L’OSSERVATORE ROMANO

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,50 Copia arretrata € 3,00 (diffusione e vendita 4-5 novembre 2023)

GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO

Unicuique suum Non praevalebunt
Anno CLXIII n. 253 (49.470) Città del Vaticano sabato 4 novembre 2023

Si temono

Ci vuole coraggio centinaia di vittime

Violento terremoto
in Nepal

a fare la pace
La preghiera dei bambini di Gerusalemme

S
i temono centinaia di morti
per il terribile terremoto di
magnitudo 6,4 sulla scala
Richter che ieri sera ha devastato
diverse regioni del Nepal nordoc-
cidentale. Finora le vittime accer-
tate sono 140, ma molte zone re-
mote colpite sono tuttora inac-
cessibili e le comunicazioni inter-
rotte. L’epicentro è stato localiz-
zato a soli 18 chilometri di pro-
fondità nella provincia di Karna-
li.

PAGINA 3

NOSTRE
INFORMAZIONI
PAGINA 11

ALL’INTERNO

L’opera di Vittorio Sereni

a vent’anni dalla morte

da Gerusalemme ROBERTO CETERA Poeta

dello straniamento

«C
i vuole coraggio a fare la pace, molto
di più che per fare la guerra», dice NICOLA BULTRINI A PAGINA 8
con tono commosso ma deciso Lara,
studentessa delle superiori nella Scuola di Terra Raid israeliani colpiscono due ambulanze causando almeno 15 morti Il messaggio del Papa in occasione
Santa. Circa 400 studenti, dai piccolini dell’asilo dell’assemblea plenaria dei vescovi francesi
ai grandi dell’ultimo anno di liceo, si sono ritro-
vati questa mattina nel piazzale della “Terra San-
Dal leader di Hezbollah minacce
Un servizio
ta High School” di Gerusalemme per pregare
per la pace e per la salvezza dei loro coetanei a ma nessuna estensione del conflitto in Libano sempre più missionario
Gaza. Per una volta non si parla dei bambini, ma al popolo di Dio
sono gli stessi bambini a parlare di loro stessi. Pa- TEL AVIV, 4. Rimane alta la ten- una guerra mondiale», ha avverti- il più grande di Gaza, provocan-
role di una straordinaria intensità che hanno mo- sione tra Israele e gli Hezbollah to, rivolgendosi agli Usa, «deve do la strage. Il portavoce ha poi CHARLES DE PECHPEYROU
strato anche la profonda consapevolezza e matu- libanesi. L’esercito di Tel Aviv sta fermare al più presto gli attacchi a specificato che i due veicoli stava- A PAGINA 10
rità di questi giovani. Sicuramente chi cresce qui attaccando in queste ore alcune Gaza». Ha incitato infine a «in- no trasportando feriti al valico di
è costretto a crescere più in fretta che altrove. zone nel sud del Paese dei Cedri, fliggere il colpo finale», ma pren- Rafah, al confine con l’Egitto. Il 5 novembre di ottant’anni fa
«Questa mattina i nostri studenti hanno pregato dopo aver identificato «una serie dendo le distanze rispetto agli Opposta la versione dell’eser-
per tutti i bambini, per quelli di Gaza ma anche di lanci da oltre confine» verso le eventi del 7 ottobre: «È stata cito di Israele, che ha sì conferma-
per quelli di Jenin e per quelli di Tel Aviv. Perché comunità israeliane. Un portavo- un’operazione al 100% palestine- to di aver preso di mira l’ambu-
Quando in Vaticano
tutti i bambini della Terra Santa, siano palestine- ce militare fa sapere che sono sta- se. E Teheran aiuta la resistenza, lanza, ma ha replicato che la stes- caddero le bombe
si o israeliani, ora stanno soffrendo», dice Padre te colpite «alcune cellule terrori- ma non controlla le milizie». Bu- sa era utilizzata «da una cellula
Ibrahim Faltas, direttore delle 19 scuole cattoli- stiche». gie e falsità, infine, soprattutto MATTEO LUIGI NAPOLITANO
che gestite dalla Custodia di Terra Santa. Proprio ieri, il leader dei mili- per aizzare le piazze arabe, sono SEGUE A PAGINA 2 A PAGINA 11

I bambini hanno pregato, cantato, recitato in- ziani filo-iraniani, Hassan Na- state dette sui civili israeliani mor-
ni e poesie, in un crescendo che ha emozionato srallah, ha parlato da Beirut, in ti il 7 ottobre, «uccisi in realtà da-
tutti i presenti. «Questi bambini e ragazzi vivo- un discorso ampiamente annun- gli spari dell’esercito israeliano».
no a Gerusalemme est — dice il Custode di Terra ciato e che si temeva potesse pro- Sul campo di battaglia di Gaza
Santa, Francesco Patton— ma sentono un lega- vocare un’escalation su vasta sca- la brutalità della guerra non ri- Da oggi sul sito del nostro giornale i numeri di novembre
me di autentica fratellanza con i loro coetanei la del conflitto. Piazze gremite e sparmia malati e feriti. Due am-
più vicini ai teatri di guerra. Molti di loro sono gente davanti alle tv per ascoltar- bulanze sono state colpite da raid de «L’Osservatore di Strada» e di «Donne Chiesa Mondo»
musulmani, ma sono stati ben contenti stamatti- lo. Tante, invece, le minacce, ma israeliani nel tardo pomeriggio di
na di recitare le parole di pace di san Francesco. nessun annuncio di attacchi. Non ieri, causando al momento alme-
Tra le nostre e quelle del Patriarcato ogni anno c’è bisogno di «dichiarare guerra no 15 morti e una sessantina feriti.
circa 60.000 bambini frequentano le scuole cat- a Israele», ha detto Nasrallah, Il primo veicolo, ha riferito il por-
y(7HA3J1*QSSKKM( +%!#!#!z!\

toliche, che sono innanzitutto scuole della pace. perché «siamo già nella batta- tavoce del dipartimento della Sa-
Loro sono l’unica vera possibilità perché questa glia», e «tutte le opzioni sono so- nità palestinese, controllato da
terra possa un giorno conoscere un futuro di pa- lo sul tavolo». Hamas, Ashraf al-Qidreh, sareb-
Inquadra il codice
ce». Dunque, l’evolversi della situa- be stato preso di mira alla rotonda
“Papà non piangere, dove sono ora non si sen- zione dipenderà dalle sorti di Ha- di Ansar a Gaza City. Una secon- col tuo cellulare
te il rumore delle bombe”, recita uno dei cartelli mas a Gaza e da eventuali «azioni da ambulanza è stata colpita per leggere i due
più toccanti esposti stamattina dai bambini di di Israele contro il Libano». Per quando è arrivata al cancello del mensili sul sito
Gerusalemme. questo, «chiunque voglia evitare complesso dell’ospedale al-Shifa, del nostro giornale
pagina 2 L’OSSERVATORE ROMANO sabato 4 novembre 2023

Dal leader di Hezbollah minacce Il premier israeliano respinge la richiesta degli Usa

ma nessuna estensione del conflitto in Libano
CONTINUA DA PAGINA
terroristica di Hamas in pros-
simità della loro posizione
nella zona di battaglia», e che
«il metodo delle operazioni
dell’organizzazione terroristi-
ca è proprio di trasferire ope-
rativi del terrore e armi nelle
vetture per il trasporto dei ma-
lati». Tel Aviv sostiene, tra
l’altro, che proprio all’interno
dell’ospedale al-Shifa si na-
sconda il comando centrale
dei leader di Hamas.
Dura la reazione del segre-
tario generale delle Nazioni
Unite, António Guterres, che
in una dichiarazione, ricor-
dando «gli attacchi terroristi-
ci, le uccisioni, le mutilazioni,
i rapimenti di donne e bambi-
ni» da parte dei terroristi, si è
Undici morti in scontri con l’esercito israeliano
Sale la tensione
in Palestina
RAMALLAH, 4. Mentre il con-
flitto infuria nella Striscia di
Gaza, tensioni tra la popola-
zione locale, coloni e militari
israeliani si registrano anche
in Palestina. Al momento, si
contano complessivamente
undici vittime: cinque pale-
stinesi sono morti in un vio-
lento raid dell’esercito israe-
liano a Jenin, mentre altri
decessi si registrano a He-
bron, Nablus e nel campo
profughi di Qalandia, vicino
a Ramallah. I dati sono stati
riferiti dal ministero della
Sanità palestinese.
La situazione desta preoc-
cupazione, tanto che l’Alto
Commissariato delle Nazio-
ni Unite per i diritti umani
1 detto tuttavia «inorridito» da
quanto avvenuto nei pressi del
nosocomio, aggiungendo che
«ora, per quasi un mese, i civi-
li di Gaza, compresi donne e
bambini, sono assediati, senza
aiuti, uccisi e bombardati nel-
le loro case: questo deve fini-
re».
Nel corso della notte è stata
colpita dai raid anche una
scuola, la Osama Ben Zaid,
gestita dall’Onu e situata nel
quartiere di al-Saftawy a nord
di Gaza. L’edificio ospitava
sfollati palestinesi interni. Il
bilancio, secondo il diparti-
mento della Sanità della Stri-
scia, parla di 20 morti e decine
di feriti.
Altri 14 civili palestinesi, la
maggior parte dei quali donne
e bambini, sono stati colpiti
l’ha definita «allarmante e
urgente». «La violenza dei
coloni è aumentata dramma-
ticamente — ha detto la por-
tavoce, Elizabeth Throssell
— con una media di sette at-
tacchi al giorno». Secondo
Throssell, inoltre, i coloni
vestono spesso in uniforme o
sono accompagnati dalle
forze israeliane.
Sulla stessa linea anche il
segretario di Stato degli
Usa, Antony Blinken: «È
necessaria la protezione del-
la popolazione civile — ha
detto —. L’incitamento con-
tro i palestinesi e la violenza
di estremisti deve essere fer-
mata e i responsabili perse-
guiti».
Netanyahu dice no
a una pausa umanitaria
TEL AVIV, 4. Non ha raggiunto il
risultato sperato l’incontro svol-
tosi ieri a Tel Aviv tra il segreta-
rio di Stato degli Usa, Antony
Blinken, e il primo ministro
israeliano, Benjamin Neta-
nyahu. Se da parte di Washin-
gton, infatti, è stata avanzata la
richiesta di una pausa umanita-
ria di 12 ore per accelerare l’in-
gresso degli aiuti nella Striscia di
Gaza, da parte di Israele non c’è
da un raid israeliano mentre re» dei miliziani, ha detto il stata alcuna concessione: nessun
cercavano di fuggire dalla zo- portavoce delle forze di difesa cessate-il-fuoco temporaneo sa-
na settentrionale della Striscia israeliane, Daniel Hagari. rà possibile, ha spiegato Neta-
di Gaza. A riportarlo è l’agen- «Nella giornata di ieri — ha nyahu, senza prima il rilascio de-
zia di stampa Wafa, che cita spiegato ancora — ci sono stati gli ostaggi in mano ad Hamas.
testimoni e fonti del ministero numerosi tentativi di attacchi Dal suo canto, Blinken ha ri-
della Sanità di Gaza, control- dai tunnel e dai compound badito la ferma posizione degli
lato da Hamas. Il fatto sareb- militari nel nord della Stri- Usa accanto ad Israele,
be avvenuto lungo la strada scia». Mentre nella notte, «in sottolineando che l’offen-
costiera di Al-Rashid a sud- un raid mirato nel sud della siva israeliana «è lecita»,
ovest di Gaza City. Striscia, corpi corazzati e in- pena il «fare il gioco di
Prosegue anche l’operazio- gegneri hanno fatto la mappa Hamas e di altri gruppi
ne via terra, soprattutto alla ri- di edifici e neutralizzato ordi- terroristici». Purché tale
cerca di tunnel e nascondigli gni esplosivi. Durante questa offensiva, di per sé «giu-
dei leader di Hamas. «I solda- operazione, sono stati indivi- sta», non si trasformi in
ti hanno ucciso decine di ter-
roristi e distrutto infrastruttu-
duati e uccisi membri di una
cellula terroristica».
vendetta. Al contempo,
però, il capo della diplo-
mazia Usa ha esortato a
«fare di più per protegge-
re i civili palestinesi». Neta-
nyahu, tuttavia, ha tenuto il
La denuncia dell’Onu: a Gaza punto: «Le nostre forze — ha
detto — stanno operando a piena
donne e bambini i più colpiti potenza su tutti fronti e non de-
morderemo fino alla vittoria e
finché non avremo ripristinato
NEW YORK, 4. I dati parlano da soli. Al 3 novembre, denun- la sicurezza per i nostri cittadi-
ciano in una nota congiunta il Fondo delle Nazioni Unite per ni».
l’infanzia (Unicef), l’Agenzia per i rifugiati palestinesi (Unr- Nella serata di ieri, poi, Blin-
wa), l’Agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e ri- ken si è spostato ad Amman, in
produttiva (Unfpa) e l’Organizzazione mondiale della sanità Giordania, per incontrare il re
(Oms), «nella Striscia di Gaza sono stati uccisi 2.326 donne e Abdullah II e partecipare a una
3.760 bambini, pari al 67% di tutte le vittime, mentre altre mi- riunione dei ministri degli Esteri
gliaia sono rimaste ferite». Ogni giorno vengono uccisi o feriti di cinque Paesi arabi (Arabia
420 bambini, alcuni dei quali hanno solo pochi mesi». Inoltre, Saudita, Qatar, Emirati Arabi
«con la chiusura di 14 ospedali e 45 centri di assistenza sanita- Uniti, Egitto, oltre al Paese ospi-
ria di base, i parti avvengono dentro i rifugi». tante), alla quale prende parte
Dunque, «donne, bambini e neonati a Gaza stanno soppor- anche un rappresentante del-
tando in modo sproporzionato il peso delle ostilità, sia in ter- l’Autorità nazionale palestinese.
mini di vittime che di ridotto accesso ai servizi sanitari», con- L’incontro è stato organizzato
clude la nota. dal ministero degli Esteri gior-
dano che, in una nota, ne ha de-
lineato gli obiettivi, ovvero esa-
minare «le ripercussioni della
pericolosa escalation che minac-
cia la sicurezza in tutta la regio-
ne».
Ulteriori appelli a una de-
escalation arrivano anche dal-
l’Unione europea: ieri, in un col-
loquio telefonico con il ministro
degli Esteri israeliano, Eli
Cohen, l’Alto rappresentante
della Politica estera dell’Ue, Jo-
sep Borrell, ha richiamato alla
«necessità di proteggere i civili,
evitare vittime civili e migliorare
l’accesso umanitario» nella Stri-
scia di Gaza.
Da Parigi, inoltre, il capo del-
lo Stato, Emmanuel Macron, ha
annunciato una «conferenza
umanitaria» che si terrà nella ca-
pitale francese il prossimo 9 no-
vembre. «Lanciamo un appello
alla tregua umanitaria — ha det-
to il presidente — poiché la lotta
al terrorismo non giustifica il sa-
crificio dei civili».
Anche dall’Italia si auspica la
pace: ieri il presidente della Re-
pubblica, Sergio Mattarella, ha
affermato che «i vili attacchi ter-
roristici di Hamas hanno ali-
mentato l’irrisolto conflitto
israelo-palestinese, con migliaia
di morti su entrambi i fronti, pa-
gando un prezzo elevato per un
contrasto che da oltre 70 anni di-
lania la regione senza che si sia
pervenuti, responsabilmente, a
una soluzione condivisa».

Crescono gli episodi La guerra in Ucraina

di antisemitismo Mentre il sanguinoso conflitto sta entrando nel terzo inverno

in Europa e negli Stati Uniti
WASHINGTON, 4. Crescono
nel mondo preoccupanti ma-
nifestazioni di antisemitismo.
Negli Usa, soprattutto nei
campus universitari: scritte
anti ebraiche sui muri di un
edificio della George Washin-
gton University; un evento
antisionista presso la Univer-
sity of Pennsylvania; un docu-
mento di gruppi studenteschi
di Harvard che accusano
Israele come «unico responsa-
bile della violenza». Tanto
che Senato e Camera Usa
hanno approvato con voto bi-
partisan quasi unanime una
risoluzione contro l’antisemi-
tismo nei campus.
In Europa, secondo dati
della European Jewish Asso-
ciation(Eja), dal 7 ottobre gli
attacchi antisemiti sono au-
mentati del 1.200%. A Vienna,
nella notte tra il 31 ottobre e il
1° novembre, è stato appiccato
un incendio nel Cimitero
ebraico, con svastiche dipinte
sui muri.
In Francia, dove risiede la
comunità ebraica più grande
del continente, oltre a vari atti
di vandalismo, svastiche sono
comparse su diverse scuole a
Strasburgo; a Parigi una ses-
santina di stelle di David sono
state dipinte sulle facciate di
abitazioni e banche del quat-
tordicesimo arrondissement.
A Berlino, una bottiglia
Molotov è stata scagliata con-
tro la Sinagoga e stelle di Da-
vid hanno marchiato le porte
di molte case dove abitano
ebrei. A Roma, nel quartiere
Trastevere, sono state detur-
pate alcune “pietre d’inciam-
po”, in memoria del rastrella-
mento degli ebrei romani del-
l’ottobre del 1943.
Pioggia di droni russi su diverse regioni ucraine
KYIV, 4. Una nuova pioggia di
droni russi si è abbattuta nelle
ultime ore su varie regioni del-
l’Ucraina, che teme altri danni
alle proprie infrastrutture per la
produzione di energia elettrica,
mentre il conflitto sta entrando
nel terzo inverno.
Lo Stato maggiore di Kyiv
ha detto che sono stati lanciati
38 velivoli senza pilota e un mis-
sile da crociera. Quest’ultimo e
24 droni sono stati abbattuti,
ma il presidente ucraino, Volo-
dymyr Zelensky, ha ammesso
che altri droni hanno raggiunto
i loro obiettivi, in particolare
nella regione nord-orientale di
Kharkiv. E per ben cinque volte
è stata centrata una non meglio
precisata «infrastruttura criti-
ca» nella regione occidentale di
Leopoli, a soli 70 chilometri dal
confine polacco, secondo quan-
to ha reso noto il capo dell’am-
ministrazione regionale. Colpi-
ta anche la regione di Zapori-
zhzhia, con 11 civili feriti.
«La Russia sta gradualmente
perdendo il controllo del Mar
Nero e si ritira verso la parte
orientale dello specchio d’ac-
qua. Arriveremo anche lì». Con
queste parole di fiducia, conte-
nute in un videomessaggio, Ze-
lensky ha intanto cercato di in-
fondere nuovo ottimismo nella
Nazione, dopo le valutazioni
preoccupate con cui il capo del-
le forze armate, Valeriy Zalu-
zhny, aveva descritto una guerra
di «posizione e logoramento»
che potrebbe avvantaggiare
Mosca e mettere in difficoltà
Kyiv. Difficoltà che per i vertici
ucraini possono essere superate
solo con un aumento delle forni-
ture di armamenti occidentali.
E un nuovo pacchetto di
aiuti militari del valore di 500
milioni di euro è stato annun-
ciato dal Pentagono. L’invio
comprende milioni di muni-
zioni per i sistemi Himars e
Nasams, oltre a sistemi anti-
carro Javelin e missili Tow. Nel
pacchetto ci sono anche nuove
uniformi per affrontare il clima
più rigido dell’inverno ormai
alle porte.
Sul fronte politico, il mini-
stro degli Esteri ucraino,
Dmytro Kuleba, ha detto che
Zelensky sta «soppesando i pro
e i contro» della possibile orga-
nizzazione delle elezioni presi-
denziali, in teoria previste per il
marzo del 2024 — in contempo-
ranea con quelle russe —, nono-
stante la legge marziale e le altre
«sfide pratiche» imposte dal
conflitto.

L’OSSERVATORE ROMANO ANDREA TORNIELLI Servizio vaticano:

redazione.vaticano.or@spc.va
Segreteria di redazione
telefono 06 698 45800
Tipografia Vaticana Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia:
direttore editoriale Editrice L’Osservatore Romano
Nuovo: semestrale € 275; annuale € 550 Per la pubblicità
segreteria.or@spc.va
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO ANDREA MONDA Servizio internazionale: Stampato presso la Tipografia Vaticana Rinnovo: semestrale € 250; annuale € 500 rivolgersi a
Unicuique suum Non praevalebunt direttore responsabile redazione.internazionale.or@spc.va e srl marketing@spc.va
Servizio fotografico: www.pressup.it
Abbonamento digitale: € 40;
Maurizio Fontana Servizio culturale:
redazione.cultura.or@spc.va telefono 06 698 45793/45794, via Cassia km. 36,300 – 01036 Nepi (Vt) Abbonamenti e diffusione (dalle 9 alle 14):
Città del Vaticano caporedattore fax 06 698 84998 Necrologie:
Gaetano Vallini Servizio religioso: pubblicazioni.photo@spc.va Aziende promotrici telefono 06 698 45450/45451/45454 telefono 06 698 45800
www.osservatoreromano.va segretario di redazione redazione.religione.or@spc.va www.photo.vaticanmedia.va della diffusione: Intesa Sanpaolo info.or@spc.va diffusione.or@spc.va segreteria.or@spc.va
sabato 4 novembre 2023 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 3

mente raggiungibili. Sono
stati schierati anche la polizia
e l’esercito.
Il primo ministro, Pushpa
Kamal Dahal “Prachanda” si
è recato a Jajarkot.
Il Nepal è tra i Paesi più
soggetti ai disastri naturali e
ha una popolazione molto
vulnerabile, poverissima, ol-
tre a mancare di infrastruttu-
re sufficienti per far fronte a
inondazioni o terremoti. Se-
Si temono centinaia di vittime condo l’Asian Preparedness
Partnership, un’organizza-
Tra esercito e ribelli
Scontri
nel nord
del Myanmar
NAYIPYDAW, 4. L’esercito del
Myanmar ha perso il controllo
di una città strategica nel nord
del Paese asiatico, lungo il
confine cinese, dopo giorni di
intensi e violenti scontri a fuo-
Il Cdm approva la riforma. Critiche dall’opposizione
Il governo italiano
verso il “premierato”
ROMA, 4. «La madre di tutte le
riforme»: così il presidente del
Consiglio dei ministri (Cdm)
italiano, Giorgia Meloni, ha pre-
sentato ieri, in conferenza stam-
pa, la riforma costituzione che
introduce il cosiddetto “premie-
nuovo premier dovesse termina-
re in anticipo il mandato, si tor-
nerà al voto; infine, stop a nuove
nomine di senatori a vita da par-
te del capo dello Stato (i cui po-
teri non vengono comunque toc-
cati dalla riforma), mentre il tito-

Violento terremoto zione creata per coordinare

la risposta alle emergenze dei
Paesi asiatici, Katmandu è la
co con tre gruppi ribelli arma-
ti. Lo ha confermato Zaw Min
Tun, portavoce della giunta
rato”, ovvero l’elezione diretta
del presidente del Consiglio.
La modifica è stata approvata
lo spetterà solo agli ex presidenti
della Repubblica.
Ora la decisione passa al Par-

in Nepal capitale esposta al più alto ri-

KATMANDU, 4. Un violento
terremoto di magnitudo 6,4
sulla scala Richter ha colpito
ieri sera il Nepal. Al momen-
to le vittime accertate sono
140, ma si teme che possano
essere molte di più. I soccor-
ritori sono infatti ancora im-
pegnati nelle ricerche, so-
prattutto in alcuni villaggi re-
moti isolati, dove le comuni-
cazioni sono interrotte. I di-
stretti di Jajarkot e West Ru-
kum — nell’ovest del Paese e
vicini all’epicentro, localizza-
to a soli 18 chilometri di pro-
fondità a Jumla, nella provin-
cia di Karnali — sono stati i
più danneggiati. Solo a Jajar-
kot ci sono stati 92 morti, tra
cui anche il vicesindaco del
comune di Nalgad. Crollati
al suolo interi edifici. Molti
feriti in gravi condizioni sono
stati trasportati in ospedali
più attrezzati delle città vici-
ne e altri sono ricoverati nelle
strutture sanitarie del posto.
Praticamente distrutti dal
sisma — avvertito anche nella
regione di New Delhi, in In-
dia, a 500 chilometri di di-
stanza — alcuni piccoli centri
come Aathbiskot, Sanibheri,
Bheri, Nalgad, Kushe, Bare-
kot e Chedagad. Tutte le for-
ze di sicurezza dei distretti
sono impegnate nelle opera-
zioni di soccorso, ma nume-
rose aree colpite sono difficil-
schio di terremoti tra 21 me-
galopoli del mondo. In più il
Paese si trova su un’impor-
tante linea di faglia geologi-
ca: la placca tettonica india-
na spinge infatti verso l’alto
la placca eurasiatica, forman-
do l’Himalaya.
Quello di ieri è stato il ter-
remoto più forte registrato
nella regione dal 2015, quan-
do una scossa di magnitudo
7,8 provocò almeno 9000 vit-
time. Quel sisma, oltre a di-
struggere o danneggiare qua-
si 8.000 scuole, lasciò quasi
un milione di bambini senza
istruzione. Vennero rasi al
suolo anche centinaia di mo-
numenti e palazzi reali, com-
presi i siti patrimonio mon-
diale dell’Unesco nella valle
di Katmandu.
miliare di Nayipydaw. «Il go-
verno, le organizzazioni am-
ministrative e le organizzazio-
ni di sicurezza — ha affermato
Zaw Min Tun — non sono più
presenti» nella città di Chin-
shwehaw, distretto di Lau-
kkaing, nello Stato di Shan,
che confina con la provincia
cinese dello Yunnan.
Le terre di confine del
Myanmar ospitano oltre una
dozzina di gruppi armati etni-
ci, alcuni dei quali hanno
combattuto i militari per de-
cenni per l’autonomia e il con-
trollo delle risorse. I tre grup-
pi armati affermano che i mili-
tari governativi hanno subito
decine di vittime. L’Onu teme
che migliaia di persone siano
state sfollate a causa dei com-
battimenti e che alcune siano
fuggite oltreconfine.
dal Cdm e si articola in vari pun-
ti, tra cui: il presidente del Con-
siglio viene eletto a suffragio
universale contestualmente alle
elezioni per le Camere; si pone
fine ai governi tecnici grazie alla
norma “antiribaltone” e in base
alla quale la sostituzione del pre-
sidente del Consiglio in carica
potrà avvenire solo con un parla-
mentare della maggioranza che
ha vinto le elezioni; se anche il
lamento; nel caso non si
raggiungesse la maggioran-
za richiesta dei due terzi, sa-
ranno i cittadini a far sentire
la loro voce, attraverso un
referendum. Meloni si è
detta comunque fiduciosa:
si tratta, ha detto, di «una
enorme rivoluzione per l’I-
talia» che si pone l’obietti-
vo di garantire «la stabili-
tà» del Paese.
Molto critica, invece, l’oppo-
sizione: il Partito democratico
definisce la riforma «pericolo-
sa», perché «indebolisce il Par-
lamento»; per il M5S si rischia di
accentuare «gli squilibri del si-
stema», mentre Carlo Calenda
la bolla come «un’invenzione,
l’italierato». In Italia Viva, infi-
ne, prevale la prudenza: si dice sì
all’elezione diretta del premier,
ma «no ai pasticci».

L’Ue chiede l’immediato rilascio Per i 50 anni delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede
DAL MOND O

del presidente nigerino Visita in Australia Scomparso da un mese

NIAMEY, 4. L’Alto rappresentante succedute diverse proposte di

dell’arcivescovo Gallagher un sacerdote nigeriano

dell’Ue per gli Affari esteri e la
Politica di sicurezza, Josep Bor-
rell, ha chiesto l’immediato rila-
scio del deposto presidente del
Niger, Mohamed Bazoum, tenu-
to prigioniero dai militari golpisti
che lo scorso fine luglio hanno
preso il potere a Niamey. «Sono
trascorsi 100 giorni da quando il
presidente è nelle mani dei golpi-
sti in Niger. L’Unione europea
saluta il suo coraggio e ne chiede
rilascio immediato e incondizio-
nato», ha scritto Borrell su X .
Negli ultimi giorni si sono
Aumentano gli investimenti della Banca mondiale nel Paese in favore dell’istruzione delle adolescenti
di COSIMO GRAZIANI
transizione — formulate in par-
taicolare dall’Algeria e dalla Ni-
geria, — rivolte al regime di Nia-
mey, tutte al momento senza ri-
sposta. Questa azione diploma-
tica punta a scongiurare un inter-
vento armato in Niger, che ri-
schierebbe di infiammare tutta
l'Africa occidentale. L’Ecowas,
la Comunità economica degli
Stati dell'Africa occidentale, ha
ribadito in una nota che la solu-
zione è il ripristino dell'ordine
costituzionale e la reintegrazione
del deposto presidente Bazoum.
In Nigeria la scuola è al femminile
l’abbandono della scuola da parte di
un milione di bambini nel biennio
A 50 anni dall’inizio delle relazioni diplo-
matiche tra la Santa Sede e l’Australia, sta-
bilite nel 1973, il segretario per i Rapporti
con gli Stati e le Organizzazioni interna-
zionali, l’arcivescovo Paul Richard Galla-
gher è da oggi al 10 novembre in Austra-
lia.
Il programma della visita, diffuso dal-
l’account @TerzaLoggia della Segreteria
di Stato, prevede la celebrazione di due
Messe: il 5 novembre nella cattedrale di
Santa Maria a Sydney, e il 9 novembre, a
Melbourne, nella cattedrale di San Patri-
zio, in occasione dell’incontro con il clero.
Due anche le Lectio che l’arcivescovo Galla-
gher terrà: all’Australian Catholic Univer-
sity di Sydney il 6 novembre e alla Notre
Dame University di Perth il 9 novembre.
Numerosi poi gli incontri: il 6 novem-
bre a Sydeny con i vescovi australiani e il
Consiglio delle Chiese orientali; il 7 a Can-
berra per un ricevimento diplomatico; l’8
con il ministro del Commercio e del turi-
smo, Don Farrell, e con il governatore ge-
nerale, David John Hurley; il 9 a Mel-
bourne, con le comunità aborigene e il 10
novembre a Perth, con il ministro degli Af-
fari esteri, Penny Wong.
Da oltre un mese non si hanno
notizie di Sampson Emokhidi,
sacerdote nigeriano della arci-
diocesi di Abuja, la capitale fe-
derale della Nigeria. La ha reso
noto il cancelliere dell’arcidioce-
si, padre Sam Tumba, spiegando
che il sacerdote è uscito di casa
la sera del 1° ottobre non la-
sciando più traccia di sé.
In Guatemala sospeso
il partito del presidente
eletto Arévalo
Il Tribunale supremo elettorale
del Guatemala ha sospeso la
personalità giuridica del Movi-
miento Semilla, il partito del
presidente eletto Bernardo Aré-
valo, a poche ore dalle nuove
manifestazioni popolari contro il
governo uscente e un settore
della giustizia.

L
a Banca mondiale ha aumenta-
to gli investimenti in Nigeria
per la scolarizzazione delle ado-
lescenti. L’istituzione internazionale
verserà 700 milioni di dollari in più a
favore dell’Iniziativa per il progetto di
insegnamento ed emancipazione per
le ragazze adolescenti (Agile) del mi-
nistero per l’Istruzione nigeriano. Il
progetto è stato approvato nel 2020 ed
è finanziato dalla Banca mondiale fin
dal 2021; la sua scadenza è prevista per
il 2028 e inizialmente il budget ad essa
destinato era di 500 milioni di dollari.
Tra i fini dell’Agile c’è il migliora-
mento della scolarizzazione e delle
opportunità per le ragazze comprese
tra i 10 e 20 anni d’età, una fascia di
popolazione a cui l’accesso all’istru-
zione non è spesso garantito per que-
stioni socioculturali, problemi di tipo
finanziario e carenze infrastrutturali.
Come sottolineato dalla stessa Ban-
ca mondiale, il problema della scola-
rizzazione è molto diffuso nel Paese
africano, dove si stima che tra i 12 e i 15
milioni di minori non vadano a scuola,
un dato fortemente influenzato dal-
2020-2021, molti dei quali non hanno
ripreso a studiare dopo la pandemia.
Il problema della dispersione scolasti-
ca femminile è particolarmente accen-
tuato nelle regioni settentrionali, dove
i dati sono inferiori rispetto al resto del
Paese.
Le carenze dei servizi scolastici nel
nord del Paese sono state evidenziate
dalle recenti dichiarazioni di Abdul-
kadir Yunus, presidente dell’Unione
nigeriana degli insegnanti (Nut) dello
Stato di Jigawa, dove al momento
mancano più di 30.000 insegnanti.
Sebbene lo Stato non sia stato incluso
nella lista di quelli che in questi anni
hanno usufruito dei finanziamenti
dell’Agile, è possibile che questo ven-
ga compreso tra i nuovi Stati federali
che parteciperanno all’iniziativa: fino
ad ora solo sette Stati — Borno, Ekiti,
Kaduna, Kano, Katsina, Kebbi e Pla-
teau — sono divenuti destinatari dei
fondi, mentre con il nuovo finanzia-
mento altri undici Stati (per un totale
di diciotto su trentasette entità federa-
li) potranno affrontare questo proble-
ma.
L’azione di Agile si basa su tre pila-
stri: la creazione di uno spazio sicuro e
accessibile per l’istruzione, dato che le
scuole sono spesso obiettivi di violen-
ze; l’incoraggiamento a creare un am-
biente favorevole per le studentesse; il
rafforzamento e la gestione del siste-
ma. I risultati in questi anni sono stati
tangibili: negli Stati in cui l’iniziativa
ha agito il numero delle studentesse è
salito da 900.000 a un 1,6 milioni con
250.000 borse di studio erogate e mi-
gliaia di aule ricostruite. L’amplia-
mento a undici Stati dovrebbe garan-
tire la conclusione del ciclo di scuola
secondario per 8,6 milioni di ragazze,
oltre a garantire l’occupazione per più
insegnanti donne, creare strutture ca-
paci di rispettare i canoni di risparmi
energetico e garantire l’accesso all’i-
struzione anche a ragazze affette da
disabilità.
Pakistan: 14 soldati
uccisi in un attentato
Quattordici soldati pakistani so-
no morti ieri in un attentato nel-
l’area di Pasni del distretto di
Gwadar, nella provincia sudocci-
dentale del Balucistan. L’attacco
non è stato ancora rivendicato,
ma nella zona operano terroristi
jihadisti. È stato invece sventato
un attacco contro una base del-
l’aeronautica nel Punjab.
Papua Nuova Guinea:
a rischio vaste aree
della foresta ancestrale
La tribù indigena indonesiana
Awyu (circa 20.000 persone),
che dipendono dalla terra per
vivere, rischia di perdere vaste
aree di foresta ancestrale dopo
che un tribunale ha respinto la
causa contro un’azienda produt-
trice di olio di palma.
pagina 4
#CantiereGiovani - La noia
Vivere nel disordine
del tempo
di GUGLIELMO GALLONE
O
ggi si sta facendo lar-
go un nuovo tipo di
noia: ci si annoia non
quando non si ha
niente da fare, bensì quando si sta
col telefono in mano, a scuola o in
università, in famiglia, a lavoro, al
mare, in viaggio. Come se si fosse
costantemente insoddisfatti, di-
stratti, abituati. Cambia lo spazio,
cambia il tempo, cambia l’essere.
Perché?
Le due pagine odierne di
#CantiereGiovani — che inau-
gurano il nuovo formato mensi-
le della rubrica — intendono ri-
flettere proprio su questo tema.
Consapevoli che, innanzitutto,
la noia sembra legata alla man-
canza di desiderio. Siamo abi-
tuati ad avere tutto e ad averlo
subito. In base alle logiche di
mercato siamo stati educati a in-
vestire in modo ossessivo sulla
corporeità e sull’apparenza, a
consumare e buttare gli oggetti.
Così, persino la possibilità di co-
struire e coltivare relazioni capa-
ci di durare nel tempo è sempre
più remota.
Di conseguenza, tutto è piat-
to perché già conosciuto, tutto è
normale perché già vissuto, tut-
to è scontato perché dovuto in
base ai diritti che tanto si recla-
mano. Non ci si stupisce più di
nulla. E ci si annoia proprio a
causa della mancanza di meravi-
glia, cioè dell’incapacità di me-
ravigliarsi e della difficoltà del
lasciarsi meravigliare dai propri
interlocutori.
L’impossibilità di saper di-
stinguere lo scorrere del tempo
schiaccia l’individuo nel presen-
te e nel presentismo, ossia nell’i-
dea di vivere in un eterno oggi.
Ci si ritrova al centro di abitudi-
ni e impegni improrogabili, do-
ve gli imprevisti comandano, il
tempo è in disordine e non si ha
alcuna percezione del futuro. È
innegabile che una certa assenza
di visione sembra riguardare an-
che gli adulti, ma quante volte
noi giovani ci sentiamo dire che
il mondo di oggi gira sempre più
veloce, che dobbiamo farci tro-
vare pronti e perdere un solo mi-
nuto può essere fatale?
Produrre, governare, agire:
per la noia “classica”, quella che
richiede silenzio e astrazione e
poi magari fa venire grandi in-
tuizioni, non c’è spazio. Essa è
stata sostituita da una noia onni-
presente che risponde al biso-
gno di sentirsi e mostrarsi sem-
pre attivi: la notifica dello smar-
tphone, poi il social network con
gli ultimi aggiornamenti, un reel
su Instagram e una videochia-
mata con «gli altri». «Esco»
perché «a casa non so che fare».
Non sappiamo non fare niente.
Anzi, abbiamo paura di non fare
niente, di pensare e di stare fer-
mi.
Eppure, non è proprio in quei
momenti che s’inizia a riflettere,
immaginare, progettare? Perché
fuggiamo dalla noia ma diciamo
di avere sempre più bisogno di
tempo libero per stare bene —
come dimostra il fenomeno del-
la great resignation? Gli antichi gre-
ci parlavano del tempo libero
usando la parola scholé, cioè lo
studio avente come unico fine la
conoscenza. Non ammazzare né
avere in odium il tempo — la radice
etimologica della parola noia
sembra essere proprio questa —
bensì impiegarlo, amarlo.
Leggerezza, spiritualità, fra-
gilità, sopravvivenza, progetti,
tramonti, annoiarsi in compa-
gnia e annoiarsi da soli, quindi
amicizia, famiglia, microuniver-
si, sentimenti: senza fare spoiler,
le parole emerse dalle interviste e
dalle riflessioni che proponiamo
oggi su #CantiereGiovani testi-
moniano come si può pensare
alla noia in termini positivi e co-
me trasformare l’avere in odium in
scholé. Tanti ragazzi già lo fanno.
E allora, cari adulti, non apri-
te quella porta. Non pensate
che, se un ragazzo si annoia, non
è perennemente attivo o non
esce sempre di casa per affacciar-
si a questo «mondo reale» di cui
tanto si parla, stia solo poltren-
do e non stia piuttosto proget-
tando il futuro o riflettendo sulla
propria persona.
Di fronte alla crisi della fami-
glia, alle troppe delusioni del
mondo scolastico, all’eccessiva
precarietà, all’avanzare della lo-
gica consumistica e al presenti-
smo, tantissimi giovani non de-
siderano vivere la collettività né
riescono più a meravigliarsi. Gli
spazi fatti di collettività e condi-
visione non sembrano esistere
più. È necessario ricostruirli. Per
riflettere, fermarsi, anche an-
noiarsi. Per desiderare il con-
fronto e meravigliarsi nello sco-
prire quanto l’altro ci assomi-
glia. A una condizione: farlo in-
sieme. Altrimenti, come dice Pa-
pa Francesco, «un giovane si os-
sida».
L’OSSERVATORE ROMANO
Voce agli alunni delle scuole italiane
Non pensare a niente
per pensare a tutto
di MAURIZIO SIGNORILE
«L
a noia mi porta a fare
domande di tutti i ti-
pi»: della noia hanno
trattato poeti e filosofi,
da Orazio a Baudelaire, da Pascal a
Schopenhauer, ma io so che ascoltare
cosa hanno da dire i miei alunni aprirà
panorami sconosciuti. Vista con gli oc-
chi degli adulti la noia non sembra far
parte del mondo dei giovani d’oggi,
così pieni di impegni e perennemente
social, ma a parlarne con loro si scopre
che essa c’è e, anzi, può forse suggerire
inattese prospettive.
In una canzone di qualche tempo fa
Marco Masini cantava «la noia è come
il blues, ti fa pensare a Dio». Lo spun-
to porta a chiederci: può la noia essere
trascendentale, può veicolare pensieri
spirituali o una riflessione su Dio?
Sulla questione se i ragazzi effettiva-
mente si annoino, alcuni confermano
ciò che già si sospetta, cioè che il cel-
lulare tende ad azzerare i tempi di noia
nella vita degli adolescenti; una ragaz-
za mi dice che oggi i ragazzi «non rie-
scono a staccare la faccia dai telefoni,
sembrano davvero imbambolati davanti
a quello schermo»; consola il fatto che
loro stessi capiscano come «questo non
è un bene visto che annoiandosi si può
riflettere su molte cose prendendosi del
tempo per sé o per avere nuove
idee».
Testimonianze dal resto del mondo
Se un momento vuoto diventa un frammento di vita
di VALENTINA CONTIERO
L
a noia può essere associata a un sen-
timento d’insoddisfazione che vie-
ne visto in modo estraneo, nocivo e
statico in un mondo che invece corre fre-
netico e non lascia spazio al silenzio. Tut-
tavia, se ricordassimo la bellezza dell’uo-
mo nato dalla polvere (memento, homo, quia
pulvis es, et in pulverem reverteris), non verreb-
be così difficile cogliere l’occasione per
andare alla ricerca dell’essenziale in una
sessione di noia-terapia.
Cosa e a chi pensiamo, quindi, quando
ci annoiamo? «Secondo me la noia non
dipende dallo stare soli o in compagnia —
racconta al nostro giornale Damien, da
Amsterdam — ma è un mood che subentra,
per esempio, anche nei momenti morti di
una serata fuori casa. In realtà fa molto ri-
dere il fatto che, quando sei in giro con gli
amici e non si sa più di cosa discutere, a
un certo punto cali il silenzio e salga a li-
velli vertiginosi l’imbarazzo.
«Ed è proprio in quel momento carico
di noia — continua Damien — che si inizia
a parlare di argomenti profondi come l’e-
sistenza umana, la sua fragilità, la sua cat-
In generale però, e qui noi adulti ci
stupiamo, la quasi totalità degli alunni
intervistati dichiara con sicurezza di
annoiarsi, chi «qualche volta», chi «al-
meno una volta al giorno». Più della
metà di questi ragazzi vede la noia co-
me qualcosa di negativo, senza dubbio
alcuno, perché «la noia è sintomo di
pigrizia, una persona che si annoia non
ha uno scopo ben preciso o un sogno
da seguire», addirittura c’è chi dice che
«chi ha ambizioni e obiettivi precisi
non si annoierà mai»; la noia è da
sfuggire quasi come un pericolo, un
alunno non vorrebbe cedere neanche al
riposo e dice che «anche nei momenti
di stanchezza vorrei darmi da fare e
creare qualcosa di nuovo, andare avan-
ti».
Si incontra anche chi la noia l’ha
sempre percepita come negativa, «poi
ho imparato a rilassarmi e godere an-
che dei momenti vuoti». Inaspettata-
mente, per una buona parte di alunni
la noia può essere amica e c’è chi la
mette in relazione con la libertà: «Sic-
come sono spesso impegnata, se provo
noia perché non ho nulla da fare è per-
ché sono libera di fare tutto». Di fron-
te a una domanda così dirimente però
alcuni non sanno o non riescono a sce-
gliere se la noia sia negativa o positiva:
«Secondo me la percezione della noia
varia in base al momento psicologico e
sentimentale che un individuo sta attra-
versando, a me capita spesso di perce-
tiveria e la sofferenza che infligge alla na-
tura, agli animali e ai suoi stessi fratelli.
Da lì ci si aggancia al discorso su Dio sen-
za tenere conto della fede di chi sta seduto
al tavolo con te. È dato certo che, indi-
pendentemente dalla fede dell’interlocu-
tore, si arriverà a parlare di Dio, di un Dio
che sembra non reagire di fronte allo schi-
fo del mondo, di coloro che sono morti
per seguirlo riflettendoci su fino a do-
mandarsi il perché, se ne valga la pena e se
sia davvero questa la verità da seguire».
Noia, noia e ancora noia! Ma se si ri-
presenta nelle nostre vite a
prescindere dal luogo in cui
stiamo e dal numero di per-
sone che ci circondano è
evidente che a qualcosa ser-
ve. Ma a cosa?
«Ringraziamo Dio per
aver inventato la noia!»
esclama Joey, giovane su-
dafricana «è il campanello
d’allarme che ti riporta al
senso delle cose, dell’esi-
stenza, della tua intera vita!
A me capita difficilmente di
annoiarmi ma, quando
quel momento arriva, so
che ho bisogno di fermarmi in un angolo
e riflettere sulla mia vita. La noia mi aiuta
a capire dove sto andando, se ne vale dav-
vero la pena e, soprattutto, per chi lo sto
facendo. Con il mio lavoro e le mie scelte
riuscirò a lasciare un segno nel mondo?
Riuscirò a lasciare, a chi verrà dopo di me,
una sorta di eredità?
«O sono destinata a vivere passiva-
mente le mie giornate intrise di noia e ma-
terialismo legato solo al guadagnare sol-
di? — prosegue Joey — Sono questi i pen-
sieri che faccio quando tutto il resto del
mondo pensa che io stia con le mani in
mano ad annoiarmi».
sabato 4 novembre 2023
pire la noia come un momento di ri-
flessione positiva ma altre volte essa mi
fa pensare a cose che vorrei solamente
dimenticare».
Dipende quindi dal momento ma
anche dalla compagnia: «Se sono con
altre persone e mi annoio la percepisco
in modo negativo, mentre se sono da
sola annoiarmi spesso mi aiuta a fare
cose che normalmente non farei». C’è
chi trova «attimi di tranquillità nella
noia» e chi riesce a dare «sfogo alla
fantasia». Insomma, nella noia c’è un
potenziale che inaspettatamente per-
mette ai ragazzi di scavare dentro se
stessi.
Tornando alla questione iniziale, è
vero che la noia fa pensare a Dio? La
maggior parte dice di no, magari ag-
giungendo sarcasticamente «non è la
prima cosa a cui penso quando mi an-
noio!». Ma tantissimi le riconoscono la
facoltà di andare in profondità: «In
quei momenti penso spesso a ciò che
mi crea ansia, a problemi irrisolti o ciò
che mi rende triste in modo tale da po-
ter trovarne una soluzione», oppure
«mi capita piuttosto di riflettere su di
me, sui miei errori e sulle fortune che
la vita mi ha dato».
Eppure, ci sono quelli che, annoian-
dosi, pensano a qualcosa di più spiri-
tuale e se non è Dio quantomeno ci gi-
rano intorno: che siano «domande fa-
cilmente riconducibili a Dio», «argo-
menti che si ricollegano, come ad
Proprio per la visione negativa di que-
sto stato d’animo, non è raro che un gio-
vane rifiuti istintivamente la noia per evi-
tare di andare a fondo nelle questioni e
nelle dinamiche che vive, proprio come
racconta Eliza, sudamericana. «Quando
arriva la noia devo subito cercare qualco-
sa da fare. Non riesco a stare ferma e in si-
lenzio perché questo significherebbe do-
ver riflettere seriamente sulle cose. Mi re-
puto fortunata rispetto a tanti altri ragaz-
zi che si trovano sotto le bombe o in situa-
zioni di estrema povertà perché io non ho
niente a che fare con tutto questo, ma sta-
re ferma ad annoiarmi fa paura.
«La noia mi porterebbe a riflettere su
certi aspetti della mia vita che vorrei cam-
biare ma che, ad oggi, non sono ancora in
grado di affrontare».
E se invece guardassimo alla noia come
a una voglia di leggerezza? Per Mathias,
belga, la noia rappresenta il momento in
cui fermarsi a contemplare l’universo per
tornare con i piedi per terra.
«Tutti sanno che il tempo scorre più
lentamente quando ci si annoia ma è an-
che vero che dobbiamo smetterla di pen-
sare a questo come qualcosa di negativo.
Basta guardare il cielo, pensare ai movi-
menti dei pianeti e delle stelle nello spa-
zio per poi lasciarsi trascinare nei micro-
universi con cui veniamo a contatto ogni
giorno per capire come ciò che noi repu-
tiamo noioso è, in realtà, vita. I minuti, le
ore, i giorni, i mesi e gli anni che passano
sono colmi di noia perché è la noia che
scandisce il tempo, è lei che, a modo suo,
dà ritmo. E, se proprio dovessi darle un
nome alternativo, non potrei che chia-
marla “la noia di Dio” perché, in fondo,
cosa sono i nostri sessanta minuti di noia
in confronto ad un’eternità trascorsa ad
aspettare che il cuore degli uomini si con-
verta?».
sabato 4 novembre 2023 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 5

La storia di Madi, partito dal Mali per arrivare in Italia

Quando il tempo
del silenzio
diventa sopravvivenza
di SAMUELE MIGLIORE pa quando il presente diventa in- attraversare il confine con la Libia
vivibile — riflette Madi —, quando in pick-up o a piedi. È un confine

esempio cosa c’è dopo la morte» o
«pensieri più profondi, magari anche
riguardo all’esistenza di Dio», nei mo-
menti di noia molti miei alunni rintrac-
ciano un’apertura alle domande di sen-
so, al soprannaturale che è difficile ave-
re in altri momenti. Però attenzione:
«Non è che Dio sia noioso!» ci tiene a
specificare un alunno.
Prova a fare sintesi e mirare in alto
chi alla fine commenta così: «Quando
Dal Brasile la storia di una scuola diversa: la Marista Escola Social Lucia Mayvorne
Per costruire un’educazione umanizzante
di VILSON GROH
non pensi a nulla, pensi pure a tutto e
può capitare di pensare al tutto che ci
ha creato». Anche se non lo pensiamo
la noia c’è nella vita dei nostri ragazzi,
almeno per la loro percezione, e sem-
bra aprire spazi profondi e legarsi a
concetti che trovano raramente risposte
facili: la pigrizia, gli obiettivi, la solitu-
dine, il riposo, la libertà, anche Dio.
Insomma, bisognerà iniziare ad an-
noiarsi un po’ più spesso a lezione.
tà, solidarietà: sono queste le parole che do-
vrebbero essere messe al centro del processo di
«M
i chiamo Ma-
di, vengo dal
Mali. Sono
partito tra il
2008 e il 2009 per arrivare in Ita-
lia». Perché? «Questa è una storia
lunga, hai molto tempo?». Esor-
disce così Madi, una delle voci che
da qualche anno racconta la pro-
pria storia di migrante nelle scuole
di tutta Italia attraverso le attività
del Centro Astalli. «Sono cresciu-
to senza mia madre fin dall’età di
6 mesi — prosegue parlando al no-
stro giornale — allevato, da parte
paterna, da una donna anziana fi-
no all’età di 19 anni, quando mi so-
no reso conto che in Mali non c’e-
ra futuro né per me, né per i miei
fratelli più piccoli per cui sentivo e
tutt’ora sento una grande respon-
sabilità».
Madi ha studiato grazie agli
aiuti umanitari su cui il Mali regge
buona parte dell’istruzione di ba-
se, ma «dovevo permettere anche
ai miei fratelli di intraprendere un
percorso di studi, mi sentivo re-
sponsabile e a 19 anni potevo lavo-
rare per aiutarli». Inoltre, «il cam-
biamento climatico sta rendendo
invivibile la zona del Sahel e non è
più possibile vivere di agricoltura;
la terra diventa sterile». «Si scap-
lavoro educativo, miriamo in primis a creare
dinamiche che contribuiscano alla costruzione
non riesci più a vivere». L’inizio
del viaggio assomiglia ai tanti
drammi oramai noti alle orecchie
sorde dell’Occidente i cui ingre-
dienti principali sono sempre
drammatici: un debito, il lavoro
per ripagarlo e il dramma della
traversata del deserto.
«Sono rimasto bloccato tra il
Mali e l’Algeria per circa un anno,
ho fatto tanti lavori per racimolare
i soldi per il viaggio. Allora il mio
obiettivo era la Libia, non pensa-
vo all’Europa: volevo arrivare in
Libia dove, prima del 2011, i soldi
bastavano per mantenere la mia
famiglia in Mali. Una volta rac-
colto denaro a sufficienza e arriva-
to in Algeria, dovevo scegliere se
montuoso, dove molti morivano
durante la traversata». «Io non
avevo i soldi per pagare il pick-
up», prosegue Madi, «quindi de-
cisi di attraversarlo a piedi. Nei
momenti di calma sentivo gli oc-
chi degli altri compagni di viaggio
su di me: ero il più giovane e si
aspettavano tutti che morissi sulla
montagna. In quel momento, do-
ve il silenzio e la noia facevano da
padroni, mi ripetevo soltanto po-
che parole: “devi farcela, devi su-
perare questa montagna, devi arri-
vare in Libia”. Nel silenzio mi da-
vo forza».
Ed eccolo, allora, quel tempo
vuoto che diventa spazio, quel
presente che diventa futuro, quel
silenzio che diventa sopravviven-
za. I momenti di vuoto non sem-
pre sono sinonimo di noia. A vol-
te, sono sinonimo di forza. La
noia può trasformarsi in rinascita.
Così Madi arriva in Libia e, lavo-
rando come panettiere in una bot-
tega, sembra avere qualche mese
di tranquillità. «Fino al 2011 — ri-
prende — quando le bombe mi
hanno impedito di proseguire la

C’
è una forma di noia in particolare
che, tra le aule scolastiche, dovrebbe
spaventare noi adulti: la noia che
minaccia la piena realizzazione dei progetti di
vita dei nostri giovani. Una paura che è ancor
più forte oggi, di fronte a una società carat-
terizzata dall’individualismo, dalle disugua-
glianze, dalla violenza e dalla discriminazio-
ne. Perciò un processo formativo degno di
questo nome dovrebbe offrire l’opportunità di
superare questo tipo di noia, dando un senso
allo spazio scolastico e contribuendo all’inte-
grità degli studenti.
Fratellanza, libertà, pace, rispetto, semplici-
apprendimento di qualsiasi soggetto. Ed è que-
sto ciò che, dal 2012, proviamo a fare alla Ma-
rista Escola Social Lucia Mayvorne, un istituto
brasiliano situato nel Morro da Cruz, più spe-
cificamente nella comunità di Monte Serrat,
nel comune di Florianópolis, nello Stato di
Santa Catarina, in seguito alla firma di un ac-
cordo tra l’Associação brasileira de educação e
cultura (Abec) e il go-
verno locale. Attualmen-
te la scuola offre assi-
stenza gratuita a circa
530 studenti per l’istru-
zione elementare e supe-
riore.
Garantiamo un’edu-
cazione completa ai
bambini dalla prima alla
quinta elementare e pro-
muoviamo la formula
della giornata estesa per
gli adolescenti e i giova-
ni.
La regione che ci
ospita, il Morro da
Cruz, ha una storia mol-
to antica. Qui, all’inizio
del secolo scorso, vive-
vano gli schiavi e questa
situazione ha alimentato
fenomeni ancora presen-
ti e complessi da affron-
tare: disoccupazione,
povertà, violenza urbana
e domestica, traffico di
droga, assenze struttura-
li legate all’igiene di base. Tantissimi giovani si
trovano in uno stato di vulnerabilità, non han-
no accesso a cibo e acqua, alla cultura e al
tempo libero.
Come formatori, non possiamo non tenere
conto di tutto ciò. Ecco perché, con il nostro
dell’identità degli studenti. Crediamo nella
creazione di un curriculum realizzato in modo
democratico, capace di coinvolgere tutti gli at-
tori sociali che fanno parte della quotidianità
dei giovani come le famiglie, il territorio e la
comunità scolastica. Per fare questo, dobbiamo
e vogliamo valorizzare la cultura e le storie lo-
cali, promuovere riflessioni di respiro globale,
portare alla luce le violazioni dei diritti umani,
tanto dentro quanto fuori dall’aula, e appro-
fondire il senso di appartenenza dei giovani
nei confronti dello spazio scolastico e del ter-
ritorio. Inoltre, insistiamo sulla partecipazione
sociale, sullo sviluppo di una riflessione critica
e sulla formazione politica di ogni singolo sog-
getto.
In base a questi princìpi e alle esigenze de-
gli studenti e della comunità, i nostri progetti
sono elaborati su tre temi: il rapporto con
l’ambiente (consumo, sostenibilità, comunica-
zione), il concetto di identità (quindi nascita,
corpo, sessualità, famiglia), la costruzione della
conoscenza attraverso i giochi (sentimenti, nar-
razione, neofobia).
A scuola partiamo dal presupposto secondo
cui l’essere è inter-essere, l’individuo non è mai
da solo ma in relazione con tutti gli altri esseri
e con le cose esistenti. Ogni cellula contiene
tutte le altre. Ancor più, la presenza di una im-
plica la presenza di tutte le altre.
È per questo che la nostra offerta formativa
deve essere anche inclusiva, capace di sviluppa-
re autocoscienza e rispetto per il prossimo. È
per questo che intendiamo essere degli «edu-
catori umanizzanti» e costruire prospettive in-
sieme agli studenti all’interno di un processo
di libertà. Non è facile farlo qui, ma solo in
questo modo, forse, per quella noia che minac-
cia la realizzazione dei progetti di vita dei no-
stri giovani non ci sarà mai spazio. Almeno
dentro le mura di scuola. Almeno a Morro da
Cruz.
mia vita in Libia. Non potevo tor-
nare a casa a mani vuote. Sono an-
dato a Tripoli e lì mi hanno obbli-
gato a partire per l’Europa. Si va
sempre avanti, non si può rimane-
re fermi». La sera prima della par-
tenza con direzione Lampedusa è
di nuovo il silenzio a far sorgere
nell’animo di Madi un’inquietu-
dine nuova: «Sapevo di poter mo-
rire nella traversata e avevo ancora
qualche soldo con me. Ho deciso
di comprare del cibo e cucinare
per i ragazzi che, come me, erano
bloccati dai trafficanti nel porto.
Ho ricevuto tanti grazie per quella
cena, poi siamo partiti». Il viaggio
dalla Libia a Lampedusa dura cir-
ca tre giorni ma «i trafficanti scel-
sero tra noi uno scafista che sba-
gliò rotta. Rimanemmo in mare
cinque giorni, seduti in fila india-
na, sotto il sole. Abbiamo pensato
tutti di morire».
L’arrivo a Lampedusa ha il sa-
pore dell’arrivo in una “terra pro-
messa” per Madi che racconta di
aver sentito «nel benvenuto degli
isolani davvero la fine di un dram-
ma» anche se, prosegue, «mi han-
no dato dell’acqua frizzante che
non avevo mai bevuto. L’ho spu-
tata subito e da allora faccio fatica
a berla», sorride Madi. Un sorriso
liberatorio, che dona compimento
alla sua storia. Una storia fatta di
silenzi e traversate coraggiose, di
momenti vuoti, ma che trova forza
in quel ragazzo di poco più di ven-
t’anni che, sulle montagne algeri-
ne, sussurrava al suo cuore «devi
farcela, puoi farcela, vai avanti».
pagina 6 sabato 4 novembre 2023 L’OSSERVATO

Cronache romane

Ancora in alto mare la trattativa fra Comune e impresa proprietaria dello stabile

Salvare
lo Spin Time
di MARINA PICCONE suo modo di vivere», afferma da una settimana dalle autorità.
don Mattia Ferrari, cappellano Qui vengono spesso suore, pre-

E
ravamo rimasti che lo
Spin Time Labs sarebbe
stato inserito nel Piano
strategico per il diritto
all’abitare del Comune di Roma
e che, quindi, le centinaia di per-
sone che ci vivono sarebbero sta-
te finalmente regolarizzate (v.
«L’Osservatore Romano» del 13
maggio 2023). E, invece, un paio
di settimane fa, la doccia fredda:
il palazzo occupato, situato in
via di Santa Croce in Gerusalem-
me, nel quartiere Esquilino, sarà
sgomberato entro Natale. Cos’è
successo? Andiamo con ordine.
Il 12 ottobre del 2013, il palaz-
zo viene occupato da Action, il
movimento per il diritto all’abi-
tare, per dare un tetto a persone
senza dimora. L’immobile era
stato la sede dell’Inpdap fino al
2010 e poi abbandonato. Anni
prima era stato acquisito, a prez-
zo stracciato, dalla società im-
mobiliare “Investire Sgr”, nel-
l’ambito del piano di cartolariz-
zazioni del governo Berlusconi,
in attesa del momento giusto per
la speculazione che, a quanto
pare, è arrivato. La società, infat-
ti, vuole trasformare l’edificio in
un albergo. In seguito alla sen-
tenza del Tar del Lazio, che ha
sancito la riconsegna dell’immo-
bile all’azienda, la Prefettura di
Roma ha inserito il palazzo nel
piano sgomberi. Spin Time, a que-
sto punto, si è rivolto al Comu-
ne, chiedendo di essere regola-
rizzato. Il Comune ha accolto la
richiesta e lo ha inserito nel Pia-
no Casa, che è stato approvato lo
scorso luglio. Il progetto preve-
de che il Comune acquisti il pa-
lazzo dalla società e lo dia in ge-
stione agli occupanti. L’ammi-
nistrazione ha infatti riconosciu-
to l’alto valore sociale e culturale
di quello che, una ricerca dell’u-
della nave di Mediterranea Saving
humans, di cui Spin Time è una co-
stola. «Spin Time fa a Roma quel-
lo che Mediterranea fa in mare, dà
carne alla fraternità. Lo fa attra-
verso i corpi e le relazioni delle
persone. Non è una cosa astrat-
ta, un sentimentalismo, ma un
atto concreto, politico, nel senso
alto del termine, che si realizza
salvando la vita alle persone, ac-
cogliendole, creando legami;
perché la fraternità o passa attra-
verso la relazione o non esiste».
Don Mattia, che, per la sua
attività a favore dei migranti, da
un anno e mezzo è sotto prote-
zione perché minacciato dalla
mafia libica, è un frequentatore
assiduo di questo luogo, dove la
Chiesa ha un ruolo importante.
L’anima del palazzo è sorella
Adriana Domenici, una consa-
crata laica che ha messo in piedi
tantissimi laboratori, gratuiti e
aperti anche all’esterno: sarto-
ria, grafica pubblicitaria, sito
web, stampa, restauro, informa-
tica, arte sacra, arte moderna, fi-
losofia, per citarne solo alcuni. Il
cardinale Matteo Zuppi, in pas-
sato vescovo di riferimento, don
Gianpiero Palmieri, ora vesco-
vo, e l’arcivescovo Paolo Lojudi-
ce, sono stati molto presenti, e ri-
cordiamo tutti il gesto del cardi-
nale Konrad Krajewski che, nel
maggio 2019, ha riattaccato per-
sonalmente la corrente, staccata
L’attività del gruppo di sostegno alle persone separate nella parrocchia del Ss. Sangue e Corpo di Cristo all’Appio-Tuscolano
di MARCO LAMBERTUCCI
ti, gruppi scout, che fanno servi-
zio e partecipano alle messe in-
sieme a persone di altre religioni
e anche atee. Come è successo il
26 maggio scorso, quando il car-
dinale Michael Czerny, prefetto
del Dicastero per il servizio del-
lo sviluppo umano e integrale, è
venuto a concelebrare la messa
organizzata per i cinque anni di
ordinazione presbiterale di don
Mattia, festeggiando, contem-
poraneamente, i suoi 50 anni di
sacerdozio. «È stato bellissimo.
C’erano tantissime persone, in-
terni, esterni, giovani dei movi-
menti popolari, i volontari di
Mediterranea…», racconta il
giovane sacerdote. «La dimo-
strazione del fatto che convivere
fra diversi si può».
Ora, tutto questo rischia di
andare perduto. Alcuni giorni
fa, la grande e variegata comuni-
tà di Spin Time ha appreso dai
giornali che la trattativa tra il
Comune e “Investire1 si è arena-
ta e che il ministro dell’Interno,
Matteo Piantedosi, ha dato
mandato alla Prefettura di pro-
cedere allo sgombero in tempi
brevi. «Se ciò avverrà — dice don
Mattia — gli abitanti finiranno in
strada o distribuiti in alloggi di-
stanti tra loro. I movimenti stu-
denteschi e sociali possono spe-
rare di avere altri spazi altrove
per le loro attività ma, dicono:
«Noi vogliamo continuare a sta-
Rimanete nel mio amore
ma, nel quartiere Appio-Tuscola-
no. «Nello spirito dell’esortazione
re insieme perché in questi anni
siamo diventati fratelli. Questo
è Vangelo!». Così, per scongiu-
rare la distruzione di quello che
è diventato un punto di riferi-
mento, ideale e concreto, di mi-
gliaia di persone italiane e stra-
niere, lo scorso 27 ottobre si è te-
nuta una grande manifestazione
a cui hanno aderito 140 realtà,
dalla Cgil del Lazio al Pd, da Li-
bera al Cnca (il coordinamento
delle comunità di accoglienza),
per citarne solo alcune. Paralle-
lamente, va avanti l’interlocu-
zione con la politica, sia quella
locale sia quella nazionale, attra-
verso interrogazioni parlamen-
tari. «Non è corretto che il Go-
verno decida di effettuare uno
sgombero quando c’è in corso
una trattativa di regolarizzazio-
ne con l’amministrazione comu-
nale», afferma don Mattia. «Spin
Time è un baluardo contro la lo-
gica del profitto e l’autoritari-
smo. Dobbiamo fare di tutto per
speranza, perdono, rapporti con i
figli, ecc…L'intensità e il valore di
salvarlo. È importante anche per
i minori, quasi 100, che hanno
costruito bellissime relazioni al-
l’interno e nel quartiere, dove
vanno a scuola e hanno molti
amici».
Cosa significhi vivere nel pa-
lazzo lo spiegano bene i bambi-
ni nei loro messaggi: «Ero picco-
lo quando sono entrato qui, era
il primo giorno di occupazione,
avevo 2 anni, sono cresciuto qui.
Qui ci sono le feste che sono fe-
ste di tutti: se c’è la festa dei pe-
ruviani si festeggia con loro la
sera, con i loro vestiti, se c’è il
Ramadan si festeggia tutti insie-
me. Questo palazzo è importan-
te non solo per noi ma anche per
altre persone che possono venire
qui a fare i compiti, per esem-
pio» (Vito, 11 anni). «Gift è an-
data ad abitare in una casa nor-
male. Quando è tornata qui, una
del gruppo le ha detto: “Gift,
che fortuna che hai, finalmente
hai una casa!”; “La fortuna è la
altre persone e sono condivisibili.
È costruttivo potersi confrontare
vostra, perché dove sono andata
ad abitare non si può giocare
nelle scale, non c’è il teatro, non
ci sono attività» (Edilson). «Il
ricordo più bello e commovente
è che in questo palazzo tutti ci
conosciamo e quando stiamo
sotto e qualcuno andava via in
ambulanza, tutti scendono a
chiedere “Che succede?”. È bel-
lo perché ci preoccupiamo tutti
gli uni degli altri» (Faith, 11 an-
ni).
«Un ambiente magicamente
positivo», lo descrive Ema, 19
anni, che cattura tutti coloro
che, a vario titolo e in vari modi,
lo abitano.
In occasione dei dieci anni di
occupazione, Giulia, 21 anni,
che si occupa del doposcuola,
ha scritto in un post: «A Indou,
Blessing, Mercy, Davide e a tutti
gli altri bambini di Spin Time che,
ogni settimana, mentre io inse-
gno loro a studiare, mi insegna-
no a vivere».

niversità Milano Bicocca, defi-
nisce «un modello di welfare in-
tegrato multiservizio e polo cul-
turale, che può aprire scenari di
avanguardia per le politiche
pubbliche della rigenerazione
urbana e dell’innovazione socia-
le».
Un cantiere generativo in cui
una popolazione di 400 perso-
ne, di 27 etnie diverse, insieme a
una moltitudine di altri soggetti,
ha dato vita a laboratori di for-
mazione di ogni genere, servizi
di welfare, un’osteria, una fale-
gnameria, uno spazio multifun-
zionale per rassegne di teatro e
danza, la redazione di «Scomo-
do», il giornale studentesco più
grande d’Italia, il coworking e
persino un museo. «Spin Time è
la rappresentazione di quello
che Papa Francesco definisce
“movimento popolare”, cioè
un’organizzazione di poveri,
emarginati, scartati, che, anzi-
ché subire passivamente, diven-
ta costruttrice di comunità. Nel
suo libro Ritorniamo a sognare, Ber-
goglio ha raccontato che quan-
do andava nelle periferie di Bue-
nos Aires, rimaneva colpito dal-
la mistica degli abitanti, anche
se molti erano atei. E la nostra
esperienza è un po’ la stessa, ab-
biamo conosciuto questa comu-
nità e ci siamo innamorati del
«I
l gruppo “Rimanete nel
mio Amore” è nato nel
2018, per mia iniziativa,
e da subito ho chiesto l’ausilio di
due coppie di sposi, ben formati,
che collaborassero con me a tale
progetto: Stefania e Giacomo;
Maria Pia e Marco. L’obiettivo è
accogliere le persone che hanno
vissuto la triste esperienza della
separazione coniugale e anche
quelle che, in seguito a questa,
hanno composto un nuovo nu-
cleo familiare con una nuova
unione». A raccontare tutto que-
sto è don Benedetto Labate, mis-
sionario del Preziosissimo Sangue
e parroco della parrocchia SS.
Corpo e Sangue di Cristo a Ro-
apostolica Amoris Laetitia — conti-
nua il parroco — scritta da Papa
Francesco nel 2016, noi non pun-
tiamo a dare risposte, ma ci po-
niamo in un atteggiamento di
ascolto. Quest’ultimo, infatti, esi-
ge innanzitutto la sospensione da
ogni forma di giudizio e, in se-
condo luogo, la carità di offrire
una “spalla” a persone che, anche
a distanza di anni, soffrono per
sé stesse e per i loro figli e non
chiedono altro che un po’ di
comprensione. Gli incontri si
svolgono ogni tre settimane e tut-
ti gli argomenti partono da un
brano della Parola di Dio. A tur-
no, io e i miei collaboratori, in-
troduciamo il tema e offriamo
spunti per la riflessione, per poi
lasciare spazio alle domande, fa-
vorendo il dialogo all’interno del
gruppo».
Maria Pia Giannuzzo, una dei
quattro collaboratori di don Bene-
detto, condivide che «l'esperienza
è cominciata da un primo incontro
con soltanto due persone, ma si è
arricchita man mano di nuovi
"chiamati" grazie anche agli annun-
ci in Chiesa, alle locandine affisse
nel quartiere e agli inviti da parte
di chi già partecipava. Durante i
vari incontri abbiamo sviluppato
molteplici tematiche, talvolta pro-
prio richieste dagli stessi parteci-
panti: fiducia, sofferenza, pazienza,
questa esperienza sono dati, a mio
parere, dal fatto di sentirsi ascoltati
senza schemi precostituiti, accolti
da una Chiesa di figli di Dio e li-
beri di esprimersi senza essere giu-
dicati, riconoscendosi amati dal
Padre. I partecipanti, infatti, han-
no più volte affermato di sentirsi
"in famiglia", in una comunità ec-
clesiale inclusiva». «Anche per noi
coppie che collaboriamo col parro-
co — evidenzia sempre Maria Pia —
questi incontri costituiscono un
forte aiuto ed un valido sostegno
nel metterci sempre in discussione,
riconsiderando le varie situazioni
che si presentano in ogni matrimo-
nio, anche in quelli che si presu-
mono essere più solidi. Durante il
Sinodo, Papa Francesco ha parlato
di una Chiesa "in pausa": occorre
proprio fermarsi ad ascoltare per-
sonalmente la sofferenza, il senso
di esclusione ed il grido di dolore
che ci giungono da ogni parte».
Elisabetta Del Prete, che fre-
quenta il gruppo “Rimanete nel
mio Amore” confida che «ho deci-
so di avvinarmi a questo percorso
perché, anche io come molti, vivo
da anni una separazione. Nella vi-
ta, quando si vivono queste situa-
zioni è importante poter trovare un
luogo e delle persone con le quali
confrontarsi; il confronto ti fa capi-
re che le tue paure, il tuo dolore, i
tuoi dubbi, sono vissuti anche da
senza giudizio, ma solo con l’ascol-
to e anche se ognuno porta il suo
pesante “bagaglio”, poterne anche
solo parlare alleggerisce il cuore.
Spesso non è esclusivamente il no-
stro dolore ad avere la necessità di
essere accolto, ma anche quello dei
nostri figli; i figli che, purtroppo,
sono quelli che soffrono di più in
tali situazioni. Attraverso l’oppor-
tunità che ho avuto nel seguire i
vari incontri, ho deciso di frequen-
tare anche il corso erogato dall’A-
teneo Pontificio Regina Apostolo-
rum sull’accompagnamento delle
coppie dal titolo: “Matrimonio,
nuova via di santificazione. La
coppia e la direzione spirituale”;
nella speranza che, soprattutto du-
rante i corsi in preparazione al Sa-
cramento del matrimonio, si possa-
no approfondire aspetti fondamen-
tali della vita coniugale, al cui in-
terno, deve sempre esser presente
Cristo Gesù».
«La testimonianza più bella che
ci è stata riconsegnata dai parteci-
panti — conclude don Benedetto
Labate — è che essi hanno trovato,
in questa iniziativa, il volto della
Chiesa come Madre che accoglie e
compatisce le sofferenze dei suoi
figli, al punto da non sentirsi più
cristiani esclusi dalla comunità, op-
pure di serie B, ma figli come gli
altri, fragili, incidentati, peccato-
ri…ma come tutti!».
ORE ROMANO sabato 4 novembre 2023 pagina 7

La mostra dopo il restauro del monumento di piazza Venezia

LA SETTIMANA A ROMA

Il Vittoriano • Van Gogh Experience

e l’invenzione dei simboli dell’unità Un’esperienza immersiva nell’universo e nei capolavori

di SUSANNA PAPARATTI Dazzi ed Ettore Ximenes. Il suo
progetto, ultimato nel 1925, convin-
San Felice di Benaco in provincia di
Brescia, si formò all'Accademia di
talogazione, il VIVE ha disposto il
trasferimento dei gessi legati al-
del geniale pittore olandese: è la prima grande mostra
multimediale del Next Museum, una produzione interna-
zionale di Next Exhibition, in collaborazione con Associa-
zione Culturale Dreams. Tra dipinti come La notte stellata,
I Girasoli, la Notte stellata sul Rodano, l’Autoritratto, I mangiatori

È
una mostra che mette in
evidenza i restauri da po-
co ultimati sull'Altare del-
la Patria e sul fregio posto
ai due lati dell'edicola centrale dove,
su sfondo a mosaico dorato, si sta-
glia la statua della “Dea Roma” che
stringe fra le mani una lancia e la
statuetta della Vittoria, entrambe in
argento. “La Dea Roma e l'Altare
della Patria. Angelo Zanelli e l'in-
venzione dei simboli dell’unità”,
questo il titolo dell'esposizione, ap-
profitta della campagna conservati-
va per offrire una lettura ampia e
coinvolgente non solo alle oltre
duecentocinquantamila persone
che ogni mese salgono la scalinata
del Vittoriano ma a tutti quelli che
vorranno conoscere la storia del mo-
numento che identifica il senso stes-
so della nazione. Progettato dall'ar-
chitetto Giuseppe Sacconi quale
monumento a Vittorio Emanuele II
è passato alla storia con il nome di
Vittoriano, avendo acquisito negli an-
ni il valore simbolico determinato
dalla scelta di accogliere, nel 1921, le
spoglie di un soldato italiano non
identificato caduto in battaglia du-
rante la Prima guerra mondiale: il
Milite ignoto, appunto. Ma fu lo
scultore bresciano Angelo Zanelli (
1879 – 1842 ) che nel 1911, appena
trentenne e già noto per il Monu-
mento al ministro Giuseppe Zanar-
delli sul Lungolago di Salò realizza-
to nel 1906, vinse il concorso indetto
nel 1908 per la decorazione sculto-
rea dell'Altare della Patria al quale
parteciparono fra gli altri Arturo
se la giuria per la particolarità con la
quale aveva rielaborato i valori fon-
damentali dell'Italia ispirandosi
nella forma agli antichi trionfi di età
romana, da lui rivisti con dettami di
matrice simbolista. Un’imponente
opera per la quale lo scultore si av-
valse di un nutrito numero di forma-
tori, modellatori e scalpellini, foto-
grafati impegnati a lavorare all'in-
terno dei Capannoni di Porta Mag-
giore. Il progetto valse a Zanelli ri-
conoscimenti e commissioni dagli
anni Venti e Trenta in ambito inter-
nazionale, persino in America Lati-
na, ciò nonostante dopo la scom-
parsa la sua fama svanì misteriosa-
mente. La mostra in corso, fruibile
sino al 25 febbraio, intende fra l'al-
tro rivalutare la figura dell'artista sin
dagli esordi, quando lasciò la natia
Belle Arti di Firenze e poi nel 1903
giunse a Roma per fermarsi definiti-
vamente. I restauri si erano resi indi-
spensabili per il degrado causato da
inquinamento e condizioni termo-i-
grometriche che avevano minato la
tenuta del marmo Botticino utiliz-
zato, coperto da uno strato scuro
depositato in superficie. Oggi l'in-
sieme è perfettamente leggibile in
ogni sua parte: si apprezza il fregio,
è ben visibile l'oro del mosaico che
riveste l'edicola. La campagna con-
servativa ha incrociato esiti e ricer-
che ripercorrendo la storia dell'Alta-
re della Patria e regalando qualche
scoperta: «Per molto tempo non so-
lo Zanelli ma tutti gli scultori attivi
nel Vittoriano sono rimasti vittime
di una mancata comprensione criti-
ca — ha spiegato Edith Gabrielli, di-
rettrice del VIVE — Vittoriano e Pa-
lazzo Venezia — la mostra contribui-
sce a cambiare il senso delle cose, ne
emerge un quadro diverso e certa-
mente positivo, possiamo affermare
che il grande fregio dell'Altare della
Patria è definitivamente restituito al
pubblico e alla critica».
Curata da Valerio Terraroli fra i
maggiori esperti di arte italiana
del' Otto e Novecento nonché spe-
cialista di Angelo Zanelli la mostra
conta 57 pezzi compresi 44 ele-
menti in gesso catalogati e prove-
nienti dalla Gipsoteca del Vittoria-
no che, ad esclusione di pochi pez-
zi già all'interno del monumento,
erano custoditi in locali dell'ex
Mattatoio di Testaccio. Dal giu-
gno scorso, dopo un’accurata ca-
l'Altare nella propria sede, in ac-
cordo con la Soprintendenza spe-
ciale Archeologia, Belle Arti e Pae-
saggio di Roma diretta da Daniela
Porro. Allestita nella Sala Zanar-
delli al Vittoriano “La Dea Roma e
l'Altare della Patria. Angelo Zanel-
li e l'invenzione dei simboli dell'U-
nità d'Italia” conta altresì prestiti
da collezionisti privati e strutture
museali come la Fondazione Bre-
scia Musei che al suo interno con-
serva due lasciti del 1985 e del 2005
costituiti da documenti e materiali
artistici legati a Zanelli, a sua mo-
glie e ad amici. Bozzetti, disegni e
opere finite, compresa la versione
in argento della “Dea Roma” sono
giunti nella Capitale da questa
fondazione. Pur di formazione
classica, Angelo Zanelli si avvicinò
al Liberty e al Surrealismo, riu-
scendo a fondere l'antico e le istan-
ze della Secessione Viennese di
Gustav Klimt. Ai lati della “D ea
Roma” l'artista ha realizzato due
bassorilievi pensati come fossero
cortei, dal versante occidentale
verso il Teatro Marcello, “L'Amor
Patrio che pugna e vince”, sul lato
orientale verso via dei Fori Impe-
riali, “Il Lavoro che edifica e fe-
conda”. Oggi grazie ad apparati
multimediali il visitatore può vive-
re la cerimonia dell'inaugurazione
del Vittoriano nel 1911 con un mo-
dello in gesso di Zanelli in scala 1:1,
grazie alle immagini della campa-
gna fotografica di Mauro Maglia-
ni potrà entrare nello stesso fregio
restaurato.
di patate, Campo di grano con corvi e la Camera da letto ad Ar-
les, riprodotti con la realtà virtuale, Van Gogh Experien-
ce accompagna il pubblico in un vero e proprio viaggio
nel tempo, nelle emozioni, nelle inquietudini e in tutti i
luoghi del maestro del colore. Dopo la timeline sulla vi-
ta dell’artista, i visitatori entrano negli oltre mille metri
quadri della sala del videomapping, dove, in un atmo-
sfera ricca di suggestioni, vengono avvolti dalle opere
d’arte che prendono vita. Tra forme vorticanti, colori av-
volgenti e paesaggi di straordinaria intensità, gli spetta-
tori, in piedi o seduti, ammirano il video e sono, al
tempo stesso, interpreti del quadro scenico, immergendo-
si nel mondo di Van Gogh a 360 gradi, accompagnati
da onde di immagini e musica classica.
Fino al 31 marzo 2024, Next Museum, Corso d’Italia
37/d
• Roma Jazz Festival
Giunto alla 47ma edizione, torna uno dei più importanti
appuntamenti internazionali della Capitale, il Roma Jazz
Festival, che a novembre animerà la città con una serie
di concerti imperdibili tra l’Auditorium Parco della Mu-
sica Ennio Morricone e la Casa del Jazz. Nato nel 1976
nell’ambito delle allora manifestazioni dell’Estate Roma-
na, nella sua lunga ed emozionante storia il festival ha
visto alternarsi sul palco tutti i più grandi interpreti ita-
liani e internazionali, da Miles Davis a B.B. King, da
Pharoah Sanders a Jorge Benson, Pat Metheny, Ray
Charles, Wayne Shorter e tanti altri, cercando di soddi-
sfare le diverse aree di pubblico e di rappresentare le
varie “anime” che hanno via via arricchito questo lin-
guaggio, veicolo di incontro culturale senza precedenti.
Anche quest’anno la programmazione di altissimo profi-
lo alterna i grandi e storici maestri internazionali del
jazz agli esponenti delle nuove sonorità urbane, con un
occhio di riguardo verso le nuove avanguardie femmini-
li.
Fino al 23 novembre, Auditorium Parco della Musica
Ennio Morricone, viale Pietro De Coubertin, 30

A partire da domenica 19 novembre Breve storia dell’icona della “Madre del Perpetuo Soccorso” nella chiesa di Sant’Alfonso di Maria de’ Liguori

Tornano «Illumina i governanti, proteggi il nostro Paese dona la pace al mondo»

gli Itinerari Ignaziani di PAOLO MATTEI gione di una densa storia di mi- finalmente, nel 1499 la “Madre lo più tutta impolverata». Nel
racoli e grazie ricevute — per poi del Perpetuo Soccorso” — questo 1866 fu riportata in via Merula-

P
di ALESSIO ARINGOLI asso dopo passo, salendo portarsela nella propria casa ro- il titolo dell’icona suggerito dal- na, nello stesso spazio in cui
per via Merulana da San mana, nella quale sarebbe morto la stessa Maria a una bambina aveva dimorato per tre secoli:

N
el 1523, 500 anni fa, sant'Ignazio di Giovanni verso Santa poco dopo il rientro. Nel quat- che riuscì a esaudire il suo desi- proprio là infatti era stata nel
Loyola faceva il suo primo ingresso a Maria Maggiore, il paesaggio trocentesco “giallo” esquilino, derio — trovò ospitalità. frattempo edificata dai Redento-
Roma. Riparte da questo evento il umano si complica, la varietà come in quello novecentesco di Le traversie del dipinto non risti la chiesa intitolata al loro
nuovo ciclo degli Itinerari Ignaziani, organizza- delle lingue che si ascoltano per Gadda, non vi sono soluzioni erano però terminate. A fine fondatore Alfonso Maria de’ Li-
to dal Centro Ignaziano di Spiritualità (pre- strada si infittisce. Nei pressi di guori.
notazioni scrivendo a info. itinerari.ignazia- piazza Vittorio la via si fa mul- Nella penombra ogivale del-
ni@gmail.com ), che comincia domenica 19 tietnicamente sempre più ingar- l’edificio, in fondo alla navata
novembre con la visita alla cappella della bugliata. Proprio a quell’altez- centrale, l’antica icona brilla si-
Storta, luogo di una celebre esperienza misti- za, a pochi metri di distanza lenziosa come la stella polare
ca del santo fondatore del gesuiti. dalla Basilica Liberiana, il retti- nella notte, la stella della strada.
Ignazio e Roma, ovvero Ignazio e la Chie- filo in cui si aggroviglia il ro- Il Bambino, guardando verso
sa, Ignazio e il ministero petrino, questo il fi- manzesco “gnommero” del Pa- l’alto, stringe le sue manine su
lo che il percorso degli Itinerari Ignaziani per- sticciaccio gaddiano si apre in quella aperta della Madre, che
correrà durante l'anno attraverso itinerari e un piccolo slargo in cui, al cul- indica il Figlio. A destra e a si-
pellegrinaggi, una esclusiva visita negli archi- mine di una scalinata, sta una nistra del quadro, gli arcangeli
vi della Compagnia di Gesù e preghiera alle chiesa neogotica intitolata a Gabriele e Michele portano gli
Camerette di piazza del Gesù, sempre con il sant’Alfonso Maria de’ Liguori, strumenti della passione di Ge-
metodo fin dall'inizio, nel 2018: intrecciare lo sull’altare maggiore della quale sù. Davanti all’antica icona una
studio storico-artistico con la pratica spiritua- c’è un’antica icona: una storia donna inginocchiata legge il fo-
le, farne di fatto una cosa sola, secondo lo abbastanza intricata anche la glietto con la novena alla Madre
stile della contemplazione in azione. sua. del Perpetuo Soccorso, che si
Quest'anno al centro sarà la relazione co- Secondo alcuni studiosi, la può recitare in qualsiasi momen-
stitutiva tra il carisma ignaziano e la dimen- Madonna “odigitria” e il Bambi- to dell’anno. Una delle invoca-
sione ecclesiale, nella sua chiave universale no che tiene in braccio furono zioni chiede: «Illumina i gover-
incarnata dalla sede del vescovo di Roma. Il raffigurati su questa tavola li- nanti, proteggi il nostro Paese e
rapporto tra Ignazio e Roma diventa così una gnea tra il IX e l’XI secolo, se- certe sull’identità del reo, né sul- Settecento San Matteo fu demo- dona la pace al mondo». L’“odi-
feconda lente per comprendere una spiritua- condo altri nel XIII, secondo altri la vera ragione del suo gesto. lita dalle truppe napoleoniche e gitria” continua a “mostrare la
lità interamente rivolta al servizio della Chie- ancora non prima del XIV. E la Ma la complicata trama della vi- l’icona trovò rifugio in Santa Via” che le stringe la mano.
sa. sua presenza a Roma si deve cenda dà conto di varie appari- Maria in Posterula (anch’essa Fuori, sulla Merulana, risuona
Trovare Dio in ogni luogo, a cominciare probabilmente a un furto: in al- zioni di Maria ai successivi de- oggi scomparsa), nel rione Pon- ancora il «via vai della gente,
dai luoghi che sono stati abitati dai santi, è il cuni resoconti si parla infatti di tentori della sua immagine, ai te, dove, dopo decenni di oblio, l’andirivieni dei carri, de le bici-
desiderio che muove tutto il percorso, di cui un mercante italiano che a fine quali chiese, senza ottenere sod- fu rinvenuta «senza culto alcu- clette» del romanzo gaddiano. E
una parte importante sarà anche quest'anno Quattrocento avrebbe rubato disfazione, ch’essa fosse sistema- no, senza ornamento di sorta, il brusio delle lingue del mondo,
la formazione, aperta a tutti, delle guide dei l’effigie in un santuario di Creta ta nella chiesa di San Matteo, in quasi abbandonata, senza nem- fra le automobili e le luci della
luoghi ignaziani. — dov’era assai venerata in ra- via Merulana per l’appunto: e là, meno una lampada accesa e per città.
pagina 8
di NICOLA BULTRINI
V
ittorio Sereni, uno
dei più importanti
poeti del secondo
Novecento (ricorre
quest’anno il ventennale dalla
morte), ha pubblicato in tutto
soltanto quattro libri di versi.
Non che gli mancasse il cosid-
detto “materiale narrativo”;
per dire, chiamato alle armi e
destinato al fronte africano, nel
1943 viene catturato e trascorre
due anni di prigionia in Alge-
ria. E certamente non era affat-
to defilato rispetto al mondo
della poesia, dal 1958, per più
di venti anni, è stato direttore
letterario presso la Mondadori.
Lo hanno definito «poeta e di
poeti funzionario», a sottoli-
neare la passione civile e rigo-
rosa professionalità. Eppure,
tra i primi due libri, Frontiera
(1941) e Diario d’Algeria (1947) e
il successivo, Gli strumenti umani
(1965) passano quasi venti an-
ni. Poi altri sedici anni fino al-
l’ultimo Stella variabile (1981).
Contrariamente a quanto
accade troppo spesso nel pa-
norama contemporaneo
(quanti poeti si preoccupano
di scrivere e pubblicare instan-
cabilmente per “apparire” in
quanto poeta), Sereni non ha
mai temuto di perdere la sua
“patente” di poeta. Ha lasciato
passare tanti anni scrivendo
poco e pubblicando niente. E
nel frattempo cosa è successo?
Lo capiamo leggendo Vittorio
La sua lingua poetica nei decenni
si trasforma da un dettato rarefatto,
quasi privo di predicato verbale,
a un tono più narrativo, quasi prossimo alla prosa,
con un’adesione alla realtà che non lascia spazio
a un’astrattezza puramente letteraria
Sereni — Tutte le poesie (Milano,
Mondadori, 2023, pagine 668,
euro 25), che contiene l’ultima
versione dei quattro volumi,
oltre alle traduzioni (da Apol-
linaire, Char, Williams e altri),
e ci dà conto del percorso di
coerenza e consapevolezza di
una voce lirica alla cui esatta
definizione il poeta ha lunga-
mente lavorato.
Tra le prime versioni e quel-
le successive, si notano soprat-
tutto veri e propri travasi di te-
sti da una raccolta a un’altra,
come se negli anni si fosse resa
chiara l’appartenenza di alcu-
ne poesie a una specifica espe-
rienza (o visione) anche se de-
finita solo nel corso del tempo.
Ma anche la lingua poetica di
di FAUSTA SPERANZA
L’
espressività della
poesia condensa il
pensiero intellettuale
e la fede di Domenico
Lamura nei suoi scritti
contenuti nel libro, a cura
della figlia Maria Stefania,
L’Uomo e la croce Il sacrificio
Divino per la salvezza
dell’umanità (Bari, Ecumenica
Editrice, 2023, pagine 174,
euro 12). Nato l’11
novembre a Trinitapoli (in
provincia di Foggia),
cittadina di cui è sindaco
dal 1944 al 1945, Lamura
trova a Roma l’ambiente
della sua formazione,
scoprendo la Federazione
Vittorio Sereni
in una fotografia
del 1952
Poeta
dello straniamento
L’opera di Vittorio Sereni a vent’anni dalla morte
Sereni nei decenni si forma (o
trasforma) da un dettato rare-
fatto, quasi privo di predicato
verbale, a un tono decisamente
più narrativo, quasi prossimo
alla prosa, decisamente più
esplicito. E soprattutto, si pro-
fila un’adesione alla realtà che
non lascia spazio a un’astrat-
tezza puramente letteraria o in-
tellettualistica. «La città — mi
dico — dove l’ombra / quasi
più silenziosa è della luce / co-
me sfavilla tutta nuova al mat-
tino». Sereni, nelle immagini
di vita cittadina, dei luoghi
della giovinezza, nelle espe-
rienze del vissuto, tenta (come
fa ogni artista) di decifrare il
mondo. Così si fa interprete
della metropoli che cambia
pelle, della società che trova
nuove strade. Ma c’è qualcosa
che nel tempo cambia anche
nello sguardo. Pensiamo a una
sua famosissima poesia, tratta
I versi di Domenico Lamura raccolti dalla figlia
Cercatori di Dio
Botero, «Crocifissione» (2011)
L’OSSERVATORE ROMANO
dal Diario d’Algeria, nato duran-
te la prigionia in guerra. «Non
sa più nulla, è altro sulle ali / il
primo caduto bocconi sulla
spiaggia normanna». Il riferi-
mento è alla notizia giunta ai
prigionieri dello sbarco in
Normandia delle truppe allea-
te. Ma anziché esprimere la
speranza della fine della guer-
ra, la sua personale biografica
estraneità agli eventi, lo porta a
concludere «io sono morto /
alla guerra e alla pace». Ebbe-
ne, questa amara constatazione
non lo abbandonerà mai e anzi
negli anni il tono sembra sem-
pre più incupirsi. È come se a
volersi confrontare con la real-
tà quotidiana e con la Storia, i
conti non tornino mai, e que-
Il “tu” cui lo scrittore si rivolge è l’io riflesso
nello specchio, ma anche davvero qualcun altro,
cui confidare un velo di malinconia,
l’appuntamento mancato, l’individuo spaesato
in questa incomprensione. Tutto appare privo di senso
sto senso di immanente incer-
tezza apra a una sorta di co-
stante autoanalisi, o esame di
coscienza. Il “tu” cui il poeta
spesso si rivolge nei versi è cer-
tamente l’io riflesso nello spec-
chio, ma anche davvero qual-
universitaria cattolica
italiana (Fuci) e
frequentando l’allora
assistente spirituale
monsignor Giovanni Battista
Montini. Lamura si laurea
in medicina, senza
abbandonare la vocazione
all’impegno civile laico. Non
trascura mai la scrittura: si
dedica a opere in prosa o in
versi affrontando una
ricchissima complessità di
temi che hanno in comune
una riflessione sul vissuto
alla luce del Vangelo. Alla
sua morte, avvenuta il 30
luglio 2001, «L’O sservatore
cun altro, cui confidare un velo
di malinconia, l’appuntamento
mancato, l’individuo spaesato
in questa incomprensione.
Tutto appare abbandonato, co-
me privo di senso. Potremmo
pensare a un limite quasi auto-
compiaciuto dello sguardo di
Sereni, oppure — come credo —
alla esatta incarnazione dello
spaesamento che ogni indivi-
duo soffre rispetto alla freneti-
ca e straniante modernità.
Non siamo anche noi sem-
pre in bilico sul capire e non
capire? Noi siamo tutti affan-
nosamente alla ricerca di un
senso dell’esistere, a partire dal
più basso quotidiano? Forse
anche per l’onestà di questa
sua parola, Sereni si era sempre
tenuto appartato dalla querelle
letteraria e ha lasciato passare
tanti anni tra un libro e l’altro,
preferendo il silenzio e un la-
voro di scrittura che è autoco-
scienza di tutta la sua, la nostra
società.
Romano» (con il quale
Lamura collabora per anni)
lo ricorda come «una figura
di rilievo nella cultura
cattolica romana del
Novecento». In tutta
l’opera di Lamura torna la
convinzione, diversamente
espressa, che cercare Dio è
uno dei bisogni sempre
rinascenti della persona.
«Comunque il fatto lo si
spieghi — si legge —, l’uomo
è un cercatore di Dio». In
particolare, il filo conduttore
di questa raccolta poetica è
la vicenda umana tra vita e
morte attraverso la lente
della Via Crucis. Emerge un
suggerimento: Dio si può
cercare nell’uomo.
Il progetto «Preservare il futuro» alla Camera
Emozioni
per amiche
di PAOLA PETRIGNANI
A
llenarsi alla resi-
lienza per prender-
si la vita che verrà:
imparare a gestire
le emozioni negative visua-
lizzando una via d’uscita in
noi stessi, nelle nostre capa-
cità, ma anche negli altri; es-
sere riconoscenti per quelle
risorse che sono le persone
che ci stanno attorno ma an-
che per quello che siamo noi
stessi, quello che potremmo
essere, dato un obiettivo e i
giusti mezzi. Sono questi al-
cuni degli strumenti del tiro-
cinio emotivo implementati
da Prefigurare il Futuro, un am-
pio progetto d’intervento in-
terdisciplinare neuropsicope-
dagogico della Fondazione
Patrizio Paoletti, con la col-
laborazione del dipartimen-
to Fisppa dell’Università di
Padova, che trova nell’omo-
nimo progetto per le scuole,
e il programma Le 10 chiavi
Se bullismo, ansia, dipendenze, età o il futuro
sono tra i temi più frequenti nelle testimonianze
degli adolescenti, si tratta di problematiche su cui
è possibile «fare squadra» ripartendo dalla scuola
della resilienza, il suo maggior
punto di forza (progetto di
cui abbiamo già parlato su
queste pagine).
Come si evince dallo stu-
dio Focus adolescenza: sfide e ri-
sorse positive nel post-pandemia
(resoconto dei risultati del
progetto nel periodo 2022-
2023) presentato alla Camera
dei Deputati lo scorso 27 ot-
tobre, il programma ha avu-
to ricadute molto positive
sui ragazzi partecipanti (2137
studenti di scuole da tutta
Italia di età compresa tra 11 e
19 anni).
Tra studiosi e ragazzi, tan-
ti i volti che hanno racconta-
to il lavoro di Prefigurare il Fu-
turo, che parte dal «Modello
sferico della Coscienza», e
cioè un nuovo modello neu-
roscientifico riconosciuto
dalla comunità scientifica e
sviluppato dallo stesso Pao-
letti. Esso rappresenta l’ar-
chitettura della coscienza co-
me una sfera costruita su tre
assi, sei polarità e un centro
ideale da cui si afferma l’effi-
cacia di una mente in equili-
brio rispetto alle diverse for-
ze che muovono e strattona-
no la nostra vita da una par-
te all’altra, dentro e fuori di
sé. Da qui la definizione del-
le «10 chiavi della resilien-
za», vero cuore del program-
ma nelle scuole che come ha
ricordato Tania Di Giusep-
pe, direttrice del Diparti-
mento di ricerca psicopeda-
gogica della Fondazione,
rappresenta la concreta
«messa a terra» di questa
cornice teorica. Ma al di là
delle spiegazioni e delle teo-
rie, sono i dati i veri protago-
nisti del report.
Se nel 2022 era stata regi-
strata una diffusa «bassa re-
silienza» negli adolescenti
con picchi di auto-giudizio,
isolamento e iper-identifica-
zione nelle ragazze e una ge-
sabato 4 novembre 2023
nerale incapacità di gestione
delle emozioni negative in
entrambi i sessi, nel 2023,
dopo l’implementazione di
Prefigurare il Futuro, si è assisti-
to a un lieve aumento della
resilienza negli adolescenti,
con una visibile crescita della
capacità di gestire le emozio-
ni negative sia nei ragazzi
che nelle ragazze, un aumen-
to dell’auto-gentilezza e del
senso di comunità, della
consapevolezza, e la diminu-
zione del senso di isolamen-
to nei ragazzi (ma non nelle
ragazze). Il livello di resi-
lienza resta ancora medio-
basso, ma è in questi lievi
cambiamenti che è possibile
notare come un training neu-
ropsicopedagogico continuo
e adattabile nelle scuole sia
più che utile per allenare i
giovani all’utilizzo delle ri-
sorse positive che hanno a
disposizione ma che ancora
non riescono a vedere sor-
montati dalle proprie emo-
zioni, dalle nuove crisi e dal-
le problematiche che loro
stessi hanno indicato come
pressanti.
Problematiche quali bulli-
smo, la scuola (come am-
biente performativo), l’ansia,
le dipendenze, l’età, il futu-
ro, i social: sono solo alcune
delle voci più frequenti pre-
senti nelle testimonianze de-
gli adolescenti. Problemati-
che su cui è possibile «fare
squadra», «fare sistema»,
proprio ripartendo dalla
Henri Matisse, «Nudo azzurro»
(1952)
scuola, con ore di didattica
adibite appositamente all’al-
lenamento interiore. Ore in
cui far tesoro, ad esempio,
del «silenzio curativo»: pra-
tica riconosciuta dalle neuro-
scienze come una vera e pro-
pria cura per il cervello e i
suoi affanni quotidiani.
Di fronte ai dati, è quindi
palese il bisogno di una con-
creta «presa d’impegno» per
il benessere dei nostri ragaz-
zi e, con essi, di tutta la co-
munità che li circonda, geni-
tori e non. Il bisogno di esse-
re più consapevoli della real-
tà emotiva degli adolescenti,
e l’importanza di allenare i
ragazzi con iniziative che
educhino al benessere e alla
salute. Prefigurare il futuro per
mangiarsi la vita che verrà.
sabato 4 novembre 2023 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 9

L’associazione Kuchinate che opera per le donne migranti in Israele Nella ricorrenza liturgica di san Guido Maria Conforti

Costruire resilienza Sempre tra la sua gente

attraverso l’arte con il sogno di fare il missionario
di ENRICO CASALE di GIANLUCA GIORGIO li». Visita più volte la diocesi di Parma, compre-
se le realtà dell’Appennino, condividendo spe-

«C E
ari amici, vi sistono alcune fotografie che ritraggono ranza e solidarietà. Nel 1928 si reca dai missio-
scrivo in pre- san Guido Maria Conforti (del quale il 5 nari saveriani in Cina, concretizzando in questo
da alla dispe- novembre si celebra la ricorrenza litur- viaggio il sogno della sua vocazione. Conforti è
razione, gica). Lo sguardo sereno e il sorriso ab- l’uomo delle beatitudini e del saper trovare Dio
chiedendovi se potete aiutare bozzato sono le costanti di quelle immagini. Chi in tutto e per tutto. Nei momenti di maggiore
con qualche finanziamento le è vissuto con lui lo ricorda come un uomo intelli- contrarietà guarda il Crocifisso che, spiega ai
donne di Kuchinate. È un’e- gente, allegro e con un grande amore al Cristo e ai suoi missionari, è il libro che contiene tutto l’a-
mergenza!». Sono le parole di fratelli. Un’ascesi semplice e profonda, vissuta more di Dio per l’umanità. Spira il 5 novembre
suor Azazet Habtezghi Kida- nel segreto della quotidianità. 1931 a Parma.
ne, comboniana, co-fondatrice Nato in una delle migliori famiglie parmensi, Padre Faustino Turco, postulatore generale
di Kuchinate, associazione ordinato sacerdote vive il senso della responsa- della congregazione saveriana, osserva: «In un
che, grazie all’antica arte del- bilità negli incarichi affidati a servizio della dio- contesto di cambiamento d’epoca, a livello sto-
l’uncinetto e alla realizzazione cesi: rettore del seminario, canonico e vicario rico, sociale ed ecclesiale, noi saveriani siamo
di numerosi oggetti in stile generale, per tutti è disponibile. Ragioni di sa- chiamati a vivere la missione con uno stile nuo-
africano (borse, federe, grem- lute gli impediranno di essere missionario, ma vo, riscoprendo il nostro carisma ad gentes dedi-
biuli, ecc.), offre un salario non il desiderio. Nel 1895 inaugura il seminario candoci al servizio ecclesiale, sociale e a progetti
equo alle donne eritree, etiopi, della Congregazione di San Francesco Saverio comuni, quali dialogo, ecologia, pace e giustizia
ivoriane, nigeriane, sudanesi per le missioni estere. La famiglia saveriana è il
che sono emigrate negli anni suo lascito più importante. Il sogno si è realiz-
in Israele. «A causa della che dopo anni dal loro arri- namente». I bambini e le zato.
guerra — spiega suor Azezet — vo». Una volta arrivati in bambine possono frequentare Nel corso dell’esistenza Conforti di difficoltà
l’associazione è chiusa con ze- Israele, dopo un periodo di le scuole delle Nazioni Unite, ne ha vissute tante ma la perseveranza e la fede
ro entrate dalle vendite. Noi detenzione in strutture spesso ma questo non garantisce loro hanno fatto superare tutto. Le prove, le soffe-
contiamo su queste entrate sovraffollate, la maggior parte la possibilità di cntinuare gli renze sono il suo pane quotidiano, eppure, va
per pagare le nostre artigiane. dei migranti si stabilisce sulla studi. «Mi torna sempre in avanti. Non si ferma di fronte a nulla. Come ar-
Senza di esse ci troviamo in costa, al sud di Tel Aviv. In mente una ragazza — continua civescovo di Ravenna e poi di Parma è vicino al
una situazione disperata: per quanto richiedenti asilo, però, suor Espedita — aveva com- suo popolo. Si attiva in un’intensa opera di pa-
la prima volta in assoluto in- non possono lavorare e non pletato con successo la scuola cificazione sociale che porta i suoi frutti, ed è
capaci di aiutare le nostre hanno quindi alcun reddito, superiore, ma non le è stato dedito alla carità. Nel 1919 Vittorio Emanuele
donne. Le nostre donne sono, ma neppure servizi di base co- concesso iscriversi a Medicina III, per il bene fatto in tempo di guerra, vuole in-
in tutta verità, le più vulnera- me l’assistenza sanitaria, l’al- perché alcune facoltà sono signirlo dell’onorificenza al merito dell’O rdine
loggio, l’istruzio- proibite ai migranti. Questo, dei Santi Maurizio e Lazzaro. Conforti osserva
ne, la formazione alla fine, compromette il loro di aver fatto solo il proprio dovere. Dovere che,
professionale. futuro perché limita le possi- per lui, è stare in preghiera davanti al Santissi-
Oggi ci sono oltre 30.000 Oggi ci sono bilità di realizzarsi e trovare mo, visitare gli infermi, sostenere i più bisogno-
richiedenti asilo africani in Israele, oltre 30.000 ri- un loro posto nella società». si, aiutare i lavoratori.
chiedenti asilo A Kuchinate, spiegano i re- È un uomo pratico. Vive una fede fatta di ser-
la maggior parte dei quali africani in Israele, sponsabili, le donne imparano vizio e di abbandono alla provvidenza che con- sociale. Guido Maria Conforti, con il suo esem-
provengono da Eritrea e Sudan la maggior parte ad affrontare la situazione, a divide con tutti, specialmente con le persone in pio di vita e di santità, è senza dubbio un grande
dei quali proven- costruire resilienza attraverso difficoltà. Il suo palazzo è conosciuto da tutti: intercessore presso Dio e, per noi e per la Chie-
gono da Eritrea e l’arte, a fare comunità, ad au- chi ha un dolore o una necessità può bussare a sa, un forte stimolo per un’azione sociale ispira-
Sudan. Nel 2012 è mentare la stabilità, ad ap- quella porta, sicuro di essere accolto da un pa- ta alla fede viva. Infatti, l’agire per la giustizia e
stato approvato il prendere competenze com- dre, e non solo da un’autorità. Gli abbandonati il partecipare alla trasformazione del mondo so-
bili in questa società». Per primo dei cinque emendamen- merciabili e trasferibili e a vi- sono al centro del suo cuore. Durante lo sciope- no per noi saveriani dimensione integrante del-
questo la suora è impegnata in ti alla legge anti-infiltrazione, vere con dignità. Tutte ragioni ro agrario del 1908 scrive un Appello alla pace, te- la predicazione del Vangelo, come recita il no-
una raccolta fondi, perché si che considera «infiltrati» tutti per cui, in un tempo di so- stimoniando attenzione alla collettività: «In stro Regolamento all’art 14. 2)». Portare il Van-
possa offrire sostegno econo- coloro che entrano nel territo- spensione delle attività, la so- questo momento, con l’affetto trepido di un pa- gelo nel mondo: questo il segreto di Conforti
mico e assistenza psicologica rio israeliano, oltre alla costru- pravvivenza di queste donne è dre amante, preoccupato del bene e dell’avveni- che, oggi, consegna ai suoi figli e a quanti ne vi-
in questi tempi difficili. zione di una recinzione lungo ulteriormente a rischio. re dei propri figli, vi esorto alla pace con i fratel- vono il carisma e ne condividono l’amore.
L’appello getta luce sulla il confine israeloegiziano.
condizione dei migranti in Contemporaneamente sono
Israele e su una delle realtà state sviluppate politiche di
che si schiera al loro fianco: contenimento che hanno por-
l’associazione Kuchinate. tato alla detenzione di molti È morto padre Pier Giordano Cabra direttore della «Queriniana» dal 1957 al 1973
«L’atto di sedersi insieme in richiedenti asilo, per periodi
un ambiente comune e solida- di tempo indefiniti. Successivi
le mentre si realizzano crea- emendamenti hanno autoriz-
Nel solco del Concilio
zioni radicate nella cultura zato la deportazione della po-
africana – spiegano i rappre- polazione richiedente asilo di LORENZO FAZZINI devono, all’interno della sterminata pro- l’allora professor Joseph Ratzinger, di cui
sentanti dell’associazione – è verso Paesi del Terzo Mondo duzione teologica di Queriniana, un par- era stato il primo editore in Italia con il

terapeutico e aiuta le donne (come l’Uganda e il Ruanda,
ad affrontare le loro difficili secondo fonti non ufficiali).
realtà. L’obiettivo di Kuchina- Queste politiche sono state e
te (che significa “uncinetto” in continuano a essere contestate
tigrino, la lingua parlata in nei tribunali israeliani da
Eritrea e nel Nord dell’Etio- gruppi per i diritti umani in
pia, ndr) è raggiungere la resi- Israele.
lienza e il benessere attraverso Con il sopraggiungere della
un approccio che include EM- guerra, la situazione per i mi-
POWERMENT economico, sup- granti non ha fatto che peg-
porto psico-sociale, formazio- giorare.
ne». Questa associazione è «Come fare — continua
nata nel 2011, per dare una ri- suor Expedita — per sopravvi-
sposta al fenomeno delle mi- vere? Le famiglie vivono am-
grazioni degli africani in massate in appartamenti pic-
Israele, avviato intorno alla colissimi per i quali pagano
metà degli anni Duemila. Mi- affitti molto elevati». Questa
gliaia di persone hanno inizia- lotta per la sopravvivenza è
to ad arrivare nel Paese fug- particolarmente acuta per i ri-
gendo da guerre, persecuzio- chiedenti asilo con disabilità
ni, torture. «Inizialmente — fisiche o mentali, per coloro
spiega Expedita Perez Leon, che hanno familiari con biso-
suora comboniana — arrivava- gni speciali e per le madri sin-
no attraverso la penisola del gle. «Una donna eritrea disa-
Sinai egiziano. Nel loro viag- bile — ricorda suor Expedita
gio subivano violenze inaudi- che ha lavorato per due anni
te, comprese torture e stupri. con Kuchinate — era costretta
Molti venivano rapiti e veniva a vivere in un locale piccolissi-
chiesto un riscatto a parenti e mo, pagando un canone eleva-
amici. A essere più colpite era- tissimo. Non poteva lavorare e
no le donne che spesso subi- non sapeva come uscire da
vano gravidanze indesiderate, questa situazione. Proprio
ferite fisiche e disagio psicolo- grazie all’uncinetto è riuscita a
gico. Traumi che molte donne ottenere un piccolo reddito
continuano ad affrontare, an- che le permette di vivere sere-
S
e in Italia la teologia ha respirato a
pieni polmoni, innervata dall’inter-
nazionalità che la Chiesa aveva as-
sunto come suo proprio carattere durante
il Concilio Vaticano II, molto lo si deve a
Pier Giordano Cabra, sacerdote della
Congregazione della Sacra Famiglia di
Nazareth di padre Giovanni Piamarta, de-
ceduto il 2 novembre a Brescia all’età di 91
anni. Cabra, infatti, è stato direttore della
casa editrice Queriniana negli anni “caldi”
del pre e post Concilio Vaticano II, ovvero
dal 1957 al 1973. Con il conterraneo Rosino
Gibellini — nato come lui in quella provin-
cia bresciana (nello stesso paese, Gamba-
ra) che ha consegnato alla Chiesa figure di
pontefici e di laici santi o beati (Giovanni
Battista Montini e Giuseppe Antonio To-
vini, per esemplificare) — ha impresso un
carattere peculiare a Queriniana, capace
di incidere con forza e indirizzare con ar-
guzia il dibattito teologico italiano aggan-
ciando il meglio della produzione intellet-
tuale d’Europa e delle Americhe.
Ordinato prete nel 1956, laureatosi an-
che in Scienze politiche all’Università
Cattolica di Milano, Cabra è stato dal
1973 al 1991 superiore della congregazione
piamartina, nonché per un certo tempo
presidente della Conferenza italiana dei
superiori maggiori e di quella europea,
apportando un proficuo contributo alla
riflessione sulla vita religiosa nel post-
concilio (fu anche uditore al Sinodo a es-
sa dedicato nel 1994). A padre Cabra si
ticolare afflato pastorale e liturgico: fu celebre Introduzione al cristianesimo. Visitan-
uno degli ispiratori di due periodici attivi dolo nella sua casa bavarese, quando il
ancora oggi, «Rivista di pastorale liturgi- teologo poi Papa era diventato docente a
ca» e «Servizio della Pa- Regensburg, Cabra aveva
rola», concepiti e nati notato la piccola stanza di
anche grazie ad alcune lavoro di Ratzinger, con
amicizie e frequentazio- una scrivania posta da-
ni intellettuali importan- vanti a un imponente cro-
ti, come quella con l’al- cifisso a grandezza natu-
lora abate (poi cardina- rale. E pochi giorni dopo
le) Giulio Bevilacqua, la rinuncia all’esercizio
Virgilio Noè, anch’egli del ministero petrino di
cardinale, in precedenza Benedetto XVI, a com-
maestro delle celebrazio- mento di tale scelta di-
ni liturgiche pontificie rompente, Cabra scrisse
sotto tre papi dal 1970 al parole significative: «Il
1982, e il francescano Ri- Professore stava salendo
naldo Falsini. sulla cattedra credibile ed
Diversi e numerosi i saggi scritti da Ca- eloquente dell’umiltà. Chissà, pensavo,
bra, tutti pubblicati dalla “sua” casa edi- se avrà portato con sé quel suo bel croce-
trice, dedicati in particolare al rinnova- fisso bavarese! Certamente stava portan-
mento della vita religiosa. E resta da ricor- do con sé la sua serenità, regalando al
dare la sua memoria di un incontro con mondo la sua lezione più bella».
@oss_romano - LA DOMANDA DEL VANGELO
Sabato 4 novembre - Lc 14, 1.7-11
La strada di Gesù è la via dell’umiltà, cioè dell’umiliazione. È la via
della croce. La proposta di Gesù è per la nostra felicità, per la nostra
“esaltazione”. E chi di noi non vuole essere esaltato?
A. M.
pagina 10
Il messaggio del Papa in occasione dell’assemblea plenaria dei vescovi francesi
Un servizio sempre più
missionario al popolo di Dio
di CHARLES DE PECHPEYROU
«N
el felice ri-
cordo della
sua recente
visita a sempre più missionario al po-
Marsiglia, dove ha potuto as-
saporare il dinamismo della
Chiesa in Francia, il Santo Pa-
dre vi invita a continuare a
guardare verso il Mediterra-
neo e a ricevere gli insegna-
menti stringenti, e troppo
spesso strazianti, che questo
ci dà. Tenendo come bussola
il comandamento dell’amore
del fratello e come obiettivo la
difesa della dignità umana,
tante volte minacciata, potre-
te aiutare la vostra società a
promuovere e difendere la vi-
ta umana attraverso leggi giu-
ste, e ad esercitare concreta-
mente la fraternità, lievito di
pace per il nostro mondo». È
quanto si legge nel messaggio
— a firma del cardinale segre-
tario di Stato Pietro Parolin —
che Papa Francesco ha inviato
al presidente della Conferen-
za episcopale francese (Cef),
Éric de Moulins-Beaufort, in
occasione dell’assemblea ple-
naria d’autunno, iniziata ieri
al santuario di Lourdes. Un
Il progetto del Servizio per l’educazione della Chiesa britannica
Una guida
per accogliere meglio Dio in classe
«L
a preghiera co-
munitaria costi-
tuisce una parte
importante della vita spiri-
tuale della scuola e dello svi-
luppo morale e spirituale de-
gli alunni, invitati a ricono-
scere l’azione di Dio nella lo-
ro vita e in quella del loro
istituto». È quanto ricorda il
Servizio per l’educazione
cattolica della Conferenza
episcopale d’Inghilterra e
Galles (Cbcew) nel presenta-
re un inedito Direttorio da
pochi giorni messo a disposi-
zione del personale inse-
gnante dalle elementari fino
all’università. Intitolato “Per
amarti più tenera-
mente” — un’espres-
sione tratta da una
preghiera di san Ric-
cardo di Chichester,
vescovo del britanni-
co del 13° secolo — il
volume è stato ideato
con l’intento di aiu-
tare le scuole ad «ap-
profondire la com-
prensione della pre-
ghiera e della liturgia
nella tradizione cattolica». Il
Direttorio, lungo una novan-
tina di pagine, è il frutto di
una stretta collaborazione
tra il Dipartimento per la vi-
ta cristiana e il culto e il Di-
partimento di istruzione e
formazione della Cbcew. La
sua stesura è stata arricchita
da due consultazioni online
che hanno consentito ai pro-
fessionisti della Gran Breta-
gna di contribuire a modella-
re i contenuti e consigliare
come presentare il testo.
Nella prefazione, George
Stack, arcivescovo emerito di
Cardiff, e Marcus Stock, ve-
scovo di Leeds, alla guida
L’OSSERVATORE ROMANO
testo nel quale il Pontefice as- volontà di ridare ai vostri con-
sicura ai vescovi «la sua co- temporanei questo sussulto di
munione, la sua preghiera e il fede, di speranza e di carità».
suo sostegno fraterno» nella I vescovi francesi, «riuniti
loro ricerca «di un servizio presso la Vergine Maria come
nel Cenacolo», sono incorag-
polo santo di Dio». giati a ricevere i doni dello
Il Papa invita inoltre l’epi- Spirito Santo, affinché sia es-
scopato francese a «mantene- so il vero protagonista dei loro
re la fiducia nel Signore e non lavori, «in uno spirito sinoda-
lasciarsi scoraggiare dalle sfi- le» e «in sintonia con la Chie-
de che si presentano, assu- sa universale». Solo lo Spirito
mendo il rischio di rimanere Santo infatti «è capace di
creare armonia ri-
spettando la di-
versità delle vo-
«Camminando insieme sulle sue orme, ci». «Camminan-
dopo averlo ascoltato, lo Spirito Santo do insieme sulle
sue orme, dopo
vi spinga a uscire dal Cenacolo averlo ascoltato,
infiammato dal fuoco della carità» lo Spirito Santo
vi spinga a uscire
dal Cenacolo in-
fiammato dal
fuoco della cari-
una Chiesa profetica, con lo tà, per predicare con gioia a
sguardo sempre rivolto al fu- tutti, nel crocevia delle perife-
turo». «Papa Francesco — rie esistenziali della Francia,
prosegue il messaggio — vi in- la Buona Novella della salvez-
vita a riaccendere nei vostri za, tenendo fisso lo sguardo
cuori, e in quelli dei vostri sa- su Cristo».
cerdoti, spesso provati in que- «Affidandovi tutti all’inter-
sti tempi difficili, il fuoco del- cessione di Nostra Signora di
la missione e la luce della Spe- Lourdes e dei santi di Francia
ranza. Egli conosce la vostra — conclude il messaggio — il
dei due dipartimenti coinvol- lare. Infine, la terza parte del
ti, rendono omaggio agli in- Direttorio sviluppa i principi
segnanti e altri membri adul- della preghiera e della litur-
ti della comunità scolastica gia nel contesto scolastico.
di tutta l’Inghilterra e il Gal- «Ogni scuola — auspicano
les «che sostengono da tem- gli autori del Direttorio —
po la vita di preghiera e la li- dovrebbe avere una politica
turgia nelle loro scuole con sulla preghiera e sulla litur-
inventiva e dedizione». «Ci gia adatta al proprio conte-
auguriamo — proseguono i sto e alle sue peculiarità».
presuli britannici — che que- A tal fine sarà necessario
sto Direttorio possa aiutare a «fare delle scelte», si legge,
mettere in rilievo le buone «in quanto nei riti liturgici ci
pratiche già in atto, fissando sono spesso diverse opzioni
al tempo stesso un livello ele- da considerare, sia che si
vato a cui tutti possono aspi- tratti della struttura che dei
rare». testi da utilizzare». La Chie-
Il Direttorio è diviso in tre sa, ricordano gli autori, «ri-
parti. La prima approfondi- conosce che può essere ne-
cessario preparare la li-
turgia secondo le esi-
genze spirituali di colo-
ro che vi partecipano,
prendendo in conside-
razione anche l’età e le
capacità dei partecipan-
ti». Altri fattori che po-
trebbero far sorgere la
necessità di adattamen-
to includono lo spazio
in cui si svolge la litur-
gia o la preghiera, il
sce da un lato i contesti so- tempo assegnato e le risorse
ciali ed educativi in cui ope- e i ministri disponibili. Nel
rano le scuole cattoliche in considerare i possibili adat-
Inghilterra e Galles e dall’al- tamenti si terranno presenti i
tro i principi chiave alla base seguenti punti: «conoscere e
della comprensione della comprendere le legittime
preghiera e della liturgia da scelte offerte dal rito liturgi-
parte della Chiesa cattolica. co; essere chiari su cosa può
Nella seconda parte si studia essere adattato e cosa do-
come aiutare le persone che vrebbe essere mantenuto;
compongono la comunità considerare tutte le possibili-
scolastica ad impegnarsi nel- tà e conoscere l’idoneità di
la preghiera e nella liturgia, a ciascuna, evitare le preferen-
seconda delle loro responsa- ze personali e concentrarsi
bilità. Particolare attenzione sul bene comune; considera-
va data alla presenza degli al- re i bisogni spirituali o le ca-
tri cristiani, di altre tradizio- pacità degli alunni, dare loro
ni di fede e di coloro che non spazio per crescere». (charles
hanno una credenza partico- de pechpeyrou)
Santo Padre invoca su di voi i
doni dello Spirito Santo per
l’esercizio del vostro ministe-
ro, e dona con tutto il cuore la
sua Benedizione, a voi e ai vo-
stri collaboratori».
Iniziata ieri con il tradizio-
nale discorso di apertura del
presidente della Cef, l’assem-
blea plenaria durerà fino all’8
novembre. Il tema principale
affrontato dall’episcopato è
quello della missione, con la
presentazione, domani, delle
varie iniziative già promosse
dalle singole diocesi. «La mis-
sione è la ragione d’essere del-
la Chiesa — ribadiscono i ve-
scovi — è per inviarli in mis-
sione che Gesù ha radunato
gli apostoli e ha dato vita alla
sua Chiesa. Ma la Chiesa ha
senso solo se è al servizio del
mondo, dell’educazione, del-
l’umanità contemporanea. La
posta in gioco qui è creare i
mezzi per vivere la missione
A Sacrofano un corso promosso da Uisg e Usg
sulla prevenzione degli abusi
Cultura della tutela
nelle congregazioni
“C
reare una cultura
della tutela”. È
questo il titolo del
workshop, promosso dall’Unio-
ne internazionale delle supe-
riore generali (Uisg) e dal-
l’Unione superiori ge-
nerali (Usg), su cui sa-
ranno chiamati a con-
frontarsi 132 parteci-
panti, provenienti da
90 congregazioni e rap-
presentanti di 39 diver-
se nazionalità. L’evento
si terrà dal 6 al 10 no-
vembre presso la Fra-
terna Domus di Sacro-
fano e avrà come obiet-
tivo centrale la creazione di
una cultura della tutela all’in-
terno delle congregazioni re-
ligiose.
Si tratta, spiegano gli orga-
nizzatori, «di un’opportunità
senza precedenti per i leader
religiosi e i responsabili della
tutela provenienti da tutto il
mondo, che avranno la possi-
bilità di apprendere, condivi-
dere esperienze e collaborare
per promuovere un ambiente
sicuro e inclusivo per tutti i
membri delle congregazioni
religiose e le persone alle
quali servono, specialmente
minori e adulti in situazioni
de vulnerabilità».
«Le situazioni di abuso so-
no un problema serio al quale
dobbiamo far fronte — ha af-
fermato fratel Emili Turú Ro-
fes, segretario generale del-
l’Usg — e questo workshop rap-
presenta un’opportunità per
imparare a creare ambienti si-
curi per i membri delle nostre
congregazioni e le persone a
chi serviamo». «Siamo entu-
siasti di vedere che così tante
persone da tutto il mondo
nel presente». Tra gli altri te-
mi affrontati dall’episcopato,
la riforma delle strutture della
Cef, i ministeri laici, il dialogo
islamo-cristiano, nonché l’at-
tuale clima sociale in Francia.
Dopo aver fatto il bilancio
della Gmg di Lisbona, della
visita di Papa Francesco a
Marsiglia, e dell’Assemblea
generale ordinaria del Sinodo
appena conclusa, i vescovi
guarderanno anche all’attuali-
tà dei prossimi mesi, a comin-
ciare dai Giochi olimpici pre-
visti a Parigi nell’estate 2024.
Nel suo discorso introdut-
tivo pronunciato ieri mattina,
monsignor Éric de Moulins-
Beaufort, a nome dei suoi fra-
telli vescovi, ha lanciato un
appello per la liberazione de-
gli ostaggi nelle mani di Ha-
mas e ha espresso il sostegno
dell’episcopato ai palestinesi
«sottoposti a terribili bom-
bardamenti» a Gaza.
abbiano deciso di unirsi a noi
per questo evento così impor-
tante», sottolinea dal canto
suo suor Mary John Kudiyi-
ruppil, vice segretaria della
Uisg.
Sono cinque gli obiettivi
principali del workshop. Si
tratta innanzitutto di fornire
una formazione completa sui
passi da compiere per creare
una cultura della tutela, attra-
verso la protezione e la pre-
venzione. Si cercherà inoltre
di offrire informazioni detta-
gliate sull’abuso di minori e
adulti vulnerabili, compresi i
giovani in formazione. Nel
corso dell’incontro si darà vo-
ce ai sopravvissuti, consen-
tendo loro di condividere le
proprie storie. I partecipanti
approfondiranno anche le lo-
ro conoscenze sulle pratiche
di prevenzione degli abusi,
inclusa la formazione, il re-
clutamento e l’attuazione di
politiche. Infine verranno
studiate le modalità di rispo-
sta ai problemi, tra cui la ge-
stione delle accuse, il ruolo
del diritto civile e canonico,
la cura delle persone colpite
da abuso e la comunicazione
efficace con gli altri. A facili-
tare l’incontro saranno esperti
nel campo della tutela e della
prevenzione dell’abuso.
sabato 4 novembre 2023
Convegno a Roma
60 anni
di «Inter
mirifica»
«60 anni di meraviglie. Stori-
cità ed attualizzazione del De-
creto conciliare Inter mirifica»: è
il tema del convegno interuni-
versitario in programma a Ro-
ma dal 7 al 9 novembre, patro-
cinato dal Dicastero per la co-
municazione in collaborazio-
ne con tre atenei pontifici le-
gati dall’insegnamento e dalla
ricerca sulla materia.
Santa Croce, Lateranense e
Salesiana le università coin-
volte, rispettivamente attraver-
so la facoltà di Comunicazio-
ne istituzionale, l’Istituto pa-
storale e la facoltà di Scienze
della comunicazione sociale:
tutte unite nel desiderio di ri-
cordare il documento del 4 di-
cembre 1963, alla luce della
contemporaneità mediale,
sempre più orientata dalle lo-
giche della cultura digitale.
Un’occasione anche per “fare
rete” e “attivare sinergie”, co-
me auspicato da Papa France-
sco nella costituzione aposto-
lica Veritatis gaudium sulle uni-
versità e le facoltà ecclesiasti-
che.
L’iniziativa, spiega un co-
municato congiunto delle tre
università pontificie, sarà arti-
colata in altrettante sessioni
pomeridiane, la prima delle
quali si svolgerà alla Santa
Croce martedì 7 e analizzerà
l’Inter mirifica attraverso una
prospettiva storico-istituziona-
le.
La Lateranense ospiterà poi
i lavori del giorno seguente,
mercoledì 8, con un focus teo-
logico-pastorale relativo al
rapporto del decreto con i me-
dia studies. Nel pomeriggio
conclusivo, giovedì 9, alla Sa-
lesiana si svolgerà un dibattito
sull’attualizzazione del docu-
mento conciliare in relazione
ai processi di digitalizzazione
che hanno rivoluzionato il
pensiero comunicativo.
Al convegno parteciperan-
no diversi studiosi per contri-
buire a offrire uno sguardo
multidisciplinare all’Inter mirifi-
ca con l’obiettivo — hanno
spiegato i tre docenti organiz-
zatori, Daniel Arasa della San-
ta Croce, Massimiliano Padula
della Lateranense e Fabio Pa-
squaletti della Salesiana — «di
articolare analisi e riflessioni
attraverso due macro-direttri-
ci: una storica e storiografica,
evidenziando come il docu-
mento si inserisca a pieno tito-
lo nella media research; e un’altra
prospettica, sottolineandone
l’attualità in riferimento all’e-
voluzione mediale e tecnologi-
ca».
COMUNE DI TORRE DEL GRECO
Esito di gara - CIG 9725775B6B - CUP MJ55B22000290006
Ha aggiudicato procedura aperta telematica per l’appalto
integrato relativo alla progettazione definitiva, esecutiva ed ai
lavori per la realizzazione di un nuovo impianto sportivo
natatorio comunale - PNRR, Missione 5 – Inclusione e
Coesione, Componente 2 – Infrastrutture Sociali, Famiglie,
Comunità e Terzo Settore (M5C2), Misura 3, Investimento 3.1
“sport e inclusione sociale” – Cluster 1. Valore complessivo
dell’investimento è pari ad € 2.500.000,00. Aggiudicatario: ditta
Consorzio Stabile del Mediterraneo Scarl, di Napoli, con un
importo di € 1.921.461,59.
Il dirigente - Antonio Sarnello
C.U.C. DELL’AREA NOLANA
per conto del
Comune di Giugliano in Campania (NA)
Bando di gara - CIG A023FCA8CB
Amministrazione aggiudicatrice: C.U.C. dell’Area
Nolana, per conto del Giugliano in Campania (NA).
Oggetto: Servizio corrispondenza e notifiche. Impor-
to: € 997.300,00 oltre IVA (€ 1.595.680,00 con opzio-
ni). Procedura: aperta. Offerta economicamente più
vantaggiosa. Termine ricezione offerte: 05/12/2023
ore 12:00. Apertura offerte: 05/12/2023 ore 15:00.
Altre informazioni: Invio GUUE in data 27/10/2023.
Documenti su: cucagenziaareanolana.tuttogare.it
e https://www.comune.giugliano.na.it/.
Il responsabile della C.U.C.
Dott. Vincenzo Caprio
sabato 4 novembre 2023 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 11

Il 5 novembre di ottant’anni fa NOSTRE INFORMAZIONI

Quando in Vaticano Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in
udienza l’Eminentissimo Cardinale Robert

caddero le bombe
Francis Prevost, Prefetto del Dicastero per i
Vescovi.

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina

in udienza la Molto Reverenda Sally Foster-
di MATTEO LUIGI NAPOLITANO resto confermando che i possedimenti pa- ben lontano da Roma e dallo spazio aereo Fulton, Moderatore della Chiesa di Scozia, e
pali in Roma e in Italia sarebbero stati ri- vaticano. Ma «alle 20.07 uno di questi ve- Seguito.

I
l 5 novembre 1943, poco dopo le ot- gorosamente rispettati. Anche Washin- livoli ha visto scoppiare delle bombe a
to di sera, caddero quattro bombe gton menzionò la possibilità che aerei del- Roma. A quell’ora la visibilità su Roma Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina
sul territorio vaticano, lanciate da l’Asse avessero colpito il Vaticano per poi era buona. Non c’erano nuvole». in udienza Sua Eccellenza Monsignor Marco
un aereo che aveva violato poi lo far ricadere la responsabilità sugli alleati. La vicenda del bombardamento sul Va- Antonio Cortez Lara, Vescovo di Tacna y Mo-
spazio aereo pontificio. Le bombe erano Il 9 novembre giunsero i risultati del- ticano ha come appendice uno strano epi- quegua (Perú).
cadute sui Giardini vaticani, sul Governa- l’inchiesta americana. «Generale Eisenho- sodio. Proprio il giorno del bombarda-
torato, sul laboratorio dei mosaici e sul wer esclude senz’altro che vi fossero aero- mento, di mattina, il ministro degli esteri Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina
palazzo dell’arciprete. Notevoli i danni, plani alleati sopra Roma sera 5 novembre. nazista von Ribbentrop aveva chiesto alla in udienza una Delegazione di Rede Vida de
ma nessuna vittima; il sostituto alla Segre- Riferisce che 6 aerei leggeri da bombarda- polizia fascista «di riattivare il controllo Televisão (Brasile).
teria di Stato, monsignor Tardini, disse telefonico su ambienti e nominativi vati-
che, se in quel momento si fosse trovato cani»; insomma di mettere sotto controllo Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina
nel suo studio e non in corridoio, sarebbe le linee telefoniche vaticane. Poco dopo le in udienza l’Eminentissimo Cardinale Kevin
stato lui l’unica vittima del raid. otto di sera ci fu il bombardamento, e po- Joseph Farrell, Prefetto del Dicastero per i
Com’è noto, fin dall’inizio dell’entrata chi minuti dopo Hitler fece chiamare Laici, la Famiglia e la Vita.
in guerra dell’Italia, Pio XII aveva sempre l’ambasciata tedesca «per sapere che cosa
rimarcato il carattere sacro di Roma. Gli si pensava negli ambienti vaticani circa
inglesi tuttavia (ce ne informa Umberto l’incursione».
Gentiloni Silveri) avevano chiarito di vo- Com’è immaginabile, le informazioni
lersi riservare «piena libertà di azione nei
riguardi di Roma», pur assicurando che
mutavano di continuo. Il 13 novembre
1943 monsignor Walter Carroll, che stava
Udienza al moderatore
sarebbero stati preventivamente indivi-
duati con esattezza gli obiettivi militari da
organizzando ad Algeri un servizio infor-
mazioni per militari e civili, trasmise noti-
della Chiesa di Scozia
colpire. Ciò non aveva fermato i ripetuti zie dategli personalmente dal generale Ei-
appelli papali alla conservazione della cit- senhower. «Sono stato informato molto
tà, della sua popolazione e del suo enorme confidenzialmente che si ha l’impressione
patrimonio storico-artistico. Appelli che, che il bombardamento del Vaticano sia
come sappiamo, si sarebbero rivelati vani. probabilmente da attribuire a un pilota
Delle bombe piovute sul Vaticano furo- americano che aveva smarrito la rotta; in-
no accusati i tedeschi e i fascisti. Si seppe fatti, un altro pilota americano riferiva di
di una conversazione telefonica del sotto- aver visto un aereo alleato liberarsi del suo
segretario agli Interni Francesco Maria carico sul Vaticano. Il Generale espresse il
Barracu, captata dalle linee di Salò, che suo sincero rincrescimento e diede l’assi-
probabilmente gli autori del bombarda- I danni subiti dal Palazzo del Governatorato curazione che sarebbero state prese severe
mento erano proprio aviatori repubblichi- precauzioni per evitare il ripetersi di simili
ni. Ma, bizzarro a dirsi, il bombardamen- mento lanciarono bombe su Castelnuovo incidenti». Nel giugno 1944, nella Roma
to era avvenuto nell’anniversario della di Porto a 28 km. nord Roma fra le 7.20 e liberata, parlando con monsignor Tardini,
“Congiura delle Polveri”, ordito il 5 no- 8.25 pomeridiane». Un settimo apparec- Carroll avrebbe aggiunto che «quell’avia-
vembre 1605 da nobili cattolici inglesi per chio aveva colpito Arce, verso Frosinone. tore americano avrebbe agito o per crearsi
uccidere Re Giacomo I. Cadeva quindi in Inoltre, qualche giorno prima, Radio Ber- una fama o per malvagità».
una giornata ”antipapale” (il c.d. “Guy lino aveva «anticipato bombardamento di Data la babele di notizie e di rimpalli di
Fawkes Day”); il che attirava l’attenzione Roma da parte degli Alleati», mentre colpe, il 16 novembre la Segreteria di Sta-
anche su un possibile coinvolgimento bri- quella sera stessa un aereo tedesco aveva to avviò un’inchiesta approfondita sui fat- Nella mattina di oggi, sabato 4 novembre, Papa Francesco ha
tannico. colpito Napoli. ti. L’ingegner Galeazzi, direttore dei servi- ricevuto in udienza Sally Foster-Fulton, moderatore della
La Santa Sede considerava comunque Sull’accaduto s’ingaggiò una vera e zi tecnici vaticani, consegnò a Tardini il Chiesa di Scozia, e seguito.
molto grave l’episodio. Oltre ai notevoli propria guerra di propaganda. L’8 e il 9 referto di due specialisti in esplosivi, poi
danni, quel sorvolo aveva violato la sovra- novembre giornali italiani, usando infor- allegato a un dossier sul tema. In sintesi,
nità territoriale vaticana. Fu per tale ragio- mazioni tedesche, scrivevano che Stalin si non si sapeva se le bombe cadute sul Vati-
ne che la Sede Apostolica inviò una nota era congratulato con Churchill per aver cano fossero di produzione inglese, tede-
alle rappresentanze diplomatiche tedesca, colpito il Vaticano, e che l’arcivescovo di sca o italiana. Ma neppure si poteva esclu- Lunedì pomeriggio nell’Aula Paolo VI
britannica e americana, chiedendo oppor- New York Spellman si era rammaricato dere che una delle parti si fosse imposses-
tune indagini per individuare i colpevoli,
e di dare «ordini severissimi a tutti gli
con Roosevelt. Notizie poi entrambe
smentite. Il 10 novembre la Germania ri-
sata di materiale bellico del nemico per at-
tribuire a questi la colpa del bombarda-
Papa Francesco incontra
aviatori da loro dipendenti affinché, con-
formemente alle regole del Diritto Inter-
spose alla nota vaticana. Il governo del
Reich asserì di aver sempre rispettato «fin
mento. Uno degli indiziati era comunque
il “Ras di Cremona” Roberto Farinacci,
migliaia di bambini
dall’occupazione di Roma» la accesissimo filotedesco. Erano girate voci
sovranità e l’integrità territo- che lo volevano ai comandi di un aereo Oltre settemila bambini pro- bambini chiedono pace, ri-
riale della Sede Apostolica, e partito da un campo volo di Viterbo pro- venienti da 84 Paesi incontre- spetto e ascolto. È dovere del
che lo avrebbe fatto anche in prio quel 5 novembre, allo scopo di bom- ranno Papa Francesco nel po- mondo degli adulti iniziare a
futuro. Del resto, già il 6 no- bardare il Vaticano; voci che Farinacci meriggio di lunedì prossimo, 6 prenderli sul serio» hanno di-
vembre, l’ambasciatore tede- non aveva smentito. I tecnici vaticani ac- novembre, nell’Aula Paolo VI , chiarato in proposito padre
sco non aveva espresso la sua certarono altresì che «le bombe erano del per condividere con luisperan- Fortunato, Marco Impagliaz-
indignazione per l’accaduto? peso di 100-150 kg., ad alto esplosivo, a ze e preoccupazioni per il fu- zo e Angelo Chiorazzo, pro-
Per Berlino erano gli alleati scoppio immediato». Essendo dunque turo. motori dell’iniziativa.
che stavano provando a far ri- impossibile accertare i fatti, a tutti i belli- Intitolato “Impariamo dai Le delegazioni dei bambini
cadere la colpa sulla Germa- geranti la Segreteria di Stato chiese di av- bambini e dalle bambine”, provenienti dall’estero si ritro-
nia. viare inchieste e di evitare per l’avvenire il l’appuntamento sarà trasmes- veranno a Roma domani po-
Il 6 novembre, di buon sorvolo del territorio vaticano. Di questo so anche sui maxischermi di meriggio, domenica 5, presso
mattino, l’ambasciatore von grave episodio tutti avevano negato ogni piazza San Pietro. Patrocinato la basilica dei Santi XII Apo-
Weizsäcker aveva in effetti te- responsabilità; tutti avevano attribuito le dal Dicastero per la cultura e stoli. Nella circostanza verrà
Lo studio del sostituto Tardini dopo il bombardamento lefonato a monsignor Monti- colpe alla parte avversa; tutti avevano assi- l’educazione, è organizzato in presentato il documentario
ni, sostituto della Segreteria di curato che nessun’altra bomba sarebbe sinergia con la Comunità di Earth4All e il mondo di Francesco.
nazionale e al Trattato Lateranense (art. Stato, «per dire che siccome le radio degli piovuta sul Vaticano. Sant’Egidio, la Cooperativa La mattina di lunedì 6, alla sta-
7), cessino dal sorvolare il territorio della Alleati già annunciano il bombardamento Riferì Tittmann a Washington, un me- Auxilium, Trenitalia e Busita- zione ferroviaria di Roma
Città del Vaticano». della Città del Vaticano come compiuto se dopo i fatti, che «il Vaticano guarda ora lia (del Gruppo Ferrovie dello Ostiense, verrà presentato il
Il ministro britannico in Vaticano dai Germanici, egli è autorizzato a dichia- all’idea di Roma città aperta come a que- Stato italiane), Uffici scolasti- treno regionale Rock con li-
Osborne, il 7 novembre, comunicò di aver rare nella forma più esplicita dal Coman- stione puramente militare, e non è in al- ci regionali, e con il sostegno vrea dedicata per l’avvenimen-
trasmesso a Londra la richiesta vaticana, do militare tedesco che né bombe né bom- cun modo interessato ai vari progetti di del mondo francescano, della to.
assicurando che si sarebbero svolte le in- bardieri germanici sono colpevoli del tri- natura politica che sono stati avanzati di Fondazione PerugiAssisi e Nell’Aula Paolo VI, prima
dagini sul caso; ma al contempo richiamò ste fatto». Questa telefonata, tuttavia, non recente nella stampa romana che è con- della Federazione italiana dell’arrivo di Papa Francesco,
una lettera inviata in giugno dal ministro era stata menzionata nella ricordata nota trollata dai tedeschi». Il Vaticano puntava giuoco calcio. Ad accompa- l’attesa sarà scandita da contri-
degli esteri Eden a Pio XII, in cui si diceva diplomatica vaticana ai belligeranti; e ciò a un ritiro dei tedeschi da Roma prima gnarlo, la pubblicazione del li- buti musicali delle scuole par-
che, in caso di operazioni su Roma, ai pi- aveva provocato il disappunto di von dell’arrivo degli alleati, a un controllo di bro L’Enciclica dei bambini, scritto tecipanti e dall’esibizione del
loti alleati era stato ordinato che nessuna Weizsäcker. Evidentemente, in Vaticano polizia effettuato da questi ultimi e a a quattro mani dal frate mino- Piccolo Coro dell’Antoniano
bomba cadesse sul Vaticano. Il governo non si era affatto sicuri dell’estraneità dei provviste alimentari alleate per la popola- re conventuale Enzo Fortuna- di Bologna. Interverrà poi il
inglese non escludeva trattarsi di atto tedeschi all’episodio, e si voleva inoltre te- zione romana. «In molte occasioni ho to e dal pilota Aldo Cagnoli, cardinale José Tolentino de
compiuto dall’Asse con il proposito di ac- nere la comunicazione fatta ai belligeranti chiarito al Vaticano che è nostro desiderio, con prefazione del Pontefice. Mendonça, prefetto del Dica-
cusarne gli alleati. In effetti, ricordava su un piano di stretta neutralità. se possibile, di evitare la distruzione di «Davanti a una società in stero organizzatore, cui segui-
Osborne, Londra aveva già avvertito il Il 13 novembre lo chargé d’affaires ameri- Roma». I tedeschi avevano dato identica guerra l’uno con l’altro, dove ranno testimonianze e canti di
Vaticano che aerei e ordigni britannici era- cano Tittmann aggiunse alcuni dettagli. A assicurazione. esistono contrapposizioni, bimbi provenienti da Vietnam,
no stati catturati dall’Asse e riservati pro- colpire il Vaticano non era stato un aereo L’inciso «se possibile» apriva la pro- muri ed esclusioni, una gior- Brasile — regione dell’Amaz-
prio a tale scopo. alleato. Gli unici aerei operativi intorno a spettiva a nuove eventuali sciagure su Ro- nata mondiale dei bambini è il zonia e favelas di Rio de Janei-
Anche da Washington giunsero rassicu- Roma nella notte di venerdì 5 novembre ma. E gli ultimi mesi di occupazione tede- segno di un mondo diverso ro — e Australia. Infine il ve-
razioni e precisazioni. Gli americani (due “Mosquito Intruder” e sette bombar- sca della capitale lo avrebbero tragica- dove c’è posto per tutti, dove scovo di Roma dialogherà con
avrebbero condotto le loro indagini, del dieri leggeri “Boston”) avevano operato mente dimostrato. abita la pace e la fraternità. I i piccoli presenti.
pagina 12 L’OSSERVATORE ROMANO sabato 4 novembre 2023