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Anno XXXI
29.07.2010
Numero
564
PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO, VAS, SEGUSINO
Specialità:
Grigliate, Spiedi,
Selvaggina,
Porchette,
Pasta, Gnocchi,
Dolci fatti in casa.
Riposiamo il Lunedì
di De Paoli Cinzia & C. s.n.c. È gradita la prenotazione
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IL TORNADO Sede: Via J. Kennedy - 32031 FENER (Belluno). DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Mazzocco. REDATTORI: Sandro Curto, Silvio Forcellini. COLLABORATORI:
Alessandro Bagatella, Francesco Dal Canton, Ivan Dal Toè, Gianni De Girardi, Antonio Deon, Foto Comaron, Fotocolor Resegati, Silverio Frassetto, Ermanno Geronazzo, Cristiano
Mazzoni, Sergio Melchiori, Antonio Spada, Andrea Tolaini.
ABBONAMENTI: ITALIA Abbonamento annuale (18 numeri) 20,00 ESTERO Abbonamento annuale (18 numeri) 40,00.
L’ABBONAMENTO PUÒ ESSERE SOTTOSCRITTO O RINNOVATO NEI SEGUENTI MODI: 1- versando la quota sul c/c postale n. 10153328 intestato alla PRO LOCO di FENER; 2- pa-
gando direttamente ad uno dei nostri seguenti recapiti: NEGOZIO “DA MILIO” - Alano; PASTICCERIA “DOLCI PENSIERI” - Fener - BAR JOLE - Fener; MAURO MAZZOCCO - Quero;
ALESSANDRO BAGATELLA - Quero; BAR “PIAVE” Carpen - LOCANDA SOLAGNA - Vas; ANTONIO DEON - Vas; BAR “BOLLICINE” - Scalon; BAZAR di A. Verri - Segusino.
1 CRONACA
Tra i pochi Comuni ad ottenere contributi per un intervento del genere, decisamente all’avanguardia. Il
vicesindaco Codemo: «Siamo riusciti a piazzarci al vertice della graduatoria soprattutto in virtù
della gestione pianificata del patrimonio montano certificata secondo gli standard europei».
CRONACA
Dall’Australia in visita
ai parenti queresi
di Alessandro Bagatella
Nei giorni scorsi sono ritornati dall’Australia, dopo diversi anni, i coniu-
gi Giorgio Aloisi e Franca Berton, quest’ultima di origini queresi es-
sendo figlia di Gina Garbin, di Santa Maria, e di Pietro Berton, di Que-
ro, emigrati in Australia nel 1950. Franca si è sposata con Giorgio, ori-
ginario della provincia di Verona. Assieme hanno lavorato sino alla
pensione in una fattoria di loro proprietà, dedicandosi alla coltivazione
di uva, arance e altri tipi di frutta richiesti dal mercato locale. Ora in
pensione, hanno voluto fare una visita ai cugini di Santa Maria ((Dario,
Teresa, Silvana e Rino) e a quelli di Quero (Gian Francesco, Sonia,
Maria Teresa e Danilo). Purtroppo il tempo a loro disposizione non è
stato molto, anche se i cugini hanno cercato di portarli un po’ ovunque
per far loro vedere i nostri paesi e le nostre tradizioni. Dario e Teresa
hanno promesso che, ogniqualvolta volessero tornare, sono sempre
disponibili ad ospitarli. Dato che sono anche nostri abbonati, li ringraziamo di cuore per la loro fedeltà al nostro
giornale, sperando di rivederli quanto prima in Italia.
Cent’anni in due!
di Alessandro Bagatella
Nei giorni scorsi i gemelli Susanetto, Germano e Silvano
(che vediamo nella foto a fianco), hanno festeggiato i loro
cinquant’anni assieme ad amici e parenti. La festa per il
50° compleanno ha dato loro l’occasione per ricordare con
particolare affetto i genitori, Angelo e Antonietta, il dottor
Gianantonio Bortoluzzi, l’ostetrica Oliva Giacomin
ved.Vanin e i padrini Giancarlo Giannini e Rinaldo Baga-
tella. Purtroppo, a parte il dottor Bortoluzzi, le altre perso-
ne citate non ci sono più. Noi del Tornado ci uniamo ad
amici e parenti nel porgere a Germano e Silvano, nostri lettori di Quero, i più sinceri auguri per il loro complean-
no…da cent’anni in due.
SAN LORENZO
06-07-08 Agosto 2010
PROGRAMMA:
Venerdì 6 agosto
Ore 20.30: Serata di
giochi e musica per i
giovani con DJ “Gino”
Sabato 7 agosto
Ore 12.00: Apertura
capanno e pranzo con
il Circolo AUSER
Ore 20.30: Serata
danzante
Domenica 8 agosto
Ore 10.00: Apertura
stand gastronomico
Ore 10.30: S. Messa
nella chiesetta di S.
Lorenzo
Ore 16.00: Giochi per
tutti: rottura delle
pignatte, corsa con i
sacchi, baby caccia al
tesoro, giochi con
l’acqua (tempo
permettendo) e tante
altre novità
Ore 19.00 Consegna
borse di studio
Ore 20.30: Serata
danzante
Il tutto con pastasciutta, carne alla griglia, contorni di stagione, polenta,
vino, birra e… tanta allegria!
6 ATTUALITÀ
LETTERE AL TORNADO
CRONACA
Un tragico destino: otto anni fa il padre di Ezio Dal Fabbro fu investito sullo stesso tratto
CRONACA
Il
Comitato
San
Valentino
ringrazia
Le manifestazioni portate avanti
dal Comitato San Valentino, in
quel di Quero, incontrano
sempre il favore del pubblico.
L’iniziativa della festa di
Sant’Antonio, il 13 giugno
scorso, ha registrato ancora una
volta il gradimento del pubblico,
accorso prima alla celebrazione
delle funzioni religiose in onore
del Santo e poi fermatosi sotto
ai gazebo approntati per offrire
uno spuntino agli intervenuti.
Il Comitato, dalle pagine de “Il
Tornado”, ringrazia volontari,
collaboratori e quanti decretano,
con la loro presenza, la riuscita
delle manifestazioni.
10 PERSONAGGI
TEODORO LICINI
di Martino Durighello
Plaudo alla bella iniziativa della scuola di Quero pubblicata su “Il Tornado” n.560 del 20.05.2010.
È una iniziativa lodevole sotto ogni punto di vista: educativo, formativo, storico, culturale, artistico, ambientale,etc.
Notevole anche la proprietà del linguaggio tecnico-architettonico; ma di questo non si poteva dubitare, visto il nome del
coordinatore, arch. Mauro Miuzzi. In un'epoca in cui il linguaggio comune si è ridotto alla trasmissione di SMS, educare
al piacere della completezza, della precisione e proprietà di linguaggio credo sia fondamentale, se non vogliamo
ridurci a comunicare solo per gesti grotteschi e suoni gutturali come tanti gorilla. Ricordiamo che la lingua italiana è tra
le più ricche di vocaboli, dei quali noi usiamo solo una minima parte. È proprio il caso di dire: “Italiani, imparate
l'italiano!
Tutto bene, quindi.
Cioè, no! Il mio piacere di leggere un così bello studio ha ricevuto una battuta d'arresto una volta giunto al capitoletto:
“Gli affreschi di Isidoro Licini”. -Ahi, ahi, che lapsus- mi sono detto, -Peccato!- Infatti TEODORO, è il nome del pittore
nostro conterraneo, non Isidoro. Beh, ma un errore ci può stare, no? Ma, subito dopo leggo che l'artista sarebbe nato a
Campo di Alano di Piave.
-Eh, no! Teodoro Licini è nato ad Alano Capoluogo ed è ancora visibile la sua casa natale, la casetta di Casto Licini, la
prima della fila a sinistra dopo le scuole elementari per chi giunge in piazza.
Poco male, si dirà. Sì, forse; ma sarebbe stato molto semplice informarsi presso qualcuno che conobbe il Licini: ce ne
sono molti ad Alano, dove, tra l'altro vive Meneghetti, suo allievo, pittore tutt'altro che trascurabile, autore di pregevoli
opere tra cui vale la pena di ricordare alcuni dipinti di largo respiro nella chiesa parrocchiale e in canonica, nonché di
vari murales all'esterno di diverse case private di Alano.
Come poteva un insegnante della competenza e precisione dell'architetto Miuzzi essere caduto in questi (ed altri)
errori? Sicuramente è stato male informato. Ma da chi?
Mi sono quindi precipitato da Elvio Meneghetti (Via Valmorella – Alano) e qui ho potuto, credo, constatare la causa
degli errori.
In un poderoso volume di Roberto Binotto (Personaggi illustri della Marca trevigiana) è citato il Licini con un trafiletto di
una decina di righe e foto, il quale contiene questi ed altri errori.
Il bello (o meglio: il brutto) è che il Binotto cita: “Note avute dal pittore Elvio Meneghetti (1926-viv.) di Stra, allievo del
Licini...). Il Meneghetti, assai dispiaciuto, afferma (e non si può dubitarne) che egli aveva fornito dati esatti e mi faceva
notare come in quel volume vi fossero vari altri strafalcioni, anche su Antonio Nani (alanese) ed altri personaggi.
Purtroppo, se è vero che “verba volant et scripta manent” è anche vero che se lo scritto contiene errori, questi restano
e i posteri se ne ciberanno.
Dato a Cesare quel ch'è di Cesare, anche in difesa dell'Architetto Miuzzi, a cui rinnovo il mio plauso per la bella ed
importante iniziativa, vorrei approfittare di quest'occasione per far conoscere un po' meglio la figura e l'opera del Licini,
che non meritano di essere ignorate.
A dir il vero ad Alano del Licini c'è molto poco per non dire niente. Infatti non era molto stimato dai suoi concittadini che
lo consideravano solo un eccentrico senza arte né parte. Di ciò se ne lamenta lo stesso Licini anche in una lettera al
Meneghetti:- Ad Alano sono legato più al luogo che alle persone, alle quali poco importa di me.- Eh, già: “Nemo
propheta in patria”. Tanto che nel firmare gli affreschi della chiesa di Quero scrisse per dispetto “da Quero”.
(...e sempre per dare a Cesare quel che è di Cesare, diciamo anche che i due angeli e i due incensieri a lato del Cristo
Re sono opera del Meneghetti, allora allievo non ancora ventenne del Licini.)
Ad Alano, infatti, c'è solo un riquadro nel soffitto della parrocchiale, quello verso l'abside, che rappresenta il Primato di
Pietro e che non è altro che una riproduzione del precedente del Moro da Udine distrutto per il distacco dell'intonaco
(1939 ?), nonché il ritratto del parroco Don Ciscato (richiestogli dal successore Don Sebastiano) dipinto dal Licini nel
1968 a memoria, senza l'ausilio di alcuna foto. Lo testimonia il sottoscritto presente quando Don Sebastiano glielo
commissionò chiedendogli se gli serviva una fotografia: “No, no- rispose il pittore-ricordo benissimo!”. A Fener, nella
chiesetta dell'Addolorata, è conservata una bellissima tela di San Benedetto che era stata fatta per il capitello
omonimo. Null'altro. Eppure più volte aveva espresso il desiderio di lasciare un segno
della sua opera nel paese natale.
Nell'intento di esaudire questo suo desiderio in occasione dei festeggiamenti per il
bicentenario del Forcellini, proposi al Comitato di far realizzare dal Licini un mosaico
sulla facciata est (l'entrata) della Scuola elementare di Campo, in quell'occasione
intitolata ufficialmente al grande lessicografo campese. Il Licini, col quale avevo
parlato, ne era entusiasta ed era disponibile per un compenso di 400.000 lire
(praticamente il costo dei materiali e vitto e alloggio per il tempo necessario per la
realizzazione dell'opera, circa due mesi. La spesa fu dichiarata eccessiva (!?). Si
spesero poi £ 200.000 per il rinfresco! In quell'occasione l'unica persona che
sostenne la mia proposta fu Orazio Piccolotto, allora Presidente della Pro Loco, che
non venne ascoltato. Così Alano non può fregiarsi dell'opera del suo figlio illustre, i cui
dipinti sono sparse in tutta Italia, dalla Sicilia al Trentino, in Israele e in America. Sono
soprattutto affreschi e mosaici in chiese e monumenti, nonché numerosi ritratti di
importanti personalità. Fu, infatti, soprattutto, geniale come ritrattista.
Vorrei approfittare di questa occasione per far conoscere un po' meglio l'insigne
alanese che ebbi modo di frequentare spesso negli anni cinquanta del secolo scorso, in quanto egli fu legato da
sincera ed affettuosa amicizia con mio zio Don Martino Durighello che, in quegli anni, gli commissionò vari lavori: a
Bojon (e non Bajon !) una Pala dell'altare di San Nicola arricchita di una serie di pannelli in bianco e nero su aneddoti
della vita del Santo, bellissimi e, purtroppo, in parte distrutti per ignoranza ed incuria ed un affresco per il nuovo asilo
del paese. In questo dipinto egli ritrasse anche se stesso in colloquio con un altro personaggio nel quale avrebbe
voluto ritrarre mio zio che rifiutò. Per inciso dirò che anche il volto dell'evangelista Marco è un autoritratto; il Licini
aveva questo vezzo di ritrarsi (spesso invecchiato) nei personaggi dei suoi dipinti. In quel periodo, mentre era di stanza
11 PERSONAGGI
a Bojon, il Licini ebbe anche l'incarico di affrescare il soffitto della parrocchiale del paese limitrofo di Premaore, con i
momenti salienti della vita di San Giovanni Battista ed in seguito, quando mio zio fu trasferito a Zugliano (Vicenza),
abbellì con tre affreschi episodi della vita di Sant'Antonio nell'abside dell'altare dedicato al Santo.
Il Licini era persona estrosa, ma affabile, semplice fino a sembrare infantile e sprigionava simpatia e fascino. Aveva
l'abitudine di passeggiare, soprattutto da solo, per le vie del paese: osservava le persone e il paesaggio con fare
apparentemente distratto e meditabondo. Tornato a casa schizzava il ritratto
delle persone che aveva incontrato e che lo avevano maggiormente colpito per
qualche particolare su qualunque pezzo di carta o cartone gli capitasse
sottomano; disegni che sarebbero poi serviti per i suoi dipinti. Possedevo un
centinaio di tali schizzi che egli buttava non appena realizzati e che mi furono
ignorantemente distrutti come “sghiribizzi che non servono a niente”. Me ne
sono rimasti solo una decina che riuscii a salvare in extremis.
Concludo ricordando due opere del nostro: le formelle dei capitelli sulla strada
che porta alla “Madonna della Rocca” di Cornuda, opera giovanile e i grandi
affreschi del Tempio del Buon Pastore di Roma, tra cui spicca la colossale “Via
crucis Spaziale” (oltre 700 metri quadrati di superfici dipinte).
Suo grande desiderio era realizzare due lavori nell'ingresso del municipio di
Alano dedicati rispettivamente ad Egidio Forcellini e ad Antonio Nani. Una parte
di questo progetto ebbe modo di realizzarlo il suo allievo Elvio Meneghetti: il
Quando si dice:
“com’è piccolo il
mondo…”
Dusseldorf (Germania).
Alcuni residenti del Basso Feltrino si sono
fortuitamente incontrati in un autobus a
Dusseldorf in Germania.
L’incontro è stato motivo di un vivace colloquio a
vasto raggio avvenuto durante il viaggio verso
l’aeroporto terminato con uno splendido momento
conviviale nei pressi di un chiosco che vendeva
ottima birra tedesca.
Fulvio Mondin
COME ERAVAMO
12 LETTERE AL TORNADO
CRONACA
La fiaccola farà sosta presso i Monumenti ai Caduti di ogni Comune dove si terrà
una breve cerimonia alla presenza di Autorità, Associazioni e popolazione
«trarme in tèra e no dir mai pi vero gnent». Ma bisogna continuare, lo so, perché anche l’edera continua, e i coppi
cadono sempre di più, mentre le discendenze vicine e lontane si sviluppano e muoiono soltanto, si sa, per fare di più
coltura e cultura, come ho letto stamattina in un libro del vino Prosecco. Alla mia frase della ‘vita scomparsa’ ha
risposto Cappellin, sposo di Marioli, che quella vita scomparsa è, senz’altro, la vita futura. Poco tempo fa, avrei
protestato di fronte a parole simili; ora invece concordo del tutto. Ma non ne so più.
Si comincia a scrivere sempre dallo zero, e mi ritrovo qui, a cominciare dallo zero, a chiedermi cosa ho trovato quella
sera indimenticabile nelle case rovinose de I Broche. Tut e gnént, vero quel: tut e gnént. Due delle parole più amate da
poeti e romanzieri, come dice, tra sorrisi, un’amica. Ero, come il Bepi Roman del mio romanzo intitolato «Al prim», un
po’ deluso di non riuscire a trovare nessuno – a parte l’instancabile scrittore Mariano Lio – che si ricordasse o sapesse,
almeno grazie a ricerche, qualcosa dei Montagner detti ‘Botèr’, quelli miei, soprannome ancora vivissimo nella Chipilo
di oggi. Ho capito che da queste parti la memoria collettiva, orale, comincia con le spaventose sofferenze della Grande
Guerra (che, tra l’altro, noi cipilegni non riusciremo ancora a capire del tutto) e che questa memoria si è rinnovata con
tragedie strazianti come quella della diga del Vaiont. Cosa può offrire o dire di nuovo Chipilo a un Veneto che ha
dovuto rifarsi più volte, con dolori e urli che si seguitano a sentire nel silenzio delle montagne e i sassi? Forse davvero
molto poco. Ma bisogna ricordare che c’è stato un bombardamento prima di quello della Grande Guerra, un
bombardamento più intimo, più domestico, che però ha lasciato senza terra un gran numero di veneti. I Broche di
Cilladon sono per me oggi la prova più sconvolgente, da brivido, di queste vite scomparse, di nascite e morte
continentali, vite scomparse che però hanno lasciato come prova rimproverante quei sassi là, messi con sforzo e fede
uno sopra l’altro, uno accanto l’altro, dove oggi cresce, libera e gioiosa, l’edera e gli alberi in mezzo alle remote stanze.
Un proprio mistero da svelare, forse non con le risorse della scienza, ma sì con quelle della parola, orale o no, forse
questa volta con parole scritte. Ma in quale lingua? Mi sono posto una domanda quella notte lì, nella casa dei Miuzzi.
Tutto questo sopravvivere abbandonato: «parché, par chi, par far che?». Ho potuto percepire che la nostra gente viva
oggi è desiderosa di chi sa cosa: vuole parlare, trovare, riallacciare, riodorare secoli dopo gli odori delle radici, allo
stesso tempo che i morti ancora urlano. E qui ringrazio Alessandro Bagatella per l’entusiasta accoglienza e la volontà
di aiuto nelle mie ricerche. Uno scrittore, almeno nella mia personale opinione, è soltanto un morto anticipato che, per
le sue ferite di nascita, vuole lasciar al mondo tracce sufficienti per essere qualche volta rintracciato nella sua soggetti-
va obbiettività, nella sua collettiva individualità; ma, spesso, quel lavoro chiuso nelle stanze, lontani dalle vicende ‘reali’,
in apparenza indifferenti dei rapporti umani, lo si fa addirittura colpa e grazie – an milion de grazhie –, a quei fiati che
non immaginavano neanche per niente che, trascorsi i secoli, sarebbero anche loro obbiettivo di rintracciamenti fram-
mentari, mai più del tutto chiariti, misteriosi, disperati e disperanti.
Per finire, mi resta dire che ho intitolato questo scritto «Lucciole nella valle d’un bosco» perché, nella mia prima
passeggiata da solo lungo il verde notturno di Segusino, un po’ impaurito, e poi a Costesèle e anche nella strada di
ritorno dopo aver trovato I Broche a Cilladon, come fossero state d’accordo, le lucciole mi hanno festeggiato di
bellissime luci, quasi come in una storia fantastica «de quele dei noni»: proprio «i lustrùzh» che mio padre ci chiamava
fuori da bimbi per contemplare, insieme ai canti dei grilli, nelle profondità nude di montagne, piane e lontane, di Chipilo,
dove quasi solo il vulcano Popocatépetl ferisce la natura. Dunque, grazie anche alle lucciole, qua e là: da gninsulòc e
dapartut.
Nelle foto, dall’alto da dx: con Andrea Zanzotto; sulla Tomba di Malipiero. Sotto, da dx: In un vecchio fienile; con Oliva
e le sue acque.
16 ATTUALITÀ
Cronache
da...Bergamo
Dovevano esserci altre
istantanee e per questo
abbiamo atteso un bel po’.
Alla fine ci siamo decisi e
dell’adunata alpini dell’8/9
maggio 2010 proponiamo
questa foto che ritrae una
insolita formazione alpina. La
didascalia della foto digitale
recita testualmente: “il gruppo
alpini MEDA VIA capitanato
dal Presidente Thomas e dal
vecchio trombone Timillero” e
così ve la offriamo,
sottolineando il tono
scherzoso dello scatto.
Il 20 giugno dopo due anni, ci siamo ritrovati nuovamente da “San Bastian” per il 2° SIMON DAY, organizzato questa
volta da Giovanni e Rodolfo che dopo Livio e Raffaella si sono impegnati per realizzare il tutto. Felici per la riuscita
della festa con più di 50 partecipanti, ci aspettiamo un altro successo per il prossimo “Raduno” che con l'aiuto di Ivan,
si potrebbe svolgere in terra Piemontese, quindi salutiamo tutti e auguriamo ad Amabile e Roberta (prossime
organizzatrici) un “in bocca al lupo”.
LETTERE AL TORNADO
23 Edizione
a
Mostra di
PITTURA e
ARTIGIANATO
2010
DAL 24 luglio
AL 8 agosto
presso
Scuole Elementari
Alano di Piave
inaugurazione
Sabato 24 luglio - ore 18.45
ORARIO DI APERTURA
Venerdì ore 20.30 - 22.00
Sabato ore 20.00 - 22.30
Domenica ore 16.30 - 22.30
Luigi Maieron
Presso Palestra comunale di Alano di Piave
Ingresso libero
20 CRONACA
Si è concluso ieri il 4° torneo di tennis ASTRA TENNIS con l’affermazione del giovane querese Fabio Scuglia in fi-
nale sul feltrino Nicola Ruotolo, mentre in semifinale si sono piazzati rispettivamente Luca Zuanetti e Cesare Fran-
ceschin. Particolare di rilievo: tutti fanno parte del team allenato dall’istruttore federale Durante Roberto. Buona
l’affluenza di pubblico nell’intera settimana di gare. Da ricordare le attività proposte dall’Astra tennis:come ogni anno
grande successo per il corso di tennis con oltre 50 allievi; la novità di quest’anno è stata la collaborazione con il Tennis
Treviso (amichevoli, stage tecnici, tornei) e per finire la novità assoluta registrata nella giornata di sabato 17 luglio c/o
gli impianti sportivi di Quero e Vas: lo stage tecnico con l’Accademia Gilly's di Malta, nel corso del quale più di 40 ra-
gazzi, provenienti da Malta, si sono allenati nelle nostre strutture, sotto la guida dei maestri Durante Roberto e Gianlu-
ca carbone.
Errata corrige
A rettifica di quanto scritto sul Tornado nr.
559 del 5 maggio scorso, un lettore ci
segnala che la guida edita dalla Comunità
Montana riporta l’indicazione di gettare i
sacchetti di carta con interno in
alluminio (Tipo Mulino Bianco) nei
contenitori per la carta e cartone e
NON nel secco indifferenziato, comme
erroneamente indicato nell’articolo. Grazie
per l’attenta lettura e segnalazione.
21
Biblioteca
dell'Unione dei Comuni
del Basso Feltrino Sette Ville
Comuni di Quero e Vas
BIBLIOTECA DI QUERO
ORARIO DI APERTURA
nei mesi di luglio – agosto - settembre
MARTEDÌ dalle 9,00 alle 13,00
GIOVEDÌ dalle 14,30 alle 18,30
SABATO dalle 9,30 alle 12,00
sabato pomeriggio chiuso
tel. 0439 787097 – Fax 0439 787584 – E.mail : biblioteca.quero@feltrino.bl.it
******************************************
Biblioteca di VAS
La Biblioteca di Vas, causa lavori di ristrutturazione del Municipio, è stata
trasferita nella frazione di Marziai nello stabile delle ex scuole.
Nel periodo dal 20 luglio a metà ottobre
la Biblioteca sarà aperta il
martedì dalle 15,30 alle 18,00
Agraria
MARCHI
• ALIMENTI PER ANIMALI
• PRODOTTI PER L’AGRICOLTURA E IL GIARDINAGGIO
• PELLETS E TRONCHETTI • PRODOTTI FITOSANITARI
• BOMBOLE GPL • PIANTINE DA ORTO
7 – 8 Agosto 2010
Sabato 7
ore 17,00 Apertura Baita con servizio enogastronomico e ritrovo piloti
ore 20.30 Musica dal vivo con il gruppo “EX NOVO"
Domenica 8
ore 07,00 Apertura Baita con servizio enogastronomico
ore 10.00 Partenza della gara. Arrivo previsto per le ore 16.30
dalle ore 17.30 “Spiedo gigante” (anche per asporto)
Seguiranno le premiazioni
23 CRONACA
La foto di copertina
Lasciamo la parola all’autrice dello scatto di questa copertina: “la foto l'ho
fatta domenica quattro luglio in Paoda.
Come si può vedere le mucche si stavano rinfrescando dopo il pascolo della
giornata. Al momento della foto c'erano 29°...non è poco per quella
altitudine, 1200 mt., alle 13.30 circa.
La foto è stata scatta con una Canon digitale A620 da 7.1 mega. P.S.
Aggiungo la foto del nuovo nascituro di Cilladon... Luca !!!”
Mikela Dal Canton
Car. Edil
di Ferdinando Carraro
PITTORE RESTAURATORE
Via Roma - Quero (BL)
Cell. 339.2242637
24
Il Ricavato sarà devoluto alla Protezione Civile di Quero
25
Ristorante Bellunese
Pasta alla Trota, Pasta alla Pastora con ricotta affumicata, Pasta alla Boscaiola
Trota alla Griglia, Trota Fritta, Spezzatino di Cervo, Spezzatino de Mus,
Braciole, Salsicce, Formaggio Schiz, Formaggi Bellunesi, Sopressa ,
Porchetta, Fagioli, Patate Fritte, Verdure alla Griglia, dolci.
Birra e Vini selezionati.
Solo Carne e Pesce Freschi Italiani
Venerdì 13 Agosto 2009
ore 19,30: Apertura Ristorante con Cucina Bellunese
ore 21,00 : Musica e Cabaret con
Sabato 14 Agosto 2009
ore 9,30: Ritrovo Corsa non competitiva “ Liberi Sentieri ”
ore 10,00: Partenza Corsa non competitiva “ Liberi Sentieri ”
ore 12,00: Apertura Ristorante con Cucina Bellunese
ore 19,30: Apertura Ristorante con Cucina Bellunese
ore 20,00: Cena Speciale dedicata a:
Cena Re Maiale con Porchetta allo Spiedo
Prenotate al 0439 788443 - 366 45 95 970
ore 21,00 :
Domenica 15 Agosto 2009
ore 11,00: Messa alla grotta della Madonna di Lourdes
ore 12,00: Apertura Ristorante con Cucina Bellunese
ore 19,00: Apertura Ristorante con
Festival della Gastronomia di Montagna
ore 21,00 : Musica da ballo con
Associazione Pro Schievenin via Schievenin n. 108 d Quero (Bl) tel. 0439 788443
26 LETTERE AL TORNADO
Padania ladrona?
di Silvio Forcellini
E’ tornata prepotentemente d’attualità l’annosa questione delle
“quote latte”, cioè delle multe comminate dall’Unione Europea
agli allevatori italiani “rei” di aver munto più del consentito. Un
argomento, questo, che - non so perché - mi ha sempre incurio-
sito e di cui, pur essendo completamente estraneo alla materia,
ho cercato di capire di più, scrivendo poi le righe che seguono e
invitando altresì i lettori del Tornado a correggere mie eventuali
inesattezze.
Successivamente, la maggior parte degli allevatori, vista la brutta piega che stava prendendo la faccenda, si indebi-
tarono per saldare il debito con l’Unione Europea. Altri invece si rifiutano ancor oggi di pagare, una sparuta mino-
ranza - mille su quarantamila - che riesce ugualmente, però, a tenere sotto scacco il governo. Una spiegazione e-
sauriente credo la dia - nell’articolo che segue - Carlo Petrini, fondatore nel 1986 del movimento culturale interna-
zionale Slow Food e indicato dalla prestigiosa rivista Time tra le 100 personalità più influenti del pianeta.
Ma torniamo brevemente alle “quote latte” e alle multe dell’Unione Europea, scorrendo alcune cifre che mi hanno
aiutato ad orientarmi un po’ di più in questo ginepraio. Nel 1994 il governo italiano, a fronte dell’intero ammontare
delle multe comminate agli allevatori italiani nel periodo 1988-1993 (pari a 1.870 milioni), decideva semplicemente
di prelevare l’intera somma dalle casse dello Stato. Una specie di prelievo forzato ai danni di tutti i contribuenti e
una beffa per gli allevatori onesti.
Dieci anni dopo, nel 2003, nuove multe per 1.146 milioni venivano rateizzate in 14 anni, senza interessi, grazie
all’intervento del ministro Tremonti. Ma, nonostante questa “facilitazione”, accettavano di pagare poco più di 15 mila
aziende agricole (15.385, per la precisione) per complessivi 438 milioni. 708 milioni di questo secondo “blocco”, ri-
guardante il periodo 1995-2002, restavano quindi ancora da pagare, cui vanno aggiunti i 1.020 milioni rateizzabili in
30 anni, con interessi, relativi al periodo 2003-2009 (periodo per il quale sono stati sborsati sinora “solo” 135 milioni
sui 1.155 complessivamente dovuti).
Legalità: già all’inizio, nel 1984, alcuni allevatori cercarono di aggirare la legge. Chiamati ad autocertificare la loro
produzione per stabilire le quote, dichiararono molto meno del reale per coprire il “nero” e per non pagare più tasse.
Furbi, ma non lungimiranti. Le quote da allora si sono rivelate sottostimate e hanno generato tutti i problemi degli ul-
timi 25 anni, continuando a quanto pare (da procedimenti in corso e conclusisi) a coprire un complesso sistema di
evasione fiscale.
Nel 2003 siamo riusciti - proprio con Tremonti - a negoziare un accordo con la Ue, un pagamento in 14 anni senza
interessi per chiudere la questione.
Oggi c’è ancora chi si ostina a non pagare e vuole che altri (i contribuenti) paghino per lui. E’ giusto dire basta: sot-
toscrivo ciò che ha detto Fini («Non c’è libertà senza legalità») e sto dalla parte del ministro dell’agricoltura Galan,
che su questa vicenda ha ragione.
Sulle quote latte non mi trovo molto in linea con la Lega, invece, che difende gli interessi di pochi grandi imprendito-
ri agricoli che fanno parte dei suoi ranghi. Logico che stia dalla parte del suo elettorato, ma è meno logico che lo
faccia in palese violazione delle norme europee: ci si aspetterebbe un altro tipo di etica da chi ha coniato lo slogan
«Roma ladrona» e da chi ha mostrato in altre occasioni di avere a cuore i destini dei nostri agricoltori. Sono 19 i
principali debitori. Tra di loro c’è chi non solo non ha mai pagato quello che doveva la sua azienda, ma ha anche
venduto le sue quote, pur continuando a produrre a tonnellate.
La prossima settimana sono stato convocato a Bruxelles dalla Commissione agricoltura a condurre un workshop
per orientare la futura Pac. La politica agricola comune europea sarà infatti rivoltata come un calzino nei prossimi
mesi, e ci troviamo in un momento decisivo per il futuro dell’agricoltura italiana. Nel cercare di coprire pochi grandi
produttori non in regola, che fanno un’agricoltura insostenibile come quella degli allevamenti intensivi, ci stiamo gio-
cando tutta l’attendibilità in sede europea, rischiamo di farli arrabbiare davvero e non vedere accolte le nostre istan-
ze per una politica rinnovata e moderna, rispettosa della qualità, della sostenibilità, del ruolo decisivo dei contadini
nelle nostre campagne. In un momento drammatico per il settore, dove tutti sembrano produrre in perdita - non sol-
tanto i produttori di latte - vogliamo davvero fare questa figura barbina? Passare per i soliti “furbetti italiani”?
In fatto di agricoltura potremmo davvero dettare noi l’agenda europea, siamo i secondi del continente per produzio-
ne, ospitiamo una diversità unica, figlia di tradizioni e culture difficilmente riscontrabili altrove. Tutto ciò è in pericolo
per politiche dissennate, per un incaponimento a favore di un’agricoltura intensiva di modello anglosassone e Nord
europeo che non dovrebbe avere nulla a che vedere con noi.
Perché in Europa vincono sempre gli interessi degli altri Paesi e delle lobbies dell’agroindustria? Continuando di
questo passo, con questa reputazione, finiremo per contare come il due di picche. La nostra civiltà agricola dovreb-
be essere la punta di diamante di un’Italia orgogliosa e sapiente, che fa cultura con i suoi prodotti: se cercheremo
l’ennesima scappatoia dalla legalità peggioreremo un’immagine che alimenta i soliti pregiudizi contro gli italiani. A
questo punto sarebbe bello se i bravi agricoltori, quelli che producono bene tra mille fatiche e apprensioni per il futu-
ro, si ribellassero. Che facciano sfilare loro i trattori e le bestie contro questi colleghi che stanno minando da soli tut-
to il comparto, e facciano capire a tutti che l’agricoltura italiana è tutt’altra cosa: nobile, civile, saggia.
(le foto sono tratte dal libro “Alano di Piave” edito dall’Amministrazione comunale, testo di Italo Zandonella Callegher e foto di Carlo Bazan)
Al lavoro nei
boschi
Due boscaioli di Campo,
trapiantati a Quero, al lavoro in
Via Toà a Quero.
Li riconoscete?
Un amico…
(s.for.) Un rappresentante del Gruppo Alpini di San Daniele del Friuli, memore del cordiale incontro avuto con
alcuni di noi presso la sede in occasione della gita del Tornado dell’anno scorso in terra friulana, ha consegnato al
nostro Alessandro Bagatella l’opuscolo “Preghiera del mulo al suo conducente”, datato settembre 1956. Lo
pubblichiamo di seguito con la prefazione proprio degli amici Alpini di San Daniele, assieme alla poesia “Il nostro
cappello”, sempre a cura del Gruppo friulano.
Non ridere, o mio conducente, ed ascolta questa mia preghiera. Quando rientriamo in caserma dopo un servizio,
non abbandonarmi subito, anche se ti senti stanco; pensa che anch'io ho lavorato e sono stanco più di te.
Se sono sudato, strofinami con un po’ di paglia e mettimi presto al riparo; per te è poca fatica, e mi risparmi i dolori
reumatici, tosse e coliche.
In scuderia, specialmente di notte, lasciami legato lungo, perché io possa giacere e riposarmi. E' vero che io posso
dormire stando anche in piedi, ma, credilo, io dormo e riposo bene anche quando sono sdraiato.
Ogni giorno puliscimi i piedi e lavami con una spugna ben bagnata.
Ogni tanto, e specialmente durante le piogge, dammi un po’ di grasso ai piedi: così mi eviterai malattie allo zoccolo.
Certo io non sono un animale fine; ma guardati bene dal pulirmi gli occhi con la spugna con la quale hai pulito gli
occhi ad un altro mulo, senza prima averla ben lavata; inoltre adopera due spugne, una per gli occhi e l’altra per le
altre parti del corpo, così mi eviterai malattie.
Un giorno ho sentito dire dal Capitano ad un conducente: «Un buon governo vale mezza razione», e questo è vero.
Io lavoro spesso nella polvere e nel fango, sudo, ho bisogno di essere ben governato; quando la mia pelle è pulita,
io mi sento rinfrancato e mangio di buon appetito, e tu fai bella figura perché mi presenti ai tuoi superiori col mantel-
lo ben lucido.
Fammi bere spesso acqua fresca e pulita, anche durante il lavoro. Se vedi che io non riesco a vincermi e bevo
troppo in fretta, distaccami dall’acqua; ma non farlo con brutti modi, perché mi faresti paura, eppoi lasciami ancora
bere quando voglio, senza avere fretta; l’acqua mi fa bene e non mi ubriaca.
Nel mettermi le bardature io divento irrequieto e tiro qualche calcio in aria, considera che anch'io, come te, posso
soffrire il solletico in qualche parte del corpo.
Accarezzami spesso e parlami, così imparerò a conoscere la tua voce, ti vorrò bene, sarò sempre buono e lavorerò
tranquillo.
Se faccio qualche movimento brusco, pensa che forse avrò avuto paura, non strapparmi con le redini e non darmi
calci, ma abbi pazienza e fammi qualche carezza. Vedrai che diventerò subito tranquillo.
Anche se tu sei stanco e sudato, o le mani sono intirizzite dal freddo, non risparmiarti la piccola fatica di accorciare
la braca quando si va in discesa, e di allungarla quando si va in salita, e soprattutto non attaccarti alla mia coda,
non tanto per la maggior fatica, quanto per i giorni di rigore che mi priverebbero della tua compagnia. Nelle salite ho
bisogno di essere libero nei movimenti, e perciò allungami la braca; e se la salita è forte cerca di accorciare il petto-
rale in maniera che il carico non mi vada sulle reni. Facendo ciò mi risparmierai fiaccature e cadute, ed io lavorerò
tranquillo.
Nelle salite io vado più svelto e tu non attaccarti al guinzaglio: mi stanchi, mi fai male alla bocca e puoi farmi perde-
re l’equilibrio e cadere.
In discesa io vado più piano e tu non tirarmi; vedrai che arriveremo lo stesso. Lasciami il guinzaglio e permetti che
io veda dove metto i piedi. Stai però pronto a sostenermi con le redini in caso che io inciampi. Basta il tuo aiuto per
un secondo per evitarmi la caduta.
Se inciampo aiutami, e ricordati che io sto più attento che posso per non cadere; non aggiungere alla mia paura le
tue strapponate e le tue parolacce che mi rendono nervoso e fanno venir voglia di scappare.
31 ALPINI
Se qualche volta io scappo ciò significa che io mi sono impaurito, adesso ci sono per le strade tante macchine che
fanno rumore e che al mio paese non ho mai visto. lo non le conosco ancora tutte e ti confesso che qualche volta
m'impressionano assai. Quando capita una macchinaccia di queste, non mi tirare le redini, ché mi impaurisco di più;
ma accarezzami specialmente sugli occhi e parlami con voce buona; vedrai che rimarrò tranquillo e non cercherò di
fuggire.
Abbi pazienza e non trattarmi male, perché io non sono cattivo. Mettimi bene la bardatura e guarda che ogni cin-
ghia sia della lunghezza giusta; in tal modo mi eviterai dolori e fiaccature.
Quando mi fai governo non mi passare le striglia
sulle gambe e sulla testa; pensa che mi fai male e
mi puoi produrre qualche ferita. Quando sei di
guardia scuderia non ti dimenticare di passare la
biada allo staccio; così leverai la polvere che c’è
sempre in mezzo e mi eviterai riscaldi.
Cerca di capirmi e non sfogare mai il tuo nervosi-
smo su di me. Sappi che le mie origini sono remo-
tissime, che Omero accennava ai miei servigi
nell’Iliade e nell'Odissea, e così Erodoto nella narra-
zione della spedizione di Ciro nel 583 a.C. in Babi-
lonia; che i romani mi adibirono al traino dei carri e
che quelli dei miei antenati, che avevano la fortuna
di avere un mantello bianco candido, furono prescel-
ti per essere attaccati alle bighe unitamente alle ze-
bre. Papi e Clero mi prescelsero per cavalcature di
cerimonia.
Ed in guerra, sulle bianche giogaie delle Alpi o
sull’aspra pietraia del Carso, attraverso disagi e pri-
vazioni, non fui forse il fedele amico del combattente
al quale portavo il rancio caldo talvolta persino in
trincea, ed i miei compagni non vennero forse feriti
ed uccisi oppure ebbero la loro brava ricompensa
Al lavoro nei
anche se questa fu loro concessa sotto forma di
aumento permanente della razione? boschi
Non dimenticare che so sopportare ogni privazione:
freddo, fame, sete, tormenta, fatica, mostrando di Due boscaioli di Campo,
avere la generosità del cavallo guerriero e dell'asino
contadino la pazienza. Qualche volta prossimo alla trapiantati a Quero, al lavoro in
meta, una pallottola o una scheggia ha mandato i Via Toà a Quero.
miei compagni a gambe all’aria con tutto il carico,
giù in fondo al burrone.
Sii sempre buono e paziente e pensa che anche noi Li riconoscete?
siamo di carne come te ed anche noi soffriamo.
E' vero che ho dei difetti ma, credilo pure, non sono Un amico…
una bestia feroce, e le mie orecchie tradiscono sempre le intenzioni poco amichevoli. Chi non mi conosce bene ri-
tiene che io sia sospettoso, cattivo, caparbio, irrequieto, vendicativo, ma chi vive la mia vita sa con quanta rasse-
gnazione e volontà io esplichi tutti i servizi, anche i più gravi, e con quale docilità e fedeltà io serva chi ha cura di
me.
Caro conducente, quando andrai in congedo e dovrai darmi in consegna al conducente recluta, cerca di spiegargli
bene i miei difetti, e raccomandagli come deve trattarmi così mi risparmierai un periodo di sofferenze, ed al dispia-
cere di vederti andar via non dovrò aggiungere quello di capitare in mano ad un coscritto poco pratico e cattivo.
ASTERISCO
Concorso
fotografico
iscrizioni entro il 30 settembre
Il concorso gode del patrocinio delle Province di Belluno, Treviso e Venezia. La partecipazione è gratuita e aperta a
tutti. Il concorso è articolato in due sezioni:
• Junior, fino ai 16 anni, con particolare attenzione al mondo della scuola.
• Senior, dai 17 anni in poi.
Concorso: fotografa lo scorcio del Piave che più ti piace come se si trattasse di realizzare una cartolina di saluti. Metti in
evidenza un aspetto, un luogo, un personaggio lungo il corso del fiume, dalla sorgente alla foce. Lo scopo del concorso è
costruire una testimonianza collettiva del bacino fluviale, una galleria d’immagini di una parte tanto significativa del
territorio veneto troppo spesso abbandonata all’incuria e al degrado. Gli abitanti potranno in tal modo riprendere
possesso di luoghi purtroppo talvolta trascurati, i turisti conoscere angoli poco noti del fiume sacro. I partecipanti sono
invitati a spedire le proprie cartoline dal 30 maggio al 30 settembre 2010 all’indirizzo piave@mail.com con l’indicazione
di nome e cognome del partecipante, recapito telefonico, indirizzo e-mail e postale, denominazione del luogo fotografato
(con indicazione geografica precisa). Ogni partecipante può inviare un numero massimo di tre cartoline, la cui
dimensione non deve superare i 2 Mb per file. Le immagini devono essere salvate in formato jpg con una risoluzione
minima equivalente a 300 dpi per una dimensione di 13x18 cm. Le cartoline possono riguardare sia luoghi pubblici che
privati, purché lungo il corso del fiume Piave.
I materiali inviati potranno essere utilizzati, in tutto o in parte, per divulgare l’iniziativa al pubblico, anche attraverso mostre
e pubblicazioni successive. La partecipazione al concorso implica un’autorizzazione in tal senso.
Una bella recensione del libro, a cura di Giorgio Boatti, è uscita nell’inserto settimanale de “La Stampa” - “Tuttolibri”
del 26 giugno 2010, reperibile in rete a questo indirizzo:
http://www3.lastampa.it/fileadmin/media/settimanali/tuttolibri/PDF/9.pdf
CRONACA
Querese Dario Andreazza (nella foto il terzo ciclista a partire da sinistra). I nostri sentiti complimenti al nostro
campioncino che sa sempre dare il meglio di sé nella vita come nello sport.
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