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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE

CENNI SUL DM 37/08 E 7129:2015

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
Indice
DM 37/08 ...................................................................................................... 4

Applicazione negli impianti idraulici ............................................................ 4

Quali sono le imprese che possono eseguire queste installazioni? ........... 6

Come puoi verificare che una ditta sia abilitata a svolgere quel particolare
lavoro? ........................................................................................................ 6

Progetto dell’Impianto................................................................................... 7

Qual è la discriminante per cui il progetto può essere redatto dal


responsabile tecnico dell’azienda invece che dal libero professionista
abilitato? ..................................................................................................... 7

Quando è che i progetti sono elaborati secondo la regola dell’arte? ......... 9

Cosa accade al termine dell’installazione dell’Impianto? ..........................10

Dichiarazione di Rispondenza ......................................................................11

Il Committente ha degli Obblighi?................................................................12

Esistono delle sanzioni? ...............................................................................12

Come va Compilata in modo corretto una dichiarazione di Conformità


secondo il DM 37/08? ..................................................................................14

Come va compilata in modo corretto una Dichiarazione di Rispondenza? .22

Chi può rilasciare la Dichiarazione di Rispondenza? ...................................22

UNI 10738:2012 ...........................................................................................24

Cosa stabilisce la norma? .........................................................................24

Quando utilizzare la norma? ......................................................................25

Se non compilo una Dichiarazione di Rispondenza evito di prendermi


queste responsabilità?...............................................................................25

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Quali controlli è necessario effettuare? .....................................................26

Collaudo dell’impianto interno ...................................................................29

DICHIARAZIONE DI RISPONDENZA DELL’IMPIANTO .............................36

DICHIARAZIONE DI RISPONDENZA .........................................................40

Che differenza c’è tra il foro di aerazione ed il foro di ventilazione?............46

Cosa è il foro di ventilazione? ....................................................................46

E’ consentito l’attraversamento di locali a pericolo di incendio con tubazioni


gas in rame o acciaio? .................................................................................48

E’ consentito l’attraversamento di locali a pericolo di incendio con tubazioni


in materiale multistrato metallo-plastico? ....................................................51

Dove è possibile installare una tubazione gas? .........................................52

A vista ........................................................................................................53

Installazione in alloggiamenti tecnici .........................................................54

Installazione in cunicolo tecnico sotterraneo.............................................56

Installazione di tubazioni interrate .............................................................57

Installazione di tubazioni in manufatti orizzontali esterni a cielo aperto ....60

Installazione di tubazioni interna sotto traccia...........................................60

La norma UNI 7129:2015 consente di installare all’interno dell’unità


immobiliare tubazioni gas in rame con giunzioni del tipo “a pressare”? ...62

Quando si può scaricare a parete? ..............................................................64 

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DM 37/08

Applicazione negli impianti idraulici

Per iniziare, quale è il campo di applicazione del Decreto 37/08 che


regola tutto il settore degli impianti?

Il decreto si applica agli impianti a servizio degli edifici,


indipendentemente dalla loro destinazione d’uso, che siano collocati al
loro interno oppure nelle loro pertinenze (che possono essere soffitte,
cantine, parti comuni, garage, piscine, ecc…). Inoltre se esistono impianti
esterni che derivano da quelli interni possono essere assoggettati a
questa normativa. Quelli che non sono connessi ad impianti interni
all’edificio non ricadono nel campo di applicazione di questi normi.

Gli impianti sono classificati in diverse tipologie:

1. impianti di produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione,


utilizzazione dell'energia elettrica, impianti di protezione contro le
scariche atmosferiche, nonché gli impianti per l'automazione di
porte, cancelli e barriere; i primi sono i circuiti di alimentazione degli
apparecchi utilizzatori e delle prese a spina con esclusione degli
equipaggiamenti elettrici delle macchine, degli utensili, degli
apparecchi elettrici in genere. Nell’ambito degli impianti elettrici
rientrano quelli di autoproduzione di energia fino a 20 kW nominale,
gli impianti per l’automazione di porte, cancelli e barriere e quelli
posti all’esterno di edifici se gli stessi sono collegati, anche solo
funzionalmente, agli edifici.
2. impianti radiotelevisivi, le antenne e gli impianti elettronici in genere;
tra questi impianti si considerano gli impianti telefonici, di
segnalazioni, controlli, cablaggi, impianti di videosorveglianza,

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controllo accessi, identificazione targhe, impianti per la gestione
elettronica del flusso documentale, dematerializzazione e gestione
degli archivi, data center, server farm, impianti a controllo numerico
o di automazione , impianti per linee per telegrafia, telefonia e
radiotelegrafia, radiotelefonia, impianti a fibra ottica, ponti radio, reti
locali e geografiche, reti wireless per la trasmissione dati.
3. impianti di riscaldamento, di climatizzazione, di condizionamento e
di refrigerazione di qualsiasi natura o specie, comprese le opere di
evacuazione dei prodotti della combustione e delle condense, e di
ventilazione ed aerazione dei locali. Questo significa che il progetto
deve comprendere obbligatoriamente anche tutte le tubazioni
connesse all’evacuazione dei fumi di combustione e per la
ventilazione e dell’aerazione dei locali, non solamente le tubazioni
di distribuzione del calore.
4. impianti idrici e sanitari di qualsiasi natura o specie, ovvero tutti gli
impianti idrici e sanitaria di qualunque natura, si parla quindi di
distribuzione dell’acqua sia calda che fredda, che dell’espulsione
delle acque grigie o nere;
5. impianti per la distribuzione e l'utilizzazione di gas di qualsiasi tipo,
comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e
ventilazione ed aerazione dei locali. Questo deve avvenire dal punto
di consegna del gas fino agli apparecchi utilizzatori, la loro
installazione ed i loro collegamenti, l’aerazione e la ventilazione dei
locali in cui è installato l’impianto e gli scarichi all’esterno dei
prodotti della combustione.
6. impianti di sollevamento di persone o di cose per mezzo di
ascensori, di montacarichi, di scale mobili e simili;
7. impianti di protezione antincendio.

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Quali sono le imprese che possono eseguire queste installazioni?

Le imprese che possono eseguire questi tipi di installazioni devono


essere “Imprese Abilitate”. Per essere abilitate le imprese devono essere
iscritte al Registro delle Imprese o all’Albo delle Imprese Artigiane,
entrambi normati. Il DM 37/08 stabilisce, negli articoli 3 e 4 quali sono le
procedure ed i requisiti che devono possedere le imprese per essere
indicate tra quelle abilitate a questo tipo di installazioni.

Come puoi verificare che una ditta sia abilitata a svolgere quel
particolare lavoro?

Per capire se una impresa sia o meno abilitata a svolgere quel particolare
tipo di lavoro basta essere in possesso (e quindi farsi dare) una loro
visura camerale aggiornata. In questa visura camerale basta verificare sia
presente la lettera corrispondente alla tipologia di intervento che gli si
intende fare eseguire.

Figura 1 - Esempio Visura Camerale


Quindi fate attenzione che sulla visura camerale sia riportata la lettera per
il lavoro che state eseguendo o che la ditta sta eseguendo per conto
vostro, altrimenti la dichiarazione non ha alcun valore.

Se per esempio un idraulico sta facendo un lavoro che comporta il


rifacimento di un impianto termico e di un impianto idrico dovrà avere
citate nella sua dichiarazione di conformità sia la lettera C, sia la lettera D
che la lettera E, altrimenti non potrà dare una dichiarazione di conformità
alla regola dell’arte di tutto l’impianto eseguito. Le imprese sono abilitate

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all'esercizio delle attività se l'imprenditore individuale o il legale
rappresentante ovvero il responsabile tecnico da essi preposto con atto
formale, è in possesso dei requisiti professionali che vengono esplicitati
nel DM 37/08 nell’Articolo 4.

Progetto dell’Impianto
Il progetto dell’impianto è sempre obbligatorio sia per una nuova
installazione che per una trasformazione di un impianto esistente. Può
essere fatto da un tecnico progettista libero professionista oppure dal
responsabile tecnico dell’azienda (Solo gli impianti di sollevamento sono
esclusi da questo obbligo). Il progetto va sempre allegato alla
dichiarazione di conformità.

Qual è la discriminante per cui il progetto può essere redatto dal


responsabile tecnico dell’azienda invece che dal libero
professionista abilitato?

Lo può fare nel caso in cui l’intervento sia di lieve entità.

Progettazione Impianti Elettrici – Caso di Progetto Eseguito da un Libero


Professionista
1. per tutte le utenze condominiali e per utenze domestiche di singole
unità abitative aventi potenza impegnata superiore a 6 kW o per
utenze domestiche di singole unità abitative di superficie superiore
a 400 mq;
2. impianti elettrici realizzati con lampade fluorescenti a catodo
freddo, collegati ad impianti elettrici, per i quali è obbligatorio il
progetto e in ogni caso per impianti di potenza complessiva
maggiore di 1200 VA resa dagli alimentatori;

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3. relativi agli immobili adibiti ad attività produttive, al commercio, al
terziario e ad altri usi, quando le utenze sono alimentate a tensione
superiore a 1000 V, inclusa la parte in bassa tensione, o quando le
utenze sono alimentate in bassa tensione aventi potenza impegnata
superiore a 6 kW o qualora la superficie superi i 200 mq;
4. impianti elettrici relativi ad unità immobiliari provviste, anche solo
parzialmente, di ambienti soggetti a normativa specifica del CEI, in
caso di locali adibiti ad uso medico (anche estetisti) o per i quali
sussista pericolo di esplosione o a maggior rischio di incendio,
nonché per gli impianti di protezione da scariche atmosferiche in
edifici di volume superiore a 200 mc. Per esempio Veterinari,
farmacia, centri estetici, centrali termiche, ecc…
5. Impianti lettera b), relativi agli impianti elettronici in genere quando
coesistono con impianti elettrici con obbligo di progettazione;
6. Impianti lettera c), dotati di canne fumarie collettive ramificate,
nonché impianti di climatizzazione per tutte le utilizzazioni aventi
una potenzialità frigorifera pari o superiore a 40.000 frigorie/ora, in
questo caso risultano comprese nel progetto anche le opere di
evacuazione dei prodotti della combustione e delle condense, e di
ventilazione ed aerazione dei locali. Questo cosa significa? Se gli
impianti non hanno una canna fumaria collettiva ramificata non
esiste l’obbligo di progetto da parte del libero professionista. Dal
momento però che il progetto è da allegare all’interno della
relazione legge 10 in caso di intervento sull’impianto la prassi è
quella di affidare l’incarico del progetto ugualmente allo stesso
libero professionista che presenterà anche la relazione di calcolo.
7. Impianti lettera e), relativi alla distribuzione e l'utilizzazione di gas
combustibili con portata termica superiore a 50 kW o dotati di

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canne fumarie collettive ramificate, o impianti relativi a gas medicali
per uso ospedaliero e simili, compreso lo stoccaggio. In pratica se
ci sono più apparecchi la cui somma supera i 50 kW di portata
termica è obbligatorio il progetto di un libero professionista.
8. Impianti, lettera g), se sono inseriti in un'attività soggetta al rilascio
del certificato prevenzione incendi e, comunque, quando gli idranti
sono in numero pari o superiore a 4 o gli apparecchi di rilevamento
sono in numero pari o superiore a 10.

Quando è che i progetti sono elaborati secondo la regola dell’arte?

I progetti risultano elaborati secondo la regola dell’arte quando vengono


redatti in conformità alla vigente normativa ed alle indicazioni delle guide
e alle norme dell’UNI, del CEI o di altri Enti di normalizzazione
appartenenti agli Stati membri dell’Unione Europea si considerano redatti
secondo la regola dell’arte.

Deve contenere almeno lo schema dell’impianto ed i disegni planimetrici


ed una relazione tecnica sulla consistenza e sulla tipologia di
installazione, con particolare riguardo alle misure di prevenzione e di
sicurezza da adottare.

Nei casi in cui il progetto è redatto dal responsabile tecnico dell'impresa


installatrice l'elaborato tecnico è costituito almeno dallo schema
dell'impianto da realizzare, inteso come descrizione funzionale ed
effettiva dell'opera da eseguire eventualmente integrato con la necessaria
documentazione tecnica attestante le varianti introdotte in corso d'opera.

Se il progetto subisce delle variazioni in corso d’opera, è necessario


integrare il progetto presentato con la necessaria documentazione
tecnica attestante le varianti, alle quali, oltre che al progetto, l’installatore
è tenuto a fare riferimento nelle dichiarazioni di conformità.

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Il progetto è depositato presso lo sportello unico per l’edilizia del comune
in cui viene realizzato l’impianto.

Per il rifacimento o l'installazione di nuovi impianti relativi ad edifici per i


quali è già stato rilasciato il certificato di agibilità, l'impresa installatrice
deposita, entro 30 giorni dalla conclusione dei lavori, presso lo sportello
unico per l'edilizia, del comune ove ha sede l'impianto, la dichiarazione di
conformità ed il progetto redatto ai sensi dell'articolo 5, o il certificato di
collaudo degli impianti installati, ove previsto dalle norme vigenti. Per le
opere di installazione, di trasformazione e di ampliamento di impianti che
sono connesse ad interventi edilizi subordinati a permesso di costruire
ovvero a denuncia di inizio di attività, il soggetto titolare del permesso di
costruire o il soggetto che ha presentato la denuncia di inizio di attività
deposita il progetto degli impianti da realizzare presso lo sportello unico
per l'edilizia del comune ove deve essere realizzato l'intervento,
contestualmente al progetto edilizio.

Lo sportello unico inoltra copia della dichiarazione di conformità alla


Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura nella cui
circoscrizione ha sede l'impresa esecutrice dell'impianto, che provvede ai
conseguenti riscontri.

Cosa accade al termine dell’installazione dell’Impianto?

Al termine dei lavori, previa effettuazione delle verifiche previste dalla


normativa vigente, comprese quelle di funzionalità dell'impianto,
l'impresa installatrice rilascia al committente la dichiarazione di
conformità degli impianti realizzati nel rispetto delle norme. Di tale
dichiarazione fanno parte integrante la relazione contenente la tipologia
dei materiali impiegati, nonché il progetto di cui all'articolo 5.

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In caso di rifacimento parziale di impianti, il progetto, la dichiarazione di
conformità e l'attestazione di collaudo ove previsto, si riferiscono alla sola
parte degli impianti oggetto dell'opera di rifacimento, ma tengono conto
della sicurezza e funzionalità dell'intero impianto. Nella dichiarazione di
cui al comma 1 e nel progetto di cui all'articolo 5, è espressamente
indicata la compatibilità tecnica con le condizioni preesistenti
dell'impianto.

Dichiarazione di Rispondenza
Nel caso in cui la dichiarazione di conformità non sia stata prodotta o non
sia più reperibile, tale atto è sostituito - per gli impianti eseguiti prima
dell'entrata in vigore del presente decreto – da una dichiarazione di
rispondenza, resa da un professionista iscritto all'albo professionale per le
specifiche competenze tecniche richieste, che ha esercitato la
professione, per almeno cinque anni, nel settore impiantistico a cui si
riferisce la dichiarazione, sotto personale responsabilità, in esito a
sopralluogo ed accertamenti, ovvero, per gli impianti non ricadenti nel
campo di applicazione del decreto, da un soggetto che ricopre, da almeno
5 anni, il ruolo di responsabile tecnico di un'impresa abilitata, operante nel
settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione.

Il fatto che possa fare questa dichiarazione di rispondenza (DI.RI) una ditta
installatrice oppure un libero professionista varia sulla base dei limiti che ti
abbiamo già indicato sul fatto che sia necessario un progetto firmato da
un libero professionista oppure no.

Da questo Decreto Ministeriale in poi la Dichiarazione di Conformità NON


PUO’ NON ESSERE EMESSA.

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Allo stesso modo la Dichiarazione di Rispondenza NON PUO’ ESSERE
EMESSA per gli impianti successivi alla data di emanazione di questo
decreto ministeriale. La norma quindi non prende in esame che la ditta
possa non rilasciare la dichiarazione di conformità a seguito di una
installazione dopo questa data.

Il Committente ha degli Obblighi?


Il committente è tenuto ad affidare i lavori di installazione, di
trasformazione, di ampliamento e di manutenzione straordinaria degli
impianti ad imprese abilitate. Come verificarlo? Attraverso la visura
camerale della ditta stessa.

Il proprietario adotta le misure necessarie per conservarne le


caratteristiche di sicurezza previste dalla normativa vigente in materia,
tenendo conto delle istruzioni per l'uso e la manutenzione predisposte
dall'impresa installatrice dell'impianto e dai fabbricanti delle
apparecchiature installate. Resta ferma la responsabilità delle aziende
fornitrici o distributrici, per le parti dell'impianto e delle relative
componenti tecniche da loro installate o gestite. Ovvero il committente
deve avere un libretto di uso e manutenzione per gli impianti che sono
installati presso la sua abitazione, qualunque sia la tipologia
dell’impianto. E’ un suo diritto.

Esistono delle sanzioni?


Si esistono delle sanzioni. Se la dichiarazione di conformità non rispetta i
punti dell’articolo 7 del Decreto Ministeriale, o non la emana o la emana in
modo incompleto può subire una sanzione che va dai 100€ ai 1000€.

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Se vengono violati gli altri articoli di questo Decreto, possono essere
applicate delle sanzioni dai 1.000€ ai 10.000€. Per esempio nel caso in cui:

1. La ditta che non esegue gli impianti conformi alla regola dell’arte;
2. La ditta che non deposita la dichiarazione di conformità entro i 30
giorni dalla fine dei lavori;
3. Il committente che non affida i lavori ad un libero professionista
quando è obbligatorio;
4. Il committente che non affida lo svolgimento dei lavori ad una ditta
abilitata;
5. Il tecnico professionista che non progetta secondo la regola
dell’arte;
6. Il tecnico che rilascia l’abitabilità senza avere acquisito le
dichiarazioni di conformità con tutti gli allegati obbligatori;
7. Il Titolare della Scia o del permesso di costruire che la presenta
senza allegare contestualmente il progetto degli impianti che
intende realizzare;
8. L’impresa installatrice che non affigge il cartello di cantiere con tutti
i dati obbligatori;
9. In tutti gli altri casi vi sia un contrasto con quanto riportato nel
decreto ministeriale 37/08.

Le violazioni accertate per la ditta installatrice vengono comunicate alla


Camera di Commercio, industria, artigianato o agricoltura competente
che ne prende nota. La violazione se reiterata tre volte può portare alla
sospensione temporanea dall’iscrizione dal registro delle imprese.

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Come va Compilata in modo corretto una


dichiarazione di Conformità secondo il DM 37/08?
Prima di tutto i modelli che erano allegati al DM 37/08 sono stati sostituiti
con quelli contenuti del DM del 19 maggio 2010. Questa tipo di modello lo
si usa per tutte le tipologie di impianto (elettrici, idraulici, termici,
antincendio, gas, ecc…)

Il consiglio che ti do è quello di redigere una dichiarazione di conformità


per ciascuna lettera della tipologia di impianto che viene indicata all’interno
del DM 37/08, per esempio se un idraulico esegue un lavoro all’interno di
una abitazione in cui installa sia l’impianto idrico sanitario, che l’impianto
del gas che l’impianto termico, la cosa migliore è che rediga tre
dichiarazioni di conformità distinte con i relativi allegati obbligatori.

E’ obbligatorio procedere in questo modo? No. Non lo è, ma sicuramente


è molto più ordinato avere una dichiarazione per ciascuna lettera (tipologia
di impianto), ed è anche molto più chiaro capire cosa è stato eseguito
effettivamente. Ovviamente anche se è meno chiaro tutti gli impianti, che
esegue una impresa, possono essere anche citati nella stessa
dichiarazione di conformità.

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Il Sottoscritto: è colui che si assume la responsabilità di ciò che viene
inserito nella dichiarazione di conformità e quindi della conformità alla
regola dell’arte dell’impianto che ha realizzato. I dati riportati in questa
parte della dichiarazione di conformità devono essere gli stessi che sono
contenuti all’interno della visura camerale dell’impresa, per cui il modulo
deve contenere i dati dell’azienda (settore, indirizzo della sede legale,
ecc…) e numero di iscrizione al registro delle imprese o all’albo provinciale
delle imprese artigiane, o entrambe.

Il sottoscritto può essere sia il titolare dell’impresa che il responsabile


tecnico dell’impresa, spesso la figura nelle piccole imprese può coincidere.

La visura camerale deve essere allegata alla dichiarazione di conformità,


per cui il confronto di questi dati risulta abbastanza semplice.

Esecutrice dell’impianto (descrizione schematica): in questa parte deve


essere descritto brevemente il tipo di intervento che è stato effettuato. Più
avanti vengono indicati quali sono gli allegati obbligatori che devono
essere consegnati insieme alla dichiarazione di conformità. In questa fase
è necessario solamente indicare la tipologia di intervento effettuato.

In sostanza deve essere indicato rispetto a quale lettera del decreto è stato
effettuato l’intervento per capire di quale tipo di impianto stiamo parlando.

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Inoltre è necessario barrare se l’intervento è:

1. Nuovo Impianto: un impianto che precedentemente non esisteva o il


rifacimento completo di un impianto esistente
2. Trasformazione: modifiche sostanziali dell’impianto ai fini della
sicurezza o delle prestazioni, per esempio cambio del combustibile
del generatore dell’impianto di riscaldamento, aggiunta di un
impianto di terra, passaggio di un sistema monofase a trifase,
modificare le condutture del gas metano, ecc…
3. Ampliamento: aggiunta di elementi all’impianto già esistente, come
per esempio l’aggiunta di radiatori oppure di altri circuiti elettrici.
4. Manutenzione Straordinaria: sostituzione di componenti con altri di
caratteristiche equivalenti ma diverse. Se questi interventi alterano le
prestazioni dell’impianto allora si ricade nel campo della
trasformazione.

Bisogna poi indicare il committente, colui che ha commissionato il lavoro,


che può essere sia il proprietario dell’immobile, un privato o una azienda,
od una azienda che ha subappaltato il lavoro di installazione
dell’impianto. Bisogna indicare il luogo in cui è stato installato l’impianto
in modo che possa essere identificato univocamente da chi prende in
mano la dichiarazione di conformità. Solo ora bisogna indicare chi è il
proprietario finale di quell’impianto (che può anche essere diverso da

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colui che lo ha commissionato). Infine va indicata la destinazione d’uso
dell’edificio in cui è stata svolta l’installazione. Nel caso siano presenti più
destinazioni d’uso all’interno dello stesso edificio si fa riferimento alla
destinazione d’uso prevalente oppure alla destinazione della parte
dell’edificio su cui si è effettivamente intervenuti.

In questa parte il Dichiarante (titolare, responsabile tecnico) si assumono


la responsabilità che la dichiarazione è stata fatta a regola d’arte tenendo
conto della destinazione d’uso dell’edificio. In questa parte si gioca tutta
la responsabilità sull’intervento che è stato eseguito.

In questo punto devono essere indicati i dati della persona che ha redatto
il progetto, che è sempre obbligatorio. Se chi ha redatto il progetto è il
titolare o il responsabile tecnico dell’impresa è necessario inserire il Nome,
il Cognome e la qualifica. Se chi ha redatto il progetto è un libero
professionista iscritto all’ordine è necessario inserire Nome, Cognome,
Titolo, Albo di appartenenza e numero di iscrizione all’Albo.

In questo punto si DEVE inserire la o le norme tecniche che sono state


seguite per svolgere quel particolare impianto. (UNI, CEI, ecc…)

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In questo punto si dichiara che i materiali utilizzati in ciascun punto
dell’impianto che è stato installato è consono al luogo di installazione.
Questo significa che i materiali utilizzato per esempio all’esterno
dell’abitazione sono adatti ad essere utilizzati all’esterno, quelli utilizzati
all’interno sono adatti per essere utilizzati all’interno e quelli usati, per
esempio, in traccia o interrati, sono adatti a quel tipo di installazione. Per
esempio vi sono particolari ambienti che sono soggetti a pericoli di
incendio od esplosioni che necessitano dell’uso di particolari materiali.

In questo punto si dichiara che l’impianto così come consegnato è


perfettamente funzionante e sicuro, in quanto sono state eseguite delle
verifiche richieste dalle disposizioni di legge.

La Dichiarazione di conformità passa poi a quelli che sono gli allegati


Obbligatori.

Il termine “obbligatorio” impone il fatto che questi allegati debbano


essere presenti all’interno della dichiarazione di conformità. Non è
facoltativo il fatto di poterli inserire o meno, ma devono sempre essere
tutti presenti.

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Di questo elenco di “Allegati Obbligatori” vi sono solamente due punti
che possono non essere flaggati dall’impresa, ovvero quando quel tipo di
documenti non possa esistere a tutti gli effetti:

1. Riferimento a dichiarazioni di conformità precedenti o parziali già


esistenti: per esempio se stiamo facendo un edificio di nuova
costruzione chiaramente non possono esistere delle dichiarazioni
precedenti, oppure è stato completamente rifatto un impianto
sostituendo completamente quello precedente e quindi non ha
senso citare le vecchie dichiarazioni. Per esempio invece quando
viene sostituita una caldai la vecchia dichiarazione di conformità
deve essere citata e la buona norma direbbe, se questa non esiste,
che venga predisposta una dichiarazione di rispondenza da parte
dell’azienda installatrice o di un libero professionista.
2. Attestazione di conformità per impianto realizzato con materiali o
sistemi non normalizzati: Documento che deve produrre un
Ingegnere iscritto al relativo Albo professionale se nell’impianto
risultano incorporati dei prodotti o sistemi legittimamente utilizzati
per il medesimo impiego in un altro Stato membro dell’Unione
europea o che sia parte contraente dell’Accordo sullo Spazio
economico europeo, per i quali non esistono norme tecniche di
prodotto o di installazione
3. Tutti gli altri documenti devono essere allegati:
4. Il progetto, chiunque sia stato a redigerlo (libero professionista o il
responsabile tecnico dell’azienda)
5. La relazione tipologica dei materiali utilizzati: è un elenco di tutti i
materiali che sono stati installati, indicando marca, modello e
certificazione di prodotto (per esempio marcatura CE di cui sono
dotati i prodotti installati, marchio IMQ, ecc…)

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
6. Lo schema dell’impianto realizzato: Per schema dell’impianto
realizzato si intende la descrizione dell’opera come eseguita (si fa
semplice rinvio al progetto quando non sono state apportate
varianti in corso d’opera). Nel caso di trasformazione, ampliamento
e manutenzione straordinaria, l’intervento deve essere inquadrato,
se possibile, nello schema dell’impianto preesistente.
7. Se l’intervento è una modifica o trasformazione di un impianto
precedentemente installato, allora la cosa migliore è fare riferimento
alla vecchia dichiarazione di conformità specificando la parte dello
stesso su cui si è intervenuti. Questo rende ancora più chiaro su
quale parte dell’impianto si è effettivamente intervenuti e quale era
la situazione di contesto in cui si è interventi, in modo che siano
chiare le responsabilità in una possibile futura contestazione. Nel
caso in cui la dichiarazione di conformità non sia disponibile
sull’impianto in cui si interviene il consiglio è quello di fare eseguire
una dichiarazione di rispondenza prima di intervenire con la
modifica p trasformazione.
8. Copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-
professionali: può essere rappresentata dalla semplice visura
camerale dell’azienda

Gli allegati Facoltativi sono appunto “facoltativi” possono essere inseriti o


meno all’interno della dichiarazione di conformità. Il fatto di inserirli deve
essere visto non come un peso ma come una possibilità da parte
dell’impresa di potere ancora meglio specificare la tipologia del lavoro

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che è stata svolta durante l’intervento. Un allegato facoltativo molto
interessante da allegare è una relazione fotografica dove si possono
inserire immagine sulle lavorazioni svolte e sulle tracce effettuate in
cantiere, che mostrino esattamente il tipo di lavorazioni che sono state
svolte, la posa delle tubazioni ed i materiali utilizzate.

In quest’ultima parte l’installatore declina ogni responsabilità per sinistri


derivanti dalla manomissione degli impianti da parte di terzi, oppure da
carenze di manutenzione o riparazione. L’installatore giustamente non
può essere responsabile di un impianto sul quale sono poi intervenuti
successivamente altri installatore, e gli allegati obbligatori servono
proprio a specificare su quali parte dell’impianto si è intervenuti.

Quindi è importante, sia per la ditta installatrice che per il committente


che sulla dichiarazione di conformità sia dichiarata solamente, ma in
modo completo, l’impianto che effettivamente è stato realizzato.

E’ inoltre molto importante eseguire le manutenzioni ordinarie


sull’impianto, perché la ditta installatrice è esonerata dai guasti a seguito
di carenze sulla manutenzione sugli impianti, ecco perché è sempre utile
avere il foglio di manutenzione compilato (verbale di manutenzione).

La data sancisce la fine del lavoro e la consegna dell’impianto al cliente e


viene accompagnato dalla firma del dichiarante e dal responsabile
tecnico.

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Come va compilata in modo corretto una


Dichiarazione di Rispondenza?
La Dichiarazione di Rispondenza riguarda i soli impianti realizzati tra la data
dell’entrata in vigore del D.P.R. 447/91 (e contestuale nascita della
Dichiarazione di Conformità) ed il 27/03/2008 (data dell’entrata in vigore
del D.M. 37/08 con l’introduzione della Dichiarazione di Rispondenza).

Gli impianti per i quali si vuole rilasciare una dichiarazione di rispondenza


devono essere “conformi alla regola dell’arte” e quindi essere conformi, al
momento della loro messa in servizio, alla legislazione vigente.

Quando può essere rilasciata una dichiarazione di Rispondenza?

1. quando non sia stata prodotta, o non sia reperibile la Dichiarazione


di Conformità, per gli impianti realizzati nel periodo compreso tra il
13 marzo 1990 ed il 26 marzo 2008;
2. quando, per impianti realizzati nel periodo compreso tra 13 marzo
1990 ed il 26 marzo 2008, la Dichiarazione di Conformità non sia
stata rilasciata oppure sia stata rilasciata ma priva di almeno uno dei
requisiti essenziali a suo tempo previsti dalla legge
3. per l'attivazione di una nuova fornitura di energia elettrica o per una
richiesta di aumento di potenza della fornitura di energia elettrica per
gli impianti (sprovvisti di Dichiarazione di conformità) realizzati nella
fascia temporale compresa tra il 13 marzo 1990 ed il 26 marzo 2008

Chi può rilasciare la Dichiarazione di Rispondenza?


Per rilasciare la dichiarazione di conformità il professionista deve avere i
seguenti requisiti:

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
1. iscrizione all’albo professionale per le specifiche competenze
tecniche richieste, avendo esercitato la professione, per almeno 5
anni, nel settore impiantistico a cui si riferisce la Dichiarazione di
Rispondenza;
2. per gli impianti per i quali, secondo il DM 37/08 non sia necessario
un libero professionista abilitato, un soggetto che ricopre, da
almeno 5 anni, il ruolo di responsabile tecnico di un’impresa
abilitata di, operante nel settore impiantistico a cui si riferisce la
Dichiarazione di Rispondenza

La dichiarazione di rispondenza è resa “sotto personale responsabilità, in


esito a sopralluogo ed accertamenti” da parte di colui che la redige.
Essendo una dichiarazione che sostituisce la dichiarazione di conformità
devono essere compilati tutti i campi che riassumono le caratteristiche
salienti dell’impianto in esame, del proprietario/ committente e del
soggetto sottoscrittore.

Inoltre devono essere svolti obbligatoriamente sull’impianto gli


accertamenti previsti dalla normativa tecnica applicabile e suggeriti
dall'esperienza professionale (esami a vista, prove e misure).

I seguenti elementi NON possono mancare in una dichiarazione di


Rispondenza:

1. la data, il luogo degli accertamenti;


2. la persona che ha condotto gli accertamenti;
3. l’oggetto degli accertamenti;
4. le modalità degli accertamenti;
5. i riferimenti legislativi applicabili;
6. i riferimenti normativi applicati;
7. l’esito degli accertamenti.

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE

UNI 10738:2012
Per gli impianti a gas è in vigore la norma UNI 10738:2012:

1. è applicabile a tutti gli impianti a gas per uso domestico o similare,


asserviti ad apparecchi minori o uguali a 35 kW e ricadenti nel campo
di applicazione della UNI 7129 e UNI 7131, indipendentemente dalla
loro realizzazione e può continuare ad essere utilizzato. Sono
impianti che hanno singola portata termica non maggiore di 35 kW,
per similare si intendono impianti utilizzati per la produzione di
calore, acqua calda sanitaria e per la cottura di cibi utilizzati in
ambienti non abitativi.
2. tratta gli aspetti di verifica degli impianti e non può quindi essere
utilizzata per la progettazione degli impianti
3. tiene conto dell’evoluzione tecnica e normativa degli ultimi anni.
Richiama alcune norme per la verifica degli impianti interni, per le
canne fumarie e per il funzionamento dei sistemi di evacuazione della
condensa

Questa norma non può essere applicata nel caso in cui sia applicabile la
Regola tecnica di prevenzione incendi di cui al D.M. 12/04/96

Cosa stabilisce la norma?

La norma stabilisce i criteri per verificare, mediante controlli visivi e


strumentali, la sussistenza dei requisiti di sicurezza per impianti a gas per
uso domestico o similare:

1. Tenuta dell’impianto interno


2. Idoneità dei materiali utilizzati, dei sistemi di giunzione e delle
modalità di posa
3. Idoneità dei locali di installazione

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
4. Idoneità della ventilazione dei locali
5. Idoneità dell’aerazione dei locali
6. Corretto funzionamento degli apparecchi
7. Corretto funzionamento dei sistemi di evacuazione dei prodotti
della combustione
8. Corretto funzionamento dei sistemi di evacuazione della condensa

Quando utilizzare la norma?

Quando si vuole verificare se l’impianto a gas per uso domestico o


similare è sicuro e può continuare a funzionare. Per esempio quando un
installatore sostituisce una caldaia o un altro apparecchio alimentato a
gas, e sull’impianto non è presente una precedente dichiarazione di
conformità, prima di mettere le mani sull’impianto deve verificare che
l’impianto sia sicuro e solo successivamente deve compilare la
dichiarazione di conformità relativa al proprio intervento. Per fare questa
analisi può compilare una Dichiarazione di rispondenza (assumendosi la
responsabilità dei precedenti interventi) oppure compilare un Rapporto
tecnico di verifica (RTV). La norma nasce per la compilazione di un RTV,
ma è un valido riferimento anche per la compilazione di una Dichiarazione
di rispondenza.

Se non compilo una Dichiarazione di Rispondenza evito di


prendermi queste responsabilità?

Quando l’intallatore dichiara:

1. Di avere controllato l’impianto ai fini della sicurezza e della


funzionalità con esito positivo, avendo eseguito le verifiche richiesta
dalle norme e dalle disposizioni di legge

pag. 25
PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
2. Di avere verificato con esito positivo che l’intervento effettuato è
tecnicamente compatibile con le condizioni preesistenti
dell’impianto
3. Certifica anche l’impianto che ha trovato e su cui non ha operato.
Nella relazione tipologica dei materiali inserirà solamente quelli
effettivamente installati, ma la sua è una Dichiarazione sulla
sicurezza dell’Impianto installato nel suo complesso.

Consiglio: redigere sempre una dichiarazione di rispondenza se si


interviene dove non è presente una dichiarazione di conformità ed
adeguare l’impianto alle norme di sicurezza.

Quali controlli è necessario effettuare?

Impianto interno:

 Percorso/tracciato all’esterno ed all’interno dell’edificio e


compatibilità con l’ambiente di installazione
 Idoneità dei materiali utilizzati
 Stato di conservazione dell’impianto interno
 Tenuta interna dell’impianto

Apparecchi di utilizzazione:

 Stato di conservazione dell’apparecchio


 Funzionamento degli apparecchi e relativi dispositivi di regolazione
/controllo/sicurezza
 Collegamento degli apparecchi all’impianto interno

Locali di installazione

 Luogo di installazione (esterno o interno), destinazione d’uso del


locale, compatibilità tra il luogo/locale di installazione ed il tipo di
apparecchio installato

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
 Idoneità della ventilazione e dell’aerazione
 Sistemazione di evacuazione dei prodotti della combustione:

Materiali

 Modalità di installazione
 Compatibilità con i locali di installazione
 Stato di conservazione

Compatibilità tra apparecchi installati e relativi sistemi di evacuazione dei


prodotti della combustione

 Assenza di riflusso in ambiente

Sistemazione di evacuazione della condensa:

 Materiali
 Modalità di installazione
 Corretta evacuazione della condensa

Questi controlli che sono stati elencati sono in parte visivi ed in parte
strumentali, quelli visivi saranno quelli sulle tubazioni ed i relativi
accessori installati a vista, la sezione libera per la ventilazione e
l’aerazione dei locali, predisposizioni edili e meccaniche per
l’evacuazione dei prodotti della combustione ed i sistemi di scarico della
condensa; quelli strumentali invece fanno riferimento alla tenuta
dell’impianto interno (secondo la norma UNI 11137, il corretto afflusso
dell’aria comburente, l’assenza di reflusso dei prodotti della combustione
in ambiente e il tiraggio dei sistemi di evacuazione dei prodotti della
combustione funzionanti a tiraggio naturale (secondo la norma UNI
10845)

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
Se non risulta possibile rilevare le portate termiche effettive si può fare
riferimento alle portate termiche nominali riportate nella norma oppure è
possibile non indicarle nella Dichiarazione di rispondenza.

Questi sono tutti i controlli che sono previsti dalla norma UNI 10738:2012
e che comportano anche delle analisi di tipo strumentale. Ovviamente
non tutti i professionisti possono avere gli strumenti necessari per
eseguire le verifiche strumentali. Si ritiene che se si possono fare tutti i
controlli indicati sia la cosa migliore, ma che per una Dichiarazione di
Rispondenza i documenti sufficienti affinché svolga la sua funzione siano
le seguenti.

Con il D.P.R. 218/98 viene fissato improrogabilmente al 31/12/98 il limite


entro il quale tutti gli impianti a gas civili devono essere adeguati, e fissa
le caratteristiche di sicurezza minime che deve avere un impianto
realizzato antecedentemente al marzo 1990 per potere essere
considerato adeguato:

1. Adeguatezza delle aperture di ventilazione


2. Adeguatezza delle aperture di aerazione
3. Adeguatezza del sistema di evacuazione dei fumi della
combustione
4. Verifica della tenuta dell’impianto di adduzione gas all’utilizzatore
5. Verifica della funzionalità di eventuali termocoppie o strumenti
similari

Come abbiamo visto si sconsiglia di redigere la dichiarazione di


rispondenza nel caso in cui l’impianto sia antecedente agli anni 1990, da
quella data in avanti è possibile predisporre la dichiarazione di
rispondenza facendo riferimento sia alle norme vigenti nel periodo di
installazione dell’impianto che facendo riferimento alla propria esperienza

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
professionale al fine di considerare l’impianto sicuro. Nel caso venga
chiesta una asseverazione per la sicurezza dell’impianto installato in data
antecedente al 1990, questi sono i punti da verificare.

Alla luce di quanto esposto, per l’impianto a gas, considerando che il


D.M. 37/08 pur stabilendo con molta chiarezza i requisiti dei soggetti
abilitati al rilascio della Dichiarazione di Rispondenza, non fornisce
indicazione sul percorso tecnico da seguire né sul modello da utilizzare,
né sui modelli ed i criteri per la redazione del documento, cerchiamo di
riassumere quali sono, secondo la nostra esperienza, i documenti che
non possono prescindere da una Dichiarazione di rispondenza compilata
a regola d’arte:

 Presenza ed adeguatezza delle dimensioni delle aperture di


ventilazione (se obbligatoria)
 Presenza ed adeguatezza delle aperture di aerazione (se obbligatoria)
 Queste due verifiche presuppongono l’ulteriore verifica della presenza
di eventuali termocoppie della cucina, del funzionamento dei sistemi
di evacuazione di fumi della combustione e della tipologia degli
apparecchi installati all’interno dell’unità abitativa
 Verifica della tenuta dell’impianto di adduzione gas
 Presenza dei rubinetti necessari al sezionamento dell’impianto
generale, e per ogni singolo apparecchio collegato all’impianto gas

Collaudo dell’impianto interno

Le verifiche di tenuta dell’impianto sono effettuate con idonea


strumentazione, ovvero un manometro a colonna d’acqua di sensibilità
minima di 0.1 mbar (1 mmH2O) o con strumento che abbia le
caratteristiche minime richieste dalla norma UNI 7129:2015.

Vengono effettuate due tipi di verifica:

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
1. Verifica ad alta pressione nel caso ti tubazioni multistrato e di raccordi
a pressare. Queste verifiche vanno eseguite con valori che sono
definiti dal fabbricante del sistema ed indicate nel libretto di istruzioni.
E’ sempre necessario seguire le indicazioni che vengono riportate dal
fornitore del sistema.
2. Verifica di tenuta dell’impianto che deve essere eseguita prima di
mettere in servizio l’impianto interno e, se sono presenti impianti
sottotraccia, prima di coprire le tubazioni stesse

Come deve avvenire la prova in caso di nuovi impianti o rifacimenti totali:


1. deve essere effettuata, utilizzando l'apposita presa di pressione
situata a valle del punto di inizio
2. a valle di ogni rubinetto di utenza ed a monte del rubinetto costituente
il punto di inizio, devono essere posti dei tappi a garanzia della tenuta
3. si immette nell'impianto, attraverso la presa di pressione, aria od altro
gas inerte, fino a che sia raggiunta una pressione compresa tra 100
mbar e 150 mbar
4. dopo il tempo di attesa necessario per stabilizzare la pressione (non
minore di 15 min), si effettua una prima lettura della pressione
mediante un manometro a colonna d'acqua od apparecchio
equivalente di sensibilità minima di O, 1 mbar (1 mm H20)
5. trascorsi 5 min dalla prima lettura, si effettua una seconda lettura: il
manometro (o strumento equivalente) deve rilevare una caduta di
pressione non maggiore dei seguenti valori in funzione del volume
dell'impianto

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE

6. se si verificassero delle dispersioni, queste devono essere ricercate


ed eliminate. Eliminate le dispersioni, si deve ripetere la verifica di
tenuta dell'impianto come sopra descritto.

Come deve avvenire la prova in caso di rifacimenti parziali o interventi di


manutenzione straordinaria:

Nel caso di rifacimenti parziali o di interventi di manutenzione


straordinaria di impianti esistenti la verifica di tenuta deve essere eseguita
come segue:
1. si verifica l'esistenza di eventuali dispersioni di gas nella sezione
d'impianto esistente prima di effettuare qualsiasi intervento di
rifacimento o la manutenzione straordinaria dello stesso impianto
secondo la procedura prevista dalla UNI 11137 (metodo diretto o
indiretto);
2. si annota il valore di dispersione riscontrato durante la prova;
3. si esegue l'intervento di rifacimento o di manutenzione straordinaria
sull'impianto esistente;
4. si ripete la verifica di tenuta di cui al punto a);
5. si verifica il valore di dispersione dopo l'intervento.

Si rimette in funzione l'impianto soltanto se sono soddisfatte


contemporaneamente le seguenti condizioni:
1. il valore di dispersione dopo l'intervento è non maggiore di quello
annotato nel punto 2);

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
2. il valore di dispersione risulta idoneo al funzionamento.

Per fare questo tipo di prova è necessario avere uno strumento certificato
che sia in grado di dare un risultato numerico. Se sei un professionista e
non disponi di questo strumento puoi noleggiarlo o chiedere la
collaborazione di un idraulico che ne è in possesso.

Sull’impianto idraulico quali verifiche è necessario fare? Tutti le verifiche


che puoi effettuare sono di tipo strumentale o a vista, per cui, a parte
sull’impianto del gas per il quale è importante che venga eseguito la
prova in pressione per evitare che ci siano delle perdite, per l’impianto di
riscaldamento, al fine della dichiarazione di rispondenza, è sufficiente
eseguire un esame a vista.

La norma UNI EN 14336 suggerisce di testare l’impianto ad una


pressione corrispondente alla pressione di esercizio dell’impianto
moltiplicata per 1.3. Se hai a disposizione la strumentazione per fare

pag. 32
PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
questa prova, falla ed esegui la prova in pressione per testare l’impianto.
Se non disponi della strumentazione è sufficiente, per la correttezza della
Dichiarazione di Rispondenza, verificare che la pressione rilevata dal
manometro installato in uscita dal generatore di calore non diminuisca in
maniera rilevante durante il periodo del rilievo (0.1 bar durante un’ora
circa di rilievo).

Per quello che riguarda l’impianto idrico sanitario vale quanto già detto
per l’impianto di riscaldamento. La norma UNI 9182:2014 dà delle
indicazioni sulla prova di pressione da eseguire sugli impianti di
adduzione dell’acqua stabilendo le pressioni a cui devono essere
eseguite le prove di collaudo.

Se hai a disposizione la strumentazione per fare questa prova, falla ed


esegui la prova in pressione per testare l’impianto. Se non disponi della
strumentazione è sufficiente, per la correttezza della Dichiarazione di
Rispondenza verificare che non ci siano perdite lungo la rete di
distribuzione.

Per fare questo è sufficiente eseguire un rilievo a vista procedendo in


questo modo:
1. Chiudere tutti i rubinetti di intercettazione della rete idrica
dell’abitazione o del luogo per cui si sta eseguendo la prova (utenze
finali e anche carico impianto termico se ad acqua)
2. Eseguire la lettura del contatore dell’acqua
3. Al termine del rilievo verificare che il numero sul contatore non sia
aumentato in modo significativo il che significherebbe che l’impianto
ha delle perdite
4. Riaprire tutti i rubinetti e verificare che da ogni utenza esca un flusso
di acqua quando questi vengono azionati

pag. 33
PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
Per quello che riguarda l’impianto scarichi vale quanto già detto per
l’impianto di riscaldamento. E’ possibile fare delle prove di pressione
seguendo delle apposite normative a seconda delle tubazioni sulle quali
vengono effettuate le prove. Per la compilazione della dichiarazione di
rispondenza è sufficiente verificare il funzionamento della rete di scarico.
Per farlo è necessario azionare ogni scarico presente all’interno dell’unità
per la quale si sta redigendo la dichiarazione di rispondenza e verificare
che funzionino in maniera corretta.

La parte di verifica più importante è sicuramente quella legata alla


sicurezza dell’impianto gas. Le normative di riferimento da utilizzare per
verificare l’idoneità o meno dell’impianto, sono:
1. 7129:1972
2. 7129:1992
3. 7129:2001
4. 7129:2008
5. 7129:2015

Ribadisco il consiglio di compilare le dichiarazioni di Rispondenza


solamente nel caso in cui si renda necessario redigere una Dichiarazione
di Rispondenza per una porzione di impianto è compito del
professionista incaricato identificare in modo inequivocabile e
documentato i limiti di applicazione della stessa.

L’impianto può essere parzialmente non conforme alla Regola dell’Arte.


In questo caso:
1. suddividi l’impianto in sezioni distinte e identificabili con certezza,
quelle conformi alla regola dell’arte e quelle non conformi alla regola
dell’arte.

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
2. redigi la Dichiarazione di Rispondenza per la sezione di impianto
adeguata e pertanto certificabile;
3. progetta ai sensi dell’art. 5 del D.M. 37/08 gli interventi di
adeguamento della sezione non conforme;
4. realizza gli interventi di adeguamento per mezzo di imprese abilitate ai
sensi dell’art 3 del D.M. 37/08;
5. acquisisci la Dichiarazione di Conformità redatta dall’impresa
esecutrice delle opere completa degli allegati obbligatori per la parte
oggetto di adeguamento;
6. riunisci in un fascicolo la Dichiarazione di Rispondenza e la
Dichiarazione di Conformità da consegnare alla committenza.

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
DICHIARAZIONE DI RISPONDENZA DELL’IMPIANTO

ai sensi del D.M. 27.1.08, n. 37, art. 7

OGGETTO:

Il sottoscritto Cognome e Nome

residente in Via, Numero, Comune, Provincia

tel. cell e-mail box

in qualità di

professionista iscritto al n.
all’ordine/collegio di

responsabile tecnico di Nome dell'impresa


impresa abilitata

con sede in Via, Numero, Comune, Provincia

pag. 36
PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE

telefono fax P.IV


A

iscritta nel registro delle imprese (D.P.R.


7.12.1995, n. 581) della C.C.I.A.A. di

iscritta all'Albo Provinciale delle Imprese


Artigiane (L. 8.8.1985, n. 443) di

in seguito a un sopralluogo e ad un accertamento


effettuato in data dell’impianto sito in

DICHIARA

sotto la propria responsabilità di:

- essere a conoscenza delle sanzioni previste dall’art. 15 del D.M. 22


gennaio 2008, n. 37;
- aver esercitato la professione per almeno 5 anni, nel settore impiantistico
oggetto della presente.

Dichiara inoltre:

che l’impianto, antecedente all’entrata in vigore della Legge 46/90, anche se


non conforme alle prescrizioni imposte dalla normativa vigente, risulta
rispondente agli standard minimi di sicurezza imposti dalla Legge 46/90.

pag. 37
PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE

che l’impianto, successivo all’entrata in vigore della Legge 46/90, risulta


rispondente agli standard imposti dalla legge stessa.

che l’impianto risulta rispondente agli standard imposti dalle normative vigenti
all’epoca della sua realizzazione.

DECLINA

ogni responsabilità per sinistri a persone o a cose derivanti da


manomissione dell’impianto da parte di terzi ovvero da carenze di
manutenzione o riparazione in data successiva a quella di emissione della
presente dichiarazione.

ALLEGATI:

Dichiarazione di conformità dell’impresa installatrice relativa agli interventi


effettuati per adeguare l’impianto.

Relazione tecnica sui controlli effettuati per dichiarare la rispondenza


dell’impianto.

pag. 38
PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE

IL TECNICO

Timbro e firma

Il committente per conoscenza

Firma

Data

pag. 39
PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE

DICHIARAZIONE DI RISPONDENZA

(Decreto 22 gennaio 2008, n. 37, art. 7, comma 6 – M.S.E.)

Cognome e
Il sottoscritto (generalità e dati anagrafici del dichiarante) Nome

nato a il

domiciliato in Via, Numero, Comune, Provincia

C.F. P. IVA

in qualità di:

 professionista iscritto all'albo professionale per le specifiche


competenze tecniche richieste, che ha esercitato la professione, per
almeno cinque anni, nel settore degli impianti di distribuzione del gas
(1)

 soggetto che ricopre, da almeno 5 anni, il ruolo di responsabile


tecnico di un'impresa abilitata di cui all'articolo 3 del DM 37/08 (2)

pag. 40
PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE

 professionista iscritto nell’elenco del Ministero dell’Interno di cui alla


legge 7/12/1984 n.818 (3)

numero di iscrizione

Ditta (coordinate dell’azienda)

con
sede in (località, comune, provincia, via)

VISTO

L’IMPIANTO DI GPL IN FASE


DISTRIBUZIONE: GASSOSA GAS NATURALE

CHE ALIMENTA L’UTENZA CIVILE REALIZZATO


INDICATIVAMENTE NELL’ANNO

cognome e nome
dell’utente

in qualità di: occupante Proprietario

pag. 41
PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE

dell’impianto installato nei locali siti in:

(località, comune, provincia)

via scala piano interno

Cognome, nome e indirizzo


del proprietario

COMPOSTO DAI SEGUENTI APPARECCHI

con controllo
cottura di fiamma: sì no fuochi n.

produzione con controllo


acqua calda di fiamma: sì no tipo portata kW

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE

con controllo
riscaldamento di fiamma: sì no tipo portata kW

con controllo
altro (4) di fiamma: sì no tipo portata kW

DICHIARA

Sotto la propria responsabilità, di aver eseguito le verifiche sotto indicate:

Verifica dell’idoneità del luogo e dei locali di installazione degli


apparecchi

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE

Verifica del tracciato a vista dell’impianto

Verifica visiva dello stato di conversazione delle tubazioni

Verifica della tenuta


dell’impianto, mediante (5)

Considerato l’esito positivo delle verifiche effettuate, il sottoscritto

DICHIARA

sotto la propria personale responsabilità e per quanto materialmente


verificabile, la rispondenza dell’impianto secondo quanto previsto dall’art.
7 del DM 37/08 risultando lo stesso idoneo al funzionamento tenuto
conto delle condizioni di esercizio e degli usi a cui è destinato l’edificio.

In fede

(timbro e firma) (data)

pag. 44
PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE

N.B. Il dichiarante declina ogni responsabilità per danni a persone, animali o


cose, derivanti dalla manomissione delle attuali condizioni dell’impianto a gas,
dal suo utilizzo improprio o da sopravvenuta carenza di manutenzione.

(1) Per impianti con obbligo di progetto (ricadenti nel campo dell’articolo
5 comma 2 del DM 37/08).

(2) Per impianti senza obbligo di progetto (non ricadenti nel campo
dell’articolo 5 comma 2 del DM 37/08).

(3) Per impianti ricadenti in attività soggette ai controlli dei Vigili del
Fuoco.

(4) Specificare il tipo di apparecchio a gas.

(5) Precisare se provato con impianto in pressione di gas e impiego di


liquidi tensioattivi oppure con altri metodi alternativi (specificare il metodo
e la pressione di prova).

Come già detto ti sconsiglio vivamente di fare una dichiarazione di


rispondenza per un impianto antecedente all’entrata in vigore della legge
n° 46/90, ovvero prima del 13 marzo 1990.

pag. 45
PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE

Che differenza c’è tra il foro di aerazione ed il foro di


ventilazione?
Cosa è il foro di ventilazione?

Il foro di ventilazione è prima di tutto una sicurezza per la vita umana e la


sua importanza è fondamentale. Cosa succede abitualmente? In molte
abitazione puoi trovare il foro di ventilazione tappato perchè la “Signora
Maria” ha deciso che lo spiffero che quel foro di ventilazione crea è
troppo fastidioso o perché ha paura che possa farle aumentare i costi per
il riscaldamento, o perché la penalizza dal punto di vista acustico
relativamente ai rumori esterni.

A cosa serve il foro di aerazione? Ci deve sempre essere una espulsione


dei fumi di combustione e dei fumi di cottura costituita da una di queste
soluzioni:
a) Cappa a tiraggio naturale
b) Cappa aspirante elettrica

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
c) Elettroventilatore
d) Aerazione di tipo diretto

Come puoi vedere non è contemplato l’utilizzo di cappe con filtri che non
abbiano una espulsione comunicante con l’esterno. Alcuni comuni la
considerano comunque a norma al fine del rilascio dell’abitabilità, per cui
ti consiglio di verificare anche questa possibilità che non è contemplata
dalla norma 7129:2015.

Sia nel caso di cappa aspirante elettrica che di elettroventilatore la


portata oraria di ricambio di aria della cappa aspirante o
dell’elettroventilatore deve essere almeno pari a 2 m3/h per ogni kW

riferito alla portata termica nominale massima complessiva degli


apparecchi di cottura compresi nel locale di installazione.

Per gli apparecchi di cottura aventi portata termica nominale massima


maggiore di 15 kW l'esalazione deve essere garantita mediante cappa
aspirante elettrica.

Il foro di ventilazione può invece essere evitato se l'evacuazione dei


prodotti della combustione degli apparecchi di cottura con dispositivo di
sorveglianza di fiamma installati nel locale è assicurata mediante cappa a
tiraggio naturale, cappa aspirante elettrica o elettroventilatore e se,
contemporaneamente, risultano soddisfatti i seguenti ulteriori requisiti:
1. nessun apparecchio di tipo B e/o di tipo A e/o nessun apparecchio di
cottura senza dispositivo di sorveglianza di fiamma installato nel
locale;
2. portata termica nominale massima complessiva degli apparecchi di
cottura con dispositivo di sorveglianza di fiamma installati non
maggiore di 15 kW;

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
3. volumetria del locale di installazione non minore di 20 m3. Ai fini del
calcolo della volumetria del locale di installazione si considera anche il
locale adiacente e comunicante senza interposizione di porte, purché
detto locale non sia adibito a camera da letto, non sia sede di
installazione di apparecchi a gas (di tipo A e/o B) e non sia un locale
classificato con pericolo di incendio;
4. presenza nel locale di installazione di porte, finestre e/o portafinestra,
apribili, e installate su pareti perimetrali rivolte verso l'esterno.

E’ consentito l’attraversamento di locali a pericolo di


incendio con tubazioni gas in rame o acciaio?
Al punto 4.6.3 la norma UNI 7129:2015 ammette l'attraversamento di vani
o ambienti classificati con pericolo d'incendio (per esempio autorimesse,
box, magazzini di materiali combustibili, ecc.), purché le tubazioni non
presentino giunzioni oppure le giunzioni, se necessarie, siano:
1. saldate o realizzate con raccordi idonei all'impiego gas
2. effettuate con brasatura forte oppure realizzate con raccordi idonei
all'impiego gas nel caso di tubazioni di rame

In ogni caso le tubazioni di adduzione gas devono essere protette - lungo


l'intero attraversamento- con materiali aventi classe A 1 di reazione al
fuoco secondo UNI EN 13501-1. La protezione può essere realizzata nei
seguenti modi:
1. posa della tubazione di adduzione gas all'interno di una guaina
passante di metallo, avente diametro interno di almeno 10 mm
maggiore del diametro esterno della tubazione gas e spessore non
minore di 2 mm. Le eventuali giunzioni della guaina possono essere

pag. 48
PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
saldate o filettate e la guaina deve almeno avere una estremità
sfociante all’esterno o in locale aerato o aerabile.
2. posa della tubazione di adduzione gas sotto traccia. Al punto 4.5.5 la
norma UNI 7129:2015 consente la posa delle tubazioni sotto traccia
nelle strutture in muratura, purché:
a. Le tubazioni inserite sotto traccia devono essere posate,
parallele agli spigoli, ad una distanza non maggiore di 200 mm
dagli spigoli stessi. I tratti terminali per l'allacciamento degli
apparecchi devono avere la minore lunghezza possibile al di
fuori dei 200 mm dagli spigoli. Nella posa sotto pavimento, le
luci delle porte non costituiscono discontinuità della parete
b. Nel caso di posa sottotraccia entro la fascia di 200 mm, ubicata
nella zona più bassa di una parete, è preferibile collocare la
tubazione nella metà superiore di tale fascia
c. Nel caso non sia possibile rispettare le distanze, per esempio se
ci sono cucina ad isola, la tubazione deve risultare sempre
ortogonale alle pareti ed il tracciato
d. deve essere segnalato con elaborati grafici o simili (per esempio
foto)
e. L'intera tubazione sotto traccia deve essere annegata
direttamente in malta di cemento, costituita da una miscela
composta da una parte di cemento e tre di sabbia
f. Nel caso in cui le pareti contengano cavità (per esempio mattoni
forati) è necessario che le tubazioni del gas siano inserite in una
guaina, avente diametro interno non minore di 10 mm rispetto al
diametro esterno della tubazione, che impedisca eventuali
filtrazioni di gas nelle cavità. In presenza di guaina di protezione
la malta di cemento può essere ridotta fino a 15 mm.

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
g. La realizzazione della traccia per la posa delle tubazioni a
pavimento può essere evitata sempre che le stesse siano
poggiate direttamente sulla caldana del solaio e ricoperte con
almeno 20 mm di malta di cemento anche in presenza di
eventuali rivestimenti protettivi
h. La realizzazione della traccia per la posa delle tubazioni a
pavimento può essere evitata sempre che le stesse siano
poggiate direttamente sulla caldana del solaio e ricoperte con
almeno 20 mm di malta di cemento anche in presenza di
eventuali rivestimenti protettivi.
i. Le giunzioni, ad eccezione delle saldature, possono essere
poste a vista, ad eccezione dei raccordi delle tubazioni
multistrato metallo-plastiche), sotto traccia, o inserite in
apposite scatole ispezionabili a tenuta nella parte murata e con
coperchio non a tenuta verso l’ambiente
j. Non è consentito collocare giunzioni filettate e meccaniche
all’interno di locali non aerati e non aerabili, se non annegati
nella malta
k. Non è consentito posare le tubazioni del gas direttamente sotto
traccia nel lato esterno dei muri perimetrali dell’edificio e delle
sue pertinenze
l. Non è consentito posare le tubazioni del gas sotto traccia nei
locali costituenti le parti comuni dell’edificio.
m. Non è consentito posare le tubazioni del gas sotto traccia in
diagonale

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE

E’ consentito l’attraversamento di locali a pericolo di


incendio con tubazioni in materiale multistrato
metallo-plastico?
Al punto 4.6.3.2 la norma UNI 7129:2015 ammette l'attraversamento di
vani o ambienti classificati con pericolo d'incendio (per esempio
autorimesse, box, magazzini di materiali combustibili, ecc.), salvo diverse
indicazioni di prevenzione incendi, purché il tubo multistrato metallo-
plastico sia inserito in apposito alloggiamento. In questo caso le
caratteristiche di resistenza al fuoco devono essere adeguate al luogo di
installazione e comunque non minori di El 120. Inoltre:
1. Le tubazioni non devono presentare giunti all’interno degli
alloggiamenti non ispezionabili
2. Le pareti degli alloggiamenti devono essere impermeabili ai gas
3. Gli alloggiamenti devono essere ad uso esclusivo dell’impianto gas
4. Gli alloggiamenti devono essere permanentemente aerati verso
l’esterno con aperture alle due estremità, l’apertura alla quota più
bassa deve essere dotata di rete tagliafiamma e, in caso di densità
maggiore di 0.8, deve essere ubicata al di sopra del piano di
campagna
5. L’alloggiamento deve essere ad almeno una distanza di 3 cm dal
diametro esterno del tubo del gas e deve essere dotato di idonei
distanziatori. Gli ancoraggi devono essere di classe A1.

In alternativa il tubo, dotato di guaina in acciaio, può essere posto sotto


traccia, secondo le regole che abbiamo visto precedentemente. Il tubo
metallo plastico, lungo il tragitto, non può presentare giunzioni.

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
Dove è possibile installare una tubazione gas?

Al punto 4.4.2 la norma UNI 7129:2015 impone dei divieti. Nello


specifico:
 Non è consentita la percorrenza delle tubazioni del gas sotto la
superficie di basamento e/o all'interno di vespai e/o nelle
intercapedini non accessibili;
 Non è consentita la posa delle tubazioni nei giunti di dilatazione e nei
giunti sismici degli edifici. Qualora il passaggio della tubazione gas
avvenga all'esterno del volume occupato da tali giunti, siano essi
orizzontali o verticali, è necessario adottare soluzioni impiantistiche
adeguate a garantire l'integrità della tubazione rispetto ai possibili
diversi movimenti delle strutture;
 Non è consentita la posa in opera delle tubazioni a contatto con pali
di sostegno delle antenne televisive;
 Non è consentito il contatto delle tubazioni gas con tubazioni
dell'acqua; per i parallelismi e gli incroci il tubo del gas, se in
posizione sottostante, deve essere protetto con una guaina
impermeabile, in materiale polimerico, oppure tubi in rame con
rivestimento esterno;
 Non è consentita la collocazione delle tubazioni del gas nei camini e
nelle canne fumarie, nei camini di esalazione, nelle asole tecniche
utilizzate per l'intubamento, nei condotti per lo scarico dei prodotti
della combustione, nei pozzi per immondizie, nei vani per ascensori,
nei condotti di ventilazione; non è, inoltre, consentita la posa delle
tubazioni del gas all'interno di strutture destinate a contenere servizi
elettrici e telefonici;
 Non è consentito collocare giunzioni filettate e meccaniche all'interno
di locali non aerati o non aerabili, se non annegati nella malta;

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
 Non è consentito, per gas aventi densità relativa maggiore di 0,8,
installare tubazioni in locali con pavimento al di sotto del piano di
campagna;
 Non è consentita la posa delle tubazioni di polietilene all'interno del
perimetro del corpo dell'edificio;
 Non è consentito l'attraversamento di pareti/solai/intercapedini con
tubi flessibili destinati al collegamento degli apparecchi.
 Non è ammesso installare a vista tubazioni di polietilene e di
multistrato metallo-plastico (sia all'esterno che all'interno dell'edificio).

Le tubazioni possono essere installate:


1. A vista;
2. In alloggiamenti tecnici (asole di servizio, canalette, cunicoli, guaine)
3. Interrate
4. Sotto traccia
5. In manufatti orizzontali esterni a cielo aperto

A vista

Le tubazioni metalliche (acciaio, rame), installate all'esterno (per esempio:


cortili, pareti perimetrali, muri di cinta) ed a vista, devono essere protette
da urti e danneggiamenti. In particolare ove necessario (per esempio
zone di transito o stazionamento di veicoli a motore), le tubazioni, devono
essere protette con guaina di acciaio, di spessore non minore di 2 mm,
per un'altezza non minore di 1,5 m. Tali accorgimenti non sono richiesti
per le tubazioni posate nelle canalette (nicchie) ricavate direttamente
nell'estradosso, quando queste ultime garantiscono la protezione rispetto
agli urti accidentali.

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
Le tubazioni multistrato metallo-plastico e le tubazioni di polietilene non
possono essere installate a vista (né all'esterno, né all'interno).

Le tubazioni di materiale multistrato metallo-plastico, installate


all'esterno, devono essere adeguatamente protette dall'azione dei raggi
UV, da eventuali incendi e da surriscaldamenti.

Installazione in alloggiamenti tecnici

La posa delle tubazioni gas può avvenire all'interno di alloggiamenti


tecnici, ovvero all'interno di manufatti edili aventi lo scopo di contenere e
proteggere le tubazioni, consentendone l'ispezione, l'accesso e la
manutenzione. All'interno di alloggiamenti tecnici è possibile installare
servizi diversi (ad esempio: gas e acqua).

L’alloggiamento tecnico deve essere realizzato in modo da evitare il


ristagno di liquidi, può avere sviluppo sia orizzontale che verticale.

Se la posa è in canalette, la superficie di chiusura NON deve essere a


tenuta di gas (per esempio griglia) e deve avere riferimenti esterni che
segnalano la presenza di tubazioni di gas al suo interno. Se le tubazioni

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
sono in materiale metallo – plastico la posa deve fare si che il prodotto
sia sempre protetto dai raggi UV. La superficie di chiusura, anche se
grigliata, deve essere di tipo rimovibile per permettere, all'occorrenza,
ispezioni e manutenzioni.

È ammessa l'installazione di una tubazione in canaletta chiusa (non


grigliata) se provvista alle estremità di opportune aperture di aerazione
rivolte verso l'esterno e se realizzata in modo da poter permettere
all'occorrenza eventuali ispezioni e manutenzioni.

Per i gas di densità relativa all'aria maggiore di 0,8 la canaletta non può
scendere al di sotto del piano campagna. La canaletta può essere una
metodologia di posa utilizzata anche all’interno delle unità immobiliari.

Installazione in asole di servizio

L’asola di servizio può essere ad uso esclusivo della tubazione gas


oppure ad uso promiscuo (per esempio: tubazioni gas e tubazioni acqua).
Può essere esterna o interna all'edificio. L’uso promiscuo non è
ammesso con sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione.

L’installazione in asola di servizio prevede che:


 le pareti dell’asola di servizio siano impermeabili al gas;
 l’asola di servizio sia permanentemente areata con apertura
all’estremità;
 abbia una resistenza al fuoco non minore della struttura in cui è
inserita e comunque non minore di EI 30;
 sia dotata di sportello di ispezione ad ogni piano;

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
 non deve compromettere l’eventuale compartimentazione
antincendio;
 nel caso siano alloggiate più tubazioni di gas queste non possono
avere una distanza tra loro inferiore di 20 mm;
 le dimensioni dell’alloggiamento devono consentire gli interventi di
manutenzione

Se l’asola si sviluppa orizzontalmente gli sportelli di ispezione devono


essere ubicati in prossimità dell’ingresso della tubazione ad ogni singola
unità immobiliare, in ogni caso la distanza tra due sportelli consecutivi
non può essere maggiore di 12 metri.

All’interno dell’alloggiamento sono ammessi raccordi a T.

È consentita la posa delle tubazioni gas in asole di servizio contenenti


cavi elettrici, cavi di antenne televisive, condotte dell'acqua e altri servizi
in generale. In questi casi le tubazioni del gas devono essere inserite in
guaine aerate e gli eventuali servizi elettrici e/o elettronici devono essere
sempre inseriti in guaine. Le guaine possono essere di materiale
metallico o polimerico.

Installazione in cunicolo tecnico sotterraneo

All'esterno degli edifici, è possibile posare la tubazione gas all'interno di


cunicoli tecnici sotterranei. Tali cunicoli hanno sviluppo prevalentemente
orizzontale ed hanno lo scopo di contenere tubazioni gas e altri servizi,
garantendo ad essi una adeguata protezione meccanica.

Il cunicolo tecnico sotterraneo può essere realizzato mediante un


manufatto edile per esempio di laterizio, di conglomerato cementizio, di
metallo - o altri sistemi di equivalente efficacia.

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
In prossimità dell'entrata o dell'uscita dal terreno, deve essere previsto
un sistema di sfiato del cunicolo, al fine di evitare accumuli di gas, come
per esempio un pozzetto di ispezione.

Nel caso in cui sotto il cunicolo siano presenti locali adibiti a box,
autorimessa, o altri con pericolo incendio, l'uso del polietilene per la
tubazione gas è consentito se nell'alloggiamento, la tubazione sia
ricoperta di sabbia e tra la parte superiore della soletta sottostante e la
generatrice inferiore della tubazione, vi sia uno spessore non

minore di 100 mm di sabbia/terreno.

All'interno di un cunicolo tecnico sotterraneo, è possibile posare le


tubazioni gas anche in presenza di tubazioni dell'acqua, cavi elettrici o
telefonici; in tale caso, sia le tubazioni del gas che gli eventuali servizi
elettrici e/o elettronici devono essere sempre inseriti in guaine aerate.

Installazione di tubazioni interrate

Le tubazioni interrate devono avere sul loro percorso riferimenti esterni in


numero

sufficiente a consentirne la completa individuazione quali, per esempio


targhe da fissare a muro o sul terreno atte ad individuare l'asse della
tubazione.

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE

È inoltre necessario prevedere, sopra le tubazioni e ad una quota non


minore di 300 mm dalle tubazioni stesse, la posa di nastro di
segnalazione di colore giallo. Nel caso in cui la tubazione fuoriesca dal
terreno all'esterno dell'edificio, subito dopo l'uscita fuori terra, la
tubazione deve essere segnalata con il medesimo colore per un tratto
non minore di 300 mm o altro riferimento permanente (tubo con
rivestimento di colore giallo, etichetta con scritta "GAS", ecc).

Nel caso non si riescano a rispettare le condizioni e distanze illustrate


precedentemente è necessaria una protezione meccanica della tubazione
del gas.

Nel caso di parallelismi, sovrappassi e sottopassi fra i tubi del gas ed


altre canalizzazioni, la distanza minima, deve essere tale da consentire gli
eventuali interventi di manutenzione su entrambi i servizi e dove
necessario, la tubazione del gas deve essere posta in guaina per evitare il
pericolo di trafilamenti di gas. Nei parallelismi la guaina deve essere

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
prevista per l'intero tratto interrato se la tubazione del gas e le altre
canalizzazioni sono ad una distanza minore di 1000 mm. Nel caso di
sovrappasso e sottopasso la guaina si deve estendere per non meno di
1000 mm da entrambe le parti.

Per le tubazioni metalliche e per le tubazioni di materiale multistrato


metallo-plastico le distanze di rispetto da cavi elettrici, telefonici e simili,
non in cunicolo, devono essere non minori di 200 mm.

Nel caso di tubazioni interrate orizzontali parallele ai muri perimetrali


esterni degli edifici, la distanza tra il tubo e il muro non deve essere
inferiore a 1000 mm. Distanze minori di 1 000 mm sono ammesse purché
la tubazione sia protetta da una guaina per tutto il tratto parallelo al muro;
la guaina può essere interrotta quando la distanza dal muro sia maggiore
di 1 000 mm. I tratti di tubazione interrata devono essere provvisti di
rivestimento protettivo od essere inseriti all’interno di una guaina.

I tratti interrati di tubazioni metalliche di lunghezza maggiore di 3 metri


devono essere dotati di un giunto dielettrico in prossimità della
fuoriuscita dal terreno della tubazione ad una altezza compresa tra i 300
mm e 500 mm dal piano di calpestio.

Qualora l'intero impianto gas sia realizzato con il sistema di tubazioni


multistrato metallo-plastiche, non è obbligatorio installare il giunto
isolante (giunto dielettrico).

Tutte le giunzioni meccaniche o filettate, se interrate, possono essere


poste in un pozzetto ispezionabile oppure direttamente nel terreno
secondo i criteri previsti per la tubazione.

Per le tubazioni metalliche interrate che entrano direttamente nel corpo


dell'edificio, il pozzetto è necessario per lo sfiato verso l'esterno della
guaina aerata di attraversamento della parete perimetrale. Il pozzetto non

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
è necessario nel caso di tubazioni con guaina che sfiata direttamente
all'esterno. I raccordi per sistemi multistrato interrati, se posti all'interno
di un pozzetto ispezionabile devono essere opportunamente protetti
contro le corrosioni. Le tubazioni di polietilene devono essere mantenute
all'esterno dei muri perimetrali dell'edificio da servire e devono essere
collegate alle tubazioni metalliche, prima della loro fuoriuscita dal terreno
ad eccezione del collegamento al contatore. In questo caso il tratto di
tubazione di polietilene in uscita dal terreno deve essere protetto, lungo
tutto il percorso, contro gli agenti atmosferici.

Installazione di tubazioni in manufatti orizzontali esterni a cielo


aperto

Questi manufatti possono essere:


1. Marciapiedi
2. Cortili pavimentati

Le tubazioni possono essere posizionate:


 In guaina
 In cunicolo tecnico sotterraneo
 In canaletta incassata

La distanza tra la superficie esterna delle tubazioni e le superfici interne


degli alloggiamenti tecnici, con esclusione del piano di contatto, deve
essere non minore di 30 mm.

Installazione di tubazioni interna sotto traccia

Le tubazioni sotto traccia possono essere installate nelle strutture in


muratura (nei pavimenti, nelle pareti perimetrali, nelle tramezze fisse, nei
solai, ecc.) purché siano posate con andamento rettilineo verticale ed
orizzontale.

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
Le tubazioni inserite sotto traccia devono essere posate, parallele agli
spigoli, ad una distanza non maggiore di 200 mm dagli spigoli stessi.
tratti terminali per l'allacciamento degli apparecchi (per esempio:
scaldaacqua, caldaia), devono avere la minore lunghezza possibile al di
fuori dei 200 mm dagli spigoli. Nella posa sotto pavimento, le luci delle
porte non costituiscono discontinuità della parete.

Nel caso in cui non sia possibile rispettare queste distanze (per esempio
isola di cottura), la tubazione deve risultare sempre ortogonale alle pareti
ed il tracciato deve essere segnalato con elaborati grafici o simili (per
esempio foto).

Nel caso in cui le pareti contengano cavità (per esempio mattoni forati) è
necessario che le tubazioni del gas siano inserite in una guaina, avente
diametro interno non minore di 10 mm rispetto al diametro esterno della
tubazione, che impedisca eventuali infiltrazioni di gas nelle cavità stesse.

I rubinetti devono essere a vista od inseriti in apposite scatole


ispezionabili a tenuta nella parte murata e con coperchio non a tenuta
verso l'ambiente; i rubinetti di tubazioni multistrato metallo-plastiche
possono essere inseriti solo all'interno delle scatole ispezionabili.

Le giunzioni, ad eccezione delle saldature/brasature, possono essere


poste a vista (ad eccezione dei raccordi delle tubazioni multistrato
metallo-plastiche), sotto traccia o inserite in apposite scatole ispezionabili
a tenuta nella parte murata e con coperchio non a tenuta verso
l'ambiente.

Per i locali non aerati e per quelli non aerabili, non è consentito collocare
giunzioni filettate e meccaniche se non allegati nella malta.

Molto Importante:

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
 Non è consentito posare le tubazioni del gas direttamente sotto
traccia, anche se con guaina, nel lato esterno dei muri perimetrali
dell'edificio e delle sue pertinenze.
o Pertinenza: ogni cosa che sia destinata in modo durevole al
servizio o all’ornamento di un’altra cosa
o Spazio esterno: spazio esterno al volume del corpo dell’edificio
definito dalle pareti perimetrali esterne. Si considerano spazio
esterno anche ambienti non confinanti come per esempio i
balconi/logge aperte, lastrici solari e similari.
 Non è consentita la posa delle tubazioni sotto traccia, compreso sotto
pavimento, nei locali costituenti le parti comuni dell'edificio.
 Non è consentita la posa sottotraccia della tubazione in diagonale ed
obliqua.

La norma UNI 7129:2015 consente di installare all’interno dell’unità


immobiliare tubazioni gas in rame con giunzioni del tipo “a
pressare”?

Intanto al punto 4.3.1.1.1 della norma UNI TS 7129:2015 stabilisce che le


giunzioni dei tubi d'acciaio possono essere realizzate mediante:

 raccordi con estremità filettate conformi alla UNI EN 10226-1 e UNI


EN 10226-2, nel caso di tubi di acciaio non legato (UNI EN 10255);
 saldatura di testa per fusione, nel caso di tubi di acciaio non legato
(UNI EN 10255);
 raccordi a pressare di ghisa malleabile o di altro materiale conforme
alla norma UNI 11179, nel caso di tubi di acciaio non legato (UNI EN
10255), nel caso di tubi di acciaio non legato a parete sottile (UNI EN
10305-3) e nel caso di tubi di acciaio inossidabile a parete sottile (UNI
EN 10312).

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
È vietato l'uso di fibre di canapa, anche se impregnate del composto di
tenuta, su filettature di tubazioni convoglianti GPL o miscele GPL-aria

Al punto 4.3.1.2.1 della norma UNI TS 7129:2015 stabilisce che le


giunzioni dei tubi in rame possono essere realizzate mediante:

 raccordi adatti sia per brasatura capillare dolce sia per la brasatura
forte
 raccordi adatti solo alla brasatura forte
 raccordi meccanici a compressione
 raccordi a pressare conformi alla UNI 11065
 raccordi misti per la giunzione tubo di rame con tubo di acciaio ed
anche per il collegamento di rubinetti, di raccordi portagomma, ecc.

Non sono ammesse giunzioni dirette (bicchieratura, derivazione a T, ecc.)


tra tratti di tubazione senza l'utilizzo di appositi raccordi. Per la tenuta
delle giunzioni filettate possono essere impiegati materiali di tenuta che

soddisfino le norme di prodotto ed utilizzati in conformità alle istruzioni


del fabbricante. È vietato l'uso di fibre di canapa, anche se impregnate
del composto di tenuta, su filettature di tubazioni convoglianti GPL o
miscele GPL-aria.

Al punto 4.3.1.3 la norma UNI TS 7129:2015 stabilisce che I tubi di


polietilene sono da impiegare unicamente per le tubazioni interrate ed a
condizione che il tubo non entri all'interno dell'edificio. L’eventuale tratto
del tubo in polietilene fuori terra, non contenuto all'interno dell'apposito
alloggiamento, deve essere il più breve possibile e deve essere protetto
in ogni sua parte mediante guaine, profilati metallici o per mezzo di
manufatti edili.

Al punto 4.3.1.3.1 della norma UNI TS 7129:2015 stabilisce che Le


giunzioni dei tubi di polietilene possono essere realizzate mediante:

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
 raccordi di polietilene con saldatura per elettrofusione
 raccordi di polietilene con saldatura per fusione a mezzo di elementi
riscaldati
 raccordi meccanici
 raccordi con giunzioni miste polietilene – metallo

Al punto 4.3.1.4 la norma UNI TS 7129:2015 stabilisce che le tubazioni di


materiale metallo-plastico non possono essere installate a vista.

Le giunzioni delle tubazioni multistrato devono essere realizzate mediante


raccordi per sistemi multistrato conformi alla UNI 11344.

Il processo di giunzione, i materiali, le attrezzature e gli utensili impiegati


devono essere quelli definiti dal produttore del sistema per tubazioni
multistrato, con le indicazioni e le modalità previste sul libretto di
istruzioni ed avvertenze, posto specificatamente a corredo dello stesso.

Il passaggio dal sistema di tubazioni multistrato ad altri materiali,


conformi alle norme pertinenti, deve essere realizzato mediante opportuni
giunti di transizione.

Nel caso di installazione del rubinetto a vista, il collegamento a vista tra


rubinetto e impianto deve essere realizzato con raccordi metallici.

Quando si può scaricare a parete?


Sono stati pubblicati una moltitudine di decreti che regolano il possibile
scarico a parete o meno, per cui in questo capitolo vogliamo fare chiarezza
su quando, allo stato dell’arte, sia possibile che una caldaia possa scaricare
a parete o meno. Questi sono i casi in cui l’installatore può fare scaricare il
generatore di calore anche a parete (Decreto Legislativo 102/14):

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
1. Sostituzione di generatori di calore individuali che già scaricavano a
parete. E’ necessario che il nuovo generatore di calore sia almeno una
caldaia a camera stagna che abbia un rendimento maggiore di 90+ 2
log Pn
2. sostituzione di generatori di calore individuali che scaricavano in
canna collettiva ramificata (C.C.R.). E’ necessario che il nuovo
generatore di calore sia almeno caldaia a casa a camera stagna che
abbia un rendimento maggiore di 90+ 2 log Pn
3. incompatibilità con norme di tutela degli edifici oggetto
dell'intervento, adottate a livello nazionale, regionale o comunale. Il
D.Lgs. 42/04 “Codice dei beni culturali e del paesaggio” tutela gli
edifici storici, nonché gli immobili e le aree sottoposti a tutela dai piani
paesaggistici. Gli immobili ed aree di interesse paesaggistico, tutelati
dalla legge, non possono essere sottoposti a modificazioni che
rechino pregiudizio ai valori paesaggistici. .). E’ necessario che il
nuovo generatore di calore sia almeno una caldaia a condensazione
ecologica i cui prodotti della combustione hanno emissioni di NOx
non superiori a 70 mg/kWh (classe 5a)
4. il progettista attesta e assevera l'impossibilità tecnica a realizzare lo
sbocco sopra il colmo del tetto...). E’ necessario che il nuovo
generatore di calore sia almeno una caldaia a condensazione
ecologica i cui prodotti della combustione hanno emissioni di NOx
non superiori a 70 mg/kWh (classe 5a)
5. ristrutturazioni di impianti termici individuali già esistenti, siti in stabili
plurifamiliari, qualora nella versione iniziale non dispongano già di
camini, canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodotti della
combustione con sbocco sopra il tetto dell'edificio, funzionali e idonei
o comunque adeguabili all’applicazione di apparecchi a

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PROGETTAZIONE CONSULENZA CERTIFICAZIONE
condensazione. E’ necessario che il nuovo generatore di calore sia
almeno una caldaia a condensazione ecologica i cui prodotti della
combustione hanno emissioni di NOx non superiori a 70 mg/kWh
(classe 5a)
6. installazione di uno o più generatori ibridi compatti, composti almeno
da una caldaia a condensazione a gas e da una pompa di calore e
dotati di specifica certificazione di prodotto

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