doc
A.
RELAZIONE TECNICA ANTINCENDI
Progetto ai fini della prevenzione incendi
(Legge 26 luglio 1965, n. 966 D.P.R. 29 luglio 1982, n. 577 - D.P.R. 12 gennaio 1998, n. 37)
ATTIVIT N. ____
comprendente le NN. ____
Ditta
____
situata a ____ (____) in Via ____ n. ____
Telefono ____
344008672.doc
Indice
A.2.0
PREMESSA
PROGETTO AI FINI DELLA PREVENZIONE INCENDI
(Legge 26 luglio 1965, n. 966 D.P.R. 29 luglio 1982, n. 577 D.P.R. 12 gennaio 1998, n. 37)
ATTIVIT
SECONDARIE
NUMERO
DM 16/2/1982
DESCRIZION
ID.
01
02
DESCRIZIONI
CARATTERISTICHE
Edificio ___ :
m2
Edificio ___ :
m2
Edificio ___ :
m2
Edificio ___ :
m3
Edificio ___ :
m3
Edificio ___ :
m3
03
04
05
Tipo di edificio:
(Isolato/Destinazione mista)
Nome del progettista
06
344008672.doc
07
08
09
10
minima m
11
m2
12
m2
13
14
m2
kg
Ambiente:
kg
Ambiente:
kg
Ambiente:
Attivit n.
15
Attivit n.
____
Attivit n.
____
Attivit n.
____
16
17
Lavorazione:
Depositi:
Uffici:
18
Si N
19
Si
20
Idrantia muro
Idranti colonna
Impianti speciali di
spegnimento
Tipo:
Tip:
A.2
Nome del progettista
344008672.doc
344008672.doc
A.2.1.1
ANALISI IDENTIFICATIVA PRELIMINARE DEGLI AMBIENTI E LORO
DESTINAZIONE D'USO
Elenco dei singoli ambienti per ogni edificio considerato, costituenti lattivit in oggetto, e della
loro destinazione duso, siglati nella colonna ID per unidentificazione omogenea e ripetuta in tutta
la relazione.
344008672.doc
EDIFICIO
PIANO
SCHEDA N. A.211
REP/LOC/CRF *
ID.
DESTINAZIONE D'USO
344008672.doc
Indice
A.2.1.2
INDIVIDUAZIONE DELLE SOSTANZE PERICOLOSE PRESENTI
E REGOLA DI STOCCAGGIO
SCHEDA N. A.212.
ID.
METODOLOGIA DI STOCCAGGIO
VERNICI E SOLVENTI
Le sostanze saranno collocate in appositi
armadi metallici antincendio provvisti di
aperture per la ventilazione naturale aventi
una superficie complessiva non inferiore
a cm 2 500
SCHEDA N. A.21
SOSTANZA E/O MATERIALE STOCCATO
LUOGO DI
STOCCAGGIO
PUNTO DI
QUANTIT
INFIAMMABILIT
C
kg
TIPO
Complessivi
ASPETTO DEL
CONTENITORE
G.P.
(*)
0,0
344008672.doc
(*) G.P.
grado di pericolosit
ROSSO
GIALLO
VERDE
(Oli minerali)
(Depositi di soluzioni idroalcooliche)
Generalmente preferibile emarginare le sostanze necessarie alla produzione, come descritto in precedenza, in apposito
locale ubicato allesterno, isolato o in aderenza ad altri. Se il locale non visibile da un ambiente presidiato e la
presenza del personale limitata al prelievo delle sostanze necessarie al fabbisogno quotidiano, prevedere
linstallazione di un impianto automatico dallarme incendio costituito da rivelatori termici collegati, per il segnale
Nome del progettista
344008672.doc
dallarme, ad una centralina collocata in ambiente presidiato oppure ad un dispositivo di segnalazione ottica e acustica
sistemato esternamente al deposito direttamente su cortile o strada interna allazienda.
344008672.doc
Indice
A.2.1.3
DETERMINAZIONE DEL CARICO D'INCENDIO CON L'IDENTIFICAZIONE
DELLA CLASSE DELL'EDIFICIO
Quantificati ed analizzati tutti i materiali combustibili effettivamente presenti e/o presunti nei
compartimenti antincendio, si proceder al calcolo del carico dincendio reale e allidentificazione
della classe delledificio/compartimento secondo le prescrizioni e le modalit stabilite dalla
Circolare del Ministero dell'Interno 14 settembre 1961, n. 91, nonch, a titolo comparativo e/o
preliminare, si proceder alla determinazione e/o alla verifica del carico dincendio mediante
valutazione empirica per m3 di materiale depositato o per m2 di locale o al pezzo se materiale
darredo.
A.2.1.3.1 DETERMINAZIONE DEL FATTORE DI RIDUZIONE K
SCHEDA N. A.2131.1 Dati identificativi
EDIFICIO
COMPARTIMENTO
N. ID.
PIANO
0,4
0,3
0,2
60
50
40
30
20
10
-10
-20
-30
-40
-50
-60
-70
0,1
-80
COEFFICIENTE DI RIDUZIONE
0,58
0,5
344008672.doc
ID.
ID.
FATTORI
DESCRIZIONE
INDICI
Altezza fino a m 4
SUPERFICIE INTERNA DELIMITATA DA MURI TAGLIAFUOCO, PARETI ESTERNE, PARETI ANTINCENDIO SUPPLETIVE
2 Superficie interna
Fino a m2 200
2 Superficie interna
2 Superficie interna
2 Superficie interna
2 Superficie interna
Oltre m2 2000
3,1
3,1
3,1
Abitazioni ed uffici
3,3
PERICOLO DI PROPAGAZIONE
4
5,2
5,3
5,5
5,6
5,7
Fino a 10 minuti
Oltre 20 minuti
5,9
Somme
K (Coefficiente di riduzione)
0
0,00
344008672.doc
ID.
VALUTAZIONE REALE
MATERIALE
EFFETTIVAMENTE
PRESENTE
PESO
kg
POTERE
CAL.
kcal/kg
CALORIE
kcal
Complessivi :
MATERIALE
DEPOSITATO
VOLUME
POTERE
CAL.
CALORIE
m3
kcal/m 3
kcal
Complessivi :
VALUTAZIONE AL PEZZO
DESTINAZ. D'USO
COMPARTIMENTO
SUP.
COMP.
POTERE
CAL.
CALORIE
m2
kcal/m 2
kcal
PEZZI
MATERIALE
Complessivi :
POTERE
CAL.
Kcal/cad
Complessivi :
CALORIE
kcal
N. ID.
VALUTAZ.
TIPO
Reale
kg/m
-
m
Pezzo
CLASSE
(REI)
CARICO D'INCENDIO
q
SUP.
344008672.doc
CARICO
D'INCENDIO
q kg/m2
DEPOSITO CARTA
38
DEPOSITO PLASTICA
60
REPARTO LAVORAZIONE
REPARTO SPEDIZIONI
22
COMPARTIMENTO/EDIFICIO
NOTE
GRAFICO COMPARATIVO
70
60
Carico d'incendio
60
50
38
40
30
22
20
10
0
DEPOSITO CARTA
CARICO D'INCENDIO
q kg/m2
DEPOSITO
PLASTICA
REPARTO
LAVORAZIONE
REPARTO
SPEDIZIONI
Compartimenti
344008672.doc
Indice
A.2.1.4
DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI DI PROCESSO
Vedi libro a pag. 97.
344008672.doc
Indice
A.2.1.5
DESCRIZIONE DELLATTIVIT PRODUTTIVA
Vedi libro a pag. 97.
344008672.doc
Indice
A.2.1.6
DESCRIZIONE DELLE FASI DEL CICLO PRODUTTIVO
Vedi libro a pag. 97.
344008672.doc
Indice
A.2.1.7
INDIVIDUAZIONE DELLE MACCHINE, APPARECCHIATURE ED ATTREZZI
Vedi libro a pag. 97.
344008672.doc
Indice
A.2.1.8
INDIVIDUAZIONE DELLE MOVIMENTAZIONI INTERNE
Vedi libro a pag. 98.
344008672.doc
Indice
A.2.1.9
INDIVIDUAZIONE DEL PERSONALE ADDETTO PRESENTE
Ad oggi, mese di dellanno , il personale complessivo presente costituito da n.
operatori con specifiche mansioni suddivise e dislocati come da schema sottostante, compresa
lindividuazione, per ambiente, degli addetti con ridotte o impedite capacit motorie e/o sensoriali.
EDIFICIO
PIANO
SCHEDA N. A.219
AMBIENTI
REP/LOC/CRF
NUMERO ADDETTI
ID.
Complessivi
TOTALI
MANSIONI
DISABILI
344008672.doc
Indice
A.2.1.10
IMPIANTI TECNOLOGICI
IMPIANTI TERMICI
SCHEDA N. A.2110.1
ID.
1
CARATTERISTICHE DELL'IMPIANTO
Ledificio sar provvisto di un impianto termico per
la produzione del calore con una potenzialit
complessiva del focolare pari a KW ___ > di KW
116 e pertanto rientrante nellattivit 91 del D.M. 16
febbraio 1982 (attivit soggette al controllo di
prevenzione incendi)
COMBUSTIBILE UTILIZZATO
Alimentazione a gas metano
L'impianto stesso e i locali di pertinenza
soddisferanno i requisiti essenziali stabiliti dal D.M.
12 aprile 1996.
In allegato alla presente si trasmette la Relazione
tecnica antincendio B.2 relativa allinstallazione di
un impianto termico alimentato da combustibile
gassoso
CARATTERISTICHE DELL'IMPIANTO
COMBUSTIBILE UTILIZZATO
IMPORTANTE:
A adeguamento eseguito sar rilasciata dalla Ditta installatrice regolare CERTIFICAZIONE ai sensi della
Legge 46/90 attestante la regolarit ed il rispetto alla normativa vigente in materia nonch lesecuzione a
regola d'arte.
344008672.doc
Indice
A.2.2.1
DESCRIZIONE DELLE CONDIZIONI DACCESSIBILIT E
VIABILIT AZIENDALI
Per consentire l'intervento dei mezzi di soccorso dei vigili del fuoco, si verificala sussistenza, allo
stato di fatt, dei requisiti necessari per laccesso allarea dove sorge ledificio come da schema
sottostante:
SCHEDA N. A.221.1
Larghezza
Altezza libera
Raggio di curvatura
Pendenza delle rampe
Resistenza al carico
m ____
m ____
m ____
% ____
ton. ____
> = m 3.50
> = m 4.00
> = m 13.00
< = 10%
> = ton. 20*
Sussiste la possibilit daccostamento delle autoscale dei vigili del fuoco ad una facciata
dell'edificio, al fine di raggiungere tramite percorsi interni di piano i vari locali
Non sussiste la possibilit daccostamento e pertanto ledificio sar dotato di scale a prova
di fumo, anche interne
344008672.doc
Indice
A.2.2.2
LAY-OUT AZIENDALE
Analisi delle separazioni necessarie:
SCHEDA N. A.222.1
ID.
1
CARATTERISTICHE DI SEPARAZIONE
AMBIENTI
SEPARATI
ID.
TIPOLOGIA PORTE
ELEMENTI
SEPARANTI
(REI)
NO
120
TIPOLOGIA PORTE
REAZIONE E
RESISTENZA
AL FUOCO
Classe 0
Classe 0
CARATTERISTICHE DI ISOLAMENTO
AMBIENTE
ISOLATO
ID.
AMBIENTE
ISOLATO
ID.
Distanze di protezione
Il lay-out aziendaledeve contenere in sostanza la descrizione, ai fini della prevenzione incendi, di tre
punti essenziali riferiti alla disposizione planimetrica interna ed esterna del fabbricato in oggetto e
precisamente:
I distanziamenti
Le separazioni
Lisolamento
1.
Distanziamenti: sintende la posizione planimetrica dei singoli edifici nel contesto interno
aziendale ed esterno di confine con le altre propriet, sia attrezzate alledilizia civile, a quella
industriale che di pubblica utilit. E' necessario stabilire innanzi tutto il grado di pericolosit ai
fini del rischio dincendio di ogni edificio e in seguito predisporre le corrette precauzioni
cautelative, se necessarie, quali la collocazione (se nuovo insediamento) ad una specifica
344008672.doc
distanza di sicurezza oppure, se struttura esistente, lallontanamento dagli altri edifici interni e/o
di confine. Le distanze sono suddivise come segue:
1.1. Distanza di sicurezza esterna:
valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze misurate orizzontalmente tra il
perimetro in pianta di ciascun elemento pericoloso di unattivit e il perimetro del pi
vicino fabbricato esterno allattivit stessa o di altre opere pubbliche o private oppure
rispetto ai confini di aree edificabili verso le quali tali distanze devono essere osservate.
1.2. Distanza di sicurezza interna:
valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze misurate orizzontalmente tra i
rispettivi perimetri in pianta dei vari elementi pericolosi di unattivit.
1.3. Distanza di protezione:
Valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze misurate orizzontalmente tra il
perimetro in pianta di ciascun elemento pericoloso di unattivit e la recinzione (ove
prescritta) ovvero il confine dellarea su cui sorge lattivit stessa.
Nel caso la conformazione planimetrica e strutturale del complesso aziendale esistente non
consente il rispetto delle distanze minime di sicurezza, e fatto salvo che le sostanze e/o i
materiali immagazzinati e/o in lavorazione non siano di quelli ove la normativa tassativamente
stabilisse delle distanze di sicurezza minime e vieta la vicinanza con edifici interni e/o esterni
alla propriet, praticamente lisolamento incondizionato del rischio, opportuno prendere in
considerazione leventualit di isolare debitamente ledificio, o la porzione di esso, sui lati di
perimetro prospicienti nelle immediate vicinanze degli altri corpi di fabbrica, situati allinterno
della propriet o allesterno. In tal caso opportuno che si rispettino almeno le caratteristiche di
base quali una dichiarata resistenza al fuoco degli elementi strutturali e di tamponamento
verticale del prospetto, delle vetrate, della struttura e copertura del tetto. E possibile comunque
ricavare la necessaria distanza di protezione e/o di sicurezza interna e/o di sicurezza esterna fra
due elementi pericolosi tenendo conto della misura restituita con il metodo del filo teso (distanza
tra due punti in presenza di un ostacolo misurata lungo la linea di minimo percorso, filo teso,
che evita lostacolo) come da distinzione sotto riportata, riferita, a titolo indicativo, ai depositi di
soluzioni idroalcooliche regolamentati dal D.M. Int. 18 maggio 1995 Punti 4.2.1, 4.2.2, 4.2.3 e
precisamente:
1.4. Distanza di sicurezza interna:
Le distanze di sicurezza interna devono essere pari a m 5.00.
Possono essere inferiori a m 5.00 qualora sia interposto un muro, avente resistenza al
fuoco almeno REI 180, costruito in modo tale da garantire almeno i m 5.00 misurati
orizzontalmente e verticalmente con il metodo del filo teso. Tale muro pu coincidere
con quello delimitante lunit di deposito.
1.5. Distanza di protezione:
La distanza di protezione deve essere pari a m 5.00.
Tale distanza pu essere minore se tra la recinzione o il confine dellarea e lelemento
pericoloso sia interposto un muro, avente resistenza al fuoco non inferiore a REI 180,
alto non meno dellelemento pericoloso adiacente e comunque non meno di m 2.50,
costruito in modo tale da garantire i m 5.00 misurati orizzontalmente con il metodo del
filo teso. In questo caso, il muro stesso pu costituire recinzione e/o parete del deposito.
1.6. Distanza di sicurezza esterna:
La distanza di sicurezza esterna deve essere almeno pari a m 5.00.
Tale distanza pu essere ridotta fino alla met qualora sia interposto un muro, avente
resistenza al fuoco almeno REI 180, costruito in modo tale da garantire i m 5.00
misurati orizzontalmente e verticalmente con il metodo del filo teso. Tale muro pu
coincidere con quello delimitante lunit di deposito.
Nome del progettista
344008672.doc
2.
Separazioni - Isolamento: lindividuazione dei reparti e dei locali dove in effetti presente un
rischio dincendio, denominate aree a rischio specifico, consente inoltre di stabilire la necessit
o meno di interporre una separazione completa con gli altri ambienti non pertinenti o
essenzialmente sicuri nonch di adiacenze, dovute a muri in comune, con altri edifici estranei
allattivit in oggetto. Naturalmente, previo unattenta e preliminare valutazione dei rischi, pu
essere presa in considerazione una comunicazione diretta con gli altri locali a patto che detta
avvenga tramite il preventivo passaggio in disimpegno protetto o in filtro a prova di fumo
avente caratteristiche REI predeterminate e provvisto di uno o pi camini di ventilazione situati
sul soffitto ed aventi una superficie minima di m 2 0.10 oppure, ove possibile, mediante
unapertura provvista di sola porta con provate caratteristiche di resistenza al fuoco (REI), a
tenuta fumo e dotata di un dispositivo di autochiusura.
(Oli minerali)
(Depositi di soluzioni idroalcooliche)
344008672.doc
Indice
A.2.2.3
DESCRIZIONE DEGLI EDIFICI
A.2.2.3.1 GENERALITA
Descrizione sommariadel complesso e degli interventi da eseguire, posizione degli edifici, forme,
anno di costruzione, anno di ristrutturazione, ecc.
344008672.doc
A.2.2.3.2 CONSISTENZA
EDIFICIO
PIANO
SCHEDA N. A.2232
AMBIENTI
ID.
LOCALI
ALTEZZA
m
Complessivi
SUPERFICIE
VOLUME
m2
m3
0.00
0.000
344008672.doc
A.2.2.3.3 STRUTTURA
Identificazione, per tipologia strutturale, delle caratteristiche costruttive essenziali, per individuare
carenze, ai fini della prevenzione incendio, di fatto migliorabili mediante lapprontamento di
speci-fici interventi come meglio descritti di seguito.
SCHEDA N. A.2233
EDIFICIO
TIPOLOGIA
STRUTTURALE
STRUTTURA
VERTICALE
STRUTTURA
ORIZZONTALE
MURATURA DI
TAMPONAMENTO
DIVISORI INTERNI
STRUTTURA DEL
TETTO
COPERTURA
DESCRIZIONE
Indipendente a pilastri in c.a.
Indipendente a pilastri in c.a.p.
Indipendente a pilastri in ferro
Indipendente a pilastri in legno
Muratura portante
perimetrale
di spina
Pietra
Mista pietra e mattoni pieni
Mattoni pieni
Blocchi di laterizio forati portanti
Blocchi di calcestruzzo preconfezionato forati
Blocchi prefabbricati con caratteristiche REI
Pietra
Mista pietra e mattoni pieni
Mattoni pieni
Blocchi di laterizio forati
Doppia in blocchi di laterizio forati con intercapedine
Pannelli prefabbricati
Blocchi di calcestruzzo preconfezionato forati
Mattoni pieni
Blocchi di laterizio forati
Blocchi prefabbricati
Blocchi prefabbricati con caratteristiche REI
Pareti mobili in alluminio e vetro
Pareti mobili in
Pareti prefabbricate in
Lastre prefabbricate in
Lastre ondulate in
Tegole
Traslucida in
344008672.doc
AMBIENTE
ID.
MATERIALE
PRESENTE
LOCALE
INTERVENTO PREVISTO
02
03
04
05
I materiali isolanti in vista, con componente isolante direttamente esposto alle fiamme, saranno di
Classe non superiore a 1
06
I materiali isolanti in vista, con componente isolante non direttamente esposto alle fiamme, saranno di Classe 0-1,1-0,1-1
07
Saranno installati materiali di rivestimento combustibili, ammessi nelle varie classi di reazione al
fuoco, in aderenza agli elementi costruttivi
riempiendo con materiale incombustibile le intercapedini
08
09
Vie di evacuazione (corridoi, scale ecc.): i pavimenti saranno di Classe 0 1; i rivestimenti (pareti e soffitto) saranno di Classe 0 1 La Classe 1 ammessa in ragione del 50% della superficie complessiva (pav + riv) Nei restanti ambienti i pavimenti saranno di Classe 0 1 2
legno
legno
altro
altro
in vetrocemento
in materiale combustibile di
Tutti i materiali saranno omologati ai sensi del D.M. Int. 26 giugno 1984 e le loro caratteristiche di
reazione al fuoco saranno debitamente attestate.
Nome del progettista
344008672.doc
344008672.doc
R/REI (1)
EVENTUALE POSA
DI RIVESTIMENTO
INTEGRATIVO
DESCRIZIONE
PORTE
REI (1)
R (1)
REI (1)
DESCRIZIONE
STRUTTURA
SEPARAZIONE
ORIZZONTALE
REI (1)
DESCRIZIONE
SEPARAZIONE
VERTICALE
DESCRIZIONE
DESCRIZIONE
ESISTENTE
ID.
CARATTERISTICHE
IN PROGETTO
COMPARTIMENTO
Vie di esodo
Disimpegni
Filtri a prova di
fumo
Altro
Vano ascensori
Filtri e disimpegni
Vano montacarichi
Filtri e disimpegni
Altro
(1)
VANI TECNICI
ZONE SICURE
344008672.doc
ID. CR
SCHEDA N. A.2235.3
1/2/3
TIPO DI PARETE
15
6
6
6
6
8
8
30
13
6
10
6
8
8
45
13
6
14
6
10
8
60
13
13
20
10
10
8
90
26
13
30
10
10
8
120
26
26
30
14
12
10
180
26
26
30
20
16
10
SCHEDA N. A.2235.3.1
Blocchi prefabbricati con una resistenza al fuoco certificata
Nota. Per intonaco isolante s'intende un intonaco a base di gesso, vermiculite, perlite o simili. Gli spessori di intonaco
isolante su laterizi forati dovranno, per le varie classi. corrispondere ai valori previsti nella Tabella 5 (SCHEDA
A.2235.6), mentre per i laterizi pieni gli spessori saranno ridotti alla met dei valori della stessa Tabella 5 ( SCHEDA
A.2235.6).
ID. CR
SCHEDA N. A.2235.4
SPESSORE MINIMO COMPRENSIVO DELLA
CAPPA DEL PAVIMENTO NON
COMBUSTIBILE E DEL SOFFITTO QUANDO
QUESTO E APPLICATO ALLA SOLETTA,
ESPRESSO IN CENTIMETRI PER LE
SEGUENTI CLASSI DI EDIFICI
TIPO DI SOLAIO
15
10
10
8
16
14
12
16
14
12
30
10
10
8
16
14
12
16
14
12
45
12
12
10
20
18
16
20
18
16
60
14
14
12
24
18
16
24
20
16
90
16
14
12
24
20
18
24
24
18
120
20
16
14
30
24
22
30
24
22
180
20
16
14
30
24
22
30
24
22
(*) Lo spessore dei ricoprimento dell'armatura in acciaio pre-teso non deve essere inferiore n al minimo prescritto dal
regolamento per le opere in c.a. (3 cm) n allo spessore specificato per le singole classi dalla Tabella 5 ( SCHEDA
A.2235.6) per lintonaco di cemento.
344008672.doc
ID. CR
SCHEDA N. A.2235.5
SPESSORE IN CENTIMETRI DEL
RIVESTIMENTO RICHIESTO PER LE
SEGUENTI CLASSI DI EDIFICI
TIPO DI STRUTTURA
15
(1)
(4)
(4)
0
0
0
0
0
30
(2)
(5)
(4)
2.00
1.00
1.50
1.00
0.75
45
(3)
(5)
(5)
2.50
1.75
2.00
1.50
1.50
60
(3)
(5)
(5)
3.25
2.50
2.50
2.00
2.00
90
(3)
(5)
(5)
4.50
3.00
3.00
2.25
2.25
120
(3)
(5)
(5)
3.70
3.50
2.75
2.75
180
(3)
(5)
(5)
4.50
4.00
3.00
3.00
(1) Nessun rivestimento - (2) Nessun rivestimento se le ali sono riempite di calcestruzzo di cemento - (3) Rivestimento
pari almeno all85% dello spessore richiesto per le colonne (4) Ammesso - (5) Escluso
ID. CR
SCHEDA N. A.2235.6
SPESSORE IN CENTIMETRI RICHIESTO
PER LE SEGUENTI CLASSI DI EDIFICI
TIPO DI RIVESTIMENTO
15
30
45
60
90
120
180
(2)
(3)
(3)
(1)
(1)
(1)
(1)
(2)
(3)
(1)
(1)
(1)
(1)
(1)
2.00
2.50
3.25
4.50
5.75
2.00
2.50
3.25
4.50
5.75
2.00
2.50
3.25
4.50
5.75
1.50
2.25
3.00
4.25
5.25
1.75
2.25
2.50
3.25
3.75
5.25
1.25
1.75
2.25
3.00
3.75
4.75
1.25
1.50
2.00
3.00
3.75
5.75
0
0
0
0
0
0
0
1.25
0.75
1.75
1.75
5.50
6.50
2.50
1.75
1.75
2.25
2.15
8.00
7.50
2.50
2.25
3.00
2.50
2.50
8.00
8.50
2.50
1.50
2.00
2.50
3.00
4.00
5.00
0
0
1.00
1.50
2.00
2.50
2.50
3.00
3.00
3.50
3.50
4.50
4.00
6.00
344008672.doc
15
30
45
60
90
120
180
(1)
2.50
4.00
5.00
8.00
15
30
45
60
90
120
180
10
25
40
60
80
100
10.00 14.00
344008672.doc
Indice
A.2.2.4
AERAZIONE NATURALE E/O MECCANICA
Le tabelle appresso riportate verificano esclusivamente le superfici daerazione naturale ai fini della
prevenzione incendi di fatto necessari per facilitare la fuoriuscita di fumi o gas tossici derivanti
dalla combustione di sostanze solide e/o infiammabili, e per un corretto ricambio daria.
Per i locali dove sono depositati e/o si impiegano materiali e/o sostanze solide combustibili, il
rapporto daerazione naturale considerato (anche con aperture provviste di serramento comunque
apribile) di 1/40, comprensivo di un rapporto, per la ventilazione naturale permanente senza
serramento oppure ad apertura automatica in caso di fumo/calore (UNI 9494), pari a 0.003 m2/m2 di
pavimento (circa 1/333). Per i locali dove avvengono lavorazioni che impiegano sostanze che
possono dar luogo a miscele infiammabili e/o esplosive (gas e liquidi infiammabili, polveri) il
rapporto di aerazione considerato di 1/30 fino a una superficie di m2 400. Per i locali aventi una
superficie maggiore a m2 400 stato considerato, relativamente alla parte eccedente, un rapporto di
aerazione pari a 1/50. Alla luce di quanto sopra esposto si analizzano le superfici daerazione
naturale dei singoli reparti/locali/compartimenti/depositi onde identificare carenze di fatto
integrabili, se possibile, con interventi risolutivi sia essi naturali che meccanici. Per particolari
condizioni ambientali nonch planimetriche del reparto o locale o compartimento o deposito, dove
il rischio dincendio effettivamente elevato con levidente necessit dellinstallazione di uno o pi
evacuatori, si rimanda al Capitolo A.2.4 - Punto P22. Si riporta lanalisi delle superfici aeranti,
dimensionate tenendo conto dei criteri sopra esposti, nelle tabelle appresso riportate.
DETENZIONE DI MATERIALI E/O SOSTANZE SOLIDE COMBUSTIBILI
SCHEDA N. A.224.1
EDIFICIO
PIANO
AMBIENTE
ID. REP/LOC/CRF/DEP
SUP.
m2
AERAZIONE VENTILAZIONE
NATURALE
NATURALE
CON
PERMANENTE
SERRAMENTO
(*)
m2
m2
min.
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
344008672.doc
Dove non stato possibile raggiungere il rapporto di aerazione naturale prescritto, si ricorso
allaerazione meccanica con caratteristiche di portata non inferiori a n. 2 ricambi ora, assicurando
comunque una superficie di aerazione naturale, con o senza serramento, pari ad almeno il 25% di
quella prescritta.
SCHEDA N. A.224.2
EDIFICIO
PIANO
AMBIENTE
ID. REP/LOC/CRF/DEP
SUP.
m2
AERAZIONE VENTILAZIONE
NATURALE
NATURALE
CON
PERMANENTE
SERRAMENTO
(*)
m2
m2
min.
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
EDIFICIO
PIANO
AMBIENTE
SUP.
ID. REP/LOC/CRF/DEP
m2
AERAZIONE
NATURALE
CON
SERRAMENTO
m2
344008672.doc
Dove non stato possibile raggiungere il rapporto di aerazione naturale prescritto, si ricorso
allaerazione meccanica con caratteristiche di portata non inferiori a n. 2 ricambi ora, assicurando
comunque una superficie di aerazione naturale, con o senza serramento, pari ad almeno il 25% di
quella prescritta.
SCHEDA N. A.224.4
EDIFICIO
PIANO
AMBIENTE
SUP.
ID. REP/LOC/CRF/DEP
m2
AERAZIONE
NATURALE
CON
SERRAMENTO
m2
344008672.doc
Indice
A.2.2.5
ANALISI PER LA DETERMINAZIONE DELLAFFOLLAMENTO EFFETTIVO
ANALISI PRELIMINARE PERSONE EFFETTIVAMENTE PRESENTI
Quantificazione delle persone effettivamente presenti
Reperimento dei dati di base per la stesura del Piano devacuazione
Accertamento dellassenza/presenza di persone con ridotte capacit motorie e/o sensoriali
Onde procedere al dimensionamento delle vie duscita, delle uscite di sicurezza e delle scale, si
quantificata numeralmente, per singolo ambiente, la presenza permanente dei lavoratori nonch
quella fluttuante complessiva nei corridoi, disimpegni, ecc., come da tabella sotto riportata.
REP/LOC/CRF
Complessivi
SUP.
m2
0.00
N. PERSONE
COMPLESSIVE
PER PIANO
ID.
N. PERSONE
PRESENTI
EDIFICIO
PIANO
AMBIENTE
N. PERSONE
FLUTTUANTI
NEI CORRIDOI E
DISIMPEGNI
SCHEDA N. A.225.1
N.B.: La superficie, adottata per il calcolo dellaffollamento massimo ipotizzabile, intesa lorda complessiva (detratti i
muri perimetrali e i divisori) con esclusione delle superfici destinate a vani scala, vani ascensore, servizi igienici e
disimpegni.
Nome del progettista
344008672.doc
Complessivi
0.00
N. PERSONE
COMPLESSIVE
PER PIANO
AFFOL.
MASSIMO
IPOTIZZABILE
SUP. COMPLES.
SOMMA DEGLI
PARZIALE
AMBIENTI A STESSA
DESTINAZIONE
m2
Persone/m 2
SOMMA
ID.
EDIFICIO
PIANO
DENSITA' DI
AFFOLL.
SCHEDA N. A.225.2
N.B.: La superficie, adottata per il calcolo dellaffollamento massimo ipotizzabile, intesa lorda complessiva (detratti i
muri perimetrali e i divisori) con esclusione delle superfici destinate a vani scala, vani ascensore, servizi igienici e
disimpegni.
Nome del progettista
344008672.doc
Indice
A.2.2.6
PROGETTO DEL PIANO DEVACUAZIONE
VIE DUSCITA, USCITE DI SICUREZZA, SCALE
Le uscite dai locali di lavoro e dalle compartimentazioni hanno caratteristiche conformi al D.P.R. n.
547/1955 Artt. 13 e 14, con le modifiche introdotte dal D.L. 626/94, e sono state dimensionate
tenendo conto delle disposizioni emanate dal D.M. Int. e Lavoro 10 marzo 1998 - Allegato III.
Sono state collocate, per ogni reparto e compartimento antincendio, non meno di due uscite di
sicurezza poste ad una distanza media tra loro non superiore a m 30.00 (parametro considerato per
le aree a rischio dincendio medio), facilmente raggiungibili la cui direzione conduce in luogo
sicuro (protetto/calmo o allaperto), aventi una larghezza di m 1.20 (n. 2 moduli per almeno una
porta) e unaltezza maggiore o uguale a m 2.00, apribili verso il senso desodo e debitamente
segnalate anche in assenza di luce naturale.
Le uscite sono dimensionate tenendo conto della densit di affollamento massima ipotizzabile, della
capacit di deflusso minima e dei seguenti parametr:
15 30 metri (tempo max. di evacuazione 1 minuto) per aree a rischio di incendio elevato;
30 45 metri (tempo max. di evacuazione 3 minuti) per aree a rischio di incendio medio;
45 60 metri (tempo max. di evacuazione 5 minuti) per aree a rischio di incendio basso.
Negli ambienti a rischio di incendio medio i percorsi di uscita in un'unica direzione, ove si potuto,
sono stati evitati.
Negli uffici e nei locali dove il rischio dincendio considerato basso, e la possibilit di creare una
seconda uscita di sicurezza non ritenuta necessaria, la distanza da percorrere fino ad unuscita di
piano o fino al punto dove inizia la disponibilit di due o pi vie di uscita, non eccede, in generale, i
seguenti parametri:
Nell'analisi sono state considerate anche le uscite esistenti di larghezza inferiore a n. 2 moduli dato
che ladattabilit dimensionale non determinante ai fini della sicurezza in quanto multipla di uscite
progettate e/o esistenti effettivamente rispondenti alla norma. In ogni caso la loro larghezza di
passaggio risulta maggiore o uguale a m 0.80, conteggiate n. 1 modulo (m 0.60) ai fini
dellevacuazione, e correttamente provviste dell'apertura verso il senso desodo. Non sono invece
state conteggiate le uscite aperte su spazi preventivamente considerati non sicuri e pertanto scorrette
ai fini della sicurezza (la loro posizione sar comunque mantenuta per luso cui effettivamente e
originariamente destinate).
SCHEDA N. A.226.1
Sono presenti lavoratori con ridotte o impedite capacit motorie e/o sensoriali e pertanto saranno
previsti appositi spazi calmi lungo le vie duscita o in prossimit delle scale di sicurezza
Non sono presenti lavoratori con ridotte o impedite capacit motorie e/o sensoriali
344008672.doc
CAPACIT DI DEFLUSSO
Le capacit di deflusso considerate, per il dimensionamento delle uscite, non superano i seguenti
valori:
50
per il piano terra
37,5 per i piani interrati
37,5 per gli edifici sino a tre piani fuori terra (1 e 2 piano f.t.)
33
per gli edifici a pi di tre piani fuori terra (dal 3 piano f.t. in su)
SCHEDA N. A.226.2 - PROGETTO DELLE
USCITE DI SICUREZZA
EDIFICIO:
PIANO
+
REP/LOC/CRF
A.M.I. *
C.D. **
LUT ***
LUTm ****
A.M.I.*
C.D** USCITE
Persone Pers/Min
n.
LARGH.
m
LUT***
m
LUTm****
m
0
0
Complessivi
0.00
0.0
0.0
Affollamento massimo ipotizzabile (Vedi capitolo A.2.2.5) NOTE:
La condizione soddisfatta
Capacit di deflusso
quando LUT >= LUTm
Larghezza delle uscite totale
Larghezza delle uscite totale minima
344008672.doc
Al fine del dimensionamento delle vie duscita e delle scal, le capacit di deflusso considerate,
come per le uscite orizzontali, non superano i seguenti valori:
50
per il piano terra
37,5 per i piani interrati
37,5 per gli edifici sino a tre piani fuori terra (1 e 2 piano f.t.)
33
per gli edifici a pi di tre piani fuori terra (dal 3 piano f.t. in su)
SCHEDA N. A.226.3 - PROGETTO DELLE
VIE D'USCITA
E
SCALE
PIANO
EDIFICIO:
A.M.I.*
C.D**
Persone Pers/Min
Complessivi
VERIFICHE
N.
A.M.I. *
(complessiva del piano)
C.D. **
LUT ***
LUTm ****
Capacit di deflusso
Larghezza delle uscite totale
Larghezza delle uscite totale minima
LARGH.
m
LUT***
m
LUTm****
m
0.00
0.0
0.0
NOTE:
La condizione soddisfatta
quando LUT >= LUTm
PIANO DEVACUAZIONE
Le scelte progettuali e il dimensionamento delle vie duscita, delle uscite di sicurezza e delle scale,
eseguite seguendo uno schema ben preciso, consentono un ordinato esodo verso i luoghi sicuri,
interni al fabbricato ed esterni allaperto, di tutti i lavoratori e visitatori presenti. Tenendo conto
dellanalisi dimensionale (SCHEDE A.226.2 A.226.3) e delle suddette considerazioni, succinte ma
fondamentali, sar steso ed esposto nei locali di lavoro un elaborato grafico planimetrico recante il
piano devacuazione vero e proprio con lindividuazione delle vie duscita, delle uscite di sicurezza,
delle scale, delle aree sicure, degli spazi scoperti e degli spazi calmi con i relativi percorsi per
raggiungerli in modo ordinato, ad evidente completamento della gestione dellemergenza, cui si
rimandano le regole al capitolo A.2.5 relativo.
Nome del progettista
344008672.doc
Indice
A.2.2.7
ASCENSORI E MONTACARICHI
Ledificio provvisto di:
SCHEDA N. A.227.1
Ascensori
Montacarichi
Numero ______
Numero ______
SUPERFICIE
m2
m2
AERAZIONE
SUP. MIN.
SEZIONE
m
m2
0.00
0.00
SEZ. MIN.
m
0.00
0.00
344008672.doc
Locale macchine:
SCHEDA N. A.227.4
Il locale macchine inserito nella volumetria delledificio servito e pertanto l'accesso avr le stesse
caratteristiche del vano corsa.
Il locale macchine ubicato allesterno sul terrazzo delledificio servito e pertanto l'accesso pu
avvenire anche attraverso vano munito di porta metallica.
Il locale macchine sar separato dagli altri ambienti dell'edificio con strutture di resistenza al fuoco
equivalente a quella del vano corsa e avr una superficie netta di aerazione permanente non
inferiore al 3% della superficie del pavimento, con un minimo di m2 0,05 (m 0.22 x 0.22) realizzata
con finestre e/o camini aventi una sezione non inferiore a quella determinata nella scheda
sottostante e sfociante all'aperto ad una altezza almeno pari a quella dellapertura di aerazione del
vano corsa.
Calcolo della superficie di aerazione per il locale macchine:
SCHEDA N. A.227.5
SUPERFICIE
LOCALE
SUPERFICIE
m2
m2
AERAZIONE
SUP. MIN.
SEZIONE
m
m2
0.00
0.00
SEZ. MIN.
m
0.00
0.00
344008672.doc
Indice
A.2.2.8
ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA E DEMERGENZA
L'impianto dilluminazione sar integrato da uno di sicurezza con sorgente indipendente da quella
ordinaria, ad inserzione automatica nonch ad interruzione breve (= < 0.5 sec.), il quale illuminer
in maniera sufficiente.
Detto impianto sar costituito da singole lampade con alimentazione autonoma e saranno installate,
oltre che nel centro dell'attivit vera e propria (reparti, compartimenti, corridoi) in prossimit delle
vie duscita, delle uscite di sicurezza primarie/secondarie, delle scale e dei filtri di comunicazione
nonch al loro interno.
Le lampade assicureranno una funzionalit continua di almeno 60 minuti garantendo un livello
dilluminazione non inferiore a 5 lux per le zone predisposte alle operazioni di evacuazione ed
almeno 2 lux per le altre aree.
Tutti i materiali, le apparecchiature, le installazioni elettriche ed elettroniche saranno realizzati e
costruiti a regola darte.
La rispondenza alle vigenti norme di sicurezza sar attestata con la procedura di cui alla legge n. 46
del 5 marzo 1990 e successivi regolamenti di applicazione.
In corso dei lavori sar valutata la possibilit di collegare limpianto dellilluminazione di
emergenza a una batteria daccumulatori dopportuna capacit, anzich utilizzare le lampade
autonome, come meglio descritto nel capitolo A.2.2.9 IMPIANTO ELETTRICO.
344008672.doc
Indice
A.2.2.9
IMPIANTO ELETTRICO
L'impianto elettrico esistente sar verificato e adeguato in conformit della Legge 1 marzo 1968, n.
186 (G.U. 23.3.1968, n. 77). La rispondenza alle vigenti norme di sicurezza sar attestata con la
procedura di cui alla legge n. 46 del 5 marzo 1990 e successivi regolamenti di applicazione.
Limpianto, ai fini della prevenzione incendi, garantir le seguenti condizioni di base:
Non costituir causa primaria di incendio o di esplosione
Non fornir alimento o via privilegiata di propagazione degli incendi
Sar suddiviso in modo tale che un eventuale guasto non provochi la messa fuori servizio
dellintero sistema
Disporr di apparecchi di manovra ubicati in posizioni protette e dovranno riportare chiare
indicazioni dei circuiti cui si riferiscono
Tutti i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici saranno realizzati e costruiti a regola darte. Limpianto sar provvisto di
uno pi interruttori generali (pulsanti di sgancio protetti) ubicati in posizione segnalata esterna allattivit a fianco di unuscita di sicurezza
, muniti di protezione contro le correnti di sovraccarico e di
corto circuito, manovrabili sottocarico e atto a porre fuori tensione limpianto elettrico
in tutta
lattivit
limitatamente alledificio interessato. Inoltre, a protezione degli edifici, sar installata
regolare messa a terra di tutte le parti metalliche presenti quali carpenteria metallica, tubazioni di
acqua, tubazioni di gas, tubazioni di riscaldamento, parti metalliche di ascensori, di montacarichi
ecc. Le linee principali, in partenza dal quadro di distribuzione, saranno protette da dispositivi
contro le sovracorrenti. Il quadro elettrico generale sar ubicato in posizione facilmente accessibile,
segnalata e protetta dallincendio.
SCHEDA N. A.229.1
ID.
3
Limpianto elettrico, nel caso dinterruzione dellenergia ordinaria, sar integrato automaticamente
da un impianto demergenza alimentato da una o pi batterie dedicate o da una batteria daccumulatori singola (vedi SCHEDA N. A.229.2), che garantir il funzionamento dei seguenti sistemi di
utenza:
SCHEDA N. A.229.1.1
Illuminazione di sicurezza
(se non saranno adottate lampade autonome)
Impianto dallarme manuale
(con batteria indipendente)
Impianto automatico di rivelamento (con batteria indipendente)
X
X
Lalimentazione di emergenza sar automatica ad interruzione breve (< = 0.5 sec.) relativamente
agli impianti per lilluminazione di sicurezza, di allarme e rivelazione. I seguenti impianti saranno
alimentati esclusivamente da un gruppo elettrogeno e/o da motopompe:
SCHEDA N. A.229.1.2
ID.
3
ALIMENTAZIONE SPECIFICA
Non necessaria la predisposizione di una specifica fonte di energia
344008672.doc
IMPIANTI PARTICOLAR
Limpianto sar antideflagrante negli ambienti N. Id. per i quali sono prescritte le
particolari norme di cui agli artt. 329 e 331 del D.P.R. 27 aprile 1955, n. 547.
Tali ambienti rientrano tra quelli indicati negli allegati del D.M. Int. 22 dicembre 1958 poich si
eseguono lavorazioni che prevedono lutilizzo lo stoccaggio di gas infiammabili
sostanze che producono vapori infiammabili polveri esplodenti, nonch per i loro quantitativi.
344008672.doc
Indice
A.2.2.10
SEGNALETICA DI SICUREZZA
La segnaletica di sicurezza sar conforme al D.L. 14 agosto 1996, n. 493 in attuazione della
direttiva 92/58/CEE concernente le prescrizioni per la segnaletica di sicurezza e di salute sul luogo
di lavoro.
In particolar modo si far riferimento alle prescrizioni generali per i cartelli segnaletici, come da
Allegato II del suddetto decreto, che si possono riassumere nella maniera che segue:
La forma e i colori dei cartelli da impiegare sono definiti in funzione del loro oggetto specifico
(cartelli di divieto, davvertimento, di prescrizione, di salvataggio e per le attrezzature
antincendio) e terranno conto delle seguenti distinzioni colorimetriche:
1.
Rosso
2.
Giallo
3.
Azzurro
4.
Verde
/ 2000
Le caratteristiche cromatiche e fotometriche dei materiali saranno conformi alle norme UNI di
buona tecnica che regolano la materia
I cartelli necessari saranno sistemati tenendo conto deventuali ostacoli, ad unaltezza e in una
posizione appropriata rispetto allangolo di visuale. In caso di cattiva illuminazione naturale si
utilizzeranno colori fosforescenti e/o materiali riflettenti e, in prossimit delle vie duscita e delle
scale, nonch al loro interno, si provveder allilluminazione artificiale con lampade autonome
provviste di mascherina verde con lindicazione del percorso da seguire, poste, ove possibile,
sopra il limite superiore delle porte. I cartelli da adottare, per il caso specifico, sono riportati nel
Capitolo A.2.4 Punto P26. A titolo indicativo si riporta lo schema adottato per lubicazione della
segnaletica.
Nome del progettista
344008672.doc
IN TUTTI I LOCALI
Vietato fumare
Locale PERICOLO
Sopra le valvole
dintercettazione combustibile
Valvola dintercettazione
Uscita di sicurezza
Sulle porte
Spingere
Estintore
Idrante colonna/sottosuolo
Attacco VV.F.
Idrante a muro
344008672.doc
344008672.doc
Indice
A.2.2.11.1
IMPIANTI DALLARME
A.2.2.11.1.1 IMPIANTO MANUALE UNI 9795
GENERALITA
L'edificio sar munito di un sistema manuale dallarme acustico in grado di avvertire il personale
presente delle condizioni di pericolo in caso d'incendio.
I dispositivi sonori, ad inserzione manuale mediante apposito pulsante collocato in posizione
segnalata facilmente raggiungibile nonch visibile e sicura, avranno caratteristiche e ubicazioni tali
da poter segnalare il pericolo a tutti gli occupanti del fabbricato o delle parti di esso coinvolte
nell'incendio.
Il funzionamento del sistema dallarme sar garantito, anche in assenza dellalimentazione elettrica
principale, per un tempo non inferiore a minuti 30, ad inserzione automatica nonch ad interruzione
breve (= < 0.5 sec.).
ALLARME OTTICO SUPPLEMENTARE
SCHEDA N. A.221111.1
ID.
CARATTERISTICHE
Nei reparti dove avvengono lavorazioni rumorose, i dispositivi sonori di allarme saranno abbinati ad un
dispositivo di allarme ottico
344008672.doc
CARATTERISTICHE PARTICOLARI
Limpianto di rivelazione dovr consentire inoltre leventuale attivazione automatica di una o pi
delle seguenti azioni:
- Chiusura automatica di porte tagliafuoco, normalmente aperte, appartenenti al compartimento
antincendio da cui pervenuta la segnalazione, tramite lattivazione degli appositi dispositivi di
chiusura
- Disattivazione elettrica dellimpianto di ventilazione o condizionamento esistente
- Attivazione degli impianti per la messa in sovrappressione di vani e/o filtri
- Chiusura delle serrande tagliafuoco poste nelle canalizzazioni degli impianti di ventilazione o
condizionamento, riferite al compartimento da cui proviene la segnalazione
- Trasmissione a distanza delle segnalazioni di allarme in posti predeterminati in un piano operativo interno di emergenza
- Apertura degli evacuatori di fumo esistenti nei vani scala e/o filtri e/o locali (UNI 9494)
CENTRALE DI COMANDO
Dovr essere distinta da qualsiasi apparecchiatura daltri servizi. Dovr consentire una facile
ispezione e manutenzione dell'apparecchiatura e dei circuiti stessi. Oltre ai dispositivi dallarme
ottico ed acustico azionati dai rivelatori, la centrale di comando dovr essere munita di dispositivi
indipendenti per allarme acustico ed ottico per il caso di rottura fili o per il determinarsi di difetti
disolamento dei circuiti verso terra e fra di loro.
ALLARME ACUSTICO GENERALE SUPPLEMENTARE
SCHEDA N. A.221112.1
ID.
CARATTERISTICHE
Vista la presenza di depositi non presidiati esterni e soprattutto in considerazione delle dimensioni del
complesso, verr installato un allarme acustico supplementare, ubicato all'esterno verso strada e/o
verso il cortile interno dellazienda, in modo da essere udito a largo raggio.
Tale allarme supplementare sar comandato in centrale, da dispositivo dinserzione e disinserzione
SCHEDA N. A.221112.2
CARATTERISTICHE
344008672.doc
Indice
A.2.2.11.2
MEZZI ANTINCENDIO MOBILI
(ESTINTORI)
Gli estintori saranno collocati principalmente in prossimit delle uscite di sicurezza, nelle
immediate vicinanze di aree a maggior pericolo e al loro interno, in posizione visibile, facilmente
accessibile e debitamente segnalata nonch ad una distanza tra loro non superiore a m 30, ed
avranno una copertura in ogni caso di almeno m2/cad 200. Gli agenti estinguenti saranno
compatibili con le sostanze presenti e saranno del tipo approvato dal Ministero dell'Interno ai sensi
del D.M. 20 Dicembre 1982 (Gazzetta Ufficiale n. 19 del 20 Gennaio 1983) e successive
modificazioni ed integrazioni.
Gli estintori avranno caratteristiche conformi a quanto stabilito dalle seguenti norme
UNI EN 3 / 1
(Estintori portatili - Designazione, durata del funzionamento, prova di efficacia)
UNI EN 3 / 2
UNI EN 3 / 4
UNI EN 3 / 5
UNI 9492
UNI 9994
Il numero e la capacit estinguente degli estintori portatili da utilizzare sono stati valutati tenendo
conto dei valori indicati nella tabella seguente (SCHEDA N. A.22112.1), per quanto attiene gli
incendi di classe A e B, e dei criteri di seguito indicati:
1. La superficie in pianta
2. Lo specifico pericolo dincendio (classe dincendio)
3. La distanza che una persona deve percorrere per utilizzare un estintore (< = m 30)
SCHEDA N. A.22112.1 - D.
TIPO DI ESTINTORE
SUPERFICIE PROTETTA
DA UN ESTINTORE
Rischio
basso
Rischio
medio
Rischio
elevato
13A 89B
100 m2
21A 113B
150 m2
100 m2
34A 144B
200 m2
150 m2
100 m2
55A 233B
250 m2
200 m2
200 m2
Le caratteristiche e il numero degli estintori installati sono da ritenersi come riportato nelle tabelle
seguenti (SCHEDE NN. A.22112.2 A.22112.3 A.22112.4).
Nome del progettista
344008672.doc
Complessivi :
N.
0,00
PESO
kg
COPERTURA
COMPLESSIVA
mq
TIPO
(*)
SUP.
mq
AGENTE
ESTINGUENTE
ID. REP/LOC/CRF
CLASSE DEL
FUOCO
PIANO
EDIFICIO
COPERTURA (*)
mq/cad
AMBIENTE
Complessivi :
TIPO
(*)
N.
0,00
PESO
kg
COPERTURA
COMPLESSIVA
2
m
SUP.
AGENTE
ESTINGUENTE
ID. REP/LOC/CRF
CLASSE DEL
FUOCO
PIANO
EDIFICIO
COPERTURA (*)
2
m /cad
AMBIENTE
344008672.doc
Complessivi :
TIPO
(*)
N.
0,00
PESO
kg
COPERTURA
COMPLESSIVA
m2
SUP.
AGENTE
ESTINGUENTE
ID. REP/LOC/CRF
CLASSE DEL
FUOCO
PIANO
EDIFICIO
COPERTURA (*)
2
m /cad
AMBIENTE
344008672.doc
Indice
A.2.2.11.3
MEZZI ANTINCENDIO FISSI
VERIFICA PRELIMINARE DELLE CONDIZIONI DI AFFIDABILITA - SCHEDA N. A.22113
DURATA
min
VOLUME
VASCA
m3
CARATTERISTICHE DI BASE
RINCALZO
l/min
T.R.
min
T.S.
min
CARATTERISTICHE
ELETTROPOMPA
PREVALENZA
m
POTENZA
(KW)
344008672.doc
CARATTERISTICHE DI BASE
Le tubazioni flessibili antincendio saranno conformi alla normativa vigente (UNI-VV.F. 9487).
Si rimanda al capitolo A.2.2.11.3.4 le caratteristiche dimensionali degli impianti.
344008672.doc
MISURAZIONE
CONTEMP.
MISURAZIONE
SINGOLA
EDIFICIO
E
COMPARTIMENTO
PROVA SU
IDRANTE
SCHEDA N. A.221133.1
PRESSIONE
MISURATA
Mpa
PORTATA
lit/min
NOTE
Bar
PF
PS
PSC
SCHEDA N. A.221133.2
PF
PS
PSC
Nella condizione di tutto aperto del 50% degli idranti presenti nel compartimento, la portata minima
dellidrante collocato in posizione idraulicamente pi sfavorevole risulta non inferiore a Litri/min.
120 ad una pressione di 0.20 Mpa (2 bar) e pertanto nella norma.
In allegato si trasmette verbale di prova con relativa certificazione.
Nome del progettista
344008672.doc
Diametro bocchello mm 12
PRESSIONE
Mpa
0,05
0,10
0,15
0,20
0,25
0,30
0,35
0,40
0,45
0,50
0,55
0,60
PORTATA
Bar
0,50
1,00
1,50
2,00
2,50
3,00
3,50
4,00
4,50
5,00
5,50
6,00
litri/min
NOTE
litri/sec
58,5
85,5
105,7
122,5
140,3
151,5
166,1
176,5
185,6
199,0
207,0
216,0
0,98
1,43
1,76
2,04
2,34
2,53
2,77
2,94
3,09
3,32
3,45
3,60
216
207
58,5
85,5
105,7
199
122,5
140,3
185,6
176,5
151,5
166,1
litri/min
344008672.doc
A.2.2.11.3.4
DIMENSIONAMENTO DI UN NUOVO IMPIANTO
PROGETTO
POTENZIAMENTO
VERIFICHE ANALITICHE DI UN IMPIANTO ESISTENTE
La rete antincendio sar costituita da n. idranti UNI 70 e da n. idranti a muro UNI 45.
Limpianto sar eseguito in conformit con quanto stabilito dalle seguenti Norme:
UNI
9485
(idranti soprassuolo)
UNI
9486
(idranti sottosuolo)
UNI-EN
671-2
(idranti a muro)
UNI
9487
(tubazioni flessibili antincendio)
UNI
7422
(manichette antincendio)
UNI
8863
(tubazioni fuori terra in acciaio sp. minimi serie leggera filettate)
UNI
6363 serie b (tubazioni fuori terra in acciaio sp. minimi)
UNI
6363 serie b (tubazioni interrate in acciaio sp. minimi)
UNI
6884
(valvole di intercettazione)
UNI
7125
(valvole di intercettazione a saracinesca)
IMPORTANTE:
A adeguamento eseguito sar rilasciata dalla Ditta installatrice CERTIFICAZIONE ai sensi della Legge
46/90 attestante la regolarit ed il rispetto alla normativa vigente in materia nonch lesecuzione a regola
d'arte.
Tenendo conto della pressione iniziale, che di ca. Mpa ( bar), il diametro della
tubazione principale, che sar ad anello chiuso ed in alcuni tratti ramificata, di mm come
risulta dai calcoli appresso riportati, da cui derivano gli stacchi per alimentare gli idranti a muro
UNI 45 con raccordi aventi un diametro non inferiore a mm 40. La determinazione del fabbisogno
idrico antincendio eseguita in conformit alle seguenti norme:
SCHEDA N. A.221134
ID.
Progetto di un nuovo impianto con le modalit stabilite dalla norma UNI 10779
La portata dacqua richiesta, espressa in litri al minuto, calcolata tenendo conto del funzionamento
contemporaneo degli idranti a muro della rete interna UNI 45 o naspi UNI 20 e, separatamente, delle
bocche antincendio della rete esterna UNI 70, nel numero determinato in funzione dellarea di rischio da
proteggere e precisamente come risulta nella scheda di calcolo A.221134.1
Caratteristiche di portata e pressione:
Rete esterna
1. Bocca UNI 70 collocata in posizione idraulicamente pi sfavorevole
Portata min 300 litri/min ad una pressione di Mpa 0.40
Rete interna
1. Idrante a muro UNI 45 collocato in posizione idraulicamente pi sfavorevole
Portata min 120 litri/min ad una pressione di Mpa 0.20
2. Naspo UNI 20 collocato in posizione idraulicamente pi sfavorevole
Portata min 35 o 60 litri/min ad una pressione di Mpa 0.20
344008672.doc
RETE
IDRANTI
IDRANTI
COLONNA
A
E
MURO
SOTTOS.
UNI 70
UNI 45
N.
N.
UNI 10779
IDRANTI
O
BOCCHE
AREA DI LIVELLO
FABBISOGNO
litri/min
PROTEZIONE
INTERNA
UNI 70
N.
EFF.
BOCCHE
UNI 70
N.
MIN.
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
PROTEZIONE
ESTERNA
1, 2 o 3
FABB.
l/min
IDRANTI
UNI 45
N.
FABB.
l/min
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
344008672.doc
PERDITA IDROSTATICA
(Kpa)
PERDITA CONCENTRATA *
(Kpa)
PORTATA NECESSARIA
(lit/min)
COSTANTE TUBAZIONE
DIAMETRO TUBAZIONE
(mm)
LUNGHEZZA TRATTO
(m)
N ID. IDRANTE
PRESSIONE INIZIALE
(Kpa)
DISLIVELLO
(m)
N ID. CRF
ID. NODO
* - Perdita di carico dovuta dal gruppo idrante sino alla tubazione fissa (manichetta, lancia e bocchello) - min. 30 Kpa
344008672.doc
PERDITA IDROSTATICA
(Kpa)
PERDITA CONCENTRATA *
(Kpa)
PORTATA NECESSARIA
(lit/min)
COSTANTE TUBAZIONE
DIAMETRO TUBAZIONE
(mm)
LUNGHEZZA TRATTO
(m)
N ID. IDRANTE
PRESSIONE INIZIALE
(Kpa)
DISLIVELLO
(m)
N ID. CRF
ID. NODO
* - Perdita di carico dovuta dal gruppo idrante sino alla tubazione fissa (manichetta, lancia e bocchello) - min. 30 Kpa
344008672.doc
PERDITA IDROSTATICA
(Kpa)
PERDITA CONCENTRATA *
(Kpa)
PORTATA NECESSARIA
(lit/min)
COSTANTE TUBAZIONE
DIAMETRO TUBAZIONE
(mm)
LUNGHEZZA TRATTO
(m)
N ID. IDRANTE
PRESSIONE INIZIALE
(Kpa)
DISLIVELLO
(m)
N ID. CRF
ID. NODO
* - Perdita di carico dovuta dal gruppo idrante sino alla tubazione fissa (manichetta, lancia e bocchello) - min. 30 Kpa
344008672.doc
Indice
A.2.2.11.4
IMPIANTI SPECIALI DI SPEGNIMENTO
Verifica della necessit dinstallazione di un impianto di spegnimento automatico:
SCHEDA N. A.22114.1
ID.
ANALISI
UBICAZIONE
DELL'IMPIANTO
Prima dellinizio dei lavori sar predisposto il progetto esecutivo dellimpianto che sar a disposizione, per la visione, allufficiale dei VV.F. che eseguir il sopralluogo per il rilascio del C.P.I.
Limpianto sar dimensionato ed eseguito in conformit alle seguenti norme:
UNI-VV.F. 9489;
UNI-VV.F. 9490;
UNI-VV.F. 9491.
IMPORTANTE:
A adeguamento eseguito sar rilasciata dalla Ditta installatrice CERTIFICAZIONE ai sensi della Legge
46/90 attestante la regolarit ed il rispetto alla normativa vigente in materia nonch lesecuzione a regola
d'arte.
344008672.doc
Indice
A.2.3
VALUTAZIONE QUALITATIVA DEL RISCHIO DINCENDIO
Per una valutazione razionale dei rischi che possono causare un incendio, si fatto riferimento alle
linee guida date dal D.M. Int. E Lavoro 10 Marzo 1998 Allegato I (G.U. 07/04/1998 n. 81), come
appresso riportate in stralcio, di fatto parte integrante della presente relazione.
OBIETTIVI DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI DINCENDIO (Allegato I - Punto 1.3)
Detta valutazione deve consentire al datore di lavoro di prendere i provvedimenti che sono
effettivamente necessari per salvaguardare la sicurezza dei lavoratori e delle altre persone presenti
nel luogo di lavoro.
Questi provvedimenti comprendono:
La prevenzione dei rischi
L'informazione dei lavoratori
La formazione dei lavoratori
Le misure tecniche organizzative destinate a porre atto i provvedimenti necessari
La prevenzione dei rischi costituisce uno degli obiettivi primari della valutazione dei rischi.
Nei casi in cui non possibile eliminare i rischi, essi devono essere diminuiti nella misura del
possibile e devono essere tenuti sotto controllo i rischi residui.
Per la valutazione del rischio dincendio si in ogni modo tenuto conto:
344008672.doc
344008672.doc
CASO SPECIFICO
Alla luce di quanto sopra definito, nonch valutata leffettiva condizione di operativit della ditta in
oggetto, si sono analizzati, nel complesso, tutti i fattori di rischio possibili e successivamente
individuati quelli effettivamente presenti e/o presunti nel caso specifico come da SCHEDE NN.
A.23.1 A.23.2 A.23.3 A.23.4 seguenti, che evidenziano le tipologie dei vari rischi, la loro
collocazione planimetrica nel contesto aziendale, le strategie da adottare o adottate, gli obiettivi
dintervento prefissati quali la loro eliminazione e/o riduzione e/o sostituzione e/o separazione.
Per razionalizzare nonch facilitare lanalisi si provveduto a suddividere i rischi in 4 distinte
categorie:
A. Analisi per lidentificazione dei pi probabili rischi dincendio dovuti alla presenza di materiali
combustibili e/o infiammabili
B. Analisi per lidentificazione dei pi probabili rischi dincendio dovuti alla presenza di sorgenti
dinnesco, di particolari lavorazioni, di carenze impiantistiche
C. Analisi per lidentificazione dei pi probabili rischi di propagazione degli incendi dovuti alle
caratteristiche costruttive degli edifici e degli arredi nonch alle relative ed eventuali carenze
ai fini della sicurezza antincendio
D. Analisi per lidentificazione di lavoratori e di altre persone esposti a rischi dincendio dovuti
anche ed eventualmente a evidenti carenze organizzative e gestionali
La presente valutazione, in particolar modo per quanto riguarda il sopra citato punto A, da
ritenersi comunque a completamento di quanto gi in dettaglio analizzato nel capitolo A.2.1.3
(Carico dincendio) e nel capitolo A.2.1.2 (Sostanze pericolose) con lindividuazione mirata di tutti
i rischi dincendio dovuti dalleffettiva presenza nellattivit (depositi e reparti lavorazione) di
sostanze infiammabili e/o di materiali combustibili.
344008672.doc
SCHEDA N. A.23.1
Edificio/i:
01
Produzione di vernici e
solventi infiammabili
(rischi correlati)
Piano:
Edificio/i:
02
Deposito di vernici
infiammabili
Piano:
Edificio/i:
1.
1.
1.
3.
Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
1.
1.
Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
Piano:
2.
03
Edificio/i:
04
Deposito di solventi
infiammabili
Piano:
Edificio/i:
Piano:
2.
05
X
3.
Separato
Sostituito
Ridotto
STRATEGIE
Eliminato
UBICAZIONE
OBIETTIVI
Assente
N.
TIPOLOGIA DEL
RISCHIO
Presente
344008672.doc
Edificio/i:
06
Produzione di adesivi
infiammabili
(rischi correlati)
Piano:
Edificio/i:
07
Deposito di adesivi
infiammabili
Piano:
Edificio/i:
1.
1.
1.
3.
Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
1.
Piano:
2.
08
Edificio/i:
09
Deposito di gas
infiammabili
Piano:
Edificio/i:
1.
3.
Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
1.
1.
Piano:
2.
10
Edificio/i:
11
Produzione di carta,
cartoni, stracci
(rischi correlati)
Piano:
Edificio/i:
12
Piano:
344008672.doc
Edificio/i:
1.
3.
Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
1.
Piano:
2.
13
Edificio/i:
14
Produzione specifica di
materiale per imballaggio:
Piano:
Plastica
Sacchi
(rischi correlati)
15
Deposito di grossi
quantitativi di materiale
Piano:
vario imballato a
prescindere dal contenuto:
Carta
Cartone
Plastica
Sacchi
Bancali in legno
Edificio/i:
16
Produzione di materiale
plastico di ogni genere
(rischi correlati)
Piano:
Deposito di materiale
plastico di ogni genere
Piano:
1.
3.
Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
1.
1.
2.
Edificio/i:
18
Edificio/i:
17
1.
Edificio/i:
344008672.doc
Edificio/i:
1.
3.
1.
Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
1.
1.
3.
Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
1.
1.
1.
Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
Piano:
19
20
2.
Produzione di materiale
plastico espanso (schiuma,
spugna, ecc.)
(rischi correlati)
Edificio/i:
Piano:
Edificio/i:
21
Deposito di materiale
plastico espanso (schiuma,
spugna, ecc.)
Piano:
Edificio/i:
Piano:
2.
22
23
24
Deposito di grandi
quantitativi di materiali
Piano:
e/o manufatti vari
comunque combustibili e/o
infiammabili
Edificio/i:
25
Edificio/i:
Piano:
2.
3.
344008672.doc
Edificio/i:
26
Produzione di sostanze
chimiche tossiche
(rischi correlati)
Piano:
1.
X
2.
Edificio/i:
27
Deposito di sostanze
chimiche tossiche
Piano:
1.
X
2.
Edificio/i:
1.
Piano:
2.
28
X
3.
Edificio/i:
29
Produzione di sostanze
chimiche infiammabili
(rischi correlati)
1.
2.
Piano:
Edificio/i:
30
Deposito di sostanze
chimiche infiammabili
1.
2.
Piano:
Valgono le
disposizioni impartite
dai Comandi
Provinciali
Attivit a rischio di
incidenti rilevanti
Valgono le
disposizioni impartite
dai Comandi
Provinciali
Attivit a rischio di
incidenti rilevanti
Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Valgono le
disposizioni impartite
dai Comandi
Provinciali
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
Valgono le
disposizioni impartite
dai Comandi
Provinciali
344008672.doc
Edificio/i:
1.
Piano:
2.
31
X
3.
4.
Edificio/i:
32
Produzione di sostanze
chimiche che possono
reagire con altre
(rischi correlati)
Piano:
1.
Edificio/i:
33
Deposito di sostanze
chimiche che possono
reagire con altre
Piano:
1.
Edificio/i:
34
Piano:
1.
Edificio/i:
35
Deposito di prodotti
derivati del petrolio
Piano:
Edificio/i:
Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
3.
Valgono le
disposizioni impartite
dai Comandi
Provinciali
1.
Valgono le
disposizioni impartite
dai Comandi
Provinciali
2.
Valgono le
disposizioni impartite
dai Comandi
Provinciali
1.
Piano:
36
Ridurre il
quantitativo al
minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare e riporre
il rimanente in luogo
sicuro ad esso
predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
Valgono le
disposizioni impartite
dai Comandi
Provinciali
344008672.doc
Edificio/i:
37
Piano:
Reparti adibiti a officine
meccaniche per la
costruzione e/o riparazione
di autovetture e/o
autoveicoli
commerciali/industriali
con giacenza provvisoria
di automezzi alimentati a
benzina e/o gasolio in
serbatoio
1.
2.
X
3.
Ridurre il
quantitativo di
carburate in
serbatoio al minimo
indispensabile
Alla fine della
lavorazione
allontanare
lautomezzo in luogo
sicuro esterno o ad
esso predisposto
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
344008672.doc
SCHEDA N. A.23.2
Edificio/i:
1.
Piano:
2.
3.
Lavorazioni che
100 comportano lutilizzo di
fiamme libere
Edificio/i:
4.
1.
Piano:
2.
3.
101
4.
Edificio/i:
1.
Piano:
2.
3.
102
Edificio/i:
4.
1.
Separato
Sostituito
Ridotto
STRATEGIE
Eliminato
UBICAZIONE
OBIETTIVI
Assente
N.
TIPOLOGIA DEL
RISCHIO
Presente
344008672.doc
Piano:
2.
3.
Edificio/i:
1.
Piano:
2.
3.
104
4.
Edificio/i:
1.
Piano:
2.
3.
Macchine e
produce calore
4.
Edificio/i:
1.
alto rischio
dincendio
Eventuale permesso
per gli addetti alla
manutenzione
Eventuale
collocazione di una
schermatura,
resistente al fuoco,
nel caso di
coesistenza con altro
genere di lavorazione
non pertinente
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
344008672.doc
Piano:
2.
3.
Edificio/i:
Apparecchiature mobili
per la produzione di calore Piano:
107
sussidiarie quali stufe
elettriche con resistenza
1.
Edificio/i:
Apparecchiature mobili
per la produzione di calore
Piano:
108
sussidiarie quali caloriferi
elettrici
1.
Edificio/i:
Apparecchiature mobili
per la produzione di calore
119
sussidiarie quali stufe a
Piano:
gas
Utensili elettrici non
conformi alla normativa
110
vigente ai fini della
sicurezza
Edificio/i:
di buona tecnica
Piano:
Apparecchiature elettriche
norme di buona tecnica
Impianti di processo non
conformi alla normativa
114
vigente ai fini della
sicurezza
Piano:
Edificio/i:
Piano:
Edificio/i:
di buona tecnica
116 Impianti elettrici non
Divieto allutilizzo di
sorgenti di calore non
necessarie nelle aree
a rischio dincendio
Eventuale utilizzo in
locali presidiati con
rischio assente
Divieto allutilizzo di
sorgenti di calore non
necessarie
2.
P38
1.
2.
3.
P37
1.
2.
P37
1.
2.
3.
P36
1.
Informazione sulle
metodologie di
impiego
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
Adeguamento
Sostituzione
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
Informazione sulle
metodologie di
impiego
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
Adeguamento
Sostituzione
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
Informazione sulle
metodologie di
impiego
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
X
2.
P36
Edificio/i:
1. Adeguamento
X
X
2. Necessaria
certificazione ai sensi
Piano:
della Legge 46/90
rilasciata dalla Ditta
C.a.p., Citt, Via, n.c.
Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________
Piano:
Divieto allutilizzo di
sorgenti di calore non
necessarie nelle aree
a rischio dincendio
Eventuale utilizzo in
locali presidiati con
rischio assente
1. Sostituzione completa
2. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P38
1.
Edificio/i:
2.
1.
Edificio/i:
Piano:
2.
depositi, ecc.)
Definire i luoghi dove
ammesso
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva
Strategia passiva
344008672.doc
installatrice e/o
manutentrice
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
Edificio/i:
Piano:
Edificio/i:
Impianti di
climatizzazione non
118 conformi alla normativa
vigente e alle norme di
buona tecnica
Piano:
Edificio/i:
Apparecchiature elettriche
e impianti di processo che
presentano evidenti segni Piano:
119 di vetust dove una
corretta manutenzione non
garantisce la completa
sicurezza necessaria
1.
2.
Condotti di aspirazione
per cucine
Piano:
Condotti di aspirazione
per forni
Piano:
Edificio/i:
2.
3.
4.
Sostituzione completa
con una predisposta
Adeguamento
Controlli
Programma di
manutenzione
periodica
Controlli
Programma di
manutenzione
periodica
3. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P36/P38
1.
2.
Edificio/i:
123
Sostituzione completa
Sostituzione parziale
1.
2.
Edificio/i:
122
1.
Edificio/i:
Attrezzi, apparecchiature e
impianti di processo che
Piano:
121
presentano una carenza
della manutenzione
Edificio/i:
Apparecchiature elettriche
sotto tensione anche
Piano:
120 quando non sono utilizzate
fatto salvo quelle
espressamente predisposte
3.
P32
1. Adeguamento
2. Necessaria
certificazione ai sensi
della Legge 46/90
rilasciata dalla Ditta
installatrice e/o
manutentrice
3. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P33
1. Adeguamento
2. Necessaria
certificazione ai sensi
della Legge 46/90
rilasciata dalla Ditta
installatrice e/o
manutentrice
3. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P34
1.
2.
Controlli accurati
Programma di
manutenzione
periodica
Controlli accurati
Programma di
manutenzione
periodica
Controlli accurati
X
Programma di
C.a.p., Citt, Via, n.c.
Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________
1.
2.
344008672.doc
manutenzione
periodica
Piano:
Edificio/i:
125
Condotti di aspirazione
per molatrici
Condotti di aspirazione
per locali e/o reparti dove
126
si impiegano sostanze
infiammabili
Piano:
1.
2.
Edificio/i:
Piano:
1.
2.
Edificio/i:
Piano:
1.
2.
Edificio/i:
Piano:
1.
2.
Edificio/i:
Piano:
reparti lavorazione
Edificio/i:
Piano:
2.
3.
P39
1.
2.
X
3.
P39
Edificio/i:
Piano:
3.
P33
1.
Edificio/i:
3.
P35
1.
2.
P32
Controlli accurati
Programma di
manutenzione
periodica
Controlli
Programma di
manutenzione
periodica
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
Controlli
Programma di
manutenzione
periodica
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
Rimozione
giornaliera al termine
degli orari di lavoro
Miglioramento del
controllo
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
Miglioramento del
controllo
Eventuale
intensificazione
qualitativa della
pulizia
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
Installazione di un
impianto parafulmini
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
Protezione degli
X
edifici mediante
linstallazione di
messa a terra di tutte
le parti metalliche
presenti quali
carpenteria metallica,
tubazioni di acqua,
tubazioni di gas,
C.a.p., Citt, Via, n.c.
Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________
1.
Controlli accurati
Programma di
manutenzione
periodica
344008672.doc
2.
P32
tubazioni di
riscaldamento, parti
metalliche di
ascensori, di
montacarichi,
carcasse di macchine
elettriche, ecc.
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
344008672.doc
SCHEDA N. A.23.3
Analisi dei rischi, generici e di propagazione degli incendi, dovuti a carenze costruttive
CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE DEGLI EDIFICI E DEGLI ARREDI
Superficie planimetrica
201
elevata del reparto
Conformazione
planimetrica del complesso
aziendale e/o del singolo
202 edificio non suddivisa in
modo coerente con il tipo
di lavorazioni e/o attivit
presenti
Superfici di pavimento
203 rivestite con materiali
facilmente combustibili
Edificio/i:
Piano:
1.
2.
3.
1.
2.
3.
1.
2.
3.
Edificio/i:
Piano:
Edificio/i:
Piano:
Edificio/i:
Edificio/i:
Piano:
Edificio/i:
Piano:
1.
Edificio/i:
Edificio/i:
Piano:
Controlli
Rimozione completa
Sostituzione con
materiale idoneo
Controlli
Rimozione completa
Eventuale
sostituzione con
materiale idoneo
Controlli
Rimozione completa
Sostituzione con
materiale ignifugo e/o
isolante
Isolamento con
materiale resistente al
fuoco
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
2.
P06
1. Isolamento con
materiale resistente al
fuoco
2. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P07
1. Controlli
2. Ripristino del
copriferro
3. Isolamento preventivo
delle lesioni con
materiale resistente al
fuoco
4. Posa in opera di
intonaco strutturale
resistente al fuoco (su
specifica armatura di
acciaio)
5. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
Separato
Sostituito
Ridotto
STRATEGIE
Eliminato
UBICAZIONE
OBIETTIVI
Assente
N.
TIPOLOGIA DEL
RISCHIO
Presente
X
X
344008672.doc
Edificio/i:
Buchi, condotte,
209 canalizzazioni non pi
Piano:
utilizzati
Edificio/i:
Edificio/i:
Condizioni insufficienti di
215 accessibilit e viabilit
interna
1.
Edificio/i:
Piano:
2.
Piano:
Edificio/i:
Necessaria
certificazione
rilasciata dalla Ditta
installatrice e/o
manutentrice
2. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P21, P25, P26
Edificio/i:
Insufficiente aerazione
214 meccanica (integrativa)
degli ambienti
1.
P05
1. Controlli
2. Chiusura delle
comunicazioni non
necessarie mediante
materiale idoneo
avente una reazione
al fuoco di Classe 0
3.
P35
Potenziamento
dellimpianto
Eventuale
sostituzione
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
344008672.doc
Edificio/i:
Piano:
Edificio/i:
Reparti a rischio
dincendio provvisti di vie
duscita e/o vie desodo e/o Piano:
scale demergenza non di
facile praticabilit in
218 quanto collocate lontano
e/o di sezione inferiore a 2
moduli e/o in numero
insufficiente per garantire
un ordinato sfollamento in
luogo sicuro
220
221
222
223
224
Autorimesse in fabbricati
destinati anche ad altro
uso o inserite nella
volumetria del fabbricato
servito
Centrali termiche in
fabbricati destinati anche
ad altro uso o inserite nella
volumetria del fabbricato
servito
Cucine in fabbricati
destinati anche ad altro
uso o inserite nella
volumetria del fabbricato
servito
Serbatoi interrati di
prodotti petroliferi per
lapprovvigionamento a
centrali termiche e/o
impianti speciali collocati
in posizione non regolare
Arredamento, provvisto di
imbottitura,
particolarmente logoro e/o
con evidenti parti in vista
Edificio/i:
Piano:
Edificio/i:
Piano:
Edificio/i:
Piano:
Identificazione di un
percorso sicuro e
veloce
2. Predisposizione degli
accorgimenti
necessari sia di
segnalazione sia di
protezione
3. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P26, P42/45
1. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P01, P02, P03, P04, P21,
P26
Edificio/i:
Piano:
1.
Edificio/i:
Piano:
Edificio/i:
1.
Riparazione dei
rivestimenti in modo
da evitare linnesco
diretto
344008672.doc
Edificio/i:
Rivestimento di grandi
arredi, in superfici di
Piano:
225 elevata metratura, che
possono favorire la
propagazione dellincendio
Scaffalature nei reparti e/o
226 nei depositi in materiale
combustibile
Scale interne nei reparti
227 e/o nei depositi in
materiale combustibile
Edificio/i:
Edificio/i:
Frangisole interni ai
reparti a rischio
229
dincendio in materiale
plastico combustibile
Edificio/i:
Piano:
Edificio/i:
Piano:
Piano:
Piano:
Edificio/i:
Rete idrica antincendio
approvvigionata
direttamente
Piano:
dallacquedotto comunale
230
con portate e pressioni
insufficienti per garantire
una protezione attiva (dati
di base non in norma)
X
X
1. Divieto di fumare
2. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia attiva:
A01/A05
Strategia passiva:
P15, P22/P24, P39, P42
1.
2.
Rimozione completa
Sostituzione con
materiale metallico
1.
2.
Rimozione completa
Sostituzione con
materiale metallico o
in muratura
Rimozione completa
Sostituzione con
materiale metallico o
in muratura
Rimozione completa
Sostituzione con
materiale idoneo
1.
2.
1.
2.
Piano:
1.
lapprovvigionamento del
gas metano collocati
Piano:
allinterno di unarea a
rischio specifico dincendio
Nome del progettista
3.
Piano:
Edificio/i:
1.
Edificio/i:
2.
Tubazioni per
lapprovvigionamento
232 dellimpianto idrico
antincendio collocati
allesterno
Edificio/i:
Tubazioni per
lapprovvigionamento
dellimpianto idrico
231 antincendio non in acciaio
collocati allinterno di
unarea a rischio specifico
dincendio
1.
Sostituzione con
tubazioni in acciaio
Spostamento delle
tubazioni
possibilmente
allesterno in area
sicura
Lattraversamento
ammesso se le
condotte sono
racchiuse in strutture
resistenti al fuoco di
classe almeno pari a
quella del vano
attraversato
Provvedere
allisolamento
mediante prodotto
idoneo tipo
poliuretano espanso
avvolgente, lana di
roccia, ecc. con
rivestimento esterno
protettivo in lamiera
o acciaio
Lattraversamento
ammesso se le
condotte sono
racchiuse in strutture
resistenti al fuoco di
classe almeno pari a
344008672.doc
2.
Edificio/i:
1.
Piano:
Condotte e/o
canalizzazioni di impianti
tecnologici realizzati in
234 materiale con una classe di
reazione al fuoco non
conforme alla normativa
vigente in materia
Edificio/i:
1.
Piano:
2.
3.
Le condotte degli
impianti tecnologici
che sfociano in
reparti e/o locali dove
avvengono
lavorazioni
pericolose e/o dove si
impiegano e/o
detengono sostanze o
materiali pericolosi
ai fini del rischio di
incendio, deve essere
installata, in
corrispondenza degli
attraversamenti,
almeno una serranda
avente resistenza al
fuoco pari a quella
della struttura che
attraversano,
azionata
automaticamente e
direttamente da un
impianto di
rivelamento fumo o
calore o fiamma
Negli attraversamenti
di pareti e solai, lo
spazio attorno alle
condotte deve essere
sigillato con
materiale di Classe 0.
Le condotte, se a
vista, devono essere
racchiuse in strutture
resistenti al fuoco di
classe almeno pari a
quella del vano di
provenienza e/o
attraversato
344008672.doc
Edificio/i:
1.
2.
Piano:
3.
Le condotte di impianti
tecnologici attraversano
luoghi sicuri che non sono
236
a cielo libero
(vie desodo, filtri, spazi
calmi, ecc.)
tecnologici attraversano
vani scala
Edificio/i:
1.
2.
Piano:
3.
Spostamento delle
condotte allesterno
Lattraversamento
ammesso se le
condotte sono
racchiuse in strutture
resistenti al fuoco di
classe almeno pari a
quella del vano
attraversato
Qualora le condotte
provengono nonch
attraversano strutture
che delimitano i
compartimenti, nelle
condotte deve essere
installata, in
corrispondenza degli
attraversamenti,
almeno una serranda
avente resistenza al
fuoco pari a quella
della struttura che
attraversano,
azionata
automaticamente e
direttamente da un
impianto di
rivelamento fumo e lo
spazio attorno alle
condotte deve essere
sigillato con
materiale di Classe 0
Spostamento delle
condotte allesterno
Lattraversamento
ammesso se le
condotte sono
racchiuse in strutture
resistenti al fuoco di
classe almeno pari a
quella del vano
attraversato
Qualora le condotte
provengono nonch
attraversano strutture
che delimitano i
compartimenti, nelle
condotte deve essere
installata, in
corrispondenza degli
attraversamenti,
almeno una serranda
avente resistenza al
fuoco pari a quella
della struttura che
attraversano,
azionata
automaticamente e
direttamente da un
344008672.doc
Edificio/i:
1.
2.
Piano:
3.
Le condotte di impianti
vani ascensori
tecnologici attraversano
vani montacarichi
Edificio/i:
1.
2.
Piano:
3.
impianto di
rivelamento fumo e lo
spazio attorno alle
condotte deve essere
sigillato con
materiale di Classe 0
Spostamento delle
condotte allesterno
Lattraversamento
ammesso se le
condotte sono
racchiuse in strutture
resistenti al fuoco di
classe almeno pari a
quella del vano
attraversato
Qualora le condotte
provengono nonch
attraversano strutture
che delimitano i
compartimenti, nelle
condotte deve essere
installata, in
corrispondenza degli
attraversamenti,
almeno una serranda
avente resistenza al
fuoco pari a quella
della struttura che
attraversano,
azionata
automaticamente e
direttamente da un
impianto di
rivelamento fumo e lo
spazio attorno alle
condotte deve essere
sigillato con
materiale di Classe 0
Spostamento delle
condotte allesterno
Lattraversamento
ammesso se le
condotte sono
racchiuse in strutture
resistenti al fuoco di
classe almeno pari a
quella del vano
attraversato
Qualora le condotte
provengono nonch
attraversano strutture
che delimitano i
compartimenti, nelle
condotte deve essere
installata, in
corrispondenza degli
attraversamenti,
almeno una serranda
avente resistenza al
fuoco pari a quella
della struttura che
attraversano,
azionata
automaticamente e
direttamente da un
344008672.doc
Edificio/i:
1.
2.
Piano:
3.
Le condotte di impianti
tecnologici attraversano
locali compartimentati che
240
presentano pericolo di
incendio e/o di scoppio e/o
di esplosione
Edificio/i:
Porte di compartimenti
241 antincendio lasciate aperte
Piano:
oppure ostruite
1.
Edificio/i:
Segnaletica di sicurezza
242 non consona e/o
insufficiente
Piano:
Edificio/i:
Piano:
Edificio/i:
Installare un
dispositivo di
autochiusura
Controlli periodici
Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
1.
2.
Scale di sicurezza
provviste di rampe
243
rettilinee con pi di 15
gradini
provviste di rampe
2.
3.
P19
impianto di
rivelamento fumo e lo
spazio attorno alle
condotte deve essere
sigillato con
materiale di Classe 0
Spostamento delle
condotte allesterno
Lattraversamento
ammesso se le
condotte sono
racchiuse in strutture
resistenti al fuoco di
classe almeno pari a
quella del vano
attraversato
Qualora le condotte
attraversano strutture
che delimitano i
compartimenti, nelle
condotte deve essere
installata, in
corrispondenza degli
attraversamenti,
almeno una serranda
avente resistenza al
fuoco pari a quella
della struttura di
compartimento che
attraversano,
azionata
automaticamente e
direttamente da un
impianto di
rivelamento fumo e lo
spazio attorno alle
condotte deve essere
sigillato con
materiale di Classe 0
Adeguamento
Sostituzione
1.
2.
Adeguamento
Sostituzione
344008672.doc
Piano:
Edificio/i:
Scale di sicurezza
245 provviste di ripiani con
gradini a pi doca
Piano:
1.
2.
Edificio/i:
Scale di sicurezza
246 provviste di parapetto con
altezza inadeguata
Scale di sicurezza esterne
in ferro con ripiani e
247
pedate in grigliato a
schema rado non a norma
Scale di sicurezza con
gradini non a norma:
248
alzata > cm 17
pedata < cm 30
Vani scala di sicurezza e/o
vie duscita dove sono
presenti materiali che
249
possono causare un
possibile innesco
dincendio
Piano:
Piano:
caratteristiche di
resistenza al fuoco delle
porte relative ai
Nome del progettista
2.
1.
Adeguamento ad
unaltezza di almeno
cm 110
Sostituzione
Sostituzione con
grigliati anti-tacco
X
1.
2.
Adeguamento
Sostituzione
Edificio/i:
Edificio/i:
Edificio/i:
Piano:
X
1.
Edificio/i:
Piano:
Adeguamento
Sostituzione
X
1.
1.
Sostituzione con
materiali omologati
incombustibili o di
Classe autorizzata
Individuazione delle
aree
2. Verifiche
Compartimento/i:
3. Adeguamenti degli
elementi strutturali e
separanti ad una
X
X
Piano:
resistenza al fuoco
predeterminata (REI)
4. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P01, P02, P03, P05
Edificio/i:
1. Individuazione delle
aree di evacuazione
2. Verifiche
Piano:
3. Adeguamenti degli
elementi strutturali e
separanti ad una
X
X
resistenza al fuoco
predeterminata (REI)
4. Vedi Capitolo A.2.4
Strategia passiva:
P01, P02, P03, P05, P10,
P21
Edificio/i:
1. Individuazione delle
X
comunicazioni
2. Verifiche
Compartimento/i:
3. Eventuale
sostituzione con porte
C.a.p., Citt, Via, n.c.
Telefono: _____________________
Internet E-Mail: _____________________
URL: _____________________
344008672.doc
Piano:
4.
P04
344008672.doc
SCHEDA N. A.23.4
Edificio/i:
Lavoratori esterni
allazienda che non sono a
300 conoscenza delle regole per Piano:
la gestione dellemergenza
in caso dincendio
Lavoratori esterni
allazienda che non hanno
301
familiarit con i luoghi e
con le relative vie desodo
Edificio/i:
Piano:
Edificio/i:
Piano:
Edificio/i:
Lavoratori interni
allazienda che non sono a
303 conoscenza delle regole per Piano:
la gestione dellemergenza
in caso dincendio
Lavoratori che operano in
aree a rischio specifico
304
dincendio Loro
identificazione
Edificio/i:
Piano:
Edificio/i:
Numero elevato di
305 lavoratori presenti in un
reparto
Piano:
Edificio/i:
Numero elevato di
visitatori in un locale e/o in
306
un fabbricato
Piano:
(Affollamento)
Edificio/i:
sensoriali
Piano:
Separato
Sostituito
Ridotto
STRATEGIE
Eliminato
UBICAZIONE
OBIETTIVI
Assente
N.
TIPOLOGIA DEL
RISCHIO
Presente
344008672.doc
Esaminati i rischi che potrebbero causare un incendio nellazienda, effettivamente presenti e/o
presunti, nonch identificati come da schede sopra esposte, si procede al riepilogo per la valutazione
finale onde emarginare tutti quei rischi residui detti ridotti e/o separati che evidentemente non si
riusciti ad eliminare o a sostituire e quindi procedere allindividuazione preliminare delle strategie
compensative appropriate da adottare e/o in parte gi adottate e/o progettate con la presente pratica
di prevenzione incendi (vedi capitolo A.2.4).
SCHEDA N. A.23.5
VALUTAZIONE FINALE
Rif. SCHEDA N. A.23.1 - Analisi identificativa dei probabili rischi dincendio
MATERIALI COMBUSTIBILI E/O INFIAMMABILI
Rif. SCHEDA N. A.23.2 - Analisi identificativa dei probabili rischi dincendio
SORGENTI DINNESCO LAVORAZIONI - IMPIANTI
N.
LIVELL
DEL RISCHIO
Elevato
Medio
Basso
Lidentificazione del livello di rischio residuo, presente nel singolo compartimento, classifica
globalmente e mediamente lazienda nelle attivit a ____________rischio dincendio.
Nome del progettista
344008672.doc
Indice
A.2.4
COMPENSAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO
STRATEGIA ANTINCENDIO
Eseguita lanalisi per lidentificazione dei probabili rischi dincendio effettivamente presenti e/o
presunti nellazienda e valutati gli obiettivi necessari per eliminarli, ridurli, sostituirli o separarli, si
evidenzia la necessit di adottare misure compensative, denominate strategie antincendio, per tutti i
rischi residui dichiarati ridotti e/o separati.
Al fine di individuare le strategie necessarie per la compensazione del rischio dincendio, si fatto
riferimento alle linee guida date dal D.M. Int. E Lavoro 10 Marzo 1998 Allegato I Punto 1.4.5
(G.U. 07/04/1998 n. 81), come appresso riportate in stralcio, di fatto parte integrante della presente
relazione.
In generale l'adozione di una o pi delle seguenti misure possono ritenersi compensative:
SCHEDA N. A.24.1
VIE DI ESODO
limitazione dellaffollamento
SCHEDA N. A.24.2
MEZZI E IMPIANTI DI
SPEGNIMENTO
Segue
344008672.doc
Seguito
SCHEDA N. A.24.3
RIVELAZIONE
E ALLARME
ANTINCENDIO
installazione di un sistema di allarme pi efficiente (p.e. sostituendo un allarme azionato manualmente con uno di tipo automatico)
miglioramento del tipo di allertamento in caso di incendio (con segnali ottici in aggiunta a quelli sonori, con sistemi di diffusione
messaggi tramite altoparlante, ecc.)
controllo che specifici corsi di aggiornamento siano forniti al personale che usa materiali facilmente combustibili, sostanze infiammabili o sorgenti di calore in aree ad elevato rischio di incendio
SCHEDA N. A.24.4
INFORMAZIONE E
FORMAZIONE
Alla luce di quanto sopra esposto, nonch valutati i pericoli d'incendio effettivamente presenti e/o
presunti come meglio esposti nel capitolo A.2.3 VALUTAZIONE QUALITATIVA DEL RISCHIO
DINCENDIO, si far riferimento alle schede appresso riportate che riassumono le strategie
antincendio compensative da adottare con l'individuazione dei dispositivi, dei sistemi e degli
impianti antincendio minimi necessari nonch dellorganizzazione aziendale, opportunamente
suddivise in due parti:
1. Strategia antincendio attiva
2. Strategia antincendio passiva
344008672.doc
Per meglio analizzare gli interventi, detti strategie antincendio, necessari per tenere sotto
controllo tutti quei rischi residui determinati nel precedente capitolo A.2.3, si predispone una
scheda/abaco con il riepilogo analitico generale delle strategie (attive e passive), suddivise a loro
volta per tipo, ubicazione e specifiche, nonch di quelle effettivamente necessarie per lattivit in
oggetto e pertanto adottate basandosi su di una distinzione necessaria per individuare la loro
sussistenza effettiva ed efficiente nellattivit e cio procedendo ad una classificazione cos
composta:
1.
2.
3.
4.
esistenti ed efficienti
esistenti da adeguare e/o integrare
assenti e pertanto di nuova installazione
non necessarie
verde
giallo
rosso
grigio
Una suddivisione come sopra esposta particolarmente utile sia per il direttore dei lavori sia per il
titolare dellattivit, in quanto evidenzia immediatamente a colpo docchio tutti quegli interventi
necessari per raggiungere lobiettivo prefissato, razionalizzando e programmando nel tempo la loro
messa in opera.
344008672.doc
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
UBICAZIONE
Polvere chimica
(escluse macchine
elettriche,
computer, ecc.)
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
SCHEDA/ABACO N. A.24.5.2
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
ESTINTORI CARRELLATI
Riferimento Norme UNI 9492
N.
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
UBICAZIONE
Schiuma
INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria
Polvere chimica
(escluse macchine
elettriche,
computer, ecc.)
Strategia non
necessaria
Anidride
carbonica
Strategia non
necessaria
SCHEDA/ABACO N. A.24.5.3
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IDRANTI SOPRASSUOLO
Riferimento Norme UNI-VV.F. 9485
N.
CARATTERISTICHE
A16.05 UNI 70
Dati minimi di base: Portata l/m 460
SPECIFICHE
UBICAZIONE
Con attacco
singolo o doppio
per autopompe
VV.F.
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
SCHEDA/ABACO N. A.24.5.4
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IDRANTI SOTTOSUOLO
Riferimento Norme UNI-VV.F. 9486
N.
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
A18.04 UNI 45
Con attacco
singolo
A18.08 UNI 70
Dati minimi di base: Portata l/m 460
Con attacco
singolo o doppio
per autopompe
VV.F.
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria
Strategia non
necessaria
344008672.doc
SCHEDA/ABACO N. A.24.5.5
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IDRANTI A MURO
Riferimento norme:
UNI-EN 671-2 (idranti a muro) - UNI 9487 (tubazioni flessibili antincendio) - UNI 7422 (manichette antincendio)
N.
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
A21.01 UNI 45
Dati di base: Portata l/m 120 - Pressione Mpa 0.20
UBICAZIONE
Manichetta: 20 m
Bocchello: mm 8,
10, 12, 14
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
SCHEDA/ABACO N. A.24.5.6
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
NASPI
Riferimento norme:
UNI-EN 671-1 (naspi) - UNI 9488 (tubazioni semirigide)
N.
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
A25.04 UNI 20
Dati di base: Portata l/m 35 - Pressione Mpa 0.15
UBICAZIONE
Tubazione
semirigida: 20 m
INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria
SCHEDA/ABACO N. A.24.5.7
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTI AUTOMATICI DI SPEGNIMENTO
Riferimento Norme UNI-VV.F. 9489 - UNI-VV.F. 9490 - UNI-VV.F. 9491
N.
SPECIFICHE
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria
SCHEDA/ABACO N. A.24.5.8
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
RISERVA IDRICA
Riferimento Norme UNI-VV.F. 9490
N.
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria
344008672.doc
SCHEDA/ABACO N. A.24.5.9
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTO MANUALE DI ALLARME INCENDIO
Riferimento Norme UNI-VV.F. 9795
- Autonomia non inferiore a 30 minuti
N.
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
UBICAZIONE
Allarme acustico
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
SCHEDA/ABACO N. A.24.5.10
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTO AUTOMATICO DI RIVELAMENTO E SEGNALAZIONE INCENDI
Riferimento Norme UNI-VV.F. 9795
Con impianto di sicurezza autonomo direttamente collegato ad una batteria dedicata con sorgente indipendente da
quellordinaria della rete elettrica principale
- Autonomia non inferiore a 30 minuti
N.
CARATTERISTICHE GENERALI
SPECIFICHE
UBICAZIONE
RIVELATORI DI
FUMO per fuochi
di Classe A a lenta
propagazione
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
SCHEDA/ABACO N. A.24.5.11
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTO SUPPLEMENTARE
COLLEGAMENTO AI RIVELATORI PER L'ATTIVAZIONE AUTOMATICA DI UNA O PIU' AZIONI
Predisposizioni cautelative comuni:
1. Dispositivo di sicurezza manuale per linserzione e la disinserzione
2. Stesura di uno schema funzionale comprendente:
2.1 L'ubicazione dei dispositivi e sistemi collegati ai rivelatori
2.2 L'ubicazione dei dispositivi di sicurezza ad inserzione manuale
N.
CARATTERISTICHE GENERALI
SPECIFICHE
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
344008672.doc
SCHEDA/ABACO N. A.24.5.12
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
EVACUATORI DI FUMO
Riferimento Norme UNI-VV.F. 9494
VENTILAZIONE NATURALE
Caratteristiche generali: In tutti i casi i vani scala o locali provvisti del dispositivo di apertura automatica dellevacuatore
mediante rivelatori a norma UNI 9494, dovr essere integrato, a titolo precauzionale, da un dispositivo di comando a
distanza supplementare ad inserzione manuale dislocato in luogo sicuro
N.
CARATTERISTICHE
UBICAZIONE
P22.01 Evacuatore per lestrazione dei fumi avente una superficie >= m 2 1.00
posto alla sommit del vano e sfociante direttamente sul tetto mediante
apertura provvista di serramento apribile a distanza con dispositivo
manuale e automaticamente in caso di incendio a norma UNI 9494
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
SCHEDA/ABACO N. A.24.5.13
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
EVACUATORI DI FUMO - VENTILAZIONE MECCANICA
Caratteristiche generali:
La sovrappressione del vano o locale dovr essere compresa fra i 0.2 e i 0.8 mbar in funzione del tipo di rischio e
comunque valutabile intorno ai 0.3 mbar nei casi pi comuni
N.
CARATTERISTICHE
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria
Strategia non
necessaria
P23.09 Ventilatori combinati per limmissione di aria e altri per lestrazione tramite
bocchette su apposite condotte debitamente protette o immurate,
collocate rispettivamente in basso, a livello pavimento, e in sommit del
vano stesso
Strategia non
necessaria
SCHEDA/ABACO N. A.24.5.14
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
EVACUATORI DI FUMO - VENTILAZIONE MISTA
Caratteristiche generali:
La sovrappressione del vano o locale dovr essere compresa fra i 0.2 e i 0.8 mbar in funzione del tipo di rischio e
comunque valutabile intorno ai 0.3 mbar nei casi pi comuni
N.
CARATTERISTICHE
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria
Strategia non
necessaria
344008672.doc
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.2
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
COMPARTIMENTO RESISTENTE AL FUOCO
Separazioni orizzontali
N.
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.3
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
COMPARTIMENTO RESISTENTE AL FUOCO - PROTEZIONE DEL TETTO
Prolungamento del compartimento al di sopra del colmo
N.
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.4
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
COMPARTIMENTO RESISTENTE AL FUOCO
Porte resistenti al fuoco
N.
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
344008672.doc
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.5
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
INTONACO ISOLANTE PER ELEMENTI STRUTTURALI ORDINARI
Rivestimento resistente al fuoco
N.
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.6
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
INTONACO ISOLANTE PER ELEMENTI STRUTTURALI IN FERRO
Rivestimento resistente al fuoco
N.
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.7
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
INTONACO ISOLANTE PER ELEMENTI STRUTTURALI IN LEGNO
Rivestimento resistente al fuoco
N.
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.8
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
EVACUAZIONE - VIE DUSCITA E USCITE DI SICUREZZA
N. 2 uscite per piano e/o compartimento
Caratteristiche di base: almeno una con sez. cm 120 x 200 e maniglione antipanico
N.
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
30 45 metri
(tempo max. di
evacuazione 3
minuti)
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
344008672.doc
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.9
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
EVACUAZIONE - VIE DUSCITA E USCITE DI SICUREZZA
Caso di solo n. 1 uscita di piano e/o compartimento
1. Sez. cm 120 x 200 (riducibile sino a cm 80 in base al rischio effettivamente presente)
2. Con maniglione antipanico
N.
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
Non sussiste
UBICAZIONE
Non sussiste
INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.10
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
EVACUAZIONE - SCALE PROTETTE E A PROVA DI FUMO
Caratteristiche generali comuni:
- Caratteristiche REI > 60 con porte a tenuta fumo, provviste del dispositivo di autochiusura, omologate almeno REI 60
- Parapetto H >= m 1.10
- Gradini con pedate L >= m 0.30 e alzate H >= m 0.17
- Larghezza rampe e ripiani > = m 1.20 e comunque mai inferiore a m 0.80 (in base al rischio effettivamente presente)
- Rampe rettilinee - Numero minimo di gradini per rampa 3 - Numero massimo di gradini per rampa 15
- Per le scale interne provviste di evacuatori fare riferimento ai punti P22 o P23 o P24
- Per le scale interne a prova di fumo provviste di filtro fare riferimento al punto P21
- I vani scala devono essere dotati di almeno unapertura, del tipo permanente, posta alla sommit del vano e
sfociante direttamente sul tetto e/o in facciata su spazio aperto con una superficie netta non inferiore a m 2 1.00, anche
provvista di serramento comunque apribile a distanza con dispositivo manuale dislocato in luogo sicuro e/o
automaticamente in caso di incendio a norma UNI 9494 o libera protetta da una griglia di ferro e tettuccio se sul tetto
- Pavimento dei ripiani e dei gradini anti-scivolo
N.
CARATTERISTICHE GENERALI
SPECIFICHE
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Strategia non
necessaria
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.11
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
PROGRAMMA PER LEVACUAZIONE ASSISTITA
N.
CARATTERISTICHE GENERALI
P11.02 1. Addetto/i allassistenza per i visitatori e/o lavoratori su sedia o con mobilit limitata
2. Addetto/i allassistenza per i visitatori e/o lavoratori con visibilit o udito menomato
3. Adeguamento dellazienda nel rispetto della Legge 13/89
4. Ascensore predisposto per levacuazione di visitatori e/o lavoratori disabili corrispondente
ai requisiti essenziali antincendio o predisposizione di uno spazio calmo e sicuro per lattesa
dei soccorritori (addetti alla prevenzione o Vigili del fuoco)
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente da
adeguare e/o
integrare
344008672.doc
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.12
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
INTERRUTTORI GENERALI ENERGIA ELETTRICA - INTERRUTTORI DI SEZIONAMENTO
N.
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
UBICAZIONE
n. 1 per edificio
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.13
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA E DEMERGENZA - Lampade autonome ( non inferiore a 60 minuti)
N.
CARATTERISTICHE
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente da
adeguare e/o
integrare
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.14
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
FILTRO A PROVA DI FUMO - Vano per la comunicazione indiretta tra un locale compartimento ed un altro non
pertinente e/o sicuro, provvisto di porte adeguate ad una resistenza al fuoco predeterminata, delimitato da strutture
verticali ed orizzontali resistenti al fuoco con caratteristiche REI non inferiori a 60, provvisto di camino di ventilazione
sfociante al di sopra del tetto o aerato direttamente verso lesterno da unapertura libera o messa in sovrappressione
da un impianto per la ventilazione meccanica.
INTERVENTO
N.
CARATTERISTICHE
UBICAZIONE
PREVISTO
P21.03 Camino di ventilazione sul tetto:
Strategia non
necessaria
Superficie ventilante adeguata alle dimensioni del vano e comunque non
inferiore a m 2 0.10 pari a m 0.32 x 0.32
P21.06 Apertura verso lesterno:
Superficie ventilante non inferiore a m 2 1.00 pari a una sezione di m 1 x 1
priva di serramento e protetta da una griglia di ferro
Strategia non
necessaria
Strategia non
necessaria
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.15
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
ASCENSORI E MONTACARICHI - Caratteristiche generali comuni:
- Vano corsa completamente chiuso se non collocato in vano scala di tipo almeno protetto
- Vano non a diretto contatto con locali lavorazione e/o con depositi
- Resistenza al fuoco del vano corsa pari alla Classe predeterminata delledificio e comunque non inferiore a REI 60
- Ventilazione naturale mediante camino posto alla sommit del vano corsa e/o apertura libera in facciata aventi una
superficie aerante pari al 3% della superficie del vano corsa stesso con un minimo di m 2 0.20 (m 0.45 x 0.45)
- Divieto di uso dellascensore o del montacarichi in caso di pericolo fatto salvo quelli espressamente antincendio
N.
CARATTERISTICHE
P25.01 Ascensore e/o montacarichi con porte, sportelli e telai di battitura ai piani
resistenti al fuoco
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
344008672.doc
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.16
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
SEGNALETICA DI SICUREZZA
La segnaletica di sicurezza sar conforme al D.L. 14 agosto 1996, n. 493 in attuazione della direttiva 92/58/CEE
concernente le prescrizioni per la segnaletica di sicurezza e di salute sul luogo di lavoro
INTERVENTO
N.
CARATTERISTICHE
SPECIFICHE
UBICAZIONE
PREVISTO
P26.01 IDRANTE COLONNA CON ATTACCO VV.F.
Allesterno
P26.02 ESTINTORE
In ogni locale
In ogni
compartimento
Allesterno a
fianco di
unuscita
P26.05 ASCENSORE
A lato
dellaccesso
In tutti i locali
dove non
consentito
A fianco dei
pannelli e/o
apparecchiature
elettriche e/o
elettroniche
Allesterno in
posizione visibile
lungo il tracciato
interrato
In tutti i locali in
posizione alta
In tutti i locali in
posizione alta
P26.11 GENERICI
Su tutte le porte
di un
compartimento
antincendio
In tutti i locali in
posizione alta
344008672.doc
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.17
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
AERAZIONE NATURALE E/O MECCANICA
Disposizioni comuni:
Nei locali con presenza di sostanze e/o materiali che possono causare un incendio, e conseguente formazione di
fumo e/o calore, dovranno essere previste cortine a soffitto nelle modalit e termini stabiliti dalla Norma UNI 9494
N.
CARATTERISTICHE
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.18
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
DISTANZIAMENTI
N.
CARATTERISTICHE
P29.01 Distanza di sicurezza esterna - Valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze
misurate orizzontalmente tra il perimetro in pianta di ciascun elemento pericoloso di
unattivit e il perimetro del pi vicino fabbricato esterno allattivit stessa o di altre opere
pubbliche o private oppure rispetto ai confini di aree edificabili verso le quali tali distanze
devono essere osservate
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
P29.04 Distanza di sicurezza interna - Valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze
misurate orizzontalmente tra i rispettivi perimetri in pianta dei vari elementi pericolosi di
unattivit
Esistente ed
efficiente
P29.07 Distanza di protezione - Valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze misurate
orizzontalmente tra il perimetro in pianta di ciascun elemento pericoloso di unattivit e la
recinzione (ove prescritta) ovvero il confine dellarea su cui sorge lattivit stessa
Esistente ed
efficiente
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.19
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
DISTANZIAMENTI - METODO DEL FILO TESO
N.
CARATTERISTICHE
INTERVENTO
PREVISTO
Possono essere inferiori a m 5.00 qualora sia interposto un muro, Strategia non
avente resistenza al fuoco almeno REI 180, costruito in modo tale necessaria
da garantire i m 5.00 misurati orizzontalmente e verticalmente con
il metodo del filo teso. Tale muro pu coincidere con quello
delimitante lunit di deposito
SPECIFICHE
Strategia non
necessaria
P30.09 Distanza di protezione Tale distanza pu essere minore se tra la recinzione o il confine Strategia non
dellarea e lelemento pericoloso sia interposto un muro, avente
necessaria
Deve essere pari ad
resistenza al fuoco non inferiore a REI 180, alto non meno
almeno m 5.00
dellelemento pericoloso adiacente e comunque non meno di m
2.50, costruito in modo tale da garantire i m 5.00 misurati
orizzontalmente con il metodo del filo teso. In questo caso, il muro
stesso pu costituire recinzione e/o parete del deposito
344008672.doc
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.20
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
ACCESSIBILITA E VIABILITA INTERNA
N.
CARATTERISTICHE
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
SPECIFICHE
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.21
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTI TECNOLOGICI - IMPIANTO ELETTRICO
N.
SPECIFICHE
UBICAZIONE
P32.01 (E' necessaria la certificazione ai sensi della Legge 5 marzo 1990, n. 46)
1. Conformit alla Legge 1 marzo 1968, n. 186
2. Installazione di un impianto parafulmini per la protezione contro le
scariche atmosferiche
3. Controllo periodico dei dispositivi
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.22
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTI TECNOLOGICI - IMPIANTO DI RISCALDAMENTO
N.
SPECIFICHE
UBICAZIONE
P33.01 (E' necessaria la certificazione ai sensi della Legge 5 marzo 1990, n. 46)
1. Conformit al D.M. Int. 12 aprile 1996 (impianti a gas)
2. Conformit alla Circ. Min. Int. 29 luglio 1971, n. 73 (impianti a gasolio)
3. Controllo periodico delle apparecchiature, dei dispositivi e delle
tubazioni del combustibile
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.23
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTI TECNOLOGICI - IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
N.
SPECIFICHE
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente da
adeguare e/o
integrare
344008672.doc
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.24
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTI TECNOLOGICI - IMPIANTO DI VENTILAZIONE
N.
SPECIFICHE
UBICAZIONE
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.25
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
IMPIANTI DI PROCESSO - APPARECCHIATURE ELETTRICHE - UTENSILERIA
N.
SPECIFICHE
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente ed
efficiente
Esistente ed
efficiente
P38.01 UTENSILERIA
Esistente ed
efficiente
1. Verifica degli utensili in dotazione
2. Sostituzione degli utensili di vecchia costruzione non corrispondenti alle vigenti normative
ai fini della sicurezza e affidabilit
3. Informazione del personale addetto alluso corretto
4. Controlli periodici
SCHEDA/ABACO N. A.24.6.26
STRATEGIA ANTINCENDIO ADOTTATA - Compensazione dei rischi residui
PULIZIA DEGLI AMBIENTI - PROGRAMMA
N.
SPECIFICHE
P39.02 1. Controllo
2. Intensificazione qualitativa
3. Intensificazione quantitativa
4. Rimozione giornaliera, al termine degli orari di lavoro, dei rifiuti e/o degli scarti di
produzione ammassati nei reparti lavorazione
INTERVENTO
PREVISTO
Esistente da
adeguare e/o
integrare
344008672.doc
SPECIFICHE
P40.01 SORVEGLIANZA - Controllo visivo atto a verificare che i sistemi, i dispositivi e gli impianti antincendio siano
nelle normali condizioni operative, siano facilmente accessibili e non presentino danni evidenti
P40.02 CONTROLLO PERIODICO - Operazioni da effettuarsi con frequenza almeno semestrale per verificare la
completa e corretta funzionalit delle attrezzature e degli impianti
P40.03 MANUTENZIONE - Intervento per mantenere in efficienza ed in buono stato le attrezzature e gli impianti
P40.04 MANUTENZIONE ORDINARIA - Operazione che si attua in loco, con strumenti e attrezzi di uso corrente,
limitatamente a riparazioni di lieve entit, con il modesto impiego di minuterie e di materiali di consumo duso
corrente o la sostituzione di parli di modesto valore espressamente previste
P40.05 MANUTENZIONE STRAORDINARIA - Intervento di manutenzione che non pu essere eseguito in loco o
che, pur essendo eseguita in loco, richiede mezzi di particolare importanza oppure attrezzature o
strumentazioni particolari o che comporti sostituzioni di intere parti di impianto o la completa revisione o
sostituzione di apparecchi per i quali non sia possibile o conveniente la riparazione
P41.01 DISPOSIZIONI PARTICOLARI - Predisposizione di un registro dei controlli periodici, dove dovranno essere
annotati tutti gli interventi ed i controlli effettuati agli impianti elettrici, allilluminazione di sicurezza, ai presidi
antincendio, ai dispositivi di sicurezza e di controllo delle aeree a rischio specifico, dellosservanza della
limitazione dei carichi dincendio, degli addestramenti e le esercitazioni di evacuazione
SCHEDA N. A.24.6.28
STRATEGIA ANTINCENDIO - Compensazione dei rischi residui
GESTIONE DELLEMERGENZA - INFORMAZIONE ANTINCENDIO DEI LAVORATORI
E fatto lobbligo al datore di lavoro di predisporre unadeguata informazione a tutti i lavoratori presenti sui principi di
base della prevenzione incendi e sulle azioni da attuare in presenza di un incendio. Adeguate informazioni dovranno
essere impartite anche agli addetti alla manutenzione e ai lavoratori esterni (appaltatori)
N.
PRESCRIZIONI
SPECIFICHE
P42.05
Azioni da attuare
P42.08
Azionamento dellallarme
P42.09
P42.10
Lotta antincendio
P42.13
Pronto soccorso
Gestione dellemergenza
P42.14 Designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dellazienda nonch del suo
sostituto
P42.15 Informazione ai lavoratori esterni
344008672.doc
SCHEDA N. A.24.6.29
STRATEGIA ANTINCENDIO - Compensazione dei rischi residui
GESTIONE DELLEMERGENZA - FORMAZIONE ANTINCENDIO DEI LAVORATORI
E fatto lobbligo al datore di lavoro di fornire unadeguata formazione ai lavoratori conforme ai contenuti minimi riportati
dallAllegato IX del D.M. Int. e Lavoro 10 marzo 1998 (G.U. 07.04.1998, n. 81 S.O.)
N.
PRESCRIZIONI
SCHEDA N. A.24.6.30
STRATEGIA ANTINCENDIO - Compensazione dei rischi residui
GESTIONE DELLEMERGENZA - PIANO DI EMERGENZA - ISTRUZIONI SCRITTE
Per tutti i luoghi di lavoro dove ricorra lobbligo di cui allArt. 5 del D.M. Int. e lavoro 10 marzo 1998, deve essere
predisposto un piano di emergenza
N.
PRESCRIZIONI
SPECIFICHE
P44.02
P44.03
P44.04
P44.05
P44.06
P44.07
P44.08
P44.10
P44.11
P44.12
344008672.doc
SCHEDA N. A.24.6.31
STRATEGIA ANTINCENDIO - Compensazione dei rischi residui
GESTIONE DELLEMERGENZA - ESERCITAZIONE ANTINCENDIO
Tutti i lavoratori devono partecipare a esercitazioni antincendio (da effettuarsi non meno di una volta allanno), onde
poter mettere in pratica le procedure di esodo e le azioni di primo intervento (Adempimento dobbligo alle attivit che ai
sensi dellArt. 5 del D.M. Int. e Lavoro 10 marzo 1998 devono ricorrere alla redazione del piano di emergenza)
N.
PRESCRIZIONI
344008672.doc
Indice
A.2.5
GESTIONE DELLEMERGENZA
PIANIFICAZIONE EFFETTIVA DELLA GESTIONE
(PARTE INTEGRANTE DELLA PRESENTE RELAZIONE TECNICA ANTINCENDIO)
Il responsabile dell'attivit dovr provvedere affinch nel corso della gestione non siano alterate le
condizioni di sicurezza, ed in particolare che:
sui sistemi di vie duscita non siano collocati ostacoli (depositi, mobilio, ecc.) che possano
intralciare l'evacuazione delle persone riducendo la larghezza o che costituiscano rischio di
propagazione dell'incendio;
siano presi opportuni provvedimenti di sicurezza in occasione di situazioni particolari, quali
manutenzioni, risistemazioni, ecc.;
siano mantenuti efficienti i mezzi e gli impianti antincendio, siano eseguite tempestivamente
le eventuali manutenzioni o sostituzioni necessarie e siano condotte periodicamente prove
degli stessi con cadenze non superiori a sei mesi;
siano mantenuti costantemente in efficienza gli impianti elettrici, in conformit a quanto
previsto dalle vigenti norme;
siano mantenuti costantemente in efficienza gli impianti di ventilazione, condizionamento e
riscaldamento. In particolare il controllo dovr essere finalizzato alla sicurezza antincendio e
deve essere prevista una prova periodica degli stessi con cadenza non superiore ad un anno.
Le centrali termiche devono essere affidate a personale qualificato, in conformit a quanto
previsto dalle vigenti regole tecniche.
INFORMAZIONE ANTINCENDIO DEI LAVORATORI SCHEMA N. 1
1. E fatto lobbligo al datore di lavoro di predisporre unadeguata informazione a tutti i lavoratori
presenti sui principi di base della prevenzione incendi e sulle azioni da attuare in presenza di un
incendio.
Adeguate informazioni dovranno essere impartite anche agli addetti alla manutenzione e ai
lavoratori esterni (appaltatori)
1.1. Rischi dincendio sullattivit svolta
1.2. Rischi dincendio legati a specifiche mansioni svolte
1.3. Misure di prevenzione e di protezione degli incendi
1.3.1. Osservanza delle misure di prevenzione e relativo corretto comportamento
1.3.2. Divieto dutilizzo degli ascensori per levacuazione in caso dincendio
1.3.3. Modo dapertura delle porte delle uscite di sicurezza
1.4. Ubicazione delle vie duscita
1.5. Procedure da adottare in caso dincendio
1.5.1. Azioni da attuare
1.5.2. Azionamento dellallarme
1.5.3. Procedure da attuare allattivazione dellallarme
1.5.4. Procedure da attuare per levacuazione fino al punto di raduno in luogo sicuro
1.5.5. Modo di chiamata dei VV.F.
Nome del progettista
344008672.doc
RISCHIO
MEDIO
Per tutti i luoghi di lavoro dove ricorra lobbligo di cui allArt. 5 del D. Min. Int. e Lavoro 10
marzo 1998, predisposto un piano demergenza con specifiche istruzioni scritte.
1.1. Contenuti essenziali del piano
1.1.1. Caratteristiche dei luoghi con riferimento alle vie desodo (Piano devacuazione)
1.1.2. La presenza di sistemi antincendio
1.1.3. La presenza di dispositivi antincendio
1.1.4. La presenza dimpianti antincendio
1.1.5. Il numero delle persone presenti e la loro ubicazione
1.1.6. I lavoratori esposti a rischi particolari
1.1.7. Il numero degli addetti allattuazione e al controllo del piano nonch allassistenza
per levacuazione
1.1.8. Stesura di una planimetria contenente lubicazione dei sistemi, dei dispositivi e degli
impianti antincendio, con lindividuazione dei percorsi che i lavoratori devono
percorrere per raggiungere in modo ordinato un luogo sicuro (pi copie dovranno
essere esposte allinterno degli ambienti)
1.1.8.1. Planimetria per i lavoratori da apporre nei locali maggiormente frequentati
1.1.8.1.1. Ubicazione della rete di distribuzione combustibile (in giallo/arancione)
1.1.8.1.1.1.
Valvole per lintercettazione manuale
1.1.8.1.1.2.
Elettrovalvole
1.1.8.1.2. Ubicazione della rete idrica antincendio (in rosso)
1.1.8.1.2.1.
Naspi o idranti a muro
1.1.8.1.2.2.
Idranti colonna e/o sottosuolo
1.1.8.1.2.3.
Attacchi per autopompa dei VV.F.
1.1.8.1.2.4.
Impianti speciali di spegnimento automatico degli incendi
1.1.8.1.3. Ubicazione dei mezzi antincendio mobili (in rosso)
1.1.8.1.3.1.
Estintori portatili
1.1.8.1.3.2.
Estintori carrellati
344008672.doc
344008672.doc
344008672.doc
344008672.doc
Il registro, da compilarsi a schede con frequenza almeno semestrale, potr essere del tipo:
SCHEDA N. A.25
GG
MM
AA
CONTROLLO DELLEFFICIENZA
IMPIANTO ELETTRICO
Manutenzione dellimpianto
Pulsante di sgancio energia elettrica
Interruttori generali
Pannelli di controllo
Messa a terra
Impianto di protezione scariche atmosferiche
IMPIANTI ANTINCENDIO
Estintori portatili
Estintori carrellati
Naspi
Idranti a muro
Idranti a colonna
Idranti di sottosuolo
Attacchi per autopompa VV.F.
Impianto di spegnimento automatico
Riserva idrica - Elettropompe
Riserva idrica Motopompa Avviamento automatico
Riserva idrica Sistema di controllo
DISPOSITIVI DI SICUREZZA
Valvola dintercettazione manuale combustibile
Elettrovalvola dintercettazione automatica combustibile
Impianto dallarme ad inserzione manuale
Impianto automatico di rivelamento e allarme incendio
Dispositivi manuali di comando evacuatori
Dispositivi automatici di comando evacuatori
Dispositivi di chiusura automatica delle porte di compartimento
Dispositivo manuale disinserzione impianto di ventilazione
Dispositivo automatico disinserzione impianto di ventilazione
Dispositivo manuale attivazione impianto di sovrappressione vani
Dispositivo automatico attivazione impianto di sovrappressione vani
Dispositivi di controllo delle serrande tagliafuoco
GESTIONE
Informazione dei lavoratori
Riunioni daddestramento
Esercitazioni devacuazione
344008672.doc
ISTRUZIONI DI SICUREZZA
Chiamata dei servizi di soccorso
I servizi di soccorso debbono poter essere avvertiti facilmente con la rete telefonica. La procedura
di chiamata deve essere chiaramente indicata, a fianco di qualsiasi apparecchio telefonico, mediante
un cartello riportante almeno i seguenti indirizzi:
RESPONSABILI DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Sig.
Sig.
Sig.
Tel.
Tel.
Tel.
Tel. 112
POLIZIA
Tel. 113
Tel. 115
EMERGENZA SANITARIA
Tel. 118
344008672.doc
SE LO VEDETE
SI STA VERIFICANDO UN
INCENDIO
RIVELAMENTO
AUTOMATICO
SE LO VEDETE
Mantenere la calma
Evacuazione delle
persone presenti
nel locale
Spegnimento
Assistere le
persone
disabili
AZIONARE
LALLARME
Mantenere la
calma
ALLARME
INCENDIO
Lotta antincendio
Evacuazione
Divieto di rientrare
CONTROLLI
Assistere le
persone
disabili
RADUNO
in luogo sicuro
programmato
115
VV.F.
Divieto di rientrare
Indice
Nome del progettista
344008672.doc
A.2.6
FIRME
_____________ il 30/01/17
Il tecnico antincendio
_______________________
_______________________