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Sintesi del decreto che sostituisce le disposizioni transitorie dell’Allegato I del DLgs 192/05 per
l’attuazione della dir. 2002/91/CE
1. QUADRO TEMPORALE
Il legislatore col DPR 59/09 pubblicato in G.U il 10 Giugno 2009, da attuazione ad alcuni dei punti
previsti dall’articolo 4 del DLgs 192/05. Ed in particolare introduce un nuovo quadro di disposizioni
obbligatorie entrate in vigore il 25 Giugno 2009, che sostituiscono le indicazioni “transitorie”
dell’Allegato I del DLgs311/06.
Invece il DLgs 115/08, in vigore dal 30 maggio 2008, recepisce la direttiva 2006/32/CE e introduce
novità soprattutto in materia di bonus volumetrici, normativa tecnica e abilitazione alla
certificazione energetica.
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QUADRO TEMPORALE LEGISLATIVO
Si mantengono le stesse definizioni riportate nel DLgs192/05 e nel DLgs 311/06 aggiungendone
ulteriori tre:
Sistemi filtranti: pellicole polimeriche autoadesive applicabili su vetri, su lato interno o esterno,
in grado di modificare uno o più delle seguenti caratteristiche della superficie vetrata:
trasmissione dell'energia solare, trasmissione ultravioletti, trasmissione infrarossi, trasmissione
luce visibile.
Trasmittanza termica periodica YI E (W/m2K): è il parametro che valuta la capacità di una
parete opaca di sfasare ed attenuare il flusso termico che la attraversa nell'arco delle 24 ore,
definita e determinata secondo la norma UNI EN ISO 13786:2008 e successivi aggiornamenti.
Coperture a verde: si intendono le coperture continue dotate di un sistema che utilizza specie
vegetali in grado di adattarsi e svilupparsi nelle condizioni ambientali caratteristiche della
copertura di un edificio. Tali coperture sono realizzate tramite un sistema strutturale che
prevede in particolare uno strato colturale opportuno sul quale radificano associazioni di specie
vegetali, con minimi interventi di manutenzione, coperture a verde estensivo, o con interventi
di manutenzione media e alta, coperture a verde intensivo.
a) UNI/TS 11300 - 1 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 1: Determinazione del fabbisogno
di energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva ed invernale;
b) UNI/TS 11300 - 2 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 2: Determinazione del fabbisogno
di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua
calda sanitaria.
L’utilizzo di altri metodi e procedure e disciplinato dal comma 27 dell’articolo 4.
Gli strumenti di calcolo commerciali (software) applicativi delle metodologie descritte dalle UNI/TS
11300 devono garantire uno scostamento massimo di più o meno il 5% rispetto ai corrispondenti
parametri determinati con l'applicazione dello strumento nazionale di riferimento predisposto dal
Comitato termotecnico italiano (CTI). La predetta garanzia e fornita attraverso una verifica e
dichiarazione resa da CTI o dall'Ente nazionale italiano di unificazione (UNI).
Le software house che hanno attivato una procedura di verifica per i propri strumenti di calcolo
presso CTI o UNI, nell’attesa della validazione ufficiale possono sostituire la dichiarazione di
conformità con un’autodichiarazione in cui compare il riferimento della richiesta di verifica.
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SIMULAZIONE DINAMICA (Art. 4, comma 27, punto 0)
Per gli edifici di nuova costruzione del settore terziario con volumetria maggiore di 10.000 m3 , e
ribadito (rispetto al DLgs 192/05) l’obbligo d’adozione di opportuni modelli di simulazione che
tengano conto dell'influenza dei fenomeni dinamici.
ESERCIZIO E MANUTENZIONE IMPIANTI (Art. 5)
I criteri generali e i requisiti per l’esercizio, la manutenzione e l’ispezione degli impianti termici per
la climatizzazione invernale continuano a seguire le indicazioni previste dal DLgs 192/05.
In sintesi ricordiamo che i soggetti responsabili del controllo e manutenzione impianti sono il
proprietario, il conduttore, l’amministratore o un terzo per essi e che l’elenco delle prescrizioni da
rispettare sono elencate nell’Allegato L del DLgs 192/05 e s.m.
Per promuovere la tutela degli interessi degli utenti attraverso un’applicazione omogenea della
predetta norma sull'intero territorio nazionale, nel disciplinare la materia le regioni e le province
autonome, nel rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario nonché dei principi
fondamentali della direttiva 2002/91/CE e desumibili dal decreto legislativo, possono:
a) definire metodologie di calcolo della prestazione energetica degli edifici, diverse da quelle di cui
al comma 1 dell'articolo 3 ma che trovino in queste stesse metodologie indirizzo e riferimento;
b) fissare requisiti minimi di efficienza energetica più rigorosi attraverso la definizione di valori
prestazionali e prescrittivi minimi inferiori a quelli di cui all'articolo 4, tenendo conto delle
valutazioni tecnico-economiche concernenti i costi di costruzione e di gestione dell'edificio, delle
problematiche ambientali e dei costi posti a carico dei cittadini con le misure adottate, con
particolare attenzione alle ristrutturazioni e al contesto socio-economico territoriale.
Per le regioni e province autonome che con riferimento al recepimento della direttiva europea
2002/91/CE, alla data di pubblicazione del DPR 59/09:
- non hanno provveduto ad adottare propri provvedimenti regionali: si applicano le disposizioni
del DPR 59/09
- hanno provveduto ad adottare propri provvedimenti regionali: si deve provvedere ad adottare
misure per favorire un graduale ravvicinamento al DPR 59/09 e per garantire coerenza nei
contenuti.
Il DPR 59/09 sostiene che “è preferibile i l mantenimento di impianti termici centralizzati laddove
esistenti” nel caso di:
- edifici esistenti con un numero di unita abitative superiore a 4
- edifici appartenenti alle categorie E1 ed E2 (vd. tabella DPR 412/93 riportata di seguito) con
potenze nominali del generatore di calore dell'impianto centralizzato maggiore o uguale a 100 kW
Le cause tecniche o di forza maggiore per ricorrere ad eventuali interventi finalizzati alla
trasformazione degli impianti termici centralizzati ad impianti con generazione di calore separata
per singola unita abitativa devono essere dichiarate nella relazione tecnica.
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RELAZIONE TECNICA (Art. 4 comma 25)
Il DPR 59/09 non modifica quanto predisposto dal DLgs 192/05, pertanto la relazione tecnica da
depositare in Comune in doppia copia e contestualmente alla denuncia di inizio dei lavori, continua
a seguire le indicazioni dell’Allegato E dello stesso decreto legislativo e s.m.i.
Restano in vigore i limiti descritti dall’ ’Allegato C del DLgs 192/05 e s.m. relativamente a
trasmittanze termica, indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale e rendimento
globale medio stagionale.
Il DPR 59/09 introduce nuovi limiti di legge per quanto riguarda:
- prestazione energetica per il raffrescamento dell’edificio;
- la trasmittanza termica periodica per il controllo dell’inerzia dell’involucro opaco.
Col nuovo decreto non viene modificato l’aspetto amministrativo relativo alla documentazione da
predisporre e consegnare in Comune contestualmente alla dichiarazione di fine lavori, resta infatti
l’obbligo di consegnare:
- l’attestato di qualificazione energetica asseverato dal Direttore dei Lavori;
- l’asseverazione del Direttore dei Lavori della conformità delle opere rispetto alla relazione tecnica
(relazione L.10), al progetto e alle sue eventuali varianti in corso d’opera.
Il Comune:
- dichiara irricevibile una dichiarazione di fine lavori se la stessa non è accompagnata dalla
documentazione sopra elencata;
- definisce le modalità di controllo, accertamenti e ispezioni in corso d’opera (ovvero entro 5 anni
dalla data di fine lavori dichiarata dal committente), volte a verificare la conformità alla
documentazione progettuale;
- effettua le operazioni di controllo e verifica anche su richiesta del committente, dell’acquirente o
del conduttore dell’immobile. Il costo degli accertamenti e ispezioni e a carico dei richiedenti.
Le verifiche che gli edifici di nuova costruzione o gli interventi su edifici esistenti devono rispettare
sono vincolate al tipo di utenza cosi come definita dal DPR 412/93:
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E. 4 EDIFICI adibiti ad attività RICREATIVE, associative o di culto e assimilabili
E. 8
EDIFICI INDUSTRIALI E ARTIGIANALI riscaldati per il comfort degli occupanti
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3. VERIFICHE DA RISPETTARE
Per capire quali indicazioni e limiti di legge si devono rispettare viene proposta la seguente
procedura basata su 3 semplici passaggi (I, II e III):
I- Si determina la categoria d’applicazione del decreto nella quale si ricade a seconda del tipo
di intervento;
II- Si ricava l’elenco completo delle prescrizioni da rispettare dallo “Schema delle verifiche”
incrociando la categoria d’intervento (Tabella I) e la categoria dell’edificio in esame (E1, E2,
ecc., riportate a pagina 5);
III- Si prende atto del contenuto delle prescrizioni da rispettare consultando la tabella“Elenco
delle verifiche” (pag. 7).
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IIIIII – SCHEMA DELLE VERIFICHE (Art. 4 DPR 59/09)
Incrociando la categoria d’intervento (colonne) con la tipologia dell’edifico (righe) si ottiene l’elenco
completo delle prescrizioni da rispettare (vd. Tab. III a pag.7)
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Verificare che: U divisorio ≤ 0.8 W/m2K
E - per tutti i divisori (verticali e orizzontali) di separazione tra edifici o unita
divisori immobiliari confinanti;
(comma 16) - per tutte le strutture opache che delimitano verso l’ambiente esterno gli
ambienti non dotati di impianto di riscaldamento.
Verificare che (ad esclusione della zona F) per le località in cui il valore
medio mensile dell’irradianza sul piano orizzontale nel mese di massima
insolazione I m, s ≥ 290 W/m2 :
Gli effetti positivi che si ottengono con il rispetto dei valori di massa
superficiale o trasmittanza termica periodica delle pareti opache, possono
essere raggiunti, in alternativa, con l'utilizzo di tecniche e materiali, anche
innovativi, ovvero coperture a verde, che permettano di contenere le
oscillazioni della temp. degli ambienti in funzione dell’irraggiamento solare.
In tale caso deve essere prodotta una adeguata documentazione e
certificazione delle tecnologie e dei materiali che ne attesti l'equivalenza con
le predette disposizioni.
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In questo caso e prescritta l’adozione di un recuperatore di calore ogni
qual volta la portata totale di ricambio (G) e il numero di ore di
funzionamento (M) del sistema di ventilazione, siano superiori ai valori
limite riportati nella seguente tabella (DPR 412/93 Art.5, comma 13 e
Allegato C):
G M
Portata totale d’aria Numero di ore annue di funzionamento
da 1400 a 2100 gradi oltre 2100 gradi
m 3 /h giorno giorno
2.000 4.000 2.700
5.000 2.000 1.200
10.000 1.600 1.000
30.000 1.200 800
60.000 1.000 700
Sono prescritti, fermo restando quanto indicato dall’art.5 comma 6 del DPR
412/93 per gli impianti di potenza complessiva ≥ 350 kW all'articolo 5:
- un trattamento chimico di condizionamento per impianti di potenza
nominale del focolare complessiva ≤ 100 kW;
-un trattamento di addolcimento per impianti di potenza nominale del
V focolare complessiva compresa tra 100 e 350 kW;
NOVITA’ trattamento Tali indicazioni valgono:
ACS -in assenza di produzione di ACS e in presenza di acqua di alimentazione
(comma 14) dell'impianto con durezza temporanea ≥ 25 °f;
- in caso di produzione di ACS in presenza di acqua di alimentazione
dell'impianto con durezza temporanea > 15 °f
Per quanto riguarda i predetti trattamenti si fa riferimento alla norma tecnica
UNI 8065.
Per valori di S/V compresi nell’intervallo 0.2 e 0.9 e, analogamente, per gradi giorno (GG) intermedi ai
limiti delle zone climatiche riportati in tabella, si procede mediante interpolazione lineare.
Per località caratterizzate da un numero di GG > 3001 i valori limite sono determinati per estrapolazione
lineare, sulla base dei valori fissati per la zona climatica E, con riferimento al numero di GG proprio della
località in esame (DM 11 aprile 2008).
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Edifici residenziali della classe E1, esclusi collegi, conventi, case di pena, e caserme
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Tutti gli altri edifici
Zona climatica Dal 1 gennaio 2006 Da l 1 gennaio 2008 Dal 1 gennaio 2010
A 0.85 0.72 0.62
B 0.64 0.54 0.48
C 0.57 0.46 0.40
D 0.50 0.40 0.36
E 0.46 0.37 0.34
F 0.44 0.35 0.33
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Coperture (U limite in W/m2 K)
Zona climatica Dal 1 gennaio 2006 Da l 1 gennaio 2008 Dal 1 gennaio 2010
A 0.80 0.42 0.38
B 0.60 0.42 0.38
C 0.55 0.42 0.38
D 0.46 0.35 0.32
E 0.43 0.32 0.30
F 0.41 0.31 0.29
Zona climatica Dal 1 gennaio 2006 Da l 1 gennaio 2008 Dal 1 gennaio 2010
A 0.80 0.74 0.65
B 0.60 0.55 0.49
C 0.55 0.49 0.42
D 0.46 0.41 0.36
E 0.43 0.38 0.33
F 0.41 0.36 0.32
Zona climatica Dal 1 gennaio 2006 Da l 1 gennaio 2008 Dal 1 gennaio 2010
A 5.5 5.0 4.6
B 4.0 3.6 3.0
C 3.3 3.0 2.6
D 3.1 2.8 2.4
E 2.8 2.4 2.2
F 2.4 2.2 2.0
Zona climatica Dal 1 gennaio 2006 Da l 1 gennaio 2008 Dal 1 gennaio 2010
A 5.0 4.5 3.7
B 4.0 3.4 2.7
C 3.0 2.3 2.1
D 2.6 2.1 1.9
E 2.4 1.9 1.7
F 2.3 1.7 1.3
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5. CERTIFICAZIONE ENERGETICA
Su questo argomento ne l’ultimo DPR 59/09, ne il DLgs 115/08, introducono novità sostanziali, ma
rimandano a una futura pubblicazione di Linee Guida Nazionali sulla certificazione energetica degli edifici.
Nelle tabelle che seguono sono riportate le definizioni principali sull’argomento e una sintesi
dell’evoluzione dell’obbligo dell’attestato di certificazione.
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energetica in vigore, nonché i possibili passaggi di classe a seguito della eventuale
realizzazione degli interventi stessi (nel caso di edifici esistenti).
L’estensore provvede ad evidenziare opportunamente sul frontespizio del
documento che il medesimo non costituisce attestato di certificazione energetica
dell’edificio, ai sensi del presente decreto, nonché, nel sottoscriverlo, quale e o e
stato il suo ruolo con riferimento all’edificio medesimo.
Sono abilitati ai fini dell’ attività di certificazione energetica, e quindi riconosciuti
come soggetti certificatori tecnici operanti in veste di:
-dipendente di enti ed organismi pubblici;
-dipendente di società di servizi pubbliche o private;
-professionista libero od associato,
iscritti ai relativi ordini e collegi professionali, ed abilitati all’esercitazione della
professione relativa alla progettazione di edifici e d’impianti, asserviti agli edifici
stessi, nell’ambito delle competenze ad esso attribuite dalla legislazione vigente.
Certificatore Il tecnico abilitato opera quindi all'interno delle proprie competenze. Ove il tecnico
energetico non sia competente nei campi sopra citati (o nel caso che alcuni di essi esulino dal
(DLgs115, Al l . III ) proprio ambito di competenza), egli deve operare in collaborazione con altro tecnico
abilitato in modo che il gruppo costituito copra tutti gli ambiti professionali su cui è
richiesta la competenza.
Ai soli fini della certificazione energetica, sono tecnici abilitati anche i soggetti in
possesso di titoli di studio tecnico scientifici, individuati in ambito territoriale da
regioni e province autonome, e abilitati dalle predette amministrazioni a seguito di
specifici corsi di formazione per la certificazione energetica degli edifici con
superamento di esami finale. I predetti corsi ed esami sono svolti direttamente da
regioni e province autonome o autorizzati dalle stesse amministrazioni.
Ai fini di assicurare indipendenza ed imparzialità di giudizio dei soggetti certificatori,
i tecnici abilitati, all'atto di sottoscrizione dell'attestato di certificazione energetica,
dichiarano:
Indipendenza e a) nel caso di certificazione di edifici di nuova costruzione, l'assenza di conflitto di
interessi, tra l'altro espressa attraverso il non coinvolgimento diretto o indiretto nel
imparzialità
processo di progettazione e realizzazione dell'edificio da certificare o con i
del
produttori dei materiali e dei componenti in esso incorporati, nonché rispetto ai
certificatore vantaggi che possano derivarne al richiedente;
(DLgs115, Al l . III ) b) nel caso di certificazione di edifici esistenti, l'assenza di conflitto di interessi,
ovvero di non coinvolgimento diretto o indiretto con i produttori dei materiali e dei
componenti in esso incorporati, nonché rispetto ai vantaggi che possano derivarne
al richiedente.
L’evoluzione dell’obbligo della certificazione energetica dal Dlgs 192/05 al DPR 59/09
EVOLUZIONE LEGISLATIVA
DLgs 192/2005
Nei casi di edifici di nuova costruzione; ristrutturaz. Integrali degli elementi
entro un anno
d’involucro di edifici esistenti con Su t i l e>1000m2 e demolizione e ricostruzione in
(dall ‘entrata in
manutenzione straordinaria di edifici esistenti con Su t i l e>1000m2 , l’attestato e
vigore del
redatto al termine della costruzione medesima e a cura del costruttore secondo i
DLgs192) criteri e le metodologie previsti nei decreti attuativi da emanare
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dal 1 luglio 2007 Nel caso di trasferimento a titolo oneroso dell’ intero immobile per gli edifici con
superficie utile > 1000m2 .
Nel caso di trasferimento a titolo oneroso dell’ intero immobile con esclusione delle
dal 1 luglio 2008
singole unita immobiliari per gli edifici con superficie utile anche < 1000m2 .
dal 1 luglio 2009 Nel caso di t.t.o. anche delle singole unita immobiliari.
Necessario l’attestato di certificazione energetica per accedere a incentivi e
dal 1 gennaio agevolazioni di qualsiasi natura fiscali correlati in qualsiasi modo ad intervento
2007 sull’edificio, impianti o modalità d’esercizio.
DETRAZIONI 55%
Nel caso di domanda di detrazione per le spese relative a:
Periodo 2008- — riqualificazione energetica dell’edificio;
2010 — isolamento involucro opaco;
(DM 7 Apr 2008) — sostituzione caldaie esistenti.
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