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Le polmoniti da ipersensibilità sono dovute da una esagerata risposta di tipo immunologico, c’è un
eccesso di risposta nell’organismo, e questo provoca un processo infiammatorio a carico del
tessuto polmonare soprattutto nelle zone delle ultime terminazioni bronchiali e negli alveoli.
Questa risposta di tipo immunologico è dovuta nei confronti di un antigene (che può essere di
varia natura) che ha stimolato questa risposta immunitaria.
EPIDEMIOLOGIA:
Non esistono dei dati chiari e certi sulla reale epidemiologia di questa patologia, perchè spesso è
legata a esposizioni o antigeni presenti in determinate aree geografiche o in relazione a specifiche
attività professionali
EZIOLOGIA:
- Batteri, funghi e proteine di derivazione animale o sostanze chimiche che fungono da antigeni,
stimolando il sistema immunitario, e determinano delle reazioni immunologiche di 3° e 4° tipo,
ovvero produzione di anticorpi e formazione di immunocomplessi o reazioni cellulo-mediate che
portano alla formazione di granulomi, che rappresentano quelle lesioni che portano poi al danno
polmonare e all’insorgenza della malattia.
- Fino ad oggi sono stati individuati almeno 300 diversi antigeni in grado di indurre una polmonite
da ipersensibilità. Queste 300 diverse sostanze (proteiche o chimiche) riescono a stimolare il
sistema immunitario in soggetti predisposti dal punto di vista genetico e che quando inalano tali
sostanze sviluppano un eccessiva risposta da parte del loro sistema immunitario.
Batteri:
- Actinomiceti termofili: essi determinano una malattia chiamata “polmone del contadino”,
classico esempio di polmonite da ipersensibilità.
Il contadino durante l’estate raccoglie il fieno, che durante i mesi invernali serve come cibo per gli
animali; il fieno viene raccolto e conservato nel fienile, nel quale può succede che si creino delle
condizioni di temperatura e umidità particolari tali da far sviluppare all’interno del fieno gli
actinomiceti termofili. Quando il contadino durante l’inverno andrà a prelevare il fieno per darlo
agli animali inalerà questi antigeni, i quali stimoleranno il suo sistema immunitario determinando
la polmonite da ipersensibilità, con annessa sintomatologia data da tosse e dispnea.
- Bagassosi: riguarda i lavoratori della canna da zucchero
- Coltivatori di funghi: i funghi vengono coltivati o in delle serre o in delle aree particolarmente
umide con determinate temperature dove facilmente possono nascere e svilupparsi germi che
fungono da antigeni. Ciò può avvenire anche a livello dei condizionatori e umidificatori.
- Lifeguard lung (polmone del bagnino): nelle piscine al chiuso c’è molta umidità, ci sono delle
zone dove c’è sempre dell’acqua, che và in alcuni angoli o zone attorno alla piscina, dove possono
svilupparsi germi, ed essendo che il bagnino è sempre esposto a tali zone può sviluppare la
patologia.
Funghi:
- Muffe: come quelle che si creano nelle pareti dove vi sono infiltrazioni di acqua
- Falegnamerie: spesso ci sono dei germi che si annidano sotto la corteccia degli alberi
- Musicisti: sono perlopiù colpiti i musicisti di strumenti a fiato, i quali soffiando emettono
particelle di saliva che si annidano negli angoli dei circuiti dello strumento, dove possono
svilupparsi dei germi; quando lo strumento viene utilizzato nuovamente essi vengono inalati, non
causando un infezione ma bensi una reazione immunologica
PATOGENESI:
1) Esposizione all’antigene con una carica antigenica adeguata: es. il contadino che ha una
predisposizione genetica il quale prende il fieno.
2) Risposta immunologica combinata tipo 3 e 4: scatenata dall’incontro tra l’antigene e le cellule
del sistema immunitario.
Secondo la classificazione di Gell e Coombs, che prevede 4 tipologie principali di risposta
immunologica:
- Risposta 3° tipo = è quella che porta alla formazione di anticorpi, i quali si legano all’antigene (es.
sostanze presenti nel fieno), e ciò fa formare degli immunocomplessi, i quali a loro volta
determinano una reazione infiammatoria in quanto si depositano a livello della membrana
alveolare
- Risposta di 4° tipo = sono quelle risposte mediate da cellule, che portano alla formazione di
granulomi; il motivo per il quale si forma il granuloma è il tentativo dell’organismo di isolare
l’antigene/immunocomplessi, ovvero di formare una sorta di barriera attorno. La formazione di
granulomi sostituisce e danneggia il tessuto polmonare.
PATOGENESI:
A livello degli alveoli le cellule maggiormente presenti sono i macrofagi, i quali aggrediscono
l’antigene, i quali vengono inglobati e processati.
L’antigene viene presentato ai Linfociti T --> punto di partenza della risposta immunitaria
A questo punto succedono 2 cose:
- Si ha la differenziazione dei linfociti T in senso th1, i quali determinano una risposta immunitaria
di tipo cellulo-mediata.
Ulteriore conseguenza di tale differenziazione è data dalla produzione di citochine che sono
caratteristiche dei linfociti th1, e la formazione da un lato di anticorpi specifici per l’antigene
(immunocomplessi), e dall’altro la formazione di granulomi
- L’interazione tra il macrofago e il linfocita porta a un richiamo di neutrofili: questo perchè i
macrofagi hanno prodotto tutta una serie di sostanze, in particolar modo l’interleuchina 8, che è
un potente fattore chemiotattico proprio per i neutrofili; in sostanza vengono richiamate cellule
infiammatorie.
Tutte queste situazioni assieme determinano un processo infiammatorio a livello alveolare -->
alveolite
CLASSIFICAZIONE:
Le polmoniti da ipersensibilità in base all’insorgenza dei sintomi, alla durata e alla frequenza di
esposizione all’antigene possono essere classificate in:
Forme acute
Forme subacute
Forme croniche
SINTOMATOLOGIA:
Forma acuta:
I sintomi compaiono poche ore dopo all’esposizione all’antigene
I sintomi sono = tosse, dispnea, affanno, senso di costrizione toracica, febbre, malessere
generale, brividi, dolori muscolari
All’esame obiettivo del torace sentiremo dei rantoli ( gorgoglii) dati dalla presenza di essudato
infiammatorio a livello degli alveoli
Forma subacuta:
Sono delle forme più subdole e difficili da riconoscere in quanto più costante, meno evidente ed
intensa
E’ caratterizzata da tosse, espettorato, dispnea, costrizione toracica, perdita delle forze,
malessere generale, astenia
Forma cronica:
I sintomi diventano cronici e più gravi col passare del tempo
In sintomi sono da mettere in relazione con la progressione verso la fibrosi polmonare
La cronicizzazione del processo infiammatorio porta alla trasformazione delle aree di
infiammazione in aree di fibrosi --> processo e danno polmonare irreversibile
DIAGNOSI:
Per riconoscere se ci troviamo dinanzi a una polmonite per ipersensibilità e di quale delle 3 forme
si tratti si deve ricorrere ad una serie di indagini diagnostiche che:
o Partono dalla raccolta dei sintomi e dall’esame obiettivo del torace
o Passano attraverso un anamnesi
Successivamente si faranno:
o Funzione polmonare (spirometria che valuta se c’è una ostruzione a livello bronchiale o se c’è
un danno di tipo fibrotico
o Diffusione alveolo-capillare: si valutano gli scambi dei gas
o Test da sforzo
o Valutazione saturimetrica: per valutare se c’è ipossemia, ovvero riduzione dell’ossigeno nel
sangue
o Radiografia o tac del torace: possono mostrare i segni dell’infiammazione, specialmente nelle
forme acute e subacute, sotto forma di una tipologia di lesione chiamata “ground-glass”
(vetro smerigliato) --> infiltrati lineari o nodulari diffusi sotto forma di aree di opacamento a
livello polmonare che corrispondono a infiammazione; se mettiamo in relazione questi segni
con una esposizione a un antigene possiamo incominciare a orientarci per una diagnosi di
polmonite da ipersensibilità.
Le forme croniche invece evidenzieranno alla tac delle lesioni sotto forma di cisti contigue che
assomigliano alle cellette di un alveare --> “honeycombing” (polmone a favo d’ape)
o Esami da laboratorio: è possibile dosare gli anticorpi specifici; quest’ultimi nei confronti
dell’antigene si chiamano “precipitine” e sono degli anticorpi igG
o Lavaggio broncoalveolare (BAL): serve per vedere se c’è un alveolite linfocitaria a livello
polmonare. La alveolite è linfocitaria perchè i macrofagi stimolano i linfociti che proliferano;
l’aumento dei linfociti (superiore al 30 %), in particolar modo i linfociti CD8 --> molto
suggestivo per diagnosi di polmonite per ipersensibilità
o Biopsia polmonare: si ricorre a quest’ultimo strumento quando permane il dubbio
diagnostico. Con la biopsia dobbiamo cercare l’alveolite e la presenza dei granulomi, ovvero le
2 lesioni elementari che sono caratteristiche della polmonite da ipersensibilità, e quindi quello
che il patologo cerca nel tessuto polmonare prelevato
ANAMNESI:
TERAPIA:
La cosa più importante da fare è data dall’identificazione e allontanamento dell’antigene,
soprattutto nella forma acuta e subacuta.
Nei casi di paziente con tosse e senso di costrizione toracica può aiutare l’utilizzo degli steroidi
e dei broncodilatatori, ma non è spesso la soluzione risolutiva per la malattia.
Nei casi che cronicizzano, quindi dove troviamo una fibrosi polmonare diffusa irreversibile,
certe volte il trapianto del polmone può rappresentare l’unica soluzione terapeutica per
questi pazienti