Sei sulla pagina 1di 314

Ó3 7*t>

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
AI
E PIÙ* CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, GRADI DELLA GERARCHIA
AI VARII
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LXXVII.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLVI.
La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

T
TOL TOL
A OLOMEI Gio. Battista, Cardina- dio delle lingue orientali, delle quali di-
le Di Pistoia e oriundo sanese, nacque in venne pubblico professore, giungendo col
Gamberaia, feudo di sua famiglia, che fu lem pò ad a ver pei fetta notizia di 9 diversi
assai nobile e distinta, imperocché appren- idiomi, per lo che fornito di tante cogni-
do da Novaes,cheil ramo di essa trapian- zioni non gli riuscì difficile l'interpretare
tato in Pistoia lo fu da Tolomeo figlio di l'antico Testamento a infinita moltitudi-
Beatrice, già convertito da s. Caterina di ne di scolari, che concorrevano a udirlo.
Siena, e morto santamente nell'ordine do- Esseudostato improvvisamente destinato
menicano neh 4o6; contandosi dell'illu- alla cattedra di filosofia nel collegio ro-
stre prosapia fino a 20 col titolo di beato, mano, compito il corso, fu obbligato di
e di questi 1 5 furono domenicani. Da due pubblicar colle stampe le sue lezioni, che
donne Toloraei uscirono cardiuali Gian-
i poi con aggiunte si ristamparono in Ger-
Vincenzo Caraffa e Anselmo Manali. Fatti mania, e commendate dall'accademia di
i primi studi in Firenze, si trasferì a Pisa Lipsia nel 1608. Eletto rettore del colle-
per applicarsi nell'uuiversità alle scieuze gio romano, non già con severità, ma con
legali. Ivi prese l'uso di passare veglian- mansuetudine, piacevolezza ed esempi di
do talvolta le intere notti, applicato al- vita edificante, resse e governò da lui di- i

l'orazione e allo studio, costume che poi pendenti. Accrebbe notabilmente il famo-
tenne per tutto il corso distia vita. Quan- so museo Kircheriano, e l'insigne e cele-
tunque tra 'suoi fratelli fosse ili .',non per bre biblioteca di quel collegio, il qualear-
tanto sentendosi chiamaioa vita religiosa, rtochì d'un indice copiosissimo, in cui non
supplicò padre a dargliene il permesso,
il solo i titoli de'libri, ma le materie checou-
quale però non potè giammai ottenere. Do- lengono furono esposte con brevità ed e-
po la inni ledi esso subito fu ammesso nel- rudizioue. Nel capitolo generale del suo
la compagnia di Gesù, dove libero da qua- ordine, impetrò dal Papa un breve, in
lunque molestia, potè applicarsi allo stu- Virtù del quale veniva esentato dall'ad-
4 TOL TOL
dossarsi il corico di generale, in caso che spedali.Per lo spazio di r4 anni in cui fa
sopra di lui fosse caduta l'elezione; tanto cardinale, non uscì mai di casa per pas-
pitidie essendo procuratoregenerale non seggiare o ricrearsi, essendo per l'altra
eia molto difficile che avvenisse quanto parte diligenlissimo nell'inlervenire alle
egli andava prognosticando. Clemeute XI cappelle, a'eoncistori e alle congregazioni
successivamente lo dichiarò consultore cui apparteneva. Finalmente dopo essersi
de' riti, dell'indice e dell'indulgenze, ed trovato presente all'elezioni d'Innocenzo
esaminatore de'vescovi,indiin premio di XIII e Benedetto XIII, di cui fu princi-

sua integrità, dottrina e fatiche tollerate pale promotore e persuase accettare, per
a vantaggio della santa Sede, a' 3o gen- quanto notai nel voi. LVII, p. 3 i4, sor-
naio 7 1
1 3 all'improvviso lo creò cardina- preso da grave malattia, in cui fu visitato
le prete di s. Pietro Molitorio. Assisteva il dal Papa, rese tranquillamente Io spirito
p. Tolomei nel collegio germanico, di cui al Creatore in Roma sul cominciare del
era rettore, ad una conclusione di teolo- 1726, tra le lagrime de'suoi correligiosi,
gia, allorquando ricevè la notizia di sua in età di 73 anni, e fu sepolto nella chiesa
promozione alla porpora, e non volle in di s. Ignazio presso l'altare maggiore, sot-
modo alcuno che rimanesse interrotta (al- to nitida e marmorea lapide, ornata del
tro simile esempio lo narrai nella bio- suo slemma gentilizio e di magnifico elo-
grafia del cisterciense cardinal Giambat- gio. Diluì non abbiamo stampato che il ri-

tista Gabrielli). Affollato quindi da im- cordato corso di filosofia, nel quale si cono-
mensa turba di personaggi, venuti a con- sce l'uomo grande, e malcontento del ran-
gratularsi con lui, si nascose in solitaria cido filosofare peripatetico. La sua gran-
cella, tristo e addolorato del suo destino, de opera d'aggiunte alle Controversie dei
senza voler ammettere persona alla sua gesuita cardinal Bellarmino restò inedita
presenza. Scrisse a Clemente XI dotta ed con raro esempio di religiosa umiltà e ub-
ossequiosa lettera, per indurlo ad accet- bidienza, mentre essendo cardinale eragli
tar la rinunzia che faceva della conferi- agevole superar gli ostacoli frapposti alla
tagli dignità. Il Papa anziché smontare stampa da'revisori quand'era semplice re-
dalla presa determinazione, per mezzo del ligioso. L'Eggs crede, che superiori l'a- i

cardinal Fabroni suo concittadino l'ob- vessero in vitatoa continuar g\\ Annali del
bligò con preciso comando e precetto Baronio, e che lo eseguì arrivando a'suoi
d' ubbidienza ad accettarla, e lo ascrisse tempi. Di lui abbiamo I' Elogio storico
a
alle congregazioni del s. uffizio, del con- che gli feceil gesuita p. Pier M. Salomo-
cilio ede'riti, valendosi dell'opera sua nel- ni, inserito nel Giornale tVItalia t. 37,
la condanna delle proposizioni diQuesnel- par. 1, art. 1, e poi con sue aggiunte del-
Io. Nella nuova dignità ritenne lo stesso l'autore fu ripubblicato dal Zaccaria nel-
anteriore metodo di vita privata e reli- la Biìdioteca Pistoiese.
giosa, contento di due sole stanze nel col- TOLONE oTOULON, Tolonium.
legio romano, dalle quali allorché la ne- Città vescoviledi Francia nella bassa Pro-
cessità o la convenienza lo richiedeva, per venza, grande e ben fortificata, con porto,
mezzo d' un ponte passava nel contiguo nel dipartimento del Varo, capoluogo di
palazzo, che avea preso per comodo della circondario e di due cantoni , in riva al
famiglia. Contento di mediocre rendita, Mediterraneo, in fondo a una doppia ra-
ne ricusò una maggiore, e colla parsimo- da, una delle più sicure di detto mare ,

nia del vitto, che avea dello straordina- disiatile 10 leghe da Marsiglia, 16 da Aix,
rio e incredibile, si trovò in istalo di sov- e 207 da Parigi. L questo il 2. porto di
venire i poveri con larghe e frequenti li- Francia per la marineria dello slato, ed
mosinc, visitandoli sovente ne' pubblici il capoluogo del 5° circondario marini-
TO L TO L 5
roo; residenza d' un prefetto marittimo, pò di Battaglia, circondata da belle pian-
d'un commissario generale, di 5 commis- tagioni d'olmi e platani, decorata da nu-
sari ordinari e d'8 sotto-commissari di ma- merosi caffè,e sulla quale sorge il bel palaz-
rineria, e di altre autorità marittime e ter- zo dell'intendenza della marineria. Spar-
restri.Sede di tribunali dal' istanza, di se in tutte le parti della città circa ifio fon-
marineria e di commercio ; residenza di tane rinfrescano l'atmosfera e convoglia-
molli consoli stranieri. Esposta al sud, è no al mare le ini mondizie, attesoché la na-
al nord coperta dall'alta montagna nu- tura del suolo si oppone all'escavo di cloa-
da e spelata di Pharon, la quale pel ri- che sotterranee: si fauno rimarcare tra le

verbero del sole contribuisce a rendervi altre quella della piazza del Fieno, quella
nell'estate il clima d'un calore quasi in- del Porto decorata da una piramide sor-
sopportabile. E" cinta d'una muraglia in- montata da un busto di Giano; la fontana
stionata, presso la quale estendesi dalla di Provenza sulla piazza dell'Olio, ornata
parte nord il recinto murato detto Cam- d'una statua di donna, opera di Fozzati,e
po trincerato di s. Anna; gran numero d'o- l'altra della piazza di s. Rocco. Niente più
pere di fortificazione isolate stando ripar- imponente della vista del porlo di Tolo-
tite davanti la sua cinta, in tutta la cir- ne, sempre zeppo di navi di tutte le gran-
conferenza, co'fuochi così bene combina- dezze: distinguesi in porto vecchio all'est,
ti,die presentemente considerasi questa ed in porto nuovo all'ovest, che tra essi
piazza come insuperabile; all'est sono i comunicano; ciascuno con un ingresso sul-
fortiPharon, della Croce di Pharon. d'Ar- la rada sì angusto che non può passarvi

tigues, s. Caterina della Malgue, s. Luigi più d'una nave alla volta; ed due moli i

e della Torre Grossa; all'ovest quelli del che dal mare li separano, sono stati co-
Grande e del Piccolo s.Antonio, Malbous- minciati sotto Enrico IV nel jt) e ter- i {.,

quet del Cairo, dell' Aiguillette, Baia-


, mina li nel i 396. porto vecchio, al com-
1 1

guier, della Croce de'Segnali e di s. El- mercio consagrato, è fronteggiato da una


mo. Non entrasi in Tolone che per due larga riviera ed assai bella, che adornano
porte, quella di Francia e quella d'Italia. case eleganti, e la quale preseuta un qua-
L'interno assai generalmente ben fabbri- dro animatissimo. 11 porto nuovo devesi
cato e bene insiniciato,è vivacissimo e di- a Luigi XI V: quivi intorno sono fabbri- i

stinguesi in quartieri vecchio e nuovo: il cati servienti da arsenali, cantieri di co-


i.° che occupa la parte orientale non ha struzione e magazzini per tuttociò che si
di notabile che il Corso, lunga via pian- rende necessa rio all'armamento e provve-
tata di belli alberi e ammattonata , che dimento de'legni dello stato;fibbricati ma-
torma un ameno passeggio, e dove tieusi gnifici ben adattati alle destinazioni ri-
,

ogni mattina uu mercato frequentato; il spettive, che formano l'ammirazione de'


palazzo civico, la cui facciata guarda il por- viaggiatori; il parco d'artiglieria, la fon-
to mercantile ed è decorato da due ca- deria di cannoni, sono degni d'attenzione;
riatidi o statue colossali, considerate ca- la sala delle vele è d'una lunghezza straor-
polavoro di Puget, che ne sostengono il dinaria; la corderia, fabbricata in pietra
verone; la casa di tal celebre scultore, in viva sopra disegno di Vauban, fatta a vol-
via del Palazzo Civico, il cui esterno offre ta, misura 3oo tese o pertichedi lunghez-
una superba cornice e molti ornamenti; e za; la sala d'armi divenne soprattutto cu-
la pescheria con vasta tettoia sostenuta
, riosa per la bella collezione d'armature
dacolonne enormi. Il quartiere nuovo ha antiche che contiene. Nell'arsenale è sta-
le strade tirate a lilo,in generale beue fab- bilita la scuola degli alunni di marina, sot-
bricale , bellissimi edilìzi tanto pubblici to la direzione d'un capitano di vascello
come particolari^ la vasta piazza delCam- e d'un capitano di fregata, nella quale tro-
6 TOL TOL
vasi una biblioteca e una bella collezio- lana dette pi achilia t, di marrocchini, di
ne di vascelli d'ogni specie: hav vi pure una cioccolata, di candele, di vermicelli e di-
scuola d'artiglieria della marineria, ed li- verse concie di pelli. Vi si attende alla co-
na scuola di navigazione. L'ospedale de' struzione della marina mercantile , vi è
condannati e bagno stanno sulla parte
il emporio di sale, vi si traffica di vini par-
che divide i due bacini ; e quest' ultimo ticolarmente de'pregiatissimi del poggio
contiene circa 5ooo condannati, i quali delle Malgue, acquavite, olio, fruiti sec-
vengono, al pari d'altre 3ooo persone li- chi, grani e altre produzioni del paese. Vi
bere e più, impiegati nell'arsenale; il laz- si tengono due annue fiere d'8 giorni l'u-
zaretto giace situalo in fondo alla rada, na. E" patria del cav. Paul che di sempli-
ili marcasi nel porto militare il bacino in- ce mozzo divenne vice-ammiraglio, di Mi-
terno pel racconciamento de' vascelli, o- let Mureau ministro della guerra e auto-
pera ingegnosissima diGrognard,edè lun re del viaggio di La Perouse, del pittore
go 3oo piedi e largo 100. Pel complesso Saint-Simon, del lo scultore Vassc, di Lui-
di tante cose, il porto di Tolone è unode' giFerrandoavvocatoal parlamento e dot-
migliori del globo, ed il suo arsenale di to nelle lingue greca e orientali, de' due
mare uno de'più belli d'Europa. Possie- religiosi domenicani Serry e Drouin ce-
de Tolone la cattedrale dedicata alla B. lebri per le loro opere teologiche, e di al-
Vergine Assunta, ed a s. Cipriano suo ve- tri illustri anche per dignità ecclesiasti-
scovo,piccola e tetra, ma decorata da pa- che e santità di vita. Fertilissima n'è la
recebie opere di Puget e da una facciala campagna, particolarmente ne'luoghi bas
assai notabile; 3 altre cinese pan occhiali, si, e vi si coltivano eccellenti legumi, la
s. Giovanni, 9. Pietro, e s. Luigi, la cui fac- vite, l'olivo, il cappero e il melarancio.

ciala olire un colonnato di gradevole ef- Questa città credesi generalmente fon-
fetto. Vi è il palazzo vescovile, quello della dala (\<\ una colonia romana e trae il no-
jagione alquanto piccolo,l'aisenaledi ter- me da Telo Mar lius , generale romano
ra che occupa l'aulico monastero di s. Or- che vi si stabili, secondo l'itinerario d'An-
sola, l'ospedale militare e due ospizi civili, toninOjOwerodal nome d'un tribuno mi
uno de'quali pe'trovatelIi,il vasto spedale litare che vi condusse una colonia roma-
della marineria che contiene l'osservato* na. Fu restaurata da Tolumno goto, do-
i io donde si gode di magnifica vista sulla po danni recatile da Teodorico re de'
i

città e dinlorni; un museo di storia na- goti. Fu pur chiamata Tclo/iiu/n, Tulcu-
turale ricchissimo, e una bella biblioteca li/uim, Tuuroetum. ÀI principio del seco-
di medicina, monte di pietà, cassa di ri- lo V i romani vi aveano una gran fabbri-
sparmio, borsa di commercio, sala pegli ca di tintoria in porpora. I saraceni la de-
spettacoli, parecchi bagni e altri stabili- vastarono più volte, nondimeno risorse
menti pubblici di piacere e d'utilità che dalle sue rovine, ma fu nuovamente per-
non trovami se non nelle città grandi. Di cossa nel il 76 e 1 197 da' pirati africani.
più sono vi il bel collegio comunale, la bi- Luigi XII per proteggerla contro le incur-
blioteca pubblica di circa i o,ooo volumi, sioni de'pirati fece costruire la torre Gros-
la scuola d'artiglieria della marineria, il sa, che terminò Francesco I. Neh 536 il

giardino bolanico.belle caserme,società di contestabile di Borbone, comandante l'e-


lettere, scienze ed arti, un corso di geome- sercito di Carlo V, se ne impadronì. Vo-
tria e meccanica applica leallearli, la socie- lendo Luigi XIV formarne un baluardo
tà di carità materna. L'industria e il com- dellaFrancia dalla pai ted'Italia,lafecein-
mercio non sono del lutto in proporzione leramente fortificare alla moderna,e fab-
alla bontà del porto, e vi si trovano alcu- bricare l'arsenale sopra i disegui ili Vati-
ne fabbriche di sapone, di grosse stoffe di ban. Il duca di Savoia, aiutato dalle (lotte
TOL TOL 7
d'Inghilterra e d'Olanda, ed alla testa di proposizione dell'ammiraglio Bouel-Wil-
torcuidabile esercito, assediolla indarno laumez, nella della stagione furono man-
per mare e 707. A' 1 6 ago-
per terra nel 1 dati a Tolone tutti i navigli a vela di alcu-
sto 179 3 fu abbandonata agl'inglesi eda- ne squadre, acciò si potesse applicar loro
gli spaglinoli, che ne furono discacciati 4 il sistema misto; reudendoli cioè suscet-
mesi dopo, ma francesi vi perderouo mol-
i tibili di solcare le onde, secondo il tem-
ta gente; ritirandosi i uemici,incendiaruuo po e le occasioni, sia colle vele, sia col va-
i magazzini della marineria, arsero 24 va- pore, per la guerra che arde in oriente.
scelli di linea, e seco ne menarono tutti i La sede vescovile appartenne alia 2. "pro-
bastimenti che trovavansi nel porto. Fu vincia ecclesiastica diVienna neh' esar-
a quel memorabile assedio che Napoleo- cato de'Gauli, suffragane^ della metropo-
ne Conapartedièper la involta prò ve d'un litana d'Arles, eretta al dire di Comman-
talento militare che in progresso svihip- ville circa 430. Nella Gallio. Christia-
1)

possi iu si straordinario modo. Dal porto na, Tolonenses Episcopi et Domini, per-
di questa città salparono le spedizioni del- chè un tempo la signoreggiarono, è regi-
l'Egitto nel 7g8,diMorea nel 1 827, d'Al-
1 strato peri." vescovo s. Pietro de Alma-
geri neh83o, e d'Ancona neh 832, oltre narra; nel 43 is. Onoralo, di cui fece men-
altre più recenti e per la Crimea. Toloue zione s. Leone I nella lettera scritta in ita-
ha di sovente sofferto danui dalla peste, liano a' vescovi delle Gallie. Gli successe
segnatamente ne' secoli XV e XVII; ne s. Cipriano costituito vescovo di Tolone
subì pure una nel 1720 che fu terribile, das. Cesario d'Arles verso il 5i6,beneme-

ma poi di quel tempo le prese misure sa- rito anche contro 1' arianesimo introdot-
nitarie hanno schivato il flagello, senza e- to nella Provenza da'goti, e per quanto
v ita re quello del cholera. Tolone che nel operò ue'coucilii: scrisse la vita di s. Cesa-
18 5 contava soli 3o,ooo abitanti, pre-
1 rio, di cui ni discepolo, morì nella metà del

sentemente ne ha 80,000. Ora poichegli VI secolo, ed è 2. patrono di Tolone. Ver-


alfaii politici raggruppano, per così di-
si so il 47 2 fiorì s. Graziano martire, nella
re, sempre più nel Mediterraneo, e che persecuzioue de' goti ariani , secondo uu
la Francia deve mantenere per un tem- mss. di poca autorità della chiesa di To-
po ancora indeterminato continue relazio- loue. Palladio assistèal concilio d'Orleans
ni nell'acque del Levan te, la città avrà certo del 54q,ed a quello d'Arles del 5 J4; De-
in una diecina d'anni una popolazione di siderio trovossi al concilio di Parigi nel
i5o,ooo abitanti. Tantoaumento, frutto 573, e per un deputato all'altro di Macon.
della concentrazione degli affari maritti- del 585; a Meuua nel 601 scrisse s. Gre-
mi e delle nuove idee che informano l'at- gorio I. Per le vicende de'tempi ignoransi
tuale governo, forse danneggierà Brest, inomi degli altri vescovi fluo al secolo IX,
Rochefurt, Cherbourg e Lorieul, porti sul- a molivoprincipalinentedeH'irruzioiiide'
I Atlantico, fra 'quali prima riparti vasi il saraceni sulle coste di Provenza per la
,

movimeuto navaledella posseuteFranciu. quale probabilmente restò a luogo la se-


IIsistema di navigazione pare che subi- de vacante. Leone trovasi che l'occupava
rà presto cambiamenti di qualche impor- nell'804. Eustorgio sottoscrisse nell'879
tanza: tutti i vascelli della marina fran- al concilio di Mantala. Deodato nel 1040,
cese vennero nel decorso inverno a subi- con tutti vescovi del' Alpi .Marittime,
i

re uè' 3 arsenali trasformazioni e miglio- a' 1 5 ottobre intervenne alla solenne cou-
ramenti di rilievo. Senza la forza del va- s «grazione della chiesa dell'abbazia di s.

pore ^è orinai
cosa nota e accettata) sa- Vittore di Marsiglia: e v'intervenne an-
rebbe sluto impossibile muover guerra al- cora il Papa Benedetto IX, probabilmen-
la Russia, colosso del nord, e vincerlo. A te per la stima che godeva l'abbate s. I
8 T O L TOL
sarno. Tra'principi secolari che vi furono cappuccini e neh 609 minimi, restau-
i

a ossequiare il Papa , vanno nominali i rando la chiesa di s. Paolo de Arcis. Au-


conti di Provenza e i visconti di Marsi- gusto de Fourbin edificò il monastero di
glia. Ricorderò fra gli altri vescovi, Ay- s. Orsola e vi stabilì le religiose , e nel
luino che parti per la crociata di Palesti- i634 ammise in Tolone le sorelle della
na, con Goffredo di Buglione e con Rai- B. Vergine. Giacomo Danes di Parigi e-
mondo conte di s.Egidio,al cui testamento resse nella diocesi due collegiate, fece sta-
sottoscrisse nel io5uel monte Pellegri-
i bilire la congregazione dell' oratorio in
no in Siria. Pietro Isnardi o Aynardi nel Tolone, e fu zelante pastore. 1 successori
i179 intervenne al concilio generale di sono riportati nella Gallio, Christiana,
La ter ano III. Galterio Gaufrido del 2G3 1 in uno alla serie de'preposti della chiesa
che meglio stabilì il capitolo, distribuen- di Tolone, cominciando da Ristagno del
do le prebende a 12 canonici, creando le 1 2 1 7. Gli ultimi vescovi diTolone furono:
dignità dell'arciprete e dell'arcidiacono, neh 738 Lodovico Alberto Joly deChoin
oltre il il preceutore, facendo
sagrista e liouese; nel i75cj Alessandro Lascaris
il approvare nel 1270 dal suo capi-
tutto di Venlimiglia; neh 786 Eileone de Ca-
tolo e dall'arcivescovo d Arles. Giovanni stellaue-Mozangues della diocesi di Mar-
consagrò l'altare maggiore della cattedra- siglia. Pel concordato deh 801 di Pio VII
le, ove nel 83 collocò le reliquie del pre-
1 1 colla Francia fu soppressa la sede vesco-
decessore s. Cipriano, e fondò le cappel- vile diTolone, riunendosi la diocesi a quel-
Janie di s. Gio. Ballista e di s. Maria Mad- la di Frejus (P^.)- Il capitolo della catte-
dalena. Giacomo religioso intervenne nel drale si componeva delle nominate due di-
i337 al concilio provinciale d'Avignone, gnità, non che di duecauonici maggiori
tenuto nel monastero di s. Rufo. Gio. Sil- e di 8 altri canonici minori o sacerdoti di
vestro spagnuolo deli 371, al cui tempo coro. I pp. dell'oratorio vi aveano un col-
Giovanna 1 signora di Provenza eresse in legio, ed i gesuiti il seminario. Eranvi nel-
Tolone il convento de'domenicani;ed eb- la città altre 7 case religiose di uomini, e
be a successore nel 1 3go fr. Pietro de Ma- 4 di donne. La diocesi conteneva 20 par-
ra villa domenicano. Vitale francese fu al rocchie, con varie chiese collegiate a Hiè-
concilio di Costanza. Dionisio Brissonnet res, Cuers e Sixfoura. Il vescovo godeva
figlio del cardinal Guglielmo donò ma- per mensa i5,ooo lire di rendita, e paga-
gnifici ornamenti per 1' altare maggiore va 4°o fiorini per le sue bolle. Riporta
della cattedrale, in questa edificò la cap- iln.°238 del Giornale di Roma del 85 3, 1

pella della ss. Trinità, restaurò l'episco- che mg.' Alessio Casimiro Giuseppe Wi-
pio neh 5o4, e intervenne al conciliabolo cart, diMeteren arcidiocesi di Cambray,
di Pisa, e poi al concilio generale di Lu- i.° vicario generale di essa e professore
terano V. Nel 1 5 1 8 il cardinal Nicola Fie- di quel seminario, da Gregorio XVI fatto
schi, cui successe neh 524 '' cardinal A- vescovo nel concistoro de'24 aprile 1 845,
goslino Trhndzi, al cui nipote Antonio era stato autorizzato ad aggiungere al suo
2Yivulzine\ 1 528 fu data la sede in com- titolo di vescovo di Frejus, quello di ve-
menda e amministrazione, poi cardinale. scovo di Tolone, e a'6 ottobre 1 853 prese
Neh 564 Girolamo della Rovere, elevato possesso del palazzo episcopale a lui pre-
al cardinalato da Sisto V. Fr. Tommaso parato dalla città di Tolone. Il suo ingres-
Giacobelli piemontese domenicano, au- so ebbe luogo con grande applauso, al suo-
tore d'opere. Egidio de Septres d'Avigno- no delle campane, e fu il vescovo ricevuto
ne nobilitò l'altare maggiore e nella cap- dal clero, dalle autorità e da immeuso ,

pella di s. Cipriano trasportò le sue reli- popolo accorso ad incontrarlo. Nel conci-
quie, introducendo in Tolone nel 1 60G i storo de'28 settembre 1 855 i\ prelato fu
TOL TOL 9
nuova sede vescovile eli La-
trasferito alla le; all'ovest è disgiunta dal sobborgo s.

vai, dichiarata suffraganea di Toursj ed Cipriano per mezzo della Garonna. Que-
in sua vece il Papa Pio IX nel concisto- sta città, senza sobborghi è di figura
i ,

ro de'20 dicembre 855 dichiarò vesco-


1 pressoché ovale, e misura circa una lega
r
vo di Frejus mg. Antonio Giuseppe En- e 1/4 di circuito; i bastioui che sino dal
rico Jordany di Digne, presidente di quel i345 la cingevano, ed quali da lungo i

seminario e canonico della cattedrale pa- tempo non erano che muri di cinta, a po-
tria. co a poco che si andarono abbattendo, fu-
TOLOS.Vo TOULOUSE ( Tolosan). rono da fabbricati nuovi e di
sostituiti

Città con residenza arcivescovile di Fi an- buon gusto. Da' primi del corrente se-
cia, antica. grande e celebre capitale della colo la città si è progressivamente mol-
Liuguadoca, ed al presente capoluogo del- to abbellita, sia nelle abitazioni, sia nelle
l'Alta Carotina, di circondario e di4 can- strade, ed anche le piazze sono più nu-

toni, a 5olegheda Bordeaux. 4 "da Mont- merose, nuove belle e regolari, le an-
le

pellier ei5o da Parigi. Giace in vasta e tiche grandemente migliorate. Questa cit-
bella pianura, sulla sponda destra della tà mancava di fontane pubbliche, e tutte
Garonna, chela divide in due parti ine- le piazze ne sono attualmente adorne, e
guali e vi forma una lieve incurvatura e più di 100 pilastrini a fontana, non privi
parecchie isole, una delle quali, quella di di eleganza, lavano giorno e notte le stra-

Tounis, è coperta di case, alquantosupe- de. Tra le piazze pubbliche distinguesi


riormentealla locedelgran canalediMez- quella d'Angoulème, che forma uno dei
zod'i o Midi o di Liuguadoca o de' due begl'ingressi della città e venne ornata di
Mari, mentre il canaleBrienne,Iuugoi53o bella fontana di marmo bianco de'Pirenei,
metri, unisce all'uscire della città la Ga- la cui statua principale rappresenta la
ronua col detto canale deiMezzotli.E' inol- Francia io atto di calpestare l'idra delle

tre capoluogo e quartiere generale della rivoluzioni. Da questa piazza una via lar-
io.' divisione militare, e centro della 1 2/ ga e bella mena
alla piazza quadrata del

conservazione boschi va; ha uua corte im- Campidoglio, della quale solo due lati an-
periale, la cui giurisdizione si estende sui ni addietro erano bene edificati, onde sarà
dipartimenti de ll'Ariège,deH'Alta Garon- ed 4 angoli sono de-
stata perfezionata; i

na, del Tarn e di Tarn e Garonna; cor- corati da fontanemonumentali. La pisci-


te d'assise, ti ibunaledi 1. 'istanza e di com- na che alimenta tutte le fontaneè un bel
mercio, direzione de'demani e delle con- monumento di architettura, situato nel
tribuzioni dirette e indirette; conservazio- sobborgo s. Cipriano. Vie assai bel nu-
ne dell'ipoteche, zecca lettera M, accade- mero di palazzi, parecchi antichissimi, ed
mia universitaria, la cui giurisdizione di- i più degni d' essere citati sono quelli di
stendesi sopra i dipartimenti delFAriège, Le\y, di Mac-Charty, d'Anguin,e di Mal-
Garonna, del Tai u e di Tarn e
dell'Alta ta: quello de'conti di Tolosa fu assegna-
Garonna. Tolosa, posta tra il canale di to 'tribunali. Il teatro vasto e graziosa-
Mezzodì e la Garonna, occupa una vera mente adorno. 11 magnifico ponte sullaGa-
penisola:! sobborghi diBazaele,d'Aruaud- rollini, terminalo da un aico trionfale, è

Beroard, di Matabiau e di s. Stefano, co- disegno del famoso Mansard. L'edifìzio


me pure giardini e bei passeggi composti pubblico più notabile è il Campidoglio, o
d'un ampio circolo contornato da 4 hl e palazzo civico, monumento antichissimo,
d'alberi, ed a cui mettono capo 4 belli via- poiché se ne fa risalire la fondazione al
li, la separano al sud-est dal canale; all'est tempo de'romani, sotto l'imperatore Gal-
di là dal canale giace il sobborgo Guille- ba; ma la facciata é stata riedificata nel
iuery, ed al sud trovasi quello di ». .Miche- XVill secolo, e decorala com'è da b» co-
o TOL TOL
lonne ioniche di marmo riesce d'aspetto 5o,ooo Vi è il fonie battesimale,
libbre.
imponente, quantunque di stile mediocre; colla cura d'anime amministrata da un
fu terminala nel
1
769, sopra disegni del- i canonico onorario e da un vicario. Il ca-
l'architetto Ri valz. Nella 1 /corte di questo pitolo si compone dir 2 canonici titolari,
Campidoglio 3o ottobre
fu decapitato a' fii'quali il preposto e l'arcidiacono, le pre-
1632, il duca di Montmorency, a pie del- bende teologale e penitenziale, di diversi
la statua d'Enrico IV; in una delle sale, canonici onorari, depueri de choro inser-
detta degl'illustri, osservatisi circa 4° bu- vienti alle sagre ceremonie, oltre altri pre-
sti d'uomini celebri nati nella città, mo- li e chierici. L'antico capitolo fu per lun-
dellali in terra cotta, e ciascuno con pom- go tempo regolare , sotto la regola di s.

posa iscrizione latina a lettere d'oro; os- Agostino, e fu secolarizzato neh 524 d a
servasi pure in alti a sala la statua in mar- ClementeVII.Era composto del preposto,
ino bianco di Clemenza Isaura, fondatri- di 5 arcidiaconi, di 24 canonici, uno dei

ce de'Giuochi Floreali; e questo slesso e- quali era cancelliere della chiesa e dell'u-
difÌ7Ìo contiene la sala pegli spettacoli, be- niversità , e di molli altri benefiziati. Il

nissituoornata. I magistrati della città an- preposto, scelto sempre dal grembo dei
ticamente chiamavausi capitonls in fran- canonici, veniva eletto a pluralità di voti.
cese, ovvero capilularìi , eapitulares, o Avea giurisdizione immediata su tulio il

domìni de capitulo in latino, dal vocabo- capitolo, il quale era esente dall'ordina-
lo capitolimi, capitolo, assemblea, riunio- rio. Quando ufficiava portava il bastone
ne, e che espritnevasi colla parola capital pastorale, ed era assistilo all'altare da 4
Iteli' antico linguaggio del paese. Questi canonici. Quando andava in processione

magistrati acquistavano la nobiltà colla dovea avere presso di se due elemosinie-


loro carica, e la trasmettevano a'Ioro di- ri e uno scudiere. I preposti che venivano
scendenti. Erano in numero di 8, confor- nominati vescovi, non lasciavano la loro
memente agli 8 quartieri, alle 8 parroc- 1/ dignità. ISammartani ne pubblicaro-
chie e alle 8 porle della città, di cui cu- no la serie nel ti della Gallia Christia-
stodivano essi le chiavi. Dislirtguonsi poi na, p. 71 1. Il palazzo arcivescovile è al-
il palazzo della prefettura, i nuovi palaz- quanto distante dalla metropolitana, ed è
zi della corte regia e del tribunale dit.'' magnifico, rifabbricato a spese dell'arci-
istanza, i nuovi e be'fabbricati della scuo- vescovo Colbert. Nella città vi sono altre
la veterinaria e de'macelli. La cattedrale 8 chiese parrocchiali munite del battiste-
è sotto l'invocazione di s. Stefano proto - rio, e secondo l'ultima proposizione con-

martire.di gotica struttura del secoloXl 1


1, cistoriale eranvi 6 comunità di religiosi-,
una delle più magnitichedi Francia. Ani diversi sodalizi, due ospedali, due semi-
miratisi in essa particolarmente l'altare nari, uno grande e l'altro piccolo con mol-
maggiore, il coro e l'organo, opera vera- ti alunni. Leggo nel n.°i4' de\\' Osserva-

mente ardita, il pnlpiloè rimarcabile per tore Romano deli 852.» Il 3i maggio la
la sua vetustà, e non venne mai cambiato città sì eminentemente cattolica di Tolo-

per rispetto agl'illustri predicatori chesa- sa, avea la sorte di vedere riaperta l'au-
luono su di esso, quali furono il b. Rober- lica chiesa de'minimi, il giornodella chiu-
to d'Arbrisselles istitutore della congre- sura del mese Mariano. I tolosani sperano
gaz\oneà\Font-Evrault, s. Bernardo dot- che si farà altrettanto dell'antiche chiese
tore della Chiesa, s. Domenico fondatore de'franeescaniede'domenicani". Aggiun-
dell'ordine de' Predicatori, s. Antonio di gerò, che infatti i domenicani ripristinali
J'adova e Vincenzo Ferreri. Nella tor-
s. in Francia dal benemerito p. La Cordai-
re campanaria era la famosa campana re, aprirono anche in Tolosa un conven-

dell'arcivescovo Cnrdaillac, del peso di to ed una chiesa, che ambedue sono co-
TOL TOL 11
e nuove, quantunque abbiano dato gli essendo regolare di s. Agostinofu nel 1 526
il nome vecchio, chiamandolo convento secolarizzato da Clemente VII. Avea il

e chiesa di s. Romano. Di più trovo nel diritto d'usare tutti gli ornamenti vesco-
Giornale Romano del 853 a p. 858, di 1 vili, e benediceva il popolo nella sua chie-

chefeoi parola a Sorella.» Un nuovo sta- sa. Era conigliere a) parlamento di To-

bilimento viene fondato in questa nostra losa, e conservatore de'diritti dell'univer-


città di Tolosa, già assai ricca in tal ge- sità.Li chiesa parrocchiale della Madon-
nere di opere di beneficenza. Le piccole na della Daurade, Deauratae, fabbricata
sorelline de* poveri, il di cui solo nome è da s.Esnperio sopra un antico lempiod'A-
una vera raccomandazione pres-
e bella pollo o di Minerva, apparteneva al mo-
so tutte le anime caritatevoli, edellequa- nastero riformato di Clugny, ch'era sta-
li si ammira in molte Francia
città della to unito alla congregazione di s. Mauro
li pietàe la sublimedivozione,hannocrea- nel secolo XVII. Altra chiesa degna di
lo in Tolosa una casa del loro istituto. O- speciale menzione è quella già degli ago-
gnun sa che queste sante figliuole si sono il chiostro che contie-
stiniani, e del pari
date il carico di sostenere, nutrire ed as- ne museo. L'antico convento di s. Pro-
il

sistere le povere vecchie, col prodotto del- mano de' domenicani era assai rimarca-
l'elemosine che esse ricavano dalla que- bile, come il più antico e i.° dell'ordine
stua che giornalmente fanno da una casa (pel narrato a Predicatori), e per esser-
all'altra onde ali meri tare queste in felici lo- vi slato deposto in una bellissima cappel-
ro protette". Inoltre 874-' Il si dice a p. la della chiesa di s. Sernin il corpo del
provinciale de' cappuccini ha comprato dottores. Tommaso d' Aquino {V!), den-
uu vasto terreno nel sobborgo s. Cipria- ti oa un superbo mausoleo a 4 faccie,meu-
no, per stabilirvi un convento del suo or- tre la sua testa fu posta nella sagrestia in
dine. In Tolosa si prepara un couvenlo busto d'argento dorato, esponendosi alla
anche pe'padri domenicani". Anticamen- venerazionede'fedeli nel dì della sua festa.
te in Tolosa eiauvi 26 comunità religio- Questionatoli s. Corpo, per sentenza d'Ur-
se di uomini e circa 1 6 di religiose. Mar- inino V neh 368 fu aggiudicato a questo
ra Cancellieri ne' Possessi, che il guardia- convento, ricevuto dalla città colla più
no de'conventuali di Tolosa, appena sep- gran solennità e immenso concorso di per-
pe la morte di Clemente XIV, scrisse di sone, oltre il duca d'Angiò fratello del re
voler mandare a Roma della terra del ci- Carlo V, gli arcivescovi di Tolosa e di
ìniterio del suo convento, atta a conser- Narbona, molli vescovi, abbati e signori.
vare i cadaveri. La collegiata di s. Ser- Ora mi occorre qui fare una breve di-
nin (o s. Saturnino martire e i. "vescovo di gressione sopra le reliquie di s Tomma-
Tolosa), avea un abbate secolare, ed era so d'Aquino, splendore dell'inclito ordi-
la più distinta della metropoli, composta ne domenicano, e da s. Pio V dichiara-
di 24 canonici, senza il basso coro. La sua to 5.° dottori' della chiesa latina, colla
chiesa celebre, antica e parrocchiale, ia bolla Mirabilis DeiiSjdeW 1 aprile 1 367. 1

più distinta dopo metropolitana, è una


la Questa gloria immortale dell'encomiato
delle più belle di Francia. Sebbene piut- ordine, mentre da Napoli si portava al
tosto tetra, è grandissima e maestosa: in concilio generale di Lione, morìa'7 raar-
essa collocarono moltissime reliquie, ol-
si zoi 274 monastero cisterciensedi/^Q^-
nel
tre quelle del santo titolare in una ricchis- sanuo\'a(T .) nella diocesi di Tcrracina.
sima cassa d'argento, non che quelle di Usuo corpo fu trasferitoda Ouoratoconte
s.Tommaso d'Aquino nel secolo passato. di Fondi nel convento domenicano di tal
L'abbate era immediatamente soggetto città, e Papa Giovanni XXII colla bolla
alla s. Sede, in uno al suo capitolo, che Redemptio:u.'iii jnisit, de' 18 luglio 1 3 20,
i2 TOL TOL
Bull. Rom. t. 3, par. 2, p. 1 88, locano* mente feci altrettanto. Tuttavolta, quan-
uizzò in Avignone. Indi i domenicani di to al corpo, vi ha chi dice , essere stato
Fondi furono accusati da'cislerciensi per bruciato da'furibondi eretici Ugonotti in
essersi preso il corpo del satito, ed Urba- Tolosa nel secolo XVI. Il sin qui accen-
no V terminò la gran vertenza, con ag- nato venne di recente ex professo trat-
giudicarlo in Monte Fiascone, contro le tato, colla storia della sepoltura e trasla-
pretensioni de'cisterciensi di Kossanuova, zione del corpo e reliquie di s. Tomma-
nel maggioi368 in fivore de'domenica- so d'Aquino (essendovene in Italia, Fran-
ni di Tolosa, ove nell'istesso anno fu tra- cia e Spagna), iuclusivamente a quella se-
sferito, come affermano ancora Bollan- i guita nel 1
794 i rt Tolosa stessa dalla sua
disti , Aeta ss. Mariti 1. 1, p. 720. La, chiesa de'domenicani a quella di s. Ser-
chiesa de'domenicani di Tolosa fu prefe- nin, dall'interessantissimo opuscolodi cui
rita a quelle delle altre città e della stessa mi duole non dare un sunto, dovendo os-
Parigi, perchè in quel convento fu fon- servare la brevità, e intitolato: Histoire
d'
dato l'ordine da s. Domenico, e perchè des Reliques des. Thomas 'Aquin par
Urbano V, prevedendo molte solleci-
le E. Cartier, Parisi 854- I francescani e i

tazioni che i frati predicatori avrebbero dottrinari aveano in Tolosa pubbliche bi-
avute da varie parli, scelse egli la chie- blioteche, ed i gesuiti 6 case. Era vi una u-
sa di Tolosa, dicendo al p. generale del- ni versila eretta da Papa Gregorio IX, per
l'ordine nella corrispondente bolla queste l'istanze del re s. Luigi IX: i suoi profes-
parole. Ut
eripiam de iinportunitate
le sori venivano tumulati coli' anello, coi
Itine inde sollicitantiuni ipsemet eligo in gnauli, la spada e gli speroni dorati. Un
locwn prò dicto saneto eorpore Eeele- tempo vi fu uncollegioper la missione di-

siani vestii conventus Tolosani... quia ibi pendente dalla congregazione di propa-
est universitas nova in theologia quarti ganda fide, fondato da un cappuccino i-
volo /andari in solida et firma doc tri- beruese, che col fine d'averne ecclesiasti-
na può vedere il dome-
illius Saneti. Si ci ne avea istituito altro a Bordeaux: fu
nicano p. Antouio Touron (biografo pu- dotato dal magistrato di Tolosa, ammi-
re di s. Domenico e degli uomini illustri nistrando le rendite il rettore e i provve-
innumerabili dell'ordine), Pie des. Tho- ditori. 1 16 alunni aveano l'obbligo di f ir-
mas, Paris 1737, a p. 344* uoa c ie a '* ^ '' si sacerdoti, e studiavano nell'università
tro domenicano p. Guglielmo de Tocco, l'alte scienze. Nelle biografie de' seguenti

Vita d. Thomae de Aquino, presso i ci- cardinali notai i collegi fondati nella loro

ove vi è del correligioso


tati Bollandisti; pia munificenza in Tolosa. Elia Pcrigurd
p. Raimondo Ugone, De Translat. cor- Talleyrand eresse il eollegioPerigord per
por, b. Thomae de Aquino, bulla Urb. istruire nella legge i giovani ,
poi perfe-
V data x kal. jul. pont, an. ri, Copio- zionato da Papa Gregorio XI. Andoiuo
susin misericordia Domini. Il corpo del- $ Albert nipote d' Innocenzo VI, ordinò
l' angelico s. Tommaso si venera nella che dopo la sua morte, con buone reudi-
chiesa parrocchiale di s. Sernin di Tolo- te fosse fondalo un collegio, e chiamato
sa, di cui già feci parola, ma quanto alla Magalonense dal nome del suo vescova-
testa vi sono diverse opinioni. In Tolosa to di Maguclone. Pietro di Fuxo o Foix
si sostiene possederla; però si venera pu- il seniore, celebre legatod' Avignone, fon-
re in Pipenio, trasportata da Fossanuo- dando il collegio per alimentarvi 2D gio-
va con due ampolle del suo sangue, co- vani applicati allo studio delle leggi, lo
me notai ne' voi. XXVI, p. 19, LUI, p. chiamò Fuxiense, gli assegnò ricca dote
240 e 2475 dicendo quando venerò l' li- e gli donò scella e copiosa biblioteca. In-
na e le altre Gregorio XVI, ed io di vota- oltre Papa Innocenzo VI, già dottore e
TOL TOL i3
professore famoso nel diritto legale, e giu- trionfale, disegno di F. Mansard. Il qua-
dice maggiore della siniscalchia di Tolo- le sobborgo, il più bello e considerabile
sa, quivi fabbricò il collegio de' Poveri. di tutti, è fabbricato e distribuito rego-
Tutti questi e altri vantaggi, li riportò To- larmente; la via di Chercydon, larga e di-
losa nell'epoca in cui i l'api risiederono ritta, che principia allo sbocco del ponte,
in Avignone, dopo la strana risoluzione conduce alla piazza quadrata dello stesso
di Clemente V. Sono al presente rimar- nome, circondata da facciate regolari, e
cabili in Tolosa i vasti spedali dell'Hótel- che precede la porta di Tarbes, formata
Dieu, e di s. Gioseffo de-la-Grave; le bel- da bel cancello di ferro, a destra e a si-
le riviere cbe corrono lungo la Garonua, nistra del quale veggonsi le statue colos-
ed il famoso mulino del Basacle, situato sali rappresentanti la città di Tolosa e la
all'uscita del fiume e rifabbricato nel 8 14 1 provincia di Linguadoca, scolpite da F.
sopra disegno bellissimo, e sopra a questo Lucas. Di là da detta partecontinua una
mulino appunto operasi la congiunzione, bella via che termina in una gran piaz-
del canale di Brienne colla Garonna; al- za ollagona, alla quale mettono capo due
la riunione dello stesso canale di Brienne altre vie e tre bei viali, e famosa nella cit-
con quello del Mezzodì, in qualche distan- tà sotto il nome di Zampa d'Oca. Ed e-
za dalla città, trovasi
un ponte doppio, ziandio nellostessosobborgo trovasi il bel
chiamato Jumeau ossia Gemello, sul qua- passeggio detto il Corso Dillon, che pro-
le vedesi rappresentata in basso rilievo lungai a terrazzo sulla sponda della Ga-
lungo 5o piedi, la congiunzione de' due ronna, dal ponte sino alla porta di Mu-
mari, con figure di grandezza colossale; ret, chiusa da bel cancello di ferro. 11 por-
e la magnificenza del viale d'alberi che to di questa città sul canale del Mezzodì,
fiancheggia i due canali, il doppio e su- giace uel sobborgo s. Stefano. Possiede
perbo sostegno pel quale spandonsi le lo- Tolosa un'infinità di stabilimenti d'istru-
ro acque; questo basso rilievo e il ponte zione pubblica, ed il numero di coloro che
meritano l'ammirazione di tulli i viaggia- li frequentano ed allo studiosi danno,di-
tori. Gli altri passeggi pubblici souo la mostra che questa città mai sempre con-
spianata, nel centro ornata d'un bel get- serva l'antico suo amore per le scienze, le
to d'acqua; il grande giardino pubblico, lettere e le arti. Vi si compila buon nu-
ilgiardino delle piante, uno de'più vasti mero d'opere periodiche, e le società dot-
e più belli di Francia, ricco soprattutto te distribuiscono premi: il più antico di
di piante esotiche meridionali, e di pian- tali istilliti è l'accademia rinomata dei

te indigene de'Pirenei, e nel qualesi fan- Giuochi Floreali o della Dea Flora, che
no corsi di botanica. All'estremità meri- conta più di 5 secoli d'esistenza, e la cui
dionale dell'isola di Tounis, sono le rui- fondazione si attribuisce a quella celebre

ne del castello Naibonese, antica citta- Clemenza Isaura che l'avrebbe riccamen-
della de'ie di Francia e de'conti di To- te dotata ma dispiace che non si vada
,

losa, e colà presso sorge un altro bel mu> d'accordo sul tempo in cui abbia vissuto,
lino, rivale di quello dei Basacle; alquan- alcuni riportaudoue al 1 220. l'istituzione
to inferiormente alla della i^.la è pon- il accademica, altri la ritardanoal 1 323; co-
te sulla Garonna , che fa comunicare la munque sia, l'accademia distribuisce se- i

città col sobborgo di s. Cipriano, ponte di guenti premi: pel una viola d'ora, pel
1

beila esecuzione e costruito «sotto Luigi 2. una rosa selvatica pur d'oro, pel 3." un
KW sopra disegno di Soulbon, con
,
7 fiore-arancio dello stesso metallo. Tutti i

archi di varie grandezze, largoia tese o poeti francesi hanno diritto di concorrer-
pertiche e 35 lungo, e che dalla parte del
1 vi , e parecchi fra' più celebri vi furono
sobborgo termina con una porta ad arco coronati. Vi sono inoli re, l'accademia del-
5

14 TOL TOL
le scienze, iscrizioni e belle lettere; l'acca- all'ospizio, maiolica, porcellana, terra da
demia di pittura, scultura e architettura; pipe, manifattura regia di tabacchi, fila
ilcollegio regio, la scuola secondaria di toi, concie di pelli, birrerie, corderie, fab-
medicina echirurgia, la scuola d'ai ti e me- briche di misure ee.Numerose sono le tipo-

slieri, quella speciale di disegno , scuole grafie e i fondachi de'librai: il già proprie-
regie d'equitazione, di musica e di canto, tario d'uno di essi, il eh. Agostino Mana-
un eorso di geometria e meccanica appli- vit tolosauOjio lo chiamerò l'^Zf/o^i To-
cale alle arti, altre di fisica sperimentale, /o.srule'nostri giorni. Saggio, eruditissimo
di chimica e d'ostetricia all'Ilòtel-Dieu ; e pio scrittore, gli dichiarai la mia am-
società di medicina, delle belle arti, d'a- mirazione e riconoscenza nel voi. LXIV,
gricoltura e di carità materna; una socie- p. 32 1, per la traduzione delle mie Cap*
tà biblica ausiliaria protestante, ed una pelle Pontificie^ per quantoeg regiamen-
di prestito gratuito sopra pegno; e due hi te scrisse d'un Gregorio XVI e d'uu car-
bliolechepubb!iche,unadi piùche3o,ooo dinal Mezzofanti, e qui solennemente gli
volumi, e l'altra supera i 24,000: quella rinnovo miei omaggi,con particolare sod-
i

del collegioconlenendo, tra altri mss. pre- disfazione dell'ani mo, sebhene egli sia pas-
ziosi, le Ore di Carlo Magno, quelle del- sato a miglior vita nel declinar deli 855,
la regina di Bretagna, un' Apocalisse tra- e fu una perdita giustamente deplorala
dotta in versi francesi, ed un Eschilo coi dall'illustre patria, e da chi ne conosceva
margini sopraccaricati di note per mano le virtù ed pregi. Ogni due anni dal 1
i

di Racine. Possiede ancora questa città giugno ali 5 luglio si fa pubblica esposi-
un osservatorio, dove si fanno corsi d'a- zione ili prodotti dell'industria diparti-
stronomia; museo di pittura ed'anlichità, mentale. commercio, senza essere mol-
Il

cresciuto colle ricche scoperte fatte nel to attivissimo, non vi è perciò meno di
1827 presso la città di Martres, e tra le assai grande importanza, principalmente
altre cose, 60 busti d'imperatori e impe- colla Spagna; ma quello di emporio coi
ratrici in marmo, d'un Giove Serapicle, porli di Marsiglia e Bordeaux e coll'in-
ec. Vi è la scuola dell'artiglieria con ar- terno della Francia non è tanto quanto
senale poligono, polveriera, fucine, e fon- potrebbe credersi animato; è questo pu-
deria di cannoni, ed un semenzaio dipar- re l'emporiode ferri del dipartimento del-
timentale. Anche l'industria quivi conta l'Ariège, non che de' due mari. Esporla
parecchi stabilimenti importanti: tali so- questa città principalmente molto grano
no precipuamente un laminatoio, che ri- e farina prodotto più essenziale del suo
,

duce in lastre circa i5o,ooo chilogram- territorio; manda essa nell' interno della
mi di rame all'anno, ed una fabbrica d'og- Francia pasticci di fegato d'anitra che so-
getti d'acciaio, falci e lime, la più ragguar- no rinomali. Vi si tengono due grandi
devole che esista in Francia, ed il cui pro- mercati all'anno, pe'fiori e pel porco sa-
dotto ad annocomuneascentlead8oo,ooo lato, ed 8 fiere, fra le quali è importan-
chilogrammi d'acciaio, 80,000 di lime, e te quella de'i5 giugno per le lane e panni.
circa 120,000 falci; hawi inoltre fucine Il suo canale di Mezzodì è della maggior
alla catalana, magli da ferro, altri lami- importanza pel commercio della Fran-
natoi per ferro e rame, fonderie di rame cia meridionale. Progettata sotto France-
per campane e altri oggetti, fabbriche di sco I, la comunicazione della Carolina col
cera e di candele dell'* slessa materia, ac- Mediterraneo, questo grande monumen-
qua vile, olio, paste italiane, carte dipin- to non che sotto Luigi XIV,
fu eseguito
te, tele incerate, corde da strumenti, ma- pegli ordini di Colberl e mercè il genio di
terie resinose, marocchini, indiane, coper- iliquet. Si cominciò nel 1667, e nel 1681
te di lana e di coione, cappelli di paglia la uavigazione fu in attività su tulta la li-
TOL TOL .5
nea. Per questo complesso di pregi, e di de'canoui in Tolosa. Tolosano fu il cardi-
altri che sarebbe lungo il rilevare, Tolo- un
nal Raimondo.l/c>/i/ò/7, la cui famiglia
sa è una delle più belle e più grandi cit- tempo signoreggiò Tolosa. L'ultimo san-
tà della floridissima e possente Francia. to tolosano a cui la s. Sede ha decretato
Essa inoltre vanta una moltitudine di uo- il pubblico culto è la b. Germaua Cousin
mini celebri in tutti i generi, e tra gli al- di Pibrac, villaggio poco lontano da To-
tri il giurecousultoCujacio 5
al quale giusta- losa , nata da poveri parenti e destinata
mentela patria P8 dicembre 85o innalzò 1 duDioadareal mondo il maggioi esempio
a suo onore una statua, e sul piedistallo dell'umiltà. Introdotta la causa di sua ca-
fu incisa questa iscrizione: Jacofro Cuia- nonizzazione nel i845 avanti Gregorio
rio Tolosano. E' patria dei poeti e autori X\ I, e continuata con molta alacrità, il

drammatici Guy Oufaure signore di Pi- legnante Pio IX nedecrelòlasolennebea-


brac, Goudouly, Maynard, Cailhava, Pa- tificazione, celebrata nella basilica \ ali-
laprat, Campistron, Nicolò Ptchantté; del cana a'7 maggio 854, con quella pompa 1

poeta e matematico Fermat, del fisico e descritta nel n.°io5del Giuntale di Ro-
dotto minimo Maignan, degli storici Ca- ma > insieme alle notizie sulla serva di Dio.
seneuve e Guglielmo Caldi ; de* ultori Gli abitanti sommano a circa 65,ooo, i

Francesco e Gio. Francesco de Trov: dei quali partecipano del linguaggio, del ca-
pittori, scultori e architetti N. Bachelier, rattere e dell'abitudini de'guascoui, per-
F. Lucas, Antonio Rivale; di Bertrand di chè ilsud-ovestdeli'Alta Garonua ne com-
Mollevilie ministro della marineria tolto pi endemia parie, onde alcuni geografi per
Luigi X\ I, e autore d' una storia della qualche riguardo considerarono Tolosa
mutazione; del bravo general Dupuy come eapitaledel paese Guascone. LaGua-
morto alCairo, e del marescialloPeriguon. scogna, divisa in Alta e Cassa, rinchiude-
Colle loro opere poetiche si tesero chiara va quasi tuttala contrada compresa fra

Elisabetta Dreuillet, Desparre e Monte- laGaronua, Pireui e l'Atlantico, in tuo-


i

gnt. E
pur la patria di Riquel, che s'im- doche corrispondeva pi esso a poco uìì'A-
mortalò col celebralo canale di Lingua- quitaìda^iua delle3 parli dell'auticaGfl/-
duca o Mezzodì. Vi ebbe pure natali il i //<7 ; ossiaGallia Armorica o Marittima, di-
d. 'Giovanni Esquirol. benemerito degl'in- visa poi in Aquitauia i/,in Aquitania 2.*,
felici dementi. I fasti ecclesiastici si glo- ed in Novempopulania. La Guascogna
riano di molli cardinali,aici vescovi, vesco- prese il suo nomeda'guasconi o vasconi,
vi e altri prelati. Tolosauo fu il b. e Papa popoli della Spagna Tarragonese, che vi
Benedetto A"// del Fornoo Fournier, ua- s'introdussero da'viciuiPireuci dopo aver-
to in Saverdun territorio di Tolosa, da un ne caccialo i visigoti. Si dicono i tofOMtaj
molinaio, secondo alcuni, già inquisitore più ordinariamente degii abitanti
istruiti
della provincia di Tolosa, ove estirpò gli dell'antica provincia di Guascogna. Lo
che l'inondavano, e nipote di Gio-
eretici studio delle leggi, l'applicazione alle scien-
vanni XX11, che pure diversi dicono di ze, alh lettere e alle arti de'tolosani, il lo-
bassa origine, e perciò tanto più gloriosi, ro gusto per la musica e la dauza, li ren-
e ben lo si mostrò il b. Benedetto XI col- I dono più riflessivi , di più mite società,
la luosa moderazione, nel mai itare con
\ ir senza per altro diminuir quella vivacità
mediocre dote la nipote a un mercante di di spirilo così generale in questa parte di
Tolosa, rifiutando ragguardevoli perso- Frauda. Il tolosano senza istruzione, lau-
naggi. Tolosano si fa pure Urbano f Gri- to per conto religioso che politico, talvol-
moardi, veramente di Linguadoca, e pare ta si abbandonò ad eccessi ch'ebbe poi a
oriundo di Limogese nato in Grissac nella pentirsi, per la variabilità del partito che
contea di Gevaudan.già professore insigne prese, s' è realmente vero quanto su ciò
i6 TOL TOL
osserva taluno. Amono è il clima di To- Linguadoca, sotto al quale si comprese-
losa in ogni tempo, ti amie l'estate, e sano ro prima tutti i paesi in cui parlavasi la
vi si perviene a età avanzatissima; buoni lingua tolosana o la lingua d'Oc, parola
sono i viveri, svariati e a buon mercato. che corrisponde all'Otti," verisimilmemte
La danza, il teatro e soprattutto il canto da questo termine venne anche la deno-
formano i principali diletti; la disposizio- minazione d'Occitania, che alcune volte
ne al canto vi è straordinaria, e di soven- si applicò a questa contrada, una porzio-

te vi fioriscono belle voci. La pianura di ne della quale portòanche il nome di con-


Tolosa, feracissima di grano, è immensa, tea di s. Gilles o s. Egidio, patria di Cle-
ma monotona, essendo spoglia d'alberi. mente I V. Verso la decadenza dell'impe-
JNon offrela città die pochissimi avanzi ro d'occidente poi, la Linguadoca portò il

de'montimenti di sua antichità e impor- nome di Septimania, secondo l'opinione


tanza a tempo de'romani, come i ruderi de'più a cagione delle 7 diocesi sulfraga-
d'un anfiteatro e d'un acquedotto; ma si nee di Tolosa, e ne riparlerò: altri voglio-
sono trovati nel letto della Garouna fon- no die il nome di Settimania le derivò
damenti di edilìzi, medaglie, statue e altri dalla settima legione romana che vi stan-
monumenti. Si presume che i visigoti ab- ziava, e secondo altri dalla città di s. Gil-
bianodistrutto interamente l'anfiteatro, i les o Saint-Gilles anticamente così appel-
templi e altri bei monumenti che possede- lata; o meglio si attribuisce alla divisio-
va. La Linguadoca, Occitaniae Septima- ne delle 7 provincie, cioè le 5 stabilite da
iiia, antica ed eslesa provincia della Fran- Augusto nella Gallia Narbonese, distinte
cia,compresa fra il Rodano e laGaronna co'vocaboli dii.'é 2. "Narbonese, Vienne-
e formante la Gallio, Bracata, avea qua- se, Alpi Marittime, Alpi Graie perniine,
si 4° leghe nella sua maggior larghezza, cui Adriano aggiunse le due di Marsiglia
e circa 90 dalla sua porzione più setten- e dell' Alpi Cozie.
trionale si no alla più meridionale,di viden- Ila la rinomatissima Tolosa la fama
dosi in 3 parti: i.° Linguadoca, che
l'Alta d'una delle più antiche città delle Gallie,
rinchiudeva il Tolosano, l'Albigese, il Lo- ma se ne ignora l'origine: questa si preten-
raghese, ed i paesi di Mirepoix e Carcas- deanleriorea quella di Roma,esi attribui-
sona;2.°la Bassa Linguadoca checompo- sce aTolo o Talosso troiano, con raccon-
uevasi de'paesi di Narbona, di Beziers, di to favoloso. Pare che fosse abitata da' te-
Nimesedi Uzès; 3.° le
Cevenne, che con- ctosagi allorquando, secondo Ausonio che
tenevano il Vivarese, il Velay, il Gevau- la pose tra le metropoli illustri, roma-
i

dan, ed il paese di Alais. La 1. "rinchiude- ni sotto Servilio Cepione la presero l'an-


va 9 diocesi vescovili, la 2." 1 i,e 3 la 3." nodi Roma 648, pel qual console soggiac-
Tolosa era la capitale della provincia, e que alla depredazione d'immense somme
in particolare dell'Alta Linguadoca, e del denaro sagro, onde n'ebbe infamia per
Montpellier lo era della Bassa. Vi sono testimonianza diStrabonee diTrogo. Fu
pochi paesi in Francia ove si trovino mag- anche colonia romana, e G. Cesare la chia-
giori monumenti di antichità quanto nel- mò Tolosaj Tolomeo, Tolosa Colonia,
la Linguadoca. Alcuni autori dissero che e Sidonio Apollinare, Urbs Tolosatium:
almomento della conquista de'goti,questo Palladia,Roma Garunmae, Tecto-
altri
paese prese nome di Linguadoca, come
il sagum.Pevò la conquista della contrada
si direbbe lingua di goto, landt-goth, tli Linguadoca è anteriore, e si attribuisce
cioè a dire terra paese di goto. Altri e sotto il consolato di Fabio Massimo nel-

forse in maggior numero pretendono, che l'anno di Roma 636, abitala essendo dai
soltanto nel secolo XIII s'incominciasse a volci, teclosagi, volci arecomici, gaba-
disegnare questa provincia col nome di li, velauni, ruteni, umbiatici e cadurci.
TOL TOL 17
Sebbene Tolosa fu inipot tantissima al to II. Di continuando il suo cammino,

tempo de' romani, ed avesse il Campido- si portò a prender possesso de'suoi nuo-
glio, tempio d' Apollo e più altri belli
il vi stati a Tolosa, ove fissò la sua residen-
monumenti, non fu mai sotto que'couqui- za, e fece rivivere nella sua persona l'an-
statori capitale della provincia. Nel prin- tico titolode'redi Tolosa cheda circa 1 23
cipio del V secolo i vandali, gli svevi e gli anni erasi spento colla monarchia visigo-
alani cagionarono orribili guasti nelleGal- ta in Francia. Nella primavera 63 1 mar-
lie, e Tolosa fu preservata da' vandali per ciò a domar guasconi
i ribellati alloro du-
le virtù e pregbiere del vescovo s. Esu- ca Amand suo suocero, ma tornato vitto-
perio. Ma nel 4'9 ' S°t* invasero la Lin- rioso a Tolosa mori nell'istessoanno, la-
guadoca, abbandonata loro dall'impera- sciando 3 figli della regiua Gisele , cioè
tore Onorio, e vennero distinti col nome Childerico, Boggis e Bertrand. Childe-
di / isigoti que' goti cbe in questa parte rico fanciullo poco dopo mori per opera
delle Gallie fissarono il principale stabi- di Dagoberto I,al dire di alcuni, il quale

limento e la eressero in mona rchia, dichia- riunì a'suoi stati il reguo di Tolosa. Ma
rali Jone capitale Tolosa, e vi fecero la lo- Amand in favore de'uipoti Boggis e Ber-
ro residenza per 88 anni. Dierouo essi al- trand aizzò i popoli del suo ducato, e uel
la regione il nome di Gothia o Gozia, con- 636 estese le sue escursioni iu tutto l'an-
servando pur anco quello di Septimauia, tico regno di Cariberto. Nel qual anno Da-
e presero il titolo di re di Tolosa. Alari- goberto I assediata Poitiers, in pena del-

co 1 fu il i.°re a dominare la regione e par- la ribellione la fece smantellare, cosi ab-


te della Spagna, cui successero nel 412 battendo la fierezza de' guasconi. Questi
Ataulfo, nel 413 qua-
Sigerico,e Vallia il poi portatisi col duca Amand
a Clichi da
le distrusse gli alani, uel 4 '9 Teodorico Dagoberto I, lo piegarono a forza di som-
I, nel 45 Torrismondo, nel 453 Teodo-
1 missioni; ed il duca fece col re un tratta-
rico 11. nel 4^6 Enrico, nel 484 Alarico to, che assicuròl'Aquitauia a Boggis a ti-
II. Questi uel 007 fu viuto uella battaglia tolo di ducalo ereditario, riservandosi il
di Youillé o Poitiers da Clodoveo I re dei re la sovranità e un annuo tributo. Nel
franchi, onde la possanza di questi ebbe 63t dunque Boggis e Bertrand quali du-
grande incremento, e decadde quella dei chi ereditari di Tolosa e d'Aquitania en-
visigoti. Nel segueuteannoClodoveoIs'im- trarouo al possesso degli slati paterui,e
padroiù di Tolosa capitale del regno dei ne godettero col titolo di duchi di Tolo-
visigoti, e spense con ciò la loro monarchia sa e d'Aquitania, a coudizione di fedeltà
iu Francia. Tolosa e pae?i conquistati sui i e omaggio alla corona di Francia, e del
goti, furono per circa 128 anni diretti da pagamento d'anuuale tributo. Questo fu
duchi e da conti iu nome de' re francesi il i.°esempio dell'eredità de' feudi nella
successori di Clodoveo I, sino e inclusive monarchia francese, o piuttosto d'un ap-
a Clotario II. 11 suo figlio Cariberto non pannaggio assegnato a'prineipi della fa-
avendo avuto alcuna parte alla successio- miglia regia. 11 ducato d'Aquitania fuau-
ne paterna, contro l'uso di quel tempo, mentato da molte altre terre considerabi-
ottenne dal fratello primogenito Dago- li, e dal ducato di Guascogna ereditato

berto con trattato degli ultimi d'aprile


I da'duchi dall'avo. Morì Boggis nel 688,
63o, che altri anticipano al 628, il Tolo- e gli successe il figlio Eude, al quale Li-
sano, il Quercy (che poi cede), l'Agenese, berto nato da Bertrand gli cede i propri
il Poitou, il Perigord, e
la Noverapopu- diritti per consagrarsi a Dio, morto dipoi
Guascogna. Pochi giorni dopo
lania ossia santamente vescovo di Liegi. Eudediven-
Cariberto si recò ad Orleans per tenere ne celebre per le guerre fatte a' maestri
al fonte battesimale suo nipote Sigeber- di palazzo ed a' saraceni, e regnò da so-
VOL. LXXYK.
j 8 TOL TOL
vrano su tuttala Linguadoca francese, ri- nia armi e vestili militari proporzionati
conosciuto dal re Chilperico 11. Assedia- alla statura; Io si pose alla meglio a ca-
ta 4a saraceni nel 721 Tolosa, Eude lo vallo , e con questo apparalo ricevè l'o-

fece levare e li tagliò a pezzi; tua nel 73 1 maggio de'grandi e del popolo. Tosto che
soggiacque col paese alle loro terribili stra- fu inistatodi governare volle impone col

gi, arrestate dal soccorso di Carlo Martello la magnificenza, però accortosi che il lus-
che li disfece. Nel j35 Unaldo successe al so era oneroso a'popoli si riformò da se
padre Eude, non lenza opposizione di Car* slesso, e colla economia potè mantenere
lo Martello, che poi gli permise di tener una corte Fece guerra con suc-
brillante.
l'Aquitania con titolo di duca, in fede e cesso a' saraceni di Spagna, e per morte
omaggio di lui e de'fìgli Carloinano e Pi- del padre nelT 8 4 fu elevato all' impe-
1

pinoci quali poi Unnldo combattè. Aven- ro e spedì il proprio figlio Pipino I a To-
do questi fatto cavar gli occhi al proprio losa perle sue veci qual re d'Aquitania,
fratello Ballon, lacerato da'rioiorsi abdi- riconosciuto poi per tale nell'8 1 7. A Pi-

cò la corona ducale, e si fece religioso nel pino I successe nel regno il figlio Pipino
monastero dell'isola Re fondalo dal pa- II nell'839 assai giovane, per acclamazio-

dre, lasciandoli ducato di Tolosa e Aqui- ne d'alcuni signori, nel timore che l'avo
Wafria nel 7 45. Questi re-
tauia al figlio imperatore volesse investirne il figlio Car-
gnò su tutta l'Aquitania e la Guascogna, lo il Calvo, come realmente fece nel-
die asilo nel j5o a Grippone fratello di l'assemblea di Chalons: chi ricusò il giu-
Pipino, quale nel 752 divenne re de'
il ramento di fedeltà fu punito con supplizi,
francesi, e poi nel 760 gli mosse guerra, indi l'imperatore inviato il figlio a Poi-

indi perdonandolo per aver chiesto pace liers, passò a combattere i malcontenti a-
e promesso giuramento di fedeltà. Lun- quitani. Morto Lodovico I uell'84o si ri-

gi di tener la parola, Wafria scorse l'Au- destò il partilo di Pipino II, ma venne fu-
tunnese col ferro e col fuoco. Il re per ven- ga lo da Carlo a Bourges. Questi a' 1 3 mag-
dicarsi fece 3 anni di desolante guerra ,
gio 843 pose l'assedio dinanzi Tolosa, che
vincendo due volte il duca, che perì as- poi levò a'ao giugno per recarsi a Ver-
ai giugno 768 nelPerigord. Co-
sassinalo dun a conferire co'fralelli Lotario I e Lo-
sì duca ereditario di Tolosa
finì l'ultimo dovico II; abboccamento il cui esito riu-
e Aquitauia, che discendeva dalla 1. "stir- scì falalea Pipinoli, che si vide spogliato
pe de're francesi, e l'Aquitania venne riu- dopo a ver combat tutu a favore di Lotariol.
nita alla corona di Francia. Wafria lasciò Egli non si perde di coraggio e si preparò a
Lupo suo figlio,che pera ver nel 778 scon- vigorosa difesa.TornatoCarlo I' 11 maggio
fitto ilretroguardo di Carlo Magno, re- 844 a ripigliar l'assedio di Tolosa, fu da
duce dalla Spagna, il re lo f. ce impicca- Pipino II costretto a ritirarsi sulla fine di
re: i suoi figli furono duchi Guascogna.
di giugno. Nell'845 seguì tra loro un trat-
Callo Magnoeresse in regno Tolosa e l'A- tato, col quale Carlo cede al nipote Pi-
quitania, e ne dichiarò re il figlio Lodo- pino II tutta l'Aquitania, tranne il Poi-
vico I il 7-Youel 781 di 3 anni, e condot- tou, il Saiutong e l'Angumese, riserban-
tolo a Roma lo consagrò Papa Adriano I dosi per altro la signoria feudale sul ri-
in uno al fratello Pipino nel giorno di Pa- manente. Divenuto Pipino II padrone del
squa. Da Roma in culla, com'eravi sialo regno, l'Aquitania, fu divisa indue ducali
porta to.Lodovico I fu trasportato aTolosa o governi, l'uno sotto il suo dominio, l'al-

per prendere possesso de'suoi stali, di cui tro sotto quello di Carlo. Malcontenti i po-
era la città capitale. Il suo ingresso fu più poli de\miuistri di Pipino II, invitarono
spleudidodi quanto sembrava permetter* uell'848 Carlo a governarli, ed egli feee»i

lo lasua età. Gli si fecero per tal ceremo- coronare a Limoges re d' Aquitauia. Nel
TO L TOL .
9
seguente anno s'impadronì di Tolosa e poi so e consegnato aCarlo il Calvo.e pare mo-
della Seltimauia. Gli aquilani leggeri e risse prigione. La confusione che produs-
incostanti annoiarono ben presto di Car-
si sero in Aquitauia le controversie Ira Car-
lo il Calvo, e Pipino II ricomparve dopo lo il Calvo e Pipino II, ridusse il regno

la sua partenza, e nell'Soo di nuovo fu ac- a una specie d'anarchia, in guisa che non
clamato re. Per guarentirsi dallo ziochia- riconoscendo alcun sovrano, molti segna-
mi) normanni, che presa Tolosa la sac-
i vano gli atti dagli anni posteriori alla mor-
cheggiarono. Nello stesso tempo si alleò te di Lodovico I. Ma Carlo languente pe'
co' saraceni di Spagna, che sbarcati sulle colpi ricevuti nel bosco di Guise, non co-
spiaggie della Seltimania la devastarono. nosciuto, morì a'29 settembre 866. Nel
Per tutto questo nell'852 Pipino II nuo- seguente il fratello Lodovico II il Ball/o
vamente venneahbandonato, l'Aquilania fu coronato re d'Aquitania, quindi nel-
rientrando nell'ubbidienza diCai lo,il qua- P877 divenuto re di Francia per morie
le fece prender l'abito monastico al nipo- del padre Carlo il Calvo, l'Aquitauia fu
te. Gli aquitani sempre inclinevoli alla ri- riunita alla corona di Francia e confuso
volta, chiesero nell'853 a Luigi il Tede- il suo regno col resto della monarchia.
sco i

re di Germania il suo primogenito Sotto il re Carlo III il Semplice dell'892
Luigi per loro sovrano, a che avendo il principalmente, duchi e
conli di Tolo-
i i

padre annuito/il giovaneLuigi si recò l'an- sa e di Aquitania acquistarono ue'loro go-


no dopo a ricevere la corona d'Aquitania; verni maggiore autori là, e la spi userò lan-
ma tragittata appena la Loira svanirono t oltre che si resero finalmente quasi in-
le sue speranze. Poiché Pipino II annoiato dipendenti, ciascuno nella loro provincia,
del suo monastero ne uscì, mentre il fra- usurpandone i diritti regali. Molti fra'ma-
telloCarlo rilegato in quello di Corbeia fe- gistratidelle città, subalterne si arrogaro-
ce altrettanto; raggiuntisi si recarono in no eziandio a tempo di Carlo II il Sem- I

Aquitauia, ove furouo riveduti da'popoli plice il supremo potere, e crebbe così il
con gioia, e fu decretata un'altra volta a numero de'conti, che solevano a'gover-
Pipino li la sovranità. Carlo ilCalvo ac- natori divenuti conti di Tolosa prestare
corse per salvare il regno alla monarchia, omaggio, comechè questi ormai resisi in-

ma senza successo; nondimeno uell'855 dipendenti da'redi Francia. Dissi cheCar


gli aquitani tornali alla sua ubbidienza lo Magno nel ristabilire il regno d'Aqui-
gli domandarono e ottennero per re il fi- tania nel 778 a favore del figlio Lodo-
glio Carlo, quale inaugurato nella metà
il vico I,che bambino essendo iucapace di
di ottobre,cominciò il suo regno con ri- reggere il reguo, fu dal padre provveduto
portare nel Poitou compita vittoria sui con l' istituire conli o governatori nella
normanni. Ma gli aquilani malgrado sì maggior parte delle città ; ciò che diede
glorioso successo, si ribellarono e fecero occasione ad alcuni moderni di riferire a
tornare Pipino II. Abbandonarono poi an- quest'epoca lo stabilimento de'conti e di
cora una volta questo principe, e depu- attribuirne l'istituzione a Carlo Migno ;

tarono a Luigi di Germania per ottenere ma V Arie di verificare le date, che ri-

la sua protezione. Andata a vuoto tal pra- porta tanto la cronologia storica de' rife-
tica, npigliarono le parti di Carlo il Cal- riti re francesi di Tolosa ed Aquitania ,

vo per ridomandai gli suo figlio. Appena come de'conti o duchi di Tolosa, che va-
tornalo il giovane Carlo, fu soverchiato do a riprodurre, avverte che l'istituzione
da Pipino 11, e tra loro per 7 anni durò de' Conli è di molto più antica. Nel co-
la guerra con vario successo. Finalmente dice Teodosiano in menziouede'
fittisi fa
nell'86 j Pipino II ingannalo da Piainulfo couti cheaveauo 1' amministrazione del-
coute di Poitou e duca d'Aquitania, fu pi e- le proviucie. Si potrebbe far rimontar l'o-
20 TO L TOL
rigine de'conli fmoad Augusto. Sotto Co- Nel 793, dopo incredibili sforzi, fu vinto
stantino Grande questo titolo diven-
I il da'saraceni tra Narbonn e Carcassona; in-
ne più comune e fu dato allora 'princi- di nell'8o 1 indusse Lodovico I il l'io re

pali ufficiali dell'impero: l'uso se n'era pu- d'Aquitania a formar l'assedio di Barcel-
re introdotto presso le nazioni bai bare. I lona contro quegl'iufedeli, e si distinse in
conti e duchi stabiliti da CarloMagno non tale spedizione ottenendo dopo 7 mesi la
furonodimqueunanuovaistituzione.Tra dedizione della piazza. Avendo fondato il
questi conti quelli di Tolosa furono soli i monastero diGcIlone nella diocesi di Lo-
che presero il titolo di duchi. Essi chia- deve, detto s. Guglielmo del Deserto, neh
mavansi indifferentemente conti o duchi, l'8o6 vi si ritirò, e vestito l'abito religio-
perchè Tolosa era contea e ducato ad uu so morì santamente verso l'8 3, e per le 1

tempo. Si chiamava conte quello che a- sue virtù fu posto nel catalogo de' santi,
vea il governo d'una sola città, o d'una canonizzato nel 1202 da Innocenzo 111.

diocesi soltanto; e duca quello che gover- Nell'8 1 o gli successe Raimondo detto Ra-
nava più più diocesi, od una pro-
città, fìnel qual duca d'Aquitania. Nell'817 il
vincia. Il i.°duca beneficiario di Tolosa ducatodiTolosa divenne mollo meno rag-
fu Chorson o Torsin, nominalo nel 778 guardevole per esserne sta te staccate laSet-
conte o duca di Tolosa da Carlo Maglio. timania e la Marca di Spagna attesa la di-
Egli marciò nel 787 contro Adalrico fi- visione fatta da Lodovico I de'suoi slati
glio di Lupo duca de'guascooi, che avea tra'propri figli. Nell'8 8 trovasi Beren-
1

disfatta la retroguardia di Carlo Magno gario duca beneficiario di Tolosa, non me-
nella vallata di Roncevaux; ma fu preso no illustre per saggezza e buona condot-
da Addii ico che gli fece acquistare la sua ta, che pe'suoi natali, discendendo da Ugo
libertà a condizioni vergognose. L' anno contedi Tours prossimocongiunto di det-
790 Chorson fu destituito dal suo gover- to imperatore, il quale nell'832 lo nomi-
no in castigo della sua viltà, per giudizio nò duca di Settimania e morì nell'835.
d'una dieta che Carlo Magno fece tenere La Settimania o Gothia, parte della i."

a Worms. Nel 790 stesso s. Guglielmo I Narbonese, che restò a' visigoti dopo che
divenne duca di Tolosa, e si rese celebre i franchi gli ebbero spogliati della mag-

per le sue grandi prerogative civili, mili- gior parte di loro conquiste nelle Gallie,
tari e cristiane, fu eletto duca di Tolosa fu chiamata Settimania a motivo delle 7
e Aquitania nella detta dieta, qual figlio principali città che la componevano, e Go-
di Teodorico e di Aldane. 11 padre avea thia dal nome della nazione che I' avea
comandatogli eserciti sotto Pipino e Car- conquistata, come già indicai con altre 0-
lo Magno sino a quest'epoca, era prossi- pinioni. Essa comprendeva tutta la Lin-
mo loro congiunto qual pronipote di Chil- guadoca, ad eccezione dell'antiche dioce-
tlebraudo per partedell'avo paterno Teo- si di Tolosa e d'Alby, e di quelle di Usez
doino conte di Vienna e d'Autun, quel e di Viviers. 11 re di Francia Pipino do-

desso che nel 753 incaricato da Pipino po averla conquistala verso il 760 l'unì
d'opporsi a Grippone suo fratello che vo- alla corona, ene fu staccata poi dal figlio
leva passare in Italia, gli die nella vallata Carlo Magno per far parte del regno d'A-
di Malmenile un combattimento in cui quitania da lui eretto nel 778. L'impera-
perirono entrambi. Non degenerò Gugliel- tore Lodovico I nell'817 l'incorporò al-
mo I dal valore de'suoi antenati, fece la la Marca di Spagna, e fece delle due Pro-
suai/ spedizione controi guasconi chea- vincie un ducato particolare, di cui Bar-
veano preso l'armi a favore del duca A- cellona fu la capitale. Dell'uno e dell'al-

dalrico, proscritto nella dieta di Worms, tro di questi ultimi due stali, ora vado a
e riuscì a pacificarli con abilità e valore. parlare! dicendo d'alcuni de'duchi e inai-
1

TOL TOL 2

diesi ili Settimauia. Neil' 835 Bernardo iore e la suaprudenza uell'826 contro Ai -
duca diSettimana, come figlio del defun- zon che avea fatto sollevare la Marca di
to s. Guglielmo, gli successe al ducato di Spagna. Fatto venire dall'imperatore Lo-
Tolosa, morì nell'844 e dovrò riparlar- dovico I alla sua corte nell'828, lo dichia-
ne nel riportare la serie de'duchi di Set- rò suoi. ministro, indi nell' 829 lo fece

timauia. In tale armo o neli'845 il figlio suo cameriere o gran ciambellano e lo no-
Guglielmo II divenne duca e conte bene- minò aio di suo figlio Carlo il Calvo. Ber-
ficiario diTolosa per disposizione di Pi- nardo entrò nel partito dell'imperatrice
pino li re d'Aquitania. Ne!l'85o arresta- Giulitta madre di tal principe pel suo sta-
toio Barcellona, di cui erasi nell'848 im- bilimento, e determinò I' imperatore ad
padronito coll'aiuto de' saraceni, qual reo assegnargli un regno a pregiudizio della
di lesa maestà fu messo a morte. JNeII'8 7 1 convenzione divisionale falla tra'figli del

Lodovico I dopo d'aver diviso suoi sta- i 1 letto. Questi malcontenti di tale dispo-
ti tra'3 figli, eresse in ducato la Seltima- sizionetramarono una congiura contro
nia, ch'era nella porzione del primoge- Bernardo, con molti signori dello stato,
nito Lotario 1, e gli die peri. "duca Bera accusandolo di tirannia e di criminosa cor-
di nascita visigoto, già conte di Barcello- rispondenza con l'imperatrice. Neil 83o
nadali'801, epoca in cui i francesi l'avea- l'imperatore per dare qualche soddisfa-
no tolta a'saraceni,ealla presenza di Car- zione a'congiurati, rimaudò Bernardo al

lo Magno in quell'assedio avea dato pio- suo goveruOjil quale con giuramento volle
ve di valore. Nell'820 calunniato dal vi- poi purgarsi nella dieta di Thionville, non
cino conte Sanila, per difetto di prove l'ac- trovando chi volesse accettare il duello.
cusatore offri il duello, e Bera restato vin- Però non essendo ripristinato nel favore,
to secondo pregiudizi delle prove che
, i si unì col re Pipino l contro gl'interessi
portava la convinzione del delitto, fu ri- dell'imperatore suo padre. Questi consa-
legato a Rouen: da lui poi in Linguado- pevole di sue procedure lo privò uell'832
ca fu detto Bera per ingiuria quello che de' suoi onori, e il ducato di Settiraania
mancava di fede al proprio sovrano. Nel- fu dato al suddettoBerengario duca di To-
l'85o Fredelone d'illustre discendenza, losa. Bernardo poi dichiarossi contro fi- i

comandava in Tolosa quando fu assedia- gli ribelli di Lodovico I, e die opera pel

ta per la 3." volta da Carlo il Calvo, cui ristabilimento di questo principe deposto,
rese l'importatile piazza e ricevè in com- onde neh' 833 ricuperò il suo ducato di
penso la contea di Tolosa, alla quale era Tolosa. Vedendosi alla testa di due gran-
unito il ducato d'Aquitania. Morendo nel- di provincie , Tolosa e la Settimania, si
1 8 J2 senza maschi, trasmise a Raimon- credè tutto permesso, usurpò beni eccle- i

do suo fratello la contea o ducato di To- siastici e oppresse popoli. Carlo il Calvo
i

losa, colla contea di Rouergue. Le diguità nell' 840 gli ritolse il ducato di Tolosa,
ereditarie aveano di già comincialo, co- per l'intelligenze che avea con Pipino 11
me rilevai, nell'impero di Lodovico l,ma re d'Aquitania, e uominò in sua vece \ Va-
non furono interamente e legalmenlesta- ria signore borgognone. Bernardo ricon-
bilite che all'innalzameli tu regno di U-
al ciliato apparentemente con Carlo, marciò
gp Capete. Innanzi di procedere colle no- nell'84.1 sotto i suoi vessilli alla battaglia
tizie di Raimondo e de'couti ereditari di di Fonteuai, limitandosi alle parti di sem-
Tolosa, dirò prima de'duchi di Settima- plice spettatore, mentre Warin col suo va-
uia. Bernardo I già rammentato, figlio lore fece volgere a favor di Carlo la vit-
di Guglielmo I duca di Tolosa, uell'820
s. toria. Non andò impunita la sua perfidia,
tu sostituito a Bera qual duca beneficia- e nell' 844 arrestato Bernardo d'ordine
rio di Selliuiauia. Egli segnalò il suo va- di Carlo, questi nel giugno lo fece morire
,

ii TOL T OL
per delitto di fellonia: lasciò due figli, Gu- ne, che da' vescovi di sua giurisdizione si

glielmo li duca di Tolosa , e Bernardo. fece proclamare re Provenza. Bosone


di

CarloiI Calvo nell'844 ° prima della tra- conferì a'suoi partigiani le contee del nuo-
gica fine di Bernardo, die il governo della vo regno, fra'quali Bernardo II già mar-
Setlimania a Suni freddo, figlio del conte chese di Settimauia ebbela contea di Ma-
d'Ausone nella AI a rea di Spagna, ch'era $on. Nell'880 sotto la sua condotta si po-
conte diGironaed'Urgel,ed allora la Set- sero in marcia due re per discacciare il ti-

timania prese titolo di marchesato. i\el- raniiOjCominciarono dal l'assediar la capi-


P848 Aledrangovernatoredi Setlimania tale della contea, indi Vienna oppose lun-

difese la Marca ili Spagna contro Gugliel- ga resistenza, e combattendo sempre con-
mo II conte di Tolosa unito a'saraceni tro Bosone vi perde la vita nel!' 886. 11
perdendo Barcellona e Ampurias ; però suo Guglielmo il Pio ereditò il mar-
figlio

Carlo il Calvo nell'85o lo rimise in pos- chesato di Seltirnaniae la contea d'Auver-


sessodiesse, perdendoBarcellona nell'852 gne. Sposò Ingelberge figlia di Bosone re
per tradimento degli ebrei, che presa da' di Provenza, da cui non ebbe prole, onde
saraceni Cu saccheggiata e. poi abbando- dopo la sua morte a vvenulaa'6 lugliog 8, 1

nata. Nell'852 era marchese di Seltima- la Setlimania passò alla casa di Tolosa,
nia Odalrico conte di Girona, e restò fe- de'cui conti ereditari vado a ragionare.
dele a Carlo Calvo quando insorse l'A-
il Nell'852 alla morte del summentova-
quilania. Per sua morie nell'857 fu mar- to Fredelone conte di Tolosa, successe il

chese Unfreddo della famiglia di s. Gu« fratello B-aimondo I, che prese il titolo di

glielmo conte di Besalu, che neh' 863


I ducajrinnì alle contee diTolosa ediRouer-
s'impadronì di Tolosa cacciandone il con- gue, quella di Quercy, facendole passare
te Raimondo, di che informato Carlo il alla sua posterità, che ne godè sino a ver-
Calvo, privò dell'864 Unfreddo de'suoi so la fine del secolo XI 11. Da questo Rai-
onori e lo proscrisse. Allora l'imperatole mondo I discesero i conti ereditari di To-
divisela Setlimania in due governi, quello losa, che possederono la maggior parie di

di Settimauia propriamente detta, e l'altro Linguadoca sinché fu riunita alla corona.


della Marca di Spagna e Barcellona. Per- Nell'862 Raimondo fondò l'abbazia di
l

tanto la Setlimania fu data a Bernardo Vabres Rouergue, e ne vestì l'abito col


in
Il e poi anche conte di Poitiers, e non- nome di Benedetto il 4-° figlio Ariberto.
dimeno unì in favore di Carlomano e JN ell'863 Raimondo I fu caccialo da To-
T
ss

contro Carlo il Calvo, nou che contro il losa da Unfreddo marchese di Setlimania,
figlio Lodovico II il Balbo. Scomunicato ma vi rientrò nell' 864 dopo che questi
dal concilio di Troyes per aver invaso il abbandonò la città. Raimondo morì ver- I

Ber 17 e Bourges, nell'879 semD, a punito '


so Pasqua di tal anno o del seguente, suc-
coll'ullimo supplizio, d'ordine di Lodo- cesso dal primogenito Bernardo con tutti
vico II e di Carlomano. Nel precedente gli onori, intitolandosi conte, marchese e

anno il re Lodovico II surrogò nel mar- duca; cioè conte di Tolosa perchè gover-
chesato Bernardo III detto Piantavello- natore della città, marchese per l'autori-
sa conte d'Auvergne, e si meritò la sua tà che avea su porzione della ."Narbone- 1

confidenza pe'servigi importanti che gli se, e duca per quella che esercitava sopra

rese, onde iti morte lo nominò tutore del parte dell'Aquilauia. Sidiceche morì nel-
suo primogènito; Lodovico 111, che si af ì'875 di malamorte, per avere usurpati i

frettò di far coronare, insieme al fratello beni dellechiese di Reims posti nell'Aqtii-
Carlomano, per prevenire i disegni de' tania. Scrissero alcuni, e lo ricordai a Pe.v-
malintenzionati. Di fa Iti quasi subito scop- na e altrove, che nella pace traCarlo il Cal-
piarono le mire ambiziose del duca Boso- vo imperatori e re di Francia, e Bernur-
TOL TOL 23
do conte di Tolosa, essi la sottoscrissero sala in sorte alla casa di Tolosa di loro fa-
colla penna intinta nel Sangue di Gesù miglia. Raimondo li primogenito d'Odo-
Cristo. Primamente conviene avvertire, ne quando successe nella contea già ne
,

di non confondere questo Bernardo, come porta vai titoli, comechè dal padre associa-
fecero diversi moderni, con Bernardo II lo al governo. Tanto esso che il fratello
marchese di Gothia o Settimania, né con non presero mai parte alla congiura for-
Bernardo conte d'Auvergnc figlio del du- mata nel 922 contro Carlo III il Sempli'
ca di Settimania, quali erano contempo-i cere di Francia, né all'elezione di Rober-
ranei, e si trovarono tutti e tre nell'868 to I duca di Francia. Nel 923 Raimon-
alla dieta di Pitres pressoPont de l'Arche do II segnalò il proprio valore contro i
nella diocesi di Rouen, convocata da Carlo normanni in un fatto d'armi dato loro con
il Calvo. Se realmente ciò fu fatto, e se Guglielmo II conte d'Auvergue che l'a-
propriamente anche cou altri ebhe luogo vea chiamato in suo aiuto. Morì Raimon-
rito si strano o come seguì, si può vedere do II poco dopo tale spedizione e fors'au-
il voi. LXX1 V, p. 26 e 27. Su questo gra- che nell'azione, lasciando nel 923 succes-
ve punto il Mondelli, poi vescovo di Ter- sore il figlio Raimondo Pons III. Questi

racina, ci diede nelle sue Dissert. Eccle- pure restò fedele a Carlo III il Semplice,
siastiche la Dissert. VII Sopra la de- e finché visse questo re non volle mai ri-
posizione e la scomunica di Pirro mo- conoscere Raul o Raolfo a re di Francia,
no udita, fatta e sottoscritta dal Ponte- e neppur dopo per lungo tempo. Questo
fice Teodoro I. al quale si attribuisce pu- avvenimento è una dell'epoche principali
re di averlo praticato, e perciò venne con- del potere esteso che si attribuirono con- i

futato dal Mondelli, quale a p.i so 5 ti di Tolosa, da governatori divenendo so-


il 44
iunge:'>Così la sottoscrizione di pace fat- vrani assoluti e indipendenti del paese. Nel
Divin Sangue tra Carlo Cai vo,e Ber-
col 92J Raimondo HI sconfisse gli ungheri
nardo conledi Tolosa, dal solo Ariberto ch'erano entrati nella Provenza, e nel g32
Odone ci viene riferita, e ne tacciono su riconobbe Raul a re di Francia,che dispo-
di ciò gli altri autori tutti, quantunque se a suo favore del ducato d'Aquitania e
delle geste de' re e de'loro costumi ne ab- della contea particolare d'Auvergne: pe-
biano minute e diligenti memorie". A Ber- rò dopo Raimondo III niuuo de'conti di

nardo immediatamente successe il fratel- Tolosa si qualificò mai per duca d'Aquita-
lo Odone o Eude, che nell'878 unì alla nia. Morì verso il gio egli successe nel-
contea di Tolosa l'Albigese ed estese mol- la coutea e uella più parte de'suoi posse-
to la sua autorità nella provincia. L 1 1 dimenti sotto la tutela della madre il figlio

settembre gio sottoscrisse la carta della Guglielmo III Tagliaferro, mentre il fra-

fondanone del celebre monastero di Citi- tello Pons Raimondo ebbe l'Albigese, e fu
gnyt data da Guglielmo il Pio duca d'A- 989 dal figliastro. Nel 97 J
assassinato nel
quitaiiia e marchese di Gothia, col quale Guglielmo 111 fece cou Raimondo III con-
era intimamente legato. Morì assai vec- te di Rouergue un trattato di divisione dei
chio verso il
9 9, lasciando della sua spo- possessi di famiglia, col quale ciascuno tra
1

sa Garsiude figlia d' Ermeugardo coute le altre cose si riservò la metà della con-
d'Alby due figli, Raimondo II ed Ermen- tea di Nimes, da ereditarsi da'loro discen-
gardo, che si divisero la sua eredità e for- denti . la porzione di questa contea che
marono due linee, cioè de'conti di Tolosa toccò al coute di Tolosa fu detta la coutea
e de'conti di R.ouergue. I due fratelli go- di Saint-Gilles per trovarsi compresa ivi

di-tono iu comune I' Albigese, il Quercy l'abbazia di tal nome posta sul Rodano.
i d marchesato di Gothia o Settimania, Dalla moglie àrsiodc da Chartres ebbe
clic dal defuulo Guglielmo il Accra pas- Rainioudo e Enrico, Costanza che sposò
24 TOL TOL
Roberto II re di Francia (dopo il ripudio clesiastici, e non solo impunemente, ma
di Berta stia cugina, per cui era stalo in- anco in tranquillità di coscienza, come si
terdetto il regno, strepitoso avvenimento vede dall'assegnazione fatta del vescova-
che toccai anche nel voi. LXII, p. 216), to d'Alby nel io3y stesso a sua moglie IVI a-

ed Ermengarde maritala a Roberto I con- jore per suo vedovile. Egli dispose pure
te d'Au vergile. Verso il 990 Guglielmo perdenarodel vescovato diPuy. Morì nel
III sposò in seconde nozze Emma figlia 1 060 e fu sepolto come suo padre nella
di Rolbold conte di Provenza, la quale chiesa di s. Sernin, in una tomba di mar-
portò nella casa di Tolosa ciò che chiamos- mo bianco; e nelle contee di Tolosa, d'Al-
si in seguito marchesato di Provenza: do- bigeois e di Quercy gli successe il figlio
po questo matrimonio egli formò la sua Guglielmo IV, principe virtuoso, che si
residenza ordinaria in Provenza. Il con- die principalmente a far fiorire ne'suoi sta-
te Guglielmo III, come tutti i grandi vas- ti la religione. Nel 1079 nella guerra con

salli della corona, nominava avescovati e Guglielmo VI conte di Poitiers lo scon-


abbazie poste sotto la sua giurisdizione, fìsse davanti Bordeaux; ma questi por-

ma non era scrupoloso sul modo , onde tatosi nel Tolosano saccheggiò in ricam-

offri il vescovato di Cahors per ragguarde- bio il paese e ne prese la capitale, che fu
vole somma. Sotto il suo governo succes- lostoda lui restituita. Perduti da Gugliel-
se un singoiar avvenimento a Tolosa. Era mo IV tutti i suoi figli maschi, e mancan-
uso immemorabile di questa città, che tut- dogli la speranza d'averne, nel 1088 chia-
ti gli anni il giorno di Pasqua si condu- mò alla successione il fratello Raimondo
cesse nella cattedrale un ebreo, a cui si da- IV detto di Saint-Gilles (perchè la ma-

va una guanciata in ricambio di quella dre gli avea ceduto la contea avuta pel
riportala dai Salvatore presso il gran sa- suo vedovile), a cui rinunziò o vendè la
cerdote. Trovatosi in tal giorno del 1 002 contea di Tolosa con tutti gli altri suoi
a Tolosa Aimeri visconte di Rochechovart, possedimenti a pregiudizio dell'unica fi-

ebbe l'onore di essere destinato a schiaf- glia rimastagli, che maritata al duca d'A-
feggiare l'ebreo; ma lo fece con tanta for- quitania, questi die il consenso per una
za e violenza da mandare in aria il cer- somma d'indennizzo. Partì poi nel 1092
vello e gli occhi dello sciagurato che cad- per Terra Santa, ove morì l'anno dopo.
de morto a'suoi piedi. In tal guisa un ze- Le sue grandi liberalità verso le chiese,
lo cieco degenera sovente in barbarie. Fi- i poveri e gli ospedali, il suo zelo per la

nì suoi giorni Guglielmo III di go anni


i riforma del clero e le altre sue virtù, gli
neho3y, lasciando del 2. suo matrimo- fecero dare da alcuni autori il titolo di
nio Pons che gli successe e Bertrando , Cristianissimo. Papa Urbano II gli scris-

ch'ebbe in appannaggio porzione della se ringraziandolo della protezione da lui

Provenza. Pons ereditò le contee di To- accordata agli abbati di Rloissac e di Le-
losa, d'Albigese, diQuercy e di Saint-Gil- zat, che ingiustamente voleansi cacciare
les dal lato paterno, e dal materno una dalle loro sedi per sostituirne altri. Nel-
porzione della Provenza. Possedeva inol- la stessa lettera il Papa gli accordò il per-
tre come feudi di sua giurisdizione il ve- messo di far costruire un cimilerio a To-
scovato d'Alby e una parte di quello di losa presso la chiesa di Nostra Dama del-
Nimes, e a questi titoli univa quello pure laDaurade per lui e suoi posteri, ordi- i

di conte palatino. L'origine di questo de- nando al vescovo di benedirlo. La sepol-


rivò dall'essere slato s. Guglielmo I con- tura de'conti di Tolosa che sino allora era
te di palazzo de're d'Aquitania, e perciò stata a s. Sernin, fu quindi trasferita al-
i successoli lo furono ancora nella digni- la Daurade. Raimondo IV già conle di
tà. Pons fu avido usurpatore de'beni ec- Roucrgue, di Niuies, di Saint Gilles e di
TO L TOL 25
Narl)ona,tinìa'liloIi della casa de'conti di compagnato da Elvira sua moglie, da un
Tolosa quello di duca di Narbona, ch'è loro fi gì io, e da Ademaro A vaiar de Mon-
identico con quello di marchese di Golhia teil vescovo di Puye legato pontificio per
o di Settimania, passato nella sua (fimi- la crociata. Valicate le Alpi entrò in Lom-
glia dopo la morte di Guglielmo il Pio bardia, e pel Friuli e la Dalmazia giun-
duca (ì'Aquitania,e the posseduto per lun- se in Costantinopoli cogli altri capi ero-
ga pezza dalla linea cadetta di Rouergue, cesignali. Raimondo IV fu" quasi il solo
fu riunito alla linea primogenita nella sua che non ebbe la debolezza d'acconsentire
persona e in quella di suo fratello. Rai- alla proposizione fatta loro dall'impera-
mondo IV al suo avvenimento nel 1088 tore greco Alessio I, di rendergli antici-
alla contea di Tolosa, eia già stato ma- patamente omaggio de'paesi che andava-
ritato due volte; nel 1 066 colla cugina fi- no a conquistare. Bensì giurò di nulla in-
glia di Bertrando I conte di Piovenza, la traprendere contro la vita e l'onore del-
quale gli portò i suoi diritti sulla metà di l'imperatore, sempre però ch'egli mante-
quella contea, ma da cui Papa s. Grego- nesse a'crociati le fitte promesse. Sicco-
rio VII voleva col mezzo delle censure si me il conte cogli altri avea promesso ad
separasse; e nel 1080 con Matilde figlia Alessio I di dargli le piazze dell' impero
di Roggero conte di Sicilia, che andò egli che log!iessero agl'infedeli, e non veueu-
slesso a trovare in quell' isola; sposò in do effettuato, da ciò derivarono le con-
terze nozze nel ioq4 Elvira figlia natura- troversie tra Raimondo IV che voleva ,

le d' Alfonso VI re di Leon e Castiglia. osservare i patti, eBoemondo dopo la


Nel 109 5 Raimondo IV maritò il primo- presa d'Antiochia che questi ritenne per
genito Dei traodo con Elena figlia del du- se. Mentre Raimondo IV combatteva nel-
ca di Borgogna, ed inviò ambasciatoli al comune, molto si ri-
l'oriente per la causa
concilio di Clermont, ove Urbano II avea sentirono di sua assenza negli stati d'occi-

promulgato la guerra Crociata per libe- dente. NelioQSGuglielmo il Vecchio con-


rare la Terra Santa dagl'infedeli, per di- te di Poitiers iuvase il Tolosano e ne pre-
chiarare ch'egli e molti de'cavatieri suoi se la capitale il mese di luglio col pretesto
vassalli aveano presa la croce. Egli fu il de'diritti che avea la moglie Filippa figlia
l."de'principi a prenderla, ed il suo esem- del conte Guglielmo IV. La nuova che di
pio ne trascinò seco lui molli altri; ma questo avvenimento giunse a Raimondo
ciò che lo distinse tra tutti fu il voto da IV noi distolse dal suo proponimento, ma
lui fatto e adempiutoci non tornar più continuò nel servigio a cui erasi consacra-
alla patria e d'impiegare i rimanenti suoi to, occupandosi unicamente degl'interessi
giorni nel combattere gl'in fedeli ad espia- della crociata, in cui si distinse tanto van-
zione desuoi peccati. ÌNel ioq6 Urbano II taggiosamente tra lutti i capi della spedi-
onorò di sua presenza Tolosa, reduce da zione, ch'essi d'accordogli olfrirono il tro-
Tour* a Saiules,e consagrò la celebre chie- no di Gerusalemme dopoché questa cit-
sa di s. StHMa dicono nel 1097, ma
(altri tà fu presa. Ma egli ricusò generosamen-
non pare), che avea rifabbricala s. Rai- te tale onore, non tanto per la sua decli-
mondo canonico regolare del suo mona- nante età e per la perdita fatta d'un oc-
stero, e la dichiarò immediatamente sog- chio, quanto per modestia. Pel suo rifiu-
getta alla s. Sede; quindi il Papa verso la to e sull'indicazione da lui fitta, la coro-
metà di luglio passò a Maguelone. Da To- na fu conferita a Goffredo di Buglione, il
losa partì Raimondo IV sul fine d'otto- quale mal corrispose a tale eroismo; giac-
bre di tal anno per Terra Santa alla testa ché mentre Raimondo IV erasi impadro-
d'un esercito di 00,000 uomini, compo-
1 nito nell' assalto di Gerusalemme della
sto di goti, d'aquilani e di provenzali, ac- torre di David e intendeva conservarla per
26 TOL TOL
.se, gli fu intimato dal nuovo re di con- liraio i io5 nel castello di Mont-Pelarin
segnarla a lui. Ebbe poi a provar altra da lui costruito vicino a Tripoli, dispo-
inoi tificazione per parte di Goffredo dopo nendo in favore del nipoteGuglielnio con-
ia battaglia il'Ascalona, vinta a' 1 2 agosto tedi Cerdagne delle piazze da lui conqui-
1099, quando gli abitanti della città al- state in Siria, cioè Arcbes, Giblet eTor-
tesa l'alta sua riputazione aveano prono- tosa. Il figlio Alfonso condotto in Francia
sto d'arrendersi a lui, ma il re vi si op- neh 107, da Guglielmo signore di Mont-
pose,amando piuttosto assediar la piazza, pellier, ebbe la contea di Rouergue. Rai-
Gli andò fallito il tentativo, né crociali i inondo IV fu sotto ogni aspetto uno dei
poterono mai più impadronirsi d'Ascalo- maggiori principi dell'età sua. Per la va-
na. Non minor motivo di lagno die a Rai- sta estensione de'suoi dominii potente, po-
mondol V, Boemondo, che dopo a ver con- leva contendere co'più grandi vassalli del-
quistato Laodicea durante l'assediod'Au- la corona e collo slesso re, il cui patrono-
tiocliin, Cavea rimessa all'imperatore gre- nio privato era di gran lunga meno este-
co. Boemondo nel 1 100 si recò ad asse- so. Bertrando suo figlio, dichiarato con-
diar quella piazza e l'espugnò malgrado gli le di Tolosa nel 1096, spogliato nel 1098

sforzi del conte contro si ingiusta intrapre- da Guglielmo IX duca d'Aquilania, e fi-
sa. Disgustalo di lai procedere,lasciò la Pa- nalmenle ristabilito nel 1 100, successe a
festina e si recò a Costantinopoli, ove di- suo padre neh io5. A di lui esempio sa-
molo per oltre un anno, godendo del più grifieando il proprio riposo e suoi stati i

aperto favore della corte imperiale. Nel nel servire alla religione contro gl'infede-
1 101 giunti più di 200,000 crociati da li , intraprese il viaggio di Palestina nel
diverse regioni alle porte di Costantino- marzo 109, e s'imbarcò coll'unico figlio
1

[ioli, chiesero all'imperatore un capo che d' anni. La sua squadra composta di
1 1

li guidasse, e Alessio I die loro il conte di 4° vele con 100 cavalieri per vascello, fu
Tolosa con uno de'suoi generali di nome ingrossata per via da go legni tra geuo-
Zitas e 5oo lurcopoli o soldati nati da un vesi e pisani che a lui si unirono, ponen-
turco e da una greca. Tragittato il Bosfo- dosi sotto la sua protezione. Approdato
10 s'ingrossò la loro truppa, per la con- al porto d'Amiroth presso Costantinopoli,
giunzione di quella ch'era sotto il cornati- fu invitato da Alessio I a recarsi alla sua
«lo di Stefano conte di lìlois e di altri si- corte e ne partì assai contento, dopo aver
gnori; ma siffatta moltitudine, ribelle ai rinnovatoaqueU'ioiperatoreilgiuramen-
propri capi, fu da'lurchi distrutta alla spie- lo del padre. Giunto al porto d'Antiochia
ciolata. In una sola battaglia seguita nel- sbarcò e fu visitato da Tancredi, che per
l'agosto ne'deserti di Cappadocia ne pe- l'assente zio Boemondo reggeva quel prin-
rironoben 5o, 000. Raimondo V che neh 1 cipato. Non essendosi accordati, sia per la
l'azione avea fatto prodigi di valore, fug- parte d'Antiochia che spettava al padre,
gì a Costantinopoli^ ve provò amari ri ni- sia per riprendere Mamistra consegnala
proveri dalfimperatore.Neh i02imbar- dagli armeni a' greci, Bertrando partì e
calosi per tornare in Siria, fu arrestato a approdò finalmente al porto di Tortosa,
Tarso eimprigionaloda Tancredi suo ne- allora del conte di Cerdagne cogli altri
mico. Restituito in libertà per l'istanze dei conquisti paterni fatti in oriente. Invano
principi che lo presero per capo, s'impa- Bertrando invitò il parente a restituirgli
drouì di Ortosia Tortosa in Siria, e si lasua eredità, poiché Raimondo IVal-
recò a far l'assedio di Tripoli. Nel i io3 l'usanza de' britanni a lui li avea lasciali

Elvira gli partorì un figlio, detto Alfon- come più atto a conservarci fruiti del suo
soGiordano perchè battezzato nel fiume valore, ludi si recò a riprendere l'assedio
omonimo. Morì Raimondo IV a'28 fi-b- di Tripoli, cominciato dal padre e couli-
4

TO L TOL 27
tanto dal conte di Cerdagne che poi l'a- II, come Però è rilevante di
poi narrerò.
vrà abbandonato. Venuto in di lui soccor- qui rimarcare, che il Papa vi condannò
so Baldovino I redi Gerusalemme, ordi- l'eresiarca Pietro de Bruys, caposetta dei
nò al conte e a Tancredi di raggiungerlo Petro-Brussiani {I .), poi bruciato in
e di riconciliarsi con Bertrando, e coopera- Saint-Gilles; i quali eretici infestando par-
rono a renderlo padrone di Tripoli, che te di Provenza, si avanzarono sino a To-
dopo 7 anni d'assedio o di blocco gli a- losa, ove gii errori furono propagati dal-
prì le porte a' io giugno i 09. Allora fu i l'apostata Enrico, icui partigiani ehiatna-
conosciuto conte di Tripoli e sue dipeli- rousi Enriciani, diversi per altro da'con-
denze,alle quali unì le terre restituitegli da dannati nel concilio di Quedlìmburgo. Di
Cerdagne a mediazione del re. Servì poi questi enriciaui di Tolosa, sebbene citati
questo monarca in diverse spedizioni , altrove, non credei di faine articolo per-
quando morte immatura gli troncò la vita chè l'eremita o monaco di Tolosa Enri-
a'22 aprile 1 1 12, lasciando colla vedova co come discepolo di Pietro de Bruys in-
che l'avea seguito il figlio Pons di 1 4 an- segnò gli stessi suoi errori, a'qua li aggiun-
ni, che succede soltanto agli slati paterni se ch'era un burlarsi di Dio il cantar l'uf-
d'oriente e alla contea di Tripoli, ch'era fizio della Chiesa. Enrico fu convinto nel-
uno de'4 principati eretti colà da'princi- la Linguadoca dipoi da s. Bernardo nel
pi cristiani. Ivi fissò la sua dimora e tra- 1 4-7» onde gli scrittori della sua vita ne
1

smise questo possedimento a'suoi posteri, trattano. Queste dunque furono le prime
lasciando in tal guisa godere ad Alfonso eresie che serpeggiarono nel folosano, le
Giordano suo zio paterno la contea di To- qualisuccesse dall'altre che riferirò, furo-
losa e gli altri stati d'occidente. Pons si no cagione di deplorabili e disastrose con-
rese famigerato per le sue gesta in Pale- seguenze per la contrada, e la causa pre-
stina, ma nel 1 1 Z'j tradito da'siri fu pre- cipua della rovina de'posseuli conti di To-
so in un combattimento da lui dato sotto losa. I tolosani nel ino o sul principio
il Mont-Pelarin al capo della milizia di del 12 1 si dichiararono per Alfonso che
1

Damasco che lo fece perire crudelmente. riguardavano quale legittimo principe ;


AlfonsoGiordano nel 1 2 successe al fra- 1 I ma questi dovendo sostenere una guerra
tello Bertrando ne'ducati di Nat bona e di in Provenza contro il conte di Barcellona
Tolosa, e nel marchesato di Provenza. Se- alleato del duca d'Aquitania, nominò go-
dotto da' suoi istitutori (com'ebbe poscia vernatore di Tolosa in sua assenza Ar-
a confessare), sugli esordi del suo gover- naldo di Levezan vescovo di Beziers, e i

no, ristabilì nell'abbazieda lui dipenden- tolosani capitanati da questo prelato as-
ti gli abbati cavalieri aboliti da'predeces- sediarono nel 1 122 Guglielmo di .Mout-
Sori, ujossi dal pregiudizio che li domina- maurel nel castello Narbottese di Tolosa,
va contro la disciplina regolare. iNel 1 1 1 ov'ei comaudavaa nome del duca, e lo co-
Alfonso fu spogliato della contea di To- strinsero a sgombrare dalla piazza; indi
losa da Guglielmo il T'ccchiu conte di Poi- in corpo d'armata si recarono nel 1 23 a 1

liers e duca d' Aquila aia che per la 2/ , liberare il conte Alfonso assediato in O-
volta se n'impadronì. Si ritirò quindi in range dal conte di Barcellona, e lo ricon-
Provenza, e impotente di far fronte al suo dussero in trionfoa Tolosa. Nel in!) Al-
competitore, gli lasciò godere l'usurpazio- fonso die termine.mediante divisione fat-
ne; ma Guglielmo dopo la morte della ta a' 1 6 settembre, alla guerra vivissima
moglie Filippa avendo abbandonato To- che avea per la contea di Provenza, con
losa neh 1 19, tolosani scossero i! giogo
i
Raimonda Berengario IH conte di Bar-
del suo dominio, nel quale anno fu a fo- cellona (celebre per la saggezza del suo go-
iosa e presiedè al concilio Papa Calisto verno, per pietà, generatila, e gesta con-
'

a8 TO L TOL
tro i mori di Spagna ), il quale gli cede che gli successe, e Alfonso II. Entrambi
la città Beaucaire colle sue dipenden-
«li si qualificarono egualmente per conti di
ze, in uno alla metà d'Avignone e a quel- Tolosa, duchi di Narbona e marchesi di
la parte di Provenza che giace Ira rise- Provenza, dignità che possederono in co-
ro eia Duratine il castellodi Valpergue. mune cogli altri loro domestici possedi-
Al conte di Barcellona fu data l'altra por- menti: pare però che Raimondo Vsi ri-

zione d'Avignone, il ponte di Sorgues e servasse l'autorità principale. La sua or-


tutta la parte della Provenza che rade il dinaria residenza fu a Tolosa nella parte
Mediterraneo: inoltre i due principi si fe- occidentale de'suoi domimi, mentre Al-
cero reciprocamente eredi l'uno dell'al- fonso II si stabilì nell'orientale e ne'din-
tro in mancanza di posterità. Con tal di- torni del Rodano. Così voleva l'estensio-
visione dunque passarono ne'conti di To- ne de'loro stati perchè potessero reggerli
losa, col titolo di marchesato di Proven- più facilmente, giacché essi comprende-
za, una gran partedelladioetsid'Avigno- vano, come ho detto, oltre il dominio di-
ne, il contado Venaissiuo (jpiccolo paese retto e utile di tulli i paesi rinchiusi nel-
di Francia fra la Provenza e il Delfi na- la provincia ecclesiastica di Tolosa, i.° le

to, la Duranza e il Rodano), colle diocesi contee particolari d'Albigese, di Quercye


di Carpenti-asso sua capitale, Cavaillon e diRouergue, colla signoria feudale di Car-
\aison,e le diocesi d'Orange,Saint-Paub cassez e del Razes; 2.° il ducalo di Nar-

trois-Chateaux, di Valenza e di Die. Nel bona; 3.° le contee particolari di Lingua-


i i34 Raimondo Berengario III s'impa- doca, tra cui quelle di Narbona, di Nimes
dronì diNaibona per morte del visconte il marchesato di Pro-
e di Saint-Gilles; 4-°
Aymeri 11, ma la restituì poi neh 43 1
al- venza che dominava su tutta la regione
lasua primogenita Ermengarde.Nel 1 4- i situata trail Rodano, l'Isero, l'Alpi e la

mentre Alfonso era in Provenza reduce Duranza. Nel 53 Raimondo V dichia-


i 1

da un pellegrinaggio al santuario di Com- rò guerra a Raimondo Trencavel viscon-


poslella, Luigi VII re di Francia entrò te di Carcassona, per aver riconosciuto a
ostilmente nella contea di Tolosa e ne as- pregiudizio di lui la signoria feudale del
sediò la capitale, pe' diritti che avea la conte di Barcellona, e presolo in battaglia

moglie Eleonora qual nipote di Filippa; lo fece trar prigione a Tolosa. Nel 1 154
ma i tolosani gli opposero vigorosa resi- egli sposò Costanza sorella del re Luigi
stenza, onde poi Alfonso testificò ad essi la Vii, la quale comechè vedova d'Eusta-
sua gratitudine accordando loro parecchi chio conte di Boulogne e figlio di Stefa-

privilegi. Neh i44 Alfonso fondò la cit- no re d'Inghiltera, ch'era slato coronato
tà di Moutauban; neh i46 prese la cro- re d'Inghilterra vivente il padre, portò il

cecon altri principi nell'assemblea di Ve- titolo di regina. i5g Enrico II Nel i re
zelai convocata da Luigi VII, e nell'ago- d'Inghilterra ridomandò a Raimondo V
sto 1 147 s'imbarcò sopra una flotta fat- la contea di Tolosa, sullo stesso principio,
ta da lui equipaggiare ove poi fu costrui- perquanto sembra, concili Luigi VII l'u-

to il porto d' Aigues-Mortes. Giunto a vea rivendicata nel i i \.i . cioè a dire in
Costantinopoli vi passò l'inverno, e nel- nome della moglie Eleonora quale nipo-

la i48 approdò al porto di


primavera i te di Guglielmo IV conte di Tolosa dal
Tolemaide e morì poco dopo neh' apri- lato di sua madre Filippa, unica figlia di
le pel veleno che gli die nella cena la pri- quel principe, il quale ad essa unica erede
ma sera che giunse a Cesarea, Melissen- preferì il proprio fratello Raimondo IV;
de regina di Gerusalemme, onde fu il 4- il che avendo ricusato il conte, si accinse
conte di Tolosa morto in Terra Santa. La- il re a farsi giustizia colla via dell'armi, a-
sciò tra gli altri, due figli, Uuimoudo V iulalo da diversi alleali, fra'quali il conte di
TOL %0 L 29
Barcellona e il signorediMontpellier.Tut- partito dell'antipapa Calisto IH, successo-
to cedette innanzi il formidabile esercito re di Pasquale 1 1 1. per rientrare sotto l'ub-
d'Enrico II sino alle porte di Tolosa fatta bidienza d'Alessandro I Il.il quale procurò
da lui investire. Luigi VII. i cui interessi invano d'indurlo a ripigliarsi Costanza. Ai
aveano mutato d'aspetto dopo il suo di- 18 febbraio 176 il conte con Alfonso II
1

vorzio con Eleonora, corse in aiuto di Rai- re d'Aragona cou gran seguito di signori
mondo V di lui vassallo e cognato, ruppe si recarono all'isola di Gemica tra Beau-

l'armata nemica e si trovò in Tolosa pri- caire e Tarascona, e fecero una convenzio-
ma che gl'inglesi avessero saputo ch'egli ne, colla quale Raimoudo V cede al re i

armavate fatta eseguire una di versionesul- suoi diritti sulla contea d'Arles o di Pro-
la Normandia, obbligò il re d'Inghilterra venza mercè lo sborso di 3oro marchi
ad abbandonar l'impresa, levando l'asse- d'argento. Questa riconciliazione fu cele-
dio di Tolosa, ma prese nel ritirarsi Ca- brata con gran festa a Deaucaire,ovei più
liors con diversi castelli della contea di To- licchi si distinsero con folli e rovinose spe-

losa, lasciando a Tommaso Becquet suo se. Il cav. Bertrando R.ainibaud fece la-
cancelliere la cura di continuar la guerra, vorale con 1 paia di bovi
1 i cortili del ca-

indi segui la pace. Ricominciata nel i i 64 stello perseininarvi 3o,ooosoldi. Gugliel-


laguerra, ebbe termine con altra pace nel mo Grosde Mirici, che avea in sua com-
1169. Intanto Raimondo V sedotto nel pagnia 3oo cavalieri e ne avea 10,000 a
1 165 dall'imperatore Federico I, perse- quella corte, fece cuocere tutte le vivan-
cutore della Chiesa e di Papa Alessandro de colla vampa di candele e torcie. Rai-
III, per seguire lo scismatico partito del- mondo di Venoul per ostentazione fece

l'antipapa Pasquale III, ordinò a tutti gli bruciar pubblicamente 3o de'suoi caval-
ecclesiastici di riconoscerlo o altrimenti di li. La prodigalità più. lodevole fu quella
uscire da' suoi stati. Alessandro III dopo di Raimoudo d'Agout, il quale ricevuti
avere inutilmente tentato di riguadagnar- 100,000 soldi dal conte di Tolosa, li di-

lo, gettò l'iutei detto sulle sue terre, la cui stribuì in parte eguali a 100 cavalieri. L'e-

grave pena ecclesiastica sussisteva ancora resia degliAlbigcsi(ì''.) col favore delle
neh i68,come prova la lettera de' in mar- guerre pressoché continue sostenute sino
zo di quel Papa a'tolosani, colla quale li allora dal conte di Tolosa, erasi di molto
assolse a istanza del redi Francia che non estesa ne' suoi stati. Seguendo gli errori
avea presa parte alloscisma. Raimoudo V àc Manichei e Valdesi (/'"•), con un am-
trattava assai male la sua sposa Costanza, masso pernicioso di quelli d'altre ripro-
la quale stanca del suo procedere lo ab- vevoli sette,furono scoperti inTolosa, don-
bandonò ueli i6j e si ritirò alla corte del de cacciali si ricoverarono in Alby enei
re fratello: il conte la ripudiò nel 1 1 66 per suo territorio, cui abitanti chiamandosi
i

sposare Richilde vedova del conledi Pro- albigesi, e nella più parte restandone in-
venza. Tanto il divorzio, che le nuove noz- fetti, l'empia setta fu così denominata e

ze furono appio va teda d'antipapa Pasqua- condannata nel concilio d'Alby del 176, 1

le III, di cui continuava a seguir le parti. alla presenza di Raimondo V, e lo notai


Nel 1173 il conte si pacificò col re d'Inghil- pure nel voi. Ili, p.162. lu detto concilio
terra, il quale gli guarentì la proprietà del- Alessandro 111 vi chiamò più i sapieuti tra
la contea di Tolosa, a condizione di rico- gli eresia rchi a veuiradesporreedifendere
uusceilo, come duca d'Aquitania, per suo le loro dottrine, ed essi l'esposero alia pre-
signore feudale, salva peiò la fedeltà da senza di molli baroni che gli accompagna*

lui dovuta a Luigi VII redi Francia: ma vano; mabenché fissero chiarite erronee
questo vassallaggio non ebhe lunga dura- e condannate da'vescovi e dagli alti eccle- i

ta. Kcln 74 Raimoudo V abbandonò il siastici pieseuli, non lasciarono per que-
3o TO L T OL
slo di vantarsi d'aver essi soli la chiave vere il pericolo che alla Chiesa sovrastava;
del vero, mentre erano del tutto imbe\ li- egualmente infruttuosa fu la lega di pa-
ti dell'empia eresia. Raimondo V deside- recchi baroni con un vescovo, al fine di
rando d'estinguerla, scrisse nel settembre opporsi vigorosamente a tanti fatali erro-
i 177 al capitolo generale de' Ci s lercie usi ri. Divisala vasta regione in piccole e gran-
(inchiedendo missionari capaci di secon- di signorie, i settari trovavano facilmente
dale il suo zelo. Alessandro HI, al quale nitilu,protezionee talvolta aderimento al-

pure erasi rivolto, spedi sul luogo per le- le loro dottrine fallaci, tranne gli stati del
gato il cardinal Pietro vescovo di Meaux, conte di Montpellier. Nel 1 182 Raimondo
forse della famiglia Dandini, il quale as- V,a istanza del re d'Inghilterra, portò soc-
sociatisi que'prelati che nominai nella bio- corsi in Aquilania al duca Riccardo suo
grafia, in principio operò con buon succes- figlio contro i suoi vassalli ribellati; ma
so a far discredere i popoli sedotti delTo- l'anno dopo disgustatosi collo stesso mo-
losanoe dell'Albigese. Ma comparsi in To- narca, die aiuto all'altro suo figlio Enrico
losa il cardinale e l'abbate de'cistercien- perchè gli 186 guer-
facesse guerra. Nel 1

si, per la propensione degli abitanti agli reggiò contro Riccardo, e nel 1 188 col-

eretici,vennero accolti con motteggi e in- legossi con diversi signori aquilani, onde
sulti,anche pubblicamente. L'eresia quin- il duca entrato furiosamente nel Quercy

di, anziché diminuire, crebbe sfrontata- ridusse il conte agli estremi, il quale ri-

mente, e vieppiù si rese infesta acattolici voltosi al re di Francia ,


questi dichiarò
e alla Chiesa loro capi la predicavano
: i guerra al duca e al re suo padre. Dopo
iti pubblico e ponevano in opera tutti i alcune Riccardo si riconciliò col
ostilità

modi per fare proseliti, quali a loro si i re di Francia, rimase padrone del Quer-
davano trascinati dalla potenza d'una nuo- cy, e per impedire che il conte non glielo

va dottrina, che lasciava sbrigliate le loro ritogliesse, sordamente gl'istigò contro i

passioni, e dall'avversione loro verso la tolosani, onde il conte occupato in repri-


Chiesa che l'infrenava. Alessandro III in- merli lasciò il duca in possesso del suo con-
darno commise al celebre Alano di Lilla, quisto. Divenuto Riccardo re d'Inghilter-
il più dotto scrittore de'suoi tempi, di scri- ra, essendo assente e infermo il siniscalco
vere contro di loro. Costretto poco dopo di Gn Jenna (che comprese quasi tutta l'A-
Raimondo V a l'imbrandire le armi con- quitania, poi divisa ne'ducali di Gujeiiua
tro il re d'Aragona e contro Riccardo du- e Guascogna, ili.°diqua dalla Carotina,
ca d'Aquitania, gli eretici profittarono di il 2. di là da tal fiume), il conte formata
quelle turbolenze per spargere di nuovo lega con parecchi signori del paese, die il

i loro errori, per cui il cardinale li fulmi- guasto alla Guascogna; guarito il siniscal-
nò con sentenza di scomunica. Indi nel co piombò alla sua volta sulla contea di
1179 Alessandro III nel concilio genera- Tolosa, avanzandosi sino alle porte della
le di Lolerano ///condannò formalmen- capitale. Mori Raimondo V nel 1 ig4, do-
tegli eretici albigesi, che poi si divisero in po aver aumentalo suoidominiicolla vis-
i

Catari, Gazavi, Palariui e Pubblicani contea di Nimes, lasciando di Costanza


(T .) Papa Lucio 111 invano spedi a To- 3 figli e una figlia, cioè Raimondo VI il

losa il cardinal b. Enrico, che neavea ri- / ecchto che gli successe in tutti i suoi pos-
cusato il vescovato, con una scorta d'ar- sedimenti, Balduino, Alberico Tagliafer-
mati per ottener colla forza quel che non ro che sposò Beatrice Delfina di Vienna,
si poten ottener colle parole; invano con- per cui si qualificò conte di Viennese e
vocò egli nuove assemblee tem-
di signori d'Albon,e Adelaide moglie di Roggero li
perali e spirituali del paese; nulla poteva conte di Carcassona. La corte di Raimon-
arrestare progressi dell'eresia, né rimuo-
i do V passò per una fra le più splendide
TOL TOL 3 1

d'Europa; bellissime dame, briosi cavalie- mai il principal ricetto dell'eiesia, poiché
rini trovatori (de'fjitali riparlai aTEATRo) le grandi franchigie che godeva la città più
10 celebravano, facendosi di tulio l'anno contribuivano n render gli abitanti meno
una festa continua. Sebbene egli pose ogni ubbidienti a'decreti della Chiesa. Il conte
cura e severità contro gli eretici e chiamò poidavaili. esempio d'irriverenza verso
i cisterciensi per convertirli, vide con pe- il vescovo Foulques o Folco, si poca si-

na che il figlio passò gran parte di sua curtà concedendogli, che ogni volta che
giovinezza in loro compagnia, onde nedi- avea da visitar parrocchie era necessitato
venne costante protettore, regalando 100 a domandar una guardia al signore del
mai chi d'argento a quel cavaliere che a- Iuogo,e dimorava nell'episcopiocomeuna
postatava, per meglio propagare la setta. città nemica. Altri protettori d'eretici e-
Raimondo VI a'6 gennaio r ig5 prese rano Raimondo Ruggiero visconte di Re-
possesso della città e contea di Tolosa, nel- ziers e signore di Carcassona; Gastone VI
l'età di 38 anni. Egli era già stato mari- visconte di Rearn; Rernardo lVcoutedi
tato 3 volle: con Ermessiude erede della Commi nges nemico de vescovi di Conse-
contea di Melgueil , con Beatrice di Re- rans; Raimondo Ruggiero conte di Foix,
ziers che ripudiò per sposare Borgogna giurato nemico d'ogni difensordclla Chie-
figlia d'Amami o Amalrico re di Cipro, sa ,e collegato operosissimo del con te d «To-
alla quale fece lo stesso affronto. Egli l'a- losa; finalmente Geroldo IV conte d'Ar-
vea rapita a Marsiglia, ov'era stata con- magnaCjche dal padre avea ereditato l'o-
dotta per passare in Fiandra a sposare il dio contro l'arcivescovo d'Auch, spoglia-
conte Baldovino IX. Duiava ancora la loredelle chiese e confiscatole desimi be-
guerra dichiarata al padre da Riccardore ni. L'eresia trovò pure patrocinio in Ber-
d'Inghilterra,»)! qualesi pacificò nel i ig6 linghieri arcivescovo di Narbona e vesco-
per avere rinunziato alle sue pretensio- vo di Lerida, bastardo del conte di Rar-
ni sulla contea di Tolosa e restituito il cellona; indegno pastore, solo intento ad
Queicy; di più il re die al conte in isposa a m massai -
tesori,e a coni mettere enormez-
la sorella Giovanna vedova di Guglielmo ze simoniache. Inoltre la propagazionedel-
11 re di Sicilia, assegnandole in dote l'A- l'eresia debbesi pure attribuire alla volu-
genese. Kel i 198 Raimondo VI si collegò bile natura degli abitanti di que'p<iesi,ove
col cognato, contro Filippo li Angusto qual idra si distese; al dispregio de'grandi
re di Francia; perde la moglie Giovanna inche tenevano gli ecclesiastici, agognan-
e poi sposò Eleonora sorella di Pietro II done le ricchezze; alla folla de'trovatori,
re d'Aragona, col quale nel 1 204 fece un che frequentando le corti di Provenza, di
trattato., cioè ricevè le viscontee di Mil- castello in castello rallegrando i signori e
haud e Gevaudau in cauzione di 3ooo . le brigate con narrare scandalose novelle
marchi d'argento. In principio del regno sui vescovi,sui frati. sulle monache,e scher-
Raimondo VI dissimulò la sua grande in- zando sulle cose sagre; ed in generale la
clinazione all'eresia, ma la sua divozio- vita licenziosa d'alcuni ecclesiastici, la tra-
ne alla Chiesa fu sempre dubbiosissima; le scuranza degli uffizi divini, la noncuran-
violenze commesse a danno dell'abbazia za delle chiese che si lasciavano cadere e
di s. Gilies o Egidio, la prigionia fatta pa- poi convertite in fortezze. Continua va a fi-
tire all'abbate di Montaubau, provoca- re rapidi e lagrimevoli progressi in Lin-
rono su di lui la scomunica di Celestino guadoca l'eresia degli albigesi, a malgra-
III, da cui fu assolto poi da Inoocenzo III. do lo zelode'missionari ch'eransi recati a
Egli prezzolava cerretani e buffoni, per combatterli. Papa Innocenzo IH[l *.) di
porre in derisione i preti mentre uflìzia- allo intendimento, per riparare alle fu-
vano. Tolosa sotto di lui era divenuta or- neste conseguenze di tanto male, prese il
32 TO L TOL
partito d'inviar legati sui luoghi con or- no, replicando più volte queste parole di
dine eli reclamare il braccio secolare, per pietà e di pazienza eroica. Così trafitto,
sk-rminar coloro che non potessero colla dimenticò l'acerbità della ferita per la spe-
persuasione ricondursi alla vera fede, e ranza delle cose celesti; ordinate le cose
se i signori ricusassero il soccorso della della pace e della fede a'suoi compagni,
spada, dovessero scomunicarsi. Il conte tra divote e continue orazioni ,si addor-

Raimondo YI, infetto d'eresia sino da fan- mentò nel Signore coronalo del martirio.
ciullojSi oppose a lalespedieii(e,nè si credè In molti luoghi lo celebrai, fra'quali nel
in obbligo di contribuire in certo modo vol.XXXVl, p. 43, dicendo pure del suo
quasi alla distruzione di partede'suoi sud- culto, ed avvertendo che non devesi con-
}
diti, perchè non rinunciavano all'errore. fondere con s. l ictro( 'V.) martiredell'in-
Nondimeno le minacce de'pontificii legali quisizione e domenicano; ma ad onta di
Rauleo Rodolfo, e s. Pietro diCastelnau o questo, ora mi avvidi che nel voi. XVI, p.
Castelnuovo abbate cisterciense di Monte- 221, colonna i.*, essendosi sturbata la

freddo oFontefredda, l'indussero nel 1 2o5 stainpa,dopo la linea 3 5, precisamente do-


a promettere con giuramento di cacciare po la parola apostolico, fu ommesso: tritr

da Tolosa e da'suoi domimi, pel mante- cidato nel 1 208 , diverso da s. Pietro da
nimento della purità della fede,gli eretici e Verona domenicano,anch'esso dipoi mar-
pei vicaci, onde evitare funestissime conse- tirizzato (non però nel 1 25 come ivi
1 è det-
guenze politiche e religiose. L'infaticabile to, ma nel 1252). 11 sagro suo corpo fu
Pietro di Castelnau trasferitosi al di là del deposto nel chiostro dell'abbazia di Saint-
Rodano per riconciliare discordi del pae-
i Gilles; trasportato in chiesa dopo lungo
se, riuscì nel 1207 a far tra essi conclu- tempo fu trovato incorrotto, e dal suo cor-
dere un trattato di pace, e ciò colla mi- po uscì mirabile fragranza. Indi fu og-
ra di unire le loro forze contro gli ereti- getto della tenera divozione de'fedeli, co-
ci; ma quando fu recato a Raimondo VI me quello che avea predetto non poter
il trattalo, quale pertinace protettoredeb trionfare la causa di Cristo nella contra-
l'eresia, di costumi e azioni indegne, pie- da, finché uno de'suoi predicatori non sa-
no di vizi e bestemmiatore, ricusò all'alto grificasse la vita per la sua fede, auguran-
di sottoscriverlo. Ilzelante legato dopo a- dosi d'esser egli la [.'vittima del persecu-
verlo inutilmente ammonitogli minacciò tore. Ma neh 562 le sue reliquie furono
le censure ecclesiastiche, e poi per la 2.° preda
da'fanatici eretici ugonotti date in
scomunicò; quindi
volta lo il Papa gra- alle fiamme. Deve notarsi, che Innocenzo
vemente gli scrisse, perchè si sottomet- III non solo a'eisterciensi, ma anche a s.

tesse; il conte lo finse e firmò la conven- Domenico e a'frati Predicatori (/^.) da


zione. Volendosi poi vendicare di Pietro, lui istituiti affidò la predicazione per la

ne ordinò a tradimento l'uccisione. A' 16 conversione degli eretici; il Papa in To-


gennaio 1208 mentre Pietro dopo a ver ce- losa istituì ih.° tribunale della s. Inani-
lebralo la messa era per imbarcarsi sul zione (P-), vale a dire meglio e formal-
Rodano, fu assassinato crudelmente d'or- mente stabilì la preesistente inquisizione,

dine di Raimondo Yl da due suoi vassalli ed ivi dissi chi furono i primi inquisitori,
sconosciuti colla lancia tra le coste (e l'uc- e che s. Domenicofu un portento cogl'in-
cisore riparò poi a Beaucaire per toglie- onde convertirli, essendo co-
felici albigesi

re al suo signore la possibilità di punirlo, sa contesa se fuveramente inquisitore, il


e per sgravarlo da ogni sospetto dicom- che rimarcai ancora nel voi. XVI,p. 22 r.
plicità). Rivolto Pietro lo sguardo al si- Udita Innocenzo 111 la barbara uccisio-
cario, imitando Gesù Cristo e s. Stefano, ne di s. Pietro di Castelnuovo, adirato di
gli disse: Dio li perdoni, che io li perdo* giusto sdeguo per tale delitto, scrisse lei-
TO L TO L 33
fere pressa n li ssi me a'vescovi, n'conti e a' stimava sempre ricordevo-
di rendersi per
l>nroni della contrada e Francia meridio- le nella memoria degli uomini morendo
nale, esortandoli a prender l'armi contro nella spedizione.! novelli croecsignati por-
l'eretico e crudele Raimondo VI, a nuo- tavano la croce rossa sul petto, per distin-
vamentescomunicarlo, e ad impadronirsi guersi da quelli diTerra Santa che l'avea-
de'suoi stati; gli esorlò alla predicazione, no sulla spalla, e moltissimi oltre le armi
a fecondar con essa le sementi della fede, portavano un bordone a significare che
a scomunicar eziandio tutti complici del-
i quella spedizione era un pellegrinaggio sa-
l'assassinio, a por l'interdetto in tutti i luo- gro, gloriandosi di rendere questo servi-
ghi ove si trovassero, a sciogliere i sudditi gio alla fede cattolica. Qui noterò che poi
del conte dal giuramento d' ubbidienza fu istituita in Tolosa una milizia cristia-
verso di lui; chiunque professasse la cat- na o ordiue equestre per la difesa della fe-
tolica religione, poter non solo persegui- de cattolica, sotto l'invocazione di s. Pie-
tar la persona sua, ma eziandio impadro- troMartire.di.<:. Domenico e di Gesù Cri-
r
nirsi delle sue terre, tanto più uopo
all' sto (T .)> il quale in seguito variò secon-
di purgarle dall'eresia. Che se nondime- do luoghi nell'insegne e nel nome. Verso
i

no Raimondo VI consentisse dar sod- a il tempo stesso il Papa mandò istruzioni

disfazione.dovessero eglino. per prima pro- a'nuovi legati da lui eletti in sostituzione
va del suo pentimento, esiger la cacciata del martirizzato s. Pietro di Castelnuovo.
degli eretici da'suoi stati. Del medesimo Erano essi i vescovi di Riez,di Conserans,
tenore Innocenzo III scrisse al re di Fran- e l'abbate de' cisterciensi, a' quali si uni
cia Filippo II Augusto, perchè sorgesse Tedisioo Teodisio canonico di Genova, e
qual soldato di Cristo e principe cristia- Milone protonotaro apostolico col titolo
nissimo in aiuto della Chiesa a combatte- di legato a Intere. Questi nel 1209 citò
re con poderosa mano contro gli eretici Raimondo VI al suo tribunale e consiglio
pe™iori ancora de'saraceui. Il eh. Ilur- in Valenza, ove per timore della crociata
terche nella bella Storia d' LinocenzoIII, contro di lui promulgata, accettò le con-
fa pur quella degli albigesi del suo tempo dizioni impostegli dal prelato, per otte-
(ed io nella biografia di quel Papa in più. nere l'assoluzione della mortedi s. Pietro
luoghi lumeggiai quanto energicamente e de'suoi reali, dando per malleveria alla
fece per estirparli, cioè nel voi. XXXV, s. Sede 8 castelli, 3 de'quali erano del con-
e segnatamente a p. 273, ij5, 277, 280, tado Venaissino. Tratto a Saint-Gilles, fu
285, oltre gli altri luoghi qui citati ), e obbligato a' 18 giugno presentarsi scal-
quanto alla lettera del Papa al redi Fran- zo e con calzoni di tela nel vestibolo della
cia, dice eh e noto il giudizio recato su di chiesa davanti un altare portatile o v'era
essa, manon tanto nota all'incontro è l'o- esposto Sagramento, la ss. Croce, le
il ss.

pera del tollerante Beza ginevrino intito- reliquie de'santiegli Evangeli. Milonese-
lata: De haereticis a magìslra tu civilipu- guito da 3 arcivescovi eiq vescovi, std cor-
niendis. Cosi pure, egli aggiunge, igno- po di Cristo e sulle reliquie de' santi gli
rasi da 'pia che Calvino suo maestro, nel fece rinnovare il giuramento d'ubbidire

suo libro contro Servet, stabilisce questa agli ordini del Papa e de'legati sui 5 ar- 1

tesi: Jure gladii eoerecndos esse haere- ticoli che gli aveano tratta addosso la sco-
Di più Innocenzo HI fece bandir la
.
munica. Poscia il legato postagli al collo
crociata contro gli eretici albigesi; perciò una stola l'introdusse nella chiesa percuo-
gran numero di signori e altri fedeli si tendolo sulle spalle nudate con verghe,
consagrarono a tale spedizione e guerra di indi gli die l'assoluzione in mezzo a una
religione, anche per le indulgenze, privi- folla immensa di popolo. Per cui mezzo
legi ed esenzioni loro accordate. Ognuno nudo dovè passare innanzi al sepolcro di
voi. LXXVII.
e

34 TO L TOL
s. Pietro, e fu costretto fi fare riverenza a cavalierea cui confidare il reggimento del
colui morto che avea odiato vivo. A' 22 paese conquistato, e rivoltosi al duca di
dello stesso mese il conte temendo d'es- Borgogna,e a'eonti di Nivers e di s. Paul,
sere oppresso da'erociati, che si avanza- tuttisi rifiutarono; allora Arnaldo indus-

vano ardenti d'entusiasmo religioso, prese se Monfort ad accettare l'offerta virtute


egli slesso la croce e si unì seco loro per obedicntiac,e trovò pronto aggradimento,
far guerra agli ostinati eretici alhigesi suoi per cui fu gridatocontedi Beziersdi Car-
sudditi. Intanto il legato di Francia car- cassona, ed Innocenzo III gliene die l'in-
dinal Bicchieri rivolse le sue cure agli al- vestitura, serbando a se i diritti di domi-
bigesi, alravvedimento cle'quali si appli- nio supremo. Raimondo VI dopo la con-
cò con 7 ahhati e 5 monaci cisterciensi, quista di Carcassona lasciò l'esercito cro-
uomini lutti per santità e dottrina chia- ciato, e desiderando di strettamente col-
rissimi; ma non giovando uè la dolcezza, legarsi con Simone di Monfort, patteggiò
né la mansuetudine, né le soavi maniere, le figlia con un figlio
nozze della propria
si determinò il cardinale di raccogliere di lui. Ma
poco dopo d'essersi restituito a
un esercito di crociati sotto l' insegne del Tolosa, legati Arnaldo e Milone favoren-
i

prode conte Simone di Monfort, e nel de- do giustamente il conte di Monfort, il cori -

clinar di luglio espugnata Bezieis, disfe- te di Tolosa si vide escluso dalla propria
ce l'esercito eretico colla strage di 1 2,000 capitale, e ottenuto poi il permesso d'en-
alhigesi, per la quale insigne vittoria ri- trarvi gli fu imposto di consegnare tutti
mase la fazione eretica notabilmente in- i tolosani sospetti d'eresia. Egli si ricusò,
debolita. Altri dissero che nella presa d'as- protestando ohe sarebbe andato in Roma
furono passati a fil di spa-
sallo di Bezieis a lagnarsi col Papa di tali ingiuste vessa-
da 10,000 nemici; altri con enorme esa- zioni, e ricorso al re di Francia e all'im-
gerazione dissero massacrale 3o,ooo per- peratore. Del suo avviso furono i tolosani
sone. Nel seguente agosto i crociati dopo e diversi signori, e dopo aver fatto testa-
di essersi impadroniti di Carcassona e di mento a' 20 settembre Raimondo VI si

100 altre piazze, invocato lume dello


il recò a Parigi per depositarlo negli archivi
Spirito santo, scelsero a capo supremo Si- di S.Dionigi; indi partì per Roma accom-
mone di Monfort, atteso il rifiuto del le- pagnato du'deputati della città diTolosa,
gato abbate de'cislerciensi Arnaldo, e di- da altri personaggi distinti che fecero con
cesi ancora del duca di Borgogna Otto- lui causa comune. Quindi vennero citati

ne, e de'conli di Nivers Pietro de Cour- dall'abbate cisterciense consoli e abitanti


i

tenay,e di s. Paul cugino del re di Fran- di Tolosa a scolparsi dell'accusa d'eresia,


cia; ma il tuono imperioso che quel ge- e poi li scomunicò, sottomettendo la città

nerale prese col conte di Tolosa, e l'am- alla pena dell'interdetto. Intanto Simone
bizione che trapelava nella sua condotta, di Monfort, continuando contro gli ere-
secondo alcuni, non tardarono a inimica r- tici le sue spedizioni, prese Mirepoix prin-
locon Raimondo VI. Non pareche quan- cipale rifugio degli eretici, Paraiers, Al-
do il conte di Monfort fu eletto genera- bye altri luoghi. Innocenzo III lo felicitò

lissimo de'crocesignatij i nominati non a- de'suoi conquisti, e gliene confermò il pos-


vessero voluto accettare, tranne l'abbate sesso con lettera dell'i 1 novembre. Giunse
cisterciense Arnaldo. Temo che sia con- a Roma Raimondo VI sul declinar di gen-
fuso l'avvenuto alla presa di Carcassona, naio 12 io, e fu ammesso all'udienza del
nella quale Monfort fece prodigi di
il Papa, che assicuratosi del suo pentimento
valore, come sempre. Espugnata la città, gli die l'assoluzione, e lo regalò d'un ric-

l'abbate cisterciense, convocati i capi del- co manto e d'un prezioso anello. Da Ro-
l'esercito, gl'invito a eleggere fra loro un ma passò alla corte dell'imperatore Ot-
4 .

TO L TO L 35
Ione IV, già divenuto ingratamente ne- zione, fu scomunicato, e la sentenza venne
mico della s. Sede che l'avea innalzato al- confermata da InuocenzoIH, ilquale non
l'impero, per implorare il suo soccorso bene informato ordinò a'Iegati d'impos-
contro le vessazioni del contedi Monfort; sessarsi della contea di Melgueil appar-
ritornato poi a Tolosa, restituita algrem- tenente a s. Pietro, e di custodirla fino a
bo della Chiesa, per concorrere alla guer- nuovo ordine; poiché pe'dintli di sovra-
ra contro gli eretici , indi passò a ritro- nità che la santaSede avea sulla contea,
var l'abbate de' cisterciensi e il generale già ne avea ricevuto omaggio dallo stes-
de'crociati, notificò lorogli ordini del lJ a so Raimondo VI, e poi il vescovo di Ma-
pa per essere ammesso a giustificarsi de' guelone pagò per tal contado l'annuo cen-
delitti a lui imputali. Malgrado le sue sol- so di 20 marchi alla romana chiesa. Al-
lecitudini,ed essendo divenuto peggio di lora il conte di Tolosa vedendosi attac-
prima, dal vescovo di Riez e da maestro cato da'erociati, si pose co'confederati iu
Teodisio principalmente, severamente istato di difesa. Monfort dopo essersi
Il

non si volle permettergli di giustificarsi impadronilo delle principali piazzeappar-


presso il concilio di s. Gilles (/> .) tenu- tenenti a Raimondo Rosero visconte di
tosi verso la fine di settembre, intorno Beziers e di Carcassona ,
principale fau-
all'accusa d'eresia e d'omicidio di s. Pie- dopo aver terminato il
tore degli eretici,
tro diCastelnuovo, come il tutto provato, memorando assedio di Lavaur nell'Albi-
se prima non ubbidiva al Papa nel cac- gese, nido di eretici, colla presa della for-
ciare gli eretici e nel togliere le gabelle; tissima piazza e la strage degli abitanti,
il perchè fu di nuovo scomunicato, seu- rivolse le sue anni contro Raimondo VI,
tenza confermata nella conferenza di Nar- essendo d'intelligenza col zelantee ottimo
bona. La guerra venne sempre più acqui- vescovo di Tolosa Foulques. Questi avea
stando fierezza e crudeltà, com' è solito da qualche tempo, per opporsi all'eresia,
di somiglianti discordie, in cui si combat- formato nella città una confraternita cro-
te uomo contr'uomo in ogni luogo. Frat- ciata colle ordinarie indulgenze, col no-
tanto i crociati progredendo ne'conquisti me di confraternita bianca. La borgata
in Linguadoca sui vassalli di Raimondo dominata dagli eretici gli oppose la con-

VI, questi temendo pe'suoi possedimenti, fraternita nera, e vi ebbero tra esse san-
per rafforzare i suoi legami con Pietro II guinosi combattimenti. Avendo il vesco-
a
re d'Aragona di lui cognato, die in isposa vo ordinato a a 1 1 i ci i marciare all'assedio
al suo primogenito Raimondo di soli 1 di Lavaur, vi si oppose il conte, ma non
«inni, Sancia sorella del re. Questo matri- fu ubbidito. Dipoi trovandosi il vescovo
monio diede ombra al conte di Monfort, imbarazzato per far la sua ordinazione nel
dovendo sua figlia sposare il figlio del re sabbato santo, poiché legati aveano po- i

d'Aragona, allorché fosse giunto all'età sto l'interdetto a tutti i luoghi in cui si

pubere. 11 rancore che covava Raimondo trovasse Raimondo VI scomunicato,man-


VI contro Simone finalmente scoppiò nel- dò a pregarlo d'uscire in giorno assegnato
l'uscirdelia io, con adunare vari nemici dalla città sotto pretesto di far una pas-
dell'emulo per impadronirsi di lui; onde seggiata. Il conte prendendo questa pre-
quest'ultimo avvisatone l'accusò poi d'a- ghiera per un insulto, gl'intimo eh' egli
vergli insidiato la vita. 1 legali d'intelli- stesso uscisse immediatamente da'suoi sta -

genza con Monfort adunarono nel 1 in r 1 i ti, al che il prelato rispose: » Non fu già
Arles un concilio, a cui furono chiamati altrimenti il conte che m'abbia fatto ve-
con invito il re e con citazioneilconte. Rai- scovo. Io fui eletto secondo le leggi eo:le
mondo VI per ricusare di sottoscrivere le siastiche, non intruso per violenza né per
dure coudizioni volute per la sua assolti- di lui autorità, e quindi uon uscirò mai
3G TOL. TOL
a motivo di lui". Fou'lqnes attese il conte filosamente moderato.Non dee recare per-
nella sua capitale per 3 settimane, poi ne ciò meraviglia se Raimondo VII, per le

uscì volontario con giusto risentimento. violenze di Simone e de'legati, dimenti-


Intanto le Montini facevano nel
anni di cando l'amorevole accoglienza fattagli da
Tolosano ma ciò che più,
estesi progressi, Innocenzo III, cominciasse seriamente a
addolorò il conte fu il vedersi abbando- diffidar di lui, oltredichè in Roma non a-
nato dal fratello Ralduino, che unitosi vea ninno che lo difendesse. Il re di Fran-
alla crociata gli fece guerra implacabile. cia che avea somministralo un esercito di
Marciando di conquista in conquista i cro- i5,ooo uomini, si lagnò amaramente per
cesignati, l'armata venne fìnalmentea pre- lacessionedelleterrediRaimondo VI fatta
sentarsi davanti a Tolosa. 11 vescovo che da'legati a Monfort, con lesione de'suoi di-
l'accompagnava, dichiarò a'suoi tolosaui ritti come signore supremo. Tuttavolta
veoiressi assediati unicamente perchè se- neh 2 12 la guerra continuò, e lo stesso
guivano le parti del conte, e perchè tol- Luigi Vili fìgliodel redi Francia vivente
leravano ch'egli dimorasse tra loro; che prese con parecchi cavalieri la croce: le
nonsi farebbe ad essi alcun male, ove vo- due parti stellerò continuamente sull'ar-
lessero cacciarlo co'suoi partitanti eretici, mi , e si dierono con alterna vicenda di
e accogliere per signore quello che dareb- date e tocche sconfìtte agli assalti e alle

be loro la Chiesa; altrimenti si trattereb- difese. Molte castella furono prese e ripre-
bero da eretici e fautori d'eresia. Essen- se, molte città espugnate cedute. Mon-
do state rigettate tali proposizioni, Foul- fort sottomise però la proviucia d' Agen
ques ordinò al preposto di sua cattedrale e la maggior parte del Quercy; e da Ger-
e a tulli gli ecclesiastici di Tolosa d'uscir mania ricevè nuovi rinforzi di crociati :

subilo di città. Tutto il clero ubbidì e u- gli eretici ripararono in Tolosa e inMon-
scì a piedi nudi col ss. Sagramento; ma tauban.Kel 12 i 3 lnnocenzolll mosso dal-
uè questore scomunica che fu lanciata
la le preghiere di Pietro II re d'Aragona a
su Ila città. non avvantaggiarono le cose del- favore di Raimondo VI , sospese la cro-
l'assedio. Venuti conti di Foix, di Com-
i ciala contro gli albigesi. Il concilio di La-
mingesedi Forcalquier, altri fdutorid'e- s'aur (V.) ricusò d'ammettere lo spergiu-
retici , a raggiungere Raimondo VI alla ro Raimondo Vìa giustificarsi, e di resti-

testa de'loro vassalli, fecero con lui il 27 tuir le terre a'eonti di Comminges,
Foix e
giugno una sortita così viva e micidiale, altri fanatici protettori degli empi eretici;
che obbligarono 3 giorni dopoMonfort a ed il re d'Aragona ne appellò al Papa in
levar l'assedio. Nel successivo agosto Rai- favore del conte suo cognato, dimentican-
mondo VI rivendicò parecchi castelli, e sul do i benefìzi ricevuti da Innocenzo III,
finir di settembre assediò Monfort in Ca- che peli. lo coronò re. Il re inviò i suoi
stelnaudari.A malgrado la superiorità del ambasciatori al Papa, supplicandolo d'as-
numero, la sua armata fu sconfitta e posta sicurar la contea a Raimondo VII, pro-
in fuga dal valore de' crociati, ove pre- mettendo di tenerlo alla sua corte a stil-

uno di lo-
tendesi vi a vesserò a combattere largli le buone dottrine e di purgar da-
ro 3o nemici, onde il comandante conte di l'Aragona, intautochè il
gli eretici tolta

Foix svergognalo dovè ritirarsi con mol- padre Raimoudo VI profferiva^ d'espiar
tissima perdita. I legati in virtù delle pie- i suoi falli combattendo nemici di Cri-
i

ne ficoltà di cui erano investiti, si cre- sto, dove più egli volesse in Palestina o
derono autorizzati a Iraltare il conte di in Ispagna. Innocenzo 111 uditi gli amba-
Tolosa come loro da\a il capriccio per le sciatori,si lagnò co'legntiedipiù conMon-
altrui informazioni: procedere che certa- forl, rimproverandolo d'aver convertilo
mente avrebbe disapprovato il Papa vii- l'armi contro gli eretici anche a danno dei
TO L T O L 37

fedeli, versato sangue innocente e occu- del cognato Giovanui re d' Inghilterra,
pato proviucie non infette d'eresia, di più già scomunicato per lesueabbomiuevoli
molestato i sudditi aragonesi, e dover fa- iniquità da Innocenzo III, donde ripartì
re omaggio a Pietro II per l'investitura nel 2 4- Al suo ritorno gli fu consegnato
1 1

di Carcassona. Tutto questo prova l'im- il fratello Balduino, fatto da Monfort si-

parzialità e la giustizia d'I nnocenzoIII,non gnore del Queicy, ch'era stato arrestato
ostante la soddisfazione che provava in a tradimento dal sigoore del castello d'Ol-
vedere estirpata l'eresia e per le testimo- me, e Raimondo VI crudelmente lo con-
nianze che ricevea di rispetto e divozio- dannò a morte: il conte di Foix con suo
ne di Montb/1 verso la Chiesa. Laonde se figlio Ruggero Bernardo, e Bernardo ili

questa lunga guerra fu piena di lagrime- Portelle ignominiosaraente facendo da


voli eccessi, non è a darne la colpa a In- carnefici eseguirono essi stessi la senten-
nocenzo III, il quale non potea aver l'oc- za, eimpeseroBalduiuo a una noce. Non-
chio in ogni parte, e per moltissime cose dimeno il fratello Raimoudo VI gli fece
dovea stare alle relazioni di persone che poi dare onorata sepoltura a Ville Dieu
non sempre corrispondevano alla sua con- nella chiesa de'templari. Sempre più a-
fidenza.Ma il concilio di Lavaur chiarì vanzando le armi crociate, i conti di To-
bene in tutto il Papa, tanto contro il conte losa, di Foix e di Comminges, ed altri

Raimondo VI, che contro il re Pietro II signori confederati, ridotti agli estremi,
divenuto apostata, per cui Innocenzo III chiesero grazia al legato cardinal Colle-
dichiarò essere stato male informato dal vaccino di Benevento, e si sottomisero a'

re; indi i vescovi pronunziarono la sco- suoi ordini il 18 aprilei2i4; ma mentre


munica contro i conti fautori degli eretici il cardinale trattava cou que'principi, sic-

e il re loro capo. Si ripresero l'armi d'am- come l'esperienza avea mostrato di nou
bo le parti, ed il re co'tre conti assedia- fidarsene,Simone radunò numeroso eser-
rono a' io settembre IMuret, piccola città cito di crociati, e poi terminò l'occupa-
nella contea di Comminges. Simone di zione de'dominii del contedi Tolosa. Nel
Moufort corse in aiuto della piazza, e a' 12 geunaioi2i5 il concilio di Montpellier,
sivenue alle mani, dopo aver più volte presieduto da detto cardinale, deliberò
inutilmente tentato di pacificarsi col re, sulla scelta di quello a cui dovea essere da-
e di venire ad un accordo. Il re d' Ara- ta la città di Tolosa, e le altre piazze con-
gona fu ucciso nell'azione, e gli altri capi quistate da'erociati, e fu deciso che sareb-
dell'armata, presi dallo spavento, abban- bero date al conte di Monfort. Ma il car-
donarono a'crociati il campo di battaglia, dinale giudicò ben fatto mandare a Ro-
avendo perduto circa 20,000 uomini, ma per averne l'approvazione del Papa.
mentre Simone non perde che un solo ca- Bensì il cardinale spedì il vescovo Foul-
valiere e altri 8 crociati, considerati mar- ques a prender possesso in nome della
tiri della fede,comealtri crociali. Per quan- Chiesa romana, di Tolosa e del castello
to gli storici ligi agli eretici abbiano vo- Narbouese che serviva al coute di palaz-
luto nascondere il mirabile ardore e zelo zo; furono consegnati la città e i castelli,

religioso che animavano i crociatije la par- ed obbligati Raimondo VI, il figlio e le

ticolare evidente protezione divina, per la contesse loro spose a ritirarsi in casa priva-
quale riportarono prodigiose vittorie,non- la. Innocenzo III considerando che lo sco-

dimeno questo si apprende da altri scrit- municato e deposto Raimoudo VI conti-


tori imparziali. Nel voi. XX.XV, p. 28/1., nuava a favorire gli eretici, confermò il
narrando la battaglia di Muret, rimarcai decretato dal concilio di Montpellier sui
la [lieta del conte di Monfort. Raimondo domimi da darsi al Monfort, purché l'ap-
VI prese il partito di ritirarsi alla corte provasse il coucilio generale che doyeasi
38 T OL TOL
adunare a Roma. Perciò scrisse al Mon- lorosamente la difesa, dichiarando riboc-
fort alFettuosamente,dicendogli aver me- care d'eretici gli stati del conte, e di aver
ritato la bt- riedizione della Chiesa e la co- fatto trucidare 6000 soldati cattolici ne'
rona dell'onore, combattendo da soldato dintorni di Montjoire. In vece il contedi

degno di Cristo per la fede cattolici, ed Foix rimproverò il vescovo di aver sedot-
essersi fatto gloriosissimo per tutto il mon- to tanta povera gente, e per colpa sua es-
do.Onde alla guardia sua confidava il pae- sersi Tolosa presa e saccheggiata , colla

se conquistalo fino alla deliberazione del strage di 1 0,000 abitanti. Ritiratisi, il con-
concilio generale, e concedergli di usarne cilio discutendo negò d'esaudire
l'aliare,

l'entrate ed esercitarvi la suprema giuris- Raimondo VI, per la ragione, disse il Pa-
dizione. La crociata di Luigi Vili fu del pa, che la fede e la pace non aveano mai
tutto pacifica, perchè giunse quando era potuto conservarsi ne'suoi paesi, sebbene
finita ogni resistenza, e sottomesso tutto avea procurato di giovarlo, e di favorire

il paese, ed in compagnia di Monfort fe- specialmente il figlio. Dichiaratosi escluso


cero il solenne ingresso in Tolosa. Si di- Raimondo VI per sempre dalle sue terre,
ce che il vescovo Folco proponesse d'ap- e decaduto da ogni diritto di sovranità, as-
piccare il fuoco a'4 canti della città, onde segnandogli per sostentamento 4°° mar-
punirla de'danni recati all'armata catto- chi, e questi finché non facesse resisten-
lica. Mail Monfort di sentimenti più miti za. Inoltre fu lasciato alla contessa sua mo-
fu di parere che solo si dovessero distrug- glie, in grazia di sue virtù, il godimento
gere le fortifìcazioni,edi porre nel castello de'suoi fondi dotali, a condizione di go-
un forte presidio, e fu fatto. Intanto il con- vernar le sue terre secondochè avrebbe
te di Tolosa, co'conti di Foix e di Com- ordinalo la Chiesa, per la conservazione
minges, Roma, ove lo raggiun-
si recò in della pace e della fede. Al conte di Mon-
se il figlio Raimondo VII, tutti mostran- fort furono aggiudicatiToIosa e tutti i pae-
dosi disposti di rientrare nel grembo del- si conquistati da'crociati, salvi i diritti del-

la Chiesa. Nel novembre celebrandosi la Chiesa e delle persone cattoliche; riser-

il concilio generale di Luterano IV^ vi vando il rimanente al giovine Raimondo


furono condannati gli empi errori de- V II, cioè tutto o in parte di quanto resta-
gli et etici albigesi; si dichiarò che il me- va a conquistare, secondochè ei meritasse
tropolitano potrebbe scomunicare il si- come fosse uscito di pupillo. II conte di
gnore temporale che trascura di purgar Foix restò sotto i! patrocinio della s. Sede,
la sua terra dagli eretici, e se non lo fa- onde poi Onorio III gli rese il suo castel-
rà, il Papa scioglierà dalgiuramentodi fe- lo. 11 medesimo pare che siasi praticato col

deltà i sudditi, ed esposta la terra alla con- contedi Comminges. Neh 2 6 Simone di 1

quista de'caltolici, annuendo a tal decreto Monfort prese di nuovo possesso di To-
tutti gli ambasciatori de'sovrani interve- losa, ed a'7 marzo per se e suoi discen-
nuti al concilio. Il concilio accordò acat- denti ricevè dagli abitanti il giuramento
tolici che prendevano la croce per ster- di fedeltà: quanto egli fu lodato da Inno-

minare gli eretici, l'indulgenza di quelli cenzo 111, quali titoli egli prese, oltreché
che vanno a Terra Santa, e scomunicò i di conte di Tolosa per la grazia diDio,lo
fautori degli eretici. Raimondo VI col fi- notai nel voi. XXXV, p. 286 6287, in-

glio e i detti conti si presentarono al con- sieme all'investitura che ricevè dal re di
cilio, inginocchiandosi a' piedi del Papa Francia delle provincie conquistate, per
che li fece alzare, ed esposero i loro re- consiglio del suo fratello Guido di Mon-
clami contro Monfort e contro il legato, fort, per le contee di Narbona e di To-
reclamando le terre di cui erano stati spo- losa, per le viscontee di Reziers e di Car-
gliati. Il vescovo di Tolosa ne assunse ca- cassoua, e così pure per gli altri feudi che
TOL TOL 39
il Raimondo VI teneva dal
conte re. Con fetto pe'loro conti, e si riaccese più vivo
quest'ultimo atto Raimondo VI tolta si alprimo comparir del giovine Raimon-
vide ogni speranza di ricuperare i suoi sta- do VII dinanzi Beaucaire sulla quale ,

li. Tuttavia Raimondo VI e suo figlio ri- Moufort non avea valevoli diritti. Simo-
tornati nell'anno stesso da Roma, si accin- ne fece di tutto per liberarla, ma in line
sero a ricuperale ben i loro stati: furono sitrovò costretto a cederla con un trat-
accolli a Marsiglia, entrarono in Avigno- tato al nemico. La guerra passò poi sulle
ne in mezzo alle replicate grida: Piva To- terre del conte di Foix; e nel 1 217 gli a-

losa, il conte Raimondo e suojìglio; e bitaulidi Tolosa richiamarono il loro an-


poi vi assoldarono un'armata di cui prese tico signore, il quale fu accolto in questa
il comando Raimondo VII. Propriamen- sua capitale a' 1 3 settembre con grandi di-
te il concilio avea solo conceduto a Simo- mostrazioni d'aliegrezza. Sulla fine di tal

ne quella parte degli stati di Raimondo mese Simone si recò ad assediarla col car-
Vlcouquislata dall'armata cattolica, men- dinal Bertrando SavelU leg ito e parente
tre l'altra situata sul Rodano, era stata del Papa, avendo il cardinale vietato sotto
assegnata da Innocenzo III a! giovine Rai- pena di scomunica al re d'Aragona e suoi
mondo VII, il quale approdato a Marsi- alleatid'invadere ostilmente le terre di
glia eproseguendo il suo viaggio trovò gli Monfoit, come aveauo determinato di fa-
auimi bendisposti. Tarasconapuredichia- re. Però Simone iuvano strinse Tolosa

rossi per lui, e parecchi signori si offrirò- per 9 mesi, resistendo la città a lutti i rin-
no aiutarlo alla ricupera dell'avito retag- forzi ebe gli giunsero di Francia, e con-
gio. Deliberatasi la guerra coutro Mori- tro tutto lo sforzo della sua perizia di guer-
turi, unirono le loro iusegnea quelle del ra e dell'attività sua. Finché tutto essen-
conte varie Provenza e del conta-
città di do sollevato il paese intorno, e sempre più
do \ enaissino; e Raimondo VI si portò facendosi rari gli aiuti, a*2D giugno 1 2 18
in Aragona per chiedere aiuto di gente. Simone fu colto a pie di Tolosa da una
In questo mentre morì Innocenzo III a'16 pietra scagliata dalle baliste degli asse-
luglio 2 6, e gli successe Onorio III. Fio-
1 1 diati, e si gravemente ferito che appeua
che l'esercito cattolico non altro combattè potè raccomandar l'anima sua a Dio: lui

che pel ristabilimento della fede e l'estir- morto, il primogenito e successore Alme-
pazione dell' eresia, egli corse di vittoria rico o Araaurijche avea sposato Beatri-
in vittoria; ma poiché Simone ebbe com- ce Delfina, levò l'assedio di Tolosa. Cosi
pita la conquista del paese e partitolo fra' finì Simone signore del castello di Mou-
suoi , a se riservando la suprema signo- fort, piccola signoria situata sur un'emi-
ria.e mutato iu altro il primo iutento della nenza fra Chartrese Parigi, e conte di Lei-

spedizione; e poiché i francesi, rotto il fre- cester , di stirpe antichissima più nobile
no alla cupidità, loro, attribuirono più al che ricca, imparentata colla casa di Fran-
loro valore che alla manifesta protezione cia e altre illustri, spleudido modello de'
divina quelle vittorie, il Signore versò so- cavalieri del suo tempo. Guerriero prode
pra di tulli il calice dell'ira sua. La de- di mano e di senno in guerra, tutto po-
cisione del concilio Laterauense dispiac- spose alla fede e all' onore della Chiesa;
que alla maggior parte de'barooi france- ma varcò spesso i confiui della giustizia,
si, onde cessarono rinforzi che l'armata i spinto da eccessivo desiderio di far glan-
traeva da loro ogni anuo; per cui troppo de b sua casa. Bello della persoua, vigi-
deboli si trovarono i nuovi signori delle lante, prudente e audacissimo nelle bat-
contrade conquistate, a tenere in dove- taglie; probo, pio, affabile e destro iu o-
re mal domali abitanti. In questi si potè
i
gui sorta di negozi; dualmente la pietà, lo
comprimere ma uon ispeguere l'aulico al- zelo per la fede, la castità de'suoi costu-
4o TOL TOL
mi, compi vanoin lui quella perfezioneper rono Marmane). Nel corso di quella spe-
la quale la cavalleria rappresentava, per dizione il giovane Raimondo VII assistito
cos'i dire, la Chiesa, nelle sue relazioni col da'conli di Foix e di Comminges, attac-
inondo. Affezionato al clero, lo rispetta- cò presso Basiege a 3 leghe daTolosa un al-
vo, eseguendo fedelmente l'ultime pie di- tro corpo di crociati comandato da Fer-
sposizioni de'sùoi parenti; fu generosocol- rami e da Brigier strenui cavalieri, e nel-
l'ordine cisterciense, e con molti vescova- lamischia con un colpo di lancia trapas-
ti della Francia meridionale, con donazio- sò il i.° e lo rovesciò, ponendo in disor-
ni e restituzioni, uè pativa che i suoi vas- dine i francesi. Ma il principe Luigi di
salli usurpassero i diritti e le rendite del- Francia, giunto davanti Marmami, riparò
ie istituzioni religiose. Delle provincie da quella sconfitta, con obbligar la piazza a
lui conquistate formò diversi principati, rendersi a discrezione; nondimeno non si

e per introdurre l'unità nelle parti, fece potè impedire che le truppe facessero man
stabilire nell'assemblea di Partner! ottimi bassa sugli abitanti. Indi fu assediata inu-
provvedimenti per rinnovar la pace e la tilmente Tolosa, da Luigi di Francia ac-
giustizia, distruggere l'eresia e rafferma- compagnato dal cardinal Sa velli legato.
re la libertà della Chiesa, di cui fu cam- Continuando le molestie che gli eretici al-
pione. Fra' contemporanei, chi lo esalta bigesi recavano acattolici, facendosi bef-
come un martire, e chi meu parziale con- fe escherno della religione cattolica, con -
danna la cupidità sua e altresì la sua in- culcando e profanando le cose sagre, nel
dulgenza per l'enormezze commesse dal- 1222 Papa Onorio 111 scrisse una lettera
l'armata cattolica co'roghi, colle forche, li Augusto re di Francia per
a Filippo
colle mutilazioni, e con altri orrendi sup- indurlo a frenarli; dicendogli che la po-
plizi co'quali punirono gli eretici. Questi destà secolare è tenuta reprimere colla
però operavano altrettanto e assai più spada materiale que' ribelli, che la spada
peggio, e facevano perire tra le loro orren- spirituale non può li trarre dalla malizia;
de grida e bestemmie preti, frati e soldati e che i principi della terra devono pur-
cattolici, i quali per evitare inauditi tor- gare lorodominii dagli uomini perversi e
i

menti, non avean che eleggere fra l'apo- rei, che se negligenti saranno costretti da
stasia e il supplizio. Commisero atrocità s. Chiesa. L'avvisò poi d'aver scomunica-
indescrivibili e in molte provincie porta- to Raimondo VI e il suo figlio, co' loro
rono la desolazione
, tutto distruggendo fautori; ead onta d'averli falli benigna-
col ferro e col fuoco. 1 posteri ripongo- mente ammonire, nou si emendavano e
no Simone di Monfort a ragione fra'più perseveravano nella loro malvagità e con-
illustri capitani che possa vantarla Fran- tumacia. Morì Raimondo VI di morte su-
cia. Suo figlio lo fece seppellire nella cat- bitanea e allacciato dalla scomunica, nel-
tedrale di Carcassona, donde più tardi fu l'agosto 1222, dopo avere rivendicato i

trasportato a riposar co'suoi nella badia suoi stati e trasmessi al figlio Raimondo
di Ilautes Bruyeres, situata lungi una le- VII, il quale non potè inai ottenere pel
ga da Monforl-A Imeneo castello di sua padre gli onori della sepoltura ecclesiasti-
famiglia, dove fu sulla pietra che copri- ca. Gli storici della crociata contro gli al-
va il mausoleo scolpito colle mani giun- bigesi fecero di Raimondo VI un orribile
te e cogli occhi rivolti all'aitar maggiore, ritratto, ma sono tacciali di parzialità.
a ricordare a'nipoti i sentimenti più in- Raimondo VII detto il Giovine, essendo-
timi e più sublimi di sua vita. Questo mo- si distinto per parecchie gesta militari ,

numento fu distrutto dalla rivoluzione. vivamente Amauri diMonfort,


strinse così
Nella primavera del i a i<) i crociati sotto che fu costretto a' 1 4 ^linaio 2?.4 ad un i

la condotta d'Ama uri di Moufortasaedia- trattato co' couti di Tolosa e di Foix , e


TOL TOL 4c
per pace s'interpose Onorio inscriven-
la indi eccitò la pietà del re a contribuirvi
done al re di Francia, e al suo legatocar- con eloquente lettera , rammentandogli
dinal d' Urrach cisterciense. E siccome I' operato de'suoi padre e avo. La pietà
Raimondo VII avea manifestamente ri- del giovine re corrispose alla pontificia
preso la protezione degli eretici, il Papa sollecitudine, e fece apparecchiare un for-

lo minacciò di privarlo della sua signo- te esercitole intanto il cardinal Bonaven-


ria. Amauri abbandonò per sempre il pae- tura Romano iuviòa'tolosani Elia abba-
se e si ritirò in Francia,cedendo al re Lui- te di Granselva, invitandoli alla pace e a
gi Vili la Linguadoca e tutti i suoi diritti tornar all'ubbidienza di s. Chiesa. I tolo-
sui conquisti de'crociali, e in ricompensa fu sani vedendo il formidabile preparativo
creato contestabile del regno. Nel secolo di guerra che si faceva contro di loro, e
seguente di sua famiglia fiori il cardinal che pel decretato nel r22ydal concilio pro-
Raimondo di Monfòrte nato in Tolosa. vinciale di Narbona, in tutte le feste for-
Raimondo VII non era peròdisposto a la- malmente in ciascuna parrocchia si de-
sciarsi spogliare dal monarca suo signor nunziava la scomunica contro il contee
feudale, e continuò nel proteggere l'eresia. suoi aderenti, divenuti timidi, fecero tre-
JNel i 224 Onorio 111 sentendo con quan- gua per tenersi intanto un parlamento nel
ta empietà gli albigesi contaminavano la quale si trattasse la pace. Desso si adunò

provincia di Narbona, con ogni diligen- in Meaox nel 228, ove si recarono Rai-
1

za procurò di commuovere il re di Fran- mondo VII e gli ambasciatori de'tolosa-


cia contro il conte di Tolosa loro princi- ni, il cardinal Bonaventura Romano le-

pale fautore, perché colle armi l'induces- gato con diversi prelati, e stabilitisi gli
se a ravvedersi. Temendo il conte la po- articoli della pace, tutti passarono in Pa-
tenza del re, si consigliò con molti albi- rigi dal re s. Luigi IX, e alla sua presen-
gesi di voler tornare all'ubbidienza della za fu confermata a'o, aprile (a' 1 2 e nel
chiesa romana, e vi fu ammesso co'suoi I22f) si legge neWArte di verificare le
a patto di restituire i beni tolti agli ec- date, ma non pare secondo gli Annali ec-
clesiastici, e di espellere gli eretici da'suoi clesiastici del Rinaldi, e V Istoria cV Avi-
stali. Tosto però tornando a'suoi errori, gnone e del contado Venesino stati del-
Luigi Vili s'incaricò della guerra in per- la Sede apostolica nella Gallia, del p.
sona contro il conte, quando fu pubblica- Fantoni, col quale nell'articolo Avigno-
to scomunicato e dichiaralo eretico dal ne principalmente procedei in narrare la
cardinal Bonaventura llomano legato, in storia degli albigesi, e l'origine dell'acqui-
un'assemblea tenutasi a Parigi a'28 gen- s. Sede del contado Venais-
sto fatto dalla
naio 1226. Quindi il re entrò ne'suoi sta- sino, cominciando dal 1 35 in poi, e per- 1

ti cou possente esercito e s'impadronì di ciò con molte interessanti particolarità


Linguadoca si-
tutte le città e castella di delle fin qui raccontate vicende de'conti
no a 4 Morto il re 1*8
leghe da Tolosa. di Tolosa, ede'successivi avvenimenti, on-
novembre, Raimondo VII si pose in cam- de conviene tener presente tutto quanto
pagna , restaurò le cose sue e sottomise il riportalo nel voi. HI, p. 16 1 eseg.). L'at-
parecchie piazze, continuando la guerra. to fu concluso tra s. Luigi IX, Raimondo
Nel 1227 degnamente ascese la cattedra VII e la s. Sede, alla presenza de'cardi-
apostolica Gregorio IX, mentre sedeva su 1 nali Bonaventura Romano, e Pecorai-ia
trono di Francia Luigi IX, e subito nel
s. legato d'I nghillerra.il con te diTolosa giu-
suo zelo si occupò per sterminare la pe- rò sulla porta maggiore di Nostra Dama
stilente eresia degli albigesi che danneg- di Parigi l'osservanza del trattato; quin-
giava pure la Francia, onde scomunicò di venne a piedi nudi, in camicia e colle
due volte Raimondo VII e isuoi fautori, sole braghe (ipial penitenza pubblica),
42 TO L TO L
condotto all'altare dal cardinal Bonaven- Raimondo VII conte di Tolosa, spogliato
tura Romano, che con autorità di Grego- del proprio dominio dal legato apostoli-
rio X gli die l'assoluzione formale con so-
1 co, come sostenitore degli eretici, si diino-
lenne rilo,e riconciliato collaChiesa. Riferi- sirò pentito, onde nel 1229 fu riconcilia-
sceVA/lc di verificar le dateflhéRai mon- to colia Chiesa e assolto d.dl'incorse cen-
do VII con quel trattato perde la mag- sure, accettando le condizioni che gli fu-

gior parte de' suoi possedimenti (siccome rono prescritte dal legato pontificio e da
destituito da ogni diritto da cui era de- s.Luigi IX, ch'erano: dover egli per l'av-
caduto per la sua eretica condotta), aven- venire esser fedele alla romana chiesa e
do lasciato alla chiesa romana quanto a a're di Fi ancia, prendere la croce contro
lui apparteneva oltre il Rodano, e al re i saraceni, militando per 5 anni ne' l'orien-

di Francia tutti diritti che a lui spetta-


i te^: dare in matrimonio l'unica figliaGio-
vano da'eonfini della diocesi di Tolosa (la vauna ad un fratello del re,da'quali non na-
quale abbracciava allora tuttociò che al scendo figlila contea diTolosa e la Lingua-
presente è compreso nella provincia ec- doca apparterrebbero al regno di Fran-
clesiastica di questo nome) e dalla sponda cia. Che nello stesso trattatosi contene-
del Tarn fino al Rodano. Per dar cauzio- va, che le provincie di qua dal Rodano,
ne della sincerila di sue disposizioni , il possedute per l'innanzi daRaimondo VII,
conte si rassegnò volontario nelle prigio- apparterrebbero in perpetuo al reame di
ni del Louvre sino a che avessero avuto Francia, e quelle del contado Jenaissi-
esecuzione i 3 articoli preliminari a' (pia- no (V,) fossero devol ute similmente in
li s'era obbligato,e vi rimase circa 6 set- perpetuo alla chiesa romana, alla quale
timane, essendo stato al suo uscire, il gior- fin d'allora furono consegnate e dal legato
no di Pentecoste 3 giugno creato da s. , apostolico ricevute; onde nel 229 comin- i

Luigi IX cavaliere. Giovanna figlia di Rai- ciò il dominio temporaledellas. Sede sul-
mondo VII, ch'era stata da lui consegna- la contea Venaissiua, durato sino al decli-

ta a'ministri regi.com'erasi convenuto nel nar del decorso secolo, in cui glielo tolse

trattato di pace, fu nel mese slesso fidan- la rivoluzione. Ripelo che meglio è vede-
zata ad Alfonso conte di Poitiers fratello re, anco su questo grave e delicato pun-
del re; ma siccome gli sposi non aveano toci ricordalo articolo Avignopte, col det-
cheqanni,natiessendo entrambi nel 1220, taglio delle circostanze che lo precedette-
non ebbe effetto il matrimonio che 8 an- ro, accompagnarono e seguirono, intrin-
ni dopo. Rinaldi aggiunge , che il conte secamente riguardanti pure Tolosa e la

siobbligò a non lasciare a verun suo e- già possente e vasta contea omonima: a-
lede Tolosa col territorio suo cheesten- vendo eziandio rilevato, die se la s. Sede
devasi quanto il vescovato, concedutagli ricevè il contado Venaissiuo, fu in com-
solamente sua vita durante; e che niun penso delle gravissime spese da lungo tem-
suo erede e le figlie se ne potessero richia- po contribuite da'Papi per guerreggiare
mare giammai, se non se i soli discenden- i fanatici e crudeli eretici, per la pace e
ti di Giovanna e discendenti di lei e da prosperità di ampie contrade, e perchè il
Alfonso fratello del re. Che bastasse per pestifero contagio non si propagasse colla

sua penitenza, ch'egli stesse 5 anni olire perdizione d'immenso numero d'anime;
mare,obbligandosi di pagare27,ooo mar- e che se s. Luigi IX cooperò alla cessione
che d'argento. Che similmente quietò e delle terre Vena issine alla chiesa roma-
lasciò al re e alla chiesa romana tutto na, il fece perchè essa consentisse nell'ac-
lo slato oltre il vescovato verso levante, quisto da lui fatto della conica di JVlelgueil,
di qua e di là dal Rodano. Dichiara il No- sulla quale,come rilevai di sopra,la s.Sede

vaes, nella Storia di Gregorio IX, che avea delle ragioni sovrane, e de' «j de'7 ca-
TOL TO L 43
stelli di là dal Rodano, che in virtù del- do in Tolosa il tribunale òeW'InqtrisiziO'
l'obbligazioni del defunto Raimondo VI ne, lo ristabilì, affidandolo 'domenicani
si erano devoluti alla chiesa romana, co- per essersi co' cisterciensi con prodigioso
tnechè dati ad essa in malleveria, oltre la fervore dedicati alla conversione degli e-
parte o metà che avea e poteva consegui- retici, e dichiarando il loro generale in-
redella città d'Avignone. Nel luglio la cit- quisitore della cristianità. Rifiorì adunque
tà di Tolosa fu riconciliata colla Chiesa, e in queste parti la cattolica religione, e per-
si riaprirono sagri templi per ordine di
i chè non crescessero gli errori per mancan-
Pietro di Collemedio vice-legato apostoli- za d'uomini dotti, si trattò di formare in
co, e siccome ancora la città stava in po- Tolosa un'accademia o università, il Pa-
tere del re, furono abbattuti i suoi pro- pa la decretò e fu ordinato a Raimondo
pugnacoli e date le altre rocche a'regi mi- VII, che a seconda dello stabilito sommi*
nistri. Raimondo VII tornò a Tolosa sul uistrasse del suo gli stipendi a' maestri.
fine di settembre, rinnovò le sue promes- Pertanto egli si obbligò di m in tenere per
se alla presenza del cardinal Bonaventu- 1 o anni i maestri o professori di teologia,
ra Promano legato, che l'avea seguilo col- diritto canonico, filosofia e grammatica:
l'esercito crociato,per domare a forza d'ar- le scienze continuarono ad esservi inse-
mi chiunque avesse osato violare i patti gnate anche dopo tal periodo, aggiuntivi
della stabilita concordia. Indi il cardinale in seguito professori di diritto civile e di
tenne a Tolosa un concilio, anche coll'in- medicina, formandosi l'università di 4 fa"
tervento del conte e de'baroni, in uno ai collii. Ma il conte contro le solenni sue
cousoli della città, confermaudovisi lecon- obbligazioni erasi neli2 3o collegato con
dizioni della pace con solenne giuramen- altri baroni è il re d'Inghilterra
o a dauno
to del contee de'suoi. Il cardinale eoman- di s. Luigi IX, onde il vescovo di Carcas-
dòche si facesse inquisizione contro le per- sona ottenne da Gregorio IX che depu-
sone sospette d'eresia, e fu reintegrato nel- tasse in Tolosa per legato apostolico il

la fama Guglielmo di Solario, acciò la sua vescovo di Touruay. Questi giunto nella
testimonianza valesse contro coloro ch'e- emen-
città, l'esortò a ritirarsi dalla lega, a

gli conosceva veramente colpevoli. Egli dai si quanto era cagione di richiami, e
di
era stato eretico e si era poi ritirato dal- ili effettuare l'indennità dovuta alle chie-

la loro pravità, come afferma il Rinaldi. se. Tornato Raimondo VII a familiariz-

L'inquisizione fu ordinala in modo, che zarsi cogli eretici, Gregorio IX ne scrisse


ciascuno de' vescovi presenti esaminasse i al re di Francia perchè l'ammonisse, e fu
testimoni prodotti dal vescovo di Tolosa, esaudito, poiché il conte in un solenne
e rendessero in iscritto per esser conser- parlamento di vescovi e di baroni pro-
vati al vedovo medesimo i detti degli e- mulgò leggi severe contro gli eretici. Ma
retici. \i Arie di verificar le date, nel di- sempre versipelle poco durò questo ap-
re che l'inquisizione fu istituita in Tolosa parente zelo, perchè sembrando a lui e ai
dal suo concilio, per l'investigazione con- tolosani troppo severo il zelante procede-

tro gli eretici, e che cominciandosi subi- re de'domenicani nel combattere le false
to le analoghe procedure, durante 1' in- dottrine e nel procedere contro gli ereti-
verno fu preso Guglielmo detto il Papa ci, inaspriti gli animi furono col vescovo

degli ^//;/»r.«'(aN[CHiNTAdissi d'un pre- espulsi da Tolosa, col loro capo fr. Gu-
teso antipapa di tal nome degli albigesi glielmo d'Arnaldo, insieme al clero e ai
neh 167), e con sentenza di quel tribuna- frati minori; ed domenicani ne uscirono
i

le fu bruciato vivo. Ad istanza del gene- al modo indicato nel voi. Ili, p. 168, ve-
rale domenicano s. Raimondo di Pegna- nendo mandati via pure da Narbona e da
fort, circa il 23 1 Gregorio IX conferuiau-
1 altre città. Però a tutto riparò Gregorio
44 TOL TOL
IX, al modo dello a Inquisizione, ripri- tea di Tolosa; e per effettuare il suo ma-
stinandola a Tolosa e altrove, e per toglie- trimonio con Giovanna, con breve lo di-

re pretesti a'reclami, accoppiò all'inqui- spensò dal 4° grado di parentela. Essen-


sitoredomenicano un inquisitore france- dosi ricusatoli Papa d'investire il conte
scano. Frattanto Raimondo VII nel 1235 lodomandòeotten-
del Venaissino, questi
riportò parecchie sentenze di scomunica ne dall'imperatore Federico II, che pre-
per parte dell'arci vescovo di Naibona,de- tendeva appartenergli, concessione nulla
gl' inquisitori e de'commissari pontificii, sì pel disposto del concilio Laterauense,
perchè istigava i suoi sudditi a rivoltarsi che per essere Federico li anch'egli inter-
contro le loro procedure, che qualificava detto, onde i rettori pontificii continua-
violenze; e non osservando il suo giura- rono a governar la contea, tranne alcuni
mento ili conservare la libertà ecclesiasti- baroni partigiani del conte. Quesli essen-
ca,il Papa scrisse al re di Francia acciò dosi lagnatodell'eecessiva severità d'alcu-
terminasse la santa impresa contro gli e- ni inquisitori, il Papa ne commise la ve-
retici, estirpandone le reliquie esistenti rifica all'arcivescovo di Vienna legato del-
nella provincia di Tolosa, ed a costringe- la s. Sede, autorizzandolo a rimuoverli
re il conte al promesso, di marciare con se colpevoli; e ad istanza del re concesse
unesercito per Terra Santa. Inoltre Gre- al conte la perentoria proroga d'un anno
gorio IX si lamentòpuredireltamente col a partire perla Soria. Ma il conte inve-
conte, anco degli oltraggi e ingiurie fatte ce di fare i preparativi, nel i 23j mosse
a'domenicani quando li espulse, rimpro- guerra a favore de' marsigliesi e contro
verandogli tutto il giurato a Parigi e nel Raimondo Berengario IV conte di Pro-
concilio di Tolosa, di difendere le chiese e venza, il che spiacque al Papa e ne fece
le persone ecclesiastiche, di confutar gli rimostranze al re perchè l' impedisse, e-

eretici e reprimerli, di salariare i maestri sortando gli aviguonesi a non favorire il

dell'accademia, di partire per la crociala conte di Tolosa contro il proprio signo-


secondo il voto fatto; mentre operava tut- re: di questotenore scrisse purea Raimon-
to all'opposto, ed era caldo fautore degli do VII e al legato suddetto. Il conte si

eretici senza vergognarsene; gli rimpro- scosse e scrisse all'arcivescovo di Vienna


verò altri eccessi commessi da lui eda'cou- a'28 luglio, d'ubbidire al santo Padre, cui
soli di Tolosa, oud'erano stati scomuni- poi mandò prelati e religiosi per amba-
cati con autorità apostolica da' vescovi, sciatori, per essere perdonato dell' ollese

perciò doversi di tutto emendare, ed ese- fitte alla libertà ecclesiastica, dichiaran-
guire quanto avrebbe ordinato il lega-
gli dosi pronto al volere della Sede per lo s.

to, e che si ponesse in pronto di partire splendore della fede; e diceudo apparte-
nel maggio per la Palestina e dimoiarvi nere al Papa d'imitar la clemenza di Co-
5 anni. Al legato poi comandò Gregorio lui, il quale ama non la morte ma la sa-

IX, che ripristinasse lo studio di Tolosa, lute de'peccalori. Giurando il conte d'e-
annullasse le leggi fatte contro la libertà mendare falli commessi, e supplicando
i

ecclesiastica, rimovesse da'pubblici uffizi misericordia, Del 12 38 Gregorio IX lo ri-


i sospetti d'eresia, punisse gli eretici e lo- conciliò colla Chiesa, assolvendolo dalle
ro fautori, e ne abbattesse in Tolosa le censure; quindi nel 1 239 con altra amba-
casea loro perpetuo vituperio. Nuovamen- sceria ottenne dal Papa d'essere pure di-

te Papa pregò il re d'adoperare la po-


il spensato dalla crociata, assicurandolo per
tenza datagli da Dio, per costringere il mezzo di s. Luigi IX che vi sarebbe an-
conte e consoli di Tolosa ad emendarsi, dato nella prossima spedizione. ÌNcl 124.0
di far partire ili. "per la crociata, invian- Raimondo VII marciò sulla Provenza per
do il fratello Allòusoal governo della con- impadronirsene, per avergliela in parto
TOL TOL 4 >

aggiudicata Federico II nell'aver posto al no prole, mentre da Federico li avea ri-


Laudo dell'impero il suo conte, ma i soc- cevuto quella del marchesato di Proven-
corsi che questi ricevè dal re di Francia za. Il soggiorno nelle due corti fu quasi
l'obbligarono a ritirarsi. Nel i 24 ' «ipndiò d'un anno. Federico II l'investì della con-
formalmente Sancia sorella di Pietro II tea di Forcalquier, e sentendo che il Pa-
d'Aragona, da cui vivea separato da lun- pa erasi portato in Genova
P er nel 1 244
go tempo : col pretesto, convalidato dal celebrare un concilio a Lione, per distor-
vescovo d' A lby, dell'affittila spirituale col- locon varie esibizioni gl'invio Raimondo
la medesima, ma in fatto eia di voler spo- VII, che da Savona trattò col Papa per
sare Sancia figlia diRaimondo Berenga- mezzo di messi e di lettere, avendogli vie-
rio IV conte di Provenza, ma il matrimo- tato l'imperatored'entrarein Genova; ma
nio non ebbe effetto. Nel 242 si die al 1 nulla ottenne, non facendo conto il Papa
parlilo d'Ugo conte de la Marche contro delle promesse fallaci tante volte ripetu-
s. Luigi IX, collegandosi ambedue col re te. Adunque ueli245 Innocenzo IV re-
d Inghilterra, il quale vergoguosamente Lione I, ove fu depo-
cossi al concilio di
fu battuto. Intanto il bailo del conte in sto e scomunicato Federico II, e v'inter-
A vignonetio diocesi di Tolosa, in odio del- venne pure il conle, che ottenne la sepa-
la lede che difendevano, fece martirizza- razione del matrimonio contratto con
re Guglielmo d'Arnaldo co'suoi dome-
fr. M trgheritadela Marche, per sposar San-
nicani compagni e inquisitori .cantando cia di Provenza, il che non ebbe luogo,
essi nel morire il Te Dcum laudaniusj il come già notai, per essersi invece mari-
perchè s. Luigi IX vieppiù si accese di tata con Riccardo fratello del re d'Inghil-
zelo, per abbattere i resti della pestilente terra ,meutre la sorella primogenita si ma-
eresia.Meutre era occupalo nel Poitou e ritò con s. Luigi IX. Nel 1 246 intraprese
e nel Saintonge, il conte co'suoi alleati il pellegrinaggio diCompostelIa,e nel 12 [j
pentirò sul fluir di giugno ne'dominii di si recò alla corte di Francia, ed il re l'in-
Francia, s'impadronì di parecchie piazze, dusse a crociarsi con lui per Terra San-
fra cui Xarbona, donde espulse l'arcive- ta. Lo trattenne dal viaggio Innocenzo IV
scovo che lo scomunicò, riassunse il tito- per opporlo a'partigiani di Federico li.
lo di duca di Xarbona, e recatosi poscia a Nel 1249 Raimondo VII tornando da Ai-
Bordeaux, ov'erasi riparato il re inglese gues-Mortes per vedere sua figlia Giovan-
dopo la sconfitta, strinse secolui alleanza na che partiva collo sposo per la crociata,

particolare; ma indi a poco udendo pro- i cadde malato e fece testamento a*23 set-
gressi di s. Luigi IX e incalzato dalle sol- tembre, col quale l'istituì erede*uni ver-
lecitazioni del vescovo di Tolosa, ti allò di sale, morendo a'27 a Milhau nel Rouer-
pace e l'ottenne nel gennaio 1 243. In que- guedi 52 anni e fu sepolto sotto il coro di
st'anno Raimondo VII valicò le Alpi, vi- Font-Evrauld accanto alla madre, com'e-
sitò Federico li in Puglia, donde passò a ra stalo da lui ordinato. 11 Rinaldi ne nar-
Roma per continuare il suo appello con- ra l'edificante morte, dicendo che dopo
tro gl'inquisitori che l'aveano scomunica- aver fatto ardere alla sua presenza 80 e-
to,crtdendolo complice dell'uccisione de- retici a Derlaigas, convinti o confessi d'e-
gli altri. Si discolpò, con ordinare
pu- la resia, fu colpito dalla febbre, volle con-
nizione di quelli che l'aveano commessa, fessarsi, ecomunicarsi dal vescovo d'Ai-
e dal nuovo Papa Innocenzo IV ottenne by. Entrando il corpo di Cristo nella sua
a istanza di s. Luigi IX l'assoluzione dal- casa , tuttoché debole si alzò dal letto e
le censure , e la vitalizia investitura del l'incoutròa metà di essa, e gittatosi in ter-
contado Venaissinodominiodella s Sede, ra ivi Io ricevè, indi fu estremato. Così
e cosi di sua figlia e genero se uon avea- ebbe termine la sua vita, dando saggio di
46 TOL TO L
zelo contro gli eretici, di viva fede catto- ri dello stesso diritto e specialmente con-
lica e di pietà. Con lui si estinse la discen- tro l'autore del Ragionamento intorno ai
denza maschile de' potentissimi conti di beni temporali posseduti dalle chiese,
Tolosa che avea posseduto la contea 4
, Venezia 766,iIqualeautoresuscitògli
1 er-
secolida Fredelon dell' 85o in poi. Al rori de'nomiuati Catari, Valdesi, fiele-
vasto e grave argomento sin qui tratteg- fisti, Ussiti e altri, i quali tutti sosteneva-
giato genericamente ponuo in qualche ,
no erroneamente fra le altre cose, che la

modo supplire i ricordati articoli, men- Chiesa egli ecclesiastici non potevano ac-
tre per la storia tra'molti che ne scrisse- quistare né posseder beui terreni, che in
ro ricorderò iseguenti.il p.GiuseppeVais- buona parte erano pure errori degli al-
sete della diocesi d'Alhy, studente nell'ac- bigesi che infestarono la Chiesa ne'secoli
cademia di Tolosaedotto benedettino del XII e XIII, ed abbandonati da'loro pro-
monastero della Dauvade, Storia genera- tettori rimasero interamente distrutti, i

le della Linguadoca,con note e documen- superstiti essendosi uniti a' valdesi. Nel
ti giustificantiy Parigi i 73o-45. Restata 1 ^4g dunque successe nella contea di To-
imperfetta questa eccellente opera per sua losa al suoceroRaimondo VII,ultimocon-
morte, ne compilò il 6.° voi. il p. Bourot- te, Alfonso conte di Poi tiers e figlio di Lui-
te, Compendio della storia genera le del- gi Vili re di Francia, di cui avea sposa-
la Linguadoca,Va\\§\ i j/\.^.IIistoiredcs ta la figlia ed erede Giovanna. Con questa
Croisades eontre Ics Albigeois par le p. era partito col fratello s. Luigi IX oltre-
Jean Baptiste Langlois de la Compa- mare per la Crociata di Terra Santa, por-
gnie de Jesus,Roi\en jo/±. Pietro diCer- i tandovi di Francia un altro esercito di
nay monaco cistercense, che faticò mol- crocesignati, ma la regina Bianca sua ma-
to nella conversione di detti eretici, e de- dre vegliò a' di lui interessi. A' 5 aprile
dicò la sua opera a Innocenzo IH, la qua- i2 5o Alfonso fu fatto prigione dc'sara-
le trovasi ancora nella Dibliotheca Ci- ceni insieme col re, indi lasciato in liber-
sterciensis:Historia Albigensium, Troys tà per l'accordo de'6 maggio, e condotto
i6o5. Giovanni Benedetto dotto dome- a Damietta raggiunse la sposa che in ri

nicano, Ilistoires des Albigeois , et des vederlo ne provò estrema gioia. Sulla line
Vaudois ou Besbets, Paris i 6q i . P. Laz- del giugno s'imbarcò nel porto diTolemai-
zeri gesuita, De Tlaeresi Albigensium E- de per ritornare inFrancia conCarlo d'An-
xercitatio habita in collegio romano,Ko- giò suo fratello (che avea sposa toBeatrice,
maei765. Scrissero ancora degli albige- altra figlia di Raimondo Berengario IV
si, Sandero presso Labbé, Concil. t. io, conledi Provenzali quale con testamento
p. 534; Bernino, Historia di tutte l'ere-
i l'avea dichiarata sua erede) e colle princi-
sie, oltre il suo compendiatore Lancisi. Il pesse spose. A'^3 maggio ix5i Alfonso e
veti. p. Moneta domenicano, pubblicata Giovanna fecero il loro ingresso solenne in
e illustrata dal p. Ricchini dello stesso or- Tolosa, ricevendo dagli abitanti il giura-
dine, Adversus Catharos et Valdenscs mento di fedeltà. Dopo aver percorso le

libri V
quos ex mss. codicibus Vatica'
,
loro terre tornarono in Francia, ove poi
uo,Bononiensi,et Neapolilano nunepri- fermarono il loro soggiorno ordinario,
mum edidit, etc. Romae 743- Di quest'o- 1
particolarmente nel castello di Viucennes.
pera contro Catari, quali erano una
i i Circa la fine deli 252 Alfonso vedendo-
propagine de' Manichei, si servì opportu- si gran pericolo per un attacco d'apo-
in

namente l'altro dotto e celebre domeni- plesia, fece voto di restituirsi in Terra San-
cano p.Mamachi nella sua opera de\ Dirit- ta. Nel 1^53 Inuocenzo IV commosso dal-
to libero della Chiesa di acquistare ec, le tristi notizie degl' infelici successi di s.

stampata neh 769 contro gl'impugnato- Luigi IX, scrisse ad Alfonso già crocesigna-
TO L TO L 47
lo, che solto ili lui si formasse un eserci- so fu trasferito nella chiesa di s. Dionigi,
to per aiutarlo, e con flebili lettere ecci- da lui scelta per sua sepoltura, restando
tò i francesi a correre in aiuto del loro re, i precordi nella cattedrale di Savona do-
perchè non del tutto si spegnesse in So- po le solenni esequie; e quello di Giovan-
ria il nome cristiano; ed ingiunse al p. na nella badia di Gerci in Brie da lei fon-
priore de'domenicani di Parigi che ban- data nel 1269. Alfonso fu principe buo-
disse perciò nel consueto modo la croce no, casto, pio, Iimosiniero,giustoedequo:
ne* regni di Francia e di Na varivi, nellaBre- non mancò di valore e di fermezza, e cam-
t.igna minore.nella Boi gogna e negli stati minò sulle pedate del re suo fratello nel-
del conte di Tolosa. Il viaggio d'Alfonso la pratica delle virtù cristiane. Sembra
fu ritardato per vari ostacoli sopravvenu- che la contessa sua moglie fosse di carat-
ti dopo, né fu da lui intrapreso che nel tere pressoché somigliante. Filippo III
i 270. Prima diquesto tempo e nel 1265 V Ardito figlio e successore di s. Luigi IX,
protesse la costruzione fatta dagli abitan- raccolse tutta la loro eredità. Invano Fi-
ti di Saint-Saturnin del pontedi Saint-E- lippa di Lomagne erede di Giovanna fe-

sprit, e cosìdenominato perchè si attribuì ce chiedere al parlamento col mezzo del


il concepimento della risoluzione ad ispi- conte di s. Paul suo tutore d'essere ammes-
razione dello Spirito santo; celebre pon- sa a fede e omaggio pe 'dominii di quel-
te che comincialo in tal anno non fu ul- la successione appartenuti a Giovanna: la

timato che verso la fine del 1 3og, ed es- sua domanda fu rigettata con sentenza
so die poi il nome alla città di Saint-Sa- del 1274. Filippo III e i suoi successori re
tiunin-du-Pont, così chiamata a motivo di Francia ressero sino al 1 36 1 i vari pae-
del passo ch'eravi in quel sito sul Roda- si ereditati per la morte diGiovanna, co-
no. Finalmente nel 1 270 Alfonso, per sod- me conti particolari di Tolosa e non co-
disfare il voto fatto, si recò colla contessa me re, finché in dello anno la contea in-
Giovanna prima del terminar di maggio sieme alla Lin<niadoca
o fu riunita alla co-

a Aimargues nella diocesi di Nimes, ove rona da Giovanni Proclamata la for-


II.

ambedue fecero testamento. Imbarcatoli- male riunione, convenne che si radunas-


si poscia ad Aigues-Moi tes e raggiunse- sero in Tolosa gli stati provinciali, diesi
ro il re s. Luigi IX a! porto di Caglia- valessero del Diritto scritto, eche i gover-
ri, ov'erasi fermala la flotta, e nel 17 lu- natori dovessero essere scelti fra'principi

glio sbarcarono a Tunisi. Avendo la mor- delsangue.Prima della riunionedella con-


te del santo re, avvenuta a' 20 agosto, tea di Tolosa alla corona, il conte e cia-
sconcertati tutti i progetti de'crociati, Al- scun signore particolare radunavano lo- i

fonso colla sposa salpò dalla spiaggia d'A- ro sudditi quando aveano a chiedere lo-
frica eapprodò a quella di Sicilia a' 22 ro sussidii. Dopo la riunione re di Fran- i

novembre, ove passarono tutto l'inverno cia seguirono per qualche tempo tale pra-
e una parte di primavera. Postisi nuova- tica, e raccoglievano gli abitanti d'ogni
menteinmare,sbarcaronoin Italia e con- siniscalcheria separatamente ; ma Carlo
tinuarono il loro cammino per terra. ìNel VII il Fitlorioso^vemlo trovato più op-
castello di Corneto sui confini di Tosca- portuno di convocare le siniscalcherie in
na e degli stati di Genova, furono colti un sol corpo di stati, fu in appresso osser-
entrambi da violento morbo e si fecero vata mai sempre tale formalità,e così quel
trasportare a Savona, ove morì Alfonso re nel i447 istituì propriamente il par-
a'21 agosto 127 in età di 5i anni, sen-
i lamento di Tolosa per la Linguadoca e
za lasciar posterità, ed a'25 morì Giovan- qual sua capitale. Inoltre Filippo III igno-
na, onde alcuno dubitò e fece sospetti che rando i diritti della s.Sede sul contarlo
fossero morti di veleno. Il corpo d'Alfoti- Venaissiuo, s' impossessò non solo della
,

48 TO L TOL
mela della città d'Avignone, ma ancora Poi si trasferì a Commiuges dov'era stato
del Venaissino. Conosciuto però l'errore, vescovo, e vi fece solennemente la trasla-
a istanza di Gregorio X restituì pronta- zione del corpo dis. Bertrando suo prede-
mente alla chiesa romana la provincia Ve- cessore in quella sede. Continuando il viag-
nesina, senza che d Papa si curasse di ri- gio per Carcassona, Montpellier e N'unes,
petere la metà d'Avignone, che Alfonso giunse in Avignone verso il fine di mar-
avea ridotto alla sua ubbidienza. Questo zo. Ivi siederouo altri 6 Papi,nel qual tem-
rafferma il p. Fantoni, che sembrami in po moltissimi della contrada furono ele-
ciò doversi preferireaW'Arte di verifica- vati al cardinalato, all'episcopato e ad al-
re le date, e sebbene citi Vaissete, poiché tre dignità. Nel grande Scisma d' occi-
in quest'opera si legge in Gregorio X. dente, Tolosa e la Linguadoca seguiro-
»> Nel fehbraioi274 ricevè in Lione la vi- no gli antipapi d'Avignone. Tolosa signo-
sita di Filippo III. Profittò di questa oc- reggiata da're di Francia e poi riunita al-
casione Gregorio X per chiedere a quel la monarchia, ne segni i destini colla con-
monarca contado Venosino, che ficea
il tea. Gl'inglesi uel secolo XIV fecero va-
parte del marchesato di Provenza, cedu- rie conquiste nella contrada, ma ne fu-
to nel 1229 Sede da Raimondo VII
alla s. rono cacciati sotto Carlo V.NelsecoloXVI
conte di Tolosa. Ma siccome Gregorio IX vide rinnovarsi le guerre civili e religio-
avea restituito alcuni anni dopo cotesto se, per gli errori di Lutero e di Calvino,
marchesato a Raimondo, cosi poteva le- e pe' tenibili e crudeli eretici Ugonotti.
gittimamente rigettarsi la domanda del Se ne impadronirono l'i 1 maggio i56z
Pontefice (non è vero per la surriferita e ne sortirono a' 17: le vie furono loro con-
disposizione d'Innocenzo IV e pel narra- trastate dagli abitanti palmo a palino, ed
to ad Avignone). Nondimeno essendo in- i opposero una resistenza degna de'
nobili
teresse del redi tenerselo affezionalo, vol- tempi delle crociate. Dipoi Tolosa godè
le annuire alla sua istanza. Ma nel far- d'una pace profonda sino alla rivoluzio-
gliene la tradizione, egli riserbò per se la ne, che le fece perdere la sua università.
metà d'Avignone che Filippo IV il Bello In tale infausta epoca la reazione fu gran-
di lui figlio permutò 16 anni dopo con de e tremenda. Alla caduta di Napoleo-
Carlo II, conte di Provenza e re di Sici- ne I, il duca di Wellington alla testa di
lia." A'5 giugno 3o5 1 eletto Clemente V 5o,ooo inglesi, spagnuoli e portoghesi
guascone, con estremo stupore di tutto il andò a' io aprile 18 i/J-ad attaccarvi fran- i

mondo cattolico, volle stabilire la resi- cesi, in numero minore di 2 5,ooo,coman-


denza papale in Provenza, ove la s. Sede dati dal maresciallo Soult duca di Dal-
godeva la sovranità della contea Venais- mazia: fu la vittoria dispulata con accani-
sina, preferendo le rive del Rodano alle mento e sostenuto l'onore dell'armi fran-
celebratissime del Tevere (P.), Avigno- cesi; né la lotta tanto disegnale finì se non
ne a Roma come contigua al Ve-
(f*.), perchè fu fatta conoscere al maresciallo
naissino. Sul finir d' agosto da Bordeaux l'abdicazione di detto imperatore; allora
passò ad Agen ed a Tolosa, e per Mont- ritiratisi i francesi, Wellington entrò in
pellier si recò a Lione a farsi coronare. Nel Tolosa, avendo fatto delle perdite di ol-
l3o8 il Papa nell'agosto da Poitiers si tre 10,000 combattenti. La giornata del
portò a Bord.eaux, indi per Agen giunse io fu di gloria e di carnificina pe'due e-
a Tolosa, ricevutovi nel dicembre da tut- serciti, cui successe un'altra di spavento
ti gli ordini della città con molta solen- pe'tolosani, poiché Soult erasi deciso di
nità. Nel giorno di Natale vi cantò ponti- seppellirsi sotto le rovine della città in-
ficalmente messa servito da 9 cardina-
la sieme al suo esercito. La voce dell'uma-
li, e vi dimoiò sino all'Epifania del 1 809. nità edella ragione domò l'iutiepidoguer-
T O L TOL 49
riero, e abbandonò Tolosa la notte del- pra una cappella; ed il successore s. Sil-
l'i r al 12 dirigendo la sua ritirata sulla vio pose fondamenti della magnifica chie-
i

via della Bassa-Lin^uadoca. Wellington sa in suo onore detta s. Sernin , poi dal

poteva chiudergli ogni uscita, attaccar la vescovo s. Esuperio finita consagrata e ,

città di viva furza, e costringerlo a capi- dedicata, trasferendovi le reliquie del san-
tolare per mancanza di sussistenze ma ; to, che qual prezioso tesoro sono tenute
egli non ismentì la dichiarazione delle po- in somma venerazione. La sede vescovi-
tenze alleate: esse non fanno la guerra ledivenne sullraganeadi Narbona, e pas-
alla nazione francese; e si sovvenne della sò ad esserlo di Bourges quando Tolosa
parola data da lui al duca d'Angoulème, da'gallicadde in potere de'goti, cessato il
che l'avea scongiurato di risparmiare To- dominio de'quali tornò ad esserlo di Nar-
losa. Laonde egli lasciò defilare sotto i bona; e Bourges con molti titoli volle so-
suoi cannoni l'esercito di Soult senza ti- stenere la sua primazia quando Tolosa
rare una palla,eda'i7 fece il suo ingresso fu elevata a sede metropolitana. Ciò av-
nella città %aiVwa iBorboni, e fu con- venne a'26 giugno 1 3 7 per disposizione
1

dotto in trionfo al Campidoglio, in mez- diGiovanni XXII, mediante la bolla Sai'


zo alla generale letizia. Quanto alla Lio* valor noster, attribuendogli persuffraga-
guadoca, colla nuova organizzazione si for- nei vescovati pure da lui eretti, tranne
i

marono g dipartimenti
i dell'Alto-Loira, ili.°,di Pamiers, Montauban, Mirepoix,
Lozère, Ardèche,Gard,Herault,Aude,Al- Lavaur, Rieux, Lombez e di s. Papoul. Di-
to-Garonna, Tarn, e Tarn-Garonna, fa- smembrò parte della vasta diocesi di To-
cendosi ascendere la popolazione a circa losa, ch'era una delle più. grandi del re-
3 milioni d'abitauti,quasi 70,000 de'qua- gno, per formare 3 delle diocesi suffraga-
li contandone Tolosa. nee, ed assegnò all'arcivescovo per mensa
La fede cristiana fu predicata in To- 90,000 lire,chepoi si aumentò a 100,000
losa dal suo e ."vescovo s. Saturnino detto lire, onde pagava 5ooo fiorini per le bol-

volgarmente s. Sernin, inviato da Roma le. Altri scrissero, che Giovanni XXII col-

in Franciaalla sua missioneapostolica,dal la sola diocesi di Tolosa forinola provin-


Papas. Fabiano verso il 24 5. Scorsa una cia ecclesiastica del suo nome, componen-
parte delle Spagne e delle Gallie, quindi dola, compresa ad essa, d' 8 diocesi, le
andò a Tolosa capitale de'tectosagi e pel quali poi diminuirono. I Monasteri nul-
l.° vi portò la fiaccola dell' evangelo. 11 lius dioecesis, già esistenti nell'arcidioce-
felice successo delle sue zelanti fatiche a- si, li riportai in tale articolo cogli altri di
Tendo in breve tempo aumentato il nu- Francia. Nel concordato del 1801 sop-
mero de'cristianijfu egli scelto verso il 200 presso da Pio VII l'arcivescovato di Nar-
per dirigere quel gregge fedele che avea bona, poscia neli8i7 lo ripristinò nel ti-
illuminato colle fervorose sue predicazio- tolo e l'unì a Tolosa, per cui d'allora in poi
ni. Nel 257 prima soffri gloriosamente l'arcivescovo di Tolosa porta pure il titolo
il martirio per la difesa della religione, al di Narbona. Nella bolla Conunissa divi-
modo riferito nella biografia. Due donne nitus,àtii'j luglio 1 8 18, Bull. Rorn. cont.
cristiane raccolsero quanto poterouo tro- t. 14. p- 369 di Pio VII, nella sua nuo-
vare del suo corpo, e rinchiusolo iu una va circoscrizione di diocesi della Francia,
bara, lo posero in una fossa profonda, per si legge la descrizione della provincia ec-
involarlo più sicuramente agl'insulti dei clesiastica di Narbona, e quella di Tolosa
pagani. Le reliquie di Saturnino rima- s. co'due soli suffragane") di Pamiers e Mon-
sero cosi fino all'impero di Costantino I, tauban, il quale soppresso uel 1 80 1 ,lo stes-
quando il vescovo di Tolosa s. Ilario, ri- so Pio VII ristabilì il vescovato colla bol-
trovato il suo corpo, fece fabbricargli so- la Supremo pastorali, de' 17 febbraio
VOL. LXXVII. 4
-

Ch, . T O L T O L
i 808, Bull. cil. 1. 1 3, p. 253, separando- lemme, altri d'Angouléme, ritardando il

lo dalla vasta diocesi di Cahors cui era vescovato 54 1, e dicendo aver gover-
al
slato unito , ed assoggettandolo nuova- nato la chiesa 36 anni. Il suo corpo fu tu -

niente alla metropolitana di Tolosa. Sic- nudato ad Oz o Ox presso Muret, ove ven-
come Montpellier, Pio VII colla della bol- ne innalzato un monastero che prese il
la Commissa divini7».sTavea sottratta dal- suo nome, ed in seguito diventò un prio-
la metropoli d'Avignone per farla suifra- rato conventuale della badia di Lezat; e
ganea di Narl>ona, colla bolla Etti perno» le sue reliquie da tal chiesa vennero tra-

slras, de'24sellembrei82 1, larestituìad sferite in quella di S.Giacomo di Muret.


Avignone, come si* legge nel Bull. ài. t. La famiglia Orsini, secondo Novaes, van-
1 5, p. 4^7- Al presente sono suffragatici ta un s. Volusiano martire arcivescovo di
dell' arcivescovo di Tolosa i vescovi e le Tolosa, ma noi trovo nella Gallia Chri-
sedi di Pamiers, Carcassa une Montati- stiana, 1. 1 , p. 670, Tolosani Episcopi et
iuin. A s. Saturnino successe s. Onoralo, Archiepiscopi, ed allora la sede era vesco-
già suo discepolo e vicario, che venne se- vile. Magnulfo nel 585 sottoscrisse il con-
polto presso diluì. Indi s. Ilario summen- cilio di Macon,el)be grave alterco conGuti-
tovato; così il successore s. Silvio che vi- dobaldo naturale di Clotario I, per cui fu
vea verso il 38o e inori in principio del esiliato, e poi venne ristabilito. Menna del
V secolo, il cui corpo con quelli de'ss. O- 601, a cui scrisse diverse lettere s. Grego-
norato ed Ilario fu trovato nella chiesa rio I, raccomandandogli monaci che in- i

dis. Sernin nel 265. Rodanio sembra con- 1 viava a s. Agostino in Inghilterra. Sadoco
trastato. Onde a s. Silvio si dà in succes- del 627 incolpato di connivenza nella ri-
sore s. Esuperio verso il 4°^, e sotto del bellione de'guasconi fu esiliato.Guillegise-
quale i vandali, gli svevi e gli alani rovi- lo inlervenne Reimsnel 63o.
al concilio di

narono le Gallie; stimato da s. Paolino Clotario chiamare per succederlo


III fece

per uno de'più gran vescovi che illustra- nel 657 dal monastero diFontenelle il mo-
rono la chiesa Gallicana, poiché si distinse naco s. Eremberto, ma preferendo egli la
per somma carità e profonda dottrina. Du- vita religiosa alle gravi curedel vescovato,
rante una lunga carestia, dopo di aver di- ritornò al suo ritiro nel 67 1 , che Cutter lo
stribuito i suoi averi , vendè i vasi sagri dice annodi sua beata morte, la quale da
d'argento e oro per soccorrere a'bisogni altri si ritarda cou riportare tale abdica-
de'poveri, talché fu costretto a conservare zione al 690. Non si é d'accordo sul vesco-
il corpo un paniere di vimi-
di Cristo in vato di s. Silvino monaco di s. botino nel
ni, e il suo Sangue in un calice di vetro. monastero dis.Omer, di mirabile santità,
Papa 6. Innocenzo 1 gl'indirizzo una de- che visse molti anni col solo sagro cibodel-
cretale, celebre nella storia ecclesiastica, l'Encaristia, e morì nel Signore nel 7 5. 1

pe'regolamenti di disciplina che contiene. Arruso é ricordato nel concilio di Narbo-


Pare chesia morto verso il 4' 7. Indi contro na del 785. Manziofiorì nell'820. Samue-
sua voglia fu creato vescovo Massimo, as- le nell'844- Elizacar nell'856. Bernardo
sai lodato dall'annalista Rinaldi, bello di I intervenne nell'886alconciliodi Nimes;

corpo e modestissimo nell'abitazione e nel- nel 920 era vescovo Armanno, nel 932
Iamensa,chedeslòammirazione qual mo- Raimondo I, nelgSó Isloolslus, nel g48
dello di parsimonia. Dopo Massimo del Ugo I, nel 975 Issolo, nel 982 Atto, nel
44 ' > c he vivea nel 465, ed Eracliano,che 1020 Raimondo 11, nel io35 Arnaldo in-
nel 5o6 fu al concilio d'Agde, fiorì s. Ge- tervenne al concilio di Tolosa del io56
1 emaro o s. Germerio, che il clero e po- conlio la simonia. Nel 1060 Pietro Roger

polo di Tolosa circa il 5i 1 surrogarono I ebhe una controversia co'canonici di s.


a Israeliano: alcuni lo fanno di Gei usa Saturnino per la restaurazione di tal ba-
T O L TOL 5t
silica ; fu successo verso detto tempo da minato vescovo di Tolosa. Durante il suo
Duranno cliiniacense e discepolo di s.Ugo- vescovato, il che già descrissi, Tolosa sof-
che intervenne al concilio
ne,di santa vita, frì grandi disastri per la guerra contro gli

di Tolosa del 068, reclamando contro il


i albigesi , ed egli soggiacque alle narrate
capitolo e il preposto sulla giurisdizione vicende; intervenne al concilio di Tolosa
della chiesa di s. Maria Deauratae. Izarno dell 229 e morì nel dicembre 23 1. Rai- 1

nominato vescovo neh 071, unì all'ordi- mondo di Falgar di Mirammit, provin-
ne cliiniacense nel 1077 a detta chiesa ' ciale de' domenicani , eletto vescovo nel
della Daurade, stabilì la vita regolare nei marzo 1232 concordemente dal capitolo
canonici della cattedrale, fece doni consi- e approvato dal legato, si distinse pel suo
derevoli al capitolo, e si trovò presente al zelo contro gli eretici e morì nel 1270.
concilio di Tolosa del 1079, ed a quello del In questo di commi consenso il capitolo
1 090. Gli successe nel 1 1 o5 Amelio Rai- gli sostituì Bertrando dell' Ile-Jourdaiu
mondo Du Puy, che fu a 3 concilii di To- preposto della cattedrale , lodato per le
losa, due de'quali convocati da Gelasio II sue grandi liberalità che in , sia in vita
e Calisto II. Neil ì^o Raimondo III, al qua- morte, tanto a favore de'povei che delle i

le scrisse Papa Innocenzo II per la ricu- chiese: fondò nel capitolo di s. Stefano le
pera de'beni di sua chiesa, e per prende- 12 prebende poi chiamate di dozzina, e
re la cattedrale di s. Stefano sotto la pro- 8 posti pe'chierici. Nel principio del suo
tezione apostolica. Il preposto di essa Ber- vescovato le monache cisterciensi forma-
nardo Bonomo neh i63 ne fu successo- rono un monastero in Tolosi , collocato
re, che fece una donazione alla medesima. s. Cipriano e poi trasfe-
nel quartiere di
Nel 164 Gerardo de la Barthc, pel qua-
1 rito in quello dell' università. Morì nel
le Luigi VII re di Francia scrisse a l'apa 1283 e fu ih. "vescovo di Tolosa tumu-
Alessandro III per la sua consagrazione, lato nella cattedrale di s. Stefano, avendo
essendo Tolosa allacciata dall'interdetto, i suoi predecessori la loro sepoltura nella
indi il vescovo dotò la sua chiesa con vari chiesa di s. Saturnino. Neh 285 Ugo Ma-
beni. Neh 172 Ugo II già abbate di s. Sa- scaion canonico della cattedrale, dopo la
turnino; poi Bertrando neh 175. Gosceli- cui morte Bonifacio Vili separò Pamiers
no intervenuto nel 1
1 76 al concilio d'Al- dalla diocesi di Tolosa e l'eresse in sede
by, ove furono esaminati gli eretici albi- vescovile. Nel dicembre I2g6 Bonifacio
gesi. Neh 180 Folcrando, avanti il quale Vili nominò vescovo s. Litigio Lodovico

fu abitata la vertenza tra il sacrista della figlio di Carlo II redi Sicilia, dispensan-
cattedrale, e gli ebrei di Tolosa, per la ce- dolo dall'eia, conferendogli pure Tatuali
ra ch'erano tenuti somministrare nel ve- nistrazione del vescovato di Pamiers da
nerdì santo; lodato per pietà, e insieme lui recentemente istituito: fu coiivigrato
censurato per la sua semplicità e negli- nel seguente fehbraio, e imitatore delle
genza, onde gli eretici albigesi molto si preclare virtù del suo pro-zio s. Luigi IX,
propagarono nella sua diocesi. Neh 201 morì a' 19 agosto 297. Giovanni XXII,
1

Raimondo de Rabastens simoniacamen- di cui era slato discepolo, in Avignoneai


te, per cui fu deposto dalla s. Sede. Il fa- 7 aprile 3 1 7 lo canonizzò colla bolla Sol
1

migerato Folco o Foulques figlio d'Alfon- Orient, e con un breve ne die partecipa-
so ricco mercante di Genova stabilito a zione a Maria d'Ungheria sua madre an-
Marsiglia, si fece religioso cisterciense ver- cor viveute. Arnaldo Raimondi de'conti
so il 1
1 99 con due suoi figli e persuase sua di Comminges preposto della cattedrale,
moglie a farsi monaca del medesimo or- eletto dal capitolo verso la festa d' Ognis-
dine: era già abbate di Toronet, nella dio- 1297, Bonifacio VIII non solo lo con-
santi
cesi di Frejus, quaudo neh 20 5 venne uo- fermò, ma nella domenica lattare del
5?. TOL TOL
1 298 Io consagrò. Poco visse, onde il Pa- lanie, e Urbano V decisela lite e contro-
pa gli surrogò Pietro Tagliafer de Cha- la versia tra' cistcrciensi di Fossanuova e i

pelle, che creò cardinale Clemente V, se- domenicani sul corpo di s. Tommaso d'A-
condo alcuni stato suo discepolo. Mori nel quino, concedendolo a fr. Elia Raimondi
j 3 1 2,e lo stesso Papa elesse il nipote pro- tolosano generale de'domenicani, pel con-
prio Gailardo de la Mollie di Pressac, dal vento e chiesa di Tolosa. Nel 1 3y6 fu di-
successore Giovanni XXII creato cardi- chiarato amministratore perpetuo Gio-
nale. Questi da Maguelone vi trasferì Gio- vanni de Cardaillac patriarca d'Alessan-
vanni Raimondi de Comminges e ne fu dria dottoe pio, celebre giureconsulto del-
ili. "arcivescovo, neh 3 19 vi celebrò il si- l' università di Tolosa; pose in sontuosa
nodo prò vinciale,e lo stessoGiovanniXX II custodia il capo di s. Stefano protomar-
Io creò cardinale. Nella sede apostolica va- quale donò la ri-
tire nella cattedrale, alla

cante fu eletto Papa, ea conditione, ut nomata campana maggiore. Neh 391 da


nunquam Romani projicisceretur, sum- Arles vi fu trasferito Fraucescode Con-
ma animi gene rosi tate Pontificatimi re- ziè camerlengo dis. Chiesa poi di Nar- ',

cusavit his conditionibus oblatum, seque bona. Nel 1392 Pietro de Saint-Martial
polius cardinalatui renuncialurum pa- traslocato da Carcassona, benemerito e
lam professus est, qua ni tali proposito generoso pastore. Nel i4o il capitolo e- 1

eligeretur. Per questo eroismo, che lo re- lesse e l'arcivescovo di Bourges confermò
se immortale e glorioso, Io celebrai anche (forse perchè in tempo del gran scisma)
a Rinunzia, giustamente rigettando l'in- Vitale de Caslelmaur o Castel Mauron,
degna condizione di preferire Avignone preposto della cattedrale e tolosano dot-
aU'almaRoraa,vera e propria sede del Pa- tissimo. L'antipapa Benedetto XIII,a cui
pa. Nel i328 fu 2. arcivescovo di Tolosa ubbidiva Francia e Tolosa, rigettando
la

fr. Guglielmo deLauduno domenicano, tal nomina, vi destinò Pietro vescovo di

traslato da Vienna, che ad onore di s. Do- s. Pons, ed inviò presso tolosani un nun-i

menico fondò nella cattedrale 4 preben- zio, assumendo il dominio temporale del-
de. Neil 347 Raimondo de Canillac poi la città. Quindi grandissima fu la efiscor-

cardinale; neh35o Stefano Aldobrando dia della provincia pe' due arcivescovi,
de Cambaruti tesoriere di Clemente VI, onde Carlo VI rediFrancia neh 404 al
traslato da s. Pons. Mentre Stefano era siniscalco di Tolosa attribuì l'ammini-
abbate o priore Cellense, il Papa essendo strazione della città. Poi Alessandro V nel
ancor monaco, recandosi da Parigi al suo sinodo di Pisa rimosse l' intruso, e rico-
monastero di Casa di Dio, fu spogliato dai nobbe Vitale nel i4°9' Gli successe nel
ladri nella macchia di Randano, e ricove- i4'2 fjr. Domenico Florence domenica-
ratosi da Stefano fu provveduto degli a- no, già confessore dell'antipapa Clemente
biti necessari. Grato il monaco disse al- VII, vescovo di s. Pons e d'Alby: con fa-
l'abbate: Quando vi potrò ricompensare coltà di Martino V riformò il capitolo e
sì opportuno benefìcio? Rispose Stefano il Maguelone, fondò i! ginnasio
collegio di
con grande prontezza: Quando sarete Pa- di Mirepoix, e lasciò
la sua ragguardevo-

pa. Infatti appena vide avverala la pre- le eredità a'domenicani di s. Massimino.

dizione, ricordandosi di Stefano, lo chia- Nel ì^.79. e confermato dal primate di


mò per suo cubicularius maior e lo pro- BourgeSjDionisiodeMoulio patriarca d'A-
mosse ad altre dignità. Neh 36 da Car-
1 lessandria, peritissimo dottore in gius ci-
cassona passò a questa sede Gaufrido de vile e canonico, poi traslalo a Parigi nel
Vayrolis, al cui tempo s'introdussero in 1439. Gli successe il fratello Pietro sena-
Tolosa i trinitari della redenzione degli tore tolosano, approvato da Eugenio IV;
schiavi, istituì nella cattedrale 4 cappel- costruì il maguifìco vestibolo della catte-
TOL TGL 53
drale, riedificò l'arci-episcopio e l'amplis- sero nel 1616 in Tolosa le carmelitane,
sima sala del castello Viridisfolii, morto nel 1 620 le terziarie, nel 1 622 i benedet-
di peste in Balma presso Tolosa a'3 otto- tini di s. Mauro, nel 1623 i cisterciensi
bre 1 45 1, col titolo di principe de'poeti. foglianti. Per di lui rinunzia, nel 1628
Nel j452 il tolosano Bernardo de Rosier Carlo de Montchal dotto in ogni scienza
traslato da Montauban, già arcidiacono ed eloquente pel cui esempio, predica-
,

e preposto della patria cattedrale, pro- zione e vigilanza, l'antica pietà de'tolo-
fessore e cancelliere dell'uui versila, dotto sani ricevè notabile incremento ; acerri-
autore d'opere, munifico colla metropo- mo difensore della libertà ecclesiastica e
litana, e cuori santamente.Nel i475Pietro zelante pastore,a' 1 3 novembre 644 ne l" 1

de Lion aquilano fratello del siniscalco di la chiesa di s. Saturnino fece la solennis-


Tolosa. Nel 1491 Ettore di Bourbon per sima traslazione delle reliquie de'ss. Ed-
nomina pontificia.cuenire il capitolo avea mondo re, Sinforiano, Claudio, Nicostra-
designato il preposto Pietro Roser,percui to, Castore e Simpliciano martiri, assisti-
vi fu grave lite e alterazione nel parla- to da' suffraganei e alla presenza del se-
mento diBordeaux. Nel 1 5o2 e di 8 an- 1 nato di Tolosa ede'suoi otloviri capito-
ni l'egregio Giovanni A' Orleans de' du- lini; indi nel 647 celebrò quella de'corpi
1

chi di Longueville, poi cardinale; adornò de'martiri Raimondo e Bernardo, cano-


la cattedrale, costruì la sagrestia con di- nico e chierico di Tolosa, trucidati per la
verse cappelle e il coro, e con dispensa ot- fede cattolica dagli albigesi. Fondò il se-
tenne l'amministrazione d'Orleans.A'27 minario presso la chiesa di S.Pietro, e con-
ottobre 533 gli successeli cardinal Ga-
1 tribuì alle istituzioni de' carmelitani te-
briele de Grandemont o Grammont o resiani,di monasteri di monache e ospe-
Gradmoiit } moilo nel palazzo arcivesco- dale; assai lodato per le sue opere e per
vile di Balma a' i5 marzo o 26 maggio l'indefessa episcopale sua vigilanza, mo-
i534> Perciò ne occupò la sede il cardi- rendo In manus Inas Do-
colle parole:
nal OJetto di Coligny, amministratore mine commendo spiritimi menni, et Spon-
di Beauvais, deposto da tutte le dignità sam meam. Pe' successori di Pietro de
da Pio IV, per quanto riportai nella bio- Marca (V.), traslato da Conserans nel
grafia ed a Porpora. Nel 53g il cardinal 1 i652e poi di Parigi, si può vedere la Gal-
A.n\.oa\oSanguin. indi amministratore nel Ha Christiana della 2.* edizione. Le No-
i559 il cardinal Roberto de Lenoncourt tizie di Roma riportano la seguente se-
lodatissimo. Poscia il celebre cardinal rie. Nel 1740 Carlo Antonio de la Roche
Giorgio d' Armagliele , governatore del- Aymont poi cardinale. Nel 17 53 Fran-
l'Occitania e legato d'Avignone, della cui cesco de Crussol d'Usez di Clermont, già
sede divenne amministratore. Nel i5y3 vescovo di Blois. Nel 1758 Arturo Ric-
Paolo de Foix oratore regio a vari prin- cardo de Dillou di s. Germano in Laya.
cipi e presso Gregorio XIII, altamente Nel i 'j63Sie(anoCm\oLomenié de D ricii'
encomiato per le sue eccellenti doti. Nel ne, già vescovo di Condoni, e fece quel
1 584 •' cardinal Francesco di Giojosa, bene che notai nella biografia, misto di
che nel Dgo celebrò il concilio provincia*
1 male gravissimo e deplorabile; traslato a
le co' suoi suffragatici, nel quale furono Sentii re gli ottenne il cardinalato dal ri-
ordinate ottime costituzioni pel governo pugnantePioVKche poi volendolo depor-
delle chiese, a seconda de'decreli del con- re dalla Porpora (!'.), egli furbissimo la
cilio di Trento, e rifece il coro della cat- rinunziò. Nel 1788 Francesco de Fonta-
tedrale consunto dal fuoco. Per sua di- gnes di Clermont, già di Bourgeaj pel con-
missione nel 16 14 Lodovico ùe Xogaret cordato del 1802 die la sua dimissione,
poi cardinale, sotto del quale s'iulrodus- e veune perciò deportato ad A.utuu, dove
54 TOL T OL
H»ori nel 1 806 martire di sua cai ilei. Clau- Come il prelato s'interessò e quanta parte
dio Francesco M/ Prunai dell'arcidioc'e- prese nella questione dell'insegnamento, -

si di Lione, gui consagralo vescovo costi- in quella de'gesuiti, e nella questione li-

tuzionale di Tolosa nel 792, venne pie- 1 turgica fatta da Gueranger; ecome il pro-
conizzatocauonicamenlcda Pio VII a'29 cesso della beatificazione della veu. Ger-
aprile 1802, e mori nel 1816. Lo stesso mana Cousin borghigiana di Tolosa co-
Papa il ."ottobre 8 7 gli sostituì Fran-
1 1 1 minciò sotto Gregorio XVI, per cura del-
cesco de Bovet, già vescovo di Sisteron, l'arcivescovo che poi fu consolato del fe-
ed a questi a'28 agosto 1820 die a suc- lice risultato. Il premio di tanti ineriti che

cessore AnnaAutonioGiuliodeC/crmo/if- si proponeva di dare Gregorio XVI al-

Tonnerre, che nel 1822 creò cardinale. l'insigne prelato , P effettuò il successore
Per sua morte Pio Vili a'5 luglio i83o Pio IX a'3o settembre i85o, creandolo
preconizzò Paolo Teresa David d'Astros cardinale dell'ordine de'preti, e rimetten-
di Tours, già vescovo di Bajona fino dal dogli a Tolosa la notizia e il berrettino
1820. Il sullodato tolosano A. Mauavil, rosso per la guardia nobile conte Pompeo
nella Nolicc sur la vie et le Pontifica t de Troili, deputando in ablegato pontificio
Gregoire XVI, non solamente descrisse per la presentazione della berretta cardi-
j rapporti particolari fra quel Papa e l'ar- uali/.ia, mg/ Achille Apolloni (incaricato
cidiocesi di Tolosa, ma ancora diverse no- di fare altrettanto col cardinal Mathieu
tizie sull'arcivescovo D'Astros, e le tribo- arcivescovo di Besancon e col cardinal
lazioni da lui sofferte ne' primi anni del Gousset arcivescovo di Reims) attuale de-
secolo corrente per la fede romana e pei legato apostolico di Rieti. Per la sua gra-
motivi di cuifeci cenno altrove e ne'vol. veetà e debole salute, non potendo il car-

XXVII, 127 ei 28, XXXIII, p. 12, LI,


p. dinal D'Astros recarsi in Parigi a ricever-
p. 2 o(avendogliPio VII indirizzalo3 bre-
1 la per le mani del presidente della repub-
vi, quando rigettatole nomine diNapoleo- blica francese, ora imperatore Napoleone
ne 1 alle chiese vescovili vacanti, questi in- IHjCome fecero gli altri duecardinali men-
dusse capitoli di
i tali cattedrali ad elegge- tovati, il Papa stabili che si facesse in To-
re per vicari capitolari i soggetti da esso no- losa, ed ecco come seguì, secondo la rela-

minati a quelle sedi vescovili, con funeste zione che ne pubblicò il Giornale di Ro-
conseguenze); dal medesimo Papa cono- ma a p. 1 1 62. Sua Santità delegò per ta-
sciute e altamente comaien<ìdle,do?it le su- le offizio il cardinal Fornai-i, già nunzio
preme Pasteur eutvoulu pouvoir récom- di Parigi, colla facoltà di suddelegare al-
penser les vertus par lapourpre romai- tro dignitario della chiesa fra gli arcive-
ne. Celebrò il suo zelo infaticabile pel bene scovi viciniori, in caso ch'egli non potesse
della religione, la sua dottrina e vigilanza recarvisi personalmente. Difatti il cardinal
colla quale con ardore propugnò pel trion- Fornari suddelegò mg/ Francesco Don-
fo delle verità cattoliche, anche contro gli net arci vescovo di Bordeaux (nel i852 an-
errori di La Mennais. Come ricostituì in ch'egli elevato al cardinaiato).Questopre-
Tolosa l'opera de'pi eli ausiliari missiona- lato,che trovatisi allora in Parigi, ne par-
1

ri adoratori e contemplatori del ss. Cuo- tì 5 novembre con mg. Apolloni able-
a' 1

re di Gesù e ne scrisse gli statuti, indi ne gato apostolico, e passando per Orleans,
Ottenne nel da Gregorio XVI l'ap-
1 84 1 Tours, Nantes, Lucon, Pons, Blaye e Bor-
provazione e l'elogio, con breve in cui il deaux, a'26 giunse in Tolosa. Le popola-
Papa rese solennemente giustizia a' veri zioni degl'indicati luoghi e degli altri in-
meriti di mg/D'Astros colla s. Sede, e co- termedi, informate che due i prelati era-
stante divozione per la medesima; al suo no insigniti d' una missione del sommo
mirabile spirito, dottrina, virtù e pietà, Pontefice , fecero loro dovunque dimo-
TO L I OL
slrazioni onorifiche, in segno della loro o Eminenza, detto con più autorità , in
speciale divozione verso capo della Chie-
i 1 quale venerazione siate presso di tutti, e
sa. La cerernonia dell" imposizione della i molli molivi, per cui si è posta sul vo-
berretta rossa si dovea fare nella chiesa stro capo un'insegna che viene a corona-
metropolitana, ina il cardinal D'Astros re la vostra lunga e laboriosa carriera.
non potendo visi recare per tostalo di sua Questi titoli e queste uni versali testimo-
salute , si esegui nella sua cappella pri- nianze vi si sarebbero altresì in singoiar
vata. Erasi innanzi all'altare di essa col- modo manifestate ,
per mezzo d'una di
locato un genuflessorio destinalo pel car- quelle generose e simpatiche parole, cheil
dinale: a diritta e a sinistra ve n'erano al- Capo dello Statosi è fatto sfuggire dal lab-
tri per l'arcivescovo di Bordeaux, l'arci- bro, nella recente solennità , in cui due
r
vescovo di Sardi mg. Mioland coadiuto- de' nostri più illustri colleghi ricevettero
re di Tolosa, e l'antico vescovo di Bajoua onori sì ben meritati: parole d'un cuore
r 1
(mg. Stefano M. Brunone d'Arbou, ohe nobile:ammaestramento che rimarrà per-
traslalo da Verdun era successo al cardi- peluameute scolpito nella nostra istoria
nale in quella sede, che rinunziò a Gre- contemporanea. Dalle vostre virtù e dal-
gorio XVI neh 838); un cuscino ed una la vostra fermezza incapace d'essere smos-
sedia a hracciuoli per l'ahlegato pontifi- sa, il Nipote di Napoleone comprese la
cio : nel centro erativi altre sedie per le gloria del confessore della fede; ed ha pub-
prime autorità giudiziarie, civili e milita- blicamente dichiarato che l'onor della por-
ri invitate ad intervenirvi. Il clero stava pora, di cui siete oggi cgo tanta solenni-
ne'hanchi a diritta e a sinistra. Dopo aver tà rivestilo, non era già una compiacen-
l'arcivescovo di Sardi celebratala messa, za del suo cuore, ma un giusto guiderdo-
una deputazione del capilolo metropoli- ne per voi. Al pensiero d'una promozio-
lano si recò a prendere il cardinale, che ne che ha rallegrato l'episcopato, non pos-
entrò nella cappella preceduto dalia cro- so non aggiungere l'altro d'un principe
ce arcivescovile. Indi il cardinale s' ingi- della Chiesa, che fu pur egli insuperabile
nocchiò, e l'ahlegato gli presentò su d'una nella fedeltà, instancabile per lo zelo, la
coppa d' argento il hreve apostolico, col cui memoria benedicono ancora oggidì le

quale il Papa Pio IX lo creava cardina- opere fatte nelle vaste nostre diocesi, co-

le di s. romana chiesa. L'ab. Roger uno me, o Eminenlissimo, glorificano il vostro


de' vicari generali lo lesse; quindi l'arci- nome quelle di Bajoua e di Tolosa. In pre-
vescovo di Bordeaux proferì il seguente senza di quest'altro voi stesso, di questo
discorso. » Eminenza. Colloca ndo sul ca- vostro coadiutore, pur egli com'io, figlio
po dell'Eminenza Vostra R.. m a le insegne della chiesa di Lioue, mi conviene di ren-

mi attribuisco
della dignità cardinalizia, dere quesla testimonianza ad un vescovo
ad onore l'adempiere ad un incarico, che doppiamente illustre per la sua divozioue
certamente sarebbe stato più maestoso, alla s. Sede apostolica, e pe'legami di san-
ove fosse stato eseguito dallo stesso Rap- gue, che l'univano al trono imperiale. Co-
presentante della s. Sede in Parigi. Alla sì la Provvidenza giustifica le sue opera-

mancanza di quello splendore che avreb- zioni. Nulla è caso; noi siamo gl'ignoran-
be alla ceremonia apportato la presenza ti. Se alcuua cosa succede nell'ordine de-
di lui, piacciavi di supplire cogli omaggi gliavvenimenti, è, dice la s. Scrittura, la
ohe vi otfre un cuore, il di cui allaccimeli- sapienza di Dio ladens coranico inoibe
to è da voi ben conosciuto. 11 nunzio a- terrarum. Ebbeoel non pare che questa
postolico conoscitore profondo de' senti- sapienza abbia scelto il Nipote dell'Impe-

menti di Roma, e fedele interprete della ratore per fecondare dopo tanti successi
pubblica opinioue diFraacia, vi avrebbe, tutti i nostri elementi di ordine, di unio-
56 T O L TOL
ne e di armonia ? Non potrò aggiungere, Terminatosi il discorso dall'arcivescovo
e per riparare eziaudio a vostro riguardo di Bordeaux, l'ablegato pontificio aven-
le violenze della politica umana, fra tan- dogli presentata la berretta su di una cop-
te cose d'altronde sì consolanti e sì gran- pa d'argenlo, il suddelegato la collocò sul
di per la Chiesa, che cominciarono il più capo dell' illustre arcivescovo di Tolosa,
r
glorioso di tutti i regni. E voi, mg. Ab- che inginocchiato, commosso e con umile
legato, che siete venuto nella nostra cit- atteggiamento ricevè un così segnalato o-
tà ad adempire un incarico, cui vi chia- nore. Tutti gli occhi erano rivolti sopra
mò la fiducia che il Santo Padre in voi ri- di questo degno confessore della fede: ed
poneva, permettete che con esso voi ci con- uno era il voto e la preghiera di tutti i

gratuliamo per vedervi fra noi. Vostra Ec- cuori.Dopo l'imposizione della berretta,
cellenza, nel vedetesi da vicino le nostre sua Eminenza intuonò il Te Deum, e pre-
popolazioni, e gli uomini ragguardevolis- ceduto dalla deputazione del capitolo me-
simi che presiedono alle cose pubbliche, tropolitano, da'vicari generali e dall'able-
ha dovuto essere commossa dalle testimo- gaio, rientrò ne'suoi appartamenti per ve-
nianze di rispetto che si danno alla Chie- stire l'abito cardinalizio. Ritornato nella
sa di Gesù Cristo. E come potrebb'esse- cappella terminò l'inno di ringraziamen-
re altrimenti? Non è forse essa che in mez- to colle consuete orazioni, e salito sull'al-
zo alle nostre tempeste ha mantenuto la tare die l'episcopale benedizione agli a-
pace al di dentro, ed ha fatto nello ester- stanti. Quindi il clero processionalmente
no scorgere il valore e l'animo cristiano accompagnò il cardinale nella gran sala
de* nostri soldati ? Voi avete veduto nel dell' arcivescovato, ove il cardinale pro-
vostro viaggio fra noi la religione, sem- nunziò il seguente discorso in risposta al
pre inesauribile nellesue misericordie, ap- fattogli dall' Bordeaux.
arcivescovo di
pacificare gli odii, dare appoggio alla de- «Monsignore. Una grave malattia e nu-
bolezza, perdonare all'errore, e prepara- merosi incomodi avendomi impedi lo d'an-
re un migliore avveuire, facendo un ap- dare a Parigi co'miei venerandi colleghi
pello alla nostra ragione, a' nostri cuori, per ricevere dalle mani del Presidente la
a tutti i nostri più cari interessi. Potrete berretta cardinalizia, trovo un dolce com-
adunque dir voi al nostro immortale Pio penso nella consolazione che provo in a-
IX le meravigliose conquiste della fede e vere le insegne della mia nuova dignità
della libertà in mezzo a lauti avvenimen- da voi, o Monsignore, per cui da lungo
ti impreveduli, che per un'ammirabile tempo professo una profondissima vene-
disposizione della Provvidenza, invece di razione,un attaccamento sincero.Quest'of-
allontanarci dalla religione, ci ha ad esso- ficio, o Signore, che a nome di Sua San-

lei avvicinati. Voi addolcirete le ama- tità vi fu confidato, e che con tanta be-

rezze del paterno suo cuore, parlandogli nevolenza avete adempiuto, possa essere
dell'amore inviolabile de'suoi figli, i cat- per voi un mezzo a più grandi favori (pre-
tolici di Francia , soave balsamo gittato sagio verificato). Frattanto, o Monsigno-
nel calice de'suoi dolori. Possano queste re, accettate i miei ringraziamenti per tut-
dolci impressioni rimanervi scolpite col- ti i disagi che vi ha recalo questa delega-
la memoria di questo giorno. Possa que- zione, e fate giungere al Padre comune
sta lesla, nella quale prendono una parte de'fcdeli unnuovo contrassegno della mia
sì viva l'illustre clero, la magistratura, la viva riconoscenza per l'estrema bontà che
truppa e lutti divoti fedeli che vi si affol-
i lo ha indotto a rivestirmi, malgrado la
lano intorno, portare un novello splendo- mia indegnitàjdella Romana Porpora. Per
re alla città di Tolosa, che conta di già sì parte mia non lascerò mai di addottanda-
belle fèste negli annali della sua istoria", re uH'unuiputeiilissimo Iddio, che degui
TOL TOL 57
versare sul nostro amato Pontefice, e sul nimo veritiero e fervido eco, dall'ammi-
vostro capo, o Monsignore, le più abbon- razione mi sento spinto a qui riportar-
danti benedizioni. Vi prego altresì di far lo, siccome grande e glorioso trionfo spi-
conoscere al Presidente della Repubblica rituale della ss. Religione cattolica apo-
quanto io sia commosso da un nuovo con- stolica romana, il che mi fa pure rincuo-
trassegno di boutà,cheha voluto darmi, rare intorno all'avvenire. Giustamente
scrivendomi in occasionedella mia promo- e sapientemente la sempre dotta Civiltà
zione una lettera piena di sapienza e di Cattolica celebra il mirabile e progre-
sensi generosi. Voi,o Monsignore, mi a- diente spirilo religioso, che sfolgorante
vete ricordati due tempi della mia vita, regna in tutta Francia, la quale venuta
che quantunque assai differenti, mi fanno la prima tra le barbariche genti al seno
benedite la divina Provvidenza, imperoc- delia chiesa cattolica, di ragione si appel-
ché l'imo e l'altro mi hanno dato consola- la la primogenita figlia (titolo splendi-
zione, iddio meglio di noi sa quello che ci do, di cui riparlai a Titolo d' osore), e
bisogna, ed egli solo potrà duci quello che perciò ecco quanto dice." hi lei è talmen-
sarebbe stato realmente più mia utile nella te abbarbicata alle sue più intime fibre la
prigionia del 8 o nella promozione al
1 1 t , fede, ch'essa potrà essere sfiorala e sfron-
cardinalato nel 85o. Quauto a me oserò
1 dala a quando a quando, ora più ora me-
dirvi con confidenza, che mai non è resta- no, ma non divelta ne diradicata giam-
ta nel mio cuore memoria amara del pas- mai. Anzi per singoiar privilegio del cielo
sato, e checotiserverò sempre un vivosen- che la informò da pri-
lo spirito cattolico

timento dt gratitudine per la nobile e de- ma è pieno ili che dopo più fieri
vita , i

licata maniera con cui il Presidente della combattimenti e le più sformate tempe-
Repubblica ha voluto alludere ad un fatto ste, le quali han sembianza d'averlo del

di venuto già così antico". Finito il discor- tutto inabissato e spento, gli bastava ima
,
so il cardinale ricevè le congratulazioni breve tregua e una piccola calma, per ri-

de'prelati, del clero e delle principali au- pigliar nuovo slaucio e manifestarsi in tut-

torità invitate alla ceremonia. L'eloquen- suo nativo vigore.Or nella


ta l'efficacia del

te discorso pronunziato dal cardinal Don- Francia molte cose sono accadute in que-
net arcivescovo di Bordeaux, tanto ono- sti tre anni, delle quali la s. Chiesa di Dio
rifico per la Francia religiosa e alla sua ha cagione di rallegrarsi. A tacere de'san-
divozione pel sommo Pontefice, mi richia- tuari e delle chiese riaperte, delle statue
ma alla memoria il recente dichiarato dal- iunalzale a Maria, dell'accrescimento de-
la benemerentissima Civiltà Cattolica gli ordini religiosi (e per ultimo di quello
(sempre più intenta indefessamente a van- de'cisterciensijChe avendo ricevuto la cul-
taggio di lutto mondo, per promuove-
il la Francia è il più nazionale di tutti,
in
re con ogni argomento buoni piiucipii i avendovi contribuito il pioegeneroso zelo
religiosi e morali della società umana, a- d'alcuni principi della casa Bonaparle;e
nimando tutti e principalmente gl'italiuui dal monastero di s. Croce iti Gerusalem-

al doveroso ossequio d'ogni legittima au- me di Pioma, ora vaa ripiantarsi tra'frau-
torità divina eumana, che a'dì nostri è cesi questo bell'albero del giardino della
tanto sventuratamente impugnata da'ii- Chiesa, pel narrato nel n.°3 del Giornale
bertini avversari dell'ordine e della pace), di Roma del i 856, di che mi gode l'ani-
cioè nell'esordire coli 856 la sua 3/ Se- mo di potere in questo articolo farne ri-

,
rie nel magnifico articolo: Uno sguardo cordo, per essere stata Tolosa un campo
I al passato triennio. Edificato dalla uo- fecondo allo zelo de'cisterciettsi, pel rife-
l bilissima nazione francese e dal veneran- due cose sopra le altre ci
rito di sopra);
do suo clero, nel fargli con eifuMoue d'u- seuibruuo degue d'essere commemorale.
58 TOL TOL
I/una è lo spirito di religione ridestatosi delle mostre più franche e generose della
nell'esercito, coli' occasione della guerra sua pietà. Ed oh potessimo qui riportare
d'Oriente (che ora sembra finita. Tripudia anche sol pochi brani di queste lettere sì

il mio cuore di poter qui sugli stampo- commoventi colle quali o i cappellani stes-
ni aggiungere l'intonazione d'uu Alleluia si partecipano tratto tratto le meraviglie
e d'un Te Dcutn, pel sottoscritto proto- dell'eroismo cristiano orallaFrancia atto-
eolio de'preliminari di pace a Vienna il nita,or a conforto delle famiglie desolate,
i.° febbraio; pace e trionfo morale che ovvero quegli sfoghi domestici in cui gli
principalmente si deve agli sforzi pacifici stessi guerrieri valendosi di qualche mo-
della sempreeminentemente saggia e pos- mento di tregua aprono agi' intimi loro
senteAustria,ed alla generosa Francia che congiunti que sentimeli ti di pietà che un
in questa micidiale guerra procede tan- dì sarebbouo stati in Francia monopolio
to eroicamente e nobilmente, non che al- di congregati o di cenobi ti! Ma se la bre-

l'animo elevato e magnanimo di Alessan- vità di questo scritto non ci permette di

dro Il imperatore delle Russie. Così l'o- riferire quelle lunghe citazioni, che può

pera della generale pacificazione va a suc- ciascuno ricerca rea diletto ne'giornali cat-
cederea una guerra calamitosa e pernicio- tolici di Francia, come potrem noi tace-
sa , ad una terribile e formidabile lotta, re il ricordo di quel commiato ove la pia
che ci teneva tutti trepidanti: l'opera del- imperatrice de' francesi veniva richiesta
la riedificazione e deila concordia , va a da'principali fra'duei della spedizione di
succedere alla distruzione e all'odio: l'o- d'una Medaglia bene-
coprirli coll'egida

nera della penna del diplomatico alla spa- detta, e la Canrobert genera-
lettera del

da del guerriero: l'opera della ragione al- lissimo che da tale medaglia riconosceva
le passioni. Dopo il lutto la gioia, dopo la sua salvezza nelle micidiali baltagliedel-
le lagrime irendimenti di grazie a Dio, l'AIrna ed'lnkerman, e la solennità inu-
a chi vi ha contribuito, e ad Alessandro sitata con cui la nave ammiraglia espose

II, monarca il cui disinteresse, modera- sul suo ponte alla venerazione dell' ar-
zione, saggezza e amore alla pace hanno mata l'immagine di Maria, dono di Na-

portalo a questi felici risultali; perciò sa- poleone III, e i sentimenti di pietà di-
lutato dalle benedizioni universali, onde mostrati sul letto di morte dal Saint-Ar-
non può mancare che l'opera con sì fau- naud e da tre o quattro altri de'duci su-

sti auspicii cominciata , sia pel patroci- premi, e quelle funebri ceremonie che sul-
nio dell'Immacolata Concezione compila la terra mussulmana chiamarono sulla

e coronata dalle benedizioni del cielo in pietà francese lo sguardo attonito dell'i-
Parigi!); l'altra è l'annientamento quasi slamita? Lo spirito di religione è sempre
compito delGallieanismo nel clero. Ognun bello dove che sia; ma non risplende mai
che ricorda lo stato deplorabile a che sotto di così vaga luce come quando è congiun-
il passalo governo erano ridotte in fatto di to colla fortezza. Ed è forse questa la ra-

pietà le milizie francesi, non può fare che gione per cui a preferenza d' ogni altro
non renda immortali grazie a Dio per la nome il Signore si piace sovente d'appel-
mutazione che ora vi scorge. Dove prima larsi nelle Scritture: Dio degli eserciti.

i battaglioni perfino mancavano di cap- Per ciò che poi si attiene al Gallicanismo,
pellani, d'accostarsi '«graffienti era pel era in altri tempi sommamente doloroso
soldato non pur cosa strana, ma quasi im- in vedere un clero sì illustre per virtù e
possibile ad avverarsi; ora quel vittorioso per dottrina, se purea può attribuir-
lui

esercito fornito di ministri evangelici e di si il torto di pochi membri, essersi colie


r
caritative Suore fa echeggiare il mondo famose sue quattro Proposizioni (/ .) del

u u meno de' prodigi del suo valore, che 1682 sotto specie di libertà assoggettato
T O L TO L 59
ti più indebito e abbietto servaggio. Men- clero quasi sua propria fisouomia la per-
tre alzava riottosa la fronte verso la cat- fezione dell'unità cattolica in una più prò*
tedra di s. Pietro, si strisciava bassamen- fonda esentila riverenza verso il Vicario
trono laicale; invilendo così
te a pie del di Gesù Quindi quel frequentissi-
Cristo.

doppiamente se slesso, e per ciò cbe ri- mo pellegrinar di vescovi ad sacra Li-
cusava di soggezione al legittimo supe- mina, quell'ossequio in cui sinodi pro- i

riore, e perciò che s' accollava di dipen- vinciali raccoltisi periodicamente all'in-

denza da un estraneo potere. Ma Iddio vilo del supremo Pastore, da lui chiedono
benignissimo che non volea comportare la sanzione ultima de' lor decreti, quelle
lungamente in sìnobil parte della sua ter- consulte di casi di coscienza alle varie con»
restre gerarchia cotanta macchia, visitò gregazioni romane, quell'edificante sot-
quel clero con lunga serie di duoli; e così toporsi perfin degli autori alle proibizio-
lipurgatolo alcrogiuolo della tribolazio- ni di libri e di dottrine, quel ricomporsi
ne e frittolo più sapiente, lo ricondusse a tranquillità gli animi agitati da discor-
passo passo a rimettersi verso del suo Vi- danti opinioni all'udire l'oracolo o l'esor-
cario in quella canonica dipendenza, dal- tazioni del Valicano. La Liturgia stessa

la quale non altro risulta ne'peculiari pa- che dal nascimento dv\ Giansenismo avea
stori che dignità e fortezza. UGallicanismo contralta quella screziata varietà di Riti
si sapea da un pezzo già moribondo nella e di accenti, che quasi in ogni diocesi ob-
Francia, ma piacque a Dio che in questo bligava a cambiar forinola e canto, com-
triennio ricevesse quasi l'ultimo colpo e pie ormai quasi il suo perfetto l'annoda-
per mano diquella Vergine invitta, di cui mento all'unità colla vicina introduzione
è proprio spegnere tutte le dissensioni nel romano. Che
in Parigi stessa del Breviario

mondo cristiano : universa* haereses in- più? lestesse forme del vestir clericale in-
teremistiin universo mundo. ha granMa- cominciano in certi luoghi a prender sem-
dre Dio riserbo la definizione del suo
di bianze romane; e lo zelo degl'illustri pa-
immacolato Concepimento (che celebrai stori quasi volesse assicurare indefettibi-

dopo l'articolo Teatine), perchè fosse oc- le alla Francia la preziosa eredità di co-
casione alla chiesa di Francia di testimo- desto spirito (massime dopo la celebra-
nio nella maniera più solenne che essa ac- zione de Sinodi, che encomiai in questo e
coglieva e venerava gli oracoli pontificii, ne'relativi articoli, come pur feci della ri-

con quella slessa religiosità e ubbidienza pristinata liturgia romana), ha stabilito


che tutti i fedeli dell' ovile di Cristo. Il nella capitale del mondo cattolico quel se-
perchè il domina dell'immacolata Con- minario francese di Milano
(la Cronaca
cezione di Maria se è caro a tutti i catto- a p. ioo4 fondò dal i85o in
dice che si

lici, èin particola»- modo carissimo a'fran- poi, perchè vescovi di Francia desiderosi
i

cesi, per questa professione appunto di di restaurare nelle loro diocesi gli studi
fede sincera che vi è congiunta. Ma la fe- teologici,pensarono d'inviare alcuni gio-
de è tal pianta sì rigogliosa, che non prò • vani a studiare inRoma, ed aggiunge, che
duce frutti saporosi e gentili, senz'accop- nel novembre i855 i giovani erano più
piarvi in buon dato l'ornamento e il ri- di 3o e viveano come in perfetto semi-
paro di dense fiondi e vistose. E così il nario), ove da ogni parte concorrono le-
rinvigorì mento della fede in Francia non viti adolescenti per attingere dottrine in-
ha portato soltanto (mesta solenne ade- corrottedalla tomba stessa de' Principi de-
J
6Ìone al domina, ma vi aggiunse conti- gli Tornando al cardinal D'A-
Apostoli."
! imamente dimostrazioni novelle che ne stros, la nuova dignità così ben mei data
I rendono la luce e più brillante e più si- la godè appena un anno, morendo in To-

;
cura, e dauao all'epoca presunte di quel losa a'29 settembre i85i di circa jy un-
1

60 TOL TOL
ni. Il suo corpo imbalsamato venne por- che se un chierico si faceva monaco in un
tato nella cappella dell'arcivescovato in monastero, coll'intenzione di divenir ab-
mezzo a due lumi, ed esposto sopra un bate, vi resterebbe monaco, senza poter
letto funebre colle insegne cardinalizie, essere abbate, sotto pena di scomunica. Vi
ove mg/Mioland cantò la messa funebre e si rinnovò la legge sulla continenza de'
asperseil corpo del predecessore, facendo chierici, sottopeuadi deposizione.In que-
altrettanto il capitolo. Damaschi neri e sto concilio Berengario visconte di Nar-
violacei decoravano il gran scalone del- bona fece un lamento vivissimo coli' ar-
l'arcivescovato e la gran porta inferiore; civescovo Guifredo, accusandolo d' aver
il popolo si recò in fòlla a venerare il suo dato le terre della chiesa di Naibona e de*
ben amato pastore, dando alla sua me- canonici, a quelli che portavano 1' armi
moria testimonianze sincere di rispetto e per lui; ma non si conosce qual effetto eb-
di dolore. Nella metropolitana si celebra- bero talilagnanze. L'8. "secondo il Man-
rono le solenni esequie a'y ottobre, con si tra ilo 58 e il 06 , nel quale la chiesa
1 1
1

l'assistenza de' vescovi suffragane*! di Mon- di s. Segolena fu data al monastero di s.


tauban, Pamiers e Carcassona, co'loro vi- Vittore. Il g.° nel 1 068 omeglio nel 086, 1

r
cari generali, oltre il suddetto mg. d'Ar- tenuto dal legato cardinal Ugo Candido,
bou.ll corpo fu tumulato in detta cbiesa, coll'assistenza di 1 1 vescovi. Vi si condan-
ed il cuore venne portato nella cbiesa de' nò la simonia, e si ristabilì il vescovato di
suddetti missionari diocesani. Gli succes- Leclottre, ch'era stato cambiato in mo-
se coadiutore sullodato e attuale arci-
il nastero. Tra queste contrastate epoche si

vescovo mg/ Gio. Maria Mioland di Lio- pone pure un altro concilio alla fine del
ne, già arcivescovo di Sardi: prima era 107C), che tenne Ugo vescovo di Die le-
stato vicario generale di sua arcidiocesi gato della s. Sede, nel quale fu deposto il

di Lione, e nel i838 fatto vescovo d'A- vescovo Maguelone come simoniaco. Il
di

miens. L' arcidiocesi è ampia e contiene i o. nel oqo verso la Pentecoste, aduna-
1

molli luogbi, formata dal dipartimento 10 e presieduto da'legati di Papa Urba-


dell'Ai ta-Garonna. Ogni nuovo vescovo no 11, assistiti da' vescovi di diverse pro-
è lassato ne' camera apostolica
libri della vince, e in particolare da Bernardo arci-
in fiorini 55o, ascendendo la mensa a vescovo di Toledo ritornato da Roma in
franchi 2 5,ooo. Ispagna, per la purgazione del vescovo di
Co nei lu di Tolosa. Tolosa e la riforma di alcune cose della
Il i

fu tenuto nel 5oj, indicato dal p. chiesa Gallicana. Vi si corressero diversi
Arduino, ma mancano gli atti. Il 2.° nel- abusi, e ad istanza del re di Casliglia s'in-
l'828 celebrato perordinedi Lodovico I il viò una legazione a Toledo per ristabilir-

Pio. 11 3.°nell'829, di cui tratta, come di vi la religione. L'i i.° nel 1 t io dopo la
altri, la Gallia Christiana. Il 4-°nell'873 Penlecoste,dal cardinal Riccardo Riccar-
o883 sulle lagnanze degli ebrei contro i di lega lo di Pasquale II, i di cui atti si sono
cristiani. Il 5.° nell'879. 11 6.° nel ioo5. perduti, è pare che vi si facessero ancora
Il 7.°neho56 a' 1 3 settembre, composto delle coslituzioni conlrogl'invasori de'be-
dii8 vescovi, e presieduto da Ilarnbaldo m della cattedrale. II12. nel 1 1 18 con-
arcivescovo d'Arlcs, e da Ponzio arcive- vocato da Papa Gelasio II che trovavasi
scovo di Aix,come vicari diPapa Vittore 1 in questecontiade,poichè sbarcato in Pro-
nelle Gallie, e furono fatti 1 3 canoni sul- venza al monastero di s. Gilles, circonda-

la disciplina e altre materie ecclesiastiche, lo dall'ossequio di una folla di signori, vi

per abolire la simonia, e prescrivere a' consagrò le 3 chiese ricordate nel voi. XI,
chierici il celibato, non che rimediare al- p. 253; il re di Francia Luigi VI si ab-
tri abusi. Tra le altre cose vi fu ordinato, boccò con lui a V ezela y, e gli spedì a Ma-
,

TOL TOL 61
guelone l'abbate Sugero di s. Dionigi. Il Chiesa. Hi8.°neli2i9sopra la disciplina
Papa proseguii! viaggio perAvignone eal- ecclesiastica, e ne parla il Martene, CoU
tre ciltàdi Francia, ma aggiuntasi alla sua lect. t. 7. Il ig.° nel 1 229 in settembre o
podagra una pleurilide,morìin Cluny.Nel novembre, tenuto dagli arcivescovi di Nar-
concilio si trattò degli errori di Pietro di bona,di Bordeaux e di Auch,conmolti ve-
Bruys del Delfinato, caposetta òePetro- scovi ealtri prelati. Visi trovò ancora Rai-
Brussìani. che se la prendeva contro l'Eu- mondo VII conte di Tolosa con altri si-

caristia, il Battesimo, la Chiesa, la Croce, gnori, il siniscalco di Carcassona, e i due


oltre altri errori; e si concluse la crociata consoli di Tolosa,cioè della città e del bor-
contro i saraceni di Spagna, in aiuto d'Al- go. Presieduto dal celebre legato cardi-
fonso d'Aragona e Navarro, che gua-
1 re nal Romano Bonaventura, vi si pubbli-
dagnò una gran battaglia a' io dicembre. carono 45 canoni, tutti tendenti ad estin-
Il 3.° a' 3 giugno i
i io, presieduto dal i ! guere completamente la funesta eresia al-
nuovo Papa Calisto 11 eletto in Cinny bigese, e a ristabilire la pace e l'osservan-
assistito da'caidinali, da' vescovi e dagli za di quanto erasi perciò prescritto. Il più
abbati di Linguadoca. Visi fecero io ca- rimarchevole è questo: » Che vescovi e- i

noni sui benefizi ecclesiastici, sugli eretici leggeranno in ogni parrocchia un prete,
seguaci di Pietro di Bruysesetta di ma- e due o tre laici di buona riputazione, a'
nichei, sulle decime e altro. 11 3.° canone, quali faranno prestare giuramento di rin-
ch'è il più rimarchevole, dice: » Noi ordi- tracciare diligentemente e frequentemen-
niamo che reprima co-
l'autorità secolare te gli eretici nelle case, nelle caverne o do-
loro che affettano un' apparente pietà,con- vunque si potessero nascondere ; e dopo
dannando il sagramento del Corpo e del aver preso le necessarie cautele ,
perchè
Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, non possano fuggire, ne darau parte pron-
il battesimo de'fanciulli, il sacerdozio e gli tamente al vescovo, al signore del luogo
altri ordini ecclesiastici, e i matrimoni le- o al suo balivo. Anche signori cerche- i

cacciamo dalla Chiesa co-


gittimi, e noi gli ranno gli eretici ne'villaggi, nelle case e
me eretici." Vi si pronunciò la scomuni- ne'boschi." Gli altri canoni riguardano i

ca contro monaci, canonici e


i chie- i i diritti e immunità delle chiese sconvolte
rici che rinunziano alla loro professione, dagli eretici. Il 20. ° fu tenuto neh 3 19,
e si lasciano crescere la barba e capelli i di cui mancano gli atti, sebbene ricorda-
come i laici. Il 1
4-° nel i 1 1^ sopra i sagra- to da'collettori Labbé e Arduino. Il 21.
menti, accennalo da Arduino. 11 i5.°nel neh 327, in cui fu proibito di farsi cele-
1160 01161 per Alessandro III, avver- brare i funerali prima della propria mor-
sato dallo scisma dell'antipapa Vittore V te. 22. neh 090 in maggio, celebrato
Il

sostenuto dall'imperatore Federico I. Fu dall'arcivescovo diTolosa cardiual di Gio-


convocato da Luigi VII re di Francia e iosa e da lui presieduto,colPassistenza de'
da Enrico li re d'Inghilterra. Vi si tro- vescovi di s. Paul, Piieux e Lavaur, da'de-
varono 100 prelati, tra vescovi e abbati putati di quelli di Lombez, Pamiers, .Mi-
de'due regni, e vi riconobbero il Papa più repoix e Montauban. Vi si fecero de're-
solennemente che non avea fatto l'anno golamenti utilissimi divisi in 4 parti, e ri-
avanti, nell'assemblee tenute da ciascuno guardanti i doveri de'vescovi, de'capitoli,
di loro a Deauvais e a Neuf-Marche, in de' curati, de' preti, de' chierici, de' pre-
Normandia e a Londra. Ili 6.° neh 162 dicalori, de'vicari foranei e delle mona-
1 contro l'antipapa Vittore V e in favore che. Vi si trattò de'sagramenti in gene-
del legittimo Alessandro III. Il 17.° nel rale, e persino della tonsura; e in parti-
1 178 contro i terribili eretici albigesi, che colare delle reliquie de'santi, dell'indul-
tenevano agitala tutta la contrada e la genze, delle feste, de' voti, de' seminari,
<>2 TOM TO M
degli ospizi, della scomunica; e dello giu- assistette nel 325 al conciliodi Nicea;Bret-
risdizione ecclesiastica, dell'alienazione de' tannionc, commendevole per la sua san-
beni delle chiese, della residenza, delle tità e pelsuozeloper la fede cattolica, fio-
provvisioni de' benefìzi , della simonia e riva nell'impero di Valente ariano, a cui
confjdenza,deH'inquisizione, degli usurai, resistette valorosamente, e la Chiesa ogni
de'sortilegi e de'maghi. anno ne celebra la memoria; Geronzio in-
TOMA CELLI Alberico o Uldarico, tervenne al 1

concilio generale di Costan-
Cardinale. Napoletano, che altri voglio- tinopoli; Teolirno I vivea nel 3g3, s. Gi-
no della famiglia Cibo, nelle tempora del rolamo lo annovera fra gli scrittori del suo
dicembre 125 Onorio
i II lo creò cardi- tempo,eil martirologio romano ne fa men-
nale prete de'ss. Gio. e Paolo, e finì i suoi zione a'20 aprile; Timoteo trovossi al con-
giorni neh i54,dopo aver sottoscritto due cilio d'Efeso nel 43 ;Giovanni zelante del-
1

bolle d'Onorio 11 neh 127 ei 128. Osser- la fede cattolica contro i nestoriani eglieu-
va Caldei la, che non trovandosi tra gli e- tichiani, morì prima del 44^> Alessandro
lettori de'6 Papi successori d' Onorio li, intervenne al concilio di Costantinopoli
crede probabile che morisse nel suo pon- del449i ec afl ue ll° diCalcedonia del 4^7;
'

tificato. Teotimo II ebbe lettera dell'imperatore


TOMACELLI Pitn^Cardinak, V. Leone I, sull'assassinio di s. Protetto; Pa-
Bonifacio IX Papa. terno sottoscrisse la relazione che il con-
TOMBA. V, Sepoltura, Taberna- cilio di Costantinopoli mandò a Papa s.

colo. Ormisda, sull'elezione del patriarca Epi-


TOMI. Sede arcivescovile e metropo- fanio ; il Papa Vigilio
Valentiniano, cui
li della piccola Scizia del Ponto, arcive- scrisse condanna de'Tre Capitoli nel
per la

scovato onorario nel VI secolo del patriar- 54q o 55o. Oricns christ.ì. I, p. 1212.
cato diCostantinopoli nelle provincieBar- TOM ISMOoTO MI STI. Chiamasi To-
bare, senza suffraganei,e ne parlai a Tar- mismo la dottrina dell'angelico s. Tom-
taria descrivendo la Scizia. La città ro- maso d'Aquino (/^.), risguardante quella
vinata sorse verso l'imboccatura del Da- parte di Teologia (V.), che tratta della
nubio, che alcuni credono succeduta al- grazia e della predestinazione; e Tomisti
7
l'attuale Tomisvor, villaggio della Tur- que' Teologi (T .) che fanno professione
chia europea, in Bulgaria, sangiacato di di seguirla, particolarmente i domenicani
Silistria; sul mar Nero,
Ruslendje e tra o Predicatori. Dichiarai! Bergier nel suo
Mangali. Ha un piccolo porto dove si fa Dizionario della teologia. » Non appar-
qualche commercio. Creclesichesia il luo- tiene a noi di terminare questa disputa,
go d'esilio del famoso poeta Ovidio, eia la quale dura già da molti secoli, e che
patria di Papa Conone. Siccome fu rite- probabilmente dorerà ancora un più lun-
nuta Temes'War giacere sul suolo dell'an- go tempo; noi non vi prendiamo né in-
tica Tomi o Tomes, in quell'articolo ri- teresse, uè partealcuria.Noi vogliamo sol-
portai le recenti scoperte archeologiche tanto che allorquando avvi questione di
che ciò escludono. 11 martirologio fa so- sistemi arbitrari sopra un mistero incom-
vente menzione di Tomi, relativamente prensibile, come la predestinazione, non
a'molti ss. Martiri che quivi versarono il vi si metta alcun calore,che si si astenga dal
loro sangue per la fede di Gesù Cristo. Si far uso di termini duri e di accuse teme-
conoscono i seguenti vescovi. Evangelico rarie; egli è assai meglio per un teologo
sedeva a tempo dell' imperatore Diocle- di consumare il suo tempo, di adoperare
siano; Filio fu gettato in mare dopo aver i suoi talenti e procurare ogni suo sforzo
sofferto altri tormenti , e il martirologio di difendere le verità della nostra fede con-
di l'cda uè la menzione a'3 gennaio; IN'. tro coloro i quali le negano."
T O M TO M 63
TOMMASI Viviano o Vibuno, Car- legazione, celebrò altro concilio in Iseo-
dinale. Denominato il Maestro, orviela- zia, in un luogo detto il Castello delle Fan-
no, o come altri vogliono sanese e origi- ciulle, iu cui con fermezza sospese dall'e-
nario d'Ancona, da dove la sua famiglia sercizio delle pontificali funzioni Cristia-
si tempo di Fe-
rifugiò e stabilì in Siena a no vescovo di Casablanca, che ricusò d'in-
derico imperatore, che nemico impla-
I tervenirvi e di troncare le differenze pel
cabile della chiesa romana occupò colle quale era stato convocato. Mentre si trat-
armi Ancona. Xell'articoloORviETo ripor- teneva nella Scozia applicato a spedire ,

tandolo tra'cardinali orvietani, notai che i negozi di sua legazione, veleggiando per
sanese lo qualificarono Cardella eNovaes, diporto in mare, fu fallo prigione dalle
sebbene il i .°nel classificare i cardinali per genti di Giovanni de'Curci, il quale ap-
pali ia pose il Tomtnasi tra gli orvietani pena n'ebbe notizia ne ordinò la libera-
ed ommise i sanesi. Ne' Ritratti poetici con zione. Il vescovo Tommaso de Borgo nel-
note biografiche eli alcuni illustri uomi- la sua Ibernia Domenicana. ci fa sapere
ni (V Orvieto, compreso il Tommasi,
vi è che il card ina le fu nel 1 i85speditoda Lu-
lodato per svegliassimo ingegno. Essen- cio III per suo legato in Manda, per fa-

do nella sua verde età arcidiacono nella re la solenne traslazione delle reliquie «li

cattedrale d'Orvieto, indi portatosi in B.o- S. Brigida vergine e della b. Colomba ab-
ma ed acquistatasi col suo sapere alta ri- badessa, nella metropolitana d'Armagli,
putazione quale avvocato nella curia ro- lo che seguì con gian pompa e solennità
mana, Alessandro III nelle tempora di set- alla presenza di 5 vescovi di gran nu-
1 ,

tembre! 7 i, ovvero nel i 73, lo creò car-


i i mero di decani, abbati, priori, sacerdoti
dinale prete di s. Stefano al Monte Celio. e chierici, di nobiltà e popolo. Il sepolcro
Indi il Papa nel 1 1 76 Io destinò con Gra- di queste sante rimase glorioso sino a'
ziano nipote d'Eugenio III, alla legazio- tempi d'Enrico Vili. Ma quanto as. Bri-
ne di Scozia e Irlanda, per ordinare le co- gida, della vedova e fiorita due secoli do-
se religiose e comporre le chiese di que' po, già narrai a Svezia che in quel regno
due regni discordanti fra loro, e vi si ap- fu trasportato il suo corpo, est venera in
plicò col suo talento e zelo. Tenuto un con- Vesteras: ciò avverto per evitare equivo-
cilio in Dublino, coll'mtervento de'vesco- ci ; così pure per la b. Colomba , diver-
tì e abbati d' ambedue que' regni, com- sa dalladomenicana, che nata in Rieti mo-
pose e aggiustò colla sua autorità, dottri- rì a Perugia,oves\ venera nella chiesa del

na emodiaccetlevoli le differenze di quel- monastero da lei fondato. Dopo avere il


le chiese; e si studiò colla sua prudente cardinale radunato nella legazione d'Ir-
destrezza di riconciliare Enrico 11 red'ln- landa una considerabile somma d'oro e
ghillerra con s. Tommaso arcivescovo di d'argento, tutto dovè lasciare versoil 1 1 86
Cantorbei y.Ma le frodi, l'astuzie e la mala nel pontificalo d'Urbano III, alla cui ele-
fede del re, che nou avendo la volontà di zione, cornea quella di Lucio III, erasi tro-
pacificarsi sinceramente eoll'illustie pre- vato presente, dopo aver ritenuta quasi 1
">

lato, per mezzo prima di regali e di bian- anni la dignità cardinalizia, poiché la mor-
de parole, e poi di minacce studia vasi di te gli rapì con detto tesoro la vita, restan-
trattenere, sebbene indarno, in quel re- dogli la fama di celebre legato per es-
,

gno il cardinale,ne impedirono il bramato sersi distinto nell'arte difficile de'pubblici


effetto. Alcune particolarità di questa le- affari con energica dignità.
1
gazione si potino vedere nel De Marca, TOMMASI Gaetano Jacopo, Cardi-
Concordia lib. 5, cap. 56. Avendo mo- nale. V. Gaetasi Tommasi.
I
strato perizia nel maneggio de' pubblici TOMMASI Giuseppe Maria (h.)Car
1 negozi ecclesiastici, destinato ad una 2/ '////«/(•.Nobile siciliano, figlio primogenito
64 TOM TO M
del duca di Palma, principe di Lampe- solenne professione a'?. 5 marzo 666, 1 alla
dusa, baione di Torretta e Montechiaro, presenza del padre e della famiglia. La sua
nacque in Alicata diocesi di Girgenti a' cagionevole salute e gracile temperamen-
i a settembre iG^f), e gli fu imposto il no- to, nel 1672 lo costrinse a riprendere ra-
me di Giuseppe per riconoscenza verso il ria nativa, prima di cominciare il corso
santo alla cui intercessione l'ottenero gè- i degli studi ecclesiastici; ed in seno de'suoi
nitori che ancora non aveanoavulo figli, nuovamente si fece ammirare pel suorac-
Novaes dice la sua famiglia originaria da coglimenlo e abituale divozione. Resti-
Siena, e l'annotatore di Carlo Buller (ni- tuitosi a Palermo, passò in Messina a slu-
potè e continuatore del celebre Albano), diar filosofia, e si perfezionò tanto nella
che il padre di Giuseppe M.' fu
riferisce lingua greca, sino a scriverla con facilità.

un modello di virtù, e la sua vita stampa- Non confacendogli il clima di Messina, fu


ta è molto edificante; che le 4 sorelle del mandato a Roma nella casa di s. Silve-
beato abbracciarono lo stato religioso in stro sulQuirinale, allora de'teatini, don-
un monastero di benedettine fondalo dal- de fu trasferito a Ferrara, e poi a Mode-
la loro famiglia, ed ivi vissero nella per- na. In questi diversi luoghi proseguì af-
fezione della propria santificazione, in cremente gli studi, e innamorò suoi su- i

compagnia della madre ch'erasi coll'as- periorie i confratelli colla sua incontarni-
senso del marito ritirata con esse : una di nata innocenza, modestia, umiltà, vita au-
tali monache M.'' Crocefissa fu dichiarata stera e penitente, esattezza nell'adempi-
venerabile e s'introdusse il processo per mento de'suoi doveri, congiungendo a tut-
la sua canonizzazione. L'altro e unico fra- to questo lo sviluppo di straordinari talen-
tellod. Ferdinando, fu un pio laico, e di cui ti. Ritornato a R.oma,cominciò il corso dei-
pure venne pubblicata l'esemplare vita. la teologia nella casa di s. Andrea della
TostocheGiuseppeM/seppeleggere, per Valle, e con diletto vi si approfondì; pol-
le felici disposizioni alla virtù inculcata- che con esso si trovò in un più intimo coni-
gli dal padre, cominciò a gustare le ope- mercio colla fonte d'ogni giustizia e d'o-
re di s. Francesco di Sales. Amando la so- gni verità, senza menomare gli esercizi re-
litudine , non trovava alcun piacere ne' ligiosi, che da
vennero santificati eoa
lui

sollazzi di sua età, e die saggio di singo- l'orazione vocale e mentale, e colla nior-
golar disposizione alle lettere. L'esempio tificazione. Frequentando assiduamente
di due sorelle che si fecero religiose, prò- le scuole, impiegava gran parte del suo
dusse in lui profonda impressione; desi- tempo nello studio della s. Scrittura e de'
derava imitarle, ma gravi ostacoli incon- ss. Padri, da'quali fece molti estratti che
Irò, oltre la resistenza paterna. Per vin- poi gli riuscirono utili alle sue dotte fati-

cerla ricorse all'orazione, e con vivi sen- che. Frattanto morta nel fior degli auni
timentidi pietà supplicò il genitoreaper- la cognata, il detto zio nel crudo inver-
meltergli d'abhracciare Io slato ecclesia- no lo fece partire per la Sicilia a conso-
stico. Il padre commosso dalle sue edili- lare l'afflitto fratello; ma appena giunto
canti lagrime, e dalla costanza della vo- in Palma, che peusava rendersi
il fratello
cazione, finalmente l'esaudì, rinunziando cappuccino, cadde infermo e dopo pochi
egli la primogenitura con atto puhblico giorni cessò di vivere di 21 anni, lascian-
al fratello. Recatosi d'anni i5 a Palermo, do un bambino che presto lo seguì nella
entrò ne'tealini,oveeravi loziop.d.Carlo, tomba. Il beato ned' assistere il fratello
che abbandonate le ricchezze e dignità al non solamente mostrò mirabile fortezza
fratello minore,! vi santamente vivea.Giu- d'auimo, ma nell'esequie con istupore di
seppe M. fece il noviziato con angelico fer- tutti esercitò l'ullìziodi diacono. Poiché
voi e, e dopo un anno di prova emise la ebbe mitigato il dolore de'suoi congiunti,
TO M TOM 65
si recò in Palermo a compiervi lo studio teramente dedicarsi alla penitenza e al-
teologico, indi richiamato in Roma, an- l' orazione. Però il suo genio fomentato

dò ad abitare nella ricordata casa di s. dall'amicizia e dalle insinuazioni del car-


Silvestro, e vi restò sino al cardinalato. dinal Francesco Dai beriniil seniore, ed il

Ordinato prete nel 1670, amabile e mo- pio e dotlo cardinal Bona (gli altri cardi-
desto, le sue maniere comandavano il ri- nali eslimatori del p. Tommasisi ponuo
spetto a segno che cessava negli altri o- leggere in Cardella), incominciò a pub-
gni contesa quando compariva. Incarica- blicare i frutti de'suoi elaborali studi, sin-
to quindi di vegliare sui più giovani stu- golarmente nelle materie liturgiche, e ne
denti, edificava li colle sue azioni, mostran- farò in ultimo il novero. Solo qui dirò col
dosi zelantissimo de' loro progressi nelle Pienazzi, Storia dell' Università di Ro-
virtù, impegno che temperava con manie- ma t. 4, p- 74> coe a -opera che intor-
i ' *

re affetluose,e l'esortazioni raddolciva col- no ad esse egli die alla luce, fu la col-
la carità. Sofferente perla sua cattiva sa- lezione di antichissimi codici che nella ,

nità, che gli abbatteva lo spirito, con ras- maggior parte spettavano alla celebre bi-
segnazione cristiana sapeva rendere le sue blioteca di Cristina regina di Svezia, la
pene meritorie agli occhi di Dio: i supe- quale l'ebbe in sommo pregio, in cui e-
riori lo sgravarono del pulpito e del con- rano descritti vetusti riti dell'ammini-
i

fessionale, ed egli con più ardore conti- strazione de' sagratnenti. Appresso pub-
nuò a dedicarsi alla teologia. Da quest'e- blicò la raccolta de' responsoriali e degli
poca può dirsi ch'egli visse nelle biblio- antifonari della chiesa romana, premet-
teche di Roma, frugando di continuo ne- tendovi eruditissime prefazioni, con note
gli archivi e ne'monumenti di sagra an- e documenti acconci a illustrare le rispet-
tichità. Cercava sopra lutto le vestigia del- tive materie. Così pur fece nell'edizione
l' antica disciplina e delle liturgie della del Salterio, che per sua cura fu pubbli-
Chiesa per la celebrazione della messa, per cato secondo la versione romana e gallica-
la recita dell'uffizio divino, per l'ammi- na. Ne di essa pago, rivolse le sue fatiche
nistrazione de' sagratnenti. Vieppiù era a tutta la Bibbia, pubblicandone gli an-
assiduo nel leggere la s. Scrittura e isuoi chela com-
tichi titoli e capitoli de'libri
commentatori,ed avvedendosi essergli ne- pongono. Recò poscia in Ialino l'uffizio di
cessaria la conoscenza della lingua ebrai- cui greci fanno uso nel venerdì santo.Ci
i

ca, l'imparò perfettamente da un rabbi- diede pure le istituzioni teologiche, o rac-


no giudeo, che co' suoi sforzi tiuseì con- colta di opuscoli de'ss. Padri,onde servis-
vertire al cristianesimo. Questa conver- sero d'introduzione e di fondamento allo
sione fu poi da'teatini fatta dipingere in studio della religione; lasciando di ricor-
quadro dal cav. Concioli, ed offerto a Pio dare altri opuscoli di minor rilievo,cbe so-
"N 11. Le sue scientifiche ed erudite ricer- no inseriti nella completissima edizione
che erano guidate dalla fede, per mostra- che di tutte le sue opere stampò in Roma
re la conformità di credenza della chiesa nel teatino p. d. Anton Francesco
i
747 il

romana colla primitiva chiesa. Questa fe- Vezzosi, ed il Fagliarmi ne fece la i.' edi-
de manifestavasi peculiarmente nel cullo zione. Tanto sapere egli abbelliva colla
del ss. Sagramento, e nella celebrazione profonda umiltà e colla più rara modestia:
della messa. Verso questo tempo fu più fre- gliuomini più scienziati d'Europa, an-
quente la corrispondenza epistolare colle corché acattolici, formarono un' alta opi-
sue 4 sorelle religiose, nella quale si am- nione dell'estensione di sua erudizione e
mira il combattimento di spirito che pa- della giustezza di sua critica. Cardella nelle
tiva, volendo abbandonare l'imprese let- Memorie isteriche de' cardinali, dice che
terarie e ritirarsi nella solitudine, per in- le sue dotte opere gli meritarono il titolo
vot,. txxvti. 5
GC> TOM TO M
ili principe e dottore della liturgia della era sempre modesto, a ninno opponen-
chiesa occidentale; e che nella sua persona dosi, salvo che l'autorità de'conoilii o il
die l'idea del perfetto ecclesiastico. Men- parere de' ss. Padri non lo rendesse ne-
tre il p. Tom ma si seguiva indefessamente cessario; e tale era la sua soave maniera
a faticare, e ad arricchire di nuova luce che infallibilmente conduceva i cardinali
le sagre discipline e le cose religiose, ri- o i suoi colleghi nell'opinione che difen-
manendo sempre semplice teatino, per ri- deva. Intanto Clemente XI volendo dare
cusare tutti i posti onorevoli che nell'or- un cospicuo ornamento alla chiesa roma-
dine e fuori gli si offrirono, attesa la fa- na, inaspettatamente nel concistoro de'
ma di sua santità e profonda erudizione, 18 maggio 1712 Io creò cardinale del-
Innocenzo Xll,cheavea letto eammirato l'ordine de'preti con applausodi tutta Ro
isuoi scritti, volle conoscerlo di persona, e ma, ed estrema gioia del sagro collegio.
ad istanza del cardinal Albani lo nominò Il p. Tornatasi nel riceverne la notizia fu
esaminatore de'vescovi e consultore de'ri- come colpito da xm fulmine, e coti lagri-
ti. Però con quella stessa costanza con cui me e preghiere si ricusò d'accettare, ri-

avea rinunziato le cariche del suo ordine, putandosi allatto indegno dell'eminente
si astenne d'accettare quelle ancora, te- grado. Fu allora, e come già notai a Por>-
nendosi in concetto di uomo da nulla, e l'or.A Clemente XI dopo
e Rinunzia, che
incapace eziandio d' ascoltare le sagra- avergli ripetuto quelle stesse ragioni da
mentali confessioni. Tanto era la sua sin- lui manifestate nel costringerlo ad assu-
cera umiltà, che usava vesti logore, ed merei! pontificalo, autorevolmente e per
un letto appena largo 3 palmi, composto precetto. d'ubbidienza gl'impose di rice-
di 3 tavole e coperto di eoltre lacera e vere il compartito onore, a mezzo del suo
1
sdrucita. Nemico del denaro, tosto die gli arebiatro mg. Lancisi, e del cardinal Fer-
capitava nelle mani, lo distribuiva a'po- rari che gliene fece
I' intimazione. Quin-

veri. Castigalo persino negli occhi, giam- di Papa gli conferì per titolo la chiesa
il

mai li fissava nel volto delle donne. Lo de ss. Martino e Silvestro a'Monti, ero
scarso alimento l'amareggiava coll'assen- ascrisse alle principali congregazioni car-
zio e polvere di ruta; e castigava il corpo dinalizie. Rimarcai a Famiglia db'cardi-
con aspre diuturne flagellazioni, Per la
e nai.i, che quella formatasi dal cardinal"
riputazione chegodeva, quando nel 700 i sicomponeva di gente deforme, povera
il cardinal Albani fueletto Papa Clemen- e storpia; ecome faceva loro in tutto da
te XI, ricusando questi di accettare volle tenero padre, e quando pioveva e in al-
separatamente consu!tare4 teologi da lui tre occasioni li prendeva seco in esrroz-
più stimati, fra'quali il p. Tom masi, che za. Da principio sichiamò conlento di due
lo convinsero e persuasero a dare il con- semplici stanze che avea nella casa di s.

senso,altrimenli avrebbe forse anche pec- Silvestro, e riguardava coti orrore il titolo
cato. Indi il Papa per espresso comando di Eminentìssimo
e le Pestitcardìnati-
l'obbligò ad accettar gli uffizi di quali- zie.Ricusò colle più gentili e obbliganti
ficatore del s. oflizio (consultore scrive il maniere que'donativi d'uso, che in occa-
JVovaes), e di consultore de'rili e dell'in- sione di sua promozione gli offrirono ber-
dulgenze.Così si aprì per lui un vasto cam- sone graduate e distinte. Tante sublimi
po, nel quale ebbe frequenti occasioni d'e- virtù non andarono esenti da motteggi, e
sercitare la sua naturale capacità e le co- la sua avversione al fasto fu posta in ri-
gnizioni acquistate, alla presenza de'car- dicolo.Finalmente per decoro della uno
dinali, i quali più volte resero testimo- va dignità, s'indusse ad abitare una mo-
nianza al suo profondo sapere e alla sua desta casa vicina alla sua chiesa, dove por-
grande umiltà. JNel dire la sua opinione tò seco un religioso laico teatino, manten-
-

TO M TO M 67
ne lo stesso metodo di vita che menava da lenimento piccola somma, onde il me-
divenne un santuario di virtù.
religioso, e dico l'avvertì che nou si nutriva abba-
Questa casa o palazzo del baione Passa- stanza, ed il resto distribuiva a' poveri,
rmi, posta al n.° 207, nella via che con- di cui in ogni occasione fu l'avvocato.
duce a s. Lorenzo in Pane e Penìa (e lo Dopo 7 mesi di cardinalato predisse la vi-
notò pure il cav. Belli, Delle case abitate cina sua morte, e caduto infermo nella
in Roma da parecchi uomini illustri, p. vigilia del s. Natale, nondimeno volle in-

So), ricordata dal Bernardini nella De- tervenire nella basilica Vaticana al ve-
scrizione de Rioni di Roma, parlando del spero pontificale, e nella notte al mattu-
rione Monti, ora in parte proprietà de'fra- tino e messa nella cappella pontificia. Au-
lelli Di l } ietro,fu a bitataa'uost ri giorni dal- mentatosi il male, nella mattina della fe-

venerando patriarca di Costan-


l'illustre e sta e nella seguente volle assistere nell'o-
1

tinopoli mg. Antonio M." Traversi, e o- ratorio domestico al s. sagrifizio. Avvi-


norata 3 volte dalle visite diGregorioXVI cinandosi il suo fine, ricevè i ss. Sagra
suo aulico e degno amico, ed ebbi l'onore nienti, e il s. Viatico col volto tutto in-
di seguirlo; delle quali visite feci parola fiammato, ansioso di unirsi al suoDio.Di-
nel voi. XVIII, p. 1 06, celebrando la dot- vulgalasi per Roma la notizia del suo gra-
trina, le virtù del prelato, e la somma e ve male, universale fu il dispiacere, molli
cordiale amorevolezza ch'egli ebbe per cardinali corsero a visitarlo, e non poten-
me. Perciò nella sala ove fu il Papa, vi po- do ciò fare Clemente XI per essere a let-
se il prelato la seguente marmorea iscri- to indisposto, gli mandò la pontificia be-
zione: Gregorio XVI P. M.-In memo- nedizione in articulo moi'tis, a mezzo de'
riam auspicatissimi dici- vi id.feb. A. nipoti cardinal Annibale e mg.' Alessan-
i836- Quo domimi liane sua sponte in- dro Albani, i quali si offrirono pronti a
gressus- Vetercm in Antonium Traver- qualunque sua richiesta e bisogno. L'a
si- Benevolentiam- Nova honoris adie- gouizzante porporato, altro non doman-
ètione- Cumulavit.\ì cardinal Tommasi dò, che supplicare il Papa a degnarsi di
prese per modello il cardinal s. Carlo Bor- guardare con occhio di clemenza suoi i

romeo,che prima di lui era stato titolare di poveri e amati famigliari, quali erano i

sua chiesa. In questa e in conformità del- immersi nel dolore di perdere sì incom-
l'antica disciplina, assisteva in tutte le feste, parabile padre e non padrone. Eguale i-
non impedite dalle cappelle pontificie, in stanza il cardinale replicò al Papa nel suo
coro alla recita delle ore canoniche sì nella testamento, in cui lasciò erede il collegio
mattina che nel pomeriggio; predicava di propagandante, pel. fervido deside-
ogni domenica al popolo, e dilettavasi di rio che sempre avea avuto di predicar la
spiegare il catechismo e la dottrina cri- fede alle nazioni idolatre; dispose alcuni
stiana a'fanciulli, e principalmente a' fi- legati alla sua chiesa titolare, al cui or-
gli de' poveri. Dava udienza a chiunque namento avea speso 2000 scudi d' oro,
la richiedeva e in ogni ora, con tal dolcez- ordinando d'essere tumulalo nel suo sot-
za di parole e benignità di tratto, e con terraneo collesempliciiuiziali del suo uo-
tale speditezza,che rimaneva dubbio s'e- me e del titolo cardinalizio, scolpile so-
gliamasse più gli accorrenti o il tempo. pra un mattone, il che fu poi puntualmen-
Avrebbe desiderato di fare rivivere alcu- te eseguito. Giunto il punto estremo, vol-

ne pratiche dell'antica disciplina, ina la le da se cercare nel rituale le preci dell'a-


brevità della vita non gli permise di ria gonia, e vi cadde tosto, ma l'ebbe tran-
«ciré nel disegno, e le sue intenzioni già quilla. Un'aria di gioia si sparse sul suo
aveano incontrato forti opposizioni. Del- volto, e baciato teneramente il Crocefis-
le sue rendile serbava pel suo scarso man so, e poste le braccia in croce sul petto,
68 TOM TOM
rese la bell'anima aDio il /gennaio 7 1 3, i 1
culus Instilutìonum theologicarum ve-
di G4anni,efu da lutti amaramente pian- tcritm Patrum. i3. Institutiones theo-
to, massime da'poveri a' quali in G mesi logicae anlicpiorum Patrum. i4- Bre-
avea distribuito più di 4.000 scudi d'oro. ve istruzione sulla maniera d'assistere
Il popolo corse in folla al palazzo, tulli gri- con frutto alla s. Messa. i5. Esercizio
dando co' famigliari: è morto il santo; giornaliero per la casa. 16. Costituzio-
sciogliendosi in lagrime ed in elogi. Non ne delle religiose benedettine della dio-
trovandosi l'occorrente denaro pe' fune- cesi di Girgenti. 7. Prisci fermenti nova
1

rali, ordinò il Papa che vi supplisse la ca- expositio: et de fermento quod dabatur
mera apostolica (per coincidenza ricorde- sabbaio ante Palmas in consistono ha-
rò aver detto nel voi. XXVIII, p. 59, che ter'anensi,.Lasciò inoltre il cardinale mss.:
ivi morendo mg/ Traversi, da Gregorio 1 .Brevieulus aliquot monumentorum ve-
XVI gli furono fatti celebrare i funerali, teris moris quo Cliristìficlcles ad sae-

e inoltre un nobile monumen-


gli eresse aduni usque X utebantur in celebra tio-
to). Ne scrissero la Vita, Antonmaria Bor- ne Missarum. 1. Deprivato ecclesiasli-
romeo vescovo di Capo d' Istria, Venezia corum qfficiorum Breviario extra elio-
1 7 1 3, riprodotta dal Crescimbeni nel t. 3 rum. 3. Memorialis indiculus veteris et
degli Arcadi illustri, ove a p. 44 ripoHa probatae in Ecclesia consuetudinis con-
la lettera del p. Tommasi al Papa della cederteli indulgentias. Alla sua morte il
rinunzia della porpora a cui l'avca esal- cardili tic lavorava in una edizione del ve-

tato; Domenico Bei nino, e stampata in ro Sacramentario di s. Gregorio I Pa-


r
Roma nel 1722; mg. Giusto Fontaniui pa, purgalo dalle aggiunte fatte ne'tem-
che la pubblicò nel Giornale de letterati pi posteriori. Pe'prodigi da Dio operati a

d'Italia ne'l. 1 7 e 26; il p. d. Giambattista sua intercessione in vita e dopo morlo,ad


Bonaglia preposito generale de' tealiui, istanza di molti personaggi s'intraprese
postulatole della causa di sua beatifica- la compilazione de'processi sulle sue eroi-
zione e pubblicala in tale circostanza; ol- che virtù emiracolijOndepoi procedere al-

tre quanto ne scrisse il p. Vezzosi nell' e- la canonizzazione, nell'anno stesso di sua


dizioue che pubblicò di tutte le sue opere, morte, e le sue opere furono sottoposte a
di cui eccone 1' elenco. 1. Speculimi divi severo esame. Benedetto XIV che l'avea
Aurclii Augustini episcopi Hipponen- ammiralo vivente,derogòalIa legge d'Ur-
sis. 2. Codices Sacramentoriun, nongen- bano Vili sui 5o anni dopo la morie on-
tis annis vetustiores. 3. Exercitium fi~ de procedere alla canonizzazione. Clemen-
dei, spei, et charitatis. 4- Psalterium te XIII nel 1761 lo dichiarò venerabile e

juxta duplicali edilionem, quam Roma- ne riconobbele virtù in grado eroico.Com-


nam dicunt, et Gallicanam. 5. Respon- provati miracoli, Pio VII colla bolla^e-
i

sorialia et Antiphonaria romanae Ec- ternus Dei filius, de' 6 settembre 8o3,
1 1

clesiae. 6. La vera maniera di glorili' Bull. Rom. coni. t. i2,p. 62, ne ordinò
care Dio e di far orazione. 7 Sacrorum . la solenne beatificazione, la quale fu ce-
Bibliorum juxta edilionem seuhXXin- lebrata nella basilica Vaticana a' 29 set-

terpretum, seu b. Hieronymi, veteris li- tembre stesso, con quel magnifico appa-
tuli, sive capitula, ante 1000 annos in rato che riporta il n.° 287 del Diario di
occidente usitata. 8. Antiqui libri Mis- Roma. Il sagro suo corpo si venera nella
sarum romanae Ecclesiae. 9. Qjjìcium suddetta chiesa de'ss. Martino e Silvestro,

Dominicae Passionis, secundum ritum nell'urna ch'è sotto la mensa del 2. al-
graccorum.io. Psalterium cum Canli- tare a sinistra di chi entra dal principale
cis , versibus prisco more distinctum. ingresso, esistendo tuttora la lapide nella
u. Piccolo estratto dc'salmi.12. Indi- chiesa sotterranea, ove fu deposto e vi ie-
TOM TO M 69
sto sino alla traslazione nel detto altare, stato portato il corpo di Papas. Martino
sulla quale si può vedere il Pistoiesi, Vi- I, e vi venerano ancora corpi di s. Sil-
si i

1 1 di Pio VII, t. i, p. 170. La sua festa vestro e di s. Giusta sua madre, come
I

si celebra a'24. marzo. Ora qui conviene vuole il p. Filippini; quanto al Papa però
che alcuna cosa sul luogo di sua
io dica contraddetto da molti, e dagli storici della
antica sepoltura e su quello ove ora si ve- Chiesa di s. Silvestro in Capite. Per le ba r •
nerano le sue spoglie mortali, di più ag- bariee vicende de'tempi, e dopo l'erezione
giungendovi alcune altre nozioni sulla della chiesa di s. Simmaco, l'oratorio e la
chiesa che le racchiude, per averlo pro- chiesa di S.Silvestro I siempironodi mace-
messo altrove, come tempiosingolareche rie edi terra;ma versoili65oil p.Gio. An-
può dirsi contenere tre chiese, una sopra tonio Fdippini genera le de'carmelitani,a-
l'altra; cioè la Chiesa de ss. Silvestro e vendo ritrovato ne'suoi scavi in tal infeli-
Martino a'Monti, l'oratorio sotterraneo ce condizione i sotterranei oratorio e chie-
e la chiesa sotto a questo fabbricati da s. sa, li fece interamente vuotare, e restituì
Silvestro Questo Papa abitò il luogo già
I. alla venerazione de' fedeli , restaurando

Terme di Tito (V.) e dette di Domizia- l'oratorio. Indi e con isplendida magni-
no e Traiano, pel riferito a tale articolo. ficenza e la spesa di più che 70,000 scudi
Il Papa vi edificò un oratorio colla sem- ristorò e abbellì la chiesa superioree priu-
plicità propria de'suoi tempi e della con- cipale de'ss. Silvestro e Martino, dando-
dizione de'crislianijOveprivatamenie am- le la forma che si ammira. In tale occa-
ministrò sagiamenti a consolazione de*
i sione il cardinal Francesco Barberini ni-
fedeli. Per la persecuzione insorta per o- pote d'Urbano Vili ordinò che del mu-
pera de'gentili, sotto lo stesso Costantino saico della chiesa sotterranea, esprimente
1, da questa sua stanza s. Silvestro I fuggì Maria Vergine, se ne facesse copia, e poi
al Soratle. Restituitasi da quell'impera- la fece sovrapporre al medesimo antico e
tore interamente la pace allaChiesa,s. Sil- deteriorato. Quanto al b. cardinal Tom-
vestro I tornò ad abitare presso l" orato- masi, secondo la sua disposizione, fu tu-
rio, e quindi sotto di esso e sopra una parte mulato si può dire nella 3.» chiesa sot-
de'pilastri delle terme,smisurati per gros- toposta , cioè in mezzo e avanti 1' altare
sezza, eresse la chiesa che costituì in ti- della B. Vergine, detto ancora di s. Sil-
tolo cardinalizio col nome di Equizio,per- vestro, corrispondente al 2. piano delle
chè fondata sul podere o casa del pretedi terme di Tito, ili. "essendo impraticabile.
tal nome. 6i crede che la consagrasse in Ne* miei accessi agl'indicati sagri luoghi,
onore della B. Vergine, dalla sua imma- vidi la lapide marmorea eretta nella 3/
gine trovata in musaico sull'altare, il qua- chiesa da'teatiui, la quale ora è incastrata
le esiste e sembra il maggiore comechè in nel contiguo pilastro a destra, mentre in
fondo della nave più graude. Poscia que- quello di contro tuttora esiste la vettina
sta chiesa da Costantino I fu ingrandita, co'suoi precordi,ed a cornuEvangelii del-
ornata di pitture, e arricchita di preziosi l'altare vi è la cassa d'albuccio ove fu po-
doni e rendite. Iviil Papa celebrò duecon- sto il corpo del santo cardinale. Ivi inol-

cilii, 324 e °el


nel 325 nel 326. Papa s. tre sono diverse sepol turerà le quali quel-
Simmaco nel fine del secolo seguente fab- la del cardinal Zelada(V.). Elevalo il ve-
bricò da'fòndameu ti contigua e sopra all'o- nerando cardinale agli onori dell'altare,
ra torio e alla chiesa di s. Sd vestro,la chiesa il suo corpo fu trasportato di sopra nella
a
superiore attuale in onore di Martino
s. i. chiesa, e collocato sotto l'altare, che è

di Tours, la quale in seguito prese il no- il 2. della nave miuore a sinistra, della
me de'ss. Silvestro e Martino Papi, per cappella fabbricata da Pulcheria Orsini
memoria di s. Silvestro I , e per esservi Cesi di buon disegno, che ha per quadro
,

7o TO M TOM
s. Alberto carmelitano del Muziano, ed lotti insieme radunati; e dopo aver loro
io ovato sull'altare stesso vi è il ritratto auguralo la pace, a lui si rivolse, egli dis-
del b. cardinal Tommasi. se di mettere il suo dito ne'fori de'chiodi
TOMMASO (s.) , apostolo, chiamato ed in quello del suo costato. Non spiega
anche Didimo, nome che in greco signi- P evangelo se s. Tommaso abbia ciò fat-

fica gemello (il gran Leonardo da Vinci to, e parecchi autori avvisano, che convin-
nella celeberrima sua pittura del Cena- to della risurrezione del divino Maestro,
colo P espresse con 6 dita alla mano sini- non abbia avuto ardimento di toccare il

stra, forse pei che chiamandosi Didymus, suo corpo. Bensì pieno de'più vivi senti-

P interpretò per P A'postolo del dito ge- menti di compunzione, di rispetto e di a-


mello: essendo stato ih.°fra gli Apostoli more, esclamò: » Mio Signore, mio Dio!"
a spargere il suo sangue col martirio, il confessando così,secondo alcuni Pad ri, l'u-
Vinci lo dipinse vestilo di colore rosso, manità e la divinità di Gesù Cristo. Del
d'una tinta più viva di quella degli altri A- resto la sua incredulità è la più forte pro-
ma minore in confronto di quella
postoli, va della risurrezione del Salvatore, e ser-
diGesù Cristo), egualmente che Theom o ve meravigliosamente a confermare la no-
Tommasoinebraic.o.Eragiudeo,ea quan- stra fede sopra questo mistero. A Chiodi
to pare nato in Galilea, di bassa stirpe. meglio riportai le Gesù Cristo e
parole di
Metafraste lo fa pescatore. Gesù Cristo lo di s. Tommaso. può vedere il Donati
Si
chiamò all'apostolato nell'anno 3 i. Sem- de Dittici sagri, p. 2 1 e 2 3; il p. Co-
1 1

bra ch'egli fosse privo delle cognizioni u- stadoni nelle sue Osservazioni, presso il

inane,ma vi supplì col candore e colla sem- Calogerà, OpuscoliA. 43, p. 33o; il Re-
plicità dell'anima sua, come pure colla vi- sozzi, Storia della basilica di s. Croce,
vacità del suo amore pel divino Maestro, in Gerusalemme p. 4^ ov e dice conser-
1 5

di cui diede prova allorché andando Ge- varsi il dito di s. Tommaso, col quale toc-

sù Cristo nel vicinato di Gerusalemme per cò il sagralissimo costato di Gesù Cristo


risuscitar Lazzaro, e cercando suoi di- i risuscitato; dito che posto nell'aperto co-
scepoli di dissuaderlo, perchè sacerdoti
i stato del risorto Gesù vinse la incredulità
e i farisei volevano metterlo a morte,Tom- diTonimaso,con fermando una delle più e-
maso gli eccitò a seguirlo, dicendo:» Ari- videnti prove della credenza cristiana. Ab-
diamoanchenoi.a fine di morire eoa lui". biamo di Antonio Francesco Fracassi, Chi.
11 Salvatore nell'ultima cena, dichiaran- piìi giovasse alla Chieda, o la gran fide
do a'suoi discepoli ch'era per lasciarli, ag- del Centurione o la diffidenza di Tom-
giunse per consolarli che andava a pre- maso? Roma 1676. Leggesi in alcuni
parare loro un posto nella casa di suo Pa- antichi scrittori, che dopo la discesa del-
dre. Tommaso, che desiderava ardente- lo Spirilo santo, s. Tommaso mandò Tad-
mente di seguitarlo, gli disse:» Signore, deo, uno de' 72 discepoli, ad Abgarore
noinon sappiamo dove andate; or come o toparco di Edessa, per istruirlo e bat-
potremo conoscere la via ?" Gesù Cristo tezzarlo. Sappiamo da Origene, che do-
lo illuminò con questo oracolo: » Io sono po la dispersione degli Apostoli, s. Tom-
ninno va a mio
la via, la verità e la vita: maso andò a predicare!' evangelo ai par-
Padre che per me". Non essendosi trova- ti, e poscia passò in altre nazioni e scor-
lo Tommaso cogli altri discepoli, quan- se tutto l'Oriente. Secondo Sofronio, egli
do il Salvatore apparve ad essi dopo la piantò la fede presso i medi, i persiani
sua gloriosa risurrezione, ricusò di cre- i caimani, gP ircani, i batlriani ed altri
dere alle loro parole. Gesù Cristo, peruna popoli vicini. I greci moderni lo fanno e-

mirabile condiscendente alla debolezza di ziandio apostolo degl'indiani e degli elio


Tommaso, apparve nuovamente, essendo pi; ma gli antichi indicavano con questi
T O M TOM 71
norai tulli gli orientali. Pretendono gl'in- renella mesta. E degno d'altrettanta me-
diani moderni ed portoghesi, ch'egli ab-
i raviglia è ciò che avvenne nel 1 543. Vo-
bia annunziato Gesù Cristo ai bracmaui e lendo i portoghesi di Calamuia, ove se-
agl'indiani aldi là della graud'isola di Ta- condo molli il sauto morì, piantare un o-
probana, die gli uni prendono per Cey- ratorio, ivi nello scavare le fondamenta
I -i ti. gli altri per Sumatra; ed aggiungo- ritrovarono quella croce di marmo, a?au-
no cbe (offerse il martirio a Meliapor o ti la quale fu ucciso, tinta del suo sangue;
s. Tommaso Coromandel.
sulla costa del e facendosi poi ogni anno la festa solen-

S. Gaudenzio dice che fu messo a morte nemente, nel cantarsi il Vangelo, caugia-
dagl'infedeli a Calamuia nell'India. Til- vasi in vari colori, e poi mandava tanto
lemont ed altri opinano che non sia mor- sangue, che molti ne attingevano i panni
to lungi da Edessa, e dubitano che ab- per rasciugarla, miracolo diesi rinnovò
bia predicato al di là dell'isola di Ta pro- ancora nel 564-Secondo gli storici porto-
1

ba Qa. In moltissimi articoli parlai de'luo- ghesi fu trovatoli corpo di S.Tommaso nel
ghi ove VA postolo d illuse l'evangelo,come IJ23 in un'antica cappella rovinata, ch'e-

a IndieOrientali(T~.) e visonode'crislia- %
ra sulla sua tomba fuori delle mura di Me-
11 i che si chiamano Cristìanidis. Tomma- liapor. Ivi vicino i portoghesi fecero edifi-
so. ene parlai ne' voi. XI li, p. 109, XVIII, care una nuova città che chiamarono s.

p. XXX1 V, p. 20 e 206, a Mala.-


2o5, 1 Tommaso o Thomèdi Meliapor (P.). 1

e\ui e altrove. Sia comunque, dsuo corpo latini celebrano la festa di s. Tommaso a'
fu certo portato in processo di tempo ad E- 2 1 dicembre, i greci a'6 ottobre, e gl'in-
dessa,dove veniva onorato nella cattedrale diani al (Ali luglio. Perchè la sua vigilia
con singolare venerazione, al tempo di s. non fu posta nel Calendario, lo notai uel
Gio. Crisostomo, nellecuiopereed in Ru- voi. Ili, p. 3oi.
fino si legge, che non si conoscevano al- TOMMASO (s.), arcivescovo di Can-
lora le tombe degli Apostoli, ad eccezione torbery. Figlio di Gilberto Becker, gentil-
di «iiielle eli s. Pietro, di s. Paolo,di s. Gio- uomo inglese, che nella sua giovinezza mi-
vanni e di s. Tommaso. Nell'orazione so- litò in Terra santa, dove inspirò all'unica
pra questo santo Apostolo, scritta nel 402, figliuola d'un emiro de'saraceni il deside-
e pubblicata fra le opere di s. Gio. Cri- rio di abbracciare la religione cristiana, e
sostomo, si dice che il suo corpo era ad di poi, essendosi portata in Inghilterra, ri

Edessa, dove fu una chiesa numerosa e cevette il battesimo, prese il nome di Ma-
florida uel III e IV secolo. Milano, Bre- tilde, e sposò Gilberto. Tommaso nacque
scia, Nola ebbero alcune porzioni delle sue a Londra il 2 dicembre 1 7, e sortì le
1 1 1

reliquie: Or tona pure crede di venerar- più eccellenti qualità,che furono coltivate
ne il corpo, oltre .Mcliitpor, altri dicono da una pei fetta educazione. Cominciati
altrove; ed anche per questo santo, forse i suoi studi in un monastero di canoni-
si prese una parte di sue reliquie per tutto ci continuò a Londra, poscia
regolari, li

il corpo. Quanto ad Edessa (J-), e si può si portò a Oxford, e quindi a Parigi, dove
vedere anche il voi. LI, p. 3o8, è memo- si perfezionò nella conoscenza del diritto
rabile ciò che si mirra dal Piazza nel suo canouico e nelle diverse parti della lette-
Santuario Romano a'2 1 dicembre. Fi- ra tura. Tornato a Londra, s'impiegò in
nito il vespero di sua festa, il vescovo an- qualità di chierico o di segretario alla cor-
dava al suo sepolcro, e apertolo poneva te della città, e diede a conoscere gran-
in mano dell'Apostolo un ramo di vile sec- de capacità pergli altari. In seguito Teo-
co, e la mattina seguente il ritrovava ver- baldo arcivescovo di Cantorbery gli offer-
de con tanta uva, quanto bastata per i- te un posto uella sua casa, non tardò ad
spremerne il vino necessario per cousagra- aflidargli lecure più importanti dell'arci-
?2 TOM TOM
vescovato, e lo fece suo arcidiacono. Ver- re, il quale esigette che i vescovi giurasse-
so l'annoi ì5j Enrico II re d'Inghilter- ro di mantenere tutti i costumi del regno.
ra Io nominò cancelliere del regno, e gli Tommaso ben vide che con ciò Enrico II
commise altresì l'educazione del princi- intendeva di convalidareabusi notorii ed
pe Enrico suo figlio; poi lo spedì in Fran- aperte ingiustizie, perciò dichiarò che non
cia per stabilire il matrimonio di questo avrebbe fatto ilgiuramento,checollaclau-
principe con Margherita di Francia figlia sola salvo il dovere e la coscienza. Non-
diLuigiVII WGìovOnéfl negozia re un trat- dimeno, lasciatosi vincere dalle preghiere

tato tra le due corone, locchè eseguì con del clero, acconsentì in una radunanza te-
felice successo. Tommaso però non si la- nuta a Clarendon neh 164, di firmare i
sciò abbagliare dagli onori, continuò ad et- 16 articoli chiamati Costituzioni di Chi'
sere umile, mortificato, raccolto e casto. rendon. Egli si pentì subito di sua condi-
La gelosia gli suscitò delle persecuzioni, ma scendenza, e pianse la sua debolezza, fin-
egli fece tacerei suoi nemici colla sua dol- ché ebbe consultato Papa Alessandro III,

cezza e col suo silenzio. Elelto arcivesco- cui chiese l'assoluzioue. Il Papa nell'ac-

vo di Cantorbery la vigilia della Pente- cordargliela, gì' ingiunse di riparare con


coste del i 1 62, si dedicò intieramente al- episcopale vigore il fallo in cui era cadu-
le funzioni dell'episcopato; abbracciò la to. Il suo cambiamento irritò fortemen-
disciplina regolai e e monastica de'canòni- te il re, che gli minacciò la morte, e ra-

ci della sua cattedrale, indossò un ruvido dunati l'8 ottobre dello stesso anno i ve-

cilizio che non lasciò fino alla morte, e si scovi ed i signori a Norlhampton, venne
sottomise ad un genere di vita austerissi- Tommaso condannalo, e tutti i suoi be-

mo. Levavasi ogni giorno a 2 ore della ni furono confiscati. Crescendo sempre più
mattina, e recitato l'uffizio della notte, la- la persecuzione, si risolvette Tommaso di

vava i piedi ai 3 poveri, cui donava una segretamente allontanarsi dal regno, dopo
somma di denaro, raccomandandosi alle che la sua causa fu evocata alla s. Sede.
loro orazioni. All'ora dii.'il suo limosi- Sbarcato in Fiandra, si rese a s. Orner e al-
niere lavava i piedi a 1 2 altri poveri, e di- loggiò nell'abbazia di s. Bertmo, donde in-

stribuiva loro pane e carne. Dopo mattu- vitalo da Luigi VII re di Francia, si recò
tino prendeva un breve riposo, poi faceva a Soibsons. Presentatosi dipoi ad Alessan-
la meditazione, e visitava i malati che vi dro HI, che tiovavasi a Sens, lo supplicò
erano fra'suoi monaci o nel suo clero. Al- di accettare la sua rinunzia all'arcivesco-
le ore f) diceva la messa o l'ascoltava, in- vato di Cantorbery, ma il Papa gli oidi-
di faceva una nuova distribuzione di li- uò di ritenerlo. 11 santo arcivescovo si ri-

mosine,in guisa che quotidianamente soc- tirò allora nell'abbazia di Pontigny, dove
correva 00 poveri. La sua mensa era im-
1 si assoggettò a tutte le osservanze della co-
bandita decentemente a cagione di quelli munità, ed esercitò con gioia le più ab-
che eranvi invitati, ma egli osservava la biette ed umilianti funzioni, praticando
più esatta sobrietà. Durante il pranzo fa- le maggiori austerità. Finalmente dopo

cevasi leggere qualche libro di pietà, e do- molle pratiche fatte dal Papa e dal re di
po conversava qualche tempo con pii e Francia per procurare la riconciliazione
dotti ecclesiastici sopra materiedi religio- dell'arcivescovo couEnrico II, questi mo-
ne. Nel 1 1 63 intervenne al concilio di strò di acconsentirvi, e Tommaso ritornò
Tours, e la fermezza che mostrò nell'ese- in Inghilterra; ma poco dopo fu empia-
cuzione de' decreti di questo concilio con- mente assassinalo nella sua chiesa il 2f)

tro gli usurpatori dei beni ecclesiastici, e dicembre 170, 56.° anno dell'età sua, e
1

nel mantenimento delle immunità della q.° del suo episcopato. Usuo corpo fu sep-

chiesa d'inghiltena,gli attirò lo sdegno del pellito in una, volta sotterranea, donde di-
TO M TO M 73
poi fu disotterrato e rinchiuso in una ric- vedere in lui tanta modestia, pietà e rac-
chissima urna. Saccheggiata questa duEn coglimento. La contessa, che avea posto
lieo Vili, neh 538 Crouwell fece brucia- uno sviscerato amore a suo figlio, propo-
re le ossa del sauto; ma il suo capo si cu- sedi fargli continuare gli studi nella casa
stodisce a Royaumont nella diocesi di paterna, per evitare i rischi che corre la

Beauvais. Papa Alessandro 111 lo canoniz- gioventù nelle pubbliche scuole; ma il con-
zò neh 173, e la sua festa si celebra il 2g te fu didiverso avviso, e mandollo a Na-
dicembre. Di questo mai tire i\e\Y Immu- poli,dove l'imperatore Federico II avea
nità ecclesiastica (F.), va letto il voi. fondato un'università neh 224. Tomma-
XXXV, p. 4t e seg. sulla condotta tenu- so non istette molto ad accorgersi che la
ta dal re prima e dopo tale assassinio, e sua virtù avea molto a temere per di» i

quanto energicamente fece il Papa Ales- sordini e la corruttela che eransi intro-
sandro III. Ogni anno il giorno della sua dotti in quell'università colla moltitudi-
festa in Roma si celebra cappella cardi- ne degli studenti; ma siccome non stava
nalizia a onore del santo, che descrissi uè' iu lui il ritornare nella solitudine di Mou-
voi. IX, p. 1 4-, e XXXIV, p. 3 9 . te Cassino, che avrebbe preferito, si rive-
TOMM ASO d'Aquino (s.),doltòre del- sti di tutte le armi della fede, e seppe pre-
la Chiesa, detto Y Angelico.D'una delle servarsi da ogni corruzione. Finalmente
più cospicue famiglie del regno di Napo- risolvette di secondare l'ardente suo de-
li, nacque sul finir dell'anno 1226, da siderio di entrare nell'ordine di s. Dome-
Landollocouled'Aquiuoedi Soni, signor nico, e superata colla costanza la contra-
di Loreto e di Belcastro, e da Teodora fi- rietà del padre, prese l'abito de'doroeni-
glia del conte di Chieti. A questa dama caui in Napoli neh 243. Di là portossi a
del sangue de' normanni, mentre n' era Boma per schivare l'incontro di sua ma-
incinta, l'eremitaBuono di santa vita, le dre, che andava a Napoli per cercare di
predisse che bambino che teneva nel
il fargli abbandonare il suo stato. Dipoi fu
\entre sarebbe stato il lume della Chie- mandato a Parigi; ma esseudo stato ar-
sa e lo splendore di sua famiglia, e che a- restato in cammiuo,peropera de'suoi fra-
vrebbe preferito alla gloria del secolo, la telliLandolfo e Raiualdo, fu condotto nel
qualità di discepolo di Cristo, e le ingiun- castello di Roccasecca, il quale apparte-
se di chiamarlo Tommaso. Con questo neva alla sua famiglia, dove per vincere
nome fu battezzato, per parte di Onorio la sua fermezza impiegaronsi inutilmen-
HI, da Gregorio vescovo di Soia da lui te dapprima le più vive istanze eie più
consagrato. Apparve chiaramente fino tenere esortazioni, poscia le più grandi mi-
da'suoi più teneri anni, che Dio Io desti- nacele e i più aspri trattamenti. Era già
nava a grandi cose, poiché fu scevro da passatomi anno o due che Tommaso tro-
que'difelti che d'ordinario accompagna- vavasi imprigionato nel castello di Roc-
no l'adolescenza. In età di 5 anni suo pa- casecca (come nel parlare di quella roc-
dre lo po*e sotto la direzione dei religiosi 218 ), quan-
ca dissi nel voi. LV1I, p.
di Monte Cassino, onde lo istruissero nei do Papa lunocenzo IV e l'imperatore
principii delle lettere e della religione.Xon Federico II, informati della persecuzio-
avea che o anni quando l'abbate di Mon-
1 ne che soffriva, si mossero in suo favo-
te Cassino consigliò lidi lui padre a man- re, e fecero parlare a sua madre e a' suoi
darlo in qualche università. li conte d'A- fratelli, i quali quindi adottarono più a*
quino però gli fece passare alcuni mesi mani sentimenti, anzi la contessa non si
presso sua madre nel castello di Loreto, mostrò lontana da favorirne segretamen-
dove Tommaso si meritò l'ammirazione te la fuga. Avvertiti di ciò domenicani i

di tutta la sua famiglia, maravigliata a di Napoli, mandarono alcuui religiosi al


74
to ai T O M
castello di Roccasecca, i quali presoTorn- nel monastero di s. Maria di Capua, del
niaso, die tuia delle dì lui sorelle calò giù (piale morì abbadessa. La seconda, Teo-
in uno sportone, lo condussero giubilanti dora, che s'era sposata al conte di Marsi-
al convolilo, ove l'anno dopo professò. La co, passò il rimanente di sua vita in una

madre e i fratelli avendo reclamato alla maniera assai esemplare. Sua madre e-
s. Sede, il Papa chiamò Tommaso a Ro- spiò con ogni sorta di opere buone falli i

ma,e dopo a ver lo esamina tori pprovò la sua che aveale fatto commettere una troppo
professione. Noterò che nel voi. XXVII, naturale tenerezza, e finì anch'essa san-
p. 285 ricordai la prigionia sofferta dal tamente la sua vita. Anche suoi fratelli i

santo in Monte s. Giovanni, d'ordine de' Landolfo e Rainaldo ebbero la sorte di


suoi parenti, a cui spettava il paese con ti- morire da buoni cristiani, soddisfacendo
tolo di ducato, indispettiti dall'aver egli alla divina giustizia colla rassegnazione al-
abbracciato lo stato religioso; prigione che le persecuzioni mosse loro dall'impera-
cambiala in elegante cappellani me-
fu poi tore Federico II, il quale per punirli di
moria della sua biennale dimora in Monte aver abbandonato il suo servizio, spianò

s. Giovanni, illustrata dalle sue virtù e ac- d'Aquino nel i25o. Tommaso fu
la città

compagnata da prodigi. Poscia Giovanni rimandato a Parigi nel 252 per insegnar- 1

Teutonico generale de'domenicani lo con- vi la teologia, ed il concetto ch'aveasi già


dusse seco a Parigi, indi lo fece passare a acquistato per la perspicacia del suo in-
Colonia, dove studiò teologia sotto Alber- gegno, e per la sodezza del suo senno,
to Magno, con meraviglioso profitto. Nel trasse innumerevole moltitudine ad udir-
1 245, essendo stato Alberto mandato ad lo. il grado di dottore a*2 3
Egli ricevette
insegnar teologia a Parigi nel collegio di s. ottobre 257, 1 in età di 3 1 anni, indottovi
Giacomo, Tommaso lo seguì per conti- dal comando de'suoi superiori. Neli2 5(j
nuare isuoi studi. Egli vi fece di se la più si trovò predente al 3(5.°capitolo generale
luminosa mostra, ma la sua applicazione del suo ordine, tenuto a Valenciennes, nel

agli sludi filosofici non portò raffredda- quale fu incombenzato di stendere alcu-
mento al suo spirito religioso. Nominato ni regolamenti per gli studi, insieme con

dal capitolo generale del suo ordine a pro- Alberto Magno ed altri Ire dottori. Di ri-

fessore in Colonia con Alberto Magno, le- torno a Parigi, continuò le sue lezioni di
vossi ben presto in grande riputazione.In teologia, e finì di guadagnarsi gli animi di

quel tempo pubblicò i suoi Commentari lutti colla sua affabilità e modestia. Co-
sulla morale d'Aristotile e sopra altre o- munque grande fosse il suo zelo nel so-

pere di quel filosofo. Raddoppiando il fer- stenere la verità, pure anche nel bollor
vore nella preghiera, nelle veglie e negli della disputa sape va sì bene l'attenersi, che
si preparò a riceve-
altri esercizi di pietà, mai gli usciva alcun motto aspro e ingiu-
re gli ordini sagri. Dopo che fu ordinato rioso. Papa Urbano IV, che conosceva
sacerdote, incaricato di annunziare la di- tulio il merito di Tommaso, chiamollo a
vina parolaio fece con ammirabile un- sì lioma nei 1261, e gli offerse più d' una
zione, che operò ovunque un numero volta delle dignità ecclesiastiche; ma egli

grande di conversioni; e Colonia, Parigi, tutte rifiutolle,preferendo lo stalo di sem-


Roma, ed alcune altre città d'Italia furo- plice religioso. Ciò che Urbano IV potè
no i principali teatri del suo zelo. Gli stessi ottenere da che non si allontane-
lui, fu

ebrei seguirono l'esempio de' cristiani, rebbe più dalla sua persona; e questo gli
imperocché si sentivano colpiti non me- procurò l'occasione di predicare nelle cit-
no dal lustro delle sue virtù,che convinti tà ove il Papa soleva risiedere, come a
dalla forza de'suoi ragionamenti. La più Roma, Viterbo, Orvieto, Fondi, Perugia,
vecchia delle sue sorelle si cousagrò a Dio e gli léce comporre l'uffizio della solen-
TO M TOM 75
nilà del Corpus Domini; e al diredi Na- rinnnziòintiernmentea'suoi studi per non
tale Alessandro anche l'inno Pange Un- pensare che alla eternità. Ma mentre vi vea
. anzi altri gli attribuiscono pure il nel ritiro e nell'orazione, Gregorio X lo

Lauda Sion. Ebbe cattedra anche in A- trasseda questa diletta sua solitudine per
nagni nel convento da lui abitato, e an- mandarlo al concilio generale che avea
nesso alla chiesa del suo ordine, dedicata convocato aLione per il i.°dì maggio 2-4, t

a Giacomo, ov'è un altare in cui si ve-


s. onde adoperarsi a spegnere lo scisma de'
nera la celebre Croce chiamata di s. Tom- greci, e raccogliere soccorsi per Terra-
maso d' Aquino, siccome da lui colle sue santa. Trovavasi allora Tommaso in as-

proprie mani delineala sul muro in let- sai tristo stato di salute; nondimeno ver-
tere gotiche, colle divote parole: *£ Crux so la fine di gennaio partì da Napoli, in
mihi certa salus +£t- Crux est quam seni' compagnia delp. Reginaldoda Piperno,al

iter adoro +
Crux Domini mecum +£t- quales'mgiunsedi aver diradi lui. Si trat-
Crux mihi rcfugiumjle quali parole par- tenne alcun tempo nel castello di Maenza
tendo dal centro ove trovasi l'iniziale C, (come notai parlandone nel voi. XX\ II,

e diramandosi da 4 parti in 5 linee, for- p.289), presso sua nipote Francesca d'A-
mano la mistica Croce che dal suo titolo quino, maritata al contedi Ceccano. Qui-
viene detta Angelica,^ la cui immagine vi la sua malattia s'accrebbe di moito, e
ha una sì sperimentata virtù contro i ful- fupiesoda nausea generale di qualunque
mini e le tempeste, che se ne fecero in gran cibo. Tutta via rinvigoritosi un poco, con-
numero coi tipi di caratteri, con incisioni, tinuò il suo viaggio; ma aggravatosi di
io ottone, in argento e in altri metalli, e si uuovo, fu costretto fermarsi a Fossanuo-
tiene indosso o nelle case con molta divo- va, celebre badia de'cisterciensi, nella dio-
anche con moito onore a
zione. Mostrossi cesi diTenacina,ed entrato in quel chio-
Bologna e a Napoli, dove diede luminosi stro, esclamò:Questo sarà il luogo del mio
saggi de'grandi suoi talenti per la predica- riposo per sempre. I religiosi di Fossauuo-
zione e per l'insegnamento. Avendo i do- va gareggiavano in prestargli assistenza,
menicani tenuto il 4o.° capitolo generale stimandosi avventurati di poter rendere
aLoudra nel 263, egli vi assistette. Qual-
i qualche servigio a tale che risguardava-
che tempo dopo domandò la permissio- no come un angelo in carne. Pregato il
ne di non più insegnare, e gli fu accorda- santo da'religiosi a voler lasciar loro un
ta; laonde rientrò nello stato di semplice ricordo di sua angelica dottrina, egli be-
religioso, come la sua umiltà faceagli da nignamente compiacendoli prese loro ad
gran tempo desiderare. Non pertanto Pa- esporre brevemente il Cantico de Canti-

pa Clemente IV, che lo stimava al pari ci (che avea già commentato ampiamen-
del suo predecessore, gli olhì nel 1265 te in altro tempo), con tale un'ispirazio-
l'arcivescovato di Napoli, che costante- ne celestiale ed una sublimità di concelti,
mente com'anco tutte le altre di-
rifiutò, che già pareane l'anima sciolta dal corpo
Papa avrebbe voluto in-
gnità cui lo stesso e beata nelle delizie dell' Eterno amore.
nalzarlo. A Bologna scrisse la i. 'parte del- Quanto più il santo vedeva appressarsi l'o-
la Somma teologica, indi passò a Napoli, ra della sua morte, tanto più sospirava il

dove pregando un giorno fervorosameu- momento che dovea farlo entrare


felice,

teda vanti unCrocefisso, entrò in una dol- nella gloriadel suo Dio. Ricevuta l'assolu-
ce estasi, e fu levato4 palmi sopra terra. zione con tutli sentimenti da vero peni-
i

Da'6 dicembre 12^3 lino a'7 marzo del- tente. dominalo il s. Viatico, che volle rice-
l'auno seguente, che fu il giorno della sua vere disteso sulla cenere. Di minuendo sem-
morte, il santo dottore non volle più par- prepiii lesue fòrze,vollechegli si ammini-
lare né scrivere di materie teologiche, e •tntfsel'tttcmn uuiioue, uieutre era ao-
7

76
TOM TOM
eòi* perfettamente presente a se itesso, e re miste per le varie materie che vi sono
rispose egli medesimo a tutte le preci ilei- spiegate: vi si trova la confutazione dei
la Chiesa. Indi ringraziati l'abbate e i re- greci scismatici e di parecchie eresie; la
ligiosi di Fossanuova, s'addormentò nel discussione di molti punti di filosofia e di
Signore a'7 di marzo 1274» qualche mi- teologia; delle spiegazioni sul Simbolo,
nuto dopo la mezzanotte. Secondo alcuni sui sacramenti, sul decalogo, sulla ora-
autori egli era entrato nel suo 5o.° anno; zione dominicale, sulla salutazione ange-
ma il Butler è d'avviso di tenersi al parere lica, ec. Egli combattè i nemici della ve-
di Bartolomeo da Lucca, e di altri autori rità colle loro proprie armi, e fece servi-
contemporanei, quali dicono che morì di
i re la dottrina di Aristotile alla difesa del-
480 49 anni, la quale data meglio s'accor- la fede. I Commentari sui 4 libri di
suoi
cia con tutta la serie della sua vita. Appe- Pietro Lombardo
detto il Maestro delle
na fu intesa la novella della sua morte, sentenze, comprendono un corso metodi-
da tutte le parti si accorse ad assistere a' co di teologia. La Somma teologica è o-
suoi funerali. Alcuni religiosi di Fossa- pera mirabile, quantunque la morte gli
nuova e parecchie altre persone amma- abbia impedito di darvi l'ultima mano.
late furono miracolosamente guarite per La migliore edizione delle sue opere è
la virtù delle sue reliquie, cornee ripor- quella che si fece a Roma nel 1 570, in 1

tato nella bolla di sua canonizzazione. An- voi. in foglio. Delle opere di S.Tommaso,
che in seguito,sopratlulto nelle varie tras- chiamato il principe de' teologi, ed il mae-
lazioni delle sue reliquie, operaronsi so- stro de' teologi di tutti i tempi, parlai in
miglianti miracoli, di che abbiamo rela- molti articoli, a Teologi e Teologia, di-
zioni molto autentiche pubblicate da'Bol- cendosi Tomismo (V.) la sua dottrina ri-

fonduti. Le università di Parigi, di Roma, guardante quella parte di teologia, che


di Bologna e d'altre città, molti principi tratta della grazia e della predestinazio-
e diversi ordini domandarono a gara il suo ne. La Civiltà cattolica ne\\a 1? serie, t.
corpo. Della contrastata traslazione del 5, p. 278, ragiona: Dei manoscritti di s.

medesimo da Fossanuova a Fondi, e poi 'Tommaso e della necessità di consultar-


nel 368 per decreto di Urbano V a To-
1 li per le nuove edizioni delle sue opere.

losa, ed eziandio dell'altre sue reliquie, a Ap. 660 poi riparla delle opere del s. Dot-
tale ultimo articolo in breve ne parlai con tore, neldar contezza delle Institutiones
importanti notizie. Solo qui aggiungerò Theologiae theoreticae seu dogmatico-
col Torrigio, che Urbano Vili neli633 polemicae concinnatae a r. p. Alberto
donò alla chiesa de'cappuccini di Roma Knoll Ord. min. s. Frati. Camuse., Tau-
uu braccio di s. Tommaso, e un braccio rini 853. In Roma nel celebre convento
1

di s. Bonaventura altro Dottore della dell'ordine de' Predicatori (F.) vi è il Col-


Chiesa. S.Tommaso fu solennemente ca- legio di s. Tommaso d' Aquino (F.), isti-

nonizzalo da Giovanni XXII nel i323, tuito per ispiegare la sua angelica dottri-
e Pio V
ordinò nel 1567 che la sua fe- na teologica. Ferdinando II re del regno

sta a' 7 marzo si celebrasse della stessa delle due Sicilie, curando l'incremento e
maniera, come quella de'quattro dottori il lustro della regia università degli sludi,
della Chiesa d'occidente, s. Ambrogio, s. allargando l'insegnamento colla istituzio-
Agostino, Girolamo, s. Gregorio Ma-
s. ne di 7 novelle cattedre ,
prescrisse che
gno. Le opere di s. Tommaso si ponno di- fosse sottoposta alla speciale protezione di
videre in 4 classi. Nella 1.'' sono le opere s. Tommaso d'Aquino, e che i professori
di filosofia, nella 2.* quelle di teologia ; di essa, il presidente,e i componenti il con-
a
nella 3. i Commentari sulla s. Scrittura ; siglio generale di pubblica istruzione por-
nella £," gli opuscoli, che pouuo dirsi ope- tassero sospeso al colio col luutro celeste,
TOM TO 77
simbolo della Immacolata, una meda-
ss. va con tenera pietà, recitava l'officio del-

glia sormontata da una corona ed avente la Chiesa, e adempiva tutti i doveri della
da un Iato l'effigie del santo colle parole: religione con fervore straordinario. Fat-
Divus Thomas Aquinas regiae neapoli- to il corso di filosofia a Parigi, ai ritolse
tauae Lniversilatis professor etpatro- d'abbracciare lo stato ecclesiastico, quin-
nusj e dall' altro: Fcrdinandus II Rcx di si recò ad Orleans per impararvi il di-
P. F. A. bonamim ar tinnì stalori85o. ritto civile, che serve di fondamento al

L'uso di questo fregio insigne fu solen- canonico. Poco dopo ritornò in Inghilter-
nemente inaugurato il dì sagro appunto ra per continuarvi i suoi studi, e passato
alla Concezione Immacolata dellaVergine dottore in diritto ad Oxford,fu eletto can-
nella chiesa de'gesuiti, contigua all'edifi- celliere di quella famosa università. In ta-

cio dell'università stessa,con pompa di di- le posto acquistossi tanta riputazione, che
853. In Roma tuttora nella
vini uffizi nel i il re Enrico III lo creò gran cancelliere
Chiesa di s. Maria sopra Minerva (della del regno, nella qual carica egli fece spic-
quale anche uel voi. LXX V, p. 2 6), nel 1 care la sua prudenza, il suo zelo, l'amore
giorno della festa di s. Tommaso d'Aqui- per la giustizia : si oppose con tutto il suo
no si celebra con cappella cardinalizia, che potere ai diversi abusi, e fece esiliare gli
descrissi uel voi. IX, p. i 3 J; cornea santo ebrei, de' quali non eransi potute impe-
alla cui fama è angusto il mondo, e co- dire le usure e le estorsioni. Dopo reite-
me a gran dottore sulle cui opere impal- rale istanze, all'innalzameuto di Eduar-
lidiscono di stupore i filosofi, al di cui an- do I al trono, ottenne di essere sollevato
gelico nome s'inchina l'orbe cattolico. Ne da siffatto incarico, che Io riteneva suo
scrissero la vita, fra gli altri, Bartolomeo malgrado alla corte, e ritirossi quindi ad
da Lucca, che fu per qualche tempo suo Oxford per non occuparsi che della let-
confessore; e Guglielmo daTocco priore di tura e degli esercizi di pietà. Prese ivi il

EeneventOjil quale tra stato in modo par- grado di dottore in teologia nella chiesa
ticolare stretto in amicizia col sauto dot- de' domenicani, presso quali avea stu- i

tore. diato. Papa Gregorio X lo chiamò nel


TOMMASO (s.), vescovo di Hereford i274 al 2. "concilio generale di Lione per
in Inghilterra. iN'acque nelLancashire, ed la riunione de'greci, e l'anno seguente fu
era maggiore de'suoi fratelli e sorelle,
il eletto vescovo di Hereford. Pieno di fer-
i quali ebbero tutti un onorevole posto vore nell'adempiere gli uffizi di buon pa-
nel mondo. Suo padre GuglielmodiChan- store, trovava le sue delizie nel ritiro, in
teloup, che fu uuo de' più famosi guer- cui colla preghiera e colla meditazione
rieri dell'Inghilterra e gran maestro del manteneva la sua unione con Dio; mor-
regno, dovendo vivere alla corte, e cono- tificava la sua carne col digiuno, colle ve-
scendo i pericoli che vi potevano correre glie, e colle altre austerità della peniten-
i suoi figli, prese le maggiori precauzioni za, portando il cilicio infino alla morte.
per preservarli da ogni corruzione ed al- Al grande suo zelo per la gloria dellaChie-
levarli cristianamente. Allorché Tomma- sa, aggiungeva uua carità che abbraccia-
so fu in età d'in) para re le scienze, lo mise va i bisogni corporali e spirituali del pros-
sotto la guida di Guglielmo da Citante- simo, facendo provare gli effetti della più
loup vescovo di Hereford, suo prossimo tenera allezione a' poveri, che chiamava
parente; dipoi sotto quella di Roberto suoi fratelli. Alcuni contrasti ch'egli ebbe,
Kilwarby dotto domenicano, che fu suc- del pari che gli altri vescovi della provin-
cessivamente arcivescovo di Cantorbery, cia, coll'arcivescovo «li Cantorbery, lo co-
cardiuale e vescovo di Porto. Il giovine strinsero a recarsi in Roma, dove fu ac-
discc-jjolo,alleutu allo studio, Io santifica- colto coll'ouore che meritavano le sue vir-
78 T O M TOM
tu. Partitone per tornare in Inghilterra, amministrare il sagramenlo della peni-
Aggravandosi lesue infermità dovette fer- lenza, ed egli adempì queste importanti
marsi aMonleFiasconenellaToscana pon- funzioni con lale successo, che gli fu dalo
tifìcia, edivi piamente morì a'%5 agosto il nome di apostolo della Spagna, ludi
1282, in età di G3 anni. Fu seppellito 6 Salaman-
fu eletto a priore de'convenli di
giorni appresso nella chiesa del monastero ca, di Bui gos e due volte
di Valladolid ;

di s. Severo; ma non guari dopo le sue ossa provinciale nell'Andalusia, e una volta in
furono poi tale ad Hereford e deposte in Castiglia. L'imperatore Carlo V lo scelse

quella cattedrale. PapaGiovanni XXII lo per uno de'suoi predicatori, anzi lo mise
canonizzò nel 1 3 1 o(così Ieggesi nel Butler; nel numero di quelli che consultava, e
ma questo Papa fu eletto nel 1 3 6, e nel 1 quando non lo avea presso di se, gli scri-

1 3 o regnava Clemente
1 meglio è ri- V : vea per chiedergli il suo consiglio. Aven-
tenersi l'epoca che riportai a Hereford), dolo nominato all'arcivescovato di Gra-
forse ai di ottobre, ch'è il giorno in cui nata, egli pose tutto in opera per evitare
si celebra la festa principale di questo questa dignità; ina dovette poi accettare
santo vescovo. quello di Valenza, in virtù di obbedienza
TOMMASO da Villanova (s.), arci- religiosa, ed entrò nella sua sede il
1. "del-

vescovo di Valenza in Ispagna. Nacque l'anno 54^-Benchèpostoin


1 sì alta digni-

nel 1488 a Fuenlana in Castiglia, ed eb- tà, continuò a mostrar quella umiltà di
be poi il soprannome di Villanova da cui avea dato saggio nel suo ritiro. Non
Villanova di los lnfantes, piccola città do- comportando alcun apparato di esteriore

v'egli fu allevato. I suoi genitori Alfonso grandezza, ritenne il suo abito religioso,
Tommaso Garcias e Lucia Martinez era- chesi rattoppava da se stesso; la sua men-
no pure oriundi di Villanova. Benché di sa era strettameli te fi ugale.osser vaudo l'a-

mediocre fortuna, essi erano molto limo- stinenza e i digiuni prescritti dalla regola
linieri, e questo spirito di carità fu l'ere- che avea abbracciato; non si vedeva alcu-
dità più preziosa che lasciarono al loro fi- na tappezzeria nel suo palazzo; non por-
glio; di che l'amore dei poveri divenne il tava indosso panno di lino se non quando
suo distintivo carattere. Giunto all'età di era ammalalo; sovente coricavasi sopra
1 5 anni, i suoi genitori lo mandarono al- un fascio di rami d'albero, e una pietra
l'università di Alcalà, ove percorsegli stu- gli serviva di guanciale. Fedele in adem-
maggior profitto, e
di col i suoi talenti gli piere i doveri di buon pastore, visitava le
meritarono un posto nel collegio di s. II- chiese della sua diocesi, predicando nelle
delònso. Avea 26 anni quando fu rice- città e nei villaggi con meravigliosi effetti.

vuto maestro delle arti, e scelto a profes- Finita la sua visita , radunò un concilio
sore di filosofia. Dopo due anni fu tratto provinciale, in cui si fecero saggi regola-
a Salamanca per esercitarvi lo stesso ufli- menti per togliere gli abusi che si erano
ciocon maggiori vantaggi, e colà poi pre- introdotti massime nel clero, nel che eb-
se l'abito degli eremiti di s. Agostino. Nel be ad incontrare gravi difficoltà, ma colla
suo noviziato si scorse com'egli erasi av- sua pazienza venne a capo di superarle.
vezzato già da lungo tempo alla pratica L'arcivescovato di Valenza avea 18,000
delle austerità, alla rinunzia della pro- ducati di rendila annua. Il santo arcive-
pria volonlàed agli esercizi della contem- scovo ne dava 2,000 al principe Giorgio
plazione. Elevato agli ordini sagri, rice- d'Austria suo predecessore, che si era di-
vette il sacerdozio nel i520, e il giorno messo , riservandosi questa pensione ;

di Natale celebrò con indicibile fervore la 13,ooo ne impiegava al sollievo de'povc-


prima messa. I superiori lo impiegarono ri, e servivasi del rimanente pel manteni-

tosto a predicare la parola di Dio e ad mento della sua casa e pe'ristauri del suo
TOM TO M 79
palazzo. Ogni giorno vedeansi alla sua la sua vita passata, e pervenne ad alto
porta da 5oo poveri. che riceveano pane, grado di sa uli tà,i untando le virtù dell'am-
vino e una moneta d'argento ciascuno, ed mirabile suo fondatore, ad esempio del
inoltre faceva innumerabili altre carità. quale, dividendo l'anno in sette quaresi-
L'amore ch'egli avea pelsuoprossimo,e le me, non vivea che di pane e di alcuni le-
altre sue virtù riceveauo la loro perfezio- gumi. Un genere di vita sì austero gli me-
ne da quell'amore ardente verso Dio, che ri lo delle grazie particolari dal cielo, e gli
avvampavagli in cuore, e che manifesta- procacciò la stima degli uomini. Divenne
va molto più colle opere che colle paro- successivamente compagno del ven. Gio-
le, li cattivo stato di sua salute non gli vanni da Stroncone, incaricalo della ri-

permise di recarsi al concilio di Trento, forma de' frati minori nel regno di Na-
«•ode vi mandò in suo luogo il vescovo di poli, e suo vicario iu una delie provincie
I Inesca. Più d'una volta ricorse a Roma dell'ordine. Papa Martino V, conosciuto
e alla corte di Spagna per ottenere la per- il raro merito di Tommaso, lo incaricò di

missione di dimettersi. Finalmente Dio "li cacciare gli eretici Fraticelli da'couvenli
tese la libertà che tanto desiderava, chia- di cui si erano impadroniti, e di procura-
mandolo a >e, e facendogli conoscere in re di ricondurli all' unità della fede. Il

modo soprannaturale the avrebbe finito successo cotonò i suoi sforzi, sicché rota-
di vivere nella festa della Natività di Ma- bili i conventi del suo ordine, li riempì di
lia Vergine. A'29 agosto i555 fu colto uomini virtuosi, e vi ricevette anche mol-
da unasquinanzia, accompagnata da feb- ti fraticelli, i quali essendosi convertiti,
e violenta, e la mattina deyli 8 settem-
)>i perseverarono nella buona via con edi-
bre, fatta celebiare la messa nella sua ca- ficazione. La saggezza cheTommaso avea
mera, spirò dopo comunione del sacer-
la mostrato un affare così delicato, indus-
in
dote, essendo nell'età di 67 a uni. Confor- se Papa Eugenio IV, ad unirlo al p. Al-
me al suo desiderio fu sepolto nella chiesa berto di Sarzana, che inviava agli orien-
degli agostiniani di Valenza. Paolo V lo tali per invitarli al concilio ecumenico di
beatificò nel 1618 ; Alessandro VII lo Firenze. Allorché il p. Alberto vide che il

canonizzò nel 658, e la sua festa fu po-


1 suo negoziato prendeva un aspetto favo-
sta a' 8 di settembre.
1 revole, mandòTommaso con tre altri re-
TOMMASO Bellxci (b.), francesca- ligiosi a fare lo stesso invito al re di Elio-
no. Nato a Linari presso Firenze, ebbe pia. In viaggio Tommaso e i suoi compa-
una buona educazione, ina non seppegua- gni furono presi da'mori, i quali li chiu-
rentirsi dalla seduzione del mondo, e tra sero iu una cisterna, dove li lasciarono per
sanato da cattivi compagni fu per qual- 20 giorni senza dar loro uè bere, uè man-
che tempo schiavo delle proprie passioni. giare, e ne uscirono soltanto dopo tre me-
I n tristo aliare nel quale fu posto a gran- si, rifiniti da'bisogni d'ogni maniera che
de divenne il mezzo di cui la mi-
rischio, aveano provato. Tommaso si fcceamini-
sericordia di Dio si servì per disingannar- rare da bai bari colia sua invitta pazien-
lo e farlo entrare nel sentiero della virtù. za, e col suo zelo di predicare le verità del-
Dedicatosi quindi con ardore all'opera la fede cristiana e di combattere gli er-
della sua perfezione, si aggregò aduna pia rori di Maometto. A ila fine fu liberato co'
confraternita di Girolamo; e non gua-
s. suoi compagni dalla schiavitù de'turchi,
ri dopo per staccarsi interamente dal 7
da Papa Eugenio IV che fece contai e 5oo
mondo entrò nell' ordine di s. France- scudi pel loro riscatto. Ritornato in Ita-
sco de' conventuali quale laico. In que- lia, questo santo religioso era inconsola-
sto nuovo statoceli riparò con abbondan- bile perchè non avea potuto ottenere la
ti e degni frutti di penitenza gli errori del- palma del martino, ch'era 1' oggetto de'
80 TOM T O M
suoi voti. Perciò risolvette di recarsi a Ro- lava di soccorrerli, non era arrestalo né
ma per chiedere di essere di nuovo man- da'doloti che cagionavagli un'ulcera che
dalo in oriente; ma fu costretto fermarsi avea nella gamba, né dalla oscurità della
nel convento di Rieti per una febbre che notte, né dalle difficoltà delle vie, né dal-
gli prese e che Io condusse alla tomba, l'intemperie delle stagioni. Passando so-
ivi terminando il corso di sua vita mor- vente a digiuno il giorno ed anche parte
tale il 3i ottobre 44 7- Siccome la fama
1 deìla notte nell'ascoltare le confessioni, ri-

di sua santità e de' suoi miracoli, come cevea con particolare tenerezza i peccatori
pure il concorso de'fedeh alla sua tomba, indurati, e conducevali nella via della sa-
accrescevano ogni di più, i frati minori lute. Scorse per molti anni i borghi e i vil-

collocarono le sue reliquie in un mauso- laggi della diocesi di Subiaco, facendo e-


leo, e domandarono alla s. Sede l'appro- ziandio frequenti viaggi a Coti sua pa-
vazione del cullo che ad esso rendevasi. tria; e l'elL-tto eh' egli produceva ovun-
Clemente XIV autorizzò questo cullo, e que popolo era tale, che la riforma de'
sul

permise con decreto della s. congregazio- costumi seguiva sempre la sua presenza,
ne de'rili nel 77 1, che si onorasse Tom-
r in guisache potrebbesi chiamarlo il nuo-
maso come beato. vo apostolo di questo paese. Consumata
TOMMASO di Cobi (b.), frate minore così la sua illibata e virtuosissima vita,
dell'osservanza. Ebbe i natali in Cori,dio- cadde malato nel convento di Civitella,
r
cesi diP ellctri(P .),da rispettabili e pii ge- dove favorito delle celesti consolazioni,
nitori. Di purissimi costumi, mostrò (in moiì della morte de'giusti l'i 1 gennaio
da fanciullo a qual grado di santità sa- 1729, in età di 74 anni. I miracoli pro-
rebbe pervenuto, e dopo la morte del pa- varono subito la santità di questo servo
dre e della madre prese I' abito de' frali di Dio, e Papa Pio VI, dopo averli fatti e-

minori dell'osservanza. Finito il novizia- sa mi tiare, decretò solennemente a Tom-


Io, nel quale si fece ammirare perla sua maso gli onori della beatificazione, colla
umiltà, passò a continuare gli studi nel sua bolla de' 1 8 agosto 786, nella quale1

convento di Velletri, ove fu elevato al sa- si fa un bell'elogio dell'ardente di lui zelo


cerdozio; quindi ottenne da'suoi superio- per la salute del prossimo. Poscia il Papa
ri il permesso di andare ad abitare l'anti- recandosi a Subiaco, si portò a venerar-
co convento di Civitella presso Subiaco, ne il corpo in Civitella, come narrai nel
cangiato da poco tempo in un luogo di voi. LXX, 229, descrivendo tal paese.
p.
ritiro. Ivi menò vita sommamente auste, TOMMASO, Cardinale. Di Milano e
ra, che continuò nel convento di Palum- canonico regolare della congregazioue di
baria, situato nella diocesi di Sabina. L'a- s. Maria di Crescenziaco, 3 miglia lungi da

more di Dio e del prossimo che ardeva detta città, nelle tempora di dicembre del
nel suo cuore, gl'inspirò il pensiero di an- 1 1 38 Innocenzo II lo creò cardinale pre-

dar nella China a predicare la fede catto- te di s. Vitale. Si trovò presente all'ele-
lica e a versare il sangue per essa. Avendo zioni di Celestino lì, di Lucio II, e d'Eu-
però conosciuto che la volontà divina op- genio III, alle bollede'quali oppose la sua
ponevasi alla esecuzione di questo dise- soscrizione, e l'ultima porta la data del
guo, rimase con sommissione a travaglia- 1 i45 e fu a favore della chiesa di Vero-
re nella vigna del Signore, nel territorio na, laonde dev'essere morto nel pontifi-
di Subiaco e ne'luoghi circonvicini. Fie- cato d'Eugenio III. 11 Ciaccolilo lo con-
no di dolcezza e di carità pe'poveri, a'cui fuse con un altro cardinal Tommaso del-
bisogni provvedeva spesso in modo pro- l'ordine de'diaconi e poi di quello de'pre-
digioso, gl'infermi specialmente eccita- li ; il Panvinio però e altri scrittori ne
vano la sua compassione. Allorché si trat- corressero l'equivoco.
1

TOM TOM 8
TOMMASO, Cardinale. Onorio III sime del capoluogo, ed ascende a più di
verso il fine del 12 iG lo creò prete car- 18,000. Questa città situata sulla costa
dinale di s.Baibina, e sottoscrisse alla bol- orientale, oltre di chiamarsi s. Tommaso t
la da detto Papa spedita in Lalerano a dicesi pure Cliaveso PanoasanoPavoas*
favore di Simone vescovo di Terracina a' san , Fanum s. Thomae, s. Thorrì-, s.
18 gennaio 2 1 1
7, insieme al cardinal Ro- Tommaso dell''Isola j nome che fu dato
berto Rainaldi di Sezze (?'.), altro car- da'portoghesi all'isola per averla scoperta
dinale d'Onorio III della stessa promo- nel giorno della festa di s. Tommaso a-
zione, e col titolo presbiterale de'ss. Gio. postolo. Contiene più di 700 case, di le-
e Paolo, perciò ricordato dal Rondinini gno la maggior parte. Siede a nord della
nella Storia di tal basilica a p. 176, e città un forte sopra una lingua di terra.
nella stessa bolla riprodotta da Ughelli, 1] porto è bensì piccolo, ma otfie asilo si-
Italia sarra t. 1, p. i2g5. curo alle navi. Gli abitanti di color nero
TOMMASO (s.). Cristiani di s. Tom- nella più parte, sono dotati di molto spi-
maso apostolo. V. Malabari, s. Tommaso rito e di gran memoria, di carattere do-
apostolo, e i voi. XVIII, p. 20 5,e XXXIV, cile. Ha 3 chiese, la cattedrale ora colle-
p. 20 r e 206. giata avea un capitolo composto di 14 ca-
TOMMASO o THOME" (s.). V. Me- nonici: le altre due chiese della città sono
IIAPOR. sotto l'invocazione di Antonio e di s. A- s.

TOMMASO(s.), lS'. Thomae in Insula. gostino. La 8 parrochi, due


diocesi avea
Città con residenza vescovile dell'Africa cappellani e de' chierici. Eranvi diverse
occidentale, nella Guinea e nel golfo di confraternite, un convento degli agosti-
tal nome, capoluogo dell'isola di s. Tom- niani scalzi, ed ospizi di cappuccini ita-
maso, la quale forma il limite della Gui- liani. L'isola di s. Tommaso e le adiacenti
nea superiore e della Guinea inferiore, ed fino a'uostri giorni ebbero il proprio ve-
appartiene al Portogallo. Quest' isola , scovo residenziale nella città di s. Tom-
composta di basalte compatto e pesantis- maso, di nomina particolaredelre di Por-
simo, è montuosa, calda e malsana soprat- togallo,ead istanza del reGiovanni IlI,con
tutto nelle valli, dove dense nuvole cuo- bolla de'23 novembrei534 Paolo III vi
prono il paese principalmente durante i eresse la sede vescovile,dichiarandola suf-
mesi di dicembre, gennaio e febbraio. Le fiaganea dell'arcivescovo di Lisbona; di-
montagne di s. Tommaso sono coperte di poi lo di venne dell'arci vescovo di s. Salva-
boscbi, ed il picco rotondo di s. Anna s'in- toredella Baia di Tutti i Santi del Bra-
nalza ai 100 pertiche. Parecchi ruscelli, sile, quando Innocenzo XI elevò questa
molto pescosi, innaffiano l'isola. Attivissi- sede al grado di metropolitana nel 1676,
ma è quivi la vegetazione, le pecore e le ovvero da alcuno de'suoi successori. Quin-
capre vi sono belle; le bestie cornute più di Gregorio XVI colla bolla Quae oliai
piccole che in Europa, porci abbonda- i a Summis Pontifieibus, de' i3 geunaio
no. I portoghesi Y occuparono nel 1 4<p, i844j solll asse da '
la ' e arcivescovato i ve-
ma vani furono i loro sforzi per tentare scovati di s. Tommaso e di Angola o An-
d'introdurvi la coltura de'cereali e della gora, e li sottopose nuovamente al patriar-
vite. Vi prosperano tuttavia il riso, il mi- ca di Lisbona. Ecco gli ultimi vescovi di
glio, lo zucchero in abbondanza, le pata- Tom maso riportati dalle Notizie di Ro-
s.

te, la cannella , ec. Gli abitanti di quasi ma. Neil 742 h\ Lodovico della Conce-
20,000 compongono di portoghesi e ne-
si zione agostiniano scalzo di Lisbona. Nel
montagne vive un certo
gri schiavi; nelle 1 74^ Lodovico delle Piaghe agostinia-
fi'-

numero di negri marroni. La religione cat- no Alcabenique diocesi di Coim-


scalzo d'
tolica è professata dalla popolazione, mas- bra. Nel 17 53 Antonio Nogueira d'Elvas.
VOL. L XX VII. 6
ga T O M TO N
Neh 779 fr. Vincenzo dello Spirilo santo niln,e l'ospizio de'cappuccini. A vea un par-
agostiniano scalzo di Lisbona. Nel 1782 roco e 8 preti indigeni. In generale, i cri-

fr. Domenico del Rosario domenicano di stiani eranodicaltivicoslumijcomeinqua


Lisbona. Nel 1
794 f''- Raffaele de Castello si tutta l'Africa. Il cleroindigeno non tutto
de Vide minore osservante di Portallegre. corrispondeva alla santità del grado.L'aria
]N'eli8o5 fr. Custodio da s. Anna agosti- insalubre e i calori insopportabili fecero
niano scalzo di Porlo. Nel 18 16 fr. Bar- cessare la missione de'cappuccini, lo stesso

tolomeo de Martyribus carmelitano scal- vocabolo Guinea significando caldo e sec-


zo di Sandomir, diocesi di Coimbra, pre- co, sebbene le pioggie sono quasi conti-
conizzato da Pio VII nel concistoro de- nue. Leggo nella relazione delle missio-
r
gli 8 marzo: vivea nel 847, dopo il quale 1 ni da mg. Fortiguerri segretario di pro-
anno le dette Notizie registrano vacante paganda fide estratla da quell'archivio,
questo vescovato. Inoltre s. Tommaso fu «l'ordine di Clemente XI, che nell'isola
pure un'antichissima prefettura aposto- di s.Thomè esistente nel seno etiopico, l'a-
lica di cappuccini, la quale comprendeva ria pe'foraslieri era cosi cattiva, che in po-
l'isole Annob nono o Annabnna . del Prin- chi giorni di febbre acuta vi morivano ,

cipe e altre di minor grandezza, ed ora e se riusciva loro di guarire, per slare be-
formanti la diocesi di s. Tommaso. An- ne non potevano cibarsi che pel necessa-
nobuono, isola del golfo della bassa Gui- rio nutrimento. La missione de'cappuc-
nea, con città omonima, fu cosi denomi- cini in Guinea fu istituita nel iG5q e me
nala da 'portoghesi perchè la scoprirono gì io stabilita nel 1 Cyj \; indi v'introdusse-
ili.° gennaio 4/ 3, e non vi trovarono a-
1
ro gli agostiniani scalzi della provincia di
nimali, tranne i volatili ;
poi vi s' intro- Portogallo. Nel 1688 il prefetto de'cap-
dussero, massime le capre. Fertilissime so- puccini spedi a delta congregazione lo sla-
no le valli, pescose le rive: principale pro- to delle missioni dell'isola di s. Thomè, ri-

duzione è il cotone. I navigatori diretti al- marcando la penuria di missionari e I' i-

l'Indie vi cercano tregua dal viaggio. Nel gnoranza de' popoli nelle cose spettanti al-

1778 venne ceduta agli spaguuoli, e da la fede, essendo le parrocchie tra loro di-
questi n'ebbero poi il possesso gl'inglesi. stanti 3o miglia, onde la cristianità erasi
L'isola del Principe fu scoperta da'Por- inselvatichita, massime nell'isola d'Aimo-
toghesi nel 147 1, e ne mantennero il pos- bon, ed avea appresi costumi della re- i

sesso. Il suolo offre riso, tabacco, miglio, gione, che sono principalmente l'avere le
zucchero e frutta tropicali. L'unico bor- concubine, preferendosi i bastardi a'fìgli
go è situato sulla riva settentrionale; a legittimi.
giato e sicuro n'è il porto. Annobuonoè TONACA o TONICA o TUNICA, TV
popolato da qooo quasi lutti negri e cat- idea, Toga. Veste lunga e con maniche
tolici. Ila la chiesa dedicata alla Conce- lunghe, usala dagli antichi, oggi propria
zione di Maria Vergine, 4 cappelle, col de'clauslralid'ambo i ,Religìosie Re-
sessi

parroco. Uno morì dopo avere


di questi ligiose (I •), di lana odi scotto de'coloii
esposto il ss. Sagramento, il quale restò propri de'loro istituti. Si suole cingere per
cosi per 14 mesi, finché arrivato un reli- fermarla alle reni con Cintura o Fu. scia
gioso consumò le specie sagra mentali. Du- (V.) di diverse materie, come di cuoio, di
rante questo lungo spazio di tempo, il po- lana, canape o corda, la (piale ha suoi
ci ì i

polo mantenne innanzi sempre le lam-


vi Mentre la tonaca a-
misteriosi significati.
pade accese, e due persone vi assisterono vendo come altre_ vesti la forma di croce,
in continua orazione. L'isola del Principe vuoisi per essa denotare come gli eccle-
conta 4,000 abitanti, nella principale par-
1 siastici devono imitare Gesù Crocefisso
te cattolici, con due chiese, una confi a ter (1 -ÌS e la sua lunghezza diecsi significale
TO N TO N 83
la perseveranza finale dell'opere buone. vano professione di vita austera, così al-
Sulla tonaca, come sott'abito, tla'monaci, cuni profeti antichi vestivano di sola pel-
da'fiati, dalle monache si sovrappone il liccia. Della sola tonaca vestivano in casa
coni;>imen(o del loro abito,come lo Sea- gli antichi romani,come si ha da Tertul-
poiaret \a Cappa, il Cappuccio^ Manto liano, e di questa anche erano vestiti ser- i

r de'medesimi, ed è tuttora tal veste ri-


o Mantello [f .). Inoltre sulla tonaca re- i vi

ligiosi assumono la cotta e le altre lesti sata da diversi popoli. Circa la forma, era
sagre. Al dire di Vairone, la tonaca fu quasi simile alla veste Dalmatica o Tn-
così dotta a tuendo, dal difendere il cor- nacella [1 '.). vale a dire infera avanti al

po, come la Toga (V.) a tegendo , cioè pettoedivisa ne'lati sino alle ginocchia. In
dui copi irsi. PoichèosservaBiondodaFor- principio la tonaca degli uomini era sen-
lì, nella Roma trionfante, trattando delle za maniche, ovvero colle maniche stese
vesti de'romani antichi, die la tonaca fu sino a mezzo braccio, ma nelle donne le
veste assettata al corpo, corrispondente maniche, si stendevano sino alle mini.
oncbe all'odierna Sottana (T .), e la toga Riferisce ancora il p. Bonanni, essere in-
il mantello o veste più ampia e lunga che certa 1' epoca di quando cominciò 1' uso
si portava disopra. Si portavano dagli an- delle tonache colle maniche, e crede pro-
tichi d'ordinario due tonache, e talvolta babile nel tempo degli Apostoli e de'cri-
ancora più di due. La tonaca esteriore chia- stiani della primitiva Chieda ,
poiché sa-
mavasi Umica, quella di sotto subucula rebbe stato indecente che esercitassero le

e anche indusìum, la cpiale serviva più funzioni ecclesiastiche colla veste priva
sovente per le femmine. Essa era in so- dellemaniche. Nou eraperòquesl'uso in-
stanza una camicia, che in principio si fa- teramente propagato e comune a tutti i

ceva di lana, e formò con tela


più tardi si cristiani nel principio del V secolo, giac-

di lino. llp. Bounani, La Gerarchia ec- ché Cassiano che visse nella metà di esso,

clesiastica considerata nelle vesti sagre De Inslit. monachorum lib.i, ragionan-


e cis-i/i, dice che da'romani oltre la toga do di que'd'Egitto dice: Coloìnis auoqut,
fu usata un'altra veste delta tonaca, dalla lineis induti.cpiae vix ad cubitorum ima
parola latina /«wcv/, la quale procede dalla pcrlingunty nudas de reliauo circnmfe-
paiola tticndo, che perciò le membrane runt manus, utamputatos habere eos a-
U egli occhi e defluiti si dicono tuniche. opera mundi hujus suggcrat ab-
ctiis, et

Lunga era la tonaca, ma più breve della scistio manicarum.etab omndconversa- 1

toga, sotto la quale si portava, e copriva tiouc terrena mortijicatos eos velamini*
immediatamente il corpo di chi fusa va. linei doceat indumentum. E dall'uso di
Aggiunge essére stala tal sorte di veste co- tal veste de''Solitari d'Egitto, stimò Pan
mune anche agli ebrei e di due sorti, una ciroliche procedesse la pazienza o sca-
con maniche, l'altra senza; alcune erano polare monastico. Tale veste, nominata
larghe, altre più strette; alcune di lana, al- da Cassiano Colobio(f .), cioè tonaca sen
tre di lino, secondo la coudizione di quelli za maniche, era comune a'monaci e solita-
che se ne servi vano. Questa si nominava in- ri, per essere più spediti oell' opere ma-

dusiu/n, e benché il nome di tonaca sia ge- nuali, alle quali si applicavano per fug-
nerale, contultociò comunemente s'inleu- gir l'ozio. Notai a Colori ecclesiastici ,

de la che sotto la toga si


veste interiore nel pai lare di quelli usati da'chierici nel
usava. Questa fu adoperata dagli Apostoli, vestimento ordiuario e sagro, che sino dal
OOtnechè veste degli ebrei e de' romani nasceredellaChiesa furono distinti i chie-
d'ambo sessi, più lunga essendola toga
i rici colla Tonsura e colla veste talare, più
delle donne. Di sola tonaca vestirono molti, corta però di quella delle donne, cioè usa-
cuine quelli i quali presso i romani face- vano la tonaca o toga senza maniche, la
84 TON TON
quale veniva sovrapposta all'altra toga o era certamente tunica bianca di lino,
la

tonaca colle maniche più o meno strette, la quale adoperatisi da ogni Sorta di sa-
nel modo che vestono diversi orientali ap- cerdoti gentili d'oriente e d'occidente, es-
partenenti al clero. La veste tonaca fu chia- sendovi in Campidoglio una famosa sta-
mata da'greciCtf//7..v/W.?,eda'rotnanitSVo la tua di sacerdote idolatra, vestita con ve-
come a questo articolo dissi,notando da ste che quasi in nulla differisce da'noslri

chi usata, e che quella con maniche corte camici, e anco bene arricciato. Però sog-
fu detta stola o tonaca reale, come abito giunge, questa sorta di vestimento laChie-
ordinario de're e de'roagisU assomiglian- sa per certo non prese da' gentili sacer-

te agli odierni rubboni usati da' Gonfalo- doti, ma bensì dagli ebrei e dalla s. Sci it-

nieri, Priori e altri municipali. Di pitiche tura, ove da Dio fu prescritta ad Aron-
il sommo sacerdote,! sacerdoti ed i leviti ne e suoi figli. Tunicam lineam, et stri-
degli ebrei vestirono le tonache chiamate dami Porro fìliis Aaron tunieas lineas,
stole. Ed inoltre che fu chiamata stola del parabis,ete. V esliesque his omnibus Aa-
Pontefice massimo de'romani pagani, di ron, et jilios ejus curri eo. Che la tunica
cui meglio riparlai altrove, come nel voi. linea, o camice come noi l'appelliamo, non
LXX11I, p. 280, 281, 283, 284, quella fosse presa da'gentili, ma dagli ebrei, dice
veste che diversi scrittori denominarono Marangoni, provarsi chiaramente dall'es-
tonaca, indossandola gl'imperatori, quan- sere stata usata ne'principii della nascente
do furono rivestiti di tale religiosa dignità, Chiesa da S.Giacomo apostolo, il quale u-
sotto l' imperiale paludamento. Quando sava solamente veste di lino; e questo era
sulle tuniche romane si poneva il Lati- proprio vestimento sacerdotale. Di que-
clavio, nel quale articolo dissi come for- sta veste linea, dopo s. Giacomo, Maran-
mate tali tuniche e usate pure dagli ebrei, goni ne trovò altra memoria negli atti di
da'profeliedalSalvatore,e quella di que- s. Cipriano vescovo di Cartagine e marti-
sti fu appellata Tonaca o Tunica Incori- re, ne'quali si legge: Curn se dalmatica
£utile(F.),s\a\\ìal'\c\aM\oàiPorpora{F^.) i expoliasscty et eam Diaconibus tradidis-
sia d'oro, allora le tuniche si chiamava- set, in linea stetit, et coepit spiculalorem
no Augusticlave o Laticlavc, ed in Gre- sustinere. Il camice era la tonaca di lino
cia molto si usarono da'ricchi. 11 Cami- usata dal primitivo clero in chiesa e fuori,
ce (V.) degli ecclesiastici, Tunieas Alias però l'adoperato ne'sagri templi era più.

( antica veste bianca talare detta ancora mondo e più nobile.Dal camice poi ebbe-
A/bao Camisia romana, di cui ragionai ro origine le vesti ecclesiastiche del Roc-
anche altrove come a Rocchetto), pure chetto, eziandio detto Tunica,^ della Cot-
chiamossi tonaca, e derivò dalle tonache ta (P-), appellata altresì Tunica talari.
bianche degli antichi romani, secondochè In quest'ultimo articolo rimarcai, che al-
pretendono alcuni. Ma il dotto Marango- cuni stimano avere l'antico clero vestito
ni, Delle cose, gentilesche e profane tra- la tonaca bianca talare, senza maniche, e
sportate ad uso e ad ornamento delle poi mutata la materia si convertì in Pia-

chiese, osserva che da' monumenti appa- neta (V.) e divenne propria de'sacerdoti.
risce l'antica disciplina della Chiesa, qual Di più pare che dalla tonaca fosse formato
fu di abborrire unicamente quella sorte il Sacco (P'.) t abito penitente de'confra-
di vestimenti, i quali erano distintivi spe- tri de' Sodalizi (V.)% i quali se Io cingo-
cifici di Laonde quanto
culto idolatrico. no a'iombi con cinture o cingoli di cuoio,
alle altre vesti, benché adoperate da sa- di corda, di lana, di seta, di filo o cotone.
cerdoti gentili, anche ne'sagrifìzi, tale di- Adunque 1' antica tonaca o tunica fu
stintiva sacrilega non portavano, mentre vestimento che portavasi immediatamen-
a tulli erano anche culmini; efia queste te sul corpo, ed era comune ad ambo i ses-
TON TO» 85
si. Ne fecero uso quasi tutti gli antichi po- ro il nome di * iicciiu: ti o duelliti. Andava
poli, ma gli uni la portavano con mani- la tunica si giusta al collo, e scendeva sì

che, altri senza; pe'primi era molto larga, basso presso le donne vereconde, che non
assai più stretta presso gli ultimi. Com- si vedeva di esse fuorché il volto. Quan-
ponevasi ordinariamente di due pezzi, che do il lusso ebbe introdotto l'uso dell'oro
offrivano a un dipresso la figura d' un e de'gioielli, iucoroinciossi impunemente
quadrilungo; l'uno copriva il petto, l'al- a mostrare il collo, le spalle e la parte su-

tro il dorso , ed entrambi univansi sulle periore del seno; la vauilà andò prenden-
spalle agli angoli superiori, lasciando in do piede, e le tuniche s'incavarono mag-
mezzo un' apertura per la quale usciva la giormente; il che si attribuisce per le pri-
testa. I due pezzi avvicinavansi sotto le me alla romane, insieme a portare tona-
ascelle, sempre allargandosi al basso, con che d'una stoffa fina e trasparente, per U
una marcata differenza pegli uomini e per qual cosa Seneca diceva nulla poter di-
le donne. La tunica tenevasi soggetta con fendere in esse il corpo e il pudore, cosic-

una cintura, lasciandosi cosi alle membra ché alcuna non avrebbe potuto giurare
la libertà e facilità de'movimenti. La cin- d'essere nuda. Spesse volte le maniche non
tura si assumeva quando si usciva dalla erano unite, e dall'alto della mano fino
propria casa, giacché nell'interno la tona- alla spalla erano attaccate con fermagli
ca portavasi senza alcuna cintura. Le per- d'oro e d'argento. Il portare uua tunica
sone voluttuose stringevano meno la lo- lunga fino a' piedi era pegli uomini indi-
ro cintura che non le altre , cosicché la zio di mollezza e dissolutezza; lo stesso ac-
tonaca rimaneva con pieghe pin ampie, cadea delle tuniche a lunghe maniche che
e questo riguardavasi come un indizio di chiamavansi chirodatae o manidealac,
mollezza, e non era molto onorifico alle chiridata o inamidata; esse non conve-
persone, per cui se ne fece rimprovero al- nivano che a'barbari, riguardandosi co-
lo stessoMecenate. Da principio eradi la- me indecente, ed un greco deipari che un
na, e uomini la conservarono di tale
gli romano avrebbe arrossito di portarle. Ma
stoffa lungamente, mentre per le donne cambiati costumi colla repubblica, sta-
i

sembra chefossein uso il lino fino da'pri- bilissi un uso affatto contrario, ed il por-

mi tempi o poco meno. Erano le tuniche tare tuniche senza maniche divenne allo-
cucite dagli orli inferiori fino alle anche; ra ignominia. Gli ordinari ornamenti del-
alcune antiche figure lasciano persino di- la tunica consistevano in una larga ben-
stinguere le cuciture. Erano per lo più da di porpora chiamata clavas e lativla-
bianche, ma si portavano anche di colore: yust chescendeva dall'alto al basso. A Ro-
Ovidio rimarca che la tunica nera sta be- ma il solo basso popolo e gli abitanti del-
ne alle donne bianche , e la bianca alle le campagne, non aventi mezzi di com- i

brune. 1 cittadini di poche fortune, sol- i perarsi una toga, uscivanoin pubblico col-
dati e gli schiavi portavano tuniche tin- la semplice tunica, onde trovasi in alcuni
te di rosso, tali divenute in forza dell'uso. autori tunicatas populus, tunicata piebs.
Trebellio Pollione fa menzione della tu- Ma nelle altre città ed in campagna, tan-
nica rossa de'soldati. 1 lacedemoni la por- to i ricchi quanto i poveri andavano sen-
tavano rossa alla guerra, onde il sangue za distinzione colla sola tunica. Ben di ra-
delle ferite colpisse meno la vista, per evi- do scorgesi sulle tuniche alcun ornamen-
tare l'abbattimento negli altri. Presso i ro- to, tranne i fermagli sulle spalle, ed i bot-
mani la tunica scendeva pegli uomini fino toni lungo le maniche. Non si sono mai
alle ginocchia, fino a' talloni per le donne; rinvenute frangie d'oro. I greci chiama-
ma i soldati ei viaggiatori la rialzavano rono questo vestimento col uome di Ctf»
fino alla metà delle cosce,doude venne lo- Idàirii, e ino uv chitoni/ o monofjcpln 4ir
86 TON TO IN

c:evansi le donne che non erano vestite manti quante aveano tuniche,
tanti piccoli
fuorché della tunica con cui dormivano. e quando cambiavano quest'ultime pren-
Quanto alla tunica cle'Iacederuoni, pera- devano anche il manto che conveniva e
venie una giusta idea Don si è trovata fi- th' eravi attaccato , dimodoché pareva i
gura piti antica di quella tratta da un bas- due pezzi non formarne che uno. La tu-
sorilievodella villa Borghese di Roma. E nica pietà era carica di ricami, o coper-
noto che la tunica delle donzelle lacede- ta di fiori e altri disegni; convenne in pri-
moni era diversa da quella delle donne, ma a'soli trionfanti, poi ad altri fu data
perche «perla da ambo le parti dall'estre- e specialmente a' consoli. Importanti ed
mità inferiori fìtto all'alto delle cosce, le erudite notizie sulla tonaca o tunica ri-
quali quindi potevano vcdersi;dal che ven- porta Buonarroti, nsN Osservazioni dei
nero esse chiamale jeuoineridi, cioè che t'^.s7^//f/(7t/\//i't^/o,eprincipalmentesul-
lasciano apparire le cosce. Sofocle im- t le tuniche davate ossia ornate di fram-
proverò la principessa Lrmione,perchè a- menti e striscie di porpora, in uso presso
vanzata in eia portava ancora la tunica a- gli ebrei anche pastori (forse i davi usali
perla dalle due parli. La tunica avea co- da'pastori edalle persone meccaniche può
me la toga diversi nomi. La tunica linea essere che non fossero di rosso buono di
o di lino, non si conosce l'epoca precisa- porpora), e di essi clavi furono ornate le

mente in cui a Roma comiitciossi ad usa- tuniche pure de' profeti, del Salvatore e
re il lino per le tuniche; per lunghissimo degli apostoli. Che le tuniche davate e col-
tempo ftt essa di lana, e quegliscritlori che le maniche lunghe non sempre si hanno
distinguono due tuniche, ambe di lana le da pigliare per dalmatiche. Le tuniche de-
suppongono; motivo per cui sì spesso ba- gli ebrei erano lunghe e cinte in due luo-

gnavansi romani nelle Terme (I .), on-


i ghi, cioè intorno alle mammelle in alto e
de rimediare agl'inconvenienti che deri- vicino a'reni. Delle tuniche lunghe e cin-
vavano dalla mancanza di biancheria di te, adoperate da'servi per servire a tavo-
lino (del quale riparlai a Stoppa). Secon- la, indi furono introdotte le tuniche fatte
do Lampi idio ili. "a far uso della tunica apposta corte e non cinte, di quante sor-
di lino fu l'imperatore Alessandro Severo; ti; mentre le tuniche de' romani antichi

ma non divenne comune che


l'uso di essa nella loro primitiva semplicità per essere
mollo tempo dopo di lui. Fu detta tuni- corte non si cingevano, come quelle delle
ca molesta, quella specie di camicia into- persone di vita apostolica. Che le tuniche
nacata di zolfo, di cui copri vansi i rei che non cinte, per la preziosità della materia,
doveansi abbruciar Tunica palmata
vivi. e del lavoro che impediva di lasciarle ac-
si disse quella di porpora con una benda costare alla persona, si ilice va stare e tu-
di stoffa d'oro, vestimento di coloro ch'e- nìcaó (liseiuclae. Delle tuniche o penule
rano onorati del trionfo , e di que' pure d'una manica sola. Delle tuniche palmate
che presiedevano a' giuochi circensi. La tle'trionfanli, poi date a'consoli ed a'eapi-
tunica rettasembra essere stala così dna •
tani, così dette a cagione degli ornamen-
mala, perchè non vi si poneva sopra al ti di palme, co' quali fu solito abbellirle
cuna cintura e lasciavasi ondeggiare: ila- anticamente; che per la preziosità loro si

vasi quesla sorta di tunica a'Iiberti; men- confusero o si cambiarono nelle dalmati-
tre la tunica cou una sola manica era ri- che, e si aggiunsero a quelle le maniche
servata agli schiavi. Si dicevano tuni- lunghe e larghe, quando quesla sorla di
che palliolate, quelle cui (mi vasi un leg- veste di lusso dalla Dalmazia passò in Ro-
gero manto; nella stessa guisa che vestes ma: erano di porpora e sopra ornale d'o
citeitliatae chiamavausi gli abiti guerni- ro, con diverse figure o tessute o ricama-
ti di cuppuccio. Le donne ricche aveauo le. E finalmente delle tuniche subarma-
T O N T ON 87
li, da portarsi solto il torace o sotto le ar- tiniSchiston e Scissile, da alcuni Cor-
mi da 'soldati, appellate profundum, dal- soides, da altri Politi, Sartopolia, e da
l'usarsi sotto tutte le altre vestiineula. I greci Amianthu» e Asbeston, cioè incom-
fanciulli romani nel prendere la tonaca bustibile: il quale essendo di sua natura
virile, giunti all'età di 17 anui, depone- assai tenero e arrendevole, facilmente as-
vano la Bollii d'oro, della qua le riparlai sottiglia vasi, e maestrevolmente sfilaccia-
nel voi. LXXI,p.
71, dicendo delle su- lo si lavorava e riduceva a foggia di (ìli

perstizioni. Questa bolla o globetto vuo- da trama, e tessevasene tovaglie, cami-


to d' oro pendeva loro dal collo, e I' u- cie, tuniche, sciugamani, lucignoli e co-
savano sulla veste corta detta pratic- se simili. Questa pietra dunque trasmu-
ata, che giungeva appena sotto il ginoc- tata cote mirabil arte in tela maneggevo-
chio. 11 Guasco, I riti funebri di Roma le, quanto più slava nel fuoco, tanto più
pagana, a p. 77 parla delle tuniche*rne- s'imbianchiva senza putito scemare. Il
ravigliose colle quali si chiudevano ca- i Guasco riporta uu gran numero di scritto-
daveri, e che poste al fuoco non ardeva- ri che tuttociò affermano. Per altre nozio-
no. Riferisce pertanto, che romaui per
i ni sull'amianto e sul bruciamento de' ca-
raccogliere le ceneri nel bruciamento de' da veri, può vedersiFuxERALE e Sepoltura.
cadaveri, acciocché non si mescolassero e 1francesi dicono che a tempo delle crocia-
confondessero co'combustibili che le di- le le tonache ebbero molta voga nel loro
stiuggevano,ammautellav ano morti con i paese, poiché la moda venne originaria-
Certe camicie o tuniche fatte d' un lino mente da'saraceni, i quali portavano co-
incombustibile, per modo che il corpo munemente una specie di tonaca sopra le
tutto coperto inclusivamente al capo con loro armi; quindi è che i francesi in quel-

Ctse, non abbruciava perchè fosse tocco l'epoca le chiamarono Saladinc, dal uu-
dalle fiamme, ma per la forza dell'ardo- me del celebre sultauo Saladino. Essi pe-
re ond'era circondato, il quale assorben- ròdavano egualmente il nome loro di sa-
do tutto l'umilio delle membra, agevol- Lule uou solamente all'armatura che tro-
mente lo scompaginava, finche ridottolo va vasi coperta dalla tonaca o saladma, ma
in minutissime parli veniva poi fatto in ancora ad uu elmo privo di cresta e più
polvere.Di lino sì prodigioso lasciò memo- leggero di quello che comunemente si a-
ria Plinio, che lo chiama lino vivo, e di- doperava.
ce che non arde nel fuoco, in prova di che TONACA o TUNICA INCONSLTI-
all'erma d'aver veduto tovagliuoli falli di LE DI GESÙ* CRISTO, Tonaca [neon-
esso, i quali giltali nelle fiamme rimase- sutili.s- Coristi. Reliquia insigne, vesle in-
ro purgali e netti d'ogni macchia, senza teriore e lunga portata sempre dal Salva-
riceverne la menoma diesa, anzi ripor- tore, in giro intessuta dalla B. Vergine sua
tandone lucentezza tale,che maggiore non madre; denominala Jnco/isulilc perchè
potevano acquistai e. Soggiunge che di es- prodigiosamente cresciuta proporzionata-
so lino facevansi le vesti, nelle quali in- mente colle sue divine membra, e che poi
tonacavano i morti, per evitare la me- nella suaPitssione venne tra'soldati messa
scolanza delle ceneri diverse. Inoltre Pli- a sorte, e ripartita tra essi, insieme agli altri
nio dice che tale lino nasceva ne'deserli suoi vestimenti. Si crede che fosse di colo-
deli' India più dominali dal sole, e non re d'orosmontato o di rosa secca,del colo-
T
soggetti alle pioggie. Questo lino vivu.cre- re della Fascia (f .) che all'uso de'naza-
de il <»ua>co lo stesso che l'amianto, al- reni usò; mentre il manto o pallio o so-
lume assai noto e chiamato Carysliuni, pravveste da lui usata, si vuole percomuu
Garpasiwn, Carboswn, Bostrichitcn, consenso che fosse azzurro ovvero paonaz-
PuL-is Salainandrac,Jaiiicuwu da'la- ì
zo carico di tintura. Gesù Cristo vtmue
88 TO N TON
anche rappresentato col Pallio [V.) sul- di, la quale era non cucita, ma tessuta e
le spalle, onde alcuni credono che desso lavorata ad ago, e formata dalla B. Ver-
fu la veste che soldati nella sua passio-
i gine colle sue mani, come scrisse s.Eutimio
ne si divisero a sorte in 4 parti, per la ra- presso Baronio all'anno 34, n.°35, e so-
gione detta nel citato articolo, ma sembra pra di essa vedesi un ampio pallio, che de-
meglio, per quanto dirò, riconoscersi per centemente raccolto in pieghe si sostiene
la veste tratta a sorte la tonaca intonsa* colla mano sinistra. Che Nostro Signore
tile, come indivisibile. Questa veste dice- portasse, oltre la tunica inconsutile, altra
si che s'imponeva per l'apertura del collo, sopravveste o pallio, apparisce dal testo
e quasi corrispondente alla penula o Pia- di S.Giovanni Evangelista al capoigdel
netti o alla Croccia (/'.). Dissi a Guanti, suoEvangelo, ver. 23: Milites ergo, curii
col vescovo Sarnelli, che i pontificali deb- crucifixissenl eiini, acccpcrunt vestimeli'
bono essere inconsulili, cioè lavorati con ta ej'us, et fecerunt quatuor partes (uni-
ago, come la veste del Redentore, per de- cuique militi partem) et tunicam. Erat
notare l'integrità della fede. Osservò Hur- autem tunicam inconsutilis desuper coti'
ter iieUnStoria d'Innocenzo ///,chc que- iexta, per totum. Cornelio a Lapide uel
sto dottissimo Papa in più d'un luogo del- Commentario sopra s. Matteo, cap. 27,
le sue epistole, allega la veste di Cristo tu- v. 3-7, nota 2.% riporta che lo slesso Enti-
idea, inconsutilis, qual simbolo dell'uni* mio è di parere, che le vesli di Cristo fos-
a
là della Chiesa, e dicendo: La Chiesa, al sero Ire: lache fosse l'inconsutile, come
1 .

pari della veste inconsulile di Cristo, non ì&camiscia interiore; la 2/ una veste ta-
vuol essere ne cucita ne sdrucita, con al- lare simile a quella degli ecclesiastici, detta
lusione alla separazione de' Greci dalla dagl'italiani e da altri Sottana^/ .)',\a 3/
Chiesa cattolica. \\ p.Bonamìi,Z,rtGe/v?/*- esteriore più ampia, che a guisa di pallio
chia considerata nelle vesti, ragionan- tulio corpo ricoprisse dalle spalìe fino
il

do del Superumerale (/ .)del sommo sa- a'piedie lo adornava: imperocché non era
cerdote e delle altre vesti sagre, dice che in uso dagli ebrei di portare négiubbo-
fossero fatte opere polymìto, cioè tessuto ne uè femorali, come anche sino al tem-
vìidlis filis variorum colorimi, come era po di Marangoni si praticava da molti o-
a
la veste di Giuseppe figlio di Giacobbe, rientali.E questa2. cingevasi versoi lom-
tunicam poly mitam. Di piùaggiungecre- bi con una coreggia o cintura o fiscia
dersi anche opere textili, dalla qual pa- d'altra materia, detta zona; e che si por-
rola nasce dubbio, se si debba intendere tasse da Cristo non è da dubitarsene, men-
fosse fatta la veste con tela tessuta e di , tre egli prescrivendo a'suoi apostoli l'abi-
vari pezzi insieme uniti con l'ago, come to, gli ordinò: Nolite possidere tiuritm,
ora comunemente si lavorano, ovvero fos- ncque argentimi, ncque pecunia in in zo-
se fatta di maglia nel modo che si lavo- nis vestris. E sopra il verso 35 del cap.
rano le calze, guanti e simili, oppure fosse 12 di s. Luca : Sinl lumia vestii prae-
tessuta in maniera che non si congiunges- cincti, come spiega Cornelio citato, volle
se una parte coli' altra, e di tale lavoro il Signore alludere al rito degli orienta-
stimò ilBiaunio,y9c' Vest. Sacerd. Ilehr. li, quali erano gli ebrei e gli assiri: .. //pud
l.i, ci 6, che fossero le vesti sacerdotali, quos mos erat longìoribus vestihus , et
come fu la veste inconsulile del Salvato* tuuicis inditi, quas iter pie turi, vel la-
re , contexta per totum. li Marangoni, horaluri praecìngebant, E questione pe-
Istoria di Sanata Sanctorum e dell'im- rò, dice Marangoni, se la tonaca incon-
magine del ss. Salvatore, osserva che tut- sulile fosse quella interiora, che noi ap-
te le sue immagini appariscono vestite al pelliamo camiscia, o pure la 2. che a que-
di sotto colla veste inconsulile fino a'pie- sta 1. "sovrappone vasi. Su diche può ve-
TOX TON 89
dersi quanto più ampiamente ne scrisse sostomo nell'omelia 84 sopra l'erangelo
il Ferrano, De re vestiario, lib. 3, cap. di s. Giovanni è di sentimento che queste

i ei6, t. 6. Essendo però cosa certa, die due vesti esteriori del Redentore non fos-
questo titolo d' Inconsutile si èdalo,e con- sero di materia preziosa, aia piuttosto vi-

fusamente si applica anche alla cauiisda le e ordinaria, mentre in tutte le altre co-
di Nostro Signore, che serbasi fra le re» se non volle comparire diverso, ma in tut-
iiquie della Chiesa di s. Giovanni in La- te conservare la sua povertà e bassezza
terano, mentre nella tavola Magna La- volontaria. Ed inoltre deve notarsi, come
teranense ella ritrovasi fra le medesime nell'immagine del Salvatore effigiala da
enunciata con queste paiole: Prima Ca- s. Leone III, nella parte destra fuori del-
miscia Salvatori*. Ma nell'indice delle la tribuna del suo Triclinio Lateranen-
medesimescriltoda GiovanniDiacono La- se,sedente in trono in atto di dare le chia-
teraneuse leggesi : Tunica Inconsutilis, vi a s. Pietro e lo stendardo a Carlo Ma-
a nani feci t s. Maria ì irgo Filio suo Je- gno, oltre l'essere cinta a mezza vita, tie-

su Chris to. Contuttociò sembra al Ma- ne la sopravveste o pallio attaccato sopra


rangoni più verosimile, che questo titolo le spalle con una fibula o fibbia; ma in
di / este Inconsutile appartenga piutto- moltissime altre questoaltaccamento non
sto alla 2.' che tutto il corpo del Salvato- si conosce. Ci fa conoscere ancora s. Mat-
re interamente ricopriva dal collo fino ai teo, cap. q, v. 3o, che la sopravveste del
piedi, e fosse la veste che noi diciamo Sot- Salvatore avea la sua fimbria o orlo nel-
tana. E che sebbene s. Giovanni nell'al- la sua estremità: accessit retro, ac teti-

legato testo non menzione di questa


fa git fimbria vestimenti ej'us. Queste fim-
camiscia, od' Intenda, ma sulamenledel- brie erano fili tessuti o cuciti all'estre-

ia sopravveste divisa in 4 parti da'solda- mità della veste esteriore, di colore di gia-
ti, e di questa Inconsutile , ciò poter es- cinto o violaceo, che il Signore avea or-
sere accaduto, perchè essendo stato spo- dinato agli ebrei, aftinché nel vedere que-
gliato il Salvatole di tutte le vesti per bat- ste fimbrie si ricordassero de'precetti di-
terio con Flagelli legato a una Colonna, vini. Conviene tener presente, che Gesù
nell'essere rivestito in fretta non gli fosse Cristo nella sua passione indossò altre ve-
posta la caoaiscia, ma la sola veste incon- sti ancora per contumelia; prima gì' im-

sutile e la sopra v veste o pallio, mentre que- posero d'ordine d' Erode per vituperio una
ste sole erano necessarie per farlo da tut- veste bianca, considerandolo pazzo;poi per
ti conoscere, nel portare la croce al Cal- ironia lo vestirono di finte vesti e insegne
vario. E certamente, che alla camiscia e regie, come di uno straccio di Porpora,
insieme alla tunica talare non competes- o logoro paludamento o clamide di tal
se ad ambedue questo titolo d'Inconsu- drappo, dello *$Ve//ro di Canna, della Co-
tile né di Tunica, apparisce dalla proibi- rona di Spine, e lo salutarono con belle
zione fatta da Cristo a'suoi apostoli di non re de'giudei,e perciò sulla croce lo deri-
possedere, e portare due tuniche, mentre serocol Titolo di Re.v Judaeonun.e pro-
pre-so gli ebrei, e massime più dovizio- i babilmente lasciandogli la corona di spi-
si, era costume di portarsi due e anche più ne incapo,quaudogii tolserogl'indumen-
Tonache f I .). Di qual colore poi furono ti reali; e sebbene ue'primitivi tempi del
le vesti di Gesù, dice Marangoni, non ci cristianesimo Crocefissi erano privi del-
i

è rimasta memoria; bensì è da credersi, la corona di spine, con più fondamenta si

che fossero di colore piuttosto scuro e mo- crede che il Salvatore fu confitto in cro-
desto, iucui uouapparisse singolarità, mi ce col capo circondalo di spine a foggia
che non fossero né anche nere, ma secon- di corona, come dimostrano il Gretsero,
dol'usoconjuueilautopiùche s. Gio. Gri- Deduce hb. ijCdp.22;eI5euedellu\l\ ,
9o TON TON
De fistis cap. 7, tic fer. vi, 1. 89. Nel li* parte superiore del piede rimane scoper-
I >ro di Baldeschi e Cresci miteni, Stato (fel- ta, come si vede usarsi da'carmelitani scal-
la chiesa papale Lateranense, fra il no- zi, cappuccini, minori osservanti e altri re-
vero delle reliquie insigni che possiede, si ligiosi. Due sandali di s. Bernardino da
comprendono; il Vestimento di porpora, Siena minore osservante si conservano
col quale fu vestito Cristo per ischerno fra le reliquie della chiesa di s. Cecilia di
nel pretorio di Pilato: il Velo, che si tras- Roma. Che Cristo li usasse, dissi a Scala,
se dal capo la D. Vergine, per ricoprire santa, che ivi si custodiscono, e porzione
la nudità di Cristo quando fu spogliato anche nella detta chiesa di s. Paolino. Non
Dell'inchiodarlo sulla croco; nel cpial velo devesi tacere, che Gesù Crocefisso in va-
si vedono delle stille del suo Stingile pre- rie maniere fu elligiato ne'vetusti tempi.
ziosissimo: il Sudario (f ,) asperso di san- Da una pittura esistente in un cubiculo
gue, col quale gli fu ricoperto il volto nel clelcimiterio di s. Valentino di Roma, ve-
sepolcro: la Camicia,chegli fece colle sue desi il Salvatore tunicato dai collo qua- fin

mani la B. Vergine: parte delloSciugatoio, si a'piedi, come riferì il Bottari, Sculture


del quale Cristo si servì per asciugare i e pitture de' Cimiteri di Roma, t. 3, p.
piedi degli apostoli dopo la Lavanda ilei iy4> et è questo forse l'uso più antico.
'

piedi. Oltre delle Vestimenla dellaB. Ver- Poscia non si conservò della tunica tala-
gine, nella basilica Lateranense si vene- re che la parte inferiore da' fianchi alle
rano ancora il Cilicio tessuto di pelli di ginocchia, e tal foggia di veste, oud'è co-
cammello, del precursore s.Gio. Battista; e perto il Salvatore, si ravvisa spesse volte
(•Tunica di s. Giovanni apostolo e evange- ne'Crocefissi del medioevo. Dappoi fu cin-
lista, che custodi vasi nella cappelletti! sot- to d'una fascia a'lombi,quaI vedesi tutto-
to il ciborio e tabernacolo del le ss. Teste, ra adoperata, o ricoperto d'un guarnello
II cardinal Besozzi, Storia di s, Crocei/i o panno dalle reni fino alle ginocchia, ed
Gerusalemme, riferisce che in questa ba- anche vestito di tunica , come il Celebre
silica si conserva la corda colla quale fu ss. Lucca; tutte queste co-
Crocefisso di
legato Gesù, in croce, e una gran parte perturesembrauo derivate dal pudore che
di sua veste. Nella chiesa di s, Paolino al- vollero rispettare i cristiani verso l'ado-
la Regola de' francescani del terz ordi- rabileGesù. Il Rocca, Opera omnia, t. r,

ne, tra le reliquie insigni vi sono de' Ve- p. 3.53, De par tic ula ss, Crucis, non so-
stimenti di Gesù Cristo e de'suoi Sanda- lamente tratta di questo argomento, ma
li, come trovoin Cancellieri, Dìssert. del- ci die un disegno con 4 Crocefissi, due con
le scarpe o sandali. Dichiara Marango- tunica dal collo a' piedi, delle quali una
ni, che quasi tutte le intere immagini del con maniche e l'altra senza; gli altri due,
Salvatore, che stanno in piedi a sedere, uno ha il velo a'Iombi, l'altro un guar-
hanno i sandali a'piedi, ed èa credersi che nello cheda'lomhi scende sino alla metà
gli usasse, mentre egli stesso ne prescrisse delle ginocchia. Ma come Torino vanta di
l'uso a'suoi discepoli, presso s. Marco cap. possedere la ss. Sindone. (J
r ove fu rav-
-)

6, v. 8; Et praeeepit eis ne quid tolle- volto il sagro corpo del Redentore nel se-
rent in via, ni si virgam tantum, non pe- polcro, così Treveri (/"''.) si gloria di ve-
ra in, non panem, ncque in zona aes, sed nerare nella sua cattedrale Tunica del la

ealceatos sandaliis. Ed in vero le an- medesimo. Menochio, Stuore, cen-


Il p.
tiche pitture a colori e a musaico li di- turia ',cap. 44 Della veste bianca del'
1 . :

mostrano co'sandali, eh' è una sorte di la quale Cristo fu per ischerno vestito
Scarpe, le quali hanno nel fondo la suo- da Erode, dice che forse non fu bianca,
la, ove posa In pianta del piede, e si le- ma candida, cioè risplendente, e non ogni
gano al di sopra, di maniera che tutta la vtsle candida è bianca, perchè la voce gre-
TON TON 91
cn del s. testopropriamente significa splen- poteva essere l'uno e l'altro del colore me-
dente, di qualunque colore sia il drappo, desimo, poiché la figura e fattura di quei
bianco, rosso o giallo. Nella centuria <_)/, fiocchi faceva l'elfetto da Dio voluto, cioè
cap. 82: Diche colore fossero le vesti di di distinguere il popolo ebreo dal genti-
Cristo, e degli ecclesiastici anticamente, le , e servisse ad essi di segno per tener
incomincia dal riferire che il popolo ebreo presente nella loro memoria l'osservanza
usava le vesti di quel colore ch'è nativo della divina legge. Questo stesso colore
nella lana, non ancora tinta d'altro colo- azzurro, pare secondo il p. Menochio, che
re aggiunto con arte. E siccome confor- ritenesse anticamente l'ordine clericale,
me alla legge di frequente lavavano le ve- come M$ii Annali ecclesiastici notò il

sti per le purificazioni, meglio riusci va che cardinal Baronio all'anno 3q3, il quale
le vesti fossero del colore naturale della si è mantenuto sino a'nostri giorni nella

lana,che d'alcun altro, mentre colla fre- famiglia pontificia, ne'seminari de'chieri-
quente lavanda avrebbe perduto la sua ci, da'vescovi e altri prelati, vale a dire
prima bellezza. E' dunque probabile che l'azzurro violaceo. 11 color nero poi pare,
le vesti di Cristo, perchè accomodava
si al dire del p. Menochio, che si comincias-
all'uso comune del popolo, e non de'ric- se a usare dal clero quando si ricevè in
chi che usavano colori e tinture preziose, alcune chiese da' chierici monacato, e il

fossero del colore nativo della lana, cioè quando vescovi da' monasteri si elesse-
i

bianco. Altri furono d'opinione che le Ve- ro; poiché come si ha da s. Girolamo nel-
stimenla del Salvatore fossero di colore az- l'epitaffio di s. Marcella, nell'epistola 22
zurro o di viola, e probabilmente il cin- e altrove, monaci solevano vestire di ne-
i

golo del colore della veste. Nella chiesa di ro. Trovo nel Magri, che la Dalmatica
s. Gio. Evangelista di Besancon si vene- eia Tonace Ila (F.) rappresentano la ve-
rava una particella della veste di Cristo ste inconsutile di Cristo. Abbiamo di Do-
purpurei subobscurì coloris, ch'è appun- menico IL* Cantagalli, Lettera sopra la
to il colore azzurro o di viola. Nella dio- Treste Inconsutile di QeshCristo,scritta
cesi di Maria d'Arriago
Vagliadolid in s. al d, r Pier Francesco Fagginij e prima
de'cisterciensi si venerava una particella del riportato dal Marangoni pubblicata
della veste di Cristo: dono fatto dall'im- nel t. 22 degli Opuscoli del p Calogerà;
peratore greco Emanuele Paleologo, ad e più tardi riprodotta nel t. 2 delle Dis-

Enrico III re di Castiglia, nella cui auten- sero ecclesiastiche ih F. A. Zaccaria, Bo-
tica si legge. Dedimus particulam 1 csti- ma 1792 ne darò un breve estratto.
:

incnti nostri Rede/nptoris /piasi biavi co- Fu costume de'tempi antichi, che i rei
loris,ex eo scilicctFcstimento,cujus f/'/a- condannati dovessero cedere a' ministri
briam tangens mulier, ajluzu sanguini* del loro supplizio le proprie vesti. Quindi
est sanata. Osserva il p. Menochio, che è, che appena ebbero i soldati spogliato
il color biavo è l'azzurro, come si rac- e confitto in croce Cristo Signor nostro,
coglie dal riferito da s. Brigida, Rivela- sebbene innocentissimo,come reo condan-
zioni, lib. i, cap. 3i , la quale parlando nato , furono prese le di lui vestimenta,
d'una apparizione della B. Vergine, dice cioè il pallio e la tonica, quello divisero
Et mantellina blavum de
ch'era vestita: in 4 parti, dandone
a ciascuno la sua, e
Li- uro, seti sereni cacti coloris. A que- questa tirarono a sorte, poiché ella non
staopinione del colore azzurro si potreb- poteva dividersi in guisa tale, che utile
be opporre, che ordinando la legge Beli fosse a più d'uno,come aveano fitto del
ebrei attaccare a'Ioro mantelli fiocchi
ili pallio, ch'eraun panno quadrato e mol-
«li colore azzurro, pare che d'altro colore to ampio. Cristo dunque, seguendo l'u-
dovesse essere il mantello; ma si crede,che sanza disua Dazione ebrea, poi lava le no-
9* TON TON
minate vesti, e le stesse indossava quando avesse o legature. Che questa ve-
le fìbbie

fu condotto a ingiusta morte. Avendo s. ste fosse composta di due pezzi, fu pure
Giovanni nel riferirlo detto vestimento, opinione di s. Gio. Grisostomo,seguitoda
per vestimentum, e sebbene vi sono scrit- Teofilatoe daTeofane,uniti insieme colla
tori, come il Saimasio e il Sincero, che af- tessitura e non con cucitura, congiungeu-
fermano che 1' Evangelista usò alla greca do cioè in tal maniera l'estremità dell'u-
il plurale invece del singolare, veramen- no e dell'altro pezzo con un filo di lana,
te più di due furono le vesti portate in in modo che la veste pareva in uno stesso

quel tempo dal Salvatore, secondo la più tempo tutta insieme tessuta. Teofilato ag-
comune opinione. 1 sostenitori di questa giunge che gli antichi, per far questo, si
pensano, che oltre lai/ tonica inconsuli- servivano ancora d'una certa sorta di cu-
le, la quale serviva come di camicia, un' cito nascosto, col quale talmente si uni-
altraGesù ne avea sovrapposta a guisa di vano insieme ambedue l' estremità del
sottana (non avendo in costume gli ebrei panno, che la cucitura punto non appa-
di portare giubbetti, calze o calzoni), sul- riva, come eziandio poi osservò il Mero.
a
la quale poi veniva assunta la 3. che pal- Wè mancarono alcuni, fra'cjualiCasaubuo-
lio comunemente si chiamava. Delle due no, Ferrai-io e Grozio, i quali giudicaro-
opinioni, Cantagalli crede probabile la i
.'; no, che questa veste si formasse a foggia
uè volendo parlare del pallio, della toni- di rete con aghi più grandi, o forse co'fèr-

ca volle ragionare. Comincia dall'avver- ri, come suol farsi colle calze e berretti di
tire, ch'eranvi due sorte di toniche, alcu- lana, cioè a maglie; del qual parere sem-
ne aperte che si congiungevano con na- bra che sieno stati Eulimio e s. Isidoro
stri o fibbie, o in altra somigliante ma- Pelusiota. li Cantagalli inclina piuttosto
niera; ed altre come le nostre camicie, al sentimento delBraunio,il quale da mol-
chiuse per ogni parte fuorché dalla supe- ti altri scrittori poscia seguito, vuole che
riore, ed unite insieme per artifìcio o del la tonica di Cristo, né con ordinario, né
tessitore o del sarto. Perciò quando dice- con nascosto cucito di più pezzi congiun-
si nella s. Scrittura, che alcuno stracciò ta fosse, né fitta con ferri, ma veramen-
le sue vesti , Scidit vestimento, sua 3 non te tutta quanta tessuta. Sapevano gli an-
vuoisi intendere certamente del comune tichi a meraviglia l'arte di tesser vesti, di

e vero stracciare, ma bensì dello scioglier- qualunque figura o grandezza elle si fos-
le o sfibbiarle impetuosamente. Così an- sero; alcune delle quali cominciavano a
cora fece nel Sinedrio (F.) l'infuriato tessere dalla parte di sopra,com'era ap-
principe de'sacerdoti, allorché interrogalo punto quella del Salvatore, desujìer coa-
Cesa Cristo, s'era figliuolo di Dio, udì texto per totani j cioè come suol dirsi, da
da esso per risposta: Che l'avrebbero di capo a piedi tessuta. Queste toniche chia-
lì a non molto veduto sedere alla destra inavansi da'latini, Tunieoe ree toc, come
di Dio, e venir sopra le nuvole. Della 2." avverte il Buonarroti; ed erano tessute, co-
sorte dunque di veste, cioè di quella sen- me riferisce s. Isidoro, da persone che sta-
za fìbbie o nastri, era la tonica del Sal- vano in piedi , donde forse avvenne che
vatore, dice il Cantagalli , cioè inconsu- rectae fossero chiamate, al diredi Caluiet.
tile per non aver tali fìbbie o allacciatu- Che questa sorte di vestimento si usasse
re. Però ss. Interpreti trovatisi in gran-
i alcuna volta da' romani, ne fa fede Plinio,

di angustie, nel determinare la maniera scrivendo che Caia Cecilia (ili Tarquinia
di formare la veste incousutile. Alcuni sti- chiamata anche Tanaquilla, saggia e feli-

mano ch'ella non si potè in un tempo tes- ce tessitrice, industriosissima nel lavora-
sere tutta insieme , e vogliono che fosse re la lana, come notai ne'vol. LVIII, p.

cucita insieme coll'ago, e solamente uou 187, LX1X, p. i43 e altrove; si conserva-
TON TO X 93
vano i lavori delle sue mani con venera- fa del regno, cui si diceva comunemente
zione in Roma, e nel tempio d'Ercole la ch'egli affettasse (ma notai altrove, col-
sua conocchia e il fuso, con della lana da lo storico Gioseffo, che veramente la ve-

lei tempio poi della Fortuna


filata; nel ste candida non era abito reale presso gli

custodivasi gelosamente l'abito leale di ebrei, bens\ la porpora; e che Erode ir-

Servio Tullio suo genero, dalla regina fat- ritato dal silenzio del Salvatore, lo dichia-
to ascendere al trono di Roma dopo il ina- rò pazzo e fecelo perciò vestir di bianca
lito; dicesi pure che fu essa la prima a far veste). Ed in vero gli apostoli stessi, dei
quelle tuniche tessute che davasi a'giova- quali è credibile che in tutto si uniformas-
ni quando prendevano la veste o toga vi- sero agli usi del loro divino Maestro, a-
rile, e alle donzelle quando celebravano doperarono toniche di somigliante colore
lo Sposalizio), moglie di re Tarquinio (si tenga presente l'articolo Colori eccle-
Prisco, prima d'ogni altra tessè una toni- siastici), il che fu eseguito da molti dei
ca di simil fatta. A queste certamente dis- primieri cristiani, riportandonealcune te-
somigliante non era quella che usava il stimonianze. Che poi fosse la tonica di Cri-

sommo sacerdote degli ebrei, descritta da sto molto lunga e facilmente fino a terra,
Mosè, da Giuseppe e da Filone, la quale pare che si ricavi abbastanza da s. Gio-
copriva tutto quanto il corpo,avendo una vanni, nel riferire che per lavare piedi i

apertura solo dalla parte superiore, per agli apostoli, levatosi il pallio, si cinse (pe-

dove potesse passare il capo, e da Mosè rò già accennai che Cristo all'usanza dei
chiamata opera del tessitore. Or vaglia il nazareni, com' egli era, faceva uso della
il Cantagalli, come si può mai
vero, dice cintura); dicendo con Calmet, che la to-
equamente rivocarein dubbiose tale pos- nica pressori ebrei era una veste talare

sa essere stata la veste inconsutile di Cri- che arrivava sino alle piante, talché era-
sto Signore? Attesta il Braunio, che a suo no obbligati ad alzarsela e cingersela, qua-
tempo era in vigore l'arte di tessere vesti lunque voltasi mettevano in viaggio oad
di simile foggia presso alcuni popoli d'o- operare alcuna cosa; ne produce alcuni e-

riente, facendo egli formare il telaio col sempi, notando che la tonica comune fu
quale tessevaosi. Essendo comune presso detta anche stola, e quella de' sacerdoti
gli orientali, e in ispecie tra gli ebrei, l'uso stola santa, sempre veste talare. La toni-

di tessere siffatte vesti, il Cantagalli non ca di Gesù Cristo fu stretta, secondo il co-
vede quale ripugnanza porti seco l'inten- mune uso degli ebrei, ordinariamente di
dere strettamente, checché lodevolmente lino, onde crede probabile che simile fosse
ne dicano altri, il sagro testo, e dire, che eziandio quella del Salvatore. Quanto al-
questa veste di Gesù Cristo fosse veramen- l'antica e comune tradizione, che questa
te inconsutile, cioè senzaverun cucimen- tonica fu tessuta a Cristo per mano della
to. Vi è questione sequesta
tra gli eruditi, stessaVergine sua Madre, lo asserisceGio.
tonica fosse assolutamente di color bianco, Battista Mantovano; riferendo la s. Scrit-
come dimostra il Ferrano essersi usata tura e antichissimi autori, che ne'prischi
comunemente dagli ebrei. Imperocché se tempi spellava alle donne l'arte di far ve-
ella era bianca, come mai dice la s. Scrit- sti, come Anna madre di Samuele, la qua-
tura, che il re Erode fece vestir Cristo d'u- le a lui tessè di propria mano una toni-
na veste parimenti di color bianco per ca, Alessandro I il Grande si servì d'una
iscliernii lo, quando Io rimandò a Pilato? veste lavorata dalla madre e dalle sorel-
Per le ragioni che adduce, pare doversi le, così Augusto usò vesti formate dalla
ci edere, che Erode fece vestire il Reden- moglie e dalle figlie: Omero e Virgilio ri-
tore d' una tonica, quantunque di color produssero altri esempi, e s. Gio. Bocca-
biaucOjpiù splendida e più nobile pei bef- doro si lagnò, chela troppa delicatezza in-
()4 T N TON
valsa nelle donne, a'suoi tempi trasferì ne- sportata con solenne e di vota pompa, nel-
gli uomini l'arte di tessere vesti e di fin* l'anno 3o di re Gumtrummo (pare Con-
la tela. Marra Chifflezio, Cristi Ifist. de. trailo re d'Orleans e di Borgogna dal 56 1
Linteis Sejmlc. Chris tit cap. 6, che dalla al 593), dalla città di Zafat o Zaphat, os-
B. Vergine (n l'atta di propria mano a Cri- sia Jaffa Zaffo, in Gerusalemme, nella
sto ancor fanciullo una camicia di lino, al* quii traslazione segui questo miracolo.
quaoto però ordinario, la quale finora si Stando ella riposta in una cassa di mar-
conserva in Roma nella chiesa di s. Gio- mo e con essa dovendosi trasportare, per-
vanni in Laternno;come afferma purePin- de naturalmente la sua naturale grevez-
Sommario dell' indulgenze di Bo-
no, nel za, che a'portatori sembrò di leggerissimo
logna. Da essa parimenti, dice Metafra- legno. Si ha poi dal R tutta rt, nelle note
ste, fu fallo Sudario ; e Ceda le attri-
il a s. Gregorio di Tours, che da Gerusalem-
buisce ancora un panno alquanto maggio- me fu a tempo di Carlo Magno trasferita
re, che conteneva l'immagini de'Xll A- in Francia, e collocata nella chiesa d'Ai*-
quale ( Argenteuil , grosso borgo
posloli e dell'islesso divin Figlio, il gentolio di
da un lato era rosso, e dall'altro verde, se- Francia, dipartimento della Senna ed Oi-
condo la tradizione di sua epoca. Non pe- se, quasi 3 leghe da Parigi, capoluogo di

rò facilmente si accorda la volgar creden- cantone),dov'erano monacheGisela oGisln


za, cioè che la tonica usata da Cristo sem- sua sorella e Teodrada di lui figlia, e do-
pre fu quella stessa che la ss. Vergine gli ve dopo essere stata molto tempo nasco-
tessè da fanciullo, non mai consumata e sta, finalmente ritrovata neh 56, 1 si col-

con lui insieme cresciuta, come vogliono locò presso i monaci di s. Benedetto, ve-
alcuni, tra'quali s. Giustino nel Dialogo nerandosi con sommo culto. Ma osserva
con Trifone , dicendo essere prodigiosa-
' il Cantagalli, che la veste che si conserva-
mente cresciute le vesti degli ebrei per lo va nella chiesa d' Argentolio, non è cer-
spaziodi4oanni ch'essi postarono nel de- tamente una tonica come dichiarò il Cal-
serto, ricavandosi dal Deuteronomio v. , met, ma bensì un pallio di colore rosso.

4- Il che non apparendo chiaro, viene giu- Delle reliquie poi di questa veste, egli ag-
dicato incerto dall'Eslio, e negalo da al- giunge, se ne trovano in varie chiese , e
tri scrittoli pressoi! Calmet, i quali stima- specialmente nel duomo di Milano; in

no significarsi da tal passo, che Dio tal- quello di Firenze e donata con un dito
mente provvide alle necessità degli ebrei, di s. Gio. Battista da Giovanni Corsini che
che non venissero a mancare in quel tem- l'avea ottenuta nella corte di Costantino-
po giammai le vesti. Con Cornelio a La- poli; nella chiesa di s. Pietro di Bologna;
pide, nel commento del cap. 27 di s. Mat- in quella della Madonna di Galiera, cioè

teo, riporta il Canlagalli, chela veste in- della veste bianca di Cristo; nella basili-
consulile del Salvatore, di cui ragiona, nel- ca di s. Marco a Venezia, ossia parte del
la città di Treveri con molta venerazione vestimento di Cristo. Finalmente il Can-
fino al presente si conserva, di che ognu- tagalli termina la sua lettera con parla-
no giudichi a piacere, a motivo di trovar re de'misteri, che giusta il sentimento dei
egli presso s. Gregorio di Tour», De Mi- Padri e degl'Interpreti, sotto questa veste
raeul. hb. 8 , essere stata tradizione dei inconsutilcsi racchiudono. Vuole pertan-
tempisuoi, ch'ella si conservasse chiusa in to s. Atanasio nel suo sermone sopra la
una cassa di legno, nella basilica di Gala- Croce, che la tonica del Salvatore fosse

tea, da impropriamente detta Gala-


altri simbolicamente iucousutile , allineile da
zia, città 5o miglia da Costanti-
lungi 1 questo ancora intender potessero agevol-
nopoli. Secondo la Crònaca di Frcdcga- mente giudei, Chi e d'onde fosse Colui
i

no cap. 1 1, la Ionica iucunsulile fu tra- che la portòjCioè ch'Egli era il Verbo, non
T Si 95
ila alcuno pai te di questa terra, ma veni», sume in tal tempo tutti i segni di duolo
lo dal cielo; non già divisibile, ma indi- per deplorare la passione e morte del Re-
visibileVerbo del Padre, e che fattosi Uo- dentore; così pure non si adoperano la

mo,non uncGrpoavea preso intessuto, per touacella e la dalmatica nelle messe del-
cosi dire, da maschio e da femmina, ma Y Avvento, per essere tempo destinato al -
per grazia del divino Spirito, da una Ver- l'astinenza e al digiuno, di penitenza, on-
gine sola formato. Che se al senso tropo- de degnamente prepararsi alla gran festa
logico vuoisi avere riguardo ,
giudica il della venuta di Gesù Cristo. Sono eccet-
mellifluo dottore Bernardo nel sermo-s. tuate però la domenica Laetare di qua-
ne ."sopra l'Annunziazione, non altro es-
i resima, e la festadella ss. Annunziata se
sere la Veste Inconsutile di Gesù Cristo, cade in tale tempo; non che la domenica
se non la Divina Immagine, la quale non Gaudetc dell'avvento, e la festa dell'Im-
cucita per dir così, ma infusa e impressa macolata Concezione, la (piale celebrasi
al dì dentro della natura, dividere non si in tale tempo, imperocché 111 dette 4 fe-
può, uè separare. In senso allegorico in fi- lle si assumono le dalmatiche eie tona-
ne, come osserva Cornelio a Lapidealcap. celle. In luogo poi di queste due vesti, ne'

iq di s. Giovanni, viene per essa signifi- ricordali tempi dalla setluagesima a Pa-
cata la Chiesa, acni non conviene alcun squa e nell'avvento, lauto il diacono che il

scisma o divisione; sul qual proposito si suddiacono assumono la Pianeta (/ .) ri-

racconta di s. Pietro patriarca d'Alessan- piegata innanzi al petto, eziandio per le ra-

dria, che menlr'eia in carcere, gli appar- gioni riferite aDAtMATtCa, il contenntodel
ve di notte Gesù ricoperto d' una veste quale articolo è interamente comune a
tutta lacera e fatta in pezzi, e gli disse che questo, per cui tralascio qui di dire Milla
l'eresiarca Ario gliela avea in siffatta gui- touacella, quanto già in esso riportai. No-
sa strappata, onde non dovea in ninna ma- tai a 'suoi luoghi, che allorquando il sud-
niera riceverlo nella comunione de' suoi diacono in detti tempi in cui porta la Pia-
fedeli, com'egli andava astutamente cer- neta piegata, la depone per fare l'uffizio
cando; anzi che dovea comandare ad A- di lettore e leggere ['Epistola, il diaco-
ad Alessandro, che sarebhero a lui
chilla e no fa altrettanto prima di leggere P E-
succeduti nel governo della chiesa Ales- vangelo, restandone ambedue senza sino
sandrina, che neppur eglino lo ricevessero. ni Pbst" Communio, ma con grandi Sto*
TOKACELLA oTONICELLAoTU- le paonazze a traverso del corpo sul ca-
iS'ICLLLA, Twiicella. Dalmatica, 1 c- mice. Lepgo nel p. Donanni, La Gerar-
stem Subdiaconalem. Veste e paramen- chia ecclesiastica considerata nelle ir-
to sagro, ed ornamento ecclesiastico del ca p. 53, Della Dalmatica det-
sti'sagre:
Suddiacono (J\). ed è quasi simile alla ta Volgarmente Tonicella, che ne' detti
Dalmatica (^ .), se non che più angusta tempi di quare>ima e dell'avvento, nella
e colle maniche più lunghe, sebbene or- cappella pontificia e in alcune chiese,
mai in generale non si distinguono più quando diacono dovea cantare il vange-
il

tra loro. Anche il nome è divenuto in cer- lo, prima che fossero adottati nominati i

to modo comune, onde si suol dire la dal- stoloni, ripiegava la pianeta sulla spalla
matica, dalmatica maggiore, e la tona- sinistra. Egli riporta la figura del diaco-
cella, dalmatica minore. E' usata sopra no con tunicella, ove si vede il suo for-
il Camice (J\) nella celebrazione della mato e ornamento di trine, ricami e fran-
messa e di altri riti; ma dessa e la dalma- gie d'oro o d'argento, con fiocchi simili
tica, come vesti d'allegrezza, non si ado- come la dalmatica; i quali due sagri Pa-
perano nelle messe dalla Seltuagesima ramenti sono di seta, di stoffa, di tela d o
all'uffizio di Pastoia, perchè la Chiesa as- io o d'argento, e del colore nero, bianco,
f, TON TON
rosso,paonazzo,rosaceoe verde. Nel Poti- le unzioni del sagro olio della cima del
tifìcale Romanum vi è la benedizione, capo, del petto, delle spalle, de'polsi.fu al»
tSpccialisfìenedictiocujuslibelindurnen- lacciaia la camicia eilsaioch'eransi per-
ti, vel tunicellain, vel dalmatie ani. La ciòscoperti, ed unto sulle palme delle ma-
tonacella ne' secoli XIII e XIV, secondo ni, il re calzò un paro di guanti henedet-
ilZaccaria, Onomasticon Rituale, fu pur li. Vestirono quindi gli assistenti il re, dei-

chiamata Tunicam Episcopalcm, ed in la tunica di suddiacono e della dalmati-


fatti quando celebrano solennemente il ca di diacono, e sopra questa del manto
Papa ed vescovi, sul camice assumono
i reale; i quali vestimenti tutti erano di vel-
ia fonaceli.-! e la dalmatica, sovrapponen- luto paonazzo con gigli d'oro ricamati, e
do ad ambedue la pianeta, ed il Papa an- all'intorno un fregio di 4 dita fatto a ri-
che il Fanone. Per privilegio i Papi con- caino di perle. La dalmatica in origine era
cessero l'uso della tonacella e della dal- una speciedi Tonaca (P .) con lungbe ma-
malica sotto la pianeta ai cardinali del- niclie, le quali scendevano sino al pugno,
l'ordine de'preti, ed agli abbati mitrati e s. Silvestro I del 3 1 4- l'assegnò a' elia-
che hanno l'uso de'pontificali; paramenti coni, invece del Colobio (^.), veste che
lutti ebe debbono essere d'un medesimo non avendo maniche, o erano brevissime,
colore, sebbene notai a Dalmatica, che lasciava le braccia nude; quindi più tar-
un tempo questa nel colore diversificava di fu accordata anco a' suddiaconi per ,

dalla tonacella, ed usandosiambedue.Que- maggiore comodità nelle feste e sagre fun-


ste dalmatiche e tonacelle die si porla- zioni. La dalmatica propriamente diver-

no sotto la pianeta, sono ordinariamen- sifica dalla tonacella per larghe maniche,

le semplici di seta e ornate di sole triuet- strette essendo quelle della tonacella ; le

te d'oro, acciò non formino imbarazzo; dalmatiche e tonacelle de' vescovi hanno
mentre le dalmatiche e tonacelle che si le maniche alquanto più larghe di quelle

usano discoperte, sono più nobili e ricche, del diacono e suddiacono, perle ragioni
più o meno ornate e di drappi diversi, ed che riferii a Dalmatica, insieme alle al-
inoltre più ampie. Anticamente pare che Ire spiegazioni misteriose di questi sagri
i cardinali diaconi nell' assistere il Papa, indumenti. Presso de'greci non vi è l'uso
sotto la dalmatica assumessero altresì la della dalmatica , la quale è vietata anco
tonacella. Si seppelliscono con la tona- a' diaconi, ed è permessa usarsi soltanto
cella e gli altri nominati paramenti, il Pa- da'patriarchi,e questa differisce nella for-
pa e tuttodì colore rosso, i cardinali ve- ma dalla dalmatica latina, mentre (pie-
scovi e preti di colore paonazzo, così i ve- sta è aperta ne'lati, e la greca è lunga e
scovi, mentre i cardinali dell'ordine de' chiusa a guisa di sacco, e difatti i greci la
diaconi si seppelliscono colla stola, mani- chiamano sacco. Tuttavia il cantore, il

polo e dalmatica rossa. Inoltre i Papi ac- suddiacono e il diacono greci hanno per
cordarono o dalma-
l'uso della tonacella vesti sagre, ili. una tonaca corta, il 2.°

lica agl'imperatori nella \ovo co ronazio- una tonaca lunga, il 3.° una tonaca arn-
nc, per fare l'uflizio di Suddiacono (F.), p>a e talare, equantoaltrodescrissi a de-
diche riparlai ne'vol. XVII, p.212, 219, cia, mentre parlando delle altre nazioni
22 3 e 224. XXXI V, p. i43 e «46. Di orientali, trattai delle loro vesti sagre. Il

più Papi concessero per la Coroimzio-


i Magri, Notizia de' vocaboli ecclesiastici,
ne de re (V.)., l'uso della tonacella o dal- nel vocabolo Tunicella o Tonicella la ,

malica ai Re (ì'.)j ed il p. Gallico, Ada chiama abito proprio del suddiacono, la


vaereinonialìa p. 228, riportando la re- quale non era in uso al tempo di s. Gre-
lazionedclla coronazione in Reims di En- gorio Pupa del 5go, usandosi allora dal
1

rico III re di Francia, si legge che dopo suddiacouo,couie oggidì i greci^olamente


TON TON 97
il Camice. Dice che dovrebbe essere più cura Durando, lib. 3, cap. io. A Laticla-
stretta e più lunga della dalmatica dia- vio, col vescovo Sarnelli: Della forma
conale, che però da alcuni fu determinata d'alcune ecclesiastiche vesti. somiglianti
Dalmatica minor. Da Onorio vieu chia- a quelle degli antichi romani, dissi che
mata Suolile, da Amalario Tunica o Su- la tunicella del suddiacono e la dalmati-

bucula,ùa\\'Ovd\ae romano Subdiacona- ca del diacono, sono simili al lato davo


lis,non però dagli antichi, ne'quali trat- de seaalovì, ed a\V angusto davo de'cava-
tandosi delle vesti pontificali si fa men- lieri romani, cosi venendo denominate le

zione della sola dalmatica. Anche ilMa- tonache de'romani di cui n'erano fregiati.
gri afferma che il rito di portare la toni- Queste tonacheerano vesti quadrate, ossia
cella non è molto antico, e ciò si vede tna- vesti di due pezzi di panni quadrati, che
nifestameute dalle pittureantiche di mu- si affibbiavano sulla spalla. Tali dice Ter-
saico. Nel ritualems. di Katoldo si dice tulliano che fossero le tonache degli an-

che la tonacella antica del vescovo avea tichi cartaginesi, e che chiama quadrOn-

intorno al lembo le campanelle, come gulas. poiché aperte ne'fianchi pendeva-


quella che portava il sommo sacerdote de- no 4 angoli. Laonde il dotto prelato ri-
gli ebrei. Super haec itaque ministratur inarcò la dalmatica e la tunicella, somi-
ei tunica gyris in tintinnabulis. Il Magri glianti alle tonache di detti romani. Ag-
rimproverò i maestri delle ceremonie de' giunge che a queste tonache si uni vano in-
tempi suoi, perchè piegavano le maniche sieme le mezze maniche, mentre le lun-
della tonicella e della dalmatica sulle spal- che sino al polso le usavano solo le don-
le del vescovo celebrante; sembrandogli, ne e queste pure erano talari, più somi-
che con tale abuso dimostrassero non os- glianti alle vere dalmatiche. UBuouarroti
servare o ignorare i profondi misteri delle ae\Y Osservazioni sui vasi antichi di ve-
maniche larghe nella dalmatica e strette tro, eruditissimamente tratta anche della
nella tonicella; e coti nasconderle sotto la dalmatica. Avverte in prima , che erro-

pianeta toglievano la maestà di questi a- neamente fu creduta la clamide della mi-


né ciò porta alcuna comodità al
biti sagri, lizia palatina, cioè da'dotliSeverano e Ar-

celebrante, perchè con fagottarle, oltre la ringhi, descrivendo s. Milesdipintonelci-


poca decenza, riuscivano di maggior im- miterio di Poliziano. Che vi furono tuni-
piccio. Gli esortò quindi a lasciare restar che dalmatiche ornate con due davi dì
le maniche piegate, e continuar l'antico porpora, e poi anche d'oro e di ricamo
rito della Chiesa, introdotto da'sagri ca- con mantenere la loro primiera figura, le
noni de'concilii e da'ss. Padri; né preten- quali vesti dagli ornamenti del secolo pas-
dere di saperne più di essi, perchè non vi sarono a fare più augusto il culto divino
sarebbe alcuna diversità tra la dalmatica, ue'sagri ministri. Nota poi, che nell' an-
la tonicella e il colobio; ed acciò si possi- tiche pitture esprimenti gii Apostoli, dal-
no veder le maniche della tonicella, ordi- matiche non sempre si hanno da repu-
na la rubrica, si facciano un tantino più tare le vesti di lusso o tuniche davate, e
lunghe. Inoltre vuole Magri, che la toni- colle maniche lunghe sino a'polsi, ma tu-
cella rappresenti la Tonaca Inconsutile niche comunali. Che colle dalmatiche si
di Cristo (/'.), e per conseguenza la sua confusero le tuniche palmate de'trionfan-
dottrina, che non si può lacerare, come ti, introdotte forse da Domiziano per or-
dichiarò Innocenzo 111 nel cap. 3q. Mo- namento pure del consolato. Importante
ralmentesignifica la virtù interioredel ve- è poi il rimarco, che per lo più i greci rap-
sco vo. Questa tonacella del vescovoera an- presentarono nelle pitture i loro vescovi
ticamente di color celeste e azzurro, co- vestiti della dalmatica, mentre i latini pra-
me vedesi negli anlichi musaici e lassi- ticarono più di sovente di figurarli vestiti
VOL. LXXVII. 7
98 TON TON
collapenula grande o pianeta, per l'ab- mente padroni nel G77. Ancora nel 1792
1

1' espugnarono e abbatterono nel


bondanza del panno; e siccome pillori i
179^ :

rappresentarono personaggi adornati


i convicn dire o che fosse fortificata o si-

delle vesti ch'erano di maggior decoro al tuata in punto strategico. Il 28 febbraio


loro grado, dalle memorie sagre si ha ar- 1828 vi si sentirono assai forti scosse di

gomento di credere, che la dalmatica già terremoto. La sede vescovile fu istituita


fosse di più stima della penula, solendosi nel III secolo. Leleggeude fanno discepolo
quella concedere da' Papi per privilegio di s. Pietro, s. Materno vescovo di Colo-

specialissimo anche a'vescovi, il che della nia e di Treveri, che niori verso il 347>>l
pianeta non si legge, veste in origine ro- che esclude che vivesse nel tempo del prin •

tonda e chiusa da tutte le parti, e comu- cipedegli Apostoli;anzi si Impure che con
ne alla chiesa greca e latina, però colla dif- Papa s. Melchiade e Pielicio d* Arles fu
ferenza,che la latina fu semplice e la greca nominato giudice da Costantino nell'af I

coperta e sparsa di croci ; vesti che quan- farede'donatisti. Il martirologio romano.


tunque chiuse e rotonde erano tagliate , che a'i 4 settembre registra la festa d'un
in guisa, che senza alzarsi nell'atto della s. Materno che convertì que'di Tongres,

celebrazionede'divinimisteri,polessero li- di Colonia e di Treveri, suppone che sia


beramente per due aperture uscir le brac- stato discepolo di s. Pietro; e da ciò de-
cia e le mani. rivò l'opinione di coloro che pretesero l'e-
TONCHI NO oTUNRINO. V. Vica- sistenza di due Materni, 200 anni uno di-
riati APOSTOLICI. stante dall'altro, contro la fede de'dittici
TONGRES, Tmgeren. Città vesco- e decataloghi de'vescovi, i quali comin-
Limburgo, cir-
vile del Delgio,provincia di cianocon quello che visse sotto Costantino
condario, a 4 leghe da Matti iebt e 5 da I, enon parlano d'altri di questo nome.
Liegi .capoluogo di cantone, in riva al Jaar. Si poti ebbe forse dire, che l'unico s. Ma-

Possiede chiese, un collegio, ha concie di terno fu prima vescovo diTreverisul prin-


pelli, e fa gran traffico di porci e graui. I cipio del IV secolo, che rinunziò in seguilo
dintorni olirono ancora avanzi dell'anti- il vescovato a s. Agricio, e andò a fonda-

ca cinta di questa città, che pare sia stata re dopo il 3 4 le chiese di Colonia e di
1

considerabilissima, ed in un' amena val- Tongres, ch'ebbero dopo di lui ciascuna


lee una sorgente minerale ferruginea ^Iel- il suo vescovo. Colonia, Tongres e l'Al-

la quale parlò Plinio. Si pretende cheTon- sazia lo riguardano come loro apostolo;
gres sia l'aulica fortezza da Cesare chia- e come ad altri, fu qualificato discepolo
mata A tuatitccr, situata nel mezzo al pae- di s. Pietro, per conformar con esso la sua
se degli eburoni, popolo che Augusto poi dottrina,e perciò di sovente ebbero la qua-
designò sotto il nome di Tougri. Perven- lifica di discepoli di s. Pietro i primi ve-
ne in seguito a grande prosperità, ma ver- scovi delle città, fino al principio del IV
so la metà del V secolo fu saccheggiata secolo,particolarmente nelle Gallie e nella
e rovinata da Attila re degli unni. Appe- Spagna. Le tre chiese di Colonia, di Ton-
na rialzavasi da' suoi danni allorquando gres e di Treveri ne onorano la memo-
i normanni la devastarono nell'88i. Vi ria in detto giorno; ed il suo corpo si cre-
si fece neli4o3 una convenzione tra il ve- de trasportalo a Treveri e posto vicino a
scovo diocesano e borghigiani, col no-
i quello di s. Luca rio. Celebre suo succes-

me di Pare dì Tongres. Carlo il Teme- sore immediato e vescovo di Tongres fu


rario duca di Borgogna se ne insignorì s. Servazio o Servato, zelantissimo nella
nel 1467 e la distrusse neli4f>8. Riedifi- fede,soprattutto ne'concilii di Sardica e di
cata,» francesi la presero nel 1
672,^ sman- Rimini; predisse l'invasione (Irgli unni
tellarono neh 6^3, e se ne resero nuova- dopo 37 anni di vescovato
nelle Gallie, e
TON TON 99
si riposò nel Signore a' maggio 384, 1 3 24 seniori o sacerdoti ch'erano intorno al
venendo erella uni chiesa sulla sua lom- Pontefice e aveano la corona d'oro in ca-
ba, ma poi la maggior parte di sue reli- po. La tonsura clericale è una sagra ce-
quie si trasferirono a Mastricht(V.) nella remonia colla quale il vescovo, tagliando
nobile collegiata, ove alcuni scrittori cre- a quello che la riceve una parte de' suoi
dettero che il santo vi trasferisse la sua se- capelli in forma di corona, con alcune pre-
de, poco prima di sua morte. Ma sembra ghiere, lo fa entrare nello stato ecclesia-
più certo die questa traslazione non si fe- stico, e lo rende capace de'benefizi, de'sa-
ce che nel seguente secolo, e dopo die la gri ordini e degli altri privilegi del Clero.
città di Tongres fu distrutta da Attila. Si legge nel Pontificale Romanum il rito

Comman ville, [list, de tous Ics evesdwz, eia benedizione vescovile pel conferimen
dicecheMastricbt fu la residenza tempora- to della tonsura: Prima Tonsura non i-
nea del vescovo diTongres, che nel f\0)% vi nilientur, qui Sacramentum Confirma'
stabili la sua sede, la quale poi nel 709 tionis non suscepcrint, et fichi rudimen-
fu trasportata a Liegi (^.^conservando fa edocti non fuerintj quique legere et
per un tempo il titolo del vescovato di scribere nesdant, et de qiiibus probabi-
Tongres, e solo nel C)6i cominciò stabil- lis conjectura non sit, eos non saecula-

mente quello di Liegi. In fatti quando Pa- ris judicii fugiendi fraude, sed ut Deo
pa s. Zaccaria nel 7 4^ ° ne 7^' confer- ' fidelem cultum praestent, hoc vitae gc-
mò l'arcivescovato di Magonza, eretto nel nus elegisse. Quindi nel cap. De, Clerico
vescovato di tal città da s. Bonifacio le- j"adendo il Pontificale riporta il ceremo-
,

gato pontifìcio e apostolo di Germania ,


niale e le orazioni pel conferimento della
tra' 5 vescovati sullraganei che gli attri- tonsura, essendo il vescovo in mitra,e l'a-

buì, vi comprese Tongres. spirante con abito talare e la colta sul brac-
TOMCELLA. P. Tonaceila. cio sinistro, stringendo la candela colla de-
TONNO, TENNO oTUNNO.Sede ve- stra. Quiudi il vescovo sedente nel faldi-
scovile della provincia proconsolare d'A- storio, cimi forjìcibus incidit unicuique
frica sotto la metropoli di Cartagine, eb- extremilates capillorum in quatuor lo-

be a vescovi: Crescouio esiliato da Unne- cis; videliect, infronte, in occipitio, et ad


rico re de'vandali per la purità della fede utramque aurem, deinde inmedio cajji-

che professava, Oliato che trovossi al con- Vis aliquot crines capillorum, et in ba-
cilio di Cartagine del 325, e Vittore il qua- cile deponit,et cuilibet,cum tonde tur, di-
le scrisse la storia dal principio del mon- cit ec. Poscia il vescovo gl'impone la Cot-
do fino al 5&i. Morcelli, Afr. dir. t. I. ta e l'esorta alle buone opere proprie del
TONSURA CLERICALE o ECCLE- chiericato. Sino dalla nasceute Chiesa fu-
SIASTICA, Tonsura Clcricalis, prima rono distinti i Chierici (V.) colla tonsu-
Tonsura. Chierica corona, rasura roton- Toga, o
ra e colla Peste talare, cioè la
da de'capelli della cima e sommità poste- Tonaca(P.)sema manicherà quale veni-
lioredelcapode'cliierici. Atto preparato- va sovrapposta da altra colle maniche, ora
rio agli ordini minori.che anco dicesi pri- Sottana e ciantello (P.J. La tonsura non
ma tonsura, ed è il tondere de'capelli che è un ordine, e non produce né il caratte-
fa In 1.' volta l'ordinante a coloro che in- re,né la grazia, ex opere operato, per che
tendono di consagrarsi al chiericato e pas- essa non è istituila da Gesù Cristo ma ,

sare agli ordini sagri, clericus tonsura solamente dalla Chiesa. Chiamasi ton-
iniliarc. Corona reale, insegna del chie- sura, perchè il vescovo taglia i capelli in
ricato e del sacerdozio, onde i chierici per forma di corona, per insegnare al tonsu-
onore furono chiamali Coronati, con al- rato che dev' essere distaccato dal mon-
lusione a ciò che leggesi nell'Apocalisse de' do e spogliarci da ogni superfluità. Latou-
ioo TON TON
ora è una preparazione agli Ordini sagri, bile, che abbiano eletto questo genere di
e non ponno ricevere senz'essere ton-
si vita per rendere a Dio un servizio fede-
surato. Le disposizioni richieste per parte le." Dice il p. Chardon, niuno deve intro-
di quelli diesi fanno tonsurare, sono. Di dursi da se nel servizio della Chiesa, ma
avere 7 anni compiti e di essere stato cre- deve essere chiamato da Dio. La vocazio-
simato; di saper leggere e scrivere, e d'es- ne .si conosce per giudizio del vescovo, e
sere istruito de'principali articoli della fe- dal testimonio di tutta la Chiesa. Così ne'
de; di consagra! si al servizio di Dio, per primi secoli i vescovi non ordinavano se
un puro motivo della sua gloria , e sen- non quelli di merito conosciuto ad istan-
z'alcuna vista di orgoglio, di sensualità, za de'popoli, e sempre di loro consenso.
d' interesse; di condurre una vita appli- Non si cercava molto la volontà dell'or-
cata allo studio, alla preghiera e alla pe- dinando, e sovente se gli faceva violenza
nitenza; di ubbidire in tutte le cose al lo- per superare la sua umiltà. Per meglio co-
ro vescovo e a 'sagri canoni; di portare in noscerne il merito si seguivano le regole
tutta la loro vita i segni del loro stato, che date da s. Paolo, di non affrettarsi a ina-

sono la tonsura , i capelli corti e V abito por le mani, per non partecipare de' pec-
ecclesiastico; di vivere e di morire nello cati altrui, di non ordinare un neofito, ac-
stato clericale. Dal che ne consegue, se- ciocché non insuperbisse.Se qualche volta
condo il concilio di Trento ei teologi, che si dispensava da questa regola , facevasi
quelli i quali prendono la tonsura sola- per motivi particolari, cioè per l'eminen-
mente per avere de'benefizi, e senza in- te virtù di quelli diesi ordinavano, o per-
tenzione di vivere e morire nello stato di chè Dio gli avea indicati alla Chiesa eoa
ecclesiastico, si rendono colpevoli di pec- segni soprannaturali. Cosi fu ordinato s.

cato mortale. Decretò il concilio di Lon- Ambrogio, eletto mentre era catecumeno,
dra nel 258. » Portino chierici capelli
1 i i e consagrato pochi giorni dopo il suo bat-
corona d'una grandezza compe-
corti, e la tesimo. I chierici doveano scegliersi tra'
tente, per testimoniare in questa guisa che più santi de' laici; perciò i canoni esclu-
hanno rinunziatoa'vantaggi della vita, per devano tutti quelli che aveano qualche
non aspirare che alla dignità d'un Sacer- nota. Anche l'Apostolo vuole che il vesco-
dozio regale."Dichiarò il concilio di Tren- vo e il diacono sieno irreprensibili , e di
lo,sess. 23 de Reform. e. i.»I contrassegni buona fama anche tra gl'infedeli. Si riget-
della vocazione allo stato ecclesiastico sono tavano adunque coloro, che dopo il bat-
d'esservi entrati con retta intenzione, vale tesimo erano caduti in eresia, apostasia,
a dire non cercare né la gloria del mon-
di omicidio, adulterio, benché ne avessero
do, nèle rendile, uè una vita agiata e -sen- fattala penitenza, efossero riconciliati alla
suale; ma di proporvisi la fatica, per pro- Chiesa, perchè la memoria de'delitti sem-
muovere la gloria di Dio, la salute del- pre rimane, e quelli che sono una volta
l'anime^ la propria santificazione." Que- caduti debbono credersi più fiacchi di quel-
sta èia disposizione,cheilconciliodi Tren- li che non caderono mai. In una paiola,
to esige in coloro che devono ricevere la secondo l'antica disciplina, non potevano
tonsura. Nella stessa sessione e. 3, il me- mai ordinarsi quelli eh' erano stati in pe-
desimo concilio dispose. » Non si ammet- nitenza pubblica. Ne'primi cinque o sei
teranno alla 1/ tonsura quelli che nona- secoli della Chiesa la tonsura non confe-
vranno ricevuto il sagramento della Con- rmasi che col primo ordine sagro, e non
ferinazione,ec\\e non saranno stati istruiti fu che in fine del secoloVI o in princi-
ne'primi principii della fede, né quelli che pio del VII che fu data separatamente
,

non sapranno né leggere, né seri vere,e de' e prima degli ordini minori, in occasio-
quali non si avrà una congettura proba- ne de'figli che padri e le madri consa-
i
TON T O N - 101
gravano a Dio, e presentavano a' vescovi meglio leggersi sola jussionc Presbyte-
in un' età così tenera , che non potendo r».Trovasi anticamente,e rilevasi dal con-
far l'officio di lettore o di osliario, con- cilio di Cantorbery nel VII secolo, e nel
tentavasi di dar loro la tonsura e l'abito 787 in quello di Nicea e da altri docu-
ecclesiastico. Non si può esercitare alcun menti, come al presente, conferita la ton-
ministero ecclesiastico,nè possedere un be- sura e gli ed
ordini minori dagli abbati,
neficio di chiesa senza aver ricevuto la ton- anche il suddiaconato, a'ioro sudditi; pur-
sura; e perchè un tonsurato sia ammesso ché l'abbate avesse avuta l' imposizione
a pretendere o contestare un beneficio, bi- ceremoniale delie mani e la benedizione
sogna che produca in originale le sue let- del vescovo, e che usavasi una solenne ce-
tere di tonsura. Il solo proprio vescovo remonia nel crear 1' abbate, nella quale
può dare la tonsura al suo diocesano, e tra le altre cose tuttora il vescovo dice :

quello che l'avrà ricevuta da un altro sa- Antiqua ss.Patrum institutio docct,et
rà obbligato d'ottenere dal Papa le lette- praecipit, ut is qui ad regimen anima-
re dì perirtele valere. E" noto che nou può rum eligitur ete. Di fatto l'abbate ha un
essere promosso agli ordini sagri quello regime d'auime, avendo come un ordina-
che ricevette gli anteriori dal Papa, tut- rio nullius, per disposizione della Chiesa,
tavialnnocenzo III ne conferì la facoltà al- giurisdizione spirituale ed esterna sui suoi
l'arcivescovo di Milano» Benedetto XIV sudditi, e perciò nel medio evo talora in
a
uella'sua cappella segreta die la i. ton- uu certo Iato senso fu chiamato pastore,
sura e nella stessa mallina 4 ordini mi» i come lo chiama il Pontificale romano nel-
noti al cardinal York, e Pio VII nella lo stesso lato senso per l'estrema giuris-

Cappella segreta del maggiordomo con- dizione, nell'atto della sua benedizione,
ferì la tonsura e tutti gli ordini minori a e gli parla del gregge di Cristo (i monaci)

Francesco di Paola infante di Spagna, e da custodire, e gli dà il bacolo Pastoralis


10 ricordai pure a Ordinazioni de' Pon- qffìeii, perchè ha il libero e pieno regi-

tefici. Anticamente la tonsura si dava an- me spirituale e temporale sul monastero


che da un prete cattedrale, oggi canoni- e monaci, come dice lo stesso Pontificale.
co, probabilmente per ordine del vesco- Papa s. Gregorio I neWEpist. 62, lib.
g,
vo, come per sua delegazione esercitava a Romano difensore della chiesa roma-
altri uffizi, nominava i cantori, riconci- na in Sicilia, gli ordinò di reprimere l'au-
liava i penitenti pubblici, ec. ec. L'anti- dacia de' lonsuratori che volevano farla
ca disciplina non voleva che cantassero se da difensori. Questi lonsuratori da alcu-
non Cantori tonsurati, dichiarati abi-
i ni si vuole che fossero chierici minori, da
li a ciò e regolarmente destinati; gli al- altri laici distinti per la tonsura de'loro
tri tonsurati, non cantori d'ufficio, pote- capelli, i quali muniti di lettera del Pa-
vano essere salmisti perla Salmodia non
i pati-ano in qualità di agenti e fattori de-
cantata e pe'minori servigi della chiesa. stinati a soprintendere a'coloni e possesso-
11 canonico ebdomadario della collegiata ri de'predi della chiesa romana in Sicilia.

di s.Martinodi Tours,nella messa dava la Ne fa menzione Gregorio I neWEpist.


s.

tonsura a coloro che dal capitolo erano sta- 32, lib. 2, a Pietro suddiacono di Sicilia.
ti ammessi a riceverla. 11 fare il salmista, In questa si parla di tonsura civile e non
oggidì tonsurato,spettavaa'preti del Pre- già ecclesiastica, ed il passo è molto ana-
sbiterio, non a qualunque prete. Forse ne' logo all'altro del libro Ponlijieale t. 2 ,

primi secoli eravi una sola formola, di- n. Zi e 33, nel quale narrasi che a Pa-
cendosi ne' canoni antichi sola jussionc pa Adriano I si ollrirono diversi del du-
Presbiteri , e in seguito vi fu aggiunto calo di Spoleto, gli commisero le loro fa-
auche il taglio de'capelli; se pure debba coltà, ed a s. Pietro e a lui giurarono fé-
102 • TON TON
deità come a principe temporale, e si fe- della precedente, colla propina di scudi

cero tonsurare alla romana, cioè venne- venti che tuttora percepisce, ancorché ciò

ro ridotti nelle loro barbe e capellatu- non abbia più luogo. IlPapa,i vescovieal-
re alla foggia romana. Ilo voluto qui ri- tri dignitari della Chiesa, portano la chie-
cordare questa specie di tonsure, perchè rica più grande dell'ordinaria. A Capelli
non si coufondino colle tonsure clericali. dissi che i sacerdoti degli ebrei con for-
Altro esempio è la coudizione imposta a' bici se lifacevano tagliar ogni i 5 giorni;
polacchi da Benedetto IX, nel concedere mentre i Nazareni , i quali erano come
la dispeusa al monaco Casimiro, di pren- religiosi tra gli ebrei, dovendo portar la
der moglie e di ascendere sul trono di Po- zazzera o capigliatura lunga sino alle spal-
lonia, cioè che i nobili dovessero aver la le,non potevano tagliarla finché non de-
la lesta tosala a guisa di monaci. Il Buo- ponevano il nazarealo, che talvolta era a
narroti nelle Osservazioni sopra i vasi vita, bruciando capelli ch'eransi rasi con
i

antichi di vetro, parla della corona di ca- ceremonia accompagnata da sagrifizi. Che
pelli in uso de'nobili presso i greci anti- ne'primi tempi del cristianesimo gli eccle-
chi,di cui ne restò vestigio ne'tempi bassi, ad esempio degli Schiavi (kit por-
siastici,

come costume passato da'greci antichi ne' tavano il capo interamente raso , coinin-
roinaui, in occasione dell' impero greco, rono a radersi affine di mostrare piùevi-
osservandosi in alcune medaglie Teodo- dentemeute la servitù spirituale, e con-
sio II il Giovane e Valentiniano HI colla servando un cerchio o corona di capelli al-
cima del capo tosala, e con una corona di l'intorno, per significare che il sacerdozio
capelli al pari della fronte, e coll'insegne è il regno della Chiesa, e insieme non mo-
del consolato ch'essi tennero nel 43o.Con strare d'imitargli ebrei,che al termine del
lai lòggia di capelli si vede il console in- nazareato si radevano tutta la testa; ed an-
cognito nel Dittico riportato da Du Can- cora per non seguire la superstizione de*
ge, e parimenti nel Menologio di Basilio sacerdoti d'Iside, di Serapidee d'altri nu-
si trova dipiulocon uncerchio di capelli mi, i quali si radevano i capelli e tutti i

s. Eustachio vestito diclamide,come quel peli del corpo. Oltre di che vollero ave-
lo ch'era di nascita e di conto presso gen- i re nella corona una perenne memoria di
tili; e da ciò forse potè procedere, che nelle quella di Spine (nelqualearticolo dichia-
pitture de'4 Evangelisti di qualche anti- rai che in memoria di essa gli ecclesiasti-
chilàjSolo s.Luca suole essere dipinto colla ci portarono la corona di capelli sino da'
corona di capelli, secondochè notòilLam- primi tempi della Chiesa ad esempio de-
becio; il che fece credere al Buonarroti, gli Apostoli), che fu posta al Redentore,
che avendo s. Luca esercitato l'uffizio di e ciò per ubbidire a s. Pietro che l'avea
medico, ed essendo consuetudine de'me- secondo alcuno. Che altri sosten-
stabilita,
dici di trattarsi nobilmente, talora me- i gono, che s. Pietro mentre predicava l'e-
desimi avranno costumato quella sorta e vangelo in A ntiochia, venne tosato per di-
quella forma di capelliera delle persone spregio da'nemici della dottrina cristia-
nobili. Già della tonsura clericale ragio- na, come si fece in Roma talora a'filosofi
nai in più articoli, laonde qui rammente- per ischerno. Però alcuni dicono, che s.

rò in quali principalmente lo feci, pere- Aniceto Papa del 167, impose a' chierici
vitate ripetizioni, non senza aggiungervi di dover portare la chierica; ma si dubita
ajtre erudizioni analoghe e opportune. A della genuinità di tal decreto. Che altri
Chierica, dichiarato il vocabolo, narrai però opinano, che cominciasse dopo il V
della i . chierica che a'nuovi cardinali in- secolo (l'uso n'era generalmente ricevuto
combeva di fare l'aiutante di camera del e stabilito nel VII e Vili secolo), essendo
cardinal segretario di statole più grande altrimenti un segno troppo palese nelle
r o n TON io3
persecuzioni. Qui rimarco che tra quelli frequeute pregarli e scongiurarli per ot-
che attribuiscono a s. Pietro il principio tenere alcuna cosa (sole vauo vescovi au- i

della tonsura, vìe il Bernini, Istoria del- che giurare o salutare per la tonsura, co-
l'eresie,dicendo che per disprezzo tosato me si ricava da'Padri, rammentali dal p.
con una rasa corona di capelli in testa, Bonanni), per coronarti ^estratti : i ve-
tnle ignominia pa>sò in venerazione nella scovi si radevano grau partedel capo.Par-
Chiesa, che per diverse pie considerazio- lai de'divieti agli ecclesiastici di coltivar
ni e per memoria di quella di s. Pietro se la chioma, ordinandosi loro di portarla
ne servì per insegna de'sacerdoti. Quindi corta. I capelli si solevano mandare a chi
Simon Mago invidiando ne'sacerdoti di dovea far da Padrino (anche la bomba -
Cristo la tonsura, ne prescrisse una so- ce che avea tocco l'olio santo nel battesi-
migliante a'suoi seguaci, nella quale era- mo). La corona o chierica non si portava
vi più d'un solco raso di capelli da un'o- sulla parte posteriore del capo, com'è sta-
recchia all'altra, per cui diceva denotarsi to poi praticato, ma sulla sommità, sicco-
il Zodiaco. Spiegò poi il significato di que- me cappuccini la portano anche presen-
i

sta corona sacerdotale s. Germano pa- temente. Lacorona denota la dignità rea-
triarca di Costantinopoli. Excapillorum le de'chierici consagrati a Dio, lo spogliar-
significa tione, imaginem refert venerati' si che fanno delle cose terrestri, la con-
di capitis apostoli Petri, quoti, quum formità che devono avere con Gesù Cri-
missas esset ad praedicationem Domi' sto, e la perfezione di vita che loro è ne-
ni, et Magistri, ei attonsum fuit ab iis, cessaria; il cerchio essendo il segno della
qui ej'us sermoni non credebant, ut illii- perfezione, giacché è la figura più per-
deretur ab ipsis, eique Magister Chri- fetta. Ad Ordine dichiarai che la tonsu-
stus benedixit, et infamiatti in honorem, sa prepara a ricevere gli ordini sagri, la
illusionem ingratiam converti t. Distinsi quale non è che una ceremonia che inizia

la tonsura de' Chierici da quella de' I/o- il battezzato al servizio della Chiesa, lo fa
noci, i quali usarono radersi non solo la partecipe de' privilegi dello stato eccle-
sommità della testa, ma quasi tutto il ca- siastico, e lo rende atto a conseguire be- i

po, a significare la professione d'una vita nefizi di chiesa, quali senza la tonsura
i

solitaria e di penitenza, giacche il radere per goderli occorre la pontificia dispeusa,


il capo fu segno di mestizia e di pianto. Ora uoterò,che molti concilii condannaro-
lu generale tra'cristiani la rasura del ca- no la temerità de'parenti che fanno tonsu-
po fu segno di tristezza, ed a'pubblici Pe- rare i loro figli solo per l'ambizione e l'a-
nitenti si tagliavano i capelli dal vescovo vidità di procurar loro un benefizio, sen-
o dal sacerdote. mouacipoicol taglio de'
I za informarsi se abbiano la vocazione e
capelli dimostravano la rinuuzia agli or- le qualità necessarie per adempiere do- i

namenti mondani, e il voto di soggezione veri dello -.tato ecelesiastico, e qualche vol-
a'superiori. Dissi-pure dell'uso di tagliar ta perchè sono deformi o poco atti a riu-
i capelli alle Religiose. Che se alcuni ri- scire nel mondo. Altri coucdii fissarono
feiiscono agli Apostoli l'origine della ton- l'età in cui si può ricevere la tonsura, e
sura, ciò doversi intendere non della som- nelle diocesi meglio regolate non si dà pri-
mità del capo, ma bensì del precetto de' ma de'i 2 anni. Inoltre dissi a Ordine, che
capelli tondi e corti, ciò che essendo al- Benedetto XIV dichiarò, potere i cardi-
lora comune a tutti i cristiani, rimase poi nali subtubicari nelle loro cappelle priva-
l'uso solo ne'chierici, i quali furono per- te (V. Titoli cardinalizi) soltanto, con-
ciò delti coronati, per tagliarsi i capelli ferire la tonsura a'propri dipendenti e dio-
ad vuq di corona. Per la corona di capelli cesani. Che il Pontijicalc richiede, che la
del Pupa e de' vescovi, soleva il popolo di tonsurasi possa dareiu tutti i giorni e ore,
io4 TON TO N
ed in qualunque luogo, non essendo essa ma finta escludendo la tonsura o rasu-
ordine, secondo la più. comune opinione, ra vera. Venne sentenziata la scomuni-
ma preparazione agli ordini. I vescovi po- ca contro gli ecclesiastici secolari e rego-
terla conferire anche fuori di diocesi, e in lari, che portassero parrucche, comechè
diocesi nel!' episcopio se non 1' ammini- sempre riprovatedalla Chiesa, sia da'Papi
strano in chiesa colle altre ordinazioni. Che che da'concilii e sinodi. Clemente XI le
Gregorio XV decretò, niuno nel regno di proibì, e Benedetto XIII vieppiù rigoro-
Napoli ammettesse alla tonsura e ordi-
si samente anche a'cardiuali, sebbene alcu-
ni minori, se prima non fosse stato denun- ni l'usassero per salute, non per ornamen-
ziato al popolo colle pubblicazioni del par- to. Clemente XI 1 fu più indulgente, e Be-

roco in chiesa. Notai a Poitiers, che nel nedetto XIV ne regolò l'uso, dichiarando
concilio del i 100 fu ordinato, per la ton- i casi per concedersi la licenza. Niun Pa-
sura non si esigessero né forbici e né to- pa usò mai parrucca, e il cardinal Bra-
vaglie, da'vescovi e dagli abbati. A Ordi- schi appena divenuto Pio VI la depose, e
nazioni riportai la prescrizione di Grego- poi comandò l'uso della cipria a' capelli

rio XVI, che qualunque estero volesse or- per politezza. Ciò rilevasi anche dal can.
dinarsi in Ronia, sottoscrivesse prima la Nardi, Lettera sopra lo specchio e pet~
Qui aggiungo
forinola da lui prescritta. tini degli antichi cristiani, dicendo che

col p. Plettemberg, Nottua Curine Ro- Pio VI vedendo che s' introduceva una
manae, essere consuetudine in Roma che certa spiacevole luridezza di lesta negli
il cardinal Vicario conferisce agli este- ecclesiastici, con sue lettere commendò
ri la prima tonsura e gli altri ordini, an- l'uso d'un poco di polvere bianca sul ca-
che senza le lettere dimissorie de'propri po ad tergendas sordes, ed egli ne diede
ordinari, usando però le convenienti in- l'esempiocol sagro collegio e prelatura. Ri-
dagini sull'idoneità dell'ordinando. A Sa- marca inoltre che in Francia, la polvere
CERDoziOjparlaudoinfinedellasconsagra- sul capo è segno di posatezza e d'antichità
zione, riportai il rito col quale il vescovo di costume e di pensare,per cui egli la vide
al degradato incomincia colle forbici a to- restata a'nostri giorni a qualche vecchio-
sargli! capelli, opei azione indi proseguita neea'preli,ed un tempo chi non la porta-
da un laico, onde agguagliarli tutti alla va avrebbe scandalezzato e sarebbe stato
corona o chierica, ossia tonsura, affinchè tenuto seguace della moda. Avverte il
questa del tutto sparisca; mentre il vesco- Thiers, Istoria delle parrucche, che il

vo gli dice: Facciamo disparirti dalla teologo della Sorbona Chamillard nel suo
testa la reale insegna del sacerdozio, trattato, Decorona, tonsura, et hahitu
ch'è la corona. Nell'articolo Parrucca, clericoruììi, raccolse un grandissimo nu-
zazzera o chioma finta, rimarcai che per mero di canoni contro le parrucche, come
j 6 secoli cristiani non si parlò di parruc- in opposizione a' decreti de'canoni della
che pegli uomini, quali cominciarono ai Chiesa circa alla corona e tonsura clericale
usarle verso il 1629 in Francia, secondo cheriunìin ^articoli; fra'qualiche le coro-
Thiers, altri dicendole già introdotte in I- ne o tonsure non debbono esser finte di te-
talia. Nelle due regioni, circa il 1 660, l'a- la,di raso odi pelle, piuttosto teatrali che
dottò qualche ecclesiastico, e pel 1 ."Rivie- clericali. A Pettine dissi, come nelle sa-
re morto vescovo di Langres;e presto se ne grestie furono collocati pettini e Specchi
fece uso con eccesso da'prelati ed ecclesia- (P.),per assestarsi dagli ecclesiastici i ca-
stici,anche regolari, con fìnte chieriche. pelli e la barba, per decenza, prima d'an-
Siffatto abuso fu frenato da'vescovi, dai dare a celebrare. V. Berrettino cleri-
capitoli e dalle congregazioni religiose, cale. Finalmente osservai a Barba, che
perchè già proibito da'ss. canoni, la chiu- uc'teojpiincuisi usava da'ehierici la bar-
,

TON TON ioj


ba soltanto tondata, prima che giovani i offuschino la vista spirituale delle cose e-
si ammettessero agli ordini minori, si co- terne. Alcuni sono di parere che si faccia
stumava benedirla solennemente e poi in memoria dell'ignomiuia fatta a s. Pie-
fondarla, col rito esistente nel Pontifica' tro, il quale fu per beffa raso in Antiochia.
le Romanum. Anche areligiosi novizi ve- Sia come si voglia, dichiara Magri, certa
niva benedetta. nuovi vescovi si benedi-
I cosa è, essere segno d'onore e dignità, on-
vano la barba prima di fondarla. Inoltre de i vescovi e i cardinali la portano mag-
riprodussi le proibizioni agli ecclesiastici, giore degli altri, e i Papi per molli secoli
di nudrire la barba con arte. Osserva ilSar- e sino a tutto il XVII portarono la coro-

nelli,che se la tonsura o rasura della bar- na de'monaci benedettini, raden-


all'uso
ba è vietata nella s. Scrittura, perchè des- dosi tutto il capo con lasciare un piccolo
sa e quella della testa praticavasi da'sa- giro di capelli, la qual forma è antichissi-
cerdoti idolatri, in altri luoghi della me- ma, come accenna il g.° concilio di Tole-
desima non si proibisce agli uomini il do col can. 4°: Ornnes clerici, vel ledo-
radersi i capelli e la barba, ma si loda e resy sicut levitae. et sacerdotes detonso
talora comanda in occasione di gran dolo- superius capite toto, inferiti» solimi cir-
re, come dimostrano molti [tassi de' pro- cuii coronata rclinquant.Noievò,c\ie for-
felilsaia, Geremia ed Ezechiele. E siccome se da tal rasura del capo, i Papi cuopri-
la tonsura della barba è universalmente vano la testa col Camauro (V.), e sebbe-
comandata a 'chierici latini, mentre nella ne nel secolo decorso pare cessata l'ampia
primitiva Chiesa i chierici si conformaro- tonsura e sostituita la grande chierica, pu-
no costume generale de'luoghi come in
al re continuarono a far uso di tal berrettino,
oriente, ove non radevasi, tuttavolla tro- però nel corrente rare volte costumato. 11

vasi anche vietata in alcuni tempi, sem- Magri che morì nel 1672, in proposito del-
brando la rasura troppa delicatezza. l' ampiezza dell'antica tonsura esclama.
Il Magri, Notizia de vocaboli ecclesia- » Ma die diremo de' sacerdoti moderni,
stici, verbo Tonsura, riferisce di essere li quali si vergognano di portare in capo

tradizione apostolica, secondo Papa s. A- un contrasseguo cotanto glorioso, ovvero


< niceto, scrivendo a' vescovi di Francia, il portano la corona tanto piccola, che ap-
radersi gli ecclesiastici capo in forma di il pena si vede? Il tutto manifesta la loro va-
corona, per significar la corona di spine nità e superbia. Infelice augurio era sti-
del Redentore,come notò Beda, Ilist. An- mato da'gentili, se cadeva la corona dal
glie. cap. 22; l'istesso avendo conferma- capo del sagrificantej così indizio di po-
tos.Germano di Costantinopoli: Raditur co spirito è il vedere sugli altari li sacer-
caput medium in gyrum, ut ea corona doti sagrificanti senza la corona clerica-
sit prò corona Chris tij ovvero per deno- le. Costoro poca speranza avranno di con-
tare il regio grado del sacerdote, al dire seguire il celeste regno di Cristo, mentre
dis. Isidoro, De Instruct. Clcr. Iib. 2, cap. si sono così poco curati di portare il con-
1. Moralmente significa che gli ecclesia- trasseguo d'essere annoverati tra'regi del-
stici devono rigettare pensieri super- i la Chiesa santa, che sono i sacerdoti. Pian-
flui , secondo Gregorio I in Moralib.,
s. ge colai pazzia Beda con queste pa-
il ven.
perchè i capelli sono simbolo de'pensieri. role. Quosdam clericos corona caput at-
Dice s. Dionigi l'Areopagita, De Eccles. tonsuni gestare pudet, quae ipsus passio-
Hierarc, cap. 6, che la tonsura clericale nis signum est. Si vergognano delle glo-
'
denota la vita pura e lontana dalle fin- rioseignominie del Salvatore". I greci, ol-
zioni. Si tosano dunque capelli, ne ere-
i tre corona, sogliono anche nudrir la
la

scendo oculos iinpediant. Durando lib. 1 chioma all' uso de' nazareni, per imitar
cap. 1, acciocché i soverchi pensieri nou Cristo e i suoi apostoli. Questo costume
ioti TON TO iX

non pare essere stato antico nellaChiesa, quem Dei magna Ecclesia aedifica (a
nella quale gli ecclesiastici non portavano estj quod enim impii ad Sanctum dif~
la chioma a tempo di s. Gregorio Nazian- famandum exeogitarunt, id nos pie fa-
zeno, il (piale raccontando l'usurpazione cientes in gloriarli illius agimus. I mao-
della cattedra di Costantinopoli fatta da mettani e alcuni cristiani orientali si ra-
Massimo fdosofo, dice che i vescovi suoi dono spesso tutta la testa, lasciando so-
aderenti gli tagliarono la cinica chioma e lamente nel mezzo del vertice un fiocco
l'ordinarono vescovo. Ciò si conferma con di capelli, sebbene cristiani scrupolosi noi
i

l'avvenuto a Teodoro di Tarso eruditis- portano, dubitando che sia un contrasse-


simo, che eletto da Papa s. Vitaliano ar- gno del maomettismo. Questo modo di ra-
civescovoin Inghilterra e suo vicario, dif- dere la testasi praticava nell'Africa a tem-
ferì per 4 mesi la sua ordinazione, finché po di Tertulliano, il quale scrive: luxta
gli crescesse la chioma per fare la corona, ruteni tonsor, et cultri vertex iinmunis.
poiché avea la tonsura all'uso degli orien- Apprendo pure dal Magri, che nel Sagra-
tali di S. Paolo. Dal riferito si raccoglie mentario di s. Gregorio I si legge un'o-
dunque, che piuttosto in occidente costu- razione col titolo: Ad Capillaturam, la

massero gli ecclesiastici portare la chioma. quale per divozionesi recitava sopra i fan-
Qnal fosse poi la tonsura di s. Paolo, pen- ciulli «piando si tosavano la [/volta, cere-
sa il Magri che sia stata quella a suo tem- monia diversa dalla tonsura clericale. Do-
po usata da'maroniti, cui sacerdoti si ra- i po segue un'altra orazione: Ad barbas
dono il capo a usanza de'religiosi latini, tondendas, la quale si recitava sui giova-
lanciando però un giro di capelli in cima ni quando lai. "volta si tosavano la bar-
più piccolo dell'usato da'rnonaci. Alcuni ba. Ora riporterò un sunto del p. Char-
sacerdoti cristiani nell'oriente radevano il don, Storia de' Sacramenti, t. 3, lib.i,
capo in mauiera tale che venivano a for- cap.3i Della Tonsura Clericale. Delhi
mar la croce; e vivente il Magri l'arcive- sua antichità, e delle sue figure in di-
scovo di Cranganoi jde'cristiani di s". Tom- versi luoghi e tempi. Che anticamente
maso nell'Indie orientali, portava ia ton- non si dava separata dagli ordini. Quan-
sura in forma di croce. Narra poi,che il mal- do siasi cominciato. Il j>. Chardon inco-
vagio Simon Mago avea inventato una mincia con riferire il seguente brano di
1

stravagante tonsura usata da'suoi disce- Fleury, Instit.au Droit Canonia. Ne pvw
poli, (piali si radevano
i capo da un'o- il mi non v'era distinzione veruna fra
secoli

recchia all'altra, lasciando un solco o li- i chierici e i laici quanto a'capelli, allibi-

nea, che dicevano significare la fascia del to e a tutto l'esterno. Sarebbe stato un

zodiaco, essendo la loro testa tenuta da esporsi senza necessità alla persecuzione*
essi simbolo del gloho celeste. Ne'tempi di che vieppiù infieriva contro gli ecclesia-
s.Girolamoe Ambrogio, come si rac-
di s. stici, e inoltre i fedeli erano tutti compo-
coglie da'loro scritti, chierici non si ra- i sti nell'esteriore come se fossero stali chie-

devano il capo, ma si tosavano basso in rici. Dopo rimasta I.» Chiesa in libertà, nei

maniera tale, che non 'scoprivano la co- primi del IV secolo, i chierici mantenne-
lemia o pelle, forse per non somigliare ai ro l'ordinario vestire de'romani, eh' era
sacerdoti pagani. I giorgiani lutti portava- lungo co' capelli corti e la barba rasa. I

no la tonsura in capo, cioè i laici in figu- barbari che disti ussero l'impero romano,
ra quadra e i tonda. La corona
chierici tutto all'opposto aveano gli iibiti corli e
clericale fu detta anche Carrara, Peti A u .

serrati, i capelli lunghi, alcuni senza bar-

tioch., Episi, ad Cenila n.: Et nos Ghar- ba e altri con barba lunghissima. 1 roma-
raram facimus in honorem
in capite ni abbonivano tal vestito; e siocoroe quan-

omnino Principis Apostolorum, super do i barbari si slabilirouo ueluoghi con-


TON TON 107
quistati, tutti erano romani, co-
i chierici ta a'ehierici in tal punto, cioè che non col-
sì conservarono diligentemente il loro ve- tivassero! capelli vanamente, né gli taglias-

stire, che divenne poi abito clericale, di- sero troppo bassi per non a (fetta re di ren-
modoché quando i franchi e altri barba- dersi osservabili, dovendosi tosare in mo-
ri divenuti cristiani entravano nel elevo, do che non si vedesse la pelle. Avea già
si facevano tagliar i capelli e prendevano il 4-° concilio di Cartagine ordinato: Clc-
vesti lunghe. Circa quel tempo molti ve- ricus nec comam nutriat, nec barba/ti. I
scovi e chierici assunsero l'abito che al- monaci non si riputarono obbligati a sta-
lora solevano portare i monaci, come più re in questa mediocrità, molti di loro per
conforme alla modestia cristiana, e quin- attirarsi il dispregio si radevano intera-
di per quanto si crede derivò la corona mente la testa, si lasciavano crescere ec-
clericale da'monaci che si facevano rade- cessivamente i capelli e la barba. Benché
re sopra la fronte per rendersi disprege- il loro stato di solitudine potesse scusare
voli. Quindi osserva il p. Chardon, che il ciò che sarebbe stalo biasimevole negli
portar la testa rasa era cosa ignominiosa, altri ecclesiastici, che doveano nel mondo
qual segno di schiavitù fra gli antichi gre- convivere, nondimeno Girolamo stesso, s.

ci e romani; laonde si tosava alcuno per ch'era monaco, non approvava queste sin-
beffa e vituperio. Pertanto i primi cristia- goIarità.Nel principio del secolo VI chie- i

ni e specialmente i chierici ambivano di rici cominciarono non solo a portar ton-

farsi tosare,per rendersi dispregevoli; e sura più visibile, ma ancora a tosarsi iq


per togliere l'occasione de'v3ni acconcia- circolo o in forma di corona. Verso la me-
menti de' mondani per la capigliatura, tà di detto secolo, Magnerio vescovo di
portavano i capelli cortissimi. Finite le Treveri facendo la visita di sua diocesi,
persecuzioni, non mantenendo la più par- avendo inteso in Carignano la virtù e il
te de'cristiani l'antiea severità, le perso- merito di s. Gery che nel 58o circa fu ,

ne pie si distinsero dall'altre pel dispre- vescovo di Catnbray, gli die colle proprie
gio alle chiome; e siccome gli ecclesiasti- mani la tonsura clericale, orando per lui,
cierano più perfetti, non v' ha dubbio
i e ornatolo della corona reale e sacerdo-
che portassero capelli tosati in dispregio
i tale, il consagrò per sempre al servizio di-
della vanità. Ciò fj intendere s. Grego- vino. Prova la medesima usanza della
rio .Xazianzenoallorchè rimprovera alcu- corona ne'chierici in dettotempo, la de-
ni, che per entrar nella carica pastorale scrizione fatta da s. Gregorio Turonese
altra disposizione non recavano, che quel- della nascita colla chierica di s. Niceta ve-
la di tagliar la chioma, al cui acconcia- scovo di Treveri. »S. Niceta fu destiti ito
mento erano stati fin allora applicati. O- chierico dal suo nascere, poiché quando
treio vescovo di Melitene fiorito nel de- venne alla luce, tutta la testa avea senza
clinar del secolo IV , avendo battezzato pelo, com'è solito de'bamboli nascenti, ma
s. Eutimio, gli tagliò i capelli e lo mise avea un cerchietto di piccoli capelli simi-
nel numero de'lettori. Ciò dimostra che le alla Corona Clericale'. Anche Sido-
la tonsura clericale è molto antica. Ma nei nio Apollinare, parlando di Germanico
quattro o cinque primi secoli della Chie- vescovo, dice che avea l'abito stretto e i

sa, ella era piuttosto una dimostrazione Questa tonsura


capelli tagliati in circolo.
di modestia e di disprezzodelle vanità se- era più grande dell'odierna, ed era più
colari, che un segno di distinzione de'mi- simile a quella de'frati, che de'preli, oc-
nistri sagri dall'altre persone pie. Cono- cupando tutto l'alto della testa, e termi-
scendo s. Girolamo
costumanze delle le nandosi con un circolo di capelli.il 4° con-
chiese d'occideute e d'oriente, rende testi- cilio di Toledo ordinò che i chierici sieno
monianza della mediocrità raccomunda- tonsurati, cos\ lettori, diacoui e sacerdo-
io8 TON TON
ti, cioè tosati nella parte superiore della di Francia, e il p. Chardon ne ricorda i

testa, lasciando di sotto una corona; e non monumenti, e i decreti vescovili che l'im-
r
come usavano i lettori di Galizia, die a- posero, l'ultimo essendo deh 638 di mg.
veano capelli lunghi come laici, e porta- i Solminiac vescovo di Cahors. » Gli eccle-
vano tosato un piccolo cerchietto sul ca- siastici portino la tonsura larga eapparen-
po, poiché in tal modo aveano usato ton- te, ciascuno secondo il proprio ordiue, e
surarsi gli eretici. Il concilio d'Aquisgra- portino piccoli collarini, il capello corto
na e s. Isidoro di Siviglia raccomandaro- e le orecchie scoperte." Anticamente, co-
no la stessa figura, e molli altri già ne fa- ni'anche adesso nelle chiese orientali ,

cevano una stretta obbligazione. Anche non si separava la tonsura dagli ordini.
il p. Chardon dice che alcuni sostengo- Non si conoscevano ecclesiastici di prima
no ch'ella dovea esser tale, per rappresen- tonsura, che sono sì comuni tra noi, e spe-
tar la corona di spine del Salvatore; al- cialmente in Francia, ove la tonsura è un
tri che indicasse il reame e il sacerdozio, sufficiente titolo per possedere i più ric-
perchè i re portavano in capo un cerchio chi benefizi, almeno ne'decorsi tempi. La
d'oro, e i sacerdoti dell' antica legge una tonsura era una parte delleceremonie del
tiara; altri insegnano essere segnale d'im- conferimento degli ordini, di che sono te-

pero, con cui chierici doveano regnar sul-


i stimoni tutti gli Eucologi antichi e mo-
le proprie passioni, e che questa taglia- derni, come può vedersinel p. Morin. Essi
tuia di capelli significava il taglio de'de- dicono: »» forma di croce quegli
Si tosa in
siderii illeciti. Gli autori ecclesiastici poste- che si ordina lettore, e il vescovogl'impone
riori all'Vin secolo pai lauo spesso e am- le mani."Quest'usanza che anticamente e-

piamente di tali significati della tonsura ra anche nostra, è attestata da moltissimi


chiericale,e 3 figure ne distinguono usate scrittori delle due chiese,e usa vasi eziandio

allora- in vari paesi. Lai/ è la descritta, di far lettori i piccoli fanciulli. Papa s. Si-
che chiamavano tonsura di s. Pietro. La ricio del 385 decretò: Chiunque vuol de-
2." quella de'monaci orientali, che si face- dicarsi al servigio della Chiesa deve rice-
vano tosar tutta la testa senza lasciar cir- vere il battesimo, ed esser fatto lettore in-
colo, e chiamavasi tonsura di s. Paolo. Gli nanzi 1' età della pubertà. Anticamente
antichi bretoni ritirati nel paese di Gal- tanto era lungi, che si riputasse chierico
les, nell'Irlanda e nella Scozia, aveano una chi non avea ordini, che anzi nacque dub-
diversa tonsura e non portavano la coro- bio se dovessero contarsi nel clero quelli
na intera, ma solamente un semicircalo che aveano i soli minori. A favor loro pe-
sulla fronte raso da uu'orecchia all'altra, rò decise il 3.° concilio di Cartagine. La
e la parte posteriore del capo era coperta tonsura vieneconsiderata da s. Isidoroco-
di capelli.dimodochèsomigliavanoa quel- me unita agli ordini, e propria di quelli
li che sono naturalmenti calvi. Assai vi che sono consagrati al culto di Dio; e chia-
volle per renderli in tal punto uniformi, ma chierici que'che sono ordinali in qual-

e si trattò di tal altare, come di punto ca- che grado ecclesiastico. La tonsurasi co-
pitale, da'conciliijda're e da'vescovi. Gl'in- minciò nella chiesa latina a darsi separa-
glesi per derisione attribuivano la tonsura tamente dagli ordini, forse nel finire del

degli scozzesi a Simon Mago, chiamando secolo VII, in occasione che molte buo-
la propria di s. Pietro. Le dispute passa- ne persone offrivano loro figli alla Chie- i

rono sino in Francia, ove si procede con- sa, e pregavano vescovi ad aver cura di i

tro s. Colombano e i suoi discepoli, ch'e- loro educazione; il che vescovi fecero vo- i

rano tonsurati come bretoni. Dall'anti- i lonlieri, considerando quella gioventù co-
che pitture si scorge che la tonsura roton- me un seminario proprio a dar soggetti
da si mantenne lungo tempo nelle chiese degni degli ecclesiastici impieghi. Li fa-
e ,

T O N TON 109
«vano allevare con diligenza, davano lo- fanciulli.specialmente allorquando essen-
ro per maestro un vecchio, che d'ordina- do i vescovi divenuti giudici di quasi tutti
rio era l'arcidiacono, gli tenevano nel ve- gl'interessi civili e criminali de' chierici,
scovato, e gli facevano vivere in gran di- o per se o per mezzo de'loro uffiziali, piac-
Ovvero li raccomandavano
sciplina. ne' que loro accrescere il numero di que'che
dipendevano da loro immediatamente.
1

Monasteri (/ .) a monaci di carità e ta-


lentosperimentati,e siccome molti di que- Gran quantità di gente pigliava allora la

sti fanciulli per la troppa tenera età non tonsura per godere de'privilegi del clero,
;
potevano supplire ad alcun ministero, così quali erano di portar le loro cause al giu-
non lasciavanoditonsurarli in segno della dice ecclesiastico, di non poter esser tratti
1

loro consagrazione aDio,e davano loro l'a- al tribunal secolare per qualsivoglia de-
bito clericale, acciocché loro genitori non
i litto, e di non poter essere battuti senza
' li ritiiasserodal divin servigio. Ecco lafor- scomunica degli offensori, d' esser esenti
;
mola del conferir la tonsura verso il X se- I da taglie o imposizioni, ec. Questi privi-
colo, ossia YOratio adpuerwn tonsuran- legiaveano talmente aumentato il nume-
duin, cavata da un Ordine romano: » Si- ro de'chierici, che molti maritali, i quali
gnor Gesù Cristo, che siete Capo nostro, in nulla distinguevansi dagli altri laici

Corona di tutti i Santi, rimirale sopra la portavano il nome di chierici coniugati.


fanciullezza del vostro sevvoN., ec.super in- Si trova un accordo fatto tra la comunità
fantìafamuli tiri etc."E questa senza dub- di Meaux e i chierici coniugati, pel quale
bio, dice il p. Chardon col p. Morino, De questi sono esenti dal pagare le taglie, ma
Sanctor. Ord., l'origine della separazio- non già le loro mogli. Si levarono poi que-
ne della tonsura dagli ordini. Il p. Mabil- sti privilegi, il che fece disparire dapper-
lon pretende che sia più antica, e ne reca tutto questi chierici coniugati, e special-
in prova tra le altre, che Paolo vescovo mente in Francia.
di Merida, VII secolo, ordinò
fiorito nel Il p. Bonnani , La Gerarchia eccle-
che si tonsurasse Fedele suo nipote, indi siastica, cap. 34 : Della tonsura cleri-

facendolo passare per tutti i gradi lo isti- cale, la dice altro contrassegno dell'ordi-
tuì diacono. Aggiunge perciò il p. Mabil- ne, il r.° essendola veste clericale,dappoi-
loi), quantunque vero sia il dire, che sul chèil concilio di Trento definì: » Non so-
fine del VI secolo la tonsura d'ordinario limi coronam, secl tonsura, sine habitu,
si dava assiemeco'primiordini,egli è certo sed computative requiritur utrumqiu.'"
tuttavia che in quel tempo ricever la ton- E l'ultimo concilio d'Aquileia dichiarò :

sura e divenir chierico era lo stesso; ou- « Habitum clericalem declaramus cimi
d'è che i monaci erano reputati chierici esse, qui veste talari, et tonsura con-
a cagione della tonsura, che riceveanoper statj si ex duobus alterimi deficit, dici-
mano de'loro abbati. Dimostra inoltre il mus clericalem habitum integrimi non
p. Mabillon, che fino al secolo X i sem- esse"D\ questo segno dell'ordine clericale
plici sacerdoti davano la tonsura clerica- invidiosi gli erelici,procuraronodi toglier-
le, e reca ancora più d'un esempio di lai- lo dalla gerarchia ecclesiastica e Io pose-
ci, che dierono ad altri laici, e quali
la i ro in derisione, principalmente i valdesi;
perciò divennero chierici, ne'secoli infeli- e poi l'empio Wicleff, il quale anche alle
ci cioè, ne'qualiper entrar nel clero ba- donne attribuiva l'uffizio del sacerdote, e
stava saper leggere e scrivere, ed un let- perchè fossero i suoi discepoli derisi li fa-

tore doveainteudereciò che leggeva, men- ceva comparire rasi in capo. Dipoi Lutero
tre un sacerdote dovea esser cap;ice d'in- nel libro, De instiluendis Ecclesiac, bef-
segnare. Molto tempo dopo si cominciò a feggiò e schernì acremente i chierici per
fare per gli adulti ciocché facevasi pe'soli porlare la tonsura. Ma quanto s'ingan-
no TON TO N
nassero questi furiosi nemici della chiesa zioni potessero gli ecclesiastici facilmente
cattolica, in condannare segni della stin- i essere riconosciuti dagl'infedeli. Dice pu-
tila clericale,impugnandoli contro l'anti- re, che se s. Gregorio di Tours scrisse: Pe-
ca autorità e uso praticalo da lutti cat- i trus Apostolus ad hiunilitalem doccn-
tolici colla sagra tonsura, lo dimostrò il dam caput desuper tonderi insti tuit, non
p. Bulinimi, celebrandone l'antichità usa- fu pe'soli ecclesiastici, ma per tulli i fe-

ta dalla Chiesa sino dal tempo degli Apo- deli, e <;he si deve intendere, che non do-
stoli, benché confessa ignorarsene il pre- veano fare la chierica o Corona, ma sola-
ciso principio; aggiungendo sull'antico e mente per modestia tosare i capelli, onde
misterioso uso della tonsura la testimo- fossero più collidi quelli degl'infedeli. 11

nianza di s. Gregorio di Tours, De gloria vescovo Saussay volle sostenere per vero
Martyrum, lib. i , cap. 28, e dicendo che il decreto di s. Aniceto, secondo altri al-

s. Pietro siccome costituito capo e guida terato, e si studiò provare che tutti del cle-
della chiesa nasceute, ad humiliiatcmdo ro, anche in tempo delle persecuzioni, por-
cendant caput desuper tonderi instituitj tassero la tonsura sino al tempo di s. Sil-
e ciò fece ancora secondo Alcuino, Di-, vestro I, come
apparisce dall'antiche im-
Tonsura clericali, ad simili tudinem spi- magini dimusaico e da'eodici antichi; ed
nac coronae Domini. Il vescovo Saussay, il p.Bonanni riportò alcune favorevoli te-
De Panoplia clcricalis seu de clcrico- stimonianze della tonsura portata all' e-

rurn tonsura et habitu, espose un'imma poca delle persecuzioni, onde da' tiranni
gine dis. Pietro antichissima, e dal p. Bo- fu derisa e tormentati chi l'avea, secondo
nanni riprodotta a p. 1
34, io cui dice egli le sue narrazioni di s. Benigno, di s. Cri-
si vede l'Apostolo uon calvo, ma tosato solio, di s. Ferreolo, di s. Ferruzione, di
nella cima del capo circolarmente. Dal- s. Patroclo. Anzi dice che nella Ilierarc.
l'esempio di s. Pietro, crede che la tonsu- eccles. cap. 6, di s. Dionisio Areopagita,
ra cominciossi a praticare nella chiesa da fiorilo nel i. "secolo, così descrisse il rito
chi era ascritto uel clero, il che però non della tonsura al suo tempo. Sacerdos cum
fu uniforme in tutti e nemmeno negli a- signo crucis coiisignatum tondet, irei
posloli, riportando quanto ne scrisse Be- Personas divinac Dealitudinis invocan-
da, del qual parere furono oltre il citalo do, omnique veste detracta cum alia in- ,

s. Gregorio, s. lsidoro,De divin. qfjìc. cap. duit. Sicché conclude, in cjuel tempo si
4, e Geolfrido abbate presso lo stesso Be- praticava la tonsura, e si conferiva a chi
da, /list. Augi. Non si sa però, soggiunge voleva essere ascritto al Se però l'u- elei o.

ilp.Bonanni,seiinmediatamente nel tem- so fosse costantemente continuato da tut-


po di s. Pietro, ovvero negli anni poste- ti, è cosa dubbiosa, mentre per 1' una e

riori mantenesse quest'uso negli anti-


si l'altra parte vi sono argomenti favorevoli.

oppure fiorisse dopo che


chi ecclesiastici, Avverti però l'eruditissimo e ricordato
fu resa la pace alla Chiesa. Il Tomassini, abbate Geolfrido, che nella chiesa antica
De. nova, et veteri Ecclesiae disciplina, fu diversa la tonsura del capo circa la for-
cap. 3j:De clericorum tonsura, seguen- ma, poiché ciascuno la variò secondochè
do il parere del dotto Pietro Elallier, giu- la stimava essere più conveniente, e ac-

dicò essere più probabile, che ne'primi 5 costarsi ul misterodi quella usata dal prin-
secoli fosse ordinato a' chierici, che por- cipe della gerarchica ecclesiastica s. Pietro.
tassero i capelli alquanto più corti de'se- I monaci cominciarono a usar la totale
eolari, e che nulla si prescrivesse circa la rasura del capo, perchè godevano nell'es-
tonsura o chierica, e ritiene non verosimi- ser derisi per amore di Cristo. Il p. Bonau-
le che il clero apparisse con lai distintivo, ìu dopo altre testimonianze prò et con-

per cui in tempi pericolosi delle persecu- tra, dichiara: che ue'3 primi secoli tra le
T ON TON in
turbolenze della Chiesa fu praticato l'uso condo l'Arcudio,Z)c Tons. lib. 6, notis ad j

della tonsura, ma senza alcuna legge sta- Euchol., e il p. Goar, ad Ora tio capi l-
bilita, onde chierici molte volte appena
i lorum. La 1 .'è quella che il sacerdote con-
si potevano distinguere da'secolaii; quin- ferisce a'bambin'1,0 nel battezzar!i,ovvero
di passa a trattare nel cap. 35: Come fu 8 giorni dopo il battesimo, e talvolta an-
stabilito nella Chiesa Fuso della tonsii' che più tardi. Questa non gli alza sopra
va. Riferisce die Marlene rifiutò la sen- i laici, ma solamente dimostra chela of-

tenza di quelli, quali affermano, che la i frire a Dio i capelli, che loro si tagliano,
tonsura clericale in forma di corona co- si consagrano per sempre al suo servigio.
minciasse nella fine del V secolo ; che si Questa tonsura era altre volte ancora in
praticasse nel principio del III secolo e si uso nella chiesa latina. La 2." tonsura elei
mantenesse sino a s. Leone I del 44°> s ' greci è quella che il vescovo conferisce a
lia dal Saussay. Tale usanza dopo s. Leo- coloro, che sono disposti a ricevere gli or-
ne fu poi praticata non solamente da'
I dini, e questa propriamente è la tonsura
Papi e da' vescovi, ma anche da lutti gli clericale. Arcudio stima che la /tonsura 1

ascritti al clero, a' quali tutti secondo i sia abusiva, ma viene confutato dal Thiers

gradi di ciascuno fu prescritta, e confer- col p. Goar, come non del tutto istruito
mata da costituzioni, sinodi e concilii ge- nelle pratiche di sua chiesa greca. Quan-
a
nerali, rammentati col decretato dal p. to alla 2. diesi conferisce a'ieltori e ai

Bonanni. Chiaramente nel sinodo d' Ir- cantori nell'ordinazione, il lettoreeil can-
landa tenuto da s. Patrizio nel 456, col tore colle preghiere e leceremonie lascia-
! can. 6, scomunica il chierico, che non
si no iloro capelli e li consagrano a Dio. Do-
purta la tonaca e la tonsura. Di s. Gre- po che si sono tagliati i capelli al cantore
gorio 1 del 590, afferma il contempora- in forma di croce in 5 parti della testa,
neosuostoricoGiovanui Diacono, che nel il diacono dice: Preghiamo il Signore, che
,
suo capo era, corona rotimela, ctprctio- in luogo de'capelli, che gli sono stali ta-

sa, capillo sulmigro, et dece/iter intor' gliatagli donil'amoredella giustizia e del-


to sub auriculae medium propendente. la virtù. Il vescovo prega che il cantore
\ Nel concilio del 6qo di Costantinopoli si riceva la medesima benedizione, che rice-
determinò : rasi qui tonsura sacerdotali vè il sommo sacerdote Melchisedech, do-
iisus fuerit. Da tutte le leggi e decreti per po che da Abramo per ordine di Dio si
la tonsura non si potè ottenere la sua u- fece tagliare capelli. Dopo che il canto-
i

, niformità, beuchè tutti convenissero nel- re si è fallo tagliare i capelli, il vescovo


l'unità della fede, come nelle liturgie e ri- prega Dio a dargli la grazia d'osservare
ti tulli ipopoli non furono conformi, si- i suoi comandamenti con ogni sorta di ri-

no da' tempi degli Apostoli che promul- spetto, di timore, di santità e di giustizia.
garono l'evangelo. I greci si distinguono Il vescovo inoltre domanda aDio la per-
da latini, poiché menti e questi tagliano! severanza pel cantore in tutte le funzioni
capelli intorno all'orecchie (però non tut- dell'ordine, che potrà ricevere IO avve-
ti) e sopra il capo hanno la chierica ton- nire, e ciò in considerazione d'essersi fat-
da, i greci l'usano, ma conservano i ca- to tagliare capelli per amor di Dio. Il
i

pelli lunghi e li lasciano pendere verso la vescovo domanda pure a Dio, che com'e-
schiena, benché dall'antiche immagini de' gli mandò Abramo p<:r tagliare capelli i

santi greci rilevasi l'uso contrario: i greci a Melchisedech, eche f<\ vori delle sue gra-
. oltre i capelli lunghi nutriscono la barba, zie gli Apostoli allorché gli assistè quan-
che i latini radono. Noterò col Thiers,
si do si tagliò ad essi i loro capelli, ispiri an-
che la chiesa greca usa i\ue tonsure, una cora al lettore, per e>se:si tagliati i pro-
de'battezzati, e degli ordinanti l'altra, se- pri a im Unione di Melchisedech e deg'i A-
uà TO'N TON
postoli, l'amore della giustizia e della san- e ciascuna colla sua tonsura o chierica la :

tità de'costumi, affinchè vivendo secondo r/del greco con capelli lunghi e avente
a
la sua santa legge meriti d'assidersi alla la chierica più verso la fronte; la 2. del
sua destra nel posto de'predestinati. Ag- francescano con grande chierica e larga
giungerò quanto il vescovo Sarnelli dice corona di capelli , ossia la testa è tosata
a
nelle Lettere ecclesiastiche, t. 8, lelt. 5: tranne tal corona; la 3. del cappuccino
Della tonsura clericale, presso i greci. con barba lunga, ma del tutto tosato, ciò
La tonsura de'bambini battezzati è una che oggi non si usa interamente, poiché
ceremonia presa da'nazareni, rito che se- la loro larga corona di capelli restando più
condo s. Cirillo gli ebrei appresero in fi- in alto, la grande chierica è verso la fron-
glilo, e che da Dio per Mosè fu trasferi- te, ossia propriamente sulla sommità del
to nella legge, per non distorti del tutto capo, come anticamente praticò il resto
dalle ceremonie da loro vedute tra gli e- del clero; la 4-* del monaco con testa tosa-
giziani. Quanto alla tonsura ecclesiastica ta, eccettuato una stretta corona di capel-
a
del cantore e del lettore, edalla storia che lina 5. del sacerdote secolare colla chie-
Abramo per comando di Dio fece taglia- rica ordinaria sulla parte posteriore del
re i capelli a Melchisedech, e che il Sal- capo; la 6/ del vescovo con grande chieri-
vatore fu presente quando gli Apostoli se ca; la 7/ dell'eremita con barba lunga e
a
li tagliarono, al Sarnelli sembra apocri- testa tosata; l'8. del chierico secolare col-
fa, giacché ueW lùteo logio stampato a Ve- la chierica un poco più piccola del sacer-
nezia nel i6g3,nell'orazionedeir^rttfg7JO- dote. Indi dice del costume de'giorgiani,
ste o Psalle, che vuol dir lettore e can- i chierici con grande tonsura tonda in ci-
tore, non vi è tale orazione, percui e per- ma alla testa, ed laici con tonsura qua-
i

ciò che riporta la crede priva di foncla- dra. Ricorda la discorsa tonsura imposta
inen'o. Osserva poi, che non prima del polacchi da Benedetto IX, e dice
a'Iaici
secolo IX i greci lasciarono crescere la che universalmente parlando, la forma
chioma per odio de'latini, sotto l'intruso della tonsura clericale dev'essere tonda,
patriarca Foca, radendo in giro solamente come si prescrive da'sagri canoni, ma la

icapelli di sotto sicché la tonsura non ap- grandezza non trovasi determinata. Il con-
paia. Nel rito greco non vi è altro ordine cilio però di Salisburgo del 1274 avver-
minore, che la tonsura, sahnistato e let- te che la chierica del chierico dev'essere
torato, che formano un ordine minore e differente da quella del sacerdote, e che
si danno tutti insieme. Tornando al p. Bo- questa dev'essere maggiore. Già il conci-
nanni, il clero latino mantenne l'uso dei lio 4-° di Ravenna avea dichiarato: Si in
capelli tagliati sino alle orecchie, dal qua- sacris Clerici fueriut, aut beneficiati in
le differiscono monaci, poiché questi ra-
i Ecclesia cathedrali, vel collegiata vene-
dono il capo totalmente (cioè alcuni), la- rabili , ad servandam conditionem sui
sciando solamente un piccolo giro di ca- status, por te nt latiorcm^alii vero medio-
pelli sopra le orecchie in forma di coro- cre/n, vel minorali suis statibus convc-
na (quelli che non radono il capo col-
si nien te/n. Il concilio di Toledo deli 47 3 col
le forbici formano un solco da una tempia can. 1 4 prescrisse a'chieiici di quella chie-
all'altra, in forma di corona). Sono anche sa la chierica quantitatis unius regali*
differenti molti religiosi, principalmente i etc, la quale forma è simile a una parai
francescani, i domenicani ed altri, qua- i cola della comunione. Crebbe poi col tem-
li hanno la chierica larga e ritengono una po la forma della chierica, e raccomanda-
corona di capelli, che circonda tutta il ca- ta al suo clero di Milano da s. Carlo, on-
po sopra le orecchie. Queste diversità il de fu usata da' sacerdoti grande quanto
p. Rumami le di musila cou 8 immagi ut un'ostia della messa, e tal forma somigliò
T N TON i . 3
aquella ordinata neh 5t)o dal concilio di Giulio I, Liberio, Si rido, Innocenzo f,Zo-
Tolosa con queste parole. Tonsura sit sioio, Celestino I,e dagli altri sino a Giulio
conspicua, non eaquidem in omnibus eie- che dopo la presa diBologna e per incu-
11,

ri<is una, sed major sacerdotali*, digi- teremaggiore riverenza seta lasciòcresce-
tis tribus undequaque a vertice pateatj re; quindi pel sacco diRoma fece altrettan-
duobus diaconalis, angustior minorimi toClemente Vile fu imitato da'successori,
ordinimi omnium, sit minima, et digito finché nel secolo XVII cominciandosi da'
widique sit dedite ta. Perchè tal segno Papi in parte a raderla, lasciandosi i balli

dell'ordine clericale sia di forma tonda, e la barbetta al mento (che aveanopro-


dillusamente viene spiegato da Saussay, scritto diversi condili, presso il Sarnelli,
par. i , cap. i della Panoplia cleriealis, e il quale con lettera del 1685si scagliòcon-
nel cap. 3 espone le significazioni morali tro le barbette, i baffi egli scopettini che
e mistiche della medesima tonsura. Op- usavano nel volto gli ecclesiastici, e con-
pongono molti alla tonsura usata dalla tribuì ad eliminarne il costume, della pie-
chiesa latina l'usanza de'greci,i quali sic- cola barba specialmente o barbetta del
come nutriscono la barba ei capelli, sono mento, portata co'baffi anche da'eardina-
usanzenon riprovate, ma anzi approvate, li, prelati e altri), completamente se la ra-

E poi molte cose che sono lecite a'greci, se Clemente XI e fu imitato da'successo-
noi sono pe'latini,come il matrimonio ai ri. Termina il p. Bonanni con dire, che

diaconi e la consagrazione del pane fer- tale rasura fu praticata uella chiesa d'oc-
mentato de'sacerdoti. Come latini non i cidente in quasi tutto il clero; essere lo-
riprendono perciò greci, cosi questi non
i devole e perciò praticata anche dagli or-
devono impugnarci latini. Forse l'uso del- dini monastici perchè con essa si priva
,

la chiesa greca di nutrire la barba e ca- i l'uomo d'un ornamento per dimostrare
pelli procede dalla legge antica, come si la servitù a Dio professata (come fanno

legge nel cap. ig del Lenitico, Ne radetis le Religiose col taglio de' capelli nelle
barbam, confermando tal uso il concilio loro professioni, il che ricordai nel voi.
di ÌVicea cou addurre l'esempio di s. Pie- LXIX, p. i4°)- Ricorda per ultimo l'av-
tro e di s. Paolo. Che l'avessero anche gli verlito e il riportato dal Sarnelli che ,

altri apostoli, loconfermano le pittureati- anticamente costumavasi dal vescovo nel


tiche, e si legge in s. Dionisio e altri Pa- farsi la prima tousura de' capelli, di ese-
dri de'primi secoli, ed il costume fu rite- guir pure quella della barba, con forinola
nulo da tutta la chiesa greca. Presso i la- riportata in fine del Pontificale : Quan-
tini fu vario l'uso della barba, poiché in do primo barbae tonde tur dici
clericis
molte immagini antiche de'Papi si vede debet, Pontifice sedente, cum mitra, an»
la barba, e quelle senza, dice il p. Bonanni, tiphona.n Sicutros Hermon,quidescen-
indicano forse che volessero imitar s. Pie- dit in Montem Sion, sic descendat super
tro loro capo e predecessore, il quale per te Dei benedictio" Psalmus » Ecce quani
.

ludibrio fu da'gentili raso, barba rasus, bonum" cimi Gloria Patri tic. Quo ex-
et capite decalvatus. Ma siccome vedesi pleto repetitur Antiphona » Sicut ros".
l'immaginedis. Pietro barbata.credeSar- Qua finita, Ponti/ex deposita mitra
nelli che gli crebbe nelle carceri, ove non surgit, et stans versus ad illuni, dicit:
potè farsela radere dal barbiere;e ben con- » Oremus. Deus cui providentia, omnis
siderando la sua effigie, si vede la barba creatura incrementis adulta congau-
cresciutaad un volto raso, per esser corta det,preces nostras super hunc famulum.
ed eguale in giro. Tale rasura, come notò tuimi j uveiti lis aetate decore laetantemj
Saussay, fu mantenuta ne'primiPapi i ss. et primis auspiciis attondendum exau-
Cleto, Sisto I, Aniceto, Pio I, Fabiauo, di, ut in omnibus protectionis tuac mu-
VOL. I.XXV1I. 8
i.4 TON T O N
auxilio, aevoque largiord prove-
in'iu.s ca: Cecidit corona capi tis nostri. Chedel-
ctuspraescntis vitaepracsidiis gamica/, la rasura e tonsura, che formano la coro-
ctfuturae. Per Dominimi nostrum eie." na cbiericale, sono pieni i sagri concilii si

]| quale antico istituto fu inculcato da s. generali come nazionali, provinciali e dio


Carlo Borromeo nella lettera pastorale dei cesani , che la comandano sotto peccato
3o dicembre S^Gjdie tenacissimo dell'ec-
i mortale e pena della scomunica a' Ira*

clesiastica disciplina, dolente di veder io- sgressoii. 11 Sarnelli ne riporta i canoni, iu-
ti adotta la corruttela di nutrire la barba ad clusivaineute al concilio di Trenlo,alle re-
imitazione dc'mondani, volle rimediarvi. goleecclesiastiche,non menoche al seguen-
Esortò paternamen-
tutti gli ecclesiastici te contenuto dell'editto d' Urbano Vili.
te a portar la barba rasa, dimostrando >• Che tutti quelli, chesono nell'ordine sa-

quanto ciò convenisse, ed egli stesso ne die gro, ovvero che tengono benefizi ecclesia-
l'oempio. 11 dotto vescovo Sai nel li ci die- stici, o servono con salari nelle chiese, por-
de, oltre hi ricordala lettera, 3 altre let- tino la tonsura chericale della grandezza

tere nel 1. 1 : Lelt. i o, Deliaca/ionica che- conveniente all'ordine e grado di ciascu-


ricale corona. Lelt. i i , Apologia intor- no, e talmente apparente, e così spesso rin-
no alla lettera antecedente della cano- novata^ che si possa ben vedere, e che non
nicachericale corona. Lelt. 1 i, Della ca- portino capelli o ciuffi increspali o ricci, uè
nonica tonsura o rasura della barba chesieno più alti sopra lafronte,ovveroche
chericale. In queste eruditissime lettere ricaduto dalle parti di dietroodallebaudc,
viene riferito con qualche diffusione e ri- ma che sieno pari e di eguale e moderata
produzione di testi e di canoni, quanto già lunghezza". Sul canone del concilio di To-
in questo articolo e ne' relativi ragionai ledo del 633 avverte Sarnelli, che siccome
sulla cbiericale tonsura, o corona o chie- l'avere i chierici accorciata la capigliatu-
rica, e sullabarba cbiericale, suoi signi- ra in giro è il vero istituto, così tosar tutto

ficati, simboli e spiegazioni che le furo- il capo o raderlo interamente nella parte
no date. Perciò ora solo mi limiterò ad superiore fu comandato da tale canone,
accennare qualche tratto che reputo me- acciocché i cattolici si distinguessero da-
ritevole. I chierici non dovere radersi tut- gli eretici. Dichiara quindi, che la rasura
ta la testa, per non mostrare di giudaiz- nostra esser dee ne'sacerdoti grande quan-
zareco'nazarei, né d'imitare i superstizio- to un'ostia della messa, ne'diaconi alquan-
si sacerdoti gentili che radevansi tutti i to più piccola, ne'suddiaconi ancora meno,
peli del corpo e i capelli del capo. Chia- ecosì di grado in grado; ma che ninna, per
ma la tonsura clericale, rito d'antichissi- piccola che sia, non sia minore d'un'oslia
ma tradizione, ed accettala da ogni pro- piccola o particola della comunione. Dice
vincia nel ricevere la fede di Cristo; ed es- poi che tra la tonsura de'chicrici e quella
sere composta corona cbiericale di ra-
la de' monaci vi è stata sempre differenza,
sura e di tonsura Duplex corona, cir-
: poiché monaci usarono di radersi non
i

cui/ìpositacapili Sacerdotis,come la no- pure la cima, ma anzi tutta la testa, signi-


mina s. Germano. La rasura è nella cima ficando così la loro professione, e perché
del capo e rotonda, della grandezza con- il radere il capo fu simbolo di pianto e di
veniente a ciascun ordine; la tonsura cir- tristizia anco nella s. Scrittura, come si

concide i capelli in modo di sfera, sicché leggedi Giobbe quando ebbe le nuovedel-
la corona è formala dal capello che lun- la perdita delle cose sue, e tosandosi il ca-
go pende dalla rasura infìuo sull'orecchio po adorò e benedì il Signore, presso Isaia
o al più alla metà di questo, perciò non e Michea, ed altresì presso gentili. ISuu i

saper lodare coloro che si tosano tutto il bastare il portarla chierica, essere neces-
capo, sembrandogli udir Geremia, che di' saria pure la tonsura del crine, che giri su
T O N TON n5
per P orecchie e che non cuopra la cer- Dei , crine pracciso innovcnlur , ut hoc
vice ; e che i greci oltre la chierica devo- signo, et religione vilia reseccnlur, et
no portare l'inferiore tonsura, e non nu criminibus carnis nostrae quasi crini- ,

trire la chioma come fanno, la quale de- bus,exuainur, expoliantes nos vetcrem
v'essere accorciata in forma di corona. De- lioniinemcuni actibus suis rfuamrenova-
plora Sarnelli que'latini, che tengono la tioneni in mente oportet fieri',sed in ca-
thioma rilassata senza scrupolo e vergo- pite clemonstrari nb ipsaméns nosritur
gna, e però tali preti doversi rigettare dal- h ahi la re, come dice s. Isidoro, De divìn. of-
l'altare, pe'canoni che riproduce,e la bolla fic; non che distia grandezza emisteriosi
Cum sacrosanctam dì Sisto V del 3 gen- 1 significati. Dice quindi che il concilio di
naioi 588 01589; concludendo, che solo Trento prescrisse a' giovani cheentrava-
gli eretici impugnarono la corona cleri- no nel semiuario, Tonsura statini, a tane
cale. Quanto aHa lettera sulla Barba, per liabitu clericale scinper utentur. Questa
tale articolo e pel qui riportato col Sar- dichiara l'unica ceremonia, con cui do-
nelli, sia della rasura che della tonsura, veansi ricevere gli incombendo al
alunni,
altro non mi resta a dire col dotto vesco- direttore di fare ad essi comprendere l'alta
vo, che siccome la chericale corona de'ca- slima, con cui debbono ritenere la tonsu-
pelli da' Padri è spiegata per quella di spi- va,e custodire fedelmente l'abito clericale,
ne del Redentore; così la barba nuda di Su tal riflessogli antichi Padri prescrisse-
peli, ne denota Io sveltimento de'peli della ro la tonsura patente, eziandio colla pena
barba del medesimo; per la quale egli ti- di rigorosi anatemi, come può vedersi nel
rato e strascinato fu nel colmo de'suoi do- cap. Si quicx clericis 23, dist. 23, e ne!
lori, come afferma Taulero , De vita et cap. 4> Oc vita et hontsU cleric. Che il
Pass. Clirist. e. 17 Lnus quidem sputa: concilio di Trento, benché più mite, or-
infacicm ; alius in caput, aliusin collo dinò che disubbidienti fossero privati de'
i

pugnos ingenerabat j liic crinibus , ille privilegi del foro e de'beuefizi allorché li

barba trahebat. Quindi è che s. Pietro, abbiano; lo stesso con maggior vigore fu
cui per obbrobrio de' gentili gli fu raso inculcato colla detta bolla di Sisto V, e
il capo e la barba, e in riflesso ancora al poi da Benedetto XIII colia bolla Catho-
pntito nella Passione dal divin Maestro, licae Ecclesiae,óe2maggio 1725. Il Cec-
volle che quanto
accadde per ignomi»
gli conicompendia quanto riguarda questo
nia, restasse ne'ministrideH'altareper mi- grave argomento con dichiarare: Che il
stero. Ed Onorio Augustudunense spiega: chierico mediante il taglio de'capelli di-
Quia autcni barbam radiinus,imberbes venuto volontario schiavo del Signore, co-
pucros similamus, quos si humìlitate i- ine Nazarei, interamente si consagra al
i

mitabimur, Angelis qui scinper j'uvenili suo servigio. Con questo segno esterno di
ac tate flore nt > aequabimur. Il vescovo religione si ricorda a lui di dovere elimi-
Cecconi , Istituzione dei Seminarli . di- naie suoi vizi, e procedere con vita tni-
i

scorre della chierica e tonsura clericale gliore.Deponendoegli la superfluità de'ca-


nell'anlica legge da Dio ordinata , Tunc pelli e spogliandosi dell'uomo vecchio colle
radetur Nazaraeus ante ostium taber- sue azioni, viene a liberarsi da ogni delitto
naculifaederis cacsariae consecrationis delta carne, e questa rinnovazione è d'uo-
suae, lolletque capìllos cjus et ponet su* pò farla nella mente e dimostrarla nella
per igfw.'ii, qui est suppositus sacrificio testa ove pensieri hanno
i la loro sede. Che
pacijicorum; e nella nuova legge intro- se l'autore óeWEccles. Gerarchia, dice
dotto lo slesso rito dagli Apostoli, in per- che la rasura è segno di mestizia, vuole
sona che volevano consagrarsi al
di quelli s. Paolino che sia ornamento di castità e

Signore, quasi Nazaraci , idest Sancii di pudicizia, e s. Gregorio l un taglio lo-


n6 TON TON
tale d'ogni pensiero terreno per attende- le fu laureato ancor giovane con fama
re più liberamente alla celeste contempla- d'insigne dottore. Trasferitosi in Roma,
zione. Soggiunge il Cecconi, che egual- trovò pronto ricetto nell' ospedale di s.

mente misteriosa èia chierica nella som- Piocco, con l'impiego d'organista di sua
mità della testa, la quale in altri tempi chiesa; non però trascurò l'esercizio della
costuma vasi in forma di corona, fatta dal curia, la quale gli aprì la via alle supre-
taglio de' capelli come si ritiene dal Pa- me dignità ecclesiastiche. Destinato da
pa (cioè sino al tempo suindicato) e quasi Francesco Borghese in procuratore delle
da tutti i regolari. Nel distaccarsi gli ec- cause di sua casa, per mezzo del fratello
clesiastici dall'aulica disciplina, restrinse-! Orazio fu fatto conoscere all'altro fratel-
ro la chierica in modo, che convenuo-al lo cardinal Camillo Borghese, il quale di-
concilio di Palencia del 1 386 prescriverla venuto Paolo V lo prese al suo servizio.
nella grandezza d'un'ostia, e permaggior Indi tutti gl'interessi della casa Borghe-
autentica fu appi ovato e confermato dal se furono affidali alla sua diligenza e fe-
Papa Urbano VI. Finalmente osserva, a deltà, ed inoltre venne assegnato per u-
maggior confusione di coloro che quasi ditore generale al cardinal Scipione Caf-
hanno rossore di portar sì nobile distin- farelli Borghese nipote del Papa, presso
tivo, che alla chierica si attribuisce il pre- il quale porporato in breve giunse a tal
gio come ad una caparra del futuro regno grado d'autorità, che trattava non solo
promesso al reale loro sacerdozio. Men- gli affari privati della famiglia, ma pub- i

tre pe'suoi misteriosi significati con isti- blici ancora della camera apostolica. Pao-

ma devesi assumere la tonsura e la chie- lo V lo fece canonico Lateranense e nel


rica, e da essi si apprende con qual mag- 1608 arcivescovo di Nazareth nel regno
gior pregio devesi ritenere sì l'una che l'ai- di Napoli, che non esigeva personale re-
tra,neH'interno colla coerenza de'pensieri, sidenza; indi a'24 novembre lo creò car-
e nell'esterno mediante i discorsi e le a- dinale prete di s. Bartolomeo all' Isola,
zioni ad entrambi sagri sentimenti corri- arciprete di s. Maria Maggiore, pro-da-
spondenti. Questo è quanto in ristrette tario e protettore de'minimi. La sua in-
proporzioni potei raccogliere sulla tonsu- fluenza giunse a sì alto punto presso il Pa-
ra e chierica degli ecclesiastici, dal molto pa,che parve facesse ombra ailostesso car-
che ne fu avendone trattato oltre
scritto, dinal nipote,onde nel 1609 fu trasferito al
i ricordati autori anche seguenti. Il Fog- i vescovato diCesena,e dopo 3 anni sembrò
gini, ilp. CoronellijilDumesnil, il p. Sec- che la fortuna si stancasse dal favorirlo,
carelli, il p. Morino, Exercitatio de ton- poiché decaduto a poco a poco dalla pon-
sura clericali pai". 3. De sacr. Eccl. Or- tifìcia grazia, non si sa se per colpa pro-
din. ;\\ p. Mabillon, Observatio de ton- pria o per altrui invidia e gelosia, fuco-
sura laicorum, clcricorum,et monacho- stretto ritirarsi da Roma e condursi alla
rum, in Pracf. ad Ada ss. Ord. Bencd. sua diocesi di Cesena, dove si trattenne
saec. in, par. i . P. Stellarlii, De coronis fino alla morte di Paolo V, nel qual tem-
et tonsuris paganorum, judaeorum, et po non mancò d'arricchire quella chiesa
christianoru/n, Duaci 1625. di rara e preziosa suppellettile e di sagre
TONTI Michelangelo, Cardinale. reliquie. Lasciò alla sua patria un fondo
Nato di mediocri genitori in limoni, ma per alimentare 3 giovani, che applicasse-
oriundo da Cesena, per procacciarsi gli ro allo studio della legge e da nominarsi
alimenti si applicò all'esercizio della mu- dal capitolo; restaurò
la chiesa di s. Eu-

sica, non meno che alla scienza legale, al femia deformata da un fortuito incendio,
cui studio si die a insinuazione del pa- e donò alla cattedrale ricchi arredi, e per
dre nell'università di Bologna, nella qua- mostrare la sua gratitudine e riconosccu-
TOP ^ TOR 117
za a Paolo V suo beuefattore, eresse nel d'Aphaereraa, Lida e di Ramatila. A-
di

santuario di Loreto una cappellani?» con phaeremafuuuadelle3 toparchieaggiun-


l'obbligo della messa quotidiana perpe- te alla Giudea da're d'Assiria, e probabil-
tua in suffragio della di lui anima. Negli mente è la stessa che l'Ephrem o Ephraim
ultimi anni del vivere suo fondò sulla sa- notata in s.Giovanni. però vi fu rono due cit-
Onofrio un collegio per mante-
lita di s. tà omonime, l'una nella tribù d'Ephraim
nervi 1 il quale in breve acqui-
1 giovani, verso il Giordano, I* altra nella tribù di
stata gran riputazione, divenne angusto Beniamino a 8 miglia circa da Gerusa-
per la moltitudine de' nobili convittori lemme. Lida o Lìdda o Dioyìoli fu oc-
che d'ogni parte vi concorrevano; laonde cupata da'beniamiti reduci da Babilonia,
fu stimato necessario di trasferirlo nel pa- indi divenne toparchia distinta di Sama-
lazzo medesimo del fondatore, ch'è quel- ria, come uno de' più gran borghi della
lo slesso in cui di presente ancora fiori- Giudea, e quindi città. Si rese celebre per
7-
sce il Collegio Nazareno (J .), nome che avervi s. Pietro risuscitato Tabita, e gua-
prese dal suo antico arcivescovato, e di- rito Enea paralitico, non che pel conci-

poi istituì erede universale de'suoi beni, lio del 4' 5 contro Pelagio, e per la sede

volendo che fosse governato da'religiosi vescovile. Ramatila o Ramata o Rama,


r
delle Scuole Pie [f -\ che tuttora lo ri- città di Beniamino tra G-jbaa e Belhel ver-
tengono. Questo cardinale, sebbene in o- so le moutagne d'Ephraim, fu patria di
ligi ne povero di beni di fortuna e oscuro Samuele, e vi fu eseguita parte della stra-
per nascita, fu assai illustre e commenda- ge de'ss. Innocenti, poi sede vescovile. Lo
bile per la nobiltà delle azioni e pel can- storico Giuseppe fi sovente menzione del-
dore de' costumi, e perciò degno di sua le toparchie della Giudea, e cluaui 1 (ili

fortuua. Fu ancora benemerito della cu- le città di Azoto, Jamnia e Fasaelide, che
ria romana, perchè esercitando la carica Erode il Grande lasciò in testamento a
di datario con suprema autorità, unico Salome sua sorella, di cui feci parola a Te-
suo scopo fu sempre di promuovere sog- trapoli" o regni divisi in 4parti,ec; e di
getti meritevoli, senza alcun riguardo al Azoto e Jamnia anche a tali articoli, sic-

proprio genio e soddisfazione, o a' suoi come poscia sedi vescovili, ambedue cele-
privali interessi. Intervenne al conclave bri e antiche città de' filistei, e lai.' Sa-
di Gregorio XV, dopo il quale chiuse la trapia de' medesimi.
carriera del viver suo in Roma nel 1622, TORCE LLO, Torccllwn, Dorcaeum.
di 56 anni, ed ebbe la tomba nella chie- Sede vescovile e isoletta del regno Lom-
sa del Gesù con onorevole epitaflìo, posto bardo- Veneto,provincia e distretto di Ve-
avanti l'altare di s. Ignazio dal nipote An- nezia,nellecui lagune dell'Adriatico si tro-
tonio Tonti. va al nord-est 1 leghe distante. Fu que-
TOPARCHIA. Signoria, governo d'un sto uno de'primi asili di quegl'italiani che
luogo,d'unaprovincia;piccolostato,picco- fuggendo all'invasione de'barbari, si reca-
lo governo composto d'una sola città obor- rono nelle venete lagune a cercare liber-
go,o d'una piccola provincia o regione: ter- tà e sicurezza, e quindi fondarono la già
mine greco che significa luogo e coman- famosissima e possente repubblica vene-
do. Quindi si disse Toparco o Toparca ziana. Surse su quest'isola una grande e
il possessore o governatore d'una topar- cospicua città, sede di moltissime tra le
chia ; e Procopio cos\ chiamò 1'
armeno più nobili veneziane famiglie. In appres-
Abgaro re d'Edessa, e toparchia il suo re- so, Ira per l'ingrandimento di Rialto, ora
gno. La Giudea fu un tempo divisa in le 'lezia (f~.), dove fu fissato J centro del
io toparchie, al diredi Plinio. Neh. lib. governo, per la gravezza dell'aria cagio-
de' Maccabei parlasi di 3 toparchie, cioè nata dalle viciue puludi,eper lo estinguer-
i . 8 TOR TOR
si di varie famiglie , andò scemando dei sula occuparunt , Torcellum aedifica-
primari abitatori, sicché rimasta pres-
Mftoi runt,illamcpie civitatem Torcellum .(pia-
soché deserta, cadde in rovina, né più se si Torricellum a sexta parte excisac ci-
ne vedono che scarsissimi avanzi. L'ur vi vitatisappcllarunt. Primamente convie-
ìimaneano mólta chiese, conventi e mo- ne ricordare, che Aitino {V.), città già ce-
nasteri; ma anche questi ora del tutto ce- lebre nell'antica provincia terrestre, con-
dono al tempo e all'abbandono in cui si vertilo dal gentilesimo alla fede cattolica,
trovano, né ad abitar l'isola vi hanno che fu decorato colia sede vescovile, e anno-
alcuni pescatori, vignaiuoli e ortolani, i vera fra'suoi vescovi s. Eliodoro, che ne
quali conservano a'frutti del luogo quel- divenne poi il principal protettore; si re-
l'eccellenza ondefurono in ogni tempo fa- se poi famoso il vescovo Pietro, poiché in-

mosi. La cattedrale tuttavia si mantiene sorto l'antipapa Lorenzo contro il legit-

in piedi, che per le sue singolarità viene timo Papa s. Simmaco (F.), nel 5o3 rin-

visitata di continuo quasi da tulli i visi- novati tumulti co' suoi fautori, il goto
i

tatori dell'unica Venezia; così rimpetlo Teodorico re d'Italia di prepotenza man-


esiste il tempietto ornato di bella roton- dò a Roma per visitatore Pietro vescovo
da ,
già battistero secondo l'antico rito. d'Aitino, il quale unendosi agli scismatici
L'isola era separata da un gran canale, le sturbò le cose della Chiesa, per cui volen-
cui rive erano popolale di case e di pa- do il re dar fine a tanti tumulti, col con-
lazzi, di tanto in tanto unite da ponti, per senso di s. Simmaco convocò il sinodo Pal-
cuiavea molta somiglianza a Venezia. Tra mare, nel quale fu dichiarata l'innocenza
quel tempo che Torcello era prosperosa del sauto Pontefice,dallecalunniedeli'an-
città e 1' altro in cui cadde interamente, tipapa, e questi fu cacciato in esilio. Sog-
era luogo di villeggiatura di molle nobi- giacque Aitino agl'imperatori romani,fin-
lissime case veneziane, che vi tenevano ché uscito dalla Pannonia il fiero Attila
magnifici palazzi, orti e giardini anienis- re degli unni, con un esercito inondò l'I-

simi; macia ultimo, a motivo dell'insalu- talia, distruggendone le più illustri città,

brità del soggiorno. neppure il proprio suo e fra queste Concordia, Padova ed Aiti-
vescovo più vi abitava, recatosi a dimo- no, donde ne fuggirono nel ^5i i princi-
rare in Murano, altra isola delle venete pali cittadini altinati,ricovrando le loro fa-
lagune, ad un 4-° di lega da Venezia, pure miglie nelle contigue lagune, ove si cre-
altro luogo di delizia della veneta nobil- dettero in salvo dal furore de' barbari.
tà, per la salubrità di sua aria. Il dotto Quivi 6 principali isolelte fermarono
in
senatore Flaminio Corner o Cornaro ve- la loro abitazione, chiamandole co'notni
neto ci diede: Notizie storiche delle chie- delle porte di loro patria, Torcello, Mazor-
se e monasteri di Venezia e di TorceU bo, burano, Murano, Annoiano e Costan-
lo, Padova iy58. Ed il p.d. AnselmoCo- ziaco. Partilo poscia d'Italia, e poco dopo
stadoui camaldolese scrisse le Osserva- morto il terribile flagello di Dio Aitila,
zioni intorno alla cjiiesa cattedrale di ritornò la maggior parte degli attillati a
Tonello, e ad alcune sagre sue antichi- ridonarsi alla loro patria, rialzandola dal-
tà, pubblicate ne! 1750 dal p. Calogeri le rovine. Ma pe' danni recatile nel 568
nella Raccolta d'opuscoli, ì, 43, p. 255, da Alboino re de'longobardi, per l'eleva-
Prima di essi l'Ughelli nel t. 5 dell'Italia zione dell'acque dell'Adriatico, ed inoltre
sacra a p. 36o, Torccllani Episcopi) a-
1 rinnovatesi nel 635 le feroci incursioni
vea stampalo colla serie de' vescovi le no- nemico di-
sotto Rotari re de'longobardi,
tizie storiche di Torcello, ove dice: Alti- chiaralo del nome e dell'impero romano,
natcs post suae civilalis ejecidium qui ,
gli altinesi vedendo preso Oderzo e poi

. jhiludibus circa Vcmtias UUaiUcs in- bruciato, e già per tradizione de' loro
TOR TOR 1
19
antenati avendo appreso quanto fosse lo- specialmente per le ricchezze e pel com-
ro riuscito sicuro il ricovero delle lagune e mercio.e Costantino VI Porfirogenito, tra
paludi di Torcello, qui vi sotto la direzioue i luoghi veneziani nominò il grand'empo-
di Paolo loro vescovo si condussero, seco riodi Torcello, poi divenuta una delle più
trasportando quanto aveano di prezioso, disabitate isole di quest'acque." In una let-

e principalmente le reliquie delle loro tera sinodale di Papa


Agatone, inseri-
s.

chiese, ch'erano i corpi de'sauti Teonisto, ta uegli alti del còucilio di Costantinopo-

Tubra Tabrata martiri, Eliodoro ili.°


e li convocato nel 680, vi si legge sottoscrit-

de'vescovi d'Aitino di cui ci sia pervenuta to Paolo vescovo d' Aitino, humìlis epi-

notizia, e Liberale confessore, di diversi scopio Ecclesiae Altinensis provineiae


ss. Innocenti, insieme col braccio di s. Gia- Istriae; il quale certamente è diverso dal-
como maggiore apostolo, il tutto descril- l'altro Paolo raeutovatojoi'.de questo Pao-

todal Corner, ed il restante del tesoro ec- lo, dice il Corner, dovrebbe nella serie dei

clesiastico colle ricchezze de'cittadini. Sta- vescovi collocarsi fra Giuliano e Diodato
bili il vescovo Paolo la sua sede iu Tor- vescovi; se pure, il che è più verosimile,
cello, ove innalzò la città e anche destiuò uon siasi per errore trascritto dalla lette-
il silo per lanuova cattedrale, ma preve- ra sinodale il nome della chiesa Attuiate
nuto dalla morte pochi mesi dopo il suo invece d'altra consimile, comesi legge nel-
ai livOjOe lasciò la cura dell erezione al suo l'indice de'concilii dell'Arduino, di Agnel-
successore. Questi fu Mauro o Maurizio, lo vescovoToi celiano oTorcellinodel487,
il quale dopo avere per autorità di Papa vale a dire più d'un secolo avauti che iu
Severino, coll'assenso del patriarca diGra- Torcello vi fosse vescovo. Stima Corner,
du, di cui era sulfiagauea la sede d'Aiti- che la meuo incerta serie de' vescovi di
no, (issala la sua dimora perpetua iu Tor- Torcello sia la seguente. Successe a Mauro
cello, oltre la chiesa cattedrale, eresse per nel vescovato Giuliano, che nel lungo cor-
divina rivelazione circa il 640 molte chie- so del suo governo vide accrescersi il de-
se ne'diversi sili della nuova diocesi, ed il coro di sua diocesi colla fabbrica di nuo-
monastero monache di s. Giovanni
delle ve chiese. Indi verso il 697 Diodato o A-
Evangelista. Tanto uarra il Corner, men- deodato abbellì e perfeziouò la cattedra-
tre ad Altino dissi che una cronaca nis. le, dedicandola alla B. Vergine. Assunta in

attribuisce a Papa s. Sergio I del 687 il cielo, ed in essa onorevolmente collocò le

permesso traslocamelo della sede vesco* ss. Reliquie trasportate da Aitino. Gui-
vile da Aitino a Torcello, la quale nuo- tonio riportato dall'Ughelli, ma nou ne
va città però sino al secolo XI trovasi det- fa menzione Dandolo, né laccuratissi-
il

ta Novum Altinum. Il Muratori dubita ma cronaca attribuita a Giovanni Sagor-


che nel breve pontificato di Severino que- niuo. Onorio o Onorato fu fatto vescovo
sti abbia potuto approvatela traslazione, verso il 72-L Vitale, ommessoda Ugbelli,
e quella pure fui la da s. Maglio vescovo resse il vescovato 9 aoui e 6 mesi, e pare
di Oderzo io Eraclea, appellatasi poi Cit- che sia slato l'ultimoa intitolarsi vescovo
/.: A uos-iij ma al p. Costadoui sembra che Aiutiate, mentre vescovi di i lui successori
può benissimo avere Severiuo spedile le furono chiamati Torcellensi o Forcella."
bolle per le due traslazioni, ed aggiunge ni. Indi Severo, poi Domenico, il quale

che l'isola su cui specialmente i fuggitivi dopo avere peralquauto tempo que-
retta
attillati innalzarono le loro abitazioni, uon sta chiesa si Dio in un mo-
ritirò a servir
prese subito il nome di Torcello, ma di nastero. Giovanni nominato nella della
Nuovo Altino.\j& nuova città divenne poi ci oliaci, invece del quale il Coleìi anno-

col tempo una delle più ragguardevoli ,


tatore d'Ughelh poue verso l'8ot) Giusto
che formano l'esteso recinto di Veuezia, d'Eraclea figlio del doge Angelo Partaci-
j

i2o TOR. TOR


Dandolo, che
pazio, contro l'asserzione del va le mensa e si sottraeva
rendite di sua
scrive aver avuto Angelo due figli ambe- anche parte dell'alimento; intervenne col
due poi dogi. Adeodato 11 ucciso presso suo popolo alla traslazione del corpo di s.
Aitino da due suoi servi, poi d'ordine del .Stefano protomartire nella chiesa di s.

doge fatti impiccare.Senatore acquileiese, Giorgio Maggiore, ove mentre con fervo-
morto verso I874. Domenico II Calopri- re predicava, una cieca, mula e sorda si

110 abbate del monastero d'Aitino, e già gettò a'suoi piedi e per intercessione del
monaco di s. Ilario, per essersi volontà- santo ricuperò sentimenti. i Neh i5i Pie-
namente reso eunuco fu scomunicalo da Ira Michele, per la cui morte canonici
i

Pietro Mai tulio patriarca di Grado, che elettori si divisero in due fazioni, ed aven-
ricusò anco d'assentire alla di lui elezio- do l'arcidiacono eletto uno, gli altri elet*
ne in vescovo di Torcello e di consagrar- tori lo rigettarono come scomunicato, e
lo. Insorte perciò inimicizie fra il patriar- chiamarono al vescovato un altro, onde
ca e il doge Orso Partecipa/io, furono poi Papa Alessandro III rimisela decisione al
riconciliati a condizione, che Domenico patriarca di Grado e ad altri due giudici
non fosse contagiato vescovo finché vives- delegati. Nel 1 58 Angelo Molino arcidia*
1

se il patriarca, ma godesse però le renili- cono di Torcello e pievano della chiesa


le di sua chiesa. Morto il patriarca, ed e- matrice di s. Maria di Murano; nel 1172
letto in di lui luogo Vittore Parteciparlo, Martino Orso arciprete di Torcello e no*
ordinò benché di malgrado Domenico in taro; nel 77 Leonardo Donato, che in-
1 1

vescovo, comechè contro lo statuito dai tervenne al concilio di Laterano III nel
canoni. Benedettogli sdccesse,quindiGio- 1 179, ottenne da Federico I un imperiai
vanni II di Torcello, e successivamente diploma a favore di sua chiesa, ed altro
Giberto, Pietro, Marino, Domenico III ne impetrò da Urbano III, riprodotto poi
figlio di Pietro Candiano Ve-
111 doge di da Eugenio IV e pubblicato dall'Ugliel-
nezia morto nel <)5q; Milito o Mineo o li, con altri documenti riguardanti ve- i

Marco veneziano, ambizioso intruso simo- scovi di Torcello, e morendo verso ili
197
iliacamente, fu aceiecalo da' veneziani a fu sepolto nella cattedrale. Immediata*
persuasione del doge. Giovanni III gli sue- mente il successe Stefano Capellizo, indi
cesse in dello anno; Valerio nominato in Giovanni V Moro, sotto il quale fu fon-
un documento del qqq vescovo della s. data da Marco Trevisani la celebre ahba-
Chiesa Altinate, e morto nel 008. Orso 1 zia cisterciense di s. Tommaso de'Borgo-.
li doge di Venezia, col fa-
figlio di Pietro gnoni, che fiorì per uomini illustri, e eo-
voredel quale fece riedificare la cattedra •
struì monasteri nell'oriente, l'Ughelli ri-

le e l'episcopio, e nel 1 o 2 passò


1 alla sede portando la serie 200
de'suoi abbati dal 1

patriarcale di Grado. Gli successeli fra- al 1 583 e co'suoi commendatari. Buono


tello Vitale, il quale per comando del pò- Balbi, già arcidiacono di Torcello e pie va-
polo veneziano andò nel io3i a Costanti- no delia chiesa matrice di s. Maria di Mu-
nopoli per ricondurre in patria Ottone do- rano, concesse ad alcune pie donne la cilie-

ge suo fratello esiliato, che trovò morto, sa di a. Mauro di Borano ned 1214 per
e nel o4o intervenne al concilio proviti-
1 fabbricarvi un monastero, e morì nel
ciale convocato a Venezia nella chiesa di 1 2 5. Stefano Natali, che erroneamente
1

s.Marco. Indi Giovanni IV Bobrario;Or- l'Ughelli chiama Lollini, giurò neh 2 16


so Badoari del 068, Allinatis Ecclesiae,
1 ubbidienza a! patriarca di Grado, permi-
episcopo Stefano del 27 della nobil fa- 1 1 se l'erezione del monastero di s. Antonio
miglia Silvia o Silveria, fu anche più il- in Torcello, e trasferì nel 1247 ' C01 P°
lustre per la santità de'suoi costumi, mol- di s. Fosca vergine e martire dal luogo
to dolio, profuso co'poveri cui compatii* ove si trovò, all'altare della chiesa a lei

TOR TOR 121


dedicala presso la cattedrale e da lui con- compatite, comechè riconosciuto indebo-
sagrato. Nel 1 254 fr. Gottifredo dotneni- Abbiamodel
lito nelle facoltà intellettuali.

cano, che morto nel 1 2 56, in di lui luogo vescovo Tolomeo da Lucca alcuni bre-
fr.

elessero canonici i Simeone Mauro pieva- vi Annali della storia profana, dal 1060
no di s. Barnaba, perciò escluso da Inno- fino al 3o3, ed una Storia ecclesiastica
1

cenzo IV. Quindi l'UghelIi registra Tau- in 24 cominciando da Gesù Cristo


libri,

rano Quirini, ma più probabile sembra finoal 3 2 circa. Nel i328 fr. Bartolomeo
1 1

fr. Egidio bolognese domenicano del 2 5c> 1 Pasquali o de Piscialis bolognese domeni-
e morto nel 1289. Enrico Contai ini del cano, altro discepolo di s. Tommaso d'A-
1290 visse pochi mesi. Alerone neh 291 quino e maestro del sagro palazzo (ove
eletto da Nicolò IV di cui era cappellano, dissi diversamente dal Corner, onde va

intervenne nel 1296 al concilio provincia- letta l'aggiunta dal Coleti fatta all'Ughel-

le di Grado, e morì circa il 3o3. Gii fu 1 li, nella quale distingue due fr. Bartolo-
subito sui rogato d. Francesco Tagliapie- mei vescovi di Torcello), morto neh 335
tra abbate di s. Nicolò del Lido, che ap- e sepolto in Venezia nella chiesa de'ss. Gio-
provò il nuovo monastero di s. Nicolò di vanni e Paolo de'suoi domenicani. Gli suc-
Mazorbo, trovò nascosta nella cattedrale se in detto anno Giacomo Morosini dele-
s. Teodoro martire e la collocò
la testa di gato apostolico di Papa Benedetto XII a
in luogo più decente, e stabilì del proprio prosciogliere nel 1 339 dall'interdetto il

la messa quotidiana nella cappella di s. decano della cattedrale di Treviso e la cit-

Nicolò dell'episcopio. Morto nel declinar tà stessa. Il Coleti col Bouoli corresse l'U-
del 1 3 1 3 o nel principio del 1 3 1 4. per po- ghelIi che die in successore a Bartolomeo
co gli successe fr. Francesco Dandolo for- Ir. Michele veneto domenicano, invece ve-
se camaldolese. Domenico IV nel 1 3 1 7 fu scovo di Chioggia. Neil 35 1 d. Petrochi-
traslato a patriarca di Grado, per rinun- no Casalesci di Ferrara, canonista e teo-
zia di Giuliano priore benedettino di s. logo chiarissimo, già abbate di s. Cipria-
Giorgio Maggiore, eletto da' canonici di no di Murauo e lodalo vicario generale di
Grado; ma Papa Giovanni XXII nello Torcello, poi nel 1 362 arcivescovo di Ra-
stesso 1 3 1 7 o nel 1 3 8 1 lo fece vescovo di venna. Qui l'UghelIi per abbaglio ripetè
Torcello. Poco dopo fr. Tolomeo da Luc- il suddetto Leonardo Donato. Giovanni
ca domenicano, della nobile famiglia Fia- VI, creduto religioso, morì nel 1 366. Nel
doni, discepolo di S.Tommaso d'Aquino 1367 P ao '° Baiando preposto della cat-
e prefetto della biblioteca Vaticana, uomo tedrale di Faenza, governò sino ali 374.
di dottrina fornito doviziosamente più che Indi nel 1377 Filippo Balardo, che zelan-
di moderazione e prudenza, a vendo lascia- te celebrò subito il sinodo diocesano, cui i

to troppo liberamente a'suoi nipoti il .'o- lodevoli e provvidi atti pubblicò l'Ughel-
verno delle rendite vescovili, che a loro Ii. Filippo Nani nobile veneto moiì nel
talento dispersero e danneggiarono, laon i4o5, ma sebbene l'UghelIi riporti l'epi-
de fu chiamato in Grado dal patriarca a tallio, avverte Coleti che fu confuso con
render conto. Ricusò il vescovo ostinata- Pietro che dirò, ed il Corner segni l'U-
mente d'ubbidire, per cui giuridicamen- ghelIi.Neli4o5 divenne vescovo Donalo
te fu riconosciuto reo di gravi colpe e sco- de Greppa canonico di Torcello e pieva-
municato, sentenza confermata dal sino- no della chiesa di s. Stefano di Murano.
do provincialedi Grado. Finalmente, a- Da Città Nuova nelle lagune nel 41 8 vi 1

\etulo ubbidito e dal patriarca ottenuto il fu trasferito Pietro Nani, e sotto di lui si

perdono, continuò fungere più lodevol-


a restaurò la caltedraledanneggiatada lun-
mente gli esercizi del suo ministero, e go tempo, morendo nel 1 426. Filippo l'a-

l'anteriori colpe in qualche parte furono ruttt nobile veuclo,già diCiltù Nuova, per
122 TO R TOR
la cui diligenza molti monasteri di mona- ottobre Antonio Grimani, celebrò il sino-
che, ne'quali era decaduta la regolare di- do e lo pubblicò colle stampe, uni al ca-

sciplina, furono soppressi e uniti ad altri pitolo le rendite del priorato di s. Pietro
di più esatta osservanza, ed in quello di di Casacalba già de' canonici regolari di
s. Antonio abbate trasferì il corpo di s. s. Agoslino,efo nunzio a Firenze di Pao-
Cristina verginee martire; poscia nel <44^ lo V, che neh6i8 Io dichiarò patriarca
fu traslato a Candia. Gii fu sostituito Do« d' Aquileia. Gli surrogò Zaccaria dalla
nienico de Domenici decano di Ceneda, Vecchia protonolario apostolico, che urù
maestro in teologia dottissimo, restaurò il priorato di s. Cataldo di Binano, an-

l'episcopio, e nel i
4^4 passò a Brescia, vi •
tica abitazione de'frati agostiniani, al ca-

cario di Roma Paolo II e di Sisto IV.


di pitolo della cattedrale,ma non conferman-
Gli successe Placido Pavanellogià mona- do ciò la s. Sede, il successore unì il prio-
co di s. Giustina, e da Eugenio IV fatto rato al seminario, il quale non potendo
obbategenerale de'vallombrosani, poi ve- poi sussistere per mancanza di rendite, il

scovo di Biblo//? partibus, indi di Paren- beneficio fu assegnato per stipendio a 4


7.0, e nel i4^4 di Torcello con diploma maestri eletti due in Butano e due in Mu-
di Paolo li riportato da Ugbelli, insieme rano, per istruire i chierici nella lingua la-
alla lettera che dipoi il Papa scrisse alla tina e nel canto gregoriano. Neh 6i5 pel
priora del monastero di s.Giacomodi Mu- suo decesso ig febbraio venne eletto
a'

rano: morto nel 1 4^7 |, fu sepolto in s. Gio. Marco Giustiniani, che dopo 7 mesi pas-
Evangelista. Nello stesso anno, non Sigi- sò a Ceneda e poi a Verona; onde nello
smondo, né Scipione come scrive Ugbelli, stesso 1 62 5 gli successe MarcoZeno,il qua •
e di uno facendone due, ma Simeone Con- lea'25 novembre eseguì la traslazione ilei

tarmi, che mori neh 485. In questo Ste- corpi de'ss.Tabra eTabrata martiri, con
fano III Tagliazzi arcivescovo d'Anlivari lealtre summentovate reliquie della cat-
e di Patrasso, ritenuta la 2." sede s'intito- tedrale, in diversi altari della medesima,
lò arcivescovo di Patrasso e vescovo di e nell'altare della B. Vergine il corpo di
Torcello, e intervenne al concilio di Late- s. Eliodoro in un'arca di scelto marmo fu
rano V. Nel i5>4 gli successe per coadiu- onorevolmente deposto: morì neh 64» ifl
toria Girolamode'conti Porzia di raro ze- Venezia e fu tumulato in s. Maria Glo-
lo e singoiar dottrina, commissario apo- riosa. Neh 643 Marc'Antonio Marlinen-

stolico per la riforma de'monasteri di mo- go bresciano, e altro patrizio veneto, ca-
nache della diocesi Torcellana, che ridus- nonico e vicario generale di Padova, pru-
se a regolare osservanza. Neh 526 Giro- dente e dotto, con opportune costituzio-
lamo Foscari nobile veneto, di solo titolo ni stabilite nel sinodo diocesano da lui te-

e amministratore, finche ebbe l'età cano- nuto e stampato, provvide alla buona di-
nica, morto neh 563 in Roma e sepolto sciplina del clero e delle monache, morì
ins. Maria del Popolo. Non pai e che gli sia in Padova e fu sepolto nella chiesa de'tea-

succeduto Giulio Grimani, come vuole U- tini.Nel1678 Giacomo Vianoli nobile ve-
gbelli, sibbene Giovanni Delfino postula- neto, già titolare di Famagosta lodalo ,

to dal capitolo, che sollecito per la con- pastore, morto in Venezia e sepolto nel-
servazione dell' ecclesiastica disciplina ,
la tomba gentilizia in s. Francesco della

convocò due volte il sinodo diocesano, e Vigna. Qui noterò, che il p. Gio. Girola-
ristorò le abitazioni del vescovato, inter- mo Gradenigo nella sua Brescia sagro^
venne al concilio di Trento, e fu traslato riferisce che fu vescovo di Torcello Pie-
a Brescia neh 570, Nel qual anno Carlo tro Ottobotti, poi Alessandro Vili, perde-
Pesaro canonico di Treviso e referenda- sti nazione d'Urbano VI II. e siccome altret-
rio di segnatura, morto nel 1587. \' 2.6 tanto scrive il Novacs nella Storia d\l-
TOR TOR i23
Iosa udrò VIHjpev tale lo tlissi nella bio- La cattedrale di antica struttura, di for-
grafìa; tua l'Ughelli, il Quirini e il Cor- ma bislunga, èdi vita in 3 navi sostenute da
ner non ne fanno alcuna menzione. Mei 1 8colounealteegrossedi marmo greco, la

1692 Marco Giustiniani patrizio veneto, qua le benché grande e solida menlefahbri*
che ottenne dalla s. Sede clie s. Lorenzo cala,dice il Corner, riesce disadorna e poco
Giustiniani fosse dichiarato protettore del- convenienleaque'molli inestimabili tesori
la città e diocesi di Torcetto, con festa di che racchiude. 1 maggiori abbellimenti di
precetto, ed istituì la confraternita sotto essa sono antichi musaici, uno rappresen-
la sua invocazione nella chiesa matrice e tante il Giudizio finale nella facciata in-

collegiata di s. Donato di IM Urano, la qua- teriore sopra la porta maggiore; I' altro
le in miglior forma ridusse, e la cappel- nella tribuna della cappella maggiore, ora
la maggiore in suo onore edificò e abbel- fra gli altri santi si vede s. Eliodoro for-
lì splendidamente. Inoltre non potendo mato pur di musaico sopra l'antichissima
più i vescovi soggiornare in Torcello per cattedra vescovile di marmo, che posta di
l'insalubrità dell'aria, per cui dimorava- mezzo fra 'continuati sedili di pietra. servi-
DO fuori della diocesi in Venezia, a suespe- va con essi ad uso di convocarvi sinodi i

se in Murano vi fabbricò e decorò il son- diocesani, antichità ecclesiastica assai ri-


tuoso palazzo vescovile, ove stabilì 1 ar- spettabile, e che ben merita di conservar-
chivio, e fu encomialo per altre chiare a- si a perpetua erudizione e memoria. Que-
fcionuim perocché nello stessoMurano isti- sto monumento è in fondo alla nave di
tuì il seminario e l'affidò alla direzione mezzo, nell'antico presbiterio, ove al di-
degli scolopi, e morendo lasciò tutto il suo re del p. Costadoni, il clero slava assiso
a vantaggio del divin culto, delle chiese secondo il suo rango nell'ecclesiastiche
a
e de' poveri. Nel 1735 Vincenzo M. Die- funzioni, tenendo in mezzo il vescovo con-
do nobile veneto, morto nel 17 53. Frat- forme costume antichissimo della chie-
al

tanto avendo il senato della repubblica di sa, precisamente secondo il disegno fatto
Venezia ottenuto dalla s, Sede il privile- incidere dal p. Costadoni e pubblicato col-
gio di nominare a'vescovati di Torcello, le sue Osservazionij ma qualifica diceria
Ghioggia e Caorle,sutfiiiganeideT patriar- del volgo, che ivi s. Lorenzo Giustiniani
ca di Venezia, a'g agosto scelse per suc- patriarca di Venezia, come primate e me-
cessore d. Nicolò Antonio Giustiniani mo- tropolitano, vi abbia tenuto un concilio
naco cassi nese e priore di s. Giustina di provinciale. Il presbiterio in figura di se-
Padova, col quale il Corner termina la micircolo è composto di 6 scaglioni di pie-
serie de'7 1 vescovi di Torcello, la quale tra, i due superiori più alti e più larghi;
compirò colle Notizie di Roma. Nel 7 5g j ed essendo 4 rimanenti più stretti e me-
i

Muco Giuseppe Cornalo nobile di Ve- no alti, è probabile che questi servissero
nezia. Nel 767 Giovanni Nani nobile di
1 per ascendere a quelli, in cui solo sede-
Venezia. Nel 1773 fr. Paolo da Ponte car- vasi. Tali scaglioni vengono poi tagliati in
melitano scalzo di Venezia, traslato daCor- mezzo da alt: e stretta scala d'i 1 scalini,
tù colta ritenzione del titolo arcivescovile. incapo alla quale vi è la cattedra vesco-
Nel 792 Nicolò Sagredo nobile di Vene-
1
vile di marmo, su cui sedendo il prelato
zia, traflato da Udine a' 18 giugno, che fu nelle sue funzioni , scorgeva facilmente
l'ultimo vescovo, morto ne'pi imi anni del tutto il popolo che vi era sinoal fondodel»
corrente secolo, cioè nell'agosto 1804. Re- la basilica. Nell'apsideo tribuna del pre-
stata vacante la sede, Pio VII nel 18 18 la sbiterio vi sono dipinti a musaico i XII A-
soppresse colla bolla De salutis Dominici postoli , e invece del solo Salvatore vi si
gregis,ed in perpetuo ne unì la diocesi a figurò la 13, Vergine col divin Figlio tra
quella patriarcale di Venezia, le braccia, giacché a Maria é dedicata la
1*4 TOR T OR
basilica, menti e sulla cattedra visi espres- chi, ma di più inferiori tempi, nel
suo es-
sel'immagine di s. Eliodoro, il che fa sup- sendo ancora bene conservata, e la crede
porre che anco negli antichi tempi fosse opera del secolo XII opocodopoe fors'an-
il protettore principale della diocesi, come che del XIV. Dessa incominciando non
10 è s. Marco Evangelista. L'antico san- molto dopo il piano occupa tutta la fac-
tuario formasi da una cancellata di mar- ciata interiore della basilica, ed è divisa
mi orientali, che chiude le navate in 3 la- da 6spartimenti orizzontali, che lutti rap-

ti. In mezzo al coro vi è l'altare, in cui ri- presentano de'fatli particolari : la porta
posa nell'urna il corpo di s. Eliodoro, che della facciata separa ili.°spartimento, e
vuoisi da principio rivolto verso il popolo sopra di essa in mezzaluna a musaico si

come ne'secoli andati, essendo dietro ad rappresenta l'immagine della B. Vergine,


esso il presbiteiio e la cattedra vescovile. vestita alla greca, colle braccia alzate in

11 p. Costadoni nell' illustrare il tempio, atto d'orare, come si costumava antica-


descrive pure la tavola d'altare o dittico mente nella chiesa (enei voi. XXXIV, p.9

d'argento dorato, già del nominato altare eiodissiil perchè cos'i venne rappresenta-
e poi posto sopra l'antica porta santa del tala B. Vergine anticamente),elodichiara
santuario, di lavoro greco come lo ei'a la Muratori, Dìssert. de rebus liturgicis,ùel
struttura della cappella antica, e ne dà il quale uso ci è rimastoqualche avanzo pres-
modello colla dichiarazione delle molte fi- soi sacerdoti quando celebrano. Io non in-

gurecesellate a bassorilievo.anche decan- tendo per brevità di descrivere i musaiei,


ti patroni e di quelli le cui sagre reliquie che può leggersi nel p. Costadoni, il qua-
vi si trasportarono da Aitino (quanto a le ne fece l'illustrazione: solo dirò che idue
quelle de'ss. Liberale, Teonisto e compa- primi spartiinenli simboleggiano princi-
gni, la cattedrale di Treviso pretende pu- palmente, come pel battesimo e l'innocen-
le di possederle: ne avrantfo forse ciascu- za si entra in paradiso; il pui gatorio,il lim-
na una parte e non i corpi interi). Sotto demonio e la fornace di
bo, l'inferno col
al presbiterio vedesi l'antica confessione fuoco tenuto sempre acceso in quel luo-
sotterranea, in cui si discende per due co- go di pene eterne dalla giustizia di Dio.

mode scale di marmo, che hanno princi- Il 3.° spartimento ha uel mezzo una spe-
pio nelle due navate laterali, e dove si ve- cie d'altare, sul quale è un libro degli e-

neravano corpi de' i santi. Fuori del pre- vangeli tutto gemmato e prezioso, e vi è
sbiterio moderno, ossia dell'antico coro pure una croce alla greca con due traver-
de'cantori,sonovidue amboni o pulpiti di se. Dice il p. Costadoni, che di tal foggia

marmi orientali, trasportali dalle rovine di croce trattarono Wagenseil in una Dis-

d'Aitino. Il pavimento di marmo èa mu- sertazìone pubblicata in Alidori nel i6c)4>


saicojla pila dell'acqua santa pare ara gen- e Corrado Schoenleben nell'eruditissima
tilesca dallescolpite profane e strane figu- Notiziad'im penna de' Van-
testo greco a

re che ad alcuno sembrano deità egizie; geli, stampata aNorimberga nel 1 748. Per
cosa assai rara è poi a vedersi le imposte quanto di siffatta croce ragionai anche nei
di marmo per coprire le finestre laterali voi. LI, p. 298,6 LXXIII,p. 373,11011 riu-

della basilica , che stanno girando sopra scirà superfluo chequi aggiunga per la sua

due gì ossi perni dello stesso marmo in al- grave importanza alcun'altra nozione. Di-
to l'uno, e l'altroin basso, ma per l'ingiu- chiarail p. Costadoni, che la croce greca

ria del tempo due sole sono le superstiti. con due traverse chiamasi gerosoliniit<i'
Il p. Costadoni descrive pure con erudite na, patriarcale, apostolica. Avendo egli

osservazioni la spaziosa e stravagante pit- meglio parlato di forma di croce nel-


tal

tura di musaico, che per essere strana e le Osservazioni sopra un'antica tavola,

simbolica nou la crede opera degli auti- greca in cui è rinchiuso un insigne pez-
TOR TOR ii5
so della croce di Gesù Cristo, la a uà le titolo. Sarnelli ritiene che fosse d'una sola
conservasi nel monastero di s. Michele specie di legno, e pe'4 legni doversi piut-
di Murano (ora in quello dell'Avellana, un senso mistico; per-
tosto prendere in
come rilevai nel voi. Lll,p. i o3,neldescri- chè come cedro uccise i serpenti dell in-
vere quel celebre monastero camaldole- ferno, come cipresso fece il funerale della
se) de''monaci camaldolesi .presso il p.Ca- morte, come palma vinse i nostri nemici,

logerà, t. 3q, p. 1 o5 (della Raccolta d'O- come ulivo pacificò quaeinterris^tquae


puscoli scientifici, anzi della Croce se ne in coelis. Essere bensì verosimile che fos-
tratta 48, p. 33q e seg. nella
pure nel t. se di quercia, e ne riporta le ragioui ; e
' Dissertatio del Cori con aggiunte del p. che dicesi lunga 5 piedi 1 il tronco, 8 la tra-
Del Torre), col disegno inciso della me- versa, un piede e mezzo il titolo, che po-
desima, a'cui lati sono le figure di s. fi- teva essere d'altro legno e atto a scrivere
lena e di Costantino I, per essere noi ad le 3 iscrizioni), ecco quanto riferisce sulle
, essi debitori deli' avventuroso ritrova- croci con due traverse. » La forma della
mento del prezioso legno, l'imperatrice nostra Croce è doppia per essere da due
essendo alla sinistra parte, come maggio- trasversi legni divisa; ma in questa foggia
re e più nobile presso i greci egli orien- non adoperavasi però a tormentare col- i

tali (altra testimonianza ebe giustifica il pevoli, non ritrovandosene esempio alcu-
perchè s. Pietro fu rappresentato alla sini- no presso Lipsio, il quale tutti li differenti
stra di Paolo,argomento ebe ritoccai nel
s. supplizi di croce dagli antichi praticati de-
voi. LXVI,p. g3). Pertanto il p. Cosladoni scrisse, e non vi è apparenza, che ad al-

nel cap. o: Del legno della s. Croce rac-


1 cun uso il doppio trasverso legno essere
chiuso nella tavola, dopo avere riportalo potesse. Quindi è, che non si può sapere
le opinioni di verse su Ila qualità e specie del per qual cagione siasi introdotto un tal
legno della Croce in cui fu Crocefisso il costume di così formarla come lo con- ,

Salvatore, gli uni avendo sostenuto ebe fessa anche il DìiCange(Dissert.dc infer.
'
fosse di quercia, gli altri ebe fosse com- aevinumism. n.° 23). Per rinvenire l'an-
posta di 4 legni, cioè di cipresso, di cedro, tichità di questo costume della doppia cro-
di pino e di bosso, avvertendo le diver- ce io ricorsi alle medaglie, e non mi ven-
se favole inventate specialmente da' gre- ne fatto di ritrovarla espressa più antica-
ci circa il medesimo venerabile legno, che mente se non se in quella di Leone 1 11 I /•
lo pretendono nato da tre differenti spe- saurìco imperatore di Costantinopoli, il

cie di legno; dopo aver esternalo il suo quale regnò nel 717. Avvegnacchè que-
parere, ebe la vera Croce fosse di legno sto augusto, per istigazione di certo ebreo,
\ile e ordinario di quelle parli d'oriente abbia esercitata una fiera persecuzione
(aTitolo della ss. Croce Io dissi di le- contro le sasre immagini, nulladimeno
gno odi corteccia d'albero: il vescovo Sar- egli venerò sempre quella della s. Croce,
nelli, Lett. ecclesiastiche t. 5, lelt. 3q : ammettendo gì' iconoclasti le immagini
Di aitai legno fosse quello della s. Cro- di essa. Ritrovai ancora molte fiate que-
ce di Cristo, riferisce che nella Glossa del- stadoppia croce nelle medaglie di Michele
la Clementina prima de Summa Trini- Balbo, di Basilio il Macedone, di Giovanni
tale, dicesi che fosse di cedro lo stipite, Zemisce, di Romano Diogene, e degli al-
il tronco di palma, il legno trasverso di tri susseguenti imperatori d'oriente; e nel
cipresso, il titolo d'ulivo. Egli però osser- Meuologio spesso nominato di Basilio qua-
va essere contrastato fra' dottori se la s. sisempre questa doppia croce vedesi di-
'
Croce fu d'un solo o di più legni formata, segnata. Quindi il coslumedi questa dop-
gli uni diceudola di cipresso, pino e ce- pia croce talmente si stabili appresso gre- i

dro, gli altri aggiungendoci il bosso pel ci, che oggigiorno pure in questa nazione è
i 26 TOR X OR
una tal doppia croce,
in vigore. Appellasi dam dant pcduin cum triplici Cruce, af-

Patriarcale e Gerosolimitana, poiché fiti di riprendere la cieca baldanza di co-


in (al foggia formala portavasi la croce di- loro, che uguagliavano il Papa al patriar-
nanzi a' patriarchi di Gerusalemme e di ca di Costantinopoli (an/i quest'ultimo nel
altrove (altri Io negauo,come notai a'suoi suo orgoglio adottò tal forma di croce per

luoghi, fra 'quali il ricordalo vescovo Sar- pretendere di soverchiare anche in que-
nelli, e piuttosto egli crede adoperarsi in sto il Papa , il quale seguendo coslante-
oriente per disegno delle Chiese, ed io lo menle l'uso antico maisempre usò pei- pa-
ripeleia Tempio, che sogliono farsi iu for- sloraleYà croce con una sola traversatine
ma di croce doppia ; e che il costume di narrai ne'ricordati articoli, e mi duole che
portare la croce era degP imperatori gre- i patriarchi e gli arcivescovi Ialini per or-
ci). Forse piacque ad essi patriarchi così namento stemmi abbiano preso la
de'loro
adornare od accrescere la croce che dinan- forma della croce greca doppia, non pon-
zi a loro portavasi, affine di meglio distin- derandone bene l'origine, che in vece do-
guersi da' vescovi loro inferiori e sotto- veano rigettare). Il Fivizzani {De rituss.
posti, i quali secondo l'ordinaria forma la Crucis Eom. Pont, praeferendae, lib. 1)
portano. Viene questa doppia croce de- poi aggiunge alcune ragioni pen rendere
nominala ancora Apostolica dagli sciit- probabile questa opinione, ed afferma es-

lori del regno d' Ungheria, imperocché servi qualche esempio d' immagini de'
il romano Pontefice mandolla in dono col • Pontefici, i quali hanno in mano la croce
la regal corona a s. Stefano I re degli un- ciijiis stipes duplici et triplici linea, est
gheri(lnchoferus,^/wtf/.«r/.p. 3o4)>co- decussatus (ma qui tornerò a replicare il
me insegna di apostolato, mentre questo da me detto altrove, e riverentemente in
principe convertì alla fede di Cristo que' proposito anche al Papa Gregorio XVI,
suoi popoli; e diedegli il medesimo Pon- che mi fece tale obbiezione: capricci eie i

tefice la facoltà di farsela portare dinanzi licenze degli artisti non fanno autorità
come legato della Sede apostolica (Anton. nella Chiesa di Dio). Per altro è dillicil

Bonfin., Ilist. Hangar.), polestatc sibi cosa l'affermarsi un tal rito «Iella triplice

posterisque regibus cavi praefercndi.Ye- croce(godo e mi compiaccio di questa ve-


dasi l'istoria Didattica (p. 207) dell'eru- ridica e rispettabile dichiarazione), poi-
ditissimo p.d.Magnoaldo Ziegclbaur mo- ché nell'antichità liturgica non si ha te-
naco nostro benedettino di Germania, alla stimonianza alcuna, che Papi abbiano i

cui gentilezza e benevolenza io molto deb- mai usa lodi far pò rtare a vanti di se le cro-
bo. Traile insegne patriarcali di Alberto ci di questa tal figura, non ritrovandosi

patriarca di Gerusalemme, il quale suc- menzionata nell' eruditissima opera, Dà


cedute ad Eraclio nel 1204 ( Honufrius Liturgia Romaìii Ponti f/'cis ,di mg.' Gior-
Panvin. in Chronic.),\\ si trova la croce "i di chiarissima ricordanza. Nien tedi mei

portatile non solo doppia, ma triplice,cioè no però lo stesso Fivizzani (nel 1592 de-
con 3 trasversi legni, il superiore de'quali ificò il Coinnientarius de ritti ss. Crucis

è inferiore al secondo, e il secondo al terzo. a Clemente Vili di cui era Sagrista), as-
Ma una tal croce pare che meglio conve- serisce esservi delle chiese metropolitane
nir debba al sommo Pontefice ((un'altro, e patriarcali in Europa (ora tutti i palriar-
e lo provai con felice successo ne' luoghi chi e arcivescovi,ancorché in parli')u.'),;\\
citati disopra) in segno della suprema po- di cui prelati Cr/«r praeire solehatt qualn
destà che ha sopra tutti li patriarchi. On- super Patriarcharum insignibus statuì-
de il Molano (lib. 4, cap. 29 Ilistor.ss. I- /?//•. Indi assegna la ragione di questo fatto]

magiuum et pictur.) dice, che Supremo e dice, che questa diversità ili croci ci da
Patriarchae, sis'e Romano Pontifici <pd- a divedere, che nella Chiesa di Dio vi so-
TOR TOR 137
no varie sed'ihoiioreet ditione dispari-.'!. sacerdoti, oltre però le 3 primarie dignità
Anche nelle antichità cristiane ritrovasi di arcidiacono, arciprete e primicerio. Di-
scolpita questa triplice croce, e due ne ri- poi furono istituiti altri 4 canonicati, e.l

porta il Boldelti (Osservaz. sopra i cimi- a""iunti 6 onorari non obbligali all'ulh-
teri de'santi), cioè una sul sepolcro diGio- ciatura.ln faccia alla porta maggiore della
vina, ed un'altra su quello eli Lucifero ve- cattedrale è il superstite rotondo tempiet-
scovo di Cagliari (uiortocirca il 371!), ab- to del s. fonte battesimale, entro una cap-
benchè quest'ultima sia apocrifa." La cro- pella chiamata battisterio, secondo l'uso
ce poi di Torcello è ornata d'una corona degli antichi secoli, dedicata a s. Gio. Bat-
di spine, collocata nell'unione dell' inte- tista, la sola chiesa battesimale della città,
rior tra verso,dall'estremilà del quale pen- perchè ne'primi tempi battezzavano isoli

dono una lancia e un'asta su cui è appesa vescovi.Anche di questa tratta il p. Co-
una sponga, e quinci e quindi si vedono stadoni, in uno agli antichi battisteri,
due cherubini, pei non dire di altre figu- dicendo che avea no tempo suoi preti, i

re, fra le quali due angeli suonano le trom- ch'era fatta a foggia dell' antiche, e nel
be verso il mare e due altii verso la ter- mezzo coll'urna di marmo quadrata co'
ra, forse per esprimerei! risnrgimentode' lati incavati a mezza luna per immergervi
corpi umani al divino giudizio. Nel 4-° i bambini; ma ne'restauri della chiesa si

spartimento è l'immagine del Salvatore, tolsero le colonne, e si perde l'urna. Con-


con altro rappresentante la gloria del pa- tigno alla cattedrale verso il X secolo fu
radiso. Nel 5 ."spartimento giganteggia al- eretto un oratorio sotto l'invocazione di
tra figura del Redentore colla croce alla s. Fosca vergine e martire, nel cui altare
greca nella mano manca, comechè più no- oltre le sue ossa furono collocate quelle
bile presso i greci, il che già ri levai (e per di s. Maura già sua nutrice e compagna
le immagini de'ss. Pietro e Paolo anche nel martirio inRavenna: un tempo la chie-
nel voi. LXXV, p. 4 •
>) tirando a se colla sa ebbe i suoi propri canonici. Dietro la
destra un vecchiarello, oltre altre figure cattedrale fu la chiesetta di s. Marco, fab-
laterali, e sotto vi è l'elligiedel demonio, bricata da Rustico torcellano, dopoché
esprimendo quesl' azione «lei Pvedentore trasse d'Alessandria il corpo del santo e
il risorgimento eia liberazione de'
di lui lo tradusse a Venezia. Inoltre il Cornaro
ss.Padri dal limbo. Finalmente nel 6.° e descrive le seguenti chiese e monasteri di
ultimo spartimento del musaico vi è un Torcello, di cui darò un cenno. Rinomata
Crocefisso assai grande, i piedi del quale fu l'abbazia e chiesa cisterciensediS.Tom-
sonoserarataaieute trafitti da due chiodi maso, detta de'Borgoguoni, perchè dopo
e sostenuti da un suppedaneo, come per es-ei vi stati introdotti nel 90 canonici 1 1
i

lo più vedesi negli antichi musaici lavo- regolari di s. Agostino, pochi anni appres-
rali specialmente da'greci, e in molte al- so vi furono chiamati i cisterciensi di Bor-
tre antichità cristiane. Di questa dotta dis- gogna, e tosto fiori e fu beneficata dalla
sertazione del p. Costadoni, ne die con- pietà de'fedeli,ricevendola Onorio III sot-
tezza il Zaccaria. Storia letteraria d'I- to la protezione della s. Sede con privi-
talia t. 2, p. 418, ma quantunque gli ren- legi. La primitiva fondazione del mona-
da lode perla rara erudizione colla quale stero però si deve a Marco Trevisano no-

illustrò la cattedrale di Torcello, dice d'a- bile veneto. Alcuni abbati furono ledati
ver tralasciato di far altrettanto dell'an- di Gregorio IX, Nicolò IV, Clemente V
ticaglie gentilesche esistenti nella medesi- per le crociate di Palestina, altri abbati
ma. Il capitolo de'canouici della cattedra- furono incaricati da altri Papi d'onore-
le, che vanta la sua origine fino da remo- voli commissioni. Poscia furono eletti di-
tissimi tempi, fu prima formato di soli versi abbati non cisterciensi, auche dalla
4
128 TOR TO R
famiglia Trevisani pel padronato, eri e- che per mezzo d'un lungo ponte si uni-
zia lidio alci) ni di essi. Giovar) ni XXI 11 con- sce a Torcello. Ivi si rinchiusero le rain-
cesse in perpetuo all'abbate de'privilegi, minghe religiose,e vivendo esetnplannen-
Ja mitra e l'anello pontificale. Il i.° mo- te.merilaronochenel 247 Innocenzo IV 1

nastero, clie fondato nelle lagune dell'A- le ricevesse sotto la protezione della s.Sede.
driatico racchiudesse donne consagrale a Per le generose oblazioni de'fedeli, e per
Dio, fu quello di s. Gio. Evangelista nel- essersi ad esse unite le monache dell'isole
l'isola di Torcello, poiché Paolo vescovo d'Ammiano e di Costanziaco, e le prime
d'Aitino, nel fuggirla ferocia de'longobar- vi condussero il corpo di s. Cristina ver-
di, condusse seco pure le sagre vergini per ginee martire, il monastero di venne flo-
esentarle dalle violenze, e le collocò vici- rido e numeroso, indi riformato dal ve-
no alla cattedrale, ove il vescovo Mauro scovo Porzia. Nella loro chiesa tra le re-
eresse loro la chiesa di s. Giovanni verso liquie insigni sivenerò un s. Chiodo che
il 64o, essendo tribuni dell'isola di Tor- tradisse sulla croce il Redentore. Il Cor-
cello Aurio e Aratore di lui figlio. Per ner passaquindialla descrizionedellechie-
l'osservanza delle religiose, vari benefat- se e monasteri dell'isole di Mazorbo, Ba-
tori ne aumentarono le rendite, ma nel rano e Murano della diocesi di Torcello.

1279 un incendio quasi consumò chiesa Ogni nuovo vescovo era tassato ne'libri
e monastero. Rifabbricati, nel 343 mo-
1 il dellacamera apostolica di 200 fiorini, a-
nastero soggiacque a egual disastro, e su- scendendo la mensa a 3ooo ducali.
bito surse più ampio e maestoso. Rallen- TOKCHlNEoTURCHINE o CELE-
tata l'osservanza, i disordini furono ripa- STI. Ordine delle monache agostiniane
iati dalla riforma nel 523. Fra le reliquie
1 riformale della ss. Annunziata Turehinc
che furono collocate nella chiesa, primeg- o Celesti [V.), delle quali riparlai nel voi.

giavano il corpo di s. Sisinnio vescovo di XI, p. 287 e altrove. Nondimeno trovo


Teos, nato per intercessione di s. Giovan- necessario di aggiungere qui alcun altro
ni; ed il coipo di s. Barbara vergine marti- cenno. La fondatrice b. Maria Vittoria
rizzata dal padre Dioscoro in Nicomedia; Fornai i-Strata, nacque in Genova nel
mane'vol.LVlJ,p. 2 i3,LX,p. 42, col ve- i562,divennesanta moglie e madre,sanla
scovo Marini dissi che da Scandriglia rea- i vedova e santa religiosa, quando già 3 figli
tini portarono corpo della santa nella
il erano tra' minimi e due figlie tra le cauo-
lorocattedrale.il vescovodi Rieti Marini, nichesse regolari nel monastero delle Gra-
Memorie di s. Barbarci^ dichiara non sus- zie di Genova. La B. Vergine le fece com-

sister affatto la sua traslazione a Torcello, prendere, per via d'un' interna illustra-
e come altre la ritiene supposta, mostran- zione, che dovea istituire una nuova con-
dosi istruito di quanto ne scrissero gli sto- gregazione di vergini, il cui scopo specia-
rici veneti inclusivamente a Corner, e ri- le fosse di adorare il mistero dell'Incar-
petendo con Benedetto XIV, che gli atti nazione del divin Verbo, per tanti secoli

della santa sono soggetti a molle difficoltà, ascoso al mondo, e onorare la B. Vergi-
riporta tutte le discrepanti opinioni. Le ne che di questo divin Verbo incarnato
monache benedettine di s.Ciprianoda ter- fu immacolata madre. Superate tutte le
ra diocesi di'forcello e vicino a Meslre,per difficoltà, la beata fondò il suo istituto in

sottrarsi dalla diabolica furia d'Ezzelino patria, sotto la regola di s. Agostino, che
nella guerra ch'egli faceva alla Chiesa, si tosto prosperando si propagò per l'Italia
ricovrarono in Venezia. Quindi dal vesco- e altrove, contribuendovi il suo confesso-
vo Stefano nel 1 246 fu offerta loro l'an- re p. Zaunoni gesuita e compilatore delle
tica chiesa dis. Antonio abbate con alcu- costituzioni approvale e lodale dalla s.Se-
ni pochi edilizi situali in una piccola isola, de. Vivente la fondatrice, ed esseudoi.*
,

.TOR TOR 129


superiora del suo monastero inFrancia, si ria Vittoria Fornari-Strata fondatri-
contavano 3 monasteri, e 5 anni dopo la i ce dell'ordine della ss. Annunziata det-
sua morte monasteri erano giunti a 27,
i to delle Turchine, Roma 1828. Di que-
compresi que'di Germania e del Belgio, sta serva di Dio, del suoordine, e delle co-
corrispondendo col p