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NUOVA
ABITAZIONE
ECOLOGICA
INDICE
LA NATURA,
LA CASA DA COSTRUIRE O DA RISTRUTTURARE
Luogo, orientamento e materiali 19
Illuminazione naturale e artificiale 22
Il sentimento umano in armonia con la natura 23
L’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
L’universo è materia ed energia vivente 59
L’elettromagnetismo e il nostro organismo 60
Le correnti telluriche 62
Come individuare le zone patogene? 63
Cosa fare in presenza di geopatologie? 65
L’inquinamento elettrico 66
Consigli ecologici e utili 69
Protezione dalle radiazioni elettromagnetiche 73
Consigli ecologici e utili 74
Quale stile di vita? 74
L’ARREDAMENTO ECOLOGICO
Mobili ecologici e belli o condizionanti? 107
Con quali materiali costruire i mobili 109
L’ergonomia in casa e nel lavoro 109
Come vivere gli spazi in casa? Con quali mobili a misura d’uomo? 113
Consigli ecologici e utili 115
IL FENG-SHUI
La filosofia religiosa taoista 163
Valutazione dell’ambiente esterno: la scelta del sito 164
Valutazione dell’ambiente interno 166
Disposizione generale degli ambienti di una casa 170
Gli interni feng-shui per il bambino 172
Giovanni Abrami
Docente all'Istituto Universitario
di Architettura, Venezia
Arch. Raffaele Ghillani - Collline di Parma, vicino al torrente omonimo. La nuova casa
del borgo si affianca alle altre con stile moderno, mentre l’arredamento è più
tradizionale; vedi la cucina a pag. 104
L' UOMO, LA CASA E L'AMBIENTE
La casa ieri
L'uomo, nel passato, ha sempre costruito la casa con i materiali che
gli offriva la natura.
La capanna primitiva era costruita di bambù, canne, foglie o paglia
impastate con il fango o l'argilla. Il successivo evolversi delle tecniche
costruttive ha sviluppato l'uso di materiali più idonei e più solidi come il
legno, la pietra, i mattoni di argilla cruda e cotta, anche per i pavimenti, i
laterizi in genere e la calce. Tutti i materiali erano quelli reperibili sul
luogo ed erano certamente i più adatti alle condizioni climatiche di quel-
la zona.
Le abitazioni avevano una configurazione nella quale si esprimeva la
creatività del costruttore e rispettavano precise esigenze ambientali.
Le costruzioni erano molto diverse da un luogo ad un altro: i climi
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La casa oggi
Non sono casi isolati quelli di edifici inutilizzati perché «pericolosi»
per la vita umana: nel 1983 venne chiusa una scuola ultramoderna di
Ascoli Piceno perché allievi e insegnanti, durante la permanenza nell'ed-
ificio, soffrivano di nausee, mal di testa e svenimenti. La stessa cosa si è
verificata nella scuola di Serra San Bruno, in Calabria, fatta chiudere nel
1985; in seguito altre scuole e asili nido subirono una simile sorte e
furono anche spostati i tralicci dell'alta tensione.
Non parliamo dei lavoratori e cittadini morti a causa di malattie can-
cerogene intorno alle centrali chimiche italiane e straniere.
Gli americani, nel 1975, demolirono a St. Louis un intero complesso
edilizio formato da 33 palazzi appena costruiti, perché gli abitanti si
ammalavano con frequenze elevatissime.
Sicuramente molte abitazioni oggi, ad un severo controllo, risul-
terebbero dannose per la salute. Casa e natura non vanno più di pari passo
e oggi l'abitazione è ben lontana dalla costruzione ecologica del passato.
I materiali offerti dalla natura spesso sono stati modificati e sostitui-
ti da quelli forniti dalla chimica di sintesi e dalla nuova tecnologia: le case
sono costruite principalmente in cemento armato, acciaio e vetro; molti
materiali isolanti sono di origine sintetica; le superfici interne ed esterne
sono trattate con vernici, lacche chimiche e persino i mobili, le imbotti-
ture e i tessuti derivano da prodotti di sintesi chimica.
A tutto questo si aggiungono i prodotti chimici che ogni giorno
adoperiamo nell'abitazione per pulirla, lucidarla e mantenerla. Il risultato
è un ambiente creato artificialmente dall'uomo, in cui l'uomo stesso non
è più in grado di controllare gli effetti negativi, causati dall'impiego di
questo tipo di materiali; un ambiente in cui nuove tecniche e nuovi
ritrovati vengono sperimentati ogni giorno sulla pelle di chi vi abita, men-
tre la ricerca scientifica ecologica e i controlli sono ancora inadeguati per
avvisarci dei pericoli con cui conviviamo quotidianamente.
Le sporadiche notizie che ci giungono sui pericoli della chimica,
come i gas tossici della formaldeide (adoperata nell'edilizia come nella
produzione di detersivi) o gli effetti devastanti delle fibre di amianto (pre-
senti nei materiali isolanti) quando vengono inspirate, sono appena la
punta di un iceberg. Molti materiali adoperati in edilizia, nonostante la
loro riscontrata tossicità, vengono usati senza alcuna precauzione. Questi
prodotti emanano esalazioni che possono entrare nell'organismo tramite
polmoni e pelle.
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Reagire all’inquinamento
L'inquinamento coinvolge un po' tutti e tutto e sembra sempre più
difficile sottrarsene. Sono inquinati l'aria che respiriamo, il cibo, l'acqua,
la terra e ora anche l'ultimo luogo che pensavamo sicuro: la nostra casa.
Dall'assunzione continua di agenti inquinanti e da uno stile di vita scor-
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Luogo e orientamento
Il primo passo della bioedilizia è la scelta e l'analisi del terreno, della
sua radioattività e dei materiali da costruzione. L'argilla, il cotto, la calce
e il gesso sono i meno radioattivi come tutti quelli che contengono poco
uranio. Occorrerà accertarsi della piovosità, del soleggiamento, delle tem-
perature atmosferiche, dei materiali presenti nell'ambiente circostante o
impiegati nelle case del passato per poter scegliere sistemi costruttivi più
idonei ed economici per le nuove abitazioni.
È bene non edificare nelle vicinanze di centrali chimiche ed elet-
triche, emittenti tv, radio o radar (come gli aeroporti) perché si tratta di
luoghi con intense radiazioni elettromagnetiche. Accertatevi che le linee
elettriche ad alta tensione non siano troppo vicine al luogo dove sorgerà
la casa. La distanza dovrebbe essere almeno di m 150.
Con la consulenza di esperti e l'attenta osservazione della natura del
luogo (terreno, tralicci, piante, ecc.) si sceglierà la zona migliore per
costruire, anche con l'ausilio di geomagnetometri. Ovviamente più il ter-
reno sarà ampio e adatto, maggiore sarà la possibilità di scelta. Se l'area
destinata all'abitazione è influenzata negativamente da falde acquifere, si
agirà tramite un'accorta disposizione progettuale: le eventuali zone pato-
gene ospiteranno locali ad uso servizio (bagni, corridoi, lavanderie,
garage, ecc.); nelle zone salubri si disporranno le stanze da letto, lo stu-
dio, la sala da pranzo e il soggiorno.
La costruzione della casa bioecologica deve rispettare un buon ori-
entamento solare e tendere al miglior equilibrio dei campi elettromag-
netici al suo interno (vedi paragrafo Le correnti telluriche).
I materiali
I metalli saranno evitati dalla bioedilizia. Una struttura in cemento
armato tende ad eliminare l'irraggiamento elettromagnetico terrestre e
può invece aumentare l'irraggiamento tellurico. Le strutture periferiche
sono quelle dei muri portanti, possibilmente in cotto e in pietre naturali e
con travature in legno. Al contrario, l'edilizia oggi si è specializzata nelle
costruzioni in cemento armato, che più volte è stato messo in discussione.
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sabbia per le loro qualità igroscopiche. È molto indicato anche l'uso del
legno naturale per soffittature, rivestimenti di pareti o pavimenti, perché
regola il clima, è bello ed emette un piacevole aroma.
Quindi, nella scelta dei materiali non si dovranno considerare solo i
dati tecnologici e fisici, ma anche quelli biologici: materiali e trattamenti
che non provochino esalazioni tossiche e impermeabilità all'ambiente.
Per ciò che concerne la migliore difesa dal freddo e dal caldo, nella
fase costruttiva dell'edificio è possibile intervenire con un adeguato orien-
tamento delle aperture, delle sporgenze e degli oggetti (portici o bow-win-
dow), per avere una casa calda d'inverno e fresca d'estate. Nel passato
questo aspetto era la prima regola: proviamo a pensare alla differenza tra
un trullo pugliese e un maso altoatesino. L'isolamento si può ottenere uti-
lizzando grosse pareti e intercapedini per avere la casa ecologica. Certo
che nei grandi condomini molti sono «sacrificati».
L'impianto di riscaldamento dovrà essere studiato attentamente in
fase di progettazione prevedendo termos o stufe radianti come consiglia-
to nel capitolo Il clima della casa.
Non è così. La casa deve respirare tutta per essere salubre e garantire
un benefico microclima interno, anche d'inverno. Possiamo considerarla
un enorme polmone, che dovrebbe respirare tramite ogni sua struttura.
Questo tipo di aerazione è definita ventilazione naturale.
Nel passato, la casa respirava insieme all'uomo: era costruita con
materiali completamente naturali porosi, che lasciavano filtrare l'aria dal-
l'interno all'esterno e viceversa, e anche gli spifferi delle porte e delle
finestre facilitavano questo ricambio.
La necessità del risparmio termico, insieme alle nuove tecnologie,
hanno modificato la «terza pelle dell'uomo».
L'abitazione, da grande polmone qual'era, è stata sigillata ermetica-
mente: le intercapedini dei muri sono state riempite con isolanti sintetici,
le pareti ricoperte con vernici e resine polimeriche e i tetti impermeabi-
lizzati con catrame e altre sostanze o materiali.
Anche le finestre e le porte sono state sigillate con guarnizioni e
doppi vetri, riducendo la ventilazione di dieci volte rispetto a quella
tradizionale. In alcune abitazioni, specie in quelle ad alto risparmio ener-
getico, si è riscontrato che il ricambio dell'aria avveniva solo due volte
nelle 24 ore.
Molte delle abitazioni attuali si possono paragonare a dei veri e pro-
pri «sacchetti di plastica». Questo significa che tutte le particelle tossiche
nell'abitazione e quelle causate dagli abitanti, tendono a ristagnare tra le
pareti domestiche inquinando così l'aria.
Può apparire che la casa sia costruita con materiali tradizionali dai
quali non c'è nulla di particolare da temere. In realtà, i materiali usati
comunemente oggi nascondono molti pericoli.
Le sostanze chimiche prodotte nel mondo sono circa 60.000, spesso
non dichiarate per segreto industriale. Ogni anno altre 3.000 nuove
sostanze vengono ad aggiungersi. Molte di queste entrano nelle nostre
abitazioni.
Certi prodotti chimici sono invasivi in fase costruttiva: i cementi e le
calci vengono spesso mescolati a sostanze di sintesi per farli indurire
meglio e più velocemente; le intercapedini, all'interno dei muri, sono
riempite di agglomerati espansi, che attraverso le pareti provocano
esalazioni nocive, così come accade per i materiali termoisolanti e fonoas-
sorbenti.
Anche i sottofondi dei pavimenti, le colle per mattonelle, le vernici
interne ed esterne per pareti e pavimenti sono prodotti che contribuiscono
all'inquinamento domestico.
I gas sono sempre presenti nelle abitazioni e vengono inspirati con-
tinuamente lasciando tracce nell'organismo. Benché «l'odore di nuovo»,
percepito negli ambienti appena costruiti e arredati, dopo un certo tempo
svanisca, questo non significa che l'azione inquinante scompaia.
I materiali sintetici usati nei pavimenti in resine polimeriche oppure
nelle superfici in laminato, con l'invecchiamento e l'usura, cedono mag-
giormente le esalazioni inquinanti all'ambiente sotto forma di sostanze
volatili. Ecco alcuni dei componenti chimici che possono «abitare» nelle
nostre case.
Amianto
Questo prodotto è stato per decenni usato in campo edilizio per le
caratteristiche coibenti e di leggerezza, incombustibilità, facilità di appli-
cazione e i bassi costi. Lo possiamo trovare nei pannelli che isolano dal
freddo, dal caldo e dal rumore, spruzzato nelle intercapedini dei muri e
adoperato in lastre sui tetti o per pavimenti e soffittature.
Nel 1982 una delle aziende maggiori nella produzione di amianto, la
John Manville Corporation, fallì perché non fu in grado di risarcire i
dipendenti per i danni fisici che avevano subìto. Infatti, dopo lunghi anni
di produzione e uso di questo materiale, si provò che la polvere delle sue
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Formaldeide
Molti materiali, specie di uso domestico, contengono formaldeide.
La si può trovare in alcune materie plastiche espanse isolanti (quelle poste
nelle intercapedini dei muri), nelle resine sintetiche, vernici e colle, ma
anche nei detersivi, nei disinfettanti e nei prodotti cosmetici come con-
servante. In passato, prima che una legislazione più severa ponesse delle
restrizioni, era presente anche in diversi alimenti.
La formaldeide si libera nell'aria sotto forma di gas molto lentamente
e per molti anni. Si è scoperto che è inquinante e molto pericolosa, tanto
da presentare rischi cancerogeni. È vero, però, che a basse dosi il perico-
lo è molto ridotto, anche se è difficile stabilire l'esatta quantità assorbita
dal momento che è presente in molti prodotti con i quali veniamo quoti-
dianamente in contatto.
Alcuni effetti percepibili possono essere l'irritazione alla gola e alle
prime vie respiratorie, con rischi maggiori per gli asmatici e i bambini.
Esposizioni più prolungate possono causare alterazioni al sistema nervoso
con perdita della memoria e incapacità di concentrazione.
Solventi e diluenti
Nella vernice sono presenti solventi che, evaporando, esercitano
un'azione tossica nell'ambiente e nel nostro organismo. Queste sostanze,
come acetone, butanolo, dicloroetano, metanolo, percloroetilene, toluene
e trielina, possono essere cancerogene.
Il danno, inoltre, aumenta dall'inalazione di vapori degli idrocarburi
aromatici, ed è midollare (quindi con un quadro ematologico di anemia,
riduzione di globuli bianchi, emorragia...)
Impianti a gas
Il gas domestico è molto comodo perché brucia senza sporcare, con-
trariamente alle vecchie cucine a carbone o a legna. Ma la fiamma del gas,
presente nelle nostre abitazioni, produce sostanze volatili durante la com-
bustione che, in ambienti ristretti come una cucina o un bagno, sono mol-
to più pericolose di quanto comunemente si pensi.
Alcune misurazioni sull'inquinamento provocato dai fornelli a gas,
alla temperatura di 175 °C, hanno evidenziato che nelle cucine con insuf-
ficiente ventilazione, erano presenti nell'aria tanto monossido di carbonio
e biossido di azoto quanto nel ciclo di una grande città in una giornata di
smog.
Quando cuciniamo, la nostra piccola cucina si satura di vapore
acqueo, riducendo il tasso di ossigeno nell'aria. Se a ciò si unisce una
quantità elevata di monossido di carbonio, che pregiudica la capacità del
sangue di portare ossigeno ai tessuti dell'organismo, la situazione diventa
allarmante.
Si possono verificare alterazioni al battito cardiaco, disturbi alla
vista e lentezza nei riflessi. Il biossido di azoto, invece, è sospettato
come causa principale dell'aumento di malattie respiratorie specie nei
bambini.
Fumo di tabacco
Il fumo di tabacco che inaliamo contiene più di 3600 sostanze chimiche
diverse, tra cui gas velenosi come monossido di carbonio, ammoniaca, bios-
sido di azoto, formaldeide, le nitrosammine e il benzopirene.
Il fumo della sigaretta, che resta sospeso nell'aria circa 500 ore prima
di depositarsi, è una componente primaria dell'inquinamento dell'aria del-
l'ambiente interno.
I non fumatori che vivono accanto ai fumatori corrono rischi quasi
altrettanto gravi. Circa il 50% della popolazione coabita con un fumatore
ed è risultato che in questi casi la persona che non fuma, un bambino per
esempio, è un «fumatore passivo» di ben tre sigarette al giorno.
I bambini, essendo più sensibili agli agenti inquinanti, per queste
cause, frequentemente soffrono di malattie respiratorie.
Negli uffici dove si fuma molto, in un periodo di 24 ore, sono state
misurate concentrazioni inquinanti superiori ai livelli di inquinamento
esterno consentiti alle fabbriche. Altrettanto potrebbe accadere nelle nos-
tre abitazioni.
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Gli ioni sono atomi, gruppi di atomi o molecole che hanno acquistato una
o più cariche elettriche mediante perdita (ioni positivi o cationi) o cattura
(ioni negativi o anioni) di uno o più elettroni. Gli ioni vengono indicati con il
simbolo dell'atomo o la formula del gruppo di atomi o delle molecole, cui si
appone in alto a destra un segno + per ogni carica positiva che lo ione
possiede e un segno - per ogni carica negativa; p e H+ per lo ione idrogeno e
SO2-/4 per lo ione solforico. Per gli ioni provenienti da atomi si può in gen-
erale dire che i cationi derivino dai metalli, gli anioni dai non metalli. Inoltre,
gli ioni provenienti da atomi di metalli o non metalli con una sola valenza
hanno la struttura atomica del gas raro che precede i cationi o che segue gli
anioni. Data la presenza di carica elettrica, i cationi sono attirati dal catodo
(polo negativo), gli anioni dall'anodo (polo positivo).
Tutti i sali quando sono posti in acqua si scindono in ioni la cui esistenza
può essere messa in risalto mediante l'elettrolisi. La funzione degli ioni è fon-
damentale in molte sostanze in cui la forza di coesione è dovuta all'attrazione
elettrostatica tra ioni di carica opposta. Nella formazione di un legame chim-
ico tra l'atomo A e l'atomo B si formano ioni di A e di B, se uno dei due atomi
cede completamente all'altro uno o più dei suoi elettroni (legame chimico
completamente ionico). Nel reticolo cristallino della sostanza AB non si tro-
veranno allora singole unità AB, ma una successione più o meno regolare di
ioni A e B separati.
La ionizzazione è produzione di ioni, cioè l'azione di un agente (detto
ionizzante), gli atomi acquistano o perdono elettroni, assumendo carica elet-
trica positiva o negativa. Ciò avviene, per esempio, in un gas attraverso il
quale si provochi una scarica elettrica. Particolare importanza riveste la ion-
izzazione per urto, consistente nell'emissione di uno più elettroni da parte di
un atomo che abbia ricevuto energia sufficiente nella collisione con una par-
ticella. Ionizzazione specifica è il numero di coppie di ioni che si formano, per
unità di percorso, lungo la traiettoria di una particella nella materia.
La camera di ionizzazione è un apparecchio utilizzato per determinare la
presenza di un agente ionizzante e per misurare l'intensità della ionizzazione
prodotta. E un reci-piente metallico, contenente un gas e un elettrodo isolato
connesso a un elettrometro; fra la parete della camera di ionizzazione e l'elet-
trodo centrale si stabilisce una differenza di potenziale rilevabile dall'elet-
trometro, che permette di risalire all'intensità della sorgente. La camera di io-
nizzazione può essere usata anche come rivelatore di particelle: per rivelare
una particella è sufficiente connettere l'elettrodo a un amplificatore pro-
porzionale, anziché all'elettrometro, e il passaggio della particella attraverso
la camera determina un segnale corrispondente alla ionizzazione prodotta nel
gas dalla particella stessa. La came-ra di ionizzazione è anche in grado di
fornire spettri di energia della radiazione in essa incidente.
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La casa deve agire in sintonia con il nostro corpo. Nel passato i mate-
riali usati nelle abitazioni erano di origine naturale e questo significava
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che tutto ciò che circondava l'uomo era formato da materiale naturale, non
elaborato e di sintesi. La casa era un ambiente igroscopico, traspirante e
«vivo». Con il progresso tecnologico hanno fatto il loro ingresso nella
nostra abitazione, come nell'ambiente esterno, materiali totalmente nuovi,
creati in «laboratorio» e spesso estranei alle componenti della natura e del-
l'uomo. La casa si è trasformata da ambiente vivo in ambiente «morto», con
conseguenze negative per il clima interno.
Materiale isolante in lana di pecora Daemwool. Pannello di sughero bruno espanso che
è disponibile in diversi spessori (da 1 a 32 cm), prodotto da Tecnosugheri.
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Autogestirsi
In questo mondo di rumori è bene mantenere la calma il più possi-
bile. Se siamo rilassati e tranquilli, l'inquinamento acustico ha effetti
meno dannosi. Infatti è noto che le situazioni di stress si sommano: ten-
sione nervosa più rumore possono provocare uno stato patologico. La
tranquillità ci permette invece di riequilibrare uno stato alterato (come
quello da rumore) ed evitare spiacevoli conseguenze.
Ricordiamo inoltre che un rumore troppo alto crea modificazioni fisio-
logiche. Evitiamo perciò la musica e il televisore a tutto volume; se
adoperiamo macchinari rumorosi, come il trapano, le falciatrici, ecc.,
adottiamo le cuffie di protezione.
Osserviamo il rispetto acustico per il vicinato e teniamo presente che
un rumore provocato da altri infastidisce più del proprio. Un suono può
essere stimolante per alcuni (es. macchine da corsa per gli sportivi) e depri-
mente per altri. Il frastuono non permette di concentrarsi e può causare
incidenti sul lavoro e distrazione intellettuale. Infine, nel sonno la
percezione dei rumori è attenuata, ma questi vengono comunque registrati
e portano come conseguenza un riposo agitato. Ma quali vie seguire per
raggiungere questi risultati? L'apprendi-mento di alcune tecniche di rilas-
samento psico-fisico è certamente un buon inizio per autogestirsi e garan-
tirsi la salute. Un'utile «terapia antirumore», per ritemprare il corpo e la
mente è quella di vivere ogni tanto nel silenzio. Il rumore non ci fa pensare,
mentre il silenzio ci porta facilmente dentro di noi. Se i primi passi sono
difficili, sicuramente il «viaggio interiore» è qualcosa di meraviglioso.
Luoghi di silenzio possono essere semplicemente la nostra abitazione
o ambiti naturali come la campagna o meglio ancora i boschi, dove gli
unici suoni udibili sono quelli naturali.
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10 Studi di registrazione
25 Casa in aperta campagna
40 Strada senza traffico; conversazione a bassa voce
50 Interno di appartamento su strada trafficata (finestre chiuse)
60 Auto ferma con motore acceso a un metro; interno di appartamento
su strada trafficata con finestre aperte
65 Aula scolastica, macchina per scrivere
70 Radio ad alto volume, telefono
75 Interno di auto che viaggia a 140 km/h
80 Incrocio con circolazione animata; aspirapolvere, sveglie
85 Voce urlata
90 Interno carrozza metropolitana (fin. aperti) frullatore
100 Camion e autobus in accelerazione
110 Martello pneumatico, clacson a un metro
120 Interno casco da motociclista; discoteca
130 Aereo in fase di decollo
Soggiorno con divani inglesi dell’Ottocento rivestiti di cotone. La libreria di fine Otto-
cento proviene dagli ex Uffizi di Firenze
L'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
La gabbia di Faraday
Il chimico e fisico inglese Michael Faraday osservò che una qualsia-
si struttura metallica a forma di gabbia, con maglie relativamente fitte,
creava una schermatura. Infatti, i corpi situati all'interno della gabbia di
Faraday risultavano isolati dalle azioni di campi elettrici esterni, ma resta-
vano soggetti alle azioni dei campi magnetici naturali esterni. La conclu-
sione è, quindi, che la gabbia di Faraday è uno schermo per i campi elet-
trici ma non per quelli magnetici.
Ne consegue che tutte le abitazioni con strutture metalliche a gabbia
(tipo cemento armato) non ricevono all'interno gli effetti benefìci dei
campi elettrici atmosferici. Esempio estremo di questo aspetto sono i
grandi palazzi in cemento armato dove le condizioni abitative sono tut-
t'altro che salubri.
La mancanza o le anomale variazioni di campi elettromagnetici por-
tano a stati di indebolimento generale. Sembra che le persone costrette a
vivere in un ambiente dove mancano, o vengono modificati tali campi,
debbano utilizzare una grande energia per la gestione dell'attività delle
loro cellule, mentre invece vivendo all'aperto essa sarebbe fornita dalla
natura.
Tuttavia, pur abitando e passando la maggior parte del tempo in case
di cemento armato, il nostro corpo è fornito di buone capacità reattive:
bastano anche brevi tempi passati all'esterno per consentirci almeno il
minimo irraggiamento vitale necessario a garantirci la sopravvivenza.
Ulteriori schermature si verificano in luoghi angusti: per esempio
nelle strette vie di città con alte costruzioni, o nei cortili molto ridotti.
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Anche le case a più piani risultano sempre più inadatte poiché creano un
più fitto labirinto di schermature.
LE CORRENTI TELLURICHE
Fin dai tempi antichi la ricerca delle zone patogene veniva affidata
alla sensibilità dell'uomo: i sensi dell'uomo sono in grado di percepire, a
volte meglio di qualsiasi apparecchiatura tecnologica, gli impulsi prove-
nienti dall'ambiente. Oggi, a causa di un ambiente altamente urbanizzato
e reso artificiale, la ricettività dell'uomo è fortemente diminuita, ad
eccezione dei bambini ancora in tenera età o di certi animali.
È vero che gli effetti perturbanti sono molto diversi da persona a per-
sona, ma i disturbi tipici che inizialmente si presentano come campanello
d'allarme (spossatezza generale, insonnia, dolori al capo, disturbi nervosi)
possono degenerare. Stati di malattia già presenti guariscono molto più
lentamente.
Sembra che il «male del secolo», il cancro, abbia uno stretto legame
con lo stress affrontato dal corpo quotidianamente in tali situazioni.
Ricerche hanno osservato il susseguirsi di casi di cancro in case poste su
zona geopatogene. Sono note d'altra parte, le «case maledette» che ven-
gono abbandonate perché le persone che le abitano si ammalano e
muoiono senza ragioni evidenti.
La radioestesia è la facoltà sensoriale di captare vibrazioni terrestri;
molto utilizzata in passato e oggi tornata alla ribalta. Spesso viene scredi-
tata perché non basa le proprie ipotesi su una misurazione scientifica (su
numeri e cifre), ma sulla sensibilità dell'uomo.
Speciali apparecchiature, atte a rivelare e misurare i campi elettro-
magnetici come i geomagnetometri, oggi vengono frequentemente ado-
perati nella bioedilizia e nel risanamento di strutture già esistenti.
Tuttavia, possiamo ricorrere a indizi che segnalano la presenza di zone
geopatogene osservando il comportamento degli animali e vegetali che ci
vengono in aiuto.
Gli animali
Quasi tutti gli animali rifuggono le zone perturbate; i nidi, per esem-
pio, non vengono mai fatti su zone geopatogene. Un animale in partico-
lare, il cane, può darci delle informazioni per la nostra ricerca. Il cane,
infatti, evita accuratamente le zone perturbate. Se il vostro cane, nonos-
tante un'accogliente cuccia, la rifugge significa che probabilmente il
luogo è geopatogeno.
C'è un altro compagno domestico che, contrariamente al cane,
sceglie i luoghi di più forte sollecitazione: il gatto. Esso ama le vibrazioni
telluriche e in particolare i «nodi H», le tensioni sopra la TV o i campi
elettromagnetici in cucina.
Le piante
Anche le piante sono molto sensibili alle geopatologie. Alberi
piantati su zone perturbate mostrano difficoltà di attecchimento e di
crescita, subiscono malattie da funghi, cancro e attacchi parassitari. Spes-
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trizzazione agli arti può indicare che il letto non è nel luogo giusto.
Può accadere frequentemente che ci si sposti istintivamente verso un
lato del letto o obliquamente ad esso per cercare zone meno perturbate.
Queste sensibilità sono particolarmente presenti nei bambini piccoli dal
sonno molto irrequieto; spesso si può ovviare al problema semplicemente
spostando il lettino in un luogo non perturbato della stanza.
Se il vostro riposo non è tranquillo, fate controllare le eventuali zone
perturbanti e cambiate posizione del letto. Se non è possibile spostare il
letto ricorrete a materiali con proprietà schermanti, come il rame condut-
tore a terra. Evitate i letti di metallo.
I fili di rame possono essere intrecciati a stuoie, al materasso e a co-
perte di pura lana in commercio. Perchè siano efficaci è utile collegarli a
terra attraverso il muro. Anche alcuni materiali naturali come il legno, il
sughero, il bambù e la lana hanno proprietà parzialmente isolanti.
Metalli ed elettricità
È possibile che le correnti telluriche sotterranee subiscano delle
deviazioni o vengano amplificate? Le strutture in metallo, per esempio,
sono amplificatrici di queste onde: caldaie, casseforti, letti, ecc., non
devono trovarsi all'interno o sotto le camere da letto. Avere la camera da
letto sopra un garage significa dormire su un'enorme struttura metallica.
Anche i mobili in struttura metallica, i materassi a molle e le reti sono
antenne che captano e trasmettono le onde elettromagnetiche. Sono le
superfici ferrose che creano un'amplificazione di qualsiasi onda elettro-
magnetica, proprio al di sotto di noi mentre dormiamo. In queste con-
dizioni il corpo si carica di tensioni e non riposa.
L'INQUINAMENTO ELETTRICO
In casa
La conduzione della casa e le tecniche domestiche sono dipendenti
dall'energia elettrica. La casalinga può disporre, oggi, di circa 300 tipi di
elettrodomestici presenti sul mercato.
Ogni anno questi preziosi accessori domestici diventano sempre più
perfetti, ridotti, multiuso e... indispensabili. La casa automatizzata è un
sogno, ma anche una realtà regalataci da uno sviluppo tecnologico senza
limiti.
Comunque, esistono delle conseguenze dovute all'uso indiscriminato
dell'elettricità? E se esistono, quali sono?
I limiti di sicurezza circa le radiazioni elettriche sono molto incerti e
non esiste una vera e propria tutela a riguardo. I limiti massimi sembra
siano attorno ai 50 V/m (intensità di campo elettrico), quindi è bene non
esporsi a campi elettrici superiori. Questi valori vengono però ampia-
mente superati negli ambienti interni.
Per esempio, se siamo in vicinanza di una lavatrice o anche ad una
lampada le tensioni possono superare i 100 V/m. Solo allontanandosi di
almeno due metri l'irraggiamento diminuisce.
Spesso semplici attività quotidiane generano tensioni elettroma-
gnetiche molto potenti: un semplice phon ha una potenza radiante di una
saldatrice e un frullatore si può paragonare ad un trapano. Ogni apparec-
chio elettrico emette radiazioni. Alcuni strumenti, sia per il funzionamen-
69
to che per il modo d'uso, hanno influenze più marcate. Vediamo dove si
annidano, in casa, i più gravi pericoli di inquinamento elettrico.
Il televisore
Si può definire il «re degli elettrodomestici» perché ormai occupa, in
ogni casa, il posto d'onore. Il televisore, come altri strumenti che ci sono
stati dati dalla moderna tecnica, non è nocivo in sé, ma per l'uso sbaglia-
to ed eccessivo che se ne fa.
Le energie elettromagnetiche HF (alta frequenza) che si diffondono
nella casa sono molto alte: i campi variano da 50 Hz fino a 500 MHz,
senza considerare i raggi X che producono. Gli effetti negativi sugli orga-
nismi animali e vegetali sono provati anche dal fatto che piante e pesci, di
fronte allo schermo, si indeboliscono e muoiono.
Lo schermo televisivo è un produttore di ioni positivi e quindi nega-
tivi per l'uomo. L'aria si inquina e si elettrizza e noi con lei.
Il forno a microonde
Cuocere a microonde significa risparmiare tempo e il tempo oggi è
prezioso. Il forno a microonde possiede tutte le caratteristiche per
diventare l'elettrodomestico più usato in Italia. È usato largamente negli
Usa da almeno due decenni. Certamente cuocere l'arrosto o lo stufato del-
la domenica in pochi minuti o scaldare un pasto (magari congelato) in 2-
3 minuti, quando si arriva a casa stanchi e trafelati, interessa a tutti. Ma
cosa può nascondersi dietro a questo regalo della tecnica?
Ricerche statunitensi sono concordi nell'asserire che eventuali fughe
di microonde generano disfunzioni fisiologiche.
La differenza tra il cibo cotto a microonde e quello sulla tradizionale
stufa a legna rimane ancora un rebus.
Il passaggio da un riscaldamento indiretto dei cibi (forno o fornello)
ad un riscaldamento diretto di ogni singola cellula per effetto di calore
prodotto al suo interno dalle vibrazioni elettriche delle microonde può
destare sospetti, ma ormai è 30 anni che viene usato.
Se è vero che l'universo è un insieme ordinato di piccole particelle e
cariche energetiche perché crearvi scompiglio, solo per fare prima? Come
agisce questo cibo così cotto all'interno del nostro corpo? Sono tutte
domande oggi senza risposta che devono farci pensare.
Se attribuiamo al tempo così grande importanza e non vogliamo ri-
nunciare al forno a microonde, adoperiamo almeno qualche accorgimento.
Oggi, le aziende produttrici di forni sono riuscite a bloccare la fuo-
riuscita di microonde nel momento in cui si apre lo sportello. Ciò che dob-
biamo quindi controllare è la buona qualità delle schermature quando il
forno è in funzione. In questo caso sarà bene affidarsi a prodotti di sicu-
ra qualità.
Il computer
L'indispensabile «terminale ottico», nel giro di pochi anni, ha cambiato
radicalmente le condizioni di lavoro di milioni di persone. Tuttavia la concen-
trazione per lunghi periodi sul video, ad una distanza ravvicinata di 50-70 cm,
e il dover adattare l'occhio ad una sorgente luminosa artificiale crea fenomeni
di stanchezza visiva, arrossamenti e bruciori agli occhi, lacrimazione e forte
sensibilizzazione alla luce con conseguenti cefalee e capogiri. L'influenza elet-
trica diretta del computer è da paragonarsi a quella televisiva, con la differen-
za che alcuni impieghi richiedono la permanenza alla macchina per la quasi
totalità delle ore lavorative. È una «scorpacciata» elettromagnetica, alla quale
aggiungiamo lo spettacolo preferito in tv alla sera.
Il telefono cellulare
Anch'esso emette microonde con il medesimo principio del forno.
Recenti studi hanno dimostrato che il suo utilizzo prolungato (oltre i sei
minuti) provoca nella zona dell'orecchio un aumento di temperatura di
circa 1,5 °C. Per limitare i danni causati dai cellulari, sono stati messi in
commercio diversi dispositivi. Tra questi il più recente è l'auricolare, di
cui però il filo fa da antenna. Ad ogni modo, l'unico sistema veramente
efficace pare essere quello di limitarne l'utilizzo e di effettuare telefonate
che non superino la durata di due minuti circa.
All'esterno dell'abitazione
II bombardamento elettrico non finisce in casa o sul luogo di lavoro,
ma continua all'esterno. Vi sono anche i radar, le antenne e stazioni rice-
trasmittenti e i grandi tralicci dell'alta tensione che troneggiano sulle nostre
città e sulle nostre teste. Questi «spettri elettrici» emanano radiazioni mi-
lioni di volte più intense di quelle che i nostri antenati assorbivano dal
sole, dalle stelle e da altre fonti naturali.
L'allarme viene da tutto il mondo industrializzato, dove gli abitanti si
riuniscono spesso in grandi manifestazioni per chiedere di sospendere la
costruzione di stazioni radar e tralicci elettrici nelle zone abitate. I cavi ad
alta tensione sono una delle principali forme di inquinamento.
Nelle periferie urbane tralicci e case si mescolano l'uno con l'altro
72
esponendo gli abitanti a seri pericoli. È stato notato che gli operai che
lavoravano in prossimità di cavi ad alta tensione sviluppavano disturbi alla
pressione del sangue, palpitazioni e dolori gastrici. Ormai ci sono diverse
leggi per mantenere a distanza i tralicci.
A distanze di 300 metri dalle linee di alto voltaggio elettrico si re-
gistrano effetti negativi sul comportamento, come la riduzione dei tempi
di reazione, mentre a distanze di 100-150 metri si verificano mutamenti
nella composizione chimica del sangue e nel ritmo cardiaco.
Queste forti onde elettromagnetiche nello spazio costituiscono un
pericolo diffuso e più accentuato nelle persone che abitano entro i 150
metri dalle linee superiori ai 380 kv (chilovolt). I disturbi che possono
colpire gli abitanti e i lavoratori con permanenze prolungate sono cefalee,
insonnia, disturbi mestruali, aborti e leucemie. Questi disturbi potrebbero
essere evitati emanando norme di sicurezza severe.
La migliore soluzione sarebbe l'interramento delle condutture elet-
triche, così diminuirebbe il rischio sugli uomini, si eviterebbe di deturpare
l'ambiente e ci sarebbero minori spese di gestione a lungo termine.
Paradigma srl
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SOLE, LUCE E COLORI
LA LUCE NATURALE
Il sole è una stella nana di colore giallastro, del tutto simile ai mi-
liardi di altre stelle che costituiscono il sistema stellare chiamato Galassia
(o Via Lattea). Entro questo sistema il Sole occupa una posizione quasi
periferica, trovandosi alla distanza di 27.000 anni luce dal centro. La sua
78
grande importanza deriva dal fatto che è la stella a noi più vicina e fonda-
mentale del sistema planetario cui appartiene la Terra: la distanza Terra -
Sole è di circa 150 milioni di chilometri.
La massa del Sole è pari a 333.420 volte quella terrestre e il diametro
dell'astro è 109 volte maggiore, ma la densità è circa 4 volte inferiore di
quella del nostro pianeta. L'energia emessa dal Sole viene prodotta da
trasformazioni termonucleari di idrogeno in elio nel nucleo centrale; si
propaga per conduzione nel globo solare per 8 decimi della distanza dal
centro alla superficie, mentre nella parte restante si propaga per con-
vezione.
La superficie osservabile (gassosa), fotosfera, ha una temperatura di
5600 °C ca., ma presenta macchie di temperatura inferiore e una granu-
lazione dovuta ai moti convettivi ascendenti e discendenti dei gas.
L'apparizione delle macchie segue un ciclo undecennale, ma il
fenomeno (sicuramente legato al magnetismo solare) non è ancora perfet-
tamente interpretato; osservando le macchie a latitudini diverse si può
dedurre che il Sole non ruota come un corpo solido e che all'equatore la
sua rotazione è più rapida. Sopra la fotosfera si nota uno strato sottile di
colore rossiccio, detto cromosfera, oltre il quale si estende fino a grande
distanza la corona (un plasma rarefatto di particelle a temperatura ele-
vatissima).
Dalla fotosfera si elevano getti di materiali incandescenti, dette pro-
tuberanze, che s'alzano fino a grandi quote (magari ricadendo poi sulla
fotosfera) e persistono per molte ore o per giorni; dette brillamenti se la
loro apparizione si limita a pochi minuti; filamenti scuri sul disco lumi-
noso indicano l'esistenza di eruzioni estese e persistenti.
Gli studi sul Sole dimostrano l'esistenza di elementi chimici identici a
quelli che si trovano sulla Terra, anche se in proporzioni diverse. Hanno
permesso di indagare la radiazione elettromagnetica del Sole sia nell'in-
frarosso, sia nell'ultravioletto ai raggi gamma. É stato dimostrato che il
Sole emette anche corpuscoli carichi che trasportano energia. Il vento
solare di ioni, protoni, elettroni, ecc. provoca numerosi fenomeni nell'in-
tero sistema planetario (magnetosfere intorno ai pianeti, aurore polari, code
di polveri cometarie, ecc.) e sembra associato alla frequenza e intensità dei
brillamenti e di altri fenomeni del ciclo undecennale di attività del Sole.
Si è stabilita la presenza di 70 dei 92 elementi naturali conosciuti:
Anche i rimanenti atomi sono probabilmente presenti, ma è difficile indi-
viduarli perché troppo deboli.
79
Il colore e i coloranti
Il colore è una sensazione ottica variabile secondo la lunghezza
d'onda della luce. La luce solare (bianca) può venire scomposta nei cosid-
detti colori dell'iride: rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco, vio-
letto, con lunghezza d'onda sempre più breve. Il colore di un corpo è l'in-
sieme delle lunghezze d'onda che esso non assorbe; un corpo bianco non
assorbe e un corpo nero non riflette.
81
I colori dell’iride
I colori dell'iride
Per un osservatore normale, a ogni determinata composizione spet-
trale, corrisponde un colore ben definito, ma la sensazione di uno stesso
colore può essere provocata da infinite combinazioni diverse di luci con
differente lunghezza d'onda. Caratteristiche fondamentali del colore sono:
--- la tinta, che dipende unicamente dalle lunghezze d'onda;
--- la purezza, che dipende dalla maggiore o minor quantità di luce bian-
ca mescolata al colore;
--- la brillantezza, che è il rapporto fra la luce emessa o riflessa da una
superficie colorata e quella emessa da una superficie aventi lumino-
sità che si considera normale.
82
I coloranti
Sono sostanze capaci di fissarsi stabilmente e di colorare un determi-
nato supporto in virtù di particolari reazioni che intervengono tra il sup-
porto stesso e il materiale colorante. In tale definizione non sono perciò
compresi i colori e i pigmenti che rendono colorato il supporto su cui
sono depositati unicamente per sovrapposizione, cioè senza reazioni
chimiche. Le sostanze coloranti si possono dividere in naturali e sin-
tetiche o artificiali.
Coloranti naturali. Hanno oggi un interesse quasi esclusivamente
storico, in quanto rappresentano i primi e unici coloranti impiegati fino al
1856, anno in cui nasce l'industria dei coloranti di sintesi. I coloranti na-
turali erano di origine animale, come la porpora, il rosso di cocciniglia, il
nero di seppia; oppure di origine vegetale, come l'indaco, l'alizarina, la
porporina, il giallo di curcuma, il nero del mallo di noce.
Coloranti sintetici. Sono numerosissimi (decine di migliaia) e offrono,
rispetto a quelli naturali, enormi vantaggi per varietà di colore, solidità,
potere tintoriale e prezzo. Generalmente non si trovano mai allo stato
puro ma vengono arricchiti con materiali vari. Vengono di solito caratte-
rizzati da un nome, da un numero e da una sigla: il nome è spesso di fan-
tasia. Il numero indica la sfumatura di colore; la sigla può indicare diverse
cose: o il colore o certe caratteristiche del colorante. La classificazione
delle sostanze coloranti può essere fatta sia in base al loro metodo o al
loro tipo di impiego sia da un punto di vista chimico-strutturale.
Classificazione secondo l'impiego. In base a questo criterio le
sostanze coloranti vengono divise in: coloranti diretti acidi, diretti basici,
sostantivi, a mordente, a sviluppo o al ghiaccio e al tino.
--- I coloranti diretti acidi contengono gruppi solfonici e vengono im-
piegati per tingere la lana (fibra basica): la tintura avviene per immer-
sione della fibra in una soluzione del colorante; il fissaggio del colo-
rante alla fibra è essenzialmente dovuto ad una reazione di salificazio-
ne tra i gruppi acidi del colorante e quelli basici della fibra.
--- I coloranti diretti basici contengono gruppi amminici che, essendo
basici, vengono usati per tingere fibre acide come la seta o fibre rese
acide tramite mordenzatura.
--- I coloranti sostantivi contengono nella molecola gruppi solfonici so-
lubizzanti e generalmente gruppi azoici; sono impiegati per tingere le
fibre neutre (cotone) e la tintura avviene per immersione della fibra
nel bagno del colorante; il fissaggio è dovuto a fenomeni di assorbimento.
84
Classificazione chimica.
Secondo questa classificazione i coloranti si dividono in cinque gruppi:
coloranti dei trifenilmetano, azoici, antrachinoici, indigoidi e coloranti
allo zolfo.
La luce, oggi descritta dalla teoria quantistica del campo elettroma-
gnetico, è composta da fotoni, quanti di energia associati alla frequenza
della radiazione luminosa.
--- Maggiore è la lunghezza d'onda, minore è la frequenza, così si hanno
raggi infrarossi e radioonde.
--- Minore è la lunghezza d'onda, maggiore è la frequenza, così si hanno raggi
ultravioletti, gamma e X.
Tutte queste radiazioni si propagano normalmente in linea retta con
la stessa velocità della luce. Ogni colore corrisponde ad una frequenza
d'onda diversa e i diversi colori si ottengono dalla luce solare bianca.
Colori puri, cioè radiazioni di frquenza unica, si hanno negli spettri di
emissione degli atomi.
85
La luce e i colori
La luce con i suoi colori interviene su tutte le attività del metabo-
lismo umano. I raggi solari, visibili e invisibili, penetrano nel nostro
corpo tramite l'occhio e la cute.
La luce penetra nei nostri occhi e, oltre a permettere la visione delle
cose, trasmette degli impulsi all'ipotalamo, formazione nervosa situata
nella parte inferiore al talamo, che ha in sé il chiasma ottico con i nervi
ottici. I centri ipotalamici integrano e coordinano numerose funzioni
somatiche e viscerali, regolano la pressione del sangue, la temperatura
corporea, il comportamento sessuale, il sonno, le reazioni emotive e altre
importanti funzioni vitali. Tramite la pelle, il sole accelera l'attività delle
cellule, migliorando l'assorbimento nutrizionale, aiuta a metabolizzare la
vitamina D che facilita l'assorbimento intestinale del calcio.
Senza sole, la struttura proteica delle ossa di nuova formazione non si
mineralizza, producendo, nei bambini e nei giovani, il rachitismo. Il calore
del sole provoca un aumento della sudorazione, favorendo l'eliminazione
delle tossine. I tessuti, in generale, vengono rafforzati e tonificati.
Si nota subito l'effetto della mancanza di sole su una pallida faccia
cittadina o su una scolorita pianta d'appartamento poco esposte alla luce.
Invece una buona esposizione solare di un corpo malaticcio o debole lo fa
tornare in forza e salute.
Gli organi interni, come il cuore, ricevono energia, mentre l'attività
respiratoria aumenta e così l'assunzione di ossigeno. I batteri si riducono
e così varie malattie, anche le ferite si cicatrizzano velocemente.
Le persone che per motivi di lavoro vivono poco a contatto della luce
solare, o che subiscono gli effetti dei diversi fusi orari, sanno che molti
meccanismi fisiologici si alterano, specialmente quelli legati alla funzione
di alcune ghiandole endocrine (tiroide, corteccia surrenale, ovaie, ecc.)
Ma questo legame tra luce solare, natura e salute, che ha accompa-
gnato da sempre l'uomo, oggi non sembra più essere rispettato. La luce
artificiale, così comoda, sostituisce sempre più quella naturale, con effetti
molto diversi.
L'illuminazione naturale
Certamente quella solare è naturale, ma noi usiamo spesso luci elet-
triche. L'uso della luce artificiale è dovuto ad un orientamento sfavore-
vole dell'abitazione, ma anche ad un arredamento mal disposto. È facile
che il tavolo da lavoro sia situato nell'angolo più buio della stanza, quando
potrebbe invece essere vicino alla finestra o dove potrebbe ricevere
meglio la luce esterna.
I raggi solari dovrebbero entrare nelle nostre abitazioni il più possi-
bile, se vogliamo mantenere la casa sana e difesa da muffe e batteri.
Queste virtù dei raggi solari sono però ostacolate dalle superfici traspa-
renti dei vetri. Questi infatti lasciano passare la parte visibile dello spettro
solare permettendo la visione, ma limitano i raggi infrarossi e bloccano
quelli ultravioletti.
I vetri, come tutti gli schermi, quali occhiali, parabrezza, ecc., non
permettono ai raggi solari di arrivare al sistema ghiandolare e di
apportare le loro benefiche stimolazioni.
Recentemente sono state introdotte nel mercato le biofinestre che
fanno uso di vetri al quarzo, ma i prezzi sono elevati. Dove l'irraggia-
mento del sole è intenso, meglio usare i vetri sottili e, se possibile, evitare
i doppi vetri.
Occorre ricordare di aerare le stanze a lungo quando vi «entra» il
sole, se non è troppo caldo o troppo freddo, in modo che i raggi svolgano
la loro azione energetica e disinfettante.
L'illuminazione artificiale
L'illuminazione artificiale consente di notte la nostra attività lavora-
tiva o di svago e per questo dobbiamo usare sempre di più la luce elet-
91
L'illuminazione dell'ufficio
La maggior parte di noi passa molte ore della giornata lavorativa in
ambienti illuminati artificialmente. Poiché gran parte del lavoro in un
ufficio è basato sulla percezione visiva e sulla visione, è comprensibile
che si siano sviluppate ricerche ergonomiche sui requisiti degli impianti
di illuminazione, affinché ai lavoratori fossero garantite prestazioni visive
ottimali.
Il decreto legislativo n. 626/94 allinea il nostro Paese al resto
dell'Europa e sottolinea l'importanza del benessere psicofisico del lavora-
tore. In fatto di illuminazione, esiste una correlazione tra la prestazione
visiva e l'illuminamento.
L'illuminamento (illuminance) è la grandezza fisica che rappresenta
la quantità di luce (lumen) che cade su una superficie unitaria (il metro
quadrato), ovvero il rapporto tra flusso incidente e area della superficie
illuminata. Un lumen su una superficie di un metro quadrato produce un
illuminamento di un lux (lx), unità di misura dell'illuminamento.
Per valutare il comfort visivo il rapporto tra illuminamento e visione
è una condizione necessaria, ma non sufficiente. Infatti, è molto impor-
tante la distribuzione della luce all'interno dell'ambiente per impedire l'af-
faticamento dell'occhio a causa della disparità delle luminanze (lumi-
nosità delle superfici osservate).
A tale scopo, una ripartizione equilibrata, che si adotta frequente-
mente, prevede luminanze maggiori nelle zone alte (pareti e soffitti) con
un minimo sulle pavimentazioni. In questo modo si ricreano le condizioni
dell'illuminazione naturale (luce intensa del cielo e luce più debole ri-
flessa dal terreno).
Inoltre, è fondamentale progettare impianti che facciano risaltare
efficacemente i contrasti. Un oggetto si percepisce in modi diversi a se-
conda di come si staglia su un fondo più o meno luminoso rispetto ad
esso. Quindi, una buona resa del contrasto implica rendere più agevole la
visione e ridurre l'affaticamento.
Un altro parametro di valutazione del comfort visivo è il controllo
dell'abbagliamento, che è un'accentuata disuniformità delle luminanze
contenute nel campo visivo. In questo caso conta molto la direzione dei
fasci proiettati verso l'osservatore.
L'ultimo parametro da considerare è la tonalità della luce, che deter-
mina la qualità dell'illuminazione. La valutazione della tonalità della luce
si determina tramite una grandezza termica (temperatura assoluta)
94
Questo soggiorno è caratterizzato da una vetrata, che permette alla luce naturale di entrare. La scelta di
un arredamento con tonalità naturali abbinate al bianco rende l'ambiente ancora più luminoso. La dis-
posizione e la scelta delle luci «cambiano» i nostri ambienti.
99
Questo ambiente ha un aspetto caldo ed accogliente. In questo caso i toni non sono troppo forti,
prevalgono, l'arancione ed il giallo.Tenete presente che un colore è tanto più forte quanto più si avvic-
ina ad un colore primario. In genere, è consigliabile adottare le tonalità intermedie, ricorrendo alle
tinte forti solo per qualche particolare.
102
COLORI E CROMOTERAPIA
I colori «primari»
Sono il rosso, il giallo e il blu.
Questi colori dividono il cerchio
in tre parti uguali.
103
I colori «secondari»
Sono tre e derivano dall'unione
di parti uguali di due colori
primari: il verde, che si ottiene
dal giallo e dal blu; il viola, dal blu
e dal rosso e l'arancione dal rosso
e dal giallo.
Colori «caldi»
Sono i colori che occupano la parte
sinistra della ruota dei colori. I rossi,
i rosa, i gialli e gli arancioni sono
ideali per creare un'atmosfera calda e
accogliente.
Colori «freddi»
L'altra metà della ruota è occupata
dai verdi, dai blu e dalle loro tonalità
intermedie. Sono adatti se si vuole
creare un'atmosfera fresca e rilassata.
La colorazione degli ambienti è bene che sia data prima di tutto dal
materiale e dai mobili usati in casa. Il legno, il mattone, il cotto, il vi-
mini, la paglia e anche molti tessuti hanno una piacevole colorazione
naturale, che soddisfa l'occhio senza stancarlo. Se il colore originale
del materiale non viene modificato non ci deve essere nessuna pre-
occupazione di sbagliare abbinamenti. Le costruzioni o gli interni più
affascinanti sono quelli in cui il legno, il mattone, la pietra o le fibre
naturali vengono mescolali tra di loro.
I pavimenti è bene che non siano troppo chiari; le superfici in natura
hanno i colori del marrone, del verde, del rossiccio o del giallo e questi
toni cromatici rendono l'ambiente piacevole e meno soggetto alle macchie.
Le pareti avranno tinte tenui; i colori «freddi» possono essere adottati
nelle camere da letto dove viene favorito il rilassamento, mentre nel-
le camere dei bambini sono sempre preferibili i colori «caldi» pastello.
I toni «caldi» accompagneranno anche le zone giorno.
Esempi di cucina rurale ampia, con le travi naturali che «scaldano» l’ambiente
L'ARREDAMENTO ECOLOGICO
Le forme di un mobile
Un mobile dovrebbe essere armonico nelle sue proporzioni e stimo-
lare contemporaneamente le qualità interiori di chi abita. È bene ricordare
che ogni forma geometrica ha una precisa influenza sulla nostra psiche.
Le quattro forme fondamentali sono:
--- Cerchio: rappresenta la creatività, la protezione, lo sviluppo e il nu-
trimento, ed è la forma più completa.
--- Quadrato: rappresenta la razionalità, la stabilità e la fissità.
--- Triangolo: rappresenta l'energia, la forza vitale e l'ascensione.
--- Spirale: rappresenta l'intuizione, il movimento e lo sviluppo.
La natura crea sempre le forme più morbide e arrotondate, mentre
l'uomo, fino a poco tempo fa, ha preferito rivolgersi alle linee rette che
meglio assecondano una produzione industriale.
I mobili e le nostre abitazioni sono spesso stati improntati alla forma
quadrata. Forme rigidamente geometriche e astratte componevano gli
ambienti influenzando la sola sfera razionale del nostro intelletto. E i
bambini, più sensibili degli adulti, percepiscono un ambiente ostile e
rigido, contrapposto alle rotonde forme del grembo materno. Oggi, fortu-
natamente, la tendenza è cambiata.
109
Le sedie e i tavoli
Il nostro tempo è l'era della sedentarietà. Un numero crescente di
professioni è «legato» alla scrivania, mentre le macchine e i computer
annullano gran parte del lavoro fisico di un tempo; la sedia e il tavolo
diventano accessori indispensabili.
Se stessimo effettivamente seduti comodi tutto si limiterebbe ad un
problema di mancata mobilità, ma i mal di schiena, i dolori al collo e alle
spalle, le continue tensioni e indolenzimenti dimostrano che c'è qual-
cos'altro che non va.
Ciò che danneggia maggiormente la nostra schiena è una posizione
scomoda e 1'immobilità. Ne sono un esempio i continui spostamenti che
facciamo quando siamo seduti: accavalliamo le gambe, ci solleviamo,
distendiamo il dorso o lo appoggiamo allo schienale in cerca di sollievo.
La sedia, effettivamente, non era nata per facilitare l'uomo nelle sue
attività, ma come un «trono», per mettere in evidenza personaggi impor-
tanti. Infatti se osserviamo i popoli primitivi e i bambini (che non soppor-
tano le sedie) vediamo che la posizione preferita è quella accovacciata.
In Oriente la maggior parte delle attività viene svolta in questa
posizione o su sgabelli molto bassi. In questa maniera la colonna vertebrale
si snoda nella naturale forma ad «S» e le vertebre rimangono ben distan-
ziate e non sollecitate da un peso eccessivo.
Contemporaneamente la zona inguinale si distende garantendo
flessibilità alle anche e al bacino. Oggi questa posizione è per la maggior
parte di noi impraticabile, eccetto che per i bambini.
Ora vediamo cosa accade alla nostra schiena quando stiamo seduti
per lungo tempo. Può sembrare strano, ma i muscoli si stancano di più
quando stiamo seduti. In questa posizione, infatti, le cosce formano un
angolo retto col tronco, e i muscoli che collegano le gambe al bacino si
tendono, mentre la parte più bassa della schiena, l'area lombare, deve
contrastare questa tensione flettendosi all'indietro.
Anche l'addome, in questo innaturale incurvamento, non esercita il
sostegno e si rilassa in avanti, mentre le gambe, totalmente inutilizzate,
perdono il tono muscolare. Alcuni organi interni, come lo stomaco o i
polmoni, vengono così danneggiati per eccessiva compressione. La
colonna vertebrale perde la sua forma fisiologica e i muscoli entrano in
eccessiva tensione o rilassamento.
Risulta evidente che lunghe ore passate sulla sedia possono essere
dannose. Anche nelle scuole il bisogno istintivo di movimento dei bam-
111
LA COLONNA VERTEBRALE
COME VIVERE GLI SPAZI IN CASA? CON QUALI MOBILI A MISURA D’UOMO?
IL MERCATO OGGI
Trattamenti chimici
Prima causa del «malanno da tessuto» è il trattamento chimico a cui
spesso viene sottoposta la fibra originale. I trattamenti possono essere
118
Tessuti sintetici. Queste fibre hanno un'origine molto recente, nel 1940
erano appena conosciute. Sono interamente sintetizzate chimicamente a
partire da composti minerali organici come il petrolio, il carbone o il
metano.
Le proprietà che hanno facilitato la loro diffusione sono il basso
costo, la facilità di colorazione tramite i prodotti di sintesi, la comodità di
pulizia (non si restringono o infeltriscono) e l'inattaccabilità da parte di
batteri, muffe e tarme. Le fibre sintetiche sono numerose e altre ne ven-
gono continuamente inventate. Le principali sono le poliammidiche
(esempio nailon e perlon), le fibre poliesteri (terital), le poliviniliche
(movil) e quelle acriliche (leacril, dralon, orlon).
Traspirare è vitale
Il tessuto dovrebbe essere di provenienza naturale, una materia viva,
sensibile e attiva, e non semplicemente un arredo. Per meglio compren-
dere questo, vediamo quali sono le funzioni primarie di quel meraviglioso
manto che ci riveste sempre, così da essere contemporaneamente elastico
e resistente, termoregolatore e protettore, traspirante e parzialmente imper-
meabile.
I tessuti naturali come la lana e il cotone, sono quelli che si avvici-
nano di più alle proprietà della pelle. La fibra di derivazione animale o
vegetale è «viva», e lascia respirare il corpo e l'ambiente.
Se indossiamo un indumento o se dormiamo in un letto coperti da
tessuti naturali il nostro corpo può continuare, attraverso la cute, le sue
funzioni. Ma se il tessuto che ci riveste o ci copre è di origine sintetica
esso ostacolerà il ricambio fisiologico del corpo e creerà un effetto di
«sigillo» dell'umidità simile all'effetto serra.
Infatti le fibre sintetiche, come gran parte dei materiali di sintesi,
non sono traspiranti e creano un ristagno dell'umidità del corpo, come
può avvenire all'interno di un sacchetto di plastica. Viene a mancare il
passaggio d'aria dall'interno all'esterno e viceversa. Le tossine prodotte
dal corpo permangono tra la pelle e il tessuto e vengono lentamente rias-
sorbite dalla cute stessa.
È quello che si può definire un lento auto avvelenamento, che può
verificarsi anche all'interno dell'abitazione, quando le pareti sono tappez-
zate da tessuti sintetici o i pavimenti ricoperti di moquette artificiale.
LA PELLE
corpo pulito. Ogni giorno, attraverso i milioni di pori presenti sulla cute, ben 500
grammi di sostanze tossiche vengono veicolate verso l'esterno tramite la sudo-
razione e una continua evaporazione (da 200 ml a 1 litro è il vapore acqueo di-
sperso giornalmente).
Ostacolare le funzioni dell'apparato cutaneo significa avviarsi verso sicuri
disturbi e malattie. Sono noti casi di morte improvvisa di attori di teatro che ave-
vano dovuto dipingersi interamente il corpo con una vernice impermeabile.
Questo ci fa comprendere che la pelle non deve richiamare la nostra attenzione
solo quando appare un brufolo o si squama (tutti segni, del resto, che «qualcosa»
all'interno non funziona), ma ogni giorno perché è «veicolo» di salute e di
benessere.
Elettrostaticità viva
Noi siamo degli accumulatori di energia che si caricano positiva-
mente tramite l'aria, il cibo adeguato, il riscaldamento e il contatto con la
natura, oppure negativamente in seguito a tensioni, inquinamento e
cariche elettromagnetiche eccessive (elettrosmog), ma anche se sono
insufficienti (gabbia di Faraday).
Per mantenere una carica equilibrata occorre far scorrere le energie
senza blocchi. Se siamo a contatto con materiali naturali questo avviene
facilmente e si provano sensazioni di benessere; altrimenti, se l'ambiente
è artificiale, si creano dei veri e propri «corto circuiti».
Se indossiamo abiti acrilici, portiamo suole di gomma e dormiamo
avvolti nei tessuti sintetici si favorisce l'accumulo di elettricità statica e si
generano «blocchi» energetici. La stessa cosa avviene quando prendiamo
la scossa e calziamo scarpe di gomma: evitiamo di rimanere folgorati, ma
la assorbiamo tutta senza scaricarla.
Il crepitio che risuona quando strofiniamo due tessuti sintetici o le
piccole scintille che si vedono al buio (se la giornata è secca) quando ci
sfiliamo velocemente il maglione in poliestere, sono tangibili presenze
delle cariche elettrostatiche. Queste si aggiungono all'inquinamento elet-
trico, affaticando ulteriormente il corpo e il sistema nervoso e generando
irritabilità diffusa nella persona.
I tessuti naturali, al contrario, hanno il pregio di mantenere le cariche
elettrostatiche a livelli neutri e nel contempo di liberare il corpo da
cariche elettromagnetiche eccessive.
dei tessuti periferici del corpo. Anche il senso del tatto viene gratificato
dalla porosità, dalla morbidezza e dal calore emanato dalla fibra naturale.
Questo ambiente della casa, che per secoli è rimasto quasi inalterato,
ha subito negli ultimi decenni delle grandi modifiche. La stanza da letto,
come la casa in genere, ha aperto le porte alla tecnologia e alla chimica di
sintesi.
I mobili, i tessuti e le tappezzerie, sono spesso sintetici, non sono più
naturali, e si aggiungono poi le radiazioni elettriche o elettromagnetiche
che disturbano il riposo. Il nostro corpo, in fase di rilassamento ha minori
difese e viene quindi più facilmente «bombardato» dall'inquinamento.
Vediamo insieme quali sono le condizioni perché la camera da letto
non procuri disturbi al nostro riposo e ci regali «sogni d'oro».
La camera ecologica non vuole essere un ritorno alle fredde e umide
stanze dei nostri nonni che richiedevano «il prete» (lo scaldino a brace o
la bottiglia dell'acqua calda, cioè il predecessore delle moderne termo-
coperte) per togliere il gelo dal letto. Vuole proporre i materiali naturali e
il buon senso in sostituzione alla chimica di sintesi e alle mode dettate dal
consumismo.
Il materasso ideale
Quello a molle non fa bene, come per anni ci hanno fatto credere. Le
molle, collegate tra loro, non seguono la forma del corpo e con il tempo
assumono un andamento irregolare. Inoltre, essendo metalliche captano
le onde elettromagnetiche e hanno spesso imbottiture di origine sintetica
per attutire «l'effetto molla», solo i lati più esterni sono in lana o cotone.
Lo star bene a letto dipende in gran parte dal materasso. Questo so-
stegno, per garantire un sonno ristoratore, deve essere flessibile ma non
troppo, evitare dispersioni di calore, isolare elettricamente e assorbire la
traspirazione del corpo. Queste qualità ci permettono di alzarci al mattino
senza dolori alla schiena e soddisfatti da un sonno rigeneratore.
Ancora una volta le fibre naturali ci vengono in aiuto al fine di
scegliere un buon materasso.
terassi a molle. Ma per tutti i motivi già spiegati i tessuti sintetici sono
sconsigliati.
Durante la notte la maggior parte delle persone assume una posizione laterale per effetto
della dinamica del sonno. è stato studiato un disegno esclusivo per creare una zona mor-
bidissima dove l’orecchio va naturalmente ad appoggiarsi. Ci sono in commercio anche
altri cuscini ecologici in lana merinos
135
LA PAURA DEI GERMI, DEI BATTERI, DEGLI INSETTI E L’USO ECCESSIVO DEI
DETERSIVI «MIRACOLOSI»
modo di fare il bucato. Si scoprì che dal petrolio era possibile ricavare
nuovi detergenti, i tensioattivi sintetici, efficaci e convenienti allo stesso
tempo.
Il sapone venne soppiantato e sostituito dai «fustini» con le «polveri
magiche», che si versano regolarmente in lavatrice. Cosa contengono
queste miracolose composizioni per darci il bianco, che più bianco non si
può? E liberarci da ogni fatica infilando nel cestello la maglietta così
macchiata da sembrare una carta geografica e ritrovarla, a fine lavaggio,
linda e pulita? Ecco di seguito il perfetto cocktail chimico.
I tensioattivi
Il loro compito è di attaccare lo sporco ed eliminarlo dai tessuti.
Queste sostanze, derivate dal petrolio e dal carbone, entrano ogni giorno
«a fiumi» nell'ambiente e non sono facilmente biodegradabili. I tensioat-
tivi più usati sono gli anionici e i non ionici; hanno prezzi molto bassi,
buona capacità detergente, ma alto potere inquinante e spesso si accom-
pagnano ai metalli pesanti molto tossici. Sono la causa di allergie e der-
matiti. In un fustino la percentuale varia dal 15 al 40 % e si trovano anche
nei dentifrici, nei saponi, negli shampoo e nei tessuti.
I fosfati
Il problema della «durezza» dell'acqua, che causa il deposito dei sali
sui tessuti, è stato risolto ricorrendo ai fosfati che legano a sé i sali,
migliorando l'azione delle sostanze detergenti.
Questi sono degli ottimi fertilizzanti delle acque dei fiumi, dei mari e
dei laghi dando così luogo al triste fenomeno dell'eutrofizzazione. Le
alghe crescono a dismisura, consumano molto ossigeno, e così .i pesci
vengono soffocati e la vita nelle acque muore.
Un chilogrammo di fosfati permette la crescita di ben 100 kg di
alghe. È bene sapere che il 60% dei fosfati degli scarichi urbani proviene
dalle nostre abitazioni.
Si è cercato di sostituire i fosfati (in seguito alla legge che ne limita
le quantità), ma il rimedio si è rivelato peggiore del male. L'NTA, il sosti-
tuto del fosforo indicato nei detersivi dal bollino rosso, se limita il fenome-
no dell'eutrofizzazione, provoca però rischi per l'ambiente e per l'uomo.
L'aspetto più preoccupante dell'NTA è la capacità di rendere solubili
i metalli pesanti (piombo, cromo, cadmio e ferro), che altrimenti restereb-
bero bloccati nei fanghi dei fiumi e nei terreni marini, creando composti
144
Gli sbiancanti
Ogni detersivo in polvere contiene sbiancanti dal 10% al 30%, gene-
ralmente a base di perborato, che, liberando ossigeno, sbiancano con un
processo detto di «bruciatura».
Le fibre così trattate si logorano facilmente, i colori sbiadiscono e il
boro, in essi contenuto, ha un effetto tossico sulla flora marina. La tem-
peratura ideale di azione del boro è sopra i 60°C, mentre al di sotto di
questa temperatura usarlo significa sprecarlo perché non agisce.
Altro candeggiante è l'economica varechina, usata nei lavaggi a
mano e per disinfettare. Essa sfibra i tessuti, è molto corrosiva per la pelle
e il cloro inalato può irritare le mucose e creare spasmi alla laringe.
Mescolarla con altri prodotti può essere pericoloso.
Gli enzimi
Questi servono per decomporre certi alimenti e le proteine (macchie
di sangue, uovo, cacao, ecc.) Essi sono attivi tra i 30 e i 60°C (vengono
distrutti al di sopra dei 60°C) e permettono di ottenere effetti di lavaggio
simili a quelli che si ottengono alle alte temperature. Sono però pericolo-
sissimi tanto che vengono incapsulati in uno strato protettivo che si
scioglie a contatto dell'acqua.
Provocano, inoltre, danni ai bronchi, alle vie respiratorie (quando
versiamo il detersivo nella vaschetta si solleva una finissima polvere che
facilmente inspiriamo) e diffusi pruriti ed eritemi alla pelle, impedendo la
guarigione delle lesioni cutanee (anche dopo ripetuti risciacqui lasciano
tracce sugli abiti). La biancheria dei neonati e delle persone allergiche
non dovrebbe mai essere lavata con queste sostanze.
I riempitivi
Sono sali vuoti, e si ritrovano in quantità che si aggira tra il 20 e il
40% del contenuto del fustino e che fanno sembrare convenienti i grossi
fustini. Questi composti (come il solfato di sodio), oltre ad inquinare i
fiumi e le acque, rendono i tessuti duri e rigidi e richiedono l'uso di
ammorbidente.
Gli ammorbidenti
Un bucato che si rispetti non termina senza ammorbidente, per la
felicità della famiglia che si «coccola» in morbidi tessuti. Queste emul-
sioni rosa o azzurrine sono abbondantemente versate nei risciacqui e rag-
giungono a tonnellate le acque dei fiumi e dei mari.
In questo caso la legge sui fosfati non viene applicata: gli ammor-
bidenti ne contengono fino al 22%, contrariamente al 2,5% consentito nei
detersivi.
I tensioattivi cationici
In essi contenuti, si attaccano alle fibre dei tessuti; dopo il duro
lavaggio con questi prodotti di sintesi, esse tornano morbide ma nel suc-
cessivo lavaggio devono essere eliminati con una dose aggiuntiva di
detersivo ai tensioattivi anionici.
L'ammorbidente, come i balsami dopo shampoo, si deposita sulle
superfici col risultato che miliardi microscopiche molecole di sintesi
chimica vanno a ricoprire tessuti, pelle e capelli. La sottile pellicola che
aderisce alla biancheria, inoltre, non rende assorbenti le fibre.
Un tessuto naturale, quindi, perde le utilissime capacità di man-
tenere il corpo asciutto. I batteri e i funghi proliferano con danni alla
pelle (specie nella biancheria intima) e gli abiti devono essere lavati
frequentemente a causa del ristagno di tossine e odori prodotti dal
corpo.
Altri composti
L'elenco dei vari composti chimici è molto lungo e comprende antis-
chiuma, anticorrosivi, additivi anti-ingrigimento o i profumi sintetici che
danno quell' «odore di pulito» alla biancheria (che è solo un espediente
per nascondere l'odore sgradevole degli altri composti.)
146
Smacchiatore universale
La maggior parte delle macchie può essere eliminata con del sapone
di marsiglia prima di mettere il tessuto in lavatrice. Certe macchie, se trat-
tate appena si formano, vengono eliminate con sola acqua. L'ammollo
con l'uso del sale toglie le macchie più difficili.
Macchie di frutta
Possono essere smacchiate con acqua o acqua e sapone. Prima del
trattamento il tessuto viene lasciato a bagno in acqua e limone o acqua e
latte. Se le fibre sono resistenti il limone può essere applicato sulla mac-
chia o si può usare acqua molto calda.
Macchie di erba
Sul cotone si possono smacchiare con acqua e sapone; sulla lana con
acqua tiepida, alcool e qualche goccia di ammoniaca e poi sciacquare con
acqua e aceto.
Macchie di urina
Si puliscono in acqua e aceto abbondante e poi lavate normalmente.
Per tessuti d'arredamento o materassi strofinare con la stessa soluzione.
Macchie di ruggine
Si detergono sciogliendo del sale nel succo di limone e lasciando un
batuffolo intriso di questa soluzione sulla macchia e frizionare.
Risciacquare bene oppure mettere a bagno con glicerina.
Macchie di caffé e té
Si smacchiano con acqua minerale se la macchia è fresca; se è vec-
chia servono borace e acqua tiepida salata.
Macchie di impronte
Sui tessuti di arredamento si tolgono con acqua e aceto. Macchie sul
legno, vetro o carte da parati si puliscono con una cipolla o patata tagliata
a metà strofinando e poi ripassando con un panno umido. Se sono su
legno lucidare poi con cera o olio di lino e sulla tappezzeria strofinare con
mollica di pane.
Macchie di sudore
Si strofinano con acqua distillata, lavandole poi con sapone e sciac-
quandole con acqua ossigenata o aceto.
148
Macchie di cera
Si tolgono con la carta assorbente e ferro da stiro passato sopra per assor-
bire la cera.
Stirare oggi?
Sarebbe semplice lavoro domestico se le donne, prima di stirare, non
applicassero le «miracolose» nebulizzazioni di prodotti chimici. Questi
composti, contenuti come molti altri in bombolette spray, sono nocivi.
Cosa accade quando provochiamo una nuvoletta chimica per «stirare ed
ammirare» come suggerisce la pubblicità?
LE BOMBOLETTE SPRAY
Il bucato ecologico
Si dice che le donne, grazie alle lavatrici, hanno diminuito il tempo di
lavoro e la fatica. Ma è tutto vero? Oggi il guardaroba di una famiglia
richiede parecchio lavoro; ci si può affidare ad una lavanderia, ma è poco
consigliabile considerando che i lavaggi sono a base di solventi di sintesi.
I tessuti, spesso di origine sintetica, si sporcano molto più facil-
mente, attirando a sé particelle di polvere, smog e cattivi odori. Se da un
lato la lavatrice è utile, dall'altro i lavaggi con prodotti molto aggressivi
rovinano le fibre rendendole più soggette ad assorbire lo sporco. Sono
necessari, quindi, lavaggi più frequenti. Oltre a suggerire tessuti naturali,
le possibilità di un bucato ecologico sono tante, anche alle soglie del terzo
millennio.
Forno e fornelli. I prodotti che puliscono il forno sono tra i più peri-
colosi, contengono solventi, soda caustica e antiruggine. L'odore acre e il
«nodo che prende alla gola» possono farci immaginare i possibili effetti.
La nebulizzazione dovrebbe richiedere la protezione di una mascherina.
Eventuali schizzi agli occhi possono distruggere la cornea. I residui dei
gas contenuti da questi prodotti possono venire assorbiti dai cibi quando
si cuociono.
da. Possono essere disinfettati con aceto e/o lasciandoli al sole. Per
diminuire la quantità di detersivo è utile applicare un «addolcitore»
alla lavastoviglie e inserire le pentole e i piatti non troppo sporchi; in
tal caso i detersivi scelti possono essere quelli ecologici, giacché il
loro potere pulente è inferiore. Con l'addolcitore non serve il brillan-
tante e può essere sostituito dall'aceto.
II sale azzurrante può essere sostituito con il normale sale da cucina
(che ha un prezzo molto inferiore).
Il forno andrebbe pulito ogni volta che si cucina, così come i fornelli,
altrimenti i residui di cibo si carbonizzano e producono gas tossici.
Se la pulizia avviene poco dopo l'uso, a forno tiepido, basterà un po'
di sapone, della polvere di pomice e una spugna. Un accorto uso di
recipienti ampi o fogli di alluminio possono evitare la fuoriuscita del
cibo e degli ingredienti. Un'ultima passata con aceto o succo di limone
nella spugna renderà splendente l'acciaio dei fornelli e del lavello.
Certe volte in casa si svolge una vera e propria caccia all'insetto, che
a colpi di spray o di talco termina con l'annientamento del malcapitato.
Gli insetticidi, che adoperiamo con la massima tranquillità, contengono
fluoruri, arsenico e cianuri. Prolungate permanenze in ambienti in cui è
stato fatto uso di insetticidi, specie se mal aerati, hanno effetti tossici sul
sistema nervoso.
Oltre a provocare disturbi respiratori, specialmente durante il sonno,
quando il corpo diminuisce le difese. Inoltre, i prodotti applicati diretta-
mente sulla pelle contengono DET (dietiltoluammide) che viene assorbito
dai pori della cute, specie se si accumula con successive applicazioni.
Contro le zanzare
Impedite che fuori casa si formi l'acqua stagnante per evitare le zanza-
re (grondaie mal messe, recipienti d'acqua, nei vasi sotto le piante).
Per evitare di essere punti di notte la soluzione migliore è applicare
una zanzariera alle finestre o sul letto (come è in uso in oriente).
Alcune piante da posare sul davanzale sono insettorepellenti: geranio,
lavanda, menta piperita, basilico e quasi tutte le erbe aromatiche.
156
Anche gli olii essenziali, spalmati sulla pelle o evaporati, sono utili co-
me la cedronella e il geranio.
Contro le mosche
Le superfici pulite con acqua e aceto e le tende risciacquate con infuso
di amarella o issopo tengono lontane le mosche.
L'aceto evaporato su una piastra, l'incenso e le foglie di sambuco, men-
ta, lavanda e artemisia possono aiutare ad allontanare le mosche.
I PROFUMI E L’OLFATTO
Nel passato i profumi erano molto usati per il corpo, per deodorare gli
ambienti, tenere lontano gli insetti, disinfettare l'aria e per proteggere dalle epi-
demie.
II senso dell'olfatto è molto potente e più sensibile del gusto e si integra con
questo. Abbiamo un archivio di almeno 5000 odori che sollecitano i nostri
ricordi, ci rimandano spesso al nostro passato e stimolano l'inconscio. Gli odori,
infatti, rimangono impressi per anni e ciò che non piace all'olfatto non è bene
accetto neppure agli altri sensi.
Gli aromi hanno un'influenza psicologica. Fin dall'antichità si riteneva che
questi fossero un anello di congiunzione tra il corpo e la mente e che influissero
sugli stati emotivi. Nei riti religiosi e nelle cerimonie sacre si usano particolari
profumi per favorire la spiritualità. I profumi possono rilassare, stimolare
all'amore, dare energia, e per queste ragioni vengono usati anche nelle terapie
naturali.
Aree rurali
La protezione è l'elemento principale su cui si basa la scelta di un
sito. È molto importante che siano presenti formazioni naturali o artifi-
ciali davanti, dietro e sui lati del luogo prescelto con le seguenti caratte-
ristiche:
--- la facciata del sito dovrebbe essere protetta da catene montuose in
lontananza, in modo da non bloccare la vista. Questa protezione è
chiamata «Corvo Rosso».
--- il retro dovrebbe essere chiuso da una formazione degradante verso
il sito stesso e non essere né troppo rocciosa né troppo alta. In questo
caso si dice che il luogo ha una buona «Tartaruga Nera».
--- Lateralmente, il sito dovrebbe essere protetto efficacemente da un
«Drago Verde», terreno alla sinistra del sito, e da una «Tigre
Bianca», terreno alla destra del sito. Un buon «Drago Verde» è costi-
tuito da un terreno alto coperto di alberi o erba, privo di sabbia, sassi
o buche profonde. Una «Tigre Bianca» efficace dovrebbe essere una
formazione rocciosa priva di tratti appuntiti.
Aree urbane
I principi di protezione che valgono per la valutazione di un ambien-
te rurale valgono anche per un ambiente urbano. Cambiano i riferimenti
che ora sono identificati negli edifici circostanti:
--- l'edificio di fronte «Corvo Rosso» dovrebbe essere più basso del vo-
stro e possibilmente lungo e non troppo vicino. La distanza ideale
potrebbe essere una strada larga, una piazza aperta oppure un prato
non troppo vasto.
--- l'edificio retrostante «Tartaruga Nera» dovrebbe essere più alto della
vostra casa, ma non troppo vicino.
165
--- una buona protezione alla sinistra «Drago Verde» potrebbe essere rap-
presentata da un edificio con sfumature di colore verde o blu, oppure
da alberi e siepi. Una buona «Tigre Bianca», invece, dovrà essere un
fabbricato basso e tozzo e di colore bianco. In generale, se il «Drago
Verde» è alto, la «Tigre Bianca» dovrà essere bassa e viceversa .
Tigre
Bianca
alta
Sito
Drago
Verde
lungo
Drago Tigre
Verde Bianca
alto lunga
Sito
Forma dell'edificio
La forma della casa è il fattore determinante. Infatti, se la forma è
quella sbagliata sarà inutile proseguire nella valutazione. I principi fonda-
mentali sui quali si basa la forma di un edificio sono tre: stabilità, equili-
brio e uniformità.
La stabilità conferisce vitalità e salute e una casa è stabile se i livelli
più alti poggiano su fondamenta robuste. Sono sconsigliate, quindi, strut-
ture che poggiano su pilastri, poiché danno l'impressione di fragilità.
167
Pianta dell'edificio
Una volta esaminata la forma di un edificio, si procede a valutare il
feng-shui della pianta e quindi la conseguente disposizione dei vari ambien-
ti. Alcuni ambienti vengono normalmente utilizzati con maggior fre-
quenza di altri, per cui bisognerà tenerne conto nella valutazione delle
posizioni più propizie. I locali di servizio, quali ripostigli o dispense, pos-
sono essere localizzati nelle zone più «sfavorevoli» della casa.
Affinché il Ch'i, «l'energia vitale», possa fluire liberamente è deter-
168
L’ingresso
L'Energia positiva o negativa entra nella nostra casa dalla porta prin-
cipale, per cui l'ingresso è importante nella determinazione del feng-shui
di un edificio. L'ingresso dovrebbe dare su un foyer o stanza d'ingresso,
che funga da «cuscinetto» tra l'esterno e l'interno, affinché l'energia posi-
tiva venga distribuita al resto degli ambienti. In questo modo, se l'energia
fosse negativa, la stanza d'ingresso la smorzerebbe.
Un altro accorgimento è far affacciare il foyer su altre stanze per
facilitare il flusso dell'energia positiva. Da evitare sono gli ingressi che
affacciano su corridoi stretti e lunghi, poiché l'energia negativa rimar-
rebbe intrappolata. Così come si sconsigliano ingressi a forma di imbuto,
perché puntano contro la casa e convogliano l'energia distruttiva verso
tutte le stanze.
169
Corridoi e scale
I corridoi e le scale sono entrambi elementi di collegamento tra le
varie parti di un'abitazione. Di conseguenza sia i corridoi sia le scale sono
conduttori di energia e la loro disposizione determina la buona circo-
lazione del Ch'i.
Per quanto riguarda i corridoi, sarà bene evitare quelli troppo lunghi
e stretti, poiché l'energia sarà compressa e anche l'energia positiva verrà
trasformata in energia negativa. Inoltre, è bene che le zone dei corridoi
più buie vengano illuminate dalla luce naturale. Questo è possibile se le
porte che affacciano sul corridoio stesso lasciano intravedere le finestre
affacciate all'esterno. Infatti, le zone buie danno un senso di tristezza e
sono catalizzatori di «energia yin», o di morte, mentre il sole permette
all'energia yang, o di vita di penetrare.
Allo stesso modo le scale dovrebbero essere ampie e non troppo
ripide. Scale strette con piccoli pianerottoli per ogni piano creano un
flusso di energia troppo impetuoso, imprevedibile e quindi distruttivo.
Anche le scale a chiocciola sono sconsigliate, poiché l'energia è costretta
a percorrere una strada contorta e a girare su se stessa.
Cucina
Nella cultura cinese la cucina e la sala da pranzo sono strettamente
associate alla salute e alla vitalità e sono considerate le stanze più impor-
tanti della casa.
La posizione errata di questo locale in relazione al resto del-
l'abitazione potrebbe causare malattie ai suoi inquilini. In altre parole, la
cucina dovrebbe avere una forma regolare e simmetrica ed essere situata
in un luogo riparato della casa, senza viste dirette sull'ingresso. Se così
fosse, l'energia distruttiva sarebbe direttamente indirizzata verso di essa.
Andrebbe allineata con l'asse centrale della casa, affinché il Ch'i non
debba fluire in modo contorto. Dovrebbe, inoltre, avere più di una porta
per permettere un buon flusso dell'energia vitale.
Camera da letto
La camera da letto è uno degli ambienti maggiormente utilizzati ed è
quello in cui ci ricarichiamo di energia. Mentre dormiamo siamo più vul-
nerabili e quindi la camera da letto dovrebbe essere la stanza più protetta
della casa. Le sue caratteristiche prioritarie dovrebbero:
--- Avere una pianta regolare e simmetrica;
--- Avere un'unica porta, affinché l'energia nutritiva venga assorbita dal
170
nostro corpo e non venga dissipata; la porta non deve trovarsi di fronte
ad una scala, perchè l'energia negativa entrerebbe in modo impetuoso;
--- Evitare travi a vista, poiché darebbero l'impressione che un palo stia
per schiacciare chi sta dormendo;
--- Posizionare il letto sulla direttrice tra la porta d'ingresso e la stanza per
permettere al Ch'i di fluire; oppure, se il letto non può essere po-
sizionato contro la parete sulla quale si apre la porta, collocarlo sul
muro di fronte la porta stessa.
In generale, per ottenere una disposizione benefica delle stanze, dal punto
di vista del feng-shui, si possono tenere presenti gli accorgimenti che seguono:
--- La pianta della casa e la disposizione delle stanze dovrebbero essere
regolari, preferendo le forme rettangolari e rotonde ed evitando
angoli acuti e forme triangolari.
--- La casa non dovrebbe avere dislivelli. Se la parte frontale dell'edifi-
cio fosse più alta, i membri giovani della famiglia avrebbero diffi-
coltà a raggiungere l'indipendenza. Se, invece, fosse la parte posteri-
ore ad essere più alta, la ricchezza scorrerebbe via verso l'esterno.
--- Se la casa prevede due ingressi, quello principale non dovrebbe esse-
re allineato a quello sul retro: l'energia benefica che entra da una
porta uscirebbe immediatamente dall'altra.
--- La casa dovrebbe essere ben illuminata dalla luce naturale. Ricordo che
il sole porta energia positiva yang (vita), mentre il buio energia nega-
tiva ying (morte). Tuttavia, è bene che le finestre non siano troppo
grandi o troppo piccole. Le pareti vetrate, per esempio, non pro-
teggono a sufficienza la casa dall'energia distruttiva e disperdono
quella nutritiva.
--- I soffitti ideali sono quelli piatti o a volta e con un'altezza golare.
Sconsigliati soffitti mansardati o a «V» rovesciata o troppo alti:
l'energia nutritiva sale verso l'alto e rimane intrappolata.
--- Come abbiamo già detto, i corridoi non devono essere troppo lunghi,
bui, stretti e tortuosi per i motivi elencati sopra.
--- I vari livelli di una casa dovrebbero essere regolari e bisognerebbe
evitare terrazzi sporgenti, rientranze eccessive e dislivelli tra le varie parti:
un aspetto «confuso» dei vari livelli rende il flusso energetico caotico.
171
La bussola geomantica
La bussola geomantica viene utilizzata per determinare l'orienta-
mento di un sito ed è la base per computare la carta geomantica. La bus-
sola geomantica non è altro che una ciotola rotonda che contiene tutti i
misteri della terra e quella completa è costituita da trentasei anelli. Oggi
si utilizzano versioni semplificate della bussola completa e possono va-
riare da 9 a 22 anelli.
Ogni anello determina un aspetto del feng-shui e la bussola viene
usata principalmente per valutare i luoghi di sepoltura. Per quanto
riguarda la valutazione del feng-shui residenziale, è sufficiente l'anello
delle 24 Direzioni, detto anche Cerchio della Montagna, che ha lo scopo
di determinare il punto in cui il flusso dell'energia del territorio entra in
un certo sito.
La carta geomantica mostra come l'energia si muove nel territorio e
nell'ambiente che lo circonda.
172
tano possibile dalla porta e soprattutto non sotto ad una finestra, in modo
da permettere una giusta circolazione dell'energia.
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