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GBPress- Gregorian Biblical Press

De Lubac al Vaticano II
Author(s): Elio Guerriero
Source: Gregorianum, Vol. 97, No. 2 (2016), pp. 247-266
Published by: GBPress- Gregorian Biblical Press
Stable URL: https://www.jstor.org/stable/43947224
Accessed: 08-11-2022 10:38 UTC

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Gregorianum 97, 2 (2016) 247-266
Elio Guerriero

De Lubac al Vaticano II

Una delle ultime opere di de Lubac in senso cronologico è Memoria int


no alle mie opere ' Con la tradizionale acribia e scrupolosità il padre gesu
vi spiegava l'origine, il senso e il destino dei suoi libri in rapporto ai
periodi della sua vita alludendo già nel titolo a una peculiarità degna di n
Memoria al singolare, come un altro suo famoso libro, Meditazione
Chiesa 2, allude al senso unitario di un'opera che pure aveva avuto origin
mille condizionamenti causati da due guerre mondiali, dai numerosi divi
imposti dall'ordine e dalla gerarchia, dalle richieste dei superiori cui ma
Lubac rifiutò la sua obbedienza. Venendo ora al nostro argomento, de Lu
dedica un apposito capitolo3 agli anni del concilio nel quale tratta del
partecipazione all'evento ecclesiale più importante del secolo XX, a q
che egli definisce le agitazioni conciliari, alle sue opere inerenti gli argom
affrontati dai padri conciliari. Insomma una guida preziosa. Di qui la sce
iniziare proprio da questo volume per l'estensione di questo articolo.
Nelle prime righe del capitolo appena ricordato de Lubac riporta la cir
stanza, resa poi nota dalla pubblicistica, secondo la quale egli apprese
sua nomina a membro della commissione teologica preparatoria del Conc
nel parlatorio di un convento di suore. Dovendo aspettare un confra
impegnato nella confessione delle religiose, prese in mano La Croix
quale, nella lista dei teologi scelti dal papa per la detta commissione, less
suo nome unitamente a quello di Yves Congar. Aggiunge poi una mo

1 H. de Lubac, Memoria intorno alle mie opere, Milano 1992. L'edizione originale
cese, Mémoire sur l'occasion de mes écrits, venne pubblicata nel 1989 dall'editrice Cult
vérité di Namur in Belgio. Il padre von Balthasar, tuttavia, dichiarava di aver avuto
mani già nel 1976 il testo manoscritto. Cf. H. Urs von Balthasar, Il padre Henri de Lu
Milano 1977, 11.
2 Meditazione sulla Chiesa, Milano 1978. L'edizione originale venne pubblicata in Fr
nel 1952 dall'editrice Aubier.
Si tratta del capitolo settimo che nell'edizione italiana del volume, curata e in parte
adattata dal sottoscritto a rendere più facile la lettura e la consultazione, si trova alle pagine
319-369.

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248 ELIO GUERRIERO

zione convincente a spiegare la s


Humāni generis, che molti avev
della sua opera il nunzio in Fran
se di quanto era accaduto dai gio
dimento a dire poco anomalo. Si
suo rammarico a Paulus Lenz-M
ebbe alcun rapporto personale c
diplomatico ecclesiastico. Subi
come prova della sua stima, pap
vole alla collana «Sources chré
teologo. Il doveroso ringraziame
collezione, il padre Claude Mond
anche la sua firma. Segno ancor
de Lubac ricevette un biglietto
scelta dei consultori per la comm
concilio, di modo che la sua de
stata preparata da significativi
interpreta la sua nomina insiem
segno di stima personale, ben
confronti dei due ordini che m
pontificato del suo precursore:
seguì a distanza di qualche m
mentre una successiva lettera de
dei consultori e prescriveva fin

1. 1 Quaderni del Con

Oltre il già ricordato capitol


lasciato un diario conciliare che
traduzione italiana consta di 2 v
dunque, sia per l'estensione che
tante del padre gesuita sono s
Nella Memoria il padre de Lubac
come era nella sua indole, la p
iscritto fatti e riflessioni in una

Paulus Lenz-Medoc (1903-1987) fu un


grato in Francia nel 1934, si unì alla r
tedesca alla Sorbona.
Memoria (cf. nt. 1), 1 19s.
6 H. de Lubac, Carnets du Concile, 2 volumi di rispettivamente 567 e 569 pagine, Paris
2007; traduzione italiana Quaderni del concilio, 2 volumi di complessive 1000 pagine,
Milano 2009.

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DE LUBAC AL VATICANO II 249

non contengono rivelazioni sensazionali»7


decisione di non pubblicare i quaderni a
«Queste pagine non devono essere pubb
semplici riferimenti ad uso personale»8. Il
il testo che, come scrivevano il provin
Gesù e il presidente dell'Associazione In
effettivamente contribuire a «una miglio
Di qui l'autorizzazione a pubblicare l'opera
può non essere d'accordo. Anche l'iter att
dei quaderni conferma la bontà di quest
che i suoi 6 Quaderni sono la bella copi
taccuini o notes presi dapprima durante
le congregazioni generali. Non sappiamo,
nari vennero ricopiati e rielaborati dal per
indizi, accuratamente spiegati da L. Figou
cese dei Carnets, che inducono a crede
abbia steso o comunque rivisto anche dop
ore immediatamente successive agli event
ne dei quaderni fu da de Lubac messa a d
vista della preparazione della tesi di dotto
fece fortunatamente una fotocopia dei qua
noi, mentre i 6 quaderni manoscritti del p
fotocopia realizzata dallo studioso è div
sul quale sono state preparate l'edizion
italiana. Proprio la richiesta di Levillai
rileggere il suo testo che venne anche
Lubac lavorò ancora al suo testo portando
nose soprattutto per quanto riguarda la pa
prese ancora una volta in mano il suo s
pubblicazione della sua intervista ad An
pensare che il padre per lungo tempo non
dovessero essere dei ricordi meramente
come scrisse al già ricordato Philippe L
alcuni suoi giudizi11. Inoltre, come suc
diversi punti egli cambiò notevolmente d

7 H. de Lubac, Memoria (cf. nt. 1), 320.


8 Cf. l'importante introduzione del curatore fr
derni riportata anche nell'edizione italiana, XV-X
Cf. l'introduzione di Loie Figoureux al primo
padre de Lubac, in H. de Lubac, Carnets du Conc
La mécanique politique de Vatican II: la majori
1975.
11 È quanto scrive L. Figoureux, in H. de Lubac

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250 ELIO GUERRIERO

Roma e di partecipazione ai lavo


maggiore era rappresentato a
sentiva non solo avversato, ma
terza sessione la minaccia maggi
suo avviso, da quelle che egli ch
una minoranza di padri e di esp
eccessivo. La conseguenza era ch
tutte le sue legittime consegu
coniugarsi con un no altrettanto
perversione»12. Questo cambiam
perentorie dovette indurre il pa
non pubblicare i suoi quaderni
l'intenzione iniziale era pro
responsabili a non tener conto
volontà che il suo testo non ven

/. La fase preparatoria

Il padre de Lubac arrivò a Ro


parte alle riunioni della Commis
Prese alloggio all'Istituto Bibl
università affidata ai padri gesu
siasmo dagli ecclesiastici stran
invita all'Aventino nella casa di s
padre Lyonnet13, al centro di u
risposta ad un attacco della ri
incontra i padri impegnati nell'
visita all'ambasciata francese pr
Pietro prende parte ad una cerim
ficio ha finalmente luogo la c
teologica preparatoria. Il preside
Sebastiano Tromp, danno altern
turno, i teologi presenti vengon
a prestare giuramento sul Vange
nere il silenzio su quanto verr
Commissione . De Lubac confess
questo giuramento, almeno nel p

12 H. de Lubac, Memoria (cf. nt. 1), 3


In seguito a questi attacchi il padre
teologia all'Istituto Biblico, fu sospeso
al 1964.
14 H. de Lubac, Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 1, 9.

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DE LUBAC AL VATICANO II 25 1

sui dibattiti in corso15. In nota, però, aggiu


però conservato un riassunto con questo
teologica preparatoria al concilio Vatican
ulteriore indizio sui diversi passaggi che
Questi i tratti salienti dei resoconti relat
Teologica:
- Fin dall'inizio padre de Lubac si lascia prendere dal fascino di Roma, dalla
sua storia, dai suoi monumenti. È curioso, si guarda intorno, comprende che
un concilio non può non tener conto della vita. Per cui non si rinchiude nelle
mura della sua stanza o nei dibattiti delle commissioni e ogni tanto si lascia
andare alla contemplazione della bellezza, a un accenno di folklore: «La
bellezza di Roma mi colpisce ancora. Piazza del Quirinale, Fontana di Trevi,
la piccola piazza della Pilotta, dall'alto della terrazza della Gregoriana... E la
cupola di san Pietro, fluttuante nell'atmosfera del tramonto del sole»17. E più
tardi: «Roma non è elegante. È bella»18. E ancora, facendo riferimento alle
Promenades dans Rome di Stendhal19 dove si parla dei colli Viminale, Esqui-
lmo, Celio e Aventino che sono solitari e silenziosi, commenta: «Le cose
sono molto cambiate dal tempo di Stendhal ma Roma è sempre ammi-
revole»20.
- Il più delle volte, tuttavia, il padre ha l'impressione di essere un ostaggio,
strettamente sorvegliato dai teologi romani che formano un gruppo a sé.
Nonostante l'invito in commissione voluto dal papa essi sono pienamente
convinti della colpevolezza di de Lubac e di Teilhard de Chardin e aspettano
solo il momento opportuno per inserire la loro condanna tra i testi da sotto-
porre al futuro concilio. Tra gli avversari più accaniti de Lubac ricorda mons.
Antonio Piolanti, all'epoca rettore dell'università lateranense, padre Edouard
Dhanis, gesuita belga, professore alla Gregoriana e prefetto agli studi, prima
di diventare rettore nel 1963-64, padre Mario Luigi Ciappi, domenicano,
consultore del Sant'Ufficio. Secondo il padre essi formano un trio d'attacco
sostanzialmente sostenuto sia pure con toni più pacati dal cardinale Ottaviani
e dal segretario della commissione, il padre Tromp. Quel che fa soffrire in
modo particolare il padre de Lubac è l'avversione sorda e tenace del suo
confratello che non solo lo attacca ripetutamente, ma poi gli rifiuta ogni
spiegazione21. Esasperato, il 21 settembre del 1961 padre de Lubac decide di
scrivere una lettera al padre Tromp ponendogli la domanda: Con il testo
redatto da p. Dhanis la commissione teologica ha intenzione di condannarmi

15 H. de Lubac, Memoria (cf. nt. 1), 320.


Memoria (cf. nt. 1), 320 n. 2.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 29.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 74.
Tomo 1, 105.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 74.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 35.

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252 ELIO GUERRIERO

o di inserirmi tra il gruppo di


vero?» Se la risposta è negativa
suo lavoro. Diversamente sarà co
dato che non è possibile che c
concilio ecumenico un teologo c
- Per quanto riguarda l'aspetto p
to soprattutto dalla ristrettezza
mestiere ma poche altre cose. T
interessati alle osservazioni, a
fuori. «Il risultato è un piccol
senza grande intellettualità»23.
che procede con l'apriori costan
di perdere tempo, di essere su
condannato nonostante la sua
discusso un capitolo sulla co
solamente della conoscenza nat
tale conoscenza. Il padre de Luba
un testo teologico, si dovrebb
cristiana. Gli risponde il cardin
stesso un testo. De Lubac si m
mostrandolo anche ad alcuni ves
tuttavia, non venne mai discusso
-Con l'avvicinarsi del Concilio
Sabato 10 marzo del 1962 è l'u
teologica preparatoria. Dopo l'in
sione vengono invitati dal car
Aurelia. Al pranzo, che è anche
membri della commissione, in
generale della preparazione d
sant'Ufficio, uomo di fiducia
mons. Parente si avvicina cord
complimenti. Il teologo frances
prio Parente aveva scritto delle
perplessità, poi Parente si ripre

22 La lettera è riportata alla nota 2


Lubac l'aveva inserita a metà circa del testo relativo alla seduta della commissione in data 28
settembre 1961: Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 44. La risposta piuttosto evasiva di padre
Tromp è riportata, invece, alla nota 237 p. 49, seguita da una nuova lettera, questa volta di
ringraziamento di padre de Lubac che, tuttavia, definisce furba la risposta del segretario che
da una parte afferma che nessuno ha intenzione di condannarlo, aggiunge però che anche i
grandi teologi possono sbagliare.
23 Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 30.
Memoria (cf. nt. 1), 320.

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DE LUBAC AL VATICANO II 253

sua erudizione. Si avvicina anche il cardinale Ottaviani e tutti notano il trio


con sorpresa e ammirazione. Quindi è il turno di padre Rosaire Gagnebet, un
domenicano, altro storico avversario di de Lubac, ad avvicinarsi e a compli-
mentarsi con il teologo gesuita25. È il segno che padre de Lubac, nonostante i
timori passati, rientra nel novero dei teologi che parteciperanno all'avventura
conciliare come esperti.

2. La prima sessione

Nonostante il saluto caloroso del cardinale Ottaviani e dei suoi uomini di


fiducia, de Lubac dovette attendere a lungo la nomina di perito. Nel frattempo
il provinciale di Francia si era interessato perché venisse scelto da un vescovo
gesuita come esperto personale26. Non ce ne fu bisogno. Il 24 settembre,
quando mancavano poco più di due settimane all'inizio ufficiale del Vaticano
II, arrivò una lettera firmata dal segretario di stato Amleto Cicognani che
nominava de Lubac perito del concilio. Secondo indiscrezioni riferite a de
Lubac da padre Bernard de Gorostarzu, assistente del generale della Compa-
gnia, era stato il papa in persona, «che non vuole, durante il concilio, dipen-
dere dalle Congregazioni romane»27, a volere la sua nomina. Questa volta,
data la durata del soggiorno e la vicinanza al Vaticano, a de Lubac viene
riservata una stanza presso la curia generalizia della Compagnia di Gesù, a
Borgo Santo Spirito. Anche per la prima sessione accenno a dei tratti distin-
tivi quali risultano dalle note del Quaderni:
- È la sessione nella quale de Lubac si sente più a suo agio. Il miglioramento
comincia dalla sistemazione presso la casa generalizia della Compagnia, dove
può notare di persona il cambiamento subentrato nei suoi confronti. Il padre
generale Janssens al quale, ancora negli anni della preparazione al concilio
faceva riferimento con diffidenza28, non lo evita più, anzi il 19 ottobre lo
riceve e lo intrattiene a lungo in un incontro nel quale parla finalmente in
libertà29. Il padre Assistente Bernard de Gorostarzu si mostra addirittura
servizievole, il padre Henri Rondet lo aiuta a tradurre in buon latino alcune
osservazioni al testo della futura costituzione conciliare sulla Rivelazione30, il
fratello Stéphane Mouton lo aiuta a dattilografare i suoi testi. Il suo libro su
Teilhard31, pubblicato alla vigilia del Concilio, ha superato tanto la censura
della Compagnia che del Santo Ufficio. Molti padri conciliari si congratulano
con lui con il libro e perfino Leopold Senghor, presidente del Senegal, tesse

25 Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 69s.


Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 78s.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 82.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 26.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 1 19.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 102.
La pensée religieuse du père Teilhard de Chardin, Paris 1962.

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254 ELIO GUERRIERO

al papa l'elogio del gesuita scienz


lica» . Insomma padre de Lubac
clima di sfiducia che durava da 1
Compagnia e nella Chiesa. Anzi
riferimento, uno studioso e un t
contribuito a preparare quel clim
e trasmettere nei documenti in
que per sua scelta egli non entra
organizzarsi e di incidere in m
fecero padre Congar o mons. Ger
tà molto intensa. Scriveva il 18
trovo un solo momento per scriv
e qualche volta dormire. Sono pre
di quattro ore di seguito a san Pi
senza interesse; ci si lascia più o
per la posta in gioco»33. Guardan
svolto da de Lubac al concilio si
specifico fu quello di un padre s
avere dei suggerimenti, un cons
nali, vescovi ed esperti, ma anch
tura da episcopati continentali. A
abbastanza presto il gruppo dei t
ranza si trovarono poi a dettare
nell'interesse della grande tra
dell'universalità della Chiesa. Se
più di frequente fecero ricorso a
vescovi africani. Già il giorno do
a sant'Anselmo dove si riunisco
presso i Trinitari dove si riunisc
giorno il padre è avvicinato da
che egli parli ad una delle loro r
Baptiste Zoa, vescovo di Yaoun
vescovi africani di lingua frances
Madagascar in data 5 novembre 1
padre de Lubac che accetta l'in

32 Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 82.


Citato da L. Figoureux, Quaderni del
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 97.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 97.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 130.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 199.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 227.

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DE LUBAC AL VATICANO II 255

vescovi francesi invitano il padre de Lu


Congar è scontento del modo in cui lavora
che da quando è arrivato a Roma mons. Ga
ha ancora rivolto né la parola né un cenn
scrive a mons. Garrone lamentandosi del fa
no voler evitare gli esperti nominati dirett
- Un altro tratto caratteristico di de Luba
di stabilire, come scrive, «legami da ogni
cogliere le caratteristiche di una persona c
il suo ritratto del patriarca melchita Máxi
stoso, buono, con idee ben precise»43. A
cardinale Laurean Rugambwa del Tangan
portamento quasi ieratico, mani giunte, b
bile, l'aria semplice di un vero gran sign
sessioni successive, ecco due altri ritratti
tavolo di mons. Helder Camara, ausiliare d
fondamente evangelico, forse un po' super
mons. Gerard Philips, infaticabile tessitor
tuzione sulla Chiesa: «mons Philips fornisc
grafo; sottopone i propri dubbi, propon
chiaro e conciliante»46.

3. Seconda e terza sessione

Il passaggio dalla prima sessione alla seconda fu segnato da due eventi


riguardanti il concilio e padre de Lubac: a Giovanni XXIII deceduto il 3
giugno del 1963 successe Paolo VI. Il perito conciliare dovette rinunciare a
restare a Roma per la prima intersessione e per l'inizio della seconda sessione
a causa di un duplice intervento operatorio. I due eventi vennero collegati
dallo stesso de Lubac in un articolo per l'Osservatore Romano scritto qualche
mese prima della morte di Paolo VI: «Emergendo a malapena dalla fitta
nebbia in cui mi trattenevano le conseguenze di un doppio intervento chirur-
gico [...] percepisco queste due parole: "Montini [...] Paolo VI [...]". Nello
stesso istante, il lungo incubo svanisce. Ristabilisco il contatto con il reale.

39 Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 125.


Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 1 70.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 209.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 146.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 114.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 108.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 509.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 519.

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256 ELIO GUERRIERO

Ritorno alla luce, la vita risale


tutta la sua stima e il suo affe
saprà guidare a buon fine il
padre arriva a Roma il 27 ott
iniziata e prende alloggio alla
Savonarola scelta proprio per v
Il padre è visibilmente affatica
Due notizie, ambedue al marg
durante la seconda sessione. La
lium avvenuto in data 28 ot
l'impressione di de Lubac: «L'
asciutto, troppo "universitario
tifica"; i teologi forse si pre
riguarda, invece, l'annuncio,
dicembre 1963, del suo pros
resoconto de Lubac è visibilme
Ma io credo che diversi vescov
simbolica di questo gesto. Acc
esultano. P. Häring sogna già u
La terza sessione che si apre
all'opera un de Lubac rinfran
sedute conciliari ma a tutti g
Concilio. Anche i suoi riassunti
dovuto sia alla salute che al cli
ammiratore convinto di Paol
Ecclesiam suam la quale, a su
dialogante, di rivolgersi tanto
Padre de Lubac ne è contento,
lavori conciliari. Iniziando i re
mente questo spirito di ottimi
1964: «Giornata carica, fertile
dopo, il 28 settembre: «Giorno
sua visita al papa "ha superato
cordiale e fiducioso»50. La noti
vo schema sulla divina rivelazi
dei padri vicini al sant'Ufficio

47 L'articolo venne pubblicato su l'O


ne del XV anniversario dall'elezion
completo è riportato anche in Memori
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 50
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 5 1 1
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 59
amico di de Lubac fin dai tempi dell

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DE LUBAC AL VATICANO II 257

del padre si avverte anche in qualche osser


ottobre: «Da quando le uditrici vi hanno
chiamata "la scuola mista"»51. Novembre
difficile. Il padre assistente gli scrive che
stere per la traduzione italiana del libro su
Soprattutto dopo la metà del mese ha iniz
capitolo III della costituzione sulla chiesa. A
diventata ormai la minoranza conciliare erano convinti che alcune afferma-
zioni sulla collegialità episcopale rappresentassero un pericolo per il primato
del papa sancito al Vaticano I. A calmare il dissenso di questa minoranza e le
sue personali inquietudini Paolo VI intervenne facendo premettere al testo
della costituzione una nota esplicativa previa che dava ampie garanzie sul
mantenimento delle prerogative papali . In aula, tuttavia, le notizie arriva-
rono in ritardo e in modo confuso, dando l'impressione che i padri conciliari
venissero in pratica esautorati. Qui, come scrive L. Figoureux, si presenta un
piccolo mistero in quanto de Lubac presenta 2 versioni dell'accaduto molto
diverse tra di loro. In una lettera inviata al padre Bernard de Guibert in data
23 novembre 1964, egli non esita a manifestare tutta la sua delusione: «I
giorni 19, 20 e 21 novembre resteranno per molto tempo, temo, giorni di lutto
per la Chiesa. Non serve più a nulla indignarsi contro quel che bisogna pro-
prio chiamare un "atto di brigantaggio"» 4. Il testo riportato nei quaderni è,
invece, molto più cauto: «Si ha l'impressione che si tratti di una forzatura a
un passaggio obbligato. È troppo tardi per sporgere un reclamo o per chiedere
spiegazioni... Del resto, i più ragionevoli devono per forza vedere che l'inse-
rimento della Nota praevia non cambia nulla di essenziale»55. L'apparente
contraddizione si spiega con la distanza nel tempo del resoconto dei quaderni.
La lettera a p. Guibert venne inviata a caldo quando non si era al corrente né
del contenuto dell'intervento del papa né del motivo che l'aveva determinato.
Il resoconto sui Quaderni venne probabilmente rielaborato quando erano
diventati chiari i motivi all'origine della nota voluta da Paolo VI e la portata
della nota da lui richiesta. Non sembrano estranee a questa rivisitazione del
giudizio iniziale da una parte la benevolenza di Paolo VI che al teologo
mostra segni crescenti di apprezzamento e dall'altra la fiducia parimenti
crescente del padre verso il pontefice che nei punti più controversi si mostra
un uomo equilibrato che cerca di evitare le tensioni e di portare il concilio a
buon fine.

51 Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 697.


Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 702.
Cf., tra gli altri, R. Aubert, «Lo svolgimento del Concilio», cap. VI di M. Guasco -
E. Guerriero - F. Traniello, ed., La storia della Chiesa, XXV/1, Cinisello Balsamo 1994,
in particolare il paragrafo «la settimana nera», pp. 304-31 1.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), Introduzione, XXVII.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 760.

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258 ELIO GUERRIERO

4. Quarta sessione

La quarta sessione segna il defi


maggioranza conciliare. Fin d
agitazioni paraconciliari che lo
non ritenendo più valida la prop
di mutamento. Il 17 ottobre de Lubac ne scrive al cardinale canadese Paul
Emile Leger, così come scrive al confratello Rahner a proposito di uno scritto
di Schillebeeckx su «La Chiesa e il mondo»: «Se questo è l'orientamento di
Concilium, è meglio che io mi ritiri subito dal comitato direttivo»56. La
successiva spiegazione di Rahner non lo convince del tutto, gli fa comunque
rinviare la decisione57. Il 24 maggio del 1965, invece, scrive ancora una volta
al confratello pregandolo di comunicare la sua intenzione di ritirarsi senza
clamore dal comitato direttivo della rivista che, a suo avviso, si è messa al
servizio di una scuola estremista58. Venendo ora allo svolgimento della quarta
sessione, dopo la rapida approvazione della Dichiarazione sulla libertà reli-
giosa, si passò a discutere il cosiddetto schema 13 che poi diventerà la Costi-
tuzione Gaudium et spes. Vi lavora anche un vescovo polacco, mons. Karol
Wojtyla, con il quale de Lubac ha ormai un'intesa consolidata59. Benché
preparato in buona parte da padri ed esperti francesi, lo schema non piace a
de Lubac che fa sue le critiche avanzate dal cardinale Frings: «Bisogna
rivedere e mettere a punto le nozioni di popolo di Dio e di mondo»60, dietro le
quali si legge facilmente il pensiero del perito Joseph Ratzinger. Ed ecco,
dopo alcuni giorni, de Lubac mettersi d'accordo con il vescovo panamense, il
verbita Marcos Gregorio McGrath, per far invitare Ratzinger, «un teologo
tanto pacifico e benevolo quanto competente»61 nel gruppo di lavoro incari-
cato di rivedere il testo dello schema. Il dissenso di de Lubac si manifesta in
particolare il 28 settembre a proposito dell'intervento di mons. François
Marty, arcivescovo di Reims e fiituro arcivescovo di Parigi e cardinale. L'au-
tore de II dramma dell'umanesimo ateo è molto severo. Queste le sue
critiche: «dualismo tra aspirazioni umane e speranza cristiana; nessuna
comunicazione tra le due; nessuna influenza della seconda per fondare né
dirigere le prime; la speranza cristiana relegata nella profondità dell'anima
individuale»62. È tale la delusione del padre che qualche giorno decide di
affrontare il vescovo esponendogli tutte le sue perplessità. Non sembra che
mons. Marty si renda conto o sia d'accordo: «Non mi risponde nulla; prima di

56 Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 662.


Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 684.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 817.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 827; 834; 862; 872.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 838.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 854.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 844.

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DE LUBAC AL VATICANO II 259

lasciarmi andare, mi abbraccia»63. Attent


presta ugualmente attenzione a quanto
Francia, in particolare nella Compagnia. S
dello schema 13: «Oggi parecchi sacerdoti
tentati di aprirsi al mondo in maniera tal
mente, avendo visto un programma per
giovani della Compagnia, scrive a p. J
progetto: «Questo programma è un ten
conciliare [...] Nei mesi e negli anni a v
dell'opera conciliare sia studiato seriam
dogmatiche. Del resto il lavoro conciliare
generali sono una sequela noiosa di votazi
che mancano alla conclusione. In questo
inizio, Paolo VI fa di tutto per far sent
Giovedì 18 novembre 1965 egli è uno dei
papa che, dopo la Messa, salutandolo gl
[. . .] Spero vivamente di rivederla prima
del papa non era una mera frase di circos
arriva al padre l'invito a pranzare con
Oscar Cullman. Paolo VI si dimostra un
attento. I tre vengono ricevuti nello stud
prima del documento, elaborato dalla com
che abolisce la scomunica del 1054. Poi
ospiti a vedere la sua cappella privata, q
servito il pranzo. Al termine Paolo VI
biblioteca personale, quindi dice a de L
tempo libero, per un po' di lavoro seri
zione»67. Sono le battute finali. Il Conc
padre lascia Roma. Alla vigilia, tuttavi
l'opera di G. Baraúna sulla costituzione
tizza il suo pensiero «Io parlo del do
Giovanni XXIII e Paolo VI, della necessi
due grandi costituzioni dogmatiche»68.

63 Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 845.


Memoria (cf. nt. 1), 324s.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 894.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 883.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 899s.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 903.

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260 ELIO GUERRIERO

II. Il dopo Concilio

Al ritorno in patria, de Lubac si avvicina ai 70 anni. Di temperam


piuttosto melanconico vorrebbe passare gli anni che gli restano a me
ordine nei suoi libri, a completare qualche opera cui non ha potuto mett
mano69. Nello stesso tempo è un combattente che, avvertendo con ac
sofferta percezione il pericolo di quello che egli ritiene un travisamento
Concilio, si getta nella mischia a difesa del lavoro svolto con grande
zione e partecipazione dai padri conciliari guidati dallo Spirito Santo70. N
sua convinzione lo spirito conciliare non aleggia indefinito in conveg
assemblee di esperti, ma è contenuto nei principali documenti del Conci
costituzioni, in particolare quelle dogmatiche, sulla Chiesa e la Rivelazion
Egli viene anche chiamato a fare parte di alcuni organismi istituiti da P
VI per venire incontro a quanto era stato richiesto dai padri del Concilio
membro sia del segretariato per i non cristiani con lo scopo di favor
dialogo con le religioni; sia del segretariato per il dialogo con i non cred
De Lubac, tuttavia, ebbe presto l'impressione di non essere tenu
particolare considerazione71 e ben presto se ne distanziò. Anche la sua p
cipazione alla Commissione teologica internazionale, istituita da Paolo VI
1969, non si rivelò un'esperienza particolarmente significativa. Chiamat
gruppo dei 30 membri della prima commissione, padre de Lubac dop
anni diede le sue dimissioni, questa volta non in polemica ma per ragion
salute. Il papa, tuttavia, gli chiese di aver pazienza e di attendere il camb
previsto dopo un quinquennio72.

1. 1 libri

L'opera conciliare alla quale de Lubac era particolarmente legato


Révélation divine 73 che ebbe origine come contributo a un esteso comm
alla Dei Verbum. A de Lubac venne chiesto di commentare il proemi
capitolo primo. Scriveva il padre: «Mi sentivo abbastanza preparato per qu
lavoro, amavo questo testo, mi ero interessato da vicino alle vicissitudini
sua elaborazione»74. Di qui la risposta favorevole alla proposta e la r
stesura di un testo che resta uno dei capisaldi per la comprensione d

69 Un paragrafo dell'ultimo capitolo della Memoria intorno alle mie opere è dedicato
progetti non portati a termine». Cf. Memoria (cf. nt. 1), 371-375.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 851, dove de Lubac parla delle strettoie anguste ra
sentate dagli integralismi dei conservatori e dei progressisti attraverso le quali è costr
passare lo Spirito di Dio.
Memoria (cf. nt. 1), 331.
Memoria (cf. nt. 1), 339.
La révélation divine, Paris 1968.
Memoria (cf. nt. 1), 340.

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DE LUBAC AL VATICANO II 261

costituzione sulla rivelazione. Ateismo e


sviluppo di una conferenza tenuta dal p
concepirla come continuazione del suo Dra
do in rapporto l'avvenire dell'uomo con
sia i precedenti studi del padre sul sopran
della scienza e della vita. Un ulteriore colle
con la costituzione conciliare Gaudium
faticosamente elaborata dai padri conciliar
con i non credenti. Nell'edizione italiana de
insieme per ragioni pratiche76, ma anche p
tari. Il primo presenta la tradizione da cui d
traccia la via secondo la quale dobbiamo ori
Il padre non solo diede il suo assenso a que
scrisse anche una prefazione apposita nella
nel loro insieme complementari: «È tra loro
di cui il Concilio [...] ha giudicato opportu
mino della Chiesa nel nostro secolo»78. Altr
attribuiva grande importanza sono Para
Chiese particolari nella Chiesa universal
della Costituzione sulla Chiesa, con due ritr
Urs von Balthasar, amici di una vita. La
Chiesa universale sulle chiese locali o parti
Lubac, nella convinzione che la Chiesa c
Cristo ha sempre in sé una dimensione euc
simo è una vita. In esso noi siamo partoriti
è la Chiesa. Questo è il significato del min
una emanazione della comunità significa
Opere conciliari il padre considerava anche
chiamava i miei due gemelli80: Il mistero d
teologia moderna*1. Non solo perché, cres

75 Athéisme et sens de l'homme, Paris 1968.


Da soli i due testi avevano un numero di pagine
del piano.
H. de Lubac, La rivelazione divina e il senso dell
La rivelazione divina (cf. nt. 77), 2. In appendice
cardinal de Lubac.
79 Memoria (cf. nt. 1), 163.
80 Cf. Memoria (cf. nt. 1), 341 ss.
Le mystère du Surnaturel verme pubblicato in Francia da Aubier nel 1965; venne pubbli-
cato una prima volta in Italia dalla casa editrice II mulino nel 1968 e nuovamente dalla Jaca
Book nel 1978 nell'edizione dell'Opera Omnia.
Augustinisme et théologie moderne venne pubblicato la prima volta nel 1965. In Italia
venne pubblicato una prima volta dalla Società editrice II Mulino nel 1968 e 10 anni dopo dal-
la Jaca Book nell'edizione dell'Opera Omnia.

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262 ELIO GUERRIERO

Surnaturel come virgulti con gl


finalmente pubblicare nella loro
più egli vi vedeva a ragione una
particolare con la Dei Verbum
nobile del Vaticano II all'interno
sulla Chiesa e sulla liturgia e tut
la via nel nostro tempo, la Gaudi

2. Viaggio nel Concilio e dintorn

Nel 1983 de Lubac venne nom


diverse volte aveva manifestato l'intenzione di voler rendere onore ad uno dei
padri del rinnovamento teologico del XX secolo, bensì da Giovanni Paolo II,
il vescovo polacco verso il quale il padre non aveva lesinato gli elogi nel suo
diario. Aveva anche scritto la prefazione per la traduzione in francese del suo
libro Amore e responsabilità e aveva confidato agli amici: «Dopo Paolo VI, il
mio candidato è Wojtyla», aggiungendo semiserio: «Ma non ha nessuna
chance»83. Invece dopo il breve intervallo di Giovanni Paolo I proprio Woj-
tyla era diventato papa nel 1978 e nel 1983 aveva nominato cardinale il perito
conosciuto al Concilio. 2 anni dopo, nel 1985, ricorreva il ventesimo anni-
versario dalla conclusione del Vaticano II. Per l'occasione de Lubac rilasciò
una lunga intervista ad Angelo Scola, attuale arcivescovo di Milano e car-
dinale, accettando di ripercorrere insieme all'intervistatore gli anni del
Concilio, i risultati conseguiti e nuovamente quelle che egli aveva definito le
agitazioni paraconciliari. Sia in italiano che in francese l'intervista venne
pubblicata anche in volume84. Qui posso evidentemente accennare solo ai
tratti salienti.
-Il cristocentrismo della Lumen gentium. Contrariamente alle insistenze di
quanti sembravano orientati più alla sociologia che alla teologia per interpretare
la Lumen gentium, la costituzione sulla Chiesa, de Lubac ricorda che essa è un
testo fortemente strutturato al cui inizio vi è la Luce di Cristo. Paolo VI, ricorda
de Lubac, vi fece riferimento il 28 e 5 dicembre del 1963, all'inizio e alla con-
clusione del Vaticano II85. Inoltre il papa, recandosi pellegrino a Gerusalemme,
aveva voluto dimostrare che la Chiesa non è niente se non sta alla sequela di
Cristo, se non riflette la sua luce. Inoltre egli volle porsi nell'atteggiamento del

83 Memoria (cf. nt. 1), 454s.


L'intervista venne concessa nell'estate del 1985 e venne pubblicata per la prima volta
con il titolo Viaggio nel Concilio e dintorni come supplemento al n 10 della rivista «30
giorni». Successivamente l'opera tanto in Italia che in Francia venne pubblicata anche in
volume. Io preferisco citare dall'edizione francese, Entretien autour de Vatican II, Paris 1985,
che venne rivista accuratamente dal padre de Lubac, cf. l'Avertissement preposto all'edizione
francese, 5s.
H. de Lubac, Entretien (cf. nt. 84), 25.

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DE LUBAC AL VATICANO II 263

successore di Pietro ben evidenziato dal fa


fuori le Mura dove un grande Cristo si erg
sta piccolo, quasi schiacciato a terra davan
dovrebbero liberare il campo da ogni «secol
- Il superamento dell'estrinsecismo. Second
il superamento dell'estrinsecismo tra la vi
altre parole tra natura e soprannaturale, c
Come al solito, il cardinale si schernisce, p
cordo con Lei è che io mi trovo a mio agio
che possono vantare "un fondamento nella
può dire che il Concilio ha rotto con P"est
cattolicesimo moderno»87.
-La Dei Verbum e l'esegesi. La costitu
Scrittura ed è stata, in genere, ben accolt
mento sulla Bibbia e il primo capitolo, int
Cristo «il quale è insieme il mediatore e la
zione», «egli ne è la sorgente piena, la par
Scrittura sono l'unico sacro deposito»88.
-De Lubac, la Chiesa africana e la rivela
Quaderni del Concilio ho già avuto modo d
tra de Lubac e i padri africani. Questa vici
maggiore nell'intervista a Scola a proposit
da Paul Zoungrana, arcivescovo di Ouaga
si era interessato di questo intervento. La
del 1964 riceve la visita di un giovane sa
leggere il testo che l'arcivescovo vorrebbe
il primo ottobre, il vescovo africano fa il s
Quaderni: «Möns. Zoungrana a nome di
lodevole, ma potrebbe essere perfeziona
rivelazione stessa [...] Bell'intervento fatto
Nell'intervista il cardinale, ormai quasi
maggiore enfasi e lirismo: «L'intervento p
di Paul (Burkina) Zoungrana, arcivescov
vescovi d'Africa. «Fondamentalmente, e
rivelazione ch'egli porta [...] Dite al mo
Cristo. Bisogna che il volto bello del Crist
Quel giorno fu grande l'impressione ne

86 Entretien (cf. nt. 84), 25.


Entretien (cf. nt. 84), 28.
88 Entretien (cf. nt. 84), 48.
Quaderni del concilio (cf. nt. 6), 611s.
Entretien (cf. nt. 84), 5 1 .

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264 ELIO GUERRIERO

giorno la Chiesa d'Africa svol


Evidentemente il cardinale quas
paterna benevolenza verso que
lui si erano rivolti fiduciosi nel
- Le agitazioni paraconciliari e
intervista il cardinale ritorna a
conservatori e ai progressisti, a
quanti non smettono di sognar
nostra Chiesa, nelle sue miser
ciascuno di noi come nell'immenso reticolo delle sue santità nascoste. Amo
questa grande Chiesa nella quale, come diceva san Gregorio Magno, unus
portatur ab altero, ciascuno è sostenuto dall'altro»92.
I tre testi che ho succintamente esaminato mostrano a sufficienza che il
rapporto di de Lubac con il Vaticano II durò a lungo nel tempo. Inaspettata-
mente chiamato a Roma, egli mise a disposizione dei padri conciliari la sua
saggezza umana, la sua grande competenza teologica, l'amore alla tradizione e
alla Chiesa. Nella fase di preparazione, come già gli era capitato nel precedente
decennio in Francia, ebbe a lottare non solo per la sua opera, ma per il meglio
della tradizione cattolica, per abbattere le mura fittizie e recenti di una natura
umana in se rinchiusa e immiserita. Durante le sessioni conciliari, come risulta
dai Quaderni, il padre gesuita non diede, come Yves Congar93, un contributo
decisivo «per elaborare e diffondere le idee che il Concilio ha consacrato».
Come era richiesto ai periti, invece, egli si mise a disposizione dei padri
aiutandoli a entrare nello spirito della grande tradizione, a far proprio l'animo
cattolico. Divenne così un consigliere prezioso in particolare per i padri delle
giovani chiese. Scriveva di lui Hans Urs von Balthasar: «Lo Spirito, così lei ci
ha insegnato, può unire molto di più di quanto noi abitualmente riteniamo. Non
è solo (fino alla tarda età) lo Spirito di un entusiastico fuoco giovanile, ma
contemporaneamente lo Spirito della precisione e della minuziosa diligenza»94.
Quest'ultima è presente anche nei Quaderni del Concilio che, a prima vista, si
presentano come gli appunti di un buon allievo desideroso di trasmettere tutto
quanto riesce a comprendere. Si intuisce poi l'animo dell'umanista capace di
cogliere il bello intorno a sé, l'accortezza di chi è attento a tutte le manife-
stazioni della vita della Chiesa. Vi è poi la sensibilità del grande teologo che,
come aveva fatto nei quattro volumi dell 'Esegesi medievale, attraverso tutti i
frammenti è in grado di cogliere la magnificenza della tradizione e di contribuire
alla sua trasmissione. Da ultimo vi è l'amore tenero del testimone il quale, come
sottolineava Paolo VI a lui legato da profonda amicizia e devozione, sa che

91 Entretien (cf. nt. 84), 51.


92 Entretien (cf. nt. 84), 104.
93 Y. Congar, Diario del Concilio, II, Cinisello Balsamo 2005, 426.
H. Urs von Balthasar, Il padre Henri de Lubac, Milano 1978, ls.

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DE LUBAC AL VATICANO II 265

ultimamente la rivelazione è una persona, ha i


Per temperamento e per le vicende della v
piuttosto melanconico. Questo tuttavia
rivoltogli da Giovanni Paolo H: «Noi abbiam
sempre e siamo e saremo contenti»95.

Allegato

Parigi, 23 novembr

Caro signor Guerriero,


il padre Haubtmann96 mi ha scritto da Roma
prossimo volume deWOpera Omnia. È un'o
Ateismo e senso dell'uomo stanno molto bene insieme. I due testi sono ambedue dei
commenti del Vaticano II. È questo che li accomuna. Bisognerà mettere all'inizio La
Rivelazione perché, secondo logica, Dei Verbum è la prima delle costituzioni
conciliari, a seguire Ateismo e senso dell ' uomo perché Gaudium et Spes è l'ultima.
Ecco alcune indicazioni pratiche per quanto mi è possibile dalla mia stanza
d'ospedale dove non ho né libri né carta.

1 .La rivelazione. La traduzione va fatta a partire dal testo del 1983 (se non ce l'ha
me lo faccia sapere, gliene faccio inviare subito una copia). Il testo è seguito da alcuni
brevi allegati che vanno ugualmente tradotti. Bisognerà invece eliminare le tre pagine
che sono state messe per errore all'inizio del libro; è un doppione perché queste
pagine fanno parte di un allegato.
2. Ateismo e senso dell'uomo. Non abbia fretta per la traduzione. Prima le farò avere
un esemplare rivisto o almeno delle piccole aggiunte. (Mi faccia anche sapere se ha
l'opera).
Avrei anche intenzione di scrivere una o due pagine per spiegare il tenore
dell'opera e il suo carattere di commento. Per quanto è nelle mie possibilità gliele
invierò il più presto possibile.
Ho qualche speranza di ritornare a rue de Grenelle 42 per Natale.
Farò tutto il possibile per seguire ancora da vicino la sua bella impresa e farle
giungere tutte le indicazioni necessarie. Fin da ora riceva i miei auguri di Natale per
Lei, la signora Guerriero, i vostri figli, i suoi lavori.
Con profonda amicizia
Henri card. De Lubac
Lei mi può sempre scrivere a rue de Grenelle 42. La posta mi viene portata.

95 Cf. Memoria (cf. nt. 1), 455.


Per un certo periodo il confratello, padre Haubtmann, aiutò il cardinale de Lubac nella
corrispondenza. Di solito io scrivevo a Parigi, all'indirizzo di rue de Grenelle 42, dove risie-
devano tanto il cardinale che il suo confratello. Nell'occasione, tuttavia, il padre Haubtmann,
in viaggio a Roma, dalla capitale italiana scrisse al suo confratello, ricoverato in ospedale a
Lione, mettendolo al corrente del contenuto della mia lettera.

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266 ELIO GUERRIERO

via dei Cappuccini Elio Guerriero


18
20900 Monza MB (Italia)
E-mail: elio.guerriero@gmail.com

RIASSUNTO

L'articolo prende in esame tre testi nei quali de Lubac racconta della sua par
cipazione al Vaticano II: Memoria intorno alle mie opere , Quaderni del Con
Viaggio intorno al concilio e dintorni. Questi testi evidenziano l'importanza de
pera di de Lubac nello sviluppo dei temi che più tardi vennero discussi al Vati
Durante le sessioni stesse, de Lubac non svolse un ruolo particolarmente
nell'elaborazione dei documenti. Scelse, invece, per sé il delicato compito di lav
con i vescovi delle giovani chiese, in particolare quelli provenienti dall'Africa.
il concilio, infine, applicò la sua sapienza nella difesa delle due principali costi
dogmatiche, sulla Chiesa e sulla Divina Rivelazione. Ambedue questi docum
sono caratterizzati, per de Lubac, dalla centralità di Cristo la cui splendente bell
cristiani sono chiamati ad assimilare

Parole chiave : Vaticano II, Fase preparatoria, Sessioni conciliari, costituzioni


dogmatiche, Costituzione sulla Chiesa, Costituzione sulla divina rivelazione, giovani
chiese, Paolo VI, Compagnia di Gesù, agitazioni conciliari, Cristo e la rivelazione

ABSTRACT

The article considers three texts in which de Lubac describes his participa
the Vatican II: Memoria intorno alle mie opere , Quaderni del Concilio,
intorno al Concilio e dintorni. These documents reveal de Lubacs importance
development of the themes which were later debated to the Council. During
sessions themselves, de Lubac was not particularly involved with the elabora
the documents. He chose, instead, the delicate task of working with the
coming from the young Churches, particularly those from Africa. Later, af
Council, his wisdom further emerged in the defence of the two major dogm
Constitutions on the Church and on Divine Revelation. Both reveal the centr
Christ whose splendour and beauty Christians are called to make their own.

Keywords'. Vatican II, Preparation time, Dogmatic Constitutions, Conciliar se


Constitution on the Church, Constitution on Divine revelation, Young churche
VI, Company of Jesus, Christ and Revelation, Conciliar controversies

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