DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
AI
E PIÙ* CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, GRADI DELLA GERARCHIA
AI VARII
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
VOL. LXXVII.
IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLVI.
La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
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TOL TOL
A OLOMEI Gio. Battista, Cardina- dio delle lingue orientali, delle quali di-
le Di Pistoia e oriundo sanese, nacque in venne pubblico professore, giungendo col
Gamberaia, feudo di sua famiglia, che fu lem pò ad a ver pei fetta notizia di 9 diversi
assai nobile e distinta, imperocché appren- idiomi, per lo che fornito di tante cogni-
do da Novaes,cheil ramo di essa trapian- zioni non gli riuscì difficile l'interpretare
tato in Pistoia lo fu da Tolomeo figlio di l'antico Testamento a infinita moltitudi-
Beatrice, già convertito da s. Caterina di ne di scolari, che concorrevano a udirlo.
Siena, e morto santamente nell'ordine do- Esseudostato improvvisamente destinato
menicano neh 4o6; contandosi dell'illu- alla cattedra di filosofia nel collegio ro-
stre prosapia fino a 20 col titolo di beato, mano, compito il corso, fu obbligato di
e di questi 1 5 furono domenicani. Da due pubblicar colle stampe le sue lezioni, che
donne Toloraei uscirono cardiuali Gian-
i poi con aggiunte si ristamparono in Ger-
Vincenzo Caraffa e Anselmo Manali. Fatti mania, e commendate dall'accademia di
i primi studi in Firenze, si trasferì a Pisa Lipsia nel 1608. Eletto rettore del colle-
per applicarsi nell'uuiversità alle scieuze gio romano, non già con severità, ma con
legali. Ivi prese l'uso di passare veglian- mansuetudine, piacevolezza ed esempi di
do talvolta le intere notti, applicato al- vita edificante, resse e governò da lui di- i
l'orazione e allo studio, costume che poi pendenti. Accrebbe notabilmente il famo-
tenne per tutto il corso distia vita. Quan- so museo Kircheriano, e l'insigne e cele-
tunque tra 'suoi fratelli fosse ili .',non per bre biblioteca di quel collegio, il qualear-
tanto sentendosi chiamaioa vita religiosa, rtochì d'un indice copiosissimo, in cui non
supplicò padre a dargliene il permesso,
il solo i titoli de'libri, ma le materie checou-
quale però non potè giammai ottenere. Do- lengono furono esposte con brevità ed e-
po la inni ledi esso subito fu ammesso nel- rudizioue. Nel capitolo generale del suo
la compagnia di Gesù, dove libero da qua- ordine, impetrò dal Papa un breve, in
lunque molestia, potè applicarsi allo stu- Virtù del quale veniva esentato dall'ad-
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dossarsi il corico di generale, in caso che spedali.Per lo spazio di r4 anni in cui fa
sopra di lui fosse caduta l'elezione; tanto cardinale, non uscì mai di casa per pas-
pitidie essendo procuratoregenerale non seggiare o ricrearsi, essendo per l'altra
eia molto difficile che avvenisse quanto parte diligenlissimo nell'inlervenire alle
egli andava prognosticando. Clemeute XI cappelle, a'eoncistori e alle congregazioni
successivamente lo dichiarò consultore cui apparteneva. Finalmente dopo essersi
de' riti, dell'indice e dell'indulgenze, ed trovato presente all'elezioni d'Innocenzo
esaminatore de'vescovi,indiin premio di XIII e Benedetto XIII, di cui fu princi-
sua integrità, dottrina e fatiche tollerate pale promotore e persuase accettare, per
a vantaggio della santa Sede, a' 3o gen- quanto notai nel voi. LVII, p. 3 i4, sor-
naio 7 1
1 3 all'improvviso lo creò cardina- preso da grave malattia, in cui fu visitato
le prete di s. Pietro Molitorio. Assisteva il dal Papa, rese tranquillamente Io spirito
p. Tolomei nel collegio germanico, di cui al Creatore in Roma sul cominciare del
era rettore, ad una conclusione di teolo- 1726, tra le lagrime de'suoi correligiosi,
gia, allorquando ricevè la notizia di sua in età di 73 anni, e fu sepolto nella chiesa
promozione alla porpora, e non volle in di s. Ignazio presso l'altare maggiore, sot-
modo alcuno che rimanesse interrotta (al- to nitida e marmorea lapide, ornata del
tro simile esempio lo narrai nella bio- suo slemma gentilizio e di magnifico elo-
grafia del cisterciense cardinal Giambat- gio. Diluì non abbiamo stampato che il ri-
tista Gabrielli). Affollato quindi da im- cordato corso di filosofia, nel quale si cono-
mensa turba di personaggi, venuti a con- sce l'uomo grande, e malcontento del ran-
gratularsi con lui, si nascose in solitaria cido filosofare peripatetico. La sua gran-
cella, tristo e addolorato del suo destino, de opera d'aggiunte alle Controversie dei
senza voler ammettere persona alla sua gesuita cardinal Bellarmino restò inedita
presenza. Scrisse a Clemente XI dotta ed con raro esempio di religiosa umiltà e ub-
ossequiosa lettera, per indurlo ad accet- bidienza, mentre essendo cardinale eragli
tar la rinunzia che faceva della conferi- agevole superar gli ostacoli frapposti alla
tagli dignità. Il Papa anziché smontare stampa da'revisori quand'era semplice re-
dalla presa determinazione, per mezzo del ligioso. L'Eggs crede, che superiori l'a- i
cardinal Fabroni suo concittadino l'ob- vessero in vitatoa continuar g\\ Annali del
bligò con preciso comando e precetto Baronio, e che lo eseguì arrivando a'suoi
d' ubbidienza ad accettarla, e lo ascrisse tempi. Di lui abbiamo I' Elogio storico
a
alle congregazioni del s. uffizio, del con- che gli feceil gesuita p. Pier M. Salomo-
cilio ede'riti, valendosi dell'opera sua nel- ni, inserito nel Giornale tVItalia t. 37,
la condanna delle proposizioni diQuesnel- par. 1, art. 1, e poi con sue aggiunte del-
Io. Nella nuova dignità ritenne lo stesso l'autore fu ripubblicato dal Zaccaria nel-
anteriore metodo di vita privata e reli- la Biìdioteca Pistoiese.
giosa, contento di due sole stanze nel col- TOLONE oTOULON, Tolonium.
legio romano, dalle quali allorché la ne- Città vescoviledi Francia nella bassa Pro-
cessità o la convenienza lo richiedeva, per venza, grande e ben fortificata, con porto,
mezzo d' un ponte passava nel contiguo nel dipartimento del Varo, capoluogo di
palazzo, che avea preso per comodo della circondario e di due cantoni , in riva al
famiglia. Contento di mediocre rendita, Mediterraneo, in fondo a una doppia ra-
ne ricusò una maggiore, e colla parsimo- da, una delle più sicure di detto mare ,
nia del vitto, che avea dello straordina- disiatile 10 leghe da Marsiglia, 16 da Aix,
rio e incredibile, si trovò in istalo di sov- e 207 da Parigi. L questo il 2. porto di
venire i poveri con larghe e frequenti li- Francia per la marineria dello slato, ed
mosinc, visitandoli sovente ne' pubblici il capoluogo del 5° circondario marini-
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roo; residenza d' un prefetto marittimo, pò di Battaglia, circondata da belle pian-
d'un commissario generale, di 5 commis- tagioni d'olmi e platani, decorata da nu-
sari ordinari e d'8 sotto-commissari di ma- merosi caffè,e sulla quale sorge il bel palaz-
rineria, e di altre autorità marittime e ter- zo dell'intendenza della marineria. Spar-
restri.Sede di tribunali dal' istanza, di se in tutte le parti della città circa ifio fon-
marineria e di commercio ; residenza di tane rinfrescano l'atmosfera e convoglia-
molli consoli stranieri. Esposta al sud, è no al mare le ini mondizie, attesoché la na-
al nord coperta dall'alta montagna nu- tura del suolo si oppone all'escavo di cloa-
da e spelata di Pharon, la quale pel ri- che sotterranee: si fauno rimarcare tra le
verbero del sole contribuisce a rendervi altre quella della piazza del Fieno, quella
nell'estate il clima d'un calore quasi in- del Porto decorata da una piramide sor-
sopportabile. E" cinta d'una muraglia in- montata da un busto di Giano; la fontana
stionata, presso la quale estendesi dalla di Provenza sulla piazza dell'Olio, ornata
parte nord il recinto murato detto Cam- d'una statua di donna, opera di Fozzati,e
po trincerato di s. Anna; gran numero d'o- l'altra della piazza di s. Rocco. Niente più
pere di fortificazione isolate stando ripar- imponente della vista del porlo di Tolo-
tite davanti la sua cinta, in tutta la cir- ne, sempre zeppo di navi di tutte le gran-
conferenza, co'fuochi così bene combina- dezze: distinguesi in porto vecchio all'est,
ti,die presentemente considerasi questa ed in porto nuovo all'ovest, che tra essi
piazza come insuperabile; all'est sono i comunicano; ciascuno con un ingresso sul-
fortiPharon, della Croce di Pharon. d'Ar- la rada sì angusto che non può passarvi
tigues, s. Caterina della Malgue, s. Luigi più d'una nave alla volta; ed due moli i
e della Torre Grossa; all'ovest quelli del che dal mare li separano, sono stati co-
Grande e del Piccolo s.Antonio, Malbous- minciati sotto Enrico IV nel jt) e ter- i {.,
ciala olire un colonnato di gradevole ef- Questa città credesi generalmente fon-
fetto. Vi è il palazzo vescovile, quello della dala (\<\ una colonia romana e trae il no-
jagione alquanto piccolo,l'aisenaledi ter- me da Telo Mar lius , generale romano
ra che occupa l'aulico monastero di s. Or- che vi si stabili, secondo l'itinerario d'An-
sola, l'ospedale militare e due ospizi civili, toninOjOwerodal nome d'un tribuno mi
uno de'quali pe'trovatelIi,il vasto spedale litare che vi condusse una colonia roma-
della marineria che contiene l'osservato* na. Fu restaurata da Tolumno goto, do-
i io donde si gode di magnifica vista sulla po danni recatile da Teodorico re de'
i
città e dinlorni; un museo di storia na- goti. Fu pur chiamata Tclo/iiu/n, Tulcu-
turale ricchissimo, e una bella biblioteca li/uim, Tuuroetum. ÀI principio del seco-
di medicina, monte di pietà, cassa di ri- lo V i romani vi aveano una gran fabbri-
sparmio, borsa di commercio, sala pegli ca di tintoria in porpora. I saraceni la de-
spettacoli, parecchi bagni e altri stabili- vastarono più volte, nondimeno risorse
menti pubblici di piacere e d'utilità che dalle sue rovine, ma fu nuovamente per-
non trovami se non nelle città grandi. Di cossa nel il 76 e 1 197 da' pirati africani.
più sono vi il bel collegio comunale, la bi- Luigi XII per proteggerla contro le incur-
blioteca pubblica di circa i o,ooo volumi, sioni de'pirati fece costruire la torre Gros-
la scuola d'artiglieria della marineria, il sa, che terminò Francesco I. Neh 536 il
possi iu si straordinario modo. Dal porto na, Tolonenses Episcopi et Domini, per-
di questa città salparono le spedizioni del- chè un tempo la signoreggiarono, è regi-
l'Egitto nel 7g8,diMorea nel 1 827, d'Al-
1 strato peri." vescovo s. Pietro de Alma-
geri neh83o, e d'Ancona neh 832, oltre narra; nel 43 is. Onoralo, di cui fece men-
altre più recenti e per la Crimea. Toloue zione s. Leone I nella lettera scritta in ita-
ha di sovente sofferto danui dalla peste, liano a' vescovi delle Gallie. Gli successe
segnatamente ne' secoli XV e XVII; ne s. Cipriano costituito vescovo di Tolone
subì pure una nel 1720 che fu terribile, das. Cesario d'Arles verso il 5i6,beneme-
ma poi di quel tempo le prese misure sa- rito anche contro 1' arianesimo introdot-
nitarie hanno schivato il flagello, senza e- to nella Provenza da'goti, e per quanto
v ita re quello del cholera. Tolone che nel operò ue'coucilii: scrisse la vita di s. Cesa-
18 5 contava soli 3o,ooo abitanti, pre-
1 rio, di cui ni discepolo, morì nella metà del
re uè' 3 arsenali trasformazioni e miglio- a' 1 5 ottobre intervenne alla solenne cou-
ramenti di rilievo. Senza la forza del va- s «grazione della chiesa dell'abbazia di s.
pore ^è orinai
cosa nota e accettata) sa- Vittore di Marsiglia: e v'intervenne an-
rebbe sluto impossibile muover guerra al- cora il Papa Benedetto IX, probabilmen-
la Russia, colosso del nord, e vincerlo. A te per la stima che godeva l'abbate s. I
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sarno. Tra'principi secolari che vi furono cappuccini e neh 609 minimi, restau-
i
pella della ss. Trinità, restaurò l'episco- che mg.' Alessio Casimiro Giuseppe Wi-
pio neh 5o4, e intervenne al conciliabolo cart, diMeteren arcidiocesi di Cambray,
di Pisa, e poi al concilio generale di Lu- i.° vicario generale di essa e professore
terano V. Nel 1 5 1 8 il cardinal Nicola Fie- di quel seminario, da Gregorio XVI fatto
schi, cui successe neh 524 '' cardinal A- vescovo nel concistoro de'24 aprile 1 845,
goslino Trhndzi, al cui nipote Antonio era stato autorizzato ad aggiungere al suo
2Yivulzine\ 1 528 fu data la sede in com- titolo di vescovo di Frejus, quello di ve-
menda e amministrazione, poi cardinale. scovo di Tolone, e a'6 ottobre 1 853 prese
Neh 564 Girolamo della Rovere, elevato possesso del palazzo episcopale a lui pre-
al cardinalato da Sisto V. Fr. Tommaso parato dalla città di Tolone. Il suo ingres-
Giacobelli piemontese domenicano, au- so ebbe luogo con grande applauso, al suo-
tore d'opere. Egidio de Septres d'Avigno- no delle campane, e fu il vescovo ricevuto
ne nobilitò l'altare maggiore e nella cap- dal clero, dalle autorità e da immeuso ,
pella di s. Cipriano trasportò le sue reli- popolo accorso ad incontrarlo. Nel conci-
quie, introducendo in Tolone nel 1 60G i storo de'28 settembre 1 855 i\ prelato fu
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nuova sede vescovile eli La-
trasferito alla le; all'ovest è disgiunta dal sobborgo s.
vai, dichiarata suffraganea di Toursj ed Cipriano per mezzo della Garonna. Que-
in sua vece il Papa Pio IX nel concisto- sta città, senza sobborghi è di figura
i ,
seminario e canonico della cattedrale pa- tempo non erano che muri di cinta, a po-
tria. co a poco che si andarono abbattendo, fu-
TOLOS.Vo TOULOUSE ( Tolosan). rono da fabbricati nuovi e di
sostituiti
Città con residenza arcivescovile di Fi an- buon gusto. Da' primi del corrente se-
cia, antica. grande e celebre capitale della colo la città si è progressivamente mol-
Liuguadoca, ed al presente capoluogo del- to abbellita, sia nelle abitazioni, sia nelle
l'Alta Carotina, di circondario e di4 can- strade, ed anche le piazze sono più nu-
toni, a 5olegheda Bordeaux. 4 "da Mont- merose, nuove belle e regolari, le an-
le
pellier ei5o da Parigi. Giace in vasta e tiche grandemente migliorate. Questa cit-
bella pianura, sulla sponda destra della tà mancava di fontane pubbliche, e tutte
Garonna, chela divide in due parti ine- le piazze ne sono attualmente adorne, e
guali e vi forma una lieve incurvatura e più di 100 pilastrini a fontana, non privi
parecchie isole, una delle quali, quella di di eleganza, lavano giorno e notte le stra-
tre capoluogo e quartiere generale della rivoluzioni. Da questa piazza una via lar-
io.' divisione militare, e centro della 1 2/ ga e bella mena
alla piazza quadrata del
conservazione boschi va; ha uua corte im- Campidoglio, della quale solo due lati an-
periale, la cui giurisdizione si estende sui ni addietro erano bene edificati, onde sarà
dipartimenti de ll'Ariège,deH'Alta Garon- ed 4 angoli sono de-
stata perfezionata; i
posa iscrizione latina a lettere d'oro; os- Agostino, e fu secolarizzato neh 524 d a
servasi pure in alti a sala la statua in mar- ClementeVII.Era composto del preposto,
ino bianco di Clemenza Isaura, fondatri- di 5 arcidiaconi, di 24 canonici, uno dei
ce de'Giuochi Floreali; e questo slesso e- quali era cancelliere della chiesa e dell'u-
difÌ7Ìo contiene la sala pegli spettacoli, be- niversità , e di molli altri benefiziati. Il
nissituoornata. I magistrati della città an- preposto, scelto sempre dal grembo dei
ticamente chiamavausi capitonls in fran- canonici, veniva eletto a pluralità di voti.
cese, ovvero capilularìi , eapitulares, o Avea giurisdizione immediata su tulio il
domìni de capitulo in latino, dal vocabo- capitolo, il quale era esente dall'ordina-
lo capitolimi, capitolo, assemblea, riunio- rio. Quando ufficiava portava il bastone
ne, e che espritnevasi colla parola capital pastorale, ed era assistilo all'altare da 4
Iteli' antico linguaggio del paese. Questi canonici. Quando andava in processione
mente ardita, il pnlpiloè rimarcabile per tore Romano deli 852.» Il 3i maggio la
la sua vetustà, e non venne mai cambiato città sì eminentemente cattolica di Tolo-
per rispetto agl'illustri predicatori chesa- sa, avea la sorte di vedere riaperta l'au-
luono su di esso, quali furono il b. Rober- lica chiesa de'minimi, il giornodella chiu-
to d'Arbrisselles istitutore della congre- sura del mese Mariano. I tolosani sperano
gaz\oneà\Font-Evrault, s. Bernardo dot- che si farà altrettanto dell'antiche chiese
tore della Chiesa, s. Domenico fondatore de'franeescaniede'domenicani". Aggiun-
dell'ordine de' Predicatori, s. Antonio di gerò, che infatti i domenicani ripristinali
J'adova e Vincenzo Ferreri. Nella tor-
s. in Francia dal benemerito p. La Cordai-
re campanaria era la famosa campana re, aprirono anche in Tolosa un conven-
dell'arcivescovo Cnrdaillac, del peso di to ed una chiesa, che ambedue sono co-
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e nuove, quantunque abbiano dato gli essendo regolare di s. Agostinofu nel 1 526
il nome vecchio, chiamandolo convento secolarizzato da Clemente VII. Avea il
e chiesa di s. Romano. Di più trovo nel diritto d'usare tutti gli ornamenti vesco-
Giornale Romano del 853 a p. 858, di 1 vili, e benediceva il popolo nella sua chie-
chefeoi parola a Sorella.» Un nuovo sta- sa. Era conigliere a) parlamento di To-
sistere le povere vecchie, col prodotto del- mano de' domenicani era assai rimarca-
l'elemosine che esse ricavano dalla que- bile, come il più antico e i.° dell'ordine
stua che giornalmente fanno da una casa (pel narrato a Predicatori), e per esser-
all'altra onde ali meri tare queste in felici lo- vi slato deposto in una bellissima cappel-
ro protette". Inoltre 874-' Il si dice a p. la della chiesa di s. Sernin il corpo del
provinciale de' cappuccini ha comprato dottores. Tommaso d' Aquino {V!), den-
uu vasto terreno nel sobborgo s. Cipria- ti oa un superbo mausoleo a 4 faccie,meu-
no, per stabilirvi un convento del suo or- tre la sua testa fu posta nella sagrestia in
dine. In Tolosa si prepara un couvenlo busto d'argento dorato, esponendosi alla
anche pe'padri domenicani". Anticamen- venerazionede'fedeli nel dì della sua festa.
te in Tolosa eiauvi 26 comunità religio- Questionatoli s. Corpo, per sentenza d'Ur-
se di uomini e circa 1 6 di religiose. Mar- inino V neh 368 fu aggiudicato a questo
ra Cancellieri ne' Possessi, che il guardia- convento, ricevuto dalla città colla più
no de'conventuali di Tolosa, appena sep- gran solennità e immenso concorso di per-
pe la morte di Clemente XIV, scrisse di sone, oltre il duca d'Angiò fratello del re
voler mandare a Roma della terra del ci- Carlo V, gli arcivescovi di Tolosa e di
ìniterio del suo convento, atta a conser- Narbona, molli vescovi, abbati e signori.
vare i cadaveri. La collegiata di s. Ser- Ora mi occorre qui fare una breve di-
nin (o s. Saturnino martire e i. "vescovo di gressione sopra le reliquie di s Tomma-
Tolosa), avea un abbate secolare, ed era so d'Aquino, splendore dell'inclito ordi-
la più distinta della metropoli, composta ne domenicano, e da s. Pio V dichiara-
di 24 canonici, senza il basso coro. La sua to 5.° dottori' della chiesa latina, colla
chiesa celebre, antica e parrocchiale, ia bolla Mirabilis DeiiSjdeW 1 aprile 1 367. 1
tazioni che i frati predicatori avrebbero dottrinari aveano in Tolosa pubbliche bi-
avute da varie parli, scelse egli la chie- blioteche, ed i gesuiti 6 case. Era vi una u-
sa di Tolosa, dicendo al p. generale del- ni versila eretta da Papa Gregorio IX, per
l'ordine nella corrispondente bolla queste l'istanze del re s. Luigi IX: i suoi profes-
parole. Ut
eripiam de iinportunitate
le sori venivano tumulati coli' anello, coi
Itine inde sollicitantiuni ipsemet eligo in gnauli, la spada e gli speroni dorati. Un
locwn prò dicto saneto eorpore Eeele- tempo vi fu uncollegioper la missione di-
siani vestii conventus Tolosani... quia ibi pendente dalla congregazione di propa-
est universitas nova in theologia quarti ganda fide, fondato da un cappuccino i-
volo /andari in solida et firma doc tri- beruese, che col fine d'averne ecclesiasti-
na può vedere il dome-
illius Saneti. Si ci ne avea istituito altro a Bordeaux: fu
nicano p. Antouio Touron (biografo pu- dotato dal magistrato di Tolosa, ammi-
re di s. Domenico e degli uomini illustri nistrando le rendite il rettore e i provve-
innumerabili dell'ordine), Pie des. Tho- ditori. 1 16 alunni aveano l'obbligo di f ir-
mas, Paris 1737, a p. 344* uoa c ie a '* ^ '' si sacerdoti, e studiavano nell'università
tro domenicano p. Guglielmo de Tocco, l'alte scienze. Nelle biografie de' seguenti
Vita d. Thomae de Aquino, presso i ci- cardinali notai i collegi fondati nella loro
te indigene de'Pirenei, e nel qualesi fan- Giuochi Floreali o della Dea Flora, che
no corsi di botanica. All'estremità meri- conta più di 5 secoli d'esistenza, e la cui
dionale dell'isola di Tounis, sono le rui- fondazione si attribuisce a quella celebre
ne del castello Naibonese, antica citta- Clemenza Isaura che l'avrebbe riccamen-
della de'ie di Francia e de'conti di To- te dotata ma dispiace che non si vada
,
losa, e colà presso sorge un altro bel mu> d'accordo sul tempo in cui abbia vissuto,
lino, rivale di quello dei Basacle; alquan- alcuni riportaudoue al 1 220. l'istituzione
to inferiormente alla della i^.la è pon- il accademica, altri la ritardanoal 1 323; co-
te sulla Garonna , che fa comunicare la munque sia, l'accademia distribuisce se- i
città col sobborgo di s. Cipriano, ponte di guenti premi: pel una viola d'ora, pel
1
.°
beila esecuzione e costruito «sotto Luigi 2. una rosa selvatica pur d'oro, pel 3." un
KW sopra disegno di Soulbon, con
,
7 fiore-arancio dello stesso metallo. Tutti i
archi di varie grandezze, largoia tese o poeti francesi hanno diritto di concorrer-
pertiche e 35 lungo, e che dalla parte del
1 vi , e parecchi fra' più celebri vi furono
sobborgo termina con una porta ad arco coronati. Vi sono inoli re, l'accademia del-
5
14 TOL TOL
le scienze, iscrizioni e belle lettere; l'acca- all'ospizio, maiolica, porcellana, terra da
demia di pittura, scultura e architettura; pipe, manifattura regia di tabacchi, fila
ilcollegio regio, la scuola secondaria di toi, concie di pelli, birrerie, corderie, fab-
medicina echirurgia, la scuola d'ai ti e me- briche di misure ee.Numerose sono le tipo-
slieri, quella speciale di disegno , scuole grafie e i fondachi de'librai: il già proprie-
regie d'equitazione, di musica e di canto, tario d'uno di essi, il eh. Agostino Mana-
un eorso di geometria e meccanica appli- vit tolosauOjio lo chiamerò l'^Zf/o^i To-
cale alle arti, altre di fisica sperimentale, /o.srule'nostri giorni. Saggio, eruditissimo
di chimica e d'ostetricia all'Ilòtel-Dieu ; e pio scrittore, gli dichiarai la mia am-
società di medicina, delle belle arti, d'a- mirazione e riconoscenza nel voi. LXIV,
gricoltura e di carità materna; una socie- p. 32 1, per la traduzione delle mie Cap*
tà biblica ausiliaria protestante, ed una pelle Pontificie^ per quantoeg regiamen-
di prestito gratuito sopra pegno; e due hi te scrisse d'un Gregorio XVI e d'uu car-
bliolechepubb!iche,unadi piùche3o,ooo dinal Mezzofanti, e qui solennemente gli
volumi, e l'altra supera i 24,000: quella rinnovo miei omaggi,con particolare sod-
i
del collegioconlenendo, tra altri mss. pre- disfazione dell'ani mo, sebhene egli sia pas-
ziosi, le Ore di Carlo Magno, quelle del- sato a miglior vita nel declinar deli 855,
la regina di Bretagna, un' Apocalisse tra- e fu una perdita giustamente deplorala
dotta in versi francesi, ed un Eschilo coi dall'illustre patria, e da chi ne conosceva
margini sopraccaricati di note per mano le virtù ed pregi. Ogni due anni dal 1
i
di Racine. Possiede ancora questa città giugno ali 5 luglio si fa pubblica esposi-
un osservatorio, dove si fanno corsi d'a- zione ili prodotti dell'industria diparti-
stronomia; museo di pittura ed'anlichità, mentale. commercio, senza essere mol-
Il
cresciuto colle ricche scoperte fatte nel to attivissimo, non vi è perciò meno di
1827 presso la città di Martres, e tra le assai grande importanza, principalmente
altre cose, 60 busti d'imperatori e impe- colla Spagna; ma quello di emporio coi
ratrici in marmo, d'un Giove Serapicle, porli di Marsiglia e Bordeaux e coll'in-
ec. Vi è la scuola dell'artiglieria con ar- terno della Francia non è tanto quanto
senale poligono, polveriera, fucine, e fon- potrebbe credersi animato; è questo pu-
deria di cannoni, ed un semenzaio dipar- re l'emporiode ferri del dipartimento del-
timentale. Anche l'industria quivi conta l'Ariège, non che de' due mari. Esporla
parecchi stabilimenti importanti: tali so- questa città principalmente molto grano
no precipuamente un laminatoio, che ri- e farina prodotto più essenziale del suo
,
duce in lastre circa i5o,ooo chilogram- territorio; manda essa nell' interno della
mi di rame all'anno, ed una fabbrica d'og- Francia pasticci di fegato d'anitra che so-
getti d'acciaio, falci e lime, la più ragguar- no rinomali. Vi si tengono due grandi
devole che esista in Francia, ed il cui pro- mercati all'anno, pe'fiori e pel porco sa-
dotto ad annocomuneascentlead8oo,ooo lato, ed 8 fiere, fra le quali è importan-
chilogrammi d'acciaio, 80,000 di lime, e te quella de'i5 giugno per le lane e panni.
circa 120,000 falci; hawi inoltre fucine Il suo canale di Mezzodì è della maggior
alla catalana, magli da ferro, altri lami- importanza pel commercio della Fran-
natoi per ferro e rame, fonderie di rame cia meridionale. Progettata sotto France-
per campane e altri oggetti, fabbriche di sco I, la comunicazione della Carolina col
cera e di candele dell'* slessa materia, ac- Mediterraneo, questo grande monumen-
qua vile, olio, paste italiane, carte dipin- to non che sotto Luigi XIV,
fu eseguito
te, tele incerate, corde da strumenti, ma- pegli ordini di Colberl e mercè il genio di
terie resinose, marocchini, indiane, coper- iliquet. Si cominciò nel 1667, e nel 1681
te di lana e di coione, cappelli di paglia la uavigazione fu in attività su tulta la li-
TOL TOL .5
nea. Per questo complesso di pregi, e di de'canoui in Tolosa. Tolosano fu il cardi-
altri che sarebbe lungo il rilevare, Tolo- un
nal Raimondo.l/c>/i/ò/7, la cui famiglia
sa è una delle più belle e più grandi cit- tempo signoreggiò Tolosa. L'ultimo san-
tà della floridissima e possente Francia. to tolosano a cui la s. Sede ha decretato
Essa inoltre vanta una moltitudine di uo- il pubblico culto è la b. Germaua Cousin
mini celebri in tutti i generi, e tra gli al- di Pibrac, villaggio poco lontano da To-
tri il giurecousultoCujacio 5
al quale giusta- losa , nata da poveri parenti e destinata
mentela patria P8 dicembre 85o innalzò 1 duDioadareal mondo il maggioi esempio
a suo onore una statua, e sul piedistallo dell'umiltà. Introdotta la causa di sua ca-
fu incisa questa iscrizione: Jacofro Cuia- nonizzazione nel i845 avanti Gregorio
rio Tolosano. E' patria dei poeti e autori X\ I, e continuata con molta alacrità, il
poeta e matematico Fermat, del fisico e descritta nel n.°io5del Giuntale di Ro-
dotto minimo Maignan, degli storici Ca- ma > insieme alle notizie sulla serva di Dio.
seneuve e Guglielmo Caldi ; de* ultori Gli abitanti sommano a circa 65,ooo, i
Francesco e Gio. Francesco de Trov: dei quali partecipano del linguaggio, del ca-
pittori, scultori e architetti N. Bachelier, rattere e dell'abitudini de'guascoui, per-
F. Lucas, Antonio Rivale; di Bertrand di chè ilsud-ovestdeli'Alta Garonua ne com-
Mollevilie ministro della marineria tolto pi endemia parie, onde alcuni geografi per
Luigi X\ I, e autore d' una storia della qualche riguardo considerarono Tolosa
mutazione; del bravo general Dupuy come eapitaledel paese Guascone. LaGua-
morto alCairo, e del marescialloPeriguon. scogna, divisa in Alta e Cassa, rinchiude-
Colle loro opere poetiche si tesero chiara va quasi tuttala contrada compresa fra
gnt. E
pur la patria di Riquel, che s'im- doche corrispondeva pi esso a poco uìì'A-
mortalò col celebralo canale di Lingua- quitaìda^iua delle3 parli dell'auticaGfl/-
duca o Mezzodì. Vi ebbe pure natali il i //<7 ; ossiaGallia Armorica o Marittima, di-
d. 'Giovanni Esquirol. benemerito degl'in- visa poi in Aquitauia i/,in Aquitania 2.*,
felici dementi. I fasti ecclesiastici si glo- ed in Novempopulania. La Guascogna
riano di molli cardinali,aici vescovi, vesco- prese il suo nomeda'guasconi o vasconi,
vi e altri prelati. Tolosauo fu il b. e Papa popoli della Spagna Tarragonese, che vi
Benedetto A"// del Fornoo Fournier, ua- s'introdussero da'viciuiPireuci dopo aver-
to in Saverdun territorio di Tolosa, da un ne caccialo i visigoti. Si dicono i tofOMtaj
molinaio, secondo alcuni, già inquisitore più ordinariamente degii abitanti
istruiti
della provincia di Tolosa, ove estirpò gli dell'antica provincia di Guascogna. Lo
che l'inondavano, e nipote di Gio-
eretici studio delle leggi, l'applicazione alle scien-
vanni XX11, che pure diversi dicono di ze, alh lettere e alle arti de'tolosani, il lo-
bassa origine, e perciò tanto più gloriosi, ro gusto per la musica e la dauza, li ren-
e ben lo si mostrò il b. Benedetto XI col- I dono più riflessivi , di più mite società,
la luosa moderazione, nel mai itare con
\ ir senza per altro diminuir quella vivacità
mediocre dote la nipote a un mercante di di spirilo così generale in questa parte di
Tolosa, rifiutando ragguardevoli perso- Frauda. Il tolosano senza istruzione, lau-
naggi. Tolosano si fa pure Urbano f Gri- to per conto religioso che politico, talvol-
moardi, veramente di Linguadoca, e pare ta si abbandonò ad eccessi ch'ebbe poi a
oriundo di Limogese nato in Grissac nella pentirsi, per la variabilità del partito che
contea di Gevaudan.già professore insigne prese, s' è realmente vero quanto su ciò
i6 TOL TOL
osserva taluno. Amono è il clima di To- Linguadoca, sotto al quale si comprese-
losa in ogni tempo, ti amie l'estate, e sano ro prima tutti i paesi in cui parlavasi la
vi si perviene a età avanzatissima; buoni lingua tolosana o la lingua d'Oc, parola
sono i viveri, svariati e a buon mercato. che corrisponde all'Otti," verisimilmemte
La danza, il teatro e soprattutto il canto da questo termine venne anche la deno-
formano i principali diletti; la disposizio- minazione d'Occitania, che alcune volte
ne al canto vi è straordinaria, e di soven- si applicò a questa contrada, una porzio-
forse in maggior numero pretendono, che l'anno di Roma 636, abitala essendo dai
soltanto nel secolo XIII s'incominciasse a volci, teclosagi, volci arecomici, gaba-
disegnare questa provincia col nome di li, velauni, ruteni, umbiatici e cadurci.
TOL TOL 17
Sebbene Tolosa fu inipot tantissima al to II. Di continuando il suo cammino,
là
tempo de' romani, ed avesse il Campido- si portò a prender possesso de'suoi nuo-
glio, tempio d' Apollo e più altri belli
il vi stati a Tolosa, ove fissò la sua residen-
monumenti, non fu mai sotto que'couqui- za, e fece rivivere nella sua persona l'an-
statori capitale della provincia. Nel prin- tico titolode'redi Tolosa cheda circa 1 23
cipio del V secolo i vandali, gli svevi e gli anni erasi spento colla monarchia visigo-
alani cagionarono orribili guasti nelleGal- ta in Francia. Nella primavera 63 1 mar-
lie, e Tolosa fu preservata da' vandali per ciò a domar guasconi
i ribellati alloro du-
le virtù e pregbiere del vescovo s. Esu- ca Amand suo suocero, ma tornato vitto-
perio. Ma nel 4'9 ' S°t* invasero la Lin- rioso a Tolosa mori nell'istessoanno, la-
guadoca, abbandonata loro dall'impera- sciando 3 figli della regiua Gisele , cioè
tore Onorio, e vennero distinti col nome Childerico, Boggis e Bertrand. Childe-
di / isigoti que' goti cbe in questa parte rico fanciullo poco dopo mori per opera
delle Gallie fissarono il principale stabi- di Dagoberto I,al dire di alcuni, il quale
limento e la eressero in mona rchia, dichia- riunì a'suoi stati il reguo di Tolosa. Ma
rali Jone capitale Tolosa, e vi fecero la lo- Amand in favore de'uipoti Boggis e Ber-
ro residenza per 88 anni. Dierouo essi al- trand aizzò i popoli del suo ducato, e uel
la regione il nome di Gothia o Gozia, con- 636 estese le sue escursioni iu tutto l'an-
servando pur anco quello di Septimauia, tico regno di Cariberto. Nel qual anno Da-
e presero il titolo di re di Tolosa. Alari- goberto I assediata Poitiers, in pena del-
fece levare e li tagliò a pezzi; tua nel 73 1 maggio de'grandi e del popolo. Tosto che
soggiacque col paese alle loro terribili stra- fu inistatodi governare volle impone col
gi, arrestate dal soccorso di Carlo Martello la magnificenza, però accortosi che il lus-
che li disfece. Nel j35 Unaldo successe al so era oneroso a'popoli si riformò da se
padre Eude, non lenza opposizione di Car* slesso, e colla economia potè mantenere
lo Martello, che poi gli permise di tener una corte Fece guerra con suc-
brillante.
l'Aquitania con titolo di duca, in fede e cesso a' saraceni di Spagna, e per morte
omaggio di lui e de'fìgli Carloinano e Pi- del padre nelT 8 4 fu elevato all' impe-
1
pinoci quali poi Unnldo combattè. Aven- ro e spedì il proprio figlio Pipino I a To-
do questi fatto cavar gli occhi al proprio losa perle sue veci qual re d'Aquitania,
fratello Ballon, lacerato da'rioiorsi abdi- riconosciuto poi per tale nell'8 1 7. A Pi-
cò la corona ducale, e si fece religioso nel pino I successe nel regno il figlio Pipino
monastero dell'isola Re fondalo dal pa- II nell'839 assai giovane, per acclamazio-
dre, lasciandoli ducato di Tolosa e Aqui- ne d'alcuni signori, nel timore che l'avo
Wafria nel 7 45. Questi re-
tauia al figlio imperatore volesse investirne il figlio Car-
gnò su tutta l'Aquitania e la Guascogna, lo il Calvo, come realmente fece nel-
die asilo nel j5o a Grippone fratello di l'assemblea di Chalons: chi ricusò il giu-
Pipino, quale nel 752 divenne re de'
il ramento di fedeltà fu punito con supplizi,
francesi, e poi nel 760 gli mosse guerra, indi l'imperatore inviato il figlio a Poi-
indi perdonandolo per aver chiesto pace liers, passò a combattere i malcontenti a-
e promesso giuramento di fedeltà. Lun- quitani. Morto Lodovico I uell'84o si ri-
gi di tener la parola, Wafria scorse l'Au- destò il partilo di Pipino II, ma venne fu-
tunnese col ferro e col fuoco. Il re per ven- ga lo da Carlo a Bourges. Questi a' 1 3 mag-
dicarsi fece 3 anni di desolante guerra ,
gio 843 pose l'assedio dinanzi Tolosa, che
vincendo due volte il duca, che perì as- poi levò a'ao giugno per recarsi a Ver-
ai giugno 768 nelPerigord. Co-
sassinalo dun a conferire co'fralelli Lotario I e Lo-
sì duca ereditario di Tolosa
finì l'ultimo dovico II; abboccamento il cui esito riu-
e Aquitauia, che discendeva dalla 1. "stir- scì falalea Pipinoli, che si vide spogliato
pe de're francesi, e l'Aquitania venne riu- dopo a ver combat tutu a favore di Lotariol.
nita alla corona di Francia. Wafria lasciò Egli non si perde di coraggio e si preparò a
Lupo suo figlio,che pera ver nel 778 scon- vigorosa difesa.TornatoCarlo I' 11 maggio
fitto ilretroguardo di Carlo Magno, re- 844 a ripigliar l'assedio di Tolosa, fu da
duce dalla Spagna, il re lo f. ce impicca- Pipino II costretto a ritirarsi sulla fine di
re: i suoi figli furono duchi Guascogna.
di giugno. Nell'845 seguì tra loro un trat-
Callo Magnoeresse in regno Tolosa e l'A- tato, col quale Carlo cede al nipote Pi-
quitania, e ne dichiarò re il figlio Lodo- pino II tutta l'Aquitania, tranne il Poi-
vico I il 7-Youel 781 di 3 anni, e condot- tou, il Saiutong e l'Angumese, riserban-
tolo a Roma lo consagrò Papa Adriano I dosi per altro la signoria feudale sul ri-
in uno al fratello Pipino nel giorno di Pa- manente. Divenuto Pipino II padrone del
squa. Da Roma in culla, com'eravi sialo regno, l'Aquitania, fu divisa indue ducali
porta to.Lodovico I fu trasportato aTolosa o governi, l'uno sotto il suo dominio, l'al-
per prendere possesso de'suoi stali, di cui tro sotto quello di Carlo. Malcontenti i po-
era la città capitale. Il suo ingresso fu più poli de\miuistri di Pipino II, invitarono
spleudidodi quanto sembrava permetter* uell'848 Carlo a governarli, ed egli feee»i
lo lasua età. Gli si fecero per tal ceremo- coronare a Limoges re d' Aquitauia. Nel
TO L TOL .
9
seguente anno s'impadronì di Tolosa e poi so e consegnato aCarlo il Calvo.e pare mo-
della Seltimauia. Gli aquilani leggeri e risse prigione. La confusione che produs-
incostanti annoiarono ben presto di Car-
si sero in Aquitauia le controversie Ira Car-
lo il Calvo, e Pipino II ricomparve dopo lo il Calvo e Pipino II, ridusse il regno
la sua partenza, e nell'Soo di nuovo fu ac- a una specie d'anarchia, in guisa che non
clamato re. Per guarentirsi dallo ziochia- riconoscendo alcun sovrano, molti segna-
mi) normanni, che presa Tolosa la sac-
i vano gli atti dagli anni posteriori alla mor-
cheggiarono. Nello stesso tempo si alleò te di Lodovico I. Ma Carlo languente pe'
co' saraceni di Spagna, che sbarcati sulle colpi ricevuti nel bosco di Guise, non co-
spiaggie della Seltimania la devastarono. nosciuto, morì a'29 settembre 866. Nel
Per tutto questo nell'852 Pipino II nuo- seguente il fratello Lodovico II il Ball/o
vamente venneahbandonato, l'Aquilania fu coronato re d'Aquitania, quindi nel-
rientrando nell'ubbidienza diCai lo,il qua- P877 divenuto re di Francia per morie
le fece prender l'abito monastico al nipo- del padre Carlo il Calvo, l'Aquitauia fu
te. Gli aquitani sempre inclinevoli alla ri- riunita alla corona di Francia e confuso
volta, chiesero nell'853 a Luigi il Tede- il suo regno col resto della monarchia.
sco i
.°
re di Germania il suo primogenito Sotto il re Carlo III il Semplice dell'892
Luigi per loro sovrano, a che avendo il principalmente, duchi e
conli di Tolo-
i i
Aquitauia, ove furouo riveduti da'popoli plice il supremo potere, e crebbe così il
con gioia, e fu decretata un'altra volta a numero de'conti, che solevano a'gover-
Pipino li la sovranità. Carlo ilCalvo ac- natori divenuti conti di Tolosa prestare
corse per salvare il regno alla monarchia, omaggio, comechè questi ormai resisi in-
tarono a Luigi di Germania per ottenere ma V Arie di verificare le date, che ri-
la sua protezione. Andata a vuoto tal pra- porta tanto la cronologia storica de' rife-
tica, npigliarono le parti di Carlo il Cal- riti re francesi di Tolosa ed Aquitania ,
vo per ridomandai gli suo figlio. Appena come de'conti o duchi di Tolosa, che va-
tornalo il giovane Carlo, fu soverchiato do a riprodurre, avverte che l'istituzione
da Pipino 11, e tra loro per 7 anni durò de' Conli è di molto più antica. Nel co-
la guerra con vario successo. Finalmente dice Teodosiano in menziouede'
fittisi fa
nell'86 j Pipino II ingannalo da Piainulfo couti cheaveauo 1' amministrazione del-
coute di Poitou e duca d'Aquitania, fu pi e- le proviucie. Si potrebbe far rimontar l'o-
20 TO L TOL
rigine de'conli fmoad Augusto. Sotto Co- Nel 793, dopo incredibili sforzi, fu vinto
stantino Grande questo titolo diven-
I il da'saraceni tra Narbonn e Carcassona; in-
ne più comune e fu dato allora 'princi- di nell'8o 1 indusse Lodovico I il l'io re
pali ufficiali dell'impero: l'uso se n'era pu- d'Aquitania a formar l'assedio di Barcel-
re introdotto presso le nazioni bai bare. I lona contro quegl'iufedeli, e si distinse in
conti e duchi stabiliti da CarloMagno non tale spedizione ottenendo dopo 7 mesi la
furonodimqueunanuovaistituzione.Tra dedizione della piazza. Avendo fondato il
questi conti quelli di Tolosa furono soli i monastero diGcIlone nella diocesi di Lo-
che presero il titolo di duchi. Essi chia- deve, detto s. Guglielmo del Deserto, neh
mavansi indifferentemente conti o duchi, l'8o6 vi si ritirò, e vestito l'abito religio-
perchè Tolosa era contea e ducato ad uu so morì santamente verso l'8 3, e per le 1
tempo. Si chiamava conte quello che a- sue virtù fu posto nel catalogo de' santi,
vea il governo d'una sola città, o d'una canonizzato nel 1202 da Innocenzo 111.
diocesi soltanto; e duca quello che gover- Nell'8 1 o gli successe Raimondo detto Ra-
nava più più diocesi, od una pro-
città, fìnel qual duca d'Aquitania. Nell'817 il
vincia. Il i.°duca beneficiario di Tolosa ducatodiTolosa divenne mollo meno rag-
fu Chorson o Torsin, nominalo nel 778 guardevole per esserne sta te staccate laSet-
conte o duca di Tolosa da Carlo Maglio. timania e la Marca di Spagna attesa la di-
Egli marciò nel 787 contro Adalrico fi- visione fatta da Lodovico I de'suoi slati
glio di Lupo duca de'guascooi, che avea tra'propri figli. Nell'8 8 trovasi Beren-
1
disfatta la retroguardia di Carlo Magno gario duca beneficiario di Tolosa, non me-
nella vallata di Roncevaux; ma fu preso no illustre per saggezza e buona condot-
da Addii ico che gli fece acquistare la sua ta, che pe'suoi natali, discendendo da Ugo
libertà a condizioni vergognose. L' anno contedi Tours prossimocongiunto di det-
790 Chorson fu destituito dal suo gover- to imperatore, il quale nell'832 lo nomi-
no in castigo della sua viltà, per giudizio nò duca di Settimania e morì nell'835.
d'una dieta che Carlo Magno fece tenere La Settimania o Gothia, parte della i."
a Worms. Nel 790 stesso s. Guglielmo I Narbonese, che restò a' visigoti dopo che
divenne duca di Tolosa, e si rese celebre i franchi gli ebbero spogliati della mag-
per le sue grandi prerogative civili, mili- gior parte di loro conquiste nelle Gallie,
tari e cristiane, fu eletto duca di Tolosa fu chiamata Settimania a motivo delle 7
e Aquitania nella detta dieta, qual figlio principali città che la componevano, e Go-
di Teodorico e di Aldane. 11 padre avea thia dal nome della nazione che I' avea
comandatogli eserciti sotto Pipino e Car- conquistata, come già indicai con altre 0-
lo Magno sino a quest'epoca, era prossi- pinioni. Essa comprendeva tutta la Lin-
mo loro congiunto qual pronipote di Chil- guadoca, ad eccezione dell'antiche dioce-
tlebraudo per partedell'avo paterno Teo- si di Tolosa e d'Alby, e di quelle di Usez
doino conte di Vienna e d'Autun, quel e di Viviers. 11 re di Francia Pipino do-
desso che nel 753 incaricato da Pipino po averla conquistala verso il 760 l'unì
d'opporsi a Grippone suo fratello che vo- alla corona, ene fu staccata poi dal figlio
leva passare in Italia, gli die nella vallata Carlo Magno per far parte del regno d'A-
di Malmenile un combattimento in cui quitania da lui eretto nel 778. L'impera-
perirono entrambi. Non degenerò Gugliel- tore Lodovico I nell'817 l'incorporò al-
mo I dal valore de'suoi antenati, fece la la Marca di Spagna, e fece delle due Pro-
suai/ spedizione controi guasconi chea- vincie un ducato particolare, di cui Bar-
veano preso l'armi a favore del duca A- cellona fu la capitale. Dell'uno e dell'al-
dalrico, proscritto nella dieta di Worms, tro di questi ultimi due stali, ora vado a
e riuscì a pacificarli con abilità e valore. parlare! dicendo d'alcuni de'duchi e inai-
1
TOL TOL 2
diesi ili Settimauia. Neil' 835 Bernardo iore e la suaprudenza uell'826 contro Ai -
duca diSettimana, come figlio del defun- zon che avea fatto sollevare la Marca di
to s. Guglielmo, gli successe al ducato di Spagna. Fatto venire dall'imperatore Lo-
Tolosa, morì nell'844 e dovrò riparlar- dovico I alla sua corte nell'828, lo dichia-
ne nel riportare la serie de'duchi di Set- rò suoi. ministro, indi nell' 829 lo fece
timauia. In tale armo o neli'845 il figlio suo cameriere o gran ciambellano e lo no-
Guglielmo II divenne duca e conte bene- minò aio di suo figlio Carlo il Calvo. Ber-
ficiario diTolosa per disposizione di Pi- nardo entrò nel partito dell'imperatrice
pino li re d'Aquitania. Ne!l'85o arresta- Giulitta madre di tal principe pel suo sta-
toio Barcellona, di cui erasi nell'848 im- bilimento, e determinò I' imperatore ad
padronito coll'aiuto de' saraceni, qual reo assegnargli un regno a pregiudizio della
di lesa maestà fu messo a morte. JNeII'8 7 1 convenzione divisionale falla tra'figli del
.°
Lodovico I dopo d'aver diviso suoi sta- i 1 letto. Questi malcontenti di tale dispo-
ti tra'3 figli, eresse in ducato la Seltima- sizionetramarono una congiura contro
nia, ch'era nella porzione del primoge- Bernardo, con molti signori dello stato,
nito Lotario 1, e gli die peri. "duca Bera accusandolo di tirannia e di criminosa cor-
di nascita visigoto, già conte di Barcello- rispondenza con l'imperatrice. Neil 83o
nadali'801, epoca in cui i francesi l'avea- l'imperatore per dare qualche soddisfa-
no tolta a'saraceni,ealla presenza di Car- zione a'congiurati, rimaudò Bernardo al
lo Magno in quell'assedio avea dato pio- suo goveruOjil quale con giuramento volle
ve di valore. Nell'820 calunniato dal vi- poi purgarsi nella dieta di Thionville, non
cino conte Sanila, per difetto di prove l'ac- trovando chi volesse accettare il duello.
cusatore offri il duello, e Bera restato vin- Però non essendo ripristinato nel favore,
to secondo pregiudizi delle prove che
, i si unì col re Pipino l contro gl'interessi
portava la convinzione del delitto, fu ri- dell'imperatore suo padre. Questi consa-
legato a Rouen: da lui poi in Linguado- pevole di sue procedure lo privò uell'832
ca fu detto Bera per ingiuria quello che de' suoi onori, e il ducato di Settiraania
mancava di fede al proprio sovrano. Nel- fu dato al suddettoBerengario duca di To-
l'85o Fredelone d'illustre discendenza, losa. Bernardo poi dichiarossi contro fi- i
comandava in Tolosa quando fu assedia- gli ribelli di Lodovico I, e die opera pel
ta per la 3." volta da Carlo il Calvo, cui ristabilimento di questo principe deposto,
rese l'importatile piazza e ricevè in com- onde neh' 833 ricuperò il suo ducato di
penso la contea di Tolosa, alla quale era Tolosa. Vedendosi alla testa di due gran-
unito il ducato d'Aquitania. Morendo nel- di provincie , Tolosa e la Settimania, si
1 8 J2 senza maschi, trasmise a Raimon- credè tutto permesso, usurpò beni eccle- i
do suo fratello la contea o ducato di To- siastici e oppresse popoli. Carlo il Calvo
i
losa, colla contea di Rouergue. Le diguità nell' 840 gli ritolse il ducato di Tolosa,
ereditarie aveano di già comincialo, co- per l'intelligenze che avea con Pipino 11
me rilevai, nell'impero di Lodovico l,ma re d'Aquitania, e uominò in sua vece \ Va-
non furono interamente e legalmenlesta- ria signore borgognone. Bernardo ricon-
bilite che all'innalzameli tu regno di U-
al ciliato apparentemente con Carlo, marciò
gp Capete. Innanzi di procedere colle no- nell'84.1 sotto i suoi vessilli alla battaglia
tizie di Raimondo e de'couti ereditari di di Fonteuai, limitandosi alle parti di sem-
Tolosa, dirò prima de'duchi di Settima- plice spettatore, mentre Warin col suo va-
uia. Bernardo I già rammentato, figlio lore fece volgere a favor di Carlo la vit-
di Guglielmo I duca di Tolosa, uell'820
s. toria. Non andò impunita la sua perfidia,
tu sostituito a Bera qual duca beneficia- e nell' 844 arrestato Bernardo d'ordine
rio di Selliuiauia. Egli segnalò il suo va- di Carlo, questi nel giugno lo fece morire
,
ii TOL T OL
per delitto di fellonia: lasciò due figli, Gu- ne, che da' vescovi di sua giurisdizione si
CarloiI Calvo nell'844 ° prima della tra- conferì a'suoi partigiani le contee del nuo-
gica fine di Bernardo, die il governo della vo regno, fra'quali Bernardo II già mar-
Setlimania a Suni freddo, figlio del conte chese di Settimauia ebbela contea di Ma-
d'Ausone nella AI a rea di Spagna, ch'era $on. Nell'880 sotto la sua condotta si po-
conte diGironaed'Urgel,ed allora la Set- sero in marcia due re per discacciare il ti-
difese la Marca ili Spagna contro Gugliel- ga resistenza, e combattendo sempre con-
mo II conte di Tolosa unito a'saraceni tro Bosone vi perde la vita nel!' 886. 11
perdendo Barcellona e Ampurias ; però suo Guglielmo il Pio ereditò il mar-
figlio
nata. Nell'852 era marchese di Seltima- la Setlimania passò alla casa di Tolosa,
nia Odalrico conte di Girona, e restò fe- de'cui conti ereditari vado a ragionare.
dele a Carlo Calvo quando insorse l'A-
il Nell'852 alla morte del summentova-
quilania. Per sua morie nell'857 fu mar- to Fredelone conte di Tolosa, successe il
chese Unfreddo della famiglia di s. Gu« fratello B-aimondo I, che prese il titolo di
contro Carlo il Calvo, nou che contro il losa da Unfreddo marchese di Setlimania,
figlio Lodovico II il Balbo. Scomunicato ma vi rientrò nell' 864 dopo che questi
dal concilio di Troyes per aver invaso il abbandonò la città. Raimondo morì ver- I
anno il re Lodovico II surrogò nel mar- duca; cioè conte di Tolosa perchè gover-
chesato Bernardo III detto Piantavello- natore della città, marchese per l'autori-
sa conte d'Auvergne, e si meritò la sua tà che avea su porzione della ."Narbone- 1
confidenza pe'servigi importanti che gli se, e duca per quella che esercitava sopra
rese, onde iti morte lo nominò tutore del parte dell'Aquilauia. Sidiceche morì nel-
suo primogènito; Lodovico 111, che si af ì'875 di malamorte, per avere usurpati i
frettò di far coronare, insieme al fratello beni dellechiese di Reims posti nell'Aqtii-
Carlomano, per prevenire i disegni de' tania. Scrissero alcuni, e lo ricordai a Pe.v-
malintenzionati. Di fa Iti quasi subito scop- na e altrove, che nella pace traCarlo il Cal-
piarono le mire ambiziose del duca Boso- vo imperatori e re di Francia, e Bernur-
TOL TOL 23
do conte di Tolosa, essi la sottoscrissero sala in sorte alla casa di Tolosa di loro fa-
colla penna intinta nel Sangue di Gesù miglia. Raimondo li primogenito d'Odo-
Cristo. Primamente conviene avvertire, ne quando successe nella contea già ne
,
di non confondere questo Bernardo, come porta vai titoli, comechè dal padre associa-
fecero diversi moderni, con Bernardo II lo al governo. Tanto esso che il fratello
marchese di Gothia o Settimania, né con non presero mai parte alla congiura for-
Bernardo conte d'Auvergnc figlio del du- mata nel 922 contro Carlo III il Sempli'
ca di Settimania, quali erano contempo-i cere di Francia, né all'elezione di Rober-
ranei, e si trovarono tutti e tre nell'868 to I duca di Francia. Nel 923 Raimon-
alla dieta di Pitres pressoPont de l'Arche do II segnalò il proprio valore contro i
nella diocesi di Rouen, convocata da Carlo normanni in un fatto d'armi dato loro con
il Calvo. Se realmente ciò fu fatto, e se Guglielmo II conte d'Auvergue che l'a-
propriamente anche cou altri ebhe luogo vea chiamato in suo aiuto. Morì Raimon-
rito si strano o come seguì, si può vedere do II poco dopo tale spedizione e fors'au-
il voi. LXX1 V, p. 26 e 27. Su questo gra- che nell'azione, lasciando nel 923 succes-
ve punto il Mondelli, poi vescovo di Ter- sore il figlio Raimondo Pons III. Questi
racina, ci diede nelle sue Dissert. Eccle- pure restò fedele a Carlo III il Semplice,
siastiche la Dissert. VII Sopra la de- e finché visse questo re non volle mai ri-
posizione e la scomunica di Pirro mo- conoscere Raul o Raolfo a re di Francia,
no udita, fatta e sottoscritta dal Ponte- e neppur dopo per lungo tempo. Questo
fice Teodoro I. al quale si attribuisce pu- avvenimento è una dell'epoche principali
re di averlo praticato, e perciò venne con- del potere esteso che si attribuirono con- i
nardo immediatamente successe il fratel- Tolosa si qualificò mai per duca d'Aquita-
lo Odone o Eude, che nell'878 unì alla nia. Morì verso il gio egli successe nel-
contea di Tolosa l'Albigese ed estese mol- la coutea e uella più parte de'suoi posse-
to la sua autorità nella provincia. L 1 1 dimenti sotto la tutela della madre il figlio
settembre gio sottoscrisse la carta della Guglielmo III Tagliaferro, mentre il fra-
fondanone del celebre monastero di Citi- tello Pons Raimondo ebbe l'Albigese, e fu
gnyt data da Guglielmo il Pio duca d'A- 989 dal figliastro. Nel 97 J
assassinato nel
quitaiiia e marchese di Gothia, col quale Guglielmo 111 fece cou Raimondo III con-
era intimamente legato. Morì assai vec- te di Rouergue un trattato di divisione dei
chio verso il
9 9, lasciando della sua spo- possessi di famiglia, col quale ciascuno tra
1
sa Garsiude figlia d' Ermeugardo coute le altre cose si riservò la metà della con-
d'Alby due figli, Raimondo II ed Ermen- tea di Nimes, da ereditarsi da'loro discen-
gardo, che si divisero la sua eredità e for- denti . la porzione di questa contea che
marono due linee, cioè de'conti di Tolosa toccò al coute di Tolosa fu detta la coutea
e de'conti di R.ouergue. I due fratelli go- di Saint-Gilles per trovarsi compresa ivi
di-tono iu comune I' Albigese, il Quercy l'abbazia di tal nome posta sul Rodano.
i d marchesato di Gothia o Settimania, Dalla moglie àrsiodc da Chartres ebbe
clic dal defuulo Guglielmo il Accra pas- Rainioudo e Enrico, Costanza che sposò
24 TOL TOL
Roberto II re di Francia (dopo il ripudio clesiastici, e non solo impunemente, ma
di Berta stia cugina, per cui era stalo in- anco in tranquillità di coscienza, come si
terdetto il regno, strepitoso avvenimento vede dall'assegnazione fatta del vescova-
che toccai anche nel voi. LXII, p. 216), to d'Alby nel io3y stesso a sua moglie IVI a-
ed Ermengarde maritala a Roberto I con- jore per suo vedovile. Egli dispose pure
te d'Au vergile. Verso il 990 Guglielmo perdenarodel vescovato diPuy. Morì nel
III sposò in seconde nozze Emma figlia 1 060 e fu sepolto come suo padre nella
di Rolbold conte di Provenza, la quale chiesa di s. Sernin, in una tomba di mar-
portò nella casa di Tolosa ciò che chiamos- mo bianco; e nelle contee di Tolosa, d'Al-
si in seguito marchesato di Provenza: do- bigeois e di Quercy gli successe il figlio
po questo matrimonio egli formò la sua Guglielmo IV, principe virtuoso, che si
residenza ordinaria in Provenza. Il con- die principalmente a far fiorire ne'suoi sta-
te Guglielmo III, come tutti i grandi vas- ti la religione. Nel 1079 nella guerra con
ma non era scrupoloso sul modo , onde tatosi nel Tolosano saccheggiò in ricam-
offri il vescovato di Cahors per ragguarde- bio il paese e ne prese la capitale, che fu
vole somma. Sotto il suo governo succes- lostoda lui restituita. Perduti da Gugliel-
se un singoiar avvenimento a Tolosa. Era mo IV tutti i suoi figli maschi, e mancan-
uso immemorabile di questa città, che tut- dogli la speranza d'averne, nel 1088 chia-
ti gli anni il giorno di Pasqua si condu- mò alla successione il fratello Raimondo
cesse nella cattedrale un ebreo, a cui si da- IV detto di Saint-Gilles (perchè la ma-
va una guanciata in ricambio di quella dre gli avea ceduto la contea avuta pel
riportala dai Salvatore presso il gran sa- suo vedovile), a cui rinunziò o vendè la
cerdote. Trovatosi in tal giorno del 1 002 contea di Tolosa con tutti gli altri suoi
a Tolosa Aimeri visconte di Rochechovart, possedimenti a pregiudizio dell'unica fi-
ebbe l'onore di essere destinato a schiaf- glia rimastagli, che maritata al duca d'A-
feggiare l'ebreo; ma lo fece con tanta for- quitania, questi die il consenso per una
za e violenza da mandare in aria il cer- somma d'indennizzo. Partì poi nel 1092
vello e gli occhi dello sciagurato che cad- per Terra Santa, ove morì l'anno dopo.
de morto a'suoi piedi. In tal guisa un ze- Le sue grandi liberalità verso le chiese,
lo cieco degenera sovente in barbarie. Fi- i poveri e gli ospedali, il suo zelo per la
Provenza. Pons ereditò le contee di To- accordata agli abbati di Rloissac e di Le-
losa, d'Albigese, diQuercy e di Saint-Gil- zat, che ingiustamente voleansi cacciare
les dal lato paterno, e dal materno una dalle loro sedi per sostituirne altri. Nel-
porzione della Provenza. Possedeva inol- la stessa lettera il Papa gli accordò il per-
tre come feudi di sua giurisdizione il ve- messo di far costruire un cimilerio a To-
scovato d'Alby e una parte di quello di losa presso la chiesa di Nostra Dama del-
Nimes, e a questi titoli univa quello pure laDaurade per lui e suoi posteri, ordi- i
sforzi del conte contro si ingiusta intrapre- da Guglielmo IX duca d'Aquilania, e fi-
sa. Disgustalo di lai procedere,lasciò la Pa- nalmenle ristabilito nel 1 100, successe a
festina e si recò a Costantinopoli, ove di- suo padre neh io5. A di lui esempio sa-
molo per oltre un anno, godendo del più grifieando il proprio riposo e suoi stati i
aperto favore della corte imperiale. Nel nel servire alla religione contro gl'infede-
1 101 giunti più di 200,000 crociati da li , intraprese il viaggio di Palestina nel
diverse regioni alle porte di Costantino- marzo 109, e s'imbarcò coll'unico figlio
1
[ioli, chiesero all'imperatore un capo che d' anni. La sua squadra composta di
1 1
li guidasse, e Alessio I die loro il conte di 4° vele con 100 cavalieri per vascello, fu
Tolosa con uno de'suoi generali di nome ingrossata per via da go legni tra geuo-
Zitas e 5oo lurcopoli o soldati nati da un vesi e pisani che a lui si unirono, ponen-
turco e da una greca. Tragittato il Bosfo- dosi sotto la sua protezione. Approdato
10 s'ingrossò la loro truppa, per la con- al porto d'Amiroth presso Costantinopoli,
giunzione di quella ch'era sotto il cornati- fu invitato da Alessio I a recarsi alla sua
«lo di Stefano conte di lìlois e di altri si- corte e ne partì assai contento, dopo aver
gnori; ma siffatta moltitudine, ribelle ai rinnovatoaqueU'ioiperatoreilgiuramen-
propri capi, fu da'lurchi distrutta alla spie- lo del padre. Giunto al porto d'Antiochia
ciolata. In una sola battaglia seguita nel- sbarcò e fu visitato da Tancredi, che per
l'agosto ne'deserti di Cappadocia ne pe- l'assente zio Boemondo reggeva quel prin-
rironoben 5o, 000. Raimondo V che neh 1 cipato. Non essendosi accordati, sia per la
l'azione avea fatto prodigi di valore, fug- parte d'Antiochia che spettava al padre,
gì a Costantinopoli^ ve provò amari ri ni- sia per riprendere Mamistra consegnala
proveri dalfimperatore.Neh i02imbar- dagli armeni a' greci, Bertrando partì e
calosi per tornare in Siria, fu arrestato a approdò finalmente al porto di Tortosa,
Tarso eimprigionaloda Tancredi suo ne- allora del conte di Cerdagne cogli altri
mico. Restituito in libertà per l'istanze dei conquisti paterni fatti in oriente. Invano
principi che lo presero per capo, s'impa- Bertrando invitò il parente a restituirgli
drouì di Ortosia Tortosa in Siria, e si lasua eredità, poiché Raimondo IVal-
recò a far l'assedio di Tripoli. Nel i io3 l'usanza de' britanni a lui li avea lasciali
Elvira gli partorì un figlio, detto Alfon- come più atto a conservarci fruiti del suo
soGiordano perchè battezzato nel fiume valore, ludi si recò a riprendere l'assedio
omonimo. Morì Raimondo IV a'28 fi-b- di Tripoli, cominciato dal padre e couli-
4
TO L TOL 27
tanto dal conte di Cerdagne che poi l'a- II, come Però è rilevante di
poi narrerò.
vrà abbandonato. Venuto in di lui soccor- qui rimarcare, che il Papa vi condannò
so Baldovino I redi Gerusalemme, ordi- l'eresiarca Pietro de Bruys, caposetta dei
nò al conte e a Tancredi di raggiungerlo Petro-Brussiani {I .), poi bruciato in
e di riconciliarsi con Bertrando, e coopera- Saint-Gilles; i quali eretici infestando par-
rono a renderlo padrone di Tripoli, che te di Provenza, si avanzarono sino a To-
dopo 7 anni d'assedio o di blocco gli a- losa, ove gii errori furono propagati dal-
prì le porte a' io giugno i 09. Allora fu i l'apostata Enrico, icui partigiani ehiatna-
conosciuto conte di Tripoli e sue dipeli- rousi Enriciani, diversi per altro da'con-
denze,alle quali unì le terre restituitegli da dannati nel concilio di Quedlìmburgo. Di
Cerdagne a mediazione del re. Servì poi questi enriciaui di Tolosa, sebbene citati
questo monarca in diverse spedizioni , altrove, non credei di faine articolo per-
quando morte immatura gli troncò la vita chè l'eremita o monaco di Tolosa Enri-
a'22 aprile 1 1 12, lasciando colla vedova co come discepolo di Pietro de Bruys in-
che l'avea seguito il figlio Pons di 1 4 an- segnò gli stessi suoi errori, a'qua li aggiun-
ni, che succede soltanto agli slati paterni se ch'era un burlarsi di Dio il cantar l'uf-
d'oriente e alla contea di Tripoli, ch'era fizio della Chiesa. Enrico fu convinto nel-
uno de'4 principati eretti colà da'princi- la Linguadoca dipoi da s. Bernardo nel
pi cristiani. Ivi fissò la sua dimora e tra- 1 4-7» onde gli scrittori della sua vita ne
1
smise questo possedimento a'suoi posteri, trattano. Queste dunque furono le prime
lasciando in tal guisa godere ad Alfonso eresie che serpeggiarono nel folosano, le
Giordano suo zio paterno la contea di To- qualisuccesse dall'altre che riferirò, furo-
losa e gli altri stati d'occidente. Pons si no cagione di deplorabili e disastrose con-
rese famigerato per le sue gesta in Pale- seguenze per la contrada, e la causa pre-
stina, ma nel 1 1 Z'j tradito da'siri fu pre- cipua della rovina de'posseuli conti di To-
so in un combattimento da lui dato sotto losa. I tolosani nel ino o sul principio
il Mont-Pelarin al capo della milizia di del 12 1 si dichiararono per Alfonso che
1
no, ristabilì nell'abbazieda lui dipenden- tolosani capitanati da questo prelato as-
ti gli abbati cavalieri aboliti da'predeces- sediarono nel 1 122 Guglielmo di .Mout-
Sori, ujossi dal pregiudizio che li domina- maurel nel castello Narbottese di Tolosa,
va contro la disciplina regolare. iNel 1 1 1 ov'ei comaudavaa nome del duca, e lo co-
Alfonso fu spogliato della contea di To- strinsero a sgombrare dalla piazza; indi
losa da Guglielmo il T'ccchiu conte di Poi- in corpo d'armata si recarono nel 1 23 a 1
liers e duca d' Aquila aia che per la 2/ , liberare il conte Alfonso assediato in O-
volta se n'impadronì. Si ritirò quindi in range dal conte di Barcellona, e lo ricon-
Provenza, e impotente di far fronte al suo dussero in trionfoa Tolosa. Nel in!) Al-
competitore, gli lasciò godere l'usurpazio- fonso die termine.mediante divisione fat-
ne; ma Guglielmo dopo la morte della ta a' 1 6 settembre, alla guerra vivissima
moglie Filippa avendo abbandonato To- che avea per la contea di Provenza, con
losa neh 1 19, tolosani scossero i! giogo
i
Raimonda Berengario IH conte di Bar-
del suo dominio, nel quale anno fu a fo- cellona (celebre per la saggezza del suo go-
iosa e presiedè al concilio Papa Calisto verno, per pietà, generatila, e gesta con-
'
a8 TO L TOL
tro i mori di Spagna ), il quale gli cede che gli successe, e Alfonso II. Entrambi
la città Beaucaire colle sue dipenden-
«li si qualificarono egualmente per conti di
ze, in uno alla metà d'Avignone e a quel- Tolosa, duchi di Narbona e marchesi di
la parte di Provenza che giace Ira rise- Provenza, dignità che possederono in co-
ro eia Duratine il castellodi Valpergue. mune cogli altri loro domestici possedi-
Al conte di Barcellona fu data l'altra por- menti: pare però che Raimondo Vsi ri-
moglie Eleonora qual nipote di Filippa; lo fece trar prigione a Tolosa. Nel 1 154
ma i tolosani gli opposero vigorosa resi- egli sposò Costanza sorella del re Luigi
stenza, onde poi Alfonso testificò ad essi la Vii, la quale comechè vedova d'Eusta-
sua gratitudine accordando loro parecchi chio conte di Boulogne e figlio di Stefa-
privilegi. Neh i44 Alfonso fondò la cit- no re d'Inghiltera, ch'era slato coronato
tà di Moutauban; neh i46 prese la cro- re d'Inghilterra vivente il padre, portò il
cecon altri principi nell'assemblea di Ve- titolo di regina. i5g Enrico II Nel i re
zelai convocata da Luigi VII, e nell'ago- d'Inghilterra ridomandò a Raimondo V
sto 1 147 s'imbarcò sopra una flotta fat- la contea di Tolosa, sullo stesso principio,
ta da lui equipaggiare ove poi fu costrui- perquanto sembra, concili Luigi VII l'u-
to il porto d' Aigues-Mortes. Giunto a vea rivendicata nel i i \.i . cioè a dire in
Costantinopoli vi passò l'inverno, e nel- nome della moglie Eleonora quale nipo-
vorzio con Eleonora, corse in aiuto di Rai- re d'Aragona cou gran seguito di signori
mondo V di lui vassallo e cognato, ruppe si recarono all'isola di Gemica tra Beau-
l'armata nemica e si trovò in Tolosa pri- caire e Tarascona, e fecero una convenzio-
ma che gl'inglesi avessero saputo ch'egli ne, colla quale Raimoudo V cede al re i
armavate fatta eseguire una di versionesul- suoi diritti sulla contea d'Arles o di Pro-
la Normandia, obbligò il re d'Inghilterra venza mercè lo sborso di 3oro marchi
ad abbandonar l'impresa, levando l'asse- d'argento. Questa riconciliazione fu cele-
dio di Tolosa, ma prese nel ritirarsi Ca- brata con gran festa a Deaucaire,ovei più
liors con diversi castelli della contea di To- licchi si distinsero con folli e rovinose spe-
losa, lasciando a Tommaso Becquet suo se. Il cav. Bertrando R.ainibaud fece la-
cancelliere la cura di continuar la guerra, vorale con 1 paia di bovi
1 i cortili del ca-
l'antipapa Pasquale III, ordinò a tutti gli bruciar pubblicamente 3o de'suoi caval-
ecclesiastici di riconoscerlo o altrimenti di li. La prodigalità più. lodevole fu quella
uscire da' suoi stati. Alessandro III dopo di Raimoudo d'Agout, il quale ricevuti
avere inutilmente tentato di riguadagnar- 100,000 soldi dal conte di Tolosa, li di-
lo, gettò l'iutei detto sulle sue terre, la cui stribuì in parte eguali a 100 cavalieri. L'e-
grave pena ecclesiastica sussisteva ancora resia degliAlbigcsi(ì''.) col favore delle
neh i68,come prova la lettera de' in mar- guerre pressoché continue sostenute sino
zo di quel Papa a'tolosani, colla quale li allora dal conte di Tolosa, erasi di molto
assolse a istanza del redi Francia che non estesa ne' suoi stati. Seguendo gli errori
avea presa parte alloscisma. Raimoudo V àc Manichei e Valdesi (/'"•), con un am-
trattava assai male la sua sposa Costanza, masso pernicioso di quelli d'altre ripro-
la quale stanca del suo procedere lo ab- vevoli sette,furono scoperti inTolosa, don-
bandonò ueli i6j e si ritirò alla corte del de cacciali si ricoverarono in Alby enei
re fratello: il conte la ripudiò nel 1 1 66 per suo territorio, cui abitanti chiamandosi
i
sposare Richilde vedova del conledi Pro- albigesi, e nella più parte restandone in-
venza. Tanto il divorzio, che le nuove noz- fetti, l'empia setta fu così denominata e
ze furono appio va teda d'antipapa Pasqua- condannata nel concilio d'Alby del 176, 1
lui dovuta a Luigi VII redi Francia: ma vano; mabenché fissero chiarite erronee
questo vassallaggio non ebhe lunga dura- e condannate da'vescovi e dagli alti eccle- i
ta. Kcln 74 Raimoudo V abbandonò il siastici pieseuli, non lasciarono per que-
3o TO L T OL
slo di vantarsi d'aver essi soli la chiave vere il pericolo che alla Chiesa sovrastava;
del vero, mentre erano del tutto imbe\ li- egualmente infruttuosa fu la lega di pa-
ti dell'empia eresia. Raimondo V deside- recchi baroni con un vescovo, al fine di
rando d'estinguerla, scrisse nel settembre opporsi vigorosamente a tanti fatali erro-
i 177 al capitolo generale de' Ci s lercie usi ri. Divisala vasta regione in piccole e gran-
(inchiedendo missionari capaci di secon- di signorie, i settari trovavano facilmente
dale il suo zelo. Alessandro HI, al quale nitilu,protezionee talvolta aderimento al-
pure erasi rivolto, spedi sul luogo per le- le loro dottrine fallaci, tranne gli stati del
gato il cardinal Pietro vescovo di Meaux, conte di Montpellier. Nel 1 182 Raimondo
forse della famiglia Dandini, il quale as- V,a istanza del re d'Inghilterra, portò soc-
sociatisi que'prelati che nominai nella bio- corsi in Aquilania al duca Riccardo suo
grafia, in principio operò con buon succes- figlio contro i suoi vassalli ribellati; ma
so a far discredere i popoli sedotti delTo- l'anno dopo disgustatosi collo stesso mo-
losanoe dell'Albigese. Ma comparsi in To- narca, die aiuto all'altro suo figlio Enrico
losa il cardinale e l'abbate de'cistercien- perchè gli 186 guer-
facesse guerra. Nel 1
si, per la propensione degli abitanti agli reggiò contro Riccardo, e nel 1 188 col-
eretici,vennero accolti con motteggi e in- legossi con diversi signori aquilani, onde
sulti,anche pubblicamente. L'eresia quin- il duca entrato furiosamente nel Quercy
di, anziché diminuire, crebbe sfrontata- ridusse il conte agli estremi, il quale ri-
modi per fare proseliti, quali a loro si i re di Francia, rimase padrone del Quer-
davano trascinati dalla potenza d'una nuo- cy, e per impedire che il conte non glielo
i loro errori, per cui il cardinale li fulmi- guasto alla Guascogna; guarito il siniscal-
nò con sentenza di scomunica. Indi nel co piombò alla sua volta sulla contea di
1179 Alessandro III nel concilio genera- Tolosa, avanzandosi sino alle porte della
le di Lolerano ///condannò formalmen- capitale. Mori Raimondo V nel 1 ig4, do-
tegli eretici albigesi, che poi si divisero in po aver aumentalo suoidominiicolla vis-
i
losa il cardinal b. Enrico, che neavea ri- / ecchto che gli successe in tutti i suoi pos-
cusato il vescovato, con una scorta d'ar- sedimenti, Balduino, Alberico Tagliafer-
mati per ottener colla forza quel che non ro che sposò Beatrice Delfina di Vienna,
si poten ottener colle parole; invano con- per cui si qualificò conte di Viennese e
vocò egli nuove assemblee tem-
di signori d'Albon,e Adelaide moglie di Roggero li
perali e spirituali del paese; nulla poteva conte di Carcassona. La corte di Raimon-
arrestare progressi dell'eresia, né rimuo-
i do V passò per una fra le più splendide
TOL TOL 3 1
d'Europa; bellissime dame, briosi cavalie- mai il principal ricetto dell'eiesia, poiché
rini trovatori (de'fjitali riparlai aTEATRo) le grandi franchigie che godeva la città più
10 celebravano, facendosi di tulio l'anno contribuivano n render gli abitanti meno
una festa continua. Sebbene egli pose ogni ubbidienti a'decreti della Chiesa. Il conte
cura e severità contro gli eretici e chiamò poidavaili. esempio d'irriverenza verso
i cisterciensi per convertirli, vide con pe- il vescovo Foulques o Folco, si poca si-
na che il figlio passò gran parte di sua curtà concedendogli, che ogni volta che
giovinezza in loro compagnia, onde nedi- avea da visitar parrocchie era necessitato
venne costante protettore, regalando 100 a domandar una guardia al signore del
mai chi d'argento a quel cavaliere che a- Iuogo,e dimorava nell'episcopiocomeuna
postatava, per meglio propagare la setta. città nemica. Altri protettori d'eretici e-
Raimondo VI a'6 gennaio r ig5 prese rano Raimondo Ruggiero visconte di Re-
possesso della città e contea di Tolosa, nel- ziers e signore di Carcassona; Gastone VI
l'età di 38 anni. Egli era già stato mari- visconte di Rearn; Rernardo lVcoutedi
tato 3 volle: con Ermessiude erede della Commi nges nemico de vescovi di Conse-
contea di Melgueil , con Beatrice di Re- rans; Raimondo Ruggiero conte di Foix,
ziers che ripudiò per sposare Borgogna giurato nemico d'ogni difensordclla Chie-
figlia d'Amami o Amalrico re di Cipro, sa ,e collegato operosissimo del con te d «To-
alla quale fece lo stesso affronto. Egli l'a- losa; finalmente Geroldo IV conte d'Ar-
vea rapita a Marsiglia, ov'era stata con- magnaCjche dal padre avea ereditato l'o-
dotta per passare in Fiandra a sposare il dio contro l'arcivescovo d'Auch, spoglia-
conte Baldovino IX. Duiava ancora la loredelle chiese e confiscatole desimi be-
guerra dichiarata al padre da Riccardore ni. L'eresia trovò pure patrocinio in Ber-
d'Inghilterra,»)! qualesi pacificò nel i ig6 linghieri arcivescovo di Narbona e vesco-
per avere rinunziato alle sue pretensio- vo di Lerida, bastardo del conte di Rar-
ni sulla contea di Tolosa e restituito il cellona; indegno pastore, solo intento ad
Queicy; di più il re die al conte in isposa a m massai -
tesori,e a coni mettere enormez-
la sorella Giovanna vedova di Guglielmo ze simoniache. Inoltre la propagazionedel-
11 re di Sicilia, assegnandole in dote l'A- l'eresia debbesi pure attribuire alla volu-
genese. Kel i 198 Raimondo VI si collegò bile natura degli abitanti di que'p<iesi,ove
col cognato, contro Filippo li Angusto qual idra si distese; al dispregio de'grandi
re di Francia; perde la moglie Giovanna inche tenevano gli ecclesiastici, agognan-
e poi sposò Eleonora sorella di Pietro II done le ricchezze; alla folla de'trovatori,
re d'Aragona, col quale nel 1 204 fece un che frequentando le corti di Provenza, di
trattato., cioè ricevè le viscontee di Mil- castello in castello rallegrando i signori e
haud e Gevaudau in cauzione di 3ooo . le brigate con narrare scandalose novelle
marchi d'argento. In principio del regno sui vescovi,sui frati. sulle monache,e scher-
Raimondo VI dissimulò la sua grande in- zando sulle cose sagre; ed in generale la
clinazione all'eresia, ma la sua divozio- vita licenziosa d'alcuni ecclesiastici, la tra-
ne alla Chiesa fu sempre dubbiosissima; le scuranza degli uffizi divini, la noncuran-
violenze commesse a danno dell'abbazia za delle chiese che si lasciavano cadere e
di s. Gilies o Egidio, la prigionia fatta pa- poi convertite in fortezze. Continua va a fi-
tire all'abbate di Montaubau, provoca- re rapidi e lagrimevoli progressi in Lin-
rono su di lui la scomunica di Celestino guadoca l'eresia degli albigesi, a malgra-
III, da cui fu assolto poi da Inoocenzo III. do lo zelode'missionari ch'eransi recati a
Egli prezzolava cerretani e buffoni, per combatterli. Papa Innocenzo IH[l *.) di
porre in derisione i preti mentre uflìzia- allo intendimento, per riparare alle fu-
vano. Tolosa sotto di lui era divenuta or- neste conseguenze di tanto male, prese il
32 TO L TOL
partito d'inviar legati sui luoghi con or- no, replicando più volte queste parole di
dine eli reclamare il braccio secolare, per pietà e di pazienza eroica. Così trafitto,
sk-rminar coloro che non potessero colla dimenticò l'acerbità della ferita per la spe-
persuasione ricondursi alla vera fede, e ranza delle cose celesti; ordinate le cose
se i signori ricusassero il soccorso della della pace e della fede a'suoi compagni,
spada, dovessero scomunicarsi. Il conte tra divote e continue orazioni ,si addor-
Raimondo YI, infetto d'eresia sino da fan- mentò nel Signore coronalo del martirio.
ciullojSi oppose a lalespedieii(e,nè si credè In molti luoghi lo celebrai, fra'quali nel
in obbligo di contribuire in certo modo vol.XXXVl, p. 43, dicendo pure del suo
quasi alla distruzione di partede'suoi sud- culto, ed avvertendo che non devesi con-
}
diti, perchè non rinunciavano all'errore. fondere con s. l ictro( 'V.) martiredell'in-
Nondimeno le minacce de'pontificii legali quisizione e domenicano; ma ad onta di
Rauleo Rodolfo, e s. Pietro diCastelnau o questo, ora mi avvidi che nel voi. XVI, p.
Castelnuovo abbate cisterciense di Monte- 221, colonna i.*, essendosi sturbata la
da Tolosa e da'suoi domimi, pel mante- cidato nel 1 208 , diverso da s. Pietro da
nimento della purità della fede,gli eretici e Verona domenicano,anch'esso dipoi mar-
pei vicaci, onde evitare funestissime conse- tirizzato (non però nel 1 25 come ivi
1 è det-
guenze politiche e religiose. L'infaticabile to, ma nel 1252). 11 sagro suo corpo fu
Pietro di Castelnau trasferitosi al di là del deposto nel chiostro dell'abbazia di Saint-
Rodano per riconciliare discordi del pae-
i Gilles; trasportato in chiesa dopo lungo
se, riuscì nel 1207 a far tra essi conclu- tempo fu trovato incorrotto, e dal suo cor-
dere un trattato di pace, e ciò colla mi- po uscì mirabile fragranza. Indi fu og-
ra di unire le loro forze contro gli ereti- getto della tenera divozione de'fedeli, co-
ci; ma quando fu recato a Raimondo VI me quello che avea predetto non poter
il trattalo, quale pertinace protettoredeb trionfare la causa di Cristo nella contra-
l'eresia, di costumi e azioni indegne, pie- da, finché uno de'suoi predicatori non sa-
no di vizi e bestemmiatore, ricusò all'alto grificasse la vita per la sua fede, auguran-
di sottoscriverlo. Ilzelante legato dopo a- dosi d'esser egli la [.'vittima del persecu-
verlo inutilmente ammonitogli minacciò tore. Ma neh 562 le sue reliquie furono
le censure ecclesiastiche, e poi per la 2.° preda
da'fanatici eretici ugonotti date in
scomunicò; quindi
volta lo il Papa gra- alle fiamme. Deve notarsi, che Innocenzo
vemente gli scrisse, perchè si sottomet- III non solo a'eisterciensi, ma anche a s.
dine di Raimondo Yl da due suoi vassalli ed ivi dissi chi furono i primi inquisitori,
sconosciuti colla lancia tra le coste (e l'uc- e che s. Domenicofu un portento cogl'in-
cisore riparò poi a Beaucaire per toglie- onde convertirli, essendo co-
felici albigesi
disfazione.dovessero eglino. per prima pro- a'nuovi legati da lui eletti in sostituzione
va del suo pentimento, esiger la cacciata del martirizzato s. Pietro di Castelnuovo.
degli eretici da'suoi stati. Del medesimo Erano essi i vescovi di Riez,di Conserans,
tenore Innocenzo III scrisse al re di Fran- e l'abbate de' cisterciensi, a' quali si uni
cia Filippo II Augusto, perchè sorgesse Tedisioo Teodisio canonico di Genova, e
qual soldato di Cristo e principe cristia- Milone protonotaro apostolico col titolo
nissimo in aiuto della Chiesa a combatte- di legato a Intere. Questi nel 1209 citò
re con poderosa mano contro gli eretici Raimondo VI al suo tribunale e consiglio
pe™iori ancora de'saraceui. Il eh. Ilur- in Valenza, ove per timore della crociata
terche nella bella Storia d' LinocenzoIII, contro di lui promulgata, accettò le con-
fa pur quella degli albigesi del suo tempo dizioni impostegli dal prelato, per otte-
(ed io nella biografia di quel Papa in più. nere l'assoluzione della mortedi s. Pietro
luoghi lumeggiai quanto energicamente e de'suoi reali, dando per malleveria alla
fece per estirparli, cioè nel voi. XXXV, s. Sede 8 castelli, 3 de'quali erano del con-
e segnatamente a p. 273, ij5, 277, 280, tado Venaissino. Tratto a Saint-Gilles, fu
285, oltre gli altri luoghi qui citati ), e obbligato a' 18 giugno presentarsi scal-
quanto alla lettera del Papa al redi Fran- zo e con calzoni di tela nel vestibolo della
cia, dice eh e noto il giudizio recato su di chiesa davanti un altare portatile o v'era
essa, manon tanto nota all'incontro è l'o- esposto Sagramento, la ss. Croce, le
il ss.
pera del tollerante Beza ginevrino intito- reliquie de'santiegli Evangeli. Milonese-
lata: De haereticis a magìslra tu civilipu- guito da 3 arcivescovi eiq vescovi, std cor-
niendis. Cosi pure, egli aggiunge, igno- po di Cristo e sulle reliquie de' santi gli
rasi da 'pia che Calvino suo maestro, nel fece rinnovare il giuramento d'ubbidire
suo libro contro Servet, stabilisce questa agli ordini del Papa e de'legati sui 5 ar- 1
tesi: Jure gladii eoerecndos esse haere- ticoli che gli aveano tratta addosso la sco-
Di più Innocenzo HI fece bandir la
.
munica. Poscia il legato postagli al collo
crociata contro gli eretici albigesi; perciò una stola l'introdusse nella chiesa percuo-
gran numero di signori e altri fedeli si tendolo sulle spalle nudate con verghe,
consagrarono a tale spedizione e guerra di indi gli die l'assoluzione in mezzo a una
religione, anche per le indulgenze, privi- folla immensa di popolo. Per cui mezzo
legi ed esenzioni loro accordate. Ognuno nudo dovè passare innanzi al sepolcro di
voi. LXXVII.
e
34 TO L TOL
s. Pietro, e fu costretto fi fare riverenza a cavalierea cui confidare il reggimento del
colui morto che avea odiato vivo. A' 22 paese conquistato, e rivoltosi al duca di
dello stesso mese il conte temendo d'es- Borgogna,e a'eonti di Nivers e di s. Paul,
sere oppresso da'erociati, che si avanza- tuttisi rifiutarono; allora Arnaldo indus-
prode conte Simone di Monfort, e nel de- do giustamente il conte di Monfort, il cori -
clinar di luglio espugnata Bezieis, disfe- te di Tolosa si vide escluso dalla propria
ce l'esercito eretico colla strage di 1 2,000 capitale, e ottenuto poi il permesso d'en-
alhigesi, per la quale insigne vittoria ri- trarvi gli fu imposto di consegnare tutti
mase la fazione eretica notabilmente in- i tolosani sospetti d'eresia. Egli si ricusò,
debolita. Altri dissero che nella presa d'as- protestando ohe sarebbe andato in Roma
furono passati a fil di spa-
sallo di Bezieis a lagnarsi col Papa di tali ingiuste vessa-
da 10,000 nemici; altri con enorme esa- zioni, e ricorso al re di Francia e all'im-
gerazione dissero massacrale 3o,ooo per- peratore. Del suo avviso furono i tolosani
sone. Nel seguente agosto i crociati dopo e diversi signori, e dopo aver fatto testa-
di essersi impadroniti di Carcassona e di mento a' 20 settembre Raimondo VI si
nerale prese col conte di Tolosa, e l'am- alla pena dell'interdetto. Intanto Simone
bizione che trapelava nella sua condotta, di Monfort, continuando contro gli ere-
secondo alcuni, non tardarono a inimica r- tici le sue spedizioni, prese Mirepoix prin-
locon Raimondo VI. Non pareche quan- cipale rifugio degli eretici, Paraiers, Al-
do il conte di Monfort fu eletto genera- bye altri luoghi. Innocenzo III lo felicitò
l'abbate cisterciense, convocati i capi del- co manto e d'un prezioso anello. Da Ro-
l'esercito, gl'invito a eleggere fra loro un ma passò alla corte dell'imperatore Ot-
4 .
TO L TO L 35
Ione IV, già divenuto ingratamente ne- zione, fu scomunicato, e la sentenza venne
mico della s. Sede che l'avea innalzato al- confermata da InuocenzoIH, ilquale non
l'impero, per implorare il suo soccorso bene informato ordinò a'Iegati d'impos-
contro le vessazioni del contedi Monfort; sessarsi della contea di Melgueil appar-
ritornato poi a Tolosa, restituita algrem- tenente a s. Pietro, e di custodirla fino a
bo della Chiesa, per concorrere alla guer- nuovo ordine; poiché pe'dintli di sovra-
ra contro gli eretici , indi passò a ritro- nità che la santaSede avea sulla contea,
var l'abbate de' cisterciensi e il generale già ne avea ricevuto omaggio dallo stes-
de'crociati, notificò lorogli ordini del lJ a so Raimondo VI, e poi il vescovo di Ma-
pa per essere ammesso a giustificarsi de' guelone pagò per tal contado l'annuo cen-
delitti a lui imputali. Malgrado le sue sol- so di 20 marchi alla romana chiesa. Al-
lecitudini,ed essendo divenuto peggio di lora il conte di Tolosa vedendosi attac-
prima, dal vescovo di Riez e da maestro cato da'erociati, si pose co'confederati iu
Teodisio principalmente, severamente istato di difesa. Monfort dopo essersi
Il
VI, questi temendo pe'suoi possedimenti, fraternita nera, e vi ebbero tra esse san-
per rafforzare i suoi legami con Pietro II guinosi combattimenti. Avendo il vesco-
a
re d'Aragona di lui cognato, die in isposa vo ordinato a a 1 1 i ci i marciare all'assedio
al suo primogenito Raimondo di soli 1 di Lavaur, vi si oppose il conte, ma non
«inni, Sancia sorella del re. Questo matri- fu ubbidito. Dipoi trovandosi il vescovo
monio diede ombra al conte di Monfort, imbarazzato per far la sua ordinazione nel
dovendo sua figlia sposare il figlio del re sabbato santo, poiché legati aveano po- i
d'Aragona, allorché fosse giunto all'età sto l'interdetto a tutti i luoghi in cui si
genza con Monfort adunarono nel 1 in r 1 i ti, al che il prelato rispose: » Non fu già
Arles un concilio, a cui furono chiamati altrimenti il conte che m'abbia fatto ve-
con invito il re e con citazioneilconte. Rai- scovo. Io fui eletto secondo le leggi eo:le
mondo VI per ricusare di sottoscrivere le siastiche, non intruso per violenza né per
dure coudizioni volute per la sua assolti- di lui autorità, e quindi uon uscirò mai
3G TOL. TOL
a motivo di lui". Fou'lqnes attese il conte filosamente moderato.Non dee recare per-
nella sua capitale per 3 settimane, poi ne ciò meraviglia se Raimondo VII, per le
be loro la Chiesa; altrimenti si trattereb- difese. Molte castella furono prese e ripre-
bero da eretici e fautori d'eresia. Essen- se, molte città espugnate cedute. Mon-
do state rigettate tali proposizioni, Foul- fort sottomise però la proviucia d' Agen
ques ordinò al preposto di sua cattedrale e la maggior parte del Quercy; e da Ger-
e a tulli gli ecclesiastici di Tolosa d'uscir mania ricevè nuovi rinforzi di crociati :
subilo di città. Tutto il clero ubbidì e u- gli eretici ripararono in Tolosa e inMon-
scì a piedi nudi col ss. Sagramento; ma tauban.Kel 12 i 3 lnnocenzolll mosso dal-
uè questore scomunica che fu lanciata
la le preghiere di Pietro II re d'Aragona a
su Ila città. non avvantaggiarono le cose del- favore di Raimondo VI , sospese la cro-
l'assedio. Venuti conti di Foix, di Com-
i ciala contro gli albigesi. Il concilio di La-
mingesedi Forcalquier, altri fdutorid'e- s'aur (V.) ricusò d'ammettere lo spergiu-
retici , a raggiungere Raimondo VI alla ro Raimondo Vìa giustificarsi, e di resti-
testa de'loro vassalli, fecero con lui il 27 tuir le terre a'eonti di Comminges,
Foix e
giugno una sortita così viva e micidiale, altri fanatici protettori degli empi eretici;
che obbligarono 3 giorni dopoMonfort a ed il re d'Aragona ne appellò al Papa in
levar l'assedio. Nel successivo agosto Rai- favore del conte suo cognato, dimentican-
mondo VI rivendicò parecchi castelli, e sul do i benefìzi ricevuti da Innocenzo III,
finir di settembre assediò Monfort in Ca- che peli. lo coronò re. Il re inviò i suoi
stelnaudari.A malgrado la superiorità del ambasciatori al Papa, supplicandolo d'as-
numero, la sua armata fu sconfitta e posta sicurar la contea a Raimondo VII, pro-
in fuga dal valore de' crociati, ove pre- mettendo di tenerlo alla sua corte a stil-
uno di lo-
tendesi vi a vesserò a combattere largli le buone dottrine e di purgar da-
ro 3o nemici, onde il comandante conte di l'Aragona, intautochè il
gli eretici tolta
Foix svergognalo dovè ritirarsi con mol- padre Raimoudo VI profferiva^ d'espiar
tissima perdita. I legati in virtù delle pie- i suoi falli combattendo nemici di Cri-
i
ne ficoltà di cui erano investiti, si cre- sto, dove più egli volesse in Palestina o
derono autorizzati a Iraltare il conte di in Ispagna. Innocenzo 111 uditi gli amba-
Tolosa come loro da\a il capriccio per le sciatori,si lagnò co'legntiedipiù conMon-
altrui informazioni: procedere che certa- forl, rimproverandolo d'aver convertilo
mente avrebbe disapprovato il Papa vii- l'armi contro gli eretici anche a danno dei
TO L T O L 37
fedeli, versato sangue innocente e occu- del cognato Giovanui re d' Inghilterra,
pato proviucie non infette d'eresia, di più già scomunicato per lesueabbomiuevoli
molestato i sudditi aragonesi, e dover fa- iniquità da Innocenzo III, donde ripartì
re omaggio a Pietro II per l'investitura nel 2 4- Al suo ritorno gli fu consegnato
1 1
di Carcassona. Tutto questo prova l'im- il fratello Balduino, fatto da Monfort si-
parzialità e la giustizia d'I nnocenzoIII,non gnore del Queicy, ch'era stato arrestato
ostante la soddisfazione che provava in a tradimento dal sigoore del castello d'Ol-
vedere estirpata l'eresia e per le testimo- me, e Raimondo VI crudelmente lo con-
nianze che ricevea di rispetto e divozio- dannò a morte: il conte di Foix con suo
ne di Montb/1 verso la Chiesa. Laonde se figlio Ruggero Bernardo, e Bernardo ili
Raimondo VI, che contro il re Pietro II signori confederati, ridotti agli estremi,
divenuto apostata, per cui Innocenzo III chiesero grazia al legato cardinal Colle-
dichiarò essere stato male informato dal vaccino di Benevento, e si sottomisero a'
e il re loro capo. Si ripresero l'armi d'am- come l'esperienza avea mostrato di nou
bo le parti, ed il re co'tre conti assedia- fidarsene,Simone radunò numeroso eser-
rono a' io settembre IMuret, piccola città cito di crociati, e poi terminò l'occupa-
nella contea di Comminges. Simone di zione de'dominii del contedi Tolosa. Nel
Moufort corse in aiuto della piazza, e a' 12 geunaioi2i5 il concilio di Montpellier,
sivenue alle mani, dopo aver più volte presieduto da detto cardinale, deliberò
inutilmente tentato di pacificarsi col re, sulla scelta di quello a cui dovea essere da-
e di venire ad un accordo. Il re d' Ara- ta la città di Tolosa, e le altre piazze con-
gona fu ucciso nell'azione, e gli altri capi quistate da'erociati, e fu deciso che sareb-
dell'armata, presi dallo spavento, abban- bero date al conte di Monfort. Ma il car-
donarono a'crociati il campo di battaglia, dinale giudicò ben fatto mandare a Ro-
avendo perduto circa 20,000 uomini, ma per averne l'approvazione del Papa.
mentre Simone non perde che un solo ca- Bensì il cardinale spedì il vescovo Foul-
valiere e altri 8 crociati, considerati mar- ques a prender possesso in nome della
tiri della fede,comealtri crociali. Per quan- Chiesa romana, di Tolosa e del castello
to gli storici ligi agli eretici abbiano vo- Narbouese che serviva al coute di palaz-
luto nascondere il mirabile ardore e zelo zo; furono consegnati la città e i castelli,
ticolare evidente protezione divina, per la contesse loro spose a ritirarsi in casa priva-
quale riportarono prodigiose vittorie,non- la. Innocenzo III considerando che lo sco-
degno di Cristo per la fede cattolici, ed Foix rimproverò il vescovo di aver sedot-
essersi fatto gloriosissimo per tutto il mon- to tanta povera gente, e per colpa sua es-
do.Onde alla guardia sua confidava il pae- sersi Tolosa presa e saccheggiata , colla
se conquistalo fino alla deliberazione del strage di 1 0,000 abitanti. Ritiratisi, il con-
concilio generale, e concedergli di usarne cilio discutendo negò d'esaudire
l'aliare,
l'entrate ed esercitarvi la suprema giuris- Raimondo VI, per la ragione, disse il Pa-
dizione. La crociata di Luigi Vili fu del pa, che la fede e la pace non aveano mai
tutto pacifica, perchè giunse quando era potuto conservarsi ne'suoi paesi, sebbene
finita ogni resistenza, e sottomesso tutto avea procurato di giovarlo, e di favorire
deltà i sudditi, ed esposta la terra alla con- contedi Comminges. Neh 2 6 Simone di 1
quista de'caltolici, annuendo a tal decreto Monfort prese di nuovo possesso di To-
tutti gli ambasciatori de'sovrani interve- losa, ed a'7 marzo per se e suoi discen-
nuti al concilio. Il concilio accordò acat- denti ricevè dagli abitanti il giuramento
tolici che prendevano la croce per ster- di fedeltà: quanto egli fu lodato da Inno-
minare gli eretici, l'indulgenza di quelli cenzo 111, quali titoli egli prese, oltreché
che vanno a Terra Santa, e scomunicò i di conte di Tolosa per la grazia diDio,lo
fautori degli eretici. Raimondo VI col fi- notai nel voi. XXXV, p. 286 6287, in-
glio e i detti conti si presentarono al con- sieme all'investitura che ricevè dal re di
cilio, inginocchiandosi a' piedi del Papa Francia delle provincie conquistate, per
che li fece alzare, ed esposero i loro re- consiglio del suo fratello Guido di Mon-
clami contro Monfort e contro il legato, fort, per le contee di Narbona e di To-
reclamando le terre di cui erano stati spo- losa, per le viscontee di Reziers e di Car-
gliati. Il vescovo di Tolosa ne assunse ca- cassoua, e così pure per gli altri feudi che
TOL TOL 39
il Raimondo VI teneva dal
conte re. Con fetto pe'loro conti, e si riaccese più vivo
quest'ultimo atto Raimondo VI tolta si alprimo comparir del giovine Raimon-
vide ogni speranza di ricuperare i suoi sta- do VII dinanzi Beaucaire sulla quale ,
li. Tuttavia Raimondo VI e suo figlio ri- Moufort non avea valevoli diritti. Simo-
tornati nell'anno stesso da Roma, si accin- ne fece di tutto per liberarla, ma in line
sero a ricuperale ben i loro stati: furono sitrovò costretto a cederla con un trat-
accolli a Marsiglia, entrarono in Avigno- tato al nemico. La guerra passò poi sulle
ne in mezzo alle replicate grida: Piva To- terre del conte di Foix; e nel 1 217 gli a-
ne quella parte degli stati di Raimondo mese Simone si recò ad assediarla col car-
Vlcouquislata dall'armata cattolica, men- dinal Bertrando SavelU leg ito e parente
tre l'altra situata sul Rodano, era stata del Papa, avendo il cardinale vietato sotto
assegnata da Innocenzo III a! giovine Rai- pena di scomunica al re d'Aragona e suoi
mondo VII, il quale approdato a Marsi- alleatid'invadere ostilmente le terre di
glia eproseguendo il suo viaggio trovò gli Monfoit, come aveauo determinato di fa-
auimi bendisposti. Tarasconapuredichia- re. Però Simone iuvano strinse Tolosa
rossi per lui, e parecchi signori si offrirò- per 9 mesi, resistendo la città a lutti i rin-
no aiutarlo alla ricupera dell'avito retag- forzi ebe gli giunsero di Francia, e con-
gio. Deliberatasi la guerra coutro Mori- tro tutto lo sforzo della sua perizia di guer-
turi, unirono le loro iusegnea quelle del ra e dell'attività sua. Finché tutto essen-
conte varie Provenza e del conta-
città di do sollevato il paese intorno, e sempre più
do \ enaissino; e Raimondo VI si portò facendosi rari gli aiuti, a*2D giugno 1 2 18
in Aragona per chiedere aiuto di gente. Simone fu colto a pie di Tolosa da una
In questo mentre morì Innocenzo III a'16 pietra scagliata dalle baliste degli asse-
luglio 2 6, e gli successe Onorio III. Fio-
1 1 diati, e si gravemente ferito che appeua
che l'esercito cattolico non altro combattè potè raccomandar l'anima sua a Dio: lui
che pel ristabilimento della fede e l'estir- morto, il primogenito e successore Alme-
pazione dell' eresia, egli corse di vittoria rico o Araaurijche avea sposato Beatri-
in vittoria; ma poiché Simone ebbe com- ce Delfina, levò l'assedio di Tolosa. Cosi
pita la conquista del paese e partitolo fra' finì Simone signore del castello di Mou-
suoi , a se riservando la suprema signo- fort, piccola signoria situata sur un'emi-
ria.e mutato iu altro il primo iutento della nenza fra Chartrese Parigi, e conte di Lei-
spedizione; e poiché i francesi, rotto il fre- cester , di stirpe antichissima più nobile
no alla cupidità, loro, attribuirono più al che ricca, imparentata colla casa di Fran-
loro valore che alla manifesta protezione cia e altre illustri, spleudido modello de'
divina quelle vittorie, il Signore versò so- cavalieri del suo tempo. Guerriero prode
pra di tulli il calice dell'ira sua. La de- di mano e di senno in guerra, tutto po-
cisione del concilio Laterauense dispiac- spose alla fede e all' onore della Chiesa;
que alla maggior parte de'barooi france- ma varcò spesso i confiui della giustizia,
si, onde cessarono rinforzi che l'armata i spinto da eccessivo desiderio di far glan-
traeva da loro ogni anuo; per cui troppo de b sua casa. Bello della persoua, vigi-
deboli si trovarono i nuovi signori delle lante, prudente e audacissimo nelle bat-
contrade conquistate, a tenere in dove- taglie; probo, pio, affabile e destro iu o-
re mal domali abitanti. In questi si potè
i
gui sorta di negozi; dualmente la pietà, lo
comprimere ma uon ispeguere l'aulico al- zelo per la fede, la castità de'suoi costu-
4o TOL TOL
mi, compi vanoin lui quella perfezioneper rono Marmane). Nel corso di quella spe-
la quale la cavalleria rappresentava, per dizione il giovane Raimondo VII assistito
cos'i dire, la Chiesa, nelle sue relazioni col da'conli di Foix e di Comminges, attac-
inondo. Affezionato al clero, lo rispetta- cò presso Basiege a 3 leghe daTolosa un al-
vo, eseguendo fedelmente l'ultime pie di- tro corpo di crociati comandato da Fer-
sposizioni de'sùoi parenti; fu generosocol- rami e da Brigier strenui cavalieri, e nel-
l'ordine cisterciense, e con molti vescova- lamischia con un colpo di lancia trapas-
ti della Francia meridionale, con donazio- sò il i.° e lo rovesciò, ponendo in disor-
ni e restituzioni, uè pativa che i suoi vas- dine i francesi. Ma il principe Luigi di
salli usurpassero i diritti e le rendite del- Francia, giunto davanti Marmami, riparò
ie istituzioni religiose. Delle provincie da quella sconfitta, con obbligar la piazza a
lui conquistate formò diversi principati, rendersi a discrezione; nondimeno non si
e per introdurre l'unità nelle parti, fece potè impedire che le truppe facessero man
stabilire nell'assemblea di Partner! ottimi bassa sugli abitanti. Indi fu assediata inu-
provvedimenti per rinnovar la pace e la tilmente Tolosa, da Luigi di Francia ac-
giustizia, distruggere l'eresia e rafferma- compagnato dal cardinal Sa velli legato.
re la libertà della Chiesa, di cui fu cam- Continuando le molestie che gli eretici al-
pione. Fra' contemporanei, chi lo esalta bigesi recavano acattolici, facendosi bef-
come un martire, e chi meu parziale con- fe escherno della religione cattolica, con -
danna la cupidità sua e altresì la sua in- culcando e profanando le cose sagre, nel
dulgenza per l'enormezze commesse dal- 1222 Papa Onorio 111 scrisse una lettera
l'armata cattolica co'roghi, colle forche, li Augusto re di Francia per
a Filippo
colle mutilazioni, e con altri orrendi sup- indurlo a frenarli; dicendogli che la po-
plizi co'quali punirono gli eretici. Questi destà secolare è tenuta reprimere colla
però operavano altrettanto e assai più spada materiale que' ribelli, che la spada
peggio, e facevano perire tra le loro orren- spirituale non può li trarre dalla malizia;
de grida e bestemmie preti, frati e soldati e che i principi della terra devono pur-
cattolici, i quali per evitare inauditi tor- gare lorodominii dagli uomini perversi e
i
menti, non avean che eleggere fra l'apo- rei, che se negligenti saranno costretti da
stasia e il supplizio. Commisero atrocità s. Chiesa. L'avvisò poi d'aver scomunica-
indescrivibili e in molte provincie porta- to Raimondo VI e il suo figlio, co' loro
rono la desolazione
, tutto distruggendo fautori; ead onta d'averli falli benigna-
col ferro e col fuoco. 1 posteri ripongo- mente ammonire, nou si emendavano e
no Simone di Monfort a ragione fra'più perseveravano nella loro malvagità e con-
illustri capitani che possa vantarla Fran- tumacia. Morì Raimondo VI di morte su-
cia. Suo figlio lo fece seppellire nella cat- bitanea e allacciato dalla scomunica, nel-
tedrale di Carcassona, donde più tardi fu l'agosto 1222, dopo avere rivendicato i
trasportato a riposar co'suoi nella badia suoi stati e trasmessi al figlio Raimondo
di Ilautes Bruyeres, situata lungi una le- VII, il quale non potè inai ottenere pel
ga da Monforl-A Imeneo castello di sua padre gli onori della sepoltura ecclesiasti-
famiglia, dove fu sulla pietra che copri- ca. Gli storici della crociata contro gli al-
va il mausoleo scolpito colle mani giun- bigesi fecero di Raimondo VI un orribile
te e cogli occhi rivolti all'aitar maggiore, ritratto, ma sono tacciali di parzialità.
a ricordare a'nipoti i sentimenti più in- Raimondo VII detto il Giovine, essendo-
timi e più sublimi di sua vita. Questo mo- si distinto per parecchie gesta militari ,
provincia di Narbona, con ogni diligen- in Meaox nel 228, ove si recarono Rai-
1
pale fautore, perché colle armi l'induces- gato con diversi prelati, e stabilitisi gli
se a ravvedersi. Temendo il conte la po- articoli della pace, tutti passarono in Pa-
tenza del re, si consigliò con molti albi- rigi dal re s. Luigi IX, e alla sua presen-
gesi di voler tornare all'ubbidienza della za fu confermata a'o, aprile (a' 1 2 e nel
chiesa romana, e vi fu ammesso co'suoi I22f) si legge neWArte di verificare le
a patto di restituire i beni tolti agli ec- date, ma non pare secondo gli Annali ec-
clesiastici, e di espellere gli eretici da'suoi clesiastici del Rinaldi, e V Istoria cV Avi-
stali. Tosto però tornando a'suoi errori, gnone e del contado Venesino stati del-
Luigi Vili s'incaricò della guerra in per- la Sede apostolica nella Gallia, del p.
sona contro il conte, quando fu pubblica- Fantoni, col quale nell'articolo Avigno-
to scomunicato e dichiaralo eretico dal ne principalmente procedei in narrare la
cardinal Bonaventura llomano legato, in storia degli albigesi, e l'origine dell'acqui-
un'assemblea tenutasi a Parigi a'28 gen- s. Sede del contado Venais-
sto fatto dalla
naio 1226. Quindi il re entrò ne'suoi sta- sino, cominciando dal 1 35 in poi, e per- 1
gior parte de' suoi possedimenti (siccome rono prescritte dal legato pontificio e da
destituito da ogni diritto da cui era de- s.Luigi IX, ch'erano: dover egli per l'av-
caduto per la sua eretica condotta), aven- venire esser fedele alla romana chiesa e
do lasciato alla chiesa romana quanto a a're di Fi ancia, prendere la croce contro
lui apparteneva oltre il Rodano, e al re i saraceni, militando per 5 anni ne' l'orien-
Luigi IX cavaliere. Giovanna figlia di Rai- ciò il dominio temporaledellas. Sede sul-
mondo VII, ch'era stata da lui consegna- la contea Venaissiua, durato sino al decli-
ta a'ministri regi.com'erasi convenuto nel nar del decorso secolo, in cui glielo tolse
trattato di pace, fu nel mese slesso fidan- la rivoluzione. Ripelo che meglio è vede-
zata ad Alfonso conte di Poitiers fratello re, anco su questo grave e delicato pun-
del re; ma siccome gli sposi non aveano toci ricordalo articolo Avignopte, col det-
cheqanni,natiessendo entrambi nel 1220, taglio delle circostanze che lo precedette-
non ebbe effetto il matrimonio che 8 an- ro, accompagnarono e seguirono, intrin-
ni dopo. Rinaldi aggiunge , che il conte secamente riguardanti pure Tolosa e la
siobbligò a non lasciare a verun suo e- già possente e vasta contea omonima: a-
lede Tolosa col territorio suo cheesten- vendo eziandio rilevato, die se la s. Sede
devasi quanto il vescovato, concedutagli ricevè il contado Venaissiuo, fu in com-
solamente sua vita durante; e che niun penso delle gravissime spese da lungo tem-
suo erede e le figlie se ne potessero richia- po contribuite da'Papi per guerreggiare
mare giammai, se non se i soli discenden- i fanatici e crudeli eretici, per la pace e
ti di Giovanna e discendenti di lei e da prosperità di ampie contrade, e perchè il
Alfonso fratello del re. Che bastasse per pestifero contagio non si propagasse colla
sua penitenza, ch'egli stesse 5 anni olire perdizione d'immenso numero d'anime;
mare,obbligandosi di pagare27,ooo mar- e che se s. Luigi IX cooperò alla cessione
che d'argento. Che similmente quietò e delle terre Vena issine alla chiesa roma-
lasciò al re e alla chiesa romana tutto na, il fece perchè essa consentisse nell'ac-
lo slato oltre il vescovato verso levante, quisto da lui fatto della conica di JVlelgueil,
di qua e di là dal Rodano. Dichiara il No- sulla quale,come rilevai di sopra,la s.Sede
vaes, nella Storia di Gregorio IX, che avea delle ragioni sovrane, e de' «j de'7 ca-
TOL TO L 43
stelli di là dal Rodano, che in virtù del- do in Tolosa il tribunale òeW'InqtrisiziO'
l'obbligazioni del defunto Raimondo VI ne, lo ristabilì, affidandolo 'domenicani
si erano devoluti alla chiesa romana, co- per essersi co' cisterciensi con prodigioso
tnechè dati ad essa in malleveria, oltre la fervore dedicati alla conversione degli e-
parte o metà che avea e poteva consegui- retici, e dichiarando il loro generale in-
redella città d'Avignone. Nel luglio la cit- quisitore della cristianità. Rifiorì adunque
tà di Tolosa fu riconciliata colla Chiesa, e in queste parti la cattolica religione, e per-
si riaprirono sagri templi per ordine di
i chè non crescessero gli errori per mancan-
Pietro di Collemedio vice-legato apostoli- za d'uomini dotti, si trattò di formare in
co, e siccome ancora la città stava in po- Tolosa un'accademia o università, il Pa-
tere del re, furono abbattuti i suoi pro- pa la decretò e fu ordinato a Raimondo
pugnacoli e date le altre rocche a'regi mi- VII, che a seconda dello stabilito sommi*
nistri. Raimondo VII tornò a Tolosa sul uistrasse del suo gli stipendi a' maestri.
fine di settembre, rinnovò le sue promes- Pertanto egli si obbligò di m in tenere per
se alla presenza del cardinal Bonaventu- 1 o anni i maestri o professori di teologia,
ra Promano legato, che l'avea seguilo col- diritto canonico, filosofia e grammatica:
l'esercito crociato,per domare a forza d'ar- le scienze continuarono ad esservi inse-
mi chiunque avesse osato violare i patti gnate anche dopo tal periodo, aggiuntivi
della stabilita concordia. Indi il cardinale in seguito professori di diritto civile e di
tenne a Tolosa un concilio, anche coll'in- medicina, formandosi l'università di 4 fa"
tervento del conte e de'baroni, in uno ai collii. Ma il conte contro le solenni sue
cousoli della città, confermaudovisi lecon- obbligazioni erasi neli2 3o collegato con
dizioni della pace con solenne giuramen- altri baroni è il re d'Inghilterra
o a dauno
to del contee de'suoi. Il cardinale eoman- di s. Luigi IX, onde il vescovo di Carcas-
dòche si facesse inquisizione contro le per- sona ottenne da Gregorio IX che depu-
sone sospette d'eresia, e fu reintegrato nel- tasse in Tolosa per legato apostolico il
la fama Guglielmo di Solario, acciò la sua vescovo di Touruay. Questi giunto nella
testimonianza valesse contro coloro ch'e- emen-
città, l'esortò a ritirarsi dalla lega, a
gli conosceva veramente colpevoli. Egli dai si quanto era cagione di richiami, e
di
era stato eretico e si era poi ritirato dal- ili effettuare l'indennità dovuta alle chie-
la loro pravità, come afferma il Rinaldi. se. Tornato Raimondo VII a familiariz-
tro gli eretici, e che cominciandosi subi- re de'domenicani nel combattere le false
to le analoghe procedure, durante 1' in- dottrine e nel procedere contro gli ereti-
verno fu preso Guglielmo detto il Papa ci, inaspriti gli animi furono col vescovo
degli ^//;/»r.«'(aN[CHiNTAdissi d'un pre- espulsi da Tolosa, col loro capo fr. Gu-
teso antipapa di tal nome degli albigesi glielmo d'Arnaldo, insieme al clero e ai
neh 167), e con sentenza di quel tribuna- frati minori; ed domenicani ne uscirono
i
le fu bruciato vivo. Ad istanza del gene- al modo indicato nel voi. Ili, p. 168, ve-
rale domenicano s. Raimondo di Pegna- nendo mandati via pure da Narbona e da
fort, circa il 23 1 Gregorio IX conferuiau-
1 altre città. Però a tutto riparò Gregorio
44 TOL TOL
IX, al modo dello a Inquisizione, ripri- tea di Tolosa; e per effettuare il suo ma-
stinandola a Tolosa e altrove, e per toglie- trimonio con Giovanna, con breve lo di-
perciò doversi di tutto emendare, ed ese- fitte alla libertà ecclesiastica, dichiaran-
guire quanto avrebbe ordinato il lega-
gli dosi pronto al volere della Sede per lo s.
to, e che si ponesse in pronto di partire splendore della fede; e diceudo apparte-
nel maggio per la Palestina e dimoiarvi nere al Papa d'imitar la clemenza di Co-
5 anni. Al legato poi comandò Gregorio lui, il quale ama non la morte ma la sa-
IX, che ripristinasse lo studio di Tolosa, lute de'peccalori. Giurando il conte d'e-
annullasse le leggi fatte contro la libertà mendare falli commessi, e supplicando
i
particolare; ma indi a poco udendo pro- i cadde malato e fece testamento a*23 set-
gressi di s. Luigi IX e incalzato dalle sol- tembre, col quale l'istituì erede*uni ver-
lecitazioni del vescovo di Tolosa, ti allò di sale, morendo a'27 a Milhau nel Rouer-
pace e l'ottenne nel gennaio 1 243. In que- guedi 52 anni e fu sepolto sotto il coro di
st'anno Raimondo VII valicò le Alpi, vi- Font-Evrauld accanto alla madre, com'e-
sitò Federico li in Puglia, donde passò a ra stalo da lui ordinato. 11 Rinaldi ne nar-
Roma per continuare il suo appello con- ra l'edificante morte, dicendo che dopo
tro gl'inquisitori che l'aveano scomunica- aver fatto ardere alla sua presenza 80 e-
to,crtdendolo complice dell'uccisione de- retici a Derlaigas, convinti o confessi d'e-
gli altri. Si discolpò, con ordinare
pu- la resia, fu colpito dalla febbre, volle con-
nizione di quelli che l'aveano commessa, fessarsi, ecomunicarsi dal vescovo d'Ai-
e dal nuovo Papa Innocenzo IV ottenne by. Entrando il corpo di Cristo nella sua
a istanza di s. Luigi IX l'assoluzione dal- casa , tuttoché debole si alzò dal letto e
le censure , e la vitalizia investitura del l'incoutròa metà di essa, e gittatosi in ter-
contado Venaissinodominiodella s Sede, ra ivi Io ricevè, indi fu estremato. Così
e cosi di sua figlia e genero se uon avea- ebbe termine la sua vita, dando saggio di
46 TOL TO L
zelo contro gli eretici, di viva fede catto- ri dello stesso diritto e specialmente con-
lica e di pietà. Con lui si estinse la discen- tro l'autore del Ragionamento intorno ai
denza maschile de' potentissimi conti di beni temporali posseduti dalle chiese,
Tolosa che avea posseduto la contea 4
, Venezia 766,iIqualeautoresuscitògli
1 er-
secolida Fredelon dell' 85o in poi. Al rori de'nomiuati Catari, Valdesi, fiele-
vasto e grave argomento sin qui tratteg- fisti, Ussiti e altri, i quali tutti sosteneva-
giato genericamente ponuo in qualche ,
no erroneamente fra le altre cose, che la
modo supplire i ricordati articoli, men- Chiesa egli ecclesiastici non potevano ac-
tre per la storia tra'molti che ne scrisse- quistare né posseder beui terreni, che in
ro ricorderò iseguenti.il p.GiuseppeVais- buona parte erano pure errori degli al-
sete della diocesi d'Alhy, studente nell'ac- bigesi che infestarono la Chiesa ne'secoli
cademia di Tolosaedotto benedettino del XII e XIII, ed abbandonati da'loro pro-
monastero della Dauvade, Storia genera- tettori rimasero interamente distrutti, i
le della Linguadoca,con note e documen- superstiti essendosi uniti a' valdesi. Nel
ti giustificantiy Parigi i 73o-45. Restata 1 ^4g dunque successe nella contea di To-
imperfetta questa eccellente opera per sua losa al suoceroRaimondo VII,ultimocon-
morte, ne compilò il 6.° voi. il p. Bourot- te, Alfonso conte di Poi tiers e figlio di Lui-
te, Compendio della storia genera le del- gi Vili re di Francia, di cui avea sposa-
la Linguadoca,Va\\§\ i j/\.^.IIistoiredcs ta la figlia ed erede Giovanna. Con questa
Croisades eontre Ics Albigeois par le p. era partito col fratello s. Luigi IX oltre-
Jean Baptiste Langlois de la Compa- mare per la Crociata di Terra Santa, por-
gnie de Jesus,Roi\en jo/±. Pietro diCer- i tandovi di Francia un altro esercito di
nay monaco cistercense, che faticò mol- crocesignati, ma la regina Bianca sua ma-
to nella conversione di detti eretici, e de- dre vegliò a' di lui interessi. A' 5 aprile
dicò la sua opera a Innocenzo IH, la qua- i2 5o Alfonso fu fatto prigione dc'sara-
le trovasi ancora nella Dibliotheca Ci- ceni insieme col re, indi lasciato in liber-
sterciensis:Historia Albigensium, Troys tà per l'accordo de'6 maggio, e condotto
i6o5. Giovanni Benedetto dotto dome- a Damietta raggiunse la sposa che in ri
nicano, Ilistoires des Albigeois , et des vederlo ne provò estrema gioia. Sulla line
Vaudois ou Besbets, Paris i 6q i . P. Laz- del giugno s'imbarcò nel porto diTolemai-
zeri gesuita, De Tlaeresi Albigensium E- de per ritornare inFrancia conCarlo d'An-
xercitatio habita in collegio romano,Ko- giò suo fratello (che avea sposa toBeatrice,
maei765. Scrissero ancora degli albige- altra figlia di Raimondo Berengario IV
si, Sandero presso Labbé, Concil. t. io, conledi Provenzali quale con testamento
p. 534; Bernino, Historia di tutte l'ere-
i l'avea dichiarata sua erede) e colle princi-
sie, oltre il suo compendiatore Lancisi. Il pesse spose. A'^3 maggio ix5i Alfonso e
veti. p. Moneta domenicano, pubblicata Giovanna fecero il loro ingresso solenne in
e illustrata dal p. Ricchini dello stesso or- Tolosa, ricevendo dagli abitanti il giura-
dine, Adversus Catharos et Valdenscs mento di fedeltà. Dopo aver percorso le
libri V
quos ex mss. codicibus Vatica'
,
loro terre tornarono in Francia, ove poi
uo,Bononiensi,et Neapolilano nunepri- fermarono il loro soggiorno ordinario,
mum edidit, etc. Romae 743- Di quest'o- 1
particolarmente nel castello di Viucennes.
pera contro Catari, quali erano una
i i Circa la fine deli 252 Alfonso vedendo-
propagine de' Manichei, si servì opportu- si gran pericolo per un attacco d'apo-
in
namente l'altro dotto e celebre domeni- plesia, fece voto di restituirsi in Terra San-
cano p.Mamachi nella sua opera de\ Dirit- ta. Nel 1^53 Inuocenzo IV commosso dal-
to libero della Chiesa di acquistare ec, le tristi notizie degl' infelici successi di s.
stampata neh 769 contro gl'impugnato- Luigi IX, scrisse ad Alfonso già crocesigna-
TO L TO L 47
lo, che solto ili lui si formasse un eserci- so fu trasferito nella chiesa di s. Dionigi,
to per aiutarlo, e con flebili lettere ecci- da lui scelta per sua sepoltura, restando
tò i francesi a correre in aiuto del loro re, i precordi nella cattedrale di Savona do-
perchè non del tutto si spegnesse in So- po le solenni esequie; e quello di Giovan-
ria il nome cristiano; ed ingiunse al p. na nella badia di Gerci in Brie da lei fon-
priore de'domenicani di Parigi che ban- data nel 1269. Alfonso fu principe buo-
disse perciò nel consueto modo la croce no, casto, pio, Iimosiniero,giustoedequo:
ne* regni di Francia e di Na varivi, nellaBre- non mancò di valore e di fermezza, e cam-
t.igna minore.nella Boi gogna e negli stati minò sulle pedate del re suo fratello nel-
del conte di Tolosa. Il viaggio d'Alfonso la pratica delle virtù cristiane. Sembra
fu ritardato per vari ostacoli sopravvenu- che la contessa sua moglie fosse di carat-
ti dopo, né fu da lui intrapreso che nel tere pressoché somigliante. Filippo III
i 270. Prima diquesto tempo e nel 1265 V Ardito figlio e successore di s. Luigi IX,
protesse la costruzione fatta dagli abitan- raccolse tutta la loro eredità. Invano Fi-
ti di Saint-Saturnin del pontedi Saint-E- lippa di Lomagne erede di Giovanna fe-
timato che verso la fine del 1 3og, ed es- sua domanda fu rigettata con sentenza
so die poi il nome alla città di Saint-Sa- del 1274. Filippo III e i suoi successori re
tiunin-du-Pont, così chiamata a motivo di Francia ressero sino al 1 36 1 i vari pae-
del passo ch'eravi in quel sito sul Roda- si ereditati per la morte diGiovanna, co-
no. Finalmente nel 1 270 Alfonso, per sod- me conti particolari di Tolosa e non co-
disfare il voto fatto, si recò colla contessa me re, finché in dello anno la contea in-
Giovanna prima del terminar di maggio sieme alla Lin<niadoca
o fu riunita alla co-
fonso colla sposa salpò dalla spiaggia d'A- ro sudditi quando aveano a chiedere lo-
frica eapprodò a quella di Sicilia a' 22 ro sussidii. Dopo la riunione re di Fran- i
novembre, ove passarono tutto l'inverno cia seguirono per qualche tempo tale pra-
e una parte di primavera. Postisi nuova- tica, e raccoglievano gli abitanti d'ogni
menteinmare,sbarcaronoin Italia e con- siniscalcheria separatamente ; ma Carlo
tinuarono il loro cammino per terra. ìNel VII il Fitlorioso^vemlo trovato più op-
castello di Corneto sui confini di Tosca- portuno di convocare le siniscalcherie in
na e degli stati di Genova, furono colti un sol corpo di stati, fu in appresso osser-
entrambi da violento morbo e si fecero vata mai sempre tale formalità,e così quel
trasportare a Savona, ove morì Alfonso re nel i447 istituì propriamente il par-
a'21 agosto 127 in età di 5i anni, sen-
i lamento di Tolosa per la Linguadoca e
za lasciar posterità, ed a'25 morì Giovan- qual sua capitale. Inoltre Filippo III igno-
na, onde alcuno dubitò e fece sospetti che rando i diritti della s.Sede sul contarlo
fossero morti di veleno. Il corpo d'Alfoti- Venaissiuo, s' impossessò non solo della
,
48 TO L TOL
mela della città d'Avignone, ma ancora Poi si trasferì a Commiuges dov'era stato
del Venaissino. Conosciuto però l'errore, vescovo, e vi fece solennemente la trasla-
a istanza di Gregorio X restituì pronta- zione del corpo dis. Bertrando suo prede-
mente alla chiesa romana la provincia Ve- cessore in quella sede. Continuando il viag-
nesina, senza che d Papa si curasse di ri- gio per Carcassona, Montpellier e N'unes,
petere la metà d'Avignone, che Alfonso giunse in Avignone verso il fine di mar-
avea ridotto alla sua ubbidienza. Questo zo. Ivi siederouo altri 6 Papi,nel qual tem-
rafferma il p. Fantoni, che sembrami in po moltissimi della contrada furono ele-
ciò doversi preferireaW'Arte di verifica- vati al cardinalato, all'episcopato e ad al-
re le date, e sebbene citi Vaissete, poiché tre dignità. Nel grande Scisma d' occi-
in quest'opera si legge in Gregorio X. dente, Tolosa e la Linguadoca seguiro-
»> Nel fehbraioi274 ricevè in Lione la vi- no gli antipapi d'Avignone. Tolosa signo-
sita di Filippo III. Profittò di questa oc- reggiata da're di Francia e poi riunita al-
casione Gregorio X per chiedere a quel la monarchia, ne segni i destini colla con-
monarca contado Venosino, che ficea
il tea. Gl'inglesi uel secolo XIV fecero va-
parte del marchesato di Provenza, cedu- rie conquiste nella contrada, ma ne fu-
to nel 1229 Sede da Raimondo VII
alla s. rono cacciati sotto Carlo V.NelsecoloXVI
conte di Tolosa. Ma siccome Gregorio IX vide rinnovarsi le guerre civili e religio-
avea restituito alcuni anni dopo cotesto se, per gli errori di Lutero e di Calvino,
marchesato a Raimondo, cosi poteva le- e pe' tenibili e crudeli eretici Ugonotti.
gittimamente rigettarsi la domanda del Se ne impadronirono l'i 1 maggio i56z
Pontefice (non è vero per la surriferita e ne sortirono a' 17: le vie furono loro con-
disposizione d'Innocenzo IV e pel narra- trastate dagli abitanti palmo a palino, ed
to ad Avignone). Nondimeno essendo in- i opposero una resistenza degna de'
nobili
teresse del redi tenerselo affezionalo, vol- tempi delle crociate. Dipoi Tolosa godè
le annuire alla sua istanza. Ma nel far- d'una pace profonda sino alla rivoluzio-
gliene la tradizione, egli riserbò per se la ne, che le fece perdere la sua università.
metà d'Avignone che Filippo IV il Bello In tale infausta epoca la reazione fu gran-
di lui figlio permutò 16 anni dopo con de e tremenda. Alla caduta di Napoleo-
Carlo II, conte di Provenza e re di Sici- ne I, il duca di Wellington alla testa di
lia." A'5 giugno 3o5 1 eletto Clemente V 5o,ooo inglesi, spagnuoli e portoghesi
guascone, con estremo stupore di tutto il andò a' io aprile 18 i/J-ad attaccarvi fran- i
via della Bassa-Lin^uadoca. Wellington sa in suo onore detta s. Sernin , poi dal
città di viva furza, e costringerlo a capi- dedicata, trasferendovi le reliquie del san-
tolare per mancanza di sussistenze ma ; to, che qual prezioso tesoro sono tenute
egli non ismentì la dichiarazione delle po- in somma venerazione. La sede vescovi-
tenze alleate: esse non fanno la guerra ledivenne sullraganeadi Narbona, e pas-
alla nazione francese; e si sovvenne della sò ad esserlo di Bourges quando Tolosa
parola data da lui al duca d'Angoulème, da'gallicadde in potere de'goti, cessato il
che l'avea scongiurato di risparmiare To- dominio de'quali tornò ad esserlo di Nar-
losa. Laonde egli lasciò defilare sotto i bona; e Bourges con molti titoli volle so-
suoi cannoni l'esercito di Soult senza ti- stenere la sua primazia quando Tolosa
rare una palla,eda'i7 fece il suo ingresso fu elevata a sede metropolitana. Ciò av-
nella città %aiVwa iBorboni, e fu con- venne a'26 giugno 1 3 7 per disposizione
1
marono g dipartimenti
i dell'Alto-Loira, ili.°,di Pamiers, Montauban, Mirepoix,
Lozère, Ardèche,Gard,Herault,Aude,Al- Lavaur, Rieux, Lombez e di s. Papoul. Di-
to-Garonna, Tarn, e Tarn-Garonna, fa- smembrò parte della vasta diocesi di To-
cendosi ascendere la popolazione a circa losa, ch'era una delle più. grandi del re-
3 milioni d'abitauti,quasi 70,000 de'qua- gno, per formare 3 delle diocesi suffraga-
li contandone Tolosa. nee, ed assegnò all'arcivescovo per mensa
La fede cristiana fu predicata in To- 90,000 lire,chepoi si aumentò a 100,000
losa dal suo e ."vescovo s. Saturnino detto lire, onde pagava 5ooo fiorini per le bol-
volgarmente s. Sernin, inviato da Roma le. Altri scrissero, che Giovanni XXII col-
Ch, . T O L T O L
i 808, Bull. cil. 1. 1 3, p. 253, separando- lemme, altri d'Angouléme, ritardando il
lo dalla vasta diocesi di Cahors cui era vescovato 54 1, e dicendo aver gover-
al
slato unito , ed assoggettandolo nuova- nato la chiesa 36 anni. Il suo corpo fu tu -
niente alla metropolitana di Tolosa. Sic- nudato ad Oz o Ox presso Muret, ove ven-
come Montpellier, Pio VII colla della bol- ne innalzato un monastero che prese il
la Commissa divini7».sTavea sottratta dal- suo nome, ed in seguito diventò un prio-
la metropoli d'Avignone per farla suifra- rato conventuale della badia di Lezat; e
ganea di Narl>ona, colla bolla Etti perno» le sue reliquie da tal chiesa vennero tra-
dis. Sernin nel 265. Rodanio sembra con- 1 viava a s. Agostino in Inghilterra. Sadoco
trastato. Onde a s. Silvio si dà in succes- del 627 incolpato di connivenza nella ri-
sore s. Esuperio verso il 4°^, e sotto del bellione de'guasconi fu esiliato.Guillegise-
quale i vandali, gli svevi e gli alani rovi- lo inlervenne Reimsnel 63o.
al concilio di
per uno de'più gran vescovi che illustra- nel 657 dal monastero diFontenelle il mo-
rono la chiesa Gallicana, poiché si distinse naco s. Eremberto, ma preferendo egli la
per somma carità e profonda dottrina. Du- vita religiosa alle gravi curedel vescovato,
rante una lunga carestia, dopo di aver di- ritornò al suo ritiro nel 67 1 , che Cutter lo
stribuito i suoi averi , vendè i vasi sagri dice annodi sua beata morte, la quale da
d'argento e oro per soccorrere a'bisogni altri si ritarda cou riportare tale abdica-
de'poveri, talché fu costretto a conservare zione al 690. Non si é d'accordo sul vesco-
il corpo un paniere di vimi-
di Cristo in vato di s. Silvino monaco di s. botino nel
ni, e il suo Sangue in un calice di vetro. monastero dis.Omer, di mirabile santità,
Papa 6. Innocenzo 1 gl'indirizzo una de- che visse molti anni col solo sagro cibodel-
cretale, celebre nella storia ecclesiastica, l'Encaristia, e morì nel Signore nel 7 5. 1
corpo e modestissimo nell'abitazione e nel- nel 920 era vescovo Armanno, nel 932
Iamensa,chedeslòammirazione qual mo- Raimondo I, nelgSó Isloolslus, nel g48
dello di parsimonia. Dopo Massimo del Ugo I, nel 975 Issolo, nel 982 Atto, nel
44 ' > c he vivea nel 465, ed Eracliano,che 1020 Raimondo 11, nel io35 Arnaldo in-
nel 5o6 fu al concilio d'Agde, fiorì s. Ge- tervenne al concilio di Tolosa del io56
1 emaro o s. Germerio, che il clero e po- conlio la simonia. Nel 1060 Pietro Roger
nominato vescovo neh 071, unì all'ordi- mondo di Falgar di Mirammit, provin-
ne cliiniacense nel 1077 a detta chiesa ' ciale de' domenicani , eletto vescovo nel
della Daurade, stabilì la vita regolare nei marzo 1232 concordemente dal capitolo
canonici della cattedrale, fece doni consi- e approvato dal legato, si distinse pel suo
derevoli al capitolo, e si trovò presente al zelo contro gli eretici e morì nel 1270.
concilio di Tolosa del 1079, ed a quello del In questo di commi consenso il capitolo
1 090. Gli successe nel 1 1 o5 Amelio Rai- gli sostituì Bertrando dell' Ile-Jourdaiu
mondo Du Puy, che fu a 3 concilii di To- preposto della cattedrale , lodato per le
losa, due de'quali convocati da Gelasio II sue grandi liberalità che in , sia in vita
e Calisto II. Neil ì^o Raimondo III, al qua- morte, tanto a favore de'povei che delle i
le scrisse Papa Innocenzo II per la ricu- chiese: fondò nel capitolo di s. Stefano le
pera de'beni di sua chiesa, e per prende- 12 prebende poi chiamate di dozzina, e
re la cattedrale di s. Stefano sotto la pro- 8 posti pe'chierici. Nel principio del suo
tezione apostolica. Il preposto di essa Ber- vescovato le monache cisterciensi forma-
nardo Bonomo neh i63 ne fu successo- rono un monastero in Tolosi , collocato
re, che fece una donazione alla medesima. s. Cipriano e poi trasfe-
nel quartiere di
Nel 164 Gerardo de la Barthc, pel qua-
1 rito in quello dell' università. Morì nel
le Luigi VII re di Francia scrisse a l'apa 1283 e fu ih. "vescovo di Tolosa tumu-
Alessandro III per la sua consagrazione, lato nella cattedrale di s. Stefano, avendo
essendo Tolosa allacciata dall'interdetto, i suoi predecessori la loro sepoltura nella
indi il vescovo dotò la sua chiesa con vari chiesa di s. Saturnino. Neh 285 Ugo Ma-
beni. Neh 172 Ugo II già abbate di s. Sa- scaion canonico della cattedrale, dopo la
turnino; poi Bertrando neh 175. Gosceli- cui morte Bonifacio Vili separò Pamiers
no intervenuto nel 1
1 76 al concilio d'Al- dalla diocesi di Tolosa e l'eresse in sede
by, ove furono esaminati gli eretici albi- vescovile. Nel dicembre I2g6 Bonifacio
gesi. Neh 180 Folcrando, avanti il quale Vili nominò vescovo s. Litigio Lodovico
fu abitata la vertenza tra il sacrista della figlio di Carlo II redi Sicilia, dispensan-
cattedrale, e gli ebrei di Tolosa, per la ce- dolo dall'eia, conferendogli pure Tatuali
ra ch'erano tenuti somministrare nel ve- nistrazione del vescovato di Pamiers da
nerdì santo; lodato per pietà, e insieme lui recentemente istituito: fu coiivigrato
censurato per la sua semplicità e negli- nel seguente fehbraio, e imitatore delle
genza, onde gli eretici albigesi molto si preclare virtù del suo pro-zio s. Luigi IX,
propagarono nella sua diocesi. Neh 201 morì a' 19 agosto 297. Giovanni XXII,
1
migerato Folco o Foulques figlio d'Alfon- Orient, e con un breve ne die partecipa-
so ricco mercante di Genova stabilito a zione a Maria d'Ungheria sua madre an-
Marsiglia, si fece religioso cisterciense ver- cor viveute. Arnaldo Raimondi de'conti
so il 1
1 99 con due suoi figli e persuase sua di Comminges preposto della cattedrale,
moglie a farsi monaca del medesimo or- eletto dal capitolo verso la festa d' Ognis-
dine: era già abbate di Toronet, nella dio- 1297, Bonifacio VIII non solo lo con-
santi
cesi di Frejus, quaudo neh 20 5 venne uo- fermò, ma nella domenica lattare del
5?. TOL TOL
1 298 Io consagrò. Poco visse, onde il Pa- lanie, e Urbano V decisela lite e contro-
pa gli surrogò Pietro Tagliafer de Cha- la versia tra' cistcrciensi di Fossanuova e i
pelle, che creò cardinale Clemente V, se- domenicani sul corpo di s. Tommaso d'A-
condo alcuni stato suo discepolo. Mori nel quino, concedendolo a fr. Elia Raimondi
j 3 1 2,e lo stesso Papa elesse il nipote pro- tolosano generale de'domenicani, pel con-
prio Gailardo de la Mollie di Pressac, dal vento e chiesa di Tolosa. Nel 1 3y6 fu di-
successore Giovanni XXII creato cardi- chiarato amministratore perpetuo Gio-
nale. Questi da Maguelone vi trasferì Gio- vanni de Cardaillac patriarca d'Alessan-
vanni Raimondi de Comminges e ne fu dria dottoe pio, celebre giureconsulto del-
ili. "arcivescovo, neh 3 19 vi celebrò il si- l' università di Tolosa; pose in sontuosa
nodo prò vinciale,e lo stessoGiovanniXX II custodia il capo di s. Stefano protomar-
Io creò cardinale. Nella sede apostolica va- quale donò la ri-
tire nella cattedrale, alla
cusavit his conditionibus oblatum, seque bona. Nel 1392 Pietro de Saint-Martial
polius cardinalatui renuncialurum pa- traslocato da Carcassona, benemerito e
lam professus est, qua ni tali proposito generoso pastore. Nel i4o il capitolo e- 1
eligeretur. Per questo eroismo, che lo re- lesse e l'arcivescovo di Bourges confermò
se immortale e glorioso, Io celebrai anche (forse perchè in tempo del gran scisma)
a Rinunzia, giustamente rigettando l'in- Vitale de Caslelmaur o Castel Mauron,
degna condizione di preferire Avignone preposto della cattedrale e tolosano dot-
aU'almaRoraa,vera e propria sede del Pa- tissimo. L'antipapa Benedetto XIII,a cui
pa. Nel i328 fu 2. arcivescovo di Tolosa ubbidiva Francia e Tolosa, rigettando
la
traslato da Vienna, che ad onore di s. Do- s. Pons, ed inviò presso tolosani un nun-i
menico fondò nella cattedrale 4 preben- zio, assumendo il dominio temporale del-
de. Neil 347 Raimondo de Canillac poi la città. Quindi grandissima fu la efiscor-
cardinale; neh35o Stefano Aldobrando dia della provincia pe' due arcivescovi,
de Cambaruti tesoriere di Clemente VI, onde Carlo VI rediFrancia neh 404 al
traslato da s. Pons. Mentre Stefano era siniscalco di Tolosa attribuì l'ammini-
abbate o priore Cellense, il Papa essendo strazione della città. Poi Alessandro V nel
ancor monaco, recandosi da Parigi al suo sinodo di Pisa rimosse l' intruso, e rico-
monastero di Casa di Dio, fu spogliato dai nobbe Vitale nel i4°9' Gli successe nel
ladri nella macchia di Randano, e ricove- i4'2 fjr. Domenico Florence domenica-
ratosi da Stefano fu provveduto degli a- no, già confessore dell'antipapa Clemente
biti necessari. Grato il monaco disse al- VII, vescovo di s. Pons e d'Alby: con fa-
l'abbate: Quando vi potrò ricompensare coltà di Martino V riformò il capitolo e
sì opportuno benefìcio? Rispose Stefano il Maguelone, fondò i! ginnasio
collegio di
con grande prontezza: Quando sarete Pa- di Mirepoix, e lasciò
la sua ragguardevo-
e preposto della patria cattedrale, pro- zione e vigilanza, l'antica pietà de'tolo-
fessore e cancelliere dell'uui versila, dotto sani ricevè notabile incremento ; acerri-
autore d'opere, munifico colla metropo- mo difensore della libertà ecclesiastica e
litana, e cuori santamente.Nel i475Pietro zelante pastore,a' 1 3 novembre 644 ne l" 1
si di Lione, gui consagralo vescovo costi- in quella de'gesuiti, e nella questione li-
tuzionale di Tolosa nel 792, venne pie- 1 turgica fatta da Gueranger; ecome il pro-
conizzatocauonicamenlcda Pio VII a'29 cesso della beatificazione della veu. Ger-
aprile 1802, e mori nel 1816. Lo stesso mana Cousin borghigiana di Tolosa co-
Papa il ."ottobre 8 7 gli sostituì Fran-
1 1 1 minciò sotto Gregorio XVI, per cura del-
cesco de Bovet, già vescovo di Sisteron, l'arcivescovo che poi fu consolato del fe-
ed a questi a'28 agosto 1820 die a suc- lice risultato. Il premio di tanti ineriti che
Tonnerre, che nel 1822 creò cardinale. l'insigne prelato , P effettuò il successore
Per sua morte Pio Vili a'5 luglio i83o Pio IX a'3o settembre i85o, creandolo
preconizzò Paolo Teresa David d'Astros cardinale dell'ordine de'preti, e rimetten-
di Tours, già vescovo di Bajona fino dal dogli a Tolosa la notizia e il berrettino
1820. Il sullodato tolosano A. Mauavil, rosso per la guardia nobile conte Pompeo
nella Nolicc sur la vie et le Pontifica t de Troili, deputando in ablegato pontificio
Gregoire XVI, non solamente descrisse per la presentazione della berretta cardi-
j rapporti particolari fra quel Papa e l'ar- uali/.ia, mg/ Achille Apolloni (incaricato
cidiocesi di Tolosa, ma ancora diverse no- di fare altrettanto col cardinal Mathieu
tizie sull'arcivescovo D'Astros, e le tribo- arcivescovo di Besancon e col cardinal
lazioni da lui sofferte ne' primi anni del Gousset arcivescovo di Reims) attuale de-
secolo corrente per la fede romana e pei legato apostolico di Rieti. Per la sua gra-
motivi di cuifeci cenno altrove e ne'vol. veetà e debole salute, non potendo il car-
minati a quelle sedi vescovili, con funeste zione che ne pubblicò il Giornale di Ro-
conseguenze); dal medesimo Papa cono- ma a p. 1 1 62. Sua Santità delegò per ta-
sciute e altamente comaien<ìdle,do?it le su- le offizio il cardinal Fornai-i, già nunzio
preme Pasteur eutvoulu pouvoir récom- di Parigi, colla facoltà di suddelegare al-
penser les vertus par lapourpre romai- tro dignitario della chiesa fra gli arcive-
ne. Celebrò il suo zelo infaticabile pel bene scovi viciniori, in caso ch'egli non potesse
della religione, la sua dottrina e vigilanza recarvisi personalmente. Difatti il cardinal
colla quale con ardore propugnò pel trion- Fornari suddelegò mg/ Francesco Don-
fo delle verità cattoliche, anche contro gli net arci vescovo di Bordeaux (nel i852 an-
errori di La Mennais. Come ricostituì in ch'egli elevato al cardinaiato).Questopre-
Tolosa l'opera de'pi eli ausiliari missiona- lato,che trovatisi allora in Parigi, ne par-
1
ri adoratori e contemplatori del ss. Cuo- tì 5 novembre con mg. Apolloni able-
a' 1
re di Gesù e ne scrisse gli statuti, indi ne gato apostolico, e passando per Orleans,
Ottenne nel da Gregorio XVI l'ap-
1 84 1 Tours, Nantes, Lucon, Pons, Blaye e Bor-
provazione e l'elogio, con breve in cui il deaux, a'26 giunse in Tolosa. Le popola-
Papa rese solennemente giustizia a' veri zioni degl'indicati luoghi e degli altri in-
meriti di mg/D'Astros colla s. Sede, e co- termedi, informate che due i prelati era-
stante divozione per la medesima; al suo no insigniti d' una missione del sommo
mirabile spirito, dottrina, virtù e pietà, Pontefice , fecero loro dovunque dimo-
TO L I OL
slrazioni onorifiche, in segno della loro o Eminenza, detto con più autorità , in
speciale divozione verso capo della Chie-
i 1 quale venerazione siate presso di tutti, e
sa. La cerernonia dell" imposizione della i molli molivi, per cui si è posta sul vo-
berretta rossa si dovea fare nella chiesa stro capo un'insegna che viene a corona-
metropolitana, ina il cardinal D'Astros re la vostra lunga e laboriosa carriera.
non potendo visi recare per tostalo di sua Questi titoli e queste uni versali testimo-
salute , si esegui nella sua cappella pri- nianze vi si sarebbero altresì in singoiar
vata. Erasi innanzi all'altare di essa col- modo manifestate ,
per mezzo d'una di
locato un genuflessorio destinalo pel car- quelle generose e simpatiche parole, cheil
dinale: a diritta e a sinistra ve n'erano al- Capo dello Statosi è fatto sfuggire dal lab-
tri per l'arcivescovo di Bordeaux, l'arci- bro, nella recente solennità , in cui due
r
vescovo di Sardi mg. Mioland coadiuto- de' nostri più illustri colleghi ricevettero
re di Tolosa, e l'antico vescovo di Bajoua onori sì ben meritati: parole d'un cuore
r 1
(mg. Stefano M. Brunone d'Arbou, ohe nobile:ammaestramento che rimarrà per-
traslalo da Verdun era successo al cardi- peluameute scolpito nella nostra istoria
nale in quella sede, che rinunziò a Gre- contemporanea. Dalle vostre virtù e dal-
gorio XVI neh 838); un cuscino ed una la vostra fermezza incapace d'essere smos-
sedia a hracciuoli per l'ahlegato pontifi- sa, il Nipote di Napoleone comprese la
cio : nel centro erativi altre sedie per le gloria del confessore della fede; ed ha pub-
prime autorità giudiziarie, civili e milita- blicamente dichiarato che l'onor della por-
ri invitate ad intervenirvi. Il clero stava pora, di cui siete oggi cgo tanta solenni-
ne'hanchi a diritta e a sinistra. Dopo aver tà rivestilo, non era già una compiacen-
l'arcivescovo di Sardi celebratala messa, za del suo cuore, ma un giusto guiderdo-
una deputazione del capilolo metropoli- ne per voi. Al pensiero d'una promozio-
lano si recò a prendere il cardinale, che ne che ha rallegrato l'episcopato, non pos-
entrò nella cappella preceduto dalia cro- so non aggiungere l'altro d'un principe
ce arcivescovile. Indi il cardinale s' ingi- della Chiesa, che fu pur egli insuperabile
nocchiò, e l'ahlegato gli presentò su d'una nella fedeltà, instancabile per lo zelo, la
coppa d' argento il hreve apostolico, col cui memoria benedicono ancora oggidì le
quale il Papa Pio IX lo creava cardina- opere fatte nelle vaste nostre diocesi, co-
mi attribuisco
della dignità cardinalizia, dere quesla testimonianza ad un vescovo
ad onore l'adempiere ad un incarico, che doppiamente illustre per la sua divozioue
certamente sarebbe stato più maestoso, alla s. Sede apostolica, e pe'legami di san-
ove fosse stato eseguito dallo stesso Rap- gue, che l'univano al trono imperiale. Co-
presentante della s. Sede in Parigi. Alla sì la Provvidenza giustifica le sue opera-
mancanza di quello splendore che avreb- zioni. Nulla è caso; noi siamo gl'ignoran-
be alla ceremonia apportato la presenza ti. Se alcuua cosa succede nell'ordine de-
di lui, piacciavi di supplire cogli omaggi gliavvenimenti, è, dice la s. Scrittura, la
ohe vi otfre un cuore, il di cui allaccimeli- sapienza di Dio ladens coranico inoibe
to è da voi ben conosciuto. 11 nunzio a- terrarum. Ebbeoel non pare che questa
postolico conoscitore profondo de' senti- sapienza abbia scelto il Nipote dell'Impe-
menti di Roma, e fedele interprete della ratore per fecondare dopo tanti successi
pubblica opinioue diFraacia, vi avrebbe, tutti i nostri elementi di ordine, di unio-
56 T O L TOL
ne e di armonia ? Non potrò aggiungere, Terminatosi il discorso dall'arcivescovo
e per riparare eziaudio a vostro riguardo di Bordeaux, l'ablegato pontificio aven-
le violenze della politica umana, fra tan- dogli presentata la berretta su di una cop-
te cose d'altronde sì consolanti e sì gran- pa d'argenlo, il suddelegato la collocò sul
di per la Chiesa, che cominciarono il più capo dell' illustre arcivescovo di Tolosa,
r
glorioso di tutti i regni. E voi, mg. Ab- che inginocchiato, commosso e con umile
legato, che siete venuto nella nostra cit- atteggiamento ricevè un così segnalato o-
tà ad adempire un incarico, cui vi chia- nore. Tutti gli occhi erano rivolti sopra
mò la fiducia che il Santo Padre in voi ri- di questo degno confessore della fede: ed
poneva, permettete che con esso voi ci con- uno era il voto e la preghiera di tutti i
gratuliamo per vedervi fra noi. Vostra Ec- cuori.Dopo l'imposizione della berretta,
cellenza, nel vedetesi da vicino le nostre sua Eminenza intuonò il Te Deum, e pre-
popolazioni, e gli uomini ragguardevolis- ceduto dalla deputazione del capitolo me-
simi che presiedono alle cose pubbliche, tropolitano, da'vicari generali e dall'able-
ha dovuto essere commossa dalle testimo- gaio, rientrò ne'suoi appartamenti per ve-
nianze di rispetto che si danno alla Chie- stire l'abito cardinalizio. Ritornato nella
sa di Gesù Cristo. E come potrebb'esse- cappella terminò l'inno di ringraziamen-
re altrimenti? Non è forse essa che in mez- to colle consuete orazioni, e salito sull'al-
zo alle nostre tempeste ha mantenuto la tare die l'episcopale benedizione agli a-
pace al di dentro, ed ha fatto nello ester- stanti. Quindi il clero processionalmente
no scorgere il valore e l'animo cristiano accompagnò il cardinale nella gran sala
de* nostri soldati ? Voi avete veduto nel dell' arcivescovato, ove il cardinale pro-
vostro viaggio fra noi la religione, sem- nunziò il seguente discorso in risposta al
pre inesauribile nellesue misericordie, ap- fattogli dall' Bordeaux.
arcivescovo di
pacificare gli odii, dare appoggio alla de- «Monsignore. Una grave malattia e nu-
bolezza, perdonare all'errore, e prepara- merosi incomodi avendomi impedi lo d'an-
re un migliore avveuire, facendo un ap- dare a Parigi co'miei venerandi colleghi
pello alla nostra ragione, a' nostri cuori, per ricevere dalle mani del Presidente la
a tutti i nostri più cari interessi. Potrete berretta cardinalizia, trovo un dolce com-
adunque dir voi al nostro immortale Pio penso nella consolazione che provo in a-
IX le meravigliose conquiste della fede e vere le insegne della mia nuova dignità
della libertà in mezzo a lauti avvenimen- da voi, o Monsignore, per cui da lungo
ti impreveduli, che per un'ammirabile tempo professo una profondissima vene-
disposizione della Provvidenza, invece di razione,un attaccamento sincero.Quest'of-
allontanarci dalla religione, ci ha ad esso- ficio, o Signore, che a nome di Sua San-
lei avvicinati. Voi addolcirete le ama- tità vi fu confidato, e che con tanta be-
rezze del paterno suo cuore, parlandogli nevolenza avete adempiuto, possa essere
dell'amore inviolabile de'suoi figli, i cat- per voi un mezzo a più grandi favori (pre-
tolici di Francia , soave balsamo gittato sagio verificato). Frattanto, o Monsigno-
nel calice de'suoi dolori. Possano queste re, accettate i miei ringraziamenti per tut-
dolci impressioni rimanervi scolpite col- ti i disagi che vi ha recalo questa delega-
la memoria di questo giorno. Possa que- zione, e fate giungere al Padre comune
sta lesla, nella quale prendono una parte de'fcdeli unnuovo contrassegno della mia
sì viva l'illustre clero, la magistratura, la viva riconoscenza per l'estrema bontà che
truppa e lutti divoti fedeli che vi si affol-
i lo ha indotto a rivestirmi, malgrado la
lano intorno, portare un novello splendo- mia indegnitàjdella Romana Porpora. Per
re alla città di Tolosa, che conta di già sì parte mia non lascerò mai di addottanda-
belle fèste negli annali della sua istoria", re uH'unuiputeiilissimo Iddio, che degui
TOL TOL 57
versare sul nostro amato Pontefice, e sul nimo veritiero e fervido eco, dall'ammi-
vostro capo, o Monsignore, le più abbon- razione mi sento spinto a qui riportar-
danti benedizioni. Vi prego altresì di far lo, siccome grande e glorioso trionfo spi-
conoscere al Presidente della Repubblica rituale della ss. Religione cattolica apo-
quanto io sia commosso da un nuovo con- stolica romana, il che mi fa pure rincuo-
trassegno di boutà,cheha voluto darmi, rare intorno all'avvenire. Giustamente
scrivendomi in occasionedella mia promo- e sapientemente la sempre dotta Civiltà
zione una lettera piena di sapienza e di Cattolica celebra il mirabile e progre-
sensi generosi. Voi,o Monsignore, mi a- diente spirilo religioso, che sfolgorante
vete ricordati due tempi della mia vita, regna in tutta Francia, la quale venuta
che quantunque assai differenti, mi fanno la prima tra le barbariche genti al seno
benedite la divina Provvidenza, imperoc- delia chiesa cattolica, di ragione si appel-
ché l'imo e l'altro mi hanno dato consola- la la primogenita figlia (titolo splendi-
zione, iddio meglio di noi sa quello che ci do, di cui riparlai a Titolo d' osore), e
bisogna, ed egli solo potrà duci quello che perciò ecco quanto dice." hi lei è talmen-
sarebbe stato realmente più mia utile nella te abbarbicata alle sue più intime fibre la
prigionia del 8 o nella promozione al
1 1 t , fede, ch'essa potrà essere sfiorala e sfron-
cardinalato nel 85o. Quauto a me oserò
1 dala a quando a quando, ora più ora me-
dirvi con confidenza, che mai non è resta- no, ma non divelta ne diradicata giam-
ta nel mio cuore memoria amara del pas- mai. Anzi per singoiar privilegio del cielo
sato, e checotiserverò sempre un vivosen- che la informò da pri-
lo spirito cattolico
timento dt gratitudine per la nobile e de- ma è pieno ili che dopo più fieri
vita , i
licata maniera con cui il Presidente della combattimenti e le più sformate tempe-
Repubblica ha voluto alludere ad un fatto ste, le quali han sembianza d'averlo del
di venuto già così antico". Finito il discor- tutto inabissato e spento, gli bastava ima
,
so il cardinale ricevè le congratulazioni breve tregua e una piccola calma, per ri-
de'prelati, del clero e delle principali au- pigliar nuovo slaucio e manifestarsi in tut-
te discorso pronunziato dal cardinal Don- Francia molte cose sono accadute in que-
net arcivescovo di Bordeaux, tanto ono- sti tre anni, delle quali la s. Chiesa di Dio
rifico per la Francia religiosa e alla sua ha cagione di rallegrarsi. A tacere de'san-
divozione pel sommo Pontefice, mi richia- tuari e delle chiese riaperte, delle statue
ma alla memoria il recente dichiarato dal- iunalzale a Maria, dell'accrescimento de-
la benemerentissima Civiltà Cattolica gli ordini religiosi (e per ultimo di quello
(sempre più intenta indefessamente a van- de'cisterciensijChe avendo ricevuto la cul-
taggio di lutto mondo, per promuove-
il la Francia è il più nazionale di tutti,
in
re con ogni argomento buoni piiucipii i avendovi contribuito il pioegeneroso zelo
religiosi e morali della società umana, a- d'alcuni principi della casa Bonaparle;e
nimando tutti e principalmente gl'italiuui dal monastero di s. Croce iti Gerusalem-
al doveroso ossequio d'ogni legittima au- me di Pioma, ora vaa ripiantarsi tra'frau-
torità divina eumana, che a'dì nostri è cesi questo bell'albero del giardino della
tanto sventuratamente impugnata da'ii- Chiesa, pel narrato nel n.°3 del Giornale
bertini avversari dell'ordine e della pace), di Roma del i 856, di che mi gode l'ani-
cioè nell'esordire coli 856 la sua 3/ Se- mo di potere in questo articolo farne ri-
,
rie nel magnifico articolo: Uno sguardo cordo, per essere stata Tolosa un campo
I al passato triennio. Edificato dalla uo- fecondo allo zelo de'cisterciettsi, pel rife-
l bilissima nazione francese e dal veneran- due cose sopra le altre ci
rito di sopra);
do suo clero, nel fargli con eifuMoue d'u- seuibruuo degue d'essere commemorale.
58 TOL TOL
I/una è lo spirito di religione ridestatosi delle mostre più franche e generose della
nell'esercito, coli' occasione della guerra sua pietà. Ed oh potessimo qui riportare
d'Oriente (che ora sembra finita. Tripudia anche sol pochi brani di queste lettere sì
il mio cuore di poter qui sugli stampo- commoventi colle quali o i cappellani stes-
ni aggiungere l'intonazione d'uu Alleluia si partecipano tratto tratto le meraviglie
e d'un Te Dcutn, pel sottoscritto proto- dell'eroismo cristiano orallaFrancia atto-
eolio de'preliminari di pace a Vienna il nita,or a conforto delle famiglie desolate,
i.° febbraio; pace e trionfo morale che ovvero quegli sfoghi domestici in cui gli
principalmente si deve agli sforzi pacifici stessi guerrieri valendosi di qualche mo-
della sempreeminentemente saggia e pos- mento di tregua aprono agi' intimi loro
senteAustria,ed alla generosa Francia che congiunti que sentimeli ti di pietà che un
in questa micidiale guerra procede tan- dì sarebbouo stati in Francia monopolio
to eroicamente e nobilmente, non che al- di congregati o di cenobi ti! Ma se la bre-
dro Il imperatore delle Russie. Così l'o- riferire quelle lunghe citazioni, che può
pera della generale pacificazione va a suc- ciascuno ricerca rea diletto ne'giornali cat-
cederea una guerra calamitosa e pernicio- tolici di Francia, come potrem noi tace-
sa , ad una terribile e formidabile lotta, re il ricordo di quel commiato ove la pia
che ci teneva tutti trepidanti: l'opera del- imperatrice de' francesi veniva richiesta
la riedificazione e deila concordia , va a da'principali fra'duei della spedizione di
succedere alla distruzione e all'odio: l'o- d'una Medaglia bene-
coprirli coll'egida
nera della penna del diplomatico alla spa- detta, e la Canrobert genera-
lettera del
da del guerriero: l'opera della ragione al- lissimo che da tale medaglia riconosceva
le passioni. Dopo il lutto la gioia, dopo la sua salvezza nelle micidiali baltagliedel-
le lagrime irendimenti di grazie a Dio, l'AIrna ed'lnkerman, e la solennità inu-
a chi vi ha contribuito, e ad Alessandro sitata con cui la nave ammiraglia espose
II, monarca il cui disinteresse, modera- sul suo ponte alla venerazione dell' ar-
zione, saggezza e amore alla pace hanno mata l'immagine di Maria, dono di Na-
portalo a questi felici risultali; perciò sa- poleone III, e i sentimenti di pietà di-
lutato dalle benedizioni universali, onde mostrati sul letto di morte dal Saint-Ar-
non può mancare che l'opera con sì fau- naud e da tre o quattro altri de'duci su-
sti auspicii cominciata , sia pel patroci- premi, e quelle funebri ceremonie che sul-
nio dell'Immacolata Concezione compila la terra mussulmana chiamarono sulla
e coronata dalle benedizioni del cielo in pietà francese lo sguardo attonito dell'i-
Parigi!); l'altra è l'annientamento quasi slamita? Lo spirito di religione è sempre
compito delGallieanismo nel clero. Ognun bello dove che sia; ma non risplende mai
che ricorda lo stato deplorabile a che sotto di così vaga luce come quando è congiun-
il passalo governo erano ridotte in fatto di to colla fortezza. Ed è forse questa la ra-
pietà le milizie francesi, non può fare che gione per cui a preferenza d' ogni altro
non renda immortali grazie a Dio per la nome il Signore si piace sovente d'appel-
mutazione che ora vi scorge. Dove prima larsi nelle Scritture: Dio degli eserciti.
i battaglioni perfino mancavano di cap- Per ciò che poi si attiene al Gallicanismo,
pellani, d'accostarsi '«graffienti era pel era in altri tempi sommamente doloroso
soldato non pur cosa strana, ma quasi im- in vedere un clero sì illustre per virtù e
possibile ad avverarsi; ora quel vittorioso per dottrina, se purea può attribuir-
lui
u u meno de' prodigi del suo valore, che 1682 sotto specie di libertà assoggettato
T O L TO L 59
ti più indebito e abbietto servaggio. Men- clero quasi sua propria fisouomia la per-
tre alzava riottosa la fronte verso la cat- fezione dell'unità cattolica in una più prò*
tedra di s. Pietro, si strisciava bassamen- fonda esentila riverenza verso il Vicario
trono laicale; invilendo così
te a pie del di Gesù Quindi quel frequentissi-
Cristo.
doppiamente se slesso, e per ciò cbe ri- mo pellegrinar di vescovi ad sacra Li-
cusava di soggezione al legittimo supe- mina, quell'ossequio in cui sinodi pro- i
riore, e perciò che s' accollava di dipen- vinciali raccoltisi periodicamente all'in-
denza da un estraneo potere. Ma Iddio vilo del supremo Pastore, da lui chiedono
benignissimo che non volea comportare la sanzione ultima de' lor decreti, quelle
lungamente in sìnobil parte della sua ter- consulte di casi di coscienza alle varie con»
restre gerarchia cotanta macchia, visitò gregazioni romane, quell'edificante sot-
quel clero con lunga serie di duoli; e così toporsi perfin degli autori alle proibizio-
lipurgatolo alcrogiuolo della tribolazio- ni di libri e di dottrine, quel ricomporsi
ne e frittolo più sapiente, lo ricondusse a tranquillità gli animi agitati da discor-
passo passo a rimettersi verso del suo Vi- danti opinioni all'udire l'oracolo o l'esor-
cario in quella canonica dipendenza, dal- tazioni del Valicano. La Liturgia stessa
la quale non altro risulta ne'peculiari pa- che dal nascimento dv\ Giansenismo avea
stori che dignità e fortezza. UGallicanismo contralta quella screziata varietà di Riti
si sapea da un pezzo già moribondo nella e di accenti, che quasi in ogni diocesi ob-
Francia, ma piacque a Dio che in questo bligava a cambiar forinola e canto, com-
triennio ricevesse quasi l'ultimo colpo e pie ormai quasi il suo perfetto l'annoda-
per mano diquella Vergine invitta, di cui mento all'unità colla vicina introduzione
è proprio spegnere tutte le dissensioni nel romano. Che
in Parigi stessa del Breviario
mondo cristiano : universa* haereses in- più? lestesse forme del vestir clericale in-
teremistiin universo mundo. ha granMa- cominciano in certi luoghi a prender sem-
dre Dio riserbo la definizione del suo
di bianze romane; e lo zelo degl'illustri pa-
immacolato Concepimento (che celebrai stori quasi volesse assicurare indefettibi-
dopo l'articolo Teatine), perchè fosse oc- le alla Francia la preziosa eredità di co-
casione alla chiesa di Francia di testimo- desto spirito (massime dopo la celebra-
nio nella maniera più solenne che essa ac- zione de Sinodi, che encomiai in questo e
coglieva e venerava gli oracoli pontificii, ne'relativi articoli, come pur feci della ri-
lici, èin particola»- modo carissimo a'fran- poi, perchè vescovi di Francia desiderosi
i
cesi, per questa professione appunto di di restaurare nelle loro diocesi gli studi
fede sincera che vi è congiunta. Ma la fe- teologici,pensarono d'inviare alcuni gio-
de è tal pianta sì rigogliosa, che non prò • vani a studiare inRoma, ed aggiunge, che
duce frutti saporosi e gentili, senz'accop- nel novembre i855 i giovani erano più
piarvi in buon dato l'ornamento e il ri- di 3o e viveano come in perfetto semi-
paro di dense fiondi e vistose. E così il nario), ove da ogni parte concorrono le-
rinvigorì mento della fede in Francia non viti adolescenti per attingere dottrine in-
ha portato soltanto (mesta solenne ade- corrottedalla tomba stessa de' Principi de-
J
6Ìone al domina, ma vi aggiunse conti- gli Tornando al cardinal D'A-
Apostoli."
! imamente dimostrazioni novelle che ne stros, la nuova dignità così ben mei data
I rendono la luce e più brillante e più si- la godè appena un anno, morendo in To-
;
cura, e dauao all'epoca presunte di quel losa a'29 settembre i85i di circa jy un-
1
60 TOL TOL
ni. Il suo corpo imbalsamato venne por- che se un chierico si faceva monaco in un
tato nella cappella dell'arcivescovato in monastero, coll'intenzione di divenir ab-
mezzo a due lumi, ed esposto sopra un bate, vi resterebbe monaco, senza poter
letto funebre colle insegne cardinalizie, essere abbate, sotto pena di scomunica. Vi
ove mg/Mioland cantò la messa funebre e si rinnovò la legge sulla continenza de'
asperseil corpo del predecessore, facendo chierici, sottopeuadi deposizione.In que-
altrettanto il capitolo. Damaschi neri e sto concilio Berengario visconte di Nar-
violacei decoravano il gran scalone del- bona fece un lamento vivissimo coli' ar-
l'arcivescovato e la gran porta inferiore; civescovo Guifredo, accusandolo d' aver
il popolo si recò in fòlla a venerare il suo dato le terre della chiesa di Naibona e de*
ben amato pastore, dando alla sua me- canonici, a quelli che portavano 1' armi
moria testimonianze sincere di rispetto e per lui; ma non si conosce qual effetto eb-
di dolore. Nella metropolitana si celebra- bero talilagnanze. L'8. "secondo il Man-
rono le solenni esequie a'y ottobre, con si tra ilo 58 e il 06 , nel quale la chiesa
1 1
1
r
cari generali, oltre il suddetto mg. d'Ar- tenuto dal legato cardinal Ugo Candido,
bou.ll corpo fu tumulato in detta cbiesa, coll'assistenza di 1 1 vescovi. Vi si condan-
ed il cuore venne portato nella cbiesa de' nò la simonia, e si ristabilì il vescovato di
suddetti missionari diocesani. Gli succes- Leclottre, ch'era stato cambiato in mo-
se coadiutore sullodato e attuale arci-
il nastero. Tra queste contrastate epoche si
vescovo mg/ Gio. Maria Mioland di Lio- pone pure un altro concilio alla fine del
ne, già arcivescovo di Sardi: prima era 107C), che tenne Ugo vescovo di Die le-
stato vicario generale di sua arcidiocesi gato della s. Sede, nel quale fu deposto il
di Lione, e nel i838 fatto vescovo d'A- vescovo Maguelone come simoniaco. Il
di
miens. L' arcidiocesi è ampia e contiene i o. nel oqo verso la Pentecoste, aduna-
1
Pio. 11 3.°nell'829, di cui tratta, come di vi la religione. L'i i.° nel 1 t io dopo la
altri, la Gallia Christiana. Il 4-°nell'873 Penlecoste,dal cardinal Riccardo Riccar-
o883 sulle lagnanze degli ebrei contro i di lega lo di Pasquale II, i di cui atti si sono
cristiani. Il 5.° nell'879. 11 6.° nel ioo5. perduti, è pare che vi si facessero ancora
Il 7.°neho56 a' 1 3 settembre, composto delle coslituzioni conlrogl'invasori de'be-
dii8 vescovi, e presieduto da Ilarnbaldo m della cattedrale. II12. nel 1 1 18 con-
arcivescovo d'Arlcs, e da Ponzio arcive- vocato da Papa Gelasio II che trovavasi
scovo di Aix,come vicari diPapa Vittore 1 in questecontiade,poichè sbarcato in Pro-
nelle Gallie, e furono fatti 1 3 canoni sul- venza al monastero di s. Gilles, circonda-
per abolire la simonia, e prescrivere a' consagrò le 3 chiese ricordate nel voi. XI,
chierici il celibato, non che rimediare al- p. 253; il re di Francia Luigi VI si ab-
tri abusi. Tra le altre cose vi fu ordinato, boccò con lui a V ezela y, e gli spedì a Ma-
,
TOL TOL 61
guelone l'abbate Sugero di s. Dionigi. Il Chiesa. Hi8.°neli2i9sopra la disciplina
Papa proseguii! viaggio perAvignone eal- ecclesiastica, e ne parla il Martene, CoU
tre ciltàdi Francia, ma aggiuntasi alla sua lect. t. 7. Il ig.° nel 1 229 in settembre o
podagra una pleurilide,morìin Cluny.Nel novembre, tenuto dagli arcivescovi di Nar-
concilio si trattò degli errori di Pietro di bona,di Bordeaux e di Auch,conmolti ve-
Bruys del Delfinato, caposetta òePetro- scovi ealtri prelati. Visi trovò ancora Rai-
Brussìani. che se la prendeva contro l'Eu- mondo VII conte di Tolosa con altri si-
noni sui benefizi ecclesiastici, sugli eretici leggeranno in ogni parrocchia un prete,
seguaci di Pietro di Bruysesetta di ma- e due o tre laici di buona riputazione, a'
nichei, sulle decime e altro. 11 3.° canone, quali faranno prestare giuramento di rin-
ch'è il più rimarchevole, dice: » Noi ordi- tracciare diligentemente e frequentemen-
niamo che reprima co-
l'autorità secolare te gli eretici nelle case, nelle caverne o do-
loro che affettano un' apparente pietà,con- vunque si potessero nascondere ; e dopo
dannando il sagramento del Corpo e del aver preso le necessarie cautele ,
perchè
Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, non possano fuggire, ne darau parte pron-
il battesimo de'fanciulli, il sacerdozio e gli tamente al vescovo, al signore del luogo
altri ordini ecclesiastici, e i matrimoni le- o al suo balivo. Anche signori cerche- i
bolle d'Onorio 11 neh 127 ei 128. Osser- la fede cattolica contro i nestoriani eglieu-
va Caldei la, che non trovandosi tra gli e- tichiani, morì prima del 44^> Alessandro
lettori de'6 Papi successori d' Onorio li, intervenne al concilio di Costantinopoli
crede probabile che morisse nel suo pon- del449i ec afl ue ll° diCalcedonia del 4^7;
'
scovato onorario nel VI secolo del patriar- 54q o 55o. Oricns christ.ì. I, p. 1212.
cato diCostantinopoli nelle provincieBar- TOM ISMOoTO MI STI. Chiamasi To-
bare, senza suffraganei,e ne parlai a Tar- mismo la dottrina dell'angelico s. Tom-
taria descrivendo la Scizia. La città ro- maso d'Aquino (/^.), risguardante quella
vinata sorse verso l'imboccatura del Da- parte di Teologia (V.), che tratta della
nubio, che alcuni credono succeduta al- grazia e della predestinazione; e Tomisti
7
l'attuale Tomisvor, villaggio della Tur- que' Teologi (T .) che fanno professione
chia europea, in Bulgaria, sangiacato di di seguirla, particolarmente i domenicani
Silistria; sul mar Nero,
Ruslendje e tra o Predicatori. Dichiarai! Bergier nel suo
Mangali. Ha un piccolo porto dove si fa Dizionario della teologia. » Non appar-
qualche commercio. Creclesichesia il luo- tiene a noi di terminare questa disputa,
go d'esilio del famoso poeta Ovidio, eia la quale dura già da molti secoli, e che
patria di Papa Conone. Siccome fu rite- probabilmente dorerà ancora un più lun-
nuta Temes'War giacere sul suolo dell'an- go tempo; noi non vi prendiamo né in-
tica Tomi o Tomes, in quell'articolo ri- teresse, uè partealcuria.Noi vogliamo sol-
portai le recenti scoperte archeologiche tanto che allorquando avvi questione di
che ciò escludono. 11 martirologio fa so- sistemi arbitrari sopra un mistero incom-
vente menzione di Tomi, relativamente prensibile, come la predestinazione, non
a'molti ss. Martiri che quivi versarono il vi si metta alcun calore,che si si astenga dal
loro sangue per la fede di Gesù Cristo. Si far uso di termini duri e di accuse teme-
conoscono i seguenti vescovi. Evangelico rarie; egli è assai meglio per un teologo
sedeva a tempo dell' imperatore Diocle- di consumare il suo tempo, di adoperare
siano; Filio fu gettato in mare dopo aver i suoi talenti e procurare ogni suo sforzo
sofferto altri tormenti , e il martirologio di difendere le verità della nostra fede con-
di l'cda uè la menzione a'3 gennaio; IN'. tro coloro i quali le negano."
T O M TO M 63
TOMMASI Viviano o Vibuno, Car- legazione, celebrò altro concilio in Iseo-
dinale. Denominato il Maestro, orviela- zia, in un luogo detto il Castello delle Fan-
no, o come altri vogliono sanese e origi- ciulle, iu cui con fermezza sospese dall'e-
nario d'Ancona, da dove la sua famiglia sercizio delle pontificali funzioni Cristia-
si tempo di Fe-
rifugiò e stabilì in Siena a no vescovo di Casablanca, che ricusò d'in-
derico imperatore, che nemico impla-
I tervenirvi e di troncare le differenze pel
cabile della chiesa romana occupò colle quale era stato convocato. Mentre si trat-
armi Ancona. Xell'articoloORviETo ripor- teneva nella Scozia applicato a spedire ,
tandolo tra'cardinali orvietani, notai che i negozi di sua legazione, veleggiando per
sanese lo qualificarono Cardella eNovaes, diporto in mare, fu fallo prigione dalle
sebbene il i .°nel classificare i cardinali per genti di Giovanni de'Curci, il quale ap-
pali ia pose il Tomtnasi tra gli orvietani pena n'ebbe notizia ne ordinò la libera-
ed ommise i sanesi. Ne' Ritratti poetici con zione. Il vescovo Tommaso de Borgo nel-
note biografiche eli alcuni illustri uomi- la sua Ibernia Domenicana. ci fa sapere
ni (V Orvieto, compreso il Tommasi,
vi è che il card ina le fu nel 1 i85speditoda Lu-
lodato per svegliassimo ingegno. Essen- cio III per suo legato in Manda, per fa-
do nella sua verde età arcidiacono nella re la solenne traslazione delle reliquie «li
cattedrale d'Orvieto, indi portatosi in B.o- S. Brigida vergine e della b. Colomba ab-
ma ed acquistatasi col suo sapere alta ri- badessa, nella metropolitana d'Armagli,
putazione quale avvocato nella curia ro- lo che seguì con gian pompa e solennità
mana, Alessandro III nelle tempora di set- alla presenza di 5 vescovi di gran nu-
1 ,
lato, per mezzo prima di regali e di bian- anni la dignità cardinalizia, poiché la mor-
de parole, e poi di minacce studia vasi di te gli rapì con detto tesoro la vita, restan-
trattenere, sebbene indarno, in quel re- dogli la fama di celebre legato per es-
,
compagnia della madre ch'erasi coll'as- periorie i confratelli colla sua incontarni-
senso del marito ritirata con esse : una di nata innocenza, modestia, umiltà, vita au-
tali monache M.'' Crocefissa fu dichiarata stera e penitente, esattezza nell'adempi-
venerabile e s'introdusse il processo per mento de'suoi doveri, congiungendo a tut-
la sua canonizzazione. L'altro e unico fra- to questo lo sviluppo di straordinari talen-
tellod. Ferdinando, fu un pio laico, e di cui ti. Ritornato a R.oma,cominciò il corso dei-
pure venne pubblicata l'esemplare vita. la teologia nella casa di s. Andrea della
TostocheGiuseppeM/seppeleggere, per Valle, e con diletto vi si approfondì; pol-
le felici disposizioni alla virtù inculcata- che con esso si trovò in un più intimo coni-
gli dal padre, cominciò a gustare le ope- mercio colla fonte d'ogni giustizia e d'o-
re di s. Francesco di Sales. Amando la so- gni verità, senza menomare gli esercizi re-
litudine , non trovava alcun piacere ne' ligiosi, che da
vennero santificati eoa
lui
sollazzi di sua età, e die saggio di singo- l'orazione vocale e mentale, e colla nior-
golar disposizione alle lettere. L'esempio tificazione. Frequentando assiduamente
di due sorelle che si fecero religiose, prò- le scuole, impiegava gran parte del suo
dusse in lui profonda impressione; desi- tempo nello studio della s. Scrittura e de'
derava imitarle, ma gravi ostacoli incon- ss. Padri, da'quali fece molti estratti che
Irò, oltre la resistenza paterna. Per vin- poi gli riuscirono utili alle sue dotte fati-
cerla ricorse all'orazione, e con vivi sen- che. Frattanto morta nel fior degli auni
timentidi pietà supplicò il genitoreaper- la cognata, il detto zio nel crudo inver-
meltergli d'abhracciare Io slato ecclesia- no lo fece partire per la Sicilia a conso-
stico. Il padre commosso dalle sue edili- lare l'afflitto fratello; ma appena giunto
canti lagrime, e dalla costanza della vo- in Palma, che peusava rendersi
il fratello
cazione, finalmente l'esaudì, rinunziando cappuccino, cadde infermo e dopo pochi
egli la primogenitura con atto puhblico giorni cessò di vivere di 21 anni, lascian-
al fratello. Recatosi d'anni i5 a Palermo, do un bambino che presto lo seguì nella
entrò ne'tealini,oveeravi loziop.d.Carlo, tomba. Il beato ned' assistere il fratello
che abbandonate le ricchezze e dignità al non solamente mostrò mirabile fortezza
fratello minore,! vi santamente vivea.Giu- d'auimo, ma nell'esequie con istupore di
seppe M. fece il noviziato con angelico fer- tutti esercitò l'ullìziodi diacono. Poiché
voi e, e dopo un anno di prova emise la ebbe mitigato il dolore de'suoi congiunti,
TO M TOM 65
si recò in Palermo a compiervi lo studio teramente dedicarsi alla penitenza e al-
teologico, indi richiamato in Roma, an- l' orazione. Però il suo genio fomentato
Ordinato prete nel 1670, amabile e mo- pio e dotlo cardinal Bona (gli altri cardi-
desto, le sue maniere comandavano il ri- nali eslimatori del p. Tommasisi ponuo
spetto a segno che cessava negli altri o- leggere in Cardella), incominciò a pub-
gni contesa quando compariva. Incarica- blicare i frutti de'suoi elaborali studi, sin-
to quindi di vegliare sui più giovani stu- golarmente nelle materie liturgiche, e ne
denti, edificava li colle sue azioni, mostran- farò in ultimo il novero. Solo qui dirò col
dosi zelantissimo de' loro progressi nelle Pienazzi, Storia dell' Università di Ro-
virtù, impegno che temperava con manie- ma t. 4, p- 74> coe a -opera che intor-
i ' *
re affetluose,e l'esortazioni raddolciva col- no ad esse egli die alla luce, fu la col-
la carità. Sofferente perla sua cattiva sa- lezione di antichissimi codici che nella ,
nità, che gli abbatteva lo spirito, con ras- maggior parte spettavano alla celebre bi-
segnazione cristiana sapeva rendere le sue blioteca di Cristina regina di Svezia, la
pene meritorie agli occhi di Dio: i supe- quale l'ebbe in sommo pregio, in cui e-
riori lo sgravarono del pulpito e del con- rano descritti vetusti riti dell'ammini-
i
fessionale, ed egli con più ardore conti- strazione de' sagratnenti. Appresso pub-
nuò a dedicarsi alla teologia. Da quest'e- blicò la raccolta de' responsoriali e degli
poca può dirsi ch'egli visse nelle biblio- antifonari della chiesa romana, premet-
teche di Roma, frugando di continuo ne- tendovi eruditissime prefazioni, con note
gli archivi e ne'monumenti di sagra an- e documenti acconci a illustrare le rispet-
tichità. Cercava sopra lutto le vestigia del- tive materie. Così pur fece nell'edizione
l' antica disciplina e delle liturgie della del Salterio, che per sua cura fu pubbli-
Chiesa per la celebrazione della messa, per cato secondo la versione romana e gallica-
la recita dell'uffizio divino, per l'ammi- na. Ne di essa pago, rivolse le sue fatiche
nistrazione de' sagratnenti. Vieppiù era a tutta la Bibbia, pubblicandone gli an-
assiduo nel leggere la s. Scrittura e isuoi chela com-
tichi titoli e capitoli de'libri
commentatori,ed avvedendosi essergli ne- pongono. Recò poscia in Ialino l'uffizio di
cessaria la conoscenza della lingua ebrai- cui greci fanno uso nel venerdì santo.Ci
i
romana colla primitiva chiesa. Questa fe- Vezzosi, ed il Fagliarmi ne fece la i.' edi-
de manifestavasi peculiarmente nel cullo zione. Tanto sapere egli abbelliva colla
del ss. Sagramento, e nella celebrazione profonda umiltà e colla più rara modestia:
della messa. Verso questo tempo fu più fre- gliuomini più scienziati d'Europa, an-
quente la corrispondenza epistolare colle corché acattolici, formarono un' alta opi-
sue 4 sorelle religiose, nella quale si am- nione dell'estensione di sua erudizione e
mira il combattimento di spirito che pa- della giustezza di sua critica. Cardella nelle
tiva, volendo abbandonare l'imprese let- Memorie isteriche de' cardinali, dice che
terarie e ritirarsi nella solitudine, per in- le sue dotte opere gli meritarono il titolo
vot,. txxvti. 5
GC> TOM TO M
ili principe e dottore della liturgia della era sempre modesto, a ninno opponen-
chiesa occidentale; e che nella sua persona dosi, salvo che l'autorità de'conoilii o il
die l'idea del perfetto ecclesiastico. Men- parere de' ss. Padri non lo rendesse ne-
tre il p. Tom ma si seguiva indefessamente cessario; e tale era la sua soave maniera
a faticare, e ad arricchire di nuova luce che infallibilmente conduceva i cardinali
le sagre discipline e le cose religiose, ri- o i suoi colleghi nell'opinione che difen-
manendo sempre semplice teatino, per ri- deva. Intanto Clemente XI volendo dare
cusare tutti i posti onorevoli che nell'or- un cospicuo ornamento alla chiesa roma-
dine e fuori gli si offrirono, attesa la fa- na, inaspettatamente nel concistoro de'
ma di sua santità e profonda erudizione, 18 maggio 1712 Io creò cardinale del-
Innocenzo Xll,cheavea letto eammirato l'ordine de'preti con applausodi tutta Ro
isuoi scritti, volle conoscerlo di persona, e ma, ed estrema gioia del sagro collegio.
ad istanza del cardinal Albani lo nominò Il p. Tornatasi nel riceverne la notizia fu
esaminatore de'vescovi e consultore de'ri- come colpito da xm fulmine, e coti lagri-
ti. Però con quella stessa costanza con cui me e preghiere si ricusò d'accettare, ri-
avea rinunziato le cariche del suo ordine, putandosi allatto indegno dell'eminente
si astenne d'accettare quelle ancora, te- grado. Fu allora, e come già notai a Por>-
nendosi in concetto di uomo da nulla, e l'or.A Clemente XI dopo
e Rinunzia, che
incapace eziandio d' ascoltare le sagra- avergli ripetuto quelle stesse ragioni da
mentali confessioni. Tanto era la sua sin- lui manifestate nel costringerlo ad assu-
cera umiltà, che usava vesti logore, ed merei! pontificalo, autorevolmente e per
un letto appena largo 3 palmi, composto precetto. d'ubbidienza gl'impose di rice-
di 3 tavole e coperto di eoltre lacera e vere il compartito onore, a mezzo del suo
1
sdrucita. Nemico del denaro, tosto die gli arebiatro mg. Lancisi, e del cardinal Fer-
capitava nelle mani, lo distribuiva a'po- rari che gliene fece
I' intimazione. Quin-
veri. Castigalo persino negli occhi, giam- di Papa gli conferì per titolo la chiesa
il
mai li fissava nel volto delle donne. Lo de ss. Martino e Silvestro a'Monti, ero
scarso alimento l'amareggiava coll'assen- ascrisse alle principali congregazioni car-
zio e polvere di ruta; e castigava il corpo dinalizie. Rimarcai a Famiglia db'cardi-
con aspre diuturne flagellazioni, Per la
e nai.i, che quella formatasi dal cardinal"
riputazione chegodeva, quando nel 700 i sicomponeva di gente deforme, povera
il cardinal Albani fueletto Papa Clemen- e storpia; ecome faceva loro in tutto da
te XI, ricusando questi di accettare volle tenero padre, e quando pioveva e in al-
separatamente consu!tare4 teologi da lui tre occasioni li prendeva seco in esrroz-
più stimati, fra'quali il p. Tom masi, che za. Da principio sichiamò conlento di due
lo convinsero e persuasero a dare il con- semplici stanze che avea nella casa di s.
senso,altrimenli avrebbe forse anche pec- Silvestro, e riguardava coti orrore il titolo
cato. Indi il Papa per espresso comando di Eminentìssimo
e le Pestitcardìnati-
l'obbligò ad accettar gli uffizi di quali- zie.Ricusò colle più gentili e obbliganti
ficatore del s. oflizio (consultore scrive il maniere que'donativi d'uso, che in occa-
JVovaes), e di consultore de'rili e dell'in- sione di sua promozione gli offrirono ber-
dulgenze.Così si aprì per lui un vasto cam- sone graduate e distinte. Tante sublimi
po, nel quale ebbe frequenti occasioni d'e- virtù non andarono esenti da motteggi, e
sercitare la sua naturale capacità e le co- la sua avversione al fasto fu posta in ri-
gnizioni acquistate, alla presenza de'car- dicolo.Finalmente per decoro della uno
dinali, i quali più volte resero testimo- va dignità, s'indusse ad abitare una mo-
nianza al suo profondo sapere e alla sua desta casa vicina alla sua chiesa, dove por-
grande umiltà. JNel dire la sua opinione tò seco un religioso laico teatino, manten-
-
TO M TO M 67
ne lo stesso metodo di vita che menava da lenimento piccola somma, onde il me-
divenne un santuario di virtù.
religioso, e dico l'avvertì che nou si nutriva abba-
Questa casa o palazzo del baione Passa- stanza, ed il resto distribuiva a' poveri,
rmi, posta al n.° 207, nella via che con- di cui in ogni occasione fu l'avvocato.
duce a s. Lorenzo in Pane e Penìa (e lo Dopo 7 mesi di cardinalato predisse la vi-
notò pure il cav. Belli, Delle case abitate cina sua morte, e caduto infermo nella
in Roma da parecchi uomini illustri, p. vigilia del s. Natale, nondimeno volle in-
So), ricordata dal Bernardini nella De- tervenire nella basilica Vaticana al ve-
scrizione de Rioni di Roma, parlando del spero pontificale, e nella notte al mattu-
rione Monti, ora in parte proprietà de'fra- tino e messa nella cappella pontificia. Au-
lelli Di l } ietro,fu a bitataa'uost ri giorni dal- mentatosi il male, nella mattina della fe-
romeo,che prima di lui era stato titolare di poveri e amati famigliari, quali erano i
sua chiesa. In questa e in conformità del- immersi nel dolore di perdere sì incom-
l'antica disciplina, assisteva in tutte le feste, parabile padre e non padrone. Eguale i-
non impedite dalle cappelle pontificie, in stanza il cardinale replicò al Papa nel suo
coro alla recita delle ore canoniche sì nella testamento, in cui lasciò erede il collegio
mattina che nel pomeriggio; predicava di propagandante, pel. fervido deside-
ogni domenica al popolo, e dilettavasi di rio che sempre avea avuto di predicar la
spiegare il catechismo e la dottrina cri- fede alle nazioni idolatre; dispose alcuni
stiana a'fanciulli, e principalmente a' fi- legati alla sua chiesa titolare, al cui or-
gli de' poveri. Dava udienza a chiunque namento avea speso 2000 scudi d' oro,
la richiedeva e in ogni ora, con tal dolcez- ordinando d'essere tumulalo nel suo sot-
za di parole e benignità di tratto, e con terraneo collesempliciiuiziali del suo uo-
tale speditezza,che rimaneva dubbio s'e- me e del titolo cardinalizio, scolpile so-
gliamasse più gli accorrenti o il tempo. pra un mattone, il che fu poi puntualmen-
Avrebbe desiderato di fare rivivere alcu- te eseguito. Giunto il punto estremo, vol-
rali, ordinò il Papa che vi supplisse la ca- expositio: et de fermento quod dabatur
mera apostolica (per coincidenza ricorde- sabbaio ante Palmas in consistono ha-
rò aver detto nel voi. XXVIII, p. 59, che ter'anensi,.Lasciò inoltre il cardinale mss.:
ivi morendo mg/ Traversi, da Gregorio 1 .Brevieulus aliquot monumentorum ve-
XVI gli furono fatti celebrare i funerali, teris moris quo Cliristìficlcles ad sae-
sorialia et Antiphonaria romanae Ec- ternus Dei filius, de' 6 settembre 8o3,
1 1
clesiae. 6. La vera maniera di glorili' Bull. Rom. coni. t. i2,p. 62, ne ordinò
care Dio e di far orazione. 7 Sacrorum . la solenne beatificazione, la quale fu ce-
Bibliorum juxta edilionem seuhXXin- lebrata nella basilica Vaticana a' 29 set-
terpretum, seu b. Hieronymi, veteris li- tembre stesso, con quel magnifico appa-
tuli, sive capitula, ante 1000 annos in rato che riporta il n.° 287 del Diario di
occidente usitata. 8. Antiqui libri Mis- Roma. Il sagro suo corpo si venera nella
sarum romanae Ecclesiae. 9. Qjjìcium suddetta chiesa de'ss. Martino e Silvestro,
Dominicae Passionis, secundum ritum nell'urna ch'è sotto la mensa del 2. al-
graccorum.io. Psalterium cum Canli- tare a sinistra di chi entra dal principale
cis , versibus prisco more distinctum. ingresso, esistendo tuttora la lapide nella
u. Piccolo estratto dc'salmi.12. Indi- chiesa sotterranea, ove fu deposto e vi ie-
TOM TO M 69
sto sino alla traslazione nel detto altare, stato portato il corpo di Papas. Martino
sulla quale si può vedere il Pistoiesi, Vi- I, e vi venerano ancora corpi di s. Sil-
si i
1 1 di Pio VII, t. i, p. 170. La sua festa vestro e di s. Giusta sua madre, come
I
si celebra a'24. marzo. Ora qui conviene vuole il p. Filippini; quanto al Papa però
che alcuna cosa sul luogo di sua
io dica contraddetto da molti, e dagli storici della
antica sepoltura e su quello ove ora si ve- Chiesa di s. Silvestro in Capite. Per le ba r •
nerano le sue spoglie mortali, di più ag- bariee vicende de'tempi, e dopo l'erezione
giungendovi alcune altre nozioni sulla della chiesa di s. Simmaco, l'oratorio e la
chiesa che le racchiude, per averlo pro- chiesa di S.Silvestro I siempironodi mace-
messo altrove, come tempiosingolareche rie edi terra;ma versoili65oil p.Gio. An-
può dirsi contenere tre chiese, una sopra tonio Fdippini genera le de'carmelitani,a-
l'altra; cioè la Chiesa de ss. Silvestro e vendo ritrovato ne'suoi scavi in tal infeli-
Martino a'Monti, l'oratorio sotterraneo ce condizione i sotterranei oratorio e chie-
e la chiesa sotto a questo fabbricati da s. sa, li fece interamente vuotare, e restituì
Silvestro Questo Papa abitò il luogo già
I. alla venerazione de' fedeli , restaurando
Terme di Tito (V.) e dette di Domizia- l'oratorio. Indi e con isplendida magni-
no e Traiano, pel riferito a tale articolo. ficenza e la spesa di più che 70,000 scudi
Il Papa vi edificò un oratorio colla sem- ristorò e abbellì la chiesa superioree priu-
plicità propria de'suoi tempi e della con- cipale de'ss. Silvestro e Martino, dando-
dizione de'crislianijOveprivatamenie am- le la forma che si ammira. In tale occa-
ministrò sagiamenti a consolazione de*
i sione il cardinal Francesco Barberini ni-
fedeli. Per la persecuzione insorta per o- pote d'Urbano Vili ordinò che del mu-
pera de'gentili, sotto lo stesso Costantino saico della chiesa sotterranea, esprimente
1, da questa sua stanza s. Silvestro I fuggì Maria Vergine, se ne facesse copia, e poi
al Soratle. Restituitasi da quell'impera- la fece sovrapporre al medesimo antico e
tore interamente la pace allaChiesa,s. Sil- deteriorato. Quanto al b. cardinal Tom-
vestro I tornò ad abitare presso l" orato- masi, secondo la sua disposizione, fu tu-
rio, e quindi sotto di esso e sopra una parte mulato si può dire nella 3.» chiesa sot-
de'pilastri delle terme,smisurati per gros- toposta , cioè in mezzo e avanti 1' altare
sezza, eresse la chiesa che costituì in ti- della B. Vergine, detto ancora di s. Sil-
tolo cardinalizio col nome di Equizio,per- vestro, corrispondente al 2. piano delle
chè fondata sul podere o casa del pretedi terme di Tito, ili. "essendo impraticabile.
tal nome. 6i crede che la consagrasse in Ne* miei accessi agl'indicati sagri luoghi,
onore della B. Vergine, dalla sua imma- vidi la lapide marmorea eretta nella 3/
gine trovata in musaico sull'altare, il qua- chiesa da'teatiui, la quale ora è incastrata
le esiste e sembra il maggiore comechè in nel contiguo pilastro a destra, mentre in
fondo della nave più graude. Poscia que- quello di contro tuttora esiste la vettina
sta chiesa da Costantino I fu ingrandita, co'suoi precordi,ed a cornuEvangelii del-
ornata di pitture, e arricchita di preziosi l'altare vi è la cassa d'albuccio ove fu po-
doni e rendite. Iviil Papa celebrò duecon- sto il corpo del santo cardinale. Ivi inol-
di Tours, la quale in seguito prese il no- il 2. della nave miuore a sinistra, della
me de'ss. Silvestro e Martino Papi, per cappella fabbricata da Pulcheria Orsini
memoria di s. Silvestro I , e per esservi Cesi di buon disegno, che ha per quadro
,
7o TO M TOM
s. Alberto carmelitano del Muziano, ed lotti insieme radunati; e dopo aver loro
io ovato sull'altare stesso vi è il ritratto auguralo la pace, a lui si rivolse, egli dis-
del b. cardinal Tommasi. se di mettere il suo dito ne'fori de'chiodi
TOMMASO (s.) , apostolo, chiamato ed in quello del suo costato. Non spiega
anche Didimo, nome che in greco signi- P evangelo se s. Tommaso abbia ciò fat-
fica gemello (il gran Leonardo da Vinci to, e parecchi autori avvisano, che convin-
nella celeberrima sua pittura del Cena- to della risurrezione del divino Maestro,
colo P espresse con 6 dita alla mano sini- non abbia avuto ardimento di toccare il
stra, forse pei che chiamandosi Didymus, suo corpo. Bensì pieno de'più vivi senti-
bra ch'egli fosse privo delle cognizioni u- stadoni nelle sue Osservazioni, presso il
inane,ma vi supplì col candore e colla sem- Calogerà, OpuscoliA. 43, p. 33o; il Re-
plicità dell'anima sua, come pure colla vi- sozzi, Storia della basilica di s. Croce,
vacità del suo amore pel divino Maestro, in Gerusalemme p. 4^ ov e dice conser-
1 5
di cui diede prova allorché andando Ge- varsi il dito di s. Tommaso, col quale toc-
S. Gaudenzio dice che fu messo a morte nemente, nel cantarsi il Vangelo, caugia-
dagl'infedeli a Calamuia nell'India. Til- vasi in vari colori, e poi mandava tanto
lemont ed altri opinano che non sia mor- sangue, che molti ne attingevano i panni
to lungi da Edessa, e dubitano che ab- per rasciugarla, miracolo diesi rinnovò
bia predicato al di là dell'isola di Ta pro- ancora nel 564-Secondo gli storici porto-
1
ba Qa. In moltissimi articoli parlai de'luo- ghesi fu trovatoli corpo di S.Tommaso nel
ghi ove VA postolo d illuse l'evangelo,come IJ23 in un'antica cappella rovinata, ch'e-
a IndieOrientali(T~.) e visonode'crislia- %
ra sulla sua tomba fuori delle mura di Me-
11 i che si chiamano Cristìanidis. Tomma- liapor. Ivi vicino i portoghesi fecero edifi-
so. ene parlai ne' voi. XI li, p. 109, XVIII, care una nuova città che chiamarono s.
e\ui e altrove. Sia comunque, dsuo corpo latini celebrano la festa di s. Tommaso a'
fu certo portato in processo di tempo ad E- 2 1 dicembre, i greci a'6 ottobre, e gl'in-
dessa,dove veniva onorato nella cattedrale diani al (Ali luglio. Perchè la sua vigilia
con singolare venerazione, al tempo di s. non fu posta nel Calendario, lo notai uel
Gio. Crisostomo, nellecuiopereed in Ru- voi. Ili, p. 3oi.
fino si legge, che non si conoscevano al- TOMMASO (s.), arcivescovo di Can-
lora le tombe degli Apostoli, ad eccezione torbery. Figlio di Gilberto Becker, gentil-
di «iiielle eli s. Pietro, di s. Paolo,di s. Gio- uomo inglese, che nella sua giovinezza mi-
vanni e di s. Tommaso. Nell'orazione so- litò in Terra santa, dove inspirò all'unica
pra questo santo Apostolo, scritta nel 402, figliuola d'un emiro de'saraceni il deside-
e pubblicata fra le opere di s. Gio. Cri- rio di abbracciare la religione cristiana, e
sostomo, si dice che il suo corpo era ad di poi, essendosi portata in Inghilterra, ri
Edessa, dove fu una chiesa numerosa e cevette il battesimo, prese il nome di Ma-
florida uel III e IV secolo. Milano, Bre- tilde, e sposò Gilberto. Tommaso nacque
scia, Nola ebbero alcune porzioni delle sue a Londra il 2 dicembre 1 7, e sortì le
1 1 1
reliquie: Or tona pure crede di venerar- più eccellenti qualità,che furono coltivate
ne il corpo, oltre .Mcliitpor, altri dicono da una pei fetta educazione. Cominciati
altrove; ed anche per questo santo, forse i suoi studi in un monastero di canoni-
si prese una parte di sue reliquie per tutto ci continuò a Londra, poscia
regolari, li
il corpo. Quanto ad Edessa (J-), e si può si portò a Oxford, e quindi a Parigi, dove
vedere anche il voi. LI, p. 3o8, è memo- si perfezionò nella conoscenza del diritto
rabile ciò che si mirra dal Piazza nel suo canouico e nelle diverse parti della lette-
Santuario Romano a'2 1 dicembre. Fi- ra tura. Tornato a Londra, s'impiegò in
nito il vespero di sua festa, il vescovo an- qualità di chierico o di segretario alla cor-
dava al suo sepolcro, e apertolo poneva te della città, e diede a conoscere gran-
in mano dell'Apostolo un ramo di vile sec- de capacità pergli altari. In seguito Teo-
co, e la mattina seguente il ritrovava ver- baldo arcivescovo di Cantorbery gli offer-
de con tanta uva, quanto bastata per i- te un posto uella sua casa, non tardò ad
spremerne il vino necessario per cousagra- aflidargli lecure più importanti dell'arci-
?2 TOM TOM
vescovato, e lo fece suo arcidiacono. Ver- re, il quale esigette che i vescovi giurasse-
so l'annoi ì5j Enrico II re d'Inghilter- ro di mantenere tutti i costumi del regno.
ra Io nominò cancelliere del regno, e gli Tommaso ben vide che con ciò Enrico II
commise altresì l'educazione del princi- intendeva di convalidareabusi notorii ed
pe Enrico suo figlio; poi lo spedì in Fran- aperte ingiustizie, perciò dichiarò che non
cia per stabilire il matrimonio di questo avrebbe fatto ilgiuramento,checollaclau-
principe con Margherita di Francia figlia sola salvo il dovere e la coscienza. Non-
diLuigiVII WGìovOnéfl negozia re un trat- dimeno, lasciatosi vincere dalle preghiere
tato tra le due corone, locchè eseguì con del clero, acconsentì in una radunanza te-
felice successo. Tommaso però non si la- nuta a Clarendon neh 164, di firmare i
sciò abbagliare dagli onori, continuò ad et- 16 articoli chiamati Costituzioni di Chi'
sere umile, mortificato, raccolto e casto. rendon. Egli si pentì subito di sua condi-
La gelosia gli suscitò delle persecuzioni, ma scendenza, e pianse la sua debolezza, fin-
egli fece tacerei suoi nemici colla sua dol- ché ebbe consultato Papa Alessandro III,
cezza e col suo silenzio. Elelto arcivesco- cui chiese l'assoluzioue. Il Papa nell'ac-
ci della sua cattedrale, indossò un ruvido dunati l'8 ottobre dello stesso anno i ve-
cilizio che non lasciò fino alla morte, e si scovi ed i signori a Norlhampton, venne
sottomise ad un genere di vita austerissi- Tommaso condannalo, e tutti i suoi be-
mo. Levavasi ogni giorno a 2 ore della ni furono confiscati. Crescendo sempre più
mattina, e recitato l'uffizio della notte, la- la persecuzione, si risolvette Tommaso di
vava i piedi ai 3 poveri, cui donava una segretamente allontanarsi dal regno, dopo
somma di denaro, raccomandandosi alle che la sua causa fu evocata alla s. Sede.
loro orazioni. All'ora dii.'il suo limosi- Sbarcato in Fiandra, si rese a s. Orner e al-
niere lavava i piedi a 1 2 altri poveri, e di- loggiò nell'abbazia di s. Bertmo, donde in-
stribuiva loro pane e carne. Dopo mattu- vitalo da Luigi VII re di Francia, si recò
tino prendeva un breve riposo, poi faceva a Soibsons. Presentatosi dipoi ad Alessan-
la meditazione, e visitava i malati che vi dro HI, che tiovavasi a Sens, lo supplicò
erano fra'suoi monaci o nel suo clero. Al- di accettare la sua rinunzia all'arcivesco-
le ore f) diceva la messa o l'ascoltava, in- vato di Cantorbery, ma il Papa gli oidi-
di faceva una nuova distribuzione di li- uò di ritenerlo. 11 santo arcivescovo si ri-
mosine,in guisa che quotidianamente soc- tirò allora nell'abbazia di Pontigny, dove
correva 00 poveri. La sua mensa era im-
1 si assoggettò a tutte le osservanze della co-
bandita decentemente a cagione di quelli munità, ed esercitò con gioia le più ab-
che eranvi invitati, ma egli osservava la biette ed umilianti funzioni, praticando
più esatta sobrietà. Durante il pranzo fa- le maggiori austerità. Finalmente dopo
cevasi leggere qualche libro di pietà, e do- molle pratiche fatte dal Papa e dal re di
po conversava qualche tempo con pii e Francia per procurare la riconciliazione
dotti ecclesiastici sopra materiedi religio- dell'arcivescovo couEnrico II, questi mo-
ne. Nel 1 1 63 intervenne al concilio di strò di acconsentirvi, e Tommaso ritornò
Tours, e la fermezza che mostrò nell'ese- in Inghilterra; ma poco dopo fu empia-
cuzione de' decreti di questo concilio con- mente assassinalo nella sua chiesa il 2f)
tro gli usurpatori dei beni ecclesiastici, e dicembre 170, 56.° anno dell'età sua, e
1
nel mantenimento delle immunità della q.° del suo episcopato. Usuo corpo fu sep-
chiesa d'inghiltena,gli attirò lo sdegno del pellito in una, volta sotterranea, donde di-
TO M TO M 73
poi fu disotterrato e rinchiuso in una ric- vedere in lui tanta modestia, pietà e rac-
chissima urna. Saccheggiata questa duEn coglimento. La contessa, che avea posto
lieo Vili, neh 538 Crouwell fece brucia- uno sviscerato amore a suo figlio, propo-
re le ossa del sauto; ma il suo capo si cu- sedi fargli continuare gli studi nella casa
stodisce a Royaumont nella diocesi di paterna, per evitare i rischi che corre la
Beauvais. Papa Alessandro 111 lo canoniz- gioventù nelle pubbliche scuole; ma il con-
zò neh 173, e la sua festa si celebra il 2g te fu didiverso avviso, e mandollo a Na-
dicembre. Di questo mai tire i\e\Y Immu- poli,dove l'imperatore Federico II avea
nità ecclesiastica (F.), va letto il voi. fondato un'università neh 224. Tomma-
XXXV, p. 4t e seg. sulla condotta tenu- so non istette molto ad accorgersi che la
ta dal re prima e dopo tale assassinio, e sua virtù avea molto a temere per di» i
quanto energicamente fece il Papa Ales- sordini e la corruttela che eransi intro-
sandro III. Ogni anno il giorno della sua dotti in quell'università colla moltitudi-
festa in Roma si celebra cappella cardi- ne degli studenti; ma siccome non stava
nalizia a onore del santo, che descrissi uè' iu lui il ritornare nella solitudine di Mou-
voi. IX, p. 1 4-, e XXXIV, p. 3 9 . te Cassino, che avrebbe preferito, si rive-
TOMM ASO d'Aquino (s.),doltòre del- sti di tutte le armi della fede, e seppe pre-
la Chiesa, detto Y Angelico.D'una delle servarsi da ogni corruzione. Finalmente
più cospicue famiglie del regno di Napo- risolvette di secondare l'ardente suo de-
li, nacque sul finir dell'anno 1226, da siderio di entrare nell'ordine di s. Dome-
Landollocouled'Aquiuoedi Soni, signor nico, e superata colla costanza la contra-
di Loreto e di Belcastro, e da Teodora fi- rietà del padre, prese l'abito de'doroeni-
glia del conte di Chieti. A questa dama caui in Napoli neh 243. Di là portossi a
del sangue de' normanni, mentre n' era Boma per schivare l'incontro di sua ma-
incinta, l'eremitaBuono di santa vita, le dre, che andava a Napoli per cercare di
predisse che bambino che teneva nel
il fargli abbandonare il suo stato. Dipoi fu
\entre sarebbe stato il lume della Chie- mandato a Parigi; ma esseudo stato ar-
sa e lo splendore di sua famiglia, e che a- restato in cammiuo,peropera de'suoi fra-
vrebbe preferito alla gloria del secolo, la telliLandolfo e Raiualdo, fu condotto nel
qualità di discepolo di Cristo, e le ingiun- castello di Roccasecca, il quale apparte-
se di chiamarlo Tommaso. Con questo neva alla sua famiglia, dove per vincere
nome fu battezzato, per parte di Onorio la sua fermezza impiegaronsi inutilmen-
HI, da Gregorio vescovo di Soia da lui te dapprima le più vive istanze eie più
consagrato. Apparve chiaramente fino tenere esortazioni, poscia le più grandi mi-
da'suoi più teneri anni, che Dio Io desti- nacele e i più aspri trattamenti. Era già
nava a grandi cose, poiché fu scevro da passatomi anno o due che Tommaso tro-
que'difelti che d'ordinario accompagna- vavasi imprigionato nel castello di Roc-
no l'adolescenza. In età di 5 anni suo pa- casecca (come nel parlare di quella roc-
dre lo po*e sotto la direzione dei religiosi 218 ), quan-
ca dissi nel voi. LV1I, p.
di Monte Cassino, onde lo istruissero nei do Papa lunocenzo IV e l'imperatore
principii delle lettere e della religione.Xon Federico II, informati della persecuzio-
avea che o anni quando l'abbate di Mon-
1 ne che soffriva, si mossero in suo favo-
te Cassino consigliò lidi lui padre a man- re, e fecero parlare a sua madre e a' suoi
darlo in qualche università. li conte d'A- fratelli, i quali quindi adottarono più a*
quino però gli fece passare alcuni mesi mani sentimenti, anzi la contessa non si
presso sua madre nel castello di Loreto, mostrò lontana da favorirne segretamen-
dove Tommaso si meritò l'ammirazione te la fuga. Avvertiti di ciò domenicani i
madre e i fratelli avendo reclamato alla maniera assai esemplare. Sua madre e-
s. Sede, il Papa chiamò Tommaso a Ro- spiò con ogni sorta di opere buone falli i
ma,e dopo a ver lo esamina tori pprovò la sua che aveale fatto commettere una troppo
professione. Noterò che nel voi. XXVII, naturale tenerezza, e finì anch'essa san-
p. 285 ricordai la prigionia sofferta dal tamente la sua vita. Anche suoi fratelli i
s. Giovanni, illustrata dalle sue virtù e ac- d'Aquino nel i25o. Tommaso fu
la città
compagnata da prodigi. Poscia Giovanni rimandato a Parigi nel 252 per insegnar- 1
agli sludi filosofici non portò raffredda- quale fu incombenzato di stendere alcu-
mento al suo spirito religioso. Nominato ni regolamenti per gli studi, insieme con
dal capitolo generale del suo ordine a pro- Alberto Magno ed altri Ire dottori. Di ri-
fessore in Colonia con Alberto Magno, le- torno a Parigi, continuò le sue lezioni di
vossi ben presto in grande riputazione.In teologia, e finì di guadagnarsi gli animi di
quel tempo pubblicò i suoi Commentari lutti colla sua affabilità e modestia. Co-
sulla morale d'Aristotile e sopra altre o- munque grande fosse il suo zelo nel so-
pere di quel filosofo. Raddoppiando il fer- stenere la verità, pure anche nel bollor
vore nella preghiera, nelle veglie e negli della disputa sape va sì bene l'attenersi, che
si preparò a riceve-
altri esercizi di pietà, mai gli usciva alcun motto aspro e ingiu-
re gli ordini sagri. Dopo che fu ordinato rioso. Papa Urbano IV, che conosceva
sacerdote, incaricato di annunziare la di- tulio il merito di Tommaso, chiamollo a
vina parolaio fece con ammirabile un- sì lioma nei 1261, e gli offerse più d' una
zione, che operò ovunque un numero volta delle dignità ecclesiastiche; ma egli
ebrei seguirono l'esempio de' cristiani, rebbe più dalla sua persona; e questo gli
imperocché si sentivano colpiti non me- procurò l'occasione di predicare nelle cit-
no dal lustro delle sue virtù,che convinti tà ove il Papa soleva risiedere, come a
dalla forza de'suoi ragionamenti. La più Roma, Viterbo, Orvieto, Fondi, Perugia,
vecchia delle sue sorelle si cousagrò a Dio e gli léce comporre l'uffizio della solen-
TO M TOM 75
nilà del Corpus Domini; e al diredi Na- rinnnziòintiernmentea'suoi studi per non
tale Alessandro anche l'inno Pange Un- pensare che alla eternità. Ma mentre vi vea
. anzi altri gli attribuiscono pure il nel ritiro e nell'orazione, Gregorio X lo
Lauda Sion. Ebbe cattedra anche in A- trasseda questa diletta sua solitudine per
nagni nel convento da lui abitato, e an- mandarlo al concilio generale che avea
nesso alla chiesa del suo ordine, dedicata convocato aLione per il i.°dì maggio 2-4, t
proprie mani delineala sul muro in let- sai tristo stato di salute; nondimeno ver-
tere gotiche, colle divote parole: *£ Crux so la fine di gennaio partì da Napoli, in
mihi certa salus +£t- Crux est quam seni' compagnia delp. Reginaldoda Piperno,al
iter adoro +
Crux Domini mecum +£t- quales'mgiunsedi aver diradi lui. Si trat-
Crux mihi rcfugiumjle quali parole par- tenne alcun tempo nel castello di Maenza
tendo dal centro ove trovasi l'iniziale C, (come notai parlandone nel voi. XX\ II,
e diramandosi da 4 parti in 5 linee, for- p.289), presso sua nipote Francesca d'A-
mano la mistica Croce che dal suo titolo quino, maritata al contedi Ceccano. Qui-
viene detta Angelica,^ la cui immagine vi la sua malattia s'accrebbe di moito, e
ha una sì sperimentata virtù contro i ful- fupiesoda nausea generale di qualunque
mini e le tempeste, che se ne fecero in gran cibo. Tutta via rinvigoritosi un poco, con-
numero coi tipi di caratteri, con incisioni, tinuò il suo viaggio; ma aggravatosi di
io ottone, in argento e in altri metalli, e si uuovo, fu costretto fermarsi a Fossanuo-
tiene indosso o nelle case con molta divo- va, celebre badia de'cisterciensi, nella dio-
anche con moito onore a
zione. Mostrossi cesi diTenacina,ed entrato in quel chio-
Bologna e a Napoli, dove diede luminosi stro, esclamò:Questo sarà il luogo del mio
saggi de'grandi suoi talenti per la predica- riposo per sempre. I religiosi di Fossauuo-
zione e per l'insegnamento. Avendo i do- va gareggiavano in prestargli assistenza,
menicani tenuto il 4o.° capitolo generale stimandosi avventurati di poter rendere
aLoudra nel 263, egli vi assistette. Qual-
i qualche servigio a tale che risguardava-
che tempo dopo domandò la permissio- no come un angelo in carne. Pregato il
ne di non più insegnare, e gli fu accorda- santo da'religiosi a voler lasciar loro un
ta; laonde rientrò nello stato di semplice ricordo di sua angelica dottrina, egli be-
religioso, come la sua umiltà faceagli da nignamente compiacendoli prese loro ad
gran tempo desiderare. Non pertanto Pa- esporre brevemente il Cantico de Canti-
pa Clemente IV, che lo stimava al pari ci (che avea già commentato ampiamen-
del suo predecessore, gli olhì nel 1265 te in altro tempo), con tale un'ispirazio-
l'arcivescovato di Napoli, che costante- ne celestiale ed una sublimità di concelti,
mente com'anco tutte le altre di-
rifiutò, che già pareane l'anima sciolta dal corpo
Papa avrebbe voluto in-
gnità cui lo stesso e beata nelle delizie dell' Eterno amore.
nalzarlo. A Bologna scrisse la i. 'parte del- Quanto più il santo vedeva appressarsi l'o-
la Somma teologica, indi passò a Napoli, ra della sua morte, tanto più sospirava il
teda vanti unCrocefisso, entrò in una dol- nella gloriadel suo Dio. Ricevuta l'assolu-
ce estasi, e fu levato4 palmi sopra terra. zione con tutli sentimenti da vero peni-
i
Da'6 dicembre 12^3 lino a'7 marzo del- tente. dominalo il s. Viatico, che volle rice-
l'auno seguente, che fu il giorno della sua vere disteso sulla cenere. Di minuendo sem-
morte, il santo dottore non volle più par- prepiii lesue fòrze,vollechegli si ammini-
lare né scrivere di materie teologiche, e •tntfsel'tttcmn uuiioue, uieutre era ao-
7
76
TOM TOM
eòi* perfettamente presente a se itesso, e re miste per le varie materie che vi sono
rispose egli medesimo a tutte le preci ilei- spiegate: vi si trova la confutazione dei
la Chiesa. Indi ringraziati l'abbate e i re- greci scismatici e di parecchie eresie; la
ligiosi di Fossanuova, s'addormentò nel discussione di molti punti di filosofia e di
Signore a'7 di marzo 1274» qualche mi- teologia; delle spiegazioni sul Simbolo,
nuto dopo la mezzanotte. Secondo alcuni sui sacramenti, sul decalogo, sulla ora-
autori egli era entrato nel suo 5o.° anno; zione dominicale, sulla salutazione ange-
ma il Butler è d'avviso di tenersi al parere lica, ec. Egli combattè i nemici della ve-
di Bartolomeo da Lucca, e di altri autori rità colle loro proprie armi, e fece servi-
contemporanei, quali dicono che morì di
i re la dottrina di Aristotile alla difesa del-
480 49 anni, la quale data meglio s'accor- la fede. I Commentari sui 4 libri di
suoi
cia con tutta la serie della sua vita. Appe- Pietro Lombardo
detto il Maestro delle
na fu intesa la novella della sua morte, sentenze, comprendono un corso metodi-
da tutte le parti si accorse ad assistere a' co di teologia. La Somma teologica è o-
suoi funerali. Alcuni religiosi di Fossa- pera mirabile, quantunque la morte gli
nuova e parecchie altre persone amma- abbia impedito di darvi l'ultima mano.
late furono miracolosamente guarite per La migliore edizione delle sue opere è
la virtù delle sue reliquie, cornee ripor- quella che si fece a Roma nel 1 570, in 1
tato nella bolla di sua canonizzazione. An- voi. in foglio. Delle opere di S.Tommaso,
che in seguito,sopratlulto nelle varie tras- chiamato il principe de' teologi, ed il mae-
lazioni delle sue reliquie, operaronsi so- stro de' teologi di tutti i tempi, parlai in
miglianti miracoli, di che abbiamo rela- molti articoli, a Teologi e Teologia, di-
zioni molto autentiche pubblicate da'Bol- cendosi Tomismo (V.) la sua dottrina ri-
losa, ed eziandio dell'altre sue reliquie, a Ap. 660 poi riparla delle opere del s. Dot-
tale ultimo articolo in breve ne parlai con tore, neldar contezza delle Institutiones
importanti notizie. Solo qui aggiungerò Theologiae theoreticae seu dogmatico-
col Torrigio, che Urbano Vili neli633 polemicae concinnatae a r. p. Alberto
donò alla chiesa de'cappuccini di Roma Knoll Ord. min. s. Frati. Camuse., Tau-
uu braccio di s. Tommaso, e un braccio rini 853. In Roma nel celebre convento
1
nonizzalo da Giovanni XXII nel i323, tuito per ispiegare la sua angelica dottri-
e Pio V
ordinò nel 1567 che la sua fe- na teologica. Ferdinando II re del regno
sta a' 7 marzo si celebrasse della stessa delle due Sicilie, curando l'incremento e
maniera, come quella de'quattro dottori il lustro della regia università degli sludi,
della Chiesa d'occidente, s. Ambrogio, s. allargando l'insegnamento colla istituzio-
Agostino, Girolamo, s. Gregorio Ma-
s. ne di 7 novelle cattedre ,
prescrisse che
gno. Le opere di s. Tommaso si ponno di- fosse sottoposta alla speciale protezione di
videre in 4 classi. Nella 1.'' sono le opere s. Tommaso d'Aquino, e che i professori
di filosofia, nella 2.* quelle di teologia ; di essa, il presidente,e i componenti il con-
a
nella 3. i Commentari sulla s. Scrittura ; siglio generale di pubblica istruzione por-
nella £," gli opuscoli, che pouuo dirsi ope- tassero sospeso al colio col luutro celeste,
TOM TO 77
simbolo della Immacolata, una meda-
ss. va con tenera pietà, recitava l'officio del-
glia sormontata da una corona ed avente la Chiesa, e adempiva tutti i doveri della
da un Iato l'effigie del santo colle parole: religione con fervore straordinario. Fat-
Divus Thomas Aquinas regiae neapoli- to il corso di filosofia a Parigi, ai ritolse
tauae Lniversilatis professor etpatro- d'abbracciare lo stato ecclesiastico, quin-
nusj e dall' altro: Fcrdinandus II Rcx di si recò ad Orleans per impararvi il di-
P. F. A. bonamim ar tinnì stalori85o. ritto civile, che serve di fondamento al
L'uso di questo fregio insigne fu solen- canonico. Poco dopo ritornò in Inghilter-
nemente inaugurato il dì sagro appunto ra per continuarvi i suoi studi, e passato
alla Concezione Immacolata dellaVergine dottore in diritto ad Oxford,fu eletto can-
nella chiesa de'gesuiti, contigua all'edifi- celliere di quella famosa università. In ta-
cio dell'università stessa,con pompa di di- le posto acquistossi tanta riputazione, che
853. In Roma tuttora nella
vini uffizi nel i il re Enrico III lo creò gran cancelliere
Chiesa di s. Maria sopra Minerva (della del regno, nella qual carica egli fece spic-
quale anche uel voi. LXX V, p. 2 6), nel 1 care la sua prudenza, il suo zelo, l'amore
giorno della festa di s. Tommaso d'Aqui- per la giustizia : si oppose con tutto il suo
no si celebra con cappella cardinalizia, che potere ai diversi abusi, e fece esiliare gli
descrissi uel voi. IX, p. i 3 J; cornea santo ebrei, de' quali non eransi potute impe-
alla cui fama è angusto il mondo, e co- dire le usure e le estorsioni. Dopo reite-
me a gran dottore sulle cui opere impal- rale istanze, all'innalzameuto di Eduar-
lidiscono di stupore i filosofi, al di cui an- do I al trono, ottenne di essere sollevato
gelico nome s'inchina l'orbe cattolico. Ne da siffatto incarico, che Io riteneva suo
scrissero la vita, fra gli altri, Bartolomeo malgrado alla corte, e ritirossi quindi ad
da Lucca, che fu per qualche tempo suo Oxford per non occuparsi che della let-
confessore; e Guglielmo daTocco priore di tura e degli esercizi di pietà. Prese ivi il
EeneventOjil quale tra stato in modo par- grado di dottore in teologia nella chiesa
ticolare stretto in amicizia col sauto dot- de' domenicani, presso quali avea stu- i
di s. Severo; ma non guari dopo le sue ossa provinciale nell'Andalusia, e una volta in
furono poi tale ad Hereford e deposte in Castiglia. L'imperatore Carlo V lo scelse
quella cattedrale. PapaGiovanni XXII lo per uno de'suoi predicatori, anzi lo mise
canonizzò nel 1 3 1 o(così Ieggesi nel Butler; nel numero di quelli che consultava, e
ma questo Papa fu eletto nel 1 3 6, e nel 1 quando non lo avea presso di se, gli scri-
1 3 o regnava Clemente
1 meglio è ri- V : vea per chiedergli il suo consiglio. Aven-
tenersi l'epoca che riportai a Hereford), dolo nominato all'arcivescovato di Gra-
forse ai di ottobre, ch'è il giorno in cui nata, egli pose tutto in opera per evitare
si celebra la festa principale di questo questa dignità; ina dovette poi accettare
santo vescovo. quello di Valenza, in virtù di obbedienza
TOMMASO da Villanova (s.), arci- religiosa, ed entrò nella sua sede il
1. "del-
nel 1488 a Fuenlana in Castiglia, ed eb- tà, continuò a mostrar quella umiltà di
be poi il soprannome di Villanova da cui avea dato saggio nel suo ritiro. Non
Villanova di los lnfantes, piccola città do- comportando alcun apparato di esteriore
v'egli fu allevato. I suoi genitori Alfonso grandezza, ritenne il suo abito religioso,
Tommaso Garcias e Lucia Martinez era- chesi rattoppava da se stesso; la sua men-
no pure oriundi di Villanova. Benché di sa era strettameli te fi ugale.osser vaudo l'a-
mediocre fortuna, essi erano molto limo- stinenza e i digiuni prescritti dalla regola
linieri, e questo spirito di carità fu l'ere- che avea abbracciato; non si vedeva alcu-
dità più preziosa che lasciarono al loro fi- na tappezzeria nel suo palazzo; non por-
glio; di che l'amore dei poveri divenne il tava indosso panno di lino se non quando
suo distintivo carattere. Giunto all'età di era ammalalo; sovente coricavasi sopra
1 5 anni, i suoi genitori lo mandarono al- un fascio di rami d'albero, e una pietra
l'università di Alcalà, ove percorsegli stu- gli serviva di guanciale. Fedele in adem-
maggior profitto, e
di col i suoi talenti gli piere i doveri di buon pastore, visitava le
meritarono un posto nel collegio di s. II- chiese della sua diocesi, predicando nelle
delònso. Avea 26 anni quando fu rice- città e nei villaggi con meravigliosi effetti.
vuto maestro delle arti, e scelto a profes- Finita la sua visita , radunò un concilio
sore di filosofia. Dopo due anni fu tratto provinciale, in cui si fecero saggi regola-
a Salamanca per esercitarvi lo stesso ufli- menti per togliere gli abusi che si erano
ciocon maggiori vantaggi, e colà poi pre- introdotti massime nel clero, nel che eb-
se l'abito degli eremiti di s. Agostino. Nel be ad incontrare gravi difficoltà, ma colla
suo noviziato si scorse com'egli erasi av- sua pazienza venne a capo di superarle.
vezzato già da lungo tempo alla pratica L'arcivescovato di Valenza avea 18,000
delle austerità, alla rinunzia della pro- ducati di rendila annua. Il santo arcive-
pria volonlàed agli esercizi della contem- scovo ne dava 2,000 al principe Giorgio
plazione. Elevato agli ordini sagri, rice- d'Austria suo predecessore, che si era di-
vette il sacerdozio nel i520, e il giorno messo , riservandosi questa pensione ;
tosto a predicare la parola di Dio e ad mento della sua casa e pe'ristauri del suo
TOM TO M 79
palazzo. Ogni giorno vedeansi alla sua la sua vita passata, e pervenne ad alto
porta da 5oo poveri. che riceveano pane, grado di sa uli tà,i untando le virtù dell'am-
vino e una moneta d'argento ciascuno, ed mirabile suo fondatore, ad esempio del
inoltre faceva innumerabili altre carità. quale, dividendo l'anno in sette quaresi-
L'amore ch'egli avea pelsuoprossimo,e le me, non vivea che di pane e di alcuni le-
altre sue virtù riceveauo la loro perfezio- gumi. Un genere di vita sì austero gli me-
ne da quell'amore ardente verso Dio, che ri lo delle grazie particolari dal cielo, e gli
avvampavagli in cuore, e che manifesta- procacciò la stima degli uomini. Divenne
va molto più colle opere che colle paro- successivamente compagno del ven. Gio-
le, li cattivo stato di sua salute non gli vanni da Stroncone, incaricalo della ri-
permise di recarsi al concilio di Trento, forma de' frati minori nel regno di Na-
«•ode vi mandò in suo luogo il vescovo di poli, e suo vicario iu una delie provincie
I Inesca. Più d'una volta ricorse a Roma dell'ordine. Papa Martino V, conosciuto
e alla corte di Spagna per ottenere la per- il raro merito di Tommaso, lo incaricò di
missione di dimettersi. Finalmente Dio "li cacciare gli eretici Fraticelli da'couvenli
tese la libertà che tanto desiderava, chia- di cui si erano impadroniti, e di procura-
mandolo a >e, e facendogli conoscere in re di ricondurli all' unità della fede. Il
modo soprannaturale the avrebbe finito successo cotonò i suoi sforzi, sicché rota-
di vivere nella festa della Natività di Ma- bili i conventi del suo ordine, li riempì di
lia Vergine. A'29 agosto i555 fu colto uomini virtuosi, e vi ricevette anche mol-
da unasquinanzia, accompagnata da feb- ti fraticelli, i quali essendosi convertiti,
e violenta, e la mattina deyli 8 settem-
)>i perseverarono nella buona via con edi-
bre, fatta celebiare la messa nella sua ca- ficazione. La saggezza cheTommaso avea
mera, spirò dopo comunione del sacer-
la mostrato un affare così delicato, indus-
in
dote, essendo nell'età di 67 a uni. Confor- se Papa Eugenio IV, ad unirlo al p. Al-
me al suo desiderio fu sepolto nella chiesa berto di Sarzana, che inviava agli orien-
degli agostiniani di Valenza. Paolo V lo tali per invitarli al concilio ecumenico di
beatificò nel 1618 ; Alessandro VII lo Firenze. Allorché il p. Alberto vide che il
di sua santità e de' suoi miracoli, come cevea con particolare tenerezza i peccatori
pure il concorso de'fedeh alla sua tomba, indurati, e conducevali nella via della sa-
accrescevano ogni di più, i frati minori lute. Scorse per molti anni i borghi e i vil-
permise con decreto della s. congregazio- costumi seguiva sempre la sua presenza,
ne de'rili nel 77 1, che si onorasse Tom-
r in guisache potrebbesi chiamarlo il nuo-
maso come beato. vo apostolo di questo paese. Consumata
TOMMASO di Cobi (b.), frate minore così la sua illibata e virtuosissima vita,
dell'osservanza. Ebbe i natali in Cori,dio- cadde malato nel convento di Civitella,
r
cesi diP ellctri(P .),da rispettabili e pii ge- dove favorito delle celesti consolazioni,
nitori. Di purissimi costumi, mostrò (in moiì della morte de'giusti l'i 1 gennaio
da fanciullo a qual grado di santità sa- 1729, in età di 74 anni. I miracoli pro-
rebbe pervenuto, e dopo la morte del pa- varono subito la santità di questo servo
dre e della madre prese I' abito de' frali di Dio, e Papa Pio VI, dopo averli fatti e-
more di Dio e del prossimo che ardeva detta città, nelle tempora di dicembre del
nel suo cuore, gl'inspirò il pensiero di an- 1 1 38 Innocenzo II lo creò cardinale pre-
dar nella China a predicare la fede catto- te di s. Vitale. Si trovò presente all'ele-
lica e a versare il sangue per essa. Avendo zioni di Celestino lì, di Lucio II, e d'Eu-
però conosciuto che la volontà divina op- genio III, alle bollede'quali oppose la sua
ponevasi alla esecuzione di questo dise- soscrizione, e l'ultima porta la data del
guo, rimase con sommissione a travaglia- 1 i45 e fu a favore della chiesa di Vero-
re nella vigna del Signore, nel territorio na, laonde dev'essere morto nel pontifi-
di Subiaco e ne'luoghi circonvicini. Fie- cato d'Eugenio III. 11 Ciaccolilo lo con-
no di dolcezza e di carità pe'poveri, a'cui fuse con un altro cardinal Tommaso del-
bisogni provvedeva spesso in modo pro- l'ordine de'diaconi e poi di quello de'pre-
digioso, gl'infermi specialmente eccita- li ; il Panvinio però e altri scrittori ne
vano la sua compassione. Allorché si trat- corressero l'equivoco.
1
TOM TOM 8
TOMMASO, Cardinale. Onorio III sime del capoluogo, ed ascende a più di
verso il fine del 12 iG lo creò prete car- 18,000. Questa città situata sulla costa
dinale di s.Baibina, e sottoscrisse alla bol- orientale, oltre di chiamarsi s. Tommaso t
la da detto Papa spedita in Lalerano a dicesi pure Cliaveso PanoasanoPavoas*
favore di Simone vescovo di Terracina a' san , Fanum s. Thomae, s. Thorrì-, s.
18 gennaio 2 1 1
7, insieme al cardinal Ro- Tommaso dell''Isola j nome che fu dato
berto Rainaldi di Sezze (?'.), altro car- da'portoghesi all'isola per averla scoperta
dinale d'Onorio III della stessa promo- nel giorno della festa di s. Tommaso a-
zione, e col titolo presbiterale de'ss. Gio. postolo. Contiene più di 700 case, di le-
e Paolo, perciò ricordato dal Rondinini gno la maggior parte. Siede a nord della
nella Storia di tal basilica a p. 176, e città un forte sopra una lingua di terra.
nella stessa bolla riprodotta da Ughelli, 1] porto è bensì piccolo, ma otfie asilo si-
Italia sarra t. 1, p. i2g5. curo alle navi. Gli abitanti di color nero
TOMMASO (s.). Cristiani di s. Tom- nella più parte, sono dotati di molto spi-
maso apostolo. V. Malabari, s. Tommaso rito e di gran memoria, di carattere do-
apostolo, e i voi. XVIII, p. 20 5,e XXXIV, cile. Ha 3 chiese, la cattedrale ora colle-
p. 20 r e 206. giata avea un capitolo composto di 14 ca-
TOMMASO o THOME" (s.). V. Me- nonici: le altre due chiese della città sono
IIAPOR. sotto l'invocazione di Antonio e di s. A- s.
te, la cannella , ec. Gli abitanti di quasi ma. Neil 742 h\ Lodovico della Conce-
20,000 compongono di portoghesi e ne-
si zione agostiniano scalzo di Lisbona. Nel
montagne vive un certo
gri schiavi; nelle 1 74^ Lodovico delle Piaghe agostinia-
fi'-
cipe e altre di minor grandezza, ed ora e se riusciva loro di guarire, per slare be-
formanti la diocesi di s. Tommaso. An- ne non potevano cibarsi che pel necessa-
nobuono, isola del golfo della bassa Gui- rio nutrimento. La missione de'cappuc-
nea, con città omonima, fu cosi denomi- cini in Guinea fu istituita nel iG5q e me
nala da 'portoghesi perchè la scoprirono gì io stabilita nel 1 Cyj \; indi v'introdusse-
ili.° gennaio 4/ 3, e non vi trovarono a-
1
ro gli agostiniani scalzi della provincia di
nimali, tranne i volatili ;
poi vi s' intro- Portogallo. Nel 1688 il prefetto de'cap-
dussero, massime le capre. Fertilissime so- puccini spedi a delta congregazione lo sla-
no le valli, pescose le rive: principale pro- to delle missioni dell'isola di s. Thomè, ri-
l'Indie vi cercano tregua dal viaggio. Nel gnoranza de' popoli nelle cose spettanti al-
1778 venne ceduta agli spaguuoli, e da la fede, essendo le parrocchie tra loro di-
questi n'ebbero poi il possesso gl'inglesi. stanti 3o miglia, onde la cristianità erasi
L'isola del Principe fu scoperta da'Por- inselvatichita, massime nell'isola d'Aimo-
toghesi nel 147 1, e ne mantennero il pos- bon, ed avea appresi costumi della re- i
sesso. Il suolo offre riso, tabacco, miglio, gione, che sono principalmente l'avere le
zucchero e frutta tropicali. L'unico bor- concubine, preferendosi i bastardi a'fìgli
go è situato sulla riva settentrionale; a legittimi.
giato e sicuro n'è il porto. Annobuonoè TONACA o TONICA o TUNICA, TV
popolato da qooo quasi lutti negri e cat- idea, Toga. Veste lunga e con maniche
tolici. Ila la chiesa dedicata alla Conce- lunghe, usala dagli antichi, oggi propria
zione di Maria Vergine, 4 cappelle, col de'clauslralid'ambo i ,Religìosie Re-
sessi
ligiosi assumono la cotta e le altre lesti sata da diversi popoli. Circa la forma, era
sagre. Al dire di Vairone, la tonaca fu quasi simile alla veste Dalmatica o Tn-
così dotta a tuendo, dal difendere il cor- nacella [1 '.). vale a dire infera avanti al
po, come la Toga (V.) a tegendo , cioè pettoedivisa ne'lati sino alle ginocchia. In
dui copi irsi. PoichèosservaBiondodaFor- principio la tonaca degli uomini era sen-
lì, nella Roma trionfante, trattando delle za maniche, ovvero colle maniche stese
vesti de'romani antichi, die la tonaca fu sino a mezzo braccio, ma nelle donne le
veste assettata al corpo, corrispondente maniche, si stendevano sino alle mini.
oncbe all'odierna Sottana (T .), e la toga Riferisce ancora il p. Bonanni, essere in-
il mantello o veste più ampia e lunga che certa 1' epoca di quando cominciò 1' uso
si portava disopra. Si portavano dagli an- delle tonache colle maniche, e crede pro-
tichi d'ordinario due tonache, e talvolta babile nel tempo degli Apostoli e de'cri-
ancora più di due. La tonaca esteriore chia- stiani della primitiva Chieda ,
poiché sa-
mavasi Umica, quella di sotto subucula rebbe stato indecente che esercitassero le
e anche indusìum, la cpiale serviva più funzioni ecclesiastiche colla veste priva
sovente per le femmine. Essa era in so- dellemaniche. Nou eraperòquesl'uso in-
stanza una camicia, che in principio si fa- teramente propagato e comune a tutti i
di lino. llp. Bounani, La Gerarchia ec- ché Cassiano che visse nella metà di esso,
toga, sotto la quale si portava, e copriva tiouc terrena mortijicatos eos velamini*
immediatamente il corpo di chi fusa va. linei doceat indumentum. E dall'uso di
Aggiunge essére stala tal sorte di veste co- tal veste de''Solitari d'Egitto, stimò Pan
mune anche agli ebrei e di due sorti, una ciroliche procedesse la pazienza o sca-
con maniche, l'altra senza; alcune erano polare monastico. Tale veste, nominata
larghe, altre più strette; alcune di lana, al- da Cassiano Colobio(f .), cioè tonaca sen
tre di lino, secondo la coudizione di quelli za maniche, era comune a'monaci e solita-
che se ne servi vano. Questa si nominava in- ri, per essere più spediti oell' opere ma-
dusiu/n, e benché il nome di tonaca sia ge- nuali, alle quali si applicavano per fug-
nerale, contultociò comunemente s'inleu- gir l'ozio. Notai a Colori ecclesiastici ,
tonaca colle maniche più o meno strette, la quale adoperatisi da ogni Sorta di sa-
nel modo che vestono diversi orientali ap- cerdoti gentili d'oriente e d'occidente, es-
partenenti al clero. La veste tonaca fu chia- sendovi in Campidoglio una famosa sta-
mata da'greciCtf//7..v/W.?,eda'rotnanitSVo la tua di sacerdote idolatra, vestita con ve-
come a questo articolo dissi,notando da ste che quasi in nulla differisce da'noslri
chi usata, e che quella con maniche corte camici, e anco bene arricciato. Però sog-
fu detta stola o tonaca reale, come abito giunge, questa sorta di vestimento laChie-
ordinario de're e de'roagisU assomiglian- sa per certo non prese da' gentili sacer-
te agli odierni rubboni usati da' Gonfalo- doti, ma bensì dagli ebrei e dalla s. Sci it-
nieri, Priori e altri municipali. Di pitiche tura, ove da Dio fu prescritta ad Aron-
il sommo sacerdote,! sacerdoti ed i leviti ne e suoi figli. Tunicam lineam, et stri-
degli ebrei vestirono le tonache chiamate dami Porro fìliis Aaron tunieas lineas,
stole. Ed inoltre che fu chiamata stola del parabis,ete. V esliesque his omnibus Aa-
Pontefice massimo de'romani pagani, di ron, et jilios ejus curri eo. Che la tunica
cui meglio riparlai altrove, come nel voi. linea, o camice come noi l'appelliamo, non
LXX11I, p. 280, 281, 283, 284, quella fosse presa da'gentili, ma dagli ebrei, dice
veste che diversi scrittori denominarono Marangoni, provarsi chiaramente dall'es-
tonaca, indossandola gl'imperatori, quan- sere stata usata ne'principii della nascente
do furono rivestiti di tale religiosa dignità, Chiesa da S.Giacomo apostolo, il quale u-
sotto l' imperiale paludamento. Quando sava solamente veste di lino; e questo era
sulle tuniche romane si poneva il Lati- proprio vestimento sacerdotale. Di que-
clavio, nel quale articolo dissi come for- sta veste linea, dopo s. Giacomo, Maran-
mate tali tuniche e usate pure dagli ebrei, goni ne trovò altra memoria negli atti di
da'profeliedalSalvatore,e quella di que- s. Cipriano vescovo di Cartagine e marti-
sti fu appellata Tonaca o Tunica Incori- re, ne'quali si legge: Curn se dalmatica
£utile(F.),s\a\\ìal'\c\aM\oàiPorpora{F^.) i expoliasscty et eam Diaconibus tradidis-
sia d'oro, allora le tuniche si chiamava- set, in linea stetit, et coepit spiculalorem
no Augusticlave o Laticlavc, ed in Gre- sustinere. Il camice era la tonaca di lino
cia molto si usarono da'ricchi. 11 Cami- usata dal primitivo clero in chiesa e fuori,
ce (V.) degli ecclesiastici, Tunieas Alias però l'adoperato ne'sagri templi era più.
( antica veste bianca talare detta ancora mondo e più nobile.Dal camice poi ebbe-
A/bao Camisia romana, di cui ragionai ro origine le vesti ecclesiastiche del Roc-
anche altrove come a Rocchetto), pure chetto, eziandio detto Tunica,^ della Cot-
chiamossi tonaca, e derivò dalle tonache ta (P-), appellata altresì Tunica talari.
bianche degli antichi romani, secondochè In quest'ultimo articolo rimarcai, che al-
pretendono alcuni. Ma il dotto Marango- cuni stimano avere l'antico clero vestito
ni, Delle cose, gentilesche e profane tra- la tonaca bianca talare, senza maniche, e
sportate ad uso e ad ornamento delle poi mutata la materia si convertì in Pia-
chiese, osserva che da' monumenti appa- neta (V.) e divenne propria de'sacerdoti.
risce l'antica disciplina della Chiesa, qual Di più pare che dalla tonaca fosse formato
fu di abborrire unicamente quella sorte il Sacco (P'.) t abito penitente de'confra-
di vestimenti, i quali erano distintivi spe- tri de' Sodalizi (V.)% i quali se Io cingo-
cifici di Laonde quanto
culto idolatrico. no a'iombi con cinture o cingoli di cuoio,
alle altre vesti, benché adoperate da sa- di corda, di lana, di seta, di filo o cotone.
cerdoti gentili, anche ne'sagrifìzi, tale di- Adunque 1' antica tonaca o tunica fu
stintiva sacrilega non portavano, mentre vestimento che portavasi immediatamen-
a tulli erano anche culmini; efia queste te sul corpo, ed era comune ad ambo i ses-
TON TO» 85
si. Ne fecero uso quasi tutti gli antichi po- ro il nome di * iicciiu: ti o duelliti. Andava
poli, ma gli uni la portavano con mani- la tunica si giusta al collo, e scendeva sì
che, altri senza; pe'primi era molto larga, basso presso le donne vereconde, che non
assai più stretta presso gli ultimi. Com- si vedeva di esse fuorché il volto. Quan-
ponevasi ordinariamente di due pezzi, che do il lusso ebbe introdotto l'uso dell'oro
offrivano a un dipresso la figura d' un e de'gioielli, iucoroinciossi impunemente
quadrilungo; l'uno copriva il petto, l'al- a mostrare il collo, le spalle e la parte su-
tro il dorso , ed entrambi univansi sulle periore del seno; la vauilà andò prenden-
spalle agli angoli superiori, lasciando in do piede, e le tuniche s'incavarono mag-
mezzo un' apertura per la quale usciva la giormente; il che si attribuisce per le pri-
testa. I due pezzi avvicinavansi sotto le me alla romane, insieme a portare tona-
ascelle, sempre allargandosi al basso, con che d'una stoffa fina e trasparente, per U
una marcata differenza pegli uomini e per qual cosa Seneca diceva nulla poter di-
le donne. La tunica tenevasi soggetta con fendere in esse il corpo e il pudore, cosic-
una cintura, lasciandosi cosi alle membra ché alcuna non avrebbe potuto giurare
la libertà e facilità de'movimenti. La cin- d'essere nuda. Spesse volte le maniche non
tura si assumeva quando si usciva dalla erano unite, e dall'alto della mano fino
propria casa, giacché nell'interno la tona- alla spalla erano attaccate con fermagli
ca portavasi senza alcuna cintura. Le per- d'oro e d'argento. Il portare uua tunica
sone voluttuose stringevano meno la lo- lunga fino a' piedi era pegli uomini indi-
ro cintura che non le altre , cosicché la zio di mollezza e dissolutezza; lo stesso ac-
tonaca rimaneva con pieghe pin ampie, cadea delle tuniche a lunghe maniche che
e questo riguardavasi come un indizio di chiamavansi chirodatae o manidealac,
mollezza, e non era molto onorifico alle chiridata o inamidata; esse non conve-
persone, per cui se ne fece rimprovero al- nivano che a'barbari, riguardandosi co-
lo stessoMecenate. Da principio eradi la- me indecente, ed un greco deipari che un
na, e uomini la conservarono di tale
gli romano avrebbe arrossito di portarle. Ma
stoffa lungamente, mentre per le donne cambiati costumi colla repubblica, sta-
i
sembra chefossein uso il lino fino da'pri- bilissi un uso affatto contrario, ed il por-
mi tempi o poco meno. Erano le tuniche tare tuniche senza maniche divenne allo-
cucite dagli orli inferiori fino alle anche; ra ignominia. Gli ordinari ornamenti del-
alcune antiche figure lasciano persino di- la tunica consistevano in una larga ben-
stinguere le cuciture. Erano per lo più da di porpora chiamata clavas e lativla-
bianche, ma si portavano anche di colore: yust chescendeva dall'alto al basso. A Ro-
Ovidio rimarca che la tunica nera sta be- ma il solo basso popolo e gli abitanti del-
ne alle donne bianche , e la bianca alle le campagne, non aventi mezzi di com- i
brune. 1 cittadini di poche fortune, sol- i perarsi una toga, uscivanoin pubblico col-
dati e gli schiavi portavano tuniche tin- la semplice tunica, onde trovasi in alcuni
te di rosso, tali divenute in forza dell'uso. autori tunicatas populus, tunicata piebs.
Trebellio Pollione fa menzione della tu- Ma nelle altre città ed in campagna, tan-
nica rossa de'soldati. 1 lacedemoni la por- to i ricchi quanto i poveri andavano sen-
tavano rossa alla guerra, onde il sangue za distinzione colla sola tunica. Ben di ra-
delle ferite colpisse meno la vista, per evi- do scorgesi sulle tuniche alcun ornamen-
tare l'abbattimento negli altri. Presso i ro- to, tranne i fermagli sulle spalle, ed i bot-
mani la tunica scendeva pegli uomini fino toni lungo le maniche. Non si sono mai
alle ginocchia, fino a' talloni per le donne; rinvenute frangie d'oro. I greci chiama-
ma i soldati ei viaggiatori la rialzavano rono questo vestimento col uome di Ctf»
fino alla metà delle cosce,doude venne lo- Idàirii, e ino uv chitoni/ o monofjcpln 4ir
86 TON TO IN
c:evansi le donne che non erano vestite manti quante aveano tuniche,
tanti piccoli
fuorché della tunica con cui dormivano. e quando cambiavano quest'ultime pren-
Quanto alla tunica cle'Iacederuoni, pera- devano anche il manto che conveniva e
venie una giusta idea Don si è trovata fi- th' eravi attaccato , dimodoché pareva i
gura piti antica di quella tratta da un bas- due pezzi non formarne che uno. La tu-
sorilievodella villa Borghese di Roma. E nica pietà era carica di ricami, o coper-
noto che la tunica delle donzelle lacede- ta di fiori e altri disegni; convenne in pri-
moni era diversa da quella delle donne, ma a'soli trionfanti, poi ad altri fu data
perche «perla da ambo le parti dall'estre- e specialmente a' consoli. Importanti ed
mità inferiori fìtto all'alto delle cosce, le erudite notizie sulla tonaca o tunica ri-
quali quindi potevano vcdersi;dal che ven- porta Buonarroti, nsN Osservazioni dei
nero esse chiamale jeuoineridi, cioè che t'^.s7^//f/(7t/\//i't^/o,eprincipalmentesul-
lasciano apparire le cosce. Sofocle im- t le tuniche davate ossia ornate di fram-
proverò la principessa Lrmione,perchè a- menti e striscie di porpora, in uso presso
vanzata in eia portava ancora la tunica a- gli ebrei anche pastori (forse i davi usali
perla dalle due parli. La tunica avea co- da'pastori edalle persone meccaniche può
me la toga diversi nomi. La tunica linea essere che non fossero di rosso buono di
o di lino, non si conosce l'epoca precisa- porpora), e di essi clavi furono ornate le
mente in cui a Roma comiitciossi ad usa- tuniche pure de' profeti, del Salvatore e
re il lino per le tuniche; per lunghissimo degli apostoli. Che le tuniche davate e col-
tempo ftt essa di lana, e quegliscritlori che le maniche lunghe non sempre si hanno
distinguono due tuniche, ambe di lana le da pigliare per dalmatiche. Le tuniche de-
suppongono; motivo per cui sì spesso ba- gli ebrei erano lunghe e cinte in due luo-
vasi quesla sorta di tunica a'Iiberti; men- confusero o si cambiarono nelle dalmati-
tre la tunica cou una sola manica era ri- che, e si aggiunsero a quelle le maniche
servata agli schiavi. Si dicevano tuni- lunghe e larghe, quando quesla sorla di
che palliolate, quelle cui (mi vasi un leg- veste di lusso dalla Dalmazia passò in Ro-
gero manto; nella stessa guisa che vestes ma: erano di porpora e sopra ornale d'o
citeitliatae chiamavausi gli abiti guerni- ro, con diverse figure o tessute o ricama-
ti di cuppuccio. Le donne ricche aveauo le. E finalmente delle tuniche subarma-
T O N T ON 87
li, da portarsi solto il torace o sotto le ar- tiniSchiston e Scissile, da alcuni Cor-
mi da 'soldati, appellate profundum, dal- soides, da altri Politi, Sartopolia, e da
l'usarsi sotto tutte le altre vestiineula. I greci Amianthu» e Asbeston, cioè incom-
fanciulli romani nel prendere la tonaca bustibile: il quale essendo di sua natura
virile, giunti all'età di 17 anui, depone- assai tenero e arrendevole, facilmente as-
vano la Bollii d'oro, della qua le riparlai sottiglia vasi, e maestrevolmente sfilaccia-
nel voi. LXXI,p.
71, dicendo delle su- lo si lavorava e riduceva a foggia di (ìli
Ctse, non abbruciava perchè fosse tocco l'epoca le chiamarono Saladinc, dal uu-
dalle fiamme, ma per la forza dell'ardo- me del celebre sultauo Saladino. Essi pe-
re ond'era circondato, il quale assorben- ròdavano egualmente il nome loro di sa-
do tutto l'umilio delle membra, agevol- Lule uou solamente all'armatura che tro-
mente lo scompaginava, finche ridottolo va vasi coperta dalla tonaca o saladma, ma
in minutissime parli veniva poi fatto in ancora ad uu elmo privo di cresta e più
polvere.Di lino sì prodigioso lasciò memo- leggero di quello che comunemente si a-
ria Plinio, che lo chiama lino vivo, e di- doperava.
ce che non arde nel fuoco, in prova di che TONACA o TUNICA INCONSLTI-
all'erma d'aver veduto tovagliuoli falli di LE DI GESÙ* CRISTO, Tonaca [neon-
esso, i quali giltali nelle fiamme rimase- sutili.s- Coristi. Reliquia insigne, vesle in-
ro purgali e netti d'ogni macchia, senza teriore e lunga portata sempre dal Salva-
riceverne la menoma diesa, anzi ripor- tore, in giro intessuta dalla B. Vergine sua
tandone lucentezza tale,che maggiore non madre; denominala Jnco/isulilc perchè
potevano acquistai e. Soggiunge che di es- prodigiosamente cresciuta proporzionata-
so lino facevansi le vesti, nelle quali in- mente colle sue divine membra, e che poi
tonacavano i morti, per evitare la me- nella suaPitssione venne tra'soldati messa
scolanza delle ceneri diverse. Inoltre Pli- a sorte, e ripartita tra essi, insieme agli altri
nio dice che tale lino nasceva ne'deserli suoi vestimenti. Si crede che fosse di colo-
deli' India più dominali dal sole, e non re d'orosmontato o di rosa secca,del colo-
T
soggetti alle pioggie. Questo lino vivu.cre- re della Fascia (f .) che all'uso de'naza-
de il <»ua>co lo stesso che l'amianto, al- reni usò; mentre il manto o pallio o so-
lume assai noto e chiamato Carysliuni, pravveste da lui usata, si vuole percomuu
Garpasiwn, Carboswn, Bostrichitcn, consenso che fosse azzurro ovvero paonaz-
PuL-is Salainandrac,Jaiiicuwu da'la- ì
zo carico di tintura. Gesù Cristo vtmue
88 TO N TON
anche rappresentato col Pallio [V.) sul- di, la quale era non cucita, ma tessuta e
le spalle, onde alcuni credono che desso lavorata ad ago, e formata dalla B. Ver-
fu la veste che soldati nella sua passio-
i gine colle sue mani, come scrisse s.Eutimio
ne si divisero a sorte in 4 parti, per la ra- presso Baronio all'anno 34, n.°35, e so-
gione detta nel citato articolo, ma sembra pra di essa vedesi un ampio pallio, che de-
meglio, per quanto dirò, riconoscersi per centemente raccolto in pieghe si sostiene
la veste tratta a sorte la tonaca intonsa* colla mano sinistra. Che Nostro Signore
tile, come indivisibile. Questa veste dice- portasse, oltre la tunica inconsutile, altra
si che s'imponeva per l'apertura del collo, sopravveste o pallio, apparisce dal testo
e quasi corrispondente alla penula o Pia- di S.Giovanni Evangelista al capoigdel
netti o alla Croccia (/'.). Dissi a Guanti, suoEvangelo, ver. 23: Milites ergo, curii
col vescovo Sarnelli, che i pontificali deb- crucifixissenl eiini, acccpcrunt vestimeli'
bono essere inconsulili, cioè lavorati con ta ej'us, et fecerunt quatuor partes (uni-
ago, come la veste del Redentore, per de- cuique militi partem) et tunicam. Erat
notare l'integrità della fede. Osservò Hur- autem tunicam inconsutilis desuper coti'
ter iieUnStoria d'Innocenzo ///,chc que- iexta, per totum. Cornelio a Lapide uel
sto dottissimo Papa in più d'un luogo del- Commentario sopra s. Matteo, cap. 27,
le sue epistole, allega la veste di Cristo tu- v. 3-7, nota 2.% riporta che lo slesso Enti-
idea, inconsutilis, qual simbolo dell'uni* mio è di parere, che le vesli di Cristo fos-
a
là della Chiesa, e dicendo: La Chiesa, al sero Ire: lache fosse l'inconsutile, come
1 .
pari della veste inconsulile di Cristo, non ì&camiscia interiore; la 2/ una veste ta-
vuol essere ne cucita ne sdrucita, con al- lare simile a quella degli ecclesiastici, detta
lusione alla separazione de' Greci dalla dagl'italiani e da altri Sottana^/ .)',\a 3/
Chiesa cattolica. \\ p.Bonamìi,Z,rtGe/v?/*- esteriore più ampia, che a guisa di pallio
chia considerata nelle vesti, ragionan- tulio corpo ricoprisse dalle spalìe fino
il
do del Superumerale (/ .)del sommo sa- a'piedie lo adornava: imperocché non era
cerdote e delle altre vesti sagre, dice che in uso dagli ebrei di portare négiubbo-
fossero fatte opere polymìto, cioè tessuto ne uè femorali, come anche sino al tem-
vìidlis filis variorum colorimi, come era po di Marangoni si praticava da molti o-
a
la veste di Giuseppe figlio di Giacobbe, rientali.E questa2. cingevasi versoi lom-
tunicam poly mitam. Di piùaggiungecre- bi con una coreggia o cintura o fiscia
dersi anche opere textili, dalla qual pa- d'altra materia, detta zona; e che si por-
rola nasce dubbio, se si debba intendere tasse da Cristo non è da dubitarsene, men-
fosse fatta la veste con tela tessuta e di , tre egli prescrivendo a'suoi apostoli l'abi-
vari pezzi insieme uniti con l'ago, come to, gli ordinò: Nolite possidere tiuritm,
ora comunemente si lavorano, ovvero fos- ncque argentimi, ncque pecunia in in zo-
se fatta di maglia nel modo che si lavo- nis vestris. E sopra il verso 35 del cap.
rano le calze, guanti e simili, oppure fosse 12 di s. Luca : Sinl lumia vestii prae-
tessuta in maniera che non si congiunges- cincti, come spiega Cornelio citato, volle
se una parte coli' altra, e di tale lavoro il Signore alludere al rito degli orienta-
stimò ilBiaunio,y9c' Vest. Sacerd. Ilehr. li, quali erano gli ebrei e gli assiri: .. //pud
l.i, ci 6, che fossero le vesti sacerdotali, quos mos erat longìoribus vestihus , et
come fu la veste inconsulile del Salvato* tuuicis inditi, quas iter pie turi, vel la-
re , contexta per totum. li Marangoni, horaluri praecìngebant, E questione pe-
Istoria di Sanata Sanctorum e dell'im- rò, dice Marangoni, se la tonaca incon-
magine del ss. Salvatore, osserva che tut- sulile fosse quella interiora, che noi ap-
te le sue immagini appariscono vestite al pelliamo camiscia, o pure la 2. che a que-
di sotto colla veste inconsulile fino a'pie- sta 1. "sovrappone vasi. Su diche può ve-
TOX TON 89
dersi quanto più ampiamente ne scrisse sostomo nell'omelia 84 sopra l'erangelo
il Ferrano, De re vestiario, lib. 3, cap. di s. Giovanni è di sentimento che queste
i ei6, t. 6. Essendo però cosa certa, die due vesti esteriori del Redentore non fos-
questo titolo d' Inconsutile si èdalo,e con- sero di materia preziosa, aia piuttosto vi-
fusamente si applica anche alla cauiisda le e ordinaria, mentre in tutte le altre co-
di Nostro Signore, che serbasi fra le re» se non volle comparire diverso, ma in tut-
iiquie della Chiesa di s. Giovanni in La- te conservare la sua povertà e bassezza
terano, mentre nella tavola Magna La- volontaria. Ed inoltre deve notarsi, come
teranense ella ritrovasi fra le medesime nell'immagine del Salvatore effigiala da
enunciata con queste paiole: Prima Ca- s. Leone III, nella parte destra fuori del-
miscia Salvatori*. Ma nell'indice delle la tribuna del suo Triclinio Lateranen-
medesimescriltoda GiovanniDiacono La- se,sedente in trono in atto di dare le chia-
teraneuse leggesi : Tunica Inconsutilis, vi a s. Pietro e lo stendardo a Carlo Ma-
a nani feci t s. Maria ì irgo Filio suo Je- gno, oltre l'essere cinta a mezza vita, tie-
ia sopravveste divisa in 4 parti da'solda- mità della veste esteriore, di colore di gia-
ti, e di questa Inconsutile , ciò poter es- cinto o violaceo, che il Signore avea or-
sere accaduto, perchè essendo stato spo- dinato agli ebrei, aftinché nel vedere que-
gliato il Salvatole di tutte le vesti per bat- ste fimbrie si ricordassero de'precetti di-
terio con Flagelli legato a una Colonna, vini. Conviene tener presente, che Gesù
nell'essere rivestito in fretta non gli fosse Cristo nella sua passione indossò altre ve-
posta la caoaiscia, ma la sola veste incon- sti ancora per contumelia; prima gì' im-
sutile e la sopra v veste o pallio, mentre que- posero d'ordine d' Erode per vituperio una
ste sole erano necessarie per farlo da tut- veste bianca, considerandolo pazzo;poi per
ti conoscere, nel portare la croce al Cal- ironia lo vestirono di finte vesti e insegne
vario. E certamente, che alla camiscia e regie, come di uno straccio di Porpora,
insieme alla tunica talare non competes- o logoro paludamento o clamide di tal
se ad ambedue questo titolo d'Inconsu- drappo, dello *$Ve//ro di Canna, della Co-
tile né di Tunica, apparisce dalla proibi- rona di Spine, e lo salutarono con belle
zione fatta da Cristo a'suoi apostoli di non re de'giudei,e perciò sulla croce lo deri-
possedere, e portare due tuniche, mentre serocol Titolo di Re.v Judaeonun.e pro-
pre-so gli ebrei, e massime più dovizio- i babilmente lasciandogli la corona di spi-
si, era costume di portarsi due e anche più ne incapo,quaudogii tolserogl'indumen-
Tonache f I .). Di qual colore poi furono ti reali; e sebbene ue'primitivi tempi del
le vesti di Gesù, dice Marangoni, non ci cristianesimo Crocefissi erano privi del-
i
che fossero di colore piuttosto scuro e mo- crede che il Salvatore fu confitto in cro-
desto, iucui uouapparisse singolarità, mi ce col capo circondalo di spine a foggia
che non fossero né anche nere, ma secon- di corona, come dimostrano il Gretsero,
dol'usoconjuueilautopiùche s. Gio. Gri- Deduce hb. ijCdp.22;eI5euedellu\l\ ,
9o TON TON
De fistis cap. 7, tic fer. vi, 1. 89. Nel li* parte superiore del piede rimane scoper-
I >ro di Baldeschi e Cresci miteni, Stato (fel- ta, come si vede usarsi da'carmelitani scal-
la chiesa papale Lateranense, fra il no- zi, cappuccini, minori osservanti e altri re-
vero delle reliquie insigni che possiede, si ligiosi. Due sandali di s. Bernardino da
comprendono; il Vestimento di porpora, Siena minore osservante si conservano
col quale fu vestito Cristo per ischerno fra le reliquie della chiesa di s. Cecilia di
nel pretorio di Pilato: il Velo, che si tras- Roma. Che Cristo li usasse, dissi a Scala,
se dal capo la D. Vergine, per ricoprire santa, che ivi si custodiscono, e porzione
la nudità di Cristo quando fu spogliato anche nella detta chiesa di s. Paolino. Non
Dell'inchiodarlo sulla croco; nel cpial velo devesi tacere, che Gesù Crocefisso in va-
si vedono delle stille del suo Stingile pre- rie maniere fu elligiato ne'vetusti tempi.
ziosissimo: il Sudario (f ,) asperso di san- Da una pittura esistente in un cubiculo
gue, col quale gli fu ricoperto il volto nel clelcimiterio di s. Valentino di Roma, ve-
sepolcro: la Camicia,chegli fece colle sue desi il Salvatore tunicato dai collo qua- fin
piedi. Oltre delle Vestimenla dellaB. Ver- Poscia non si conservò della tunica tala-
gine, nella basilica Lateranense si vene- re che la parte inferiore da' fianchi alle
rano ancora il Cilicio tessuto di pelli di ginocchia, e tal foggia di veste, oud'è co-
cammello, del precursore s.Gio. Battista; e perto il Salvatore, si ravvisa spesse volte
(•Tunica di s. Giovanni apostolo e evange- ne'Crocefissi del medioevo. Dappoi fu cin-
lista, che custodi vasi nella cappelletti! sot- to d'una fascia a'lombi,quaI vedesi tutto-
to il ciborio e tabernacolo del le ss. Teste, ra adoperata, o ricoperto d'un guarnello
II cardinal Besozzi, Storia di s, Crocei/i o panno dalle reni fino alle ginocchia, ed
Gerusalemme, riferisce che in questa ba- anche vestito di tunica , come il Celebre
silica si conserva la corda colla quale fu ss. Lucca; tutte queste co-
Crocefisso di
legato Gesù, in croce, e una gran parte perturesembrauo derivate dal pudore che
di sua veste. Nella chiesa di s, Paolino al- vollero rispettare i cristiani verso l'ado-
la Regola de' francescani del terz ordi- rabileGesù. Il Rocca, Opera omnia, t. r,
ne, tra le reliquie insigni vi sono de' Ve- p. 3.53, De par tic ula ss, Crucis, non so-
stimenti di Gesù Cristo e de'suoi Sanda- lamente tratta di questo argomento, ma
li, come trovoin Cancellieri, Dìssert. del- ci die un disegno con 4 Crocefissi, due con
le scarpe o sandali. Dichiara Marango- tunica dal collo a' piedi, delle quali una
ni, che quasi tutte le intere immagini del con maniche e l'altra senza; gli altri due,
Salvatore, che stanno in piedi a sedere, uno ha il velo a'Iombi, l'altro un guar-
hanno i sandali a'piedi, ed èa credersi che nello cheda'lomhi scende sino alla metà
gli usasse, mentre egli stesso ne prescrisse delle ginocchia. Ma come Torino vanta di
l'uso a'suoi discepoli, presso s. Marco cap. possedere la ss. Sindone. (J
r ove fu rav-
-)
6, v. 8; Et praeeepit eis ne quid tolle- volto il sagro corpo del Redentore nel se-
rent in via, ni si virgam tantum, non pe- polcro, così Treveri (/"''.) si gloria di ve-
ra in, non panem, ncque in zona aes, sed nerare nella sua cattedrale Tunica del la
mostrano co'sandali, eh' è una sorte di la quale Cristo fu per ischerno vestito
Scarpe, le quali hanno nel fondo la suo- da Erode, dice che forse non fu bianca,
la, ove posa In pianta del piede, e si le- ma candida, cioè risplendente, e non ogni
gano al di sopra, di maniera che tutta la vtsle candida è bianca, perchè la voce gre-
TON TON 91
cn del s. testopropriamente significa splen- poteva essere l'uno e l'altro del colore me-
dente, di qualunque colore sia il drappo, desimo, poiché la figura e fattura di quei
bianco, rosso o giallo. Nella centuria <_)/, fiocchi faceva l'elfetto da Dio voluto, cioè
cap. 82: Diche colore fossero le vesti di di distinguere il popolo ebreo dal genti-
Cristo, e degli ecclesiastici anticamente, le , e servisse ad essi di segno per tener
incomincia dal riferire che il popolo ebreo presente nella loro memoria l'osservanza
usava le vesti di quel colore ch'è nativo della divina legge. Questo stesso colore
nella lana, non ancora tinta d'altro colo- azzurro, pare secondo il p. Menochio, che
re aggiunto con arte. E siccome confor- ritenesse anticamente l'ordine clericale,
me alla legge di frequente lavavano le ve- come M$ii Annali ecclesiastici notò il
sti per le purificazioni, meglio riusci va che cardinal Baronio all'anno 3q3, il quale
le vesti fossero del colore naturale della si è mantenuto sino a'nostri giorni nella
lana,che d'alcun altro, mentre colla fre- famiglia pontificia, ne'seminari de'chieri-
quente lavanda avrebbe perduto la sua ci, da'vescovi e altri prelati, vale a dire
prima bellezza. E' dunque probabile che l'azzurro violaceo. 11 color nero poi pare,
le vesti di Cristo, perchè accomodava
si al dire del p. Menochio, che si comincias-
all'uso comune del popolo, e non de'ric- se a usare dal clero quando si ricevè in
chi che usavano colori e tinture preziose, alcune chiese da' chierici monacato, e il
fossero del colore nativo della lana, cioè quando vescovi da' monasteri si elesse-
i
bianco. Altri furono d'opinione che le Ve- ro; poiché come si ha da s. Girolamo nel-
stimenla del Salvatore fossero di colore az- l'epitaffio di s. Marcella, nell'epistola 22
zurro o di viola, e probabilmente il cin- e altrove, monaci solevano vestire di ne-
i
golo del colore della veste. Nella chiesa di ro. Trovo nel Magri, che la Dalmatica
s. Gio. Evangelista di Besancon si vene- eia Tonace Ila (F.) rappresentano la ve-
rava una particella della veste di Cristo ste inconsutile di Cristo. Abbiamo di Do-
purpurei subobscurì coloris, ch'è appun- menico IL* Cantagalli, Lettera sopra la
to il colore azzurro o di viola. Nella dio- Treste Inconsutile di QeshCristo,scritta
cesi di Maria d'Arriago
Vagliadolid in s. al d, r Pier Francesco Fagginij e prima
de'cisterciensi si venerava una particella del riportato dal Marangoni pubblicata
della veste di Cristo: dono fatto dall'im- nel t. 22 degli Opuscoli del p Calogerà;
peratore greco Emanuele Paleologo, ad e più tardi riprodotta nel t. 2 delle Dis-
Enrico III re di Castiglia, nella cui auten- sero ecclesiastiche ih F. A. Zaccaria, Bo-
tica si legge. Dedimus particulam 1 csti- ma 1792 ne darò un breve estratto.
:
incnti nostri Rede/nptoris /piasi biavi co- Fu costume de'tempi antichi, che i rei
loris,ex eo scilicctFcstimento,cujus f/'/a- condannati dovessero cedere a' ministri
briam tangens mulier, ajluzu sanguini* del loro supplizio le proprie vesti. Quindi
est sanata. Osserva il p. Menochio, che è, che appena ebbero i soldati spogliato
il color biavo è l'azzurro, come si rac- e confitto in croce Cristo Signor nostro,
coglie dal riferito da s. Brigida, Rivela- sebbene innocentissimo,come reo condan-
zioni, lib. i, cap. 3i , la quale parlando nato , furono prese le di lui vestimenta,
d'una apparizione della B. Vergine, dice cioè il pallio e la tonica, quello divisero
Et mantellina blavum de
ch'era vestita: in 4 parti, dandone
a ciascuno la sua, e
Li- uro, seti sereni cacti coloris. A que- questa tirarono a sorte, poiché ella non
staopinione del colore azzurro si potreb- poteva dividersi in guisa tale, che utile
be opporre, che ordinando la legge Beli fosse a più d'uno,come aveano fitto del
ebrei attaccare a'Ioro mantelli fiocchi
ili pallio, ch'eraun panno quadrato e mol-
«li colore azzurro, pare che d'altro colore to ampio. Cristo dunque, seguendo l'u-
dovesse essere il mantello; ma si crede,che sanza disua Dazione ebrea, poi lava le no-
9* TON TON
minate vesti, e le stesse indossava quando avesse o legature. Che questa ve-
le fìbbie
fu condotto a ingiusta morte. Avendo s. ste fosse composta di due pezzi, fu pure
Giovanni nel riferirlo detto vestimento, opinione di s. Gio. Grisostomo,seguitoda
per vestimentum, e sebbene vi sono scrit- Teofilatoe daTeofane,uniti insieme colla
tori, come il Saimasio e il Sincero, che af- tessitura e non con cucitura, congiungeu-
fermano che 1' Evangelista usò alla greca do cioè in tal maniera l'estremità dell'u-
il plurale invece del singolare, veramen- no e dell'altro pezzo con un filo di lana,
te più di due furono le vesti portate in in modo che la veste pareva in uno stesso
quel tempo dal Salvatore, secondo la più tempo tutta insieme tessuta. Teofilato ag-
comune opinione. 1 sostenitori di questa giunge che gli antichi, per far questo, si
pensano, che oltre lai/ tonica inconsuli- servivano ancora d'una certa sorta di cu-
le, la quale serviva come di camicia, un' cito nascosto, col quale talmente si uni-
altraGesù ne avea sovrapposta a guisa di vano insieme ambedue l' estremità del
sottana (non avendo in costume gli ebrei panno, che la cucitura punto non appa-
di portare giubbetti, calze o calzoni), sul- riva, come eziandio poi osservò il Mero.
a
la quale poi veniva assunta la 3. che pal- Wè mancarono alcuni, fra'cjualiCasaubuo-
lio comunemente si chiamava. Delle due no, Ferrai-io e Grozio, i quali giudicaro-
opinioni, Cantagalli crede probabile la i
.'; no, che questa veste si formasse a foggia
uè volendo parlare del pallio, della toni- di rete con aghi più grandi, o forse co'fèr-
ca volle ragionare. Comincia dall'avver- ri, come suol farsi colle calze e berretti di
tire, ch'eranvi due sorte di toniche, alcu- lana, cioè a maglie; del qual parere sem-
ne aperte che si congiungevano con na- bra che sieno stati Eulimio e s. Isidoro
stri o fibbie, o in altra somigliante ma- Pelusiota. li Cantagalli inclina piuttosto
niera; ed altre come le nostre camicie, al sentimento delBraunio,il quale da mol-
chiuse per ogni parte fuorché dalla supe- ti altri scrittori poscia seguito, vuole che
riore, ed unite insieme per artifìcio o del la tonica di Cristo, né con ordinario, né
tessitore o del sarto. Perciò quando dice- con nascosto cucito di più pezzi congiun-
si nella s. Scrittura, che alcuno stracciò ta fosse, né fitta con ferri, ma veramen-
le sue vesti , Scidit vestimento, sua 3 non te tutta quanta tessuta. Sapevano gli an-
vuoisi intendere certamente del comune tichi a meraviglia l'arte di tesser vesti, di
e vero stracciare, ma bensì dello scioglier- qualunque figura o grandezza elle si fos-
le o sfibbiarle impetuosamente. Così an- sero; alcune delle quali cominciavano a
cora fece nel Sinedrio (F.) l'infuriato tessere dalla parte di sopra,com'era ap-
principe de'sacerdoti, allorché interrogalo punto quella del Salvatore, desujìer coa-
Cesa Cristo, s'era figliuolo di Dio, udì texto per totani j cioè come suol dirsi, da
da esso per risposta: Che l'avrebbero di capo a piedi tessuta. Queste toniche chia-
lì a non molto veduto sedere alla destra inavansi da'latini, Tunieoe ree toc, come
di Dio, e venir sopra le nuvole. Della 2." avverte il Buonarroti; ed erano tessute, co-
sorte dunque di veste, cioè di quella sen- me riferisce s. Isidoro, da persone che sta-
za fìbbie o nastri, era la tonica del Sal- vano in piedi , donde forse avvenne che
vatore, dice il Cantagalli , cioè inconsu- rectae fossero chiamate, al diredi Caluiet.
tile per non aver tali fìbbie o allacciatu- Che questa sorte di vestimento si usasse
re. Però ss. Interpreti trovatisi in gran-
i alcuna volta da' romani, ne fa fede Plinio,
di angustie, nel determinare la maniera scrivendo che Caia Cecilia (ili Tarquinia
di formare la veste incousutile. Alcuni sti- chiamata anche Tanaquilla, saggia e feli-
mano ch'ella non si potè in un tempo tes- ce tessitrice, industriosissima nel lavora-
sere tutta insieme , e vogliono che fosse re la lana, come notai ne'vol. LVIII, p.
cucita insieme coll'ago, e solamente uou 187, LX1X, p. i43 e altrove; si conserva-
TON TO X 93
vano i lavori delle sue mani con venera- fa del regno, cui si diceva comunemente
zione in Roma, e nel tempio d'Ercole la ch'egli affettasse (ma notai altrove, col-
sua conocchia e il fuso, con della lana da lo storico Gioseffo, che veramente la ve-
custodivasi gelosamente l'abito leale di ebrei, bens\ la porpora; e che Erode ir-
Servio Tullio suo genero, dalla regina fat- ritato dal silenzio del Salvatore, lo dichia-
to ascendere al trono di Roma dopo il ina- rò pazzo e fecelo perciò vestir di bianca
lito; dicesi pure che fu essa la prima a far veste). Ed in vero gli apostoli stessi, dei
quelle tuniche tessute che davasi a'giova- quali è credibile che in tutto si uniformas-
ni quando prendevano la veste o toga vi- sero agli usi del loro divino Maestro, a-
rile, e alle donzelle quando celebravano doperarono toniche di somigliante colore
lo Sposalizio), moglie di re Tarquinio (si tenga presente l'articolo Colori eccle-
Prisco, prima d'ogni altra tessè una toni- siastici), il che fu eseguito da molti dei
ca di simil fatta. A queste certamente dis- primieri cristiani, riportandonealcune te-
somigliante non era quella che usava il stimonianze. Che poi fosse la tonica di Cri-
sommo sacerdote degli ebrei, descritta da sto molto lunga e facilmente fino a terra,
Mosè, da Giuseppe e da Filone, la quale pare che si ricavi abbastanza da s. Gio-
copriva tutto quanto il corpo,avendo una vanni, nel riferire che per lavare piedi i
apertura solo dalla parte superiore, per agli apostoli, levatosi il pallio, si cinse (pe-
dove potesse passare il capo, e da Mosè rò già accennai che Cristo all'usanza dei
chiamata opera del tessitore. Or vaglia il nazareni, com' egli era, faceva uso della
il Cantagalli, come si può mai
vero, dice cintura); dicendo con Calmet, che la to-
equamente rivocarein dubbiose tale pos- nica pressori ebrei era una veste talare
sa essere stata la veste inconsutile di Cri- che arrivava sino alle piante, talché era-
sto Signore? Attesta il Braunio, che a suo no obbligati ad alzarsela e cingersela, qua-
tempo era in vigore l'arte di tessere vesti lunque voltasi mettevano in viaggio oad
di simile foggia presso alcuni popoli d'o- operare alcuna cosa; ne produce alcuni e-
riente, facendo egli formare il telaio col sempi, notando che la tonica comune fu
quale tessevaosi. Essendo comune presso detta anche stola, e quella de' sacerdoti
gli orientali, e in ispecie tra gli ebrei, l'uso stola santa, sempre veste talare. La toni-
di tessere siffatte vesti, il Cantagalli non ca di Gesù Cristo fu stretta, secondo il co-
vede quale ripugnanza porti seco l'inten- mune uso degli ebrei, ordinariamente di
dere strettamente, checché lodevolmente lino, onde crede probabile che simile fosse
ne dicano altri, il sagro testo, e dire, che eziandio quella del Salvatore. Quanto al-
questa veste di Gesù Cristo fosse veramen- l'antica e comune tradizione, che questa
te inconsutile, cioè senzaverun cucimen- tonica fu tessuta a Cristo per mano della
to. Vi è questione sequesta
tra gli eruditi, stessaVergine sua Madre, lo asserisceGio.
tonica fosse assolutamente di color bianco, Battista Mantovano; riferendo la s. Scrit-
come dimostra il Ferrano essersi usata tura e antichissimi autori, che ne'prischi
comunemente dagli ebrei. Imperocché se tempi spellava alle donne l'arte di far ve-
ella era bianca, come mai dice la s. Scrit- sti, come Anna madre di Samuele, la qua-
tura, che il re Erode fece vestir Cristo d'u- le a lui tessè di propria mano una toni-
na veste parimenti di color bianco per ca, Alessandro I il Grande si servì d'una
iscliernii lo, quando Io rimandò a Pilato? veste lavorata dalla madre e dalle sorel-
Per le ragioni che adduce, pare doversi le, così Augusto usò vesti formate dalla
ci edere, che Erode fece vestire il Reden- moglie e dalle figlie: Omero e Virgilio ri-
tore d' una tonica, quantunque di color produssero altri esempi, e s. Gio. Bocca-
biaucOjpiù splendida e più nobile pei bef- doro si lagnò, chela troppa delicatezza in-
()4 T N TON
valsa nelle donne, a'suoi tempi trasferì ne- sportata con solenne e di vota pompa, nel-
gli uomini l'arte di tessere vesti e di fin* l'anno 3o di re Gumtrummo (pare Con-
la tela. Marra Chifflezio, Cristi Ifist. de. trailo re d'Orleans e di Borgogna dal 56 1
Linteis Sejmlc. Chris tit cap. 6, che dalla al 593), dalla città di Zafat o Zaphat, os-
B. Vergine (n l'atta di propria mano a Cri- sia Jaffa Zaffo, in Gerusalemme, nella
sto ancor fanciullo una camicia di lino, al* quii traslazione segui questo miracolo.
quaoto però ordinario, la quale finora si Stando ella riposta in una cassa di mar-
conserva in Roma nella chiesa di s. Gio- mo e con essa dovendosi trasportare, per-
vanni in Laternno;come afferma purePin- de naturalmente la sua naturale grevez-
Sommario dell' indulgenze di Bo-
no, nel za, che a'portatori sembrò di leggerissimo
logna. Da essa parimenti, dice Metafra- legno. Si ha poi dal R tutta rt, nelle note
ste, fu fallo Sudario ; e Ceda le attri-
il a s. Gregorio di Tours, che da Gerusalem-
buisce ancora un panno alquanto maggio- me fu a tempo di Carlo Magno trasferita
re, che conteneva l'immagini de'Xll A- in Francia, e collocata nella chiesa d'Ai*-
quale ( Argenteuil , grosso borgo
posloli e dell'islesso divin Figlio, il gentolio di
da un lato era rosso, e dall'altro verde, se- Francia, dipartimento della Senna ed Oi-
condo la tradizione di sua epoca. Non pe- se, quasi 3 leghe da Parigi, capoluogo di
con lui insieme cresciuta, come vogliono locò presso i monaci di s. Benedetto, ve-
alcuni, tra'quali s. Giustino nel Dialogo nerandosi con sommo culto. Ma osserva
con Trifone , dicendo essere prodigiosa-
' il Cantagalli, che la veste che si conserva-
mente cresciute le vesti degli ebrei per lo va nella chiesa d' Argentolio, non è cer-
spaziodi4oanni ch'essi postarono nel de- tamente una tonica come dichiarò il Cal-
serto, ricavandosi dal Deuteronomio v. , met, ma bensì un pallio di colore rosso.
4- Il che non apparendo chiaro, viene giu- Delle reliquie poi di questa veste, egli ag-
dicato incerto dall'Eslio, e negalo da al- giunge, se ne trovano in varie chiese , e
tri scrittoli pressoi! Calmet, i quali stima- specialmente nel duomo di Milano; in
no significarsi da tal passo, che Dio tal- quello di Firenze e donata con un dito
mente provvide alle necessità degli ebrei, di s. Gio. Battista da Giovanni Corsini che
che non venissero a mancare in quel tem- l'avea ottenuta nella corte di Costantino-
po giammai le vesti. Con Cornelio a La- poli; nella chiesa di s. Pietro di Bologna;
pide, nel commento del cap. 27 di s. Mat- in quella della Madonna di Galiera, cioè
teo, riporta il Canlagalli, chela veste in- della veste bianca di Cristo; nella basili-
consulile del Salvatore, di cui ragiona, nel- ca di s. Marco a Venezia, ossia parte del
la città di Treveri con molta venerazione vestimento di Cristo. Finalmente il Can-
fino al presente si conserva, di che ognu- tagalli termina la sua lettera con parla-
no giudichi a piacere, a motivo di trovar re de'misteri, che giusta il sentimento dei
egli presso s. Gregorio di Tour», De Mi- Padri e degl'Interpreti, sotto questa veste
raeul. hb. 8 , essere stata tradizione dei inconsutilcsi racchiudono. Vuole pertan-
tempisuoi, ch'ella si conservasse chiusa in to s. Atanasio nel suo sermone sopra la
una cassa di legno, nella basilica di Gala- Croce, che la tonica del Salvatore fosse
no cap. 1 1, la Ionica iucunsulile fu tra- che la portòjCioè ch'Egli era il Verbo, non
T Si 95
ila alcuno pai te di questa terra, ma veni», sume in tal tempo tutti i segni di duolo
lo dal cielo; non già divisibile, ma indi- per deplorare la passione e morte del Re-
visibileVerbo del Padre, e che fattosi Uo- dentore; così pure non si adoperano la
mo,non uncGrpoavea preso intessuto, per touacella e la dalmatica nelle messe del-
cosi dire, da maschio e da femmina, ma Y Avvento, per essere tempo destinato al -
per grazia del divino Spirito, da una Ver- l'astinenza e al digiuno, di penitenza, on-
gine sola formato. Che se al senso tropo- de degnamente prepararsi alla gran festa
logico vuoisi avere riguardo ,
giudica il della venuta di Gesù Cristo. Sono eccet-
mellifluo dottore Bernardo nel sermo-s. tuate però la domenica Laetare di qua-
ne ."sopra l'Annunziazione, non altro es-
i resima, e la festadella ss. Annunziata se
sere la Veste Inconsutile di Gesù Cristo, cade in tale tempo; non che la domenica
se non la Divina Immagine, la quale non Gaudetc dell'avvento, e la festa dell'Im-
cucita per dir così, ma infusa e impressa macolata Concezione, la (piale celebrasi
al dì dentro della natura, dividere non si in tale tempo, imperocché 111 dette 4 fe-
può, uè separare. In senso allegorico in fi- lle si assumono le dalmatiche eie tona-
ne, come osserva Cornelio a Lapidealcap. celle. In luogo poi di queste due vesti, ne'
iq di s. Giovanni, viene per essa signifi- ricordali tempi dalla setluagesima a Pa-
cata la Chiesa, acni non conviene alcun squa e nell'avvento, lauto il diacono che il
racconta di s. Pietro patriarca d'Alessan- piegata innanzi al petto, eziandio per le ra-
dria, che menlr'eia in carcere, gli appar- gioni riferite aDAtMATtCa, il contenntodel
ve di notte Gesù ricoperto d' una veste quale articolo è interamente comune a
tutta lacera e fatta in pezzi, e gli disse che questo, per cui tralascio qui di dire Milla
l'eresiarca Ario gliela avea in siffatta gui- touacella, quanto già in esso riportai. No-
sa strappata, onde non dovea in ninna ma- tai a 'suoi luoghi, che allorquando il sud-
niera riceverlo nella comunione de' suoi diacono in detti tempi in cui porta la Pia-
fedeli, com'egli andava astutamente cer- neta piegata, la depone per fare l'uffizio
cando; anzi che dovea comandare ad A- di lettore e leggere ['Epistola, il diaco-
ad Alessandro, che sarebhero a lui
chilla e no fa altrettanto prima di leggere P E-
succeduti nel governo della chiesa Ales- vangelo, restandone ambedue senza sino
sandrina, che neppur eglino lo ricevessero. ni Pbst" Communio, ma con grandi Sto*
TOKACELLA oTONICELLAoTU- le paonazze a traverso del corpo sul ca-
iS'ICLLLA, Twiicella. Dalmatica, 1 c- mice. Lepgo nel p. Donanni, La Gerar-
stem Subdiaconalem. Veste e paramen- chia ecclesiastica considerata nelle ir-
to sagro, ed ornamento ecclesiastico del ca p. 53, Della Dalmatica det-
sti'sagre:
Suddiacono (J\). ed è quasi simile alla ta Volgarmente Tonicella, che ne' detti
Dalmatica (^ .), se non che più angusta tempi di quare>ima e dell'avvento, nella
e colle maniche più lunghe, sebbene or- cappella pontificia e in alcune chiese,
mai in generale non si distinguono più quando diacono dovea cantare il vange-
il
tra loro. Anche il nome è divenuto in cer- lo, prima che fossero adottati nominati i
to modo comune, onde si suol dire la dal- stoloni, ripiegava la pianeta sulla spalla
matica, dalmatica maggiore, e la tona- sinistra. Egli riporta la figura del diaco-
cella, dalmatica minore. E' usata sopra no con tunicella, ove si vede il suo for-
il Camice (J\) nella celebrazione della mato e ornamento di trine, ricami e fran-
messa e di altri riti; ma dessa e la dalma- gie d'oro o d'argento, con fiocchi simili
tica, come vesti d'allegrezza, non si ado- come la dalmatica; i quali due sagri Pa-
perano nelle messe dalla Seltuagesima ramenti sono di seta, di stoffa, di tela d o
all'uffizio di Pastoia, perchè la Chiesa as- io o d'argento, e del colore nero, bianco,
f, TON TON
rosso,paonazzo,rosaceoe verde. Nel Poti- le unzioni del sagro olio della cima del
tifìcale Romanum vi è la benedizione, capo, del petto, delle spalle, de'polsi.fu al»
tSpccialisfìenedictiocujuslibelindurnen- lacciaia la camicia eilsaioch'eransi per-
ti, vel tunicellain, vel dalmatie ani. La ciòscoperti, ed unto sulle palme delle ma-
tonacella ne' secoli XIII e XIV, secondo ni, il re calzò un paro di guanti henedet-
ilZaccaria, Onomasticon Rituale, fu pur li. Vestirono quindi gli assistenti il re, dei-
no sotto la pianeta, sono ordinariamen- sifica dalla tonacella per larghe maniche,
le semplici di seta e ornate di sole triuet- strette essendo quelle della tonacella ; le
te d'oro, acciò non formino imbarazzo; dalmatiche e tonacelle de' vescovi hanno
mentre le dalmatiche e tonacelle che si le maniche alquanto più larghe di quelle
usano discoperte, sono più nobili e ricche, del diacono e suddiacono, perle ragioni
più o meno ornate e di drappi diversi, ed che riferii a Dalmatica, insieme alle al-
inoltre più ampie. Anticamente pare che Ire spiegazioni misteriose di questi sagri
i cardinali diaconi nell' assistere il Papa, indumenti. Presso de'greci non vi è l'uso
sotto la dalmatica assumessero altresì la della dalmatica , la quale è vietata anco
tonacella. Si seppelliscono con la tona- a' diaconi, ed è permessa usarsi soltanto
cella e gli altri nominati paramenti, il Pa- da'patriarchi,e questa differisce nella for-
pa e tuttodì colore rosso, i cardinali ve- ma dalla dalmatica latina, mentre (pie-
scovi e preti di colore paonazzo, così i ve- sta è aperta ne'lati, e la greca è lunga e
scovi, mentre i cardinali dell'ordine de' chiusa a guisa di sacco, e difatti i greci la
diaconi si seppelliscono colla stola, mani- chiamano sacco. Tuttavia il cantore, il
polo e dalmatica rossa. Inoltre i Papi ac- suddiacono e il diacono greci hanno per
cordarono o dalma-
l'uso della tonacella vesti sagre, ili. una tonaca corta, il 2.°
lica agl'imperatori nella \ovo co ronazio- una tonaca lunga, il 3.° una tonaca arn-
nc, per fare l'uflizio di Suddiacono (F.), p>a e talare, equantoaltrodescrissi a de-
diche riparlai ne'vol. XVII, p.212, 219, cia, mentre parlando delle altre nazioni
22 3 e 224. XXXI V, p. i43 e «46. Di orientali, trattai delle loro vesti sagre. Il
zione della sola dalmatica. Anche ilMa- tonache de'romani di cui n'erano fregiati.
gri afferma che il rito di portare la toni- Queste tonacheerano vesti quadrate, ossia
cella non è molto antico, e ciò si vede tna- vesti di due pezzi di panni quadrati, che
nifestameute dalle pittureantiche di mu- si affibbiavano sulla spalla. Tali dice Ter-
saico. Nel ritualems. di Katoldo si dice tulliano che fossero le tonache degli an-
che la tonacella antica del vescovo avea tichi cartaginesi, e che chiama quadrOn-
specialissimo anche a'vescovi, il che della nia e di Treveri, che niori verso il 347>>l
pianeta non si legge, veste in origine ro- che esclude che vivesse nel tempo del prin •
tonda e chiusa da tutte le parti, e comu- cipedegli Apostoli;anzi si Impure che con
ne alla chiesa greca e latina, però colla dif- Papa s. Melchiade e Pielicio d* Arles fu
ferenza,che la latina fu semplice e la greca nominato giudice da Costantino nell'af I
ca cinta di questa città, che pare sia stata re dopo il 3 4 le chiese di Colonia e di
1
la quale parlò Plinio. Si pretende cheTon- sazia lo riguardano come loro apostolo;
gres sia l'aulica fortezza da Cesare chia- e come ad altri, fu qualificato discepolo
mata A tuatitccr, situata nel mezzo al pae- di s. Pietro, per conformar con esso la sua
se degli eburoni, popolo che Augusto poi dottrina,e perciò di sovente ebbero la qua-
designò sotto il nome di Tougri. Perven- lifica di discepoli di s. Pietro i primi ve-
ne in seguito a grande prosperità, ma ver- scovi delle città, fino al principio del IV
so la metà del V secolo fu saccheggiata secolo,particolarmente nelle Gallie e nella
e rovinata da Attila re degli unni. Appe- Spagna. Le tre chiese di Colonia, di Ton-
na rialzavasi da' suoi danni allorquando gres e di Treveri ne onorano la memo-
i normanni la devastarono nell'88i. Vi ria in detto giorno; ed il suo corpo si cre-
si fece neli4o3 una convenzione tra il ve- de trasportalo a Treveri e posto vicino a
scovo diocesano e borghigiani, col no-
i quello di s. Luca rio. Celebre suo succes-
Comman ville, [list, de tous Ics evesdwz, eia benedizione vescovile pel conferimen
dicecheMastricbt fu la residenza tempora- to della tonsura: Prima Tonsura non i-
nea del vescovo diTongres, che nel f\0)% vi nilientur, qui Sacramentum Confirma'
stabili la sua sede, la quale poi nel 709 tionis non suscepcrint, et fichi rudimen-
fu trasportata a Liegi (^.^conservando fa edocti non fuerintj quique legere et
per un tempo il titolo del vescovato di scribere nesdant, et de qiiibus probabi-
Tongres, e solo nel C)6i cominciò stabil- lis conjectura non sit, eos non saecula-
mente quello di Liegi. In fatti quando Pa- ris judicii fugiendi fraude, sed ut Deo
pa s. Zaccaria nel 7 4^ ° ne 7^' confer- ' fidelem cultum praestent, hoc vitae gc-
mò l'arcivescovato di Magonza, eretto nel nus elegisse. Quindi nel cap. De, Clerico
vescovato di tal città da s. Bonifacio le- j"adendo il Pontificale riporta il ceremo-
,
buì, vi comprese Tongres. spirante con abito talare e la colta sul brac-
TOMCELLA. P. Tonaceila. cio sinistro, stringendo la candela colla de-
TONNO, TENNO oTUNNO.Sede ve- stra. Quiudi il vescovo sedente nel faldi-
scovile della provincia proconsolare d'A- storio, cimi forjìcibus incidit unicuique
frica sotto la metropoli di Cartagine, eb- extremilates capillorum in quatuor lo-
che professava, Oliato che trovossi al con- Vis aliquot crines capillorum, et in ba-
cilio di Cartagine del 325, e Vittore il qua- cile deponit,et cuilibet,cum tonde tur, di-
le scrisse la storia dal principio del mon- cit ec. Poscia il vescovo gl'impone la Cot-
do fino al 5&i. Morcelli, Afr. dir. t. I. ta e l'esorta alle buone opere proprie del
TONSURA CLERICALE o ECCLE- chiericato. Sino dalla nasceute Chiesa fu-
SIASTICA, Tonsura Clcricalis, prima rono distinti i Chierici (V.) colla tonsu-
Tonsura. Chierica corona, rasura roton- Toga, o
ra e colla Peste talare, cioè la
da de'capelli della cima e sommità poste- Tonaca(P.)sema manicherà quale veni-
lioredelcapode'cliierici. Atto preparato- va sovrapposta da altra colle maniche, ora
rio agli ordini minori.che anco dicesi pri- Sottana e ciantello (P.J. La tonsura non
ma tonsura, ed è il tondere de'capelli che è un ordine, e non produce né il caratte-
fa In 1.' volta l'ordinante a coloro che in- re,né la grazia, ex opere operato, per che
tendono di consagrarsi al chiericato e pas- essa non è istituila da Gesù Cristo ma ,
sare agli ordini sagri, clericus tonsura solamente dalla Chiesa. Chiamasi ton-
iniliarc. Corona reale, insegna del chie- sura, perchè il vescovo taglia i capelli in
ricato e del sacerdozio, onde i chierici per forma di corona, per insegnare al tonsu-
onore furono chiamali Coronati, con al- rato che dev' essere distaccato dal mon-
lusione a ciò che leggesi nell'Apocalisse de' do e spogliarci da ogni superfluità. Latou-
ioo TON TON
ora è una preparazione agli Ordini sagri, bile, che abbiano eletto questo genere di
e non ponno ricevere senz'essere ton-
si vita per rendere a Dio un servizio fede-
surato. Le disposizioni richieste per parte le." Dice il p. Chardon, niuno deve intro-
di quelli diesi fanno tonsurare, sono. Di dursi da se nel servizio della Chiesa, ma
avere 7 anni compiti e di essere stato cre- deve essere chiamato da Dio. La vocazio-
simato; di saper leggere e scrivere, e d'es- ne .si conosce per giudizio del vescovo, e
sere istruito de'principali articoli della fe- dal testimonio di tutta la Chiesa. Così ne'
de; di consagra! si al servizio di Dio, per primi secoli i vescovi non ordinavano se
un puro motivo della sua gloria , e sen- non quelli di merito conosciuto ad istan-
z'alcuna vista di orgoglio, di sensualità, za de'popoli, e sempre di loro consenso.
d' interesse; di condurre una vita appli- Non si cercava molto la volontà dell'or-
cata allo studio, alla preghiera e alla pe- dinando, e sovente se gli faceva violenza
nitenza; di ubbidire in tutte le cose al lo- per superare la sua umiltà. Per meglio co-
ro vescovo e a 'sagri canoni; di portare in noscerne il merito si seguivano le regole
tutta la loro vita i segni del loro stato, che date da s. Paolo, di non affrettarsi a ina-
sono la tonsura , i capelli corti e V abito por le mani, per non partecipare de' pec-
ecclesiastico; di vivere e di morire nello cati altrui, di non ordinare un neofito, ac-
stato clericale. Dal che ne consegue, se- ciocché non insuperbisse.Se qualche volta
condo il concilio di Trento ei teologi, che si dispensava da questa regola , facevasi
quelli i quali prendono la tonsura sola- per motivi particolari, cioè per l'eminen-
mente per avere de'benefizi, e senza in- te virtù di quelli diesi ordinavano, o per-
tenzione di vivere e morire nello stato di chè Dio gli avea indicati alla Chiesa eoa
ecclesiastico, si rendono colpevoli di pec- segni soprannaturali. Cosi fu ordinato s.
cato mortale. Decretò il concilio di Lon- Ambrogio, eletto mentre era catecumeno,
dra nel 258. » Portino chierici capelli
1 i i e consagrato pochi giorni dopo il suo bat-
corona d'una grandezza compe-
corti, e la tesimo. I chierici doveano scegliersi tra'
tente, per testimoniare in questa guisa che più santi de' laici; perciò i canoni esclu-
hanno rinunziatoa'vantaggi della vita, per devano tutti quelli che aveano qualche
non aspirare che alla dignità d'un Sacer- nota. Anche l'Apostolo vuole che il vesco-
dozio regale."Dichiarò il concilio di Tren- vo e il diacono sieno irreprensibili , e di
lo,sess. 23 de Reform. e. i.»I contrassegni buona fama anche tra gl'infedeli. Si riget-
della vocazione allo stato ecclesiastico sono tavano adunque coloro, che dopo il bat-
d'esservi entrati con retta intenzione, vale tesimo erano caduti in eresia, apostasia,
a dire non cercare né la gloria del mon-
di omicidio, adulterio, benché ne avessero
do, nèle rendile, uè una vita agiata e -sen- fattala penitenza, efossero riconciliati alla
suale; ma di proporvisi la fatica, per pro- Chiesa, perchè la memoria de'delitti sem-
muovere la gloria di Dio, la salute del- pre rimane, e quelli che sono una volta
l'anime^ la propria santificazione." Que- caduti debbono credersi più fiacchi di quel-
sta èia disposizione,cheilconciliodi Tren- li che non caderono mai. In una paiola,
to esige in coloro che devono ricevere la secondo l'antica disciplina, non potevano
tonsura. Nella stessa sessione e. 3, il me- mai ordinarsi quelli eh' erano stati in pe-
desimo concilio dispose. » Non si ammet- nitenza pubblica. Ne'primi cinque o sei
teranno alla 1/ tonsura quelli che nona- secoli della Chiesa la tonsura non confe-
vranno ricevuto il sagramento della Con- rmasi che col primo ordine sagro, e non
ferinazione,ec\\e non saranno stati istruiti fu che in fine del secoloVI o in princi-
ne'primi principii della fede, né quelli che pio del VII che fu data separatamente
,
non sapranno né leggere, né seri vere,e de' e prima degli ordini minori, in occasio-
quali non si avrà una congettura proba- ne de'figli che padri e le madri consa-
i
TON T O N - 101
gravano a Dio, e presentavano a' vescovi meglio leggersi sola jussionc Presbyte-
in un' età così tenera , che non potendo r».Trovasi anticamente,e rilevasi dal con-
far l'officio di lettore o di osliario, con- cilio di Cantorbery nel VII secolo, e nel
tentavasi di dar loro la tonsura e l'abito 787 in quello di Nicea e da altri docu-
ecclesiastico. Non si può esercitare alcun menti, come al presente, conferita la ton-
ministero ecclesiastico,nè possedere un be- sura e gli ed
ordini minori dagli abbati,
neficio di chiesa senza aver ricevuto la ton- anche il suddiaconato, a'ioro sudditi; pur-
sura; e perchè un tonsurato sia ammesso ché l'abbate avesse avuta l' imposizione
a pretendere o contestare un beneficio, bi- ceremoniale delie mani e la benedizione
sogna che produca in originale le sue let- del vescovo, e che usavasi una solenne ce-
tere di tonsura. Il solo proprio vescovo remonia nel crear 1' abbate, nella quale
può dare la tonsura al suo diocesano, e tra le altre cose tuttora il vescovo dice :
quello che l'avrà ricevuta da un altro sa- Antiqua ss.Patrum institutio docct,et
rà obbligato d'ottenere dal Papa le lette- praecipit, ut is qui ad regimen anima-
re dì perirtele valere. E" noto che nou può rum eligitur ete. Di fatto l'abbate ha un
essere promosso agli ordini sagri quello regime d'auime, avendo come un ordina-
che ricevette gli anteriori dal Papa, tut- rio nullius, per disposizione della Chiesa,
tavialnnocenzo III ne conferì la facoltà al- giurisdizione spirituale ed esterna sui suoi
l'arcivescovo di Milano» Benedetto XIV sudditi, e perciò nel medio evo talora in
a
uella'sua cappella segreta die la i. ton- uu certo Iato senso fu chiamato pastore,
sura e nella stessa mallina 4 ordini mi» i come lo chiama il Pontificale romano nel-
noti al cardinal York, e Pio VII nella lo stesso lato senso per l'estrema giuris-
Cappella segreta del maggiordomo con- dizione, nell'atto della sua benedizione,
ferì la tonsura e tutti gli ordini minori a e gli parla del gregge di Cristo (i monaci)
tonsura a coloro che dal capitolo erano sta- 32, lib. 2, a Pietro suddiacono di Sicilia.
ti ammessi a riceverla. 11 fare il salmista, In questa si parla di tonsura civile e non
oggidì tonsurato,spettavaa'preti del Pre- già ecclesiastica, ed il passo è molto ana-
sbiterio, non a qualunque prete. Forse ne' logo all'altro del libro Ponlijieale t. 2 ,
primi secoli eravi una sola formola, di- n. Zi e 33, nel quale narrasi che a Pa-
cendosi ne' canoni antichi sola jussionc pa Adriano I si ollrirono diversi del du-
Presbiteri , e in seguito vi fu aggiunto calo di Spoleto, gli commisero le loro fa-
auche il taglio de'capelli; se pure debba coltà, ed a s. Pietro e a lui giurarono fé-
102 • TON TON
deità come a principe temporale, e si fe- della precedente, colla propina di scudi
cero tonsurare alla romana, cioè venne- venti che tuttora percepisce, ancorché ciò
ro ridotti nelle loro barbe e capellatu- non abbia più luogo. IlPapa,i vescovieal-
re alla foggia romana. Ilo voluto qui ri- tri dignitari della Chiesa, portano la chie-
cordare questa specie di tonsure, perchè rica più grande dell'ordinaria. A Capelli
non si coufondino colle tonsure clericali. dissi che i sacerdoti degli ebrei con for-
Altro esempio è la coudizione imposta a' bici se lifacevano tagliar ogni i 5 giorni;
polacchi da Benedetto IX, nel concedere mentre i Nazareni , i quali erano come
la dispeusa al monaco Casimiro, di pren- religiosi tra gli ebrei, dovendo portar la
der moglie e di ascendere sul trono di Po- zazzera o capigliatura lunga sino alle spal-
lonia, cioè che i nobili dovessero aver la le,non potevano tagliarla finché non de-
la lesta tosala a guisa di monaci. Il Buo- ponevano il nazarealo, che talvolta era a
narroti nelle Osservazioni sopra i vasi vita, bruciando capelli ch'eransi rasi con
i
antichi di vetro, parla della corona di ca- ceremonia accompagnata da sagrifizi. Che
pelli in uso de'nobili presso i greci anti- ne'primi tempi del cristianesimo gli eccle-
chi,di cui ne restò vestigio ne'tempi bassi, ad esempio degli Schiavi (kit por-
siastici,
come costume passato da'greci antichi ne' tavano il capo interamente raso , coinin-
roinaui, in occasione dell' impero greco, rono a radersi affine di mostrare piùevi-
osservandosi in alcune medaglie Teodo- dentemeute la servitù spirituale, e con-
sio II il Giovane e Valentiniano HI colla servando un cerchio o corona di capelli al-
cima del capo tosala, e con una corona di l'intorno, per significare che il sacerdozio
capelli al pari della fronte, e coll'insegne è il regno della Chiesa, e insieme non mo-
del consolato ch'essi tennero nel 43o.Con strare d'imitargli ebrei,che al termine del
lai lòggia di capelli si vede il console in- nazareato si radevano tutta la testa; ed an-
cognito nel Dittico riportato da Du Can- cora per non seguire la superstizione de*
ge, e parimenti nel Menologio di Basilio sacerdoti d'Iside, di Serapidee d'altri nu-
si trova dipiulocon uncerchio di capelli mi, i quali si radevano i capelli e tutti i
s. Eustachio vestito diclamide,come quel peli del corpo. Oltre di che vollero ave-
lo ch'era di nascita e di conto presso gen- i re nella corona una perenne memoria di
tili; e da ciò forse potè procedere, che nelle quella di Spine (nelqualearticolo dichia-
pitture de'4 Evangelisti di qualche anti- rai che in memoria di essa gli ecclesiasti-
chilàjSolo s.Luca suole essere dipinto colla ci portarono la corona di capelli sino da'
corona di capelli, secondochè notòilLam- primi tempi della Chiesa ad esempio de-
becio; il che fece credere al Buonarroti, gli Apostoli), che fu posta al Redentore,
che avendo s. Luca esercitato l'uffizio di e ciò per ubbidire a s. Pietro che l'avea
medico, ed essendo consuetudine de'me- secondo alcuno. Che altri sosten-
stabilita,
dici di trattarsi nobilmente, talora me- i gono, che s. Pietro mentre predicava l'e-
desimi avranno costumato quella sorta e vangelo in A ntiochia, venne tosato per di-
quella forma di capelliera delle persone spregio da'nemici della dottrina cristia-
nobili. Già della tonsura clericale ragio- na, come si fece in Roma talora a'filosofi
nai in più articoli, laonde qui rammente- per ischerno. Però alcuni dicono, che s.
rò in quali principalmente lo feci, pere- Aniceto Papa del 167, impose a' chierici
vitate ripetizioni, non senza aggiungervi di dover portare la chierica; ma si dubita
ajtre erudizioni analoghe e opportune. A della genuinità di tal decreto. Che altri
Chierica, dichiarato il vocabolo, narrai però opinano, che cominciasse dopo il V
della i . chierica che a'nuovi cardinali in- secolo (l'uso n'era generalmente ricevuto
combeva di fare l'aiutante di camera del e stabilito nel VII e Vili secolo), essendo
cardinal segretario di statole più grande altrimenti un segno troppo palese nelle
r o n TON io3
persecuzioni. Qui rimarco che tra quelli frequeute pregarli e scongiurarli per ot-
che attribuiscono a s. Pietro il principio tenere alcuna cosa (sole vauo vescovi au- i
della tonsura, vìe il Bernini, Istoria del- che giurare o salutare per la tonsura, co-
l'eresie,dicendo che per disprezzo tosato me si ricava da'Padri, rammentali dal p.
con una rasa corona di capelli in testa, Bonanni), per coronarti ^estratti : i ve-
tnle ignominia pa>sò in venerazione nella scovi si radevano grau partedel capo.Par-
Chiesa, che per diverse pie considerazio- lai de'divieti agli ecclesiastici di coltivar
ni e per memoria di quella di s. Pietro se la chioma, ordinandosi loro di portarla
ne servì per insegna de'sacerdoti. Quindi corta. I capelli si solevano mandare a chi
Simon Mago invidiando ne'sacerdoti di dovea far da Padrino (anche la bomba -
Cristo la tonsura, ne prescrisse una so- ce che avea tocco l'olio santo nel battesi-
migliante a'suoi seguaci, nella quale era- mo). La corona o chierica non si portava
vi più d'un solco raso di capelli da un'o- sulla parte posteriore del capo, com'è sta-
recchia all'altra, per cui diceva denotarsi to poi praticato, ma sulla sommità, sicco-
il Zodiaco. Spiegò poi il significato di que- me cappuccini la portano anche presen-
i
sta corona sacerdotale s. Germano pa- temente. Lacorona denota la dignità rea-
triarca di Costantinopoli. Excapillorum le de'chierici consagrati a Dio, lo spogliar-
significa tione, imaginem refert venerati' si che fanno delle cose terrestri, la con-
di capitis apostoli Petri, quoti, quum formità che devono avere con Gesù Cri-
missas esset ad praedicationem Domi' sto, e la perfezione di vita che loro è ne-
ni, et Magistri, ei attonsum fuit ab iis, cessaria; il cerchio essendo il segno della
qui ej'us sermoni non credebant, ut illii- perfezione, giacché è la figura più per-
deretur ab ipsis, eique Magister Chri- fetta. Ad Ordine dichiarai che la tonsu-
stus benedixit, et infamiatti in honorem, sa prepara a ricevere gli ordini sagri, la
illusionem ingratiam converti t. Distinsi quale non è che una ceremonia che inizia
la tonsura de' Chierici da quella de' I/o- il battezzato al servizio della Chiesa, lo fa
noci, i quali usarono radersi non solo la partecipe de' privilegi dello stato eccle-
sommità della testa, ma quasi tutto il ca- siastico, e lo rende atto a conseguire be- i
po, a significare la professione d'una vita nefizi di chiesa, quali senza la tonsura
i
namenti mondani, e il voto di soggezione veri dello -.tato ecelesiastico, e qualche vol-
a'superiori. Dissi-pure dell'uso di tagliar ta perchè sono deformi o poco atti a riu-
i capelli alle Religiose. Che se alcuni ri- scire nel mondo. Altri coucdii fissarono
feiiscono agli Apostoli l'origine della ton- l'età in cui si può ricevere la tonsura, e
sura, ciò doversi intendere non della som- nelle diocesi meglio regolate non si dà pri-
mità del capo, ma bensì del precetto de' ma de'i 2 anni. Inoltre dissi a Ordine, che
capelli tondi e corti, ciò che essendo al- Benedetto XIV dichiarò, potere i cardi-
lora comune a tutti i cristiani, rimase poi nali subtubicari nelle loro cappelle priva-
l'uso solo ne'chierici, i quali furono per- te (V. Titoli cardinalizi) soltanto, con-
ciò delti coronati, per tagliarsi i capelli ferire la tonsura a'propri dipendenti e dio-
ad vuq di corona. Per la corona di capelli cesani. Che il Pontijicalc richiede, che la
del Pupa e de' vescovi, soleva il popolo di tonsurasi possa dareiu tutti i giorni e ore,
io4 TON TO N
ed in qualunque luogo, non essendo essa ma finta escludendo la tonsura o rasu-
ordine, secondo la più. comune opinione, ra vera. Venne sentenziata la scomuni-
ma preparazione agli ordini. I vescovi po- ca contro gli ecclesiastici secolari e rego-
terla conferire anche fuori di diocesi, e in lari, che portassero parrucche, comechè
diocesi nel!' episcopio se non 1' ammini- sempre riprovatedalla Chiesa, sia da'Papi
strano in chiesa colle altre ordinazioni. Che che da'concilii e sinodi. Clemente XI le
Gregorio XV decretò, niuno nel regno di proibì, e Benedetto XIII vieppiù rigoro-
Napoli ammettesse alla tonsura e ordi-
si samente anche a'cardiuali, sebbene alcu-
ni minori, se prima non fosse stato denun- ni l'usassero per salute, non per ornamen-
ziato al popolo colle pubblicazioni del par- to. Clemente XI 1 fu più indulgente, e Be-
roco in chiesa. Notai a Poitiers, che nel nedetto XIV ne regolò l'uso, dichiarando
concilio del i 100 fu ordinato, per la ton- i casi per concedersi la licenza. Niun Pa-
sura non si esigessero né forbici e né to- pa usò mai parrucca, e il cardinal Bra-
vaglie, da'vescovi e dagli abbati. A Ordi- schi appena divenuto Pio VI la depose, e
nazioni riportai la prescrizione di Grego- poi comandò l'uso della cipria a' capelli
rio XVI, che qualunque estero volesse or- per politezza. Ciò rilevasi anche dal can.
dinarsi in Ronia, sottoscrivesse prima la Nardi, Lettera sopra lo specchio e pet~
Qui aggiungo
forinola da lui prescritta. tini degli antichi cristiani, dicendo che
col p. Plettemberg, Nottua Curine Ro- Pio VI vedendo che s' introduceva una
manae, essere consuetudine in Roma che certa spiacevole luridezza di lesta negli
il cardinal Vicario conferisce agli este- ecclesiastici, con sue lettere commendò
ri la prima tonsura e gli altri ordini, an- l'uso d'un poco di polvere bianca sul ca-
che senza le lettere dimissorie de'propri po ad tergendas sordes, ed egli ne diede
ordinari, usando però le convenienti in- l'esempiocol sagro collegio e prelatura. Ri-
dagini sull'idoneità dell'ordinando. A Sa- marca inoltre che in Francia, la polvere
CERDoziOjparlaudoinfinedellasconsagra- sul capo è segno di posatezza e d'antichità
zione, riportai il rito col quale il vescovo di costume e di pensare,per cui egli la vide
al degradato incomincia colle forbici a to- restata a'nostri giorni a qualche vecchio-
sargli! capelli, opei azione indi proseguita neea'preli,ed un tempo chi non la porta-
da un laico, onde agguagliarli tutti alla va avrebbe scandalezzato e sarebbe stato
corona o chierica, ossia tonsura, affinchè tenuto seguace della moda. Avverte il
questa del tutto sparisca; mentre il vesco- Thiers, Istoria delle parrucche, che il
vo gli dice: Facciamo disparirti dalla teologo della Sorbona Chamillard nel suo
testa la reale insegna del sacerdozio, trattato, Decorona, tonsura, et hahitu
ch'è la corona. Nell'articolo Parrucca, clericoruììi, raccolse un grandissimo nu-
zazzera o chioma finta, rimarcai che per mero di canoni contro le parrucche, come
j 6 secoli cristiani non si parlò di parruc- in opposizione a' decreti de'canoni della
che pegli uomini, quali cominciarono ai Chiesa circa alla corona e tonsura clericale
usarle verso il 1629 in Francia, secondo cheriunìin ^articoli; fra'qualiche le coro-
Thiers, altri dicendole già introdotte in I- ne o tonsure non debbono esser finte di te-
talia. Nelle due regioni, circa il 1 660, l'a- la,di raso odi pelle, piuttosto teatrali che
dottò qualche ecclesiastico, e pel 1 ."Rivie- clericali. A Pettine dissi, come nelle sa-
re morto vescovo di Langres;e presto se ne grestie furono collocati pettini e Specchi
fece uso con eccesso da'prelati ed ecclesia- (P.),per assestarsi dagli ecclesiastici i ca-
stici,anche regolari, con fìnte chieriche. pelli e la barba, per decenza, prima d'an-
Siffatto abuso fu frenato da'vescovi, dai dare a celebrare. V. Berrettino cleri-
capitoli e dalle congregazioni religiose, cale. Finalmente osservai a Barba, che
perchè già proibito da'ss. canoni, la chiu- uc'teojpiincuisi usava da'ehierici la bar-
,
vasi anche vietata in alcuni tempi, sem- Magri che morì nel 1672, in proposito del-
brando la rasura troppa delicatezza. l' ampiezza dell'antica tonsura esclama.
Il Magri, Notizia de vocaboli ecclesia- » Ma die diremo de' sacerdoti moderni,
stici, verbo Tonsura, riferisce di essere li quali si vergognano di portare in capo
scendo oculos iinpediant. Durando lib. 1 chioma all' uso de' nazareni, per imitar
cap. 1, acciocché i soverchi pensieri nou Cristo e i suoi apostoli. Questo costume
ioti TON TO iX
non pare essere stato antico nellaChiesa, quem Dei magna Ecclesia aedifica (a
nella quale gli ecclesiastici non portavano estj quod enim impii ad Sanctum dif~
la chioma a tempo di s. Gregorio Nazian- famandum exeogitarunt, id nos pie fa-
zeno, il (piale raccontando l'usurpazione cientes in gloriarli illius agimus. I mao-
della cattedra di Costantinopoli fatta da mettani e alcuni cristiani orientali si ra-
Massimo fdosofo, dice che i vescovi suoi dono spesso tutta la testa, lasciando so-
aderenti gli tagliarono la cinica chioma e lamente nel mezzo del vertice un fiocco
l'ordinarono vescovo. Ciò si conferma con di capelli, sebbene cristiani scrupolosi noi
i
massero gli ecclesiastici portare la chioma. quale per divozionesi recitava sopra i fan-
Qnal fosse poi la tonsura di s. Paolo, pen- ciulli «piando si tosavano la [/volta, cere-
sa il Magri che sia stata quella a suo tem- monia diversa dalla tonsura clericale. Do-
po usata da'maroniti, cui sacerdoti si ra- i po segue un'altra orazione: Ad barbas
dono il capo a usanza de'religiosi latini, tondendas, la quale si recitava sui giova-
lanciando però un giro di capelli in cima ni quando lai. "volta si tosavano la bar-
più piccolo dell'usato da'rnonaci. Alcuni ba. Ora riporterò un sunto del p. Char-
sacerdoti cristiani nell'oriente radevano il don, Storia de' Sacramenti, t. 3, lib.i,
capo in mauiera tale che venivano a for- cap.3i Della Tonsura Clericale. Delhi
mar la croce; e vivente il Magri l'arcive- sua antichità, e delle sue figure in di-
scovo di Cranganoi jde'cristiani di s". Tom- versi luoghi e tempi. Che anticamente
maso nell'Indie orientali, portava ia ton- non si dava separata dagli ordini. Quan-
sura in forma di croce. Narra poi,che il mal- do siasi cominciato. Il j>. Chardon inco-
vagio Simon Mago avea inventato una mincia con riferire il seguente brano di
1
stravagante tonsura usata da'suoi disce- Fleury, Instit.au Droit Canonia. Ne pvw
poli, (piali si radevano
i capo da un'o- il mi non v'era distinzione veruna fra
secoli
recchia all'altra, lasciando un solco o li- i chierici e i laici quanto a'capelli, allibi-
nea, che dicevano significare la fascia del to e a tutto l'esterno. Sarebbe stato un
zodiaco, essendo la loro testa tenuta da esporsi senza necessità alla persecuzione*
essi simbolo del gloho celeste. Ne'tempi di che vieppiù infieriva contro gli ecclesia-
s.Girolamoe Ambrogio, come si rac-
di s. stici, e inoltre i fedeli erano tutti compo-
coglie da'loro scritti, chierici non si ra- i sti nell'esteriore come se fossero stali chie-
devano il capo, ma si tosavano basso in rici. Dopo rimasta I.» Chiesa in libertà, nei
maniera tale, che non 'scoprivano la co- primi del IV secolo, i chierici mantenne-
lemia o pelle, forse per non somigliare ai ro l'ordinario vestire de'romani, eh' era
sacerdoti pagani. I giorgiani lutti portava- lungo co' capelli corti e la barba rasa. I
no la tonsura in capo, cioè i laici in figu- barbari che disti ussero l'impero romano,
ra quadra e i tonda. La corona
chierici tutto all'opposto aveano gli iibiti corli e
clericale fu detta anche Carrara, Peti A u .
•
serrati, i capelli lunghi, alcuni senza bar-
tioch., Episi, ad Cenila n.: Et nos Ghar- ba e altri con barba lunghissima. 1 roma-
raram facimus in honorem
in capite ni abbonivano tal vestito; e siocoroe quan-
stire, che divenne poi abito clericale, di- sero troppo bassi per non a (fetta re di ren-
modoché quando i franchi e altri barba- dersi osservabili, dovendosi tosare in mo-
ri divenuti cristiani entravano nel elevo, do che non si vedesse la pelle. Avea già
si facevano tagliar i capelli e prendevano il 4-° concilio di Cartagine ordinato: Clc-
vesti lunghe. Circa quel tempo molti ve- ricus nec comam nutriat, nec barba/ti. I
scovi e chierici assunsero l'abito che al- monaci non si riputarono obbligati a sta-
lora solevano portare i monaci, come più re in questa mediocrità, molti di loro per
conforme alla modestia cristiana, e quin- attirarsi il dispregio si radevano intera-
di per quanto si crede derivò la corona mente la testa, si lasciavano crescere ec-
clericale da'monaci che si facevano rade- cessivamente i capelli e la barba. Benché
re sopra la fronte per rendersi disprege- il loro stato di solitudine potesse scusare
voli. Quindi osserva il p. Chardon, che il ciò che sarebbe stalo biasimevole negli
portar la testa rasa era cosa ignominiosa, altri ecclesiastici, che doveano nel mondo
qual segno di schiavitù fra gli antichi gre- convivere, nondimeno Girolamo stesso, s.
ci e romani; laonde si tosava alcuno per ch'era monaco, non approvava queste sin-
beffa e vituperio. Pertanto i primi cristia- goIarità.Nel principio del secolo VI chie- i
ne pie si distinsero dall'altre pel dispre- vescovo di Catnbray, gli die colle proprie
gio alle chiome; e siccome gli ecclesiasti- mani la tonsura clericale, orando per lui,
cierano più perfetti, non v' ha dubbio
i e ornatolo della corona reale e sacerdo-
che portassero capelli tosati in dispregio
i tale, il consagrò per sempre al servizio di-
della vanità. Ciò fj intendere s. Grego- vino. Prova la medesima usanza della
rio .Xazianzenoallorchè rimprovera alcu- corona ne'chierici in dettotempo, la de-
ni, che per entrar nella carica pastorale scrizione fatta da s. Gregorio Turonese
altra disposizione non recavano, che quel- della nascita colla chierica di s. Niceta ve-
la di tagliar la chioma, al cui acconcia- scovo di Treveri. »S. Niceta fu destiti ito
mento erano stati fin allora applicati. O- chierico dal suo nascere, poiché quando
treio vescovo di Melitene fiorito nel de- venne alla luce, tutta la testa avea senza
clinar del secolo IV , avendo battezzato pelo, com'è solito de'bamboli nascenti, ma
s. Eutimio, gli tagliò i capelli e lo mise avea un cerchietto di piccoli capelli simi-
nel numero de'lettori. Ciò dimostra che le alla Corona Clericale'. Anche Sido-
la tonsura clericale è molto antica. Ma nei nio Apollinare, parlando di Germanico
quattro o cinque primi secoli della Chie- vescovo, dice che avea l'abito stretto e i
testa, lasciando di sotto una corona; e non monumenti, e i decreti vescovili che l'im-
r
come usavano i lettori di Galizia, die a- posero, l'ultimo essendo deh 638 di mg.
veano capelli lunghi come laici, e porta- i Solminiac vescovo di Cahors. » Gli eccle-
vano tosato un piccolo cerchietto sul ca- siastici portino la tonsura larga eapparen-
po, poiché in tal modo aveano usato ton- te, ciascuno secondo il proprio ordiue, e
surarsi gli eretici. Il concilio d'Aquisgra- portino piccoli collarini, il capello corto
na e s. Isidoro di Siviglia raccomandaro- e le orecchie scoperte." Anticamente, co-
no la stessa figura, e molli altri già ne fa- ni'anche adesso nelle chiese orientali ,
cevano una stretta obbligazione. Anche non si separava la tonsura dagli ordini.
il p. Chardon dice che alcuni sostengo- Non si conoscevano ecclesiastici di prima
no ch'ella dovea esser tale, per rappresen- tonsura, che sono sì comuni tra noi, e spe-
tar la corona di spine del Salvatore; al- cialmente in Francia, ove la tonsura è un
tri che indicasse il reame e il sacerdozio, sufficiente titolo per possedere i più ric-
perchè i re portavano in capo un cerchio chi benefizi, almeno ne'decorsi tempi. La
d'oro, e i sacerdoti dell' antica legge una tonsura era una parte delleceremonie del
tiara; altri insegnano essere segnale d'im- conferimento degli ordini, di che sono te-
allora- in vari paesi. Lai/ è la descritta, di far lettori i piccoli fanciulli. Papa s. Si-
che chiamavano tonsura di s. Pietro. La ricio del 385 decretò: Chiunque vuol de-
2." quella de'monaci orientali, che si face- dicarsi al servigio della Chiesa deve rice-
vano tosar tutta la testa senza lasciar cir- vere il battesimo, ed esser fatto lettore in-
colo, e chiamavasi tonsura di s. Paolo. Gli nanzi 1' età della pubertà. Anticamente
antichi bretoni ritirati nel paese di Gal- tanto era lungi, che si riputasse chierico
les, nell'Irlanda e nella Scozia, aveano una chi non avea ordini, che anzi nacque dub-
diversa tonsura e non portavano la coro- bio se dovessero contarsi nel clero quelli
na intera, ma solamente un semicircalo che aveano i soli minori. A favor loro pe-
sulla fronte raso da uu'orecchia all'altra, rò decise il 3.° concilio di Cartagine. La
e la parte posteriore del capo era coperta tonsura vieneconsiderata da s. Isidoroco-
di capelli.dimodochèsomigliavanoa quel- me unita agli ordini, e propria di quelli
li che sono naturalmenti calvi. Assai vi che sono consagrati al culto di Dio; e chia-
volle per renderli in tal punto uniformi, ma chierici que'che sono ordinali in qual-
e si trattò di tal altare, come di punto ca- che grado ecclesiastico. La tonsurasi co-
pitale, da'conciliijda're e da'vescovi. Gl'in- minciò nella chiesa latina a darsi separa-
glesi per derisione attribuivano la tonsura tamente dagli ordini, forse nel finire del
degli scozzesi a Simon Mago, chiamando secolo VII, in occasione che molte buo-
la propria di s. Pietro. Le dispute passa- ne persone offrivano loro figli alla Chie- i
rono sino in Francia, ove si procede con- sa, e pregavano vescovi ad aver cura di i
tro s. Colombano e i suoi discepoli, ch'e- loro educazione; il che vescovi fecero vo- i
rano tonsurati come bretoni. Dall'anti- i lonlieri, considerando quella gioventù co-
che pitture si scorge che la tonsura roton- me un seminario proprio a dar soggetti
da si mantenne lungo tempo nelle chiese degni degli ecclesiastici impieghi. Li fa-
e ,
T O N TON 109
«vano allevare con diligenza, davano lo- fanciulli.specialmente allorquando essen-
ro per maestro un vecchio, che d'ordina- do i vescovi divenuti giudici di quasi tutti
rio era l'arcidiacono, gli tenevano nel ve- gl'interessi civili e criminali de' chierici,
scovato, e gli facevano vivere in gran di- o per se o per mezzo de'loro uffiziali, piac-
Ovvero li raccomandavano
sciplina. ne' que loro accrescere il numero di que'che
dipendevano da loro immediatamente.
1
sti fanciulli per la troppa tenera età non tonsura per godere de'privilegi del clero,
;
potevano supplire ad alcun ministero, così quali erano di portar le loro cause al giu-
non lasciavanoditonsurarli in segno della dice ecclesiastico, di non poter esser tratti
1
loro consagrazione aDio,e davano loro l'a- al tribunal secolare per qualsivoglia de-
bito clericale, acciocché loro genitori non
i litto, e di non poter essere battuti senza
' li ritiiasserodal divin servigio. Ecco lafor- scomunica degli offensori, d' esser esenti
;
mola del conferir la tonsura verso il X se- I da taglie o imposizioni, ec. Questi privi-
colo, ossia YOratio adpuerwn tonsuran- legiaveano talmente aumentato il nume-
duin, cavata da un Ordine romano: » Si- ro de'chierici, che molti maritali, i quali
gnor Gesù Cristo, che siete Capo nostro, in nulla distinguevansi dagli altri laici
facendolo passare per tutti i gradi lo isti- cale, la dice altro contrassegno dell'ordi-
tuì diacono. Aggiunge perciò il p. Mabil- ne, il r.° essendola veste clericale,dappoi-
loi), quantunque vero sia il dire, che sul chèil concilio di Trento definì: » Non so-
fine del VI secolo la tonsura d'ordinario limi coronam, secl tonsura, sine habitu,
si dava assiemeco'primiordini,egli è certo sed computative requiritur utrumqiu.'"
tuttavia che in quel tempo ricever la ton- E l'ultimo concilio d'Aquileia dichiarò :
sura e divenir chierico era lo stesso; ou- « Habitum clericalem declaramus cimi
d'è che i monaci erano reputati chierici esse, qui veste talari, et tonsura con-
a cagione della tonsura, che riceveanoper statj si ex duobus alterimi deficit, dici-
mano de'loro abbati. Dimostra inoltre il mus clericalem habitum integrimi non
p. Mabillon, che fino al secolo X i sem- esse"D\ questo segno dell'ordine clericale
plici sacerdoti davano la tonsura clerica- invidiosi gli erelici,procuraronodi toglier-
le, e reca ancora più d'un esempio di lai- lo dalla gerarchia ecclesiastica e Io pose-
ci, che dierono ad altri laici, e quali
la i ro in derisione, principalmente i valdesi;
perciò divennero chierici, ne'secoli infeli- e poi l'empio Wicleff, il quale anche alle
ci cioè, ne'qualiper entrar nel clero ba- donne attribuiva l'uffizio del sacerdote, e
stava saper leggere e scrivere, ed un let- perchè fossero i suoi discepoli derisi li fa-
tore doveainteudereciò che leggeva, men- ceva comparire rasi in capo. Dipoi Lutero
tre un sacerdote dovea esser cap;ice d'in- nel libro, De instiluendis Ecclesiac, bef-
segnare. Molto tempo dopo si cominciò a feggiò e schernì acremente i chierici per
fare per gli adulti ciocché facevasi pe'soli porlare la tonsura. Ma quanto s'ingan-
no TON TO N
nassero questi furiosi nemici della chiesa zioni potessero gli ecclesiastici facilmente
cattolica, in condannare segni della stin- i essere riconosciuti dagl'infedeli. Dice pu-
tila clericale,impugnandoli contro l'anti- re, che se s. Gregorio di Tours scrisse: Pe-
ca autorità e uso praticalo da lutti cat- i trus Apostolus ad hiunilitalem doccn-
tolici colla sagra tonsura, lo dimostrò il dam caput desuper tonderi insti tuit, non
p. Bulinimi, celebrandone l'antichità usa- fu pe'soli ecclesiastici, ma per tulli i fe-
ta dalla Chiesa sino dal tempo degli Apo- deli, e <;he si deve intendere, che non do-
stoli, benché confessa ignorarsene il pre- veano fare la chierica o Corona, ma sola-
ciso principio; aggiungendo sull'antico e mente per modestia tosare i capelli, onde
misterioso uso della tonsura la testimo- fossero più collidi quelli degl'infedeli. 11
nianza di s. Gregorio di Tours, De gloria vescovo Saussay volle sostenere per vero
Martyrum, lib. i , cap. 28, e dicendo che il decreto di s. Aniceto, secondo altri al-
s. Pietro siccome costituito capo e guida terato, e si studiò provare che tutti del cle-
della chiesa nasceute, ad humiliiatcmdo ro, anche in tempo delle persecuzioni, por-
cendant caput desuper tonderi instituitj tassero la tonsura sino al tempo di s. Sil-
e ciò fece ancora secondo Alcuino, Di-, vestro I, come
apparisce dall'antiche im-
Tonsura clericali, ad simili tudinem spi- magini dimusaico e da'eodici antichi; ed
nac coronae Domini. Il vescovo Saussay, il p.Bonanni riportò alcune favorevoli te-
De Panoplia clcricalis seu de clcrico- stimonianze della tonsura portata all' e-
rurn tonsura et habitu, espose un'imma poca delle persecuzioni, onde da' tiranni
gine dis. Pietro antichissima, e dal p. Bo- fu derisa e tormentati chi l'avea, secondo
nanni riprodotta a p. 1
34, io cui dice egli le sue narrazioni di s. Benigno, di s. Cri-
si vede l'Apostolo uon calvo, ma tosato solio, di s. Ferreolo, di s. Ferruzione, di
nella cima del capo circolarmente. Dal- s. Patroclo. Anzi dice che nella Ilierarc.
l'esempio di s. Pietro, crede che la tonsu- eccles. cap. 6, di s. Dionisio Areopagita,
ra cominciossi a praticare nella chiesa da fiorilo nel i. "secolo, così descrisse il rito
chi era ascritto uel clero, il che però non della tonsura al suo tempo. Sacerdos cum
fu uniforme in tutti e nemmeno negli a- signo crucis coiisignatum tondet, irei
posloli, riportando quanto ne scrisse Be- Personas divinac Dealitudinis invocan-
da, del qual parere furono oltre il citalo do, omnique veste detracta cum alia in- ,
s. Gregorio, s. lsidoro,De divin. qfjìc. cap. duit. Sicché conclude, in cjuel tempo si
4, e Geolfrido abbate presso lo stesso Be- praticava la tonsura, e si conferiva a chi
da, /list. Augi. Non si sa però, soggiunge voleva essere ascritto al Se però l'u- elei o.
dicò essere più probabile, che ne'primi 5 costarsi ul misterodi quella usata dal prin-
secoli fosse ordinato a' chierici, che por- cipe della gerarchica ecclesiastica s. Pietro.
tassero i capelli alquanto più corti de'se- I monaci cominciarono a usar la totale
eolari, e che nulla si prescrivesse circa la rasura del capo, perchè godevano nell'es-
tonsura o chierica, e ritiene non verosimi- ser derisi per amore di Cristo. Il p. Bonau-
le che il clero apparisse con lai distintivo, ìu dopo altre testimonianze prò et con-
per cui in tempi pericolosi delle persecu- tra, dichiara: che ue'3 primi secoli tra le
T ON TON in
turbolenze della Chiesa fu praticato l'uso condo l'Arcudio,Z)c Tons. lib. 6, notis ad j
della tonsura, ma senza alcuna legge sta- Euchol., e il p. Goar, ad Ora tio capi l-
bilita, onde chierici molte volte appena
i lorum. La 1 .'è quella che il sacerdote con-
si potevano distinguere da'secolaii; quin- ferisce a'bambin'1,0 nel battezzar!i,ovvero
di passa a trattare nel cap. 35: Come fu 8 giorni dopo il battesimo, e talvolta an-
stabilito nella Chiesa Fuso della tonsii' che più tardi. Questa non gli alza sopra
va. Riferisce die Marlene rifiutò la sen- i laici, ma solamente dimostra chela of-
tenza di quelli, quali affermano, che la i frire a Dio i capelli, che loro si tagliano,
tonsura clericale in forma di corona co- si consagrano per sempre al suo servigio.
minciasse nella fine del V secolo ; che si Questa tonsura era altre volte ancora in
praticasse nel principio del III secolo e si uso nella chiesa latina. La 2." tonsura elei
mantenesse sino a s. Leone I del 44°> s ' greci è quella che il vescovo conferisce a
lia dal Saussay. Tale usanza dopo s. Leo- coloro, che sono disposti a ricevere gli or-
ne fu poi praticata non solamente da'
I dini, e questa propriamente è la tonsura
Papi e da' vescovi, ma anche da lutti gli clericale. Arcudio stima che la /tonsura 1
ascritti al clero, a' quali tutti secondo i sia abusiva, ma viene confutato dal Thiers
gradi di ciascuno fu prescritta, e confer- col p. Goar, come non del tutto istruito
mata da costituzioni, sinodi e concilii ge- nelle pratiche di sua chiesa greca. Quan-
a
nerali, rammentati col decretato dal p. to alla 2. diesi conferisce a'ieltori e ai
Bonanni. Chiaramente nel sinodo d' Ir- cantori nell'ordinazione, il lettoreeil can-
landa tenuto da s. Patrizio nel 456, col tore colle preghiere e leceremonie lascia-
! can. 6, scomunica il chierico, che non
si no iloro capelli e li consagrano a Dio. Do-
purta la tonaca e la tonsura. Di s. Gre- po che si sono tagliati i capelli al cantore
gorio 1 del 590, afferma il contempora- in forma di croce in 5 parti della testa,
neosuostoricoGiovanui Diacono, che nel il diacono dice: Preghiamo il Signore, che
,
suo capo era, corona rotimela, ctprctio- in luogo de'capelli, che gli sono stali ta-
no da' tempi degli Apostoli che promul- spetto, di timore, di santità e di giustizia.
garono l'evangelo. I greci si distinguono Il vescovo inoltre domanda aDio la per-
da latini, poiché menti e questi tagliano! severanza pel cantore in tutte le funzioni
capelli intorno all'orecchie (però non tut- dell'ordine, che potrà ricevere IO avve-
ti) e sopra il capo hanno la chierica ton- nire, e ciò in considerazione d'essersi fat-
da, i greci l'usano, ma conservano i ca- to tagliare capelli per amor di Dio. Il
i
pelli lunghi e li lasciano pendere verso la vescovo domanda pure a Dio, che com'e-
schiena, benché dall'antiche immagini de' gli mandò Abramo p<:r tagliare capelli i
santi greci rilevasi l'uso contrario: i greci a Melchisedech, eche f<\ vori delle sue gra-
. oltre i capelli lunghi nutriscono la barba, zie gli Apostoli allorché gli assistè quan-
che i latini radono. Noterò col Thiers,
si do si tagliò ad essi i loro capelli, ispiri an-
che la chiesa greca usa i\ue tonsure, una cora al lettore, per e>se:si tagliati i pro-
de'battezzati, e degli ordinanti l'altra, se- pri a im Unione di Melchisedech e deg'i A-
uà TO'N TON
postoli, l'amore della giustizia e della san- e ciascuna colla sua tonsura o chierica la :
tità de'costumi, affinchè vivendo secondo r/del greco con capelli lunghi e avente
a
la sua santa legge meriti d'assidersi alla la chierica più verso la fronte; la 2. del
sua destra nel posto de'predestinati. Ag- francescano con grande chierica e larga
giungerò quanto il vescovo Sarnelli dice corona di capelli , ossia la testa è tosata
a
nelle Lettere ecclesiastiche, t. 8, lelt. 5: tranne tal corona; la 3. del cappuccino
Della tonsura clericale, presso i greci. con barba lunga, ma del tutto tosato, ciò
La tonsura de'bambini battezzati è una che oggi non si usa interamente, poiché
ceremonia presa da'nazareni, rito che se- la loro larga corona di capelli restando più
condo s. Cirillo gli ebrei appresero in fi- in alto, la grande chierica è verso la fron-
glilo, e che da Dio per Mosè fu trasferi- te, ossia propriamente sulla sommità del
to nella legge, per non distorti del tutto capo, come anticamente praticò il resto
dalle ceremonie da loro vedute tra gli e- del clero; la 4-* del monaco con testa tosa-
giziani. Quanto alla tonsura ecclesiastica ta, eccettuato una stretta corona di capel-
a
del cantore e del lettore, edalla storia che lina 5. del sacerdote secolare colla chie-
Abramo per comando di Dio fece taglia- rica ordinaria sulla parte posteriore del
re i capelli a Melchisedech, e che il Sal- capo; la 6/ del vescovo con grande chieri-
vatore fu presente quando gli Apostoli se ca; la 7/ dell'eremita con barba lunga e
a
li tagliarono, al Sarnelli sembra apocri- testa tosata; l'8. del chierico secolare col-
fa, giacché ueW lùteo logio stampato a Ve- la chierica un poco più piccola del sacer-
nezia nel i6g3,nell'orazionedeir^rttfg7JO- dote. Indi dice del costume de'giorgiani,
ste o Psalle, che vuol dir lettore e can- i chierici con grande tonsura tonda in ci-
tore, non vi è tale orazione, percui e per- ma alla testa, ed laici con tonsura qua-
i
ciò che riporta la crede priva di foncla- dra. Ricorda la discorsa tonsura imposta
inen'o. Osserva poi, che non prima del polacchi da Benedetto IX, e dice
a'Iaici
secolo IX i greci lasciarono crescere la che universalmente parlando, la forma
chioma per odio de'latini, sotto l'intruso della tonsura clericale dev'essere tonda,
patriarca Foca, radendo in giro solamente come si prescrive da'sagri canoni, ma la
icapelli di sotto sicché la tonsura non ap- grandezza non trovasi determinata. Il con-
paia. Nel rito greco non vi è altro ordine cilio però di Salisburgo del 1274 avver-
minore, che la tonsura, sahnistato e let- te che la chierica del chierico dev'essere
torato, che formano un ordine minore e differente da quella del sacerdote, e che
si danno tutti insieme. Tornando al p. Bo- questa dev'essere maggiore. Già il conci-
nanni, il clero latino mantenne l'uso dei lio 4-° di Ravenna avea dichiarato: Si in
capelli tagliati sino alle orecchie, dal qua- sacris Clerici fueriut, aut beneficiati in
le differiscono monaci, poiché questi ra-
i Ecclesia cathedrali, vel collegiata vene-
dono il capo totalmente (cioè alcuni), la- rabili , ad servandam conditionem sui
sciando solamente un piccolo giro di ca- status, por te nt latiorcm^alii vero medio-
pelli sopra le orecchie in forma di coro- cre/n, vel minorali suis statibus convc-
na (quelli che non radono il capo col-
si nien te/n. Il concilio di Toledo deli 47 3 col
le forbici formano un solco da una tempia can. 1 4 prescrisse a'chieiici di quella chie-
all'altra, in forma di corona). Sono anche sa la chierica quantitatis unius regali*
differenti molti religiosi, principalmente i etc, la quale forma è simile a una parai
francescani, i domenicani ed altri, qua- i cola della comunione. Crebbe poi col tem-
li hanno la chierica larga e ritengono una po la forma della chierica, e raccomanda-
corona di capelli, che circonda tutta il ca- ta al suo clero di Milano da s. Carlo, on-
po sopra le orecchie. Queste diversità il de fu usata da' sacerdoti grande quanto
p. Rumami le di musila cou 8 immagi ut un'ostia della messa, e tal forma somigliò
T N TON i . 3
aquella ordinata neh 5t)o dal concilio di Giulio I, Liberio, Si rido, Innocenzo f,Zo-
Tolosa con queste parole. Tonsura sit sioio, Celestino I,e dagli altri sino a Giulio
conspicua, non eaquidem in omnibus eie- che dopo la presa diBologna e per incu-
11,
ri<is una, sed major sacerdotali*, digi- teremaggiore riverenza seta lasciòcresce-
tis tribus undequaque a vertice pateatj re; quindi pel sacco diRoma fece altrettan-
duobus diaconalis, angustior minorimi toClemente Vile fu imitato da'successori,
ordinimi omnium, sit minima, et digito finché nel secolo XVII cominciandosi da'
widique sit dedite ta. Perchè tal segno Papi in parte a raderla, lasciandosi i balli
E poi molte cose che sono lecite a'greci, se Clemente XI e fu imitato da'successo-
noi sono pe'latini,come il matrimonio ai ri. Termina il p. Bonanni con dire, che
diaconi e la consagrazione del pane fer- tale rasura fu praticata uella chiesa d'oc-
mentato de'sacerdoti. Come latini non i cidente in quasi tutto il clero; essere lo-
riprendono perciò greci, cosi questi non
i devole e perciò praticata anche dagli or-
devono impugnarci latini. Forse l'uso del- dini monastici perchè con essa si priva
,
la chiesa greca di nutrire la barba e ca- i l'uomo d'un ornamento per dimostrare
pelli procede dalla legge antica, come si la servitù a Dio professata (come fanno
legge nel cap. ig del Lenitico, Ne radetis le Religiose col taglio de' capelli nelle
barbam, confermando tal uso il concilio loro professioni, il che ricordai nel voi.
di ÌVicea cou addurre l'esempio di s. Pie- LXIX, p. i4°)- Ricorda per ultimo l'av-
tro e di s. Paolo. Che l'avessero anche gli verlito e il riportato dal Sarnelli che ,
ludibrio fu da'gentili raso, barba rasus, bonum" cimi Gloria Patri tic. Quo ex-
et capite decalvatus. Ma siccome vedesi pleto repetitur Antiphona » Sicut ros".
l'immaginedis. Pietro barbata.credeSar- Qua finita, Ponti/ex deposita mitra
nelli che gli crebbe nelle carceri, ove non surgit, et stans versus ad illuni, dicit:
potè farsela radere dal barbiere;e ben con- » Oremus. Deus cui providentia, omnis
siderando la sua effigie, si vede la barba creatura incrementis adulta congau-
cresciutaad un volto raso, per esser corta det,preces nostras super hunc famulum.
ed eguale in giro. Tale rasura, come notò tuimi j uveiti lis aetate decore laetantemj
Saussay, fu mantenuta ne'primiPapi i ss. et primis auspiciis attondendum exau-
Cleto, Sisto I, Aniceto, Pio I, Fabiauo, di, ut in omnibus protectionis tuac mu-
VOL. I.XXV1I. 8
i.4 TON T O N
auxilio, aevoque largiord prove-
in'iu.s ca: Cecidit corona capi tis nostri. Chedel-
ctuspraescntis vitaepracsidiis gamica/, la rasura e tonsura, che formano la coro-
ctfuturae. Per Dominimi nostrum eie." na cbiericale, sono pieni i sagri concilii si
clesiastica disciplina, dolente di veder io- sgressoii. 11 Sarnelli ne riporta i canoni, iu-
ti adotta la corruttela di nutrire la barba ad clusivaineute al concilio di Trenlo,alle re-
imitazione dc'mondani, volle rimediarvi. goleecclesiastiche,non menoche al seguen-
Esortò paternamen-
tutti gli ecclesiastici te contenuto dell'editto d' Urbano Vili.
te a portar la barba rasa, dimostrando >• Che tutti quelli, chesono nell'ordine sa-
quanto ciò convenisse, ed egli stesso ne die gro, ovvero che tengono benefizi ecclesia-
l'oempio. 11 dotto vescovo Sai nel li ci die- stici, o servono con salari nelle chiese, por-
de, oltre hi ricordala lettera, 3 altre let- tino la tonsura chericale della grandezza
ficati, simboli e spiegazioni che le furo- il capo o raderlo interamente nella parte
no date. Perciò ora solo mi limiterò ad superiore fu comandato da tale canone,
accennare qualche tratto che reputo me- acciocché i cattolici si distinguessero da-
ritevole. I chierici non dovere radersi tut- gli eretici. Dichiara quindi, che la rasura
ta la testa, per non mostrare di giudaiz- nostra esser dee ne'sacerdoti grande quan-
zareco'nazarei, né d'imitare i superstizio- to un'ostia della messa, ne'diaconi alquan-
si sacerdoti gentili che radevansi tutti i to più piccola, ne'suddiaconi ancora meno,
peli del corpo e i capelli del capo. Chia- ecosì di grado in grado; ma che ninna, per
ma la tonsura clericale, rito d'antichissi- piccola che sia, non sia minore d'un'oslia
ma tradizione, ed accettala da ogni pro- piccola o particola della comunione. Dice
vincia nel ricevere la fede di Cristo; ed es- poi che tra la tonsura de'chicrici e quella
sere composta corona cbiericale di ra-
la de' monaci vi è stata sempre differenza,
sura e di tonsura Duplex corona, cir-
: poiché monaci usarono di radersi non
i
concide i capelli in modo di sfera, sicché leggedi Giobbe quando ebbe le nuovedel-
la corona è formala dal capello che lun- la perdita delle cose sue, e tosandosi il ca-
go pende dalla rasura infìuo sull'orecchio po adorò e benedì il Signore, presso Isaia
o al più alla metà di questo, perciò non e Michea, ed altresì presso gentili. ISuu i
saper lodare coloro che si tosano tutto il bastare il portarla chierica, essere neces-
capo, sembrandogli udir Geremia, che di' saria pure la tonsura del crine, che giri su
T O N TON n5
per P orecchie e che non cuopra la cer- Dei , crine pracciso innovcnlur , ut hoc
vice ; e che i greci oltre la chierica devo- signo, et religione vilia reseccnlur, et
no portare l'inferiore tonsura, e non nu criminibus carnis nostrae quasi crini- ,
trire la chioma come fanno, la quale de- bus,exuainur, expoliantes nos vetcrem
v'essere accorciata in forma di corona. De- lioniinemcuni actibus suis rfuamrenova-
plora Sarnelli que'latini, che tengono la tioneni in mente oportet fieri',sed in ca-
thioma rilassata senza scrupolo e vergo- pite clemonstrari nb ipsaméns nosritur
gna, e però tali preti doversi rigettare dal- h ahi la re, come dice s. Isidoro, De divìn. of-
l'altare, pe'canoni che riproduce,e la bolla fic; non che distia grandezza emisteriosi
Cum sacrosanctam dì Sisto V del 3 gen- 1 significati. Dice quindi che il concilio di
naioi 588 01589; concludendo, che solo Trento prescrisse a' giovani cheentrava-
gli eretici impugnarono la corona cleri- no nel semiuario, Tonsura statini, a tane
cale. Quanto aHa lettera sulla Barba, per liabitu clericale scinper utentur. Questa
tale articolo e pel qui riportato col Sar- dichiara l'unica ceremonia, con cui do-
nelli, sia della rasura che della tonsura, veansi ricevere gli incombendo al
alunni,
altro non mi resta a dire col dotto vesco- direttore di fare ad essi comprendere l'alta
vo, che siccome la chericale corona de'ca- slima, con cui debbono ritenere la tonsu-
pelli da' Padri è spiegata per quella di spi- va,e custodire fedelmente l'abito clericale,
ne del Redentore; così la barba nuda di Su tal riflessogli antichi Padri prescrisse-
peli, ne denota Io sveltimento de'peli della ro la tonsura patente, eziandio colla pena
barba del medesimo; per la quale egli ti- di rigorosi anatemi, come può vedersi nel
rato e strascinato fu nel colmo de'suoi do- cap. Si quicx clericis 23, dist. 23, e ne!
lori, come afferma Taulero , De vita et cap. 4> Oc vita et hontsU cleric. Che il
Pass. Clirist. e. 17 Lnus quidem sputa: concilio di Trento, benché più mite, or-
infacicm ; alius in caput, aliusin collo dinò che disubbidienti fossero privati de'
i
pugnos ingenerabat j liic crinibus , ille privilegi del foro e de'beuefizi allorché li
barba trahebat. Quindi è che s. Pietro, abbiano; lo stesso con maggior vigore fu
cui per obbrobrio de' gentili gli fu raso inculcato colla detta bolla di Sisto V, e
il capo e la barba, e in riflesso ancora al poi da Benedetto XIII colia bolla Catho-
pntito nella Passione dal divin Maestro, licae Ecclesiae,óe2maggio 1725. Il Cec-
volle che quanto
accadde per ignomi»
gli conicompendia quanto riguarda questo
nia, restasse ne'ministrideH'altareper mi- grave argomento con dichiarare: Che il
stero. Ed Onorio Augustudunense spiega: chierico mediante il taglio de'capelli di-
Quia autcni barbam radiinus,imberbes venuto volontario schiavo del Signore, co-
pucros similamus, quos si humìlitate i- ine Nazarei, interamente si consagra al
i
mitabimur, Angelis qui scinper j'uvenili suo servigio. Con questo segno esterno di
ac tate flore nt > aequabimur. Il vescovo religione si ricorda a lui di dovere elimi-
Cecconi , Istituzione dei Seminarli . di- naie suoi vizi, e procedere con vita tni-
i
mente misteriosa èia chierica nella som- Piocco, con l'impiego d'organista di sua
mità della testa, la quale in altri tempi chiesa; non però trascurò l'esercizio della
costuma vasi in forma di corona, fatta dal curia, la quale gli aprì la via alle supre-
taglio de' capelli come si ritiene dal Pa- me dignità ecclesiastiche. Destinato da
pa (cioè sino al tempo suindicato) e quasi Francesco Borghese in procuratore delle
da tutti i regolari. Nel distaccarsi gli ec- cause di sua casa, per mezzo del fratello
clesiastici dall'aulica disciplina, restrinse-! Orazio fu fatto conoscere all'altro fratel-
ro la chierica in modo, che convenuo-al lo cardinal Camillo Borghese, il quale di-
concilio di Palencia del 1 386 prescriverla venuto Paolo V lo prese al suo servizio.
nella grandezza d'un'ostia, e permaggior Indi tutti gl'interessi della casa Borghe-
autentica fu appi ovato e confermato dal se furono affidali alla sua diligenza e fe-
Papa Urbano VI. Finalmente osserva, a deltà, ed inoltre venne assegnato per u-
maggior confusione di coloro che quasi ditore generale al cardinal Scipione Caf-
hanno rossore di portar sì nobile distin- farelli Borghese nipote del Papa, presso
tivo, che alla chierica si attribuisce il pre- il quale porporato in breve giunse a tal
gio come ad una caparra del futuro regno grado d'autorità, che trattava non solo
promesso al reale loro sacerdozio. Men- gli affari privati della famiglia, ma pub- i
tre pe'suoi misteriosi significati con isti- blici ancora della camera apostolica. Pao-
sica, non meno che alla scienza legale, al femia deformata da un fortuito incendio,
cui studio si die a insinuazione del pa- e donò alla cattedrale ricchi arredi, e per
dre nell'università di Bologna, nella qua- mostrare la sua gratitudine e riconosccu-
TOP ^ TOR 117
za a Paolo V suo beuefattore, eresse nel d'Aphaereraa, Lida e di Ramatila. A-
di
poi istituì erede universale de'suoi beni, lio del 4' 5 contro Pelagio, e per la sede
fortuua. Fu ancora benemerito della cu- le città di Azoto, Jamnia e Fasaelide, che
ria romana, perchè esercitando la carica Erode il Grande lasciò in testamento a
di datario con suprema autorità, unico Salome sua sorella, di cui feci parola a Te-
suo scopo fu sempre di promuovere sog- trapoli" o regni divisi in 4parti,ec; e di
getti meritevoli, senza alcun riguardo al Azoto e Jamnia anche a tali articoli, sic-
proprio genio e soddisfazione, o a' suoi come poscia sedi vescovili, ambedue cele-
privali interessi. Intervenne al conclave bri e antiche città de' filistei, e lai.' Sa-
di Gregorio XV, dopo il quale chiuse la trapia de' medesimi.
carriera del viver suo in Roma nel 1622, TORCE LLO, Torccllwn, Dorcaeum.
di 56 anni, ed ebbe la tomba nella chie- Sede vescovile e isoletta del regno Lom-
sa del Gesù con onorevole epitaflìo, posto bardo- Veneto,provincia e distretto di Ve-
avanti l'altare di s. Ignazio dal nipote An- nezia,nellecui lagune dell'Adriatico si tro-
tonio Tonti. va al nord-est 1 leghe distante. Fu que-
TOPARCHIA. Signoria, governo d'un sto uno de'primi asili di quegl'italiani che
luogo,d'unaprovincia;piccolostato,picco- fuggendo all'invasione de'barbari, si reca-
lo governo composto d'una sola città obor- rono nelle venete lagune a cercare liber-
go,o d'una piccola provincia o regione: ter- tà e sicurezza, e quindi fondarono la già
mine greco che significa luogo e coman- famosissima e possente repubblica vene-
do. Quindi si disse Toparco o Toparca ziana. Surse su quest'isola una grande e
il possessore o governatore d'una topar- cospicua città, sede di moltissime tra le
chia ; e Procopio cos\ chiamò 1'
armeno più nobili veneziane famiglie. In appres-
Abgaro re d'Edessa, e toparchia il suo re- so, Ira per l'ingrandimento di Rialto, ora
gno. La Giudea fu un tempo divisa in le 'lezia (f~.), dove fu fissato J centro del
io toparchie, al diredi Plinio. Neh. lib. governo, per la gravezza dell'aria cagio-
de' Maccabei parlasi di 3 toparchie, cioè nata dalle viciue puludi,eper lo estinguer-
i . 8 TOR TOR
si di varie famiglie , andò scemando dei sula occuparunt , Torcellum aedifica-
primari abitatori, sicché rimasta pres-
Mftoi runt,illamcpie civitatem Torcellum .(pia-
soché deserta, cadde in rovina, né più se si Torricellum a sexta parte excisac ci-
ne vedono che scarsissimi avanzi. L'ur vi vitatisappcllarunt. Primamente convie-
ìimaneano mólta chiese, conventi e mo- ne ricordare, che Aitino {V.), città già ce-
nasteri; ma anche questi ora del tutto ce- lebre nell'antica provincia terrestre, con-
dono al tempo e all'abbandono in cui si vertilo dal gentilesimo alla fede cattolica,
trovano, né ad abitar l'isola vi hanno che fu decorato colia sede vescovile, e anno-
alcuni pescatori, vignaiuoli e ortolani, i vera fra'suoi vescovi s. Eliodoro, che ne
quali conservano a'frutti del luogo quel- divenne poi il principal protettore; si re-
l'eccellenza ondefurono in ogni tempo fa- se poi famoso il vescovo Pietro, poiché in-
in piedi, che per le sue singolarità viene timo Papa s. Simmaco (F.), nel 5o3 rin-
visitata di continuo quasi da tulli i visi- novati tumulti co' suoi fautori, il goto
i
simi; macia ultimo, a motivo dell'insalu- talia, distruggendone le più illustri città,
brità del soggiorno. neppure il proprio suo e fra queste Concordia, Padova ed Aiti-
vescovo più vi abitava, recatosi a dimo- no, donde ne fuggirono nel ^5i i princi-
rare in Murano, altra isola delle venete pali cittadini altinati,ricovrando le loro fa-
lagune, ad un 4-° di lega da Venezia, pure miglie nelle contigue lagune, ove si cre-
altro luogo di delizia della veneta nobil- dettero in salvo dal furore de' barbari.
tà, per la salubrità di sua aria. Il dotto Quivi 6 principali isolelte fermarono
in
senatore Flaminio Corner o Cornaro ve- la loro abitazione, chiamandole co'notni
neto ci diede: Notizie storiche delle chie- delle porte di loro patria, Torcello, Mazor-
se e monasteri di Venezia e di TorceU bo, burano, Murano, Annoiano e Costan-
lo, Padova iy58. Ed il p.d. AnselmoCo- ziaco. Partilo poscia d'Italia, e poco dopo
stadoui camaldolese scrisse le Osserva- morto il terribile flagello di Dio Aitila,
zioni intorno alla cjiiesa cattedrale di ritornò la maggior parte degli attillati a
Tonello, e ad alcune sagre sue antichi- ridonarsi alla loro patria, rialzandola dal-
tà, pubblicate ne! 1750 dal p. Calogeri le rovine. Ma pe' danni recatile nel 568
nella Raccolta d'opuscoli, ì, 43, p. 255, da Alboino re de'longobardi, per l'eleva-
Prima di essi l'Ughelli nel t. 5 dell'Italia zione dell'acque dell'Adriatico, ed inoltre
sacra a p. 36o, Torccllani Episcopi) a-
1 rinnovatesi nel 635 le feroci incursioni
vea stampalo colla serie de' vescovi le no- nemico di-
sotto Rotari re de'longobardi,
tizie storiche di Torcello, ove dice: Alti- chiaralo del nome e dell'impero romano,
natcs post suae civilalis ejecidium qui ,
gli altinesi vedendo preso Oderzo e poi
. jhiludibus circa Vcmtias UUaiUcs in- bruciato, e già per tradizione de' loro
TOR TOR 1
19
antenati avendo appreso quanto fosse lo- specialmente per le ricchezze e pel com-
ro riuscito sicuro il ricovero delle lagune e mercio.e Costantino VI Porfirogenito, tra
paludi di Torcello, qui vi sotto la direzioue i luoghi veneziani nominò il grand'empo-
di Paolo loro vescovo si condussero, seco riodi Torcello, poi divenuta una delle più
trasportando quanto aveano di prezioso, disabitate isole di quest'acque." In una let-
chiese, ch'erano i corpi de'sauti Teonisto, ta uegli alti del còucilio di Costantinopo-
de'vescovi d'Aitino di cui ci sia pervenuta to Paolo vescovo d' Aitino, humìlis epi-
todal Corner, ed il restante del tesoro ec- lo, dice il Corner, dovrebbe nella serie dei
clesiastico colle ricchezze de'cittadini. Sta- vescovi collocarsi fra Giuliano e Diodato
bili il vescovo Paolo la sua sede iu Tor- vescovi; se pure, il che è più verosimile,
cello, ove innalzò la città e anche destiuò uon siasi per errore trascritto dalla lette-
il silo per lanuova cattedrale, ma preve- ra sinodale il nome della chiesa Attuiate
nuto dalla morte pochi mesi dopo il suo invece d'altra consimile, comesi legge nel-
ai livOjOe lasciò la cura dell erezione al suo l'indice de'concilii dell'Arduino, di Agnel-
successore. Questi fu Mauro o Maurizio, lo vescovoToi celiano oTorcellinodel487,
il quale dopo avere per autorità di Papa vale a dire più d'un secolo avauti che iu
Severino, coll'assenso del patriarca diGra- Torcello vi fosse vescovo. Stima Corner,
du, di cui era sulfiagauea la sede d'Aiti- che la meuo incerta serie de' vescovi di
no, (issala la sua dimora perpetua iu Tor- Torcello sia la seguente. Successe a Mauro
cello, oltre la chiesa cattedrale, eresse per nel vescovato Giuliano, che nel lungo cor-
divina rivelazione circa il 640 molte chie- so del suo governo vide accrescersi il de-
se ne'diversi sili della nuova diocesi, ed il coro di sua diocesi colla fabbrica di nuo-
monastero monache di s. Giovanni
delle ve chiese. Indi verso il 697 Diodato o A-
Evangelista. Tanto uarra il Corner, men- deodato abbellì e perfeziouò la cattedra-
tre ad Altino dissi che una cronaca nis. le, dedicandola alla B. Vergine. Assunta in
permesso traslocamelo della sede vesco* ss. Reliquie trasportate da Aitino. Gui-
vile da Aitino a Torcello, la quale nuo- tonio riportato dall'Ughelli, ma nou ne
va città però sino al secolo XI trovasi det- fa menzione Dandolo, né laccuratissi-
il
che l'isola su cui specialmente i fuggitivi dopo avere peralquauto tempo que-
retta
attillati innalzarono le loro abitazioni, uon sta chiesa si Dio in un mo-
ritirò a servir
prese subito il nome di Torcello, ma di nastero. Giovanni nominato nella della
Nuovo Altino.\j& nuova città divenne poi ci oliaci, invece del quale il Coleìi anno-
doge fatti impiccare.Senatore acquileiese, Giorgio Maggiore, ove mentre con fervo-
morto verso I874. Domenico II Calopri- re predicava, una cieca, mula e sorda si
110 abbate del monastero d'Aitino, e già gettò a'suoi piedi e per intercessione del
monaco di s. Ilario, per essersi volontà- santo ricuperò sentimenti. i Neh i5i Pie-
namente reso eunuco fu scomunicalo da Ira Michele, per la cui morte canonici
i
Pietro Mai tulio patriarca di Grado, che elettori si divisero in due fazioni, ed aven-
ricusò anco d'assentire alla di lui elezio- do l'arcidiacono eletto uno, gli altri elet*
ne in vescovo di Torcello e di consagrar- tori lo rigettarono come scomunicato, e
lo. Insorte perciò inimicizie fra il patriar- chiamarono al vescovato un altro, onde
ca e il doge Orso Partecipa/io, furono poi Papa Alessandro III rimisela decisione al
riconciliati a condizione, che Domenico patriarca di Grado e ad altri due giudici
non fosse contagiato vescovo finché vives- delegati. Nel 1 58 Angelo Molino arcidia*
1
vescovo, comechè contro lo statuito dai tervenne al concilio di Laterano III nel
canoni. Benedettogli sdccesse,quindiGio- 1 179, ottenne da Federico I un imperiai
vanni II di Torcello, e successivamente diploma a favore di sua chiesa, ed altro
Giberto, Pietro, Marino, Domenico III ne impetrò da Urbano III, riprodotto poi
figlio di Pietro Candiano Ve-
111 doge di da Eugenio IV e pubblicato dall'Ugliel-
nezia morto nel <)5q; Milito o Mineo o li, con altri documenti riguardanti ve- i
Marco veneziano, ambizioso intruso simo- scovi di Torcello, e morendo verso ili
197
iliacamente, fu aceiecalo da' veneziani a fu sepolto nella cattedrale. Immediata*
persuasione del doge. Giovanni III gli sue- mente il successe Stefano Capellizo, indi
cesse in dello anno; Valerio nominato in Giovanni V Moro, sotto il quale fu fon-
un documento del qqq vescovo della s. data da Marco Trevisani la celebre ahba-
Chiesa Altinate, e morto nel 008. Orso 1 zia cisterciense di s. Tommaso de'Borgo-.
li doge di Venezia, col fa-
figlio di Pietro gnoni, che fiorì per uomini illustri, e eo-
voredel quale fece riedificare la cattedra •
struì monasteri nell'oriente, l'Ughelli ri-
ge suo fratello esiliato, che trovò morto, sa di a. Mauro di Borano ned 1214 per
e nel o4o intervenne al concilio proviti-
1 fabbricarvi un monastero, e morì nel
ciale convocato a Venezia nella chiesa di 1 2 5. Stefano Natali, che erroneamente
1
cano, che morto nel 1 2 56, in di lui luogo vescovo Tolomeo da Lucca alcuni bre-
fr.
elessero canonici i Simeone Mauro pieva- vi Annali della storia profana, dal 1060
no di s. Barnaba, perciò escluso da Inno- fino al 3o3, ed una Storia ecclesiastica
1
rano Quirini, ma più probabile sembra finoal 3 2 circa. Nel i328 fr. Bartolomeo
1 1
fr. Egidio bolognese domenicano del 2 5c> 1 Pasquali o de Piscialis bolognese domeni-
e morto nel 1289. Enrico Contai ini del cano, altro discepolo di s. Tommaso d'A-
1290 visse pochi mesi. Alerone neh 291 quino e maestro del sagro palazzo (ove
eletto da Nicolò IV di cui era cappellano, dissi diversamente dal Corner, onde va
intervenne nel 1296 al concilio provincia- letta l'aggiunta dal Coleti fatta all'Ughel-
le di Grado, e morì circa il 3o3. Gii fu 1 li, nella quale distingue due fr. Bartolo-
subito sui rogato d. Francesco Tagliapie- mei vescovi di Torcello), morto neh 335
tra abbate di s. Nicolò del Lido, che ap- e sepolto in Venezia nella chiesa de'ss. Gio-
provò il nuovo monastero di s. Nicolò di vanni e Paolo de'suoi domenicani. Gli suc-
Mazorbo, trovò nascosta nella cattedrale se in detto anno Giacomo Morosini dele-
s. Teodoro martire e la collocò
la testa di gato apostolico di Papa Benedetto XII a
in luogo più decente, e stabilì del proprio prosciogliere nel 1 339 dall'interdetto il
Nicolò dell'episcopio. Morto nel declinar tà stessa. Il Coleti col Bouoli corresse l'U-
del 1 3 1 3 o nel principio del 1 3 1 4. per po- ghelIi che die in successore a Bartolomeo
co gli successe fr. Francesco Dandolo for- Ir. Michele veneto domenicano, invece ve-
se camaldolese. Domenico IV nel 1 3 1 7 fu scovo di Chioggia. Neil 35 1 d. Petrochi-
traslato a patriarca di Grado, per rinun- no Casalesci di Ferrara, canonista e teo-
zia di Giuliano priore benedettino di s. logo chiarissimo, già abbate di s. Cipria-
Giorgio Maggiore, eletto da' canonici di no di Murauo e lodalo vicario generale di
Grado; ma Papa Giovanni XXII nello Torcello, poi nel 1 362 arcivescovo di Ra-
stesso 1 3 1 7 o nel 1 3 8 1 lo fece vescovo di venna. Qui l'UghelIi per abbaglio ripetè
Torcello. Poco dopo fr. Tolomeo da Luc- il suddetto Leonardo Donato. Giovanni
ca domenicano, della nobile famiglia Fia- VI, creduto religioso, morì nel 1 366. Nel
doni, discepolo di S.Tommaso d'Aquino 1367 P ao '° Baiando preposto della cat-
e prefetto della biblioteca Vaticana, uomo tedrale di Faenza, governò sino ali 374.
di dottrina fornito doviziosamente più che Indi nel 1377 Filippo Balardo, che zelan-
di moderazione e prudenza, a vendo lascia- te celebrò subito il sinodo diocesano, cui i
to troppo liberamente a'suoi nipoti il .'o- lodevoli e provvidi atti pubblicò l'Ughel-
verno delle rendite vescovili, che a loro Ii. Filippo Nani nobile veneto moiì nel
talento dispersero e danneggiarono, laon i4o5, ma sebbene l'UghelIi riporti l'epi-
de fu chiamato in Grado dal patriarca a tallio, avverte Coleti che fu confuso con
render conto. Ricusò il vescovo ostinata- Pietro che dirò, ed il Corner segni l'U-
mente d'ubbidire, per cui giuridicamen- ghelIi.Neli4o5 divenne vescovo Donalo
te fu riconosciuto reo di gravi colpe e sco- de Greppa canonico di Torcello e pieva-
municato, sentenza confermata dal sino- no della chiesa di s. Stefano di Murano.
do provincialedi Grado. Finalmente, a- Da Città Nuova nelle lagune nel 41 8 vi 1
\etulo ubbidito e dal patriarca ottenuto il fu trasferito Pietro Nani, e sotto di lui si
l'anteriori colpe in qualche parte furono ruttt nobile veuclo,già diCiltù Nuova, per
122 TO R TOR
la cui diligenza molti monasteri di mona- ottobre Antonio Grimani, celebrò il sino-
che, ne'quali era decaduta la regolare di- do e lo pubblicò colle stampe, uni al ca-
sciplina, furono soppressi e uniti ad altri pitolo le rendite del priorato di s. Pietro
di più esatta osservanza, ed in quello di di Casacalba già de' canonici regolari di
s. Antonio abbate trasferì il corpo di s. s. Agoslino,efo nunzio a Firenze di Pao-
Cristina verginee martire; poscia nel <44^ lo V, che neh6i8 Io dichiarò patriarca
fu traslato a Candia. Gii fu sostituito Do« d' Aquileia. Gli surrogò Zaccaria dalla
nienico de Domenici decano di Ceneda, Vecchia protonolario apostolico, che urù
maestro in teologia dottissimo, restaurò il priorato di s. Cataldo di Binano, an-
l'episcopio, e nel i
4^4 passò a Brescia, vi •
tica abitazione de'frati agostiniani, al ca-
rano: morto nel 1 4^7 |, fu sepolto in s. Gio. Marco Giustiniani, che dopo 7 mesi pas-
Evangelista. Nello stesso anno, non Sigi- sò a Ceneda e poi a Verona; onde nello
smondo, né Scipione come scrive Ugbelli, stesso 1 62 5 gli successe MarcoZeno,il qua •
e di uno facendone due, ma Simeone Con- lea'25 novembre eseguì la traslazione ilei
tarmi, che mori neh 485. In questo Ste- corpi de'ss.Tabra eTabrata martiri, con
fano III Tagliazzi arcivescovo d'Anlivari lealtre summentovate reliquie della cat-
e di Patrasso, ritenuta la 2." sede s'intito- tedrale, in diversi altari della medesima,
lò arcivescovo di Patrasso e vescovo di e nell'altare della B. Vergine il corpo di
Torcello, e intervenne al concilio di Late- s. Eliodoro in un'arca di scelto marmo fu
rano V. Nel i5>4 gli successe per coadiu- onorevolmente deposto: morì neh 64» ifl
toria Girolamode'conti Porzia di raro ze- Venezia e fu tumulato in s. Maria Glo-
lo e singoiar dottrina, commissario apo- riosa. Neh 643 Marc'Antonio Marlinen-
stolico per la riforma de'monasteri di mo- go bresciano, e altro patrizio veneto, ca-
nache della diocesi Torcellana, che ridus- nonico e vicario generale di Padova, pru-
se a regolare osservanza. Neh 526 Giro- dente e dotto, con opportune costituzio-
lamo Foscari nobile veneto, di solo titolo ni stabilite nel sinodo diocesano da lui te-
e amministratore, finche ebbe l'età cano- nuto e stampato, provvide alla buona di-
nica, morto neh 563 in Roma e sepolto sciplina del clero e delle monache, morì
ins. Maria del Popolo. Non pai e che gli sia in Padova e fu sepolto nella chiesa de'tea-
succeduto Giulio Grimani, come vuole U- tini.Nel1678 Giacomo Vianoli nobile ve-
gbelli, sibbene Giovanni Delfino postula- neto, già titolare di Famagosta lodalo ,
to dal capitolo, che sollecito per la con- pastore, morto in Venezia e sepolto nel-
servazione dell' ecclesiastica disciplina ,
la tomba gentilizia in s. Francesco della
convocò due volte il sinodo diocesano, e Vigna. Qui noterò, che il p. Gio. Girola-
ristorò le abitazioni del vescovato, inter- mo Gradenigo nella sua Brescia sagro^
venne al concilio di Trento, e fu traslato riferisce che fu vescovo di Torcello Pie-
a Brescia neh 570, Nel qual anno Carlo tro Ottobotti, poi Alessandro Vili, perde-
Pesaro canonico di Treviso e referenda- sti nazione d'Urbano VI II. e siccome altret-
rio di segnatura, morto nel 1587. \' 2.6 tanto scrive il Novacs nella Storia d\l-
TOR TOR i23
Iosa udrò VIHjpev tale lo tlissi nella bio- La cattedrale di antica struttura, di for-
grafìa; tua l'Ughelli, il Quirini e il Cor- ma bislunga, èdi vita in 3 navi sostenute da
ner non ne fanno alcuna menzione. Mei 1 8colounealteegrossedi marmo greco, la
1692 Marco Giustiniani patrizio veneto, qua le benché grande e solida menlefahbri*
che ottenne dalla s. Sede clie s. Lorenzo cala,dice il Corner, riesce disadorna e poco
Giustiniani fosse dichiarato protettore del- convenienleaque'molli inestimabili tesori
la città e diocesi di Torcetto, con festa di che racchiude. 1 maggiori abbellimenti di
precetto, ed istituì la confraternita sotto essa sono antichi musaici, uno rappresen-
la sua invocazione nella chiesa matrice e tante il Giudizio finale nella facciata in-
collegiata di s. Donato di IM Urano, la qua- teriore sopra la porta maggiore; I' altro
le in miglior forma ridusse, e la cappel- nella tribuna della cappella maggiore, ora
la maggiore in suo onore edificò e abbel- fra gli altri santi si vede s. Eliodoro for-
lì splendidamente. Inoltre non potendo mato pur di musaico sopra l'antichissima
più i vescovi soggiornare in Torcello per cattedra vescovile di marmo, che posta di
l'insalubrità dell'aria, per cui dimorava- mezzo fra 'continuati sedili di pietra. servi-
DO fuori della diocesi in Venezia, a suespe- va con essi ad uso di convocarvi sinodi i
tanto avendo il senato della repubblica di sa, precisamente secondo il disegno fatto
Venezia ottenuto dalla s, Sede il privile- incidere dal p. Costadoni e pubblicato col-
gio di nominare a'vescovati di Torcello, le sue Osservazionij ma qualifica diceria
Ghioggia e Caorle,sutfiiiganeideT patriar- del volgo, che ivi s. Lorenzo Giustiniani
ca di Venezia, a'g agosto scelse per suc- patriarca di Venezia, come primate e me-
cessore d. Nicolò Antonio Giustiniani mo- tropolitano, vi abbia tenuto un concilio
naco cassi nese e priore di s. Giustina di provinciale. Il presbiterio in figura di se-
Padova, col quale il Corner termina la micircolo è composto di 6 scaglioni di pie-
serie de'7 1 vescovi di Torcello, la quale tra, i due superiori più alti e più larghi;
compirò colle Notizie di Roma. Nel 7 5g j ed essendo 4 rimanenti più stretti e me-
i
Muco Giuseppe Cornalo nobile di Ve- no alti, è probabile che questi servissero
nezia. Nel 767 Giovanni Nani nobile di
1 per ascendere a quelli, in cui solo sede-
Venezia. Nel 1773 fr. Paolo da Ponte car- vasi. Tali scaglioni vengono poi tagliati in
melitano scalzo di Venezia, traslato daCor- mezzo da alt: e stretta scala d'i 1 scalini,
tù colta ritenzione del titolo arcivescovile. incapo alla quale vi è la cattedra vesco-
Nel 792 Nicolò Sagredo nobile di Vene-
1
vile di marmo, su cui sedendo il prelato
zia, traflato da Udine a' 18 giugno, che fu nelle sue funzioni , scorgeva facilmente
l'ultimo vescovo, morto ne'pi imi anni del tutto il popolo che vi era sinoal fondodel»
corrente secolo, cioè nell'agosto 1804. Re- la basilica. Nell'apsideo tribuna del pre-
stata vacante la sede, Pio VII nel 18 18 la sbiterio vi sono dipinti a musaico i XII A-
soppresse colla bolla De salutis Dominici postoli , e invece del solo Salvatore vi si
gregis,ed in perpetuo ne unì la diocesi a figurò la 13, Vergine col divin Figlio tra
quella patriarcale di Venezia, le braccia, giacché a Maria é dedicata la
1*4 TOR T OR
basilica, menti e sulla cattedra visi espres- chi, ma di più inferiori tempi, nel
suo es-
sel'immagine di s. Eliodoro, il che fa sup- sendo ancora bene conservata, e la crede
porre che anco negli antichi tempi fosse opera del secolo XII opocodopoe fors'an-
il protettore principale della diocesi, come che del XIV. Dessa incominciando non
10 è s. Marco Evangelista. L'antico san- molto dopo il piano occupa tutta la fac-
tuario formasi da una cancellata di mar- ciata interiore della basilica, ed è divisa
mi orientali, che chiude le navate in 3 la- da 6spartimenti orizzontali, che lutti rap-
ti. In mezzo al coro vi è l'altare, in cui ri- presentano de'fatli particolari : la porta
posa nell'urna il corpo di s. Eliodoro, che della facciata separa ili.°spartimento, e
vuoisi da principio rivolto verso il popolo sopra di essa in mezzaluna a musaico si
d'argento dorato, già del nominato altare eiodissiil perchè cos'i venne rappresenta-
e poi posto sopra l'antica porta santa del tala B. Vergine anticamente),elodichiara
santuario, di lavoro greco come lo ei'a la Muratori, Dìssert. de rebus liturgicis,ùel
struttura della cappella antica, e ne dà il quale uso ci è rimastoqualche avanzo pres-
modello colla dichiarazione delle molte fi- soi sacerdoti quando celebrano. Io non in-
mode scale di marmo, che hanno princi- Il 3.° spartimento ha uel mezzo una spe-
pio nelle due navate laterali, e dove si ve- cie d'altare, sul quale è un libro degli e-
neravano corpi de' i santi. Fuori del pre- vangeli tutto gemmato e prezioso, e vi è
sbiterio moderno, ossia dell'antico coro pure una croce alla greca con due traver-
de'cantori,sonovidue amboni o pulpiti di se. Dice il p. Costadoni, che di tal foggia
marmi orientali, trasportali dalle rovine di croce trattarono Wagenseil in una Dis-
re che ad alcuno sembrano deità egizie; geli, stampata aNorimberga nel 1 748. Per
cosa assai rara è poi a vedersi le imposte quanto di siffatta croce ragionai anche nei
di marmo per coprire le finestre laterali voi. LI, p. 298,6 LXXIII,p. 373,11011 riu-
della basilica , che stanno girando sopra scirà superfluo chequi aggiunga per la sua
due gì ossi perni dello stesso marmo in al- grave importanza alcun'altra nozione. Di-
to l'uno, e l'altroin basso, ma per l'ingiu- chiarail p. Costadoni, che la croce greca
ria del tempo due sole sono le superstiti. con due traverse chiamasi gerosoliniit<i'
Il p. Costadoni descrive pure con erudite na, patriarcale, apostolica. Avendo egli
tura di musaico, che per essere strana e le Osservazioni sopra un'antica tavola,
simbolica nou la crede opera degli auti- greca in cui è rinchiuso un insigne pez-
TOR TOR ii5
so della croce di Gesù Cristo, la a uà le titolo. Sarnelli ritiene che fosse d'una sola
conservasi nel monastero di s. Michele specie di legno, e pe'4 legni doversi piut-
di Murano (ora in quello dell'Avellana, un senso mistico; per-
tosto prendere in
come rilevai nel voi. Lll,p. i o3,neldescri- chè come cedro uccise i serpenti dell in-
vere quel celebre monastero camaldole- ferno, come cipresso fece il funerale della
se) de''monaci camaldolesi .presso il p.Ca- morte, come palma vinse i nostri nemici,
tali (altra testimonianza ebe giustifica il pevoli, non ritrovandosene esempio alcu-
perchè s. Pietro fu rappresentato alla sini- no presso Lipsio, il quale tutti li differenti
stra di Paolo,argomento ebe ritoccai nel
s. supplizi di croce dagli antichi praticati de-
voi. LXVI,p. g3). Pertanto il p. Cosladoni scrisse, e non vi è apparenza, che ad al-
Salvatore, gli uni avendo sostenuto ebe fessa anche il DìiCange(Dissert.dc infer.
'
fosse di quercia, gli altri ebe fosse com- aevinumism. n.° 23). Per rinvenire l'an-
posta di 4 legni, cioè di cipresso, di cedro, tichità di questo costume della doppia cro-
di pino e di bosso, avvertendo le diver- ce io ricorsi alle medaglie, e non mi ven-
se favole inventate specialmente da' gre- ne fatto di ritrovarla espressa più antica-
ci circa il medesimo venerabile legno, che mente se non se in quella di Leone 1 11 I /•
lo pretendono nato da tre differenti spe- saurìco imperatore di Costantinopoli, il
cie di legno; dopo aver esternalo il suo quale regnò nel 717. Avvegnacchè que-
parere, ebe la vera Croce fosse di legno sto augusto, per istigazione di certo ebreo,
\ile e ordinario di quelle parli d'oriente abbia esercitata una fiera persecuzione
(aTitolo della ss. Croce Io dissi di le- contro le sasre immagini, nulladimeno
gno odi corteccia d'albero: il vescovo Sar- egli venerò sempre quella della s. Croce,
nelli, Lett. ecclesiastiche t. 5, lelt. 3q : ammettendo gì' iconoclasti le immagini
Di aitai legno fosse quello della s. Cro- di essa. Ritrovai ancora molte fiate que-
ce di Cristo, riferisce che nella Glossa del- stadoppia croce nelle medaglie di Michele
la Clementina prima de Summa Trini- Balbo, di Basilio il Macedone, di Giovanni
tale, dicesi che fosse di cedro lo stipite, Zemisce, di Romano Diogene, e degli al-
il tronco di palma, il legno trasverso di tri susseguenti imperatori d'oriente; e nel
cipresso, il titolo d'ulivo. Egli però osser- Meuologio spesso nominato di Basilio qua-
va essere contrastato fra' dottori se la s. sisempre questa doppia croce vedesi di-
'
Croce fu d'un solo o di più legni formata, segnata. Quindi il coslumedi questa dop-
gli uni diceudola di cipresso, pino e ce- pia croce talmente si stabili appresso gre- i
dro, gli altri aggiungendoci il bosso pel ci, che oggigiorno pure in questa nazione è
i 26 TOR X OR
una tal doppia croce,
in vigore. Appellasi dam dant pcduin cum triplici Cruce, af-
luoghi, fra 'quali il ricordalo vescovo Sar- pretendere di soverchiare anche in que-
nelli, e piuttosto egli crede adoperarsi in sto il Papa , il quale seguendo coslante-
oriente per disegno delle Chiese, ed io lo menle l'uso antico maisempre usò pei- pa-
ripeleia Tempio, che sogliono farsi iu for- sloraleYà croce con una sola traversatine
ma di croce doppia ; e che il costume di narrai ne'ricordati articoli, e mi duole che
portare la croce era degP imperatori gre- i patriarchi e gli arcivescovi Ialini per or-
ci). Forse piacque ad essi patriarchi così namento stemmi abbiano preso la
de'loro
adornare od accrescere la croce che dinan- forma della croce greca doppia, non pon-
zi a loro portavasi, affine di meglio distin- derandone bene l'origine, che in vece do-
guersi da' vescovi loro inferiori e sotto- veano rigettare). Il Fivizzani {De rituss.
posti, i quali secondo l'ordinaria forma la Crucis Eom. Pont, praeferendae, lib. 1)
portano. Viene questa doppia croce de- poi aggiunge alcune ragioni pen rendere
nominala ancora Apostolica dagli sciit- probabile questa opinione, ed afferma es-
lori del regno d' Ungheria, imperocché servi qualche esempio d' immagini de'
il romano Pontefice mandolla in dono col • Pontefici, i quali hanno in mano la croce
la regal corona a s. Stefano I re degli un- ciijiis stipes duplici et triplici linea, est
gheri(lnchoferus,^/wtf/.«r/.p. 3o4)>co- decussatus (ma qui tornerò a replicare il
me insegna di apostolato, mentre questo da me detto altrove, e riverentemente in
principe convertì alla fede di Cristo que' proposito anche al Papa Gregorio XVI,
suoi popoli; e diedegli il medesimo Pon- che mi fece tale obbiezione: capricci eie i
tefice la facoltà di farsela portare dinanzi licenze degli artisti non fanno autorità
come legato della Sede apostolica (Anton. nella Chiesa di Dio). Per altro è dillicil
Bonfin., Ilist. Hangar.), polestatc sibi cosa l'affermarsi un tal rito «Iella triplice
cui gentilezza e benevolenza io molto deb- mai usa lodi far pò rtare a vanti di se le cro-
bo. Traile insegne patriarcali di Alberto ci di questa tal figura, non ritrovandosi
portatile non solo doppia, ma triplice,cioè no però lo stesso Fivizzani (nel 1592 de-
con 3 trasversi legni, il superiore de'quali ificò il Coinnientarius de ritti ss. Crucis
è inferiore al secondo, e il secondo al terzo. a Clemente Vili di cui era Sagrista), as-
Ma una tal croce pare che meglio conve- serisce esservi delle chiese metropolitane
nir debba al sommo Pontefice ((un'altro, e patriarcali in Europa (ora tutti i palriar-
e lo provai con felice successo ne' luoghi chi e arcivescovi,ancorché in parli')u.'),;\\
citati disopra) in segno della suprema po- di cui prelati Cr/«r praeire solehatt qualn
destà che ha sopra tutti li patriarchi. On- super Patriarcharum insignibus statuì-
de il Molano (lib. 4, cap. 29 Ilistor.ss. I- /?//•. Indi assegna la ragione di questo fatto]
magiuum et pictur.) dice, che Supremo e dice, che questa diversità ili croci ci da
Patriarchae, sis'e Romano Pontifici <pd- a divedere, che nella Chiesa di Dio vi so-
TOR TOR 137
no varie sed'ihoiioreet ditione dispari-.'!. sacerdoti, oltre però le 3 primarie dignità
Anche nelle antichità cristiane ritrovasi di arcidiacono, arciprete e primicerio. Di-
scolpita questa triplice croce, e due ne ri- poi furono istituiti altri 4 canonicati, e.l
porta il Boldelti (Osservaz. sopra i cimi- a""iunti 6 onorari non obbligali all'ulh-
teri de'santi), cioè una sul sepolcro diGio- ciatura.ln faccia alla porta maggiore della
vina, ed un'altra su quello eli Lucifero ve- cattedrale è il superstite rotondo tempiet-
scovo di Cagliari (uiortocirca il 371!), ab- to del s. fonte battesimale, entro una cap-
benchè quest'ultima sia apocrifa." La cro- pella chiamata battisterio, secondo l'uso
ce poi di Torcello è ornata d'una corona degli antichi secoli, dedicata a s. Gio. Bat-
di spine, collocata nell'unione dell' inte- tista, la sola chiesa battesimale della città,
rior tra verso,dall'estremilà del quale pen- perchè ne'primi tempi battezzavano isoli
dono una lancia e un'asta su cui è appesa vescovi.Anche di questa tratta il p. Co-
una sponga, e quinci e quindi si vedono stadoni, in uno agli antichi battisteri,
due cherubini, pei non dire di altre figu- dicendo che avea no tempo suoi preti, i
re, fra le quali due angeli suonano le trom- ch'era fatta a foggia dell' antiche, e nel
be verso il mare e due altii verso la ter- mezzo coll'urna di marmo quadrata co'
ra, forse per esprimerei! risnrgimentode' lati incavati a mezza luna per immergervi
corpi umani al divino giudizio. Nel 4-° i bambini; ma ne'restauri della chiesa si
lo più vedesi negli antichi musaici lavo- regolari di s. Agostino, pochi anni appres-
rali specialmente da'greci, e in molte al- so vi furono chiamati i cisterciensi di Bor-
tre antichità cristiane. Di questa dotta dis- gogna, e tosto fiori e fu beneficata dalla
sertazione del p. Costadoni, ne die con- pietà de'fedeli,ricevendola Onorio III sot-
tezza il Zaccaria. Storia letteraria d'I- to la protezione della s. Sede con privi-
talia t. 2, p. 418, ma quantunque gli ren- legi. La primitiva fondazione del mona-
da lode perla rara erudizione colla quale stero però si deve a Marco Trevisano no-
illustrò la cattedrale di Torcello, dice d'a- bile veneto. Alcuni abbati furono ledati
ver tralasciato di far altrettanto dell'an- di Gregorio IX, Nicolò IV, Clemente V
ticaglie gentilesche esistenti nella medesi- per le crociate di Palestina, altri abbati
ma. Il capitolo de'canouici della cattedra- furono incaricati da altri Papi d'onore-
le, che vanta la sua origine fino da remo- voli commissioni. Poscia furono eletti di-
tissimi tempi, fu prima formato di soli versi abbati non cisterciensi, auche dalla
4
128 TOR TO R
famiglia Trevisani pel padronato, eri e- che per mezzo d'un lungo ponte si uni-
zia lidio alci) ni di essi. Giovar) ni XXI 11 con- sce a Torcello. Ivi si rinchiusero le rain-
cesse in perpetuo all'abbate de'privilegi, minghe religiose,e vivendo esetnplannen-
Ja mitra e l'anello pontificale. Il i.° mo- te.merilaronochenel 247 Innocenzo IV 1
nastero, clie fondato nelle lagune dell'A- le ricevesse sotto la protezione della s.Sede.
driatico racchiudesse donne consagrale a Per le generose oblazioni de'fedeli, e per
Dio, fu quello di s. Gio. Evangelista nel- essersi ad esse unite le monache dell'isole
l'isola di Torcello, poiché Paolo vescovo d'Ammiano e di Costanziaco, e le prime
d'Aitino, nel fuggirla ferocia de'longobar- vi condussero il corpo di s. Cristina ver-
di, condusse seco pure le sagre vergini per ginee martire, il monastero di venne flo-
esentarle dalle violenze, e le collocò vici- rido e numeroso, indi riformato dal ve-
no alla cattedrale, ove il vescovo Mauro scovo Porzia. Nella loro chiesa tra le re-
eresse loro la chiesa di s. Giovanni verso liquie insigni sivenerò un s. Chiodo che
il 64o, essendo tribuni dell'isola di Tor- tradisse sulla croce il Redentore. Il Cor-
cello Aurio e Aratore di lui figlio. Per ner passaquindialla descrizionedellechie-
l'osservanza delle religiose, vari benefat- se e monasteri dell'isole di Mazorbo, Ba-
tori ne aumentarono le rendite, ma nel rano e Murano della diocesi di Torcello.
1279 un incendio quasi consumò chiesa Ogni nuovo vescovo era tassato ne'libri
e monastero. Rifabbricati, nel 343 mo-
1 il dellacamera apostolica di 200 fiorini, a-
nastero soggiacque a egual disastro, e su- scendendo la mensa a 3ooo ducali.
bito surse più ampio e maestoso. Rallen- TOKCHlNEoTURCHINE o CELE-
tata l'osservanza, i disordini furono ripa- STI. Ordine delle monache agostiniane
iati dalla riforma nel 523. Fra le reliquie
1 riformale della ss. Annunziata Turehinc
che furono collocate nella chiesa, primeg- o Celesti [V.), delle quali riparlai nel voi.
sister affatto la sua traslazione a Torcello, prendere, per via d'un' interna illustra-
e come altre la ritiene supposta, mostran- zione, che dovea istituire una nuova con-
dosi istruito di quanto ne scrissero gli sto- gregazione di vergini, il cui scopo specia-
rici veneti inclusivamente a Corner, e ri- le fosse di adorare il mistero dell'Incar-
petendo con Benedetto XIV, che gli atti nazione del divin Verbo, per tanti secoli
della santa sono soggetti a molle difficoltà, ascoso al mondo, e onorare la B. Vergi-
riporta tutte le discrepanti opinioni. Le ne che di questo divin Verbo incarnato
monache benedettine di s.Ciprianoda ter- fu immacolata madre. Superate tutte le
ra diocesi di'forcello e vicino a Meslre,per difficoltà, la beata fondò il suo istituto in
sottrarsi dalla diabolica furia d'Ezzelino patria, sotto la regola di s. Agostino, che
nella guerra ch'egli faceva alla Chiesa, si tosto prosperando si propagò per l'Italia
ricovrarono in Venezia. Quindi dal vesco- e altrove, contribuendovi il suo confesso-
vo Stefano nel 1 246 fu offerta loro l'an- re p. Zaunoni gesuita e compilatore delle
tica chiesa dis. Antonio abbate con alcu- costituzioni approvale e lodale dalla s.Se-
ni pochi edilizi situali in una piccola isola, de. Vivente la fondatrice, ed esseudoi.*
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