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Progettazione antincendio di strutture di acciaio

Prof. Ing. Emidio Nigro


Di.St. - Dipartimento di Strutture per
l’Ingegneria e l’Architettura
Università di Napoli Federico II
E-mail: emidio.nigro@unina.it www.promozioneacciaio.it
L’Incendio
L’azione incendio – NTC 2008
NTC2008 (§3.6: Azioni eccezionali)
Le azioni eccezionali sono quelle che si presentano in occasione di eventi quali incendi,
esplosioni ed urti …

NTC2008 (§3.6.1.1: Definizioni)


Per incendio, si intende la combustione autoalimentata ed incontrollata di materiali
combustibili presenti in un compartimento.
Ai fini della presente norma si fa riferimento ad un incendio convenzionale di progetto
definito attraverso una curva di incendio che rappresenta l’andamento, in funzione
del tempo, della temperatura dei gas di combustione nell’intorno della superficie
degli elementi strutturali.
La curva di incendio di progetto può essere:
- nominale: curva adottata per la classificazione delle costruzioni e per le verifiche di
resistenza al fuoco di tipo convenzionale;
- naturale: curva determinata in base a modelli d’incendio e a parametri fisici che
definiscono le variabili di stato all’interno del compartimento.
La sicurezza strutturale in caso di incendio – NTC 20??
NTC20?? (§2.1: PRINCIPI GENERALI)
In particolare, secondo quanto stabilito nei capitoli specifici, le opere e le varie
tipologie strutturali devono possedere i seguenti requisiti:
- sicurezza nei confronti di stati limite ultimi (SLU): … ;
- sicurezza nei confronti di stati limite di esercizio (SLE): …;
- sicurezza antincendio: capacità di garantire le prestazioni strutturali previste
in caso d’incendio, per un periodo richiesto;
- durabilità: … ;
- robustezza nei confronti di azioni eccezionali: capacità di evitare danni
sproporzionati rispetto all’entità delle di possibili cause innescanti eccezionali quali
incendio, esplosioni e, urti.

NTC20?? (§2.2.5: VERIFICHE)


Le opere strutturali devono essere verificate:
a) per gli stati limite ultimi che possono presentarsi, in conseguenza alle diverse
combinazioni delle azioni;
b) per gli stati limite di esercizio definiti in relazione alle prestazioni attese;
c) quando necessario, nei confronti degli effetti derivanti dalle azioni termiche
connesse con lo sviluppo di un incendio.
QUADRO NORMATIVO PER LA SICUREZZA STRUTTURALE

Ministero dell’Interno Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi


Decreto 16 febbraio 2007 costruttivi di opere da costruzione
Ministero dell’Interno Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività
Decreto 9 marzo 2007 soggette al controllo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco
Italiane

Ministero dell’Interno Direttive per l’attuazione dell’approccio ingegneristico alla sicurezza


Decreto 9 maggio 2007 antincendio
Ministero Infrastrutture
Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni
DM 14 gennaio 2008
Circolare NTC2008 n. 617 Istruzioni per l’applicazione delle «Nuove Norme Tecniche per le
2 Febbraio 2009 Costruzioni» di cui al decreto 14 gennaio 2008
EN 1990 Eurocodice – Criteri generali di progettazione strutturale
Eurocodice 1 – Azioni sulle strutture – Parte 1-2: Azioni sulle
EN 1991-1-2
strutture esposte al fuoco
Europee

Eurocodice 2 – Progettazione delle strutture di calcestruzzo – Parte


EN 1992-1-2
1-2: Regole generali – Progettazione strutturale contro l’incendio
Eurocodice 3 – Progettazione delle strutture di acciaio – Parte 1-2:
EN 1993-1-2
Regole generali – Progettazione strutturale contro l’incendio
Eurocodice 4 – Progettazione delle strutture composte acciaio-
EN 1994-1-2 calcestruzzo – Parte 1-2: Regole generali – Progettazione strutturale
contro l’incendio
LE «NUOVE» NORME TECNICHE DI PREVENZIONE INCENDI
APPROCCIO INGEGNERISTICO vs PRESCRITTIVO

• Metodo paritetico e alternativo all’approccio di tipo tradizionale (approccio prescrittivo).

Approccio ingegneristico Approccio prescrittivo

Analisi con l’utilizzo di incendi naturali. Analisi con incendi nominali

Prove in forno
Schema valutazione sicurezza strutturale
RICHIESTE DI PRESTAZIONE IN CASO DI INCENDIO
Le nuove Norme Tecniche di Prevenzione Incendi (D.M. 03/08/2015)
definiscono i livelli di prestazione per la resistenza al fuoco, con lievi
modifiche rispetto alle norme precedenti:
S.2: Resistenza al fuoco - D.M.Int. 03-08-2015
S.2 Resistenza al Fuoco Soluzioni Progettuali – Livello II

R30

a) Prove sperimentali S.2.13


b) Calcoli analitici S.2.14 Equivalente al
DM16/02/2007
c) Metodo Tabellare S.2.15
S.2: Resistenza al fuoco - D.M.Int. 03-08-2015
S.2 Resistenza al Fuoco Soluzioni Progettuali – Livello III
S.2.4.3 Soluzioni conformi per il livello di Carichi d’incendio specifici di progetto (qf,d) Classe

prestazione III
2
Non superiore a 100 MJ/m 0
2
Non superiore a 200 MJ/m 15
Comma 1. Devono essere verificate le prestazioni 2
Non superiore a 300 MJ/m 20
di resistenza al fuoco delle costruzioni in base agli 2
Non superiore a 450 MJ/m 30
incendi convenzionali di progetto come previsto Non superiore a 600 MJ/m 2
45
al paragrafo S.2.5. Non superiore a 900 MJ/m 2
60
Comma 2. La classe minima di resistenza al fuoco Non superiore a 1200 MJ/m 2
90
e ricavata per compartimento in relazione al Non superiore a 1800 MJ/m 2
120
carico di incendio specifico di progetto qf,d come Non superiore a 2400 MJ/m2 180

indicato in tabella S.2-3.


2
Superiore a 2400 MJ/m 240
S.2: Resistenza al fuoco - D.M.Int. 03-08-2015
S.2 Resistenza al Fuoco Soluzioni Progettuali – Livello IV e V
Il livello IV di resistenza al fuoco non è
obbligatorio.
Il Codice prevede, comunque, soluzioni conformi
finalizzate a limitare significativamente il
danneggiamento strutturale al compartimento di
primo
Per il innesco.
livello IV di resistenza al fuoco la soluzione
conforme del Codice impone il controllo di parametri
di danneggiamento (1/100, al fronte di 1/250 per lo
SLE delle NTC ‘08), l’adozione di giunti strutturali
elastici ed a tenuta (se presenti), l’impiego di
partizioni con requisito M e di porte a tenuta di fuoco
e fumo.
S.2: Resistenza al fuoco - D.M.Int. 03-08-2015
S.2 Resistenza al Fuoco Soluzioni Progettuali
Il Codice non vieta le strutture
vulnerabili: fornisce dei warning
ai progettisti.
EFFETTI DELL’INCENDIO SUGLI ELEMENTI STRUTTURALI

   RISCALDAMENTO DEI
h net , d  h net , r  h net , c MATERIALI COSTRUTTIVI

RIDUZIONE DI RESISTENZA E RIGIDEZZA DEL SINGOLO MATERIALE


COSTRUTTIVO, IN FUNZIONE DELLA TEMPERATURA RAGGIUNTA
Acciaio
Calcestruzzo

RIDUZIONE DI RESISTENZA DELL’ELEMENTO STRUTTURALE


LA VERIFICA DI RESISTENZA AL FUOCO

La resistenza al fuoco è la capacità di una costruzione, di una parte di essa o di un
elemento costruttivo di mantenere, per un tempo prefissato, la capacità portante,
l’isolamento termico e la tenuta alle fiamme, ai fumi e ai gas caldi della
combustione nonché tutte le altre prestazioni se richieste.

LA VERIFICA DI RESISTENZA AL FUOCO

Nel dominio del tempo: t fi , d  t fi , r ich ies to


(tempo di resistenza al fuoco di progetto ≥ tempo di resistenza al fuoco richiesto)

 M , fi  1 . 0

Nel dominio delle resistenze: R fi , d , t  E fi , d , t


(resistenza in condizioni di incendio al tempo t ≥ sollecitazione in condizioni
di incendio al tempo t)

Nel dominio delle temperature:  d , t   cr , d


(temperatura dell’elemento al tempo t  temperatura critica dell’elemento)
DISTRIBUZIONE DELLE TEMPERATURE NELLE SEZIONI
COLONNA RISCALDATA SU TUTTI I LATI

TRAVE RISCALDATA DAL BASSO (SU TRE LATI)


CURVE DI RIDUZIONE DELLA RESISTENZA (ky,q)
E DELLA RIGIDEZZA (kE,q) DELL’ACCIAIO

TENSIONE DI SNERVAMENTO

MODULO ELASTICO
Eurocodici – EN 1993-1-2
fy
Elementi Tesi
Distribuzione uniforme di temperatura
Distribuzione uniforme di temperatura fy
N fi , q, Rd  k y , q  N Rd  (  M ,0 /  M , fi )
N fi , q, Rd  k y , q  N Rd  (  M ,0 /  M , fi ) Aa  f y
k y , q coefficiente di riduzione della tensione di N Rd 
k y , q coefficiente di riduzione della tensione di M 0
snervamento dell’acciaio alla temperatura q
snervamento
N Rd resistenzadell’acciaio
a “freddo” alla temperatura
q
N
 MRd, 0 resistenza a “freddo”
coefficiente parziale di sicurezza a “freddo”
 M , 0 coefficiente parziale di sicurezza a “freddo”
 M , fi = 1.0 (coefficiente di sicurezza a “caldo”)
 M , fi = 1.0 (coefficiente di sicurezza a “caldo”)
Distribuzione non uniforme di temperatura
Distribuzione nnon uniforme di temperatura i f y , i = k y , ,i * f y
N fi,t , Rd  n Ai k y , q,i  f y /  M , fi i f y , i = k y , ,i * f y
N fi,t , Rd  i
Ai
1 Ai k y , q,i  f y /  M , fi
i 1
k y , q,i coefficiente
Ai N fi ,t , Rd
di riduzione della tensione di
k y , q,i coefficiente di riduzione della tensione di
snervamento dell’acciaio alla temperatura q
dell’elementino i.
snervamento dell’acciaio alla temperatura q
fy dell’elementino
tensione i.
di snervamento dell’acciaio
f
 y tensione di snervamento dell’acciaio
M , fi coefficiente parziale di sicurezza a “caldo”
 M , fi coefficiente parziale di sicurezza a “caldo” fy
Eurocodici – EN 1993-1-2
f y

Elementi Inflessi di classe 1 e 2


fy
 Distribuzione
 uniforme di
Distribuzione uniforme di temperatura
temperatura
asse
M  kk y , q  M
Rd 
M fifi ,, qq ,, Rd M Rd  ((  M ,0 //  M , fi )) neutro
y ,q Rd M ,0 M , fi
kk y , q coefficiente di riduzione della tensione di asse
y , q coefficiente di riduzione della tensione di
snervamento dell’acciaio alla
snervamento dell’acciaio temperatura q
alla temperatura q neutro
M è ilil momento
M Rd è momento plastico
plastico resistente
resistente a
a “freddo”
“freddo” fy
Rd
 M , 0 coefficiente parziale
parziale di
di sicurezza
sicurezza a
a “freddo”
“freddo” W pl  f y
M ,0 coefficiente M Rd 
 M , fi coefficiente parziale
parziale di
di sicurezza
sicurezza a
a “caldo”
“caldo” M 0
M , fi coefficiente fy
 Distribuzione
 non uniforme
Distribuzione non uniforme di
di temperatura
temperatura
nn i f y, i=ky, ,i*f y
A
M Rd 
M fifi,,tt ,, Rd  Aii  zzii kk yy,,qq,,ii  ff yy //  MM ,, fifi
11
ii 
kk y , q,i coefficiente di riduzione della tensione di asse
i f y, i=ky, ,i*f y
y , q,i coefficiente di riduzione della tensione di
snervamento dell’acciaio
snervamento dell’acciaio alla
alla temperatura q
temperatura q neutro
dell’elementino i.i.
dell’elementino
zzi distanza baricentro area Ai dall’asse neutro asse
i distanza baricentro area Ai dall’asse neutro neutro M fi ,t , Rd
plastico
plastico
ff y tensione di snervamento dell’acciaio
y tensione di snervamento dell’acciaio
COMBINAZIONI DI CARICO IN CASO DI INCENDIO

Combinazione di carico eccezionale

Gk ,1  Gk ,2  Pk (t )   2,i  Qk ,i  Ad (t )
i 1

Azione dell’incendio
Combinazione di carico di progetto
quasi permanente

E fi , d ,t
LIVELLO DI PROGETTO IN CONDIZIONI DI INCENDIO
RIDUZIONE DI RESISTENZA DI UNA MEMBRATURA
SOGGETTA AD INCENDIO
Verifica di sicurezza per esposizione a curva di incendio standard

Nel dominio delle resistenze:

R fi , d ,t  E fi , d ,t

Nel dominio delle temperature:

 d ,t   cr , d
Effetti dell’incendio

Verifica di sicurezza per esposizione a curva di incendio naturale


MEMBRATURE DI ACCIAIO (CON PROTEZIONI)

Pannelli
prefabbricati

Le vernici
La protezione
intumescenti
mediante schermi

Blocchi tra le
Colonne rivestite ali delle
colonne
CONDUCIBILITÀ TERMICA DI ACCIAIO E CALCESTRUZZO

ACCIAIO CALCESTRUZZO
60 3.0

50
2.5
40
l a[W/mK]

2.0
30

20 1.5

10 1.0
0
0 300 600 900 1200
Temperatura acciaio [°C]
MEMBRATURE COMPOSTE ACCIAIO-CALCESTRUZZO

Trave composta rivestita


Soletta composta di materiale protettivo
rivestita con
materiale
protettivo Trave composta parzialmente
rivestita di calcestruzzo

Soletta composta
rinforzata con
armature
aggiuntive

Colonna “FILLED” “PARTIALLY ENCASED” “FULLY ENCASED”


PROVE SPERIMENTALI SU ELEMENTI SINGOLI

Consentono di verificare l’applicabilità dei metodi di calcolo “a freddo” al


calcolo delle membrature in caso di incendio, a patto di tener conto della
riduzione di resistenza dei materiali e di alcuni correttivi.
PROVA SPERIMENTALE DI INCENDIO SU EDIFICIO
CARDINGTON (UK)

• Edificio in scala reale di 8 piani, altezza


35 m, pianta rettangolare di circa 1000
m2 per piano.
• Struttura portante metallica con solai e
travi composte acciaio-calcestruzzo.
• Vari tipi di incendi: localizzati ed in
grandi compartimenti.
PROVA INCENDIO SU EDIFICIO IN CARDINGTON (UK)

Colonne di acciaio con solette e travi composte acciaio-calcestruzzo


PROVA INCENDIO SU EDIFICIO IN CARDINGTON (UK)

Protezioni totali o parziali degli


elementi strutturali e dei nodi
PROVA INCENDIO SU EDIFICIO IN CARDINGTON (UK)

• Instabilità locale della


flangia della colonna
• Instabilità locale della
flangia della trave
(assenza di protezione)
PROVA INCENDIO SU EDIFICIO IN CARDINGTON (UK)

D2 E2

D1 E1

Effetto dei rivestimenti protettivi


PROVA INCENDIO SU EDIFICIO IN CARDINGTON (UK)

Slab deflection after test


Date: 23th January 2003

15
0
12
10
9
-20 7
-30
6
-40
5
-50
-60 4.5
-70
-80 4
-10.0-0.0
-90
-100
-20.0--10.0
-30.0--20.0
-40.0--30.0
3.5
Solette composte acciaio-calcestruzzo:
grandi spostamenti e sviluppo dell’effetto
0.00 -50.0--40.0 3
-60.0--50.0
2.25 -70.0--60.0 2

“membrana”.
-80.0--70.0
4.50 -90.0--80.0
-100.0--90.0 1

6.75
0

9.00
PROVA INCENDIO SU EDIFICIO IN CARDINGTON (UK)
Temperatura nelle connessioni interne (trave-trave)
Fin plate
Beam low er flange (mid-span)

Temperature, °C
fin-plate (4th bolt-row )
D2 E2
fin plate (1st bolt row )
4th bolt-row
1000
3rd bolt-row
1st bolt-row
800 Beam w eb

600

N
400
D1 E1

200

447 Time, min


441 0
444 0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150

448
442

445
443

446
449

120
PROVA INCENDIO SU EDIFICIO IN CARDINGTON (UK)
Temperatura nelle connessioni di bordo (trave-colonna)

Header plate

Temperature, °C
D2 E2 Beam low er flange (mid-span)
Plate (4th bolt-row )
plate (1st bolt-row )
1000
4th bolt-row
1st bolt-row
2nd bolt-row
800

N
600

D1 E1

400

460 13 454
457
15 455
200
461 11
17
100 458
50 456 Time, min
459 0
462 9 19
0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150

Thermocouples (TC)
TC + HSG in Bolt
HT Strain Gauges (HSG)
PROVA INCENDIO SU EDIFICIO IN CARDINGTON (UK)
Osservazioni derivanti dall’esame della sperimentazione
 Sperimentazione su singoli elementi: i metodi di calcolo a freddo
possono essere sostanzialmente estesi al calcolo delle strutture in
caso di incendio, salvo tener conto della ovvia riduzione di
resistenza degli elementi strutturali
 Importanza della sperimentazione su strutture complesse: le
condizioni vincolari e le sollecitazioni variano durante l’incendio;
l’iperstaticità strutturale consente di avere grandi deformazioni,
senza tuttavia collasso strutturale.
 Effetto membrana nelle solette.
 Collaborazione travi-impalcato.
 Vulnerabilità colonne senza protezione.
 Connessioni trave-trave e trave-colonna.
PROVA INCENDIO SU IMPALCATO COMPOSTO (CTICM)
PROVA INCENDIO SU IMPALCATO COMPOSTO (CTICM)
DIAGRAMMA DEGLI SPOSTAMENTI DURANTE LA PROVA
ANALISI STRUTTURALE IN CONDIZIONI DI INCENDIO

1 Definizione dell’Incendio
→ Costruzione. Geometria dei locali Modello FASE 1
Azione Termica
→ Attività. Carichi di incendio di Incendio
→ Caratteristiche dell’incendio

2 Def. della trasmissione del calore


→ Posizione e geometria degli elementi Modello FASE 2 Temperatura
→ Proprietà termiche dei materiali trasmissione del calore della struttura
→ Coefficienti di trasmissione del calore

3 Analisi strutturale
→ Schematizzazione strutturale Modello FASE 3 Capacità
→ Analisi dei carichi di calcolo strutturale portante
→ Proprietà meccaniche
TIPOLOGIE DI INCENDIO
La curva di incendio di progetto può essere:
Naturale: curva determinata in base a
modelli d’incendio e a parametri fisici
che definiscono le variabili di stato
all’interno del compartimento.

Nominale: curva adottata per la classificazione delle costruzioni


e per le verifiche di resistenza al fuoco di tipo convenzionale.
Prove in forno
TIPOLOGIE DI INCENDIO

Approccio ingegneristico
Modello
Modello Incendi Tempo Incendi Incendi a zone CFD
di incendio nominali equivalente parametrici localizzati
Una zona Due zone
Complessità Bassa Intermedia Elevata
Analisi
Incendi
completa del
Incendi Incendi in fase
Comportamento campo di
Incendi in fase post-flashover in fase in fase pre-flashover
dell’incendio pre-flashover post-flashover e incendi
temperatura
e del moto
localizzati
dei fumi
tipo di
incendio
carico di incendio; carico di incendio; Dati sulle
da scegliere tra carico di
distribuzione del materiale distribuzione del materiale condizioni
quelli incendio;
combustibile; combustibile; geometriche
Parametri nominali; altezza del
quantità di aria fornita nell’unità di quantità di aria fornita nell’unità di e di aerazione del
durata soffitto; curve di
iniziali per tempo; tempo; compartimento,
dell’incendio da rilascio termico
la definizione geometria del geometria del compartimeto; dati sulle
fissare sulla base del materiale
del modello compartimento; proprietà termiche dei materiali caratteristiche dei
del carico di combustibile
proprietà termiche dei costituenti il compartimento; dati materiali, sulla
incendio (RHR); diametro
materiali costituenti necessari per l’equilibrio di massa e destinazione
o di regole della fiamma
il compartimento calore del sistema d’uso, …
tecniche
prescrittive
Dipendente dal
Non uniforme in
Distribuzione di tempo
Uniforme in tutto il compartimento tutto Uniforme in ciascuna zona
temperatura e dalla
il compartimento
posizione
Eurocodici
Strumenti di
EN 1990 Software di calcolo dedicati
progetto EN 1991-1-2
TIPOLOGIE DI INCENDIO
Carico di incendio
(NTC2008 e D.M. 09/03/07)
Carico di incendio
Il carico di incendio rappresenta il potenziale termico netto della totalità dei materiali
combustibili contenuti in uno spazio corretto in base ai parametri indicativi della
partecipazione alla combustione dei singoli materiali. Il carico di incendio è espresso in
MJ; convenzionalmente 1 MJ è assunto pari a 0,054 chilogrammi di legna
equivalente.
Carico di incendio specifico (qf)
Il carico di incendio specifico rappresenta il carico di incendio riferito all’unità di
superficie lorda. E’ espresso in MJ/m2 e determinato con la seguente relazione:
n

g i  H i  m i  ψi
i=1
qf =
A
Carico di incendio specifico di progetto (qf,d)
Il carico di incendio specifico di progetto rappresenta carico d’incendio specifico
corretto in base ai parametri indicatori del rischio di incendio del compartimento e dei
fattori relativi alle misure di protezione presenti. Esso costituisce la grandezza di
riferimento per le valutazioni della resistenza al fuoco delle costruzioni ed è
determinato con la seguente relazione:
Incendi Parametrici TIPOLOGIE DI INCENDIO

q g  20  1325  1  0, 324  e 0,2t *  0.204  e 1,7t * 19t *
 0, 472  e 

t*  t  
2 2
 O   0.04 
  / 
 b   1160 

Parametri:

O  Av heq At qf Avi
h

hi
bi

A h vi i
b   cl  i b
heq
A
a

i vi
Approccio EN1991-1-2 (Annesso E)

7
RHR (MW) Afi=25 m2
6
Qfk – SS7a
5
Qfd=0.37xQfk
EN1991-1-2
4

0 Time (min)
0 15 30 45 60 75 90
TIPOLOGIE DI INCENDIO
Incendi localizzati

Spazi ampi

Carico d’incendio
modesto o concentrato

NO Flashover

Incendi localizzati
Lf  H non q ( z )  20  0, 25  Qc2/3  ( z  z0 ) 5/3
impattanti il soffitto
EN 1991-1-2 APP C  
Incendi localizzati h net  h   c  (q m  20)     m   f   
Lf  H impattanti il soffitto:
Metodo di Hasemi [(q m  273) 4  (293) 4 ]
PROVE SPERIMENTALI SU AUTORIMESSE FUORI TERRA
PROVE SPERIMENTALI SU AUTORIMESSE FUORI TERRA

33 min
PROVE SPERIMENTALI SU AUTORIMESSE FUORI TERRA

62 min
Curva di Rilascio termico RHR
TIPOLOGIE DI INCENDIO
Cono Calorimetrico
ANALISI STRUTTURALE IN CONDIZIONI DI INCENDIO

1 Definizione dell’Incendio
→ Costruzione. Geometria dei locali Modello FASE 1
Azione Termica
→ Attività. Carichi di incendio di Incendio
→ Caratteristiche dell’incendio

2 Def. della trasmissione del calore


→ Posizione e geometria degli elementi Modello FASE 2 Temperatura
→ Proprietà termiche dei materiali trasmissione del calore della struttura
→ Coefficienti di trasmissione del calore

3 Analisi strutturale
→ Schematizzazione strutturale Modello FASE 3 Capacità
→ Analisi dei carichi di calcolo strutturale portante
→ Proprietà meccaniche
ANALISI TERMICA
DISTRIBUZIONE DELLE TEMPERATURE NELLE SEZIONI
Azione termica
  
h net  h net,c  h net,r Flusso termico netto

Convezione Irraggiamento

h net  c   qg  qm     r     qg    q m  
4 4
 
c = coefficiente di convezione
r = emissività relativa (gli Eurocodici suggeriscono 0.7 per l’acciaio e per il calcestruzzo)
= fattore di configurazione
qg= curva di incendio
 = 5.67∙10-8 W/m2K4 (costante di Boltzmann)
qm temperatura della superficie dell’elemento
Modello di incendio c [W/m2K]
Incendio standard 25
Incendio esterno 25
Incendio degli idrocarburi 50
Incendio parametrico 35
Modelli avanzati 35

Condizioni di esposizione: superficie non esposta di elementi di separazione c [W/m2K]


Senza effetti di trasferimento di calore per irraggiamento 4
Compresi gli effetti del trasferimento di calore per irraggiamento 9
EVOLUZIONE DELLA TEMPERATURA NEGLI ELEMENTI

Gli elementi metallici sono caratterizzati da spessori contenuti, in virtù dell’elevato


rapporto resistenza/peso del materiale, e dalla grande conducibilità termica dell’acciaio.

Di conseguenza negli usuali profili metallici, o almeno nelle loro parti a spessore
costante e con condizioni di scambio termico omogeneo con l’ambiente esterno, si
stabiliscono distribuzioni di temperatura pressoché uniforme.

L’incremento di temperatura qa,t di ciascuna delle varie parti del profilo non protetto (per
es. flangia inferiore, anima e flangia superiore), durante un intervallo finito di tempo t,
può essere determinato ipotizzando che il calore entrante attraverso la superficie
esposta nell’intervallo di tempo t sia uguale al calore necessario per aumentare la
temperatura dell’acciaio di qa,t

Superficie esposta Volume della parte



h net Am ,i t   a ca Vi q a ,t
densità Calore specifico
EVOLUZIONE DELLA TEMPERATURA NEGLI ELEMENTI

Fattore di sezione Am/V


 Elementi non protetti =
Rapporto tra superficie esposta e
volume dell’elemento
 Distribuzione uniforme di temperatura
Am / V 
qa ,t  K sh   h net  t
ca  a
K sh coefficiente che tiene conto delle “shadow effect”
Am / V fattore di sezione per una sezione di acciaio non protetta
Am superficie esposta dell’elemento per unità di lunghezza
V volume dell’elemento per unità di lunghezza
ca calore specifico dell’acciaio

h net flusso di calore netto
t intervallo di tempo
 a densità
EVOLUZIONE DELLA TEMPERATURA NEGLI ELEMENTI

Fattore di sezione Am/V


Per un elemento a sezione costante corrisponde al
rapporto tra il perimetro della sezione trasversale
realmente esposto all’incendio e l’area della sezione
trasversale di acciaio.

Fattore di sezione corretto per


tenere conto dello “shadow
effect”:
profili doppio T

 A  A
 V   0, 9   V 
  sh   boxed

altri profili
 A  A
V    
  sh V  boxed
DISTRIBUZIONE DELLE TEMPERATURE NELLE SEZIONI
COLONNA RISCALDATA SU TUTTI I LATI

TRAVE RISCALDATA DAL BASSO (SU TRE LATI)


DISTRIBUZIONE DELLE TEMPERATURE NELLE SEZIONI
COLONNA RISCALDATA SU TUTTI I LATI

COLONNA RISCALDATA SOLO DA UN LATO


EVOLUZIONE DELLA TEMPERATURA NEGLI ELEMENTI
 Elementi protetti
 Distribuzione uniforme di temperatura
l p  Ap / V (q g ,t  q a ,t ) cp   p
q a ,t    t  (e /10  1)  q g ,t   d p  Ap / V
d p  ca   a (1   / 3) ca   a

Ap / V fattore di sezione per una sezione di acciaio protetta


Ap superficie del materiale protettivo per unità di lunghezza
V volume dell’elemento per unità di lunghezza
ca calore specifico dell’acciaio in funzione della temperatura
c p calore specifico del materiale protettivo indipendente della temperatura
d p spessore del materiale protettivo
q a , t temperatura dell’acciaio al tempo t
q g , t temperatura del gas dell’ambiente al tempo t
q g , t incremento temperatura dell’ambiente al tempo t
l p conducibilità termica del materiale protettivo
t intervallo di tempo
a densità dell’acciaio
 p densità del materiale protettivo
SEZIONI DI ACCIAIO CON RIVESTIMENTO PROTETTIVO

1200

1000
Andamento della temperatura nel
800 tempo di un elemento di acciaio
temperatura (°C)

(IPE 300) dotato di protettivo di


600 spessore pari a 10, 20 e 30 mm

400
ISO 834
[lp = 0,15 W/(mK), cp = 1000
sp=10mm J/(kg K), p = 250 kg/m3]
sp=20mm
200
sp=30mm
0
0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180
tem po (m in)
DISTRIBUZIONE DELLE TEMPERATURE NELLE SEZIONI

Analisi termica di un
elemento di acciaio
protetto e non protetto

 Curva di incendio (modello a 1 zona)


 Analisi termica colonna
ANALISI STRUTTURALE IN CONDIZIONI DI INCENDIO

1 Definizione dell’Incendio
→ Costruzione. Geometria dei locali Modello FASE 1
Azione Termica
→ Attività. Carichi di incendio di Incendio
→ Caratteristiche dell’incendio

2 Def. della trasmissione del calore


→ Posizione e geometria degli elementi Modello FASE 2 Temperatura
→ Proprietà termiche dei materiali trasmissione del calore della struttura
→ Coefficienti di trasmissione del calore

3 Analisi strutturale
→ Schematizzazione strutturale Modello FASE 3 Capacità
→ Analisi dei carichi di calcolo strutturale portante
→ Proprietà meccaniche
MEMBRATURE DI ACCIAIO

Pannelli
prefabbricati

Le vernici
La protezione
intumescenti
mediante schermi

Blocchi tra le
Colonne rivestite ali delle
colonne
LA VERIFICA DI RESISTENZA AL FUOCO

La resistenza al fuoco è la capacità di una costruzione, di una parte di essa o di un
elemento costruttivo di mantenere, per un tempo prefissato, la capacità portante,
l’isolamento termico e la tenuta alle fiamme, ai fumi e ai gas caldi della
combustione nonché tutte le altre prestazioni se richieste.

LA VERIFICA DI RESISTENZA AL FUOCO

Nel dominio del tempo: t fi , d  t fi , r ich ies to


(tempo di resistenza al fuoco di progetto ≥ tempo di resistenza al fuoco richiesto)

 M , fi  1 . 0

Nel dominio delle resistenze: R fi , d , t  E fi , d , t


(resistenza in condizioni di incendio al tempo t ≥ sollecitazione in condizioni
di incendio al tempo t)

Nel dominio delle temperature:  d , t   cr , d


(temperatura dell’elemento al tempo t  temperatura critica dell’elemento)
COMBINAZIONI DI CARICO IN CASO DI INCENDIO

Combinazione di carico eccezionale

Gk ,1  Gk ,2  Pk (t )   2,i  Qk ,i  Ad (t )
i 1

Azione dell’incendio
Combinazione di carico di progetto
quasi permanente

E fi , d ,t
COMBINAZIONI DI CARICO IN CASO DI INCENDIO

L’incendio è considerato una “azione eccezionale“ per una


struttura e si considera concomitante alla combinazione di carico
quasi permanente delle azioni di altra natura:
F fi , d   G A  G K   p  PK ( t )   2,1  Q K ,1   i  2, i  Q K , i   Ad ( t )
con GA = 1.0 , 2,i dipendente dalla destinazione d’uso dell’edificio.

Oppure, le combinazioni di progetto per la verifica al fuoco Ffi,d


possono essere ottenute riducendo le azioni di progetto allo stato
limite ultimo a temperatura ordinaria Fd attraverso la formula:

Ffi, d   fi  Fd  GA  1,1   1.0  1,1   Qk ,1


fi   , con  
 G   Q   1 .4  1 .5   Gk

Per gli usuali valori di  risulta: fi = (0.5÷0.7)


LIVELLO DI PROGETTO IN CONDIZIONI DI INCENDIO
VALUTAZIONE DELLA RESISTENZA AL FUOCO

Valutazione analitica della resistenza al fuoco:


 Verifica tabellare o grafica
 Metodi di calcolo semplificati
 Calcolo analitico (metodi di calcolo “avanzati”).

R fi ,d ,t  E fi ,d ,t
LA VERIFICA DI RESISTENZA AL FUOCO

Le verifiche di sicurezza possono essere condotte analizzando:


 l’intera struttura, tenendo conto dell’evoluzione nel tempo e con
la temperatura delle proprietà meccaniche dei materiali e degli
effetti iperstatici indotti dalle dilatazioni termiche contrastate (ed
eventualmente degli effetti non lineari geometrici)
 parti significative della struttura;
 elementi strutturali singoli, nelle loro condizioni di vincolo e di
carico;

Prof. Ing. E. Nigro


ANALISI PER SINGOLI ELEMENTI O SOTTOSTRUTTURE
NTC 2008: Si deve tener conto degli effetti delle sollecitazioni iperstatiche
dovute alle dilatazioni termiche contrastate a meno che non sia riconoscibile a priori
che esse sono trascurabili o favorevoli o siano implicitamente tenute in conto nei
modelli semplificati e conservativi di comportamento strutturale in caso di incendio.

Intera Struttura Sottostruttura Elementi singoli


Trave
L M
Mfi,d,0 Mfi,d,0
S T U V

Nfi,d,0 Nfi,d,0 Nfi,d,0 Nfi,d,0 Colonna centrale


O P Q R O P Q R Nfi,d,0
M fi,d,0 M fi,d,0 M fi,d,0 M fi,d,0 M
M fi,d,0
Tfi,d,0
I L M N I L M N

E F G H G
Colonna laterale
E F G H
N Nfi,d,0
A B C D
M fi,d,0
Tfi,d,0

H
ANALISI PER SINGOLI ELEMENTI O SOTTOSTRUTTURE

Schema delle deformazioni della struttura di un edificio multipiano conseguenti


al caso di incendio che si verifica al primo piano dell’edificio.
EUROCODICE 3 – Parte 1-2 – STRUTTURE DI ACCIAIO
METODI DI CALCOLO SEMPLIFICATI
Classificazione delle sezioni (parti compresse) in base alla duttilità
rotazionale ed alla capacità di sviluppare le resistenze plastiche:

Capacità di formazione di una


• Classe 1 cerniera plastica con elevata
duttilità rotazionale

Capacità di formazione di una


cerniera plastica con limitata
• Classe 2 duttilità rotazionale dovuta
all’instabilità locale

Incapacità di formazione di una


• Classe 3 cerniera plastica a causa
dell’instabilità locale

L’instabilità locale sopraggiunge


• Classe 4 prima dello snervamento
METODI DI CALCOLO SEMPLIFICATI
Classificazione delle Sezioni

A “Freddo” A “Caldo”
 235   235 
ε  ε  0 ,85   
 f y   f y 

METODI DI CALCOLO SEMPLIFICATI
Curve di Riduzione di Resistenza dell’Acciaio

TENSIONE DI SNERVAMENTO

MODULO ELASTICO
MOMENTO-CURVATURA “REALE” E MOMENTO
CURVATURA “FITTIZIO” IN CASO DI INCENDIO

160
t=30 min
140

120 Soletta 130mmx1500mm


M-χ fittizio
Momento (kN*m)

100
h M-χ reale
IPE240
(S235)

80 t=60 min

60

40 t=90 min

20

0
0,00 c 0,01 cr 0,02 0,03 0,04 0,05 0,06 0,07 0,08 0,09 0,10
f <
curvatura*h
METODI DI CALCOLO SEMPLIFICATI – ELEMENTI TESI
Distribuzione uniforme di temperatura fy
N fi , θ, Rd = k y , θ ⋅ N Rd ⋅ ( γ M ,0 / γ M , fi )

k y , θ coefficiente di riduzione della tensione di


snervamento dell’acciaio alla temperatura θ
N Rd resistenza a “freddo” fy
N Rd = Aa ⋅
γ M ,0
γ M ,0 coefficiente parziale di sicurezza a “freddo”
γ M , fi = 1.0 (coefficiente di sicurezza a “caldo”)

Distribuzione non uniforme di temperatura


i f y, i=ky, ,i*f y
n
N fi ,t , Rd = ∑ Ai ⋅k y ,θ,i ⋅ f y / γ M , fi Ai
i =1
k y , θ,i coefficiente di riduzione della tensione di
snervamento dell’acciaio alla temperatura θ
dell’elementino i. N fi,t , Rd
f y tensione di snervamento dell’acciaio
γ M , fi coefficiente parziale di sicurezza a “caldo” fy
METODI DI CALCOLO SEMPLIFICATI – ELEMENTI COMPRESSI

Elementi di classe 1, 2 o 3 in compressione


(Distribuzione uniforme di temperatura)

Nb, fi , θ, Rd = χ fi ⋅ A ⋅ k y , θ ⋅ f y γ M , fi

χ fi coefficiente di riduzione per


instabilità flessionale in
condizioni di incendio
k y ,θ coefficiente di riduzione della
tensione di snervamento
dell’acciaio alla temperatura θ
γ M , fi coefficiente parziale di
sicurezza a “caldo” dell’acciaio
1
χ fi =
ϕθ + ϕθ 2 − λθ 2

ϕθ =
1
2
[
⋅ 1 + α ⋅ λθ + λθ
2
] α = 0,65 ⋅
235
fy

Rapporto di snellezza in caso di incendio: λ θ = N pl ,θ / N cr , θ = λ ⋅ k y , θ / k E , θ


METODI DI CALCOLO SEMPLIFICATI – ELEMENTI COMPRESSI

1,20
χ
Curve di instabilità "a freddo"
1,00
Curve di instabilità "a caldo"
0,80
a0
a
0,60
b

0,40 c
d
0,20

λ , λθ
0,00
0,0 0,4 0,8 1,2 1,6 2,0 2,4 2,8 3,2 3,6

Rapporto di snellezza in caso di incendio: λ θ = N pl ,θ / N cr , θ = λ ⋅ k y , θ / k E , θ


METODI DI CALCOLO SEMPLIFICATI – ELEMENTI INFLESSI
Elementi di classe 1 o 2 fy

• Distribuzione uniforme di temperatura


M fi ,θ, Rd = k y ,θ ⋅ M Rd ⋅ ( γ M ,0 / γ M , fi ) asse
neutro
k y, θ coefficiente di riduzione della tensione di
snervamento dell’acciaio alla temperatura θ
M Rd è il momento plastico resistente a “freddo” W pl ⋅ f y
M Rd =
γ M , 0 coefficiente parziale di sicurezza a “freddo” fy γ M ,0
γ M , fi coefficiente parziale di sicurezza a “caldo”

• Distribuzione non uniforme di temperatura


n
M fi ,t , Rd = ∑ Ai ⋅ zi ⋅k y , θ,i ⋅ f y / γ M , fi i f y, i=ky, ,i*f y
i =1
k y ,θ,i coefficiente di riduzione della tensione di
snervamento dell’acciaio alla temperatura θ asse
dell’elementino i. neutro
zi distanza baricentro area Ai dall’asse neutro
plastico M fi,t , Rd
f y tensione di snervamento dell’acciaio
METODI DI CALCOLO SEMPLIFICATI
METODO DELLA TEMPERATURA CRITICA
In accordo ai modelli di calcolo semplificati, per elementi
riscaldati uniformemente: Rfi,d,t = ky,θθ Rfi,d,0
D’altro canto, la resistenza al fuoco deve soddisfare:
Efi,d
Rfi,d,t ≥ Efi,d = Rfi,d,0 = µ0Rfi,d,0 ky,θθ ≥ µ0
Rfi,d,0
In particolare, quando ky,θθ = µ0 la temperatura
corrispondente è definita come temperatura critica θcr
In EN1993-1-2, è data una semplice formula per
determinare la temperatura critica θcr
1
θcr = 39.19 ln - 1 +482
µ03.833
0.9674µ
Verifica nel campo delle temperature:

Θd,t ≤ Θcr
METODI DI CALCOLO SEMPLIFICATI
METODO DELLA TEMPERATURA CRITICA
Per un dato livello di carico, la temperatura critica è la temperatura
per la quale si verifica il collasso di un elemento strutturale con
uniforme distribuzione di temperatura
Il metodo è valido per verificare la
 1 
θa ,cr = 39 ,19 ⋅ ln − 1 + 482 perdita della capacità portante di
 0,9674 ⋅ µ0
3,833 elementi (tesi, inflessi e compressi)
 non sensibili a fenomeni di instabilità.

Livello di carico
E fi ,d
µ0 =
R fi ,d ,0
IL NOMOGRAMMA
Metodo grafico per il dimensionamento delle strutture di acciaio

Limiti di applicabilità
Applicabile a:
elementi tesi
elementi inflessi
elementi compressi
Non applicabile a:
elementi con sollecitazioni composte
elementi inflessi soggetti a fenomeni di svergolamento
Ipotesi generali
Metodo di calcolo semplificato
Analisi per singoli elementi
Sollecitazioni di progetto corrispondenti a quelle alla tempo t=0
Curva di incendio standard ISO834
Temperatura uniforme nell’elemento
Effetti delle dilatazione termiche trascurati
Per le sezioni di classe di duttilità 4 la temperatura critica è 350°C
IL NOMOGRAMMA
Metodo grafico per il dimensionamento delle strutture di acciaio
IL NOMOGRAMMA
Metodo grafico per il dimensionamento delle strutture di acciaio
Fattore di sezione
modificato in
funzione dello
shadow effect

Fattore per la
distribuzione non
Fattore di
uniforme sulla
sezione
sezione trasversale
modificato in
funzione del
rivestimeno

Fattore per la
distribuzione non
uniforme lungo
l’elemento

Efi,d
µ0=
Rfi,d,0
Riferimento
Bibliografico
(Novembre 2009)

GRAZIE PER
L’ATTENZIONE

www.hoepli.it
www.promozioneacciaio.it

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