LA STRUTTURA: Le georgiche sono un poema didascalico
IL TITOLO: dal greco in esametri, composto da quattro libri. Ogni libro <<γεωργικός>> <<canto sulla approfondisce un aspetto della vita agreste: vita dei campi>>. Il titolo infatti Il primo libro si occupa della coltivazione dei campi rimanda alla tradizione della Il secondo si occupa dell’ arbicoltura poesia didascalica ellenistica. Il terzo si occupa dell’allevamento del bestiame Il quarto, infine, è incentrato sull’apicoltura. Notiamo come la struttura del poema sia orientata dalle leggi cosmiche, in particolare come queste governino il QUANDO: l’opera venne mondo agricolo. composta tra il 38 a.C e il 29 a.c. Non è un caso che l’opera I TEMI: sia stata scritta subito dopo Il lavoro, tema centrale per l’opera, è considerato un l’ingresso dell’autore nel circolo mezzo per vivere, seppur faticoso. Alla struttura di Mecenate, dati i suoi temi. simmetrica e equilibrata dell’opera si accompagnano i L’opera infatti è dedicata conflitti e le inquietudini che culminano nel tema della proprio a Mecenate il quale fatica umana. Quest’ultima sarebbe stata mandata dalla sollecitò il poeta a trattare temi provvidenza divina per una sorta di necessità cosmica. vicini all’ideologia augustea, Tuttavia l’ideale del contadino è ispirato all’età dell’oro, fortemente opposti all’ideologia periodo dove il lavoro non era necessario in quanto la dell’esotismo orientale di Natura provvedeva autonomamente ai bisogni umani. Antonio. La pietas del contadino, tema molto caro a Ottaviano, il quale ben vedeva la cura per le divinità protettrici dei campi e i riti a esse legati GEORGICHE: TRA STOICISMO E MITOLOGIA Risultano chiari i riferimenti all’ideologia dello stoicismo, come abbiamo visto nella visione provvidenziale della realtà e Il ricorso al mito culmina nell’epillio di Orfeo e Aristeo. Virgilio, l’umanizzazione della natura. incastrando due vicende mitologiche mediante implicazioni allegoriche, mette in scena due eroi civilizzatori: per colpa di Aristeo, esempio di massima osservanza divina, il mitico cantore Orfeo ha perso la sua amata Euridice. Vinti dalla bellezza del canto, gli dèi concedono di riportare Euridice sulla terra. Tuttavia il poeta infrange il patto fatto con gli dèi: non voltare mai lo sguardo durante il tragitto fuori dall’Ade. Nel frattempo Aristeo, seguendo i consigli divini, riesce a rinvenire in vita il suo prezioso sciame; tuttavia da un suo gesto poco avveduto ha origine l’infelicità del mitico cantore.
Da un lato Orfeo fonde le possibilità dell’uomo di domare la natura
con l’impossibilità di vincere le sue leggi. Dall’altro lato Aristeo raggiunge il suo obiettivo grazie alla sua tenace obbedienza verso i precetti divini. IL POEMA DIDASCALICO:DA ESIODO A LUCREZIO Da quanto visto, le Georgiche si collocherebbero come uno dei poemi didascalici ellenistici: celebri sono le opere di Arato di Soli o Nicandro, le quali si proponevano di rendere interessanti agli occhi dei colti anche materie poco appetibili perché strettamente tecniche. Tuttavia i poemi didascalici non erano volti al puro insegnamento come per Esiodo: nell’età ellenistica la poesia didascalica non si rivolge a un pubblico bisognoso di essere indottrinato quanto a chi abbia interesse specifico per la materia.
Il rigore formale diventa quindi garanzia dell’unità dell’opera, come possiamo
notare in Arato. Tuttavia la poesia Aratea non troverà l’approvazione di Lucrezio, il quale, rifacendosi alla poesia esiodea, mirava all’espressione di un messaggio individuale per una larga comunità. In Lucrezio la cura formale si esprime tramite <<utile dulci>>, per addolcire quindi il duro messaggio filosofico. …FINO AL PRINCIPATO Dopo la battaglia di Azio e la conseguente morte di Cesare, il mondo civilizzato si trova in una profonda crisi. Si profila però come successore il giovane Ottaviano il quale appare già come portatore di pace. Il nuovo principe garantisce condizioni di sicurezza soprattutto per il mondo contadino. Grazie a questo contesto, possiamo affermare che le Georgiche siano il primo componimento dell’età del principato. Troviamo la figura di un sovrano idealizzato: Ottaviano, così come Mecenate, sono dei veri e propri ispiratori.
Le Georgiche non sono, in realtà, direttamente ispirate al
programma politico di risanamento del mondo agricolo ideato da Ottaviano: l’opera infatti si colloca in un’ottica di propaganda politico contro l’acerrimo nemico Antonio e i suoi ideali. Ottaviano mirava quindi a esaltare i paesaggi italici, a differenza dell’esotismo di Antonio. Tutto ciò viene ritratto su uno sfondo di ammirazione alle qualità morali degli abitanti della penisola e alla fecondità delle terre. LO STILE DI VIRGILIO
Fare un discorso unitario circa le caratteristiche stilistiche di
Virgilio è difficile in quanto nel medesimo autore coesistono diverse peculiarità. Nel Medioevo venne elaborata la teoria della tripartizione degli stili per ciascuna delle opere da lui composte. Distinguiamo: Humilis (proprio delle Bucoliche) Mediocris (proprio delle Georgiche) Gravis (proprio dell’Eneide) Virgilio predilige un linguaggio medio e comune, la sintassi risulta limpida e lineare. Frequenti sono gli enjambement, le figure retoriche si incastrano fra loro creando spesso ambiguità. Sono importanti per Virgilio anche figure di suono come onomatopee e allitterazioni volte a simulare situazioni o stati d’animo ben precisi. LE ODI QUANDO: La stesura delle Odi ebbe un periodo di tempo abbastanza lungo dovuto a una serie di interruzioni: i primi tre libri furono pubblicati nel 23 a.C e il quarto libro fu pubblicato nel 13 a.C I TEMI: le tematiche trattate sono molteplici. L’amore, visto e raccontato con distacco iron LA STRUTTURA: Le Odi sono una raccolta di a differenza dei poeti elegiaci o Catullo centotré componimenti lirici divisi in quattro La giovinezza in forte contrasto con la morte libri. L’ordinamento interno segue una rigorosa Il motivo gnomico del carpe diem e raffinata architettura, derivante dalla La poesia come valore assoluto tradizione alessandrina: le odi di apertura erano Il simposio come momento di piacere sempre dedicate a personaggi di rilievo. I Tematiche epicuree di autàrkeia e mediocrit componimenti proemiali e conclusivi trattavano Il motivo del locus amoenus sempre di poetica. Infine le 15 odi del IV libro Il tema civile sono tutte dedicate a argomenti civili. Le odi hanno quasi sempre un’impostazione LA VARIETÀ METRICA: La lirica oraziana dialogica. sperimenta vari metri. Predomina la strofe alcaica e la strofe alcaica minore, troviamo anche la strofe asclepiadea. I MODELLI GRECI E L’IMITATIO La lirica oraziana non può essere intesa se non contestualizzata in rapporto ai modelli di riferimento greci: la coscienza della dipendenza dai Greci è ben esplicitata. Per quanto riguarda la produzione lirica Orazio rivendica orgogliosamente il titolo di Alceo romano. Simili dichiarazioni non precludono l’originalità dei componimento bensì vanno inseriti in un contesto di imitatio che prevede rispetto del decorum letterario, in particolare del genere trattato.
In Alceo Orazio trovò il modello prediletto in quanto in egli
coesistevano l’attenzione per vicende della comunità ma anche temi legati alla sfera privata. Saffo invece ha lasciato una traccia minore (secondo alcune fonti sarebbe stata nominata da lui <<mascula>>). In un’ode immagina Saffo e Alceo che affascinano con il loro canto i déi infernali e che questi preferirono Alceo al canto lamentoso d’amore tipico di Saffo. Forti sono anche i richiami alla lirica corale, in particolar modo allo stimato e complesso Pindaro. Egli infatti teme l’aemulatio con l’audace poeta LE ODI E LA FILOSOFIA L’immagine che giunge di Orazio è quella di un poeta in cui domina la serenità e tranquillità dell’animo. La dottrina filosofica di questo autore infatti discende dalla meditazione filosofica della diàtriba. Nelle Odi prevale una raccolta meditazione su fondamentali conquiste di saggezza. Fa da cardine la consapevolezza della brevità della vita e delle felicità che la giovinezza depone. Queste riflessioni culminano nello gnomico <<carpe diem>> da non intendere come invito a un edonismo radicale : il poeta sa che anche il piacere sia anch’esso caduco. Piuttosto è bene che ci sia Grazie a questa conquistata saggezza matura la consapevolezza, nei momenti ardui, della felicità consapevolezza di un ideale di vita fatta di pochi passata per raggiungere un equilibrio anche amici e di luoghi protetti, di una vita all’insegna del nelle sventure. <<Λάθε Βιώσας>>. Predilige quindi la campagna, luogo di elezione dell’equilibrio oraziano e espressione massima del locus amoenus IL CARPE DIEM NEI SECOLI Nell’ Ode oraziana il carpe diem è un invito ad É innegabile che la proverbiale espressione del celebre poeta abbandonare quelle speranze a lungo termine che Orazio sia diventata un emblema per la società odierna. Trova ci portano ad oziare oggi per il semplice motivo le sue origini nella filosofia epicurea e oggi diviene un simbolo che il domani sarà migliore. La speranza è allo tatuato sulle pelli di molti giovani… Proprio perché così stesso tempo carburante e freno dell’uomo, proverbiale quest’espressione è soggetta a molte stimolo e illusione. Bisogna quindi concentrarsi sul banalizzazioni. presente affinché il futuro sia roseo. Da molti inteso come invito ad un piacere irrefrenabile, il carpe diem è stato interpretato erroneamente nei secoli. In realtà Orazio ci invita ad afferrare l’oggi, a cogliere l’attimo, a non tentare di scrutare ciecamente ciò che è lontano, ciò che non possiamo prevedere.
Già il greco Pindaro diceva: ‘’Bisognava, o mio cuore, cogliere gli
amori quando era il loro tempo.’’ Il passato, che non si deve dimenticare essere stato un tempo il nostro presente, è fondamentale nella vita, ci insegna, facendoci sbagliare e appartiene alla più intima parte della nostra persona. Al contrario il futuro, secondo Epicuro, non ci appartiene del tutto ed è meglio ignorare ciò che sarà, concentrando la mente su ciò che ci accade nel presente. LA POESIA CIVILE Osservando l’altro polo della lirica oraziana, quello dedito ad argomenti civili, non si può non notare la differenza rispetto alla trattazione di argomenti personali. Le liriche civili non mancano però di originalità, inserendo spunti sull’epica e sulla storiografia. Sebbene la lirica oraziana conosca l’encomio, non può essere definita come propagandistica. Egli infatti nell’analisi del principato riconosce anche alla parte avversaria dei meriti in maniera molto obiettiva. L’ideologia augustea dei valori antichi del mos maiorum si dimostra in questo caso convergente rispetto agli ideali delle filosofie ellenistiche di Orazio. Per questo motivo nelle odi civili viene esaltato molto di più il tema della vocazione poetica piuttosto che la pura trattazione politica LE EPISTOLE QUANDO: le Epistole vennero composte in un arco temporale che va dal 20 a.C al 13 a.C I TEMI: nel I libro si parla di critica letteraria, si scaglia in particolar modo contro gli imitatori pedissequi. Si parla anche della serenità garantita LA STRUTTURA: le Epistole sono dalla filosofia. raccolte in due libri e segnano il Nel II libro si tratta di aspetti ritorno alla poesia discorsiva di formali della letteratura: dalla carattere etico, ciò infatti le rinascita del teatro alla cura ricollega alle Satire con le quali formale. condividono lo stesso metro ovvero l’esametro però con argomenti nuovi. I due libri possono essere divisi in epistole morali e letterarie. LE EPISTOLE:IL LEGAME CON LE SATIRE Malgrado le somiglianze fra le due opere, già i commentatori antichi ne tracciavano le divergenze: l’identità delle Epistole è garantita proprio dalla forma epistolare - rappresentava una novità a Roma quella di trattare temi filosofici in forma epistolare-. Si discute sulla veridicità delle Epistole, nessuno infatti crede che si tratti di vere lettere piuttosto che siano state pensate dal principio come una grande opera. Ad ogni modo, la componente epistolare garantisce al componimento una dimensione più personale. Infine possiamo dire che alle Epistole manca l’aggressività comica propria del genere satirico. I DUE LIBRI A CONFRONTO I LIBRO II LIBRO
Si accentua l’aspetto didascalico: Orazio prende
Emerge un lato di Orazio che non da più parte alla vivace discussione sulla critica letteraria spazio alla saggezza e incapace di Centrale è la critica al teatro arcaico: il poeta, in costruite un modello di vita una lettera a Augusto polemizza contro il favore soddisfacente indiscriminato nutrito nei confronti dei poeti del Ritiro dalla vita sociale per rifugiarsi teatro romano arcaico. nella campagna Sabina Raccomanda così ad Augusto un’attenzione L’esigenza di autàrkeia diventa sempre benevola per la poesia destinata alla lettura, più forte l’unica secondo Orazio capace di raggiungere livelli Orazio non trova più il suo equilibrio e di eccellenza formale. oscilla tra un rigore morale e l’edonismo Orazio non nutre fiducia in un’eventuale rinascita Si rifugia in un eclettismo filosofico del teatro poiché ritiene che il pubblico non All’aporia nella ricerca morale si collega apprezzerebbe l’elevato stile tragico. anche una forte insoddisfazione di sé