Si possono individuare quattro livelli di sviluppo della gestione della qualità, che si sono
susseguiti nel tempo:
1. Approccio diretto correttivo: verifica ex-post della conformità di un prodotto
rispetto alle specifiche di progetto.
2. Approccio indiretto sistemico preventivo: il focus si concentra nella realizzazione
di processi produttivi sempre più affidabili e costanti, ed inoltre si opera ai fini
della ricerca delle cause di variabilità delle specifiche di prodotti finiti.
3. Approccio sistemico proattivo: il focus dell’attenzione si estende ulteriormente,
in quanto passa dal processo a tutte le attività aziendali che ruotano attorno al
prodotto, toccando anche temi organizzativi oltre che tecnici.
4. Qualità totale o Total Quality Management (TQM): il focus si estende a tutte le
funzioni aziendali, perfezionando ulteriormente il concetto di prevenzione delle
non conformità con l’idea cardine del miglioramento continuo per la
soddisfazione del cliente.
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Questo valore è dinamico perché è relativo alle esigenze e i bisogni degli stakeholders
che definiscono di volta in volta le caratteristiche che il prodotto o servizio deve
possedere per soddisfarli.
I bisogni da soddisfare possono essere:
- degli utilizzatori di un prodotto o di un servizio
(già espressi o da identificare);
- sociali
(vincoli espressi da leggi, da regolamentazioni, da codici, o altre considerazioni,
tese a garantire la sicurezza, la protezione dell’ambiente, la salute...);
- della buona gestione interna di un organizzazione
(bisogni interni espressi dai dirigenti).
Le “5 P” della qualità
Le dimensioni principali che caratterizzano la qualità sono qualità prevista, progettata,
prestata, percepita e paragonata:
- Prevista: è quella che il cliente/utente si aspetta di ricevere da un bene o servizio.
L’azienda deve effettuare la rilevazione e l’analisi dei bisogni e delle aspettative
dei clienti/utenti.
- Progettata: è quella relativa al sistema di produzione/erogazione e ai relativi
standard operativi. Quindi rappresenta l’insieme delle caratteristiche di un
prodotto o di un servizio, nonché la strutturazione dei processi e delle risorse
coinvolte, al fine di realizzare la qualità attesa.
L’azienda deve effettuare i dovuti controlli durante tutte le attività aziendali.
- Prestata: è quella relativa all’insieme delle caratteristiche possedute da un bene
o da un servizio alla fine del processo di realizzazione o di offerta.
L’azienda deve effettuare i dovuti controlli durante il processo produttivo.
- Percepita: è quella che viene recepita dal cliente/utente, in termini di valore d’uso
e valutato in termini di soddisfazione, in relazione ai bisogni ed alle aspettative.
L’azienda deve effettuare i dovuti controlli al termine del processo produttivo e
rilevare il grado di soddisfazione del cliente.
- Paragonata: è quella che viene recepita dal cliente/utente dal confronto di beni e
servizi offerti da organizzazioni analoghe.
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SISTEMA DI GESTIONE DELLA QUALITÀ (SGQ)
Il SGQ è l’insieme di elementi (processi e risorse) tra loro correlati e interagenti che
sono posti in atto per predisporre ed attuare la politica per la qualità e conseguire gli
obiettivi correlati.
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Le istruzioni operative sono documenti che forniscono in modo conciso e sequenziale
disposizioni sulle modalità di esecuzione e/o di controllo di una specifica attività legata
ad un processo.
Il fine che si prefigge una istruzione operativa e di controllo è quello di consentire a chi
la utilizza di:
- operare in condizioni prestabilite e controllate;
- prevenire situazioni pregiudizievoli la qualità o comunque, situazioni che
potrebbero portare ad una non completa soddisfazione del cliente.
Il SGQ non deve essere visto solo come un insieme di documenti e moduli di
registrazione che “obbligano” ogni dipendente ad eseguire la propria mansione
(processo aziendale) in base a quanto riportato nelle procedure.
Bisogna considerare il SGQ come vantaggio per l’azienda.
Qualsiasi azienda può richiedere la certificazione ISO 9001 come garanzia della qualità
per il cliente (UNI EN ISO 9001:2015 Sistemi di gestione per la qualità – requisiti).
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PRINCIPI DELLA GESTIONE DELLA QUALITÀ
I principi del sistema di gestione per la qualità sono riassumibili in 8 punti:
1. Orientamento al cliente: L’azienda deve cercare di dare all’utente del prodotto o
servizio ciò che egli si aspetta oggi, ma anche interpretare le esigenze future; in
questo modo si offre un plus che permette di raggiungere il vantaggio
competitivo.
2. Leadership: la direzione dovrebbe cercare di infondere all’organizzazione lo
spirito giusto per il perseguimento degli obiettivi, stimolando al contempo la
partecipazione.
3. Coinvolgimento del personale: questo richiama il punto precedente, specificando
come tutto il personale debba essere coinvolto e protagonista nel raggiungimento
degli obiettivi. Questo può accadere solo se i lavoratori sono adeguatamente
addestrati e formati.
4. Approccio per processi: Si deve predisporre un’organizzazione orizzontale per
processi per evitare che i diversi settori e reparti tendono a operare
separatamente senza comunicazione reciproca.
5. Approccio sistemico alla gestione: operando secondo quanto espresso al punto
precedente, si dovrebbe giungere automaticamente ad una gestione sistemica dei
vari processi correlati tra loro, raggiungendo in modo efficiente ed efficace gli
obiettivi aziendali.
6. Miglioramento continuo: Se l’azienda vuole soddisfare il cliente in base anche alle
sue aspettative future dovrà cercare progressivamente di aumentare il livello delle
proprie prestazioni.
7. Decisioni basate su dati di fatto: la programmazione delle scelte che l’azienda è
chiamata a fare per migliorarsi, deve indubbiamente basarsi sui dati registrati,
cosicché sia possibile avere chiaro in mente la strada da percorrere. Questo può
essere favorito, ad esempio, da analisi statistiche dei dati aziendali.
8. Rapporti di reciproco beneficio con i fornitori: Un rapporto cooperativo con un
fornitore o un cliente, permette di raggiungere obiettivi che soddisfano entrambe
le parti, senza penalizzare nessuno, in un’ottica di mantenimento ottimale del
rapporto nel lungo periodo.
Miglioramento continuo
Il miglioramento continuo può essere rappresentato come un flusso di processi che
parte dall’analisi del mercato, con l’individuazione dei bisogni del cliente, fino alla
consegna del prodotto o servizio al cliente stesso.
All’interno del cerchio, sono rappresentate le attività gestionali finalizzate alla
realizzazione del prodotto.
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Grande importanza è data alla direzione che prima definisce un piano strategico e
successivamente ha il compito di analizzare i risultati di quanto realizzato per mettere
in atto azioni correttive e di miglioramento.
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INFRASTRUTTURA DELLA QUALITÀ
L’infrastruttura per la qualità (IQ) è il sistema di “qualità e conformità” costruito per
assicurare il funzionamento dei mercati, tutelare la salute e la sicurezza dei
consumatori e proteggere l’ambiente.
1. Normazione
La normazione, in generale, rappresenta l’attività diretta a porre norme, o a regolare
con norme un determinato settore o una specifica attività.
Le norme possono essere giuridiche o tecniche:
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- Norme giuridiche: sono regole cogenti, obbligatorie, prescrittive.
Per es. le leggi, i decreti legislativi, i DPR, i regolamenti europei, ecc.
Il complesso delle norme giuridiche costituisce il “diritto”.
- Norme tecniche: sono documenti che definiscono le caratteristiche (dimensionali,
prestazionali, ambientali, qualitative, organizzative, di sicurezza...) di un prodotto,
servizio, processo o persona, secondo lo stato dell’arte, e sono il risultato della
condivisione di decine di migliaia di esperti in Italia e nel mondo.
Le norme tecniche sono, perciò, volontarie e condivise.
Se una norma giuridica richiama una norma tecnica prescrivendone l’osservanza,
quest’ultima diviene obbligatoria.
Enti di normazione
Gli enti di normazione sono organizzazioni private senza scopo di lucro costituite da
comitati tecnici in grado di definire norme tecniche.
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Esistono poi diverse organizzazioni nazionali, in Italia abbiamo l’UNI ( Ente Nazionale
Italiano di Unificazione).
Queste norme possono essere recepite a cascata a partire dagli enti internazionali fino
ai vari enti nazionali. La sigla della norma diventa, per esempio in Italia, UNI EN ISO.
2. Metrologia
La metrologia è la scienza della misurazione e delle sue applicazioni, comunemente
suddivisa nei settori della metrologia scientifica industriale e legale.
È indispensabile per garantire l’accuratezza, l’affidabilità e la comparabilità dei risultati
di misura.
3. Accreditamento
L’accreditamento è il riconoscimento formale da parte di un organismo indipendente
(l’ente di accreditamento) che un’organizzazione impegnata in attività di valutazione
di conformità (o “CAB”, Conformity Assessment Body) opera con competenza,
indipendenza e imparzialità in un determinato campo, in conformità a norme tecniche
internazionali (le norme della serie ISO/IEC 17000).
Per l’Europa l’ente di accreditamento è l’EA (European co-operation for Accreditation)
individuato dalla Commissione europea con il compito di svolgere la sorveglianza sugli
Enti Unici di accreditamento in ciascuno Stato membro.
L’ente italiano di accreditamento è ACCREDIA (Ente Unico nazionale di
accreditamento), Ente designato dal Governo italiano.
ACCREDIA svolge attività di accreditamento sia in ambito volontario che in ambito
obbligatorio, secondo le norme tecniche internazionali applicabili per i diversi soggetti
che effettuano valutazioni della conformità.
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Le varie tipologie di organismi di valutazione della conformità che possono richiedere
e operare sotto accreditamento sono:
Accreditamento obbligatorio
Vi sono ambiti particolarmente sensibili nei quali gli organismi che valutano la
conformità di specifiche categorie di processi, sistemi, persone, prodotti e servizi
devono essere obbligatoriamente accreditati.
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Differenza tra accreditamento e certificazione
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Valutazioni della conformità accreditate che si possono richiedere
1. Certificazioni di Sistemi
Sono svolte da organismi di certificazione accreditati secondo la norma UNI CEI
EN ISO/IEC 17021-1.
Esistono certificazioni per i diversi sistemi:
a. Certificazione di sistemi di gestione per la qualità (SGQ).
Regolata dalla norma UNI EN ISO 9001, assicura la capacità di
un’organizzazione (produttrice di beni o fornitrice di servizi) di strutturarsi
e gestire le proprie risorse e i propri processi produttivi in modo tale da
riconoscere e soddisfare i bisogni dei clienti, inclusi quelli relativi al rispetto
dei requisiti cogenti, nonché l’impegno a migliorare continuativamente tale
capacità.
b. Certificazione di sistemi di gestione ambientale (SGA),
Regolata dalla norma UNI EN ISO 14001, garantisce la capacità di
un’organizzazione di gestire i propri processi, non solo nel rispetto delle
norme ambientali, ma dotandosi di una vera e propria politica ambientale,
definendo obiettivi di qualità ambientale, predisponendo e implementando
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un sistema atto a realizzare tale politica e conseguire gli obiettivi correlati,
e impegnandosi a migliorare continuamente le proprie prestazioni
ambientali.
c. Certificazione di sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro (SCR).
Regolata dalla norma UNI ISO 45001. Tale disciplina assume un particolare
interesse anche alla luce di quanto richiesto dal D.Lgs. 81/2008, art. 30, in
tema di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società
e delle associazioni anche prive di personalità giuridica.
d. Certificazione di sistemi di gestione per la sicurezza alimentare (FSM).
Regolata dalla norma UNI EN ISO 22000, che si basa sui principi dell’HACCP
definiti dal Codex Alimentarius. Questo schema ha forti componenti di
certificazione di prodotto.
e. Certificazione di sistemi di gestione per la sicurezza delle informazioni (SSI),
regolata dalle norme della serie.
f. Certificazione di sistemi di gestione per l’energia (SGE) è regolata dalla
norma UNI CEI EN ISO 50001.
2. Certificazioni di prodotti/servizi
Sono svolte da organismi di certificazione accreditati secondo la norma UNI CEI
EN ISO/IEC 17065.
Riguardano un bene, un servizio o un processo produttivo. La valutazione della
conformità può riguardare tutte o solo alcune caratteristiche dell’oggetto, in
particolare quelle contenute nella norma o specifica tecnica di riferimento.
In alcuni casi viene valutato anche il processo di fabbricazione del bene o di
fornitura del servizio, oltre all’effettuazione di prove/misurazioni sui
prodotti/servizi.
Un esempio di prodotto è rappresentato dalle certificazioni volontarie
regolamentate sui prodotti alimentari (DOP, IGP, STB, BIO…).
3. Certificazioni di persone
Sono svolte da organismi di certificazione accreditati secondo la norma UNI CEI
EN ISO/IEC 17024. Attestano il possesso e il mantenimento nel tempo delle abilità
e delle competenze (conoscenze, abilità, autonomia e responsabilità) che rendono
i professionisti idonei a svolgere determinate attività.
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UNI EN ISO 15189, svolte rispettivamente da laboratori di prova e laboratori di
analisi mediche.
Vi sono molteplici ambiti nei quali i laboratori possono eseguire prove sotto
accreditamento, come la sicurezza alimentare, l’informatica e le
telecomunicazioni, l’automotive, la metalmeccanica e la siderurgia, il campo
forense, ferroviario, tessile, elettrico, civile e ambientale, la sanità animale,
l’antidoping, ecc.
La certificazione accreditata
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LA QUALITÀ IN LABORATORIO
La qualità è l’insieme delle proprietà e delle caratteristiche di un prodotto/servizio in
grado di soddisfare il cliente e al tempo stesso garantiscono la sicurezza intesa come
minimizzazione del rischio.
Le norme tecniche che regolano la gestione della qualità nel laboratorio sono:
- la UNI EN ISO 9001:2015 Sistemi di gestione per la qualità - Requisiti che specifica
i requisiti di un sistema di gestione della qualità per i settori produttivi che sono
alla base della certificazione.
- la UNI CEI EN ISO 17025:2018 Requisiti generali per la competenza dei laboratori
di prova e di taratura che specifica i requisiti generali per la competenza dei
laboratori di prova e taratura facendo riferimento a specifiche prove che
permettono l’accreditamento. Questa norma disegna precisi requisiti gestionali e
tecnici (formazione competenze, strumentazione, condizioni ambientali, metodi
di prova). Quindi fondamentali sono la qualità interna ed esterna. La direzione del
laboratorio deve definire la politica della qualità del laboratorio e gli obbiettivi di
tale politica. La direzione deve inoltre definire un responsabile che abbia autorità
e responsabilità di tenere aggiornata la documentazione del sistema di qualità.
- la UNI EN ISO 15189:2013 Laboratori medici - Requisiti particolari riguardanti la
qualità e la competenza (entro fine 2022 dovrebbe essere aggiornata) che
specifica i requisiti per la competenza dei laboratori medici.
La documentazione richiesta si articola in: manuale della qualità, procedure gestionali,
istruzioni operative, registrazioni della qualità e documenti esterni (vedi pag. 3).
La documentazione deve sempre essere disponibile a tutti gli operatori nell’ultima
versione aggiornata, eliminando gli obsoleti.
I documenti devono essere accuratamente identificati facendo attenzione alla data di
emissione o revisione e all’autorizzazione.
I documenti di registro della qualità devono essere correttamente archiviati,
rintracciabili e protetti da danni e deterioramenti.
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strumentazioni che devono soddisfare criteri specifici di norme e/o procedure
predisposte.
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Ognuna delle fasi analitiche è associata a possibilità di errore:
- la maggior parte degli errori si commettono nella fase preanalitica (richiesta
dell’esame, storico del paziente, raccolta del campione, trasporto, idoneità del
campione all’accettazione, conservazione, pre-trattamento). I metodi di
preparazione e raccolta devono essere standardizzati (postura del paziente,
digiuno, sospensione di farmaci, pulizia, ore della raccolta).
- Importante è la fase di trasporto: contenitori idonei e che non alterino le
caratteristiche chimiche biologiche e fisiche del campione, temperatura di
trasporto, luce/buio, tempo minimo di trasporto, pressione etc.
- La fase analitica è quella in cui si determinano particolari caratteristiche del
campione attraverso reagenti opportunamente etichettati e conservati in modo
corretto, pipette tarate, strumentazioni calibrate e con regolare manutenzione.
La strumentazione ed i reagenti devono essere certificati e controllati
periodicamente. Bisogna utilizzare carte di controllo del rischio per rilevare
anomalie di funzionamento. Il dato analitico prodotto deve essere accurato
preciso e rappresentativo.
- Al termine della fase analitica si ha la fase di refertazione. Nei referti e nei rapporti
di prova vanno specificati tecniche utilizzate, unità di misura, intervallo di
riferimento, valori desiderabili, gestione dei valori panico o critici. Particolare
attenzione va data al trattamento e alla riservatezza dei dati sensibili.
Gli errori commessi durante le fasi analitiche costituiscono la variabilità analitica (Va)
Si ha inoltre la variabilità biologica (Vb) che tiene conto delle fluttuazioni intrinseche
e naturali degli analiti in base ai ritmi circadiani, stagioni o condizioni fisiologiche (età,
sesso, etnia, menopausa). Si ha una variabilità biologica inter-individuale (tra
individui) e intra-individuale (nello stesso paziente).
La variabilità totale è data da:
𝑉𝑡 = √𝑉𝑎2 𝑡 + 𝑉𝑏2
La Va è l’unico tipo di variabilità su cui l’uomo può agire riducendola o eliminandola.
Altre caratteristiche del dato sono:
- specificità: proprietà di un metodo di dosare esclusivamente l’analita in esame
anche quando sono presenti interferenti.
- sensibilità: capacità di un metodo di dosare piccole quantità di analista.
- accuratezza: concordanza del risultato ottenuto con il valore vero. Ci sarà quindi
una media ed una deviazione in percentuale che esprime l’inaccuratezza.
- precisione: quanto si avvicinano tra di loro misure indipendenti.
Il termine precisione contiene i concetti di ripetibilità (grado di concordanza tra
misurazioni successive condotte nelle stesse condizioni – es. senza cambiare
reattivi, strumento o persona) e riproducibilità (grado di concordanza tra
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misurazioni successive condotte in condizioni non omogenee – es. si usano lotti
reagenti diversi e/o personale diverso).
In base a questi parametri viene stabilito anche il valore dell’incertezza della misura,
definita come la stima legata ad un risultato di prova che caratterizza l'escursione dei
valori entro cui si suppone che cada il valore vero (del misurando); ha le dimensioni di
uno scarto quadratico medio e si indica con la lettera "u".
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