Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
"La qualità è l'insieme delle proprietà e delle caratteristiche che conferiscono ad un prodotto
(ma anche ad un servizio, ad un processo, ad una organizzazione) la capacità di soddisfare
esigenze espresse o implicite"
ANNI ’50-‘60
Obiettivo
Produrre grandi quantitativi di merci approfittando della
concorrenza inesistente
Studio di “ tempi e metodi ”
-Produrre il massimo in tempi più brevi possibili.
ANNI ’60-‘70
Inizia la concorrenza.
Diventa necessario:
-Prevenire la Difettosità.
-Promuovere l’ Autocontrollo delle attività produttive.
-Concetto di qualità integrato alla Soddisfazione del
Cliente/Consumatore.
ANNI ‘85-‘00
Il Cliente non sceglie più sulla base delle caratteristiche del prodotto.
2
SISTEMA DI GESTIONE QUALITA’ (S.G.Q)
Nasce quindi UNI EN ISO 9000:2008 “Sistemi di gestione per la Qualità Fondamenti e
Terminologie”
UNI EN ISO 9000:2000
‘’Sistema di gestione per la Qualità: Concetti - Termini - Definizioni”
UNI EN ISO 9001:2000
“Sistemi di gestione per la Qualità - Requisiti
E’ nata come unificazione mondiale della normativa sulla qualità ed ha costituito all’interno delle
Aziende dell’attitudine e della “Cultura della Qualità”.
UNI EN ISO 9004:2000
“Sistemi di gestione per la Qualità - Linee guida per il miglioramento delle prestazioni”
UNI EN ISO 9001:2008 “Sistema di gestione per la qualità - Requisiti”
“Qualità come capacità di produrre un bene o un servizio che rispetti i requisiti impliciti o espliciti
del cliente”
3
La Qualità si raggiunge quando un cliente è soddisfatto sotto tutti gli aspetti:
✓ Efficienza Del
✓ Caratteristica Prodotto ✓ Condizioni Economiche
Servizio
La Certificazione ha una validità di 3 anni, al termine di tale periodo viene rinnovata tramite
un’altra valutazione analoga alla prima.
Durante il periodo di validità del certificato l’azienda è comunque sottoposta a verifiche
periodiche.
Il certificato può essere revocato nel caso in cui l’Azienda non sia in grado di tenere il suo Sistema
Qualità a un certo livello.
DOCUMENTAZIONE - STRUTTURA
L’Azienda deve istituire e mantenere un Sistema di Gestione per la qualità attraverso una serie di
documenti in accordo con la normativa UNI EN ISO 9001:2000.
Il Manuale della Qualità è il principale documento del Sistema di Gestione per la Qualità in cui
viene illustrato il quadro complessivo del Sistema Organizzativo Aziendale gestito in modo
conforme alla norma UNI EN ISO 9001:2000.
Al suo interno vengono sviluppati in modo personalizzato tutti i punti della norma e i documenti a
cui fa riferimento sono:
-il piano Strategico.
-il piano di organizzazione.
-i documenti di registrazione e documenti di origine esterna. -la carta dei Servizi.
-le procedure e le istruzioni operative.
4
M.P, P.G, P.O
La direzione deve definire una propria politica per la qualità che deve specificare gli obiettivi
qualitativi da perseguire, e deve assicurarsi che questa sia diffusa, compresa, e applicata a tutti i
livelli della sua organizzazione.
2. ORGANIZZAZIONE
La direzione deve definire le responsabilità e i ruoli nei settori che hanno influenza sulla qualità
onde poter:
- avviare azioni preventive.
- identificare e registrare problemi qualitativi. - avviare le azioni correttive.
- verificare l’attività di azioni correttive.
Personale per la verifica
La direzione deve destinare risorse adeguate e personale addestrato per le attività di verifica.
Rappresentante nella direzione
La direzione deve identificare una persona, che indipendentemente dalle altre sue responsabilità,
faccia da garante per assicurare l’applicazione e il mantenimento delle prescrizioni contenute nella
normativa applicabile (recepite nella documentazione del Sistema Qualità) e la mantenga informata
sulle prestazioni del sistema come base per il suo miglioramento.
5
La direzione deve verificare ad intervalli regolari il Sistema Qualità in modo da constatarne la sua
capacità di perseguire obbiettivi organizzativi e di soddisfazione del cliente (efficacia e efficienza
nel tempo.
L’attività di progettazione e sviluppo è svolta per definire, mediante dei progetti, le modalità di
raggiungimento di un obbiettivo che sia conforme a dei requisiti specificati, compresi i tempi, i
costi e le risorse.
1. Definizione di requisiti.
2. Pianificazione della produzione.
3. Verifica della produzione.
Le regole sopra espresse sono valide solo per produzioni di routine, non per “nuovi” prodotti.
8
PROCESSO DI VALIDAZIONE
L’azienda certificata:
-Organizzata, che non spreca risorse.
-Ha obiettivi precisi.
-Non vuole far crescere solo il fatturato ma tutta la struttura.
-Lavora costantemente in modo critico e propositivo.
-Persegue la soddisfazione del cliente attraverso la soddisfazione dei propri dipendenti.
L’ ORG deve predisporre e mantenere attive procedure documentate per l’attività di prova controllo
e collaudo allo scopo di verificare che i requisiti specificati per il prodotto siano soddisfatti.
L’ORG deve mantenere un archivio di registrazioni, che dimostri che i prodotti abbiano superato le
prove, i controlli ed i collaudi previsti a fronte di ben definiti criteri di accettabilità.
L’ ORG ha preparato i suoi verificatori interni con un apposito corso di formazione.
9
Tutta l’ORGANIZZAZIONE deve partecipare:
PROCESSO
Attività che utilizza risorse e gestisce la trasformazione di elementi in ingresso in elementi in uscita
L’Azienda deve:
-Definire i processi fondamentali.
-Definire le interazioni tra i processi.
-Eseguire un monitoraggio continuo dei processi.
10
L’Organizzazione deve:
a. Identificare i processi necessari per il sistema di gestione per la qualità e la loro applicazione
nell’ambito di tutta l’organizzazione.
DIREZIONE
11
METODI STATISTICI
I metodi statistici sono strumenti efficaci per migliorare il processo di produzione e aumentare la
qualità dei prodotti attraverso l'eliminazione di quelli difettosi. Essi si basano sull'obiettività e
sull'accuratezza dell'osservazione
Nella maggior parte dei casi si ritiene che i prodotti difettosi siano inevitabili perché i prodotti
devono soddisfare specifiche di qualità molto elevate a fronte della numerosità dei fattori che
possono generare difetti.
La causa dei difetti è la variabilità, intesa come spostamento delle condizioni ottimali di
produzione, registrata nei materiali, nelle condizioni della macchina, nel metodo di lavoro e
nell'ispezione.
Anche le condizioni fisiche e l'abilità degli operatori influenzano la qualità dei prodotti: lo stesso
individuo lavora in modo diverso a seconda del suo stato fisico in quel particolare giorno, che lo
può portare a commettere errori molto banali.
12
Per ridurre il numero dei difetti, la prima azione da farsi è eseguire una corretta diagnosi per vedere
quali sono le vere cause dei difetti.
→Nell'ambito delle diagnosi dei processi l'approccio di tipo statistico e l'utilizzo dei suoi metodi
rappresentano i mezzi più efficaci per analizzare i processi produttivi.
Nel controllo di qualità gli obiettivi della raccolta delle informazioni possono
essere:
- controllare i processi produttivi,
- analizzare i prodotti non conformi alle specifiche richieste,
- verificare l'intero processo.
Una volta che l'obiettivo è stato definito, occorre identificare i dati da raccogliere allo scopo di
effettuare i necessari confronti.
Importante in questa fase è la raccolta di informazioni affidabili, infatti, anche se il campione è stato
definito in modo adeguato, si può arrivare a conclusioni errate in caso di non affidabilità delle
rilevazioni effettuate. La procedura per trovare tra i fattori sospetti ovvero quelli colpevoli della
difettosità è chiamata diagnosi del processo.
Se dal confronto si evidenziano delle differenze significative, allora un'azione che elimini le
differenze di comportamento fra i due operatori ridurrà pure la variabilità del processo.
L'operazione di dividere un insieme di dati in diversi sottogruppi, in base a determinati fattori o
variabili, viene chiamata stratificazione.
Una volta che i dati sono stati raccolti, occorre scegliere il metodo statistico per analizzarli:
è importante quindi aggregarli in modo da facilitare la loro successiva elaborazione.
Una volta strutturati i dati, potranno essere utilizzati per indagini statistiche, come per
esempio il calcolo di medie o il campo di variazione.
Strumenti statistici
•Fogli di raccolta dati
•Analisi di Pareto
•Diagramma causa/effetto
•Istogrammi
•Diagrammi di correlazione
•Analisi di regressione
•Carte di controllo
FOGLI DI RACCOLTA DATI
E’ importante che i dati siano raccolti in modo semplice attraverso un modulo di facile
compilazione.
Il foglio di raccolta dati (check sheet) è un modulo adeguatamente progettato sul quale sono
riportati appositi spazi che consentono la raccolta dei dati in maniera semplice e sintetica.
Lo scopo principale del foglio raccolta dati è duplice: 1) Semplificare la raccolta delle informazioni.
2) Dare la possibilità di aggregare i dati automaticamente e renderli disponibili per elaborazioni
successive.
In tutti i prodotti vengono trovati difetti superficiali, come per esempio graffi e deformazioni.
Il modulo della raccolta dati per posizione fisica del difetto rappresenta uno strumento
indispensabile per risolvere problemi di questo tipo.
Generalmente, tali moduli riportano disegni del prodotto sui quali si possono segnare dei
13
simboli che facilitano l'analisi della distribuzione dei difetti secondo la loro posizione.
In alcune situazioni, per avere una maggiore stratificazione, sono talvolta usati altri fogli di raccolta
dati aventi lo scopo di individuare le cause dei difetti.
In generale, al fine di individuare le cause dei difetti si richiede il confronto tra i dati relativi alle
cause con i corrispondenti dati relativi agli effetti che tali difetti generano. Successivamente, si può
procedere alla loro analisi stratificando per cause o costruendo dei diagrammi di correlazione.
ANALISI DI PARETO
2) Disegnare una tabella di raccolta dati riportando tutte le voci con lo spazio per registrare
i relativi totali.
4) Costruire la tabella per il diagramma di Pareto riportando le voci, i loro totali parziali, i
totali cumulati, le percentuali delle singole voci e le percentuali cumulate.
14
5) Mettere le voci in ordine crescente/decrescente di quantità e riempire la tabella
[La voce "altri" deve essere messa nell'ultima riga qualunque sia il suo totale. Questo perché essa è
composta da un gruppo di voci ognuna delle quali riveste un'importanza minore rispetto a quelle
elencate individualmente].
❖Il diagramma di Pareto per cause è finalizzato all'individuazione delle principali cause di
difettosità:
- Operatore
- Macchina
- Materia prima
- Metodo
15
DIAGRAMMA DI CAUSA-EFFETTO ( o a lisca di pesce)
L'output o le prestazioni di un processo possono essere attribuiti ad una moltitudine di fattori tra i
quali è possibile stabilire relazioni di causa-effetto.
Il diagramma causa effetto viene utilizzato per due scopi:
- Identificazione delle cause.
- Elencazione sistematica delle cause
❖Identificare tutti i fattori attraverso l'esame e la discussione delle persone coinvolte nel
processo produttivo.
16
❖Scoprire i fattori che consentono l'azione correttiva.
Se si vogliono effettuare dei miglioramenti le cause devono essere analizzate fino al livello in cui
possano essere messe in atto azioni correttive
Persino quei fattori che per ipotesi possiamo ritenere costanti non lo sono perché soggetti comunque
ad una certa variabilità. Questa variazione segue una certa legge di comportamento, il che vuol
dire che segue una certa distribuzione.
Tipologia di controllo:
✓ Nessun controllo (free pass).
✓ Controllo al 100%.
✓ Controllo campionario.
17
Obbiettivi del controllo
Fornitore:
Minimizzare il rischio di vedersi rifiutare il prodotto da parte del cliente quando il prodotto è
conforme alle specifiche
Cliente:
Minimizzare il rischio di accettare il prodotto del fornitore quando il prodotto non è conforme alle
specifiche
LQA = Livello di Qualità Accettabile (il livello di qualità del lotto per il quale viene ammesso dal
fornitore
un rischio di entità alfa)
LQT = Livello di Qualità Tollerabile (il livello di qualità del lotto per il quale viene assunto dal
cliente un rischio di entità beta)
E’ necessario fissare dei valori di probabilità sul rischio assunto da parte del fornitore e del cliente
α= rischio del fornitore (rischio massimo di vedere rifiutato un lotto di qualità ritenuta
soddisfacente)
β = rischio del cliente (rischio massimo di dovere accettare dei lotti di qualità ritenuta
insoddisfacente)
ISTOGRAMMI COSTRUZIONE
18
4) Determinazione dei limiti di classe.
Determinazione dei limiti di classe, riportandoli nella tabella di frequenza, i limiti degli intervalli in
modo da comprendere il massimo e il minimo valore osservati.
TIPOLOGIE DI ISTOGRAMMI
❖A Pettine (multimodale).
Il numero delle classi è eccessivo rispetto alla numerosità dei dati o
quando esiste una tendenza particolare nel modo in cui sono arrotondati
i dati.
❖ Piatto.
La frequenza registrata in ogni classe è più o meno costante,
19
❖A precipizio sinistro (a precipizio destro).
Il valore medio dell'istogramma è posizionato molto a sinistra (destra)
rispetto alla classe centrale del campo di variazione. La frequenza decresce
bruscamente sulla sinistra (destra) e dolcemente sulla destra (sinistra).
Si presenta frequentemente quando si applica una selezione al 100% in
presenza di una bassa "process capability"
❖ Bimodale.
La frequenza è bassa in prossimità della classe centrale
dell'intervallo dei dati con due picchi. Questa forma si presenta come somma
di due distribuzioni con valori medi molto diversi.
Dove:
SS = limite superiore;
SI = limite inferiore;
s = deviazione standard del processo.
Cp= (SS-SI)/6 s
DIAGRAMMA DI CORRELAZIONE
20
COSTRUZIONE
3) Disegnare il diagramma di correlazione in base alle n coppie di coordinate (xi, yi) dove i varia
da 1 ad n (numero di osservazioni).
Quando si ottengono valori uguali da osservazioni diverse, evidenziare questi punti con cerchi
concentrici o posizionarli nelle immediate vicinanze del punto precedente.
21
COEFFICIENTE DI CORRELAZIONE
Bisogna una volta rilevati e rappresentati i dati passare al calcolo del coefficiente di correlazione
che ci dà una misura quantitativa di quanto un parametro ne influenzi un altro
CARTE DI CONTROLLO
Quando la relazione tra una caratteristica qualitativa ed i fattori influenzanti il processo sono stati
abbastanza studiati, il passo successivo è quello di controllare e mantenere questi fattori ad un
livello tale che il valore di quella caratteristica sia mantenuto nei limiti desiderati.
Questa procedura è chiamata controllo di processo. La carta di controllo serve come utile
strumento per identificare condizioni anomale di processo e per mantenere i processi in una
condizione stabile.
In generale le Carte di Controllo possono essere definite come strumenti grafici di controllo
continuo e in linea del processo, del quale forniscono una rappresentazione grafica dell’evoluzione
temporale.
Esse descrivono graficamente una certa qualità di un prodotto, misurata in diversi intervalli
temporali. La linea centrale è il Limite Centrale (LC) o Central Limit (CL) e rappresenta il valore
medio desiderato della qualità misurata.
Le altre due linee rappresentate sono il Limite di Controllo Superiore (LCS) o Upper Control Limit
(UCL) e quello Inferiore (LCI) o Lower Control Limit (LCL); sono scelti in modo tale da (se il
processo è sotto controllo) accogliere nell’area da loro delimitata un’alta percentuale dei valori della
qualità misurata.
Se invece alcuni punti cadono al di fuori della zona di “sotto controllo” è necessario:
❖individuare le cause della perturbazione.
❖effettuare un’azione correttiva per riportare il processo sotto controllo.
Una carta di controllo consiste in una linea centrale, una coppia di limiti di controllo, uno sopra e
l'altro sotto la linea centrale, e valori caratteristici disegnati sul diagramma che rappresentano lo
stato del processo.
Se tutti i valori sono compresi tra i limiti di controllo e non assumono tendenze particolari, il
processo è considerato in stato di controllo. Al contrario, se essi si posizionano al di fuori dei limiti
di controllo o assumono forme particolari, il processo è considerato fuori controllo.
22
E’ indispensabile progettare correttamente le carte di controllo stabilendo:
❖ il numero di elementi per ogni campione;
❖ con quale frequenza campionare;
❖ quanti dati accumulare;
❖ quali siano i limiti di controllo superiore ed inferiore;
❖ sotto quali condizioni effettuare le misurazioni (temperatura, orario, etc.);
❖ procedure/istruzioni da utilizzare.
LCS = + k LC =
LCI = - k
e sono, rispettivamente, la media e lo scarto di un campione di qualche indice statistico che
misura una certa caratteristica del processo.
In genere a k si attribuiscono i valori 1, 2, 3; I limiti LCS e LCI, nella maggior parte dei casi,
sono ricavati con k = 3
ZONA A corrisponde ad un’area compresa tra 2 e 3 scarti dalla media del processo; la probabilità
che un punto cada in tale zona è P(A)=2·0,0213=0,0426 (4,3%)
ZONA B corrisponde ad un’area compresa tra 1 e 2 scarti e la probabilità associata è di
P(B)=2·0,1360=0,2720 (27,2%)
ZONA C corrisponde ad un’area compresa tra la media del processo ed uno scarto, e la probabilità
che un punto vi cada è pari a P(C)=2·0,34130=0,6826 (68,3%)
La probabilità che un punto cada al di fuori dei limiti superiore ed inferiore LCS e LCI vale
P(D)=2·0,00135=0,00270 (0,27%)
LIMITI DI CONTROLLO
Tali valori sono ricavati dall’applicazione del Teorema del Limite Centrale.
se consideriamo un campione formato da un numero n sufficientemente grande di elementi, la
distribuzione campionaria della media aritmetica può essere approssimata dalla distribuzione
normale. Questo vale qualsiasi sia la distribuzione dei singoli valori della popolazione da cui il
campione è tratto.
23
COSTRUZIONE DI UNA CONTROL CHART
Step 2: tracciamo la linea centrale (calcolata o ricavata in questo caso coincide con la media) e
tracciamo i limiti di controllo
I limiti di controllo sono quindi a +- 3*sigma dalla media (andamento normale) se vi sono punti che
cadono fuori vi è un eccesso di variabilità.
❖Cause speciali.
Le variazioni dovute a cause speciali indicano l'esistenza di fattori significativi che devono venire
analizzati. Sono evitabili e non possono essere trascurate: in genere si tratta di variazioni dovute al
mancato rispetto di determinati standard o all'applicazione di standard impropri.
Se in una carta di controllo alcuni punti risultano fuori dai limiti di controllo o mostrano tendenze
particolari, "esistono delle cause speciali di variazione per cui il processo non è in stato di
controllo".
Per controllare un processo è necessario eliminare le cause speciali e intraprendere azioni atte a
prevenire il loro ripetersi, trascurando per il momento le variazioni dovute a cause comuni.
24
In questo caso il range scende si potrebbe quindi trattare di un miglioramento di processo.
Quando la dimensione del subgroups è piccola <8 le R-chart forniscono una buona stima.
Per gruppi più grandi usiamo la S-chart.
X MEDIO – R CHART
25
FASE 1
Lo schema prestampato di una Carta di Controllo viene compilato nella parte riguardante i
dati generici del processo
FASE 2
dove gli xi sono i valori misurati per ogni n elementi, e xi max e xi min sono
rispettivamente il valore massimo e il valore minimo misurato in ogni campione.
FASE 3
FASE 4
26
FASE 5
La prima Carta che viene letta è la Carta R. Su di essa, e più precisamente sul parametro R
si basa infatti il calcolo di LCSX e LCIX. Se la Carta R mostra un segnale di fuori controllo,
allora la Carta X medio potrebbe non essere affidabile e quindi non va interpretata: è
necessario intraprendere prima le azioni correttive necessarie ad eliminare le cause di fuori
controllo della Carta R.
FASE 7
Una volta determinata la causa del fuori controllo si ricalcolano i limiti di controllo centrale,
superiore ed inferiore, sia per la Carta X medio che per la Carta R, eventualmente
eliminando dal calcolo i campioni ai quali corrispondono punti oltre i limiti esterni.
I nuovi limiti sono chiamati limiti di controllo corretti (o modificati).
S CHART
Quando la dimensione del sottogruppo è maggiore di 8 utilizzo le Schart basate sulla dev.
standard.
La Schart grafica la dev. standard in serie ordinate cronologicamente e misura la variabilità
di processo intra-gruppo.
X MEDIO – S CHART
Il limite centrale:
27
28
mentre i limiti superiore ed inferiore:
X MEDIO CHART
Con la Xbar consideriamo le variazioni between group. Essa monitorizza la variazione della
media di processo nel tempo.
FASE 1
FASE 2
FASE 3
INDIVIDUAL CHART
Usate quando:
Le misurazioni sono costose come nei test distruttivi
29
Il processo ha un lungo tempo di produzione
È una transazione che accade regolarmente
MR CHART
NP E P CHART
C E U CHART
30
ANDAMENTI DELLA RUN CHART
❖ Sequenza.
Questo è lo stato nel quale i punti cadono consecutivamente in
una stessa banda rispetto alla linea centrale: il numero di questi
punti è chiamato lunghezza della sequenza. Una lunghezza di
sequenza maggiore o uguale a 7 punti è considerata come
anormale, sono inoltre considerati anormali i seguenti casi:
10 punti su 11 consecutivi cadono da un lato della linea
centrale. 12 punti su 14 consecutivi cadono da un lato della
linea centrale. 16 punti su 20 consecutivi cadono da un lato della linea centrale.
❖ Tendenza (Trend).
Quando i punti presentano un andamento continuo crescente o
decrescente
❖ Periodicità.
Quando la curva assume un andamento ciclico in maniera
sistematica, è da considerarsi anormale: alternativamente sopra o
sotto la mediana (punti o coppie di punti...).
31
COLLAUDO IN ACCETTAZIONE
COLLAUDO STATISTICO
COLLAUDO PER CAMPIONAMENTO
Svantaggi:
Rischio di rifiutare lotti buoni
Rischio di accettare lotti scadenti
Minore informazione
Preparazione piano di campionamento
Il collaudo per campionamento si struttura impostando un test statistico sulle seguenti ipotesi:
- IPOTESI H0 (desiderabile):
Al variare del tempo t, la grandezza che andiamo a monitorare resta entro l’intervallo di
accettazione
∀𝑡, 𝑥ҧ𝑡 ∈ 𝐿𝑖𝑚𝐼𝑛𝑓,𝐿𝑖𝑚𝑆𝑢𝑝
- IPOTESI H1 (alternativa):
∀𝑡, 𝑥ҧ𝑡 ∉ 𝐿𝑖𝑚𝐼𝑛𝑓,𝐿𝑖𝑚𝑆𝑢𝑝
- 2 Casuale
Il prelievo del campione deve essere effettuato in modo tale che ogni elemento della popolazione
abbia la stessa probabilità di essere incluso nel campione
PIANI DI CAMPIONAMENTO
33
Vantaggi: La progettazione è semplice.
Svantaggi: Scarsa elasticità
E’ un sistema di piani applicabili a lotti che pervengono con sufficiente continuità, prodotti con
modalità costanti e senza interruzioni
Assicura che a lungo termine:
- vengano accettati la maggior parte (1-a) dei lotti con livello di qualità specificato come
accettabile (LQA)
- vengano rifiutati la maggior parte (1-b) dei lotti con livello di qualità specificato come non
accettabile (QL)
1. LIVELLO DI COLLAUDO
2. NUMEROSITA’ DEL CAMPIONE
3. LIVELLO QUALITA’ ACCETTABILE (LQA)
4. SEVERITA’ DEL COLLAUDO
5. TIPO DI PIANO DI CAMPIONAMENTO
1. LIVELLO DI COLLAUDO
La norma fornisce 3 livelli (I, II, e III). Determinano il potere discriminante del piano: tipicamente
si utilizza il livello II, mentre si ricorre al livello I se è necessaria una minore discriminazione
(riduco la numerosità, aumento i rischi), il livello III se è richiesta una discriminazione maggiore
(aumento la numerosità, riduco i rischi).
Vi sono inoltre 4 livelli speciali da utilizzarsi quando siano necessarie numerosità del campione
particolarmente piccole e si possano tollerare rischi di campionamento elevati.
la numerosità del campione è indicata con una lettera codice, che dipende dalla numerosità del lotto
e dal livello di collaudo prescelto.
la numerosità del campione è indicata con una lettera codice, che dipende dalla numerosità del lotto
e dal livello di collaudo prescelto.
34
4. SEVERITA’ DEL COLLAUDO
- Semplice
- Doppio
- Multiplo
- Criterio di accettazione:
Numero di accettazione e numero di rifiuto.
Il campionamento con salto di lotti, al fine di ridurre al minimo l’onere dei collaudi. E’
applicabile a lotti che pervengono con sufficiente continuità, prodotti con modalità costanti e senza
interruzioni.
E’ richiesta:
-qualificazione del fornitore.
-qualificazione del prodotto.
35
DEFINIZIONI
Item ( oggetto):
ciò che può essere descritto e considerato individualmente (un elemento fisico; una quantità
definita di materiale; un servizio, un'attività o un processo; ...)
Defect (difetto):
nadempimento di una previsione d'uso (può coincidere o meno con non-conformità a seconda del
prodotto).
Nonconforming item (unità non conforme): articolo con una o più non conformità.
Non conformities per 100 items in a population (non-conformità su 100 items in una
popolazione):
cento volte il numero di non conformità nella popolazione o nel lotto diviso per la popolazione o la
dimensione del lotto, ovvero 100p =100D/N, dove p=numero di non conformità per articolo;
D=numero di non conformità nella popolazione (o lotto); N= dimensione della popolazione (o del
lotto)
Lot (lotto):
definite amount of some product, material or service, collected together (in pratica: l’insieme di
unità di prodotto dal quale viene tratto ed esaminato un campione, per determinare la conformità ai
criteri di accettazione).
Sample (campione):
insieme di uno o più elementi prelevati da un lotto e destinati a fornire informazioni sul lotto
36
Sampling plan (piano di campionamento):
combinazione delle dimensioni del campione da utilizzare e dei criteri di accettabilità del lotto
associate
Switching score:
indicator that is used under normal inspection to determine whether the current inspection results
are sufficient to allow for a switch to reduced inspection.
Per passare da un piano ordinario ad uno ridotto.
37
inspection is limited to a low probability of acceptance. (può essere accettato, bassa prob.)
Corrisponde al livello di qualità che si ritiene insoddisfacente accettare. Eppure, a causa di
Beta, la QL corrisponde ad un valore % di non conformità accettato con bassa probabilità.
Tre tipi di livello di collaudo (I, II e III, corrispondenti a ridotto, normale, rinforzato)
Se non diversamente specificato si applica il livello II
Livello I si può impiegare se il livello di discriminazione richiesto non è alto, mentre
livello III è da impiegare se è richiesto un’elevata capacità di discriminare
Ulteriori livelli S-1...S-4 proposti nella normativa possono essere impiegati se i campioni sono
particolarmente piccoli
Fissato a zero all'inizio e aggiornato dopo l'ispezione di ogni lotto successivo all'ispezione normale
originale.
Piani di campionamento singoli:
numero di accettazione ≥ 2, aggiungere 3 al punteggio di commutazione se il lotto
sarebbe stato accettato anche con AQL inferiore di 1 passo; altrimenti azzerare;
numero di accettazione < 2, aggiungere 2 al punteggio di commutazione se il lotto
viene accettato; altrimenti azzerare.
Piani di campionamento doppi e multipli:
DOPPIO: aggiungere 3 al punteggio di commutazione se il lotto viene accettato dopo
il primo campione; altrimenti azzerare;
MULTIPLO: aggiungere 3 al punteggio di commutazione se il lotto viene accettato
entro il terzo campione; altrimenti azzerare.
PIANO SINGOLO
- Se il numero di prodotti non conformi è maggiore o uguale del numero di non accettazione
(rejection number), il lotto è da considerarsi non accettabile.
38
PIANO DOPPIO
- Se il numero di prodotti non conformi è maggiore o uguale del secondo numero di non
accettazione (first rejection number), il lotto è da considerarsi non accettabile.
PIANO MULTIPLO
Il procedimento è analogo al piano doppio, cioè: si inizia con l’estrazione dal lotto di un primo
campione e, in base alle informazioni da esso ricavate, si decide se:
-accettare il lotto;
-rifiutare il lotto;
-estrarre un secondo campione.
Se necessario, si estrae dal lotto un secondo campione, etc...
Nel caso peggiore la decisione viene presa dopo l’estrazione dell’ultimo (quinto) campione, e
dipende dalle informazioni ricavate da tutti i campioni. In media il piano di campionamento
multiplo richiede l’esame di meno pezzi rispetto al campionamento singolo. Più complesso da
progettare.
Criterio di accettazione
Il lotto viene accettato se il numero di difettosi d rilevati è inferiore al numero di accettazione a.
39