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Da giorni iniziato il mese di maggio, che richiama alla mente la madonna, la nostra
devozione, il rosario, la benedizione, tante belle corse per i prati e per le. strade alla sera,
quando eravamo bambini.
Vengono in mente anche, i fioretti che la mamma o la maestra ti invitava a fare, perch "era il
mese di maggio".
T'impegnavi allora a essere pi pronto all'ubbidire, pi generoso nel rinunciare, a qualche
caramella, a essere pi......... ognuno pu ricordarsi di quello che faceva.
E oggi? Io credo che ci siano ancora tante possibilit per rinnovare, la nostra devozione verso
la madonna: soprattutto dovremmo capire l'importanza del vederla come Nostra Mamma, che
prega e intercede per noi, ma anche, come, modello di vita cristiana.
Il nostro rosario, o la parte di rosario, che. "ci sforziamo di recitare ogni giorno, non deve
essere una stanca ripetizione di Ave Maria ma un invito alla riflessione e alla preghiera, un
momento nel quale da soli o in famiglia, o nella comunit, ci sentiamo uniti a Dio viviamo un
momento di pace e di serenit e rinnoviamo il nostro impegno di vita cristiana.
Non difficile: basta spegnere il televisore un momento, se vogliamo pregare in casa.
sufficiente preparare un momento prima la cena se vogliamo recitare il rosario in chiesa.
Quest'anno poi ci ritroveremo una volta alla settimana nelle varie frazioni del paese per una
preghiera: sar un'occasione in pi per stare insieme e per sentirci comunit.
Andremo a Merlina
,
a Ronaghino, ai Mulini, e ci auguriamo di trovarci uniti a tanti fratelli per
onorare, nel migliore, dei modi la Madonna.
Se al giorno pure intenso
non sai trovare un senso,
se il giorno tra la gente
spesso deludente,
se giorno dopo giorno
ti senti il vuoto intorno,
se il giorno passa e muore
lasciando inquieto il cuore...
Ascolta,
c un richiamo quando sera,
fedele:
sussurro di preghiera.
Sta nellaria........
Prova ad ascoltare
che dolcezza
il suono del pregare!
Non credi?
Su fermati un istante!
Quel suono
attimo importante
che pu dare
alla realt
la tua dimensione:
lIMMENSIT.
Ma ecco gi il mattino
riprendere il cammino
col giorno laborioso
col giorno faticoso
inevitabilmente
come il precedente...
Che cosa pu cambiare
se non sappiamo amare?
(Parole in"musica" di Giuseppe G.)
festa della mamma
Non ci sono parole pi grandi
come quelle di un bambino per spiegare
il significato della parola "mamma".
CHI UNA MAMMA?
Rispondono alcuni barbini:
un amore grande (Andrea)
la vita (Maura)
La mia mamma mi da tutto (Alessia)
La mia mamma ha gli occhi belli (Stefano)
La mia mamma bella (Manuel)
La mia mamma mi insegna a stare bravo (Davide)
La mia mamma una persona (Andrea)
un dolce dono del Signore (Anna Maria - Cecilia)
La mia mamma una gioia (Simone)
La mamma un fiore (Raffaele)
La mia tutto (Arianna)
La mia mamma mi regala tante cose (Claudia)
una stella (Anna)
Mi regala la gioia (Veronica)
La mia mamma mi da tanti baci (Ilaria S.)
La mia mamma mi da tanto amore (Ilaria G.)
il sole (Simone)
per tutte le mamme
Quando ti guardo mamma Mamma, la prima parola che dissi
sento una grande dolcezza, mamma, ti chiamo ogni momento
quando tu mi accarezzi mamma, mi hai dato tutto di te
sento un brivido, dentro di me, mamma, ti voglio bene cosi.
perch ti voglio tanto bene
come tu lo vuoi a me.
Mamma la prima parola che dissi, Oggi la tua festa,
mamma una dolce canzone la festa di tutte le mamme
mamma, quante volte ti chiamo cos: ti porto in dono i miei fiori
mamma, tu sei un amore grande per me, guarda, perch sono tanti
ti vedo pi bella di tutte e in ogni mio fiore un bel bacio
ti sento sempre accanto a me un bacio sincero per te.
le tue dolci parole mi dicono
tutto il mio amore per me.
Un augurio a tutte le mamme
a quelle vicine a quelle lontane
a quelle giovani a quelle anziane.
Mamma una parola che nasce dal cuore
che si pronuncia con infinito amore.
Mamma si chiama nella gioia e nel
dolore.
La tua mano mamma, quando accarezza
il mio volto
ha la forza di respingere ogni
turbamento, di fare sparire il
mio dolor in un sol momento.
Grazie mamme per averci dato voi
la vita, voi che avete il cuore di
una bont infinita.
Maria Pia
DIARIO
la settimana santa
Anche questanno ho partecipato alle funzioni della
Settimana Santa: in particolare a quelle del Triduo
Pasquale e vorrei comunicare tutto ci che ho
provato, ci che il Signore ha suscitato nel mio
animo.
La domenica delle Palme con la processione, ha
aperto una settimana diversa dalle altre dove ogni
giorno sembrava festa, Con questi sentimenti ho
partecipato alla Messa del Gioved Santo e ho
riflettuto sui tre punti principali che caratterizzano
questo giorno: listituzione dellEucarestia, del
Sacerdozio e il comandamento dellamore.
LEucarestia: mi sembrato di vedere Ges che,
attorniato dai suoi discepoli, dice: prendete e
mangiate: questo il mio corpo..., bevete: questo
il mio sangue ....... linvito a stare uniti a Lui con
lEucarestia, pane di vita per la nostra anima, per
diventare anche noi, come Lui, un dono per gli altri,
a vincere il nostro egoismo e ci riusciremo se
lasciamo agire Lui in noi.
Il Sacerdozio: ho pregato per i Sacerdoti, ho
ricordato tutti quelli che ho conosciuto e dai quali ho
ricevuto tanto bene.....
li raccomando tutti al Sacerdote Eterno, perch
siano sempre pi veri e Santi e continuino a donare
Ges al mondo. In particolare ho ricordato Don
Matteo e Don Antonio. Penso a tutto il bene operato
da Don Matteo, alla parola di Dio seminata con
tanto amore e convinzione, in mezzo a noi, a Don
Antonio che con tanta gioia ed entusiasmo, stimola
e coinvolge tutti alla partecipazione facendoci
sentire sempre pi famiglia.
LAmore scambievole: Amatevi come io vi ho amati.
Amore inteso come servizio..... (come io vi ho
lavato i piedi, cos fate anche voi). il cuore del
nostro cristianesimo: lamore che si fa servizio e
dono per .gli altri....... difficile lo sperimentiamo
ogni giorno dobbiamo lottare contro il nostro
egoismo, le chiusure, le delusioni e incomprensioni.
Ma il richiamo di Ges forte e per questo amore
Lui pronto a morire, a consumare fino in fondo il
suo sacrificio.
Venerd Santo.
Alcune situazioni difficili hanno messo nel mio
animo tristezza e abbattimento cos mi associo con
pi convinzione, ai sentimenti di Ges, ai suoi
dolori, alla Sua Croce. "Ecco colui che ha tanto
amato il mondo da finire sulla Croce per tutti noi.
Non c amore pi grande del Suo. E dico a Ges:
"Eccomi., vedi quanto sono vuota, arida, incapace
di amare, di ricominciare... accettami come sono,
anche se non merito il tuo amore smisurato... La Via
Crucis della sera completa ancor pi questi
sentimenti: ripenso a Ges, a tutte le sofferenze
fisiche e morali a cui sottoposto, alla
consumazione totale del Suo sacrificio. Mi
piaciuta questa Via Crucis, suggestiva e
partecipata: vedevo in Don Antonio il Cristo con la
Croce che, in concomitanza al Santo Padre ci aiuta
a rivivere e fare nostri questi misteri.
Sabato Santo.
Veglia Pasquale: Liturgia della Luce: Cristo la luce
che vince le tenebre del peccato: un invito a
lasciare luomo vecchio per quello nuovo, rigenerato
dal Suo Sacrificio, un invito a liberare il nostro
cuore dai rancori, delusioni, per diventare nuovi in
Lui. Lo Spirito pronto,rinnovato cos le promesse
battesimali.
Con convinzione rifletto sulla realt della Liturgia
Pasquale: morire per far vivere.... morire a me
stessa per rinascere sempre, mediante la Croce.
Chiedo a Ges di farmi capire e vivere questa
realt, di aiutarmi ad accettare la croce quotidiana e
ancora di pi di amarla....
E con tanta fiducia in Lui sono pronta a cantare il
mio Alleluia, Cristo risorto anche per me,
Pasqua e nel mio cuore c tanta gioia che vorrei
comunicare a tutti!
Una .. fra i tanti.....
preti astronauti
e preti ciclisti
Leccezionale, pungente, duro e bellissimo discorso
fatto da Mons. Castelli nella Messa della Cresima il
25-4 u.s. stato una schioccante sferzata,
improvvisa ed imprevedibile, che deve averci un po
scossi dal torpore nel quale ci si sprofonda
ascoltando le prediche in genere.
Ascoltando cio , quelle prediche imbastite di parole
e frasi gi note fin dalla nostra nascita, di
espressioni convenzionali che tutto dicono ma che
poco o nulla sembrano ormai poter dare........
Prediche che pi di una volta mi hanno fatto
desiderare addirittura di non voler assolutamente
finire in Paradiso perch se il "mio" Dio era proprio
quello che mi presentava il predicatore, non mi
pareva possibile poterLo sopportare per lEternit!
Dunque: ci sono predicatori "cosmonauti" che
parlano professionalmente e teologicamente di
cose celesti, di grandezze, di profondit, girando
intorno alla terra, alla vita, al quotidiano, agli
ostacoli: dallalto non possono udire le voci di
quaggi n vedere chi cammina, chi arranca.., sulle
strade.
Ma se io ho un guasto, un incidente, una caduta
che mi ferma lungo il percorso assegnatomi nella
vita terrena non posso andare alla ricerca di uno
scienziato, di un cosmonauta, di un centro
spaziale..... mi necessario e sufficiente un
meccanico, un "povero cristo" (e Cristo, appunto,
sceso povero sulla terra per camminare sulle nostre
strade e per farsi capire...).
Ho bisogno perci di un prete che pedali come me,
che percorra stesse strade terrene, che affronti
ostacoli, che parli e comprenda il comune
linguaggio, che possa perci rimettermi in sella,
riprendere la strada, il cammino ..........
A chi gi in volo od in "orbita" pu necessitare un
"centro spaziale" con preti cosmonauti ma a noi
pedoni serve solo una piccola officina con un
piccolo meccanico.
A questo punto, tuttavia, sovviene spontanea una
domanda, anzi due domande: entrambe
preoccupanti, come cristiano: la noia, il non
interesse se non proprio il disinteresse verso le
prediche e verso chi predica possibile che sia
anche per un atteggiamento voluto, per un
comportamento... di disimpegno? Ed allora
possibile che Dio, escluso dai nostri pensieri ci stia
togliendo il sapore, il gusto delle "sue cose"?
Giuseppe G.
don Angelo Monti
Lo scorso mese di febbraio, un gruppo di
Ronaghesi ha partecipato ai funerali di Don Angelo
Monti a Casnate. E non crediamo che queste
persone abbiano voluto essere presenti solo per il
fatto che Don Angelo sia stato un tempo Parroco di
Ronago, ma soprattutto perch della sua missione
pastorale nel nostro paese egli aveva lasciato un
ricordo ancora vivo dopo oltre quarantanni.
Un ricordo vivo nel cuore dei Ronaghesi che lo
hanno avuto come Parroco negli anni 1938 e 1939.
Due anni soltanto.
Don Angelo era infatti stato nominato nostro
Parroco in sostituzione di Don Carlo Verga, che in
quel periodo era ammalato e ricoverato in ospedale.
Don Angelo quindi stato mandato nella nostra
comunit a titolo provvisorio ma, a quanto pare, la
sua opera non stata "provvisoria". Egli ha saputo
imprimervi tutta la sua fede, lo slancio e la
generosit di cui era capace e per questo vogliamo
rinnovare su queste pagine il suo ricordo.
La sua figura e la sua opera emergono chiare dal
racconto di alcuni di noi che lo hanno conosciuto e
che ben volentieri ci hanno fatti partecipi dei lord
ricordi.
Ronago era a quel tempo una comunit di circa 800
abitanti. Una parte di essi trovava lavoro presso la
Ditta Ambrosoli, altri lavoravano la terra e altri
ancora emigravano in Svizzera. Si conduceva una
vita semplice e di soldi non ce nerano molti.
Don Angelo aveva poco pi di 40 anni quando
arriv tra noi. Di aspetto era un belluomo, alto e
forte. Una delle prime cose che ci colpirono di lui
era il suo modo di trattare la gente: era uguale con
tutti e non faceva rimarcare quel distacco cui
eravamo abituati quando ci si rivolgeva alle autorit,
sia civili che ecclesiastiche. Lui era uno di noi, uno
del popolo, che sapeva parlare con tutti e a tutti.
Per ognuno aveva una parola, un saluto. Quando lo
incontravamo, ci parlava in dialetto. Spesso,
scherzosamente, chiedeva alle donne che cosa
avessero preparato per pranzo quel giorno.
Aveva un carattere aperto e cordiale, era attivo e
intraprendente. Girava a piedi per il paese, sempre
attorniato da una frotta di ragazzini ai quali sapeva
insegnare con lesempio e la parola le verit della
fede, intercalando qua e l anche qualche battuta
scherzosa.
Non disponeva di molti mezzi, per era sempre
pronto a dare, a chiunque gli chiedesse. Sia
materialmente che moralmente. Chi era abbattuto
trovava una parola di conforto, chi non sapeva
districarsi da qualche bega burocratica, trovava una
guida e un appoggio. E chi era ammalato... era il
suo prediletto. Tutti i giorni, verso sera, si
incamminava, faceva una breve sosta al cimitero, e
poi andava a trovare tutti i suoi parrocchiani
ammalati. E non ci andava a mani vuote. Sapeva
che non tutti erano in grado di comperarsi le
medicine ed inoltre lui conosceva i benefici segreti
delle erbe. Allora portava sempre qualche
medicamento che lui stesso aveva preparato o che,
in certi casi, si procurava, e lo accompagnava con
la sua benedizione.
Dopo aver parlato con Don Angelo ci sentivamo gi
pi sollevati e affrontavamo diversamente i nostri
guai, morali o materiali che fossero.
In particolare, per quanto riguarda la sua attivit di
"erborista", ci si ricorda di come egli mandasse i
ragazzi a raccogliere i fiori di tiglio, che poi faceva
essiccare e mandava a certe suore di Como che lui
conosceva. Non sprecava nulla di quanto gli veniva
offerto dalla natura e sapeva ricavare infusi e
unguenti da semplici erbe e fiori.
Nella vita della parrocchia era presente lAzione
Cattolica e parecchi vi aderivano. Don Angelo le
diede ancora maggior impulso, invogliando ad
iscriversi anche coloro che erano un po restii o che
se ne erano allontanati. Non che imponesse niente
a nessuno, ma erano proprio il suo modo di fare
bonario e la sua fede che riuscivano a coinvolgere
tutti.
Anche le funzioni religiose erano particolarmente
seguite, perch alla gente piaceva sentirlo
predicare. La domenica,dopo la Messa, faceva
sempre una capatina in cooperativa, a scambiare
quattro chiacchiere. Nei pomeriggi festivi, ci si
radunava nuovamente per il vespro ed anche i
ragazzi vi partecipavano numerosi; fermandosi poi
con Don Angelo alloratorio (che altro non era che
la sacrestia). I ragazzi gli si erano talmente
affezionati che quando venne trasferito a Casnate,
alcuni di loro andarono a trovarlo pi di una volta,
magari in bicicletta.
Nellorganizzazione della vita parrocchiale, per
quanto riguarda le questioni pratiche, era
coadiuvato da un gruppo di laici, detti "fabbricieri"
(praticamente quello che attualmente il Consiglio
Pastorale). Con la loro assistenza, egli aveva
avviato le pratiche e fatto predisporre disegni e
autorizzazioni per lampliamento della nostra chiesa
(aggiungendo al corpo allora esistente le due arcate
fino allattuale ingresso principale). Purtroppo,
venne trasferito prima di poter dare inizio ai lavori,
che vennero avviati e ultimati da Don Carlo
Porlezza.
Nella primavera del 39, improvvisamente, cominci
a serpeggiare la notizia di un suo allontanamento
da Ronago. La gente non voleva crederci e se ne
domandava il perch. Ci si rivolse persino al
Vescovo per tentare di farlo rimanere, ma ormai la
decisione era stata presa e ci si dovette a
malincuore rassegnare a lasciarlo partire verso il
nuovo impegno che lo aspettava.
Radun le sue cose su un camioncino e se ne and
cos, passando ancora una volta per le strade del
paese, dove cerano a salutarlo tutti i suoi
Ronaghesi.
I Ronaghesi non lhanno dimenticato e si sono
sempre fatti vivi con lui: per avere ancora i suoi
consigli, le sue cure o anche semplicemente per
dimostrargli la loro riconoscenza.
Noi speriamo di aver rispettato, nel nostro racconto,
limmagine che ci stata descritta, e di averla
saputa donare intatta alla Ronago di oggi.
Anna B.
gioia di vivere o noia ? di Maria C.
La bella stagione ormai alle porte reca con s le
notti di luna, il profumo di fieno, il canto dei grilli, la
voglia di gelato e i fracassoni. Con questo termine,
non molto elegante a dire il vero, si intendono quei
giovanotti che, una strizzatina allacceleratore della
motoretta qua, un aggiustamento, alla marmitta l,
una frenata da brivido, un lungo roboare da fermi,
fanno fracasso nelle vie e nelle piazze di Ronago.
In confronto ai problemi che ci assillano, questo
fenomeno dellimperversare dei fracassoni pu
essere anche insignificante, ma comunque
estremamente fastidioso.
II rimedio pi semplice sarebbe quello di invocare
misure repressive: chiedere al Comune che si
consorzi con le amministrazioni vicine: per un
messo-vigile munito di blocchetti per le multe,
invitare una pattuglia dei carabinieri a fare un giretto
a Ronago durante le ore della sera e della notte,
chiedere ai nostri benemeriti poliziotti di frontiera di
fare qualcosa se ne hanno facolt. Del resto, a
Como; a Lecco, a Cant si sono istituiti alcuni tipi di
servizio notturno per garantire la tranquillit ai
cittadini, ai lavoratori e alle loro famiglie. Ma il
problema dei fracassoni non si risolve cos.
Bisogna invece chiedersi perch dei giovanotti
scelgono di passare le serate a dar fastidio agli altri,
sapendo di dar fastidio. Perch se non sapessero di
dar fastidio, non si cimenterebbero neppure a far
fracasso con le motorette, i motocicli, le moto e cos
via. Allora, prima di condannarli, bisogna capirli,
questi giovani. Non hanno alternative, perch
obiettivamente non c molto da fare a Ronago,
oltre che scorrazzare in moto durante le notti
destate. E sicuramente una madre di famiglia dice:
"Beh, piuttosto che faccia del male a se stesso e a
gli altri, meglio che mio figlio vada in giro in moto",
ma questo discorso non regge.
Che cosa spinge un ragazzo a rombare con la
moto?
Non certo la gioia di vivere, ma la noia, non certo il
senso della libert, dellavventura, la smania di
arrivare, ma la malinconia di non essere quello che
si vorrebbe, non la sensazione di essere potenti
perch si comanda ad un motore, ma una povera
soddisfazione, quella che fa dire: "Mi sono fatto
sentire anchio".
Non si pu chiedere ad un giovane di starsene
tranquillo a casa o al bar. Sono cose che non gli
interessano.
Gli interessa trovare qualcosa da fare, qualcosa che
riempia la vita, che gli dia un senso .Ma non ce lha
e forse nessuno in grado di proporglielo, nella sua
famiglia per primi.
Potremo dare centomila multe ai fracassoni, ma
loro troveranno sempre un modo di far fracasso.
Perch il fracasso lunica possibilit che hanno
per divertirsi e quindi per sentirsi vivi.
Per questo, a sentire i fracassoni, molti non si
irritano. Diventano tristi. possibile sbattere via
cos le, sere dei quindici, dei diciotto, dei ventanni,
quelle sere, sulle quali, tanti anni dopo, quando si
trovato qualcosa di meglio da fare, si pianger
sopra per averle perse?
la rocca ?
Forse pochi abitanti di Ronago sanno che cosa sia la
tradizionale offerta della ROCCA, che si fa ogni
anno a fine maggio, soprattutto da parte delle,
donne e delle ragazze.
Per questo vogliamo invitare, chi sapesse qualcosa
in pi di questa "tradizione" a scriverci qualcosa,
magari spiegando il suo significato e la sua origine
e ci impegniamo nel prossimo numero di RONAGO
82 a dare un ampio resoconto delle notizie che.
saranno giunte alla nostra redazione.
uno sguardo al pianeta scuola media
La Scuola primaria costituisce il grosso nodo del
sistema formativo italiano.
I problemi della scuola secondaria e
delluniversit sono infatti intimamente connessi a
questo e da esso in larga parte derivano.
Accettare una bocciatura alla secondaria non
semplice, ma vedere aggirarsi, tra le. famiglie lo
spettro beffardo e insolente della bocciatura alla.
scuola dellobbligo motivo di grande
apprensione.
Soprattutto la media (di cui ci occuperemo in
particolare) costituisce un momento di difficolt
piuttosto consistente.
Non raro trovare casi di alunni giudicati non
idonei al superamento di una classe, alle scuole
medie.
Ma quali sono le ragioni?
Non credo (e non per viscido spirito di casta)
che la colpa del tortuoso salto dalla elementare
alla media sia da addossare esclusivamente
allinsegnante elementare
,
responsabile della
preparazione del ragazzo nei primi cinque anni di
vita scolastica.
Penso invece che esista gi da tempo (da
quando cio si sono rinnovati i programmi della
media), lesigenza di avviare un processo di
ricomposizione unitaria di tutta la scuola
obbligatoria
,
intensificando i rapporti tra gli
operatori scolastici della scuola elementare e
della media
,
raccordando i programmi che
rischiano di essere scoordinati tra i due livelli di
istruzione, seguendo con pi cura lultimo anno
delle elementari per rendere meno traumatico e
possibilmente pi armonico il passaggio da un
livello allaltro.
Si ha poi molto spesso limpressione che esista
un notevole salto qualitativo tra la stagnante
arretratezza dei programmi della scuola
elementare e i programmi riformati della scuola
media dove, dopo anni di rigida separazione tra
scuola media per futuri lavoratori manuali e per
futuri "colletti bianchi", si raggiunta lauspicata
ricomposizione riducendo la distanza tra cultura
tecnico-scientifica e professionale da un lato e
cultura di stampo umanistico dallaltro.
La difficolt dellapproccio alla media e la
conseguente disaffezione allo studio sono anche
date dal fatto che il ragazzo si trova a percorrere
un itinerario formativo cos impegnativo nel
momento pi esplosivo e pi contraddittorio della
sua crescita: linizio della fase adolescenziale
che carica di tensioni e di ripensamenti.
Indubbiamente pesa molto al ragazzo, nel
momento in cui sente spesso il bisogno di
chiudersi in se stesso, rendere collettive le
proprie esperienze allinterno della classe, fidarsi
degli adulti (genitori e processori), in un momento
in cui si tentati di credere pi a se stessi.
C poi da aggiungere che il ragazzo sente, al
termine della scuola media, il peso di dover
scegliere il suo futuro proprio nel momento in cui
le incertezze e i dubbi prevalgono sulle sicurezze
e che di conseguenza non vive la fine del corso
in modo sereno anche perch la famiglia non pu
aiutarlo molto in questa difficile scelta visto i non
certo numerosi sbocchi occupazionali.
Linteresse per la scuola non quindi facile da
rafforzare, ma credo che anche i genitori
debbano contribuire eliminando i rimproveri
ingiusti e creando intorno al ragazzo un ambiente
sereno e costruttivo, dialogando con lui
incoraggiandolo allo studio senza esasperarlo.
Perch la scuola dellobbligo non diventi per lui la
scuola della costrizione!
Maurizio R.
In questi giorni sar presente a Ronago
Suor Amelia, prima di partire il 13 giugno
per la sua missione in Kenya.
In occasione di questa sua nuova partenza,
abbiamo voluto rispondere alla lettera che
ci hai inviato per Pasqua, ma siano anche
riusciti a ritrovare il saluto che nel
lontano 1963 le era stato rivolto
dalle sue amiche di Azione Cattolica,
quando aveva fatto la sua entrata in convento.
un semplice gesto di amicizia, con il
quale vogliamo essere vicini a Suor Amelia,
ma vuoi essere anche un impegno ad
accompagnarla nella sua missione con la
nostra preghiera e con qualche aiuto
"materiale".
Cara Amelia,
in questo giorno che con lo sguardo al cielo
ti accingi a. prendere il velo
per diventare sposa di Dio
lascia che a nome di tutta la giovent un augurio ti porga anch
1
io
Tra il frastuono e la dissipazione
nel nostro paese da tempo non fiorivano vocazioni
e proprio a te, o Amelia fortunata,
Ges ha fatto la sua telefonata
e tu, generosa e senza esitazione,
hai pronto corrisposto con la tua adesione.
Col sorriso sulle labbra e la gioia al cuore
hai lasciato il Foia per essere tutta del Signore,
hai lasciato noi e la nostra associazione
per diventare suora di missione.
Chi avrebbe mai pensato che l'Amelia birichina
che pedalando andava dalla Dorina
con lo sguardo cordiale ed il sorriso in pi
avesse in mente di sposare Ges?
Suor Colomba e Suor Agnese
Suor Ermelinda e noi comprese
un augurio sincero ti porgiamo
perch Ges ti tenga sempre per mano
e benedica colei che fu la cassiera della giovent
che se prima la cassa era al verde ora lo ancor pi.
E quando per il mondo africano
te ne andrai con un bongo per mano
col dolce sorriso
che irraggia il tuo viso
prega perch, uniti, abbiamo ad incontrarci un giorno in paradiso.
CARISSIMA SUOR AMELIA,
anzitutto ti ringraziamo per la bellissima
lettera che tramite, don Antonio, abbiamo ricevuto.
Tu ti scusi per il tuo silenzio e noi allora che cosa dovremmo dire?
Abbiamo capito quanto sia grande il tuo desiderio di tornare fra le tue ragazze Pokot,
anche se sai di andare incontro a tante, difficolt.
Ma lamore che tu hai per Dio ti fa accettare tutto con gioia e crediamo proprio che in
questo tu sia di esempio a noi.
Cercheremo di essere quel sostegno spirituale, morale ed anche materiale che dici
noi siamo. Sappiamo che ormai il tuo soggiorno in Italia sta per finire e che ritornerai
per qualche giorno a Ronago.
Ti aspettiamo per vivere insieme almeno una giornata, di preghiera e di fraternit.
E chiss che la Provvidenza non ti dia una mano perch i pozzi dacqua di cui ci hai
parlato non si moltiplichino.
Ti salutiamo affettuosamente.
G.A.M.
esperienze :
a catechismo
"Fare catechismo" una delle esperienze pi
belle in una comunit cristiana; a incontri
apparentemente vuoti", in cui i bambini
sembrano disinteressati, disattenti, seguono
lezioni vive, partecipate, che incoraggiano e
stimolano.
Prima di iniziare un incontro con i miei ragazzi,
chiedo allo Spirito Santo che mi illumini, con la
sua sapienza, perch possa annunciare quelle
grandi verit, quei misteri che superano
qualsiasi intelligenza umana, con quella
semplicit e naturalezza che sono proprie dello
stile evangelico.
Mentre preparo la lezione, viene spontaneo
una revisione di vita, perch il catechismo non
un insieme di nozioni da insegnare, ma
innanzitutto una vita di fede da proporre, dopo
averla sperimentata di persona.
C sempre in me la consapevolezza di non
essere allaltezza di un compito cos grande,
unita per a tanta fiducia che illumina, agisce e
rinnova.
Consapevole di ci, parlo loro con tanto
rispetto e attenzione, perch ogni bambino
un piccolo mondo da rispettare, educare e
amare; mi rivolgo a loro senza la presunzione
di essere capita a fondo, perch io devo solo
gettare il seme, che crescer quando il Signore
lo vorr.
Ricordo un piccolo episodio che mi ha
commossa e incoraggiata: mancavano poche
settimane al Natale e ho chiesto ai miei
ragazzi: "Se Ges Bambino tornasse su questa
terra e venisse a scuola con voi, a chi
siederebbe accanto? Al compagno pi bravo?
A quello pi generoso?.." Mi interrompe un
ragazzo vivace, che spesso fatica a stare
attento, e mi dice: "No, andrebbe vicino al
compagno che ha pi bisogno di essere
aiutato, perch Lui venuto per i pi poveri,
per quelli che non riescono da soli a risolvere i
loro problemi..."
Per me stata una lezione d vita: ho capito
che non serve dire grandi parole, perch :"Se
non diventerete come bambini."
Una mamma catechista
Sabato 24 aprile stata inaugurata anche
a Ronago presso il Centro Parrocchiale la
mostra di lavoretti eseguiti dagli anziani dei
paesi del Sottocomitato C.R.I.
(naturalmente Ronago compreso).
I lavoretti eseguiti abilmente a mano sono
stati posti in vendita ed il ricavato destinato
alla Croce Rosea di Uggiate per la
costruzione della nuova sede.
La mostra, rimasta aperta sabato sera,
tutta la domenica, nonch il marted e il
gioved sera successivi, ha avuto molti
ammiratori e perch no? anche molti
acquirenti.
Domenica mattina persino il "sostituto" del
Vescovo, Monsignor Castelli, che si
trovava a Ronago per amministrare le
Cresime ha potuto apprezzare
lesposizione di questi lavoretti.
Bisogna dire che i nostri anziani si sono
proprio impegnati e hanno fatto di tutto per
garantire con i loro lavoretti la buona
riuscita della mostra, nel solo paese di
Ronago ben 41 persone hanno aderito con
entusiasmo alla proposta della Croce
Rossa.
Limpegno di queste persone ha dato i suoi
frutti, si infatti raccolta la somma di Lit.
901.000.
Cos semplicemente, in due parole,
vogliamo ringraziare tutti gli anziani che si
sono dati da fare: un ringraziamento anche
a tutte le altre persone che hanno aiutato e
collaborato alla buona riuscita della mostra:
grazie a tutti, anche agli acquirenti!
Grazia M.
primavera dappertutto di Anna B.
aprile, domenica pomeriggio. Anzich fare la
solita passeggiata, ci dirigiamo verso lospedale
psichiatrico di Como, il San Martino, appunto.
Anche l primavera: le bellissime piante del parco
si sono rivestite, le aiuole sono piene di fiori, i prati
verdi e ben curati.
I viali interni si snodano fra le piante e conducono a
svariate costruzioni che ospitano i diversi reparti
dellospedale. Se solo gli intonaci fossero pi curati,
se qua e l non si vedessero le sbarre alle finestre,
se ci fosse qualche fiore sui davanzali e magari un
paio di sdraio nel cortile, sembrerebbe di trovarsi in
un villaggio residenziale. Il rumore della citt non
arriva fino qui, e non ci sono macchine che passano
rombando.
Eppure non un villaggio residenziale. Le persone
che ci vivono, da uno, da dieci, da venti, trenta e
magari pi anni, non possono andare e venire a
loro piacimento.
Ne vediamo alcuni raggirarsi nei viottoli, altri seduti
sulle panchine, quasi tutti chiusi nel proprio mondo,
al quale tentano invano di far partecipare gli altri.
Qualcuno in compagnia dei parenti che sono
venuti a trovarlo, ma non riesce a dialogare con
loro. Qualcun altro discute con un proprio
compagno. Incontrandoci, alcuni ci salutano
cordialmente, altri non alzano nemmeno lo sguardo
da terra.
Ognuno si porta dentro il suo carico di sofferenza e
di tristezza: come possono sfogare quello che
provano? Solo quando hanno le crisi, e allora il loro
"io" viene messo a tacere.
Un senso di impotenza ti prende quando pensi alla
loro solitudine, al loro destino, allincomprensione e
allironia di cui spesso sono fatti oggetto. Quando
pensi che sono magari costretti a subire delle
regole che non riescono pi a capire, che sono
schiavi di brandelli di ricordi e di idee. Che non
hanno mai un momento per se stessi, vivendo in un
regime di promiscuit che un normale non
riuscirebbe a sopportare. una comunit che ha
tanto bisogno di amore e di comprensione. una
comunit che ha ospitato e ospita tuttora alcuni
nostri fratelli di Ronago.
Sembrer; strano laver scelto un tale argomento
per il nostro giornalino: ma se lho fatto soprattutto
per riportare una forte impressione che ho avuto in
quella domenica pomeriggio. Lincontro con uno di
questi ricoverati, un uomo sulla settantina, rinchiuso
l da quasi 25 anni.
Non ci aveva mai visto, eppure ci ha accolti se
fossimo stati suoi vecchi amici.
Gli abbiamo chiesto come stava: "Benone", ha
detto, "Benone". Ci ha raccontato qualche piccolo
episodio della sua vita. Non parole sconnesse, ma
fatti, luoghi e nomi. Ha perfino buttato l qualche
battuta, ma non in modo incoerente. Il suo
buonumore non pareva derivare dallincoscienza
della propria situazione ma al contrario, dava
limpressione di una accettazione consapevole del
proprio destino. Non un rassegnato ma un uomo
che si adeguava alla sua posizione cercando di
viverla il meglio possibile. Ha parlato degli anni
passati in manicomio e della sua speranza di poter
presto avere il permesso di poter andar "fuori"
durante la giornata. Ci ha mostrato la carta che
prevede questa possibilit.
Lo abbiamo incontrato mentre lasciato il suo
reparto, era andato a far visita a degli amici
ricoverati in un altro padiglione, e si spostava con
sicurezza, come se si trovasse nelle strade del suo
paese.
Anche l dentro ha saputo farsi voler bene,
allacciare delle amicizie, rendersi utile in tanti piccoli
lavoretti e l vive, non inveendo contro il destino ma
cercando di costruire un piccolo mondo nel quale
esista ancora il rapporto con gli altri, il bisogno di
dare e di ricevere.
Ci siamo lasciati con una stretta di mano ma lui non
ritornato triste al suo reparto . Sembrava sapesse
che anche l lo aspettavano, che anche l cera
bisogno di lui.
per questo che vogliamo ringraziarlo. Per il dono
che ci ha fatto: a noi, che abbiamo la libert, la
salute, una famiglia, il benessere e che troppo
spesso ci abbattiamo davanti a una piccola
difficolt.
E allora non forse vero che pu essere primavera
ad ogni et e in qualsiasi posto?
sa regurdii
Sa regurdii, dunet, na volta, quant, ala, sira, dopu
v purta ul gerlu tut ul d o ves st 8 o 9 ur al filatoi,
sa riniva tuta la famiglia taca al foc o l, nda la
stala e, intant che la sa cntava s, sa rideva, sa
scherzava, i. fi gigavan, fasevan burdel, metevan
alegria, intant che sa diseva ul rusari tt insema,
violtri, cun pazienza, cun tanta abilit fasevi la
maia, ricamavi, gistavi; e. da qui man dorvigneva
f culzet, maiuni... . e navan propri ben quant a la
matena prest sa duveva na f a guadagna la
micheta, o a ta fin dal mes, quant sa duveva fa
quadr ul bilanci da tta la famiglia... Evan tt
dane truva.
Inco ghe forzi pi quel sens dal risparmi, da vt
la famiglia cui laur di propri man... i culzet I
pse comud crumpai al merca.
Cert che forzi ghe nanca pi l temp; a la sira ga ne
magari sempru na quei vona, o n da chi o da
l... .o la televisiun da vid.
Epr, fio, v mai capit da vid la vosta nona,
magari, ala sira, setda gi s ltumana, cun sti fer
che va, sti man che sa movan svelt, e ntant la lana
la sa srtola e la culzeta la sa slunga... e da sti
gcc che va, sti man che sa movan a temp, in
prsa, cun sicreza ma cn tanta delicateza, par
vegna fo na msica che dis dulceza, armunia.
E sta. figreta, vistida magari da negru setda gi
in gnr, quasi par pagra da rvinaa stu bel mobil
lstru, la d un sens da tranquilit, la ta fa d che
forzi bisogna mia sugta a cur, ciapasala, ma val la
pena da afrunt la vita cun ps serenit, mument
par mument, cum la vegn; e ferms ogni tant,
guardas in gir, cum
1
la f le, che, quant la gira i
gcc, ta valza l co, la slunga i occ f da la finestra,
la sta li un atim a guard ul su che l cala e l tira ros
ul ciel, e magari n dal cor la ringrazia ul Signr par
tut quel che l ga da.
E po inanz anm, ma intant la s fermada quelatim
che l ga f gust ps anca quel ca l dre f.
Duaresum ves bun da fa insci anca ngn.
Vi ricordate, signore, una volta quando alla sera,
dopo aver portato la gerla tutto il giorno, o essere
state 8 o 9 ore alla filanda, si riuniva tutta la famiglia
vicino al fuoco o l, nella stalla e intanto che si
chiacchierava, si rideva, si scherzava, i figli
giocavano, facevano baccano, mettevano allegria,
intanto che si diceva il rosario insieme voi con
pazienza, con tanta abilit lavoravate a maglia,
ricamavate aggiustavate; e da quelle mani doro
uscivano calze, maglioni... e servivano, quando alla
mattina presto si doveva uscire a lavorare, o alla
fine del mese, quando si doveva far quadrare il
bilancio di tutta la famiglia... Erano tutti soldi
preziosi. Oggi non c pi forse quel senso del
risparmio, dellaiuto in famiglia col lavoro delle
proprie mani ... le calze pi comodo comperarle al
mercato. Certo che, forse, non c neanche pi
tempo, alla sera c sempre qualcosa da fare andar
di qua, di l... o guardare la televisione. Eppure,
ragazzi, non vi mai capitato di vedere vostra
nonna, magari alla sera, seduta sul divano che
sferruzza, con le mani che si muovono svelte, e
intanto la lana si srotola e la calza, si allunga. E
dagli aghi che lavorano, dalle mani che si muovono
a tempo, veloci, con sicurezza, ma con tanta
delicatezza, sembra nasca una musica che dice
dolcezza, armonia. E questa figurina, vestita magari
di nero, seduta in orlo, quasi per paura di rovinare il
bel mobile lucido da un senso di tranquillit, ti fa
dire che forse non bisogna continuare a correre,
preoccuparsi oltre il dovuto, ma occorre affrontare la
vita con maggior serenit, attimo per attimo, come
viene, e fermarsi ogni tanto, guardarsi in giro, come
fa lei, . che quando inverte gli aghi, alza la testa,
getta uno sguardo sin fuori dalla finestra e rimane l
un attimo a guardare il sole che tramonta e
infiamma il cielo, e magari, nel suo cuore, ringrazia
il Signore per tutto quello che gli da. E poi avanti,
ma intanto s fermata quellattimo che gli fa gustare
di pi anche il lavoro che sta facendo. Dovremmo
riuscire a far cos anche noi.
LANGOLO di Michele G.
DEL GIARDINIERE
AZALEA JAPONICA (Azalea rustica da giardino)
Neanche il pi bravo dei poeti saprebbe
descrivere leccezionale bellezza in fioritura di
questa pianta-cespuglio.
Per ci e per le qualit altamente ornamentali e per
la semplicit con cui si coltiva, la si trova, sia come
esemplare isolato, sia a gruppi in variet di colori
non solo nei grandi parchi e nelle lussuose ville ma
anche in quasi tutti i nostri giardini.
In questi giorni ha avuto inizio la fioritura che
partendo da fine aprile continua a maggio e finisce
a giugno con le variet tardive.
Ma come coltivarle?
Queste piante richiedono una elevata umidit e
preferiscono la mezzombra. Se il terreno dove si
vogliono piantare calcareo esso si deve sostituire
con terra derica (terra da brgg) o meglio con torba
avendo queste piante assoluto bisogno, per una
buona riuscita di un terreno adatto. Le azalee
raramente sono soggette a malattie.
La rugginosit delle foglie e la fumaggine che
talvolta appaiono sono la causa di unerrata
concimazione o di un terreno poco adatto.
Comunque consigliabile un trattamento annuale
funghicida pi insetticida con aggiunta di concime
fogliare.
In commercio troviamo anche delle bellissime
azalee a foglia caduca (a. mollis) da giardino.
Questa variet emette unabbondante fioritura dopo
la quale spuntano le foglie numerose e lucenti. Le
azalee si riproducono per talea.
ILFRUTTETO
Leccezionale fioritura che questanno si avuta
sulle piante da frutto e la buona fecondazione
avvenuta dei fiori sono un buon segno per la
prossima raccolta che gi ci ripaga in parte dei
lavori attuati questinverno (potatura, trattamenti,
pulizia dei rami ..... ).
consigliabile a fioritura ultimata, per chi non
labbia gi fatto, un trattamento per tutte le piante da
frutto in variet con funghicida pi insetticida per
combattere oidio, ticchiolatura e altre infestazioni;
tali prodotti si trovano facilmente in commercio.
Questo trattamento se non lavato da forti temporali,
ha unefficacia di circa tre settimane.
N.B,
per evitare che il verme delle ciliege (giuanin) entri
nel frutto, irrorare con un insetticida, a corti
intervalli, fino a tre settimane dalla raccolta.
LORTO
II mese di maggio il periodo adatto per
mettere a dimora, in campo aperto, tutte le giovani
piantine di fiori e di verdura che facciamo da noi in
posti riparati o che troviamo in commercio.
Per il fiori ricordiamo: astri, zinnie, tagetes, varie
qualit a bulbo,...........
Per la verdura: pomodori, peperoni, cocomeri,
zucchine, sedani, melanzane,....
Vale la pena di ricordare che lultima verdura sopra
indicata, cotta a m di frittelle, una vera
ghiottoneria per grandi e piccini; tuttavia un piatto
succulento anche per la "dorifora" che nei mesi
caldi attacca oltre alla patata anche questa
salonacea e produce gravi danni al raccolto. Perci
nei mesi di luglio e agosto controllatene le piante e
in caso di infestazione trattate con insetticida.
SCI CLUB
Si sono concluse in questo periodo le varie manifestazioni dello sci club Ronago Ambrosoli, che hanno visto
impegnati per diverse domeniche ragazzi, giovani e adulti, alla ricerca di un momento di svago e di sport.
Questanno non mancata la neve per cui si sono potute realizzare tutte le iniziative che erano in
programma.
Labile regia del prof. Papis Pierluigi ha permesso, come gi gli altri anni, che tutto si svolgesse nel migliore
dei modi.
La sera del 29 aprile presso il ristorante Crotto del Lupo, si sono svolte le premiazioni: sono state distribuite
coppe e trofei ai migliori, ma si anche voluto rinnovare unamicizia che domenica dopo domenica si era
creata tra bambini e genitori e tutti i partecipanti alle gite sui campi di neve.
Laugurio che ci sentiamo di fare che lo sci club Sportiva Ronago, patrocinato dalla ditta Ambrosoli,
continui anche in futuro la sua attivit con lo stesso entusiasmo e si affianchi a tutte le bella iniziative che la
nostra sportiva organizza.
SCI CLUB " A M B R O S O L I
CAMPIONATO SOCIALE
C U C C I O L I F. 1981-1982 S E N I O R E S F.
1 - Ambrosoli Violante 1 - Broggi Carmen
- Ghielmetti Chiara - Ferrarese Cinzia
- Mantova Floriana - Briccola Angela
- Ghielmetti Renata
C U C C I O L I M. 1981-1982 S E N I O R E S M.
1 - Bianchi Ivan 1 - Tettamanti Eugenio
- Papis Christian - Tettamanti Mario
- Bianchi Claudio - Della Torre Riccardo
RAGAZZI JUNIORES M. AMATORI
1 - Papis Emanuele 1 - Mantova Natale
- Piovesan Maurizio - Ambrosoli Alberto
- Scotti Tullio - Bianchi Silvaldo
- Rottigni Andrea
VINCITORE DEL TROFEO
- TETTAMANTI EUGENIO
TROFEO dell A M I C I Z I.A
Caspoggio, 28 febbraio 1982
CLASSIFICA FINALE
Categorie
Sci Clubs
CUCCIOLI
F M
JUNORES
F M
SENIORES
F M
AMATORI TOTALE
MONGZZ 3 1 25 31 33 16 24 133
AMBROS0LI Ronago 4 4 29 16 10 15 21 99
LIETO COLLE 2 3 13 12 17 25 26 98
VILLAGUARDIA 1 2 11 19 18 22 7 80
il laghetto
Parliamo un po di questo laghetto di Ronago
prima che diventasse "Ioasi" che ci ritroviamo
in questo momento.
Il laghetto di Ronago anche retrocedendo nel
tempo sempre stato un luogo di divertimento
per la pesca limitato forse a poche persone,
poich essendo privato, solo pochi avevano il
permesso di poter pescare, per anche queste
poche persone privilegiate hanno sempre
collaborato col padrone dello stesso perch
restasse vivo, immettendo nel laghetto
avannotti di carpe e di tinche. Risultato: al
giorno doggi nel laghetto esistono ancora
carpe di peso notevole grazie a coloro che
hanno pensato non solo a pescare, ma anche
a ripopolare lo stesso.
E qui un ringraziamento va al compianto
Zuccoli Ernesto, ai fratelli Ghielmetti Antonio,
Ghielmetti Vittore e Ghielmetti Silvio che ci
hanno dato la possibilit di trovare ancora la
vita in questo laghetto. Negli ultimi anni
purtroppo il laghetto stato trascurato
diventando quasi una palude.
Con la buona volont di un gruppo di volontari
guidati da una persona, che troviamo giusto
nominare, perch molto ha fatto per il laghetto,
Nicolini Luigi si fatto della palude un posto di
divertimento accogliente e che oggi come oggi
"farebbe gola a molte societ. Molti lavori sono
stati fatti con laiuto di tutti. E qui non me ne
facciano colpa coloro che hanno collaborato,
ma doveroso ringraziare Lambrughi Alberto
che con le sue macchine ci ha dato la
possibilit di poter fare quello che abbiamo
fatto.
Tra grandi e bambini siamo in 135 iscritti che si
divertono in questo Ronago, specialmente nei
mesi estivi; bambini che con la loro cannetta
sorvegliati dai genitori sono intenti al
galleggiante, respirando nello stesso tempo
aria buona: alla sera quando lasciano il
laghetto, stanchi ma orgogliosi con il loro
sacchetto di scardolette e con la pelle
arrossata dai raggi solari, sembrano vogliano
ringraziare coloro che gli hanno dato la
possibilit di tanta gioia. Forse avremmo
dovuto nominare per prima questa persona
che ha reso felice tanti bambini e dato un
divertimento anche ai grandi, Zuccoli Silvano,
colui che ci ha affittato il laghetto. La societ
cannisti unitamente a tutta la popolazione gli
veramente grata.
Societ Cannisti Ronaghesi
estate a Pellio
Lestate ormai si avvicina: tutti pensano a come
passare le vacanze e le ferie. Noi abbiamo la
fortuna di possedere una casa di villeggiatura a
Pellio superiore in Val dIntelvi che gi negli
anni passati stata sfruttata in diversi modi,
organizzando turni di vacanza per ragazzi e
per ragazze, e qualche volta per famiglie.
Anche questanno ricordiamo che la casa nel
mese di. Luglio aperta per ragazzi e per
ragazze che volessero fare unesperienza fra
"amici".
Il programma in linea di massima questo: dal
1 luglio al 15 luglio, faremo un turno per le
ragazze, guidato da Suor Lidia. Dal 16 al 30
luglio ci sar un turno per i ragazzi, guidato da
don Antonio. La spesa giornaliera sar di
L.8.000, tutto compreso.
Nel mese di agosto, poi, dal 5 al 15, stiamo
organizzando un soggiorno per le persone
anziane.
Ulteriori informazioni verranno date
prossimamente.