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Esiodo

Cronologia

Esiodo è il primo poeta greco di cui ci arrivano delle notizie storiografiche accurate. Lui stesso
parla di se in molti dei suoi componimenti abbandonando così l’oggettività che aveva caratterizzato
la poesia aedica precedente. Secondo Erodoto Esiodo e Omero furono contemporanei, la
cronologia più attendibile lo collocherebbe nella seconda metà del VIII sec.

Notizie biografiche

Esiodo nacque probabilmente nella città desolata di Ascria in Beozia; qui suo padre si era trasferito
da Cuma, questa emigrazione lascia alcuni storici perplessi, poiché sembrava strano che il padre
di Esiodo si trasferisse da Cuma nella sovrappopolata e povera Ascria. Non si può escludere un
legame religioso della famiglia di Esiodo con il Monte Elicona e con Tespie, ove si svolgeva il culto
delle Muse. Ad Ascria il padre divenne un discreto proprietario terreno, come dimostra l’opera
Opere e giorni, dedicata proprio a un proprietario terreno medio. L’eredità paterna sembrava
essere molto cospicua, poiché generò una lite tra Esiodo e suo fratello Perse, che sperperata la
sua parte di eredità chiese anche quella del fratello, dopo aver corrotto i notabili della città; Esiodo
bolla questi “Basiles” con l’epiteto “Doropagoi” “mangiatori di doni”. Esiodo si dedicò all’attività di
“vate” e “rapsodo”; attribuisce la sua conversione poetica a una prodigiosa “epifania” delle muse.

L’agone con Omero

Leggendaria è la notizia di un agone poetico ai giochi funebri di Anfidamante, dove Esiodo con un
passo de “Opere e Giorni” avrebbe sconfitto Omero che si presentò con un passo dell’Iliade, il
premio fu dato da Panede, che ritenne giusto premiare il poeta della pace e non della guerra.

Le opere di Esiodo
Sono giunte a noi tre opere esiodee:

 Il poema cosmogonico Teogonia


 Il poema didascalico Opere e giorni
 Il poemetto mitologico Scudo di Eracle

Ci è arrivato frammentario il catalogo delle donne.

Cronologia delle opere

Non sono mancate perplessità sull’autenticità delle opere di Esiodo ma ad oggi vengono
considerate autentiche la Teogonia, le Opere e giorni e il Catalogo. A livello cronologico si
penserebbe alla Teogonia per prima, il Catalogo per secondo e le Opere per ultime. Incerta è
anche la modalità di pubblicazione: si oscilla tra una tesi oralistica, una tendenza ad ammettere
una redazione scritta e una posizione intermedia tra le due.

La Teogonia
La Teogonia è un poema cosmogonico di 1022 esametri dattilici, che tratta dell’origine del mondo
e degli dei, narrando gli avvenimenti cosmologici dal Caos primordiale fino al regno di Zeus. Si
tratta di un’opera complessa, che unisce alla narrazione delle origini la definizione di un preciso
pantheon teologico. La ricchezza del contenuto provoca una disposizione farraginosa della
materia. Il testo dovette essere contaminato in più punti anche per la dimensione “aurale” che gli
era propria, sembra inoltre che la fine del poema si collegasse all’inizio del Catalogo. Nel proemio
Esiodo rievoca l’investitura poetica ricevuta dalle Muse sull’Elicona. La Teogonia vera e propria ha
inizio dal verso 105.

Fonti dell’opera

Le fonti dell’opera potrebbero essere:

 Forme letterarie precedenti ad Esiodo


 A una tradizione cosmogonica orale
 A tradizioni del Vicino Oriente

Prima sistemazione organica

La Teogonia testimonia l’immane tentativo di organizzare in una visione organica e unitaria le


disparate tradizioni sulle varie divinità e sull’origine del mondo. Esiodo inoltre non si può definire
filosofo, ma neanche teologo, è infatti un “vate”.

Zeus mette fine al caos

Finalità del poema è soprattutto l’esaltazione di Zeus, che instaura un regno ordinato, ponendo fine
alle terribili lotte delle divinità: il passaggio da Caos a “kosmos” indica molto chiaramente questa
prospettiva. Il matrimonio conclusivo di Zeus con Themis, personificazione di ciò che è giusto,
regolare e conveniente, dimostra come il Dio sovrintenda all’ordine etico e sociale del mondo; il
fatto poi che Zeus sia anche il padre delle Muse e delle Cariti evidenzia la sua connessione co i
benefici che derivano dalla pace di un governo giusto e buono. Importante è l’esaltazione della dea
Ecate, di Ecate Esiodo esalta il potere, il rispetto dagli altri dei ma soprattutto la vicinanza ai
mortali.

Le Opere e giorni
Le Opere e giorni è un poema didascalico, un po’ più breve della Teogonia (828 versi). Il titolo fa
riferimento al contenuto:

 I vv. 1-765 descrivono le opere agricole


 La parte finale parla dei giorni sacri, propizi o infausti per le varie attività.

Motivo occasionale: la lite con Perse

Occasione contingente dell’opera, di carattere autobiografico, è la lite tra Esiodo e Perse per
l’eredità paterna, l’autore ammonisce il fratello a non distogliere l’animo dal lavoro per badare alle
liti; lo invita poi a una soluzione conciliatoria. A livello giuridico il poeta fa riferimento a delle
“Temistes” ovvero delle norme giuridiche orali; infatti mancavano ancora delle leggi scritte. Alla
luce della sua triste esperienza il poeta divide in due il concetto di “eris” ovvero contesa,
contrapponendo alla “Contesa buona” la “Contesa cattiva”. Alcuni storici hanno dei dubbi su
questa contesa:

 La discordia tra i fratelli è un tema mitico piuttosto diffuso


 Anche per le Opere si sono trovati modelli nella produzione precettistica orientale
 La figura di Perse risulta alquanto fluttuante, prima presentato come uno che si è arricchito
ingiustamente e poi come una persona al lastrico che va ammaestrata
Valenza etica e pragmatica dell’opera

Esiodo nell’opera può aver utilizzato un consolidato schema narrativo per realizzare il suo scopo
generale, che è quello di dare consigli per una vita giusta e onesta. La vicenda personale assume
una valenza etica e didascalica, nella quale emergono due concetti fondamentali:

 Il lavoro e la giustizia
 Solo chi lavora può essere realmente giusto

L’opera è destinata al fratello Perse, e ai governanti aristocratici locali corrotti dallo stesso Perse.

Prometeo e Pandora

Dopo aver concluso l’apparato biografico si passa al tema centrale dell’opera, la necessità del
lavoro; essa viene fatta risalire al peccato originale di Prometeo con la conseguente punizione
divina costituita dalla prima donna, Pandora. Questa è una creatura che eccelle sia nelle qualità
fisiche che nell’ingegno, in grado di volgersi verso il bene o verso il male. L’atto di Epimeteo,
fratello di Prometeo, nell’accoglierla sta a simboleggiare la stupidità umana.

Le cinque età

La rievocazione della disastrosa iniziativa di Pandora induce Esiodo a narrare il mito delle cinque
età (oro-argento-bronzo-eroi-ferro), che presenta un percorso inverso a quello narrato nella
Teogonia. Nelle Opere gli uomini passano da uno stato di beatitudine, oro, a un’età di ingiustizia e
violenza, ferro: questa è l’ultima epoca in cui vive il poeta. Con le quattro famiglie dei metalli viene
inserita anche l’età degli eroi, che interrompe la fase decrescente inserendo un’epoca
immediatamente precedente a quella del poeta e corrispondente alla fase omerica.

Giustizia e superbia

Dal mito delle cinque età corrisponde una lode della Dike e una condanna della Ubris, garante
universale della giustizia è Zeus, al suo trionfo corrisponde perfettamente la Dike

L’esaltazione del lavoro

La seconda parte del poema prende avvio con una nuova esortazione al fratello perché si
incammini sull’arduo sentiero dell’aretè. Importante è l’esaltazione del lavoro, che porta molte
fatiche e stenti, ma porta anche prosperità e ricchezza materiale. Si parla ovviamente di lavoro
agricoli, per il poeta il commercio marittimo è fonte di disgrazie e lutti. Si ha quindi una minuziosa
precettistica sulle opere campestri, erga, che il bravo lavoratore deve compiere nel corso degli
anni. Non mancano digressioni descrittive come ad esempio quelle relative all’inverno e all’estate.
L’idealizzazione del mondo contadino, che avverrà nell’età ellenistica, è assolutamente assente in
Esiodo, considerato il rappresentante di un ceto che stringe i denti, che è in difficoltà.

Visione negativa della donna

Nell’analisi della vita famigliare è presente la misoginia già espressa nel mito di Pandora. Nelle
Opere il matrimonio è ritenuto un male inevitabile, le nozze sono considerate una triste necessità,
giustificata solo dalla necessaria procreazione dei figli.
I giorni

La sezione conclusiva sui giorni, presenta una serie di precetti analoghi a quelli precedenti sui
lavori stagionali. La varietà del contenuto e la costruzione paratattica hanno indotto alcuni critici a
dubitare dell’unità interna del poema.

Le altre opere del corpus esiodeo


LEGGI SUL LIBRO

Mondo concettuale
Il mondo di Esiodo appare assai diverso da quello descritto in Omero:

 Al passato eroico si contrappone lo squallido presente di Esiodo


 All’antica società aristocratica si contrappone un microcosmo di piccoli proprietari terrieri, di
artigiani e di piccoli commercianti
 I temi della guerra e del viaggio sono praticamente inesistenti in Esiodo
 Il pessimismo esiodeo è più accentuato rispetto alla precedente produzione epica

Evoluzione del pensiero di Esiodo

Dal punto di vista socio-politico, si può rilevare una certa evoluzione nel pensiero esiodeo: nella
Teogonia si nota un evidente rispetto per i “re”, affiancati nella figura di Zeus, invece nelle Opere
vengono deplorate le diverse magistrature che pensano alla giustizia, quindi ogni visione
filoaristocratica viene abbandonata nelle Opere dal severo ammonimento del poeta ai giudici e
all’invito a Perse di dimenticare la violenza e seguire la giustizia

Tema del lavoro

La visione omerica era centrata sulla prospettiva aristocratica e ne esprimeva i valori del lavoro,
Esiodo invece esalta il lavoro sottolineandole l’eticità: anche dagli erga promana l’arete, che si
contrapponeva sicuramente all’arete guerriera dei poemi omerici. L’uomo valente è colui che
ottiene il benessere (ploutos, olbos) e la fama (kudos) con la sua dura fatica

Il ruolo di Zeus

Esiodo si poggia su solide basi religiose; in particolare illimitata è la fede del poeta verso Zeus.
Zeus presiede alla lealtà dei giuramenti, vede tutto e si sdegna contro chi opera in modo ingiusto e
sbagliato, punendone inesorabilmente l’empietà: nulla può opporsi alla sua volontà. A differenza di
Omero si trova in Esiodo per la prima volta il meccanismo Ubris>tisis (empietà> punizione).

Lingua e stile
Esiodo si inserisce nella tradizione “omerica”, cui lo legano il dialetto, il metro e molte espressioni
formulari. Sono stati rilevati nelle opere di Esiodo alcuni eolismi assenti in Omero; sono presenti
anche dei dorismi. Mancano influssi del dialetto beotico. E’ presente anche il riuso, in contesti
ormai differenti, di vocaboli e espressioni dell’epica tradizionale.

Stile involuto e oscuro

A livello espressivo Esiodo risulta spesso alquanto involuto; concede ben poco alla chiarezza e
all’originalità della narrazione, tendendo invece a una espressione concentrata e spesso oscura;
ciò dipende anche dall’arduo tentativo del poeta di elaborare un pensiero astratto che superi la
concretezza omerica. Lo stile risulta a volte spezzato ed ellittico, oscillando tra un livello
popolaresco e un tono solenne e ieratico. Curiosa è la tendenza all’uso di grifoi (indovinelli). Le
similitudini sono estremamente rare; molto ridotte sono anche le sezione dialogiche. Ma
“omerissime” sono certe sezioni della Teogonia, come la Titanomachia.

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