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Accompagnarci a vicenda
C
ari amici,
sono molto lieto di accogliervi. Qualunque sia la vostra condizione, la vostra
storia, il peso che portate, è Gesù che ci riunisce intorno a sé. Se c’è qualco-
sa che ha Gesù, è proprio quella capacità di accogliere. Egli accoglie ciascuno così
com’è. In Lui siamo fratelli, e io vorrei che voi sentiste quanto siete i benvenuti; la
vostra presenza è importante per me, e anche è importante che voi siete a casa.
Con i responsabili che vi accompagnano, voi date una bella testimonianza di fraterni-
tà evangelica in questo camminare insieme nel pellegrinaggio. Infatti voi siete venuti
accompagnandovi a vicenda. Gli uni aiutandovi generosamente, offrendo risorse e
tempo per farvi venire; e voi, donando loro, donando a noi, donando a me, Gesù
stesso.
Perché Gesù ha voluto condividere la vostra condizione, si è fatto, per amore, uno di
voi: disprezzato dagli uomini, dimenticato, uno che non conta nulla. Quando vi capi-
ta di provare tutto questo, non dimenticate che anche Gesù l’ha provato come voi.
È la prova che siete preziosi ai suoi occhi, e che Lui vi sta vicino. Voi siete nel cuore
della Chiesa, come diceva Padre Giuseppe Wresinski, perché Gesù, nella sua vita,
ha sempre dato la priorità a persone che erano come voi, che vivevano situazioni
simili. E la Chiesa, che ama e preferisce quello che Gesù ha amato e preferito, non
può stare tranquilla finché non ha raggiunto tutti coloro che sperimentano il rifiuto,
l’esclusione e che non contano per nessuno. Nel cuore della Chiesa, voi ci permettete
di incontrare Gesù, perché ci parlate di Lui non tanto con le parole, ma con tutta la
vostra vita. E testimoniate l’importanza dei piccoli gesti, alla portata di ciascuno, che
contribuiscono a costruire la pace, ricordandoci che siamo fratelli, e che Dio è Padre
di tutti noi.
Mi viene in mente di provare ad immaginare che cosa pensasse la gente quando ha
visto Maria, Giuseppe e Gesù per le strade, fuggendo in Egitto. Loro erano poveri,
erano tribolati dalla persecuzione: ma lì c’era Dio.
Cari accompagnatori, voglio ringraziarvi per tutto quello che fate, fedeli all’intuizio-
ne di Padre Giuseppe Wresinski, che voleva partire dalla vita condivisa, e non da
teorie astratte. Le teorie astratte ci portano alle ideologie e le ideologie ci portano
a negare che Dio si è fatto carne, uno di noi! Perché è la vita condivisa con i poveri
che ci trasforma e ci converte. E pensate bene questo! Non solo voi andate incontro
a loro – anche incontro a chi ha vergogna e si nasconde –, non solo camminate con
loro, sforzandovi di comprendere la loro sofferenza, di entrare nella loro disposizio-
Papa Francesco
I poveri come
«luogo teologico»
di Lucas Cerviño
Luigino Bruni
da: L’EdC è per i poveri, in «Economia di Comunione. Una cultura nuova» 42 (2016), p. 15.
Le «Unity House»
a cura della redazione
C
Com’è noto, in Kerala, come
in altre parti dell’India, la
povertà raggiunge livel-
li estremi. Nelle città mol-
ta gente vive per strada o in
re a scuola ma si recano con
i genitori a lavorare i campi e
a pascolare il bestiame o ri-
mangono a casa per prender-
si cura dei più piccoli e per
slums, senza risorsa alcuna. cucinare. Raggiunta l’adole-
Nelle aree rurali per la mag- scenza, spesso cadono nella
gior parte dell’anno la terra è passività, in alcuni casi fini-
un insieme di appezzamenti scono per far parte di bande
riarsi poiché non esiste nes- violente.
sun sistema d’irrigazione e le
Una società, quella indiana,
principali coltivazioni dipen-
plurireligiosa ma dove le va-
dono dai monsoni. I brac-
rie espressioni si tollerano
cianti non lavorano regolar-
reciprocamente. Thomas da
mente e sono mal pagati.
sempre portava nel cuore l’a-
A causa della povertà tanti spirazione dell’unità che, fino
bambini non possono anda- all’incontro con la spirituali-
È venuto a mancare
il collante della solidarietà GEN’S: Il risultato è in certa misura inedito
ma senz’altro drammatico. Come si presenta
nell’ambiente in cui operi?
GEN’S: Queste tensioni sociali che tu descrivi,
unite alla crisi economica, da più parti sono in- I mali sociali sono sotto gli occhi di tutti: la
dicate come la fine della cosiddetta “classe ope- disoccupazione, i contratti di solidarietà, la
Ci sono anche
gli «eroi di pace»
a cura di Maria do Sameiro Freitas
Saper dire anche dei «no» è stato possibile portare avanti con successo
alcune azioni. Ad esempio, abbiamo costrui-
to insieme una strada nella nostra valle e im-
piantato i pali per l’alimentazione elettrica.
GEN’S: Nel 2006 è poi terminata la guerra e
tu sei ritornato nel Kosovo. Com’è stato questo
ritorno?
GEN’S: Oggi hai tre figli e lavori per la IOM,
Alasin: Dopo la guerra, da noi nel Kosovo un’organizzazione che si occupa dei migranti.
tante cose erano in rovina. Nella nostra zona, Forse perché senti di avere qualcosa da dare a
tutto era rimasto distrutto e bruciato. Poiché queste persone, avendo sperimentato sulla tua
la maggior parte delle persone non aveva un pelle ciò che essi vivono. Cosa diresti a quanti
tetto sopra la testa e molti non avevano nem- leggeranno questa intervista?
meno da mangiare, alcuni hanno scelto scor-
ciatoie per migliorare le loro condizioni di Alasin: Il Paese da cui provengo ha problemi,
vita. Il peggio è che poi non hanno più smesso di tutti i tipi. Le ferite lasciate dal passato gua-
di farlo e si sono arricchiti attraverso la corru- riscono con fatica e nel complesso andiamo
zione e comportamenti simili. avanti molto lentamente. Anche se la guerra
Naturalmente anche a me è stato offerto più è finita, disagi e difficoltà come la povertà, la
volte di agire così, ma senza esitazione ho det- corruzione, la disoccupazione e la mancanza
to di “no” perché non avrei più potuto guar- di speranza si fanno sentire pesantemente. Mi
dare negli occhi quanti erano divenuti miei toccano sul vivo come membro di questa so-
amici in Germania. Nel cerchio della fami- cietà e influenzano direttamente la mia perso-
glia, degli amici e colleghi ho sempre ribadito: na. Rimane la domanda: come si fa a uscire da
«Come sono eroi i martiri che hanno dato la questa situazione?
loro vita nella guerra, così lo sono anche quelli L’incontro con la “vita dell’unità” ha fatto
che lavorano duramente, con diligenza e one- crescere in me il desiderio e la speranza che
stà». in molti luoghi possano nascere e svilupparsi
In questi anni di ricostruzione, ho sempre cellule di una vita nuova, che crescano insie-
cercato di essere un eroe di pace, anche se me e che abbiano la forza di muovere il mon-
non era tanto facile. Ho provato a promuove- do intero: è il mio sogno, ed è per questo che
re iniziative e azioni comuni, benché la gente sono oggi qui con voi a Roma.
non avesse né tempo né voglia di farlo, perché
tutti lottavano per la sopravvivenza. Eppure, a cura di Maria do Sameiro Freitas
Reciprocità
alla prova dei fatti
di Emilio Rocchi
I
In parrocchia dove mi trovo
dal 25 ottobre 2014, vi sono
diversi membri e aderenti del
Movimento dei Focolari con i
quali ogni mese cerchiamo di
vivere una Parola biblica (fra-
concordi, diviene una festa,
mentre procura un’ascesa»1.
Aperture profetiche:
l’arte e i poveri
di Giancarlo Moretti, Franco Staccoli e Maurizio Malaguti
Ricevere tezza paterna lo lascia nelle parole del Papa, Questi stracci bene-
e operare emergere dentro di né per la tentazione di detti che porto addos-
misericordia noi man mano che lo cedere allo scoraggia- so non sono essi che
accompagniamo nella mento, dal momento mi fanno sacerdote;
C’è poi un’altra pas- scoperta dei tratti del che «il nostro peccato se non porto nel mio
sione che Papa Fran- Buon Pastore, anche è il ricettacolo del- petto la carità, non
cesco vuole comuni- in quelli fatti propri la Misericordia». «Il sono nemmeno cri-
care a tutti coloro che dai santi, quelli più cuore che ha ricevuto stiano”».
sono stati chiamati al grandi, come Pie- misericordia non è
ministero, al servizio tro, Paolo, Agostino, un cuore rattoppato
delle comunità cri- Francesco, Ignazio e ma un cuore nuovo, Il confessionale:
stiane sparse nel mon- quelli più vicini a noi ri-creato». «Così, il spazio di
do, una passione così nel tempo e nella con- vero recipiente della
un amore che
necessaria nella vita dizione di vita, come misericordia è la stes-
sa misericordia che
non ha confini
del prete, da diven- il Cura Brochero e il
tare una «grazia che cardinale Van Thuàn. ciascuno ha ricevuto e
Snodo principale di
occorre chiedere e che gli ha ricreato il cuore,
Con coraggio e reali- un ministero centrato
è, direttamente, quella quello è l’otre nuovo
smo, Francesco fa ini- sulla misericordia è lo
di diventare sacerdoti di cui parla Gesù, il
ziare il nostro viaggio spazio del confessio-
sempre più capaci di pozzo risanato».
dal porcile in cui viene nale. È lì che si diven-
ricevere e dare mise- a trovarsi il figlio pro- Con un cuore risa- ta segno e strumento
ricordia». La miseri- digo della parabola, nato, il ministero del di un incontro: segno
cordia a cui ci spinge non per umiliarci, ma prete tra la gente dal che richiama l’atten-
Francesco è «una mi- per far emergere dal cuore ancora ferito zione, strumento che
sericordia dinamica, profondo del cuore acquista un profilo rende possibile l’in-
non come un sostanti- quella nostalgia che completamente diver- contro. «A noi spetta
vo cosificato e defini- «ci allarga l’anima», so. La misericordia “far sì che si incon-
to, né come aggettivo perché «ha a che fare sperimentata come un trino”, che si trovino
che decora un po’ la con la misericordia». balsamo per la propria faccia a faccia. Quello
vita, ma come verbo – Siamo posti tra due anima diventa oro che poi faranno è cosa
operare misericordia e tra le sue mani: essa loro».
estremi, senza esclu-
ricevere misericordia diventa lo strumento
dere uno dei due: la
– misericordiare ed principe per «trasfor- Lo strumento non può
dignità e la vergogna,
essere misericordiato». mare tutta la vita del essere autoreferenzia-
entrambi relativi al
popolo di Dio in “sa- le: «Nessuno si ferma a
Quale figura di prete nostro essere figli del
cramento”. Essere mi- guardare il cacciavite
viene fuori da questo Padre, «nella tensio-
sericordiosi non è solo o il martello, ma guar-
momento di luce e di ne profonda in cui la
un modo di essere, ma da il quadro che è sta-
grazia per la vita dei misericordia del Si-
il modo di essere. Non to ben fissato. Siamo
presbiteri? gnore ci colloca: non
c’è altra possibilità servi inutili»… Allo
solamente di peccatori
Papa Francesco non di essere sacerdote. Il strumento è richiesto
perdonati, ma di pec-
traccia in modo teo- Cura Brochero diceva: di essere disponibile
catori a cui è conferita
rico un profilo ideale “Il sacerdote che non per essere usato e al
dignità».
di prete a cui tendere, prova molta compas- tempo stesso di non
ma con grande finezza Non c’è spazio per sione dei peccatori è porre sé come impe-
psicologica e delica- l’autocommiserazione un mezzo sacerdote. dimento: «Un buon