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SECOLO DITALIA

VENERD 4 MAGGIO 2007

MEMORIE DI ADRIANO DIVENTA UN FILM


ROMA. Da quando fu pubblicato nel 1951, le Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar un libro che diventato sempre pi esemplare di certe necessit multiculturali dei nostri giorni, col suo essere stato scritto da una belga vissuta a lungo in Usa e raccontare di un uomo nato in Spagna, studioso della cultura greca, che impara il latino e inizia la sua parabola politica in Siria e Medio Oriente per terminarla a Roma, come imperatore. A venti anni dalla morte della scrittrice, avvenuta il 17 dicembre 1987, del suo libro pi celebre si sta realizzando un film con la regia di John Boorman mentre lo spettacolo teatrale firmato da Maurizio Scaparro (Villa Adriana, 1989) ha superato le 500 repliche ed stato un successo anche questanno sem-

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Limperatore Adriano

pre con Giorgio Albertazzi, che per loccasione confessa: Mi piace, e come di rado capita un attore, mi commuove di Adriano sia la sua parte politica, improntata a una visione utopica di grande civilt e cultura, sia il suo privato, percorso da una luce malinconica sulla giovinezza inafferrabile che sfugge. Vari degli istituti culturali francesi in Italia hanno un programma di letture per celebrare la scrittrice e a Roma, dopo due serate al festival Attorno al Parco degli Acquedotti, con letture e discussioni organizzate da ArteinGioco per il municipio X proprio su Memorie di Adriano, la Casa delle Letterature organizza un ricordo attorno al suo viaggio in Giappone. Recarvisi era un desiderio della Yourcenar sino dagli anni 30, ma vi arriv

solo nel 1982, rimanendoci per tre mesi. allora che comincia a lavorare su Mishima, come ricorda Tsutomu Iwasaki, sua guida in quel periodo, suo traduttore e docente di letteratura francese a Tokyo. Sar un suo intervento ad aprire la manifestazione: una mostra di ceramiche di Jun Jwai e una di fotografie (aperte sino al 16 maggio), uno spettacolo di musiche e danza di Kaho Asoh ispirate alle notti siriane di Adriano, alcune letture di suoi testi teatrali inediti. Essere lucidi abbastanza per conoscere se stessi e tentare di giudicarsi il tratto distintivo dei suoi personaggi, il loro esemplare progetto esistenziale, dallopera di esordio, Alexis, ritratto di una voce (1929), sino appunto a Memorie di Adriano (1951).

TORNA BAUMAN L ULTR: IL MERCATO CRIMINOGENO


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Matteo Simonetti
ygmunt Bauman il sociologo della modernit liquida, un intellettuale che fa della critica alla moderna societ dei consumi il nodo della sua riflessione. In questottica la sua lettura sempre stimolante. come il suo ultimo libro, da poco uscito per la Erickson, Homo consumens. Lo sciame inquieto dei consumatori e la miseria degli esclusi. Nel mondo dei consumatori, cio il nostro, il gruppo sostituito dallo sciame, cio un ammasso di individui solitari senza leader n gerarchie, in cui ognuno pu vantare un rapporto diretto e immediato col dio prodotto da acquistare, consumare e sprecare. Nella nostra modernit luomo, sempre secondo Bauman, tende pi che in qualsiasi altra epoca alla soddisfazione dei propri desideri, ma inevitabile che il traguardo che si pone, ovvero lo stato pi o meno accettabile di felicit, sia sempre e ulteriormente spostato in avanti, in nome di quella accelerazione che i recenti filosofi hanno imputato alla tecnica. Per Bauman questo spostamento dovuto alla strategia del mercato a cui, per scongiurare la stagnazione economica, serve questo incessante avvicendamento dei bisogni. Ci che era oggetto di desiderio ieri, perch magnificato dalla reclame, una volta acquistato viene subito dipinto come inadeguato, come segno squalificante di disinformazione ai danni del suo possessore, e viene subito sostituito, nellhit parade dei bisogni, da un altro oggetto molto pi alla moda che va ovviamente comprato alla svelta. Di contro a questo homo consumens, sta lhomo sacer, cio il povero, lestromesso, lescluso, che in quanto cattivo consumatore viene colpevolizzato per il suo stato. La societ, condizionata dal mercato, pi che aiutare il povero tenderebbe ad additarlo, sostituendo laccoglienza del welfare con quella delle prigioni. Scorriamo il percorso formativo di Bauman: nato nel 1925 da genitori ebrei in Polonia, fugg nel 39 per loccupazione nazista e si arruol nellesercito sovietico. Dopo la guerra, insegn sociologia a Varsavia seguendo prima la dottrina marxista ufficiale e poi avvicinandosi a Gramsci e Simmel. In seguito ad una epurazione antisemita comunista, si trasfer e insegn in Israele e in Inghilterra. I suoi campi di indagine privilegiati, insieme alla modernit,

sono stati il movimento dei lavoratori, lOlocausto e la morale, vista come regolazione coercitiva dellagire sociale e quindi improponibile in unottica postmoderna. Ci viene il dubbio che la dottrina socialista sia instillata in Bauman in maniera e in misura tali che difficilmente possa essere messa in dubbio da qualche rilievo critico, che venga da altri o da s stessi. Proviamo ad approfondire qualche bel passo di questo Homo consumens. Il primo concetto di rilievo riguarda il senso di urgenza. Citando Nicole Aubert, Bauman scrive: della massima importanza la coltivazione intensiva del senso di urgenza che fornisce un sollievo illusorio nella battaglia per mitigare le ricadute negative della continua necessit di scegliere, propria del libero consumatore. E poi: Gli affari incessanti, con unurgenza che ne segue subito unaltra, diventano la garanzia di una

Zygmunt Bauman

Nel suo ultimo libro, Homo consumens, il sociologo inglese di origine polacca intensifica la sua critica alla societ dei consumi

Lanalisi quasi anarco socialista: i poveri sono vittime della violenza ideale del mercato che non gli d gli oggetti desiderati, costringendoli a delinquere
pienezza di vita o di una carriera di successo. Ovviamente tale situazione pu aversi perch oggi venuta meno lattenzione per laldil, cos come il suo fascino, ma anche quella per le cose ultime, tutte terrene quanto importanti, della vita di ciascuno. Questo vuoto, inutilmente e forzosamente riempito con sciocchezze, la vera causa dellangoscia odierna e Bauman su questo punto sembra concordare. Un Bauman identitario poi, come gi accennato, rileva come lidea stessa di un consumatore soddisfatto sia la pi temibile delle minacce per il mercato; per questo che la cultura consumista racchiude in se una inestirpabile pressione a essere qualcun altro. I cambiamenti di identit, labbandono del passato, la ricerca di nuovi inizi e gli sforzi di rinascere sono altrettanti doveri travestiti da privilegi. In tal senso va interpretato anche il ricorso alla chirurgia plastica, che non tanto una correzione dellimmagine per adeguarla ad unideale, quanto un modo di tenerla sem-

pre al passo con le mode. La Mattel ha proposto la rottamazione di una Barbie vecchia per una nuova, promuovendo cos nel bambino, oltre alla logica dello smaltimento continuo, il prototipo della futura relazione amorosa usa e getta. Per rimanere su questo tema dellaffettivit, il sociologo ricostruisce cos un circolo vizioso del consumismo: la pubblicit impone nuovi bisogni, luomo lavora di pi per soddisfarli, per questo trascura gli affetti, togliendo loro tempo, e infine cerca di rimediare regalando oggetti di consumo ai suoi cari. Lanalisi sociologica del consumismo fatta da Bauman insomma basata sulla condanna della frenesia, dello spreco, della trasformazione inutile e del falso progresso. un quadro che potrebbe essere stato dipinto anche da Evola o da un altro spiritualista antimoderno. Poi avviene lo scarto, la cesura: il concetto di mixofobia, ovvero la paura dei poveri. Bauman qui assume un volto anarcosocialista: i poveri sono la vittima della violenza ideale del mercato che li spinge a desiderare ma non gli d gli oggetti desiderati, costringendoli a delinquere. In questottica lordine e la norma sono due lame affilate puntate contro la societ cos com per farla diventare come dovrebbe essere attraverso la separazione, lamputazione, lesclusione. La societ che non delinque sarebbe colpevole del volersi tutelare dai criminali tenendoli a distanza. Bauman assume a priori lequazione poveri uguale criminali, gi di per se risibile, e per giustificare il suo impeto egualitarista e antimeritocratico (ossia comunista), basa il suo ragionamento sostanzialmente su concetti che non reggono alla prova dei fatti e del ragionamento. Concludendo, la figura dellintellettuale saccente alla Bauman, che si erge a difesa dei poveri ignoranti, vittime di un capitalismo che solo lui ha capito e sa evitare, incapaci di decidere e agire secondo coscienza, ormai fuori luogo. Almeno quanto la lotta di classe.

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