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LA DIOCESI

SALUTA IL NUOVO PASTORE


Mons. Alessandro Maggiolini, 113 vescovo di Como
Nel giorno santo delle Palme
la Comunita Diocesana
Comense
va incontro esultante
al mo vescovo
e ne ascolta la parola
dalla cattedra
di Felice e di Abbondio,
2
coraggio,
fidati
Ges, morto e risorto,
il centro della nostra fede di cristiani,
ma anche motivo di riflessione e di ricerca
per tanti che pensano di aver trovato altrove
la soluzione della loro vita.
Con la sua risurrezione,
Ges ci dice
che il suo messaggio di salvezza vero,
che Egli il Figlio di Dio,
la Via, la Verit, la Vita.
Ges, con la sua risurrezione,
dice anche oggi a noi
e a tutti gli uomini che sono alla ricerca:
coraggio,
fidati dell'Amore di Dio
e della via che ti ho indicato.
La morte,
la sofferenza,
le situazioni di prova che vivi ogni giorno
non sono per la tua morte,
ma perch la tua vita sia pi vera,
perch tu possa continuare ad amare,
perch tu riesca a capire che non sei solo,
ma che c' un Padre che ti ama,
e tanti fratelli da amare.
Coraggio,
fidati di me:
io ho vinto la morte e sono risorto.
Don Antonio
3
preghiera di pasqua
Signore aiutaci a capire
Signore,
aiutaci a vedere
nella tua crocifissione
e risurrezione
un esempio di come
dobbiamo sopportare e morire
nell'agonia e nei conflitti
della vita quotidiana,
in maniera che possiamo vivere
pi pienamente e pi creativamente.
Tu hai accettato
con pazienza e umilt
i contrattempi della vita umana,
nonch le torture della crocifissione
e della passione.
Aiutaci
ad accettare le pene e i conflitti
di ogni giorno
quali occasioni
per maturare come persone
e diventare pi simili a Te.
Rendici capaci di sopportare ogni cosa
con pazienza e con coraggio,
fidando nel tuo aiuto.
Facci capire che
solo morendo continuamente a noi stessi
e ai nostri desideri egoistici
diventiamo capaci di vivere
pi pienamente;
perch solo morendo con Te
che possiamo con Te risorgere,
(M. Teresa)
4
preghiera di pasqua
anche noi con una vita nuova
Tutte .le tombe sparse sui la faccia della
terra parlano della morte alle successive
generazioni umane.
Tutte le tombe nel globo terrestre rendono
testimonianza al peccato, all'eredit del peccato
nell'uomo.
Cristo, nel mistero pasquale, passato
dalla morte alla vita. Ci vuoi dire:
ha distrutto alla radice l'eredit del
peccato mediante la sua obbedienza fino
alla morte.
Dunque la Pasqua di Cristo significa
anche passaggio attraverso la storia
del peccato dell'umanit fin dall'inizio:
fin l, dove e per la disobbedienza
di uno solo, tutti sono stati costituiti
peccatori.
La Chiesa professa "fu crocifisso, mor
e fu sepolto, il. terzo giorno risuscitato".
Prima di essere risuscitato, con la sua Morte
ha toccato il peccato dell'uomo in tutte le
generazioni di quanti sono morti.
Le ha visitate con la potenza della sua
Morte: con la potenza redentrice della sua Morte.
Anche noi che viviamo su questa terra
siamo stati "immersi nella sua morte"
come scrive San Paolo.
La Morte di Cristo ha di strutto l'eredit
del peccato che in ciascuno di noi. Per
mezzo del battesimo siamo stati sepolti
insieme a Cristo nella morte, perch, come
Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo
della gloria del Padre, cosi anche noi
possiamo camminare in una vita nuova.
5
la poesia di pasqua
vivi con me.... e sarai felice
Pasqua, fratello!
rinasce un mondo pi bello,
il Risorto ancora t'invita
a rivedere tutta la tua vita.
Se rientri un pochino in te stesso
e rifletti su quanto successo
scopri un progetto d'amore
che ti dona Cristo Signore.
Perch Cristo non morto invano
li che ti tende la mano
per dare un senso al tuo soffrire
e vita nuova far nascere al tuo morire.
Perch Egli ha vinto la morte
dell'umanit ha cambiato la sorte;
anche tu puoi scoprire il suo progetto
e aderirvi nel modo pi perfetto.
Pasqua, sorella!
la natura intorno pi bella,
il pesco fiorito e le viole
timide si aprono al sole.
Anche tu puoi aprire il tuo cuore
e donare un po' del tuo amore;
c' un bimbo da accarezzare,
un giovane con cui dialogare;
c' un anziano che si sente emarginato,
chi depresso, solo e rifiutato:
dona a tutti un sorriso affettuoso,
solidariet e aiuto premuroso.
Pasqua e Cristo ci dice:
"vivi con me...e sarai felice".
6
pasqua di risurrezione
le campane di pasqua
Mi ha sempre commosso, in primavera,
ascoltare i rintocchi delle campane che ci
chiamano a raccolta per la S. Messa.
n primavera, quando l'aria pi dolce e il
risveglio della natura ancora capace di in-
tenerire il nostro cuore.
Mi sembra allora che il suono delle campa-
ne diventi un richiamo pi personale, pi in-
timo, facendo nascere spontaneo un pen-
siero a Ges.
Mi sono sempre immaginata cosi "quel"
mattino, quando di buon'ora le donne si av-
viano al sepolcro.
La luce tenue dell'alba, il profumo della pri-
mavera e... la " certezza della Risurrezione.
Forse anche in quel momento le donne
hanno udito una musica dolce, un richiamo
dal Cielo verso il Cielo, come il suono delle
campane.
L'angoscia dei giorni della Passione grava
ancora sul loro cuore, cos come le quoti-
diane difficolt pesano sulla nostra vita.
L'amore e il desiderio di compiere tutto
quanto in loro potere per onorare il corpo
di Ges le spingono verso il Sepolcro, cosi
come l'amore per i nostri cari ci sprona a
fare ogni giorno il nostro dovere.
E, giunte al Sepolcro, esse non trovano la
fine, il buio, il freddo e la disperazione.
Trovano la LUCE e la VTA, cos come tutti
quelli che Lo avranno amato e Lo avranno
seguito, come Lui ci ha promesso.
l'esperienza di ogni Cristiano che soffre,
lotta, ma spera; che si scontra con i propri
difetti, che sbaglia, per confortato dalla
presenza di Ges Risorto accanto a s; ri-
prende allora con sempre rinnovata fiducia
il suo cammino nel mondo.
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calendario
celebrazioni e momenti di incontro
23 MARZO GOVED SANTO
ORE 20 S. MESSA
della cena del Signore
ORE 21 momento - di adorazione
24 MARZO VENERD SANTO
ORE 15 Celebrazione della morte
del Signore
ORE 20 Via Crucis
per le vie del paese
25
;
MARZO SABATO SANTO
ORE 21 Solenne Veglia di Pasqua
rinnovo delle promesse
del Battesimo;
presentazione dei ragazzi
della Cresima
26 MARZO DOMENCA D PASQUA
ORE 7.30 S. MESSA
ORE 10.30 S. MESSA
ORE 15.00 LODE VESPERTNA
27 MARZO LUNED DELL'ANGELO
ORE 10 S. MESSA
ricordiamo P. Giuseppe
nel secondo anniversario
della sua morte
celebrazioni penitenziali
20 MARZO LUNED SANTO
ORE 15
ORE 20.30
22 MARZO MERCOLED SANTO
ORE 15
24MARZO VENERD SANTO
ORE 16
25 MARZO SABATO SANTO
ORE 15
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la benedizione delle case
dona a tutti la tua pace
L'annuale visita del sacerdote nelle nostre
case per la Pasqua un'occasione per tutti
per ripensare al modo di essere cristiani, al
nostro rapporto con la parrocchia, a quello
che facciamo o potremmo fare per Dio, per
gli altri, per la nostra comunit.
Al termine di questo "pellegrinaggio" per le
case, l'impressione che ne riporto ogni anno
positiva e la stanchezza del salire e scen-
dere per le scale per pi ore ai giorno cer-
to ripagata.
Verso la parrocchia e il suo sacerdote c'
sempre tanta stima e simpatia: ormai posso
dire di essere conosciuto da tutti, o per
avermi visto per strada, o per avermi ricevu-
to in casa per la benedizione negli anni
scorsi, o per avermi incontrato in Chiesa in
occasione di battesimi, matrimoni, funerali:
per questo posso dire che mi sento general-
mente a mio agio dappertutto.
Qualche .atteggiamento ostile o indifferente
nei confronti di ci che rappresento
c'..."credo in Dio ma non nei preti"..."si,
sono cristiano, ma non mi va di andare a
Messa"... "non ci crediamo molto, ma se
vuole faccia pure, ai nostri bambini fa piace-
re, la mia casa sempre stata benedetta"...
momenti belli sono molto numerosi: ad
esempio in casa di persone anziane che ri-
cordano i sacerdoti che hanno conosciuto
(Don Carlo Verga, Don Angelo Monti, Don
Carlo Porlezza, Padre Giuseppe, Padre Er-
cole); il significato pi giusto della benedi-
zione ti accorgi che capito quando trovi
riuniti genitori e figli, e tutti i famigliari. per la
comune preghiera. Mi ricordo di un bambino
di quattro anni che voleva recitare da solo
l'Ave Maria e fare il segno della croce, per-
ch la mamma e il pap glielo avevano ap-
pena insegnato.
Qualche volta in alcune case mi fermo un
momento in pi e questo perch general-
mente vengo messo al corrente di qualche
dispiacere o di qualche preoccupazione: i fi-
gli adolescenti divenuti intrattabili, incom-
prensioni e difficolt, solitudini che spesso si
vivono... A volte per mi vengono anche co-
municate notizie belle: l'attesa di di un bam-
bino, il matrimonio di un figlio, una data da
ricordare...
Qualche famiglia mi ha rimproverato: "per-
ch l'anno .scorso da noi non venuto?
Non siamo cristiani anche noi?" vero, in
qualche casa non sono arrivato per la bene-
dizione, ma non per la volont di escludere
qualcuno, bens perch non ho trovato nes-
suno e non sono stato avvisato quando fos-
se stato possibile ripassare, nonostante la-
sci sempre un biglietto con il numero di tele-
fono e l'invito a mettersi in contatto con me.
La vastit dei problemi di cui vengo a cono-
scenza mi porta, alla sera, a pregare il Si-
gnore per tutti, perch incoraggi chi nella
prova e nel dubbio e sostenga chi fa del
bene.
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19 marzo '89: V^ giornata mondiale della giovent
siate voi i nuovi apostoli V. V.
Col vivo desiderio di rispondere alle atte-
se pi profonde racchiuse negli animi di
tanti giovani, anche quest'anno il Papa,
in occasione della Giornata Mondiale
della Giovent, ha voluto indirizzare loro
uno speciale messaggio, le cui parole
rappresentano un grande invito ad una
pi profonda e matura conoscenza di
Cristo, Via Verit e Vita.
infatti convinzione di Giovanni Paolo
che le grandi scoperte che caratterizza-
no l'et giovanile - quelle di se stesso,
per esempio, oppure del senso della
propria esistenza - non pu mancare la
scoperta pi importante: quella di Cristo
Signore.
Egli rappresenta l'unica via alla piena fe-
licit, colui che pienamente ci svela il mi-
stero dell'uomo e dei mondo, colui che
appaga il nostro desiderio di vivere in
pienezza.
Quanto pi aumenta la sua conoscenza,
tanto pi cresce il nostro desiderio di co-
noscerlo sempre pi.
Conoscerle, tuttavia, secondo il Papa
non sufficiente, necessario saperlo
portare agli altri, avere il coraggio di par-
lare di Cristo cos da divenire i principali
apostoli dei mondo giovanile.
l Papa ha voluto sottolineare il senso
missionario della prossima Giornata, in-
vitando tutti i giovani a compiere, a com-
pletamento di essa, quell'antichissimo
pellegrinaggio che conduce al santuario
spagnolo di S. Jago di Compostela, ove
custodito il corpo dell'apostolo Giaco-
mo.
l mondo religioso, soprattutto giovanile,
sembra voler riscoprire il valore del pel-
legrinaggio; ad esso la Chiesa ha da
sempre attribuito un profondo significato
spirituale, vedendovi rappresentata la
viva immagine del Popolo di Dio in cam-
mino verso il Regno.
l Papa, richiamandosi alla coraggiosa
testimonianza di fede degli antichi pelle-
grini, intende richiamare ciascun giova-
ne ad un autentico cammino di rinnova-
mento interiore, di approfondimento del-
la fede, di scoperta e valorizzazione del-
la personale vocazione, affinch ciascu-
no, rinnovato nel profondo, possa, cam-
minando nella fede, camminare come fi-
glio della Luce.
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nel secondo anniversario della morte, preghiamo e speriamo
P. Giuseppe, seme di pace
e di speranza per l'Uganda
l 27 marzo 1987, nella Missione Combonia-
na di Lira, P. Giuseppe Ambrosoli moriva.
Qualche ora prima aveva detto: "lasciatemi
morire qui con la mia gente... Su, aiutatemi
piuttosto a pregare..."
E poi: "Signore, sia fatta la tua volont.
Come vuoi tu va bene".
27 marzo 1989, alle ORE 10, la comunit
parrocchiale di Ronago si riunir a celebra-
re l'Eucaristia per essere unita, in Ges, a
Padre Giuseppe che, per la memoria e per
la fede, continua a vivere accanto a noi, ai
cristiani di Kalongo, alle missionarie combo-
niane della scuola ostetriche da lui fondata
e funzionante, per ora, ad Angal.
il nostro gesto
di Iraternita quaresimale
per le missioni diocesane
il Irutto
del tuo sacriIicio quaresimale
il venerdi santo o la domenica di pasqua
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le missioni diocesane
Servizi Missionari Diocesani vogliono es-
sere un "segno dell'Amore di Cristo" che
infinito e universale.
Sono i sacerdoti, le suore, i laici della nostra
Chiesa locale, quella della Diocesi di Como,
che si fanno missionari in Africa e in Ameri-
ca.
Tutti noi, anche i cristiani di Ronago quindi,
se ne devono sentire responsabili.
Nel numero 1 di "Ronago '89" si leggeva:
"...perch questo scambio tra le chiese pos-
sa continuare, occorre: comunione, di pre-
ghiera, conoscenza... Ecco, proprio per
dare a tutti di conoscere la realt dei nostri
servizi missionari diocesani, pubblichiamo
parte degli articoli apparsi su " Settimana-
le" n.7 e quello n.9. Conoscendo anche la
preghiera e la condivisione e, perch no, la
disponibilit a partire, saranno pi motivati.
Argentina Diocesi di Santiago del Estero Fernandez
ReIigiose e sacerdoti che operano
neIIa diocesi di Santiago deI Estero
sr. Flavia Poletti, nativa di Somana
sr. Erminia Bassi, nativa di Gottro di Carlazzo
sr. Maddalena Codenotti, nativa di Concesio
(BS)
sr. Angela Roncoroni, nativa di Bulgorello
sr. Maria Luisa Roncoroni, nativa di Bulgorello
don Savio Castelli, nativo di Vertemate
don Umberto Gosparini, nativo di Caspano
don Giorgio Quaglia, nativo di Camerlata
Collegato all'equipe comasca opera nella zona
di Herrera
don Beniamino Riccardi della diocesi di Tortona!
Suor Angela Roncoroni, nativa di Bulgorello,
lavora da due anni in Argentina nella diocesi
di Santiago del Estero, insieme alla Equipe
comasca.
rientrata in talia per un breve periodo ed
ha parlato della realt in cui inserita.
"Da quattro anni mi trovo a Fernandez con
due consorelle: suor Maddalena, che lavora
gratuitamente nell'ospedale, suor Erminia
che insegna musica nella scuola cattolica.
Io collaboro col Parroco che argentino e
mi occupo della "casa Guia". Questa ospita
i ragazzi che vengono dalla campagna e
non hanno possibilit, al termine della scuo-
la
}
di tornare a casa. Due mamme, a turno,
si occupano della cucina e dei ragazzi. Si
formata una equipe di persone per seguire i
giovani nello studio, ma soprattutto
nell'aspetto formativo. Collaboro anche con
don Giorgio nella colonia di El Simbolar. Ab-
biamo iniziato la catechesi familiare che ri-
tengo molto valida rispetto alla catechesi
tradizionale. Abbiamo 12 coppie coordinatri-
ci che tutte le settimane ai radunano. I geni-
tori spiegano la lezione da presentare ai
bambini, poi i genitori stessi insegnano il
catechismo ai figli.
I bambini si rendono conto dell'importanza
del cammino che stanno facendo con tutta
la famiglia.
Le altre suore vivono a Beltran; si occupano
degli handicappati che vengono accompa-
gnati due volte al giorno in scuole speciali a
Santiago de Estero col pulmino. Suor Maria
Luisa riceve gli ammalati nel piccolo ambu-
latorio e fa visite a domicilio. Ci troviamo di
fronte a molte situazioni di ignoranza, e po-
vert. Molti rubano, ma perch hanno fame.
Dieci anni fa non succedeva: la povert
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aumentata con grande evidenza.
Don Giorgio responsabile della pastorale
di Forres, Brea Pozzo, El Simbalar. Don
Umberto di occupa di Beltran e della "Scuo-
la Familiare Agricolo." (EPA) di Forres,
Don Savio sta cercando di aprire una EFA a
Garza. Le enormi distanze tra le varie loca-
lit ci permettono di riunirci tutti insieme
solo una volta al mese."
Carneroun Diocesi di Sangmelina Bimingu
Sacerdoti che operano a Bimengu
don Gianni Allievi, nativo di Bregnano
don Felice Cantoni, nativo di Trepalle
Si sta preparando a partire don Donato Giaco-
melli
Attraverso Cooperazione nternazionale, organi-
smo di volontariato, in atto la collaborazione
con i seguenti volontari:
Mirko Cardenali, infermiere
Giovanni Cabrini, medico
Anna Maria Bortoli
Un gruppo di dieci persone ha visitato la missio-
ne diocesana di Bimengu, in Cameroun.
Annalisa, ostetrica di Stazzona, e Marina, inse-
gnante di religione di San Bartolomeo, hanno
cos parlato della
loro visita:
"...siamo state colpite dalla vivacit di una Chie-
sa che ha tanto da insegnarci, dai valori della
gente che noi abbiamo perso: ospitalit, gene-
rosit...
Ci davano tutto quello che avevano, anche ci
che era per loro necessario, pur di farci festa, di
accoglierci nel modo migliore.
Anche la liturgia ci sembrata molto sentita e
partecipata, anche se non eravamo in grado,
naturalmente, di comprendere la lingua locale.
La Messa davvero un momento forte della co-
munit; si prega, si canta insieme, si partecipa.
Nell'ospedale lavora un'infermiera professionale
ed altro personale paramedico locale. La pre-
senza del medico indispensabile per gli inter-
venti chirurgici. Attualmente il medico Giovan-
ni Cabrini, che rester nella missione quattro
mesi.
L'infermiere Mirko Cardinali ci spiegava: il vo-
lontariato italiano una presenza accanto a loro
che dovr poi scomparire. Nei villaggi si stanno
vetrificando profondi cambiamenti: prima il vo-
lontario straniero radunava le mamme, insegna-
va le norme igieniche, praticava la profilassi per
la malaria. Ora sono le persone del posto, for-
mate dai volontari nel corso degli anni, che
sono responsabili dell'educazione sanitaria; il
volontario arriva una volta al mese per verificare
il lavoro, incoraggiare, consigliare:
Con Don Gianni abbiamo avuto due incontri,
durante i quali ci ha illustrato l'evangelizzazione
e la promozione umana che non possono esse-
re separate. Siamo state colpite dal ruolo dei
laici che hanno molte responsabilit nelle varie
comunit.
I catechisti sono una quarantina e ricevono una
formazione specifica; dirigono anche la liturgia
della Parola domenicale nei villaggi dove il sa-
cerdote non pu arrivare per la Messa.
Circa 30 mamme sono responsabili della cate-
chesi dei bambini.
Molto curato anche l'aspetto caritativo e assi-
stenziale; il catechista impartisce una lezione
settimanale di dottrina, ma conosce i problemi
di tutta la comunit, visita gli ammalati, segnala
i casi di necessit."
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dall'archivio parrocchiale anno 1988
figli di Dio con il battesimo
MEUTI VANESSA nata il 22 novembre 1987
di Leonello e Milone Carla battezzata il 7 febbraio 1988
BONASSOLI MARCO nato il 26 novembre 1987
di Ezio Bruno e Polinelli Emanuela battezzato il 7 febbraio 1988
POZZI SIMONE nato il 31 dicembre 1987
di Ernesto e Clerici Ernestina battezzato il 7 febbraio 1988
PELLEGRINO FRANCESCO nato il 28 ottobre 1987
di Giuseppe e Zaccaria Concetta battezzato il 6 marzo 1988
PAPIS HILARY nata il 27 marzo 1988
di Pierluigi e Castiglioni M. Emilia battezzata il 2 aprile 1988
RUSSO LUCA nato il 6 marzo 1988
di Maurizio e leffa Marinella battezzato il 24 aprile 1988
BERNASCONI ELISABETTA nata il 18 aprile 1988
di Nicola e Cerea Mariangela battezzata il 26 giugno 1988
DE BASTIANI CHIARA nata il 2 maggio 1988
di Giorgio e Lambrughi Daniela battezzata il 26 giugno 1988
DE BASTIANI VALERIO nato il 2 maggio 1988
di Giorgio e Lambrughi Daniela battezzato il 26 giugno 1988
CEFAL VALERIA nata il 16 maggio 1988
di Nicola e Robbiani Patrizia battezzata il 24 luglio 1988
ROGANTINI ARIANNA nata il 20 maggio 1988
di Donato e Livio Sabrina battezzata il 2 ottobre 1988
GRISONI TOMMASO nato il 17 settembre 1988
di Agostino e Somaini Luisa battezzato il 20 novembre 1988
VENTURA ELEONORA nata il 5 luglio 1988
di Renato e Merlo Simona battezzata il 27 novembre 1988
BORDESSA MICKAEL nato il 9 settembre 1988
di Giorgio e Prassi Manuela battezzato il 27 novembre 1988
GRISONI LUCA nato il 5 settembre 1988
di Giampiero e Gilardi Milvia battezzato il 26 dicembre 1988
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per la prima volta alla mensa eucaristica
il 15 maggio
ABATE STEFANA BANCH FABO
CARBON SARA CECCATO MATTEO
CRANTNEO NUNZA FOMAS ALESSANDRO
CULLA LORENA FRANG LORENZO
CONDOMTT GUSEPPNA GAVOL ANDREA
DE BASTAN FEDERCA LAMBRUGH JONATHAL
FONTANA CLAUDA MAROZZ DANELE
NASS ALESSANDRA MONGELL CHRSTAN
RGG MARNA PROVENZANO GUSEPPE
RONCORON MONCA SCAFFD MUTA GUSEPPE FABRZO
SOMAN VVANA SMON ALESSANDRO
confermati nella fede con il dono dello
Spirito Santo da Mons. Teresio Ferraroni
il primo maggio
ALBERO CECLA GASPARN LARA VSCONT CLAUDA
ALVERT LORENA GRSON MAURA BASLE GUSEPPE
BEMBO GOVANNA EFFA LUSELLA BANCH PAOLO
BANCH ELEONORA MELF ALESSA PUSTERLA DAVDE
FAZO ROSTA RAMAZZNA FEDERCA REZZONCO MANUEL
FESTA VERONCA TOSATTO ARANNA VEZZARO STEFANO
hanno consacrato a Dio
il loro amore nel matrimonio
ROGANTN DONATO con LVO SABRNA il 10 gennaio 1988
SLVAN OLVERO con GACOMAZZ ANGELA il 14 agosto 1988
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i nostri morti vivono nella comunione
con Dio per la vita eterna
FORTN LOREN di anni 66 morto il 14 gennaio
CAPAGH ALBNA ved. GHELMETT di anni 77 morta il 2 febbraio
GRGON GUSEPPNA PETTENGH di anni 73 morta il 9 febbraio
GHELMETT MARA ved. MERLO di anni 72 morta il 24 febbraio
FARRONATO RTA ved. PETTNELLO di anni 71 morta il 28 febbraio
PONCA TOLMNO di anni 51 morto il 21 marzo
MARNELL GOVANNA ved. BEMBO di anni 77 morta il 29 marzo
BANCH MARA ved. BERNASCON di anni 66 morta il 9 luglio
PETTNELLO LUG di anni 79 morto il 24 luglio
DELOGU ANDREA di anni 23 morto il 3 novembre
DAMETTO BERTLLA di anni 62 morta l'8 dicembre
ARRGH PETRO di anni 72 morto il 18 dicembre
16
la pagina della vita
un s sofferto alla vita
"Non dovevo avere paura, n vergogna di nessuno. La mia bambina la cosa pi bella che ho".
Questa la testimonianza di una donna sola e non pi giovanissima che, dopo aver abortito una
volta, ha scelto la vita.
La storia di Rita segnata dalla solitudine e dall'abbandono; viveva a Torino con il marito, ma in
questa citt non aveva n amici n lavoro. matrimonio, nel giro di due anni, a pezzi. marito se
ne va con un'altra donna, che aveva gi tre figli. Rita cerca un lavoro, supera tante difficolt, finch
un giorno incontra anche lei un'altra persona, un uomo che la aiuta tanto in questi momenti.
con questo uomo che Rita rimane incinta. Aveva quasi quarant'anni, mentre lui 58; quest'uomo
per non poteva aiutare Rita a crescere un figlio per particolari situazioni familiari che aveva alle
spalle. Rita perci scelse l'aborto, spinta anche dalla paura che il bambino potesse non essere
normale, data la sua non pi tanto giovane et. Una scelta dunque dettata dalla paura dalla vergo-
gna: non vuole ricordare quale fu il suo primo pensiero quel giorno, quando si svegli sul tettino
dell'ospedale senza pi il bambino che aveva vissuto dentro di lei.
Racconta solo che si sent cos colpevole e che gli incubi erano cosi insopportabili da spegnere
dentro la voglia di vivere un attimo in pi. "Era un maschio, mi hanno detto, e ora chiss cosa pa-
gherei per averlo qui..."
Quando, dopo due anni, Rita seppe di essere nuovamente incinta, non ci pens su un momento:
" Signore non mi aveva castigato per quello che avevo fatto e mi mandava di nuovo un figlio.
Questa volta non dovevo avere vergogna di nessuno. figli non si buttano via cos. Rifiutai persino
di fare quell'esame per sapere se il bambino era normale. Quel figlio lo volevo a tutti i costi.".
Non manc chi le consigli di abortire, ma contro tutto e contro tutti Rita aveva trovato dentro di s
le ragioni per mettere al mondo questa bambina: Pinuccia.
Oggi Rita vive con quei pochi soldi che guadagna lavorando come stiratrice; qualche volta il pap
della bambina (che per non l'ha riconosciuta) la aiuta e una mano, le arrivata anche dai volonta-
ri del Centro di Aiuto alla Vita.
Quando Pinuccia potr capire, Rita le racconter questa storia. "Non dir bugie, conoscer la veri -
t; i figli devono sapere per poter capire. Pinuccia l'unica cosa bella che ho e non mi sono pentita
di averla avuta. Cosa sarei oggi senza di lei?".
Dal fondo della memoria affiora qualche rimpianto... un marito come hanno tante altre donne, una
famiglia, una vita nella normalit... invece le cose, per Rita, sono andate per un altro verso.
(da Avvenire, 18.2.89)
17
la questione etica
Le riflessioni. che seguono sono parte della re-
lazione ai lavori dell'Assemblea Diocesana di A.
C., svoltasi domenica 12 marzo 1989; ho pen-
sato di farne partecipe tutta la comunit, nella
certezza che possano essere utili a tutti.
"La questione etica": il titolo pu sembrare im-
pegnativo, ma a ben guardare ogni comporta-
mento umano racchiude in s un fattore "etico".
Ogni nostra azione, infatti, nasce da scelte che
presuppongono dei valori a cui sono ispirate.
un tema troppo ampio perch lo si possa af-
frontare compiutamente; lo analizzeremo solo in
alcuni punti.
1. Le manifestazioni della crisi etica
C', oggi, una crisi etica che deriva dalle nuove
frontiere aperte dallo sviluppo tecnico-scientifico
(pensiamo solo alle manipolazioni genetiche);
da un costume pubblico non certo limpidissimo
(arrivismo, gestione del potere a proprio vantag-
gio); dal deperimento della convivenza, dei rap-
porti nel sociale (certe micro-criminalit, la dro-
ga, fenomeni che un tempo non erano cosi
eclatanti).
2. Le radici di questa crisi etica
Alle radici sta, principalmente, il deperimento
dei valori che fino ad oggi avevano guidato
l'azione umana:
+ modi di vivere che non permettono di cono-
scere i bisogni dei propri vicini;
+ privatizzazione della coscienza, vale a dire
che la coscienza di ognuno diventa tribunale
inappellabile, e nessuno pu dirmi come mi
devo comportare;
+ la tendenza a voler fare molte esperienze; oc-
corre provare tutto nella vita, andare avanti per
tentativi, anche se poi si possono rivelare come
comportamenti erronei.
3. Proposte per un itinerario ricostruttivo
Si pu sviluppare n tre punti:
- Fondamento di una nuova coscienza etica; per
fare questo occorre mostrare al "mondo" che la
morale cristiana non un insieme ai norme op-
primenti, una semplice "dottrina morale", ma
l'evento della Pasqua, che proietta luce e forza
nell'esperienza umana.
l'incontro con un Dio Padre buono, misericor-
dioso, non solo giudice. Mostrare il fascino,
spesso non percepito, di tutto ci, perch ci sia
un'adesione del cuore, la base per una rifon-
dazione di una coscienza etica.
- Gli abiti virtuosi: rivestire noi stessi, pienamen-
te, degli abiti di una vita virtuosa, ci far testimo-
ni veri e convincenti di quest'etica da ricostruire.
Allora virt come la Fede, la Speranza, la Cari-
t, unite alla Giustizia, alla Temperanza, alla
Fortezza, possono veramente essere gli abiti di
una efficace testimonianza,
- l discernimento: parola entrata nell'uso cor-
rente dopo il Convegno di Loreto, racchiude in
s tanti "passaggi" che portano ad illuminare
l'azione quotidiana. Tra questi:
* fiducia nell'azione. dello Spirito, che opera an-
che in questo tempo tanto difficile;
* la storia non muta, ma al suo interno si svi-
luppa il Disegno del Padre: sta a noi capirlo, at-
traverso i "segni dei tempi";
* equilibrio nel giudizio: forse troppo spesso ci si
lascia tirare da una parte o dall'altra, l dove il
vento soffia pi forte.
Anche se analizzata solo in parte, la questione
etica si mostra in tutta la sua importanza e, for-
se, un impegno per tutti pu essere proprio
l'esercizio del discernimento, secondo i punti ri-
cordati sopra.
Questo pu portare al formarsi in noi di una "co-
scienza morale" che uno, forse il primo, degli
aspetti di un "laicato maturo per la vita del mon-
do".
FELICE G.
18
domenica 12 marzo, la prima confessione
un momento di festa
Domenica 12 marzo, un gruppo di 14 vi-
vacissimi bambini si accostato per la
prima volta al sacramento della Confes-
sione.
stata una cerimonia commuovente, sia
per i ragazzi, sia per i loro genitori.
Nelle settimane precedenti, noi catechi-
ste con Don Antonio li abbiamo preparati
a questo incontro cos importante.
Abbiamo scoperto insieme che Ges
grande Maestro, che la sua Parola ve-
ramente nuova, come un seme messo
nel nostro cuore.
Ges ci insegna a pregare, ad amare, a
perdonare, a ubbidire, a essere sinceri.
Ges ci fa conoscere la grande bont e
misericordia di Dio Padre, sempre pron-
to a donarci il perdono e la pace.
Seguendo gli insegnamenti di Ges
Maestro, i bambini hanno imparato a
fare l'esame di coscienza, a capire ci
che bene e ci che male, e questo
crediamo sia stato per loro un momento
di maturazione, di crescita.
Abbiamo molto insistito nel presentare la
Confessione come un momento di gioia,
non di paura; come un incontro col Si-
gnore che ci perdona, non ci castiga,
che ci incoraggia a cambiare vita.
bambini hanno capito questo molto
bene; c'era per, in qualcuno particolar-
mente emotivo, un po' di paura, di emo-
zione prima della Confessione, il timore
forse di non ricordare tutto, di non riusci-
re a dire la preghiera. Ma mari mano che
ritornavano nel banco, si leggeva sul
loro viso il sollievo e la gioia del perdono
ricevuto, la certezza che il Signore li
ama sempre e se anche, non sapranno
mantenere la promessa, Ges sar
sempre pronto a donare il suo perdono e
il suo aiuto per camminare .con Lui ogni
giorno.
La gioia di questo incontro si conclusa
poi all'asilo, dove alcune mamme aveva-
no preparato torte e pasticcini per fe-
steggiare tutti insieme questo grande
momento del cammino di fede, cammino
che fra qualche mese avr un'altra tappa
importante nella S. Messa di Prima Co-
munione.
19
ecco, io faccio nuove tutte le cose
"Ecco, io faccio nuove tutte Ie cose (Ap 21, 5)".
il libro dell'Apocalisse, dai quale presa la Parola di vita di questo
mese, chiude la raccolta degli scritti del Nuovo Testamento. n esso l'apo-
stolo Giovanni, nella luce della ispirazione profetica, ci svela a grandi linee
gli avvenimenti che la Chiesa dovr affrontare lungo il suo cammino e ce
ne spiega i! senso. Sia pure in mezzo a lotte e persecuzioni, la
Chiesa incamminata verso "un nuovo cielo e una nuova terra
(Ap 21, 1). La fase finale di questo cammino sar la pienezza dei
Regno di Dio. l mondo attuale sar radicalmente rinnovato. Ci
sar il mondo nuovo, dal quale verr escluso tutto ci che ostacola la beatitudine e la pie-
nezza della vita. L'antico stato dell'uomo, contrassegnato dal peccato, dall'errore, dalla tribo-
lazione, dai bisogno e dalla morte, sar finito per sempre insieme col vecchio mondo.
"Ecco, io faccio nuove tutte Ie cose (Ap 21, 5)".
Non possiamo sapere quando e come questo avverr ed inutile voler indagare. certo
per che questo avverr. Non un sogno, un'utopia, un patetico desiderio, ma una certezza,
ripetutamele attestata da Dio nella Bibbia. Sar la risposta data da Dio alle fatiche con cui i
suoi figli avranno lavorato per il suo Regno. Sar il coronamento della fedelt con cui i disce-
poli avranno vissuto la sua Parola. Sar il pieno dispiegamento della potenza dello Spirito
Santo, che Ges ha immesso nella storia con la sua morte e risurrezione.
"Ecco, io faccio nuove tutte Ie cose (Ap 21, 5)".
Dacch Ges venuto sulla terra, questo rinnovamento per, sia pure in mezzo a tante dif-
ficolt, gi cominciato, gi in atto. Fin da adesso tutti coloro che lo fasciano vivere in s
stessi e Ges vive in noi se mettiamo in pratica la sua Parola sperimentano questo mi -
racolo della sua grazia, chela nuove tutte le cose: trasforma la sofferenza in pace e serenit
interiore, vince la debolezza, l'odio, l'egoismo, la superbia, l'avarizia ed ogni male; fa passare
dalia schiavit delle passioni e della -paura alla gioiosa libert dei figli di Dio. E non si limita a
trasformare l'individuo, ma trasforma attraverso di lui tutta la societ.
"Ecco, io faccio nuove tutte Ie cose (Ap 21, 5)".
Come vivere la Parola di vita di questo mese? Essa ci assicura che siamo incamminati ver-
so un mondo nuovo che si prepara e si costruisce fin da adesso. tutt'altro quindi che un in-
vito al disimpegno ed alla fuga dal mondo.
Dio vuote infatti rinnovare tutte le cose: la nostra vita personale, l'amicizia, l'amore coniuga-
le, la famiglia; vuole rinnovare la vita sociale, il mondo del lavoro; della scuola, della cultura,
dello svago, della sanit, dell'economia, della politica..., in una parola tutti i settori dell'attivit
umana.
Ma per fare questo egli ha bisogno di noi. Ha bisogno di persone che lascino vivere in se
stesse la sua Parola, che siano la sua Parola viva, altri Ges nei loro ambienti.
E giacch parola riassuntiva, pienezza della legge, la carit, cerchiamo in questo mese di
metterla in pratica, amando i fratelli proprio come noi stessi, senza annacquare la Parola di
Dio, senza ridurla.
Avvertiremo un continuo rinnovamento anzitutto nel nostro cuore e lo scopriremo evidente
ben presto attorno a noi.
CHIARA LUBICH
20
parola di vita
Giamal, un "vu' cumpr a Ronago
Anche da noi, nel nostro passino un po' iso-
lato, capita sempre pi spesso di vedere,
curvo sotto il peso di tappeti colorati, passa-
re un "vu' compra".
Si ferma davanti ad una porta scelta a caso,
o forse per la presenza di un segno che la
fa sembrare pi promettente. Non si scorag-
gia mai davanti al rifiuto; si scusa per aver
disturbato e se ne va.
Mi capitato pi volte di abbassare gli occhi
e fingere di non vederli, per un istintivo at-
teggiamento di difesa nei loro confronti.
Pensavo: "se mi fermo sono perduto. Non
so contrattare; non so dire di no, e, in ogni
caso, se mi lasciassi convincere ad acqui-
stare qualcosa, sarebbe certamente un cat-
tivo affare". E cos li evitavo.
Ma non potei evitare "l'incontro quel giorno
quando trovai un Marocchino, carico
all'inverosimile, sudato e sorridente, proprio
alla mia porta.
miei bambini mi stavano attaccati e lo
guardavano fisso.
n un attimo aveva trasformato l'ingresso in
una esposizione di prodotti e mi pregava di
chiamare la moglie perch si rendesse con-
to del valore delle sue offerte.
C'era di tutto: da spendere tanto e da spen-
dere poco: non c'erano scuse. Ma a noi
sembrava proprio di non avere bisogno di
nulla.
Ci siano scambiati uno sguardo. .Era l'ora
di. pranzo e stavamo proprio per metterci a
tavola. "Hai mangiato? Se ti va, oggi c' po-
lenta: ce n' anche per te..."
Mentre raccoglie le sue cose per entrare, i
bambini ci guardano con i loro occhioni un
po' smarriti. "Bambini, Ges che mangia
con noi oggi!"
Si illuminano; adesso c' un'atmosfera sa-
cra. Parliamo, ci conosciamo.
Giaml musulmano; la sua vita estrema-
mente povera, il domani incerto, ma conti-
nua a sorridere in un modo dolcissimo. Dice
che proprio vero che tutti siamo figli di Dio
e perci fratelli. Ci scambiamo gli indirizzi; ci
promette una cartolina dal Marocco.
felice del nostro breve incontro, ma non
indugia: si alza, ci mostra spiritosamente la
sua abilit nel caricarsi quel po' po' di roba
e se ne va.
Dopo alcuni mesi, non abbiamo ancora di-
menticato Giaml e aspettiamo che prima o
poi ritorni, o almeno che ci mandi una carto-
lina.
ntanto altri "v cumpr" bussano - ci siamo
chiesti se non si siano passati la parola -.
Ma adesso abbiamo imparato a non perde-
re l'occasione per un incontro con l'umanit
e con Dio, cos prezioso per noi e per i no-
stri figli.
21
due proposte dalla biblioteca
CONCERTO DEL GRUPPO "LUCA MARENZO
chiesa parrocchiale di Ronago
domenica 9 aprile, ore 20,30
PROGRAMMA
Gloria Laus Palestrina Chitarrista
Sicut Cervus " " Sacro tempio d'onor G.Gabrieli
Super Flumina " " Ave Maria Strawinsky
Magnificat " " Missa Brevis R.Dionisi
Magnum Ereditas " " Cantate Domino Croci
Gruppo (non coro, per la scelta di essere in pochi) di Mendrisio si gradualmente
evoluto per esigenze di studio pi approfondito.
l Gruppo porta il nome di "Luca Marenzio", grande musicista lombardo del '500, ed
diretto da Luigi Quadranti.
l programma prevede anche la partecipazione del chitarrista Carlo Frigerio, inse-
gnante al Conservatorio di Sion e nei licei del Canton Ticino, che ha tenuto concerti
in talia, Svizzera e Portogallo.
CORSO DI CHITARRA per principianti
tenuto dal prof. Patriarca Vanny,
ogni mercoled sera dal 12 aprile al 14 giugno.
Ulteriori informazioni verranno rese pubbliche in seguito.
Chi fosse interessato pu rivolgersi in Biblioteca.
22
vita di Ronago don Antonio
un gesto
di solidariet
Un gesto molto significativo stato fatto
da una famiglia di Ronago, che ha dona-
to alla nostra comunit un letto con spal-
liera e protezioni e una poltrona "como-
da" che erano stati utilizzati per un loro
caro, infermo.
L'intenzione quella di metterli a dispo-
sizione di chi ne avr bisogno, per qual-
siasi motivo.
Fare dono a una comunit cristiana di
queste cose vuol dire riscoprire la mis-
sione dei cristiani di essere vicino a chi
soffre, non solo a parole, ma con i fatti
concreti; inoltre un gesto di condivisio-
ne di quello che si ha con chi ne ha biso-
gno.
Pu essere l'inizio di una "piccola" cate-
na di solidariet che non sappiamo dove
pu arrivare e chi pu coinvolgere, ma
certo importante essere convinti che
tutti possiamo fare qualcosa.
la "Sportiva"
di Ronago
Sono cinque le squadre che da ottobre,
al sabato e alla domenica, scendono in
campo a difendere i colori del Gruppo
Sportivo di Ronago.
risultati, leggendo le classifiche dell'ulti-
ma giornata di campionato, sono nel
complesso soddisfacenti: c' il secondo
posto della squadra che milita nella ter-
za categoria e che, stando alle aspira-
zioni dei dirigenti e di tutti i tifosi, dovreb-
be qualificarsi per passare in seconda
categoria.
Le altre formazioni occupano, in genere,
posizioni di media classifica e che, nella
continuazione del campionato, non pos-
sono che migliorare.
L'augurio che tutti possano sempre,
giocando al pallone, divertirsi e divertire
e trovare l'occasione per esprimere tutta
la loro abilit, nonch ottenere risultati
che li ripaghino di tutti i sacrifici che af-
frontano.
23
un ramo di pesco
gli auguri
dall'oratorio
Anche noi "dell'oratorio" non potevano, fra tanti,
lasciarci scappare l'occasione per fare gli auguri
di Buona Pasqua a tutta la nostra comunit.
E proprio a questo proposito, la nostra fantasia
si messa all'opera, suggerendoci di preparare,
nelle domeniche di quaresima, con i bambini pi
piccoli, un simpatico dono da offrire a tutti coloro
che condivideranno l'Eucaristia del giorno di Pa-
squa.
Anche un semplice ramo di pesco, forse non
proprio perfetto, ma preparato con tanto impe-
gno e amore, servir a richiamarci la gioia della
Pasqua che, sono convinta, sar testimoniata
con grande entusiasmo dai bambini che offriran-
no quel rametto.
Un modo anche questo per sentirci vera comu-
nit di fratelli che insieme vivono la festa di Pa-
squa.
gli abitanti
di Ronago
Capita di sentir dire, da tante persone: "ma io
non so chi sia il Signor Tizio o il Signor Caio...",
"...ma dove abita?... tanto tempo che a Ro-
nago?..."
Ronago non diventata una grande metropoli,
per stanno aumentante sempre pi i suoi abi-
tanti.
Al 28 febbraio 1989, l'Ufficio Anagrafe dei nostro
Comune registrava 1392 abitanti, con un au-
mento, rispetto allo stesso periodo dell'anno
scorso, di circa 20 persone.
Presto raggiungeremo la quota di 1400. Se pen-
so ai 590 abitanti del 1905 o ai 1000 del 1957,
non posso non sottolineare il costante aumento
della popolazione, dovuto a nuovi insediamenti
e ad una continua mobilit di persone e fami-
glie.
Voglio augurarmi che i nuovi e i vecchi abitanti
di Ronago si sentano impegnati a vivere bene
nel loro paese, con senso di responsabilit e di
apertura, nella ricerca continua del bene comu-
ne, nell'adempimento dei propri doveri, e nel ri-
spetto dei diritti degli altri, soprattutto i pi picco-
li o i pi bisognosi.
Le diversit di cultura, di tradizioni non devono
farci sentire lontani gli uni dagli altri, ma posso-
no diventare un'occasione per incontrarci, per
conoscerci, per "lavorare" insieme.
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