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Laura Flavia Bottolo

NUOVA
ABITAZIONE
ECOLOGICA
INDICE

INTRODUZIONE. LA CASA, PROBLEMA ALL’INTERNO


DEI PROBLEMI di Giovanni Abrami 9

L’UOMO LA CASA E L’AMBIENTE


L’abitazione ieri e oggi 13
L’ecologia come disciplina di vita e dell’habitat 16
La casa è un organismo vivente 17

LA NATURA,
LA CASA DA COSTRUIRE O DA RISTRUTTURARE
Luogo, orientamento e materiali 19
Illuminazione naturale e artificiale 22
Il sentimento umano in armonia con la natura 23

L’INQUINAMENTO DELL’ARIA CHE RESPIRIAMO


Indispensabile come l’aria 25
L’aria e le sue proprietà 26
La casa che non traspira 28
La chimica di sintesi in casa 30
L’inquinamento del sottosuolo: il Radon 33
Le abitudini che favoriscono l’inquinamento 35
L’aria pura, ionizzata, non inquinata 35
Il fenomeno della ionizzazione 38
Trattamento ecologico delle superfici 39
Consigli ecologici e utili 40

IL CLIMA NELLA CASA


Quale riscaldamento scegliere? 45
I materiali influenzano il clima della casa 46
Consigli ecologici e utili 50

I RUMORI E LE LORO MALATTIE


I suoni naturali e dell’ambiente 51
L'eccessivo rumore provoca patologie 51
Il senso dell'udito e dell'equilibrio 52
Consigli ecologici e utili 54
Scala di rumore in decibel 57

L’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
L’universo è materia ed energia vivente 59
L’elettromagnetismo e il nostro organismo 60
Le correnti telluriche 62
Come individuare le zone patogene? 63
Cosa fare in presenza di geopatologie? 65
L’inquinamento elettrico 66
Consigli ecologici e utili 69
Protezione dalle radiazioni elettromagnetiche 73
Consigli ecologici e utili 74
Quale stile di vita? 74

SOLE, LUCE E COLORI


La luce naturale 77
Sole, energia, luce, colori e coloranti 77
La luce artificiale e alcuni edifici privi di sole 85
Come orientare la casa e i locali? 88
Quale illuminazione scegliere? e D.L. n. 626/94 90
Consigli ecologici e utili 97
La scelta dei colori 99
Colori e cromoterapia 102
Consigli ecologici e utili 103
Quale stile di vita? 105

L’ARREDAMENTO ECOLOGICO
Mobili ecologici e belli o condizionanti? 107
Con quali materiali costruire i mobili 109
L’ergonomia in casa e nel lavoro 109
Come vivere gli spazi in casa? Con quali mobili a misura d’uomo? 113
Consigli ecologici e utili 115

I TESSUTI E I LORO TRATTAMENTI


Il mercato oggi 117
Naturale e sintetico a confronto 118
Le funzioni dei tessuti e della pelle 119
Come utilizzare le fibre naturali? 123
Consigli ecologici e utili 124
LA CAMERA DA LETTO ECOLOGICA
Simbolismi e salute nel sonno 127
Ecologia nella camera da letto 127
Consigli ecologici e utili 135
PULIZIA DELLA CASA
CON PRODOTTI ECOLOGICI, NON INQUINANTI
La paura dei germi, dei batteri, degli insetti e l’uso eccessivo dei
detersivi «miracolosi» 137
I pericoli della «chimica domestica» non sono previsti per legge 140
Come cambiare il mercato e pulire ecologicamente? 142
Come smacchiare naturalmente 146
Consigli ecologici e utili 149
In cucina la «chimica» aggressiva o quella dolce? 151
Consigli ecologici e utili 151
Come tenere un bagno ecologico? 152
Consigli ecologici e utili 153
Pulizia ecologica delle superfici 153
Consigli ecologici e utili 154
Insetti che disturbano e aggrediscono 155
Consigli ecologici e utili 155
Deodorare può intossicare? Quali profumi usare? 157
Consigli ecologici e utili 158
Altri consigli ecologici utili alle donne 159
In particolare alle donne... 161

IL FENG-SHUI
La filosofia religiosa taoista 163
Valutazione dell’ambiente esterno: la scelta del sito 164
Valutazione dell’ambiente interno 166
Disposizione generale degli ambienti di una casa 170
Gli interni feng-shui per il bambino 172

AZIENDE CHE PRODUCONO O COMMERCIANO


PRODOTTI ECOLOGICI PER LA CASA
Arredi ecocologici ed ergonomici 175
Associazioni, esperti e imprese per la bioarchitettura 176
Biosolai, parquet e linoleum depuratori e ionizzatori 176
Fibra di cellulosa, lana di lino, juta e tessuti naturali per vari usi 177
Impianti di riscaldamento, guaine, pannelli di sughero e altro 177
Impianti elettrici contro l’inquinamento elettromagnetico 178
Laterizi, pannelli e terra cruda per isolamento termoacustico 179
Ristrutturazioni, risanamento, malte, intonaci e stucchi 181
Strumenti per la protezione dall’inquinamento
elettromagnetico e geopatico 182
Strutture in legno, serramenti e progetti per la bioedilizia 182
Tinture e vernici, prodotti ecologici per la pulizia della casa
e personale 182

Altre opere delle EDIZIONI GB 185


INTRODUZIONE

LA CASA, PROBLEMA ALL’INTERNO DEI PROBLEMI di Giovanni Abrami

Il problema della casa per l'uomo contemporaneo diventa sempre più


quello dell'abitare in generale. Crescente importanza hanno infatti assun-
to le condizioni del luogo di lavoro, di studio e ricreazione, gli stessi
mezzi di trasporto e così via. La dinamica della vita, la mobilità delle situa-
zioni rendono meno intensi i rapporti con gli oggetti, i luoghi e con lo
stesso contesto familiare e sociale in cui si opera, fino a diventare precari.
Ha quindi senso parlare di un problema ecologico della casa senza
considerare più a fondo l'organizzazione della città, i modi di produzione
e di consumo, quindi le relazioni più in generale degli individui e della
società umana con l'ambiente naturale?
L'attenzione posta dall'Autrice alla casa come «problema all'interno
dei problemi», peraltro sempre più inquietanti che investono il futuro
della nostra specie, appare giustificata sulla base di almeno tre considera-
zioni:
--- È sempre opportuno che la riflessione sulla questione ecologica parta
dal quotidiano, dalla salute dell'individuo o dal benessere;
--- Esiste ancora una immensa lacuna culturale e comportamentale
attorno a questi problemi nel nostro Paese;
--- È necessario reindirizzare la stessa ricerca scientifica e tecnologica
verso lo sviluppo di conoscenze capaci di porre la qualità della vita
quale tema centrale di approfondimento.
Il problema dell'abitare è peraltro quello che più strettamente lega
l'uomo al suo ambiente di vita. Evidenzia quindi non solo bisogni fonda-
mentali, ma anche conoscenze e concetti che riguardano il posto che l'uo-
mo stesso ha nella natura.
La casa non era che un riparo più o meno temporaneo quando la soprav-
vivenza dei piccoli gruppi nomadi, che formavano l'umanità nella sua con-
dizione di vita originaria, dipendeva dalla caccia e raccolta dei prodotti natu-
rali. Con la coltivazione e la rivoluzione agricola e la susseguente necessità di
costruire insediamenti permanenti, si impose la necessità di costruire la casa.
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L'organizzazione agricola su vasta scala nelle valli fertili del pianeta,


portò poi alla crescita della popolazione e alla nascita delle città.
Alla casa si affiancarono nuovi edifici specializzati per usi diversi.
Ma il problema costruttivo rimase lo stesso: l'uso dei materiali, le
funzioni da dare agli spazi, le architetture e quindi i valori percettivi ed
estetici con cui arricchire le forme ottenute. Per la stessa nascita della
città, quale insieme di case, altri edifici e varie strutture di servizio, era
indispensabile la ricerca di siti ottimali e quindi la definizione di un rap-
porto costruttivo con l'insieme ambientale.
Soltanto in seguito, con il recente sviluppo tecnologico e industriale,
le pratiche insediative sono state stravolte dalla crescita abnorme degli
insediamenti che hanno utilizzato materiali e criteri costruttivi sempre
meno rapportati ai caratteri naturali dei siti e dei luoghi.
Attualmente continua la crescente artificializzazione delle con-
dizioni di vita dell'uomo. La casa diventa uno strumento tipico di questa
tendenza, come più volte sottolineato nel libro:
--- Diventa un luogo che invece di integrare tende a separare da ogni rap-
porto fisico con l'ambiente naturale;
--- Si sostituiscono sempre più i materiali reperibili in loco e le forme
tradizionali dell'ambiente interno con sostante sintetiche:
--- Si sostituiscono gli stimoli, anche psichici, legati alla percezione del
mondo naturale, con immagini artificialmente costruite.
La scarsa attenzione posta dall'attuale civiltà tecnologica per tutto ciò
che vive (quindi anche per l'uomo, nei suoi più delicati aspetti alimentari
e biologici), trova ampie dimostrazioni proprio nel modo di organizzare
l'habitat più importante e cioè la casa.
Frequenti sono i dibattiti sulle tecniche costruttive, un'industria
enorme è cresciuta sul design e l'arredo interno, anche se il più ele-
mentare «bisogno di abitazioni» è rimasto all'ordine del giorno delle
rivendicazioni sociali.
Ma non si va oltre. Si discute solo in modo marginale della qualità
della vita entro i muri domestici. Si parla molto poco dei rischi per la
salute, delle scarse misure di sicurezza, come pure del comfort, nel modo
di vivere contemporaneo.
L'Autrice mette in luce diversi aspetti della profonda contrad-
dizione fra sviluppo della tecnologia e degrado della qualità dell'abitare.
Molto resta da analizzare e dimostrare, soprattutto sulle ragioni culturali,
ecologiche, economiche e quindi politiche di questo degrado, che si
estende dai cibi, all'aria, dall'elettrosmog alla casa.
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Essenziali sono anche le questioni energetiche e della produzione di


rifiuti legate alla casa e al suo intorno ambientale. Negli anni '80, subito
dopo la crisi petrolifera, molto si è parlato di architettura bioclimatica,
osservando che i sistemi costruttivi più diffusi si sviluppavano proprio in
direzione opposta al risparmio energetico. Ben poco però è stato succes-
sivamente fatto in direzione diversa.
La produzione di rifiuti è intanto cresciuta drammaticamente prima
di tutto entro le mura domestiche, arrivando nei paesi industrializzali ad
un chilogrammo giornaliero pro capite. Ma i comportamenti individuali e
sociali sono rimasti quasi immutati, sia merito al consumo, che al riciclo
delle risorse naturali.
Bisogna quindi fare i conti con una gravissima inerzia a tutti i livelli
della società in merito alle questioni ambientali. Non basta la presa di
coscienza dei problemi, la denuncia o la ricerca di «un ritorno alla natu-
ra», comunque improbabile. Bisogna agire concretamente su un vasto
fronte culturale e sociale nella perseveranza di obiettivi che possono
essere ottenuti in tempi purtroppo molto lunghi (in molti casi forse trop-
po lunghi).
Il tema della casa e dell'alimentazione rimane comunque centrale a
tutto il discorso sull'ecologia e più in generale, sul rapporto uomo-natura.
Tanto centrale quanto ancora stranamente incompreso e trascurato come
si è detto anche nel dibattito in corso sulle problematiche ambientali del
Pianeta.
Ben vengano perciò pubblicazioni come questa anche se buona parte
dei problemi restano da approfondire, data l'estrema complessità della
questione dell'abitare umano.

Giovanni Abrami
Docente all'Istituto Universitario
di Architettura, Venezia
Arch. Raffaele Ghillani - Collline di Parma, vicino al torrente omonimo. La nuova casa
del borgo si affianca alle altre con stile moderno, mentre l’arredamento è più
tradizionale; vedi la cucina a pag. 104
L' UOMO, LA CASA E L'AMBIENTE

L'ABITAZIONE IERI E OGGI

L'uomo e l'ambiente non si possono considerare separati essendo


organismi integrati l'uno all'altro. Ogni essere vivente è influenzato dal-
l'ambiente in cui vive.
Nel passato l'uomo viveva immerso nella natura. La sua giornata
trascorreva interamente all'aperto, nei campi o nei boschi dove egli gode-
va delle energie del sole, della terra, dell'acqua e dell'aria. La casa rappre-
sentava un rifugio dove trovava riposo e un riparo dal maltempo.
Se l'uomo del passato si confrontava soprattutto con l'ambiente ester-
no, l'uomo moderno invece trascorre la sua giornata quasi totalmente tra
le mura domestiche, di lavoro, di scuola o nell'automobile. Questo significa
che quasi il 90% del suo tempo lo passa in luoghi chiusi e perciò ha molto
ridotto il contatto con l'esterno.
La casa non è più solo un luogo che assolve le necessità quotidiane,
ma è anche uno spazio dove distendersi, rilassarsi, favorire l'affettività, la
creatività e così «ricaricarsi».

La casa ieri
L'uomo, nel passato, ha sempre costruito la casa con i materiali che
gli offriva la natura.
La capanna primitiva era costruita di bambù, canne, foglie o paglia
impastate con il fango o l'argilla. Il successivo evolversi delle tecniche
costruttive ha sviluppato l'uso di materiali più idonei e più solidi come il
legno, la pietra, i mattoni di argilla cruda e cotta, anche per i pavimenti, i
laterizi in genere e la calce. Tutti i materiali erano quelli reperibili sul
luogo ed erano certamente i più adatti alle condizioni climatiche di quel-
la zona.
Le abitazioni avevano una configurazione nella quale si esprimeva la
creatività del costruttore e rispettavano precise esigenze ambientali.
Le costruzioni erano molto diverse da un luogo ad un altro: i climi
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piovosi o con precipitazioni nevose, per esempio, richiedevano un tetto spio-


vente, mentre i climi caldi l'uso di pesanti murature e di pareti bianche che
riflettessero i raggi del sole. Il risultato era una costruzione che si adattava
all'ambiente inserendosi armoniosamente in esso.
Anche l'interno delle abitazioni era di origine naturale: i mobili in
legno massiccio, bambù o vimini, i tappeti in fibre vegetali come la paglia
o il cocco, mentre le tende e i restanti tessuti, compresi i vestiti degli abi-
tanti, in lana, lino o cotone.
La casa «nasceva» dalla natura ed era parte della natura, queste
costruzioni quindi potevano definirsi ecologiche.
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La casa oggi
Non sono casi isolati quelli di edifici inutilizzati perché «pericolosi»
per la vita umana: nel 1983 venne chiusa una scuola ultramoderna di
Ascoli Piceno perché allievi e insegnanti, durante la permanenza nell'ed-
ificio, soffrivano di nausee, mal di testa e svenimenti. La stessa cosa si è
verificata nella scuola di Serra San Bruno, in Calabria, fatta chiudere nel
1985; in seguito altre scuole e asili nido subirono una simile sorte e
furono anche spostati i tralicci dell'alta tensione.
Non parliamo dei lavoratori e cittadini morti a causa di malattie can-
cerogene intorno alle centrali chimiche italiane e straniere.
Gli americani, nel 1975, demolirono a St. Louis un intero complesso
edilizio formato da 33 palazzi appena costruiti, perché gli abitanti si
ammalavano con frequenze elevatissime.
Sicuramente molte abitazioni oggi, ad un severo controllo, risul-
terebbero dannose per la salute. Casa e natura non vanno più di pari passo
e oggi l'abitazione è ben lontana dalla costruzione ecologica del passato.
I materiali offerti dalla natura spesso sono stati modificati e sostitui-
ti da quelli forniti dalla chimica di sintesi e dalla nuova tecnologia: le case
sono costruite principalmente in cemento armato, acciaio e vetro; molti
materiali isolanti sono di origine sintetica; le superfici interne ed esterne
sono trattate con vernici, lacche chimiche e persino i mobili, le imbotti-
ture e i tessuti derivano da prodotti di sintesi chimica.
A tutto questo si aggiungono i prodotti chimici che ogni giorno
adoperiamo nell'abitazione per pulirla, lucidarla e mantenerla. Il risultato
è un ambiente creato artificialmente dall'uomo, in cui l'uomo stesso non
è più in grado di controllare gli effetti negativi, causati dall'impiego di
questo tipo di materiali; un ambiente in cui nuove tecniche e nuovi
ritrovati vengono sperimentati ogni giorno sulla pelle di chi vi abita, men-
tre la ricerca scientifica ecologica e i controlli sono ancora inadeguati per
avvisarci dei pericoli con cui conviviamo quotidianamente.
Le sporadiche notizie che ci giungono sui pericoli della chimica,
come i gas tossici della formaldeide (adoperata nell'edilizia come nella
produzione di detersivi) o gli effetti devastanti delle fibre di amianto (pre-
senti nei materiali isolanti) quando vengono inspirate, sono appena la
punta di un iceberg. Molti materiali adoperati in edilizia, nonostante la
loro riscontrata tossicità, vengono usati senza alcuna precauzione. Questi
prodotti emanano esalazioni che possono entrare nell'organismo tramite
polmoni e pelle.
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Emerge allora la preoccupazione che molti problemi respiratori,


allergici, mal di testa, insonnie, stanchezza, irritabilità o altri disturbi, di
cui non si è mai individuata la causa, siano legati alla nostra abitazione
«ammalata».
Questa somma di malesseri è stata definita dagli americani «sick
building syndrome». All'inquinamento esterno si aggiunge quindi quello
interno delle nostre abitazioni.

L'ECOLOGIA COME DISCIPLINA DI VITA E DELL’HABITAT

La salute è un bene molto prezioso che l'uomo possiede, ma spesso


ci si accorge del suo valore solo quando la si è perduta. Il 70% delle per-
sone che vive in ambienti «civilizzati», soffre di malattie fisiche e
psichiche e le patologie da ansia e stress sono in aumento.
Lo studio del rapporto casa-uomo è la ricerca di un abitare più eco-
logico e umano, per ristabilire quindi l'equilibrio tra abitazione, uomo e
natura assecondando i veri e primari bisogni della persona.
Si sta affermando sempre di più un concetto di salute globale, con un
orientamento verso la medicina olistica e di terapie naturopatiche. L'uomo
non è più considerato un insieme di parti separate, ma nella sua integrale
totalità. La salute non deve solo rappresentare l'assenza di malattia, ma
uno stato di benessere completo che coinvolge tutte le sue componenti
psico-fisiche.
Il benessere dipende dalle azioni, abitudini, alimentazione, saperi,
vita sociale, riposo e ambiente in cui l'uomo vive. Da qui nasce la «medi-
cina dell'habitat», una disciplina medicopsicologica e bio-architettonica,
la quale sostiene che il tipo di abitazione, i materiali che la compongono,
la disposizione degli ambienti, il tipo di arredamento, l'illuminazione, i
colo-ri nonché le nostre abitudini domestiche e di vita possono influire in
senso positivo o negativo sulla casa e dunque sulla nostra salute e
benessere.

Reagire all’inquinamento
L'inquinamento coinvolge un po' tutti e tutto e sembra sempre più
difficile sottrarsene. Sono inquinati l'aria che respiriamo, il cibo, l'acqua,
la terra e ora anche l'ultimo luogo che pensavamo sicuro: la nostra casa.
Dall'assunzione continua di agenti inquinanti e da uno stile di vita scor-
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retto, il corpo gradualmente si indebolisce riducendo le sue difese immu-


nitarie, esponendosi così più facilmente alle malattie.
Spesso risulta difficile collegare determinate sostanze ad alcune
malattie. Nel passato, l'amianto, il lindano, il DDT, il piombo e la
formaldeide, dopo un periodo di «incubazione» durato lunghi anni, hanno
mostrato improvvisamente i loro danni irreparabili.
L'inquinamento esiste, c’è però una possibilità di reagire ai gas atmo-
sferici: andando al lavoro in autobus o in bicicletta, aiutati da terapie
naturali e dalla medicina dell'habitat per curarsi.
Questa intende far conoscere la nuova problematica con la quale ci si
deve misurare ogni giorno, ma anche fornire indicazioni e suggerimenti
per mantenersi in salute. Certo, occorre sapere cosa si respira, cosa si
beve, si mangia e si costruisce.

LA CASA È UN ORGANISMO VIVENTE

Se il vestiario si può considerare la nostra seconda pelle, la casa può


essere definita la nostra terza pelle. Il suo compito, come la cute e i tes-
suti che rivestono il corpo, è di proteggere e nello stesso tempo garantire
il riposo e la salubrità della persona.
La nostra abitazione, in pratica, deve essere come un guscio che ci
completa; un «organismo» costituito in funzione dei bisogni vitali e di
certi comfort.
La casa deve permettere che l'ambiente interno sia in continuo con-
tatto con l'esterno per ricevere da quest'ultimo tutti gli elementi indi-
spensabili al mantenimento della vita.
Il microclima domestico è determinato da tutte le componenti che lo
formano e lo modificano. I fattori e le condizioni principali che ci per-
metteranno di vivere in una casa sana o malata sono:
--- La qualità dell'aria e dell'acqua;
--- Il sole, la luce e i colori;
--- La temperatura e l'umidità;
--- La presenza di campi elettromagnetici (l'elettrosmog);
--- I tipi di materiali, di arredamento e di tessuti;
--- Gli odori, l'olfatto e i profumi;
--- I rumori e le malattie;
--- I detersivi per la casa.
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Quasi tutte queste problematiche verranno sviluppate nei capitoli


successivi e l'applicazione dei suggerimenti proposti vi aiuteranno a
trasformare la vostra casa in un'abitazione ecologica più confortevole e
sicura.
LA NATURA, LA CASA DA COSTRUIRE
O DA RISTRUTTURARE

LUOGO, ORIENTAMENTO E MATERIALI

L'ambiente che ci circonda esercita un'influenza su di noi e, in un


certo senso, noi siamo il risultato dell'ambiente in cui viviamo. Un pro-
gettista, quindi, è responsabile di tali influenze sull'uomo, ma spesso non
si rende conto di tutto questo (o non vuole, per propri interessi).
Quando viene progettata una nuova abitazione gli effetti esercitati
successivamente sulle persone che vi abiteranno sono molti. La dispo-
sizione di un appartamento, infatti, influenzerà le abitudini delle persone,
l'uso di un materiale piuttosto che di un altro agirà sulla salute psicofisi-
ca, la scelta di un certo colore e di un certo arredamento può influire sulla
psiche, così anche per i punti-luce, ecc.
Oggi il benessere fisico e psichico dell'uomo non è al centro dell'at-
tenzione, tuttavia la salute non dovrebbe mai essere posta in pericolo su
siti e con l'utilizzo di materiali dannosi o addirittura tossici.
La casa è stata riconosciuta più volte come l'elemento primario per la
tutela della salute, ma se non costituisce l'ambiente idoneo al benessere
umano, l'edilizia diventa inumana, priva di valori, senza anima e vita.
Questo è ciò che accade frequentemente provocando malattie psi-
cofisiche.
Avere una casa ecologica non significa un ritorno alle fredde e umide
casupole piene di spifferi, anzi, una casa in materiali naturali può essere
solida, comoda e bella quanto una casa in cemento armato e plastica con
costi di costruzione e mantenimento uguali o inferiori.
Questo capitolo vuole dare solamente alcuni suggerimenti per l'edi-
ficazione della casa salubre, lasciando ovviamente ai progettisti il compi-
to di una ricerca in questo senso, non dimenticando che la sua influenza
viene esercitata su più persone e per diverse generazioni.
La costruzione della casa ecologica si basa principalmente sulla qual-
ità di ogni materiale in rapporto all'uso che se ne fa, in funzione della vita
dell'uomo. Esistono oggi delle strutture, in acciaio, plastica e vetro, pro-
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gettate con 1'applicazione di tecnologie avanzate (impianti di riscalda-


mento, ventilazione, isolamenti di prodotti chimici, ecc.) che sono l'e-
sempio di un controsenso edilizio e che determinano uno spreco energeti-
co enorme.

Luogo e orientamento
Il primo passo della bioedilizia è la scelta e l'analisi del terreno, della
sua radioattività e dei materiali da costruzione. L'argilla, il cotto, la calce
e il gesso sono i meno radioattivi come tutti quelli che contengono poco
uranio. Occorrerà accertarsi della piovosità, del soleggiamento, delle tem-
perature atmosferiche, dei materiali presenti nell'ambiente circostante o
impiegati nelle case del passato per poter scegliere sistemi costruttivi più
idonei ed economici per le nuove abitazioni.
È bene non edificare nelle vicinanze di centrali chimiche ed elet-
triche, emittenti tv, radio o radar (come gli aeroporti) perché si tratta di
luoghi con intense radiazioni elettromagnetiche. Accertatevi che le linee
elettriche ad alta tensione non siano troppo vicine al luogo dove sorgerà
la casa. La distanza dovrebbe essere almeno di m 150.
Con la consulenza di esperti e l'attenta osservazione della natura del
luogo (terreno, tralicci, piante, ecc.) si sceglierà la zona migliore per
costruire, anche con l'ausilio di geomagnetometri. Ovviamente più il ter-
reno sarà ampio e adatto, maggiore sarà la possibilità di scelta. Se l'area
destinata all'abitazione è influenzata negativamente da falde acquifere, si
agirà tramite un'accorta disposizione progettuale: le eventuali zone pato-
gene ospiteranno locali ad uso servizio (bagni, corridoi, lavanderie,
garage, ecc.); nelle zone salubri si disporranno le stanze da letto, lo stu-
dio, la sala da pranzo e il soggiorno.
La costruzione della casa bioecologica deve rispettare un buon ori-
entamento solare e tendere al miglior equilibrio dei campi elettromag-
netici al suo interno (vedi paragrafo Le correnti telluriche).

I materiali
I metalli saranno evitati dalla bioedilizia. Una struttura in cemento
armato tende ad eliminare l'irraggiamento elettromagnetico terrestre e
può invece aumentare l'irraggiamento tellurico. Le strutture periferiche
sono quelle dei muri portanti, possibilmente in cotto e in pietre naturali e
con travature in legno. Al contrario, l'edilizia oggi si è specializzata nelle
costruzioni in cemento armato, che più volte è stato messo in discussione.
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Per garantire un'aerazione naturale, le pareti in mattoni cotti dovreb-


bero contenere nell'intercapedine isolanti naturali, come il sughero gra-
nulare, la lana di cellulosa o la fibra di cocco che riparano perfettamente
dal caldo e dal freddo, ma lasciano traspirare la casa. Le «barriere-
vapore» sono ormai usate abitualmente, ma spesso senza una reale utilità.
Il tetto non dovrà quindi essere impermeabilizzato, ma si dovrà preferire
una giusta inclinazione al fine di evitare infiltrazioni d'acqua.
Esistono in commercio dei pannelli isolanti e igroscopici e delle spe-
ciali carte che impediscono il passaggio dell'acqua, mentre garantiscono
traspirazione e possono essere utilizzati sui tetti e negli scantinati. Anche
gli intonaci e le pitture non dovrebbero contenere sostanze plastiche che
formano barriera. Inoltre si possono aggiungere dei «manti verdi» di
rampicanti, che crescono sulle pareti riparandole dalla pioggia, dal calore
e che ossigenano l'aria che entra dalle finestre.

Pannelli igroscopici, fonoisolanti e ignifughi per molti impieghi

In fase di costruzione si può meglio predeterminare il clima interno,


più che intervenire successivamente con costosi impianti di climatiz-
zazione. L'uso di materiali porosi e igroscopici influirà beneficamente.
Gli intonaci lisci, di gesso o altro, quasi impermeabili, molto in uso
oggi, dovrebbero essere sostituiti da quelli più porosi come la calce e la
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sabbia per le loro qualità igroscopiche. È molto indicato anche l'uso del
legno naturale per soffittature, rivestimenti di pareti o pavimenti, perché
regola il clima, è bello ed emette un piacevole aroma.
Quindi, nella scelta dei materiali non si dovranno considerare solo i
dati tecnologici e fisici, ma anche quelli biologici: materiali e trattamenti
che non provochino esalazioni tossiche e impermeabilità all'ambiente.
Per ciò che concerne la migliore difesa dal freddo e dal caldo, nella
fase costruttiva dell'edificio è possibile intervenire con un adeguato orien-
tamento delle aperture, delle sporgenze e degli oggetti (portici o bow-win-
dow), per avere una casa calda d'inverno e fresca d'estate. Nel passato
questo aspetto era la prima regola: proviamo a pensare alla differenza tra
un trullo pugliese e un maso altoatesino. L'isolamento si può ottenere uti-
lizzando grosse pareti e intercapedini per avere la casa ecologica. Certo
che nei grandi condomini molti sono «sacrificati».
L'impianto di riscaldamento dovrà essere studiato attentamente in
fase di progettazione prevedendo termos o stufe radianti come consiglia-
to nel capitolo Il clima della casa.

ILLUMINAZIONE NATURALE E ARTIFICIALE

Una particolare attenzione sarà posta dal progettista a tutto l'impianto


elettrico. Questo avrà un sicuro «scarico» a terra. Il collegamento non
dovrebbe essere collocato a Nord della casa ma preferibilmente a Sud. I
campi elettromagnetici, infatti, si espandono in una forma ellittica che
aumenta verso sud i suoi raggi.
Dovrebbe essere predisposto all'interno dell'impianto un sezionatore
(disgiuntore), che stacca la corrente in tutto l'appartamento o la casa,
(almeno nella zona letto) quando viene spenta l'ultima lampadina.
L'antenna televisiva non dovrebbe essere mai posta in cima al tetto della
casa, ma lontana, possibilmente sopra le zone di servizio (vedi capitolo
Sole, luce e colori).
Anche l'impianto idrico richiede attenzione. L'installazione e il col-
legamento delle tubazioni possono essere effettuati nei punti meno abitati
della casa e/o in zone di servizio.
La conoscenza delle radiazioni della luce naturale e artificiale e degli
effetti del colore sull'organismo umano è necessaria per ottenere un pro-
getto che rispetti la vita dell'uomo.
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Un buon progettista utilizza prima i mezzi naturali e ricorre a quelli


artificiali solo come soluzione estrema. Esso deve tenere presente alcune
semplici regole che spesso però vengono accantonate a favore di un idea-
le estetico che comunque può essere ottenuto con l'abitazione ecologica.
L'orientamento dell'abitazione e delle finestre è una delle prime regole da
rispettare.
Questi collegamenti tra interno ed esterno sono veri e propri filtri di
luce e di aria; la loro disposizione non dovrebbe essere dettata solo da di-
segni e da composizioni geometriche di facciata, ma dall'effetto di luce
che si desidera ottenere nei locali stessi.
L'architetto e il costruttore devono tenere presente che i colori scelti
per gli edifici hanno influenze psicologiche ed estetiche anche sul pub-
blico. Certe volte i progettisti scelgono per i loro edifici colori molto bril-
lanti, come l'azzurro forte, che irradiano tutte le vicine abitazioni falsan-
do la luce naturale con toni azzurrastri.
Queste strane scelte cromatiche sono spesso tentativi di nascondere
difetti o soluzioni architettoniche mal riuscite. Il colore scelto per super-
fici molto ampie deve integrarsi armoniosamente con l'ambiente urbano.
Ai numerosi edifici grigi sarebbe certamente preferibile sostituire tinte
chiare e tenui.

IL SENTIMENTO UMANO IN ARMONIA CON LA NATURA

Come abbiamo constatato, l'abitazione ha una influenza fisica e


psichica sull'uomo. La casa è «l'immagine» della persona che la abita:
entrare in un'abitazione significa in qualche modo «entrare» nell'intimo
delle persone che la abitano, perché vediamo oggetti, simboli e fantasie
materialmente rappresentate nell'ambiente domestico.
La casa può essere considerata l'evoluzione del simbolo arcaico della
grotta. È il «rifugio» in cui l'uomo, oltre ad esprimere la sua personalità,
ricerca sicurezza, protezione e benessere.
Un tempo l'abitazione rappresentava il legame con il passato e la
tradizione: suppellettili, biancheria e mobili tramandati erano simbolici
collegamenti tra l'uomo e le sue origini. La casa moderna non è più tutto
questo: superfici splendenti, cucine robotizzate, ma prive di significati,
mobili di truciolare che vengono cambiati spesso ecc., disorientano
1'uomo, i suoi affetti e la sua psiche. Assieme alle persone care anche le
cose che si usano tutti i giorni sono parte di noi.
24

La casa «rifugio» non esiste più come un tempo. Questo è dimostra-


to dal fatto che l'uomo è sempre più portato ad usi diversificati del-
l'abitazione, perché ha luoghi di lavoro lontani e viaggia per divertimen-
to, senza poi contare le seconde e terze case.
Oggi le abitazioni sono più belle e funzionali, ma meno accoglienti e
prive di calore. Si parla di «case frigorifero», dimore eleganti, ma sempre
più anonime e stereotipate. Il «cuore» e il calore di chi ci abita non ven-
gono più espressi e con essi anche quelli della casa.
L'uomo si è allontanato dalla natura e la sta distruggendo. Sta diven-
tando sempre più irrazionale o «troppo razionale»; subisce sempre più
l'influenza della pubblicità, della moda, del consumismo, perché tutto
questo lo fa omologare ad uno «status symbol», privo di originalità e di
valori propriamente umani.
Siamo ormai «abituati» al nostro «mondo di plastica»; mangiamo
molto cibo conservato e non biologico; viviamo, lavoriamo e abitiamo in
ambienti artificiali e inquinati. Una parte della natura sta lentamente
scomparendo. Un bosco, un prato verde dove giocare o un ambiente lon-
tano dai rumori sono sempre più rari nelle nostre città. Sembra che il tipo
di società industriale capitalistica standardizzata, poco a poco, non si
accorga di distruggere la natura dimenticando che 1'uomo ne è parte inte-
grante.
Nell'ambiente eccessivamente artificiale l'uomo può solo adattarsi
temporaneamente, non può abituarsi a vivere. Potrà essere più sereno e
felice solo se sarà in armonia con l'insieme della natura. Gli edifici pos-
sono dirsi «vivi» o «morti», giacché la casa non è solo un insieme di
materiali, ma qualcosa di più che comprende parte della vita: luce, odori,
colori, suoni, calore, sentimenti, amore e anche lavoro, i quali coinvolgo-
no tutti i sensi dell'uomo. La natura crea biologicamente con equilibrio e
armonia, e così dovrebbero essere le creazioni dell'uomo, anche quelle
rivoluzionarie.
Ecologia dell'ambiente, della casa e della persona sono quindi aspetti
della vita stessa; non basta solo migliorare l'ambiente, ma occorre modifi-
care e migliorare anche noi stessi.
L'INQUINAMENTO DELL'ARIA CHE RESPIRIAMO

INDISPENSABILE COME L'ARIA

Poche affermazioni sono vere come questa. Dalla nascita l'uomo


viene a contatto con questo elemento nel quale sarà immerso per tutta la
vita.
È noto che possiamo stare senza acqua per ore e giorni, senza cibo
sino ad un mese e più, ma senza aria è impossibile resistere più di qualche
minuto. Pur essendo l'aria di vitale importanza, ce ne rendiamo conto solo
quando viene a mancare o quando è irrespirabile. Pochi dedicano all'aria
quelle attenzioni che rivolgiamo a ciò che beviamo o mangiamo.
Lo sappiamo tutti che l'aria è inquinata.
Ma chi potrebbe immaginare che, dopo una giornata fra il traffico
della città e lo smog delle industrie, quando torniamo a casa e crediamo
di essere tranquilli e al sicuro, la nostra salute sia ancora minacciata?
È noto l'episodio accaduto a J. Repace, analista della Environmental
Protection Agency (EPA: l'ente americano per la protezione dell'ambi-
ente) il quale, mentre attraversava la città di Washington nell'ora di punta,
aveva con sé un apparecchio per l'analisi dell'aria. Quando tornò a casa
constatò, con molto stupore, che l'aria della sua cucina era più inquinata
di quella esterna.
Oggi ci sorprende questa nuova realtà, ma l'inquinamento all'interno
delle case e degli uffici spesso tocca livelli di concentrazione che all'aper-
to sarebbero considerati contrari alla salute e alla legge.
Teniamo in giusta considerazione che trascorriamo la maggior parte
del nostro tempo tra le mura domestiche o di lavoro e quindi questo
inquinamento diventa serio e pericoloso. In questi ultimi decenni i nuovi
edifici da semplici luoghi di riparo si sono trasformati in sofisticate
costruzioni dove metalli, vetro, elettronica, chimica e materiali sintetici
hanno avuto la meglio e non fanno bene alla salute.
Analizzando le cause ci accorgiamo che l'aria non è salutare per due
motivi: l'inquinamento e la deionizzazione.
Il Dipartimento di Medicina Ambientale di Stoccolma ha constatato
26

che in un ambiente chiuso possono essere presenti nell'aria da 60 a 120


composti di origine chimica per la maggior parte tossici. C'è il rischio che
l'aria degli ambienti interni possa essere più tossica di quella respirata in
una strada di traffico, anche se non percepiamo il caratteristico odore acre
dei gas di scarico.
Le cause dell'inquinamento dell'aria, definita «indoor air pollution»,
possono essere le seguenti:
--- una casa «sigillata» che non respira;
--- l'uso esasperato di certi prodotti chimici che invadono le abitazioni;
--- l'inquinamento di origine terrestre (gas radon) del traffico automo-
bilistico e di altri inquinamenti industriali e abitativi;
--- abitudini domestiche, di lavoro e di vita non consone alla salute.

L'ARIA E LE SUE PROPRIETÀ

L'aria è un miscuglio di gas, inodore, insapore, incolore e trasparente,


che costituisce l'atmosfera terrestre. La sua composizione varia da luogo
a luogo e secondo l'altitudine, in quanto impurità e componenti secondari
possono essere presenti con diverso indice di concentrazione.
L'aria pura (o secca, cioè senza impurità e vapore acqueo) nella bassa
atmosfera risulta composta di azoto (78%), ossigeno (21%) argo ed altri
gas rari e variabili (1%). L'aria libera o reale, cioè quella che comune-
mente si respira, contiene sempre vapore acqueo (in quantità variabili, ma
mai superiori al 4%) e i cosiddetti «componenti accidentali» che hanno
origine soprattutto dal suolo, dal mare, dalle attività umane e che rappre-
sentano impurità per l'aria; i più comuni sono: composti del carbonio
(soprattutto anidride carbonica), dello zolfo, dell'azoto (specialmente in
prossimità delle grandi città e degli impianti industriali, causa prima del-
l'inquinamento atmosferico), del cloro e dello iodio (in vicinanza delle
coste marine).
Inoltre, essa contiene nuclei d'impurità, pulviscolo atmosferico, la
cui concentrazione, fino ad 1 km di altitudine, è compresa fra 4500 e 6000
particelle al cm3; il pulviscolo (chiaramente visibile quando i raggi solari
penetrano attraverso una fessura in un locale oscuro) influisce sulla
propagazione delle radiazioni, sullo stato elettrico dell'aria, sui fenomeni
ottici che avvengono nell'atmosfera, sulla densità stessa dell'aria.
L'aria è una cattiva conduttrice del calore e dell'elettricità. Il suono vi
27

si propaga con una velocità, che dipende dall'umidità e dalla temperatura,


di circa 340 m/s. L'aria, data la presenza di ossigeno, ha potere ossidante
e comburente.
Nell'antichità si riteneva che l'aria fosse una delle quattro compo-
nenti della natura (aria, acqua, fuoco e terra). Si dovette giungere sino al
1772 perché D. Rutherford e H. Cavendish (separatamente) individu-
assero uno dei costituenti dell'aria, l'azoto, che fu chiamato aria «mefitica
o flogisticata». Nello stesso anno W. Scheele scoprì l'ossigeno, detto
anche «aria-fuoco» (scoperta ripetuta indipendentemente, due anni dopo,
da J. Priestley); nel 1775, a opera di J. Black, fu la volta dell'anidride car-
bonica, chiamata «aria fissa»; J. Rayleigh e W. Ramsay nel 1894, sco-
prirono l'argo; nel triennio successivo, il primo giunse alla conclusione
che un altro elemento, l'idrogeno, fosse presente nell'aria in tracce; il sec-
ondo riuscì a trovare i quattro componenti secondari dell'aria: elio, neon,
cripto e xeno.
L'aria, oltre a garantire la vita sul nostro pianeta, trova impieghi
industriali per la preparazione dell'azoto e dell'ossigeno ed è, inoltre, la
fonte principale dei gas rari. Per queste utilizzazioni l'aria viene liquefat-
ta e i diversi componenti separati, mediante processi indicati globalmente
col nome di rettificazione, con cui si ottengono dall'aria l'ossigeno e l'a-
zoto puri (sostanze di grande importanza in tutta la chimica industriale),
che comprende due fasi distinte: la liquefazione dell'aria e, successiva-
mente, la rettificazione vera e propria.
L'aria incomincia a diventare liquida a pressione atmosferica quando
è raffreddata a -184 °C (temperatura di condensazione). Per portarla dalla
temperatura ambiente (20 - 30 °C) da temperature così basse, si sfrutta la
proprietà che hanno tutti i gas reali di raffreddarsi in seguito a rapida
espansione, quando sono ad una temperatura iniziale inferiore ad una par-
ticolare temperatura di inversione e diversa da gas a gas. La temperatura
di inversione segna il limite massimo delle temperature alle quali l'inizio
del processo di espansione di un gas può portare solo al suo raffredda-
mento. A temperature superiori un gas espandendosi può solo riscaldarsi.
Poiché nel caso dell'aria la temperatura di inversione è notevolmente
superiore alla temperatura ambiente, mediante compressione effettuata tra
5 e 200 atm (secondo il processo adottato), seguita da scambio termico
(per aumentare la refrigerazione) e da espansione, si può raggiungere la
temperatura di condensazione.
L'aria liquefatta viene inviata in una colonna di rettificazione alla cui
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sommità si raccoglie azoto gassoso, che è il componente più volatile


(p.eb. -195,3 °C a 1 atm); in fondo alla colonna, invece, si preleva l'os-
sigeno liquido (p.eb. -183,5 °C a 1 atm) più quasi tutto l'argo presente nel-
l'aria (circa 11%).
Il problema fondamentale di questa rettificazione è creare una fonte
di refrigerazione a una temperatura più bassa di quella a cui si libera l'a-
zoto gassoso dalla testa della colonna, in modo tale che sia possibile con-
densarlo e, in parte, rinviarlo in testa alla colonna come riflusso. Non è
semplice però disporre industrialmente di refrigeranti a temperature infe-
riori a -195 °C (temperatura a 1 atm dell'azoto gassoso alla testa). Si opera
allora con due colonne sovrapposte, funzionanti a due pressioni diverse,
sfruttando la variazione dei punti di ebollizione dei liquidi secondo la
pressione.
Il padre della medicina, Ippocrate, affermava: "l'aria pura è il primo
alimento e medicamento e si vive principalmente d'aria e, secondaria-
mente, di alimenti destinati allo stomaco." L'uomo per vivere, come ogni
organismo, ha bisogno di energie. Ogni giorno assumiamo circa un chilo
di alimenti solidi, tre litri di liquidi e ben 8.640 litri d'aria (considerandone
l'utilizzo di circa 6 litri al minuto). Questo dimostra l'importanza dell'ele-
mento gassoso per la vita e quindi anche la necessità della sua purezza.
L'aria pura ci fornisce le sue origini chimiche ed elettromagnetiche.
L'ossigeno, insieme agli ioni positivi e negativi, contribuisce al processo
di depurazione e di nutrizione.
Se la qualità dell'ossigeno peggiora e diminuisce a causa dell'in-
quinamento, il nostro corpo e la mente cominciano a soffrire in forma
quasi non avvertibile e, via via, in modo sempre più grave. La dimi-
nuzione di ossigeno è riconosciuta come una delle ragioni che determi-
nano il calo di efficienza del corpo, nonché un progressivo e rapido invec-
chiamento. Diventa difficile lavorare, studiare, leggere, pensare mentre
aumentano l'irritabilità, l'insonnia e i malesseri diffusi. Si può affermare
che la stragrande maggioranza delle malattie all'apparato respiratorio
sono dovute all'aria inquinata sia esterna che interna alle nostre case.

LA CASA CHE NON TRASPIRA

La casa «sigillata» è una condizione inquinante. Si potrebbe erronea-


mente pensare che il ricambio d'aria nelle abitazioni avvenga solamente
tramite le aperture, le porte e le finestre.
29

Non è così. La casa deve respirare tutta per essere salubre e garantire
un benefico microclima interno, anche d'inverno. Possiamo considerarla
un enorme polmone, che dovrebbe respirare tramite ogni sua struttura.
Questo tipo di aerazione è definita ventilazione naturale.
Nel passato, la casa respirava insieme all'uomo: era costruita con
materiali completamente naturali porosi, che lasciavano filtrare l'aria dal-
l'interno all'esterno e viceversa, e anche gli spifferi delle porte e delle
finestre facilitavano questo ricambio.
La necessità del risparmio termico, insieme alle nuove tecnologie,
hanno modificato la «terza pelle dell'uomo».
L'abitazione, da grande polmone qual'era, è stata sigillata ermetica-
mente: le intercapedini dei muri sono state riempite con isolanti sintetici,
le pareti ricoperte con vernici e resine polimeriche e i tetti impermeabi-
lizzati con catrame e altre sostanze o materiali.
Anche le finestre e le porte sono state sigillate con guarnizioni e
doppi vetri, riducendo la ventilazione di dieci volte rispetto a quella
tradizionale. In alcune abitazioni, specie in quelle ad alto risparmio ener-
getico, si è riscontrato che il ricambio dell'aria avveniva solo due volte
nelle 24 ore.
Molte delle abitazioni attuali si possono paragonare a dei veri e pro-
pri «sacchetti di plastica». Questo significa che tutte le particelle tossiche
nell'abitazione e quelle causate dagli abitanti, tendono a ristagnare tra le
pareti domestiche inquinando così l'aria.

Wright - La casa sopra la cascata


30

LA CHIMICA DI SINTESI IN CASA

Può apparire che la casa sia costruita con materiali tradizionali dai
quali non c'è nulla di particolare da temere. In realtà, i materiali usati
comunemente oggi nascondono molti pericoli.
Le sostanze chimiche prodotte nel mondo sono circa 60.000, spesso
non dichiarate per segreto industriale. Ogni anno altre 3.000 nuove
sostanze vengono ad aggiungersi. Molte di queste entrano nelle nostre
abitazioni.
Certi prodotti chimici sono invasivi in fase costruttiva: i cementi e le
calci vengono spesso mescolati a sostanze di sintesi per farli indurire
meglio e più velocemente; le intercapedini, all'interno dei muri, sono
riempite di agglomerati espansi, che attraverso le pareti provocano
esalazioni nocive, così come accade per i materiali termoisolanti e fonoas-
sorbenti.
Anche i sottofondi dei pavimenti, le colle per mattonelle, le vernici
interne ed esterne per pareti e pavimenti sono prodotti che contribuiscono
all'inquinamento domestico.
I gas sono sempre presenti nelle abitazioni e vengono inspirati con-
tinuamente lasciando tracce nell'organismo. Benché «l'odore di nuovo»,
percepito negli ambienti appena costruiti e arredati, dopo un certo tempo
svanisca, questo non significa che l'azione inquinante scompaia.
I materiali sintetici usati nei pavimenti in resine polimeriche oppure
nelle superfici in laminato, con l'invecchiamento e l'usura, cedono mag-
giormente le esalazioni inquinanti all'ambiente sotto forma di sostanze
volatili. Ecco alcuni dei componenti chimici che possono «abitare» nelle
nostre case.

Amianto
Questo prodotto è stato per decenni usato in campo edilizio per le
caratteristiche coibenti e di leggerezza, incombustibilità, facilità di appli-
cazione e i bassi costi. Lo possiamo trovare nei pannelli che isolano dal
freddo, dal caldo e dal rumore, spruzzato nelle intercapedini dei muri e
adoperato in lastre sui tetti o per pavimenti e soffittature.
Nel 1982 una delle aziende maggiori nella produzione di amianto, la
John Manville Corporation, fallì perché non fu in grado di risarcire i
dipendenti per i danni fisici che avevano subìto. Infatti, dopo lunghi anni
di produzione e uso di questo materiale, si provò che la polvere delle sue
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fibre veniva facilmente respirata. Nei polmoni i cristalli di amianto provo-


cano microferite. Lentamente il tessuto di riparazione, dapprima molle,
diventa duro, fibroso, favorendo lo sviluppo di tumori, specie in chi, come
i fumatori, assommano altri fattori irritanti locali.
Gli effetti negativi dell'amianto sono stati scoperti dopo molti anni
perché queste fibre hanno un lungo tempo di «incubazione». Ora
l'amianto non viene più usato ed è fuori legge.

Formaldeide
Molti materiali, specie di uso domestico, contengono formaldeide.
La si può trovare in alcune materie plastiche espanse isolanti (quelle poste
nelle intercapedini dei muri), nelle resine sintetiche, vernici e colle, ma
anche nei detersivi, nei disinfettanti e nei prodotti cosmetici come con-
servante. In passato, prima che una legislazione più severa ponesse delle
restrizioni, era presente anche in diversi alimenti.
La formaldeide si libera nell'aria sotto forma di gas molto lentamente
e per molti anni. Si è scoperto che è inquinante e molto pericolosa, tanto
da presentare rischi cancerogeni. È vero, però, che a basse dosi il perico-
lo è molto ridotto, anche se è difficile stabilire l'esatta quantità assorbita
dal momento che è presente in molti prodotti con i quali veniamo quoti-
dianamente in contatto.
Alcuni effetti percepibili possono essere l'irritazione alla gola e alle
prime vie respiratorie, con rischi maggiori per gli asmatici e i bambini.
Esposizioni più prolungate possono causare alterazioni al sistema nervoso
con perdita della memoria e incapacità di concentrazione.

Trattamenti delle superfici della casa


Le vernici si consumano ogni anno a migliaia di tonnellate. Queste
vanno ad aumentare il carico inquinante dell'ambiente e a ricoprire le
superfici delle nostre abitazioni di sostanze pericolose.
Nel passato la composizione delle vernici era a base di olio di lino,
resine vegetali, pigmenti naturali e calce. Oggi invece un barattolo di ver-
nice contiene molte componenti chimiche, anche nocive. Queste vernici
sintetiche sono usate con sempre maggiore frequenza e senza rendersi
conto che spesso sono inquinanti.
Fino a pochi anni fa nella composizione delle vernici era presente il
piombo come ossido. Questo, che veniva aggiunto principalmente per
diminuire i tempi di essiccazione, in natura non può essere distrutto, si
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deposita e si accumula nel midollo osseo e colora di turchino l'orletto gen-


givale. In quantità maggiori può provocare lesioni al sistema nervoso e
può danneggiare organi interni quali il fegato, il cuore e i reni.
Oggi, una legislazione più severa limita le quantità di piombo, ma se
la casa è stata verniciata diverse volte negli anni passati, le dosi di piom-
bo sulle pareti possono rimanere elevate.

Solventi e diluenti
Nella vernice sono presenti solventi che, evaporando, esercitano
un'azione tossica nell'ambiente e nel nostro organismo. Queste sostanze,
come acetone, butanolo, dicloroetano, metanolo, percloroetilene, toluene
e trielina, possono essere cancerogene.
Il danno, inoltre, aumenta dall'inalazione di vapori degli idrocarburi
aromatici, ed è midollare (quindi con un quadro ematologico di anemia,
riduzione di globuli bianchi, emorragia...)

Vernici, acriliche o acquose (tempere)


Non c'è obbligo di dichiarare la composizione di tali sostanze in
quanto non contengono forti dosi di solventi. La diluizione viene fatta con
acqua. Sono certamente i prodotti meno pericolosi. Altre componenti
come le resine acriliche possono invece essere nocive (acrilonitrile, acido
metacrilico, ecc.)

Anche i ricchi si intossicano


É il risultato al quale è giunto il Wwf che ha reso noto nel febbraio
2005 in un convegno organizzato a Roma, presso l’Istituto superiore di
sanità, i risultati di un vero e proprio check-up chimico realizzato insieme
a 18 attori e politici. Il risultato? Allarmante: nel sangue dei vip è stata rile-
vata la presenza di ben 65 contaminanti di provata tossicità, cioè il 59%
dei 111 ricercati.
Tutti i soggetti sottoposti al test (tra cui Antonio Guidi, Giovanna
Melandri, Anna Donati, Valerio Calzolaio e Vittorio Sgarbi) sono risultati
contaminati da metalli pesanti (piombo, mercurio, cadmio), mentre
- nel 94,4% dei casi sono stati trovati Pcb;
- nel 91,6% tracce di pesticidi clorurati;
- nel 72,2% sono stati scovati idrocarburi policiclici aromatici;
- nel 66,6% dei testati c’erano diossine.
Un test che fa seguito a quello realizzato, sempre dal Wwf, sul
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sangue di alcuni parlamentari e ministri dell’Ambiente europei (tra i quali


anche il sottosegretario all’Ambiente italiano, Roberto Tortoli) eviden-
ziando anche in questo caso la presenza di agenti chimici tossici. Persino
nel sangue della Commissaria europea all’Ambiente Margot Wallström è
stato trovato il ddt, già proibito da anni, nonchè altri 28 elementi poten-
zialmente tossici. Il check-up è stato realizzato per promuovere la cam-
pagna internazione Detox-Svelenati promossa dall’associazione del Pan-
da, con l’obiettivo di accelerare l’approvazione del nuovo Regolamento
europeo in materia si sostanze chimiche (Reach).

Questa sporca diecina


DDT è il primo insetticida utilizzato, contro gli insetti portatori di tifo e
malaria. Pericoloso per gli animali a sangue caldo, probabilmente can-
cerogeno.
ALDRINA E DIELDRINA per proteggere i campi di cotone, agrumi e mais da
termiti e cavallette. Sia piante che animali convertono l’aldrina in dieldri-
na. Vengono accumulati da pesci e bivalvi per destinati all’alimentazione
umana. Nell’uomo l’aldrina è un potenziale concerogeno, nonchè una
sostanza letale. La dieldrina viene rapidamente assorbita dal suolo dove
persiste a lungo.
CLORDANO l’inquinamento da questo pesticida, utilizzato per combattere
termiti, non si limita alle radici delle piante o ai tuberi ma può coinvol-
gere anche foglie e frutti.
ENDRINA insetticita e topicida. Simile alla drieldrina, ma rapidamente
eliminato dagli organismi. Permane invece nel terreno per oltre 10 anni.
Potente neurotossico e altamente velenoso per i pesci.
TOXAPHENE usato in agricoltura e in zootecnia. Potenzialmente can-
cerogeno, si accumula nell’adipe dei cetacei. Il tempo di dimezzamento
varia dai 100 giorni a 12 anni.
EPTACLORO contro i parassiti del suolo e delle piante, persistente e bioac-
cumulabile come l’aldrina. Nell’uomo provoca ipereccitazione del si-
stema nervoso centrale, danni al fegato ed è responsabile della deci-
mazione di numerose popolazione di uccelli.
PCB sono idrocarburi clorurati derivati dal difenile, ma anche sotto-
prodotti di una combustione incompleta, utilizzati come isolanti nei
trasformatori e nei condensatori, come liquidi refrigeranti e additivi nelle
materie plastiche. Tossici e pericolosi per l’ambiente, verosimilmente
cancerogeni e dannosi per la riproduzione delle foche artiche.
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MIREX contro formiche, termiti e materiale ignifugo nelle parti in plasti-


ca e gomma, nei colori e degli apparecchi elettrici. Induce la formazione
di epatomi, ha effetti estrogenici ed è neurotossico. Tempi di dimezza-
mento fino a 10 anni.
DIOSSINE E FURANI sottoprodotti indesiderati dell’incenerimento dei
rifiuti, delle emissioni da auto, della combustione e di alcuni processi pro-
duttivi. Il latte contaminato causa nei bambini disturbi della crescita, a liv-
ello immunitario e ormonale. Le diossine influiscono anche sullo svilup-
po di tumori.
ESACLOROBENZENE fungicida per le sementi, è risultato anche letale. Con
la gravidanza e il latte materno, gli ambrioni e i lattanti sono esposti ad
alte dosi, cui si associano anomalie del sistema immunitario e riprodutti-
vo maschile, sviluppo anormale del feto, aborti, crescita ritardata e ridotta.
Marzo 2005 - La nuova ecologia di Valentina Piacentini

Dormire sano, al naturale su legno, cocco e cotone


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L'INQUINAMENTO DAL SOTTOSUOLO: IL RADON

Dal sottosuolo e da taluni materiali da costruzione può provenire un


pericolo per le nostre abitazioni: è il gas radon, che penetra all'interno
attraverso i muri e si mescola all'aria che respiriamo. Questo gas ha la ca-
ratteristica di essere radioattivo. Respirato per lungo tempo e con con-
centrazioni elevate può provocare il cancro ai polmoni.
Negli Stati Uniti l'allarme è stato dato da tempo e pare che molte abi-
tazioni presentino situazioni preoccupanti. Sembra che il pericolo princi-
pale non venga tanto dal gas stesso, che non è reattivo chimicamente, ma
dagli isotopi radioattivi, quali il polonio 210, il piombo 210 e il bismuto
214, che si formano nell'aria a causa del suo decadimento.
Il radon è un problema antico quanto l'abitazione; un problema che
oggi si è ulteriormente aggravato visto che molte case non traspirano e
quindi gli abitanti lo respirano molto più che in passato.
Il livello medio di radiazioni interne, riportato da alcune ricerche
scientifiche, può corrispondere a dosi di radiazioni molto maggiori di
quelle ricevute per trattamenti medici e raggi X (radiografie) durante
una vita.
Le abitazioni più a rischio sono quelle poste su terreni particolar-
mente radioattivi e anche quelle costruite con materiali a radioattività ele-
vata.
Sorgenti principali di radon sono il tufo, il granito, il cemento, la sab-
bia e i mattoni se provenienti dalle zone «a rischio».
Il pericolo sussiste anche se gli edifici vengono costruiti su una faglia
(una frattura della crosta terrestre o della parte rocciosa del terreno).
Da questa possono fuoriuscire quantità elevate di radon. Esso si con-
centra principalmente nelle cantine e ai piani bassi degli edifici, soprat-
tutto se il ricambio d'aria è scarso.

LE ABITUDINI CHE FAVORISCONO L'INQUINAMENTO

L'inquinamento domestico non è da imputare solo alla nuova


edilizia, anche noi abbiamo la nostra responsabilità e molto possiamo fare
per ridurre i pericoli, poiché certe abitudini contribuiscono ad inquinare la
casa. Eccone alcune.
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Impianti a gas
Il gas domestico è molto comodo perché brucia senza sporcare, con-
trariamente alle vecchie cucine a carbone o a legna. Ma la fiamma del gas,
presente nelle nostre abitazioni, produce sostanze volatili durante la com-
bustione che, in ambienti ristretti come una cucina o un bagno, sono mol-
to più pericolose di quanto comunemente si pensi.
Alcune misurazioni sull'inquinamento provocato dai fornelli a gas,
alla temperatura di 175 °C, hanno evidenziato che nelle cucine con insuf-
ficiente ventilazione, erano presenti nell'aria tanto monossido di carbonio
e biossido di azoto quanto nel ciclo di una grande città in una giornata di
smog.
Quando cuciniamo, la nostra piccola cucina si satura di vapore
acqueo, riducendo il tasso di ossigeno nell'aria. Se a ciò si unisce una
quantità elevata di monossido di carbonio, che pregiudica la capacità del
sangue di portare ossigeno ai tessuti dell'organismo, la situazione diventa
allarmante.
Si possono verificare alterazioni al battito cardiaco, disturbi alla
vista e lentezza nei riflessi. Il biossido di azoto, invece, è sospettato
come causa principale dell'aumento di malattie respiratorie specie nei
bambini.

Fumo di tabacco
Il fumo di tabacco che inaliamo contiene più di 3600 sostanze chimiche
diverse, tra cui gas velenosi come monossido di carbonio, ammoniaca, bios-
sido di azoto, formaldeide, le nitrosammine e il benzopirene.
Il fumo della sigaretta, che resta sospeso nell'aria circa 500 ore prima
di depositarsi, è una componente primaria dell'inquinamento dell'aria del-
l'ambiente interno.
I non fumatori che vivono accanto ai fumatori corrono rischi quasi
altrettanto gravi. Circa il 50% della popolazione coabita con un fumatore
ed è risultato che in questi casi la persona che non fuma, un bambino per
esempio, è un «fumatore passivo» di ben tre sigarette al giorno.
I bambini, essendo più sensibili agli agenti inquinanti, per queste
cause, frequentemente soffrono di malattie respiratorie.
Negli uffici dove si fuma molto, in un periodo di 24 ore, sono state
misurate concentrazioni inquinanti superiori ai livelli di inquinamento
esterno consentiti alle fabbriche. Altrettanto potrebbe accadere nelle nos-
tre abitazioni.
37

L'ARIA PURA, IONIZZATA, NON INQUINATA

Con l'inquinamento dell'aria si può constatare la sua deionizzazione.


L'aria e i materiali naturali che ci circondano hanno loro proprietà e una
loro vita naturale. Tutto quello che è indispensabile per vivere, come l'ac-
qua e il cibo, ha dentro di sé delle energie nutrienti ed elettromagnetiche.
L'aria può essere biologicamente morta (mancanza di equilibrio tra ioni
negativi e positivi) e perciò incapace di darci il giusto «nutrimento».
La qualità e vitalità dell'aria è qualcosa di impalpabile (ma misura-
bile) eppure di vitale importanza. Oggi ci siamo abituati a vivere al chiu-
so e lontano dalla natura aperta. E si è perso, per esempio, quel gusto friz-
zantino che si prova dopo un temporale o vicino ad una cascata, oppure
camminando nel silenzio di un bosco. L'aria, nelle case di oggi, è in grado
di farci sopravvivere, ma non di mantenerci in buona salute. Quella com-
ponente «magica» che crea la differenza tra aria «morta» e aria «viva» è
la sua carica elettrica, cioè la ionizzazione.

Ioni negativi (anioni) e positivi (cationi)


Dal sole, dall'aria, dall'acqua, nei pressi delle piante si formano gli
ioni negativi (positivi per noi) che rendono l'aria piacevole e pulita dalla
polvere e da alcune particelle inquinanti. Dagli apparecchi elettrici e da
alcuni venti caldi (scirocco) si generano gli ioni positivi (negativi per noi).
Ogni giorno respiriamo circa 9.000 litri d'aria e dovremmo assorbire dai
10 ai 20 miliardi di ioni, ma questo spesso non avviene.
Ma quali ioni assorbiamo? In montagna si può considerare una con-
centrazione di ioni negativi pari a 1500 per cm3, in una città o in una
abitazione inquinata gli ioni negativi scendono vertiginosamente a 50 per
cm3, lasciando ampio spazio ad un accumulo di sostanze dannose e di ca-
rica positiva.
Gli ioni positivi, grossi e pesanti, contribuiscono a disturbi quali
stanchezza, depressione, irritabilità ed emicranie. Il malessere causato da
ioni po-sitivi può essere paragonato alle sensazioni provate in giornate di
vento caldo o prima di un temporale, oppure al bisogno di aria durante la
permanenza in un ambiente chiuso e affollato.
Gli ioni positivi fanno parte del pulviscolo e delle particelle più
inquinanti dell'aria. La loro concentrazione diviene particolarmente forte
quando l'aria è polverosa e contiene gas di scarico o sono attratti da pla-
stiche, dagli schermi televisivi e dai materiali sintetici. Possono risentirne
l'apparato respiratorio e le difese immunitarie.
38

IL FENOMENO DELLA IONIZZAZIONE

Gli ioni sono atomi, gruppi di atomi o molecole che hanno acquistato una
o più cariche elettriche mediante perdita (ioni positivi o cationi) o cattura
(ioni negativi o anioni) di uno o più elettroni. Gli ioni vengono indicati con il
simbolo dell'atomo o la formula del gruppo di atomi o delle molecole, cui si
appone in alto a destra un segno + per ogni carica positiva che lo ione
possiede e un segno - per ogni carica negativa; p e H+ per lo ione idrogeno e
SO2-/4 per lo ione solforico. Per gli ioni provenienti da atomi si può in gen-
erale dire che i cationi derivino dai metalli, gli anioni dai non metalli. Inoltre,
gli ioni provenienti da atomi di metalli o non metalli con una sola valenza
hanno la struttura atomica del gas raro che precede i cationi o che segue gli
anioni. Data la presenza di carica elettrica, i cationi sono attirati dal catodo
(polo negativo), gli anioni dall'anodo (polo positivo).
Tutti i sali quando sono posti in acqua si scindono in ioni la cui esistenza
può essere messa in risalto mediante l'elettrolisi. La funzione degli ioni è fon-
damentale in molte sostanze in cui la forza di coesione è dovuta all'attrazione
elettrostatica tra ioni di carica opposta. Nella formazione di un legame chim-
ico tra l'atomo A e l'atomo B si formano ioni di A e di B, se uno dei due atomi
cede completamente all'altro uno o più dei suoi elettroni (legame chimico
completamente ionico). Nel reticolo cristallino della sostanza AB non si tro-
veranno allora singole unità AB, ma una successione più o meno regolare di
ioni A e B separati.
La ionizzazione è produzione di ioni, cioè l'azione di un agente (detto
ionizzante), gli atomi acquistano o perdono elettroni, assumendo carica elet-
trica positiva o negativa. Ciò avviene, per esempio, in un gas attraverso il
quale si provochi una scarica elettrica. Particolare importanza riveste la ion-
izzazione per urto, consistente nell'emissione di uno più elettroni da parte di
un atomo che abbia ricevuto energia sufficiente nella collisione con una par-
ticella. Ionizzazione specifica è il numero di coppie di ioni che si formano, per
unità di percorso, lungo la traiettoria di una particella nella materia.
La camera di ionizzazione è un apparecchio utilizzato per determinare la
presenza di un agente ionizzante e per misurare l'intensità della ionizzazione
prodotta. E un reci-piente metallico, contenente un gas e un elettrodo isolato
connesso a un elettrometro; fra la parete della camera di ionizzazione e l'elet-
trodo centrale si stabilisce una differenza di potenziale rilevabile dall'elet-
trometro, che permette di risalire all'intensità della sorgente. La camera di io-
nizzazione può essere usata anche come rivelatore di particelle: per rivelare
una particella è sufficiente connettere l'elettrodo a un amplificatore pro-
porzionale, anziché all'elettrometro, e il passaggio della particella attraverso
la camera determina un segnale corrispondente alla ionizzazione prodotta nel
gas dalla particella stessa. La came-ra di ionizzazione è anche in grado di
fornire spettri di energia della radiazione in essa incidente.
39

La ionosfera è la regione dell'atmosfera in cui è molto intensa la ioniz-


zazione provocata dalle radiazioni provenienti dallo spazio sulle varie parti-
celle e molecole di gas che sfuggono dagli strati bassi dell'atmosfera. Tra 60
e 500 Km di altitudine, è sede e causa di fenomeni quali la riflessione delle
radioonde. La ionosfera risulta suddivisa in cinque strati che differiscono per
la densità elettronica e la persistenza nel tempo.
Da ricerche effettuate con radiosonde, è stato accertato che i diversi strati
siano dovuti a fotoionizzazione di gas diversi: l'ozono per lo strato D, l'os-
sigeno biatomico per E1, strato a forte conducibilità elettrica, l'azoto moleco-
lare per F1 e l'azoto atomico per F2. Al di sopra di F2 sembra che esista un altro
strato, per cui è stato proposto il termine G, dovuto all'interazione tra l'azoto
atomico e le radiazioni cosmiche.
L'aria è diversa, più carica di ioni negativi (non metallici e più salutari per
l'uomo) vicino a masse d'acqua in movimento (mare in burrasca, cascate, boschi
ecc.), o in presenza della pioggia che abbatte gli ioni positivi (metallici).

Gli ioni negativi, diversi da quelli positivi, sono piccoli e leggeri,


hanno un effetto rivitalizzante sul corpo in quanto favoriscono l'ossige-
nazione. Rafforzano il sistema immunitario e apportano una sensazione di
rilassamento e di benessere. A livello nervoso, infatti, regolano la pro-
duzione dell'ormone serotonina, un neurormone capace di influenzare lo
stato psichico dell'individuo.
Gli ioni negativi, nella composizione dell'aria pulita, devono essere
in quantità maggiore (60%) di quelli positivi. L'aria viene depurata dalla
pioggia proprio perché abbatte le particelle (ioni positivi) inquinanti o in
prossimità di cascate, al mare e nei boschi.
L'aria depurata da microbi, da varie particelle e dal polline crea con-
dizioni favorevoli per coloro che soffrono di patologie alle vie respirato-
rie (bronchiti, riniti, sinusiti, raffreddori) o di allergie (asma e febbre da
fieno, ecc.)
Inoltre, l'aria giustamente ionizzata permette una piacevole con-
dizione di rilassamento a livello muscolare e nervoso in situazioni di
stress. Ha dimostrato anche un ottimo effetto antispastico, antidolorifico
e un'accelerazione dei processi di cicatrizzazione.

TRATTAMENTO ECOLOGICO DELLE SUPERFICI

La scelta di una vernice è molto importante perché, una volta che si


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è usata, non la possiamo più eliminare. Escludiamo quindi le vernici con-


tenenti solventi organici e sintetici, metalli pesanti, fungicidi e altri com-
posti chimici. Gli antimuffa contenuti nelle vernici per interni sono com-
pletamente inutili negli ambienti riscaldati.
Oggi esistono in commercio vernici e trattamenti ecologici che
garantiscono la derivazione naturale dei componenti (vedi gli indirizzi
utili in appendice). Alcuni trattamenti possono anche essere preparati in
maniera casalinga seguendo le indicazioni della tradizione. La calce, ad
esempio, ha un forte effetto battericida; in passato veniva infatti usata
regolarmente anche nelle stalle.
La polvere di calce viene diluita in acqua con aggiunta di olio di lino
(g 100 per 10 litri di pittura-calce) per aumentarne l'adesione e garantire
l'impermeabilità. Se viene utilizzata per imbiancare le pareti, risulta più
bella se la si scioglie in latte magro (1:3). Anche il bianco di Spagna o
l'argilla possono essere delle componenti per ottime pitture. L'essic-
cazione di queste sostanze sarà più lenta, non contenendo solventi organi-
ci o sintetici, ma gli effetti saranno più duraturi e salubri.
Naturalmente, a queste pitture possono essere aggiunti pigmenti na-
turali per ottenere le colorazioni desiderate. Per i trattamenti del legno il
capitolo L'Arredamento ecologico riporterà altri consigli utili.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI

Questi «consigli ecologici ed utili», suddivisi nei vari capitoli, ser-


vono per disintossicarci e darci benessere e salute.

 L'efficienza dei fornelli raramente è perfetta: una cucina a gas mal


regolata può emettere più ossido di carbonio. Un segno che i fornel-
li hanno bisogno di essere regolati lo si ha quando la punta della
fiamma è gialla invece che azzurra. Fate molta attenzione all'aera-
zione delle stanze che contengono caldaie e alla cucina quando i for-
nelli sono in attività.
 Meglio non soggiornare in cucina a porte chiuse in più persone o
se fumate.
 Non fumare è più sicuro per la nostra salute, per le persone che ci
stanno vicino e per l'ambiente. Il fumo può provocare il cancro. Ma,
se fumate, scegliete un solo locale della casa, meglio non tappezzato
da troppi tessuti. Le particelle inquinanti, infatti, tendono ad aderire
41

alle superfici dei tessuti, specie se sintetici. Aprire la finestra quindi


è necessario, ma non sufficiente.

 All'interno delle nostre case dovremmo cercare di ottenere la stessa


qualità d'aria esistente in natura, ricca di ossigeno e di ioni negativi
(possibilmente non inquinata). Nel valutare se l'aria di casa nostra è
pura o no, non fidiamoci solo del senso dell'olfatto. Esistono delle
sostanze dannose, altre addirittura mortali come l'ossido di carbonio
(CO), ma inodori. Inoltre il senso dell'olfatto, tanto spiccato negli
animali e negli uomini della società pre-industriale, si è affievolito
nelle persone che vivono nei paesi industrializzati a causa dell'in-
quinamento generale.
 Apriamo le finestre per introdurre aria nei nostri polmoni e nelle no
stre case. L'uomo ha bisogno di 360 litri d'aria ogni ora. Se la costru-
zione non è traspirante questo bisogno è soddisfatto solo in parte,
perciò può provocare stanchezza, riduzione del rendimento psicofi-
sico e anche stati di intossicazione.
Quando si abita una stanza, specie se si è in più persone, si verifica
un inquinamento naturale dell'ambiente. La respirazione provoca
aumento di anidride carbonica mentre diminuisce l'ossigeno e
aumentano gli ioni positivi. Le prime a soffrire di queste condizioni
sono le cellule cerebrali. In stanze affollate o quando si svolgono
attività mentali l'aria deve essere ricambiata frequentemente. Le aule
scolastiche per prime richiederebbero questa misura igienica.
Il numero dei microrganismi (pulviscolo, funghi, virus, batteri) au-
menta con l'inquinamento e diminuisce con il ricambio d'aria. In buo-
ne condizioni di aerazione e di irraggiamento solare i microrganismi
vengono ridotti o soppressi. Perciò aerate frequentemente gli ambien-
ti così da permettere all'aria di rinnovarsi.
D'inverno è consigliabile aprire le finestre a piccoli intervalli frequen-
ti (bastano pochi minuti 4 o 5 volte al giorno per ricambiare l'aria di
una stanza), evitando sprechi di riscaldamento. Ricordiamo, in ogni
caso, che l'aria viziata si scalda più difficilmente dell'aria pulita.
D'estate è bene che le finestre rimangano aperte il più possibile. Se
non è troppo caldo spalanchiamo le finestre quando c'è il sole, che
entrando in casa agisce come disinfettante e dona un'aria più ricca di
ioni negativi.Le stanze umide, cucina, bagno, lavanderia, quelle
affollate da diverse persone (il processo dell'espirazione libera umidi-
42

tà nell'aria) o dove si dorme, richiedono arieggiamenti più frequenti


e duraturi per evitare la proliferazione di funghi e acari che possono
causare allergie. I momenti migliori per arieggiare sono quelli
durante e dopo la pioggia, perché l'aria si purifica e si arricchisce di
ioni negativi per l'azione dell'acqua che abbatte quelli positivi (vario
pulviscolo). È sconsigliato invece aprire le finestre prima di un tem-
porale: l'aria è carica di elettricità e di ioni positivi e perciò causa ten-
sione, nervosismo e aggressività. Chi ha la fortuna di avere finestre
che si affacciano sul verde (alberi, campi, ecc.) arieggi da quelle per-
ché l'aria è più ricca di ossigeno e di ioni negativi.
 Via la polvere. La polvere è carica di ioni positivi e di particelle
inquinanti. Eliminiamo quindi frequentemente le polveri dalle super-
fici e dai tessuti (tende, tappeti, imbottiture, cuscini, ecc.) mettendoli
all'aria e al sole o lavandoli in acqua. L'aria, l'acqua e il sole sono i
migliori antidoti allo sporco, a dispetto dei miracolosi prodotti pub-
blicizzati.È utile anche l'uso di prodotti con effetto antistatico, come
la cera d'api, che non attira la polvere. Se ricopriamo con questa cera
anche le superfici di legno, di marmo o metalli, la diffusione nell'aria
degli agenti tossici viene temporaneamente ridotta. Se adoperiamo
l'aspirapolvere a sacchetto consideriamo che una parte del pulvisco-
lo aspirato ritorna nell'aria insieme a spore, acari e muffe contenuti
nel sacchetto dell'apparecchio. Se acquistiamo un aspirapolvere con-
trolliamo che il filtraggio sia ad acqua e non a sacchetto.
 Depuratori d'aria e ionizzatori. Se le finestre non possono essere
aperte spesso o se vogliamo rendere più pura e tonificante l'aria di un
ambiente possiamo acquistare un aspirapolvere ionizzatore per rac-
cogliere la polvere e far passare l'aria attraverso l'acqua per depurar-
la e ionizzarla.L'aria filtrata solo attraverso materiali isolanti (es. la
lana di vetro) perde completamente la sua carica ionica, divenendo
«biologicamente morta».
 Rivitalizziamo il nostro corpo e la nostra mente trascorrendo,
quando possibile, soggiorni nei «grandi climi», cioè al mare o in
montagna, nei boschi e ai laghi, dove acqua, pioggia e aria si incon-
trano e generano un'aria pura ricca di azoto e ossigeno e quindi di
cariche ioniche negative. Anche le semplici passeggiate durante gior-
nate di vento (non caldo), di pioggia e la doccia prolungata hanno un
effetto molto corroborante sull'organismo.
Almeno una volta al giorno sarebbe utile fare degli esercizi di respi-
43

razione per qualche minuto, all'aperto o davanti ad una finestra aper-


ta. Le tecniche yoga e la ginnastica sono estremamente vitalizzanti.
Facciamo «il pieno d'aria» non solo mediante i polmoni, ma anche
attraverso la pelle che traspira e assorbe ossigeno. Esponiamo, quin-
di, quando è possibile, il corpo ai benefici bagni d'aria e d'acqua,
come suggeriscono le pratiche naturiste.

Itinerari nella marca trevigiana

Battaglia Terme - Il Canale Abano Terme - Veduta panoramica


Montegrotto Terme Galzignano- Le terme Civrana

Abano Terme - Albergo Orologio Abano Terme - Sorgente del Montirone

Teolo - Palazzetto dei Vicari Monteortone - Santuario


IL CLIMA NELLA CASA

Abbiamo constatato che il microclima salubre di un'abitazione è co-


stituito da aria pulita ben ionizzata e di irraggiamento elettromagnetico
naturale equilibrato. Ma non meno importanti sono la temperatura e l'u-
midità.
Sensazioni piacevoli e di vitalità provate in un certo ambiente sono
definite «benessere termico». Questo dipende dalla temperatura e dall'u-
midità presenti nell'ambiente e dai meccanismi di termoregolazione cor-
porea, che entrano in azione quando l'ambiente circostante non soddisfa i
nostri bisogni (per esempio superfici troppo fredde oppure umidità ecces-
siva, ecc.)
Il tipo di vita che conduciamo oggi, riparati da ogni sbalzo termico
all'interno degli edifici o delle automobili o della casa, ci ha reso più sen-
sibili e vulnerabili alle variazioni di temperatura. La temperatura ideale
dipende da persona a persona e in casa può essere raggiunta con l'aiuto del
riscaldamento regolabile.

QUALE RISCALDAMENTO SCEGLIERE?

I tipi di riscaldamento funzionano principalmente per convezione o


per irraggiamento.
II riscaldamento a convezione agisce riscaldando l'aria. Essendo
l'aria calda più leggera, questa sale verso l'alto, mentre quella fredda
rimane in basso. Quindi il riscaldamento per convezione, oltre che a spre-
care energia, può sottrarre calore. Questo inconveniente può essere elim-
inato con impianti progettati correttamente. L'aria, anche se calda, non
riesce a portare le superfici circostanti ad una buona temperatura. E se la
temperatura delle superfici rimane inferiore di 2 o 3 °C alla temperatura
dell'aria, per non sentire disagio dovremmo innalzarla ancora di 2 o 3 °C.
I radiatori agiscono principalmente sull'aria dell'ambiente e sono di
gran lunga preferibili ai termoconvettori. La disposizione migliore dei ter-
mosifoni è in estensione orizzontale e non in verticale. Esistono in questo
46

senso dei riscaldamenti ecologici a parete, a «battiscopa» disposti lungo


lo zoccolo delle pareti, e a pavimento che con leggerissimi movimenti
d'aria scaldano di più le superfici dell'ambiente ed evitano che si risollevi
la polvere.
II riscaldamento per irraggiamento, invece, corrisponde al tipo di
calore prodotto dal sole. È uno scambio di calore tra una superficie e 1'altra
e quindi sono le superfici a riscaldarsi direttamente e a riscaldare l'aria
interna che rimane piacevolmente fresca.
La più antica e buona forma di riscaldamento radiante è quella del
fuoco aperto nel camino. Il fuoco, oltre a creare una magica atmosfera,
riscalda le superfici circostanti e permette, avvicinandoci o allontanandoci
da esso, di scegliere la temperatura preferita. Il fuoco aperto genera na-
turali raggi calorici che stimolano il metabolismo generale del corpo.
Altro sistema di riscaldamento per irraggiamento è rappresentato
dalle stufe in maiolica o terracotta, mentre tra i sistemi di riscaldamento a
metano i migliori sono i pannelli radianti a basse temperature. Questi dif-
fondono il calore distribuendolo su ampie superfici, entro cui scorre acqua
tiepida e vengono installati a parete o a pavimento.
Umidità. La temperatura interna deve essere tale da non permettere
formazioni di umidità, muffe e condense, ma neppure da rendere l'aria
troppo secca. Un clima eccessivamente umido rende il caldo afoso, rallen-
ta la respirazione e il metabolismo, oltre a far proliferare muffe e funghi.
Un clima troppo secco aumenta le cariche batteriche, asciuga la
mucose nasali, che non possono più agire come filtri e disturba così la re-
spirazione. Irritazioni e gonfiori alle mucose sono una logica conseguen-
za. Inoltre le cariche elettrostatiche sono più accentuate e la polverosità
maggiore.
Il giusto clima di un'abitazione, quindi, non deve essere né troppo
secco né troppo umido. Oggi invece accade spesso il contrario: le case
non traspirano e parecchie stanze sono grondanti d'acqua (piastrelle e
vetri), quindi con frequente condensa, oppure sono troppo secche per il
riscaldamento eccessivo.

I MATERIALI INFLUENZANO IL CLIMA DELLA CASA

La casa deve agire in sintonia con il nostro corpo. Nel passato i mate-
riali usati nelle abitazioni erano di origine naturale e questo significava
47

che tutto ciò che circondava l'uomo era formato da materiale naturale, non
elaborato e di sintesi. La casa era un ambiente igroscopico, traspirante e
«vivo». Con il progresso tecnologico hanno fatto il loro ingresso nella
nostra abitazione, come nell'ambiente esterno, materiali totalmente nuovi,
creati in «laboratorio» e spesso estranei alle componenti della natura e del-
l'uomo. La casa si è trasformata da ambiente vivo in ambiente «morto», con
conseguenze negative per il clima interno.

Traspirabilità, igroscopicità e porosità


Un materiale, per essere vivo e agire beneficamente sul clima e sul-
l'uomo, deve possedere caratteristiche di porosità, igroscopicità e
traspirabilità.
Tutto ciò lo sanno molto bene gli animali quando costruiscono le loro
tane. I materiali scelti sono la paglia, le foglie, le piume, l'argilla e i sassi
che garantiscono 1'isolamento dal caldo, dal freddo e dall'umidità. Anche
l'uomo del passato conosceva e sapeva usare, per tradizione, le qualità dei
materiali naturali, mentre l'uomo moderno sembra averle dimenticate.
Vediamo le caratteristiche che differenziano un materiale «biologica-
mente vivo» da uno «biologicamente morto».
La traspirabilità è la caratteristica di un materiale permeabile al-
l'aria e fa quindi traspirare la nostra «terza pelle», la casa. Una casa in
cotto, pietre, legno e calce fa traspirare il nostro corpo così come un mo-
bile in vimini e legno o un tessuto di cotone o lana.
Si trovano in commercio anche pannelli in fibre di legno mineraliz-
zate, rivestite di cemento ma traspiranti, come isolanti termici, assorbenti
acustici, atossici e stabili nel tempo.
Il puro cemento, le piastrelle vetrose, la plastica, le vernici sintetiche
o altre materie chimiche agiscono invece come «barriere-vapore», cioè
come isolanti e impermeabilizzanti, e non permettono quindi la
traspirabilità.
L'igroscopicità è la capacità di un materiale di assumere o cedere
vapore acqueo, influendo sul clima. Entrambe sono legate alla porosità
del materiale. I materiali porosi all'interno di un'abitazione sono gli
intonaci a calce, il legno non trattato, i tessuti naturali, le tappezzerie di
carta, le fibre vegetali e altri materiali naturali che non siano lucidi e ve-
trificati.
Il legno è il materiale traspirante e igroscopico per eccellenza. Quando
non è trattato con vernici o colle chimiche mantiene la sua porosità natu-
48

rale. Questa gli permette di agire positivamente sull'ambiente assorbendo


l'umidità in eccesso, cedendola poi quando il clima interno è troppo secco.
Quindi pavimenti, soffitti e mobili in legno naturale sono dei perfetti
regolatori ambientali. La caratteristica igroscopica del legno naturale lo
rende molto adatto anche per ambienti umidi come i bagni e le cucine. Il
legno trattato, invece, reso impermeabile dalle colle e dalle vernici
coprenti, ha le stesse caratteristiche di una qualsiasi superficie chimica
non igroscopica.
I materiali naturali grazie alle qualità igroscopiche e traspiranti sono
anche purificatori dell'aria, assorbono i cattivi odori come dei filtri. È
noto che negli ambienti naturali gli odori, come il fumo di sigaretta, scom-
paiono più facilmente, mentre in ambienti dove abbondano i materiali sin-
tetici gli odori ristagnano, anche con una buona aerazione. Per questi
motivi ambienti con grandi superfici di legno garantiscono un clima
molto piacevole e salubre.

Materiale isolante in lana di pecora Daemwool. Pannello di sughero bruno espanso che
è disponibile in diversi spessori (da 1 a 32 cm), prodotto da Tecnosugheri.
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Catalogo Celenit - Onara di Tombolo (Padova)


Mattonelle rettificate e a spessore calibrato, prodotte dalla Baghin per mezzo
della tecnologia innovativa denominata «Teratone System» (processo di vibro-
compattazione sottovuoto, che permette l'unione di materiali lapidei prestigiosi
- marmi, pietre silicee, graniti, ecc - con impasto cementizio). Tale linea
prevede materiali per la realizzazione di pavimentazioni interne ed esterne e
rivestimenti.
50

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI

 L'abitudine di vivere in ambienti con temperature artificiali elevate


non è mai consigliabile. Stanchezza, irritabilità e problemi circolatori
sono i primi a farsi sentire. Anche i lavori intellettuali, svolti nell'im-
mobilità, richiedono ambienti freschi per evitare affaticamenti men-
tali. Qualche volta è preferibile indossare un maglione in più per
evitare temperature troppo elevate. In particolare, durante la notte,
l'aria non dovrebbe mai essere riscaldata.
 Pulite accuratamente i termosifoni prima e durante l'inverno, perché
altrimenti la polvere viene risucchiata verso l'alto ed immessa nel-
l'aria.
 Se il vostro riscaldamento è per convezione, per ridurre le superfici
fredde è utile far uso di materiali igroscopici e porosi (legno, tappez-
zerie in stoffe naturali, paglia) i quali regolano l'umidità e assorbono
polvere.
 Negli ambienti troppo umidi ristagnano i cattivi odori e le pareti non
si scaldano, occorre dunque aerarli spesso.
 Per evitare invece ambienti troppo secchi adottiamo degli umidifica-
tori da disporre sui termosifoni. II miglior sistema di umidificazione,
comunque, sono le piante da appartamento, ma non in camera da
letto.
 La vita in ambienti climatizzati ci ha reso più sensibili. In passato
l'uomo, vivendo all'aperto, era abituato agli sbalzi di temperatura ed
era quindi più temprato. Oggi basta un leggero soffio di vento ed
ecco un mal di gola o una bronchite.
Il nostro corpo ha bisogno di certi sbalzi termici per mantenersi in
salute. In casa non è salubre mantenere tutti gli ambienti alla stessa
temperatura; anche piccole differenze di 2 o 3 °C tra un ambiente e
l'altro sono uno stimolo per l'organismo.
Le cure naturali, specie le idroterapie, consigliano come pratica quel-
la di sottoporre il corpo a brevi stimoli di freddo o a rapide alternanze
caldo e freddo (sauna o bagno turco). A contatto con l'acqua fredda
cominciamo a respirare molto più in fretta, il battito cardiaco si
accelera e il metabolismo cellulare riceve uno stimolo che ci rinvig-
orisce e ringiovanisce allo stesso tempo.
I RUMORI E LE LORO MALATTIE

I SUONI NATURALI E DELL’AMBIENTE

Il suono può essere gioia, piacere e distensione, ma può anche rap-


presentare disturbo, stress e affaticamento. Questo è ciò che avviene oggi
sempre più frequentemente: il suono che diventa rumore raggiunge spesso
livelli intollerabili. L'uomo, contrariamente a ciò che si può pensare, non
si adatta a tale situazione, ma subisce danni fisici e soprattutto psichici.
Non tutti i suoni sono dannosi, anzi, molti sono piacevoli e anche te-
rapeutici. Nella natura il silenzio vero esiste raramente: il frusciare delle
foglie, il cinguettio degli uccelli o il canto dei grilli sono tutti suoni a
basso volume che tengono piacevolmente compagnia come una distensi-
va e rilassante melodia.
Oggi esistono, però, rumori che, oltre ad aver soppresso i suoni natu-
rali, offendono le nostre orecchie. Sono i rumori provocati dal traffico
aereo, stradale, marino lungo le spiagge, delle discoteche, delle industrie e
altri suoni di notevole volume, vicini alla soglia del dolore dei 130 decibel.
A tutti questi rumori e a quelli della casa automatizzata, che ha molti-
plicato le fonti sonore di rumore con gli elettrodomestici, spesso non pre-
stiamo attenzione. Ci siamo abituati alla loro compagnia, anche se sgrade-
vole. Le nostre orecchie sono diventate insensibili; ciò è dimostrato dal-
l'alta percentuale di malattie che colpiscono l'udito; patologie che, come
la sordità, toccano non soltanto gli anziani ma sempre più anche i giovani.
A contatto col rumore, sembrerà strano, molti ricercano altro rumore.
Ciò è dimostrato dal notevole numero di giovani che frequentano le assor-
danti discoteche, in cui la musica è tanto forte da impedire la conver-
sazione; dagli stereo a tutto volume in macchina e in casa.

L'ECCESSIVO RUMORE PROVOCA PATOLOGIE

Se ad una prima impressione possiamo pensare che l'uomo si sia


adattato a questa nuova «tecnologia del rumore», uno sguardo un po' più
attento ci mostra che ciò non è assolutamente vero.
52

Le connessioni che l'organo uditivo ha con il sistema nervoso rendono


valide le motivazioni per cui lo stress acustico provoca più malattie dello
stesso inquinamento generale.
Oltre ad un abbassamento dell'udito con relative patologie, le alte-
razioni si ripercuotono a livello generale creando stress, modificazioni
delle ghiandole e ipertensione con conseguente debilitazione del corpo.
Nei casi più gravi, dopo prolungate esposizioni ai rumori, oltre ad un
ronzio incessante e ad un senso di stordimento, i danni coinvolgono anche
l'apparato gastrointestinale (nausea), le funzioni visive e quelle psichiche.
È bene ricordare che le esposizioni a soglie di rumore elevato sono
direttamente collegate al tempo di esposizione e allo stato di salute del
singolo individuo. Gli anziani, le persone malate e soprattutto i bambini,
sono più sensibili agli stimoli acustici perché hanno livelli di difesa più
bassi.

IL SENSO DELL'UDITO E DELL'EQUILIBRIO

L'udito è un senso specifico dell'uomo e degli animali che permette di


percepire i suoni e i rumori. L'energia vibratoria, trasmessa in forma di onde
pressorie alla membrana timpanica, all'orecchio medio, ai recettori del-
l'organo del Corti e infine alle vie acustiche cerebrali, permette la ricezione,
la percezione e l'identificazione dei suoni.
Campo di udibilità. L'orecchio di un uomo adulto normale può percepire
sotto forma di suoni, soltanto vibrazioni comprese tra 16 e 16.000 cicli/sec. Si
possono avere variazioni individuali abbastanza estese (da 8 fino a 20-25.000
cicli/sec).
Come è costituito l'orecchio? In generale, l'orecchio viene suddiviso in
tre parti: orecchio esterno, medio e interno. L'orecchio esterno si compone del
padiglione auricolare e del condotto uditivo esterno; l'orecchio medio com-
prende la cassa timpanica con la membrana timpanica, gli ossicini (martello,
incudine, staffa), la tromba di Eustachio (o tuba uditiva); l'orecchio interno è
costituito dal labirinto, nel quale si distinguono l'apparato vestibolare, che è
l'organo dell'equilibrio, e la chiocciola, che è l'organo neurosensoriale dell'u-
dito.
Come avviene la percezione dei suoni? Le onde sonore entrano nel con-
dotto uditivo esterno dove vengono amplificate e colpiscono la membrana
timpanica, mettendola in vibrazione; sul suo lato interno sono appoggiati
martello, incudine e staffa. Le vibrazioni della membrana timpanica vengono
trasmesse a questi ossicini che, uno dopo l'altro, si mettono a vibrare e
trasmettono gli impulsi alla chiocciola: questa è costituita da una delicata
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struttura a spirale ripiena di un fluido. Quando la staffa si mette a vibrare, gli


impulsi vengono trasmessi attraverso il fluido a degli speciali recettori nervosi
(organo del Corti). Questi impulsi viaggiano quindi sulle terminazioni ner-
vose e raggiungono il nervo acustico che li trasporta al cervello, dove sono
riconosciuti come suoni.
Anatomia dell'orecchio
1- Rappresentazione schematica: le onde sonore, raccolte dal padiglione auri-
colare, entrano nel condotto uditivo esterno dove vengono amplificate e
colpiscono la membrana timpanica, mettendola in vibrazione. Tali vibrazioni
vengono trasmesse ai tre ossicini dell'orecchio medio, collegato con il faringe
per mezzo della tromba d'Eustachio, e da questi, tramite la finestra ovale, al
liquido che riempie il labirinto dell'orecchio interno, che ha due organi di
senso, formati da un complesso sistema di condotti: le cellule sensoriali del-
l'organo acustico (organo del Corti) sono situate nella chiocciola (o coclea),
quelle dell'organo dell'equilibrio nel cosiddetto apparato vestibolare, costitu-
ito dai canali semicircolari, dall'otricolo e dal sacculo.
2- Posizione dell'orecchio medio, della tromba d'Eustachio e del faringe. La
figura mostra anche la posizione dei tre canali semicircolari nei tre piani del-
l'orecchio interno.
È possibile stabilire con precisione il grado di capacità uditiva? Si pos-
sono eseguire delle misurazioni accurate con uno strumento chiamato
audiometro. Questi test audiometrici mostrano con precisione l'ampiezza
della sensibilità di ciascun orecchio alle onde sonore, e consentono di
accertare il grado di eventuali sordità, ma richiedono un elevato grado di col-
laborazione da parte del paziente. Quando invece non è possibile ottenere tale
collaborazione (bambini piccoli, ammalati in coma, minorati mentali), si fa
ricorso ai cosiddetti «test oggettivi», quali l'impedenziometria e la tim-
panometria.
È vero che una persona intensamente concentrata su qualcosa, può
non percepire i suoni che sono a portata d'orecchio? Anche se le onde
sonore vengono trasmesse normalmente al cervello, questo può esercitare un
controllo tale da non regi-strare a livello cosciente i suoni che si producono
(rimozione).
Da che cosa dipende il senso dell'equilibrio? Il senso dell'equilibrio è la
sensazione interna della collocazione nello spazio dell'individuo mentre sta in
piedi, cammina e svolge le normali attività fisiche. Esso dipende da tre fattori
tra loro correlati: a) la visione; b) la sensibilità cutanea e la percezione mu-
scolare della posizione; c) l'organo dell'equilibrio situato nel labirinto vesti-
bolare dell'orecchio interno e le sue connessioni col cervelletto.
II senso dell'udito è dato da quella complessa e delicata struttura che ci
permette di udire inviando i suoni al nostro cervello. Ma oltre a tale compito
l'apparato uditivo è in stretta relazione alla sfera psichica: determina infatti la
percezione della realtà influenzando il senso dell'equilibrio situato nel labi-
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rinto auricolare. II senso dell'udito è collegato anche all'autodifesa, sia nel-


l'uomo che nell'animale. Forti rumori inducono ad uno stato di allarme con
aumento della produzione di ormoni e specialmente di adrenalina.
È ciò che si prova quando, camminando per strada, il suono di un clacson
dietro di noi ci fa improvvisamente sobbalzare. Si instaura uno stato di paura
che modifica le pulsazioni, la pressione del sangue (il viso impallidisce) e la
frequenza dell'intensità del respiro.
In natura ogni rumore violento ha la funzione di creare allarme, ma che
succede quando i rumori non sono più eventi eccezionali, ma ci accompag-
nano in continuazione? Si crea in pratica una condizione di stimolo e con-
trostimolo, a cui corrisponde prima un segnale di pericolo e poi un ritorno alla
calma, senza possibilità di reazione. Tutto ciò a lungo andare degenera in situa-
zioni psico-patologiche.
L'organo dell'udito può essere danneggiato da suoni troppo forti e
continui? Molti giovani sono affetti da un certo grado di sordità determinata
da lesioni all'orecchio, in conseguenza di una frequentazione intensa e
costante di ambienti chiusi nei quali viene diffusa musica leggera a volume
troppo elevato. Anche l'esposizione prolungata a rumori forti, per esempio nel
lavoro in certe fabbriche, può produrre danni all'udito.
Quali possono essere le cause della sordità a livello dell'orecchio interno?
--- Malattie quali la parotite epidemica (orecchioni), l'influenza, la scarlattina
e la malaria;
--- Assunzione di farmaci quali il chinino, i salicilati e alcuni antibiotici; sto-
rica è la sordità da streptomicina (malattie iatrogene);
--- Una costante esposizione a rumori violenti, decibel eccessivi;
--- Fratture dell'osso temporale, che provocano anche lesioni nelle strutture
dell'orec chio interno;
--- Reazioni allergiche che interessano il labirinto;
--- Emorragie nell'orecchio interno;
--- Tumori al nervo acustico.

CONSIGLI ECOLOGICI UTILI

II rumore fa ormai parte della nostra vita, soprattutto delle città,


questo è certo. Camminando per strada dobbiamo alzare la voce per con-
versare perché il rumore dei motori supera gli 80 decibel; anche al ri-
storante o nei luoghi di ritrovo le nostre orecchie non trovano riposo e il
dialogo diventa estremamente faticoso.
II nostro lavoro è spesso legato a rumori troppo forti: nelle aziende,
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dove è frequente l'uso di varie macchine e impianti, nei supermercati,


dove sono d'obbligo la musica e gli annunci, eccetera.
Allora dove rifugiarci per cercare un po', di silenzio? Sicuramente il
luogo più adatto è la nostra abitazione, visto che i boschi non sono sem-
pre vicini. Ma anche in questo caso qualche accorgimento anti-rumore
può aiutarci a vivere meglio la nostra «isola» di pace.
Una legislazione precisa a tutela del livello acustico ancora non esiste.
Solo per il lavoro e le discoteche sono state emanate leggi in materia.
Certamente le migliori prevenzioni a livello acustico dovrebbero
essere applicate nella fase progettuale dell'abitazione, ma altre soluzioni
possono essere adottate anche in tempi successivi.
Vediamo quali sono:
 I diversi materiali scelti per le nostre abitazioni determinano gli effet-
ti acustici interni: maggiore sarà la loro porosità, migliore sarà l'ef-
fetto acustico interno. Questo lo dimostrano i locali dove l'effetto
suono è molto importante, come i teatri, le sale da proiezione e da
concerto. Ai materiali lisci, lucidi e compatti come il marmo, la plas-
tica e le piastrelle sono preferibili il parquet, gli isolanti igroscopici,
il sughero o le fibre di cocco e le tappezzerie naturali, poiché il
rumore non rimbomba e i suoni diventano piacevoli.
 I pannelli di legno o materiali duri assorbono soprattutto le basse fre-
quenze, mentre materiali come il feltro, la stoffa e le imbottiture
assorbono quelle più alte. Minore è il trattamento di questi materiali
(l'otturazione dei pori) maggiore sarà l'effetto fonoassorbente. Anche
i tendaggi, i tappeti e i cuscini, assieme ai mobili dalle caratteristiche
sopracitate, migliorano la silenziosità dei locali. Gli specchi, invece,
o le superfici vetrose, aumentano i suoni.
 Se la nostra abitazione ha gravi problemi di insonorizzazione verso
l'esterno (appartamenti attigui, sottostanti o sovrastanti e adiacenti
alle strade di traffico, presenza di industrie, ecc.) i consigli sono i
seguenti:
--- Le doppie finestre o i doppi vetri sono necessari; l'acustica migliora
notevolmente, anche se l'irraggiamento solare diminuisce.
--- Le porte hanno capacità isolanti, ma devono essere di legno pieno e
con buone guarnizioni.
 Isoliamo i muri con pannelli isolanti o con stratificazione di sughero
o altro materiale naturale. Anche i pavimenti «galleggianti» (cioè
posati su uno strato di materiale isolante che ammortizza le
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vibrazioni), o i soffitti a intercapedine sono utili per bloccare i rumori


provenienti da sotto e da sopra.
 Utilizziamo gli armadi a muro per aumentare le capacità isolanti di
una parete, oppure come divisori tra la zona notte e la zona giorno o
tra il nostro appartamento e quello adiacente. Creiamo una «stanza
del silenzio». Appoggiamo gli elettrodomestici più rumorosi (lava-
trice, lavapiatti, ecc.) su supporti antivibranti ed evitiamo di accen-
derli quando siamo in casa.
 Disponiamo barriere di verde all'esterno, come folte siepi o alberi
sempreverdi a basso fusto, le quali riducono notevolmente i rumori.

Autogestirsi
In questo mondo di rumori è bene mantenere la calma il più possi-
bile. Se siamo rilassati e tranquilli, l'inquinamento acustico ha effetti
meno dannosi. Infatti è noto che le situazioni di stress si sommano: ten-
sione nervosa più rumore possono provocare uno stato patologico. La
tranquillità ci permette invece di riequilibrare uno stato alterato (come
quello da rumore) ed evitare spiacevoli conseguenze.
Ricordiamo inoltre che un rumore troppo alto crea modificazioni fisio-
logiche. Evitiamo perciò la musica e il televisore a tutto volume; se
adoperiamo macchinari rumorosi, come il trapano, le falciatrici, ecc.,
adottiamo le cuffie di protezione.
Osserviamo il rispetto acustico per il vicinato e teniamo presente che
un rumore provocato da altri infastidisce più del proprio. Un suono può
essere stimolante per alcuni (es. macchine da corsa per gli sportivi) e depri-
mente per altri. Il frastuono non permette di concentrarsi e può causare
incidenti sul lavoro e distrazione intellettuale. Infine, nel sonno la
percezione dei rumori è attenuata, ma questi vengono comunque registrati
e portano come conseguenza un riposo agitato. Ma quali vie seguire per
raggiungere questi risultati? L'apprendi-mento di alcune tecniche di rilas-
samento psico-fisico è certamente un buon inizio per autogestirsi e garan-
tirsi la salute. Un'utile «terapia antirumore», per ritemprare il corpo e la
mente è quella di vivere ogni tanto nel silenzio. Il rumore non ci fa pensare,
mentre il silenzio ci porta facilmente dentro di noi. Se i primi passi sono
difficili, sicuramente il «viaggio interiore» è qualcosa di meraviglioso.
Luoghi di silenzio possono essere semplicemente la nostra abitazione
o ambiti naturali come la campagna o meglio ancora i boschi, dove gli
unici suoni udibili sono quelli naturali.
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Non dimentichiamo che ci sono anche gli effetti terapeutici della


musica conosciuti da secoli. Un brano musicale può aumentare la con-
centrazione, caricare psicologicamente, calmare il sistema nervoso e agire
addirittura come anestetico. Il segreto sta naturalmente nel giusto uso che
si fa della musica.

SCALA DI RUMORE IN DECIBEL


ELABORAZIONE DEL CENTRO DI BIOACUSTICA DELL’UNIVERSITÀ DI MILANO
(UNITÀ DI MISURA DELLA PRESSIONE SONORA)

10 Studi di registrazione
25 Casa in aperta campagna
40 Strada senza traffico; conversazione a bassa voce
50 Interno di appartamento su strada trafficata (finestre chiuse)
60 Auto ferma con motore acceso a un metro; interno di appartamento
su strada trafficata con finestre aperte
65 Aula scolastica, macchina per scrivere
70 Radio ad alto volume, telefono
75 Interno di auto che viaggia a 140 km/h
80 Incrocio con circolazione animata; aspirapolvere, sveglie
85 Voce urlata
90 Interno carrozza metropolitana (fin. aperti) frullatore
100 Camion e autobus in accelerazione
110 Martello pneumatico, clacson a un metro
120 Interno casco da motociclista; discoteca
130 Aereo in fase di decollo
Soggiorno con divani inglesi dell’Ottocento rivestiti di cotone. La libreria di fine Otto-
cento proviene dagli ex Uffizi di Firenze
L'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO

L'UNIVERSO È MATERIA ED ENERGIA VIVENTE

Prima di addentrarci in questo capitolo è utile fare un cenno sul rap-


porto fra elettricità e magnetismo.
L'elettricità è una proprietà naturale e fondamentale della materia e
quindi anche del corpo umano, dei cibi, ecc., che si manifesta con intera-
zioni attrattive o repulsive fra i vari corpi ed è la causa prima di fenomeni
magnetici, chimici e biologici. Un campo elettrico è una condizione, nello
spazio attorno a un corpo carico, che può produrre una forza su una qual-
siasi altra carica posta in quello spazio.
Infatti in prossimità di un corpo elettricamente carico o, in modo più
evidente, nello spazio che circonda un circuito percorso da cariche elet-
triche, si crea un campo magnetico di intensità determinata dal numero
delle cariche elettriche stazionarie sulla superficie del corpo o fluenti nel
circuito. A sua volta tale campo è misurabile con opportuni strumenti.
Esso è rappresentato nello spazio con delle linee di forza che partono
radialmente in tutte le direzioni, nel caso di cariche stazionarie, e da super-
fici sferiche concentriche alla sorgente. Questo campo magnetico, poiché
è generato da cariche elettriche, prende il nome di «campo elettrico».
Con un parallelismo molto spinto, in prossimità di un magnete si
viene a creare un campo anch'esso di intensità determinata, misurabile,
con forze analoghe a quelle del campo elettrico. L'unica differenza con-
siste nel fatto che le linee di forza si chiudono inesorabilmente sulle due
polarità magnetiche, non potendo esisterne una sola isolata. Come utile
chiarimento aggiungiamo che per magnete è da intendere sia una massa
naturale dotata di polarità come la magnetite, variamente dislocata sullo
strato superficiale terrestre, sia un elettromagnete, cioè un avvolgimento
percorso da corrente continua. Tale campo, essendo generato da polarità
magnetiche, prende il nome di «campo magnetico».
Da quanto sopra detto, nello spirito della relatività, sia una carica
elettrica che una carica magnetica generano dei campi con caratteristiche
magnetiche. Perciò è possibile unificare i concetti di campo elettrico e di
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campo magnetico nell'unica definizione di «campo elettromagnetico».


Non dobbiamo tuttavia dimenticare che le cause generatrici elettriche
o magnetiche sono diverse; pertanto questi campi, che abbiamo unificato
sotto l'unica definizione di «elettromagnetici», conservano le loro matrici
e denunciano comportamenti diversi. Esempio tipico è il diverso modo di
reagire nei riguardi della possibilità di schermatura degli stessi.
Possiamo affermare, quindi, che viviamo in un enorme campo elet-
tromagnetico generato da continui scambi tra circuiti elettrici e magneti-
ci, fra la Terra e il resto dell'universo, dove ogni corpo vibra ed emette
energia. Sia il Cosmo che la Terra emanano energie che dall'uomo non
vengono percepite a livello cosciente. Queste radiazioni possono essere
avvertite da persone che hanno sviluppato particolari capacità sensoriali,
ma comunque producono degli effetti su tutti gli organismi.
Nel suo complesso sistema bio-fisico, l'uomo potrebbe essere para-
gonato ad una perfetta batteria che richiede continuamente una giusta ca-
rica per funzionare bene. Fino a quando l'uomo viveva all'aperto, a con-
tatto della natura, la carica elettrica ricevuta era quella giusta. Dal
momento in cui ha iniziato ad allontanarsene e ad interferire con impianti
elettrici anche la ricarica energetica dell'uomo ha subito degli squilibri,
divenendo in certe condizioni troppo forte e in altre troppo debole.

L'ELETTROMAGNETISMO E IL NOSTRO ORGANISMO

I campi e le onde elettromagnetiche presenti in natura sono essenzial-


mente di origine magnetica, prodotti quindi da masse magnetiche. Essi
sono soggetti a variare nel tempo poiché influenzati dalla incostante atti-
vità magnetica del sole, dalle sue esplosioni di idrogeno e da molteplici
altre cause di natura interna al nostro pianeta e soggette a variazioni con
leggi ancora non del tutto note.
Ai fini del corretto modo di intendere i rapporti tra il campo ma-
gnetico terrestre e l'uomo sono fondamentali i seguenti concetti:
--- il campo magnetico terrestre è variabile di direzione ed intensità
nello spazio: la sua intensità ascende mediamente a 0,2 oersted;
--- il campo magnetico terrestre deve, invece, ritenersi di valore costante
nel tempo istantaneo in ogni punto dello spazio, ma è soggetto a
variazioni di intensità in tempi lunghi. In altre parole, il campo ma-
gnetico terrestre non possiede una sua frequenza caratteristica.
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Poiché ogni corpo che si muove in campo elettromagnetico è sede di


correnti indotte, il nostro corpo è sede di migrazioni di cariche elettriche
nel proprio interno. Si hanno, in tal modo, effetti sull'organismo che pos-
sono portare al cosiddetto stato di benessere o di malessere.
I campi magnetici naturali possono essere modificati o essere del
tutto abbattuti nei loro valori di intensità dai campi elettrici generati da
impianti e da apparecchiature costruite dall'uomo. Per esempio, nelle no-
stre abitazioni ci possono essere macchine elettriche che con l'emissione
dei propri campi elettromagnetici alterano o abbattono totalmente quelli
magnetici naturali. Due campi, infatti, si influenzano direttamente non
solo in ragione delle loro reciproche potenze, ma in modo inverso alle di-
stanze dei centri di emissione.

La gabbia di Faraday
Il chimico e fisico inglese Michael Faraday osservò che una qualsia-
si struttura metallica a forma di gabbia, con maglie relativamente fitte,
creava una schermatura. Infatti, i corpi situati all'interno della gabbia di
Faraday risultavano isolati dalle azioni di campi elettrici esterni, ma resta-
vano soggetti alle azioni dei campi magnetici naturali esterni. La conclu-
sione è, quindi, che la gabbia di Faraday è uno schermo per i campi elet-
trici ma non per quelli magnetici.
Ne consegue che tutte le abitazioni con strutture metalliche a gabbia
(tipo cemento armato) non ricevono all'interno gli effetti benefìci dei
campi elettrici atmosferici. Esempio estremo di questo aspetto sono i
grandi palazzi in cemento armato dove le condizioni abitative sono tut-
t'altro che salubri.
La mancanza o le anomale variazioni di campi elettromagnetici por-
tano a stati di indebolimento generale. Sembra che le persone costrette a
vivere in un ambiente dove mancano, o vengono modificati tali campi,
debbano utilizzare una grande energia per la gestione dell'attività delle
loro cellule, mentre invece vivendo all'aperto essa sarebbe fornita dalla
natura.
Tuttavia, pur abitando e passando la maggior parte del tempo in case
di cemento armato, il nostro corpo è fornito di buone capacità reattive:
bastano anche brevi tempi passati all'esterno per consentirci almeno il
minimo irraggiamento vitale necessario a garantirci la sopravvivenza.
Ulteriori schermature si verificano in luoghi angusti: per esempio
nelle strette vie di città con alte costruzioni, o nei cortili molto ridotti.
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Anche le case a più piani risultano sempre più inadatte poiché creano un
più fitto labirinto di schermature.

LE CORRENTI TELLURICHE

Oltre alla benefica influenza data dalle naturali onde elettroma-


gnetiche esistono correnti telluriche tutt'altro che salutari, legate ai corsi
d'acqua sotterranei, alle crepe e agli incurvamenti geologici che le deter-
minano. Già nei tempi più antichi l'uomo conosceva e percepiva queste
radiazioni terrestri.
I cinesi, 4000 anni fa, secondo i principi del Feng-shui, avevano il
divieto di costruire «sulle vene del drago», come erano definite le zone
perturbate.
Egizi e romani lasciavano pascolare un gregge per un certo tempo su
un terreno, poi ne analizzavano gli intestini per decidere se il luogo era
salubre e adatto alla costruzione.
Nel passato la correlazione ambiente-salute era di maggiore certez-
za. Del resto ciò che gli antichi facevano con una sensibilità più attenta
alla natura, gli animali continuano a farlo seguendo l'istinto quando si cer-
cano una tana.
Oggi, la geobiologia, una scienza nuova anche se di origini antiche,
studia il rapporto tra luogo da abitare, luogo abitato e le influenze terrestri
al fine di evitare le perturbazioni nocive.
In quanto alle correnti telluriche, trattasi, secondo le più accreditate
teorie, di deboli correnti elettromagnetiche che si destano per effetto di
movimenti di masse rocciose all'interno della crosta terrestre in con-
seguenza del moto di rotazione della terra e dei gas. Questi fenomeni,
paragonabili a delle vere e proprie «pile» cariche di energia, possono
provocare nell'organismo degli scompensi generali.
Lo stesso effetto si ha, pur in zone più circoscritte e definite, nel reti-
colo di Ernst Hartmann dal suo ipotizzatore dell'Università di Heidelberg,
degli anni '80. La rete H sarebbe generata da energie telluriche che avvol-
gono tutta la Terra e disegnano una sorta di rete invisibile. Questa enorme
griglia sarebbe formata da linee che s'intersecano fra loro e sono dei veri
allineamenti di forza.
Nei punti di incrocio si forma un nodo, il «nodo H», in cui l'irrag-
giamento tellurico sprigiona tutte le sue energie, divenendo un punto di
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sollecitazione per l'organismo degli esseri viventi. La sua individuazione


può essere fatta con geomagnetometri o galvanometri, strumenti dei quali
si parlerà in seguito.

Rete di HArtmann. Per il sovrapporsi e l’accumularsi di radiazioni telluriche negative


si crea un «punto cancro», come si può osservare nei grafici

COME INDIVIDUARE LE ZONE PATOGENE?

Fin dai tempi antichi la ricerca delle zone patogene veniva affidata
alla sensibilità dell'uomo: i sensi dell'uomo sono in grado di percepire, a
volte meglio di qualsiasi apparecchiatura tecnologica, gli impulsi prove-
nienti dall'ambiente. Oggi, a causa di un ambiente altamente urbanizzato
e reso artificiale, la ricettività dell'uomo è fortemente diminuita, ad
eccezione dei bambini ancora in tenera età o di certi animali.

Cosa accade nelle «zone H a rischio»


Lunghi periodi trascorsi nelle zone sollecitate possono dare origine a
disturbi più o meno gravi e spesso a malesseri di cui non si riesce ad indi-
viduare la causa. Si è constatato un aumento sensibile della frequenza del
polso, modificazioni a livello sanguigno, particolarmente dei globuli
rossi, alterazione del pH.
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È vero che gli effetti perturbanti sono molto diversi da persona a per-
sona, ma i disturbi tipici che inizialmente si presentano come campanello
d'allarme (spossatezza generale, insonnia, dolori al capo, disturbi nervosi)
possono degenerare. Stati di malattia già presenti guariscono molto più
lentamente.
Sembra che il «male del secolo», il cancro, abbia uno stretto legame
con lo stress affrontato dal corpo quotidianamente in tali situazioni.
Ricerche hanno osservato il susseguirsi di casi di cancro in case poste su
zona geopatogene. Sono note d'altra parte, le «case maledette» che ven-
gono abbandonate perché le persone che le abitano si ammalano e
muoiono senza ragioni evidenti.
La radioestesia è la facoltà sensoriale di captare vibrazioni terrestri;
molto utilizzata in passato e oggi tornata alla ribalta. Spesso viene scredi-
tata perché non basa le proprie ipotesi su una misurazione scientifica (su
numeri e cifre), ma sulla sensibilità dell'uomo.
Speciali apparecchiature, atte a rivelare e misurare i campi elettro-
magnetici come i geomagnetometri, oggi vengono frequentemente ado-
perati nella bioedilizia e nel risanamento di strutture già esistenti.
Tuttavia, possiamo ricorrere a indizi che segnalano la presenza di zone
geopatogene osservando il comportamento degli animali e vegetali che ci
vengono in aiuto.

Gli animali
Quasi tutti gli animali rifuggono le zone perturbate; i nidi, per esem-
pio, non vengono mai fatti su zone geopatogene. Un animale in partico-
lare, il cane, può darci delle informazioni per la nostra ricerca. Il cane,
infatti, evita accuratamente le zone perturbate. Se il vostro cane, nonos-
tante un'accogliente cuccia, la rifugge significa che probabilmente il
luogo è geopatogeno.
C'è un altro compagno domestico che, contrariamente al cane,
sceglie i luoghi di più forte sollecitazione: il gatto. Esso ama le vibrazioni
telluriche e in particolare i «nodi H», le tensioni sopra la TV o i campi
elettromagnetici in cucina.

Le piante
Anche le piante sono molto sensibili alle geopatologie. Alberi
piantati su zone perturbate mostrano difficoltà di attecchimento e di
crescita, subiscono malattie da funghi, cancro e attacchi parassitari. Spes-
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so, per deviare il pericolo, la pianta cresce protendendosi completamente


da una parte, verso zone tranquille.
In casa è istruttivo osservare il comportamento delle piante da appar-
tamento. Sicuramente vi sarà capitato di vedere avvizzire una pianta a cui
dedicavate amorevoli cure e poi, per averla cambiata di posto, vederla
riprendersi senza motivo. Non è solo questione di «pollice verde» ma
anche di giuste radiazioni.
Piante molto sensibili, che possono fungere da «mini detector casa-
linghi» sono il capelvenere, un tipo di felce maschio e il prezzemolo in
vaso: sul posto sbagliato non si sviluppano e appassiscono. Anche i fiori
recisi, la rosa per esempio, perdono i petali in pochi giorni in presenza di
perturbazioni, mentre si mantengono a lungo in case sane.

Altre «tracce» delle acque e fenditure sotterranee


Le forti perturbazioni lasciano sempre un segno che, negli edifici
colpiti, è possibile individuare. In abitazioni poste al di sopra di forti corsi
d'acqua compaiono crepe e fenditure nei muri. Queste crepe, general-
mente verticali, sono create nel tempo dalla continua vibrazione micro-
sismica dell'area perturbatrice.
Anche le macchie di umidità sono un segno rivelatore. Se queste si
estendono verso l'alto, a forma di campana, e si accentuano dopo una
pioggia mostrando difficoltà ad asciugarsi, rivelano una sotterranea pre-
senza d'acqua che risale capillarmente.
Questi segni sono campanelli d'allarme di una situazione anomala.
Sarà bene tenerne conto nel risanamento della propria casa o se dobbiamo
acquistarne una.

COSA FARE IN PRESENZA DI GEOPATOLOGIE?

Innanzitutto è bene tenere presente che un irraggiamento anomalo ha


forti influenze nei luoghi in cui trascorriamo più tempo. Si osserva che le
zone a rischio sono le stanze in cui si soggiorna a lungo: la camera da
letto, il salotto, lo studio e la zona di lavoro.
Se la sera si tarda ad addormentarsi o si rimanda l'ora per coricarsi,
probabilmente il letto non si trova nel punto giusto. Spesso bastano
spostamenti minimi per allontanarsi da un nodo H, e ritrovare il sonno
perduto. Anche essere soggetti a crampi o provare una sensazione di elet-
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trizzazione agli arti può indicare che il letto non è nel luogo giusto.
Può accadere frequentemente che ci si sposti istintivamente verso un
lato del letto o obliquamente ad esso per cercare zone meno perturbate.
Queste sensibilità sono particolarmente presenti nei bambini piccoli dal
sonno molto irrequieto; spesso si può ovviare al problema semplicemente
spostando il lettino in un luogo non perturbato della stanza.
Se il vostro riposo non è tranquillo, fate controllare le eventuali zone
perturbanti e cambiate posizione del letto. Se non è possibile spostare il
letto ricorrete a materiali con proprietà schermanti, come il rame condut-
tore a terra. Evitate i letti di metallo.
I fili di rame possono essere intrecciati a stuoie, al materasso e a co-
perte di pura lana in commercio. Perchè siano efficaci è utile collegarli a
terra attraverso il muro. Anche alcuni materiali naturali come il legno, il
sughero, il bambù e la lana hanno proprietà parzialmente isolanti.

Metalli ed elettricità
È possibile che le correnti telluriche sotterranee subiscano delle
deviazioni o vengano amplificate? Le strutture in metallo, per esempio,
sono amplificatrici di queste onde: caldaie, casseforti, letti, ecc., non
devono trovarsi all'interno o sotto le camere da letto. Avere la camera da
letto sopra un garage significa dormire su un'enorme struttura metallica.
Anche i mobili in struttura metallica, i materassi a molle e le reti sono
antenne che captano e trasmettono le onde elettromagnetiche. Sono le
superfici ferrose che creano un'amplificazione di qualsiasi onda elettro-
magnetica, proprio al di sotto di noi mentre dormiamo. In queste con-
dizioni il corpo si carica di tensioni e non riposa.

L'INQUINAMENTO ELETTRICO

Oggi, nell'ambiente, esistono nuove fonti di campi elettrici creati dal-


l'uomo e hanno un forte influsso sugli organismi viventi.
Il progresso tecnico, in breve tempo, ci ha portati a vivere immersi in
un mare di onde elettriche. L'inquinamento elettrico è molto più insidioso
perché non segnala la sua presenza, a differenza dello smog che spesso si
manifesta tramite i fumi o la colorazione grigia dell'atmosfera. Dai bassi
campi elettromagnetici naturali (gli unici presenti nel passato), l'inquina-
mento è aumentato enormemente in pochi decenni. Si pensi ai tralicci di
67

alta tensione e ai cellulari. È giustamente fondata la preoccupazione dei


bio-architetti, medici e popolazione per questo fenomeno crescente, le cui
conseguenze psicofisiche e biologiche sono poco note e vengono studiate
oggi per la prima volta.

Le radiazioni derivano da tutti quegli strumenti di grandi e piccole


dimensioni che lo sviluppo industriale ha prodotto, per farci vivere sem-
pre più comodi. Questi sono:
In casa. Televisore, videoregistratore, computer, cellulari, forno a
microonde, antenne ricetrasmittenti sui tetti e vari altri elettrodomestici;
attacchi e cavi elettrici e telefonici, lampade a fluorescenza, ecc.
In ufficio e al lavoro. Computer, stampanti, robot, macchine utensili
e varie apparecchiature delle fabbriche, degli ospedali, degli uffici, ecc.
All'esterno. Centrali elettriche, ripetitori, antenne ricetrasmittenti,
tralicci e fili elettrici ad alto voltaggio, ecc.
Non siamo più al sicuro sul luogo di lavoro e neppure in casa, anche
quando gli apparecchi elettrici non sono in funzione. Infatti basta una
presa inserita perché l'elettrodomestico generi intorno a sé un campo elet-
trico che si espande sfericamente.
I pericoli che prima erano riservati soltanto a pochi addetti ai lavori
ora si estendono, non solo agli operatori delle industrie e degli uffici, ma
anche alle casalinghe e ai bambini che vanno a scuola.

Come agisce lo stress elettrico?


Lo stress elettrico ha gli stessi effetti di altri carichi stressanti sul si-
stema nervoso generale, centrale e sull'apparato cardiovascolare. Il cuore
in particolare, poiché è molto legato ai processi elettrici e se questi sono
alterati può funzionare male e possono verificarsi alterazioni del battito.
Scosse elettriche forti ma di breve durata sono meno dannose di
esposizioni prolungate a campi elettrici. L'elettrostress può portare all'in-
farto come uno stress psichico continuato, particolarmente per chi soffre
di malattie cardiovascolari.
Tutto il sistema nervoso è particolarmente coinvolto da questa forma
di inquinamento, essendo strettamente legato a dei fenomeni elet-
trochimici. In un ambiente fortemente influenzato da campi elettrici le
tensioni possono essere molto forti e provocare irritabilità, affaticamenti,
vuoti improvvisi di memoria, cefalee persistenti, insonnia e diminuita
capacità sessuale.
68

L'organismo stenta a riposare durante la notte perché è in tensione.


Una delle cause di diverse malattie psichiche, oggi così frequenti, può
essere ricercata nell'inquinamento elettrico.
Lo stesso sistema immunitario viene coinvolto. Questo prezioso
alleato che ci permette di difenderci ogni giorno da germi e sostanze
tossiche viene meno al suo compito perdendo la capacità di produrre anti-
corpi.
Vivere in un clima elettrico artificiale, quindi, è un danno per le per-
sone che pagano con la salute. Si sostiene che l'uomo si abitui a queste
sollecitazioni, invece è solo un adattamento momentaneo.
L'inquinamento elettrico è difficilmente percepibile nel momento in
cui si verifica, ma un'osservazione attenta del nostro stato di salute e delle
reazioni psico-fisiche ci permetterà di scoprire gli agenti inquinanti pre-
senti, di avere una migliore attenzione e di correre ai ripari qualora se ne
verificasse la necessità.

In casa
La conduzione della casa e le tecniche domestiche sono dipendenti
dall'energia elettrica. La casalinga può disporre, oggi, di circa 300 tipi di
elettrodomestici presenti sul mercato.
Ogni anno questi preziosi accessori domestici diventano sempre più
perfetti, ridotti, multiuso e... indispensabili. La casa automatizzata è un
sogno, ma anche una realtà regalataci da uno sviluppo tecnologico senza
limiti.
Comunque, esistono delle conseguenze dovute all'uso indiscriminato
dell'elettricità? E se esistono, quali sono?
I limiti di sicurezza circa le radiazioni elettriche sono molto incerti e
non esiste una vera e propria tutela a riguardo. I limiti massimi sembra
siano attorno ai 50 V/m (intensità di campo elettrico), quindi è bene non
esporsi a campi elettrici superiori. Questi valori vengono però ampia-
mente superati negli ambienti interni.
Per esempio, se siamo in vicinanza di una lavatrice o anche ad una
lampada le tensioni possono superare i 100 V/m. Solo allontanandosi di
almeno due metri l'irraggiamento diminuisce.
Spesso semplici attività quotidiane generano tensioni elettroma-
gnetiche molto potenti: un semplice phon ha una potenza radiante di una
saldatrice e un frullatore si può paragonare ad un trapano. Ogni apparec-
chio elettrico emette radiazioni. Alcuni strumenti, sia per il funzionamen-
69

to che per il modo d'uso, hanno influenze più marcate. Vediamo dove si
annidano, in casa, i più gravi pericoli di inquinamento elettrico.

Il televisore
Si può definire il «re degli elettrodomestici» perché ormai occupa, in
ogni casa, il posto d'onore. Il televisore, come altri strumenti che ci sono
stati dati dalla moderna tecnica, non è nocivo in sé, ma per l'uso sbaglia-
to ed eccessivo che se ne fa.
Le energie elettromagnetiche HF (alta frequenza) che si diffondono
nella casa sono molto alte: i campi variano da 50 Hz fino a 500 MHz,
senza considerare i raggi X che producono. Gli effetti negativi sugli orga-
nismi animali e vegetali sono provati anche dal fatto che piante e pesci, di
fronte allo schermo, si indeboliscono e muoiono.
Lo schermo televisivo è un produttore di ioni positivi e quindi nega-
tivi per l'uomo. L'aria si inquina e si elettrizza e noi con lei.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI

 II primo avvertimento è di mantenere la giusta distanza dal televi-


sore, cioè 3 o 5 metri. Ovviamente la distanza sarà proporzionata alla
dimensione dello schermo: i grandi schermi non sono mai convenien-
ti perché elettrizzano e ionizzano l'aria con cariche più forti.
 È sconsigliato passare dietro il televisore acceso: le radiazioni
aumentano notevolmente. Mantenere le distanze superiori ad un
metro (la radiazione è massima a meno di un metro). Dovendo opera-
re sui tasti posti sullo schermo è meglio spostarsi lateralmente o più
in basso.
 II televisore e il video del computer sono buoni emettitori di raggi X.
Non sono ben chiari gli effetti che creano nel corpo umano, ma la
nocività è certa. Pare che i raggi X raggiungano la nostra matrice
genetica, modificando il DNA.
 Nel guardare il televisore lasciamo una piccola luce sempre accesa,
per evitare una luminosità troppo intensa che stanca gli occhi. Pos-
siamo servirci di luci colorate: l'azzurro e il viola hanno un effetto
calmante e rilassante sul sistema nervoso e sulle cariche vibraziona-
li. Usiamo questi effetti cromatici anche dopo aver spento il televi-
sore, per circa mezz'ora.
70

 Per non trasformarci in frenetici «videodipendenti» usiamo il televi-


sore con una certa accortezza. Occorre evitare assolutamente l'ac-
censione durante i pasti, perché il momento della nutrizione richiede
tutte le nostre attenzioni e buone vibrazioni.

Il forno a microonde
Cuocere a microonde significa risparmiare tempo e il tempo oggi è
prezioso. Il forno a microonde possiede tutte le caratteristiche per
diventare l'elettrodomestico più usato in Italia. È usato largamente negli
Usa da almeno due decenni. Certamente cuocere l'arrosto o lo stufato del-
la domenica in pochi minuti o scaldare un pasto (magari congelato) in 2-
3 minuti, quando si arriva a casa stanchi e trafelati, interessa a tutti. Ma
cosa può nascondersi dietro a questo regalo della tecnica?
Ricerche statunitensi sono concordi nell'asserire che eventuali fughe
di microonde generano disfunzioni fisiologiche.
La differenza tra il cibo cotto a microonde e quello sulla tradizionale
stufa a legna rimane ancora un rebus.
Il passaggio da un riscaldamento indiretto dei cibi (forno o fornello)
ad un riscaldamento diretto di ogni singola cellula per effetto di calore
prodotto al suo interno dalle vibrazioni elettriche delle microonde può
destare sospetti, ma ormai è 30 anni che viene usato.
Se è vero che l'universo è un insieme ordinato di piccole particelle e
cariche energetiche perché crearvi scompiglio, solo per fare prima? Come
agisce questo cibo così cotto all'interno del nostro corpo? Sono tutte
domande oggi senza risposta che devono farci pensare.
Se attribuiamo al tempo così grande importanza e non vogliamo ri-
nunciare al forno a microonde, adoperiamo almeno qualche accorgimento.
Oggi, le aziende produttrici di forni sono riuscite a bloccare la fuo-
riuscita di microonde nel momento in cui si apre lo sportello. Ciò che dob-
biamo quindi controllare è la buona qualità delle schermature quando il
forno è in funzione. In questo caso sarà bene affidarsi a prodotti di sicu-
ra qualità.

Nei luoghi di lavoro


Nel passato, l'operaio di fabbrica poteva invidiare l'impiegato che
comodo e tranquillo se ne stava al sicuro nel suo ufficio. Ma oggi l'in-
quinamento non risparmia più nessuno e anche l'ufficio paga il suo tribu-
to alle malattie professionali.
71

Alle piccole particelle chimiche che inquinano l'aria, si aggiunge una


radiazione elettrica sempre più intensa, provocata dai macchinali d'ufficio
e di fabbrica.

Il computer
L'indispensabile «terminale ottico», nel giro di pochi anni, ha cambiato
radicalmente le condizioni di lavoro di milioni di persone. Tuttavia la concen-
trazione per lunghi periodi sul video, ad una distanza ravvicinata di 50-70 cm,
e il dover adattare l'occhio ad una sorgente luminosa artificiale crea fenomeni
di stanchezza visiva, arrossamenti e bruciori agli occhi, lacrimazione e forte
sensibilizzazione alla luce con conseguenti cefalee e capogiri. L'influenza elet-
trica diretta del computer è da paragonarsi a quella televisiva, con la differen-
za che alcuni impieghi richiedono la permanenza alla macchina per la quasi
totalità delle ore lavorative. È una «scorpacciata» elettromagnetica, alla quale
aggiungiamo lo spettacolo preferito in tv alla sera.

Il telefono cellulare
Anch'esso emette microonde con il medesimo principio del forno.
Recenti studi hanno dimostrato che il suo utilizzo prolungato (oltre i sei
minuti) provoca nella zona dell'orecchio un aumento di temperatura di
circa 1,5 °C. Per limitare i danni causati dai cellulari, sono stati messi in
commercio diversi dispositivi. Tra questi il più recente è l'auricolare, di
cui però il filo fa da antenna. Ad ogni modo, l'unico sistema veramente
efficace pare essere quello di limitarne l'utilizzo e di effettuare telefonate
che non superino la durata di due minuti circa.

All'esterno dell'abitazione
II bombardamento elettrico non finisce in casa o sul luogo di lavoro,
ma continua all'esterno. Vi sono anche i radar, le antenne e stazioni rice-
trasmittenti e i grandi tralicci dell'alta tensione che troneggiano sulle nostre
città e sulle nostre teste. Questi «spettri elettrici» emanano radiazioni mi-
lioni di volte più intense di quelle che i nostri antenati assorbivano dal
sole, dalle stelle e da altre fonti naturali.
L'allarme viene da tutto il mondo industrializzato, dove gli abitanti si
riuniscono spesso in grandi manifestazioni per chiedere di sospendere la
costruzione di stazioni radar e tralicci elettrici nelle zone abitate. I cavi ad
alta tensione sono una delle principali forme di inquinamento.
Nelle periferie urbane tralicci e case si mescolano l'uno con l'altro
72

esponendo gli abitanti a seri pericoli. È stato notato che gli operai che
lavoravano in prossimità di cavi ad alta tensione sviluppavano disturbi alla
pressione del sangue, palpitazioni e dolori gastrici. Ormai ci sono diverse
leggi per mantenere a distanza i tralicci.
A distanze di 300 metri dalle linee di alto voltaggio elettrico si re-
gistrano effetti negativi sul comportamento, come la riduzione dei tempi
di reazione, mentre a distanze di 100-150 metri si verificano mutamenti
nella composizione chimica del sangue e nel ritmo cardiaco.
Queste forti onde elettromagnetiche nello spazio costituiscono un
pericolo diffuso e più accentuato nelle persone che abitano entro i 150
metri dalle linee superiori ai 380 kv (chilovolt). I disturbi che possono
colpire gli abitanti e i lavoratori con permanenze prolungate sono cefalee,
insonnia, disturbi mestruali, aborti e leucemie. Questi disturbi potrebbero
essere evitati emanando norme di sicurezza severe.
La migliore soluzione sarebbe l'interramento delle condutture elet-
triche, così diminuirebbe il rischio sugli uomini, si eviterebbe di deturpare
l'ambiente e ci sarebbero minori spese di gestione a lungo termine.

Esempio di elettrodotto da 380 KV a doppie terne con 2 fili di guardia


73

PROTEZIONE DALLE RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE

Con l'elettricità dobbiamo imparare a convivere. Quando gli abitanti


delle caverne scoprirono il fuoco dovettero imparare ad usarlo senza
danni, così l'uomo moderno deve conoscere e apprendere come trattare
l'elettricità senza farsi del male.
In casa quasi tutti i locali sono soggetti a radiazioni elettroma-
gnetiche. Vi sono però alcuni ambienti più a rischio, perché le onde ten-
dono a concentrarsi e ad essere assorbite più facilmente.
È bene ricordare che l'intensità di un campo «elettrico» dipende sem-
pre dalla potenza della corrente elettrica che lo genera, che i suoi effetti
dipendono dalla distanza della sorgente, dai materiali interessati alla sua
emissione e propagazione.

La cucina è il locale più inquinato della casa moderna. In passato


simbolo del focolare domestico, la cucina si è oggi trasformata nel regno
della tecnica e dell'automatismo.
Svariate prese elettriche sono distribuite nella casa per l'uso di pic-
coli robot casalinghi: frullatore, centrifuga, frigorifero, lavastoviglie,
macchina da caffè e l'elenco sarebbe interminabile. In cucina non esiste
un punto che non sia turbato da un campo elettromagnetico.
Questa grande quantità di apparecchi causano certamente una peri-
colosa emissione di radiazioni elettromagnetiche. Come evitare questa
tempesta elettromagnetica? Vediamo qualche consiglio utile.
--- Evitiamo l'acquisto di certi elettrodomestici che spesso si rivelano
inutili; inoltre non dobbiamo tenerli accesi contemporaneamente,
perché l'irraggiamento elettrico aumenterebbe eccessivamente.
--- Se dovesse accadere che frigorifero, forno, lavapiatti, ecc., fossero
messi in funzione contemporaneamente, converrebbe aprire la fine-
stra per ionizzare l'aria e non rimanere nella stanza.

La camera da letto è il luogo dove il nostro corpo, in stato di riposo


per lungo tempo, è più soggetto ad assorbire le cariche elettriche.
Il letto, in particolare la testata, dovrebbe essere lontano da campi
elettrici. Ad esempio, l'uso della radio-sveglia posta sul comodino crea un
continuo campo elettrico, disturbatore del sonno, che ci fa alzare al mat-
tino stanchi e intontiti.
74

I CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI


 Non avere in camera apparecchi elettrici, in particolare accanto al
letto. Se non riuscite ad eliminare il televisore in camera da letto,
ricordatevi che gli ioni positivi che produce (sono negativi per l'uo-
mo, mentre gli ioni negativi sono positivi) devono essere combattuti
con una lunga aerazione prima del sonno, altrimenti vi sveglierete
con mal di testa o altro malessere.
 II letto dovrebbe mantenere la distanza di almeno cm 40 dalle prese
elettriche.
 L'antenna televisiva non dovrebbe mai trovarsi sopra la camera da
letto, perché è un ripetitore di onde elettromagnetiche.
 È bene staccare ogni apparecchio elettrico presente in casa dopo
l'uso. A maggior ragione fatelo con il televisore. Il tasto del teleco-
mando non lo spegne mai completamente. Esistono oggi in commer-
cio dei sezionatori (disgiuntori) di corrente per tutto l'impianto elet-
trico della casa, che danno tensione ad essa solo nel momento in cui
si accende qualche apparecchio o una lampada. Questo significa che
durante la notte o il giorno, se nessun elettrodomestico è in funzione
(escluso il frigorifero), la casa è beneficamente priva di tensione nei
conduttori che possono generare campi elettrici nocivi.
 Evitate tutti gli apparecchi che hanno bisogno di elettricità: orologi
elettrici, deodoratori, termocoperte, ecc.

QUALI STILI DI VITA?

Gli effetti e le reazioni sviluppate dalle influenze elettromagnetiche


sono differenti da persona a persona. Sicuramente la costituzione e la sa-
lute fisica determinano una maggiore o minore capacità reattiva.
Oggi, purtroppo, la difesa immunitaria contro germi e agenti inqui-
nanti è sempre più debole. La maggior parte delle persone, in tempi più o
meno lunghi, viene presa da una condizione di intossicazione graduale:
--- il tipo di alimentazione non adeguata;
--- l'inquinamento atmosferico;
--- uno stile di vita scandito da stress e tensione portano a situazioni di
«intossicazione cronica», con poche possibilità di ripresa.
Ecco perché è importante avere una casa ecologica, maggiori atten-
zioni e cure per noi stessi, in modo da riportarci globalmente allo stato di
75

equilibrio e benessere. Se viviamo o lavoriamo in edifici in cemento ar-


mato o se veniamo a contatto con zone patogene ad alta intensità e con-
tinue (correnti telluriche, elettriche, ecc.), consigliamo lunghe permanen-
ze all'esterno e in ambiti naturali, almeno nei fine settimana, perché sono
una buona cura per ritemprarsi.
È bene liberarsi anche dalle cariche elettromagnetiche usando tessu-
ti naturali per l'abbigliamento e scarpe con suole di cuoio (vedi capitolo
Tessuti naturali).
Le scarpe di gomma o plastica isolano il corpo dal terreno e non per-
mettono quella «scarica e ricarica» energetica di vitale importanza per il
corpo umano.
L'uso di piastre di rame, su cui mettere i piedi per alcuni minuti, così
come le docce prolungate, oppure getti d'acqua sui piedi permetterà di
eliminare una parte di energia elettrica dal corpo.
Sono inoltre in commercio tessuti, stuoie e coperte naturali .in grado
di neutralizzare gli effetti nocivi dei campi geopatogeni ed elettroma-
gnetici. Anche le tecniche di rilassamento profondo creano onde cerebrali
a bassa intensità e riequilibrano uno stato di sovraeccitazione.

La piastra di Audisio e i biocircuiti


Coloro, invece, che non ricevono sufficiente irraggiamento possono
ricorrere ad una semplice piastra di rame, inventata dall'ingegner Audisio.
Questa piastra si carica sfregandola energicamente tra due panni di pura
lana (non sintetici) e si passa ripetutamente sul corpo, insistendo sui punti
malati e doloranti.
Anche i «biocircuiti», oggi in commercio, restituiscono una corretta
carica e polarità elettromagnetica alle cellule che sono disorientate (per
malattia o per carenza di irraggiamento elettromagnetico terrestre).
Massima qualità, alta professionalità, eccellenza nel servizio e attenzione per
l’ambiente rappresentano i valori che guidano le scelte aziendali di Paradigma.
Da anni infatti Paradigma ha intrapreso la strada della tecnologia e dello sfruttamento
delle energie rinnovabili, stimolo costante all’ideazione di nuovi prodotti e allo
sviluppo di nuove tecnologie in questa direzione. Paradigma offre le migliori
soluzioni eco-compatibili per il riscaldamento, aggiungendo qualità alla vita grazie
all’attenzione rivolta alla tutela dell’ambiente e al miglioramento della salubrità e del
comfort degli spazi.
Il Sistema Solare “Acqua”, per esempio, permette di utilizzare l’acqua come
termovettore in sostituzione all’antigelo: l’acqua dell’impianto solare è la stessa
dell’impianto di riscaldamento, ciò significa un notevole risparmio in termine di
consumi e un’importante diminuzione delle emissioni inquinanti. Il collettore
sottovuoto CPC, collegato direttamente al bollitore consente l’eliminazione
dello scambiatore dedicato nei bollitori solari utilizzando lo stesso scambiatore
della caldaia, riducendo così il numero di accensioni della caldaia e favorendo
un notevole risparmio energetico. Il Sistema Solare Acqua è vantaggioso sia per
la semplicità idraulica di gestione e il conseguente risparmio economico diretto,
sia per i minori costi e tempi d’installazione, non essendo necessari lavori edili
ad hoc in casa per la sua realizzazione.
La continua ricerca Paradigma ha prodotto, inoltre, EasySun, un pannello solare
piano, realizzato con materiali a basso impatto ambientale, all’avanguardia per
quanto riguarda qualità e resa. Grazie alla lastra di assorbimento in rame con
trattamento Tinox-Sun Select e alla particolare conformazione del vetro della
superficie captante, si ottiene un elevato rendimento anche per la produzione di
acqua calda sanitaria.

Paradigma srl
Via C. Maffei, 3 - 38080 Darzo (TN)
Tel. 0465 684701 - Fax 0465 684066
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SOLE, LUCE E COLORI

LA LUCE NATURALE

La luce solare e le stagioni, da sempre, hanno scandito i tempi della


vita dell'uomo e i suoi ritmi biologici: l'alternanza tra notte e giorno, tra
sonno e veglia, tra caldo e freddo.
Per millenni l'uomo ha lavorato, seguito dalla luce del sole e ha ral-
lentato i suoi ritmi col calare della sera lasciando che il buio della notte
accompagnasse il riposo.
Oggi non è più così. Il sole e la luna non guidano più i nostri ritmi
lavorativi e vitali: ma «contro» ogni legge naturale l'uomo decide i suoi
tempi industriali.
II giorno viene prolungato o sostituito dal «giorno artificiale» dei
neon, dei fari ad alta potenza o semplicemente dalle lampadine elettriche
all'interno delle abitazioni e degli uffici.
La netta distinzione tra giorno e notte, imposta per secoli dalla natura
all'uomo, non esiste più. Ma tutto questo è possibile senza conseguenze?
Oppure i nostri delicati meccanismi biologici pagano un prezzo per
questo sovvertimento e adeguamento? E qual’è la differenza tra la luce
naturale e la luce artificiale?
Vediamolo insieme. Esiste una scienza che studia gli effetti della
luce sull'uomo e le sue funzioni vitali: la fotobiologia.
Le funzioni della luce naturale non sono semplicemente quelle di
illuminare e permettere la visione, ma sono legate ad ogni processo bio-
logico esistente sulla Terra, tanto da poter affermare che la luce è vita.

SOLE, ENERGIA, LUCE, COLORI E COLORANTI

Il sole è una stella nana di colore giallastro, del tutto simile ai mi-
liardi di altre stelle che costituiscono il sistema stellare chiamato Galassia
(o Via Lattea). Entro questo sistema il Sole occupa una posizione quasi
periferica, trovandosi alla distanza di 27.000 anni luce dal centro. La sua
78

grande importanza deriva dal fatto che è la stella a noi più vicina e fonda-
mentale del sistema planetario cui appartiene la Terra: la distanza Terra -
Sole è di circa 150 milioni di chilometri.
La massa del Sole è pari a 333.420 volte quella terrestre e il diametro
dell'astro è 109 volte maggiore, ma la densità è circa 4 volte inferiore di
quella del nostro pianeta. L'energia emessa dal Sole viene prodotta da
trasformazioni termonucleari di idrogeno in elio nel nucleo centrale; si
propaga per conduzione nel globo solare per 8 decimi della distanza dal
centro alla superficie, mentre nella parte restante si propaga per con-
vezione.
La superficie osservabile (gassosa), fotosfera, ha una temperatura di
5600 °C ca., ma presenta macchie di temperatura inferiore e una granu-
lazione dovuta ai moti convettivi ascendenti e discendenti dei gas.
L'apparizione delle macchie segue un ciclo undecennale, ma il
fenomeno (sicuramente legato al magnetismo solare) non è ancora perfet-
tamente interpretato; osservando le macchie a latitudini diverse si può
dedurre che il Sole non ruota come un corpo solido e che all'equatore la
sua rotazione è più rapida. Sopra la fotosfera si nota uno strato sottile di
colore rossiccio, detto cromosfera, oltre il quale si estende fino a grande
distanza la corona (un plasma rarefatto di particelle a temperatura ele-
vatissima).
Dalla fotosfera si elevano getti di materiali incandescenti, dette pro-
tuberanze, che s'alzano fino a grandi quote (magari ricadendo poi sulla
fotosfera) e persistono per molte ore o per giorni; dette brillamenti se la
loro apparizione si limita a pochi minuti; filamenti scuri sul disco lumi-
noso indicano l'esistenza di eruzioni estese e persistenti.
Gli studi sul Sole dimostrano l'esistenza di elementi chimici identici a
quelli che si trovano sulla Terra, anche se in proporzioni diverse. Hanno
permesso di indagare la radiazione elettromagnetica del Sole sia nell'in-
frarosso, sia nell'ultravioletto ai raggi gamma. É stato dimostrato che il
Sole emette anche corpuscoli carichi che trasportano energia. Il vento
solare di ioni, protoni, elettroni, ecc. provoca numerosi fenomeni nell'in-
tero sistema planetario (magnetosfere intorno ai pianeti, aurore polari, code
di polveri cometarie, ecc.) e sembra associato alla frequenza e intensità dei
brillamenti e di altri fenomeni del ciclo undecennale di attività del Sole.
Si è stabilita la presenza di 70 dei 92 elementi naturali conosciuti:
Anche i rimanenti atomi sono probabilmente presenti, ma è difficile indi-
viduarli perché troppo deboli.
79

Fenomeni geofisici controllati dal Sole


Da lungo tempo è noto che le aurore polari e le tempeste magnetiche
seguono un ciclo undecennale; conoscendo meglio i fenomeni solari, oggi
il quadro dei fenomeni geofisici controllati dal Sole è più completo.
Quando si verificano brillamenti solari di una certa importanza, si ha
spesso l'interruzione completa delle comunicazioni radio a lunga di-
stanza, perché l'emissione di radiazioni X dal Sole produce un aumento
rapidissimo della densità elettronica nella ionosfera terrestre.
Inoltre dalla zona perturbata del Sole viene emesso plasma solare,
che viaggia nello spazio seguendo le linee di forza del campo magnetico
interplanetario e giunge alla Terra dopo 28 - 30 ore; l'impatto di queste
nuvole di plasma sulla magnetosfera produce perturbazioni del campo
magnetico terrestre, cioè una tempesta magnetica, e una parte del plasma
fluisce lungo le linee di forza del campo producendo intense aurore
polari. Talvolta si ha anche l'emissione dal Sole di protoni veloci, cioè di
raggi cosmici; grazie ai satelliti artificiali si può intercettare la nuvola di
plasma solare nel suo cammino, prima che giunga alla Terra, e studiarne
le proprietà per correlarle poi con i fenomeni terrestri.
Il sole quindi è generatore di radiazioni elettromagnetiche, di luce e
calore; nei tempi antichi era oggetto di culto e di adorazione. I nostri avi
comprendevano l'importanza vitale ed energetica di questo astro che, con i
suoi raggi, ogni giorno «libera» gli uomini dalle tenebre per riportarli alla
vita. Molti templi erano costruiti in adorazione del sole e le lunghe scalinate
verso l'alto mostrano l'ideale congiungimento tra l'uomo e il sole.
Anche gli animali percepiscono e hanno bisogno di questa energia
vitale. Poco prima della levata del sole gli uccelli smettono di cantare per
qualche minuto, quasi in segno di rispetto di una forza così grande.
L'astro solare è una potente fonte di energia. Infatti la crescita e la
vita delle piante, degli animali e dell'uomo, sono strettamente legati all'as-
sorbimento delle sue radiazioni, al vento solare di ioni, protoni, elettroni,
atomi, ecc. Le piante verdi, mediante il processo della fotosintesi clorofil-
liana, catturano questa energia che trasforma e compone sostanze sem-
plici come l'anidride carbonica, l'acqua o le sostanze minerali per formare
composti organici complessi adatti per alimentare gli animali e l'uomo. Il
sole attiva così il primo anello della catena alimentare e un ciclo vitale al
quale sono interessati indistintamente tutti gli esseri viventi, vegetali ed
animali.
La luce è anche una meravigliosa generatrice di colore. Colore e luce si
80

manifestano contemporaneamente. Lo spettro solare è formato da onde elet-


tromagnetiche, radiazioni luminose che determinano i colori fondamentali:
rosso, blu, arancio, giallo, verde e violetto. Quindi, la luce del sole, il bianco,
è la risultante della combinazione di tutti i colori, mentre il nero consiste
nell'assenza degli stessi.
Molti di questi raggi non sono visibili all'occhio umano, come gli
infrarossi, gli ultravioletti, le onde hertziane (o microonde) e i raggi X. I
colori dello spettro vengono classificati a seconda della lunghezza
d'onda. L'unità di misura usata è l'Ångstrom, simbolo abbreviato Å (che
equivale ad un centomilionesimo di centimetro).
I raggi ultravioletti sono gli ultimi delle radiazioni corte dopo il vio-
letto e si distinguono a seconda della lunghezza d'onda in: UV-A, UV-B,
UV-C. In natura l'UV-C non è presente. Come vedremo più avanti, viene
emesso in misura notevole dalle lampade fluorescenti, cioè quelle al
neon. Gli ultravioletti sono di effetto benefico sull'organismo, se presi a
giuste dosi: lo difendono dalle malattie, specie se virali, migliorano il
rendimento fisico e muscolare e stimolano la parte psichica dell'uomo,
ma possono provocare malattie della pelle se assunti eccessivamente.
La luce, oggi descritta dalla teoria quantistica del campo elettroma-
gnetico, è composta di fotoni, quanti di energia associati alla frequenza
della radiazione luminosa.
--- Maggiore è la lunghezza d'onda, minore è la frequenza, così si hanno
raggi infrarossi e radioonde.
--- Minore è la lunghezza d'onda, maggiore è la frequenza, così si hanno
raggi ultravioletti, gamma e X.
Tutte queste radiazioni si propagano normalmente in linea retta con
la stessa velocità della luce. Ogni colore corrisponde a una frequenza
d'onda diversa e i singoli colori si ottengono dalla luce solare bianca.
Colori puri, cioè radiazioni di frequenza unica, si hanno negli spettri di
emissione degli atomi.

Il colore e i coloranti
Il colore è una sensazione ottica variabile secondo la lunghezza
d'onda della luce. La luce solare (bianca) può venire scomposta nei cosid-
detti colori dell'iride: rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco, vio-
letto, con lunghezza d'onda sempre più breve. Il colore di un corpo è l'in-
sieme delle lunghezze d'onda che esso non assorbe; un corpo bianco non
assorbe e un corpo nero non riflette.
81

I colori dell’iride

I colori dell'iride
Per un osservatore normale, a ogni determinata composizione spet-
trale, corrisponde un colore ben definito, ma la sensazione di uno stesso
colore può essere provocata da infinite combinazioni diverse di luci con
differente lunghezza d'onda. Caratteristiche fondamentali del colore sono:
--- la tinta, che dipende unicamente dalle lunghezze d'onda;
--- la purezza, che dipende dalla maggiore o minor quantità di luce bian-
ca mescolata al colore;
--- la brillantezza, che è il rapporto fra la luce emessa o riflessa da una
superficie colorata e quella emessa da una superficie aventi lumino-
sità che si considera normale.
82

L'importanza pratica del colore costringe a aggettivarne il più possi-


bile l'individuazione; sono state definite alcune norme, dette di specifi-
cazione del colore, fondate sull'osservazione che si può ottenere con un
fascio di qualunque colore mediante sovrapposizione (o combinazione
additiva) di proporzioni opportune di tre colori fondamentali, convenien-
temente scelti. Le tre coordinate cromatiche e percentuali o le frazioni di
ogni colore fondamentale necessarie a formarlo si determinano con i co-
lorimetri.
La Commissione Internazionale per l'Illuminazione ha deciso (1931)
di fissare un sistema di coordinate tale che l'annullarsi di due di esse non
corrisponda alcun colore reale; ma si può ugualmente risalire a esse dalle
misure dirette con i colorimetri e quindi alla rappresentazione grafica.
Il bianco di uguale energia si ottiene con una distribuzione spettrale
uniforme, poco diversi sono i colori corrispondenti alla luce bianca natu-
rale (luce media del giorno) e alla luce bianca artificiale, che hanno però
diverse composizioni spettrali.
I colori puri, o saturi si possono ottenere combinando il colore puro
con una dose sempre maggiore di bianco, oppure la combinazione addi-
tiva è il bianco. Così, se si sovrappongono il blu e il giallo, otteniamo il
bianco, come pure sovrapponendo il giallo-verdastro al violetto o il blu-
verdastro all'arancione.
Due colori particolari non compaiono nei colori puri dello spettro: il
ciano, ottenuto sottraendo il rosso al bianco e il magenta, ottenuto sot-
traendo il verde al bianco.
Più complessa è la precisazione del colore di un oggetto non lumi-
noso ma illuminato, perché in tal caso la sensazione dipende, oltre che
dall'oggetto, anche dalla radiazione incidente (dalla sua composizione
spettrale).
Si dice nera una superficie (realizzabile solo approssimativamente)
capace di assorbire completamente tutte le radiazioni; l'assorbimento
praticamente completo si ottiene nel corpo nero a cavità.
I colori sono sostanze colorate che tingono una superficie per
sovrapposizione di uno strato opaco ricoprente. Vengono commerciati in
polvere, in pani, in bastoncini:
--- Impastati con acqua, gomma, colla, e simili sono detti colori ad aqua-
rello;
--- Impastati con olio sono detti colori a olio;
--- Impastati con gesso, talco, creta sono detti colori a pastello.
83

I coloranti
Sono sostanze capaci di fissarsi stabilmente e di colorare un determi-
nato supporto in virtù di particolari reazioni che intervengono tra il sup-
porto stesso e il materiale colorante. In tale definizione non sono perciò
compresi i colori e i pigmenti che rendono colorato il supporto su cui
sono depositati unicamente per sovrapposizione, cioè senza reazioni
chimiche. Le sostanze coloranti si possono dividere in naturali e sin-
tetiche o artificiali.
Coloranti naturali. Hanno oggi un interesse quasi esclusivamente
storico, in quanto rappresentano i primi e unici coloranti impiegati fino al
1856, anno in cui nasce l'industria dei coloranti di sintesi. I coloranti na-
turali erano di origine animale, come la porpora, il rosso di cocciniglia, il
nero di seppia; oppure di origine vegetale, come l'indaco, l'alizarina, la
porporina, il giallo di curcuma, il nero del mallo di noce.
Coloranti sintetici. Sono numerosissimi (decine di migliaia) e offrono,
rispetto a quelli naturali, enormi vantaggi per varietà di colore, solidità,
potere tintoriale e prezzo. Generalmente non si trovano mai allo stato
puro ma vengono arricchiti con materiali vari. Vengono di solito caratte-
rizzati da un nome, da un numero e da una sigla: il nome è spesso di fan-
tasia. Il numero indica la sfumatura di colore; la sigla può indicare diverse
cose: o il colore o certe caratteristiche del colorante. La classificazione
delle sostanze coloranti può essere fatta sia in base al loro metodo o al
loro tipo di impiego sia da un punto di vista chimico-strutturale.
Classificazione secondo l'impiego. In base a questo criterio le
sostanze coloranti vengono divise in: coloranti diretti acidi, diretti basici,
sostantivi, a mordente, a sviluppo o al ghiaccio e al tino.
--- I coloranti diretti acidi contengono gruppi solfonici e vengono im-
piegati per tingere la lana (fibra basica): la tintura avviene per immer-
sione della fibra in una soluzione del colorante; il fissaggio del colo-
rante alla fibra è essenzialmente dovuto ad una reazione di salificazio-
ne tra i gruppi acidi del colorante e quelli basici della fibra.
--- I coloranti diretti basici contengono gruppi amminici che, essendo
basici, vengono usati per tingere fibre acide come la seta o fibre rese
acide tramite mordenzatura.
--- I coloranti sostantivi contengono nella molecola gruppi solfonici so-
lubizzanti e generalmente gruppi azoici; sono impiegati per tingere le
fibre neutre (cotone) e la tintura avviene per immersione della fibra
nel bagno del colorante; il fissaggio è dovuto a fenomeni di assorbimento.
84

--- I coloranti a mordente sono sostanze generalmente insolubili in ac-


qua, che vengono applicate alla fibra previa operazione di morden-
zatura della fibra stessa. La tintura avviene per immersione della fi-
bra mordenzata in una dispersione acquosa del colorante, che si fissa
alla fibra per mezzo del metallo: si formano così lacche in cui sono
presenti anelli chelati e il cui colore dipende tra l'altro dal metallo usato
per la mordenzatura. Questi coloranti sono fenoli o naftoli aventi in
orto - o in para - un gruppo insaturo.
--- I coloranti a sviluppo sono in genere coloranti azoici, che vengono pre-
parati sulla fibra stessa che deve essere tinta. La tintura avviene immer-
gendo in un bagno freddo di un sale di diazonio la fibra precedente-
mente impregnata con la sostanza da diazotare.
--- I coloranti al tino sono coloranti insolubili che, per essere applicati al
la fibra, debbono essere trasformati nella forma ridotta (leucoforma)
solubile, che si fissa alla fibra in maniera analoga ai coloranti sostantivi.
Per la tintura si immerge la fibra nella soluzione della leucoforma e suc-
cessivamente si provvede al ripristino del colorante per ossidazione chi-
mica della leucoforma assorbita dalla fibra. Questi coloranti sono
detti «al tino» in quanto originariamente la riduzione veniva eseguita
nell'ambiente riducente che si crea durante certe fermentazioni bat-
teriche nei cosiddetti tini di fermentazione.

Classificazione chimica.
Secondo questa classificazione i coloranti si dividono in cinque gruppi:
coloranti dei trifenilmetano, azoici, antrachinoici, indigoidi e coloranti
allo zolfo.
La luce, oggi descritta dalla teoria quantistica del campo elettroma-
gnetico, è composta da fotoni, quanti di energia associati alla frequenza
della radiazione luminosa.
--- Maggiore è la lunghezza d'onda, minore è la frequenza, così si hanno
raggi infrarossi e radioonde.
--- Minore è la lunghezza d'onda, maggiore è la frequenza, così si hanno raggi
ultravioletti, gamma e X.
Tutte queste radiazioni si propagano normalmente in linea retta con
la stessa velocità della luce. Ogni colore corrisponde ad una frequenza
d'onda diversa e i diversi colori si ottengono dalla luce solare bianca.
Colori puri, cioè radiazioni di frquenza unica, si hanno negli spettri di
emissione degli atomi.
85

La luce e i colori
La luce con i suoi colori interviene su tutte le attività del metabo-
lismo umano. I raggi solari, visibili e invisibili, penetrano nel nostro
corpo tramite l'occhio e la cute.
La luce penetra nei nostri occhi e, oltre a permettere la visione delle
cose, trasmette degli impulsi all'ipotalamo, formazione nervosa situata
nella parte inferiore al talamo, che ha in sé il chiasma ottico con i nervi
ottici. I centri ipotalamici integrano e coordinano numerose funzioni
somatiche e viscerali, regolano la pressione del sangue, la temperatura
corporea, il comportamento sessuale, il sonno, le reazioni emotive e altre
importanti funzioni vitali. Tramite la pelle, il sole accelera l'attività delle
cellule, migliorando l'assorbimento nutrizionale, aiuta a metabolizzare la
vitamina D che facilita l'assorbimento intestinale del calcio.
Senza sole, la struttura proteica delle ossa di nuova formazione non si
mineralizza, producendo, nei bambini e nei giovani, il rachitismo. Il calore
del sole provoca un aumento della sudorazione, favorendo l'eliminazione
delle tossine. I tessuti, in generale, vengono rafforzati e tonificati.
Si nota subito l'effetto della mancanza di sole su una pallida faccia
cittadina o su una scolorita pianta d'appartamento poco esposte alla luce.
Invece una buona esposizione solare di un corpo malaticcio o debole lo fa
tornare in forza e salute.
Gli organi interni, come il cuore, ricevono energia, mentre l'attività
respiratoria aumenta e così l'assunzione di ossigeno. I batteri si riducono
e così varie malattie, anche le ferite si cicatrizzano velocemente.
Le persone che per motivi di lavoro vivono poco a contatto della luce
solare, o che subiscono gli effetti dei diversi fusi orari, sanno che molti
meccanismi fisiologici si alterano, specialmente quelli legati alla funzione
di alcune ghiandole endocrine (tiroide, corteccia surrenale, ovaie, ecc.)
Ma questo legame tra luce solare, natura e salute, che ha accompa-
gnato da sempre l'uomo, oggi non sembra più essere rispettato. La luce
artificiale, così comoda, sostituisce sempre più quella naturale, con effetti
molto diversi.

LA LUCE ARTIFICIALE E ALCUNI EDIFICI PRIVI DI SOLE

Possiamo definire la luce artificiale una imitazione della luce naturale,


ma per l'uomo non è sempre così facile riprodurre la perfezione della natura.
86

Mentre nella luce solare lo spettro luminoso è rappresentato nella sua


completezza, le fonti di luce artificiale contengono solo una parte limitata e
distorta di questo spettro, perché non emette le stesse radiazioni elettroma-
gnetiche solari. Lo possiamo osservare nella diversa colorazione che as-
sumono le superfici alla luce artificiale: il verde tende al grigio e gli altri co-
lori si alterano, tant'è che quando guardiamo un abito o una foto a colori dob-
biamo uscire dal negozio o avvicinarci alla vetrina per vedere, alla luce del
sole, quale sia il colore naturale.
Questa mancata resa cromatica della luce artificiale, che affatica
notevolmente la vista, ha degli effetti biologici non benefìci. Viene a man-
care la stimolazione positiva delle ghiandole endocrine e questo può spie-
gare perché il lavoro sotto le luci artificiali diventa più difficile.
A proposito, studi statistici hanno dimostrato che l'attenzione degli
alunni viene mantenuta più a lungo con una illuminazione naturale piut-
tosto che artificiale, così per tutti quei lavori intellettuali e manuali che
richiedono concentrazione.
La luce artificiale genera facilmente stanchezza, irritazione agli
occhi, mal di testa e tensione nervosa. Al contrario la luce solare ha pro-
prietà rilassanti e distensive sul sistema nervoso.
L'illuminazione naturale, seguendo il moto della Terra e le variazioni
del tempo, è sempre diversa. La luce artificiale invece è sempre uguale e
la sua intensità si può rappresentare graficamente con una retta costante.
L'illuminazione interna infatti accentua questa monotonia con luci molto
forti o con i neon che tolgono ogni ombra lasciando l'ambiente piatto e
innaturale. Sembra invece che la variabilità sia un fattore estremamente
utile per un buon equilibrio psichico.
In natura non esistono le forme monotone, senza ombre e sempre
uguali. Il sole illumina ma nello stesso tempo mette in ombra. Le forme
della natura si muovono e «giocano» sempre con la luce: nel bosco si
vedono fantastici giochi di luce tra le fronde come pure i prati, i fiori e
l'orizzonte offrono spettacoli luminosi sempre diversi. Solo quando il sole
arriva allo zenit c'è un momento quasi senza ombre, ma dura poco.
Negli ambienti illuminati artificialmente, i punti luce sono quasi
sempre allo «zenit» e danno un senso di monotonia. Tutti abbiamo speri-
mentato il piacere di soggiornare in una stanza esposta a Est, a Sud o a
Ovest dove, specie d'inverno, il sole ci accompagna e tinge di colori
diversi l'orizzonte e la stanza che ci ospita. In quel momento siamo parte-
cipi della natura e dei suoi cicli.
87

Altre luci naturali come la fiamma di una candela o il fuoco nel


camino «nutrono» l'occhio di una luce sempre varia. I bagliori del fuoco
che arde nel camino illuminano la stanza con giochi di luce che rendono
l'ambiente più caldo e magico. L'arcaico legame con il fuoco vivifica non
solo l'ambiente ma anche la nostra mente e lo spirito umano.
Oggi, contrariamente al passato, si trascorre molto tempo all'interno
degli uffici, dei negozi e delle abitazioni; l'illuminazione dell'ambiente
perciò, naturale o artificiale che sia, ha una grande influenza sull'uomo.
Una illuminazione naturale durante il giorno sarebbe sempre con-
sigliabile, ma nei centri urbani ciò è abbastanza difficile. Le abitazioni,
spesso costruite una vicina all'altra, hanno interspazi troppo stretti che
impediscono ai raggi solari di penetrarvi.
Gli edifici di alcuni centri urbani hanno una luminosità interna pari
al 2% circa di quella esterna. Inoltre la cappa di smog riduce ulterior-
mente l'insolazione e, specie d'inverno, vengono particolarmente diminui-
te le radiazioni ultraviolette.
Anche nelle nuove case, scuole e ospedali il sole penetra poco o
nulla. Alcuni edifici addirittura sono progettati senza finestre, con una
costante illuminazione artificiale.
In alcuni casi, la luce naturale non viene utilizzata di proposito, come
nei grandi magazzini, mostre e negozi, dove si vogliono mettere in rilievo
particolari aspetti della merce per facilitarne la vendita.
Questi edifici, che rappresentano un aspetto negativo dell'architet-
tura e della cultura, dimostrano come l'uomo spesso usi male la tecnolo-
gia, che invece dovrebbe consentire soluzioni più umane e naturali.

Che malinconia senza sole!


Quando arriva l'inverno la luce del sole è ridotta e accorcia le gior-
nate. Si trascorre poco tempo all'aperto e si lavora in ambienti chiusi. Ci
sentiamo più stanchi, ci alziamo dal letto malvolentieri, non abbiamo
voglia di lavorare e siamo spesso tristi. È questa una nuova malattia che
viene definita S.A.D. (Seasonal Affective Disorder), cioè Disturbo
Emotivo Stagionale.
Ne sembra interessata l'epifisi, ghiandola a secrezione interna che
Cartesio riteneva sede dell'anima. Situata alla base del cervello, sulla fac-
cia inferiore dell'ipotalamo, la sua funzione è di elaborare gli ormoni e
regolare lo sviluppo corporeo, il metabolismo, agire sull'apparato ses-
suale, sul tessuto muscolare e altre numerose funzioni, compresi gli
88

effetti della luce sul nostro organismo. In seguito all'alternanza quotidia-


na di luce e buio, l'epifisi produce la melatonina, sostanza che provoca
uno schiarimento della cute, e che aiuta anche a sincronizzare e regolare i
nostri ritmi biologici.
Se l'ormone è in eccesso siamo sempre assonnati, se invece manca
non dormiamo mai. La melatonina si produce in assenza di luce naturale
e anche in presenza di luce elettrica (perché lo spettro incompleto di una
lampadina viene recepito dal nostro corpo come buio).
Questo tipo di patologia, le cui cause non sono ancora del tutto
chiare, con prolungate esposizioni alla luce naturale scompare. È la prova
che gli effetti stimolanti della luce del sole annullano quelli deprimenti
della illuminazione artificiale.

COME ORIENTARE LA CASA E I LOCALI?

L'orientamento della casa, dei locali e l'ecologia dell'abitare sono


molto importanti. La disposizione rispetto ai punti cardinali condiziona
l'illuminazione dell'ambiente e la temperatura.
Quando viene progettata un'abitazione o si ristruttura la disposizione
interna occorre tenere presente la posizione della Terra rispetto al Sole.
Nel passato questa era la prima regola ad essere rispettata. Le vecchie
case dei contadini e le ville dei patrizi, per esempio, hanno tutte un orien-
tamento che permette l'illuminazione migliore. Le facciate più ampie e le
finestre principali sono rivolte a Sud, spesso protette dai portici nelle
regioni più calde, mentre grosse pareti isolano l'abitazione a Nord.
Le attuali abitazioni hanno invece un orientamento di «fantasia» e
spesso di opportunità speculativa. Anche dove non ci sono limiti di
spazio, certi architetti e progettisti preferiscono privilegiare il paesaggio
costruendo spesso facciate senza finestre proprio a Sud creando così una
casa buia e poco salubre (anche se nuova).
In Italia, d'inverno, i raggi del sole sono più radenti, in estate quasi
perpendicolari. Il soleggiamento segue queste fasi:
--- A Est sorge il sole e i suoi raggi sono bassi e radenti, rispetto alla
superficie terrestre: sino alle ore dodici essi penetrano bene anche in
presenza di cornicioni o sporgenze che proteggono le finestre.
--- A Sud la luce è intensa e luminosa e d'inverno, essendo il sole basso,
i raggi penetrano all'interno, mentre d'estate sono quasi perpendico-
lari perciò colpiscono i tetti degli edifìci.
89

--- A Ovest i raggi sono nuovamente radenti. D'estate il soleggiamento


è più prolungato. La luce ha i colori rossastri del tramonto. È una lu-
ce molto allegra e rilassante.
--- A Nord il soleggiamento è sempre nullo. Solo d'estate si ha un irrag-
giamento nei punti nord-est e nord-ovest; la tenue luce arriva più per
riflessione dalla volta celeste che in modo diretto e le pareti son sem-
pre fredde. La disposizione migliore degli ambienti dovrebbe essere
la seguente:
--- La zona giorno è preferibile situarla a sud-est o sud-ovest, per godere
della luce che penetra radente all'interno. Le finestre dovrebbero es-
sere ampie.
--- Le camere da letto dovrebbero essere esposte a sud per dare energia
al corpo al risveglio. Se sono camere-studio, come quelle dei ragaz-
zi, possono essere orientate anche a ovest o sud-est.
--- Le zone di servizio (lavanderie, bagni, garage, ecc.) vanno previste a
nord in modo da creare un ambiente-cuscinetto per proteggere la ca-
sa dal freddo. Le finestre dovranno essere di dimensioni ridotte.
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QUALE ILLUMINAZIONE SCEGLIERE? E D.L. 626/94

Le regole della natura non possono essere modificate a piaci-


mento. Ecco perché l'illuminazione va pensata e usata come elemento
per il nostro benessere e quindi dovrebbe meritare tutta la nostra atten-
zione.
Tuttavia, oggi, l'illuminazione non è solo salubrità, ma anche moda,
prestigio e arredo. E questo ci porta ad un uso sempre più indiscriminato
e inquinante dell'elettricità, dell'illuminazione artificiale, come di certi
cibi transgenici.

L'illuminazione naturale
Certamente quella solare è naturale, ma noi usiamo spesso luci elet-
triche. L'uso della luce artificiale è dovuto ad un orientamento sfavore-
vole dell'abitazione, ma anche ad un arredamento mal disposto. È facile
che il tavolo da lavoro sia situato nell'angolo più buio della stanza, quando
potrebbe invece essere vicino alla finestra o dove potrebbe ricevere
meglio la luce esterna.
I raggi solari dovrebbero entrare nelle nostre abitazioni il più possi-
bile, se vogliamo mantenere la casa sana e difesa da muffe e batteri.
Queste virtù dei raggi solari sono però ostacolate dalle superfici traspa-
renti dei vetri. Questi infatti lasciano passare la parte visibile dello spettro
solare permettendo la visione, ma limitano i raggi infrarossi e bloccano
quelli ultravioletti.
I vetri, come tutti gli schermi, quali occhiali, parabrezza, ecc., non
permettono ai raggi solari di arrivare al sistema ghiandolare e di
apportare le loro benefiche stimolazioni.
Recentemente sono state introdotte nel mercato le biofinestre che
fanno uso di vetri al quarzo, ma i prezzi sono elevati. Dove l'irraggia-
mento del sole è intenso, meglio usare i vetri sottili e, se possibile, evitare
i doppi vetri.
Occorre ricordare di aerare le stanze a lungo quando vi «entra» il
sole, se non è troppo caldo o troppo freddo, in modo che i raggi svolgano
la loro azione energetica e disinfettante.

L'illuminazione artificiale
L'illuminazione artificiale consente di notte la nostra attività lavora-
tiva o di svago e per questo dobbiamo usare sempre di più la luce elet-
91

trica. Vediamo come essa può essere utilizzata. Quale lampadina


scegliere? La luce solare, sappiamo, è la fonte ottimale che permette una
visione nitida di colori e contorni. La luce artificiale non riesce a raggiun-
gere la perfezione di quella naturale, tuttavia alcune lampade favoriscono
una migliore visione rispetto ad altre e si avvicinano meglio alla luce
solare.
I sistemi di illuminazione sono sostanzialmente due: ad incan-
descenza e a luminescenza:

Incandescenza. L'esempio tipico di questa illuminazione è la comune


lampadina. Un filamento di tungsteno è posto all'interno di un bulbo di
vetro. Col passaggio della corrente il filamento diventa incandescente e
genera luce. Le tonalità che predominano sono quelle «calde» come il
giallo e il rosso. Questa luce non emana ultravioletti ma infrarossi (invisi-
bili) e falsa leggermente la percezione dei colori, ma crea un'atmosfera
piacevole.
Gli inconvenienti di questo sistema sono stati parzialmente ovviati
con le lampade alogene nelle quali la temperatura è più elevata, perciò
simile alla luce solare, ma più bianca e più «fredda».

Luminescenza. Nella lampada a luminescenza (neon) la corrente elet-


trica passa in un tubo di vetro che contiene del gas che, ionizzandosi,
emette luce. L'esempio più conosciuto è costituito dalle lampade al neon.
Queste, come tutte quelle a luminescenza, hanno trovato diffusione per la
loro versatilità ed economicità. Sono molto usate per le insegne luminose,
in luoghi pubblici o nei negozi, dove spesso le colorazioni migliorano
l'aspetto dei locali o della merce.
È una luce sgradevole, troppo bianca e piatta e nasconde insidie. Lo
spettro cromatico è particolarmente snaturato, specie nella gamma ultra-
violetta dove c'è grande predominanza di UV-C. Nelle persone che sog-
giornano a lungo in stanze illuminate dal neon si è riscontrata una mag-
giore secrezione di ormoni ipofisari.
Il neon, inoltre, produce spesso un continuo «sfarfallio», cioè un'al-
ternanza tra luce e buio, spesso invisibile ma di effetto negativo sul corpo.
Queste oscillazioni di luce, che diventano più visibili nelle lampade in
cattivo stato, creano disturbi alla vista, mal di testa, nausee e altri disturbi
psico-fisici.
92

Esempi di interni. Colori e materiali si liberano nelle forme.


93

L'illuminazione dell'ufficio
La maggior parte di noi passa molte ore della giornata lavorativa in
ambienti illuminati artificialmente. Poiché gran parte del lavoro in un
ufficio è basato sulla percezione visiva e sulla visione, è comprensibile
che si siano sviluppate ricerche ergonomiche sui requisiti degli impianti
di illuminazione, affinché ai lavoratori fossero garantite prestazioni visive
ottimali.
Il decreto legislativo n. 626/94 allinea il nostro Paese al resto
dell'Europa e sottolinea l'importanza del benessere psicofisico del lavora-
tore. In fatto di illuminazione, esiste una correlazione tra la prestazione
visiva e l'illuminamento.
L'illuminamento (illuminance) è la grandezza fisica che rappresenta
la quantità di luce (lumen) che cade su una superficie unitaria (il metro
quadrato), ovvero il rapporto tra flusso incidente e area della superficie
illuminata. Un lumen su una superficie di un metro quadrato produce un
illuminamento di un lux (lx), unità di misura dell'illuminamento.
Per valutare il comfort visivo il rapporto tra illuminamento e visione
è una condizione necessaria, ma non sufficiente. Infatti, è molto impor-
tante la distribuzione della luce all'interno dell'ambiente per impedire l'af-
faticamento dell'occhio a causa della disparità delle luminanze (lumi-
nosità delle superfici osservate).
A tale scopo, una ripartizione equilibrata, che si adotta frequente-
mente, prevede luminanze maggiori nelle zone alte (pareti e soffitti) con
un minimo sulle pavimentazioni. In questo modo si ricreano le condizioni
dell'illuminazione naturale (luce intensa del cielo e luce più debole ri-
flessa dal terreno).
Inoltre, è fondamentale progettare impianti che facciano risaltare
efficacemente i contrasti. Un oggetto si percepisce in modi diversi a se-
conda di come si staglia su un fondo più o meno luminoso rispetto ad
esso. Quindi, una buona resa del contrasto implica rendere più agevole la
visione e ridurre l'affaticamento.
Un altro parametro di valutazione del comfort visivo è il controllo
dell'abbagliamento, che è un'accentuata disuniformità delle luminanze
contenute nel campo visivo. In questo caso conta molto la direzione dei
fasci proiettati verso l'osservatore.
L'ultimo parametro da considerare è la tonalità della luce, che deter-
mina la qualità dell'illuminazione. La valutazione della tonalità della luce
si determina tramite una grandezza termica (temperatura assoluta)
94

espressa in Kelvin (K). Al di sotto di 5.300 K (tonalità che l'uomo per-


cepisce come luce bianca) la luce è considerata fredda, tra i 5.300 K e i
3.300 K intermedia, e al di sotto dei 3.300 K calda.
Esiste una correlazione tra livello di illuminamento e temperatura di
colore: a basse temperature di colore si dovrebbero associare bassi livelli
di illuminamento e, viceversa, alte temperature richiedono elevati illumi-
namenti.

La disposizione e la scelta delle luci cambiano i nostri ambienti


95

L'ILLUMINAZIONE E IL D.L. N. 626/94

Il D.L. n. 626/94 non si propone solo di tutelare la sicurezza dei lavoratori,


ma anche la loro salute e il loro benessere. Testualmente il decreto recita all'arti-
colo 33, comma 8:
«L'articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica 19 marzo 1956 n.
303 è sostituito dal seguente: Articolo 10 (illuminazione naturale e artificiale
nei luoghi di lavoro).
--- I luoghi di lavoro devono disporre di sufficiente luce naturale ed essere
dotati di dispositivi che consentono un'illuminazione artificiale adeguata
per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere dei lavoratori.
--- Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione
devono essere installati in modo che il tipo di illuminazione previsto non
rappresenti un rischio di infortunio per i lavoratori.
--- I luoghi di lavoro nei quali i lavoratori sono particolarmente esposti a
rischi in caso di guasto dell'illuminazione artificiale devono disporre di
un'illuminazione di sicurezza di sufficiente intensità.
--- Le superfici vetrate illuminanti e i mezzi di illuminazione artificiale devono
essere tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia ed efficienza.»
Il Decreto non fornisce grandezze fisiche, né indica i limiti quantitativi. La
cosiddetta «illuminazione artificiale adeguata» si può ottenere seguendo i det-
tami della norma Uni 10380 (maggio 1994).
«Illuminazione di interni con luce artificiale» che delinea i requisiti degli
impianti sotto molteplici punti di vista, con particolare attenzione per i luoghi di
lavoro.
Nella norma citata si trovano i valori degli illuminamenti consigliati insieme
ai parametri per il controllo del comfort visivo, nonché le procedure per le veri-
fiche di impianti progettati e/o installati.
Inoltre, il Titolo VI del Decreto è dedicato all' «Uso di attrezzature munite di
videoterminali» e prescrive l'obbligo per il datore di lavoro di valutare i rischi
«per la vista e per gli occhi derivanti dall'uso dei videoterminali».
Per i luoghi di lavoro attivi dopo l'entrata in vigore del decreto sono fornite
delle prescrizioni minime (allegato VII) tra cui, in riferimento agli schemi dei
videoterminali, le seguenti:
--- «Lo schermo non deve avere riflessi o riverberi che possano causare molestia
all'utilizzatore»;
--- «La tastiera deve avere una superficie opaca onde evitare riflessi»;
--- «Il piano di lavoro deve avere una superficie poco riflettente, essere di
dimensioni sufficienti e permettere una disposizione flessibile dello
schermo, della tastiera, dei documenti e del materiale accessorio.»
96

La luce ideale per il computer


Le fonti di luce naturale possono disturbare chi lavora ad un videoter-
minale. Si consiglia di posizionare il computer lontano da finestre, da
lucernari o da vetrate, che in ogni caso è bene schermare con tendaggi o
barriere semitrasparenti o opache.
Tali sorgenti di lavoro non devono trovarsi dietro o di fronte al video
e, quindi, la direzione di mira dell'operatore deve essere il più possibile
parallela al piano delle superfici vetrate. In questo modo, si evitano
superfici ad alta luminanza (quantificazione della luminosità di una
superficie emittente, riflettente o trasmittente). Un altro consiglio è quello
di limitare il valore di illuminamento sul piano di lavoro orizzontale a un
valore compreso tra 200 lx e 500 lx.
Di seguito si riportano tre esempi di posizione del videoterminale:
1 --- posizione corretta del videoterminale rispetto alla parete finetrata;
2 --- posizione non corretta del videoterminale a causa delle elevate dif-
ferenze di luminanze nel campo visivo;
3 --- posizione non corretta del videoterminale a causa delle riflessioni
della luce diurna sullo schermo.
97

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI

 Se il sole crea fenomeni di abbagliamento, filtriamolo con delle


tende leggere. Evitiamo i tessuti troppo pesanti che oscurano l'ambien-
te e inoltre trattengono molte radiazioni utili all'organismo. Se le
stanze sono buie si può rimediare con superfici chiare e luminose.
Non teniamo luci accese quando non è necessario. In casa è preferi-
bile la luce piacevole a incandescenza.
Le lampade al neon sono eventualmente da usare solo nei luoghi di
lavoro dove è richiesta un'illuminazione più chiara.
È bene tenere presente che le luci a bassa temperatura, cioè a 3000-
3500°K sono «calde» e psicologicamente gradevoli per le loro tonali-
tà rosa. Luci a maggiore temperatura rendono la visione un po' più
facile, ma creano ambienti «freddi» e, se poco potenti, le tonalità che
prevalgono sono il verde e l'azzurro. Sono da preferire quindi lam-
pade a campana o smerigliate per meglio diffondere la luce.
 Se soffriamo della sindrome emotivo-stagionale (SAD) o il nostro la-
voro richiede l'uso costante di luci artificiali, è possibile acquistare
lampade in commercio con spettro più completo. Con queste lampa-
de gli effetti negativi diminuiscono. La temperatura è infatti di 5500°K,
cioè quella della luce naturale.
 II tavolo da lavoro è il luogo dove gli occhi si stancano di più per l'at-
tenzione richiesta. La lampada da tavolo che fornisce luce concentrata
deve essere utilizzata assieme a una illuminazione generale per evitare
forti contrasti. Non teniamo le lampade troppo vicino alla testa per
non dar luogo ad emicranie o stanchezza generate da onde elettriche.
Se adoperiamo dei monitor, illuminiamo tutta la stanza diffusamente
per non stancare gli occhi.
 Le superfici non dovrebbero mai essere lucide, ma opache per evitare
di abbagliarsi. I colori scuri, che creano contrasti troppo forti con quel-
li chiari, non sono consigliati. Le tonalità migliori sono quelle chiare
come il legno naturale (non il bianco). Per le attività intellettive dispo-
nete il tavolo vicino alla finestra, in modo da ricevere la luce naturale.
 Controlliamo l'intensità luminosa degli ambienti ricordando che:
--- un'illuminazione troppo forte porta a disturbi nervosi, insonnia, ansia,
ipereccitazione;
--- una luce carente o piatta porta malinconia, stanchezza, depressione,
pessimismo;
98

--- un'illuminazione varia e piacevole favorisce il rilassamento, la gioiosità,


l'allegria e il piacere. Quindi studiare e disporre l'illuminazione nel
proprio ambiente diventa un «gioco» di forme, luci e colori che agi-
scono anche sul corpo e sugli stati emotivi.

Questo soggiorno è caratterizzato da una vetrata, che permette alla luce naturale di entrare. La scelta di
un arredamento con tonalità naturali abbinate al bianco rende l'ambiente ancora più luminoso. La dis-
posizione e la scelta delle luci «cambiano» i nostri ambienti.
99

LA SCELTA DEI COLORI

Quando scegliamo il colore rosa per le pareti della nostra camera o


indossiamo un maglione blu o acquistiamo un'auto rossa non lo facciamo
solo per questioni di gusto, ma per qualche cosa di più.
La scelta di un colore piuttosto che di un altro è infatti un modo di
comunicare, esprime un nostro stato d'animo e rivela qualcosa della nostra
personalità. Non a caso il colore è stato definito un linguaggio più effi-
cace delle parole.
Ai colori associamo situazioni, stati d'animo e sensazioni: diciamo
infatti che diventiamo rossi di rabbia, verdi per lo spavento o blu per la
paura. La miseria è nera mentre la felicità è sempre rosa. Ci esprimiamo
continuamente con i colori e questi, a loro volta, influenzano la nostra
vita, anche se non ce ne accorgiamo.
La natura è maestra nel dosare i colori. Alla sua ricchezza cromatica
corrispondono sempre dei segnali. Il cambiamento di colore delle foglie
degli alberi e dei fiori indica il mutare delle stagioni e degli ambienti, il
cielo azzurro o un tramonto rosso indicano il bel tempo mentre una colora-
zione grigia segnala la pioggia.
Anche i campi coltivati cambiano colore col crescere e cambiare
delle colture; alcuni animali cambiano il colore del manto in certe situa-
zioni di difesa, di attacco o di amore.
I colori vivaci dei fiori hanno lo scopo di richiamare gli insetti che
consentono di essere fecondati. L'uomo non può sfuggire agli effetti dei
colori della natura.
Anche nell'antichità i colori e i loro effetti erano usati a scopo reli-
gioso, terapeutico, magico e sociale. Nell'antica Cina i colori erano usati
nella dietetica e per la diagnosi delle malattie. Il colorito del corpo e del viso,
infatti, indicava un disturbo legato a determinati organi: l'eccesso di rosso
richiamava a disturbi del cuore, l'eccesso di giallo alla milza e così via.
La medicina Ayurvedica, una delle forme terapeutiche più antiche
provenienti dall'India, prescrive quali colori devono avere i farmaci. La
litoterapia (uso medico delle pietre) era certamente legata anche al colore
della pietra.
Per i terapeuti indiani, in passato come oggi, il colore ha un'azione
energetica profonda sull'uomo non solo a livello del corpo ma anche della
mente e dello spirito. Le radiazioni cromatiche, assorbite e cedute dal
corpo sono state dimostrate dal ricercatore russo Kirlian agli inizi del XX
100

secolo. Questi, con una tecnica fotografica particolare, è riuscito a fissare


l'aureola colorata anche delle mani e dei piedi emanata dagli organismi
viventi.
Questo metodo, che mostra la presenza di energie (colorate) attorno
a noi (chiamate dai giapponesi «aura o ki» e dagli indiani «prana»), è
utile per formulare una diagnosi sull'equilibrio energetico e quindi sulle
funzionalità o su eventuali lesioni dei vari organi.
Il mutamento cromatico più evidente avviene tutti i giorni con l'al-
ternarsi del sole e della luna: giallo e rassicurante è il colore del giorno,
blu e misterioso è quello della notte. Proprio questa alternanza sembra
definire i principali effetti psico-fisici dei colori sull'uomo.
I colori «caldi» o chiari, come il rosso, l'arancio o il giallo e la luce
naturale, sono quelli attivi e generano un'azione stimolante: accelerano i
battiti del cuore e la respirazione, accrescono la tensione muscolare e
favoriscono la vitalità; spingono l'individuo alla praticità e alla con-
cretezza.
I colori «freddi» e scuri, come l'azzurro, l'indaco e il violetto e il
buio della notte, hanno invece un effetto calmante. Rallentano i ritmi
vitali, favoriscono il sonno e il riposo. Richiamano l'uomo ad una dimen-
sione più spirituale e interiore.
Il bianco e il nero sono i non-colori; il primo rappresenta in assoluto
tutto ciò che è vita, sole e felicità, mentre il secondo richiama l'oscurità,
l'immobilità, la tristezza e la morte.
La persona non ha bisogno di un colore solo ma di tutti i colori inte-
grati ed alternati. Il bisogno di un colore e del suo complementare è
avvertito continuamente, anche se a livello inconscio.
Nell'abbigliamento e nelle varie mode, dove il fenomeno cromatico è
più evidente, un colore domina solo per un certo periodo, in quanto
stanca; e il colore successivo sarà il suo inverso e opposto per ristabilire
gli equilibri.
Dopo un periodo di giallo si impone il viola e, a rotazione, dopo un
periodo di grigio o nero, tornano gli abbinamenti sgargianti.
Questo bisogno di equilibrio avviene anche per quanto riguarda le
abitazioni. I contadini, per esempio, essendo a continuo contatto col
verde dei campi e delle piante dipingono di rosa gli interni delle
abitazioni. Forse, senza saperlo, scelgono un colore opposto al verde per
ristabilire un equilibrio cromatico e fisiologico.
Questo soggiorno ha
un aspetto estivo e fre-
sco. I colori freddi rie-
scono a creare un’im-
pressione di spaziali-
tà, quindi sono utili
per ingrandire i locali
piccoli.

Questo ambiente ha un aspetto caldo ed accogliente. In questo caso i toni non sono troppo forti,
prevalgono, l'arancione ed il giallo.Tenete presente che un colore è tanto più forte quanto più si avvic-
ina ad un colore primario. In genere, è consigliabile adottare le tonalità intermedie, ricorrendo alle
tinte forti solo per qualche particolare.
102

COLORI E CROMOTERAPIA

I colori hanno effetti sul corpo e sulla mente determinando e spesso


modificando la percezione della realtà delle cose e degli ambienti. Questo
lo sanno bene le agenzie pubblicitarie e le aziende che scelgono con
estrema cura il colore dei loro prodotti e delle confezioni.
Le etichette, ad esempio, hanno precisi riferimenti: un prodotto dol-
ciario dovrà essere confezionato generalmente con carta o decorazioni
azzurre, essendo questo colore il simbolo della dolcezza. Mentre per i
detersivi sono preferiti i colori verde, blu e azzurro che richiamano l'ac-
qua e la pulizia, e il rosso per la potenza del lavaggio.
Nell'ambito del lavoro i colori possono esercitare un'influenza nega-
tiva o positiva. Quelli che favoriscono il lavoro intellettuale e anche
quello fisico sono i toni dell'azzurro e del verde mentre un lavoro mono-
tono richiede colori più energetici.
I colori «forti e caldi», per esempio, aumentano la percezione dei
rumori e del calore. I pesi da sollevare di colore scuro sembrano più
pesanti di quelli di colore chiaro. I colori possono anche determinare la
percezione della temperatura: persone che soggiornano in una stanza a
colori «caldi», quali il giallo, si sentono a proprio agio a una temperatura
di 18 °C; le stesse sentono freddo a una temperatura di 20 °C se le pareti
hanno colori «freddi» come il verde. I colori infatti penetrano più o meno
profondamente all'interno del corpo a seconda della lunghezza d'onda. I
colori «caldi» arrivano ai tessuti più profondi, mentre quelli freddi sono
assorbiti solo superficialmente dalla cute.
I dodici colori «puri»
La ruota dei colori visualizza in
modo efficace le relazioni tra le
varie tinte contrasto, armonia,
affinità. Si dice che l'uomo sia
in grado di distinguere oltre dieci
milioni di tonalità diverse.
Tuttavia, questa varietà di tinte
Nasce da pochissimi colori base,
i cosiddetti colori «primari».

I colori «primari»
Sono il rosso, il giallo e il blu.
Questi colori dividono il cerchio
in tre parti uguali.
103

I colori «secondari»
Sono tre e derivano dall'unione
di parti uguali di due colori
primari: il verde, che si ottiene
dal giallo e dal blu; il viola, dal blu
e dal rosso e l'arancione dal rosso
e dal giallo.

Colori «caldi»
Sono i colori che occupano la parte
sinistra della ruota dei colori. I rossi,
i rosa, i gialli e gli arancioni sono
ideali per creare un'atmosfera calda e
accogliente.

Colori «freddi»
L'altra metà della ruota è occupata
dai verdi, dai blu e dalle loro tonalità
intermedie. Sono adatti se si vuole
creare un'atmosfera fresca e rilassata.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI

I colori hanno quindi grande influenza sull'uomo e certamente le


tinte che scegliamo per le pareti, i tessuti e i materiali delle nostre
abitazioni determinano in qualche modo la nostra vita.
Affidarsi solo al gusto spesso non basta; i risultati cromatici potreb-
bero essere scadenti e tutt'altro che terapeutici e psicologicamente equili-
branti. Il nostro senso del colore è deviato per contatti sempre più rari con
la natura, il grigio del cemento e i colori artificiali troppo forti, che fal-
sano l'equilibrio cromatico interiore dell'uomo.
Oggi i colori seguono la moda, influenzano l'abbigliamento e ancora
di più l'ambiente domestico e lavorativo. Dovrebbero essere scelti e com-
binati con attenzione, spesso invece una stanza, addirittura l'intera
abitazione, vengono arredate solo scegliendo tinte alla moda.
Non è raro vedere ambienti, specie le cucine, tutti bianchi. Mobili,
pareti, pavimenti e persino gli accessori, spesso creano lindi e asettici
ambienti che assomigliano più a sale operatorie che a un confortevole
focolare domestico.

 L'ambiente sarà accogliente e piacevole se prevarranno i colori «caldi»,


104

naturalmente smorzati come le tinte pastello, mentre i toni «freddi»


saranno limitati a superfici più ridotte. L'uso di un solo colore nell’in-
tero ambiente non è consigliabile perché innaturale. Un singolo colore,
inoltre, ha un solo effetto invece che una somma di colori. Permanendo
a lungo in ambienti di un solo colore la loro influenza, positiva o ne-
gativa, può essere troppo forte. Anche nella cromoterapia le esposi-
zioni ad un solo colore vengono consigliate per tempi brevi.
 I colori scelti dovranno essere vicini fra loro e non eccessivamente
contrastanti. Uno sarà dominante e gli altri più chiari o più scuri in
gradazione. I colori complementari, cioè opposti, non contrastano so-
lo a livello visivo, ma influenzano eccessivamente la persona. Se il
rosso rappresenta energia e il verde la quiete, l'arancione rappresen-
ta il calore e il blu la freschezza; contrapporre questi toni significa
disorientare la mente e i ritmi del corpo.
 Particolare attenzione sarà posta sull'uso del nero e del grigio, per i lo-
ro effetti deprimenti, e dove predomina troppo il bianco, perché sono
molto differenti da un ambiente naturale variopinto. Il caso tipico del-
la lavagna nera contro una parete bianca nelle scuole, è «veleno per
la psiche del bambino».
 Il grado di riflessione di luce di alcuni colori, da tenere presente per
determinare la luminosità degli ambienti, è per i
toni «caldi» toni «freddi»
giallo 65% verde 29%
arancione 38% blu 11%
rosso 12% violetto 7%
Questi valori determinano anche la capacità di accumulo termico. I
colori poco riflettenti come il blu o il rosso e in assoluto il nero accu-
mulano calore mentre quelli chiari e luminosi riflettono e garantisco-
no freschezza.
 Anche la posizione del sole può cambiare cromaticamente un am-
biente. Se dipingiamo una stanza di rosa e questa è esposta ad
Ovest, dove il sole invia raggi rossastri, tenderà all'arancio mentre a
Nord, dove la luce è «fredda», la tonalità sarà violetta.
Con un uso appropriato dei colori è possibile quindi agire per dare ad
una stanza, esposta a nord, una colorazione leggermente gialla che
supplirà alla mancanza diretta dei raggi solari. Anche una tenda leg-
gera dai toni pastello o quadri colorati possono modificare la luce
rendendo gli ambienti più confortevoli.
105

 La colorazione degli ambienti è bene che sia data prima di tutto dal
materiale e dai mobili usati in casa. Il legno, il mattone, il cotto, il vi-
mini, la paglia e anche molti tessuti hanno una piacevole colorazione
naturale, che soddisfa l'occhio senza stancarlo. Se il colore originale
del materiale non viene modificato non ci deve essere nessuna pre-
occupazione di sbagliare abbinamenti. Le costruzioni o gli interni più
affascinanti sono quelli in cui il legno, il mattone, la pietra o le fibre
naturali vengono mescolali tra di loro.
 I pavimenti è bene che non siano troppo chiari; le superfici in natura
hanno i colori del marrone, del verde, del rossiccio o del giallo e questi
toni cromatici rendono l'ambiente piacevole e meno soggetto alle macchie.
 Le pareti avranno tinte tenui; i colori «freddi» possono essere adottati
nelle camere da letto dove viene favorito il rilassamento, mentre nel-
le camere dei bambini sono sempre preferibili i colori «caldi» pastello.
I toni «caldi» accompagneranno anche le zone giorno.

QUALE STILE DI VITA?

II sole ci regala luce, calore e colore. Utilizzare questi doni naturali,


spesso trascurati, significa mantenersi in salute, perché hanno un potere
terapeutico molto più efficace di certi farmaci.
Questo lo sapevano bene i romani e altri popoli antichi, che prevede-
vano sopra i tetti i solarium dove prendere bagni di sole, aria e luce.
La elioterapia e l'aeroterapia sono un mezzo di guarigione naturale
efficace e un buon antidoto alle carenze da sole della vita cittadina, di
lavoro e alle eccessive esposizioni a radiazioni elettriche.
Come sostengono diversi naturopati è sufficiente esporre anche per
pochi minuti il corpo nudo all'aria e alla luce per ritemprarlo e rinvi-
gorirlo. Questa pratica può essere attuata anche in casa, nel terrazzo o
aprendo una finestra dove penetrano i raggi del sole.
È bene ricordare che diverse radiazioni solari non attraversano il
vetro e neppure i tessuti scuri. Se lasciamo per qualche tempo un tessuto
bianco e uno nero su un prato, noteremo che sotto il primo l'erba
mantiene il suo colore mentre sotto il tessuto nero ingiallisce. Anche gli
occhiali da sole riducono la penetrazione della luce nell'occhio e limi-
tano gli effetti elioterapici. Questa «protezione» porta la pupilla a
dilatarsi, ma non blocca le radiazioni eccessive, che sono molto dannose
per gli occhi.
106

Le creme e le «lozioni» solari riducono parzialmente l'assorbimento


dei raggi ultravioletti, oltre ad interferire su un naturale «sistema d'al-
larme» del corpo, quale un arrossamento. Sostare invece sotto le verdi
fronde di un albero permette al corpo di ricevere dei magnifici «bagni» di
luce senza dover applicare le creme.
Anche la cromoterapia diretta, cioè applicata tramite tessuti e luce
colorata, acqua irraggiata dal sole da ingerire o visualizzazioni mentali di
particolari colori, è una forma di cura molto utile.
L'uso più semplice dei colori è comunque quello del contatto con la
natura e la permanenza in un ambiente piacevole cromaticamente equili-
brato.

Esempi di cucina rurale ampia, con le travi naturali che «scaldano» l’ambiente
L'ARREDAMENTO ECOLOGICO

MOBILI ECOLOGICI E BELLI O CONDIZIONANTI?

Se la disposizione della casa è importante, anche l'arredamento e la


disposizione dei mobili hanno un'influenza ben precisa sul microclima
delle nostre case, sull'energia bipolare e quindi sull'uomo che le abita.
Nel passato il mobile ha sempre rappresentato una nota determinante
della «personalità» di chi abita una casa. Esso veniva prodotto artigianal-
mente e quasi sempre secondo le esigenze della singola famiglia. Il
mobile era un oggetto unico, espressivo, destinato a durare nel tempo e
veniva tramandato anche alle successive generazioni.
Tutto ciò è riscontrabile nei mobili antichi, che rappresentano un va-
lore affettivo, perché ereditati dalla famiglia, e simboleggiano una conti-
nuità che rassicura e permette un contatto importante con la tradizione.
Oggi la progettazione e la fabbricazione del mobile non sono quasi
più gestiti personalmente, ma dall'industria che li produce in serie.
Quando, all'inizio del XX secolo, da una produzione artigianale si
passò a quella industriale, questo sviluppo della tecnica venne salutato
come l'opportunità di diffondere un arredamento di qualità per tutti.
L'artista o l'artigiano esperto progettavano l'originale e da questo pote-
vano essere tratte copie all'infinito. L'arte, finalmente, era alla portata di
tutti e non solo di pochi eletti.
Ma se l'intento iniziale era nobile, il successivo sviluppo industriale
non si poteva ben prevedere. Il mobile, da depositario di valori artistici,
funzionali e affettivi, è diventato semplicemente un fatto di moda.
L'industria, più che seguire le esigenze del pubblico, le manipola e spesso
le modifica creando bisogni fittizi piuttosto che reali.
Non si progetta quasi più seguendo le effettive esigenze dell'uomo,
ma per motivi economici, tecnici o puramente estetici. Il mobile segue
sempre più spesso la direttiva «dell'usa e getta» del consumismo e dunque
il livello di qualità, nella maggior parte dei casi, non può che essere
basso.
L'arredamento influenza la sfera fisica e psichica dell'uomo. I suoi
108

primi requisiti dovrebbero consistere nella praticità e semplicità per


assecondare i bisogni delle persone. Quello che però avviene nelle
abitazioni è spesso l'opposto, perché si guarda alla moda.
Le stanze sono spesso troppo ingombre: credenze, tavoli, armadi e
comò si affiancano l'uno all'altro lasciando poca libertà di movimento.
Alcuni locali, definiti di rappresentanza, come il «salotto buono», ven-
gono usati solo in speciali occasioni.
I piccoli spazi degli appartamenti cittadini diventano ancora più
angusti, fino a far svolgere la vita familiare nella sola cucina dove si
prepara il cibo, si mangia, si chiacchiera o si guarda la televisione, mentre
il resto della casa viene spesso trascurato. Cosa è successo? Siamo diven-
tati prigionieri del nostro arredamento.
In questo tipo di abitazioni soffocanti non c'è spazio per il movi-
mento dei bambini.
La creatività, la fantasia e il gioco, che spesso necessitano semplice-
mente di libertà e spazi vuoti per esprimersi, vengono repressi.
Aumentano così l'aggressività, il nervosismo, l'insonnia, disturbi tipici
dei bambini di oggi.

Le forme di un mobile
Un mobile dovrebbe essere armonico nelle sue proporzioni e stimo-
lare contemporaneamente le qualità interiori di chi abita. È bene ricordare
che ogni forma geometrica ha una precisa influenza sulla nostra psiche.
Le quattro forme fondamentali sono:
--- Cerchio: rappresenta la creatività, la protezione, lo sviluppo e il nu-
trimento, ed è la forma più completa.
--- Quadrato: rappresenta la razionalità, la stabilità e la fissità.
--- Triangolo: rappresenta l'energia, la forza vitale e l'ascensione.
--- Spirale: rappresenta l'intuizione, il movimento e lo sviluppo.
La natura crea sempre le forme più morbide e arrotondate, mentre
l'uomo, fino a poco tempo fa, ha preferito rivolgersi alle linee rette che
meglio assecondano una produzione industriale.
I mobili e le nostre abitazioni sono spesso stati improntati alla forma
quadrata. Forme rigidamente geometriche e astratte componevano gli
ambienti influenzando la sola sfera razionale del nostro intelletto. E i
bambini, più sensibili degli adulti, percepiscono un ambiente ostile e
rigido, contrapposto alle rotonde forme del grembo materno. Oggi, fortu-
natamente, la tendenza è cambiata.
109

CON QUALI MATERIALI COSTRUIRE I MOBILI?

I materiali che compongono un mobile influiscono in senso favore-


vole o sfavorevole sul clima interno. I mobili dovrebbero essere rigorosa-
mente ecologici, cioè costruiti con solo legno e altri materiali naturali.
Se acquistiamo un tavolo o un armadio in legno e osserviamo la loro
struttura, noteremo che, nella maggior parte dei casi, i mobili sono in
pannelli di truciolare rivestiti di un sottile strato di legno o di plastica
esterno. Il truciolare è formato da piccole schegge di legno tenute insieme
dalla colla, ovvero da una resina sintetica a base di formaldeide; dunque
l'attuale arredamento, salvo eccezioni, ha ben poco di naturale.
Anche i prodotti di trattamento e le vernici di superficie sono com-
posti da agenti chimici. I prodotti di protezione per il legno contengono
insetticidi e fungicidi molto forti.
Il pentaclorofenolo (PCP), per esempio, è un veleno potentissimo
presente nei fungicidi di uso domestico. Chi lavora nella fabbricazione di
questo prodotto rischia disturbi quali la cirrosi epatica o l'atrofia del
midollo osseo.
Il legno trattato chimicamente, quindi, non è più un materiale vivo e
sano ma un composto di veleni. I prodotti sintetici, i polimeri, come la
plastica o la formica, non dovrebbero far parte dei mobili.
Questi materiali oltre ad inquinare l'aria, elettrizzano l'ambiente e le
persone: sedendosi o sdraiandosi sulla plastica aumentano i battiti car-
diaci e si modifica la respirazione, come è stato dimostrato da ricerche
eseguite presso l'Istituto di igiene ambientale dell'Università di Vienna.
Anche i mobili imbottiti sinteticamente come i divani, le testate dei letti o
le poltrone sagomate in poliuretano espanso, possono modificare i nostri
sistemi di regolazione corporea.

L'ERGONOMIA IN CASA E NEL LAVORO

Un mobile può essere esteticamente piacevole e funzionale, biologi-


camente sano e anche confortevole ma fisiologicamente inadatto. Cosa
significa? È la caratteristica che hanno alcuni mobili (specie i tavoli, le
sedie, i divani e i letti), di non sostenere bene il corpo e non rispettarne la
fisiologia, con conseguenti danni alla salute, specie alla colonna verte-
brale. Una nuova scienza, l’ergonomia, ricerca un adattamento delle
forme e delle proporzioni dei mobili e delle macchine al corpo umano.
110

Le sedie e i tavoli
Il nostro tempo è l'era della sedentarietà. Un numero crescente di
professioni è «legato» alla scrivania, mentre le macchine e i computer
annullano gran parte del lavoro fisico di un tempo; la sedia e il tavolo
diventano accessori indispensabili.
Se stessimo effettivamente seduti comodi tutto si limiterebbe ad un
problema di mancata mobilità, ma i mal di schiena, i dolori al collo e alle
spalle, le continue tensioni e indolenzimenti dimostrano che c'è qual-
cos'altro che non va.
Ciò che danneggia maggiormente la nostra schiena è una posizione
scomoda e 1'immobilità. Ne sono un esempio i continui spostamenti che
facciamo quando siamo seduti: accavalliamo le gambe, ci solleviamo,
distendiamo il dorso o lo appoggiamo allo schienale in cerca di sollievo.
La sedia, effettivamente, non era nata per facilitare l'uomo nelle sue
attività, ma come un «trono», per mettere in evidenza personaggi impor-
tanti. Infatti se osserviamo i popoli primitivi e i bambini (che non soppor-
tano le sedie) vediamo che la posizione preferita è quella accovacciata.
In Oriente la maggior parte delle attività viene svolta in questa
posizione o su sgabelli molto bassi. In questa maniera la colonna vertebrale
si snoda nella naturale forma ad «S» e le vertebre rimangono ben distan-
ziate e non sollecitate da un peso eccessivo.
Contemporaneamente la zona inguinale si distende garantendo
flessibilità alle anche e al bacino. Oggi questa posizione è per la maggior
parte di noi impraticabile, eccetto che per i bambini.
Ora vediamo cosa accade alla nostra schiena quando stiamo seduti
per lungo tempo. Può sembrare strano, ma i muscoli si stancano di più
quando stiamo seduti. In questa posizione, infatti, le cosce formano un
angolo retto col tronco, e i muscoli che collegano le gambe al bacino si
tendono, mentre la parte più bassa della schiena, l'area lombare, deve
contrastare questa tensione flettendosi all'indietro.
Anche l'addome, in questo innaturale incurvamento, non esercita il
sostegno e si rilassa in avanti, mentre le gambe, totalmente inutilizzate,
perdono il tono muscolare. Alcuni organi interni, come lo stomaco o i
polmoni, vengono così danneggiati per eccessiva compressione. La
colonna vertebrale perde la sua forma fisiologica e i muscoli entrano in
eccessiva tensione o rilassamento.
Risulta evidente che lunghe ore passate sulla sedia possono essere
dannose. Anche nelle scuole il bisogno istintivo di movimento dei bam-
111

bini (assumono le posizioni più impensabili sulle sedie!) non dovrebbe


essere stroncato con sonore sgridate, ma assecondato con pause di movi-
mento da alternare alla staticità.
Oltre al letto (vedi capitolo La camera da letto), l'influenza maggiore
sull'uomo è determinata dai tavoli, dalle sedie e dai divani. Uno dei
fondatori dell'ergonomia, il prof. E. Grandjean di Zurigo, sostiene che
«chi sta seduto per 8 ore in modo sbagliato, la sera è insopportabile e non
ha più voglia di niente».
L'ergonomia ci fa osservare che le persone hanno stature diverse, per-
ciò soprattutto la sedia e il tavolo dovrebbero essere su misura. Le sedie
con le gambe troppo alte rispetto alla misura ginocchio-piede impediscono
ai piedi di poggiare per terra, creando una posizione scorretta.
La circolazione del sangue è rallentata con conseguenti problemi
venosi, i piedi e le cosce sono freddi e compaiono gonfiori agli arti inferio-
ri, senza considerare gli affaticamenti specie nella zona lombare. La
soluzione migliore è adottare una sedia regolabile in altezza.
Un altro accorgimento è quello di posizionare uno spessore sotto i
piedi, portando le ginocchia ad una altezza superiore al bacino, favorendo
così la circolazione.

LA COLONNA VERTEBRALE

L'80% della popolazione soffre di dolori alla schiena ed anche i bambini e


gli adolescenti presentano disfunzioni sempre maggiori quali scoliosi e indeboli-
menti muscolari. La colonna vertebrale assieme ai muscoli ha il compito di
sostenere il corpo e di garantire la posizione eretta. Gli indiani la definiscono «il
monte che sorregge il mondo». La sua naturale forma, vista di lato, non è retti-
linea ma ad «S». Grazie alla sua struttura flessibile e contemporaneamente rigida,
permette il movimento e ammortizza gli urti. La sua grande efficienza è legata ad
una estrema sensibilità: invece certe condizioni provocano dolori di schiena.
La colonna vertebrale rappresenta anche qualcosa di più: ogni vertebra, infatti,
è collegata ad un organo del nostro corpo tramite un complicato sistema di nervi.
Questo significa che, se esistono delle deviazioni o delle tensioni in un punto di
questa, gli organi correlali ne soffriranno. Le distorsioni alle delicate vertebre
cervicali, per esempio, coinvolgono per via riflessa gli organi del capo generando
tensioni agli occhi, emicranie o problemi alle prime vie respiratorie.
Non bisogna inoltre dimenticare che i dolori alla schiena rappresentano la
via che porta ad alterazioni morfologiche più gravi, come l'artrosi, le discopatie o
l'osteoporosi (decalcificazione delle ossa).
112

Anche il profilo dello schienale dovrebbe adattarsi alla linea sinuosa


della colonna vertebrale. Esistono oggi in commercio sedie ergonomiche
create da alcuni progettisti norvegesi, che permettono un allineamento
perfetto della schiena. Il piano di appoggio inclinato in avanti consente
una flessione ideale di 60 - 70° delle anche e lo scarico di una parte del
peso sulle ginocchia. Il risultato è una logica distribuzione delle forze che
agiscono sul nostro corpo.
La fisiologia dell'abitare studia inoltre le misure dei piani di lavoro
(in cucina per esempio) e l'interrelazione stessa tra i vari mobili, a salva-
guardia della salute della casalinga, giacché la casa è il suo ambiente di
lavoro. Questa ricerca viene naturalmente attuata nel rispetto delle pro-
porzioni e dell'estetica, contrariamente a quanto si potrebbe pensare.
Molti mobili antichi e moderni dimostrano che estetica e funzionalità pos-
sono essere in perfetta armonia.

Una corretta postura da seduto significa prevenzione dai dolori vertebrali,


al collo, spalle e schiena.
113

COME VIVERE GLI SPAZI IN CASA? CON QUALI MOBILI A MISURA D’UOMO?

I mobili naturali senza chimica


Esistono nel campo dell'arredamento degli accorgimenti che ci per-
mettono di vivere meglio la nostra abitazione e il nostro lavoro.
La prima caratteristica di un mobile ecologico è di essere naturale,
cioè costruito con il legno, il bambù o altri materiali lasciati allo stato
integrale, evitando trattamenti coprenti con smalti colorati che nascon-
dono le venature e le caratteristiche originali. Meglio utilizzare la cera
d'api.
Oltre ad essere vantaggioso per il microclima dell'ambiente, il mobile
ecologico, regolato dai pori aperti dei materiali, mantiene un collega-
mento visivo e psichico fra l'uomo e la natura. I bambini, specialmente,
gradiscono le opache superfici del legno o di un tessuto naturale ed evi-
tano il contatto con i «freddi» metalli, il vetro e certe superfici lucide, che
non esistono in natura.
I mobili interagiscono con il microclima dell'abitazione influenzan-
done:
--- La composizione dell'aria (quantità di ioni positivi e negativi, le ca-
riche elettrostatiche, agenti chimici presenti, polveri in sospensione,
ed altro);
--- Il grado di umidità dell'ambiente.
II mobile quindi dovrebbe essere di legno massiccio (non trattato
chimicamente). In alternativa, ci possiamo orientare verso il tamburato o
il multistrato, richiedendo l'incollaggio con resine vegetali prive di
formaldeide ed evitando rigorosamente il truciolare. Le varie parti
saranno tenute insieme da pochi punti incollati o preferibilmente da
incastri e da viti. I trattamenti chimici devono essere limitati al minimo.
I prodotti antimuffa sono superflui. Infatti, funghi e muffe si formano
solo se l'umidità è elevata, cosa che non dovrebbe avvenire mai nei locali
abitati. L'unica precauzione da adottare è quella di controllare l'aerazione
delle stanze e dei mobili nelle parti posteriori.
É inutile usare prodotti antitarlo se il legno è ben mantenuto e trattato
con cera d'api e non è stato esposto all'umidità. Ciò è dimostrato dal fatto
che case, chiese o castelli vecchi di secoli sono ancora in ottimo stato
senza vernici o protezione alcuna.
Se si possiedono mobili vecchi o antichi sarebbe utile un trattamento
ad aria calda (sopra i 60°C), in questo caso attuato nel forno di una car-
114

rozzeria, così per restaurare le strutture portanti (solai, travature o pavi-


menti).
Gli unici preparati adatti allo scopo non molto tossici sono quelli a
base di sali di boro, acido acetico o soda. Volendo usare un prodotto
chimico ricordiamo che una pennellatura superficiale serve a poco, per-
ché non penetra in profondità nel legno, dove si trova il tarlo. Conviene
iniettare un prodotto antitarlo nei piccoli fori visibili e nelle fessure e chiu-
derli con cera solida o con stucco.
La migliore cura del legno è l'applicazione della pura cera d'api.
Questa cera emana un piacevole aroma che profuma la stanza e procura
un'azione antisettica, proteggendo il legno dai parassiti e dalla polvere.
Il legno può essere leggermente impermeabilizzato nel caso dei
mobili della cucina, del bagno o dei pavimenti, con impregnanti naturali,
oggi in commercio, a base di resine vegetali. Anche l'olio di lino è una
buona soluzione.
Per la colorazione del legno la soluzione migliore è data dai morden-
zanti in soluzione acquosa, con coloranti derivati da pigmenti naturali.
Alcuni impregnanti a base di corteccia agiscono anche come fungicidi e
insetticidi, in quanto la pianta da cui si ricava la corteccia produce queste
sostanze per difendersi.
Le sostanze per il trattamento del legno è bene acquistarle presso
negozi di prodotti ecologici, poiché le vernici a base di olio di lino pos-
sono contenere piombo come essiccante, mentre le cere d'api possono
essere diluite in acquaragia e i mordenzanti possono essere diluiti in sol-
venti.
Attenzione a non incorrere nell'errore di acquistare mobili vecchi o
antichi ritenendoli ecologici: i prodotti utilizzati nel restauro sono spesso
tossici. Cercate invece mobili ancora da restaurare e fate svolgere l'inter-
vento in modo ecologico.

Considerate l' importanza degli spazi


L'arredamento è determinante per un armonico inserimento nell'am-
biente di casa. Non lasciamo che i mobili influenzino o «imprigionino» la
nostra libertà di movimento, di gusto e di colore.
In Oriente, specialmente in Giappone, i mobili sono ridotti al mi-
nimo: l'arredo è costituito da armadi a muro, stuoie da stendere a terra,
tavolini bassi e pareti semoventi che «mutano» continuamente gli spazi.
Cerchiamo di non ingombrare le nostre stanze. Scegliamo mobili
115

semplici e funzionali, evitando così una disposizione fissa degli arredi


che impedisce modificazioni nel tempo.
Un maggiore spazio via via consentirà la soluzione consona ai nostri
futuri bisogni. Qualche volta lasciamoci anche trasportare e torniamo a
vivere «sul pavimento» aiutati da tappeti e morbidi cuscini.
Se inizialmente un ambiente con i mobili e altri accessori, tutti dello
stesso stile e colore può affascinarci (vedi le moderne soluzioni di
interni), in breve tempo stanca.
L'uniformità in natura non esiste e la monotonia annoia e reprime la
creatività. Molti arredi moderni, troppo uguali, inducono ad un continuo
desiderio di cambiamento, mentre ciò non avviene con i mobili arti-
gianali, vecchi o antichi. Questi, infatti, trasmettono alla persona qualcosa
di più della sola funzionalità e razionalità: valori legati alla cultura e allo
spirito o semplicemente ricordi lieti e rispetto per il costruttore. Anche
per i bambini ciò rappresenta un valore pedagogico notevole.
Il revival pubblicitario di alcuni mobili tradizionali, per esempio
delle cucine, che si contrappongono ai «freddi» ambienti puramente fun-
zionali, confermano la ricerca di valori non solo legati al lusso, all'estetica
e alla razionalità ma alla vita naturale e alla tradizione culturale di un
popolo.
È bene ricordare che in un ambiente:
--- i materiali «freddi» sono quelli lucidi e lisci come il marmo, il vetro, le
piastrelle, i polimeri, i laminati vari e i metalli;
--- i materiali «caldi» sono l'argilla cotta e cruda, il legno, il vimini, il
cocco, il bambù, i tappeti e i tessuti naturali.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI

Ricordiamo che ogni posizione fissa è innaturale. Se siamo costretti


all'immobilità per il lavoro, ogni tanto facciamo qualche movimento e
cerchiamo di evitare le posizioni scorrette come quelle piegate in avanti o
lateralmente. Se abbiamo dolori alla schiena o anche semplici tensioni,
teniamo presente che tutto il corpo soffre per l'interrelazione tra colonna
vertebrale e gli altri organi.
È possibile aiutarsi con qualche massaggio o sedute di fisioterapia,
massaggi, ginnastica chiropratica, e con altre attività che rafforzano la
muscolatura della schiena e correggono le deviazioni.
116

Tra le più consigliate vi sono le terapie yoga. Come suggerisce


questa pratica antica, dimentichiamo qualche volta la sedia (nei momenti
di relax) e preferiamo la posizione a gambe incrociate e quella in ginoc-
chio, che, come insegnano i cinesi, aiuta anche la digestione.
I TESSUTI E I LORO TRATTAMENTI

IL MERCATO OGGI

La casa non è fatta solo di muri, pavimenti, finestre, mobili e piante,


c'è un'altra componente importante che fa parte della nostra abitazione: i
tessuti. Le tende, i cuscini, i rivestimenti delle poltrone e dei divani, le
tappezzerie, ecc. sono tessuti che influenzano il clima, il gusto e la salute
nel nostro appartamento o casa.
Oggi siamo attirati da tessuti con disegni fantasiosi e originali, da
trame sempre nuove e diverse, dai colori più svariati, dai tenui ai vario-
pinti accostamenti fino ai più bizzarri giochi fosforescenti. Lo scopo della
fibra colorata è quello di rendere la vita più piacevole e certamente meno
grigia. Forse dobbiamo supplire alla mancanza di un prato verde, di un
campo di fiori o del cielo azzurro a cui si sostituisce il grigio del cemento
e dell'asfalto. Ma se questi variegati e splendidi colori sono un bel
«regalo» per i nostri occhi e per la nostra anima, ci siamo mai chiesti se i
tessuti sono salubri per il nostro corpo?
Quando si acquista un vestito, un lenzuolo o altri tessuti di arredo si
presta attenzione al colore e all'estetica ma raramente alla qualità del tes-
suto. Iniziano i problemi quando appaiono allergie, irritazioni o altri
malanni come reumatismi, artriti o problemi respiratori che non colle-
ghiamo direttamente ai tessuti e alla condizione abitativa, mentre invece
sono spesso intimamente correlati.
Nel passato questi problemi non esistevano; i tessuti erano solo
quelli di derivazione animale o vegetale. Nell'ultimo secolo, invece, i tes-
suti hanno subito grandi modifiche; dalle fibre di derivazione naturale,
familiari all'uomo, si è passati alle fibre artificiali, non presenti in natura
e totalmente create in laboratorio. Oltre alle fibre sono cambiate anche le
sostanze coloranti e gli additivi chimici.

Trattamenti chimici
Prima causa del «malanno da tessuto» è il trattamento chimico a cui
spesso viene sottoposta la fibra originale. I trattamenti possono essere
118

antitarme, antipiega, antinfeltrenti o impermeabilizzanti. Le stesse colo-


razioni sono un trattamento chimico. I nuovi colori di sintesi si fissano sul
tessuto e sono spesso allergici o addirittura tossici.
I trattamenti spesso snaturano a tal punto la fibra naturale da renderla
simile ad una artificiale. Questo può provocare, ad esempio, un'allergia al
contatto della lana. Non è però la lana che provoca l'allergia, ma il tratta-
mento a cui è stata sottoposta.
Quando leggiamo la dicitura «superwash» sulla nostra canottiera
sappiamo che possiamo comodamente infilarla in lavatrice all'occor-
renza, ma non immaginiamo che quella canottiera non ha più le stesse
proprietà della lana, in quanto il filato è stato trattato con resina acrilica,
che ora lo riveste.
I trattamenti chimici, oltre ad alterare la qualità del tessuto naturale,
lasciano dei residui tossici che aderiscono alle fibre. Questi residui
entrano a contatto con la pelle e nel tempo vengono da questa assorbiti.
Cerchiamo almeno di usare i detersivi ecologici in commercio, che logo-
rano meno le fibre e la pelle.

NATURALE E SINTETICO A CONFRONTO

Il discorso certamente si fa complesso. Se prima acquistavamo un


abito, una coperta o una tenda lasciandoci guidare solo dal gusto, è bene
capire che, oltre a questo, ci sono altre proprietà e funzioni a cui il tessuto
è legato e che queste incidono sulla nostra salute.
Vediamo come orientarci nella giungla di tessuti dai nomi strani che
ci propone il mercato.

Tessuti naturali. I tessuti naturali, usati per secoli dall'uomo, sono di


derivazione animale come la lana e la seta, o di derivazione vegetale come
il lino, il cotone e la canapa. Se lasciati allo stato naturale hanno fibra
irregolare e sempre diversa. Questa alternanza la rende compatibile con la
nostra struttura corporea e utile come «seconda pelle» alle nostre funzioni
fisiologiche.

Fibre artificiali. Differenti sono le fibre artificiali perché derivano da


fibre animali o vegetali, che però vengono trasformate chimicamente con
acidi, producendo una massa fluida che viene poi filata. Tra le più
119

conosciute c'è il rayon viscosa. Questi tessuti possono essere assimilati


come caratteristiche generali a quelli sintetici poiché la loro natura viene
completamente modificata.

Tessuti sintetici. Queste fibre hanno un'origine molto recente, nel 1940
erano appena conosciute. Sono interamente sintetizzate chimicamente a
partire da composti minerali organici come il petrolio, il carbone o il
metano.
Le proprietà che hanno facilitato la loro diffusione sono il basso
costo, la facilità di colorazione tramite i prodotti di sintesi, la comodità di
pulizia (non si restringono o infeltriscono) e l'inattaccabilità da parte di
batteri, muffe e tarme. Le fibre sintetiche sono numerose e altre ne ven-
gono continuamente inventate. Le principali sono le poliammidiche
(esempio nailon e perlon), le fibre poliesteri (terital), le poliviniliche
(movil) e quelle acriliche (leacril, dralon, orlon).

LE FUNZIONI DEI TESSUTI E DELLA PELLE

I tessuti naturali e quelli sintetici spesso si mescolano nelle compo-


sizioni più svariate, riportate sulle etichette. Ogni fibra possiede caratteri-
stiche peculiari che non sempre indirizzano il nostro acquisto in un senso
o nell'altro. Vediamo come agiscono questi differenti tessuti e in quale
maniera determinano il microclima del corpo e dell'ambiente domestico.
Un tessuto è per noi una «seconda pelle», specialmente gli abiti, le
lenzuola e le coperte del letto. Tra le particolari funzioni che possiede la
pelle ci sono quelle di difendere il corpo dal caldo e dal freddo, di ter-
moregolarlo e proteggerlo. Queste qualità dovrebbero averle anche i tes-
suti, almeno quelli più a contatto del corpo. Le principali proprietà di un
tessuto sono:
--- Traspirabilità
--- Igroscopicità e termoregolazione
--- Elettrostaticità neutra
--- Potere parzialmente isolante
--- Buona resistenza meccanica
--- Non infiammabilità
--- Assenza di elementi irritanti
--- Capacità generative
120

Traspirare è vitale
Il tessuto dovrebbe essere di provenienza naturale, una materia viva,
sensibile e attiva, e non semplicemente un arredo. Per meglio compren-
dere questo, vediamo quali sono le funzioni primarie di quel meraviglioso
manto che ci riveste sempre, così da essere contemporaneamente elastico
e resistente, termoregolatore e protettore, traspirante e parzialmente imper-
meabile.
I tessuti naturali come la lana e il cotone, sono quelli che si avvici-
nano di più alle proprietà della pelle. La fibra di derivazione animale o
vegetale è «viva», e lascia respirare il corpo e l'ambiente.
Se indossiamo un indumento o se dormiamo in un letto coperti da
tessuti naturali il nostro corpo può continuare, attraverso la cute, le sue
funzioni. Ma se il tessuto che ci riveste o ci copre è di origine sintetica
esso ostacolerà il ricambio fisiologico del corpo e creerà un effetto di
«sigillo» dell'umidità simile all'effetto serra.
Infatti le fibre sintetiche, come gran parte dei materiali di sintesi,
non sono traspiranti e creano un ristagno dell'umidità del corpo, come
può avvenire all'interno di un sacchetto di plastica. Viene a mancare il
passaggio d'aria dall'interno all'esterno e viceversa. Le tossine prodotte
dal corpo permangono tra la pelle e il tessuto e vengono lentamente rias-
sorbite dalla cute stessa.
È quello che si può definire un lento auto avvelenamento, che può
verificarsi anche all'interno dell'abitazione, quando le pareti sono tappez-
zate da tessuti sintetici o i pavimenti ricoperti di moquette artificiale.

LA PELLE

La pelle non è semplicemente un involucro che riveste il nostro corpo, ma


ha funzioni ben più importanti che condizionano l'andamento della salute cor-
porea e che si possono riassumere in nutrizione ed eliminazione.
Non ricaviamo nutrimento solo dai cibi, ma anche da ciò che la pelle
assorbe: l'aria, il calore, la luce con le radiazioni solari ed elettromagnetiche.
Pensiamo un attimo alle funzioni respiratorie della pelle: il suo potere di incame-
rare aria è pari a 1/5 di quello dei polmoni. Una buona attività cutanea rifornisce
perciò il corpo di ossigeno e di flussi energetici e in tale quantità da considerare
la pelle il nostro «secondo polmone».
Se il corpo ogni giorno deve venire alimentato per mantenersi in vita, di pari
importanza è l'eliminazione delle scorie. In ogni momento le nostre cellule
richiedono sostanze vitali da assorbire e nel contempo espellono residui della loro
attività metabolica.
Insieme a intestino, fegato e reni, la pelle ha la funzione di mantenere il
121

corpo pulito. Ogni giorno, attraverso i milioni di pori presenti sulla cute, ben 500
grammi di sostanze tossiche vengono veicolate verso l'esterno tramite la sudo-
razione e una continua evaporazione (da 200 ml a 1 litro è il vapore acqueo di-
sperso giornalmente).
Ostacolare le funzioni dell'apparato cutaneo significa avviarsi verso sicuri
disturbi e malattie. Sono noti casi di morte improvvisa di attori di teatro che ave-
vano dovuto dipingersi interamente il corpo con una vernice impermeabile.
Questo ci fa comprendere che la pelle non deve richiamare la nostra attenzione
solo quando appare un brufolo o si squama (tutti segni, del resto, che «qualcosa»
all'interno non funziona), ma ogni giorno perché è «veicolo» di salute e di
benessere.

La capacità igroscopica e la termoregolazione dei tessuti e della pelle


Come abbiamo potuto vedere in relazione al clima dell'ambiente,
essa è la proprietà di un materiale o di un tessuto di assorbire e cedere
umidità. Tutte le fibre naturali assolvono egregiamente a questo compito,
grazie alla trama irregolare e mai uniforme e alle capacità assorbenti
molto elevate. Il sudore o il vapore acqueo emesso dal corpo viene assor-
bito lasciandolo asciutto.
I tessuti sintetici non hanno questa proprietà perché le fibre compatte
e regolari sono poco assorbenti e impediscono la traspirazione, lasciando
la pelle umida. Questa umidità, se costante, predispone all'insorgenza di
artriti e artrosi, accentua quelle già presenti e crea l'ambiente adatto alla
proliferazione di patologie dermiche come arrossamenti e dermatiti,
oppure rallenta la guarigione di infezioni e ferite.
Lo stesso effetto di umidità stagnante può verificarsi nelle stanze di
casa. Essa dovrebbe invece essere assorbita dai tessuti (tende, tappeti,
stuoie, tappezzerie) e legno e poi essere «ceduta» lentamente all'occor-
renza (per esempio, nel caso di aria troppo secca da riscaldamento).
Un tempo le nonne consigliavano, in previsione di una sudata, la
maglietta di lana aderente alla pelle. Questa, infatti, assorbiva il sudore
lasciando il corpo asciutto ed evitava raffreddamenti cutanei. Era la salute
delle articolazioni. La lana, grazie alle fibre larghe e diramate, agisce
continuamente come una spugna assorbente a differenza del cotone e
della seta che, dopo un certo tempo, restringono la trama e diminuiscono
la permeabilità.
La pelle è un termoregolatore. Tramite la dilatazione o la costrizione
dei suoi pori, regola la temperatura interna del corpo. Se fa caldo i pori si
dilatano e fuoriesce il sudore che, evaporando, mantiene fresco il corpo;
122

se fa freddo i pori si chiudono e formano un involucro compatto che ri-


duce la dispersione del calore.
Anche i tessuti naturali si avvicinano a questo meccanismo di ter-
moregolazione. Le fibre ampie e igroscopiche formano delle piccole e
continue camere d'aria che mantengono la temperatura del corpo
costante, lo proteggono dal caldo e dal freddo eccessivi.

Elettrostaticità viva
Noi siamo degli accumulatori di energia che si caricano positiva-
mente tramite l'aria, il cibo adeguato, il riscaldamento e il contatto con la
natura, oppure negativamente in seguito a tensioni, inquinamento e
cariche elettromagnetiche eccessive (elettrosmog), ma anche se sono
insufficienti (gabbia di Faraday).
Per mantenere una carica equilibrata occorre far scorrere le energie
senza blocchi. Se siamo a contatto con materiali naturali questo avviene
facilmente e si provano sensazioni di benessere; altrimenti, se l'ambiente
è artificiale, si creano dei veri e propri «corto circuiti».
Se indossiamo abiti acrilici, portiamo suole di gomma e dormiamo
avvolti nei tessuti sintetici si favorisce l'accumulo di elettricità statica e si
generano «blocchi» energetici. La stessa cosa avviene quando prendiamo
la scossa e calziamo scarpe di gomma: evitiamo di rimanere folgorati, ma
la assorbiamo tutta senza scaricarla.
Il crepitio che risuona quando strofiniamo due tessuti sintetici o le
piccole scintille che si vedono al buio (se la giornata è secca) quando ci
sfiliamo velocemente il maglione in poliestere, sono tangibili presenze
delle cariche elettrostatiche. Queste si aggiungono all'inquinamento elet-
trico, affaticando ulteriormente il corpo e il sistema nervoso e generando
irritabilità diffusa nella persona.
I tessuti naturali, al contrario, hanno il pregio di mantenere le cariche
elettrostatiche a livelli neutri e nel contempo di liberare il corpo da
cariche elettromagnetiche eccessive.

Micromassaggi cutanei curativi dei tessuti naturali


Allo stato grezzo, le fibre dei tessuti naturali sono ricoperte da una
fine e folta peluria che li rendono morbide e piacevoli al tatto. Anche il
cotone (che oggi conosciamo nella versione liscia di lenzuola e T-shirt)
difficilmente si distingue dalla lana. Questa peluria e la porosità dei tes-
suti stessi, a contatto della pelle, creano un continuo e piacevole micro-
massaggio che agisce sull'epidermide stimolando l'irrorazione sanguigna
123

dei tessuti periferici del corpo. Anche il senso del tatto viene gratificato
dalla porosità, dalla morbidezza e dal calore emanato dalla fibra naturale.

IL SENSO DEL TATTO

La tattilità, a torto sottovalutata, si sviluppa molto precocemente nel bam-


bino e rimane per l'uomo il più diretto e concreto modo di rapportarsi alla realtà.
Essa dona sicurezza, calore, conforto e piacere. Ma perché questa sensiti-
vità si sviluppi e si esprima, specie nel neonato, ha bisogno di superfici irregolari,
porose e poco uniformi proprio come in natura. Oggi le superfici della casa sono
sempre più lisce, lucide e fredde come specchi; il metallo e il vetro, sempre più
usati nell'arredamento, i giocattoli di plastica e lo stesso legno reso lucido dai
trattamenti disorientano lo sviluppo tattile del bambino.

Pulitura facile o difficile?


È vero che alcune fibre naturali fanno un po' «impazzire» al
momento del lavaggio, mentre invece il tessuto sintetico non si restringe
né infeltrisce. La lana, invece, come tutte le materie naturali, subisce l'in-
fluenza dell'umidità e della temperatura.
Se per il lavaggio della lana è richiesta più attenzione e fatica (la
lavatrice mal si combina con la pura lana vergine) è anche vero che i
lavaggi richiesti sono meno frequenti. Il tessuto sintetico attira lo sporco e
i cattivi odori, determinando l'obbligo di cambiarsi frequentemente; la
fibra naturale invece si mantiene inalterata. Basta esporre all'aria il
maglione o la coperta di lana per qualche ora per riportarli all'originale
morbidezza e sentire svanire ogni odore.

COME UTILIZZARE LE FIBRE NATURALI?

Il cotone è il tessuto della freschezza. Tollerando bene temperature


anche molto alte, è consigliato nei periodi caldi perché mantiene fresco e
ben ventilato il corpo. Se lasciato allo stato grezzo la folta peluria lo
rende utile anche nei periodi freddi (la flanella). Possiede una buona
capacità di assorbimento e un'ottima resistenza. Può essere lavato ad alte
temperature e questo lo rende più adatto per la biancheria intima e per gli
abiti da lavoro.

La seta è la fibra «viva» per eccellenza. Morbida e molto piacevole al


tatto, è la più indicata alla pelle, perché ne rispetta la fisiologia. Possiede
124

inoltre il pregio di difendere il corpo dalle cariche elettromagnetiche ed


elettrostatiche. Per questo motivo è molto indicata nei momenti di stress,
tensione e superlavoro.

Il lino è un tessuto «difficile» perché si sgualcisce facilmente ed è


faticoso da stirare. Possiede però una elevata capacità di assorbimento (gli
asciugamani e gli strofinacci di lino sono i migliori) e la trama larga e
ruvida lo rende una fibra «curativa» per la pelle. Dormire nelle lenzuola di
lino a corpo nudo significa massaggiare la pelle e mettere in atto processi
di guarigione dei tessuti cutanei. È una fibra antiallergica per eccellenza e,
rispetto al cotone, lascia traspirare ancora più liberamente la pelle.

La lana è una fibra pregiata, che è stata di grande aiuto all'uomo in


qualsiasi condizione climatica. La lana, oltre a possedere capacità di ele-
vato assorbimento, mantiene costante la temperatura corporea. Il tepore
dato dalla lana è un «calore attivo», ideale per i bambini e per coloro che
soffrono di problemi di circolazione del sangue o di reumatismi.
La lana, come anche la seta, è inattaccabile da germi e batteri.
Questo la rende indicata per indumenti intimi e nei casi di infezione della
pelle. Un capo di pura lana è garantito dal marchio IWS e dalla dicitura:
«pura lana vergine». Invece, se indicato «cento per cento lana» ha una
composizione di lana rigenerata. La migliore qualità di lana, in assoluto, è
la lana di pecora merino.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI

Come regolarsi nell'acquisto di un tessuto? Non è sempre facile,


perché il tessuto sintetico spesso ha la meglio sul mercato. Vediamo allo-
ra come orientarsi.
 Scegliere esclusivamente fibre naturali per tutti gli indumenti che ven-
gono a contatto diretto con la pelle, cioè lenzuola, camicie, canottie-
re e tutta la biancheria intima. Cerchiamo di rivolgerci a produzioni
ecologiche, oggi in commercio, che escludono trattamenti chimici del-
la fibra. Preferiamo i tessuti di colore bianco o almeno chiaro, per es-
sere certi che le fibre non siano state sottoposte a colorazioni. (Più il
colore è scuro maggiore è il pericolo di allergie).
125

 Per i restanti indumenti, se non riusciamo ad evitare i tessuti sintetici,


acquistiamoli solo per l'abbigliamento «esterno», come i maglioni e
soprabiti. Non indossiamo capi tutti sintetici, ma preferiamo un misto
di naturale e di sintetico.
 Vi sono persone che non dovrebbero mai indossare tessuti artifi-
ciali: i neonati, i bambini, gli ammalati e le persone che sudano molto,
come quelli che praticano sport o svolgono lavori pesanti.
 In particolari condizioni climatiche, come il gran caldo, i tessut na-
turali sono gli unici da indossare.
 Nella casa moderna è frequente l'impiego di tessuti sintetici per l’ar-
redamento. L'industria chimica della fibra offre soluzioni per ogni mo-
bile o accessorio. Le tende, i tappeti, le stuoie, le imbottiture dei di-
vani, le tovaglie ed ogni altro tessuto presente sono spesso di deriva-
zione sintetica o artificiale. Raramente ci eravamo posti questi proble-
mi e probabilmente, nell'acquisto, non avevamo nemmeno guardato
l'etichetta.
Tuttavia le influenze che i tessuti hanno sul microclima interno e sul-
l'aria che respiriamo in casa non sono trascurabili. Il tessuto sinte-
tico, generando cariche statiche, attira ioni positivi e, con questi, la
polvere e le particelle inquinanti. Inoltre, non ha le qualità di assor-
bire e mantenere una certa umidità nell'ambiente e di rigenerare l'a-
ria; il fumo e i suoi componenti tossici permangono a lungo.
Mentre le possibilità di rigenerare l'aria sono proprie della materia
«viva», come quella delle fibre naturali. Per questi motivi l'aria di cer-
ti ambienti è spesso pesante e genera stanchezza, allergie, asma e in-
fiammazioni alle vie respiratorie. Le cariche elettriche aumentano e
un eventuale irraggiamento tellurico diventa più intenso. Nel caso
che la componente di fibre artificiali fosse elevata è opportuno
seguire scrupolosamente i consigli suggeriti nel capitolo «L'in-
quinamento dell'aria che respiriamo».
Per i tessuti sintetici non è sufficiente la pulizia tramite l'aerazione,
perché essi non hanno la capacità di rigenerarsi, ma è bene smagnetiz-
zarli e purificarli dalle piccole particelle tossiche (polvere) tramite
frequenti lavaggi, senza l'uso di detersivi forti, adoperando gli accorgi-
menti descritti nel capitolo «La pulizia della casa e dei tessuti con
prodotti biodegradabili, non inquinanti». La moquette può essere libe-
rata da cariche elettrostatiche strofinandola con un panno umido.
 Anche in casa «senza scarpe». In una casa costruita con materiali na-
126

turali è possibile evitare l'ingresso con le scarpe. In Oriente, liberare i


piedi dalle scarpe prima di entrare in casa è una forma di rispetto. Ha
un significato simbolico, poiché mette in relazione l’interno di una
casa con la nostra interiorità, come se la porta di casa si aprisse den-
tro di noi. Per chi vi abita togliersi le scarpe è come liberarsi dalle
fatiche del giorno e passare dall'esterno (la terra che si è calpestata)
all'interno (la casa rappresenta i nostri sentimenti).
Chiedere agli ospiti di liberarsi delle calzature inizialmente sembra
strano e quasi offensivo. Solo i bambini ne sono felici. Ma, dopo il
primo impatto, i mocassini che vengono forniti da chi ci riceve risul-
tano comodi e permettono in ogni momento di liberare il piede per
accovacciarsi sul divano o sedersi sul tappeto Scompaiono, con le
scarpe, anche molte difese psicologiche e culturali ingiustificate.
Così le particelle inquinanti derivate da polvere, batteri, gas di scarico
e altri agenti chimici vengono lasciate all'ingresso, evitando che si
depositino su tappeti, moquette o sul pavimento di casa.
Inoltre, le scarpe non rispettano mai la fisiologia del piede, lo co-
stringono ad un adattamento innaturale. In casa sarebbe consigliabile
non portare le scarpe, specie se hanno la suola di gomma, che isola
da terra e non permettono al corpo di scaricare le tensioni. Sono pre-
feribili mocassini morbidi in pelle o delle ciabatte di tela, si favorirà
così l'eliminazione dell'energia elettrostatica.

Quale stile di vita?


La fisiologia del nostro corpo e i materiali sintetici non vanno d'ac-
cordo. Se per ragioni di lavoro o altro non riusciamo ad evitare materiali
sintetici, cerchiamo almeno di indossare abiti di tessuti naturali quando è
possibile, così possiamo scaricare le tensioni accumulate. E anche nei
momenti di maggior contatto con la natura lasciamo che la pelle «respiri»
e che si vivifichi il nostro corpo.
Una tecnica naturista che permette di scaricare le tensioni accumu-
late, efficace durante i periodi di nervosismo, è quella di camminare
scalzi sull'erba e sulle superfici naturali.
Il piede, che porta descritto per zona riflessa tutto il corpo, se stimo-
lato da superfici non lisce, agisce come un massaggio generale e scarica a
terra le tensioni elettroma-gnetiche accumulate dal corpo.
LA CAMERA DA LETTO ECOLOGICA

SIMBOLISMI E SALUTE NEL SONNO

La camera da letto ha un ruolo predominante nell'abitazione ecologica.


Le camere moderne, sempre più confortevoli e automatizzate con testate
del letto a telecomando e con televisori incorporati, non sono sempre
garanzia di sonni tranquilli.
La camera da letto è il luogo dedicato principalmente al sonno, al
riposo e all'amore. Durante l'arco di ogni giornata trascorriamo otto ore,
circa, in questa stanza. Quindi, un terzo della nostra vita è legato ad essa.
Di conseguenza, la nostra salute dipende anche da questo locale.
Cosa accade durante il sonno? Il sonno è un abbandono quasi com-
pleto. La mente in particolare e il sistema muscolare lasciano cadere le
difese per ritemprarsi con un profondo rilassamento. La nostra consape-
volezza del mondo esterno viene praticamente a mancare e, tramite i
sogni, i nostri istinti più profondi e arcaici si esprimono. Ma il sonno non
è una fase inattiva.
Durante il sonno avvengono la maggior parte dei processi vitali e
soprattutto le operazioni di recupero del nostro organismo. La produzione
di nuove cellule che sostituiscono quelle vecchie è accelerata (diverse
decine di miliardi su centomila miliardi di cellule in totale). Inoltre i mu-
scoli vengono tonificati, i tessuti ricostruiti e l'attività delle ghiandole
regolarizzata.
Dalla posizione distesa la struttura ossea trae beneficio, in partico-
lare la colonna vertebrale che, in posizione verticale, deve sopportare il
peso del corpo; distesa, invece, può allungarsi e riposarsi. Fare un buon
riposo significa svegliarsi al mattino ritemprati e carichi di nuove energie.
Spesso ciò non avviene.
Dalle indagini statistiche risulta che quasi il cinquanta per cento
delle persone ha problemi legati al sonno: difficoltà ad addormentarsi,
agitazione, sogni angosciosi, bisogno di alzarsi frequentemente, sudo-
razione eccessiva con vampate di caldo e freddo, risveglio al mattino con
una stanchezza maggiore del giorno precedente.
128

Se vogliamo riequilibrare naturalmente il nostro corpo, evitando di


ricorrere a sonniferi, tranquillanti o altri farmaci dannosi, è necessaria
invece un'analisi attenta del tipo di vita che conduciamo. Tra le cause
principali dell'insonnia c'è una incapacità di rilassarsi, di scaricare le
emozioni della giornata e spesso anche una alimentazione sbagliata e la
non corretta disposizione del letto e dell'arredamento della camera.

ECOLOGIA NELLA CAMERA DA LETTO

Questo ambiente della casa, che per secoli è rimasto quasi inalterato,
ha subito negli ultimi decenni delle grandi modifiche. La stanza da letto,
come la casa in genere, ha aperto le porte alla tecnologia e alla chimica di
sintesi.
I mobili, i tessuti e le tappezzerie, sono spesso sintetici, non sono più
naturali, e si aggiungono poi le radiazioni elettriche o elettromagnetiche
che disturbano il riposo. Il nostro corpo, in fase di rilassamento ha minori
difese e viene quindi più facilmente «bombardato» dall'inquinamento.
Vediamo insieme quali sono le condizioni perché la camera da letto
non procuri disturbi al nostro riposo e ci regali «sogni d'oro».
La camera ecologica non vuole essere un ritorno alle fredde e umide
stanze dei nostri nonni che richiedevano «il prete» (lo scaldino a brace o
la bottiglia dell'acqua calda, cioè il predecessore delle moderne termo-
coperte) per togliere il gelo dal letto. Vuole proporre i materiali naturali e
il buon senso in sostituzione alla chimica di sintesi e alle mode dettate dal
consumismo.

Dove disporre il letto?


L'orientamento del letto ha una grande importanza. La posizione
migliore è quella con la testa (polo positivo) verso Nord (polo negativo della
terra), in modo da favorire i processi di scarico elettrico e un allineamento
con le linee di forza terrestri. Il sonno più leggero e agitato (fase REM dei
sogni) sarà più profondo e passerà alla fase NREM senza sogni. Sembra che
la pressione sanguigna si normalizzi e la produzione di globuli rossi sia
favorita.
In alternativa, si possono scegliere tutte le posizioni intermedie da Nord
fino a Est, in quanto hanno effetti vitalizzanti, dovuti all'energia solare del
primo mattino. Sono sconsigliate le posizioni verso Sud e verso Ovest.
129

I letti non dovrebbero mai essere appoggiati contro pareti fredde e


umide. Se la parete verso nord è esterna e mal isolata è bene applicare al
muro o al letto un'ampia testata di legno naturale.

Quale struttura del letto?


Sinora si è pensato che dormire sul duro fosse il riposo ideale per la
schiena, ma non è proprio così. La nostra colonna vertebrale ha una natu-
rale forma ad s; il corpo non è rettilineo.
Questo significa che il supporto deve essere sostenuto, in maniera da
non formare gobbe, ma non rigido al punto da impedire alla schiena o ai
fianchi di mantenere la naturale forma fisiologica.
Le tavole di legno o le reti e i materassi molto rigidi (ortopedici),
costringono la schiena ad uno sforzo continuo, e noi ignoriamo che i mu-
scoli dorsali devono lavorare di continuo per compensare la posizione
innaturale. Il risultato è quello di arrivare al mattino poco riposati e
indolenziti, con le «ossa rotte» o il mal di testa, senza capirne l'origine.
130

Quale rete scegliere?


In quest'ultimo periodo si è fatto largo uso di reti metalliche, abban-
donando il legno di un tempo. Le reti metalliche, se di vecchio tipo a pic-
cole maglie, cedono e si imbarcano come amache, mentre quelle più
recenti, a trama più larga, sono spesso troppo rigide.
Inoltre, il supporto in ferro della rete e la rete stessa formano una
«antenna» che capta le radiazioni elettromagnetiche generando una
specie di gabbia isolante e, non essendo a contatto con la terra, non si
scaricano, aumentando così il nervosismo e la tensione.

La rete ideale è quella in legno


Le soluzioni più moderne propongono un supporto in lamelle di
legno, leggermente incurvate verso l'alto e regolabili; fissate all'estremità
da giunti di caucciù. Queste reti sorreggono molto bene il corpo e si adat-
tano alle sue forme sia in posizione supina che in quella laterale.
La struttura del letto ha una grande importanza perché durante il
sonno diventa un prolungamento del nostro corpo che, come la pelle,
deve traspirare. Non sarà perciò mai a contatto del pavimento, ma solle-
vato da terra per fare circolare l'aria. Anche un letto con struttura a fondo
chiuso, con cassetti e pannelli, è da evitare per la stessa ragione.
Il materiale ideale per la costruzione del letto è naturalmente il
legno, perché di carica neutra, in quanto non capta le onde elettroma-
gnetiche. Altri materiali da utilizzare sono il vimini, il bambù o il rattan.
Supporti troppo duri o troppo cedevoli non permettono alla colonna ver-
tebrale di distendersi naturalmente. Invece il corpo può mantenere la pro-
pria forma con un supporto a listello di legno regolabili, montate su giunti
oscillanti in caucciù.

Rete a doghe di faggio


curvato, trattate con ver-
nici atossiche. È dotata
di dispositivi per rego-
lare la rigidità lombare,
la forma e il peso del
corpo, in tutte le misure
singole e matrimoniali.
131

Letto che si «imbarca»

Letto troppo rigido

Letto idoneo al corpo


132

Il materasso ideale
Quello a molle non fa bene, come per anni ci hanno fatto credere. Le
molle, collegate tra loro, non seguono la forma del corpo e con il tempo
assumono un andamento irregolare. Inoltre, essendo metalliche captano
le onde elettromagnetiche e hanno spesso imbottiture di origine sintetica
per attutire «l'effetto molla», solo i lati più esterni sono in lana o cotone.
Lo star bene a letto dipende in gran parte dal materasso. Questo so-
stegno, per garantire un sonno ristoratore, deve essere flessibile ma non
troppo, evitare dispersioni di calore, isolare elettricamente e assorbire la
traspirazione del corpo. Queste qualità ci permettono di alzarci al mattino
senza dolori alla schiena e soddisfatti da un sonno rigeneratore.
Ancora una volta le fibre naturali ci vengono in aiuto al fine di
scegliere un buon materasso.

La lana ha una buona elasticità e flessibilità per adattarsi alla forma


del corpo. Inoltre mantiene il calore e assorbe l'eventuale umidità.
L'unico inconveniente è che il materasso di sola lana va rifatto ogni due
tre anni.

Il cotone non è così elastico ma è molto resistente. Il materasso in


cotone, di derivazione giapponese, prende il nome di Futon. Comodo e
maneggevole, può avere differenti altezze che lo rendono adatto anche
come stuoia per il relax o per alcune attività sportive. La sua freschezza è
molto adatta in estate.

Il crine lascia traspirare perfettamente il corpo e lo mantiene fresco.


Oggi, non trattato chimicamente, è difficile da reperire. Ha il difetto di
«far polvere», ma può essere ben stratificato con la lana.

Il lattice espanso e il caucciù sono di origine naturale e mantengono


1'iniziale elasticità nel tempo, purché non ci sia un'alta percentuale di
gomma al posto del lattice. Nel materasso vanno normalmente stratificati
con altri prodotti naturali: lana, crine, ecc., per aumentarne le capacità
assorbenti e traspiranti. Sarebbe bene utilizzare anche un coprimaterasso
in lana merino con una sottile rete di fibre antistatiche di cotone bekaert o
di rame per mantenere la naturale carica bioelettrica del corpo.

I materiali sintetici sono oggi reperibili in grande quantità; un


esempio è il poliuretano espanso che si trova anche all'interno dei ma-
133

terassi a molle. Ma per tutti i motivi già spiegati i tessuti sintetici sono
sconsigliati.

La coperta di lana merinos è il miglior avvolgimento per un sonno


naturale, dato dal tepore della pura lana di pecora merino. Durante la
notte ci preoccupiamo spesso di coprirci, e «stratifichiamo» il nostro letto
di coperte. Quello che non consideriamo è la dispersione del calore del
corpo che avviene soprattutto da sotto. Questo avviene se il nostro ma-
terasso è a molle o di materiale sintetico e, anche se usiamo varie coperte,
dormiamo su una superficie fredda e che non assorbe l'umidità del corpo.
Se il calore non viene mantenuto dal materasso, serve perciò un coprima-
terasso di lana o di cotone d'estate.
Le coperte di lana merinos, preferibilmente allo stato grezzo con
pelo rialzato oggi si trovano in commercio.
È possibile avvolgere completamente il corpo nella pura lana (senza
lenzuola) fra le due coperte. Così il corpo viene isolato dal freddo e da
dispersioni di calore, garantendo un buon riposo.
Inoltre, la folta peluria della lana merinos genera un costante mas-
saggio sulla superfìcie cutanea, stimolando così la circolazione sanguigna
anche nel sonno. Chi soffre di raffreddamenti localizzati del corpo (per
esempio mani, piedi o cosce fredde) percepisce una generale sensazione
di benessere accompagnata da un calore diffuso. Con una migliore circo-
lazione sanguigna periferica si possono prevenire e curare le artriti e le
artrosi, mentre la pelle si rassoda e si sciolgono gli eccessi di grasso e
anche la cellulite.
Il micromassaggio notturno rende la pelle maggiormente liscia più
resistente e il corpo migliora esteticamente. La cute, troppo protetta e
poco stimolata, perde la sua resistenza mentre può riacquistarla a contatto
con le fibre naturali.
Timorosi di prendere freddo ci vestiamo anche di notte, quando
invece la pelle avrebbe bisogno di essere libera di respirare. Per utilizzare
tutti i benefici della lana merinos l'ideale sarebbe dormire fra questo tipo
di coperte senza lenzuola e meglio nudi.
Una proprietà della lana è di mantenere la giusta temperatura cor-
porea; questa può essere sperimentata ponendo un cubetto di ghiaccio tra
due tessuti merinos: dopo due o tre ore il cubetto sarà ancora intatto.
Questa proprietà termoregolatrice la rende utile anche nelle mezze sta-
gioni e ne rende l'uso consigliabile ai bambini.
134

Le lenzuola, le coperte e il materasso devono permettere al corpo


di traspirare, facendo evaporare l'umidità che contiene anche sostanze
tossiche prodotte dal metabolismo. L'ambiente umido e stagnante di un
letto sintetico si evita scegliendo tessuti naturali come lino, cotone, lana o
canapa. Le fibre naturali non attirano le cariche elettrostatiche e la pol-
vere, con benefici per la respirazione.

Il piumino d'oca è un'ottima alternativa per coprirci durante la notte:


soffice, morbido e leggero accompagna meravigliosamente i nostri sonni,
donando al corpo il giusto calore.

Il cuscino può inoltre regalare un buon sonno. Ad esso sono legati


spesso i dolori alle spalle, alle cervicali, l'indolenzimento e le emicranie.
Le vertebre cervicali, che sostengono la testa, richiedono un adeguato
supporto per non essere in tensione durante la notte. Il cuscino non deve
essere troppo alto, ma avere un sottile spessore per equilibrare la fisiolo-
gia della colonna vertebrale. I prodotti per il cuscino dovrebbero essere di
lana, di piuma o di latex.

Durante la notte la maggior parte delle persone assume una posizione laterale per effetto
della dinamica del sonno. è stato studiato un disegno esclusivo per creare una zona mor-
bidissima dove l’orecchio va naturalmente ad appoggiarsi. Ci sono in commercio anche
altri cuscini ecologici in lana merinos
135

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI

Per avere un appartamento o una casa ecologica ci troviamo spesso


ad intervenire su strutture, disposizioni di ambienti, mobili, ecc., già
esistenti. Questo non significa che la nostra abitazione non possa diven-
tare più salubre. Con qualche piccolo accorgimento possiamo iniziare
delle modifiche e avvertire dei benefici. Anzitutto occorre avere atten-
zione al letto che ci «accoglie» per tante ore.
 La struttura e la rete del letto non dovrebbero essere metalliche, ma
se non possiamo cambiarle, per «scaricare» l'elettricità a terra adope-
riamo una stuoia con una sottile rete di rame o di fibre antistatiche di
cotone bekaert da stendere sopra il materasso.
 Se il materasso è a molle e di cotone è da preferire una sottocoperta di
lana merinos che ci isoli dal freddo e dalle cariche elettromagnetiche.
Inoltre, per il letto usiamo solo tessuti naturali, non trattati.
 Il letto ha bisogno di cure ogni giorno. Lo sapevano bene le nostre
nonne che ogni mattina esponevano all'azione disinfettante dell'aria e
del sole la biancheria per qualche ora. Questo fa evaporare l'umidità
assorbita dai tessuti lasciandoli nuovamente freschi e asciutti. L'aria,
a volte, agisce meglio di un lavaggio sui tessuti naturali perché ha
capacità autopulenti.

Europeo è lo stile di arredamento, attuale, sempre di buon gusto


Là dove ti porta il cuore.
La testata imbottita sfoderabile e tessuti naturali.
PULIZIA DELLA CASA CON PRODOTTI ECOLOGICI
BIODEGRADABILI, NON INQUINANTI

LA PAURA DEI GERMI, DEI BATTERI, DEGLI INSETTI E L’USO ECCESSIVO DEI
DETERSIVI «MIRACOLOSI»

Ogni giorno intraprendiamo una mini guerra casalinga, armati di


spray,disinfettanti e detergenti. Qual è il nemico?
La nostra società può essere definita la società del pulito. E fin qui
non ci sarebbe nulla di male se tutto ciò non fosse diventato una vera e
propria mania con l'utilizzazione di prodotti inquinanti e non ecologici
biodegradabili.
Le nostre case, negli ultimi decenni, si sono trasformate in luoghi
lindi e lucenti dove ogni cosa brilla e risplende grazie ai detersivi di cui si
può disporre. Basta accendere il televisore e gli spot pubblicitari ci man-
dano subito immagini di famiglie felici e donne sorridenti che risolvono i
loro problemi semplicemente «affidandosi» all'uno o all'altro detersivo.
Ma, oltre alle immagini televisive, che mostrano il sole che splende
immancabilmente nel cielo azzurro e la natura pulita ed incontaminata,
dietro ai sorrisi e alle famiglie felici, si nasconde una produzione chimica
che spinge al consumo sfrenato di prodotti per la casa, con effetti disa-
strosi sull'ambiente e sulla salute degli stessi consumatori.
Cosa ci ha spinto ad aumentare 20 volte il consumo di prodotti per la
pulizia della casa in pochi anni? Le nostre abitazioni sembrano dei veri e
propri arsenali chimici, dove detersivi, disinfettanti, solventi, smacchia-
tori, deodoranti e altre decine di prodotti (uno per ogni problema) entrano
a far parte del corredo necessario del vivere.
L'industria chimica, per assecondare i nostri bisogni (o i propri?),
sforna ogni anno centinaia di nuove sostanze. Esse assommano ormai a
circa 60 mila tipologie nel mondo, di cui una buona parte è destinata alle
nostre case. Il primo interrogativo da porsi è se le abitazioni siano real-
mente più pulite del passato, oppure se c'è qualcosa di sbagliato in tutto
questo consumo.
La pubblicità ha inculcato nella cultura delle persone questa
138

certezza: milioni di germi (batteri, virus, acari, ecc.) ci circondano e


allora occorre assolutamente difenderci, altrimenti rischiamo la malattia.
Alla base di questo orientamento risiede «la fobia dei germi», ovvero
un'assurda interpretazione della teoria microbica e della pratica del
vivere, di cui si serve la pubblicità per far presa sul consumatore.
L'assillo di essere contaminati e il bisogno di disinfettare ogni angolo
della nostra casa è assurdo. Assomiglia ad una lotta senza fine contro
schiere di invisibili nemici, che comunque non riusciremo mai a vincere,
per nostra fortuna. Questa assurda maniera di vivere le nostre abitazioni
ci indica come facilmente l'uomo possa essere «pilotato» dalla pubblicità
e da erronee abitudini.
Come è possibile far credere che il lavandino deve essere tanto asettico
da «mangiarci dentro»? Le superfici dei pavimenti tanto lucide da spec-
chiarsi e il bagno disinfettato giornalmente come una sala operatoria?
Ma cosa contengono realmente questi «prodotti miracolosi»? E quali
effetti hanno sul clima interno delle nostre abitazioni e sulla nostra pelle?
Vediamolo insieme.
I BATTERI, L’ECOSISTEMA CASALINGO E LA SALUTE

I batteri, date le loro dimensioni microscopiche e le ridotte esigenze alimen-


tari e ambientali, sono gli esseri più diffusi. Sono presenti dovunque: nel terreno,
nell'acqua e nell'aria. Numerosi sono anche i batteri parassiti che vivono all'in-
terno di altri organismi. Non tutti i batteri parassiti sono peraltro patogeni: negli
animali erbivori i batteri sono assolutamente necessari alla digestione poiché per-
mettono la scissione della cellulosa, che altrimenti non potrebbe essere digerita.
Nell'intestino dell'uomo sono presenti batteri che si nutrono con i prodotti
della digestione; tali batteri non solo sintetizzano sostanze quali vitamine utili
all'organismo umano, ma ostacolano l'attecchimento delle specie patogene.
La malattia insorge, quindi, quando l'equilibrio tra batteri e organismo
ospite si rompe e i batteri penetrano nei tessuti (solitamente per difetto dei mec-
canismi di difesa); oppure in presenza di batteri specializzati per una vita parassi-
taria nell'interno dei tessuti o delle cellule dell'ospite. Nell'economia complessiva
della catena alimentare, tuttavia, il maggior contributo è dato dai batteri saprofiti
che si nutrono di materiale organico (rifiuti, organismi animali e vegetali morti)
che attaccano e demoliscono (putrefazione e fermentazione) rimettendone in lib-
ertà gli elementi costitutivi (azoto, carbonio, ossigeno, ecc)
I batteri vengono usati dall'uomo per la produzione di prodotti caseari (for-
maggi, yogurt, ecc.), nella «macerazione» di fibre vegetali (iuta, canapa, lino) e
nella sintesi di numerose sostanze quali alcol, amminoacidi, vitamine e antibiotici.
Alle tecniche tradizionali basate sui batteri (biotecnologia), si aggiungono
oggi tecnologie innovative, come l'ingegneria genetica, in cui i batteri occupano
139

un ruolo di primaria importanza. I batteri sono organismi unicellulari di dimen-


sioni microscopiche (diametro 0,3-0,2 µm; lunghezza 0,3-100 µm) caratterizzati
dall'assenza di un nucleo morfologicamente definito. I batteri possono avere
forma sferica (cocchi), cilindrica (bacilli), a virgola (vibrioni), a spirale (spirilli);
esistono anche batteri provvisti di ramificazioni e filamenti simili ai miceli dei
funghi (attinomiceti). Si riconoscono vari tipi caratteristici di aggregazione bat-
terica: batteri sferici associati a due a due vengono definiti diplococchi; se sono
disposti a formare una catena, streptococchi; se formano un grappolo, stafilococ-
chi, ecc. I batteri possono essere privi di mobilità o muoversi nell'ambiente che li
circonda; in questo caso il movimento avviene per mezzo di particolari appen-
dici, dette ciglia o flagelli, distribuite in vari modi sulla superficie cellulare.
Il citoplasma della cellula batterica ha caratteristiche analoghe a quelle delle
cellule di tutti gli organismi viventi e anche le reazioni biochimiche sono fonda-
mentalmente le stesse. I batteri sono però sprovvisti di un nucleo vero e proprio
dotato di una membrana che lo separi dal citoplasma e mancano anche di cromo-
somi morfologicamente identificabili in un'unica molecola di DNA che contenga
tutta l'informazione genetica essenziale per una determinata specie.
Le cellule batteriche si riproducono in via asessuata per scissione dividen-
dosi lungo un piano perpendicolare all'asse longitudinale.
Nel XIX secolo, periodo di grande sviluppo scientifico, ad opera di Pasteur,
Koch ed altri microbiologi, nacquero le teorie sui microbi: il germe venne indi-
viduato e si vide in lui la causa di tutte le infezioni, malattie, degenerazioni e
annientamenti delle difese corporee.
Se 30 o 40 anni fa le persone non sapevano cosa fossero i batteri (i microbi),
i virus e gli acari, oggi i nomi sono a tutti familiari.
Essi sono presenti ovunque e noi dipendiamo da loro. Sono all'esterno e all'in-
terno del nostro corpo. La vita senza batteri sarebbe impossibile. Intervengono
nei processi biochimici riducendo forme complesse di vita in forme semplici e
permettono alle sostanze, cosi trasformate, di rientrare nel ciclo vitale. Presenti
nel tubo digerente e nell'intestino facilitano la digestione ed evitano fenomeni
putrefattivi interni.
II nostro corpo e le nostre abitazioni possono definirsi come un complesso
«ecosistema» dove convivono microrganismi di ogni genere. Alcuni di questi
sono «dannosi» e altri «utili», ma in realtà essi devono convivere in reciproco
equilibrio e sono l'unica garanzia di armonia per la nostra salute. Anche se
ognuno ha un proprio compito, come in natura l'animale che ci sembra più repel-
lente o più dannoso ha una sua funzione all'interno del sistema ambientale, tut-
tavia tali equilibri possono alterarsi o essere alterati.
L'uso di certe sostanze, per uso personale, specie se di sintesi e comunque
chimiche, crea uno «squilibrio batterico»; esso generalmente va ad annientare i
batteri positivi e a favorire quelli dannosi che, senza più essere ostacolati dai
primi, possono proliferare. È un po' quello che accade quando assumiamo degli
antibiotici: insieme ai batteri patogeni vengono annientati anche molti altri
microrganismi utili che vivono nel nostro intestino e che devono essere poi
ripristinati.
140

I PERICOLI DELLA «CHIMICA DOMESTICA» NON SONO PREVISTI PER LEGGE

Questa società, «perfetta», asettica e per nulla equilibrata, crea,


prima di tutto, vantaggi ai produttori di detersivi. Il loro giro di affari, già
di migliaia di miliardi l'anno, è in continua ascesa. Lo dimostrano la pub-
blicità e i negozi di detersivi che proliferano ovunque per offrire la più
ampia scelta al cliente.
I prodotti oggi proposti sono sempre più specifici e numerosi. Le
proprietà «miracolose» sono riportate con grandi caratteri colorati, men-
tre le scritte come «Attenzione, può inquinare i mari, i fiumi, i laghi e
anche la casa. Non eccedere nell'uso» non ci sono (per legge obbligatorie!)
o appaiono a volte con diciture microscopiche. Ma le proposte di facile
pulito e serenità domestica portano con sé non pochi pericoli.
Le specifiche componenti chimiche di un detersivo, di un lucidante
per i mobili o di un disinfettante sono innumerevoli e sconosciute. I pro-
duttori, infatti, mantengono l'assoluta segretezza e non rivelano le compo-
nenti e le dosi.
Quando usiamo uno di questi prodotti per la pulizia e il manteni-
mento della nostra casa, le sostanze chimiche contenute si depositano
sulle superfici (pavimenti, mobili, stoviglie, tessuti, abiti, ecc.). Questi
composti, inquinanti e pericolosi per la salute dell'uomo, dovrebbero
essere accuratamente eliminati con risciacqui per impedirne il contatto
con le persone. Questo però, avviene raramente.
Innanzitutto il risciacquo dovrebbe essere estremamente prolungato,
perché ogni particella chimica scompaia completamente e quelle che ten-
dono ad aderire alle superfici per conferire lucentezza e brillantezza sono
difficili da eliminare. Altri prodotti vengono spruzzati e le loro compo-
sizioni rimangono sospese per ore nell'aria in forma di microscopiche
goccioline, che poi si depositano nella casa, sui tessuti, sulle persone e
quindi in parte assorbite dalla pelle.
Far giocare il bambino sul pavimento pulito e disinfettato con un
prodotto come quelli che non richiedono risciacquo non è certo sicuro e
consigliabile. Un ulteriore pericolo risiede nell'aggressività di certi
prodotti pulenti usati su superfici di materiale sintetico come la plastica,
le superfici laccate o i pavimenti in PVC. Queste sostanze vengono
parzialmente disciolte e i loro gas, insieme a quelli del detersivo, si spri-
gionano nell'aria. I rischi si accentuano per la casalinga che si destreggia
tra i preparati dalle più svariate e sconosciute composizioni.
141

Si parla oggi di housewife sickness (malattia della casalinga), cioè di


tutta quella serie di disturbi che colpiscono le donne a contatto quoti-
dianamente con prodotti pulenti di origine sintetica. Gli eczemi alle mani
o alle braccia, dermatiti allergiche di difficile guarigione, ipersensibiliz-
zazioni e disturbi respiratori sono i sintomi principali di un uso
inadeguato di tali sostanze.

UNA TERAPIA ALLA ROVESCIA

Proviamo ad osservare cosa accade quando una donna lava i piatti o fa il


bucato. Nell'acqua calda si scioglie il detersivo e i vapori che sono saturi di com-
posti chimici vengono inalati. È ciò che accade quando facciamo un suffumigio
per curare le vie respiratorie. I pori della pelle a contatto dell'acqua e del calore si
dilatano, preparandosi ad assorbire le sostanze chimiche disciolte.
Le mani e i piedi, oltretutto, sono le parti più assorbenti del nostro corpo.
Basta provare a sfregare uno spicchio di aglio sotto la pianta di un piede per sen-
tire, dopo l5 minuti circa, l'odore dell'aglio in bocca. Questo significa che le com-
ponenti assorbite entrano velocemente nella circolazione del sistema sanguigno.
I detersivi sono costituiti da sostanze che si legano ai grassi per sciogliere lo
sporco. Insieme alla macchia d'unto, però, se ne va anche quella pellicola
lipidica che protegge la cute. A poco serve la crema applicata successivamente
perché la pelle, ormai privata delle sue difese naturali, lascia aperta la via ad irri-
tazioni, eczemi e infezioni. Almeno usiamo i guanti!

II lavoro e l'ambiente casalingo diventano quindi luoghi di intossi-


cazione, di cui sono vittime adulti e bambini. Avvelenamenti provocati da
sbiancanti, smacchiatori e detergenti sono molto più frequenti di quanto
si possa pensare. Anche le ustioni e le ulcerazioni alla pelle o alla cornea
dell'occhio possono essere provocate da prodotti quali antiruggine, pulisci-
forno e sturanti.

Cosa accade nel corpo?


I detersivi non sono innocue polverine ma composti chimici alta-
mente attivi. Le dosi minime non sviluppano reazioni evidenti, ma queste
nel tempo agiscono sommandosi e favorendo malattie o ipersensibilità e
accentuano quelle già presenti.
I test di nocività, come per i prodotti edilizi, non sono una garanzia.
Infatti sono limitati ad alcune sostanze rispetto alle centinaia immesse nel
mercato, e si limitano agli effetti di un composto preso singolarmente.
Non sono valutati i pericoli di sincancerogenesi, cioè gli effetti
142

prodotti da piccole dosi che si sommano tra loro (sinergia), ovvero le


interrelazioni che possono avvenire all'interno del corpo tra un compo-
nente chimico e l'altro con effetti cumulativi o moltiplicativi dei valori
tossici. Gli effetti a lungo termine sono sempre sconosciuti.

COME CAMBIARE IL MERCATO E PULIRE ECOLOGICAMENTE?

È facile ascoltare la pubblicità dei prodotti chimici per la casa, com-


prarli, consumarli e poi gettarli via senza riflettere.
Se l'industria tende ad indirizzare i nostri acquisti e a creare bisogni
inutili, è però vero che i consumatori hanno un grande potere che spesso
non conoscono: basta infatti una diminuzione delle vendite di certi prodotti
inquinanti per imporre nuove soluzioni che possono portare alla pro-
duzione di prodotti migliori, non dannosi alla salute. Da qualche anno si
trovano detersivi ecologici e cibi biologici anche nei supermercati. Perché
dobbiamo bere l'acqua minerale e non quella del rubinetto o delle sor-
genti?
Questo significa che il consumatore può modificare gli indirizzi
della grande industria.
Spesso cambiare piccole abitudini ci permette di uscire da un vortice
consumistico, migliorare la salute e risparmiare denaro. Una pulizia a
misura d'uomo e di ambiente non significa rinunciare all'igiene, né tanto
meno alle comodità, ma uscire da un meccanismo di consumo, pro-
duzione e pubblicità basato sulla suggestione e sulla disinformazione, a
danno della nostra salute e della ecologia dell'ambiente.
In sostanza, l'affermazione che l'acqua che inquiniamo la ritroviamo
nel nostro bicchiere, non deve essere dimenticata perché è vera più di
ogni immagine pubblicitaria. Quindi, come vedremo nei successivi para-
grafi, pulire sì...ma non da morirne!

Il bucato, detersivi e ammorbidenti


In passato le donne hanno sempre lavato ma nessun torrente, fiume e
mare sono stati inquinati, e tanto meno le falde acquifere. Quali erano i
detersivi usati? Il sapone, la cenere di legna, l'argilla e l'erba saponaria. Il
sapone prodotto «ecologicamente» con grassi vegetali, animali e soda,
era un bene prezioso; la varechina si usava in casi eccezionali.
Poi venne l'industria chimica e in pochi decenni cambiò anche il
143

modo di fare il bucato. Si scoprì che dal petrolio era possibile ricavare
nuovi detergenti, i tensioattivi sintetici, efficaci e convenienti allo stesso
tempo.
Il sapone venne soppiantato e sostituito dai «fustini» con le «polveri
magiche», che si versano regolarmente in lavatrice. Cosa contengono
queste miracolose composizioni per darci il bianco, che più bianco non si
può? E liberarci da ogni fatica infilando nel cestello la maglietta così
macchiata da sembrare una carta geografica e ritrovarla, a fine lavaggio,
linda e pulita? Ecco di seguito il perfetto cocktail chimico.

I tensioattivi
Il loro compito è di attaccare lo sporco ed eliminarlo dai tessuti.
Queste sostanze, derivate dal petrolio e dal carbone, entrano ogni giorno
«a fiumi» nell'ambiente e non sono facilmente biodegradabili. I tensioat-
tivi più usati sono gli anionici e i non ionici; hanno prezzi molto bassi,
buona capacità detergente, ma alto potere inquinante e spesso si accom-
pagnano ai metalli pesanti molto tossici. Sono la causa di allergie e der-
matiti. In un fustino la percentuale varia dal 15 al 40 % e si trovano anche
nei dentifrici, nei saponi, negli shampoo e nei tessuti.

I fosfati
Il problema della «durezza» dell'acqua, che causa il deposito dei sali
sui tessuti, è stato risolto ricorrendo ai fosfati che legano a sé i sali,
migliorando l'azione delle sostanze detergenti.
Questi sono degli ottimi fertilizzanti delle acque dei fiumi, dei mari e
dei laghi dando così luogo al triste fenomeno dell'eutrofizzazione. Le
alghe crescono a dismisura, consumano molto ossigeno, e così .i pesci
vengono soffocati e la vita nelle acque muore.
Un chilogrammo di fosfati permette la crescita di ben 100 kg di
alghe. È bene sapere che il 60% dei fosfati degli scarichi urbani proviene
dalle nostre abitazioni.
Si è cercato di sostituire i fosfati (in seguito alla legge che ne limita
le quantità), ma il rimedio si è rivelato peggiore del male. L'NTA, il sosti-
tuto del fosforo indicato nei detersivi dal bollino rosso, se limita il fenome-
no dell'eutrofizzazione, provoca però rischi per l'ambiente e per l'uomo.
L'aspetto più preoccupante dell'NTA è la capacità di rendere solubili
i metalli pesanti (piombo, cromo, cadmio e ferro), che altrimenti restereb-
bero bloccati nei fanghi dei fiumi e nei terreni marini, creando composti
144

molto tossici, che possono provocare lesioni al cervello, al fegato e ai reni


(se assunti tramite l'acqua da bere).
Inoltre sembra che l'NTA provochi alterazioni cromosomiche al
codice genetico (DNA), tanto da essere severamente vietato nello stato di
New York.

Gli sbiancanti
Ogni detersivo in polvere contiene sbiancanti dal 10% al 30%, gene-
ralmente a base di perborato, che, liberando ossigeno, sbiancano con un
processo detto di «bruciatura».
Le fibre così trattate si logorano facilmente, i colori sbiadiscono e il
boro, in essi contenuto, ha un effetto tossico sulla flora marina. La tem-
peratura ideale di azione del boro è sopra i 60°C, mentre al di sotto di
questa temperatura usarlo significa sprecarlo perché non agisce.
Altro candeggiante è l'economica varechina, usata nei lavaggi a
mano e per disinfettare. Essa sfibra i tessuti, è molto corrosiva per la pelle
e il cloro inalato può irritare le mucose e creare spasmi alla laringe.
Mescolarla con altri prodotti può essere pericoloso.

Gli enzimi
Questi servono per decomporre certi alimenti e le proteine (macchie
di sangue, uovo, cacao, ecc.) Essi sono attivi tra i 30 e i 60°C (vengono
distrutti al di sopra dei 60°C) e permettono di ottenere effetti di lavaggio
simili a quelli che si ottengono alle alte temperature. Sono però pericolo-
sissimi tanto che vengono incapsulati in uno strato protettivo che si
scioglie a contatto dell'acqua.
Provocano, inoltre, danni ai bronchi, alle vie respiratorie (quando
versiamo il detersivo nella vaschetta si solleva una finissima polvere che
facilmente inspiriamo) e diffusi pruriti ed eritemi alla pelle, impedendo la
guarigione delle lesioni cutanee (anche dopo ripetuti risciacqui lasciano
tracce sugli abiti). La biancheria dei neonati e delle persone allergiche
non dovrebbe mai essere lavata con queste sostanze.

Gli azzurranti ottici


Sono pigmenti azzurri che riflettono i raggi ultravioletti e conferiscono
alla biancheria un effetto più bianco. Naturalmente queste sostanze devono
depositarsi sui tessuti per creare l'effetto «bianco più bianco». Vengono così
assorbiti dalla pelle con danni che possono portare al cancro.
145

I riempitivi
Sono sali vuoti, e si ritrovano in quantità che si aggira tra il 20 e il
40% del contenuto del fustino e che fanno sembrare convenienti i grossi
fustini. Questi composti (come il solfato di sodio), oltre ad inquinare i
fiumi e le acque, rendono i tessuti duri e rigidi e richiedono l'uso di
ammorbidente.

Gli ammorbidenti
Un bucato che si rispetti non termina senza ammorbidente, per la
felicità della famiglia che si «coccola» in morbidi tessuti. Queste emul-
sioni rosa o azzurrine sono abbondantemente versate nei risciacqui e rag-
giungono a tonnellate le acque dei fiumi e dei mari.
In questo caso la legge sui fosfati non viene applicata: gli ammor-
bidenti ne contengono fino al 22%, contrariamente al 2,5% consentito nei
detersivi.

I tensioattivi cationici
In essi contenuti, si attaccano alle fibre dei tessuti; dopo il duro
lavaggio con questi prodotti di sintesi, esse tornano morbide ma nel suc-
cessivo lavaggio devono essere eliminati con una dose aggiuntiva di
detersivo ai tensioattivi anionici.
L'ammorbidente, come i balsami dopo shampoo, si deposita sulle
superfici col risultato che miliardi microscopiche molecole di sintesi
chimica vanno a ricoprire tessuti, pelle e capelli. La sottile pellicola che
aderisce alla biancheria, inoltre, non rende assorbenti le fibre.
Un tessuto naturale, quindi, perde le utilissime capacità di man-
tenere il corpo asciutto. I batteri e i funghi proliferano con danni alla
pelle (specie nella biancheria intima) e gli abiti devono essere lavati
frequentemente a causa del ristagno di tossine e odori prodotti dal
corpo.

Altri composti
L'elenco dei vari composti chimici è molto lungo e comprende antis-
chiuma, anticorrosivi, additivi anti-ingrigimento o i profumi sintetici che
danno quell' «odore di pulito» alla biancheria (che è solo un espediente
per nascondere l'odore sgradevole degli altri composti.)
146

Lo smacchiatore indispensabile per la «macchia terribile»


Vi sono flaconi, addirittura uno per tipo di macchia, che contribui-
scono all'elenco di prodotti velenosi che usiamo e conserviamo nelle no-
stre abitazioni. Questi prodotti, che contengono solventi come il tri-
cloroetilene, il percloroetilene o il cloruro di metilene, sono gli stessi
adoperati nelle lavanderie. Sono velenosi semplicemente per contatto e si
mischiano all'aria di casa. Una volta scaricati in acqua si accumulano nei
tessuti adiposi dei pesci e comunque finiscono nelle falde acquifere e
quindi nei nostri bicchieri dopo una parziale depurazione.
Gli smacchiatori per la ruggine, a base di acido fluoridrico, oltre a
sciogliere la ruggine riducono anche il calcio nelle ossa.
Un esempio di intossicazione si può verificare togliendo le macchie
di ruggine dalle scarpe da tennis e poi calzarle per qualche ora, le compo-
nenti tossiche entrano immediatamente in circolazione corporea.

COME SMACCHIARE NATURALMENTE

Smacchiatore universale
La maggior parte delle macchie può essere eliminata con del sapone
di marsiglia prima di mettere il tessuto in lavatrice. Certe macchie, se trat-
tate appena si formano, vengono eliminate con sola acqua. L'ammollo
con l'uso del sale toglie le macchie più difficili.

Macchie di sangue, carne, uova, cacao


Possono essere smacchiate con acqua salata, bicarbonato di sodio e
un po' di sapone. Per i tessuti bianchi anche acqua e soda. Per materassi o
coperte in lana o tessuti di arredamento occorre strofinare bene con acqua
e bicarbonato. Applicare fecola di patate o amido, lasciare asciugare e
spazzolare. Ripetere se necessario.

Macchie di grasso e unto


Si puliscono con sapone secco, lasciato agire per una notte, sui tes-
suti che vanno poi messi in lavatrice. La lana e la seta invece vanno ricop-
erte con saponaria o talco e spazzolate dopo qualche ora.
Se la macchia permane usare carta assorbente e passarvi il ferro da
stiro caldo. Per i tessuti d'arredamento, materassi, ecc. è possibile usare
una soluzione di alcol e sale e poi un panno umido per risciacquare.
147

Macchie di frutta
Possono essere smacchiate con acqua o acqua e sapone. Prima del
trattamento il tessuto viene lasciato a bagno in acqua e limone o acqua e
latte. Se le fibre sono resistenti il limone può essere applicato sulla mac-
chia o si può usare acqua molto calda.

Macchie di pennarello, biro, inchiostro


Vengono pulite con lo yogurt o succo di limone diluito. Anche con
aceto o alcool denaturato applicati in alternanza.

Macchie di erba
Sul cotone si possono smacchiare con acqua e sapone; sulla lana con
acqua tiepida, alcool e qualche goccia di ammoniaca e poi sciacquare con
acqua e aceto.

Macchie di urina
Si puliscono in acqua e aceto abbondante e poi lavate normalmente.
Per tessuti d'arredamento o materassi strofinare con la stessa soluzione.

Macchie di ruggine
Si detergono sciogliendo del sale nel succo di limone e lasciando un
batuffolo intriso di questa soluzione sulla macchia e frizionare.
Risciacquare bene oppure mettere a bagno con glicerina.

Macchie di caffé e té
Si smacchiano con acqua minerale se la macchia è fresca; se è vec-
chia servono borace e acqua tiepida salata.

Macchie di impronte
Sui tessuti di arredamento si tolgono con acqua e aceto. Macchie sul
legno, vetro o carte da parati si puliscono con una cipolla o patata tagliata
a metà strofinando e poi ripassando con un panno umido. Se sono su
legno lucidare poi con cera o olio di lino e sulla tappezzeria strofinare con
mollica di pane.

Macchie di sudore
Si strofinano con acqua distillata, lavandole poi con sapone e sciac-
quandole con acqua ossigenata o aceto.
148

Macchie di cera
Si tolgono con la carta assorbente e ferro da stiro passato sopra per assor-
bire la cera.

Stirare oggi?
Sarebbe semplice lavoro domestico se le donne, prima di stirare, non
applicassero le «miracolose» nebulizzazioni di prodotti chimici. Questi
composti, contenuti come molti altri in bombolette spray, sono nocivi.
Cosa accade quando provochiamo una nuvoletta chimica per «stirare ed
ammirare» come suggerisce la pubblicità?

LE BOMBOLETTE SPRAY

Lo spray permette di nebulizzare il prodotto ma questo si espande nell'am-


biente sotto forma di piccole goccioline, che poi ricadono sulle superfici cir-
costanti. Quindi l'inquinamento chimico non viene ristretto al solo tessuto in-
teressato, ma anche tutt'intorno. Il risciacquo è perciò quasi impossibile e l'aera-
zione non elimina completamente i residui. Mentre la nebulizzazione viene
assorbita tramite la respirazione e la pelle. Ciò può causare disturbi quali verti-
gini, mal di capo e infiammazioni alle vie respiratorie.
Se il contenitore è di alluminio, piccole particelle si possono staccare dalla
superficie interna del contenitore e nebulizzate possono raggiungere il cervello
tramite la mucosa nasale.
Secondo alcuni ricercatori del Mount Sinai Medical Center di New York, si
sospetta che l'uso degli spray possa essere una causa del morbo di Alzheimer, una
malattia degenerativa del cervello, che sembra causata dall'alluminio.
Inoltre, il propellente, cioè il tetrafloruro di carbonio, oltre ad inquinare è
responsabile come noto, della riduzione dello strato di ozono che ci protegge
dalle radiazioni ultraviolette del sole. Infine, per la produzione delle bombolette
di alluminio (anche delle bevande) vengono usate materie prime che scarseg-
giano e non sono riciclabili; queste confezioni non dovrebbero essere acquistate.

Se il lavaggio degli indumenti è dolce e se evitiamo di farci convin-


cere dalla pubblicità, possiamo tranquillamente eliminare i prodotti per
stirare.

Consigli ecologici e utili


 Inumidire la biancheria con lo stesso ferro da stiro o con uno spruzza-
tore manuale contenente acqua ed eventualmente qualche goccia di es-
senza profumata.
149

 I colli e i polsini delle camicie si sporcano meno se si inumidiscono in


una soluzione di un cucchiaio di amido e 1/4 di acqua.
 Un panno inumidito con acqua e aceto (2/3 e 1/3) evita che sugli abi-
ti si formi una patina lucida e li rende brillanti.

Il bucato ecologico
Si dice che le donne, grazie alle lavatrici, hanno diminuito il tempo di
lavoro e la fatica. Ma è tutto vero? Oggi il guardaroba di una famiglia
richiede parecchio lavoro; ci si può affidare ad una lavanderia, ma è poco
consigliabile considerando che i lavaggi sono a base di solventi di sintesi.
I tessuti, spesso di origine sintetica, si sporcano molto più facil-
mente, attirando a sé particelle di polvere, smog e cattivi odori. Se da un
lato la lavatrice è utile, dall'altro i lavaggi con prodotti molto aggressivi
rovinano le fibre rendendole più soggette ad assorbire lo sporco. Sono
necessari, quindi, lavaggi più frequenti. Oltre a suggerire tessuti naturali,
le possibilità di un bucato ecologico sono tante, anche alle soglie del terzo
millennio.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI

 Usare detergente ecologico in quantità minime. Il sapone di marsiglia


in fiocchi va bene, ma facendo attenzione alla quantità per non
provocare eccessiva schiuma in lavatrice, specie alle alte temperature.
 Se i tessuti sono molto sporchi, o vogliamo diminuire le dosi di de-
tersivo, è utile l'ammollo, oggi spesso trascurato e molto più efficace
del pre-lavaggio in lavatrice. Acqua calda, sapone in fiocchi e sale
(vedi L'armadio delle pulizie) sciolgono lo sporco e rendono il lavag-
gio più facile. Se il tessuto e lo sporco sono resisten ti può essere
usata la soda.
 Solo pochi capi non possono essere lavati in acqua. Le etichette
spesso consigliano i lavaggi a secco per l'evidente aggressività dei
detersivi di sinte-si chimica. Molte donne hanno constatato che è
possibile lavare in acqua quasi ogni tessuto: maglie, pantaloni
(senza intarsi di pelle), coperte, abiti e camici di seta saranno
morbidi e profumati dopo un lavaggio adeguato. Occorrono
soltanto acqua appena tiepida, sapone di marsiglia per le macchie,
qualche cucchiaio di bicarbonato nell'ammollo e dopo il risciac-
150

quo immergere il capo per cinque minuti in acqua con un po' di


aceto.
 La soluzione migliore per l'addolcimento dell'acqua è quello di appli-
care un filtro addolcitore alla lavatrice; si potranno così diminuire
notevolmente le quantità di detersivo necessario. In alternativa usia-
mo un addolcitore a parte a base di soda o di bicarbonato. L'acqua di
montagna non richiede addolcimento e quella delle zone marittime
ne richiede di più; alcune prove ci indicheranno la quantità più
appropriata.
 Usare sbiancanti ecologici e solo nei casi strettamente necessari; non
è necessario sbiancare i tessuti ad ogni lavaggio.
 L'ammorbidente, a questo punto, sarà completamente inutile: il sapone
ha infatti una naturale proprietà ingrassante, mentre i riempitivi dei
detersivi chimici sintetici inaridiscono i tessuti. L'aggiunta di un po' di
aceto nella vaschetta dell'ammorbidente sarà utile per ridurre l'al-
calinità dei detersivi, disinfettare la biancheria e renderla più soffice.
 Il profumo di pulito sarà quindi quello naturale del sapone, ma è pos-
sibile aggiungere all'ultimo risciacquo qualche goccia di olio essen-
ziale preferito.
 In caso di macchie è bene trattarle con un po' di sapone prima di met-
tere il tessuto in lavatrice. Ciò permetterà di risparmiare detersivo
ottenere un bucato migliore.
 Gli ingiallimenti si evitano usando sale in ammollo e nel risciacquo;
così la seta torna bianca con l'aggiunta di due cucchiai di latte o
qualche goccia di acqua ossigenata.
 Per disinfettare la biancheria il miglior battericida è il sole. Gli indu-
menti, le lenzuola e la biancheria intima delle persone malate dovreb-
bero essere .lavate esclusivamente con metodi dolci ed esposte ad asci-
ugare al sole.
 Per i tessuti di grandi superfici (tappeti, coperte matrimoniali, ecc)
scegliete il lavaggio a vapore (usato anche per i tappeti pregiati)
invece di quello a secco. Qualche soluzione completamente ecolo-
gica potrebbe essere effettuata con l'uso di:
--- acqua della cottura della pasta o del riso o della patata per lavare i
capi di seta e di lana molto delicati.
--- scorze di limone immerse nell'acqua bollente, questa diventa sbiacante.
--- acqua di cottura degli spinaci per pulire e ravvivare i colori neri della
seta e della lana.
151

IN CUCINA LA «CHIMICA» AGRESSIVA O QUELLA DOLCE?

Sgrassare e sterilizzare sono le parole d'ordine della pubblicità per la


brava casalinga. Per ottenere piatti e stoviglie puliti e brillanti, la casalinga li
immerge nella schiuma abbondante di un detersivo liquido, il quale è com-
posto da tensioattivi, enzimi, disinfettanti, conservanti e coloranti.

La lavastoviglie. Questo utile elettrodomestico richiede l'uso di


detersivi aggressivi e il risciacquo spesso non avviene completamente.
Per far brillare le stovi-glie, i detersivi devono aderire alle superfici sotto
forma di sottile pellicola, che è difficile da risciacquare, così ogni giorno
ingeriamo la nostra piccola dose di detergente che si somma alle altre
sostanze inquinanti (effetto sinergico). È stato riscontrato che queste
sostanze formano dei ponti chimici all'interno dell'organismo, facilitando
l'assorbimento di componenti tossici, come i pesticidi presenti nei cibi.

Forno e fornelli. I prodotti che puliscono il forno sono tra i più peri-
colosi, contengono solventi, soda caustica e antiruggine. L'odore acre e il
«nodo che prende alla gola» possono farci immaginare i possibili effetti.
La nebulizzazione dovrebbe richiedere la protezione di una mascherina.
Eventuali schizzi agli occhi possono distruggere la cornea. I residui dei
gas contenuti da questi prodotti possono venire assorbiti dai cibi quando
si cuociono.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI

 L'acqua ben calda scioglie buona parte dell'unto; bicchieri e vasella-


me poco sporchi possono essere strofinati con una spugnetta, risciac-
quati e risultare così puliti. Ricordate che l'unto aderisce molto più
alla plastica che non al vetro o alla porcellana.
 Se per pulire è richiesta un'azione più energica usate un prodotto eco-
logico o un po' di sapone in scaglie con poca soda. Se avete cotto la
pasta, la sua acqua con qualche goccia di aceto è un detergente
eccezionale. I tegami anneriti o incrostati possono essere messi a ba-
gno e poi puliti con un po' di polvere di pomice.
 Stoviglie e accessori in legno, terracotta e altri materiali assorbenti
non devono mai essere lavati con i detergenti, ma solo con acqua cal-
152

da. Possono essere disinfettati con aceto e/o lasciandoli al sole. Per
diminuire la quantità di detersivo è utile applicare un «addolcitore»
alla lavastoviglie e inserire le pentole e i piatti non troppo sporchi; in
tal caso i detersivi scelti possono essere quelli ecologici, giacché il
loro potere pulente è inferiore. Con l'addolcitore non serve il brillan-
tante e può essere sostituito dall'aceto.
 II sale azzurrante può essere sostituito con il normale sale da cucina
(che ha un prezzo molto inferiore).
 Il forno andrebbe pulito ogni volta che si cucina, così come i fornelli,
altrimenti i residui di cibo si carbonizzano e producono gas tossici.
Se la pulizia avviene poco dopo l'uso, a forno tiepido, basterà un po'
di sapone, della polvere di pomice e una spugna. Un accorto uso di
recipienti ampi o fogli di alluminio possono evitare la fuoriuscita del
cibo e degli ingredienti. Un'ultima passata con aceto o succo di limone
nella spugna renderà splendente l'acciaio dei fornelli e del lavello.

COME TENERE UN BAGNO ECOLOGICO?

L'assoluta assenza di germi e batteri è impossibile, perché sono parte


organica della vita.
Oggi, invece, nel bagno si vuole un clima perfettamente asettico e
questo viene ottenuto con i prodotti per sanitari che contengono soluzioni
molto corrosive a base di ammoniaca e alcali, mentre i composti per il wc
(il cui consumo in pochi anni è aumentato di 10 volte) sono a base di
cloro che si libera nell'aria sotto forma di gas.
Questi, come tutti quelli a base di ipoclorito di sodio (per esempio
varechina e candeggina), non devono mai essere usati in successione ad
altri prodotti (quelli per sanitari) altrimenti si avranno gravi conseguenze.
Se infatti uniamo al cloro detersivi acidi, ammoniaca o solo aceto, si
forma immediatamente un gas letale che satura velocemente un ambiente
ristretto come il bagno. Già a basse dosi si riscontrano effetti negativi per
il sistema respiratorio e si verifica anche perdita di capelli, come sostiene
E. Koch, noto ecologo tedesco. Inoltre, quando disinfettiamo il wc uccidiamo
non solo i batteri dannosi ma anche quelli utili.
L'utilità di questi prodotti detergenti è spesso una manovra pubblic-
itaria per venderli. Anche certi disinfettanti sono altrettanto inutili, per-
ché contengono pericolosi fenoli e clorofenoli che sono sospettati di
provocare cancro, mutazioni genetiche e malformazioni.
153

Per questo motivo anche i biberon dei bambini dovrebbero essere in


vetro e sterilizzati solo mediante bollitura per non fare uso di disinfet-
tanti, che in quantità minime possono permanere.

Gli scarichi intasati sono un inconveniente che ci induce a liberarli


con liquidi pericolosi. È mai possibile che per disintasare il nostro
lavandino e il water dobbiamo inquinare una grande quantità d'acqua e
rovinarci i polmoni con acri esalazioni?
La soda caustica (prodotto naturale) è contenuta, in questi liquidi per
circa il 90% e sviluppa grande calore per sciogliere i residui che otturano
gli scarichi. Un involontario getto d'acqua, inoltre, può provocare schizzi
di soda bollente con pericolo per la persona.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI

 Un sapone in fiocchi disciolto in acqua, un po' di soda e della polvere


di pomice formano un detersivo casalingo per i sanitari. Se volete luci-
dare ulteriormente i sanitari potete usare aceto e sale (un bicchiere di
aceto e due cucchiai di sale sono sufficienti).
 Le macchie ostinate, specie quelle di resina o gomma, possono esse-
re eliminate con benzina, mentre per quelle scure e di ruggine ci
aiuta una pasta di borace e aceto. La rubinetteria sarà protetta e si
incrosterà meno di calcare se passeremo ogni tanto uno straccio imbe-
vuto di vaselina.
 L'uso di quasi tutti i prodotti naturali non rovina le superfici (porcel-
lana, marmo, piastrelle o rubinetteria cromata) ed evita la maggiore
aderenza dello sporco.
 Per i rifiuti solidi possiamo prevenire gli ingorghi usando il cestino e
non il water. Se il danno è fatto usiamo le ventose.
 Anche un bicchiere di aceto bollente e un cucchiaio di sale, oppure
acqua bollente, aceto e soda (un cucchiaio per litro), possono risolvere
il problema senza danni.

PULIZIA ECOLOGICA DELLE SUPERFICI

Secondo la pubblicità, ogni superficie (mobili, pavimenti, pareti,


piastrelle o altro) è tanto sporca da richiedere l'uso di una speciale
154

sostanza. I pavimenti vengono puliti con prodotti a base di ammoniaca,


solventi e derivati amminici, mentre per la lucidatura ci si affida a cere a
base di petrolio, paraffina e solventi come il toluolo e lo xilolo (il benzolo
è proibito perché cancerogeno).
Questi prodotti richiedono meno fatica nella lucidatura (sono autolu-
cidanti), ma formano una pellicola plastica su ogni superficie, togliendo
ogni benefica proprietà al materiale naturale e fanno risaltare graffi e
impronte. Anche per i mobili si segue lo stesso procedimento, con spray
lucidanti e non si capisce perché debba essere lucidata una superficie già
laccata o lucidata.
 Per pulire un pavimento non troppo macchiato può bastare solo ac-
qua, magari tiepida. In caso di sporco più resistente basta poco sapone
e un po' di bicarbonato. Per disinfettarlo e lucidarlo sono sufficienti
acqua e aceto, le cere sono quelle naturali, (la cera d'api), liquide (da
sciogliere in acqua) o dure; esse possono essere usate per ogni super-
ficie conferendo un gradevole profumo, ed essendo antistatiche ci
fanno spolverare meno.
 Anche i panni imbevuti in acqua molto calda con un po' di essenza di
limone e poi lasciati asciugare servono per spolverare le superfici.
 II legno verniciato si lucida con una soluzione di alcol e olio di lino
in parti uguali.

Tappeti, moquette e vetri


La pulizia accurata di grandi tappeti e moquette è difficile. La chimi-
ca e il suo mercato propone soluzioni spray da lasciare asciugare sulla
superficie, cosicché lo sporco possa venire poi aspirato o pulito assieme
al prodotto che lo ha incorporato. È chiaro che una parte di queste
sostanze rimane sul tessuto e si polverizza successivamente nell'aria
venendo respirata dalla casalinga e dai bambini.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI

 Passare con un buon aspirapolvere di frequente è la migliore pulizia


insieme ad un buon arieggiamento.
 Nel caso di profonde pulizie bastano acqua e bicarbonato o acqua e
aceto sfregati con una spazzola o uno straccio. È consigliabile ese-
guire il lavoro in una giornata di sole lasciando poi asciugare bene a
finestre aperte.
155

 I colori dei tappeti possono essere ravvivati cospargendoli di bicarbo-


nato per una notte e aspirandolo il mattino dopo, oppure usando un
cavolo tagliato a metà e usato come una spazzola.
 Non dimentichiamo che camminare con le scarpe in casa e soprattut-
to sulla moquette significa introdurre diverse particelle inquinanti
(asfalto, metalli, polveri varie e anche microrganismi). I bambini
sono soggetti al contatto di queste sostanze perché giocano sui tap-
peti. Prendiamo quindi la sana abitudine di levare le scarpe quando si
entra in casa.
 Per pulire i vetri sono sufficienti l'acqua e uno straccio (carta di giorna-
le o la pelle di daino).
 Per vetri più sporchi e macchie molto ostinate possono essere elimi-
nate con l'alcool puro o diluito in acqua.

INSETTI CHE DISTURBANO E AGGREDISCONO

Certe volte in casa si svolge una vera e propria caccia all'insetto, che
a colpi di spray o di talco termina con l'annientamento del malcapitato.
Gli insetticidi, che adoperiamo con la massima tranquillità, contengono
fluoruri, arsenico e cianuri. Prolungate permanenze in ambienti in cui è
stato fatto uso di insetticidi, specie se mal aerati, hanno effetti tossici sul
sistema nervoso.
Oltre a provocare disturbi respiratori, specialmente durante il sonno,
quando il corpo diminuisce le difese. Inoltre, i prodotti applicati diretta-
mente sulla pelle contengono DET (dietiltoluammide) che viene assorbito
dai pori della cute, specie se si accumula con successive applicazioni.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI

Contro le zanzare
 Impedite che fuori casa si formi l'acqua stagnante per evitare le zanza-
re (grondaie mal messe, recipienti d'acqua, nei vasi sotto le piante).
 Per evitare di essere punti di notte la soluzione migliore è applicare
una zanzariera alle finestre o sul letto (come è in uso in oriente).
 Alcune piante da posare sul davanzale sono insettorepellenti: geranio,
lavanda, menta piperita, basilico e quasi tutte le erbe aromatiche.
156

 Anche gli olii essenziali, spalmati sulla pelle o evaporati, sono utili co-
me la cedronella e il geranio.

Contro le mosche
 Le superfici pulite con acqua e aceto e le tende risciacquate con infuso
di amarella o issopo tengono lontane le mosche.
 L'aceto evaporato su una piastra, l'incenso e le foglie di sambuco, men-
ta, lavanda e artemisia possono aiutare ad allontanare le mosche.

Contro le formiche e le tarme


 Preveniamo le formiche evitando di lasciare residui di cibo in giro e
puliamo con acqua e aceto (o solo quest'ultimo).
 Le foglie di pomodoro, le bucce di limone o il tanaceto seccato e pol-
verizzato allontanano le formiche. Se si sono insediate in casa indi-
viduate il nido, spruzzatevi acqua bollente e chiudete il buco.
 Nei nostri asettici appartamenti cittadini, dove non c'è più posto per
un ragno o una zanzara, cerchiamo di non farci prendere dalla «fobia»
da insetti. Ricordiamo che, a dispetto degli insetticidi, gli animali
superstiti diventano sempre più tenaci e forti mentre l'uomo sempre
più debole e intossicato.

Gli antitarme contengono paradiclorobenzene, naftalina, esa-


cloroetano o lindano che sono sostanze altamente irritanti e che provo-
cano allergie alla pelle, all'apparato respiratorio, disturbi gastrointestinali
e asma. Sono molto rischiosi in presenza di bambini per l'eventuale inge-
stione e per i vapori emanati.
La naftalina è poco solubile in acqua e può permanere sugli indu-
menti anche dopo i lavaggi. Essendo però solubile in olio si combina con
il grasso della pelle o con la crema applicata alla pelle, venendo cosi
facilmente assorbita, con danni al fegato e ai reni.
L'ingestione di una sola pallina potrebbe essere mortale per un bam-
bino. Sono pericolosi anche i trattamenti antitarme usati in fase di lavo-
razione. I tessuti vengono infatti impregnati di sostanze velenose come
l'Eulan o il Mitin. Consigliamo:
 L'aria, il sole e i lavaggi sono una buona prevenzione. È utile anche
arieggiare periodicamente gli armadi (tessuti sporchi o pregni di
sudore attirano le tarme).
157

 Non avvolgete abiti nei sacchetti di plastica perché creano un ambien-


te di serra favorevole alle tarme.
 Antitarme naturali sono: fiori di lavanda, foglie di noce, canfora natu-
rale (esiste anche la versione sintetica), frutti di ippocastano, essenza
di cembro; per riporre i tappeti è sufficiente la semplice carta di gior-
nale.
 Quando pulite l'armadio usate acqua e olio essenziale di lavanda.

DEODORARE PUÒ INTOSSICARE? QUALI PROFUMI USARE?

La pubblicità ci suggerisce di deodorare l'ambiente e non ha torto. Il


profumo è un piacere, ma quali deodoranti usare?

I PROFUMI E L’OLFATTO

Nel passato i profumi erano molto usati per il corpo, per deodorare gli
ambienti, tenere lontano gli insetti, disinfettare l'aria e per proteggere dalle epi-
demie.
II senso dell'olfatto è molto potente e più sensibile del gusto e si integra con
questo. Abbiamo un archivio di almeno 5000 odori che sollecitano i nostri
ricordi, ci rimandano spesso al nostro passato e stimolano l'inconscio. Gli odori,
infatti, rimangono impressi per anni e ciò che non piace all'olfatto non è bene
accetto neppure agli altri sensi.
Gli aromi hanno un'influenza psicologica. Fin dall'antichità si riteneva che
questi fossero un anello di congiunzione tra il corpo e la mente e che influissero
sugli stati emotivi. Nei riti religiosi e nelle cerimonie sacre si usano particolari
profumi per favorire la spiritualità. I profumi possono rilassare, stimolare
all'amore, dare energia, e per queste ragioni vengono usati anche nelle terapie
naturali.

Oggi l'industria produce i profumi in modo da imitare quelli naturali,


ma l'origine delle loro componenti sintetiche è chimica. Quando degustia-
mo l'aroma sintetico di fragola non ricaviamo le sostanze nutrienti del
frutto, così quando aspiriamo il profumo chimico sintetico di rosa non ne
traiamo i benefici del fiore.
I componenti artificiali dei deodoranti sintetici, come tutte le profu-
mazioni presenti nei detersivi, possono deodorare l'aria ma anche
inquinarla. Un profumo di sintesi chimica intenso può provocare irritazioni
158

alla gola, riniti allergiche e malessere generale, ma soprattutto sembra che


esso agisca a livello psichico inducendo a depressione nervosa.
Si sostiene che, eliminando i profumi di sintesi industriale dalle
abitazioni, specie nelle camere da letto, si eviterebbe l'uso troppo fre-
quente di tranquillanti.
I deodoranti per wc, ad esempio, contengono paradiclorobenzolo che
inquina l'ambiente ed è stato rintracciato nel tessuto adiposo dell'uomo.

CONSIGLI ECOLOGICI E UTILI

 Ogni abitazione dovrebbe essere pervasa da profumi che portano l'eb-


brezza e l'energia della natura. Un profumo non deve servire per
«coprire» i cattivi odori, per questo basta una sufficiente aerazione.
L'odore del cibo in preparazione è più piacevole delle esalazioni di
certi prodotti chimici, contrariamente a ciò che la pubblicità di questi
prodotti vuole far credere.
 Gli olii essenziali (soluzioni concentrate di aromi naturali, che, con-
trariamente al nome, non ungono) o le erbe sono i profumi della na-
tura.
Sono utili per riportare freschezza nell'aria delle nostre stanze, specie
nei centri urbani dove spesso non è possibile arieggiare bene gli
ambienti.
È sufficiente versare qualche goccia di olio essenziale in un diffusore
di essenza in terracotta, nell'umidificatore del termosifone o nebuliz-
zarli con uno spruzzatore sulle tappezzerie o sugli abiti.
 Gli olii essenziali inoltre hanno un forte potere disinfettante. Le erbe
invece possono essere appese a mazzi, conservate in pot-pourri (un
miscuglio di erbe e fiori e olii essenziali) o in piccole confezioni di tes-
suto da tenere sul divano o a letto per favorire il rilassamento.
 Ricordiamo che le erbe, ma soprattutto ,gli olii essenziali non devono
essere mescolati con aromi di sintesi chimica come spesso avviene.
È bene rivolgersi a produzioni di sicura qualità.
 L'incenso disinfetta l'aria, allontana gli insetti e rilassa la mente favo-
rendo la concentrazione.
 Le bucce di mele, di agrumi o noccioli di pesca e albicocca profuma-
no l'ambiente, se messe sopra una stufa dentro a un forno o nel fuoco
di un camino.
159

USO DEGLI AROMI NATURALI

Nel soggiorno rinfrescano e profumano l'aria la rosa, la lavanda, la melissa,


la citronella, la crespolina, la stellina odorosa, l'assenzio, il geranio, la verbena, il
cedro e il bergamotto.
In cucina riducono gli odori e allontanano gli insetti la melissa, la menta,
l'alloro, il sedano di montagna, il garofano, il basilico, il tanaceto e l'assenzio.
In camera per favorire il sonno è consigliabile il luppolo, la camomilla
(evita gli incubi), la lavanda (rilassa), la maggiorana (sedativa), la rosa (distensiva)
e il sandalo.
Nel guardaroba profumano e proteggono i tessuti, ma anche aggiunti nel-
l'ultimo risciacquo in lavatrice o nebulizzati sui vestiti la lavanda, la rosa, la radice
di giaggiolo, il pino cembro, la buccia di limone essiccata e l'arancia pommader
(chiodi di garofano infilati in un'arancia mantengono il profumo per mesi).
Nelle stanze dei bambini è consigliabile la camomilla romana, il finoc-
chio, il mandarino, la cannella, l'essenza di miele e l'arancio.
In ufficio è consigliabile il limone, il bergamotto, il mirto, l'issopo e il pino
cembro.
Nei momenti di raccoglimento e di rilassamento si suggerisce l'incenso, la
rosa e l'issopo.
Per pulire l'aria in ambienti dove ci sono ammalati o dove si è fumato sono
utili la salvia, il ginepro, il pino cembro, il limone, l'issopo e la lavanda.
Per i lavori domestici disinfettano, profumano e proteggono qualche goc-
cia di limone o cedro o mirto o cannella versata nel detersivo o nell'acqua di
pulizia.

ALTRI CONSIGLI ECOLOGICI UTILI ALLE DONNE

La nostra civiltà dei consumi ci ha insegnato che l'abbondanza e lo


spreco sono garanzia di buoni risultati. Questo non è sempre vero. Più
detersivo non significa più pulito ma inquinamento maggiore. Per
ottenere dosi ecologiche possiamo spesso dimezzare quelle indicate dal
produttore, a tutto vantaggio della salute e dell'economia.
 Un detersivo multiuso può essere utilizzato per scopi diversi. Le indu-
strie propongono invece numerose e diverse confezioni per aumen-
tarne 1'impiego, per far crescere il loro fatturato e guadagno; ma il
contenuto, spesso, è quasi identico.
 Ricordate che anche i detersivi ecologici hanno una dose inquinante e
vanno controllate le diciture sulle etichette, perché alcuni detersivi
sono ecologici solo di nome (un detersivo non è ecologico solo per-
160

ché non contiene fosfati). Le case produttrici più serie, riportano


l'elenco dei componenti pericolosi, e si preoccupano di non
inserirli nei loro prodotti.Un detersivo ecologico ha un prezzo mag-
giore, ma ha una migliore riuscita e fa risparmiare in rapporto agli
altri, perché non contiene riempitivi e sali aggiunti, mentre gli
sbiancanti e i dolcificanti, forniti a parte, si usano solo se è neces-
sario.
 L'acqua è il migliore pulente in assoluto: elimina polvere e i cattivi odo-
ri. Scopo principale del detergente è quello di sciogliere gli unti (che in
parte avviene con l'acqua calda). Diventate seriamente critici e
resistenti verso la pubblicità ma non ai germi e metà del lavoro eco-
logico sarà fatto.

L'ARMADIO DELLE PULIZIE

II sapone ecologico in polvere o scaglie (per lavatrice).


Il sapone di marsiglia, anche vegetale solido, in fiocchi e liquido.
Quest'ultimo può essere usato come detersivo universale (per superfici, abbiglia-
mento, ecc.) Il sapone è biodegradabile, scioglie lo sporco, dolcifica l'acqua,
ammorbidisce e profuma. Rivolgersi a case di sicura serietà che garantiscano la
naturalità della composizione.
Il sale. Far bollire 3-4 litri di acqua e versarvi un pacchetto di sale.
Conservare questa soluzione e adoperarla quando necessita. Scioglie lo sporco e
se usato in ammollo o, in piccole dosi, nel risciacquo evita l'ingiallimento dei
tessuti. Il bicarbonato potenzia ogni detersivo e diminuisce perciò l'uso di
quest'ultimo. Toglie i cattivi odori, è un ottimo detersivo delicato e addolcisce
l'acqua. L'aceto (quello bianco di vino per uso alimentare) neutralizza l'alcalinità
dei detersivi, disinfetta e deterge. Agisce da ammorbidente e mantiene i colori dei
tessuti brillanti. In caso di contatti della pelle con prodotti tossici ristabilisce la
naturale acidità (il pH) della pelle.
La pomice è una polvere finissima che non graffia, ma accentua l'effetto
abrasivo. Unita al sapone sostituisce l'uso degli abrasivi tossici in commercio, che
spesso graffiano superfici come la plastica o i metalli.
La soda addolcisce l'acqua, scioglie lo sporco, ma bisogna usarla in piccole
dosi. È un prodotto economico che inquina ancor meno del sapone.
La cera d'api e l'olio di lino si possono usare sul legno e per varie su-
perfici.
L'alcool deve essere quello denaturato con etere da petrolio e non con pirid-
ina. L'amido per gli usi dovuti.
161

IN PARTICOLARE ALLE DONNE…

Circa un terzo dell'inquinamento proviene dalle abitazioni grazie


all'uso di detersivi e composti chimici di sintesi. Altre sostanze inquinanti
provengono dalle industrie che fabbricano i prodotti che usiamo abitual-
mente. Abbiamo però constatato che il consumatore ha la possibilità di
modificare questo circolo inquinante, altrimenti senza fine. La donna ha
molta voce nel capitolo ecologico perché le è affidata la gestione della casa.
Gli acquisti alimentari (biologici o no) sono molto spesso una scelta
femminile. Molti altri prodotti (ecologici o no) sono scelti dalla donna:
detersivi, prodotti per la cura personale, e anche oggetti per la manuten-
zione della casa e i mobili.
Questo dimostra l'importanza di una sensibilizzazione delle donne su
questi problemi della casa, della nutrizione, del consumare meno e
meglio. Le nostre abitazioni, sono una buona base di partenza biologica
ed ecologica per la salvaguardia della salute personale e collettiva.
II nostro corpo e la nostra casa sono un «ecosistema» perfetto e se man-
tengono l'equilibrio fisiologico naturale la salute è garantita. La medicina
allopatica (quella ufficiale basata sui farmaci di sintesi) ha sviluppato la teo-
ria microbica. Così si ha paura della malattia infettiva e si crede di essere
aggrediti da microrganismi patogeni, sopprimendo i quali pos-siamo ottenere
la guarigione. Tutto ciò, ha rafforzato la caccia al microbo e ai virus.
Le medicine naturali sostengono, invece, che questo ha possibilità di
attecchire solo se il «terreno» lo permette. Se siamo indeboliti, intossicati e
con una bassa difesa immunitaria i batteri trovano facilmente «nutrimento»
negli eccessi di impurità e nel non equilibrio del nostro organismo. Ciò è
dimostrato dal fatto che una malattia, ad esempio un raffreddore, aggre-
disce una persona e non un'altra, anche se il contatto è stato lo stesso.
Nel nostro corpo sono costantemente presenti dei batteri che normal-
mente non generano patologie. Così, ad esempio, nei polmoni possono
risiedere i germi della tubercolosi senza sviluppo di tubercolosi. È ques-
tione di fortuna? Certamente no, ciò dipende dall'equilibrio psico-fisico.
Solo se il batterio trova il terreno idoneo, cioè un corpo intossicato e mal-
nutrito, la malattia si attiva e si sviluppa.
La prevenzione e la medicina naturale (olistica) sostengono che nel-
l'eccesso tossico e nella mancanza di equilibrio risieda la causa di ogni
malattia e non solo di quelle infettive.
162

Le scorie trattenute nel corpo, a lungo andare, creano condizioni di


tossiemia, cioè un avvelenamento interno che è alla base di ogni patolo-
gia. Una alimentazione adeguata e uno stile di vita equilibrato sono i pre-
supposti fondamentali per la salute fisica e psichica. Limitare l'assorbi-
mento di agenti chimici significa evitare accumuli di scorie.
Se gli agenti esterni, come l'aria e l'acqua, sono inquinati e non
possiamo evitarli, non peggioriamo la situazione con un'abitazione
inquinata e malsana e l'uso esagerato di detersivi e dei composti chimici.
Cerchiamo piuttosto di essere più attenti nei confronti degli alimenti e dei
prodotti che consumiamo. Non è solo questione di detersivi, ma anche
questione di cibi, di smog, di medicinali, di certi prodotti per la cura per-
sonale.
Non lasciamo che la nostra consapevolezza venga sopraffatta dalle
immagini pubblicitarie dell'«usa e getta». Scegliamo un'alimentazione
più sana, a base di prodotti naturali biologici, come primo passo verso la
salute e una vita più semplice e più bella.
IL FENG-SHUI

LA FILOSOFIA RELIGIOSA TAOISTA

Il feng-shui (vento e acqua che si pronuncia fung-scioi) è la filosofia


religiosa taoista del vivere in armonia con l'ambiente ed è una delle arti
pratiche più antiche. Le radici del feng-shui risalgono agli sciamani del-
l'antica Cina e per secoli i cinesi si sono affidati a questo orientamento
per seppellire i morti e costruire case e città. Simbolicamente, il Feng è il
«Vento», mentre lo Shui è «l'Acqua» ed essi vanno intesi come elementi
del movimento «dell'energia universale» che agiscono intorno all'uomo e
all'ambiente che lo circonda.
Ogni oggetto prende vita grazie al «soffio vitale», il Ch'i, che si
muove proprio attraverso il Vento e l'Acqua. L'energia che scorre dà nutri-
mento e vitalità, mentre quella che ristagna è distruttiva.
Per i cinesi ogni edificio ha una «vita». Una casa può essere «sana»,
«malata» o «moribonda» e questo dipende innanzi tutto dal suo orienta-
mento, dall'epoca in cui è stata costruita, dai dintorni, che possono celare
forze benefiche o distruttive, e dagli edifici adiacenti che possono
dirigerle, ampliarle, diminuirle, disperderle o raccoglierle.
Quindi, la scelta del sito in cui sorgerà un'abitazione o un edificio
funebre è fondamentale, affinché gli abitanti o i discendenti del defunto
godano di prosperità e di buona salute. Il feng-shui residenziale e quello
dei luoghi di sepoltura si basa su principi molto simili. I cinesi dicono che
un luogo ideale per vivere è perfetto anche per seppellirci i morti.
In Cina gli esperti di feng-shui hanno il compito di comprendere il
flusso di energia nella terra, che può essere ying o yang. Ogni tipo di terra
può essere descritta come montagna o come acqua. Le montagne sono
ying ed immobili, mentre l'acqua è yang e dinamica.
L'armonia non è altro che l'equilibrio tra queste forze energetiche. I
siti feng-shui ideali, infatti, si trovano in luoghi dove sono presenti sia
montagne che acqua. Siti con caratteristiche agli opposti non sono in
equilibrio terrestre, poiché la presenza esclusiva di montagne diminuisce
il flusso energetico e quella esclusiva di acqua impedisce di contenere
l'energia stessa, che tende a dissiparsi.
164

VALUTAZIONE DELL’AMBIENTE ESTERNO: LA SCELTA DEL SITO

Nel valutare l'ambiente esterno, si procede all'analisi dei dintorni


immediati e del territorio in generale. Nel caso in cui l'ambiente cir-
costante non fosse appropriato, sarà del tutto inutile procedere. Inoltre,
bisogna distinguere le aree rurali da quelle urbane, poiché le prime
avranno i dintorni immediati e un ambiente generale caratterizzati da
un'estensione maggiore di terra, mentre le seconde avranno dei confini
più ristretti.

Aree rurali
La protezione è l'elemento principale su cui si basa la scelta di un
sito. È molto importante che siano presenti formazioni naturali o artifi-
ciali davanti, dietro e sui lati del luogo prescelto con le seguenti caratte-
ristiche:
--- la facciata del sito dovrebbe essere protetta da catene montuose in
lontananza, in modo da non bloccare la vista. Questa protezione è
chiamata «Corvo Rosso».
--- il retro dovrebbe essere chiuso da una formazione degradante verso
il sito stesso e non essere né troppo rocciosa né troppo alta. In questo
caso si dice che il luogo ha una buona «Tartaruga Nera».
--- Lateralmente, il sito dovrebbe essere protetto efficacemente da un
«Drago Verde», terreno alla sinistra del sito, e da una «Tigre
Bianca», terreno alla destra del sito. Un buon «Drago Verde» è costi-
tuito da un terreno alto coperto di alberi o erba, privo di sabbia, sassi
o buche profonde. Una «Tigre Bianca» efficace dovrebbe essere una
formazione rocciosa priva di tratti appuntiti.

Aree urbane
I principi di protezione che valgono per la valutazione di un ambien-
te rurale valgono anche per un ambiente urbano. Cambiano i riferimenti
che ora sono identificati negli edifici circostanti:
--- l'edificio di fronte «Corvo Rosso» dovrebbe essere più basso del vo-
stro e possibilmente lungo e non troppo vicino. La distanza ideale
potrebbe essere una strada larga, una piazza aperta oppure un prato
non troppo vasto.
--- l'edificio retrostante «Tartaruga Nera» dovrebbe essere più alto della
vostra casa, ma non troppo vicino.
165

--- una buona protezione alla sinistra «Drago Verde» potrebbe essere rap-
presentata da un edificio con sfumature di colore verde o blu, oppure
da alberi e siepi. Una buona «Tigre Bianca», invece, dovrà essere un
fabbricato basso e tozzo e di colore bianco. In generale, se il «Drago
Verde» è alto, la «Tigre Bianca» dovrà essere bassa e viceversa .

Tigre
Bianca
alta
Sito
Drago
Verde
lungo

Drago Tigre
Verde Bianca
alto lunga
Sito

Se il «Drago Verde» è lungo, la «Tigre Bianca» deve essere alta. Se la «Tigre


Bianca» è lunga, il «Drago Verde» deve essere alto.

La scelta del sito non si limita esclusivamente a queste considera-


zioni, che rappresentano solo la prima fase della valutazione. Infatti, è
molto importante esaminare le caratteristiche morfologiche degli oggetti
naturali o artificiali nelle immediate vicinanze.
Esistono forme dannose e forme benefiche che possono portare sfor-
tuna o raccogliere energie positive per le persone che abitano una casa.
Per esempio, sono nocivi gli oggetti aguzzi che puntano contro l'a-
bitazione, poiché trasportano e concentrano sugli abitanti energia distrut-
tiva (trasmettitori, gru da costruzione, antenne, cartelloni pubblicitari,
166

rami di alberi che puntano verso la casa, rocce frastagliate in direzione


del sito, ecc.). Competitori di energia sono anche tutti quegli oggetti,
come una grossa formazione rocciosa o una fossa profonda, che possono
far apparire l'edificio in cui vivete piccolo in proporzione; oppure gli
oggetti lucenti che riflettono la luce verso la casa, quali pannelli solari,
oggetti metallici, specchi d'acqua, finestre, ecc. Anche una formazione
rocciosa sospesa sopra il sito è distruttiva, poiché dà la sensazione che
l'edificio stia per essere schiacciato. Alcuni esempi sono raffigurati nelle
immagini riportate di seguito.
Al contrario sono considerati benefici tutti quegli oggetti che raccol-
gono energie positive. Tra questi ci sono gli oggetti rotondi, quali rocce e
sculture dalle forme levigate ad esclusione delle parabole satellitari e gli
specchi d'acqua davanti a casa, a patto che non ci siano riflessi diretti con-
tro l'edificio per i motivi sopraccitati. La rotondità è simbolo di com-
pletezza e devia l'energia negativa. L'acqua è yang e portatrice di pro-
sperità.
Benefici sono anche giardini e parchi con fiori e alberi sempreverdi.
Nella cultura cinese, i fiori e i giardini sono associati alla crescita e sim-
boleggiano la prosperità, mentre gli alberi sempreverdi sono il simbolo di
longevità e salute dal momento che non perdono le foglie d'inverno.
Anche le strade e i corsi d'acqua sono canali d'energia e nel feng-shui essi
vengono valutati allo stesso modo.

VALUTAZIONE DELL’AMBIENTE INTERNO

Una volta valutato il feng-shui dell'ambiente esterno, si passa all'e-


same dell'ambiente interno. Per «ambiente interno» si intende l'edificio in
sé e il terreno posto tra la facciata e la strada. Verranno analizzati due ele-
menti la forma e la pianta dell'edificio.

Forma dell'edificio
La forma della casa è il fattore determinante. Infatti, se la forma è
quella sbagliata sarà inutile proseguire nella valutazione. I principi fonda-
mentali sui quali si basa la forma di un edificio sono tre: stabilità, equili-
brio e uniformità.
La stabilità conferisce vitalità e salute e una casa è stabile se i livelli
più alti poggiano su fondamenta robuste. Sono sconsigliate, quindi, strut-
ture che poggiano su pilastri, poiché danno l'impressione di fragilità.
167

L'equilibrio è sinonimo di armonia e collaborazione tra le persone


che abitano una casa. Affinché ci sia equilibrio, la forma non dovrà essere
irregolare.
L'uniformità prevede l'assenza di strutture sporgenti, sia verticali
sia orizzontali, e ruvide. Le superfici uniformi proteggono la casa dalle
energie distruttive.
Alcuni esempi di irregolarità sono gli edifici a forma di piramide o
con parti a sagoma triangolare; edifici ad «H», ad «L» o con parti che
sporgono dal corpo principale; edifici con parti isolate del tutto o parzial-
mente dal resto.
Il triangolo forma spigoli nei quali l'energia distruttiva viene
incanalata e dai quali essa non riesce più a uscire. Verande sporgenti e le
strutture a contrafforte sulla facciata di un edificio lo rendono fortemente
sbilanciato.
Case a torre o edifici lunghi e sottili che estendono verso l'alto sono
aspri ed attraggono le energie distruttive. Lo stesso concetto vale per i
camini troppo sottili e sporgenti e per gli abbaini.
Anche le case caratterizzate da architetture particolari, quali per
esempio pareti inclinate, sono da evitare, poiché trasmettono la sen-
sazione di forte instabilità. Eva Wong, esperta consulente di feng-shui,
sostiene che gli inquilini potrebbero correre il rischio di bancarotta o
perdere il lavoro.
La copertura di un edificio dovrebbe avere una pendenza lieve o
essere piatta. Infatti, tetti spioventi danno l'impressione di scivolare e ciò
potrebbe portare a perdite di denaro da parte degli inquilini. Benefiche
sono le coperture a volta o a cupola. Si è già spiegato precedentemente
l'efficacia della protezione delle forme rotonde.
Altri esempi di forme irregolari che creano squilibrio e instabilità
sono rappresentati nelle figure che seguono.

Pianta dell'edificio
Una volta esaminata la forma di un edificio, si procede a valutare il
feng-shui della pianta e quindi la conseguente disposizione dei vari ambien-
ti. Alcuni ambienti vengono normalmente utilizzati con maggior fre-
quenza di altri, per cui bisognerà tenerne conto nella valutazione delle
posizioni più propizie. I locali di servizio, quali ripostigli o dispense, pos-
sono essere localizzati nelle zone più «sfavorevoli» della casa.
Affinché il Ch'i, «l'energia vitale», possa fluire liberamente è deter-
168

minante la posizione delle porte, e vedremo in dettaglio anche questo


aspetto.
Per prima cosa, esamineremo uno per uno i vari ambienti che com-
pongono un'abitazione residenziale, ai fini di approfondire i criteri di va-
lutazione di una pianta.

In atmosfera tutta orientale

L’ingresso
L'Energia positiva o negativa entra nella nostra casa dalla porta prin-
cipale, per cui l'ingresso è importante nella determinazione del feng-shui
di un edificio. L'ingresso dovrebbe dare su un foyer o stanza d'ingresso,
che funga da «cuscinetto» tra l'esterno e l'interno, affinché l'energia posi-
tiva venga distribuita al resto degli ambienti. In questo modo, se l'energia
fosse negativa, la stanza d'ingresso la smorzerebbe.
Un altro accorgimento è far affacciare il foyer su altre stanze per
facilitare il flusso dell'energia positiva. Da evitare sono gli ingressi che
affacciano su corridoi stretti e lunghi, poiché l'energia negativa rimar-
rebbe intrappolata. Così come si sconsigliano ingressi a forma di imbuto,
perché puntano contro la casa e convogliano l'energia distruttiva verso
tutte le stanze.
169

Corridoi e scale
I corridoi e le scale sono entrambi elementi di collegamento tra le
varie parti di un'abitazione. Di conseguenza sia i corridoi sia le scale sono
conduttori di energia e la loro disposizione determina la buona circo-
lazione del Ch'i.
Per quanto riguarda i corridoi, sarà bene evitare quelli troppo lunghi
e stretti, poiché l'energia sarà compressa e anche l'energia positiva verrà
trasformata in energia negativa. Inoltre, è bene che le zone dei corridoi
più buie vengano illuminate dalla luce naturale. Questo è possibile se le
porte che affacciano sul corridoio stesso lasciano intravedere le finestre
affacciate all'esterno. Infatti, le zone buie danno un senso di tristezza e
sono catalizzatori di «energia yin», o di morte, mentre il sole permette
all'energia yang, o di vita di penetrare.
Allo stesso modo le scale dovrebbero essere ampie e non troppo
ripide. Scale strette con piccoli pianerottoli per ogni piano creano un
flusso di energia troppo impetuoso, imprevedibile e quindi distruttivo.
Anche le scale a chiocciola sono sconsigliate, poiché l'energia è costretta
a percorrere una strada contorta e a girare su se stessa.
Cucina
Nella cultura cinese la cucina e la sala da pranzo sono strettamente
associate alla salute e alla vitalità e sono considerate le stanze più impor-
tanti della casa.
La posizione errata di questo locale in relazione al resto del-
l'abitazione potrebbe causare malattie ai suoi inquilini. In altre parole, la
cucina dovrebbe avere una forma regolare e simmetrica ed essere situata
in un luogo riparato della casa, senza viste dirette sull'ingresso. Se così
fosse, l'energia distruttiva sarebbe direttamente indirizzata verso di essa.
Andrebbe allineata con l'asse centrale della casa, affinché il Ch'i non
debba fluire in modo contorto. Dovrebbe, inoltre, avere più di una porta
per permettere un buon flusso dell'energia vitale.

Camera da letto
La camera da letto è uno degli ambienti maggiormente utilizzati ed è
quello in cui ci ricarichiamo di energia. Mentre dormiamo siamo più vul-
nerabili e quindi la camera da letto dovrebbe essere la stanza più protetta
della casa. Le sue caratteristiche prioritarie dovrebbero:
--- Avere una pianta regolare e simmetrica;
--- Avere un'unica porta, affinché l'energia nutritiva venga assorbita dal
170

nostro corpo e non venga dissipata; la porta non deve trovarsi di fronte
ad una scala, perchè l'energia negativa entrerebbe in modo impetuoso;
--- Evitare travi a vista, poiché darebbero l'impressione che un palo stia
per schiacciare chi sta dormendo;
--- Posizionare il letto sulla direttrice tra la porta d'ingresso e la stanza per
permettere al Ch'i di fluire; oppure, se il letto non può essere po-
sizionato contro la parete sulla quale si apre la porta, collocarlo sul
muro di fronte la porta stessa.

DISPOSIZIONE GENERALE DEGLI AMBIENTI DI UNA CASA

In generale, per ottenere una disposizione benefica delle stanze, dal punto
di vista del feng-shui, si possono tenere presenti gli accorgimenti che seguono:
--- La pianta della casa e la disposizione delle stanze dovrebbero essere
regolari, preferendo le forme rettangolari e rotonde ed evitando
angoli acuti e forme triangolari.
--- La casa non dovrebbe avere dislivelli. Se la parte frontale dell'edifi-
cio fosse più alta, i membri giovani della famiglia avrebbero diffi-
coltà a raggiungere l'indipendenza. Se, invece, fosse la parte posteri-
ore ad essere più alta, la ricchezza scorrerebbe via verso l'esterno.
--- Se la casa prevede due ingressi, quello principale non dovrebbe esse-
re allineato a quello sul retro: l'energia benefica che entra da una
porta uscirebbe immediatamente dall'altra.
--- La casa dovrebbe essere ben illuminata dalla luce naturale. Ricordo che
il sole porta energia positiva yang (vita), mentre il buio energia nega-
tiva ying (morte). Tuttavia, è bene che le finestre non siano troppo
grandi o troppo piccole. Le pareti vetrate, per esempio, non pro-
teggono a sufficienza la casa dall'energia distruttiva e disperdono
quella nutritiva.
--- I soffitti ideali sono quelli piatti o a volta e con un'altezza golare.
Sconsigliati soffitti mansardati o a «V» rovesciata o troppo alti:
l'energia nutritiva sale verso l'alto e rimane intrappolata.
--- Come abbiamo già detto, i corridoi non devono essere troppo lunghi,
bui, stretti e tortuosi per i motivi elencati sopra.
--- I vari livelli di una casa dovrebbero essere regolari e bisognerebbe
evitare terrazzi sporgenti, rientranze eccessive e dislivelli tra le varie parti:
un aspetto «confuso» dei vari livelli rende il flusso energetico caotico.
171

La bussola geomantica
La bussola geomantica viene utilizzata per determinare l'orienta-
mento di un sito ed è la base per computare la carta geomantica. La bus-
sola geomantica non è altro che una ciotola rotonda che contiene tutti i
misteri della terra e quella completa è costituita da trentasei anelli. Oggi
si utilizzano versioni semplificate della bussola completa e possono va-
riare da 9 a 22 anelli.
Ogni anello determina un aspetto del feng-shui e la bussola viene
usata principalmente per valutare i luoghi di sepoltura. Per quanto
riguarda la valutazione del feng-shui residenziale, è sufficiente l'anello
delle 24 Direzioni, detto anche Cerchio della Montagna, che ha lo scopo
di determinare il punto in cui il flusso dell'energia del territorio entra in
un certo sito.
La carta geomantica mostra come l'energia si muove nel territorio e
nell'ambiente che lo circonda.
172

GLI INTERNI FENG-SHUI PER IL BAMBINO

Una cameretta feng-shui


I bambini sono particolarmente sensibili alle sollecitazioni e alle
alterazioni dell'ambiente. Pertanto, converrebbe mettere in pratica
qualche accorgimento affinché la loro camera sia un luogo armonioso.
Ecco alcuni consigli pratici.

Il pavimento ideale è quello in legno naturale, che evita l'accumulo di


cariche elettrostatiche e mantiene l'energia del corpo in armonia, offrendo
un effetto equilibrante al bambino.

Il tappeto dovrebbe essere in fibra naturale e la sua funzione è quella di


ridurre l'impressione di confusione creata dai giochi sparsi in terra.

Per l'illuminazione, si consiglia l'uso di una lampada in cristallo di sale


che produce un'ottima luce e influenza positivamente il benessere del
bambino tramite la ionizzazione e il colore. Per rendere l'effetto prodotto
paragonabile all'aria di mare o di montagna.

Le forme dei mobili dovrebbero essere morbide, così da ricondurre alla


rotondità dell'utero materno e i colori chiari.

Le tende dovrebbero essere in tessuto naturale. Inoltre, di notte, se


chiuse, rallentano l'energia proveniente dalla finestra. Di giorno sarebbe
bene aprirle, per far entrare la luce e l’aria (quando è possibile), che
influisce positivamente sul bambino.

Culla e lettino. I materiali migliori sono il midollino, il legno e il giunco


non verniciato. Da evitare letti in metallo, in plastica o di materiali verni-
ciati. Il fondo della culla deve permettere una buona aerazione e disper-
sione dell'umidità. I tessuti consigliati per rivestire la culla e i lenzuoli
sono il cotone e il lino, possibilmente non tinti, poiché certi coloranti con-
tengono sostanze nocive.
L’ideale sarebbe un velo di seta color porpora, in modo da creare
all'interno della culla un tono di porpora che ha un effetto calmante sul
bambino.
In secondo luogo, è molto importante che il letto si trovi il più lon-
173

tano possibile dalla porta e soprattutto non sotto ad una finestra, in modo
da permettere una giusta circolazione dell'energia.

Per i bambini più piccoli, i carillon e le girandole sono oggetti che


richiamano un'energia leggera e vitale. In particolare, si consiglia di
appendere una girandola in metallo lucido (Yang) ad ovest della stanza e
una morbida in tessuto (Yin) sul lato opposto.
Di notte sarebbe meglio riporre i giocattoli sui vari scaffali (preferi-
bilmente in legno e di forma arrotondata), per attenuare l'energia provo-
cata dal disordine dei giochi sparsi in giro per la camera.
Anche la personalità dei bambini può essere più yin o più yang, la
scelta dei quadretti e dei complementi d'arredo è molto importante per
riequilibrare l'armonia di queste due parti. I colori brillanti (rosso, giallo,
arancio) sono stimolanti e quindi yang, mentre i colori tenui hanno un
effetto rilassante e quindi yin.

I colori nel Feng-Shui


Nella tradizione cinese i colori hanno un'importanza notevole nella
definizione dell'ambiente.
--- Il verde dà armonia e tranquillità.
--- Il blu è usato con grande cautela, poiché è considerato il colore più
freddo.
--- Il nero, invece, è legato alla cattiva sorte.
--- Il giallo è il colore dell'evoluzione, della longevità ed è abbinato alla
Terra.
--- Il rosso è il colore più propizio ed è tra i colori più usati in Cina. Indica
calore, felicità, sincerità, fortuna e ha la proprietà di trattenere la forza
del Ch'i.
--- Il bianco, infine, che in Cina è il colore del lutto, ma anche della pu-
rezza, è legato al metallo.
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