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EDIFICI.
Strutture opache e
Strutture trasparenti.
1- PREMESSA
2
La Direttiva Europea 2002/91/CE sulle prestazioni energetiche degli edifici, approvata nel Dicembre 2002 ,
ha riportato lattenzione su una maggiore accuratezza nella progettazione delledificio, con particolare
riguardo al suo involucro, con lo scopo di ridurre i consumi energetici, garantire un migliore livello di comfort
e ridurre limpatto sullambiente esterno. Pi precisamente tale Direttiva prevede una regolamentazione
europea che fissi soglie di consumo energetico negli edifici e lintroduzione di certificati energetici standard
che permettano di fare entrare la variabile energetica sul mercato immobiliare stimolando la domanda di
edifici a basso consumo energetico. Il concetto della certificazione energetica era, peraltro, gi insito nella
3
legislazione italiana (si veda a questo proposito lart. 30 della Legge 10/91 ).
In particolare la Direttiva Europea 2002/91/CE prevede allart. 3 che gli Stati membri dellUnione Europea
applichino una metodologia di calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici sulla base del Quadro
generale riportato nellAllegato alla Direttiva; si veda, a questo proposito, il Prospetto I seguente.
NellAllegato si prescrive che il metodo di calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici deve
comprendere, tra laltro, una analisi dei seguenti aspetti: le caratteristiche termofisiche degli elementi di
involucro e delle partizioni interne, la posizione e lorientamento degli edifici, lilluminazione e la ventilazione
naturale, i sistemi solari passivi e le schermature alla radiazione solare.
Prospetto I Allegato alla Direttiva Europea 2002/91/CE (il testo riportato nella versione originale in lingua inglese)
ANNEX
General framework for the calculation of energy performance of buildings (Article 3)
1. The methodology of calculation of energy performances of buildings shall include at least the following aspects:
(a) thermal characteristics of the building (shell and internal partitions,etc.). These characteristics may also include airtightness;
(b) heating installation and hot water supply, including their insulation characteristics;
(c) air-conditioning installation;
(d) ventilation;
(e) built-in lighting installation (mainly the non-residential sector);
(f) position and orientation of buildings, including outdoor climate;
(g) passive solar systems and solar protection;
(h) natural ventilation;
(i) indoor climatic conditions, including the designed indoor climate.
2. The positive influence of the following aspects shall,where relevant in this calculation,be taken into account:
(a) active solar systems and other heating and electricity systems based on renewable energy sources;
(b) electricity produced by CHP;
(c) district or block heating and cooling systems;
(d) natural lighting.
3. For the purpose of this calculation buildings should be adequately classified into categories such as:
(a) single-family houses of different types;
(b) apartment blocks;
(c) offices;
(d) education buildings;
(e) hospitals;
(f) hotels and restaurants;
(g) sports facilities;
(h) wholesale and retail trade services buildings;
(i) other types of energy-consuming buildings.
Gli Stati membri dell'Unione Europea avrebbero dovuto adottare disposizioni legislative nazionali (o
regionali) necessarie per lattuazione della Direttiva Europea 202/91/CE entro il 4 gennaio 2006. LItalia ha
4
recepito la Direttiva con la Legge Comunitaria 2003 , con la quale si delegava il governo ad emanare i
2
Direttiva 2002/91/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 Dicembre 2002 sulle prestazioni energetiche
nelledilizia (Gazzetta Ufficiale delle Comunit Europee L 1/65 del 4 Gennaio 2003).
3
Legge n.10 del 9 Gennaio 1991, Norme per l'attuazione del piano energetico nazionale in materia di uso razionale
dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia.
4
Legge n.306 del 31 ottobre 2003, Disposizioni per ladempimento di obblighi derivanti dallappartenenza dellItalia alle
Comunit europee.
decreti legislativi attuativi entro diciotto mesi dallentrata in vigore della legge; in seguito, nellagosto 2005,
5
la Direttiva stata adottata con il Decreto Legislativo 192/2005 (recentemente modificato ed integrato dal
6
Decreto Legislativo 311/2006 ), del quale ad oggi, si attendono i necessari provvedimenti legislativi di
attuazione.
7
8
In alcune regioni italiane ( il caso, p.e., dellEmilia Romagna e della Toscana ) sono stati recentemente
approvati provvedimenti legislativi in materia di energia con i quali si sono introdotti a livello locale i principi
espressi dalla Direttiva Europea 2002/91/CE, in anticipo sulla legislazione nazionale (si veda a questo
9
proposito il D. Lgs.vo 192/2005 allart.17 - Clausola di cedevolezza ).
Dal punto di vista regionale, la situazione italiana assai articolata; attraverso alcune leggi emanate da
10
11
varie regioni negli ultimi anni (p.e. L.R. Toscana 1/2005 , L.R. Abruzzo 22/2002 e L.R. Umbria
12
38/2000 ), sono stati introdotti, sia per le nuove costruzioni che nei casi di ristrutturazione edilizia,
incentivi volumetrici, vale a dire aumenti di volume edificabile, qualora questi contribuiscano al
miglioramento dei livelli di coibentazione termica, acustica o di inerzia termica, si pensi ad un eventuale
isolamento a cappotto delledificio o allapplicazione di strati di rivestimento esterni per realizzare una
intercapedine ventilata (si vedano per questi aspetti i paragrafi seguenti). Particolarmente significativa la
L.R. 38/2000 dellUmbria finalizzata a diffondere soluzioni tecnico-costruttive passive che abbiano gli
obiettivi di: migliorare il comfort termoigrometrico interno degli edifici, ridurre i consumi energetici e
contenere limpatto ambientale. La L.R. 38/2000 contiene interessanti elementi di novit indicando limpiego
di pareti ventilate o di soluzioni proprie dellarchitettura bioclimatica, qualora tali sistemi producano un
miglioramento del comportamento energetico delledificio.
Sempre a livello regionale utile infine citare una interessante esperienza condotta dalla Regione Toscana
che nel luglio 2004 ha approvato un documento contenente Linee guida per la valutazione della qualit
13
14
energetica ed ambientale degli edifici . Le Linee Guida si basano essenzialmente sul Protocollo ITACA
configurandosi come un sistema a punteggio per la certificazione energetica ed ambientale degli edifici che
prevede lesame delle prestazioni delledificio attraverso sette aree di valutazione: la qualit ambientale
degli spazi esterni, il risparmio di risorse, il carico ambientale, la qualit dellambiente interno, la qualit del
servizio, la qualit della gestione ed i trasporti. Alcuni aspetti significativi delle Linee Guida della Toscana
riguardano lisolamento termico degli edifici, lorientamento degli edifici, lilluminazione naturale e la
ventilazione naturale degli ambienti.
Decreto Legislativo n.192 del 19 agosto 2005, Attuazione della Direttiva 2002/91/CE relativa alle prestazioni
energetiche nelledilizia.
6
Decreto Legislativo n.311 del 29 dicembre 2006, Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto
2005, n.192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nelledilizia.
7
Legge Regione Emilia-Romagna n.26 del 23 dicembre 2004, Disciplina della programmazione energetica territoriale
ed altre disposizioni in materia di energia.
8
Legge Regione Toscana n.39 del 24 febbraio 2005, Disposizioni in materia di energia.
9
D. Lgs.vo 192/2005, art. 17 Clausola di cedevolezza: In relazione a quanto disposto dallart. 117, quinto comma,
della Costituzione, e fatto salvo quanto previsto dallarticolo 16, comma 3, della Legge 4 febbraio 205, n. 11, per le
norme afferenti a materie di competenza esclusiva delle regioni e provincie autonome, le norme del presente decreto e
dei decreti ministeriali applicativi nelle materia di legislazione concorrente si applicano per le regioni e provincie
autonome che non abbiano ancora provveduto al recepimento della direttiva 2002/91/CE fino alla data di entrata in
vigore della normativa di attuazione adottata da ciascuna regione e provincia autonoma. Nel dettare la normativa di
attuazione le regioni e le provincie autonome sono tenute al rispetto dei vincoli derivanti dallordinamento comunitario e
dei principi fondamentali desumibili dal presente decreto e dalla stessa direttiva 2002/91/CE.
10
Legge Regione Toscana n. 1 del 3 gennaio 2005, Norme per il governo del territorio.
11
Legge Regione Abruzzo n.22 del 11 ottobre 2002, Modalit di calcolo per lapplicazione dei parametri urbanisticiedilizi ai fini del miglioramento dei livelli di coibentazione termo-acustica e del contenimento dei consumi energetici.
12
Legge Regione Umbria n.38 del 20 dicembre 2000, Agevolazioni nel calcolo dei parametri urbanistici per il
miglioramento del comfort ambientale e del risparmio energetico degli edifici.
13
Decisione della Giunta Regionale Toscana n.24 del 12 luglio 2004 sulla approvazione delle Linee Guida per la
valutazione della qualit energetica ed ambientale degli edifici.
14
Nel dicembre 2001 si costituito presso ITACA (Istituto per la Trasparenza, lAggiornamento e la Certificazione degli
Appalti) un gruppo di lavoro interregionale che ha affrontato le tematiche delledilizia sostenibile sulla base delle
esperienze condotte nelle varie regioni italiane. Il gruppo di lavoro ha predisposto un sistema per la valutazione della
ecosostenibilit degli edifici (Protocollo ITACA, approvato dalla Conferenza delle Regioni nel gennaio 2004) basato sui
principi del metodo internazionale Green Building Challenge (GBC).
isolante disposto sulla faccia interna della parete (isolamento a cappotto interno o in controparete);
isolante allinterno di unintercapedine compresa fra due strati di muratura (muro a cassetta o parete
sandwich).
In uno studio recente dellAssociazione europea dei produttori di materiali isolanti sono riportati i risultati
di unanalisi statistica sugli spessori medi di isolante, adottati nei vari paesi dellUnione Europea; tali valori
risultano compresi tra 5cm (p.e. Italia, Belgio, Grecia e Turchia) e 25cm (p.e. Svezia). In particolare
interessante notare il notevole incremento degli spessori medi di isolante dal 1982 ad oggi (dal 10% in Italia
al 84% in Svezia), in gran parte determinato dallemanazione di normative nazionali sul risparmio
energetico; quindi facilmente prevedibile che, in futuro, assumeranno sempre maggiore importanza i
problemi relativi alla distribuzione dellisolante allinterno della parete, in particolare nella produzione
industrializzata di pannelli multistrato.
Si osservi infine che, negli ultimi decenni, la continua ricerca di nuovi materiali da costruzione sempre pi
leggeri e lapplicazione di pi avanzate tecniche produttive di lavorazione (si pensi per esempio
allestrusione e allautoclavatura) hanno determinato una larga diffusione di materiali edili di notevole
resistenza meccanica e con bassi valori della conducibilit termica. Questi materiali (p.e. elementi di
muratura in laterizio o calcestruzzo tipo Alveolater, Poroton, Leca, Siporex, ecc.), prodotti in blocchi o
pannelli, permettono di realizzare pareti omogenee, portanti e/o di tamponamento, con buone
caratteristiche meccaniche e con notevoli caratteristiche termiche sia resistive sia capacitive. Una rassegna
16
delle caratteristiche termofisiche dei materiali da costruzione riportata in UNI 10351/1994 ed UNI EN
17
12524/2001 . Varie esemplificazioni di pareti multistrato realizzabili in edilizia sono rappresentate in UNI
18
10355/1994 .
15
3b- Densit
3
La densit (kg/m ), o massa volumica, esprime la massa in chilogrammi dellunit di volume di materiale.
In genere la conducibilit termica, k, di un materiale aumenta allaumentare della densit.
19
CNR - Progetto Finalizzato Energetica, Repertorio delle caratteristiche termofisiche dei componenti edilizi opachi e
trasparenti. PEG, Milano, 1982; AA.VV., Manuale di Progettazione Edilizia - Materiali e prodotti (vol. 5). Ed. Hoepli,
Milano, 1994.
Tabella I Caratteristiche termofisiche dei pi comuni materiali utilizzati nelledilizia (fonte: UNI 10351)
Tipologia
LATERIZI
Confezionato con
aggregati naturali
Di argille espanse
Di argille espanse
CALCESTRUZZI
A STRUTTURA
APERTA
Cellulare autoclavato
Di perlite e vermiculite
Calcestruzzo in genere
(in mancanza di ulteriori informazioni)
MATERIALI
ISOLANTI
LEGNAMI
ROCCE
NATURALI
Intonaco di gesso
Intonaco di gesso (o calce) e sabbia
Intonaco di cemento e sabbia
Fibre di vetro in pannelli rigidi
Fibre minerali ottenute da
loppe di altoforno in pannelli
rigidi
ISOLANTI
Argilla espansa in granuli
MINERALI
Perlite espansa in granuli
Vermiculite espansa in granuli
Vetro cellulare espanso
Polietilene estruso in continuo
(non reticolato)
Polistirene espanso
ISOLANTI DI sinterizzato (in lastre ricavate
da blocchi)
SINTESI
Poliuretano (in lastre ricavate
da blocchi)
Poliuretano espanso in situ
Pannelli di fibre di legno duri
ed extraduri
ISOLANTI
VEGETALI
Pannelli di sughero espanso
con leganti
Abete (con flusso perpendicolare alle fibre)
Pino (con flusso perpendicolare alle fibre)
Quercia (con flusso perpendicolare alle fibre)
Ardesia
Granito
Porfido
Tufo
(kg/m3)
600
800
1200
1600
1800
2000
2000
2400
1000
1700
500
1000
400
800
250
400
400
600
800
1200
1600
1800
600
1000
1300
1600
1800
100
k (W/mK)
0.25
0.30
0.43
0.59
0.72
0.90
1.16
1.91
0.31
0.75
0.16
0.31
0.15
0.25
0.13
0.15
0.19
0.24
0.30
0.47
0.73
0.93
0.18
0.40
0.57
0.80
1.00
0.038
cp (kJ/kgK)
0.84
0.84
0.84
0.84
0.84
0.84
0.88
0.92
0.88
0.88
0.88
0.88
0.88
0.88
1.088
1.38
0.88
0.88
0.88
0.88
0.88
0.88
1.00
1.00
1.00
1.00
1.00
0.84
(m2/s)10-6
0.496
0.446
0.427
0.439
0.476
0.536
0.659
0.865
0.352
0.501
0.364
0.352
0.426
0.355
0.478
0.272
0.540
0.455
0.426
0.445
0.518
0.587
0.300
0.400
0.438
0.500
0.556
0.452
100
0.046
0.84
0.548
280
100
80
150
0.09
0.066
0.077
0.060
0.92
0.84
0.84
0.84
0.349
0.786
0.115
0.476
30
0.050
2.10
0.794
30
0.040
1.25
0.107
32
0.032
1.30
0.769
37
0.035
1.30
0.728
800
0.14
2.10
0.833
200
0.052
2.10
0.124
450
550
850
2700
3000
2200
2300
0.12
0.15
0.22
2.0
4.1
2.9
1.7
1.38
1.66
1.26
1.26
0.88
0.84
0.70
0.193
0.164
0.205
0.588
0.155
0.157
0.106
Nota Il valore di stato calcolato utilizzando i valori di e k tabulati nella UNI 10351 ed i valori di cp pubblicati nella letteratura
specializzata (CNR, 1982). Per gli intonaci sono stati considerati i valori di , k e cp indicati nella UNI EN 12524.
Tabella II Caratteristiche termofisiche di altri materiali utilizzati in edilizia (fonte: UNI EN 12524)
Tipologia
MATERIE
PLASTICHE
COMPATTE
GOMME
SIGILLANTI
(per tenuta
e taglio
termico)
(kg/m3)
1200
1390
1180
1150
920
1050
1200
1200
910
1240
6080
1150
720
1450
750
70
70
300
1000
300
900
650
250
800
PANNELLI A
BASE DI
LEGNO
Truciolare
Tavole a fibre orientate (OSB)
Pannelli di fibre di media massa volumica
k (W/mK)
0.20
0.17
0.18
0.25
0.33
0.16
0.25
0.20
0.13
0.23
0.06
0.25
0.13
0.50
0.12
0.05
0.05
0.09
0.24
0.10
0.18
0.13
0.07
0.18
cp (kJ/kgK)
1.20
0.90
1.50
1.60
2.20
1.30
1.80
1.80
1.10
2.14
1.50
1.00
1.00
1.00
1.00
2.30
1.50
1.60
1.60
1.70
1.70
1.70
1.70
1.70
(m2/s)10-6
0.139
0.136
0.102
0.136
0.163
0.117
0.116
0.926
0.130
0.867
0.6670.500
0.217
0.181
0.345
0.160
0.311
0.476
0.188
0.150
0.196
0.118
0.118
0.165
0.132
Nota Il valore di stato calcolato utilizzando i valori di e k e cp tabulati nella UNI EN 12524.
20
Nella norma UNI 10351 (v. nota 16), sono riportati, fra gli altri, i seguenti valori:
3
20
Per i materiali normalmente impiegati in edilizia (v. Tab. I) la conducibilit, k (ovvero la conduttivit utile di
calcolo, ), varia da circa 0.030 (materie plastiche cellulari) a circa 1.90 W/mK (calcestruzzi).
In particolare per i laterizi (mattoni pieni, forati o blocchi leggeri) i valori di riferimento della conducibilit (k)
3
dipendono in gran parte dalla densit () e sono compresi tra 0.13 W/mK, per =600 kg/m (maggiorazione
3
90%) e 0.90 W/mK, per =2000 kg/m (maggiorazione 12%). Si osservi che per i laterizi la trasmissione del
calore dovuta non solo alla conduzione attraverso la pasta (argilla) ma anche a fenomeni di
irraggiamento, convezione e conduzione nelle cavit presenti dovute alla foratura o a processi di
alleggerimento in pasta (p.e. ottenuti con linclusione, al momento dellimpasto, di materiali come il
polistirolo, che durante il processo di cottura evaporano lasciando delle piccole cavit). Sarebbe quindi pi
corretto, per i laterizi, parlare di conduttivit termica apparente o equivalente.
Con la norma UNI EN 12524 (v. nota 17) sono stati introdotti i valori termici di progetto per numerosi
materiali edili (termicamente omogenei) impiegati pi di recente nellindustria delle costruzioni.
Il valore termico di progetto il valore di una caratteristica termica di un materiale (p.e. la conducibilit) in
condizioni di installazione tipiche per le prestazioni del materiale considerato (eventualmente incorporato in
un componente edilizio). A questo proposito la Norma indica direttamente il valore delle conduttivit termica
di progetto , senza riportare alcun riferimento al coefficiente di maggiorazione m.
La Norma, riporta con accurato dettaglio le caratteristiche di: rivestimenti per pavimenti; materie plastiche
compatte; gomme e sigillanti per tenuta e taglio termico; pannelli a base di legno (v. Tab. II) e non
sostituisce la precedente UNI 10351.
(1)
1
1
=
+
U i
kii + e + R a
i =1
avendo indicato con i ed e i coefficienti di scambio termico liminare rispettivamente sulla faccia interna ed
esterna della parete e con Ra la resistenza dellintercapedine camera daria. Essendo la somma presente
nella relazione (1) una operazione commutativa il flusso termico non dipende dallordine di successione
degli strati; dipender invece dallordine di successione degli strati landamento della temperatura allinterno
della parete e il suo comportamento igrometrico interstiziale.
I valori di Ra, in funzione dello spessore dellintercapedine daria, della giacitura e del verso del flusso
21
termico, sono riportati nella norma UNI EN ISO 6946 (v. Tab. III).
2
Tabella III - Resistenza termica Ra (m K/W) di intercapedini daria non ventilate (fonte: UNI EN ISO 6946).
Spessore dellintercapedine
(mm)
0
5
7
10
15
25
50
100
300
21
UNI EN ISO 6946 (1999), Componenti ed elementi per edilizia - Resistenza termica e trasmittanza termica - Metodo
di calcolo.
Per i coefficienti di scambio termico liminare, nel caso del calcolo del flusso termico che attraversa una
parete, si possono assumere come valori di riferimento quelli riportati nella stessa UNI EN ISO 6946, v.
Tab. IV.
Nei casi in cui il progettista debba compiere le verifiche igrometriche, rese peraltro obbligatorie dal recente
D. Lgs.vo 192/2005, si dovranno considerare, per motivi di sicurezza, valori differenti (in genere pi bassi)
22
del coefficiente liminare interno .
Le resistenze liminari sono comprensive degli effetti di convezione e irraggiamento. Per la determinazione
dei valori normalizzati si assunto: per la resistenza liminare esterna una velocit del vento non superiore
a 4 m/s e per la resistenza liminare interna condizioni di convezione naturale (si osservi che la convezione
potrebbe risultare forzata se sotto finestra fosse installato un componente dimpianto, p.e. un ventilatore ad
aria calda).
Il valore di e dipende notevolmente dal vento. In appendice alla UNI EN ISO 6946, riportata una tabella
di valori per re=1/e in funzione della velocit del vento, per velocit comprese fra 1 e 10 m/s (v. Tab. V).
Tabella IV Prospetto dei coefficienti liminari riportati nella normativa nazionale
Descrizione
Simbolo
UNI EN ISO
6946/1999
10
i
2
(W/m K)
7.7
5.9
e
2
(W/m K)
25
25
Nota - Nella UNI EN ISO 6946 si considera orizzontale una superficie con inclinazione fino a +/- 30 rispetto allorizzontale.
Tabella V Valori di re (m K/W) per varie velocit, v (m/s), del vento (UNI EN ISO 6946)
v
(m/s)
1
2
3
4
5
7
10
re
2
(m K/W)
0.08
0.06
0.05
0.04
0.035
0.03
0.02
Nella norma UNI 10355 (v. nota 18) sono riportati i valori della resistenza termica, calcolati con il metodo
degli elementi finiti, per le pi comuni tipologie di murature e solai, in laterizio o calcestruzzo, utilizzate
nelledilizia italiana (v. a titolo esemplificativo la Tab. VI). I valori indicati nella norma si riferiscono a pareti
verticali esterne (in mattoni o blocchi, pieni o forati), interne e a solai interpiano (anche in laterocemento).
Tengono conto della eventuale presenza di cavit (p.e. blocchi forati), degli strati di intonaco su ciascuna
delle facce delle strutture considerate, dei giunti di malta e delle resistenze liminari. Nel caso dei solai
anche considerato lo strato di caldana ed una soletta in calcestruzzo armato (nel caso di solaio realizzato in
blocchi non collaboranti).
22
Si vedano a questo proposito le norme: UNI 10350 (1999), Componenti edilizi e strutture edilizie - Prestazioni
igrometriche - Stima della temperatura superficiale interna per evitare umidit critica superficiale e valutazione del
rischio di condensazione interstiziale; UNI EN ISO 13788 (2003), Prestazione igrometrica dei componenti e degli
elementi per edilizia Temperatura superficiale interna per evitare lumidit superficiale critica e condensazione
interstiziale Metodo di calcolo.
10
Tabella VI Caratteristiche di alcune strutture di pareti esterne e solai interpiano (fonte: UNI 10355)
Descrizione della struttura
Muratura a due teste in mattoni pieni
Muratura a due teste in mattoni semipieni
Muratura in blocchi forati di laterizio
Muratura in blocchi pieni di cls alleggerito
Muratura in blocchi semipieni di cls alleggerito
Solaio interpiano in laterocemento
Solaio in calcestruzzo alleggerito
Spessore
d (cm)
Dendsit
3
(kg/m )
25
25
25
25
25
25
25
1800
1800
1800
800
900
1800
10
Massa
superficiale
2
(kg/m )
450
297
187
189
159
298
289
Resistenza
termica
2
R (m K/W)
0.32
0.47
0.77
0.83
0.93
0.35
0.47
23
Si vedano a questo proposito gli articoli: Amato D., Il nuovo decreto per lisolamento termico degli edifici. Rivista neoEbios, 2000, n.3, pp. 9-13; Martino A., Legge 10: cosa cambia. Esempi e confronto con lattuale normativa. Rivista
neo-Ebios, 2000, n.3, pp. 33-37.
24
Le zone climatiche in cui risulta suddiviso il territorio nazionale sono definite allArt. 2 del D.P.R. 412/93 in funzione
dei gradi-giorno. I gradi-giorno di una localit sono definiti come la somma, estesa a tutti i giorni di un periodo
convenzionale di riscaldamento, delle sole differenze positive giornaliere tra la temperatura dellambiente,
convenzionalmente fissata a 20 C, e la temperatura media esterna giornaliera. I gradi-giorno di ciascuna localit
italiana sono tabulati nello stesso D.P.R. 412/93 (cui senzaltro si rimanda per i necessari approfondimenti).
25
Per ponte termico si intende una struttura in cui il campo termico non pu essere schematizzato come
unidimensionale; in generale sono ponti termici le zone dove si uniscono i materiali con conducibilit termica diversa o
dove si realizzano geometri particolari. Un ponte termico considerato corretto quando la trasmittanza termica della
porzione di parete esterna in corrispondenza del ponte termico non supera per pi del 15% la trasmittanza termica
della parete interessata dalla presenza del ponte termico stesso (v. Allegato A al D. Lgs.vo 192/2005).
11
Per quanto riguarda, invece, la trasmittanza termica limite delle pareti divisorie (verticali e orizzontali) tra
unit immobiliari distinte dovr risultare, nelle zone climatiche dalla C alla F:
2
U Ulim = 0.80 W/m K.
Lo stesso valore limite deve essere rispettato per tutte le pareti opache (verticali, orizzontali ed inclinate)
che delimitano verso lesterno gli ambienti non dotati di impianto di riscaldamento.
E assai interessante notare che, introducendo un valore limite alla trasmittanza termica delle pareti di
separazione tra unit immobiliari distinte, il D. Lgs.vo 192/2005 riporta un esplicito riferimento al rispetto del
D.P.C.M. del 5 dicembre 1997 sulla determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici. Ci
rappresenta un utile monito al progettista che, dovendo progettare con maggiore cura lisolamento termico
delle pareti degli edifici, non pu sottrarsi dal progettare con pari attenzione lisolamento acustico delle
pareti.
12
Tabella VII Trasmittanza termica massima, Ulim (W/m K), e resistenza termica minima, Rlim (m K/W)
di pareti verticali opache (fonte: Allegato C al D. Lgs.vo 192/2005, come sostituito dal D. Lgs.vo 311/2006).
Zona
Climatica
A
B
C
D
E
F
Ulim (W/m K)
Rlim (m K/W)
In vigore dal 1
gennaio 2006
In vigore dal 1
gennaio 2008
In vigore dal 1
gennaio 2010
0.85
(1.10)
0.64
(0.83)
0.57
(0.74)
0.50
(0.65)
0.46
(0.60)
0.44
(0.57)
0.72
(0.94)
0.54
(0.70)
0.46
(0.60)
0.40
(0.52)
0.37
(0.48)
0.35
(0.46)
0.62
(0.81)
0.48
(0.62)
0.40
(0.52)
0.36
(0.47)
0.34
(0.44)
0.33
(0.43)
In vigore dal 1
gennaio 2006
In vigore dal 1
gennaio 2008
In vigore dal 1
gennaio 2010
1.18
1.39
1.61
1.56
1.85
2.08
1.75
2.17
2.50
2.00
2.50
2.78
2.17
2.70
2.94
2.27
2.86
3.03
Tabella VIII Trasmittanza termica massima, Ulim (W/m K), e resistenza termica minima, Rlim (m K/W)
di coperture (fonte: Allegato C al D. Lgs.vo 192/2005, come sostituito dal D. Lgs.vo 311/2006).
Zona
Climatica
A
B
C
D
E
F
Ulim (W/m K)
Rlim (m K/W)
In vigore dal 1
gennaio 2006
In vigore dal 1
gennaio 2008
In vigore dal 1
gennaio 2010
0.80
(1.04)
0.60
(0.78)
0.55
(0.72)
0.46
(0.60)
0.43
(0.56)
0.41
(0.53)
0.42
(0.55)
0.42
(0.55)
0.42
(0.55)
0.35
(0.46)
0.32
(0.42)
0.31
(0.40)
0.38
(0.49)
0.38
(0.49)
0.38
(0.49)
0.32
(0.42)
0.30
(0.39)
0.29
(0.38)
In vigore dal 1
gennaio 2006
In vigore dal 1
gennaio 2008
In vigore dal 1
gennaio 2010
1.25
2.38
2.63
1.67
2.38
2.63
1.82
2.38
2.63
2.17
2.86
3.13
2.33
3.13
3.33
2.44
3.23
3.45
Tabella IX Trasmittanza termica massima, Ulim (W/m K), e resistenza termica minima, Rlim (m K/W)
di pavimenti verso locali non riscaldati o verso lesterno (fonte: Allegato C al D. Lgs.vo 192/2005,
come sostituito dal D. Lgs.vo 311/2006).
Zona
Climatica
A
B
C
D
E
F
Ulim (W/m K)
Rlim (m K/W)
In vigore dal 1
gennaio 2006
In vigore dal 1
gennaio 2008
In vigore dal 1
gennaio 2010
0.80
(1.04)
0.60
(0.78)
0.55
(0.72)
0.46
(0.60)
0.43
(0.56)
0.41
(0.53)
0.74
(0.96)
0.55
(0.72)
0.49
(0.64)
0.41
(0.53)
0.38
(0.49)
0.36
(0.47)
0.65
(0.85)
0.49
(0.64)
0.42
(0.55)
0.36
(0.47)
0.33
(0.43)
0.32
(0.42)
13
In vigore dal 1
gennaio 2006
In vigore dal 1
gennaio 2008
In vigore dal 1
gennaio 2010
1.25
1.35
1.54
1.67
1.82
2.04
1.82
2.04
2.38
2.17
2.44
2.78
2.33
2.63
3.03
2.44
2.78
3.13
26
Lenergia emessa dalle superfici reali sempre inferiore a quella emessa da una superficie nera alla stessa
temperatura e per poterla valutare utile introdurre una propriet radiativa della superficie, tale propriet detta
emissivit (). La valutazione della emissivit di un corpo non generalmente una operazione semplice per linfluenza
esercitata dalle condizioni superficiali dei corpi (p.e. rugosit e stato di ossidazione). Lemissivit dei materiali edili
(esclusi i metalli) in genere maggiore di 0.8 alla temperatura ambiente. Essa normalmente aumenta con la lunghezza
donda e generalmente diminuisce allaumentare della temperatura. A titolo di esempio si riportano alcuni valori di
emissivit (globale in direzione normale) dei pi comuni materiali edili alla temperatura di 300 K: mattone in laterizio
=0.93, intonaco di gesso =0.92, marmo (grigio chiaro lucidato) =0.93, legno di quercia (piallato) =0.90 (fonte: De
Santoli L., Fisica tecnica ambientale Trasmissione del calore, Casa Editrice Ambrosiana, Milano 1999).
14
Gli aspetti generali, le definizioni, le tolleranze dimensionali dei prodotti vetrari utilizzati comunemente in
edilizia sono ampiamente descritti nella normativa tecnica nazionale (si vedano, per esempio, la UNI
10593-1/1996 e la UNI EN 572-1/1996).
Con riferimento ai prodotti vetrari di base (vetro float, vetro tirato o semplice, vetro stampato o colato)
realizzati con vetro comune sodo-calcico si possono anche citare, a titolo di esempio, le seguenti:
UNI EN 572-2 (1996), Vetro per edilizia - Prodotti a base di vetro di silicato sodo-calcico - Vetro float;
UNI EN 572-4 (1996), Vetro per edilizia - Prodotti a base di vetro di silicato sodo-calcico - Vetro tirato;
UNI EN 572-5 81996), Vetro per edilizia - Prodotti a base di vetro di silicato sodo-calcico - Vetro
stampato.
27
Nella norma UNI EN 410 sono riportati i metodi di calcolo per la determinazione di caratteristiche ottiche
(p.e. i coefficienti di trasmissione, riflessione e assorbimento e lindice di resa cromatica) ed energetiche
(p.e. il fattore di guadagno solare) di pareti vetrate realizzate in lastra singola o con una o pi intercapedini.
La radiazione incidente, W, su una lastra di vetro piano viene in parte trasmessa, tw, in parte riflessa, rw, in
parte assorbita, aw. Fra il coefficiente di trasmissione (t), il coefficiente di riflessione (r) ed il coefficiente di
assorbimento (a) sussiste la relazione: t + r + a = 1
Per esempio, una lastra piana di vetro chiaro semplice (tipo SGG PLANILUX della Saint-Gobain Glass
Italia S.p.A.) con uno spessore di 4 mm trasmette il 90% della radiazione incidente, riflette l8% ed assorbe
il 2%.
I coefficienti di trasmissione, riflessione e assorbimento dipendono dal materiale, dallangolo di incidenza e
dalla lunghezza donda della radiazione incidente.
I vetri sono trasparenti per lunghezze donda comprese tra 0.3 e 2.5 m, cio per tutto il visibile e per il
primo infrarosso; risultano quindi opachi nellultravioletto e nel lontano infrarosso.
28
Nella norma UNI EN 673 sono riportati i metodi di calcolo della resistenza termica totale di pareti vetrate (i
parametri di riferimento normalizzati si riferiscono al vetro sodo-calcico) realizzate in lastra singola o con
una o pi intercapedini daria. La norma indica dei procedimenti di calcolo nei casi in cui lintercapedine sia
riempita con gas, a titolo di esempio nella stessa norma sono riportate le principali propriet termofisiche
dellargon, dellesafluoruro di zolfo e del cripto. Per il calcolo della conduttanza del gas, con cui riempita
lintercapedine, la norma utilizza le formule per la convezione naturale, introducendo i numeri di Nusselt,
Prandtl e Grashof.
UNI EN 410 (2000), Vetro per edilizia - Determinazione delle caratteristiche luminose e solari delle vetrate.
UNI EN 673 (1999), Vetro per edilizia - Determinazione della trasmittanza termica (valore U) - Metodo di calcolo.
15
i vetri misti, che integrano caratteristiche basso emissive e di controllo solare, consentono di
controllare lenergia solare entrante negli ambienti durante la stagione estiva e, nello stesso tempo, di
limitare le perdite di calore durante linverno (uso consigliato in condizioni di clima temperato come in
Italia).
VETRI SELETTIVI
VETRI CROMOGENICI
(a comportamento dinamico)
A controllo solare
Basso emissivi
(a isolamento termico rinforzato)
Integrati
(basso emissivi e a controllo solare)
Fotocromici
Termocromici
Elettrocromici
A cristalli liquidi
Pannelli prismatici
Films olografici
TIM (Materiali Isolanti Trasparenti)
Granular Aerogel
16
Ug =
i e
1
=
= 5.94
1 i + 1 e i + e
W / m 2K
2
in cui si posto, con ovvio significato dei simboli: i=8 ed e=23 W/m K, ovvero ri=1/i=0.13 ed
2
re=1/e=0.04 m K/W (UNI EN 673).
Nel caso pi generale di vetrate costituite da pi lastre di vetro (p.e. vetri doppi, vetri tripli, ) e varie
intercapedini la trasmittanza termica del vetro (Ug) pu essere calcolata con la relazione:
1
Ug =
re +
kii + ri + Rca j
i =1
j =1
avendo indicato con di e ki rispettivamente lo spessore (m) e la conducibilit termica (W/mK) della i-esima
2
lastra di vetro e con Rcaj la resistenza termica (m K/W) della j-esima intercapedine.
La resistenza termica Rca di intercapedini daria non ventilate per vetrate doppie riportata, per vari
29
spessori dellintercapedine, nella UNI EN ISO 10077-1 , nei casi di vetri trattati con depositi superficiali
bassoemissivi e non (v. Tab. XI).
Per calcolare la resistenza termica di pi intercapedini in una vetrata multipla, eventualmente riempite con
un gas diverso dallaria (argon, kripton oppure SF6) si pu seguire il procedimento indicato nellAppendice
B della UNI EN 673.
I valori di Ug per numerose tipologie di vetrate sono generalmente indicate nei cataloghi dei principali
produttori di vetro (p.e. Saint-Gobain, Pilkington, Gravelbel ). Valori di riferimento della trasmittanza
termica di vetrate doppie e triple per vari spessori delle lastre e per diversi gas di riempimento delle
intercapedini, nel caso di lastre senza trattamenti superficiali, sono riportati nella UNI EN ISO 10077-1 (v.
Tabb. XII-XIII).
2
Rca
2
(m K/W)
Caso di una sola superficie trattata
=0.2
=0.4
0.190
0.163
0.259
0.211
0.316
0.247
0.363
0.276
0.335
0.260
0.315
0.247
0.284
0.228
=0.1
0.211
0.298
0.376
0.446
0.406
0.376
0.333
Caso di vetri
non trattati
0.127
0.154
0.173
0.186
0.179
0.173
0.163
=0.8
0.132
0.162
0.182
0.197
0.189
0.182
0.171
Tabella XII Trasmittanza termica, Ug (W/m K), di vetrate doppie senza trattamenti
superficiali delle lastre (fonte: UNI EN ISO 10077-1).
Tipo di gas nellintercapedine
(concentrazione del gas 90%)
Dimensioni
(mm)
4-6-4
4-9-4
4-12-4
4-15-4
4-20-4
Aria
Argon
Krypton
Esafluoruro di
zolfo (SF6)
3.3
3.0
2.9
2.7
2.7
3.0
2.8
2.7
2.6
2.6
2.8
2.6
2.6
2.6
2.6
3.0
3.1
3.1
3.1
3.1
UNI EN ISO 10077-1 (2002), Prestazione termica di finestre, porte e chiusure Calcolo della trasmittanza termica
Metodo semplificato.
17
Tabella XIII Trasmittanza termica, Ug (W/m K), di vetrate triple senza trattamenti
superficiali delle lastre (fonte: UNI EN ISO 10077-1).
Tipo di gas nellintercapedine
(concentrazione del gas 90%)
Dimensioni
(mm)
4-6-4-6-4
4-9-4-9-4
4-12-4-12-4
Aria
Argon
Krypton
Esafluoruro di
zolfo (SF6)
2.3
2.0
1.9
2.1
1.9
1.8
1.8
1.7
1.6
2.0
2.0
2.0
I valori si riferiscono a vetrate verticali o con un angolo di inclinazione, , rispetto allorizzontale compreso
nellintervallo 60<90.
Le condizioni al contorno normalizzate per i gas di riempimento dellintercapedine sono riportate in UNI EN
673 per una temperatura media di riferimento: tm=10 C.
Si assume una differenza di temperatura tra le due facce pi esterne della vetrata pari a 15 C.
(2)
2
A gUg + A f U f + l g g
Ag + Af
2
con: A area (m ), U trasmittanza termica (W/m K), perimetro (m), trasmittanza termica lineare (W/mK).
Nella relazione (2) il pedice g si riferisce al vetro ed il pedice f si riferisce al telaio.
La resistenza termica di una finestra risulter quindi:
(3)
RW =1/UW
La determinazione dellarea (Ag) e del perimetro (g) del vetro e dellarea (Af) del telaio pu essere condotta
con i procedimenti descritti nella stessa UNI EN ISO 10077-1.
Gli effetti del ponte termico dovuto al giunto tra il telaio e la vetrata si devono considerare soltanto nei casi
di finestre con pi vetri e tengono conto della presenza dei distanziatori tra le lastre vetrate. I valori di g
sono tabulati nella UNI EN ISO 10077-1 (Appendice E), v. Tab. XIV; possono essere calcolati con i metodi
numerici riportati nellAppendice C della UNI EN ISO 10077-2.
A titolo esemplificativo nelle Tabb. XV e XVI si riportano alcuni valori di UW (estratti dai due prospetti
dellAppendice F alla UNI EN ISO 10077-1, alla quale si rimanda per completezza), calcolati utilizzando i
valori di g conformi a quelli indicati in Tab. XIV.
30
UNI EN ISO 10077-2 (2004), Prestazione termica di finestre, porte e chiusure Calcolo della trasmittanza termica
Metodi numerici per i telai.
18
Tabella XIV Trasmittanza termica lineare g per vari tipi di telaio in presenza di
distanziatori in alluminio o acciaio (fonte: UNI EN ISO 10077-1).
g (W/mK)
Materiale del telaio
0.04
0.06
0
0.06
0.08
0.02
Tabella XV Trasmittanza termica (Uw) di finestre con area del telaio pari al 30% dellarea
dellintera finestra (fonte: UNI EN ISO 10077-1).
Tipo di
vetrata
singola
doppia
tripla
Ug
2
(W/m K)
5.7
3.3
1.1
2.3
0.5
1.0
4.3
2.7
1.2
2.0
0.8
1.4
4.4
2.8
1.3
2.1
0.9
1.8
4.5
2.9
1.5
2.2
1.0
2.2
4.6
3.1
1.6
2.4
1.2
Uf (W/m2K)
2.6
4.8
3.2
1.7
2.5
1.3
3.0
4.9
3.4
1.9
2.7
1.4
3.4
5.0
3.5
2.0
2.8
1.6
3.8
5.1
3.6
2.1
2.9
1.7
7.0
6.1
4.4
2.9
3.7
2.5
Tabella XVI Trasmittanza termica (Uw) di finestre con area del telaio pari al 20% dellarea
dellintera finestra (fonte: UNI EN ISO 10077-1).
Tipo di
vetrata
singola
doppia
tripla
Ug
2
(W/m K)
5.7
3.3
1.1
2.3
0.5
1.0
4.8
2.9
1.2
2.1
0.7
1.4
4.8
3.0
1.3
2.2
0.8
1.8
4.9
3.1
1.4
2.3
0.9
2.2
5.0
3.2
1.4
2.4
1.0
Uf (W/m2K)
2.6
5.1
3.3
1.5
2.5
1.1
3.0
5.2
3.4
1.6
2.6
1.2
3.4
5.2
3.4
1.7
2.6
1.2
3.8
5.3
3.5
1.8
2.7
1.3
7.0
5.9
4.0
2.3
3.2
1.8
19
R
rS
Esterno
Interno
vetro
schermo
telaio
camera daria
Figura 2 Sezione schematica di una chiusura esterna.
2
R
2
(m K/W)
0.08
0.25rs+0.09
0.55rs+0.11
0.80rs+0.14
0.95rs+0.17
Nota- Nel caso di tendaggi, interni o esterni, le relazioni indicate in tabella risultano ancora valide ponendo rS=0.
b3
b3
b2
b1
chiusura
Interno
Esterno
Figura 3 Rappresentazione schematica di una chiusura esterna (vista frontale, in alto, e sezione, in basso).
20
Le classi di permeabilit allaria di una chiusura sono definite come indicato in Tab. XVII, tratta
dallAppendice H alla UNI EN ISO 10077-1.
Tabella XVII Classi di permeabilit allaria di chiusure esterne di finestre in funzione
della lunghezza caratteristica bs (fonte UNI EN ISO 10077-1).
Classe di permeabilit
allaria della chiusura
1
2
3
4
5
bS
(mm)
bS>35
15bS<35
8bS<15
bS8
bS3 con b1+b3=0 oppure b2+b3=0
Permeabilit allaria
Molto elevata
Elevata
Media
Bassa
A tenuta
Nota 1 Per le classi di permeabilit 2 e superiori non dovrebbero esserci delle aperture allinterno della chiusura stessa.
Nota 2 Per le chiusure a tenuta (classe 5) deve risultare:
Caso di chiusure avvolgibili. Le distanze dei bordi laterali e inferiore della chiusura dal contorno sono considerati uguali a zero
se ci sono guarnizioni rispettivamente nelle guide laterali e nella doga finale. La distanza del bordo superiore della chiusura dal
contorno considerata uguale a zero se la fessura dingresso dellavvolgibile nel cassonetto dotata di linguette di tenuta o
guarnizioni del tipo a spazzolino su entrambi i lati della chiusura o se il lato terminale della chiusura compresso da un apparto
(molla) contro un materiale sigillante sulla superficie interna del lato esterno del cassonetto dellavvolgibile.
Caso di altre chiusure. Leffettiva presenza di guarnizioni su tre lati e di una distanza dal bordo del quarto lato della chiusura dal
contorno inferiore a 3 mm.
In assenza di specifiche indicazioni possibile utilizzare i valori tabulati di R nellAppendice G della UNI
EN ISO 10077-1 per vari tipi di chiusure in funzione della permeabilit allaria (v. Tab. XVIII), ricavati
utilizzando le relazioni di Tab. XVIII.
Tabella XVIII Valori di R in funzione della permeabilit allaria delle chiusure esterne
alle finestre per vari valori di rs (fonte: UNI EN ISO 10077-1).
0.01
Alta
0.09
R
2
(m K/W)
Permeabilit
Media
0.12
0.10
0.12
0.16
0.22
0.15
0.13
0.19
0.26
0.20
0.14
0.22
0.30
rS
2
(m K/W)
Tipo di chiusura
Chiusure avvolgibili in alluminio
Chiusure avvolgibili in legno e plastica senza
riempimento in schiuma
Chiusure avvolgibili in plastica con riempimento in
schiuma
Chiusure in legno da 25mm a 30mm di spessore
Bassa
0.15
21
Tabella XIX Trasmittanza termica massima, Ulim (W/m K), e resistenza termica minima, Rlim (m K/W)
di vetri (fonte: Allegato C al D. Lgs.vo 192/2005, come sostituito dal D. Lgs.vo 311/2006).
Zona
Climatica
A
B
C
D
E
F
Ulim (W/m K)
Rlim (m K/W)
In vigore dal 1
gennaio 2006
In vigore dal 1
gennaio 2008
In vigore dal 1
gennaio 2010
5.0
(6.5)
4.0
(5.2)
3.0
(3.9)
2.6
(3.4)
2.4
(3.1)
2.3
(3.0)
4.5
(5.9)
3.4
(4.4)
2.3
(3.0)
2.1
(2.7)
1.9
(2.5)
1.7
(2.2)
3.7
(4.8)
2.7
(3.5)
2.1
(2.7)
1.9
(2.5)
1.7
(2.2)
1.3
(1.7)
In vigore dal 1
gennaio 2006
In vigore dal 1
gennaio 2008
In vigore dal 1
gennaio 2010
0.20
0.22
0.27
0.25
0.29
0.37
0.33
0.43
0.48
0.38
0.48
0.53
0.42
0.53
0.59
0.43
0.59
0.77
Tabella XX Trasmittanza termica massima, Ulim (W/m K), e resistenza termica minima, Rlim (m K/W)
di finestre (fonte: Allegato C al D. Lgs.vo 192/2005, come sostituito dal D. Lgs.vo 311/2006).
Zona
Climatica
A
B
C
D
E
F
Ulim (W/m K)
Rlim (m K/W)
In vigore dal 1
gennaio 2006
In vigore dal 1
gennaio 2008
In vigore dal 1
gennaio 2010
5.5
(7.2)
4.0
(5.2)
3.3
(4.3)
3.1
(4.0)
2.8
(3.6)
2.4
(3.1)
5.0
(6.5)
3.6
(4.7)
3.0
(3.9)
2.8
(3.6)
2.4
(3.1)
2.1
(2.7)
4.6
(6.0)
3.0
(3.9)
2.6
(3.4)
2.4
(3.1)
2.2
(2.9)
2.0
(2.6)
22
In vigore dal 1
gennaio 2006
In vigore dal 1
gennaio 2008
In vigore dal 1
gennaio 2010
0.18
0.20
0.22
0.25
0.28
0.33
0.30
0.33
0.38
0.32
0.36
0.42
0.36
0.42
0.45
0.42
0.48
0.50