L’OSSERVATORE ROMANO
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Anno CLXII n. 4 (48.923)
UN
“In uscita”
verso nuovi
orizzonti
Il Papa celebra l’Epifania
Cercatori inquieti
aperti alle sorprese
del Signore
A
tutti quei cristiani che tendono a re-
starsene «tranquilli» nella loro comfort
zone di «sicurezza culturale, sociale ed
economica» Papa Francesco ha ripro-
posto la «sana inquietudine» dei Magi «aperti al-
le sorprese di Dio». Lo ha fatto ieri all’Epifania,
celebrando nella basilica Vaticana la messa per la
solennità. All’omelia
il Pontefice ha indi-
cato in quei «sapienti
e astrologi» un mo-
dello sempre attuale:
anzitutto per togliere
“alibi” a chi si “acco-
moda” su ciò che sa
ed ha; ma soprattut-
to per “sfidare” i tanti
Erode di oggi che
«seminano morte e
fanno strage di pove-
ri e di innocenti, nell’indifferenza di molti». I
Magi infatti, ha spiegato, insegnano «una fede
coraggiosa», che non ha «paura di sfidare le logi-
che oscure del potere». E sullo stesso tema il Papa
ha poi incentrato l’Angelus in piazza San Pietro.
PAGINE 7
Dalla stella alla stalla
L’inaudita
logica di Dio
di ANDREA MONDA
D
alle stelle alle stalle. È un comune
modo di dire che sottolinea il pre-
cipitare di una situazione dall’ec-
cellenza al degrado, una scena che
prevede un passaggio, una trasformazione
che ha l’aspro sapore dell’umiliazione. Pro-
viamo a declinarlo al singolare, dalla stella alla
stalla ed ecco che la scena cambia leggermen-
te e assomiglia in modo impressionante alla
scena della notte dell’Epifania, quando i Ma-
gi arrivano a Betlemme seguendo il passag-
gio della stella cometa. Anche qui in effetti
c’è questo passaggio brusco, questo movi-
mento dall’alto verso il basso. I Magi, perso-
ne probabilmente ricche e potenti, comun-
que “altolocate”, si trovano mischiate insie-
me ai poveri e ai pastori e mentre prima con-
templavano il cielo ora si muovono ad un li-
vello anche al di sotto della terra, in una grot-
ta, un antro scavato nella roccia, sporco, fred-
y(7HA3J1*QSSKKM( +?!"!#!"!{
do e umido. Non solo si muovono fin lì, ma
appena giunti, per adorare il bambino si pro-
strano, cioè s’inginocchiano e si chinano a
terra.
«Sembra una contraddizione, questo» ha
osservato ieri il Papa durante la recita del-
SEGUE
Copia € 1,50 Copia arretrata € 3,00 (diffusione e vendita 7-8 gennaio 2022)
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO
Unicuique suum Non praevalebunt
Città del Vaticano venerdì 7 gennaio 2022
APPELLO A TUTTA LA CHIESA NEL MESSAGGIO DEL PONTEFICE PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
«L
a Chiesa è e sarà sempre “in uscita” dell’Epifania e “festa dell’infanzia missionaria”, da-
verso i nuovi orizzonti geografici, ta in cui ricorrevano il quarto centenario della Con-
sociali, esistenziali, verso i luoghi gregazione per l’evangelizzazione dei popoli e il se-
e le situazioni umane “di confine”, condo dell’Opera della propagazione della Fede.
per rendere testimonianza di Cristo e del suo amore Ispirato dal passo degli Atti degli apostoli «Di me
a tutti gli uomini e le donne di ogni popolo, cultura, sarete testimoni» (1, 8), il messaggio ricorda in par-
stato sociale». Lo assicura Papa Francesco nel mes- ticolare «i tanti missionari che hanno speso la vita
saggio per la Giornata missionaria mondiale 2022, per andare “oltre”, incarnando la carità di Cristo».
che sarà celebrata il prossimo 23 ottobre. Il docu-
mento è stato pubblicato ieri, 6 gennaio, solennità PAGINE 2 E 3
Tenaglia
sul Kazakhstan
Pugno di ferro sulla rivolta per il gas
di CHIARA GRAZIANI
«L’
ordine costituzionale è stato largamente
ristabilito». Kassym-Jomart Tokayev,
presidente del Kazakhstan scosso dalla ri-
E 8 volta accesa dall’aumento dei prezzi di
carburanti e gas, ha richiesto l’intervento della Russia, la qua-
le, il 6 gennaio corrente, ha avviato un’operazione di peace
keeping delle Forze dei Paesi del Trattato Collettivo di Sicu-
rezza (Cspo), inviando nel Paese circa 2.500 militari.
E attorno ad uno Stato chiave della produzione energetica
mondiale, la cui destabilizzazione inciderebbe sulle forniture
globali, si alza anche uno scudo di reazioni internazionali
compatto ed inequivocabile. Dalla Russia, alla Cina — colossi
confinanti con la sterminata e ricca ex repubblica sovietica —
(Mariya Gordeyeva/Reuters) SEGUE A PAGINA 4
Udienza a un gruppo di dirigenti
Una grande fame di luce
di azienda francesi
di DANIELE MENCARELLI ce.
Imprenditori Come suona stonato, quasi eversivo.
al servizio di tutti La vecchiaia (è questo il nome che gli altri gli danno) Invece è così.
può essere per noi il tempo più felice. Meravigliosamente così.
e non di interessi È morto l’animale o quasi è morto. Perché, quando si è svegli di fronte a se stessi
privati o ristretti Vivo tra forme luminose e vaghe e al tempo che ci è dato da vivere, sentiamo
che ancora non son tenebra. quanto l’ultimo atto, come in ogni storia che si ri-
spetti, sia il più prezioso da spendere. È il tem-
J
orge Luis Borges comincia con questo inci- po in cui anche i desideri carnali, mondani, che
Bailamme
pit una delle poesie manifesto di tutto il tanto animavano e confondevano, sono passati
Novecento: Elogio dell’Ombra. Lui, Ome- dietro la linea dell’orizzonte, perché l’animale è
ro moderno, esalta quel poco, tantissimo, morto o è quasi morto.
che gli è dato da vedere, forme luminose e vaghe, che Resta l’essenza, un’essenza luminosa, vaga,
non hanno, però, il sapore della tenebra. imprendibile, ma che nessuno potrà mai confon-
Ma, quello che ammalia più di tutto, in que- dere con la tenebra.
sta epoca di giovanilismi patetici, d’estetizzazio- Ma occorre affidarsi all’enigma della realtà.
ni ben oltre il confine dell’orrore, è la dichiara- Come Borges insegna.
zione d’amore nei confronti della vecchiaia che Perché l’unico vero peccato è vivere in una
apre la poesia. realtà a due dimensioni, schiacciati in un’assen-
La vecchiaia, questo il nome attribuitogli, che za totale di profondità.
il Poeta con un filo d’ironia non sembra accet- Per aprirsi a questa visione non servono occhi
PAGINA 8
tare pienamente, è difatti il nome che gli altri gli di lince.
A PAGINA 3 danno, può essere per l’uomo il tempo più feli- Solo una grande fame di luce.
pagina 2
Oggi in primo piano - Il messaggio del Papa per la Giornata missionaria mondiale 2022
«Di me sarete testimoni»: queste parole rivolte ai di-
scepoli da Gesù risorto prima dell’Ascensione sono il
filo conduttore del messaggio di Papa Francesco per la
Giornata missionaria mondiale 2022 che si celebra
domenica 23 ottobre. Pubblichiamo il testo del docu-
mento pontificio datato 6 gennaio, solennità dell’Epi-
fania del Signore.
C
«Di me sarete testimoni» (At 1, 8)
ari fratelli e sorelle!
Queste parole appartengono all’ultimo
colloquio di Gesù Risorto con i suoi disce-
poli, prima di ascendere al Cielo, come de-
scritto negli Atti degli Apostoli: «Riceverete
la forza dallo Spirito Santo che scenderà su
di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalem-
me, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai
confini della terra» (1, 8). E questo è anche il
tema della Giornata Missionaria Mondiale
2022, che come sempre ci aiuta a vivere il fat-
to che la Chiesa è per sua natura missiona-
ria. Quest’anno essa ci offre l’occasione di
commemorare alcune ricorrenze rilevanti
per la vita e missione della Chiesa: la fonda-
zione, 400 anni fa, della Congregazione de
Propaganda Fide — oggi per l’Evangelizzazio-
ne dei Popoli — e, 200 anni fa, dell’O pera
della Propagazione della Fede, che, insieme
all’Opera della Santa Infanzia e all’O pera
di San Pietro Apostolo, 100 anni fa hanno
ottenuto il riconoscimento di “Pontificie”.
Fermiamoci su queste tre espressioni-
chiave che riassumono i tre fondamenti del-
la vita e della missione dei discepoli: «Mi sa-
rete testimoni», «fino ai confini della terra»
e «riceverete la forza dallo Spirito Santo».
1. «Di me sarete testimoni» - La chiamata
di tutti i cristiani a testimoniare Cristo
È il punto centrale, il cuore dell’insegna-
mento di Gesù ai discepoli in vista della loro
missione nel mondo. Tutti i discepoli saran-
no testimoni di Gesù grazie allo Spirito San-
to che riceveranno: saranno costituiti tali
per grazia. Ovunque vadano, dovunque sia-
no. Come Cristo è il primo inviato, cioè mis-
sionario del Padre (cfr. Gv 20, 21) e, in quan-
to tale, è il suo “testimone fedele” (cfr. Ap 1,
5), così ogni cristiano è chiamato a essere
missionario e testimone di Cristo. E la Chie-
sa, comunità dei discepoli di Cristo, non ha
altra missione se non quella di evangelizzare
il mondo, rendendo testimonianza a Cristo.
L’identità della Chiesa è evangelizzare.
Un rilettura d’insieme più approfondita
ci chiarisce alcuni aspetti sempre attuali per
la missione affidata da Cristo ai discepoli:
«Di me sarete testimoni». La forma plurale
sottolinea il carattere comunitario-ecclesiale della
chiamata missionaria dei discepoli. Ogni
battezzato è chiamato alla missione nella
L’OSSERVATORE ROMANO
Chiesa e su mandato della Chiesa: la missio-
ne perciò si fa insieme, non individualmen-
te, in comunione con la comunità ecclesiale
e non per propria iniziativa. E se anche c’è
qualcuno che in qualche situazione molto
particolare porta avanti la missione evange-
lizzatrice da solo, egli la compie e dovrà
compierla sempre in comunione con la
Chiesa che lo ha mandato. Come insegnava
San Paolo VI nell’Esortazione apostolica
Evangelii nuntiandi, documento a me molto
caro: «Evangelizzare non è mai per nessuno
un atto individuale e isolato, ma profonda-
mente ecclesiale. Allorché il più sconosciuto
predicatore, catechista o pastore, nel luogo
Per una Chiesa
“in uscita”
verso nuovi
orizzonti
più remoto, predica il Vangelo, raduna la
sua piccola comunità o amministra un Sa-
cramento, anche se si trova solo compie un
atto di Chiesa, e il suo gesto è certamente
collegato mediante rapporti istituzionali,
ma anche mediante vincoli invisibili e radici
profonde dell’ordine della grazia, all’attività
evangelizzatrice di tutta la Chiesa» (n. 60).
Infatti, non a caso il Signore Gesù ha man-
dato i suoi discepoli in missione a due a due;
la testimonianza dei cristiani a Cristo ha un
carattere soprattutto comunitario. Da qui
l’importanza essenziale della presenza di
una comunità, anche piccola, nel portare
avanti la missione.
In secondo luogo, ai discepoli è chiesto di
vivere la loro vita personale in chiave di missione:
sono inviati da Gesù al mondo non solo per
fare la missione, ma anche e
soprattutto per vivere la mis-
sione a loro affidata; non so-
lo per dare testimonianza, ma
anche e soprattutto per essere
testimoni di Cristo. Come
dice l’apostolo Paolo con pa-
role davvero commoventi:
«Portando sempre e dovun-
que nel nostro corpo la mor-
te di Gesù, perché anche la
vita di Gesù si manifesti nel
nostro corpo» (2 Cor 4, 10).
L’essenza della missione è il
testimoniare Cristo, vale a
dire la sua vita, passione,
morte, e risurrezione per
amore del Padre e dell’uma-
nità. Non è un caso che gli
Apostoli abbiano cercato il
sostituto di Giuda tra coloro
che, come loro, erano stati
testimoni della sua resurre-
zione (cfr. At 1, 22). È Cristo,
e Cristo risorto, Colui che dobbiamo testi-
moniare e la cui vita dobbiamo condividere.
I missionari di Cristo non sono inviati a co-
municare sé stessi, a mostrare le loro qualità
e capacità persuasive o le loro doti manage-
riali. Hanno, invece l’altissimo onore di of-
frire Cristo, in parole e azioni, annunciando
a tutti la Buona Notizia della sua salvezza
con gioia e franchezza, come i primi aposto-
li.
Perciò, in ultima analisi, il vero testimone
è il “martire”, colui che dà la vita per Cristo,
ricambiando il dono che Lui ci ha fatto di Sé
stesso. «La prima motivazione per evange-
lizzare è l’amore di Gesù che abbiamo rice-
vuto, l’esperienza di essere salvati da Lui che
ci spinge ad amarlo sempre di più» (Evangelii
gaudium, 264).
Infine, a proposito della testimonianza
cristiana, rimane sempre valida l’osservazio-
ne di San Paolo VI: «L’uomo contempora-
neo ascolta più volentieri i testimoni che i
maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché so-
no dei testimoni» (Evangelii nuntiandi, 41).
Perciò è fondamentale, per la trasmissione
della fede, la testimonianza di vita evangeli-
ca dei cristiani. D’altra parte, resta altrettan-
to necessario il compito di annunciare la sua
persona e il suo messaggio. Infatti, lo stesso
Paolo VI così prosegue: «Sì, è sempre indi-
spensabile la predicazione, questa procla-
mazione verbale di un messaggio. [...] La
parola resta sempre attuale, soprattutto
quando è portatrice della potenza di Dio.
Per questo resta ancora attuale l’assioma di
S. Paolo: “La fede dipende dalla predicazio-
ne” (Rm 10, 17): è appunto la Parola ascoltata
che porta a credere» (ibid., 42).
Nell’evangelizzazione, perciò, l’esempio
di vita cristiana e l’annuncio di Cristo vanno
insieme. L’uno serve all’altro. Sono i due
polmoni con cui deve respirare ogni comu-
nità per essere missionaria. Questa testimo-
nianza completa, coerente e gioiosa di Cri-
sto sarà sicuramente la forza di attrazione
per la crescita della Chiesa anche nel terzo
millennio. Esorto pertanto tutti a riprendere
il coraggio, la franchezza, quella parresia dei
primi cristiani, per testimoniare Cristo con
parole e opere, in ogni ambiente di vita.
2. «Fino ai confini della terra» - L’attualità
perenne di una missione
di evangelizzazione universale
Esortando i discepoli a essere i suoi testi-
moni, il Signore risorto annuncia dove essi
sono inviati: «A Gerusalemme, in tutta la
Giudea e la Samaria e fino ai confini della
terra» (At 1, 8). Emerge ben chiaro qui il ca-
rattere universale della missione dei disce-
poli. Si mette in risalto il movimento geo-
grafico “centrifugo”, quasi a cerchi concen-
trici, da Gerusalemme, considerata dalla
tradizione giudaica come centro del mondo,
alla Giudea e alla Samaria, e fino “all’estre-
mità della terra”. Non sono mandati a fare
proselitismo, ma ad annunciare; il cristiano
non fa proselitismo. Gli Atti degli Apostoli
ci raccontano questo movimento missiona-
rio: esso ci dà una bellissima immagine della
Chiesa “in uscita” per compiere la sua voca-
zione di testimoniare Cristo Signore, orien-
tata dalla Provvidenza divina mediante le
concrete circostanze della vita. I primi cri-
stiani, in effetti, furono perseguitati a Geru-
salemme e perciò si dispersero in Giudea e
Samaria e testimoniarono Cristo dappertut-
to (cfr. At 8, 1.4).
Qualcosa di simile ancora accade nel no-
stro tempo. A causa di persecuzioni religio-
se e situazioni di guerra e violenza, molti cri-
stiani sono costretti a fuggire dalla loro terra
verso altri Paesi. Siamo grati a questi fratelli
e sorelle che non si chiudono nella sofferen-
za ma testimoniano Cristo e l’amore di Dio
nei Paesi che li accolgono. A questo li esorta-
va San Paolo VI considerando la «responsa-
bilità che spetta agli emigranti nei Paesi che
li ricevono» (Evangelii nuntiandi, 21). In effet-
venerdì 7 gennaio 2022
ti, sempre più sperimentiamo come la pre-
senza dei fedeli di varie nazionalità arricchi-
sce il volto delle parrocchie e le rende più
universali, più cattoliche. Di conseguenza,
la cura pastorale dei migranti è un’attività
missionaria da non trascurare, che potrà aiu-
tare anche i fedeli locali a riscoprire la gioia
della fede cristiana che hanno ricevuto.
L’indicazione “fino ai confini della terra”
dovrà interrogare i discepoli di Gesù di ogni
tempo e li dovrà spingere sempre ad andare
oltre i luoghi consueti per portare la testi-
monianza di Lui. Malgrado tutte le agevola-
zioni dovute ai progressi della modernità,
esistono ancora oggi zone geografiche in cui
non sono ancora arrivati i missionari testi-
moni di Cristo con la Buona Notizia del suo
amore. D’altra parte, non ci sarà nessuna
realtà umana estranea all’attenzione dei di-
scepoli di Cristo nella loro missione. La
Chiesa di Cristo era, è e sarà sempre “in usci-
ta” verso i nuovi orizzonti geografici, socia-
li, esistenziali, verso i luoghi e le situazioni
umane “di confine”, per rendere testimo-
nianza di Cristo e del suo amore a tutti gli
uomini e le donne di ogni popolo, cultura,
stato sociale. In questo senso, la missione sa-
rà sempre anche missio ad gentes, come ci ha
insegnato il Concilio Vaticano II, perché la
Chiesa dovrà sempre spingersi oltre, oltre i
propri confini, per testimoniare a tutti l’a-
more di Cristo. Vorrei in proposito ricordare
e ringraziare i tanti missionari che hanno
speso la vita per andare “oltre”, incarnando
la carità di Cristo verso i tanti fratelli e sorel-
le che hanno incontrato.
3. «Riceverete la forza dallo Spirito Santo» -
Lasciarsi sempre fortificare e guidare dallo Spirito
Annunciando ai discepoli la loro missio-
ne di essere suoi testimoni, Cristo risorto ha
promesso anche la grazia per una così gran-
de responsabilità: «Riceverete la forza dello
Spirito Santo e di me sarete testimoni» (At 1,
8). Effettivamente, secondo il racconto de-
gli Atti, proprio in seguito alla discesa dello
Spirito Santo sui discepoli di Gesù è avve-
nuta la prima azione di testimoniare Cristo,
morto e risorto, con un annuncio kerigmati-
co, il cosiddetto discorso missionario di San
Pietro agli abitanti di Gerusalemme. Così
comincia l’era dell’evangelizzazione del
mondo da parte dei discepoli di Gesù, che
erano prima deboli, paurosi, chiusi. Lo Spi-
rito Santo li ha fortificati, ha dato loro co-
raggio e sapienza per testimoniare Cristo
davanti a tutti.
Come «nessuno può dire: “Gesù è Signo-
re”, se non sotto l’azione dello Spirito San-
to» (1 Cor 12, 3), così nessun cristiano potrà
dare testimonianza piena e genuina di Cri-
venerdì 7 gennaio 2022 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 3

Il cordoglio del Pontefice per la morte

l’ispirazione di Dio per mettere in moto una
rete di preghiera e colletta per i missionari,
in modo che i fedeli potessero partecipare
attivamente alla missione “fino ai confini
della terra”. Da questa idea geniale nacque
la Giornata Missionaria Mondiale che cele-
briamo ogni anno, e la cui colletta in tutte le
comunità è destinata al fondo universale
con il quale il Papa sostiene l’attività missio-
del cardinale Álvarez Martínez
Appresa la notizia della morte del cardinale Francisco Ál-
varez Martínez, arcivescovo emerito di Toledo — avvenuta
mercoledì mattina, 5 gennaio, all’età di 96 anni — il Papa
ha fatto pervenire all’attuale pastore della sede primaziale
spagnola, Francisco Cerro Chaves, il telegramma di cordo-
glio che pubblichiamo in una nostra traduzione italiana.
Nel ricevere la notizia della morte del Cardinale
Francisco Álvarez Martínez, Arcivescovo Eme-
rito di Toledo, le porgo, Eccellenza, le mie con-
doglianze, pregandola di avere la bontà di tra-
smetterle anche ai familiari del defunto prelato
NOSTRE
e a quanti fanno parte di quella comunità eccle-
siale.
Parimenti, ricordando questo abnegato Pa-
store che, per anni e con fedeltà, ha dedicato la
sua vita al servizio di Dio e della Chiesa, offro
suffragi per l’eterno riposo della sua anima, af-
finché il Signore Gesù gli conceda la corona di
gloria che non appassisce e, come segno di spe-
ranza cristiana nel Signore Risorto, imparto a
tutti la Benedizione Apostolica.
FRANCESCO PP.
INFORMAZIONI

Continuo a sognare Il Santo Padre ha ricevuto questa matti-
na in udienza Sua Eccellenza Monsignor
la Chiesa tutta missionaria Luis Rafael Zarama, Vescovo di Raleigh
(Stati Uniti d’America).
e una nuova stagione
Il Santo Padre ha ricevuto questa mat-
dell’azione missionaria delle tina in udienza il Dottor Andrea Torniel-
li, Direttore Editoriale del Dicastero per
comunità cristiane. E ripeto la Comunicazione.
al governo pastorale del Vicariato Apo-
stolico di Makokou (Gabon), presentata
da Sua Eccellenza Monsignor Joseph
Koerber, C.S.Sp..
Il provvedimento è stato reso noto il 6
gennaio.
Nomina di Vicario Apostolico

l’auspicio di Mosè per il Il Santo Padre ha ricevuto questa mat-
tina in udienza i Padri:
popolo di Dio in cammino: — Massimo Fusarelli, O.F.M., Ministro
Generale dell’Ordine dei Frati Minori,
“Fossero tutti profeti con i Membri del Definitorio Generale;
— Kolumban Reichlin, O.S.B., Cappel-
nel popolo del Signore!” lano della Guardia Svizzera Pontificia.
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia
Il Santo Padre ha nominato Vicario
Apostolico di Makokou (Gabon) il Re-
verendo Padre Severin Nziengui Man-
gandza, C.S.Sp., finora Superiore Pro-
vinciale della Congregazione dello Spi-
rito Santo in Gabon e Guinea Equatoria-
le.
La nomina è stata resa nota il 6 gen-
naio.

sto Signore senza l’ispirazione e l’aiuto dello naria.

Spirito. Perciò ogni discepolo missionario In questo contesto ricordo anche il Vesco-
di Cristo è chiamato a riconoscere l’impor- vo francese Charles de Forbin-Janson, che Nomina episcopale in Gabon
tanza fondamentale dell’agire dello Spirito, iniziò l’Opera della Santa Infanzia per pro-
a vivere con Lui nel quotidiano e a ricevere muovere la missione tra i bambini con il Severin Nziengui Otélé in Camerun. Dal 2000 rocchiale a Saint Kisito a Ma-
costantemente forza e ispirazione da Lui. motto “I bambini evangelizzano i bambini, i Mangandza al 2003 ha studiato Filosofia kélékélé, Repubblica del Con-
Anzi, proprio quando ci sentiamo stanchi, bambini pregano per i bambini, i bambini vicario apostolico presso il Séminaire Spiritain go (2008-2011); studi presso
demotivati, smarriti, ricordiamoci di ricorre- aiutano i bambini di tutto il mondo”; come di Makokou Daniel Brottier a Libreville l’Institut Catholique de Paris
re allo Spirito Santo nella preghiera, la qua- pure la signora Jeanne Bigard, che diede vi- Nato il 21 febbraio 1970 a Li- ottenendone il diploma; ha (2011-2012); maestro dei novi-
le — voglio sottolineare ancora — ha un ruolo ta all’Opera di San Pietro Apostolo per il breville, in Gabon, ha conse- frequentato il noviziato a zi a Mbalmayo, Camerun
fondamentale nella vita missionaria, per la- sostegno dei seminaristi e dei sacerdoti in guito il baccalaureato (1995- Mbalmayo (2003-2004) e ha (2012-2014); direttore degli
sciarci ristorare e fortificare da Lui, sorgente terra di missione. Queste tre Opere missio- 1996) ed è entrato nella Con- conseguito la licenza in Teo- studi ed economo del Sémi-
divina inesauribile di nuove narie sono state riconosciute gregazione dello Spirito San- logia dogmatica presso l’Uni- naire Spiritain Daniel Brottier
energie e della gioia di con- come “pontificie” proprio to. Dal 1996 al 1999 ha studia- versité Catholique d’Afrique a Libreville (2014-2016). Dal
dividere con gli altri la vita cent’anni fa. Ed è stato pure to Filosofia, ottenendo la li- Centrale a Yaoundé (2004- 2016 finora è stato superiore
di Cristo. «Ricevere la gioia sotto l’ispirazione e la guida cenza presso l’Université 2007). Il 12 luglio 2008 è stato provinciale della Congrega-
dello Spirito è una grazia. dello Spirito Santo che il Omar Bongo nella capitale ordinato sacerdote. Successi- zione dello Spirito Santo
Ed è l’unica forza che possia- Beato Paolo Manna, nato 150 gabonese e dal 1999 al 2000 vamente ha svolto i seguenti C.S.Sp., in Gabon e Guinea
mo avere per predicare il anni or sono, fondò l’attuale ha svolto il postulandato a incarichi e studi: vicario par- Equatoriale.
Vangelo, per confessare la Pontificia Unione Missiona-
fede nel Signore» (Messaggio ria per sensibilizzare e ani-
alle Pontificie Opere Missionarie, mare alla missione i sacerdo-
21 maggio 2020). Così è lo ti, i religiosi e le religiose e
Spirito il vero protagonista
della missione: è Lui a do-
tutto il popolo di Dio. Di
quest’ultima Opera fece par-
Dalla stella alla stalla. L’inaudita logica di Dio
nare la parola giusta al mo- te lo stesso Paolo VI, che le
mento giusto nel modo giu- diede il riconoscimento pon- CONTINUA DA PAGINA 1 umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fi-
sto. tificio. Menziono queste no alla morte e alla morte di croce» (Fil 2, 6-9).
È alla luce dell’azione Pauline Jaricot quattro Pontificie Opere l’Angelus «Sorprende un gesto tanto umile Dio umilia se stesso. E lo fa da quel primo
dello Spirito Santo che vo- Missionarie per i loro grandi compiuto da uomini così illustri. Prostrarsi da- momento fino all’ultimo, quando in una scena
gliamo leggere anche gli anniversari missio- meriti storici e anche per invitarvi a gioire vanti a un’autorità che si presentava con i segni molto simile a quella di Betlemme, ancora una
nari di questo 2022. L’istituzione della Sacra con esse in questo anno speciale per le attivi- della potenza e della gloria era cosa abituale al volta sarà tra le braccia della madre che lo de-
Congregazione de propaganda fide, nel 1622, fu tà svolte a sostegno della missione evange- tempo. E anche oggi non sarebbe strano. Ma porrà in un’altra grotta, il sepolcro, scavata nella
motivata dal desiderio di promuovere il lizzatrice nella Chiesa universale e in quelle davanti al Bambino di Betlemme non è sempli- roccia. Il disegno di Dio, la sua “inaudita logi-
mandato missionario in nuovi territori. locali. Auspico che le Chiese locali possano ce. Non è facile adorare questo Dio, la cui divini- ca”, la piena condivisione dell’esistenza umana,
Un’intuizione provviden- trovare in queste Opere un tà rimane nascosta e non appare trionfante. Vuol si è compiuta. All’angelus del 2 gennaio il Papa
ziale! La Congregazione si è solido strumento per alimen- dire accogliere la grandezza di Dio, che si mani- aveva già sottolineato questo amore totale e to-
rivelata cruciale per rendere tare lo spirito missionario nel festa nella piccolezza: questo è il messaggio. I talmente gratuito del «Verbo che si fa carne per
la missione evangelizzatrice Popolo di Dio. magi si abbassano di fronte all’inaudita logica di condividere la nostra vita. Gesù è il Buon Pasto-
della Chiesa veramente tale, Cari fratelli e sorelle, con- Dio, accolgono il Signore non come lo immagi- re che viene a cercarci lì dove noi siamo: nei no-
indipendente cioè dalle in- tinuo a sognare la Chiesa tut- navano — grande, così —, ma così com’è, il Si- stri problemi, nella nostra miseria. Lì viene
gerenze dei poteri mondani, ta missionaria e una nuova gnore è piccolo, e povero. La loro prostrazione è Lui», e questo anche se noi «spesso ci teniamo a
al fine di costituire quelle stagione dell’azione missio- il segno di chi mette da parte le proprie idee e fa distanza da Dio perché pensiamo di non essere
Chiese locali che oggi mo- naria delle comunità cristia- spazio a Dio. Ci vuole umiltà per fare questo». degni di Lui […] Pensa alla stalla di Betlemme.
strano tanto vigore. Ci au- ne. E ripeto l’auspicio di Mo- Questa è forse la parola-chiave: umiltà, che ha Gesù è nato lì, in quella povertà, per dirti che
guriamo che, come nei sè per il popolo di Dio in a che fare proprio con l’humus, la terra. Dalle non teme certo di visitare il tuo cuore, di abitare
quattro secoli passati, la cammino: «Fossero tutti pro- stelle alla stalla è anche lo stesso cammino di una vita trasandata. È questa la parola: abitare.
Congregazione, con la luce feti nel popolo del Signore!» quel bambino per cui i Magi e i pastori si sono Abitare è il verbo che usa oggi il Vangelo per si-
e la forza dello Spirito, con- (Nm 11, 29). Sì, fossimo tutti messi in moto. Quel bambino è il «figlio dell’Al- gnificare questa realtà: esprime una condivisio-
tinui e intensifichi il suo la- noi nella Chiesa ciò che già tissimo» come era stato annunciato dall’angelo ne totale, una grande intimità».
voro nel coordinare, orga- siamo in virtù del battesimo: Gabriele a Maria, e ora è in un luogo bassissimo. Quel bambino è sceso dalle stelle, come dice
nizzare, animare le attività Il beato Paolo Manna profeti, testimoni, missionari Anche qui si sente l’aspro sapore dell’umiliazio- la famosa canzone natalizia, per abitare nelle no-
missionarie della Chiesa. del Signore! Con la forza del- ne ma si scopre che quel sapore può diventare stre stalle; a noi il compito di accoglierlo, anzi di
Lo stesso Spirito, che guida la Chiesa uni- lo Spirito Santo e fino agli estremi confini dolce. Perché racchiude misteriosamente un te- “invitarlo” come sottolinea il Papa: «Invitiamo-
versale, ispira anche uomini e donne sempli- della terra. Maria, Regina delle missioni, soro nascosto, un seme di speranza. Lo dice be- lo ufficialmente nella nostra vita, soprattutto
ci per missioni straordinarie. Ed è stato così prega per noi! ne san Paolo nell’inno cristologico della lettera nelle zone oscure [...] le nostre “stalle interiori”:
che una ragazza francese, Pauline Jaricot, ha ai Filippesi in cui parla di Gesù «il quale, pur es- ognuno di noi ne ha. E raccontiamogli senza
fondato esattamente 200 anni fa l’Associa- Roma, San Giovanni in Laterano, sendo di natura divina, non considerò un tesoro paura anche i problemi sociali, i problemi eccle-
zione della Propagazione della Fede; la sua 6 gennaio 2022, Epifania del Signore. geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò siali del nostro tempo; i problemi personali, an-
beatificazione si celebra in quest’anno giu- se stesso, assumendo la condizione di servo e di- che i più brutti: Dio ama abitare nella nostra
bilare. Pur in condizioni precarie, lei accolse venendo simile agli uomini; apparso in forma stalla».
pagina 4 L’OSSERVATORE ROMANO venerdì 7 gennaio 2022

Bombe Donne sempre più nel mirino

su un campo Parità di genere

profughi unica strada
nel Tigray:
3 morti
per contrastare le violenze
di ANNA LISA ANTONUCCI l’obbligo di essere accompa-
ADDIS ABEBA, 7. Tre rifu- gnate da un uomo della fami-

giati eritrei, due dei quali
bambini, sono rimasti uc-
cisi mercoledì in un attac-
co aereo al campo profu-
ghi di Mai Aini, nella re-
gione settentrionale del
Tigray, dove il governo
Pugno di ferro sulla rivolta per il gas etiope sta conducendo
una guerra contro i ribel-
«L
e donne custo- glia. La raccomandazione del
discono il “ministero” della Prevenzione
mondo». Le del vizio, che prima dello scor-
parole scelte so agosto era il ministero delle
dal Papa per il primo messag- Donne, invita inoltre gli autisti
gio dell’anno nuovo, con cui a non accettare donne sui loro
ha voluto sottolineare la gravi- veicoli che non indossino il ve-
tà della violenza sulle donne lo islamico.
nel mondo, trovano

Tenaglia li.
Nell’apprendere la tra-
gica notizia, l’Alto com-
eco in quelle spese,
tante volte, dal Segre-
tario generale delle In India una app

sul Kazakhstan missario delle Nazioni

CONTINUA DA PAGINA
fino all’Iran, la voce è una. So-
lidarietà con la guida del Pae-
se che sarebbe sotto attacco di
«attori stranieri» (dice Tehe-
ran) o di «forze esterne» (Pe-
chino).
Tutto quello che occorre
per riportare in equilibrio uno
dei punti d’appoggio del mer-
cato energetico globale — mer-
cato che ha accusato picchi di
febbre da martedì ad oggi —
sarà dunque fatto. L’agenzia
russa Interfax, non smentita
ed in contemporanea al mes-
saggio di Tokayev, ha annun-
ciato, non a caso, che l’invio in
Kazakhstan di «unità di pea-
ce-keeping» è garantito «inin-
terrottamente» da un ponte ae-
reo di 70 velivoli. Frase attri-
buita al ministro della Difesa.
La fotografia della situazio-
ne la danno i quattromila arre-
sti rivendicati dalle autorità
1 kazake, i 26 manifestanti mor-
ti e i 18 feriti (definiti senza
mezzi termini «banditi» «mi-
litanti armati» «terroristi»), i
18 agenti uccisi negli scontri.
Di trattative fra le parti non si
parla, nonostante gli inviti al-
la moderazione dell’Unione
Europea. Tokayev è stato
chiaro. Per lui «20.mila ban-
diti hanno preso d’assalto Al-
maty» (cuore economico del
Paese). E agli inviti alla me-
diazione la risposta è stata
l’ordine presidenziale di «spa-
rare senza preavviso e per uc-
cidere». Nel pomeriggio è at-
teso un altro discorso alla Na-
zione del presidente che ha
voluto ringraziare il presiden-
te russo Vladimir Putin e quel-
lo cinese Xi Jinping: il primo
per l’invio di truppe, il secon-
do per l’intervento a sostegno
del «ristabilimento dell’ordi-
ne dopo il caos».
Attentissimi alla situazione
gli Stati Uniti avvertono, con
il portavoce del dipartimento
di stato Ned Price, che l’am-
ministrazione «sorveglia» per
verificare eventuali abusi dei
diritti umani da parte delle
truppe russe in Kazakhstan. E
vigila anche su eventuali azio-
ni che possano gettare le basi
per una presa di controllo del-
le istituzioni del Kaza-
khstan».
I prezzi delle materie prime
minerarie e dei carburanti sui
mercati internazionali, al mo-
mento, continuano a risentire
della situazione. Il costo del
gas è salito ancora sui listini
europei e britannici. E nell’e-
volversi della crisi giocherà
anche un ruolo l’impennata
dei costi dell’uranio, dei quali
il Kazakhstan è fra i maggiori
produttori al mondo. Una cri-
si umanitaria attanagliata in
un viluppo di interessi inter-
nazionali.
Unite per i rifugiati, Fi-
lippo Grandi, si è detto
Nazioni Unite, Antó- metteva
nio Guterres secondo
cui i conflitti si posso- ”in vendita” all’asta
«profondamente rattrista- no ricomporre, la pace donne musulmane
to». si può realizzare grazie
Il conflitto armato in all’impegno delle don-
Etiopia rappresenta una ne.
delle questioni africane di Le donne sono abi-
maggiore criticità che la tuate a mediare, ad ascoltare, E in questa agghiacciante
comunità internazionale si ad aiutare gli altri: «Le madri, “classifica”, subito dopo le af-
trova ad affrontare. Inol- le donne — ha aggiunto il Pon- ghane, le donne più a rischio
tre, c’è il rischio che la tefice — guardando con il cuo- violenza sono quelle musul-
crisi possa coinvolgere al- re, riescono a tenere insieme i mane in India. Vittime ormai
tri Paesi vicini, come So- sogni e la concretezza». di attacchi crescenti in tutto il
malia, Eritrea, Sudan e È per questo che è necessa- Paese, le donne indiane di fede
Kenya. Secondo alcuni rio fare loro più spazio nella islamica hanno subito un en-
osservatori ed esperti di vita pubblica, consentire loro nesimo affronto odioso. Molte
politica internazionale, di raggiungere posti di respon- di loro, giornaliste, studentes-
l’estendersi del conflitto sabilità in modo che possano se, attiviste, ma anche semplici
nel Corno d’Africa po- fare sentire la propria voce e madri, si sono ritrovate “all’a-
trebbe provocare un eso- contribuire, con i loro sogni e sta” in rete con nomi e cogno-
do di oltre due milioni di la loro concretezza, a migliora- mi, informazioni dettagliate, e,
profughi verso l’Europa. re il mondo. Favorire dunque sotto le foto, la scritta «affare
Già da diversi mesi la parità di genere è anche l’u- del giorno». E se la misoginia
l’Unione europea e gli nica vera strada per contrasta- impregna l’estremismo violen-
Stati Uniti collaborano re la violenza sulle donne. to e nei territori in conflitto la
nel tentativo di porre fine Gli abusi, le molestie ses- violenza sulle donne è un’ar-
ai sanguinosi scontri ar- suali nei luoghi di lavoro, i ri- ma di guerra, i pregiudizi di
mati, ma il compito si catti, i matrimoni precoci, la genere resistono ovunque. Ma
presenta tutt’altro che violenza domestica, ma anche il cambiamento è possibile.
semplice. la negazione del diritto all’i-
struzione, di cui sono vittime
tante, troppe, ragazze nel
mondo, sono il frutto di una

Un anno dopo l’assalto a Capitol Hill

DAL MOND O
Biden attacca Trump
Vertice della Nato
sull’Ucraina
I ministri degli Esteri della Nato si riuniscono
WASHINGTON, 7. «Le elezioni del
2020 sono state la più grande dimo-
oggi in videoconferenza per discutere della si- strazione di democrazia nella storia di
tuazione al confine orientale dell’Ucraina, dove questo Paese», ha dichiarato ieri il
da settimane la Russia ha ammassato le sue presidente degli Stati Uniti, Joe Bi-
truppe, e di più ampie questione di sicurezza. den, nel discorso per il primo anniver-
Lo riferisce la stessa Alleanza atlantica. L’incon- sario dell’assalto al Congresso da par-
tro sarà presieduto dal segretario generale della te dei sostenitori estremisti di Donald
Nato, Jens Stoltenberg. Trump. Nel suo intervento, Biden ha
attaccato l’ex presidente, che — ha det-
to — «ha creato e diffuso bugie sulle
Per l’Iran, costruttivi i colloqui elezioni del 2020», perché «il suo ego
di Vienna sul nucleare conta più della nostra democrazia o
della nostra costituzione». Poi ha lan-
L’Iran ha definito «costruttivi» i colloqui sul ciato un appello ai repubblicani: «Ab-
nucleare in corso a Vienna. La trattativa avviata bandonate Trump, è un violento».
il 29 novembre nella capitale austriaca «punta Nel ricordare l’assedio a Capitol
ad ottenere risultati», ha affermato il vicemini- Hill, Biden ha detto che «la democra-
stro degli Esteri iraniano, Ali Bagheri Kani, che zia è stata attaccata. La nostra costitu-
è anche il capo negoziatore per il nucleare di zione ha affrontato la più grave delle
Teheran. minacce». Tuttavia, «la nostra demo-
crazia ha resistito — ha aggiunto Bi-
den —, noi persone abbiamo soppor-
Haiti: uccisi tato. Noi popolo prevaliamo. E, in
due giornalisti questo giorno del ricordo, dobbiamo
assicurarci che un simile attacco non
Due giornalisti haitiani sono stati assassinati ieri accada mai più». Biden si è rivolto in
alla periferia della capitale, Port-au-Prince, tea- primis agli americani, ma anche al
tro di intensi combattimenti tra diverse bande mondo intero. Non sono infatti man-
criminali che cercano di assicurarsi il suo con- cati i riferimenti ad altri Paesi: secon-
trollo. I reporter sono rimasti uccisi durante una do Biden, alcune potenze «scommet-
sparatoria, dalla quale un terzo giornalista che li tono che la democrazia abbia i giorni i
accompagnava è riuscito a fuggire. contati» e credono che «l'America di-
concezione che da sempre
mette le donne un gradino più
in basso degli uomini, le consi-
dera inferiori e dunque quasi
una proprietà dell’uomo. È an-
che per questo che ogni gior-
no, secondo una stima che rac-
conta un vero e proprio bollet-
tino di guerra, 137 donne nel
mondo perdono la vita per
mano di un membro della fa-
miglia, che sia padre, fratello,
compagno o marito.
E senza arrivare a quelle
che, in questa pandemia na-
scosta che è la violenza sulle
donne, hanno perso la vita, i
numeri dicono che una donna
su 3 in tutto il mondo almeno
una volta ha subito violenza fi-
sica o sessuale. Una violenza
che non è inevitabile se ci si
continua a indignare ogni vol-
venterà più simile a loro e meno simile ta che accade un fatto come
a noi». Ma Biden ha specificato che quello avvenuto in questi gior-
«io non credo ciò. Non è quello che ni in India, dove una app —
siamo. Non è quello che siamo mai chiusa dalle autorità — ha mes-
stati. E non è quello che dovremmo so in vendita donne musulma-
mai essere». ne. Perché, incredibile ma ve-
Trump, che ha annullato il suo di- ro, esiste anche una “classifica”
scorso previsto per ieri, risponderà sa- della violenza sulle donne. Le
bato 15 gennaio con un comizio a Flo- afghane sono al momento
rence, Arizona. Per ora, si è limitato a quelle più a rischio, dopo il ri-
rispondere dicendo che il presidente torno al potere dei talebani
Biden «ha usato oggi il mio nome per che di giorno in giorno riduco-
cercare di dividere ulteriormente l’A- no gli spazi di libertà delle
merica». Le elezioni di midterm, pre- donne in Afghanistan. È di
viste per novembre, si avvicinano. La pochi giorni fa il divieto intro-
sfida è appena iniziata. dotto a viaggiare da sole e
Alle afghane
vietati
anche i bagni
pubblici
KABUL, 7. Nell’Afghanistan
dei talebani non si fermano
i soprusi contro le donne,
alle quali è stato anche vie-
tato di usare i bagni pub-
blici. La decisione è stata
adottata all’unanimità dal-
le autorità del nuovo “mi-
nistero” per la Promozione
della virtù e la Prevenzione
del vizio.
Il provvedimento priva
le donne della possibilità
di lavarsi in un Paese dove
pochi possono permettersi
stanze da bagno in casa.
«Dato che nelle case la
gente non ha bagni moder-
ni, gli uomini possono an-
dare ai bagni pubblici, ma
le donne devono usare ba-
gni privati e tenere sempre
addosso l’hijab», ha sen-
tenziato un responsabile
del “ministero”, secondo
quanto riferisce l’agenzia
di stampa afghana Jaama
Press. I bagni pubblici so-
no stati vietati anche ai mi-
norenni.

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A
venerdì 7 gennaio 2022
atlante
C R O N A C H E
AGRICULTURA
A colloquio con Angelo Frascarelli, presidente di Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare
Transizione ecologica e innovazione “a tutto campo”
I
di DAVIDE DIONISI
l contadino di ieri è diventato l’o-
peratore agricolo di oggi e a lui è
stato affidato il compito di produr-
re ricchezza e benessere. Chi si oc-
cupa del settore è consapevole che
le trasformazioni in atto richiedo-
no sempre meno intuizione e sem-
pre più conoscenza scientifica. La
figura, un po’ romantica, del con-
tadino si è dunque trasformata in
quella di un imprenditore impe-
gnato in un settore di punta, para-
gonabile all’industria pensante,
nella quale ad ogni posto di lavoro
corrisponde un investimento note-
vole di capitale e la necessità di un
supporto di consulenza e profes-
sionalità, basato sulle conoscenze
in materia di sostenibilità, transi-
zione ecologica ed innovazione.
Solo così il comparto agricolo non
correrà il rischio di essere trascura-
to come avvenne al momento del
passaggio dalla società rurale a
quella industriale.
Per Angelo Frascarelli, presi-
dente di Ismea, l’Istituto di servizi
per il mercato agricolo alimentare,
«il futuro dell’agricoltura conti-
nuerà a essere trainato dalle richie-
ste del consumatore che, tramite le
scelte di acquisto, guiderà l’agri-
coltore ad adeguare i propri meto-
di di produzione verso un’offerta
quantitativamente adeguata, so-
stenibile e a prezzi accessibili.
Spesso ci poniamo la domanda se i
consumatori siano disponibili a
L’OSSERVATORE ROMANO
D I U N
pagare per metodi di produzione
più sostenibili; la risposta è sì, sono
disponibili a pagare di più, ma non
troppo. Il modello di agricoltura
del futuro sarà l’agricoltura smart.
Gli agricoltori svolgeranno la fun-
zione produttiva e congiuntamen-
te di custodia delle risorse ambien-
tali come suolo, paesaggio, acqua,
aria e biodiversità e garantiranno
funzioni essenziali di assorbimen-
to del carbonio e di fornitura di
fonti rinnovabili di energia. Ci at-
tende una stagione di grandissime
innovazioni (dalla meccanica alla
genetica, dal digitale alla roboti-
ca), perché la sostenibilità si conse-
gue con l’innovazione e non con il
ritorno all’agricoltura del passa-
to».
La pandemia ha dettato agli agricoltori
nuove strategie e nuovi approcci. Cosa è
realmente cambiato?
L’agricoltura e l’agroalimentare
sono considerati notoriamente co-
me settori anticiclici: quando l’e-
conomia va bene l’agroalimentare,
soprattutto l’agricoltura, perde
d’importanza, ma quando l’econo-
mia è in recessione, l’agroalimenta-
re resiste meglio degli altri settori.
Ma nel medio periodo, anche l’a-
gricoltura ha risentito dei cambia-
menti imposti dalla crisi sanitaria.
La pandemia ha accresciuto l’at-
tenzione del cittadino e del consu-
matore verso un nuovo modello di
crescita, ritenendo che il modello
economico attuale è insostenibile.
Una filiera
rivolta alla circolarità
SILVIA CAMISASCA
M O N D O G L O B A L I Z Z A T O
Questa consapevolezza ha portato
i consumatori a privilegiare i pro-
dotti del territorio o comunque ita-
liani e a prestare una maggiore at-
tenzione ai metodi di produzione.
Stiamo assistendo, infatti, a un cre-
scente orientamento verso una fi-
liera agroalimentare più corta e so-
stenibile, dove per filiera corta non
si intende solo la prossimità geo-
grafica, ma anche quella informati-
va. Ed è in questo scenario che le
soluzioni digitali diventano sem-
pre più importanti, in quanto in
grado di contribuire alla raccolta e
valorizzazione dei dati lungo tutta
la filiera, riducendo la distanza con
il consumatore finale e trasmetten-
dogli informazioni di valore sul
prodotto. In sintesi, la pandemia
ha premiato il modello agricolo
italiano.
Il leit motiv anche nel settore agricolo è “so-
stenibilità”. Secondo l’agenda 2030 sarà
necessario implementare la produttività e
al tempo stesso ridurre le emissioni. Utopia
o traguardo possibile?
Transizione ecologica e innova-
zione sono le parole chiave della
politica europea per l’agricoltura.
Il percorso è obbligato e raggiun-
gibile, non è un’utopia, non è una
moda. Sono i cittadini e i consu-
matori che guidano l’economia e
privilegiano modelli agroecologi-
ci e digitali. Anche la politica va in
questa direzione. Terminata la
programmazione della Pac 2014-
2020, siamo ora in una fase crucia-
Il business
dell’uranio africano
ALLE PAGINE II E III
le di passaggio, pronti per far par-
tire la nuova Pac con due grandi
strategie a guidare le scelte nel set-
tore agricolo: farm to fork e la stra-
tegia sulla biodiversità. Entrambe
rappresentano la declinazione
agricola del più generale Green
Deal il cui obiettivo è raggiungere
la neutralità climatica entro il
2050. La strategia farm to fork, in
particolare, ha come prerogativa
che il sistema agroalimentare ga-
rantisca la produzione in quantità
e qualità con una attenzione alla
salute e all’ambiente senza pena-
lizzare gli agricoltori. La strategia
mira a un minor ricorso alla chimi-
ca e agli antibiotici, ad esempio
ponendo l’obiettivo di riduzione
del 50% dell’uso dei pesticidi en-
tro 2030, e la diffusione di nuovi
metodi di produzione, ad esempio
ponendo l’obiettivo di raggiunge-
re il 25% terreni dedicati al biolo-
gico. Si tratta di obiettivi forte-
mente voluti da consumatori e cit-
tadini che spinge le filiere verso
una maggiore transizione ecologi-
ca. Affinché questa strategia si
concretizzi c’è bisogno di innova-
zione, un’agricoltura smart, attra-
verso genetica, agricoltura di pre-
cisione, robotica, blockchain. Biso-
gna poi guardare alla sostenibilità
e alla resilienza in un contesto di
rilevanti mutamenti climatici e,
quindi, alla capacità di adatta-
mento e alla gestione del rischio ai
fini della tutela del reddito del
reddito degli agricoltori.
pagina I
GIULIO ALBANESE A PAGINA IV
A che punto siamo con il ricambio genera-
zionale nel mondo dell’impresa agricola?
Il rinnovo generazionale nelle
campagne e lo spopolamento delle
aree rurali è un problema struttura-
le tuttora esistente e che riguarda
non solo l’Italia ma tutte le econo-
mie avanzate. Negli ultimi anni si è
assistito a un fenomeno in contro-
tendenza: un aumento consistente
di nuove iniziative imprenditoriali
da parte di giovani, che, nonostan-
te le note difficoltà di accesso al ca-
pitale fondiario, hanno deciso di
intraprendere un’attività agricola.
Un fenomeno in cui riteniamo che
anche l’Ismea abbia offerto il suo
contributo, grazie alla Banca na-
zionale delle terre agricole che dal
2017 ad oggi ha rimesso in circolo
ben 530 terreni per un totale di
15.478 ettari. Nei primi tre lotti di
vendita sono state ben 94 le azien-
de acquistate da giovani grazie al-
l’aiuto di Ismea, oltre il 71% delle
stipule complessive, mentre è an-
cora presto per tracciare un bilan-
cio dell’ultimo bando, quello del
2021, in quanto non si è ancora
concluso l’iter istruttorio, ma sono
stati messi in vendita ben 624 terre-
ni per più di 16.000 ettari.
Economia internazionale e globalizzazione
mutano costantemente i sistemi produttivi.
Puntare sui cosiddetti “grandi” produttori,
oppure su servizi che abbiano una caratte-
rizzazione e una identità?
SEGUE A PAGINA IV
pagina II venerdì 7 gennaio 2022 L’OSSERVATO

Dalle periferie inquinamento da plastica: una minaccia

Fao: inquinamento da plastica pervasivo
anche nei terreni agricoli
Non solo il mare, ma anche i terreni agricoli
sono contaminati dalla plastica. Lo evidenzia
un nuovo rapporto della Fao, secondo cui la
terra che usiamo per coltivare il nostro cibo è
contaminata da quantità molto maggiori di
ancora maggiore per la sicurezza alimentare, la
Aumenta il numero di affamati
nella regione Asia-Pacifico
salute delle persone e l’ambiente. Secondo i Lo stato della sicurezza alimentare e della
dati raccolti dagli esperti dell’agenzia, le nutrizione in Asia e nel Pacifico è peggiorato.
catene del valore agricole utilizzano ogni anno Si calcola che oltre 375 milioni di persone in
12,5 milioni di tonnellate di prodotti in quella macro-area del mondo hanno affrontato
plastica. Altre 37,3 milioni di tonnellate la fame nell’arco del 2020, con un aumento di
vengono utilizzate negli imballaggi alimentari. 54 milioni rispetto all’anno precedente. Lo ha
Si stima che l’Asia sia il maggior utilizzatore reso noto un rapporto congiunto della Fao e
di plastica nella produzione agricola, dell’Unicef sulla Panoramica regionale 2021

A
rappresentando quasi la metà dell’utilizzo sulla sicurezza alimentare e la nutrizione.
globale. Secondo il documento, mentre il bisogno
atlante

Una filiera
In India il settore contribuisce alla produzione di appena il 20% del Pil

Tra tradizione
e innovazione
rivolta

L’
Le fattorie più grandi devono im-

di ANDREA WALTON
agricoltura è uno dei pilastri fonda-
mentali per il tessuto economico e so-
ciale dell’India. Il 42 per cento della
forza lavoro del Paese è impiegato nel
settore primario, che comprende an-
alla circolarità
portare lavoratori dagli angoli più re-
moti della nazione oppure dall’estero.
I giovani non vogliono seguire le or-
me dei propri avi e desiderano una vi-
ta più comoda nelle grandi città acco-
dandosi. Non sempre, però, si tratta

che le attività forestali, di pesca e
quelle minerarie mentre il cinquantot-
to per cento della popolazione trae
sostentamento dai proventi derivanti
dalla coltivazione della terra.
Il mercato alimentare indiano è il
sesto più grande del mondo anche se
il settore agricolo contribuisce alla
produzione di appena il venti per
cento del prodotto interno lordo na-
zionale. Gli Stati più produttivi sono
quelli dell’India centrosettentrionale e
tra questi spiccano l’Assam, dedito al-
la coltivazione del tè, il Madhya Pra-
desh, dove il sessantacinque per cento
della forza lavoro è impiegato nei
campi e l’Uttar Pradesh, che ha deci-
so di puntare tutto sulla canna da
zucchero.
L’arretratezza dell’agricoltura in In-
dia è legata a diversi fattori che sono
L
di una scelta vincente dato che le città
possono offrire maggiori opportunità
ma anche marginalizzazione.
Un agricoltore indiano lavora mol-
to duramente e raggiunge il suo cam-
po, con l’aratro ed il bestiame, prima
che il sole sia sorto. Sosta qui tutto il
giorno in balia delle avversità del tem-
po e delle stagioni calde e fredde.
L’unica pausa è quella di metà giorna-
ta, quando viene consumato il pranzo
sotto l’ombra degli alberi. Poi rico-
mincia a lavorare e smette di farlo
quando arriva l’oscurità. La sua vita
fuori dei campi è altrettanto dura.
L’assenza di cliniche rende le malattie
pericolose e potenzialmente letali. Le
capanne di fango usate come case
possono crollare a causa della pioggia
e gli oggetti che possiede pos-
sono essere distrutti. Ogni gior-
nata vissuta è una vera conqui-
sta.
Il governo indiano, guidato
dal premier Narendra Modi, ha
varato una riforma agraria nel
settembre del 2020 per provare
a semplificare il settore e contri-
buire alla modernizzazione del
Paese. La riforma constava di
tre leggi che avrebbero consen-
tito agli agricoltori di vendere i
prodotti alle aziende private
senza passare dai mercati all’in-
grosso regolamentati dallo Sta-
to. I mercati garantiscono, però,
un prezzo minimo d’acquisto
considerato una tutela irrinun-
ciabile da parte dei produttori.
La volontà dell’esecutivo, inten-
zionato ad affrontare il proble-
ma dei cronici sprechi alimenta-
ri e le inefficienze dei sussidi, si
è scontrata con la rabbia dei
contadini indiani e ne è uscita per-
dente.
Sostenibilità
di SILVIA CAMISASCA
a prosperità dei popoli è indissolubil-
mente legata alla salute dei suoli: sup-
portano la vita sulla Terra in ogni sua
forma, sono la fonte primaria di cibo e
risorse, filtrano l’acqua, regolano il cli-
ma e sono alla base della biodiversità.
Eppure, continuiamo a considerare il
suolo un substrato senza valore, lo ab-
biamo danneggiato e degradato, di-
menticando che non è rinnovabile: l’a-
zione antropica lo ha compromesso co-
me mai nella storia dell’umanità.
Negli ultimi 150 anni, infatti, oltre la
metà del suolo terrestre è stata danneg-
giata (Wwf, 2018): un degrado accom-
pagnato dalla riduzione di più del 50%
dello stock di carbonio organico pre-
sente nei terreni coltivati, con oltre 2
miliardi di ettari impoveriti a livello
globale. Non solo: poiché i suoli sog-
getti a degrado costituiscono una signi-
ficativa fonte di emissione di Co2 in at-
mosfera, a seguito di questo processo,
si è liberata in atmosfera una quota per
nulla trascurabile (176 gigatone) di car-
bonio rispetto agli 800 gigatone attual-
mente presenti.
Per altro, questo deposito di carbo-
nio nel suolo non è fisso o permanente:
«Destinare ad uso diverso un suolo, ad
esempio da pascolo a foresta, altera no-
tevolmente l'equilibrio del carbonio im-
magazzinato; in particolare, influenza
la sostanza organica, quindi, i livelli di
carbonio atmosferico e, per estensione,
il sistema climatico globale e la qualità
della vita per l’uomo, specialmente in
alcune regioni del mondo, in cui la pre-
carietà sociale e l’estrema povertà spie-
gano le conseguenti migrazioni», spie-
ga Piero Manzoni, fondatore di Neoru-
raleHub, un modello di impresa che,
nologie d’avanguardia, dalla bloc-
kchain ai sistemi di monitoraggio con
droni, sperimenta da 25 anni alle porte
di Milano un approccio teso alla ri-car-
bonizzazione del terreno.
I suoli ad alto contenuto di sostanza
organica, essendo più strutturati e coe-
si, sviluppano una maggior resilienza
rispetto a siccità ed erosione, proprio in
quanto più porosi, risultando, in ultima
analisi, molto più fertili: «La sostanza
organica, in altre parole, agisce da
strutturante, trattiene l’umidità, favori-
sce la biodiversità ed è un coadiuvante
ai cambiamenti climatici», sintetizza
Manzoni, aggiungendo che «in virtù
dei benefici fisici e biochimici dovuti
alla sua presenza, il carbonio risulta an-
che un ottimo parametro per stimare la
salute e la qualità del suolo».
Si stima che il costo finanziario asso-
ciato al degrado del suolo per mancan-
za di sostanza organica superi nell’Ue i
38 miliardi di euro l’anno, con una con-
seguente perdita di raccolto valutata ol-
tre 1,25 miliardi di euro annui, mentre
negli Usa ammonta almeno a 44 miliar-
di di dollari all’anno. Pensiamo a quale
impatto generi tutto ciò nelle aree del
pianeta in fase di desertificazione, quali
conseguenze sulle comunità locali, sul-
l’approvvigionamento di cibo, acqua ed
altre fonti primarie di sussistenza. Per
rispettare gli accordi internazionali di
riduzione di emissioni carboniche, oc-
correrà prevedere incentivi finanziari ri-
volti a favorire attività di cattura e stoc-
caggio del carbonio presente in atmo-
sfera: a tale scopo, il settore agricolo è
il più promettente, avendo caratteristi-
che tali per cui risulta naturalmente
predisposto a passare da significativa
fonte di emissioni di gas serra a ecosi-
stema per la riduzione ed assorbimento

rinforzati da un circolo vizioso di po-
vertà. La produttività agricola risente
della suddivisione e frammentazione
dei possedimenti che impediscono l’a-
dozione delle tecniche più avanzate di
coltivazione, i contadini sono schiac-
ciati da prestiti improduttivi contratti
per ragioni sociali ma difficilmente
estinguibili, le strutture per l’irrigazio-
ne sono inadeguate, poco presenti e
mal sfruttate. L’importanza della tec-
nologia moderna è sottovalutata, le
sementi vengono piantate sfruttando
metodi arcaici che influiscono sulla
loro qualità e l’uso dei fertilizzanti
chimici è poco diffuso.
La presenza di calamità naturali ri-
correnti e l’erosione del suolo sono
ostacoli imprevedibili ma anche molto
difficili da superare mentre la scarsa
qualità del bestiame è un problema
molto complesso da affrontare. L’indi-
catore più chiaro dei problemi dell’a-
gricoltura come professione è la caren-
za di manodopera riscontrata in alcu-
ne aree.
Manifestazioni e cortei hanno para- combinando ricerca di frontiera e tec- di Co2 (a breve e lungo termine), au-
lizzato le principali città per oltre un
anno finché il governo non ha rinun-
ciato ai suoi propositi ed ha accettato
l’abrogazione delle norme da parte
del Parlamento.
Il futuro dell’agricoltura è molto
importante per i pianificatori e tutte
le parti interessate e c’è bisogno di la-
vorare su tecnologie che consentano
di risparmiare tutelando l’ambiente e
le risorse naturali. Diverse imprese
guidate da giovani hanno voluto inve-
stire nell’agricoltura ed è probabile
che l’effetto cumulato di queste azioni
possa portare a cambiamenti radicali
in futuro.
La pandemia di covid-19, come rife-
rito da alcuni esperti, ha dato un forte
impulso all’automazione ed al settore
agri-tecnologico e questo potrebbe ri-
velarsi uno degli effetti indiretti e me-
no tragici dell’emergenza sanitaria che
è tuttora in corso nel mondo. L’evo-
luzione dello scenario, dunque, andrà
monitorata nel corso del tempo.
ORE ROMANO venerdì 7 gennaio 2022 pagina III

insoddisfatto di cibo aumenta, cresce anche Milioni di persone in Africa di protezione in un contesto sempre più
l'accesso a cibi per niente nutrienti e del tutto al limite della sopravvivenza volatile». L’impatto combinato sulle persone
inadeguati. Per l'Asia and the Pacific Regional Nell’Africa occidentale e centrale, la più vulnerabili è devastante e causa necessità
Overview of Food Security and Nutrition confluenza di conflitti e violenza, profonda persistenti e in rapida escalation. Più di una
2021, solo in questa regione del mondo, più di povertà e insicurezza, hanno significativamente persona su dieci — oltre 61 milioni di persone,
un miliardo di persone nel 2020 non ha avuto colpito nel 2021 l’agricoltura, il commercio e la quasi 15 milioni in più rispetto a un anno fa, la
un accesso al cibo sufficientemente adatto per transumanza, compromettendo i mezzi di più alta casistica registrata dal 2016 — avrà
una sopravvivenza regolare e dignitosa, con un sussistenza di milioni di persone. Lo evidenzia bisogno di assistenza e protezione nel 2022. La
aumento di quasi 150 milioni di persone in un l’ultimo rapporto dell’Ocha, l’Ufficio delle violenza e gli shock climatici sono stati i
solo anno. Una realtà che si aggiunge ai livelli Nazioni Unite per gli Affari umanitari. Ocha principali motori della drammatica crisi.

A
persistentemente elevati di povertà e riferisce che nelle regioni colpite dai conflitti, i
disuguaglianza di reddito. civili stanno affrontando «una drammatica crisi
atlante

Biofortificare riso e mais contro la fame nascosta

La scienza al servizio
dell’agricoltura
contro la malnutrizione

mentando, allo stesso tempo, fertilità e
stabilità dei terreni.
Rivedendo i processi di trattamento
e lavorazione dei suoli agricoli, nell’ar-
co di un ventennio, in Europa, si po-
trebbero stoccare da 2,2 a 4,6 Gt di car-
bonio, e, a livello globale, lo stoccaggio
aumenterebbe di 18-37 Gt. «A Neorura-
leHub abbiamo adottato tecniche di
gestione sostenibili e rigenerative del
terreno, tra cui metodi efficaci per au-
mentare le scorte di sostanza organica
o la riduzione delle lavorazioni a forte
impatto, o ancora, l’impiego di ammen-
danti del suolo, come compost e reflui
zootecnici, che ne migliorano la salute
e ricostituiscono gli stock di carbonio»,
sottolinea Piero Manzoni.
Anche il settore agricolo deve com-
piere una propria “transizione”, passan-
do dall’approccio aggressivo, tradizio-
nalmente seguito in questi decenni che
L
di ANNALISA ANTONUCCI getti di biofortificazione in varie parti del mon-
do a cominciare dallo Zimbabwe, in Africa me-
a scienza al servizio dell’agricoltura e contro la ridionale dove, in collaborazione con le autorità
fame nel mondo. Questo potrebbe essere lo slo- locali, è stata introdotta e favorita la coltivazio-
gan per promuovere la biofortificazione, un ter- ne del mais arancione, arricchito con vitamina A
mine ancora troppo poco familiare ma che, se- e i fagioli fortificati con zinco e ferro. Nelle Fi-
condo i ricercatori, rappresenta la nuova sfida lippine oggi si coltiva il Golden Rice, una varie-
ora, poiché le assegnazioni di emissioni per combattere la malnutrizione
per il nostro paese prevedono (nel pe- sia nei Paesi in via di sviluppo
riodo 2021-2030) una riduzione annua- che in quelli industrializzati, do-
le di 4.7 M di tonnellate di Co2, baste- ve l’abbondanza di junk food
rebbe il contributo del 17% dei terreni provoca gravi danni alla salute.
per raggiungere gli standard previsti E la biofortificazione è tanto più
dagli accordi di Parigi. «A tale scopo, a necessaria là dove la carenza di
NeoruraleHub abbiamo già sviluppato cibo non sembra così grave, ma
una piattaforma Blockchain che certifi- esiste la cosiddetta “fame nasco-
chi e renda trasparenti gli aspetti am- sta”.
bientali del sequestro di Co2, oltre ad Un fenomeno che riguarda ol-
avere impostato una serie di tecnologie tre due miliardi di persone al
abilitanti per fertilizzare il suolo con mondo che, sembrano consuma-
una sostanza organica naturale, proces- re una quantità adeguata di cibo
sata dagli scarti, che permetta di non ma, utilizzando alimenti privi
arare, contribuendo a salvare la biodi- delle vitamine e dei minerali ne-
versità», racconta Manzoni. cessari all’organismo, maschera-
Il riferimento alla sostenibilità è a no una fame invisibile che colpi-
360°: dal risparmio di risorse prime — sce la salute e il benessere delle
minimo consumo di acqua a fini irrigui persone.
e di combustibili fossili per estrarla — Gli insufficienti introiti di mi-
all’impiego di fonti rinnovabili, così da cronutrienti come zinco, ferro e
Impegno verso i deboli

ha portato alla disaggregazione dei ter- trasformare il territorio nel motore pro- vitamina A possono causare, in-
reni e all'ossidazione/mineralizzazione pulsore di tutta una filiera rivolta alla fatti, danni profondi e irrepara-
del carbonio contenuto, alle pratiche circolarità, alla rigenerazione della bio- bili al corpo: cecità, arresto della
agronomiche a ridotto/nullo impatto, diversità e alla lotta al cambiamento crescita, ritardo mentale, diffi-
che hanno una capacità provata di rico- climatico. In questo contesto, lo stesso coltà di apprendimento, bassa
stituire gli stock di carbonio nei terreni agricoltore assume un ruolo e respon- capacità lavorativa e persino morte prematura. tà di riso geneticamente modificata per aumen-
agricoli di 0,09-0,12 Gt all’anno in Eu- sabilità nuove, divenendo una sorta di Il riso in Asia e il mais in Africa, che sono alla tarne i livelli di provitamina A, mentre in Brasile
ropa occidentale. Invertire il paradigma paladino del paesaggio e del territorio base dell’alimentazione di queste popolazioni, il governo sta spingendo la diffusione di varietà
nel rapporto con la terra, determinereb- di cui è gestore e divenendo protagoni- sono ricchi di amido ma carenti, appunto, di vi- di riso, manioca, patata dolce, zucca, mais, gra-
be benefici “collaterali” sui molteplici sta di una transizione ecologica, la cui tamina A e ciò comporta che un numero enor- no e fagioli arricchiti di ferro, zinco e vitamine.
servizi ecosistemici connessi al compar- funzione non si esaurisce nel garantire me di persone perdono la vista e troppi bambini In Colombia dall’ottobre scorso, si coltiva il
to agricolo. All’Italia, ad esempio, che la disponibilità e reperibilità di pro- al di sotto dei cinque anni muoiono a causa di primo riso zincato biofortificato che si prevede
ha una superficie agricola disponibile dotti primari, come dimostrato durante malattie superabili con una dieta varia. Dunque genererà una forte domanda nei mercati rurali
pari a 128.138 km2, corrisponde una ca- la pandemia, ma produrrebbe esterna- l’obiettivo è aumentare la quantità di micronu- dati i suoi benefici per la salute. Il riso è una
pacità media annuale di stoccare carbo- lità positive a beneficio dell’intera co- trienti biodisponibili in alimenti vegetali per il parte significativa dell'economia e delle diete
nio di 7,5 milioni di tonnellate di C: munità. consumo umano. Si tratta di rendere questi ali- colombiane, renderlo più ricco è una grande
menti più nutrienti man mano che le piante cre- opportunità per migliorare la nutrizione in par-
scono, grazie a differen- ticolare dei bambini. Il
ti approcci, come tecni- 43% dei minori di età
che di ingegneria gene- compresa tra 1 e 4 anni
tica, sistemi convenzio- La “fame nascosta” è un fenomeno in Colombia, secondo
DAL MOND O nali di miglioramento che riguarda oltre due miliardi il National Survey on
genetico delle piante o Nutrition (Encuesta
Obiettivo 3 dell’Agenda 2030 dell’Onu: «Porre fine alla fame, interventi di tipo agro- di persone al mondo. Utilizzando Nacional de la Situa-
raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione nomico. alimenti privi di vitamine e minerali ción Nutricional), sof-
e promuovere un’agricoltura sostenibile» Non è più necessa- fre infatti di carenza di
rio, dunque, intervenire necessari all’organismo, mascherano zinco, mentre il 62%
Se gestite bene, agricoltura, silvicoltura e pesca possono offrire cibo nutriente per come si è fatto finora una fame invisibile soffre di anemia.
tutti e generare redditi adeguati, sostenendo uno sviluppo rurale centrato sulle perso- con nutrimenti aggiun- E per fugare ogni
ne e proteggendo l’ambiente allo stesso tempo. tivi ad un prodotto ali- che colpisce salute e benessere. pregiudizio e incorag-
I maggiori problemi di denutrizione si rilevano in Asia meridionale, con quasi 281 mentare per migliorar- giare le comunità a
milioni di persone denutrite. In Africa subsahariana, le proiezioni per il periodo ne la qualità nutrizio- produrre vegetali for-
2014-2016 indicano un tasso di denutrizione di quasi il 23%. La malnutrizione provo- nale e per aumentarne i tificati la Fao ha previ-
ca quasi la metà (45%) delle morti nei bambini al di sotto dei cinque anni. livelli di assunzione nella popolazione (il caso sto e sostiene, in collaborazione con le autorità
L’agricoltura è il settore che impiega il maggior numero di persone in tutto il mon- più frequente sono gli alimenti per l’infanzia). locali, campagne di comunicazione per favorire
do, fornendo mezzi di sostentamento per il 40% della popolazione mondiale. È la La gran parte della popolazione rurale nel la domanda e i cambiamenti comportamentali.
principale fonte di reddito e di lavoro per le famiglie rurali più povere. 500 milioni di mondo ha infatti raramente accesso a cibi forti- Per sensibilizzare, informare e formare
piccole aziende agricole nel mondo, la maggior parte delle quali dipende da risorse ficati commercialmente, o può permettersi di gli agricoltori su come produrre questa va-
piovane, forniscono l’80% del cibo che si consuma nella maggior parte del mondo assumere integratori, per questo la nuova fron- rietà di alimenti la Fao collabora, infine,
sviluppato. Investire nei piccoli agricoltori, sia donne sia uomini, è la strada migliore tiera è la biofortificazione, considerata inoltre all’organizzazione di fiere locali, siti di-
per aumentare la sicurezza alimentare e la nutrizione dei più poveri, e per aumentare sostenibile e molto efficiente in termini di co- mostrativi, centri di eccellenza e scuole
la produzione alimentare per i mercati locali e globali. sti. agricole. È auspicabile infine, secondo
Entro il 2030, bisogna raddoppiare la produttività agricola e il reddito dei produttori L’impegno della Fao, l’Organizzazione delle l’O rganizzazione dell’O nu, l’intro duzio-
di cibo su piccola scala, in particolare le donne, i popoli indigeni, le famiglie di agri- Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltu- ne di questi alimenti, nella refezione scola-
coltori, i pastori e i pescatori. ra, in questo senso è importante e sostiene pro- stica.
pagina IV L’OSSERVATORE ROMANO venerdì 7 gennaio 2022

Darfur: il Wfp ferma le operazioni a causa dei saccheggi

Il Programma alimentare mondiale (World food pro-
gramme, Wfp) ha sospeso le sue operazioni nello Sta-
to sudanese del Nord Darfur, dopo il saccheggio del
suo magazzino a El-Fasher. Dalla sera del 28 dicembre
fino alla mattina del 30 dicembre, centinaia di persone
hanno trafugato oltre 5.000 tonnellate di cibo e sman-
tellato diverse strutture del magazzino.
«Il Wfp è indignato per questi attacchi insensati e
condanna il continuo saccheggio dell’assistenza e la
distruzione dei suoi beni nei termini più forti possibi-
li», ha affermato David Beasley, direttore esecutivo del
Programma alimentare mondiale. Proprio per questo,
ha aggiunto, «siamo stati costretti a sospendere le
operazioni del Wfp nel Nord Darfur, con effetto im-

A
mediato». Il cibo rubato copre i bisogni di quasi due
milioni di persone in un mese.
atlante

Il business
dell’uranio africano

I
di GIULIO ALBANESE
l bombardamento nucleare di
Hiroshima e quello successivo
di Nagasaki, avvenuti nell’a-
gosto del 1945, sono ricordati
come gli eventi bellici più ca-
tastrofici e spaventosi della
storia umana. Si trattò di due
devastazioni che non ebbero
nulla a che fare con le armi
tradizionali e che causarono
complessivamente oltre
200.000 morti e 150.000 feri-
ti.
Ebbene, uno dei due ordi-
gni atomici (denominato “Lit-
tle Boy”, sganciato su Hiro-
shima) venne realizzato utiliz-
zando l’uranio estratto nella
miniera congolese di Shinko-
lobwe, nella regione del Ka-
tanga.
Da rilevare che dalla fine
della seconda guerra mondiale
l’utilizzo dell’uranio è stato
direttamente connesso allo
sviluppo dei processi di fissa-
zione nucleare e al loro uso a
fini bellici (bombe atomiche,
propulsione navale) e civili
(centrali nucleari). Sebbene
l’uranio sia stato soggetto a
straordinarie oscillazioni di
prezzo sui mercati mondiali,
legate all’altalenante destino
dell’energia nucleare, esso
continua a suscitare l’interesse
di molti Paesi. Nei primi anni
Duemila il costo di questo
metallo pesante salì alle stelle
a seguito di un’ondata di fidu-
cia internazionale verso il nu-
cleare, mentre si è poi forte-
mente contratto dopo il disa-
stro di Fukushima del 2011 in
Giappone.
Attualmente l’Africa riveste
Hic sunt leones
In questo Paese saheliano la
multinazionale francese Ora-
no (ex Areva) è azionista di
maggioranza di Somaïr (So-
cieté minière de l’Aïr con il 66
per cento delle quote) e Comi-
nak (Compagnie Minière d’A-
kouta con il 59 per cento), ge-
stendo rispettivamente le mi-
niere di Arlit e Akouta, citta-
dine della regione nordorien-
tale di Agadez, a cui è stata at-
tribuita fino al 2020 tutta la
produzione nigerina. Sebbene
in questo Paese sia avvenuta,
nel marzo scorso, la chiusura
per esaurimento della miniera
di Akouta, la Orano si è impe-
gnata presso il governo di
Niamey a sviluppare un nuo-
vo sito, quello di Imouraren.
Per quanto concerne il Sud
Africa, invece, gran parte del
terreno produttivo e potenzia-
le per l’estrazione di uranio,
come sottoprodotto dell’oro, è
localizzato nel bacino del Wit-
watersrand, un’area di circa
330 chilometri x 150 a sudove-
st di Johannesburg. Sebbene il
tasso di produttività nel Paese
Arcobaleno sia stato basso,
anche a seguito delle limita-
zioni imposte dalla pandemia,
esso dispone di una riserva sti-
mata attorno alle 113.000 ton-
nellate, pari al 5 per cento del
totale a livello planetario.
Ma l’uranio è presente an-
che in molti altri Paesi africa-
ni. In alcuni casi, come ad
esempio in Malawi, in passato
vi sono state attività estrattive,
attualmente in fase di ripresa,
mentre in altri le ricerche e gli
studi dei terreni sono ancora
in corso e stanno calamitando
gli interessi di investitori stra-
lamento delle loro centrali nu-
cleari per motivi di sicurezza e
ambientali, altri, come India,
Cina, Russia e Arabia Saudita,
hanno aperto al contrario
nuovi reattori nucleari per
soddisfare le loro esigenze
energetiche. Emblematico è
l’impegno assunto dal colosso
nucleare pubblico russo Rosa-
tom che ha deciso di portare
avanti il progetto di sfrutta-
mento dell’uranio nella zona
di Mkuju River, situata nel
settore meridionale della Tan-
zania, non lontano dal confine
con la provincia mozambicana
di Cabo Delgado. In effetti,
già nel decennio scorso era
stata avviata una proficua col-
laborazione tra il governo di
Mosca e quello tanzaniano at-
traverso la società Uranium
One, divisione mineraria in-
ternazionale della Rosatom.
Tra gli Stati africani che
aspirano a sfruttare le proprie
risorse di uranio c’è anche il
Botswana nella macro regione
dell’Africa australe. Qui va se-
gnalata in particolare la pre-
senza dell’australiana A-Cap
Energy alla quale nel 2016 so-
no stati concessi per 22 anni i
diritti minerari del sito di Le-
tlhakane nel nordest del Pae-
se. Da rilevare, comunque,
che la maggioranza del pac-
chetto azionario della A-Cap è
cinese con le società Jiangsu
Shengan Resources Group Co
Ltd che detiene il 41,04 per
cento e l’Ansheng Investment
Co Ltd con il 19,78 per cento.
Dal punto di vista estratti-
vo, potrebbe essere imminente
una ripresa della produzione
nella Repubblica Centrafrica-
La Namibia è al sospese a seguito del deterio-
terzo posto della ramento della situazione gene-
produzione rale del Paese e di altre contro-
mondiale di uranio versie. Areva, che oggi si chia-
(5.413 tonnellate). ma Orano, sebbene possieda
Il Niger è al sesto ancora la sua controllata cen-
posto con 2.991 troafricana, non è intenziona-
tonnellate. ta a riprendere le attività
estrattive e il sito è sul mercato
al miglior offerente. Non è da
escludere che possano entrare
in gioco altri player come il
colosso nucleare russo Rosa-
tom.
Non sono pochi i Paesi afri-
cani che dispongono di giaci-
menti o che in passato erano
produttori e stanno cercando
di riavviare le loro miniere di
uranio inattive: dall’Algeria
alla Repubblica Democratica
del Congo; dal Gabon alla
Guinea Equatoriale; dalla Ni-
geria alla Guinea; dal Mali al-
la Mauritania. A dispetto di
una produzione continentale
attuale del 15 per cento, in
Africa sarebbero localizzate
oltre il 20-23 per cento delle
riserve di uranio riconosciute
del pianeta. Il problema prin-
cipale è legato all’impatto del-
le miniere di uranio sull’am-
biente e sulle popolazioni au-
zioni del business minerario
sulla qualità della vita.
Le miniere di uranio richie-
dono grandi sbancamenti di
terreno e l’impatto sull’ecosi-
stema e in particolare sulle ac-
que sotterranee è spesso deva-
stante. Nonostante le denunce
di alcune organizzazioni inter-
nazionali e della società civile,
l’estrazione e la ricerca mine-
raria continuano speditamen-
te, senza che le enormi ric-
chezze del sottosuolo si tradu-
cano in reali benefici per le
popolazioni locali.
Purtroppo, come peraltro
avviene per molte altre mate-
rie prime, fonti energetiche in
primis, a beneficiare dei van-
taggi economici sono i Paesi
ad alto reddito, mentre a pa-
gare le conseguenze (ambien-
tali, sanitarie e sociali) risulta-
no essere i paesi a basso reddi-
to. Sta di fatto che mentre in
Europa si dibatte sul caro bol-
lette, oltre la metà della popo-
lazione subsahariana — circa
600 milioni di persone — vive
nell’oscurità senza avere acces-
so all’energia elettrica.
A riprova che il mercato
energetico ha bisogno di una

un ruolo non irrilevante nelle
attività estrattive di uranio a
livello planetario. Secondo i
dati pubblicati nel settembre
scorso dalla World Nuclear
Association e riferiti al 2020,
sono 3 i Paesi africani inclusi
nella classifica dei primi venti
produttori mondiali: Namibia
al terzo posto con 5.413 ton-
nellate, il Niger che si attesta
al sesto posto con 2.991 ton-
nellate, segue poi in undicesi-
ma posizione il Sud Africa
con 250 tonnellate.
Ma andiamo per ordine. La
Namibia, che attualmente rap-
presenta il 7 per cento della pro-
duzione mondiale, dispone di
due grandi miniere attualmen-
te operative — Rössin e Husab
— gestite dalla China National
Uranium Corp (Cnuc), una
sussidiaria della China Natio-
nal Nuclear Corp (Cnnc), e dal
China General Nuclear Power
Group (Cgnpg). Il Niger, inve-
ce, vanta una lunga tradizione
estrattiva e per anni è stato il
leader africano nella produzio-
ne di uranio, ma dal 2016 è stato
superato dalla Namibia.
nieri. na e più precisamente nel sito toctone che vengono coinvolte radicale conversione a qual-
Per quanto alcuni Paesi in- di Bakouma. Prima del 2012, nelle attività estrattive. Si trat- siasi latitudine, nel pieno ri-
dustrializzati come il Giappo- le attività estrattive erano con- ta di una manodopera a basso spetto dell’uomo e dell’am-
ne e la Germania abbiano av- dotte dalla multinazionale costo che raramente ha consa- biente. Prima che sia troppo
viato una politica di smantel- francese Areva, poi vennero pevolezza delle reali implica- tardi.
Transizione ecologica e innovazione “a tutto campo”
CONTINUA DA PAGINA I questo, il nostro export agroali- gli agricoltori, rispettoso dell’ambiente e mata. La transizione digitale assu-
mentare continua ad avere perfor- del suolo, sempre vicino al consumatore. me la direzione più rilevante. Ri-
Una volta si diceva che il pesce mance positive, anche in situazioni Anche a coloro che non hanno una familia- spetto all’estero, l’Italia sta arri-
grande mangia pesce piccolo. Og- difficili come quelle determinate rità con la rete. vando con un po’ di ritardo alla
gi non è così. Ci sono grandi im- dalla pandemia, in un contesto L’incremento della produzione trasformazione digitale del settore
prese agricole e agroalimentari, o economico segnato da una flessio- agricola e della sua sostenibilità sa- agricolo, dovuto in larga misura al-
addirittura multinazionali, che ne degli scambi. Per il 2021 si stima rà realizzabile solo con un ingente le scarse dimensioni del nostro tes-
vanno male, che sono in affanno. che l’export possa raggiungere i 50 sforzo di ricerca e innovazione a suto produttivo, ai costi difficil-
All’opposto, ci sono medio-piccole miliardi di euro, con un balzo in tutti i livelli. Non c’è alternativa! mente sostenibili per le imprese e a
imprese che vanno bene, che fanno avanti del 10% sul 2020. La metà La sostenibilità si garantisce con un gap di conoscenza sulle solu-
reddito. La dimensione non è più delle imprese esportatrici indivi- l’innovazione, la tradizione si zioni e le metodologie implemen-
un fattore di successo. I capitali dua proprio nel made in Italy le mantiene con il cambiamento. Le tabili in azienda. L’innovazione
contano meno delle idee. Non principali leve di successo all’este- mele del Trentino non sono quelle tecnologica è un fattore strategico
conta più essere piccoli o grandi; ro. In questo senso, un ruolo im- di 50 anni fa, eppure contribuisco- per la crescita del settore agricolo e
conta essere veloci. I piccoli pesci, portante lo giocano i prodotti a In- no ai valori ambientali e sociali del agroalimentare, basti pensare agli
diventati scattanti, attaccano i dicazione geografica (Ig). Trentino. Il vino di oggi non è più effetti su sicurezza, tracciabilità e
grossi e rubano le loro quote di quello di 50 anni fa, eppure garan- logistica. Per questo obiettivo, non
mercato. L’Italia è caratterizzata È possibile coniugare innovazione e agri- tisce il successo di molti territori contano i capitali, contano le cono-
da un tessuto produttivo di azien- coltura? Mi riferisco ad un settore tecnolo- rurali. L’agricoltura, seppure è il scenze. Nel futuro dell’agricoltura,
de medio-piccole. Nonostante gicamente evoluto, ma utilizzabile da tutti settore primario, non sarà imbalsa- l’uomo conterà più dei capitali.
venerdì 7 gennaio 2022
Nuova edizione del trattato «Sul sublime»
Invertire la tendenza
è una patetica utopia?
di MARCO BECK
«P
er sublime Longino in-
tende quell’elemento
straordinario e meravi-
glioso che colpisce e
che fa in modo che un’opera sollevi, ra-
pisca, trasporti. Il sublime si può trovare
in un solo pensiero, in una sola figura, in
un solo giro di parole»: così il poeta e
saggista Nicolas Boileau (1636-1711)
compendiava l’essenza del trattato Sul
sublime nella prefazione alla sua traduzio-
ne dal greco in francese (1674), determi-
nante per la diffusione in epoca moder-
na, fino ai nostri giorni, degli studi su
quel testo di critica retorica, letteraria ed
estetica, inferiore solo alla Poetica di Ari-
stotele per influenza esercitata nella sto-
ria della cultura europea. Proprio a Boi-
leau si deve, fra l’altro, la scelta dell’ag-
gettivo sostantivato sublime (filiazione del
latino sublimis uguale in francese, inglese
e italiano) come equivalente del sostanti-
vo greco hypsos, letteralmente “altezza” in
senso sia fisico sia figurato, che contras-
segna, al genitivo dipendente da prepo-
sizione, il titolo originale: Perì hypsous.
A lungo, dalla metà del Cinquecento
all’inizio dell’Ottocento, si ritenne —
sulla scorta di un’indicazione del codi-
ce Parisinus gr. 2036 — che autore di
questa fascinosa dissertazione, purtrop-
po intaccata da consistenti lacune, fosse
Cassio Longino, filosofo neoplatonico
del III secolo d.C. Tale presunta pater-
nità, accreditata dallo stesso Boileau, è
però oggi fondatamente confutata da-
gli specialisti. Si è così imposta la con-
venzione di designare l’anonimo esten-
sore del trattato con la formula Pseudo-
Longino. È curioso, per converso, che il
trattatista greco senza precisa identità ci
consegni il triplice nome del giovane
dedicatario romano della sua opera,
Postumio Floro Terenziano, probabil-
mente un discepolo, al quale si rivolge
con l’affettuoso superlativo phíltate, «ca-
rissimo».
Un velo di mistero, di indetermina-
zione, avvolge anche la data di compo-
sizione e il circostante contesto cultura-
le. La fluidità degli indizi cronologici
mantiene aperta una “finestra” estesa
dalla metà del I secolo d.C., con possi-
bile retrodatazione all’età augustea, fi-
no a tutto il II secolo. Sulla problemati-
cità sia dell’identificazione sia dell’in-
quadramento storico si focalizza in pri-
mo luogo Stephen Halliwell, professo-
re emerito di letteratura greca all’Uni-
versità scozzese di St Andrews, introdu-
cendo una nuova edizione, sontuosa-
mente commentata, del Perì hypsous, che
si avvale della sua sapiente curatela e
della nitida traduzione di Laura Lulli,
ricercatrice all’Università dell’Aquila,
nonché di un saggio interdisciplinare
(con essenziale apparato iconografico)
di Massimo Fusillo, ordinario di critica
letteraria e letterature comparate presso
L’OSSERVATORE ROMANO pagina 5
Caspar Friedrich,
«Viandante su un mare di
nebbia» (1818, particolare)
il medesimo ateneo: Sul sublime(Fonda- non però grazie all’Odissea, poema seni-
zione Lorenzo Valla / Mondadori, le, troppo «favoloso» e carente di quel-
2021, pagine CLXXVI-544, euro 50). la tensione drammatica che invece per-
Nella sua approfondita introduzione vade l’intera Iliade, capolavoro assoluto.
Halliwell provvede a districare la com- Dettata da una sorta di analogia con l’e-
plessità tematica della trattazione pseu- popea omerica, si inserisce qui la sor-
do-longiniana, schematizzandone l’ar- prendente evocazione biblica di Mosè Tra stupore e «nostalgia dell’altrove»
ticolazione in un capitolo concepito co- che, considerato autore della Genesi,
me una “guida alla lettura”. Lo Pseudo- «riuscì degnamente a concepire e rive-
Longino prende anzitutto spunto da lare la potenza del dio, dopo aver scrit-
un’analoga indagine di Cecilio di Ca- to proprio all’inizio delle leggi: “D io
L’amore
latte, a suo avviso inadeguata, per disse (...): sia la luce, e luce fu; sia la ter-
enunciare lo scopo che si prefigge: for- ra, e la terra fu”». La folgorante elo-
nire uno strumento di pratica utilità a quenza di Demostene viene anteposta
per lo smisurato
coloro che, come Terenziano, parteci- all’arte oratoria di Lisia, Iperide, Iso-
pano alla vita pubblica. Segue una pre- crate, e solo fugacemente paragonata di DARIO FERTILIO proviamo davanti ai grandi eventi
liminare caratterizzazione del “subli- alla copiosità fluviale di Cicerone (uni- naturali (terremoti, eclissi, scoperte
U
me”, «apice e perfezione dei discorsi co auctor romano). A fianco dell’impe- n uomo in tenuta da di nuovi fenomeni celesti) ci spin-
(...) grazie a cui i massimi poeti viaggio contempla, gono a cercarne le matrici, intuen-
e prosatori primeggiarono e giunto in vetta, l’abisso do dietro alle innumerevoli ma-
abbracciarono l’eternità con la che si spalanca sotto di schere dell’universo la presenza del
loro fama». Al di là della sem- È in grado di esercitare sé: è il celebre Viandante su un mare di volto di Dio.
plice persuasione razionale, il un potere e una forza invincibili nebbia dipinto da Caspar Friedrich Possiamo concludere allora che
sublime è in grado di esercitare nel 1818. Sintesi perfetta dello spi- le grandi categorie del nostro spiri-
«un potere e una forza invinci- perché sprigionando il meraviglioso rito romantico, ma, soprattutto, to, cioè verità bellezza e stupore
bili» perché, sprigionando il suscita stupore e finanche meraviglia icona di quel sentimento del “su- sublime, per noi hanno molto in
«meraviglioso», suscita «stu- blime” che nel secolo precedente comune. La bellezza estetica, sia
pore» e finanche «turbamen- era stato elevato da Edmund Bur- artistica che naturale, è certamente
to». È di fondamentale impor- ke, nel suo omonimo saggio, al ver- generata dall’armonia e dal piacere
tanza che gli ascoltatori o i let- tice dell’estetica. Con la differenza, che ci offre nelle sue forme sensibi-
tori provino la sensazione di avere essi tuoso oratore ateniese si erge con pari affermava Burke, che il sublime li, ma rimanda pur sempre a un’i-
stessi creato quanto hanno recepito, co- dignità Platone, la cui prosa «scorre non mira all’armonia gioiosa insita dea di perfezione superiore che sta
sì che l’anima venga elevata, riempien- senza rumore» ma non è «per nulla me- nella bellezza artistica, ma è effetto al di là del mondo materiale, ed è il
dosi «di gioia e di esaltazione». Conse- no sublime», in virtù di un forte coin- del terrore provocato in noi dai modello cui tutte le altre si ispira-
guono questo obiettivo solo le «opere volgimento emozionale. Tra gli storici grandi spettacoli della natura, no.
belle e veramente sublimi», quelle che eccelle Erodoto, sopravanzando Seno- quando essa si scatena nelle tempe- Quanto alla verità, così conte-
«piacciono per sempre a tutti». fonte e Tucidide. Al vertice della poesia stata dal relativismo moder-
Cinque sono le principali fonti del lirica svetta Saffo, magistrale nel subli- no, essa è così profondamente
sublime: in primis «la naturale grandez- mare «le passioni proprie delle follie radicata in noi, sotto forma di
za d’animo», di cui il sublime costitui- amorose». Al vertice dell’estetica interrogativo e ricerca costan-
sce una suggestiva «eco». L’elevatezza La “modernità” del discernimento c’è un sentimento che non mira te, che non potremmo cono-
di pensiero può “insublimarsi” «anche critico di cui dà prova l’Anonimo riful- scere nulla se non venissimo
quando non si realizza in parola» ma si ge soprattutto in una singolare digres- all’armonia della bellezza artistica animati e guidati dall’idea
esprime attraverso un dignitoso riserbo sione dove, scavalcando stereotipi tra- ma è effetto del terrore provocato che, al principio e alla fine di
(è il caso dell’ombra di Aiace che nell’O- dizionali, si afferma che è preferibile ogni nostra interpretazione,
dissea, libro XI, oppone un risentito si- una grandezza geniale ed emozionante, dai grandi spettacoli della natura ne esista una assolutamente
lenzio all’offerta di riconciliazione da quantunque non esente da sviste dovu- vera.
parte di Odisseo disceso nell’Ade). te a trascuratezza, rispetto a una medio- Quanto allo stupore e al
Purché risultino di alto profilo etico, crità formalmente ineccepibile. È in ba- turbamento generati in noi
qualificano la categoria del sublime an- se a questo criterio che Omero, pur con ste o annichilisce lo spettatore sot- dal sublime, possiamo considerarli
certi difetti, risulta superiore al raffina- to il peso delle sue manifestazioni tali perché segnano un punto d’in-
to Apollonio Rodio, Pindaro a Bacchi- più smisurate. contro fra la nostra condizione li-
lide, Sofocle a Ione di Chio. Un tema così coinvolgente non mitata e quell’altrove che non co-
Entrato in crisi il sublime Proviamo, infine, a confrontare le te- può certo essere distante dalla sen- nosciamo, ma di cui sentiamo l’esi-
scivola oggi nell’opinabile si dello Pseudo-Longino con l’odierna sibilità contemporanea, e infatti genza sotto forma di profonda,
temperie culturale. Domandiamoci: una raccolta di saggi coordinati da istintiva nostalgia.
e si capovolge addirittura esiste, nel mondo contemporaneo, Irina Casali e intitolata L’anima e il Può anche trattarsi, come rileva
nell’anti-sublime qualche opera letteraria, artistica, musi- sublime (Milano, Jaca Book, 2021, nel suo saggio Franco Rella, di un
cale, teatrale, cinematografica che meri- pagine 210, euro 20) rilancia gli in- «sublime basso», di uno sprofon-
ti stricto sensu la qualifica di sublime? Ap- terrogativi su questa ancora contro- dare anziché di un elevarsi, di un
pare arduo riuscire a dare una risposta versa categoria estetica, affrontan- regredire alle paure dell’infanzia —
affermativa. Per contro, se ripercorria- dola dai più svariati punti di vista: come quelle magistralmente de-
che — seconda fonte in sinergia con la mo la “cavalcata” di Massimo Fusillo storico (Elio Franzini), musicale
prima — le passioni e le emozioni (pa- dal Medioevo alla Modernità, ci imbat- (Carlo Serra), filosofico (Paolo
the). Stranamente, tuttavia, lo Pseudo- tiamo in una moltitudine di “produttori Spinicci e Florinda Cambria), e an-
Longino non si sofferma più di tanto della sublimità”. Per la poesia: il Dante cora da molti altri. Si tratta di lampi, finestre
sul registro della passionalità e dell’e- del Paradiso, Milton, Shelley, il Leopar- C’è, pur nella diversità dei punti che ci mettono a contatto,
motività, forse perché si riserva di occu- di dell’Infinito... Per le arti figurative: di vista, una esigenza comune: ri-
parsene in un altro specifico scritto. Leonardo, Michelangelo, Caravaggio, conoscere, attraverso la categoria seppure per attimi,
Quanto alle tre fonti successive, esse Bernini, Friedrich, Turner… Per la mu- del sublime, la centralità del sentire con la dimensione del sacro
hanno a che vedere non più con la natu- sica: Bach, Haydn, Beethoven... A se- rispetto alla astrazione dei concet-
ra (physis) bensì con la techne: un efficace gnare un discrimine radicale sono stati ti, rivalutando il ruolo che passioni
trattamento delle figure retoriche, sen- il positivismo, l’ateismo, il relativismo. e drammi rivestono nel corso delle
za abuso di metafore; la dizione, ovvero Entrato in crisi, il sublime scivola oggi nostre esistenze. Il sentimento del
una indovinata scelta delle parole; nell’opinabile, si capovolge addirittura sublime, infatti, nasce quando sia- scritte da Stephen King in alcuni
un’accorta disposizione degli elementi nell’anti-sublime. Ipotizzare una futura mo di fronte a qualcosa di sconvol- dei suoi romanzi.
verbali. inversione di tendenza è solo una pate- gente, che ci costringe a uscire dal O della comparsa di misteriosi
Un ulteriore “canone” che arricchi- tica utopia? nostro recinto personale fatto di segnali dall’aldilà, dei quali ad
sce l’impianto teori- certezze, per aprirci a una esperien- esempio Vasilij Grossman dissemi-
co del trattato è l’e- za che ci coinvolge e trasforma. na di tanto in tanto le sue narrazio-
mulazione dei som- Enunciato il tema in questi ter- ni rigorosamente realistiche. Si
mi scrittori del passa- mini, non è difficile scorgere, die- tratta di lampi, di finestre che si
to. E scatta a questo tro alla maschera del sublime, l’i- spalancano all’improvviso davanti
punto, con una virata neffabile volto di qualcosa o qual- ai nostri occhi e ci mettono a con-
verso la concretezza cuno che si trova oltre il sensibile: tatto, seppure per pochi attimi, con
della prassi, una serie il passo successivo alla esperienza la dimensione del sacro.
di esemplificazioni estetica coincide con la percezione Quale che siano le circostanze in
corredate di citazioni di una dimensione sacra che si af- cui tutto ciò si verifica, non possia-
testuali, da cui scatu- faccia sulle nostre vite, e quest’ulti- mo che scoprirci portatori di una
risce una “mappa” ma prelude a sua volta all’esperien- «sete inestinguibile per tutto ciò
delle predilezioni za religiosa, quando non addirittu- che è al di là, e che rivela la vita»,
pseudo-longiniane. ra mistica. secondo una definizione di Baude-
Omero trionfa come Il fatto è che l’amore per lo smi- laire. La qual cosa, aggiunge il
inarrivabile modello surato ci è inscritto nell’anima, lo poeta, «è la prova più viva della
epico del sublime, Nicolas Boileau ritratto da Hycinthe Rigaud (XVII secolo) stupore e il dolore indefinito che nostra immortalità.
pagina 6
Le celebrazioni del Natale ortodosso
della speranza
di RICCARD O BURIGANA
P
er le Chiese ortodosse che se-
guono il calendario giuliano la
celebrazione del Natale è fissa-
ta per il 7 gennaio del calenda-
rio gregoriano: si tratta di una tradizio-
ne che nel corso degli ultimi
anni, pur nella sofferenza, ma-
nifestata più volte anche in
documenti ufficiali, di non
riuscire a celebrare le feste cri-
stiane in una data unica, ha
assunto una valenza ecumeni-
ca; proprio alla luce di una
prassi comune, più che di una
riflessione teologica, si è riu-
sciti a cogliere gli elementi
condivisi per una testimonian-
za che sappia annunciare la
speranza radicata nella cele-
brazione del Natale, al di là
delle diverse date nelle quali i
cristiani festeggiano la nascita
di Cristo. Mentre il patriarcato
ecumenico di Costantinopoli
segue il calendario gregoriano
nella definizione della data
per il Natale, dal 1922 — quan-
do prese questa decisione poi seguita
da altre Chiese ortodosse come quella
ortodossa romena — il patriarcato di
Mosca, insieme (citandone solo alcune)
alle Chiese ortodosse di Serbia, di Ma-
cedonia, di Georgia e di Ucraina, ri-
spetta, secondo il calendario giuliano,
il 7 gennaio come data del Natale.
In vista della solennità, il patriarca
Kirill ha indirizzato, nel solco di una
tradizione consolidata, un messaggio a
tutti i fedeli ortodossi; il patriarca di
Mosca e di tutte le Russie ha voluto ri-
cordare l’importanza di vivere il Natale
nella luce della speranza tanto più in
un tempo nel quale i cristiani devono
affrontare la pandemia che ha tolto la
gioia di pensare al domani con sereni-
tà. In questo tempo di incertezza, per
il patriarca il Natale offre la possibilità
di riflettere su come «ogni nuovo gior-
no sia un dono inestimabile di Dio»,
La tradizionale colletta dei Cantori della Stella
Diritto alla salute per i bambini dell’Africa
di CHARLES DE PECHPEYROU
«D
iventare sani, rimanere
sani: un diritto dei
bambini in tutto il
mondo»: è il motto del-
la 64ª campagna dei Cantori della Stella
con la quale i bambini dell’Infanzia mis-
sionaria tedesca vogliono sensibilizzare
sulla necessità della prevenzione e delle
cure mediche per i bambini dell’Africa.
Come ogni anno dal 1959, in occasione
dell’Epifania, indossando i vestiti dei Re
Magi, con la stella cometa e i loro canti,
gli Sternsinger portano di casa in casa la be-
nedizione alle famiglie, raccogliendo of-
ferte per i loro coetanei che soffrono. La
†
La Congregazione delle Cause dei Santi con-
divide il dolore della Sig.ra Lorella Maioresi,
Officiale del Dicastero, per la scomparsa del-
la mamma
Signora
LINA BORGIA
e prega perché il Signore Risorto l’accolga
nella luce del Suo Regno in compagnia dei
Santi e dei Beati, concedendo conforto alla
famiglia.
L’OSSERVATORE ROMANO
Nella luce
che può sostenere i cristiani nel com-
piere opere buone. Nel richiamare la fi-
gura di Maria, Kirill ha indicato la
strada per vivere «la salute dell’anima e
del corpo, la gioia dello spirito e la for-
za di avanzare sulla via della salvez-
za».
In alcuni luoghi, come in Terra San-
ta, il 7 gennaio è diventato un’occasio-
ne per uno scambio di auguri tra cri-
stiani di tradizioni diverse per testimo-
niare l’ecumenismo, tanto da costituire
una tappa in un cammino di condivi-
sione che parte dal 25 dicembre, la data
nella quale i cattolici e gli evangelici
celebrano il Natale, e arriva al 19 gen-
naio, quando lo festeggia la locale
Chiesa apostolica armena (a differenza
di quanto accade in Armenia dove si
celebra il 6 gennaio). Questa dimensio-
ne della celebrazione del Natale in Ter-
ra Santa si colloca all’interno di un rin-
novato impegno per il cammino ecu-
menico, non semplicemente per riaffer-
mare l’importanza della presenza dei
cristiani nella regione, ma per una più
attiva azione pastorale, così come indi-
cano le «Linee guida pastorali ecume-
niche per le Chiese cattoliche in Terra
campagna del 2022 «si concentra su un
tema significativo e attuale», spiega il di-
rettore nazionale delle Pontificie opere
missionarie in Germania, Dirk Bingener.
«La pandemia in corso dimostra ancora
una volta che la salute è un bene prezioso
— ribadisce il sacerdote tedesco — e anche
se sono stati fatti molti progressi nelle cu-
re mediche delle bambine e dei bambini
in tutto il mondo, la metà della popola-
zione mondiale non ha ancora oggi acces-
so a un’assistenza sanitaria adeguata».
L’apertura ufficiale della campagna
si è svolta il 30 dicembre nella cattedra-
le di Ratisbona. Le restrizioni sanitarie
hanno consentito la partecipazione di
soltanto 32 cantori, mentre di solito so-
no 240 i ragazzi alla cerimonia inaugu-
rale. A causa del perdurare della pande-
mia l’iniziativa sarà prolungata fino al 2
febbraio. Anche quest’anno i piccoli
Gaspare, Melchiorre e Baldassarre por-
tano la benedizione «c+m+b» (Christus
mansionem benedicat -Cristo benedica que-
sta casa) alle famiglie, muniti di ma-
scherina. La raccolta annuale degli Ster-
nsinger tedeschi è diventata la più gran-
de iniziativa di solidarietà in tutto il
mondo realizzata da bambini che si im-
pegnano per aiutare i loro coetanei più
bisognosi in Africa, America latina,
Asia, Oceania ed Europa dell’est. Per il
2021 sono stati raccolti più di 38 milioni
di euro.
È dedicata invece alla difesa delle
popolazioni indigene della foresta plu-
GENTE
Santa», entrate in vigore il 30 novem-
bre scorso. In Egitto — dove quest’an-
no il governo ha annunciato che giove-
dì 6 gennaio sarà un giorno di riposo
retribuito per i lavoratori del settore
pubblico così da dare la possibilità di
celebrare il Natale copto ortodosso — la
preparazione alla festività è
stata vissuta in un clima com-
plicato. E ciò non tanto per i
rapporti ecumenici, che cono-
scono una nuova stagione di
dialogo e di confronto, quanto
per le tante tensioni locali che
nascono dalle precarie condi-
zioni economiche, al di là delle
letture che attribuiscono una
matrice puramente religiosa di
intolleranza nei confronti dei
cristiani, che negli ultimi anni
hanno subito attacchi e deva-
stazioni.
In un tempo in cui le divi-
sioni e le tensioni nel mondo
ortodosso sembrano moltipli-
carsi, approfondendo le frattu-
re createsi dopo la decisione di
costituirsi in Chiesa autocefala
da parte della Chiesa ortodos-
sa in Ucraina, dove ortodossi e greco-
cattolici celebrano il Natale lo stesso
giorno chiedendo il dono della pace, le
celebrazioni manifestano una tensione
ecumenica alla quale non è estranea l’a-
zione della Chiesa di Roma; questo,
per mantenere vivo il dialogo, come è
apparso evidente nell’ultimo viaggio
apostolico di Papa Francesco a Cipro e
in Grecia.
Ecco perché si può pensare al pros-
simo 7 gennaio come un tempo fecon-
do per la definizione di un comune im-
pegno nella società contemporanea, che
sembra, almeno in alcuni casi, andare
oltre le divisioni per riaffermare un
compito specifico del cammino ecume-
nico; cioè il rafforzamento della presen-
za dei valori cristiani nel mondo, con
una rinnovata azione in favore di una
speranza in grado di cambiare uomini e
donne del ventunesimo secolo.
viale brasiliana la campagna 2022 dei
Cantori della Stella austriaci, avviata il
26 dicembre e che si concluderà il 9
gennaio. Nel presentare l’iniziativa, Te-
resa Millesi, presidente della Katholi-
sche Jungschar, la più grande organiz-
zazione giovanile cattolica del paese, ha
spiegato che la protezione degli indige-
ni e dei loro diritti alla terra significa
allo stesso tempo «protezione del cli-
ma, perché si tratta di impedire lo
sfruttamento e la distruzione della fore-
sta amazzonica, il polmone verde della
nostra terra». Una delle “case” visitate
dai piccoli Sternsinger austriaci è stata
proprio la residenza del presidente fe-
derale Alexander Van der Bellen a
Vienna. Davanti ai bambini il capo del-
lo Stato ha sottolineato l’importanza
«che la campagna possa svolgersi que-
st’anno nonostante la pandemia», coin-
volgendo il più possibile i donatori,
spesso definiti come “quarto re magio”.
«Ciò dimostra quanto sia importante
per tutte le persone lavorare insieme,
soprattutto in tempo di crisi», ha affer-
mato.
Come ogni anno dal 2001, un grup-
po di Sternsinger ha potuto assistere alla
celebrazione eucaristica in San Pietro
presieduta da Papa Francesco nella so-
lennità di Maria Santissima Madre di
Dio, il 1° gennaio, con indosso le tradi-
zionali vesti dei re magi. Provenivano
dalla Germania, dalla Svizzera e dal-
l’Alto Adige.
DI SPIRITO
L’Epifania
tutte le feste porta via
di MANUEL BELLI
T
ra le parole più
difficili da
pronunciare
ricordiamo: dolore,
paura, panico, terrore,
devastazione e … Epifania.
Perché, hai presente tutte
quelle cose che dicevi che ci
avresti pensato dopo
l’Epifania? Ecco, l’Epifania è
arrivata, anzi, è già passata.
Con alcuni amici celebriamo
da anni la festa del 32 agosto,
il giorno di chi non si
rassegna all’estate finita.
Perché anche settembre è
una parola che, quanto a
terrore, non scherza.
Quest’anno dopo l’Epifania
c’è una specie di spin-off del
tempo natalizio perché,
essendo caduta di giovedì,
c’è subito un fine settimana.
Ma sarà una sorta di farmaco
placebo. Quando
sopraggiunge il periodo
natalizio c’è sempre quella
sorta di illusione per cui si
spera che la sospensione
delle attività ordinarie funga
da magico buco nero: le cose
ci entrano un po’ logore e
con qualche problema ed
escono intonse e immacolate.
E un po’ è vero: Jovanotti
cantava che settembre porta
«una strana felicità», ma
anche gennaio porta con sé
un’agenda bianca che sa di
speranza, di possibilità, di
buoni propositi che almeno
fino all’Epifania reggono.
Siamo ai primi giorni
dell’anno e anche nelle
parrocchie, negli ordini
religiosi, nei movimenti,
nelle associazioni, nei
seminari si guarda avanti, si
pensa a cosa farne di questo
pacchetto di 365 giorni. Non
possiamo certamente
ignorare che da un paio di
anni fare programmi è più
difficile. Tutti non vediamo
l’ora di lasciarci alle spalle il
distanziamento e
quell’insostenibile metro di
lontananza, più a sud per
tornare ad abbracciarsi, più a
nord per tornare ai consueti
tre metri pre-pandemici (a
noi lombardi inizia un po’ a
pesare tutta questa
vicinanza!). Si scherza
ovviamente ma questo inizio
di nuovo anno con
un’impennata di contagi non
ci fa guardare con troppa
serenità al tempo che
abbiamo di fronte. Forse
potrebbe essere addirittura
una buona opportunità
guardare avanti con la
memoria viva delle difficoltà
pandemiche che abbiamo
attraversato. Cosa potremmo
imparare dalle agende
bianche, dai ritmi che
riprendono e da questo
periodo pandemico che
sembra non ci stia
esattamente lasciando?
1) Se liberiamo spazio,
potrebbero anche entrarci
cose importanti. Il lockdown
è stato un periodo terribile.
Ma non si può dire che non
siano successe cose preziose:
abbiamo sentito più forte le
parole di consolazione, ci
siamo chiesti senza retorica
come stessimo, ci siamo
cercati, ci siamo mancati.
Sarebbe un peccato che gli
orari, i programmi, le tabelle
venerdì 7 gennaio 2022
e le procedure ci facciano
perdere questa ricchezza
umana.
2) Sotto la messa niente? C’è
poco da dire: la messa ha
stravinto e ha monopolizzato
lo streaming. Bene, ma non
benissimo: la messa è la cosa
più importante, ma non
l’unica. E se diventa l’unica,
perde di importanza. Si può
mettere in agenda che
abbiamo bisogno di
imparare a pregare?
3) La vita fa male. Non
dobbiamo dimenticarcelo
per tornare a logiche troppo
borghesi e troppo
facilmente. Abbiamo
sperimentato quanto può far
male la vita, e non dobbiamo
più dimenticarci di chi sta
male. Bisognerebbe mettere
in cantiere incontri, non solo
giornate in cui raccogliere
offerte.
4) Cedere potere ai bambini
e ai ragazzi. Le norme
consentivano di uscire con
un cane, ma non con un
bambino. Abbiamo chiesto
troppo ai bambini e agli
adolescenti: gli abbiamo
chiesto di stare in casa e di
non disturbarci mentre noi
discutevamo di aperture e di
quanti posti a tavola poter
occupare. Li abbiamo visti
d’estate: non sapevamo bene
cosa fare con distanziamenti
e mascherine, ci hanno preso
per mano e ci hanno
insegnato a giocare con nulla
e a gioire di essere insieme
gratis. E li abbiamo visti in
silenzio fuori dalle scuole,
composti e nobili a
ricordarci che esistono. Forse
potremmo mettere in agenda
di ascoltarli, di insegnarci la
loro compostezza, la loro
dignità, la loro capacità di
pensare al bene comune. E
anche di insegnarci cosa
significa stare male e non
sapere bene perché: a scuola
ho l’impressione che ce lo
stiano dicendo tutti i giorni;
noi vogliamo correre per non
vedere le ombre e le ferite
che la pandemia ci ha
lasciato, loro vorrebbero
fermarsi e curarle. A noi
adulti fa un po’ paura,
preferiamo discutere se alla
maturità ci va il tema di
italiano o no.
COMUNE DI ROSOLINI
Bando di Gara
CUP J27B14000470002 - CIG 870427749C
Sono fissati i termini della procedura di gara per l’affi-
damento dei Lavori di mitigazione del rischio idrogeo-
logico, per il completamento e stabilizzazione dei ver-
santi, prolungamento del Vallone Ristallo Masicugno a
valle del centro abitato – opere di difesa idraulica, di cui
all’avviso pubblicato nella GURS Parte II e III n. 27 del
09/07/2021. Importo € 3.009.776,42.
Termine ricezione offerte: 01/03/2022 ore 12:00. Aper-
tura: 02/03/2022 ore 9:30. Documentazione su www.co-
mune.rosolini.sr.it e https://www.lavoripubblici.sicilia.it/
appaltitelematici
Geom. Salvatore Speranza
UNIONE COMUNI “MONTEDORO”
per conto del Comune di Castellana Grotte
Bando di gara – CIG 90509063E9
È indetta una procedura aperta per l’affidamento dei lavori di
“Realizzazione di reti percorsi ciclabili e/o ciclopedonali in aree
urbane e sub-urbane”. Criterio dell’offerta economicamente più
vantaggiosa, importo a base d’asta € 598.501,86 - totale q.e. €
800.000,00. Procedura aperta. Termine di ricevimento offerte:
04.02.2022 ore 23:59. Documentazione di gara sul sito
https://montedoro.traspare.com.
Il Responsabile Unico del Procedimento
Ing. Anna Lippolis
venerdì 7 gennaio 2022 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 7

Nella messa dell’Epifania il Papa indica l’atteggiamento dei re Magi come modello per i credenti

Cercatori inquieti
aperti alle sorprese del Signore
A tutti quei cristiani che «raggiunta
una sicurezza culturale, sociale ed eco-
nomica» tendono ad «accomodarsi»
su quanto sanno e hanno, restandose-
ne «tranquilli» nella loro “comfort
zone”, Papa Francesco propone la
«sana inquietudine» dei magi
«aperti alle sorprese di Dio». Si può
riassumere così l’omelia che il Pontefi-
ce ha pronunciato giovedì 6 gennaio
celebrando nella basilica Vaticana la
messa per la solennità dell’Epifania.
Eccone il testo.
I magi viaggiano verso Betlem-
me. Il loro pellegrinaggio parla
anche a noi, chiamati a cammi-
nare verso Gesù, perché è Lui
la stella polare che illumina i
cieli della vita e orienta i passi
verso la gioia vera. Ma da dove
è partito il pellegrinaggio dei
magi incontro a Gesù? Che co-
sa ha mosso questi uomini
d’Oriente a mettersi in viag-
gio?
Avevano ottimi alibi per
non partire. Erano sapienti e
astrologi, avevano fama e ric-
chezza. Raggiunta una tale si-
curezza culturale, sociale ed
economica, potevano accomo-
darsi su ciò che sapevano e su
ciò che avevano, starsene tran-
quilli. Invece, si lasciano inquieta-
re da una domanda e da un se-
gno: «Dov’è colui che è nato?
Abbiamo visto spuntare la sua
stella» (Mt 2, 2). Il loro cuore
non si lascia intorpidire nella
tana dell’apatia, ma è assetato
di luce; non si trascina stanco
nella pigrizia, ma è acceso dalla
nostalgia di nuovi orizzonti. I
loro occhi non sono rivolti alla
terra, ma sono finestre aperte
sul cielo. Come ha affermato
Benedetto XVI, erano «uomini
dal cuore inquieto. [...] Uomi-
ni in attesa, che non si accon-
tentavano del loro reddito assi-
curato e della loro posizione
sociale [...]. Erano ricercatori
di Dio» (Omelia, 6 gennaio
2013).
Questa sana inquietudine,
che li ha portati a peregrinare,
da dove nasce? Nasce dal desi-
derio. Ecco il loro segreto inte-
riore: saper desiderare. Medi-
tiamo su questo. Desiderare si-
gnifica tenere vivo il fuoco che
arde dentro di noi e ci spinge a
cercare oltre l’immediato, oltre
il visibile. Desiderare è acco-
gliere la vita come un mistero
che ci supera, come una fessura
sempre aperta che invita a
guardare oltre, perché la vita
non è “tutta qui”, è anche “al-
trove”. È come una tela bianca
che ha bisogno di ricevere co-
lore. Proprio un grande pitto-
re, Van Gogh, scriveva che il
bisogno di Dio lo spingeva a
uscire di notte per dipingere le
stelle. Sì, perché Dio ci ha fatti
così: impastati di desiderio;
orientati, come i magi, verso le
stelle. Possiamo dire, senza
esagerare, che noi siamo ciò
che desideriamo. Perché sono i
desideri ad allargare il nostro
sguardo e a spingere la vita ol-
tre: oltre le barriere dell’abitu-
dine, oltre una vita appiattita
sul consumo, oltre una fede ri-
petitiva e stanca, oltre la paura
di metterci in gioco, di impe-
gnarci per gli altri e per il bene.
«La nostra vita — diceva San-
t’Agostino — è una ginnastica
del desiderio» (Trattati sulla pri-
ma Lettera di Giovanni, IV, 6).
Fratelli e sorelle, come per i
magi, così per noi: il viaggio
della vita e il cammino della fe-
de hanno bisogno di desiderio,
di slancio interiore. A volte noi
viviamo uno spirito di “par-
cheggio”, viviamo parcheggia-
ti, senza questo slancio del de-
siderio che ci porta più avanti.
Ci fa bene chiederci: a che
punto siamo nel viaggio della fe-
de? Non siamo da troppo tem-
po bloccati, parcheggiati den-
tro una religione convenziona-
le, esteriore, formale, che non
scalda più il cuore e non cam-
bia la vita? Le nostre parole e i
nostri riti innescano nel cuore
della gente il desiderio di muo-
versi incontro a Dio oppure so-
no “lingua morta”, che parla
solo di sé stessa e a sé stessa? È
triste quando una comunità di
credenti non desidera più e,
stanca, si trascina nel gestire le
cose invece che lasciarsi spiaz-
zare da Gesù, dalla gioia di-
rompente e scomodante del
Vangelo. È triste quando un sa-
cerdote ha chiuso la porta del
desiderio; è triste cadere nel
funzionalismo clericale, è mol-
to triste.
La crisi della fede, nella no-
stra vita e nelle nostre società, remo e di cui ci vestiremo (cfr. cora oggi, tanti Erode semina-
ha anche a che fare con la Mt 6, 25), lasciando evaporare no morte e fanno strage di po-
scomparsa del desiderio di l’anelito per ciò che va oltre. E veri e di innocenti, nell’indiffe-
Dio. Ha a che fare con il sonno ci troviamo nella bulimia di co- renza di molti.
dello spirito, con l’abitudine munità che hanno tutto e spes- I magi, infine, ritornano «per
ad accontentarci di vivere alla so non sentono più niente nel un’altra strada» (Mt 2, 12): ci
giornata, senza interrogarci su cuore. Persone chiuse, comuni- provocano a percorrere strade
che cosa Dio vuole da noi. Ci tà chiuse, vescovi chiusi, preti nuove. È la creatività dello Spi-
siamo ripiegati troppo sulle chiusi, consacrati chiusi. Per- rito, che fa sempre cose nuove.
mappe della terra e ci siamo ché la mancanza di desiderio È anche, in questo momento,
scordati di alzare lo sguardo porta alla tristezza, all’indiffe- uno dei compiti del Sinodo che
verso il Cielo; siamo sazi di renza. Comunità tristi, preti noi stiamo facendo: cammina-
tante cose, ma privi della no- tristi, vescovi tristi. re insieme in ascolto, perché lo
stalgia di ciò che ci manca. No- Guardiamo però soprattut- Spirito ci suggerisca vie nuove,
stalgia di Dio. Ci siamo fissati to a noi stessi e chiediamoci: strade per portare il Vangelo al
sui bisogni, su ciò che mange- come va il viaggio della mia fede? È cuore di chi è indifferente, lon-
una domanda che oggi possia- tano, di chi ha perduto la spe-
mo farci, ognuno di noi. Come ranza ma cerca quello che i ma-
va il viaggio della mia fede? È gi trovarono, «una gioia gran-
parcheggiata o è in cammino? dissima» (Mt 2, 10). Uscire ol-

In preghiera per i cristiani perseguitati La fede, per partire e ripartire,

È con il pastorale in legno di olivo, donato
dagli ex detenuti della comunità Iktus della
parrocchia di San Timoteo a Termoli, che
Papa Francesco ha presieduto l’Eucaristia
nella basilica Vaticana domenica mattina 6
gennaio, solennità dell’Epifania del Signo-
re. Lo stesso pastorale già significativamen-
te usato per la messa nella Giornata mon-
diale dei poveri, lo scorso 14 novembre, e
poi per la celebrazione del 1° gennaio, so-
lennità di Maria santissima Madre di Dio e
Giornata mondiale della pace. Interamente
scolpito a mano dall’artista barlettano Mi-
chele Todisco, il pastorale ha un inserto nel
nodo principale con lo stemma di France-
sco in micromosaico filato romano, opera
della mosaicista Valentina Bracalenti.
La processione iniziale, alle 10, è stata
scandita dal canto Adeste, fideles. Accompa-
gnato dal maestro delle celebrazioni litur-
giche pontificie, monsignor Diego Ravelli,
il Papa, giunto davanti alla Confessione, ha
baciato e incensato la statuetta del Bambi-
no Gesù collocata sul tronetto, accanto al
libro dei Vangelo. E ha poi incensato la sta-
tua della Madre di Dio, accanto all’altare.
La prima lettura è stata proclamata in in-
glese da Catharine Di Rienzo e la seconda
in spagnolo da suor Maria José Rey. In ita-
liano è stato cantato il salmo e poi letto il
passo evangelico.
Francesco ha baciato il libro del Vangelo
con il quale ha benedetto l’assemblea. Ed è
stato quindi cantato — dal diacono Isaac
Bak Juryung — l’annuncio della data della
Pasqua, che quest’anno cadrà domenica 17
aprile.
Alla preghiera dei fedeli Natalia Efimo-
vich, in russo, ha invocato «Dio, che ama
ogni uomo», perché «mandi i pastori della
Chiesa ad annunciare a tutti la verità, li col-
mi del suo Spirito e li custodisca dalle logi-
che mondane».
E in francese Claire Riobé ha pregato
perché «Dio, che dispone ogni cosa per il
bene, illumini le scelte dei governanti e le-
gislatori, li apra all’obbedienza alla verità e
li disponga a servire la dignità di ogni per-
sona».
Quindi, il maronita padre Charbel Abou
Kheir, in arabo, ha pregato perché «Dio,
che è consolato dalla fedeltà dell’uomo, cu-
stodisca integra la fede dei cristiani perse-
guitati, li fortifichi nella prova e non li fac-
cia mai arretrare davanti alle avversità».
Suor Celia Serra, in portoghese, ha pre-
gato perché «Dio, che si rivela a quanti lo
cercano, attiri gli scienziati con la sua bel-
lezza, li guidi con la sua sapienza e li liberi
da pregiudizi e ideologie». E, infine, Jia-
min Teresa Hao, in cinese, perché «Dio,
che non gode della morte del peccatore,
tocchi i cuori dei peccatori con la sua gra-
zia, converta le loro vite e li consoli con la
gioia del perdono».
Durante la comunione è stato intonato il
tradizionale canto natalizio Astro del ciel.
Al termine della celebrazione, dopo la
benedizione, il Papa si è raccolto in pre-
ghiera davanti alla statua della Madre di
Dio, accompagnato dal canto dell’antifona
Alma Redemptoris Mater. Durante la proces-
sione finale è stato eseguito Tu scendi dalle
stelle.
Con il Pontefice hanno concelebrato
ventuno cardinali: al momento della pre-
ghiera eucaristica si sono accostatati all’al-
tare Giovanni Battista Re, decano del colle-
gio cardinalizio, e Marc Ouellet, prefetto
della Congregazione per i vescovi. Hanno
anche concelebrato diciotto presuli: tra
questi, gli arcivescovi Edgar Peña Parra, so-
stituto per gli Affari generali; Paul Richard
Gallagher, segretario per i Rapporti con gli
Stati; e Jan Romeo Pawłowski, segretario
per le Rappresentanze pontificie. Sono sta-
ti circa centoventi i sacerdoti concelebranti,
tra i quali monsignor Luigi Roberto Cona,
assessore per gli Affari generali.
Il servizio dei ministranti è stato prestato
dal Pontificio collegio urbano De Propagan-
da Fide, che è il seminario maggiore della
Congregazione per l’evangelizzazione dei
popoli.
Erano presenti, tra gli altri, il ministro
italiano dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e
il ministro della cultura di Singapore, Ed-
win Tong, che mercoledì scorso ha anche
partecipato all’udienza generale nell’Aula
Paolo VI.
I canti sono stati eseguiti dal coro della
Cappella Sistina diretto dal maestro Mar-
cos Pavan, accompagnato dal coro guida.
Dopo la celebrazione eucaristica, a mez-
zogiorno Papa Francesco si è affacciato
dalla finestra del Palazzo apostolico per la
recita dell’Angelus con i pellegrini presenti
in piazza San Pietro.
ha bisogno di essere innescata
dal desiderio, di mettersi in
gioco nell’avventura di una re-
lazione viva e vivace con Dio.
Ma il mio cuore è ancora ani-
mato dal desiderio di Dio? O
lascio che l’abitudine e le delu-
sioni lo spengano? Oggi, fra-
telli e sorelle, è il giorno per fa-
re queste domande. Oggi è il
giorno per ritornare ad alimen-
tare il desiderio. E come fare? An-
diamo a “scuola di desiderio”,
andiamo dai magi. Loro ci in-
segneranno, nella loro scuola
del desiderio. Guardiamo i
passi che compiono e traiamo
alcuni insegnamenti.
Essi in primo luogo partono
al sorgere della stella: ci inse-
gnano che bisogna sempre ri-
partire ogni giorno, nella vita
come nella fede, perché la fede
non è un’armatura che ingessa,
ma un viaggio affascinante, un
movimento continuo e inquie-
to, sempre alla ricerca di Dio,
sempre con il discernimento, in
quel cammino.
I magi, poi, a Gerusalemme
chiedono: chiedono dov’è il
Bambino. Ci insegnano che
abbiamo bisogno di interroga-
tivi, di ascoltare con attenzione
le domande del cuore, della co-
scienza; perché è così che spes-
so parla Dio, il quale si rivolge
a noi più con domande che con
risposte. E questo dobbiamo
impararlo bene: che Dio si ri-
volge a noi più con domande
che con risposte. Ma lasciamo-
ci inquietare anche dagli inter-
rogativi dei bambini, dai dub-
bi, dalle speranze e dai desideri
delle persone del nostro tem-
po. La strada è lasciarsi interro-
gare.
Ancora, i magi sfidano Erode.
Ci insegnano che abbiamo bi-
sogno di una fede coraggiosa,
che non abbia paura di sfidare
le logiche oscure del potere e
diventi seme di giustizia e di
fraternità in società dove, an-
tre, andare avanti.
Al culmine del viaggio dei
magi c’è però un momento cru-
ciale: quando arrivano a desti-
nazione “si prostrano e adora-
no il Bambino” (cfr. v. 11). Ado-
rano. Ricordiamoci questo: il
viaggio della fede trova slancio
e compimento solo alla presen-
za di Dio. Solo se recuperiamo
il gusto dell’adorazione, si rin-
nova il desiderio. Il desiderio ti
porta all’adorazione e l’adora-
zione ti fa rinnovare il deside-
rio. Perché il desiderio di Dio
cresce solo stando davanti a
Dio. Perché solo Gesù risana i
desideri. Da che cosa? Li risana
dalla dittatura dei bisogni. Il
cuore, infatti, si ammala quan-
do i desideri coincidono solo
con i bisogni. Dio, invece, ele-
va i desideri e li purifica, li gua-
risce, risanandoli dall’egoismo
e aprendoci all’amore per Lui e
per i fratelli. Per questo non di-
mentichiamo l’Adorazione, la
preghiera di adorazione, che
non è tanto comune tra noi:
adorare, in silenzio. Per que-
sto, non dimentichiamo l’ado-
razione, per favore.
E nell’andare così, ogni
giorno, avremo la certezza, co-
me i magi, che anche nelle not-
ti più oscure brilla una stella. È
la stella del Signore, che viene
a prendersi cura della nostra
fragile umanità. Mettiamoci in
cammino verso di Lui. Non
diamo all’apatia e alla rasse-
gnazione il potere di inchio-
darci nella tristezza di una vita
piatta. Prendiamo l’inquietu-
dine dello Spirito, cuori in-
quieti. Il mondo attende dai
credenti uno slancio rinnovato
verso il Cielo. Come i magi, al-
ziamo il capo, ascoltiamo il de-
siderio del cuore, seguiamo la
stella che Dio fa splendere so-
pra di noi. E come cercatori in-
quieti, restiamo aperti alle sor-
prese di Dio. Fratelli e sorelle,
sogniamo, cerchiamo, adoria-
mo.
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Il Papa a un gruppo francese di dirigenti di azienda cattolici
Imprenditori al servizio di tutti
e non di interessi privati o ristretti
Ideale e realtà, autorità e servizio:
«concetti che sembrano dover essere
sempre in tensione, ma che il cri-
stiano, aiutato dalla grazia, può
unificare nella propria vita». È
quanto ha indicato Papa France-
sco a un gruppo di imprenditori
cattolici francesi ricevuti in udien-
za questa mattina, venerdì 7 gen-
naio, nella Sala Clementina, in
occasione di un pellegrinaggio a
Roma dedicato al tema del bene
comune. Di seguito il discorso del
Pontefice.
Cari amici,
sono lieto di ricevervi in oc-
casione del vostro pellegri-
naggio a Roma sul tema del
bene comune. Ringrazio
Mons. Dominique Rey per
le sue cortesi parole. Trovo
molto bello e coraggioso
che, nel mondo attuale spes-
so segnato dall’individuali-
smo, dall’indifferenza e an-
che dall’emarginazione delle
persone più vulnerabili, al-
Pellegrini
del “bene
comune”
A nome dei duecento par-
tecipanti al «pellegrinaggio
del Bene comune che riuni-
sce amministratori d’azien-
da e imprenditori cattolici»
francesi, è stato il vescovo
di Fréjus-Toulon, Domini-
que Rey, a salutare il Papa
all’inizio dell’udienza.
«Animato da giovani
leader cristiani — ha spiega-
to il presule — questo cam-
mino spirituale sottolinea
attaccamento e fedeltà alla
Chiesa» da parte di chi vi
aderisce, oltre a rappresen-
tare «un gesto di solidarie-
tà a favore dei più svantag-
giati». Infatti, ha aggiunto,
«i partecipanti si impegna-
no a finanziare opere di ca-
rità e di evangelizzazio-
ne».
Del resto, ha fatto nota-
re monsignor Rey, «nel
mondo di oggi, in cui la
crisi sanitaria ha scosso
un’economia già in grande
difficoltà, essere un im-
prenditore cristiano esige
più che mai coerenza tra
fede e vita quotidiana; ra-
dicamento dell’impegno
nella dottrina sociale della
Chiesa; e, infine, un atteg-
giamento di servizio nell’e-
sercizio delle responsabili-
tà». Ciò «richiede un’at-
tenzione speciale alle per-
sone, alla loro crescita
umana, alla protezione dei
più vulnerabili, al bene co-
mune».
Infine il vescovo ha assi-
curato al Pontefice come,
«nella turbolenza che deve
affrontare», la Chiesa pos-
sa «trovare nelle persone
presenti dei cristiani con-
vinti, dei testimoni impe-
gnati del Vangelo», dispo-
nibili a «offrire i loro talen-
ti e le loro preghiere per
l’avvento del Regno di pa-
ce, giustizia e amore che
Cristo è venuto a inaugura-
re in questo mondo».
cuni imprenditori e dirigenti
d’impresa abbiano a cuore il
servizio di tutti e non solo
di interessi privati o di circo-
li ristretti. Non dubito che
questo rappresenti per voi
una sfida. Perciò vorrei con-
dividere con voi qualche in-
segnamento del Vangelo,
che possa aiutarvi a svolgere
il vostro ruolo di leaders se-
condo il cuore di Dio. Pren-
derò due coppie di concetti
che sembrano dover essere
sempre in tensione, ma che
il cristiano, aiutato dalla
grazia, può unificare nella
propria vita: ideale e realtà;
autorità e servizio.
Ideale e realtà. Ho evocato
qualche giorno fa quell’“ur-
to”, quello choc, di cui ogni
cristiano fa spesso esperien-
za, tra l’ideale che sogna e il
reale che incontra. L’ho fat-
to a proposito della Vergine
Maria davanti alla mangia-
toia di Betlemme, lei che si
trova costretta a mettere al
mondo il Figlio di Dio nella
povertà di una stalla (cfr.
Omelia 1° gennaio 2022): «Ci
auguriamo che tutto vada
bene e poi arriva, come un
fulmine a ciel sereno, un
problema inaspettato. E si
crea un urto doloroso tra le
attese e la realtà» (ibid.).
La ricerca del bene comu-
ne è per voi un motivo di
preoccupazione, un ideale,
nel quadro delle vostre re-
sponsabilità professionali. Il
bene comune è dunque cer-
tamente un elemento deter-
Non smettere mai di camminare guardando la stella
«Guarda la stella e cammina. Non
smettete mai di camminare, ma non
tralasciate di guardare la stella»: è
quanto “consigliato” da Papa Fran-
cesco ai partecipanti all’Angelus di
ieri, giovedì 6 gennaio, solennità
dell’Epifania. Ecco la meditazione
proposta dal Pontefice prima della
preghiera mariana guidata dalla fi-
nestra dello Studio privato del Pa-
lazzo apostolico vaticano con i fedeli
presenti in piazza San Pietro.
Cari fratelli e sorelle,
buongiorno, buona festa!
Oggi, solennità dell’Epifania,
contempliamo l’episodio dei
magi (cfr. Mt 2, 1-12). Essi af-
frontano un viaggio lungo e
faticoso per andare ad adorare
«il re dei Giudei» (v. 2). Sono
guidati dal segno prodigioso
di una stella, e quando final-
mente arrivano alla meta, an-
ziché trovare qualcosa di
grandioso, vedono un bimbo
con la mamma. Avrebbero
potuto protestare: “Tanta stra-
da, tanti sacrifici per stare da-
vanti a un bambino povero?”.
Eppure non si scandalizzano,
non rimangono delusi. Non si
lamentano. Cosa fanno? Si
prostrano. «Entrati nella casa —
dice il Vangelo —, videro il
bambino con Maria sua ma-
dre, si prostrarono e lo adora-
rono» (v. 11).
Pensiamo a questi sapienti
venuti da lontano, ricchi, col-
ti, conosciuti, che si prostra-
no, cioè si chinano a terra per
L’OSSERVATORE ROMANO
minante del vostro discerni-
mento e delle vostre scelte
di dirigenti, ma deve fare i
conti con gli obblighi impo-
sti dai sistemi economici e
finanziari attualmente in at-
to, che spesso si prendono
gioco dei principi evangelici
della giustizia sociale e della
carità. E immagino che, a
volte, il vostro incarico vi
pesi, che la vostra coscienza
entri in conflitto quando l’i-
deale di giustizia e di bene
comune che voi immaginere-
ste di raggiungere non ha
potuto realizzarsi, e che la
dura realtà si presenti a voi
come una mancanza, uno
scacco, un rimorso, uno
choc.
È importante che voi pos-
siate superare questo e viver-
lo nella fede, per poter per-
severare e non scoraggiarvi.
Davanti allo “scandalo della
mangiatoia” Maria non si è
scoraggiata, non si è ribella-
ta, ma ha reagito custodendo e
meditando nel suo cuore, di-
mostrando una fede adulta,
che si fortifica nella prova.
Custodire è accogliere, mal-
grado l’oscurità e nell’umil-
tà, le cose difficili da accet-
tare che non abbiamo volu-
to, che non abbiamo potuto
impedire; non cercare di ca-
muffare o “truccare” la vita,
di sfuggire alle proprie re-
sponsabilità. E meditare è,
nella preghiera, unificare le
cose belle e quelle brutte di
cui è fatta la vita, coglierne
meglio l’intreccio e il senso
L’Angelus nella solennità dell’Epifania
adorare un bambino! Sembra
una contraddizione. Sorpren-
de un gesto tanto umile com-
piuto da uomini così illustri.
Prostrarsi davanti a un’autori-
tà che si presentava con i se-
gni della potenza e della glo-
ria era cosa abituale al tempo.
E anche oggi non sarebbe
strano. Ma davanti al Bambi-
no di Betlemme non è sempli-
ce. Non è facile adorare que-
sto Dio, la cui divinità rimane
nascosta e non appare trion-
fante. Vuol dire accogliere la
grandezza di Dio, che si ma-
nifesta nella piccolezza: que-
sto è il messaggio. I magi si
abbassano di fronte all’inaudi-
ta logica di Dio, accolgono il
Signore non come lo immagi-
navano, ma così com’è, picco-
lo e povero. La loro prostra-
zione è il segno di chi mette
da parte le proprie idee e fa
spazio a Dio. Ci vuole umiltà
per fare questo.
Il Vangelo insiste su que-
sto: non dice solo che i magi
adorarono, sottolinea che si
prostrarono e adorarono. Coglia-
mo questa indicazione: l’ado-
razione va insieme alla pro-
strazione. Compiendo questo
gesto, i magi dimostrano di
accogliere con umiltà Colui
che si presenta nell’umiltà. Ed
è così che si aprono all’adora-
zione di Dio. Gli scrigni che
aprono sono immagine del lo-
ro cuore aperto: la loro vera
ricchezza non consiste nella
nella prospettiva di Dio (cfr.
ibid.).
Il secondo binomio: auto-
rità e servizio. Quando gli
Apostoli discutono su chi
sia tra loro il più grande,
Gesù interviene: «Se qualcu-
no vuole essere il primo, sia
l’ultimo di tutti e il servitore
di tutti» (Mc 9, 35). La mis-
sione del dirigente cristiano
assomiglia, per molti aspetti,
a quella del pastore, di cui
Gesù è il modello, e che sa
andare davanti al gregge per
indicare la via, sa stare in
mezzo per vedere quello che
vi accade, e sa anche stare
dietro, per assicurarsi che
nessuno perda contatto. Ho
esortato spesso i preti e i ve-
scovi ad avere “l’odore delle
pecore”, a immergersi nella
realtà di quanti sono loro af-
fidati, conoscerli, farsi pros-
simi ad essi. Credo che que-
sto consiglio vale anche per
voi! Pertanto vi incoraggio a
essere vicini a coloro che
collaborano con voi a tutti i
livelli: a interessarvi alla loro
vita, a rendervi conto delle
loro difficoltà, delle soffe-
renze, delle inquietudini, ma
anche delle loro gioie, dei
progetti, delle speranze.
Esercitare l’autorità come
un servizio richiede di con-
dividerla. Anche qui, Gesù è
il nostro maestro, quando
manda i discepoli in missio-
ne dotandoli della sua stessa
autorità (cfr. Mt 28, 18-20).
Voi siete invitati a mettere in
atto la sussidiarietà con la
fama, nel successo, ma nell’u-
miltà, nel loro ritenersi bisogno-
si di salvezza. E così è l’esempio
che ci danno i magi, oggi.
Cari fratelli e sorelle, se al
centro di tutto rimaniamo
sempre noi con le nostre idee
e presumiamo di vantare
qualcosa davanti a Dio, non
lo incontreremo mai fino in
fondo, non arriveremo ad
adorarlo. Se non cadono le
nostre pretese, le vanità, i
puntigli, le corse per primeg-
giare, ci capiterà di adorare
pure qualcuno o qualcosa nel-
la vita, ma non sarà il Signo-
re! Se invece abbandoniamo
la nostra pretesa di autosuffi-
cienza, se ci facciamo piccoli
dentro, allora riscopriremo lo
stupore di adorare Gesù. Per-
ché l’adorazione passa attraverso
l’umiltà del cuore: chi ha la sma-
nia dei sorpassi, non si accor-
ge della presenza del Signore.
Gesù passa accanto e viene
ignorato, come accadde a tan-
ti in quel tempo, ma non ai
magi.
Fratelli e sorelle, guardan-
do a loro, oggi ci chiediamo:
come va la mia umiltà? Sono
convinto che l’orgoglio impe-
disce il mio progresso spiri-
tuale? Quell’orgoglio, manife-
sto o nascosto, che sempre co-
pre lo slancio verso Dio. La-
voro sulla mia docilità, per es-
sere disponibile a Dio e agli
altri, oppure sono sempre
centrato su di me, sulle mie
quale si valorizza «l’autono-
mia e la capacità di iniziati-
va di tutti, specialmente de-
gli ultimi. Tutte le parti di
un corpo sono necessarie e
[…] quelle parti che potreb-
bero sembrare più deboli e
meno importanti, in realtà
sono le più necessarie»
(Udienza generale 23 settembre
2020). Così, il dirigente cri-
stiano è chiamato a conside-
rare con attenzione il posto
assegnato a tutte le persone
della sua azienda, comprese
quelle le cui mansioni po-
trebbero sembrare di minore
importanza, perché ciascuno
è importante agli occhi di
Dio. Anche se l’esercizio
dell’autorità richiede di
prendere decisioni coraggio-
se e a volte in prima perso-
na, la sussidiarietà permette
a ciascuno di dare il meglio
di sé, di sentirsi partecipe,
di portare la propria parte
di responsabilità e di contri-
pretese, con quell’egoismo na-
scosto che è la superbia? So
accantonare il mio punto di
vista per abbracciare quello di
Dio e degli altri? E infine:
prego e adoro solo quando ho
bisogno di qualcosa, oppure
lo faccio con costanza perché
credo di avere sempre bisogno
di Gesù? I magi hanno inco-
minciato la strada guardando
una stella e trovarono Gesù.
Hanno camminato tanto. Og-
gi possiamo prendere questo
consiglio: guarda la stella e
cammina. Non smettete mai
di camminare, ma non trala-
sciate di guardare la stella.
Questo è il consiglio di oggi,
forte: guarda la stella e cam-
mina, guarda la stella e cam-
mina.
La Vergine Maria, serva del
Signore, ci insegni a riscoprire
il bisogno vitale dell’umiltà e
il gusto vivo dell’adorazione.
Ci insegni a guardare la stella
e a camminare.
Al termine dell’Angelus il Papa ha
fatto gli auguri alle Chiese d’Oriente
che celebravano il Natale, ha ricor-
dato la festa dell’infanzia missiona-
ria e il «Corteo dei Re Magi» svol-
tosi in Polonia, e infine ha salutato i
vari gruppi presenti. Ecco le sue pa-
role.
Cari fratelli e sorelle,
oggi il pensiero va ai fratelli e
alle sorelle delle Chiese
Orientali, sia cattoliche sia or-
venerdì 7 gennaio 2022
buire così al bene dell’insie-
me.
Mi rendo conto di quanto
il Vangelo possa essere esi-
gente e difficile da attuare in
un mondo professionale
competitivo e concorrenzia-
le. Tuttavia, vi invito a tene-
re lo sguardo fisso su Gesù
Cristo, con la vostra vita di
preghiera e l’offerta del la-
voro quotidiano. Egli ha fat-
to l’esperienza sulla croce di
amare fino alla fine, di com-
piere la sua missione fino a
dare la vita. Anche voi avete
le vostre croci da portare.
Ma siate fiduciosi: ci ha pro-
messo di accompagnarci «fi-
no alla fine del mondo» (Mt
28, 20). Non esitate a invo-
care lo Spirito Santo perché
guidi le vostre scelte. La
Chiesa ha bisogno della vo-
stra testimonianza.
Vi ringrazio e vi benedi-
co. E non dimenticatevi di
pregare per me. Grazie!
todosse, che celebrano doma-
ni il Natale del Signore. Ad
essi rivolgo con affetto i mi-
gliori auguri di pace e di ogni
bene: Cristo, nato dalla Vergi-
ne Maria, illumini le vostre fa-
miglie e le vostre comunità!
Fratelli e sorelle, tanti auguri!
L’Epifania è in modo spe-
ciale la festa dell’infanzia mis-
sionaria, cioè di quei bambini
e ragazzi — sono tanti, in vari
Paesi del mondo — che si im-
pegnano a pregare e a offrire i
loro risparmi perché il Vange-
lo sia annunciato a quanti
non lo conoscono. Voglio dire
a loro il mio grazie: bambini e
bambine, grazie!, e ricordare
che la missione comincia con
la testimonianza cristiana nel-
la vita di tutti i giorni.
A questo proposito, inco-
raggio le iniziative di evange-
lizzazione che prendono
spunto dalle tradizioni dell’E-
pifania e che, nella situazione
attuale, utilizzano vari mezzi
di comunicazione. Ricordo in
particolare l’evento “Corteo
dei Re Magi” che si svolge in
Polonia.
E oggi saluto tutti voi, ro-
mani, e pellegrini venuti dal-
l’Italia e da diversi Paesi. Sa-
luto i cresimandi di Romano
di Lombardia, con i genitori e
i catechisti.
E a tutti auguro una buona
festa. Per favore, non dimenti-
catevi di pregare per me.
Buon pranzo e arrivederci.