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l R Provincia di Piacenza
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d e rni Settore IV: Sviluppo Urbano
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Le caldaie sono sempre più soggette a una vasta normativa che vincola al rispetto di determinati obblighi
legislativi gli installatori professionali, sia per garantire la sicurezza degli utenti, sia per garantire il corretto scarico
dei gas e fumi, prodotti della combustione in atmosfera.
AW questo proposito è importante segnalare che il 04.08.2013 è entrata in vigore la Legge 3.8.2013, n. 90
“Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, recante disposizioni urgenti per il
recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla
prestazione energetica nell'edilizia per la definizione delle procedure d'infrazione avviate dalla Commissione
europea, nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale”. (Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Serie
Generale n. 181 del 03.08.2013).
La nuova disciplina prescrive che per impianti termici installati ex novo a partire dal 1 settembre 2013, in tutte le
tipologie di immobili, vige l'obbligo di scaricare a tetto.
Le uniche deroghe previste sono solo per:
1. sostituzioni di impianti aventi scarico a parete (o in canna ramificata) già esistenti prima del 1 settembre
2013;
2. nel caso di case storiche/stabili vincolati;
3. di fronte all'impossibilità tecnica di sbocco a tetto, asseverata da un progettista.
In tali casi, è ammesso lo scarico a parete, purché s'installino generatori di calore a gas (secondo le norme UNI) ad
alta prestazione energetica e basse emissioni.
E’ evidente che nessuno dei tre precedenti casi di deroga riguarda le nuove costruzioni, le quali, pertanto,
inderogabilmente, dovranno sempre prevedere lo scarico a tetto.
L’articolo 17-bis della norma riscrive il commi 9 ed introduce i commi 9-bis, 9-ter e 9-quater, dell’articolo 5
“Requisiti e dimensionamento degli impianti termici”, del Decreto del Presidente della Repubblica 26.08.1993, n.
412 “Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti
termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell'art. 4, comma 4, della legge
9 gennaio 1991, n. 10”.
Il nuovo testo è il seguente:
“9. Gli impianti termici installati successivamente al 31 agosto 2013 devono essere collegati ad
appositi camini, canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione, con sbocco
sopra il tetto dell'edificio alla quota prescritta dalla regolamentazione tecnica vigente.
9-bis. E' possibile derogare a quanto stabilito dal comma 9 nei casi in cui:
In breve:
1. gli impianti termici installati successivamente al 31 agosto 2013 devono essere collegati ad appositi camini,
canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione, con sbocco sopra il tetto
dell'edificio alla quota prescritta dalla regolamentazione tecnica vigente, le quote sono definite:
- nella Norma UNI 7129 “Impianti a gas per uso domestico alimentati da rete di distribuzione.
Progettazione, installazione e manutenzione”;
- nella Norma UNI 7131 “Impianti a gpl per uso domestico non alimentati da rete di distribuzione.
Progettazione, installazione e manutenzione”;
2. è possibile scaricare a parete se si sostituisce una caldaia che già scarica a parete o in canna ramificata, a
patto di utilizzare una caldaia a condensazione o una caldaia convenzionale a tiraggio forzato in classe 4 o 5
per emissioni di NOx .
In sintesi, le tipologie di scarico dei fumi da combustione di una caldaia per abitazioni singole o multifamiliari sono
tipicamente riconducibili a tre:
1) scarico a tetto;
2) scarico a parete;
3) scarico a tetto tramite canna fumaria per unità abitative multifamiliari.
Lo scarico dei fumi degli apparecchi di combustione, espulso sulle pareti delle abitazioni crea enormi problemi di
coesistenza tra le persone negli edifici plurifamiliari, ma anche nelle abitazioni singole indipendenti.
I prodotti della combustione contengono biossido e ossido di azoto, l'ossido carbonico, il biossido carbonico o
anidride carbonica e Polveri Sottili così da poter certamente affermare che giovano in modo negativo anche alla
sicurezza ed alla salute delle persone.
I fumi o più correttamente chiamati PDC Prodotti della Combustione, vanno scaricati sempre sulla copertura
dell'edificio al di fuori della zona di reflusso in modo che possano disperdersi nel migliore dei modi in atmosfera.
Gli scarichi diretti a parete di apparecchi a gas provocano sempre un oggettivo peggioramento delle condizioni
igieniche: lo stesso dicasi per quelli appartenenti alle moderne caldaie a condensazione, anzi in questo caso
abbiamo a che fare con polveri molto più sottili del normale, quelle più pericolose: PM 2.5.
Nella quasi totalità dell'Italia, i regolamenti di igiene edilizio, vietano lo scarico a parete. Una norma specifica la
UNI 7129 indica delle distanze minime da rispettare molto restrittive, specie nell'ultima versione quella del 2008
È importante sottolineare che la combustione di qualsiasi combustibile (gas, gasolio, carbone, legna, ecc.)
produce necessariamente fumi di scarico e controllarne la qualità è fondamentale per rispettare le normative
ambientali e quelle sugli impianti di riscaldamento.
Le caldaie e i bruciatori a gas offrono vantaggi in termini di minori emissioni nei fumi delle sostanze più inquinanti
quali gli ossidi di azoto (NOx), gli ossidi di zolfo (SOx), ecc...
In virtù di controlli più severi sulle emissioni inquinanti, gli organismi normativi internazionali hanno introdotto
una classificazione degli apparecchi a gas in 5 classi di emissione, come accennato in precedenza (per gli
apparecchi a gasolio esistono classi analoghe, ma con limiti più blandi). I livelli di emissione (concentrazione per
kWh di potenza installata) per le caldaie a gas sono i seguenti:
Classe NOx Livelli di emissione
1 fino a 260 mg/kWh
2 fino a 200 mg/kWh
3 fino a 150 mg/kWh
4 fino a 100 mg/kWh
Possibilità (condizionata)di scarico a parete
5 fino a 70 mg/kWh
Sulla base di questa classificazione, dunque, contenuti negli standard europei rispondenti alle norme UNI EN 297
e UNI EN 483, sono le ultime due classi di emissione che consentono l'eventuale scarico a parete per le caldaie a
condensazione. Ricordiamo che solitamente i libretti di istruzione dei generatori riportano il dato di emissione di
NOx; occorrerà dunque confrontarlo con la classificazione di cui sopra per accertare la classe di appartenenza.
Riguardo ai combustibili solidi, vige la norma UNI 10683:2012 dal titolo "Generatori di calore alimentati a legna o
altri combustibili solidi. Verifica, installazione, controllo e manutenzione" è entrata in vigore l'11.10.2012 e
sancisce in modo particolare regole, divieti, consensi sul funzionamento, installazione e scarico fumi degli impianti
di riscaldamento a combustibili solidi. Ciò che maggiormente interessa, ai fini della presente DTO, è la sezione in
cui si parla dello scarico fumi, il quale nella precedente normativa era consentito anche a parete, mentre con
Per i nuovi impianti autonomi di riscaldamento e condizionamento non è quindi più possibile lo scarico a parete
dei prodotti della combustione, ma sarà necessario lo sbocco sopra il tetto. È questa la soluzione adottata dalla
recente disposizione normativa, che ha chiuso una lunga disputa tra proprietari di appartamenti e condomini. In
forza di ciò, sarà oltremodo difficile e dispendioso dotarsi di un impianto autonomo di caldo/freddo, per come,
invece, la riforma del condominio prevede (Legge 11.12.2012 n. 220 “Modifica alla disciplina del condominio negli
edifici”).
Come noto, la recente riforma del condominio ha previsto il diritto per ciascun condomino di distaccarsi
dall’impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento, a condizione che ciò non comporti notevoli
squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini. In tal caso, il condomino resta comunque
obbligato a concorrere al pagamento delle sole spese per la manutenzione straordinaria dell’impianto e per la sua
conservazione e messa a norma.
La normativa del 2012, come sopra illustrato, consentiva lo scarico a parete dei prodotti della combustione (senza
dover arrivare sul tetto) a condizione di installare generatori a condensazione della classe più efficiente e meno
inquinante. Ciò aveva però generato notevoli problemi nei condomini e, soprattutto, le proteste dei condomini
sovrastanti, costretti a respirare i fumi di quelli sottostanti.
A tali problemi ha inteso porre fine la nuova norma n. 90/2013, in virtù della quale ora lo scarico a parete è
consentito solo agli impianti termici esistenti prima del 31 agosto 2013 e a condizione che si tratti di generatori a
condensazione della classe più efficiente e meno inquinante.
Per tutti gli altri impianti costituiti, invece, dal 1 settembre 2013 in poi, diventa obbligatorio “lo sbocco sopra il
tetto”:
tranne, appunto, che si tratti di sostituzione di impianti individuali già esistenti in “stabili plurifamiliari”
(qualora non esistano già canne fumarie individuali idonee da sfruttare);
oppure tranne che si tratti di immobili soggetti a interventi solo “conservativi” (case storiche o con vincoli di
vario genere), sempre che non abbiano già canne fumarie idonee.
Gli scaldacqua unifamiliari non sono considerati “impianti termici”.
Dal 1° settembre 2013 il “distacco”, anche con generatori “verdi”, è diventato di fatto impossibile, dato che
installare la propria canna fumaria sino al tetto comporta problemi davvero enormi nella maggior parte dei casi.
Solo in caso di “impossibilità tecnica”, attestata e asseverata da un tecnico, il condomino può evitare la canna
fumaria sino al tetto.
Il MiSE (Ministero dello Sviluppo Economico), come già accennato, ha pubblicato, in una nota del 18.12.2013, le
prime precisazioni in merito all’obbligo di scarico dei fumi degli impianti termici, facendo un pò di chiarezza sulle
caratteristiche necessarie per lo scarico a parete: dal primo settembre 2013 infatti è obbligatorio collegare i nuovi
impianti termici a canne fumarie, camini o altri sistemi di evacuazione, con sfogo sul tetto dell’edificio alla quota
definita dalla normativa in vigore (ricordiamo ancora che lo scarico a parete è ammesso solo per generatori a
Relativamente all’asseverazione del progettista che attesti l'impossibilità tecnica di sbocco a tetto è bene
precisare che è ipotizzabile il reato di falso ideologico in caso di falsa attestazione.
Secondo la giurisprudenza non vi sono ostacoli alla configurabilità del reato di falso ideologico di cui all’articolo
481 del Codice Penale in capo al progettista che attesti falsamente la conformità dell’intervento alle normative di
settore vigenti.
Accanto alla responsabilità penale il progettista potrà rispondere anche della responsabilità deontologica a
seguito dell’obbligatoria segnalazione da parte dell’Amministrazione Comunale al competente ordine
professionale.
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