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INDICE DEL SUSSIDIO
PRESENTAZIONE
S.E. Mons. Mariano Crociata pag. 6
28 NOVEMBRE 2010
I DOMENICA DI AVVENTO
Una presenza da attendere pag. 8
5 DICEMBRE 2010
II DOMENICA DI AVVENTO
Una promessa che si compie pag. 14
8 DICEMBRE 2010
IMM. CONCEZIONE DELLA B.V. MARIA
Amati dall’eternità pag. 20
12 DICEMBRE 2010
III DOMENICA DI AVVENTO
Segnali di gioia pag. 26
19 DICEMBRE 2010
IV DOMENICA DI AVVENTO
Il coraggio delle scelte pag. 32
25 DICEMBRE 2010
NATALE DEL SIGNORE
La memoria dell’inizio pag. 38

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26 DICEMBRE 2010
SANTA FAMIGLIA
Relazioni permanenti pag. 44
1 GENNAIO 2011
SANTA MARIA MADRE DI DIO
All’origine del tempo pag. 50
2 GENNAIO 2011
II DOMENICA DOPO NATALE
La sua tenda tra noi pag. 56
6 GENNAIO 2011
EPIFANIA DEL SIGNORE
Dall’essere nascosto all’essere manifesto pag. 62
9 GENNAIO 2011
BATTESIMO DEL SIGNORE
Immersi nel fiume della sua benevolenza pag. 68
CORONA DELL’AVVENTO
IN FAMIGLIA pag. 76
PREGHIERA DAVANTI
AL PRESEPE pag. 84
PREGHIERA INTORNO ALLA MENSA pag. 92

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PRESENTAZIONE
UNA PRESENZA DA ACCOGLIERE
l Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a

“I noi” (Gv 1,14): il lieto messaggio del Natale verrà ancora


una volta rinnovato nella celebrazione liturgica, segno
dell’inesauribile volontà, da parte di Dio, di abitare in mezzo al suo
popolo. Nel contesto della nostra società, che ha fatto dello sviluppo
dell’informazione globalizzata uno dei suoi tratti distintivi, il Verbo, la
Parola fatta carne, ci appare come la forza comunicativa ed educativa
del Padre. Il mistero del Natale potrebbe essere interpretato oggi
come il mistero dell’agire comunicativo ed educativo di Dio: esso da
un lato illumina la profonda vocazione dell’essere umano alla relazione,
allo stabilirsi di un contatto profondo con i suoi simili e con l’assoluto;
dall’altro provoca e chiama a conversione. Siamo tentati infatti - talora
anche nella Chiesa - di ridurre la comunicazione a sviluppo tecnologico,
a moltiplicazione di strumenti informativi; anche l’educazione, in una
simile visione, si limita al travaso di nozioni e conoscenze. Lo strapotere
tecnologico genera spesso un’illusione di comunicazione; mentre nel
Natale “un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio”: nella
povertà e semplicità di quel bimbo, Dio ci rivela che comunicare ed
educare autenticamente significa creare comunione, relazione profonda,
e ci mostra che tale possibilità è aperta a tutti, ricchi e poveri, piccoli e
sapienti, indipendentemente dalle loro risorse materiali.

Solo da questa consapevolezza profonda sarà possibile


recuperare la dimensione umana del lavoro, della scienza
e della tecnica, della vita e della comunicazione sociale. Lo
richiama anche il tema del prossimo Congresso Eucaristico Nazionale
di Ancona: “Signore, da chi andremo?”. Egli solo ha parole di vita, che
illuminano e danno senso al nostro parlare. Egli è la ricchezza, il tesoro
a cui tornare continuamente ad attingere. In tale prospettiva il sussidio,
in sintonia con la tematica congressuale, offre un aiuto per cogliere e
valorizzare il legame tra Eucaristia e vita quotidiana.

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Molto opportunamente, dunque, il sussidio pastorale per
l’Avvento si incentra sul tema “Una presenza da accogliere”: l’umile e
semplice accoglienza del Verbo, modellata sulla silenziosa e paziente
attesa della Vergine Maria, è la condizione indispensabile per quel
rinnovamento di evangelizzazione e di serio impegno educativo che
attende le Chiese che sono in Italia.

E certamente la famiglia è uno degli


ambiti privilegiati dove il Verbo vuole
“mettere la sua tenda”, e dove a nostra
volta siamo chiamati ad accoglierlo. La
vita della famiglia ha bisogno di ritrovare
gli atteggiamenti essenziali che rischiano di
essere persi nella frenesia di un’esistenza
troppo condizionata dalla ricerca del
denaro, di un benessere crescente, da paure e
insicurezze incontrollate. La liturgia ha molto
da offrire alla vita di famiglia: aiuta a recuperare il
silenzio, l’ascolto, il canto, la festa semplice, il valore dei simboli, la
concentrazione sui piccoli gesti, l’apertura all’orizzonte del mistero
di Dio, che vuole abitare anche nelle nostre fragilità e sofferenze. E
d’altra parte la liturgia esige di avere una risonanza nella famiglia,
richiede che sia promossa progressivamente la partecipazione dei
gruppi familiari, partendo dalle persone più sensibili e attente, fino a
ritrovare chi per un periodo anche lungo si è allontanato dalla fede.

Ci auguriamo che questo sussidio – che vede la luce in


concomitanza con l’inizio del cammino pastorale della CEI nel nuovo
decennio – possa aiutare le nostre Chiese a rispondere alla sfida
educativa a partire dall’accoglienza al Verbo Incarnato, che vuole
abitare in mezzo a noi. “A coloro che l’hanno accolto ha dato il potere
di diventare figli di Dio”.
† Mariano Crociata
Segretario Generale della CEI

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I DOMENICA DI AVVENTO

28
NOVEMBRE
2010
UNA PRESENZA DA ATTENDERE
La pagina del Vangelo che nuova vita, capace in qualche
oggi la liturgia ci offre (Mt modo di prolungare nel futuro
24,37-44) si colloca all’interno la propria. Non si dà alcun
dell’ultimo dei cinque giudizio morale su queste azioni;
grandi discorsi di Gesù nel siamo di fronte però ad una
Vangelo di Matteo, il discorso quotidianità drammaticamente
escatologico (Mt. inconsapevole, vissuta quasi
24-25) incentrato senza rendersi conto, i cui
Annunciare sulla parusìa, il protagonisti “non si accorsero
ritorno del Figlio di nulla” (v. 39). Non si tratta
dell’uomo alla di una semplice inavvertenza,
fine della storia. Proprio di qualcosa che sfugge: il verbo
il tema dell’attesa è il filo greco qui impiegato lascia
rosso che attraversa questi intendere una vera e propria
capitoli, modulato attraverso mancanza di coscienza, di
un’alternanza riconoscimento. È una storia
di parènesi e parabole. attraversata ripetendo gesti che
Il testo si apre con il consentono di mantenere la vita,
riferimento ai “giorni di ma una storia di cui non si riesce
Noè” (v. 37), ai “giorni che ad afferrare il senso, una storia
precedettero il diluvio”: nella quale non si riconoscono
è il tempo della quotidianità, i momenti decisivi; così, è il
scandito dalla gestualità diluvio a prendersi l’ultima
del pasto (“mangiavano, parola sul destino di questa
bevevano” v. 38), che consente quotidianità inconsapevole,
di sostenere la vita passo travolta da un evento che appare
dopo passo; è il tempo in cui improvviso e incontrollabile.
si stringono relazioni, legami C’è qualcosa però che può
reciproci (“prendevano moglie, fare la differenza, qualcosa che
prendevano marito” v. 38), può rivelarsi decisivo, laddove
dai quali può scaturire una pare tutto apparentemente

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Is 2,5; Rm 13,11-14a; Mt 24,37-44

uguale: “due uomini saranno desiderandolo.


nel campo” (v. 40), ma avranno Ecco che la venuta di
due sorti distinte; “due donne Gesù non è più un imprevisto
macineranno alla mola” (v.40), accidentale e rovinoso, ma
ma una sarà sottratta alla si configura come la risposta
sciagura imminente, l’altra ad un’attesa profonda, ad un
sarà abbandonata. desiderio del cuore. Su
Quello che potrebbe questo sfondo, non
apparire come un conoscere né il
giudizio arbitrario, giorno né l’ora
una differenza della sua venuta,
insostenibile, offre in qualche
mette in luce modo la misura
piuttosto una del desiderio
diversa attitudine, dell’incontro con
coltivata proprio lui, un desiderio che
nello spazio del non ha scadenza, che
quotidiano, sintetizzata si rinnova sempre; allo
da Gesù nell’esortazione: stesso tempo, la non conoscenza
“Vegliate” (v. 42). È un nell’attesa implica l’apertura alla
atteggiamento che implica meraviglia di una venuta mai
costanza, la costanza di chi programmabile, imprevedibile e
giorno dopo giorno ha il sempre eccedente.
coraggio di “rimanere” (cfr. Mt È proprio in questa attesa
26,38) anche di fronte all’ignoto vigile, sostenuta dal desiderio
(“perché non sapete” v. 42). È dell’incontro, che si colloca
l’atteggiamento di chi attende e il passaggio decisivo dalla
nell’attesa si prepara: “tenetevi non consapevolezza alla
pronti” (v. 44) sono le parole consapevolezza (“cercate di
con cui Gesù stesso rileggerà capire questo” v. 43), segnando
poco dopo il suo invito; è pronto una svolta che ha il potere di
chi aspetta qualcuno, è pronto ridonare senso e bellezza ad
chi si predispone all’incontro una quotidianità ancora, troppo
(come le vergini di Mt 25,10), spesso, inconsapevole.

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I DOMENICA DI AVVENTO

28
NOVEMBRE
2010
C’era una volta… L’inizio un suo inizio, un avvenimento
del tempo liturgico che ne determina il compiersi
C’era una volta… Così e che ogni anno si rigenera
abitualmente iniziano i per trascinarci tutti dentro un
racconti che leggiamo ai evento nuovo, eppure antico:
nostri figli. Ogni storia, infatti, l’evento pasquale.
ha un inizio caratterizzato da La storia si dispiega
un fatto, da un avvenimento lungo un cammino che dura
a partire dal quale tutto un anno: l’anno liturgico.
succede e dentro Un percorso ritmato da un
cui i personaggi, susseguirsi di piccole tappe,
Celebrare improvvisamente, le domeniche, e arricchito
vengono coinvolti dalla memoria di feste e di
in un’avventura, solennità. L’inizio di questo
in una storia, in una vicenda tempo sacro è segnato dalla
umana. C’è sempre un inizio prima domenica di Avvento.
che, proprio perché tale, Costituisce, nell’anno
segna irrimediabilmente un liturgico, la soglia attraverso
cambiamento, a partire dal cui entriamo, per ritrovarci
quale le cose non saranno più dentro una storia che
le stesse. La nostra esistenza è nuovamente si rinnova.
di solito segnata da tanti inizi, Come ogni evento
piccoli e grandi avvenimenti della vita, anche la prima
che segnano il cammino, che domenica di Avvento arriva
hanno determinato importanti all’improvviso, di notte, nel
mutamenti e causato scelte buio del tempo invernale,
significative. quando la terra sembra
Alcuni sono e resteranno sterile e silenziosa.
così decisivi da costituire Per noi si spalanca la
il punto da cui ripartire possibilità di intraprendere
continuamente per ritrovare nuovamente un viaggio,
il senso della vita di ritrovare la via che
e delle scelte fatte. forse è stata smarrita, di
Anche l’anno liturgico ha rialzare la testa se l’affanno

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“VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO”

“S ignore, da chi andremo?” è la domanda che l’apostolo Pietro


rivolge a Gesù a conclusione del discorso sulla Parola e il Pane
di vita. Ed è anche la domanda che, dopo duemila anni, ritorna come
la questione centrale della vita dei cristiani oggi.
Viviamo in un contesto di pluralismo culturale e religioso, in cui il pro-
blema fondamentale della ricerca di fede si traduce ancora in un inter-
rogativo: “Chi dice la gente che sia il Figlio dell’uomo?... E voi chi dite
che io sia?” (Mt 16,13.15).
Tratto da: Signore, da chi andremo? L’icona biblica del Congresso Euca-
ristico Nazionale Ancona 2011, ed. San Paolo.

dell’esistenza ha fiaccato vicina (ant. Uff. delle Letture -


l’animo. Un nuovo inizio, I Domenica Avvento).
carico di attese e di speranze, Per questi motivi può
per ritrovare la forza e essere importante, nelle
riprendere la corsa: «È ormai domeniche di Avvento,
tempo di svegliarvi dal dedicare particolare cura
sonno» (seconda lettura). ai riti di inizio, a quei riti
Rallegrati, esulta, santa città della soglia che permettono
di Dio: a te viene il tuo Re. di uscire da noi stessi per
Non temere: la tua salvezza è ritrovare la strada di Dio.

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I DOMENICA DI AVVENTO

28
NOVEMBRE
2010
In ascolto dei poveri – Bosnia diventare le loro mani, il loro
Herzegovina pensiero, la loro voce… In alcuni
Con i servizi di “home care” casi il loro desiderio è solo quello
noi andiamo sul luogo, entriamo che tu sia lì. Tu sei il loro unico
nelle case delle persone, dentro contatto con il mondo. Oppure
la loro vita privata, le loro puoi essere qualcuno che prega
abitudini e capacità. È il solo insieme a loro…
servizio che avvicina la persona
nel suo ambiente di vita. Non ci Zero povertà: agisci ora!
sono falsità. Non Mentre viviamo l’attesa della
ci sono inganni. presenza di Dio, non possiamo
Testimoniare Tu porti te stessa, dimenticarci l’attesa di una
la tua vita, la tua presenza di amore che attanaglia
educazione, la tua soprattutto chi vive con fatica il
professionalità dentro le loro proprio quotidiano.
case. Se come fornitore di un Farsi presenti, “farsi
servizio accogli e rispondi ai prossimi” è lo stile di Gesù; la
bisogni dei destinatari, ecco, testimonianza degli operatori
questo è Caritas. Che attese Caritas della Bosnia ci aiuti ad
hanno queste persone? Tante e uscire dal comodo della nostra
molto diverse… Talvolta è solo casa, della nostra famiglia, del
un aiuto medico, altrove è solo nostro gruppo, per visitare,
amicizia… Hai la possibilità di ascoltare, condividere.

„Il 14 febbraio 2010, con la visita all’Ostello “Don Luigi Di Liegro” del-
la Caritas Diocesana di Roma, Papa Benedetto XVI lanciava la campagna
delle Caritas d’Europa “Zero povertà – Agisci ora”, nell’ambito dell’Anno
Europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale indetto dall’Unione
Europea.
In comunione con le Chiese d’Europa, riteniamo utile vivere il tempo di
Avvento in sintonia con gli ultimi momenti della Campagna, pregando, riflet-
tendo e testimoniando l’amore di Dio, ma anche richiedendo con forza una
politica più attenta alle esigenze degli ultimi.

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II DOMENICA DI AVVENTO

5
DICEMBRE
2010
UNA PROMESSA CHE SI COMPIE
Collocato all’interno del consacrato re da Samuele,
Libro dell’Emmanuele (Is 6-12), il piccolo uomo innalzato
l’oracolo di Is 11,1-10 viene dall’Altissimo, “l’unto del Dio
considerato come il punto di Giacobbe” (cfr. 2Sam 23,1).
culminante di un percorso che Le radici del tronco di Iesse
ha il suo inizio con la chiamata affondano così nell’elezione
profetica del c. 6, divina, gratuita e imprevedibile,
passa attraverso la che supera persino le attese
Annunciare promessa di un re del profeta (cfr. 1Sam 16,6-7);
futuro al c. 7, per esse traggono la loro linfa dalla
ricomparire in 9,5-7 fedeltà del Signore, fedeltà
con la descrizione del re giusto alla sua promessa, ma anche
sul trono di Davide. fedeltà all’uomo cui si è legato:
La promessa, per sua ecco perché la vita potrà ancora
natura, apre uno iato, germogliare da un ceppo reciso.
una scissione tra il tempo Non solo: la radice di Iesse starà
presente, in cui è formulata, come “vessillo per i popoli”
e il futuro, cui essa rimanda. (Is 11,10), segno per le nazioni,
Il presente in cui cade la oggetto della loro ricerca, del
parola della promessa è un loro desiderio, provocando
tempo di crisi, un tempo così come un’estensione
in cui Israele è minacciato della promessa.
costantemente dal nemico; Ciò che è specchio della
solo un piccolo resto riuscirà a fedeltà di Dio all’opera nella
sopravvivere alla distruzione storia, ciò che ne racchiude
(cfr. Is 10,20-22); persino la il compimento tangibile
dinastia regale davidica viene inevitabilmente attira a sé.
recisa, di essa rimane soltanto Ma c’è un rischio, che le
un ceppo (Is 11,1). È il ceppo parole incisive e taglienti del
di Iesse, padre di Davide, il Battista mettono a fuoco in
pastore di Betlemme, il ragazzo maniera inequivocabile, nel

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Is 11,1-10; Rm 15,4-9; Mt 3,1-12

momento in cui egli apostrofa “Convertitevi, perché il regno


duramente i farisei e sadducei dei cieli è vicino!” (Mt 3,2).
che venivano a farsi battezzare Il Regno è vicino, viene, la
da lui: “Razza di vipere! Chi promessa sta per compiersi e
vi ha fatto credere di si compirà perché Dio
poter sfuggire all’ira è fedele; ma non è
imminente?” (Mt sufficiente. C’è
3,7). Giovanni un’articolazione
punta il dito, necessaria tra
senza mezzi la fedeltà di
termini, Dio (nella
contro la promessa che
presunzione si compie)
di potersi e la fedeltà
sottrarre al dell’uomo,
giudizio che che trova il suo
sta per venire; luogo privilegiato
c’è una via di fuga di manifestazione
preferenziale, vissuta nella conversione, in
come una pretesa e cristallizzata quel ritorno assiduo, in quel
in un’affermazione: “Abbiamo volgersi costante verso quel
Abramo per padre!” (Mt 3,9). regno che si avvicina.
Abramo: l’eletto, il depositario Ecco che, sostenuta da questa
della promessa per sé e per i fedeltà, la tensione tra presente
suoi discendenti, una promessa e futuro, provocata dalla
cui il Signore non verrà meno. promessa, diventa una tensione
Proprio l’elezione, la fedeltà feconda che porta un frutto
divina può trasformarsi in una “degno della conversione”
facile quanto vana sicurezza, (Mt 3,8), cioè un frutto che sia ad
in una certezza che esime essa corrispondente, un “buon
da qualsiasi coinvolgimento frutto” (Mt 3,10) che esprima
personale, può diventare concretamente la propria fedeltà
presunzione di eludere l’appello a Dio nel tempo dell’attesa
della voce che nel deserto grida: del compimento.

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II DOMENICA DI AVVENTO

5
DICEMBRE
2010
La visita dell’inatteso ma al tempo stesso espongono
In ogni storia che si rispetti all’inatteso. I riti appartengono
accade all’improvviso un evento al linguaggio ordinario, comune
inatteso: l’arrivo di un nuovo delle cose: eppure in essi accade
protagonista, il verificarsi un avvenimento inatteso. Pur
di un evento imprevisto, un ripetendosi ininterrottamente
brusco mutamento dell’ordine allo stesso modo, tuttavia
delle cose. La normalità viene ospitano l’irruzione di un
inaspettatamente sconvolta visitatore inaspettato, che
da un fatto che trasforma l’ordinarietà della vita
scompiglia e in evento di salvezza.
Celebrare interrompe la Per sua natura il rito ha
routine ordinaria. bisogno di ripetizione, di una
Anche la nostra sorta di monotonia rassicurante
esistenza quotidiana, pur che non sopporta eccessivi
essendo un susseguirsi di piccoli cambiamenti. Quando infatti
fatti abituali e ripetitivi, ospita una liturgia è troppo mutevole,
normalmente l’imprevisto, finisce per frastornare e
l’irruzione di un evento inatteso. disorientare, sollecitando solo
Così è la trama della vita: un una partecipazione superficiale.
susseguirsi di eventi ordinari La ripetitività, infatti, è
e straordinari che ritmano il necessaria al rito, e il suo ritmo,
cammino dell’esistenza. costante e fedele, conduce
Anche il cammino della fede il cristiano dentro il cuore
vive di piccoli e grandi eventi, insondabile del mistero. Il rito
ordinari e straordinari. Essi sono assomiglia al respiro o al passo
custoditi in modo particolare dal del viandante; solo ripetendosi
mondo dei riti: un susseguirsi riesce a condurre tutta la
stabilito e ripetitivo di persona dentro la dimora
parole, gesti, tempi, che ospita l’irruzione
spazi, che mettono dell’ “Inatteso”: Dio.
ordine (tale è il La liturgia cristiana
significato letterale ama il ritmo calmo
della parola rito), e ripetitivo del rito:

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“VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO”

I l Congresso Eucaristico di Ancona 2011 interpella sull’Eucaristia


per la vita quotidiana. È vero che la Chiesa italiana soffre una certa
“distanza culturale” tra la fede cristiana e la mentalità contemporanea
su tanti ambiti della vita quotidiana: affettività, fragilità, educazione,
lavoro e festa, cittadinanza. E, tuttavia, tale distanza è occasione, sol-
lecitazione, opportunità per le scelte del nostro vivere da cristiani. Un
invito, cioè, a rianimare la quotidianità, a orientare in senso cristiano
le espressioni culturali della coscienza civile.
Tratto da: Signore, da chi andremo? L’icona biblica del Congresso Euca-
ristico Nazionale Ancona 2011, ed. San Paolo.

qui Dio si fa presente e la sua più che una “porta”. Liturgie


visita non lascia mai indifferenti. frettolose, chiassose, frenetiche
Perché, quando Dio irrompe, o eccessivamente occupate
nulla può resistergli, ed ogni da protagonismi rischiano di
cosa muta e si trasforma. In ostacolare, più che sollecitare
questo consiste la forza del rito: una fruttuosa partecipazione!
l’ “Accolto” diviene l’ospite Quando si entra dentro
che trasforma in sé ogni cosa. Il il “tempo sacro di Dio”, è
rito diventa così quello spazio necessario preparare la via:
accogliente che ospita l’incontro: occorre sgomberare il cuore
Dio prende dimora in quei gesti e dagli affanni, abbattere i
in quelle parole che Lui stesso ha muri dell’indifferenza e della
compiuto e ci ha consegnato. La superficialità e accogliere con
Chiesa, infatti, nel cammino della stupore e timore la visita di Dio:
sua storia, non ha mai cessato di «Preparate la via del Signore,
ripeterli con fedeltà e dedizione. raddrizzate i suoi sentieri! Ogni
Tuttavia si può restare uomo vedrà la salvezza di Dio!»
indifferenti alla forza del rito (canto al Vangelo). Per questo
e non lasciarsene sfiorare, se motivo è importante riscoprire
non per qualche istante. Il più la grazia di quei silenzi che
delle volte perché i presenti non preparano la venuta del Signore:
sono iniziati alla partecipazione silenzio prima di iniziare la
liturgica e con fatica riescono santa Messa; silenzio prima
a varcare la soglia del rito; di ascoltare la Parola; silenzio
altre volte è la celebrazione prima di ricevere la santa
stessa che diviene un ostacolo Comunione.

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II DOMENICA DI AVVENTO

5
DICEMBRE
2010
In ascolto dei poveri – Spagna cattive, che quelle cattive si
Mi chiamo Rafael e ho 50 superano e che quelle buone
anni. Avevo un lavoro, sono devi sfruttarle, che nella vita
sposato, però le circostanze non esiste solo il “no”, ma anche
della vita mi hanno allontanato il “sì”. Mi hanno insegnato a
dalla mia casa. Per qualche mese essere me stesso.
ho vissuto in una pensione,
mangiando in un bar vicino Zero povertà: agisci ora!
al mio posto di lavoro, ma la Quest’uomo è solo all’inizio
solitudine mi di un cammino di conversione:
uccideva. Così ho tramite gesti di amore
Testimoniare iniziato a bere, disinteressati ha capito i suoi
prima solo ai pasti, errori e inizia a vedere
poi di continuo. con occhi nuovi.
Senza rendermene conto ho Avvicinare gli altri in punta
perso la nozione del tempo di piedi, senza giudicarli,
e ancor peggio il lavoro, così permette a ciascuno di riscoprire
che non potevo più pagare la che il Signore ci ama per quello
pensione, né mangiare. Niente. che siamo, che la promessa si
Ho perso tutto: le mie capacità, compie per ognuno di noi.
la gioia di vivere, la famiglia, Un’esperienza di volontariato
la speranza, la salute. Mentre tra gli ultimi può aprirci gli
ho sperimentato la solitudine, occhi e il cuore: proviamo
la tristezza, l’indifferenza mia a contattare la Caritas e
e quella degli altri. Poi tutto è mettiamoci a disposizione.
cambiato. Un giorno speciale.
Sono passato alla Caritas. Loro
mi hanno offerto la possibilità
di ricominciare, di recuperare
quello che avevo perso, di
dimenticarmi del passato,
di tutto il male. Mi hanno
insegnato a sperare: che nella
vita ci sono cose buone e cose

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IMM. CONCEZIONE
DELLA B.V. MARIA
8
DICEMBRE
2010
AMATI DALL’ETERNITÀ
Il cammino dell’Avvento Nazaret, con un vero e proprio
porta alla nostra attenzione la invito alla gioia, nel quale
persona di Maria, la donna che riecheggiano le esortazioni dei
nel suo corpo ha atteso e vissuto profeti al giubilo (cfr. Sof 3,14-
in maniera unica il compimento 17; Zc 9,9); la presenza attiva
delle promesse, il compimento del Signore, che salva, in mezzo
della speranza di al suo popolo è la ragione per
ogni generazione cui gioire, una presenza che
Annunciare del popolo contrassegna l’essere stesso
dell’alleanza. di Maria, la “piena di grazia”.
Accanto alla figura L’espressione non ha una
profetica del Battista la liturgia connotazione morale, rivela
ci invita a fissare il nostro piuttosto un’identità, l’identità
sguardo su una donna, figura di cui ella è resa consapevole
anch’essa profetica. dalle parole dell’angelo.
Se il profeta è l’uomo della Ma l’irruzione di Dio nella
parola, colui che riceve da storia personale provoca uno
Dio una parola ed assieme il sconvolgimento (Lc 1,29);
mandato di comunicarla, di Maria è scossa dal saluto che le
farla entrare in una storia, ecco è stato rivolto, mostrando come
che Maria sperimenta una l’esperienza della Parola di Dio
dimensione unica e peculiare indirizzata all’uomo produca
dell’essere profeta: ella accoglie inevitabilmente inquietudine,
la Parola di Dio fatta carne nel domande e paura: “Non temere,
suo grembo, e per mezzo di lei il Maria” (Lc 1,30), dirà l’angelo.
Verbo incarnato, l’ultima e unica Non si tratta di un sentimento
Parola, entra definitivamente negativo; al contrario, il
nella storia per non uscirne più. turbamento di fronte alla
“Rallégrati, piena di grazia” rivelazione del Signore è
(Lc 1,28): il messaggero divino espressione del riconoscimento
si presenta così alla ragazza di del proprio limite, della propria

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Gen 3,9-15.20; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38

fragilità di fronte al “totalmente stesso, come per i profeti


Altro”. Colui che rimane turbato della tradizione di Israele, a
davanti a Dio e alla sua parola, intervenire sul corpo della
di fatto, ha percepito il mistero vergine: “lo Spirito Santo
che gli è di fronte, a cui sta scenderà su di te e la potenza
andando incontro. Non a caso dell’Altissimo ti coprirà
Maria si interroga, mostrando con la sua ombra”
il suo desiderio di aprirsi al (Lc 1,35). L’immagine è carica di
mistero: ecco che l’inquietudine evocazioni veterotestamentarie
diventa così l’espressione di e di significati: c’è il mantello
una risposta che si fa strada steso sulla sposa per significare
nell’intimo e che provoca Dio a le nozze, ma anche l’idea della
parlare ancora. nube, segno della
La rivelazione del presenza divina, la
Signore nella vita quale in Es 40,34
della ragazza coprì la tenda
di Nazaret del convegno
non è fine a e la “gloria
se stessa, ma del Signore
finalizzata ad riempì la
una missione Dimora”;
(cfr. Lc 1,31- il corpo
33); similmente di Maria è
a quanto accade reso adatto a
nei racconti di ricevere la gloria
vocazione profetica, del Signore che si
la chiamata e la Parola manifesterà in lei.
divina hanno un impatto Maria è così figura profetica,
del tutto unico e particolare che accoglie la Parola incarnata;
sul corpo di Maria, come è un’accoglienza della Parola
deducibile a partire dal primo che modifica il suo corpo, reso
annuncio del compito che per grazia capace di concepire
le viene affidato: “concepirai l’Inconcepibile, di contenere
un figlio” (Lc 1,31). Sarà Dio l’Incontenibile.

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IMM. CONCEZIONE
DELLA B.V. MARIA
8
DICEMBRE
2010
Un gesto elementare: cristiana accoglie il battezzando
il segno della Croce ed è il gesto compiuto all’inizio
Uno dei momenti più attesi di ogni azione liturgica.
dalla famiglia è l’istante in Cosa ci rivela il segno della
cui il bambino pronuncia Croce? Esso è un’azione della
per la prima volta il nome di mano, quella parte del nostro
mamma o papà. Una parola corpo che con il suo gesticolare
semplice, che esprime tutta la accompagna di solito le nostre
forza e l’amore di un reciproco parole. Per ciascuno di noi la
riconoscimento. mano costituisce uno strumento
Il nome ‘mamma’ indispensabile per il lavoro,
Celebrare o ‘papà’ è quel per difenderci o per esprimere
suono che ha tenerezza. La mano è la prima
la forza di parte di noi stessi che tendiamo
invocare la presenza unica e quando ci relazioniamo con
insostituibile dei genitori. qualcun altro. Nel segno della
A partire da questi Croce la mano è l’espressione
nomi il bambino sarà di tutta la nostra persona aperta
progressivamente iniziato a all’incontro con Dio. La mano,
nominare tutte le cose che lo poi, tocca la fronte, il petto, le
circondano e ad attribuire ad spalle, tracciando sul proprio
esse un preciso significato. corpo la forma della Croce.
Anche la vita di fede ha il Tutto il nostro essere prende
suo linguaggio, fatto di parole nome dal gesto compiuto: il
e gesti attraverso cui prende segno della Croce, infatti, ci
forma la relazione tra Dio e identifica come cristiani. Il
i suoi figli. Tra questi gesti mistero dell’amore trinitario
primordiali c’è il segno della (Padre, Figlio e Spirito Santo)
Croce. Di solito è il primo segno si rivela così nel segno della
di fede che ci è stato insegnato Croce: per illuminare la nostra
e con esso l’invocazione del mente (la fronte), il nostro
Nome di Dio: Padre, Figlio cuore (il petto), la nostra vita
e Spirito Santo. Non a caso è quotidiana (le spalle).
il segno con cui la comunità Pensando a Maria, chiamata

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“VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO”

Q uesta è la prima sfida che abbiamo di fronte: una ordinarietà di


vita cristiana che si traduca in uno stile di vita nuovo, comu-
nicabile agli uomini del nostro tempo. Dobbiamo suscitare intorno
a noi questa constatazione: guardate quanto è bello essere cristiani!
Guardate quanto è bello il progetto di vita umana che il cristianesimo
propone! Ciò deve essere mostrato non con le parole, ma con una te-
stimonianza di vita ordinaria. Dall’Eucaristia riceviamo la forza che ci
fa riscoprire e riamare la vita quotidiana.
Tratto da: Signore, da chi andremo? L’icona biblica del Congresso Euca-
ristico Nazionale Ancona 2011, ed. San Paolo.

mamma dal suo Figlio, esso ha il potere di invocare


tracciamo il segno della Croce quel Nome che nominiamo
bene, con ampiezza e lentezza, e dal quale, nello stesso tempo,
senza fretta e superficialità: siamo nominati.

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IMM. CONCEZIONE
DELLA B.V. MARIA
8
DICEMBRE
2010
In ascolto dei poveri – Russia incomincia a muoversi e
Certi problemi toccano succede qualcosa… Oggi gli
gli uomini, più che le donne. uomini sono così passivi!
È come se qualcosa non Per questo cerchiamo di
funzionasse più dentro di motivarli a trovare il loro
loro… Noi proponiamo lato più forte… E quando
gruppi di mutuo-aiuto in cui incominciano a disegnare è un
si discutono i problemi delle successo! Inizialmente dicono:
persone. Vediamo uomini che Questo quadro non è bello!
incominciano a Io non sono un pittore…”.
viaggiare e che Ma io dico loro: “Guarda!
Testimoniare diventano più È magnifico!”.
forti… Cercano
nuovi modi di Zero povertà: agisci ora!
vivere e diventano più forti. Chi perde il lavoro spesso
Che cosa sia questo qualcosa perde anche fiducia in se
che non funziona è difficile a stesso, nelle proprie capacità; è
dirsi… Molte cose assieme: indispensabile stargli accanto,
riconoscimento, fiducia… La valorizzare le sue competenze,
psicologia femminile è diversa. aiutarlo a trovare soluzioni:
Le donne provano a fare anche la Comunità cristiana
qualcosa, ma gli uomini...! Può può fare la sua parte.
durare degli anni… Cerchiamo Come una madre, questi
di scuoterli, di promuoverli. operatori di Caritas Russia
Diciamo loro: “Muoviti! si mettono accanto a uomini
Prova!”. Non so se questo smarriti dalle traversie della
valga anche per altri vita e valorizzano il loro
contesti… È un’altra impegno. Questo è il
faccia della crisi miglior modo
economica, della per far sentire i
crisi dei mercati più poveri “amati
del lavoro… dall’eternità”,
In certi periodi sull’esempio
storici la gente di Maria.

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III DOMENICA DI AVVENTO

12
DICEMBRE
2010
SEGNALI DI GIOIA
Il compimento atteso della il cuore si smarrisce in una
promessa è imminente: come progressione che arriva a toccare
la primavera sarà foriera l’intimo dell’uomo, il luogo
dell’estate, così alcuni segni profondo della sua capacità
mostreranno in maniera decisionale.
inequivocabile l’avvicinarsi del Il precursore vive
Salvatore. probabilmente un’esperienza
Ecco che il profeta analoga. Egli è l’uomo che
Annunciare Isaia invita alla attende, ma nel momento
gioia, “canti con dell’attesa può sorgere il dubbio,
gioia e con giubilo” un dubbio patito in un corpo
(Is 35,2), e annuncia l’avvento prigioniero; aspettando il
vicino della gloria del Signore. compimento della promessa le
Il testo di Is 35,1-10 riprende domande si accalcano, e non
temi e immagini del Secondo si tratta di banali domande
Isaia (Is 40-55), estendendone retoriche, ma di interrogativi che
però l’orizzonte: da quello del toccano la carne e l’esperienza
ritorno dall’esilio di Babilonia, del Battista, attraversando i suoi
a quello di una salvezza più giorni nel buio di una prigione:
ampia e universale. Certo è che “Sei tu colui che deve venire o
l’esperienza babilonese diventa dobbiamo aspettare un altro?”
paradigmatica: le insistenti (Mt 11,3). Sei veramente tu
esortazioni profetiche dei vv. l’oggetto dell’attesa di una vita?
3-4 ci rivelano il dramma che Sei veramente tu il compimento
lentamente e inesorabilmente promesso e desiderato?
si consuma nella lontananza La risposta alla domanda
dell’esilio: le mani – segno che Gesù riceve per mezzo
della possibilità di agire – si dei discepoli di Giovanni si
indeboliscono, le ginocchia – che manifesta attraverso dei segni:
sostengono il corpo nel cammino “i ciechi riacquistano la vista,
– si infiacchiscono; persino gli zoppi camminano, i lebbrosi

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Is 35,1-6a.8a.10; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11

sono purificati, i sordi odono, mèta da raggiungere.


i morti risuscitano, ai poveri C’è un cammino da fare anche
è annunciato il Vangelo” (v. per gli interlocutori di Gesù,
5). Tutto questo i discepoli del sia per coloro che hanno visto
Battista possono vedere e udire, e udito, sia per Giovanni che
così da testimoniare in maniera potrà solo udire, un cammino di
attendibile l’identità tra il riconoscimento sintetizzato da
Salvatore promesso e il Maestro Gesù in una strana beatitudine,
di Nazaret. che è assieme promessa e
I segni sono molteplici, provocazione: “E beato è colui
sono già visibili, udibili; non che non trova in me motivo di
sono destinati ad un annuncio scandalo!” (Mt 11,6). Lo scandalo
futuro (come quelli di (propriamente, l’inciampo
Is 35,5-6), essi sono lungo il cammino)
presenti adesso. Ma, nasce da uno scarto
evidentemente, possibile tra ciò
non è tutto; che si attende, ciò
dopo i segni che ci si aspetta
che annunciano e quello che
l’avvento della ci troviamo di
salvezza, Is 35,8 fronte; la possibilità
rivela che “ci che l’avvento del
sarà un sentiero e Salvatore si trasformi
una strada”: si tratta in scandalo, in ostacolo
di qualcosa di più rispetto al lungo la via, ci rivela
semplice itinerario che gli esiliati che la sua venuta non collima
percorreranno per il ritorno con le aspettative.
in patria. La strada evoca il Essa piuttosto provoca
cammino, e il cammino a sua nell’oggi, chiede necessariamente
volta implica una decisione, di essere riconosciuta, attraverso
quella di muovere i propri passi una presa di posizione concreta
verso Sion, volgendosi verso che apra l’accesso
il luogo del compimento della alla beatitudine dell’incontro
promessa, riconosciuto come la con l’Atteso.

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III DOMENICA DI AVVENTO

12
DICEMBRE
2010
Quando inizia la liturgia? a noi pieno di senso.
È sempre difficile stabilire il Dunque vi è un inizio che
momento esatto in cui il ritmo precede la nostra scelta di
ordinario della nostra vita – con partecipare all’azione liturgica.
le sue vicende e occupazioni – Questo inizio viene da Dio: è
si interrompe, per lasciar posto Lui che genera il tempo santo
al tempo santo della liturgia. della liturgia chiamando tutti
Qualcuno potrebbe rispondere noi ad entrarvi poiché siamo il
semplicemente che la liturgia suo popolo, la sua sposa amata:
inizia quando si una via santa viene tracciata
entra in chiesa, per coloro che il Signore chiama
Celebrare oppure, quando all’incontro con lui (cfr. prima
il sacerdote apre lettura: Is 35,8).
la celebrazione La scelta che siamo chiamati
con il segno della Croce. a compiere ogni volta che
Risposte in parte vere, ma partecipiamo alla celebrazione
non del tutto. Innanzitutto è liturgica è innanzitutto un gesto
necessario ricordare che ogni di accoglienza, la risposta gioiosa
celebrazione liturgica inizia ad un invito. Dio ci precede
e finisce. Costituisce, cioè, un e prepara una sala imbandita
tempo definito e finito. Per a festa, il banchetto è pronto,
entrare è necessario varcare mancano solo i commensali. I
una soglia – i riti di ingresso –, passi, i gesti che compiamo, sono
così come per uscire vi sono dei dunque meno faticosi perché
riti di congedo. Questo, perché la via è già tracciata e qualcuno
il tempo liturgico irrompe nel ci attende, attirandoci a sé.
corso quotidiano della vita come Come nell’immagine raccontata
un momento differente, uno dall’apostolo Giacomo (seconda
spazio altro che non si assomma lettura), Dio è un paziente
semplicemente alle normali agricoltore: non si stanca di
occupazioni della vita, ma le lavorare la terra e di aspettare il
assume e le trasforma. Si colloca frutto tanto desiderato.
dentro il tempo ordinario della Egli prepara la terra, la irriga
vita, per rinnovarlo e restituirlo e la feconda con le piogge di

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“VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO”

G esù è pane disceso dal cielo per la vita secondo una doppia mo-
dalità: non solo come pane eucaristico, ma anche come pane
della Parola di Dio. Non si tratta di due dimensioni in successione
temporale, ma l’Eucaristia è piuttosto da vedere come un’unica men-
sa in cui i due modi di presenza del pane, che è Cristo, s’intrecciano
e si sostengono mutuamente. Il pane della Parola rivela la profondità
del mistero del pane eucaristico. Il pane eucaristico, a sua volta, offre
concretezza e vita al pane della Parola.
Tratto da: Signore, da chi andremo? L’icona biblica del Congresso Euca-
ristico Nazionale Ancona 2011, ed. San Paolo.

primavera. La sua pazienza possano maturare il frutto


e la sua fedeltà non verranno della fede e accogliere
meno (cfr. salmo responsoriale), con rendimento di grazie
la forza del suo amore sostiene il Vangelo della gioia
il cammino affinché tutti (cfr. colletta alternativa).

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III DOMENICA DI AVVENTO

12
DICEMBRE
2010
In ascolto dei poveri – Estonia
Una storia finita bene è quella
di una giovane mamma con i
suoi due figli. La donna aveva
iniziato a seguire uno dei gruppi
di giovani mamme, diversi anni
fa. Dopo qualche tempo ha
trovato che il lavoro di gruppo e
le attività proposte erano per lei
molto positive. Così
ha deciso di avviare
Testimoniare un nuovo gruppo per
conto suo. Ora lei sta
“passando” ad altri la
sua esperienza, le sue emozioni, la
sua energia che sono state suscitate
all’interno del gruppo.

Zero povertà: agisci ora!


“L’anima mia magnifica il
Signore”: come Maria possiamo
gioire vedendo i poveri liberati
dal dolore e resi protagonisti
della propria vita fino a mettersi
a servizio degli altri. Questa
“storia finita bene” ci dimostra
l’importanza di un servizio ai
poveri che superi l’idea della sola
elemosina: verifichiamo quelli
a cui partecipiamo attivamente,
per orientarci sempre più verso
la voglia di camminare insieme
a chi è più svantaggiato,
senza sentirci migliori.

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IV DOMENICA DI AVVENTO

19
DICEMBRE
2010
IL CORAGGIO DELLE SCELTE
È sullo sfondo di un Ostentando una devota pietà
conflitto che il profeta Isaia, (“non voglio tentare il Signore”
accompagnato dal figlio, v. 11), Acaz declina la richiesta;
si fa incontro al re Acaz, il di fatto, rifiutando di chiedere
quale probabilmente stava il segno offerto, il re prende
ispezionando le riserve d’acqua una posizione ben precisa: egli
di Gerusalemme non ha intenzione di accogliere
(cfr. Is 7,3), né l’appello divino alla fiducia
Annunciare nell’eventualità nella promessa di salvezza (dal
di un’aggressione momento che ha ormai deciso di
militare da parte preparasi a difendere la città), né
dei due sovrani di Aram e di – conseguentemente – il segno
Èfraim, alleati insieme contro che la conferma.
Giuda. Il profeta annuncia il Ma il desiderio di Dio di
sostegno divino e invita il re venire incontro al suo popolo è
a rispondere con la fede alla più forte del rifiuto del re, più
promessa del Signore (vv. 7-9); tenace della presunzione di
ma non basta. Il Signore si salvarsi con alleanze, tributi e
spinge ancora oltre provocando sottomissioni (cfr. 2Re 16,7-9);
Acaz e invitandolo a chiedere egli stesso “vi darà un segno”
un segno “dal profondo degli (Is 7,14), un segno che prenderà
inferi, oppure dall’alto” (v. un corpo (“la vergine partorirà
10), un segno cioè a cui non un figlio”) e avrà un nome:
vengono posti limiti, che può “Emmanuele”, “Dio con noi”,
abbracciare tutto il creato, un segno che sarà un monito
estendendosi dalle viscere della della costante presenza del
terra fino agli astri. È Dio stesso Signore in mezzo al suo popolo,
che desidera donare al re una la quale chiederà continuamente
conferma della sua fedeltà, della una scelta, una decisione.
promessa di sostegno nella Nella pienezza dei tempi
quale aveva chiesto di confidare. il segno si compie e Maria “si

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Is 7,10-14; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24

trovò incinta per opera dello di una scelta determinante;


Spirito Santo” (Mt 1,18): la egli accoglie Maria nella sua
promessa si fa carne nel corpo casa, ricevendola come sua
di una donna e ancora una moglie, e con lei accoglie il
volta si pone come spartiacque, bambino che ella ancora porta
come evento decisivo, segno in grembo, riconoscendolo
di contraddizione di fronte al come suo figlio, attraverso
quale è necessario prendere il gesto dell’imposizione del
posizione. È possibile difendersi, nome. “Tu lo chiamerai Gesù”
come Acaz, rifiutando il (v. 21): non solo il bambino sarà
segno, rimandando in riconosciuto come proprio
segreto la sposa e il figlio, ma mediante
bambino, ma forse il nome che gli sarà
non è l’unica via donato si indicherà
percorribile. un’ulteriore
È un vero consapevolezza,
e proprio quella che
travaglio della l’Emmanuele, il
coscienza quello Dio con noi, è il Dio
di Giuseppe; che salva. “Così fu
egli è l’uomo in generato Gesù Cristo”
ricerca di fronte alla (v. 18), che – mantenendo
manifestazione inattesa e la lettera del testo greco – suona:
incomprensibile del mistero: “così fu la genesi di Gesù
proprio lui è al centro di Cristo”: questo l’inizio del passo
questa pagina di Matteo. La di Matteo, quasi un titolo che
parola del messaggero divino rimanda intenzionalmente ad
scioglie il nodo dell’ansia e un’origine, ad un principio
della paura (“non temere” nel quale il dono di Dio rende
v. 20), primo passo verso il protagonista la libertà dell’uomo
superamento della crisi e verso provocandola, mettendola alla
l’approdo ad una decisione. prova in tutte le sue dimensioni,
E “Giuseppe prese con sé la chiedendo – in una parola – il
sua sposa” (v. 24): si tratta coraggio della scelta.

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IV DOMENICA DI AVVENTO

19
DICEMBRE
2010
Ingresso libero… troverà pascolo» (Gv 10,9). La sua
Nella vita quotidiana siamo simbologia è così importante da
abituati a leggere avvisi come: identificare il sacramento stesso
ingresso libero, oppure: divieto del Battesimo, detto, appunto, la
di accesso, ingresso riservato, porta della vita (Catechismo della
suonare prima di entrare. Chiesa Cattolica, n. 1213).
Ogni luogo, infatti, regola la Le porte delle nostre chiese
propria accessibilità attraverso non precludono l’accesso a
delle porte, delle soglie che nessuno; tuttavia, per poter
è necessario essere ammessi ai santi misteri
oltrepassare per è necessario varcare una soglia,
Celebrare poter entrare. quella che nel vangelo di Matteo
Anche le nostre viene denominata come la porta
abitazioni hanno stretta (Mt 7,13). Infatti, solo
delle soglie: portoni di ingresso, chi passa attraverso la morte
anticamere, cancelli. La porta e risurrezione di Cristo può
è uno dei luoghi fondamentali entrare nel Regno di Dio: «Se
dell’abitazione: essa, infatti, uno non nasce da acqua e da
costituisce un elemento che la Spirito, non può entrare nel
identifica, poiché non costituisce regno di Dio» (Gv 3,5). La porta
solo una soglia da attraversare, della chiesa è dunque sempre
ma il luogo a partire dal quale si accessibile per ogni uomo e
definisce lo spazio dell’intimità. per ogni donna, ma non a tutti
La porta è il limite che custodisce è dato di comprendere i santi
la differenza tra il dentro e il misteri. Per passare è necessario
fuori, che stabilisce la relazione oltrepassare una soglia, prendere
tra la famiglia e gli estranei. una decisione, operare una scelta
Come in ogni casa vi è una che inevitabilmente provoca un
porta, così ogni Chiesa ha il suo cambiamento. È quell’istante
portale e i suoi riti della soglia. sospeso tra un passato, ormai
Nella tradizione cristiana la alle spalle, e un futuro che non
porta è simbolo di Cristo: «Se c’è ancora. È accettare di andare
uno entra attraverso di me, incontro ad una situazione
sarà salvato; entrerà e uscirà e nuova, promessa, desiderata, ma

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“VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO”

I l “pane della vita” è Gesù in tutta la sua identità e compiutezza. La


sua persona sintetizza la rivelazione in cui, manifestando se stesso,
egli fa vedere anche il Padre. La parola di Gesù rimanda alla dimen-
sione delle decisioni esistenziali dell’uomo che, mosso dall’ascolto, è
capace di prendere in mano la propria vita e di trasformarla. La carne
di Gesù, invece, appartiene alla dimensione sacramentale data all’uo-
mo come uno spazio privilegiato in cui la grazia di Dio può agire su
lui, in maniera gratuita, unica ed eccezionale.
Tratto da: Signore, da chi andremo? L’icona biblica del Congresso Euca-
ristico Nazionale Ancona 2011, ed. San Paolo.

non ancora compiuta. È l’istante domenica ci è chiesto di arrivare


in cui la decisione genera fiducia, davanti ad una porta che è
apertura all’incontro con l’Altro. sempre aperta per noi: attraverso
Le nostre comunità cristiane il suo passaggio abbiamo la
hanno bisogno di riscoprire il possibilità di scegliere, ancora
senso della porta e del necessario una volta, di morire al peccato
passaggio tra il fuori e il dentro. per rinascere ad una vita nuova.
Quando si smarrisce il senso Lì, sulla soglia, si rinnova la
della soglia, infatti, non si memoria del gesto che ci ha
comprende più la differenza tra rigenerati, il segno della Croce e
l’essere lontani o vicini, essere l’acqua benedetta, e si spalanca
estranei o familiari, e tutto si davanti a noi la tavola del Regno
appiattisce in una specie di (Ap 7,14). L’attenzione al modo
indifferente convivenza. È infatti con cui varchiamo la soglia ci
la soglia a reggere il frammento orienti decisamente a Cristo,
dove i due si separano e si pastore delle pecore e porta
incontrano (Martin dell’ovile della Chiesa.
Heidegger): quando Altrimenti, con la
essa scompare, scusa di portare
anche l’alterità la vita nella
è annullata. celebrazione, non
L’intimità è resa usciremo mai dal
possibile solo nostro modo di
nella differenza vedere le cose,
e la porta ne è per entrare nello
la custode. Ogni sguardo di Dio.

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IV DOMENICA DI AVVENTO

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DICEMBRE
2010
In ascolto dei poveri – Germania utenti, per un volume di debiti
Reinhard lavora da 11 anni pari a 5 milioni di euro.
come volontario nel servizio Per ciascuno di loro occorre
di consulenza per coloro che trovare una buona strategia.
hanno problemi di debiti, della Una cosa è comunque chiara a
Caritas di Münster. Diplomato Reinhard: prima del problema
in economia aziendale, oggi occorre vedere la persona.
67enne, offre una volta alla
settimana un’ora di ascolto. Zero povertà: agisci ora!
Nel corso di questi Nel mondo del volontariato
anni Reinhard c’è sempre più bisogno di
Testimoniare ha acquisito sul competenza: la storia di
campo una grande Reinhard è un invito a tutti
esperienza che gli a mettere a disposizione le
consente di fornire consigli e proprie. Soprattutto chi è in
trattare con creditori e banche. pensione può donare la propria
Dice che il tempo non gli manca, esperienza per riscoprire un
che nessuno lo insegue. Tuttavia modo diverso e appassionante
i numeri delle persone da di gestire il proprio tempo.
ascoltare sembrano affermare il Per servire le persone, non
contrario: nel 2007 sono passate risolvere i problemi, come lui
circa 1.000 persone e 300 nuovi stesso ci ricorda…

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NATALE DEL SIGNORE

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DICEMBRE
2010
LA MEMORIA DELL’INIZIO
Il testo di Is 52,7-10 può proprio nell’oggi trova la sua
essere letto come risposta alle attuazione. Ma c’è ancora un
parole di apertura del Secondo inizio più lontano, che spinge a
Isaia (40,1-21), come una cercare addirittura oltre l’origine
replica all’appello pressante con cui si apre l’intera Scrittura
“consolate, consolate il mio (Gen 1,1), quello della creazione;
popolo” (Is 40,1). proprio in questo “oltre” ci
Finalmente, ecco conduce l’apertura del quarto
Annunciare sui monti “i piedi Vangelo: “In principio era il
del messaggero” Verbo” (Gv 1,1a). In principio
(Is 52,7), ecco che era la Parola; oltre la parola
giunge la salvezza tanto attesa che crea e dona la vita (Gen
e desiderata. 1,3), c’è la Parola, che dimora
È un messaggio che, veloce, incessantemente presso Dio (Gv
si propaga: tutte le sentinelle 1,1b): al principio di tutto ecco
guardano in un solo punto il desiderio di Dio, desiderio di
e, appena vedono il ritorno relazione, di comunicazione, di
del Signore in Sion, elevano comunione.
all’unisono un grido di giubilo Ogni vita è radicata in questo
(Is 52,8); è il faccia a faccia con desiderio, ogni vita vive perché
il Signore, l’esperienza della inserita dentro questa Parola che
potenza dell’Altissimo. Questa cerca la relazione (Gv 1,3), ogni
esperienza di consolazione e vita esiste perché espressione
salvezza fa cantare le pietre, del desiderio originario di Dio.
dalle rovine si innalza un Ma non basta: questo
coro di esultanza, perché “il desiderio, che già attraversa la
Signore ha consolato il suo storia, ad un certo momento
popolo” (Is 52,9): la memoria prende corpo nella storia,
dell’inizio è qui la memoria oggi, “in questi giorni… per
della consolazione promessa fin mezzo del Figlio” (Eb 1,2).
dal principio (Is 40,1), la quale Fare memoria dell’inizio

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Is 52,7-10; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18

significa dunque fare memoria si condensa, è la manifestazione


del desiderio di Dio, per essenziale del desiderio
scoprire il senso del mistero dell’inizio, desiderio di relazione,
dell’Incarnazione, il senso desiderio di comunicazione,
di una Parola che si fa carne, desiderio che chiede risposta,
manifestazione ultima e che domanda quest’oggi di
insuperabile del desiderio essere accolto. Chi si lascia
originario di relazione. provocare, chi lo accoglie, riceve
È nella normalità del in dono la sua stessa dignità:
quotidiano, descritta in maniera “a quanti però lo hanno accolto
semplice e quasi scarna in Lc ha dato potere di diventare figli
2,3, che la Parola-desiderio viene di Dio” (Gv 1,12). Diventare
alla luce e dona la luce a chi “figli di Dio”, essere generati
in quella carne e oltre la carne da Lui (cfr. Gv 1,13), significa
vede il principio della sua stessa avere come Padre quel Dio che
esistenza, la ragione ultima della comunica la vita, che desidera
sua propria vita. Quella fragile e cerca fin dal principio la
carne, avvolta in fasce e posta relazione; chi accoglie la Parola
in una mangiatoia (Lc 2,7), è “la che si rivela al mondo nella
luce vera, quella che illumina mangiatoia di Betlemme riceve
ogni uomo” (Gv 1,9). In maniera in dono una reale appartenenza
assolutamente provocatoria e a Dio, vissuta come
imprevedibile egli è il “segno” partecipazione e comunione alla
(Lc 2,12), un segno da leggere, sua stessa natura. Fare memoria
un segno che sfida intelligenti dell’inizio, non significa soltanto
e potenti, perché la addentrarsi nel mistero
Parola adesso parla di Dio, ma anche
nel pianto di un essere condotti
bambino, nella nella meraviglia
debolezza di un (cfr. Lc 2,18)
corpo delicato. alla scoperta
È il Verbum del senso
abbreviatum, del proprio
la Parola che esistere.

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NATALE DEL SIGNORE

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DICEMBRE
2010
La promessa dell’oggi valida solo fino..., affrettatevi!»,
Nei testi della liturgia del così “gridano” i messaggi
Natale c’è una parola che pubblicitari! Nella logica
ricorrere assiduamente: oggi! dell’oggi, si celebra la bramosia,
«Oggi sapete che il Signore l’avidità, la soddisfazione ad
viene a salvarci» (antifona di ogni costo, l’illusione di poter
ingresso, Messa vespertina della soddisfare ogni desiderio.
Vigilia); «Oggi la vera pace è Non ha storia e non ha mèta se
scesa a noi dal cielo» (antifona non la piccola emozione di un
di ingresso, Messa istante, sempre troppo breve per
della Notte); «Oggi saziare il desiderio del cuore.
Celebrare è nato per noi il Le promesse si moltiplicano
Salvatore» (salmo e le occasioni si rinnovano
responsoriale); in un gioco ingannevole e
«Oggi vi è nato un Salvatore» logorante. L’oggi diventa così
(acclamazione al Vangelo); un’illusione, un imbroglio a
«Oggi è nato nella città di cui è difficile credere ancora.
Davide un salvatore» (antifona – Mezzi di comunicazione, leggi
alternativa – di comunione). del mercato, strategie politico-
L’oggi segna l’istante in cui economiche alimentano questo
Dio porta a compimento la bisogno per orientarlo verso
promessa a lungo attesa e, nello un’ideale di felicità totalmente
stesso tempo, annuncia una astratto e lontano dalla realtà,
verità non ancora pienamente il cui fine è accendere sempre
rivelata. È un frammento, un nuovi desideri e alimentare, così,
istante denso e pregnante di il mercato del consumo.
gioia perché l’attesa finalmente L’oggi di Dio, al contrario,
è finita e il dono è compiuto; non è illusorio, non inganna,
tuttavia ciò che è rivelato è solo non promette falsità. Si
un assaggio di quel che sarà. innesta nella ferita della storia
Nel nostro tempo l’oggi senza dimenticare il dramma
appare stanco e logorato, dura dell’uomo. Non aliena dalla
un istante e non mantiene mai le fatica e dalla responsabilità
promesse: «solo per oggi, offerta della vita, ma si offre carico di

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promesse. altro scopo se
Dentro questo non quello di
istante, l’uomo godere della
può immergersi piacevolezza
e dissetarsi per dell’istante.
ritrovare ciò che Non vi sono
ha perduto e attese da soddisfare
così riprendere né condizioni da
il cammino. attendere: l’oggi di Dio
L’oggi della si dona con gratuità
salvezza e senza riserva,
cristiana, domandando solo
infatti, rompe di essere accolto con
l’incantesimo semplicità e purezza di
del desiderio, per cuore. Celebriamo nella
condurre l’uomo e la gioia l’oggi del Dio-con-noi:
donna nella dimora della festa. nessuna fatica, neppure quella di
Qui si entra per riposare, per preparare la festa, oscuri la pace
gustare dei doni ricevuti, senza di questo giorno.

“VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO”

I l pane disceso dal cielo è Gesù stesso, che con la parola del suo
ministero terreno spalanca la verità dell’esistenza, ma anche è
Gesù che, come carne per la vita del mondo, nel suo innalzamento
offre redenzione e salvezza per tutti. Nel dono della sua carne e del
suo sangue, la sua incarnazione e il suo innalzamento diventano il
sacramento per eccellenza. Il dono dell’Eucaristia rende radicale il
dono della rivelazione che Gesù fa ai credenti in lui, che sono uniti
alla sua vita e partecipi di essa.
Tratto da: Signore, da chi andremo? L’icona biblica del Congresso Euca-
ristico Nazionale Ancona 2011, ed. San Paolo.

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NATALE DEL SIGNORE

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DICEMBRE
2010
In ascolto dei poveri – Gran i suoi bambini… Io fatico ad
Bretagna immaginare di essere talmente
Credo che molta gente povera da non riuscire a
non capisca cosa significhi la comprarmi del caffè… Li vedi
povertà. Vi faccio un esempio così felici quando riescono ad
concreto. Nel periodo di Natale avere un’occasione per rilassarsi,
andiamo in giro a distribuire per farsi un bagno… Cose che
giocattoli, cibo per le famiglie noi diamo tutte per scontate…
povere… Quest’anno abbiamo
incontrato una Zero povertà: agisci ora!
madre nell’East Non si deve solo offrire
Testimoniare End di Londra l’essenziale, ma anche la
che si è messa a possibilità di fare festa! Oggi
piangere perché deve essere Natale per tutti,
le abbiamo offerto del caffè nessuno deve essere lasciato
istantaneo! Neppure di marca, solo. Ma a Natale si festeggia
ma una versione economica una nascita, la più importante
da supermercato… per la nostra vita: quindi le
E lei piangeva perché era da relazioni che nascono in questa
tanto tempo che non beveva festa devono continuare nel
del caffè… Non se lo poteva tempo. Oggi devono nascere,
permettere perché doveva insieme a Gesù, persone capaci
comprare i vestiti e il cibo per di condivisione e solidarietà.

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SANTA FAMIGLIA

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DICEMBRE
2010
RELAZIONI PERMANENTI
Il brano del Vangelo di maniera costante la relazione
Matteo che la liturgia della tra Giuseppe e la sua sposa,
Parola propone quest’oggi a partire dagli inizi della loro
(Mt 2,13-15.19-23) è uno dei rari relazione, da quel travaglio in
testi che offrono uno spaccato cui egli si era trovato di fronte
sulla Famiglia di Nazaret. alla gravidanza di Maria, ancora
Nonostante le fonti fidanzata; anche in quel caso
evangeliche siano Giuseppe “prese con sé la sua
Annunciare molto sobrie e sposa” (Mt 1,24), formula che
discrete al riguardo, indica senza dubbio le nozze,
è possibile cogliere ma che – con il medesimo
tra le righe del testo un tessuto verbo di Mt 2,13 – curiosamente
fatto di relazioni stabili. C’è ancora una volta esprime la
un’espressione che, nel racconto stessa accoglienza, l’attenzione
della fuga in Egitto, consente di e l’amore di chi riceve la
caratterizzare la relazione tra la sposa come dono. Non è un
sposa, il bambino e Giuseppe: atteggiamento passeggero e
egli “prese il bambino e sua neppure un sintomo delle
madre” (Mt 2,14); è un verbo manifestazioni d’affetto
che evoca l’accoglienza, che iniziali che generalmente
implica un gesto, un’azione caratterizzano la vita di coppia.
contrassegnata costitutivamente Secondo il racconto di Mt
dalla comunione che caratterizza 2,13-15 Giuseppe, Maria e il
proprio un ambito familiare. bambino si rifugiano in Egitto
In particolare nel nostro testo, o – mantenendo la lettera del
l’azione è evidentemente testo – si ritirano, parola che
finalizzata ad una custodia, lascia intendere un’esperienza
alla protezione della vita, di solitudine, quella di chi fugge
particolarmente quella del clandestinamente in un altro
figlio appena nato. È una paese, per di più nel paese di
gestualità che distingue in cui il Signore aveva detto: “Non

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Sir 3,3-7.14 [NV]; Col 3,12-21; Mt 2,13-15.19-23

tornerete più indietro per quella Si tratta evidentemente di una


via!” (Dt 17,16). La famiglia di relazione permanente, relazione
Nazaret esce precipitosamente di custodia, di accoglienza
di scena, scappa, si ritrae in dell’altro, che le difficoltà e il
disparte, in terra straniera; è tempo non riescono a sgretolare.
un’esperienza che mette alla Il testo evangelico presenta
prova le relazioni, una prova l’atteggiamento dello sposo
che dura negli anni, perché nei confronti della sposa e
Giuseppe, secondo la parola del figlio; ma evidentemente
dell’angelo, dovrà rimanere ha poco senso pensare ad
in Egitto: la sua permanenza un rapporto unilaterale. La
là è sospesa (“finché non ti reciprocità degli atteggiamenti
avvertirò”, dice l’angelo in Mt che costruiscono relazioni è
2,13), non si conosce il tempo evocata costantemente nel passo
del ritorno. Gli anni passano di Col 3,12-21, la cui conclusione
veloci nello spazio di qualche consente di individuare
parola (“morto Erode” Mt l’ambito familiare come il luogo
2,19), ma, quando riaffiora preferenziale delle relazioni, il
sulla scena, la relazione tra luogo dove è possibile creare e
Giuseppe, la sposa e il bambino custodire legami di àgape, dei
è ancora caratterizzata dalla quali la reciprocità dell’amore
stessa custodia premurosa degli sia la cifra distintiva.
inizi; ancora, come un tempo,
Giuseppe “prese il bambino e
sua madre” (Mt 2,21).
È indubbio che l’evangelista
ripetendo la stessa formula
intenda sottolineare l’obbedienza
di Giuseppe al comando
divino; certo è che le parole
impiegate non descrivono solo la
corrispondenza a quest’ultimo,
ma anche il rapporto che lega
tra loro padre, madre e figlio.

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SANTA FAMIGLIA

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DICEMBRE
2010
I riti di accoglienza per costruire Gloria e la preghiera della
la ”famiglia eucaristica” Colletta – come esplicita il
Le relazioni familiari si Messale Romano – hanno lo
esprimono con piccoli e semplici scopo di manifestare la comunità
gesti quotidiani: il buongiorno radunata e di predisporla
del mattino, il saluto prima di alla celebrazione eucaristica.
uscire di casa, l’accoglienza A fianco di questi gesti vi
quando si rientra dalla scuola sono poi delle ritualità non
o dal lavoro, i gesti della cura previste esplicitamente dallo
nella malattia, schema rituale della Messa, ma
la condivisione altrettanto essenziali: si tratta dei
Celebrare della mensa, la cosiddetti riti di accoglienza.
buonanotte della Nella celebrazione eucaristica
sera, ecc. Gesti i riti di accoglienza non
semplici, non scontati, che conoscono uno schema rituale
alimentano e ravvivano l’amore definito e codificato: solo il rito
familiare. Anche la comunità del Battesimo prevede uno
parrocchiale è una famiglia, spazio (la porta o il sagrato)
una famiglia eucaristica, e dei gesti (le parole di saluto
che vive e cresce grazie a del presbitero, la scelta del
piccoli ed essenziali gesti di nome dato al bambino, il
accoglienza. Molti di questi gesti segno di Croce) attraverso
costituiscono i riti iniziali, cui l’accoglienza assume un
il cui scopo, appunto, carattere più propriamente
è quello di ravvivare la memoria rituale. Per questo possiamo
battesimale, di rinsaldare assumerli a modello di
le relazioni, di mettersi alla un’autentica ospitalità liturgica.
presenza del Signore, di Accogliere è il gesto benevolo
predisporre all’accoglienza del pastore che, salutando
della Parola di Dio. fraternamente i presenti alla
Il canto di ingresso, la porta, manifesta il volto ospitale
processione introitale, il segno della Chiesa. L’accoglienza
della Croce, il saluto liturgico, liturgica domanda uno spazio;
i riti penitenziali, il canto del è perciò necessario tornare

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“VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO”

L e parole di Gesù, la sua carne e il suo sangue sono collegati an-


che con il dono dello Spirito Santo, ossia con lo Spirito di Dio,
che – secondo la testimonianza del Battista – è disceso su Gesù. È lo
Spirito destinato a condurre i discepoli alla verità tutta intera: “Ma
il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui
vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv
15,26). È lo Spirito che viene riversato a partire dalla glorificazione di
Gesù e che perciò è effuso nell’incontro del Risorto con i discepoli.
Tratto da: Signore, da chi andremo? L’icona biblica del Congresso Euca-
ristico Nazionale Ancona 2011, ed. San Paolo.

a progettare delle chiese segno pasquale con il quale è


che permettano un incontro stato accolto, per la prima volta,
fraterno e gradevole dove nella comunità cristiana.
potersi radunare e salutare. In questo nostro tempo,
L’accoglienza liturgica si esprime praticare l’accoglienza
attraverso il “pronunciamento eucaristica è il gesto profetico
di un nome”: essere accolti della comunità cristiana che
e salutati esprime l’esigenza abbatte i muri della diffidenza
di formare delle comunità e dell’odio per fare spazio alla
autenticamente familiari, in visita di Colui che, per accogliere
cui ciascuno possa essere alla sua tavola, si ferma sulla
riconosciuto e invitato. soglia ed attende di poter
L’accoglienza, infine, si esprime entrare: «Ecco: sto alla porta e
anche attraverso il gesto busso. Se qualcuno ascolta la
semplice e profondo del segno mia voce e mi apre la porta,
della Croce: chi varca la porta io verrò da lui, cenerò con lui
della chiesa traccia su di sé il ed egli con me» (Ap 3,20).

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SANTA FAMIGLIA

26
DICEMBRE
2010
In ascolto dei poveri – Lituania figli… Magari sono ancora
Nonostante la Lituania piccoli… 3, 4 anni… Il problema
sia un paese cattolico, i è che se i genitori stanno
legami “famigliari” non sono all’estero per un lungo periodo,
più forti come in passato. quando ritornano trovano degli
Tradizionalmente i figli si adolescenti… I nonni del resto
sono sempre occupati dei invecchiano e magari hanno loro
genitori anziani, ora qualcosa stessi bisogno di aiuto… Tu sai
sta cambiando… Spesso bene che gli adolescenti hanno
vediamo giovani bisogno di tante energie e di
o famiglie giovani tanta interazione, cose che questi
Testimoniare che nonostante
la presenza di
anziani non sono più
in grado di offrire.
un buon salario Così sorgono nuovi problemi
non vogliono farsi carico dei sociali, come gli adolescenti
loro familiari anziani. Dicono che stanno per strada…
che tocca ad altri… Non se ne
assumono la responsabilità. Zero povertà: agisci ora!
Lo notiamo anche in altre aree Siamo coscienti che dietro al
di lavoro, con i bambini, ad lavoro di tante “badanti” che ci
esempio. Sembra non essere un permettono di risolvere problemi
grande problema per le mamme familiari, ci sono famiglie che si
lasciare i loro figli per andare disgregano, figli che crescono
a lavorare all’estero… Dicono senza genitori, coniugi che
che è una cosa buona per i loro non riescono a stare insieme?
Lottare contro la povertà e
l’esclusione sociale vuol dire
anche informarsi, capire cosa c’è
dietro ogni nostra scelta. Per il
prossimo anno impegniamoci a
leggere quella stampa che ci aiuta
a comprendere: per esempio, i
giornali di strada, scritti dai più
poveri e da chi sta accanto a loro.

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SANTA MARIA MADRE DI DIO

1
GENNAIO
2011
ALL’ORIGINE DEL TEMPO
Nel primo giorno del nuovo quali diventano così testimoni.
anno la liturgia della Parola ci È la loro testimonianza, sono
conduce ancora a Betlemme, le cose che essi dicono a
di fronte al mistero del Natale, suscitare meraviglia, parole che
contemplato attraverso lo consentono a chi le accoglie di
sguardo dei pastori, di Giuseppe penetrare la realtà di un evento
e della madre assolutamente ordinario come
(cfr. Lc 2,16-21). la nascita di un bambino, di
Annunciare Nel momento cogliere, al di là delle fasce che
dell’inizio, alcuni lo avvolgono, la manifestazione
atteggiamenti del mistero divino.
sottolineati dall’evangelista, A stupirsi per primi furono
colpiscono per il loro significato probabilmente coloro che
e la loro importanza. ascoltarono la testimonianza dei
La meraviglia, lo stupore: i pastori resa subito dopo aver
pastori vanno a Betlemme, visto il bambino, che si trovava
vedono “il bambino, adagiato – come narra l’evangelista – in
nella mangiatoia” compagnia di Maria e Giuseppe.
(Lc 2,16), annunciano “ciò che Sono dunque la madre e il
del bambino era stato detto padre i primi ad aprirsi alla
loro” (Lc 2,17) provocando meraviglia, una meraviglia che
lo stupore di tutti quelli che si trasforma per Maria in una
ascoltano. Si riprende uno dei porta attraverso cui entrare per
motivi che ricorrono nei racconti scorgere qualcosa di misterioso,
di miracolo, quello della ancora incomprensibile. Ed
meraviglia di fronte al prodigio, eccola allora, Maria, descritta
ma con uno spostamento da Luca mentre “custodiva
significativo: non sono i pastori tutte queste cose, meditandole
a stupirsi di ciò che vedono, nel suo cuore” (Lc 2,19), con
quanto piuttosto coloro che un atteggiamento che sarà una
ascoltano le parole dei pastori, i costante, che la accompagnerà

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Nm 6,22-27; Gol 4,4-7; Lc 2,16-21

continuamente. Non si tratta Si può custodire il piccolo


del semplice ricordo di qualcosa bambino e avvolgerlo in fasce,
che non si comprende, un ma attraverso di lui è il Signore
ricordo immobile, tenuto stesso che ti custodisce (Nm
sempre presente, il quale può 6,24); si può fissare lo sguardo,
suscitare una serie di come i pastori, su
sentimenti; piuttosto quel piccolo corpo,
siamo di fronte segno annunciato
ad un confronto dall’angelo
continuo con nella notte,
ciò che ella ha ma all’origine
vissuto, con la è lui che fa
meraviglia e lo “risplendere per
stupore provati, te il suo volto”
un confronto (Nm 6,25). Si può
messo in atto nel sorridere e aprirsi
tentativo di cogliere alla meraviglia di
il senso degli eventi, fronte a ciò che si vede
un confronto che la coinvolge e si ode, ma è il Signore che
tutta, mente, volontà e affetto, e dall’inizio “rivolge a te il suo
la muove all’accoglienza; Maria volto” (Nm 6,26), ti sorride e ti
diventa così il tipo del credente, dona la sua pace. Si può imporre
il modello del discepolo, che il nome al figlio dell’Altissimo,
ascolta, cerca, accoglie nella fede chiamandolo “Gesù” (“Dio
e sperimenta nella sua carne salva”), riconoscendolo salvatore
quanto crede. del suo popolo, ma ancor
Per coloro che contemplano prima è lui, generazione dopo
l’arcano del bambino avvolto in generazione, a porre il suo nome
fasce e deposto nella mangiatoia sopra i suoi eletti, sul popolo
di Betlemme, si schiude il scelto (Nm 6,27), un nome che
mistero dell’incontro con Dio; è segno di appartenenza, segno
la benedizione sacerdotale che egli incessantemente
di Nm 6,24-26 in filigrana evoca viene e stabilisce la sua dimora
questo incontro. in mezzo a noi.

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SANTA MARIA MADRE DI DIO

1
GENNAIO
2011
L’augurio di pace benvenuto che, al di là delle
Il calendario cristiano, espressioni utilizzate, hanno
pur iniziando con la prima il compito di accogliere e di
domenica di Avvento, dedica avviare una relazione. Anche
un’attenzione tutta particolare la liturgia cristiana inizia
al primo giorno dell’anno con le parole: la pace sia con
civile. In questa data ricorre voi! Questo saluto liturgico
la memoria liturgica di Maria, non è una banale formula
Madre di Dio e, per iniziativa stereotipata, né un semplice
di Paolo VI, dal auspicio: la pace è il dono di
1968 si celebra la Cristo Risorto ai discepoli
Celebrare giornata mondiale radunati nel suo nome.
della pace. Dio Gesù, facendo visita alla sua
avvolge con il comunità dopo la risurrezione,
manto della sua benevolenza saluta i suoi discepoli
il ritmo dell’anno, il Principe dicendo: «Pace a voi!» (Gv
della pace risplende nel 20,19). Parole semplici, ma
mondo (antifona di ingresso) traboccanti di doni. La pace,
e la benedizione di Dio, per infatti, è il dono che racchiude
intercessione della Benedetta in sé tutte le promesse: la
fra tutte le donne, viene gioia, la salute, la speranza,
elargita con abbondanza la fecondità, la vita… La
su di noi (colletta). Liturgia dell’Eucaristia
Riflettiamo con calma sul conosce diversi saluti: il
rapporto tra augurio di pace presbitero prima di tutto
e benedizione di Dio. Nella saluta l’altare, venerandolo
vita sociale ci sono delle regole con il segno del bacio ed
di buona educazione che è eventualmente onorandolo
giusto insegnare e rispettare, con l’incensazione; saluta
e una di queste è certamente l’assemblea, annunciando la
il saluto. Quando si entra in presenza del Signore in mezzo
una casa, è buona educazione alla sua comunità: «La grazia
salutarsi e scambiarsi dei e la pace di Dio nostro Padre e
convenevoli. Sono parole di del Signore nostro Gesù Cristo

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“VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO”

I l mangiare, il bere, il non aver più fame e sete, come pure il voler
mangiare e bere ancora (ossia l’essere veramente contenti di ciò che
ci ha soddisfatti) appartengono al grande tema biblico del banchetto
escatologico della sapienza. Il testo profetico citato da Gesù proviene
da una pagina di Isaia (cf. Is 54,13), nella quale si trova un appello a
ricevere gratuitamente da bere e da mangiare. Le parole profetiche
utilizzate da Gesù prevedono dunque che si diventi discepoli di Gesù
partecipando al banchetto della sapienza, il cui pane è Gesù stesso.
Tratto da: Signore, da chi andremo? L’icona biblica del Congresso Euca-
ristico Nazionale Ancona 2011, ed. San Paolo.

sia con tutti voi»; infine, saluta ricevuto viene ricambiato.


prima del congedo. È questo il compito di ogni
Il saluto liturgico attinge saluto: aprirsi vicendevolmente
le sue espressioni dalla Sacra all’accoglienza di un dono
Scrittura, annunciando la che viene da un Altro e che,
presenza del Signore in mezzo insieme, riconosciamo come
a noi, come aveva promesso ai fonte di gioia. Per questo
nostri padri: «Stabilirò la mia motivo è importante custodire
dimora in mezzo a voi e non la forma biblica, liturgica
vi respingerò. Camminerò in ed ecclesiale di tale saluto,
mezzo a voi, sarò vostro Dio e senza ridurlo al semplice
voi sarete mio popolo» saluto tra di noi. Al tempo
(Lv 26,11) e alla sua stesso è necessario restituire
discendenza: «Ed ecco, io sono ai saluti liturgici tutta quella
con voi tutti i giorni, fino alla autenticità di cui hanno
fine del mondo» (Mt 28,20). bisogno: forza espressiva,
Questo saluto, che il calore, sincerità, attenzione
presbitero dona alla comunità dello sguardo; senza la verità
radunata, non solo ci invita del gesto e dell’atto di parola,
all’accoglienza vicendevole: l’eloquenza di questo semplice
più in profondità ci annuncia saluto rischia di smarrirsi,
il compimento della promessa soffocato da uno stereotipo
di Dio, la presenza del Signore vuoto e banale; se invece
in mezzo a noi. A questo saluto è celebrato con dignità,
la comunità cristiana risponde: esso ha la forza di aprire il
«E con il tuo spirito!». Il dono cuore alla gioia dell’incontro.

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SANTA MARIA MADRE DI DIO

1
GENNAIO
2011
In ascolto dei poveri – Georgia pena un tavolo, un vecchio sofà
Svetlana e suo marito Zviadi e la tv. In inverno una piccola
vivono a Tbilisi dal 1992. Sono stufa a legna tiene la stanza
IDP (Internal Displaced persons) calda. L’elettricità e l’acqua
dall’Abkhazia. La loro è una sono ospiti rare nell’edificio.
delle innumerevoli famiglie Zviadi è disoccupato e lavora
sparpagliate in tutta la Georgia. solo occasionalmente quando
Non è stato previsto alcun qualcuno lo “affitta” in qualche
programma per la sistemazione lavoro edile per metà di un
di queste persone normale salario. Del resto, non
obbligate a lasciare ha altra scelta se vuole riuscire a
Testimoniare i loro paesi nativi dare almeno il pane ai suoi figli.
e fuggire senza
alcun bene, Zero povertà: agisci ora!
fatta salva la loro stessa vita. Profughi, sfollati, immigrati
Così essi risiedono ovunque, devono spesso accontentarsi
in qualsiasi spazio vuoto in di condizioni che la nostra
edifici scolastici, ospedali… ricca Europa, culla dei diritti,
Svetlana e suo marito, non dovrebbe tollerare.
con i loro 6 bambini Eppure aumentano
vivono nell’edificio gli episodi di
del Policlinico incomprensione
nel distretto di e rifiuto, anche
Dighomu a Tbilisi fra i cristiani:
da circa 11 anni. sembra che ci
La superficie dimentichiamo
totale da loro dell’invito del
occupata è di circa Signore ad accogliere il
18 mq. Ovviamente forestiero. Oggi, giornata
non sono riusciti a mettere mondiale della pace, cerchiamo
letti sufficienti per tutti, così di liberarci dai sentimenti
i bambini dormono in due negativi e proponiamoci di
in ogni letto. Nel cosiddetto incontrare chi viene da lontano,
soggiorno ci stanno a mala per ascoltare quanto ha da dirci.

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II DOMENICA DOPO NATALE

2
GENNAIO
2011
LA SUA TENDA TRA NOI
La storia è attraversata che si tratta di un’abitazione
da un evento il quale cambia stabile, duratura. Il popolo eletto
radicalmente la qualità della diventa così terreno fertile nel
relazione tra Dio e l’uomo: è quale la Sapienza può radicarsi,
l’evento dell’Incarnazione, che crescere e fruttificare.
Gv 1,14 sintetizza in maniera Gv 1,14 si pone come
straordinaria con compimento di questa
queste parole: tradizione sapienziale,
Annunciare “E il Verbo si mostrando tuttavia una
fece carne e differenza e uno sviluppo
venne ad abitare decisivo rispetto ad essa.
in mezzo a noi”. L’immagine Mentre la Sapienza fissava la
è quella di una tenda che il sua dimora in Israele e in Sion,
Logos stabilisce tra gli uomini la venuta del Verbo ha una
per dimorare in mezzo a loro. dimensione universale; egli
La simbolica non è nuova; in infatti stabilisce la sua dimora
Sir 24,8 (gr.) il creatore di tutte “in mezzo a noi”, in mezzo
le cose fa piantare alla Sapienza agli uomini di ogni tempo,
la propria tenda e le comanda: non solo presso coloro che
“Fissa la tenda in Giacobbe”. furono testimoni oculari
La Sapienza così prende dimora di quella carne.
in mezzo al popolo di Israele, Mentre la Sapienza si rendeva
viene ad abitare in Sion; non si presente attraverso la legge,
tratta di un evento passeggero e la Parola eterna del Padre si
transitorio, visto che il comando rende presente mediante la
divino prosegue: “affonda le tue carne: “il Verbo si fece carne”;
radici tra i miei eletti” (Sir 24,12 è un avvenimento che trasforma
NV) e la stessa Sapienza dirà di in modo definitivo il rapporto
sé: “Ho posto le radici in mezzo che Dio ha con le creature,
a un popolo glorioso” (Sir 24,12 il quale da questo momento in
gr.), lasciando intendere così poi passerà necessariamente

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Sir 24,1-4.12-16 [NV]; Ef 1,3-6.15-18; Gv 1,1-18

attraverso la carne della Parola. tempo risposta ad un desiderio


Il corpo del Figlio è assunto da radicato nell’uomo e svolta
ora in poi dal Padre stesso come radicale. “Dio, nessuno lo ha
strumento di comunicazione, mai visto” leggiamo in Gv 1,18;
di relazione con la sua creatura; vedere Dio è l’anelito che abita
la relazione tra uomo e Dio si nel cuore di ogni credente, ma
gioca e si esprime in maniera già a Mosè e alla sua richiesta il
sublime in un corpo, Signore rispondeva: “non potrai
nel corpo della Parola. vedere il mio volto” (Es 33,20).
È questa carne che lascerà Non si tratta di una semplice
trasparire la gloria del Verbo, percezione sensoriale; attraverso
rendendo possibile nell’oggi l’immagine della visione si dice
della storia l’incontro, il faccia un’esperienza di Dio, profonda e
a faccia: “e noi abbiamo reale, un’esperienza che proprio
contemplato la sua gloria”. l’evento dell’incarnazione rende
Sono i testimoni a parlare, possibile. Questo è il dono che
coloro che hanno ascoltato, la Parola fatta carne porta agli
visto e toccato (cfr. 1 Gv 1,1) il uomini: comunicare il Padre,
Verbo che dimora tra gli uomini; dire la sua verità (cfr. Gv 1,18).
la possibilità di contemplare La via verso una comunione
la gloria di Dio è allo stesso piena e definitiva con il Padre
è aperta dal Verbo fatto carne,
dal Figlio che pone la sua
dimora in mezzo a noi.
Ecco che Paolo rilegge
l’incarnazione come parte
del disegno divino di elezione
per ciascuno, parte del “disegno
d’amore della sua volontà”
(Ef 1,5): Dio Padre, proprio
per mezzo del Figlio venuto
nella carne, ci dona
di essere pienamente figli
e in quanto tali eredi.

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II DOMENICA DOPO NATALE

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GENNAIO
2011
Il valore della parola rivolge a noi e sempre attende
Ci sono parole vicine e parole una risposta, «la quale è un
lontane, parole che nutrono ascolto e un’adorazione in
e parole che schiamazzano, “spirito e verità” (Gv 4,23)»
parole false e parole vere; le (cfr. Intr. al Lezionario, n° 6).
parole possono avere tanti volti! La responsorialità alla Parola
Nel nostro tempo le parole di Dio nasce da un orecchio
si inseguono e si rincorrono, attento, feconda in un cuore
si soffocano a vicenda e si docile e germoglia sulle labbra:
contraddicono; essa come la pioggia e la neve,
siamo così scende giù dal cielo (Is 55,10-
Celebrare assuefatti dal 11), fora il nostro orecchio (Sal
rumore delle parole 40,7), spezza la durezza del
che ormai non ci cuore e, infine, feconda e fiorisce
ispirano più nessuna fiducia. nella lode, nel rendimento di
Nessuno si fida più di una grazie, nella supplica. Per la
parola data! potenza dello Spirito Santo,
Eppure, Dio ha scelto di tutta la Celebrazione eucaristica
dimorare nella fragilità di un diventa così una continua,
suono, si è fidato della parola: piena ed efficace proclamazione
«E il Verbo si fece carne e venne
ad abitare in mezzo a noi» (Gv
1,14). Sin dall’inizio a Dio è
piaciuto rivelarsi e in diversi
modi ha parlato agli uomini
come ad amici (Es 33,11; Gv
15,14-15), si intrattiene con essi
(cfr. Bar 3,38), per invitarli alla
comunione con sé (cfr. Concilio
Vaticano II, Dei Verbum 2).
Nella Celebrazione
eucaristica, la Liturgia della
Parola costituisce il primo
incontro con Dio: Egli si

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“VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO”

N el dialogo fra Gesù e il popolo, Gesù indirizza lo sguardo diret-


tamente su Dio, presentato come l’autore del dono della manna
dal cielo. Egli, inoltre, indica il pane disceso dal cielo in una persona
concreta e, precisamente, lui stesso. Il datore è Dio e il dono è una
persona. Il mediatore, in certo senso, non serve più. Gesù infatti non è
colui che media il cibo, ma piuttosto il pane stesso disceso dal cielo, il
nutrimento mangiato, l’inviato che il Padre ha mandato dal cielo nel
mondo come pane per gli uomini.
Tratto da: Signore, da chi andremo? L’icona biblica del Congresso Euca-
ristico Nazionale Ancona 2011, ed. San Paolo.

della Parola di Dio (cfr. Intr. al di ciascuno, favorendo l’unità e


Lezionario, n° 4). La liturgia nello stesso tempo rispondendo
della Parola intesse così un alle domande inespresse (cfr.
dialogo fatto di parole ascoltate Introduzione al Lezionario, n°
e risposte date, silenzi di 9). Nel Verbo di Dio, così debole
accoglienza ed acclamazioni di e fragile, dimora la potenza
gioia. Attraverso questo mistico dell’Altissimo: esso inizia il suo
scambio, Dio si rivela e noi esodo uscendo dalla bocca di
riceviamo in dono un sentiero Dio per poter, infine, dimorare
per la vita. Infatti, la Parola di in noi e così portare frutti di
Dio è viva ed efficace, e mentre giustizia e di pace nella vita.
parla a tutti, sussurra nel cuore Le nostre celebrazioni
liturgiche dovrebbero ritrovare
un po’ di questa fiducia
originaria nella parola, anzitutto
“ripulendo” le liturgie da tutte
quelle parole inutili e superflue:
«in piedi, acclamiamo alla
Parola di Dio…», «ripetiamo
insieme…». In secondo luogo,
qualificando sempre di più la
proclamazione della Parola di
Dio con una formazione seria
dei lettori; infine, restituendo
il giusto onore all’ambone
e ai libri delle letture.

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II DOMENICA DOPO NATALE

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GENNAIO
2011
In ascolto dei poveri – Italia che il bambino stia male e
La situazione del palazzo quindi rimandano. Io spero
è molto fatiscente. La giovane in un contratto, in una casa
donna incinta del quarto figlio, anche piccola; qui i prezzi
che ci accoglie nel piccolo sono troppo alti e con tanti
appartamento occupato bambini non posso lavorare...
abusivamente, inizia a Il riscaldamento non funziona,
raccontare. “Sono qui da 2 anni d’inverno usiamo le stufette
e non ho contratto. La casa era elettriche, ma non si può andare
vuota, ce lo hanno avanti così… Poi ho una perdita
detto degli amici in bagno, piove dentro, ma
Testimoniare che già abitavano
qui… Io preferivo
mi dicono che siccome sono
abusiva non posso fare niente…
non venire così,
però… Prima stavo da mia Zero povertà: agisci ora!
mamma, ma poi abbiamo Gesù ha messo la sua tenda
litigato e mi ha cacciato fuori tra noi… ma quante persone nel
di casa. Ora, se ho bisogno di nostro Paese vivono il dramma
soldi, sono più gli estranei che dell’alloggio! Proviamo ad
i parenti o gli amici ad interrogarci: cosa possiamo
aiutarci… Mio marito fare, nel nostro piccolo?
ora ha un lavoro Forse affittare ad
fisso, lavora in una un prezzo equo
fabbrica ma non quell’appartamento
ha la macchina, vuoto, o renderlo
quindi va a piedi o disponibile perché
con i mezzi pubblici. la Caritas lo utilizzi
Questa casa l’abbiamo nelle emergenze.
trovata disastrata e Forse condividere
così l’abbiamo lasciata… con qualcuno il nostro
Continuano a dirmi che il appartamento troppo grande.
contratto non me lo vogliono O, se non abbiamo nulla,
fare; ogni tanto vengono qui sostenere progetti che aiutino
per buttarci fuori, ma capita chi non ha casa…

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EPIFANIA DEL SIGNORE

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GENNAIO
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DALL’ESSERE NASCOSTO
ALL’ESSERE MANIFESTO
La solennità dell’Epifania ci cuore del re è un’agitazione,
conduce a riflettere sul mistero un’intima inquietudine, che
della manifestazione di Gesù provoca paura. I Magi con la loro
al mondo. C’è un passaggio, ricerca mettono in subbuglio la
dall’essere nascosto corte e l’establishment religioso
all’essere manifesto, e politico del tempo; Erode
Annunciare uno svelamento che convoca una seduta straordinaria
passa attraverso del sinedrio per informarsi
dei cercatori, sulla nascita del Messia (Mt
uomini che “vennero da oriente 4-5). Adesso anch’egli chiede, si
a Gerusalemme” (Mt 2,1) con informa, ma l’obiettivo ultimo
una domanda: “Dov’è colui della sua ricerca non è tanto
che è nato, il re dei Giudei?” l’altro, quanto se stesso e la
(Mt 2,2). Probabilmente salvaguardia del suo trono.
uomini di corte, forse maghi, Egli, idumeo, aveva ottenuto
astrologi; sicuramente pagani, il titolo di re dei Giudei
non appartenenti al popolo da parte del dominatore romano
dell’alleanza, uomini abituati a e ora si trovava
guardare il cielo, a osservare e improvvisamente di fronte alla
scrutare gli astri: “Abbiamo possibile minaccia costituita
visto spuntare la sua stella”
(Mt 2,2), diranno una volta
giunti a Gerusalemme.
Questi cercatori, con i loro
desideri, le loro domande,
gettano lo scompiglio nella città
santa: “il re Erode restò turbato
e con lui tutta Gerusalemme”
(Mt 2,3); quella che invade il

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Is 60,1-6; Ef 3,2-3a.5,6; Mt 2,1-12

dal vero “re dei Giudei”. l’orizzonte, allora può compiersi


Si ricorre così alla Scrittura, a la promessa: “guarderai e sarai
parole custodite da generazioni, raggiante, palpiterà e si dilaterà
che adesso, illuminate dalla il tuo cuore” (Is 60,5), il destino
stella apparsa in oriente, brillano della città santa andrà incontro
in tutto il loro significato: il ad un cambiamento radicale.
Messia nascerà a Betlemme. L’appello ad alzare gli occhi
Lo svelamento della vera è raccolto dai magi, uomini
identità del bambino nato a abituati a guardare il cielo, ad
Betlemme, la manifestazione alzare lo sguardo, a partire di
del re avviene unendo insieme nuovo dopo ogni sosta seguendo
il segno della stella apparsa ai la traccia segnata dalla stella,
pagani e la Scrittura custodita fino alla mèta. “Entrati nella
dal popolo dell’alleanza. casa, videro il bambino… si
Ciò che consente di leggere prostrarono e lo adorarono” (Mt
le parole della Scrittura alla 2,11). Di fronte al re bambino,
luce della stella è il desiderio al Messia ormai manifestato, i
di chi cerca, il desiderio di chi magi si prostrano: le ginocchia si
si muove per venire incontro a piegano e lo sguardo si abbassa,
“colui che è nato”, di chi parte fino a terra; la prostrazione dei
per adorarlo. Ecco che si compie magi rimanda alla maestà di
per Sion la parola del profeta Cristo, alla maestà del figlio di
Isaia: “rivèstiti di luce, perché Davide, del “Dio con noi” atteso
viene la tua luce, la gloria del dalle genti. Il testo evangelico
Signore brilla sopra di te” (Is non dice che i magi siano re,
60,1). C’è una sentinella che piuttosto essi possiedono doni
grida alla città perché essa apra degni del Re Messia, doni che
gli occhi e veda la moltitudine vengono a lui offerti.
dei popoli che da ogni dove Per chi ha contemplato
converge verso di essa: “Alza il volto del re, per chi ha fatto
gli occhi intorno e guarda: tutti l’esperienza di una gioia
costoro… vengono a te” (Is 60,4). grandissima (Mt 2,10),
Se Gerusalemme accoglie l’invito la strada verso casa non sarà
a sollevare lo sguardo verso più la stessa (Mt 2,12).

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EPIFANIA DEL SIGNORE

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GENNAIO
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C’è vedere e vedere… le processioni, non vengono
Nella nostra esperienza ci pienamente valorizzate. Questa
imbattiamo abitualmente in scelta ci ha giovato? Possiamo
cose che si vedono e cose che con sincerità constatare che, se
non si vedono. Tuttavia, mai questo ha in parte stimolato
come in questi ultimi anni il la partecipazione, purtroppo
vedere ha assunto così tanta ci si è accontentati di una
importanza da costituire il superficiale visione delle cose.
metro di misura delle cose Come l’orecchio ha bisogno
che esistono o del cuore per generare un
non esistono. vero ascolto, così l’occhio ha
Celebrare Le cose che si bisogno dell’invisibile per
vedono, invece, scorgere ciò che si cela oltre
possono ingannare
e illudere o, peggio ancora,
costruire delle verità virtuali,
del tutto immaginarie.
C’è stato un periodo in cui
anche le nostre liturgie hanno
subito lo stesso inganno: tutto
doveva svolgersi in modo
visibile. In nome di questo
principio, il presbiterio è stato
trasformato in una specie di
grande “palcoscenico” in cui
gli “attori” parlano e agiscono.
Come conseguenza, anche gli
spazi liturgici si sono appiattiti:
gli amboni sono spesso stati
portati sul presbiterio, così
pure il fonte battesimale, ecc.
Inoltre, molte gestualità, che
in precedenza coinvolgevano
l’intero spazio liturgico, come

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“VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO”

L a folla, che cerca Gesù, è spinta in realtà da una motivazione an-


cora debole. A fronte di questo, Gesù indica “un cibo che rimane
per la vita eterna”. Gesù non è soltanto la risposta alle domande spon-
tanee dell’uomo. Prima che “risposta alle domande”, egli può essere
anche un aiuto che suggerisce le richieste decisive, oppure “una cor-
rezione indovinata” capace di stimolare una vera uscita da ciò che,
nei nostri desideri, è troppo ristretto e unilaterale. La ricerca corretta
troverà la sua risposta in qualcosa che trascende la ricerca stessa.
Tratto da: Signore, da chi andremo? L’icona biblica del Congresso Euca-
ristico Nazionale Ancona 2011, ed. San Paolo

il velo delle cose. Il mistero Occorre però “accenderlo”


luminoso dell’Epifania, con la luce della fede. Come
che letteralmente significa ci testimonia san Paolo, essa è
manifestazione, ci invita a un dono che viene dall’ “alto”:
ritrovare uno sguardo diverso. «come per rivelazione mi è
stato fatto conoscere il mistero»
(seconda lettura) e ci dona la
capacità di vedere e riconoscere
ciò che è rivelato nelle pieghe
delle parole e oltre il velo dei
simboli. I pastori, illuminati da
questa luce, hanno riconosciuto,
nel segno della nascita di un
bambino, il Salvatore (Lc 2,12);
i magi, ne hanno intravisto la
gloria (Mt 2,11), a tutti i popoli
è stato rivelato il mistero della
salvezza (Is 60,3).
La liturgia cristiana chiede
ed esige questo sguardo di fede:
chi lo possiede avrà in dono
la beatitudine della rivelazione
dei misteri, per chi si accontenta
di vedere solo in modo
superficiale essi resteranno
inaccessibili e oscuri.

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EPIFANIA DEL SIGNORE

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In ascolto dei poveri – Grecia abitava in una grande casa…
Ad Atene, ogni giorno, Ora è sola e deve pregare per
arrivano dalle isole molti avere un piatto di spaghetti!
richiedenti asilo. Fuggono Molti di loro pensano che
dall’Afghanistan, passano dalla l’Europa sia un paradiso.
Turchia e sbarcano in Grecia, Spendono tutti i loro soldi per
ma il loro sogno è andare arrivare alla loro meta, ma
in Austria… Li vedi mentre lungo il percorso vengono presi.
cercano di sfuggire alla polizia Andare avanti è impossibile,
per evitare che anche tornare indietro, perché
vengano prese loro potrebbero essere uccisi!
Testimoniare le impronte digitali. Spesso mi chiedono: “Chi sono
In questo caso, una io? Cosa farò?”.
volta in Austria, Non so cosa rispondere…
verrebbero rimandati indietro. Questa gente sta come
Molti chiedono asilo politico. Se in un limbo…
la risposta è positiva, ricevono
un documento valido per 6 Zero povertà: agisci ora!
mesi. Per chi non ce l’ha ci sono Oggi, giorno della
30 giorni per lasciare il paese. manifestazione del Signore a
Abbiamo tante persone, ma tutti i popoli, sappiamo che
non possiamo aiutarle tutte. tante persone non possono
Diamo cibo, vestiti, rispondiamo manifestarsi, devono vivere
ai bisogni primari, ma non nella clandestinità, senza
possiamo proprio aiutarli tutti. ottenere il diritto all’esistenza,
I loro bisogni sono così tanti…! anche se fuggono da gravi
All’inizio, quando li incontro per situazioni di guerra e pericolo.
la prima volta sono molto chiusi, Ognuno di noi deve fare la
ma quando comprendono propria parte nel sostenere
che li vuoi aiutare si aprono… chi propone leggi a favore
Mi ricordo una donna della vera integrazione con chi
in particolare. chiede solo ospitalità
Piangeva. Nel suo paese e dignità e non può ottenerle
aveva tanta gente intorno, nel Paese di origine.

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BATTESIMO DEL SIGNORE

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IMMERSI NEL FIUME
DELLA SUA BENEVOLENZA
I primi due capitoli del la quale rivela una scelta
Vangelo di Matteo avevano precisa e chiara, rafforzata nella
messo a tema la genesi di sua determinazione anche
Gesù Cristo; con 3,13-17 e 4,1- dall’opposizione del Battista
11 l’evangelista (v.14), a cui Gesù risponde
ci propone il risolutamente: “Lascia fare…
Annunciare Battesimo di Gesù perché conviene che adempiamo
e le tentazioni nel ogni giustizia” (v.15).
deserto, evocando La risposta è sintetica e
un’altra simbologia, quella difficile da interpretare nel suo
dell’esodo, sia attraverso le significato preciso; tuttavia
acque del Giordano in cui viene è possibile considerare la
immerso il Figlio dell’uomo, giustizia non semplicemente
sia mediante l’immagine dei come un’esigenza che Dio pone
quaranta giorni di permanenza all’uomo e che questi deve
nel deserto, accompagnati adempiere, quanto in maniera
dalle tentazioni. più ampia come una relazione
Se nel giorno dell’Epifania in cui ogni soggetto coinvolto
avevamo contemplato il è promosso nella sua identità e
viaggio dei magi dall’oriente dignità. Letta in questa luce, la
venuti per adorare il bambino, giustizia racchiusa nel significato
adesso è Gesù ormai adulto del gesto di Gesù esprime
che si muove, viene dalla la scelta di una determinata
Galilea al Giordano “per farsi modalità di presenza in mezzo
battezzare da Giovanni” (Mt agli uomini e di relazione con
3,13). Rispetto al racconto di loro, contrassegnata dalla
Mc 1,9-11, il primo Vangelo condivisione del destino dei
sottolinea l’intenzionalità di peccatori, la quale si compie nel
Gesù (“per farsi battezzare”), segno del battesimo nel fiume.

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Is 42,1-4.6-7; At 10,34-38; Mt 3,13-17

“Gesù uscì dall’acqua”, al Padre. Dopo che Gesù è uscito


leggiamo in Mt 3,16, un’uscita dall’acqua, si aprono i cieli e si
che evoca un’entrata; più ode una voce; a differenza di
precisamente, la lettera del testo quanto accade in Mc 1,11 essa
fa riferimento ad una “salita”, non si rivolge a lui, bensì ai
la quale implica una testimoni, a coloro che erano
precedente discesa nel fiume. presenti: “Questi è il Figlio mio,
In questa discesa il Messia rivive l’amato” (Mt 3,17). È davanti agli
il passaggio di Israele dalla uomini che il Padre proclama e
terra della schiavitù a quella rivela la natura del Figlio, e lo
della promessa, passaggio svelamento della gloria avviene,
compiuto sotto la giuda di paradossalmente, proprio nel
Giosuè attraverso le stesse momento in cui Cristo sceglie
acque del Giordano (cfr. Gs volontariamente l’abbassamento,
3,14-4,18); la discesa nel fiume la partecipazione al destino
è così figura della Pasqua, della dei peccatori. Il Figlio
liberazione dalla schiavitù, del riconosciuto come tale, colui
passaggio attraverso la morte, nel quale il Padre pone il suo
rappresentata simbolicamente compiacimento, è colui che
dalle acque, per giungere alla vive nell’obbedienza a lui e alla
vita. Il Cristo si fa presente in sua volontà, un’obbedienza
mezzo ai suoi condividendo manifestata nella relazione con
questo destino, vivendo i fratelli, nella condivisione
in figura questo passaggio, della loro stessa condizione.
come prefigurazione della È in Cristo che trova così
sua stessa Pasqua. Proprio in compimento la figura del
questa kenosi (svuotamento, servo del Signore (Is 42,1),
annulamento), in eletto e consacrato, scelto
questa discesa, in per la giustizia, perché
questa modalità gli occhi dei ciechi
di relazione possano essere aperti
con i fratelli si e ai prigionieri possa
manifesta la essere donata la
sua obbedienza liberazione (42,6-7).

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BATTESIMO DEL SIGNORE

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L’orecchio e il cuore ritrovare il “gusto”
In un mondo affollato di per la Parola di Dio?
parole, anche la Parola di Dio Il primo passo da compiere
rischia di restare soffocata dai è ritrovare la sapienza
tanti suoni che appesantiscono dell’ascolto e la capacità del
la nostra vita. Ne siamo così discernimento del cuore.
assuefatti da non poterne L’orecchio e il cuore sono nella
fare a meno; ma, nello stesso tradizione biblica due “stanze”
tempo, questo abuso di parole inseparabili: la prima è il luogo
ci annoia e ci dell’accoglienza, la seconda è lo
rende sospettosi. spazio del discernimento e della
Celebrare Apparentemente comprensione. Senza l’orecchio,
continuiamo a il cuore si svuota; senza il cuore,
fidarci delle parole, l’orecchio dimentica. La parola,
tentando di qualificare i metodi infatti, deve poter entrare e
e le strategie di comunicazione; rimanere. Le nostre orecchie
in fondo, però, restiamo si sono ammalate: le comunità
sospettosi e disincantati. Chi ci cristiane, infatti, soffrono di
restituirà una parola verace? incapacità di ascolto. Questa è la
Gesù, la Parola fedele del
Padre, potrebbe far risuonare
la sua voce come tromba sulle
acque (salmo 28), ma sceglierà
di non gridare, né alzare il
tono (cfr. Is 42,2); il Dio della
gloria potrebbe scatenare il
tuono (cfr. salmo 28), ma non
spezzerà una canna incrinata
né spegnerà uno stoppino
dalla fiamma smorta (cfr. Is
42,3). La Parola di Dio non
si impone, non inganna, non
seduce, si offre con docilità
e fermezza. Come possiamo

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“VERSO IL CONGRESSO EUCARISTICO”

I cristiani oggi sono chiamati a proporre, custodire, difendere la pre-


ziosa identità di Gesù “pane della vita” su due livelli interconnessi.
C’è il livello del complesso contesto interreligioso che segna la cul-
tura contemporanea; ma c’è anche il livello di quelle posizioni che
si accontentano affrettatamente di un’identità di Gesù incompleta,
approssimativa.
Il nutrirci del pane della vita e il testimoniarlo comportano anche la
capacità di sperare e annunciare la risurrezione della nostra carne.
Tratto da: Signore, da chi andremo? L’icona biblica del Congresso Euca-
ristico Nazionale Ancona 2011, ed. San Paolo.

vera cura per la noia. L’ascolto come esigenza di una più


va innanzitutto “iniziato”: nel immediata conoscenza della
rito dell’iniziazione cristiana, Bibbia. Pur riconoscendo il
infatti, le orecchie e la bocca valore e l’importanza di una
vengono “schiuse” tracciando buona formazione biblica, non
su di esse il segno della Croce dobbiamo dimenticare che
(rito dell’effatà). Questo gesto conoscere, il più delle volte,
ci ricorda come sia necessario non equivale ad ascoltare.
educare le nostre orecchie L’ascolto, infatti, è il gesto che
all’ascolto della Parola. Spesso acconsente ad un incontro, è
lo abbiamo interpretato una scelta di libera docilità,
è desiderio di incontro, è
volontà di cambiamento.
Per ascoltare occorre, infatti,
scegliere di esporsi ad una
novità trasformante. Poi, per
non dimenticare, la Parola
va custodita nel cuore, per
radicarsi in profondità e
così nutrire la coscienza e
la conoscenza di Dio. «Dio
misericordioso …concedi a noi
tuoi fedeli di ascoltare come
discepoli il tuo Cristo per
chiamarci ed essere tuoi figli»
(orazione dopo la Comunione).

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BATTESIMO DEL SIGNORE

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In ascolto dei poveri – Lituania chiedere aiuto, come gestirlo…
È vero, i legami sono una come cambiare…
difesa contro la povertà, lo
vediamo molto bene con Zero povertà: agisci ora!
gli anziani che seguiamo. Questo è il messaggio di
Non possiamo aiutare tutti, questa esperienza lituana:
dobbiamo darci delle priorità; fare gruppo, creare rete,
così a coloro che hanno una non lasciare solo nessuno,
famiglia diciamo: “Scusa, mai. Anche nel nostro Paese
ma dobbiamo la solitudine è una piaga
occuparci prima sociale, soprattutto tra gli
Testimoniare di chi è solo”. E anziani. In parrocchia, nelle
tra chi è solo ci associazioni, con gli amici,
sono due gruppi. proviamo ogni volta ad
Anzitutto ci sono le persone invitare una persona nuova
che vivono da sole, persone che altrimenti sarebbe sola,
che non hanno alcun tipo di aiutandola ad inserirsi
relazione sociale, nessun amico, piano piano… È lo stile
nessun parente, sono totalmente dell’accoglienza che il
soli; poi abbiamo il gruppo di Signore ci ha insegnato!
coloro che vivono soli, che non
hanno parenti prossimi ma che
hanno una rete sociale molto
forte che può fare qualcosa e
che li aiuta in qualche modo
a sopravvivere. Ed è davvero
molto più semplice aiutare
questo secondo tipo di persone!
Perché loro sanno come stare in
relazione, come chiedere aiuto,
come riceverlo, dove cercare
un sostegno…
Ma chi non ha questa rete…
Queste persone non sanno come

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I «santi segni» dell’Avvento per la comunità cristiana, e
per ogni vita spirituale, sono essenzialmente quelli liturgici:
l’ascolto della Parola di Dio: l’Eucarestia connotata da
particolare tensione d’attesa; la celebrazione del sacramento
della Penitenza, che ridona il candore battesimale.
Nella preghiera comune in famiglia, come ambientazione,
preparazione ed estensione della vita liturgica, suggeriamo la
pratica della cosiddetta «Corona di Avvento»1.

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Alla preghiera comune si uniscano la collocazione della
cosiddetta “corona d’Avvento” e un gesto concreto di
solidarietà fraterna.
Collocata al centro della tavola, la corona è segno di
vittoria: a Natale, Cristo, luce del mondo, trionfa sulle
tenebre del peccato e illumina la notte dell’uomo.
La corona viene intrecciata con rami di abete bianco, il
sempreverde che richiama la speranza portata dal Signore
vivente per sempre in mezzo agli uomini.
Questa speranza, per trovare compimento, esige una
conversione all’amore, cominciando dalla propria
famiglia per aprirsi alle famiglie vicine e al mondo.

I quattro ceri, da accendere uno per settimana, sono il


simbolo della luce di Gesù che si fa sempre più vicina e
intensa: la piccola comunità della famiglia l’accoglie con

1 - LA FAMIGLIA IN PREGHIERA - Sussidio per pregare,


a cura dell’Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza Episcopale
Italiana, 1994, pp 105-115.

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gioia nella preghiera e nella vigilanza, con un itinerario
spirituale che coinvolge piccoli e grandi.

Mamma
Siamo riuniti per cominciare il tempi d’Avvento:
quattro settimane in cui ci prepariamo ad accogliere
Dio che viene in mezzo agli uomini,
e a renderci più accoglienti gli uni verso gli altri.

T. Vieni, Signore Gesù!

Un figlio
Signore, siamo impazienti di festeggiare
il tuo Natale.
Aiutaci a prepararci bene, con segni
di accoglienza,
di servizio e di condivisione.
Allora, quando verrai,
ti presenteremo come regalo tutto quanto
avremo detto e fatto durante l’Avvento.

L. Dal vangelo secondo Matteo 24,42


Vegliate dunque, perché non sapete in quale
giorno il Signore vostro verrà.

Il papà benedice la corona d’Avvento con queste parole:

Benedetto sii tu, Signore che sei la luce.


Aiutaci a preparare la venuta di tuo Figlio
che ci fa passare dalle tenebre
alla tua ammirabile luce.

Il figlio più grande accende la prima candela.


Un figlio
Padre buono, rendici pronti
ad accogliere Gesù,
la tua Parola vivente.

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Fà che viviamo questo tempo di Avvento


nella gioiosa attesa del tuo Figlio,
che mandi a noi
perché sia luce sulla nostra strada
e ci liberi da ogni paura.
Converti il nostro cuore
perché con la testimonianza della vita
possiamo portare la tua luce
ai nostri fratelli.

Insieme:

T. Padre nostro.

Papà
La luce del Signore risplenda su di noi,
ci accompagni in questo tempo
perché la nostra gioia sia piena.

T. Amen.

Per la seconda, terza e quarta domenica di Avvento,


prima di accendere la rispettiva candela, il papà (o il
figlio) può invitare alla preghiera con queste parole:

Accendiamo oggi la seconda (terza, quarta)


candela della corona di Avvento.
Impegniamoci a vivere giorno per giorno
l’attesa di Gesù.
Con la nostra vita prepariamo la strada al Signore
che viene nella gioia e nella carità verso i fratelli.
T. Amen.

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L. Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 13,11-12
È ormai tempo di svegliarvi dal sonno,
perché adesso la nostra salvezza è più vicina
di quando diventammo credenti.
La notte è avanzata,
il giorno è vicino.
Perciò gettiamo via le opere delle tenebre
e indossiamo le armi della luce.

G. Preghiamo.

Breve silenzio di preghiera.

Il tuo aiuto, o Padre,


ci renda perseveranti nel bene
in attesa del Cristo tuo Figlio;
quando egli verrà e busserà alla porta,
ci trovi vigilanti nella preghiera,
operosi nella carità fraterna,
esultanti nella lode.
Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

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L. Dalla prima lettera ai Corinzi 4,5
Non vogliate perciò giudicare
nulla prima del tempo,
fino a quando il Signore verrà.
Egli metterà in luce i segreti delle tenebre
e manifesterà le intenzioni dei cuori;
allora ciascuno riceverà da Dio la lode.

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G. Preghiamo.

Breve silenzio di preghiera.

Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe,


Dio della salvezza,
compi ancor oggi le tue meraviglie,
perché nel deserto del mondo
camminiamo con la forza del tuo Spirito
verso il regno che deve venire.
Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

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L. Dal vangelo secondo Matteo 3,1-3
In quei giorni venne Giovanni il Battista e
predicava nel deserto della Giudea dicendo:
«Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».
Egli infatti è colui del quale aveva parlato il
profeta Isaia quando disse: Voce di uno che
grida nel deserto: Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!

G. Preghiamo

Breve silenzio di preghiera.

Noi ti lodiamo e ti benediciamo, o Signore,


che doni alla nostra famiglia
la grazia di rivivere i tempi
e gli eventi della salvezza.
Ci illumini e ci guidi la sapienza del tuo Spirito,
perché anche la nostra casa

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sappia attendere e accoglier il tuo Figlio che viene.

T. Benedetto nei secoli il Signore.

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L. Dal vangelo secondo Luca 1,39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta
verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria,
il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta
fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran
voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto
il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che
la madre del mio Signore venga da me? Ecco,
appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il
bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo.
E beata colei che ha creduto nell’adempimento di
ciò che il Signore le ha detto».

G. Preghiamo

Breve silenzio di preghiera.

Padre d’immensa misericordia,


che nel grembo verginale di Maria
hai posto la dimora dell’eterna sapienza,
Cristo tuo Figlio,
concedi alla nostra famiglia,
per la grazia del tuo Spirito,
di essere luogo santo
in cui la tua Parola di salvezza oggi si compie.
A te la gloria e a noi la pace.

T. Amen.

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35(*+,(5$'$9$17,
$/35(6(3(
Nelle feste del Natale e dell’Epifania di Gesù la comunità
cristiana celebra il mistero del Figlio di Dio che si fa uomo
per noi e viene annunciato come Salvatore: al suo popolo, nella
persona dei pastori; a tutte le genti, nella persona dei Magi.
In casa, davanti al presepe ornato che rappresenta la scena
della natività e prima di scambiare i doni e i regali, la famiglia
prega Gesù e manifesta la sua gioia.

L. Dal vangelo secondo Luca 2,10-14


L’angelo disse ai pastori: «Non temete: ecco,
vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto
il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato
per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.
Questo per voi il segno: troverete un bambino
avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine
dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra
pace agli uomini, che egli ama».

G. Preghiamo.

Breve silenzio di preghiera.

Gesù Salvatore,
nuovo sole che sorgi nella notte di Betlemme,
rischiara la nostra mente,
riscalda il nostro cuore,
perché comprendiamo il vero e il bene
come splende ai tuoi occhi,
e camminiamo nel tuo amore.
Il tuo Vangelo di pace

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giunga sino ai confini della terra,
perché ogni uomo
si apra alla speranza di un mondo nuovo.

T. Venga il tuo regno, Signore.

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(3,)$1,$*(11$,2
L. Dal vangelo secondo Luca 2,15-16
I pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo
dunque fino a Betlemme, vediamo questo
avvenimento che il Signore ci ha fatto
conoscere». Andarono, senza indugio,
e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino,
adagiato nella mangiatoia.

Oppure:

Dal vangelo secondo Matteo 2,10-11


Al vedere la stella, i Magi provarono una
gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il
bambino con Maria sua madre, si prostrarono
e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli
offrirono in dono oro, incenso e mirra.

G. Preghiamo.

Breve silenzio di preghiera.

Signore Gesù, noi ti vediamo bambino


e crediamo che tu sei il Figlio di Dio
e il nostro Salvatore.
Con Maria, con gli angeli e con i pastori
noi ti adoriamo.

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Ti sei fatto povero


per farci ricchi con la tua povertà:
concedi a noi di non dimenticarci mai
dei poveri e di tutti coloro che soffrono.
Proteggi la nostra famiglia,
benedici i nostri piccoli doni,
che abbiamo offerto e ricevuto,
imitando il tuo amore.
Fa’ che regni sempre tra noi
questo senso di amore
che rende più felice la vita.
Dona un buon Natale a tutti, o Gesù,
perché tutti si accorgano che tu oggi sei venuto
a portare al mondo la gioia.

T. Amen.

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',*(6Õ0$5,$(*,86(33(
L. Dal vangelo secondo Matteo 2,21.23
Giuseppe si alzò, prese il bambino e sua madre
e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret.

G. Dio, dal quale proviene ogni paternità


in cielo e in terra,
Padre, che sei Amore e Vita,
fa’ che ogni famiglia umana sulla terra diventi,
mediante il tuo Figlio, Gesù Cristo,
“nato da donna”,
e mediante lo Spirito Santo,
sorgente di divina carità,
un vero santuario della vita e dell’amore
per le generazioni che sempre si rinnovano.
Fa’ che la tua grazia guidi

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i pensieri e le opere dei coniugi
verso il bene delle loro famiglie
e di tutte le famiglie del mondo.
Fa’ che le giovani generazioni
trovino nella famiglia
un forte sostegno per la loro umanità
e la loro crescita nella verità e nell’amore.
Fa’ che l’amore,
rafforzato dalla grazia del sacramento
del matrimonio,
si dimostri più forte di ogni debolezza
e di ogni crisi, attraverso le quali, a volte,
passano le nostre famiglie.

Fa’, infine, te lo chiediamo


per l’intercessione della Santa Famiglia di Nazaret,
che la Chiesa in mezzo a tutte
le nazioni della terra possa compiere
fruttuosamente la sua missione nella famiglia
e mediante la famiglia.
“Tu sei...” la Vita, la Verità e l’Amore,
nell’unità del Figlio e dello Spirito Santo.

T. Amen.

Oppure:

L. Dal vangelo secondo Luca 2,51-52


Gesù scese con loro e venne a Nàzaret e stava
loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte
queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva
in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli
uomini.

G. O Santa Famiglia di Nazaret,


comunità d’amore di Gesù, Maria e Giuseppe,
modello ideale di ogni famiglia cristiana,

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1$7$/(

a te affidiamo le nostre famiglie.


Apri il cuore di ogni focolare domestico alla fede,
all’accoglienza della Parola di Dio,
alla testimonianza cristiana,
perché diventi sorgente
di nuove e sante vocazioni.
Disponi le menti dei genitori
affinché con carità sollecita,
cura sapiente e pietà amorevole,
siano per i figli guide sicure
verso i beni spirituali ed eterni.
Suscita nell’animo dei giovani
una coscienza retta ed una volontà libera,
perché, crescendo in “sapienza, età e grazia”,
accolgano generosamente
il dono della vocazione divina.

Santa Famiglia di Nazaret,


fa’ che noi tutti,
contemplando e imitando la preghiera assidua,
l’obbedienza generosa,
la povertà dignitosa
e la purezza verginale vissuta in te,
ci disponiamo a compiere la volontà di Dio
e ad accompagnare con previdente delicatezza
quanti tra noi sono chiamati
a seguire più da vicino il Signore Gesù,
che per noi “ha dato se stesso”.

T. Amen.

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[1 gennaio, Capodanno]

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L. Dalla lettera agli Ebrei 13,8
Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!

G. Preghiamo.

Breve silenzio di preghiera.

O Dio, principio e sorgente di ogni benedizione,


ricevi dalle mani della Vergine Maria
il ringraziamento e la supplica di questa tua
famiglia: concedi a noi il perdono per il passato,
la buona volontà per il presente, la provvidenza
per il futuro; disponi opere e giorni nella tua pace
e donaci per tutto l’anno vita e salute.

T. Amen.

Oppure:

G. Il Signore ci benedica e ci protegga.


T. Amen.

G. Faccia risplendere il suo volto su di noi


e ci doni la sua misericordia.
T. Amen.

G. Rivolga su di noi il suo sguardo e ci doni la sua pace.


T. Amen.

G. Dio, sorgente e principio di ogni benedizione,


disponga opere e giorni nella sua pace
e ci doni per tutto l’anno vita e salute.
T. Amen.

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PRIMA DEL PASTO

G. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

T. Amen.

A questo punto uno dei presenti proclama una breve lettura:

L. Ascoltate la parola di Dio


dalla lettera agli Ebrei. (13, 1-2)

L’amore fraterno resti saldo. Non dimenticate


l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno
accolto degli angeli.

Oppure:

Ascoltate la parola del Signore


dal Vangelo secondo Matteo. (6,31.32-33)

Non preoccupatevi dicendo:


“Che cosa mangeremo? Che cosa berremo?

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Che cosa indosseremo?”.
Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani.
Il Padre vostro celeste, infatti,
sa che ne avete bisogno.
Cercate invece,
anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia,
e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.

G. Preghiamo.

Tutti pregano per qualche momento in silenzio.

G. O Dio, Padre di misericordia,


che, per ridonarci la vita,
hai voluto che il tuo Figlio
rivestisse la nostra umanità,
benedici noi e questi tuoi doni,
e fa’ che attendiamo con cuore libero e ardente
la venuta del Cristo nella gloria.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

T. Amen.

Oppure:

G. Salga a te la nostra lode, o Padre,


e scenda la tua benedizione su questo cibo
che ci sostiene nel cammino
verso l’incontro con il tuo Figlio;
fa’ che in questo tempo di attesa
si accenda in noi
il desiderio di te e del tuo Regno.
Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

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DOPO IL PASTO

G. Viviamo con sobrietà, giustizia e pietà Cfr Tt 2 12-13


in questo mondo.

T. Nell’attesa della beata speranza


e della venuta del Signore Gesù,
nostro Salvatore.

G. Preghiamo.

Tutti pregano per qualche momento in silenzio.

G. Ti ringraziamo, Dio onnipotente,


perché ci hai nutriti con i doni
della tua provvidenza;
concedi a noi, con le energie del corpo,
un rinnovato vigore dello spirito.
Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

Oppure:

G. Grazie, Padre buono,


per averci riuniti a questa tavola fraterna;
veglia su tutti noi,
perché procediamo
con alacrità di spirito
nella ricerca gioiosa del tuo regno.
Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

Oppure:

G. Ti ringraziamo, Signore nostro Dio,

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che guardando all’umiltà di Maria tua serva,
hai colmato di beni gli affamati;
con lei vogliamo riporre in te
tutta la nostra fiducia,
sicuri che non resteremo mai delusi.
Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

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PRIMA DEL PASTO

G. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

T. Amen.

A questo punto uno dei presenti proclama una breve lettura:

L. Ascoltate la parola di Dio


dalla prima lettera di san Paolo apostolo
ai Tessalonicesi. (5,16-18)

Siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni


cosa rendete grazie; questa infatti è volontà di Dio in
Cristo Gesù verso di voi.

Oppure:

L. Ascoltate la parola di Dio


dalla lettera di san Paolo apostolo
agli Efesini. (5,18b-20)

Siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi


fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e B

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35(*+,(5$,172512$//$0(16$

inneggiando al Signore con il vostro cuore, rendendo


continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel
nome del Signore nostro Gesù Cristo.

G. Preghiamo.

Tutti pregano per qualche momento in silenzio.

G. Benedetto sei tu, Signore Dio,


che nella verginità feconda di Maria
hai portato a compimento l’attesa dei poveri;
concedi a noi con la stessa fede della Vergine Madre
di riconoscere il tuo Figlio presente nei nostri fratelli.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

T. Amen.

DOPO IL PASTO

G. Il Verbo si è fatto carne. Alleluia. Cfr Gv 1,14

T. È venuto ad abitare in mezzo a noi. Alleluia.

G. Preghiamo.

Tutti pregano per qualche momento in silenzio.

G. Padre santo, nell’incarnazione del Verbo


un bambino è nato per noi,
un figlio ci è stato donato:
aiutaci a non chiuderci in noi stessi,
ma ad aprirci agli altri,
perché sia saziata ogni fame del corpo e dello spirito.
Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

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Oppure:

G. Ti ringraziamo, Padre santo,


che hai mandato il tuo Verbo
a condividere la nostra condizione umana
e a farsi nostro cibo e commensale.
Confermaci nel tuo servizio,
perché diventiamo segno della tua provvidenza
per i poveri del mondo.
Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

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AVVISO AI LETTORI

A partire dal prossimo tempo di Quaresima-Pasqua


2011 il Sussidio Unitario CEI sarà disponibile
solamente in formato elettronico nel sito ufficiale della
Conferenza Episcopale Italiana: www.chiesacattolica.it

© Periodici San Paolo


Stampa: ROTOLITO LOMBARDA SPA - PIOLTELLO - MI - 2010

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