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15 SETTEMBRE 2022
Idranti e attrezzature
antincendio
In questo articolo cerchiamo di tracciare una panoramica quanto più
IMPIANTI ANTINCENDIO
Cominciamo subito col dire che ne esistono 3 tipologie, disciplinate dalla normativa UNI 10779 , le
quali devono obbligatoriamente riportare la marcatura CE, in base alla direttiva CEE 89/106 del 21
Riteniamo molto importante sottolineare - anche se può apparire, perlomeno a prima vista,
pleonastico - che gli incendi che si possono domare con gli idranti sono solo quelli in cui si può
utilizzare l’acqua, ovverosia i fuochi di classe A; più nello specifico, poiché l’acqua è un buon
conduttore di elettricità, è impossibile impiegarla in caso di fuochi di classe E - quelli in cui sono
presenti impianti sotto tensione - fuochi di classe C - gas - e fuochi di classe D - metalli, con la sola
È altresì indispensabile richiamare l’attenzione sul fatto che queste attrezzature antincendio debbono
essere collocate in luoghi dove nulla possa ostacolarne l’accessibilità, e che è necessaria la massima
cautela nell’utilizzo del getto che, se troppo violento, finirebbe per ottenere l’effetto contrario di
estendere l’incendio, a causa del differimento della materia infiammata o combustibile al di fuori della
diametro di 45 mm, caratteristica che conferisce a questo tipo di cassetta l’appellativo di cassetta
Un secondo prototipo di idranti a muro è costituito dai cosiddetti naspi , le cassette con tubazioni
semirigide da 20 o 25 mm, provviste di un avvolgitubo orientabile, con la tubazione già direttamente
congiunta alla lancia e al rubinetto. I naspi presentano l’indubbio pregio di una maggiore facilità di
impiego, ma hanno una gittata idrica minore rispetto alle manichette; sono, inoltre, più ingombranti e
Entrambe le apparecchiature, idranti UNI 45 e naspi, hanno una lancia a tre effetti che permette di
Gli idranti a muro, che devono essere conformi alla norma UNI EN 671-2, nel caso in cui siano situati
all’interno degli edifici, devono essere installati ad ogni piano e in ciascun compartimento ed essere,
Idranti sottosuolo
Gli idranti sottosuolo , la cui realizzazione deve seguire la disciplina dettata dalla normativa UNI EN
14229, sono degli idranti antincendio interrati e sono composti da un corpo in ghisa - a protezione del
quale è posto un pozzetto in cemento o un chiusino sempre in ghisa e di forma ellittica recante la
dicitura idrante, su cui si trova una bocca d’uscita che consente il rifornimento di acqua -, da uno
collegamento del cosiddetto “collo di cigno”, utilizzato per unire le manichette e la lancia di erogazione.
Vengono manovrati manualmente per mezzo di una chiave da inserire in un dispositivo di forma
presentano lo svantaggio di offrire una portata idrica decisamente inferiore, considerato che hanno
una sola bocca, di dimensioni peraltro contenute - non più di 70 mm - per cui non consentono
rispetto ai primi.
Sono, infine, situati ad una distanza suggerita tra 5 e 10 metri dal perimetro del fabbricato, in base alla
Gli idranti soprasuolo , detti anche a colonna, sono quelli individuabili nei parcheggi, nelle aree
industriali o all’esterno dei condomini e sono facilmente riconoscibili grazie alla vernice di colore rosso
RAL 3000 - il medesimo degli estintori - resistente agli agenti atmosferici e ai raggi ultravioletti. La parte
Sono costituiti da un corpo in ghisa, da uno scarico antigelo, dal cosiddetto “cappellotto” - un
dispositivo di forma pentagonale che apre e chiude la valvola di intercettazione mediante una “chiave
Allo stesso modo di quelli sottosuolo, sono situati ad una distanza suggerita tra 5 e 10 metri dal
perimetro del fabbricato, in base alla sua altezza, e ad una distanza di massimo 60 metri l’uno
dall’altro.
Il primo modello è suggerito quando l’idrante deve essere collocato in una zona in cui si ritiene quasi
nullo il pericolo che venga urtato accidentalmente da un veicolo, con conseguente danno all’idrante
medesimo; il secondo, viceversa, quando tale rischio è elevato: si pensi, per esempio, ad un ciglio
stradale. In quest’ultimo caso, il sistema di rottura fa sì che la parte soprasuolo e quella sottosuolo
dell’idrante rimangano separate e assicura che l’idrante stesso resti chiuso anche in seguito al
costante e frequente manutenzione. Questa comporta più fasi con tempistiche diverse:
- sorveglianza
- controlli
- collaudo
Vi invitiamo a leggere questo articolo per scoprire tutte le attività della manutenzione degli idranti.
Idranti antincendio ordinari e all’aperto
Oltre alla differenziazione in queste tre classi di idranti antincendio, possiamo compiere un’ulteriore
● ordinarie
● all’aperto
Le reti ordinarie sono a loro volta distinguibili in interne ed esterne, a seconda della collocazione dei
dispositivi. Fanno parte del primo gruppo gli idranti antincendio a muro dotati di naspi, come prima
specificato. Questi sono utilizzati qualora si avesse necessità di agire a distanza ravvicinata su un
incendio comparso all’interno di un ambiente in edifici lavorativi e residenziali. Ogni punto dell’area
dista massimo 20 metri per garantire la protezione completa degli spazi. Nel secondo gruppi si
inseriscono invece gli idranti antincendio soprasuolo e sottosuolo situati all’esterno degli edifici, da cui
è possibile attingere per contrastare le fiamme esterne o qualora l’incendio si fosse unicamente
sviluppato esternamente. La differenza principali tra reti ordinarie esterne e reti all’aperto risiede nella
distanza che i dispositivi presentano rispetto all’edificio. Nel secondo caso il posizionamento può
nel dettaglio distinguendo le reti a seconda che l’acqua sia costantemente presente
nell’impianto di tubazione oppure no. Nei sistemi a secco, non vi è permanentemente l’acqua in
pressione. Le tubazioni vengono riempite nel momento in cui avviene l’attivazione antincendio
dell’impianto stesso. Vi sono quindi delle componenti specifiche che permettono la modificazione dello
stato della rete. In particolare vediamo il dispositivo di sfiato dell’aria, atto a garantire un completo e
rapido riempimento o svuotamento delle tubazioni. È importante che questi assicurino l’erogazione
Nel caso invece di assetto a umido, l’acqua sarà sempre presente in pressione all’interno dei tubi, così
tenga conto di tutti i rischi in cui la futura attività potrebbe incorrere. Per quanto riguarda l’eventualità
ufficio e per tale motivazione è indispensabile pianificare la meglio dove e quanti idranti antincendio
collocare all’interno del perimetro di nostro interesse. In tale modo potremo garantire una copertura
Se vi trovate in questa fase delicata e cercate dei professionisti del settore, Proteggi è l’azienda che va
per voi.
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