Sei sulla pagina 1di 36

Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (cov. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCBRagusa Pubbl. inf.

45% CAMPIONE GRATUITO

DELLA DIOCESI DI RAGUSA


PERIODICO D’INFORMAZIONE

«Fissando gli occhi in Gesù»


ANNO XXXVII - N. 677
NOVEMBRE 2022
AVVENTO
3 «Fissando gli occhi in Gesù»
+ Giuseppe La Placa, Vescovo
5 Avvento, una speranza esaudita
Mario Cascone
6 Maria Santa e Immacolata

Sommario
Francesco Forti

Periodico iscritto PRIMO PIANO -PACE


8 La guerra è una pazzia, tacciano le armi
Mario Cascone
10 Nella preghiera il sentiero della Pace
Paolo Bustaffa (Sir)
Reg. Trib. RG n.71 del 6.12.1977
ROC n. 1954 In Diocesi
11 Più vicini a chi si trova in difficoltà
Direttore Responsabile con il corrispettivo dei fuochi d’artificio
Mario Cascone 12 Credenti, responsabili e credibili
Emanuele Cascone e Rosario Schininà
In redazione, segreteria e 13 L’orizzonte della missione
amministrazione per rendere significativa la vita
Gabriella Chessari Davide Bocchieri
Via Roma, 109 Ragusa 14 Padre Nigita: io lo ricordo così!
Tel. 0932646419 Luca Tuttobene
insieme@diocesidiragusa.it
16 A perenne ricordo di don Giovanni Rollo
Pino Savà
Stampa
18 Una notte a Lourdes
Carmelo Sigona
Non solo libri srl
19 Mezzo secolo a servizio di Maria
nonsololibrisrl@gmail.com Tina Gulino
Impaginazione a cura di 20 Dentro la sfida della realtà
Gabriella Chessari Mario Tamburino
21-23 Brevi diocesane
Numero chiuso
22 novembre 2022 24-25 UNITI NEL DONO

Chiesa e Società
26 Il Covid 19 e lo tsunami della solidarietà
28 È l’ora della conversione ecologica
Fabrizio Iacono, Marianna Occhipinti
29 Donato un moderno ecografo
Direttore al Consultorio familiare di Vittoria
Emanuele Occhipinti Adriana Ferraro

Assistente Siprituale
Giuseppe Di Corrado Attualità
30 Migrazioni? No, non è un’emergenza
Segreteria e amministrazione Stefano De Martis (Sir)
Gabriella Chessari
31 Emigrazione, la ferita dei giovani
32 Al lavoro il nuovo governo regionale
Tel. 0932646460 33 Ridere dei mali della nostra Ragusa
comunicazioni sociali@ Saro Distefano
diocesidiragusa.it 34 L’effetto Trump affonda i repubblicani
Vito Piruzza
www.diocesidiragusa.it
Diocesi di Ragusa
«Fissando gli occhi in Gesù» in 3

Messaggio di Avvento

F
ratelli e sorelle carissimi, nella prima domenica
di Avvento la Chiesa celebra il suo “capodanno”
liturgico. Inizia, cioè, un nuovo anno per cele-
brare – non solo nella liturgia, ma soprattutto nella no-
stra vita – il mistero di Cristo. Un anno da vivere nella
fede e nella preghiera, tenendo fisso lo sguardo su Gesù,
Via, Verità e Vita.
L’Avvento, infatti, è il tempo prezioso per incontrare
Gesù, accoglierlo e testimoniarlo ai nostri fratelli affin-
ché anch’essi, fortificati dal nostro esempio, dalla nostra
preghiera e dalla nostra fede, possano incamminarsi de-
cisamente incontro al Signore che viene.
Vorrei che in queste settimane che precedono il Na-

AVVENTO
tale ci guidassero la parola e l’esempio del nostro Santo
Patrono Giovanni Battista.

Abitare il silenzio Vestirsi di umiltà


Giovanni, ci dicono i Vangeli, «visse in regioni deserte «Egli non era la luce» (Gv 1,8). Così il prologo del
fino al giorno della sua manifestazione a Israele» (Lc quarto Vangelo ci presenta il Battista. Giovanni è con-
1,8). Come sappiamo, il grande compito del precursore sapevole che la sua identità è quella di essere un mendi-
di Gesù è stato quello di preparare a Cristo un popolo cante raggiunto dalla luce. Ma egli non usa la luce per
ben disposto. Prima di parlare alle folle, però, il Battista illuminare se stesso: «Comprese – commenta Agostino
sente il bisogno di trascorrere un lungo tempo di pre- – di non essere altro che una lucerna e temette che po-
parazione nel deserto. È nel silenzio del deserto, infatti, tesse essere spenta dal vento della superbia. Per tale mo-
che matura la sua missione, in una solitudine che non lo tivo si sforzò, chiedendo aiuto all’Onnipotente, di
isola dal mondo, ma lo pone alla ricerca di Dio, in essere e di rimanere umile» (Disc. 293).
ascolto di quella Parola che avrebbe annunciato alle folle Giovanni, «il più grande fra i nati di donna» (Mt 11,2),
venute dalla città. la voce potente «che grida nel deserto» (Gv 1,23), è però
Anche per noi l’Avvento è il tempo prezioso per per- un uomo umile che vuole “diminuire” per lasciare spa-
correre la “via del deserto”; il tempo per ritornare a zio al Signore. Un uomo forte, che dimostra però di sa-
creare spazi di silenzio nel profondo di noi stessi, dove persi abbassare, di sapere scendere dalle sue attese.
fare abitare Dio. Oggi più che mai. In un tempo in cui il L’umiltà, carissimi amici, è la strada maestra, la via
“brusio” verbale rischia di trasformare i rapporti umani semplice che siamo chiamati a percorrere per confor-
in una “babele” relazionale, abbiamo tutti bisogno di marci a Cristo. È Lui stesso che ci indica la strada: «Im-
imparare il linguaggio di Dio, il solo che rende signifi- parate da me che sono mite ed umile di cuore» (Mt
cative e dense di contenuto le nostre umane parole. 11,29). Gesù – commenta ancora Agostino – «non ci
Oggi, se il cristiano vuole parlare al mondo, deve tro- propone d’imitarlo nel fabbricare il mondo, nel creare
vare il coraggio di “abitare” il silenzio. Solo allora la sua le cose visibili ed invisibili, nell'operare meraviglie, nel
parola sarà autentica ed efficace. fare miracoli, ma nell’essere umili di cuore» (Disc. 69).
In questo tempo forte dell’Avvento, carissimi fratelli Ma qual è l'umiltà che ci insegna Gesù? È quella del
e sorelle, vorrei proporre a tutti la “sfida del silenzio”: servizio e dell’amore gratuito. Gesù manifesta la sua
proviamo a trovare dieci minuti al giorno per pregare, umiltà lavando i piedi ai suoi discepoli e, ancora di più,
pensare, meditare. Per imparare il linguaggio di Dio. sulla croce. Continuando ad annullarsi, a donarsi per
Dieci minuti di silenzio per “ascoltare” il Silenzio. amore.
Continua a pag. 4
in 4
Messaggio di Avvento
L’umiltà è l’altro nome dell’amore. È disponibilità a In questo tempo di Avvento, carissimi amici e fratelli,
farsi piccoli, a servire i fratelli. È l’espressione più alta sforziamoci di avvicinarci alla statura di Cristo (cfr. Ef
della gratuità: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo 4,13), non distogliamo lo sguardo dal volto di Gesù, te-
di tutti e il servitore di tutti» (Mc 9,35). niamo lo sguardo fisso al modello cui siamo chiamati a
Carissimi fratelli e sorelle, quando non si entra in que- conformarci, a Colui che ci rivela l’amore e la misericor-
sto cammino di umiltà, si percorre la strada dell’arro- dia del Padre suo. La santità è rimanere in Lui, vivere in
ganza, della superbia, del mettere il proprio “io” al questa relazione viva con un amore che ci salva, con un
centro del mondo. L’umiltà, invece, è imparare che la Dio che ci viene incontro mentre lo attendiamo.
nostra grandezza consiste proprio nel farsi piccoli, per-
ché è così che siamo importanti agli occhi di Dio e pie- Il cane e la lepre
namente corrispondenti al suo progetto d’amore Mi piace concludere queste riflessioni con un Apof-
sull’umanità. tegma dei Padri del deserto: «Un monaco ne incontra
Impariamo, in questo tempo di Avvento, a riscoprire un altro e gli chiede: perché ci sono tanti che abbando-
la bellezza di un gesto concreto di carità, a impiegare un nano la vita monastica? Perché dunque? E l’altro mo-
po’ di tempo nel gratuito servizio, a riservare uno spazio naco risponde: la vita monastica è come un cane che
del nostro cuore all’accoglienza del fratello affamato, as- insegue una lepre. Corre dietro alla lepre abbaiando;
setato, nudo, forestiero, ammalato (cfr. Mt 25,35s) che molti altri cani, sentendo il suo abbaiare, si uniscono a
bussa alla porta della nostra vita. lui e corrono dietro alla lepre tutti insieme. Ma dopo un
AVVENTO

po’ tutti i cani che corrono senza vedere la lepre si chie-


“Fissarsi” in Gesù dono: ma dov’è che stiamo andando? Perché corriamo?
«Egli venne come testimone per rendere testimo- Si stancano, si perdono e smettono di correre uno dopo
nianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di l’altro. Solo i cani che vedono la lepre continuano a rin-
lui» (Gv 1, 6-8). Giovanni è testimone perché ha fatto correrla fino alla fine, fino a quando l’acchiappano».
esperienza di Dio, perché è stato toccato dalla sua Pa- Buon Avvento!
rola, illuminato dalla sua luce (cfr. 1Gv 1,1). La sua vita è + Giuseppe La Placa, Vescovo
ormai animata da quell’incontro: è voce di una Parola
che lo abita, che si è fatta carne in lui. È uno che rac-
conta ciò che ha visto; e ciò che ha visto gli ha cambiato
la vita. Racconta “facendo vedere”, anche a chi non ha
visto, quello che i suoi occhi hanno contemplato e le sue
mani hanno toccato.
Come Giovanni Battista – diceva il Papa emerito –
«tutti siamo chiamati, in questo mondo con tante tene-
bre, tante oscurità, ad essere testimoni della luce… e
possiamo esserlo solo se portiamo in noi la luce, se
siamo non solo sicuri che la luce c’è, ma che abbiamo
visto un po’ di luce» (Omelia di Avvento, 2011).
Questa, carissimi fratelle e sorelle, non è solo la mis-
sione di Giovanni, ma è anche la nostra missione: «Con-
templata aliis tradere», trasmettere agli altri la nostra
esperienza di Dio; parlare di Dio dopo aver parlato con
Dio. Solo allora la nostra testimonianza risulterà auten-
tica e, soprattutto, credibile.
Questo, però, suppone che in ciascuno di noi sia sem-
pre vivo il desiderio di crescere nella misura alta della
vita cristiana, che è la santità: «Per un cristiano – scrive
Papa Francesco – non è possibile pensare alla propria
missione sulla terra senza concepirla come un cammino
di santità» (Gaudete et Exultate 19).
in
5

Avvento,

AVVENTO
una speranza esaudita
L
a vita è un cammino, un’at- incontro, perché quelli che ti cer- più speranza”? (1 Tess 4,13). Quali
tesa, una ricerca, una spe- cano ti possano trovare” (Preghiera sono i segni che rendono credibile la
ranza... È cammino verso Eucaristica IV). venuta di Cristo in mezzo a noi? O è
l’eternità, attesa di un futuro mi- Il tempo liturgico di Avvento ci fa come se Cristo non fosse mai ve-
gliore, ricerca della verità, speranza vivere tutte queste dimensioni della nuto?
di felicità. Eternità, futuro, verità e fede e della vita cristia¬na. Esso è Per rendere visibile e credibile la
felicità hanno un nome preciso: Dio! memoriale della prima venuta di Cri- venuta di Gesù nel mondo occorre
La vita di ogni uomo è, in fondo una sto nella storia, ma anche contempla- che noi oggi ci facciamo “organizza-
ricerca di Dio. Ogni persona dice a zione prefigurativa della seconda tori della speranza” per gli uomini
Dio le parole del salmista: "Il tuo definitiva venuta del Signore nella del nostro tempo. Dobbiamo essere
volto Signore, io cerco, non nascon- gloria. Incarnazione e Parusìa costi- sempre “pronti a dare ragione della
dermi il tuo volto"(Sal 26, 8-9), o tuiscono i due poli che caratteriz- speranza che è in noi” (1 Pt 3, 15). Si
anche: "O Dio, tu sei il mio Dio, al- zano il tempo di Avvento, facendoci tratta di comunicare ai tanti disperati
l’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima collocare nella giusta prospettiva di oggi l’amore stesso di Dio, che si
mia, a te anela la mia carne come della venuta del Signore, una venuta è reso visibile in Cristo. Cristo è la
terra deserta, arida senz’acqua" (Sal che abbraccia passato, presente e fu- nostra speranza, la speranza di ogni
63, 2). Questa ricerca dell’uomo ha turo: il Signore è venuto, viene e uomo; solo Lui è capace di svelare
trovato un riscontro meraviglioso in verrà! pienamente l’uomo all’uomo, per cui
Dio. Egli è venuto incontro a noi per In questa luce dobbiamo chiederci: ciascuno di noi ha bisogno di incon-
facilitare questa ricerca, per colmare che senso ha la venuta di Dio per trar¬si a tu per tu con Lui per col-
quest’attesa e per dare un volto a noi? Viviamo in questa attesa o mare la propria sete di Dio.
questa speranza: “A tutti sei venuto siamo “come quelli che non hanno Mario Cascone
in 6
Maria Santa e Immacolata
segno dell’amore salvifico di Dio
I
n Maria Immacolata celebriamo miglior modo di come una creatura tura: “Chaîre- Kecharitoméne (LC
l’immenso dono che Dio ha fatto è stata salvata dal figlio prima ancora 1,28) “rallegrati piena di grazia”.
a una creatura umana. Il dono di di compiere l’opera pasquale della Maria è piena di grazia a tutti i livelli
grazia che l’ha resa piena di bellezza passione, morte e resurrezione. di crescita. È bellezza donata nella
nella totalità del suo essere “senza La chiesa “in Maria ammira ed gradualità discendente ed è bellezza
macchia e senza ruga, adorna dagli esalta il frutto più eccelso della re- compiuta dalla libertà ascendente.
splendori dello Spirito” Panaghia: denzione, ed in essa contempla con L’espressione “piena di grazia” in-
TuttaSanta. gioia, come in una immagine puris- dica il contenuto di quella grazia che
Maria di Nazareth, figlia di Adamo, sima, ciò che essa desidera e spera di Maria ha ricevuto da Dio, in vista
figlia di Sion della stirpe d’Israele, essere nella sua interezza” (Sacro- della maternità salvifica destinata a
sorella nostra in umanità sin dal sanctum Concilium n°103). generare nella carne il figlio di Dio.
primo istante della sua venuta al La verità di fede sull’Immacolata “Piena di grazia” cioè stracolma
mondo, è l’unica persona umana Concezione è contenuta nel testo lu- della grazia santificante, che l’ha
AVVENTO

che, per sola grazia di Dio-Trinità, è cano dell’Annunciazione, in quella reso senza macchia; ricolma di Spi-
stata concepita senza quella macchia espressione unica in tutta la scrit- rito santo; bellissima, luminosa ecc.
di cui l’umanità è stata toccata.
Di fronte a questa santità di Maria
il popolo di Dio sin dalle origini del
cammino ecclesiale, sotto l’influsso
dello Spirito santo, ha percepito per
istinto di fede che solo lei è la “Tut-
taSanta” della Chiesa. Mentre noi
siamo stati concepiti con il peccato
originale.
Nella seconda parte dell’Ave Maria
il popolo si rivolge a lei con queste
parole: “Santa Maria, prega per noi
peccatori”. Questo immenso dono
di Dio è inserito pienamente nel pro-
getto salvifico del mistero della re-
denzione pasquale.
La risposta a questo progetto di
Dio si trova nelle stesse parole che
Maria eleva nel cantico del Magnifi-
cat: “… il mio spirito esulta in Dio
mio salvatore” (LC;1,47). Maria rico-
nosce che il Dio potente è il suo sal-
vatore, il salvatore di sua madre.
I teologi affermano che in vista dei
meriti di Cristo, cioè della sua venuta
al mondo, la vergine è stata redenta
in modo sublime con una redenzione
preservativa che la inserisce nel Carlo Maratta (1663) Immacolata Concezione,
campo della redenzione: è questo il
Collegio Sant’Isidoro(Roma)
Si tratta di uno stato costante, per-
manente che irradia tutta l’esistenza
della vergine. “Maria Santissima, di-
Il concilio Vaticano II nella Lumen
Gentium al capitolo VIII mette in
evidenza l’aspetto positivo della for-
per noi si è realizzato nel battesimo
che ci ha inseriti in Cristo facendoci
passare dal peccato alla grazia.
in
7
ciamo immacolata!, cioè innocente, mula quando afferma: “immune da Nell’Immacolata Concezione
cioè stupenda, cioè perfetta; cioè la ogni macchia di peccato, quasi pla- Maria viene preservata dal peccato
donna, la vera donna ideale e reale smata dallo Spirito Santo e resa originale, nel battesimo siamo libe-
insieme; la creatura nella quale l’im- nuova creatura. Adornata fin dal rati dalla colpa della caduta dei pro-
magine di Dio si rispecchia con lim- primo istante della sua concezione genitori: è la stessa “pienezza di
pidezza assoluta, senza alcun dagli splendori di una santità del grazia” data a Maria che viene elar-
turbamento, come avviene in ogni tutto singolare, la vergine di Naza- gita anche a noi. A Maria la grazia
creatura” (Paolo VI, Omelia 8-12- reth è salutata dall’angelo “piena di singolare del perdono che preserva
1965). grazia (LC. 1,28)” (Lumen Gentium viene comunicata in vista della sua
Il dogma sull’Immacolata Conce- n. 56). È lo Spirito Santo che è pre- singolarissima e unica missione di
zione definito da Papa Pio IX si sof- sente all’inizio della storia di Maria madre di Dio, a noi viene data la gra-
ferma sull’esenzione del peccato rendendola tutta santa come la chia- zia di un perdono che ci santifica.
originale: “la beatissima Vergine mano i padri della Chiesa orientale. Dio fa grazia sempre in vista di un
Maria fu preservata, per particolare La redenzione ha un duplice effetto: compito, di una missione egli non
grazia e privilegio di Dio onnipo- giustificazione della colpa (aspetto elargisce doni privati, ma ricchezze
tente, in previsione dei meriti di negativo); e la vita nuova in Cristo da condividere! Nel cammino della
Gesù Cristo Salvatore del genere (aspetto positivo). vita cristiana, dobbiamo sempre tor-

AVVENTO
umano, immune da ogni macchia di Nel progetto di Dio tutti siamo nare alla grazia delle origini, il cui
peccato originale fin dal primo coinvolti “per essere santi e immaco- nome è sempre e solo misericordia.
istante del suo concepimento” (Pio lati al suo cospetto” (Ef. 1,4). Quello
IX, Bolla dogmatica Ineffabilis Deus che per singolare grazia è avvenuto Francesco Forti
1854). in Maria in vista dei meriti di Cristo,

Il sussidio dell’Ufficio Catechistico per l’Avvento

Il cantiere di Betlemme
V egliamo, Convertiamoci, Gioiamo, Sogniamo sono le quattro
azioni chiave del sussidio preparato dall’Ufficio Catechistico
per accompagnare le nostre comunità cristiane, e in particolare le
parrocchie e i ragazzi, in questo tempo di Avvento. «Il sussidio –
spiegano don Marco Diara e l’equipe – prende spunto dal cam-
mino sinodale di tutta la Chiesa, voluto da Papa Francesco ed ini-
ziato nell’autunno 2021, che ci accompagna anche in questo
percorso di Avvento 2022. In questo momento ci troviamo nella
seconda parte della prima fase del Cammino sinodale, quella nar-
rativa. La traccia che guida i lavori si intitola “I cantieri di Betania”.
Poiché – aggiungono – tutti noi dobbiamo sentirci protagonisti di
questa fase del processo sinodale in atto, vogliamo mettere al cen-
tro di questo percorso di Avvento proprio il tema del cantiere, pen-
sando soprattutto al cantiere comunità. Da qui l’immagine simbolo
del nostro percorso. Speriamo che questo sussidio che, di dome-
nica in domenica, vuole accompagnare i ragazzi nell’incontro con
Gesù possa essere uno strumento utile per vivere insieme questo
periodo di attesa. Abbiamo cercato – concludono don Marco e
l’equipe – di inserire diversi spunti, che potranno essere proposti
sia a livello parrocchiale che a livello di gruppo/catechesi».
in8 PRIMO PIANO -PACE

L’invasione dell’Ucraina ha riaperto pagine tristi della storia nel cuore dell’Europa

La guerra è una pazzia, tacciano le armi


“S
i vis pacem, para bellum” (Se vuoi la pace, pre- Irpin, Mariupol, Izium, Zaporizhzhia e altre località, che
para la guerra): questo antico assioma dello scrit- sono diventate luoghi di sofferenze e paure indescrivibili. E
tore romano Vegezio afferma che uno dei mezzi che dire del fatto che l’umanità si trova nuovamente davanti
più efficaci per assicurare la pace consiste nell’essere armati alla minaccia atomica? È assurdo...». Francesco indica con
e in grado di difendersi, ovvero che la pace è qualcosa da im- chiarezza il gravissimo pericolo che incombe sull’intera uma-
porre con la legge del più forte e che va mantenuta con la nità, nel momento in cui la Russia minaccia di fare ricorso ad
corsa agli armamenti e con la volontà di ingaggiare il conflitto ogni tipo di armi per conseguire i propri obiettivi. La minac-
non appena un certo equilibrio internazionale venga turbato. cia atomica tiene in ostaggio l’intera popolazione mondiale
Dunque non è il ricorso al negoziato che assicura la pace o ed attribuisce ai potenti delle nazioni un terribile potere di-
la ricerca di un nuovo ordine, ma il ricorso alle armi. Non ci struttivo, capace di fare imboccare una strada senza ritorno.
vuole molto a capire che non ci siamo discostati da questa
concezione “armata” della pace, come sta a dimostrare l’at-
tuale stato di belligeranza della maggior parte delle nazioni
e, soprattutto, la guerra derivata dall’invasione dell’Ucraina
da parte della Russia, che si conduce con l’uso di armi sem-
pre più sofisticate da parte dei russi e con la difesa strenua
da parte dell’Ucraina, aiutata con le armi donate da molte na-
zioni occidentali. Difficilmente in questo modo si giungerà
alla pace.
Più volte Papa Francesco è intervenuto sulla guerra in
Ucraina, implorando che tacciano le armi e regni subito la
pace. Tutti infatti comprendono quanto sia pericolosa l’esca-
lation di questo sanguinoso conflitto, che può arrivare anche
all’uso di armi nucleari, mettendo così in pericolo l’intero
pianeta. L’invasione dell’Ucraina da parte di Putin ripropone
la guerra nel cuore del vecchio continente europeo, ma di
fatto fa entrare in fibrillazione i cittadini e i governi di tutte
le nazioni, che, nel contesto del cosiddetto “villaggio glo-
bale”, avvertono come la guerra in Ucraina può trasformarsi
velocemente in guerra mondiale. Da qui i ripetuti appelli di
Francesco perché cessi la guerra e torni a regnare la pace.
Nell’Angelus del 2 ottobre scorso il Papa ha detto:«Mi af-
fliggono i fiumi di sangue e di lacrime versati in questi mesi.
Mi addolorano le migliaia di vittime, in particolare tra i bam-
bini, e le tante distruzioni, che hanno lasciato senza casa
molte persone e famiglie e minacciano con il freddo e la fame
vasti territori. Certe azioni non possono mai essere giustifi-
cate, mai!». Non si può infatti trovare alcuna giustificazione
per azioni militari che colpiscono la popolazione civile e le
strutture di pubblica utilità come scuole, ospedali e orfano-
trofi.
Il Papa continua: «È angosciante che il mondo stia impa-
rando la geografia dell’Ucraina attraverso nomi come Bucha,
«Che cosa deve ancora succedere? – si è chiesto Francesco pace. A tutti i protagonisti della vita internazionale e ai re-
– Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che sponsabili politici delle nazioni chiedo con insistenza di fare
la guerra non è mai una soluzione, ma solo una distru- tutto quello che è nelle loro possibilità per porre fine alla
zione?». Da qui una vera implorazione da parte del Sommo guerra in corso, senza lasciarsi coinvolgere in pericolose
Pontefice: «In nome di Dio e in nome del senso di umanità escalation, e per promuovere e sostenere iniziative di dia-
che alberga in ogni cuore, rinnovo il mio appello affinché si logo».
giunga subito al cessate-il-fuoco. Tacciano le armi e si cer- È evidente che molte responsabilità in ordine all’escalation
chino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre della guerra risiedono in coloro che gestiscono il potere ed
a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste, hanno la possibilità di fermare le ostilità, trovando gli accordi
stabili. E tali saranno se fondate sul rispetto del sacrosanto più opportuni per risolvere le questioni del conflitto. Non
valore della vita umana, nonché della sovranità e dell’inte- sono le armi che possono condurre ad una soluzione, ma il
grità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle mi- negoziato, la diplomazia, la sapienza mediatrice di chi go-
noranze e delle legittime preoccupazioni». La strada dei verna le nazioni e che è tenuto, per obbligo morale, a rifug-
negoziati è, secondo Francesco, l’unica percorribile per evi- gire dalla violenza per imboccare la strada della pace.
tare l’orrore a cui da mesi assistiamo e per garantire che ogni Il Papa conclude il suo discorso con queste parole: «Per fa-
nazione possa salvaguardare la sua sovranità e integrità ter- vore, facciamo respirare alle giovani generazioni l’aria sana
ritoriale, ma soprattutto per rispettare il «sacrosanto valore della pace, non quella inquinata della guerra, che è una paz-
della vita umana». zia! La guerra in se stessa è un errore e un orrore! Confi-
Questo è ovviamente il valore più grande, che supera ogni diamo nella misericordia di Dio, che può cambiare i cuori, e
altro vero o presunto valore che si voglia perseguire. Que- nell’intercessione materna della Regina della Pace».
st’appello il Santo Padre lo rivolge «in nome di Dio», ma Mario Cascone
anche «in nome del senso di umanità che alberga in ogni
cuore», e quindi è valido anche per chi non crede in Dio, ma
è comunque dotato di una coscienza in cui è vivo il richiamo Non è l’escalation militare
al rispetto per la dignità di ogni uomo. che può condurre ad una soluzione,
Francesco, infine, si rivolge in particolare a Putin e al Pre- ma il negoziato, la diplomazia,
sidente dell’Ucraina: «Il mio appello si rivolge innanzitutto
al Presidente della Federazione Russa, supplicandolo di fer-
la sapienza mediatrice
mare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di vio- di chi governa le nazioni e che è tenuto,
lenza e di morte. D’altra parte, addolorato per l’immane per obbligo morale,
sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell’aggres- a rifuggire dalla violenza per imboccare
sione subita, dirigo un altrettanto fiducioso appello al Pre-
sidente dell’Ucraina ad essere aperto a serie proposte di
la strada della pace
in
10 PRIMO PIANO -PACE

Da La Pira a Papa Francesco parole che non sono fuga dalla storia e dall’azione

Nella preghiera il sentiero della Pace


L
a parola “pace” risuona con tonalità diverse nelle ciso di dare un contributo alla coesistenza pacifica est-ovest,
piazze delle città opponendosi al lugubre e monotono come dice il signor Krusciov, facendo un ponte di preghiera
rumore delle guerre. Suoni diversi che lasciano aperte fra Occidente e Oriente per sostenere come posso la grande
le preoccupazioni, le angosce, le domande. C’è amarezza nel edificazione di pace nella quale tutti siamo impegnati».
vedere divisioni e distinzioni su un male che sta sconvol- La preghiera non è una fuga dalla storia, è l’entrare del-
gendo il mondo. l’uomo nella storia perché non si smarrisca il sentiero di Isaia
La pace non è una parola divisiva, da nessuno dovrebbe es- il sentiero della pace così caro a La Pira.
sere intesa come tale: lo ricordano ogni giorno le persone Paolo Bustaffa (Sir)
uccise, torturate, ferite, private dei loro diritti.
Eppure questo rischio si è corso e si corre rendendo più
difficile il cammino in un triste momento storico e rendendo
più incerti i passi verso un irrinunciabile dialogo.
Permane l’illusione che l’uomo possa raggiungere la pace
esclusivamente con le proprie risorse.
Ancora una volta si fa strada la convinzione che per fermare
le guerre basti la forza della ragione quando si assiste a una
eclissi totale della ragione in coloro che provocano i conflitti
armati e in quanti li giustificano.
Ingarbugliato e contraddittorio l’uomo rischia di ritrovarsi
all’ingresso del labirinto convinto di essere all’uscita.
Spesso il rischio diventa un dato di fatto.
Torna allora il pensiero di uno dei pochi uomini di pace
che oggi sono nel mondo e i cui insistenti appelli vengono
volentieri citati ma non altrettanto volentieri accolti e tradotti
in azioni.
Il primo appello di papa Francesco è quello alla preghiera
per la pace. Non è un richiamo generico e lontano dalla con-
cretezza ma è la consapevolezza che la preghiera indica il
sentiero della pace sul quale c’è Qualcuno che accompagna
l’uomo e lo guida quando scende il buio.
La preghiera è la parola che costruisce il dialogo tra l’uomo
e Dio, è la parola che sostanzia le altre parole, che dialoga
con la ragione, che ha il respiro della libertà e della respon-
sabilità, che nella sua fragilità dà energia al pensiero e al-
l’azione.
Nella preghiera, dice Francesco, si comprende che «se non
si smette di distinguere in modo manicheo chi è buono e chi
è cattivo, se non ci si sforza di collaborare per il bene di tutti»
ci saranno «amare conseguenze».
Giorgio La Pira il 17 agosto 1959, dopo la sosta alle reliquie
di San Sergio, entra al Cremlino e dice: «Credo nella forza
storica della preghiera. Quindi secondo questa logica ho de-
La scelta della comunità San Giovanni Battista di Vittoria
per la festa patronale DIOCESI 11
in

Più vicini a chi si trova in difficoltà


con il corrispettivo dei fuochi d’artificio
I
l vescovo monsignor Giuseppe La Placa ha rivolto un mente, bambini sono atterriti dal suono delle sirene e uccisi
sentito ringraziamento alla comunità parrocchiale della dalle bombe belliche. In segno quindi concreto di solidarietà,
basilica San Giovanni Battista di Vittoria che ha deciso si invita a convertire il corrispettivo dei fuochi pirotecnici in
quest’anno di rinunciare all’intrattenimento pirotecnico per aiuti umanitari ai profughi che saranno accolti nelle nostre
destinare una somma di rilevante importo per chi vive situa- Diocesi e nelle nostre Città».
zioni di difficoltà. Un messaggio pienamente raccolto dal parroco don Salva-
Nei giorni scorsi il parroco don Salvatore Converso ha con- tore Converso che, pur comprendendo il desiderio dei fedeli
segnato al vescovo un assegno frutto di una rinuncia ma di onorare il patrono nel miglior modo possibile, soprattutto
anche di un profondo segno di condivisione e di solidarietà. dopo i due anni della pandemia che avevano visto la sospen-
E per questo ancor più apprezzato. Un segno che mostra il sione del culto esterno, ha lanciato la proposta di stornare
volto di una Chiesa più che mai attenta alle esigenze e alle l’equivalente dei fuochi d’artificio per venire incontro alle
necessità di chi vive nella privazione. sorelle e ai fratelli dell’Ucraina e più in generale a quanti,
La decisione della comunità della basilica di San Giovanni anche nel nostro territorio, vivono in condizioni di povertà
Battista va, tra l’altro, nella direzione più volte indicata dai e indigenza. «In questo modo – ha spiegato l’arciprete don
vescovi siciliani che nel marzo scorso avevano auspicato Salvatore Converso – ci sentiamo più fedeli al Vangelo e al-
come «gesto concreto di compassione col popolo ucraino», l’insegnamento del Battista. Abbiamo consegnato al vescovo
di evitare i fuochi o le cosiddette “bombe pirotecniche” in la somma accantonata durante la celebrazione delle Cresime,
occasione delle festività pasquali. davanti a tutta la comunità. Per noi cristiani la solidarietà non
«Non si possono sparare i fuochi d’artificio – avevano sug- può essere mai un optional e abbiamo voluto dimostrarlo con
gerito i vescovi – mentre uomini e donne, anziani e, special- un gesto concreto».

Don Salvatore Converso consegna a mons. Giuseppe La Placa l’assegno della solidarietà
in12 DIOCESI
L’Incontro nazionale con il Papa
dei responsabili parrocchiali del Settore Giovani di AC

Credenti, responsabili e credibili


Ecco i giovani che vivificano la Chiesa
“G
iovani credenti responsabili credibili”, con in parrocchia, «che non è un muro, né un confine» ma «è la
queste parole il Santo Padre ha salutato gli Chiesa in mezzo alle case, in mezzo al popolo».
oltre 2.000 giovani di Azione Cattolica che ha Per questo, aggiungono, da questo nostro Incontro nazio-
accolto in udienza nell’aula Paolo VI, in occasione del loro nale accogliamo l’invito di Papa Francesco a lavorare per es-
incontro nazionale “Segni del tempo”. Un fine settimana in- sere una Chiesa della fraternità. Un lavoro che deve
tenso ed emozionante nel quale i giovani di A.C. si sono ri- cominciare innanzitutto da noi stessi, «impegnativo e che
trovati a confrontarsi con stile sinodale e in un clima di festa. chiede costanza». Emanuela e Lorenzo hanno voluto rivol-
Attraverso la partecipazione ai 10 convegni organizzati dal- gere il saluto finale ai Giovani di Ac con queste parole:
l’equipe nazionale i giovani hanno avuto la possibilità di «siamo fatti per la Bellezza, perché siamo fatti della Bellezza
poter fermarsi a leggere i Segni di questo tempo, a partire di Dio e perché Dio ci ha messo nel cuore un desiderio di
dagli ambienti di vita comunemente abitati, la città, lo studio bene». Ecco, questo desiderio vogliamo custodirlo e farlo
e il lavoro, il tempo libero, e riconoscerlo come un tempo crescere in noi, con la consapevolezza che vada condiviso e
nuovo per un nuovo inizio che sappia «tenere sempre lo messo in circolo il più possibile. Vogliamo mettere in movi-
sguardo fisso sulle vette». Raccogliendo le sollecitazioni di mento una passione incredibile per la Chiesa e per il Paese.
papa Francesco condensate nel motto «mi interesso e non Sull’esempio della nostra Sorella maggiore, Armida Barelli
me ne frego» e nella raccomandazione «è più pericolosa di a fare nostro il suo invito: “Lavorate senza posa, ma soprat-
un cancro la malattia del menefreghismo» i Giovani vogliono tutto amate amate amate”.
essere testimoni autentici di una Chiesa che non rimane in- Emanuele Cascone e Rosario Schininà
differente alla vita quotidiana delle persone e vogliono so-
gnare una Chiesa che sia faro nella notte a cui il mondo possa
guardare con fiducia e affetto filiale.
Nel suo messaggio il Papa ha voluto sottolineare il prezioso
ruolo svolto dall’Azione Cattolica nelle parrocchie ricono-
scendole quali «ambienti naturali» dove si è entrati in con-
tatto con il Vangelo e con il Signore Gesù. Ogni comunità
parrocchiale educa i giovani ad offrire un servizio gratuito e
ad impegnarsi attivamente nella società. Ma i giovani, conti-
nua il Papa, non devono lasciarsi influenzare dalla cultura
mondana, che eleva l’egoismo a modello, bensì bisogna che
reagiscano rimanendo «giovani credenti, responsabili e cre-
dibili».
L’incontro nazionale, che ha visto la presenza anche di un
gruppo di giovani provenienti da diverse associazioni par-
rocchiali della nostra Diocesi, ha avuto diversi momenti sa-
lienti. Nelle conclusioni i vicepresidenti nazionali per il
Settore giovani di Ac, Emanuela Gitto e Lorenzo Zardi,
hanno tracciato con soddisfazione un percorso servito a ri-
pensare e rigenerare la missione di sempre: aiutare tutti i
giovani ad amare Dio e ad amare gli uomini. A lasciare segni
di bene abitando da protagonisti le nostre città, i luoghi dello
studio, del lavoro, del tempo libero, a partire dall’impegno
DIOCESI 13
in

L’orizzonte della missione


per rendere significativa la vita
L
a mia vita è significativa o no? “Bella domanda...”, ha tutto qui? Proprio da questo interrogativo è scaturito un
sussurrato, con un sorriso, uno dei tantissimi ragazzi sogno, che da alcuni mesi si è concretizzato. Ed è la presenza
del centro giovanile “Carlo Acutis” di Ragusa, della stabile di una nostra comunità di suore a Marina di Acate, in
parrocchia Sacro Cuore, presenti, insieme al gruppo delle un territorio dove uomini, donne e bambini, soprattutto di
“Piccole Ostie”, nel salone parrocchiale per un incontro con origine tunisina, rumena e albanese, vivono in condizioni di
il gruppo “Tu.C.Um.”: “Tutti custodi di umanità”, legato grave marginalità e di intollerabile sfruttamento. Sono trat-
alle Suore Carmelitane Missionarie di Santa Teresa di Gesù tati da invisibili, costretti a lavorare per ore e ore dentro le
Bambino. serre, spesso senza il giusto salario e in condizioni di vita e
È stato il parroco, don Marco Diara, che ha voluto questo di lavoro poco dignitose. Noi siamo lì, collaborando anche
momento di condivisione in occasione del mese missionario. con la Caritas, per fare la nostra parte. La presenza di una
Suor Monica Muccio, ragusana, da qualche mese superiora comunità stabile ha permesso il nascere di relazioni molto
della provincia Italia-Malta-Romania, ha posto quell’interro- belle con le donne tunisine, che stanno iniziando un corso
gativo così significativo che ha accompagnato i giovani nel d’italiano, con i bambini che aiutiamo per i compiti, con le
corso dell’incontro. Insieme a lei anche suor Angela Elefante famiglie che hanno bisogno di aiuto e, soprattutto, di una pa-
e tanti membri di “Tu.C.Um.”, alcuni dei quali hanno preso rola di sostegno».
parte, tra la fine di settembre e i primi di ottobre, a un’espe- Tante iniziative portate avanti dalle suore, che vivono lì sta-
rienza missionaria in Tanzania, dove le suore hanno diverse bilmente, ma anche da alcuni laici. Ai giovani del centro
comunità. «Non siamo andati lì per fare chissà cosa – ha detto “Carlo Acutis” è stato rivolto questo invito: «Venite a tro-
suor Monica – non abbiamo costruito scuole né fatto opere varci. Magari siete passati da quelle zone ma non sapete cosa
straordinarie, siamo solo stati con gli abitanti del luogo, ab- accade lì, come vivono questi nostri fratelli e sorelle, e non
biamo fatto esperienza di quanto sia bello stare insieme, con- vi rendete conto di quanto bene, ognuno di voi, nel suo pic-
dividere le nostre vite, giocare con i bambini. Abbiamo colo, potrebbe fare». L’ invito è stato subito accolto da padre
sperimentato, ancora una volta, quanto sia profonda la cul- Marco; nel mese di dicembre, quando ci sarà la pausa scola-
tura e la gioia dell’accoglienza da parte di chi non ha davvero stica, alcuni giovani del Centro faranno l’esperienza di pre-
nulla. È un’esperienza che auguro a ciascuno di voi di fare”. senza a Marina di Acate per svolgere attività con i bambini e
Ma la missione non può finire al momento del ritorno a con gli adulti.
casa. «Molti giovani, al termine di queste esperienze in Africa Davide Bocchieri
– ha aggiunto suor Monica – mi chiedono: e ora? Finisce
in14 DIOCESI

Padre Nigita: io lo ricordo così!


Un testimone autentico di Cristo e del Vangelo
con l’eco di quelle parole a Canicarao che rimbalza

S
iamo un infinitamente piccolo con affetto che se sei lì per cose futili
puntino della storia umana. Per puoi restare, ma non riuscirai a di-
quanto ci crediamo importanti e strarlo. Inizia la mia messinscena.
tenacemente facciamo quello che vo- “Padre Nigita, dobbiamo andare al ci-
gliamo, solo le relazioni ci permettono nema!”. “Uh, sì va bene, vediamo” .
di non affondare nel nulla. Sant’Ago- “Deve venire, è un film che le piacerà”
stino scoprì, dopo tanto interrogarsi, (sorridendo interiormente un po’ mali-
quella relazione fondamentale con il zioso, perché preparo la stoccata da cui
Dio della vita e della storia, più intimo non potrà difendersi). “Va bene, va
a ciascuno di noi di quanto lo siamo noi bene, sì, sì” (senza distrarsi). E io,
stessi (Deus interior intimo meo, scri- trionfando prima ancora di vedere il suo
veva il santo vescovo d’Ippona). viso illuminarsi come quello di un bam-
Scopro sempre più in me tutto questo bino davanti al regalo che aspettava: “È
e nasce la gratitudine per quelle per- un film su (nome e cognome di un per-
sone che, nel mio crescere, capirmi, av- sonaggio storico di cui era appassio- zione e io quello per l’Acr). Ci ha con-
venturarmi giorno dopo giorno alla nato e che qui taccio per riserbo, ma i dotto nel mistero di Gesù con forza (la
ricerca di chi sono, mi sono care e im- cinefili avranno già trovato il titolo del forza che visibilmente avvertivi dalle
portanti. Tra queste, padre Giovanni film spezzato nelle righe precedenti). sue braccia non esili), facendoci perce-
Nigita. “Ah, sì? “, con occhi sgranati e sorri- pire solo tenerezza, grazie a come arti-
Apro i diari dei ricordi. Vittoria, via sone sulle labbra: “Allora vengo!”. colava i momenti di preghiera, alle
Santoro. Forse arrivo nella chiesetta Forse dopo le prime righe serissime adorazioni eucaristiche silenziose, al-
della parrocchia delle Anime Sante del e l’aver capito che si parlava di un prete, l’icona del volto di Gesù da noi ribattez-
Purgatorio, in cui lui è parroco, con la questo dialogo sembra fuori luogo. Ma zata “Occhi profondi”, alle riflessioni e
mia “motocicletta” rossa (una Vespa scrivo e mi si inumidiscono gli occhi alle omelie.
50), trovo il portone aperto, entro, proprio per questo: con padre Nigita Sostanza nel suo essere parroco in
spero di aver avuto almeno uno sguardo c’era sempre sostanza, mai apparenza, una periferia difficile di Vittoria (per
d’intesa verso il tabernacolo, varco le dalle piccole alle grandi cose. qualche aspetto gemella della mia peri-
due porticine per arrivare al suo mitico Sostanza nel suo modo di vestire e feria), dove mai ha fatto un passo indie-
“studio” dove devi organizzarti per presentarsi, perché non gli interessava tro nel suo essere parroco presente,
come far entrare sedie e persone se apparire in primo piano, né stregarti nonostante chiesa piccolissima, locali
siete in cinque (l’eventuale sesto, in con effetti speciali che si rivelassero poi quasi inesistenti, nuova chiesa e nuovi
piedi alla porta). vuoti trucchi da illusionista. locali per anni bloccati nella costru-
Sta facendo qualcosa (legge o prepara Sostanza nella passione che metteva zione completata tra mille difficoltà.
l’omelia della domenica o qualche mo- nel suo essere assistente di Azione Cat- Tra il 2001 e il 2005 mi fu chiesto di
mento di preghiera o il foglio parroc- tolica (anno 1992, io diciottenne ero dare una mano proprio lì, durante i pe-
chiale), forse nel frattempo fuma, lo membro dell’equipe diocesana dell’Acr riodi di vacanza all’università. Non
sguardo di chi ti accoglie senza fronzoli e lui divenne il nostro assistente, per avevo dubbi che la passione e la so-
o simpaticherie che sposterebbero la poi diventare qualche anno dopo lui as- stanza di padre Nigita, viste da vicino,
relazione sul superficiale e ti fa capire sistente diocesano di tutta l’Associa- le avrei scoperte ancora di più.
DIOCESI 15
in
Così fu: lui c’era e diversi parroc- Charles de Foucauld, anch’esse povere del sacrificio”. Eravamo a Canicarao,
chiani c’erano con lui, fosse periodo di tra i poveri, unite a padre Nigita dalla una delle tante messe o meditazioni di
Natale o di Pasqua o estate, nel cercare condivisione, in Cristo, della vita di chi quegli anni in cui era assistente del-
di portare avanti la parrocchia e creare deve fare bene i conti per arrivare a fine l’Acr. Ci disse, all’incirca, così: «Se non
comunità attorno a Gesù e al suo Van- mese, sempre se ha qualcosa da con- permetti a Cristo, che è morto per te, di
gelo. C’erano per lui, grati, nel festeg- tare. Anche lui aveva il problema di conformare la tua vita alla Sua, sei ladro
giarlo per il suo anniversario di come pagare il gommista per le ruote del sacrificio». Sono passati quasi
ordinazione il 21 agosto. C’erano negli nuove della macchina, ma quando fu trent’anni, sento ancora la sua voce un
incontri comunitari estivi in campagna necessario aiutare con un forte prestito po’ roca che dice «ladro del sacrificio».
di chi metteva la casa a disposizione e una persona, mi raccontava (e non sa- Sono passati quasi trent’anni, in cui
nell’aiutarlo quando stava male. prei ricordare perché proprio a me… padre Nigita ha continuato a celebrare
E ancora, sostanza in una povertà non che fosse testimonianza pedagogica la domenica quattro messe anche per
sbandierata ai quattro venti, né usata verso un seminarista o giovane prete?) pochi, più la quinta dalle suore, più la
come strumento di lamentazione, ma che era riuscita a convincerla dicendole sesta se c’era un impegno diocesano di
vissuta come stile di vita scelto con con- che era il suo dovere di padre di fami- Ac, a servire la parrocchia, a vivere da
sapevolezza. Non credo di essere mai glia verso i parrocchiani. fortificato dallo Spirito povertà perso-
stato dal lato della sua piccola scrivania La stima, l’amicizia, l’affetto non solo nale e strutturale, malattie e operazioni
dove sedeva lui. Figuriamoci salire la continuano a inumidirmi gli occhi, ma e disagi fisici conseguenti e sempre
scaletta ingombra di libri e oggetti che forse rendono a chi legge un po’ stuc- maggiori… Sono passati tanti anni e lo
portava sopra. “Sopra” è per me mi- chevoli i ricordi e mi hanno fatto bana- rivedo, lui un po’ burbero e distaccato,
stero. Davanti alla chiesa non vedi primi lizzare in fioretti sdolcinati ciò che non ridere fragorosamente per una barzel-
piani, solai, nulla. Probabilmente un lo era. Allora chiudo con un’espres- letta e tenere in braccio un bambino
piccolo ambiente, dove c’era il minimo sione forte, che implica amore per Gesù con una tenerezza inaspettata… Grazie
essenziale per cucinare, mangiare, dor- (Crocifisso e Risorto e presente nel- per aver testimoniato che Cristo, se lo
mire e poi un unico bagno giù per tutti, l’Eucarestia), e i fratelli, espressione accogliamo come vero Signore della
parroco e parrocchiani. Povertà arric- che puoi consegnare autorevolmente a nostra vita, ci conforma a Lui e ci dona
chita dalla presenza in quegli anni in chi ti ascolta solo se, dopo averla pro- ai fratelli, salvandoci da noi stessi.
parrocchia della Piccole Sorelle di nunciata, te ne lasci giudicare: “ladro Luca Tuttobene

I funerali a Vittoria
«Uomo di Dio, apostolo dei poveri»
La comunità parrocchiale delle Anime Sante del Purga- doti a voler accompagnare a spalla il feretro fuori dalla
torio di Vittoria e l’intero presbiterio diocesano hanno tri- chiesa.
butato l’ultimo omaggio a padre Giovanni Nigita nel corso Il vescovo, durante l’omelia, ha ricordato le tappe del suo
della celebrazione delle Esequie presieduta dal vescovo di apostolato, le sofferenze che ne hanno accompagnato la
Ragusa, monsignor Giuseppe La Placa. vita, lo zelo pastorale, l’accompagnamento dei giovani, il
Al termine del rito sono stati gli stessi confratelli sacer- lavoro con l’Azione Cattolica.«Qui tutti lo ricordano - ha
detto - come un vero apostolo dei poveri, un uomo di Dio
a servizio della gente».
A commemorare padre Nigita è stata anche l’Azione Cat-
tolica diocesana: «Lo ricordiamo per i tanti anni dedicati
alla nostra associazione in qualità di assistente, nei quali si
è speso instancabilmente nella cura e nella formazione di
tutti i soci, specialmente di coloro che rivestivano incarichi
di responsabilità».
in16 DIOCESI

A perenne memoria
di don Giovanni Rollo
Grazie Signore per avercelo donato
Nei giorni scorsi, una strada che sorge proprio in prossimità della chiesa di San Giuseppe Artigiano, è stata intitolata a
padre Giovanni Rollo che per tanti anni è stato anima del quartiere. In tanti lo ricordano per l’impegno che profuse per
l’edificazione della nuova chiesa. Padre Rollo è stato un sacerdote a 360 gradi che ha creduto nei giovani e nello sport,
avviando percorsi pastorali che continuano ancora a dare frutti.
Pino Savà, che è stato una delle colonne del Centro Sportivo Italiano, ha voluto ricordarlo per Insieme.

L
a sua morte, per quanto prevista morte e dei partecipatissimi funerali. zione concreta ai bisogni reali delle
a causa di una malattia già dal- Ci ha lasciato un gran vuoto, ma persone, in un clima di amicizia e col
l'inizio definita irreversibile, è anche un più luminoso esempio di vita calore della preghiera.
arrivata per così dire all'improvviso, sacerdotale, una grande testimonianza Tra la gente e la comunità sportiva del
gettando nello sconforto tutta quella della paternità e della benevolenza di- C.S.I. ha alimentato cordialità e dispo-
popolazione della nostra comunità che vina verso tutti. nibilità per rapporti sicuri, improntati
lo conosceva, lo stimava, lo amava e ne I ragusani lo ricordano molto bene a fiducia. Questo figlio di Ragusa ha
ha accompagnato, con sincera parteci- per quel rapporto intenso che hanno
pazione, il progressivo aggravare del vissuto insieme, condividevano i ritmi
suo stato di salute. della vita scandita dai turni di lavoro
Dove ha prestato servizio sacerdotale nella parrocchia e dalla libertà di orga-
si è fatto benvolere e amare per la sua nizzarsi il tempo libero tra parrocchia
umana indole bonaria, il suo amore alla vita di quartiere ed associazionismo
preghiera e allo studio, l'umile socie- sportivo
volezza, la squisita delicatezza del suo Don Giovanni ci ha consegnato la sua
tratto, la spiccata sensibilità, la mode- vita: è stato un prete che ha amato vera-
stia e la semplicità, il generoso spirito mente il Signore.
di servizio, l'attenzione ai piccoli, ai Ha amato le sue comunità quali la
giovani, giovani-adulti e agli ultimi. “sua” parrocchia ed il Centro Sportivo
C'è da dire che dalla comunità ha ri- Italiano oltre a quelle di cui faceva parte
cevuto anche la meritata fortuna di es- e quelle che ha servito nel suo ministero
sere stato apprezzato per queste qualità pastorale.
e di aver fruito di una assistenza amo- Ha espresso il meglio di sé portando
rosa fin dall'inizio della sua infermità, un senso di equilibrio, di condivisione
per merito soprattutto di un gruppo di delle responsabilità e di fedeltà al cari-
persone che si sono avvicendate nello sma del servizio umile. Si è dato senza
stargli vicine, nel venire incontro alle risparmiarsi alle parrocchie che i supe-
sue necessità, nel considerarlo un pro- riori gli hanno dato da servire. Tra i
prio familiare a tutti gli effetti e, perché confratelli che condividevano l'impe-
no? nel tributargli un massiccio atte- gno del servizio pastorale, ha sempre
stato di riconoscenza in occasione della portato serenità, ottimismo, l’atten-
sempre avuto nel cuore e nella nostalgia parrocchia e nell’associazionismo spor- vedimenti regolamentari e provvedi-
il legame profondo con le persone del tivo del C.S.I. provinciale una famiglia menti disciplinari com’unitariamente
suo paese e della sua comunità. affiatata. presi. Corsi animatori sportivi, arbitri
È inutile dire delle sue larghe amici- Ogni iniziativa associativa e di pro- di calcio, pallacanestro e pallavolo.
zie che gli davano respiro e che gli al- mozione pastorale dello sport veniva fa- Per tutte le fasce di età è stata indetta
largavano il cuore. vorita in quanto significava lo stare dell’attività sportiva di calcio, atletica
Un'amicizia ritenuta quasi sacra per- insieme per pregare, per conversare, leggera, pallacanestro, pallavolo, tennis
ché gustosa nel tratto e nel rapporto, per condividere gioie e sofferenze. da tavolo e centri di formazione spor-
arrendevole ai desideri degli altri, ricca Ho conosciuto don Giovanni Rollo tiva.
di motivazioni umane e spirituali, nel lontano 1964, per il tramite di Saro Di queste iniziative Don Giovanni è
pronta a dimenticare anche le eventuali Occhipinti, Presidente Provinciale CSI. stato animatore, organizzatore in
critiche e osservazioni che gli si rivol- Lo sport è stato considerato da noi quanto «dovevamo fare uno sport che
gevano. come sorgente di genuina umanità al serva all’uomo», «I giovani vogliono
Non sapeva incrinare l'affezione. fine di rendere più umana e giusta la esperienze belle come lo sport utili a
È chiaro che dopo oltre quarant’anni Vita. creare un mondo nuovo».
di conoscenza reciproca fossero noti Il tutto malgrado gli esempi negativi Con grande rammarico la comune
anche i difetti, le debolezze mie o di che lo sport così spesso offriva, don esperienza sportiva finì agli inizi del
altri: mai che l'abbia visto o sentito rac- Giovanni (e lo scrivente) credeva ferma- 1995, ma la fraterna amicizia durò sem-
contare o sottolineare con cattiveria mente che era ed è una grande risorsa pre.
tanto meno denigrare la condotta altrui, per l’uomo e la società d’oggi. Attraverso lo sport don Giovanni
chiunque fosse. Dovendo a volte rico- Trentanni di attività intensi finalizzati Rollo pensava di affascinare i giovani fa-
noscere lati poco positivi, era evidente alla formazione di Dirigenti a carattere cendo comprendere che vivere Cristo è
in lui il desiderio di correzione fraterna provinciale, corsi per animatori tecnici molto più gratificante che vivere senza
che sapeva compiere con pudica carità. anche a livello società o gruppi sportivi di lui. Uno sport che faccia diventare
Alieno com'era da irriguardosi giudizi, parrocchiali e non. Incontri a carattere uomini e donne. Meglio che divenire
in molti casi sapeva rendere eloquente mensili zonali per dirigenti di società, atleti.
anche un silenzio rispettoso. Ha lavo- atleti, tecnici, consiglieri e collabora- Don Giovanni grazie sempre.
rato con i confratelli diocesani ed in tori provinciali. Incontri con singoli Pino Savà
particolare ragusani per creare nella atleti e dirigenti per discutere di prov-
in18 DIOCESI

Una notte
a Lourdes
D
alla grande finestra dell’ambulatorio medico del
Salus vedo il vicino Santuario, che sovrasta la Grotta
delle apparizioni, stagliarsi illuminato e rassicu-
rante nella notte serena e silenziosa di Lourdes; il cielo è
quasi del tutto sgombro dopo la pioggia che ci ha a lungo ac-
compagnato nel pomeriggio durante la Processione Eucari-
stica e solo qualche tardiva nuvola dal vicino oceano scorre
veloce tra le montagne dai picchi innevati. È uno spettacolo
che non mi stancherei mai di ammirare nonostante stan- ancora tornati a dormire mi chiedono un poco sorpresi come
chezza e sonno, un piccolo assaggio di Paradiso. All’improv- ho fatto. Il pensiero del lettino delle visite in cui girarmi e ri-
viso squilla il telefono e l’incanto si rompe. Chiamano dal girarmi insonne per il resto della notte mi fa resistere alla
quarto piano: vogliono il medico di guardia con urgenza. At- tentazione di sentirmi come i grandi re taumaturghi medie-
traverso la hall del Salus deserta con l’apprensione che sem- vali (in fondo siamo in terra di Francia) che dopo essere stati
pre accompagna queste chiamate improvvise. Non mi ci incoronati e unti con l’olio santo a Reims guarivano gli scro-
abituerò mai, nonostante sia ormai una vita che vengo chia- folosi con il tocco delle mani. Rispondo con sincerità che
mato di notte durante le reperibilità nel mio ospedale. Al non lo so nemmeno io e ritorno in ambulatorio. Non tutti
quarto piano c’è grande agitazione, si sentono grida prove- sanno che nei pellegrinaggi della nostra associazione l’Uni-
nienti da una stanza illuminata con pellegrini, dame e barel- talsi la figura del medico è molto importante: si può partire
lieri che si affannano a cercare di dare aiuto. Una dama tranquillamente per un pellegrinaggio senza sacerdote ma
accanto alla porta abbraccia e consola una giovane in lacrime. non senza medico! I medici assicurano l’assistenza ai pelle-
Cosa è successo: per fortuna niente di grave! Una signora grini, al personale e naturalmente ai malati, a Lourdes e du-
anziana venuta a Lourdes accompagnata dalla figlia si è com- rante il periodo delicatissimo del lungo viaggio in treno. Del
pletamente “dissociata” e ora grida delirando e inveendo resto, Lourdes è la città del malato, l’unica città del mondo
proprio contro di lei, tenendo tutti svegli, sorda a tutti i ten- dove il malato e il soggetto con handicap non è escluso ma è
tativi di calmarla. Mi chiedono di intervenire, ma come? Non al primo posto, al centro delle attenzioni e delle preghiere.
si tratta certo di una novità: spesso le persone anziane spo- Per tutti Lourdes ha una parola, una carezza, una risposta,
state dal loro ambiente familiare di notte hanno questa rea- una consolazione, basta saperla cogliere. Per tutti c’è un mi-
zione e ci vogliono farmaci e tanta pazienza per riportarli a racolo grande o piccolo che il tempo, il caso e il cuore ti
dormire. Ma qui non siamo in ospedale, non ci sono infer- fanno scoprire. Per me è stato sinora lo scoprire, purtroppo
mieri esperti né tantomeno i farmaci adatti; molti degli an- un poco tardi, il lato umano di una professione in cui è sem-
siolitici di cui ci hanno rifornito i nostri volenterosi farmacisti pre in agguato il rischio che l’ammalato con tutti i suoi pro-
in questi casi hanno un effetto opposto. Faccio uscire tutti e blemi diventi solo un numero, un protocollo da osservare,
mi siedo accanto alla signora tenendole familiarmente la talvolta addirittura qualcuno di cui diffidare. Alcune univer-
mano. È ancora agitata, delira, mi racconta le presunte ma- sità cattoliche americane mettono giustamente il pellegri-
lefatte della figlia, del tutto inventate. Fingo di assecondarla, naggio fra i malati a Lourdes come un punto importante della
continuo a farle sentire la sicurezza e la solidarietà del me- preparazione medica e infermieristica con l’attribuzione di
dico del pellegrinaggio stringendole sempre la mano. Sento un certo numero di crediti. Pur senza arrivare a tanto l’ac-
che sta man mano calmandosi, la tensione si allenta, parla compagnare i malati a Lourdes è una esperienza che non
sempre più piano finché non cade in sonno profondo. Do- posso non consigliare a tutti, soprattutto a medici e infer-
mani non ricorderà nulla di quanto accaduto e potrà ripren- mieri.
dere tranquillamente il suo pellegrinaggio a Lourdes. Esco Carmelo Sigona
dalla stanza ormai buia e silenziosa. I pochi che non sono
L’esperienza di una volontaria del treno bianco DIOCESI 19
in
Mezzo secolo a servizio di Maria
S
ono passati 54 anni del mio “raffinare” il servizio unitalsiano.
primo pellegrinaggio a Lourdes Frutto di tale servizio è stato l’ aver ma-
con il “treno bianco” avvenuto turato la virtù dell’umiltà offrendo la
nel giugno del 1968. Un viaggio pieno mia amicizia con semplicità, consape-
di sorprese, di stupore e commozione vole della centralità dell’ammalato fa-
che diede una svolta alla mia vita. cendomi così carico dei suoi bisogni.
Davanti alla grotta di Massabielle ri- Mettere a disposizione dell’altro le mie
masi a lungo in silenzio, non riuscendo mani, i miei piedi, i miei occhi, e il
a pregare. Tra me e la Santa Vergine cuore mi ha fatto capire che il messag-
c’erano solo malati e disabili; subito gio cristiano più che con le parole viene
compresi che amare ed essere amati co- trasmesso con gesti che si manifestano siani per nostra scelta, ma per una pre-
stituivano due bisogni fondamentali nella disponibilità all’ascolto, nel guar- cisa chiamata da parte di Dio: “non voi
dell’uomo. dare l’altro con gli occhi di Dio (è im- avete scelto me, ma io ho scelto voi”
Iniziò così la mia avventura: atten- portante l’ espressione del viso quando (Gv. 15, 16).
zione per i malati, i poveri, gli anziani, l’ammalato apre il suo cuore) nel toc- Il servizio richiesto a volte ha bisogno
gli emarginati e per ultimo i carcerati. carlo con gesti delicati e pieni di com- di tenere contatti con la famiglia del-
In tutti questi anni ho imparato a con- passione. A volte, anche il silenzio è l’ammalato o del disabile per condivi-
dividere i loro problemi: la sofferenza, stato il migliore dei modi per compren- derne i desideri, le nostalgie, le
la solitudine, l’emarginazione. dere a pieno la sofferenza. Perchè la tristezze e le gioie che non mancano.
Esperienze ne ho fatto tante e tutte, sofferenza dell’altro esige rispetto. Quanta gioia si sperimenta nell’arrivo a
anche quelle considerate da me nega- Oggi dopo lunghi anni di servizio mi Lourdes! Lì le famiglie hanno la grazia
tive, hanno avuto come fine quello di piace ricordare che non siamo unital- speciale di sentire l’atmosfera di Naza-
reth, di sentire il calore del Cenacolo,

L’Unitalsi compie 70 anni con Maria che si prende cura ora di


Giuseppe e Gesù , ora degli Apostoli e
La giovane Chiesa di Ragusa, dipendente ancora di Siracusa nel 1952, sentiva oggi di quanti ammalati nel corpo e
il bisogno nelle proprie associazioni laicali di avere una sua piena autonomia. nello spirito ricorrono a Lei.
Viene costituita così la Sottosezione di Ragusa dell'Unitalsi, che a livello na- La mia non giovane età, mi fa pensare
zionale era stata creata nel 1903. al traguardo ormai prossimo, ma desi-
Entusiasmo e coraggio di pochi volontari diedero vita all'associazione dio- dero lasciare ai volontari una parola
cesana che nei decenni, soprattutto a seguito del Concilio Vaticano II, ha sa- semplice: Gesù ci ama, e questo amore
puto rinnovarsi, sempre pronta a dare voce ai poveri, ai sofferenti, agli va ricambiato con semplicità ed umiltà,
ammalati ed alle persone con disabilità. I presidenti che si sono succeduti sono affidandoci al suo Cuore e a quello di
stati sempre attenti affinché l'associazione crescesse nel suo servizio. Lo scopo sua Madre: la ricchezza della nostra vo-
di portare al Santuario di Lourdes malati e pellegrini con il treno bianco ha cazione sta in questo: semplicità e
contraddistinto in particolar modo la Sottosezione unitalsiana. Oggi si è chia- umiltà nel servizio. Per tale motivo
mati a fare nuove scelte ad "uscire" senza mai tradire il carisma proprio asso- colgo nella preghiera di Bernadette,
ciativo che è quello dell'evangelizzazione con e per gli ammalati e le persone maestra nell’umiltà, il sunto dei miei
con disabilità insieme con quanti continuano a spendersi oltre le proprie forze anni di servizio: Gesù solo come Meta,
in quel compito che Maria stessa ha voluto consegnare: "Desidero che si venga Gesù solo come Maestro, Gesù solo
qui in processione". A questo tutta la Sottosezione desidera rispondere con come Modello, Gesù solo come Guida,
le parole di una grande mistica: "Perché fosti tu ad attendermi e chiamarmi, Gesù solo come Gioia, Gesù solo come
io ti prego, non lasciarmi: cosa vuoi far di me?" (Teresa d' Avila), perfetta pre- Ricchezza, Gesù solo come Amore.
ghiera di lode e ringraziamento per questi 70 anni. Tina Gulino
in20 DIOCESI
Una mostra ha ricordato anche a Ragusa
il centenario della nascita di don Giussani

Comunione e Liberazione
Dentro la sfida della realtà
D
on Giussani compie 100 anni, ma alla presentazione coltivata; la proposta di un’amicizia in cui condividerla. L’iti-
della mostra virtuale sulla figura del fondatore di nerario suggestivo della mostra si propone infatti come com-
Comunione e Liberazione, il 4 e il 5 novembre, pagnia all’uomo post-moderno nell’avventura di un
presso il Centro Commerciale Culturale di Ragusa, si respira significato sempre «da ricercare» -come afferma Luigi Gius-
l’aria fresca e leggera di un inizio. sani nella sezione della mostra riservata al Senso religioso-
Un gesto, quello della mostra, che si pone nel solco del e mai ostentato come un possesso.
cammino sinodale indicato da papa Francesco a tutta la Come è accaduto duemila anni fa a chi ha incontrato Gesù,
Chiesa come la modalità storica più adeguata per aiutarsi a il mistero che fa il cielo e le stelle, incarnandosi, non ha scelto
comprendere il cambiamento d’epoca che stiamo attraver- la via del richiamo etico per attirare a sé gli uomini e le donne
sando e il contributo che i cristiani sono chiamati a offrire della Galilea, né li ha storditi con effetti speciali di eventi in-
per orientarsi nel groviglio di confusione, di clamorosa vio- spiegabili. «Venite a vedere». È la formula immutabile del
lenza delle armi e di vuoto di significato in cui annegano i più metodo cristiano. La formula meno moralistica e dogmatica
fragili e i più giovani. che possa esistere. È la promessa del “centuplo” che sta al
Alla presenza del prefetto Giuseppe Ranieri, del vescovo cuore della sfida attualissima di don Giussani ed è la verifica
monsignor Giuseppe La Placa, e del sindaco Peppe Cassì, di questa esperienza come evidenza più volte sperimentata
sullo schermo gigante si animano le immagini delle perso- che crea e ricrea un popolo.
nalità, note o sconosciute, che sono state «attirate dentro lo Un popolo in cui è possibile documentare l’affiorare di una
sguardo di stupore» che il sacerdote di Desio morto nel curiosità desiderosa del vero e di una letizia che costitui-
2005 aveva nei confronti dell’esserci dell’uomo e della realtà. scono un esito umano che non è mai il frutto di uno sforzo
La voce roca, calda e appassionata “del don Giuss” risuona organizzativo. «Il cristiano –ha ammonito monsignor La
impetuosa rivolgendosi all’intelligenza e alla libertà di quanti Placa– non può essere una “mezza cartuccia”, ve ne sono già
affollano la sala o che sono rimasti all’esterno ad ascoltare. tante. Il cristiano è uno che si stupisce di essere amato e den-
Tecnologia e bellezza rappresentano certo un aspetto del tro questo rapporto misterioso, ma reale, col “Tu” di Dio af-
linguaggio nuovo con cui la Chiesa deve coniugare la comu- fronta con fiducia tutto». Un’umanità contenta, grata, che
nicazione della fede oggi, ma non è tutto. Cosa ha condotto vive la sfida della realtà con la baldanza ingenua di un nuovo
sin qui tanta gente in molti casi non legata al mondo eccle- inizio.
siale? Una domanda di senso più o meno consapevolmente Mario Tamburino
BREVI DALLA DIOCESI 21
in
Al via corso
di formazione
per il volontariato
in carcere
H a avuto inizi lo scorso 24 novembre il
corso di informazione e formazione
È tornata dopo due anni per il volontariato in carcere, organizzato
dall’Ufficio Pastorale Carceraria. Si cer-
la Giornata dei ragazzi cherà, nei limiti del possibile, come è desi-
derio del vescovo, di coinvolgere tutte le

D opo due anni di pausa, dovuta all’emergenza della pandemia, è tor-


nata la tradizionale Giornata diocesana dei ragazzi, che ha coinvolto
i ragazzi del secondo anno del cammino di Iniziazione Cristiana e i loro
comunità parrocchiali della Diocesi affin-
ché ogni singola parrocchia possa avere
una persona che diventi punto di riferi-
genitori. L’incontro, organizzato dagli Uffici diocesani Catechistico e di mento e di sensibilizzazione all’interno
Pastorale familiare si è tenuta lo scorso 20 novembre in diverse parrocchie della stessa comunità per tutto quello che
per poi concludersi in cattedrale alla presenza del vescovo monsignor Giu- concerne il sostegno spirituale e materiale
seppe La Placa. dei fratelli attualmente ristretti in carcere.
L’occasione è stata utile anche per coinvolgere in misura maggiore i ge- Infatti il corso – spiega il direttore dell’Uf-
nitori e spiegare loro il valore della proposta catechistica parrocchiale e ficio don Carmelo Mollica – ha come fine
chiedere di sostenerla con la loro presenza e testimonianza domestica. Per quello di avvicinare le persone al mondo
i ragazzi è stata invece senz’altro un’esperienza significativa. penitenziario, fornendo degli strumenti
che permettano di interagire con le per-
sone detenute, gli operatori (agenti di poli-
Inizia con una festa l’anno catechistico zia penitenziaria, educatori, direttore,
alla parrocchia San Pietro di Ragusa operatori penitenziari) e aiutino quindi a
dare risposte, anche se non propriamente
specifiche, alle domande che possono es-
G iorno 16 ottobre nella cornice
di una domenica più estiva che
autunnale, la comunità di San Pie-
Dopo aver fraternizzato un po’
sul sagrato abbiamo condiviso il
pranzo preparato dalle famiglie in-
sere poste. Infatti la formazione prevede la
suddivisione del corso in sette incontri
mensili che analizzeranno diverse temati-
tro Apostolo di Ragusa ha inaugu- tervenute.
che. Il corso è coordinato dai nostri stessi
rato il nuovo anno catechistico. La Successivamente, complice la
volontari che hanno esperienza di carcere
giornata è trascorsa in maniera sem- splendida giornata di sole, il sagrato
da diversi anni. La formazione è suddivisa
plice e gioiosa e ha visto la parteci- si è animato di canti e di giochi che
in due diverse fasi: la prima fase si caratte-
pazione di tante famiglie che hanno hanno coinvolto noi catechisti, i ra-
rizza con incontri comunitari all’interno
affidato alla Comunità i loro figli per gazzi dai più piccoli ai più grandi, le
del carcere stesso; nella seconda fase in-
il percorso di catechesi e di inizia- mamme ed i papà.
vece i corsisti inizieranno un “tirocinio”
zione cristiana. La comunità ha vissuto e condi-
nei centri di ascolto (a Ragusa si trova in
Durante la santa messa sono stati viso un paio d’ore in armonia e sem-
cattedrale in via Roma132, nelle altre città
presentati i vari gruppi di catechi- plicità lasciando in tutti la
della Diocesi stiamo provvedendo ad indi-
smo ed i catechisti che seguiranno sensazione di una bella giornata vis-
viduare siti idonei) insieme ai “tutor” che
le diverse fasce d’età. Il parroco suta in parrocchia e resa bella dalla
sono volontari penitenziari già operativi.
padre Giuseppe Raimondi ha, inol- partecipazione di tanti ragazzi e
Gli incontri si terranno dalle 16 alle 18, ogni
tre, benedetto in modo particolare delle loro famiglie.
ultimo giovedì del mese, nella sala confe-
i bimbi di primo anno e le loro fami-
renze della Casa Circondariale di Ragusa.
glie. L’equipe dei catechisti
in 22 BREVI DALLA DIOCESI
Il ritiro proposto dal Centro Kerigma

I ragazzi dell’Acr di Acate


celebrano la Festa del Ciao
S abato 12 novembre si è svolta ad Acate la
“Festa del Ciao” dell’Acr (Azione Cattolica

N
Ragazzi), che ha visto come protagonisti i bam-
ei giorni 12 e 13 di novembre 2022, si è svolto a Ragusa, nei sa-
bini di prima, seconda e terza elementare, che at-
loni della Parrocchia Maria Santissima Nunziata, un ritiro spi-
tualmente seguono il cammino associativo
rituale, a cura del team Centro Kerigma. Come risaputo, la
dell’Azione Cattolica.
nostra Associazione si occupa della nuova evangelizzazione che attua
mediante la proposta di ritiri spirituali che vengono chiamati: corsi di
evangelizzazione. Il corso appena conclusosi è denominato “Combat-
timento Spirituale” e trova la sua ispirazione dal brano della lettera agli
Efesini che parla della battaglia spirituale. In modo particolare, la te-
matica ha riguardato i versetti dal 10 al 17 del capitolo 6. Quello della
battaglia spirituale che il cristiano consapevole del dono della fede ri-
cevuta, è chiamato ad affrontare ogni giorno, è un tema troppo frequen-
temente sconosciuto e, dunque, sottovalutato. Così ci si scopre spesso
vulnerabili dai tanti travagli della vita ed incapaci di discernere ciò che
Con la presenza del presidente parrocchiale,
accade nelle profondità del cuore. In queste condizioni, è estremamente
Giovanni Migliore, del parroco, don Mario Ca-
facile danneggiare se stessi e gli altri, fornendo peraltro una testimo-
scone, e del vicario parrocchiale, don Vincenzo
nianza cristiana spesso contraddittoria. In questo quadro, il ritiro ap-
Guastella, gli animatori che seguono i bambini
pena conclusosi, ha fornito un notevole apporto in termini di maggiore
hanno dato vita ad una serie di giochi, canti e
consapevolezza. I componenti l’assemblea, che hanno completamente
balli, capaci di creare un clima di festa e di gioia.
riempito il salone parrocchiale, hanno partecipato con grande entusia-
Non è mancato il momento di riflessione sul
smo ed interesse all’evento, scoprendo o riscoprendo con gioia, che il
senso dell’appartenenza alla Chiesa e della se-
cristiano non è mai solo nella battaglia spirituale giornaliera, in quanto
quela di Gesù. Al termine della festa i genitori di
assistito da doni di grazia potenti, che formano una vera e propria ar-
alcuni ragazzi hanno preparato una ricca me-
matura, in grado di potenziare le sue deboli forze e respingere effica-
renda, fatta di torte, dolci (tra cui le frittelle di
cemente i dardi del nemico di Dio e degli uomini. La scoperta di questa
san Martino) e bevande.
efficace ed enorme possibilità, ha riempito di grande entusiasmo i par-
tecipanti che hanno condiviso testimonianze molto significative.
Graditissima ed incoraggiante, la visita del vescovo monsignor Giu-
seppe La Placa che ha presieduto la celebrazione eucaristica domeni-
cale. Le sua parole di apprezzamento per l’opera svolta dal Centro
Kerigma, ci hanno riempiti di gioia, infondendo in ciascuno di noi la
certezza di stare camminando nel solco della sana dottrina della Chiesa,
in obbedienza ad essa e a Cristo. Enzo Speciale

S. Paolo Apostolo ricorda Tito Platania


È ritornato al Padre, Tito Platania,
socio di A. C., membro instanca-
bile, che, con la sua testimonianza, il
Primo presidente di A. C. nella parroc-
chia di S. Paolo a Ragusa, ha svolto il
suo servizio in collaborazione con i pre-
essere presente fisicamente. Con lui la
comunità perde un pilastro, ma è sicura
che continuerà a pregare dalla Gloria
suo spirito di accoglienza e il suo sor- sbiteri anche a livello diocesano, nella del Padre. Grazie Tito per tutto quello
riso, è stato un punto di riferimento per massima disponibilità, puntualità e pre- che hai fatto e soprattutto per essere
giovani e adulti che a lui si rivolgevano cisione. Sempre in prima linea, e, anche stato una persona affidabile e un testi-
per un consiglio o per un confronto. quando la salute non gli ha permesso di mone credibile del Vangelo di Cristo.
Don Giorgio Occhipinti BREVI DALLA DIOCESI 23
in
parroco di Sant’Isidoro
Don Francesco Vicino
I l vescovo, monsignor Giuseppe La Placa, ha nominato il sa-
cerdote Giorgio Occhipinti parroco della parrocchia San-
t’Isidoro Agricola in Ragusa. Sarà presentato alla comunità
vicario a
domenica 20 novembre. Subentra al sacerdote Franco Bonco- Maria Ss. Annunziata
raglio che ha guidato la comunità, come amministratore par-
rocchiale. Don Giorgio Occhipinti è nato a Ragusa nel marzo
di Comiso
del 1959, è stato ordinato sacerdote il 24 giugno 1991. Ha svolto
il servizio di vicario parrocchiale nelle parrocchie San Pietro I l vescovo, monsignor Giuseppe La Placa, ha nomi-
nato il sacerdote Francesco Vicino vicario parroc-
chiale della parrocchia Maria SS. Annunziata in
Apostolo in Ragusa e di amministratore parrocchiale - e suc-
cessivamente parroco - della parrocchia Maria SS. Nunziata in Comiso, trasferendolo dall’ufficio di vicario parroc-
Ragusa. È attualmente assistente religioso presso l’Ospedale chiale della parrocchia Sacro Cuore di Gesù, sempre
Giovanni Paolo II di Ragusa e direttore dell'Ufficio per la Pa- in Comiso. Don Francesco Vicino proviene da Co-
storale della Salute. miso, ed è nato nel novembre del 1935.È stato ordi-
nato presbitero il 6 maggio 1960. Tra gli incarichi che
ha rivestito, è stato vicario parrocchiale nella parroc-
chia S. Giovanni Battista in Vittoria, successivamente
parroco delle parrocchie S. Maria di Portosalvo a Ma-
rina di Ragusa, S. Giovanni Battista a S. Croce Came-
rina, Maria SS. Annunziata in Comiso, S. Maria La
Nova in Chiaramonte Gulfi e SS. Rosario” in Vittoria.
Altri uffici a lui affidati sono stati quello di direttore
dell’Ufficio per la pastorale dei migranti, assistente
della Caritas diocesana e delegato episcopale per la
vita consacrata. È stato direttore spirituale in Semi-
nario e assistente del settore adulti dell'Azione Cat-
tolica della diocesi di Ragusa, oltreché collaboratore
nella parrocchia “S. Antonio di Padova” in Vittoria.
È stato anche assistente diocesano dei Cursillos di cri-
stianità.
È stato vicario foraneo del vicariato di Comiso e
membro del Consiglio pastorale diocesano, del Con-
siglio presbiterale, del Consiglio diocesano per gli af-
fari economici, del Collegio dei consultori e parroco
consultore.

Fra Corrado Germano vicario


a Santa Maria delle Stelle
e San Giuseppe in Comiso

I l vescovo monsignor Giuseppe La Placa ha nominato fra


Corrado Germano vicario parrocchiale delle parrocchie
Santa Maria delle Stelle e San Giuseppe Di Comiso. Fra Cor-
rado, religioso professo solenne dei Frati minori conventuali,
è nato a Noto nel 1948 ed è stato ordinato presbitero nel 1992.
Ha già svolto incarichi di vicario parrocchiale nelle comunità
di Noto e Avola.
in
Sete di futuro e come placacarla
24 UNITI NEL DONO
Uniti possiamo accogliere i nostri sacerdoti come un dono e prenderci cura di loro

Intervista al Direttore SPSE: sulla nuova campagna e sul valore delle Offerte
estendersi su un biennio. Nella so- ogni tanto rimbalzano fragorosa-
stanza, però, c’è una grossa diffe- mente in tv, sul web e sui giornali,
renza: quest’anno stiamo c’è una grandissima maggioranza di
sperimentando tutti un profondis- uomini sereni e desiderosi di rim-
simo desiderio di ricominciare a vi- boccarsi le maniche insieme a chi ci
vere. Lo respiriamo nei corridoi dei sta per ricostruire un tessuto sociale
nostri posti di lavoro come nelle aule che ha un enorme bisogno di frater-
scolastiche, sui mezzi pubblici come nità e condivisione, specie dopo il
per le strade. Questa sete di speranza biennio da cui stiamo finalmente
e di futuro c’è anche nelle nostre co- uscendo, grazie al Cielo».
munità, e i nostri sacerdoti si spen- Ma perché servono le offerte,
dono quotidianamente per per sostenere i sacerdoti?
permetterci di placarla». «Perché i sacerdoti non fanno un
Monzio Compagnoni: «Tornare Quale profilo di parrocchia mestiere; rispondono ad una chia-
a guardare con speranza al do- emerge da quello che state comu- mata. E le comunità per cui si spen-
mani è il profondo desiderio che, nicando? dono sono anch’esse chiamate ad
finita la pandemia, ci accomuna «Quello che le immagini della accoglierli come un dono e a pren-
tutti. I nostri sacerdoti in questo campagna rilanciano in tv, sulle dersi cura di loro. Tutte: quelle più
sono degli apri-pista e vanno so- radio, sul web e sulla carta stampata ricche e quelle in contesti più diffi-
stenuti». è esattamente ciò che sperimentano cili. Per questo le offerte deducibili,
Un posto che è di tutti, dove ogni giorno quanti varcano la soglia volute così dalla legge 222 del 1985,
ognuno è il benvenuto, dove si può dei nostri oratori e delle nostre par- permettono a tutti di contribuire a
crescere sentendosi una comunità. rocchie, trovando dei luoghi in cui quest’opera di perequazione. Ma an-
Torna anche quest’anno la campa- ogni persona ha la possibilità di es- cora sono troppo pochi i cattolici che
gna di sensibilizzazione alle offerte sere accolta per quello che è, senza ne hanno preso consapevolezza:
per i sacerdoti. Tornano le immagini, doversi mascherare. In parrocchia ecco perché, ancora una volta, ci
catturate nelle parrocchie e negli nessuno deve vergognarsi dei propri stiamo impegnando in questa cam-
oratori d’Italia, di ragazzi e di sor- limiti e delle proprie fragilità, e tutti pagna per ricordarlo a tutti. I nostri
risi, di cortili e di palloni, di abbracci possono mettere a servizio del bene sacerdoti sono affidati a noi e non
e strette di mano, di anziani e gio- comune i propri talenti. Credo che dobbiamo dimenticarcene: uniti pos-
vani che si ritrovano insieme intorno proprio questo aspetto sia quello che siamo».
ad un uomo con un colletto bianco, può affascinare di più il cuore dei Stefano Proietti
che alla costruzione di una comunità giovani, almeno di quelli che non si
di questo tipo ha scelto di dedicare lasciano frenare dai pregiudizi e tro-
tutta la vita. Ecco perché le comu- vano il coraggio di mettersi in
nità non possono dimenticarsi di gioco».
loro. Massimo Monzio Compagnoni Non c’è il rischio di idealizzare
è il responsabile del Servizio per la un po’ troppo la figura dei nostri
promozione del sostegno economico sacerdoti?
alla Chiesa cattolica. «È esattamente il contrario, a mio
Come si caratterizza la campa- avviso. Sui media fa notizia l’albero
gna offerte del 2022? che cade e non la foresta che cresce:
«Nella forma è una campagna che si capisce, ma non rende un buon
nasce sulla scia di quella dello servizio alla verità. A fronte di qual-
scorso anno, che era pensata per che mela marcia le cui malefatte
in
Don Vittorio
UNITI NEL DONO 25

Pirillo,
sacerdote
dell’umiltà
«I l sacerdote è più di tutto l’uomo della carità, ed
egli è prete assai più a vantaggio dei suoi fratelli
che di se stesso». Non poteva esprimersi meglio e tro-
tratti è certamente don Vittorio Pirillo, sacerdote dioce-
sano, classe 1942 e prete da oltre 50 anni; mite e docile
all’azione dello Spirito Santo, ha vissuto e vive il suo
vare parole più appropriate, anzi, ispirate, il Beato Giu- ministero sacerdotale a servizio del popolo di Dio affi-
seppe Allamano parlando del Sacerdote, tratteggiandone datogli, sia da parroco che, attualmente, da vicario.
– in modo semplice, ma efficace – la missione e l’opera. Sempre pronto e disponibile ad offrire la sua vita per gli
Uomo tra gli uomini, il sacerdote è chiamato a dispen- altri, ha saputo entrare nel cuore della gente con sem-
sare la Grazia, la misericordia, il perdono, la gioia del- plicità ed umiltà grazie al suo carattere volitivo, alla sua
l’appartenenza a Cristo e alla Chiesa. A far rispecchiare empatia, al suo farsi “prossimo”; in tanti anni è riuscito
nella sua vita il volto di Cristo. Ne fa una mirabile sin- ad essere pastore con “l’odore delle pecore”, pastore in
tesi San Giovanni Paolo II nella Esort. ap. Pastores dabo mezzo al proprio gregge.
vobis, affermando che:«Sono nella Chiesa e per la Dotato di grande semplicità che sa trasformare in stu-
Chiesa una ripresentazione sacramentale di Gesù Cristo pore e gratitudine, don Vittorio ha saputo leggere la sto-
capo e pastore». ria, la sua e quella di chi ha incontrato, come un dono
Punto di riferimento per ogni comunità, amico, padre, di Dio, che tutto trasforma e plasma. Semplicità e grati-
confidente, solidale nei momenti di gioia e di dolore, tudine che ben ha espresso nel suo “Breviario spiri-
ogni sacerdote sa entrare nella nostre vite con discre- tuale”, una raccolta di preghiere, pensieri, poesie, edito
zione: siano nascite, malattie, sacramenti, morte, nel no- per il cinquantesimo anniversario di ordinazione sacer-
stro sacerdote troviamo sempre un conforto, una spalla dotale.
su cui piangere, un amico con cui gioire e ridere, con Nonostante l’età, la salute cagionevole e gli acciacchi,
cui inneggiare e ringraziare per il dono della vita. riesce ancora a testimoniare la sua grande fede e a met-
Se volessimo individuare alcune peculiari caratteristi- tersi a servizio della comunità sia nella celebrazione eu-
che, non potremmo non riferirci che all’umiltà, alla di- caristica, sia esercitando il sacramento del perdono. Don
gnità, alla santità di vita. Sintesi esemplare di questi Vittorio c’è sempre: alla recita del Rosario, per un con-
siglio, sull’altare per spezzare il pane della Parola e
quello Eucaristico.
Ma soprattutto adesso esercita il dono più grande ed
importante, quello dell’ascolto! Di sa capire il cuore
degli altri perché capace di amare in silenzio, senza
troppi giri di parole ed enfasi. Senza la necessità di fare
grandi discorsi. Solo silenzio e preghiera. Un silenzio
che parla, che comunica.
E allora non serve più la vista degli occhi, basta quello
del cuore.
Orazio Rizzo
in
26 CHIESA E SOCIETÀ

Una ricerca della Caritas rilegge l’impatto che ha avuto il virus sulla nostra realtà
e gli effetti sulle famiglie, la società, l’economia e soprattutto la povertà

Farsi prossimo nei mesi dell’isolamento


Il Covid 19 e lo tsunami della solidarietà
T
ante storie e qualche numero
per rileggere l’impatto del
Covid sulla nostra realtà e ca-
pire quali effetti abbia avuto il virus non
solo sulla salute ma anche sulla società,
l’economia, la povertà. La ricerca
“L’agire della carità durante il periodo
del Covid 19 nella Diocesi di Ragusa”,
curata dalla Caritas, risponde a questa
esigenza. Non solo uno sguardo al pas-
sato sia perché non siamo ancora del
tutto usciti dall’emergenza della pande-
mia, sia perché le nuove forme di aiuto
ai bisogni che sono state sperimentate
durante i lunghi mesi del Covid conti-
nuano a offrire delle risposte a chi si è sollecitata a testimoniare il Vangelo sono stati mesi di sofferenza (dei quali
trova ora alle prese con le conseguenze anche con gli strumenti della carità, portiamo ancora addosso gli effetti) ma
economiche della guerra, dell’infla- dell’ascolto, dell’accoglienza. anche mesi in cui abbiamo assistito al
zione, del caro bollette e con gli effetti Prossimità è forse la parola chiave che dispiegarsi della straordinaria forza
dei cambiamenti climatici. Sono anni ha caratterizzato i lunghi mesi della della solidarietà. In questo caso i nu-
«in emergenza» come li ha definiti il di- pandemia. Farsi “prossimo” in un pe- meri aiutano a comprendere quale for-
rettore della Caritas diocesana Dome- riodo nel quale il virus imponeva il di- midabile macchina si sia messa in moto:
nico Leggio nei quali la nostra Chiesa stanziamento e l’isolamento. Certo, 300 tonnellate di derrate alimentari do-
nate da aziende e produttori; 1300 pasti
al mese distribuiti; 150 volontari al-
l’opera; 3500 famiglie (circa 11mila per-
sone con tremila minori) assistite; 7700
interventi effettuati; 664mila messi a di-
sposizione dalla Diocesi cui si sono ag-
giunte tante altre donazioni. Il report
della Caritas ha, tra l’altro, anche il pre-
gio di rendicontare come siano state
utilizzate queste risorse con un’opera-
zione trasparenza che non si può che
apprezzare. Uno “tsunami” di solida-
rietà nel quale si coglie, come rileva
Emiliano Amico, l’intervento della
Provvidenza.
CHIESA E SOCIETÀ 27
in

Domenico Leggio, mons. Giuseppe La Placa e Vincenzo La Monica presentano il report

La pandemia ha sicuramente reso più parte “invisibile” della popolazione che nulla. Ma se l’opera di carità germina da
difficili le condizioni di chi già speri- vive nel nostro territorio. un’adesione al Vangelo, allora è come
mentava la povertà (quelli che la ricerca Tra le eredità da mettere a frutto di il balsamo che il medico spalma sulle
definisce “i poveri da sempre”), cre- questa esperienza vi è sicuramente la membra dell’infermo: alla fine del mas-
ando nuovi poveri tra coloro che in creazione e il dispiegarsi di una rete di saggio le sue mani rimarranno profu-
qualche modo riuscivano a barcame- pronto intervento che ha visto agire in mate. Auguriamoci quindi – ha
narsi (“gli equilibristi”) o tra chi mai si modo congiunto enti pubblici (Co- concluso – di profumare di Dio, rivela-
era trovato nella necessità di bussare muni, Asp, istituzioni scolastiche), vo- zione della carità, spendendoci senza li-
alle porte della Caritas (“gli insospetta- lontari, Caritas (con la capillare rete miti anche nel nostro quotidiano».
bili”). Ha anche fatto emergere la pre- delle parrocchie a fungere da antenne
carietà di tante esistenze e di quel nel territorio), enti di altre confessioni Scarica il Dossier
mondo opaco dove prospera il lavoro religiose, protezione civile, privato so-
nero. Emblematica la storia di un padre ciale, club service che ha unito le forze
di famiglia che scopre di non essere per raggiungere ogni periferia. «La so-
stato messo in regola dal proprio datore lidarietà appartiene a tutti», ha tenuto
di lavoro e si ritrova dall’oggi al domani a evidenziare Vincenzo La Monica che
senza stipendio e senza la possibilità di ha curato il report della Caritas.
accedere alle misure di cassa integra- A tutti gli operatori e i volontari è an-
zione varate dal governo. Anche nelle dato il ringraziamento del vescovo,
aree rurali, e in particolare nella fascia monsignor Giuseppe La Placa. «La ca-
trasformata, il virus ha ampliato gli ef- rità – ha scritto nella prefazione ricor-
fetti dell’isolamento, della precarietà, dando un adagio dei Padri del deserto
dell’abbandono scolastico, della vio- – giova a chi la fa; non è un gesto
lenza domestica che già gravano su una esterno, che esce fuori senza lasciarci
in
28 CHIESA E SOCIETÀ
Celebrata domenica 23 ottobre a Canicarao
la decima Giornata diocesana

È l’ora della conversione ecologica


D
omenica 23 ottobre nella splendida cornice di Torre è caratterizzato da un consumismo senza freni che ci induce
Canicarao, a Comiso, abbiamo celebrato la decima continuamente a produrre, consumare e a gettare, facendo
Giornata diocesana per la Custodia del Creato, pro- leva sull’invenzione di bisogni effimeri e non reali».
mossa dal’Ufficio diocesano per i Problemi Sociali ed il La- Con queste premesse ha avviato il suo intervento l’inge-
voro . Il messaggio dei vescovi italiani, “Prese il Pane e Rese gnere Luca Garofalo che ci ha parlato della crisi dei rifiuti.
Grazie – Il Tutto nel Frammento”, ne ha caratterizzato le ri- Esaminando i suggerimenti europei sul ciclo dei rifiuti ha
flessioni. All’iniziativa hanno preso parte persone prove- evidenziato tre parole chiave: Ridurre, cioè prevenire la crea-
nienti da tutta la diocesi e di ogni età, perché la custodia del zione di rifiuti, impegnandoci a riformare i nostri stili di vita;
Creato non può che coinvolgere e riguardare tutti. Riutilizzare, cioè promuovere un atteggiamento di cura per
La giornata è iniziata con l’intervento del direttore dell’Uf- le cose e provare a trovare una nuova forma di utilizzo per gli
ficio diocesano, Renato Meli.«Nel Creato si manifesta l’im- oggetti prima che essi diventino rifiuti. In relazione a questo
pronta di Dio, non possiamo quindi esimerci dal custodirlo ha sottolineato la necessità di effettuare una buona e attenta
e dal creare un legame autentico, personale e comunitario raccolta differenziata. La nostra provincia ha raggiunto nel
con l’ambiente nel quale viviamo. Il “pane” è ricco di sim- 2022 il 69% di raccolta differenziata, raggiungendo un dato
bologia, è dono della terra, rappresenta il lavoro e la passione superiore al 65% (ossia l’obiettivo minimo prefissato). Tut-
dell’uomo, ma anche la fatica di tanti, ed è espressione della tavia per creare realmente cambiamento dovremmo impe-
gratuità a cui tutti siamo chiamati a partecipare quando lo gnarci, individualmente e comunitariamente, a sensibilizzare
spezziamo e lo condividiamo insieme agli altri. Il pane ci in- con maggiore vigore gli altri, per praticare una raccolta dif-
vita a ritornare all’essenziale. Il pane infatti rappresenta l’es- ferenziata più efficace. L’ultima parola Recuperare energia
senziale e non produce alcuno scarto. Il modello culturale, o materia dai rifiuti ci ha particolarmente interessati, esami-
sociale ed economico nel quale siamo immessi, al contrario, nando i pro e i contro dell’utilizzo dello strumento dei ter-
movalorizzatori e degli impianti Css (carburante solido
secondario). La giornata è proseguita con la celebrazione
della santa messa, presieduta dal vescovo monsignor Giu-
seppe La Placa che ci ha invitato a riflettere sul senso pro-
fondo che la relazione con il Creato rappresenta per la vita
umana e spirituale di ogni cristiano. I lavori sono poi conti-
nuati con un momento di laboratorio e di confronto comu-
nitario sul concetto di “Conversione Ecologica”, declinato
in senso spirituale, umano e comunitario: sono stati un’op-
portunità per metterci in gioco e ribadire il nostro ruolo at-
tivo e propositivo all’interno della Chiesa e della società.
La condivisione del pranzo ed una passeggiata verso la Pa-
goda della Pace del buddista Gyosho Morishita hanno con-
cluso la giornata. L’incontro con il monaco buddista è stato
un momento molto significativo, di condivisione e di comu-
nione, nello spirito ecumenico che caratterizza il senso di
questa giornata diocesana. Insieme a lui abbiamo avuto l’oc-
casione di riflettere sulla Pace come atteggiamento che deve
innanzitutto distinguere le nostre relazioni personali e fami-
liari. Abbiamo poi pregato per il conflitto ucraino e per tutti
i conflitti in cui è coinvolta l’umanità.
Fabrizio Iacono, Marianna Occhipinti
Donato un moderno ecografo
al Consultorio familiare di Vittoria
U
n ecografo di ultima generazione è stato donato al perché questa strumentazione costituisce un rilevante passo
Consultorio Familiare di Ispirazione Cristiana “Don avanti dal punto di vista della qualità dell’assistenza, consen-
Enrico Arena” di Vittoria. Sarà messo al servizio di tendoci di raggiungere uno dei nostri principali obiettivi che
tutta la comunità, nell’ambito del programma di tutela della è quello di dare un’offerta assistenziale qualitativamente ele-
salute della donna. vata, completa e sicura».
Il Consultorio Familiare di Ispirazione Cristiana offre un «Questo contributo testimonia - sottolinea il direttore Ger-
servizio gratuito che si rivolge alla coppia, alla famiglia e al mano Missud – l’impegno del nostro Consultorio ad essere
singolo, è un luogo dove si dà alla persona la possibilità di un luogo di prossimità. È opportuno stringere sempre più
sentirsi ascoltata, compresa, accettata, quale opportunità per forte i nodi della rete di collaborazione fra tutti i soggetti
comprendere i propri bisogni e le proprie capacità, con la fi- pubblici, privati e del terzo settore che operano nel nostro
nalità principale di favorire la crescita dell’individuo nella territorio, assumendo e condividendo insieme l’impegno alla
sua globalità. Il Consultorio, grazie all’opera di esperti e con- tutela della comunità, in un’ottica di sostenibilità sociale».
sulenti volontari, offre assistenza psicologica, pedagogica, La cerimonia di ringraziamento si è tenuta nei giorni
ginecologica, ostetrica, medica, nutrizionale, giuridica, mo- scorsi, presso i locali del Consultorio di via Cacciatori del
rale e sociale. Inoltre, nell’ottica della tutela e della promo- Tevere 10, alla presenza del deputato regionale Ignazio Ab-
zione della vita, esperti del metodo Billings offrono bate e di tutti gli operatori del consultorio, nonché dei com-
consulenza riguardo i metodi naturali utilizzabili per l’attua- ponenti del cda dell’associazione Lauretana, i quali hanno
zione della maternità e della paternità responsabile. In questi ringraziato il parlamentare per il suo interessamento e per
ultimi anni, il servizio di tutela della salute della donna ha of- la sensibilità manifestata nei confronti dei bisogni dell’asso-
ferto consulenza e orientamento, abbattendo, nell’ottica ciazione. Nei prossimi giorni sarà avviato il “Servizio tutela
della prevenzione, anche i tempi delle lunghe lista d’attesa e prevenzione della salute della donna”. Sarà possibile pre-
dei servizi pubblici. «L’ecografo ci aiuterà a migliorare – af- notare presso la segreteria del consultorio, previo appunta-
ferma il presidente dell’associazione Lauretana, arch. Nican- mento, consulenze ginecologiche gratuite, nonché visite con
dro Prete – l’assistenza nella nostra comunità. In questo ecografia e pap test, grazie alla disponibilità di ginecologi
modo, il medico può eseguire diagnosi più velocemente ed volontari che si alterneranno per garantire continuità e qua-
intervenire in maniera tempestiva nella tutela della donna e lità al servizio stesso.
della vita nascente. Siamo davvero molto grati al donatore, Adriana Ferraro

Grazie alla generosità di un benefattore. Sarà messo al servizio di tutta


la comunità, nell’ambito del programma di tutela della salute della donna
in
30 ATTUALITÀ

Migrazioni? No, non è un’emergenza


I nazionalismi hanno paralizzato l’azione dell’Unione europea
che si è mostrata inadeguata rispetto a questa grande sfida

I
l tema delle migrazioni è tornato al sofferenza e fragilità, non è possibile di ciascun Paese, il nostro è addirittura
centro del dibattito politico-media- invocare motivi di opportunità politica, al di sotto della media europea e non da
tico e purtroppo non si tratta di un né nascondersi dietro calcoli ragionie- ora. L’Italia è invece visibilmente e più
sussulto di consapevolezza del ceto po- ristici, a maggior ragione se l’interpre- degli altri esposta agli arrivi via mare,
litico nei confronti di una delle grandi tazione di questi calcoli è viziata da che però sono solo una parte degli in-
questioni epocali del pianeta. Vediamo occhiali ideologici. gressi. E comunque, a dispetto di certe
piuttosto come un fenomeno struttu- Sulla dimensione quantitativa del fe- cronache tendenziose, le cause di que-
rale di tale portata continui ciclica- nomeno, che pure è di enorme com- sta situazione non sono riconducibili al
mente a essere valutato e presentato plessità e rifugge dalle semplificazioni, ruolo delle Ong sulle cui imbarcazioni
come un’emergenza, con oscillazioni è possibile tuttavia mettere alcuni punti è giunta in Italia solo una minoranza di
che dipendono più dalle esigenze pro- fermi utili a orientarsi almeno nella si- migranti (il 16% degli sbarchi, dati del
pagandistiche del momento che dal- tuazione attuale. Il nostro Paese – va Viminale per l’anno in corso fino all’11
l’andamento reale. detto subito – non sta subendo un’in- agosto). La ricerca di un capro espiato-
È un fenomeno che ha una prioritaria vasione di migranti e non è il “para- rio è sempre ingiusta e dannosa; in que-
e irriducibile dimensione umanitaria di diso” dei richiedenti asilo, come si sto caso, poi, la mancanza di senso delle
cui c’è una chiara eco nelle norme del vorrebbe far credere. Le richieste di proporzioni è persino grottesca.
diritto internazionale e davanti alla asilo presentate in Italia nel 2021 sono E qui veniamo alla dimensione poli-
quale dovrebbero finalmente cedere il meno di un terzo di quelle della Germa- tica di un fenomeno che è per defini-
passo le strumentalizzazioni per fini di nia e meno della metà di quelle della zione sovranazionale e per quanto ci
consenso elettorale. Quando sono in Francia. Lo scorso anno ci ha superato riguarda chiama in causa direttamente
gioco la vita e la dignità delle persone, nettamente anche la Spagna. Se poi si il ruolo l’Unione Europea. Quello delle
tanto più se in condizione di estrema confrontano i dati con la popolazione politiche migratorie è uno dei settori in
cui la Ue si è dimostrata in questi anni
più inadeguata rispetto alle sfide in
campo. Il motivo risiede soprattutto nel
fatto che su questo terreno le pulsioni
nazionalistiche degli Stati e dentro di
essi si esaltano reciprocamente, come
ha confermato ancora una volta lo scon-
tro tra Francia e Italia. Ancora non si è
riusciti a capire (o si fa finta di non
averlo capito) che solo all’interno di
un’autentica solidarietà europea è oggi
possibile tutelare efficacemente l’inte-
resse nazionale e ciò non vale soltanto
per la questione dei migranti. A mo-
strare i muscoli e a battere i pugni sul
tavolo rischiamo tutti di farci del male.
Stefano De Martis (Sir)
La fondazione Migrantes evidenzia le difficoltà
di una generazione e del Sud ATTUALITÀ
in 31

Emigrazione, la ferita dei giovani

U
na città poco più grande di Comiso, una comunità «Il percorso migratorio normalmente è fatto di partenze e
di ragusani che vive all’estero. Sono 33.239 i ragu- ritorni ma il problema in Italia è che i giovani in tornano»: ha
sani iscritti nell’Anagrafe italiana dei residenti al- detto monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore generale della
l’estero (Aire). Si tratta del 10,54 della popolazione, un dato Fondazione Migrantes, in occasione della presentazione
inferiore a quello della media siciliana (che si attesta vicino della ricerca. E questo è ancor più vero se si puntano i riflet-
al 17%). A mitigare l’impatto è probabilmente la presenza nel tori verso il Sud.
nostro territorio di 29.573 residenti nati all’estero (il 9,4% Ad accogliere i siciliani con la valigia è ancora soprattutto
della popolazione iblea). Ragusa si conferma quindi terra di la Germania (il 30,9% degli iscritti all’Aire), seguita dall’Ar-
emigrazione e di immigrazione nel quale, però, i ragusani gentina e dal Belgio (12,3%). A spostarsi ed emigrare una po-
che hanno lasciato la propria terra d’origine sono di più di polazione giovane, spinta – si legge nel report della
coloro che hanno fissato qui la residenza. Un dato che si ri- fondazione Migrantes – da un tasso di occupazione dei gio-
flette anche sugli indici di natalità: lo scorso anno Ragusa è vani in Italia tra i 15 e i 29 anni pari, nel 2020, al 29,8%,
stata infatti l’unica provincia della Sicilia a registrare un saldo molto lontano dai livelli degli altri paesi europei (46,1% nel
positivo della popolazione, seppur in termini appena percet- 2020 per l’Ue-27)». E se in Italia il tasso di occupazione dei
tibili: + 0,05%. giovani è al 29,8%, al Sud scende al 20,1% e crolla al 14,7%
A offrire uno spunto per queste analisi è il rapporto an- per le ragazze residenti nel Mezzogiorno.
nuale “Italiani nel mondo” presentato dalla fondazione Mi- «Il triplice rifiuto percepito dai giovani italiani – anagra-
grantes. I dati sulla nostra provincia sono essenziali. Si può fico, territoriale e di genere – incentiva il desiderio di estero
però cogliere come a lasciare Ragusa per l’estero sia soprat- e soprattutto lo fa mettere in pratica. Una mobilitàgiovanile
tutto la fascia d’età attiva dal punto di vista lavorativo. E que- che – denuncia la fondazione Migrantes – cresce sempre più
sti dati non comprendono ovviamente le migrazioni interne perchél’Italia ristagna nelle sue fragilità» continuando a
al nostro Paese che sappiamo per esperienza essere assai «mantenere i giovani confinati per anni in “riserve di qualità
consistenti. Da qui la necessità, evidenziata più volte, di e competenza” a cui poter attingere, ma il momento non ar-
creare opportunità e occasioni che consentano ai giovani del riva mai». Ed è anche per questo che «da tempo che i giovani
Sud di poter scegliere liberamente il proprio destino e di italiani non si sentono ben voluti dal proprio Paese e dai pro-
poter contribuire con energie, competenze e capacità allo pri territori di origine» e si sentono «sempre piùspinti a cer-
sviluppo della nostra terra. car fortuna altrove».
in
32 ATTUALITÀ
Tra le poche novità delle ultime elezioni
il ritorno all’Ars della Democrazia Cristiana

Ignazio Abbate Giorgio Assenza Stefania Campo Nello Dipasquale

Al lavoro il nuovo governo regionale


Ragusa e la Sicilia scelgono la continuità
S
e a livello nazionale il voto degli con il progetto lanciato dall’ex gover- però, non c’era. Un colpo basso e una
italiani ha voluto indicare un per- natore Totò Cuffaro, è forse la novità mancanza di attenzione al territorio
corso di discontinuità rispetto al politica più rilevante. Lo Scudocrociato ibleo. Spetterà al presidente Schifani
passato, in Sicilia ha premiato il lavoro porta all’Ars cinque deputati e sottrae cercare di ridare smalto a una maggio-
e i risultati del governo Musumeci con- spazi e linfa politica alla Lega (è il caso ranza che, a pochi giorni dall’insedia-
fermando il forte radicamento di un ad esempio della provincia di Ragusa mento dell’Ars, mostra già sintomi che
elettorato di centrodestra nell’Isola. La dove l’unico uscente non rieletto era non inducono all’ottimismo. I problemi
proposta del presidente Renato Schi- proprio un esponente del Carroccio) e da aggredire paiono, tra l’altro, essere
fami è stata largamente apprezzata. ad altre forze probabilmente più abbastanza seri come ha evidenziato
Anche in provincia di Ragusa hanno estreme. Sarà il tempo e l’azione con- anche la Corte dei Conti che ha indivi-
prevalso scelte legate alla continuità creta portata avanti a dire se sia solo duato un buco di un miliardo di euro
con il ritorno all’Ars di tre parlamentari un’operazione di marketing politico nei conti che il governatore uscente
su quattro (Giorgio Assenza, Nello Di- (sfruttando un “marchio” che ha scritto Nello Musumeci ha trasmesso al suo
pasquale, Stefania Campo) e la “pro- importanti pagine di storia del nostro successore. Occorrerà anche rimettere
mozione” dell’ex sindaco di Modica Paese e della Sicilia stessa) o se sia in corsa la macchina della Regione per
Ignazio Abbate che correva con le inse- anche un progetto in grado di dare completare nei tempi e nei modi previ-
gne della Democrazia Cristiana. Gli espressione in un contesto contempo- sti gli interventi finanziati con il Pnrr e
elettori iblei hanno mostrato di non la- raneo ai valori del cattolicesimo sociale. con le altre risorse messe a disposi-
sciarsi influenzare dall’apocalisse dei La nuova stagione politica è iniziata zione dall’Ue. Il lavoro, la formazione,
social network che disprezza tutto e purtroppo con veti, imboscate, perso- le infrastrutture, la sanità, la valorizza-
tutti preferendo affidarsi a chi li aveva nalismi che di certo non aiutano il pre- zione dei beni culturali sono i settori
già rappresentati. Un segnale chiaro sidente Schifani. Ne è rimasto vittima che più necessitano di un’azione inci-
come può essere un voto espresso (e a anche il parlamentare ragusano Giorgio siva in una Sicilia che continua a pagare
questo stiamo purtroppo perdendo Assenza cui Fratelli d’Italia aveva assi- prezzi altissimi allo spopolamento e
l’abitudine) indicando la preferenza. curato un posto in giunta. Al momento all’abbandono della propria terra so-
Il ritorno della Democrazia Cristiana, di leggere i nomi degli assessori il suo, prattutto da parte dei giovani.
La compagnia Godot porta in scena
“La città che non vorrei” ATTUALITÀ
in33

Ridere dei mali della nostra Ragusa


con una satira teatrale di alto livello
«V
ittorio e Federica, voi siete la Formula uno del paiono perfettamente studiati e “riprodotti”, seppur con
teatro locale». Ed è vero. Ne siamo tutti con- qualche (ma nemmeno troppe) esagerazioni iperboliche.
vinti, anche Vittorio (Bonaccorso)e Federica L’assessore esibizionista, perennemente collegato in diretta
(Bisegna). Loro e la loro compagni GoDoT sono sul palco Facebook e totalmente dedito all’immagine, a fare il paio con
da trenta anni e sempre con ottimi risultati. Il più importante la collega che amministra operando la selezione delle richie-
dei quali è certamente l’aver creato una scuola che negli anni ste che pervengono al comune con criteri “dinastici” e ge-
ha formato tanti attori e ancora più numerosi uomini e donne stendo l’agenda degli impegni privilegiando quelli di
che la lezione del teatro l’hanno fatta loro e portata nella vita interesse di classe.
di tutti i giorni (chiedete ai genitori di quei ragazzi che hanno Si ride. Sì, tantissimo. E nello stesso tempo rimane in
migliorato il rapporto con loro stessi, con la scuola, i coeta- bocca quel tanto di amaro che dovrebbe far riflettere i ragu-
nei). sani. Non tanto sul fatto che non abbiamo un museo come
Ultimo titolo nella ricchissima bacheca di Bisegna e Bo- quelli di Parigi o Berlino (perché non siamo come Parigi o
naccorso ha per titolo “La città che non vorrei”. Non è un ti- Berlino, tant’è che quei musei non li hanno nemmeno Cata-
tolo molto attraente. A differenza dello spettacolo che si nia o Napoli), quanto sulle occasioni sprecate, sui tempi bi-
raccomanda a tutti. blici della burocrazia, sulla noncuranza di una popolazione
Spettacolo comico, si dica subito. Si ride per due ore. Ri- che non riesce ad apprezzare. Bisegna e Bonaccorso pren-
sate basate sulla satira. dono in giro loro stessi, e i genitori dei loro stessi allievi che
Quella elegante però. Che prende di mira vizi (e qualche potrebbero anche offendersi. E invece non si offendono e
virtù) dei ragusani e degli attuali amministratori, che ne continuano a portare i loro figli alle prove e poi agli spettacoli
escono analizzati, sezionati dalla straordinaria carica satire- della Compagnia GoDoT. Chapeau.
sca di Federica e Vittorio e della decina di loro allievi, ragaz- Saro Distefano
zini di otto anni, esplosivi trentenni e signore di cinquanta
spassosissime. E nessuno sbaglia un colpo. Certo, c’è poi
quello più talentuoso che emana teatro ad ogni gesto, ad ogni
parola. Coi costumi adatti e una regia essenziale che ben si
adatta ad un piccolo teatro qual è quello della “Maison
GoDoT” di via Carducci. Spazi minimi che la regia di Bo-
naccorso e la carica inarrestabile di Federica e dei suoi allievi
amplificano, quasi annullano con un paio di sgabelli, un ta-
volo, un cartello di legno e carta per descrivere l’ambienta-
zione delle varie scene della due atti. Musica e luci perfette.
La città che Bisegna e Bonaccorso vorrebbero è quella
della valorizzazione della cultura tutta e dell’arte in partico-
lare, quella teatrale ancora più in particolare. La realtà, però,
è diversa.
Se il sindaco è rappresentato come il bravo ragazzo che
tutto misura in termini di sport e squadra (sindaco interpre-
tato da diversi attori, e ne risulta fantastica la resa di una gio-
vanissima Emma Bracchitta, l’unica che cito, sperando non
se la prendano tutti gli altri, altrettanto bravi), un paio di suoi
assessori e qualche funzionario o dirigente del Comune ap-
in
34 ATTUALITÀ
Un messaggio degli elettori Usa nel voto di metà mandato

L’effetto Trump affonda i repubblicani


O
gni Paese ha i suoi riti demo- Il sistema Usa è bicamerale perfetto presagire un trionfo dell’opposizione
cratici e quello statunitense come il nostro anche se il Senato ha in repubblicana che tutti gli osservatori
che accentra molti poteri nelle più delle competenze esclusive di avallo davano per certa!
mani del Presidente, prevede tra i si- di importanti nomine presidenziali; la Ma durante la campagna elettorale le
stemi di equilibrio oltre ai vari contrap- perdita di maggioranza in una delle due condizioni sono cambiate.
pesi istituzionale le elezioni cosiddette assemblee vincola parzialmente l’ope- Tra i repubblicani si sono affermati
di metà mandato che costituiscono ov- rato del Presidente in quanto una legge alle primarie parecchi candidati “trum-
viamente un freno all’attività dell’am- per essere approvata ha bisogno di pas- piani” (per i quali tra l’altro tifavano i
ministrazione perché dopo appena due sare da tutte e due le Camere, ma la democratici consapevoli che avrebbero
anni di lavoro prevede la prima “veri- perdita della maggioranza in entrambe allarmato gli elettori moderati), lo
fica” con il rinnovo della Camera dei le camere lo rende praticamente ostag- stesso Trump è sceso in vampo a spon-
rappresentanti e di un terzo del Senato: gio dell’opposizione con cui dovrà con- sorizzarli con quello stile tronfio e
se il Presidente ha deluso le aspettative, cordare i provvedimenti. greve che oramai lo caratterizza, e la-
quella e l’occasione per mandargli il L’amministrazione Biden in questi sciando intravedere la propria ricandi-
primo avviso di insoddisfazione. due anni ha dovuto affrontare problemi datura nel 2024 …
difficili, la crisi economica dovuta alla I democratici, sostenuti dall’impegno
pandemia, adesso l’inflazione scatenata diretto in campagna elettorale di perso-
L’ex presidente dalla guerra in Ucraina che tra l’altro sta naggi rassicuranti come gli ex Presi-
in crisi di credibilità comportando un esborso in aiuti molto denti Clinton e Obama, dal canto loro
dopo l’assalto oneroso, in più la veneranda età del hanno puntato proprio sulla prevalenza
al Congresso Presidente e l’eclissamento della vice
Presidente (Kamal Harris) che pure
nell’ambito repubblicano dell’ala più
radicale in forte crisi di credibilità dopo
e le accuse di brogli tante attese aveva suscitato non hanno l’assalto al Congresso e la denuncia dei
mai provate contribuito alla popolarità dei Demo- brogli mai provati in nessuna sede.
cratici… Il contesto era tale da lasciar Il risultato è stato che a sorpresa non
c’è stato nessun trionfo repubblicano,
Biden mantiene la maggioranza al Se-
nato e, fisiologicamente la perde alla
Camera dei Rappresentanti per pochi
voti, tali da non pregiudicare l’attività
dell’Amministrazione. Soprattutto per-
ché dal punto di vista politico il campo
repubblicano è spaccato a metà tra i so-
stenitori di Donald Trump e i suoi av-
versari interni, e questa spaccatura
gioca a tutto vantaggio di Biden.
I cittadini degli Stati Uniti, pur rico-
noscendo i tanti problemi dell’Ammi-
nistrazione Biden, con grande maturità
democratica, hanno ritenuto prioritario
lanciare un messaggio chiaro sulla man-
canza di gradimento per il ritorno al
“trumpismo”!
Vito Piruzza
CI S O N O P O S T I
CHE NON Sono i po st i d o v e c i se n tiamo parte di
n
un
uno è valorizzato

A P PA R T E N G O N O progetto co
per il proprio
m u
ta
n
le
to
e
n
;
;

d
d
to
o
o
e
v
v

e
e
ri
tu
e
o
sc
g

tt
e
o
a farlo splendere
d iventa possibile
in ogni momen o i p o sti che esistono

A N E S S U N O se solo si è un
perché n o i li fa c
it
c
i.
ia
S
m
o
o
n
in
i
si eme ai sacerdoti.
che ogni giorno
i sace rd ot

PERCHÉ
ie ni
Quando doni, sost posti e alle nostre comunità.
ti
si dedicano a ques

SONO D I T U T T I . o.it
Vai su unitineldone.
e scopri come far
DONA ANCHE CON
e 57803 009
am ento su l cont o corrente postal
Vers
Nu mero Verde 800
825000
ch ia m an do il
Carta di credito

MO
#UNITIPOSSIA

Potrebbero piacerti anche