ANTINCENDIO
LA COMBUSTIONE
Quando l’energia di innesco, il combustibile e il luogo della combustione sfuggono al controllo umano, si
parla di incendio.
FASI DELL’INCENDIO
Modello temporale in quattro fasi:
R Attitudine a conservare la Resistenza meccanica sotto l’effetto
del fuoco
E Ermeticità: attitudine a non permettere il passaggio di
fiamme, vapori o gas verso il lato non esposto al fuoco
Isolamento termico: attitudine a ridurre la trasmissione del
I calore
filtro e scala a prova di fumo: immediatamente contigui ai compartimenti sanitari devono essere presenti aree in
cui, attraverso opportuni provvedimenti sono presenti:
sovrapressione nei filtri indotta da impianto di ventilazione;
porte ermetiche (parametro E);
aperture dirette verso l’esterno.
vie di esodo o deflusso: in caso di necessità, deve essere possibile lo spostamento delle persone
all’esterno di un edificio attraverso adeguati percorsi orizzontali e verticali; la capacità di deflusso
delle vie di esodo deve essere funzione dell’affollamento dei vari compartimenti ad esse collegati e si
traduce nella larghezza delle vie di esodo misurabile in moduli (1 modulo = 60 cm).
SICUREZZA ANTINCENDIO
1 - Misure di prevenzione: strategie volte a ridurre il rischio di
incendio
I provvedimenti preventivi possono essere divisi in due categorie:
• Norme da adottare in fase di progetto
• Norme da rispettare in fase di esercizio
paratia di
chiusura
dispositivo
motorizzato flusso dell’aria
TIPOLOGIE DI RIVELATORI DI FUMO, CALORE, FIAMMA
1. Rivelatori di fumo
• Con camere a ionizzazione
• Basati sull’effetto Tyndall
• Con emettitori all’infrarosso
2. Rivelatori di calore
• Termistori a soglia
• Rilevatori a gradiente
3. Rivelatori di Fiamma
RETE DI RIVELAZIONE E
CONTROLLO ANTINCENDIO
Unità
centrale
Pulsante
allarme
Rilevatori di
fumo Serranda
tagliafuoco
Alimentazione elettrica da
UPS
RIVELATORI DI FUMO con camera di ionizzazione
Questo dispositivo consente una rilevazione immediata della presenza di fumi chiari, scuri ed invisibili.
La bassa emissione di radioattività rende questi sensori sicuri ma la loro presenza deve essere segnalata
da apposite etichette e devono essere maneggiati da personale competente.
RIVELATORI DI FUMO basati sull’effetto Tyndall
Utilizzano il principio di diffusione della luce causato dalla presenza di particelle di fumo nella camera di
rilevazione.
All’interno della camera opera un gruppo ottico composto da un fotodiodo emettitore ed uno
ricevitore. La luce emessa è opportunamente guidata in modo da non colpire il dispositivo ricevente,
sennonché in presenza di fumo, quando le particelle investite dalla luce diffondono la luce in tutte
le direzioni fino a raggiungere il diodo ricevitore.
RIVELATORI DI FUMO con emettitori all’infrarosso
Il rilevatore lineare di fumo è un sensore basato sull'attenuazione prodotta dal fumo del fascio
infrarosso trasmesso da un emettitore posto su una parete a un ricevitore posto sulla parete opposta.
I rilevatori più moderni riuniscono in una unica apparecchiatura il trasmettitore ed il ricevitore: sulla parete
opposta viene installato un riflettore che rinvia il fascio verso la parte ricevente del rilevatore. Sono detti
lineari perché la rilevazione del fumo può avvenire in qualsiasi punto del fascio senza soluzione di
continuità.
RIVELATORI DI CALORE
Sono rilevatori in grado di monitorare la temperatura di un ambiente
segnalando il superamento di una soglia prefissata o il rapido aumento
della temperatura. Il principio di funzionamento prevede l'apertura o chiusura
di un contatto elettrico per effetto dell’incremento di temperatura.
A soglia
La tipologia più semplice è quella dei rilevatori termici composti da una lamina
bimetallica, che si flette a causa dell'aumento di temperatura, essendo
composta da due materiali a differente coefficiente di dilatazione termica.
A gradiente
I rilevatori termici differenziali hanno, invece, due lamine bimetalliche, di cui
una rivestita da uno strato isolante: finché le lamine restano solidali, pur
flettendosi, non si attiva il segnale di allarme. Pertanto sono sensibili a repentini
aumenti di temperatura, che aprono il contatto elettrico, mentre non creano
falsi allarmi nel caso di graduale incremento di temperatura.
RIVELATORI DI FIAMMA
CENTRALE
REPARTO
EMERGENZE
Il segnale SI
viene STOP
Allarme
tacitato ?
acustico e
visivo
NO
Interventi automatici
mantiene la trattiene
resistenza I fiamme,fumo
meccanica E e vapori
R
trattiene il
calore
I ER
E I
VIE DI ESODO - CAPACITA’ DI DEFLUSSO
Definizione
di Capacità di
Deflusso:
capacità di
deflusso delle
vie d’uscita COMPARTIMENTO
affollamento
Numero di moduli di uscita =
capacità di deflusso
Misure di Protezione Attiva
Provvedimenti efficaci per il salvataggio di persone e
interventi per domare l’incendio
PROTEZIONE ANTINCENDIO ATTIVA
• Sistemi di spegnimento fissi
• Sistemi di spegnimento mobili
• Sistemi di scarico fumo e calore
• Sistemi di chiusura automatica porte
IMPIANTI FISSI ESTINZIONE INCENDIO
Impianto sprinkler
(automatico)
naspi
(manuale)
gruppo
elettrogeno
disconnettori
Serbatoio
pressurizzazione
IMPIANTI FISSI ESTINZIONE INCENDIO
Lo sprinkler è un sistema automatico di estinzione a pioggia.
In caso d'incendio, il calore provoca l'apertura degli erogatori e conseguentemente la fuoriuscita di acqua che dovrebbe
garantire il rapido controllo dell'incendio.
L'elemento termosensibile del corpo dello sprinkler è il componente che attiva l'uscita dell'acqua. In condizioni normali il
componente fa in modo che il tappo resti nella sua posizione e non vi sia fuoriuscita di acqua. Quando l'elemento viene
esposto al calore cede e rilascia il tappo. Gli elementi termosensibili sono di due tipi: lega metallica fusibile oppure bulbo di
vetro frangibile. La normale temperatura di funzionamento è tra 57 e 77 °C.
IMPIANTI MOBILI ESTINZIONE INCENDIO
Classi di Incendio
•Fuochi di classe D
•Fuochi di classe A. Generati da metalli combustibili. Appartengono a
•Fuochi di classe A, generati da combustibili solidi, con
Generati da combustibili solidi, con l’esclusione
l’esclusione dei metalli. In questa classe, rientrano i
questa classe i fuochi generati da potassio,
dei
fuochimetalli. In questa
generati da materiali quali classe, rientrano
il legno, la carta, i i fuochi magnesio, zinco, zirconio, titanio. Le norme ISO
materiali tessili, le pelli, la gomma;
generati da materiali quali il legno, la carta, i prevedono una classificazione maggiormente
materiali tessili, le pelli, la gomma; dettagliata per questa categoria;
•Fuochi di classe B
•fuochi di classe B generati da combustibili liquidi e da •Fuochi di classe F
Generati da combustibili liquidi e da solidi
solidi liquefabili. In questa classe rientrano i fuochi
liquefabili. In questa
generati classe
da materiali quali l’alcol, rientrano
i solventi, gli oli i fuochi Generati da oli e grassi in apparecchi per la
minerali, gli idrocarburi, le benzine; cottura;
generati da materiali quali l’alcol, i solventi, gli oli
minerali, gli idrocarburi, le benzine;
•Fuochi di classe C
•fuochi
Generatidi classe C generati da combustibili
da combustibili gassosi. In
gassosi. In questa classe
questa classe rientrano fuochi generati da metano,
rientrano
butano, fuochi
idrogeno, generati
acetilene, da metano, butano,
propilene;
idrogeno, acetilene, propilene;
IMPIANTI MOBILI ESTINZIONE INCENDIO
Tipi di estintori