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CARDIOPATIE CONGENITE
CLASSIFICAZIONE
Le cardiopatie congenite sono riscontrate in circa lo 0.8 % dei bambini nati vivi e possono
essere associate a sindromi genetiche quali la S. di Down, la S. di Turner, la S. di Patau, la S. di
Edwards, la S. del cri-du-chat, la S. di Williams, la mucopolisaccaridosi e la M. di Pompe.
Nell’85 % dei casi i bambini nati con cardiopatie congenite possono raggiungere l’età
adulta o perché operati con intervento palliativo o correttivo oppure non operati, ma con quadro
clinico più o meno compromesso.
Il difetto congenito può consistere in un’anomala comunicazione (comunicazione
interatriale, difetto interventricolare), in un’anomala origine (trasposizione dei grossi vasi), in
un’ostruzione (stenosi valvolare mitralica, aortica, polmonare e tricuspidale), in un’atresia (della
tricuspide, della polmonare), in un’ipoplasia (dell’arco aortico, del cuore sinistro) o in una
persistenza di strutture fetali (pervietà del dotto di Botallo, pervietà del forame ovale).
Anatomicamente si possono distinguere in:
-anomalie del ritorno venoso (ritorno venoso polmonare anomalo parziale e totale);
-anomalie dell’anatomia atriale (difetto del setto interatriale, cor triatriatum);
-anomalie della giunzione atrioventricolare (canale atrioventricolare parziale e completo,
stenosi/insufficienza mitralica, malattia di Ebstein, atresia della tricuspide);
-anomalie dell’anatomia ventricolare (difetto del setto interventricolare, cuore univentricolare,
sindrome del cuore sinistro ipoplasico);
-anomalie dell’anatomia infundibolo–troncale (stenosi polmonare valvolare/infundibolare,
insufficienza valvolare polmonare, trilogia di Fallot, tetralogia di Fallot, atresia della polmonare,
stenosi aortica, tronco arterioso comune, trasposizione dei grandi vasi);
-anomalie degli archi aortici (pervietà del dotto arterioso, finestra aorto–polmonare, coartazione
aortica, interruzione/ipoplasia dell’arco aortico ).
Altra classificazione è quella che distingue le cardiopatie congenite con iperaflusso
polmonare (difetto del setto interatriale, difetto del setto interatriale, pervietà del dotto arterioso,
finestra aorto–polmonare) e con ipoafflusso polmonare (stenosi polmonare valvolare/
infundibolare, tetralogia di Fallot, atresia della tricuspide).
Possiamo anche distinguere le cardiopatie congenite in cianogene (cioè con commistione di
sangue venoso ed arterioso e quindi cianosi per aumento dell’emoglobina ridotta oltre 5 g/L) come
la tetralogia di Fallot, e non cianogene.
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Detta anche stenosi istmica dell’aorta ha un’incidenza dell’8 % delle cardiopatie congenite e
consiste appunto in una stenosi dell’aorta a livello dell’istmo (1-2 cm distalmente all’origine
dell’arteria succlavia sinistra) con conseguente ostacolo al flusso ematico e sviluppo di circoli
collaterali (aorta – succlavia – mammaria –intercostali – aorta) per bypassare la stenosi; può essere
associata alla S. di Turner e può coesistere una valvola aortica bicuspide, una stenosi aortica o
mitralica, un’ipoplasia dell’arco aortico, un difetto interventricolare o la pervietà del dotto di
Botallo. Può dare come sintomatologia ipertensione arteriosa severa, cefalea, epistassi, claudicatio
intermittens; può complicarsi con insorgenza di aneurismi o dissezione dell’aorta ed emorragie
cerebrali.
Anche per questa patologia oggi è possibile un trattamento cardiologico interventistico con
dilatazione della stenosi mediante catetere a palloncino o con impianto di stent endovascolare. Il
trattamento chirurgico, da effettuare a 2 – 4 anni (o anche prima), consiste nell’intervento di
Crafoord in cui viene resecato il tratto di aorta coartato e suturati i due monconi con anastomosi
termino–terminale (eventualmente con interposizione di un tubo protesico), o nell’allargamento con
un patch del tratto di aorta stenotica; nei bambini molto piccoli si può eseguire l’intervento di
Waldhausen in cui si utilizza un flap dell’arteria succlavia di sinistra del paziente per effettuare
un patch di allargamento dell’aorta (in tali bambini il sacrificio dell’arteria succlavia sinistra è ben
tollerato, senza conseguenze ischemiche per l’arto superiore sinistro). L’intervento chirurgico, che è
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Nel 1945 il cardiochirurgo Alfred Blalock e la pediatra Helen Taussig misero a punto un
intervento per trattare in maniera palliativa le cardiopatie congenite caratterizzate da un quadro
d’ipoafflusso polmonare e cianosi. Tale intervento consisteva nel mettere in comunicazione il
circolo arterioso sistemico con il circolo arterioso polmonare resecando l’estremità distale
dell’arteria succlavia ed anastomizzandola su uno dei due rami dell’arteria polmonare, in modo tale
da portare una maggiore quota di sangue ai polmoni e migliorare di conseguenza l’ossigenazione
del paziente. Successivamente la tecnica è stata modificata, per non sacrificare l’arteria succlavia,
ed attualmente tale vaso viene lasciato in situ ed anastomizzato in latero-laterale ad uno dei rami
dell’arteria polmonare mediante l’interposizione di condotti protesici di goretex di 3-5 mm.
SCHEMI DIV
STENOSI AORTICA
CORREZIONE CHIRURGICA
PROCEDURA DI RASHKIND
AO
P
AO
P
E’ una rara cardiopatia congenita (2% delle cardiopatie) caratterizzata dallo sbocco delle
vene polmonari in strutture venose sistemiche. Può essere distinto in sopracardiaco, intracardiaco ed
infracardiaco. L’80% dei bambini non trattati muore prima dell’anno di vita (la mortalità operatoria
va dal 10% al 25%).
SOPRACARDIACO
INTRACARDIACO
INFRACARDIACO
E’ una rara cardiopatia ( 1% ) che può presentarsi nella S. di De George e può essere
associata ad un difetto interventricolare. Ne esistono tre tipi anatomici, a seconda che l’interruzione
sia dopo l’arteria succlavia sinistra (tipo A), dopo la carotide sinistra (tipo B) o dopo il tronco
anonimo (tipo C). Il trattamento chirurgico consiste nell’anastomosi termino – terminale dei due
monconi dell’aorta dopo aver sezionato la connessione tra aorta ed arteria polmonare.
E’ una rara cardiopatia ( 0.5% ) in cui è presente un impianto basso della valvola tricuspide
che è insufficiente e con una porzione del ventricolo destro atrializzata.
SCHEMA M. DI EBSTEIN
TRATTAMENTO CHIRURGICO
Il trattamento chirurgico è costituito dalla plastica della valvola tricuspide, o altrimenti nella
sua sostituzione con protesi, e nella plicatura della porzione atrializzata del ventricolo destro.
ATRESIA POLMONARE
Può essere a setto interventricolare integro con variabile grado di ipoplasia del ventricolo
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destro e la possibile presenza di sinusoidi coronarici, oppure con difetto interventricolare ed in tal
caso ha un’anatomia simile alla tetralogia di Fallot con diverse forme dovute alla variabilità del
circolo polmonare, in quanto le arterie polmonari possono essere normali, oppure ipoplasiche o
assenti, con collaterali aorto-polmonari.
Il trattamento chirurgico dell’atresia a setto integro dipende dal grado di ipoplasia del
ventricolo destro e dalla presenza di circolo coronarico ventricolo dipendente: consiste nel
confezionamento di uno shunt sistemico-polmonare per incrementare il flusso polmonare, nella
perforazione della valvola polmonare atresica ed in un patch di allargamento della via d’efflusso del
ventricolo destro.
Nell’atresia polmonare con difetto interventricolare la correzione chirurgica può avvenire per stadi,
attuando l’unifocalizzazione delle collaterali aorto-polmonari.