L’OSSERVATORE ROMANO

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,50 Copia arretrata € 3,00 (diffusione e vendita 13-14 novembre 2023)

GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO

Unicuique suum Non praevalebunt
Anno CLXIII n. 260 (49.477) Città del Vaticano lunedì 13 novembre 2023

All’Angelus il Papa rinnova il suo appello di pace ed esprime vicinanza ai palestinesi e agli israeliani che soffrono
@Pontifex
Si fermino le armi Lo sguardo di compassione

e non si allarghi il conflitto

del Vangelo ci porta a servire
i poveri, i prediletti di Dio che si
è fatto povero per noi (2 Cor
8,9): gli esclusi,
gli emarginati, gli scartati,
i piccoli, gli indifesi.
L’invito a non dimenticare il Sudan e a favorire l’accesso degli aiuti umanitari Sono loro il tesoro
della Chiesa, sono i preferiti di
D io!

Il Pontefice
alle Suore Scolastiche
di Nostra Signora
La povertà
è la “custode”
della vita consacrata
PAGINA 12

A colloquio con il cardinale Semeraro

in occasione del convegno sulla santità

Sfollati palestinesi a Bureij (Haitham Imad / Epa)

Non una questione
privata
ma comunitaria
NICOLA GORI
A PAGINA 11

NOSTRE
INFORMAZIONI

N
on solo la martoriata Ucraina, Israele PAGINA 10
e la Palestina; un altro tassello si ag-
giunge al mosaico dei Paesi sofferen-
ti a causa di conflitti che Papa Francesco ri-
corda nella preghiera: il Sudan, «da diversi
mesi in preda a una guerra civile». Il Pontefi-
Gli ospedali della Striscia al collasso. Tel Aviv nega attacchi alle strutture mediche Nel suo silenzio
ce ne parla al termine dell’Angelus domeni-
cale, evocando le «numerose vittime», i «mi-
Si cerca l’accordo per gli ostaggi tra Israele e Hamas Indi chiedeva
lioni di sfollati» e la «gravissima situazione
umanitaria» nello Stato africano. Per questo TEL AVIV, 13. Non si fermano i consigliere per la sicurezza na- nasconderebbero nei suoi tunnel
solo amore
rivolge «un accorato appello ai responsabili negoziati per il rilascio degli zionale americana, Jake Sullivan, sotto la struttura (tra cui il su-
locali, affinché favoriscano l’accesso degli ostaggi in mano ad Hamas, che in un’intervista alla Cnn, com- per-ricercato Yahya Sinwar, capo di GABRIELLA GAMBINO*
aiuti» e ricerchino «soluzioni pacifiche». E vedono coinvolti Israele, Qatar mentando le indiscrezioni dei politico di Hamas nella Striscia).

L
conclude esortando i ventimila fedeli presenti ed Egitto. Una conferma della media su un possibile accordo a piccola Indi, come altri
in piazza San Pietro e quanti lo seguono at- trattativa in corso arriva dal pre- tra Tel Aviv e Hamas per uno SEGUE A PAGINA 2 bambini prima di lei, è
traverso i media a non dimenticare «questi mier israeliano, Benjamin Neta- scambio di prigionieri. L’emit- stata vittima di un sistema
nostri fratelli che sono nella prova». Solleci- nyahu, che, parlando al program- tente americana Nbc, infatti, ave- giuridico indifferente al diritto
tudine che il Papa continua a mostrare anche ma “Meet the press” della Nbc, va riportato la dichiarazione di di continuare a vivere di un es-
nei confronti di «palestinesi e israeliani. Li ha detto che «potrebbe esserci» un funzionario dell’amministra- sere umano innocente, fragile,
abbraccio in questo momento buio. E prego un’intesa, spiegando che prima zione Usa che parlava di una che nel suo silenzio chiedeva so-
tanto per loro», assicura. «Le armi — chiede a dell’inizio delle operazioni di ter- convergenza sul rilascio di circa
ALL’INTERNO lo amore, relazione, cura. Eppu-
gran voce — si fermino, non porteranno mai ra a Gaza nessun accordo era 80 donne e bambini israeliani in re il diritto alla vita è l’essenza e
la pace, e il conflitto non si allarghi! Basta! possibile. «Ma poi le cose sono cambio di donne e adolescenti ZONA FRANCA - A colloquio il fondamento dello ius, del dirit-
Basta, fratelli, basta!», è il suo accorato grido, cominciate a cambiare». Oggi, palestinesi detenuti da Israele. con il gesuita Christoph Theobald to in sé, di qualunque sistema
insieme con la richiesta che «a Gaza, si soc- ha ribadito il premier, senza la li- Secondo la fonte, gli Stati Uniti normativo che intenda regola-
corrano subito i feriti, si proteggano i civili, si berazione degli ostaggi da parte starebbero esplorando anche al- La teologia mentare la coesistenza tra gli uo-
facciano arrivare molti più aiuti umanitari a di Hamas «non ci sarà alcun ces- tre opzioni, precisando però che mini a partire dal principio di
quella popolazione stremata. Si liberino gli sate-il-fuoco» a Gaza. non c’è alcuna certezza che qual- dell’incarnazione giustizia. È il punto di partenza
ostaggi, tra i quali ci sono tanti anziani e bam- Su questo tema si registra an- siasi accordo proposto abbia poi alla sfida per ogni discorso coerente sulla
bini», perché — spiega — «ogni essere umano, che un colloquio telefonico di successo. del transumanesimo pace nel mondo.
che sia cristiano, ebreo, musulmano, di qual- queste ultime ore tra il presiden- Il destino delle circa 240 per- Com’è, dunque, possibile che
siasi popolo e religione, è sacro, prezioso agli te Joe Biden e l’emiro del Qatar: sone in mano ad Hamas rimane ANDREA MONDA una bambina tanto piccola sia ri-
occhi di Dio e ha diritto a vivere in pace». Da una nota della Casa Bianca fa sa- tuttavia ancora in bilico. L’orga- E ROBERTO CETERA masta imbrigliata tra le maglie co-
qui l’invito a non perdere la speranza e a pre- pere che «i due leader hanno nizzazione terroristica, infatti, è NELLE PAGINE 8 E 9 sì rigide e intricate di una rete giu-
gare e lavorare senza stancarsi «perché il sen- condiviso che gli ostaggi debba- più cauta sul punto: un funzio- diziaria, di fronte alla quale
y(7HA3J1*QSSKKM( +@!#!#!=!&

so di umanità prevalga sulla durezza dei cuo- no essere rilasciati senza ulteriori
ri». Infine il Papa scorge sulla piazza bandie- rinvii». Tra l’altro, tra i nove se-
re ucraine, portate da fedeli «giunti da diversi questrati americani figura anche
Paesi per celebrare il quarto centenario del un bambino di tre anni, i cui ge-
martirio di san Giosafat. Prego con voi per la nitori sono rimasti uccisi nell’as-
pace nel vostro martoriato Paese», dice loro. salto del 7 ottobre.
A parlare della trattativa era
PAGINA 12 stato in un primo momento il
nario palestinese ha dichiarato NOI, GLI ALTRI
alla Reuters che Hamas sta fre- La festa di Diwali in Italia
nando sulle trattative perché la
battaglia infuria nei dintorni del
più grande ospedale del centro Luci
di Gaza City, l’Al-Shifa, stretto sul «dharma»
nella morsa dell’esercito israelia-
no a caccia dei miliziani che si PAOLO
chiunque diventa impotente: un
diritto formale, positivista, capace
di intrappolare l’essere umano e di
decidere inesorabilmente di anti-
cipare la sua morte secondo cano-
ni arbitrari di benessere e qualità?
TRIANNI A PAGINA 10 SEGUE A PAGINA 10
pagina 2
Si cerca l’accordo
per gli ostaggi tra Israele e Hamas
CONTINUA DA PAGINA
Il nosocomio è ormai al col-
lasso — come anche l’Al-
Quds e il pediatrico Al-Nasr
— e di fatto impossibilitato
ad operare. Secondo Ha-
mas, 12 pazienti sarebbero
morti in questi giorni per
l’assenza di medicinali ed
elettricità.
Israele ha però respinto
l’accusa di aver attaccato
l’Al-Shifa, come affermato
dai responsabili di Hamas,
L’analisi di Amnon Aran della City University of London
Due Stati soluzione ancora lontana
di ROBERTO PAGLIALONGA
«L
a soluzione dei
due Stati è anco-
ra molto lontana,
a mio modo di vedere. L’at-
tuale governo israeliano non
è in grado di negoziarla,
troppo forte la componente
interna dell’estrema destra:
bisognerà attendere una di-
versa situazione politica e di
sicurezza per poterne parla-
re», spiega Amnon Aran,
professore di politica inter-
nazionale del Medio Oriente
alla City University of Lon-
don, che con «L’O sservatore
Romano» analizza quanto è
accaduto a Gaza dal 7 otto-
bre. «Oggi siamo a uno stal-
lo, e al momento è politica-
mente impossibile arrivare a
un cessate-il-fuoco. Mi spie-
go: uno dei capi di Hamas ha
chiarito in una intervista al
«New York Times» che l’o-
biettivo dell’attacco non era
migliorare la situazione a Ga-
za, ma creare uno stato di in-
stabilità permanente attorno
a Israele, arrivando a distrug-
gerlo. Dal canto suo, Israele
ora punta a disintegrare Ha-
mas, e non si fermerà».
Ma è possibile eliminare Hamas?
Non credo. Hamas è un’i-
dea politica, ha una forte pre-
sa nella società palestinese.
La sua distruzione però non
è l’obiettivo dichiarato di
Israele, adesso. L’obiettivo è
più specifico: rimuovere to-
talmente le capacità militari
di Hamas, in modo che non
sia più in grado di governare
Gaza e, a dirla tutta, neanche
la Cisgiordania. Questo sì, è
possibile, ma il punto è: una
volta rimosso Hamas, cosa
viene dopo?
Cosa accadrà in Israele alla fine
della guerra?
Difficile dirlo. Ciò che ve-
do è che, a livello sociale, al
momento c’è un compatta-
mento, un consenso quasi
unanime sul fatto che questa
sia una guerra “senza scelta”.
A livello politico, la spacca-
tura risiede nel fatto che non
c’è un governo di unità na-
zionale. Ma Israele ora ha il
dovere di rimuovere l’insicu-
L’OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO
Unicuique suum Non praevalebunt
Città del Vaticano
www.osservatoreromano.va
1 che domenica per 7 ore per
affermando invece di aver
lasciato 300 litri di carbu-
rante per il funzionamento
rezza che Hamas crea, anche
perché la stessa Hamas ha
provocato la rottura di una
sorta di contratto sociale tra
il governo e chi viveva vicino
ai confini con il Libano e con
Gaza: questi avevano accet-
tato di vivere lì, a patto di
avere la protezione dei mili-
tari. Sradicare questo stato di
insicurezza è il presupposto
perché tornino nelle loro ca-
se.
Il piano degli Usa di riportare
l’Autorità nazionale palestinese
(Anp) a governare Gaza è realisti-
co?
Sì, ma chiunque lo propo-
ne deve tener conto che
l’Anp per accettarlo proba-
bilmente chiederà anche un
cambio dello status quo in Ci-
sgiordania. L’Anp non vorrà
entrare a Gaza dietro i tank
israeliani e basta. Se mai ci
sarà un accordo simile, avan-
zerà richieste di controparti-
te: la trasformazione di tutte
le aree B (di competenza mi-
sta tra palestinesi a livello ci-
vile e israeliani per la sicurez-
za), in aree A (di competenza
esclusiva palestinese); la libe-
razione dei prigionieri; il
congelamento degli insedia-
menti e l’annullamento di
quelli illegali, soprattutto
quelli nell’area C (sotto con-
trollo israeliano); il finanzia-
mento della ricostruzione e la
garanzia di mantenere intatta
politicamente l’Anp stessa.
Nell’Autorità c’è un problema di
leadership.
Mahmud Abbas è debole.
Ma al di là dei nomi che si
fanno per la successione, co-
me Mohammed Dahlan, ex
capo dei servizi di sicurezza
a Gaza e con molte relazioni
nel Golfo, o Hussein al-
Sheikh, segretario del comi-
tato esecutivo dell’Olp, il
punto è che nell’Anp ci sono
problemi di legittimità e
corruzione. Solo che se Ha-
mas viene indebolito, non
c’è nessun altro attore in
grado di riempire quel vuo-
to.
Qual è il ruolo degli altri Paesi nel-
la guerra?
Ci sono due gruppi. Anzi-
ANDREA TORNIELLI
direttore editoriale
ANDREA MONDA
direttore responsabile
Maurizio Fontana
caporedattore
Gaetano Vallini
segretario di redazione
L’OSSERVATORE ROMANO
dei macchinari salvavita da-
vanti all’ingresso dell’ospe-
dale, la cui consegna è stata
tutto, i mediatori, come il
Qatar, che è l’unico ad avere
rapporti con tutti in questa
crisi, ha ottime relazioni con
Hamas e ha garantito un
flusso di denaro consistente a
Gaza negli anni; e l’Egitto,
che non ha il denaro del Qa-
tar, ma ha l’unico punto di
accesso alla Striscia e in pas-
sato ha mediato positiva-
mente tra Hamas e Israele.
La Giordania è in una posi-
zione difensiva e spera che la
situazione in Cisgiordania
non esploda.
Poi ci sono quelli che po-
trebbero entrare nel conflitto
in qualsiasi momento, come
l’Iran, che supporta Hamas e
Hezbollah. E finora è solo il
consistente dispiegamento di
forze Usa nel Mar Rosso e
nel Mediterraneo orientale
che ha impedito un’estensio-
ne della guerra.
Infine, c’è l’Arabia Saudi-
ta. Non è un caso che la stra-
ge del 7 ottobre si sia verifica-
ta proprio poco dopo che
Mohammed bin Salman ave-
va annunciato l’imminenza
dell’accordo con Israele.
Ryiad può garantire legitti-
mità e soldi per qualsiasi pat-
to preveda il ritorno dell’Anp
a Gaza nella fase post-con-
flitto. In questo momento
l’Arabia è silente. Il conflitto
non riguarda solo attori re-
gionali, ma anche una coali-
zione capitanata dagli Usa,
da una parte, e Iran, Russia,
Hezbollah, houthi nello Ye-
men, dall’altra: la vittoria di
Israele consentirebbe la crea-
zione di un’architettura a
marchio Usa basata su una
partnership arabo-israeliana
assieme pure ai sauditi.
E la Turchia?
Durante la guerra non cre-
do che avrà un ruolo signifi-
cativo. Si è messa completa-
mente dalla parte di Hamas.
Probabilmente dopo, nella
fase della ricostruzione, ve-
dremo un suo ritorno con in-
vestimenti e aiuti umanitari.
Ankara e Tel Aviv hanno
molti interessi comuni, a ini-
ziare dall’energia e dalla sicu-
rezza. Ma Erdogan tratterà
solo con il successore di Ne-
tanyahu.
Servizio vaticano:
redazione.vaticano.or@spc.va
Servizio internazionale:
redazione.internazionale.or@spc.va
Servizio culturale:
redazione.cultura.or@spc.va
Servizio religioso:
redazione.religione.or@spc.va
impedita dai miliziani.
Israele ha anche spiegato di
aver predisposto un corri-
doio sicuro per raggiungere
dall’Al-Shifa la strada Salah
ad-Din, che attraversa la
Striscia, rimasta aperta an-
consentire l’evacuazione de-
gli sfollati verso sud.
Sul piano militare, le
truppe di terra israeliane
paiono ormai avere il con-
trollo completo della parte
nord della Striscia. I respon-
sabili di Hamas hanno ag-
giornato ieri il bilancio delle
perdite: oltre 11.000 finora i
morti, di cui 4.500 bambini,
e più di 2.700 dispersi.
Cresce la tensione nel “se-
condo fronte” con il Libano.
Gli Hezbollah filo-iraniani
hanno rivendicato due attac-
chi anche con missili anti
tank in cui sono stati feriti
13 israeliani. Le sirene di al-
larme hanno risuonato in
quasi tutta la fascia di con-
fine e l’esercito ha contato
almeno 15 lanci da oltrecon-
fine, di cui 4 intercettati. A
ciò si aggiunge la notizia
che circa 700 combattenti si-
riani, iracheni, libanesi e pa-
lestinesi filo-iraniani sareb-
bero stati dispiegati nelle ul-
time ore nella Siria sud-occi-
dentale, a ridosso delle Altu-
re del Golan contese con
Israele.
Infine, si tiene oggi a
Bruxelles la riunione dei mi-
nistri degli Esteri Ue, nella
quale si parlerà anche di
Medio Oriente.
Dal vertice di Ryiad il monito contro i massacri e il richiamo al cessate-il-fuoco
La Lega Araba condanna gli attacchi israeliani
RYIAD, 13. È una «ferma condanna dell’aggressione
israeliana contro la Striscia di Gaza» quella espres-
sa ieri dalla Lega Araba e dall’Organizzazione per
la cooperazione islamica, al termine del vertice
straordinario svoltosi a Ryiad. Nella dichiarazione
finale, i partecipanti all’incontro hanno deplorato
«i crimini di guerra e i massacri barbari» commessi
da Israele a Gaza, rifiutando di motivare il conflitto
in corso come «autodifesa». Lega Araba e Oic han-
no anche ribadito la richiesta di un cessate-il-fuoco
completo, per impedire che la guerra dilaghi nel-
l’intera regione. Forte, inoltre, l’invito rivolto a
«tutti i Paesi» affinché smettano di «esportare armi
Manifestazioni e cortei in oltre 70 città
La Francia dice no
all’antisemitismo
PARIGI, 13. «Stop all’antisemitismo»: precedute da
questo cartello, oltre 100.000 persone hanno sfila-
to ieri per le strade di Parigi e in altre città della
Francia, per un’iniziativa civica promossa dai pre-
sidenti di Camera e Senato, Yael Braun-Pivet e Gé-
rard Larcher. Dal 7 ottobre, infatti, primo giorno di
conflitto tra Israele e Hamas, in Francia si sono ve-
rificati oltre 1.200 atti antisemiti, a causa di quello
che il presidente, Emmanuel Macron, ha definito
«il ritorno di un antisemitismo selvaggio» e «odio-
so», esortando poi il Paese a mostrarsi «unito die-
tro ai suoi valori e al suo universalismo».
Anche la capitale belga, Bruxelles, ha visto ieri
un presidio di circa 200 persone che si sono riunite
davanti al Consolato francese, al grido di «No al-
l’antisemitismo in Francia e in Europa». Ma nuovi
episodi di violenza si contano in Germania e Cana-
da, con spari su una scuola ebraica di Montreal.
Segreteria di redazione
telefono 06 698 45800
Tipografia Vaticana
Editrice L’Osservatore Romano
segreteria.or@spc.va
Stampato presso la Tipografia Vaticana
e srl
Servizio fotografico: www.pressup.it
telefono 06 698 45793/45794, via Cassia km. 36,300 – 01036 Nepi (Vt)
fax 06 698 84998
pubblicazioni.photo@spc.va Aziende promotrici
www.photo.vaticanmedia.va della diffusione: Intesa Sanpaolo
lunedì 13 novembre 2023
L’appello dell’Onu dopo gli ultimi bombardamenti
Protezione dei civili
e degli ospedali a Gaza
TEL AVIV, 13. Bandiere a mezz’a- nali in materia umanitaria».
sta oggi nelle sedi delle Nazioni In una intervista alla Cnn, in-
Unite «in segno di rispetto» per tanto, il segretario generale del-
il personale dell’Onu ucciso a l’Onu, António Guterres, ha de-
Gaza. L’Unrwa, l’agenzia di soc- nunciato come l’esercito israelia-
corso per i rifugiati palestinesi, no non stia provvedendo alla
ha dichiarato venerdì che dall’i- «protezione dei civili» a Gaza,
nizio dei bombardamenti israe- dopo aver già definito la Striscia
liani, dopo l’attacco di Hamas un «cimitero di bambini» e so-
del 7 ottobre, sono morti a Gaza stenuto che gli attacchi di Ha-
più di cento dipendenti dell’O- mas «non sono arrivati dal nul-
nu. Il Programma delle Na-
zioni Unite per lo sviluppo
(Undp) ha invece riferito
che la propria sede di Gaza,
evacuata dal personale a
metà ottobre, è stata bom-
bardata: nell’edificio negli
ultimi giorni si erano river-
sate «centinaia di persone».
L’attacco avrebbe dunque
causato «un numero signi-
ficativo di morti e feriti».
Le agenzie delle Nazioni
Unite in Medio Oriente hanno la». Guterres al contempo ha an-
inoltre definito «inaccettabili» nunciato di aver parlato con le
gli attacchi e i combattimenti autorità iraniane, per esortarle a
nelle vicinanze di strutture me- convincere l’organizzazione ter-
diche e civili nella Striscia di Ga- roristica a rilasciare «immediata-
za, secondo quanto si legge in un mente e senza condizioni» gli
comunicato di Unicef, Unfpa e ostaggi israeliani.
Oms. Si tratta, scrivono a pro- Nel replicare alle dichiarazio-
posito delle violenze che hanno ni di Guterres, il primo ministro
interessato l’ospedale al-Shifa, il israeliano, Benjamin Neta-
pediatrico al-Rantisi Nasr, l’o- nyahu, ha parlato di «colpe» da
spedale al-Quds e altri a Gaza attribuire ad Hamas, a cui — ha
City e nel nord, di una «violazio- aggiunto — va chiesto di «obbe-
ne delle convenzioni internazio- dire al diritto internazionale».
e munizioni alle autorità di occupazione».
Infine, i leader riuniti a Ryiad hanno definito co-
me «totalmente inaccettabile lo sfollamento forza-
to di un 1,5 milioni di palestinesi dal nord della Stri-
scia di Gaza», affermando che «non è in discussio-
ne la separazione della Striscia di Gaza dalla Ci-
sgiordania e da Gerusalemme Est».
Al vertice è intervenuto anche il presidente del-
l’Iran, Ebrahim Raisi, il quale si è però detto critico
sulla soluzione dei due Stati, caldeggiata dalla Le-
ga Araba, affermando che «l’unica soluzione de-
mocratica è un referendum con la partecipazione di
tutti i musulmani, cristiani ed ebrei in Palestina».
DAL MOND O
Siria: 8 morti in raid Usa
È di almeno 8 morti il bilancio delle vittime tra
le milizie filo-iraniane dopo i raid condotti nel-
le scorse ore in Siria dalle forze aeree statuni-
tensi. La zona, secondo l’Osservatorio siriano
per i diritti umani, è quella di Deir ez-Zor, nel-
l’est. Secondo il segretario alla Difesa Usa,
Lloyd Austin, le operazioni seguono gli «attac-
chi contro militari statunitensi in Iraq e Siria».
Caos intercettazioni in Portogallo
A tenere banco in Portogallo è ancora il “caso
intercettazioni”, che ha portato alle dimissioni
del primo ministro António Costa, dopo l’a-
pertura di un’inchiesta per sospetta corruzio-
ne. Secondo Cnn Portogallo, nella trascrizione
delle intercettazioni ci sarebbe stato un errore
dovuto a una omonimia. Il riferimento riguar-
derebbe il ministro António Costa Silva.
Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia:
Nuovo: semestrale € 275; annuale € 550 Per la pubblicità
Rinnovo: semestrale € 250; annuale € 500 rivolgersi a
marketing@spc.va
Abbonamento digitale: € 40;
Abbonamenti e diffusione (dalle 9 alle 14):
Necrologie:
telefono 06 698 45450/45451/45454 telefono 06 698 45800
info.or@spc.va diffusione.or@spc.va segreteria.or@spc.va
lunedì 13 novembre 2023 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 3

Nuova denuncia dell’Onu sulle atrocità nella regione del Darfur
Sudan: strutture strategiche
al centro degli ultimi scontri
KHARTOUM, 13. È stato il ponte
Shambat, che collega il nord di
Khartoum a Omdurman, nella
periferia occidentale, a finire al
centro degli ultimi combatti-
menti tra esercito e paramilitari
in Sudan. La struttura sarebbe
stata distrutta sabato, secondo
testimonianze raccolte dall’Afp
e in base a immagini che circo-
lano su Internet.
In un comunicato, l’esercito
sudanese, guidato dal generale
Abdel Fattah al-Burhan, ha ac-
cusato dell’azione le «milizie ri-
belli», le Forze di supporto ra-
pido (Rsf). Da parte loro, gli
uomini del generale Mohamed
Hamdan Dagalo hanno rispo-
sto attribuendo l’accaduto ai
militari. Già in agosto l’esercito
aveva preso di mira il ponte con
raid aerei e colpi di artiglieria,
ritenendolo uno snodo strate-
gico essenziale per il trasporto
dei rifornimenti dell’Rsf verso
la zona di Omdurman, peraltro
diventata negli ultimi tempi il
principale campo di battaglia
tra le due fazioni: la scorsa setti-
mana una granata aveva colpito
l’ospedale Al-Nau, l’ultima
struttura medica operativa del-
l’area, uccidendo un membro
del personale.
Dopo sette mesi di guerra,
l’ong statunitense Acled, che
monitora i conflitti, stima un
bilancio di almeno 9.000 vitti-
me dal 15 aprile, mentre l’O nu
ha denunciato più di 6 milioni
di sfollati e profughi. Le violen-
ze, oltre che nella capitale, non
diminuiscono nemmeno nella
regione occidentale del Darfur,
mai risollevatasi dalla guerra
dei primi anni Duemila, con un
bilancio di 300.000 morti.
In Sudan «si va verso il male
assoluto», ha denunciato all’O-
nu di New York Clementine
Nkweta-Salami, coordinatrice
delle Nazioni Unite per l’emer-
genza umanitaria nel Paese afri-
cano. «L’intensificazione degli
scontri tra l’esercito e i gruppi
paramilitari ha dato vita, in par-
ticolare nel Darfur, a una situa-
zione orrenda», con «atrocità,
stupri, sparizioni, gravi viola-
zioni dei diritti umani e dei
bambini», ha detto. Si assiste
ad una «escalation di violenza
nel Darfur su basi etniche», ha
ricordato Nkweta-Salami rilan-
ciando quanto già dichiarato
dall’Alto commissario per i ri-
fugiati, Filippo Grandi, che
aveva evocato «dinamiche si-
mili» a quanto avvenuto ven-
t’anni fa.
La tempesta ha provocato morte e distruzione mentre cresce lo sciacallaggio tra le macerie delle abitazioni
Qui Acapulco, dove l’uragano Otis ha distrutto tutto
di LUANA FOTI
Dopo la sentenza
dell’Alta Corte
In Australia
rilasciati
92 apolidi
CANBERRA, 13. Sono 92 i richie-
denti asilo rilasciati in Australia,
dopo essere stati detenuti per
anni in centri per immigrati. La
notizia arriva dopo che, nei
giorni scorsi, l’Alta Corte nazio-
nale aveva definito illegale la
detenzione per un tempo indefi-
nito delle persone apolidi, ribal-
tando così una pratica venten-
nale.
Il ministro australiano per
l’Immigrazione, Andrew Giles,
ha affermato che il governo ha
contestato la decisione della
Corte e che sta considerando
possibili modifiche legislative.
Giles ha aggiunto che le persone
rilasciate hanno visti appropriati
secondo condizioni individuali,
le quali possono includere an-
che obblighi di comunicazione.
«La sicurezza della comunità è
la prima priorità — ha sottolinea-
to il ministro — e la polizia fede-
rale è coinvolta nel processo».
Almeida Serrano, giovane acapulqueño. I
media vaticani hanno raccolto la sua testi-
È spirata la bimba di 8 mesi gravemente malata
Addio
a Indi Gregory
LONDRA, 13. L’ultimo respi-
ro, l’ultimo battito del suo
piccolo cuore e poi la vita di
Indi Gregory si è spenta per
sempre. La bimba inglese di
8 messi, affetta da una grave
patologia mitocondriale, è
spirata all’1.45 del mattino, in
un hospice del Regno Unito.
Accanto a lei, fino alla fine, i
genitori Dean e Claire che
nei giorni scorsi aveva intra-
preso una lunga battaglia le-
gale per la figlia. L’Alta Cor-
te di Londra, infatti, aveva ri-
tenuto incurabile la malattia
di Indi e aveva disposto lo
spegnimento dei macchinari
che ne garantivano la soprav-
vivenza. A nulla è valso il ri-
corso presentato dai genitori
contro la decisione dei giudi-
ci, né la cittadinanza italiana,
concessa il 6 novembre dal
governo di Roma. Un’ultima
chance per consentire il trasfe-
rimento della piccola in Ita-
lia e il suo ricovero presso
raggio non ancora concluso, il numero po-
trebbe arrivare a più di 250.000) e quasi
l’ospedale pediatrico Bambi-
no Gesù di Roma, che si era
detto disponibile ad assistere
Indi e a sottoporla a «cure
sperimentali».
Parlando con la stampa,
Dean e Claire Gregory si so-
no detti «arrabbiati e affran-
ti» non solo per la scomparsa
della figlia, ma anche per le
modalità con cui ciò è avve-
nuto: «Il Servizio sanitario
nazionale e i tribunali — ha
detto il padre — le hanno tol-
to sia la possibilità di vivere,
sia la dignità di morire a casa
sua». Venerdì scorso, infatti,
i genitori avevano chiesto
che il distacco dai macchina-
ri potesse avvenire in casa, e
non in un hospice. Richiesta
però respinta dai giudici.
Sabato, poi, Papa France-
sco aveva espresso vicinanza
e preghiera per Indi e i suoi
familiari, rivolgendo un pen-
siero anche a tutti i bambini
sofferenti nel mondo.

La guerra in Ucraina
D all’inizio dell’invasione russa
Oltre tre milioni e mezzo
di sfollati in Ucraina
KYIV, 13. In Ucraina ci sono tà di Kyiv. Allo stesso tem-
4,9 milioni di sfollati interni, po, i blogger militari russi
di cui oltre 3 milioni e mez- hanno affermato che i solda-
zo lo sono diventati dopo il ti di Mosca sono entrati a
24 febbraio del 2022, quan- Stepovoy, un villaggio a tre
do la Russia ha invaso mili- chilometri a nord-ovest di
tarmente il Paese. Lo ha di- Avdiivka. Lo conferma sul
chiarato alla televisione na- suo sito l’Istituto per lo stu-
zionale il vicepremier e mini- dio della guerra.
stro per la Reintegrazione Almeno tre ufficiali della
dei territori temporaneamen- Guardia nazionale russa so-
te occupati, Iryna Vere- no invece morti in seguito a
shchuk, secondo quanto ri- un’esplosione avvenuta ieri
nel quartier generale
dell’esercito russo a
Melitopol, città occu-
pata nella regione di
Zaporizhzhia: lo ha re-
so noto la direzione
principale dell’intelli-
gence del ministero
della Difesa ucraino
(Gur), come riporta
Ukrainska Pravda. Il
Gur ha attributo l’e-
portato dall’agenzia di stam- splosione a «un’azione di
pa Ukrinform. vendetta eseguita da rappre-
Stando a quanto indicato sentanti del movimento di
dal vicepremier, quasi la me- resistenza locale». L’attacco
tà degli sfollati interni non è stato effettuato durante
riceve i sussidi statali perché una riunione degli ufficiali
non ne ha fatto richiesta. E dei servizi di sicurezza.
con l’imminente inverno, per Oggi, intanto, è in pro-
sfollati e rifugiati sta per ini- gramma a Bruxelles la riu-
ziare il periodo più difficile nione dei ministri degli Este-
dell’anno. Lo ricorda l’Agen- ri dell’Unione europea, men-
zia delle Nazioni Unite per i tre una delegazione ucraina
rifugiati (Unhcr). è negli Stati Uniti per collo-
Sul terreno, intensi bom- qui su difesa e aiuti. Il grup-
bardamenti russi sono stati po, guidato dal ministro del-
segnalati a Bakhmut e a l’Economia, Yulia Svyryden-
Kherson, dove è morto un ko, discuterà le proposte del
uomo. Le truppe di Mosca presidente, Volodymyr Ze-
hanno anche condotto un’of- lensky, per la pace, il raffor-
fensiva nella zona di Avdiiv- zamento della difesa dell’U-
ka, nella regione orientale di craina, l’approfondimento
Donetsk, i cui risultati non generale della cooperazione
sono confermati dalle autori- e molte altre questioni.
A
ll’alba del 25 ottobre, nella costa
sud del Pacifico messicano, il dialo-
go tra l’oceano, l’atmosfera e l’aria
calda e umida è esploso. In poche ore, per
vari fattori come la quantità di aria calda
evaporata dalla superficie dell’oceano,
quella che era una tempesta tropicale si è
trasformata in un uragano di categoria 5, la
più alta nella scala Saffir-Simpson. I venti
dell’uragano Otis, che nel picco massimo
hanno raggiunto i 270 chilometri all’ora,
hanno ridotto Acapulco, una volta chiama-
ta “la perla del Pacifico messicano”, in un
cumulo di macerie, alberi abbattuti, pali
caduti, reti elettriche tagliate, barche affon-
date, edifici distrutti, veicoli ribaltati. Nes-
suno se lo aspettava, non c’è stato un piano
di evacuazione e tutti sono rimasti intrap-
polati in balia della furia dei venti. «È una
devastazione assoluta, è come se fosse ca-
duta una bomba», racconta Jorge Angel
Amnistia agli indipendentisti
Dilaga la protesta
in Spagna
MADRID, 13. Dilaga la protesta in
Spagna dopo la decisione del presi-
dente del governo, Pedro Sánchez,
leader del Partito socialista (Psoe), di
concedere l’amnistia agli indipenden-
tisti catalani in cambio dei voti ne-
cessari per formare il nuovo esecuti-
vo.
Anche ieri, centinaia di migliaia di
persone hanno manifestato in tutto il
Paese, Madrid compresa, contro l’in-
tesa voluta da Sánchez, che deve for-
mare un governo entro il 27 novem-
bre prossimo: se non dovesse riuscir-
ci, la Spagna tornerà alle urne il 14
gennaio per le elezioni anticipate.
Nella capitale, un folto gruppo di
persone si è radunato davanti alla se-
de del Psoe, nella calle de Ferraz,
scandendo slogan ostili contro il pre-
sidente del governo. «Non rimarre-
mo in silenzio finchè non ci saranno
nuove elezioni», ha detto Alberto
Núñez Feijóo, presidente del Partito
popolare (Pp). Il Pp è arrivato primo
alle elezioni legislative di luglio, ma
non è riuscito a ottenere una maggio-
ranza di governo in parlamento.
monianza insieme a quella di Yazmín Kuri,
giovane di 23 anni che lavora a Guadalajara
mentre la sua famiglia vive a Acapulco.
Otis, l’uragano più veloce e intenso che
si è sviluppato in questa zona del Pacifico,
ha toccato terra a Acapulco alle 00.25.
Qualche minuto prima, a Guadalajara, Ya-
smín Kuri riceve un messaggio da sua ma-
dre da Acapulco: «Ah figlia mia, questo è
molto forte». Dopo, hanno perso il contat-
to ed è iniziato quello che Jorge descrive
come «il terrore»: «Ha iniziato a soffiare
forte, a muovere lamiere, vari materiali, a
distruggere tutto. Sono caduti pali, ci ha
buttato giù il portone di casa, un albe-
ro è caduto e ha bloccato l’entrata, si è
tappata la grondaia, abbiamo iniziato
a inondarci e per il forte vento anche
nel piano di sopra è entrata l’acqua»,
racconta il giovane. Quando è arrivata
l’alba, dopo non aver dormito per tutta
la notte, Jorge è andato in cerca di sua
madre che vive a Diamante, nella parte
occidentale del porto. «Sono uscito
molto presto in moto per cercare mia
madre. Ho dovuto schivare sedie, albe-
ri, pali, cavi della luce, macerie, di tut-
to. Diamante era inondato. Quando
sono riuscito ad arrivare a casa di mia ma-
dre, l’ho vista e l’ho abbracciata. È stato un
momento molto emozionante», racconta.
Anche la casa familiare di Yasmín si è
inondata, tutte le stanze si sono allagate ed
è caduta la capanna che avevano nel piano
di sopra. Però, «grazie a Dio sono stati sol-
tanto danni materiali, noi stiamo bene e la
casa è in piedi», pensa Yasmín riconoscen-
do la fortuna che invece molte famiglie
non hanno avuto. «È molto triste la situa-
zione perché sia chi aveva tutto sia, chi non
aveva quasi niente, tutti sono rimasti senza
niente», dice Yasmín. Jorge le fa eco:
«Quello che più mi colpisce è che ci sono
famiglie che hanno perso tutto, soprattut-
to nelle zone rurali. Vediamo gente vulne-
rabile che esce in strada con bottiglie vuote
e chiede acqua, cibo, qualcosa da portare a
casa». «Io sono un fotografo di paesaggi e
per questo cerco di fotografare sempre le
cose più belle. Ci credi che finora non ho
avuto il coraggio di fotografare Acapul-
co?» aggiunge commosso.
Secondo i dati ufficiali, attualmente ri-
sultano morte 47 persone e 48 scomparse
(anche se queste cifre sono in aggiorna-
mento e sono oggetto di controversie tra il
governo e alcuni mezzi d’informazione
perché non coincidono), 172.000 abitazio-
ni sono state danneggiate (ma, a monito-
l’80 per cento delle infrastrutture turisti-
che. Il passaggio dell’uragano ha colpito
oltre 580.000 persone, con milioni di per-
dite economiche.
Yasmín segnala che il problema princi-
pale ora è l’aumento incalcolabile della
spazzatura. Questo, insieme all’acqua ri-
stagnata per le strade, favorisce la diffusio-
ne di malattie dello stomaco. Ci sono an-
che molti mosquitos, zanzare che possono
trasmettere la malattia virale del dengue.
Per questo, dice, «è abbastanza pericoloso
per tutti stare qui, anche per chi ci sta aiu-
tando. E la mancanza di acqua e luce non
fa che incentivare la diffusione delle malat-
tie».
Un altro grande problema a Acapulco è
la delinquenza. La maggior parte dei ne-
gozi distrutti dall’uragano sono stati assal-
tati e lo stesso è accaduto con le abitazioni.
«La gente si mette d’accordo per chiudere
gli isolati a una certa ora della notte. Sicco-
me non c’è luce accendono dei fuochi», di-
ce Jorge. «Sono persino armati, e spesso si
sentono degli spari perché per spaventare
la gente sconosciuta che cammina in quelle
zone e farli desistere dall’idea di voler ru-
bare, sparano in aria». Jorge descrive così
il modo che i vicini hanno pensato di usare
per proteggersi senza aspettare l’aiuto del-
l’esercito.
«Ora cosa succederà?» si chiedono tut-
ti. La madre di Yasmín condivide con la fi-
glia la sua preoccupazione per quanto po-
trà essere difficile la ricostruzione. Però, è
convinta che non sarà impossibile: «Co-
m’è successo in altri luoghi che sono dovu-
ti ripartire da zero, anche Acapulco riusci-
rà a rialzarsi», afferma. Jorge, dal canto
suo, non pensa di muoversi dalla sua città
natale: «Acapulco ci ha dato molto, mi
piace, non voglio andare via da qui. Ora si
tratta di andare avanti, trovando molta for-
za per affrontare quello che verrà. Conti-
nueremo così, decisi fino alla fine».
pagina 4
Per la cura della casa comune
La Giornata del Ringraziamento
Lo stile cooperativo
esperienza di fraternità
di BRUNO BIGNAMI
D
opo la pubblicazione della
Fratelli tutti è diventato anco-
ra più chiaro che la fraterni-
tà è un paradigma fonda-
mentale per interpretare la vita sociale.
La Giornata del Ringraziamento 2023
in Italia diventa occasione per riflette-
re sulla cooperazione come declinazio-
ne della fraternità in campo agricolo.
Scopriamo che c’è uno strettissimo le-
game tra fraternità, stile cooperativo,
cura per la casa comune e lavoro della
terra. Beninteso, non è affatto scontato
che lo stile cooperativo sia accolto nel
mondo rurale. La competizione, figlia
dell’ideologia neoliberista, ha amma-
liato molte persone, arruolandole nel-
l’esercito di chi vuole contare o è suc-
cube del «divide et impera». Quando
la guerra economica non conosce
esclusione di colpi, sul campo restano
solo cadaveri: le comunità si spaccano,
le collaborazioni si assottigliano, ven-
gono fomentati sospetti reciproci, do-
minano le logiche mondane per occu-
pare spazi.
Il magistero sociale di Papa France-
sco ci ha sollecitato a ragionare con il
principio secondo cui «il tempo è su-
periore allo spazio» (EG 222-225). Av-
viare processi è molto più generativo e
guarda al futuro. Occupare spazi è au-
toreferenziale e rafforza l’erba voglio
del potere. La scelta della Commissio-
ne episcopale per i problemi sociali e il
lavoro della CEI di dedicare il messag-
gio 2023 al tema: «Lo stile cooperativo
per lo sviluppo dell’agricoltura» ci
consente di andare al cuore della dot-
trina sociale della Chiesa. C’è infatti
una cooperazione verticale e una oriz-
zontale che ci caratterizza. Quella ver-
ticale ci vede cooperatori dell’opera di
Dio Creatore. Lo siamo per natura: ri-
ceviamo il dono della terra e attraverso
il lavoro siamo chiamati a «coltivare e
custodire» (Gen 2,15) ciò che abbiamo
ricevuto. Dio è all’origine di qualsiasi
solidarietà tra le persone, tanto che
uno dei punti più alti cui un credente
può arrivare è di alzare lo sguardo e di-
re: «Grazie!». È gratitudine che nasce
dal profondo. Tutto è dono. Tutto è
grazia di Dio, compresi i frutti della
terra. Sappiamo che tale gesto non è
scontato. Nel Vangelo di Luca solo
uno dei dieci lebbrosi guariti da Gesù
(Lc 17,11-19) torna a ringraziare. Non
possiamo dare per scontato che questo
atteggiamento sia presente in tutti. C’è
sempre la tentazione di non riconosce-
re il dono o di mettersi di traverso, vie-
tando ad altri di ringraziare. C’è biso-
gno di conversione.
Se questo è vero, la cooperazione
orizzontale è necessaria conseguenza.
Avvertiamo l’esigenza di un’economia
della fraternità e non della concorren-
za, figlia della cultura della cura. Essa
manifesta chi vogliamo essere: donne e
uomini amati e capaci di amare. Siamo
interdipendenti, connessi, in stretta re-
lazione. Con il poeta Walt Whitman
siamo consapevoli che «chiunque de-
gradi un altro degrada me… e qualun-
que cosa si faccia o si dica ritorna infi-
ne a me». Quando lo stile cooperativo
ha prevalso nel mondo rurale, sono na-
te innovazioni ed esperienze straordi-
narie. Si pensi alle riforme agrarie che
hanno ridistribuito le terre favorendo
il legame diretto tra chi lavora e il ter-
ritorio. L’agricoltura familiare e la na-
scita di cooperative sociali in campo
rurale sono state una meraviglia, ri-
spetto ai latifondi e all’agricoltura in-
tensiva. Si pensi anche alla solidarietà
nei momenti di crisi come la recente
pandemia e le alluvioni che hanno col-
L’OSSERVATORE ROMANO
pito alcuni territori italiani (Ischia, la
Romagna, Prato…). Le persone si so-
no rimboccate le maniche e hanno te-
stimoniato che dalle tragedie ci si rial-
za insieme. Le comunità sostenute da
logiche di cooperazione durano nel
tempo e rappresentano una forma di
partecipazione democratica di tutto ri-
spetto. Infatti, il modello pubbli-
co/privato manca di una gamba, che è
data dalla società civile, dalla voce di
chi non si rassegna all’esclusione dei
poveri e dei fragili. Nel modello coo-
perativo è chiaro che ogni persona è
dono, ha una sua competenza nell’u-
mano. La cooperazione mostra la forza
del principio cardine della dottrina so-
ciale, la centralità della persona. Il
problema è che talvolta pensiamo che
questo principio debba funzionare so-
lo nella stagione delle emergenze e
non invece in ogni momento, anche in
tempo di relativa tranquillità. La fra-
ternità è davvero l’antidoto al degrado
di un territorio, si prende cura delle
comunità, rafforza i legami di cittadi-
nanza, può aiutare a prevenire dissesti
idrogeologici e crea i presupposti per
non soccombere di fronte a calamità
naturali. L’agricoltura italiana ha una
storia feconda, ma conosce anche tante
preoccupazioni, nell’epoca in cui i
cambiamenti climatici coprono di nubi
oscure il presente e il futuro. La neces-
sità di acqua abbondante per alcune
coltivazioni (riso, mais…) e le ripetute
siccità evidenziano problemi che po-
trebbero rivelarsi strutturali. La recen-
te esortazione apostolica di Papa Fran-
cesco Laudate Deum ci ha spronato a
non vivere da rassegnati. Possiamo of-
frire un contributo di idee e di cultura
per convertire gli stili di vita della gen-
te e le scelte economiche, anche in
agricoltura. Il Pontefice ricorda che
«non ci sono cambiamenti duraturi
senza cambiamenti culturali, senza
una maturazione del modo di vivere e
delle convinzioni sociali, e non ci sono
cambiamenti culturali senza cambia-
menti nelle persone. Gli sforzi delle fa-
miglie per inquinare meno, ridurre gli
sprechi, consumare in modo oculato,
stanno creando una nuova cultura»
(LD 70-71).
Certo, purtroppo esiste anche una
falsa cooperazione da cui guardarsi,
quella che usa del nome per sfruttare i
lavoratori, per incrementare il fenome-
no del caporalato, per aumentare le
sacche di lavoro nero, per alimentare le
vendite sottocosto... Lo stile cooperati-
vo non ha nulla a che vedere con que-
ste forme deviate.
Il messaggio dei vescovi conclude
con parole di speranza: «Siamo coope-
ratori nella creazione e, quindi, coope-
riamo tra di noi. Impegniamoci a ge-
stire l’acqua, la terra e l’energia in mo-
do fraterno. Educhiamoci a condivide-
re gli strumenti dell’agricoltura, a pen-
sarci in connessione con la vocazione
agricola dei territori, ad accogliere il
lavoro come una chiamata a sfamare i
popoli della terra. “Nessuno si salva da
solo”, ci ricorda la Fratelli tutti, e “ci si
può salvare unicamente insieme” (FT
32)». La Giornata del Ringraziamento
favorisca un impegno comune affinché
lo stile cooperativo sia proprio dei la-
voratori della terra, degli imprenditori
agricoli, dei lavoratori della filiera
agroalimentare e anche delle associa-
zioni del mondo rurale. C’è bisogno di
ridire forme di cooperazione perché
tutti gli uomini possano, sull’insegna-
mento del lebbroso evangelico, tornare
a ringraziare Dio. «Laudate Deum,
omnes gentes; lodate il Signore, popo-
li tutti della terra» (Sal 116,1). Della
terra, appunto.
lunedì 13 novembre 2023
Il libro «Ecoshock» di Giuseppe Caporale: occhio al Mediterraneo e al “Belpaese”
gia). Ma allo stesso tempo piove di
più, se si considera la quantità di ac-
qua che precipita. Il che ha effetti
devastanti sul territorio, come san-
no bene gli agricoltori. Anche per
l’effetto combinato con le attività
umane: tra il 2006 e il 2021 l’Italia
ha perso ben 1153 chilometri qua-
drati di suolo naturale o seminatu-
rale a causa dell’espansione urba-
na.
La tempesta perfetta, si diceva.
L’Italia, per le sue caratteristiche
morfologiche, per il suo sistema
produttivo, per la sua posizione
geografica, afferma Caporale, ri-
schia di essere il Paese più a rischio
fra quelli occidentali rispetto all’in-
cipiente catastrofe climatica. Oc-
corre agire subito. Prima degli altri.
La tempesta
Anche perché molti dei problemi
che il Paese si trova ad affrontare
hanno radici “verdi”. Recita il
“Dossier #65” della pubblicazione
perfetta
specializzata “Mediterraneo” edita
dall’associazione di produttori
“Solco maggiore”: «Nei recenti casi
di migrazione forzata in giro per il
mondo c’è quasi sempre lo zampi-
no, in un modo o nell’altro, del
di MARCO BELLIZI sta conducendo verso scenari apo- cambiamenti climatico». L’Italia ri-
calittici, degni dei più noti kolossal schia di esser una sorta di laborato-
L’
Italia e il Mediterraneo cinematografici del genere? rio ideale per gli effetti del climate
sono potenzialmente al Esagerazioni, dirà qualcuno. Del change: «I dati dell’Istituto naziona-
centro di una tempesta resto non manca chi osserva, maga- le di geofisica e vulcanologia — scri-
perfetta. Se l’emergen- ri anche in buona fede, che non bi- ve Caporale — mostrano che in con-
za climatica riguarda infatti tutto il sogna allarmarsi più di tanto se d’e- comitanza con la disastrosa alluvio-
pianeta, l’area appena citata è quel- state fa così caldo, visto che è così ne che colpì Genova nel novembre
la che, per caratteristiche naturali, che è stato creato il mondo, che se 2011 la temperatura in prossimità
sociali ed economiche rischia ap- c’è la siccità poi arriva tanta pioggia del Mar Ligure era di ben 3 gradi al
punto di pagare gli effetti del cam- che arrivano le alluvioni, se i ghiac- di sopra della media del periodo».
biamento climatico in maniera cata- ciai si ritirano ma poi arrivano tor- Non deve sorprendere allora se «la
strofica. A lanciare l’allarme (e a mente di neve record a riparare. E coltivazione dell’ulivo in Italia è
tentare di scuotere il Belpaese e i poi, a dirla fuori dai denti, almeno praticamente arrivata a ridosso del-
suoi vicini da un mortifero torpo- qui tutti questi effetti del cambia- le Alpi, in provincia di Sondrio» e
re), è il libro “Ecoshock. Come mento climatico si fa fatica a vederli se si arriverà a produrre vino anche
cambiare il destino dell’Italia al (almeno per chi non li vuole vede- a 1200 metri di altezza. Di fronte a
centro della crisi climatica” (Rubet- re). Esagerazioni quindi. «Invece le questi segnali inquietanti, scrive
tino Edire, 2023, pagine 272, euro cose accadono e non possiamo sem- l’autore, «il ritardo dell’Italia nel-
19) scritto da Giuseppe Caporale, pre voltarci dall’altra parte», avver- l’investimento e utilizzo delle ener-
giornalista, scrittore e autore di do- te Caporale. E, a supporto, sciorina gie rinnovabili è di almeno 70 an-
cumentari e inchieste, i cui diritti duecentosettantadue pagine di un ni». «Non comprendere questa
d’autore saranno destinati alla Cit- puntuale, appassionante e gigante- mutazione genetica della nostra
tadella di Padre Pio, centro oncolo- sco report con dati inoppugnabili e economia, per un’azienda equivale
chiarissimi nella loro a decretare la propria condanna,
drammatica evidenza. nemmeno a lungo termine. Sarebbe
Darti che provengono da come se la Olivetti, quando sono
«Bisogna fare quello che si fa studi scientifici, organiz- stati inventati i computer, invece
quando la storia ci chiama. Prendere zazioni di categoria, sem- che modificare la sua strategia alli-
plici verifiche sul campo. neandosi alle nuove esigenze del
il coraggio con le mani e poi fare le Secondo l’Enea, per esem- mercato, avesse deciso di continua-
cose giuste. Solo questo». pio, «entro il 2100 mi- re a produrre e vendere macchine
gliaia di chilometri qua- da scrivere». Basti pensare al mer-
drati di aree costiere italia- cato dell’auto, dove il Paese ha sem-
ne rischiano di essere let- pre esercitato un ruolo di leader-
teralmente sommerse dal- ship, al centro delle politiche am-
gico pediatrico in costruzione a l’acqua». Sono a rischio inondazio- bientali di tutto il mondo (il settore
Drapia (Vibo Valentia). ne zone costiere pari a 5684 chilo- contribuisce per il 24 per cento alle
Uno shock, dunque. Che vuole metri quadrati, un’area pari a quella emissioni di anidride carbonica nel-
essere, nelle intenzioni, salutare. Il di una regione grande quanto la Li- l’atmosfera). La spinta è verso la ri-
fatto è che il tema ambientale è og- guria. Non si tratta solo di prospet- conversione elettrica, ma tutti san-
gettivamente entrato nei pensieri tiva, come si accennava, ma anche no quanto oggi costa una vettura
quotidiani di tutti gli abitanti di di dati di realtà: negli ultimi 50 an- alimentata a elettricità e quante sia-
questo pianeta (in Occidente come ni, frane e inondazioni hanno cau- no poche le stazioni di ricarica nel
preoccupazione, altrove, in Asia sato 1670 morti, 60 dispersi, 1935 fe- territorio. E del resto il ritardo del
magari, perché l’acqua è già arriva- riti e più di 320.000 fra evacuati e Paese nell’investimento e nell’uti-
ta alle caviglie o si è già portata via senza tetto. Il 93,9 per cento dei Co- lizzo delle fonti rinnovabili è stima-
la casa). Insomma, almeno nei pae- muni italiani (7423) è esposto ai pe- bile in circa 70 anni. Insomma, co-
si ricchi il rischio è quello dell’as- ricoli di frane, alluvioni ed erosioni me uscirne? I “green bond” (i titoli
suefazione. O della moda ecologi- costiere. di Stato destinati a finanziare la
sta, del luogo comune culturale. O Per chi dovesse scoprirsi insensi- transizione ecologica) secondo Ca-
anche terminologico: «Resilienza — bile alle sorti avverse di una parte li- porale possono essere una soluzio-
osserva per esempio Caporale —: mitata dei propri connazionali, soc- ne, così come qualsiasi iniziativa di-
parola onnipresente sui social net- corrono quantomeno i dati relativi a sponibile utile a un nuovo adatta-
work, concetto sbandierato su stri- quanto tutto questo costi alle tasche mento all’ambiente (adattamento e
scioni appesi ai balconi, chiamata di tutti cittadini: dal 2009 al 2013, si poi rovesciamento al positivo del
in causa di continuo dai vip per legge sempre nel libro-inchiesta, il rapporto con la realtà sarebbero in
esorcizzare i propri fatti privati, danno provocato da frane e alluvio- effetti i veri elementi che definisco-
buttata lì, praticamente in ogni arti- ni in Italia è stato pari a 20,3 miliar- no proprio quella brutta parola che
colo di giornale, rubrica di costu- di di euro. Nello stesso periodo i all’inizio dell’articolo si è promesso
me, in interviste e ritratti (chi non si fondi spesi in prevenzione sono sta- di non usare…). L’Italia è obbligata
dice resiliente al giorno d’oggi?)». ti 2,1 miliardi. I conti non tornano a cercare soluzioni più in fretta de-
Come dargli torto?. Promesso dun- (anche perché le Regioni, per inci- gli altri: «Bisogna fare quello che si
que che in queste righe non si userà so, in caso di calamità naturali di fa quando la storia — conclude Ca-
il termine “resilienza”, il punto però fatto hanno ottenuto dallo Stato so- porale — ci chiama. Prendere il co-
è proprio questo: come si può inver- lo il 10 per cento di rimborso). raggio con le mani e poi fare le cose
tire un processo che in maniera più È vero che in Italia piove di me- giuste. Solo questo. Sembra poco.
o meno silenziosa ma inesorabile ci no che in passato (in giorni di piog- Ma invece è tutto».
lunedì 13 novembre 2023 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 5

Il Rapporto Green Economy del Ministero dell’Ambiente e della Fondazione sviluppo sostenible

Sui gas serra l’Italia arranca

L
a green economy arranca
in Italia. Le emissioni
di gas serra sono au-
mentate del 2% dal
2019 al 2022. L’anno scorso l’e-
nergia rinnovabile è scesa dal
21% del fabbisogno nel 2021 al
19%. Buono il tasso di riciclo dei
rifiuti, al 72%, sopra la media eu-
ropea del 58%. Il tasso di utiliz-
zo di materia proveniente dai ri-
fiuti è diminuito al 18,4%. L’Ita-
lia al 19esimo posto nella Ue per
le aree protette di terra. Aumen-
tano le auto circolanti: poche le
elettriche, per l'86% sono anco-
ra benzina e diesel, sopra le me-
die dei paesi europei. A dirlo è il
rapporto presentato nei giorni
scorsi agli Stati Generali della
Green Economy 2023 che si è te-
nuto a Rimini.
Come ogni anno, l’evento,
promosso dal Consiglio nazio-
nale della green economy e or-
ganizzato in collaborazione
con il Ministero dell’ambiente e
della sicurezza energetica e la
Fondazione per lo sviluppo so-
stenibile, pone l’accento sullo
stato attuale e il futuro del set-
tore sostenibile in Italia. Que-
sta dodicesima edizione si è
concentra sul tema “L’econo-
mia di domani: una green eco-
nomy decarbonizzata, circolare
e rigenerativa”, focalizzandosi
in particolare sui costi e benefici
della transizione verso l’econo-
mia del futuro. Questa è anche
l’area di approfondimento prin-
cipale della relazione, presenta-
ta da Edo Ronchi, ex ministro
per l’ambiente e presidente del-
la Fondazione per lo sviluppo
sostenibile, durante la mattina-
ta del 7 novembre scorso.
Nel settore della decarboniz-
zazione, il nostro Paese è ancora
molto lontano dai nuovi obiet-
tivi europei, con un aumento
delle emissioni di gas serra nel
periodo dal 2019 al 2022. Nep-
pure la riduzione registrata nel-
la prima parte del 2023, dovuta
al rallentamento dell’economia,
è sufficiente per allinearci con la
traiettoria richiesta dall’Euro-
pa.
Nel settore delle energie rin-
novabili, dunque, in Italia si è
assistito a una riduzione della
produzione dal 21 per cento al
19 per cento del fabbisogno. I
nuovi impianti per rinnovabili
elettriche installati ammontano
a soli 3 gigawatt, mentre per
mettersi al passo con i target
2030, l’Italia dovrebbe instal-
larne dai 10 ai 12 gigawatt all’an-
no. il Belpaese è in ritardo ri-
spetto agli altri Paesi europei:
per fare qualche esempio, nel
2022, la Francia ha installato 5
gigawatt, la Polonia 6 gigawatt,
la Spagna 9 gigawatt e la Ger-
mania addirittura 11 gigawatt di
nuovi impianti fotovoltaici ed
eolici.
Sul fronte dei trasporti, nel-
l’ultimo anno l’Italia ha regi-
strato un aumento del 5 per cen-
to nei consumi e nelle emissioni
di gas serra. Le auto a benzina e
diesel rappresentano ancora
l’86 per cento del totale, mentre
al 30 giugno 2023, solo 32mila
auto full electric sono state im-
matricolate, un valore molto in-
feriore rispetto ad altri paesi eu-
ropei. Per fare un confronto, la
Germania ha immatricolato
ben 220mila veicoli elettrici nel-
lo stesso periodo.
Tuttavia, per quanto riguar-
da l’economia circolare, la rela-
zione conferma che la percen-
tuale di riciclo dei rifiuti in Ita-
lia rimane positiva e si colloca
un passo avanti rispetto ai suoi
competitor europei. La produt-
tività delle risorse rimane tra le
migliori dell’Unione, con un
valore di 3,3 euro di prodotto
interno lordo (Pil) per chilo-
grammo di risorsa. Tuttavia, è
importante notare che, come
evidenziato anche da Edo Ron-
chi durante la presentazione dei
dati, anche in questo caso si è
verificato un calo rispetto agli
anni precedenti.

Lo studio GreenItaly 2023

Il Belpaese leader del riciclo ma deve fare di più sulle rinnovabili

di CRISTINA UGUCCIONI è stato realizzato da Unioncamere Na- naldi, direttore del dipartimento Studi te raggiungere una sempre maggiore a scegliere la strada della sostenibilità.
zionale, con la collaborazione del pro- e Statistiche del Centro Studi Taglia- autonomia energetica e ha definito

È
stato recentemente pubblicato prio Centro Studi Tagliacarne, e da carne.
(a inizio novembre) il Rapporto Symbola, con il patrocinio del Mini-
“Greenitaly 2023” che offre un stero dell’Ambiente e della Sicurezza Due domande prima di esaminare il Rappor-
quadro molto dettagliato dello stato di Energetica. Al Rapporto hanno colla- to: a suo giudizio esiste il rischio che l’economia
avanzamento della green economy in borato, tra gli altri, Conai, Novamont, green, in quanto green, sia considerata ipso fac-
Italia e dei suoi effetti sulla competiti- Ecopneus, European Climate Founda- to un’economia equa, giusta? E c’è il rischio che
vità dei sistemi produttivi. Giunto alla tion. Dei risultati di questa indagine l’ambiente, la cui cura è decisiva per la famiglia
quattordicesima edizione, il Rapporto parliamo con il dottor Alessandro Ri- umana, possa trasformarsi in un idolo?
Sì, ritengo che questi due rischi sia-
no concreti. Bisogna perciò vigilare
molto attentamente e ricordare sempre
che l’economia green non è di per sé
LA FOTO un’economia equa, giusta, tanto che in
Italia, così come più in generale nel re-
sto d’Europa, essa si sta imponendo,
ma aumentano le disuguaglianze e la
povertà. Occorre studiare e capire co-
me intervenire per prendersi cura di
tutti e non mettere ai margini nessu-
no.
In materia di green economy, come si posiziona
l’Italia tra i 27 Paesi membri della Ue?
Prendendo come parametro l’Eco-
Innovation Index, l’indice europeo com-
posito che misura le prestazioni di in-
novazione ambientale tra gli Stati
membri, il nostro Paese si colloca in ot-
tima posizione: è infatti all’ottavo po-
sto, con un punteggio di 129 punti, ed
è dunque tra i Paesi definiti “Eco-Lea-
ders”. Inoltre, nel decennio 2013-2022,
ha mostrato una performance sempre
migliore della media dei 27 Paesi Ue.
Il fiume rosso In quali settori green l’Italia primeggia?
dell’Ecuador In tema di “efficienza delle risorse”
il nostro Paese è al primo posto con un
punteggio di 274 punti; la media UE è
Il fiume dalle acque rosse di terra si fa largo nella verde acceso della foresta di 147. Ciò significa, più in dettaglio,
Amazzonica in un susseguirsi continuo di curve sinuose. Vista dal satellite, che sappiamo sia contenere straordi-
nell’immagine elaborata da PlaceMarks per L’Osservatore Romano, questo scor- nariamente bene il consumo di energia
cio della provincia di Sucumbìos in Ecuador appare come un luogo inconta- e le emissioni di Ghg (gas a effetto ser-
minato, ma è sufficiente spostarsi di una manciata di chilometri per imbattersi ra) per unità di prodotto, sia riciclare.
nelle conseguenze dell'estrazione di petrolio che nella regione dura ormai da Ormai da anni la filiera italiana del ri-
50 anni. Uno scenario che potrebbe ulteriormente peggiorare: la compagnia ciclo è un’eccellenza, basti pensare
di stato “Petroecuador” ha infatti lanciato un programma di investimenti per che, secondo i dati Eurostat, in Italia il
potenziare l’estrazione attraverso trenta nuovi pozzi, con annessi oleodotti e tasso di avvio a riciclo dei rifiuti totali
strade di servizio. Il tutto nel bel mezzo della foresta. Progetti contro cui si (urbani e speciali) ha raggiunto
stanno mobilitando le comunità indigene ed in particolare il popolo Cofàn che l’83,4%. La media Ue è del 52,6%. Il
abita questa porzione di foresta. Tra i protagonisti di questa lotta per salva- primato in materia di efficienza delle
guardare l’ambiente ci sono uomini come Eduardo Mendùa, leader indigeno, risorse si deve al saggio uso delle mate-
barbaramente ucciso il 26 febbraio 2023 mentre si trovava a casa sua, con la rie prime e dell’energia: poiché tradi-
sua famiglia e i suoi sei figli. Aveva 39 anni. L’ong italiana Ciss ha lanciato una zionalmente le importiamo in grande
campagna per sostenere e garantire il diritto allo studio dei suoi sei figli (cis- quantità, abbiamo imparato prima e
song.org). Secondo Global Witness sono 177 gli attivisti ambientali uccisi nel meglio di altri a farne buon uso.
2022 in tutto il mondo per le loro battaglie in difesa di acqua, foreste, diritti
dei popoli indigeni. Nove omicidi su dieci sono avvenuti in America Latina e Nel Rapporto si evidenzia che l’Italia procede
la maggior parte (uno su cinque) è legato proprio alla foresta Amazzonica. troppo lentamente nello sviluppo delle energie
rinnovabili. Quali fattori causano questa ecces-
MICHELE LUPPI E FEDERICO MONICA siva lentezza?
PRO GETTO PLACEMARKS - MAP DATA: GO O GLE/MAXAR L’Europa intende progressivamen-
una road map rispetto alla quale, no-
nostante gli sforzi e i passi compiuti,
l’Italia è rimasta indietro. Il nostro
Paese importa l’80% del proprio fabbi-
sogno energetico (soprattutto petrolio
e gas). Le energie rinnovabili sono
fondamentali per ridurre le importa-
zioni e anche per stabilizzare i prezzi,
ma nel 2022 è stata installata una po-
tenza da fonti rinnovabili pari a 3 Gi-
gawatt (contro gli 11 della Germania e i
6 della Spagna), un dato lontano dal
target di circa 8-9 Gigawatt all’anno da
installare entro il 2030. Le cause del-
l’eccessiva lentezza nello sviluppo del-
le rinnovabili sono da un lato la pesan-
te burocrazia, che scoraggia le impre-
se, dall’altro la cautela dei territori che
temono i possibili danni causati dagli
impianti delle rinnovabili: si pensi, ad
esempio, alle pale eoliche accusate di
sfigurare il paesaggio. Tra le rinnova-
bili il fotovoltaico è il settore in più ra-
pida crescita.
Quante imprese italiane nel corso degli ultimi 5
anni hanno scelto di effettuare investimenti in
prodotti e tecnologie green?
Nel quinquennio 2018-2022 sono
state 510.830 le imprese che hanno fat-
to eco-investimenti, pari al 35,1% del
totale, ossia più di una su tre. Analiz-
zando nel dettaglio il dato complessi-
vo si scopre che esiste una correlazione
tra propensione a investire e dimensio-
ne dell’azienda: oltre il 50% delle me-
die e grandi aziende effettua eco-inve-
stimenti, mentre solo il 31,5% delle pic-
cole imprese e di quelle micro (fino a 9
dipendenti) compie la stessa scelta.
Aggiungo un dato, che ritengo signifi-
cativo: da recenti indagini risulta che
le aziende che hanno investito in pro-
dotti e tecnologie green registrano un
incremento della produttività, delle
esportazioni e del fatturato risultando
più competitive di quelle che hanno ri-
nunciato a fare eco-investimenti. In-
somma, il green conviene.
Nonostante ciò, un numero ancora molto eleva-
to di imprese non fa eco-investimenti e dichiara
di non volerne effettuare in futuro.
Purtroppo è così, ed è un problema.
I motivi di questa scelta sono diversi:
la pesante burocrazia, l’onerosità di
questo tipo di investimenti, l’incapaci-
tà di comprendere che essi non sono
un peso ma un’opportunità per cresce-
re. Sarà necessario lavorare su più
fronti — economico, culturale, orga-
nizzativo — per aiutare queste imprese
Alla green economy si accompagna la nascita di
nuove figure professionali. Le imprese riescono
a reperirle facilmente?
Purtroppo no. Nel 2022 le aziende
non sono riuscite a trovare quasi la me-
tà (47,4%) dei professionisti green che
cercavano. Nel 2021 la percentuale era
inferiore (40%). La situazione sta peg-
giorando, la difficoltà aumenta. Lo
sviluppo tumultuoso delle tecnologie
e dei saperi green rende talvolta diffici-
le addirittura effettuare ricerche ed
elaborare statistiche riguardanti que-
ste nuove figure professionali. Il siste-
ma formativo — rappresentato da
scuola e università — sta compiendo
ogni sforzo per offrire competenze
green alle giovani generazioni ma non
sempre riesce a stare al passo con le in-
novazioni continue e velocissime che
caratterizzano questo mondo. Nono-
stante queste difficoltà i lavoratori
green sono aumentati del 4,1% nel
2022 e attualmente costituiscono il
13,9% degli occupati, una percentuale
destinata a crescere. Si stima che tra 5
anni ci sarà bisogno di almeno un mi-
lione e mezzo di lavoratori con compe-
tenze green elevate e di quasi due mi-
lioni e mezzo di lavoratori con compe-
tenze di livello intermedio.
Quali sono le macro categorie professionali più
rilevanti?
Anzitutto vi è la macro categoria
comprendente i professionisti che si
dedicano al vasto ambito delle certifi-
cazioni: dai certificatori ambientali ed
energetici ai certificatori Esg finance,
operatori che si occupano di valutare e
verificare la compatibilità delle prati-
che aziendali e degli investimenti con i
criteri Esg (Environmental, Social,
Governance). Vi è poi il comparto
energetico, nel quale si cercano molte-
plici figure professionali in possesso di
competenze specialistiche: ad esem-
pio, progettisti di pale eoliche, proget-
tisti di batterie, installatori di piloni,
ingegneri energetici. Un’altra macro
categoria è quella del management. In
questo ambito sono nate nuove figure:
in particolare i circularity manager,
che si occupano di tutto ciò che è con-
nesso all’economia circolare, e gli
energy manager, che sono responsabili
della gestione dell’ottimizzazione del-
l’uso dell’energia. Vi sono inoltre la
grande categoria delle professioni le-
gate alla gestione dei rifiuti, e quella
delle professioni legate alla gestione e
all’analisi degli ecosistemi e del clima.
pagina 6 L’OSSERVATORE ROMANO lunedì 13 novembre 2023

Wassily Kandinsky,
«La vita variopinta»
(1907, particolare)
PRO GETTO FOTO GRAFICO «LA CASA» • A colloquio con Apriljael Ávila
Ricordarsi
di accendere la luce
D all’Honduras inseguendo un sogno
di ALICIA LOPES ARAÚJO fare i conti. Lo sa bene Apriljael, la quale con-
fessa che, pur avendo uno spirito da imprendi-

N
essun dovrebbe essere costretto a la-
sciare la propria terra, ma, anche
quando si è nati nel Sud globale, il
diritto a non emigrare dovrebbe es-
sere complementare e non contrapposto al di-
ritto fondamentale alla mobilità in cerca di una
vita migliore o, semplicemente, inseguendo un
sogno, come ha fatto Apriljael Ávila, che a ven-
t’anni ha deciso di partire dall’Honduras. «So-
Parte alla Gregoriana «L’Etica utile», corso per studenti delle superiori
trice, non avrebbe avuto mai il coraggio, stando
lì, di coltivare questa sua indole per timore di
eventuali estorsioni. È una questione delicata —
spiega — perché spesso si mette a rischio non
solo la propria vita, ma anche quella dei fami-
liari. È triste dover andarsene dalla propria ter-
ra natale, perché non ci si sente sicuri. Questo
significa non poter neanche sognare».
Tuttavia «la felicità si può trovare anche ne-
gli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda di
accendere la luce», come sintetizza la citazione
che introduce al suo opuscolo fotografico tratta

Abili alla socialità

di FAUSTA SPERANZA il decano, spiegando che
«quando si parla di cultura o
da Harry Potter e pronunciata dal personaggio
saggio Albus Silente. La luce ognuno deve po-
terla accendere da solo, creando il proprio avve-
nire. Lei lo ha fatto, accettando la sfida dell’im-
migrazione: l’Italia, dove per ora lavora come
Determinante è anche la cassiera in un ristorante, ha rappresentato la
modalità scelta, che prevede speranza in un futuro più luminoso. «Qui spe-

L
iceali in trasferta al-
l’università: è una
questione di etica.
Prende il via la signi-
ficativa e originale iniziativa
della facoltà di Scienze Socia-
li della Pontificia Università
Gregoriana che, con il patro-
cinio di Roma Capitale-As-
sessorato alle Politiche sociali
e alla salute, ha organizzato
un ciclo di incontri su L’etica
utile rivolto esclusivamente
agli studenti del triennio fina-
le degli Istituti superiori di
Roma. Sette incontri che frut-
teranno ai ragazzi un attestato
di frequenza valido per il rico-
noscimento di 35 ore in rela-
zione ai Percorsi per le com-
petenze trasversali e l’orienta-
mento (Pcto). L’iscrizione è
gratuita ma passa attraverso
l’adesione delle scuole. Il pri-
mo appuntamento è fissato a
mercoledì prossimo, 15 no-
vembre, ed è dedicato al con-
cetto di fraternità in relazione
alla società. Gli altri seguiran-
no, sempre nel giorno centrale
della settimana, affrontando
tematiche essenziali come
giustizia, sostenibilità, demo-
crazia, realtà e virtualità, spiri-
tualità e dialogo tra religioni,
popoli, Stati. Fino a maggio
2024.
In un mondo che rischia di
essere sempre più dilaniato
dai conflitti, svuotato di senso
dalla dittatura degli algorit-
mi, impoverito dalla corruzio-
ne, è immediatamente perce-
pibile l’importante significato
di «uno spazio di riflessione
sulle implicanze esistenziali
del paradigma etico, per con-
tribuire a formare una nuova
generazione eticamente re-
sponsabile nel proprio quoti-
diano attraverso il discerni-
mento», come si legge nella
presentazione del corso.
L’originalità per la Grego-
riana non è nell’orizzonte te-
matico: l’etica teoretica e pra-
tica sono fulcro della Dottrina
Sociale della Chiesa e pratica-
mente di tutti gli insegnamen-
ti nell’ateneo. La novità è rap-
presentata dall’apertura delle
porte ai liceali — ci dice il de-
cano della facoltà di Scienze
Sociali, padre Peter Lah — e
anche dall’attenzione focaliz-
zata sulla città di Roma, parti-
colare per un ambito culturale
abituato ad accogliere studen-
ti da altre latitudini, dall’Afri-
ca, dall’America Latina, dal-
l’Asia.
«È un’iniziativa pensata
per aiutare i giovani ad allar-
gare gli orizzonti», sottolinea
di educazione si tende a tra-
smettere agli studenti l’idea
che debbano essere sempre
migliori, sempre più preparati
ma per rispondere ai criteri di
efficienza del lavoro della so-
cietà». Cioè, in sostanza «ci si
preoccupa molto della prepa-
razione “tecnica”, meno della
preparazione umana». I gio-
vani — prosegue Lah — hanno
diritto a «un orizzonte di fina-
lità completo, che non trascu-
ri il bene della persona stessa e
della società in cui vivranno».
Il rischio è preciso nelle parole
del decano: «Chiediamo ai
giovani di essere sempre più
veloci, di alzare il livello, ma
non parliamo loro di direzio-
ne».
Si arricchiscono i significati
se si pensa che la Gregoriana
si fa spazio di confronto per
un punto di vista su Roma fa-
cendo incontrare mondo della
scuola e mondo dell’universi-
tà ma anche avendo coinvolto
le istituzioni, nella fattispecie
nella persona di Barbara Fu-
Ci si muove da premesse filosofiche
attraversando principi dell’educazione civica,
ma si vuole arrivare alle tematiche
più urgenti per la società contemporanea
e più vicine alla realtà dei giovani
nari, assessore alle Politiche
sociali e alla salute del comu-
ne di Roma. Si spera peraltro
che, a tutti i livelli e in tutti gli
ambiti, il discorso sul bene co-
mune possa contagiare positi-
vamente le preoccupazioni
per una città che è emblema
della bellezza storico-artistica
ma che vive da tempo le diffi-
coltà delle metropoli.
In ogni caso non potrebbe
essere Etica utile se non parlas-
se il linguaggio della concre-
tezza. È il direttore responsa-
bile del programma, Luigi
Mariano, a precisare che «si
tratta di etica applicata e non
teoretica». Dunque ci si muo-
ve da premesse filosofiche at-
traversando principi dell’edu-
cazione civica, ma si vuole ar-
rivare alle tematiche più ur-
genti per la società contempo-
ranea e più vicine alla realtà
dei giovani. Significa — affer-
ma Mariano — «affrontare le
questioni socio-economiche,
le sfide ambientali, trattare le
logiche politiche e quelle del-
la comunicazione».
per ogni incontro tre momen-
ti: la relazione di un docente
della Gregoriana e di un
esperto invitato; la testimo-
nianza di organizzazioni im-
pegnate nel contesto dell’area
tematica specifica (tra cui Ca-
ritas di Roma, Cittadinanza
attiva, Next, Economia di co-
munione, Fridays for Future,
Circoli Laudato si’); e poi il
confronto.
Come sottolinea Mariano,
«si cerca di aprire davvero il
dibattito, lasciando un tempo
agli studenti per fare doman-
de, perché sia vera occasione
di approfondimento». Guar-
dando alle adesioni, sembra
che l’approccio sia quello giu-
sto: sono stati registrati 300
alunni, negando l’opportuni-
tà ad altri 150 richiedenti per
motivi di spazio legati alla ca-
pienza massima dell’Aula
Magna della Gregoriana. A
proposito di numeri, al pro-
getto hanno aderito oltre 20
scuole, sia statali che paritarie,
di Roma e provincia. Vario è
l’indirizzo disciplinare: scien-
tifico, classico, artistico, lin-
guistico, scienze umane, in-
formatica e telecomunicazio-
ni, eccetera.
Un altro punto è rilevante a
proposito di approccio. «Il te-
ma dell’etica è spesso affron-
tato in maniera negativa —
sottolinea Mariano — come
assenza o vuoto che si perce-
pisce attraverso i fatti della
cronaca». È indubbiamente
vero ed è indubbiamente per-
dente. La via giusta è un’altra:
«Bisogna fare uno scatto in
avanti positivo, scommettere
sui giovani presentando loro
l’etica come opzione e scelta
alla loro portata». Vengono in
mente le parole di una giova-
ne che non ha avuto l’oppor-
tunità di crescere per l’assurda
negazione di qualunque logi-
ca di bene comune. Eppure,
nonostante l’angosciosa pre-
carietà della situazione, Anna
Frank scriveva: «Io non pen-
so a tutte le miserie, ma a tutta
la bellezza che ancora rima-
ne».
ro non solo di portare avanti i miei studi, ma
anche di mettere su, un domani, un’attività tut-
ta mia, che sto già progettando». E in fondo
l’atto di migrare, per il rischio e la fiducia in sé e
nel futuro che richiede, è in realtà una forma di
imprenditorialità. Quella dei migranti infatti è
una sorta di start-up della vita, in cui si mette in
gioco tutto: lingua, tradizioni, affetti e cultura.
«Per il mio progetto fotografico ha scelto so-
prattutto la forma del ritratto, immortalando
mio fratello, mia sorella, mia mamma sorriden-
te con un ramo di rosmarino in mano, entrambi
i miei genitori in posa, perché, da quando si so-
no sposati, non avevano più fatto una foto in-
sieme, il mio gatto trovatello che spacca l’obiet-
tivo, ma anche la tavola imbandita con le empa-
nadas onduregne (a differenza di quelle argen-
no arrivata in Italia quattro anni fa, per riunir- tine — ci spiega — sono dolci), che mi ricordano
mi a una parte della mia famiglia e soprattutto i profumi della casa dei nonni o il gioco del bin-
per sfuggire allo stato di insicurezza diffusa che go, che condividevo con i cugini». Soggetti
si respira nel mio Paese, soffocandone lo svilup- semplici, legati alla quotidianità e ai ricordi no-
po socioeconomico. A Roma ho trovato un po- stalgici, che evocano i colori e le atmosfere della
sto del cuore, dove posso aspirare a concre-
tizzare i miei progetti». Nel contesto del la-
boratorio fotografico interculturale dello
Studio Kene (di cui vi abbiamo parlato nel- È triste dover lasciare la propria terra,
le scorse puntate, dedicato quest’anno al te- perché non ci si sente sicuri, ma il diritto
ma dell’abitare), Apriljael ha portato la pro-
pria storia di audacia, speranza e desiderio a non emigrare dovrebbe essere complementare
di realizzazione di un concetto tanto uni- al diritto alla mobilità in cerca di avvenire
versale quanto personale: la casa.
«In Honduras — racconta — ho lasciato
mia nonna e alcune zie. Qui, invece, già vi-
veva mia sorella e alcuni parenti, mentre i
miei genitori ci hanno raggiunto qualche tem- sua cultura d’origine e, parallelamente, sintetiz-
po dopo, quindi non ho sofferto particolarmen- zano il tentativo di rielaborare un nuovo con-
te di nostalgia. Sono partita, perché oggi noi cetto di casa lontana dalla propria terra. «Per
onduregni viviamo nel costante timore di non me casa in Italia sono le persone che mi stanno
sapere cosa ci potrà accadere quando usciamo accanto, compresi i miei gatti, che mi fanno
di casa, se saremo derubati, se faremo ritorno.
Anche girare con un cellulare tra le mani può
essere rischioso; me lo hanno scippato tante di
quelle volte, solo che lì spesso arrivano a pun-
tarti direttamente la pistola. Abbiamo pertanto
sviluppato un istinto di sopravvivenza, che ci
porta a guardarci alle spalle. In particolare per
le nuove generazioni, espatriare, sempre più
spesso, resta l’unica opzione». Criminalità e in-
sicurezza fanno infatti dell’Honduras uno dei
Paesi con il più alto tasso di migrazione del
mondo.
Secondo il rapporto annuale Girls in Crisis: la
vita nel contesto della mobilità in Centroamerica e nel
Messico di Plan International, in Paesi come
Honduras, Guatemala, El Salvador e Messico
quattro adolescenti su dieci identificano la vio-
lenza sociale come un problema quotidiano
nella loro comunità, e una su cinque pensa che
questo sia un motivo — insieme alla mancanza
di opportunità economiche, lavorative e alla
difficoltà di accesso all’istruzione — per migrare
sia all’interno sia all’esterno del Paese. Violenza
e insicurezza persistono dunque in Honduras
con un impatto aggravato sulle donne, come
conferma anche l’Alto commissario delle Na-
zioni Unite per i diritti umani (Ohchr), che ha
espresso preoccupazione anche per il fatto che compagnia, trasmettendomi pace. A Roma mi
«l’uso di armi da fuoco continui a essere la sento serena e sicura, e non è scontato. Questo
principale causa di morti violente, soprattutto per me significa casa, ossia la sicurezza».
per la mancanza di un efficace controllo e che i Ogni istantanea di Apriljael riflette quanto
giovani sono i più colpiti». simili possiamo essere nei desideri e nelle emo-
Il Paese centroamericano è inoltre tra i «ven- zioni legate a un concetto fluido com’è quello
ticinque più corrotti al mondo». Questo rap- della casa e come essa possa così connetterci,
presenta un ulteriore grande ostacolo con cui indipendentemente dalle nostre origini.
lunedì 13 novembre 2023
Nell’anniversario della morte di suor Maria Giovanna Antonietti
Rosminiana
della Provvidenza
di ROBERTO CUTAIA
«S
ull’esempio di madre
Giovanna, la suora ro-
sminiana di oggi si affi-
da con fiducia a Lui,
soprattutto alla Provvidenza di Dio, sia
nella vita personale di ogni giorno, sia
nella condivisione comunitaria. Da
questo scaturisce ciò che ella è, e ciò che
fa»: parole di suor Mary Antonietta
Toomey, superiora generale delle Suo-
re della provvidenza rosminiane. Il 13
novembre ricorre il dies natalis della pri-
ma madre superiora delle suore rosmi-
niane, la “Carissima Madre” (è così che
deve essere chiamata dalle consorelle,
secondo le indicazioni date da Antonio
Rosmini) e serva di Dio Maria Giovan-
na Antonietti, al secolo Maria Camilla.
«Come è stato per madre Giovanna,
così è per noi oggi», aggiunge Too-
mey, «vivendo i valori del carisma ro-
sminiano della carità universale, nelle
varie circostanze della vita. Questa è la
bellezza e la gioia della nostra chiama-
ta a essere suore della Provvidenza, ri-
spondendo ai bisogni del prossimo,
quando e dove Lui ci chiama», possa
essere «attraverso l’assistenza sanita-
ria, l’educazione, l’accoglienza delle
povertà, il counselling nella scuola, visi-
tando gli ammalati, guidando la pre-
ghiera nei gruppi; nella semplicità del-
la sequela di Gesù è la chiamata alla
santità della vita».
Le suore rosminiane, fondate nel
1832, volute dal beato Antonio Rosmi-
ni e dallo stesso affidate alla guida di
madre Antonietti: attualmente le cen-
di GIOVANNI TERRAGNI*
M
olto è stato scritto sulla spi-
ritualità di monsignor Gio-
vanni Battista Scalabrini,
principalmente da padre Mario
Francesconi che la presenta come
una “spiritualità d’Incarnazione”.
Sull’argomento si sono celebrati due
convegni internazionali. Parlare del-
la spiritualità di una persona è certa-
mente difficile e richiede umiltà e
competenza. Si tratta di entrare nel
sacrario dell’intimità di un individuo
ove solo l’occhio di Dio può penetra-
re. L’occhio umano può solo cogliere
frammenti di verità dedotti dalle
opere e dagli scritti. Tuttavia è lecito
domandarsi, nel limite dell’umana
possibilità, quale sia stata la nota
identificativa e peculiare della vita
spirituale del santo vescovo Scalabri-
ni. Dalla sua vita e dai suoi scritti ri-
sulta con evidenza la sua profonda
devozione cristocentrica, eucaristica
e mariana, con un’accentuazione alla
venerazione della Croce (Fac me cruce
inebriari), devozioni vissute da Scala-
brini con costanza e intensità. Tutta-
via questo tipo di spiritualità è co-
munemente proposta a ogni cristia-
no che è chiamato a esprimerla nella
sua vita.
La spiritualità di Scalabrini rifug-
ge dall’essere etichettata e classifica-
ta con un preciso modello, come in-
vece lo è in alcuni santi fondatori di
istituti religiosi, creatori di vere
“scuole di spiritualità”, come Bene-
detto e la spiritualità monastica,
Francesco e la centralità di Cristo
povero e itinerante, Ignazio di Loyo-
la e la ricerca di Dio in tutte le cose e
l’evangelizzazione, Francesco di Sa-
les e la spiritualità della perfetta sem-
plicità interiore, intessuta di profon-
da umiltà verso Dio e di grande dol-
cezza verso il prossimo, Teresa di Li-
sieux e la “via dell’infanzia spiritua-
le”. Il modello evangelico che meglio
esprime la spiritualità di Scalabrini è
quello del “buon pastore” che ama il
suo gregge e offre la sua vita per pro-
L’OSSERVATORE ROMANO
tonovanta suore rosminiane sono pre-
senti in diverse parti della Terra, come
semi che lavorano nei luoghi del mon-
do, occupandosi di quegli “scarti” che
la società abbandona. Le rosminiane,
infatti, declinando il loro impegno a
seconda della situazione del paese in
cui vivono, si occupano di assistenza
agli anziani, alle ragazze madri, ai
bambini abbandonati, ai giovani in
difficoltà, ai carcerati, alle persone con
disabilità, all’insegnamento e alle atti-
vità culturali. «La Provvidenza conti-
nua ad aprire nuove strade attraverso
le situazioni e le circostanze, ovunque
ci troviamo: in India, Italia, Inghilter-
ra, Tanzania, Colombia o Venezuela.
Alla Provvidenza madre Giovanna e
ogni suora rosminiana si affida senza
sapere dove la condurrà. L’unico moti-
vo che ha sostenuto la sua fede è chia-
ro: “Mi sono fatta religiosa per fare la
volontà di Dio” (Vita di suor Giovanna
Antonietti)».
Maria Giovanna (Camilla) Anto-
Scalabrini buon pastore e buon samaritano
Amare non a parole ma con i fatti
teggerlo e salvarlo dai lupi e quello
del “buon samaritano” che, in cam-
mino verso Gerico, con commozione
si ferma per aiutare lo sconosciuto, a
lui straniero, ferito sul ciglio della
strada e lo cura. La stessa commozio-
ne e compassione ebbe Scalabrini al-
la stazione di Milano alla vista di
centinaia di poveri emigranti in par-
tenza per le Americhe. «Di fronte a
uno stato di cose così lacrimevoli —
scrive nel suo primo opuscolo sull’e-
migrazione — la vampa del rossore
mi sale in volto, mi sento umiliato
nella mia qualità di sacerdote e di ita-
liano, e mi chiedo di nuovo: come ve-
nire loro in aiuto?».
Un errore da evitare è quello di
confondere il concetto di spiritualità
con quello di “carisma”. La spiritua-
lità cristiana ha il suo centro e la sua
espressione nella sequela della perso-
na di Gesù e nel suo insegnamento.
Non si tratta di una sequela esteriore
o di ripetere gli stessi gesti ma di una
vera comunione di vita e di destino
con Gesù Cristo. Il “carisma” invece
è un dono specifico che Dio concede
a una determinata persona per una
particolare necessità della Chiesa e a
beneficio di tutti. Il carisma di Scala-
brini richiama in modo particolare al
suo impegno nel mondo dei migran-
ti, ragion per cui i pontefici l’hanno
proposto alla pubblica venerazione
come padre e apostolo dei migranti.
Il carisma di Scalabrini l’ha portato a
essere fondatore di due congregazio-
ni religiose per l’assistenza dei mi-
granti che ha come fine la comunio-
ne dei popoli nella grande famiglia
di Dio, ove le diverse lingue ed etnie
convergono, si ritrovano, si com-
prendono, si affratellano nella comu-
ne identità della natura umana. Uto-
pia? Forse. Ma è un’utopia evangeli-
ca fondata sulle parole di Gesù: «An-
date [...] ammaestrate [...] che tutti
nietti, piemontese di Baceno, in pro-
vincia di Verbania, era nata in località
Verampio e battezzata il giorno se-
guente, solennità dell’Epifania del Si-
gnore, e cresimata sei mesi dopo per-
ché troppo fragile. Sono trascorsi cen-
tocinquantuno anni dal dies natalis, ma
non da quella presenza, la quale conti-
nua ancora oggi nelle suore della Prov-
videnza, comunemente chiamate ro-
sminiane, da lei formate fin dalle origi-
ni, sulla scia del grande maestro ed
educatore Rosmini.
Era una pastorella, sapeva leggere
ma non scrivere, parlava il suo dialetto
e la lingua Walser, aveva voluto iscri-
versi a tutte le confraternite della co-
munità locale, trascorreva la settimana
all’alpe col gregge e la domenica scen-
deva per consacrarla alla preghiera e
alla famiglia. Andava a confidare il suo
amore a Gesù Crocifisso nel locale ora-
torio di Sant’Antonio. Quando la in-
contrò don Giovanni Battista Loewen-
bruck, il primo compagno di Rosmini
nella fondazione dell’Istituto della Ca-
rità, lei vide chiaro come poteva darsi
interamente e concretamente a Cristo,
rendendosi mediatrice del suo amore
verso tutti.
A 23 anni fu la prima discepola del
“maestro” (così definì Rosmini, assie-
me ad altri pensatori, Giovanni Paolo
II nell’enciclica Fides et ratio). Aveva una
tale tempra morale e religiosa da meri-
tare di essere la prima educatrice nel
primo asilo d’infanzia d’Italia, aperto
nel 1832 a Torino da Juliette Colbert,
sposa di Carlo Tancredi Falletti, mar-
chese di Barolo.
siano una cosa sola». Essa corrispon-
de all’insegnamento odierno di Papa
Francesco quando parla di “Chiesa
in uscita”. Scalabrini, al suo tempo,
invitava i suoi preti a uscire dalla sa-
crestia, «ma uscire pieni la mente e il
cuore dello Spirito santo; uscite ma
per santificare. Dobbiamo uscire dal
tempio, o venerabili fratelli, se vo-
gliamo esercitare un’azione salutare
nel tempio».
In tal senso anche il carisma scala-
briniano nel mondo dei migranti è
contemporaneamente missionario e
comunionale. Scalabrini — là dove
era una rottura di comunicazione di
varia natura, politica (transigenti e
intransigenti; Stato italiano e Chie-
sa), organica (sordomuti), teologica
(tomismo e rosminianesimo), sociale
(emigrati, operai, poveri), culturale e
religiosa, là dove esistevano dicoto-
mie, esclusioni, pregiudizi, rotture di
rapporti individuali e collettivi — agi-
va come uomo di riconciliazione e di
pace per ristabilire la comunicazione
interrotta e sanare le spaccature.
Questo carisma comunionale e mis-
sionario di Scalabrini è trasmesso an-
che anche ai suoi figli/e si esprime at-
traverso l’azione missionaria e di co-
munione con i migranti in cammino
A Londra i Sisters Anti-Trafficking Awards
Suore in prima linea
contro la tratta
U
n «simbolo di speranza
per tutti i bambini, le
donne e gli uomini che
sono vittime, che subi-
scono vergogna e traumi»: così la
suora indiana Seli Thomas, delle
sorelle di Maria Immacolata, ha
definito il Common Good Award,
il riconoscimento che le è stato
consegnato nei giorni scorsi a Lon-
dra in occasione della prima edi-
zione dei Sisters Anti-Trafficking
Awards (Sata), evento in cui si è
celebrato il contributo delle suore
cattoliche alla lotta contro la tratta
di esseri umani. Suor Seli ha rice-
vuto il premio insieme ad altre due
religiose per aver dimostrato «co-
raggio, creatività,
collaborazione e
successo nella pro-
tezione delle loro
comunità dal traf-
fico di esseri uma-
ni». La religiosa
opera nella diocesi
di Krishnagar, nel
Bengala occidenta-
le, impedendo che
le giovani finisca-
no nelle reti dello
sfruttamento: a ta-
le scopo fornisce
assistenza legale gratuita e gestisce
seminari di sensibilizzazione per
informare le donne e la comunità
riguardo la migrazione sicura e la
tratta di esseri umani, cercando di
raggiungere anche i figli delle pro-
stitute che vivono a Krishnanagar.
Ricevendo il premio, suor Seli
verso la fratellanza umana degli indi-
vidui e dei popoli. Scalabrini invita
tutti a questo impegno e responsabi-
lità: «Lavorare, affaticarsi», scrive,
«sacrificarsi in tutti i modi per dilata-
re quaggiù il regno di Dio e salvare le
anime; mettersi, dirò così, in ginoc-
chio davanti al mondo per implorare
come una grazia il permesso di fargli
del bene».
Un carisma inclusivo e globale
che opera nel rispetto delle peculiari-
tà, etniche e culturali, che non morti-
fica le diversità ma che le coordina in
una comunione. Scalabrini si sentiva
anzitutto vescovo e missionario, o
meglio, missionario-vescovo. Lo af-
ferma il suo grande amico monsi-
gnor Geremia Bonomelli, vescovo di
Cremona: «Il suo sguardo spaziava
al di là della sua diocesi, dell’Italia e
dell’Europa». Per Scalabrini l’emi-
grazione era l’occasione offerta ai
cattolici, clero, laici e persone di buo-
na volontà, di unire le forze e coope-
rare assieme. Il presupposto teologi-
co alla base dell’attività missionaria e
comunionale scalabriniana è di rea-
lizzare una società solidale e fraterna
che trova il suo fondamento nel Van-
gelo, ove tutti sono considerati figli
di Dio, tutti sono redenti da Cristo,
tutti hanno un solo destino e tutti so-
no chiamati a collaborare alla costru-
zione di un mondo di pace e fratel-
lanza. Scrive Scalabrini: «Dio è Pa-
dre che sta ne’ cieli, padre di tutti gli
uomini, degli ebrei come dei gentili;
che fa risplendere il sole sui buoni
ugualmente che sui malvagi; che
manda la pioggia sul campo dei giu-
sti, come su quello dei peccatori […].
E come egli ama noi, così vuole che
amiamo i suoi fratelli, cioè a dire tutti
gli uomini senza distinzione e senza
eccezione di sorta, che li amiamo
non a parole, ma coi fatti […]. L’a-
more di Cristo affratellò tutti gli uo-
mini, ricchi e poveri, schiavi e liberi,
padroni e servi, sovrani e sudditi».
*Responsabile
dell’Archivio generale scalabriniano
pagina 7
ha ringraziato gli enti organizzatori
e ha raccontato la storia di una del-
le tante vittime che è riuscita a sal-
vare, una trentenne che piangendo
ha rivelato: «Sorella, dov’eri in tut-
ti questi anni? Se ti avessi incontra-
to prima, non sarei mai stata una
prostituta, non sarei stata vittima
di tratta, venduta e rivenduta a uo-
mini più e più volte dall’età di 12
anni. È stato un pianto straziante e
doloroso. Tutto quello che potevo
fare — ha ricordato la religiosa —
era semplicemente abbracciarla,
ma quel grido mi ha spinto ad an-
dare oltre. So bene che non posso
cambiare il mondo intero; ciò che
posso fare è realizzare qualche tra-
sformazione e dare speranza a chi è
disperato e così salvare alcune vite
dalla tratta, una persona alla volta.
Questo è quello che ho fatto negli
ultimi dodici anni e spero di conti-
nuare a farlo per il resto della mia
vita».
I Sisters Anti-Trafficking Awar-
ds sono stati sponsorizzati da Ari-
se, una ong che lotta contro lo
sfruttamento in tutto il mondo,
dall’Unione internazionale delle
superiore generali, che rappresenta
circa 600.000 religiose di ottanta
paesi e che ha fondato la rete anti-
tratta Talitha Kum, e dalla Conrad
N. Hilton Foundation.
Secondo i dati delle Nazioni
Unite, nel 2020 i tassi di rileva-
mento di crimini legati alla tratta
sono diminuiti dell’11 per cento e le
condanne sono scese del 27 per
cento, evidenziando un generale
rallentamento nella lotta al traffico
di esseri umani, problema che si
aggrava in alcuni paesi in via di
sviluppo. Le religiose «sono la più
grande forza contro la tratta di es-
seri umani nel mondo», si legge in
un comunicato stampa di Arise:
«Le sorelle si trovano spesso in
modo unico in aree remote. Sono
integrate nelle loro comunità e go-
dono di fiducia: un aspetto fonda-
mentale per un efficace lavoro anti-
tratta».
Oltre a suor Seli Thomas, hanno
ricevuto riconoscimenti suor Fran-
çoise Jiranonda, delle suore di St.
Paul de Chartres in Thailandia, e
suor Patricia Ebegbulem, delle
suore di St. Louis in Nigeria. Do-
po aver contribuito a sviluppare la
rete di Talitha Kum in Thailandia
in qualità di direttrice, suor Fran-
çoise opera oggi nella capitale Ban-
gkok dove ha aperto due scuole
per proteggere le giovani donne,
sostenendo in particolar modo
quelle di etnia karen provenienti
dalle aree rurali. Alle studentesse
sono offerti gratuitamente corsi di
formazione professionale per svi-
luppare le proprie competenze.
Suor Patricia, invece, ha fondato
Bakhita Villa, dal nome della schia-
va sudanese divenuta poi santa
Giuseppina Bakhita, per riabilitare
e reintegrare le donne sopravvissu-
te alla tratta. Inoltre, gestisce pro-
grammi di sensibilizzazione nelle
aree rurali e nelle scuole ad alto ri-
schio, fornisce istruzione e lavoro
per tenere lontano le giovani nige-
riane dal rischio della tratta.
pagina 8
Zona franca
La teologia dell’incarnazione
alla sfida del transumanesimo
di ANDREA MONDA
e ROBERTO CETERA
N
ella saletta a fianco del-
l’aula delle tesi della
Pontificia Università
Gregoriana incontriamo
il padre gesuita Christoph Theo-
bald, raffinato teologo (ricordiamo
la sua voluminosa opera sul Cristia-
nesimo come stile) ma oggi, soprattutto,
padre sinodale. È tardi qui, nel cen-
tro di Roma, l’università si è svuo-
tata e la serata si è fatta presto buia
e fredda dopo il lungo ottobre cal-
do, ma padre Christoph, classe
1946, è fresco e tranquillo, desidero-
so di trasmettere la forza del clima
“primaverile” che ha respirato nella
grande aula del Sinodo. A lui rivol-
giamo le nostre domande all’interno
dell’indagine sul mondo e la Chiesa
ai tempi del «cambiamento d’epo-
ca».
Non è un’epoca di cambiamento ma un
cambiamento d’epoca e il cambiamento più
grande è sicuramente quello antropologico,
una teologia dell’incarnazione parte dall’uo-
mo e oggi dobbiamo riconoscere che l’uomo e
la donna sono profondamente e rapidamente
cambiati. In una delle interviste precedenti
che abbiamo realizzato per “Zona franca”, il
cardinale Hollerich ci ha detto «il mio ti-
more è che noi continuiamo a parlare a un
«Ci troviamo in una situazione del tutto paradossale
perché di fronte alla teologia dell’incarnazione si sta
sviluppando il transumanesimo. Cioè un tipo di tecnologia
di digitalizzazione creata dall’uomo e che lo supera»
uomo e una donna che non esistono più».
Quindi una teologia esperienziale come
quella che invoca Papa Francesco deve par-
tire da una osservazione dell’uomo, di come
è cambiato, e come possiamo dialogare con
questo uomo. Spesso abbiamo il timore che
il dogma dell’incarnazione abbia prodotto
nella Chiesa una certa fissità dell’idea del-
l’uomo; poiché Dio si è incarnato in quel-
l’uomo di Nazareth noi continuiamo a pen-
sare che quello è l’uomo. Volevamo partire
da questo per rivolgerle la prima domanda
ormai di rito in questa serie di conversazio-
ni che stiamo facendo sulle sfide della Chie-
sa nel cambiamento d’epoca: dove sta an-
dando il mondo?
Stiamo vivendo ovviamente un
cambio di tempi, come dice Papa
Francesco, caratterizzato, secondo
me, e anche secondo tante altre per-
sone, da due fenomeni che mi sem-
brano assolutamente decisivi. Il pri-
mo è la crisi ecologica. Essa sta
creando ormai una sorta di paura
collettiva, un vero e proprio timore
tra la gente, che rischia di attizzare
la violenza sul nostro pianeta, la lot-
ta per la sopravvivenza, ma che su-
scita anche — e ciò è positivo — tan-
ta riflessione e creatività. Si tratta
quindi di un fenomeno ambivalente:
da un lato si manifesta una sorta di
resilienza, uno slancio creativo, per-
ché la presa di coscienza è rapida e
gli investimenti tecnologici, per
esempio per i cambiamenti energeti-
ci, sono enormi, e dall’altro lato sia-
L’OSSERVATORE ROMANO
A colloquio con il teologo gesuita Christoph Theobald
mo diventati un’umanità che ha
paura perché tante cose della realtà
ci colpiscono, come ad esempio l’in-
nalzamento del livello del mare in
molte regioni del nostro pianeta. Il
secondo elemento è la violenza che
osserviamo in seno all’umanità. Gli
Stati si sono indeboliti e viviamo al-
l’interno di un sistema economico
estremamente violento. Sono rima-
sto molto colpito durante l’assem-
blea sinodale da tutte le sofferenze
di guerra che sono state evocate. Mi
sembra che siamo usciti da un’epo-
ca in cui le guerre erano solo loca-
lizzate, in un certo modo circoscrit-
te, ed eccoci arrivati al tempo del
terrorismo e di tanti altri fenomeni
simili. La violenza si espande nelle
stesse società perché le regole poli-
tiche ed economiche non funziona-
no più.
Aggiungerei un terzo fenomeno
per tornare alla questione antropo-
logica: noi ci troviamo in una situa-
zione del tutto paradossale, perché
di fronte alla teologia dell’incarna-
zione si sta sviluppando il transu-
manesimo. Cioè un tipo di tecnolo-
gia, di digitalizzazione creata dal-
l’uomo e che lo supera radicalmen-
te; egli non ne è più padrone e si
comporta come un «apprendista
stregone», con questa folle utopia di
«Il pianeta terra non appartiene ad una sola generazione
ma a tutte le generazioni. Noi siamo gli eredi delle generazioni
precedenti e abbiamo altre generazioni
che abiteranno lo stesso pianeta»
credere di poter sopravvivere a sé
stesso e addirittura superare il limite
della morte. La fede nell’incarnazio-
ne di Dio ci porta a prendere sul se-
rio la questione della morte. E quel-
lo che temo riguardo al futuro è
proprio il transumanesimo. Si inve-
ste molto denaro in questa specie di
evoluzione indefinita della tecnolo-
gia, un’evoluzione che occulta la
questione della transizione ecologica
che invece richiede un altro tipo di
investimento. È proprio in rapporto
a questa diagnosi che interviene la
tradizione messianica del cristianesi-
mo. Cosa diciamo quando parliamo
del Regno di Dio, che è davanti a
noi? Noi speriamo nella pace e nella
giustizia, non solo tra gli esseri
umani ma anche tra l’umanità e la
terra. È questo che implica la fede
nell’incarnazione di Dio. Nelle sue
due encicliche Laudato si’ e Fratelli tut-
ti, Papa Francesco ha colto delle tra-
dizioni messianiche — vale a dire
non solo della tradizione cristiana
ma anche dell’ebraismo e dell’islam
— che possono e devono avere un
impatto sul futuro del nostro piane-
ta.
E allora per me, come cristiano,
interviene qui la questione della teo-
logia della risurrezione, che è la
questione centrale del cristianesimo.
In questi ultimi millenni anni abbia-
mo progressivamente preso coscien-
za che ognuno di noi ha una sola
vita e ora ci rendiamo conto che ab-
biamo un solo pianeta: ciò che sta
avvenendo è un mutamento della
coscienza umana, vale a dire che la
posta in gioco non è soltanto la
questione della morte individuale,
ma quella anche della possibile
morte del nostro pianeta.
Ed è qui che appare l’impatto
messianico della resurrezione nel
cristianesimo, il che significa che in
fondo il pianeta terra non appartie-
ne ad una sola generazione ma a
tutte le generazioni. Noi siamo gli
eredi delle generazioni precedenti e
abbiamo altre generazioni che abite-
ranno lo stesso pianeta. Questo è il
senso della risurrezione, o della co-
munione dei santi, cioè che tutte le
generazioni convivono in Dio. È an-
che la ragione teologica dell’ugua-
glianza di tutte le generazioni, di
tutti gli esseri umani. Abbiamo rice-
vuto il pianeta e dobbiamo lasciarlo
alle generazioni successive. Possia-
mo farlo perché viviamo già insie-
me, tutti noi esseri umani, nella pro-
fondità abissale di Dio.
Della centralità del tema della resurrezione
abbiamo discusso con don Piero Coda e ab-
biamo sottolineato l’aspetto della credibilità
della risurrezione, del come spiegarla all’uo-
mo di oggi così influenzato dall’onnipotenza
della scienza. E allora abbiamo affrontato
un tema di confine, che attiene al dialogo
alle scienze e la fede: oggi tutta la comunità
scientifica condivide l’idea che esistono più
dimensioni spazio temporali, e quello che noi
immaginiamo nella vita che viene può essere
un’altra dimensione spazio temporale che i
nostri sensi non percepiscono. Sembra allu-
dere a questo aspetto il brano del capitolo
17 degli “Atti degli Apostoli” che mettendo
al centro la resurrezione, afferma che Dio
ha creato il tempo e lo spazio. Se il tema
centrale oggi è la credibilità della resurrezio-
ne, il punto dolente nel mondo credente e in
quello non credente, resta la domanda posta
dallo scandalo rappresentato dalla morte.
Come annunciare allora la fede nella resur-
rezione di Cristo e degli uomini?
Lo spazio e il tempo indicano
che siamo limitati; nello spazio nes-
suno di noi è onnipresente a tutto il
reale. Dal punto di vista tecnologico
ognuno di noi può fare innumere-
voli cose ma non può sfuggire alla
limitazione dello spazio e del tem-
po. La fenomenologia ci ha inse-
gnato molto su questo: penso a
Husserl, Heidegger e a tanti altri, e
anche a Papa Francesco, secondo il
quale il tempo è superiore allo spa-
zio. Gli scienziati concordano per
dire che ci sono altre dimensioni,
ma direi che le altre dimensioni non
Michel de Certeau
ci portano fuori dalle dimensioni in
cui esistiamo. Esiste inoltre una fa-
coltà umana su cui riflettono molto
scienziati, epistemologi e filosofi:
l’immaginazione, vale a dire, la ca-
pacità di immaginare altri mondi.
Ora, nella cosmologia abbiamo una
pluralità di modelli, non c’è più so-
lo quello del big bang. Ma ci pos-
siamo anche chiedere: ci sono altri
universi, universi paralleli, universi
futuri dopo un’entropia generalizza-
ta? Viviamo con l’immaginario e
progrediamo in esso. E allora pos-
siamo dire, nel nostro mondo scien-
tifico moderno, che il cristianesimo
è un “mito”; è quello che ha già
detto molto tempo fa il teologo
evangelico tedesco Rudolf Bul-
tmann. Sorge ovviamente qui la
questione della credibilità: qual è
oggi la credibilità dell’immaginario
cristiano, del mito cristiano, tenen-
do peraltro presente che credibilità
non viene stabilita da una prova?
Penso che ci siano più livelli di cre-
dibilità. Il livello più elementare è
che ogni essere umano sperimenta
oggi nella sua carne il fatto che il
suo itinerario personale nasconde
un infinito. Come diceva Pascal:
«l’uomo supera infinitamente l’uo-
mo». Ma non solo: tutti noi perce-
lunedì 13 novembre 2023
piamo oggi che il pianeta terra na-
sconde un infinito. La tradizione bi-
blica e cristiana ha il coraggio di
pensare all’unità di tutte le genera-
zioni umane. Tutte le creazioni sono
in legame con la “carne” che è la
terra. La credibilità del «mito cri-
stiano» può essere stabilita da una
nuova evidenza ecologica e planeta-
ria, e basarsi sul fatto che la tradi-
zione cristiana rappresenta un modo
di vivere questa nuova consapevo-
lezza nella «speranza contro ogni
speranza».
Nella sua grammatica teologica ricorre spes-
so l’immaginazione, che si nutre di simboli.
Ma viviamo in un’epoca che ha ucciso i
simboli, non solo nella religione. Il simbolo è
scomparso, la crisi della liturgia stessa è la
crisi del simbolo.
Questa crisi deriva dal fatto che
la simbolica umana è cambiata e
che la liturgia con la sua struttura
piramidale deriva dall’immaginario
del passato. La trasformazione non
si è ancora prodotta anche se abbia-
mo ricevuto segnali forti in tal sen-
so. Michel de Certeau ci ricorda che
l’immaginazione inizia nella vita
quotidiana, ma non è il solo a dirlo.
Un teologo come Karl Rahner, che
consideriamo molto spesso astratto,
ha elaborato una teologia della quo-
tidianità, della vita di tutti i giorni.
Si tratta di due teologi estremamen-
te sensibili alla vita concreta delle
persone. Vorrei quindi sottolineare
che per esprimersi in modo sempli-
ce in teologia, bisogna averla studia-
ta tanto. La teologia si manifesta in
modo semplice nella poetica della
vita quotidiana di Certeau e lo è an-
che quando si legge Kart Rahner
nei suoi scritti spirituali e nelle sue
meditazioni sulla vita quotidiana. Io
inizio sempre i miei corsi facendo
agli studenti domande del tipo: cosa
vuol dire svegliarsi, cosa vuol dire
mangiare, camminare, dormire, con-
versare, pregare, ecc.? È determi-
nante per una buona predicazione.
Riguardo al linguaggio, è opportu-
no sottolineare che abitiamo il no-
stro mondo grazie alle metafore. Si
tratta di un altro modo di parlare
dell’immaginazione. Una delle me-
tafore fondamentali della vita uma-
lunedì 13 novembre 2023
na e cristiana è quella dell’odos, del
cammino. Papa Francesco ha capito
bene che per camminare insieme
(syn-odos) serve innanzitutto un odos.
Riprendo qui la domanda dell’eu-
nuco in Atti degli apostoli, 8, 31: «E
come posso comprendere questo
passaggio del profeta, se nessuno mi
«L’elemento decisivo per il futuro della Chiesa consiste
nell’imparare a leggere insieme ad altri le Scritture, in piccoli
gruppi. Questo è molto importante perché il testo ci offre
qualcosa di oggettivo e allo stesso tempo ci dà la parola»
guida su questo cammino?». Il cam-
mino passa per delle soglie, dei con-
fini. Cerchiamo una casa, una tenda
e per camminare abbiamo bisogno
di un orizzonte e di una postura.
Direi che queste metafore ci porta-
no anche a reinventare il linguaggio
cristiano e soprattutto il simbolismo
liturgico.
Si vede che la sua è la generazione del grido
“l’immaginazione al potere!”.
Sono nato nel 1946, ma conosco
anche tanti giovani che immaginano
molto, perché non sono toc-
cati dalla morte dell’immagi-
nazione, dell’immaginare
mondi alternativi, altri uni-
versi. E immaginazione e
scienza sono strettamente
collegate. Ho un figlioccio a
cui piace molto la scienza, la
cosmologia, e che passa tanto
tempo davanti allo schermo
immaginando altri universi.
Mio padre era un professore
di matematica e aveva molta
immaginazione, come tutti
grandi matematici.
Il linguaggio simbolico della Chie-
sa, le forme della liturgia, appaiono
vestigia antiche che non dicono più
nulla alle nuove generazioni. E
dunque dove deve andare la Chiesa
oggi, rispetto a un mondo con il
quale sembra aver perso contatto?
Innanzitutto, partiamo da un’e-
sperienza ecclesiale locale, dove ci
sono le condizioni essenziali per
un’esperienza di fraternità, di ospi-
talità: ti accolgo, tu sei accolto così
come sei, incondizionatamente.
Questo non attiene soltanto all’am-
bito dell’immaginazione, si tratta
prima di tutto di un’esperienza con-
creta. Io esercito un lavoro pastorale
nel centro della Francia — che è un
L’OSSERVATORE ROMANO
Pieter Paul Rubens,
«Resurrezione di Cristo»
(1616)
Paese di missione — nella regione
del Limousin. Lo chiamo anche lo
“spazio amazzonico” della Francia.
È molto scristianizzato e quindi tra
i cristiani c’è bisogno di fraternità.
Lo si avverte dopo la messa della
domenica dove le persone sono ve-
nute per incontrarsi e parlarsi. Sono
poche ma si vedono e si incontrano,
così come sono. Bisogna ripartire da
qui.
Il secondo elemento decisivo per
il futuro della Chiesa consiste nel-
l’imparare a leggere insieme ad altri
le Scritture, in piccoli gruppi. Que-
sto è molto importante perché il te-
sto ci offre qualcosa di oggettivo e
allo stesso tempo ci dà la parola,
Rudolf Bultmann
potremmo dire oggi in maniera “si-
nodale”. Si tratta della prima socia-
lizzazione missionaria oggi in una
situazione di crisi: leggendo le Scrit-
ture le persone possono imparare a
parlare della loro vita. Nelle nostre
società, molte persone infatti sono
afasiche, non hanno parole per con-
dividere la loro esperienza e ancor
meno la loro fede. Questa esperien-
za dell’ascolto comune della parola
pagina 9
di Dio può allora eventualmente Terzo elemento: molti cristiani scopale rappresenta quindi il legame
condurre a una nuova maniera di non sanno neanche più perché i preti con tutta la Chiesa di cui ha la cura
entrare nell’esperienza sacramenta- sono necessari. con gli altri vescovi, mentre il mini-
le. Sento dire due reazioni: alcuni mi stero presbiterale è legato a una de-
dicono che in tutte le religioni ci so- terminata comunità locale all’inter-
Quello sacramentale è il linguaggio princi- no i preti; quindi, devono essercene no di una Chiesa locale o diocesa-
pale della Chiesa, ed è quello che è mag- anche nella religione cristiana; altri na. Per il ministero diaconale è di-
giormente nutrito di simboli e quindi quello mi dicono che ogni associazione ha verso. La possibilità di un ministero
maggiormente in crisi. bisogno di qualcuno che governi, diaconale esercitato da donne è una
Io direi che il rito si trova in crisi. chiedendosi perché la Chiesa catto- questione seria che si pone oggi e
Il simbolo dell’acqua non è in crisi, lica fissa delle esigenze così elevate. che deve essere discussa.
e neppure quello della cena, con il Come rispondere oggi nel modo
pane e il vino. Il rito, invece, è in più semplice alla domanda: perché i Secondo lei, il Sinodo è la risposta adegua-
crisi. Su questo bisogna lavorare in preti sono necessari, perché il mini- ta della Chiesa al cambiamento d’epoca? Il
futuro. Per il battesimo ad esempio stero ordinato è costitutivo? In fon- Sinodo sulla sinodalità è un ritorno, un re-
abbiamo ancora tante famiglie, so- do è semplice: la Chiesa non è cupero, alla riflessione della Chiesa sul me-
prattutto in Italia e anche un po’ in un’associazione costruita su un con- todo e quindi sul cristianesimo come stile?
Francia, che vengono con i loro tratto sociale ma è convocata da Il Sinodo sulla sinodalità intro-
bambini perché hanno vissuto il mi- Dio, da Gesù Cristo nello Spirito. duce davvero una nuova immagine
racolo della nascita. In Francia pa- Abbiamo bisogno di qualcuno che della Chiesa, sulla base dell’ugua-
radossalmente il numero dei catecu- simboleggia questa convocazione. glianza battesimale tra tutti, senza
meni aumenta notevolmente, spesso Quando nel convocare l’assemblea mettere in discussione la collegialità
si tratta di giovani, di trentenni o il sacerdote dice semplicemente «il o a fortiori il primato. Mentre le no-
quarantenni che comin- stre democrazie e
ciano a riflettere sul società sono in cri-
senso della vita. Ogni si, noi riflettiamo
situazione è unica e di- molto sulla que-
venta impossibile avere stione della delibe-
un modello unico di ca- razione. La Chiesa
tecumenato perché si è la prima istitu-
deve accompagnare zione al mondo
ogni persona. Ed è lì che introduce la
che il simbolismo del- deliberazione sino-
l’acqua diventa centrale. dale a un livello di
Spesso celebriamo i uguaglianza tra
battesimi la notte di tutte le Chiese lo-
Pasqua e durante que- cali e tutti i cre-
sta notte viene propo- denti. Tutti sono
sto un mondo di sim- coinvolti. Certo ci
boli. Questo è un pro- sono molte resi-
blema centrale oggi: il stenze e siamo sol-
simbolismo non è tanto all’inizio di
scomparso ma è disarti- un lunghissimo
colato. Il simbolismo è processo di cam-
un mondo, un immagi- biamento. Ma que-
nario e dobbiamo quin- sta nuova insisten-
di trovare il modo di za sulla sinodalità
entrarvi gradualmente è dell’ordine di un
utilizzando, come Gesù Karl Rahner segno messianico
e i primi cristiani, i sim- all’interno delle
boli elementari dell’esistenza uma- Signore sia con voi», ha già fatto il nostre società sempre più frammen-
na. suo lavoro. È ordinato per questo. tate. Secondo me, si tratta proprio
Dobbiamo spiegare questa risposta della risposta al cambiamento d’e-
Passiamo ad un altro sacramento: l’ordine minimale al popolo di Dio: avete poca che stiamo vivendo.
sacerdotale. Cosa rispondere a chi dice, e bisogno di qualcuno che vi “convo- Direi che il Concilio vaticano II,
sono in molti, che la crisi della Chiesa è la chi” in quanto Chiesa, che vuol dire in particolare la costituzione pasto-
crisi dei sacerdoti? la “convocata”. Poi interviene la di- rale sulla Chiesa nel mondo con-
Non è la crisi del sacramento del- mensione storica. Il ministero è temporaneo, la Gaudium et spes, è sta-
l’ordine, è la crisi, direi, del ministe- cambiato molto in duemila anni, e to reso possibile dalla pastorale del-
ro nella Chiesa. Il prete è diventato dobbiamo trovare oggi una figura l’Azione cattolica; penso più parti-
un tuttofare, perché i preti sono in nuova che mantenga perlomeno colarmente al cardinale Joseph-
pochi, e quei pochi l’essenziale. Possiamo riassumere Léon Cardijn che è intervenuto al
devono fare tutto, il tutto in una frase — è stato Papa Concilio: si tratta del metodo del
scompare quindi il Francesco a dirlo — ovvero che la si- «vedere, giudicare e agire» che è
loro carisma specifi-
co. Quando ero gio-
vane seminarista, pri-
ma di diventare ge- «Penso che la distinzione tra ministero episcopale
suita e prete, c’erano e ministero presbiterale sia fondamentale. Si è imposta alla fine
ancora molte possibi-
lità, si poteva diven- del secondo secolo dopo Cristo. Questa distinzione è strutturale
tare prete insegnante, perché la Chiesa è interamente presente in ogni Chiesa locale»
cappellano ospeda-
liero, ecc., cioè era
possibile esprimere il
proprio carisma. Og-
gi invece il sacerdote nodalità è una dimensione costituti- più di un metodo. Dopo il Concilio
deve fare tutto e, in va della Chiesa, così come il mini- tutto ciò è andato perso, sono ap-
molti casi, non può stero gerarchico ne è costitutivo: es- parsi altri movimenti e la pastorale
più realizzare il pro- so si colloca nella Chiesa sinodale e si è frammentata. Papa Francesco
prio carisma. Questo la convoca. ha introdotto la «conversazione spi-
è il primo elemento rituale» nel lavoro del Sinodo e
della crisi. Secondo Quindi per esempio potrebbe darsi che nel spera che tutte le chiese locali adot-
elemento, tanti gio- dogma invece di tre gradi nel sacramento tino questo modo di procedere, co-
vani vedendo i preti sovraccaricati e dell’ordine ne nascano altri? me stile. Questo metodo che quindi
stanchi, dicono «non sono fatto per Non direi. Penso che la distinzio- è più di un semplice metodo è com-
vivere questo, non posso vivere que- ne tra ministero episcopale e mini- plesso e implica anche l’esercizio
sto». E tanti giovani preti si concen- stero presbiterale sia fondamentale. dell’argomentazione. È questo ver-
trano su ciò che possono meglio Si è imposta grossomodo alla fine sante propriamente teologico che è
controllare. Non hanno la capacità del secondo secolo dopo Cristo. mancato durante questa assemblea
di fare tutto, si rinchiudono nel ne- Questa distinzione è strutturale per- sinodale. Spero che questa «manie-
cessario, essenzialmente nei sacra- ché la Chiesa è interamente presente ra di procedere» diventi un nuovo
menti e nel governo, spesso ancora in ogni Chiesa locale: «il vescovo è modo di fare pastorale; questo po-
in modo clericale perché è un modo nella Chiesa locale e la Chiesa loca- trebbe essere un buon frutto del Si-
per realizzarsi. le è nel vescovo». Il ministero epi- nodo.
pagina 10 L’OSSERVATORE ROMANO
NOI, GLI ALTRI • La festa di Diwali in Italia
Nel suo silenzio Indi
Luci chiedeva solo amore
sul «dharma» CONTINUA DA PAGINA
Di fronte alla vicenda di
1 pia sempre offrire delle alter-
Indi, abbiamo la sensazione
di PAOLO TRIANNI ma — anche se la sua ricorren- di stare vivendo l’ennesimo
za effettiva è caduta il 12 no- fallimento innanzi ad una
S
i celebra oramai in vembre — con vari eventi cul- morte inflitta sotto lo sguar-
grande stile anche in turali. Sin dal mattino si sono do attonito di tutti. Ma come
Italia Diwali (o Di- susseguiti esibizioni di ma- fare, in un mondo dove la
pavali), la festa in- rionette, danze del Kerala, medicina e il diritto sembra-
diana delle luci. Questa rie- spettacoli di teatro kathakali no a tratti essersi svuotati del-
vocazione, che sulla base del e concerti di canto e musica la propria ratio, l’essere uma-
calendario lunare ricorre indiana. L’evento si è chiuso no con la sua vita intangibile,
ogni anno all’inizio dell’au- con la cerimonia rituale di ac- quel bene oggettivo e reale
tunno, viene festeggiata in censione della lampada. che la “cultura dello scarto”
questo periodo in varie città. Dopo l’intesa con il Go- cerca di relativizzare?
Come spiega Swamini Shud- verno, nel 2012, la festività La medicina e il diritto
dhananda Ghiri, monaca del viene organizzata dall’Unio- hanno l’una nel dovere di cu-
Gitananda Ashram ad Altare, ne induista italiana, in parti- ra e di assistenza, l’altro nel
in provincia di Savona, la ri- colare dai monaci e dalle mo- garantire la co-esistenza — os-
sia la vita di ogni consociato
— la propria ragion d’essere.
Implicano la consapevolezza
del nostro essere-come-l’altro nel-
la fragilità ed essere-con-l’altro
nella vulnerabilità. Una vul-
nerabilità alla quale nessuna
tecnica, né alcuna decisione
umana potranno mai sottrar-
ci.
Quella di Indi e di tanti
altri pazienti come lei era la
condizione di chi si ritrova in
una situazione radicalmente
a-simmetrica, nella quale oggi
si può prepotentemente insi-
nuare una dinamica di potere
sulla vita umana: una condi-
correnza intende celebrare la nache del matha (monastero) zione che, in un qualsiasi Sta-
luce, intesa come vittoria del fondato nei boschi della Li- to di diritto, implicherebbe
bene sul male. Idealmente guria, nel 1984, da Svami Yo- sempre il dovere e la solleci-
questa celebrazione, che dura gananda Giri, che ne rimane tudine del più forte a proteg-
cinque giorni, è dedicata a la guida spirituale. Nelle ulti- gere il più debole, al di là di
Lakshmi, espressione dell’a- me settimane, ci informa ogni condizione, e non il suo
spetto femminile del divino, Shuddhananda, la pace dei impegno a discutere del valore della
sebbene — precisa la monaca membri di questo ashram è sua vita. Farsi carico dell’altro
da noi intervistata — nell’in- stata turbata dalla notizia che quando è vulnerabile non si-
duismo l’assoluto, pur mani- potrebbe essere costruito un gnifica decidere se la sua vita
festandosi in molti modi, non raccordo autostradale a po- è degna, ma non scavalcare
ha nome né forma. Il simbo- chi passi dal monastero. Per i
lo divino rappresentato da monaci e monache che ci vi-
mai quel limite in cui si dà
l’humanum, ossia il manteni-
questa dea, segno per i fedeli vono la celebrazione della fe- mento della vita umana. È
indiani di prosperità materia- sta è quindi diventata un’oc- questa la condizione ultima
le e spirituale, viene omag- casione per difendere e pre- della sussistenza del diritto,
giata nelle case e nei templi servare il loro piccolo ceno- di un diritto autentico, costi-
che, per l’occasione, vengono bio indù. Diwali, prescinden- tuito a partire dal rispetto di
ripuliti e illuminati. ogni persona.
Diwali è però le- In una simile vicenda, si ri-
gata anche alla figu- presenta tangibile sotto i no-
ra del dio Rama, so- Con doni, dolci e spettacoli stri occhi l’esigenza e l’urgen-
vrano modello di si vuole celebrare l’amicizia, za di sviluppare nella Chiesa
virtù, il cui ritorno una pastorale adeguata e capillar-
dopo l’esilio venne il dialogo e la pace soprattutto mente diffusa per accompagnare le
appunto festeggiato in un momento di guerra famiglie: per essere vicini alle
con uno sfavillare di famiglie che, ogni giorno, de-
luci. Il tema di fon- vono fare delle scelte che sot-
do, però, è sempre e tendono un riferimento alla
comunque la valo- verità e al bene della vita
rizzazione del dharma, termi- do dagli eventi di cronaca, è umana. Bisogna far sorgere
ne polisemico che indica il oggi un importante evento luoghi a cui si possa rivolgere
bene, la virtù e la religione. culturale che coinvolge non una mamma quando si ritro-
Con doni, dolci e spettacoli solo le comunità di immigrati va sola e smarrita di fronte ad
pirotecnici la festa intende ma anche i tanti italiani che si una diagnosi prenatale, dopo
quindi celebrare l’amicizia, il interessano al sanathana dhar- che altrove le è stato detto
dialogo e la pace, soprattutto ma (legge eterna), termine da
in un momento di guerre co- preferire all’anglofono indui-
che è meglio che abortisca il
suo bambino malato per “re-
me quello attuale, come pun- smo. In un mondo divenuto galarsi” la possibilità di avere
tualizza Shuddhananda, ita- oramai interculturale e inter- un altro figlio sano; dove si
lianissima monaca indù che religioso, è indispensabile possa consigliare nella verità
spiega la propria vocazione conoscere le fedi degli altri e una coppia, quando un figlio
dicendo semplicemente di le loro usanze. Celebrare in- nasce malato e il mondo in-
aver seguito un innamora- sieme festività come Diwali torno le suggerisce di far cau-
mento. Dopo Torino, Mila- rende la società più unita e sa per far chiedere a quel
no, Savona e Pontedera, do- avvicina alle ricchezze di bambino, ignaro, il risarci-
menica 5 novembre la ricor- un’antica civiltà come quella mento del danno per non es-
renza è stata celebrata a Ro- indiana. sere stato abortito; luoghi, ai
quali si possano rivolgere le
coppie che non riescono ad
avere un bambino per essere
informate correttamente, sen-
za essere lasciate sole, quando
@oss_romano - LA DOMANDA DEL VANGELO altrove viene detto loro che
non importa se per avere un
Lunedì 13 novembre - Lc 17, 1-6 figlio sano devono far pro-
In effetti se uno torna sette volte dicendosi pentito durre in vitro una decina di
sicuramente continuerà a fare lo stesso errore. Come si esseri umani, selezionarli,
fa a perdonarlo? Forse è per questo che gli apostoli congelarne alcuni ed altri get-
chiedono a Gesù, subito, di aumentare la fede? tarli via; e dove una medicina
A. M. davvero all’avanguardia sap-
lunedì 13 novembre 2023
native rispettose della vita
umana, fino alla morte natu-
rale. Perché la “cultura dello
scarto” agisce anche così.
Modificando la nostra pro-
pensione a proteggere e cu-
stodire la vita con soluzioni
apparentemente più capaci di
soddisfare i nostri desideri e i
nostri bisogni più naturali,
come quello meraviglioso di stosa, di per sé merita sem- anche questo il senso di
generare e trasmettere la vita pre amore, relazione e cura. umanità a cui ci ha richiama-
umana. D’altra parte, soltanto l’amo- ti Papa Francesco all’Angelus
Piuttosto, quando il magi- re è capace di restituire l’uo- di domenica scorsa, quello
stero della Chiesa invoca la mo a sé stesso. È capace, nel- che serve a ricostruire la pa-
cultura della vita dal concepi- la difficoltà, di ricomporre ce.
mento fino alla morte natura- l’uomo sofferente nell’unità La famiglia di Indi si è fat-
le, concretamente, intende della persona, consentendo ta segno di contraddizione in
proprio questo: farsi capace agli esseri umani che gli stan- un’epoca in cui si cerca di
di accompagnare i suoi figli no attorno di incontrarsi in svilire la famiglia rispetto alla
in queste difficili scelte, nelle quel valore che è l’uomo stes- sua forza antropologica: ep-
quali ciascuno deve in segui- so, con la dignità che gli è pure, quei legami d’amore
to poter ritrovare sé stesso, sa- propria. Nessuno è mai ridu- potente hanno scosso il mon-
pendo di essersi fatto stru- cibile ad un “desiderio di”, do. Indi, con la sua preziosis-
mento di vita, di verità e di “un interesse a”, “una capaci- sima vita, ha messo in subbu-
amore del Padre nei confron- tà di”. Ogni essere umano è glio le coscienze e ora do-
ti di coloro che gli sono stati persona e basta. Solo in virtù manda a ciascuno di agire
affidati. Ciò dovrebbe valere di questo va protetto, custo- per annunciare con forza la
per i medici che aiutano la dito, amato, senza se e senza bellezza e il valore prezioso
famiglia a prendere una deci- ma. Il grido che il debole ri- della vita umana. Con la sua
sione, per la famiglia di ogni volge all’altro è la voce della vicenda ha provato a scuotere
paziente, per i giudici quan- sua inestimabile dignità. E la cultura tanatologica della po-
do sono chiamati in causa. dice amore, senso del suo es- st-modernità e fino all’ultimo
Nel custodire la vita, la Chie- serci nell’esistenza. Lo sapeva istante ci ha detto che la vita
sa è Madre e il suo insegna- bene Madre Teresa, che si fragile è grandiosa nella sua capa-
mento è chiaro e solido sul prendeva cura degli ultimi, cità di generare relazioni d’amore.
dovere che ognuno di noi ha senza chiedersi se meritassero Dobbiamo avere il coraggio
di farsi custode della vita o meno le sue cure, e come di far brillare questa verità di
umana. La medicina oggi si è lei tanti altri santi “normali”, fronte ad ogni forma di men-
evoluta, le situazioni e le padri e madri che quotidia- zogna e di stortura sul valore
scelte possono essere più namente accettano di metter- della vita umana.
complesse, ma come cristiani si in relazione con la fragilità
sappiamo benissimo che una dei propri cari, senza chie- *Sotto-segretario del Dicastero
vita, anche se scomoda e co- dersi se ne vale la pena. È per i laici, la famiglia e la vita
NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mat- e Seguito.
tina in udienza gli Eminentissimi Car-
dinali: Il Santo Padre ha ricevuto questa
— Víctor Manuel Fernández, Prefet- mattina in udienza:
to del Dicastero per la Dottrina della Sua Eccellenza Monsignor Nikola
Fede; Eterović, Arcivescovo titolare di Ciba-
— Mauro Gambetti, Arciprete della le, Nunzio Apostolico nella Repubbli-
Basilica Papale di San Pietro in Vatica- ca Federale di Germania;
no; Vicario Generale di Sua Santità il Reverendo Padre Leonardo Este-
per la Città del Vaticano; Presidente ban, Coordinatore Generale della Co-
della Fabbrica di San Pietro. munità Missionaria San Francesco Sa-
verio (Paraguay).
Il Santo Padre ha ricevuto questa
mattina in udienza Sua Eccellenza la Il Santo Padre ha ricevuto questa
Signora Viktorija Cmilyte-Nielsen, mattina in udienza Officiali della Se-
Presidente del Parlamento di Lituania, greteria per l’Economia.
Si è aperto oggi in Thailandia
Il settimo Colloquio buddista-cristiano
Il settimo Colloquio bud- landia e l’università buddi- manità e del pianeta.
dista-cristiano, sul tema sta Mahachulalongkornra- La sessione inaugurale
«Karuā and Agape in Dia- javidyalaya. prevede saluti di autorità
logue for Healing a Woun- Vi partecipano buddisti e locali e rappresentanti di
ded Humanity and the cristiani provenienti da di- altre religioni in Thailan-
Earth» (“Karuā e agape in versi Paesi, tra cui Cambo- dia, nonché una cerimonia
dialogo per guarire un’u- gia, Hong Kong, India, di piantumazione di alberi,
manità ferita e la Terra”) si Giappone, Malesia, Mon- a simboleggiare l’impegno
svolge da oggi, lunedì 13, golia, Myanmar, Singapore, dei partecipanti a prendersi
fino a giovedì 16 novembre Sri Lanka, Corea del Sud, cura e a guarire.
presso la Mahachulalon- Thailandia, Taiwan e Re-
gkornrajavidyalaya Univer- gno Unito.
sity di Bangkok, in Thai- Il Colloquio è volto a ri-
landia. badire l’amicizia e la com-
Ne ha dato notizia ieri prensione reciproca costrui-
COMUNE DI SALERNO
Esito di gara
Questa Amministrazione ha indetto procedura di gara aperta per l’affidamento
un comunicato dello stesso te attraverso il dialogo con del servizio trasporto scolastico antimeridiano e pomeridiano degli alunni
frequentanti le Scuole dell’Infanzia e Primarie Statali ubicate nel Comune di
Salerno e la vigilanza degli stessi sugli scuolabus durante il tragitto. CIG
Dicastero, spiegando che interlocutori buddisti in 95317866A3. Valore stimato dell’appalto e1 pari ad € 2.789.084,00, oltre Iva.
Ai sensi del D. Lgs. n. 50/2016, si rende noto che l’operatore economico
l’iniziativa è frutto della tutto il mondo e, in parti- risultato aggiudicatario, giuste determinazioni n. 2752 del 10/05/2023 e n.
3820 del 24/072023 e1 il seguente: - INIBUS DI INI GAETANO E C. SAS con
sede in Marano di Napoli, cap 80016, via San Rocco n. 118, Codice Fiscale e
cooperazione tra il Dicaste- colare, in Thailandia. Lo Partita IVA 05346940637, la cui offerta economica prevede un ribasso
percentuale del 9,99% sul prezzo a base d’asta di € 2,90/km – esclusi oneri
ro per il dialogo interreli- scopo è anche quello di in- per la sicurezza non soggetti a ribasso pari ad € 0,0145/km – e, pertanto, per
un prezzo di € 2,61173855/km oltre Iva, pari ad un importo complessivo di €
gioso, la Conferenza dei dividuare azioni comuni
1.137.438,256 oltre Iva al 10%. Informazioni e documentazione di gara sono
disponibili per il download, all'indirizzo: http:// www.comune.salerno.it - Sez.
Bandi di gara e contratti.
vescovi cattolici della Thai- per guarire le ferite dell’u- Il Dirigente del Servizio Provveditorato - Dott.ssa Annalisa Del Pozzo
lunedì 13 novembre 2023
A colloquio con il cardinale Semeraro in occasione del convegno sulla santità
Non una questione privata
ma comunitaria
di NICOLA GORI
L
a santità è un dono di
Dio alla comunità, non
è mai una questione pri-
vata. Il santo mette in
connessione i fratelli con Cristo e
perciò è uno strumento di comu-
nione e di relazione. Ne parla in
questa intervista a «L’O sservato-
re Romano» il cardinale Marcel-
lo Semeraro, prefetto del Dica-
stero delle cause dei santi, che
questo pomeriggio inaugura i la-
vori del convegno «La dimensio-
ne comunitaria della santità» —
organizzato dallo stesso Dicaste-
ro — in programma fino al 16 no-
vembre all’istituto patristico Au-
gustinianum di Roma.
Perché un convegno sulla dimensione
comunitaria alla santità?
È un dato di fatto che, quan-
do si parla di santità della Chie-
sa, ci si riferisca quasi del tutto al
singolo credente, chiamato a
percorrere una faticosa ascesi
spirituale sino a raggiungere le
vette della santità. Santità, inve-
ce, è accoglienza di un dono che
Dio fa a tutta la Chiesa chia-
mando tutti e ciascuno all’in-
contro con Lui. È la vocazione
universale alla santità richiama-
ta dal concilio Vaticano II. «Tut-
ti siamo chiamati alla santità: è
la misura stessa della vita cristia-
na», diceva Benedetto XVI al ter-
mine di un ciclo di udienze del
mercoledì sulla santità (13 aprile
2011); Francesco, similmente:
«Dio ci attrae tenendo conto
della complessa trama di rela-
zioni interpersonali che si stabi-
liscono nella comunità umana:
Dio ha voluto entrare in una di-
namica popolare, nella dinami-
ca di un popolo» (Gaudete et
exsultate, 6). Sono alcuni testi che
ci hanno ispirato nel pensare a
questo nostro annuale conve-
gno.
C’è ancora il fascino della santità tra i
fedeli?
La presenza di santi e sante
nella vita della Chiesa ci dice
che l’incontro con Dio è davvero
percorribile; non è una meta ir-
raggiungibile. È ormai nota l’e-
spressione di Papa Francesco ri-
guardo alla «santità della porta
accanto». È soprattutto la pietà
popolare a dirci che la santità ha
ancora del fascino sui fedeli; una
forza che André Vauchez, noto
specialista in storia della spiri-
tualità cristiana, individua nella
percezione di una particolare
forza attrattiva che emana da al-
cune figure. Pascal ha scritto che
«i santi hanno il loro proprio re-
gno, il loro splendore, le loro vit-
torie e la loro maestà» (Pensieri
290). Penso all’attrattiva eserci-
tata anche da figure non cristia-
ne. Ad esempio, Etty Hillesum,
la cui vita si può racchiudere in
un verso di Rilke: «Anche se
non vogliamo Dio matura». Be-
nedetto XVI la citò nell’udienza
successiva all’annuncio della
sua rinuncia al ministero petri-
no, il 13 febbraio 2013: «Nella
sua vita dispersa e inquieta, ri-
trova Dio proprio in mezzo alla
grande tragedia del Novecento,
la Shoah. Questa giovane fragile
e insoddisfatta, trasfigurata dal-
la fede, si trasforma in una don-
na piena di amore e di pace inte-
riore, capace di affermare: “Vivo
costantemente in intimità con
D io”».
Quale ruolo hanno i laici nel testimo-
niare al mondo questa dimensione co-
munitaria?
Per i fedeli laici c’è uno spazio
davvero privilegiato ed è la vita
di famiglia. Nella celebrazione
delle nozze la Chiesa fa invocare
l’intercessione di santi coniugi e
c’è poi fondamentalmente la
grazia del sacramento del matri-
monio. In Amoris laetitia il Papa
ha ricordato che questo sacra-
mento è un dono per la santifi-
cazione degli sposi ed è una vo-
cazione, in quanto è una rispo-
sta alla specifica chiamata a vi-
vere l’amore coniugale come se-
gno imperfetto dell’amore tra
Cristo e la Chiesa (cfr. n. 72). La
Chiesa ha di queste figure lumi-
nose: penso ai coniugi Martin,
genitori di santa Teresa di Li-
sieux; a Luigi e Maria Beltrame
Quattrocchi, alla famiglia Ul-
ma, beatificata nel settembre
scorso.
Sono cambiati i modelli di santità negli
ultimi decenni?
Osservando la storia della
Chiesa e la teologia della santità
è possibile riscontrare dei muta-
menti e anche accentuazioni di-
verse. Accade pure che, in deter-
minati contesti, prevalgano al-
cuni stereotipi che offuscano il
volto autentico della santità; in
verità, però, i santi sono sempre
uomini e donne che, a partire
dalla loro esperienza di Dio,
Inizio della missione del nunzio apostolico
negli Emirati Arabi Uniti
L’arcivescovo Christophe Z.
El-Kassis, arrivato presso l’ae-
roporto internazionale di Abu
Dhabi il 3 marzo scorso, è stato
accolto da una Delegazione
composta dal vescovo cappuc-
cino Paul Hinder, vicario apo-
stolico emerito dell’Arabia me-
ridionale, e da monsignor
Kryspin Dubiel, collaboratore
di ruolo della Rappresentanza
pontificia ad Abu Dhabi.
L’8 marzo il rappresentante
pontificio ha presentato la co-
pia delle lettere credenziali a
Sua Eccellenza il signor Khalid
Abdullah Balhoul, vicemini-
stro degli Affari esteri, alla pre-
senza del capo del Protocollo,
il signor Ahmed Alshamsi, e di
altri ufficiali del ministero de-
gli Affari esteri degli Emirati
Arabi Uniti (Eau). Durante
l’incontro l’arcivescovo El-
Kassis ha portato i saluti del
Santo Padre e ha ringraziato il
Governo per la calorosa acco-
glienza e generosità, esprimen-
do l’auspicio di poter raggiun-
gere un accordo sullo stato giu-
ridico della Chiesa cattolica ne-
gli Eau. Da parte sua, il vicemi-
L’OSSERVATORE ROMANO
hanno risposto alle sfide dei
tempi e delle cultura. In queste
settimane il Papa sta presentan-
do alcune di queste figure dav-
vero “attuali”, come la venerabi-
le Madeleine Delbrêl, annun-
ciatrice di una santità “nelle
strade”; san Charles de Fou-
cauld, cuore pulsante di carità
nella vita nascosta; il beato José
Gregorio Hernández Cisneros,
medico dei poveri e apostolo di
pace... Sono testimonianze che
ci dicono che la santità non è ne-
gazione del mondo e del corpo,
ma è pienezza di vita vissuta nel-
l’amore di Cristo e la comunio-
ne nella Chiesa.
Come fare politica e diventare santi?
Credo che sia la domanda, al-
meno oggi nella nostra Europa,
più provocante, se non altro
perché indica uno spazio dove si
nota una maggiore latitanza cri-
stiana! Ciò contrasta col magi-
stero del Vaticano, che vede ne-
gli spazi della edificazione del-
l’umano un luogo privilegiato
per l’impegno dei fedeli laici.
Questo non perché li si voglia
escludere dall’impegno intra ec-
clesiale (nei recenti lavori sino-
dali, anzi, si è tanto parlato di
questo), ma perché, come sotto-
lineava il concilio Vaticano II,
delle realtà temporali la loro vita
è come intessuta. Paolo VI ripre-
se con insistenza questo magi-
nistro ha accolto con piacere la
proposta del rappresentante
pontificio e ha espresso la sod-
disfazione del Governo di ave-
re per la prima volta un nunzio
apostolico residente negli Eau.
L’arcivescovo El-Kassis ha,
inoltre, concordato di fissare
quanto prima un incontro con
Sua beatitudine il cardinale
francescano Pierbattista Pizza-
balla, patriarca di Gerusalem-
me dei latini e presidente della
Conferenza dei vescovi latini
nelle regioni arabe, per la con-
segna della lettera commenda-
tizia.
Successivamente, il 12 mar-
zo seguente il nunzio apostoli-
co ha celebrato la Santa messa
d’inizio missione presso la
Saint Therese of the Child Je-
sus Church in Abu Dhabi, alla
quale hanno partecipato circa
2.000 fedeli.
Il 16 agosto l’arcivescovo El-
Kassis ha consegnato le lettere
credenziali a Sua Altezza lo
sceicco Mohammed bin Zayed
Al Nahyan, presidente degli
Emirati Arabi Uniti. La ceri-
monia ha avuto luogo al Qasr
stero in Evangelii nuntiandi: «Più
ci saranno laici penetrati di spi-
rito evangelico, responsabili di
queste realtà ed esplicitamente
impegnati in esse, competenti
nel promuoverle e consapevoli
di dover sviluppare tutta la loro
capacità cristiana spesso tenuta
nascosta e soffocata, tanto più
queste realtà, senza nulla perde-
re né sacrificare del loro coeffi-
ciente umano, ma manifestando
una dimensione trascendente
spesso sconosciuta, si troveran-
no al servizio dell’edificazione
del Regno di Dio, e quindi della
salvezza in Gesù Cristo» (n. 70).
Abbiamo in questo delle figure
davvero forti: penso a Tommaso
Moro, proclamato da Giovanni
Paolo II patrono dei politici;
quanto ai contemporanei, pen-
so al beato Alberto Marvelli, al
venerabile Robert Schuman, ai
servi di Dio Giorgio La Pira e
Alcide De Gasperi.
Vi sono ambienti o situazioni in cui di-
ventare santi è impossibile?
La presenza, soprattutto in
epoca moderna, di una grande
varietà di santi ci dice pure che
la santità è realizzabile nei più
diversi stati di vita. È un classico
ciò che in un passo famoso della
sua Filotea scriveva san France-
sco di Sales, citato pure da Gio-
vanni Paolo II al n. 56 di Christifi-
deles laici: «Pretendere di elimi-
nare la vita devota dalla caserma
del soldato, dalla bottega del-
l’artigiano, dalla corte del prin-
cipe, dall’intimità degli sposi è
un errore, anzi un’eresia...». In
un solo spazio la santità è im-
possibile ed è quello del peccato
e del vizio. Questo, però, è an-
che uno spazio da cui è possibile
uscire con la conversione. Mo-
dello principe è il crocifisso ac-
canto a Gesù sul Calvario. Di lui
Candido di Fulda, un autore
medievale, disse che quando salì
sulla croce era un ladrone; quan-
do invece pendeva morto dalla
stessa croce era un martire.
Al Watan, Palazzo presidenzia-
le di Abu Dhabi, alla presenza
di Sua Altezza lo sceicco Man-
sour bin Zayed Al Nahyan, vi-
cepresidente degli Eau, Sua Al-
tezza lo sceicco Hamdan bin
Mohammed bin Zayed Al
Nahyan, Sua Eccellenza lo
sceicco Mohammed bin Ha-
mad bin Tahnoun Al Nahyan,
consigliere del Presidente, e
Sua Eccellenza lo sceicco Sha-
khbut bin Nahyan Al Nahyan,
ministro di Stato presso il mini-
stero degli Affari esteri.
Possessi cardinalizi
I cardinali Emil Paul Tscherrig, nunzio apostolico in Italia,
e Grzegorz Ryś, arcivescovo di Łódź, prenderanno possesso
rispettivamente della diaconia di San Giuseppe in Via
Trionfale e del titolo dei Santi Cirillo e Metodio. Ne dà co-
municazione l’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche del
Sommo Pontefice, specificando le date delle due celebrazio-
ni a Roma: quella del porporato svizzero si terrà domenica
19 novembre, alle 18.30, nella chiesa in via Bernardino Tele-
sio 4/b; quella del cardinale polacco avrà luogo mercoledì
22, alle 19, nella chiesa in via dell’Osteria di Dragoncello 12.
Riunita la Commissione voluta da Papa Francesco
I nuovi martiri
testimoni della fede
La “Commissione Nuovi
Martiri - Testimoni della Fe-
de” si è riunita lo scorso 9
novembre presso il Dicastero
delle cause dei santi sotto la
cui egida essa opera per vo-
lontà di Papa Francesco, così
da rendere operativo il suo
mandato in vista del Giubi-
leo del 2025.
Nel darne notizia, un co-
municato dello stesso Dica-
stero evidenzia che la rico-
gnizione delle vittime cristia-
ne e dell’offerta della vita da
parte di laici, pastori, consa-
crati e consacrate si avvarrà
dello sforzo già profuso da
Fides e altre agenzie, ma an-
che di nuove ricerche, coa-
diuvate dai vescovi, dalle
congregazioni religiose e da
quanti custodiscono la me-
moria di questi cristiani. Il
servizio alla memoria che si
intende rendere in questa
prima fase, riguarderà i cri-
stiani la cui vita è stata recisa
o donata in vario modo in
obbedienza al Vangelo, nel-
l’arco temporale che va dal-
l’anno 2000 sino al presente.
Attualmente sono oltre 550 i
testimoni di cui si conosco-
no le circostanze della morte
e il loro servizio alla Chiesa e
al popolo di Dio. Un sito
web è stato ora approntato
per accompagnare il lavoro
della Commissione e dare al-
cune informazioni essenzia-
li.
Si sono tracciate le linee
di impegno e la metodolo-
gia. Si sono altresì ipotizzate
sinergie esterne ai membri
della Commissione, partico-
larmente per quanto riguar-
Sei monache argentine
da gennaio nel monastero
“Mater Ecclesiae” in Vaticano
Dai primi giorni di gennaio
sei monache dell’ordine be-
nedettino dell’abbazia di
Santa Scolastica, che sorge
nella città argentina di Victo-
ria, in provincia di Buenos
Aires e in diocesi di San Isi-
dro, inizieranno a vivere nel
monastero “Mater Ecclesiae”
in Vaticano. Ne dà notizia
una comunicazione diffusa
oggi dalla Sala stampa della
Santa Sede, che ricorda co-
me san Giovanni Paolo II,
con il breve La vita contempla-
tiva del 25 marzo 1994, avesse
eretto canonicamente nella
Città del Vaticano il mona-
stero di monache di vita con-
templativa, con il titolo di
“Mater Ecclesiae”.
pagina 11
da la ricostruzione dei conte-
sti continentali, regionali e
nazionali, in cui è avvenuta
l’effusione del sangue e il
dono della vita. Il contribu-
to di molti fra i fedeli delle
Chiese orientali cattoliche è
stato richiamato con partico-
lare attenzione al Medio
Oriente e all’Asia. Si è altresì
richiamato il valore ecume-
nico del martirio in senso la-
to e la necessità di tener con-
to della ricchezza della testi-
monianza offerta da cristiani
di altra confessione. Il Dica-
stero delle cause dei santi,
nella persona del presidente
della Commissione, il vesco-
vo Fabio Fabene, ha dotato
l’orgnismo degli strumenti
necessari allo svolgimento
del compito assegnatogli (ri-
sorse umane e tecniche). In-
sieme al vicepresidente, il
professor Andrea Riccardi, si
sono rivisitate le ricerche
pregresse traendone sugge-
stioni per quelle future. In
uno spirito di felice collabo-
razione ci si appresta quindi
a entrare nel vivo della rico-
gnizione e dell’incontro con
questi testimoni, la cui vita e
morte sono segnate dal Van-
gelo, dall’amore per i più de-
boli, dalla ricerca della pace,
dal confronto doloroso con
molteplici disegni di male,
senza tuttavia mai abbando-
nare la fiducia nel bene. Essi
costituiscono una luce di
speranza e una voce umile
ma eloquente che richiama
al bene supremo della vita,
all’unità della famiglia uma-
na, alla forza disarmata dei
cristiani.
Dopo la morte di Bene-
detto XVI, che desiderava ri-
siedervi per trascorrere gli
ultimi anni della sua vita ac-
compagnando la Chiesa con
la preghiera, Papa France-
sco, con lettera autografa del
1° ottobre di quest’anno, ha
disposto che il monastero ri-
prenda il suo scopo origina-
rio: che degli ordini contem-
plativi sostengano il Santo
Padre nella sua quotidiana
sollecitudine per tutta la
Chiesa, attraverso il ministe-
ro della preghiera, dell’ado-
razione, della lode e della ri-
parazione, essendo così una
presenza orante nel silenzio
e nella solitudine.
A tal fine, il Pontefice ha
convocato le monache del-
l’ordine benedettino dell’ab-
bazia di Santa Scolastica di
Victoria, che hanno genero-
samente accettato il suo invi-
to: sei di loro, secondo gli
Statuti, formeranno la comu-
nità monastica che da gen-
naio inizierà a vivere in Vati-
cano.
Papa Francesco ha anche
deciso che il Governatorato
dello Stato della Città del
Vaticano sarà responsabile di
tutte le questioni riguardanti
il monastero “Mater Eccle-
siae”.
pagina 12
All’Angelus gli appelli del Papa anche per il Sudan e l’Ucraina
Si fermino le armi
e non si allarghi il conflitto
in Medio Oriente
Sudan, Israele, Palestina e Ucraina:
ovunque imperversano conflitti e vio-
lenze, il Papa è vicino alle sofferenze
delle popolazioni vittime. Lo ha di
nuovo assicurato all’Angelus di ieri,
12 novembre, aggiungendo alle sue
preoccupazioni per il Medio Oriente e
per l’Europa orientale anche il Paese
africano «in preda a una guerra civi-
le». Affacciatosi a mezzogiorno dalla
finestra dello studio privato del Pa-
lazzo apostolico vaticano, prima di re-
citare la preghiera mariana con i ven-
timila fedeli presenti in piazza San
Pietro e con quanti lo seguivano attra-
verso i media, il Pontefice aveva com-
mentato il vangelo domenicale, incen-
trato sulla nota parabola delle dieci
vergini.
Cari fratelli e sorelle, buona
domenica!
Il Vangelo oggi ci offre una
storia che riguarda il senso
della vita di ciascuno. È la pa-
rabola delle dieci vergini,
chiamate a uscire incontro allo
sposo (cfr. Mt 25, 1-13). Vivere
è questo: una grande prepara-
zione per il giorno in cui sare-
mo chiamati a uscire incontro
a Gesù! Nella parabola però,
di quelle dieci vergini, cinque
sono sagge e cinque stolte. Ve-
diamo in che cosa consistono
la saggezza e la stoltezza. La
Francesco alle partecipanti al capitolo generale delle Suore Scolastiche di Nostra Signora
La povertà è la “custode” della vita consacrata
La povertà è «la custode» della vita consa-
crata. Lo ha ricordato il Papa alle parteci-
panti al 25° capitolo generale delle School Si-
sters of Notre Dame, ricevute in udienza sta-
mane, lunedì 13 novembre, nella Sala Clemen-
tina.
Care sorelle, buongiorno!
Do il mio benvenuto a tutte voi, in oc-
casione del vostro venticinquesimo
Capitolo Generale, che si svolge qui a
Roma. Vi riunite per rendere grazie a
Dio per le sue benedizioni del passato
e del presente e per discernere il cam-
mino futuro della vostra Congrega-
zione. Lo fate traendo ispirazione dal-
l’eredità della vostra Fondatrice, la
Beata Teresa di Gesù Gerhardinger, di
cui il 17 novembre, ultimo giorno del
Capitolo, ricorre l’anniversario della
beatificazione. E come va la causa di
canonizzazione?
La vita della Beata Teresa è stata
una testimonianza di fede trasforman-
te, di coraggio nel creare nuove vie e
di dedizione all’educazione dei giova-
ni. La sua pedagogia voleva essere in-
tegrale: insieme all’istruzione intellet-
tuale comprendeva anche la cura dello
spirito e la formazione di persone
L’OSSERVATORE ROMANO lunedì 13 novembre 2023
di questi nostri fratelli che sono
nella prova!
E il pensiero ogni giorno va
alla gravissima situazione in
Israele e in Palestina. Sono vi-
cino a tutti coloro che soffrono,
palestinesi e israeliani. Li ab-
braccio in questo momento
buio. E prego tanto per loro.
Le armi si fermino, non porte-
ranno mai la pace, e il conflitto
non si allarghi! Basta! Basta,
saggezza della vita e la stoltez- proprio cuore, per vigilare sui fratelli, basta! A Gaza, si soc-
za della vita. propri pensieri e sentimenti. corrano subito i feriti, si pro-
Tutte quelle damigelle sono Quante volte noi non sappia- teggano i civili, si facciano arri-
presenti per accogliere lo spo- mo cosa è successo dentro il vare molti più aiuti umanitari a
so, vogliono cioè incontrarlo, nostro cuore in quella giornata. quella popolazione stremata.
come anche noi desideriamo Cosa passa dentro ognuno di Si liberino gli ostaggi, tra i
una realizzazione felice della noi? La saggezza vuol dire sa- quali ci sono tanti anziani e
vita: la differenza tra saggezza per fare spazio al silenzio, per bambini. Ogni essere umano,
e stoltezza non sta dunque nel- essere capaci di ascoltare noi e stanza, come si fa per ogni cosa lanciando i suoi appelli di pace per il che sia cristiano, ebreo, musul-
la buona volontà. Nemmeno gli altri. Vuol dire saper rinun- importante. Sudan, Israele e Palestina, e l’Ucrai- mano, di qualsiasi popolo e re-
sta nella puntualità con cui si ciare a un po’ di tempo passato Allora possiamo chiederci: na, e ricordando il secondo anniversa- ligione, ogni essere umano è
arriva all’incontro: tutte erano davanti allo schermo del tele- io che cosa sto preparando in rio di attività della Piattaforma d’A- sacro, è prezioso agli occhi di
lì. La differenza tra le sagge e le fono per guardare la luce negli questo momento della vita? zione Laudato Si’, la Conferenza di Dio e ha diritto a vivere in pa-
stolte è un’altra: la preparazio- occhi degli altri, nel proprio Dentro di me, che cosa sto pre- Dubai sui cambiamenti climatici, ce. Non perdiamo la speranza:
ne. Dice il testo: le sagge «in- cuore, nello sguardo di Dio su parando? Forse sto cercando di COP28, ormai vicina, e la Giornata preghiamo e lavoriamo senza
sieme alle loro lampade, presero di noi. Vuol dire non lasciarsi mettere da parte qualche ri- del ringraziamento celebrata dalla stancarci perché il senso di
anche l’olio» (v. 4); le stolte inve- intrappolare dall’attivismo, ma sparmio, sto pensando a una Chiesa in Italia. umanità prevalga sulla durezza
ce no. Ecco la differenza: l’olio. dedicare tempo al Signore, al- casa o a un’automobile nuova, dei cuori.
E qual è una delle caratteristi- l’ascolto della sua Parola. a dei progetti concreti... Sono Cari fratelli e sorelle! Due anni fa veniva avviata la
che dell’olio? Che non si vede: E il Vangelo ci dà il consi- cose buone, non sono cose Da diversi mesi il Sudan è in Piattaforma d’Azione Laudato
sta dentro le lampade, non è glio giusto per non trascurare brutte. Ma sto pensando anche preda a una guerra civile che Si’. Ringrazio quanti hanno
appariscente, ma senza di esso l’olio della vita interiore, “l’olio a dedicare del tempo alla cura non accenna a spegnersi e che aderito a questa iniziativa e in-
le lampade non danno luce. dell’anima”: ci dice che è im- del cuore, alla preghiera, al ser- sta provocando numerose vitti- coraggio a proseguire il cam-
Guardiamo a noi e vediamo portante prepararlo. Nel raccon- vizio degli altri, al Signore che me, milioni di sfollati interni e mino di conversione ecologica.
che la nostra vita corre lo stesso to vediamo infatti che le vergi- è la meta della vita? Come va rifugiati nei Paesi limitrofi e A questo proposito, preghia-
rischio: tante volte si è molto ni possiedono già le lampade, insomma l’olio della mia ani- una gravissima situazione mo per la Conferenza di Dubai
attenti alle apparenze, l’impor- ma devono preparare l’olio: ma? Ognuno di noi si domandi umanitaria. Sono vicino alle sui cambiamenti climatici,
tante è curare bene la propria devono andare dai rivenditori, questo: come va l’olio della mia sofferenze di quelle care popo- COP28, ormai vicina.
immagine, fare bella figura da- comprarlo, metterlo nelle lam- anima? Lo alimento, lo conser- lazioni del Sudan, e rivolgo un Oggi la Chiesa italiana cele-
vanti agli altri. Ma Gesù dice pade... (cfr. vv. 7.9). Così è per vo bene? accorato appello ai Responsa- bra la Giornata del Ringrazia-
che la saggezza della vita sta al- noi: la vita interiore non si im- La Madonna ci aiuti a custo- bili locali, affinché favoriscano mento, sul tema «Lo stile coo-
trove: nel curare quello che provvisa, non è questione di un dire l’olio della vita interiore. l’accesso degli aiuti umanitari perativo per lo sviluppo dell’a-
non si vede, ma è più impor- attimo, di una volta ogni tanto, e, con il contributo della Co- gricoltura».
tante, curare il cuore. La custodia di una volta per tutte; va pre- Dopo l’Angelus il Papa ha come di munità internazionale, lavori- Saluto con affetto tutti voi,
della vita interiore. Vuol dire sa- parata dedicando un po’ di consueto salutato i vari gruppi inter- no alla ricerca di soluzioni pa- pellegrini dell’Italia e di altre
persi fermare per ascoltare il tempo ogni giorno, con co- venuti all’appuntamento di preghiera, cifiche. Non dimentichiamoci parti del mondo, in particolare
i sacerdoti dell’Arcidiocesi di
Szczecin-Kamień (Polonia) e i
gruppi parrocchiali di Aug-
sburg, Zara, Poreč, Pola, Porto
e Parigi. Saluto i membri della
Comunità di Sant’Egidio pro-
venienti da alcuni Paesi dell’A-
sia e li incoraggio nel loro im-
pegno di evangelizzare e pro-
compassionevoli, responsabili e incen- 5). Infatti il vostro carisma di “con- ma ascoltare i fratelli e le sorelle. Que- muovere. Avanti, coraggio! E
trate in Cristo, cioè la formazione del durre tutti all’unità per cui Cristo fu sto è molto importante. voi aiutate anche a fare la pa-
cuore, per avere compassione. Sulle inviato” è fondato sul desiderio di Ge- Care sorelle, vi ringrazio per la vo- ce.
sue orme, voi avete proseguito lungo sù dell’unità tra tutti quelli che credo- stra visita. Che lo Spirito Santo vi Saluto i fedeli di Volargne,
queste tre strade dell’educazione, del servi- no in Lui (cfr. Gv 17, 11). conceda i suoi doni in abbondanza, Ozieri e Cremona. Accolgo
zio e della spiritualità. Come si legge nel- Come donne che professano i con- cosicché le deliberazioni e le decisioni con affetto il pellegrinaggio dei
le vostre Costituzioni, la Beata Teresa sigli evangelici, voi siete state a lungo del Capitolo possano portare molto fedeli ucraini e dei monaci Ba-
“fondava la congregazione sull’Euca- pioniere nell’abbracciare la dimensio- frutto nella vita della vostra comunità. siliani — vedo le bandiere ucrai-
ristia, la ancorava alla povertà e la de- ne profetica della vita consacrata, che E ci sarà frutto se voi saprete ascolta- ne lì —, giunti da diversi Paesi
dicava a Maria” (cfr. nn. 17-18). Mi «costituisce memoria vivente del mo- re. La Vergine Maria, Madre della per celebrare il quarto centena-
piace questo: ancorare nella povertà. Sen- do di esistere e di agire di Gesù come Chiesa, vi protegga, vi aiuti e sia la vo- rio del martirio di San Giosa-
za la vera povertà, non c’è vita religio- Verbo incarnato di fronte al Padre e di stra guida sicura nel cammino. Bene- fat. Prego con voi per la pace
sa. La povertà è quella che custodisce fronte ai fratelli» (Esort. ap. Vita conse- dico di cuore voi e tutte le vostre so- nel vostro martoriato Paese.
la vita consacrata. E crata, 22). E la vostra dedizione è se- relle sparse nel mondo. Quante sono? Fratelli e sorelle, non dimenti-
non solo è una virtù, gno, oltre che del dono che avete fatto Quante sorelle? [Rispondono: chiamo la martoriata Ucraina,
no, è la custode. Non di voi stesse al Signore, anche della “1900”] 1900? Salutatele tutte! 1900 non dimentichiamola!
dimenticare questo. vostra disponibilità a servire, in Lui, baci. Benedico di cuore voi e tutte le E a tutti auguro una buona
Questo saldo fonda- tutti i nostri fratelli e sorelle. vostre sorelle, e vi chiedo, per favore, domenica. Per favore, non di-
mento ha permesso Mentre ora riflettete su nuove vie di pregare per me, perché ne ho biso- menticatevi di pregare per me.
alle School Sisters of No- per il cammino della vostra Congre- gno. Buon pranzo e arrivederci!
tre Dame di andare in gazione, sempre restando radicate sul-
tutto il mondo e di la solida base posta dalla Fondatrice,
testimoniare il Van- vi incoraggio a continuare ad essere
gelo, rendendo visi- testimoni coraggiose della solidarietà
bile Cristo attraverso
la vostra presenza,
evangelica, in un tempo nel quale
molti sperimentano frammentazione e
Udienza a officiali
piena di fede, spe-
ranza e carità (cfr.
disunione. Questa responsabilità as-
sume ancora maggiore importanza al-
della Segreteria per l’economia
Costituzioni, n. 4). la luce del cammino sinodale che tutta
Il tema che avete la Chiesa sta compiendo. Il vostro Ca-
scelto per il vostro pitolo è un momento propizio per
Capitolo Generale: ascoltare più attentamente lo Spirito
“Essere testimoni profetici per una co- Santo e per ascoltarvi a vicenda, al fi-
munione universale”, è di grande im- ne di migliorare i legami che vi uni-
portanza nel contesto dei nostri tem- scono come sorelle e come membra
pi. Le Scritture ci offrono numerosi ri- del Corpo di Cristo.
ferimenti alla vocazione profetica di E vorrei sottolineare questo: ascol-
singoli e comunità che hanno promos- tare. A noi piace parlare sempre, a tut-
so la comunione tra i diversi membri ti. E non solo alle donne, anche a noi.
del santo Popolo fedele di Dio. Pen- A tutti. Ma è così difficile imparare ad
so, ad esempio, al profeta Geremia, la ascoltare. Il Signore ci parla anche at-
cui missione è stata di unirsi al popolo traverso gli altri. Ascoltare gli altri, e
d’Israele nella sua sofferenza per aiu- non, mentre l’altro parla, pensare:
tarlo a riconoscere e a rispondere all’a- “Cosa risponderò?”. No. Ascoltare:
more di Dio che sempre vuole fare al- che arrivi al cuore e poi, se sento di ri-
leanza. Pensiamo anche a San Paolo, spondere, rispondo. Ascoltare è pro-
che ricordava ai primi cristiani di Ro- prio una virtù che noi dobbiamo far
ma che «noi, pur essendo molti, sia- crescere nelle nostre comunità, nella Nella mattina di oggi, lunedì 13 novembre, Papa Francesco ha ricevuto
mo un solo corpo in Cristo» (Rm 12, vita consacrata. Ascoltare il Signore, in udienza officiali della Segreteria per l’economia.