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Quindicinale

Anno XXXI

30.09.2010
Numero

566
periodico di attualità dei comuni di alano di piave, quero, vas, segusino

“Tirar sirache”: che brutta abitudine - pag. 1


Trentadue anni di storia per la pista verde di Fener - pag. 2
Un ricordo dell’ing. Giuliano Licini - pag. 4
Piave Tegorzo vincente alla prima di campionato - pag. 8
La gara coi Carét di Segusino - pag. 26
Chiuso in redazione il 20.09.2010
http://digilander.libero.it/tornado
Tassa pagata/Taxe Perçue/Ordinario Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL
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1 LETTERE AL TORNADO

“TIRAR SIRACHE”: CHE BRUTTA ABITUDINE!


E SE CI ACCONTENTASSIMO DI UN “PORCA MISERIA!”, DI UN “PERBACCO!”
O DI UN “ACCIPICCHIA!”? … O MAGARI DI UN “CRIBBIO!”?
Sembra strano, ma nel programma dei nuovi celti, dove figura la valorizzazione delle tradizioni più autentiche del nord, quali i
dialetti, il formaggio pinciòn e la salvaguardia della purezza della razza, manca invece, stranamente, la tutela delle più
caratteristiche ed originali espressioni blasfeme ancor oggi diffusissime in tutta la padania che tuttora fioriscono, nelle osterie e
nelle sagre della polenta e schiz, anche sulle virili labbra dei sostenitori della
“specificità” locale.
Le bestemmie, perché di questo stiamo parlando, una volta erano proibite e
punite per legge. Poi l’evoluzione dei costumi le ha declassate da reato
penale a semplice contravvenzione cioè punibili con una semplice multa.
Dalle nostre parti, a dire il vero, questo suggestivo intercalare non denota
quasi mai l’intenzione di offendere la divinità, e molto spesso vi si ricorre
quasi inconsapevolmente, forse solo per sottolineare un concetto, colorare
una situazione, marcare un convincimento, e viene adoperato in luogo dei
punti esclamativi, così difficili da rendere col solo tono della voce.
Nei nostri paesi le espressioni blasfeme non brillano né per varietà né per
fantasia. In Toscana, ad esempio, si esibisce un repertorio molto più ricco,
pruriginoso, spesso intriso di ironia e di cattiveria, che si avvale di un vasto
campionario di situazioni in cui vengono chiamate in causa non solo le
divinità nelle loro persone uguali e distinte, ma anche i santi, le madonne, gli
angeli, gli arcangeli, perfino i beati e i servi di Dio. Qui da noi (area
altoveneta, per intenderci) va per la maggiore la bestemmia stringatissima, da infilare nel discorso ogni tre secondi, a mitraglia,
senza soluzione di continuità. Solitamente è costituita da due, massimo tre sillabe asciutte e perentorie. La più corta, quasi uno
sparo, chiama in causa direttamente il creatore del cielo e della terra, al quale si abbina la natura del doberman o del pastore
tedesco. Spesso l’espressione blasfema si allarga a tre sillabe; in questo caso l’epiteto affibbiato all’ente supremo viene
“insaporito” tirando in ballo quella mite e rosea creatura dalla quale traiamo
salsicce e costesine. Quando poi la “siràca” viene dedicata alla Vergine, le
ingiurie diventano, se possibile, ancora più disdicevoli. Mi capite, vero? Porco e
porzèl, detto tra uomini, potrebbe anche passare, ma ci si può rivolgere ad una
signora chiamandola porca, porzèla, o addirittura troia? Vi rivolgereste così a
vostra madre?
La cosa più fastidiosa, poi, è l’impossibilità di sfuggire all’ascolto di queste
“litanìe”. Ti colgono a tutte le ore del giorno, per strada, al bar, dal barbiere… e
siccome per raggiungere l’effetto voluto queste espressioni devono essere
adeguatamente gridate, con toni concitati che neanche un pescivendolo
farebbe meglio, ce le dobbiamo sorbire in pace. Non ricordo di aver mai sentito
una protesta, in proposito, o qualcuno che discretamente facesse notare
l’eventuale presenza di bambini o,
quantomeno, l’inopportunità di un simile
linguaggio.
A parte che, come si è detto, oggi la bestemmia è stata declassata ad “atto” di cattivo gusto,
come ficcarsi le dita nel naso, resta pur sempre il problema della buona educazione e del
rispetto che ogni cittadino è tenuto ad avere delle opinioni o della fede altrui. Mi fa
particolarmente specie che tra i più grossi bestemmiatori che conosco ci siano molti di coloro
che si battono strenuamente perché si riempiano di crocefissi gli uffici, le aule, i tribunali e
tutti gli altri luoghi pubblici, salvo poi dare del “porco” o del “cane” a chi a queste croci sta
appeso. Insomma, figli di Dio con scarsa stima del padre loro che è nei cieli.
Ci avete fatto caso? Perfino la televisione, dove da tempo parolacce e volgarità sono titolo di
merito e da sole garantiscono popolarità e successo ad una trasmissione, solo la bestemmia
non è ancora ammessa, ed anzi basta un “porco d…” per essere cacciati, come “grande
fratello” e “x-factor” ampiamente testimoniano.
Cari lettori del Tornado, càpita a tutti che ci scappi la “parolina”…, magari quando si è
incavolati neri o quando ci si dà una bella martellata sul “dededòn”. Non fàtevene un cruccio,
in questo caso avete già pagato la penitenza. Se siete credenti, poi, avrete tutta l’eternità
per espiare con comodo la vostra colpa. Tra i dieci comandamenti, che mi consta siano ancora tutti in vigore, il divieto di
nominare il nome di Dio invano previsto al comma 2 è un precetto perentorio come tutti gli altri nove e non mi risulta sia stato
ancora abrogato. Per tutti gli altri poveri peccatori, un consiglio
se ti dovesse scappare una bestemmia, del tutto disinteressato. Cercate di eliminare dal vostro
vocabolario tutti i “porchi” superflui, cercando di sostituirli con
ecco la giaculatoria riparatrice:
espressioni più “inoffensive” come perdinci, perbacco, accidenti,
porca miseria, perdiana, maledizione, diàmine… C’è anche
“O Gesù, d’amore acceso, un’altra suggestiva imprecazione, rilanciata qualche anno fa dal

non t’avessi mai offeso! nostro presidente del consiglio, che va senz’altro suggerita ai più
raffinati, ed è “Cribbio”. Sono ammesse, con cautela, anche le
O mio caro e buon Gesù, espressioni come santo cielo, mannaggia, bedda matri. Evitate
invece imprecazioni come porca l’oca o porco cane, per non
non ti voglio offender più!” urtare la sensibilità non solo dei credenti ma anche degli amici
degli animali. Piero Piccolotto
2 cronaca

La “Corsa dei Campioni” ha compiuto 30 anni, la “Pista Verde” già 32: ne ripercorriamo la storia

Una pista per automodelli r/c a Fener?


notizie tratte dal sito www.pistaverdefener.com
Questo è l’interrogativo che
molti appassionati si sono
posti: una pista per
automodelli radiocomandati
in un paesino di poco più di
500 anime, che stenti persino
a trovarlo sulle cartine geogra-
fiche (nella foto a fianco)?

Come Mai? Andò pressappoco così. Era l’anno 1977, e un “giovanotto” di allora, del luogo, fece un acquisto insolito
per quegli anni: acquistò un modellino di Formula 1 in scala uno a otto, con motore a scoppio, che si manovrava
non con dei fili, ma con le leve poste su di una scatoletta tenuta in mano, attualmente chiamata radiocomando.
Non stiamo a raccontarvi le peripezie sostenute per avviare il motore, o per far andare dritta la “macchinina”. Le
curve? Le curve sì! Le curve le faceva soprattutto laddove non c’erano, o forse è meglio dire: sbandate e testacoda
a volontà. Le prime volte sulla stradina dopo il passaggio a livello (che attualmente porta alla pista), poi nei vari
piazzali delle località limitrofe, fino a fare conoscenze con altri “disgraziati” appassionati della vicina città di Treviso
(Zerio and company). Ben presto ci accordammo per un primo incontro da svolgersi sulla pista di kart di Jesolo,
quasi una sfida rivolta contro i piloti locali. E fu così che il “giovanotto” vinse la sua prima gara o, meglio, forse arrivò
di poco davanti agli altri 15 amici. E come sempre, …da cosa nasce cosa. Una seconda sfida fu disputata sul piaz-
zale del mercato ortofrutticolo di Treviso, dove Zerio s’impose autorevolmente per tutta la giornata.
Poi il “circo” sbarcò a Fener (sul piazzale dell’ex Sede Veneta
Surgelati). Il successo fu tale che lo stesso anno si decise, sempre
con la locale Pro Loco di Fener, di fare una seconda gara. Questa
volta molto meglio organizzata, con premi in natura, coppe ed una
ricca lotteria, aperta a tutti, abbinata ai sei piloti finalisti (allora in
finale andavano solo in sei). Il successo fu ben al di sopra di tutte le
più rosee attese: più di 50 furono i partecipanti giunti anche dalle
regioni vicine, compresa la squadra ufficiale della Mantua Model
capitanata dal titolare Franco Poldi che sbaragliò il campo. Il
pubblico davvero entusiasta aveva letteralmente bloccato con le
auto in sosta le varie stradine d’accesso, mandando in crisi
addirittura la viabilità della vicina statale “Feltrina”. Alla fine della
giornata, il “giovanotto”, stanco ma contento per il successo
ottenuto, con il compianto presidente Mario Durighello e tutti i
consiglieri della Pro Loco di Fener, furono concordi in un’unica idea:
«FACCIAMO UNA PISTA PERMANENTE!». Detto e fatto, quella
stessa sera, anzi quella stessa notte, sostenuti dall’entusiasmo,
dopo aver deciso dove poter sviluppare l’impianto, si dette inizio ai
più svariati progetti, abbozzando disegni di vari tipi di piste. I dubbi
erano tanti: quanto lunga la facciamo? E quanto larga? Non lo
sapevamo, anche perché nessuno sapeva darci le dritte
necessarie. Per sentito dire sembrava che lunga 200 metri e larga 4
fosse anche troppo. E così, con tanta buona volontà, dopo pochi
giorni s’iniziò a disboscare, tagliare, scavare, pulire, creando il
nascere della pista, per portarla a termine nei primi mesi del 1978.
E battezzandola da subito “Pista Verde Fener”. Iniziarono le prime
“garette” con 70-80 concorrenti. Potete immaginare a che mole
organizzativa e notevole impegno si andava incontro, anche perché
non c’erano ancora i computer (il primo è entrato in pista nel 1986:
un “Commodore 64”, grande!): le batterie, le classifiche ecc…, si
faceva tutto a mano. Il cronometraggio era effettuato da un
commissario per ogni “macchinina”, munito di cronometro “Casio”, carta e penna. Ogni gara era un’avventura, però
era bello ugualmente e ci divertivamo molto.
La gara più importante di quell’anno 1978 si disputò ad ottobre: la “Corsa dei Campioni” vinta da Arcaio, da Ca-
stello di Godego. Per la cronaca, il record sul giro fu di 16 secondi e 9 decimi, stabilito da Dante Toniolo, che resi-
stette per più di un anno. Naturalmente era la prima edizione di detta gara. L’anno seguente, come poi per tutti gli
anni a seguire, si è disputata il 15 d’agosto, giorno di Ferragosto, tanto da divenire ormai una “classica”, giunta
quest’anno alla 30a edizione.
In sintesi, è così che sono nate la nostra cara amata “Pista Verde” e la “Corsa dei Campioni”. Ah, dimenticavo: quel
“giovanotto” sopra citato si chiamava Giustino Todoverto (nella foto).
3 GIROGUSTANDO

Girogustando in Feltrino: l’azienda agricola


Dalla Rosa Cristina di Falladen
di Antonio Miotto *
Il nostro giro eno-gastronomico nel Basso Feltrino ci porta questa volta ad incontrare la signora Cristina in valle di
Schievenin, e per l’esattezza in località Falladen, in uno splendido punto panoramico dove la signora svolge parte
della sua attività di coltivazione d’ortaggi.
L’azienda
Nata da circa tre anni dalla passione della signora Cristina per l’agricoltura, conta
ad oggi circa 9000 metri di terra coltivati nei Comuni di Quero e Feltre, di cui la
metà con il fagiolo di Lamon e la restante metà con ortaggi vari, tra cui il meno
noto fagiolo “Gialet”. L’azienda, a conduzione familiare, si propone di coltivare i
propri prodotti nel completo rispetto della natura, senza l’aiuto di particolari pro-
dotti chimici, a dimostrazione del fatto che è nell’intenzione della signora Cristina
avere prossimamente una certificazione di azienda agricola biologica. Oltre
all’agricoltura biologica, la passione della signora Dalla Rosa l’ha portata a
riproporre dei prodotti agricoli appartenuti alla nostra tradizione contadina, uno su
tutti il fagiolo “Gialet”.
A tal proposito, va detto che, in una realtà agricola povera come la nostra, fatta di
terreni poco produttivi, dove negli anni economicamente più difficili l’unico so-
stentamento veniva dall’agricoltura, avevamo una ricchezza enorme di varietà di
ortaggi e frutti che non è paragonabile a quello che oggi troviamo nel banco di
frutta e verdura. A dimostrazione di ciò, basta osservare quei pochi alberi da frut-
to rimasti in qualche campo delle nostre vallate per capire che sono mele o pere
o ciliegie diverse da quelle che conosciamo e, se siamo ancora più attenti, ci accorgiamo che ogni albero di mele o
pere o ciliegie è unico per caratteristiche del frutto, e solo qualche nostro anziano lo sa riconoscere e descrivere per
le sue varie caratteristiche.
Quando sentiamo parlare di bio-diversità, non serve correre con la mente alla foresta amazzonica ma basterebbe
entrare in un orto di qualche anziano che da anni pianta e conserva sementi o varietà di ortaggi che non si trovano
più e che tante persone non conoscono. A testimoniare l’enorme bio-diversità contadina, e non solo, della provincia
di Belluno, sono i lavori e le indagini fatte dal museo etnografico di Cesiomaggiore, che meritano sicuramente una
visita e una riflessione.
I prodotti
L’azienda produce e vende varie tipologie di ortaggi in base alla stagione di produzione. Ci soffermeremo ad analiz-
zare il fagiolo di Lamon I.G.P. e il fagiolo “Gialet”.
Come accennato prima, l’azienda coltiva a fagiolo di Lamon circa 5000 metri, di cui mille a Falleden e in particolare
due sono gli eco-tipi prodotti:
- “Spagnolet”: si presenta con una forma piuttosto rotondeggiante e a botte, con striature rosso brillanti su
fondo bianco sporco. Di ridotte dimensioni (g 0,7 - 0,8), è il più ricercato per la delicatezza del gusto e per
l'impercettibilità della buccia. Il bacello è con striature rosa mezzo carico e contiene 4 o 5 semi;
- “Calonega”: ha forma schiacciata con striature rosso vivo su fondo bianco sporco. Il suo peso medio è di g
1. Il baccello può contenere 5 o 6 semi e presenta striature rosa intenso. E' particolarmente adatto per la
preparazione di minestre.
Il fagiolo di Lamon dev’essere venduto fresco o secco (confezione da 1 Kg o ½ Kg) nelle confezioni del consorzio,
dove vengono indicati il luogo di produzione e la qualità dell’eco-tipo e il prezzo deve aggirarsi intorno ai 3.5 euro al
Kg se fresco e intorno ai 10 euro al Kg se secco.
Mille metri sono coltivati a fagiolo “Gialet”, un’antica varietà bellunese che appartiene alla specie Phaseolus vulga-
ris. Caratteristica distintiva di questo eco-tipo è la colorazione giallo-verde intensa e lucida dei semi, che ha fornito
lo spunto per i nomi nostrani utilizzati dalle popolazioni locali tipo “fagiolo solferino” o “fasol biso”. La colorazione è
rimossa quasi del tutto durante le fasi di imbibizione e soprattutto di cottura. Il baccello è dritto o leggermente arcua-
to con sezione a pera, contiene mediamente dai 4 ai 6 semi e a maturazione tende a sbaccellarsi spontaneamente.
E’ una varietà locale molto ben adattata al territorio bellunese. Questa varietà di fagiolo è molto pregiata e richiesta
dai ristoratori anche se molto meno produttiva del fagiolo di Lamon, tant’è vero che il prezzo della vendita al Kg è
superiore di circa il 50% e viene venduto soltanto secco.
È possibile acquistare i vari prodotti presso l’azienda contattando direttamente la signora Dalla Rosa Cristina al
numero 347-5481903 o via e-mail all’indirizzo cristinadallarosa@gmail.com o in Facebook. Inoltre è possibile trova-
re lo stand dell’azienda agricola presso l’agrimercato di Feltre.
Chi fosse interessato a far conoscere i propri prodotti sul Tornado, può contattarmi all’indirizzo mail antonio-
mi8@alice.it o al numero telefonico 347-9640262 in ore serali.
4 cronaca

Un ricordo dell’ingegner Giuliano Licini


Giuliano Licini nasce a Vicenza il 4 settembre del 1922 dal prof. Angelo e dalla prof.ssa Antonietta Sammartini. I
suoi genitori in quel periodo hanno casa a Vicenza per il fatto che entrambi lavorano in quella città, il papà come
docente di matematica e preside di istituto e la mamma come insegnante di disegno tecnico. Ma nei “ponti”, e so-
prattutto per tutta la lunga vacanza estiva, la famiglia si trasferisce al completo nella casa di Alano. Qui Giuliano
partecipa intensamente alla vita della comunità e, con suo fratello, si rende promotore di molte iniziative di cui parle-
rò in seguito..
Si laurea in ingegneria elettrotecnica nel 1948, ed insegna per
alcuni anni all’ITI di Belluno. Nel 1955 viene nominato direttore
della Scuola muratori (Centro per la formazione professionale delle
maestranze edili), incarico che svolge per trent’anni esatti. Sotto la
sua direzione la scuola muratori conosce un progressivo sviluppo
fino a raggiungere una dozzina di sedi in provincia. Alcune di
queste vengono costruite dagli allievi stessi, come ad Alano, dove
l’ampio edificio sorge alle spalle del municipio ed attualmente è in
fase di ristrutturazione dopo aver ospitato anche la neonata scuola
media e, successivamente, la biblioteca. Nel 1963 nasce la Cassa
Edile, e Giuliano ne assume la direzione che durerà
ininterrottamente fino al 1988. A seguito del disastro del Vajont
viene affidata a Giuliano la progettazione delle infrastrutture
industriali di alcune zone del longaronese per conto del Conib.
Giuliano si impegna anche nel campo politico amministrativo. E’
consigliere comunale ad Alano di Piave, consigliere provinciale e
amministratore dell’ospedale civile di Feltre. In quest’ultima veste è
determinante la sua partecipazione al progetto di ristrutturazione dell’intero nosocomio. Il suo nome è anche fra i
promotori dello sviluppo del Monte Avena, specialmente per quanto riguarda gli impianti di risalita. Instancabile
sportivo, è presidente provinciale dell’associazione dei campeggiatori. Appassionato camminatore ed esperto scala-
tore, si avventura perfino in un rischioso intervento di recupero di un turista caduto e deceduto tra le rocce delle
Meàte.
Nel 1953 sposa Dina Spada, da cui ha due figli, Paola e Daniele che, a loro volta, gli regalano quattro nipoti: Valen-
tina, Lorenzo, Leonardo e Caterina. Dina lo accompagnerà per oltre cinquant’anni, fino alla sua scomparsa nel
2007. Ad Alano molti ricordano ancora l’entusiasmo con cui Giuliano, assieme al fratello e ad un gruppo di volente-
rosi, organizza gare sportive e manifestazioni in piazza. Memorabili le prime competizioni fra scapoli e ammogliati,
le cuccagne, la grandiosa “corrida” col fratello Paolo dentro al toro e l’indimenticabile Checo “Oci” nei panni del tore-
ro. E le serate alle mitiche “Sorgenti” per l’elezione di Miss Ciclamino… E i clamorosi scherzi di sapore prettamente
goliardico… E la splendida “nave” costruita nel garage di casa che, snella e fumante, viene trascinata fino a Fener
come dono ai concittadini rivieraschi del Piave…
Pensando a Giuliano i ricordi si affastellano, si confondono. I tanti anni di quotidiana “coabitazione” (è stato il mio di-
rettore per quasi 34 anni) mi suggeriscono mille episodi che meriterebbero di essere raccontati, ma che preferisco
tenere per me. Sono gesti di generosità, di comprensione, di disponibilità e di estremo equilibrio. Anche negli inevi-
tabili momenti di tensione e nelle situazioni più delicate, prevale sempre la sua umanità e il suo tatto. Giuliano è uno
di quelli che anche quando danno un ordine, chiedono “per favore”. Forse è anche per questo che a salutarlo, lu-
nedì 13 settembre, eravamo in tanti.
Da queste colonne, anche a nome del Tornado, le condoglianze più sincere al fratello Paolo, ai figli Paola e Danie-
le, e a tutti i parenti. Ciao, “Nano”!

Piero Piccolotto

Nelle foto:

Giuliano e Dina
di nuovo insieme…

La scuola edile di Alano nel 1955...

L’ing.Licini con Giuseppe Licini (Pompe-


o), il segretario comunale Dalle Mule,
Francesco Riva, Carlo Zancaner, il m°
Martino Durighello
e gli allievi del corso muratori.
5 attualità

Ciabatte e caricabatterie: con l’interruttore scolleghi tv, dvd e decoder


Le ciabatte multipresa con interruttore sono l’ideale per scollegare in un sol colpo tv, decoder, lettore dvd, console dei
giochi e diavolerie elettroniche varie, che se lasciate tutte quante in stand-by alla lunga consumano, e parecchio. Altra
sana abitudine è quella di scollegare telefonini, palmari e caricabatterie non appena ricaricati. Lasciarli attaccati alla
presa sono un inutile spreco (e anche pericolo).
6 LETTERE AL TORNADO

RUBRICA DI FOLKLORE LOCALE E PATRIOTTICO A DENOMINAZIONE DI ORIGINE INCONTROLLABILE


DECIMA PUNTATA A CURA DI PROCOPIO COLETTI
LA GATTA
anni tra gli anfratti del Grappa oppure tra la sabbia
Gli antichi romani tentavano di dissuadere i ladri affiggendo, dell’Afghanistan. Ora, finalmente, cominciamo a considerare
all’ingresso delle loro case, la scritta “cave canem”, pure quelli che muoiono nei cantieri o in fondo alle miniere,
equivalente al nostro “attenti al cane”. Questo a significare anche se per costoro non ci sono medaglie al valore, né
che, se avessero oltrepassato la soglia, gli indesiderati ospiti cippi, né ministri in pompa magna ai funerali, né nobili versi
sarebbero stati accolti da ferocissimi doberman o da mordaci d’autore. E neppure gli “stuzzichini” alla memoria. Questi non
mastini. Anche ad Alano c’è un cartello del genere, con tanto sono eroi, ma solo poveri cristi.
di foto e che ha particolarità di essere dedicato ad una gatta. E, a proposito di poeti, Bertolt Brecht ha lasciato scritto
Si tratta di una gattina siamese classe 1993, che porta “Beato il Paese che non ha bisogno di eroi”!
benissimo la veneranda età e che si chiama Maria Vittoria.
Ha due begli occhi azzurri e il musetto attraversato da una
mascherina nera tipo Zorro. Maria Vittoria se ne sta tutto il BUONA EDUCAZIONE
giorno nel cortiletto davanti casa, accoccolata sul suo
zerbino. Raro che si lasci avvicinare per una carezza: è Tra le forme più elementari della buona creanza c’è quella di
troppo compresa nel suo ruolo di guardiana per concedere rispondere al saluto. E alle lettere. Rispondere ad un saluto
non costa niente. Basta il gesto della mano, un cenno del
capo, un sorriso. Rispondere ad una lettera è più complicato.
Bisogna saper leggere e scrivere, disporre di un foglio di
carta, di una penna. Poi ci vuole busta e francobollo.
Sempre che uno non ricorra all’SMS o alla posta elettronica.
Comunque richiede tempo. Ma chi dispone di un ufficio, di
una segreteria “ad hoc” cui delegare l’ingrato compito,
perché non risponde? Mettiamo che si tratti di una persona
pubblica, che rivesta un incarico istituzionale. Qui c’entra
solo la buona educazione?

I PESS DE L’ERSILIA
La bellissima fontana ottagonale di piazza Licini ospita,
ormai da tempo immemorabile, una colonia di pesci di razza
e colori diversi, amorevolmente accudita dai coniugi
confidenza agli sconosciuti. Se proprio non le vai a genio ti Cometto, ossia Carlo Orso ed Ersilia Spezia, che ormai
molla un’occhiata di disprezzo, ti mostra il fondo schiena e riconoscono le loro “creature” per nome, una per una. La
se ne va, a coda alta, visibilmente schifata. Inutile dire che comunità multietnica non è più sovrappopolata e variegata
sa di essere in cima a tutti i pensieri della sua padrona, che come qualche tempo fa, anche in seguito ad un improvvido
la còccola come una figlia. Gemma, questo il nome della versamento nella vasca di neve e ghiaccio (con relativo sale)
“capofamiglia”, la cura come una regina, considerando che ha sconvolto il
anche che la sua figliola adottiva ha ormai festeggiato (il 2 delicatissimo habitat
agosto scorso) le sue prime 17 primavere e qualche e procurato il
acciacco comincia a manifestarlo. Un consiglio alla padrona. decesso di molti
Per garantire l’incolumità della preziosa creatura, sul cartello esemplari fra cui
aggiungerei la dicitura “non commestibile”, in tutte le lingue. alcuni “capostipiti” di
Anche in cinese, naturalmente… assoluto pregio. Un
grosso problema è
TANTUM ERGO MONUMENTUM anche la dieta cui
sono sottoposti da
Il monumento, la lapide, il cippo… insomma quella “cosa” chi in fontana ci
che è stata recentemente inaugurata lungo la strada tra butta di tutto,
Alano e Fener, non è piaciuta a moltissimi. Lasciamo da compresi i panini con la nutella. Naturalmente la presenza
parte l’intenzione commemorativa, certamente rispettabile. dei pesci non consente una perfetta e continua pulizia della
Ma la scelta del sito, l’aspetto desolato dell’insieme, il rischio vasca, e per questo qualcuno ha elevato vibrate proteste.
in cui si potrebbe incorrere se si volesse accostare per un C’è poi la formazione di alghe, che da qualche hanno è
atto di omaggio ai due carabinieri assassinati, dà ragione a davvero preoccupante, nonchè l’uso improprio che qualcuno
chi disse che non sempre i monumenti onorano le persone fa ancora delle fontane, scambiandole per punti per la
cui si vorrebbe rendere tributo. raccolta indifferenziata dei rifiuti solidi urbani.
Certo non la pensava così il Foscolo, che ha impiegato la Il miracolo è che nonostante tutto questo i simpatici ospiti di
bellezza di 295 meravigliosi endecasillabi per difendere ed piazza Licini sopravvivono e godono di ottima salute, sani
esaltare la funzione celebrativa e patriottica di lapidi e avelli, come pesci. Ovvio che mantenere una famiglia così
convinto che “a egregie cose il forte animo accendono l’urne numerosa e dall’appetito invidiabile sia anche un onere
de’ forti … e bella e santa fanno al peregrin la terra che le concreto, per cui è doveroso esprimere agli “Orsi” viva
ricetta”. Purtroppo il poeta di Zacinto non è passato né gratitudine per la loro dedizione. Sperando che continuino
passerà mai da queste parti, e non avrà quindi modo di nella loro meritoria attività senza scoraggiarsi per le ricorrenti
ricredersi. E poi sono trascorsi oltre duecento anni da critiche. Si sa bene che il dissenso è un facile esercizio di
quando quegli altissimi versi sono stati scritti. Nel frattempo democrazia e che sarebbe certamente più proficuo ed
abbiamo imparato che non ci sono soltanto eroi in divisa, e accettato se fosse compensato da un più aperto e solidale
che molti di loro sono caduti non tanto per amor di patria gradimento da parte di chi apprezza l’iniziativa. Ma la
quanto perché costretti dalla follia dei potenti a morire a vent’ gratitudine, si sa, è molto spesso silenziosa.
7 come eravamo

Ragazze di Alano alla Safilo (1954)


di Sandro Curto
Per le ragazze, come per molti
altri, l’unica possibilità di lavoro
era data dall’occhialeria Safilo
in Cadore e così, tutte le
domeniche sera, la
affollatissima corriera di Ugo
Sbizzera le portava in stazione
a Fener, dove un ancor più
affollato treno (oltre a chi
andava a lavorare c’erano gli
alpini che rientravano nelle
caserme di Feltre e Belluno) le
conduceva fino a Calalzo da
dove rientravano il sabato
successivo dopo una settimana
di duro lavoro. Nella foto, di
proprietà di Susanna Mondin,
troviamo, da sinistra, Angelica
Spada, Prassede Collavo, le
sorelle Irma e Maria Rizzotto,
Luciana Nani (unica deceduta),
Susanna Mondin, Annamaria
(non di Alano) e Teresina
Durighello.

Segusinesi
in “gita” a Quero
(1954)
di Silvio Forcellini
Come ci ha raccontato Antonietta Verri,
titolare del bazar di piazza Roma a Se-
gusino, negli anni Cinquanta non è che
ci fossero così tanti svaghi. Era già una
festa attraversare il Piave con la barca
di Apollonio Lio per recarsi a Quero,
prima per una visita all’ossario, poi per
mangiare un gelato in compagnia. La fo-
to che proponiamo a fianco, consegna-
taci proprio dalla signora Antonietta e ri-
salente al 1954, testimonia una di que-
ste “gite” cui prendevano parte alcune
ragazze di Segusino: in piedi, da destra.
Antonietta Coppe, Antonietta Verri, Ma-
rilena Verri, Ninetta Verri, Carla Verri,
Antonietta Franceschin, Viviana Verri, Bianca Franceschin, Marisa Verri, Alma Verri e, naturalmente, Apollonio Lio.
8 CALCIO

Calcio - Seconda Categoria


Piave Tegorzo qualificata in coppa
e vincente alla prima di campionato
di Cristiano Mazzoni
Ottimo avvio per la Piave Tegorzo che dopo aver passato il primo turno di
Coppa Veneto con due vittorie ed un pareggio eliminando San Vittore,
Lentiai e Foen ha continuato la striscia positiva anche in campionato dove
nella prima giornata è riuscita a superare l’Eagles Pedemontana squadra
con cui aveva disputato l’ultima gara nella scorsa stagione affrontandola e
superandola negli spareggi salvezza.
Partenza forte quindi per la squadra allenata da Giuseppe Prosdocimo che
in queste gare di inizio stagione ha messo in mostra oltre ad un gioco
apprezzabile anche un’ottima capacità di interpretazione della partita in
base all’avversario di turno riuscendo sempre a metterla in difficoltà.
Se proprio si deve cercare una pecca la si può trovare nella difficoltà di
riuscire a concretizzare le diverse palle gol costruite nell’arco dei novanta
minuti sebbene la vena realizzativa in questi primi incontri non sia mancata.
I prossimi impegni vedranno la Piave Tegorzo in trasferta domenica 26
settembre ore 15:30 contro il Campolongo a Campolongo sul Brenta, poi
affrontare in casa domenica 3 ottobre il Cassola San Marco, quindi in quella
successiva far visita all’ostico Valdosport in un derby tutto da vedere mentre
domenica 17 ottobre ospiterà a Segusino l’ambiziosa Altivolese Maser nata
L’attaccante Matteo Codemo dalla recente fusione tra l’Altivolese e l’Union Maser.
a
3 GIORNATA COPPA VENETO: Piave Tegorzo – San Vittore 0 a 0
E’ finita a reti bianche il match clou del girone tra Piave Tegorzo e San Vittore al termine di una gara equilibrata con pochi
sussulti. Un pareggio che sta bene ai padroni di casa che si qualificano al turno successivo di coppa in virtù della miglior
differenza reti totale. Nei primi venti minuti erano i locali a fare la partita e a reclamare due rigori, uno dubbio su Matteo
Codemo ed uno più netto su Khalid Rahli sui quali l’arbitro però sorvolava. Nell’altra metà della prima frazione erano gli
ospiti a prendere in mano il pallino del gioco ma senza creare grossi pericoli. Nella ripresa le due squadre cercavano di
prendere il sopravvento ma senza riuscirci con il gioco che ristagnava per lo più a centro campo. Le difese avevano la
meglio sui rispettivi reparti avanzati e la gara si chiudeva senza sussulti. Ma a gioire alla fine era la squadra di mister
Giuseppe Prosdocimo.
CLASSIFICA GIRONE “52” COPPA VENETO:
Piave Tegorzo e San Vittore 7, Lentiai 3, Foen 0. (Piave Tegorzo qualificata per la miglior differenza reti)
1a GIORNATA CAMPIONATO: Piave Tegorzo – Eagles Pedemontana 2 a 1
Esordio vincente in campionato per la Piave Tegorzo che supera solo di misura l’Eagles Pedemontana pur dominando per
tutto l’incontro. Primo tempo nettamente di marca locale con i padroni di casa che creano parecchie occasioni da rete senza
però riuscire a finalizzarne alcuna. Nella ripresa è ancora la Piave Tegorzo a fare la partita che finalmente riesce a
sbloccare al 2° grazie alla prontezza di Khalid Rahli lesto a deviare in rete un tiro cross di Mirko Schievenin. La squadra
allenata da Giuseppe Prosdocimo continuava a premere e al 9° perveniva al raddoppio su calcio di rigore concesso per un
fallo su Luca Galanti e trasformato con freddezza da Marco De Martin. Forti del doppio vantaggio i locali si rilassavano e gli
ospiti ne approfittavano per accorciare le distanze al 21° su calcio di rigore causato da Enrico Sacco e trasformato da
Abdulaski. Il gol subito destava i padroni di casa che controllavano agevolmente il finale di gara portando a casa tre punti
preziosi.
CLASSIFICA CAMPIONATO DOPO 1a GIORNATA:
Piave Tegorzo, Altivolese Maser, Eurocalcio, Valbrenta, San Vittore 3, Bessica, Angarano, Riese Vallà, Foen, Spineda,
Valdosport 1, Santa Croce, Eagles Pedemontana, Arsiè, Cassola, Campolongo 0.

ASTERISCO

La foto di copertina
(M.M.) Una copertina dedicata alla fioritura di ciclamini autunnali, che si notano ormai sui nostri bei prati. Questo ciuffo
di fiori ha colpito la mia attenzione nel corso di una salutare passeggiata ed ho pensato subito che poteva essere un
bel soggetto per la nostra prima pagina. La foto è stata scattata il 20 settembre con una digitale Sony DSC-W12, dia-
framma 5,2, tempo di esposizione 1/160 secondi, senza flash. Di seguito, alcune notizie su questa pianta.
Il Cyclamen, che appartiene alla famiglia delle Primulaceae, deve il nome al greco kuklos, che significa cerchio, disco,
secondo alcuni in riferimento all'occhio alla base del fiore, secondo altri alla forma appiattita del rizoma. Le piante oggi
in commercio sono della specie C. persicum, proveniente dalla Grecia e dall'Iran e coltivata nelle case europee già nel
Seicento. La produzione a larga scala ebbe inizio solo nel tardo Ottocento, prima in Inghilterra e poi anche in Olanda,
permettendo l'introduzione di numerose nuove specie a fiore grande.
I fiori della foto sono così classificati:
Cyclamen purpurascens Miller (sinonimo = C. europaeum Auct.) - Ciclamino delle Alpi: l'apice delle foglie è arrotonda-
to, mentre i margini sono regolarmente crenulati; i fiori sono notevolmente profumati e fioriscono in autunno; la corolla
e purpurea senza orecchiette. Si trova solo al nord sulle Alpi fino a 1900 m s.l.m.
9 cenni storici

Nel
Nel 1872
1872 unauna proposta
proposta da da
Quero
Quero di
didi un
un nuovo
nuovo esercito
esercito
Marcello Meneghin
di Marcello Meneghin
Penso sia giusto pubblicare su "Il Tornado" un capitolo
Penso sia giusto
completamente pubblicare
sconosciuto su "Ildi Quero.
della storia Tornado" un nell'anno
Siamo capitolo
completamente
1872 ed i problemi sconosciuto
sono molto della storia
diversi di Quero.
da quelli Siamo
odierni. Non nell'anno
è la crisi
economica1872 ed i problemi
che preoccupa ma,sono molto diversi
...la guerra. A Roma da un
quelli odierni. Noneègeniale
intraprendente la crisi
economica
ingegnere quereseche preoccupa
proponema, ...la guerra.
al Governo A Roma
Italiano una un intraprendente
organizzazione e geniale
militare ve-
ingegnere querese propone
ramente rivoluzionaria. al Governo
Presenta Italiano
infatti ai Deputati unadel
organizzazione
Parlamento un militare
completo ve-
ramente
progetto di rivoluzionaria.
organizzazione Presenta
militareinfatti ai Deputati
offensiva del Parlamento
e difensiva un da
costituita non completo
fortini,
progetto di organizzazione
mura , trincee e simili opere militare
fisse e offensiva e difensiva
tradizionali bensì dacostituita non da
una ferrovia confortini,
treni
mura
aventi, vagoni
trinceerivestiti
e similidiopere
ferro fisse
e piomboe tradizionali bensìstaziona
dentro i quali da una tutta
ferrovia con treni
la forza mili-
aventi vagonipronta
tare italiana rivestitiad
di ferro e piombo
intervenire dentropercorrendo
ovunque i quali staziona tutta laedforza
in lungo mili-
in largo
tare
l’Italiaitaliana
e, graziepronta ad eccezionale
alla sua intervenire ovunque
mobilità ,percorrendo in lungo edalle
in grado di sorprendere in largo
spal-
l’Italia
le oppuree, grazie alla sua
di sfuggire al eccezionale
nemico con mobilità
un esercito, in grado di sorprendere
mobilissimo quale può alle spal-
essere
le oppure
quello di sfuggire
piazzato al nemico
su vagoni ferroviariconblindati
un esercito mobilissimo
ed armati quale Tutto
di tutto punto. può essere
il pro-
quello
getto èpiazzato su vagonidescritto
dettagliatamente ferroviari blindati
nella ed armati
relazione di tuttoalpunto.
presentata governo Tutto il pro-
italiano
getto è dettagliatamente descritto nella relazione presentata al governo italiano

in data 1 giugno1872 e di cui è venuta improvvisamente alla luce una copia. Peccato manchino i disegni della originale
in data 1che
ferrovia giugno1872 e di cui stati
risultano essere è venuta improvvisamente
allegati, alla luce
né sia dato sapere una
quale è copia. Peccato
stato l'esito del manchino i disegni
progetto. Per della originale
documentazione ri-
ferrovia che parti
porto alcuni risultano essere
originali stati
della allegati,
relazione né siaulteriori
mentre dato sapere
notiziequale
possonoè stato l'esito
essere del progetto.
chieste Per documentazione
direttamente ri-
ai fratelli Faccinet-
porto alcuni parti originali della relazione mentre ulteriori notizie possono essere chieste direttamente
to Luigi e Giuseppe, ben noti queresi che del geniale ingegnere d'altri tempi sono i discendenti diretti. ai fratelli Faccinet-
to Luigi e Giuseppe, ben noti queresi che delcompleta
La relazione geniale ingegnere d'altri
è visibile nel sitotempi sono i discendenti diretti.
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La relazione completa è visibile nel sito http://altratecnica.it

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attualità

Ciclisti con giubbino di sera ma senza il taglio dei punti


La Riforma del Codice della Strada introduce nuove regole per i giovani
che guidano le due ruote: biciclette, motorino, minicar e moto.
Per quanto riguarda i motorini, oltre alla prova pratica nell'esame per il patentino, viene decuplicata la multa per chi
circola con un mezzo truccato: dai vecchi 38 euro si passa agli attuali 389 euro. Resta il fermo amministrativo per 60
giorni. Sanzioni più severe anche per i meccanici disposti a truccare il motorino e per produttori e commercianti (o
"chiunque venda" un ciclomotore irregolare): da 78 a 779 euro, più la confisca del motorino, per i primi; da 78 a 1.000
euro, più la confisca, per gli altri. Un'altra novità che indurrà a maggior prudenza in motorino è la ritargatura
obbligatoria per i mezzi che utilizzano ancora il vecchio targhino spostabile da un mezzo all'altro a seconda della
persona che lo utilizza in quel momento.
Novità anche per le minicar: i quadricicli leggeri vengono equiparati ai ciclomotori, con l'obbligo di allacciare le cinture
di sicurezza se il veicolo ne è dotato. Ai quadricicli ordinari ed ai tricicli a motore viene esteso l'obbligo di circolare
sempre con gli anabbaglianti accesi.
Per chi va in moto, una novità importante riguarda il fermo amministrativo per tre mesi, applicabile a tutti i veicoli con
targa montata irregolarmente. Dal 12 ottobre, su tutti i ciclomotori ed i motoveicoli su cui è richiesto il casco, non si
potranno più usare i vecchi elmetti con omologazione nazionale (Dgm).
Sempre a partire dal 12 ottobre, i ciclisti saranno obbligati ad indossare il giubbino o le bretelle riflettenti in due casi:
da mezz'ora dopo il tramonto a mezz'ora prima dell'alba fuori dai centri abitati; in galleria, a qualsiasi ora ed anche in
ambito urbano.
È stata abolita, invece, per un problema di costituzionalità, la stretta introdotta dal pacchetto sicurezza in merito al
ritiro, la sospensione, la revoca e la decurtazione della patente per i ciclisti che commettono infrazioni per le quali sono
previste queste sanzioni accessorie.
Fonte: Il Sole 24 Ore n. 237 del 30/08/2010 pag. 23 Autore: Maurizio Caprino
difesa del bene comune per eccellenza, sono un urlo urlato con dignità e buon senso, il frutto di un’indignazione se-
ria e civile, una lezione per chiunque voglia fare politica in Italia. I tre quesiti referendari hanno senso, sono ben
congegnati per bloccare giusto in tempo la strada di una privatizzazione generalizzata entro il 2011, da cui sarebbe
difficilissimo, o costosissimo, tornare indietro. Invece ora ce la si può fare: se l’iter verrà rispettato, se la volontà di
quel milione e mezzo di italiani non sarà calpestata per11 l’ennesima volta, nella primavera del prossimo ginnastica
anno la le-
zione data alla politica nostrana sarà completa.
La rete del Forum dei movimenti per l’acqua, che è nata e si è propagata con una naturalezza disarmante
per chiunque faccia il raccattatore di voti di professione, è una speranza per la democrazia nel nostro Paese. I ban-
chetti volanti al Giro d'Italia, quelli nei mercati (li ho visti, sempre con la gente in educata fila), ai concerti, dove si
fanno gli aperitivi tanto di moda, nelle piazze e vie di fronte agli strusci consumistici: mai un simbolo di partito, chi si
è messo a disposizione l’ha fatto per l’acqua perché di fronte all’acqua sparisce qualsiasi colore, qualsiasi ideologia,
qualsiasi altro interesse. Non è un caso che chi abbia tentato di cavalcare l’onda pro domo sua abbia fallito mise-
ramente.
Il cibo, l’acqua, la nostra terra, il bello e il buono che non si devono necessariamente comprare: forse c’è la
speranza che non si portino via tutto. Sono le cose che stanno più a cuore alle persone umili che cercano di vivere
bene la propria vita in un mare di difficoltà che non si sono per niente cercate: è la dimostrazione che i temi della
politica dovrebbero essere altri, se la politica fosse nobile, se la politica sapesse.

LETTERE AL TORNADO
(s.for.) Il nostro Alessandro Bagatella, per l’occasione nella veste di intermediario, ha ricevuto la seguente lettera di
ringraziamento da parte del Gruppo Alpini di San Daniele.

Gli alpini di San Daniele ringraziano il Tornado


Carissimo, ti ringrazio per l’invio della vostra bella rivista “IL TORNADO” dove, con
sorpresa, abbiamo visto pubblicata la nostra “PREGHIERA DEL MULO AL SUO
CONDUCENTE”. Siamo veramente felici e riconoscenti per detta pubblicazione.
Essa merita non essere dimenticata e, come dice la premessa, se non altro per i
sacrifici che hanno fatto detti animali assieme ai nostri Alpini, in silenzio e senza
nulla pretendere se non un trattamento dignitoso. Comunque detta pubblicazione è
a disposizione gratuitamente di chi la richiedesse e noi saremo ben felici di inviarla
con le solite modalità. Di nuovo un ringraziamento e cari e cordiali saluti alpini.

Il capogruppo Enzo BURBERA

MA CHE SCHIFO CERTE “OPERAZIONI” A TAVOLA!


Sono poche le operazioni “igieniche” che la buona educazione ci consente di fare in pubblico. Tra queste soffiarsi il
naso (purché col fazzoletto), starnutire, tossire, schiarirsi la voce, darsi qualche grattatina anche se non proprio
dappertutto, eccetera. Le nostre mamme, per prime, ci hanno insegnato a non sputare per terra, a non ficcarci le dita
nel naso, a non farla fuori del vasetto, insomma a comportarci “con creanza”. Il progresso, poi, ci ha aiutato ad essere
più civili. Ci ha portato i bagni, il wc, il bidet, l’acqua calda, cosicché quasi tutte le operazioni primarie della pulizia
personale hanno finalmente trovato una loro confortevole sede ufficiale. Ma c’è
una pratica igienica che invece non ha ancora avuto la sua giusta collocazione
operativa, ed è quella della pulizia dei denti mediante lo stuzzicadenti, che
ancor oggi si pratica tranquillamente a tavola, perfino al ristorante. A volte si è
costretti ad assistere a scene da film dell’orrore. Bocche spalancate dove
trionfano carie e brandelli di cibo, e dove un ostinato stecchino continua a
frugare come in una miniera. Non è raro che il nostro simpatico commensale,
che di solito è piazzato proprio davanti a te, dopo l’estenuante lavorio,
contempli soddisfatto il prodotto recuperato prima di risucchiarlo dallo stecchino
e rimangiarselo. Ma ti può capitare anche la signora elegante, simpatica e di
solito straprofumata con mezzo litro di Dolce&Gabbana addosso, che si fruga
alacremente e meticolosamente la dentiera tenendosi l’altra mano davanti,
come per un gesto di pudore, ma che serve solo a rendere ancora più
raccapricciante l’operazione di decespugliamento. Non insisto sui dettagli per
non irritare la sensibilità dei nostri lettori. Ma allora come ci si comporta quando
si sente l’impellente bisogno di rimuovere i rifiuti solidi dal proprio sito
archeologico armati di stecchino? Si fa come per gli altri bisognini: si va in
bagno dove, oltre alle salviette, alla carta igienica, agli asciugamano e al
sapone ci dovrebbero essere, obbligatoriamente, anche gli stuzzicadenti.
A chi ribatte che la pulizia dei denti a tavola può considerarsi, al massimo, una cattiva abitudine come tagliare il pesce
col coltello o mangiare senza usare le posate, o bere dalla bottiglia, o pulirsi la bocca con la tovaglia, o ciucciarsi le dita
eccetera, rispondo che se va tollerata la pratica dello stecchino, allora si dovrà consentire di esibirsi davanti ai
commensali in accurati strofinamenti denti con spazzolino e dentifricio dopo ogni portata, di scrostarsi le orecchie col
cottonfioc, di togliersi le càccole dagli occhi, di rifarsi il trucco, di spazzolarsi la chioma e di dimostrare il proprio
gradimento per la bella mangiata con un sonoro rutto liberatorio. Alla salute! Pierino Piccolotto

come eravamo
12 cronaca

Fener, nel 2011


l’ “italiano” enduro?
(s.for.) La notizia non è ancora ufficiale, ma sembra ormai
certo che Fener, il prossimo anno, sia destinato ad ospitare
il campionato italiano enduro. Questo anche alla luce del
successo che, lo scorso 8 agosto, ha riscosso il campionato
triveneto, con partenza ed arrivo al Parco del Piave: quasi
300 gli iscritti, percorso tecnico e molto spettacolare,
organizzazione perfetta curata dal Moto Club “La Marca” in
collaborazione con il Comune di Alano e la Pro Loco di
Fener. Gli ingredienti, quindi, ci sono tutti per un’altra
grande giornata di moto. Nella foto, che si riferisce proprio
al “triveneto”, un momento della “prova speciale” disputata
al Parco del Piave.

Quero-Vas,
da Paolo e Viviana
la Lamborghini
della Polizia Stradale
di Alessandro Bagatella
Da Paolo e Viviana, a Quero Vas, non solo si mangia bene e
si spende poco. Qui è possibile imbattersi, oltre naturalmente
alla Ferrari, anche in altre automobili di pregio come questa
Lamborghini, giunta da Rimini al seguito di alcuni “pezzi gros-
si” della Polizia Stradale che si recavano in visita al Comando
della provincia di Belluno.

Esaurita Rita ci insegna


a volerci bene
di Alessandro Bagatella
Questa foto, scattata dal nostro abbonato P.B., si commenta da
sola: se tutta la gente si rispettasse come Esaurita Rita rispetta
con amore queste anatroccole, quanto sarebbe bello e quanta
meno cattiveria ci sarebbe in certa gente…

poesia
(p.p.) Vi proponiamo dodici versi di una poetessa autentica. Grazie a nonna Lina di Pederobba per la sua sensibilità
leggera e serena che, sorvolando sui dolori e le angosce del vivere quotidiano, ci regala momenti preziosi di incan-
tevole pace.

Passerotti
Brevi e ripetute intermittenze Piccoli passeri ingordi e cinguettanti
ad osservare briose esistenze. attirati da briciole abbondanti.
Solo un po’ di pan duro ed acqua fresca Condividiamo il tempo ed anche il posto.
posati sul balcone a far da esca Ed è un divertimento a zero costo.
attirano uccelletti d’ogni sorta Mi fanno una gioiosa compagnia
e vengono a mangiare alla mia porta. e mutano le pene in allegria.
13 LETTERE AL TORNADO

Referendum sull’acqua,
raccolte 230 firme ad Alano e 200 a Quero
(s.for.) Tra il milione e 400 mila firme raccolte dal comitato promotore dei referendum sull’acqua bene pubblico, fi-
gurano anche quelle degli abitanti del Basso Feltrino. I volontari locali, che hanno allestito banchetti in varie occa-
sioni, informano il Tornado che i referendum sono stati sottoscritti da 230 persone ad Alano e da 200 a Quero. La
nostra lettrice alanese Alda Panciera, in prima fila nella raccolta, ci invia anche un intervento di Carlo Petrini - già
noto ai nostri lettori - sull’argomento. Lo proponiamo di seguito.

La politica del bene comune


di Carlo Petrini
Un milione e 400 mila firme contro la privatizzazione dell’acqua. Raccolte in circa tre mesi. Un record, ma la notizia
è che la società civile non è morta, che si può provare a sopraffarla finché si vuole, ma c’è sempre un limite. Il retro
della medaglia è l’immagine di una classe politica che di fronte alla rete che si è formata per raccogliere le firme do-
vrebbe impallidire, farsi piccola, capire quant’è inadeguata, vuota e fuori dal mondo. C’è chi non è in grado di rac-
cogliere le firme necessarie a presentare una lista elettorale e mette nei guai a posteriori il recente governatore del
Piemonte.
C’è chi caverebbe soldi anche da una rapa, se fosse possibile, e fa decreti per privatizzare i nostri beni co-
muni o condonare qualsiasi cosa, dall’acqua alle spiagge passando per l’archeologia e i mostri edilizi. C’è chi si di-
stingue per intrallazzare fino all’inverosimile pur di coprire pulciosi interessi economici e personali e chi, bontà sua,
non riesce proprio a opporsi e cade in tutti i tranelli possibili di un ménage politico stantio, autoreferenziale, basato
solo su un apparire sempre più elemosinato al Cesare, sui personalismi ma con sempre meno personalità.
Un milione e 400 mila firme per dire che l’acqua non si può privatizzare sono molto di più della sacrosanta
difesa del bene comune per eccellenza, sono un urlo urlato con dignità e buon senso, il frutto di un’indignazione se-
ria e civile, una lezione per chiunque voglia fare politica in Italia. I tre quesiti referendari hanno senso, sono ben
congegnati per bloccare giusto in tempo la strada di una privatizzazione generalizzata entro il 2011, da cui sarebbe
difficilissimo, o costosissimo, tornare indietro. Invece ora ce la si può fare: se l’iter verrà rispettato, se la volontà di
quel milione e mezzo di italiani non sarà calpestata per l’ennesima volta, nella primavera del prossimo anno la le-
zione data alla politica nostrana sarà completa.
La rete del Forum dei movimenti per l’acqua, che è nata e si è propagata con una naturalezza disarmante
per chiunque faccia il raccattatore di voti di professione, è una speranza per la democrazia nel nostro Paese. I ban-
chetti volanti al Giro d'Italia, quelli nei mercati (li ho visti, sempre con la gente in educata fila), ai concerti, dove si
fanno gli aperitivi tanto di moda, nelle piazze e vie di fronte agli strusci consumistici: mai un simbolo di partito, chi si
è messo a disposizione l’ha fatto per l’acqua perché di fronte all’acqua sparisce qualsiasi colore, qualsiasi ideologia,
qualsiasi altro interesse. Non è un caso che chi abbia tentato di cavalcare l’onda pro domo sua abbia fallito mise-
ramente.
Il cibo, l’acqua, la nostra terra, il bello e il buono che non si devono necessariamente comprare: forse c’è la
speranza che non si portino via tutto. Sono le cose che stanno più a cuore alle persone umili che cercano di vivere
bene la propria vita in un mare di difficoltà che non si sono per niente cercate: è la dimostrazione che i temi della
politica dovrebbero essere altri, se la politica fosse nobile, se la politica sapesse.

Agraria
(s.for.) Il nostro Alessandro Bagatella, per l’occasione nella veste di intermediario, ha ricevuto la seguente lettera di
ringraziamento da parte del Gruppo Alpini di San Daniele.

MARCHI
Gli alpini di San Daniele ringraziano il Tornado
• ALIMENTI PER ANIMALI
Carissimo, ti ringrazio per l’invio della vostra bella rivista “IL TORNADO” dove, con
• PRODOTTI PER L’AGRICOLTURA
sorpresa, abbiamo visto pubblicata laE IL GIARDINAGGIO
nostra “PREGHIERA DEL MULO AL SUO
• PELLETS E TRONCHETTI • PRODOTTI
CONDUCENTE”. Siamo veramente felici e riconoscenti FITOSANITARIper detta pubblicazione.
Essa merita non essere
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14 basket

Dino Meneghin nella Hall of Fame Fiba


di Silvio Forcellini
Ulteriore prestigioso riconoscimento per Dino
Meneghin: domenica 12 settembre a Istanbul, in
Turchia, nell’intervallo della finalissima dei mondiali di
basket tra gli Usa e i padroni di casa (vinta poi dagli
americani per 81-64), il nostro illustre compaesano è
ufficialmente entrato a far parte della Hall of Fame
Fiba, in pratica la “casa” che ospita solo le “leggende”
di questo sport, selezionate dalla federazione
mondiale (la Fiba, per l’appunto). E tra questi “miti” il
nostro Dino, il più forte giocatore italiano - e forse
europeo - di tutti i tempi, non poteva certo mancare,
facendo tra l’altro già parte - dal 5 settembre 2003 -
della più famosa Basketball Hall of Fame di Springfield
(Massachusetts) dall’alto del suo impressionante
palmarès: a livello di club, infatti, ha vinto 12 scudetti
tricolori, 6 Coppe Italia, 7 Coppe dei Campioni, 2
Coppe delle Coppe, 1 Coppa Korac e 4 Coppe
Intercontinentali; con la maglia della nazionale, invece,
può vantare una medaglia d’argento alle Olimpiadi e
una medaglia d’oro e due di bronzo agli Europei. Per
rendersi conto del calibro dei giocatori che in Turchia sono stati insigniti del medesimo riconoscimento di Dino, ri-
cordo solo i nomi dei serbi Dragan Kicanovic e Vlade Divac, del lituano Arvydas Sabonis e del brasiliano Oscar
Schmidt, tutti autentici “mostri sacri” del parquet. Ricordo infine che Dino Meneghin, che è nato a Fener il 18 gen-
naio 1950, è attualmente presidente della Fip, la Federazione Italiana di Pallacanestro. (Nella foto di Antonio Deon,
scattata a Domegge il 19 luglio 2008, Dino Meneghin è ovviamente quello a sinistra; l’altro è un intruso).

motori

Gare in salita, il querese Antonello Bordignon


alla guida della Bmw ReBo 05 di Mario Forlani
di Silvio Forcellini
Le voci giravano da tempo, ma la conferma è
arrivata solo qualche settimana fa: quest’anno, a
guidare la Bmw ReBo 05 di Mario Forlani lungo i
6.400 metri del tracciato della cronoscalata Auronzo-
Passo Sant’Antonio, giunta alla undicesima
edizione, sarà il trentatreenne pilota querese An-
tonello Bordignon. La notizia è stata data dallo
stesso Mario Forlani, il pilota ravennate che ha
deciso di abbandonare momentaneamente le gare
in salita per dedicarsi, assieme al fido Davide
Melandri, all’ulteriore aggiornamento del prototipo
ReBo progettato da Renato Bombassei. E la scelta
di Forlani, alla ricerca di “un giovane di belle
speranze e buon talento” cui affidare il proprio
“gioiellino”, è caduta proprio su Antonello Bordignon,
dopo un ultimo incontro, in agosto, in occasione
della gara all’Alpe del Nevegal (gara che lo scorso
anno aveva visto Antonello Bordignon ai nastri di
partenza alla guida di un prototipo Osella Pa21
Honda). A questo incontro, che ha sancito l’accordo tra i due, ha fatto seguito la trasferta romagnola di Antonello, a
Villanova di Bagnacavallo dove ha sede l’officina-garage di Forlani, per permettere al team di prendere le misure
per il sediolo che verrà montato sulla Bmw ReBo 05 in occasione della gara bellunese. Una soddisfazione non da
poco, quindi, per Antonello Bordignon, cui non dispiacerebbe - vista la svolta che potrebbe prendere la sua carriera
di pilota - qualche sponsor in più: le aziende locali sono avvertite! (Nella foto, Antonello Bordignon prova l’abitacolo
della Bmw ReBo 05).
Alimentari Via D. Alighieri, 26 - FENER (BL)
PUTTON GABRIELE Tel. 0439 789388
16 cronaca

A piedi da Cortellazzo alla sorgente del Piave


A piedi da Cortellazzo alla
di Alessandro sorgente del Piave
Bagatella
di Alessandro Bagatella

Lo scorso mese di agosto questi cinque “temerari” (Frizzo, Gianni, Vise, Pigna e Albe), per la seconda volta sono
partiti
Lo a piedi
scorso mese da di
Cortellazzo, dalla
agosto questi foce del
cinque Piave, (Frizzo,
“temerari” per raggiungere il punto
Gianni, Vise, Pignadove nasce.per
e Albe), Naturalmente
la seconda hanno fatto
volta sono
partiti a piedi da Cortellazzo, dalla foce del Piave, per raggiungere il punto dove nasce. Naturalmente hanno fattodi
una sosta alla “Locanda Curto” di Quero-Vas, da Paolo Berra, per rifocillarsi prima di ripartire, con la promessa
inviare
una unaalla
sosta cartolina al loro
“Locanda arrivo.
Curto” Come si può
di Quero-Vas, vedere,
da Paolo sonoper
Berra, statirifocillarsi
di parola. Complimenti
prima ai con
di ripartire, cinque “caimani del
la promessa di
Piave”!
inviare una cartolina al suo arrivo. Come si può vedere, sono stati di parola. Complimenti ai cinque “caimani del
Piave”!

come eravamo

Ricordi di un tempo: il professor Alberto


Binotto sul Col de Moroset a Schievenin
di Alessandro Bagatella
La foto che proponiamo ai lettori del Tornado ci è stata
gentilmente recapitata da Maria Specia, scattata sul
Col de Moroset nel 1969. Il professor Alberto Binotto,
noto chirurgo dell’ospedale di Feltre, era di casa presso
la famiglia di Giuseppe Roman “Carot”, prima per
amicizia, poi per la sua passione per la caccia alle
cotornici, di cui ogni volta faceva un bel bottino. Il
professor Binotto veniva volentieri a Schievenin anche
perché la moglie di Bepi Schievenin, Maria, gli
preparava il pollastrello ruspante con le patatine. Maria
Specia, la giovane che vediamo in fotografia ritratta con
il grembiule, fungeva da cameriera ogni volta che il
professore si recava sul Col de Moroset. Nella foto, da
destra, il professor Binotto, la cameriera Maria Specia e
il suonatore di fisarmonica Giuseppe Roman “Carot”: vi
ricordate quante lumache ha portato al mercato di
Valdobbiadene? Per concludere, vorrei aggiungere
anch’io due parole di stima per il professor Binotto: nel
1972 mi ha operato eseguendo un’operazione poi
entrata nei libri di medicina. Se non fosse stato per lui,
non sarei qui a raccontarlo…
17 LETTERE AL TORNADO

ITALSTORY
(STORIA BREVE D'ITALIA)
Volume I°: I Barbari calano sempre da Nord
di Martino Durighello
CAP. I°
L'Italia era in crisi: difficoltà economiche, governanti imbelli, discordie politiche, disordine morale, disonestà diffusa,
criminalità dilagante, sfiducia nelle istituzioni, confusione ideologica, etc. etc. etc.
E da Milano calò a Roma un uomo.
Taciturno, deciso, capace: si diceva in grado di risolvere ogni problema.
Disse: "Alea jacta est" attraversando a cavallo il Rubicone.
E sistemò le cose. A modo suo, per parecchi anni. Poi...
(Dal Cap.II° al Cap.XI°: omissis.)
Cap.XII°
L'Italia era in crisi: difficoltà economiche, governanti imbelli, discordie politiche, disordine morale, disonestà diffusa,
criminalità dilagante, sfiducia nelle istituzioni, confusione ideologica, etc. etc. etc.
E da Milano calò a Roma un uomo.
Gridava forte, gesticolava platealmente, sfidava anche Dio: si diceva in grado di risolvere ogni problema.
"O Roma o morte!" urlò marciando sulla Città.
E sistemò le cose. A modo suo, per circa vent'anni. Poi...
(Cap. XIII°: omissis.)
Cap. XIV°
L'Italia era in crisi: difficoltà economiche, governanti imbelli, discordie politiche, disordine morale, disonestà diffusa,
criminalità dilagante, sfiducia nelle istituzioni, confusione ideologica, etc. etc. etc.
E da Milano calò a Roma un uomo.
Parlava pacato, con toni dimessi, con voce suadente: si diceva in grado di risolvere ogni problema.
"Forza Italia" sussurrava quasi con pudore. E già si facevano patti d'acciaio... Già le squadracce entravan in azione...
(Dal Cap. XV° al Cap.XVI°: omissis.)
Cap. XVII°
Sembrava che tutto funzionasse per il meglio quando un “boss” nordico, non soddisfatto del procedere delle cose,
invocò la “separazione”mandando tutto a rotoli.
Ne approfittarono alcuni dissidenti tra cui un “prode” che, barcamenandosi in un'intricata selva di grovigli, riuscì a
mantenersi in piedi, tra alti (pochi) e bassi (molti), per qualche tempo.
Ma il popolo invocò a gran voce “l'Uomo mandato da Dio” che tornò, forte dell'esperienza acquisita, e, smussando
angoli, raddrizzando curve, spianando asperità, riuscì (e riesce ancora da abile equilibrista) a mantenersi a galla sopra
la palude sempre più infestata dalle discordie, respingendo i colpi che quotidianamente gli vengono inferti da destra e
da sinistra, frontalmente e alla schiena, visibili sullo scaffale e nascosti sottobanco, utilizzando carote e bastoni, con
parate e respinte su “pallonate” che gli vengono tirate da destra e da sinistra...

E gli italiani?
Gli italiani... s e m p r e b e c h i e b a s t o n a d i!

Pittori per generazioni!!!

Car. Edil
di Ferdinando Carraro
PITTORE RESTAURATORE
Via Roma - Quero (BL)
Cell. 339.2242637
18 cronaca

Gli “splendidi cinquantenni” del Basso Feltrino


a spasso per le isole della laguna
di Silvio Forcellini
Pochi (36) ma buoni, come
si suol dire, e soprattutto
lungimiranti. Lo scorso 12
settembre, in una domeni-
ca baciata da uno
splendido sole, i coscritti
del Basso Feltrino - tra cui
anche parte della
redazione del Tornado -
hanno festeggiato le loro
50 “primavere” con una
bella gita in laguna avente
per mete Murano, Burano
e Torcello.
Imbarcatisi su una moto-
nave all’Isola dell’Unione,
che collega Chioggia e
Sottomarina, abbiamo at-
traversato la laguna co-
steggiando parte delle 118
isole che la compongono,
potendo così cogliere - grazie anche alle spiegazioni esaurienti e competenti della nostra guida, Massimo Gebbin -
tutte le peculiarità di questo organismo vivo e in delicato equilibrio che sarebbe da tempo scomparso senza
l’intervento deciso dell’uomo (e, in particolare, della “Serenissima”, in attesa del Mose…). Particolarmente significa-
tivi, a questo proposito, i “murazzi”, i muraglioni visibili sui litorali di Pellestrina e Malamocco che hanno il compito
di difendere la laguna dal mare, arginandone le acque. Un’opera realizzata dall’architetto Bernardino Zendrini pochi
anni prima della caduta della Repubblica e davvero ciclopica in rapporto ai tempi, senza né gru né altri strumenti
meccanici che potessero spostare i pesanti macigni di pietra d’Istria trasportati per mare dalla sponda opposta
dell’Adriatico.
Dopo circa due ore di navigazione, siamo attraccati a Murano per
una visita alla Fornace Ferro & Lazzarini, dove un valente maestro
vetraio ha dato sfoggio della sua abilità. Un’arte, quella della lavo-
razione del vetro, trasferita da Venezia a Murano nel 1291 per
scongiurare il pericolo di incendi, ma tenuta in gran conto dalla “Se-
renissima”. Basti pensare che una legge del 1376 dava al giovane
nato dall’unione di un patrizio con la figlia di un maestro vetraio il
diritto di accedere al Maggior Consiglio, detto non a caso el paròn
de la Repubblica, essendo l’organo sovrano della Repubblica
veneta e l’assemblea di tutte le cariche dello stato, nel cui ambito
venivano varate le leggi e si svolgevano le elezioni alle maggiori
funzioni della “città-stato” lagunare. Una successiva visita
all’esposizione permanente dell’azienda vetraia visitata ci ha
permesso di apprezzare oggetti di raffinatissimo artigianato
artistico. Da segnalare, nelle vicinanze, anche la bella chiesa dei Santi Maria e Donato, edificata nel XII sec. Poi il
gruppo si è spostato a Burano, famosa per i suoi merletti e per le caratteristiche case dalle facciate multicolori, do-
ve è stato consumato un ottimo pranzo a base di pesce presso il ristorante “Al raspo de ua”.

Poi via, alla volta di Torcello, un tempo sede vescovile (dal 640 circa) e
centro amministrativo, oggi invece isola quasi disabitata (si contano…14
abitanti!) ma assolutamente da vedere. In primis, per la splendida basilica
di Santa Maria Assunta, eretta nel VII sec. e parzialmente ricostruita nei
sec. IX e XI. Al suo interno, l’imponente mosaico del “giudizio universale” di
scuola veneto-bizantina dell’XI sec.; la pavimentazione marmorea sempre
dell’XI sec.; la pietra tombale di Pietro d’Altino, primo vescovo di Torcello (il
bassorilievo però è del XV sec., molto successivo alla sua morte); la lapide
del 639 d.C., recante l’iscrizione “Imperante Eraclio Augusto e per ordine di
Isacio esarca e patrizio”, che ne ricorda l’edificazione da parte degli
abitanti di Altino e che, soprattutto, rappresenta il primo “documento”
storico dell’intera laguna…
19 cronaca

A fianco della basilica, invece, sorge il mausoleo di Santa Fosca, sempre di scuola bizantina dell’ XI sec. Nelle vici-
nanze, infine, la rinomata Locanda Cipriani e il “Ponte del Diavolo” che - oltre alla leggenda cui è legato, un patto
col diavolo stipulato da una ragazza per rivedere l’amato morto tragicamente - ha la caratteristica di non avere
spalliere (l’unico altro ponte privo di protezioni si trova a Venezia, nel sestiere di Cannaregio). Il “Trono di Attila”, si-
tuato tra il mausoleo di Santa Fosca e il museo di Torcello, merita invece qualche parola in più… Si tratta di un
“seggiolone” in pietra che la credenza popolare attribuiva al “Flagello di
Dio”, il re degli Unni che la leggenda vuole addirittura sepolto, con im-
mensi tesori, sotto l’isolotto detto Monte dell’Oro. Quel che è certo è che
Attila devastò la vicina Altino, ai margini della laguna, ma non vi è alcun
riscontro oggettivo della sua presenza a Torcello e dintorni. Inoltre, anche
se tradizione e leggenda attribuiscono la nascita della comunità lagunare
dalla quale è nata Venezia alle scorrerie degli Unni, va ricordato che
Venezia e la sua laguna non erano, all’epoca, quel “luogo deserto, disabi-
tato e palustre” di cui parlano Costantino Porfirogenito, imperatore di
Bisanzio, e molti cronisti del tempo. C’erano, ad esempio, una colonia
romana a Chioggia e un abitato romano, seppur modesto, a Torcello,
oltre ai fortini che, probabilmente, esistevano proprio nelle isole che
formano l’attuale centro storico di Venezia, a Castello e forse a San
Marco. Non è quindi ad Attila - né ad Alarico e ai suoi Goti - che vanno le
colpe, o i meriti, di aver popolato intensivamente la laguna: “La vera,
grande occasione che mise in moto una migrazione destinata a durare a
lungo - come scrive Alvise Zorzi nel suo “Una Città, una Repubblica, un
Impero: Venezia 697-1797” - fu certamente l’arrivo di un popolo
germanico particolarmente aggressivo e rozzo, i longobardi, i quali, a differenza di goti e unni, erano venuti in Italia
con la ferma intenzione di restare”. Il trasferimento degli abitanti dall’entroterra non si verificò, quindi, tutto in una
volta, ma lentamente negli anni, e fu determinato anche da una precisa scelta politica: al nuovo regno longobardo
preferirono l’antico ordinamento romano che si incarna in Bisanzio, rimanendo in pratica fedeli all’antica tradizione
romano-veneta che affonda radici antichissime nell’entroterra. Ma questo è un altro discorso…
Tornando alla nostra gita, durante il viaggio di ritorno in motonave abbiamo potuto godere della vista di una Vene-
zia sempre splendida, illuminata dai raggi del sole che si rifrangevano sul bacino di San Marco. Una Venezia che,
anche in questa occasione, è uscita indenne dalla calata dei “nuovi barbari” venuti in laguna con i loro verdi vessilli
per celebrare gli annuali “riti pagani”. Davanti ai nostri occhi sono passati via via l’Arsenale (dal 1104 “cuore dello
stato veneto”, come fu definito dal Senato in un documento del XVI sec.,
in quanto artefice della potenza navale veneziana); la Riva degli
Schiavoni (ossia gli abitanti della Dalmazia, detta Schiavonia o Slavonia,
che qui approdavano per i loro traffici); il Palazzo Ducale (il centro del
potere veneziano, la cui costruzione iniziò nell’810, anche se assunse
l’aspetto attuale solo alla fine del XV sec.); Piazza San Marco con il suo
inconfondibile campanile, detto el paròn de casa, e l’omonima basilica
(ricostruita nella seconda metà dell’ XI sec. sulla falsariga di una chiesa
di Costantinopoli dedicata ai 12 apostoli); la Punta della Dogana (dove,
fin dal 1414, si scaricavano e si daziavano le merci giunte dal mare); la
chiesa di Santa Maria della Salute (edificata in segno di ringraziamento
per la fine della peste del 1630)…
Poi l’arrivo all’Isola dell’Unione, tra le statue del pescatore (che richiama Chioggia) e dell’ortolano (che richiama,
invece, Sottomarina), e la partenza in pullman alla volta di casa, non prima però di uno spuntino a base di prosec-
co e pane e sopressa. Insomma, è stata davvero una bella giornata all’insegna della cultura, dell’enogastronomia e
del divertimento, per la quale va dato merito ai tre principali promotori, gli alanesi Giancarlo De Faveri ed Elda De
Paoli e il querese Graziano Berton. Organizzatori che, ciliegina sulla torta, hanno omaggiato tutti i presenti con una
bottiglia di prosecco, personalizzata, della cantina Vettoretti di San Giovanni (grazie anche a “mister” Prosdocimo!).

Le foto a corredo del presente articolo, in ordine di apparizione: 1) la classica foto di gruppo sulla prua della moto-
nave “Raffaello”; 2) la chiesa dei Santi Maria e Donato a Murano; 3) il mausoleo di Santa Fosca a Torcello; 4) il
“Trono di Attila” a Torcello, osservato con particolare attenzione da Toni e Carlo (o forse erano più interessati alla
Ida?); 5) uno scorcio del ristorante “Al raspo de ua” a Burano; 6) uno scorcio di Venezia.
20 attualità

Coordinamento delle Associazioni di


Volontariato di Protezione Civile della
Comunità Montana Feltrina
Gemellaggio con associazione Lipambiente Onlus in regione Calabria
Nella settimana dal 3 al 12 settembre il Coordinamento, con il suo presidente, e un volontario dell’associazione Avac
Fenrir, con il suo cane da soccorso
Tristan, sono stati protagonisti di un
gemellaggio con una associazione
denominata “Lipambiente Onlus” in un
paese della Calabria chiamato
Mormanno in provincia di Cosenza.
Questo gemellaggio ideato dal Parco
del Pollino e da Lipambiente ha avuto
lo scopo di creare una sinergia tra
gruppi di Protezione Civile in materia
di antincendio boschivo; a questo
gemellaggio era presente una
associazione denominata “P.A. Croce
Giallo Azzurra Torino Onlus” di Torino
e volontari di Lipambiente provenienti
dalla Basilicata, Calabria e Abruzzo. Il
presidente Cosimo Covelli, conosciuto
in occasione della mia visita al Capo
dello Stato a Roma nel dicembre del
2009, ha organizzato questa
settimana in modo ottimale fornendo ai volontari presenti corsi di cartografia, ricerca in superficie, primo soccorso, alle-
stimento campo base, antincendio boschivo. Per noi è sicuramente stata una settimana intensa e proficua, abbiamo ap-
preso le loro tecniche di soccorso e anche noi abbiamo dato insegnamenti sul modo di operare del Veneto sia su ricerca
che su antincendio boschivo. Erano state organizzate anche delle escursioni nel parco ma il tempo inclemente non ce ne
ha dato la possibilità. Da parte nostra abbiamo portato del materiale informativo del nostro territorio dato gentilmente dal
Parco delle Dolomiti Bellunesi e dalla Comunità Montana Feltrina, che vanno doverosamente ringraziati.
Questo modo di conoscenza reciproca in materia di Protezione Civile in futuro si spera di organizzarlo nei nostri comuni
con la collaborazione delle istituzioni e/o enti che abbiano a cuore le collaborazioni ed anche per una promozione del ter-
ritorio. Noi come volontari di Protezione Civile siamo chiamati ad operare in tutto il territorio italiano e qualche volta anche
all’estero e questo fa si che si facciano nuove amicizie ed esperienze. Dallo scorso anno durante il terremoto dell’Aquila e
dintorni, è stato fatto un salto di qualità e di confronto tra i vari gruppi che vi hanno partecipato e questa settimana appe-
na conclusa ne è la prova: i volontari vogliono conoscersi per scambiare le loro conoscenze. Un ringraziamento va dato a
tutti i volontari presenti a questo gemellaggio da qualunque paese siano essi provenuti per la loro presenza nella Prote-
zione Civile Italiana.
Cadorin Pietro Presidente Coordinamento delle Ass. di Vol.di P.C. della C.M.F.

cronaca

Giacomo e
Oliva:
60 anni di
matrimonio
Il 12 gennaio 2010 ricorreva il 60°
anniversario di matrimonio di Giacomo
Berton e Oliva Dal Canton, di Quero.
Attorniati dai figli e nipoti, dai parenti e amici
più cari, hanno avuto la gioia di festeggiare
questo fortunato traguardo nella squisita
accoglienza del ristorante di Castel di Prada.
La famiglia vuole cogliere l’occasione per
rinnovare gli auguri e per esternare la più
profonda gratitudine per il loro esempio di
vita: semplice, ma ricca di valori e di affetti.
21 attualità

Coordinamento delle Associazioni


di Volontariato di Protezione Civile della
Comunità Montana Feltrina
Feltre 12/09/2010
Oggetto: Progetto Provinciale Protezione Civile 2009
Si comunica che il progetto provinciale di Protezione Civile cod.Pc/2/2009 si è concluso positivamente con la massic-
cia aderenza delle associazioni della Provincia.
Nel riquadro l’elenco del materiale acquistato, per un
pantaloni - 346 zaini - 2
totale di spesa di € 116.240,30 cofinanziato all’80 per
giacca - 159 pant. antitaglio - 29
cento dal C.S.V. di Belluno e per il 20 per cento dalle
giaccone - 270 giubbini antit. - 3
associazioni di Protezione Civile della provincia di Bel-
int.giacc - 55 cinture - 24
luno. Hanno aderito 23 associazioni del territorio pro-
magliette polo- 1120 pantaloni imperm. - 70
vinciale, pertanto a conclusione del progetto il mio sen-
magliette - 750 calzature - 55
tito ringraziamento per tutto quanto fatto dal C.S.V. di
pile - 103 stivali - 52
Belluno per la Protezione Civile del territorio. Da parte
cappellini - 48 gilè - 21
nostra assicuriamo che tutto il materiale acquistato ver-
borsoni - 40 guanti - 109
rà usato per dare protezione sia ai volontari che ai cit-
elmetti - 141
tadini.
attrezzatura varia ( corde, pile,varie)
Il Presidente del Coordinamento Pietro Cadorin

cronaca

Dino Michelon: Ingegnere elettronico!


Il 21 luglio 2010, presso l’università degli
studi di Padova, Dino Michelon ha raggiunto
l’importante traguardo della Laurea in
ingegneria elettronica con una tesi
sull’argomento “Henergy Harvesting” (termine
che indica le tecniche usate dai dispositivi
elettronici atte a ricevere l’energia necessaria
direttamente dall’ambiente in cui si trovano
ad operare). Dopo la cerimonia della
proclamazione, la famiglia, con in testa la sua
fans n.1, nonna Maria Beda, di Quero,
accompagnata dal dolce ricordo di nonno
Toni, si è congratulata con lui per aver
raggiunto con determinazione e volontà
questo importante traguardo, mentre i
numerosi amici l’hanno sottoposto, secondo la tradizione goliardica,
alla lettura del papiro senza compiere errori e senza esitazioni,
(cosa pressoché impossibile, data l’eccitazione del momento e la
difficoltà di testi scherzosi in rima e in dialetto) La sanzione rituale
per ogni errore, su ordine degli amici, consisteva nel bere vino sotto
il bombardamento di uova, farina e altro ancora, accompagnato dal
celebre coro: “dottoreee, dottoreee, dottoreee del b.d.c. vaffan.
vaffan.” Al termine dei festeggiamenti, solo qualche giorno di
meritato riposo e poi il neoingegnere è partito alla volta dell’Ecole
Nationale Supérieure d'Electronique et de Radioélectricité a
Bordeaux (Francia), dove ora sta frequentando il primo anno della
Laurea Magistrale. Félicitations et bonne chance docteur !!!
Nelle foto: Dino con la sorella Elena, mamma Ivana Bizzotto, papà Giuseppe e nonna Maria Beda.
22 cronaca

Vas, ripartono i corsi dell’Astra agli impianti sportivi


di Ivan Dal Toè
VAS. Sono aperte le iscrizioni per i nuovi corsi dell’Astra. Dopo il positivo riscontro delle attività proposte
questa primavera nel nuovo campo sportivo indoor, il gruppo sportivo Astra, in collaborazione con il Comune,
ripresenterà a partire dal mese di ottobre alcuni corsi con delle nuove proposte. Il lunedì, dalle 20 alle 21.30 si
terrà il corso di Aikido (info: 339.5947746). Sempre il lunedì, dalle 19 alle 20, e il giovedì, allo stesso orario,
si terrà invece il corso di ginnastica dolce, mentre le lezioni di ginnastica di mantenimento si terranno il
lunedì dalle 20 alle 21 e il giovedì dalle 20 alle 21. Entrambe le attività avranno un costo di 22 euro mensili.
Per gli amanti delle piste bianche, verrà proposto un corso di presciistica (info: Dario 340.2378610) che si
effettuerà il martedì e il venerdì dalle 19 alle 20 al costo di 40 euro al mese. L’istruttore federale Roberto
Durante è invece disponibile per lezioni private di tennis rivolte ad adulti e ragazzi sia presso il campo
polivalente di Vas che presso gli impianti sportivi di Quero (info: 338.3717726). Le iscrizioni saranno raccolte
presso la Locanda Solagna di Vas o direttamente agli impianti sportivi il giovedì dalle 20 alle 20.30.

GRUPPO SPORTIVO ASTRA


IMPIANTI SPORTIVI COMUNALI DI VIA CASE SPARSE A VAS
CALENDARIO CORSI, ATTIVITA’ ORGANIZZATE ED ATTIVITA’ FISSE

Ora LUNEDI’ MARTEDI’ MERCOLEDI’ GIOVEDI’ VENERDI’ SABATO


13-14

14-15

15-16 CORSO DI CORSO DI


CALCETTO
TENNIS TENNIS
16-17 CORSO DI CORSO DI
CALCETTO
TENNIS TENNIS
17-18 PIAVE CORSO DI CORSO DI
SGA
TEGORZO TENNIS TENNIS
18-19 CORSO DI
SGA
TENNIS
19-20 GINNASTICA CORSO DI CORSO DI CORSO DI
GINNASTICA DOLCE
DOLCE PRESCIISTICA PRESCIISTICA TENNIS
20-21 GINNASTICA DI CORSO DI GINNASTICA DI
CALCETTO
MANTENIMENTO TENNIS MANTENIMENTO
21-22 DALLE 20 ALLE 21:30 CORSO DI DALLE 20 ALLE 21:30
CALCETTO
CORSO DI AIKIDO TENNIS CORSO DI AIKIDO

CALCIO
Calcio – Settore Giovanile
A.S. Soccergiovanileassociato:
corsi in palestra per piccoli amici
di Cristiano Mazzoni
Dal 4 ottobre 2010 inizieranno i corsi di calcio per Piccoli Amici (i nati negli anni 2002-2003-2004-2005) organizzati dal
SoccerGiovanileAssociato in collaborazione con la società professionistica Cittadella. Dopo il raduno di giovedì 16 set-
tembre sul campo sportivo di Cavolo di Pederobba e le attività gratuite effettuate all’aperto nel mese di settembre sui
campi sportivi di Covolo di Pederobba e di Campo di Alano di Piave ora le attività si sposteranno al coperto nelle pale-
stre di Alano, Pederobba e Onigo e gli impianti sportivi di Vas. I genitori naturalmente potranno portare i bambini pres-
so l’impianto sportivo o palestra a loro più congeniale dove saranno seguiti nelle varie attività dagli istruttori Vladi Sec-
ci, Luca De Paoli, Fabrizio Suman e Nunzio Iupparello. Quindi periodicamente verranno effettuati dei raduni nei quali i
bambini potranno confrontarsi tra di loro o con realtà di altre società. Questo in dettaglio il programma:
¾ Vas lunedì dalle ore 17:30 alle ore 19:00 impianti sportivi di Vas
¾ Pederobba martedì dalle ore 18:00 alle ore 19:15 palestra comunale di Pederobba
¾ Alano giovedì dalle ore 18:00 alle ore 19:15 palestra comunale di Alano
¾ Onigo sabato dalle ore 14:30 alle ore 16:00 palestra comunale di Onigo
NON MANCARE ASSOLUTAMENTE!!! In collaborazione con
CORRI AD ISCRIVERTI CON IL SOCCERGIOVANILEASSOCIATO!!!

Per chiarimenti o comunicazioni potrete contattare le seguenti persone:


Presidente: Mazzoni Cristiano 347-2466791
Responsabile Tecnico: Pizzaia Roberto 347-1197530
23 CALCIO

Calcio - Settore Giovanile


All’Sga il torneo pulcini Valdosport
A Covolo la “Festa dello Sport”
di Cristiano Mazzoni
Ottima prova per i Pulcini 2000 dell'A.S. SoccerGiovanileAssociato che sabato 11 settembre 2010 a Valdobbiadene si
sono imposti al torneo 1° Trofeo “Vedova” e “Italsugheri”
organizzato dal Valdopsort. La squadra allenata da
William Gobbato dopo aver affrontato nel girone
eliminatorio Valdosport, Quartier del Piave e Caerano è
riuscita a qualificarsi alla finale dove ha affrontato
nuovam,ente il Caerano riuscendo a superarlo per 4 a
2. Comunque al di là del risultato, che è l’ultima cosa
che conta per questa categoria, è da rimarcare l’ottimo
comportamento tenuto durante tutta la giornata dai
bambini Un ultimo plauso va fatto anche ai genitori che
con il loro supporto hanno dato un prezioso e determi-
nante contribuito alla squadra.
Questi i giocatori utilizzati durante il torneo
dall'allenatore William Gobbato: Roberto Barbisan,
Marco Bisol, Paolo Bortolin, Riccardo Brusaferri,
Leonardo Comaron, Federica Emilio, Ismail Harouf,
Francesco Hasa, Filippo Malacchini, Marco Michielon,
Antonio Noal, Sebastiano Pienotto, Marco Selvestrel e
Andrea Urapetalo.
Domenica 19 settembre 2010 si è disputata a Covolo di
Pederobba la “Festa dello Sport” organizzata dall’Amministrazione Comunale. Vi hanno partecipato tutte le associazio-
ni sportive del territorio che durante la mattinata hanno effettuato a scopo dimostrativo la proprie attività. Vi ha parteci-
pato anche l’A.S. SoccerGiovanileAssociato con la disciplina del calcio organizzando due triangolari amichevoli: uno ri-
servato alla categoria Pulcini 2000 ed uno alla categoria Pulcini 2001. Alle partitelle hanno preso parte oltre alle tre
squadre dell’SGA anche due compagini della squadra professionistica del Cittadella società con la quale il SoccerGio-
vanileAssociato è convenzionato ed il Valdosport. Sono state due ore intense passate in allegria e divertimento chiuse
con il pranzo sotto il tendone della “Festa del Fagiolo” di Covolo.

attualità
Nei piccoli Comuni unioni obbligate da subito
Il testo del maxiemendamento approvato con fiducia dal Senato stabilisce l'obbligo per i Comuni con
meno di 5.000 abitanti di gestire in forma associata, tramite unioni o convenzioni, le proprie funzioni
fondamentali. Tale previsione, però, apre molti interrogativi.
Il più importante riguarda la modalità della gestione associata per le funzioni generali di amministrazione di gestione e
di controllo, nella misura del 70% delle spese. Per le altre funzioni, che dovranno essere gestite in forma associata da
settembre, non ci sono dubbi. I piccoli enti dovranno innanzitutto scegliere il modello di gestione associata, tra quelli
previsti dal legislatore: unione o convenzione. Dunque viene esclusa la possibilità della gestione associata tramite la
comunità montana. La seconda scelta riguarda la possibilità che la gestione associata si occupi di tutte le materie o se
vi saranno più ambiti a seconda delle funzioni. In ogni caso, la scelta che sarà compiuta dovrà tener conto delle risorse
umane, strumentali e finanziarie che sono a disposizione dell'ente, dato che non vi sono altre risorse a disposizione.
Fonte: Il Sole 24 Ore n. 196 del 19/07/2010 pag. 12 Autore: Arturo Bianco
24 LETTERE AL TORNADO

Comunicato stampa del WWF – Comitato locale di Villorba

Diserbanti nella valle acquifera dello Schievenin


segnalazione di Vittorio Alberti
Lungo tutta la valle dello Schievenin, valle
simbolo, da cui defluisce la più importante
condotta d’acqua potabile del Quartier del
Piave, che alimenta più di duecentomila a-
bitanti, il Comune di Quero sparge lungo il
ciglio delle strada gli inutili e pericolosi
diserbanti (vedi foto). Il sempre più
frequente uso di diserbanti anche al di fuori
delle aree coltivate, per il controllo delle
fasce erbose spontanee lungo linee
ferroviarie e strade, a contatto con i campi
o con le abitazioni, in sostituzione dello
sfalcio, costituisce una pratica
particolarmente negativa. Questo non solo
per gli effetti sull’ambiente e sulla flora e
sulla fauna utili (la rete ecologica degli
agroecosistemi), ma soprattutto per la
perdita del grado di evoluzione e di
equilibrio delle specie (per raggiungere lo
stadio di prato stabile nelle banchine oc-
corrono almeno venti-trenta anni), che viene riportato alla fase pioniera iniziale, con scarsi vantaggi per l’ambiente e
per lo stesso agricoltore. Quest’ultimo, infatti, invece di limitare l’aggressione delle infestanti sulle colture, ne au-
menta notevolmente la potenzialità, sostituendo a varietà stabili e diversificate, costituite da specie non invasive,
con comunità di piante neofite annuali, dotate di alta capacità di infestazione e resistenza ai diserbanti. L’assurdità
della pratica del diserbo chimico lungo le strade fatta dai
Comuni, è evidente in quanto, oltre ai rischi sanitari prodotti
proprio dagli enti che dovrebbero tutelare la salute degli
abitanti, si possono facilmente misurare vistosi effetti negativi
sia dal punto di vista ambientale (scadimento del paesaggio,
banalizzazione a carico della diversità floristica e faunistica,
perdita di maturità a scapito della struttura vegetazionale,
immediata esposizione del terreno a frane e smottamenti), che
dal punto di vista strettamente economico e della sicurezza
stradale. Inoltre la pratica sistematica di questa operazione di
avvelenamento selettivo del terreno per avere cigli stradali o
campi privi di erbe indesiderate è una pratica pericolosa perché
viene effettuata con sostanze tossiche, che non svaniscono, ma
sono dilavate nei torrenti, percolano nelle falde e si liberano
nell’aria sollevate e risucchiate dalle turbolenze del vento e
delle automobili. L’ISPRA (Istituto Superiore Protezione e
Ricerca Ambientale) ha documentato anche che i principi attivi
adoperati sono persistenti. Nel caso del Glifosate, per esempio,
sia il diserbante che il suo metabolita AMPA nel quale si
degrada, sono entrambi presenti ai primi posti nelle acque di
falda superficiali. Per dirla con Piero Bevilacqua: «E’ ancora
opportuno ricorrere al diserbo chimico continuo pur sapendo
che esso fa parte di un sistema che ha finito coll’imporre le
regole del profitto anche all’ambito incomprimibile della vita?
Pesticidi, concimi chimici, diserbanti fanno dunque anche parte
di un circolo vizioso che agli effetti indesiderati prodotti
dall’alterazione degli equilibri naturali risponde con una ulteriore
assoggettamento della vita organica alla chimica». E’ tutto
questo indispensabile? Lo chiediamo ai Sindaci, ai Responsabili del controllo della salute pubblica, ai Cittadini, par-
tendo anche dalle necessità di rispetto ed equilibrio sanitario che deve avere la valle dello Schievenin. Nel nome
della tutela della salute e della biodiversità.

Gianluigi Salvador
Referente energia e rifiuti WWF Veneto
25 cronaca

Antonio Curto
festeggia
le 80 “primavere”
di Alessandro Bagatella
Lo scorso 26 agosto Antonio Curto, di Carpen, ha
festeggiato alla grande le sue 80 “primavere”, vissu-
te dividendosi tra la sua numerosa famiglia e il lavo-
ro nei campi. Attorniato da moglie, figli, nipoti, proni-
poti e dalla sorella Rina, ha offerto un sontuoso
pranzo al “Piccolo Diavolo” di Carpen, pranzo cui
sono stati gentilmente invitati anche il parroco di
Sanzan e il sottoscritto. Ad Antonio l’augurio sincero
di festeggiare anche il centenario, dato che Carpen è il paese della longevità. E quindi, ancora auguri Toni!!! (Nella
foto di Mario Mezzalira, Antonio Curto e la moglie Giacomina).

L’incontro a Cuneo dei fratelli Roman


di Alessandro Bagatella
Il mese scorso i fratelli Roman hanno
deciso di ritrovarsi a Sanfré (Cuneo) per
trascorrere una giornata assieme alle loro
famiglie, ricordando nell’occasione anche i
genitori scomparsi, Giuseppe “Carot” e
Maria Schievenin, e i due fratelli Quinta e
Guido. In trentotto (compresi figli, nipoti e
pronipoti) si sono ritrovati presso il
ristorante “Occhio Molino”, tra cui
ovviamente i fratelli Roman che vediamo
nella foto: da sinistra, Romilda, Lina,
Enrica, Teresa, Alcide, Natalina e
Giuseppina. Non sono mancati i momenti
dei ricordi, belli e brutti, della loro infanzia
trascorsa con i genitori a Col Moroset, in
quel di Schievenin. Un augurio dalla
redazione che incontri come questi non
finiscano mai.

LEGNA DA ARDERE STAGIONATA DI FAGGIO E CARPINE IN BANCALI - PELLETS -


ACCENDIFUOCO - LEGNA DA ARDERE IN SACCO

PELLET PURA

SCONTO PARTICOLARE LEGNA E PELLET


PER I RESIDENTI NEI COMUNI DI :
ALANO DI PIAVE - QUERO - SEGUSINO - VAS - VALDO
26 cronaca

Segusino: notevole afflusso di pubblico per vedere i caret scendere le vie del
paese nel tracciato di quella che era la vecchia “ISSA”, Col Lonc - Piazza
Gara coi Carét
di Gianantonio Coppe
Il 12 settembre è stata una bella giornata in tutti i sensi. Il clima è stato favorevole e, nonostante fosse la prima edizio-
ne, vi è stato un notevole afflusso di persone lungo il tracciato che partiva da Col Lonc, passava per Canton imboccava
via Villa per arrivare all’altezza del vecchio municipio ora “CASA DELLE ASSOCIAZIONI” per un totale di circa 1,100
metri. Grazie a tutti i volontari che in qualche maniera hanno collaborato nell’organizzare questo evento, grazie ai piloti
per la fantasia e l’impegno nella costruzione dei loro mezzi, grazie all’Amministrazione Comunale per il supporto offer-
to. E’ doveroso inoltre ringraziare i residenti nelle vie interessate dal percorso per la pazienza avuta. Abbiamo cercato
di minimizzare i disagi e siamo convinti di esserci riusciti; i tempi d’attesa, grazie al lavoro dei volontari, sono stati al
massimo di qualche minuto. Undici i Carét partecipanti: Apollo 2000 - Asterix e Obelix – Biroch - Formula s'cek -
L’Apescina – Osella – Penelope - Pompe funebri Belle da morire - Tornado blu - Tubo Mobile - Vasca da Bagno.
Ogni gara ha i suoi vincitori: Velocità 1° classificato ASTERIX e OBELIX con 1' 21'' 80;
Velocità 2° classificato TORNADO BLU 1' 25'' 00 - Velocità 3° classificato BIROCH 1' 26'' 61
Premio simpatia a: POMPE FUNEBRI - BELLE DA MORIRE - Premio miglior realizzazione a: FORMULA S'CEK
Ecco invece il resto della classifica: 4° formula s'ceck con 1' 27'' 10; 5° tubo mobile con 1' 30'' 66
6° vasca bagno con 1' 32'' 21; 7° osella con 1' 33'' 61; 8° penelope con 1' 35'' 04; 9° apollo 2000 con 1' 59'' 11; 10°
pompe funebri con 2' 07'' 15; vergognosamente 11° l'apescina con 3' 04'' 23
Ci aspettiamo alla (già attesissima) seconda edizione!
Per altre immagini della gara e tutti gli altri carèt visita la galleria fotografica di www.prolocosegusino.it

Primo anniversario per


Lisa e Antonio
Nella magnifica giornata del ventisei settembre dello scorso anno,
hanno coronato
il loro sogno
d’amore Lisa e
Antonio Miotto,
ora residenti in
quel di Quero.
In occasione
del primo
anniversario i
genitori, sorelle,
fratelli e
famigliari
rinnovano gli
auguri più
sinceri di ogni
felicità e gioia ai
cari sposi! Gli sposi con i rispettivi genitori
27 cronaca

Benvenuto
Nicola!
Il trentuno maggio scorso è arrivato il
fratellino di Elena, tanto atteso in casa
Antoniazzi, a Quero.

Elena presenta il suo fratellino, saluta e


ringrazia le nonne, gli zii, i cuginetti, gli
amici di mamma Rosaria e papà Elia, i
compagni di scuola ed in particolare i vicini
di casa, che hanno condiviso l’attesa e la
gioia del nuovo arrivato.

La partecipazione di tutti ci ha veramente


commosso.

Grazie!

attualità

Le 5 regole per una attività fisica appropriata


I consigli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
1 Non è mai troppo tardi per iniziare a fare un'attività fisica regolare e ridurre la sedentarietà
* Trovate un'attività che vi diverta
* Aumentate progressivamente la vostra attività fisica
* Esercitatevi insieme coi vostri familiari, sia in casa che fuori
* Riducete i comportamenti sedentari (es. televisione)
2 Fate attività fisica ogni giorno, in ogni situazione possibile
* Andate a piedi a fare i vostri acquisti
* Prendete le scale e non l'ascensore
* Scendete dall'autobus una fermata prima per fare un po’ di strada a piedi
3 Dedicate all'attività fisica moderata almeno 30 minuti al giorno per almeno 5 giorni la settimana
* Fate in modo che l'attività fisica entri nelle vostre abitudini quotidiane
* Organizzate delle attività fisiche insieme coi vostri amici
* Fate attività fisica con dei colleghi all'ora di pranzo
4 Se potete, fate regolarmente anche un'attività fisica più intensa
* Un'attività fisica più sostenuta può essere il calcio, la pallacanestro oppure la corsa a piedi o il nuoto o il ciclismo
* Iscrivetevi a un gruppo sportivo per fare lo sport che vi piace di più
* Andate al lavoro in bici invece che in moto o in macchina
5 I giovani in età scolare devono esercitarsi tutti i giorni con almeno 60 minuti di attività sostenuta
* Spronate i giovani a fare attività sportiva
* Assicurate ai giovani la partecipazione ad un gruppo sicuro e di amici per fare attività sportiva
* Esponete i giovani ad un largo ventaglio di possibili attività fisica scolastiche o personali
28 MOSTRe

Tre famosi dipinti del pittore veneto, tra cui “La tempesta”, in
un gioiello architettonico veneziano che si apre alla città
Tre tra le più celebri opere di Giorgione (1477-1510), La Vecchia (1506), La Nuda (1508) e soprattutto il suo
capolavoro più noto, ammirato e ancora oggi di significato controverso, La Tempesta (1507-08), saranno esposte, per
oltre un mese, in uno dei più singolari edifici di Venezia, il Palazzo Grimani a campo S. Maria Formosa, restituito
alla città nel 2008, che, con questa occasione, diventa spazio espositivo permanente aperto tutti i giorni al
pubblico. Il Palazzo Grimani, acquistato dallo Stato Italiano nel 1981, è un edificio unico per la storia e l’architettura
di Venezia. Finalmente aperto come museo di se stesso e di poche, selezionatissime opere nel dicembre 2008 era
visitabile finora solo su prenotazione, ma con questa mostra apre definitivamente le sue porte alla città.
I tre capolavori di Giorgione inaugurano, infatti, una serie di mostre che vedranno come protagonisti i grandi artisti
italiani e internazionali. Per la prima esposizione, il Soprintendente ai Musei e alle Gallerie statali di Venezia Vittorio
Sgarbi, ha voluto scegliere proprio Giorgione, di cui ricorre il quinto centenario della morte. La mostra di Palazzo
Grimani sarà il principale omaggio della città al grande artista veneziano.
Nei mesi successivi a Palazzo Grimani saranno ospitate, sempre con allestimenti rispettosi degli spazi del palazzo, le
Visioni dell’aldilà di Hieronimous Bosch e i quaderni del Canaletto.
La Nuda, esito di un affresco originariamente al Fondaco dei tedeschi e La Vecchia, eccezionale dipinto, in trasferta
temporanea dalle Gallerie dell’Accademia, sono il coronamento ideale e la riunificazione di un percorso
giorgionesco tutto veneziano che culmina nel capolavoro de La Tempesta, il più celebre ed enigmatico dipinto
di Giorgione, primo vero esempio di paesaggio nella pittura italiana e al centro, per secoli, di innumerevoli dispute
filologiche sulla corretta interpretazione del suo soggetto. Ancora recentemente sull’opera si sono pronunciati diversi
studiosi. Ma Vittorio Sgarbi, ideatore della mostra, nel saggio in catalogo è di vedute più caute. “La prima fotografia –
scrive Sgarbi del soggetto del dipinto - il lampo nel cielo colto nell’istante in cui appare, rendendo luminose e
spettrali le architetture sul fondo. Un fulmine, l’avviso della tempesta imminente, in una città che non è difficile
identificare nella stessa Castelfranco, subito di là del ponte di legno. Da molto tempo penso che la lettura più
pertinente sia proprio quella impressionistica, che fa riferimento alla “tempesta”, la cui evidenza metereologica ha
lo stesso peso dei due umani protagonisti. Il fulmine nel cielo nuvoloso sopra la città, quel lampo di luce strisciante
sulle case è il tema sostanziale ed è colto con la stessa velocità nel tempo in cui si manifesta: un’istantanea
fotografica che corrisponde al “momento decisivo” evocato da Cartier Bresson, in contraddizione con
l’atteggiamento “in posa”, quasi per evidenziare il contrasto, dei due personaggi. Paesaggio puro dunque, ma in un
momento determinato, in cui la nostra attenzione è improvvisamente destata da quella irruzione imprevedibile e
aleatoria che rappresenta la vera, sostanziale originalità di quella veduta”.
Con La Vecchia e La Nuda, Giorgione ha esplorato le risorse delle fattezze femminili cogliendole nelle mutazioni del
tempo (e proprio un cartiglio con la scritta “Col tempo” è sorretto dalla mano destra della Vecchia) andando ben oltre il
semplice ritratto, mentre La Tempesta, con il suo allusivo gioco di rimandi, con la sua tecnica “impressionistica”, con il
soggetto che si presta a mille interpretazioni, anche di matrice religiosa, costituisce un caposaldo della cultura italiana
del Rinascimento, esattamente come Palazzo Grimani costituisce un unicum architettonico e culturale veneziano.
Un’occasione di breve durata e di grande significato resa possibile dagli sforzi congiunti di Soprintendenza,
Arthemisia Group e Assicurarte, sponsor dell’evento.
Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa - Ramo Grimani, Castello 4858, Venezia
LA MOSTRA SARA’ APERTA TUTTI I GIORNI DALLE 9.00 ALLE 19.00 FINO AL 10 OTTOBRE
(La biglietteria chiude mezz’ora prima) - Ufficio Stampa Arthemisia Group Ilaria Bolognesi M +39 3939673674 -
ib@arthemisia.it T +39 026596888 - press@arthemisia.it

attualità

Codici universali internazionali di riciclaggio


Il triangolo costituito da tre frecce è uno dei pochi simboli usati a livello internazionale ed è usato
soprattutto per identificare il materiale con cui si ha a che fare. Se vuoto, il triangolo indica che il prodotto
o l’imballaggio è riciclabile e può anche essere accompagnato da una R. Generalmente però è abbinato
a un numero o a una sigla che identificano il tipo di materiale di cui è composto il prodotto. Può essere
utile nel separare i materiali al momento dello smaltimento, ma di per sé non è un’indicazione che il
materiale è riciclabile.
I numeri dall’ 1 al 7 che vi si possono trovare indicano il tipo di plastica: 1 - indica Pet - 2 - polietilene ad alta densità - 3
- PVC (polivinilcloruro) - 4 - polietilene a bassa densità - 5 - PP (polipropilene) - 6 – polistirolo - 7 - altri tipi di plastica.
L’UE, in una direttiva del 1997, ha codificato una serie di numeri per identificare i materiali: ad esempio, il 20 all’interno
del triangolo indica il cartone ondulato, il 21 il cartone non ondulato, il 22 la carta, il 40 l’acciaio, il 41 l’alluminio, il 50 il
legno, il 51 il sughero, il 60 il cotone, il 61 la juta, il 70 il vetro incolore, il 71 il vetro di colore verde, il 72 il vetro di
colore marrone. Dal numero 80 in poi troviamo i materiali composti: 80 per carta e cartone/metalli vari; 81 per carta e
cartone/plastica, 82 per carta e cartone/alluminio (sacchetto di biscotti confezionati), 83 per carta e cartone/latta, 85
per carta e cartone/plastica/alluminio/latta. Un elenco completo si può reperire sul sito wikipedia all’indirizzo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Codici_universali_internazionali_di_riciclaggio
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