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Quindicinale

Anno XXXI

29.07.2010
Numero

564
PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO, VAS, SEGUSINO

Quero gemellato con Auzat-Vicdessos - pag. 1


Alano sperimenta l’eco-asfalto - pag. 2
Teodoro Licini - pag. 10/11
Lucciole nella valle d’un bosco - pag. 14/15
ARRIVEDERCI A SETTEMBRE!
Chiuso in redazione il 19.07.2010
http://digilander.libero.it/tornado
Tassa pagata/Taxe Perçue/Ordinario Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL
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IL TORNADO Sede: Via J. Kennedy - 32031 FENER (Belluno). DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Mazzocco. REDATTORI: Sandro Curto, Silvio Forcellini. COLLABORATORI:
Alessandro Bagatella, Francesco Dal Canton, Ivan Dal Toè, Gianni De Girardi, Antonio Deon, Foto Comaron, Fotocolor Resegati, Silverio Frassetto, Ermanno Geronazzo, Cristiano
Mazzoni, Sergio Melchiori, Antonio Spada, Andrea Tolaini.
ABBONAMENTI: ITALIA Abbonamento annuale (18 numeri)  20,00 ESTERO Abbonamento annuale (18 numeri)  40,00.
L’ABBONAMENTO PUÒ ESSERE SOTTOSCRITTO O RINNOVATO NEI SEGUENTI MODI: 1- versando la quota sul c/c postale n. 10153328 intestato alla PRO LOCO di FENER; 2- pa-
gando direttamente ad uno dei nostri seguenti recapiti: NEGOZIO “DA MILIO” - Alano; PASTICCERIA “DOLCI PENSIERI” - Fener - BAR JOLE - Fener; MAURO MAZZOCCO - Quero;
ALESSANDRO BAGATELLA - Quero; BAR “PIAVE” Carpen - LOCANDA SOLAGNA - Vas; ANTONIO DEON - Vas; BAR “BOLLICINE” - Scalon; BAZAR di A. Verri - Segusino.
1 CRONACA

La cerimonia ufficiale si è svolta domenica 11 luglio. Si replica in Francia il 22 agosto


Quero gemellato con Auzat-Vicdessos
di Ivan Dal Toè
QUERO. Sul filo di una memoria lunga settant’anni, da domenica 11 luglio Quero e l’Unione dei comuni di Auzat e
Vicdessos, sono ufficialmente gemellati. Dopo qualche anno di intensi contatti e reciproche trasferte, per le due
comunità è arrivato il momento più atteso sancendo un’amicizia che guarda al futuro ma salda le radici nel ricordo della
tragedia dell’Izourt dove il 23 marzo 1939 persero la vita 28 italiani fra cui Primo Mondin, originario di Schievenin. La
cerimonia effettuata domenica al centro culturale, suggella una settimana che ha visto la comunità querese, con il
mondo dell’associazionismo in prima linea, fare gli onori di casa ospitando una delegazione composta da una
cinquantina di persone giunte in pullman mercoledì 7 luglio dalla regione dei Midi Pyrenees, dipartimento dell’Ariège a
confine con l’Andorra. In un territorio prevalentemente montuoso, sotto la denominazione Auzat-Vicdessos, si uniscono
nove piccoli comuni per un totale di appena 1400 abitanti. Ad accogliere i francesi, oltre che il calore della cittadinanza,
un fitto programma che ha permesso alla comitiva d’oltralpe di conoscere ed apprezzare le peculiarità del territorio con
una gita “fuori porta” che li ha visti giungere a Venezia dove hanno visitato, fra l’altro, il palazzo della Regione.
L’avvicinamento delle due comunità è partito nel 2003 quando l’associazione Souviens-Toi-Ricordate, nata per
commemorare la tragedia della diga dell’Izourt (nel 1939 una slavina si abbatté sulle baracche degli operai, uccidendo
31 persone, 28 delle quali italiane e fra queste diversi bellunesi) diede l’impulso all’instaurazione di un legame con
Quero, paese da cui partirono molti capifamiglia in cerca di lavoro contribuendo alla costruzione delle diga. Fra loro,
Primo Mondin che nell’Izourt perse la vita. Nel 2008, le due comunità sottoscrissero un patto di amicizia che ora, a
distanza di due anni, si è concretizzato nella formalizzazione del gemellaggio con la firma nelle pergamene ufficiali dei
due sindaci Sante Curto e Bernard Piquemal e dei presidenti dei due comitati di gemellaggio, Claudio Dal Pos e Nicole
Dajean. “Questo atto – ha detto Curto – è stimolo all’unione dei popoli e un piccolo passo verso un’autentica unità
europea. Con Vicdessos ed Auzat condividiamo molti valori e saremo sempre grati agli amici francesi per aver dato
lavoro alle nostre famiglie in anni difficili”. “Se siamo qui – ha fatto eco Piquemal che ha rivolto un plauso
all’organizzazione per l’accoglienza trovata – non è solo a causa della tragedia dell’Izourt, ma per un legame profondo
coltivato dalle associazioni. L’impegno è di intensificare le relazioni”. A prendere la parola, Antoine Specia, presidente
di Ricordate, Nicole Dajean presidente del comitato gemellaggio e Alain Clerch dell’amicizia franco-italiana.
L’assessore Alberto Coppe, uno dei motori del gemellaggio, ha sottolineato l’impegno di tutto il mondo del volontariato
e l’importante lavoro svolto dal comitato gemellaggi presieduto da Claudio Dal Pos che ha voluto ricordare uno per uno
tutti i membri del comitato. “In questi giorni – ha detto poi commosso – abbiamo fatto vedere il vero Quero”. Alla
cerimonia era presente anche una delegazione degli alunni della scuola secondaria che con il supporto degli
insegnanti Narciso Talamini e Walter Capraro hanno realizzato e consegnato agli ospiti francesi una guida bi-lingue
contenente cenni storici e peculiarità del paese. “Abbiamo cercato di fotografare la cultura del nostro territorio – ha
detto Eddy Benato – affinché gli amici francesi abbiano un mezzo per poterla conoscere ed apprezzare”. Dopo la
cerimonia ufficiale a cui ha partecipato la banda di Segusino e la Santa Messa si è quindi svolto il pranzo alla Sagra
dei S’cios dove le due comunità si sono scambiate dei doni. Dal 18 al 22 agosto la cerimonia verrà replicata in
Francia. Da Quero partirà un pullman di cinquanta persone.
Nelle foto alcuni momenti della visita della delegazione francese a Quero. Le foto a San Valentino sono di Francesco
Dal Canton, le altre di Ivan Dal Toè)
2 ATTUALITÀ

Tra i pochi Comuni ad ottenere contributi per un intervento del genere, decisamente all’avanguardia. Il
vicesindaco Codemo: «Siamo riusciti a piazzarci al vertice della graduatoria soprattutto in virtù
della gestione pianificata del patrimonio montano certificata secondo gli standard europei».

Alano sperimenta l’eco-asfalto


di Ivan Dal Toè
ALANO DI PIAVE. L’asfalto di montagna si tinge di verde. Nei prossimi giorni la strada che da malga Paradiso con-
duce a malga Domador verrà ammantata con uno speciale asfalto ecologico. Si tratta di un progetto pilota che pone
Alano all’avanguardia nel settore. Con un progetto dì 200 mila euro Alano sarà tra i primissimi Comuni in Italia a
sperimentare lo speciale asfalto brevettato da un’azienda tedesca. Si tratta di un conglomerato formato da sabbia,
graniglia, cemento e additivi ecocompatibili che non utilizza derivati dal petrolio e garantisce alti standard di resi-
stenza e drenaggio. Il colore chiaro, simile a quello dello sterrato, contribuisce inoltre a mitigare l’impatto estetico
armonizzandolo con l’ambiente circostante. La Regione ha creduto all’iniziativa e ha concesso un finanziamento di
180 mila euro premiando Alano con il punteggio più alto nel bando della Misura 125, che utilizza fondi europei per
lo sviluppo rurale e nella fattispecie per interventi infrastrutturali connessi allo sviluppo della silvicoltura. E' soddi-
sfatto il vicesindaco Luigi Codemo, che ha, avuto l’intuizione dell’iniziativa. «Si è trattato di un bando selettivo»,
spiega, «che ha visto solo altri tre Comuni nel Veneto ottenere contributi. Siamo riusciti a piazzarci al vertice della
graduatoria soprattutto in virtù della gestione pianificata del patrimonio montano certificata secondo gli standard eu-
ropei. Una scelta lungimirante che ora sta dando i suoi frutti». La Regione ha infatti finanziato il 90 per cento del
progetto, anche se il Comune dovrà paradossalmente accendere un mutuo per pagare l’iva «Il regolamento», dice
Codemo, «prevede il cofinanziamento della sola parte imponibile. Così siamo costretti a fare un mutuo per coprire i
40 mila euro dell’iva L’intervento appaltato alla ditta Sici di Fonzaso si concluderà entro l’estate e prevede dei rap-
pezzi fra malga Paradiso e Camparona ed un intervento più consistente fino a Domador. Prima di iniziare i lavori,
anche per deviare il traffico, verrà inoltre ripristinato il collegamento viaria fra cippo Domador e Le Mure… (articolo
tratto dal Corriere delle Alpi di domenica 18 luglio 2010).

CRONACA

Dall’Australia in visita
ai parenti queresi
di Alessandro Bagatella
Nei giorni scorsi sono ritornati dall’Australia, dopo diversi anni, i coniu-
gi Giorgio Aloisi e Franca Berton, quest’ultima di origini queresi es-
sendo figlia di Gina Garbin, di Santa Maria, e di Pietro Berton, di Que-
ro, emigrati in Australia nel 1950. Franca si è sposata con Giorgio, ori-
ginario della provincia di Verona. Assieme hanno lavorato sino alla
pensione in una fattoria di loro proprietà, dedicandosi alla coltivazione
di uva, arance e altri tipi di frutta richiesti dal mercato locale. Ora in
pensione, hanno voluto fare una visita ai cugini di Santa Maria ((Dario,
Teresa, Silvana e Rino) e a quelli di Quero (Gian Francesco, Sonia,
Maria Teresa e Danilo). Purtroppo il tempo a loro disposizione non è
stato molto, anche se i cugini hanno cercato di portarli un po’ ovunque
per far loro vedere i nostri paesi e le nostre tradizioni. Dario e Teresa
hanno promesso che, ogniqualvolta volessero tornare, sono sempre
disponibili ad ospitarli. Dato che sono anche nostri abbonati, li ringraziamo di cuore per la loro fedeltà al nostro
giornale, sperando di rivederli quanto prima in Italia.

Cent’anni in due!
di Alessandro Bagatella
Nei giorni scorsi i gemelli Susanetto, Germano e Silvano
(che vediamo nella foto a fianco), hanno festeggiato i loro
cinquant’anni assieme ad amici e parenti. La festa per il
50° compleanno ha dato loro l’occasione per ricordare con
particolare affetto i genitori, Angelo e Antonietta, il dottor
Gianantonio Bortoluzzi, l’ostetrica Oliva Giacomin
ved.Vanin e i padrini Giancarlo Giannini e Rinaldo Baga-
tella. Purtroppo, a parte il dottor Bortoluzzi, le altre perso-
ne citate non ci sono più. Noi del Tornado ci uniamo ad
amici e parenti nel porgere a Germano e Silvano, nostri lettori di Quero, i più sinceri auguri per il loro complean-
no…da cent’anni in due.

Silvio contro Silvio


3 ATTUALITÀ

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4 CRONACA

Una piazza di amici


Ha ottenuto un ottimo riscontro il ciclo di laboratori “Una Piazza di Amici” organizzato dall’Unione
Sette Ville, con il contributo economico del “Programma di integrazione sociale” della Regione
Veneto, che dal 14 al 25 giugno – dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 - si è svolto presso la sala
associazioni del Comune di Quero.
Complessivamente più di quaranta ragazzi in età 6-12 anni hanno partecipato all’iniziativa, con la
quale si è voluta favorire la cooperazione e la socializzazione, attraverso il gioco e il “lavorare”
insieme. Coordinati e stimolati da Laura & Laura, esperte operatrici dell’associazione Maga
Camaja di Cadoneghe, i ragazzi si sono sperimentati in una serie di attività, con l’obiettivo di promuovere l’amicizia, il
rispetto e la condivisione. Hanno potuto così assistere all’angolo della fiaba, dedicato alla narrazione e all’ascolto di
storie riprese dalla vecchia cultura popolare italiana e da fiabe di paesi lontani.
Con grande interesse ed abilità, si sono poi cimentati nell’angolo del laboratorio creativo, durante il quale sono stati
costruiti giochi e giocattoli ripresi da culture e tradizioni popolari multietniche, tra i quali l’uccello di fuoco, il porta
incenso in argilla e gli animali di cartapesta giganti.
Infine nell’angolo del gioco hanno seguito un percorso incentrato sull’immaginazione e la creatività, un viaggio alla
riscoperta dei giochi delle diverse tradizioni culturali dei paesi del mondo.
Un’iniziativa “sperimentale” per i Comuni di Quero e Vas, che ci auguriamo di poter riproporre nel prossimo futuro.
A cura dell’Ufficio Servizi Sociali dell’Unione dei Comuni di Quero e Vas

Forza e coraio, Dosolina, che ormai


festeion al secolo
di Alessandro Bagatella
Domenica 11 luglio Dosolina Curto, di Carpen, ha festeggiato in Casa di Riposo a
Quero, le sue 99 primavere. Attorniata dalle figlie e nipoti, dal personale della struttura
e dagli ospiti della stessa, Dosolina ha fatto festa con pasticcini e torte per tutti.
Era soddisfatta nel vedere tanta gente manifestarle affetto.
La sua mente lucida e presente non risparmia battute a nessuno. Anch’io sono andato
a farle gli auguri e non ha perso l’occasione per dirmi che quel giorno aveva preso più
baci di quando era fidanzata!
Auguri cari, Dosolina e “forza e coraio che n’altro an fon na granda e bela festa”.

11° anno di ricordo degli Amici scomparsi


Sabato 31 luglio 2010 a Malga Paoda
Programma:
ore 15.00 partenza da Cilladon
ore 18.00 celebrazione Santa Messa, in ricordo di Igor e degli Amici della Montagna, in Malga Paoda.
Il rito sarà officiato dal parroco di Quero.
Cena su prenotazione
Ritorno tutti assieme al chiaro di luna
Si prega gentilmente di dare al più presto l’adesione ai collaboratori, entro e non oltre il 28 luglio, facendo riferimento
agli abituali numeri telefonici (0439.787342 Federico e 0439.788052 Alessandro), ore pasti.
5

SCHOLA CANTORUM e SIMPATIZZANTI


COMUNE DI ALANO PRO LOCO ALANO
organizzano la tradizionale FESTA di

SAN LORENZO
06-07-08 Agosto 2010
PROGRAMMA:
Venerdì 6 agosto
Ore 20.30: Serata di
giochi e musica per i
giovani con DJ “Gino”

Sabato 7 agosto
Ore 12.00: Apertura
capanno e pranzo con
il Circolo AUSER
Ore 20.30: Serata
danzante

Domenica 8 agosto
Ore 10.00: Apertura
stand gastronomico
Ore 10.30: S. Messa
nella chiesetta di S.
Lorenzo
Ore 16.00: Giochi per
tutti: rottura delle
pignatte, corsa con i
sacchi, baby caccia al
tesoro, giochi con
l’acqua (tempo
permettendo) e tante
altre novità
Ore 19.00 Consegna
borse di studio
Ore 20.30: Serata
danzante
Il tutto con pastasciutta, carne alla griglia, contorni di stagione, polenta,
vino, birra e… tanta allegria!
6 ATTUALITÀ

PRO LOCO CAORERA


FESTA DELLA MADONNA DEL PIAVE
VENERDI’ 13 AGOSTO 2010
Ore 18.00: inizio TORNEO DI CALCIO BALILLA (BA-
RUCHELLO)
Ore 20.00: CENA CON COSTATA (prenotazioni al 347-
0511868), FORMAGGIO ALLA PIASTRA, PASTÌN…
Ore 21.00: SERATA DANZANTE
SABATO 14 AGOSTO 2010
Ore 18.00: inizio TORNEO DI TIRO ALLA FUNE
Ore 19.00: CENA CON BIGOI IN SALSA, GALLETTO
AI FERRI, PASTÌN, FORMAGGIO ALLA PIASTRA…
Ore 21.00: serata con IL KARAOKE DI MARTA
DOMENICA 15 AGOSTO 2010
Ore 7.00: S.MESSA
Ore 9.30: raduno autorità civili e militari. Ore 10.00: ini-
zio CERIMONIA IN ONORE DELLA MADONNA DEL
PIAVE CON DEDICA AGLI ALPINI. Partenza della sfila-
ta degli Alpini dal Museo del Piave ed entrata nel sagra-
to della chiesa accompagnati dalla Banda di Lentiai. O-
nore ai gonfaloni e alla bandiera. S.Messa solenne
all’aperto in onore della Madonna Regina della Pace e in
suffragio dei caduti. Discorsi ufficiali. Processione con
l’immagine della Madonna fino a Marziai, alzabandiera e
lancio di una corona nelle acque del Piave in omaggio ai
caduti. Ore 12.30: grande pranzo sotto il tendone con
SPIEDO GIGANTE.
Nel pomeriggio: intrattenimento con la BANDA DI
LENTIAI. Ore 19.30: ritorno della sacra immagine da
Marziai. Ore 20.30: CENA e SERATA CON MUSICA.

LETTERE AL TORNADO

Ricordando l’amico Mario Canello


Giuseppe e Giuliana vogliono ricordare con sincero affetto il caro amico Mario. Il 22
marzo scorso, a Marghera, dopo un lungo anno di sofferenze, Mario è tornato alla
Casa del Padre. Era nato a Fener di Alano il 7 ottobre 1926. Negli anni Cinquanta
si era trasferito a Marghera per lavoro. Qui aveva conosciuto e sposato, 49 anni fa,
la gentile e amata signora Mary.
Con la moglie, i due figli Stefano e Francesco, le nuore e i nipoti, da oltre 20 anni
passavano assieme lunghi periodi a Fener, specialmente d’estate. Ci veniva volen-
tieri, Mario, nel suo paese e passava il tempo a tenere in ordine la sua casa, l’orto
e il giardino.
Ogni domenica, con la moglie e a volte con figli e nipoti, partecipava alla Messa
nella bella chiesa di San Michele a Fener che tanto amava, per la quale ha lasciato
un generoso, utile arredo, con tanta discrezione, senza pubblicità, come era nel
suo stile. Era contento di incontrare gli amici e quelle persone che gli ricordavano
la sua giovinezza e di parlare con loro del passato, sempre gentile e disponibile.
D’inverno non vedeva l’ora che venisse l’estate per ritornare dove era benvoluto e
stimato da tutti.
Ma quest’estate ritorna in noi solo il caro ricordo di un amico sincero e discreto che non dimenticheremo mai. Un
abbraccio affettuoso ai familiari dagli amici Giuseppe e Giuliana.
Giuseppe e Giuliana Siragna
Alle parole di Giuseppe e Giuliana Siragna si associa anche l’intera redazione del Tornado, di cui Mario Ca-
nello era affezionato lettore da moltissimi anni.
7 LETTERE AL TORNADO

no…da cent’anni in due.

Silvio contro Silvio


di Procopio
Procopio Coletti
Coletti
Come non non rimanere
rimanere trasecolati,
trasecolati, per per non non dire
dire basìti,
basìti, nel nel leggere
leggere
l’inverecondo
l’inverecondo attacco attacco sferrato
sferrato dal dal vostro
vostro Silvio
Silvio Forcellini
Forcellini (con (con ilil
pretesto
pretesto di di parlare
parlare di di “scoàze”),
“scoàze”), nei nei confronti
confronti del del più
più grande
grande (e (e non
non
solo
solo in in senso
senso brunettiano)
brunettiano) presidente
presidente del del consiglio
consiglio che che la la nostra
nostra
patria
patria abbiaabbia mai mai avuto
avuto da da Giolitti
Giolitti in in qua.
qua. Mi Mi meraviglio
meraviglio che che proprio
proprio
lui,
lui, che pure ha l’invidiabile privilegio non solo di condividere ilil
che pure ha l’invidiabile privilegio non solo di condividere
cognome
cognome con con quello
quello dell’illustre
dell’illustre lessicografo
lessicografo di di cui
cui tanto
tanto si si onora
onora ilil
nostro
nostro paese ma di condividere il nome di battesimo con ilil più
paese ma di condividere il nome di battesimo con più
amato
amato dagli dagli italiani,
italiani, nonnon senta
senta una una ragione
ragione in in più
più per
per astenersi
astenersi da da
certi
certi volgari
volgari attacchi
attacchi ee dal dal riproporre
riproporre ii soliti soliti luoghi
luoghi comuni.
comuni. Tra Tra
parentesi:
parentesi: se se qualcosa
qualcosa di di negativo
negativo si si può
può dire
dire deldel grande
grande Egidio Egidio
Forcellini
Forcellini èè che che sprecò
sprecò una una vita
vita intera
intera aa studiare
studiare ilil “latinorum”
“latinorum” (ossia (ossia
l’antico
l’antico romano)
romano) anziché anziché sostenere
sostenere ilil rilancio
rilancio deldel bergamasco
bergamasco come come
lingua
lingua nazionale.
nazionale. Ma Ma cosacosasisipuò puòinsinuare
insinuaredidiriprovevole
riprovevole neineiconfronti
confronti deldel
grandegrande Silvio cheche
Silvio nonnonsiano le solite
siano le soliteba-
nalità, le solite accuse sempre prontamente smentite da Capezzone
banalità, le solite accuse sempre prontamente smentite da Capezzone e da Cicchitto? E meno male che il vostro e da Cicchitto? E meno male che il vostro
commentatore
commentatore ha ha avuto
avuto ilil buon
buongusto gustodidinon nontirar
tirarfuori
fuori la lapietosa
pietosa storia
storiadelle èscort,
delle èscort,della massoneria,
della massoneria, delle villeville
delle fa-
raoniche,
faraoniche, delle amicizie pericolose (Putin, Gheddafi, Apicella, Fini…). E la barca di D’Alema, allora? E i trans di
delle amicizie pericolose (Putin, Gheddafi, Apicella, Fini…). E la barca di D’Alema, allora? E i trans di
Marrazzo?
Marrazzo?
Sappia
Sappia ilil signor
signor Forcellini
Forcellini che che nelnel mondo
mondo non non si si èè mai
mai parlato
parlato tantotanto bene
bene dell’Italia
dell’Italia come
come da da quando
quando c’è c’è Lui,
Lui,
che in brevissimo tempo è diventato più celebre della pizza, della n’dràngheta,
che in brevissimo tempo è diventato più celebre della pizza, della ‘ndràngheta, della nutella e dell’orchestra della nutella e dell’orchestra Casa-
dei! “Fatti,“Fatti,
Casadei! e non eciàcole!”, caro signor
non ciàcole!”, Forcellini,
caro signor e soprattutto
Forcellini, più fiducia,
e soprattutto più più rispetto
fiducia, più da parte da
rispetto suaparte
versosua le istituzio-
verso le
ni e versoechi
istituzioni le rappresenta,
verso specie specie
chi le rappresenta, se al vertice abbiamo
se al vertice un uomo
abbiamo un costrettosi
uomo costrettosi a vivere fino a fino
a vivere 150 aanni150(ipse
anni dixit)
(ipse
per
dixit)realizzare la politica
per realizzare del cucù,
la politica delche è riuscito
cucù, che èariuscitotrasformare un terremoto
a trasformare un in uno show
terremoto in da
uno campagna
show daelettorale
campagna e
che ora pare stia studiando una legge per eliminare l’afa ricorrendo al voto
elettorale e che ora pare stia studiando una legge per eliminare l’afa ricorrendo al voto di fiducia, sempre che trovi di fiducia, sempre che trovi l’accordo con
le sue correnti
l’accordo con leinterne e l’astensione
sue correnti interne ecostruttiva
l’astensione dell’onorevole Casini. Dobbiamo
costruttiva dell’onorevole Casini.essere orgogliosi
Dobbiamo esseredi avere
orgogliosiun go- di
verno così forte, così unito, oserei dire così granitico. E se ogni tanto qualche
avere un governo così forte, così unito, oserei dire così granitico. E se ogni tanto qualche ministro salta e qualche ministro salta e qualche sottosegreta-
rio perde il posto,
sottosegretario questo
perde dimostra
il posto, solamente
questo dimostrache solamente
nessuno stache lì per la “caréga”
nessuno sta e lì per
per meschine
la “caréga” ambizioni di carrie-
e per meschine
ra. Anche l’episodio recente dell’onorevole bellunese Brancher ne è
ambizioni di carriera. Anche l’episodio recente dell’onorevole bellunese Brancher ne è una esemplare conferma:una esemplare conferma: è più facile fare il mi-è
nistro di Dio per alcuni anni che il ministro di Berlusconi per 13 giorni! Solo
più facile fare il ministro di Dio per alcuni anni che il ministro di Berlusconi per 13 giorni! Solo l’attuale premier l’attuale premier riuscirà a sollevare il
nostro
riusciràpaese dai disastri
a sollevare il nostroprovocati
paesedal daiprode Prodi,
disastri perchédal
provocati soloprodelui ha dimostrato
Prodi, perchédisolo avere lui iha
“numeri” indispensabili,
dimostrato di avere i
e gliene cito
“numeri” alcuni: Italiae1,
indispensabili, Milano
gliene cito2,alcuni:
P-3, Rete Italia4,1,Canale
Milano52, e P-3,
via contando…
Rete 4, Canale 5 e via contando…
Ma
Ma non non voglio
voglio tediare
tediare né né leilei néné ii pazienti
pazienti lettori
lettori deldel “Tornado”.
“Tornado”. Sarà Sarà ilil tempo
tempo aa dire dire se
se lala ragione
ragione èè dalladalla parte
parte
sua
sua o o dalla
dalla mia.
mia. Sperando
Sperando che che ilil tempo
tempo sia sia clemente,
clemente, che che non non si si esageri
esageri con con la la grandine,
grandine, che che nonnon si si crepi
crepi d’afa,
d’afa, ee
che
che ogni
ogni tanto,
tanto, mama colcol massimo
massimo rispetto,
rispetto, si si possa
possa anche anche dire: dire: piove,
piove, governo
governo ladro!ladro!
(foto
(foto tratta
tratta dall’archivio
dall’archivio privato
privato di…Silvio
di…Silvio Forcellini:
Forcellini: cartolina
cartolina dall’Estonia
dall’Estonia di
di Romano
Romano De
De Colle,
Colle,anno
anno1995)
1995)

Conferimento dei rifiuti nei cassonetti,


anche ad Alano situazioni critiche
di Fabio Mazzier e Alda Panciera
E’ sconsolante, a pochi giorni dalla notizia che il Comune di Ponte nelle Alpi si è aggiudicato il primo premio asso-
luto di “Comune riciclone d’Italia” con l’83,5 % di raccolta differenziata, constatare che ad Alano, dopo 7 riunioni
pubbliche (di cui due dedicate esclusivamente agli stranieri) e tre a scuola, la situazione sia la seguente: la piazzo-
la vicino alla palestra viene pulita dagli operai comunali due volte la settimana e regolarmente lordata da persone
incivili e maleducate. In situazioni critiche versano anche la piazzola di via Copaltro a Campo e quella di Fener bas-
so. Rifiuti di ogni tipo lasciati a terra, materiali riciclabili che non potranno essere riciclati, perché conferiti nei
cassonetti sbagliati, rifiuti umidi sparsi ovunque, un odore nauseabondo, reso ancora più insopportabile dal caldo
intenso. Alcuni cittadini ci hanno detto che “loro alla piazzola vicino alla palestra non ci vanno più perché fa troppo
schifo”.
Durante gli incontri abbiamo ripetutamente spiegato che comportamenti di questo tipo non faranno che au-
mentare le tariffe: è evidente, infatti, che i rifiuti lasciati in terra, mescolati gli uni agli altri, non potranno essere dif-
ferenziati e finiranno quindi nel “secco non riciclabile”, il cui smaltimento costa € 175 a tonnellata, il più caro di tutti.
E’ altresì evidente che impiegare gli operai comunali per pulire le piazzole è uno spreco di soldi e di risorse, che un
gruppo incivile di persone scarica sulla collettività intera.
D’altra parte, la partecipazione agli incontri pubblici a volte è rimasta sotto le aspettative. Del tutto negativo
l’incontro organizzato per i marocchini: a fronte infatti delle 70 utenze invitate con lettera, si sono presentati in 8 (di-
sinteresse, altri impegni?). Quasi tutti presenti i cinesi, che però hanno evidenziato scarsissime conoscenze lingui-
stiche; fortunatamente ci eravamo dotati di un interprete, un ragazzo cinese che ringraziamo vivamente per la di-
sponibilità ed il rispetto dimostrati verso la nostra comunità.
Riteniamo a questo punto che sia indispensabile contrastare questi comportamenti con una campagna di
monitoraggio seria, che preveda le dovute sanzioni e si avvalga eventualmente, come già fanno altri Comuni limitro-
fi, degli ausiliari, cioè civili che affiancano il vigile nel controllo delle piazzole. Nello stesso tempo crediamo che il ri-
8 LETTERE AL TORNADO
stiche; fortunatamente ci eravamo dotati di un interprete, un ragazzo cinese che ringraziamo vivamente per la di-
sponibilità ed il rispetto dimostrati verso la nostra comunità.
Riteniamo a questo punto che sia indispensabile contrastare questi comportamenti con una campagna di
monitoraggio seria, che preveda le dovute sanzioni e si avvalga eventualmente, come già fanno altri Comuni limitro-
fi, degli ausiliari, cioè civili che affiancano il vigile nel controllo delle piazzole. Nello stesso tempo crediamo che il ri-
petersi continuo di questi atteggiamenti evidenzi anche un problema di educazione civica, di mancato riconosci-
mento della “cosa pubblica” cioè di quello spazio - non solo fisico - che, essendo di tutti, è “anche mio” e come tale
va curato e rispettato da ognuno di noi. E questo legame tra i cittadini e la “cosa pubblica” rientra tra i compiti prin-
cipali che ogni amministrazione dovrebbe affrontare con coerenza e costanza.
Crediamo anche che convenga interrogarsi sulla scarsissima adesione da parte dei cittadini marocchini e
dunque sulla necessità di avviare delle politiche di integrazione dei cittadini stranieri presenti nel nostro territorio
(che rappresentano ormai il 20% della popolazione), politiche che prevedano, tra le altre cose, un’assunzione di
responsabilità da parte di questi soggetti verso la comunità ospitante e le sue regole.
Ringraziamo infine le tantissime persone che collaborano fattivamente, conferendo correttamente i loro ri-
fiuti, chiedendo chiarimenti, segnalando eventuali situazioni critiche ed anche aiutando qualche anziano e/o stranie-
ro in difficoltà con l’opuscolo sui rifiuti.

CRONACA

La mamma, Enrica Andreazza, è originaria di Quero

San Pietro di Barbozza, bimba di cinque anni


travolta e uccisa davanti al papà
Falciata e uccisa a 5 anni da un’auto pirata mentre attraversa la strada tenendo stretta la mano di papà e sorellina.
L'investitore, V.C., un 20enne di Valdobbiadene, si dà alla fuga ma perde la targa. Quando torna per recuperarla,
parecchi minuti più tardi, rischia di essere linciato dalla folla inferocita. E’ successo in via San Pietro a San Pietro di
Barbozza, Valdobbiadene, nel Trevigiano. Ezio Dal Fabbro, idraulico 56enne (sposato con Enrica Andreazza, origi-
naria di. Quero, che lavora in Comune a Comuda), prende le bimbe con sé e le porta a fare una passeggiata per
andare a trovare il fratello Enrico. Lui in mezzo, le due piccole di 5 e 6 anni per mano. Giunti all’altezza di un pas-
saggio pedonale spunta una Polo che procede, secondo alcuni testimoni, a velocità folle. Neppure il tempo di capire
cosa sta accadendo che la più piccola, Serena di 5 anni, viene letteralmente strappata alla mano paterna e scara-
ventata sull’asfalto per più di 40 metri. Non sono neanche le 20.30 e in pochissimi istanti la tragedia è compiuta. La
piccola resta a terra immobile sotto lo sguardo impietrito del genitore e della sorellina, mentre l’investitore si dilegua
a tutto gas. La piccola viene trasportata d’urgenza all'ospedale di Montebelluna dove giungerà cadavere. Poi, sul
luogo del delitto, ricompare il pirata della strada: è un ventenne di Valdobbiadene che durante la fuga aveva perso
la targa. Quando se n’è accorto è tornato per recuperarla imbattendosi in una folla inferocita che l’ha riconosciuto
all’istante. Solo la prontezza dei carabinieri ha evitato il linciaggio. Gli uomini dell’Arma l’hanno poi portato al co-
mando per accertamenti sullo stato di ebbrezza.
(articolo tratto da Il Gazzettino di sabato 10 luglio 2010)

Un tragico destino: otto anni fa il padre di Ezio Dal Fabbro fu investito sullo stesso tratto

Il padre: «L’ho vista ruotare per aria più volte,


poi è caduta giù sull’asfalto»
«Tutte le sere vado con le mie bambine a trovare i parenti. Attraverso quelle strisce zebrate e passo di là. Si vede
benissimo tutta la strada. Ma ho il terrore di quella strada: otto anni fa un'auto ha ammazzato mio padre laggiù.
Guardo sempre a destra e a sinistra. L’ho fatto anche ieri». Inizia così il racconto di Ezio Dal Fabbro, il papà della
piccola Serena, falciata da un’auto davanti alle scuole elementari di San Pietro di Barbozza. «Dunque ho guardato
a destra e a sinistra. Ed è per quello che all’inizio non ho attraversato la strada. Da Valdobbiadene stava salendo
un ciclista. L’ho lasciato passare perché la salita è dura e arrancava, non volevo che si fermasse. Mi ha ringraziato
con un cenno. Poi ho iniziato a camminare verso il centro della strada e solo allora mi sono reso conto che stava ar-
rivando un bolide a tutta velocità. Ho staccato le mani dalle bimbe, le ho alzate e ho urlato: “Ma che cazzo fai!”. Poi
ho visto la bambina decollare. Sì, decollare. Sembrava un missile sparato in cielo. L’ho vista ruotare due volte e u-
n'altra e un'altra ancora, fino a schiantarsi lì, vicino a quel cartello. Mi sono precipitato da lei. Non sapevo che fare,
ho atteso i soccorsi. La strada si è riempita subito di gente, ma del guidatore neanche l’ombra. L’ho visto andarsene
senza un tentennamento. Volevo inseguirlo, ma era inutile. Finché è tornato a recuperare la targa, per nasconderla.
Cosaltro posso dire? Abbiamo chiesto mille volte al Comune che venissero messi dei deterrenti: quel segnale lumi-
noso che indica la velocità non basta. Ci vogliono dei dossi, delle barriere sennò la gente continuerà a morire. E poi
voglio una cosa: la certezza della pena. Non esiste al mondo che investire e uccidere una bimba sia come ammaz-
zare un pollo. Non voglio sentir parlare di sospensione di patente, servizi sociali e palle varie. Galera è l’unica paro-
la che conta».
(articolo tratto da Il Gazzettino di domenica 11 luglio 2010)

I parenti queresi di Serena


la che conta».
9 CRONACA
(articolo tratto da Il Gazzettino di domenica 11 luglio 2010)

I parenti queresi di Serena


La notizia della morte della piccola Serena ha raggelato i queresi. La famiglia della mamma, Enrica Andreazza, è
infatti particolarmente conosciuta in paese. La nonna di Serena, Bianca Della Bianca, da sempre gestisce il bar “Al
Sole”, lo storico locale che si trova a fianco del municipio di Quero. Serena - con mamma, papà e sorella - viveva a
Valdobbiadene ma a Quero aveva la sua seconda casa. In piazza la si vedeva giocare spesso e ora che non c’è più
lascerà una voragine incolmabile. Enrica Andreazza è cugina anche di Luigi Della Bianca, valente ciclista feltrino
che negli anni Novanta ha vestito anche la maglia di professionista del pedale. Della Bianca dopo aver appeso la
bicicletta al classico chiodo, si è dedicato all’azienda di famiglia, fioreria e onoranze funebri.
(articolo di Fulvio Mondin, da Il Gazzettino di domenica 11 luglio 2010)

Caso di tubercolosi all’asilo di Vas


Caso di tubercolosi all’asilo statale di Vas Una bambina residente in provincia di Treviso, ma che frequentava la
struttura del Comune feltrino, è stata infettata dalla Tbc attraverso un contagio intrafamiliare. Il caso è stato comuni-
cato all’Ulss 2 di Feltre, la quale ha fatto scattare in via precauzionale il protocollo di sorveglianza, avvalendosi an-
che di uno specialista di alto livello, il dottor Luca Richeldi, già contattato per il caso riscontrato alla materna di Pa-
squer nel dicembre 2008. «Non ci sono allarmi, vogliamo evitare al massimo qualsiasi rischio, tutelando le persone
che possono essere venute a contatto con il virus - spiega il direttore sanitario dell'Ulss 2, Domenico Scibetta - è
stata avviata un'approfondita analisi clinica ed epidemiologica coordinata da un gruppo di medici dell’Ulss 2, coordi-
nato dalla direzione sanitaria e col supporto del dottor Richeldi. Giovedì abbiamo incontrato i genitori dei bambini
che frequentano l’asilo di Vas, informandoli delle indagini che verranno eseguite per scoprire se c’è stato il conta-
gio». Martedì i piccoli «verranno sottoposti al test Mantoux e verranno eseguiti i prelievi di sangue da inviare a Ri-
cheldi, docente dell’Università di Modena, esperto di tubercolosi in età neonatale e pediatrica. Sarà possibile inter-
cettare precocemente la presenza del virus, non solo constatando la presenza di anticorpi, ma anche analizzando i
linfociti che si attivano non appena ci sia la presenza del virus». Gli esami verranno ripetuti dopo 6-8 settimane. «I
linfociti potrebbero anche non attivarsi subito, nonostante ci sia stato il contagio - continua Scibetta - per questo mo-
tivo ripeteremo per sicurezza le indagini. Con Richeldi avevamo già collaborato nel 2008. E’ un esperto che collabo-
ra con l’Oms ed è membro del gruppo di studio sulla tubercolosi dell’American Thoracic Society (Ats) e della Euro-
pean Respiratory Society (Ers).
(articolo di Martina Gris, da Il Gazzettino di sabato 10 luglio 2010)

CRONACA

Il
Comitato
San
Valentino
ringrazia
Le manifestazioni portate avanti
dal Comitato San Valentino, in
quel di Quero, incontrano
sempre il favore del pubblico.
L’iniziativa della festa di
Sant’Antonio, il 13 giugno
scorso, ha registrato ancora una
volta il gradimento del pubblico,
accorso prima alla celebrazione
delle funzioni religiose in onore
del Santo e poi fermatosi sotto
ai gazebo approntati per offrire
uno spuntino agli intervenuti.
Il Comitato, dalle pagine de “Il
Tornado”, ringrazia volontari,
collaboratori e quanti decretano,
con la loro presenza, la riuscita
delle manifestazioni.
10 PERSONAGGI

TEODORO LICINI
di Martino Durighello
Plaudo alla bella iniziativa della scuola di Quero pubblicata su “Il Tornado” n.560 del 20.05.2010.
È una iniziativa lodevole sotto ogni punto di vista: educativo, formativo, storico, culturale, artistico, ambientale,etc.
Notevole anche la proprietà del linguaggio tecnico-architettonico; ma di questo non si poteva dubitare, visto il nome del
coordinatore, arch. Mauro Miuzzi. In un'epoca in cui il linguaggio comune si è ridotto alla trasmissione di SMS, educare
al piacere della completezza, della precisione e proprietà di linguaggio credo sia fondamentale, se non vogliamo
ridurci a comunicare solo per gesti grotteschi e suoni gutturali come tanti gorilla. Ricordiamo che la lingua italiana è tra
le più ricche di vocaboli, dei quali noi usiamo solo una minima parte. È proprio il caso di dire: “Italiani, imparate
l'italiano!
Tutto bene, quindi.
Cioè, no! Il mio piacere di leggere un così bello studio ha ricevuto una battuta d'arresto una volta giunto al capitoletto:
“Gli affreschi di Isidoro Licini”. -Ahi, ahi, che lapsus- mi sono detto, -Peccato!- Infatti TEODORO, è il nome del pittore
nostro conterraneo, non Isidoro. Beh, ma un errore ci può stare, no? Ma, subito dopo leggo che l'artista sarebbe nato a
Campo di Alano di Piave.
-Eh, no! Teodoro Licini è nato ad Alano Capoluogo ed è ancora visibile la sua casa natale, la casetta di Casto Licini, la
prima della fila a sinistra dopo le scuole elementari per chi giunge in piazza.
Poco male, si dirà. Sì, forse; ma sarebbe stato molto semplice informarsi presso qualcuno che conobbe il Licini: ce ne
sono molti ad Alano, dove, tra l'altro vive Meneghetti, suo allievo, pittore tutt'altro che trascurabile, autore di pregevoli
opere tra cui vale la pena di ricordare alcuni dipinti di largo respiro nella chiesa parrocchiale e in canonica, nonché di
vari murales all'esterno di diverse case private di Alano.
Come poteva un insegnante della competenza e precisione dell'architetto Miuzzi essere caduto in questi (ed altri)
errori? Sicuramente è stato male informato. Ma da chi?
Mi sono quindi precipitato da Elvio Meneghetti (Via Valmorella – Alano) e qui ho potuto, credo, constatare la causa
degli errori.
In un poderoso volume di Roberto Binotto (Personaggi illustri della Marca trevigiana) è citato il Licini con un trafiletto di
una decina di righe e foto, il quale contiene questi ed altri errori.
Il bello (o meglio: il brutto) è che il Binotto cita: “Note avute dal pittore Elvio Meneghetti (1926-viv.) di Stra, allievo del
Licini...). Il Meneghetti, assai dispiaciuto, afferma (e non si può dubitarne) che egli aveva fornito dati esatti e mi faceva
notare come in quel volume vi fossero vari altri strafalcioni, anche su Antonio Nani (alanese) ed altri personaggi.
Purtroppo, se è vero che “verba volant et scripta manent” è anche vero che se lo scritto contiene errori, questi restano
e i posteri se ne ciberanno.
Dato a Cesare quel ch'è di Cesare, anche in difesa dell'Architetto Miuzzi, a cui rinnovo il mio plauso per la bella ed
importante iniziativa, vorrei approfittare di quest'occasione per far conoscere un po' meglio la figura e l'opera del Licini,
che non meritano di essere ignorate.
A dir il vero ad Alano del Licini c'è molto poco per non dire niente. Infatti non era molto stimato dai suoi concittadini che
lo consideravano solo un eccentrico senza arte né parte. Di ciò se ne lamenta lo stesso Licini anche in una lettera al
Meneghetti:- Ad Alano sono legato più al luogo che alle persone, alle quali poco importa di me.- Eh, già: “Nemo
propheta in patria”. Tanto che nel firmare gli affreschi della chiesa di Quero scrisse per dispetto “da Quero”.
(...e sempre per dare a Cesare quel che è di Cesare, diciamo anche che i due angeli e i due incensieri a lato del Cristo
Re sono opera del Meneghetti, allora allievo non ancora ventenne del Licini.)
Ad Alano, infatti, c'è solo un riquadro nel soffitto della parrocchiale, quello verso l'abside, che rappresenta il Primato di
Pietro e che non è altro che una riproduzione del precedente del Moro da Udine distrutto per il distacco dell'intonaco
(1939 ?), nonché il ritratto del parroco Don Ciscato (richiestogli dal successore Don Sebastiano) dipinto dal Licini nel
1968 a memoria, senza l'ausilio di alcuna foto. Lo testimonia il sottoscritto presente quando Don Sebastiano glielo
commissionò chiedendogli se gli serviva una fotografia: “No, no- rispose il pittore-ricordo benissimo!”. A Fener, nella
chiesetta dell'Addolorata, è conservata una bellissima tela di San Benedetto che era stata fatta per il capitello
omonimo. Null'altro. Eppure più volte aveva espresso il desiderio di lasciare un segno
della sua opera nel paese natale.
Nell'intento di esaudire questo suo desiderio in occasione dei festeggiamenti per il
bicentenario del Forcellini, proposi al Comitato di far realizzare dal Licini un mosaico
sulla facciata est (l'entrata) della Scuola elementare di Campo, in quell'occasione
intitolata ufficialmente al grande lessicografo campese. Il Licini, col quale avevo
parlato, ne era entusiasta ed era disponibile per un compenso di 400.000 lire
(praticamente il costo dei materiali e vitto e alloggio per il tempo necessario per la
realizzazione dell'opera, circa due mesi. La spesa fu dichiarata eccessiva (!?). Si
spesero poi £ 200.000 per il rinfresco! In quell'occasione l'unica persona che
sostenne la mia proposta fu Orazio Piccolotto, allora Presidente della Pro Loco, che
non venne ascoltato. Così Alano non può fregiarsi dell'opera del suo figlio illustre, i cui
dipinti sono sparse in tutta Italia, dalla Sicilia al Trentino, in Israele e in America. Sono
soprattutto affreschi e mosaici in chiese e monumenti, nonché numerosi ritratti di
importanti personalità. Fu, infatti, soprattutto, geniale come ritrattista.
Vorrei approfittare di questa occasione per far conoscere un po' meglio l'insigne
alanese che ebbi modo di frequentare spesso negli anni cinquanta del secolo scorso, in quanto egli fu legato da
sincera ed affettuosa amicizia con mio zio Don Martino Durighello che, in quegli anni, gli commissionò vari lavori: a
Bojon (e non Bajon !) una Pala dell'altare di San Nicola arricchita di una serie di pannelli in bianco e nero su aneddoti
della vita del Santo, bellissimi e, purtroppo, in parte distrutti per ignoranza ed incuria ed un affresco per il nuovo asilo
del paese. In questo dipinto egli ritrasse anche se stesso in colloquio con un altro personaggio nel quale avrebbe
voluto ritrarre mio zio che rifiutò. Per inciso dirò che anche il volto dell'evangelista Marco è un autoritratto; il Licini
aveva questo vezzo di ritrarsi (spesso invecchiato) nei personaggi dei suoi dipinti. In quel periodo, mentre era di stanza
11 PERSONAGGI

a Bojon, il Licini ebbe anche l'incarico di affrescare il soffitto della parrocchiale del paese limitrofo di Premaore, con i
momenti salienti della vita di San Giovanni Battista ed in seguito, quando mio zio fu trasferito a Zugliano (Vicenza),
abbellì con tre affreschi episodi della vita di Sant'Antonio nell'abside dell'altare dedicato al Santo.
Il Licini era persona estrosa, ma affabile, semplice fino a sembrare infantile e sprigionava simpatia e fascino. Aveva
l'abitudine di passeggiare, soprattutto da solo, per le vie del paese: osservava le persone e il paesaggio con fare
apparentemente distratto e meditabondo. Tornato a casa schizzava il ritratto
delle persone che aveva incontrato e che lo avevano maggiormente colpito per
qualche particolare su qualunque pezzo di carta o cartone gli capitasse
sottomano; disegni che sarebbero poi serviti per i suoi dipinti. Possedevo un
centinaio di tali schizzi che egli buttava non appena realizzati e che mi furono
ignorantemente distrutti come “sghiribizzi che non servono a niente”. Me ne
sono rimasti solo una decina che riuscii a salvare in extremis.
Concludo ricordando due opere del nostro: le formelle dei capitelli sulla strada
che porta alla “Madonna della Rocca” di Cornuda, opera giovanile e i grandi
affreschi del Tempio del Buon Pastore di Roma, tra cui spicca la colossale “Via
crucis Spaziale” (oltre 700 metri quadrati di superfici dipinte).
Suo grande desiderio era realizzare due lavori nell'ingresso del municipio di
Alano dedicati rispettivamente ad Egidio Forcellini e ad Antonio Nani. Una parte
di questo progetto ebbe modo di realizzarlo il suo allievo Elvio Meneghetti: il

busto del Forcellini che troneggia


appunto nell'ingresso del Comune.
Sarebbe auspicabile che il Meneghetti
potesse realizzare qualcosa (magari
un bassorilievo) in memoria del Nani e
(perchè no?) completare l'opera con
un altro in onore del Licini. Sarebbe il
modo migliore per riparare al silenzio
degli alanesi.
ASTERISCO

Quando si dice:
“com’è piccolo il
mondo…”
Dusseldorf (Germania).
Alcuni residenti del Basso Feltrino si sono
fortuitamente incontrati in un autobus a
Dusseldorf in Germania.
L’incontro è stato motivo di un vivace colloquio a
vasto raggio avvenuto durante il viaggio verso
l’aeroporto terminato con uno splendido momento
conviviale nei pressi di un chiosco che vendeva
ottima birra tedesca.

Fulvio Mondin

COME ERAVAMO
12 LETTERE AL TORNADO

Caro Fratello Alberto Coppe


Ogni volta che leggo i tuoi articoli, mi prende una profonda emozione e mi rendo conto del tuo valore, della tua
saggezza e “peso” politico.
Che dire della genialità e come rispondere ai tuoi articoli, a quelli di Bruno e di Sante???
Nulla…esattamente nulla, perché le mie parole sarebbero inutili e non sposterebbero d’un millimetro le coscienze, per
il semplice fatto che tutti i queresi hanno ben capito quali sono i miei interessi, come hanno capito quali sono i Vostri e
quanto vale per Voi la democrazia, trasparenza ed il voto dei cittadini. Difatti, i queresi si sono espressi
democraticamente nelle elezioni comunali del 2009, dando ben 60 preferenze al candidato Sereno Mondin, da
Schievenin ed hanno ritenuto che Angelo Dalla Favera, assessore uscente, non meritava di essere eletto dandogli
solamente 19 preferenze, con le quali non ha potuto entrare nel consiglio comunale. Ma che vale un voto democratico,
ma che ne sanno i cittadini di chi merita o non merita essere eletto e quando mai si poteva accettare un assessore da
Schievenin? Difatti, Angelo Dalla Favera, fatto uscire dalla porta dal voto popolare è rientrato dalla finestra come
assessore esterno. Ma se i queresi hanno detto di no ad una persona, perché allora
calpestare quel voto facendola a tutti i costi rientrare dalla “finestra”?
In un piccolo comune, come il nostro, ci conosciamo tutti ed i cittadini sanno bene se
un politico ha un tornaconto personale od aziendale o no… in ogni caso le Vostre
idee sono le stesse che anno dopo anno ci hanno reso sempre più poveri e sempre
più in crisi, pertanto pensare di essere nel giusto bisogna avere tanta fantasia, di
fronte ai disastri che quotidianamente ci fate pagare sulla “pelle viva”.
Io mi batto perché l’acqua non sia privatizzata, perché la sanità non sia nelle mani
delle multinazionali, perché la scuola non venga progressivamente demolita e contro
le combriccole d’affaristi ed imprenditori che vogliono mettere le mani sulla cosa
pubblica.
Questo io voglio…ma alla fine non saranno i miei figli ed i miei nipoti a vivere in
questo modo ma i vostri…non saranno i miei figli a non trovare lavoro od a morire
per inquinamento, ma i vostri.
Sul problema parcheggi, caro fratello Alberto mi hai profondamente deluso…portando alla luce una mia proposta di
alcuni anni fa.
Dai…dottore Alberto Coppe, non hai capito perché avevo fatto quella proposta?
Ti do un piccolo aiuto con la parola: “Miniera”.
La mia proposta, che Alberto non ha capito, è stata presentata il 17 maggio 2008, subito dopo “l’eroica” camminata dei
1000 passi che ci ha portato, a piedi, da Quero fino a Venezia in difesa delle nostre montagne e delle frazioni di
Campo e Schievenin, quindi volevo con tale proposta che:
1 – il comune di Quero acquistasse un “lotto di terra” trasformandolo in area parcheggio ed a verde attrezzano in:
ZONA MINERARIA;
2 – tale acquisizione avrebbe avuto un peso rilevante durante il dibattito in commissione VIA a Venezia, ponendo dei
limiti a qualsiasi ipotesi d’ampliamento minerario;
3 – nella malaugurata evenienza dell’apertura mineraria, i titolari della concessione avrebbero dovuto espropriare il
comune di Quero, cosa tutt’altro che semplice e facile.
Come vedi, Caro Alberto, i parcheggi in quella proposta non c’entravano nulla, perché quando io faccio una richiesta
od un progetto non penso a quello che succederà oggi o domani, ma a quello che sarà il nostro futuro, che vorrei per la
Valle di Schievenin il migliore possibile…senza miniere e con dei parcheggi nei posti giusti ed a costi contenuti, senza
inutili ritorsione nei confronti dei cittadini e degli arrampicatori.
Altresì, faccio notare a tutta la maggioranza, che l’autocorriera che ha portato nella nostra valle gli Amici francesi ha
parcheggiato più volte esattamente dov’è “il naturale luogo, dove la logica farebbe sorgere un parcheggio”
esattamente in zona “Vallon di Prada”, una zona ampia, pianeggiante e dove non occorre acquistare terreni, sbancare
montagne, ma basterebbe fare una semplice e banale asfaltatura.
Con stima Vittorio Alberti,

CRONACA

Forza e coraio, Dosolina, che ormai


festeion al secolo
di Alessandro Bagatella
Domenica 11 luglio Dosolina Curto, di Carpen, ha festeggiato in Casa di Riposo a
Quero, le sue 99 primavere. Attorniata dalle figlie e nipoti, dal personale della struttura
e dagli ospiti della stessa, Dosolina ha fatto festa con pasticcini e torte per tutti.
Era soddisfatta nel vedere tanta gente manifestarle affetto.
La sua mente lucida e presente non risparmia battute a nessuno. Anch’io sono andato
a farle gli auguri e non ha perso l’occasione per dirmi che quel giorno aveva preso più
baci di quando era fidanzata!
Auguri cari, Dosolina e “forza e coraio che n’altro an fon na granda e bela festa”.
13

L A COMUNITÀ MONTANA FELTRINA


con i comuni del versante bellunese del Grappa
ALANO DI PIAVE – ARSIÉ – FELTRE – FONZASO – QUERO – SEREN DEL GRAPPA – VAS
in collaborazione con la SEZIONE ANA DI FELTRE e i GRUPPI ALPINI LOCALI

organizza in occasione della

CERIMONIA DEL 1 AGOSTO 2010


A CIMA GRAPPA
la manifestazione

La fiaccola farà sosta presso i Monumenti ai Caduti di ogni Comune dove si terrà
una breve cerimonia alla presenza di Autorità, Associazioni e popolazione

DAL 25 LUGLIO AL 1 AGOSTO 2010


DOMENICA 25 LUGLIO VENERDÌ 30 LUGLIO
Cima Grappa: ore 11,00 S. Messa - Benedizione e partenza delle 4 fiaccole Arsié: ore 20,20 arrivo della fiaccola al Monumento ai Caduti
verso i comuni del Vicentino, del Trevigiano, del Bellunese e del Piave. Cerimonia di accoglienza, accensione del braciere e commemorazione
Alano di Piave: ore 20,00 arrivo della fiaccola al Monumento ai Caduti con la partecipazione del Coro Convivium.
Cerimonia di accoglienza, accensione del braciere e commemorazione Ore 20,45 Concerto del Coro Convivium.
al Monumento ai Caduti con la partecipazione della Banda Cittadina e
del Coro Misto di Lentiai. SABATO 31 LUGLIO
LUNEDÌ 26 LUGLIO Feltre: ore 5,45 ritrovo alla Basilica Santuario dei SS. Vittore e Corona.
Pellegrinaggio da San Vittore a Cima Grappa.
Quero: ore 20,00 arrivo della fiaccola al Monumento Alpino di Piazza Duomo.
Cerimonia di accoglienza, accensione del braciere e commemorazione Ore 6,00 partenza Pellegrini con Fiaccola Sinodo
al Monumento ai Caduti con la partecipazione del Coro Oio di Santa Giustina. e Gruppo Alpini con Fiaccola per non dimenticare per Cima Grappa.
Ore 20,30 concerto del Coro Oio di Santa Giustina, presso il Centro Culturale (ex cinema) Tomo: ore 7,30 arrivo delle due fiaccole e breve cerimonia
MARTEDÌ 27 LUGLIO al Monumento ai Caduti.
La Fiaccola per non dimenticare farà sosta ai Monumenti ai Caduti
Vas: ore 20,00 arrivo della fiaccola al Monumento ai Caduti di Caorera di Vas.
Cerimonia di accoglienza, accensione del braciere e commemorazione secondo il seguente programma:
al Monumento ai Caduti con la partecipazione della banda municipale di Segusino e del Tomo: ore 17,00 Cerimonia al Monumento ai Caduti
gruppo vocale Sintagma. Porcen: ore 17,30 Cerimonia al Monumento ai Caduti
Ore 20,30 concerto del gruppo vocale Sintagma Rasai: ore 18,00 Cerimonia al Monumento ai Caduti
MERCOLEDÌ 28 LUGLIO Caupo: ore 18,45 Cerimonia al Monumento ai Caduti
Feltre: ore 18,30 arrivo della fiaccola al Cimitero Germanico di San Paolo. Seren: ore 19,15 Cerimonia al Monumento ai Caduti
Ore 19,00 Cerimonia al Monumento ai Caduti di Farra. Valle di Seren: ore 20,15 Cerimonia al Monumento ai Caduti di Pian della Chiesa
Ore 19,30 Cerimonia al Monumento ai Caduti al Foro Boario. Cerimonia di accoglienza, accensione del braciere e commemorazione
Cerimonia di accoglienza, accensione del braciere e commemorazione con la partecipazione del Coro Misto di Lentiai
al Monumento ai Caduti con la partecipazione del Coro Piave ANA Feltre.
DOMENICA 1 AGOSTO
GIOVEDÌ 29 LUGLIO
Mugnai di Feltre: ore 19,00 arrivo fiaccola al Monumento ai Caduti. Malga Bocchette: ore 6,45 Ricongiungimento delle due Fiaccole e partenza per Cima Grappa
Arten-Fonzaso: ore 19,30 arrivo fiaccola al Monumento ai Caduti. Cima Grappa: ore 8,45 arrivo dei Pellegrini con la Fiaccola Sinodo
Fonzaso: ore 20,00 arrivo fiaccola al Monumento ai Caduti. e delle 4 Fiaccole per non dimenticare che hanno attraversato
Cerimonia di accoglienza, accensione del braciere e commemorazione i Comuni del Massiccio del Grappa e i Comuni del Piave.
al Monumento ai Caduti con la partecipazione del Coro Vita di FFonzaso Cerimonia conclusiva...
14 ASTERISCO

Lucciole nella valle d’un bosco


di Eduardo Montagner
Le prime ore del mio secondo arrivo nella terra dei miei avi paterni le ho sentite senza magia. Mi trovavo fuori luogo.
Ma per fortuna ho capito che la magia bisogna anche andarci in contro. Ho aperto la finestra della terrazza di
Gianfranco Montagner e mi sono messo a scrivere quasi dei scarabocchi disperati mentre contemplavo la notte
piovigginosa davanti alle sublimi montagne. Adesso, nella scurità delle 11:53 del ultimo giorno qui, venerdì due luglio
2010, sono ancora a Segusino, dai fratelli De Rui ‘Bóche’, che mi hanno ospitato nella vecchia casa familiare, dopo la
prima settimana trascorsa nella casa di Montagner. Nelle stanze dei De Rui ho ritrovato con piacere un trattore, codèr,
tinàzh, dàlmede, stivai de goma, vin, cafè, sgnapa, le mussalèin e anche altri aspetti della terra dei miei avi paterni. Qui
viene spesso Enrico, nella casa dei nonni materni per continuare la tradizione viticola, e si è divertito mettendomi alla
prova nel testare le mie conoscenze linguistiche su attrezzi e lavori di una volta.
Ma ora scrivo in italiano perché, in questi momenti, non capisco più quale sia la lingua franca che unisce i cosiddetti
veneti nel mondo.
Sono nato a Chipilo. Ormai è una storia noiosa a causa di un gemellaggio genuino che potrebbe essere stato
l’occasione di continue novità, ma che, trascorsi gli anni, è diventato la solita cantilena a senso unico, purtroppo spinta
da interessi personali incuranti delle diramazioni radicali: una sorta di potere tra politici e preti di scarsa vocazione,
tutto ciò permesso da una popolazione acritica, indolente o sempre molto indaffarata, il che dovrebbe farci riflettere
quanto ancora siano orali e pseudo-religiose le nostre collettività: quanto ancora lontane dalle culture scritte.
Potrei raccontare qui molte nuove impressioni e pensieri, progetti letterari e in genere artistici e culturali che si sono
riaffermati o che persino sono quasi appena nati dall’otto giugno che sono arrivato per la seconda volta in queste terre
venete. Ma questo dovrà piuttosto essere scritto nelle stesure dei miei racconti, romanzi o poesie.
Ora però, mi piacerebbe fare alcune righe su quello che una voce insistente mi consiglia di prestare più attenzione: i
rapporti umani. Mentre scrivo, ascolto i Poemetti Asolani per pianoforte del compositore Gian Francesco Malipiero
(Venezia 1882-Treviso 1973), artista che ho scoperto grazie alle mie ricerche su internet, e con cui mi sono sentito
subito vicino, soprattutto per la frequente ricorrenza alla notte e ai morti come motivo d’ispirazione. Forse Malipiero, la
cui tomba ho visitato, capirebbe che io stia scrivendo adesso appoggiato a una finestra, a mezzanotte.
Rapporti umani: desideravo con tutto il mio cuore trovare Zanzotto, che scrive in un veneto vicinissimo a quello parlato
per 128 anni a Chipilo. Volevo anche trovare e ritrovare altri amici, personaggi e artisti: Luciano Cecchinel, di Revine
Lago, dove si sviluppa la sua poesia piena di angosciante bellezza e solitudine; Nico Naldini, il cugino di Pasolini che,
oltre ad avere curato opere d’importanti scrittori come Giovanni Comisso, continua a scrivere, a Treviso, la sua propria
opera letteraria in friulano e italiano; Oliva di Stramare, che mi ha stupito, come a tutti, con quei 95 anni e la sua ac-
quosa e inafferrabile voglia di vivere; Tilde, vedova di quel Zanella che ha saputo mantenere il vero gemmellaggio tra
Segusino e Chipilo tramite le numerose accoglienze e annose lettere che si scrivevano i vecchi Zanella, perché la fra-
tellanza questi paesi non l’hanno mai persa; dunque, risulta un grosso errore (per non dire uno sbaglio storico grosso-
lano e persino un’imperdonabile mancanza di rispetto a morti e vivi) parlare di scopritori cent’anni poi dall’emigrazione,
e pretendere di far una storia ‘tascabile’, festosa come un fango, dove si sciolgono, tra molti altri particolari, i nomi di al-
tri paesi di provenienza dei fondatori di Chipilo: Quero, Alano di Piave, Feltre, Miane, Valdobbiadene, Maser, Pederob-
ba, e anche qualche luogo piemontese e lombardo. Questa seconda volta ho potuto realizzare questi sogni, e anche
trovarne di più, grazie al generoso invito di un uomo che porta fiero il mio cognome: Gianfranco Montagner che, con la
bravissima moglie Iuliana Palan e l’intelligente Teodor, mi hanno fatto intravedere e capire cose che altrimenti
sarebbero rimaste lontane e nascoste alla mia percezione. Un ringraziamento commosso e infinito a loro, per primo, e
dopo ai segusinesi che, in maniere diverse e talvolta impensate, hanno aperto porte prodigiose al mio desiderio di far
cultura. In occasione della visita a Zanzotto e a sua moglie, Marisa Michieli, a Pieve di Soligo, e poi a Follina, in un
evento letterario al quale sono stato invitato, dopo che Zanzotto ha detto pubblicamente che gli amici di Chipilo sono
«quasi nobili fantasmi più reali di noi», scoprivo nuovi scrittori e artisti, ma anche riaffermavo l’importanza innegabile e
l’immensità dei paesaggi veneti che i miei vecchi, i fondatori di Chipilo, hanno perso per sempre con l’emigrazione del
1882. Sorgevano con intensità e senza pause nomi, opere, ma anche montagne imponenti, colli, «trodi», alberi, foglie
e i sassi, che sono sempre stati per me una passione anche infantile. Da molto o da sempre mi mancavano, senza
neanche saperlo, questi paesaggi, che ho assaggiato in uno dei primi romanzi da me interamente letti: Per chi suona la
campana, di Ernest Hemingway, ambientato nei boschi di conifere della Spagna durante la Guerra Civile.
Volevo anche fare delle ‘notti mistiche’ qui. Un po’ difficile perché i cipilegni venuti in Italia prima di me hanno fatto
viaggi quasi del tutto turistici e festivi; quindi, ho scoperto che «oler far al romit» era quasi una pazzia. Ma l’ho fatto.
Prima, nella notte del solstizio, a Costesèle, con candele, stivali di gomma, sgnapa, pioggia e fienili vecchi, provvisti
delle ‘fenadóre’ che a Chipilo non ho visto mai. Ho fatto il pastore prealpino a mezzanotte, come volevo. Ci sono state
alcune notti mistiche prima e poi, anche da solo nella casa di Montagner e dei De Rui: una solitudine che, ho visto, gli
amici italiani non riuscivano a capire, ma che mi era necessaria. Ero arrivato per trovare «i cantón» più inaccessibili,
volevo questa volta «magnar an tòc de la tera de i me vèci». Il che mi è successo lo stesso giorno della visita alla
straordinaria Casa Museo Malipiero, grazie alla guida di Attilio Zamperoni). È stato nella sera, ore dopo, a Cilladon,
luogo dove anche ritornavo, dopo la ‘toccata e fuga’ stata in novembre del 2009, quando ho potuto vedere il caro
Castegner del Balech e, un po’ più in basso ma sempre in fretta, l’abitato di Cilladon. Adesso devo ringraziare qui,
infinitamente, l’amabilità e comprensione di Monica Miuzzi e genitori, e anche Ivana Bizzotto, che da anni mi aiuta
dall’Anagrafe del Comune di Quero. Dunque, mi hanno lasciato «far al romit». Ciò che non mi aspettavo per niente era
di trovare quel mausoleo nascosto dall’edera, quella piccolissima Atene nostrana, testimone di una vita collettiva ed
una miseria, ora scomparse, nelle immensità boscose di quel luogo che i nativi queresi chiamano «I Broche». Ho toc-
cato assolutamente fondo lì, attratto come da una forza inspiegabile, dopo aver registrato con il mio piccolo computer
portatile un percorso nei prati e la posa che anticipano la presenza del Castegner del Balech. Ci sono andato quattro
volte, due da solo e altre due con lo sguardo acuto e percettivissimo dell’amica Daria de Rui, camera fotografica e
cinepresa in mano. Il mio primo incontro con quel luogo dov’è successo un vero esodo drammatico, e dove sono nati,
tra gli altri, il primo seppellito del cimitero di Chipilo, Giuseppe Roman, e il primo prete del paese, Francesco Ernesto
Mazzocco, emigrati tutti e due minorenni con le loro numerose famiglie, mi ha colpito tanto da farmi volere, appunto,
15 ASTERISCO

«trarme in tèra e no dir mai pi vero gnent». Ma bisogna continuare, lo so, perché anche l’edera continua, e i coppi
cadono sempre di più, mentre le discendenze vicine e lontane si sviluppano e muoiono soltanto, si sa, per fare di più
coltura e cultura, come ho letto stamattina in un libro del vino Prosecco. Alla mia frase della ‘vita scomparsa’ ha
risposto Cappellin, sposo di Marioli, che quella vita scomparsa è, senz’altro, la vita futura. Poco tempo fa, avrei
protestato di fronte a parole simili; ora invece concordo del tutto. Ma non ne so più.
Si comincia a scrivere sempre dallo zero, e mi ritrovo qui, a cominciare dallo zero, a chiedermi cosa ho trovato quella
sera indimenticabile nelle case rovinose de I Broche. Tut e gnént, vero quel: tut e gnént. Due delle parole più amate da
poeti e romanzieri, come dice, tra sorrisi, un’amica. Ero, come il Bepi Roman del mio romanzo intitolato «Al prim», un
po’ deluso di non riuscire a trovare nessuno – a parte l’instancabile scrittore Mariano Lio – che si ricordasse o sapesse,
almeno grazie a ricerche, qualcosa dei Montagner detti ‘Botèr’, quelli miei, soprannome ancora vivissimo nella Chipilo
di oggi. Ho capito che da queste parti la memoria collettiva, orale, comincia con le spaventose sofferenze della Grande
Guerra (che, tra l’altro, noi cipilegni non riusciremo ancora a capire del tutto) e che questa memoria si è rinnovata con
tragedie strazianti come quella della diga del Vaiont. Cosa può offrire o dire di nuovo Chipilo a un Veneto che ha
dovuto rifarsi più volte, con dolori e urli che si seguitano a sentire nel silenzio delle montagne e i sassi? Forse davvero
molto poco. Ma bisogna ricordare che c’è stato un bombardamento prima di quello della Grande Guerra, un
bombardamento più intimo, più domestico, che però ha lasciato senza terra un gran numero di veneti. I Broche di
Cilladon sono per me oggi la prova più sconvolgente, da brivido, di queste vite scomparse, di nascite e morte
continentali, vite scomparse che però hanno lasciato come prova rimproverante quei sassi là, messi con sforzo e fede
uno sopra l’altro, uno accanto l’altro, dove oggi cresce, libera e gioiosa, l’edera e gli alberi in mezzo alle remote stanze.
Un proprio mistero da svelare, forse non con le risorse della scienza, ma sì con quelle della parola, orale o no, forse
questa volta con parole scritte. Ma in quale lingua? Mi sono posto una domanda quella notte lì, nella casa dei Miuzzi.
Tutto questo sopravvivere abbandonato: «parché, par chi, par far che?». Ho potuto percepire che la nostra gente viva
oggi è desiderosa di chi sa cosa: vuole parlare, trovare, riallacciare, riodorare secoli dopo gli odori delle radici, allo
stesso tempo che i morti ancora urlano. E qui ringrazio Alessandro Bagatella per l’entusiasta accoglienza e la volontà
di aiuto nelle mie ricerche. Uno scrittore, almeno nella mia personale opinione, è soltanto un morto anticipato che, per
le sue ferite di nascita, vuole lasciar al mondo tracce sufficienti per essere qualche volta rintracciato nella sua soggetti-
va obbiettività, nella sua collettiva individualità; ma, spesso, quel lavoro chiuso nelle stanze, lontani dalle vicende ‘reali’,
in apparenza indifferenti dei rapporti umani, lo si fa addirittura colpa e grazie – an milion de grazhie –, a quei fiati che
non immaginavano neanche per niente che, trascorsi i secoli, sarebbero anche loro obbiettivo di rintracciamenti fram-
mentari, mai più del tutto chiariti, misteriosi, disperati e disperanti.
Per finire, mi resta dire che ho intitolato questo scritto «Lucciole nella valle d’un bosco» perché, nella mia prima
passeggiata da solo lungo il verde notturno di Segusino, un po’ impaurito, e poi a Costesèle e anche nella strada di
ritorno dopo aver trovato I Broche a Cilladon, come fossero state d’accordo, le lucciole mi hanno festeggiato di
bellissime luci, quasi come in una storia fantastica «de quele dei noni»: proprio «i lustrùzh» che mio padre ci chiamava
fuori da bimbi per contemplare, insieme ai canti dei grilli, nelle profondità nude di montagne, piane e lontane, di Chipilo,
dove quasi solo il vulcano Popocatépetl ferisce la natura. Dunque, grazie anche alle lucciole, qua e là: da gninsulòc e
dapartut.

Nelle foto, dall’alto da dx: con Andrea Zanzotto; sulla Tomba di Malipiero. Sotto, da dx: In un vecchio fienile; con Oliva
e le sue acque.
16 ATTUALITÀ

BORSE DI STUDIO PER STUDENTI MERITEVOLI ISTITUITE


DALL’UNIONE DEI COMUNI DEL BASSO FELTRINO SETTE VILLE
COMUNI DI QUERO E VAS
Anno scolastico 2009/2010
Il progetto prevede l’assegnazione di borse di studio annuali così suddivise:
Scuola Primaria: € 200,00 cadauna
- studenti residenti nel Comune di Quero che hanno terminato con profitto il ciclo di studi : nr. 2 borse di studio.
- studenti residenti nel Comune di Vas che hanno terminato con profitto il ciclo di studi : nr. 1 borsa di studio.
Scuola Secondaria di 1° grado: € 260,00 cadauna
- studenti che residenti nel Comune di Quero hanno superato l'esame di licenza: nr. 2 borse di studio.
- studenti che residenti nel Comune di Vas hanno superato l'esame di licenza: nr. 1 borsa di studio.
Scuola Secondaria di 2° grado: € 360,00 cadauna
- studenti residenti nel Comune di Quero che hanno superato l’esame di maturità: nr. 2 borse di studio.
- studenti residenti nel Comune di Vas che hanno superato l’esame di maturità: nr. 1 borsa di studio.
Università:
- studenti residenti nei Comuni di Quero e Vas che hanno superato l'esame di laurea di 1° livello: nr. 1 borsa di
studio di € 450,00
- studenti residenti nei Comuni di Quero e Vas che hanno superato l’esame di laurea di 2° livello: nr. 1 borsa di
studio di € 550,00
Chi ha beneficiato in precedenza della borsa di studio per il 1° livello non potrà concorrere per quella di 2°
livello.
REQUISITI MINIMI PER RICHIEDERE LA BORSA DI STUDIO
1. Non saranno presi in considerazione gli studenti ripetenti.
2. Per ogni tipo di scuola viene richiesta la seguente valutazione minima conseguita:
SCUOLA MINIMO RICHIESTO
ƒ primaria: media aritmetica dell’8 nei giudizi del 2° quadrimestre
ƒ secondaria di 1° grado: giudizio sintetico finale 8
ƒ secondaria di 2° grado: votazione diploma di maturità di 90/100
(o valutazione equipollente)
ƒ università di 1° e 2° livello: punteggio diploma di laurea 100/110
(o 9/10 del massimo ottenibile)
Possono concorrere all’assegnazione delle borse di studio solo gli studenti residenti nei Comuni di Quero e di Vas da
almeno due anni e ancora residenti al momento della consegna del premio (il termine è calcolato con riferimento al
giorno di inizio dell’anno scolastico/accademico al quale si riferisce la borsa di studio).
Il bando di concorso e il modulo della domanda sono disponibili allo Sportello Servizi Sociali dell’Unione dei Comuni
(presso Biblioteca di Quero - Aperto al pubblico: mercoledì dalle 9,30 alle 12,30 e sabato dalle 10,00 alle 12,00 tel.
0439 787097 - e mail: biblioteca.quero@feltrino.bl.it ) e alla Segreteria dell'Istituto Comprensivo di Quero.
IL TERMINE PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA, DA CONSEGNARE ALLA SEGRETERIA
DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO DI QUERO IN VIA NAZIONALE NR. 35
SCADE IL 31 AGOSTO 2010

Un po’ di vetrina per


“Il Tornado”
Sulla rivista “Eventi”, delle ProLoco venete, uno spazio è
riservato anche al nostro giornale, segnalato assieme alle
diverse testate giornalistiche edite da una Pro Loco.
Alimentari Via D. Alighieri, 26 - FENER (BL)
PUTTON GABRIELE Tel. 0439 789388

Le offerte continuano fino al 3-08-2010


18 CRONACA

Cronache
da...Bergamo
Dovevano esserci altre
istantanee e per questo
abbiamo atteso un bel po’.
Alla fine ci siamo decisi e
dell’adunata alpini dell’8/9
maggio 2010 proponiamo
questa foto che ritrae una
insolita formazione alpina. La
didascalia della foto digitale
recita testualmente: “il gruppo
alpini MEDA VIA capitanato
dal Presidente Thomas e dal
vecchio trombone Timillero” e
così ve la offriamo,
sottolineando il tono
scherzoso dello scatto.

2° SIMON DAY 2010

Il 20 giugno dopo due anni, ci siamo ritrovati nuovamente da “San Bastian” per il 2° SIMON DAY, organizzato questa
volta da Giovanni e Rodolfo che dopo Livio e Raffaella si sono impegnati per realizzare il tutto. Felici per la riuscita
della festa con più di 50 partecipanti, ci aspettiamo un altro successo per il prossimo “Raduno” che con l'aiuto di Ivan,
si potrebbe svolgere in terra Piemontese, quindi salutiamo tutti e auguriamo ad Amabile e Roberta (prossime
organizzatrici) un “in bocca al lupo”.
LETTERE AL TORNADO

VORREI UN MONDO A ROVESCIO


e sarebbe tanto più bello !
di A.S.
1. “E' più bello dare che ricevere”; lo sostengono varie religioni, ma anche una sana psicologia.
2. “Condividere”, è più arricchente che consumarsi nella difesa della “proprietà privata”.
3. “Accumulare” senza limiti, è più stolto di accontentarsi.
4. Al “fare”, al “correre frenetico”, preferirei fermarmi, riflettere, pensare e leggere di più.
5. Apparire e fingere è assai meschino. Quanto è più saggio “essere”!
E si potrebbe continuare....sono due mondi opposti, Mettiamo a confronto queste due visioni della vita.
Tra i due, chi è più matto? Che è potenzialmente più felice?
19

Pro Loco Alano


presenta

23 Edizione
a

Mostra di
PITTURA e
ARTIGIANATO
2010
DAL 24 luglio
AL 8 agosto
presso
Scuole Elementari
Alano di Piave
inaugurazione
Sabato 24 luglio - ore 18.45
ORARIO DI APERTURA
Venerdì ore 20.30 - 22.00
Sabato ore 20.00 - 22.30
Domenica ore 16.30 - 22.30

Venerdì 30 luglio ore 20.30 spettacolo con

Luigi Maieron
Presso Palestra comunale di Alano di Piave
Ingresso libero
20 CRONACA

Astra tennis: il 4° torneo appannaggio di Fabio Scuglia

Si è concluso ieri il 4° torneo di tennis ASTRA TENNIS con l’affermazione del giovane querese Fabio Scuglia in fi-
nale sul feltrino Nicola Ruotolo, mentre in semifinale si sono piazzati rispettivamente Luca Zuanetti e Cesare Fran-
ceschin. Particolare di rilievo: tutti fanno parte del team allenato dall’istruttore federale Durante Roberto. Buona
l’affluenza di pubblico nell’intera settimana di gare. Da ricordare le attività proposte dall’Astra tennis:come ogni anno
grande successo per il corso di tennis con oltre 50 allievi; la novità di quest’anno è stata la collaborazione con il Tennis
Treviso (amichevoli, stage tecnici, tornei) e per finire la novità assoluta registrata nella giornata di sabato 17 luglio c/o
gli impianti sportivi di Quero e Vas: lo stage tecnico con l’Accademia Gilly's di Malta, nel corso del quale più di 40 ra-
gazzi, provenienti da Malta, si sono allenati nelle nostre strutture, sotto la guida dei maestri Durante Roberto e Gianlu-
ca carbone.

DA SETTEMBRE RIPARTONO I CORSI DI TENNIS NELLE STRUTTURE DI QUERO E VAS


PER INFO M° DURANTE ROBERTO 338 3717726

Errata corrige
A rettifica di quanto scritto sul Tornado nr.
559 del 5 maggio scorso, un lettore ci
segnala che la guida edita dalla Comunità
Montana riporta l’indicazione di gettare i
sacchetti di carta con interno in
alluminio (Tipo Mulino Bianco) nei
contenitori per la carta e cartone e
NON nel secco indifferenziato, comme
erroneamente indicato nell’articolo. Grazie
per l’attenta lettura e segnalazione.
21

Biblioteca
dell'Unione dei Comuni
del Basso Feltrino Sette Ville
Comuni di Quero e Vas

BIBLIOTECA DI QUERO
ORARIO DI APERTURA
nei mesi di luglio – agosto - settembre
MARTEDÌ dalle 9,00 alle 13,00
GIOVEDÌ dalle 14,30 alle 18,30
SABATO dalle 9,30 alle 12,00
sabato pomeriggio chiuso
tel. 0439 787097 – Fax 0439 787584 – E.mail : biblioteca.quero@feltrino.bl.it
******************************************
Biblioteca di VAS
La Biblioteca di Vas, causa lavori di ristrutturazione del Municipio, è stata
trasferita nella frazione di Marziai nello stabile delle ex scuole.
Nel periodo dal 20 luglio a metà ottobre
la Biblioteca sarà aperta il
martedì dalle 15,30 alle 18,00

Agraria
MARCHI
• ALIMENTI PER ANIMALI
• PRODOTTI PER L’AGRICOLTURA E IL GIARDINAGGIO
• PELLETS E TRONCHETTI • PRODOTTI FITOSANITARI
• BOMBOLE GPL • PIANTINE DA ORTO

OFFERTE DEL MESE


VOLIERA PER UCCELLI € 98,00 - TRASPORTINI PER CANI DA € 17,50
MANGIME PER CANI POLDO 10 KG € 8,00
TUTTI I PRODOTTI ORDINATI SONO CONSEGNATI A CASA GRATIS
CHIUSO IL MERCOLEDÌ POMERIGGIO

Zona Industriale, 68 - PEDEROBBA (TV) - Tel. e Fax 0423 688902


22

Moto Club La Marca


Organizza in collaborazione con: Comune di Alano Di Piave e Pro Loco Fener
Camp. Triveneto Moto Enduro

7 – 8 Agosto 2010

Sabato 7
ore 17,00 Apertura Baita con servizio enogastronomico e ritrovo piloti
ore 20.30 Musica dal vivo con il gruppo “EX NOVO"
Domenica 8
ore 07,00 Apertura Baita con servizio enogastronomico
ore 10.00 Partenza della gara. Arrivo previsto per le ore 16.30
dalle ore 17.30 “Spiedo gigante” (anche per asporto)
Seguiranno le premiazioni
23 CRONACA

I 100 anni di nonna Pierina


di Mauro Morandin
Il 29 giugno scorso Pierina Casagrande ha
tagliato il traguardo dei 100 anni. Una vita
passata attraverso due guerre che l’hanno
vista confrontarsi con realtà molto dure
vissute in povertà e miseria spesso facendo
sacrifici anche per la famiglia. Molte volte
mia nonna mi racconta delle sue esperienze
di quando da ragazzina faceva i compiti non
appena la maestra li consegnava dal
momento che il resto della giornata doveva
essere dedicato al lavoro nei campi, oppure
di tutte quelle volte che faceva trenta
chilometri in bicicletta per andare dai suoceri
a prendere la farina. Le difficoltà che la vita
le ha posto davanti non l’hanno mai
abbattuta: basti pensare che fino all’anno
scorso viveva da sola, arrangiandosi con
tutte le faccende domestiche senza chiedere
aiuto, nemmeno ai parenti, che comunque
l’hanno sempre aiutata. L’Istituto San
Gregorio di Valdobbiadene ha organizzato in
onore di questa straordinaria celebrazione
una grande festa alla quale hanno partecipato anche il sindaco di Valdobbiadene e il coro di Cornuda che ha allietato
gli animi dei presenti.
Tutta la tua famiglia vuole cogliere quest’occasione per farti ancora TANTI AUGURI!! Brava nonna Pierina… continua
così!!
ASTERISCO

La foto di copertina
Lasciamo la parola all’autrice dello scatto di questa copertina: “la foto l'ho
fatta domenica quattro luglio in Paoda.
Come si può vedere le mucche si stavano rinfrescando dopo il pascolo della
giornata. Al momento della foto c'erano 29°...non è poco per quella
altitudine, 1200 mt., alle 13.30 circa.
La foto è stata scatta con una Canon digitale A620 da 7.1 mega. P.S.
Aggiungo la foto del nuovo nascituro di Cilladon... Luca !!!”
Mikela Dal Canton

PITTORI PER GENERAZIONI!!!

Car. Edil
di Ferdinando Carraro
PITTORE RESTAURATORE
Via Roma - Quero (BL)
Cell. 339.2242637
24

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Il Ricavato sarà devoluto alla Protezione Civile di Quero
25

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Ristorante Bellunese
Pasta alla Trota, Pasta alla Pastora con ricotta affumicata, Pasta alla Boscaiola
Trota alla Griglia, Trota Fritta, Spezzatino di Cervo, Spezzatino de Mus,
Braciole, Salsicce, Formaggio Schiz, Formaggi Bellunesi, Sopressa ,
Porchetta, Fagioli, Patate Fritte, Verdure alla Griglia, dolci.
Birra e Vini selezionati.
Solo Carne e Pesce Freschi Italiani

Giovedì 12 Agosto 2009


ore 19,00: Apertura Ristorante con Cucina Bellunese

ore 21,00 : Musica da ballo con


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Venerdì 13 Agosto 2009 
ore 19,30: Apertura Ristorante con Cucina Bellunese 
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ore 21,00 : Musica e Cabaret con 
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  
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Sabato 14 Agosto 2009 
ore 9,30: Ritrovo Corsa non competitiva “ Liberi Sentieri ” 
ore 10,00: Partenza Corsa non competitiva “ Liberi Sentieri ” 

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ore 12,00: Apertura Ristorante con Cucina Bellunese 
ore 19,30: Apertura Ristorante con Cucina Bellunese 
ore 20,00: Cena Speciale dedicata a:

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Cena Re Maiale con Porchetta allo Spiedo
Prenotate al 0439 788443 - 366 45 95 970
ore 21,00 :  

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Domenica 15 Agosto 2009
ore 11,00: Messa alla grotta della Madonna di Lourdes
ore 12,00: Apertura Ristorante con Cucina Bellunese
ore 19,00: Apertura Ristorante con
Festival della Gastronomia di Montagna
ore 21,00 : Musica da ballo con
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Associazione Pro Schievenin via Schievenin n. 108 d Quero (Bl) tel. 0439 788443
26 LETTERE AL TORNADO

Padania ladrona?
di Silvio Forcellini
E’ tornata prepotentemente d’attualità l’annosa questione delle
“quote latte”, cioè delle multe comminate dall’Unione Europea
agli allevatori italiani “rei” di aver munto più del consentito. Un
argomento, questo, che - non so perché - mi ha sempre incurio-
sito e di cui, pur essendo completamente estraneo alla materia,
ho cercato di capire di più, scrivendo poi le righe che seguono e
invitando altresì i lettori del Tornado a correggere mie eventuali
inesattezze.

Da quanto letto, ho dedotto che, all’inizio, la maggior parte degli


allevatori italiani non pagassero perché convinti che, infischian-
dosene, avrebbero vinto facilmente questo “braccio di ferro”. In
pratica, che credessero che le multe europee fossero uno scher-
zo, influenzati e illusi anche da personaggi che han pensato be-
ne di cavalcare la protesta, costruendo poi proprio sulle “quote latte” le proprie fortune politiche e finanziarie. Si di-
ceva ad esempio, e da più parti, che i soldi destinati alle multe fossero finiti invece nelle casse di Credieuronord, la
banca padana tanto cara a Umberto Bossi, poi naturalmente fallita dopo un tentativo di salvataggio di Giampiero
Fiorani, uno dei “furbetti” dell’estate 2005. Mentre un’ispezione della Banca d’Italia indicava in Giovanni Robusti -
prima capopopolo dei Cobas del latte, poi senatore, infine europarlamentare, naturalmente della Lega Nord - uno
dei principali beneficiati dell’istituto di credito (alla faccia dei turlupinati risparmiatori padani). Semplice coincidenza?

Successivamente, la maggior parte degli allevatori, vista la brutta piega che stava prendendo la faccenda, si indebi-
tarono per saldare il debito con l’Unione Europea. Altri invece si rifiutano ancor oggi di pagare, una sparuta mino-
ranza - mille su quarantamila - che riesce ugualmente, però, a tenere sotto scacco il governo. Una spiegazione e-
sauriente credo la dia - nell’articolo che segue - Carlo Petrini, fondatore nel 1986 del movimento culturale interna-
zionale Slow Food e indicato dalla prestigiosa rivista Time tra le 100 personalità più influenti del pianeta.

Ma torniamo brevemente alle “quote latte” e alle multe dell’Unione Europea, scorrendo alcune cifre che mi hanno
aiutato ad orientarmi un po’ di più in questo ginepraio. Nel 1994 il governo italiano, a fronte dell’intero ammontare
delle multe comminate agli allevatori italiani nel periodo 1988-1993 (pari a 1.870 milioni), decideva semplicemente
di prelevare l’intera somma dalle casse dello Stato. Una specie di prelievo forzato ai danni di tutti i contribuenti e
una beffa per gli allevatori onesti.

Dieci anni dopo, nel 2003, nuove multe per 1.146 milioni venivano rateizzate in 14 anni, senza interessi, grazie
all’intervento del ministro Tremonti. Ma, nonostante questa “facilitazione”, accettavano di pagare poco più di 15 mila
aziende agricole (15.385, per la precisione) per complessivi 438 milioni. 708 milioni di questo secondo “blocco”, ri-
guardante il periodo 1995-2002, restavano quindi ancora da pagare, cui vanno aggiunti i 1.020 milioni rateizzabili in
30 anni, con interessi, relativi al periodo 2003-2009 (periodo per il quale sono stati sborsati sinora “solo” 135 milioni
sui 1.155 complessivamente dovuti).

In tutto, quindi, le multe ammontano attualmente a 1.728 milioni


di euro. Soldi che l’Europa - spiega il neoministro Giancarlo Ga-
lan, contrario all’emendamento leghista che proroga da giugno a
dicembre il pagamento delle multe - ha già incassato, sotto for-
ma di minori contributi all’agricoltura italiana. In pratica, per il
mancato pagamento delle multe del latte può succedere che i
produttori di grano, ad esempio, si vedano decurtati i contributi di
Bruxelles. Insomma, se gli “irriducibili del latte” non pagheranno
neanche stavolta (anche se tutte le principali associazioni degli
allevatori hanno condannato da tempo gli associati che non pa-
gano le multe del latte), potrà accadere che i contribuenti italiani
saranno “stangati” di nuovo al posto loro, sotto forma di maggiori
tasse o minori servizi. Padania ladrona?

L’ultima battaglia del latte


Serve più legalità, bisogna ribellarsi a queste furberie
di Carlo Petrini
Nella nebulosa e annosa questione delle quote latte ci sono alcuni elementi molto chiari. Primo: è ormai un pro-
blema di pura legalità. Secondo: la questione riguarda soprattutto la Lega Nord che ha proposto l’emendamento, vi-
sto che i produttori debitori sono in maggioranza leghisti. Terzo: per colpa di pochi ci stiamo giocando la reputazio-
ne in un momento decisivo per le politiche agricole europee.
27 LETTERE AL TORNADO

Legalità: già all’inizio, nel 1984, alcuni allevatori cercarono di aggirare la legge. Chiamati ad autocertificare la loro
produzione per stabilire le quote, dichiararono molto meno del reale per coprire il “nero” e per non pagare più tasse.
Furbi, ma non lungimiranti. Le quote da allora si sono rivelate sottostimate e hanno generato tutti i problemi degli ul-
timi 25 anni, continuando a quanto pare (da procedimenti in corso e conclusisi) a coprire un complesso sistema di
evasione fiscale.

Nel 2003 siamo riusciti - proprio con Tremonti - a negoziare un accordo con la Ue, un pagamento in 14 anni senza
interessi per chiudere la questione.

Oggi c’è ancora chi si ostina a non pagare e vuole che altri (i contribuenti) paghino per lui. E’ giusto dire basta: sot-
toscrivo ciò che ha detto Fini («Non c’è libertà senza legalità») e sto dalla parte del ministro dell’agricoltura Galan,
che su questa vicenda ha ragione.

Sulle quote latte non mi trovo molto in linea con la Lega, invece, che difende gli interessi di pochi grandi imprendito-
ri agricoli che fanno parte dei suoi ranghi. Logico che stia dalla parte del suo elettorato, ma è meno logico che lo
faccia in palese violazione delle norme europee: ci si aspetterebbe un altro tipo di etica da chi ha coniato lo slogan
«Roma ladrona» e da chi ha mostrato in altre occasioni di avere a cuore i destini dei nostri agricoltori. Sono 19 i
principali debitori. Tra di loro c’è chi non solo non ha mai pagato quello che doveva la sua azienda, ma ha anche
venduto le sue quote, pur continuando a produrre a tonnellate.

La prossima settimana sono stato convocato a Bruxelles dalla Commissione agricoltura a condurre un workshop
per orientare la futura Pac. La politica agricola comune europea sarà infatti rivoltata come un calzino nei prossimi
mesi, e ci troviamo in un momento decisivo per il futuro dell’agricoltura italiana. Nel cercare di coprire pochi grandi
produttori non in regola, che fanno un’agricoltura insostenibile come quella degli allevamenti intensivi, ci stiamo gio-
cando tutta l’attendibilità in sede europea, rischiamo di farli arrabbiare davvero e non vedere accolte le nostre istan-
ze per una politica rinnovata e moderna, rispettosa della qualità, della sostenibilità, del ruolo decisivo dei contadini
nelle nostre campagne. In un momento drammatico per il settore, dove tutti sembrano produrre in perdita - non sol-
tanto i produttori di latte - vogliamo davvero fare questa figura barbina? Passare per i soliti “furbetti italiani”?

In fatto di agricoltura potremmo davvero dettare noi l’agenda europea, siamo i secondi del continente per produzio-
ne, ospitiamo una diversità unica, figlia di tradizioni e culture difficilmente riscontrabili altrove. Tutto ciò è in pericolo
per politiche dissennate, per un incaponimento a favore di un’agricoltura intensiva di modello anglosassone e Nord
europeo che non dovrebbe avere nulla a che vedere con noi.

Perché in Europa vincono sempre gli interessi degli altri Paesi e delle lobbies dell’agroindustria? Continuando di
questo passo, con questa reputazione, finiremo per contare come il due di picche. La nostra civiltà agricola dovreb-
be essere la punta di diamante di un’Italia orgogliosa e sapiente, che fa cultura con i suoi prodotti: se cercheremo
l’ennesima scappatoia dalla legalità peggioreremo un’immagine che alimenta i soliti pregiudizi contro gli italiani. A
questo punto sarebbe bello se i bravi agricoltori, quelli che producono bene tra mille fatiche e apprensioni per il futu-
ro, si ribellassero. Che facciano sfilare loro i trattori e le bestie contro questi colleghi che stanno minando da soli tut-
to il comparto, e facciano capire a tutti che l’agricoltura italiana è tutt’altra cosa: nobile, civile, saggia.

(le foto sono tratte dal libro “Alano di Piave” edito dall’Amministrazione comunale, testo di Italo Zandonella Callegher e foto di Carlo Bazan)

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PER I RESIDENTI NEI COMUNI DI :
ALANO DI PIAVE - QUERO - SEGUSINO - VAS -
PELLET
28

Per ulteriori informazioni e chiarimenti è possibile rivolgersi


all’Ufficio Servizi Sociali dei Comuni del Basso Feltrino, aperto al pubblico nei seguenti orari:
Comune di Alano di Piave – Venerdi dalle ore 9,00 alle ore 12,30
Tel. 0439.779939; e.mail: servizi sociali.alano@feltrino.bl.it
Comune di Quero – Mercoledì dalle ore 9,30 alle 12,30 e sabato dalle ore 10,00 alle ore 12,00
Tel. 0439.787097; e.mail: biblioteca.quero@feltrino.bl.it
Comune di Vas – martedì dalle ore 9 alle ore 12,30
Tel. 0439.780441; e.mail: biblioteca.vas@feltrino.bl.it
29 CRONACA

Al lavoro nei
boschi
Due boscaioli di Campo,
trapiantati a Quero, al lavoro in
Via Toà a Quero.

Li riconoscete?

Un amico…

NUOVO NEGOZIO DI PARRUCCHIERA


UOMO - DONNA
Due amici per
Tel. 0439 la
779745
Piazza Martiri, 1/Bpelle,
- Alano di PiaveCharlie
(BL) e
PROVA IL COLORE A BASSO Buffon
DOSAGGIO DI AMMONIACA (Segnalazione di Giovanni Dal Canton)

- AGOSTO SEMPRE APERTI -


30 ALPINI

(s.for.) Un rappresentante del Gruppo Alpini di San Daniele del Friuli, memore del cordiale incontro avuto con
alcuni di noi presso la sede in occasione della gita del Tornado dell’anno scorso in terra friulana, ha consegnato al
nostro Alessandro Bagatella l’opuscolo “Preghiera del mulo al suo conducente”, datato settembre 1956. Lo
pubblichiamo di seguito con la prefazione proprio degli amici Alpini di San Daniele, assieme alla poesia “Il nostro
cappello”, sempre a cura del Gruppo friulano.

Preghiera del mulo al suo conducente


Perché il Gruppo Alpini di San Daniele del Friuli (UD) ha voluto
riprodurre questo opuscolo? Perché pensiamo che lo stesso sia ri-
masto forse l’unico esistente ed è nostro piacere farlo conoscere.
Esso era edito dalla Brigata Alpina “Orobica” e veniva dato in
dotazione ai militari, conducenti di mulo, al loro primo incarico. Lo
scopo era ben preciso: quello di insegnare a convivere con detti
ammali senza fare o ricevere danno. In fondo essi chiedevano solo
di essere trattati con un certo riguardo. Dunque lo scopo è quello di
dare il giusto riconoscimento a questi amici degli Alpini, ormai
dispersi, che con loro hanno condiviso la naja, aiutandoli a
convivere ed a vivere nelle asperità della montagna, portando sulla
loro soma quanto serviva al sostentamento ed al combattimento.
Con questa divulgazione, vogliamo dunque che il moderno
progresso e la tecnologia non facciano dimenticare ANCHE i loro
sacrifici, silenziosamente sopportati in pace ed in guerra.

Non ridere, o mio conducente, ed ascolta questa mia preghiera. Quando rientriamo in caserma dopo un servizio,
non abbandonarmi subito, anche se ti senti stanco; pensa che anch'io ho lavorato e sono stanco più di te.
Se sono sudato, strofinami con un po’ di paglia e mettimi presto al riparo; per te è poca fatica, e mi risparmi i dolori
reumatici, tosse e coliche.
In scuderia, specialmente di notte, lasciami legato lungo, perché io possa giacere e riposarmi. E' vero che io posso
dormire stando anche in piedi, ma, credilo, io dormo e riposo bene anche quando sono sdraiato.
Ogni giorno puliscimi i piedi e lavami con una spugna ben bagnata.
Ogni tanto, e specialmente durante le piogge, dammi un po’ di grasso ai piedi: così mi eviterai malattie allo zoccolo.
Certo io non sono un animale fine; ma guardati bene dal pulirmi gli occhi con la spugna con la quale hai pulito gli
occhi ad un altro mulo, senza prima averla ben lavata; inoltre adopera due spugne, una per gli occhi e l’altra per le
altre parti del corpo, così mi eviterai malattie.
Un giorno ho sentito dire dal Capitano ad un conducente: «Un buon governo vale mezza razione», e questo è vero.
Io lavoro spesso nella polvere e nel fango, sudo, ho bisogno di essere ben governato; quando la mia pelle è pulita,
io mi sento rinfrancato e mangio di buon appetito, e tu fai bella figura perché mi presenti ai tuoi superiori col mantel-
lo ben lucido.
Fammi bere spesso acqua fresca e pulita, anche durante il lavoro. Se vedi che io non riesco a vincermi e bevo
troppo in fretta, distaccami dall’acqua; ma non farlo con brutti modi, perché mi faresti paura, eppoi lasciami ancora
bere quando voglio, senza avere fretta; l’acqua mi fa bene e non mi ubriaca.
Nel mettermi le bardature io divento irrequieto e tiro qualche calcio in aria, considera che anch'io, come te, posso
soffrire il solletico in qualche parte del corpo.
Accarezzami spesso e parlami, così imparerò a conoscere la tua voce, ti vorrò bene, sarò sempre buono e lavorerò
tranquillo.
Se faccio qualche movimento brusco, pensa che forse avrò avuto paura, non strapparmi con le redini e non darmi
calci, ma abbi pazienza e fammi qualche carezza. Vedrai che diventerò subito tranquillo.
Anche se tu sei stanco e sudato, o le mani sono intirizzite dal freddo, non risparmiarti la piccola fatica di accorciare
la braca quando si va in discesa, e di allungarla quando si va in salita, e soprattutto non attaccarti alla mia coda,
non tanto per la maggior fatica, quanto per i giorni di rigore che mi priverebbero della tua compagnia. Nelle salite ho
bisogno di essere libero nei movimenti, e perciò allungami la braca; e se la salita è forte cerca di accorciare il petto-
rale in maniera che il carico non mi vada sulle reni. Facendo ciò mi risparmierai fiaccature e cadute, ed io lavorerò
tranquillo.
Nelle salite io vado più svelto e tu non attaccarti al guinzaglio: mi stanchi, mi fai male alla bocca e puoi farmi perde-
re l’equilibrio e cadere.
In discesa io vado più piano e tu non tirarmi; vedrai che arriveremo lo stesso. Lasciami il guinzaglio e permetti che
io veda dove metto i piedi. Stai però pronto a sostenermi con le redini in caso che io inciampi. Basta il tuo aiuto per
un secondo per evitarmi la caduta.
Se inciampo aiutami, e ricordati che io sto più attento che posso per non cadere; non aggiungere alla mia paura le
tue strapponate e le tue parolacce che mi rendono nervoso e fanno venir voglia di scappare.
31 ALPINI

Se qualche volta io scappo ciò significa che io mi sono impaurito, adesso ci sono per le strade tante macchine che
fanno rumore e che al mio paese non ho mai visto. lo non le conosco ancora tutte e ti confesso che qualche volta
m'impressionano assai. Quando capita una macchinaccia di queste, non mi tirare le redini, ché mi impaurisco di più;
ma accarezzami specialmente sugli occhi e parlami con voce buona; vedrai che rimarrò tranquillo e non cercherò di
fuggire.
Abbi pazienza e non trattarmi male, perché io non sono cattivo. Mettimi bene la bardatura e guarda che ogni cin-
ghia sia della lunghezza giusta; in tal modo mi eviterai dolori e fiaccature.
Quando mi fai governo non mi passare le striglia
sulle gambe e sulla testa; pensa che mi fai male e
mi puoi produrre qualche ferita. Quando sei di
guardia scuderia non ti dimenticare di passare la
biada allo staccio; così leverai la polvere che c’è
sempre in mezzo e mi eviterai riscaldi.
Cerca di capirmi e non sfogare mai il tuo nervosi-
smo su di me. Sappi che le mie origini sono remo-
tissime, che Omero accennava ai miei servigi
nell’Iliade e nell'Odissea, e così Erodoto nella narra-
zione della spedizione di Ciro nel 583 a.C. in Babi-
lonia; che i romani mi adibirono al traino dei carri e
che quelli dei miei antenati, che avevano la fortuna
di avere un mantello bianco candido, furono prescel-
ti per essere attaccati alle bighe unitamente alle ze-
bre. Papi e Clero mi prescelsero per cavalcature di
cerimonia.
Ed in guerra, sulle bianche giogaie delle Alpi o
sull’aspra pietraia del Carso, attraverso disagi e pri-
vazioni, non fui forse il fedele amico del combattente
al quale portavo il rancio caldo talvolta persino in
trincea, ed i miei compagni non vennero forse feriti
ed uccisi oppure ebbero la loro brava ricompensa
Al lavoro nei
anche se questa fu loro concessa sotto forma di
aumento permanente della razione? boschi
Non dimenticare che so sopportare ogni privazione:
freddo, fame, sete, tormenta, fatica, mostrando di Due boscaioli di Campo,
avere la generosità del cavallo guerriero e dell'asino
contadino la pazienza. Qualche volta prossimo alla trapiantati a Quero, al lavoro in
meta, una pallottola o una scheggia ha mandato i Via Toà a Quero.
miei compagni a gambe all’aria con tutto il carico,
giù in fondo al burrone.
Sii sempre buono e paziente e pensa che anche noi Li riconoscete?
siamo di carne come te ed anche noi soffriamo.
E' vero che ho dei difetti ma, credilo pure, non sono Un amico…
una bestia feroce, e le mie orecchie tradiscono sempre le intenzioni poco amichevoli. Chi non mi conosce bene ri-
tiene che io sia sospettoso, cattivo, caparbio, irrequieto, vendicativo, ma chi vive la mia vita sa con quanta rasse-
gnazione e volontà io esplichi tutti i servizi, anche i più gravi, e con quale docilità e fedeltà io serva chi ha cura di
me.
Caro conducente, quando andrai in congedo e dovrai darmi in consegna al conducente recluta, cerca di spiegargli
bene i miei difetti, e raccomandagli come deve trattarmi così mi risparmierai un periodo di sofferenze, ed al dispia-
cere di vederti andar via non dovrò aggiungere quello di capitare in mano ad un coscritto poco pratico e cattivo.

ASTERISCO

Due amici per la


pelle, Charlie e
Buffon
(Segnalazione di Giovanni Dal Canton)
32 ATTUALITÀ

Concorso
fotografico
iscrizioni entro il 30 settembre

Il concorso gode del patrocinio delle Province di Belluno, Treviso e Venezia. La partecipazione è gratuita e aperta a
tutti. Il concorso è articolato in due sezioni:
• Junior, fino ai 16 anni, con particolare attenzione al mondo della scuola.
• Senior, dai 17 anni in poi.
Concorso: fotografa lo scorcio del Piave che più ti piace come se si trattasse di realizzare una cartolina di saluti. Metti in
evidenza un aspetto, un luogo, un personaggio lungo il corso del fiume, dalla sorgente alla foce. Lo scopo del concorso è
costruire una testimonianza collettiva del bacino fluviale, una galleria d’immagini di una parte tanto significativa del
territorio veneto troppo spesso abbandonata all’incuria e al degrado. Gli abitanti potranno in tal modo riprendere
possesso di luoghi purtroppo talvolta trascurati, i turisti conoscere angoli poco noti del fiume sacro. I partecipanti sono
invitati a spedire le proprie cartoline dal 30 maggio al 30 settembre 2010 all’indirizzo piave@mail.com con l’indicazione
di nome e cognome del partecipante, recapito telefonico, indirizzo e-mail e postale, denominazione del luogo fotografato
(con indicazione geografica precisa). Ogni partecipante può inviare un numero massimo di tre cartoline, la cui
dimensione non deve superare i 2 Mb per file. Le immagini devono essere salvate in formato jpg con una risoluzione
minima equivalente a 300 dpi per una dimensione di 13x18 cm. Le cartoline possono riguardare sia luoghi pubblici che
privati, purché lungo il corso del fiume Piave.
I materiali inviati potranno essere utilizzati, in tutto o in parte, per divulgare l’iniziativa al pubblico, anche attraverso mostre
e pubblicazioni successive. La partecipazione al concorso implica un’autorizzazione in tal senso.

Una bella recensione del libro, a cura di Giorgio Boatti, è uscita nell’inserto settimanale de “La Stampa” - “Tuttolibri”
del 26 giugno 2010, reperibile in rete a questo indirizzo:
http://www3.lastampa.it/fileadmin/media/settimanali/tuttolibri/PDF/9.pdf

CRONACA

Dario Andreazza, protagonista alla Castelli 24 ore


A cavallo tra venerdì 11 e sabato 12 Giugno si è disputata a Feltre la decima edizione della "Castelli 24 ore" , gara ci-
clistica rinomata per la sua unicità e bellezza. Nella edizione appena conclusa si è registrata la schiacciante vittoria
della squadra "Grondaflorex" capitanata dal famosissimo Davide Malacarne e tra le cui fila ha spiccato la presenza del

Querese Dario Andreazza (nella foto il terzo ciclista a partire da sinistra). I nostri sentiti complimenti al nostro
campioncino che sa sempre dare il meglio di sé nella vita come nello sport.
IMPIANTI ELETTRICI
civili e industriali
MOZZELIN SANDRO
Alano di Piave
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