Monaco Formazione
antincendio
di
base
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Gli idranti devono essere comunque posizionati in modo tale che ogni parte dell'attivit
sia raggiungibile con il getto dacqua di almeno un idrante; in situazioni di grave rischio di
incendio, o in circostanze particolari, si pu richiedere che gli idranti siano installati in
modo da consentire, in ogni punto, lintervento contemporaneo di due idranti.
Gli idranti devono essere distribuiti nell'edificio nei punti pi opportuni per la difesa
contro gli incendi, preferibilmente in prossimit delle uscite o di vie di fuga, o sui
pianerottoli delle scale.
Gli idranti inoltre essere installati in posizione tale da non ostacolare, anche in fase
operativa, lesodo dai locali da parte delle persone presenti.
Nel caso di ubicazione in prossimit di filtri a prova di fumo (scale a prova di fumo;
ascensori antincendio; luoghi sicuri; etc.), gli idranti devono essere posizionati sia
allinterno del compartimento che all'interno del vano filtro, eventualmente alimentati anche
dalla stessa tubazione.
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antincendio
di
base
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(N O R M A U N I 1 0 7 7 9 )
IDRANTI/NASPI INTERNI
TIPO DI RISCHIO
n. 2
AREE DI LIVELLO
( RISCHIO BASSO )
DN
45 (120 L / MIN a 2
oppure
n. 4
DN
AREE DI LIVELLO
( RISCHIO MEDIO )
DN
25 (35 L / MIN a 2
n. 4
DN
( RISCHIO ELEVATO)
n. 4
DN
MINUTI
BAR )
n. 4
(ipotesi ridotta)
25 (60 L / MIN a 2
AUTONOMIA
AREE DI LIVELLO
: 30
: 60
NON INDISPENSABILI
BAR )
45 (120 L / MIN a 2
oppure
BAR )
(ipotesi ridotta)
AUTONOMIA
n. 3
IDRANTI ESTERNI
BAR )
DN
70 (300 L / MIN a 4
AUTONOMIA
BAR )
n. 6
DN
70 (300 L / MIN a 4
DN 25 : NON PREVISTI
: 120
- 48 -
MINUTI
MINUTI
45 (120 L / MIN a 2
AUTONOMIA
: 60
BAR )
AUTONOMIA
MINUTI
: 120
BAR )
MINUTI
antincendio
di
base
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le procedure per l'evacuazione del luogo di lavoro che devono essere attuate dai
lavoratori e dalle altre persone presenti;
le disposizioni per chiedere l'intervento dei vigili dei fuoco e per fornire le
necessarie informazioni alloro arrivo;
Tali provvedimenti devono avere lo scopo di conseguire nel pi breve tempo possibile i
seguenti obiettivi principali:
salvaguardia ed evacuazione delle persone
messa in sicurezza degli impianti di processo
compartimentazione e confinamento dellincendio
protezione dei beni e delle attrezzature
estinzione completa dellincendio.
I piani di emergenza ben strutturati prevedono inoltre le operazioni necessarie per la
rimessa in servizio in tempi ragionevoli ed il ripristino delle precedenti condizioni
lavorative.
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antincendio
di
base
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In ogni caso un piano di emergenza deve essere riferito alla realt effettivamente
esistente nei luoghi di lavoro cui si riferisce, deve essere facilmente comprensibile, non
deve ingenerare confusione, e deve essere ben conosciuto dai lavoratori.
Ricordiamo che, con un efficace aforisma, si pu affermare che il peggiore piano di
emergenza non avere nessun piano, ma anche che il secondo peggiore piano
demergenza averne due.
Cerchiamo pertanto di capire che cosa , e come strutturato, un piano di emergenza.
7.1.2 - SCOPO ED OBIETTIVI
Lo scopo dei piani di emergenza quello di consentire la migliore gestione possibile degli
scenari incidentali ipotizzabili, determinando una o pi sequenze di azioni che sono
ritenute le pi idonee per avere i risultati che ci si prefigge al fine di controllare le
conseguenze di un incidente.
La stesura del piano di emergenza consente di raggiungere diversi obiettivi, gi a partire
dai momenti preliminari nei quali si valuta il rischio ed il Management inizia ad identificare
con maggiore precisione gli incidenti che possono verificarsi nellattivit lavorativa.
Tra gli obiettivi di un piano di emergenza, ad esem pio, ci sono i seguenti:
raccogliere in un documento organico e ben strutturato quelle informazioni che sono
difficilmente memorizzabili, o che comunque non possibile ottenere facilmente
durante una emergenza;
fornire una serie di linee-guida comportamentali e procedurali che siano il frutto
dellesperienza di tutti i componenti dellAzienda, e che, pertanto, rappresentano le
migliori azioni da intraprendere;
disporre di uno strumento per sperimentare la simulazione dellemergenza, e
promuovere organicamente lattivit di addestramento aziendale.
La struttura di un piano di emergenza, ovviamente, pu variare molto a seconda del tipo di
attivit, del tipo di azienda, della sua conformazione, del numero di dipendenti, e dipende da
una serie di parametri talmente diversificati che im pediscono la creazione di un solo modello
standard valido per tutti i casi.
tuttavia possibile individuare con sufficiente precisione alcuni contenuti di base che possono
essere comuni a tutti i piani.
7.1.3 - PROCEDURE - PERSONE - AZIONI
Un piano di emergenza definibile come un documento scritto che risulta dalla raccolta
di informazioni, sia generali che dettagliate, pronte per essere usate dal personale
dellazienda e dagli enti di soccorso pubblico per determinare il tipo di risposta per
incidenti ragionevolmente prevedibili in una determinata attivit.
Questi piani identificano i pericoli potenziali, le condizioni e le situazioni particolari, e
consentono di disporre rapidamente di specifiche informazioni che sarebbe altrimenti
im possibile ottenere durante unemergenza.
Le procedure operative rappresentano, in genere schematicamente, linee - guida
comportamentali ed operative, tramite le quali il personale pu operare
efficacemente, efficientemente e con maggiore sicurezza in condizioni di emergenza.
In mancanza di appropriate procedure, la gestione di una emergenza da parte di
personale non professionalmente preparato per quelle situazioni pu facilmente diventare
caotica, causando confusione ed incomprensione, ed aumentando considerevolmente il
rischio di infortuni.
Il contenuto del piano di emergenza deve innanzitutto focalizzare lattenzione su alcune
persone o gruppi - chiave (come gli addetti al reparto, al processo di lavorazione, ecc.), ed il
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antincendio
di
base
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antincendio
di
base
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La valutazione dei rischi condotta in azienda evidenzia i possibili eventi incidentali che
ci si pu ragionevolmente aspettare; dopo questa valutazione occorre stabilire quali di
questi eventi presentano i maggiori rischi, ed iniziare da questi a pianificare le
procedure di emergenza.
Si pu partire schematizzando una griglia, dove vengono indicati:
il tipo di evento incidentale
il reparto interessato
la sequenza temporale di azioni da intraprendere
le persone/gruppi coinvolti
i compiti che ogni singola persona o gruppo deve portare a termine.
Successivamente si possono realizzare delle schede pi dettagliate delle azioni che ogni
singola figura o gruppo di persone deve intraprendere.
La scheda che riguarda ogni persona o gruppo deve essere veramente una scheda ,
perch non ci si pu aspettare di avere una valida gestione dellemergenza se, per
ricordarsi e capire che cosa fare, le pe rsone devono perdere un quarto dora a studiarsi
un manuale di procedure troppo particolareggiato.
Per unevoluzione favorevole dellevento incidentale occorre che ciascuno esegua quelle
poche fondamentali operazioni di propria competenza, nella giusta sequenza, e
soprattutto coordinate con le operazioni che stanno eseguendo gli altri.
In emergenze di tipo pi articolato, pu essere necessario che la scheda faccia
riferimento ad ulteriori sotto - schede di procedure specifiche, come ad esempio quelle
per mettere in sicurezza un impianto di processo oppure per attivare/disattivare
determinati macchinari o attrezzature.
Ad esempio si possono estrapolare, dalle istruzioni particolareggiate di impianti o
macchinari, alcune procedure urgenti per la disattivazione o larresto, e descrivere
dettagliatamente le poche manovre essenziali necessarie per stabilizzare un problema o
porre in sicurezza un sistema; poi si potr, con maggiore calma, fare il punto della
situazione e procedere con altre manovre pi accurate.
Laddestramento, comunque, lunico ed insostituibile metodo che pu garantire il
corretto funzionamento di un sistema di gestione dellemergenza; in mancanza di
aggiornamento continuo e di esercitazioni periodiche, anche il piano pi semplice e le
procedure m eglio organizzate non avranno mai la giusta efficacia.
Occorre inoltre ricordare che un piano di emergenza deve esser inteso come un documento
dinamico, cio in continua evoluzione, per poter effettivamente seguire la dinamica
aziendale e potere migliorare le procedure previste.
necessario quindi procedere ad aggiornamenti periodici, sia in occasione di variazioni
significative (es.: in occasione di cambiamenti di processo, introduzione di nuovi
macchinari, cambiamenti strutturali, etc.), sia a seguito di ogni fase di
addestramento che abbia evidenziato carenze nelle procedure.
7.1.5 - MODALIT PER LEVACUAZIONE DELLE PERSONE
(PIANO DI EVACUAZIONE)
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antincendio
di
base
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della struttura da parte di tutti i presenti (siano essi gli stessi titolari, i dipendenti, i clienti,
i visitatori, etc.), in caso di emergenza.
Anche il piano di evacuazione, naturalmente, deve essere elaborato tenendo conto del
tipo di evento ipotizzato e delle caratteristiche dellazienda.
Non forse del tutto superfluo ricordare che la predisposizione del piano di evacuazione
va effettuata prevedendo di far uscire dal fabbricato tutti gli occupanti, utilizzando le
normali vie di esodo, senza pensare di impiegare soluzioni personalizzate, tanto
ingegnose quanto rocambolesche.
7.1.6 - LE PROCEDURE DI CHIAMATA DEI SERVIZI DI SOCCORSO
Una buona gestione dellemergenza inizia anche con la corretta attivazione delle squadre
di soccorso dei Vigili del Fuoco (tel. 115).
Pertanto, bene che, dopo aver individuato la persona che incaricata di diram are
lallarme (e preferibilmente anche un suo sostituto) , venga predisposto un apposito
schema di richiesta di soccorso con le corrette modalit, che deve contenere almeno i
seguenti dati:
lindirizzo dellazienda ed il numero di telefono;
il tipo di emergenza in corso;
persone coinvolte e/o ferite;
reparto coinvolto;
stadio dellevento (in fase di sviluppo, stabilizzato, ecc.);
altre indicazioni particolari (materiali coinvolti, necessit di fermare i mezzi a
distanza, ecc.);
indicazioni sul percorso;
risorse idriche disponibili.
In alcuni casi pu essere una buona idea predisporre, e tenere sempre a portata di
mano, una pagina fax che indica utili informazioni sullazienda, ed il percorso migliore
per raggiungerla; tale schema pu venire inviato alla Sala Operativa dei Vigili del
Fuoco al momento dellemergenza, ed in tal modo loperatore VF del 115, in contatto
radio con le squadre, pu cos fornire preziose indicazioni per guidarle sul posto nel
pi breve tempo possibile.
utile sapere che fornire ai Vigili del Fuoco informazioni complete e dettagliate
sullemergenza in corso, consente di organizzare immediatamente, e nel modo pi
efficiente possibile, i soccorsi (per quanto riguarda la tipologia delle attrezzature ed il
contingente di uomini da impiegare); ricordiamo altres che, negli interventi per incendio,
lefficacia dei soccorsi (e quindi la limitazione dei danni) direttamente proporzionale alla
tempestivit dellintervento ed alla corretta disponibilit delle risorse necessarie.
7.1.7 - COLLABORAZIONE CON I VIGILI DEL FUOCO IN CASO DI INTERVENTO
Il modo migliore per collaborare con i Vigili del Fuoco durante lincendio quello di
mettere a disposizione la propria capacit ed esperienza lavorativa e la conoscenza dei
luoghi, per svolgere quei compiti che gi si abituati a fare, perch si svolgono
nellattivit di tutti i giorni.
Pu essere quindi molto utile che un incaricato dellazienda sia pronto ad accogliere i
soccorritori, fornendo al loro arrivo e durante l'intervento tutte le informazioni
necessarie per il migliore espletamento delle operazioni di soccorso (es: vie di accesso
allarea ed ai locali interessati; risorse idriche disponibili nellarea o nelle immediate
vicinanze; presenza ed ubicazione di persone in pericolo; esistenza di depositi,
sostanze, impianti o apparecchiature pericolose; situazioni particolari; etc.).
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antincendio
di
base
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una esercitazione abbia rivelato serie carenze e dopo che sono stati presi i
necessari provvedimenti;
siano stati effettuati lavori che abbiano comportato modifiche alle vie di esodo.
esercitazioni
antincendio
sono
contenute
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antincendio
di
base
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Il pericolo dellincendio per la vita umana rappresentato molto spesso, pi che dal
contatto diretto con le fiamme (con conseguenti ustioni) , dalla abbondante produzione di
fumi e di gas tossici, e dalla conseguente rapida e spesso incontrollata diffusione e
propagazione della miscela fumo - gas tossici allinterno degli edifici.
Il fumo prodotto da un incendio (costituito principalmente da una sospensione nell'aria di
particelle solide, liquide e gassose, quali residui incombusti, ceneri, vapore acqueo) pi
leggero dell'aria perch caldo, tende a diffondersi rapidamente (con velocit dell'ordine
di qualche metro al secondo) , ed a salire verso l'alto (soffitto e/o piani superiori),
trasportando i gas di combustione, spesso estremamente tossici e letali
La pericolosit dei fumi, inoltre, dovuta anche al fatto che determina difficolt di
respirazione (irrita le mucose ed soffocante), riduce od annulla completamente la
visibilit rendendo molto pi difficile sia la fuga delle persone presenti sia l'opera dei
soccorritori, e provoca una diminuzione della concentrazione di Ossigeno, in misura
spesso pericolosa per la respirazione.
I rischi causati dal fumo sono, quindi, principalmente i seguenti:
pu essere molto caldo, e causare gravi danni allorganismo, o anche la morte per
ipertermia; infatti l'apparato polmonare pu resistere solo per brevi periodi ad una
temperatura dellaria superiore a 65 C, e solo pochi secondi oltre i 150 C;
- 55 -
antincendio
di
base
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Durante un incendio negli uffici di uno stabile, alcuni impiegati si sono messi ad
ordinare le loro scrivanie, continuando a lavorare come se niente fosse nel
momento in cui la loro vita era in pericolo; altri si sono messi a riordinare e pulire
una stanza nel momento in cui il tetto stava per cadere sopra le foro teste.
In un tragico incendio di una scuola, una insegnante impose ai suoi allievi di rimanere
seduti, mentre lei corse nell'aula accanto per chiedere ad una collega suggerimenti sul
da farsi, mentre il fumo invadeva i locali; le due insegnanti corsero poi insieme
nellufficio del direttore, che era assente, e solo allora decisero di evacuare l'edificio:
dodici minuti vitali persi, durante i quali i pompieri non erano stati avvisati.
In alcuni casi i genitori hanno salvato l'orsacchiotto di peluche, invece, dei loro bambini,
o uomini, nel fuggire, hanno raccolto gli spiccioli, abbandonando oggetti preziosi.
Alcune indagini effettuate hanno evidenziato che le persone che hanno ricevuto un
addestramento sono meno facilmente preda del panico, e sono pi facilmente portate ad
intervenire, dare lallarme ed organizzare levacuazione secondo schemi razionali.
Si inoltre evidenziato che la conoscenza dei luoghi favorisce lassunzione di decisioni
anche coraggiose, come lattraversamento di zone o scale invase dal fumo, e permette
pi facilmente di assumere decisioni, ed impartire disposizioni, utili per evitare la
diffusione del panico tra le altre persone.
Descriviamo pertanto nel seguito indicazioni utili sul comportamento corretto da adottare
in presenza di fumo ed in presenza di incendio.
7.2.2 -
mantenete la calma;
antincendio
di
base
______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
mantenete la calma;
utilizzate panni umidi per rendere il pi possibile stagna la porta ed eventuali altre
aperture verso locali interni; bagnate la porta;
spiegare alle altre persone cosa occorre fare, a voce alta e pacata, mostrandosi
decisi e consapevoli;
antincendio
di
base
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7.2.3 -
In caso contrario, dare immediatamente lallarme ai Vigili del Fuoco (tel. 115);
Iniziare lopera di estinzione solo con la garanzia di una via di fuga sicura alle
proprie spalle, e con lassistenza di altre persone;
Fare attenzione alle superfici vetrate (porte, finestre, pareti); a causa del calore o
di sovrapressione causata dallincendio, possono facilmente e improvvisamente
rompersi, proiettando pericolose schegge di vetro.
In caso di incendio all'aperto, non collocarsi mai sotto vento rispetto al fuoco, per
evitare l'azione del calore e dei fumi, nonch quella diretta delle fiamme; fare
attenzione a rapidi cambiamenti di direzione del vento; non sottovalutare la
velocit di propagazione di una fiamma sospinta dal vento.
- 58 -
antincendio
di
base
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Nel caso in cui le fiamme investano direttamente una persona, e gli abiti prendano
fuoco, non correre assolutamente, per non alimentare ulteriormente il fuoco, ma,
in dipendenza della situazione esistente, agire in uno dei seguenti modi:
- avvolgersi, o farsi avvolgere da un soccorritore, in una coperta o in tessuti non
facilmente combustibili;
- togliersi rapidamente gli abiti in fiamme;
- rotolarsi a terra per spegnere il fuoco per soffocamento;
- utilizzare un estintore portatile d'incendio.
7.2.4 -
Dare l'allarme e allontanare tutte le persone, iniziando da quelle presenti nei luoghi
pi immediatamente minacciati; l'evacuazione dovr essere
guidata, con calma e decisione, per evitare il panico.
Scegliere
idonea.
Operare
a
distanza
di
sicurezza,
compatibilmente con la lunghezza del getto
che l'estintore o la lancia idrica sono in grado di erogare.
la
sostanza
estinguente
pi
- 59 -
tel. 115
antincendio
di
base
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Far evacuare le persone dalle zone in cui sono in funzione impianti di spegnimento fissi.
- 60 -
antincendio
di
base
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Se e necessario entrare in locali chiusi invasi da fumo (ad es. per operazioni di
salvataggio a persone), adottare le seguenti cautele:
permanere nei
indispensabile;
locali
solo
per
il
tempo
minimo
- 61 -
antincendio
di
base
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ELMETTO :
OCCHIALI O MASCHERA :
MASCHERINA ANTIPOLVERE :
GREMBIULE E GAMBALI
Evitare
nel
modo
pi
assoluto
il
rovesciamento
del
recipiente;
ci
provocherebbe lo spandimento del liquido in
fiamme, che coinvolgerebbe nell'incendio
tutti i materiali combustibili incontrati.
I N C E N D I O D I L I Q U I D I S P A R S I:
qualora si verificasse un
incendio di liquido infiammabile contenuto in un recipiente, si dovr:
- 62 -
antincendio
di
base
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Intervenire con estintori idonei, con azione rapida a ventaglio, coprendo l'intera
superficie incendiata con sostanza estinguente; adoperare schiuma, polvere, C02,
Naf o F-500.
opportuna
evidenziare
che
lesplosione per il temuto ritorno di fiamma
all'interno della bombola impossibile, sia perch
la pressione interna maggiore di quella esterna,
sia perch, in ogni caso, allinterno della bombola
non sarebbe possibile la combustione perch non esiste miscela infiammabile (per
assenza o carenza di aria).
Pertanto, nel caso in cui si verifichi un evento del genere, agire secondo le
seguenti indicazioni:
-
Ricordare sempre, infatti, che spegnere una fiamma di gas senza interrompere la
perdita del gas stesso, molto pericoloso (particolarmente per gas pi pesanti
dellaria, come il GPL), perch si pu formare una miscela esplosiva, che pu
esplodere successivamente anche a notevole distanza dal luogo della fuga, a
causa di un innesco casuale.
- 63 -
antincendio
di
base
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Non
utilizzare
acqua
o
schiuma
su
apparecchiature in tensione, o in prossimit di
queste, per il rischio di folgorazioni.
Se un incendio coinvolge un
impianto o una attrezzatura sotto tensione elettrica, seguire le seguenti regole:
L'aria che normalmente respiriamo una miscela di gas, formata da ossigeno (21%),
azoto (78%), e tracce d'altri gas.
Respirando, l'uomo inspira l'aria, trattiene una parte dell'ossigeno che viene utilizzato
dallorganismo, e la espira pi povera d'ossigeno e pi ricca di anidride carbonica e
vapore acqueo.
Possiamo riassumere la composizione volumetrica dell'aria prima e dopo ogni atto
respiratorio secondo il seguente schema:
COMPOSIZIONE
OSSIGENO
AZOTO
CO 2
ALTRI GAS
VOLUMETRICA
Prima dellinspirazione
20,9 %
78
%
0,03 %
1
%
D E L L A R I A
Dopo lespirazione
16 %
78 %
4 %
2 %
- 64 -
antincendio
di
base
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FILTRI ANTIPOLVERE
8.3.1 - Generalit
La protezione degli organi della respirazione in ambienti contaminati da gas o vapori
nocivi pu essere assicurata mediante l'uso di maschere antigas.
La maschera antigas costituita essenzialmente di due parti collegabili fra loro, e cio:
la maschera propriamente detta, che copre tutto il viso;
un filtro, contenente le sostanze atte alla depurazione dell'aria.
La maschera antigas provvede, a mezzo di filtri di tipo adatto allagente tossico (o
gruppo di tossici) dai quali occorre difendersi, a depurare l'aria inspirata, trattenendo gli
agenti nocivi, o trasformandoli in sostanze non dannose all'organismo umano.
Limpiego della maschera antigas ha per delle importanti e
pesanti, limitazioni che debbono essere assolutamente conosciute
e tenute sempre presenti: si pu anzi dire che pi importante
sapere quando essa non pu essere usata, piuttosto che non
quando pu essere usata.
Una limitazione essenziale nell'impiego di tale apparecchio dovuta
al fatto che laria purificata attraverso il filtro deve essere respirabile,
ossia deve gi contenere non meno del 17% di ossigeno .
Altro elemento da tenere presente che la concentrazione dell'agente tossico non sia
superiore al 2%, in quanto i filtri non sono idonei a neutralizzare quantit di gas tossici
superiore a tale limite.
altres essenziale ricordare che la maschera antigas non un dispositivo di
protezione universale, che possa essere usato indiscriminatamente per la difesa da
qualsiasi agente inquinante.
Ogni filtro infatti specifico per un solo gas tossico (es.: cloro, o ammoniaca, o ossido di
carbonio, etc), e, in alcuni casi, utilizzabile per una classe di agenti (es.: vapori organici).
- 65 -
antincendio
di
base
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Lazione assorbente dei filtri antigas normalmente compiuta da materiali che hanno la
La reazione chimica: nei casi in cui il carbone attivo si dimostra insufficiente, si ricorre
all'impiego di composti chimici in grado di reagire in condizioni dinamiche con il tossico
- 66 -
antincendio
di
base
______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
essere
Esistono anche filtri con avvisatore olfattivo, che producono un odore caratteristico poco
prima dell'esaurimento del filtro stesso (es.: filtro AUER CO 64 e DRAEGER CO 112 per la
protezione da ossido di carbonio).
I diversi tipi di filtri, a seconda dei tossici alla cui protezione sono destinati, sono
suddivisi in serie contraddistinte da una lettera (A, B, etc.), e da una determinata
colorazione dell'involucro, per consentirne la immediata identificazione.
Qualora, oltre alla protezione da gas o vapori, occorra assicurare simultaneamente
quella da polveri ed aerosoli in genere, il filtro viene contrassegnato da due lettere,
quella relativa al gas o vapore (A,B, ecc..) e una f minuscola (Af,. Bf, ecc.), e la
colorazione dell'involucro attraversata da una fascia o anello bianco.
I maggiori produttori italiani hanno adottato le lettere e le colorazioni proposte dalla Norma
DIN 3181; tuttavia, non esistendo ancora una unificazione ufficiale in materia, opportuno,
al fine di evitare pericolosi errori, individuare il filtro anche dalla scritta figurante
sull'involucro ed indicante l'agente o la classe di agenti per cui il filtro stesso efficace.
La durata dell'efficienza protettiva di un filtro non illimitata, ma cessa dopo un certo
tempo d'uso; tale durata non facile da determinare, in quanto dipende da numerosi
fattori, tra cui ass umono notevole importanza la concentrazione del tossico nell'aria, la
capacit del filtro ed il regime respiratorio dell'utente, nonch, in via subordinata, le
condizioni ambientali (umidit, pressione, tem peratura ecc.) .
Risulta pertanto difficile stabilire esattamente a priori la durata di un filtro.
pertanto importante sapere che l'inizio dell'esaurimento del filtro , in molti casi,
avvertibile attraverso l'olfatto o altri sensi; infatti spesso si avverte una certa difficolt di
respirazione, dovuta alla graduale sat urazione della massa filtrante.
Ma lindizio pi importante quello dovuto agli effetti del gas nocivo; infatti alcuni gas
o vapori tossici possiede un odore particolare, o produce effetti caratteristici
(lacrimazione, tosse, etc.) , percepibili ancor prima che la concentrazione del tossico
possa diventare pericolosa per l'organismo; pertanto, se loperatore respirando
avverte anche un leggero odore della sostanza nociva, o altri sintomi caratteristici,
deve allontanarsi immediatamente, e sostituire il filtro.
- 67 -
antincendio
di
base
______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
8.4 -
A U T O R E S P I R A T O R I A C I C L O A P E R T O A R I S E R V A D ARIA
M A S C H E R E E D A U T O R E S P I R A T O R I D 'E M E R G E N Z A
- 68 -
antincendio
di
base
______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
PREVENZIONE INCENDI
Definizione ( D.P.R. 29.7.1982, n. 577 - art. 2 ) : Materia di
rilevanza interdisciplinare nel cui ambito vengono
promossi, studiati, predisposti e sperimentati misure,
provvedimenti, accorgimenti e modi dazione intesi ad
evitare linsorgenza di un incendio ed a limitarne le
conseguenze.
Obiettivo : Conseguire la sicurezza contro gli incendi.
Il combinato disposto degli art. 3 e 13 del DPR 577/82 prevede che, tenendo presenti le
esigenze funzionali e costruttive delle attivit, siano applicate le seguenti misure tecniche
fondamentali:
- 69 -
antincendio
di
base
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Realizzazione di
SEGNALETICA DI SICUREZZA ,
(Norme CEI).
antincendio
di
base
______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
antincendio
di
base
______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
PIANO DI EMERGENZA ,
- 72 -
antincendio
di
base
______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
9.2.4.1 -
PER
Molti incendi possono esser prevenuti richiamando lattenzione del personale sulle cause
e sui pericoli di incendio pi comuni.
Il personale dipendente di ogni azienda deve adeguare i propri comportamenti, ponendo
particolare attenzione agli aspetti riportati nel seguito:
- 73 -
antincendio
di
base
______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
- 74 -
antincendio
di
base
______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
in
di
e
di
In generale, tutte le sostanze solide combustibili sotto forma di piccole particelle (es.:
farina, segatura fine, etc.) , possono produrre una esplosione di polvere se vengono a
contatto con una sorgente di calore, quando si trovano sospese nell'aria.
Un'esplosione di polveri , essenzialmente, la combustione molto rapida di una nuvola o di
una sospensione di polvere nell'aria, come in una miscela aria-gas, durante la quale si
sviluppa una quantit di calore notevolmente superiore a quello che pu essere disperso
nell'ambiente circostante. Questo fenomeno caratterizzato da un aumento repentino della
pressione, che provoca, molto spesso, seri danni agli impianti, agli edifici ed alle persone.
La probabilit che si formi una nube esplosiva di polvere dipende dalla facilit che
hanno le particelle a disperdersi e dalla loro facolt a restare in sospensione per un
certo tempo, ovvero, dalla loro finezza.
- 75 -
antincendio
di
base
______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
I collettori delle polveri (es.: silos) debbono essere di preferenza collocati allesterno
degli edifici, od in locali separati muniti di ventilazione adeguata, ed i tubi che
portano ai collettori debbono essere il pi possibile corti e dritti.
I condotti di aspirazione di cucine, forni, seghe, molatrici, devono essere tenuti puliti con
frequenza adeguata per evitare l'accumulo di grassi o polveri.
I rifiuti non debbono essere depositati, neanche in via temporanea, lungo le vie di esodo
(corridoi, scale, disimpegni) o dove possono entrare in contatto con sorgenti di ignizione.
L'accumulo di scarti di lavorazione deve essere evitato ed ogni scarto o rifiuto deve
essere rimosso giornalmente e depositato in unarea idonea fuori dell'edificio.
antincendio
di
base
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Occorre identificare le aree dove il fumo delle sigarette pu costituire pericolo di incendio
e disporne il divieto, in quanto la mancanza di disposizioni a riguardo una delle
principali cause di incendi.
Nelle aree ove sar consentito fumare, occorre mettere a disposizione idonei portacenere
che dovranno essere svuotati regolarmente.
I portacenere non debbono essere svuotati in recipienti costituiti da materiali
facilmente combustibili, n il loro contenuto deve essere accumulato con altri rifiuti.
Non deve essere permesso di fumare nei depositi e nelle aree contenenti materiali
facilmente combustibili od infiammabili.
Le aree del luogo di lavoro che normalmente non sono frequentate da personale
(cantinati, locali deposito) ed ogni area dove un incendio potrebbe svilupparsi senza
preavviso, devono essere tenute libere da materiali combustibili non essenziali.
Precauzioni devono essere adottate per proteggere tali aree contro l'accesso di persone
non autorizzate.
- 77 -
antincendio
di
base
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9.2.4.3 -
Sebbene tutto il personale sia tenuto a conoscere i principi fondamentali della sicurezza
antincendio, opportuno che vengano effettuate nei luoghi di lavoro regolari verifiche
(con cadenza predeterminata) da parte di persone specificamente incaricate, finalizzate
ad accertare il mantenimento delle misure di sicurezza antincendio.
Il datore di lavoro responsabile del mantenimento delle condizioni di efficienza delle
attrezzature ed impianti in genere, ed in particolare di quelli di protezione antincendio, e
pertanto deve individuare gli addetti e deve programmare ed attuare la sorveglianza, il
controllo e la manutenzione in conformit a quanto previsto dalle disposizioni legislative e dai
regolamentari vigenti.
Scopo dellattivit di controllo e manutenzione deve essere quello di rilevare e rimuovere
qualunque causa, deficienza, danno od impedimento che possa pregiudicare il corretto
funzionamento ed uso di apparecchiature o dei presidi antincendio, e deve essere
eseguita da personale competente e qualificato.
A tal proposito necessario predisporre un idoneo registro di controllo; infatti il DPR
37/98, allart. 5 (obblighi connessi con lesercizio dellattivit) , prevede che i controlli, le
verifiche, gli interventi di manutenzione, linformazione e la formazione del personale, che
vengono effettuati, devono essere annotate in un apposito registro a cura dei responsabili
dellattivit. Tale registro deve essere mantenuto aggiornato e reso disponibile ai fini di
controlli di competenza del comando.
Pertanto, in tutte le attivit tenute a tale adempimento obbligatorio, deve essere
predisposto a cura del responsabile dell'attivit, ed utilizzato da personale da lui
incaricato, un R E G I S T R O D E I C O N T R O L L I D E L L A S I C U R E Z Z A A N T I N C E N D I O, su cui siano
registrati i controlli e gli interventi di manutenzione su impianti, attrezzature e situazioni
finalizzate alla sicurezza antincendio.
La tenuta del registro deve avvenire annotando ciascun controllo, e specificando: la data;
il nominativo del personale che ha effettuato il controllo e/o la manutenzione; l'esito degli
interventi; il ripristino delle regolari condizioni di efficienza;
Il registro della sicurezza antincendio deve essere tenuto costantemente aggiornato e
disponibile per i controlli da parte dell'autorit competente.
Gli inconvenienti riscontrati durante lattivit periodica
manutenzione ordinaria vanno registrati e comunicati
di
controllo
la
altres consigliabile che tutti i lavoratori ricevano adeguate istruzioni in merito alle
operazioni da attuare prima che il luogo di lavoro sia abbandonato, al termine
dell'orario di lavoro, affinch lo stesso sia lasciato in condizioni di sicurezza.
9.2.4.4 -
Il DM 10.3.1998 prevede che, a seguito della valutazione del rischio di incendio, deve
essere predisposto dal datore di lavoro in forma scritta, e tenuto aggiornato, un P I A N O D I
E M E R G E N Z A A N T I N C E N D I O , adeguato alle dimensioni e caratteristiche dellattivit ed alle
situazioni di emergenza ragionevolmente prevedibili, che descriva le necessarie misure
organizzative e gestionali da attuare in caso di incendio.
Nei luoghi di lavoro ove ricorre l'obbligo della redazione del piano di emergenza
connesso con la valutazione dei rischi, i lavoratori devono partecipare ad
esercitazioni antincendio, effettuate almeno una volta l'anno, per mettere in pratica
le procedure di esodo e di primo intervento.
In precedenti capitoli di questo testo largomento dei piani di emergenza antincendio gi
stato ampiamente trattato.
- 78 -
antincendio
di
base
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9.2.4.5 -
Lart. 4 del D.Lgs. 626/94 prevede che il datore di lavoro designa i lavoratori incaricati
dell'attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione
dei lavoratori in caso di pericolo grave e immediato, e di gestione dell'emergenza;
Tale disposizione, di fatto, significa che in ogni Azienda deve essere predisposto un
S E R V I Z I O I N T E R N O D I V I G I L A N Z A A N T I N C E N D I O , la cui presenza deve essere assicurata
durante le ore di attivit.
Il numero e l'addestramento del personale addetto a tale
servizio dovr essere tale da consentire l'effettuazione dei seguenti compiti:
ed ai fini della sicurezza, sugli impianti tecnologici presenti (impianti elettrici, gruppi
elettrogeni, impianti gas, impianti di ventilazione e/o condizionamento, impianti di
aspirazione, impianti ascensori, impianti termotecnici, impianti di processo,
macchinari ed attrezzature per le lavorazioni, etc.).
vigilare sul continuo rispetto, nei luoghi prestabiliti, di eventuali divieti di:
fumare; usare fiamme libere; deposito e/o manipolazione di materiali
infiammabili; accumulo di rifiuti e/o scarti combustibili;
Per alcune attivit di pubblico spettacolo, descritte nel D.M. 22.2.1996 n. 261
(Regolamento recante norme sui servizi di vigilanza antincendio da parte dei Vigili del fuoco sui
luoghi di spettacolo e trattenimento), l'attuale normativa prevede che i Vigili del Fuoco
antincendio
di
base
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INFORMAZIONE E FORMAZIONE
A R T.
PRESCRIZIONI GENERALI
(estratto)
presenza di altra segnaletica o di altra fonte emittente dello stesso tipo che
turbino la visibilit o ludibilit;
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antincendio
di
base
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Segnali di divieto
Vietato fumare
o usare
fiamme libere
Vietato
fumare
Vietato ai
pedoni
Divieto di
spegnere
con acqua
Acqua
non
potabile
Segnali di avvertimento
Materiale
infiammabile
Materiale
esplosivo
Sostanze
velenose
Tensione
elettrica
pericolosa
Pericolo
generico
Segnali di prescrizione
Protezione
degli occhi
Casco di
protezione
Protezione
vie
respiratorie
Guanti di
protezione
Calzature
di
protezione
Protezione
delludito
Segnali di salvataggio
Direzione
uscita di
emergenza
Uscita di
emergenza
Freccia di
direzione
da seguire
Pronto
soccorso
Scala di
emergenza
Segnali antincendio
Allarme
antincendio
Estintore
Estintore
carrellato
- 81 -
Naspo
Idrante
antincendio
di
base
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Riduzione del
dell'incendio;
(SISTEMI
D I V I E D I E S O D O)
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antincendio
di
base
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Il dimensionamento delle vie d'uscita dovr tenere conto del massimo affollamento
ipotizzabile nell'edificio (definito come prodotto tra densit di affollamento
[personelm 2 ] e superficie degli ambienti soggetti ad affollamento di persone [m 2 ]),
nonch della capacit d'esodo dell'edificio (numero di uscite, larghezza delle uscite,
livello delle uscite rispetto al piano di campagna, etc.).
Per le attivit soggette a controlli di prevenzione incendi, le caratteristiche delle vie
ed uscite di emergenza sono descritte nelle normative specifiche relative alle varie
attivit (quando esistenti). Negli altri casi, ed in generale per quanto riguarda i
"luoghi di lavoro", le caratteristiche delle vie ed uscite di emergenza sono descritte
nel D.Lgs. 626/94 e nel DM 10.3.1998; nel seguito si riportano sinteticamente alcune
caratteristiche principali previste da tali normative.
In linea generale ogni luogo di lavoro deve disporre di vie di uscita alternative
(ad eccezione di quelli di piccole dimensioni o dei locali a rischio di incendio
medio o basso); i percorsi di uscita in un'unica direzione devono essere evitati
per quanto possibile.
Ciascuna via di uscita deve essere indipendente dalle altre e distribuita in modo che
le persone possano ordinatamente allontanarsi da un incendio; le vie di uscita
devono sempre condurre ad un luogo sicuro.
Le porte delle uscite di emergenza, ed ogni porta sul percorso di uscita, devono
essere apribili nel senso di esodo e, qualora siano chiuse, devono poter essere
aperte facilmente ed immediatamente da parte di qualsiasi persona che abbia
bisogno di utilizzarle in caso di emergenza; pertanto le porte delle uscite di
emergenza non devono essere chiuse a chiave.
Le porte e i portoni apribili nei due versi devono essere trasparenti o essere
muniti di pannelli trasparenti; sulle porte trasparenti deve essere apposto un
segno indicativo all'altezza degli occhi; se le superfici trasparenti o traslucide
delle porte e dei portoni non sono costituite da materiali di sicurezza, e c' il
rischio che i lavoratori possano rimanere feriti in caso di rottura di dette superfici,
queste devono essere protette contro lo sfondamento.
- 83 -
antincendio
di
base
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9.3.1.1 - C A R A T T E R I S T I C H E
(D.L GS . 626/94)
1 USCITA DA 0,80 m
1 USCITA DA 1,20 M
apertura nel verso dellesodo
1 USCITA DA 1,20 M + 1 USCITA DA 0,80 m
apertura nel verso dellesodo
1 U L T E R I O R E U S C I T A D A 1,20 m P E R
O G N I 50 L A V O R A T O R I , o fra zione
- tra 26 e 50 lavoratori
- tra 51 e 100 lavoratori
15 30 metri
30 45 metri
45 60 metri
(DM 10.3.1998)
6 15 metri
9 30 metri
12 45 metri
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antincendio
di
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9.3.1.3 - S C A L E
ANTINCENDIO
- Caratteristiche generali
antincendio
di
base
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- Tipologie
scale protette
scale esterne
La "scala protetta" la pi
semplice
delle
scale
antincendio, efficace ai
fini
della
compartimentazione di un
edificio, ed offre un primo
livello di sicurezza ai fini
dell'esodo, per affollamenti
limitati.
SCALA A
INTERNA :
PROVA
DI
STRUTTURE REI 60
PORTE REI 60
FILTRO A
PROVA DI FUMO
FUMO
0,10
La "scala a prova di fumo interna" offre un ottimo livello di sicurezza ai fini dell'esodo di
emergenza ed ai fini della compartimentazione dell'edificio, ma di difficile realizzazione
se non prevista inizialmente in fase di progetto.
S C A L A A P R O V A D I F U M O:
antincendio
di
base
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Ogni punto della scala, non protetto da pareti REI 90, deve distare almeno 2,50 m da
aperture presenti nelle pareti dello stesso edificio, o di edifici vicini.
La parete dell'edificio, per una larghezza pari alla proiezione della scala
incrementata di 2,50 m per ogni lato, deve possedere requisiti di resistenza al
fuoco non inferiori a REI 90.
9.3.1.4 -
ASCENSORI E MONTACARICHI
Anche gli ascensori ed i montacarichi non devono essere normalmente considerati come
vie di esodo, ed anzi il loro utilizzo pu essere molto pericoloso in caso di incendio; infatti
possono facilmente fermarsi per mancanza di energia elettrica, e/o essere invasi dal fumo
e dai prodotti tossici della combustione, divenendo una trappola mortale, e pertanto non
devono essere mai utilizzati in caso di incendio; essi presentano inoltre elevati pericoli di
propagazione dei fumo e dell'incendio per "effetto camino", cosi come le scale a giorno.
Per tali motivi opportuno che, ai fini della sicurezza antincendio, il vano corsa ed il
locale macchine di ascensori e montacarichi rispettino le caratteristiche indicate ai punto
2.5 del D.M. 16.5.1987, n. 246 (Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile
abitazione) ; tra tali caratteristiche assumono particolare importanza i requisiti di sicurezza
riportati nel seguito, che bene che siano sempre osservati.
Si evidenzia tuttavia che, anche con tali requisiti, gli ascensori ed i montacarichi non
devono mai essere utilizzati in caso di incendio, e non possono, in nessun caso, essere
conteggiati nel dimensionamento delle vie di esodo necessarie per lattivit:
Nel vano corsa vietata l'ubicazione sia di canne fumarie, sia di cavi, condutture o
tubazioni che non appartengono ali, impianto;
I componenti elettrici dell'impianto dovranno essere dei tipo a bassa emissione di fumi;
antincendio
di
base
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Le caratteristiche di resistenza al fuoco dei vani corsa devono essere congrue con
quanto previsto per le strutture dellattivit;
Quando il numero degli ascensori superiore a due, essi devono essere disposti in
almeno due vani corsa distinti.
In alcuni casi, invece, gli ascensori, contrariamente a quanto detto in senso generale,
possono essere utilizzati con sicurezza anche in caso di incendio, e quindi come via di
esodo, ma solo se rispettano integralmente precise e rigide direttive di sicurezza, descritte
nella normativa tecnica sugli alberghi (DM 9.4.1994 - punto 6.8).
In tali casi gli ascensori vengono chiamati "ASCENSORI ANTINCENDIO ", e la loro
installazione pu essere utilmente prevista in casi particolari (es.: ospedali, case di riposo
per anziani), per motivi di opportunit (es: presenza di persone con ridotta o impedita
capacita motoria o sensoriale, anziani, infermi, etc), e/o per consentire di effettuare con
sicurezza le operazioni di soccorso.
Gli "ascensori antincendio" devono avere, oltre alle caratteristiche normalmente descritte
in precedenza per i casi generali, ulteriori caratteristiche di sicurezza, quali, ad esempio:
le strutture del vano corsa e del locale macchinario devono possedere resistenza al fuoco
REI 120; l'accesso allo sbarco dei piani deve avvenire da filtro a prova di fumo realizzato
con strutture REI 120; gli ascensori devono disporre di doppia alimentazione elettrica,
una delle quali di sicurezza; gli ascensori devono avere il vano corsa ed il locale
macchinario distinti dagli altri ascensori.
9.3.2 - RESISTENZA AL FUOCO E COMPARTIMENTAZIONE
Dire che una struttura ha una certa resistenza al fuoco significa dire che quella struttura
(e quindi i suoi elementi costruttivi) in grado di continuare ad esercitare la sua funzione
(portante e/o di ostacolo alla propagazione del fuoco) per quel certo tempo, anche se
sottoposta alle alte temperature che si manifestano in un incendio.
In termini numerici la resistenza al fuoco rappresenta lintervallo di tempo (espresso in
minuti primi) di esposizione dellelemento strutturale ad un incendio, durante il quale
lelemento costruttivo considerato conserva i requisiti progettuali richiesti, che possono
riguardare la stabilit meccanica, la tenuta ai prodotti della combustione, o anche la
coibenza termica.
Il criterio attualmente seguito dalla normativa italiana prevede che, se per una struttura
vengono prescritte caratteristiche di resistenza al fuoco, quelledificio deve poter resistere
senza crollare, in caso di incendio, anche se bruciano completamente tutte le sostanze
combustibili contenute nel suo interno.
Le strutture resistenti al fuoco si indicano generalmente con le sigle R, RE o REI; il
significato da attribuire a tali sigle il seguente:
produrre (se sottoposto allazione del fuoco su un lato), fiamme, vapori o gas caldi
sul lato non esposto al fuoco;
I - isolamento termico
- 88 -
antincendio
di
base
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Pertanto:
con il simbolo REI si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per
un determinato tempo, la stabilit, la tenuta e lisolamento termico;
Si pu parlare di resistenza al fuoco sia per le strutture portanti (muri, solai, travi,
pilastri) , sia per elementi costruttivi non portanti, ma ostacolanti la propagazione del
fuoco e/o del fumo (porte, controsoffitti, pareti tagliafuoco, serrande tagliafuoco, etc.) , al
fine di realizzare una compartimentazione.
Affinch una struttura, di per s non sufficientemente resistente al fuoco, raggiunga una
certa classe di resistenza, possibile intervenire mediante metodi certificati, quali, ad
esempio, rivestire la struttura con adeguati spessori di materiali protettivi (vernici
intumescenti, intonaci isolanti, etc.), o frapporre strutture schermanti certificate
(controsoffitti, pannellature, etc.) .
Spesso si utilizza la caratteristica REI di alcune strutture (muri, pareti, solai tagliafuoco,
etc.), per realizzare la compartimentazione di un edificio, cio la suddivisione del
volume totale delledificio in due o pi parti, ciascuna ermeticamente impermeabile agli
effetti dellincendio, con lo scopo di contenere l'incendio, e quindi i fumi da esso prodotti,
entro un volume il pi esiguo possibile. L'efficacia di tale soluzione indiscussa, ed
emerge dall'analisi di numerosi incendi avvenuti in edifici.
Per una completa ed efficace compartimentazione, i muri tagliafuoco ed i solai non
dovrebbero avere aperture, ma ovvio che in un ambiente di lavoro necessario assicurare
unagevole comunicazione tra i vari ambienti, anche se a diversa destinazione duso, ed
necessario consentire il passaggio di tubazioni e conduttori attraverso muri e solai.
I principali elementi di discontinuit sono rappresentati da: scale, ascensori e
montacarichi, rete impianti di condizionamento, tubazioni e cavi elettrici, cavedi,
cunicoli orizzontali, controsoffitti.
pertanto inevitabile realizzare comunicazioni attraverso strutture REI, ma occorre poi
tenere conto di provvedimenti particolari da adottare per gli elementi che determinano
discontinuit nelle strutture orizzontali e verticali, in modo tale che vi siano elementi di
chiusura aventi le stesse caratteristiche di resistenza al fuoco della struttura attraversata.
Ad esempio, una varco di passaggio realizzato su un muro REI 120, dovr essere dotato
di una porta che abbia anche essa caratteristiche REI 120, in modo tale che, quando
chiusa, mantiene le caratteristiche REI della struttura di compartimentazione.
9.3.3 - LA REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI
La reazione al fuoco di un materiale rappresenta il comportamento al fuoco del medesimo
materiale che, per effetto della sua decomposizione, alimenta un fuoco al quale
esposto, partecipando cos allincendio.
Per la determinazione della reazione al fuoco di un materiale non sono proponibili metodi
di calcolo e modelli matematici; essa viene effettuata su basi sperimentali, mediante
prove su campioni effettuate in laboratori ufficialmente riconosciuti, dove vengono valutati
alcuni parametri di combustibilit, quali: velocit di propagazione della fiamma; tempo di
post-incandescenza; estensione della zona danneggiata; gocciolamento.
In relazione a tali prove i materiali sono assegnati alle classi: 0 - 1 - 2 - 3 - 4 - 5 con
laumentare della loro partecipazione alla combustione, a partire da quelli di classe 0
che risultano non combustibili; per gli arredi imbottiti (poltrone, divani, materassi,
etc.) le classi sono 1 IM 2 IM 3 IM .
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Gli impianti a polvere (poco diffusi) generalmente non prevedono una rete di
tubazioni. Sono invece costituiti da piccoli serbatoi di polvere, dotati di appositi
erogatori, e posizionati ciascuno vicino allobiettivo da proteggere, realizzando in
questo modo delle protezioni localizzate.
Lattivazione in genere automatica, tramite dispositivi termici o impianto di rilevazione.
antincendio
di
base
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nel tempo grandezze tipiche della combustione, oppure la velocit della loro variazione
nel tempo, oppure la somma di tali variazioni nel tempo.
Tale impianto in grado di trasmettere un segnale dallarme in un luogo opportuno
(sempre presidiato), quando il valore della grandezza tipica misurata supera oppure
inferiore ad un certo valore prefissato (soglia), allo scopo di segnalare tempestivamente
ogni principio dincendio (evitando al massimo i falsi allarmi), in modo che possano
essere messe in atto le misure necessarie per circoscrivere e spegnere lincendio.
9.4.5 - ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA
Limpianto di illuminazione di sicurezza deve fornire, in caso di mancata erogazione
della fornitura principale della energia elettrica e quindi di luce artificiale, una
illuminazione sufficiente a permettere di evacuare in sicurezza i locali (intensit
minima di illuminazione 5 lux).
Dovranno pertanto essere illuminate le indicazioni delle porte e delle uscite di sicurezza,
i segnali indicanti le vie di esodo, i corridoi e tutte quelle parti che necessario
percorrere per raggiungere unuscita verso luogo sicuro.
LImpianto deve essere alimentato da una adeguata fonte di energia quali batterie in
tampone o batterie di accumulatori con dispositivo per la ricarica automatica (con
autonomia variabile da 30 minuti a 3 ore, a secondo del tipo di attivit e delle
circostanze) , oppure da apposito ed idoneo gruppo elettrogeno;
lintervento dovr
comunque avvenire in automatico, in caso di mancanza della fornitura principale
dellenergia elettrica, entro 5 secondi circa (se si tratta di gruppi elettrogeni il tempo pu
raggiungere i 15 secondi).
9.4.6 - EVACUATORI DI FUMO E DI CALORE
(EFC)
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