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SECOLO DITALIA
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Limperatore Adriano
pre con Giorgio Albertazzi, che per loccasione confessa: Mi piace, e come di rado capita un attore, mi commuove di Adriano sia la sua parte politica, improntata a una visione utopica di grande civilt e cultura, sia il suo privato, percorso da una luce malinconica sulla giovinezza inafferrabile che sfugge. Vari degli istituti culturali francesi in Italia hanno un programma di letture per celebrare la scrittrice e a Roma, dopo due serate al festival Attorno al Parco degli Acquedotti, con letture e discussioni organizzate da ArteinGioco per il municipio X proprio su Memorie di Adriano, la Casa delle Letterature organizza un ricordo attorno al suo viaggio in Giappone. Recarvisi era un desiderio della Yourcenar sino dagli anni 30, ma vi arriv
solo nel 1982, rimanendoci per tre mesi. allora che comincia a lavorare su Mishima, come ricorda Tsutomu Iwasaki, sua guida in quel periodo, suo traduttore e docente di letteratura francese a Tokyo. Sar un suo intervento ad aprire la manifestazione: una mostra di ceramiche di Jun Jwai e una di fotografie (aperte sino al 16 maggio), uno spettacolo di musiche e danza di Kaho Asoh ispirate alle notti siriane di Adriano, alcune letture di suoi testi teatrali inediti. Essere lucidi abbastanza per conoscere se stessi e tentare di giudicarsi il tratto distintivo dei suoi personaggi, il loro esemplare progetto esistenziale, dallopera di esordio, Alexis, ritratto di una voce (1929), sino appunto a Memorie di Adriano (1951).
sono stati il movimento dei lavoratori, lOlocausto e la morale, vista come regolazione coercitiva dellagire sociale e quindi improponibile in unottica postmoderna. Ci viene il dubbio che la dottrina socialista sia instillata in Bauman in maniera e in misura tali che difficilmente possa essere messa in dubbio da qualche rilievo critico, che venga da altri o da s stessi. Proviamo ad approfondire qualche bel passo di questo Homo consumens. Il primo concetto di rilievo riguarda il senso di urgenza. Citando Nicole Aubert, Bauman scrive: della massima importanza la coltivazione intensiva del senso di urgenza che fornisce un sollievo illusorio nella battaglia per mitigare le ricadute negative della continua necessit di scegliere, propria del libero consumatore. E poi: Gli affari incessanti, con unurgenza che ne segue subito unaltra, diventano la garanzia di una
Zygmunt Bauman
Nel suo ultimo libro, Homo consumens, il sociologo inglese di origine polacca intensifica la sua critica alla societ dei consumi
Lanalisi quasi anarco socialista: i poveri sono vittime della violenza ideale del mercato che non gli d gli oggetti desiderati, costringendoli a delinquere
pienezza di vita o di una carriera di successo. Ovviamente tale situazione pu aversi perch oggi venuta meno lattenzione per laldil, cos come il suo fascino, ma anche quella per le cose ultime, tutte terrene quanto importanti, della vita di ciascuno. Questo vuoto, inutilmente e forzosamente riempito con sciocchezze, la vera causa dellangoscia odierna e Bauman su questo punto sembra concordare. Un Bauman identitario poi, come gi accennato, rileva come lidea stessa di un consumatore soddisfatto sia la pi temibile delle minacce per il mercato; per questo che la cultura consumista racchiude in se una inestirpabile pressione a essere qualcun altro. I cambiamenti di identit, labbandono del passato, la ricerca di nuovi inizi e gli sforzi di rinascere sono altrettanti doveri travestiti da privilegi. In tal senso va interpretato anche il ricorso alla chirurgia plastica, che non tanto una correzione dellimmagine per adeguarla ad unideale, quanto un modo di tenerla sem-
pre al passo con le mode. La Mattel ha proposto la rottamazione di una Barbie vecchia per una nuova, promuovendo cos nel bambino, oltre alla logica dello smaltimento continuo, il prototipo della futura relazione amorosa usa e getta. Per rimanere su questo tema dellaffettivit, il sociologo ricostruisce cos un circolo vizioso del consumismo: la pubblicit impone nuovi bisogni, luomo lavora di pi per soddisfarli, per questo trascura gli affetti, togliendo loro tempo, e infine cerca di rimediare regalando oggetti di consumo ai suoi cari. Lanalisi sociologica del consumismo fatta da Bauman insomma basata sulla condanna della frenesia, dello spreco, della trasformazione inutile e del falso progresso. un quadro che potrebbe essere stato dipinto anche da Evola o da un altro spiritualista antimoderno. Poi avviene lo scarto, la cesura: il concetto di mixofobia, ovvero la paura dei poveri. Bauman qui assume un volto anarcosocialista: i poveri sono la vittima della violenza ideale del mercato che li spinge a desiderare ma non gli d gli oggetti desiderati, costringendoli a delinquere. In questottica lordine e la norma sono due lame affilate puntate contro la societ cos com per farla diventare come dovrebbe essere attraverso la separazione, lamputazione, lesclusione. La societ che non delinque sarebbe colpevole del volersi tutelare dai criminali tenendoli a distanza. Bauman assume a priori lequazione poveri uguale criminali, gi di per se risibile, e per giustificare il suo impeto egualitarista e antimeritocratico (ossia comunista), basa il suo ragionamento sostanzialmente su concetti che non reggono alla prova dei fatti e del ragionamento. Concludendo, la figura dellintellettuale saccente alla Bauman, che si erge a difesa dei poveri ignoranti, vittime di un capitalismo che solo lui ha capito e sa evitare, incapaci di decidere e agire secondo coscienza, ormai fuori luogo. Almeno quanto la lotta di classe.
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