formazione Specifica
Rischio Basso
Prevenzione
1. Prevenzione
1.2 Titolo
1
1.4 Interventi VVf “caso incendio”
Note:
La tabella sintetizza il numero di interventi dei Vigili del Fuoco in un anno, per
casi di incendio. Sono rappresentate solo alcune categorie. Il totale delle
chiamate ai Vigili del Fuoco per interventi che riguardano le aziende sono circa
40.000.
2
1.5 Accendiamo il buon senso …
Note:
AGGIORNARE:
Si consideri infine che il piano di emergenza non è un documento statico redatto
una volta per sempre.
Con il ritmo di evoluzione che hanno le aziende oggigiorno non sono da
escludere frequenti e sostanziali modifiche ai processi produttivi, al layout, alle
tecnologie e all’organigramma aziendale.
In questi casi diventa importante aggiornare le procedure relative alla sicurezza e
conseguentemente formare il personale aziendale alle nuove disposizioni.
AGGIUNGERE/INCENTIVARE/PROMUOVERE:
Dopo avere eliminato l’eliminabile, è possibile dedicarsi alla valutazione delle
3
tecniche e delle tecnologie che possono aumentare la protezione degli ambienti.
In alcuni casi queste scelte possono comportare la sostituzione di materiali
esistenti con altri più idonei (ad esempio imballaggi non infiammabili o flame
retardant), in altri casi, si può trattare di richiedere modifiche al luogo di lavoro,
come il caso dell’introduzione di pavimenti antistatici.
Altrettanto importanti sono le azioni che possono essere ricondotte
all’organizzazione, come ad esempio una maggiore pulizia dei posti di lavoro e
l’incentivazione di progetti aziendali a supporto della segnalazione dei guasti e
alla corretta manutenzione dei macchinari.
CONTROLLARE:
Una volta sistemati ambienti e tecnologie occorre adoperarsi per verificare se i
comportamenti previsti dalle varie procedure che riguardano la sicurezza, e in
modo specifico il rischio incendio, siano effettivamente messi in pratica.
Occorrerà accertarsi, ad esempio, che il personale rispetti nel tempo le
disposizioni di lavorazione, che le vie di fuga non risultino ostruite da chiusure
volontarie (come ad esempio una catena) o involontarie (ad esempio dei residui
di lavorazione inavvertitamente lasciati davanti ad una porta di sicurezza).
Bisognerà verificare che le misure protettive attive e passive siano in condizioni
di utilizzo ottimali.
Gli estintori sono al loro posto? Sono facilmente raggiungibili? Le porte
tagliafuoco sono libere di chiudersi?
Le luci di esodo sono funzionanti anche se viene meno la corrente? La
segnaletica per la sicurezza è visibile? Le scale di emergenza sono libere ?
E ancora: ci sono dei casi in cui sono stati spostati combustibili come la carta, i
tessuti, olii, in zone che precedentemente avevano un basso carico d’incendio?
TOGLIERE:
Le attività di sottrazione mirano a ridurre la probabilità che l’evento negativo
abbia luogo.
Scorrendo la lista delle principali cause d’incendio possiamo trasformare queste
cause in altrettante raccomandazioni.
Si tratta generalmente di attività che non comportano grandi investimenti da
parte dell’azienda.
Come vi sarà subito evidente, molte attività riguardano gli impianti elettrici, che
come noto, sono tra le principali cause d’incendio.
Riportiamo qui alcuni comportamenti da evitare.
4
2. La protezione
Note:
Se malgrado tutti gli accorgimenti presi per prevenire l’incendio, questo dovesse
tuttavia verificarsi, bisogna essere pronti ad affrontare l’emergenza. Questa
sezione ci mostrerà come si articolano i principali mezzi di protezione.
Alla protezione concorrono sia elementi attivi che passivi.
Si parla di protezione attiva quando, per contribuire alla riduzione dei danni
conseguenti un incendio, si usano impianti appositamente predisposti o
tecnologie gestite direttamente dal personale.
Appartengono a questa categoria quindi gli estintori e l’impianto di spegnimento
basato su acqua, siano essi gestiti da operatori o tramite sistemi di rilevazione e
intervento automatici.
5
dove soggiornano le persone, oppure usando pareti e porte in grado di resistere
al calore.
Quindi,
- con il simbolo "REI" si identifica un elemento costruttivo che deve conservare,
per un tempo determinato, la stabilità, la tenuta e l'isolamento termico;
- con "RE" si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un
tempo determinato, la stabilità e la tenuta;
- con "R" si identifica un elemento costruttivo che deve conservare la stabilità.
Le classi di resistenza al fuoco vanno da 15 a 360, ed esprimono il tempo, in
minuti primi, durante il quale la resistenza al fuoco deve essere garantita.
Per la classificazione degli elementi non portanti il criterio "R" è automaticamente
soddisfatto qualora siano soddisfatti i criteri "E" ed "I".
6
3. L'estinzione
3.1 Strategie
Note:
Come abbiamo ricordato all’inizio del corso, ovunque esista una combustione
devono essere presenti tre fattori: un combustibile, un comburente e una certa
temperatura che avvii e mantenga attiva la reazione chimica che è alla base
della combustione.
7
3.2 Sostanze estinguenti: polveri
Note:
8
L’azione di RAFFREDDAMENTO è dovuta alla produzione di vapore acqueo per
la parziale evaporazione di acqua, ed alla produzione di CO2
Il SOFFOCAMENTO avviene perché la schiuma, galleggiando sul liquido,
provoca un effetto di separazione del combustibile dall’aria.
Non è possile usare la schiuma su impianti elettrici in tensione.
POLVERI:
Le polveri sono miscele di particelle solide, finemente suddivise, costituite da sali
organici o da sostanze naturali o da sostanze sintetiche. Sono idonee ad essere
proiettate sul materiale che brucia grazie a gas propellenti in pressione ed
attraverso appositi erogatori.
GAS INERTI:
Il principale gas inerte è l’anidride carbonica (CO2), un gas inodore, incolore, più
pesante dell’aria, inerte, che non lascia residui.
E’ conservata normalmente in bombole allo stato liquido sotto pressione.
Agisce per SOFFOCAMENTO: l’anidride carbonica, essendo più pesante
dell’aria, tende ad avvolgere il materiale che brucia.
Inoltre agisce per RAFFREDDAMENTO dovuto all’intenso e rapido
abbassamento di temperatura (-80 °C) prodotto dal passaggio dallo stato liquido
allo stato gassoso al momento dell’erogazione.
Infine, agisce per DILUIZIONE, dovuta alla diffusione della l’anidride carbonica
gassosa nell’ambiente.
La tabella presenta gli usi ammessi e non ammessi degli estinguenti basati su
gas inerti.
HALON:
Gli Halon sono sostanze derivate da idrocarburi saturi in cui gli atomi di idrogeno
sono stati parzialmente sostituiti con atomi di alogeni (Cloro Cl, Bromo Br, Fluoro
F, Iodio I).
Sono conservati allo stato liquido, vaporizzano facilmente, sono dielettrici, non
corrosivi, non lasciano residui; i vapori sono più pesanti dell’aria.
L’azione estinguente è per inibizione chimica tramite il blocco della reazione di
combustione.
9
Le concentrazioni normalmente utilizzate non sono pericolose per le persone;
occorre però tener presente che in alcuni casi (ad esempio per gli Halon sostituti)
possono essere necessarie concentrazioni più elevate e quindi pericolose. In
ogni caso è opportuno l’immediato sfollamento dei locali (prima che avvenga la
scarica). Dopo la scarica, ventilare abbondantemente i locali e la zona
interessata.
A causa del loro contenuto di sostanze che danneggiano la fascia di ozono
stratosferico, questo tipo di estinguente è ormai abolito.
SABBIA:
La sabbia è un materiale che può essere utilizzato per lo spegnimento o il
controllo di piccoli incendi.
Agisce per soffocamento in quanto copre il materiale che brucia.
Agisce per separazione poiché separa il combustibile al comburente.
Note:
10
ACQUA: E’ l’agente estinguente di gran lunga più utilizzato: è infatti facilmente
reperibile, economica e non è tossica.
L’uso dell’acqua come agente estinguente è consigliato per incendi di
combustibili solidi, con l’esclusione di sostanze incompatibili quali sodio e
potassio (liberano idrogeno) e dei carburi (liberano acetilene).
L’acqua sottrae energia all’incendio, raffreddandolo e contemporaneamente lo
soffoca grazie al processo di sostituzione dell’ossigeno con il vapore.
La sua azione meccanica permette anche di separare combustibili solidi, se la
potenza del getto lo permette.
Ovviamente l’acqua non e impiegabile su impianti e apparecchiature in tensione.
La tabella presenta gli usi ammessi e non ammessi dell’acqua.
POLVERI:
Le polveri sono miscele di particelle solide, finemente suddivise, costituite da sali
organici o da sostanze naturali o da sostanze sintetiche. Sono idonee ad essere
proiettate sul materiale che brucia grazie a gas propellenti in pressione ed
attraverso appositi erogatori.
GAS INERTI:
Il principale gas inerte è l’anidride carbonica (CO2), un gas inodore, incolore, più
pesante dell’aria, inerte, che non lascia residui.
E’ conservata normalmente in bombole allo stato liquido sotto pressione.
Agisce per SOFFOCAMENTO: l’anidride carbonica, essendo più pesante
dell’aria, tende ad avvolgere il materiale che brucia.
Inoltre agisce per RAFFREDDAMENTO dovuto all’intenso e rapido
11
abbassamento di temperatura (-80 °C) prodotto dal passaggio dallo stato liquido
allo stato gassoso al momento dell’erogazione.
Infine, agisce per DILUIZIONE, dovuta alla diffusione della l’anidride carbonica
gassosa nell’ambiente.
La tabella presenta gli usi ammessi e non ammessi degli estinguenti basati su
gas inerti.
HALON:
Gli Halon sono sostanze derivate da idrocarburi saturi in cui gli atomi di idrogeno
sono stati parzialmente sostituiti con atomi di alogeni (Cloro Cl, Bromo Br, Fluoro
F, Iodio I).
Sono conservati allo stato liquido, vaporizzano facilmente, sono dielettrici, non
corrosivi, non lasciano residui; i vapori sono più pesanti dell’aria.
L’azione estinguente è per inibizione chimica tramite il blocco della reazione di
combustione.
SABBIA:
La sabbia è un materiale che può essere utilizzato per lo spegnimento o il
controllo di piccoli incendi.
Agisce per soffocamento in quanto copre il materiale che brucia.
Agisce per separazione poiché separa il combustibile al comburente.
12
3.4 Sostanze estinguenti: riassunto
Note:
La tabella riassume gli usi ammessi per i diversi estinguenti in base al tipo di
fuoco.
13
4. Sistemi di estinzione
4.1 Estintori
Note:
Gli estintori sono apparecchi contenenti un agente estinguente che può essere
proiettato su un fuoco sotto l’azione di una pressione interna. Sono i mezzi di
primo intervento più impiegati per spegnere i principi di incendio.
Vengono distinti in: portatili e carrellati.
L’estintore portatile è utilizzato nel principio d’incendio da un solo operatore.
L’estintore carrellato può estinguere un incendio già sviluppato, ma deve essere
utilizzato da due operatori nel seguente modo: il 1° operatore, trasporta e attiva
l’estintore, il 2° operatore impugna la lancia e opera l’estinzione.
14
4.2 Etichetta estintori
Note:
15
4.3 Estintori a polvere
Note:
16
4.4 Estintori a schiuma
Note:
17
4.5 Durata
Note:
Uno degli aspetti che sorprendono i non addetti ai lavori è la durata dell’azione
degli estintori.
Questa tabella presenta le caratteristiche di estintori portatili presenti sul mercato,
che utilizzano diversi tipi di estinguente e sono disponibili in vari formati.
Da questi dati si ricava quale sia l’elemento critico dell’uso degli estintori,
soprattutto se portatili: l’azione dell’operatore deve essere efficace fin dai primi
istanti di utilizzo.
18
se egli si trova troppo vicino al fuoco. Di questi aspetti parleremo
dettagliatamente nella sezione “uso degli estintori”, ma fin da subito cominciamo
a considerare l’importanza di questo fattore.
Note:
Gli estintori devono essere distribuiti in modo da poter essere raggiunti da ogni
punto dell’area da proteggere con un percorso non superiore a 15 - 20 m. In
genere occorre almeno un apparecchio ogni 200 - 300 mq , fattore però da
valutare in base all’effettivo rischio presente nei locali.
19
4.7 I naspi
Note:
Uno dei loro principali vantaggi è che la durata dell’azione è limitata solo dalla
disponibilità dell’acqua, quindi teoricamente illimitata se i naspi sono collegati alla
rete.
I naspi dispongono di tubazioni in gomma avvolte su tamburi girevoli e provviste
di lance da 25 mm. con getto regolabile (pieno o frazionato) con portata di 50
lt/min a 1,5 bar.
Nello spegnimento degli incendi, l’acqua può essere usata sotto forma di getto
pieno o getto frazionato.
L’acqua sotto forma di spray è da preferire nelle altre situazioni in cui è possibile
avvicinarsi maggiormente all’incendio.
20
Infatti consente:
- minori consumi (maggiore disponibilità di riserva);
- minore proiezione di sostanze incandescenti;
- massimo effetto di raffreddamento per evaporazione;
- massimo effetto di diluizione;
- evita pericoli di traboccamenti, ed in genere, tutti quei pericoli e danni connessi
ad un notevole apporto di acqua antincendio.
5. Conclusione
5.1 Conclusione
21