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Sommario
Francesco Forti
Chiesa e Società
26 Il Covid 19 e lo tsunami della solidarietà
28 È l’ora della conversione ecologica
Fabrizio Iacono, Marianna Occhipinti
29 Donato un moderno ecografo
Direttore al Consultorio familiare di Vittoria
Emanuele Occhipinti Adriana Ferraro
Assistente Siprituale
Giuseppe Di Corrado Attualità
30 Migrazioni? No, non è un’emergenza
Segreteria e amministrazione Stefano De Martis (Sir)
Gabriella Chessari
31 Emigrazione, la ferita dei giovani
32 Al lavoro il nuovo governo regionale
Tel. 0932646460 33 Ridere dei mali della nostra Ragusa
comunicazioni sociali@ Saro Distefano
diocesidiragusa.it 34 L’effetto Trump affonda i repubblicani
Vito Piruzza
www.diocesidiragusa.it
Diocesi di Ragusa
«Fissando gli occhi in Gesù» in 3
Messaggio di Avvento
F
ratelli e sorelle carissimi, nella prima domenica
di Avvento la Chiesa celebra il suo “capodanno”
liturgico. Inizia, cioè, un nuovo anno per cele-
brare – non solo nella liturgia, ma soprattutto nella no-
stra vita – il mistero di Cristo. Un anno da vivere nella
fede e nella preghiera, tenendo fisso lo sguardo su Gesù,
Via, Verità e Vita.
L’Avvento, infatti, è il tempo prezioso per incontrare
Gesù, accoglierlo e testimoniarlo ai nostri fratelli affin-
ché anch’essi, fortificati dal nostro esempio, dalla nostra
preghiera e dalla nostra fede, possano incamminarsi de-
cisamente incontro al Signore che viene.
Vorrei che in queste settimane che precedono il Na-
AVVENTO
tale ci guidassero la parola e l’esempio del nostro Santo
Patrono Giovanni Battista.
Avvento,
AVVENTO
una speranza esaudita
L
a vita è un cammino, un’at- incontro, perché quelli che ti cer- più speranza”? (1 Tess 4,13). Quali
tesa, una ricerca, una spe- cano ti possano trovare” (Preghiera sono i segni che rendono credibile la
ranza... È cammino verso Eucaristica IV). venuta di Cristo in mezzo a noi? O è
l’eternità, attesa di un futuro mi- Il tempo liturgico di Avvento ci fa come se Cristo non fosse mai ve-
gliore, ricerca della verità, speranza vivere tutte queste dimensioni della nuto?
di felicità. Eternità, futuro, verità e fede e della vita cristia¬na. Esso è Per rendere visibile e credibile la
felicità hanno un nome preciso: Dio! memoriale della prima venuta di Cri- venuta di Gesù nel mondo occorre
La vita di ogni uomo è, in fondo una sto nella storia, ma anche contempla- che noi oggi ci facciamo “organizza-
ricerca di Dio. Ogni persona dice a zione prefigurativa della seconda tori della speranza” per gli uomini
Dio le parole del salmista: "Il tuo definitiva venuta del Signore nella del nostro tempo. Dobbiamo essere
volto Signore, io cerco, non nascon- gloria. Incarnazione e Parusìa costi- sempre “pronti a dare ragione della
dermi il tuo volto"(Sal 26, 8-9), o tuiscono i due poli che caratteriz- speranza che è in noi” (1 Pt 3, 15). Si
anche: "O Dio, tu sei il mio Dio, al- zano il tempo di Avvento, facendoci tratta di comunicare ai tanti disperati
l’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima collocare nella giusta prospettiva di oggi l’amore stesso di Dio, che si
mia, a te anela la mia carne come della venuta del Signore, una venuta è reso visibile in Cristo. Cristo è la
terra deserta, arida senz’acqua" (Sal che abbraccia passato, presente e fu- nostra speranza, la speranza di ogni
63, 2). Questa ricerca dell’uomo ha turo: il Signore è venuto, viene e uomo; solo Lui è capace di svelare
trovato un riscontro meraviglioso in verrà! pienamente l’uomo all’uomo, per cui
Dio. Egli è venuto incontro a noi per In questa luce dobbiamo chiederci: ciascuno di noi ha bisogno di incon-
facilitare questa ricerca, per colmare che senso ha la venuta di Dio per trar¬si a tu per tu con Lui per col-
quest’attesa e per dare un volto a noi? Viviamo in questa attesa o mare la propria sete di Dio.
questa speranza: “A tutti sei venuto siamo “come quelli che non hanno Mario Cascone
in 6
Maria Santa e Immacolata
segno dell’amore salvifico di Dio
I
n Maria Immacolata celebriamo miglior modo di come una creatura tura: “Chaîre- Kecharitoméne (LC
l’immenso dono che Dio ha fatto è stata salvata dal figlio prima ancora 1,28) “rallegrati piena di grazia”.
a una creatura umana. Il dono di di compiere l’opera pasquale della Maria è piena di grazia a tutti i livelli
grazia che l’ha resa piena di bellezza passione, morte e resurrezione. di crescita. È bellezza donata nella
nella totalità del suo essere “senza La chiesa “in Maria ammira ed gradualità discendente ed è bellezza
macchia e senza ruga, adorna dagli esalta il frutto più eccelso della re- compiuta dalla libertà ascendente.
splendori dello Spirito” Panaghia: denzione, ed in essa contempla con L’espressione “piena di grazia” in-
TuttaSanta. gioia, come in una immagine puris- dica il contenuto di quella grazia che
Maria di Nazareth, figlia di Adamo, sima, ciò che essa desidera e spera di Maria ha ricevuto da Dio, in vista
figlia di Sion della stirpe d’Israele, essere nella sua interezza” (Sacro- della maternità salvifica destinata a
sorella nostra in umanità sin dal sanctum Concilium n°103). generare nella carne il figlio di Dio.
primo istante della sua venuta al La verità di fede sull’Immacolata “Piena di grazia” cioè stracolma
mondo, è l’unica persona umana Concezione è contenuta nel testo lu- della grazia santificante, che l’ha
AVVENTO
che, per sola grazia di Dio-Trinità, è cano dell’Annunciazione, in quella reso senza macchia; ricolma di Spi-
stata concepita senza quella macchia espressione unica in tutta la scrit- rito santo; bellissima, luminosa ecc.
di cui l’umanità è stata toccata.
Di fronte a questa santità di Maria
il popolo di Dio sin dalle origini del
cammino ecclesiale, sotto l’influsso
dello Spirito santo, ha percepito per
istinto di fede che solo lei è la “Tut-
taSanta” della Chiesa. Mentre noi
siamo stati concepiti con il peccato
originale.
Nella seconda parte dell’Ave Maria
il popolo si rivolge a lei con queste
parole: “Santa Maria, prega per noi
peccatori”. Questo immenso dono
di Dio è inserito pienamente nel pro-
getto salvifico del mistero della re-
denzione pasquale.
La risposta a questo progetto di
Dio si trova nelle stesse parole che
Maria eleva nel cantico del Magnifi-
cat: “… il mio spirito esulta in Dio
mio salvatore” (LC;1,47). Maria rico-
nosce che il Dio potente è il suo sal-
vatore, il salvatore di sua madre.
I teologi affermano che in vista dei
meriti di Cristo, cioè della sua venuta
al mondo, la vergine è stata redenta
in modo sublime con una redenzione
preservativa che la inserisce nel Carlo Maratta (1663) Immacolata Concezione,
campo della redenzione: è questo il
Collegio Sant’Isidoro(Roma)
Si tratta di uno stato costante, per-
manente che irradia tutta l’esistenza
della vergine. “Maria Santissima, di-
Il concilio Vaticano II nella Lumen
Gentium al capitolo VIII mette in
evidenza l’aspetto positivo della for-
per noi si è realizzato nel battesimo
che ci ha inseriti in Cristo facendoci
passare dal peccato alla grazia.
in
7
ciamo immacolata!, cioè innocente, mula quando afferma: “immune da Nell’Immacolata Concezione
cioè stupenda, cioè perfetta; cioè la ogni macchia di peccato, quasi pla- Maria viene preservata dal peccato
donna, la vera donna ideale e reale smata dallo Spirito Santo e resa originale, nel battesimo siamo libe-
insieme; la creatura nella quale l’im- nuova creatura. Adornata fin dal rati dalla colpa della caduta dei pro-
magine di Dio si rispecchia con lim- primo istante della sua concezione genitori: è la stessa “pienezza di
pidezza assoluta, senza alcun dagli splendori di una santità del grazia” data a Maria che viene elar-
turbamento, come avviene in ogni tutto singolare, la vergine di Naza- gita anche a noi. A Maria la grazia
creatura” (Paolo VI, Omelia 8-12- reth è salutata dall’angelo “piena di singolare del perdono che preserva
1965). grazia (LC. 1,28)” (Lumen Gentium viene comunicata in vista della sua
Il dogma sull’Immacolata Conce- n. 56). È lo Spirito Santo che è pre- singolarissima e unica missione di
zione definito da Papa Pio IX si sof- sente all’inizio della storia di Maria madre di Dio, a noi viene data la gra-
ferma sull’esenzione del peccato rendendola tutta santa come la chia- zia di un perdono che ci santifica.
originale: “la beatissima Vergine mano i padri della Chiesa orientale. Dio fa grazia sempre in vista di un
Maria fu preservata, per particolare La redenzione ha un duplice effetto: compito, di una missione egli non
grazia e privilegio di Dio onnipo- giustificazione della colpa (aspetto elargisce doni privati, ma ricchezze
tente, in previsione dei meriti di negativo); e la vita nuova in Cristo da condividere! Nel cammino della
Gesù Cristo Salvatore del genere (aspetto positivo). vita cristiana, dobbiamo sempre tor-
AVVENTO
umano, immune da ogni macchia di Nel progetto di Dio tutti siamo nare alla grazia delle origini, il cui
peccato originale fin dal primo coinvolti “per essere santi e immaco- nome è sempre e solo misericordia.
istante del suo concepimento” (Pio lati al suo cospetto” (Ef. 1,4). Quello
IX, Bolla dogmatica Ineffabilis Deus che per singolare grazia è avvenuto Francesco Forti
1854). in Maria in vista dei meriti di Cristo,
Il cantiere di Betlemme
V egliamo, Convertiamoci, Gioiamo, Sogniamo sono le quattro
azioni chiave del sussidio preparato dall’Ufficio Catechistico
per accompagnare le nostre comunità cristiane, e in particolare le
parrocchie e i ragazzi, in questo tempo di Avvento. «Il sussidio –
spiegano don Marco Diara e l’equipe – prende spunto dal cam-
mino sinodale di tutta la Chiesa, voluto da Papa Francesco ed ini-
ziato nell’autunno 2021, che ci accompagna anche in questo
percorso di Avvento 2022. In questo momento ci troviamo nella
seconda parte della prima fase del Cammino sinodale, quella nar-
rativa. La traccia che guida i lavori si intitola “I cantieri di Betania”.
Poiché – aggiungono – tutti noi dobbiamo sentirci protagonisti di
questa fase del processo sinodale in atto, vogliamo mettere al cen-
tro di questo percorso di Avvento proprio il tema del cantiere, pen-
sando soprattutto al cantiere comunità. Da qui l’immagine simbolo
del nostro percorso. Speriamo che questo sussidio che, di dome-
nica in domenica, vuole accompagnare i ragazzi nell’incontro con
Gesù possa essere uno strumento utile per vivere insieme questo
periodo di attesa. Abbiamo cercato – concludono don Marco e
l’equipe – di inserire diversi spunti, che potranno essere proposti
sia a livello parrocchiale che a livello di gruppo/catechesi».
in8 PRIMO PIANO -PACE
L’invasione dell’Ucraina ha riaperto pagine tristi della storia nel cuore dell’Europa
Da La Pira a Papa Francesco parole che non sono fuga dalla storia e dall’azione
Don Salvatore Converso consegna a mons. Giuseppe La Placa l’assegno della solidarietà
in12 DIOCESI
L’Incontro nazionale con il Papa
dei responsabili parrocchiali del Settore Giovani di AC
S
iamo un infinitamente piccolo con affetto che se sei lì per cose futili
puntino della storia umana. Per puoi restare, ma non riuscirai a di-
quanto ci crediamo importanti e strarlo. Inizia la mia messinscena.
tenacemente facciamo quello che vo- “Padre Nigita, dobbiamo andare al ci-
gliamo, solo le relazioni ci permettono nema!”. “Uh, sì va bene, vediamo” .
di non affondare nel nulla. Sant’Ago- “Deve venire, è un film che le piacerà”
stino scoprì, dopo tanto interrogarsi, (sorridendo interiormente un po’ mali-
quella relazione fondamentale con il zioso, perché preparo la stoccata da cui
Dio della vita e della storia, più intimo non potrà difendersi). “Va bene, va
a ciascuno di noi di quanto lo siamo noi bene, sì, sì” (senza distrarsi). E io,
stessi (Deus interior intimo meo, scri- trionfando prima ancora di vedere il suo
veva il santo vescovo d’Ippona). viso illuminarsi come quello di un bam-
Scopro sempre più in me tutto questo bino davanti al regalo che aspettava: “È
e nasce la gratitudine per quelle per- un film su (nome e cognome di un per-
sone che, nel mio crescere, capirmi, av- sonaggio storico di cui era appassio- zione e io quello per l’Acr). Ci ha con-
venturarmi giorno dopo giorno alla nato e che qui taccio per riserbo, ma i dotto nel mistero di Gesù con forza (la
ricerca di chi sono, mi sono care e im- cinefili avranno già trovato il titolo del forza che visibilmente avvertivi dalle
portanti. Tra queste, padre Giovanni film spezzato nelle righe precedenti). sue braccia non esili), facendoci perce-
Nigita. “Ah, sì? “, con occhi sgranati e sorri- pire solo tenerezza, grazie a come arti-
Apro i diari dei ricordi. Vittoria, via sone sulle labbra: “Allora vengo!”. colava i momenti di preghiera, alle
Santoro. Forse arrivo nella chiesetta Forse dopo le prime righe serissime adorazioni eucaristiche silenziose, al-
della parrocchia delle Anime Sante del e l’aver capito che si parlava di un prete, l’icona del volto di Gesù da noi ribattez-
Purgatorio, in cui lui è parroco, con la questo dialogo sembra fuori luogo. Ma zata “Occhi profondi”, alle riflessioni e
mia “motocicletta” rossa (una Vespa scrivo e mi si inumidiscono gli occhi alle omelie.
50), trovo il portone aperto, entro, proprio per questo: con padre Nigita Sostanza nel suo essere parroco in
spero di aver avuto almeno uno sguardo c’era sempre sostanza, mai apparenza, una periferia difficile di Vittoria (per
d’intesa verso il tabernacolo, varco le dalle piccole alle grandi cose. qualche aspetto gemella della mia peri-
due porticine per arrivare al suo mitico Sostanza nel suo modo di vestire e feria), dove mai ha fatto un passo indie-
“studio” dove devi organizzarti per presentarsi, perché non gli interessava tro nel suo essere parroco presente,
come far entrare sedie e persone se apparire in primo piano, né stregarti nonostante chiesa piccolissima, locali
siete in cinque (l’eventuale sesto, in con effetti speciali che si rivelassero poi quasi inesistenti, nuova chiesa e nuovi
piedi alla porta). vuoti trucchi da illusionista. locali per anni bloccati nella costru-
Sta facendo qualcosa (legge o prepara Sostanza nella passione che metteva zione completata tra mille difficoltà.
l’omelia della domenica o qualche mo- nel suo essere assistente di Azione Cat- Tra il 2001 e il 2005 mi fu chiesto di
mento di preghiera o il foglio parroc- tolica (anno 1992, io diciottenne ero dare una mano proprio lì, durante i pe-
chiale), forse nel frattempo fuma, lo membro dell’equipe diocesana dell’Acr riodi di vacanza all’università. Non
sguardo di chi ti accoglie senza fronzoli e lui divenne il nostro assistente, per avevo dubbi che la passione e la so-
o simpaticherie che sposterebbero la poi diventare qualche anno dopo lui as- stanza di padre Nigita, viste da vicino,
relazione sul superficiale e ti fa capire sistente diocesano di tutta l’Associa- le avrei scoperte ancora di più.
DIOCESI 15
in
Così fu: lui c’era e diversi parroc- Charles de Foucauld, anch’esse povere del sacrificio”. Eravamo a Canicarao,
chiani c’erano con lui, fosse periodo di tra i poveri, unite a padre Nigita dalla una delle tante messe o meditazioni di
Natale o di Pasqua o estate, nel cercare condivisione, in Cristo, della vita di chi quegli anni in cui era assistente del-
di portare avanti la parrocchia e creare deve fare bene i conti per arrivare a fine l’Acr. Ci disse, all’incirca, così: «Se non
comunità attorno a Gesù e al suo Van- mese, sempre se ha qualcosa da con- permetti a Cristo, che è morto per te, di
gelo. C’erano per lui, grati, nel festeg- tare. Anche lui aveva il problema di conformare la tua vita alla Sua, sei ladro
giarlo per il suo anniversario di come pagare il gommista per le ruote del sacrificio». Sono passati quasi
ordinazione il 21 agosto. C’erano negli nuove della macchina, ma quando fu trent’anni, sento ancora la sua voce un
incontri comunitari estivi in campagna necessario aiutare con un forte prestito po’ roca che dice «ladro del sacrificio».
di chi metteva la casa a disposizione e una persona, mi raccontava (e non sa- Sono passati quasi trent’anni, in cui
nell’aiutarlo quando stava male. prei ricordare perché proprio a me… padre Nigita ha continuato a celebrare
E ancora, sostanza in una povertà non che fosse testimonianza pedagogica la domenica quattro messe anche per
sbandierata ai quattro venti, né usata verso un seminarista o giovane prete?) pochi, più la quinta dalle suore, più la
come strumento di lamentazione, ma che era riuscita a convincerla dicendole sesta se c’era un impegno diocesano di
vissuta come stile di vita scelto con con- che era il suo dovere di padre di fami- Ac, a servire la parrocchia, a vivere da
sapevolezza. Non credo di essere mai glia verso i parrocchiani. fortificato dallo Spirito povertà perso-
stato dal lato della sua piccola scrivania La stima, l’amicizia, l’affetto non solo nale e strutturale, malattie e operazioni
dove sedeva lui. Figuriamoci salire la continuano a inumidirmi gli occhi, ma e disagi fisici conseguenti e sempre
scaletta ingombra di libri e oggetti che forse rendono a chi legge un po’ stuc- maggiori… Sono passati tanti anni e lo
portava sopra. “Sopra” è per me mi- chevoli i ricordi e mi hanno fatto bana- rivedo, lui un po’ burbero e distaccato,
stero. Davanti alla chiesa non vedi primi lizzare in fioretti sdolcinati ciò che non ridere fragorosamente per una barzel-
piani, solai, nulla. Probabilmente un lo era. Allora chiudo con un’espres- letta e tenere in braccio un bambino
piccolo ambiente, dove c’era il minimo sione forte, che implica amore per Gesù con una tenerezza inaspettata… Grazie
essenziale per cucinare, mangiare, dor- (Crocifisso e Risorto e presente nel- per aver testimoniato che Cristo, se lo
mire e poi un unico bagno giù per tutti, l’Eucarestia), e i fratelli, espressione accogliamo come vero Signore della
parroco e parrocchiani. Povertà arric- che puoi consegnare autorevolmente a nostra vita, ci conforma a Lui e ci dona
chita dalla presenza in quegli anni in chi ti ascolta solo se, dopo averla pro- ai fratelli, salvandoci da noi stessi.
parrocchia della Piccole Sorelle di nunciata, te ne lasci giudicare: “ladro Luca Tuttobene
I funerali a Vittoria
«Uomo di Dio, apostolo dei poveri»
La comunità parrocchiale delle Anime Sante del Purga- doti a voler accompagnare a spalla il feretro fuori dalla
torio di Vittoria e l’intero presbiterio diocesano hanno tri- chiesa.
butato l’ultimo omaggio a padre Giovanni Nigita nel corso Il vescovo, durante l’omelia, ha ricordato le tappe del suo
della celebrazione delle Esequie presieduta dal vescovo di apostolato, le sofferenze che ne hanno accompagnato la
Ragusa, monsignor Giuseppe La Placa. vita, lo zelo pastorale, l’accompagnamento dei giovani, il
Al termine del rito sono stati gli stessi confratelli sacer- lavoro con l’Azione Cattolica.«Qui tutti lo ricordano - ha
detto - come un vero apostolo dei poveri, un uomo di Dio
a servizio della gente».
A commemorare padre Nigita è stata anche l’Azione Cat-
tolica diocesana: «Lo ricordiamo per i tanti anni dedicati
alla nostra associazione in qualità di assistente, nei quali si
è speso instancabilmente nella cura e nella formazione di
tutti i soci, specialmente di coloro che rivestivano incarichi
di responsabilità».
in16 DIOCESI
A perenne memoria
di don Giovanni Rollo
Grazie Signore per avercelo donato
Nei giorni scorsi, una strada che sorge proprio in prossimità della chiesa di San Giuseppe Artigiano, è stata intitolata a
padre Giovanni Rollo che per tanti anni è stato anima del quartiere. In tanti lo ricordano per l’impegno che profuse per
l’edificazione della nuova chiesa. Padre Rollo è stato un sacerdote a 360 gradi che ha creduto nei giovani e nello sport,
avviando percorsi pastorali che continuano ancora a dare frutti.
Pino Savà, che è stato una delle colonne del Centro Sportivo Italiano, ha voluto ricordarlo per Insieme.
L
a sua morte, per quanto prevista morte e dei partecipatissimi funerali. zione concreta ai bisogni reali delle
a causa di una malattia già dal- Ci ha lasciato un gran vuoto, ma persone, in un clima di amicizia e col
l'inizio definita irreversibile, è anche un più luminoso esempio di vita calore della preghiera.
arrivata per così dire all'improvviso, sacerdotale, una grande testimonianza Tra la gente e la comunità sportiva del
gettando nello sconforto tutta quella della paternità e della benevolenza di- C.S.I. ha alimentato cordialità e dispo-
popolazione della nostra comunità che vina verso tutti. nibilità per rapporti sicuri, improntati
lo conosceva, lo stimava, lo amava e ne I ragusani lo ricordano molto bene a fiducia. Questo figlio di Ragusa ha
ha accompagnato, con sincera parteci- per quel rapporto intenso che hanno
pazione, il progressivo aggravare del vissuto insieme, condividevano i ritmi
suo stato di salute. della vita scandita dai turni di lavoro
Dove ha prestato servizio sacerdotale nella parrocchia e dalla libertà di orga-
si è fatto benvolere e amare per la sua nizzarsi il tempo libero tra parrocchia
umana indole bonaria, il suo amore alla vita di quartiere ed associazionismo
preghiera e allo studio, l'umile socie- sportivo
volezza, la squisita delicatezza del suo Don Giovanni ci ha consegnato la sua
tratto, la spiccata sensibilità, la mode- vita: è stato un prete che ha amato vera-
stia e la semplicità, il generoso spirito mente il Signore.
di servizio, l'attenzione ai piccoli, ai Ha amato le sue comunità quali la
giovani, giovani-adulti e agli ultimi. “sua” parrocchia ed il Centro Sportivo
C'è da dire che dalla comunità ha ri- Italiano oltre a quelle di cui faceva parte
cevuto anche la meritata fortuna di es- e quelle che ha servito nel suo ministero
sere stato apprezzato per queste qualità pastorale.
e di aver fruito di una assistenza amo- Ha espresso il meglio di sé portando
rosa fin dall'inizio della sua infermità, un senso di equilibrio, di condivisione
per merito soprattutto di un gruppo di delle responsabilità e di fedeltà al cari-
persone che si sono avvicendate nello sma del servizio umile. Si è dato senza
stargli vicine, nel venire incontro alle risparmiarsi alle parrocchie che i supe-
sue necessità, nel considerarlo un pro- riori gli hanno dato da servire. Tra i
prio familiare a tutti gli effetti e, perché confratelli che condividevano l'impe-
no? nel tributargli un massiccio atte- gno del servizio pastorale, ha sempre
stato di riconoscenza in occasione della portato serenità, ottimismo, l’atten-
sempre avuto nel cuore e nella nostalgia parrocchia e nell’associazionismo spor- vedimenti regolamentari e provvedi-
il legame profondo con le persone del tivo del C.S.I. provinciale una famiglia menti disciplinari com’unitariamente
suo paese e della sua comunità. affiatata. presi. Corsi animatori sportivi, arbitri
È inutile dire delle sue larghe amici- Ogni iniziativa associativa e di pro- di calcio, pallacanestro e pallavolo.
zie che gli davano respiro e che gli al- mozione pastorale dello sport veniva fa- Per tutte le fasce di età è stata indetta
largavano il cuore. vorita in quanto significava lo stare dell’attività sportiva di calcio, atletica
Un'amicizia ritenuta quasi sacra per- insieme per pregare, per conversare, leggera, pallacanestro, pallavolo, tennis
ché gustosa nel tratto e nel rapporto, per condividere gioie e sofferenze. da tavolo e centri di formazione spor-
arrendevole ai desideri degli altri, ricca Ho conosciuto don Giovanni Rollo tiva.
di motivazioni umane e spirituali, nel lontano 1964, per il tramite di Saro Di queste iniziative Don Giovanni è
pronta a dimenticare anche le eventuali Occhipinti, Presidente Provinciale CSI. stato animatore, organizzatore in
critiche e osservazioni che gli si rivol- Lo sport è stato considerato da noi quanto «dovevamo fare uno sport che
gevano. come sorgente di genuina umanità al serva all’uomo», «I giovani vogliono
Non sapeva incrinare l'affezione. fine di rendere più umana e giusta la esperienze belle come lo sport utili a
È chiaro che dopo oltre quarant’anni Vita. creare un mondo nuovo».
di conoscenza reciproca fossero noti Il tutto malgrado gli esempi negativi Con grande rammarico la comune
anche i difetti, le debolezze mie o di che lo sport così spesso offriva, don esperienza sportiva finì agli inizi del
altri: mai che l'abbia visto o sentito rac- Giovanni (e lo scrivente) credeva ferma- 1995, ma la fraterna amicizia durò sem-
contare o sottolineare con cattiveria mente che era ed è una grande risorsa pre.
tanto meno denigrare la condotta altrui, per l’uomo e la società d’oggi. Attraverso lo sport don Giovanni
chiunque fosse. Dovendo a volte rico- Trentanni di attività intensi finalizzati Rollo pensava di affascinare i giovani fa-
noscere lati poco positivi, era evidente alla formazione di Dirigenti a carattere cendo comprendere che vivere Cristo è
in lui il desiderio di correzione fraterna provinciale, corsi per animatori tecnici molto più gratificante che vivere senza
che sapeva compiere con pudica carità. anche a livello società o gruppi sportivi di lui. Uno sport che faccia diventare
Alieno com'era da irriguardosi giudizi, parrocchiali e non. Incontri a carattere uomini e donne. Meglio che divenire
in molti casi sapeva rendere eloquente mensili zonali per dirigenti di società, atleti.
anche un silenzio rispettoso. Ha lavo- atleti, tecnici, consiglieri e collabora- Don Giovanni grazie sempre.
rato con i confratelli diocesani ed in tori provinciali. Incontri con singoli Pino Savà
particolare ragusani per creare nella atleti e dirigenti per discutere di prov-
in18 DIOCESI
Una notte
a Lourdes
D
alla grande finestra dell’ambulatorio medico del
Salus vedo il vicino Santuario, che sovrasta la Grotta
delle apparizioni, stagliarsi illuminato e rassicu-
rante nella notte serena e silenziosa di Lourdes; il cielo è
quasi del tutto sgombro dopo la pioggia che ci ha a lungo ac-
compagnato nel pomeriggio durante la Processione Eucari-
stica e solo qualche tardiva nuvola dal vicino oceano scorre
veloce tra le montagne dai picchi innevati. È uno spettacolo
che non mi stancherei mai di ammirare nonostante stan- ancora tornati a dormire mi chiedono un poco sorpresi come
chezza e sonno, un piccolo assaggio di Paradiso. All’improv- ho fatto. Il pensiero del lettino delle visite in cui girarmi e ri-
viso squilla il telefono e l’incanto si rompe. Chiamano dal girarmi insonne per il resto della notte mi fa resistere alla
quarto piano: vogliono il medico di guardia con urgenza. At- tentazione di sentirmi come i grandi re taumaturghi medie-
traverso la hall del Salus deserta con l’apprensione che sem- vali (in fondo siamo in terra di Francia) che dopo essere stati
pre accompagna queste chiamate improvvise. Non mi ci incoronati e unti con l’olio santo a Reims guarivano gli scro-
abituerò mai, nonostante sia ormai una vita che vengo chia- folosi con il tocco delle mani. Rispondo con sincerità che
mato di notte durante le reperibilità nel mio ospedale. Al non lo so nemmeno io e ritorno in ambulatorio. Non tutti
quarto piano c’è grande agitazione, si sentono grida prove- sanno che nei pellegrinaggi della nostra associazione l’Uni-
nienti da una stanza illuminata con pellegrini, dame e barel- talsi la figura del medico è molto importante: si può partire
lieri che si affannano a cercare di dare aiuto. Una dama tranquillamente per un pellegrinaggio senza sacerdote ma
accanto alla porta abbraccia e consola una giovane in lacrime. non senza medico! I medici assicurano l’assistenza ai pelle-
Cosa è successo: per fortuna niente di grave! Una signora grini, al personale e naturalmente ai malati, a Lourdes e du-
anziana venuta a Lourdes accompagnata dalla figlia si è com- rante il periodo delicatissimo del lungo viaggio in treno. Del
pletamente “dissociata” e ora grida delirando e inveendo resto, Lourdes è la città del malato, l’unica città del mondo
proprio contro di lei, tenendo tutti svegli, sorda a tutti i ten- dove il malato e il soggetto con handicap non è escluso ma è
tativi di calmarla. Mi chiedono di intervenire, ma come? Non al primo posto, al centro delle attenzioni e delle preghiere.
si tratta certo di una novità: spesso le persone anziane spo- Per tutti Lourdes ha una parola, una carezza, una risposta,
state dal loro ambiente familiare di notte hanno questa rea- una consolazione, basta saperla cogliere. Per tutti c’è un mi-
zione e ci vogliono farmaci e tanta pazienza per riportarli a racolo grande o piccolo che il tempo, il caso e il cuore ti
dormire. Ma qui non siamo in ospedale, non ci sono infer- fanno scoprire. Per me è stato sinora lo scoprire, purtroppo
mieri esperti né tantomeno i farmaci adatti; molti degli an- un poco tardi, il lato umano di una professione in cui è sem-
siolitici di cui ci hanno rifornito i nostri volenterosi farmacisti pre in agguato il rischio che l’ammalato con tutti i suoi pro-
in questi casi hanno un effetto opposto. Faccio uscire tutti e blemi diventi solo un numero, un protocollo da osservare,
mi siedo accanto alla signora tenendole familiarmente la talvolta addirittura qualcuno di cui diffidare. Alcune univer-
mano. È ancora agitata, delira, mi racconta le presunte ma- sità cattoliche americane mettono giustamente il pellegri-
lefatte della figlia, del tutto inventate. Fingo di assecondarla, naggio fra i malati a Lourdes come un punto importante della
continuo a farle sentire la sicurezza e la solidarietà del me- preparazione medica e infermieristica con l’attribuzione di
dico del pellegrinaggio stringendole sempre la mano. Sento un certo numero di crediti. Pur senza arrivare a tanto l’ac-
che sta man mano calmandosi, la tensione si allenta, parla compagnare i malati a Lourdes è una esperienza che non
sempre più piano finché non cade in sonno profondo. Do- posso non consigliare a tutti, soprattutto a medici e infer-
mani non ricorderà nulla di quanto accaduto e potrà ripren- mieri.
dere tranquillamente il suo pellegrinaggio a Lourdes. Esco Carmelo Sigona
dalla stanza ormai buia e silenziosa. I pochi che non sono
L’esperienza di una volontaria del treno bianco DIOCESI 19
in
Mezzo secolo a servizio di Maria
S
ono passati 54 anni del mio “raffinare” il servizio unitalsiano.
primo pellegrinaggio a Lourdes Frutto di tale servizio è stato l’ aver ma-
con il “treno bianco” avvenuto turato la virtù dell’umiltà offrendo la
nel giugno del 1968. Un viaggio pieno mia amicizia con semplicità, consape-
di sorprese, di stupore e commozione vole della centralità dell’ammalato fa-
che diede una svolta alla mia vita. cendomi così carico dei suoi bisogni.
Davanti alla grotta di Massabielle ri- Mettere a disposizione dell’altro le mie
masi a lungo in silenzio, non riuscendo mani, i miei piedi, i miei occhi, e il
a pregare. Tra me e la Santa Vergine cuore mi ha fatto capire che il messag-
c’erano solo malati e disabili; subito gio cristiano più che con le parole viene
compresi che amare ed essere amati co- trasmesso con gesti che si manifestano siani per nostra scelta, ma per una pre-
stituivano due bisogni fondamentali nella disponibilità all’ascolto, nel guar- cisa chiamata da parte di Dio: “non voi
dell’uomo. dare l’altro con gli occhi di Dio (è im- avete scelto me, ma io ho scelto voi”
Iniziò così la mia avventura: atten- portante l’ espressione del viso quando (Gv. 15, 16).
zione per i malati, i poveri, gli anziani, l’ammalato apre il suo cuore) nel toc- Il servizio richiesto a volte ha bisogno
gli emarginati e per ultimo i carcerati. carlo con gesti delicati e pieni di com- di tenere contatti con la famiglia del-
In tutti questi anni ho imparato a con- passione. A volte, anche il silenzio è l’ammalato o del disabile per condivi-
dividere i loro problemi: la sofferenza, stato il migliore dei modi per compren- derne i desideri, le nostalgie, le
la solitudine, l’emarginazione. dere a pieno la sofferenza. Perchè la tristezze e le gioie che non mancano.
Esperienze ne ho fatto tante e tutte, sofferenza dell’altro esige rispetto. Quanta gioia si sperimenta nell’arrivo a
anche quelle considerate da me nega- Oggi dopo lunghi anni di servizio mi Lourdes! Lì le famiglie hanno la grazia
tive, hanno avuto come fine quello di piace ricordare che non siamo unital- speciale di sentire l’atmosfera di Naza-
reth, di sentire il calore del Cenacolo,
Comunione e Liberazione
Dentro la sfida della realtà
D
on Giussani compie 100 anni, ma alla presentazione coltivata; la proposta di un’amicizia in cui condividerla. L’iti-
della mostra virtuale sulla figura del fondatore di nerario suggestivo della mostra si propone infatti come com-
Comunione e Liberazione, il 4 e il 5 novembre, pagnia all’uomo post-moderno nell’avventura di un
presso il Centro Commerciale Culturale di Ragusa, si respira significato sempre «da ricercare» -come afferma Luigi Gius-
l’aria fresca e leggera di un inizio. sani nella sezione della mostra riservata al Senso religioso-
Un gesto, quello della mostra, che si pone nel solco del e mai ostentato come un possesso.
cammino sinodale indicato da papa Francesco a tutta la Come è accaduto duemila anni fa a chi ha incontrato Gesù,
Chiesa come la modalità storica più adeguata per aiutarsi a il mistero che fa il cielo e le stelle, incarnandosi, non ha scelto
comprendere il cambiamento d’epoca che stiamo attraver- la via del richiamo etico per attirare a sé gli uomini e le donne
sando e il contributo che i cristiani sono chiamati a offrire della Galilea, né li ha storditi con effetti speciali di eventi in-
per orientarsi nel groviglio di confusione, di clamorosa vio- spiegabili. «Venite a vedere». È la formula immutabile del
lenza delle armi e di vuoto di significato in cui annegano i più metodo cristiano. La formula meno moralistica e dogmatica
fragili e i più giovani. che possa esistere. È la promessa del “centuplo” che sta al
Alla presenza del prefetto Giuseppe Ranieri, del vescovo cuore della sfida attualissima di don Giussani ed è la verifica
monsignor Giuseppe La Placa, e del sindaco Peppe Cassì, di questa esperienza come evidenza più volte sperimentata
sullo schermo gigante si animano le immagini delle perso- che crea e ricrea un popolo.
nalità, note o sconosciute, che sono state «attirate dentro lo Un popolo in cui è possibile documentare l’affiorare di una
sguardo di stupore» che il sacerdote di Desio morto nel curiosità desiderosa del vero e di una letizia che costitui-
2005 aveva nei confronti dell’esserci dell’uomo e della realtà. scono un esito umano che non è mai il frutto di uno sforzo
La voce roca, calda e appassionata “del don Giuss” risuona organizzativo. «Il cristiano –ha ammonito monsignor La
impetuosa rivolgendosi all’intelligenza e alla libertà di quanti Placa– non può essere una “mezza cartuccia”, ve ne sono già
affollano la sala o che sono rimasti all’esterno ad ascoltare. tante. Il cristiano è uno che si stupisce di essere amato e den-
Tecnologia e bellezza rappresentano certo un aspetto del tro questo rapporto misterioso, ma reale, col “Tu” di Dio af-
linguaggio nuovo con cui la Chiesa deve coniugare la comu- fronta con fiducia tutto». Un’umanità contenta, grata, che
nicazione della fede oggi, ma non è tutto. Cosa ha condotto vive la sfida della realtà con la baldanza ingenua di un nuovo
sin qui tanta gente in molti casi non legata al mondo eccle- inizio.
siale? Una domanda di senso più o meno consapevolmente Mario Tamburino
BREVI DALLA DIOCESI 21
in
Al via corso
di formazione
per il volontariato
in carcere
H a avuto inizi lo scorso 24 novembre il
corso di informazione e formazione
È tornata dopo due anni per il volontariato in carcere, organizzato
dall’Ufficio Pastorale Carceraria. Si cer-
la Giornata dei ragazzi cherà, nei limiti del possibile, come è desi-
derio del vescovo, di coinvolgere tutte le
N
Ragazzi), che ha visto come protagonisti i bam-
ei giorni 12 e 13 di novembre 2022, si è svolto a Ragusa, nei sa-
bini di prima, seconda e terza elementare, che at-
loni della Parrocchia Maria Santissima Nunziata, un ritiro spi-
tualmente seguono il cammino associativo
rituale, a cura del team Centro Kerigma. Come risaputo, la
dell’Azione Cattolica.
nostra Associazione si occupa della nuova evangelizzazione che attua
mediante la proposta di ritiri spirituali che vengono chiamati: corsi di
evangelizzazione. Il corso appena conclusosi è denominato “Combat-
timento Spirituale” e trova la sua ispirazione dal brano della lettera agli
Efesini che parla della battaglia spirituale. In modo particolare, la te-
matica ha riguardato i versetti dal 10 al 17 del capitolo 6. Quello della
battaglia spirituale che il cristiano consapevole del dono della fede ri-
cevuta, è chiamato ad affrontare ogni giorno, è un tema troppo frequen-
temente sconosciuto e, dunque, sottovalutato. Così ci si scopre spesso
vulnerabili dai tanti travagli della vita ed incapaci di discernere ciò che
Con la presenza del presidente parrocchiale,
accade nelle profondità del cuore. In queste condizioni, è estremamente
Giovanni Migliore, del parroco, don Mario Ca-
facile danneggiare se stessi e gli altri, fornendo peraltro una testimo-
scone, e del vicario parrocchiale, don Vincenzo
nianza cristiana spesso contraddittoria. In questo quadro, il ritiro ap-
Guastella, gli animatori che seguono i bambini
pena conclusosi, ha fornito un notevole apporto in termini di maggiore
hanno dato vita ad una serie di giochi, canti e
consapevolezza. I componenti l’assemblea, che hanno completamente
balli, capaci di creare un clima di festa e di gioia.
riempito il salone parrocchiale, hanno partecipato con grande entusia-
Non è mancato il momento di riflessione sul
smo ed interesse all’evento, scoprendo o riscoprendo con gioia, che il
senso dell’appartenenza alla Chiesa e della se-
cristiano non è mai solo nella battaglia spirituale giornaliera, in quanto
quela di Gesù. Al termine della festa i genitori di
assistito da doni di grazia potenti, che formano una vera e propria ar-
alcuni ragazzi hanno preparato una ricca me-
matura, in grado di potenziare le sue deboli forze e respingere effica-
renda, fatta di torte, dolci (tra cui le frittelle di
cemente i dardi del nemico di Dio e degli uomini. La scoperta di questa
san Martino) e bevande.
efficace ed enorme possibilità, ha riempito di grande entusiasmo i par-
tecipanti che hanno condiviso testimonianze molto significative.
Graditissima ed incoraggiante, la visita del vescovo monsignor Giu-
seppe La Placa che ha presieduto la celebrazione eucaristica domeni-
cale. Le sua parole di apprezzamento per l’opera svolta dal Centro
Kerigma, ci hanno riempiti di gioia, infondendo in ciascuno di noi la
certezza di stare camminando nel solco della sana dottrina della Chiesa,
in obbedienza ad essa e a Cristo. Enzo Speciale
Intervista al Direttore SPSE: sulla nuova campagna e sul valore delle Offerte
estendersi su un biennio. Nella so- ogni tanto rimbalzano fragorosa-
stanza, però, c’è una grossa diffe- mente in tv, sul web e sui giornali,
renza: quest’anno stiamo c’è una grandissima maggioranza di
sperimentando tutti un profondis- uomini sereni e desiderosi di rim-
simo desiderio di ricominciare a vi- boccarsi le maniche insieme a chi ci
vere. Lo respiriamo nei corridoi dei sta per ricostruire un tessuto sociale
nostri posti di lavoro come nelle aule che ha un enorme bisogno di frater-
scolastiche, sui mezzi pubblici come nità e condivisione, specie dopo il
per le strade. Questa sete di speranza biennio da cui stiamo finalmente
e di futuro c’è anche nelle nostre co- uscendo, grazie al Cielo».
munità, e i nostri sacerdoti si spen- Ma perché servono le offerte,
dono quotidianamente per per sostenere i sacerdoti?
permetterci di placarla». «Perché i sacerdoti non fanno un
Monzio Compagnoni: «Tornare Quale profilo di parrocchia mestiere; rispondono ad una chia-
a guardare con speranza al do- emerge da quello che state comu- mata. E le comunità per cui si spen-
mani è il profondo desiderio che, nicando? dono sono anch’esse chiamate ad
finita la pandemia, ci accomuna «Quello che le immagini della accoglierli come un dono e a pren-
tutti. I nostri sacerdoti in questo campagna rilanciano in tv, sulle dersi cura di loro. Tutte: quelle più
sono degli apri-pista e vanno so- radio, sul web e sulla carta stampata ricche e quelle in contesti più diffi-
stenuti». è esattamente ciò che sperimentano cili. Per questo le offerte deducibili,
Un posto che è di tutti, dove ogni giorno quanti varcano la soglia volute così dalla legge 222 del 1985,
ognuno è il benvenuto, dove si può dei nostri oratori e delle nostre par- permettono a tutti di contribuire a
crescere sentendosi una comunità. rocchie, trovando dei luoghi in cui quest’opera di perequazione. Ma an-
Torna anche quest’anno la campa- ogni persona ha la possibilità di es- cora sono troppo pochi i cattolici che
gna di sensibilizzazione alle offerte sere accolta per quello che è, senza ne hanno preso consapevolezza:
per i sacerdoti. Tornano le immagini, doversi mascherare. In parrocchia ecco perché, ancora una volta, ci
catturate nelle parrocchie e negli nessuno deve vergognarsi dei propri stiamo impegnando in questa cam-
oratori d’Italia, di ragazzi e di sor- limiti e delle proprie fragilità, e tutti pagna per ricordarlo a tutti. I nostri
risi, di cortili e di palloni, di abbracci possono mettere a servizio del bene sacerdoti sono affidati a noi e non
e strette di mano, di anziani e gio- comune i propri talenti. Credo che dobbiamo dimenticarcene: uniti pos-
vani che si ritrovano insieme intorno proprio questo aspetto sia quello che siamo».
ad un uomo con un colletto bianco, può affascinare di più il cuore dei Stefano Proietti
che alla costruzione di una comunità giovani, almeno di quelli che non si
di questo tipo ha scelto di dedicare lasciano frenare dai pregiudizi e tro-
tutta la vita. Ecco perché le comu- vano il coraggio di mettersi in
nità non possono dimenticarsi di gioco».
loro. Massimo Monzio Compagnoni Non c’è il rischio di idealizzare
è il responsabile del Servizio per la un po’ troppo la figura dei nostri
promozione del sostegno economico sacerdoti?
alla Chiesa cattolica. «È esattamente il contrario, a mio
Come si caratterizza la campa- avviso. Sui media fa notizia l’albero
gna offerte del 2022? che cade e non la foresta che cresce:
«Nella forma è una campagna che si capisce, ma non rende un buon
nasce sulla scia di quella dello servizio alla verità. A fronte di qual-
scorso anno, che era pensata per che mela marcia le cui malefatte
in
Don Vittorio
UNITI NEL DONO 25
Pirillo,
sacerdote
dell’umiltà
«I l sacerdote è più di tutto l’uomo della carità, ed
egli è prete assai più a vantaggio dei suoi fratelli
che di se stesso». Non poteva esprimersi meglio e tro-
tratti è certamente don Vittorio Pirillo, sacerdote dioce-
sano, classe 1942 e prete da oltre 50 anni; mite e docile
all’azione dello Spirito Santo, ha vissuto e vive il suo
vare parole più appropriate, anzi, ispirate, il Beato Giu- ministero sacerdotale a servizio del popolo di Dio affi-
seppe Allamano parlando del Sacerdote, tratteggiandone datogli, sia da parroco che, attualmente, da vicario.
– in modo semplice, ma efficace – la missione e l’opera. Sempre pronto e disponibile ad offrire la sua vita per gli
Uomo tra gli uomini, il sacerdote è chiamato a dispen- altri, ha saputo entrare nel cuore della gente con sem-
sare la Grazia, la misericordia, il perdono, la gioia del- plicità ed umiltà grazie al suo carattere volitivo, alla sua
l’appartenenza a Cristo e alla Chiesa. A far rispecchiare empatia, al suo farsi “prossimo”; in tanti anni è riuscito
nella sua vita il volto di Cristo. Ne fa una mirabile sin- ad essere pastore con “l’odore delle pecore”, pastore in
tesi San Giovanni Paolo II nella Esort. ap. Pastores dabo mezzo al proprio gregge.
vobis, affermando che:«Sono nella Chiesa e per la Dotato di grande semplicità che sa trasformare in stu-
Chiesa una ripresentazione sacramentale di Gesù Cristo pore e gratitudine, don Vittorio ha saputo leggere la sto-
capo e pastore». ria, la sua e quella di chi ha incontrato, come un dono
Punto di riferimento per ogni comunità, amico, padre, di Dio, che tutto trasforma e plasma. Semplicità e grati-
confidente, solidale nei momenti di gioia e di dolore, tudine che ben ha espresso nel suo “Breviario spiri-
ogni sacerdote sa entrare nella nostre vite con discre- tuale”, una raccolta di preghiere, pensieri, poesie, edito
zione: siano nascite, malattie, sacramenti, morte, nel no- per il cinquantesimo anniversario di ordinazione sacer-
stro sacerdote troviamo sempre un conforto, una spalla dotale.
su cui piangere, un amico con cui gioire e ridere, con Nonostante l’età, la salute cagionevole e gli acciacchi,
cui inneggiare e ringraziare per il dono della vita. riesce ancora a testimoniare la sua grande fede e a met-
Se volessimo individuare alcune peculiari caratteristi- tersi a servizio della comunità sia nella celebrazione eu-
che, non potremmo non riferirci che all’umiltà, alla di- caristica, sia esercitando il sacramento del perdono. Don
gnità, alla santità di vita. Sintesi esemplare di questi Vittorio c’è sempre: alla recita del Rosario, per un con-
siglio, sull’altare per spezzare il pane della Parola e
quello Eucaristico.
Ma soprattutto adesso esercita il dono più grande ed
importante, quello dell’ascolto! Di sa capire il cuore
degli altri perché capace di amare in silenzio, senza
troppi giri di parole ed enfasi. Senza la necessità di fare
grandi discorsi. Solo silenzio e preghiera. Un silenzio
che parla, che comunica.
E allora non serve più la vista degli occhi, basta quello
del cuore.
Orazio Rizzo
in
26 CHIESA E SOCIETÀ
Una ricerca della Caritas rilegge l’impatto che ha avuto il virus sulla nostra realtà
e gli effetti sulle famiglie, la società, l’economia e soprattutto la povertà
La pandemia ha sicuramente reso più parte “invisibile” della popolazione che nulla. Ma se l’opera di carità germina da
difficili le condizioni di chi già speri- vive nel nostro territorio. un’adesione al Vangelo, allora è come
mentava la povertà (quelli che la ricerca Tra le eredità da mettere a frutto di il balsamo che il medico spalma sulle
definisce “i poveri da sempre”), cre- questa esperienza vi è sicuramente la membra dell’infermo: alla fine del mas-
ando nuovi poveri tra coloro che in creazione e il dispiegarsi di una rete di saggio le sue mani rimarranno profu-
qualche modo riuscivano a barcame- pronto intervento che ha visto agire in mate. Auguriamoci quindi – ha
narsi (“gli equilibristi”) o tra chi mai si modo congiunto enti pubblici (Co- concluso – di profumare di Dio, rivela-
era trovato nella necessità di bussare muni, Asp, istituzioni scolastiche), vo- zione della carità, spendendoci senza li-
alle porte della Caritas (“gli insospetta- lontari, Caritas (con la capillare rete miti anche nel nostro quotidiano».
bili”). Ha anche fatto emergere la pre- delle parrocchie a fungere da antenne
carietà di tante esistenze e di quel nel territorio), enti di altre confessioni Scarica il Dossier
mondo opaco dove prospera il lavoro religiose, protezione civile, privato so-
nero. Emblematica la storia di un padre ciale, club service che ha unito le forze
di famiglia che scopre di non essere per raggiungere ogni periferia. «La so-
stato messo in regola dal proprio datore lidarietà appartiene a tutti», ha tenuto
di lavoro e si ritrova dall’oggi al domani a evidenziare Vincenzo La Monica che
senza stipendio e senza la possibilità di ha curato il report della Caritas.
accedere alle misure di cassa integra- A tutti gli operatori e i volontari è an-
zione varate dal governo. Anche nelle dato il ringraziamento del vescovo,
aree rurali, e in particolare nella fascia monsignor Giuseppe La Placa. «La ca-
trasformata, il virus ha ampliato gli ef- rità – ha scritto nella prefazione ricor-
fetti dell’isolamento, della precarietà, dando un adagio dei Padri del deserto
dell’abbandono scolastico, della vio- – giova a chi la fa; non è un gesto
lenza domestica che già gravano su una esterno, che esce fuori senza lasciarci
in
28 CHIESA E SOCIETÀ
Celebrata domenica 23 ottobre a Canicarao
la decima Giornata diocesana
I
l tema delle migrazioni è tornato al sofferenza e fragilità, non è possibile di ciascun Paese, il nostro è addirittura
centro del dibattito politico-media- invocare motivi di opportunità politica, al di sotto della media europea e non da
tico e purtroppo non si tratta di un né nascondersi dietro calcoli ragionie- ora. L’Italia è invece visibilmente e più
sussulto di consapevolezza del ceto po- ristici, a maggior ragione se l’interpre- degli altri esposta agli arrivi via mare,
litico nei confronti di una delle grandi tazione di questi calcoli è viziata da che però sono solo una parte degli in-
questioni epocali del pianeta. Vediamo occhiali ideologici. gressi. E comunque, a dispetto di certe
piuttosto come un fenomeno struttu- Sulla dimensione quantitativa del fe- cronache tendenziose, le cause di que-
rale di tale portata continui ciclica- nomeno, che pure è di enorme com- sta situazione non sono riconducibili al
mente a essere valutato e presentato plessità e rifugge dalle semplificazioni, ruolo delle Ong sulle cui imbarcazioni
come un’emergenza, con oscillazioni è possibile tuttavia mettere alcuni punti è giunta in Italia solo una minoranza di
che dipendono più dalle esigenze pro- fermi utili a orientarsi almeno nella si- migranti (il 16% degli sbarchi, dati del
pagandistiche del momento che dal- tuazione attuale. Il nostro Paese – va Viminale per l’anno in corso fino all’11
l’andamento reale. detto subito – non sta subendo un’in- agosto). La ricerca di un capro espiato-
È un fenomeno che ha una prioritaria vasione di migranti e non è il “para- rio è sempre ingiusta e dannosa; in que-
e irriducibile dimensione umanitaria di diso” dei richiedenti asilo, come si sto caso, poi, la mancanza di senso delle
cui c’è una chiara eco nelle norme del vorrebbe far credere. Le richieste di proporzioni è persino grottesca.
diritto internazionale e davanti alla asilo presentate in Italia nel 2021 sono E qui veniamo alla dimensione poli-
quale dovrebbero finalmente cedere il meno di un terzo di quelle della Germa- tica di un fenomeno che è per defini-
passo le strumentalizzazioni per fini di nia e meno della metà di quelle della zione sovranazionale e per quanto ci
consenso elettorale. Quando sono in Francia. Lo scorso anno ci ha superato riguarda chiama in causa direttamente
gioco la vita e la dignità delle persone, nettamente anche la Spagna. Se poi si il ruolo l’Unione Europea. Quello delle
tanto più se in condizione di estrema confrontano i dati con la popolazione politiche migratorie è uno dei settori in
cui la Ue si è dimostrata in questi anni
più inadeguata rispetto alle sfide in
campo. Il motivo risiede soprattutto nel
fatto che su questo terreno le pulsioni
nazionalistiche degli Stati e dentro di
essi si esaltano reciprocamente, come
ha confermato ancora una volta lo scon-
tro tra Francia e Italia. Ancora non si è
riusciti a capire (o si fa finta di non
averlo capito) che solo all’interno di
un’autentica solidarietà europea è oggi
possibile tutelare efficacemente l’inte-
resse nazionale e ciò non vale soltanto
per la questione dei migranti. A mo-
strare i muscoli e a battere i pugni sul
tavolo rischiamo tutti di farci del male.
Stefano De Martis (Sir)
La fondazione Migrantes evidenzia le difficoltà
di una generazione e del Sud ATTUALITÀ
in 31
U
na città poco più grande di Comiso, una comunità «Il percorso migratorio normalmente è fatto di partenze e
di ragusani che vive all’estero. Sono 33.239 i ragu- ritorni ma il problema in Italia è che i giovani in tornano»: ha
sani iscritti nell’Anagrafe italiana dei residenti al- detto monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore generale della
l’estero (Aire). Si tratta del 10,54 della popolazione, un dato Fondazione Migrantes, in occasione della presentazione
inferiore a quello della media siciliana (che si attesta vicino della ricerca. E questo è ancor più vero se si puntano i riflet-
al 17%). A mitigare l’impatto è probabilmente la presenza nel tori verso il Sud.
nostro territorio di 29.573 residenti nati all’estero (il 9,4% Ad accogliere i siciliani con la valigia è ancora soprattutto
della popolazione iblea). Ragusa si conferma quindi terra di la Germania (il 30,9% degli iscritti all’Aire), seguita dall’Ar-
emigrazione e di immigrazione nel quale, però, i ragusani gentina e dal Belgio (12,3%). A spostarsi ed emigrare una po-
che hanno lasciato la propria terra d’origine sono di più di polazione giovane, spinta – si legge nel report della
coloro che hanno fissato qui la residenza. Un dato che si ri- fondazione Migrantes – da un tasso di occupazione dei gio-
flette anche sugli indici di natalità: lo scorso anno Ragusa è vani in Italia tra i 15 e i 29 anni pari, nel 2020, al 29,8%,
stata infatti l’unica provincia della Sicilia a registrare un saldo molto lontano dai livelli degli altri paesi europei (46,1% nel
positivo della popolazione, seppur in termini appena percet- 2020 per l’Ue-27)». E se in Italia il tasso di occupazione dei
tibili: + 0,05%. giovani è al 29,8%, al Sud scende al 20,1% e crolla al 14,7%
A offrire uno spunto per queste analisi è il rapporto an- per le ragazze residenti nel Mezzogiorno.
nuale “Italiani nel mondo” presentato dalla fondazione Mi- «Il triplice rifiuto percepito dai giovani italiani – anagra-
grantes. I dati sulla nostra provincia sono essenziali. Si può fico, territoriale e di genere – incentiva il desiderio di estero
però cogliere come a lasciare Ragusa per l’estero sia soprat- e soprattutto lo fa mettere in pratica. Una mobilitàgiovanile
tutto la fascia d’età attiva dal punto di vista lavorativo. E que- che – denuncia la fondazione Migrantes – cresce sempre più
sti dati non comprendono ovviamente le migrazioni interne perchél’Italia ristagna nelle sue fragilità» continuando a
al nostro Paese che sappiamo per esperienza essere assai «mantenere i giovani confinati per anni in “riserve di qualità
consistenti. Da qui la necessità, evidenziata più volte, di e competenza” a cui poter attingere, ma il momento non ar-
creare opportunità e occasioni che consentano ai giovani del riva mai». Ed è anche per questo che «da tempo che i giovani
Sud di poter scegliere liberamente il proprio destino e di italiani non si sentono ben voluti dal proprio Paese e dai pro-
poter contribuire con energie, competenze e capacità allo pri territori di origine» e si sentono «sempre piùspinti a cer-
sviluppo della nostra terra. car fortuna altrove».
in
32 ATTUALITÀ
Tra le poche novità delle ultime elezioni
il ritorno all’Ars della Democrazia Cristiana
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