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Secolo d'Italia

Idee & Immagini

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Venerd 29 luglio 2005

Ricorre questanno il bicentenario della prima esecuzione dellEroica, la sinfonia che ha segnato unepoca

Leroismo intimofilosofiaBeethoven di che anim il grande musicista Rileggere lopera per comprendere meglio la
MATTEO SIMONETTI

U una sinfonia segnare una svolta epocale? Possiamo scorgere in una composizione musicale il simbolo di un nuovo sentire, ma anche una potente spinta al cambiamento ideale? Se si tratta della terza di Beethoven, certamente. Questanno ricorre il bicentenario della prima esecuzione dellopera, avvenuta nel 1805 in una angusto salone di Vienna, e vale la pena ricordarla, riascoltarla, e riflettere un po su ci che essa signific e tuttora significa. Tutti sono a conoscenza della vicenda che riguarda la dedica, poi rinnegata, a Napoleone: Beethoven intitol dapprima la sinfonia a Bonaparte ma, in seguito alla sua autoproclamazione ad imperatore, eseguita in perfetto stile carlomagnesco, prefer stralciare questa dedica per inserire un generico per festeggiare il sovvenire di un granduomo. Diversi attributi hanno accompagnato la sinfonia: dalloriginale e primitivo Grande, scritto dallo stesso Beethoven, ad Eroica, anche questo certamente adatto anche se non suo e di qualche tempo successivo alla stesura. La terza, come le successive di numero dispari, una sinfonia tragica, di grande tensione emotiva. In essa ascoltiamo una lotta drammatica tra forze contrapposte. Possiamo giustamente considerarla uno spartiacque, un punto di non-ritorno che separa il concetto di musica come intrattenimento, divertimento, evento legato ad occasioni, tipico del gusto rococ, da quellidea di musica alta, portatrice di valori ed ideali assoluti, che sar caratteristica del romanticismo. giunto il momento, per il musicista, di svincolarsi dal suo ruolo di cortigiano o di servitore ecclesiastico e, in questa emancipazione, puntare diritto alla realizzazione dei propri intenti. Non si pu non pensare, a riguardo, agli effetti della rivoluzione francese, intesa come rivoluzione borghese, su tutta la cultura europea del primissimo ottocento. Beethoven come primo interprete di una nuova sensibilit economico-sociale, quindi. Certo, questa interpretazione potrebbe essere avvicinata, a seconda del punto di osservazione,

uomo, un superuomo se vogliamo, e non ad un movimento di massa o ad una ideologia. Egli vedeva Napoleone come uno degli antichi Duci romani, uno sferzante rimedio alle bassezze del popolaccio, altro che Direttorio: La nostra epoca ha bisogno di spiriti possenti che sferzino questi meschini, perfidi, miserabili farabutti di individui.... Questo fascino del condottiero pervade Beethoven fino ad assumere anche in prima persona i toni di un culto dellio, di un eroismo che si compie in altri campi di battaglia, quelli dellarte. Legotismo beethoveniano chiarissimo, basti pensare alle parole che diresse al principe Lichnowsky: Principe, ci che siete, lo siete per nascita e per sorte; ci che sono io, lo sono per merito mio. Di principi, ce ne sono stati e ce ne saranno a migliaia; di Beethoven, ce n uno solo!.

licit, un investimento su un significato forte da assegnare alla propria sofferenza. Leggiamolo nel testamento di Heiligenstadt: Ah, mi pareva impossibile lasciare il mondo prima di aver portato a termine quanto sentivo di essere chiamato a compiere. Costretto a diventare filosofo gi a ventotto anni! Non facile, anzi per un artista pi difficile che per chiunque altro.... Quel filosofo significa disilluso, proprio alla maniera di Leopardi, altro che fede nella ragione! Al di l delle interpretazioni prometeiche, quali quelle marxiste di un Luigi Nono, oltre quelle di Adorno, definibili liberomarxiste, il concetto di eroismo in Beethoven assume quindi una connotazione strettamente personale, intima, quella dellartista che vuole imporsi sul fato, conscio della propria eccezionalit, del proprio genio. A lottare nellincipit dellEroica, a soffrire nel-

Nel geniale compositore c una sorta di titanismo, la lotta di una solitudine contro il mondo tutto, la volont di imporsi sul fato, consapevole del proprio genio
la Marcia funebre in do minore, figlia della sonata op. 13 per pianoforte, non quindi Napoleone, ma Beethoven stesso, alla prese con gli eserciti del male fisico e delle difficolt relazionali che lo costringevano allisolamento, con quelli dellincomprensione che spesso accompagn la propria opera. A mezzo del secondo movimento dellEroica, quando dopo la ripresa del tema iniziale la scrittura si ispessisce, vivendo di ineluttabili spunti contrappuntistici e brevi successioni ora ascendenti ora discendenti, sentiamo che c una lotta dolorosa e salvifica. Ma la lotta di Beethoven, da solo, contro il mondo. il titanismo e non c alcuno spazio per un progetto politico-sociale. Possiamo dire che, stracciando la dedica a Napoleone, Beethoven venne allo scoperto, prima rendendo esplicita al mondo la propria condizione, poi diventando ci che era ed infine conquistando la meritata immortalit.

Il compositore Ludwig van Beethoven

al materialismo storico o alla concezione spengleriana di civilt e civilizzazione. In base a tale assunto, Beethoven sarebbe gi stato indicato dal destino per luogo e data di nascita, come traghettatore, come personaggio a cui spettava il compito di trasformare leredit del passato in novit. Non so quanto possa essere plausibile una tale posizione, c di vero per che, come disse il musicologo Paul Bekker nel 1918, con lEroica Beethoven non pens tanto una nuova musica, ma un nuovo uditorio, intendendo dire che concep per la musica un diverso compito, un nuovo destino che nella societ era ancora solo abbozzato. Con la terza sinfonia, in effetti, la musica irrompe nellambito

sociale, caricando la sua indeterminatezza, cos elogiata dai filosofi romantici, del fardello dellastratta rappresentazione. In Beethoven come mai in nessuno prima, volizioni e negazioni, desideri e resistenze e la loro annessa dialettica, risuonano nellaria attorno agli strumenti e nellanima. Allimmagine di un Beethoven completamente dedito alle idee illuministiche, cos come tanta critica lha inteso, possiamo contrapporre unaltra figura, pi autenticamente umana, tradizionale nel senso alto della parola. Che al compositore di Bonn la libert stesse particolarmente a cuore indubbio, e lo si intende da numerosi aneddoti dellet adulta, cos come dallesame del-

la difficile infanzia. Finch si rimane a questo principio si pu essere daccordo con il Beethoven grato a Prometeo. Non scordiamoci per che Beethoven anche quello della Leonora, dellAmor coniugale, e che nella sua vita fu assolutamente individualista, sprezzante sia nel rapporto con la nobilt che in quello con la servit ed il popolo. Mal gli si attaglierebbe lepiteto di difensore delluguaglianza. Daltra parte furono assolutamente pi importanti per lui gli antichi amici dellEllade, da Platone a Plutarco, critici verso il potere ma fieri assertori della differenza, che i nuovi fautori del Terrore mascherato da fraternit. Soprattutto non dimentichiamoci che lEroica fu dedicata ad un

C certamente un grande ethos in Beethoven, cos come in Schiller, e questo pu erroneamente condurre a sopravvalutare la sua propensione per il sociale, per la missione umanitaria. Egli costantemente impegnato nella ricerca del sublime e del grande con tutte le conseguenze formali e linguistiche concernenti il suo stile ma questi aspetti scaturiscono da unesigenza che interna, particolare. Il senso di questa visione del mondo va ricercato nella sua sordit, superata soltanto immaginando per s, volendolo anzi, un destino esemplare. Quella di Beethoven unesigenza di trascendenza, di sacralit, di senso. una soluzione allo scoramento, alla disillusione riguardo alla fe-

ORIENTALIA
OPO la catastrofe che aveva portato alla conquista sanguinosa dei mongoli, una nuova prova ancor pi terribile venne a turbare la Persia ed i Paesi che la circondano. Come i mongoli, i conquistatori guidati da Tamerlano sono dei cavalieri nomadi che distruggono tutto al loro passaggio: uccidono intere popolazioni, incendiano intere citt, annientano le colture e i sistemi dirrigazione, tagliano le grandi vie commerciali stabilite tra lOriente e lOccidente. Tamerlano che di origine turco-mongola, pone fine ai principati nati dal frazionamento dellimpero fondato da Gengis Khan. Nel 1370 simpadronisce di Balkh e oltrepassa lOxus nel 1380. Nel 1387 egli domina tutta la Persia dove procede a feroci massacri. Stabilisce la capitale a Samarkanda in Transoxiana (lattuale Uzbekistan), citt verso la quale egli indirizza, nel corso delle sue campagne, tutti gli artisti e artigiani, scrittori e filosofi, pittori e calligrafi, astronomi e matematici del suo impero. Egli si circonda di una pleiade di sapienti e di intellettuali. La maggior parte degli architetti sar iraniana, e verr in particolare da Shiraz e da Iapahan. Tra i sultani timuridi, bisogna sottoli-

Tamerlano e let doro dei Timuridi


ANGELO IACOVELLA

neare in modo particolare lopera di Shah Rukh (1405-1447) che stabil la sua capitale ad Hrat, e ne fece un centro di alta cultura persiana, dove larte del libro, arricchita di miniature, conosce una vera apoteosi. Questa tendenza si dispiega sotto il regno del suo successore Ulug Beg (1447 - 1449) che fece di Hrat uno dei fari della civilt islamica. Tra le numerose costruzioni erette in questepoca, va citato il Palazzo di Tamerlano, a Shar-e Sabz, la Citt verde. Secondo Babur, liwan principale vi avrebbe superato le dimensioni di quello di Ctesifonte. A Samarkanda il conquistatore fece edificare, verso il 1399, la grande Moschea di Bibi Khanum, di pian-

ta persiana classica a quattro iwan su corte, ma dotata di otto minareti, che si elevano tanto ai quattro angoli delledificio che da una parte e dallaltra delliwan principale e del portale dentrata. Esso contava 480 colonne di pietra sorreggenti la struttura delle cupole di mattone ed decorata di mosaici di maiolica che rivestono soprattutto le cupole principali di un colore blu-verde. Tamerlano fece anche costruire a Samarkanda, per suo figlio morto nella battaglia di Ankara contro gli ottomani, un mausoleo che fu finito nel 1404. Si tratta del famoso Gour-e Amir (o tomba dellemiro) realizzato dallarchitetto Mohammed Ibn Mahmud dIspahan.

Tamerlano

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