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marted 6 dicembre 2005 LINDIPENDENTE

Libri. Un saggio di Bruni e Rasulo ripercorre la breve e intensa storia della rivista fondata da Giuseppe Bottai

La strategia di Primato: una lezione

SPOON River
DI

A NGELO I ACOVELLA

Le armi senza le arti, senza unidea superiore di civilt, non danno un primato reale
Il rapporto fra cultura e politica stato sempre un tema tormentato e dibattuto nel Novecento in Italia, a partire dalle riviste fiorentine dinizio secolo (Lacerba, Leonardo, La Voce) le quali espressero un disagio esistenziale ed un fermento culturale che, sotto alcuni aspetti (la critica alla democrazia parlamentare ed alle sue degenerazioni, il rifiuto del clima grigio dellItalia depoca giolittiana, laspirazione ad un grande ruolo italiano sulla scena internazionale) anticipano la carica dirompente ma anche problematica del fascismo, soprattutto nella sua fase di regime totalitario. Durante il Ventennio, il rapporto fra cultura e politica fu travagliato, ebbe luci ed ombre; ladesione al fascismo dimportanti figure del pensiero e della cultura in genere indica una capacit dattrazione verso un settore del ceto intellettuale da parte del regime che, daltro canto, registr la forte opposizione di altri intellettuali espressa nel Manifesto degli intellettuali antifascisti del 1925 e, in particolare, nella posizione nettamente antagonistica di Benedetto Croce, dopo una prima fase di attenzione verso il nuovo soggetto politico. Peraltro, nellambito della pubblicistica di regime, vi era una vivace dialettica, poich ciascuna componente del partito unico aderiva ad esso avendone, in realt, unidea diversa, spesso in conflitto con altre letture del fascismo. Le posizioni espresse, ad esempio, sulla pagina Diorama filosofico da J.Evola ed altri collaboratori non erano certo quelle sostenute dalla rivista Critica fascista di Bottai. Bottai era un gerarca fascista Ministro delleducazione nazionale ed artefice della legge sui beni culturali rimasta in vigore per 60 anni - temuto e amato dallo stesso Mussolini. Come sostiene lo scrittore Francesco Grisi aveva la coerenza degli artisti che guardano sempre ad un ideale anche quando fanno politica. Nei confronti di altri gerarchi con gli stivaloni era un eretico. La verit che nel fascismo cerano i conformisti e i liberi. Sotto lo sguardo protettivo del Duce le due schiere si scontrarono. Fare conoscenza Nel 1940 fonda la rivista Primato che avr tre anni di vita, fino allultimo numero del 15 luglio 1943, a pochi giorni dalla caduta del regime. Su questo periodico, il suo ruolo culturale e politico, il disegno strategico che lo ispirava, interviene ora il libro di Pierfranco Bruni e Pio Rasulo Primato ovvero la sfida delle idee (Ed. Centro Studi e Ricerche Francesco Grisi, Taranto, 2004) che lo analizza nel contesto di una disamina complessiva delle riviste letterarie e dei rapporti intercorsi fra cultura e politica nel corso del Novecento. Nel primo numero della rivista, Bottai illustra la sua strategia culturale, quella di rendere concreto ed efficace il rapporto tra arte e politica, tra arte e vita. In questa sintesi di lavoro doveva esserci il costante interesse della Patria. In un successivo intervento egli scrive:Le armi senza le arti, senza cio unidea superiore di civilt, non danno il primato civile, le arti senza le armi, senza la forza che le vivifichi e propaghi, danno un primato fittizio. Ma armi e arti insieme danno il primato reale e ideale, il dominio delle cose e delle idee. Bottai aveva capito ci che molti non avevano e non hanno capito: non si conquista e non si consolida un potere politico senza un adeguato retroterra culturale, fecondo didee, di analisi, di proposte ed indicazioni, senza una dialettica feconda tra intellettuali e classe politica. in questo disegno strategico che si spiega il recupero ad un rapporto di collaborazione con la rivista di intellettuali dalle varie competenze e dalle diverse estrazioni culturali, da Alvaro a Brancati, da Pavese a Guttuso, da Montale a Luzi, a Quasimodo, per citarne solo alcuni, perch furono numerosissimi. Una rivoluzione permanente Il libro esamina i temi di dibattito affrontati dalla rivista quali i valori letterari dellErmetismo cui Bottai dedic tre numeri od anche lEsistenzialismo in Italia con gli interventi dei filosofi Nicola Abbagnano, Enzo Paci, Ugo Spirito e Armando Carlini. Il periodico inquadr il movimento esistenzialista come un documento della crisi contemporanea e, insieme, tentativo di spiegazione dei massimi problemi dello spirito. Una rivista che svolse, dunque, una funzione davanguardia, danticipazione di temi che ebbero poi ampio rilievo nel dibattito culturale italiano ed europeo del dopoguerra. Lo stesso tema delle identit regionali e municipali, del radicamento in esse come esigenza dappartenenza nel quadro di una visione unitaria e patriottica dellItalia trova ampio spazio nella rivista, anticipando di gran lunga quel dibattito sul rapporto fra realt locali e regionali ed appartenenza nazionale che ha segnato lItalia degli anni 90 e oltre. Il merito di questo libro quello di aver recuperato alla memoria collettiva il senso ed il ruolo di una rivista che fu un laboratorio didee, uno spazio di discussione e di interessante confronto, che si poneva in termini di consenso critico al fascismo, visto da Bottai non come regime ingessato, ma come processo in atto, movimento dialettico, rivoluzione permaS TEFANO A RCELLA nente.

Mary Henrietta Kingsley Esploratrice (m. 1900)


POICH NIENTALTRO che vento rimane di tutto quanto esiste / e poich la fine di tutte le cose solo difetto e sconfitta / osserva bene: ogni cosa che esiste, in realt nulla / rifletti bene: ogni cosa che nulla, tutto in realt. Stavo leggendo i versi del mio poeta preferito mentre passeggiavo sui tetti dargilla delle misere capanne dei Fang, quando ad un tratto misi il piede in fallo e caddi rovinosamente allinterno della capanna. Rischiai seriamente di finire i miei giorni allo spiedo, dato che i miei ospiti non disdegnavano affatto di affondare le loro fauci nella carne umana. La mia vita era appesa ad una manciata di tabacco e a qualche coltello che donavo di tanto in tanto agli uomini della trib. Avevo 31 anni allepoca ed ero alla mia seconda spedizione. I miei compatrioti mi consideravano poco pi che una pazza, ma io, sprezzante di tutto e di tutti, me ne andavo in giro per lAfrica in lungo e in largo con le mie gonne che scendevano fino alle caviglie e le sottane multistrato che pi di una volta mi protessero dai morsi degli insetti pi micidiali. Spinta da un impulso irrefrenabile, avevo abbandonato il mio tranquillo e lindo villaggio nel Galles per attraversare mefitiche paludi infestate da coccodrilli e impervie foreste pluviali ricoperte dalle mangrovie. In principio, il movente dei miei viaggi era stato lamore per la scienza: avevo studiato botanica e zoologia e, nel corso della mia prima avventura in Angola, avevo battezzato molte specie di piante e di animali da me scoperte. Successivamente, la mia passione per la scienza cess e inizi quella, ben pi soddisfacente, per gli uomini. Ero singolarmente attratta dalla vita dei cosiddetti primitivi, dalle loro usanze strane e al tempo stesso cos familiari. Qualcuno, in seguito, avr senzaltro ipotizzato unattrazione molto pi concreta e banale verso quegli atletici corpi maschili che risplendevano nudi e lucidi sotto il sole cocente dei Tropici. Una notte, mi fu assegnata da un ospite particolarmente gentile una bella capanna. Lodore che vi regnava ero per intollerabile. Finalmente scoprii che il pestilenziale effluvio proveniva da alcuni sacchetti appesi al soffitto. Nel tentativo di tirarli gi si aprirono rivelando il loro macabro contenuto allinterno del mio bel cappellino: mani, occhi, orecchie appartenuti chiss a chi e in stato di avanzata decomposizione. Qualche tempo dopo, scalai per prima il monte pi alto del Camerun, abbandonando sulla cima il mio biglietto da visita color malva racchiuso in una preziosa scatolina davorio. Riscossi una fama e un successo inusitati. Fui chiamata a tenere numerose conferenze nel mio paese e mi dedicai a scrivere le mie memorie. Ma, come per tanti altri vagabondi prima di me, fui ben presto nuovamente attanagliata dal morso della nostalgia dei viaggi e dei pellegrinaggi che produceva dentro di me unirrequietezza irresistibile. Per non impazzire davvero, mi imbarcai questa volta per il Sudafrica con la scusa di curare come infermiera i prigionieri di guerra boeri. Quel che non poterono le tigri e i cobra facile impresa divenne per una misera febbre tifoidea che rapida mi inghiott.

Dibattiti. Secondo il filosofo francese sarebbe il nichilismo occidentale la causa delle rivolte nelle banlieue

Le notti di Parigi tra Glucksmann e Drieu


sman che assomiglia molto a quelle degli ultimi marxisti, ancora presi dal giustificare la piccola criminalit, come loro la chiamano, perch causata dalla societ, la quale in realt colpevole. Come si fa, infatti, a non tenere conto della specificit della situazione? Come possibile sottovalutare le motivazioni spicciole, dirette, banali, di certi comportamenti? Occorrerebbe stemperare la fumosit di Glucksmann opponendogli la schietta asprezza della Fallaci: mentre nellanalisi del primo non trova posto la volont dellindividuo di raggiungere scopi particolari, del prefiggerseli coscientemente, nellautrice de La rabbia e lorgoglio ci assume proporzioni esasperate, giungendo alla nota teoria dellinvasione islamica premeditata, studiata a tavolino, la cui migliore arma sarebbe la prolificit. Non bisogna dimenticare che dietro alle sommosse francesi, oltre allodio, c un senso forte di disagio dovuto ad un conflitto identitario. Gli insorti sono quasi tutti islamici dorigine magrebina che la Francia ha creduto di integrare con una carta didentit e la fiducia utopica in una nazione teorica, slegata da ogni sostanziazione particolare. Il fuoco non , come pretenderebbe Glucksmann, il frutto del nichilismo europeo, ma di una miopia politica che non ha ben calcolato le conseguenze di una immigrazione indiscriminata, non oculata, eccessiva, utopica. Immettere nella societ un gran numero di individui disperati, nullatenenti, indipendentemente dalla loro capacit e volont di integrazione, comporta subito dei grandi problemi di ordine pubblico e di sicurezza. Ma non questo il punto: ammettendo pure che nellimmediato gli immigrati non creino contrasti, andando a ricoprire ruoli che i cittadini lasciano vacanti, come non rendersi conto dei problemi incontrati dai loro figli, dalle aspettative giustamente diverse? Quellodio che si esprime in fuoco, che Glucksmann attribuisce alla ricezione della nostra logica dei rapporti di forza, non frutto dellintegrazione, come pretende il francese sottolineando che i loro padri non bruciavano alcunch, bens il segno che la propria condizione disagiata non pi vista come ci che passa il convento, ma come un affronto discriminante. una motivazione alla lotta del tutto plausibile, visto il loro stato legittimante di cittadini francesi. Questo, tutto sommato, Glucksmann lo ammette, seppure con unequiparazione un po forzata: Se nessuno mette in dubbio la francesit dei contadini che non hanno esitato a far valere i propri interessi con mezzi violenti [] una virt propriamente francese sar da rintracciare anche nelle molotov delle banlieues. La convivenza sostenibile C per un particolare: se per uno stato impensabile trascurare le pretese dei propri contadini, anzi obbligatorio scendere a patti con loro, questo non vale obbligatoriamente per laccoglienza aprioristica e sregolata degli immigrati. Arriviamo qui ad una contrapposizione di base. C chi pensa che limmigrazione massiccia sia inevitabile e tanto vale rassegnarsi e salvare il salvabile (poco), e invece c chi sostiene che una nazione ha il diritto e il dovere di difendere sia la propria identit culturale che la sicurezza dei propri cittadini, anteponendo questa a considerazioni di carattere pseudo-umanitario (pseudo perch il vero aiuto sarebbe quello da portare a casa loro). In altre parole, se, una volta a casa nostra, gli immigrati possono rivendicare il diritto di non essere discriminati e la propria identit, pur distante dalla nostra, noi possiamo rifiutarci di accoglierne una buona fetta. Non si tratta di odio, n da una parte n dallaltra, ma di ragioni contrastanti. A questo punto converrebbe citare un altro scomodissimo francese, Drieu de La Rochelle, il quale diceva, riferendosi alla questione algerina, che avevano ragione sia la polizia che mitragliava, sia gli insorti del Fln. Al di fuori di questa necessaria progettualit, di questa attenzione alla sostenibilit della convivenza, di questo rispetto responsabile per la priorit della propria cittadinanza, si scade nelluniversalismo pi utopico. In tal caso potremmo raggiungere, questo s, la cittadinanza del mondo, ma di un mondo in fiamme o del tutto appiattito.
M ATTEO S I MON ETTI

ENTRE IL FOGLIO rende conto ormai quasi quotidianamente del dibattito culturale che in Francia seguito ai disordini etnici della rivolta delle banlieu ( e nello specifico alle polemiche sollevate da Finkielkraut) il Corriere della Sera, ha preferito su questo tema, far dire lultima parola ad Andr Gluksman. La cui tesi quella per cui violenti di turno, siano essi esponenti del terrorismo internazionale o semplici bande di delinquenti e disadattati di periferia, sono il frutto del nichilismo, e quindi figli del tanto vituperato pensiero occidentale che va da Cartesio a Nietzsche.

Figli di Allah e nichilisti Secondo Glucksmann, i figli di Allah che studiano nelle Universit europee e americane e poi vanno a guidare le orde dei kamikaze, rispecchiano la modernit e la sua decadenza. Allo stesso modo, la corsa verso la distruzione e lautodistruzione degli abitanti delle banlieues pu essere letta come una deriva dei concetti di potere e lotta sociale appresi da noi occidentali. una tesi questa di GlukPER PUBBLICITA' LEGALE SU

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A.MANZONI&C.

INVITO AL CONCORSO PER LA REALIZZAZIONE DELLO STAND DELLE.N.E.T. PER LA FIERA B.I.T. 2006 LEnte Nazionale Ellenico per il Turismo (E.N.E.T.) partecipa alla FIERA TURISTICA INTERNAZIONALE B.I.T. 2006 MILANO (dal 18 al 21 febbraio 2006) con uno stand di 1.200 m2, invita gli interessati che abbiano esperienza relativa alle Fiere Turistiche internazionali, a presentare le loro offerte per la progettazione, la costruzione, la decorazione, lattrezzatura, lo smontaggio e il suo trasporto fuori dallo spazio della fiera, dopo la sua fine, con un massimo costo preventivo fino a 230.000,00 euro. Specificando, nello spazio dei 1.200 m2 dello stand parteciperanno varie imprese greche come coespositori insieme allE.N.E.T. e lo spazio si divider in piccoli stands di una minima metratura di 12 m2 (le caratteristiche tecniche specifiche del progetto saranno disponibili presso la Direzione di Ricerca di Mercato e di Pubblicit dellE.N.E.T., in via Tsocha, n. 7, 4 piano, ufficio di Segreteria di Direzione numero 4.2. e presso lufficio dellE.N.E.T. a Milano, in via Lupetta 3, MILANO, C.A.P. 20123). Le offerte devono essere presentate, entro il 30/12/2005, ore 14,00 presso la Segreteria della Direzione di Ricerca di Mercato e di Pubblicit della Sede Centrale dellE.N.E.T., 4 piano, ufficio 4.2. ovvero presso lufficio dellE.N.E.T. di Milano. Il progetto sar affidato allappaltatore che presenter allE.N.E.T. lofferta pi conveniente.

Sono un suo abbonato. Sul numero del 30 novembre mi sono soffermato sulle righe di Sofri e linopportuno comunicato. Sofri fa sempre notizia, sia che non gli venga concessa la grazia sia che vada a godere della sospensione della pena. Della famiglia della vittima, per, ci si dimentica sempre, come ci si dimentica spesso che in questa Italia, in cui la giustizia funziona male e di cui tutti ci lamentiamo, si chiede per una volta di ovviare a una sentenza passata in giudicato. Sia garantito a Sofri ogni suo diritto ma per lamor del cielo non trattiamolo in modo diverso da chi, pur non essendo famoso, detenuto e spesso deve patire le lungaggini della Giustizia. Ma sopratutto non dimentichiamoci delle vittime e delle loro famiglie. Benedetto Pinto Mai. PANNELLA PERICOLOSO Leggendo le ultime esternazioni di Pannella, ho

let si sforzi di meno, conti fino a due e riconti ancora qualche numero prima di parlare. A proposito, se la sua convivenza con lArmata Brancaleone sar difficile, torni tranquillo da noi. Per il suo passato, sempre una bella icona da mostrare.
Leopoldo Chiappini Guerrieri Sempre. GLI ANNI SETTANTA DI ACITELLI Mi complimento con Acitelli per il racconto Se

la parte, quella dedicata alla politica, che non suona nuova allorecchio di un lettore italiano. E infatti se si controlla la bibliografia si scopre che le fonti sono Travaglio, Tuccari e Forti, vale a dire autori schierati politicamente tutti dalla stessa parte. Ma questo il lettore olandese non lo pu sapere.
Lettera firmata Non fondamentale. PI POVERI O PI CASE? Come sempre accade prima di Natale (soprat-

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anche un freak. Ho frequentato il liceo XXIII nella seconda met degli anni Settanta e rivivere quegli anni attraverso il racconto stato piacevole.
Antonio DAngi Giriamo i complimenti ad Acitelli. PILLOLE Nonostante le donne belghe gi utilizzino la pil-

tutto se precede le elezioni politiche) viene detto che gli italiani sono pi poveri rispetto al passato. Poi si scopre che i minori consumi sono la conseguenza del fatto che in tanti devono pagare un mutuo perch hanno acquistato una casa. Proviamo a dire al resto del mondo che siamo poveri perch l80 per cento delle famiglie proprietaria di almeno unabitazione, e penso che ci rideranno dietro.
Coni Houd probabile. BIGLIETTI A RISCHIO Mentre in Italia, al fine di limitare gli episodi di

Redazione: Mario Accongiagioco Alberto Castelli Errico Novi Francesco Pacifico Riccardo Paradisi Susanna Turco Segreteria: Clara Pezzullo Illustrazioni: Dariush Radpour

avuto un sussulto: pensavo che la politica non si misurasse a colpi di pericoloso o non pericoloso. A quel grande liberale di Pannella pu essere perdonato tutto ma, est modus in rebus, non possibile che abbia detto, pensando al gruppo radicale vicino alla Cdl, vi tengono perch non vi considerano pericolosi. un nuovo modo di valutare il contributo dato in una coalizione: forse i cattivi maestri dellultima ora hanno offuscato la lucidit del grande Marco. Peccato, che volesse avere sempre ragione lo sapevamo (almeno la voluta elezione di Scalfaro gli rester sulla coscienza e mi dispiace). Ora, che voglia anche controllare la casa altrui e sparare giudizi, mi sembra troppo. Vista

lola anticoncezionale, il ministero della Salute ha deciso di favorirne ancor di pi luso rimborsando il 20 per cento di ogni confezione. Per le ragazze minori di 21 anni rimane in vigore anche il bonus di 3 euro mensili per lacquisto della pillola. Non sarebbe male se anche le donne italiane, tra le pi restie a far ricorso ai metodi anticoncenzionali, potessero godere di tali agevolazioni.
Lettera firmata La pillola di cui parla non una pillola. LITALIA ALLESTERO stato pubblicato nei Paesi Bassi un libro sul-

violenza, si introducono i biglietti nominativi per chi vuole assistere alle partite di calcio, in Belgio se ne decreta il loro fallimento. Infatti, dopo nemmeno un biennio, dal prossimo agosto si torner ai biglietti anonimi perch lesperienza ha dimostrato che lunico vero deterrente per arginare la violenza negli stadi quello di far giocare le partite a rischio, a porte chiuse.
Lettera firmata Una partita di calcio senza pubblico non una par-

Stampa: ROMA: Litosud Srl Via C. Pesenti 130, 00156 Roma NAPOLI: Graphic Processing Via G. Ferraris 146, 80100 Napoli Edizione teletrasmessa: P ESSANO: Litosud Srl Via Aldo Moro 2, 20060 Pessano (Milano) Testata: Cronache de LIndipendente Registrazione Tribunale di Salerno N. 919 del 9/05/95 Anno XI nr. 336

lItalia scritto da un giornalista olandese. Un libro che riesce a dare unidea obiettiva dellItalia di oggi, lasciando da parte i soliti stereotipi. Vi una so-

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tita di calcio.

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