti anni, per po-
i vi esercitavano qualche uf-
poveri ter essere in seguito promosso agli
fiziomanuale, come lo scopai le e il ordini maggiori. Dice il Macri, che
suonar le campane. MaUicidariae Malricularii erano chiamati i chie-
furono dette le Diaconesse [Fedi)^ rici che registrati in detti cataloghi
le presbileresse e le vedove ali* ricevevano lo -slipcndio stabilito io-
272 MAX MAX
ro dal vescovo ; e che per la me- vi e de' morti si facesse nella mes-
desima Vagione ogni canonico asse- sa dal sacerdote celebrante in silen-
gnato al servigio di qualche chiesa zio, non però nelle chiese oltramon-
per officiarla era chiamato canoni- tane : nell'odierna disciplina della
cus matricularius. chiesa romana rimane qual monu-
I cataloghi o indici delle chiese mento degli antichi dittici ecclesia-
sono antichissimi , tanto del regi- stici il doppio memento del ca-
stro del clero, che dei poveri, e none.
dell' albo de' sacri ministri se ne MATRIGA o MEXRACHA. Se^
fa menzione nel concilio generale de arcivescovile della provincia di
di J\icea celebrato nel 325, can. 19, Zichia, della quale fu vescovo lati-
e nel 5o fra i canoni apostolici. no Giovanni de' minori del 1349*
Dal can. 86 del concilio Milevitano Oriens christ. t. Ili, p. 11 14.
si apprende l'esistenza di un cata- MAXRIMONIO, Matrìmonium ,

logo tutto proprio delle chiese a- Connubium, Conjugium. Unione ma-


fricane, in cui si scrivevano i no- ritale dell' uomo e della donna, ed
mi dei vescovi di ciascuna provin- uno de' sette sagramenti, detto an-
cia, onde alla morte del metropo- cora Maritaggio, Nozze^ nuptiae. 11

litano non nascessero contese sulla nome matrimonio, latinamente


di
persona da sostituirglisi, essendo leg- matrimoniuni dev'iva da maire, per- j

ge che vescovo seniore ascendesse


il chè una donna non deve maritarsi
a quel grado. JNe'tempi posteriori al se non che per diventare madre j
nome Matricida fu attribuita una ovvero da matris, munus o mwiia^
più estesa significazione, esprimen- perchè gli obblighi delle madri so-
dosi per essa anche le cose risguar- no più considerabili nello stato di
danti il clero, come l'ordine di ce- matrimonio, che non quelli dei pa-
lebrare ogni settimana i divini of- dri, giacché i figli che ne sono il
fici, e il da prestarsi dai
servigio frutto, danno sempre maggiori pene
chierici. I Dittici ecclesiastici (Vedi) alle madri, dalle quali esigono mag-
furono cataloghi o sacre tavole pub- giori cure tanto prima, che dopo,
bliche della primitiva Chiesa, chiama- ed in tempo del parto. Il matri-
te tabellaeepiscopales, tabulae sacrae, monio chiamasi anche con/iigiiini ^

catalogiis episcoporiim, mysticae ta- nuptiae, nozze, dal verbo nubere,


bulae, ec. Contenevano i nomi degli velare, perchè anticamente le don-
offerenti, de' magistrati', personaggi ne maritale portavano un velo sul-

e sovrani, de' chierici d'ordine su- la testa, in segno di modestia, di


periore incominciando dai Papi, dei pudore e di sommissione ai loro
battezzali, de' santi, de' martiri, dei mariti. I giureconsulti chiamano al-

confessori, de* morti nella fede or* tresì matrimonio, consortium, a


il

todossa, de'concilii ecumenici; e di- motivo dell'intima unione che lega


videvansl in due parti, cioè dei fra di loro i coniugi, ed greci lo i

cristiani vivi e dei morti, insigni o chiamavano corona^ perchè il sacer-


per santità o per benefizi segnalati dote che celebrava il matrimonio
fatti alla Chiesa. L'origine de' ditti- presso di loro, metteva delle coro*
ci rimonta ai tempi apostolici, ces- ne sulla testa dei novelli maritati.
sando nel secolo XII circa, quando Questo uso ebbe luogo tanto presso
fu stabilito che il manenlo de^ vi' i gentili e gli ebrei^ quanto presse^
,

MAT MAT 273


i cristiani della primitiva Chiesa. affetti del cuore, si scam-
aiutino
Vedi Corona. Si chiama sposo bievolmente e si compatiscano nei
sponsus, quegli che novellamente è personali difetti, e di buona voglia
ammogliato e sposa, sponsa, nova
; portino insieme il giogo delle tri-
ììitpta, la donna maritata di fresco: bolazioni, che non sogliono mai da
dicesi sposalizia e sposalizio, spon- questo stato disgiungersi. Dopo la
salia, la solennità dello sposarsi, promulgazione del vangelo la mo-
sponsalizie. Deve però avvertirsi che glie non è più schiava dell' uomo»
gli sponsali, sponsalia^ si dividono ma ad esserne la compa-
è tornata
dai canonisti iji sponsalia de prae- gna, come quando Dio la tras-
lo fu
seiitiy dì è appunto il matrimonio, se dal fianco di lui. La moglie deve
e sponsalia de futuro, ossia la pro- essere sottomessa con amore al ma-
messa valida ed accettata del ma- rito, rispettosa e benevola verso i

trimonio fuluroi e così pure spon- suoceri, intenta buon ordine di


al
sus et sponsa possono avere l'una famiglia e al buon andamento del-
e l'altra significazione. Il marito, le cose domestiche. Le amarezze, i

maritusj vir, è l'uomo che un le- dissapori, le discordie fra i congiun-


gittimo legame unisce alla donna ti non sono peccati solamente con-
per vivere con essa in consorzio tro la carità del prossimo, ma con-
inseparabilcj procreare figli ricono- tro ancora uno dei più grandi do-
sciuti dalla legge, ed educarli. Il veri dello stato matrimoniale. Ob-
marito è il protettore di sua mo- bligazione gravissima de' coniugi è
glie, deve perciò difenderla anche r amare i figli con amore regolato
a pericolo della sua vita : egli è il dalla fede e carità cristiana, nutrirli
depositario del di lei onore ; deve onestamente, custodirli nella salute
ditènderla innanzi ai tribunali con- corporale, istruirli nella religione e
tro qualunque offesa ed accusa, al- nella virtù; correggerli proporziona-
trimenti è reo di colpevole indi- tamente, edificarli con buoni esem-
ferenza, ed è indegno di vivere con pi, far loro apprendere le scienze e
quella. Ha altresì 1' obbligo di far le arti corrispondenti all'inclinazione
valere i diritti della moglie, d'impe- dell'animo e alla condizione delle
dire deperimento de'suoi beni, e di
il famiglie; essendo i figli dati da Dio
procurare d'aumentarne il valore : in custodia ai coniugi, a' quali ne
l' unione coniugale però non costi- dimanderà stretto conto. La madre
tuisce per se sola la comunione de'be- durante la gravidanza deve procu-
ni tra marito e moglie, richieden- rare che non succeda nulla di fu-
dosi uno La mo-
speciale contratto. nesto al suo figlio per propria col-
glie, uxor, conj'ux, è femmina la pa, e deve allattarlo se può. I ge-
congiunta in matrimonio. Fedi Don- nitori devono mantenere l' unio-
na e Uomo. Coniugi diconsi i mari- ne fra i loro figli, amarli tutti e-
taliperchè portano insieme quasi la gualmente, e non mai forzare la
metà del giogo. E gravissimo do- loro inclinazione per la scelta di
vere de' coniugi di amarsi fra lo- uno Le pertone maritate de-
stato.
ro con un amore singolare, casto, vono considerarsi come padri e i

costante, per cui si serbino inviola- pastori de' loro domestici. Fedi Fa-
ta fedeltà, non solo nelle azioni, migliare.
ma nei sentimenti ancora e negli Il catechismo del concilio di
VOL. XLIII. i8
274 ^lAT MAT
Trento definisce il matrimonio, la I' unione coniugale dell' uomo e
unione coniugale dell' uomo e del- della donna contratta indissolubil-
la donna, che si contrae fra per- mente fra persone capaci secondo
sone, le quali ne sono capaci, ^se- le leggi, elevata per istituzione da
condo le leggi naturale, divina ed Gesù Cristo all'essere di sagramento
umana, e che le obbliga a vive- per dare ai due coniugi la grazia di
re ed
inseparabilmente in una amarsi santamente, di compatirsi e
perfetta unione V una con V altia. tollerarsi caritatevolmente, e di e-
£ un'unione peichè il matrimonio ducare i loro figli nella pietà cri-
consiste propriamente ed essenzial- sliana,oppure un sagramento della
mente nel legame coniugale, espres- nuova legge che unisce con un no-
so dalla parola unione. E un' unio- do indissolubile un uomo cristiano
ne coniugale dell' uomo e della con una donna cristiana, e che con-
donna nel numero singolare, per e- ferisce loro la grazia necessaria per
scindere cosi la poligamia, o mol- santificarsi, e per educare cristiana-
tiplicazione delle mogli, e la po- mente i loro figli.

liandria o moltiplicazione de' mari- Alcuni eretici pretesero, che il ma-


ti in un tempo stesso, e per fare trimonio consistesse essenzialmente
altresì intendere, che le parti con- neir uso del medesimo, ossia nella
traenti devono essere di diverso ses- consumazione. Il ven. Bellarmino
so. Final niente è un* unione che opina, che la consumazione sia una
obbliga i contraenti a vivere insepa- parte integrante, benché non essen-
rabilmente l'uno coll'allra fino alla ziale del matrimonio. Altri teologi
morte, perchè il legame che unisce sono d' avviso, che questa parte es-
insieme il marito e la moglie, è in- senziale è la tradizione mutua dei
dissolubile di sua natura. Quanto corpi, o la reciproca obbligazione
all'essenza del matrimonio, insegna di prestarsi al dovere coniugale, od
s. Tommaso che bisogna considera- il diritto che hanno i due coniugi
re il matrimonio sotto tre diversi r uno su r altro. Ma sembra che
aspetti, per rapporto cioè ai tre fi- r essenza del matrimonio, conside-
ni digerenti che Dio vi si è pro- rato sotto questo aspelto consista ,

posto, che sono la propagazione unicamente legame perpetuo ed


nel
perpetua del genere umano ed un indissolubile, che deriva dal consen-
dovere di natura, officiuni naturae; timento reciproco dei contraenti ,
il bene della società civile, e per che forma uno stato fisso e per-
regola le leggi civili ;bene della
il manente come il legame perpetuo.
Chiesa, per cui il matrimonio è un La consumazione e conoscenza car-
sagramenlo soggetto alle leggi ec- nale non costituisce punto l'essenza
clesiastiche, le quali aggiungono al del matrimonio. Si legge nella Ge-
matrimonio, come dovere delia na- nesi cap. 2, 4) che Adamo ed Eva
tura, l'essere di sagramento istituito non si conobbero carnalmente, se
da Gesù Cristo, e la promessa del- non dopo che furono scacciati dal
la grazia necessaria per soffrire con paradiso terrestre, sebbene fossero
pazienza le pene del matrimonio, e maritati prima. La Beata Vergine
per educare cristianamente i Figli e s. Giuseppe, i quali restarono
(f^edi). Il matrimonio consideralo sempre vergini, furono però essi
io tal maniera può essere definito, veramente maritati. Gli sposi che
,

MAT MAT 27.5


siobbligano alla continenza con un della Chiesa elevati all' episcopato,
mutuo consentimento, non lasciano vissero colle mogli che avevano già,
perciò dal contrarre veramente an- come fratelli e sorelle. La beata
ch'essi. Ne il reciproco consentimen- Umiltà fondatrice delle vallombro-
to de'coningi, ne la tradizione dei sane, dopo aver partorito due figli,
corpi,ne l'obbligazione di rendere il e questi morti, di consenso coi ma-
dovere coniugale, ne il diritto che rito dopo nove anni si separarono:
hanno due coniugi l'uno sulKaltro,
i essa si fece monaca, ed il marito
non costituiscono essenzialmente il canonico regolare, e fu il beato Lo-
matrimonio; perchè il consentimento dovico Caccianeraici. Dopo aver s.

reci picco non è che un alto mo- Caterina Fieschi convertito il pes-
mentaneo, il quale perciò non può simo marito Giuliano Adorno, que«
formare l'essenza di uno stato per- sti col di lui consenso si fece reli-
manente , e perchè la tradizione gioso del terzo ordine di s. Fran-
de' corpi, l'obbligazione di rendere cesco, ed essa continuò a vivere
il dovere, il diritto mutuo dei con- santamente. Nella chiesa greca è di
iugi, non sono che le conseguenze precetto, che due coniugi cristiani
del matrimonio, ch'essi suppongono debbano astenersi dall' uso del ma-
di già contralto. Moltissimi poi so- trimonio in tempo quaresima,
di
no gli esempi de' coniugi che vis- negli altri giorni di digiuno, nelle
sero veigiui, con reciproco consen- soleimità, e quando si dispongono a
so : ne i iporteremo alcuni. 1 En-ss. partecipare della sacra mensa : nella
rico I o 11 imperatore, e Cunegonda chiesa latina non è questo un pre-
imperatrice, per vicendevole patto cetto, ma un semplice consiglio. Il

tra loro. Quando


gran Contessa la marito e lamoglie devono recipro-
Matilde A bene della Chiesa per con- camente rendersi il dovere coniu-
siglio di Urbano li si decise a spo- gale, giusta le parole di s. Paolo:
sare in seconde nozze Volfone V questo dovere reciproco non è però
duca di Baviera, lo fece colla con- illimitato, poiché se l'uso avesse da
dizione dallo sposo accordata, di vi- alterare la salute o mettere a peri-
vere insieme vita di perfetta conti- colo di morte l'uno de' coniugi,
nenza. La beata Cunegonda regina sono dessi in allora dispensati dal
di Polonia, nel matrimonio di qua- reciproco dovere come dice s. Tom-
rant' anni con Boleslao duca di maso. Il marito poi deve avere i

Cracovia, conservò illibata la vir- debili riguardi per la moglie, nello


ginità, e poi si fece monaca di s. stato di gravidanza , di puerperio
Chiara. La Narni do-
b. Lucia di e di lattazione. Ecco 1' elogio che
menicana, nel matrimonio avea con- del maritaggio cristiano fece Ter-
servata la virginità, onde Benedetto tulliano due libri che indirizzò
ne'
XI li gli decretò la messa del co- a sua moglie prima di farsi prete.
mune delle vergini. Moltissimi pure y> La Chiesa approva il contralto
furono quelli, che volendo vivere l'oblazione lo ratifica, la benedizio-
continenti colie loro spose, abbrac- ne lo suggella, gli angeli lo porta-
ciarono lo stato ecclesiastico secola- no al Padre celeste che lo conlèrraa.
re o regolare, e le mogli si fecero Due persone portano lo stesso gio-
monache, e molti divennero vesco- go, elle non sono che una sola car-
vi e santi. Altri nei primi tempi ne ed un' anima sola ; si esortano
276 MAT MAT
a TÌcendo alla virtù; pregano, di- fetta dell' unione di Gesù Cristo col-
giunano, vanno insieme alla chiesa la Chiesa. Molti eretici condannaro-
e alla racnsa del Signore ; elle non no il matrimonio come cattivo, al-
si tengono niente ascoso 1' una al- tri pretesero che non fosse un sa-
l' altra; visitano i malati, raccolgo- gramento della nuova legge. Altri
no senza contrasti delle limosine, poi vollero considerarlo come un
assistono senza interrompi mento al- semplice contratto civile, dicendo
l' uffizio divino, cantano insieme i che tale lo riguardarono i primi
salmi e gì' inni, e si eccitano reci- imperatori cristiani. matrimonioIl

procamente a lodar Dio". é cosa lecita e buona perchè ha Dio


per autore, e per fine la genera-
§ I. Dell* instituzìone del mairi- zione e l'educazione de' figli ; perchè
moniO) della materia e sua for- la propensione della natura ad esso
ma» viene dal Creatore, perchèla Chiesa lo

approva, e perché santissimi perso-


il matrimonio
Considerandosi co- naggi lo contrassero in tutti i tem-
me un dovere della natura, o come pi. £ un sagramento presso i cri-

un sagramento, il matrimonio come stiani, perchè ha tutte le condizio-


dovere della natura e contratto na- ni richieste per un sagramento del
turale deve la sua istituzione all'i- cristianesimo; è un segno sensibile
stinto medesimo della natura, il che apparisce nel consentimento este-
quale porta gli uomini a moltipli- riore e reciproco dei due coniuj^i
carsi in una società legittima, ed alla non impediti ; è un segno sacro che
volontà del Creatore, il quale for- rappresenta 1' unione fìsica di Gesù
mò i due
con quella intenzio-
sessi Cristo colla Chiesa coli' in(;arnazio-

ne, gli unì insieme nella persona ne, e la spirituale colla carità; è un
di Adamo e di Eva, li benedì dicen- segno che produce la grazia, la qua-
do loro : crescete e moltiplicatevi. le induce due coniugi ad amarsi
i

11 Pontefice Innocenzo Ili condan- di un amor casto, a vivere pacifi-


nò come erronea l'opinione di co- camente, ed a santificarsi in mezzo
loro , icredevano che gli
quali ni doveri ed agli incomodi della
uomini si sarebbero moltiplicati sen- famiglia, come lo spiega il concilio
za r uso del matrimonio, qualora di Trento; é un segno istituito da
fossero rimasti nello stato d'inno- Gesù quando assistette alle
Cristo
cenza si sarebbero essi adunque
: nozze di Cana, e quando diede loro
moltiplicati nello stato d' innocenza la sua benedizione è un segno isti- ;

coir uso del matrimonio, ma senza tuito in una maniera permanente.


concupiscenza o desiderio della car- La Chiesa, dopo Gesù Cristo, ha sem-
ne. Benché Dio sia l' autore del pre detestato i matrimoni contratti
matrimonio, come contratto natu- senza le sante cerimonie eh' essa
rale, devesi però dire colla mag- prescrive, dottrina provata a mezzo
gior parte de' teologi, che questo della Scrittura, de'padri e de'con-
contratto non è stato un vero sa- cilii.

gramento, ne sotto la legge di na- Gesù Cristo si degnò restituire


tura, né sotto lalegge scritta, perché al matrimonio la perduta sua di-
non conferiva egli la grazia, e non gnità mentre, presso la maggior
era che una figura assai imper» parte degli antichi era ridotto qua-
.

MAT MAT 277


si nulla più che uno slato pieno di dall' argomento irrepugnabile della
corruUela e di scandalo e giunse ; tradizione universale della Chiesa, e
fino ad innalzare quel consenso le- da quella che ne consiegue della
gittimo, ovvero quel contratto da prescrizione. In fatti s. Cirillo A-
cui ne viene la legittima unione lessandrino, s. Ambrogio , s. Inno-
maritale, al grado sublime di sa- cenzo I e tanti altri lo dichiarano
gramento, per lo che il matrimonio precisamente un sagramento; e dal»
acquistò un' indole soprannatura- la storia ecclesiastica si rileva , che
le, eduna maggior fermezza ^e la Chiesa ha sempre avuta una par-
indissolubilità. Avendo pertanto Ge- ie diretta in ciò che al vincolo
sù Cristo lasciate le cose di que- matrimoniale appartiene. Se alcun
sta specie, siccome erano in avanti teologo o canonista parve esprimer-
per natura e per divina istituzione, si quasi dubitando che il matrimo-

e Solo aggiunto al consenso mari- nio fosse un vero sagramento, ciò


tale il grado, la dignità , la grazia provenne dal non aver ancora la
propria di un vero sagramento, per Chiesa proposta questa verità come
incontrastabile conseguenza ne vie- un articolo di fede, come lo fece
ne, che il matrimonio de'cristiani è dopo. Della matrimoni
natura de*
tutto insieme contratto e sagra- che si fanno per mezzo d' un pro-
mento, che l'uno non può distin- curatore tra persone assenti, i teo-
guersi dall' altro. Che il matrimo- logi ne parlano differentemente, per
nio sia uno de' sette sagramenti, cui quelli che cosi l'hanno contralto
sempre è stato creduto universal- colla benedizione nuziale , devono
mente, e la Chiesa lo ha definito reiterare il loro matrimonio in per-
come un domma di fed e nel concilio sona avanti il parroco, tale essendo
di Verona del ii84 presieduto da r uso della chiesa Ialina. Il matri-
Lucio IH, e ne'generali ecumenici di monio di due infedeli, i quali rice-
Laterano III, di Costanza, di Fi- vono in seguito il battesimo, diven-
renze e di Trento. A provarlo colle ta indissolubile e ratificato dalla
divine scritture può trarsi sufficien- Chiesa : si fa però questione se di-
te argomento da s. Paolo nell'epi- venti senz'altro sagramento, 11 ma-
stola agli efesii e. V, dove dice del trimonio come vero sagramento ha
matrimonio cristiano, sacranicntiun la sua materia e la sua forma, che

hoc magnurn est: ego autem dico però tengono intorno ad esse estre-
in Chris to et in ecclesia j e dove mamente divisi fra loro i teologi
fa un paragone tra coniugi da un i Su questo punto, essendo le scuole
Iato, e Gesù Cristo e la sua Chiesa e sentenze de' teologi divise, si può
dall'altro, esortando quelli ad amar- vedere Benedetto XI V, £>e Syn. dice.
si r un r altro di quella dilezione lib.8, e. 9 ; ed il p. Perrone nella
certo soprannaturale con cui Gesù sua tanto applaudita opera teologi-
Cristo amò la Chiesa sua, e rappre- ca, ultimo volume, De nialrinionio.

sentare in sémedesimo la stretta


g II. Del ministro del matrimo-
unione che congiunge Gesù Cristo
nio, e delle sue ceremonie e so-
istesso alla sua Chiesa. Ma questo
Icnnilà.
domma cristiano cosi insegnato o
indicalo dall' apostolo delle genti, Anche su questo punto sono di-
riceve molto maggior luce e forza Tisi i teologi, poiché la maggior
a^S MAX MAX
pai-te, massime ìq Roma ed in I- maggio, ed egli rispose mediante
talia, che
sostengono contraenti i un breve, colla ris(»luzione de' car-
sono ministri del sagramento ; al-
i dinali destinati agli aifari di Fran-
tri dopo Melchior Cano, che i soli cia, che i fedeli cattolici di quella
sacerdoti che benedicono il matri- nazione, essendo privi di panochi
monio ne sono ministri ed i
i : legittimi, potevano sposarsi in pre-
matrimoni clandestini, che prima senza di testimoni cattolici, e poi
del concilio di Trento erano veri presentarsi alla municipalità, per
matrimoni, benché celebrati dai so- far la dichiarazione comandata dalla
li contraenti senza il sacerdote , do- legge della convenzione, approvan-
po tal concilio sono reputati nulli do la validità di tali matrimoni,
jie' luoghi ov' è stato ricevuto. Di- benché senza l' assistenza del par-
cesi matrimonio clandestino quello roco. I riprovevoli matrimoni poi,
che si fa di nascosto, segretamente, celebrati in quel tempo di delirio
senza solennità e senza saputa di sotto r albero della libertà, furono
coloro a' quali appartiene la cono- innumerabili.
scenza, e contro la legge, senza la Quando si considera che il ma-
presenza del curato con due testi- trimonio é gran perno sul quale
il

moni, y. Sposalizio. Il concilio di si raggira tutta V economia della


Trento ordinò che parrochi, nel i società, e che da esso il ben essere
congiungere i fedeli, dicano le se- di lei principalmente dipende, nou
guenti parole Ego vos in mairi-
: farà meraviglia il conoscere, che
monium con/ungo, in nomine Pa- da tutte le nazioni e in tutti t
tris et Fila et Spiritus Sancii. Sono tempi siasi voluto che a stabilirlo
nulli i matrimoni che non si contrag- v' intervenisse la religione, anche
gono alla presenza del parroco o di con cerimonie e solennità. I sacer-
un altro sacerdote de licenùa ipsìus doti de' gentili offrivano alla pre-
parochi vel ordinariij e di due o tre senza de'novelli coniugi un sacrifi-
testimoni. Sotto il nome di parroco zio, ch'era accompagnato dai voti
\iene designato colui che ha giuris- del popolo. Presso gli ebrei se non
dizione ordinaria spirituale sopra vi si univano manifeste ed appo-
i contraenti, il Papa cioè, il Ipro- site religiose cerimonie, era santifi-
prio vescovo, e il sacerdote rettore cato dalla preghiera padre di
del
della parrocchia. Accaduta la rivo- famiglia e degli che atti-
astanti,
luzione di Francia, posto a soqqua- ravano sopra la femmina le bene-
dro il proclamata la re-
regno, e dizioni del cielo. Molto pili doveva
pubblica, nel 1793 venne in co- essere cosi nella nuova alleanza,
gnizione a Pio VI che la conven- dove Gesù Cristo tutto ha ripieno
zione nazionale avea ordinato, che delle sue benedizioni e delle sue
i matrimoni si facessero davanti grazie. Vi sono però nel sagramen-
alla municipalità con quattro testi- to del matrimonio alcune cerimonie
moni, in presenza de' quali si do- essenziali, ed altre non essenziali.
vesse fare una semplice dichiarazio- Le cerimonie essenziali sono il con-
ne di pura cerimonia, che bastasse sentimento che le parti si datmo
alla validità dì questo sagramento. in presenza del sacerdote che le

Fu Papa interrogato su questo


il benedice; consentimento assoluta-
punto dal vescovo di Lucon a' 1^ meute necessario per la validità del
MAX MAT !ì79
matrimonio. Le altre cerimonie so- nuziale (Vedi) che il sacerdote dà
no quelle che si praticano differen- allo sposo, e che lo sposo mette
temente secondo i differenti paesi, poscia nel quarto dito o anulare
e la di cui ommissione non rende della Mano ( Vedi) sinistra della
nullo matrimonio alcune lo pre-
il : sua sposa, come simbolo dell'unio-
cedono, altre Taccompagnano, altre ne del loro cuore e di mutua di-
lo seguono. Le cerimonie che pre- lezione, eh' è santamente suggellata
cedono matrimonio sono le pub-
il col sigillo dell' anello benedetto, che
che fa il parroco de' con-
blicazioni impegna reciprocamente i due sposi
traenti pubblicamente, denunziando ad un'inviolabile fedeltà; la mone-
il matrimonio che si vuol celebra- ta che in alcuni luoghi il sacerdo-
re per tre feste ciascuno de'parrochi te benedice, e che lo sposo dà alla
de'futuii sposi nella sua chiesa In- sua sposa, per assicurarla che fa-
ter missaruni solemnia^ onde co- cendqle dono della sua persona, le
noscere se avvi alcun canonico im- fa altresì il dono di tutte le sue
pedimento di parentela od altro; sostanze, per goderne in comune
gli sponsali cioè la promessa delle con essa . In alcuni paesi
il sacer-
future nozze, i patti, i capitoli, le dote getta una specie di stola bian-
convenzioni sulla Dote (Vedi), e ca sul collo dei due sposi (questa
sul trattamento della sposa ; V e- cerimonia di stendere un velo sopra
same e l'istruzione delle persone gli sposi nell'atto della benedizione

che vogliono maritarsi per vive- nuziale praticavasi nella chiesa mi-
re santamente Mi-( il concilio di lanese fino dai tempi di s. Ambro-
lano del i579 Prescrisse al cura- gio, poscia abbandonata), mentre
lo che non celebrasse il matrimo- essi si danno la fede coniugale ; ia
nio di quegli sposi che ignorassero altri, come a Liegi, il sacerdote av-
i primi principii della dottrina cri- viluppa colla sua stola le loro ma-
stiana ed il ricevimento
) ; dei due ni ; in alcuni altri mette soltanto
sagramenti della penitenza e della r estremità della stola sulla testa
s. Eucaristia. Le cerimonie che ac- degli sposi mentre li benedice. Si
compagnano il matrimonio sono in celebra il sagrifizio della messa, co-
alcuni paesi, particolarmente in o- me si trova nel messale romano,
rienle, la corona di fiorì che si prò sponso et sponsa, per ottenere
mette in testa alla sposa ; V inter- agli sposi le grazie di Gesù Cristo:
rogazione del sacerdote, vestito di in alcuni luoghi gli sposi vanno al-
cotta e stola bianca, allo sposo ed l'obblazione con un cero bianco iu
alla sposa, sul consenso per unirsi mano, per mostrare cosi che devo-
in legittimo matrimonio ; T atto no edificare le loro famiglie eoa
con cui il sacerdote fa mettere la una vita esemplare ; in alcuni altri
roano destra dello sposo in quella luoghi si stende il velo sulla testa
della sposa, per cos'i mostrare che de* due sposi, per insegnar loro che
lo sposo dev'essere il primo a ser- il pudore deve esser la guida della
bare la fedeltà che le promette, e loro condotta nello stato santo che
che la sposa dev'essere obbediente essi scelgono maritandosi Tutte .

a suo marito, poscia con acqua be- queste cerimonie sono derivale da
nedetta aspergendo i coniugi ; la quelle degli antichi cristiani, i quali
benedizione dd^' Anello pronubo o dopo la congiunzione delle destre
a8o MAX MAX
si davano il santo bacio. Il sacer- legame coniugale cioè il matrimo-
dote fa loro l'augurio di pace, ac- nio, che non è altro se non il mu-
compagnandolo con una esorta- tuo cousenlimento col quale con- i

zione. In Roma ed in altri luo- traenti dichiarano con segni o a viva


ghi la celebrazione del matrimonio voce, eh* essi vogliono attualmente
ha luogo nella chiesa parrocchiale sposarsi, consentimentoche deve a-
dove abita la sposa^ alla presenza vere molte condizioni per produrre
de* testimoni e parenti degli sposi ; un tale elfetto. Le condizioni sono,
nella chiesa poi deve celebrare si che il consenso deve essere ancora
come luogo proprio de'sagramenti, interiore e sincero, altrimenti il

per cui s. Carlo Borromeo ed al- matrimonio è nullo, e peccano gra-


tri vescovi proibirono che si faccia vemente contro la religione, la giu-
fuori di essa, o che almeno gli spo- stizia e la verità; deve essere inol-
si si portino a ricevere la benedi- tre reciproco, libero, ed esente da
zione in chiesa. Finalmente il par- ogni errore.matrimonio, co-
Il

roco descrive nel libro de'matrimo- me sagra mento produce diversi


,

dì i nomi de' coniugati e dei testi- effetti, oltre l'aumento della grazia

moni, secondo la formola prescritta santificante, conferisce, come gli al-

dal rituale romano; sebbene altro tri sagramenti, la grazia sagramen-


sacerdote delegato da esso o dal- tale sua propria, la(|aale consiste in
l' ordinario abbia celebrato il ma- certi speciali aiuti soprannaturali ,

trimonio. Il concilio di Rouen del che ad intuito del sagramento me-


1072 proibì i matrimoni segreti e desimo in tempo opportuno si co-
nel dopo pranzo, e che gli sposi ri- municano ai coniugali, per adem-
ceveranno la benedizione del sacer- pire rettamente e santamente gli
dote a digiuno. Quello di Sens del offici del matrimonio, e sopportare

iSaS impone prepararsi al matri- con virtù e con merito i pesi del
monio colla penitenza e col digiu- loro stato. Tre sono i beni princi-
no, e che ninno si mariterà se non pali prodotti dal matrimonio, la
dopo il levar del sole. Il concilio prole, la fedeltà e il sagramento.
di Parigi del medesimo anno, vo- Quanto alle proprietà del matrimo-
lendo distruggere gli abusi di cele- nio, esse sono la sua unità, la sua
brare la messa e la benedizione nu- indissolubilità e la sua necessità.
ziale subito dopo la mezza notte, L'unità del matrimonio consiste che
proibì di far la celebrazione avan- un uomo non può avere che una
ti giorno e prima del levar del sole. sola moglie, e che una donna non
In diversi articoli del Dizionario può avere che un solo marito : la

si discorre delle cerimonie e feste poligamia per conseguenza, ovvero


nuziali di diverse nazioni, e lo si la pluralità delle mogli o delle con-

dirà pure a Sposalizio, come di cubine, distrugge questa unità. La


quelli fatti dai Papi e dai cardinali. poligamia simultanea è quella di
avere molte mogli alla volta; e la
§ III. Della causa efficiente del
successiva è quella di averne molte
matrimonio^ de' suoi effètti e del-
r una dopo l' altra. La più parte
le sue proprietà.
de'teologi, sebbene riconoscano con
Intendesi per causa efficiente del s. Tommaso non essere la poligamia
matrimonio, quella che produce il contraria al primario fine del ma-
MAX MAX 281
trimonio, eh' è la generazione ed perpetua, senza dotarla, senza dar-
educazione conveniente della prole, le il nome e la qualità di sposa,
la tengono però contraria al fine e senza che i di lei figli fossero am-
secondario di esso, che è la pacifica messi all' eredità paterna. Preso il

società di unione, tra' coniugi. Circa vocabolo di concubina nel senso an-
alla poligamia simultanea, egli è tico innocente qui sopra esposto, si
certo che la poligamia simultanea è da molti assomigliata si fatta
di una donna, quale con proprio concubina di chi non ha altra mo-
vocabolo dicesi poliandria^ cioè che glie, ai matrimoni di coscienza di

avesse molti mariti alla volta, è cui si parlerà; erano veramente mo»
proibita dal diritto naturale, perchè gli di chi le sposava, ma non gode-
sarebbe essa egualmente contraria vano però delle prerogative annesse
al primo ed al secondo fine del a questo stato ; tali erano quelle
matrimonio indicati. Sarebbe con- che certi principi di Germania spo-
traria al primo fine, che consiste savano colla mano manca, come la
nella generazione e nella educazio- madre di Sofia che fu moglie di
ne, giacche V esperienza prova che Giorgio I re d' Inghilterra. Vi fu-
le donne pubbliche sono sterili ; sa- rono concubine ad tempiis, chiama-
rebbe altresì contraria all'educazio- te dai latini pellices o padrona, le
ne de' figli , giacché la poligamia quali come evidentemente inoneste
renderebbe incerto il padre de'figli. furono sempre vietate dalle leggi
Sarebbe contraria al secondo fine ecclesiastiche, sia ai maritati, sia ai
del matrimonio, eh' è la pacifica so- non maritati. Sulle concubine si può
cietà coniugale. Dio permise la po- leggere quanto ne dice il p. Char-
ligamia agli antichi patriarchi della don, Storia de' sacramenti ^ parlan-
legge di natura dopo il diluvio, ed do di questo del matrimonio, t, IIIj
agli ebrei nella legge scritta, per p. 307 e seg. Per riguardo alla
moltiplicare la loro stirpe^ perché poligamia successiva, cioè le seconde
erano essi i soli fedeli di que' tem- nozze e le seguenti, dopo la morte
pi. Gesù Cristo ristabilì il matri- del primo coniuge, essa fu condan-
monio nello stato della primitiva nata dai montanisti, dai novaziani,
sua istituzione, ed ha ordinato che e da Xertulliano. La Chiesa ha sem-
un uomo avrebbe una sola moglie; pre desiderato che i fedeli avessero
cosi non è permesso al presente, ne la forza di astenersene; ma non le
agli ebrei, ne agli infedeli di avere ha ella giammai universalmente pro-
molte mogli. La Chiesa ha sempre scritte, né considerate come cattive
condannato il disordine intollerabile in sé stesse, e contrarie al diritto
di avere i mariti, oltre le mogli, delle naturale e divino, ma piuttosto co-
concubine, in qualunque condizione me imperfette e come un segnale
le tenessero, e ciò riguardò sempre d'incontinenza, per cui in molli luo-
come un adulterio, quantunque le ghi soggettò alla penitenza coloro
leggi dell'impero non fossero tanto i quali passavano alle seconde noz-
severe. Anticamente il vocabolo con- ze, come apparisce dal terzo canone
cabina (donna che vive illecitamen- del concilio di Neocesarea, dal XIX
te con un uomo), si adoperò tal- di quello d'Ancira , dal primo di
volta per significare una moglie le- quello di Laodicea, e dalla lettera
gittima a cui si dava fede maritale di s. Basilio ad Amfilochio. Dichia-
,

283 MAT MAT


ìò essa i Bigami (T^dt) irregolari, giunto. Lo conferma s. Paolo in piii
e li privò quando passavano u se- luoghi dell« sue epistole, abba- e
cxinile nozze citila benedizione del stun/.a avea mostrato nella cele-
lo
sacerdote, delle eleniosiue e delle bre comparazione dei coniugi con
corone che ponevansi capo dei sul Cristo e la Chiesa. I teologi ed i

novelli sposi. L'imperatore Basilio canonisti distinguono tre sorta di


il Macedone dichiarò illecite le ter- matrimoni, il legittimo o naturale,
ze nozze e nidle le quarte. L'apo- ch'è (juello che si fa validamente
stolo s. Paolo permette alla vedo- secondo le leggi di natura, ed an-
va di rimaritarsi, altrcttanlo trovasi che a tenore tlelle leggi; il vatwn,
nella tradizione attestata dall' Vili o ratificato, ch'è proprio solo de'cri-
canone del concilio di iNicea, e sliatii in cui il contratto naturale è
da altri; da san Clemente Ales- insieme sacramento ; ed il consu-
sandrino, da s. Gregorio Nazian- mato, consumatiun, il quale per la
Zeno, da s. Ambrogio, da s. Gi- conoscenza carnale acquista maggioà*
rolamo, da Eugenio IV nel suo de- forza e diventa più indissolubile. Il

creto d' istruzione per gli armeni. matrimonio può essere disciolto quan-
Le seconde nozze in fatti e le se- to al legame, o quanto al letto ed
guenti non hanno nulla di contra- all'abitazione. C disciolto quanto al
rio alprimo ed al secondo fine del legame, quando coniugi possono
i

matrimonio, che consistono nella rimaritarsi con altri; è disciolto


generazione ed educazione dei figli, quanto al letto, quando non sono
e nella pacifica società ed unione dei obbligati di soddisfare al dovere del
coniugi: non hanno elleno per con- matrimonio, abbenchè non possano
seguenza nulla che sia contrario al rimaritarsi con altri; è disciolto
diritto naturale. Dunque si dovranno quanto al letto ed all'abitazione, al-
spiegare benignamente e ridurre al lorché non sono obbligati, né di sod-
loro giusto valore certe espressioni disfare al dovere del matrimonio, ne
dei conciìii e de' padri, i quali trat- di convivere insieme sotto il me-
tano leseconde e le seguenti nozze desimo tetto. Molti principi cristia-
di poligamia , di fornicazione e ni hanno permesso io Scioglimento
punibili ; essi si scagliarono piutto- dei matrimoni, anche quanto al le-
sto contro i vizi che le accompa- game, ne'loro stati; ma (juesti sono
gnano talvolta. abusi che la Chiesa non ha mai
Altra proprietà del matrimonio è approvato. Il matrimonio contratto
l'indissolubilità,qual vincolo è di
il nell'infedeltà della credenza religio-
fède quando legittimamente contrat- sa nou si discioglie nella coitversio-
to fra cristiani (perchè il matrimo- ne de' due coniugi alla vera lède.
nio degl'infedeli può disciogliersi Gli infedeli che si convertono, aven-
quando l'uno venga alla tède, e l'al- do molte uiogli, sono tenuti ad ab-
tro non voglia vivere con esso pa- bandonarle Irainie la prima. Posso-
cificamente ; deve poi avvertirsi che no essere disciolti matrimoni de-
i

il matrimonio semplicemente rato e gì' infedeli ({uando uno di essi si


non consumato, si può sciogliere pel converte, e l'altro non vuol più vive-
volo solenne
di i*eligione). Gesù re con lui; -quaudo il coniuge be-
Cristo loha detto apertamente: Nou stemmia Dio per pervertire d cou-
di¥ida TuoiBo quel che Dio ha cou- veilito; ti quaudo il coniuge iufe-
MAT MAT 283
tlele vuol convivere col convertito, gli ebrei. Girolamo che il
Frova s.

ma commettere cose pioi-


robl)ligu a Celibato [Fedi), non solamente eia
Lite dalle leggi di Dio.Se un coniu- permesso nella legge mosaica, ma
ge cade in adulterio V altro può , consideravasi altresì come uno stato
lursi religioso. JNel 1706 Clemente più perfetto di (juello del matrimo-
XI scrisse al vescovo di Agen, E- nio. Ciò non pertanto vi sono di-
pisi, et Brev, t. 1, p. 2 54, prescri- verse necessità, le quali obbligano
vendogli le regole che doveasi os- talvolta le persone al matrimonio,
servare ne' malrimoni co' nuovamen- come di stato e di politica, come
te convertiti alla fede in quelle par- quelle di principe ereditario, il quale
ti. Le ragioni generali per scioglie- per evitare le funeste conseguenze
re il matrimonio quanto al letto che affliggerebbero i suoi stati, se egli
e al domicilio, sono l'eresia, l'apo- morisse senza figli, sarebbe obbli-
stasia, la cattiva condotta, la mi- gato di ammogliarsi e procurare cosi
naccia della vita, la malattia con- ai SUOI sudditi gli eredi della sua
tagiosa, la demenza o follia. Le ra- corona. Non obbligano assolutamen-
gioni particolari per cui i coniugi te al matrimonio la necessità di po-
possono domandare la separazione di vertà, e la necessità di debolezza
corpo, sono i cattivi trattamenti, gli che impedisce osservare la conti-
umori incompatibili, la povertà, la nenza.
lontananza, l'impiego d'uno de'coniu-
gi, e quelle altre riportate dai trat- § IV. Della necessità del consenso
tatisti. La separazione di corpo e de' genitori per la validità dei
di una mo-
abitazione ottenuta da matrimoni de^ figli di famiglia,
glie pei cattivi ma-
trattamenti del e degV impedimenti del niatrimO'
rito, porta seco (juasi sempre anche nio^ e sue dispense ; dell'incesto
la separazione dei beni, non essen- e degl'incestuosi.
do giusto che un marito goda dei
beni di sua moglie, quando egli non Tutti i cattolici convengono che
la tratta com'è dovere di un ma- i matrimoni contralti dai figli al-
rito cristiano, f^. Divobzio, ove trat- l'insaputa, o contro la volontà dei
tasi quest'argomento ; Martorelli, Er- genitori, sono spesse volte proibiti,
rori sul dìvor'zio confutatiy Roma ma non già invalidi per diritto na-
1792; ed il p. Chardon, Storia turale e divino, e disputano solo se
de sacramenti ^ t. Ili, p. 244> ^^^' sieno invalidi per diritto ecclesiasti-
Vindissoluhilità de' ìnatriinoni. Quan- co e La maggior parte dei
civile.
to alla necessità del matrimonio, in teologi negano che tali matrimoni
principio del mondo eravi un pre- sieno slati mai dichiarati invalidi
cetto natuiale per tutti gli uomini da alcuna legge ecclesiastica; altri
di ammogliarsi, perchè la natura invece sostengono che furono di-
indegna ed ordina la moltiplicazio- chiarati nulli dalla Chiesa fino al
ne del genere umano, e questo pre- secolo Xil circa, e citano in loro
cetto durò finche gli uomini furo- favore molte autorità de' padri, i

no sullìcientemente moltiplicali. Da quali condannano, e sembrano


li

questo tempo in poi egli non ob- annullarli. 1 teologi che sostengono
bliga più alcuna pervSona in parti- la prima opinione, rispondono che
colare: uou ha nemmeno obbligalo siilàtle autorità devono intenderà
y

284 MAX MAT


relative ai matrimoni illeciti, e tut- impedisce a due persone di con-
to al più invalidi nel foro esteriore, giungersi in matrimonio ; ve ne so-
e non nel foro interiore della co- no di due sorla. Gli uni rendo-
scienza. 11 concilio di Trento dichia- no le persone in cui si verifica-
ra che i matrimoni contralti dai fì- no tali impedimenti, inabili a con-
^li di famiglia senza il consenso dei trarre l'una coU'altra ; di maniera
loro genitori, non sono nulli, e che che se sì maritano tra loro, quel
i genitori non possono renderli ne matrimonio è nullo, echiainansi que-
validi, né invalidi nulladimeno la : sti ìinpedinie.nti dirime nlì ; gli altri
Chiesa di Dio per giustissime cau- fanno si che il loro matrimonio sia
se gli ha sempre detestati e proibiti. illecito senza essere nullo, ma gra-
Che i figli di famiglia non contrag- vemente si pecca avendo cognizio-
gano il matrimonio senza il consen- ne dell'impedimento, e si chiamano
so de'genitori, è accennato nel quar- impedinienù proibitivi od impeditivi.
to comandamento di Dio. Sebbene La Chiesa ha diritto di stabilire o
da quanto abbiamo detto la Chiesa di levare impedimenti diri-
certi
non ha fatto di ciò un impedimento menti del matrimonio, e questo di-
dirimente del dissenso ragionevole ritto è appoggiato ad una tradizio-
de' parenti, ha riprovati e vietati,li ne costante, confermala dall'uso fi-
ed contraenti non potrebbero cer-
i no dal IV secolo. Che l'autorità
tamente lusingarsi di ottenere la competente a stabilire impedimenti
benedizione di Dio. Questa verità é matrimoniali sia la Chiesa, è stato
fondata nelle divine scritture, nelle solennemente deciso dal concilio di
quali si suppone sempre che il ma- Trento, decisione che venne accet-
trimonio de' figli sia stabilito o ap- tata da tutto il mondo cattolico,
provato dai propri genitori , ed è ne altrimenti poteva essere, sempre
una conseguenza di quel rispetto, che si dichiarò questo punto un
onore, divozione, che per legge na- domma di fede. Se alcuno dirà che
turale e divina debbono i figli a co- la Chiesa non abbia potuto costi-
Joro dai quali hanno ricevuto la tuire impedimenti dirimenti il ma-
vita : e ciò che dicesi riguardo ai trimoniOf o che nel costituirli abbia
parenti, intendesi anche rispetto ai errato j sia scomunicato. Tale au-
tutori o ad altri, sotto la podestà torità si appoggia alle parole di Ge-
de' quali in luogo di parenti si tro- sù Cristo, dette a s. Pietro Tutto :

vano i figli di famiglia. L'antico di- ciò che avrai legato sopra la terra
ritto romano aimuUava i matrimoni sarà legato anche in cieloj e sopra
che i figli contraevano a malgrado l'uso costantemente praticato dalla
de' loro genitori. Chiesa fino dai primi secoli. Rile-
Gl'impedimenti canonici non so- vasi infatti, al dire di alcuni, da
no altro in sostanza che certe cir- Tertulliano, dai ss. padri Cipriano,
costanze dichiarate dalla competente Girolamo, Ambrogio, che al tempo
autorità, la concorrenza delle quali loro erano proibiti i matrimoni dei
nella persona dei contraenti rende cristiani con gl'infedeli, e che gl'im-
o nullo o illecito il matrimonio. Su- peratori dopo avere abbracciata la
gi' impedimenti del matrimonio, di- fede, riconobbero e rispettarono que-
cono teologi che un impedimento
i sta disciplina fondata sicuramente
del matrimonio è uà ostacolo, che sulle parole della sacra Scultura;
MAX MAX a85
aggiungono medesimi, che sebbe-
i ordinò le tre pubblicazioni nelle chie-
ne di questo impedimento, chiama- se parrocchiali dello sposo e della
to disparità di culto, non si trovi sposa, proclamando matrimonio
il

una legge ecclesiastica positiva, as- che si vuole contrarre, ed ha rila-


soluta, pure fino dal memorato se- sciato alla prudenza del vescovo il

colo IV almeno, senza alcuna con- dispensare. Si può consullare l'o-

traddizione si è creduto dirimente pera: De


episcoponim in disperi-
da tutta la Chiesa cattolica. Va sntionihus super inatrìmonii ini-

però avvertilo che l'esempio dei pedimentis potestate Favcnliae ,

matrimoni proibiti fino dai primi 1789. Siccome gl'impedimenli di-


secoli tra cristiani ed infedeli, prova rimenti non si possono stabilire
la pratica antica della Chiesa di por- che dal sommo Pontelìce, e da un
re impedimenti proibitivi, ma non concilio ecumenico, così la potestà
già dirimenti. Perchè tutti i più di dispensare non può competere
savi teologi e canonisti convengo- se non a questo o a quello per
no, che per moltissimi secoli non giusti e gravi motivi. Dicono teo- i

fu queir impedimento di disparità logi ed i canonisti che gl'impedi-


di culto se non proibitivo e non menti dirimenti rendono nullo il
mai dirimente, e divenne tale so- matrimonio, solamente quando lo
lamente dal secolo XII circa in poi, precedano, perchè quando fu con-
e ciò neppure per legge scritta, ma tratto una volta validamente, non
per consuetudine, come si può ve- vi sono più impedimenti che lo pos-
dere in Bellarmino, De matrìm.y sano annullare. Riporteremo qui
e. 25, prop. 3. A prova degli im- oppresso gl'impedimenti del matri-
pedimenti dirimenti, rammentasi il monio, spettando ai teologi ed ai
concilio Neocesariense del 3 1 4, che canonisti le distinzioni ed eccezioni.
dichiara irrito il matrimonio ostan- L'impedimento dell'e/rore è di
I."

do l'affinità; il concilio Agatense del due sorta, o di sostanza o di qua-


5o6, che dichiara nulli i matri- lità, in fatto di matrimonio. L'erro-
moni di affini e consanguinei , e- re della persona^ quando si crede di
zinndio in casi in cui erano per- sposare una persona diversa da quella
messi dalle leggi civili;ed altre si- ch'è presente, e perciò il matrimonio
mili autorità, che possono vedersi è nullo; quello della qualità, quan-
presso i teologi o canonisti, come do la persona presente, che credevasi
nel continuatore del Tournely p. vergine, nobile, o che credevasi molto
Collet,Theol. morciL voi. Vili, De comoda e ricca, ed in vece si tro-
malrim. e. 8. Ad onta di quanto va violata, ignobile e priva d'ogni
ne dicano gli amatori di libertà, cui bene di fortuna, laonde il matri-
ogni obbligazione riesce intollerabi- monio è nullo quando porla l'er-
le, è ceito che tranne quei pochi rore della persona. Va però nota-
apposti direttamente per l'onore e to, che l'errore di qualità non di-
il rispetto dovuto a Dio, per esem- rime per sé, regolarmente parlando,
pio il voto solenne e l'ordine sa- il matrimonio, ma solo allora quan-
cro, tulli impedimenti sono
gli altri do si rifonde veramente nella sostan-
diretti a provvedere al bene dell'u- za, ossia nell'errore di persona.
mana società. All'oggetto di scuo- 2.° L'impedimento della condizio-
prire questi impedimenti, la Chiesa ne servile d'una persona che si ere-
a8G IMAT MAX
deva Hbcrn, è quello degli Srhi'nvi trae dal procuratore, ma solamente
(f^rr//) propiiamcnle delti, di quelle da chi Io manda ; si contrae però
|)Cisone eioè le quali sono talmente anche dal laico , il quale batt» /./a
;)lla disposizione del loro padrone, in caso di necessità. La parentela
che vengono considerate rome ibr- legale o propinquilìi di persone na-
m^nti palle del suo avere, e ne può sce dall' adozione, la quale è per-
«gli quindi disporre come pili gli fetta od imperfetta o semplice: l'a-
piace. Ora però sono validi i ma- dozione perfetta mette la persona
trimoni contratti fra servi , hencliè adottata sotto la podestà di un pa-
contro la volontà del loro padrone, ed dre adottivo, di maniera che assu-
V. matrimonio (rmi uomoli-
valido il me il cognome, e diventa suo ere-
|)erocon una serva, purché quegli de necessario, sia ah intestato^ sia per
da prima non ignorasse la qualità testajuento, nel quale caso gli si deve
«iella sposa. come a necessario erede assegnare
3." L'impedimento del P^olo (Tac- la quarta legittima di sue sostan-
che se è di semplice castità,
ili), ze ; neir adozione imperfetta l'adot-
rende il matrimonio criminoso, ma tato diviene solo erede, se il padre
non lo annulla; il voto «olenne lo adottivo muore senza far testamen-
rende nullo e criminoso a un te«n- to. L' adozione perlètla annulla il
po : può una moglie (àr il volo matrimonio tra il padre adottivo e
semplice di castità, per cosi dare a la sua figlia adottiva; tra i figli legit-

suo marito il mezzo di farsi sacer- timi naturali del padre adottivo,
dote. P^. Religiosi , e Vergini. che stanno sotto la patria potestà^ e la
4.*' L' impedimenlo di paren- persona adottata; fra colui che adot-
tela, la quale è o naturale, o spi- ta, e la moglie di colui ch'è adot-
rituale , o legale. La parentela tato, e per la ragione de' simili, tra
naturale, che chiamasi anche con- colui ch'è adottato, e la moglie di
sanguinilà, è il legame che stringe chi lo adotta. La cognazione legale
fra di loro le persone del medesi- imita: i. la paternità naturale, e
mo sangue^ cioè quelle che di- quindi dirime il matrimonio tra
scendono le une dalie altre, ovve- l'adottante e l'adottato, e tutti i

10 da uno sli[)ite comune. P^i Pa- discendenti di questo in linea retta


BEKTi. E pure impedimento la pa- .sotto la patria sua potestà : onde
renlela o cognazione spiriliuile
, , ciò non vale se l'adottato è donna,
]a quale è un legame che si con- perchè questa non ha in patria po-
trae coi sagramenli del battesimo testà suoi figli, e però l'adottante
i

e della confermazione, tra il mi- potrebbe sposare la figlia naturale


nistro del ballesimo da una parte, legittima della sua figlia adottiva.
ed il bambino battezzato, il padre e 2. La fraternità naturale, e quin*
e la madre o fra il padri-
dall'altra; di diriuje il matrimonio tra l'adot-
no o la madrina da una parte, tato ( uomo o donna ) e figli na- i

ed il bambino, suo padre e sua turali legittimi ( non però gl'illegit-


liiadre dall'altra ; egualmente dica- timi ) dell' adottante ( uomini e don-
si della confermazione quando ne ), finché stanno sotto la patria
,

liannovi il padrino e la madrina. potestà, cessata la quale per eman-


V. CoMPARATicc^. Questa parentela cipazione o ujortcj cessa pure quel
o coguazioue s|>iriluale uun si con- vincolo. 3. affinila carnale, e V
MAT MAT 287
«jiiindi dirime il matrinionio tra te dell'assente: dice san Basilio,
radollaiile e la moglie dell' adot- che le mogli de* soldati meritano
tato, e ciò in perpeluo, ancorché più indulgenza ,
perchè <i presume
si sciolga l'adozione. Queste tre di- facilmente la loro morte.
sposizioni di gius canonico le ha a- L'impedimento dcW onestà
IO.**

dotlate il gius civile, e conservale pubblica, nasce da due sorgenti, che


come sue, onde come riflette Be- sono lo sposalizio o promessa di
nedetto XIV, De Syn. diocvs. lib. future nozze, ed matrimonio che
il

9, e. IO, quando in materia di co- non è slato consumalo, sia perchè


gnazione legale j>oige questione, è una delle parti contraenti è morta,
da risolvere secondo lo slesso gius sia perchè abbracciò uno stato re-
civile.F. Bastando e Figlio. ligioso, sia finalmente perchè era
5." L'impedimento crìminis che impotente: avvertendo, che i soli

volgarmente tradotto dicesi del de- sponsali producono l' impedimento


litio, è quello che si contrae quan- fino al secondo grado, ed il ma-
do avvenga adulterio con promes- trimonio rato fino al quarto.
sa di futuro matrimonio, inorino II." L'impedimento della de-
con/uge, su di che pure, come ne- menza riguarda gì' insensali, i fu-

gli altri impedimenti, i canonisti ed riosi, coloro che sono imbecilli al

i teologi fauno molte distinzioni ed punto di essere incapaci di delibe-


eccezioni. razione e di scelta, sono di diritto
6." L'impedimeulo della diversità naturale incapaci del sagramento
di religione, di cui parleremo dopo, del matrimonio, il quale richiede
dicendo de' matrimoni misti. molta libertà. Ciò non pertanto, se
7." L'impedimento della violenza, un demente si ammogliasse nel
la quale è assoluta o condizionale, teuìpo di qualche lucido intervallo,
come di forzato assenso, o di timo- il suo matrimonio sarebbe valido,
re grave. ma sempre pericolosissimo pel ri-
8.° L'impedimento deW ordine, torno della demenza. Quanto ai
essendo gli ordini sacri uà impedi- sordi ed ai muti, possono venire
mento dirimente matrimonio, del ammessi al sagramento del ma-
sino dall' epoca del primo concilio trimonio, quando la loro men-
Lateranense del ii23, o sino dal te è abbastanza aperta e chia-
tempo di s. Paolo, secondo altri; di ra da poter conoscere l'impegno
ciò si tratta ali' articolo Celibato che vanno essi a contrarre.
e ad altri relativi. 12.° L'impedimento àeWafflailà è
9.** L'impedimento del legame,
il una parentela che contrae una perso-
quale nasce da un primo matrimonio, na coi parenti di quella ch'ebbe se-
anche non consumato, e fa sì che le co un commercio, o legittimo o
lei

persone maritale non possano rima- proibito, per cui ninno de'due può
ritarsi se non quando saranno ve- sposarsi con alcuno de' congiunti
dove, perché fino allora sono esse dell' altro, fino al quarto grado se
legale, e non son libere: per lun- il commercio fu legittimo, e fi-

ga clie sia l'assenza di un marito no al secondo se è stato criminoso:


o di una moglie, ne l'uno ne l'al- essi soli contraggono reciprocamen-
tro possono rimaritarsi senza aver te l'affinità co' parenti l'uno del-
prima cevlissime prove della mor- l'allro. Da ciò viene che il padre
7.88 MAT MAT
etl ii figlio possono rispeltlvamente donna ha compiuto almeno dodici,
sposare lamadre e la fìi^lia ; due altri dicono quattordici anni, ed ambi
fiateili sposano due sorelle, oppure sieno bene istruiti nei donimi prin-
uno di essi sposa la madre, l'altro cipali di nostra fede, dovendo essi poi
la figlia, e ciò in conseguenza del istruire i loro figliuoli. La vecchiezza
principio, che i due coniugi diven- non è nel numero degl'impedimenti
tano afiìni co' parenti rispellivi l'u- del matrimonio, come non lo è la ste-
no dell'altro, ma questi non diven- rilità per quelli che possono usarlo.
gono affini tra loro, o come si e- L'età decrepita potrebbe considerarsi
sprimono canonisti affìnilas non
i come una specie d' impotenza, tut-
parit affinilalem. Per conoscere in tavia abbiamo esempi di vecchi i

qua! grado sono fra di loro affini quali ebbero de' figli in età assai
due persone, bisogna distinguere avanzata i i-amani colla legge Pap-
:

Dell' affinità, come nella consangui- pia Poppaea, proibirono agli uo-
nità, io stipite, la linea ed i gradi; mini maritarsi dopo 60 anni, e le
la linea è retta o collaterale. donne dopo 5o. Se la Chiesa non
i3.** L' impedimento della clan- ha proibito ai vecchi di maritarsi,
destinìtàj proviene dal matrimonio ha sempre biasimato quelli che lo
clandestino che si contrae senza hanno fatto padri della Chiesa
: i

parroco, e senza un numero suffi- hanno sovente inveito contro vec- i

ciente di testimoni, e ne parlammo chi d' ambo i sessi, facendoli arros-


di sopra. sire della loro incontinenza; alcuni
i4" L'impedimento deWimpoteri- di essi hanno trattato tali matrimo-
zacioè di quegl'impotenti quali non i ni vergognosi concubinati, coperti
possono consumare il matrimonio, col velo del sagramento, che rice-
dividendosi V impotenza in assoluta vono con fini differenti da quelli
o rispettiva, in antecedente o susse- propri di esso. I padri del concilio
guente, in perpetua o temporanea: del Friuli o d' Aquileia, furono di
essa è assoluta, si ciim nulla di- avviso che gli sposi avessero quasi la

versi sexus persona copula ìiaberi medesima età, poiché la gran disu-
queat s rispettiva , si non possit guaglianza di età cagiona sovente
cuni unay possit cuni alia j è ante- la perdita delle anime, ed è cagio-
cedente quando precede la celebra- ne di gravi disordini. Non si posso-
zione del matrimonio; susseguente no maritare gli ermafroditi che par-
quando sopraggiunge dopo contratto tecipano de' due sessi, e gli Eunu-

il matrimonio stesso finalmente è ; chi [Vedi). L'impedimento che na-


perpetua quando non può essere sce dalla impotenza è indispensabi-
tolta coi rimedi naturali ; tempo- le, perchè è di diritto naturale, co-
ranea quando può cessare col tem- me essenzialmente contraria al fine
po, o col soccorso della medicina. del matrimonio.
Il matrimonio degl'impuberi è nul- L'impedimento del ratto,
1 5.° sii

lo di pieno diritto, tranne coloro, distingue di due sorta, uno di vio-


in quibus malilia supplet aelaleni ; lenza, l'altro di seduzione il primo :

l'età matrimonio e
prescritta pel si commette quando si conduce via

legittima, è quando l'uomo ha com- per forza o con minacce una per-
piuto almeno quattordici, altri di- sona; il secondo quando s'impegna
cono dieciotto anni, e quando la una persona con artifizio, eoa ca-
MAX M A T 289
rezze, doni, ce. a sortire dalla casa cito il matrimonio vi bisogna la le-

paterna, o da qnella in cui deve gittima dispensazione.


essa abitare. Le dispense degl' impedimenti di-
1
6." Gl'impedimenti proihìlwi die rimenti del matrimonio non sono
rendono il matrimonio illecito senza legittime se non quando sono esse
renderlo nullo, erano prima dodici, fondate su giuste cause, le quali sono
in oggi ridotti a soli quattro, i." La di due sorta per rapporto al ma-
proibizione cbe fa ai futuri con- trimonio, alcune sono oneste, altie
iugi un vescovo od ancbe im par- infamanti. Le prime sono quelle
roco di procedere alla celebrazione che si espongono senza disonorare
del matrimonio, finche non siasi e- i supplicanti, le altre sono quelle
saminato ciò che merita di esserlo. che derivano dal peccato, e che
2.** Il tempo in cui è proibito di per conseguenza disonorano. Si pos-
contrarre matrimonio, cioè dalla sono ridurre a quattordici le cause
prima domenica àeW Avvento fino al legittime delle dispense degl' impe-
giorno dell' Epifania, e dal merco- dimenti dirimenti del matrimonio,
ledì delle Ceneri fino alla domeni- delle quali undici oneste e tre in-
ca in Albis inclusivamente ; la pa- famanti. Le cause dunque legittime
rola inclusiv amente riguarda il gior- delle dispense del matrimonio più
no deir Epijania, e la domenica comuni sono : i
."
La ristrettezza
dell' ottava di Pasqua. In questi del luogo di dimora, per cui i con-
tempi sono proibite le solennità del- traenti non possono trovare se non
le nozze, come sarebbe il benedir uno de' loro parenti che lor conven-
le nozze e celebrare conviti nu- i ga in matrimonio. 1." La picco-
ziali ; il matrimonio con dispensa lezza de' luoghi qualora i contraen-
della Chiesa potendosi celebrare in ti dimorino in diversi piccoli paesi.
ogni tempo, e Nicolò V a' i6 mar- 3." La mancanza o tenuità della
zo i45»2 coronò re di Lombardia dote. 4* ^1 bene della pace, per la

Federico IH, ed a lui e alla sposa estinzione di un processo, cessazio-


Eleonora die la benedizione nuziale ne d'inimicizia, termine di scandalo,
benché fosse quaresima. 11 tempo e conferma di buona intelligenza.
vietato di celebrare le nozze vuoisi S." L'età avanzala d'una giovane,
incomincialo dal disposto di s. Libe- la quale non fu mai richiesta in
rio Papa del 352. 3." La promessa isposa da alcuno estraneo, compiti
che due persone fanno di sposarsi, ventiquattro anni. 6." Il pericolo di
essendo giusto che si mantenghi la morte. 7." 11 timore dell' errore
fede data, ciò che dicesi sponsalia e della seduzione. 8.° La conser-
e fidanzare, e lo toccammo supe- vazione de' beni in una famiglia
riormente. 4° 11 ^oto semplice sia illustre per conservar l'antico splen-
di castità, sia di entrare in religio- dore e la sua dignità. 9." 11 ser»
ne, perchè sebbene non abbia forza vigio che una casa ha reso e può
di annullare il matrimonio dove si rendere alla Chiesa. 10.° Il bisogno
contragga, tuttavia è cosa illecita e che ha la vedova di sposare un pa-
peccaminosa mancare all'obbli-
il rente ricco, il quale avrà cura del-
gazione contralta con Dio median- l'educazione de' figli ch'essa ebbe
te un tal voto. Onde a render le- dal primo marito. \\° Quando
VOL. XLIII. 19
ago MAT MAT
un uomo ha qualche ragione di s. Antonino, ma falsamente, come
sposare una sua parente, ex cerlis osserva lo Spondano all'anno i4^',
rationalibus. i2.° La prima delie num. 3. Gli eretici moderni fon-
infamanti è il cattivo commercio di dali sull'autorità del Clavasio, tac-
due persone, le quali a motivo di ciano perciò questo Pontefice come
qualche impedimento non possono infratlore de' sagri canoni. 11 Rinal-
sposarsi insieme. 1
3.° Quando i di all'anno i43f, num. 2, nega il

futuri coniugi, senza essere giunti fatto, attribuendo questa falsa di-
a consumare 1* estremo peccato, vis- spensa a qualche falsificatore delle
sero ognora in famigliarità disono- lettere apostoliche. Migliore strada
rante. 14" Risguarda i matrimoni però prese il dotto Natale Alessan-
già contratti e che non si possono dio, Hislor, eccl. t. XI li, cap. 1,

rompere senza far torto ai figli e art. 3, num. 6, p. 8, con queste


recare grave scandalo al pubblico. parole. « Martinus dispensavit duni-
11 sommo Pontefice può tanto in taxat cum homine, qui foeminam
genere di matrimonio, come in tut- duxerat, cujus sororem constupia-
to altro, dispensare dalle leggi pu- verat. Cujus aCQnilatis impedimen-
ramente ecclesiastiche, per giuste lum solvere posse Pontificem, cu in
ragioni, e al modo detto agli arli- nec juris naturalis sii, nec divini,
coli Dispensa e Dispense celebdi. omnes theologi et canonici juris
Un vescovo può dispensare da tutti interpretes docent. Quamquam s.

gì'impedimenti che la sua sede o Antoninus, 3 par. Sani. tit. l,cap. II,

persona è in possesso di dispensare Unica docto-


testelur ea de re varie
pei concessione pontificia. Quando ribus fuisse ideoque
disceplalum,
un vescovo ha positive ragioni di dispensasse Martinum V, quod for-
dubitare se egli ha o non ha il po- nicatio esset occulta, et vir ilie tuo-
tere di dispensare in certi casi, si nasticae professioni, aut longinquae
munisce d'indulto dal Papa o im- peregrinationis impar esset, et gra-
plora la conferma delle sue facoltà. via ex. divorilo scandala secuta fuis-
Vedi Conradi Pyrrhi Praxis di- : sent. >» Così l' Alessandro, che nel
spensationum aposLolicarutn^ Colo- medesimo luogo lungamente si e-
uiae 1697 ; e gli aiiicoli Dateria stende in dimostrare, quanto rigo-
Apostolica, Penitenzieria Aposto- roso e difficile fosse Martino V nel-
lica, ed altri analoghi. Il concilio la concessione delle dispense. Si può

di Trento dichiarò scomunicati quel- consultare il Gonzales t. IV, p. 199,


li che dicono, che le cause concer- num. 1 I. L* incesto è un delitto che
nenti il matrimonio, non apparten- si commette col commercio carnale
gono ai giudici ecclesiastici. tra le sono parenti o
persone che
Angelo Clavasio minorità, nella sua affi ni grado proibito dalla
fino al
Sosnma de' casi di coscienza^ stam- Chiesa, ch'è il quarto inclusivamen-
pata tre anni doposua morte nel
la te se si tratta della parentela o del-

1498 in Norimberga, afferma che l' affinità che si contrae con un le-
Mattino V avesse dispensato nella gittimo matrimonio, ed il secondo
legge de' matrimoni in primo grado, se si tratta un commercio cri-
di
permettendo che uno sposasse con minoso. r incesto spirituale
Avvi
matrimonio incestuoso la sorella pro- che si commette tja persone che
pria, per la quale asserzione allega hanno una parentela spirituale, e
MAX MAX 29T
r incesto legale che si cominelle Ira canoni. Contro l'errore di tali giù
le persone affini per parenlela legale reconsulti scrisse s. Pier Damiani,
o adozione . L'incesto è un de- Opiisc. t. Ili, p. 89. Vedi Baronio
litto enorme e contrario alla natura all'anno io65, n. 18. Gli argo-
clie ispira rispetto pei parenti ed menti degli eretici e de' loro segua-
affini: nell'antica legge era punito ci furono egregiamente confutali
colla morte ; è più o meno grave dal p. Friderich, De consangui ni t.
secondo il grado di farentela. Di- et qffìnit. quaest. 2 ; e da Gioac-
versi conciiii, come VI generale
il chino Sandonniui De matrimonii,

di Coslanlinopoli ,romano del


il impedimento j quod a naturali co-
721, quelli di Verbena del 753, gnatio ne procedi t ec.Florentiae 175».
e di Troyes del 1092, impose- Gregorio XVI fu salutarmente par-
ro severe penitenze o condannaro- co in concedere dispense fra parenti,
no i maritaggi degli incestuosi; e onde evitarne e prevenirne possi-
senza dispensa del vescovo chi ha bilmente le funeste conseguenze,
commesso un incesto pecca se do- come quello ch'era peritissimo del-
manda il soddisfacimento del do- la scienza teologica e canonica sul
vere coniugale. 11 concilio di Piouen matrimonio.
del 1074 decretò, che quello che
per rompere il matrimonio si ac- § V. Del matrimonio di coscienza,
cuserà di aver peccato colla parente di quello degli eretici e degli e-

di sua moglie, creduto non sarà brei convertiti, e dei matrimoni


sulla parola. S. Basilio tiene per in- misti tra cattolici ed eretici o
cesto lo sposare una due sorelle 1'
scismatici.
dopo l'altra; e il concilio di Neo-
cesarea summentovato condanna la matrimoni di coscienza sono*
I

donna che sposa due fratelli. 11 con- quelli che si tengono segreti fino
cilio di Epaona decretò non si ri- :
alla morte d' una delle due parli,
ceveianno a penitenza coloro che benché sieno stati celebrati con tut-
avranno coiilralto matrimoni ince- te le formalità prescritte dai canoni.
stuosi, se non si separano ; e tali Allamedesima specie appartengono
sono i matrimoni colla cognata, col- pure que' matrimoni che si con-
la matrigna, colla nuora, colla ve- traggono sul fine della vita con don-
dova dello zio, colla cugina germa- ne cui si tenne reo commercio e si
na. Sì chiamarono poi incestuosi visse seco in libertinaggio, così di-
alcuni scrittori che furono condan- casi di donne uomini. Bene-
con
nali di errore da Alessandro II nel detto XIV conoscendo gì' inconve-
io65 in due conciiii lateranensi, i nienti grandi che possono nascere
quali scrittori erronei e male sen- dai matrimoni occulti che diconsi
zienti, coir autorità del codice di di coscienza, fatti senza le pubbli-
Giustiniano 1, contavano i gradi di cazioni prescritte dai conciiii Lute-
consanguinilà nella stessa guisa che IV e Tridentino, per ovvia-
rà ne use
nelle successioni, cioè per mezzo del re quindi ai mali da detti matri-
diritto civile e non del canonico ; moni provenienti, stabib colla co-
dichiarando il Pontefice scomunicati slituzione Catis \>ohis^ de' 17 noveni-
quelli che avessero osato contrarre bre 1741, Bull. Magn. t. XVI,
matrimonio ne' gradi proibiti dai p. 53, a quali persone e in qual
,

292 MAX MAT


maniera i vescovi li dovrebbero per- verte al cristianesimo, deve abban-
nieltere,con quali cautele celebrar- donarle tutte, tranne solanicntc la
si, sì doveva provvedere alla
e conac prima. Benedetto XIV a' 4 novem-
sicurezza della prole da tali matri- bre 1741 colla costituzione Matri-
moni venuta. L' Andreucci, nel t. Il monia, presso il citato Bull. p. Ti,
de Hierarclda^ nel cap. V, tratta prescrisse qual fosse la validità dei
De matrimonio conscienliae. Fran- matrimoni celebrati nel Belgio fra
cesco Mazzei scrisse: De matrimo- due eretici, o fra un eretico e l'al-
nio conscientiae, Romae 1765 e tro de* contraenti cattolico, siccome
1771 : il numero XVII delle Effe- ancora di quelli che contraggonsi
meridi dì Roma 1772, ne dà un da persone che perciò mutano do-
sunto. Il concilio di Elvira nel ter- micilio: su di che sono a consul-
zo secolo proibì dare ai gentili del- tarsi le altre sue costituzioni: Red-
le figlie cristiane per non esporle dita snnt, de* 17 settembre 1747»
nel fior dell' età all' adulterio spi- t. XVIIIj p. 3i3; Pancis ab hinc,
rituale. Lo stesso dispose circa agli de' 19 marzo 1758; Cam venera-
ebrei ed ai pagani, ed i padri che hilis, t. XIX, p. 27 e 3i. Inoltre
trasgrediscono questa proibizione Benedetto XIV provvide ancora ai

saranno separati dalla comunione matrimoni degli Ebrei [Fedi) con-


per cinque anni, ma quelli che da- vertiti alla fede. Fra le copiose e
ranno le loro figliuole ai sagrifìca- saggie provvidenze stabilite da tal
iori degli idoli non riceveranno la dotto Papa sui matrimoni, siccome
comunione nemmeno in fine. Il scioglie vansi facilmente in Polonia
matrimonio di un cattolico romano per colpa delle curie vescovili, perciò
con una donna eretica è valido indirizzò a que' vescovi la costitu-
«quando è contratto nelle forme pre- zione Matrimoniìy agli 1 1 aprile
scritte dalla Chiesa, ma è illecito. Il 174», Bull. t. XVI, p. 26, esor-
matrimonio di un cattolico con una tandoli a frenare i loro ministri in
infedele è nullo, non già in forza cosa sì importante, sulla quale nuo-
di una legge formale, ma in forza vamente prescrisse ad essi, con la
di una consuetudine universalmen- costituzione Nimiani licentiam^ dei
te stabilita, ha forza di
la quale 18 maggio 1743, loco citato p. 160,
legge. Così matrimonio
dicasi del l'osservanza de' sacri canoni. Indi
di un cattolico con una catecumena, essendosi sparsa la voce in quel rea-
perchè sebbene i catecumeni abbia- me che il Pontefice avesse tolto gli
no la fede, non hanno però essi ri- impedimenti canonici nel matrimo-
cevuto il battesimo, il quale è la nio, in cui uno o tutti due i con-
porta di tutti gli altri sacramenti. traenti professassero apeitamente la

Il matrimonio di un cattolico con eresia. Benedetto XIV colla costi-


un'infedele non è contrario al di- tuzione Magna vobis, (lc'29 giugno
ritto naturale, ne al diritto divino, 1748, Bull. t. XVll, p. 23o, con-
perchè i cristiani dei primi secoli futò questa calunnia, dimostrando
maritavansi spesse volle coi pagani, che la Chiesa sempre avea ripugna-
egualmente che i più santi perso- to ai matrimoni tra'cattolici e gli ere-
naggi dell' antica legge. Indicammo tici,come dichiarò Urbano Vili con
già, che un infedele, se dopo di bolla dei 3o dicembre 1624, e Cle
aver sposato molte donne si con- mente XI con quelle de' 25 giugno
3

MAT MAT 293


170G, e 23 luglio 1707, sicché nel meno quando siavi bisogno di di-
dare la santa Sede la dispensa per spensa di gradi di parentela, chia-
questi matrimoni, sempre mette la ma sacrileghi tali matrimoni, e che
clausola abiurala prima V eresia^ op- specialmente li proibì Clemente XI
pure purché sicno cattolici. Furono nel 17 IO ad un di lui predecesso-
è vero date alcune volte queste di- re nella sede di .Malines, qualora
spense tra principi ed altri, colla la parte eretica non abiurasse i suoi
clausola, che la prole futura fosse errori, pel pericolo della perversio-
allevala nella cattolica religione. Po- ne della pai te cattolica, specialmen-
co dopo Benedetto XIV scrisse ai te se l'eretica sia la donna. Quindi
medesimi vescovi la costituzione Ad replicando le parole nel 175© dette
tuas, degli 8 agosto 'Jj^S, loco citato 1 da Benedetto XI Val vescovo di Bre-
p. 292, per ricordar loro ch'essi non slavia su questa materia de' matri-
avevano mai avuta dalla santa Sede moni misti, non potere con allo
la facoltà di dispensare nel secondo positivo approvare la concessione
grado di affinità, come taluno avea delle dispense fra gli eretici, e fra
fatto, e se pure 1' avessero avuta, questi ed i cattolici, poter però dis-
non mai sisarebbe eslesa ai matri- simulare, aggiungendo che la ponti-
moni fra gii eretici^ ond' egli li e- fìcia scienza e tolleranza deve ba-
sortò a considerare esattamente le stare per assicurare la coscienza del
facoltà loro date, perchè nulla si cardinale che avea interpellato su
facesse che in quelle non si conten- ciò il Papa, il quale si protestò co-
ga. Aftinché dunque matrimoni i sì regolarsi per evitare maggiori
non fossero facilmente disciolti, Be- danni alla religione cattolica. Incul-
nedetto XIV ne prescrisse e stabilì cò Pio VI ai parrochi di ammo-
opportuni provvedimenti colla co- nire i cattolici per distorli da siffatti

stituzione Dei mìscratione^ de' 3 no- matrimoni illeciti, nondimeno se ciò


vembre 174^5 Bull. t. XVI, p. 8, potranno assistervi ma-
riesca inutile,
dichiarando in qua! forma, con qual terialmente, ma con quelle cautele
ordine, e si dovreb-
avanti a chi che gli prescrisse: i. Che non vi
bero trattare i giudizi delle cause assista in luogo sacro, né con indu-
matrimoniali. mento ecclesiastico, preghiere e be-
Clemente XIII nel breve Quanto- nedizione. 2. Che esiga dichiarazio-
pere a connuhiis inter cotìiolicos, et ne giurala dal contraente eretico di
haereticosy de' 16 novembre 1763, permettere all' altro 1' uso libero
Bull. Rem. Conlinuatio, quanto sia della cattolica religione, e di edu-
in pericolo la religione cattolica nei care in essa tutta la prole nascitura
matrimoni tra cattolici e gli ere-
i senza distinzione di sesso j simile giu-
tici.Pio VI colla lettera, No?i pò- ramento dovrà fare la parte catto-
tiam dipartirci dal sentimento uni- lica, e di procurare efììcacemenle la
forme de nostri predecessori, de' 1 conversione dell' altro contraente
luglio 782, diretta al cardinal ar-
I non cattolico; V. Ereticl ec.

civescovo di Malines [Vedi), sulla Nella Storia di Pio del FUI


disciplina della Chiesa di non ap- dotto e religioso cav. Artaud, me-
provare i matrimoni fra parti am- ritamente si celebra il breve di quel
ìjcdue eretiche , o se una sola sia Papa sui matrimoni misti, trasmesso
cattolica e l'altra eretica, e mollo all'arcivescovo di Colonia, ed ai
,

494 MAX MAX


vescovi di Treveri, di Paderbona e la prole che fosse per nascete dai
dì MiiMsler, e con ragione lo chia- matrimoni misti, dovesse senza di-
ma capolavoro, perchè riguarda una stinzione di sesso educarsi nella re-
delle questioni più difficili, più de- ligione del padre, tranne il solo ca-
solanti che siansi discusse dacché i so in cui i genitori fossero unanimi
protestanti si sono da noi separati. nella religiosa educazione de' figli.

Aggiunge che il cardinal Albani se Dichiarò inoltre il re che qualunque


gretario di stato pubblicò intorno a patto cui prima del matrimonio si

questo una
soggetto spiegazione desse luogo per simile oggetto dai
semplice insieme e molto estesa promessi sposi, avesse a riguardarsi
colla quale propose molti consigli come non obbligatorio ; vietando in
da seguirsi perchè si possano fedel- pari tempo rigorosamente al clero
mente e senza pentimento osserva- di esigere alcuna promessa relativa
re le determinazioni ingiunte, o all'educazione in discoiso. Negli
per meglio dire concedute dalla Annali delle scienze religiose, sono
tolleranza del santo Padre. Nulla riportate molte cose riguardanti
eravi di più spinoso quanto la com- questo importantissimo argomento.
pilazione di una decisione, che aves- A volerne rammentare alcune, nel
se qualche cosa di formale in mez- voi. IH, p. 57, evvi un articolo sul-
zo alle più severe restrizioni , che r opera pubblicata a Berlino nel
comandasse proibendo, che consen- 1 83 4 : Sopra l'odierno stalo del di-
tisse comandando, capolavoro am- ritto malrinioniale, in cui si fa ma-
mirato dal lodato istorico che re- nifesto il deplorabile slato in che è
se immortale la memoria di Pio ridotto attualmente il diritto prote-
VHI, e che Gregorio XVI conser- stante sul matrimonio, e la necessità
vò per regola delle sue paterne confessata dai protestanti stessi di ri-

condiscendenze in questo genere di tornare su questo punto ai principii


discussioni Ciò non poteva essere
. che rendono più stabile l'unione ma-
diversamente, poiché Gregorio XVI trimoniale. Quindi nel i838, come
da cardinale per ordine di Pio si legge nel voi. Vili, p. 3o5, in Vien-

Vili fu il compilatore del breve na si pubblicò / matrimoni misti


;

Lilteris alterOy de'2 5 marzo i83o, considerati sotto il punto di vista


riportato a p. 9 de* documenti del- cattolico , del dott. Gio. Battista
l' Esposizione sulla deportazione di Kutscher. Opera mirabile in cui
monsignor Droste arcivescovo di trovasi tutto quello che si può de-
Colonia (celebre per la sua eroica siderare intorno alla gravissima que-
resistenza ai matriaioni misti ,
per stione concernente matrimoni mi-
i

cui soffi'ì gloriosa prigionia ; ma sti, e pone in un luminoso aspetto


Gregorio XVI ne ottenne con de- le savie determinazioni della Chiesa.
coroso modo la liberazione, indi in Nel voi. IX, p. 108, si riporta la

Boma r andò a visitare in persona, condanna de'matrimoni misti fatta

ed in morte altamente con allocu- per parte della santa Sede, con
zione r encocniò in concistoro, di- r allocuzione Officii meniores^ della
cendo avergli destinato il cardina- quale parlammo all' articolo Gre-
lato ), argomento che toccheiemo gorio XVI. Nel voi. XI, p. 144,
air articolo Prussia ove diremo ,
si discorre del libro: / matrimoni
come quel re comandò che tutta misti fra le cristiane confessioni di
MAX MAT 29
Àleinagna, esposti storicamente dal stìone, siccome matrimoni sempre
dott. Federico Kunstcniann, Bati- detestati e riprovati dalla Chiesa cat-
sbona iSSg. Opera encomiata per- il gran Pontefice si condusse
tolica,
chè contiene quanto su ciò pensò con apostolica ed eroica fermezza,
e fece il protestantismo e la Chiesa e con conciliativo procedere fin
cattolica , ed in questo contrappo- dove si poteva, essendo tali due
sto fa risaltare assai bene la sapien- delle sue principali e mirabili carat-
za divina, che ha guidato sempre teristiche. Ai 25 giugno 1846 nel-
e sempre guida questa Chiesa uni- r accademia di religione cattolica di
camente vera. Ma su questo argo- Roma, il R.mo p. d. Giuseppe Ricci
mento de'malrimoni njij«ti, sia per- consultore generale de'ministri degli
ciò che riguarda la storia universa- infermi, difese dagli attacchi dei
le e particolare di tale controver- novatori la dottrina cattolica intor-
sia, sia per la raccolta di lutti i no ai matrimoni misti. Pertanto
monumenti che la illustrarono fino mostrò col mezzo de' più autentici
ainostri dì, non lascia più niente documenti istorici, quanta sia stata
a desiderare l'opera insigne data in ogni tempo la vigilanza, la pre-
fuori nel 1842 in Ungheria in due mura e la sapienza della Chiesa per
grossi volumi in 8.° dal professore impedire matrimoni misti ; o quali
i

Agostino Roskovany canonico d'A- opportunissime condizioni vi appo-


gra, già per altre opere conosciuto nesse tutte le volte che credea di
egregio difensore delle sane catto- permetterli ; parlò della guerra che
liche dottrine. Nel voi. XM, p. 98 per via di siffatti matrimoni non si

di detti Jnnali^ finalmente è ripro- è mai cessato di fare alla religione


dotta la lettera pastorale dell' eroico cattolica; ma nel tempo istesso di-

monsignor Dunin arcivescovo di pinse la costanza e lafermezza con


Posen e Gnesna, intorno alla que- cui vi si opposero i romani Ponte-
stione gravissima de'matrimoni mi- fici, levando la voce contro ogni
sti. De'matrimoni misti se ne parla sorta di abuso, e discoprendo tutte
in diversi articoli del Dizionario^ le arti degli avversari, che tende-
come di quanto soffrì e fece per essi vano a contaminare la verità : e
Gregorio XVI, ciò che rimarcarono qui prese ad analizzare le disposi-
pure il eh. Manavit, p. 20 della zioni dei Papi Leone XII, Pio VIH,
No licesur la vie et le pontiflcat de e Gregorio XVI, le quali riunendo
Gregoire XVI, Juin 1846; ed il in se stesse quanto già era stato
eh. autore del beli' articolo, Grego- precedentemente sancito, nulla più
rio XVI, pubblicato dall' Enciclo- lasciano a desiderare su tal materia.
pedìa italiana, che si stampa in Ve- Fra molti autori che scrissero
i

nezia, per non diredi altri. Dappoi- sul matrimonio, riporteremo se- i

ché nella sua prima enciclica diret- guenti. Hermanni, De natura spon-
ta all'episcopato di tutto mondo,
il saliorunij et divisione. Thym, De
non solo pose nel suo lume
vero genuina sponsalìuvi depraesenti et
la lega formatasi in Alemagua con- de futuro Azof?o«e. Richterii, De jnre
tro il celibato ecclesiastico, onde i nuptiarum. Ayreri, De jure connu-
pastori stassero bene in guardia, ma biorum. Schwendendorft'er, De pri"
riprovò energicamente i matrimoni vilegiis virginum. Meyeri , De sei-'

misti ; ed in questa gravissima que- lo virgiiuun. Molitor, De judice


2()6 MAT MAT
causarum malritnonialiuin. Trium- trimonìo a*i4 marzo 1839, fra gli
phins, De divortio. Miilzer, De in- applausi universali di tutti gli astan-
solubile vinenliun matrimonii. Net- ti. Nel voi. XI di detti Annali a
tclbladt, Dedotalitìo. Raaoiburg, De p. 3 1 e seg. , è riportato il giudi-
dominio maritali. Barter, De paclis zio dell'episcopato Granatino, circa
De vera substan-
dolalihiis. Alfano, la pretensione di abolire il celibato
tia Francesco Barbaro, Pru-
doti. sacerdotale, premessa la lettera cir-
dentissimi e gravi documenti circa colare del zelante encomiato metro-
V elezione della moglie^ Venezia politano, a ciò incoraggito e am-
i543. Bossi, De effectibus contractus monito da Gregorio XVI.
matrimonii, Lugduni i655. Perez, MATRONA Matrona. , Donna
De sanato matrimonii sacramentOy autorevole per età e per nobil-
ivi 1666. Strykii, Commentatìo de tà,ovvero donna saggia e virtuosa,
j,ure mariti in bonis uxoris et de , che governa onestamente la sua
jure uxoris in bona mariti, Jenae famiglia, ed alla quale possono es-
1759. Cristoforo Coscia De sponsa- sere fidate delle giovani don/elle.
libus filiorum familiae, Romae 1 776;
Melisso appresso Gellio vuole che
De separatione tori conjugalis, Ro- la matrona sia così detta a matris
inae 1773. Lanzerini^ De sanato nomine. Matrona si chiama anco-
matrimonio sacramento, Bononiae ra la Levatrice. Delle matrone de-
1773. Pietro Deodato, Defcnsio Tri- gli antichi romani e degli antichi
dentinoruin canonum de Ecclesiae cristiani, se ne parla in diversi
potestale in dirimenlia matritno- articolidel Dizionario. Airarticolo
niuni impedimenta, etc. ; accedit a- Chiesa (Vedi), dicemmo del Matro-
nony mi disse natio, qua contra quos- naeum o luogo particolare de'sacri
dam theologos propugnatur
pon- templi assegnato alle matrone. Ma-
tificia auctoritas in eodem impedi- tricuria poi era la matrona , la

menta, Jerapoli 1786. Emmanuele quale avea cura della chiesa pres- ,

Giuseppe Mosquera aicivescovo di so i greci chiamata Presbiteressa,


s. Fede di Bogota, Compeiulio delle e presso i latini Vedova, viduae,
dottrine ortodosse intorno alla que- seniores. Tra gli antichi romani,
stione del matrimonio dechierici un' eccellenza di pregi personali
maggiori. Versione italiana dallo sollevava alcune liberte al grado
spngnuolo per E. M., Roma 1839. di mogli primarie de' loro propri
Questa opera iodata assai anche da- padroni, e ad essere le matrone e
gli Annali delle scienze religiose, fu le signore della casa. V. Donna.

compilala allorquando alcune ca- MATTEI Girolamo, Cardinale.


mere provinciali della repubblica Girolamo Mattei di nobilissima fa-
della Nuova Granata vennero nella miglia romana, nacque nel 1 546 da
risoluzione di chiedere al congresso Alessandro Mattei, ed Emilia Maz-
nazionale una legge, in virtù della zatosta dama di assai cospicua e
quale fosse lecito a' chierici oaag- vetusta nobiltà. I Mattei furono
giorir ammogliarsi. Questa dotta prima detti Guidoni, poi Papere-
opera dissipò le tenebre e dubbi i schi, o del Papa , come scrive il

di molti, e forse mercè di essa la Vendettini, Del senato romano, p.


camera del senato del congresso na- i58; quindi nel i3oo di Roma-
zionale rigettò la proposta del ma- no j in ultimo di Matteo da un an-
MAX MAX 297
tenate di questo nome, i di cui di- autorità della propria carica, la qua-
scendenti chiamaronsi Maltei. Così le dava allora ingerenza in simili
il Panviuio in mss. de gente nobi- cose di polizia, ordinò che per un
li ssima Matiliaeia^ che si conserva colpo d'archibugio si uccidesse l'or-
nell'archivio della casa. Questa il- sa. Dispiacque all' estremo al cardi-
lustre ed antica famìglia diede al nal d'Este che senza prevenirlo fosse
sacro collegio otto cardinali, uno tolto di vita un animale che ama-
de'quali fu il celebre Papa Innocenzo va, per cui da quel momento mo-
li. Girolamo avendo fatto egiegia- strò costante contrarietà al Mattei,
menle isuoi studi, fra le molte scienze il quale inutilmente procurò cal-
nelle quali si rese eccellente, fino ad marne il risentimento. I congiunti
essere in concetto d' uno de' primi del prelato allora con questo si ri-

letterati de' suoi tempi, spiccò sin- volsero al duca di Ferrara, che piti
goUìrmente nella perizia dell'una e ragionevole, non solo si mostrò sod-
l'altra legge. Ammesso in prelatu- disfatto, ma riprovando la soverchia
ra, successivamente fu fatto chierico durezza del cardinale, supplicò eoa
di camera, poi presidente della me- vive istanze Sisto V ad annoverare
desima, indi uditore generale pure il Mattei siccome degnissimo al sa-
della camera. Fedele ed esatto nel cro collegio, lo che effettuando il
tlisimpegno de^suoi uffizi, in premio Pontefice, ne provò estremo dispia-
della sua integrità Sisto V a' 1
7 di- cere l'Estense, che continuò a guar-
cembre i586 lo creò cardinale dia- dare di male occhio il Mattei. Que-
cono, conferendogli per diaconia la sti ottenne inoltre da Sisto V l'ab-

chiesa di s. Adriano. Questa digni- bazia di Nonantola, che fece visitare


tà meritamente l'avrebbe consegui- da Paolo Grassi vescovo di Zanle
ta assai prima da Gregorio XIII, se e Cefalonia, e tre volte cioè nel
non fosse stata la valida ed ostina- 1592, nel 1596, e nel 1600 vi fece
ta opposizione del cardinal Luigi radunare il sinodo diocesano, le cui
d'Este de' duchi di Ferrara, che a costituzioni furono stampate. Nel-
tutto potere attraversò sempre la r ultimo molto operò per dilatare
promozione del Mattei. o per aver- la divina gloria e per promovere
lo questo in certa occasione dispre- la salute de' diocesani. In tempo di
gi;»to, o non riverito conforme al carestia alloggiava nel suo palazzo
suo rango. L' Amydenio nelle vite una quantità di poveri, cui forniva
mss. de' cardinali, ci fa sapere don- di tutto r occorrente. Fu nominato
de ebbe origine 1' antipatia concepita protettore dell' Irlanda e dei mino-
dal d' Este contro il Mattei. Rac- ri Gregorio XIV,
osservanti, e da
conla pertanto, che il cardinal d'E- che ben ne conosceva la prudenza
ste teneva avvinta ad una caténa e saviezza, deputato con altri car-
un' orsa presso la porta del proprio dinali sugli affari di Francia, ed
palazzo, colla quale scherzando un eziandio su quelli per la successio-
fanciullo, la belva ferocemente l'uc- ne al ducato di Ferrara, a cui il
cise. Saputosi ciò dal Mattei udi- Mattei giustamente procurò esen-
tore allora della camera, che a- tarsene. Dipoi Clemente Vili lo de-
bitava vicino, e che inutilmente a- putò alla compilazione del settimo
vca avvisato l'Estense perchè la delle decretali. Fondò in Roma il

belva fosso meglio riguardata^ per Collegio Malici (l^ecli), che fu sop-
298 MAT ]\T A T
presso wl »777 ^a Pio VI per o<?- pifo modello della dignità calcinali"
sersi dimirmile le rendile, e con zia. Nel smodo IV sanese è regi-
quelle superstiti volle il Papa che strala una lettera sopra materie
si mantenesseio due giovani allo conciliari del cardinale all'arcive-
studio in un collegio di Roma ad scovo di Siena ; questa lettera è
arbilrio del duca Mallei, giacche il tenuta molta cstimaziotie da uo-
in
cardinal istitutore nell'assegtiargli le mini dottissimi, e le prestano fede
rendite ne lasciò la cura a' suoi quasi ad oracolo. Pre-iso Innocen-
credi e successori. Decoi*ato della zo X molto si adoperò a vantaggio
legazione Avignone, ne fece in
di del convento di Araceli , e colla
pieno concistoro generosa rinunzia sua autorità e consiglio coadiuvò
per compiacere il cardinal d' Al- il p. Lodovico Mosca nella nuova
tera ps che la bramava, e che da forma di governo del suddetto con-
l^io IV era stato stabilito legato vento, per cui i religiosi a perpe-
perpetuo della stessa città. Interven- tuarne la memoria fecero dipingere
ne a quattro conclavi, dopo quali i in un arco del loro refettorio il p.
una subitanea morte lo involò in Mosca in atto di render grazie al
Roma, ove era celebre pel buon cardinale, tenendo il Mosca una
mime actiuistutosi colle sue sante carta in mano nella quale si legge:
o(>erazioni, nel i6o3, d'anni f^j, e Hyeronimo Matlhco romano cardi-
l\ì sepolto nella chiesa di s. Maria nali franciscanae faniiliae prolecto-
d' Araceli nella sua cappella genti- ri oh hanc domum romanae prò-
lizia dedicata all'apostolo ed evan- vincìae reslitutam anno Domìni i ^9 r
gelista s. Matteo, dove si vede in pridie cjits diei qui Conceptae Vir-
nanzi all' altare la sua arma rileva- ginis sacer crai eadeni fami li a hoc
ta in metallo, e poi espressa in posiiit grati sui animi monumcn-
ntarmo e fregiata di brevissima i- (um. Tanto riporta il p. Casimiro
sciizione : questa cappella adorna da Roma, nelle Mem. stor. del conv.
delle pitture del Muziano, fu eretta e chiesa d' Aracoeli, p. 4^'-
dallo stesso defunto. Fu questo car- MATTEl Gaspare, Cardinale.
dinale grave, prudente, laborioso, Gaspare Mattei nobile romano, dei
di specchiata pietà, vero ecclesiasti- duchi di Paganica, |)rimogenito di
co, nato fatto per reggere e go- sua illustre casa, nacque nel 1587
vernare, e noto a tutta l' Europa di Mario Mattei e di Prudenza
per la somma sperienza che avea Cenci. Egli attese a coltivar lo spi-
nel trattare e conchiudere i più ri- rito coir acquisto delle scienze, e
levanti affari. Tra gli altri ch'ebbe tia le altre della filosofìa e della
in sua corte, vi furono Francesco giurisprudenza, di cui nell'archigin-
Fagnano, che in seguito fu segre- nasio romano riportò la lauiea di
tario della congregazione del conci- dottore. Comechè poi fra i fratelli

lio, Mario Altieri, e Girolamo Pam- fosse il maggiore, si pensava dai


philj che poi fu caidinale. Il Pe genitori di accasarlo, ma non es-
tramellara afferma, che a guisa di sendogli slato consenlito d' impal-
scintillante hmiiera sparse ovunque mare quella damigella eh' egli a-
tali raggi di virtù, che nella sua mava, e colla quale desiderava di
persona nulla era a desiderarsi per sposarsi , deposto quindi ogni pen-
ri^ontrarvi un perfettissimo e com- siero di nozze, nel pontificato di
s

MAT MAT 299


Poolo V, (li cui era affine, prese e militari fasti, ne tratta la biogra-
1'
abito prelatizio, e fu eletto gover- fia che ne fece il eh. p. Tommaso
natore di parecchie città dello stato Borgogno de'soroaschi, e stampata
ecclesiastico. Urbano Vili lo desti- in Roma nel
1842, col ritratto e-
nò pel primo alla vice-legazione di guale a quello che la magistratura
Urbino, dopo aver il Papa ricupe- romana eresse in Campidoglio
gli

rato quel ducato, ed in mancanza in busto


con onorevole iscrizione.
del legato; nominandolo pure alla Rilornando al cardinale, caduto
carica di commissario generale in in grave malattia contratta per una
tutta la Romagna, in tempo di pe- passione di bile in tempo del con-
ste. Sostenuti con decoro questi ed clave in cui fu eletto Innocenzo X,
altri diversi impieghi, consecrato si trovò obbligato a soitirne ; e
arcivescovo di Atene, fu inviato quantunque risanato vi facesse sol-
nunzio straordinario in Germania, lecito ritorno, perseverandovi fino
dove poi si trattenne col carattere al suo termine, ciò non pertanto
di nunzio ordinario, con tanta sod- visse sempre cagionevole e malsa-
disfazione del Papa, e piacere di no, onde di rado interveniva alle
Ferdinando III imperatore, massime congregazioni, ad
ai concistori, e
in que' tempi difiicili e pericolosi, ahre pubbliche funzioni. Finalmen-
che in ricompensa del suo merito. te nel 65o, in età di 63 anni, u-
1

Urbano VITI a' i3 luglio 1643 lo scì dalle miserie della presente vita,
creò cardinale prete del titolo di s. e fu sepolto nella chiesa di s. Ce-
Pancrazio, e poi fu fatto prolettore cilia, al cui titolo era passato, sen-
de' regni di Sicilia e di Polonia za alcuna funebre memoria. Luigi
presso la santa Sede, col carico di Navarino chierico regolare, compose
n»olte delle primarie congregazioni un grazioso epigramma in lode del
alle venne ascritto. Nel tempo
quali cardinale, scherzando sul di lui slem-
ch'era nunzio a Vienna, per ordine ma, che ci Vienne riportato dal p.
<li Urbano Vili 1641 doman- nel Annibale Adami gesuita, nella sua
dò air imperatore, che cedesse al Pallade porporata. Eccone il te-
servigio della santa Sede il proprio nore.
nipote Luigi Mattei romano mar Solis Avìs^ solt^m quaeritj cui lu-
chese di Bel monte, che siccome u- mina fig'Tfj
no de' primi capitani del suo tempo Sol erisj Gasper, Purpi ir a
era al servigio dell' Austria. Aven- lumen erìt:
dolo ottenuto, Uibano Vili lo fece Te Mere Àquilae, quas armiger
maestro di campo nelle provincie educai Ister;
dell' Umbria, del Patrimonio e dei Arseruntque Tui solus amore
luoghi annessi ; indi gli diede il frui.
comando generale delle armi, e Romanos hinc, Gennanos trahis
r impiegò nella guerra contro il du- inde volucresj
ca di Parma Odoardo Farnese, ciò tamen ulla Tibi est Urbe,
JYec
che pur fece Innocenzo X. Qui no- Orbe quies.
vel
teremo che questo Papa avea avu- Non Te Roma capii, non Te Ger-
to per ava una dama di casa Mat- mania Aviti :

tei, la quale fu sorella di questo Fectum Aquilis Codi, Te capii


Luigi. Ma delle sue gloiiose gesta una Domus.
3oo MAX MAX
MATTEI Obazio, Cardinale. O- nella chiesa di s. Krancesco a Ripa,
ifizio Malici de' duchi di Pagaiiica, dove al manco lato della sua cap-
nacque in Roma dalia fatniglia clic pella gentilizia, delta della Pietà, si

fìoiiva tra le più cospicue, antiche vede alia sua memoria eretto un
e principali, cioè a' i5 marzo 1622 magnifico ed elegante avello, col bu-
dai duca Lodovico , e da Laura sto del cardinale espresso al vivo in
Frangipani. L'applicazione agli stu- candido marmo, sotto di cui Icggcsi
di e gli occuparo-
esercizi di pietà un breve epitafììo, riportato dal Re-
no interamente la sua prima gio- nazzi a p. i4o delle Notizie de mag-
vinezza, fin dalla quale mostrato giordomi. Le sue decisioni rotali gli
avendo una forte inclinazione alla meritarono che il Mandosio gli das-
vita ecclesiastica , Innocenzo X volle se luogo tra suoi scrittori romani
i

che assumesse l'abito prelatizio , e nella sua Biblioteca. Nella libreria


destinollo al governo delle città di Altieri fu depositato il suo mss. : Re-
Orvieto e di Camerino. Fu quindi lazione dello staio di Avignone e
richiamato a Rotna per occupare della contea P^enaissina, che colà
un posto Ira i votanti di segnatura. compilò nella sua vice-legazione.
Avvenuta frattanto l'esaltazione al MAXXEI Luicr, Cardinale. Lui-
pontificato di Clemente X, eh' era gi Mattei nobile romano^ de' duchi
strettamente congiiuito di sangue diGiove, nacque a' 17 marzo 1702
colla casa Malici, fu deputato verso (ilcui padre iu nel 17 r9 da Cle-
il 1670 alla vice-lcgn/.ione d'Avigno- mente XI dichiaralo principe di pri*
ne, e dopo due anni ebbe luogo nio rango), dopo aver fatto i suoi
tra gli uditori di rota, ed avendo studi, nel 1727 fu ammesso in pre-

per un tempo notabile esercitato latura, e Benedetto XIII Io fece su-


tale carica con tunia ti' integrità e bilo ponente del buon governo. Nel
dottrina, lo slesso Pontefice gli con- 1733 Clemente XII lo destinò giu-
ferì il rafifgu/udevole uffizio di suo dice della rev. fabbrica di s. Pietro,
Maggiordoijio (/""edi), col titolo tli della quale basilica fu anche vicario,
arcivescovo di Damasco, e volle che mentre nello stesso tempo esercita-
l^erseverasse nell'antico posto di u- va la carica di uditore del camer-
dttore di rota, non però col titolo lengo. Benedetto XIV che di cuo-
di uditore, ma con quello di luogo- re lo amava pe' rari suoi pregi, Io
leuenle. Voleva Clemente X pro- annoverò nel 1743 tra chierici i di
moverlo al cardinalato, quando pre- camera, e poi dopo quattro anni lo
venuto dalla morte, non potè elfet- trasferì tra gli uditori di rota, do-
tuarc il concepito disegno. Il suc- ve per la sua innata affabilità e
cessore Innocenzo XI a' 2 settem- gentilezza, divenne la delizia di Ro-
bre 1686 lo creò cardinale prete ma, Finalmente volle fregiare i di
col titolo di s. Lorenzo Paneperna, lui ineriti colla porpora, creandolo
e lo ascrisse alle primarie congre- n'26 novembre 1753 cardinale pre-
gazioni, dichiarandolo suo pro-mag- te, col titolo di s. Matteo in Me-
giordomo. Se non che passati ap- rulana, donde passò all'altro di s.
pena dieciselte mesi dalla sua pro- Maria d' Araceli. Il suo credito lo

mozione, mortela Io tolse di vita fece ascrivere alle primarie congre-


in Houia nel 1G88 a' 18 gennaio, in gazioni di Roma, ed ebbe la pio-
età di sessaulasei. anni, e fu sepolto tettoria della congregazione carnai-
MAT MAT 3o I

(blese. Una immatura morie però poi nel concistoro de' 12 higlio
troncò i suoi giorni in Roma a' 3o 1779 lo creò e riserbò in petto
gennaio lySS, nell'età di cinquan- cardinale dell' ordine de' preti. Re-
tasei anni, e fu oggetto di lutto u- candosi il Papa nel 1782 a Vien-
ni versale, attese le sublimi sue tìi- na, fu ricevuto dall' arcivescovo, e
lìi, per le quali potevasi ben a ra- nel ritorno tenne concistoro a' 22
gione ap|)ellare l'ornamento e il de- maggio nella sagrestia della catte-
coro del sacro collegio ; laonde Be- drale di Ferrara, lo pubblicò caidi-
nedetto XIV alla notizia della di nale, conferendogli il cappello car-
lui morte rispose: abbiamo perdu- dinalizio nel concistoro tenuto in I-

to il nostro successore. Fu esposto mola a' 27 maggio, cui pure asse-


e sepolto nella chiesa del suo titolo gnò il titolo colla chiesa di s. Bai-
di s. Maria d'Araceli, e tumulato bina che poi commutò con quella
nella tomba gentilizia, nella cappel- di s. Maria d' Araceli, e le congre-
la di s. Matteo, dove gli pose un gazioni cardinalizie. Tutto dicemmo
magnifico elogio il cardinal Ales- distesamente in più luoghi, massime
sandro Mattei suo nipote. nei voi. XV, p. 211, XXIV, p.
MATTEI Alessandro, Cardinale. 164 e i65, e XXXI V, pag. 89,
Alessandro Mattei nobile romano del Dizionario. Il suo zelo, la sua
de* duchi di Giove, nacque in Pio- prudenza, e la sua carità nell'eser-
ma a' 20 febbraio i744> ^^^ ^^^^ cizio delle funzioni episcopali, gli

Girolamo e da Caterina Altieri da conciliarono il rispetto e l'amore


lui sposata in seconde nozze, sicco- de' suoi diocesani. Tenne sinodi, i-

me vedovo della Falconieri. Fin da stituì esercizi spirituali e conferenze


giovane prese amore ed abitudine ecclesiastiche, e diede l'esempio del-
agli esercizi di pietà, terminando be- la regolarità e della pietà. La ri-

ne gli studi. Benedetto XIV nel 758 i voluzione francese avendo obbligato
gli conferì il priorato di s. Maria molti preti a ritirarsi in Italia, il

in Abbatissis, e l'abbazia di s.Cro- cardinale gli accolse in gran nume-


ce; poscia Clemente XIII nel 1766 ro, ed eccitò in loro favore la ge-
lo nominò canonico di s. Pietro, e nerosità del suo clero e degli abi-
nel 1768 l'ammise in prelatura. tanti. Spesava da sé solo più di
Gli piaceva fin d' allora il catechiz- trecento di tali onorevoli proscritti;
zare i fanciulli nelle parrocchie, il e qualunque prete francese che ar-
visitare gl'infermi negli ospedali, il rivava a Ferrara diveniva l'ogget-
predicare negli oratorii. Sostenne con to della sua sollecitudine, anzi giun-
esattezza diverse cariche pubbliche, se a scrivere a diversi vescovi di
dappoiché Clemente XIV nel 1770 tal nazione, offrendo loio un asilo.
lo fece ponente di buon governo, e Intanto nel 1796 i francesi repub-
Pio VI nel 1775 lo dichiarò am- blicani incominciata 1' occupazione
ministratore dell' abbazia di Farfa, de' dominii della santa Sede, co-
r ammise tra i prelati della con- strinsero Pio VI a cedere le lega-
gregazione del concilio per la rela- zioni, con trattato fatto col genera-
zione delle diocesi, e nel 1776 lo le capo Bonaparte. Quando poi
in
promosse a uditore del camerlengato. Wurmser cogli austriaci si mosse al-
Inoltre Pio VI nel febbraio 1777 la volta di Ferrara, i francesi eb-
lo fece arcivescovo di Ferrara, e bero ordine di ritirarsi, ed il car-
3o2 MAX MAT
tlinale di liprendere il governo del- che descrivemmo ai loro luoghi,
la cillà e sua provincia. Il cardi- e che salvò Roma per assai poco
naie in parte eseguì l'ingiunzione tempo. Il cardinale ne partecipò su-
<lelPapa, ma vedendo poi le cose bilo la notizia al cardinal Busca
cambiate in favore de' francesi, ri- segretario di stato. È da notarsi,
vocò quanto nvea fatto nell'agosto, che per un forte diverbio tra il du-
solo perchè Ferraia non cadesse in ca Braschi nipote del Pap;> ed uno
«lani d' un terzo potentato. Ma de'pienipotenziari, e l'agente Cacault
Bonaparle non la intese così, ed in Tolentino, quest'ultimo che do-
intimò al cardinale recarsi subito vea stendere il trattato, si mostrò
^1 quartier generale di Brescia, irritatissimo, per cui narra il cav.
Giunto il cardinale colà, fu acremen Artaud nella Storia di Pio VIT^
te rimproverato per aver preso mo- che il cardinale pose in opera ogtii
menlaneamente il governo di Ferrara, supplica per frenarne il nocevole ri-

essendo suddito della repubblica, e sentimento, sino a gittarsi in gìnoc-


quindi gli disse che meriterebbe d' es- chioni all' agente. Di questa ingi-
sere moschettato. Prima lo rilegò in nocchiazione con buone ragioni se
Milano, e poi ad intercessione del ne prova da mons.
V insussistenza
generale Gouttier lo confinò nella Baldassarri, nella Relazione delle av-
stessa Brescia ; anco il senato vene- versila di Pio P^J, tom. I, p. 247
to s'interessò per la liberazione del e seg., il quale a p. 126 rettifica
cardinale, còsi la municipalità di il racconto del medesimo cavaliere
Ferrara. Altrettanto fece Pio VI a sull'affare di Ferrara, e l'andata
mezzo di Cacault agente della re- del cardinale a Brescia. Ma su que-
pubblica di Roma, e del cav. Aza- sti ed argomenti riguardanti
altri
ra ministro di Spagna. Finalmente l'illustre porporato, il di lui cauda-

dopo circa quaranta giorni, Bona- tario e segretario d. Sebastiano Laz-


parte lasciò partire il cardinale per zarioi colle stampe dell' Andreoia
Ferrara. Questo generalissimo dipoi pubblicò nel 1799 ^^ Venezia:
con quei motivi e pretesti che nar- Dettaglio storico di quanto prece-
ramo all'articolo Francia, ed altro* de, accompagnò^ e seguì la pri-
ve, per mandare ad effetto 1' intera gionia in Brescia del signor cardi-
invasione dello stato pontificio, ven- naie Alessandro Mattel arcivescovo
ne fuori con nuove esigenze, fingen- di Ferrara j commissioni di pa-
le'

do di scegliere per mediatore il ce ad ec. Opusco-


esso addossate
,

cardinale, da lui stimato, che all'og- Io veridico ed esatto in quanto alle


getto spedì al Papa, il quale non cose narrate, importante e giovevo-
potè convenirvi. Allora Bonaparle le alla storia di que' tempi. Dopo il

fece marciare i suoi eserciti verso trattato di pace il cardinale rilor-


Roma, per cui vedendo Pio VI nò in Ferrara, mentre il resto dei-
che poco mancava a perdere tutto, lo stato pontifìcio e Roma nel 1798
convenne alla pace di Tolentino o- furono interamente occupati dai
"ve spedì plenipotenziàri per nego- francesi , ed il cardinale privato
ziarla, fra' quali il cardinale siccome dei suoi beni. Deportato Pio VI
bene accetto al generale. Tale trat- in Francia, morì glorioso nell' a-
lato fu sottoscritto a* 19 fcliijraio gosto 1799 Adunatosi il conclave
Ì797, con quelle condizioni dure iu Venezia vi si recò il cardinale, e
MAT MaT 3o3
al dire del Baldassani, se avesse Indi nel 1809 il cardinale passò al
avulo luogo in Roma, Giuseppe vescovato di Porto e s. R.uffina, e
Bonapaite doveva facilitarne l'e- divenne sotto decano del sacro col-
lezione. Favoreggialo il cardinale legio. Divenuto Bonaparte impera-
dal cardinale Antonelli sotto - de- tore de' francesi, tornò ad invadere
cano del sacro collegio, ogni giorno lo stato pontificio, e nel luglio di
ebbe tredici voti, mentre il cardinal detto anno Pio VII e i cardinali
Bellisonii ne avea venlidue, come furono portati via prigionieri. Tra
del partito del cardinal Braschi. quelli che furono condotti in Pari-
Diviso il conclave tra questi due gi, vi fu il nostro porporato; ma
porporati, si pose in campo a dan- neppur qui fu lasciato tranquillo,
no del cardinal Mattei il narra- poiché Bonaparte lo privò de' suoi
to aneddoto di Cacault, per farlo benefìzi e rendite, e lo mandò in
comparire debole, e l'appartenere a esilio Rhelel o Rethel, città del
a
principesca famiglia romana^ onde dipartimento delle Ardenne nella
facilmente il nepotismo sarebbesi po- Sciampagna, perchè non intervenne
sto sul trono. Vuoisi che il cardi- alla celebrazione del suo matrimo-
nale Hertzan che avea le istruzioni nio. Quei che lo conobbero in
dell' imperatore, promovesse anch'e- Francia, poterono apprezzare la sua
gli l'esaltazione diti cardinal Mattei. dolcezza, la sua pietà, e le al-

Benché i voti di Bellisomi diminuis- tre sue belle virtìi. Era continua-
sero, niuno ne guadagnò il nostro mente applicalo agli esercizi della
cardinale, sebbene vi fu chi ram- religione, ed il frutto della sua ri-

mentò al sacro collegio la risposta tiratezza fu un libro di divozione


eh' egli diede a Bonaparte, quando intitolato: Meditazioni delle verità
minacciò di farlo moschettare, cioè eterne per fare gli esercizi spi ri tua-
che bastava che gli concedesse un liy secondo il metodo di s. Ignazio,
quarto d'ora per prepararsi a mo- distribuito in otto giorni, che fece
rire. Ma Dio che avea stabilito il poi stampare in Roma nel i8i4>
cardinal Chiaramonti, questo fu e- senza porvi il suo nome. Final-
letto col nome di Pio VII, il qua- uicute la persecuzione cessò, Napo-
le imitò il predecessore nell' amore leone Bonaparte fu detronizzato, ed
e neir estimazione del cardinale. Pri- il Papa col sacro collegio potero-
mieramente a' 2 aprile 1800 lo fe- no ritornare in Roma. All' artico-
ce amministratore della sua chiesa lo Ingressi in Roma, nel raccontare
di Ferrara, e vescovo suburbicario quello trionfale di Pio VII, dicem-
di Palestrina, per cui si portò a ri- mo eh' era seco lui in carrozza il

siedere inRoma. Nel i8o4 tenne a cardinale, divenuto decano del sa-
Palestrina un sinodo di cui gli atti cro collegio ; quindi a' 26 settembre
furono stampati ; rinnovò gli anti- fa traslatato al vcicovato d' Ostia
chi statuti della diocesi e ne fece e Velletri, ove tenne un sinodo ;

di Tale raccolta forma un


nuovi. in conseguenza divenne prefetto
volume che nel medesimo anno fu della congregazione cerimoniale , e
stampato in Roma. A' 24 agosto della rev. fabbrica di s. Pietro quan-
1807 cessò nell'amministrazione di do fu fatto arciprete di quella basi-
Ferrara, cui fu dato per arcivesco- lica. Inoltre Pio VII lo fece sUo
vo Paolo Patrizio Fava Ghislicn. pro-datario e gli conferì diverse
3o4 MAX IVIAT
protettone^ fra le quali quelle del- vescovo, hanno in lui sempre am-
l'ordine gerosolimitano, dell'ordine mirato un pastore santo pieno di
de' cappuccini, delle città di Maglia- zelo per la loro santificazione, e un
no, Paleslrina, Terracina, Veroli, di amoroso padre ardente di caritù. I
alcune lene, confraternite, monaste- più segnalati tratti di liberalità ver-
ri e pie istituzioni. Oltre delle due so i poveri sono stati continui e
ricordate congregazioni cardinalizie, abituali per lui. Al più fervido re-
fu membro di altre otto delle prin- ligioso spirilo ha egli congiunto il
cipali, venendo naturalmente consul- più attivo trasporto pel sacro cullo
tato in lutti i grandi affari che si esteriore, e non solo è stato sem-
trattarono per la Chiesa universale pre esattissimo alla celebrazione del-
e per lo slato pontificio, dopo le le sacre cerimonie, le quali per le
accennate clamorose vicende. L'im- complicale sue rappresentanze gli
peratore Francesco I, prima di par- competevano, ma a questo splendi-
tire dal soggiorno che fece in Ro- do esercizio ha unito ancora fino
ma, come decano de' cardinali, gli agli ultimi giorni di sua vita logo-
conferì la gran croce di s. Stefa- ra dalle fatiche e da personali in-
no, che pure die al senatore di disposizioni, quelli delia visita degli
Roma principe Altieri. Mentre as- infermi, d»^!!' amministrazione dei
sisteva ai divini offìzi nella basi- sagramenti, dell' assistenza a divole
lica vaticana, fu collo da malattia pratiche, quale è quella della Via
che dopo sei giorni lo rapì a' vi- Crucis nel Colosseo (del cui sodali-
venti verso le ore i8 de'20 aprile zio era direttore perpetuo), della
1820, nell'età di 'j^ anni. IS'ella recita del divino uffizio co'religiosi,
chiesa di s. Marcello furono cele- specialmente nel coro di Araceli ;

brati i solenni funerali, ove alla e anche dello spargimento della di-
presenza del sacro collegio celebrò vina parola nelle congregazioni lai-
Ja messa il cardinale Emmanuele cali, le quali lui vantavano per pro-
de Gregorio. Dalla della chiesa tettore. Noi tralasciamo l' illibata
vennero trasportate privatamente le amministrazione delle grandi e im-
sue spogUe mortali all'altra di s. portantissime cariche ad esso affida-
Maria in Araceli, ove furono tu- le, come soggetti da non potersi
mulate secondo la sua disposizione, esaurire con pochi tratti di penna.
nel sepolcro della cappella gen- Ha cessalo pertanto di esistere, co-
tilizia, eoa onorevole iscrizione che me un esemplare dell'invitta costan-
ricorda i pregi del defunto. JVel za necessaria in angustia di tempi
numero 33 del Diario di Ro- per quelli che in avvenire saranno
ina 1820, è riportato del cardi- adornati della sacra porpora ; così
nale il seguente elogio. « Funesto un degno sacerdote e prelato, il

a Roma fu il giorno in cui morì il quale percorso avendo con massima


porporato. Questo insigne personag- lode tulli gradi che gli fecero
i

gio, la cui memoria sarà in eterna scala al luminosissimo in cui si è


benedizione, per le tante virtù del- trovalo morendo, è da desiderarsi
le quali in se medesimo fece vedere che sia imitato da qualunque a-
il complesso, fu compianto da tutti. scritto all'ecclesiastica gerarchia. >»

I popoli ai quaU ha presieduto


egli MATTEI Lorenzo, Cardinale. Lo-
in qualità di metropolitano e di renzo ducaMattei, fratello del pre-
MAX MAX 3o5
cedente, e come (jueiio nipote del forti della Chiesa, spirò nel bacio
cardinal Luigi, nacque in Koma ai del Signore. Per ftide e per costu-
29 maggio 174^- Avendo fatto lo- mi csemplarissimo in tutte le epo-
devolmente gli studi, e dichiarando che del viver suo, passò quasi sen-
di abbracciare lo stato ecclesiastico. za avvedersene a quel soggiorno,
Clemente XIV nel 1771 Io fece ove se ne ottiene immenso pien»io.
canonico dell' arcibasilica Jaleranen- Le sue spoglie morlali dopo essere
se, e lo fu pel corso di 62 anni. siale esposte nel suo palazzo, furo-
Tanto affetto pose a quella prima no trasportale col solilo funebre ap-
chiesa dell* orbe cattolico, che '
anco paralo nella chiesa di s. Maria di
dopo quarantennio prosegui a ser -
il Araceli, ove pontificò la messa di
\irla assiduamente, talché nella giu- requie il cardinal Benedetto Cap-
sta compiacenza di vedersi poi fre- j)elletti ; e nel giorno seguente fu
giato della romana porpora, fu glan- sepolto nella cappella gentilizia, ove
de oltremodo la sua amarezza per si legge di lui una onorevole me-
doversi distaccare dall' amata sua moria. Tra le sue disposizioni te-

chiesa. Nominalo prete assistente slamenlarie, vi fu quella del dono


alla cappella pontificia, divenne pre- d' un quadro dipinto a olio di stu-
lato. Nella gioventù^ come nell' e- j)enda mano fiamminga pel Papa
strema sempre florida vecchiezza, Gregorio XVI, rappresentante Gesti
formò sue delizie delle sacre fun- Cristo che discaccia profanatori i

zioni, nelle quali spiegò nuovo ar- del tempio. Siccome nel numero 60
dore, quando nel concistoro dei 27 del Diario di Roma, in un articolo
settembre 1822;, Pio VII lo pre- necrologico erasi dello, che con lui si
conizzò patriarca d' Antiochia in estingueva una delle antiche e illustri
partibits. Vedendosi nominato da prosapie romane, che in lunga se-
Leone XII all'arcivescovato di Fer- lie eh generazioni spiccò sempre per
i*ara, egli ebbe la modestia di ri- inconcussa probità ispiiala da pro-
cusarlo, dichiarandosi non più ca- fondi sentimenti di religione, cos'i

pace a sostenere tanta mole. Se nel numero 62 fu pubblicata que-


egli non funse molte cariche, e- sta « Allorché fu annun-
protesta.
sercilò bensìi con zelo indefesso quel- ciala morte della eh. mem. del
la
le di cui fu rivestito, tra le quali cardinale Lorenzo Ma Ilei, si asserì
fu r ultima la segreteria della sacra estinta la famiglia Malici. Viene
visita generale e straordinaria, aper- ora a porsi in dubbio quesl' asser-
ta da Leone XII per tutte le chiese tiva,attesa 1' esistenza di alcuni do-
e luoghi pii di Roma. In premio cumenti dai quali risulterebbe, che
de' suoi meriti, il Pontefice Grego- nel vivente signor conte d. Andrea
rio XVI nel concistoro de' i5 apri- Malici di Corsica canonico della pa-
le i833 lo creò cardinale dell'or- triarcale basilica lateranense (
prete
dine de' preti, e mentre avea sta- assistente della cappella pontificia)
bilito conferirgli il titolo cardina- continua la discendenza mascolina
lizio in quello de' 29 luglio, la sera della sullodala nobilissima romana
de' 24 di dello mese, poco prima famiglia". Avendo noi preso cogni-
della mezzanotte , nell* anno ot- zione della discendenza mascolina
tantesimosesto di sua età, munito della famiglia Malici, non pare che
di lutti gli augusti e soavi con- i Mattei di Corsica abbiano che
VOL. XLIIl. 20
3oG MAT MAT
fare coi Mattei di Roma. Esamina^ XV, p. 3o8 del Dizionario di-
tu quindi r albero genealogico dulia cemmo dell' antico piiviicgio delln
iuiiiiglia romana e le memorie rlie famiglia Multei, di cuslodu-e i ponlt
ne parlano, non si rinvenne che lo in tempo ili conclave.
stipite da cui i Matlei di Corsica MATTEO (s.), apostolo ed evan-
asseriscono discendere, possa aver gelista. PorUiva il nome di Levi
ducumenlala relazione tanto con la prima della sua conversione, e sem-
ascendenza, che colla discendenza bra che prendesse quello di s.

mascolina. Quindi tulle le pretese Matteo (che in ebraico signi fif.i


dei secondi sul fìdeconimissoMultei uno eh' h donato , corr»e si direbbe
terminarono colla riportata dichia- in Ialino Donalus) dopo che si era
razione, cui uiuno diede risposta. unito a Gesù Crislo. S. Marco lo
Col decesso dunque del cardinal Lo- dice figlio di Alfeo ; ma a torlo
renzo venne ad estinguersi una delle conchiuderebbesi da ciò esser lui
più antiche e nobili famiglie ro- fratello di s. (iiucumo il Minore.
mane, che oltre a secoli avea sem- Pare che fosse galileo di nascila, ed
pre dato alla Chiesa ed allo stato esercitava la professione di pubbli-
uomini insigni in pietà, in dottrina cano, ossia ricevitore delle gabelle.
ed in armi. In tal guisa aprissi la Gesù Cristo uscito da Gafartiao,
successione al fidecomnjisso primo- dopo avervi guarito un paralitico,
genitale Mattei, istituito fino dai ammaestrava il popolo che segni-
iGoo dal cardinal Girolamo. E sic- vaio in folla sulle rive di Genesa-
come a godeie di questa istituzione relh. Vide Matteo eh' era seduto
iu mancanza delle linee mascoline al suo banco lo chiamò, ed, egli
formale dai discendenti Mattei, ve- si pose a seguirlo, abbandonaiìdo
uivano chiamati col prescritto or- il lucroso suo uffizio. E da creder-
dine di successione i maschi delle si eh' egli fosse di già preparala
femmine Mattei, così messo da parte alle impressioni della grazia che lo
ogni ullerior litigio forense, si di- chiamava all'apostolato, colla co-
visero questi di pieno accordo per noscenza della persona e della dot-
alto di liansazioue tutti i beni fì- trina del Salvatore, abitando egli
decommissari col vincolo sempre di vicino a Cafarnao, ove Gesù Cri-
primogenitura^ coll'obbligo di unire sto avea dimorato per qualche tem-
il cognome e lo stemma Matlei, e po, e predicalo , e fatto miraceli
colla reveisabililà quota di-
della non pochi. Dopo la sua conveisione
visa a quella della famiglia che ri- convitò ili propria casa il Salvato-
manesse air altra superstite per li- re e suoi discepoli ; invitò pure i

nea mascolina. Questa transazione suoi amici, massime quelli che eser-

con altri articoli risguardanti anche citavano la professione alia quale


i titoli e le onorificenze dell' estinta egli avea rinunziato, sperando ch«
famiglia, si degnò pienamente am- i colloqui di villi del Salvatore frut-
mettere ed approvare il Papa Gre- tassero ad essi !a stessa grazia ch«
gorio XVI con suo sovrano chiro- ebbe egli. La vocazione di s. Mat-
grafo de' 3o maggio 1839. Della teo si pone al secondo anno della
Villa Malici, e del palazzo Mattei predicazione di Gesù Cristo. Di Ik

in Roma parleremo agli articoli a poco avendo il Salvatore forma-


Ville c Palazzi di Roma. Wcl voi. to il collegio apostolico, aggrega
,

MaT MAT 3o7


Matteo alla società di quelli ette in contrario Erasmo , Calvino ed
voleva fossero i primi fondatori altri. Secondo s. Girolamo e s.

della sua Chiesa, INella lista degli Agostino, la versione greca fu fat-
apostoli data dagli altri evangelisti, ta al tempo degli apostoli, e forse
il stio nome sì trova avanti a quel- da alcuno di loro. 11 santo evange-
lo di s. Tommaso ; ma egli pone lista,dopo aver convertito un gian
questo apostolo prima di sé, ed numero di anime nella Giudea
aggiunge al proprio nome cjuello di andò a predicare la fede a' popoli
pubblicano. Sappiamo da Eusebio barbari dell'oriente. Clemente Ales-
e da s. dopo l'Ascen-
Epifanio, che sandrino riferisce ch'egli era molto
sione di Gesù Cristo s, Matteo , dato all' esercizio della contempla-
predicò nella Giudea e nelle con- zione ; che menava vita austerissi-
trade circonvicine, ne se ne discostò ma ; che non mangiava altro che
prima della dispersione degli apo- erbe, radici e frutta selvatiche. S.
stoli ; e poco dopo questa disper- Ambrogio dice che Dio gli aprì il
sione egli scrisse il suo evangelio, paese de' persiani. Secondo Kufìno
pregatone dai giudei convertiti. S. e Socrate egli portò il vangelo in
Epifanio dice, che lo scrisse per co- Etiopia : sotto il nome della quale
mando degli altri apostoli. È certo non deesi intendere le contrade
che il vangelo di s. Matteo è il orientali e meridionali dell'Asia, co-
pi imo di tutti; che s. Bartolomeo me Tillemont e Baillet hanno cre-
lo portò seco nelle Indie, e ve lo duto; ma la parte dell'Etiopia che
lasciò. S. Matteo entra in una confina coH'Egitlo, non già Axu-
narrazione più minuta e circostanzia- Oìa nell'Abissiuia, ove s. Frumenzio
ta delle azioni del Salvatore, che gettò i primi semi della fede. Se-
non gli altri evangelisti. Dal quin- condo l'opinione comune morì a
to al quattordicesimo capitolo dif- Ludi, nel paese di Sennar che fa-
ferisce da loro nella maniera di ceva parte dell* antica JNubia. For-
ordinare i fatti: trascura l'ordine dei tunato dice che soffrì il martirio a
tempi per meglio riunire le istruzio- Naddaver in Etiopia , e Doroteo
ni del divino maestro, e mostrare più racconta che fu seppellito a Jerapo-
perfettamente il legame che hanno li paese dei parti. Le sue reliquie
tra esse. Insiste principalmente sui furono poscia portate nell'occidente;
morali, e dà la genealogia
precetti e da una lettera del Papa Gregorio
di Gesù Cristo, per far vedere il VII del 1080 al vescovo di Salerno,
compimento delle proD)esse, secondo rilevasi che erano in una chiesa di
le quali il Messia doveva uscire questa città, dedicata in onore del
dalla schiatta di Abramo e di Da- santo evangelista. Raffigurandosi gli

vidde : per propone-


la qual cosa evangelisti nei quattro misteriosi ani-
"vasi particolarmente d' indurre i mali descritti da Ezechiello e nel-
giudei a credere in esso. L'evan- l'Apocalisse, s. Matteo, secondo 8.
gelio di s. Matteo, giusta le testi Agostino, è rappresentato dal leo-
monianze degli antichi padri, fu ne, perchè egli spiega hi dignità
originariamente scritto in ebreo mo- reale di Gesù Cristo; ma altri

derno o in si ro caldeo, ch'era la danno questo simbolo a s Marco,


lingua che parlavano gli ebrei do- perchè comincia dalla missione di
po la cattività, checché ne dicano s, Giovanni, e dalla sua voce, che
3o8 MAX M\T
grida nel deserto : in tal caso Vani' Presidenza delle strade t. II, p.
male che avea la figura quasi di 1 52) imbrecciò la via Merulana,
uomo dovrà appropriarsi a san l'area della chiesa e convento l'ac-
Matteo, che comincia il suo van- quistò la principessa d. Teresa Cae-
gelo dalla generazione tempora- tani, la quale negli scavi che vi fece
le del Salvatore; dandosi simbo-
il solo trovò avanzi di ruderi antichi,
lo dell* aquila a s. Giovanni, e sepolture ed ossami.
quello del vitello a s. Luca. La MATTEO (b.), vescovo di Gir-
festa dell' evangelista s. Matteo si genti. Prima della sua promozione
celebra il giorno 1 1 di settembre. all' episcopato portava il nome di
Della chiesa di s. Matteo ora esi- Matteo di Cimarra. Compagno di
stente Roma, si parlò nel voi.
in s. Bernardino da Siena e come ,

XIV, 208 del Z)/zio/7flr;zo. Dell'an


p. lui religioso francescano, ne imita-
lica Chiesa di s. Matteo in Merulana va lo zelo e ne di videa la fatica.
(Fèdi), ne tenemmo proposito an- La sua divozione ai santi nomi di
che nel voi. XXXVI, p. 96, di Gesù e di Maria era singolare. A-
scorrendo del collegio che vi aven- vendo fondato in Sicilia parecchi
no gli agostiniani irlandesi, cui Pio conventi del suo ordine, si trovava
VII die in compenso prima la ,
in quello di Girgenti, quando mor-
chiesa e monastero di s. Eusebio to il vescovo di questa città, fu e-
àie Celestini (Fedi), quindi il palaz- letto a succedergli . Geloso osser-
zo e chiesa di s. Maria in Postern- vatore della disciplina ecclesiastica,
la de' medesimi. Nella chiesa in trovò degli oppositori che lo denun-
Merulana eranvi i Crociferi (^Fedi) ziarono al Papa Eugenio IV, il

quando Sisto IV nel i^jS l'unì quale però riconobbe la falsità del-
alla sagrestia delia chiesa di s. A- l'accusa ; ma il servo di Dio prese
gostino, con obbligo a questa di da ciò occasione per isgravarsi di
mantenervi il culto divino. Nel un peso che portava a malincuore.
i656 Alessandro VII die la chiesa Rinunziò dunque il vescovato di
di s. Matteo agli agostiniani irlan- Girgenti, rientrò nel chiostro, e
desij i quali poi la linunziarono, on- continuò a faticare da semplice re-
de il Papa nel 1661 la concesse ligioso per la salute delle anime
agli agostiniani di Perugia in com- e per la propria santificazione, in-
penso del convento di s. Maria No- fìno alla l3eata sua morte, che fu
vella che essi aveano ceduto alle il 7 febbraio i45ir. La sua festa
monache benedettine. Nel lySg è segnata il 2 1 dello stesso mese.
Clemente XII restituì la chiesa in MATTEO Carrara (b.), da
Merulana agli agostiniani iilande- Mantova, domenicano. Uomo chia-
si, ad istanza del re Giacomo HI. ro per la santità della vita, e per
Distrutta nella repubblica francese, lo zelo di convertir anime a Dio.
per quante ricerche ho fatte dei Circa il 1463 si recò a predicare
suoi monumenti, ecco ciò che po- nella chiesa di s. Giacomo de'pa-
tei sapere. Alcune piccole statue di dri predicatori di Soncino, antico
marmo furono trasportate alia ba- ed illustre castello del territorio
silica Lateranense nel chiostro, in- cremonese, ed introdusse fra quei
di in chiesa. Allorché monsignor padri la riforma della congregazione
Nicolai (u« parla nell' opera sulla di Lombardia. Tenerissimo della
MAT MAT 3o9
pnssione di Gesù disio, infiammò carsi col re d'Inghilterra sugli af-
dello stesso affetto la giovanetta fari delle Provincie di Normandia,
Stefana Quinzani (Fedi), che ne e rilevata la necessità di sradi»
udiva le prediche, e che da lui care alcuni gravi abusi che vi si

guidata alla perfezione, meritò po- erano introdotti, convocò un sinodo


scia i'onor degli aitati col titolo di in detta città, coli' intervento dei
l)eata. IlMatteo mori a
beato vescovi ed abbati della provincia.
Vigevano nel i47'> ^d è venerato Altro sinodo celebrò in Chalons,
dall'ordine domenicano a'7 d'otlo- alla presenza di s. Bernardo. Tor-
hve. Il p. Leandro Alberti ne scris- nato in Italia mentre 1* antipapa
se la vita. Anacleto II sosteneva lo scisma, ri-

MATTEO, Cardinale. Matteo partì per la Francia col legittimo


pisano fu creato cardinale di s. A- Innocenzo 11, alla cui elezione avea
driano nel ii23 da Calisto II, e contribuito, onde sottrarlo alle vio-
morr probabilmente nel pontificato lenze del potente suo avversario.
di Onorio II, alla cui elezione erasi Si adoperò poscia in modo che,
trovato presente. tranne una piccola porzione della
MATTEO, Cardinale (b.). Matteo provincia d' Aquitania, tutta la

nacque di nobilissima ed
opulenta Francia, Spagna V Inghilterra
la ,

famiglia di Reims, e divenne cano- e la Germania riconobbero Inno-


nico di quella metropolitana in gio- cenzo II, prestandogli obbedienza e
\anile età. In questa rinunziando sommissione. Lo stesso fece in Ita-
il mondo, si ritirò fra' cluniacensi, lia al suo ritorno, per il qual fine
e ne professò la regola nel mona- in compagnia di s. Bernardo e del
stero di 8. Martino dei Campi di cardinal Guido da Pisa, intraprese
Parigi, di cui poi fu eletto abba- la legazione di Milano e ritirò dal-
te. Onorio lì avendone conosciuto lo scisma i cittadini di quella città,
il merito, lo prescelse a compagno in un ai genovesi ed altri popoli
di sue apostoliche fatiche, e nelle confinanti. Inviato dal Papa a Mon-
tempora del dicembre 1 ii5 lo creò tecassino, depose l' abbate Nicolò,
cardinale vescovo di Albano. In indegno del grado, ed in suo luo-
questa dignità conservò l'umiltà re- go fece eleggere Signoretto prevo-
ligiosa, vestendo principalmente in sto del monastero di Capua, con
privalo r abito del suo ordine, e che restituì il buon ordine a sì ce-
conservando anche ne' più ardui e lebre cenobio. ispeciale commis-
Per
clamorosiaffari viva la aiemoria del- sione pronunziò senten-
pontifìcia
la divina presenza. Mantenne stret- za di anatema contro Ponzio abba-
ta corrispondenza con s. Bernardo, te di Clugny e cardinale. Restò
col quale si affaticò pel bene della sempre fedele ad Innocenzo II, e
Chiesa. Quale legato apostolico delle con pericolo di vita lo seguì co-
Gallie presiedè in nome della san- stantemente ne' suoi viaggi. Consu-
ta Sede ai concilii di Parigi e di Ca- mato da tante fatiche, postosi sopra
talogna, non che a quello di Troyes, il cilizio e la cenere, fece con gran
nel quale fu data la regola e l'a- fervore la professione di fede, rice-
bito a* cavalieri templari, come ri- vè sagramenti, ed avvisato con su-
i

portano i pp. Mabillon e Labbé. perno lume dell'ora di sua morte,


Indi si portò a Kouen per abboc- cessò santamente di vivere in Pi-
-

3 r MAT MAT
sa,a*2 5 dicembre ii34 al dire del MATTEO, Cardinale. Matteo nac-
Riccy, o II 35 secondo il Ciac- que in Angers, e da Alessandro III
conio, o meglio nel ii36. Il suo nel dicembre 1178 fu creato prete
cadavere fu tumulato nella chiesa cardinale del titolo di s. Marcello,
di s. Frediano in magnifico avello, Trovossi presente alla solenne asso-
ove Dio a sua intercessione operò luzione data da Lucio III nel 118:»
strepitosi prodigi, onde il suo no- a Guglielmo re di Scozia, alla cui
me venne registrato nel martirolo- elezione avea contribuito, e mor\
gio benedettino e gallicano. I fatti nel I i83 o 184.
1

piìi memorabili di questo cardina- MATTEO, Cardinale. Matteo da


le, e le preclare ed eccellenti sue canonico regolare della congrega-
virtù furono descritte da s. Bernardo zione di Frediano di Lucca, A-
s.

in alciMie sue lettere a Pietro il lessandro IH


nel dicembre 1178 lo
Venerabile, che ne compose la vita. creò diacono cardinale di s. Maria
Pubblicò questo cardinale parecchie Nuova, e mori nel pontiQcato di
opere per lo più ascetiche. Nel Lucio III di cui era stato uno de-
giorno seguente alia sua morte In- gli elettori,

nocenzo li celebrò la messa solen- MATTEO, Cardinale. Matteo fu


ne di requiem in suluagio della da Innocenzo III nel dicembre 1-200
di lui anima. Il Baronio lo tlice fatto cardinale diacono di s. Teo-
uomo di grande ed ammirabile doro, e mori nel 206. 1

santità; s. Bernardo e Pietro il Ve- MATTEO, Cardinale. Matteo di


nerabile lo chiamano santissimo uo- Polonia, nato in Cracovia secondo
mo, angelo di costumi, illustre per Cardella, o in Crncow suo castello
santità e virtù , polente non
per nella Pomerania, come avverte il
meno opere che nelle parole.
nelle LNovaes, il quale dichiara eh' è pu-
MATTEO, Cardinale, Matteo fu re il suo cognome; divenuto mae-r
creato cardinale prete di s. Pietro Siro in teologia e rettore dell'uni-
in Vincoli, nelle tempora di dicem- versità di Praga, scrisse un tratta-
bre II Onorio li, dopo la
25 da to teologico sulla carità, oltre pa-
morte del quale, abbandonato In- recchi commentari sopra diversi li-

nocenzo li, sigillò Q,\ partito dell'an- bri della divina Scrittura, come sul-
tipapa Anacleto li, che fattolo can- la cantica, snlT ecclesiaste, sull' e^

celliere lo annoverò tra i cardina- vangelo di s. Matteo, e sull'episto-


li deputali per condursi a Saler- la romani, registrali dal Torri
ai

no, ad oggetto di autenticare l.i gio. De


script, cardinalibiis. L' im-
legitti^mità deli' invalida sua elezio- peratore Roberto lo nominò suo
ne. Mori nella sua ostinazione, sen^ ambasciatore e cancelliere dell'im-
ipa sapersene V anno. pero, e nel i4o5 vescovo di Wor*
MATTEO, Cardinale. Matteo fu mazia, chièsa che governò con som^
jcreato cardinale pvele da Eugenio ma prudenza e pari vantaggio del-
III nel ii5o, e fatto arciprete le anime alla su^ cura commesse.
della patriarcale basilica di s. Ma? Gregorio XII a' 19 settembre i4'^8
ria Maggiore nel i i53, per cui air in Siena lo creò cardinale prete <li

r articolo Chiesa di s. Maria Mag- 8. Ciriaco, e morì in Worms o


giore Io registrammo pel primo Wormazia nel i4'cf> venendo se-r

arciprete, ed il secondo nel \ i66, pollo onorevolfflente nel coro dell?^


MAX MAX 3 T T

raUedrale. Ne scrisse la vita Cri- badessa del monastero di s. Mad-


stiano Schoetgenio in lingua tede- dalena a Camerino nello stato ro-
sca, nella sua Pomeriana antica e mano,, dov* era entrala in religione.
vìodt-rna^ par. V, p. 632. F onorata il primo marzo nell'or-
MATTIA (s.), apostolo. Si unì di dine di s. Francesco.
l>non* ora al Salvatore, che non la- MATTUTINO, Malutìnum. Una
sciò mai dal battesimo sino alla di^ delle sette Ore canoniche, prima
lui gloriosa ascensione, e si ritiene parte dell' U/fìzh divino di ciascun
die sia slato uno dei setlanfadue giorno, che si dice alla mattina di
suoi discepoli. Fu eletto ad occu- buonissima ora, talvolta a mezza
pare il posto del traditore Giuda ; notte, e talvolta anche alla vigilia,

ma nulla si sa di certo sulle par- 11 Macri, Not. de\>ocah. eccl., dice


ticolarità delle sue azioni. Si sa che la voce mattutino deriva da
soltanto in generale che dopo ri- Matiita che significa l'aurora, e che
cevuto lo Spirito Santo il dì della viene chiamato anche Noctnrnunif
I^entecoste, andò a predicare il van- perchè un tempo si recitava di notte,
gelo di Gesù Cristo, e che consa- e perciò questa parte dell' uffizio
crò rimanente della sua vita alle
il recitata in tal tempo si diceva
fatiche dell'apostolato.S. Clemente notturni ossia vigilie notturne. Ora
d'Alessandria riferisce di lui, che poi perchè questi notturni si uniscono
nelle sue istruzioni insisteva massi- coWe Laudi [P^edi), così si chiamano
mamente sulla necessità di mortifi- mattutini. Osserva il Rinaldi, che il
cale la carne, reprimendo i desi- mattutino rappresenta le adunanze
deri! della sensualità. I greci pre- prescritte dall'Apostolo ai corinti. Co-
tendono, giusta un* antica tradizio- minciò l'uso di recitare il mattutino
ne espressa ne' loro menologi, che in Betlemme, come riferisce s. Isido-

s. IMattia abbia predicato la fede ro, De eccl. off. 1. i, e. 2 3. Era ben


verso Cappadocia e le coste del
la conveniente, che nel luogo della
mar aggiungendo che fu
Caspio, nascita di Cristo cominciassero le
martirizzato nella Colchide, cui dan- lodi nolturnali, dove gli angeli di
no il nome di Etiopia. I latini ce- mezza notte furono uditi cantare le
lebrano la sua festa il dj 24 feb- celesti lodi al nato bambino. De-

braio. Una parte di sue reliquie è vesi recitare colle laudi prima della
custodita neir abbazia di s. Mattia messa, conforme ordina la rubrica,
di Treveri, ed in s. Maria Maggio- la quale il Barbosa, De polest. epi-

re di Roma : dicono i Bollandisti, scop. par. 24, "• i5, pen-


2, alleg.
che le di» s. Maria INIag-
reliquie sa che non obblighi a peccato mor-
f;iore credono dell' a postulo
che si tale, adducendo in suo favore venti
». Mattia, sieno d'un altro s. Mat- autori, e per la parte contraria die-
tia, il quale fu vescovo di Geru- cinove, tra' quali ss. Antonino e i

salemme verso l'anno 120. P'edi Raimondo, ed Papi Innocenzo IV


i

Chiesa di s. Maria Maggiore. e s. Pio V: il primo di essi scri-


MATTIASA (b.), detta Nazarei vendo al cardinal Ottone legato in
dal nome di suo padre. Fu una Cipro, per accomodar le controver-
«anta vergine dell' ordine delle eia- sie tra i vescovi latini e greci in-
risse, cui Dio trasse a sé colle gra- torno all'osservanza de' riti, Ira le

fie più abbondanti. Morì nel i5i3 istruzioni che gli diede evvi questa.
.

3ii MAX MAX


Sacerdotes aittem dicant horas cn- di solenni, e Mattutini delle tene-
nonicas more suoj sed tnìssani ce- bre.
lebrare, priusquani offìciuni molli' Nella Cappella pontifìcia [Tedi)
timim compleverinty non praesiunant. cinque sono mattutini che vi si
i

Macri
li le chiama parole degne di cantano al modo detto in quell' ar-
profonda e attenta considerazione, ticolo, cioè i tre mattutini delle te"
pei sacerdoti che con facilità tras- nebre, nel mercoledì, giovedì e ve*
grediscono questo precetto, per il nerdì santo, il mattutino de' morti,
quale almeno obbliga sotto pena di e quello della notte di Natale. Il

peccato veniale; e di tal negligenza Papa v' interviene col Manto o pi-
dovranno renderne strettamente con- ed anticamente col-
viale ponlilìcio,
to a Dio. Cenedo cita a favore di la cappa e falda, secondo quanto
questa opinione trenta gravi autori, descrivemmo ancora ai voi. Vllf,
seguito dal vescovo Giordani nei p. 83 e seg., e XXIIl, p. 9 del
suoi trattati morali, il mattutino Dizionario. Altri Pontefici si reca-
colle laudi per una giusta causa si rono ad assistere al mattutino della
può recitare nei vesperi del giorno notte di Natale nella basilica di s.

precedente; così s. Tommaso, e la Maria Maggiore, celebrando quindi


comune de'dottori; senza una qual- pontificalmente la messa nella detta
che causa, fino ai vesperi dello stesso basilica, come nel 1846 fece il Pa-
giorno, troppo notabilmente varia pa che regna. Quando il Papa as-
il tempo. Nel mattutino, ancorché sumeva cappa ne* mattutini gli
la ,

solennìssimo, mai adopera pivia-


si avvocati concistoriali portavano i'ar-
le, o altro paramento, purché non mellino coperto coi cappucci voltati,
vi sia una consuetudine in contra- tranne il mattutino de' morti, in cui

rio; solo al tempo della nona le- r armellino non ha luogo. Nei mat-
zione, che si dice dall' ebdomadario, tutini i cardinali non rendono ob-
esso coi due intuonatori pigliano il bedienza al Papa: in sua assenza
piviale, e continuano le laudi colle ne fa le veci, nei mattutini delle
medesime solennità del vespero tenebre il cardinal vescovo subur-
Caerem. episcop. lib. 2, cap. 6 67. bicario più degno, in quello dei mor-
Ma quando officia il vescovo, dice ti il cardinal maggio-
penitenziere
la nona lezione colla sua cappa or- re, ed in quello della notte di Na-
dinaria, tranne nella notte di Na- tale il cardinal camerlengo o quel
tale,nella quale si mette il piviale cardinale che per lui canta la messa.
per dire l'orazione del mattutino. Se il Papa assume la cappa magna,
Caerem. episcop. lib. 2, e. 4- Sic- 1 si veste di falda, amitto, camice,
come nel mattutino del sabbaio, di- cingolo e stola. Sopra di tali abiti il

cendosi r uffizio della Beata Vergi- prefetto delle cerimonie coli' aiu-

ne, si lascia il salmo Jubilale, nel to degli uditori di rota gli pone
cui luogo si canta Boniim est, per la cappa. Spetta al detto prefetto
non replicare lo slesso salmo due coprirlo e scoprirlo di cappuccio.
volte, così dovrà osservarsi occor- I due cardinali che lo hanno ve-
rendo la vigilia di Natale in sabbaio stito sino alla stola, non assistono
per l'istessa ragione. P'edi il Diclich, al trono, non vanno ai suoi lati
Dizionario sa ero- liturgico, agli arti- nell'accesso, ma lo sieguono, e iaì-

coli mattutino, Mattutino e Ina- mediatampnle vanno ai loro staljj,


MAT MAU 3i3
Andando in cappa il Papa, non Io luce del vangelo, abbandonò quanto
precede la croce pontifìcia. Termi- possedeva nel mondo, per unirsi u-
nato mattutino della notte di Na-
il nicamente a Gesù Cristo. Innalzato
tale, il Pontefice vi ha assistito
se al sacerdozio, converti un gran nu-
in cappa, questa depone per pren- mero d'idolatri, tra i quali furono
dere il manto o piviale col quale suo padre e sua madre. Indi carico
assiste alla messa. Il Garampi nelle di meriti e di buone opere, mori
sue Memorie, p. 3i5, ci dà la dis- poco prima dell' anno 388. Il suo
sert. X: Sopra la celebrazione not- corpo fu portato a Sens, poi venne
turna de Divini uffìzii [Vedi), e sua trasferito nel villaggio di Larchant
decadenza nel XllI e seguenti se- presso Nemours, ove fu fabbricata
coli. Dice pertanto che alla mezza una chiesa in onore del santo. Ivi
notte nel XIII secolo assistevano si custodisce ancora una parte deU
al mattutino i religiosi ed in ispe- le sue reliquie : il resto fu abbru-
cie i canonici regolari di Città di ciato dagli ugonotti nel i568. La
Castello, ed altrettanto osservavasi sua festa si celebra il 9 novembre,
in Urbino, Roma, Arezzo, Anagni, e gli abitanti della provincia del
Viterbo, Milano e Parigi. Quindi Gatinese onorano s. Maturino come
tratta del rilassamento di questa loro apostolo e patrono.
disciplina, essendosi tollerato di re- MAURA (s. ), vergine. Nacque
citare mattutino la sera antece-
il a Troyes nella Sciampagna nel nono
dente, o la mattina di buon'ora, ri- secolo. Ottenne colle sue preghiere
serbandosi al più la celebrazione ilravvedimento del proprio padre
notturna per alcune solennità mag- che conduceva una vita poco cristiana,
giori. Decaduto l'uso nel XIV e e santificò co' suoi esempi il fratello
XV secolo quanto al clero secolare, Eutropio con tutta la sua famiglia,
il regolare per lungo tempo seguitò e Io indusse a distribuire agi' in-
r antico istituto. Avverte poi che maggior parte de* suoi beni.
felici la

sebbene si recitasse la notte nelle Ella divideva il suo tempo tra l'o-
chiese il divino uffizio, tenevansi razione e gli esercizi di carità; im-
però chiuse le porte, per evitare piegava i suoi lavori a sollievo dei
qualsisia scandalo , che fosse po- poveri, o a decoro del culto divino ;

tuto nascere per l'ingresso promi- digiunava a pane ed acqua tulli i


scuo del popolo. Nel concilio Bu- mercoledì e venerdì. Fu favorita di
dense del 1279 si stabili che ai laici grazie straordinarie, cui la sua u-
non fosse permesso, in ecclesia vi- railtà faceale nascondere con ogni
gi'lias facere. Il simile pure si de- cautela; e morì santamente a'2 i set-
cretò nel concilio di Palenza del tembre deir85o, in età di ventitré
i57.i; nelprimo di Milano da s. anni. Leggesi il suo nome nel mar-
Carlo Borromeo; ed avanti di essi, tirologio gallicano. Le sue reliquie
cioè nel 1280, dal vescovo di Poi- furono dapprima deposte nella chie-
tiers Goliero. sa del villaggio che porta il suo
MATURINO (s.), prete. Nato nome, mezza lega lunge da Troyes;
nella diocesi di Sens, conobbe fino ma la maggior parte fu poi trasfe-
dai più teneri anni la vanità degli rita nella badia di s. Martino di
idoli, ed abbracciò il cristianesimo. Troyes.
Appena ebbe aperto gli occhi alla MAURICASTRO MAURO CA-
-

3i4 MAU MAU


STRUM. Sede vescovile dell'Asia, di sariense a Sifa.ur, il primo allealo
Siria neir Armenia, sotto la metro- de'cartaginesi, secondo de' romani,
il

poli di Teodosiopoli, nella provin- A Gala successe il celebre Massi


cia Osroenn, che al dire del Terzi, nissa; a Siface, Rocco; indi i romani
Siria sacra p. 1 38, già esisteva nel si collegarono con Massinissa e si

V secolo sulTraganea di detta me- inimicarono con Siface cui tolsero


tropoli. Mauricastro, Maurìca^treiiy la Numidia. Poscia romani dichia- i

ni presente è un titolo vescovile in rarono la guerra a Giugurta nipote


parli bus f
sotto l'arcivescovato pure di Massinissa, e lo imprigionarono,
m partibus ò'ì Teodosiopoli, che con- dando i suoi stati al genero Rocco,
ferisce la santa Sede. Il Papa Gre- e facendo governar la Numidia per

gorio XVI nel 1846 lo conferì a prefetti. Cesare vincitore in Africa,


monsignor Annetto Casolani di Mal- ridusse la Mauritiana in provincia
la, che in pari tempo fece vicario romana, dividendo le terre de' mau-
apostolico dell' Africa centrale, vi- ritani e de'numidi tra' suoi soldati.

cariato da lui istituito. Dopo diverse turbolenze e guerre,


MAURIENNE. K S. Giovanni di Costantino accordò gran privilegi
Mori ANNA. alle chiese d' Africa. I progressi
MAURILIO (s.), vescovo d' An- delia religione cristiana furono così
gers. Nacque in Italia, e passò nelle rapidi, che al principio del V se-
Gallie per vivervi sconosciuto agli colo vi contavano moltissimi ve-
si

uoQiini. Sifermò nella Turrena, ove scovi. In seguito Genserico coi van-
avealo la rinomanza di s.
tratto dali invase la •egione; sotto Gm-
Martino; e dopo la morte di quel stiniano I fu ricuperata, ma a tem-
santo vescovo, di cui era stato per po di Eraclio tutto il paese si sot-
qualche tempo discepolo, si ritirò tomise agli maomet-
arabi o mori
nell' Angiò. La sua virtù lo fece tani, essendovi stato tenuto un con-
presto conoscere e collocare sulla cilio nella Mauritiana contro mo- i

sede Angers, che occupò per


di noteliti nel 646. Regia t. XIV;
Irent'aniii. Mori in età molto avan- Labbé t. V; Arduino t. IlL
zata verso l'anno 4^7* Egli è no- Mauritiana Cesariense, fu così
minalo a' i3 settembre nel marti- chiamata dal soprannome di Cesare
rologio romano e in quello di dato a Claudio. Questa parte della
Usuardo, Mauritiana si estendeva dalla Tin-
MAURITIANA. Parte considera- gitana, da cui era divisa dal fiume
bile dell* Africa settentrionale, che Malva air ovest, sino all' Ampsaga,
si estendeva dalla Numidia sino alia e rinchiusa la maggior parte della
costa bagnata dall' Oceano, in pro- Numidia dai massessilii. Avea Giu-
gresso divisa, in Cesariense, Tingi- lia Cesarea per capitale, con ^i
tana e Silifense. La Mauritiana città marittime, e 6 nella Numidia,
sembra essere slata già compresa ji nelle terre, 29 popoli diversi, e
sotto il nome di Libia ; ebbe S(toi i IO principali montagne. Compren-
re, i quali scossero il giogo de' car- de il regno di Algeri, ad eccezione
taginesi, e fecero ad essi aspra guer- della provincia di Costantina. Fu
ra. Nella seconda guerra punica era già fiorentissima provincia ecclesia-
divisa fra due sovrani , la Tingi stica , con 121 sedi vescovili, e
tona era soggetta a Gala, e la Ce- Giulia Cesarea per metropoli. Mau^
MAU MAU 3i5
ritìana Sìtifense, lu cosi chiamala importanti progressi. Divenne il cen-
dalla cillà di Silifi. Divisione della tro della navigazione francese nelle
Maui'itìana adiacente alla Numidia, Indie orientali, e dopo l'annienta-
confinanfe al nord col Mcdilerra' mento della potenza francese in
lieo j all'est con una linea dell'im- quelle regioni, fu punto di riu- il

boccatura dell'Ani psaga sino a Ma» nione di que' corsari che per lungo
pciruiamim- Oppicium , ed all'ovest tempo divennero il terrore del com-
colla Mauriliana Cesariense. Aveva mercio inglese in quelle spiaggie.
42 o 4^ cillà vescovili, suffrnganea Nel 18 IO si arrese agl'inglesi, dopo
della metropoli di Sìtifi^ fu floridis- ostinatissima resistenza:
pace alla
sima provincia ecclesiastica, e corri- del 18 14 fu ad essi ceduta colle
sponde ad una parte della provin- sue dipendenze, particolarmente Ro-
cia di Bugia. Fedi Marocco, e driguez e le Scichelles. Il Papa Gre-
Morcelli, AJrica clirisliana^ non che gorio XVI a mezzo della congre-
Terzi, Sina sacra^ p. 382. gazione di propaganda fide ^ nel
MAURIZIO. dell'Oceano
Isola 1840 v'istituì un vicariato aposto-
indiano equinoziale, detta pure di lico, dichiarandovi vicario l'odierno
Plancia, in Africa, assai montuosa, monsignor Guglielmo Bernardo Col-
una delle Mascaregne. È bagnata lier anglo-benedettino, che ai i4
da un gran numero di corsi d'acqua, febbraio fece vescovo in pardbus
e da molli laghi, in clima sanissi- di Milevo, il quale esercita anche
n)0, ma soggetta a terribili uraga- i'uflìzio di parroco; ed egli coi mis-
ni, e commercia de' suoi prodotti sionari riceve uno stipendio dall'In-
col Madagascar. Gli abitanti in gran ghilterra. Porto Luigi capitale del-
parte discendono dalie antiche no- l'isola, stabilita nel1822, residenza
bili famiglie di Francia. Fu scoper- del vicario apostolico, ha dipenden-
ta nel secolo XVI da d. Fedro Ma- ti le vicine piccole, ma popolate
scharenhas capitano portoghese, che isoIelle> ed ha 33,ooo abitanti. In

le die il nome di Ilha do Cernoj tutta l'isola si contano 26,000 libe-


ma i portoghesi considerandola co- ri, quasi lutti cattolici: degli schiavi
me luogo di riposo, non vi forma- moltissimi hanno ricevuto il batte-
rono stabilimenti. 1598 l'am- Nel simo. La chiesa principale è solida
miraglio olandese Van-Nek avendo e ben fabbricata , ma piccola in
trovala l'isola disabitata, ne prese proporzione del numero de' cattoli-
possesso e la chiamò Maurizio dal ci. Vi sono nell'isola altre nove
nome del suo
sovrano principe d'O- chiese parrocchiali. In Porto Luigi
range. Gli olandesi la conservarono hanno aperto un tempio i prole-
per lur)go tempo senza stabilirvisi, stanti, ed uno stabilimento i meto-
finché nel j64o vi mandarono co- disti ; questi sono in-
eretici vi si

lonie,ma pei pochi vantaggi che trodotti da pochi anni, prima pro-
ne ritraevano, l'abbandonarono nel fessandovisi la sola religione catto-
1712. Verso questo tempo fran- i lica. L' isola ora commercia con
cesi stabiliti Borbone,
nell'isola di tulli i paesi d'oriente, e con Capo
vi mandarono la Fran-
de* coloni, e di Buona Speranza, Mozambico, il

cia nel 1721 se ne impadronì; indi Mare rosso, le Indie e la Cina.


nel 1734 la colonia sotto il governo MAURIZIO (s.), martire. Coman-
di h^ ì^onrdonnaye cominciò a fare dava la legione tebaqa, la quale
3i6 MAU MAU
era composta di oltre diecimila uo- no in quel medesimo tempo : essi

mini tutti cristiani. Questa legione vennero celebrati nei sermoni di 8.


fu del numero di quelle che Dio- Massimo e nei poemi di Ennodio di
cleziano fece passare da oriente in Pavia. Fortunato chiama questi san-
occidente per conìbattere i bagaudi, ti la beata legione. 1 Dollandisli met-

«otto il comando di Massimiano tono il martirio della legione tebana


Krculeo che avea associalo all' im- nel 3o3, ed altri storici nel 286. I
pero. EssendosiMassimiano accam- corpi di s. Maurizio e de'suoi com-
pato ad Octodurum sul Rodano, pagni furono scoperti ad Agauno
ordinò che tutta l'armata dovesse molti anni dopo. Allorquando il re
fare un sagrifizio agi' iddìi per ot- Sigismondo fece riattare il mona-
tenere buon successo alle armi del- stero di Agauno (oggidì s. Mauri-
l' impero. La legione tebana si al- zio) nel 5 1 5, i corpi de'sanli Mau-
lontanò per andare ad accamparsi rizio, Esuperio, Candido e Vittore,
ad Agauno, tre leghe distante, e ri- furono deposti nella chiesa ivi fab-
cusò di prender parte a quella sa- bricata mercè la liberalità di que-
crilega cerimonia. Volendo l'impe- sto principe. E probabile che i fe-

ratore costringerla a tornare al cam- deli avessero deposto a parte i cor-


po generale per farvi l' obblazione pi dei principali uftìziali della le-

del sagrifizio, la fece decimare due gione. Nel i4^9 fmono trovati nel
volte. Tuttavia i soldati della le- villaggio di Schoz, eh' è circa due
gione eh' erano rimasti ancora in leghe lungi da Lucerna, duecento
ila, protestarono essere fermi di corpi dei compagni di s, Maurizio.
tutto soffrire più presto che tradi- Vi si era fabbricata gran tempo
re la loro fede; e Maurizio, Esu- addietro una cappella, conosciuta
perio e Candido, loro primi uffi- pe'suoi privilegi e per grandi in-
ciali, contribuirono non poco a rat- dulgenze. Il p. Chardon gesuita
tenerli in questi generosi sentimenti. scrisse la storia dei miracoli opera-
Massimiano, disperando di poter ti per Maurizio
intercessione di
s.

smuovere la loro costanza, li fece e compagni. Questi santi


de' suoi
investire da tutta la sua armata e martiri sono onorati in molte chie-
trucidar tutti ; mentre essi, lungi se di Francia, di Alemagna, d'Ita-
dal fare la minima resistenza, de- lia^ di Spagna e di Portogallo. Ce

posero le armi, e si lasciarono tran- lebrasi la loro festa il 22 settem-


quillamente uccidere, confortandosi bre. S. Maurizio è da molti secoli
gli uni gli altri alla morte. Un il principili protettore della casa
soldato veterano per nome Vittore, reale di Savoia. 11 duca Carlo Em-
che non era dello stesso corpo, ri- manuele quando acconsentì di cedere
tiratosi senza voler prender parte a Francesco I re di Francia collega-
allo spoglio, fu interrogato se an- to cogli svizzeri e ginevrini, la so-
ch' egli fosse cristiano, ed avendo vranità di Agauno o s. Maurizio,
confessalo che lo era, fu trucidato. sthbilì che fossero trasportate a
<3rso e Vittore, ch'eransi allontana- Torino le reliquie dei martiri della
^i dalla legione, furono martirizzali legione tebana, limitandosi poi alla
a Solodoro o Soleure, ove ne se metà per le rimostranze degli abi-
custodiscono le reliquie. Ottavio, Av- tanti. Le reliquie vennero con gran
ventizio e Solutore soffrirono a Tori- solennità portate a Torino, e de-
M A U M A li 3 I
7
poste nella callediale in iii>*aic«i sliane, che si trovavano in procin-
d'argento ai i6 gennaio
uiagiiìfica to di venire alle mani cogl' infedeli;
i58i. Pei canonici ed abl)azia di s. a line di vieppiù innammare gli

Maurizio, Fedi li voi. VII, p. t.S'J spiriti e i cuori de' crocesignati a


del Dizionario^ e Svizzera. combattere da valorosi, supplicò il
MAURIZIO, Cardinale. Maurizio Signore a volersi degnare di man-
'fu fatto cardinale vescovo di Porlo dare dal cielo una miracolosa fiam-
da Urbano li del io88, quindi ma, per mezzo della quale si ac-
Pasquale II nel i loo, alla cui con- cendessero le lampade estinte in
secrazione trovossi presente, lo di- quella chiesa, loche con istupore
chiarò legalo a Intere per portarsi e meraviglia essendo succeduto a
in Gerusalemme, ad oggetto di sta- vista d' immenso popolo spettatore,
bilire coir autorità della santa Se- si accrebbe il credito della santità
de in quelle provincie, occupate già del legato, e la venerazione Terso
per tanti secoli dai barbali, tutto- la Sede apostolica tra quei popoli
ciò che riguardava il buon ordine orientali. Però Alberto Aquense nel-
e la disciplina ecclesiastica. In pro- r opera, Gesla Dei, parlando del
va della segnalata di lui santità, cardinale non fa parola di questo
narrano alcuni storici uno strepi- prodigio, e questo silenzio ha mol-
toso miracolo operato da Dio a to peso. Nel ritorno dalla legazione
sua intercessione nella basilica del consagrò nel 1098 l'altare di s.

s. Sepolcro, dove facendo fervorosa Ma mete martire nella chiesa di s.

ed umile orazione, insieme col pa- Cecilia di Roma, e piamente morì


triarca Dagoberto o Diamberto, pel nel I io3.
prospero successo delle armi cri-

FINE DEL VOLUME QUADRI GESIMOTERZO.


^ UH7 rijn
BX 841 .n67 1840
sncR
Moroni, Gaetano,
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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