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Parrocchia S. Eustachio, via Quintino Di Vona, Pastena-Salerno Centralino: 089 334484 redazione@parrocchiasanteustachio.

it
Anno 2 – Numero 3
Aprile 2021

di don Roberto De Angelis

di Nello Senatore

Il giorno di Pasqua è il centro Don Alfonso, l’immortale!


della fede cristiana, scrive San Sì, avevo questa certezza, che si è
Paolo: «Se Cristo non è risorto, frantumata il 26 febbraio alle ore
vuota allora è la nostra 07:00. La ragione rigida e fredda
predicazione, vuota anche la mi faceva intravedere il passaggio
vostra fede». alla vita del Cielo, il cuore
Il tempo pasquale è attraversato procedeva in altra direzione…
dal canto gioioso dell’Alleluia e a pag. 5
dalle parole della Scrittura:
Non temete! pag. 2
«Dov’è, o morte, la tua vittoria?».
Don Alfonso pag. 5
Esse esprimono il canto e… Quartiere pag.12
a pag. 2 Attualità pag.14
2

Non temete!
di don Roberto De Angelis

Il giorno di Pasqua è il centro della fede cristiana, scrive San Paolo: «Se Cristo non è risorto, vuota allora è la
nostra predicazione, vuota anche la vostra fede».
Il tempo pasquale è attraversato dal canto gioioso dell’Alleluia e dalle parole della Scrittura: «Dov’è, o morte, la
tua vittoria?». Esse esprimono il canto e il grido che hanno squarciato il silenzio del Sabato Santo.
Lodate Dio, questo significa la parola aramaica Alleluia. Per capirne la portata dovremmo immaginare di essere
idealmente sulle rive del Mar Rosso, quando Israele gridò di lode al Dio fedele che in modo mirabile conduceva
il popolo eletto verso la terra dei Padri.
Isacco il Siro ripeteva spesso che il solo e vero peccato è rimanere insensibili alla risurrezione. Parole sacrosante e
quanto mai attuali e utili a smuovere l’apatia, la tristezza che purtroppo contraddistingue la vita di tanti cristiani.
La Pasqua è la misura della fede, della speranza e della carità di ogni cristiano.
La morte non è più l’ultima parola della vita umana, ogni sorta di preoccupazione infatti è stata definitivamente
sconfitta dalla risurrezione.
Nel tempo pasquale è di grande consolazione l’espressione che il Risorto ripete spesso: non temete. Sono le parole
rassicuranti di Gesù alla sua Chiesa in cammino e come comunità cristiana vogliamo farle sempre più nostre,
vogliamo sentirle rivolte a noi sia come comunità che come singoli.

Il Signore è veramente risorto. Alleluia! Alleluia!


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PROGRAMMA LITURGICO SETTIMANA SANTA
Domenica delle Palme
SABATO 27 MARZO S. MESSA ORE 18.00 (cambio ora)

DOMENICA 28 MARZO S. MESSE ORE 8.30, 10.00, 11.30, 19.00.

Durante tutte le Messe ci sarà la benedizione dei rami d’ulivo.

NB A causa delle norme anti COVID non è possibile il tradizionale


scambio dei rami d’ulivo.

Sacramento della Riconciliazione: mezz’ora prima delle Messe nell’aula confessioni.

LUNEDÌ 29 MARZO S. MESSA ORE 19.00

MARTEDÌ 30 MARZO S. MESSA ORE 19.00

LITURGIA PENITENZIALE CON CONFESSIONE INDIVIDUALE ORE 19.45

MERCOLEDÌ 31 MARZO PULIZIA CHIESA E ALLESTIMENTO ALTARE ORE 17.00

a causa delle norme anti Covid, quest’anno, non è possibile portare


né fiori né grano

SANTA MESSA CRISMALE IN CATTEDRALE ORE 18.00

(IN DIRETTA SU TELEDIOCESI, CANALE N. 73).

GIOVEDÌ 1° APRILE MESSA IN COENA DOMINI ORE 19.00

ADORAZIONE COMUNITARIA ORE 20.00

VENERDÌ 2 APRILE UFFICIO DELLE LETTURE E LODI MATTUTINE ORE 9.00

Digiuno e astinenza MARIA SOTTO LA CROCE ORE 14.30

PASSIONE DEL SIGNORE ORE 19.00,


a seguire VIA CRUCIS COMUNITARIA
SABATO 3 APRILE VEGLIA PASQUALE ORE 20.00
DOMENICA 4 APRILE PASQUA DEL SIGNORE S. MESSE ORE 8.30, 10.00, 11.30, 19.00

Ogni mattina alle ore 9.00 celebrazione Lodi mattutine.


I sacerdoti sono a disposizione per le confessioni: ORE 9.30-12.00 e 16.30-20.00.
Tutto nel rispetto delle norme anti COVID.
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Insieme… ce la faremo!
In questo periodo in cui si vive una “vita sospesa” la Tante famiglie giovani non riescono più a saldare il ca-
Caritas Parrocchiale, con il centro di ascolto e con la none di locazione ed in aumento sono anche le richie-
distribuzione di viveri e vestiario offre, ove possibile, ste di aiuto per il pagamento di utenze. Al centro
un supporto alle persone che oggi, più di ieri, risentono ascolto si rivolgono principalmente le donne perché
il disagio della crisi. Sono aumentate le fragilità sociali l’uomo, che ha casomai perso il lavoro, non riesce ad
preesistenti e, al contempo, sono emerse nuove criti- affiancare fisicamente la compagna di vita nella richie-
cità: quelle delle persone che vivono difficoltà mai vis- sta di aiuto.
sute prima. Tutti, in misura maggiore o minore, su- In questa situazione di grave emergenza, ci è gradito
biamo, con impotenza e paura, gli effetti della crisi so- esprimere un vivo ringraziamento all’intera comunità
ciale ed economica che imperversa attualmente. parrocchiale per la sensibilità e per la partecipazione,
Questi effetti tangibili della pandemia si riflettono sulle con cui, soprattutto ogni seconda domenica del mese,
persone che si rivolgono al centro ascolto. Il numero risponde presente alle nostre richieste, portando segni
degli assistiti è raddoppiato rispetto allo scorso anno e d’affetto per i bisognosi della comunità.
accogliamo molte persone che abitualmente non si ri- Grazie di cuore.
volgevano alla Caritas. Caritas Parrocchiale

LA BUONA SPIGA COME


UNA FAMIGLIA… ALLARGATA!
Rieccoci! Il nutrito e variegato gruppo famiglia filosofia, antropologia e teologia
della parrocchia si ripropone a voi, questa volta rinfol- sempre all’insegna della fede, cu-
tito di una carinissima novità: le coppie del corso pre- rata da don Nello; successivamente,
matrimoniale. Sì, proprio così! Il gruppo famiglia ha attraverso testimonianze di vita
accolto dodici coppie che hanno deciso di iniziare la concreta, si apre il dibattito o si
propria vita insieme mettendo al centro Gesù che, svolge altra attività di gruppo. In
come ben si intende, fa la differenza! Queste giovani Quaresima abbiamo riflettuto su
coppie, spinte da profonde riflessioni, hanno deciso di questo tempo particolare che
promettersi davanti a Dio amore eterno, non perché stiamo vivendo: unico, inaspettato, ma pur sempre
“costrette” dalla famiglia di origine, ma per scelta pro- con un senso ed un significato da ricercare alla luce
pria e consapevole. E allora ogni sabato, dal mese di della Parola. E allora, come prepararci alla Santa Pa-
ottobre, alle ore 21:00 il gruppone si riunisce on line squa? Sicuramente con un cuore nuovo, puro e
sulla piattaforma Google Meet. gioioso, così come Gesù vuole che sia, abbandonan-
Durante queste serate, vi è una prima parte di pura ca- doci come sempre alla Sua volontà.
techesi su argomenti di attualità conditi con pillole di Gruppo Famiglia
Don Alfonso:
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il sacerdote “senz’altro” Biografia di don Alfonso


Don Alfonso, l’immortale! Sì, avevo questa certezza, che si è
frantumata il 26 febbraio alle ore 07:00. La ragione rigida e fredda mi
faceva intravedere il passaggio alla vita del Cielo, il cuore procedeva
in altra direzione, l’affetto batteva l’intelletto in modo inesorabile.
Don Alfonso, l’uomo del “senz’altro”; infatti, ogni qualvolta gli
veniva chiesto aiuto, la risposta era sempre la stessa “senz’altro”. Un
sacerdote pertinace nel fare il bene, nell’avere a cuore il bene della
comunità, spesso rimettendoci tempo, soldi e fatica, nonostante la
delusione per una umanità a volte bacata. Nulla scoraggiava il
guerriero: bisogna riprendere. Ancora con coraggio in campo: soldi,
fatica e tempo. Una ciclicità che spaventa, una costanza inossidabile.
Oltre 50 anni sulla cresta dell’amore per Dio e per gli altri, tanto da
trascurare se stesso per dare spazio agli altri. Dio e la comunità hanno
rappresentato le due stelle guida della sua vita sacerdotale. La
costruzione della nuova chiesa, non un vezzo, ma la consapevolezza
che il territorio di Sant’Eustachio era ormai cresciuto dai 380 abitanti
fino ad arrivare ai 10.000 e che una piccola chiesa non avrebbe potuto
soddisfare le esigenze di tutti. Un impegno, quello della costruzione
della chiesa, che lo ha coinvolto fino allo stremo delle sue forze. Dio,
la comunità, e l’affetto della sua famiglia, presenti sul territorio o
abitanti a Nord della nostra Italia erano la sua forza. Era seguito,
amato, aiutato. I suoi diletti nipoti non lo hanno mai trascurato,
sempre pronti al suo fianco. Don Alfonso è stato un gigante con
l’aiuto di Dio e con l’affiancamento dei parenti e dei tanti amici. Sì, Nato a Salerno il 3 marzo 1940, stu-
titanico sempre, nonostante gli anni, prudente, ma senza paura ha diò presso il Pontificio Seminario Re-
voluto vivere fino alla fine dei suoi giorni in questo mondo con la gionale di Salerno e fu ordinato sacer-
veemenza dell’amore verso l’umanità. Ringrazio Dio e con me don dote nella Cattedrale di Salerno il 29
Emanuele e don Roberto per aver vissuto questi anni insieme a lui; giugno 1965 da Monsignor Demetrio
pur con le differenze teologiche e pastorali, abbiamo, con sano Moscato.
equilibrio e spinti dall’amore, onorato don Alfonso, cedendo su molti Nel suo ministero fu inizialmente vi-
punti, consapevoli che ciò che conta è l’unità frutto di un amore cario parrocchiale della Parrocchia S.
grande. Don Alfonso continua a vivere e dal Cielo continuerà, ogni Maria della Porta e S. Domenico in
qualvolta gli chiediamo un aiuto, a dire “senz’altro”. Salerno e poi Parroco di S. Eustachio
L’occasione ci è gradita per dire grazie a tutti, all’arcivescovo Andrea in Pastena di Salerno, dal 1966 al
Bellandi, ai sacerdoti, alla comunità, agli amici per aver 2016. Il 1° giugno 2016, dimessosi da
accompagnato don Alfonso nella Patria del Cielo. Parroco, fu nominato vicario parroc-
Don Nello chiale della stessa comunità che
aveva servito per cinquant’anni.
Nel suo lungo ministero fu anche As-
sistente diocesano dell’Azione Catto-
lica Ragazzi, Incaricato diocesano
per la Promozione del Sostegno eco-
nomico alla Chiesa; Segretario e poi
Presidente dell’ANSPI, Segretario
Provinciale e Delegato diocesano
della FACI; Referente diocesano per
la Fondazione S. Giuseppe Moscati.
Si spense nel mattino del 26 febbraio
2021 presso l’Ospedale S. Giovanni
di Dio e Ruggi d’Aragona a seguito di
complicazioni respiratorie e cardiolo-
giche dovute al contagio da Covid-19.
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“Un uomo piccolo, dal cuore grande”


La parola di Dio ci è di conforto in questo tri-
ste momento di dolore e di rimpianto in cui ci lascia
una persona amata che ha dedicato la sua vita a Dio
e agli uomini. La parola di Dio è luce e ci permette
di identificare questo momento con quella che è la
speranza cristiana, rappresentata dalla certezza che
Cristo risorto dai morti vivrà per sempre, e la morte
non avrà più potere su di Lui […].
Insieme al Signore camminiamo in una vita nuova;
insieme a lui nella morte, con lui risorgeremo.
Gli antichi dicevano che il cristianesimo libera da
due schiavitù: quella del peccato, rappresentata da
errori, falsità e menzogna e quella della morte […].
Ed è proprio la paura della morte che spesso ci
spinge a cerca forme illusorie che ci danno l’impres-
sione effimera di distrarci dalla morte stessa.
Il sacerdote risponde alla chiamata del Signore per
essere testimone, presso i suoi fratelli, della spe-
ranza rappresentata dalla vittoria della vita sulla
morte, del perdono sul peccato.
La profezia di Isaia ha iniziato a compiersi con la
venuta del figlio di Dio fatto uomo che, col suo sa-
crificio pasquale, è passato attraverso la morte,
come tutti gli uomini, per poi essere richiamato dal
Padre alla vita. Questa profezia si realizzerà total-
mente alla fine dei giorni: Dio ci ha donato la vita e
ce la ridonerà in pienezza con la resurrezione. […].
Don Alfonso è stato un uomo piccolo, ma dal cuore
grande, un uomo con un’instancabile volontà di do-
narsi, di prendersi cura dei bisognosi.
Quando, dopo cinquant’anni, ha dovuto lasciare il
suo incarico di parroco, non si è messo a riposo,
bensì ha continuato a testimoniare il Vangelo dedi-
candosi al prossimo.
Il dolore per la perdita di don Alfonso viene miti-
gato dalla certezza che il Signore lo attende a brac-
cia aperte e lo ricompenserà dicendogli: “Bravo,
servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti
darò autorità su molto, perché mi hai dato da man-
giare, mi hai dato da bere, sei venuto a visitarmi, sei
venuto a ristorare le mie pene, perché tutte le volte
che lo hai fatto a uno dei miei fratelli più piccoli lo
hai fatto a me.
Questo è il traguardo a cui don Alfonso è giunto,
questa è la meta per cui ha vissuto. Ogni sacerdote
spende la vita dedicandosi totalmente ai fratelli e
alle sorelle, ricambiando la carità ricevuta da un Dio
che spalanca le porte su una vita che non muore.
Affidiamo don Alfonso alla misericordia di Dio e a
Maria che come tutte le mamme saprà accogliere
con dolcezza e tenerezza questo suo figlio che torna
a casa.

(Stralci dell’omelia dell’Arcivescovo di Salerno,


Andrea Bellandi, al rito funebre per don Alfonso)
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Don Alfonso, una bella famiglia


“Quanto mi è caro, non lo lascerei mai” questa la frase con cui mia
mamma Rosetta, la sorella di don Alfonso, concludeva le telefonate
avute negli ultimi mesi con il fratello. Erano telefonate belle in cui i
due si parlavano di tante cose della loro vita, di ciò che accadeva nel
mondo e della fede. A dire il vero, ho sempre visto negli zii, fratelli e
sorelle di Don Alfonso, una vita in cui la fede era il fondamento dell'e-
sistenza ed era vissuta concretamente. Sicuramente un dono, tra-
smesso attraverso i genitori, i nonni Emilia ed Umberto Santamaria.
Ricordo ancora la nonna quando, dopo pranzo, ogni giorno, andava
in camera sua a recitare il S. Rosario. Inoltre, amava frequentare la S.
Messa quotidianamente, abitudine che aveva fin da quando i figli
erano piccoli, e don Alfonso bambino la accompagnava nella chiesa
di San Leonardo, dove si metteva a servizio dell'altare sotto la guida di don Peppino. Probabilmente proprio lì,
in quella chiesa, avrà sentito la "chiamata del Signore", alla quale ha risposto con generosità, donando la sua
vita a Dio e alla Chiesa. Di sé diceva: "Prima viene il Sacerdote e poi l'uomo" E così è stato. Una famiglia unita
da profondo affetto e dalla gioia dello stare insieme. Una famiglia che ha creduto nei valori grandi della vita, di
cui don Alfonso si è sempre fatto promotore e difensore. Lo ammiravo e lo stimavo. Mi piaceva ascoltarlo
quando spiegava la Parola e indicava la strada del Vangelo, senza fare sconti; lo ascoltavo incantata quando
raccontava in modo semplice e chiaro i grandi episodi della
storia, di cui era appassionato, e anche quando raccontava
le "storielle" che ci facevano tanto ridere. Nelle rare occa-
sioni in cui veniva a stare con noi a Vittuone (pochi giorni,
perché aveva sempre tanto da fare) lo aspettavo con trepi-
dazione e pregustando i momenti che avremmo trascorso
insieme: mi trasmetteva un senso di pace e di serenità che
mi faceva tanto bene e che non ritrovavo in nessun altro.
Tutti i parenti venivano a trovarlo, anche quelli che abita-
vano lontano. Lui al centro e noi intorno, come quando ci
si avvicina ad un focolare per scaldarsi. Uno zio, una
guida, massima espressione di una bella famiglia. Michele, Maria, Teresa, Angela, Franco, Rosa, don Alfonso
e Antonio: una testimonianza di vita piena che mi è servita in passato e ancora oggi quando devo compiere delle
scelte importanti. Da lui e dagli zii ho imparato ad avere rispetto verso ogni persona, ad essere accogliente, a
vivere la carità cristiana, a seguire gli insegnamenti della chiesa, a camminare con coraggio e fiducia nelle diffi-
coltà. Mi hanno insegnato a credere che Dio interviene nella nostra vita e può trasformare le situazioni difficili
in bene. Quante volte mi sono sentita dire: "Prega che la Madonna ti aiuta".
Don Alfonso, sacerdote e uomo, uno zio speciale. Una bella famiglia.
Una presenza che accompagna le mie giornate.
La nipote Monica

Don Alfonso: un calcio all’usura!


“L’usura umilia e uccide. È un male antico e pur- oltre venticinque anni fa, a rivolgersi a Padre Massimo
troppo ancora sommerso che, come un serpente, Rastrelli che da qualche anno aveva fondato a Napoli
strangola le vittime”. Le conseguenze di questo antico la Fondazione Antiusura San Giuseppe Moscati, nella
male che papa Francesco così denuncia in un’udienza convinzione che il fenomeno dell’usura non poteva es-
del febbraio 2018, don Alfonso, nei suoi anni di atti- sere affrontato con interventi saltuari ma con alle
vità pastorale, le ha constatate di persona accompa- spalle una struttura ben organizzata e persone compe-
gnando le difficoltà, la disperazione e la paura di tante tenti in ambito bancario e commercialistico. Insieme,
vittime. Non a caso, tra le prime a tributargli un ul- con il beneplacito dell’allora Arcivescovo Mons. Ge-
timo saluto presso la camera ardente sono state pro- rardo Pierro, hanno costituito la sezione di Salerno
prio tante persone da lui aiutate, come quell’uomo della Fondazione, che don Alfonso, in tutti questi
salvato dal suicidio, ora sessantunenne, che grazie al anni, ha curato come assistente spirituale.
mutuo a tasso zero, con firma personale a garanzia di Paola Pedullà
don Alfonso, ancora oggi è imprenditore di se stesso. Addetto stampa
Questo suo percorso umano e pastorale l’ha portato, Sezione di Salerno
Fondazione Antiusura San Giuseppe Moscati
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Don Alfonso Santamaria:


semplicemente un grande prete!
di don Maurizio Giaretti*
Il Signore ha chiesto alla diocesi di Salerno - Campagna - Acerno, alla FACI
e alla Chiesa che è in Italia un grande sacrificio: salutare don Alfonso! Pur
sostenuti dalla Fede e dalla speranza della Vita eterna non possiamo fare a
meno di essere profondamente addolorati per la sua partenza da questo
mondo. Don Alfonso è stato un grande testimone dell’amore di Dio, fornendo
una testimonianza attiva fatta di gesti concreti. Aveva a cuore, come incari-
cato diocesano FACI, il bene di ciascuno dei confratelli della sua amata dio-
cesi, ma anche dei confratelli sparsi in tutta Italia; coltivava le amicizie fra-
terne facendo sentire il suo affetto, interessandosi della salute e delle vicende, tristi o liete, che tessono la trama
dei nostri giorni. Quel sorriso spontaneo e sincero diffondeva serenità e calore umano difficili da dimenticare...
pochi giorni prima del suo ricovero ho ricevuto una sua telefonata... che non dimenticherò mai!!
“Presidè come state? Tutto bene? Mi raccomando, state attento a non ammalarvi… a proposito di questo, che
vogliamo fare come FACI per vaccinare i preti? Vedete voi, io sono sempre a disposizione!” Come dimenticare
tanto affetto...non è possibile! Grazie Don Alfonso per il tuo affetto fraterno e il tuo impegno per i Sacerdoti!
Il Signore Gesù misericordioso e amato ti accolga nella sua gloria, cosi che tu possa ancora essere vicino a
ciascuno di noi con la tua preghiera.
E grazie all’amata diocesi di Salerno Campagna Acerno per averci donato un prete cosi grande, grande
e semplicemente prete! *Presidente Nazionale FACI

DON ALFONSO, PER CINQUANT’ANNI ASSISTENTE


DI AZIONE CATTOLICA
In queste ore si susseguono parole di cordoglio,
di affetto, di ricordi, a dimostrazione che nella vita
non necessariamente bisogna avere una grande al-
tezza, ma è importante essere all'altezza; tu, carissimo
don Alfonsino, con la tua presenza minuta, sei stato
capace, per anni, di coinvolgere una comunità che, da
poche anime, è cresciuta in modo esponenziale. In un
piccolo corpo vi era un grande cervello ed un cuore
immenso. Mai sei venuto meno agli obiettivi che ti
prefissavi; con la tua caparbietà sei riuscito ad edifi-
care una casa del Signore, per accogliere i fedeli ve-
nuti ad abitare numerosi nel quartiere. Sei stato amico
di uomini di potere, così come del più piccolo che ve-
niva a chiedere aiuto. Negli ultimi anni sei stato il no-
stro assistente parrocchiale e durante gli incontri ci stessa alla vita reale, con esempi e anche con aneddoti
coinvolgevi nella lettura della Parola, trasferendo la divertenti. Dopo la malattia di Aurelio hai voluto for-
temente che l'A.C. rimanesse in parrocchia, ti sentivi
coinvolto in ciò che l'associazione rappresenta nel
formare persone laiche che con la loro testimonianza
portano tra la gente l'insegnamento di Cristo. Amavi
ripetere “l'AC è la prima Associazione vicina alla
Chiesa". Tu ed Aurelio, due stelle per la nostra asso-
ciazione, accomunati dal grande amore per l’Azione
Cattolica e che ora, nella gloria di Dio, risplendono
in eterno. Sei stato un sacerdote coinvolgente e at-
tento alle esigenze di ciascuno. Lasci un grande vuoto
nel cuore di ognuno di noi. Con grande gioia ringra-
ziamo il Signore di averti posto sulla nostra strada.
Riposa in pace, carissimo don Alfonsino!!!
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In occasione del Messa del trigesimo, la famiglia di don Alfonso ci ha fatto pervenire questo breve scritto,
letto durante la celebrazione.

Caro don Nello,


innanzitutto, a nome di tutta la famiglia Santamaria, ancora grazie di cuore a lei e alla comunità parrocchiale
che ha sempre voluto bene a don Alfonso e continua a tenere in vita la sua memoria.
Noi, purtroppo, siamo lontani e non potremo esserci di persona in questo evento di grande significato cristiano
e civile.
La prego di portare anche la nostra testimonianza di affetto e vicinanza a voi tutti, ringraziandovi per quanto
ancora state facendo per il caro don Alfonso.
E in memoria sua, noi continueremo ad essere vicini alla vostra comunità cristiana, come facevamo con lo zio
Alfonso, quando ci coinvolgeva nelle sue opere e iniziative.
La prego di tenerci aggiornati per farci sentire a voi vicini, come quando c’era don Alfonso.
Per noi è anche un motivo per ricordare le nostre radici, da dove siamo venuti al mondo, dove è sempre rimasto
il nostro cuore di salernitani.
Un abbraccio virtuale, affettuoso a tutti voi, una prece a don Alfonso e un grazie infinito da tutta la famiglia
Santamaria.
Con riconoscenza
Bruno Santamaria
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Genitore fa rima con Amore


“La famiglia è lo specchio in cui Dio si guarda, e vede i due miracoli più belli che ha fatto: donare la vita
e donare l’amore.”
Prendendo spunto proprio da questa frase di Giovanni Paolo II sulla Sacra Famiglia, vogliamo condividere
con tutti voi, amici de “Il Mantello”, la nostra esperienza di adozione. Avevamo già due bambini, Nicola e
Lucia, quando siamo stati spinti alla ricerca del nostro terzo figlio, Davi. Un bambino cresciuto lontano da noi,
nato da una mamma che aveva deciso di rimanere nell’ombra. Una mamma a cui noi saremo eternamente grati
per averci regalato il tesoro più grande che potesse avere. Siamo stati sostenuti da parenti ed amici in questa
nostra scelta, seguiti ed incoraggiati come figli, in tutte le fasi, da Gerardina e dalla sua grande squadra.
Partimmo per Belo Horizzonte tutti e quattro. Arrivammo all’istituto Oasis accompagnati dalla nostra referente
Devair. Davi ci aspettava seduto su una panchina, solo, rannicchiato tra le sue stesse braccia; era impaurito,
temeva di non piacerci… e invece fu amore a prima vista. Ci stringemmo tutti e cinque con tanta forza e in
quell’abbraccio riconoscemmo il desiderio di Davi di non essere più lasciato. Raccolse le sue cose in un piccolo
zainetto e salutò tutti lasciandosi alle spalle quella casa “vuota” che per troppo tempo lo aveva ospitato. Siamo
rimasti lì all’incirca due mesi e momenti difficili ce ne sono stati. Eravamo entrambi presi da un forte senso di
responsabilità, sia verso Nicola e Lucia che verso Davi. Verso i più grandi sentivamo il bisogno di ristabilire
l‘equilibrio familiare, verso l‘ultimo arrivato dovevamo invece creare quel legame magico che esiste solo fra
genitore e figlio. Tra rimproveri, urla, incomprensioni, giochi, risate, abbracci, baci, ogni giorno che passava
sentivamo sempre più Davi in noi. Oggi nessuno di noi quattro riesce ad immaginare la famiglia senza Davi,
senza il terzo lettino in cameretta, senza il quinto posto apparecchiato a tavola. Siamo genitori felici e non
sentiamo nessuna differenza nell’amore che proviamo verso ognuno dei nostri figli. Ci sentiamo mamma e
papà allo stesso modo verso tutti e tre; sembra che Davi abbia da sempre fatto parte della famiglia, tirato su
anche lui da noi.
Essere genitore è AMARE PER SEMPRE.
Nobile Giorgio e Murolo Anna

Ilmantello
ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO
PER LA FAMIGLIA E L’ADOZIONE - O.N.L.U.S
Via San Domenico, 1 – 84080 - Acquamela di Baronissi
SALERNO - I T A L I A
Tel. 089953638 FAX 0898422490
www.associazioneilmantello.it
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Una meravigliosa esperienza


Mi chiamo Alfonso Avallone e voglio raccontarvi la
mia meravigliosa esperienza. Poco dopo il mio tra-
sferimento in Viale Salvo d'Acquisto, il comune creò
dei giardini che per me rappresentarono una grande
gioia, ma soprattutto fu un bel modo per dare nuovo
splendore al quartiere. Era il 2008 e, con l’aiuto di
altri amici, ci attivammo per tenere in ordine le
aiuole e pulito il quartiere. Dal 2013 il nostro contri-
buto alla comunità diventò intermittente fino al
2020 quando, a causa della pandemia, avemmo più
tempo da dedicare al decoro del rione. Le aiuole, ri-
maste quasi incolte per lungo tempo, avevano biso-
gno di essere curate, e allora, con il mio amico Gen-
naro Bisogno, iniziammo a lavorare per renderle
nuovamente rigogliose e in salute. Grazie al consi-
gliere comunale Rocco Galdi riuscimmo ad ottenere
un permesso per occuparci legalmente delle aiuole,
quindi, armandoci di attrezzi e nuove piantine, ci mettemmo al lavoro. Ed è proprio mentre eravamo intenti
nella nostra opera di giardinaggio che ci accorgemmo di aver catturato l’attenzione di un gruppetto di ragazzi
del quartiere. Ci guardavano con interesse, ma sembravano timorosi di avvicinarsi; malgrado questo, nei loro
sguardi si leggeva l’apprezzamento per quello che stavamo facendo e la voglia di unirsi a noi. Negli occhi di
quei ragazzi vidi spiragli di speranza, il terreno che avevamo reso fertile non era solo quello delle aiuole sotto i
nostri piedi, con le nostre azioni avevamo reso fertile anche il terreno in grado di far crescere cittadini con un
alto senso civico, e quei ragazzi erano la prova che avevamo piantato il seme più importante.
Con loro nacque una splendida collaborazione, un vero e proprio lavoro di squadra il cui motore era il desiderio
di rendersi utili per il bene della comunità. Anche il piccolo Luca di due anni, ogni sera, chiedeva alla mamma
di essere accompagnato presso i giardini; una volta lì
gli davo la pompa con cui accuratamente annaffiava
le aiuole. Per lui rappresentava un gioco, per noi fi-
ducia nel futuro. Poi ci organizzammo per dedicarci
alla pulizia delle strade del quartiere, racimolammo
alcune scope di saggina in modo che ciascuno avesse
la propria, ne reperimmo anche una di plastica, era
ambita da tutti, tanto che la sera, prima di iniziare a
raccogliere i rifiuti per le strade, tra noi si faceva a
gara per conquistare l’attrezzo “prezioso”, ovvia-
mente il tutto si svolgeva in un clima scherzoso e col-
laborativo. A fine lavoro ci capitava di intrattenerci
a chiacchierare presso le panchine e spesso ordina-
vamo una pizza o prendevamo un gelato da man-
giare tutti insieme. I più giovani si assicuravano che
nessuno lasciasse rifiuti in giro e questa premura di-
mostrava il loro grande senso civico e il desiderio di
stimolare anche altre persone a rispettare di più l’ambiente. L’estate scorsa abbiamo deciso di renderci utili
posizionando dei portacenere da palo corredati di una scritta che recita: “Buttare qui le cicche di sigaretta”, i
ragazzi si sono mostrati entusiasti per l’iniziativa, erano orgogliosi di sentirsi parte integrante di azioni atte a
migliorare il posto in cui vivono. Per premiare il loro impegno abbiamo pensato di rilasciare a ciascuno di loro
un attestato di partecipazione che li ha molto gratificati.

L’entusiasmo di quei ragazzi rappresenta un forte messaggio:


“il finale non è già scritto, il lieto fine dipende da noi”.
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Quartiere di S. Eustachio:
due momenti distinti di “ecologia sociale”.
Piazza Salvo D’Acquisto nelle foto superiori
parrocchia S.Eustachio e associazione “Voglio un mondo pulito” nelle foto inferiori
14

Ci sono cose che non si pos-


sono semplicemente raccontare,
perché meritano d’essere osser-
vate con attenzione per apprez-
zarne i particolari! Il diorama è
l’arte di replicare “la realtà in
scala”, senza rinunciare ai detta-
gli. Raccogliere competenza e
tanta passione, richiede tanto
tempo e tanto amore.
Paolo Mariani, dopo anni di espe-
rimenti creativi, ha deciso di por-
tare in visione, alla nostra comu-
nità, la sua grande passione e si
augura che qualcun altro possa
seguire le sue orme.
Buona Visione
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Siamo nel periodo Pasquale e voglio mostrarvi alcune foto di origami (tutti
di mia creazione) inerenti alla passione, alcune le trovate qui, altre nel mio sito, di seguito troverete tanti link
affinché abbiate quante più informazioni possibili!

Iniziamo a piegare qualcosa, ovviamente un modello semplicissimo (mai fare l’errore di partire con un modello
difficile o complicato, perché potreste perdere l’entusiasmo e smettere di piegare).
I procedimenti per piegare un modello sono tre:
1. Dal vivo, con il maestro, ad esempio durante un convegno origamistico.
2. Attraverso un video-tutorial, vedendo esattamente come piega il maestro, metodo molto facile
per iniziare, ma che non vi permetterà mai di migliorarvi oltre un certo livello.
3. Con i diagrammi, disegni che vi guidano passo-passo fino alla realizzazione dell’origami, per far ciò do-
vete prima imparare la simbologia internazionale dell’origami, inizialmente sono un po’ più ostico dei
tutorial, ma poi vi permetterà di acquisire una conoscenza molto ampia. Ottime pieghe!

Il modello che ho deciso di farvi piegare è una semplice “campana segnalibro”, quindi un modello adatto al
periodo Pasquale, qui troverete il tutorial:
https://www.youtube.com/watch?v=xulnX78c_tM&t=10s

Per chi vuole usare i diagrammi (scelta consigliata) prima consultate la tabella dei simboli:
https://www.origamidauria.it/site2016/wp-content/uploads/2021/03/Tabella-simboli.pdf

Infine, qui troverete i diagrammi della campana:


https://www.origamidauria.it/site2016/wp-content/uploads/2016/06/SegnalibroCampana.pdf

Ecco i miei link dove potrete trovare un po’ di tutto sul mondo degli origami:
https://www.origamidauria.it/ Instagram-Facebook: “origamidauria”
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Come ogni anno, ci troviamo nel periodo del clima che diventa più mite, le piante in fiore attirano le prime
api ronzanti e si comincia a parlare della tanto attesa Pasqua. La data precisa della ricorrenza cristiana varia di
anno in anno, a seconda di due elementi precisi: l’equinozio di Primavera e la Luna Piena!
Vediamo dapprima cosa sono questi due fenomeni. Come ben sapete, durante l’anno capitano due giornate in
cui la durata delle ore di luce è uguale a quella delle ore buie. Stiamo parlando dell’equinozio di primavera e
dell’equinozio di autunno i quali, convenzionalmente, scandiscono la transizione delle stagioni (da inverno a
primavera e da estate ad autunno, rispettivamente). Come mai succede ciò? Dovete immaginare che la Terra,
durante il suo giro intorno al Sole, non sempre guarda la nostra stella con la faccia dritta, bensì tende ad inclinarsi
avanti ed indietro, alternando così le stagioni sul nostro pianeta azzurro. Nella figura che segue, potrete vedere
i raggi del Sole che illuminano la Terra durante il solstizio di inverno (sinistra) e durante l’equinozio di prima-
vera (destra).
L’altro elemento fondamentale per il calcolo della Pasqua è la manifestazione della Luna Piena. C’è poco da
dire su questa: quando la Luna, nella sua orbita attorno alla Terra, si trova alle nostre spalle rispetto al Sole,

la vediamo illuminata “in pieno volto”, risultando così piena. Viceversa, quando la Luna si trova tra noi e la
nostra stella ci appare completamente in ombra, descrivendo quindi la fase di Luna Nuova.
Se si ha la fortuna di allineare precisamente Terra, Luna e Sole si possono ammirare le famose eclissi, ma
questa è un’altra storia. Torniamo adesso al calcolo della Pasqua. Ebbene, secondo la convenzione stabilita nel
Concilio di Nicea del 325, la Pasqua cade nella prima domenica che segue il plenilunio (Luna piena) il quale,
a sua volta, è il primo plenilunio successivo all’equinozio di primavera. Troppo articolato? Facciamo un esem-
pio. Quest’anno l’equinozio di primavera è il 20 marzo 2021; subito dopo questa data, la prima Luna piena
disponibile si osserva il 28 marzo 2021. Per quanto il 28 marzo sia di domenica la regola vuole che si vada alla
domenica successiva, ovvero al 4 aprile 2021. Infatti, quest’anno, la Pasqua cade il 4 aprile. In generale, la data
di questa festività può capitare tra il 22 marzo ed il 25 aprile (inclusi).
Mentre trascorrerete questa ricorrenza con i vostri cari, davanti ad una tavola imbandita di pietanze tipiche,
non dimenticate come l’astronomia ed i corpi celesti abbiano profondamente influenzato le nostre tradizioni,
anche quando non si direbbe proprio che sia così. Dalla Parrocchia S. Eustachio e dal Centro Astronomico Neil
Armstrong, i nostri migliori auguri di una serena Pasqua 2021.

A cura di Biagio De Simone,


CANA: Centro Astronomico “Neil Armstrong”, Salerno
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Ciao a tutti,
eccoci qui, come sempre, a parlarvi di Arte.
Questa volta andiamo a monte del dipinto, alla sua ideazione, e a ciò che avviene nella mente dell’Autore.
Ci chiediamo: “Perché l’artista sceglie quel particolare soggetto, perché usa proprio quei colori, quelle luci, ma, soprattutto
quel particolare punto su cui focalizzare in primis ed in definitiva il nostro sguardo?
E cosa intende esprimere con quel “segno”?”.
L’Autore esprime ciò che sente, ciò che già immagina nella sua mente e già vede realizzato prima ancora di
utilizzare matite e colori. Egli vuole emozionarsi ed emozionare!
L’imminente Festa della Santa Pasqua ci stimola a parlare del Cristo Risorto, che squarcia le tenebre ed apre la
“pietra” dell’oscurità.
E, per farlo, facciamo parlare il Dipinto “Resurrezione” del M° Raffaele Graziano (che fa parte di un suo trittico
-Nascita, Morte e Resurrezione -) e l’acquerello di un suo allievo, Enzo De Concilio, “Sepolcro vuoto”.
Il significato dello splendore di luce che avvolge il Cristo nell’ Opera del M° Graziano, dopo aver spostato la
grossa “pietra”, è molto eloquente.
La miriade di colori, di cui è composta quella luce abbagliante che accompagna Cristo nella Sua Ascesa e che
assorbe tutto il nostro sguardo, è il punto clou del Dipinto. Il Maestro Raffaele Graziano ha voluto esprimere con
quell’immenso chiarore tutta la leggerezza del Cristo, Vittorioso sulla morte; e, nel Suo viso, ha voluto esprimere
la dolce consapevolezza di aver aperto a tutti gli Uomini la Vita che non conosce morte, che non conosce fine.
Anche nel delicato acquerello di Enzo De Concilio “Sepolcro vuoto” notiamo la “pietra” spostata di lato: essa
ha perso ormai tutto il suo valore iniziale di copertura del Sepolcro, perché Cristo è Risorto: “Egli non è qui”.
Prima di augurarci una Felice Pasqua, pur nella situazione precaria in cui viviamo, vogliamo anche noi volgere
un affettuoso e grato pensiero al nostro caro Don Alfonso.
Buona e Santa Pasqua
da tutti Noi del Gruppo “Arte-Pittura”
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“GRUPPI Creativi”
INVIATECI il FILMATO dell’IDEA
le migliori saranno pubblicate e premiate!
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“LE IDEE” non hanno ETÀ! realizzale da NOI

Non hai IDEE? Prendi qualche spunto


-Musica, Coro, Danza
-Teatro, Recitazione
-Poesie-Romanzi, Scrittura Creativa
-ARTE: Disegno, Pittura, Diorama-Presepe, Origami-Kirigami
-Modellismo, Scienza in genere, Astronomia
-SPORT
-Cura delle Piante e del Territorio
-Riciclo PLASTICA
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