ALIMENTAZIONE
Peso corporeo ideale: ci sono varie formule per poterlo calcolare ma generalmente si utilizza
questa= altezza in cm – 100 per l’uomo e altezza in cm- 104 per la donna. Un’altra formula più
attendibile però è quella di Lorenz:
Quindi il nostro peso ideale si può calcolare secondo questa formula che è però indicativa non
assoluta. Negli stati uniti d’America dove vi è un sistema sanitario diverso dal nostro (quindi non
gratuito) vengono utilizzate delle tabelle che vengono fornite dalle aziende assicurative per vedere
ad esempio se un soggetto è in sovrappeso e quindi se sarà più a rischio di riscontrare eventuali
malattie.
Un’ altro aspetto molto importante è il fabbisogno calorico basale e lo si può calcolare facendo,
per gli uomini; 25-30 calorie × kg di peso corporeo ideale. Mentre per le donne; 25-30 calorie × kg
di peso corporeo ideale – 20%. Si usa per fare un programma alimentare per mantenere il peso
ideale nell’arco del tempo. Per le persone adulte o anziane, però è più complicato perdere peso e
mantenere un peso forma “ideale”.
Quindi bisogna considerare l’età (per ogni decennio a partire da 31 anni: - 5%), il lavoro che si
svolge (sedentario: +20-30%; pesante: 50-100%), la composizione degli alimenti (55-60% glucidi,
15-20% proteine, 25-30% lipidi. Quindi devono essere assunti nelle proporzioni adeguate e da
modificare qualora ci siano degli accessi o della carenza del peso). Dobbiamo considerare anche le
eventuali deficienze proteiche e carenza di acidi grassi essenziali, l’iper-contenuto lipidico
(aterosclerosi), il deficit di vitamine e di minerali.
obesità si parla di obesità quando l’indice di massa corporea (il cosiddetto BMI body mass
index che si calcola facendo kg: altezza al quadrato) è >30; infatti da 18 a 25 si dice che il BMI è
normale da 25 fino a 30 si parla di sovrappeso. In particolare, l’obesità può essere lieve (da 30 a 35
BMI), moderata (da 35 a 40 BMI) e grave (> 40 che può richiedere anche una eventuale chirurgia
bariatrica)
SETE ED INTRODUZIONE DEI LIQUIDI
La facies adenoidea (le adenoidi sono delle vegetazioni che si costruiscono all'interno della
cavità nasale che non permettono la respirazione e quindi il soggetto è obbligato a
respirare attraverso la bocca).
Poi possiamo avere un’acromegalia in cui un aumento del GH, ovvero dell'ormone della
crescita, porta nel bambino ad un gigantismo. Ma quando questo GH aumenta nella
persona adulta già formata dal punto di vista scheletrico cosa succede? Le ossa non si
possono più allungare come nel caso del bambino, ma si ispessiscono quindi avviene
l'ispessimento delle ossa del viso, della teca cranica e delle mani.
Poi abbiamo una facies mixedematosa per problemi alla tiroide
Facies lunaris F
Facies mongoloide
Facies nefritica (dove si hanno formazioni pubeose)
Facies cushingoide
Facies Leonina. Poi abbiamo situazioni come l'esoftalmo che è tipico di una patologia
tiroidea
Facies angosciata in un soggetto che è in preda ad un attacco di angina pectoris, e una
facies ansiosa in un soggetto ipertiroideo.
Poi abbiamo l’esoftalmo che è la
protrusione patologica di uno o
entrambi i globi oculari verso l'esterno
delle relative orbite. La causa più
frequente di esoftalmo, è il morbo di
Graves (ipertiroidismo), che provoca
edema e infiltrazione linfoide dei
tessuti orbitari.
Erosione;
Ragade; possono avvenire durante l’allattamento nell’areola mammaria e, proprio per
questo motivo la donna è costretta molto spesso ad interrompere l’allattamento. Quindi la
ragade è una piccola fessurazione con la scopertura delle terminazioni nervose che danno
dolore.
Ulcere
Piaghe; da decubito che determinano una stasi sanguigna con conseguente
ischemizzazione di una zona specifica del paziente allettato.
Cicatrici
Croste
Graffi
Geloni
Annessi cutanei
CAPELLI
Tossi-infettive
Prodotti di decomposizione dei tessuti neoplastici
Traumi
Emolisi acuta
Malattie allergiche
APPARATO MUSCOLARE
DIABETE
Quando si ha uno scompenso glucidico, la prima cosa la prima cosa che il paziente fa, dal punto di
vista cronologico è andare in bagno ad urinare. Quando la glicemia inizia ad aumentare, il rene a
livello dei tubuli ha la capacità di riassorbire tutto il glucosio e quindi questo nell’urina non passa,
ma se si supera questa soglia renale che è di circa 180, il rene non ce la fa a riassorbirlo e il
glucosio va in vescica. Il nostro sistema però è un sistema flessibile non rigido, quindi se il glucosio
passa nelle urine il nostro organismo richiama acqua, quindi il soggetto inizia ad avere glicosuria e
poliuria e, contemporaneamente, il paziente avrà necessità di bere aumentando il periodo di
minzione. Sono 5 i sintomi del diabete: poliuria, polidipsia, dimagrimento, polifagia, astemia.
Quand’è che dobbiamo considerare un soggetto diabetico? Quando la glicemia a digiuno è
superiore a 126. Il range che va da 100 a 126 si chiama di alterata glicemia a digiuno; ipoglicemia
quando è al di sotto di 70.
Quando il soggetto ha una glicemia che va da 100 a 126 si attua il test di curva da carico orale di
glucosio che serve a capire OGTI; in questo test al paziente verrà prima un prelievo a digiuno, poi
prende 75g di glucosio aromatizzato e due ore dopo gli verrà fatto di nuovo il prelievo della
glicemia; se la glicemia 2 ore dopo il test è superiore a 200 il soggetto è diabetico, se invece ha una
glicemia tra 140 e 150 vuol dire che il soggetto ha una ridotta tolleranza al glucosio ed è una
situazione recuperabile, mentre se è sotto i 140 ha una curva da carico orale di glucosio normale.
DIABETE MELLITO è una patologia comune e sottostimata che causa eventi/danni macro e micro-
vascolari.
Ci sono tre organi in cui può presentarsi il danno micro-vascolare;
- Negli occhi si ha la retinopatia diabetica (i capillari iniziano a riversare fluidi, lipidi e si
occludono, provocando edema (gonfiore) e conseguente ischemia retinica. Oppure
microaneurismi, emorragie, essudati e trombosi).
Complicanze macro-vascolari
- Malattia cardiovascolare e cerebrovascolare: I soggetti con diabete mellito hanno un
aumentato rischio di sviluppare complicanze cardiovascolari nel corso della loro vita. Vi è
un marcato aumento del rischio di coronaropatia, scompenso cardiaco, infarto del
miocardio, arteriopatia periferica, malattia cerebrovascolare e morte improvvisa nei
soggetti con diabete mellito rispetto alla popolazione generale. L’aumento della disabilità e
della mortalità per eventi cardiovascolari sembra essere correlato al sinergismo
dell’iperglicemia cronica con altri fattori di rischio (dislipidemia, ipertensione, obesità,
ridotta attività fisica e fumo). Gli individui con DM hanno altresì una maggiore incidenza di
scompenso cardiaco. La causa di questa anormalità comprende diversi fattori
(multifattoriale) come l’ischemia miocardica, l’ipertensione e la disfunzione miocardica
secondaria all’iperglicemia.
- Arteriopatia obliterante agli arti inferiori: Il paziente con diabete mellito spesso presenta
un’arteriopatia obliterante agli arti inferiori, che può presentarsi inizialmente con
affaticamento alle gambe e claudicatio intermittens (difficoltà a deambulare che recede col
riposo). È importante ricordare che il diabete mellito è una delle principali causa di
amputazione d’arto non traumatico nei paesi occidentali. Le ulcere del piede e le infezioni
sono una delle principali cause di disabilità negli individui con diabete complicato da
neuropatia e/o arteriopatia obliterante agli arti inferiori. I fattori di rischio per le ulcere al
piede o l’amputazione includono: sesso maschile, durata della malattia superiore a 10 anni,
neuropatia, anomalie della struttura del piede, arteriopatia periferica, fumo, pregressa
storia ulcere o amputazioni e scarso controllo glicemico
- Infine, i soggetti con diabete mellito hanno anche un rischio di malattia cerebrovascolare
aumentato (incremento di circa 3 volte di ictus).