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Allumanit, che talora sembra smarrita e dominata dal potere


del male, dellegoismo e della paura, il Signore risorto offre
in dono il suo amore che perdona, riconcilia e riapre lanimo
alla speranza. amore che converte i cuori e dona la pace.
Quanto bisogno ha il mondo di comprendere e di accogliere
la Divina Misericordia!.

MARZO 2015

A tutti i lettori dellEco dei Barnabiti


il pi vivo e sincero augurio di Buona Pasqua
La direzione e la redazione dellEco

Anno XCV - N. 1 - 2015


Poste italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Roma

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Parole che Giovanni Paolo II avrebbe voluto dire


al Regina Coeli il giorno dopo la sua morte, domenica 3 aprile

SOMMARIO
RASSEGNA TRIMESTRALE
DI VITA E DI APOSTOLATO
DELLORDINE DEI CHIERICI REGOLARI
DI S. PAOLO - BARNABITI

Editoriale
1 Lunica legittima violenza (P. Rippa)

Anno XCV
n. 1 - Marzo 2015

Bibbia
2 Vita consacrata nella Chiesa oggi (G. DellOrto)

Trimestrale
Poste italiane S.p.A. - Spedizione
in abbonamento postale - 70% Roma
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DIRETTORE
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DIFFUSIONE
Eco dei Barnabiti viene inviato agli
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e delle Opere dei Barnabiti.
possibile riprodurre gli articoli della
rivista citando la fonte e mandandone
giustificativo in redazione
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copertina: Tunnel nel bosco, foto di Nicola Tassis
IV di copertina: Nella gioia del Risorto..., disegno
di Nicola Tassis

Chiuso in redazione il 9 marzo 2015


Finito di stampare il 22 marzo 2015

Vocabolario ecclesiale
5 Viscere (A. Gentili)
Vita consacrata
6 Scrutate. La vita consacrata cammino di profezia e di esplorazione di nuovi
orizzonti (E. Brambilla)
Ecumenismo
11 La vita consacrata nelle tradizioni cristiane. Colloquio ecumenico di religiosi e
religiose: Roma 22-25 gennaio 2015 (E. Sironi)
Spiritualit barnabitica
17 Intervista a un santo. Francesco Saverio Maria Bianchi (M. Regazzoni)
Osservatorio paolino
23 Paolo di Tarso: quattro profili (G. Cagnetta)

28 Il Santo Curato dArs (A. Erba)


33 Venerabili pellegrinaggi. P. Carlo M. Bascap il nostro S. Carlo. Massima bascapeiana per il buon governo: ...consigliare, esortare, dialogare, prima di imporre e
comandare, nel IV centenario della morte (1615) (F. Lovison)
42 Harlem quello che Dio pensa di New York. Una lettura sapienziale del conflitto
tra lOriente islamico e lOccidente cristiano (A. Gentili - G. Gentili)
Dal mondo barnabitico
54 Protagonista: p. Mario Falconi Notizie di casa nostra Celebrazioni del
ventennale della cappella san Paolo a Puente Alto Ordinazioni sacerdotali nelle
Filippine P. Emiliano Redaelli al Festival internazionale Al Gadir a Nayaf (Iraq)
Firenze: i nostri primi 70 anni di Amicizia Don Giancarlo Bertagnolli, sacerdote
dei piccoli, amico dei giovani Ordinazione e Prima messa di Antonio Bongallino
Premio Gbaby Napoli, chiesa di Caravaggio: inizio della commemorazione
del bicentenario della morte di S. Francesco Saverio M. Bianchi Arpino:
commemorazione in occasione del bicentenario della morte di S. Francesco Saverio
M. Bianchi Prima visita del p. Generale alla nuova Fondazione messicana
Pittori di Niagara Falls ospiti allo Shrine
Ci hanno preceduto
55 P. Enrico Brieda (G. Villa)
Schedario barnabitico
56 A. Gentili, Il sentire cifra dellesperienza religiosa nella testimonianza di S. Angela
da Foligno (P. Rippa)

Lunica legittima violenza

Quotidianamente tartassati dalla violenza in tutte le sue varianti: fisica, verbale,


psicologica, esplicita, implicita, diretta, indiretta, istituzionale..., viene proprio da
pensare che agli umani costi enormemente chiudere i conti con comportamenti
che ci illudevamo fossero peculiarit di epoche ormai remote. Ma non cos!
N duemila anni di cristianesimo, n lo sviluppo culturale e le conquiste tecniche
di cui andiamo giustamente orgogliosi, n certe idee tali come, per esempio,
la tolleranza che tanto sangue costata prima di insediarsi nel nostro orizzonte
esistenziale, pare siano stati capaci di modificare il cuore delluomo che continua
ad emanare violenza.
Le cronache che ogni giorno i media ci propinano, che parlano di aggressioni,
di omicidi, di violenze, spesso attribuibili a motivi futili, palesano questa triste
situazione.
Lassenza di scrupoli dei corrotti di ogni colore e sapore, larroganza
di chi presume aver il diritto di mettere a ferro e fuoco una citt, una nazione,
la prepotenza di chi strumentalizza valori cos radicati nella coscienza collettiva
delluomo come la religione per sostenere ideologie deliranti, la presunzione di chi
pretende essere padrone della vita propria e dellaltrui, lorgoglio individualista che
non nutre nessuna piet per le vittime, per chi giace, per gli ultimi, sembrano oggi
diventati atteggiamenti che non suscitano ormai n scandalo, n sconcerto,
n turbamento. E le vittime di queste sconvolgenti situazioni sono quasi sempre
i pi deboli: i bambini, le donne, i vecchi, i poveri, gli stranieri.
Ma se proprio non possiamo fare a meno di una dose quotidiana di violenza,
se ci risulta impossibile sradicarla dal nostro cuore, dal nostro codice genetico
o dalla nostra struttura cromosomica, orientiamola almeno verso lunico
obiettivo che, in qualche modo, la possa giustificare, ossia, noi stessi,
contro i nostri vizi, cos ben sinteticamente definiti nel De Mauro come: abituale
disposizione al male e a seguire gli istinti pi bassi . Non certo per soddisfare un
improponibile e assurdo autolesionismo ma per lacquisizione di una maggior
qualit di vita da cui, presumibilmente, dovrebbero nascere atteggiamenti di pi
umana e civile convivenza. La vittoria sulla violenza non si ottiene con decreti
legge, ma con disciplina. Che poi questa lotta sia imprescindibile, ce lo insegna,
senza andarne a cercare giustificazioni in territori remoti, il nostro Fondatore,
S. Antonio Maria Zaccaria, che su questo genere di lotta la sapeva lunga in quanto
a tattiche, strategie e obiettivi.

BIBBIA

VITA CONSACRATA
NELLA CHIESA OGGI

LAnno della Vita Consacrata appena iniziato costituisce un kairs, un tempo opportuno da
cogliere per meditare e riscoprire il ruolo e la missione della vita consacrata allinterno
dellintero corpo ecclesiale nel mondo attuale. Anche lEco vuole offrire questanno ai suoi
lettori, alcune pagine di riflessione dettate dal biblista p. Giuseppe DellOrto per ricuperare la
caratteristica della vita religiosa di essere oggi segno e profezia per la Chiesa e realizzare
laffermazione di papa Francesco: Dove ci sono i religiosi c gioia.

l 30 novembre scorso, con


la solenne Celebrazione Eucaristica nella Basilica di
San Pietro presieduta dal card. Joo
Braz de Aviz, ha avuto inizio lAnno
della Vita Consacrata, voluto da papa
Francesco in occasione del 50 anniversario della costituzione dogmatica
Lumen gentium e del Decreto conciliare Perfectae caritatis sul rinnovamento della vita religiosa. Questo Anno, che si concluder il 2 febbraio
2016 (festa della Presentazione di Ges al tempio e Giornata mondiale della vita consacrata), si prefigge anzitutto di riproporre a tutta la Chiesa la
bellezza e la preziosit di questa pecu-

Ges e i Discepoli - Duomo di Monreale

Eco dei Barnabiti 1/2015

liare forma di sequela Christi (messaggio di Papa Francesco, 30 novembre 2014) perch, proprio nella attuale
societ secolarizzata, si possa continuare a rispondere allappello che
Giovanni Paolo II lanciava allinizio
del terzo millennio: Voi non avete solo una gloriosa storia da ricordare e da
raccontare, ma una grande storia da
costruire! Guardate al futuro, nel quale lo Spirito vi proietta per fare con voi
ancora cose grandi (Vita consecrata,
n. 110). nel contesto del Concilio
Vaticano II, infatti, che va compresa
limportanza e lopportunit di un anno dedicato alla vita consacrata. Se si
rileggono i testi conciliari che ne trat-

tano, si scopre come fossero stati gettati allora tanti semi che il post-concilio ha fatto crescere e che oggi risultano ancora pi attuali: la teologia del
carisma, la profezia, la vita fraterna,
lapertura alle diverse forme di vita
consacrata, lecclesialit e non ultime la radice battesimale della consacrazione e lo stile di vita del consacrato come sequela Christi, permanente
ed efficace testimonianza nel mondo
della Incarnazione di Cristo. La vita
consacrata segno per il Popolo di
Dio del compimento della comune
vocazione cristiana e manifestazione
della grazia del Signore risorto e della
potenza dello Spirito Santo: la vostra
luminosa testimonianza di vita sar come una lampada posta sul candelabro
per donare luce e calore a tutto il
popolo di Dio (messaggio di Papa
Francesco, 30 novembre 2014). Non,
quindi, un anno da vivere allinterno
dei propri Istituti o Congregazioni, ma
un abbraccio totale di tutta la Chiesa,
perch come diceva papa Francesco
gi nel 1994, nel corso del Sinodo
La vita consacrata dono alla Chiesa,
nasce nella Chiesa, cresce nella Chiesa, tutta orientata alla Chiesa.
Ecco dunque che questo Anno si
prefigge anzitutto di rappresentare
unoccasione per tutti i religiosi di
evangelizzare la propria vocazione e
di testimoniare la bellezza della sequela Christi nelle molteplici forme in
cui si esprime la nostra vita Tutto
questo porter i religiosi e i consacrati
a continuare il rinnovamento proposto
dal Concilio, potenziando la loro relazione con il Signore, la vita fraterna in
comunit, la missione, e curando una
formazione adeguata alle sfide del nostro tempo, in modo da riproporre

BIBBIA
con coraggio e con fedelt dinamica e creativa (cf. VC 37) lesperienza
dei loro fondatori e fondatrici. Cos si
esprimeva il 31 gennaio 2014 il card.
Joo Braz De Aviz, nella Conferenza
stampa di presentazione dellAnno della Vita Consacrata. Ma, insieme, la celebrazione di questo Anno anche invito a tutto il popolo cristiano a stringersi attorno alle persone consacrate,
a gioire con loro, a condividere le loro
difficolt, a collaborare con esse per
il perseguimento del loro ministero e
della loro opera, che sono poi quelli
dellintera Chiesa (Papa Francesco,
Lettera a tutti i consacrati, 28 novembre 2014, III 2). Insomma, un kairs,
un tempo opportuno da cogliere per
meditare e riscoprire il ruolo e la missione della vita consacrata allinterno
dellintero corpo ecclesiale nel mondo
attuale. Vita consacrata nella Chiesa
oggi, come recita il motto che accompagna il Logo ideato dalla pittrice
Carmela Boccasile, e che intendiamo
prendere come riferimento per il nostro percorso di questanno.
lo Spirito che aleggia sulle acque
Con grande semplicit, il logo richiama simbolicamente i valori fondamentali della consacrazione religiosa,
secondo uno schema ternario. La prima terna rappresentata, appunto, dal
motto.
La seconda consta di tre segni grafici: una colomba, il mare e un globo.
La distesa dellacqua rappresenta le
tempeste della storia, con evidente richiamo ai flutti del diluvio, sui quali si
libra la colomba della pace (Gn 8,

8-14); e non un caso se il profilo che


disegna la colomba evoca i caratteri
arabi della parola pace! Il globo poliedrico, infine, rappresenta il mondo;
un mondo variegato, sfaccettato, complesso, nei suoi diversi e infiniti volti
di popoli e le culture: Il modello non
la sfera il poliedro, che riflette la
confluenza di tutte le parzialit che in

esso mantengono la loro


originalit lunione
dei popoli, che, nellordine universale, conservano
la loro peculiarit; la totalit delle persone in una
societ che cerca un bene comune che veramente incorpora tutti (Evangelii gaudium, n. 236).
Come nel giorno della
creazione, lo Spirito di
Dio aleggia sulle acque,
sostiene il mondo e lo
conduce verso il futuro.
Anche questo un invito
ai consacrati e alle consacrate: essere portatori
dello Spirito (pneumatophroi), uomini e donne
autenticamente spirituali,
lo Spirito di Dio aleggia sulle acque - Mosaico
capaci di fecondare segredella Cupola della Genesi - Venezia, S. Marco
tamente la storia (Vita
Consecrata, n. 6). Sul mare tempestoso del presente, la vita con- la ispiratrice, le idealit, i progetti, i
sacrata chiamata ad essere operatrice valori che hanno dato vita alle singodi pace, faro di speranza, segno visibile le forme di vita consacrata significa,
dellamore misericordioso di Dio per il come diceva il compositore Gustav
mondo. Andate in tutto il mondo fu Mahler, la salvaguardia del fuoco,
lultima parola che Ges rivolse ai suoi non ladorazione delle ceneri. E alla
e che continua a rivolgere oggi a tutti radice di tutto non c che il Vangenoi (cfr Mc 16,15). C unumanit in- lo! Per i Fondatori e le Fondatrici la
tera che aspetta: persone che hanno regola in assoluto stata il Vangelo,
perduto ogni speranza, famiglie in diffi- ogni altra regola voleva essere soltancolt, bambini abbandonati, giovani ai to espressione del Vangelo e strumenquali precluso ogni futuro, ammalati e to per viverlo in pienezza. Il loro
vecchi abbandonati, ricchi sazi di beni ideale era Cristo, aderire a lui interae con il vuoto nel cuore, uomini e don- mente, fino a poter dire con Paolo:
ne in cerca del senso della vita, assetati Per me il vivere Cristo (Papa
di divino Non ripiegatevi su voi stes- Francesco, Lettera a tutti i consacrati,
si, non lasciatevi asfissiare dalle piccole I 2). In questo senso, tornare alle rabeghe di casa, non rimanete prigionieri dici del proprio carisma significa da
dei vostri problemi. Questi si risolveran- un lato ritrovare nel Vangelo la stella
no se andrete fuori ad aiutare gli altri a polare della propria vita, dallaltra
risolvere i loro problemi e ad annuncia- tradurlo concretamente nel quotidiare la buona novella. Troverete la vita no, nella vita di tutti i giorni, nella
dando la vita, la speranza dando spe- concretezza dellopera, della presenranza, lamore amando (Papa France- za accanto agli uomini e alle donne
del nostro tempo, per essere segno
sco, Lettera a tutti i consacrati, II 4).
credibile della presenza dello Spirito
sentinelle del Vangelo che infonde nei cuori la passione perch tutti siano una sola cosa (ibiUnaltra terna rappresentata da tre dem). I consacrati sono Vangelo inparole: Vangelo, profezia, speranza. carnato, sono la memoria viva ed efEsse richiamano i tre obiettivi di questo ficace di quanto il Signore ha fatto e
Anno e, poich riguardano in realt fa per noi. Come scriveva Jean-Marie
non solo i consacrati ma ogni battez- Tillard: Alla radice di ogni vita relizato, rendono evidente la strettissima giosa autentica troviamo come motirelazione tra vita consacrata e Chiesa. vazione prima e onnicomprensiva,
non un per ma un a causa di... E log1) Guardare il passato con gratitu- getto di questo a causa di altro non
dine. Conoscere, riscoprire la scintil- che Ges Cristo. Non ci si fa religiosi
Eco dei Barnabiti 1/2015

BIBBIA
consacrata la profezia.
Come la profetessa Anna, che comunica a tutti
con gioia le meraviglie
che Dio ha operato e
operer, cos i consacrati
sono chiamati ad essere
profeti. Il profeta colui
che incarna la Parola,
perch le d un corpo e
una storia. Egli annuncia
una parola divina creatrice della storia, la interpreta e si fa latore di essa. Dio a porre la sua
parola sulle labbra del
profeta e ad inviarlo copresentazione di Ges al tempio - Codex
me messaggio al suo poEgberti f. 18v
polo. Unto e sostenuto
dallo Spirito, il profeta
per qualche cosa, ma a causa di chiamato a portare il lieto annuncio
qualcuno: di Ges Cristo e del fasci- ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori
no che egli esercita. Come il vec- spezzati, a proclamare la libert degli
chio Simeone ha atteso per tutta la schiavi, la scarcerazione dei prigionievita lavvento di Dio e ne ha celebra- ri (Is 61,1). La parola che lo Spirito
to la presenza nel Bambino Ges mette nel cuore e sulla bocca del propresentato al Tempio, cos i consa- feta non solo un fatto verbale, ma
crati sono gli uomini e le donne della un evento che accade. Questo signifimemoria e dellattesa di Dio.
ca che come la Parola opera in noi, la
2) Abbracciare il futuro con speran- nostra azione, la nostra opera frutto
za. Solo cos, radicati nel Vangelo, si di quella Parola; il nostro agire che
infonde speranza al mondo; solo cos deve rivelare la Parola che ci stata
senza negare le difficolt le si abbrac- annunciata; la parola efficace se
cia e le si supera. La speranza attesa opera, lopera efficace se frutto della
di qualcosa di positivo per il futuro, Parola. Il profeta ogni giorno ridema che al tempo stesso deve sostenere sta lorecchio, va a scuola di Dio, per
il nostro presente; affidamento libero poter nutrire se stesso ed essere in
e incondizionato ad una promessa, ra- grado di dare una risposta agli standicato nella fiducia in Chi tale promes- chi. Cerca la parola di Dio per essere
sa ha pronunciato. Perch la speranza un uomo di speranza. Senza questo
di cui parliamo non si fonda sui numeri incontro quotidiano non si pu dare
o sulle opere, ma su Colui nel quale una risposta a nessuno, n alla propria
abbiamo posto la nostra fiducia (cfr 2 stanchezza, n a quella degli altri (B.
Tm 1,12) e per il quale nulla impos- Maggioni). I consacrati sono chiamati
sibile (Lc 1,37). questa la speranza a essere profezia che ripara la Chieche non delude e che permetter alla sa e la societ, che trasforma il potere
vita consacrata di continuare a scrivere in servizio, il possesso in custodia, acuna grande storia nel futuro, al quale compagnando il popolo di Dio alla
dobbiamo tenere rivolto lo sguardo, luce del Vangelo, come una sentinella
coscienti che verso di esso che ci che veglia durante la notte e sa quanspinge lo Spirito Santo per continuare a do arriva laurora: contemplano la
fare con noi grandi cose (Papa France- luce di Dio, che viene ad illuminare il
sco, Lettera a tutti i consacrati, I 3). Co- mondo, ed il loro sguardo profetico si
me Simeone e Anna hanno vissuto nel- apre al futuro, come annuncio del
la speranza della venuta del Salvatore, Messia (Benedetto XVI).
pronti a far festa nellora dellincontro,
cos i consacrati sono i prigionieri
la stella polare
della speranza, chiamati a prefigurare
il domani di Dio nel presente di tutti
Ultima terna sono tre stelle, simbogli uomini, con la parola e con la vita. lo dellidentit della vita consacrata
3) Vivere il presente con passione. nel mondo come confessio Trinitatis,
Perch la nota che caratterizza la vita signum fraternitatis e servitium caritatis.

Eco dei Barnabiti 1/2015

La confessio Trinitatis come annuncio al mondo di ci che il Padre, per


mezzo del Figlio, nello Spirito compie con il suo amore, la sua bont, la
sua bellezza.
Il signum fraternitatis come esempio trinitario di vita condivisa nellamore, mistero di comunione e icona della comunione ecclesiale.
Il servitium caritatis come annuncio appassionato dellamore fino
alla fine di Cristo per luomo, attraverso una vita di servizio concreto e
generoso.
I consacrati abbracciano perci
luniverso e diventano memoria dellamore trinitario, mediatori di comunione e di unit, sentinelle oranti
sul crinale della storia, solidali con
lumanit nei suoi affanni e nella ricerca silenziosa dello Spirito (Osservatore Romano, 8 ottobre 2014,
p. 7).
E proprio queste stelle vorremmo
che fossero il punto di riferimento
per il nostro cammino di questanno.
Un cammino che riguarda la Chiesa
intera, perch se ai consacrati chiesto in modo particolare, ogni cristiano chiamato allannuncio del
Vangelo, al dono di s per la vita e la
felicit degli altri, al perdono, allimpegno per un mondo pi giusto e fraterno. I cristiani (e non solo i religiosi) abitano nel mondo, ma non sono
del mondo (Lettera a Diogneto, VI 1).
La vita consacrata non fatta di
perfetti, di persone arrivate, ma di
uomini e donne quotidiani che cercano di vivere la vocazione accolta e
professata. S, la vita religiosa differenza evangelica, differenza cristiana
rispetto al mondo: basta la sua presenza per essere testimonianza di
Cristo, per fare segno alla buona notizia del Vangelo. Essere segno gi
testimonianza e solo questo autorizza alla missione e d la forza per
compierla. E seguendo quelle tre
stelle, a cui ci dedicheremo nei prossimi interventi, ogni comunit religiosa e con essa ogni cristiano
potr essere oggi segno e presagio
per la Chiesa e realizzare laffermazione di papa Francesco: Dove ci
sono i religiosi c gioia. Perch tutti
siamo chiamati a sperimentare e
mostrare che Dio capace di colmare il nostro cuore e di renderci felici
(Lettera a tutti i consacrati, II 1).
Giuseppe DellOrto

VOCABOLARIO ECCLESIALE

Vocabolario ecclesiale
VISCERE Unantica preghiera del Messale in
vigore sino alla riforma del Vaticano II recitava, al
momento della comunione eucaristica: Il tuo
corpo che ho ricevuto, Signore, e il sangue cui ho
attinto, aderiscano alle mie viscere. Come si
spiega cos marcato realismo che sta a indicare
lestrema concretezza dellIncarnazione? Dobbiamo premettere un richiamo alla visione biblica
dellessere umano. Nel libro della Genesi si legge: Il Signore Dio plasm luomo con polvere
del suolo (adamh) e soffi (ruah) nelle sue narici
un alito di vita (neshamah) e luomo divenne un
essere vivente (nefesh) (Gen 2,7). Possiamo affermare di conseguenza che le dimensioni della persona sono costituite dal corpo fisico (adamh, cf
Gen 6,3); dallanima o psiche che lo informa e gli
conferisce lenergia vitale (nefesh, cf Gen 1,30;
9,4-5); dalla facolt mentale-volitiva propria
delluomo (ruah, cf Gen 7,22) e infine dalla neshamah che la presenza del divino nelluomo.
In particolare nefesh unentit psichica individuale e indica il principio vitale consistente nel
soffio caldo che viene dalle viscere, mentre la
parte superiore delluomo diventa ricettacolo dello Spirito/Soffio divino o neshamah. a questa
suprema effusione che fa riferimento il libro del
Proverbi quando recita: Il respiro (neshamah)
delluomo una fiaccola che Dio ci ha donato
per penetrare tutti i nascondigli delle viscere
(Prv 20,27), ossia le profondit dellessere.
Stando alla tradizione biblica (condivisa da tutte le dottrine tradizionali: si pensi allo hara da
cui harakiri o taglio del ventre della cultura
giapponese), le viscere sono dunque la sede
dellanima. Affermazione, questa, che si discosta
nettamente dalla visione cartesiana, secondo cui
lanima risiede allaltezza del cervello, nella
ghiandola pineale. Leggiamo nelle Scritture ebraiche, in riferimento al figlio della vedova di Zarepta richiamato in vita dal profeta Elia: La sua ani-

ma torn nelle sue viscere (1 Re 17,22). Sempre


in base allantropologia biblica, i morti sono coloro il cui spirito se ne andato dalle loro viscere (Bar 2,17). Per estensione, nelle viscere degli
idoli non c nessun soffio vitale (Ab 2,19), intendendo con ci affermare che sono realt assolutamente prive di consistenza. La legge divina
suscitatrice di vita spirituale radicata nelle
viscere delluomo (cos il Sal 40,9), che di conseguenza sono anche la sede della coscienza morale. nelle viscere che si deve radicare saldamente lo Spirito rigeneratore di vita (cf Sal 51,12).
Alle viscere come luogo in cui si insedia e vibra la preghiera interiore fa riferimento Niceforo
Monaco, nel Metodo della sacra preghiera e dellattenzione: Seduto in una cella tranquilla... eleva
il tuo spirito al di sopra di ogni cosa vana e temporale, poi, appoggiata la barba sul mento, e rivolto
locchio corporeo e lo spirito al centro del ventre,
ossia verso lombelico, comprimi linspirazione dellaria che passa per le narici, in modo da non respirare agevolmente, ed esplora mentalmente linterno delle viscere per ritrovarvi il luogo del cuore,
che le potenze dellanima amano frequentare. Allinizio troverai una tenebra e unopacit ostinata,
ma con la perseveranza e la pratica di questo esercizio notte e giorno, otterrai, oh! meraviglia, una
felicit senza limiti. La metodologia di Niceforo
pu essere fissata nei termini di esplorazione
mentale del proprio io viscerale alla ricerca del luogo del cuore. Ignoriamo a quale misterioso processo psico-fisiologico corrisponda questa esplorazione delle viscere e questa apertura del cuore, che
rientrano tuttavia nella logica stessa della tecnica
(propria dellesicasmo), dal momento che essa
tende precisamente a ricondurre lo spirito dallesterno al cuore, dove deve dimorare raccolto e
come concentrato (Dictionnaire de spiritualit).
Esercizio dellorazione interiore e pratica eucaristica registrano una straordinaria convergenza!
Eco dei Barnabiti 1/2015

VITA CONSACRATA

SCRUTATE

La vita consacrata cammino di profezia


e di esplorazione di nuovi orizzonti
Il profeta Elia diventa simbolo e punto di riferimento nelle notti oscure della vita consacrata e
aiuta a comprendere che di fronte alla frustrazione e delusione, diventa necessario reagire
sapendo che le notti oscure precedono sempre lo splendore della teofania.

a seconda icona biblica che


il documento Scrutate utilizza per rileggere lesperienza della Vita Consacrata dal Concilio Vaticano II fino ai nostri giorni,
quella del profeta Elia.
Introducendo la figura biblica del
profeta Elia, il documento lo presenta come modello di riferimento per
la vita consacrata sia per la sua vita
di solitudine e di ascesi, sia per la
passione per lalleanza e la fedelt
alla legge del Signore, sia per laudacia nel difendere i diritti dei poveri.
Anche lEsortazione Apostolica Vita
Consecrata aveva utilizzato limmagine dello stesso profeta affermando
come la tradizione patristica ha visto un modello della vita monastica
in Elia, profeta audace e amico di
Dio. Viveva alla sua presenza e contemplava nel silenzio il suo passaggio, intercedeva per il popolo e proclamava con coraggio la sua volont,
difendeva i diritti di Dio e si ergeva a
difesa dei poveri contro i potenti del
mondo (VC 84.)
Secondo lautore biblico tutta la
storia personale di Elia segnata da
grandi viaggi, uscendo dai confini
stretti di Israele, egli mostra che il
profeta deve vivere la sua testimonianza allargando la geografia, perch lincontro con Dio pu presentarsi su molti fronti. il profeta che
apre cammini di speranza in mezzo
alla confusione del popolo.
In particolare il documento ci invita a cogliere il profeta Elia nel
tempo della crisi nel deserto di Bersabea (1Re 19, 1-8), di quella che
indicata come la depressione mortale di Elia.
Elia, appare depresso, quasi tentato
di farla finita, desideroso di morire.
Elia vive un momento di grande

Eco dei Barnabiti 1/2015

smarrimento, di demotivazione, di
volont di abbandono. Ed qui, nella crisi e nello sconforto, che Elia invece di andarsene sinoltra nel deserto per giungere fino allHoreb, al
monte della rivelazione. L Dio of-

In questo modo, il profeta Elia, diventa esempio e punto di riferimento


nelle notti oscure della vita consacrata, aiuta a comprendere che di fronte
alla pochezza, alla fatica, alla stanchezza, alla frustrazione e delusione,
diventa necessario reagire sapendo
che le notti oscure precedono sempre lo splendore della teofania nella
brezza leggera, e preparano a nuove
stagioni.
Elia spinge la vita consacrata a rinnovare la propria identit profetica,
capace di esplorare nuovi orizzonti,
sempre aperta, e capace di scrutare i
segni dei tempi, segni della presenza
di Dio nella storia delluomo e dellumanit.
il cammino profetico

frendo pane e acqua di vita, sa trasformare con delicatezza la fuga in


pellegrinaggio verso il monte Horeb. Elia torna alle fonti, al luogo
della rivelazione, e cos trova la forza
per andare avanti!

Nella lunga storia della vita consacrata, in diverse circostanze, si voluto riferirsi ai profeti, come a modelli di vita e punto di riferimento
per arricchire lidentit delle diverse
esperienze di consacrazione. Una
qualifica, per, che andata sempre
pi spegnendosi, tant che nel corso
del Concilio Vaticano II i religiosi
non lhanno, di fatto, recepita.
Nessuna allusione alla vita profetica della vita consacrata presente n
in Lumen Gentium n in Perfectae
Caritatis. Solo nel post-concilio inizia
a riaffiorare la categoria profetica,
come appare ad esempio in Evangelii
Nuntiandi 69 e nel documento Religiosi e Promozione Umana.
Sar soprattutto il Sinodo sulla Vita
Consacrata che riassumer il vocabolario profetico.
Il carattere profetico della vita consacrata stato messo in forte risalto
dai Padri sinodali. Esso si configura
come una speciale forma di parteci-

VITA CONSACRATA
pazione alla funzione profetica di Cristo, comunicata dallo Spirito a tutto il
Popolo di Dio. un profetismo inerente alla vita consacrata come tale,
per il radicalismo della sequela di Cristo e della conseguente dedizione alla
missione che la caratterizza (VC 84).
Cos, dallEsortazione Apostolica
Vita Consecrata, nella riflessione teologica e allinterno degli Istituti religiosi, la vita consacrata spesso stata
definita vita profetica.
anzitutto necessario ricordare
che la profezia dono dello Spirito
di Dio e che il profeta colui attraverso il quale Dio parla! Noi confessiamo che lo Spirito Santo ha parlato per mezzo dei profeti, e che nella sua libert, in ogni tempo e in
ogni cultura, ha fatto udire la sua voce e lha attestata in modo specifico
nei profeti del Primo Testamento.
Se vero che i profeti hanno profetato fino a Giovanni il Battista altrettanto vero e definitivo che Dio ci
abbia parlato ultimamente per mezzo
del Figlio Ges Cristo (cfr. Eb 1,2).
Ges Cristo il profeta escatologico, su cui lo spirito sceso per dimorare per sempre.
Da ci deriva che tutte le vocazioni ecclesiali ricevono e vivono il dono della profezia e che tale dono
non pu essere esercitato in modo
esclusivo da qualcuno. Resta per
vero che nella Chiesa, che nel suo
interno sacerdotale, profetica e regale, esistono alcune specificit.
Se chi guida il popolo di Dio, assolve in prima istanza alla funzione
sacerdotale, se i fedeli esercitano soprattutto la regalit di Cristo nella
storia, la Vita Consacrata vuole essere per loggi una Parola di Dio realizzata nella sua forma di vita, quale testimonianza di Cristo profeta.
Il documento Scrutate attraverso
licona del profeta Elia rimette al
centro dellidentit dei consacrati e
delle consacrate, la profezia. Leggiamo, infatti, nel documento: Si tratta
di una funzione che appartiene a
ogni cristiano, ma nella vita consacrata si caratterizza per la radicalit
della sequela Christi e del primato di
Dio, e insieme per la capacit di vivere la missione evangelizzatrice della Chiesa con parresia e creativit.
E aggiunge, pi avanti: Il tempo di
grazia che stiamo vivendo, con linsistenza di Papa Francesco di porre al
centro il Vangelo e lessenziale cristia-

Elia torna alle fonti, al luogo della rivelazione, e cos trova la forza per
andare avanti

no, per i consacrati e le consacrate,


una nuova chiamata alla vigilanza,
per essere pronti ai segni di Dio.
Lo stile e la spiritualit del profeta,
ci ricordano il primato assoluto della
Parola di Dio, ci invitano a recuperare la dimensione del silenzio come
atteggiamento essenziale perch la
Parola di Dio abiti in noi, ci spronano allascolto attento e profondo degli echi della presenza di Dio nella
storia, ci suggeriscono lattesa come
atteggiamento tipico e proprio di chi
crede, attesa dei cieli nuovi e della
terra nuova, in cui la presenza di
Dio diventa speranza e certezza di
unesistenza nuova.
Lo stile del profeta apre il futuro,
d futuro alloggi, suscita speranza. Il
profeta luomo cui rivelata quale
sia la volont di Dio nelle circostanze concrete in cui il popolo si trova;
come va compreso e incarnato il di-

segno salvifico-amoroso del Signore


qui e ora.
Egli diventa parola udibile e presenza visibile della Parola silenziosa
e del Dio invisibile; memoria di Dio
in mezzo agli uomini distratti, indaffarati, disinteressati, peccatori per
il loro bene, e memoria delluomo
secondo il disegno di Dio. luomo
di Dio in mezzo agli uomini e lintercessore degli uomini davanti a Dio;
luomo segnato dallincontro con
Dio, luomo dello Spirito, luomo
della Parola, luomo del senso storico
secondo il Signore.
Riecheggiano ancora le parole di
Papa Francesco quando ci ha ricordato che la priorit della vita consacrata la profezia del Regno. Diceva, infatti, nellormai famoso dialogo
avuto con i superiori generali rispondendo alla domanda: quale priorit
per la vita consacrata?
Eco dei Barnabiti 1/2015

VITA CONSACRATA

la profezia: lidentit dei consacrati e delle consacrate

La profezia del Regno, che non


negoziabile. Laccento deve cadere
nellessere profeti, e non nel giocare
ad esserlo. Naturalmente il demonio
ci presenta le sue tentazioni, e questa
una di quelle: giocare a fare
i profeti senza esserlo, assumerne gli atteggiamenti. Ma
non si pu giocare in queste
cose. Io stesso ho visto cose
molto tristi al riguardo. No, i
religiosi e le religiose sono uomini e donne che illuminano il
futuro.

hanno caratterizzato i nostri itinerari.


Abbiamo faticato a guardare con attenzione e prontezza a questi nuovi
orizzonti rischiando di chiuderci nei
nostri recinti e tra le mura dei nostri

scrutare gli orizzonti


Mi ha particolarmente colpito la domanda che pone il
documento Scrutate al n 10
ai consacrati e alle consacrate: Quali terre stiamo abitando e quali orizzonti c dato
scrutare?
In questi ultimi anni la vita
consacrata, in molte circostanze, sembrata incapace
di abitare i nuovi orizzonti e i
nuovi contesti culturali imposti da una serie di cambiamenti
diffusi e rapidi che la nostra
epoca ci sta proponendo, forse nemmeno riuscita a sfruttare positivamente le diverse
crisi interne ed esterne che

Eco dei Barnabiti 1/2015

scrutare gli orizzonti - K.D. Friedrich,


il viandante nel mare di nebbia

conventi favorendo la conservazione


piuttosto che linnovazione.
C il rischio, a volte evidente, di
tirare a campare, di rispondere alle
nuove domande con progettualit e
pensieri fragili e ripetitivi, invece di
costruire progettualit di grande
respiro e capaci di rispondere alle
domande che questo tempo di crisi
ci sta proponendo.
A questo proposito interessante
un passaggio del documento Scrutate: La vita consacrata vive una stagione di esigenti passaggi e di necessit nuove. La crisi lo stato in cui si
chiamati allesercizio evangelico
del discernimento, lopportunit di
scegliere con sapienza, mentre ricordiamo che la storia tentata di conservare pi di quello che un giorno
potr essere utilizzato. Rischiamo
di conservare memorie sacralizzate
che rendono meno agevole luscita
dalla caverna delle nostre sicurezze.
In questo scenario allora diventa
ancor pi necessario ritornare a parlare di speranza e di profezia, una
speranza e profezia capaci di generare una nuova partenza, una nuova
stagione di ricerca e innovazione.
Diventa decisivo ritornare a essere
pellegrini, pronti a staccarci dalla solita strada, senza rischiare di
girovagare senza meta, capaci
di ricostruire percorsi e obiettivi in vista delloggi del Regno di Dio in mezzo a noi. Si
aprono davanti al nostro andare nuove frontiere, realt nuove, culture altre, necessit diverse, periferie.
Per compiere questo importante passo e scrutare i nuovi
orizzonti, bisogna avere il coraggio di superare e vincere alcune tentazioni che rallentano
il nuovo percorso, che oscurano i nostri orizzonti, che ci tengono fermi nella rassegnazione, che rischiano di farci implodere nella nostra precaria
tranquillit.
Ed ancora Papa Francesco
che nellesortazione apostolica Evangelii Gaudium ci indica alcune tentazioni da superare se vogliamo rimetterci sul
giusto cammino e ricostruire
la nostra casa.
Oggi, alla luce del magistero di Papa Francesco, diventa
necessaria una nuova lettura

VITA CONSACRATA
della categoria profetica della
vita consacrata, un nuovo modo di intendere la profezia,
capace di superare tutto ci
che ci blocca e ci impedisce
di avventurarci verso i nuovi
orizzonti dellevangelizzazione.
Nella seconda parte dellEsortazione Apostolico Evangelii Gaudium, dal n 76, il
Papa indica alcune tentazioni
degli operatori pastorali, ho
trovato tali indicazioni applicabili e importanti per il processo di rinnovamento della
Vita Consacrata e nel recupero della categoria profetica di
chi sa scrutare gli orizzonti.
La prima tentazione da superare quella di una grave
forma dindividualismo, crisi
decisivo ritornare ad essere pellegrini
didentit e calo del fervore
che conducono a una forma
di relativismo pratico.
cile evoluzione dei processi e si vuoQuesto relativismo pratico consi- le che tutto cada dal cielo.
ste nellagire come se Dio non esiE aggiunge il documento, Scrutate:
stesse, decidere come se i poveri non Una velata acedia fiacca, a volte, il
esistessero, sognare come se gli altri nostro spirito, offusca la visione, sfibra
non esistessero, lavorare come se le decisioni e intorpidisce i passi, coquanti non hanno ricevuto lannun- niugando lidentit della vita consacracio non esistessero (80).
ta su un paradigma invecchiato e autoLa seconda tentazione quella che referenziale, su un orizzonte breve.
il Papa chiama accidia egoistica, Allaccidia egoistica si deve aggiungequando si sente il bisogno imperio- re la psicologia della tomba, che poso di preservare gli spazi di autono- co a poco trasforma i cristiani in mummia quando non si accetta la diffi- mie da museo. Sembrerebbe esserci
una forte distanza tra una visione ideale di rinnovamento e la concreta capacit delle persone e delle istituzioni a
costruire esperienze nuove e capaci di
esprimere vera vitalit e autentico spirito profetico. Il rischio di rifiutare
ogni nuova prospettiva che nasce, giudicata spesso troppo idealista e teorica,
con il risultato di far prevalere solo ed
esclusivamente il quotidiano, o il tirare
avanti, vuoto e senza senso. la strada
che conduce necessariamente a essere
mummie da museo!
Altra tentazione da superare il
pessimismo sterile accompagnato
dal senso di sconfitta.
Le difficolt che si possono incontrare nel processo di rinnovamento,
non dovrebbero essere scuse per ridurre il nostro impegno e il nostro
fervore, consideriamole, piuttosto come sfide per crescere.
Non siamo chiamati a essere profeti
di sventura! Ci ricordava Benedetto
XVI, non unitevi ai profeti di sventura
una velata acedia fiacca, a volte, il
che proclamano la fine o il non senso
nostro spirito

della vita consacrata nella Chiesa dei nostri giorni; piuttosto rivestitevi di Ges Cristo e indossate le armi della luce, restando
svegli e vigilanti.
Il pessimismo sterile e il senso di sconfitta rischiano di trasformarci in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia
scura (cfr. EG 85).
Il documento Scrutate si chiude con la domanda, dove saranno i consacrati?. La vita
consacrata sapr accogliere
la sfida delle domande che
provengono dai crocevia del
mondo?
In particolare, avremo il coraggio di collocare nei nostri
nuovi orizzonti, lesperienza
dei poveri, il dialogo interreligioso e interculturale, la complementariet uomo-donna,
lecologia di un mondo malato, leugenetica senza remore, leconomia
globalizzata, la comunicazione planetaria, il linguaggio simbolico?
Sono i nuovi orizzonti che non si
possono solo enumerare ma vanno
abitati e fermentati sotto la guida dello Spirito.

quale direzione prendere? La vita


consacrata sapr accogliere la sfida
delle domande che provengono dai
crocevia del mondo?

Alla luce di questi ragionamenti appare ancora pi forte linvito di Papa


Francesco a vivere lanno della vita
consacrata con coraggio e determinazione nel guardare il passato con gratitudine, vivere il presente con passione
e abbracciare il futuro con speranza.
Eugenio Brambilla
Eco dei Barnabiti 1/2015

VITA CONSACRATA

GLI ORIZZONTI DELLANNO DELLA VITA CONSACRATA


1. Con questa mia lettera, oltre che alle persone consacrate, mi rivolgo ai laici che, con esse, condividono ideali, spirito,
missione. Alcuni Istituti religiosi hanno unantica tradizione al riguardo, altri unesperienza pi recente. Di fatto attorno
ad ogni famiglia religiosa, come anche alle Societ di vita apostolica e agli stessi Istituti secolari, presente una famiglia
pi grande, la famiglia carismatica, che comprende pi Istituti che si riconoscono nel medesimo carisma, e soprattutto
cristiani laici che si sentono chiamati, proprio nella loro condizione laicale, a partecipare della stessa realt carismatica.
Incoraggio anche voi, laici, a vivere questAnno della Vita Consacrata come una grazia che pu rendervi pi consapevoli
del dono ricevuto. Celebratelo con tutta la famiglia, per crescere e rispondere insieme alle chiamate dello Spirito nella
societ odierna. In alcune occasioni, quando i consacrati di diversi Istituti questAnno si incontreranno tra loro, fate in
modo di essere presenti anche voi come espressione dellunico dono di Dio, cos da conoscere le esperienze delle altre
famiglie carismatiche, degli altri gruppi laicali e di arricchirvi e sostenervi reciprocamente.
2. LAnno della Vita Consacrata non riguarda soltanto le persone consacrate, ma la Chiesa intera. Mi rivolgo cos a tutto il popolo
cristiano perch prenda sempre pi consapevolezza del dono che la presenza di tante consacrate e consacrati, eredi di grandi
santi che hanno fatto la storia del cristianesimo. Cosa sarebbe la Chiesa senza san Benedetto e san Basilio, senza santAgostino e
san Bernardo, senza san Francesco e san Domenico, senza santIgnazio di Loyola e santa Teresa dAvila, senza santAngela Merici e san Vincenzo de Paoli? Lelenco si farebbe quasi infinito, fino a san Giovanni Bosco, alla beata Teresa di Calcutta. Il beato
Paolo VI affermava: Senza questo segno concreto, la carit che anima lintera Chiesa rischierebbe di raffreddarsi, il paradosso salvifico del vangelo di smussarsi, il sale della fede di diluirsi in un mondo in fase di secolarizzazione (Evangelica testificatio, 3).
Invito dunque tutte le comunit cristiane a vivere questo Anno anzitutto per ringraziare il Signore e fare memoria grata
dei doni ricevuti e che tuttora riceviamo per mezzo della santit dei Fondatori e delle Fondatrici e della fedelt di tanti
consacrati al proprio carisma. Vi invito tutti a stringervi attorno alle persone consacrate, a gioire con loro, a condividere
le loro difficolt, a collaborare con esse, nella misura del possibile, per il perseguimento del loro ministero e della loro
opera, che sono poi quelli dellintera Chiesa. Fate sentire loro laffetto e il calore di tutto il popolo cristiano.
Benedico il Signore per la felice coincidenza dellAnno della Vita Consacrata con il Sinodo sulla famiglia. Famiglia e vita
consacrata sono vocazioni portatrici di ricchezza e grazia per tutti, spazi di umanizzazione nella costruzione di relazioni
vitali, luoghi di evangelizzazione. Ci si pu aiutare gli uni gli altri.
3. Con questa mia lettera oso rivolgermi anche alle persone consacrate e ai membri di fraternit e comunit appartenenti a
Chiese di tradizione diversa da quella cattolica. Il monachesimo un patrimonio della Chiesa indivisa, tuttora vivissimo
sia nelle Chiese ortodosse che nella Chiesa cattolica. Ad esso, come ad altre successive esperienze del tempo nel quale
la Chiesa doccidente era ancora unita, si ispirano analoghe iniziative sorte nellambito delle Comunit ecclesiali della
Riforma, le quali hanno poi continuato a generare nel loro seno ulteriori espressioni di comunit fraterne e di servizio.
La Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societ di vita apostolica ha programmato delle iniziative per fare
incontrare i membri appartenenti a esperienze di vita consacrata e fraterna delle diverse Chiese. Incoraggio caldamente
questi incontri perch cresca la mutua conoscenza, la stima, la collaborazione reciproca, in modo che lecumenismo
della vita consacrata sia di aiuto al pi ampio cammino verso lunit tra tutte le Chiese.
4. Non possiamo poi dimenticare che il fenomeno del monachesimo e di altre espressioni di fraternit religiose presente in
tutte le grandi religioni. Non mancano esperienze, anche consolidate, di dialogo inter-monastico tra la Chiesa cattolica e
alcune delle grandi tradizioni religiose. Auspico che lAnno della Vita Consacrata sia loccasione per valutare il cammino
percorso, per sensibilizzare le persone consacrate in questo campo, per chiederci quali ulteriori passi compiere verso una
reciproca conoscenza sempre pi profonda e per una collaborazione in tanti ambiti comuni del servizio alla vita umana.
Camminare insieme sempre un arricchimento e pu aprire vie nuove a rapporti tra popoli e culture che in questo periodo
appaiono irti di difficolt.
5. Mi rivolgo infine in modo particolare ai miei fratelli nellepiscopato. Sia questo Anno unopportunit per accogliere cordialmente e con gioia la vita consacrata come un capitale spirituale che contribuisce al bene di tutto il corpo di Cristo (cfr
Lumen gentium, 43) e non solo delle famiglie religiose. La vita consacrata dono alla Chiesa, nasce nella Chiesa, cresce
nella Chiesa, tutta orientata alla Chiesa [ S.E. Mons. J. M. Bergoglio, Intervento al Sinodo sulla vita consacrata e la sua
missione nella Chiesa e nel mondo, XVI Congregazione generale, 13 ottobre 1994]. Per questo, in quanto dono alla Chiesa,
non una realt isolata o marginale, ma appartiene intimamente ad essa, sta al cuore stesso della Chiesa come elemento
decisivo della sua missione, in quanto esprime lintima natura della vocazione cristiana e la tensione di tutta la Chiesa Sposa
verso lunione con lunico Sposo; dunque appartiene ... irremovibilmente alla sua vita e alla sua santit (ibid., 44).
In tale contesto, invito voi, Pastori delle Chiese particolari, a una speciale sollecitudine nel promuovere nelle vostre
comunit i distinti carismi, sia quelli storici sia i nuovi carismi, sostenendo, animando, aiutando nel discernimento, facendovi
vicini con tenerezza e amore alle situazioni di sofferenza e di debolezza nelle quali possano trovarsi alcuni consacrati, e
soprattutto illuminando con il vostro insegnamento il popolo di Dio sul valore della vita consacrata cos da farne risplendere
la bellezza e la santit nella Chiesa.
PAPA FRANCESCO, Lettera Apostolica del Santo Padre Francesco a tutti i consacrati in occasione dellAnno della Vita Consacrata,
28.11.2014, III.

10

Eco dei Barnabiti 1/2015

LA VITA CONSACRATA
NELLE TRADIZIONI CRISTIANE

ECUMENISMO

Colloquio ecumenico di religiosi e religiose


Roma 22-25 gennaio 2015

Nel calendario dellAnno della Vita consacrata, al primo posto degli incontri internazionali
promossi e coordinati dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societ di vita
apostolica, spicca il Colloquio ecumenico di religiosi e religiose appartenenti alle diverse
tradizioni cristiane.
l Colloquio ecumenico di
religiosi e religiose appartenenti alle diverse tradizioni
cristiane ha avuto luogo puntualmente
in Roma presso lAula Magna dellAugustinianum dal gioved 22 alla domenica 25 gennaio 2015, nella Settimana di preghiera per lunit dei cristiani.
Linvito a partecipare era giunto per
tempo e direttamente dal Dicastero
vaticano anche allIstituto di teologia
ecumenica S. Nicola in Bari della Facolt Teologica Pugliese, che ha provveduto a inviare alcuni suoi rappresentanti, alunni e docenti cattolici e
ortodossi, debitamente preparati. Tra
loro pure io ho avuto la gioia dellinvito a partecipare al singolare Colloquio.

sintesi venivano presentate in seduta


plenaria. Ogni giornata era conclusa
con la preghiera della sera, tutti insieme, rispettivamente nella chiesa cattolica del Ges, nella nuova chiesa
ortodossa russa di S. Caterina dAlessandria e nella chiesa anglicana All
Saints Church, accolti da pastori e fedeli in un clima di grande cordialit,
tra accurate introduzioni, salmodie,
letture della Parola, bellissimi canti
polifonici russi, grandiose esecuzioni
organistiche. Lanimazione della preghiera del mattino e nella chiesa del
Ges era stata affidata al gruppo
dellIstituto di teologia ecumenica di

Bari. Ho avuto lonore di inaugurare


il Colloquio nellAula Magna con
linatteso invito a presiedere la prima
preghiera comune del mattino.
relazioni e testimonianze
Le relazioni generali sono state tenute dal card. Joo Braz de Aviz, Prefetto
della Congregazione per gli Istituti di
vita consacrata, con larcivescovo Jos
Rodrguez Carballo (OFM), Segretario
della stessa e Moderatore del Colloquio, dal card. Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, dal card. Kurt Koch, Pre-

giorni di arricchente fraternit


nella diversit
Il programma del Colloquio era bene distribuito. Il primo giorno era dedicato alla vita consacrata nella tradizione cattolica, il secondo alla vita
consacrata nella tradizione ortodossa, il terzo alla vita consacrata nella
tradizione protestante e anglicana.
Le assemblee avevano inizio alle ore 9
con la preghiera comune del mattino seguita dalle relazioni fondamentali, dalle diverse testimonianze di vita consacrata e nel pomeriggio dal lavoro nei vari gruppi interconfessionali
per il dialogo, lapprofondimento del
tema e lindicazione di proposte operative, il tutto a favore di una arricchente e fraterna conoscenza e comunione reciproca. Dopo la condivisione del pasto conviviale, il lavoro
dei gruppi continuava fino alle 18. Le

Vaticano - Sala del Concistoro: foto generale delludienza pontificia concessa


al Colloquio internazionale
Eco dei Barnabiti 1/2015

11

ECUMENISMO
sidente del Pontificio Consiglio per la
promozione dellUnit dei cristiani e
dal vescovo della Chiesa ortodossa serba Andrej Cilerdic. Tutti i convocati
hanno ammirato la collaborazione, in
sintonia di intenti, dei tre Dicasteri della S. Sede: un esempio di concorde

dellamicizia che avvicina e tocca il


cuore, apre allascolto reciproco e ci
fa scoprire realmente fratelli, radicati
nellunico battesimo e discepoli
dellunico Maestro, sempre disponibili allincontro, a lasciarsi invitare, a
collaborare. E quale scoperta di doni

consegna al Papa dellicona della Theotkos Eleusa, Vergine Madre della


tenerezza

sinergia. Seguivano poi le testimonianze delle diverse tradizioni di vita consacrata, come ad esempio quella del
Priore di Taiz fr. Alois, del monaco
Guido Dotti della comunit di Bose, di
sr. Agns Granier delle Religieuses
de Saint Andr, del monaco Markos
Hamam della Chiesa Copta Ortodossa,
dellIgumena Sevastiani Apostolaki del
monastero greco-ortodosso della Trasfigurazione (Grecia), di Sr Bndicte
Girard e sr. Mireille della Comunit
delle Diaconesse di Reuilly (Francia),
di Nicolas Stebbing della Community
of the Resurrection, di Fr. Clark Berge
della Society of St. Francis, di Br. Caesarius Cavallin OSB del Monastery of
the Holy Cross, Ostanback (Svezia),
del p. Jos M. Hernndez (CMF), che
ha messo in risalto come anche la vita
consacrata sia chiamata ad essere
ponte e non fossato tra i cristiani.
stata certamente una sofferenza
quella di non avere potuto condividere lEucaristia; ma soffrire fa maturare, aiuta a valorizzare il dono

12

Eco dei Barnabiti 1/2015

sorprendenti abbiamo fatto in questi


giorni trascorsi tra consacrati ecumenici! Pregando insieme, ascoltandoci, dialogando e guardandoci negli
occhi, abbiamo assaporato la reale
bellezza della profonda unit spirituale che gi ci affratella, nella speranza di ristabilirla anche in pienezza visibile. La speranza non delude (Rm 5,5).
vita consacrata
e promozione dellunit
Quanto ai partecipanti il numero
era volutamente ristretto: poco pi di
un centinaio di persone. Si trattava infatti di un simposio, di unesperienza
ecumenica tra consacrati mai avvenuta prima in Vaticano e voluta espressamente dal Papa Francesco che sabato mattina, 24 gennaio, ha desiderato
ricevere in udienza speciale i partecipanti al Colloquio nella Sala del Concistoro. Clima di attesa gioiosa, pronta allincontro e allascolto. Il Papa ha
tenuto a dirci che la volont di rista-

bilire lunit di tutti i cristiani presente naturalmente in tutte le Chiese e riguarda sia clero che laici. Ma la vita
religiosa, che affonda le sue radici
nella volont di Cristo e nella tradizione della Chiesa indivisa, ha senza
dubbio una vocazione particolare
nella promozione di questa unit.
Non daltronde un caso che numerosi pionieri dellecumenismo siano
stati uomini e donne consacrati. Tuttora, varie comunit religiose si dedicano intensamente a tale obiettivo e sono luoghi privilegiati di incontro tra
cristiani di diverse tradizioni Alla vita religiosa appartiene la ricerca dellunione con Dio e dellunit allinterno della comunit fraterna La vita
religiosa ci rivela che anche questa
unit pu compiersi soltanto camminando insieme se percorriamo la via
della fraternit nellamore, nel servizio, nellaccoglienza reciproca Prego il Signore di ispirarvi a lavorare instancabilmente per la pace e la riconciliazione fra tutte le Chiese e le
Comunit cristiane. Prima di incontrare personalmente Papa Francesco,
con lui abbiamo pregato tutti insieme
la preghiera del Signore e ha concluso cos: Che il Signore ci benedica
tutti. Il gruppo di Bari ha donato a
Francesco, per le mani del nostro giovane studente ortodosso romeno Jonut Pectu, una bellissima icona originale della Theotkos Eleusa, Vergine
Madre della tenerezza, che il Papa ha
gradito molto e baciato.
la Comunicazione finale
Domenica mattina, 25 gennaio, nella Festa della Conversione di S. Paolo, in seduta plenaria stato rivisto,
corretto e aggiornato il testo ufficiale,
redatto in lingua francese, di una Comunicazione finale, articolata in tre
parti, espressione in sintesi dei lavori
di gruppo, approvata con unanime
consenso. Sono felice di poterla offrire ai lettori dellEco dei barnabiti. I
grassetti sono del sottoscritto.
unesperienza inedita
Per la prima volta stato organizzato in Vaticano un colloquio ecumenico sulla vita consacrata riunendo un
centinaio di religiose e religiosi di diverse appartenenze ecclesiali cattolici, ortodossi, ortodossi orientali, anglicani, protestanti per acquisire una

ECUMENISMO
reciproca conoscenza, per pregare,
scambiarsi le proprie esperienze e favorire lunit dei cristiani. Questo incontro inedito, organizzato dal 22 al
25 gennaio 2015 durante la Settimana
di preghiera per lUnit dei cristiani
uniniziativa della Congregazione per
gli Istituti di vita consacrata e le Societ di vita apostolica in collaborazione
con altri due Dicasteri vaticani: Pontificio Consiglio per la Promozione dellUnit dei cristiani e la Congregazione
per le Chiese Orientali.
Durante quattro giorni intensi questi
uomini e donne consacrati, che tutti
hanno offerto la loro vita a Dio nella
sequela di Cristo, ma secondo modalit molto diverse, hanno fatto unesperienza privilegiata che li ha ricolmati
di gioia: scoprire la loro profonda comunione nella medesima scelta di vita e nello stesso tempo la felice diversit nella sua pratica. Per questo, la
gratitudine rivolta al Signore, mentre
si molto riconoscenti a Papa Francesco che ha indetto un Anno della vita
consacrata in seno alla Chiesa cattolica, associando anche coloro che seguono la stessa via in una maniera
analoga nelle altre Chiese, incoraggiando caldamente questi incontri
perch cresca la mutua conoscenza,
la stima, la collaborazione reciproca,
in modo che lecumenismo della vita
consacrata sia di aiuto al pi ampio
cammino verso lunit tra tutte le
Chiese (Lettera Apostolica a tutti i
consacrati, 21 novembre 2014, 3,3).
molteplici scoperte
I partecipanti hanno ricevuto molto da questi tempi di incontro: la parola dei Cardinali capi dei Dicasteri
organizzatori; la presentazione della
vita consacrata secondo ciascuna
delle tre grandi tradizioni; le testimonianze vissute di sorelle e fratelli etc..
Tuttavia, essi non hanno tanto discusso di unit, quanto fatto unesperienza autentica di unit condividendo
momenti di dialogo fraterno fra loro e
di comunione con Dio, nello scambio di esperienze e di orazione, in
comunione di preghiera con numerose religiose e religiosi contemplativi.
Durante questi giorni di incontro e
di dialogo fraterno essi hanno scoperto insieme ci che hanno in comune:
limpegno a seguire il Cristo (sequela
Christi) in forme comunitarie o no,
che risalgono ai primi secoli del cri-

gli invitati dellIstituto di Teologia Ecumenica di Bari, con larcivescovo di


Bari Francesco Cacucci davanti allAugustinianum, sede del colloquio

stianesimo, quando la Chiesa era ancora indivisa. Essi hanno riconosciuto


lo Spirito Santo che agisce in loro per
far crescere il dono del loro comune
battesimo. Hanno preso maggiore
consapevolezza di avere la vocazione
ad essere esperti di comunione, servitori della riconciliazione da promuovere tra tutti i discepoli di Ges:
la vita consacrata, collocata nel cuore
stesso della Chiesa, si trova al cuore
del cammino delle Chiese verso lunit. I partecipanti hanno potuto cogliere meglio ci che li distingue, ma non
li separa affatto, secondo la diversit
delle loro tradizioni ecclesiali. Per
esempio, la comprensione della vita
consacrata nella tradizione orientale
pu essere recepita in modalit diverse. Tale esperienza ha fatto maturare
in essi una duplice convinzione.
Quando le persone consacrate rispondono con verit alla loro vocazione di donne e uomini di comunione, di riconciliazione con Dio e
tra loro, di unificazione interiore, di
misericordia in quanto instancabili
costruttori di fraternit (Papa France-

sco, ibid.), allora sono servitori della


comunione nella Chiesa e tra le
diverse Chiese, sotto lazione dello
Spirito Santo che suscita i carismi
che essi vivono. La vita religiosa, per
la sua ricerca di unit con Dio e allinterno della comunit fraterna, in
particolare quando riesce a riconciliare la diversit e a superare i conflitti, realizza in maniera esemplare
la preghiera del Signore perch tutti
siano uno (Gv 17,21), e diventa una
scuola di ecumenismo. La santit,
che passa attraverso una sempre pi
grande comunione con Dio e un
amore fraterno fino alla croce fino
al martirio che ha mescolato il sangue versato da tanti consacrati di
ogni origine confessionale lunico cammino verso lunit.
Nel medesimo tempo i progressi del
movimento ecumenico hanno permesso uno scambio di doni tra fratelli
e sorelle di diverse Chiese. Questo reciproco arricchimento testimoniato
dallesperienza di numerose comunit
ecumeniche e associazioni interconfessionali di religiose e religiosi.
Eco dei Barnabiti 1/2015

13

ECUMENISMO
prospettive rinnovate

lunit si fa camminando

Al termine di questo incontro le


persone consacrate che vi hanno
partecipato desiderano vedere moltiplicati incontri di questo genere
secondo linvito del Papa Francesco: Mi attendo dunque non che
teniate vive delle utopie, ma che
sappiate creare altri luoghi dove si
viva la logica evangelica del dono,
della fraternit, dellaccoglienza
della diversit, dellamore reciproco (Lett. Ap. 2,2). Un tale scambio
di doni ha bisogno di una adeguata
formazione che dovr essere incoraggiata.
I partecipanti al Colloquio tornando ora alle loro comunit e alle loro
Chiese, molto arricchiti della grazia sperimentata in questi giorni, si
augurano di vivere ancora meglio
con le loro sorelle e i loro fratelli la
loro comune chiamata alla santit
e alla conversione: unico cammino
di unit.
Essi invocano insieme il dono abbondante dello Spirito per essere,
ciascuno personalmente e tutti insieme, sempre pi fedeli a Dio, affinch
si compia al pi presto il grande desiderio di Cristo per tutti i suoi discepoli e per tutta lumanit: Padre che
tutti siano uno, perch il mondo creda! (Gv 17,21).

Il Colloquio ha avuto il suo epilogo


nella partecipazione di tutti alla celebrazione dei vespri presieduti da Papa Francesco nella Basilica di San
Paolo fuori le Mura, in preghiera ecumenica per il ristabilimento della
piena e visibile unit dei cristiani:
questa la meta dellecumenismo che
fatica ancora a trovare un comune
consenso, soprattutto nelle comunit
ecclesiali nate dalla Riforma. Non si
poteva concludere in una data e in
una sede migliore: nella festa della
Conversione dellApostolo dellunit
cristiana e nella Basilica della sua
Confessione suprema.
Papa Francesco nellomelia ha affermato che il confronto con chi
differente da noi pu farci crescere
Per capirsi e crescere nella carit e
nella verit, occorre fermarsi, accogliersi e ascoltarsi. In tal modo, si comincia gi a sperimentare lunit.
Lunit si fa nel cammino, non mai
ferma. Lunit si fa camminando.
Nelle espressioni del Papa abbiamo
rivisto e rivissuto lesperienza dei
giorni del Colloquio che di proposito
si impegnato non nellaffrontare
problematiche teologiche e dottrinali, ma nella conoscenza reciproca e
nello scambio di esperienze concrete
di vita consacrata ecumenica, a vi-

gli invitati dellIstituto di Teologia Ecumenica di Bari nella Basilica di s. Pietro

14

Eco dei Barnabiti 1/2015

cendevole incoraggiamento alla perseveranza nella sequela fedele dellunico Signore. S, perch, ha proseguito Francesco, lunit dei cristiani
non sar il frutto di raffinate discussioni teoriche nelle quali ciascuno
tenter di convincere laltro della fondatezza delle proprie opinioni. Verr
il Figlio delluomo e ci trover ancora
nelle discussioni. Dobbiamo riconoscere che per giungere alla profondit del mistero di Dio abbiamo bisogno gli uni degli altri, di incoraggiarci e di confrontarci sotto la guida
dello Spirito Santo, che armonizza
le diversit e supera i conflitti, riconcilia le diversit.
Verso la conclusione dellomelia
Francesco ha rivolto una parola ai
partecipanti al Colloquio, a religiosi
e religiose appartenenti a diverse
Chiese e Comunit ecclesiali che
hanno partecipato in questi giorni ad
un Convegno ecumenico La vita
religiosa come profezia del mondo
futuro chiamata ad offrire nel nostro tempo testimonianza di quella
comunione in Cristo che va oltre
ogni differenza e che fatta di scelte concrete di accoglienza e dialogo. Di conseguenza, la ricerca dellunit dei cristiani non pu essere
appannaggio solo di qualche singolo
o comunit religiosa particolarmente
sensibile a tale problematica. La reciproca conoscenza delle diverse tradizioni di vita consacrata ed un
fecondo scambio di esperienze pu
essere utile per la vitalit di ogni forma di vita religiosa nelle diverse
Chiese e Comunit ecclesiali.
Uscendo dalla Basilica ho potuto
dialogare col card. Walter Kasper,
gi Presidente del Pontificio Consiglio per lunit dei cristiani, convinto assertore della causa ecumenica, sempre radioso e incoraggiante allimpegno per lunit, come
risulta anche dalle sue innumerevoli pubblicazioni. sua lespressione:
lecumenismo non il piacere privato di alcuni matti, ...ma un sacro
obbligo per tutti. Anzi, ha definito
lopera ecumenica il cantiere della
Chiesa del futuro. Mi ha chiesto
del Colloquio ed rimasto ammirato
del buon esito delliniziativa che
riuscita a coinvolgere tre Dicasteri
vaticani a motivo della vita consacrata ecumenica: la vita consacrata opera miracoli anche in questo
ambito.

ECUMENISMO
incontri fraterni
Durante i giorni del Colloquio ho
avuto modo di rivedere con gioia
tanti amici e di dialogare con le sorelle e i fratelli consacrati delle altre
Chiese, in particolare della Comunit di Taiz, delle Diaconesse di
Reuilly, della Jesusbruderschaft di Gnadenthal, in particolare con Br. Franziskus Joest che non rivedevo da alcuni anni, oltre che con le monache
e i monaci di Bose, e di vari monasteri ortodossi, col p. Tecle Vetrali
dellIstituto di Studi Ecumenici S.
Bernardino di Venezia, col p. James
Puglisi dei Francescani DellAtonement, con Maria-Chiara, piccola sorella di Ges, ricordando soprattutto
la permanenza a Kabul dei pp. Bernasconi, Nannetti, Panigati e Moretti, con Sr. Maria Giampiccolo delle
Figlie della Chiesa, con langlicano
francescano Fr. Clark Berge... Abbiamo pregato, cantato e ascoltato insieme, ci riamo raccontati tante cose, esperienze, ritmi di vita, impegni,
difficolt; abbiamo aggiornato indirizzi e recapiti, ci siamo consigliati,
interrogati, confidati e impegnati a
non perderci di vista. Quale emozione ho provato ad esempio dialogando col p. Hyachinte Destivelle OP,
della commissione preparatoria del
Colloquio, quando scoprendo la presenza di un barnabita tra i membri
invitati, mi ha parlato con ammirazione dei pp. Cesare Tondini, Grigorij uvalov e Karl Schilling.
comunit interconfessionali
Ma in particolare ho avuto modo
di dialogare a pi riprese con il card.
Joo Braz de Aviz e con lArciv. Jos
Carballo, cordialissimi, a proposito
della possibilit di costituire comunit religiose interconfessionali allinterno di Ordini e Congregazioni, con
serio discernimento e realistica valutazione delle modalit, per vivere insieme la stessa vocazione con coraggio e audacia evangelica, escludendo ogni forma di indifferentismo e di
confusionismo. Nel 2000 ne avevo
gi presentato la proposta al Capitolo
generale di Napoli che era arrivato a
esplicitarla nella delibera n 98 che
non escludeva la possibilit di arrivare anche alla costituzione di una
comunit religiosa interconfessionale
come profezia della vita religiosa in

INTENZIONI DI PREGHIERA 2015

ANNO DELLA VITA CONSACRATA.


SULLE ORME DI CRISTO, SECONDO LA GRAZIA
CHE CI STATA DATA, NELLA COMUNIONE DEI SANTI,
VERSO LA PERFEZIONE DELLA CARIT

Marzo: Per i Confratelli che in questanno celebrano il 25 e il 50 di Professione religiosa


e di Ordinazione sacerdotale.
Perch il Signore li ricolmi di tutti i doni necessari allo svolgimento del loro generoso
servizio pastorale e alla loro feconda testimonianza di consacrazione a Dio.

Aprile: 150 anniversario dellaffidamento dellOrdine al patrocinio di San Giuseppe


(Capitolo generale del 1865).
Perch la Congregazione continui sempre a confidare nella premurosa custodia di
San Giuseppe, e ricorra a lui con fiducia in qualsiasi necessit materiale e spirituale.

Maggio: La Beata Vergine Maria, esempio sublime di perfetta consacrazione; maestra


di sequela incondizionata e di assiduo servizio (Vita consecrata, n. 28).
Perch la Vergine Maria ci aiuti a rimanere fedeli alla nostra vocazione, a progredire
nel nostro cammino di santit e a vivere in pienezza la nostra consacrazione.

Giugno: Per le nostre Consorelle Angeliche.


Perch apprendano dallinsegnamento del nostro Santo Padre Antonio Maria
lamore e il gusto per lorazione mentale, cibo e nutrimento di chi avanza nella via di
Dio e ne sappiano trasferire i frutti nelle molteplici opere del loro apostolato.

Luglio: 1 incontro di Formazione permanente.


Perch sia occasione efficace di crescita umana e spirituale, di incontro fraterno e
di stimolo per servire il Signore e i fratelli con sempre maggior entusiasmo, dedicazione
e profitto.

Agosto: 25 anniversario della pubblicazione della Regola di vita dei Laici di San
Paolo (24 marzo 1990).
Perch la Regola di vita costituisca per i Laici di San Paolo una guida sicura che li
accompagni costantemente nel loro impegno di vita cristiana nel mondo.

Settembre: Incontro mondiale delle famiglie (Filadelfia, 22-27 settembre 2015) XIV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia (ottobre 2015).
Perch nei nuclei familiari dei nostri parenti e amici e di quanti fanno riferimento
alla spiritualit paolino-zaccariana ci si sforzi di realizzare in pienezza il progetto di
Dio sul matrimonio e la famiglia.

Ottobre: Quarto centenario della morte del Venerabile Carlo Bascap, legislatore
di Barnabiti e Angeliche, XI Superiore generale dellOrdine e Vescovo di Novara
(6 ottobre 1615).
Perch lintercessione del Venerabile Bascap ci ottenga un costante impegno
nella disciplina regolare e un desiderio sconfinato per la salvezza delle anime.

Novembre: Per i Confratelli che vivono la loro terza et.


Perch lesempio di Cristo li aiuti a comprendere la pace infinita, linfinita mestizia
dellamore che soffre, del dolore che ama.

Dicembre: 50 anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II


(8 dicembre 1965).
Perch, continuando il cammino di rinnovamento promosso dal Concilio Vaticano II,
ci sforziamo di seguire sempre il Signore, vivendo con entusiasmo il nostro carisma, in
compagnia di quanti ci hanno preceduto, per raggiungere insieme la pienezza dellamore.

una nuova forma, come via dinamica


verso lunit, ma per vari motivi
rimasta inevasa e in seguito non pi
rinnovata. Lo Spirito per non mancher di ricordarcela ancora e di sorprenderci, pi avanti, sperando che
possa essere ripresa in seria considerazione. Certamente la vita consacra-

ta pu aiutare lecumenismo, ma anche lecumenismo pu aiutare la vita


consacrata e stimolarla a vivere la
propria consacrazione con maggiore
impegno e con la forza della testimonianza fraterna pure nella diversit
delle appartenenze ed essere cos
segno profetico di unit per la Chiesa
Eco dei Barnabiti 1/2015

15

ECUMENISMO
e per il mondo. Tale via interconfessionale pu mostrare un volto in cui
lecumenismo diventa profezia della
vita religiosa in una forma nuova,
anche attrattiva. Soltanto la vita consacrata pu fare questo! Dallascolto
delle testimonianze nel Colloquio ri-

crescere nel desiderio dellunit


Il Cardinale, concludendo i lavori
del Colloquio e esprimendo con gioia la sua soddisfazione per il grande dono condiviso, ha tenuto a
evidenziare che la vita consacrata

p. Enrico Sironi: occhi negli occhi davanti al Papa... al termine delludienza

sulta che ci possibile. E se ci


possibile e avviene allesterno della
Chiesa cattolica, perch non potrebbe avvenire anche al suo interno, oltre le poche realizzazioni gi in atto?
Non rientrerebbe forse nellesplorazione di vie nuove per mettere in
pratica il Vangelo? Lunit va raggiunta insieme!
Il Cardinale e lArcivescovo mi
hanno incoraggiato a sostenere tale
prospettiva molto positiva e profetica e a parlarne apertamente nel
gruppo ecumenico di lavoro. Nella
discussione si detto che per tale
realizzazione occorre un carisma
speciale, adeguata formazione e
tanto coraggio, ma da favorire. Occorre osare e sognare comunit dove consacrate e consacrati ortodossi, cattolici, protestanti e anglicani possano vivere e testimoniare
insieme. Lo Spirito di Dio susciti
questa nuova Pentecoste per la vita
consacrata, la aiuti a sognare e a osare vivere insieme. La proposta stata
presentata nella sintesi in Aula ed
trapelata nel comunicato finale.

16

Eco dei Barnabiti 1/2015

interconfessionale ricchissima di
esperienza e di stimoli a favore dellunit, grazie allo Spirito Santo che
continua a generare sorprese, aggiungendo che occorre andare
avanti con la vita, incontrarsi, condividere, non discriminare e, assicurando la totale disponibilit del
Dicastero allaccoglienza di ogni
suggerimento a favore di una sempre pi viva comunione, ha invitato
tutti a crescere nel desiderio dellunit, a mettere in comune le
ricchezze della vita consacrata delle tradizioni cristiane e ad amare
la causa ecumenica. Ha invitato
inoltre a guardare con simpatia
non solo le esperienze di vita religiosa delle diverse tradizioni, ma
anche quelle non cristiane. Papa
Francesco nella Lettera apostolica
citata ha fatto notare che camminare insieme sempre un arricchimento e pu aprire vie nuove a rapporti tra popoli e culture che in questo periodo appaiono irti di difficolt
(3,4). Il primo Colloquio ecumenico
della vita consacrata terminato

col canto ripetitivo a canone del


Magnificat!
nel monastero invisibile dellunit
C da augurarsi, come di comune
accordo si espressa lassemblea,
che questa prima esperienza romana
abbia aperto la porta a successivi incontri o simposi o meeting, a scadenza biennale, pure in altre sedi,
eventualmente coinvolgendo anche i
religiosi pi giovani e i formatori.
Personalmente ho lasciato il Colloquio molto scosso e sono tornato in
comunit contento, edificato, arricchito e confermato nel proposito di
continuare a servire sino alla fine la
causa dellunit che di certo sta a
cuore al Signore, ricordando soprattutto che Ges, come ha affermato il
card. K. Koch, non ha comandato
ai suoi discepoli lunit, ma ha pregato per essa. Durante il Colloquio
ho compreso meglio cosa intendeva
dire lAbb Paul Couturier quando
parlava del monastero invisibile
dellunit e ho compreso meglio
limportanza che soprattutto oggi ha
lecumenismo esistenziale, che va
oltre le differenze dogmatiche, senza
affatto ignorarle o minimizzarle.
bello infatti sentirsi circondati da
tante sorelle e fratelli consacrati che,
pure nella diversit delle appartenenze e dei carismi, vivono la stessa
appartenenza allunico Cristo e sono
accomunati e mossi dalla stessa passione per lunit, nonostante le notevoli distanze geografiche che sembrano tenerci lontani. Lamore unisce, vincolo di unit. Al dire di
Madeleine Delbrl, lamore unit. confortante e stimolante sapere che esistono tanti consacrati alla
causa dellunit, sapere che ci siamo! La vita consacrata ecumenica,
posta nel cuore della Chiesa e per la
Chiesa, sta gi realizzando lunit
ecclesiale, perch in grado di trascendere le divisioni cristiane e di
incoraggiare il movimento ecumenico con la condivisione della vita fraterna autentica, rimanendo innanzitutto in ginocchio davanti al mistero
della Trinit, come persone in relazione, grazie alla fondamentale consacrazione battesimale che la abilita,
gi da ora, a fare insieme tutto quello che possibile fare insieme.
Enrico Sironi

INTERVISTA A UN SANTO.
FRANCESCO SAVERIO MARIA BIANCHI
SPIRITUALIT BARNABITICA

Nel centenario della morte di Francesco Saverio Maria Bianchi vogliamo incontrarlo e
interrogarlo su quella fama di santit che molti gli hanno riconosciuto in vita e dopo la sua
morte. In una ideale intervista ripercorreremo il suo cammino di santit attraverso lesercizio di
quelle virt che sono i punti di forza della vita cristiana e che i fedeli prima e la Chiesa poi gli
hanno riconosciuto in grado eroico.

Intervistatore: Carissimo Santo


posso chiamarla cos?
Francesco Saverio Maria Bianchi:
Carissimo, in Dio siamo tutti santi!
Se amiamo Cristo e cerchiamo di
vivere con tutto noi stessi nella sua
volont, siamo santi! Lo siamo per
chiamata, perch lui stesso vuole che
diventiamo santi e, come diceva il
fondatore dei barnabiti, s. Antonio
Maria Zaccaria, non santi piccoli
ma grandi!
I: Comunque tu sei santo, la Chiesa ti ha dato il titolo di santo. Ti ha
iscritto nel libro dei santi!
FSMB: S, vero. La Chiesa mi ha
riconosciuto questo titolo, ma lo ha
fatto perch i fedeli possano intravvedere la possibilit di arrivare anchessi alla santit, ossia alla pienezza
panorama di Arpino, citt natale di s. Francesco Saverio Maria Bianchi

S. Francesco Saverio Maria Bianchi

della vita, della felicit, della pace,


dellamore! Se ci sono riuscito io,
che sono ben poca cosa, perch non
dovrebbero riuscirci loro?
I: Ma in questa vita terrena tu sei
stato un religioso e dunque hai scelto
di percorrere una strada pi facile! O
almeno cos sembra agli occhi dei pi!
FSMB: Lo pensi realmente? Pensi
davvero che la via della vita religiosa
sia la pi facile? Innanzitutto la vita religiosa una chiamata, una vocazione: non io ho scelto di seguire Cristo
pi da vicino, ma lui ha scelto me. Mi
ha chiesto di lasciare tutto, anche chi e
ci che amavo di pi per seguirlo senza riserve, senza se, senza ma e senza
forse. Credi che sia una cosa facile?
Per rispondere s ho dovuto combattere anche contro gli affetti pi cari,
soprattutto con mia madre, che non

voleva. Superato questo ostacolo ed


entrato tra i barnabiti ho dovuto combattere contro lamore per gli studi.
Pensa, mi avevano proposto anche la
carriera dellinsegnamento alluniversit, ma il Signore mi ha fatto capire che
quellamore mi distraeva e mi distoglieva dallamore per lui e, attraverso
di lui, per i miei fratelli vicini e lontani,
per i miei confratelli e per quanti incontravo sul mio cammino, indicandomi soprattutto coloro che erano attanagliati dalla solitudine, dalla sofferenza,
dalla stanchezza di vivere. Ma stato
solo linizio; e tuttavia solo a questo
punto ho potuto camminare pi speditamente nel fare la volont di Dio. Il
Signore, per non si accontentato e
ha voluto che mi perfezionassi, che
purificassi ancor di pi il mio amore
per lui e per i miei fratelli e, come
Eco dei Barnabiti 1/2015

17

SPIRITUALIT BARNABITICA
successo a Giobbe, sono stato toccato
nella carne: dolori alle gambe, che
non ti dico! Fuoco e spine! Fuoco e
spine! Un supplizio, un vero supplizio,
che il Signore mi ha insegnato a sopportare per amore del prossimo e per

voluto accanto a s, facendomi provare lesperienza della croce! Ma alla fine mi ha sciolto da ogni angustia
e ora sono nella sua pace!
Ma veniamo a noi. Toglimi una curiosit. So che c stato un processo

SCHEDA BIOGRAFICA DI
FRANCESCO SAVERIO FILIPPO GIUSTINIANO BIANCHI
Francesco Saverio Filippo Giustiniano Bianchi nacque ad Arpino il 2 dicembre 1743 da Carlo Antonio e da Faustina Morelli e il 3 dicembre fu battezzato. Ricevette il sacramento della confermazione nellottobre del 1748.
Sin da piccolo si dimostr di indole docile e umile, obbediente ai genitori,
composto e serio nel rapporto con i coetanei. Orientatosi per i gesuiti, i
genitori vollero distoglierlo dal proposito e orientarlo per il sacerdozio
secolare, inviandolo nel 1758 al seminario di Nola. Nel 1761 rientr ad
Arpino e, dopo il tentativo dei genitori di proporgli la via del matrimonio,
pass a Napoli per lo studio del diritto canonico e civile. Rientrato nel
settembre 1762 ad Arpino, nellottobre del 1762 accett di entrare tra i
barnabiti, facendo la prima domanda nel collegio dei SS. Carlo e Filippo Neri
di Arpino. Dopo aver fatto la seconda domanda, fu accettato il 6 novembre
1762. Inviato a Zagarolo per il noviziato, vest labito religioso il 28 dicembre e, mutato il proprio nome di battesimo in quello di Francesco Saverio
Maria, fece la professione solenne dei voti religiosi il 28 dicembre 1763.
Destinato a Macerata per lo studio della filosofia, vi rimase fino al 16 ottobre 1765, per trasferirsi a Roma per lo studio della teologia. Per problemi
di salute fu trasferito a Napoli in S. Carlo alle Mortelle e fu ordinato sacerdote il 25 gennaio 1767. Destinato ad Arpino come insegnante di lettere,
nel 1769 ritorn a Napoli come professore di filosofia. Nel 1773 fu eletto
preposto di S. Maria in Cosmedin o di Portanuova. Gli si prospett dapprima la nomina a professore straordinario di teologia alluniversit di
Napoli, laggregazione alle due Accademie reale ed ecclesiastica, oltre
alla possibile nomina per due diocesi, ma il Bianchi scelse sempre di pi
la via della preghiera, della penitenza e del nascondimento. Tra il 1801 e il
1815 esercit il mirabile apostolato della direzione spirituale e del confessionale, accompagnato da quello della carit, sopportando anche la soppressione della congregazione nel 1805. Mor a Napoli il 31 gennaio 1815.

amore suo! Per la conversione e la salvezza dei peccatori! Solo quando celebravo il santo sacrificio, avevo un
poco di respiro, potevo alzarmi e celebrare con devozione la santa messa.
Poi, tutto riprendeva: dolori, immobilit a volte anche lesperienza dellabbandono da parte di Cristo!
I: Non c che dire! Un bellesercizio di virt!
FSMB: S, un bellesercizio di virt!
Pensa! Mi ha fatto fare un cammino nella vita dello spirito che mi ha
portato a sperimentare una profonda
e intima comunione con lui: mi ha
trafitto il cuore con un suo dardo
damore! Mi ha fatto sperimentare
quella che i teologi chiamano la
transverberazione e poi mi ha

18

Eco dei Barnabiti 1/2015

nel quale hanno passato al setaccio la mia vita, dalla nascita fino alla morte; e anche dopo la mia morte.
I: S, stato istruito quello che
chiamano un Processo di beatificazione e canonizzazione: un vero e
proprio tribunale composto da un
presidente, dai giudici, da un promotore della fede (lavvocato del diavolo) e da un avvocato difensore, dai testimoni e dai notai; e devo dire che
ha lavorato a lungo e bene. Ho visto
gli atti. Hanno esaminato le virt da
te esercitate, per vedere se lo hai fatto
in grado eroico. Poi hanno esaminato
i miracoli compiuti da Dio per tua intercessione e li hanno riconosciuti come tali. Solo dopo tutto questo la
Chiesa ti ha iscritto nellalbo dei santi.

FSMB: Ma pensa un po! E cosa


hanno chiesto ai testimoni? Che cosa
hanno detto di me? Sono proprio curioso di saperlo!.... Non per me, ma
per la maggior gloria e lode di Dio!
I: Lunico modo per saperlo leggere i processi. Ma sono tante le pagine scritte, raccolte in diversi volumi, e non facile farne una sintesi.
Sappi che le testimonianze provengono da sacerdoti e da laici, uomini e
donne, anziani e giovani, da chi ti ha
conosciuto direttamente, da chi ha
sentito parlare di te da chi ti ha incontrato, ma anche da chi ha solo
sentito parlare di te. Sono state poste
loro tante domande. Pensa: 234! Ma
sono state necessarie per ripercorrere
la tua vita, la fama di santit che ti ha
circondato durante la vita e dopo la
morte e le grazie ottenute da Dio per
tua intercessione.
FSBM: Capisco. E allora come facciamo?
I: Ho unidea. Faremo come fa il
cuoco che passa davanti alle portate
prima che siano trasferite su una tavola ben apparecchiata, per vedere
se tutto pronto e a posto prima che
entrino gli invitati: assaggeremo qua
e l! Sei pronto?
FSMB: Sono un poco perplesso per
questi assaggi! Non vorrei che Speriamo bene! So che per la lode e la
gloria di Dio e se pu essere utile a
migliorare la vita del lettore non posso
tirarmi indietro! Coraggio, partiamo!
I: Prima di dare la parola ai testimoni, devo aggiungere che il percorso lungo e pertanto credo sia opportuno fare delle tappe. Come prima tappa ti posso dire che tutti
hanno colto in te un uomo di orazione e di contemplazione. Non potendo richiamare tutte le testimonianze,
te ne offro tre.
Michele Cuggia (sacerdote): Per
me era un uomo di orazione, e nelle
mie angustie mi affidavo moltissimo
alle sue orazioni; ho preso parte una
volta alla messa da lui celebrata nella cappella del suo convento e restai
sommamente edificato dalla somma
devozione e fervore con cui celebrava: cosa veramente ammirabile, giacch, soffrendo egli di indicibili dolori
per glincommodi alle gambe, le
quali erano straordinariamente gonfie, nellatto del sacrificio pareva che
non le sentisse, per cui ho pensato
che in quellatto fosse assistito da
Dio. Io so per esperienza che il servo

SPIRITUALIT BARNABITICA
di Dio si prestava per quello che riguardava il bene delle anime instancabilmente.
Domenico Ceraso (barnabita): So
che era amantissimo dellorazione a
tal punto che da noi stava sempre nel
coro e mi dicevano le monache di
San Marcellino, contigue al nostro
collegio di Portanuova, che lo avevano veduto pregare per molte ore nella loro chiesa, dove egli quasi ogni
giorno si portava a fare la visita al
Santissimo Sacramento in occasione
di novene che si facevano in detta
chiesa, e lo faceva con il massimo
fervore, tanto da sembrare una statua; cos pure in S. Gregorio Armeno.
Ho osservato la sua grande devozione nel celebrare la santa messa. Io
conoscevo nel Servo di Dio uno zelo
ardente per la Gloria di Dio e lamore per la salute delle anime, che risplendeva in lui pi che chiaramente
e nella predicazione della Parola di
Dio e negli avvertimenti privati dati
ai peccatori.
Pasquale Altamura: Conobbi per
la prima volta il padre Bianchi nella
casa della venerabile serva di Dio
suor Maria Francesca delle Piaghe di
Ges Cristo e per mezzo di suor Maria Felice, compagna della serva di
Dio, seppi del gran rispetto del quale godeva il detto padre presso la
venerabile, tanto che vi era una sedia riservata solamente per lui, che
si teneva nella cappella, coperta con
una tovaglia, e che si prendeva prima
che il padre arrivasse in casa e la si
metteva nella stanza nella quale vi
erano gli altri, senza mai far sapere
questo al detto padre. La stessa suor
Maria Felice mi ha detto che grande
era la comunicazione di spirito che
passava tra il padre Bianchi e la serva
di Dio, tanto che questa avvisava
suor Maria Felice di preparare la sedia, avvertendola del suo prossimo
arrivo: Il padre Bianchi adesso
uscito di Portanuova e poco dopo
mi diceva: Affacciati alla finestra,
perch adesso comincia a comparire
dal vicolo e cos avveniva. In seguito, essendo cresciuto negli anni, un
giorno lo incontrai per strada, corsi a
baciargli la mano ed egli mi disse:
Vieni a trovarmi nella mia stanza di
Portanuova e nel bussare alla porta
indica il tuo nome, perch cos io ti
aprir, non essendo mia abitudine ricevere gente in stanza. Cos feci e
nel bussare alla porta dal rumore che

immagine di s. Maria Francesca delle


Piaghe di Ges

Dio, che si rilevava dallo stringere


che faceva la mano al suo cuore, per
fermarne i palpiti, per lui facili a suscitarsi o parlandosi di Dio, o guardando Ges nel Sacramento.
FSMB: vero, vero! Ma avevo
una grandissima devozione anche
per la Madre di Ges e per altri santi.
I: S, s. Risulta anche questo! Sta a
sentire.
Pasquale Altamura: Era straordinaria la devozione verso Maria Santissima, a tal punto che sempre diceva:
Non vi santo che non sia stato devoto di Maria Santissima; per questo
linculcava sempre in quelli che lo
frequentavano. Portava devozione
grande ai santi e io lo sapevo per
averlo accompagnato pi volte ,
perch nei giorni dedicati alla loro
festa egli andava a visitare le chiese
dedicate in loro onore, dicendo che
in quel giorno dal Signore venivano
dispensate grazie per intercessione di
quel santo; e nellandare in dette
chiese era solito raccontare qualche
particolare azione di quel santo.
Mi ricordo che spesso il padre Bianchi aveva una grande devozione alla

facevano i mattoni malfermi sul pavimento, seppi che era in stanza; apr
la porta e mi fece entrare e in seguito
continuai a visitarlo pi volte durante la settimana. I discorsi che erano soliti farsi tra noi erano sempre spirituali. Mi
consta che era amante
dellorazione e che passava in essa molta parte
della giornata, sempre in
ginocchio, con gli occhi
chiusi e con una modestia che raccoglieva; con
palpiti frequenti del cuore, che in certi momenti
erano percepibili e visibili a tutti: moti e palpiti
che bastava nominare il
nome di Ges per accendersi in lui, a tal punto che, volendo qualche
volta farne la prova, nominavo il nome di Ges
e lo vedevo tutto commosso; ed egli mi diceva: Sta zitto!, tanto era
il tumulto che sentiva nel
cuore.
Ancora, ho osservato
che, trovandosi in qualche chiesa dove era
esposto il santissimo Sacramento, si vedeva in
lui un sensibile moto,
Napoli: facciata della chiesa di S. Maria in
che dimostrava laccenCosmedin o di Portanuova. Chiusa al culto dopo
sione del suo cuore: acil terremoto del 1980, ledificio non ha retto ai
censione di cuore verso
colpi dellincuria e dellabbandono
Eco dei Barnabiti 1/2015

19

SPIRITUALIT BARNABITICA

lesercito francese in ritirata nel mezzo dellinverno russo

Napoli: chiesa di San Carlo alle Mortelle. Eretta


a partire dal 1616 su progetti del barnabita
Giovanni Ambrogio Mazenta, San Carlo alle
Mortelle una delle chiese monumentali di
Napoli e rappresenta uno dei principali punti
di riferimento dellarte barocca in citt

20

Eco dei Barnabiti 1/2015

passione del Redentore e


aveva la Via Crucis affissa
alle pareti della sua stanza e insinuava a tutti di
far le visite ad essa, cosa
che era solito fare egli
stesso. Inoltre passava la
settimana santa in un perfetto silenzio, per attendere alla meditazione
della Passione di Ges
Cristo, cosa che si praticava anche da lui, per
cui non riceveva alcuno
nella sua stanza. Aveva
grande rispetto per la
croce e si inchinava ogni
volta che ne incontrava
una per strada e in casa;
cos come aveva grande
devozione per il Cristo
morto, tanto da averne
una immagine in stanza.
Aveva una particolare
devozione per i Dolori
della Vergine e linsegnava a tutti e anche a me,
dandomi lufficio dellAddolorata e chiedendomi
di recitarlo spesso.
Qualche mese prima
della morte volle che gli
insegnassi questa giaculatoria: Signore, io sono
nelle vostre mani come

un corpo morto. Fate di me quello


che vi pare e piace: la vita e la morte
stanno nelle vostre mani, sono contento di fare la vostra volont. La
volle scrivere e ci dimostra la sua
umilt e conformit alla volont di
Dio. Lumilt, perch essendo egli
santo e dotto, voleva da me miserabile tali devoti sentimenti; luniformit al Divin Volere, perch si contentava di vivere e morire a norma della
volont del Signore.
I: Vi anche chi si ricorda di come
impiegavi la tua giornata.
FSMB: Probabilmente si tratta di
Giuseppe Bonocore. Sono stato ospite per tre anni in una sua casa a Portici durante la soppressione della
congregazione
I: proprio lui. Ascolta.
Giuseppe Bonocore: Durante la
soppressione, mentre il padre Bianchi abitava a Portici nel mio casino,
dimostr grande amore per lorazione e la meditazione. La maggior parte della notte la passava sveglio e
questo lo so perch dormendo nella
stanza accanto, per quanto il servo
di Dio si fosse impegnato a non dare
segni delle sue veglie, pure mi accorgevo che egli era fuori dal letto:
fattosi giorno gli si portava il necessario per lavarsi e poi usciva per dire
la messa nello stesso mio appartamento. Terminata la messa, restava
nel mio oratorio privato a fare il suo
ringraziamento per lo spazio di
unora circa e a volte anche pi a
lungo. Terminato il ringraziamento
gli si dava un poco di caff, senza
che lui lo avesse richiesto (era un
suo modo di fare quello di mai domandare qualcosa, anzi: per quanto
gli venisse offerta, sempre laccettava per condiscendenza e mai per
volont). Preso il caff, si chiudeva
in stanza e riprendeva la lettura, o la
recita dellufficio; e se qualcuno veniva per incontrarlo, al termine riprendeva le sue letture spirituali; avvisato dellora di pranzo, mangiava
con la mia famiglia, condendo i cibi
con discorsi spirituali, e poi si ritirava nella sua stanza. Passata una
mezzora, si svegliava e riprendeva
le sue devozioni e ci lo so perch
vedevo il lume che usciva da sotto
la sua porta, per aver riaperto le finestre, che egli chiudeva prima di
mettersi a riposare. Svegliatosi, riprendeva lesercizio, o la lettura di
libri di devozione, o si metteva a

SPIRITUALIT BARNABITICA
scrivere, o dava udienza a quanti
desideravano un suo consiglio nei
loro dubbi e angustie. Arrivato il
tempo delle nostre devozioni serotine, si univa a noi e, quelle disimpegnate, prendeva un ristoro e poi andava a dormire. La sua vita era sempre applicata, non sapendo cosa
mai volesse dire ozio; e la sua applicazione continua riguardava o
lorazione, o le devozioni, o lufficio divino, o il prestarsi per il bene
delle anime, sia a voce, sia per
mezzo di lettere. Tanta era la sua
devozione e fervore, che io rimanevo commosso.
FSMB: Anchio sono commosso
dalla memoria di questi testi.
I: E che mi dici dei doni mistici ricevuti?
FSMB: Che vuoi che ti dica. Ha
fatto tutto Lui. Di mio c stata solo la
disponibilit a lasciarlo agire attraverso di me a mia confusione, perch
sono nulla e Lui tutto!
I: Stai a sentire.
Pasquale Altamura: Devo raccontare ci che disse il padre Bianchi davanti a me e a D. Giuseppe Capece
Minutolo: cio che aveva fatto al Signore delle fervorose preghiere per
ottenere i lumi necessari per il bene
delle anime e, quasi fuori di se stesso
disse: Iddio mi apr la mente e mi
diede tale cognizione di se stesso e
delle cose create, che restai estatico; e domandatogli quanto fosse
durata questa visione di Dio, mi rispose: Non molto.
Giuseppe Bonocore: Io debbo deporre che il servo di Dio era stato
dal Signore decorato del dono della
profezia. Mi ricordo che, essendo
giunta a Napoli linfausta notizia
delloccupazione di Mosca da parte
dellArmata Francese, io dissi al
servo di Dio: Avete saputo la presa
di Mosca? Il Padre Bianchi rispose: Meglio che i Francesi cantassero un salmo di lutto invece del Te
Deum che fanno cantare, giacch
S. Michele ha distrutto lArmata
Francese. Ci mi parve unaffermazione avventata, per cui dissi:
Padre lo dite voi da voi questo, o
per notizia ricevuta?. Egli mi rispose: Unanima nellorazione ha
veduto quanto ti ho detto, per cui
prestaci ogni credenza, notate il
giorno, affinch sapendosi quello
che io vi ho annunciato, possiate
venire in cognizione di quanto vi

I: Che cosa te ne pare?


ho detto. Poco tempo dopo arriv
FSMB: Ripeto. Sono commosso.
la notizia della disfatta miracolosa
dellArmata di Napoleone ed io mi Ma sono anche grato a Dio per ci
confermai nellidea che il servo di che ha fatto in me e attraverso di me.
Dio era stato dal Signore decorato del Tuttavia non sono stato solo un uomo
dono della profezia, essendo impossi- di preghiera.
I: Lo so. Ma credo che per ora
bile ai mezzi umani conoscere un fatto successo in un Paese cos remoto. possa bastare. Ci aspettano altre
Credetti che quellanima
di cui parl il servo di
Dio era la sua, giacch
trovandosi obbligato a
manifestare qualche grazia accordatagli dal Signore, usava queste parole: Unanima.
Un giorno, mentre
uscimmo dalla chiesa di
Santa Lucia del Monte,
il padre Bianchi ed io, il
servo di Dio mi disse:
Dalle Spagne cominceranno le rovine della
Francia. Era quello il
tempo in cui Giuseppe
Bonaparte da Napoli si
portava nelle Spagne,
perch eletto re di quei
regni da suo fratello: elezione ignota al pubblico.
facciata della chiesa di Santa Maria di
Caravaggio
Allaffermazione del servo di Dio risposi: Padre
io non posso intendere
come le Spagne, divenute le pi deboli potenze,
possano essere il flagello
della Francia, quando altre monarchie rispettabili
hanno ceduto alla forza
di Napoleone. Il servo
di Dio rispose: Iddio si
vuol servire di questo
mezzo debole, per dimostrare la sua Potenza,
quando ch se le altre
monarchie potenti avessero distrutto Napoleone, si sarebbe attribuita
la vittoria alla forza umadettaglio dellurna contenente il corpo
na. Poich le Spagne
di s. Francesco Saverio Maria Bianchi,
presentavano un quadro
conservato nella chiesa napoletana di Santa
di desolazione, imposMaria di Caravaggio
sibilitate a rimettersi
lArmata Francese aveva
occupato Madrid, i forti erano nelle tappe nel nostro cammino per comani dei nemici, i quali si erano im- noscerti meglio; e sugli altri aspetti
possessati anche dellArmata Navale, ritorneremo pi avanti, al prossimo
la famiglia reale in Francia , veden- incontro.
FSMB: Va bene. A presto. Intanto
do verificarsi le parole del Servo di
Dio mi sono confermato nellidea pregher per voi.
che dal Signore gli era giunta una taMauro Regazzoni
le notizia.
Eco dei Barnabiti 1/2015

21

SPIRITUALIT BARNABITICA

Spigolature
Servizio a tempo pieno
Il Bianchi usciva poco dalla sua camera; negli ultimi anni non usciva pi, perch completamente immobile; eppure esercitava
una profonda influenza nellambiente napoletano. La sua camera divenne meta di un incessante pellegrinaggio, al punto che gli
rimaneva pochissimo tempo per s. Disse una volta: Carit vuole che io serva nel giorno al bisogno altrui, a me penso la notte.

Consiglio ai confessori
Nonostante il suo rigore, era estremamente umano verso i fedeli; fece questa raccomandazione ai confessori: Badiamo
noi confessori: quando Iddio batte unanima, non abbiamo da consigliarle altre mortificazioni, che riuscirebbero importune e
forse nocive. Quando poi Iddio smetter di batterla, potremo s consigliarle di battersi da s stessa, ma non siamo mai due in
un tempo a battere. Allo stesso tempo era per molto esigente con quanti si sottoponevano alla sua direzione. Diceva:
Anime tapine, non ne voglio vedere.

Il dono della profezia


Lesperienza mistica e apostolica non distolse il Bianchi dalla partecipazione alla vita sociale e politica del suo tempo. Non si tratta naturalmente di un intervento diretto: non compito del religioso o del sacerdote immergersi nelle questioni temporali; ma neppure egli pu rimanere neutrale, come spesso facciamo noi. Il Bianchi esprimeva un giudizio sulle vicende politiche del suo tempo.
Quando le case napoletane dei Barnabiti furono separate da Roma, nel 1789, egli non volle contribuire allelezione di
superiori indipendenti; continu sempre a sentirsi dipendente dai legittimi superiori della Congregazione.
Incontr anche il duca Carlo Emanuele IV di Savoia e sua moglie Maria Clotilde, che erano stati spodestati al termine della
prima campagna di Napoleone, nel 1798. Vennero a Napoli e si incontrarono col nostro Santo, il quale cerc di confortarli.
Si oppose alla Rivoluzione napoletana del 1799 e non permise ai suoi discepoli di arruolarsi nella Guardia nazionale,
costituita per loccasione. Anticip anche le violenze che si sarebbero scatenate il 15 giugno di quellanno, al termine
dellesperienza della Repubblica partenopea, quando lArmata della Santa Fede entr in Napoli. Previde pure la brevit della
restaurazione borbonica (che infatti dur soltanto fino al 1806).
Rifiut il giuramento di fedelt, richiesto da Giuseppe Bonaparte e non lo permise ai suoi discepoli. Fece in modo che
diversi suoi discepoli non facessero il servizio militare, quando fu disposta la leva militare obbligatoria: i giovani, che erano
stati gi arruolati, allultimo momento venivano inspiegabilmente rimandati a casa. Fu anche minacciato di arresto; ma, nelle
condizioni in cui si trovava, fu impossibile procedere.
Alcune delle profezie politiche a cui abbiamo fatto cenno. Quando Giuseppe Bonaparte nel 1808 lasci Napoli per andare in
Spagna, sentite che cosa disse il Bianchi a un suo amico: Hai veduto la partenza di Giuseppe Bonaparte? Egli va nella Spagna
e di l comincer la mano del Signore a umiliare i francesi . . . Iddio vuol mostrare lopera sua. Vedrai che dalla Spagna avr principio la depressione francese; se altri potentati lavessero fatto, si sarebbe attribuito il trionfo alla forza umana. Si sta riferendo
proprio alla grande insorgenza spagnola, in un momento nel quale nessuno avrebbe potuto sospettare il tramonto dellastro
napoleonico. Disse ancora: La rovina dei francesi comincer dalla Spagna, mentre Dio per abbatterli si servir degli spagnoli.
Nel 1812, durante la campagna di Russia, fu fatto cantare nel Duomo di Napoli, come in tutte le citt, un Te Deum di ringraziamento, per celebrare la vittoria. Come reag il Bianchi? Disse: Avrebbero fatto meglio a cantare il Miserere . . . San Michele
con la sua spada ha gi distrutto quasi tutta larmata francese entrata in Mosca. Unanima ovviamente lui lanima ha
veduto questo nella sua orazione. Notate questo giorno; e a suo tempo saprete che cosa ha fatto la mano del Signore.
Allinizio del 1815 (il 31 gennaio di quellanno sarebbe morto) disse: Questo lanno felice, lanno della misericordia del
Signore, lanno che, dissipato il governo francese, risalir sul trono il re Ferdinando!. E cos avvenne.

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Eco dei Barnabiti 1/2015

Osservatorio paolino
OSSERVATORIO PAOLINO

PAOLO DI TARSO:
QUATTRO PROFILI
I. IL PAOLO ROMANTICO
(1873-1956)

DI

LEO BAECK

Leo Baeck nasce a Lissa (attuale Leszno, Polonia) nel 1873. A quellepoca la citt era profondamente prussiana e la comunit ebraica, che vi si era
insediata allinizio del XVII secolo, era
in pieno sviluppo. Baeck si forma nel
Seminario rabbinico di Breslavia, per
poi passare a Berlino dove completa
gli studi rabbinici con eminenti maestri e si laurea con una tesi su Spinoza
sotto la guida del famoso Wilhelm
Dilthey. Nel 1905 si fece conoscere
alla Germania ebraica perch
in una sua opera, Lessenza dellebraismo, os sfidare il famosissimo Adolf von Harnack che
nel 1900 aveva pubblicato con
enorme successo Lessenza del
cristianesimo. Il giovane Baeck
contest la tesi di von Harnack,
che il vangelo e la predicazione di Ges non avesse nulla a
che vedere con la fede ebraica,
e che questultima fosse solo il
guscio (Schale) che andava
abbandonato per conservare il
gheriglio (Kern). Al contrario
Baeck sosteneva che il nocciolo dellinsegnamento di Ges
consisteva nella sua fedelt
allessenza del giudaismo e solo l. Ci che unico, sosteneva
Baeck, non Ges, ma il popolo ebraico. Ges parte del
meglio di questo popolo unico.
Tesi che Baeck ribadir nel
1938 con la pubblicazione dellopera Il Vangelo come documento della storia della fede
ebraica. Il valore di tragica testimonianza di questa affermazione lo si pu misurare solo se
ci si ricorda delle famigerate
leggi naziste contro gli Ebrei

promulgate proprio in quegli anni.


Nel 1942 Baeck fu internato nel campo di concentramento di Theresienstadt. Fu uno dei 9000 ebrei che sopravvissero su 140000 detenuti.
Se Ges e i suoi discepoli vengono
inscritti nella pi autentica tradizione
della fede ebraica; e Ges non altro che uno dei tanti maestri haggadici (pensatori e poeti religiosi che
esprimono con racconti la fede e
lagire religioso), per Baeck chi ha
separato le vie, chi ha creato la frattura tra la fede ebraica e la religione
cristiana stato Paolo. stato Paolo il
creatore di quella religione romantica
che il cristianesimo.
Nel suo saggio La religione romantica (1922), sulla scorta della temperie culturale della sua epoca (la filosofia idealista: soprattutto Hegel e
Schleiermacher; il paradigma delle
scienze dello spirito secondo Dilthey;
il confronto con le religioni contigue,
proprio della Religionsgeschichtliche
Schule; la costruzione del tipo ideale,
proposta da Max Weber per organizzare la conoscenza storica) Baeck
stabilisce una distinzione netta tra tipi
di religioni: religione classica e reli-

gione romantica. Leggiamo come inizia il suo saggio: Se classifichiamo i


tipi di religiosit per come essi sono
divenuti storicamente tipi di religione,
due sono anzitutto le forme che vi si
distinguono: la religiosit classica e
quella romantica, religione classica e
religione romantica. Nel loro mutuo
differenziarsi e contrapporsi, a fronteggiarsi sul piano storico sono chiaramente due fenomeni: giudaismo e
cristianesimo, uno dei quali, in ragione della sua origine, viene ricondotto
allaltro, rimanendone entro certi limiti determinato, ma fra i quali corre
appunto una decisiva linea di divisione. In quanto religioni rispettivamente
classica e romantica, essi si contrappongono in maniera sostanziale
Qual lessenza del romanticismo?
Friedrich Schlegel cos la sintetizza:
materia sentimentale in forma fantastica. La religione romantica consiste
quindi in vibranti sentimenti Ci a
cui essa mira va cercandolo nelle visioni ora mitiche, ora mistiche dellimmaginazione; il suo mondo quello
dellabnorme, dellinconsueto, del meraviglioso, di ci che risiede al di sopra
di ogni realt, il mondo del remoto aldil delle cose. E, rincarando la
dose: il romantico sincanta e si
entusiasma per amore dellentusiasmo e dellincanto, atteggiamento fine a se stesso, che
ha in s il suo senso anelito dolce, ondivaga trepidazione che trabocca di sentimenti, inebriata di se stessa.
Anche dolore e sofferenza diventano un bene purch
lanima vi si anneghi Estinguersi nel risonante oceano del
mondo, si rivela lelemento peculiare della religione romantica, il tratto femminile che gli
proprio. La sua religiosit ha
qualcosa di passivo La parola
di Schleiermacher, secondo cui
la religione sarebbe il sentimento di assoluta dipendenza, vi ha
poi solo fornito il concetto.
Nessuna azione, ma emozione; nessun futuro, ma passato;
nessun concetto, ma sentimento; nessuna attivit, ma
passivit; nessun dovere, ma
grazia; nessuna etica, ma estetica. La conclusione lapidaria: il giudaismo la religione
classica, mentre il cristianesimo quella romantica.
Eco dei Barnabiti 1/2015

23

OSSERVATORIO PAOLINO

Per Baeck, il cristianesimo fu lerede


del romanticismo antico, assorb dal
nord della Grecia la religione dionisiaca e orfica, con lesuberanza delle
emozioni, lentusiastico distoglimento
dalla realt, lanelito allesperienza; dai
misteri orientali ed egiziani di Mitra e
di Adonis, di Attis e di Serapis la fede
in un essere celeste divenuto umano, il
quale sarebbe morto e risorto, e nella
cui vita divina il mortale sarebbe stato
inserito attraverso riti misteriosi; la fede
in una forza superiore della grazia che,
mediante un sacramento, entrerebbe
nei fedeli per scioglierli dai vincoli della colpa e della morte terrene e farli rivivere in uno stato di esistenza e di
beatitudine eterne.
Paolo fu colui che comp questa
associazione di idee. Egli introdusse
nella sfera dei misteri pensieri giudaici autentici. Egli ha compreso come
unire la magia dei misteri universalistici con la tradizione della rivelazione propria della sapienza giudaica.
Paolo mescol le visioni e port
nelladesso storico la salvezza che gli
ebrei aspettavano nellallorquando
del Messia. Al Dio unico, al cospetto
del quale gli di dei pagani dovevano
scomparire, aggiungeva ora il Redentore unico, il Salvatore unico, al co-

24

Eco dei Barnabiti 1/2015

spetto del quale i salvatori delle varie nazioni


dovevano affondare: aggiungeva dunque lunicit del Salvatore allunicit di Dio. Il paganesimo
era superato nel giudaismo e questo, come unica redenzione, era offerto anche ai pagani.
Paolo comprese che il
Risorto, il Salvatore che
era Dio ed divenuto
uomo, non si chiama Attis o Adonis, n Mitra o
Serapis, bens Ges Cristo. Per chiunque lo
riceve con fede, nel sacramento e nel mistero,
il giorno che stato promesso divenuto loggi,
il compimento; in lui il
giudeo e il pagano sono
luomo nuovo, il vero
Israele, il vero presente.
Per quanto affascinante, la presentazione di
Baeck soffre di due gravi
aporie: anticipa nel tempo categorie (il romanticismo) che appariranno nella storia
secoli pi tardi e le applica del tutto
acriticamente allapostolo, che certo
non visse in epoca romantica. Inoltre
Baeck trascura del tutto il fatto che la
temperie spirituale in cui visse Paolo
non era quella romantica, bens quella apocalittica: la convinzione che
erano in atto i tempi ultimi e definitivi. N Paolo promosse la passivit e
linazione; ma identific il comandamento nel conformarsi a Cristo, primogenito della nuova creazione. Per
Paolo tutto il creato lotta e geme
nellattesa della nuova nascita. Lopposizione dialettica (classicismo-romanticismo) se rende chiare le idee,
tradisce completamente la realt dei
fatti. Ancora una volta le verit schematiche travisano del tutto la realt.
II. PAOLO NELLA PROSPETTIVA MARRANA
DI PAOLO DE BENEDETTI (1927-)
Nel Giugno 2014 lEditrice Morcelliana di Brescia pubblicava, in un
agile libretto della collana Pellicano
rosso, quattro saggi di Paolo de Benedetti (Asti, 1927-) riuniti sotto il titolo volutamente provocatorio: Quale Ges? Una prospettiva marrana.

Nulla di offensivo nel sottotitolo, ma


il richiamo alla tragedia ebraica della
cacciata dalla Spagna (1492), dove
coloro che non partirono furono costretti a convertirsi a forza al cattolicesimo, rimanendo pur tuttavia ebrei
nel cuore e apostrofati dai vincitori,
con disprezzo come marrani, cio
porci. In questo caso il sottotitolo denota un approccio che intenzionalmente coniuga una prospettiva ebraica e una sensibilit di fede cristiana.
Questo nello spirito che ha sempre
caratterizzato il lavoro teologico e di
ricerca di Paolo De Benedetti: il superamento della falsa opposizione
che per secoli ha contrapposto Ges
a Mos, il Vangelo alla Tor, i cristiani
agli ebrei; un superamento nel segno
non della mera tolleranza reciproca
ma della mutua conoscenza, stima
ed amicizia, e soprattutto nel segno
del recupero del patrimonio comune
e del profondo legame spirituale
(Massimo Giuliani).
Il primo saggio del libretto riguarda
appunto Shaul/Paolo di Tarso visto
dalla parte ebraica. Rispetto a Baeck,
lapproccio di Paolo De Benedetti a
Paolo molto pi simpatetico: proprio perch io considero Paolo uno
dei pi grandi geni dellumanit, ne
tratter come se fosse un personaggio puramente storico. Chi un grande genio dellumanit? Uno i cui
scritti non sembrano mai vecchi. In
ogni epoca lo si sente come un proprio contemporaneo.
E tuttavia De Benedetti non pu fare a meno, secondo la tradizione
ebraica, di litigare con Paolo. Che cosa non gli va gi dellapostolo? Soprattutto il fatto che Paolo non ha
mai vissuto in modo corretto la questione dei precetti. La sua continua
oscillazione tra fede e precetti; le sue
continue affermazioni che la fede
supera la Legge, che la fede supera
le opere, creano un vero problema.
Sembra a De Benedetti che Paolo
non abbia considerato a fondo il vero significato delle mitzvot, dei precetti. Essi sono i recipienti concreti
della presenza del Dio vivente. I
613 precetti in gran parte sono comandamenti che non hanno nessun
significato morale ma un significato
teologico: farmi ricordare Dio nelle
diverse occasioni della vita quotidiana. In altre parole, per lebreo le opere valgono non in s ma per lubbidienza a Chi ha dato i comandamen-

OSSERVATORIO PAOLINO
III. PAOLO. UNA SINTESI NOVECENTESCA
DI GIUSEPPE BARBAGLIO (1934-2007)

Basilica Vaticana, cappella della Madonna della Colonna, pala daltare


marmorea con lincontro di San Leone Magno e Attila: particolare degli
Apostoli Pietro e Paolo (Alessandro Algardi, 1595-1654)

ti, che non sta a me indagare. Per De


Benedetti lopposizione tra fede e
opere una ossessione paolina.
LAssemblea di Gerusalemme (Atti,
15) autorizz i non ebrei che si facevano battezzare a non essere circoncisi e a limitarsi allosservanza dei
sette precetti noachici (Genesi, 9).
Ma Paolo, preso dallurgenza dei
tempi e dalla esclusivit di Ges Cristo, radicalizz la decisione: anche
gli ebrei che credono in Ges non sono pi sottoposti ai precetti! E tuttavia
Paolo non annulla lelezione del popolo ebraico: quanto alla scelta di
Dio, essi sono amati, a causa dei padri, infatti i doni e la chiamata di Dio
sono irrevocabili! (Rom. 11, 28-29).
De Benedetti pu cos affermare:
Nel mondo pre-escatologico quindi
le vie di salvezza quante sono? Due:
lebraismo per gli ebrei, il cristianesimo per i non ebrei. Certamente si
salvano anche i musulmani e tutti gli
altri. Ma ora parliamo da un punto di
vista teologico, non psico-storico. E
richiama le parole calibrate del teologo valdese Daniele Garrone: Relativamente a partire dallavvento della
salvezza escatologica nella storia, vi
pu essere discussione o interpretazione di un superamento della Tor,
ma mai estromissione di Israele dallorizzonte dellelezione! Mai annullamento dellidentit di Israele! Mai
sostituzione della Chiesa a un Israele
che si presume estromesso! Questo
non il pensiero di Paolo.

E alla fine, non ostante il litigare


con Paolo sul posto nei precetti nella
vita religiosa, De Benedetti chiude il
saggio con lampia citazione della
pagina paolina della Lettera ai Romani 8, 18 ss., definita la pagina pi alta
di tutta la Bibbia cristiana: il gemito del creato!
E conclude con la frase
paolina scritta in aramaico: maran-tha! (1 Cor.
16,22). Che vuol dire: Signore nostro, vieni! Ma si
pu leggere anche in un
altro modo: maran-ath
ossia il nostro Signore
venuto! E io credo che
noi dobbiamo sia come
ebrei che come cristiani,
continuamente leggere
questa frase in tutti e due
i modi. Il Signore nostro
venuto! Signore nostro,
vieni! La nostra vita ha
un senso se noi viviamo
sia il Venuto sia il Vieni.
Questo vieni poi il capitolo 8 della Lettera ai
Romani. il gemito del
creato: Maran-tha! Ma
lo Spirito prega gi, perch Maran-ath, il Signore gi venuto.
Qui non c asprezza
e ostracismo, ma comprensione e il camminare insieme verso la stessa
mta!

Nel 2010 la Casa editrice Il Mulino


di Bologna pubblicava il Dizionario
del sapere storico-religioso del Novecento (due volumi di complessive
1815 pagine), a cura di Alberto Melloni, uno dei rappresentanti della cosiddetta Scuola di Bologna. A Giuseppe Barbaglio venivano affidate
due voci: Ges e Paolo. Era il campo
della sua pluriennale ricerca e studio. Purtroppo la morte non gli permise di vedere pubblicato il frutto
delle sue fatiche.
Tra le novit segnalate da Barbaglio negli studi paolini degli ultimi
quarantanni sono da sottolineare la
tematizzazione delle sue radici giudaiche, e il superamento della polarit giudaismo-ellenismo. Scrive: antistorica dichiarata la separazione tra
giudaismo e ellenismo, essendo quello permeato da questo (cfr. M. Hengel), per cui lantitesi Paolo giudeoPaolo ellenista non appare per nulla
appropriata.
La voce segue in un primo momento
le tappe storiche degli studi paolini:
dal lascito della ricerca dellOttocento: soprattutto F.C. Baur (1792-1860),

Eco dei Barnabiti 1/2015

25

OSSERVATORIO PAOLINO

il padre della moderna indagine critico-storica sugli scritti delle origini


cristiane; agli studi della prima met
del Novecento: Adolf von Harnack
(1851-1930), il quale riconosce a
Paolo laver trasformato levangelo in
una religione universale, senza alterare i tratti essenziali del vangelo di
Ges; William Wrede, il cui Paulus
(1904) spiegava la novit travolgente
del paolinismo con lesperienza di
Damasco e lapocalittica giudaica.
Paolo vede in Ges la realizzazione
del figlio delluomo: la sua morte e
resurrezione non sono pensate come
esperienze di un uomo, bens interamente come esperienze di un essere
divino diventato uomo. Wrede arriver ad affermare che Paolo si deve
considerare il secondo fondatore
del cristianesimo; per proseguire con
W. Heitmller, W. Bousset, R. Reizenstein, corifeo della Scuola della
storia della religione, che collegava
Paolo a correnti misteriche e gnostiche orientali, A. Schweitzer, che invece ricollegava Paolo allapocalittica giudaica, e ne coglieva in seguito
la peculiarit nellessere Paolo lunico pensatore cristiano che conosce
soltanto la mistica di Cristo senza
abbinarvi la mistica di Dio, R. Bul-

26

Eco dei Barnabiti 1/2015

tmann, per il quale Paolo costituisce una novit


rispetto a Ges: con una
parola, scrive nel 1929,
si pu dire che lannuncio di Paolo fa della persona storica di Ges
levangelo; K. Barth, che
nel suo commento alla
Lettera ai Romani (1 ed.
1919, 2 ed. 1921) si fa
paladino di uninterpretazione teologica di Paolo. Lexcursus storico si
chiude con lanalisi di
quanto scrivono due studiosi ebrei, J. Klausner e
A.J. Schoeps; e alcuni
studiosi cattolici: F. Prat,
J. Bonsirven, L. Cerfaux.
Un paragrafo molto
stimolante dedicato alla new perspective paolina. Qui i nomi e le
opere sono quelli classici: E. P. Sanders, il cui
merito precipuo di
aver superato la visione
del giudaismo palestinese dellepoca di Ges e
di Paolo quasi fosse una religione legalistica e meritocratica; accanto a
Sanders non si possono dimenticare
J. D. G. Dunn e K. Stendhal. Barbaglio d anche conto delle polemiche
che questo nuovo indirizzo interpretativo ha suscitato in studiosi di matrice ebraica e cristiana.
Un paragrafo interessante dedicato poi da Barbaglio agli studi che
approfondiscono laspetto letterario
delle lettere paoline: da quelli pioneristici di Deissmann (1908), che distingueva tra lettere ed epistole, allo
studio di H. D. Betz (1979), che leggeva la lettera ai Galati come unarringa giudiziaria tenuta da Paolo a
propria difesa. Ma il proliferare dei
riferimenti (Barbaglio non dimentica
il rhetorical criticism di Aletti) gli fa
dire a un certo punto: Grande la
confusione sotto il cielo, se tot capita, tot sententiae
La voce si chiude col paragrafo su
La teologia di Paolo. Paolo non un
pensatore sistematico, ma innanzi
tutto un missionario, un uomo di religione pratica. Trovare un centro nel
pensiero paolino opera disperata.
Ogni autore tende a proiettare se
stesso e le sue convinzioni nelle parole di Paolo. Possiamo concordare

con la conclusione intitolata Cantiere aperto: lattuale ricerca paolina


lavora in un vasto cantiere con alcune certezze e molte questioni ancora
aperte.
Il testo di Barbaglio costituisce, a
mio vedere, una mappa orientativa
di enorme chiarezza e sistematicit.
Gli autori, presentati per lo pi con
le loro parole, sono esaminati sine ira
et studio e, soprattutto per chi si avvicina allo studio dellApostolo, questa presentazione pu essere di valido aiuto.
IV. PAOLO
CAPITOLO DI

TARSO, LIMPREVISTO. UN
ROMANO PENNA (1937-)

DI

stata pubblicata nel Giugno 2014


dallEditore Carocci di Roma la seconda edizione del volume Le origini

Basilica Vaticana, portico,


bassorilievo in stucco della volta
con San Paolo (maestranze del Canton
Ticino su cartoni di Giovan Battista
Ricci da Novara, 1540 ca.-1627)

OSSERVATORIO PAOLINO
del cristianesimo Una guida, a cura
del biblista Romano Penna. Rispetto
alla prima edizione (2004) lopera
stata rielaborata e rinnovata modificando alquanto limpostazione del
materiale, anche con lapporto di
nuovi collaboratori.
Per rimanere a Paolo, Romano
Penna che aveva gi scritto il capitolo su di lui nella precedente edizione lha riscritto apportando diverse modifiche e soprattutto incrementando la discussione sui rapporti
di Paolo con lellenismo (si tratta
dellaggiunta di 21 pagine a stampa!): la personalit di Paolo di Tarso,
avverte nella Prefazione, stata integrata con lillustrazione delle componenti ellenistiche del suo pensiero.
Tanto pi che lo stesso autore ha redatto un capitolo nuovo per questa
edizione, proprio su Lellenismo, secondo ambito delle origini cristiane
(pp. 51-70).
Il capitolo su Paolo distribuito
secondo i classici momenti, che qui
enumero secondo la scansione di
Romano Penna: una vita movimentata (pp. 201-209); scrittore occasionale (pp. 210-217); loriginalit
del pensiero (pp. 217-218); nessi e
contrasti con la Chiesa primitiva e
con il giudaismo (pp. 218-229); le
componenti ellenistiche (pp. 229250). La bibliografia citata nelle note (ben 197!) in appendice al capitolo sconfinata ed estremamente
aggiornata.
Come accennavo allinizio, nei dieci anni che separano le due edizioni,
il capitolo su Paolo si arricchito
dellultimo corposo paragrafo, le
componenti ellenistiche del pensiero
paolino. lo stesso Romano Penna a
ricordare che per molto tempo, in
polemica con le tesi della Scuola della storia della religioni, fecero da guida le parole di A. Schweitzer: coloro
che si affaticano a spiegare Paolo in
base allellenismo sono simili a chi
vuole trasportare da lontano lacqua
in annaffiatoi bucati per irrigare un
giardino posto accanto a un ruscello (La mistica dellapostolo Paolo,
1930). Per Schweitzer il ruscello che
irrigava il giardino paolino era esclusivamente quello dellescatologia
giudaica.
Romano Penna tuttavia mette in
evidenza, in dense pagine, chiari
temi della filosofia stoica ellenistica (dallinabitazione del dio nel-

Basilica Vaticana, portico, bassorilievo della porta centrale con il martirio


di San Paolo (Antonio Averlino detto Filarete, 1400 ca.-1466)

luomo alla presenza in ogni uomo


del seme divino; dalluniversalismo
alla convinzione dellumana uguaglianza); esamina concetti paolini
che utilizzano termini e linguaggio
presi in prestito dalla grecit; discute dellinflusso dei culti misterici su alcuni aspetti della dottrina
paolina, soprattutto per quanto
attiene al bisogno della salvezza
individuale, e alla comunione con
la divinit negli atti cultuali (soprattutto il concetto di comunione,
koinona, con il sangue di Cristo
nella cena eucaristica, 1Cor 10,
16a, il cui unico parallelo si trova
nella tradizione greca dei misteri
dionisiaci).
Alla fine Romano Penna non pu
che concludere che la battuta di
Schweitzer va ridimensionata o
addirittura corretta. Poich in realt, accanto al giardino del pensiero
di Paolo, scorre non solo il ruscello
del giudaismo ma anche quello dellellenismo, tuttaltro che lontano!
(p. 249).

Anche per questo libro, Le origini


del cristianesimo, non posso che raccomandare la lettura ad ogni persona
che voglia approfondire le ragioni e
la storia della sua fede.
Giuseppe Cagnetta

Abbiamo parlato di:


Leo Baeck, La religione romantica (pp. 29-105), in Il cristianesimo
secondo gli ebrei, a cura di Fritz A.
Rothschild, Claudiana 2009.
Paolo De Benedetti, Quale Ges?
Una proposta marrana, Morcelliana
2014.
Giuseppe Barbaglio, Paolo (pp. 11731196), in Dizionario del sapere storico-religioso del Novecento, a cura di
Alberto Melloni, il Mulino 2010.
Romano Penna, Paolo di Tarso,
limprevisto, in Le origini del cristianesimo. Una guida, a cura di Romano
Penna, Carocci editore 2014.
Eco dei Barnabiti 1/2015

27

IL SANTO CURATO DARS

UN MODELLO SACERDOTALE

Pur avendo festeggiato il 25 di ordinazione episcopale nel 2014, lEco dei Barnabiti vuole
rinnovare il suo affetto a mons. Andrea M. Erba, riportando qui la conferenza da lui tenuta ai
sacerdoti della diocesi di Velletri sulla figura del santo Curato dArs in occasione dellanno
sacerdotale celebrato dal 19 giugno 2009 all11 giugno 2010. Chiamati a riflettere sulla propria
condizione di consacrati nellanno dedicato alla vita religiosa, i barnabiti non possono
dimenticarsi di essere chierici regolari e quindi chiamati a essere sacerdoti secondo il cuore di
Dio. Non pu che essere di giovamento il riprendere la figura di un santo pastore danime quale
fu Giovanni Maria Vianney attraverso le parole di un barnabita, che pastore danime lo stato
prima come parroco a S. Carlo ai Catinari e poi come vescovo della diocesi di Velletri e Segni.
n saluto cordiale e un au- proiezioni indicano che nel 2025 si
gurio fraterno a tutti i pre- ridurranno a meno di 24.000, disenti che ricordo uno a uno. stribuiti in 26.000 parrocchie. Let
Sono passati esattamente sei mesi media, sempre in Italia, oggi di
da quando il Papa Benedetto XVI, il 19 giugno, solennit del Sacro Cuore,
ha indetto un anno sacerdotale in occasione del
150 anniversario della
morte del santo Curato
dArs. Per questa ricorrenza, molte sono le riflessioni, le pubblicazioni, le
proposte fatte per aggiornare la figura del prete,
per riscoprire il senso e il
valore di essere preti. Sulla
falsariga della vita di San
Giovanni Maria Vianney, il
papa nella sua Lettera per
lindizione dellanno sacerdotale ha molto insistito sulla spiritualit e le virt pastorali che il parroco
del piccolo villaggio (230
abitanti!) ha esercitato. Ha
citato non meno di 30 volte il volume di Bernard
Nodet: Le cure dArs. Sa
pense - Son coeur, e la
Vita del suo primo biografo A. Monnin.
Pur rimanendo valide
le sue indicazioni necessario ricollocarle nel
contesto sociale e cultuS. Giovanni Maria Vianney
rale che 150 anni di storia hanno introdotto in
Europa e in Italia dopo la sua mor- 60 anni. Gli ultra 65enni sono il
te. Le statistiche sui preti in Italia 42%, mentre gli inferiori di 40 anni
sono impressionanti: dal 1978 ad sono appena il 20%.
Questi dati hanno un valore e un
oggi il numero dei sacerdoti calato del 25%: da 41.627 a 33.409. Le significato per quanto riguardano i

28

Eco dei Barnabiti 1/2015

tempi delle ordinazioni sacerdotali.


Si possono indicare tre epoche: chi
stato ordinato prima del Concilio,
chi durante o poco dopo, chi molti
anni dopo. In date: prima
del 1965, tra il 1965 e il
1980, dopo il 1980.
La generazione pi vecchia non stata attraversata da grandi dubbi: formata nei seminari minori
ha ricevuto una formazione pi stabile e sicura, fondata sulle virt sacerdotali di stampo tridentino. Benedetto XVI
ha di recente ricordato e
lodato le fatiche apostoliche di quei presbiteri, il
loro servizio infaticabile
e nascosto, la loro carit,
E che dire della fedelt
coraggiosa di tanti sacerdoti che, pur tra difficolt
e incomprensioni, restando fedeli alla loro vocazione...?.
Il Papa ricorda la testimonianza del suo primo
parroco accanto al quale
esercit il suo ministero
di giovane prete: egli mi
lasci lesempio di una
dedizione senza riserve al
proprio servizio pastorale,
fino a trovare la morte
nellatto stesso in cui portava il viatico a un malato
grave.
I preti anziani hanno pure goduto
di un clima sociale favorevole: la
piet popolare diffusa, la frequenza
ai sacramenti, lunit delle famiglie, un cristianesimo vissuto, una

IL SEGNO DELLA VITA RELIGIOSA

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Anno 0 - N2 | II trimestre 2015

27/02/15

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Il Giovani Barnabiti
Ufcio Pastorale Giovanile

www.giovanibarnabiti.it

Nella nostra societ fatta di segni e...simulacri, la vita religiosa ancora un segno? Ne ragioniamo con mons. Paolo Martinelli,
vescovo della chiesa di Milano per la vita religiosa nell'anno per la vita consacrata voluta da papa Francesco.

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IL SEGNO DELLA VITA RELIGIOSA


Buon giorno fra Paolo, un piacere rincontrarci in questa tua nuova veste, in questa
diocesi che ci ha visto crescere; chi avrebbe pensato che dalla nostra scuola
(1975/1980) potessero fiorire ben tre vocazioni tra cui un vescovo! Siamo nellanno
che papa Francesco ha dedicato alla vita religiosa, un anno che ci sollecita a ragionare
con ulteriore attenzione a questo ramo della vita cristiana. La vita religiosa dai pi definita come segno, segno definitivo di Cristo nella Chiesa e nel Mondo, quindi io vorrei
partire proprio dai segni e da alcuni segni che oggi vanno molto di moda, tatuaggi.
Oggi spopolano i tatuaggi che sono dei segni, forse dei simboli: perch i giovani,
e non solo, di oggi hanno cos bisogno di segni?
Intanto il tatuaggio mi sembra un grido, una domanda. Ogni persona ha bisogno
di segni perch non pu vivere senza comunicare se stesso agli altri. Devo dire
che labbondanza di un corpo supertatuato, come ad esempio quello di coloro che
lo ricoprono quasi totalmente di tatuaggi, mi sembra che contenga un carattere di
eccesso. Ad ogni modo luomo sempre un io-in-relazione, anche nelleccesso.
Inoltre il segno come simbolo esprime il bisogno di interpretare la realt che ci si
trova a vivere quotidianamente. Luomo quellessere al quale non basta vivere
ma deve interpretare la vita e ci avviene attraverso la funzione simbolica.

essere vissute a discapito del bisogno delluomo di vivere il rapporto con le cose con
la necessit che ci sia un senso in quello che si vive. Da questo punto di vista la
societ non offre molti segni, forse offre molti segnali che spingono al consumo pi
che alla riflessione. I giovani vanno aiutati a non vivere di riflessi meccanici e
condizionati ma a essere uomini liberi e consapevoli del senso della vita, di dare uno
scopo ai propri giorni e di prendere decisioni che diano senso ai propri giorni.
La vita religiosa nel pensiero cristiano sempre stata intesa come segno, segno
della vita di Cristo tra gli uomini. Saresti capace di chiarire meglio questo concetto ai nostri lettori?
Oggi la maggior parte dei giovani non conosce pi la vita religiosa. Le indagini
statistiche sulle realt giovanili ci dicono che la loro comprensione della vita
religiosa assolutamente bassa. Credo che i religiosi e le religiose dovrebbero
aver pi coraggio di farsi incontrare dentro la vita quotidiana dei giovani. Essere
segno vuol dire essere capaci di intercettare la vita dei giovani e fare sorgere le
domande fondamentali sul senso da dare alla vita. La vita religiosa come segno
di Cristo vuol dire una forma di vita incontrando la quale si portati a porsi delle
domande sul senso e sul fatto che Cristo propone un significato totalizzante
capace di abbracciare ogni situazione, di gioia e di dolore.

Quali segni credi la societ di oggi offre alle generazioni giovani?

Un segno svolge la propria funzione quando riesce attirare a s, a farsi seguire da


coloro a cui si rivolge (pensiamo alla pubblicit o alla moda). Secondo te i giovani
di oggi sono capaci di comprendere lessere segno della vita religiosa? O meglio:
noi religiosi siamo capaci di farci intendere, comprendere dai giovani di oggi?

La necessit di simbolizzare assolutamente inestirpabile nei giovani e nelle


persone. Purtroppo la nostra cultura sta perdendo la capacit simbolica in forza della
diffusione pervasiva delle tecnoscienze. Sono conquiste importanti, ma non devono

Su questo occorre riflettere bene: la pubblicit propone segni fortemente seduttivi che tendono a produrre una reazione compulsiva di consumo e a rendere il
desiderio della persona sempre pi superficiale. In tal modo la libert dlla persona

DAL MONDO Barcelona po Polsku

Moe od naszego
spotkania w Barcelonie
mino ju troch czasu,
ale dziki temu moemy
dzi napisa te... pag.2

FELICIT

Sin dal principio, i segni.


Sin dal principio della
sua esistenza luomo ha
avuto bisogno di segni.
Li ha utilizzati soprattutto
per esprimersi... pag.3

CRONACA

Piramidi, Grattacieli e...


Babilonesi,
egizi,
etruschi, arabi, musulmani, sassoni con latini,
classici, rinascimentali,
barocchi, visionari... pag.3

DAL WEB Quando labito testimonianza

Dalla notte dei tempi i


segni fanno parte del
codice
comunicativo
delluniverso e degli uomini. Segni talvolta ... pag.4

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Il Giovani Barnabiti
Ufcio Pastorale Giovanile

Barcelona po polsku - Giovani polacchi a Barcellona

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Na spotkanie midzynarodowe wsplnot barnabickich w Barcelonie przyjechalimy


jako maa grupa reprezentantw wsplnoty modych z Warszawy. W cigu ostantich
siedmiu lat moglimy doswiadczy co to jest wsplnota midzynarodowa Ojcw
Barnabitw. Przezylimy niezwyky czas rekolekcji w Rzymie, gdzie pojechalimy
na kanonizacj Jana Pawa II, bylimy tam przyjci z wielkim sercem i wielk
gocinnoci. Bylimy takze w Madrycie na DM 2011. Tym razem moglimy
doswiadczy nie tylko gocinnoci ale takze pikno wsplnoty, pikno bycia razem.
Poniej s krtkie nasze wiadectwa.
Dla Aleksandy spotkanie w Barcelonie byo cudown okazj do poznania modych
z innych krajw a take do rozmowy z nimi o Bogu. Mateusz pisze, e psotkanie w
Barcelonie dao mu wielk okazj do poznania rzeczywistoci barnabickiej, do
poznania ojcw i rznych osb. Bardzo wana bya moliwo modlitwy wsplnej
i spdzenia tych dni jako jedna wielka wsplnota. Dla Kingi spotkanie to byo
dowiadczeniem bardzo piknym ktre uformowao jedno miedzy osobami z
ronych miejsc Europy. Bg zebra nas wok jednego otarza. Ojcowie Barnabici
ugocili nas z wielkim i ciepym sercem dlatego moglimy czuc si jako jedna
rodzina. Micha dzikuje przede wszystkim za to, e pojechalimy i wrcilimy cali
i zdrowi. Ten czas by dla niego piknym doswiadczeniem duchowym. Zachwyt
obejmowa przede wszystkim pikno kociow: Sagrada Familia i Katedra. Krystyna
to psotkanie pamita jako pikny czas bycia razem, jako czas radoci ze spotkania
i bycia razem. Byo to doswiadczenie ktre ma nadziej, e si powtrzy. Dla Przemka,
ten czas by moliwoci spotkania Boga w innych osobach. To jest rzecz pewn
i dowiadczalna, e tam gdzie dwaj albo trzej s w imi Jego, tam On jest obecny.
Modzi, ktrych spotkaem, s peni energii, optymizmu, otwartoci a to musi pochodzic od Boga. Te spotkania s naprawd dzieem Boga idzikuje e wok Barnabitw
jest tylu modych i dobrych ludzi, ktrzy chc y duchowosci Antoniego Marii
Zaccarii. Dla ukasza spotkanie to byo okazj do zobaczenia dzie architektonicznych
i kulturowych ale przede wszystkim do dowiadczenia cudu jakim jest wsplnota.
Dziki temu spotkaniu mogem dowiadczy e rzeczywiscie jestem czonkiem
wsplnoty barnabickiej. Mam nadziej e to dopiero pocztek, e bd jeszcze
inne okazje aby razem si spotka, moe w Polsce?

Allincontro internazionale con le comunit barnabitiche a Barcellona siamo arrivati


come un piccolo gruppo rappresentante le nostre comunit di Varsavia. La nostra
comunit giovanile di Warsawa esiste da sette anni. In questo tempo pi volte
abbiamo sperimentato cos la comunit internazionale dei Padri Barnabiti: due
settimane di ritiro a Roma, accolti con grande affetto in occasione della canonizzazione di Giovanni Paolo II, a Madrid per la GMG 2014; a Barcellona, sperimentando
non solo laccoglienza ma anche la bellezza della comunit, dello stare insieme.
Ecco alcune testimonianze:
Per Alessandra lincontro a Barcelona stata una favolosa occasione per conoscere
giovani di altri paesi e anche la possibilit di parlare con loro di Dio. Matteo scrive
che questo incontro gli ha dato una grande occasione per conoscere il mondo dei
Barnabiti di tutta Europa: giovani e padri con i quali vivere insieme la possibilit
di pregare. Per Kinga lincontro di Barcellona stata una esperienza molto bella
che ha edificato lunit tra le persone di diversi paesi dEuropa che Dio ha radunato
attorno allunico altare. I padri barnabiti ci hanno ospitato con cuore grande e caldo
perci facendoci sentire come una famiglia. Michal ringrazia soprattutto Dio perch
siamo andati e tornati sani e salvi. Questo tempo stato per lui una bellissima
esperienza spirituale. Aveva bisogno di un incontro comunitario con i suoi amici
italiani. Si meravigliato soprattutto della bellezza delle chiese: la Sagrada Familia
e il Duomo. Krystyna ricorda lincontro come un tempo di bellezza e di gioia dello
stare insieme: unesperienza da ripetere. Per Przemek, studente barnabita, stata
unopportunit per incontrare Dio nelle persone. Questo una cosa certa che si
pu sperimentare: dove due o tre uniti sono nel Suo nome, Ges l. Lenergia, la
buona energia, lottimismo e lapertura allaltro di questa giovent sicuramente
deriva da Dio! Questi incontri sono veramente unopera di Dio e ringrazio che attorno
ai Barnabiti ci siano tanti bravi e giovani uomini che volgono condividere spiritualit
di Antonio Maria Zaccaria. Per Luca Barcellona stata una opportunit per vedere
le opere architettoniche, ma prima di tutto vedere e sperimentare quel miracolo che
la comunit, la comunit barnabitica di cui mi sono sentito parte. Spero che
questo sia un inizio, che ci siano altre occasioni per incontrarci, forse in Polonia?

Przemek (studente barnabita), Lukasz, Kinga, Mateusz, Aleksandra, Micha, Krzysztof.

IL SEGNO DELLA VITA RELIGIOSA


ridotta alla semplice reazione di soddisfare nel pi veloce tempo possibile un
bisogno, per lo pi indotto dallesterno. La vita religiosa non deve in nessun modo
essere un segno di questo tipo; piuttosto deve indurre a riflettere, a pensare al
proprio vero desiderio e capire la propria responsabilit nella vita e a scoprire dove
sia la vera gioia. Occorre che la vita religiosa dia a pensare al giovane sul senso da
dare ai propri giorni.
Alcune forme di vita religiosa, pi estreme, come la clausura, sembrano convincere pi di altre: quanto vale come segno essere religioso in maniera normale?
Direi che la cosa migliore sia essere religiosi normali; bene essere creativi
sviluppando il dna presente nella propria storia spirituale, lasciandosi fecondare
dal presente; mentre non mi sembra che abbiano dato grande esito i tentativi di
cercare di essere religiosi strani o diversi dal passato, forzando degli
adattamenti che rischiano di snaturare la propria esperienza.
La vita religiosa chiamata anche a essere profetica, cio a portare speranza e
progettualit per il futuro: quali segni di speranza e di futuro offriamo ai giovani?
Innanzitutto bisogna capire che cosa vuol dire essere profeti. Il profeta lamico di
Dio e lamico degli uomini; tanto amico di Dio da poter ascoltare intimamente la
sua parola e dirla al mondo; ed tanto amico degli uomini da avere il coraggio di
denunciare la falsit dei cuori e di rilanciare la speranza per un cambiamento

possibile. Inoltre, per me lurgenza pi grande oggi quella di fare vedere che
seguire Ges Cristo rende le persone pi umane. La chiesa italiana parla
giustamente di nuovo umanesimo in Cristo. Occorre lavorare per questo nuovo
umanesimo. Occorre riportare luomo al centro con le sue relazioni costitutive.
Seguire Ges fa vivere intensamente gli affetti, il proprio essere uomo e donna, il
lavoro, il riposo, la gioia, il dolore, la vita e la morte. Essere profeti del regno oggi
vuol dire essere profeti dellumano: mostrare in questo tempo, dove si sogna un
transumanesimo o postumanesimo, la bellezza di essere se stessi come creature
amate e come figli di Dio. Vedi, il cristianesimo non si diffonde per propaganda ma
per lattrazione della testimonianza di uomini veri e autentici. I consacrati e le
consacrate devono essere in prima linea su questo.
Quindi, fra Paolo, posso concludere richiamando quanto diceva Paolo VI: per
luomo di oggi abbiamo bisogno non di maestri, ma di testimoni. Il segno di cui
lumanit non pu assolutamente fare a meno e per il quale la vita religiosa
impegnata in prima linea proprio quello della testimonianza, non delleffimero,
ma dellincontro con Ges! Grazie di cuore per il tempo dedicato ai nostri
GiovaniBarnabiti e buon lavoro da pastore.
pJgiannic
Potrete leggere lintervista completa sul nostro blog
www.giovanibarnabiti.it.

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Sin dal principio

i segni

PIRAMIDI,
GRATTACIELI E UOMINI
Babilonesi, egizi, etruschi, arabi, musulmani, sassoni con latini, classici, rinascimentali, barocchi, visionari e minimalisti.
Da quando luomo, piccolo essere pensante, ha iniziato a concepire
e a capire unidea di costruzione, che si allontanasse dallunico scopo di riparo, ha dato inizio alla pi sfrenata corsa dellumanit: una
sfida per la magnificenza pi assoluta, passando dallimmenso sfarzo, alla semplicit eclettica, tutto racchiuso in un simbolismo che
anima la nostra pi focosa immaginazione.
Noi uomini, da millenni, creiamo immense strutture, tutte chiuse
nel campo delle sfide ingegneristiche e architettoniche. Questultima in particolare, ha voluto rappresentare nella storia qualcosa che
andasse aldil di una semplice vita limitata, qualcosa che ci avvicinasse il pi possibile alleternit.
Le immense opere iniziano millenni prima della nascita Cristo, dove
alla massima figura di quel tempo, si acconsentiva di manifestare e
mostrare la sua potenza nel tempo, grazie alla costruzione di opere senza limite. Abbiamo assistito e assistiamo alla grandezza delle Piramidi.

Sin dal principio della sua esistenza luomo ha avuto bisogno di segni.
Li ha utilizzati soprattutto per esprimersi: ha scritto, gesticolato, parlato. Da
sempre tutti gli esseri viventi, attraverso i segni, hanno comunicato. Ancora
oggi, non potrebbe farne a meno: si pensi alla scrittura che, altro non , che
un insieme di segni convenzionali. I greci, milioni di anni fa, ne capirono la
fondamentale importanza e attribuirono a 21 caratteri un significato ben
preciso la cui combinazione permette ancora una vincente comunicazione.
Accanto ai cosiddetti segni convenzionali nata, e appassita nel tempo, una
moltitudine di segni non convenzionali, espressione dellappartenenza a un
determinato gruppo e a una precisa cultura. Alla fine degli anni 70 cerano i
punk, con le loro creste e capelli coloratissimi; quasi contestualmente
compare la moda degli orecchini sfoggiati ai lobi delle orecchie maschili, una
tradizione antica che ha per attraversato fasi di ascesa e declino nel corso
della storia. Arte antichissima, ricca di significato, ancora quella del
tatuaggio: un disegno sulla pelle che rappresenta, a volte, la profonda carta
didentit di un individuo.
Ma quanto contano i segni oggi? Abbiamo ancora bisogno di elementi
distintivi ben visibili per poterci distinguere o omologare? Sicuramente non ci
si scandalizza pi a vedere un ragazzo con un lobo, o addirittura due, pieno di
orecchini. E non si spalancano gli occhi se per strada si incontra qualcuno
vestito di tatuaggi. Queste pratiche si sono via via consolidate nel mondo
digitale, arrivando ad acquisire dei tratti normali. Molto ha influito la
rivoluzione tecnologica e la societ dei social network: la diminuzione delle
distanze, limmediatezza della comunicazione e lesistenza di comunit virtuali
con membri provenienti da tutto il mondo, ha ridotto lesigenza di esprimersi
platealmente per potersi riconoscere e ha fatto s che anche i segni e le
sub-culture si siano pian piano virtualizzati.
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma direbbe Lavoisier.
I segni non hanno mai perso la loroimportanza: restano fondamentali per il
singolo individuo, nelleffettuazione di pratiche intime e profonde che
segnano un rapporto intimo con una determinata cultura (pensate allimportanza della croce per un cristiano) o nelle manifestazioni pubbliche e di gruppo
di persone accomunate da uno stesso ideale e uno stesso stile di vita (vale
anche qui lesempio della croce, ma potremmo menzionarne migliaia).
I segni rappresentano ancora elementi dindividuazione e al
contempo di omologazione: cambia e si accompagna allinnovazione la loro modalit di comunicazione. A noi sta riconoscerli,
comprenderli, farli valere e utilizzarli.
Raffaella Della Morte

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Il Giovani Barnabiti
Ufcio Pastorale Giovanile

Nellaltopiano di Giza, luomo tramite questi monumenti funebri ci ha dimostrato come il desiderio di solo uno di noi, pu portare allimmortalit nel tempo; luomo vuole essere dio, ma non lo , solo quello che ha fatto verr ricordato, ma non egli stesso. Abbiamo voluto avvicinarsi al
Cielo, ma ci stato negato, proprio come nella bibbia ci viene raccontato. La grandezza stata la chiave per millenni, questa immensit che si trasformava poi in dimostrazione di potere di pochi eletti. Dobbiamo forse dire grazie per a questo pensiero, perch forse ora non avremmo tutto ci.
Da qui partita cos nella storia, una vera e propria sana battaglia di dimostrazione. I classici greci hanno avuto poi unapplicazione matematica
che tuttoggi regna nei nostri manuali, la proporzione che ha portato alla perfezione, quella perfezione che risiede nelle fattezze e nella bellezza umana, creazione degli dei. Il costruito ha assunto e sposato anche lidea di bellezza e finitura estrema dei dettagli, come il nostro corpo. Ci siamo
cos trascinati uneredit non indifferente, che passata nei secoli e si evoluta, assimilando dalle varie culture ma sempre con lo stesso intento
di esprimere la grandezza delluomo. Qualcosa per a un certo punto storico cambiato, non era la magnificenza delluomo a fare da padrona,
ma quella di Dio. Con i due grandi monoteismi del tempo, abbiamo voluto rendere grande il creatore di ogni cosa, edificando chiese, moschee e
luoghi di culto che fossero allaltezza dellonnipotente. Anche questa preminenza per, forse andata scemando: la grandezza di Dio dimostrata
nellarchitettura, si tramutata in costruzione fine a se stessa. Abbiamo iniziato a scindere, grandezza e bellezza, importanza e maestosit. Siamo
arrivati cos fino a noi, luomo che costruisce il bello o lestremo. La chiave di interpretazione il noi uomini, pluralit e vita. Vogliamo salire verso
lalto, sfidando la Terra, ma ci stiamo avvicinando a Babele o stiamo solo facendo la storia? Daltra parte, io credo che stiamo quasi diventando egoisti. I simboli ormai sono molteplici, le costruzioni hanno mille e pi scopi, ma la verit si racchiude nel singolo, che crea per dimostrare che solo
lui capace, o va molto pi in la, entra nella mente e tocca qualcosa di sottile?
Tutto questo per ci rende pi simili di quanto noi pensiamo; siamo cos attaccati, a livello di idee, tra i popoli e le culture in un modo che nemmeno
ci immaginiamo. Alla fine abbiamo fatto e pensato lo stesso con migliaia di chiavi diverse. Possiamo quindi affermare che il vero simbolo, dimostrare che siamo uguali e quindi fratelli?
Mattia Dezza

QUANDO L'ABITO TESTIMONIANZA

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Dalla notte dei tempi i segni fanno parte del codice comunicativo delluniverso e degli uomini. Segni talvolta pi comprensibili, talvolta meno. Spesso
nella Bibbia abbiamo letto che ci sar dato un segno, che si devono riconoscere i segni dei tempi. Le persone o le situazioni pi importanti sono
quelle che lasciano un segno, anche ognuno di noi vorrebbe e vuole lasciare un segno. Certo il segno migliore che si pu lasciare quello di un glio
(ma nella nostra societ italiana un segno che fa molto, molto difetto!); il segno di qualit per quello dellonest e della giustezza al quale ogni
uomo chiamato. Quanti segni positivi e negativi ci sono nella vita personale, sociale e cristiana. Tra tutti questi segni vogliamo evidenziare quello
della vita religiosa (per capirci Barnabiti, Cappuccini, Salesiani, Domenicani). Di essa il Concilio Vaticano II afferma che: costituisce un segno particolare dei beni celesti, mentre papa Francesco ha chiesto a tutti i cristiani di dedicarle tutto il 2015 proprio per riconoscere, approfondire e rivitalizzare il
suo essere segno, non solo dei beni celesti ma anche della speranza. Proprio a partire da questo essere segno i nostri collaboratori si sono sbizzarriti
nello scrivere sul valore e la presenza dei segni nella nostra vita: un semplice modo per aiutarci a capire un po di pi ci che la vita religiosa, almeno
in Occidente, fatica a signicare e a far comprendere, ma che non ha assolutamente perso.
Padre Giannicola M. Simone

UN SANTO ATTUALE

gi prima di diventare sacerdote si era dedicato a quelli che lui


amabilmente definiva i prediletti di Dio. A soli 22 anni consegu la
laurea in medicina e subito, oltre alle cure mediche, forn medicine e
aiuti di ogni genere. Curava i corpi dei suoi pazienti e sanava lo
Spirito delle loro anime, ancor pi malate e bisognose di attenzioni e
di cure.
Padre Zaccaria intraprese una vera e propria battaglia, allora,
contro la miseria, il vizio e la degradazione che regnavano sovrane. In questa lotta, come precedentemente, non fu solo e per vincere
chiese ai suoi compagni la pratica costante della carit, della
povert, della preghiera e della penitenza.
Antonio Maria era convinto che prima di poter riformare gli altri ci
fosse bisogno di riformare se stessi e questo il segno della vicinanza e dellattualit di SAMZ nella nostra vita.
Maura Biondo

SAMZ fondatore, insieme a Bartolomeo M. Ferrari e Antonio M.


Morigia, della nuova congregazione dei Chierici Regolari di San Paolo
riconosciuto e definito da molti come un Santo sempre attuale.
I segni della sua attualit sono da ricercare innanzitutto nel periodo di
crisi economica e morale in cui egli stesso ha vissuto; la sua stata una
testimonianza contro lavidit di quanti, schiavi del benessere economico, non esitavano a calpestare la giustizia sfruttando lignoranza e la
povert dei pi deboli. SantAntonio Maria, quindi, non avrebbe fatto
fatica ad ambientarsi nella situazione in cui viviamo oggi.
Nel 1528, a 26 anni, quando venne consacrato sacerdote, aveva gi
speso parte della sua vita a servizio dei bisognosi, dei malati e dei
poveri: cosa che non esiterebbe a fare anche oggi. Antonio Maria per

Dal blog giovanibarnabiti.it vi invitiamo a leggere:

Il Giovani Barnabiti
Ufcio Pastorale Giovanile

Anno 0 - N2 | II trimestre 2015

Progetto Graco
MP Visual Communication

Ges Bambino
o Ges Uomo

Meccanica quantistica
e mistero della luce

twitter.com/giovbarnabiti

La maturit
di Romeo

facebook.com/giovbarnabiti

La questione
Meridionale

instagram.com/giovbarnabiti

UN MODELLO SACERDOTALE
ne non era n pi facile,
religiosit semplice e forn pi frequente che ai
te, la stima e la riverenza
nostri giorni. Ma egli con
del popolo.
la predicazione e con il
Invece la generazione
consiglio persuasivo fece
del dopo Concilio forse
riscoprire dai parrocchiani
la pi sofferente: cresciuta
il significato e la bellezza
nel vecchio schema ha sudella penitenza sacramenbito prima il trauma contale, mostrandola come
ciliare e poi il ritorno al
una esigenza della presenvecchio stile spirituale e
za eucaristica. Con le lunpastorale. In questo perioghe permanenze in chiesa
do si registra la gran parte
davanti al tabernacolo fedelle defezioni dallo stato
ce s che i fedeli cominsacerdotale.
ciassero a imitarlo, sicuri
Infine le giovani generadi trovare il loro parroco
zioni di preti hanno prodisponibile allascolto e al
blemi di formazione, sono
perdono. In seguito fu la
in difficolt ad affrontare
folla dei penitenti a coil mondo moderno. Tutti,
centro di tutta la sua vita era lEucaristia, che
stringerlo al confessionale
anziani e giovani, hanno
celebrava e adorava con devozione e rispetto
fino a 16 ore al giorno. Si
sfide forti di fronte a s.
diceva allora che Ars era
In primo luogo il mondo
doggi lontano, indifferente, ostile; te: La causa della rilassatezza di un diventato il grande ospedale delle
la secolarizzazione ha pervaso ogni sacerdote che non fa attenzione al- anime. Il santo si distinse pertanto
settore di vita; lo scenario sempre la Messa. Mio Dio! come da com- come ottimo e instancabile confessopi areligioso; prevale il relativi- piangere un prete che celebra come re e maestro spirituale.
Nella storia della Chiesa abbondasmo... Eppure il prete oggi ancora se facesse una cosa ordinaria. Ed
utile e ricercato. A due condizioni: aveva labitudine di offrire sempre, no le figure straordinarie di apostoli
che sia un uomo in ascolto e che sia celebrando, anche il sacrificio della del confessionale, instancabili dipropria vita...
spensatori della misericordia divina:
gratuito, che sia fedele e santo.
La seconda caratteristica era lassi- oltre al Curato dArs sono famosi
Lanno sacerdotale che stiamo vivendo ha come tema specifico: Fe- duo ministero delle confessioni. Con san Giuseppe Cafasso, san Leopoldo
delt di Cristo, fedelt del sacerdote: un solo movimento interiore passava Mandic, Padre Pio... La loro testimodalla santit dipende la credibilit dallaltare al confessionale. Noi non nianza di fede e di carit ci deve indella testimonianza e, in definitiva, dovremmo mai rassegnarci a vedere coraggiare in questo generoso servizio
lefficacia della missione di ogni sa- deserti i confessionali. Al tempo del ai fratelli e sia un invito a confidare
cerdote. Nelludienza del 5 agosto il Curato dArs in Francia la confessio- sempre nella bont di Dio accostanpapa ha sottolineato due
caratteristiche del Curato
dArs: la prima, centro
di tutta la sua vita era
lEucaristia, che celebrava e adorava con devozione e rispetto.
Chi assisteva alla celebrazione della santa
Messa del Curato diceva
che non era possibile
trovare una figura che
meglio esprimesse ladorazione... Contemplava
lOstia amorosamente.
Lui stesso ripeteva: Tutte le buone opere riunite
non equivalgono al sacrificio della Messa, perch
quelle sono opera di uomini, mentre la santa
Messa opera di Dio;
era convinto che dalla
Messa dipendeva il fervore della vita di un pre- il Santo Curato d'Ars e la fila di penitenti in coda al suo confessionale
Eco dei Barnabiti 1/2015

29

UN MODELLO SACERDOTALE
dosi e celebrando con fiducia il sacramento della Riconciliazione.
In realt egli era innamorato di
Cristo. II vero segreto del suo successo pastorale fu lamore che ardeva e nutriva per il mistero eucaristico, divenuto amore per il gregge di
Cristo e per tutte le persone che cercano Dio. Ma, lungi dal ridurre la
figura del Curato dArs ad un esempio, sia pure ammirevole, della spiritualit ottocentesca, necessario
cogliere la forza profetica che segna
la sua personalit umana e sacerdotale di altissima attualit. Nella
Francia post-rivoluzionaria che sperimentava una sorta di dittatura del
razionalismo volta a cancellare la
presenza della Chiesa e del sacerdozio nella societ, il santo prima
negli anni della sua giovinezza visse una eroica clandestinit percorrendo chilometri nella notte per
partecipare alla santa Messa, poi
da sacerdote si distinse per una
singolare creativit pastorale atta a
dimostrare linsufficienza del razionalismo allora imperante. A 150 anni dalla morte, le sfide della societ
odierna non sono meno impegnative e complesse. Oggi possiamo registrare una sorta di dittatura del
relativismo. Il razionalismo di allora fu inadeguato per la pretesa di
elevare la sola ragione a misura di
tutte le cose, trasformandola in una
dea (la Dea Ragione); il relativismo
doggi mortifica la ragione affermando che luomo non pu conoscere nulla con certezza al di l del
campo scientifico positivo.
Aveva ben presente la sete di verit
che arde nel cuore di ogni uomo il
Concilio vaticano II quando affermava che spetta ai sacerdoti quali educatori della fede formare una autentica comunit cristiana ed esercitare
una vera azione materna, indicando a chi non crede il cammino che
porta a Cristo e alla sua Chiesa e
costituendo per chi gi crede, stimolo, alimento e sostegno per la lotta spirituale (PO, 6).
Linsegnamento che a questo proposito continua a trasmetterci il Curato dArs che, alla base dellimpegno pastorale il sacerdote deve
porre unintima unione personale
con Cristo, da coltivare e accrescere ogni giorno. Solo se innamorato
di Cristo il sacerdote potr insegnare questa unione intima con il

30

Eco dei Barnabiti 1/2015

divino Maestro, potr toccare il


cuore della gente e aprirlo allamore misericordioso del Signore. Solo
cos potr infondere entusiasmo e
vitalit spirituale alla Comunit che
Dio gli affida.
Penso in questo momento alla figura del Beato Don Carlo Gnocchi,
apostolo dei mutilatini e orfani di

il Curato abitava realmente in tutto il


territorio della parrocchia, visitando
i malati e le famiglie

guerra. Il successo delle sue iniziative il frutto della sua spiritualit mistica e della sua profondissima fede.
Penso al parroco di Botticino Sera, il
bresciano SantArcangelo Tadini, fondatore delle Suore Operaie della sacra Famiglia per la cura delle donne
che lavoravano nella filanda.

Il Papa stesso ha presentato recentemente nelludienza generale del


19 agosto un santo poco noto ma
molto benemerito per la formazione
del clero per aver fondato molti seminari nelle diocesi di Francia: san
Giovanni Eudes, fondatore della
Congregazione di Ges e Maria
(Eudisti). Apparteneva a quella famosa scuola francese, cui aderivano personalit come il cardinale
de Brulle, san Luigi Maria Grignon
de Monfort, San Vincenzo de Paoli
e altri, fra cui lo stesso Curato dArs,
pur nella modestia delle sue capacit intellettuali. Eudes e Vianney costituiscono due icone sacerdotali,
che testimoniano linfinito amore di
Dio con una vita tutta conquistata
da Cristo.
In questanno speciale il problema
dei seminari dovrebbe essere al primo posto nella riflessione che la
Chiesa deve fare sulla qualit del
servizio da rendere al popolo di Dio.
Non si tratta solo di elevare il livello
culturale dei seminaristi, ma soprattutto di approfondire la vita spirituale dei giovani di oggi. necessario
un forte impegno nel fornire ai candidati al sacerdozio i mezzi culturali
e spirituali che li aiutino a percorrere la via intrapresa con gioia ed entusiasmo.
La crisi delle vocazioni potrebbe,
paradossalmente, spingerci a considerare la straordinaria importanza
del sacramento dellOrdine che
consacra il sacerdote e, forse, permette di riflettere sulla vocazione
difficile da vivere, ardua, ma cos
importante e necessaria, oggi pi di
ieri. Il Papa, con la sua lettera di indizione dellanno sacerdotale ha voluto suonare una sveglia, prima di
tutto, ai sacerdoti, e ai fedeli, perch
ognuno pensi al problema e faccia
la propria parte. Innanzitutto i sacerdoti sono invitati a capirsi sempre
meglio nella loro identit profonda
per ritrovare vigore e forza per vivere il loro ruolo in un tempo tanto
difficile.
Per aiutarci a compiere questo cammino il Papa ci ha dato una traccia
forte e chiara: lesempio della vita
e delle opere del santo Curato
dArs. Un prete straordinario proclamato prima da Pio XI, nel 1929,
patrono e modello dei parroci e
ora, da Benedetto XVI, patrono di
tutti i sacerdoti. Egli soleva ripetere

UN MODELLO SACERDOTALE
una toccante espressione: Il sacerdozio lamore del cuore di Ges,
cio Ges stesso che, tramite
uomini appositamente consacrati,
opera con quellamore con cui predicava e guariva per le vie della Palestina e, alfine, moriva per amore
su una croce. Il sacerdote dunque
veramente un altro Cristo. Il Curato
dArs commentava: Un pastore secondo il cuore di Dio uno dei doni pi preziosi accordato ad una
parrocchia. E aggiungeva: Oh come
il prete grande. Se egli si comprendesse morirebbe... Dio gli obbedisce: pronuncia due parole e
Nostro Signore scende dal cielo e si
rinchiude in una piccola ostia... Dopo Dio, il sacerdote tutto. Lui stesso non si capir che in cielo. Sono
parole semplici che evocano un
grande mistero. sempre il santo a
ribadire: Senza il prete la morte e
la passione di Cristo non servirebbero a niente... Che ci gioverebbe una
casa piena di oro se non ci fosse
nessuno che ce ne apra la porta? Il
prete possiede la chiave dei tesori
celesti: lu che apre la porta... Lasciate una parrocchia per ventanni
senza prete, vi si adoreranno le bestie!.... Sembrano affermazioni eccessive ma rivelano laltissima considerazione in cui egli teneva il sacramento del sacerdozio. Vi si
adorerebbero le bestie: una frase
che fa paura e che forse, in qualche
parte, si realizzata. Per questo il
sacerdozio un dono immenso non
solo per i credenti ma per tutta
lumanit, perch esso permette di
mantenere desto il senso della presenza di Dio e di rendere viva e
operante quella redenzione che Cristo, morendo, ci ha acquistato per
la nostra salvezza.
Quando il vescovo lo mand ad
Ars lo avvert che avrebbe trovato
una situazione religiosamente fredda: Non c molto amor di Dio in
quella parrocchia: voi ce ne metterete. E il Curato cominci la sua
missione con questa supplica: Mio
Dio, accordatemi la conversione
della mia parrocchia e decidendo
di abitare perfino materialmente
nella chiesa. Scrive il biografo: Appena arrivato, egli scelse la chiesa a
sua dimora... Entrava in chiesa prima dellaurora e non ne usciva che
dopo lAngelus della sera. L si doveva cercarlo quando si aveva biso-

Andrea Maria Erba nasce a Biassono (Mi) il 1 gennaio 1930. Entr nella
scuola apostolica del barnabiti a Cremona nellottobre del 1942 e nel
1944 continu gli studi al collegio di S. Francesco a Lodi, per ritornare
a Cremona nel 1945. Il
15 giugno 1947 fece la
prima domanda per entrare in congregazione e
la seconda il 23 successivo; e fu accettato il
21 luglio dello stesso anno. Fu inviato a Monza
nel collegio di S. Maria
al Carrobiolo per il noviziato e ricevette labito religioso il 7 settembre. Fece la professione
semplice dei voti religiosi l8 settembre 1948
e fu destinato al collegio di S. Paolo a Firenze
per proseguire gli studi. il caloroso saluto di Benedetto XIV a mons.
Nel 1952 pass allo stu- Andrea Erba, suo suffraganeo quando il papa
era ancora Cardinale vescovo del titolo di
dentato teologico di Ro- Velletri-Segni
ma, ricevette la prima
tonsura il 22 novembre
1953 e gli ordini minori il 16 gennaio e il 3 aprile 1954. Fece la professione solenne dei voti religiosi il 7 ottobre dello stesso anno e fu ordinato
suddiacono il 30 ottobre 1955, diacono il 17 dicembre dello stesso anno
e sacerdote il 17 marzo 1956. Fu vice-maestro nello studentato, nel 1961
fu destinato al collegio Alla Querce di Firenze, mentre nel 1962 fu inviato a Lodi come vice-maestro e collaboratore al Pallavicino. Nel 1965
assunse lufficio di preposto al collegio dei SS. Barnaba e Paolo di Milano.
Nel 1967 ritorn a Roma nello Studentato teologico come cancelliere
generale e come docente alluniversit Urbaniana, nel 1971 fu eletto
assistente generale e nel 1976 assunse anche lufficio di procuratore
generale, mantenendo entrambe le cariche fino al 1982, diventando anche
preposto e maestro dello studentato dal 1975 al 1980. Nel 1982 pass
come preposto e parroco in SS. Biagio e Carlo ai Catinari e il 19 dicembre
1988 fu eletto vescovo della diocesi suburbicaria di Velletri-Segni, venendo
consacrato in S. Pietro il 6 gennaio 1989 da papa Giovanni Paolo II. Ha
lasciato il governo della diocesi per raggiunti limiti di et il 6 aprile 2005,
risiedendo nella Curia generalizia dei barnabiti a Roma.
gno di lui.... Lesagerazione del pio
agiografo non deve farci trascurare il
fatto che il Curato abitava realmente in tutto il territorio della parrocchia, visitando i malati e le famiglie, organizzando missioni e feste
patronali, fondando opere caritative
e assistenziali, chiamando i laici a
collaborare con lui. Anticipava, in
certo senso, le esortazioni del Concilio che incoraggia i presbiteri a
riconoscere e promuovere la dignit dei laici e il loro ruolo specifico
nellambito della missione della
Chiesa (P.O., 9).
Egli ha saputo trasformare il cuore
e la vita di tante persone facendo lo-

ro percepire lamore misericordioso


del Signore: un annuncio e una testimonianza valide anche nel nostro
tempo. Personalmente era convinto
di non essere allaltezza dei suoi
compiti, tanto che per tre volte tent
di lasciare la parrocchia sentendosi
indegno. Solo lobbedienza lo fece
tornare al suo ministero parrocchiale. Deplorava il santo: La grande
sventura di noi parroci che lanima
si intorpidisce, cio si abitua alla
tiepidezza e non si preoccupa di salvare le anime. Spiegava ad un confratello sacerdote: Vi dir qual la
mia ricetta: do ai peccatori una penitenza piccola e il resto lo faccio io
Eco dei Barnabiti 1/2015

31

UN MODELLO SACERDOTALE

ANNIVERSARI 2015
ORDINAZIONI
60 (1955)
CORBETTA Camillo 11 ottobre
DUTTO Sebastiano Albino
INCAMPO Giovanni
RAVASI Ambrogio
RUZZA Gianfranco
SOLCIA Luigi
VALENTE Francesco
50 (1965)
CAPRA Ferdinando 13 marzo
COVI Alessandro 13 marzo
SANSONE Emiddio 13 marzo
DAMIOLI Battista 18 dicembre
DE FEO Vittorio 18 dicembre
MARIANI Angelo 18 dicembre
SIRONI Enrico 18 dicembre
25 (1990)
RIVERA YEZ Alejandro de Jsus
18 febbraio
VALDIVIA VEAS Guillermo del Carmen
BRAMBILLA Eugenio 30 settembre
GORLA Stefano
SIMONE Giannicola
JACQUES Raimundo Silvio 18 novembre
MUVUNYI BIZIMANA Fabien
SOUSA DE JESUS Osmar
PROFESSIONI
70 (1945)
PARREIRA DA MATA Joo 13 marzo
BERTUETTI Amos 8 settembre
PICETTI Battista 11 ottobre
60 (1955)
GENTILI Antonio 7 ottobre
MORETTI Giuseppe
ROSSI Antonio
SINISGALLO Salvatore 20 settembre
50 (1965)
FALCONI Mario 29 settembre
PATIL Gabriele
FIORENTINO Domenico 8 ottobre
25 (1990)
ALMEIDA Antonio Afonso (de) 17 febbraio

32

Eco dei Barnabiti 1/2015

al loro posto. Non una banalit


ma un concetto teologico: al di l
delle concrete penitenze resta valido
il nucleo dellinsegnamento del Curato dArs: le anime costano il sangue di Ges e il sacerdote partecipa
personalmente al caro prezzo della
redenzione.
Unultima lezione possiamo imparare dal mite e umile Curato dArs ed
la sua forte testimonianza evangelica: modello per la vita e lazione di
ciascun presbitero, chiamato ad assumere lo stile di vita inaugurato dal
Signore, fatto proprio dagli Apostoli e
che ha caratterizzato limpegno ministeriale del Curato dArs.
Ricordo che Giovanni XXIII, nella
sua enciclica Sacerdotii nostri primordia pubblicata nel 1959 in occasione
del centenario della morte del santo,
ne presentava la fisionomia spirituale
con particolare riferimento ai tre
consigli evangelici, giudicati necessari anche per i presbiteri. Infatti, scrive il Papa, se per raggiungere la santit, la pratica dei consigli evangelici
non imposta al sacerdote in virt
dello stato clericale, essa si presenta
nondimeno a lui, come a tutti i discepoli del Signore, come la via regolare
della santificazione cristiana. Il Curato dArs seppe vivere i consigli evangelici di povert, castit e obbedienza nelle modalit adatte alla sua condizione di presbitero.
Povert
La sua povert non fu quella di un
religioso o di un monaco, ma quella richiesta ad un prete; pur maneggiando molto denaro per le sue
opere di carit, sapeva che tutto
quello che gli donavano era per la
sua chiesa, per i poveri, per le ragazze della sua Providence (la casa
dove fece accogliere ed educare pi
di 60 ragazze abbandonate. Per
mantenerla diceva sorridente: Ho
fatto tutti i commerci immaginabili). Il biografo annota: Egli era ricco per dare agli altri, ed era molto
povero per se stesso. Spiegava lui
stesso: Il mio segreto semplice:
dare tutto e non conservare niente.
Quando si trovava a mani vuote, diceva ai poveri che si rivolgevano a
lui: Oggi sono povero come voi,
sono uno dei vostri. Cos, alla fine
della vita, pot affermare con tutta

serenit e sincerit: Non ho pi


niente. Il buon Dio pu chiamarmi
quando vuole.
Castit
Anche la sua castit la virt richiesta a un prete per il suo ministero. Una castit conveniente a chi
deve toccare abitualmente lEucaristia e la guarda con tutto il trasporto
del cuore e con la stessa passione la
dona ai fedeli. La gente diceva che
la castit brillava nel suo sguardo
e i fedeli se ne accorgevano quando egli si volgeva a guardare il tabernacolo con gli occhi di un innamorato.
Obbedienza
Anche lobbedienza di san Giovanni Maria Vianney dimostrata
dalla sofferta adesione alle quotidiane esigenze del suo ministero. noto
quanto fosse tormentato dal pensiero
della propria indegnit e dal desiderio di fuggire dalla parrocchia a
piangere la sua povera vita in solitudine. Solo lobbedienza al suo vescovo riusciva a convincerlo a rimanere al suo posto. La regola doro per
una vita obbediente gli sembra questa: Fare solo ci che pu essere
offerto al buon Dio.
Carissimi confratelli, siamo uomini
di Dio e di preghiera, ma proprio per
questo nostro immergerci nel mistero, siamo anche uomini totalmente
donati agli altri. Ogni sacerdote deve
impegnarsi nello studio teologico,
aggiornandosi di continuo grazie alla
formazione permanente. La missione
di proporre efficacemente la parola
di Cristo ai nostri contemporanei non
si pu pi improvvisare.
Voglio concludere con un pensiero
del Cardinale Giovanni Colombo arcivescovo di Milano: Se consentito a chi giunto al fondo della via di
rivolgersi a voi per confidare la propria esperienza, io vi dico: Il sacerdozio non mi ha mai deluso. Anche se
talvolta non gli sono stato fedele come avrei dovuto, egli mi sempre
stato fedele. Ha mantenuto molto di
pi di quanto aveva promesso. Nonostante le inevitabili tribolazioni, sono stato e sono ancora un uomo felice. (Discorsi sul Sacerdozio).

VENERABILI PELLEGRINAGGI.
P. CARLO M. BASCAP
IL NOSTRO S. CARLO

STORIA DELLORDINE

Massima bascapeiana per il buon governo:


consigliare, esortare, dialogare, prima
di imporre e comandare
nel IV centenario della morte (1615)
Dopo avere tratteggiato le figure di Don Serafino M. Ghidini, P. Carlo M. Schilling, P. Cesare
M. Barzaghi, P. Vittorio M. De Marino e P. Bartolomeo M. Canale, tra le pagine di questa rivista si
completa la serie dei Venerabili barnabiti con Carlo M. Bascap (1550-1615) a Novara. I luoghi di
vita, di apostolato e di santit di questi nostri confratelli esemplari saranno oggetto di rivisitazione
e di devozione nel prossimo Pellegrinaggio Internazionale dei PP. Barnabiti: Pauper, Castus,
Oboediens. Religiosi religiosamente vissuti. Luoghi e memorie, santit e carit, opere apostoliche,
idee, profezia, che si terr in Italia, dal 14 al 26 luglio 2015, in occasione dellAnno della Vita
Consacrata (per parteciparvi, si veda il programma sul sito dellOrdine: www.barnabiti.net).
Caroli a Basilica Petri
Giovanni Francesco Bascap, battezzato nella chiesa parrocchiale, nacque

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~ I Chierici Regola

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il logo del pellegrinaggio barnabitico


2015

a Melegnano (Milano) il 25 ottobre


1550 da Angelo, discendente di antica
e nobile famiglia, e Isabella Giussani.
A soli cinque anni rimase orfano di padre e ricevette una prima formazione
in famiglia, successivamente completata dal punto di vista umanistico-letterario a Milano, grazie a Don Pietro
Paolo Patrocinio. Nel 1568 venne avviato agli studi forensi presso lUniversit di Pavia, dove conobbe i Barnabiti.
Esimio latinista, al punto da fare parte
dal 1571ca. della locale Accademia
degli Affidati, una volta allontanatosi
dai lacci e dai vezzi della vita goliardica cittadina, qui si laure nel 1574 in
utroque iure (diritto canonico e civile).
Promettente avvocato, entr nel Collegio dei Giureconsulti di Milano, in una
Lombardia ancora soggetta alla dominazione spagnola.
Proprio nella citt meneghina, a
S. Barnaba, approfond il senso religioso della vita con il proprio padre spirituale, il barnabita Paolo Omodei, che lo
indirizz, ancora nello stato laicale, a
S. Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano. Divenuto presto suo stretto colla-

Novara, Chiesa di S. Marco


Eco dei Barnabiti 1/2015

33

STORIA DELLORDINE
La Vita
di S. Carlo Borromeo
Particolarmente scosso
per la morte di S. Carlo
Borromeo avvenuta nel
novembre del 1584 a
lui stesso tocc chiudergli gli occhi , Bascap
scrisse di getto due lettere necrologiche, una in
italiano e laltra in latino, rispettivamente al
quadro su tela di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, particolare di alcuni eventi della
vescovo
di Piacenza, Fivita del Bascap. Opera commissionata dallo stesso Bascap per laltare di S. Carlo
lippo Sega, e a fray Luis
Borromeo nella Chiesa di S. Marco in Novara
de Granada, e poi una
lettera e una Vita esemboratore e segretario, fu avviato alla me redattore in lingua latina, nella ste- plare di S. Carlo per Filippo II re di
carriera ecclesiastica e da lui stesso ri- sura delle nuove Costituzioni dellOr- Spagna. Tutto ci costitu lo schema
cevette, in S. Barnaba, gli ordini minori dine, che furono approvate nel 1579 della sua ben pi importante Vita,
nellaprile del 1575 e la nomina a Ca- (nel 1581 stender anche quelle delle che per trattando di persone annonico del Duomo il 4 maggio dello Suore Angeliche, che saranno edite cora in vita incontr non poche restesso anno. Bascap segu il Borro- solo nel 1626; si veda G. Cagni, Carlo sistenze soprattutto da parte della
meo anche nelle sue visite apostoli- Bascap e le Costituzioni dei Barnabiti stessa Spagna. Per questo potr esseche nelle diocesi di Cremona e di e della Angeliche in Barnabiti Studi re integralmente pubblicata, in linBergamo, oltre a ricoprire diversi inca- 10, 1993, pp. 137-245).
gua latina, solo otto anni dopo, nel
Da Zuccone oggi Triuggio dove 1592, a Ingolstadt in Baviera, con il
richi di fiducia.
Il 12 dicembre 1575 ricevette lordi- si era ritirato per meglio concentrarsi titolo De Vita et rebus gestis Caroli
nazione di suddiacono e il 17 marzo sulla redazione del testo latino delle S.R.E. Cardinalis tituli S. Praxedis, ar1576 quella di diacono. Nellanno del- Costituzioni, superato un forte mo- chiepiscopi Mediolani. Libri septem.
le peste venne ordinato sacerdote il mento di scoraggiamento che sembr Carolo a Basilicapetri praepos. gene29 luglio 1576, e, frettolosamente a mettere irrimediabilmente in crisi la ral. Congr. Cler. Regul. S. Pauli auctomotivo del suo precario stato di salute, sua vocazione religiosa, fece ritorno a re. Subito lodata dal Giussani, viene
per consiglio dello stesso S. Carlo la- Milano e, rinfrancato nello spirito per ancora oggi considerata non solo cosci la citt per Gambol, in Lomelli- avere saputo superare la tentazione di me una delle pi fedeli biografie di
na, recandosi presso sua sorella Anna tornare al secolo, l8 maggio 1579 pro- S. Carlo Borromeo (nel IV Centenario
Camilla sposata con Ippolito Marchesi fess i voti solenni nella Congregazio- del suo ingresso nellArchidiocesi di
(qui compose una toccante Oratione ne dei Barnabiti, nelle mani del P. Giosulla peste per spronare alla peniten- vanni Pietro Besozzi, dedicandosi agli
za). Tornato a Milano fu nominato Visi- impegni della vita regolare e degli stutatore della citt e della diocesi, segu i di. Bascap, nel frattempo, continuava
lavori di abbellimento voluti dal Borro- i suoi numerosi servizi al Borromeo,
meo nella cripta del Duomo e parteci- quale collaboratore e consigliere, acp al IV Concilio provinciale milanese. compagnandolo nella visita apostolica
Premesso che il Bascap non fu mai a Brescia (1580) e non tirandosi indieOblato di S. Carlo prima di diventare tro neanche innanzi a una difficile misBarnabita (tale Congregazione verr sione diplomatica a Madrid, conclusainfatti istituita alcuni mesi dopo il suo si felicemente (da qui prender lo
ingresso nellOrdine), probabilmente spunto per istituire in S. Barnaba la
preoccupato di non potersi dedicare processione del Venerd Santo imicome auspicava ai suoi amati studi, tando lEntierro spagnolo ; devozione
nel 1578 decise di entrare definitiva- che si estender per tutta Milano dove,
mente a S. Barnaba, nonostante il di- al lume di torce, i fedeli portavano stasappunto del suo amatissimo Arcive- tue rappresentanti la passione, cantanscovo. Per questo, nel giorno della ve- do inni e salmi penitenziali).
Morta la mamma nel 1580 (fu sepolstizione religiosa avvenuta il 21 marzo
1578, in segno di sincera gratitudine e ta a S. Barnaba), Bascap si rec in pelprofonda stima nei suoi riguardi, volle legrinaggio alla Madonna del Monte di
assumere il nome di Carlo. Ancora Varese. Nel proprio Ordine, nel fratgiovane professo, non senza qualche tempo, diventava Maestro dei Novizi, Carlo Bascap, ritratto, autore
legittima perplessit da parte dei vene- Assistente Generale e nel 1584 Supe- anonimo, sec. XVII, Roma,
randi confratelli, venne coinvolto, co- riore della stessa Casa madre a Milano. SS. Biagio e Carlo ai Catinari

34

Eco dei Barnabiti 1/2015

STORIA DELLORDINE
Milano, il Comitato storico
per le onoranze decise di tradurla in italiano con note critiche e commento; vi anche
la prefazione di papa Paolo VI,
che il 4 novembre 1965 la
volle donare a tutti i padri
conciliari), quanto uninedita
ed esemplare esaltazione di
santit pastorale della riforma
cattolica incarnatasi nella vita
concreta proprio dellArcivescovo milanese.
Superiore generale
Vissuto al tempo di Barnabiti di particolare valore che
seppero rifondare la vita domestica dellOrdine, come,
per esempio, SantAlessandro
Sauli (1534-1592; al quale
vorr dedicare una cappella
della sua chiesa di S. Marco
in Novara), il Bascap continu a collaborare per la riforma e la disciplina ecclesiastica della Diocesi di Milano
anche con il suo vescovo successore, mons. Gaspare Visconti, suscitando invidie e
gelosie, fino a che venne eletto Superiore generale l8 maggio del 1586, a soli 36 anni
det. In Congregazione si impegn strenuamente nel promuovere losservanza regolare e ampliare il suo campo di
azione apostolica, puntando
sulla pratica perfetta dei tre
voti (si veda, fra tutti, il suo
De regulari disciplina monimenta patrum, Mediolani
1588) e nel favorire gli studi
letterari e teologici dei chierici attraverso le cosiddette
scuole interne, superando antichi pregiudizi e non sempre
troppo velate contrariet. Famose le sue lettere circolari e
le sue visite alle comunit. Il
forte impulso da lui dato agli
studi caratterizzer nei secoli
successivi la vita dei Figli di
San Paolo.
Nel 1588 fond a Milano il
Collegio di SantAlessandro
in Zebedia, avviando la costruzione della chiesa, e nel
1593 apr il noviziato a Zagarolo. Per ben due volte fu rinnovato come Superiore gene-

Novara, Chiesa di S. Marco, interno

rale (1588, 1591). Accett la


nomina come un servizio che
doveva rendere alla Congregazione: con donarmele di
nuovo et consacrarmele tutto, et tenere ogni via possibile, perch faccia ogni buono
e santo progresso (cfr. Positio super scriptis, Roma 1981,
p. 47).
Se dimostrava da un lato una
profonda umilt, non mancava di manifestare la sua nota
fermezza anche solo nel chiedere ai suoi confratelli di evitare di ricorrere a giudizi temerari: quanto allopinione
che dice alcuni avere avuto e
avere di me, so che non sono
migliore dei miei Padri, n dei
Santi che sono stati sottoposti
a sinistre opinioni, anzi so di
essere molto imperfetto: confido bene che questi miei Padri,
che sono assidui testimoni delle azioni mie non mi defrauderanno della debita carit di
ammonirmi delle occasioni:
alle quali ci anche tocca per
proprio officio. Ma se ben io
compatisco allumanit, vorrei
per i religiosi religiosamente
e non temerariamente giudicassero; massime che questi
sono pure rudimenti della disciplina regolare: non giudicare le azioni de superiori, e tenere tutto per ben fatto infine
che si pu; anzi officio di
ogni bon cristiano credere che
le cose siano fatte con giusta
causa, quando non siamo sicuri del contrario (cfr. Positio
super scriptis, p. 48).
Un Superiore insomma che
preferisce e raccomanda agli
altri superiori subalterni il dialogo aperto e sincero. Sa comandare con dolcezza non disgiunta da energia e fermezza,
quando necessario (Positio
super scriptis, p. 15).
96 Vescovo di Novara
(1593-1615)

Carlo Bascap, minuta autografa delle


Costituzioni delle Angeliche, f. 30 (Archivio
Storico dei PP. Barnabiti, Roma)

Lultimo, intensissimo desiderio del Vescovo di Novara


Francesco Bossi, sul letto di
morte, ricevuti i sacramenti,
era quello di avere accanto a
s Carlo Borromeo, perch lo
Eco dei Barnabiti 1/2015

35

STORIA DELLORDINE
S. Biagio allAnello in Roma, fece il suo ingresso
in Diocesi di Novara il
30 maggio 1593.
Sul modello del Borromeo, esemplare vescovo tridentino, del quale
prontamente appoggi
la causa di canonizzazione, mons. Bascap si
dedic a numerosissime
visite pastorali (si vedano i ben 45 volumi dattiloscritti che ne attestano
le fatiche e i frutti spirituali) e il suo zelo riformatore lo spinse a scrivere il volume Novaria
seu De Ecclesia Novariensi libri duo. Primus
de locis; alter de episcopis nel 1612, e il Commetarii canonici (Novara
1615). Seguirono diverse
altre pubblicazioni, lettere pastorali, sermoni,
ecc., dedicandosi soprattutto alla riforma dei
statua del Bascap sul Duomo di Milano, Cimnaghi, 1952, guglia n 15, posta per volere
monasteri femminili (neldel cardinale Schuster (sullo zoccolo, curiosamente, riporta gi il titolo di Beato)
lagosto del 1593 pubblic leditto Contra i
questuarii, et per la ricerca delle monache), dei
consolasse avanti che finisca di mori- iniziative da lui stesso avviate ed evire et a chiudergli gli occhi ma tare la convocazione di un Capitolo seminari, del clero regolare e secogiunse in ritardo. Il vescovo era gi generale straordinario, fu oggetto di lare (per questo fu oggetto di molti
morto. Non gli rimase che ricordare, a aspre critiche da parte dei confratel- ricorsi al pontefice e alle congregachi gli osservava che il Bossi era venu- li. Dopo essere stato consacrato in zioni romane, specie da parte degli
Zoccolanti, degli Eremitani, di
to meno per le fatiche degli
alcuni canonici, ecc.) e dello
impegni pastorali: Cos destesso popolo di Dio (nel genvono morire i vescovi.
naio 1594 pubblic un bando
Con questo ricordo inizia il
contro i balli, le maschere e i
saggio di Pier Giorgio Longo
giochi in giorno di festa, spesulla Vocazione episcopale
cie in prossimit delle chiese);
di Carlo Bascap (cfr. Barnacelebr ben tre sinodi, valobiti Studi 10, 1993, pp. 9rizz i santuari mariani e il
75), che calza a pennello con
culto delle reliquie.
la fama e capacit di goverInsomma unazione a tutto
no del Bascap, che lo candicampo che non tralasciava
deranno a prestigiose cariche
neanche la predicazione; voleecclesiastiche quella della
va, infatti, che i suoi preti evitasporpora cardinalizia, nel
sero discorsi ampollosi e inutili:
1590, non si realizz solo per
Se ben confido nella sua virt
la prematura morte del Pontenon lascer di ricordarle che
fice appena eletto finch si
nello stendere le prediche, abconsolid quella di vescovo a
bia occhio alledificazione, e a
Novara: diocesi assai trascuquella maniera che assai berata dai suoi precedenti pane espressa nelle nostre Costistori. Nominato vescovo l8
tuzioni, schifando quella vanit
febbraio 1593 da papa Cleche oggid molte volte si portamente VIII, non volendo suMons. Bascap, medaglione marmoreo custodito
no sopra i pulpiti e nei sacrobito abbandonare il governo
nella chiesa del Rosario a Novara (autore Luigi
santi Evangeli. Io non rifiuto la
dellOrdine per portare avanti
Fornara, 1960)

36

Eco dei Barnabiti 1/2015

STORIA DELLORDINE

Novara, Chiesa di S. Marco, Cappella di S. Carlo, sotto laltare lurna con le spoglie mortali del Bascap

dottrina del tempo, mi piace grandemente leloquenza, ma le ostentazioni e le leggerezze, dalle quali si
guardano ancora gli autori profani
con molta cauzione, mi paiono troppo indegne di questo degnissimo officio. Lintenzione regolata secondo
Dio, e il fine indirizzato alla gloria
sua e alla salute delle anime, sono
bastanti a reggere virtuosamente e
piamente la penna delloratore. La
meditazione parimenti della importanza e dignit di cos fatto officio,
pu essere buon apparecchio per
ben esercitarlo (cfr. Positio super
scriptis, p. 56).
Non manc poi di istituire a Novara gli Oblati dei SS. Gaudenzio e
Carlo e fondare scuole per la dottrina cristiana (cfr. anche lo studio di
D. Frigerio, Unopera ritrovata di Carlo Bascap, il Trattato sulla riforma
dei regolari, in Barnabiti Studi 10,
1993, pp. 77-135).
morte in concetto di santit
Dopo 15 anni di ministero episcopale, nel 1608 si ammal gravemente, ma, riuscendo a ritornare in salute, pot partecipare al VII Concilio
provinciale di Milano indetto dal
card. Federigo, venendo successivamente inviato a Roma per portare al
Papa i voti dei lombardi richiedenti
la canonizzazione del Borromeo. Ebbe cos la grazia di celebrare, il 4 novembre 1610, in Duomo a Milano, i
solenni festeggiamenti per la sua canonizzazione, avvenuta il 1 novembre 1610.
Poco dopo per si aggravarono
nuovamente le sue gi precarie

condizioni di salute, assieme a una


certa montante irritabilit, che lui
stesso descriveva nella sua lettera
allabate Aiazza del 31 agosto
1615: Dico a Vostra Signoria che il
Signore mi fa grazia di sopportar assai bene questa infermit e di riceverla dalla sua santa mano come
grazia particolare, ancora che molte
volte la carne si dolga Non posso
stare in piedi, n aiutarmi delle mani, e ho bisogno dellaiuto altrui per
tutte le necessit della vita. Sia lodato Iddio per le grazie che mi ha
fatto e che mi fa; e fra le altre di poter adoperare la testa per il buon
governo, e dettare, e farmi leggere e
studiare (dalla Biografia, in Relatio
et vota, 2004, p. 15).
Mor in concetto di santit il 6 ottobre 1615, dopo 22 anni di episcopato, e venne sepolto di sua volont nella Cappella di S. Carlo
della chiesa di S. Marco in Novara,
da lui stesso e a sue spese fatta
costruire, non prima di avere fatto
testamento a favore dellOspedale

Maggiore. Il canonico Pietro Durio


fece incidere queste significative
parole sulla lapide posta sotto il

PREGHIERA AL VENERABILE
Ti ringraziamo, o Padre, per aver donato alla Chiesa di Novara il vescovo
Carlo Bascap, che sulle orme di S. Carlo e con la spiritualit dellapostolo
Paolo si fatto tutto a tutti, diventando immagine viva del Cristo, Buon Pastore.
Ti chiediamo con fiducia che egli venga riconosciuto come modello di
carit pastorale per la sollecitudine nella formazione dei ministri della
Chiesa, per lattenzione alla crescita delle Comunit cristiane nellamore
e per la premura verso i poveri.
Per Cristo nostro Signore. (Si chieda la grazia che pi sta a cuore)
Gloria al Padre

Eco dei Barnabiti 1/2015

37

STORIA DELLORDINE

Novara, Chiesa di S. Marco, nellandito che porta allaltare di S. Carlo

Novara, Chiesa di S. Marco, Cappella S. Carlo,


antico luogo dove erano custodite le sue spoglie
mortali

38

Eco dei Barnabiti 1/2015

busto marmoreo del Bascap nellomonimo ospedale: NOVARESI /


CONTEMPLATE RIVERENTI / CARLO BASCAP / CHE NATO A MILANO / SORT DA NATURA / A SPLENDORE QUAL ASTRO PURISSIMO / DI SAPIENZA E DI CARIT EVANGELICA / ELETTO VESCOVO DI N OVARA /
OPEROSO INSTANCABILE / CON SANTO ZELO NE COMPI GLI UFFICI / E PRIMO DON DELLA DIOCESI LA STORIA / IN PRO
DE BISOGNOSI / ALLARG LA BENEFICA
MANO IN VITA / ED IN MORTE LEGAVA A
QUESTO PIO RICOVERO / LA SOMMA DI
DUE MILA DUCATI D ORO / VENERATO E
PIANTO DA TUTTI / NEL MDCXV COL
SESSANTESIMO QUINTO ANNO / FU TOLTO
AL SUO AMATISSIMO POPOLO / LASCIANDO ESEMPIO DI QUELLE RARE VIRT / CHE
FANNO IL PASTORE TERRENO / IMMAGINE
DEL CELESTE.
I funerali solenni furono celebrati
nella cattedrale di Novara dal Vescovo di Vigevano Pietro Giorgio
Odescalchi.

Novara, chiesa di S. Marco, Cappella di S. Carlo: San Carlo


Borromeo in processione con il santo Chiodo, seguito e preceduto
dai chierici, tra cui il Bascap (opera di Guglielmo Caccia detto il
Moncalvo); Bascap il secondo davanti a S. Carlo volutamente
guarda in basso a quello che sar il suo sepolcro

STORIA DELLORDINE

PER SAPERNE DI PI
Non essendoci pi una Comunit di Barnabiti a Novara, per informarsi ci si
rivolga alla Curia Diocesana, Via G. Puccini, 11, mentre per visitare e pregare
davanti alle spoglie del Venerabile Carlo Bascap, ci si rechi presso la chiesa
di S. Marco, via dei Gautieri 1, tel. 0321-629894. Per ulteriori informazioni si
consulti il Centro Studi Storici dellOrdine, Piazza Benedetto Cairoli, 117 00186
Roma centrostudi@barnabiti.it - barnabitistudi@yahoo.com +39 0668216579. Sito web: www.barnabiti.net/centro-studi-storici/
Fra i suoi scritti

Chiesa di S. Maria del Rosario


a Novara, Ritratto del Bascap,
Anonimo (fine sec. XVII-inizio XVIII)

bascapeiane scintille di virt


Prudenza: dal sapere ricorrere
costantemente ai consigli altrui al
raccomandare un certo distacco
nei confronti delle donne, dal sapere derogare in caso di necessit anche alle Costituzioni del
proprio Ordine al sapersi prendere
tutto il tempo necessario prima di
agire.
Giustizia: dai doveri verso Dio alla degna celebrazione delleucarestia e alla cura degli arredi sacri e
delle chiese: n mai finiva di ricordarlo, ben sapendo con quanto pregiudizio e danno, e maledizione si
trattino negligentemente le opere di
Dio, dalla fedelt ai doveri quotidiani allimparzialit nel conferimento di benefici, titoli ed uffici, allequit di giudizio verso gli ecclesiastici.
Fortezza: dal sapere respingere le
tentazioni incontrate durante gli
studi a Pavia al custodire la regolare
disciplina come Superiore generale,
dal sostenere aspre contese giurisdizionali con il governo spagnolo al
compimento di estenuanti visite pastorali, dalla sopportazione di nu-

Nellimpossibilit di elencare tutti i suoi scritti, si veda Bibliografia ed


iconografia del ven. Carlo Bascap, a cura della Societ Storica novarese,
in Bollettino Storico per la provincia di Novara, XLI (1950), pp. 159-198, che
ristampa in modo ampliato quanto pubblicato da G. Boffito, Biblioteca
Barnabitica, I, Firenze 1933, pp. 95-117. Si rimanda anche a Barnabiti
Studi 10 (1993). Numero speciale in ricordo del Ven. Carlo Bascap, barnabita
e vescovo di Novara, pp. 394; in particolare allo studio di S. Pagano, Saggio
per una Bibliografia ragionata di Carlo Bascap, pp. 293-368; cfr. inoltre
Barnabiti Studi 1 (1984), 4 (1987), 5 (1988), 7 (1990), 24 (2007), 29 (2012).
Fra tutte le sue opere si raccomanda la lettura del De regulari disciplina
monimenta patrum, Mediolani 1588.
Alcuni profili biografici
M. Bendiscioli, Carlo Bascap barnabita e vescovo nella rinnovazione
cattolica, in Bollett., stor. per la Prov. di Novara, XLI (1950), pp. 12-50 (si vedano
anche i fascicoli 2-3 del medesimo anno).
A. Erba, Un altro S. Carlo, Il Servo di Dio Mons. Carlo Bascap Barnabita
(1550-1615), Milano 1966.
P. Prodi, Bascap Carlo, in Dizionario Biografico degli Italiani, 7 (1970),
pp. 55-58.
I. Chiesa, Vita di Carlo Bascap barnabita e vescovo di Novara (1550-1615).
Nuova edizione a cura di S. Pagano, Firenze 1993.
La chiesa di San Marco a Novara
La prima pietra della Chiesa In honorem SS. Pauli Ap. et Marci ev., fu posta
dallo stesso Carlo Bascap il 17 luglio 1607. Larchitetto fu il barnabita
Lorenzo Binago. Nel 1634 la chiesa venne affiancata dal convento (ora sede
della Banca dItalia), e nel 1691 la chiesa venne consacrata e destinata ai
Barnabiti. Stupendi i sei pannelli lignei del secolo XVII che nei confessionali
riportano la storia di S. Paolo, la grande tela della Decollazione di S. Paolo
(opera di Francesco Carbone), e la Cappella del Crocifisso, in origine di
SantAlessandro Sauli (vi si trova ancora un suo quadro di Autore ignoto).
Giuseppe Visconti, Il bel San Marco di Novara, Novara 1957;
Memorie di San Paolo nella Chiesa di San Marco in Novara, pubblicato a
cura delle parrocchie Unite di Novara Centro, Novara, Stampa Italgrafica, 2009.

merose calunnie e denunce allaccettazione del suo cagionevole stato di salute.


Temperanza: dalla disciplina di s
alla povert del vestire (anche da ve-

scovo si vestiva alla barnabita: abiti


di panno per linverno e di saia per
lestate): portava i vestimenti sino
presso cherano consumati, facendoli
anche rappezzare.
Eco dei Barnabiti 1/2015

39

STORIA DELLORDINE
canza degli uomini, come cola chiesa di S. Marco; si trattava dei
dimostrano, per esempio, Padri Giovanni Bellarini, Gaudenzio
anche solo le solenni ce- Graziosi e Innocenzo Chiesa. Il 4
lebrazioni svolte nel 1993 gennaio 1603 la chiesetta di S. Marco
in occasione del IV Cen- venne ceduta in propriet allOrdine.
tenario del suo ingresso a Subito ritenuta troppo angusta per le
Novara (si vedano pure i comuni necessit, una volta fatta delavori del Convegno di molire venne edificata al suo posto
Studio organizzato a No- lattuale chiesa su disegno del P. Lovara il 17-18 settembre renzo Binago. Nel 1607 assistette alla
1993, dal titolo: Carlo Ba- posa della sua prima pietra lo stesso
scap Sulle Orme del Bor- Bascap, che volle vi fossero scolpite
romeo. Coscienza e Azio- queste parole: D.O.M. SANTISQUE PAUne pastorale in un vesco- LO APOST. ET MARCO EV. CONGREG.
vo di fine Cinquecento). CLER. S.P.D. CAROLUS EPISCOPUS NOV.
Ci non evit per che PR. LAP. MDCVII. La chiesa venne
la sua figura e azione pa- consacrata nel 1691 da mons. Giovastorale rimanessero sem- ni Battista Visconti, barnabita, allora
pre un po nella penom- vescovo della citt.
bra storiografica del suo
La presenza dei Barnabiti a Novara
grande maestro e model- dur fino al periodo giacobino e
lo, S. Carlo Borromeo, napoleonico. Nel 1798 la chiesa di
quasi sospeso tra quel S. Marco venne, infatti, espropriata
fortiter che esercit nella diventando la sede della Societ
sua attivit riformatrice e patriottica. Nel 1801, tornato Napodi governo principal- leone e aggregata la citt di Novara
mente al servizio prima alla Repubblica Cisalpina, il 21 magdello stesso Borromeo, gio la chiesa di S. Marco venne
poi del proprio Ordine sequestrata e destinata a diventare
Novara, Basilica di San Gaudenzio, San
come Superiore generale Biblioteca Nazionale, pubblica e
Gaudenzio in adorazione dellEucarestia con
e, infine, della Chiesa popolare. Rimaneva per il problema
le Sante Lucia e Liberata, opera di Carlo Cane,
universale come Vescovo della presenza delle tombe del Ba1610. Curiosamente il Santo raffigurato con le
di Novara
sembianze del Venerabile Carlo Bascap
e una certa
mancanza di
Carlo Bascap quel soaviter che lo insulle orme del Borromeo dusse ad imporre la sua
volont rinnovatrice senSe chiedeva ai suoi confratelli di za il garbo del modo, atfuggire le mormorazioni, peste delle tirandosi cos le lagnanze
anime et della pace comune, et aiu- di non pochi detrattori,
tare i Superiori nel loro governo con che gli rimproveravano
avisi di charit et non di sdegno et anche per lappartenencol fare sempre buon officio con gli za della sua famiglia alla
altri di fuggire lotio, le vagationi classe dirigente politicoper casa, i ragionamenti otiosi et militare lagire pi covani (Positio super scriptis, p. 47), la me un governatore che
memoria dellesemplarit della sua come un pastore della
vita trov una pronta raffigurazione Chiesa di Dio! Tali aspetin quasi tutte le case barnabitiche del ti, accuratamente vagliatempo, specie quelle piemontesi, co- ti, furono comunque chiame S. Dalmazzo (TO), con diverse e riti e superati nel suo probelle iscrizioni latine; per esempio cesso di beatificazione e
quelle che si trovavano sotto il suo canonizzazione.
quadro ad Asti come a Vercelli: VEN.
P.D. CAROLUS BASCAP PRAEP. GENERALIS
I Barnabiti a Novara
SANCTITATE, DOCTRINA, LEGATIONIBUS
PRO ECCLESIA FELICITER OBITIS CLARISSIMUS
Nel mese di aprile delS. CAROLI DILECTUS ALUMNUS ET IMITA- lanno 1599 giunsero a
TOR EGREGIUS EPISCOPUS NOVARIENSIS.
Novara i primi tre barnagrande carta topografica della Diocesi di Novara,
4541 cm., calcolata e fatta incidere da mons.
Per questo non fu certo abbandona- biti, che acquistarono
Carlo Bascap (1612) allincisore Giacomo Ozeno
to alloblio del tempo o alla dimenti- una casa attigua alla pic-

40

Eco dei Barnabiti 1/2015

STORIA DELLORDINE
scap e del cardinale Gilberto Borromeo, sepolti luno accanto allaltro.
Pertanto, nel 1801, con grande riservatezza, le due salme furono trasferite nella Cattedrale di Novara. Lanno
dopo per, anche sulla spinta dellindignazione cittadina, improvvisamente il Governo centrale blocc il
progetto della Biblioteca, e il 28 marzo 1802 lallora Superiore generale
dei Barnabiti, Prospero Duelli, pot
riaprire la chiesa. Ma per poco: nel
1810 i Barnabiti furono soppressi e il
collegio venne definitivamente chiuso e trasformato in abitazione civile.
il nostro S. Carlo
Se papa Innocenzo XI (1676-1689)
Odescalchi, gi Vescovo di Novara,
lo defin: Un altro S. Carlo Borromeo, il barnabita Cesare Barzaghi,
nella sua lettera scritta da Lodi il

29 novembre 1906, precis: il


nostro S. Carlo!. Questo il vero e
genuino concetto che la congregazione ha ritenuto del Ven. Bascap (cfr.
Fama di Santit del S.D.D. Carlo Bascap, vol. I, Testimonianze, p. 104/9).
Diffusasi la sua fama di santit, dopo due mesi dalla morte il suo corpo
fu trovato intatto, e subito cominci
una fervida devozione popolare, che
neppure il decreto di Urbano VIII riusc a cancellare.
Dopo fasi alterne, si pens di riprendere le pratiche con i vescovi
Morozzo e Gentile, e nel 1909, per
volont di mons. Gamba inizi lesame dei documenti riguardanti la sua
vita e le sue virt. Poi ci si ferm per
ricorrere alla istituenda Sezione Storica della Congregazione dei Riti (il
Decreto di costituzione della Commissione storica per la ricerca e lo
studio dei suoi scritti dell11 feb-

CANZONE IMPERFETTA, DEL LASCIARE IL MONDO

Mons. Bascap in visita pastorale,


pittore anonimo, secolo XIX

Canzone 3
(Carlo Bascap, Poesie e lettere Biblioteca Ambrosiana MS. I. 195,
ff. 28r -29v)
Nella fresca stagion de miei primi anni / Che maturo pensier seco non
porta / Le incerte vele a mal fidati venti / Dietro a i pi diedi, et a fallace
scorta. / Poi gran tempesta, e perigliosi affanni / Mirai di lungi, e travagliate
genti, / Ondio sempre portai poi gli occhij intenti / Per tormi a si dubbiosa,
e mortal via: / E mi prese stupor che il cieco mondo / Si vago, e presto alla
sua morte sia / Per volger corso assai feci, e sudai / E dhor in hora sempre
mi trovai / Sopra maggior profondo, / E pi presso al periglio: / Si chio presi
di poi nuovo consiglio / (Et pria dovea) vista mia possa frale; E malzai
dove in van priego non sale.
Ad altro segno et io, et cui ne calse / Non drizzammo i pensier bassi,
e terreni / (Oh tanto al mondo error un d si sveli) / Che ad ombre, a sogni,
et a fallaci beni / Chi per fregi mondani, et oro valse, / Mossemi quegli,
come non si celi / Alto valor sotto modesti veli. / Come scettro qua gi
frena et emenda / Et allhuman desio legge prescrive, / Alto studio gentil
se vil non renda / Avara voglia, et ignorante ardire / Cercando intesi, e
pur da van desire / A non sicure rive / Sent volto il mio legno / Et al corso
bramai saldo ritegno: / Ahi mondo ogni tuo ben si in mal ti riede /
Chogni schifo voler rivolge il piede.
Daltezza, e dor desio picciolo angusto / Vede chi serge in sua sovrana
parte / Oltre a brievi confin di questa vita. / Et anco per haver pur non si
parte / Ma pi cresce il voler ingordo, e ingiusto / Come a crescere per cibo
altri saita. / Cos suol sete hidropica infinita / Pi del preso liquor sempre
avanzarsi / Fin che dellindurato corpo smorto / Sono a trar la cagion rimedij
scarsi / E succhiarne lavolto aquoso humore / Et pur ne fosse sol men
queto il cuore / In questo viver corto; Fora assai lieve il danno; Per van
piacer sarrischia eterno affanno / Ahi nato al ciel human seme gentile /
Come ti fai tu stesso oscuro, e vile.

braio 1952). Con la ripresa della causa di beatificazione del Bascap, e la


ricognizione canonica delle reliquie
fatta nel 1962, il 6 febbraio 1963 le
spoglie del Bascap furono trasferite,
in forma privata, di nuovo a S. Marco, e collocate in un loculo nellandito che porta allaltare di S. Carlo al
presbiterio.
Il decreto di apertura del Processo
Ordinario Diocesano datato 10
maggio 1966, mentre il Decreto di
chiusura del Processo Diocesano
del 4 dicembre 1976. Fu proclamato
Venerabile, con decreto di Benedetto
XVI, il 19 dicembre 2005, e le sue
reliquie furono deposte in una nuova urna ai piedi dello stesso altare di
S. Carlo, ed esposte alla pubblica
venerazione con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal
vescovo Renato Corti.
Gli si attribuiscono innumerevoli
grazie e si aspetta con fiducia quel
miracolo che permetter al Venerabile di essere dichiarato Beato. Chi ricevesse grazie per intercessione del
P. Carlo M. Bascap pregato di darne relazione al Postulatore Generale,
Via Pietro Roselli, 6 - 00153 Roma.
Filippo Lovison
Eco dei Barnabiti 1/2015

41

HARLEM QUELLO CHE DIO PENSA


DI NEW YORK
ORIENTE ISLAMICO ED OCCIDENTE CRISTIANO

Una lettura sapienziale del conflitto


tra lOriente islamico e lOccidente cristiano

Lattacco terroristico avvenuto il 7 gennaio 2015 aParigi, non solo ha scosso lopinione pubblica
mondiale, ma ha anche suscitato quesiti che vanno ben oltre lambito meramente politico
contingente e raggiungono lanima culturale doccidente: lEuropa cristiana, i capi politici e
spirituali, i comuni cittadini, credono ancora davvero nei suoi valori sia civili sia religiosi? Sono
disposti a difenderli? E a quale pezzo?

E`

rimasta celebre laffermazione di Thomas Merton (19151968), il monaco trappista autore de La Montagna dalle sette balze,

riferita a Harlem, il quartiere pi pericoloso, malfamato e decadente allinterno dellisola di Manhattan, fino agli
anni Novanta caratterizzato da grande

Charles de Steuben, battaglia di Poitiers - La battaglia fu percepita come un


evento carico di un forte significato simbolico, per il quale lOccidente cristiano
si consol, pensando di aver fermato lespansione araba

42

Eco dei Barnabiti 1/2015

miseria, con un elevato tasso di disoccupazione e di criminalit. Per trasposizione, non si potrebbe applicare
questo detto allattuale status che contrappone allOccidente secolarizzato
e in preda a una sconcertante crisi di
valori e a un allarmante degrado morale, lOriente islamico fondamentalista che opera allinsegna di una guerra santa? Dobbiamo per procedere
per ordine, cos che una simile affermazione non risulti arbitraria.
Prescindiamo da una valutazione
religiosa del fenomeno islamico nellambito in cui sorse e in cui si diffuse
e al cui interno si sviluppata una
dottrina e una prassi che vantano una
tradizione plurisecolare e planetaria. A
chi volesse approfondirne limpatto
con il mondo latino suggerirei la lettura di Islam et judo-christianisme, uscito in Italia con il titolo Islam e cristianesimo. Una parentela impossibile,
Lindau 2006, il cui autore il sociologo e teologo francese Jacques Ellul
(1912-1994). Portiamo invece laccento sullincunearsi dellIslam fondamentalista e guerriero allinterno della
tradizione giudaico-cristiana, cos da
giustificare la condanna dantesca
che annovera Maometto tra i seminatori di discordia (Inferno, XXVIII). Orbene, lOccidente, con le sue tradizioni culturali e religiose, si trovato in
rapporto allIslam di fronte a una realt minacciosa della sua integrit, da
sventare ogni volta che premesse alle
sue frontiere. A mo di tenaglia, le milizie islamiche a un secolo della morte
del Profeta (570-632) puntarono a
Est su Costantinopoli e a Ovest sulla

ORIENTE ISLAMICO ED OCCIDENTE CRISTIANO

S. Giovanni da Capestrano. Da notare la corazza che ricopre il saio francescano

Francia, ma vennero arrestate rispettivamente nel 718 e nel 732 (vittoria di


Carlo Martello a Poitiers). Con tutto
ci la pressione islamica avrebbe continuato a tallonare lOccidente e ad allertare il mondo cristiano.

crociata, confortato dallincitamento


e dalle preghiere dei fedeli, richiamati a tal fine ogni giorno dal suono meridiano delle campane, un compito
assegnato a tutte le chiese dal papa
stesso, uno scampanio che tuttora ri-

suona ogni giorno da tutti i campanili. In seguito alla grande vittoria, Callisto III istitu, a perenne ricordo, la
festa liturgica della Trasfigurazione
che da allora si celebra il 6 agosto.
Prima di prendere in considerazione il successivo evento, non sar superfluo richiamare un fatto che rimanda alla storia del nostro Ordine.
Allinizio del Cinquecento si venne
sviluppando in Milano la devozione
al Crocifisso cui non fu estranea la
predicazione di fra Battista da Crema
(1460-1534) con il suo libro Filosofia
divina. Clemente VII (1478-1534), il
papa che avrebbe approvato la nuova
famiglia religiosa fondata da Antonio
Maria Zaccaria (18 febbraio 1533), in
data 30 agosto 1531 indirizzava ai
milanesi una bolla nella quale elogiava la consuetudine di pregare in ginocchio ogni giorno alle tre del pomeriggio davanti al Crocifisso. Questo primo richiamo a Cristo si sarebbe
ulteriormente specificato nella pratica
delladorazione eucaristica promossa
dallo Zaccaria con le Quarantore. Informato delliniziativa, Paolo III emise
un breve di approvazione (28 agosto
1537), considerando questa pratica
finalizzata a placare lira di Dio verso i cristiani dovuta ai loro peccati e a

Mamma li Turchi
Agli albori dellera moderna le vittorie della cristianit contro quelli
che allora erano chiamati i Turchi,
o meglio Il Turco, sono scandite da
tre memorabili date alle quali vengono collegati tre insigni figure di santi
e tre grandi innovazioni liturgiche, a
sottolineare lenorme significato e
limportanza di quei grandi eventi.
Volendo passarli brevemente in rassegna, iniziamo dalla fatidica data
del 6 agosto 1456: con la vittoria di
Belgrado venne fermata per circa un
secolo lavanzata dei Turchi verso
lEuropa cristiana, che aveva assistito
impotente alla capitolazione di Costantinopoli, capitale dellImpero Romano dOriente, avvenuta nel 1453,
quando i Turchi Ottomani, guidati dal
sultano Maometto II, la conquistarono il 29 maggio, dopo quasi due mesi
di combattimenti. Spronato dal vecchio papa Callisto III Alfonso de Borja
(1378-1458), Giovanni da Capestrano (1386-1456), un nobile tedesco
entrato nei Frati Minori, poi proclamato santo, organizz una vittoriosa

la battaglia di Lepanto - Musei Vaticani, Galleria delle Carte Geografiche


Eco dei Barnabiti 1/2015

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ORIENTE ISLAMICO ED OCCIDENTE CRISTIANO


infrangere i tentativi e le forze dispiegate dai Turchi che stanno accingendosi a distruggere i cristiani.
Maria Ausiliatrice dei cristiani
Il secondo episodio che prendiamo
in considerazione risale al 1571 e
conferma lintrepida difesa della missione storica e civile, oltre che religiosa, della Chiesa e della comunit cristiana contro la minaccia dellImpero
ottomano. Si tratta dellepica battaglia
navale di Lepanto, conclusasi il 7 ottobre, che ebbe come simbolo e protagonista il papa Pio V Antonio Ghislieri
(1504-1572), poi proclamato santo,
sotto le cui insegne si schierarono gli
stati occidentali, a iniziare dalla Repubblica marinara di Venezia. Alla vittoria la Lega santa fu portata dal valoroso condottiero spagnolo don Giovanni dAustria (1547-1578). Il papa si
rivolse a tutti i cristiani perch invocassero laiuto della Vergine Maria, invitandoli a recitare la preghiera del rosario che da allora entr definitivamente tra le comuni pratiche devote.
Lo stesso papa istitu la festa della Madonna della Vittoria, pi nota come
festa della Madonna del Rosario, da
celebrarsi il 7 ottobre. Lomonima
chiesa romana del 1620 ne conserva
memoria. Anche qui, un grande santo
e un diffusissimo evento liturgico
connotano e ricordano la decisiva
affermazione dei valori e della civilt
che non possono non dirsi cristiani.
La terza memorabile data quella
di Vienna 1683. Il papa Innocenzo XI
Benedetto Odescalchi (1611-1689)
proclamato beato da Pio XII (18761958), intrepido difensore della Civitas christiana , volendo ricreare la
Lega santa contro il nemico ottomano, incaric di questo un frate cappuccino ben introdotto presso limperatore Leolpoldo I e abile diplomatico, Marco dAviano (1631-1699),
beatificato da papa Karol Wojtyla
Giovanni Paolo II (1920-2005), il pontefice passato alla storia per il famoso
grido di battaglia: Non abbiate paura, Cristo con voi. Marco seppe riunire le forze cristiane che posero lassedio a Vienna, avamposto turco, incitando i combattenti alla battaglia e
tutti i fedeli a rivolgere la loro preghiera alla Vergine Maria. Lassedio si
concluse con la battaglia vittoriosa
del 12 settembre 1683. La memorabile giornata fu proclamata dal pontefi-

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Eco dei Barnabiti 1/2015

Europa cristiana?

ce festa liturgica del Santissimo Nome


di Maria, da celebrarsi ogni anno in
quella ricorrenza. E sempre al Nome
di Maria venne eretta una chiesa in
Roma, nel Foro Traiano (1751). A dire
il vero questa festa la si celebrava da
tempo qua e l, ma il papa Innocenzo
la estese a tutta la Chiesa e la colleg
alla data della battaglia di Vienna, volendo solennizzare quellevento cos
decisivo per il cristianesimo.
Lo stesso pontefice, inoltre, accolse la richiesta avanzata dal principe
Massimiliano, Elettore di Baviera,
che ebbe il comando di una parte
dellesercito, di fondare unAssocia-

ritratto di Marco dAviano

zione mariana che perpetuasse la


memoria del grande evento. Detta
Associazione, che avrebbe preso il
nome di Maria Ausiliatrice dei cristiani, si diffuse ben presto in tutta
lEuropa. E infatti, se la presenza della Vergine variamente celebrata
nelle suddette vicende, c un titolo
che le accumuna, quello di Maria
Ausiliatrice, la cui devozione era gi
nota e diffusa allepoca di san Pio V
e si propag largamente a seguito
della vittoria di Lepanto e di Vienna.
Il papa Pio VII (1742-1823), dopo la
liberazione dalla prigionia napoleonica (1814), istitu la festa di Maria
Ausiliatrice, fissandone la data al
24 maggio. La suddetta Associazione non era per ancora approdata a
Roma, per cui i barnabiti chiesero a
Gregorio XVI (1765-1846) di aggiungere a quella gi operante con il titolo di Pia unione della Madonna della divina Provvidenza quello di Ausiliatrice dei cristiani (25.1.1833).
Alcuni anni dopo, la Pia Unione fu
elevata al rango di Arciconfraternita
(16.7.1839).
la Nazione vendicatrice
Tornando a quanto si diceva allinizio, vorremmo tentare una lettura
teologica del fenomeno islamico nella sua azione tallonatrice rispetto al
mondo cristiano. Antonio Maria Zaccaria ricorda nei Sermoni come Dio
dette ai figliuoli dIsraele nella terra di
promissione quei suoi nemici che
sempre vinceva e sempre aveva da
combattere, affinch in quelli si conoscessero se erano osservatori dei
precetti di Dio o no. Questo pensiero richiama la riflessione del profeta
Isaia, quando parla della nazione
vendicatrice (o per meglio dire vindice in nome di Dio del retto vivere
secondo i voleri celesti), il cui ruolo
quello di far rinsavire un popolo allontanatosi da Dio. LAssiria, proverbiale nemica di Israele, viene definita
verga del furore divino, bastone del
suo sdegno. Contro una nazione empia io la mando dice il Signore e
la dirigo contro un popolo con cui
sono in collera (Is 10,5-6). Sennonch, annota il profeta, lAssiria
prevarica nel suo ruolo: Ero adirato
contro il mio popolo, perci lo misi
in tuo potere; ma tu non mostrasti
loro piet (Is 47,6). Vale a dire che
la punizione non mira allannienta-

ORIENTE ISLAMICO ED OCCIDENTE CRISTIANO


mento, ma al ravvedimento. Come
escludere, in una visione sapienziale, che appunto la rappresaglia islamica che minaccia lOccidente, rientri in un disegno divino che siamo
chiamati a discernere e dal quale
trarre le debite conseguenze?
un nuovo sussulto
Daltra parte la storia documenta
come di fronte a quanto minava
lOccidente nei suoi valori culturali e
religiosi, questo ebbe un sussulto e
reag di conseguenza. Una stessa
reazione si verificata anche nella
nostra ra. Infatti chi avrebbe mai
detto che altri nemici della cristianit, della nostra civilt occidentale,
sarebbero poi sorti, dopo secoli, allinterno stesso dellEuropa, in nazioni nobilissime quali la Germania e la
Russia? Meno male che tali nemici
hanno trovato eroiche e gigantesche
figure di combattenti che sono riusciti a debellarli. N si manchi di notare
che comunismo e nazismo erano accumunati da una matrice anticristiana, ateistica e idolatrica (lidolatria
della razza), per cui si pu ben dire
che anche nel loro caso si trattato
di una guerra di religione.
Come non ricordare Winston Churchill, protagonista della sconfitta, purtroppo tanto cruenta, del nazismo,
obbligando alla resa senza condizioni la colpevole Germania nazista, e
Ronald Reagan con Karol Wojtyla
che hanno sconfitto il comunismo,
miracolosamente senza guerra, senza
spargimento di sangue, senza umiliare il nemico? Sia il presidente americano sia il papa Giovanni Paolo II
erano profondamente convinti della
superiorit della loro visione politica
e religiosa, e per questa convinzione
di vincere hanno vinto. Mentre molti
capi di Stato e molti esponenti religiosi dellepoca cercavano di andare
daccordo con i regimi nazisti e comunisti, di dialogare, di comprendere, di convivere, di trattare (di fare affari, perch no?), ecc., Reagan cos
esponeva la sua semplice linea (ma
che era anche quella inconfessata del
papa): Perch cercare di andare
daccordo con il nemico, se possiamo
vincerlo?. Sia lui che il papa polacco vinsero il nemico perch credevano, sinceramente e senza iattanza, di
essere a quello superiori, di poterlo
sconfiggere. E lo vinsero.

Paolo Veronese: allegoria della battaglia di Lepanto - La sezione superiore


del quadro votivo mostra la Vergine del Rosario attorniata da san Pietro,
san Giacomo, san Marco e santa Giustina

Ma ora lombra dellOriente si staglia di nuovo minacciosa allorizzonte. un antico pericolo: gi Virgilio
invocava arce Orientem, tieni lontano lOriente, impresa che, come abbiamo visto, riuscita per diversi secoli. E il pericolo si ripresenta di matrice islamica, la versione attuale dei
famosi Turchi, con le sue aberrazioni terrificanti, crudeli, disumane e
antistoriche. Ma lEuropa cristiana, i
capi politici e spirituali, i comuni cittadini, credono ancora davvero nei
suoi valori sia civili sia religiosi? Sono disposti a difenderli? E a quale

prezzo? Churchill ammoniva gli Inglesi propensi alla trattativa, a cedere, a


dialogare: avrete comunque la guerra
e la sconfitta, e in pi il disonore. Il
tragico oggi il fatto che alla reazione dellOccidente manca quel retroterra di convincimenti culturali e religiosi, professati e vissuti, che lo rendano capace di fronteggiare una
minaccia cos radicale. A una societ
e a una Chiesa narcotizzate papa
Francesco predica incessantemente:
Risvegliatevi!.
Antonio Gentili e Giovanni Gentili
Eco dei Barnabiti 1/2015

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DAL MONDO BARNABITICO

DAL MONDO BARNABITICO


AFRICA
PROTAGONISTA: P. MARIO FALCONI
Chiediamo scusa, ma... ci erano
sfuggiti! Ci riferiamo a due interessanti servizi informativi, apparsi nel
2014, sulla figura del nostro p. Mario
Falconi, unico religioso italiano a
essere stato insignito, nel luglio del
2009, dellonorificenza Giusti del
Rwanda per essere stato protagonista di uno straordinario atto di coraggio che permise di salvare oltre tremila tutsi. S, proprio il caro p. Mario
che come ben ha scritto Marco Pastonesi in un suo articolo apparso
nel 2012 nella rubrica Pane e Gazzetta della Gazzetta dello Sport:
... predica in una lingua composta
in parti uguali da orobico, francese e
kinyarwanda, e tutti sembrano capirlo bene.
Il primo, un articolo apparso sul
settimanale Credere in data 6
aprile 2014, firmato da Marco Trovato. Nellintervista, il p. Falconi ripercorre gli avvenimenti drammatici
vissuti allora e racconta che: i miliziani erano come bestie feroci assetate di sangue, facevano a pezzi

...felice tra i suoi ragazzi

donne e bambini con il machete.


Attorno a me vedevo solo linferno.
Avevo paura di morire. Non so dire
dove ho trovato il coraggio per fare
quel che ho fatto. Padre Mario si
rifiut di farsi rimpatriare con gli
elicotteri che avevano portato al si-

p. Mario nella chiesa della missione di Muhura

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Eco dei Barnabiti 1/2015

curo gran parte degli occidentali


presenti in Rwanda: non potevo
andarmene e abbandonare chi aveva riposto in me la propria speranza
di salvezza.
Il secondo servizio, questa volta televisivo, stato trasmesso il 17 ago-

tra i giovani della scuola superiore annessa alla missione


barnabitica di Muhura

DAL MONDO BARNABITICO


sto 2014 nello Speciale TG1 con
il titolo di Ruanda, fuga nel futuro
e porta la firma di Enzo Nucci. il
racconto di un Paese proiettato verso il domani, ma che presenta profonde ferite non ancora rimarginate.
Anche in questo servizio, il p. Falconi fa memoria del suo intervento
che salv tante persone da un inesorabile destino di violenza e di
morte.

CANADA
NOTIZIE DI CASA NOSTRA
Gennaio Da venerdi 2 a lunedi
5 gennaio 2015, la Comunit parrocchiale San Giacomo (St. James) a
Oakville, Ontario (Canada), ha ricevuto, con grande gioia, la visita del
Padre generale, p. Francisco Chagas
M. Santos da Silva. Accolto calorosamente dai parrocchiani, il Padre generale ha avuto modo di parlare con
loro e di prendere visione di una
realt parrocchiale in pieno sviluppo
e che, attualmente conta circa 200.000
anime.
Per questa parrocchia, lanno 2014
stato un anno impegnativo per
molteplici lavori di restauro: rifacimento del tetto della chiesa, ufficio
del parroco e dipendenze varie, ma
anche ricco di soddisfazioni pastorali
come lordinazione diaconale, a giugno 2014, di Patrick Crowley, diacono permanente. A ci si aggiunge
la collocazione davanti alla chiesa
parrocchiale, dopo mesi di preparazione, della statua di san Giacomo,

mons. Douglas Crosby, vescovo di Hamilton benedice la statua di s. Giacomo

la statua campeggia allentrata della parrocchia

p. Gianfranco Ruzza con alcuni laici di s. Paolo


della parrocchia St. James a Oakville

realizzata in Italia e benedetta da Monsignor


Douglas Crosby, vescovo
di Hamilton. La statua
stata collocata in memoria del p. Augusto Pucci,
deceduto l11 dicembre
2010. Prossima ricorrenza che festeggeremo nella nostra Comunit parrocchiale nel 2015
saranno i 60 anni di sacerdozio del p. Gianfranco Ruzza.
John Paul Bahati

CILE
CELEBRAZIONI DEL VENTENNALE
DELLA CAPPELLA SAN PAOLO
A PUENTE ALTO
Dicembre 2014 Nel gi lontano
1991, approdano in Cile, a Puente
Alto, due intraprendenti angeliche:
madre Maria Annunziata e madre
Maria del Carmen, italiana una, spagnola laltra, animate da un comune
desiderio: realizzare, nel settore denominato Parque de los Reyes, una
cappella che soddisfacesse il desideEco dei Barnabiti 1/2015

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DAL MONDO BARNABITICO

p. Guillermo Valdivia presiede la concelebrazione eucaristica


accompagnato (da sin.) dai pp. Giulio Pireddu, Francisco Ibacache,
Santiago Ramos (seminascosto), Danilo Almarza, Miguel ngel Bastias,
Angelo Leita, Lorenzo Baderna

p. Santiago Ramos nel momento


dellomelia

rio di tanti residenti di avere un luogo di culto proprio.


Un anno dopo, nel 1992, liniziativa
incomincia a concretizzarsi con la donazione di un terreno nel settore sopra
menzionato in cui viene installata una
croce ai cui piedi si incominciano a
celebrare allaperto le prime messe.
A piccoli passi, il progetto avanza
e nel 1993, grazie ad apporti provenienti da istituzioni tedesche e dai
residenti in zona, si d lavvio alla
costruzione del tempio e alla collocazione della prima pietra..
L8 dicembre 1994, nel nuovo tempio, si pu celebrare la prima eucaristia, presieduta dal p. Santiago Ramos,
principale gestore del progetto della
nuova cappella. Da allora, sono passati ventanni e la comunit cristiana di
San Paolo ne ha voluto celebrare il ricordo con molta solennit, coinvol-

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Eco dei Barnabiti 1/2015

gendo tutti gli agenti pastorali e tutte le


forze vive che operano nellambito
della cappella. Infatti, la celebrazione
del primo ventennale iniziata con
leucaristia del giorno 7, presieduta dal
p. Guillermo Valdivia, a lungo cappellano della comunit e nellomelia pronunciata dal p. Santiago Ramos, stata
sottolineata limportanza del lavoro
pastorale che la comunit cristiana di
san Paolo ha realizzato nel contesto
della diocesi di Santiago del Cile. Alla
celebrazione, erano presenti anche altri sacerdoti barnabiti che hanno svolto
il loro servizio pastorale nella cappel-

la, tre dei quali p. Miguel ngel


Bastias Dinamarca, p. Danilo Jess
Almarza Ramrez e p. Padre Francisco
Javier Ibacache Rivas hanno maturato
la loro vocazione sacerdotale precisamente allinterno della comunit cristiana di San Paolo. Il tono vestivo alla
celebrazione del primo ventennale
della cappella San Paolo stato posto
dal concerto della banda musicale dei
Carabinieri del Cile. Cariche di emozioni sono stati, poi, la proiezione di
un video che raccoglie immagini e
momenti significativi dei ventanni di
esistenza della cappella San Paolo, e
lomaggio fatto ai religiosi barnabiti e
alle religiose angeliche che hanno
svolto il loro lavoro pastorale nellambito della cappella san Paolo.
Attualmente, la comunit della
Cappella San Pablo, diretta, come
allinizio della sua storia, dalle suore
angeliche di San Paolo che, attraverso
la generosa dedicazione delle madri
Mara Neves, Miriam e Marcela, danno continuit a una preziosa presenza
in questopera di apostolato popolare.

FILIPPINE
ORDINAZIONI SACERDOTALI
NELLE FILIPPINE
Febbraio La Pro-provincia Filippina continua a celebrare gioiosamente il venticinquesimo della

da sinistra: p. Benedict Insigne, p. Alfredo Dolog, Padre Generale p. Silva,


p. John Paul Osip, p. Mark Anthony Pondoc, p. Gerard Sala e p. Francisco
de Assis

DAL MONDO BARNABITICO


presenza barnabitica in Asia e nelle
Filippine e questa celebrazione si
vista arricchita con le ordinazioni
sacerdotali dei cinque diaconi filippini: Alfredo Sebarre Dolog, Jr., Benedict Tabada Insigne, Mark Anthony Baquero Pondoc, John Paul Penalis Osip e Gerard Timkang Sala. Il
21 febbraio, in presenza di familiari
e di numerosissimi fedeli, i cinque
diaconi sono stati ordinati sacerdoti
nel santuario diocesano della Madonna Ausiliatrice degli Abbandonati, ubicata nel cuore della citt di
Marikina, da mons. Socrates Villegas, arcivescovo di Lingayen-Dagupan e presidente della Conferenza
episcopale filippina. Erano presenti
anche i padri della Pro-provincia e
alcuni sacerdoti della zona, un considerevole numero di religiosi e religiose, moltissimi amici, benefattori.
Invitato di riguardo della Pro-provincia stato il p. Generale, p. Francisco Silva che, per loccasione, era
accompagnato dal p. Provinciale
della Provincia del Brasile nord il
p. Francisco de Assis, in visita alle
Filippine per la prima volta.
Nella santa Messa, solenne e perfettamente animata tanto dal servizio
liturgico dei seminaristi aspiranti come dagli interventi del gruppo corale, mons. Villegas ha esortato i neosacerdoti ad essere pastori umili,
onesti e uomini di preghiera e, allo
stesso tempo, ad evitare le tentazioni
del materialismo e del lucro. Con il
suo stile distinto ed elegante, larcivescovo ha messo in risalto il valore
del sacerdozio e ha esortato i cinque
giovani sacerdoti a renderlo palese in
ogni aspetto della loro esistenza sacerdotale.
Al termine della celebrazione, il
p. Provinciale, p. Richard Genetiano,
ha annunciato le destinazioni dei
padrini: due di loro, il p. Dolog e il
p. Insigne rimarranno nelle Filippine,
a Cagayan de Oro e a Bayambang,
rispettivamente, mentre gli altri tre
sono stati destinati allestero: il p. Sala in Messico ed i pp. Pondoc e Osip
nella Provincia del Brasile nord.
Il tradizionale bacio delle mani ha
posto fine alla celebrazione eucaristica ma non alla festa che continuata, sempre a Marikina, nei locali del
nostro seminario Saint Anthony Mary
Zaccaria.
Michael Sandalo

ITALIA
P. EMILIANO REDAELLI
AL FESTIVAL INTERNAZIONALE
AL GADIR A NAYAF (IRAQ)
Dal 17 al 23 ottobre 2014 su invito
del dott. Hebeel M.H. Al-Sadr, ambasciatore della Repubblica dellIraq
presso la Santa Sede, il p. Emiliano

chita Louay Shabani e dal p. Ernest


Zielonka, carmelitano, ha introdotto
un approccio nuovo: della figura di
Al si parlato non solo tra studiosi
mussulmani, com avvenuto nelle
precedenti edizioni, ma anche attraverso lo sguardo del cristianesimo.
Lintervento di p. Redaelli stato il
terzo tenuto allapertura del Convegno dal grande palco allestito nello

Nayaf (Iraq) - p. Emiliano Redaelli con alcuni partecipanti al Festival


Internazionale Al Gadir

Redaelli in qualit di archimandrita


della Chiesa cattolica greco-melchita, ha partecipato come capo delegazione al Festival Internazionale Al
Gadir a Nayaf, la citt santa sciita nel
sud dellIraq.
Per la prima volta, una delegazione cattolica stata invitata al festival
Internazionale Al Gadir, uno degli
appuntamenti di studio e riflessione
pi importanti della citt santa sciita.
Al Gadir, letteralmente la fontana
dacqua indica il luogo dove secondo la tradizione sciita, Maometto
scelse il genero Al, marito della figlia Fatima, come suo successore e
dove si trova la grande moschea costruita sulla sua tomba. Su Al e sullimportanza dei suoi insegnamenti e
della sua spiritualit si concretato
lincontro a cui hanno preso parte
leaders religiosi mussulmani di 33
paesi. Lintervento della delegazione
cattolica guidata dal p. Redaelli e
composta dal diacono iracheno mel-

splendido cortile della Moschea di


Al, davanti a una platea composta
dalle massime autorit civili e religiose e pi di cinquemila persone e
ripreso dalla televisioni e radio irachene. Durante il convegno, sempre
sotto rigorosa scorta di 20 militari, si
avuto modo di visitare la Moschea,
i luoghi di cultura e incontrare le autorit religiose di Nayaf, tra le quali il
grande ayatollah Al-Karim, la seconda massima autorit religiosa sciita
dopo Al-Sistani, i responsabili dellaccoglienza dei profughi e i profughi cristiani e yazidi (circa ottomila)
presenti in citt e assistiti con grande
cura. A Kufa, c stato lincontro con
il rettore, i professori dellUniversit
e gli studenti della Facolt di Scienze
umane. Luniversit di Kufa raccoglie
pi di 30 mila studenti (maschi e
femmine) iracheni. Particolarmente
interessante la visita al centro di ricerche storico-archeologiche dove il
Eco dei Barnabiti 1/2015

49

DAL MONDO BARNABITICO


direttore ha spiegato i lavori degli antichi monasteri presenti a Nayaf. Una
giornata stata dedicata alla visita ad
Erbil nel Kurdistan dove sono presenti
pi di settantamila profughi cristiani
tra i quali il metropolita di Mosul, Nicodemus sfollato con alcuni suoi preti. Laccoglienza affettuosa, rispettosa
e cordiale ha segnato la nostra permanenza. La popolazione ha dimostrato
grande curiosit e desiderio di dialogo soprattutto da parte dei giovani curiosi di conoscere la nostra appartenenza. Lintervento stato molto apprezzato dalle autorit presenti.
FIRENZE: I NOSTRI PRIMI 70 ANNI
DI AMICIZIA
Dicembre 2014 Il 13 dicembre
scorso, ha avuto luogo, nei locali
della Parrocchia Madonna della Divi-

na Provvidenza di Firenze, come


gradita consuetudine da anni, il
pranzo conviviale per scambiarsi gli
auguri di Natale tra i componenti un
gruppo di amici che, dal 1941 (anno
della consacrazione della ricordata
Chiesa parrocchiale dei Padri Barnabiti) al 1963, hanno costituito una
comunit giovanile, che cresciuta
ed ampliata nel tempo accogliendo
amici delle generazioni successive.
Il pranzo stato preceduto dalla
celebrazione della S. Messa, celebrata da p. Antonio Francesconi che,
quando era parroco della citata parrocchia ed al ritorno alla stessa qualche anno fa, ha seguito tale gruppo,
di cui al momento assistente. Padre
Francesconi, nel corso della celebrazione, con una intensa e toccante
omelia ha celebrato la ininterrotta
esperienza di amicizia del gruppo, e
ricordato quanti componenti dello

a tavola, in serena e fraterna allegria

foto di gruppo dei partecipanti allincontro

50

Eco dei Barnabiti 1/2015

copertina della pubblicazione edita


dal Gruppo Amicizia

stesso ci hanno preceduto nel ritorno


alla casa del Padre.
Il pranzo conviviale, cui hanno partecipato il parroco p. Giovanni Nitti e
la comunit dei Padri Barnabiti, stato condiviso da circa 90 persone, che
rappresentano buona parte del pi
vasto gruppo di amici della citata comunit giovanile, che dal 1973 si
organizzata nel Gruppo Amicizia,
pubblicando per oltre 20 anni, dal
1975, un bollettino periodico di collegamento fortemente voluto e coordinato molto bene meritamente, da
p. Guglielmo Bonfiglio intitolato
Amicizia. Nel corso dellincontro
stato offerto a tutti i partecipanti un
libro molto bello ed interessante, Testimonianze, Ricordi, Immagini, scritto
edito e finanziato da una parte dei
componenti il citato gruppo, arricchito da vari documenti e moltissime
foto, che ricordano luoghi e persone
ed avvenimenti accaduti dal 1939 al
2013, per testimoniare con tale pubblicazione (molto gradita ed apprezzata da tutti), la intensa, gioiosa, irripetibile, ininterrotta, straordinaria
esperienza vissuta da una consistente
comunit giovanile che si incontrata,
cresciuta e formata in Parrocchia, sotto il ministero, nel tempo, di p. Cesare
Riva, p. Romualdo DAlessio, p. Vincenzo Di Schiena, p. Natale Crivelli,
p. Antonio Francesconi, p. Guglielmo
Bonfiglio. Il prossimo incontro per
scambiarsi gli auguri pasquali.
Alberto Parrulli

DAL MONDO BARNABITICO


DON GIANCARLO BERTAGNOLLI,
SACERDOTE DEI PICCOLI,
AMICO DEI GIOVANI

ORDINAZIONE E PRIMA
MESSA DI ANTONIO
BONGALLINO

Dicembre 2014 La vigilia di Natale il Signore ha chiamato alla nuova e


imperitura nascita don Giancarlo Bertagnolli, nato a Fondo (TN) il 3 novembre 1933. Sacerdote dal 1959, dopo
essere stato cooperatore parrocchiale a
Bronzolo e assistente diocesano dei
Giovani di AC in Bolzano, nel 1977 ha
fondato lAssociazione La Strada/Der
Weg, impegnata sul fronte dellemarginazione e della droga, nonch la Cooperativa Eureka. Ha pure disimpegnato
notevole attivit nellambito della Caritas e della pastorale dello sport, promuovendo ad ampio raggio il volonta-

Sabato 17 gennaio. Nella Chiesa Madre-Parrocchia dedicata al vescovo


e martire santErasmo, in
Santeramo al Colle (Bari),
stato ordinato presbitero il diacono don Antonio
Maria Bongallino. La solenne celebrazione stata presieduta dal vescovo
della diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, mons. Giovanni
Ricchiuti, legato al nostro
Ordine da profonde amicizie del passato con alcuni padri del Collegio
Davanzati di Trani.
Alla solenne concelebrazione erano presenti circa
22 Sacerdoti, tra cui il Vicario generale p. Frank
Papa, il Superiore provinciale dellItalia Centro- don Antonio Bongallino riceve limposizione delle
Sud p. Pasquale Riillo, il mani da parte di mons. Giovanni Ricchiuti
Superiore provinciale dellItalia Nord p. Daniele Ponzoni, e relle Angeliche provenienti da Tranumerosi confratelli barnabiti. Era- ni, Curti e Napoli e altre religiose
no presenti anche il parroco del no- sempre di Santeramo, i seminaristi
stro p. Antonio don Vito Nuzzi, i del nostro Studentato di Roma, i
parroci delle altre due parrocchie novizi, e altri seminaristi della diodel paese, e altri religiosi presenti a cesi. Numerosa stata la partecipazione dei fedeli sia del paese e delSanteramo.
Inoltre, a fare corona al novello la parrocchia dove il p. Antonio ha
sacerdote, erano presenti le conso- trascorso gli anni della sua fanciul-

don Giancarlo Bertagnolli

riato. Consapevole che un cos articolato servizio implicava un forte


radicamento interiore, don Giancarlo
fu assiduo frequentatore dei corsi di
meditazione che si tenevano a Eupilio,
dove ogni anno conduceva un numero
ragguardevole di partecipanti, tra giovani e adulti provenienti dalla citt e
dalle Valli, passati in proverbio per la
loro seriet e il fascino dei loro canti
plurilingue. Per questo venne affiliato
allOrdine, che serba verso un sacerdote esemplare per umanit, spirito religioso e zelo apostolico, gratitudine
non meno che stima.
Antonio Gentili

p. Antonio attorniato dai confratelli e amici al termine dalla sua prima messa
Eco dei Barnabiti 1/2015

51

DAL MONDO BARNABITICO


lezza e adolescenza, sia di molti
fedeli provenienti da Trani, Bari,
San Felice a Cancello e Firenze dove il p. Antonio ha vissuto gli anni
della sua formazione. Domenica 18
gennaio, il p. Antonio ha celebrato
la sua prima messa con tutta la sua
comunit Parrocchiale, cui ha fatto
seguito un gioioso banchetto per i
confratelli barnabiti, i famigliari e i
suoi amici pi stretti. Auguriamo al
p. Antonio Bongallino, fecondo
apostolato ricco di abbondanti frutti di santit.
Bala Appapogu

PREMIO GBABY
Riportiamo da Vita pastorale n 2,
febbraio 2015 a firma di Giuliano
Censi la seguente notizia:

stanno a Beatrice Masini per Il drago e il vischio. Questa la motivazione: Lautrice ha saputo coniugare
fantasia e realt, immergendole nellatmosfera magica di un sogno natalizio. Alla selezione hanno partecipato i seguenti periodici per linfanzia: GBaby, Giulio Coniglio, La
Giostra, Pimpa, Sofia, Vivacemente
e Cip & Ciop.

NAPOLI, CHIESA DI CARAVAGGIO:


INIZIO DELLA COMMEMORAZIONE
DEL BICENTENARIO DELLA MORTE
DI S. FRANCESCO SAVERIO
M. BIANCHI
Gennaio I festeggiamenti per
il bicentenario della morte di

Il triduo di preparazione alla festivit del Santo prevista per il Venerdi


30 gennaio stato predicato dal
p. Andrea Bonini gi rettore del Denza e del Bianchi e con qualche presenza anche nella comunit di Caravaggio. Nella santa messa della memoria del santo, presieduta dal p.
Provinciale, il p. Andrea Bonini ha
sottolineato il fatto che le celebrazioni del bicentenario siano per noi barnabiti una occasione per fare memoria grata del nostro passato, per abbracciare il futuro con speranza e per
vivere il presente con passione.
Con la preghiera al santo e il bacio
della reliquia, si sono conclusi questi
primi avvii di un bicentenario che
prevede per tutto lanno, in tutte le
comunit della Provincia italiana
Centro Sud, manifestazioni, convegni

Il 23 gennaio a Chiavari stato


consegnato a padre Stefano Gorla,
direttore dellArea ragazzi dei Periodici San Paolo, il premio al mensile GBaby per la sezione I miglio-

il Coro polifonico flegreo diretto dal maestro Nicola Capano

ri racconti e le migliori filastrocche


e poesie. Al mensile da 15 anni
dedicato alle esigenze formative dei
pi piccoli andato anche il premio Marisa Saettone, la sezione
speciale rivolta allautore del miglior racconto, consegnato que-

52

Eco dei Barnabiti 1/2015

San Francesco Saverio Maria Bianchi sono iniziati nella Chiesa di


Santa Maria di Caravaggio in
Piazza Dante a Napoli il giorno
24 gennaio 2015. Dopo leucaristia concelebrata dai padri, Pasquale Riillo, Superiore provinciale, p. Ferruccio Trufi, p. Alfonso
Mauro e p. Jacek Sambak, ha avuto
luogo un concerto di canti sacri
eseguiti dal Coro polifonico flegreo diretto dal maestro Nicola
Capano.

e traslazioni del corpo del santo nelle nostre chiese.


Alfonso Mauro
ARPINO: COMMEMORAZIONE
IN OCCASIONE DEL BICENTENARIO
DELLA MORTE DI S. FRANCESCO
SAVERIO M. BIANCHI
Febbraio Domenica 1 febbraio
2015, giornata della vita, in Ar -

DAL MONDO BARNABITICO


pino, sua citt natale,
stato celebrato, alla
presenza delle Autorit religiose, civili e
militari, il bicentenario della morte di San
Francesco Saverio Maria Bianchi nella chiesa principale di San
Michele Arcangelo alle
ore 11.30 con una solenne eucarestia presieduta dal vescovo
barnabita Mons. Sergio Pagano, prefetto
dellArchivio Segreto
Vaticano.
Il triduo di preparazione predicato da d.
Franco Ranaldi (lUomo
il Religioso il Santo)
si chiuso con linvito
di accendere un lume
in ogni casa della citt,
nella notte tra il 30 e il mons. Sergio Pagano con i concelebranti
31 gennaio, per partecipare spiritualmente alle
ultime ore del beato
MESSICO
transito di s. Francesco Saverio
avvenuto alle 5.00 del mattino del
PRIMA VISITA DEL P. GENERALE
31 gennaio 1815.
ALLA NUOVA FONDAZIONE
Lomelia di mons. Pagano, nella
MESSICANA
eucarestia concelebrata con il
parroco d. Antonio Di Lorenzo,
Gennaio L8 gennaio u.s, proced. Franco Ranaldi, i pp. Giuseppe dente dagli Stati Uniti, giunto nelMontesano Jr., Mauro Alfonso, Al- la citt di Mrida, capitale dello stado Tell e d. Ivani Kreshnik, stata to dello Yucatn, il Rev.mo P. Geneincentrata sulle parole del vangelo rale Francisco Chagas M. Santos da
del giorno: come di uno che ha
autorit e non come gli scribi e
con passione e laderenza ai problemi attuali della fede, mons. Pagano ha sottolineato il perenne valore testimoniale della santit professata da Francesco Saverio Maria
Bianchi, vera Gloria di Arpino,
come viene chiamato nellinno a
lui dedicato. Al termine della messa, d. Franco Ranaldi ha fatto dono
al parroco di una lettera autografa
di san Francesco Bianchi, sigillata
in una teca, come segno di gratitudine per loperosit pastorale dimostrata durante i 25 anni della
sua presenza ad Arpino. Dopo
leucarestia, i fedeli arpinati, in
corteo, hanno fatto omaggio floreale al monumento in bronzo del
santo situato dinnanzi alla sua casa
natale.
Franco Ranaldi

Silva. Ad accoglierlo allaeroporto


cera il p. Jos Carvajal, superiore
locale, il p. Federico Valentn e il
gruppo dei collaboratori della Parrocchia radunati nellEPAP (Equipo
Parroquial de animacin pastoral).
Era assente il diacono Gerard Sala
che, nello stesso giorno era partito
per le Filippine. Visita breve, certamente, ma con unagenda assai nutrita. Infatti, il p. Generale ha avuto

il p. Generale dirige la parola ai fedeli riuniti nel tempio parrocchiale. A suo


fianco, il p. Jos Carvajal, parroco
Eco dei Barnabiti 1/2015

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DAL MONDO BARNABITICO


dellapprezzato lavoro che, in loco,
svolgono i Confratelli. La visita, si
conclusa, domenica 10 gennaio,
con la celebrazione eucaristica presieduta dal p. Generale e partecipata da tutta la Comunit Parrocchiale,
insieme ai padri salesiani, presenti
nel territorio parrocchiale. In un
tempio gremito e attento, il p. Generale ha ringraziato per lappoggio e
il sostegno sia spirituale sia materiale che la gente dimostra nei confronti dei nostri confratelli. Dopo la
messa, la comunit parrocchiale ha
preparato un grazioso momento ricreativo con balli e canti tipici. Il luned 11 gennaio, il p. Generale
partito per visitare la comunit barnabitica di Monterrey.
il p. Generale con due dei confratelli della comunit di Mrida - p. Jos Carvajal
(estr. sin.) e p. Federico Valentn (des.) - e due padri salesiani

Jos Carvajal

STATI UNITI
PITTORI DI NIAGARA FALLS
OSPITI ALLO SHRINE

attorno al p. Generale, i pi stretti collaboratori della parrocchia San


Jos Obrero

la possibilit di incontrarsi con larcivescovo di Mrida, mons. Emilio


C. Berlie, per tracciare, insieme ai
padri della comunit barnabitica, le
linee operative della nostra presenza
nel territorio della diocesi. Venerd 9,
il gruppo dellEPAP ha organizzato
un incontro con tutti i rappresentanti delle 12 comunit che sono
sotto la cura pastorale della Parrocchia San Jos Obrero dove i Barnabiti si trovano dal settembre 2013.
Nelle due giornate successive, il p. Generale, insieme al parroco p. Jos
Carvajal, ha potuto visitare quasi
tutte le comunit, concelebrandovi
leucarestia e prendendo visione

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Eco dei Barnabiti 1/2015

Ottobre 2014 Diretti da Shelley


Collins (al centro, nella foto), i pittori
della citt di Niagara Falls (Plein Air
Artists) hanno visitato lo Shrine, Basilica della Madonna di Fatima in Lewiston, New-York (USA) il 30 ottobre
dellanno scorso. Lo scopo della visita stato quello di dipingere soggetti
attinenti lo Shrine. Gli artisti, hanno
approfittato delloccasione per condividere con la gente sia il frutto del
loro lavoro come unagape fraterna.
Plein Air Artists ha visitato due volte lo Shrine durante lanno 2014.

i Plein Air Artists mostrano, soddisfatti, le loro creazioni

CI HANNO PRECEDUTO

CI HANNO PRECEDUTO

P. ENRICO BRIEDA
(1942-2014)

stata caratterizzata dal lavoro parrocchiale, dapprima a S. Dalmazzo di


Torino (1975-84), poi a S. Maria della
Salute a Voghera (1984-93) e infine a
Genova, parrocchia di Ges Adolescente (1993-96), come eterno vice parroco e incaricato dei ragazzi e
dei giovani; nella comunit religiosa,
grazie alle sue capacit pratiche, ha
sempre esercitato lufficio di economo locale.
Da diversi anni aveva conosciuto e
frequentato lambiente della Comunit di Taiz, e volentieri vi ritornava
con i gruppi dei suoi giovani, educandoli a quella spiritualit. Nel
1996 questo ciclo si interrompe con
la destinazione a Cremona, dove la
sua attivit si concentrata sulla cura
della economia della casa e la direzione del pensionato di giovani studenti e lavoratori che avevano occupato progressivamente gli spazi lasciati liberi dalla scuola media.
Il periodo cremonese, il pi lungo
trascorso dal P.Enrico in una comunit, ha avuto termine nel 2009, quando stato trasferito a Voghera. Qui

Il P. Enrico Brieda era nato ad Orsago, in provincia di Treviso il 29 agosto 1942, in una famiglia di cinque
fratelli. Dopo i corsi elementari frequentati in paese (1949-54), stato
accolto nella Scuola Apostolica di
Genova (Casa Missionaria) per i tre
anni di scuola media e i due anni di
ginnasio (1954-59), questi ultimi frequentati allIstituto Vittorino da Feltre, come era uso in quegli anni.
Ha compiuto lanno canonico di
Noviziato a Monza (1959-60) concluso con la Prima Professione il 2 ottobre 1960. Inviato a Firenze nello
Studentato presso il Collegio La Querce, ha frequentato il primo e secondo
anno del Liceo classico, mentre per il
terzo anno e la maturit fu mandato
allo Studentato del S. Francesco di
Lodi (1960-63). Dopo lanno di propedeutica, venne a Roma nello Studentato del Gianicolo, e alunno del
quadriennio di teologia presso la Pontificia Universit Urbaniana. Completava intanto il curricolo di
formazione religiosa con la professione solenne (29 settembre
1965), preceduta dal periodo di
preparazione, a S. Felice a Cancello, e lascesa ai vari gradi dellOrdine sacro, culminata con la
ordinazione presbiterale il 18 dicembre 1967.
Ha dimostrato fin dallinizio
del suo ministero una spiccata
propensione per la pastorale
giovanile, esercitata in seguito
sia nella scuola, sia nelle nostre
parrocchie, a cominciare dalla
prima destinazione al ReaL Collegio Carlo Alberto di Moncalieri (1968-71), in qualit di vice
rettore degli esterni e come direttore spirituale. Seguirono gli
anni di lavoro pastorale nella
parrocchia di S. Martino ad Asti
(1971-74). Per un anno fu mandato al Vittorino da Feltre come
economo, ma ritorn al lavoro
pastorale nella parrocchia torinese di S. Dalmazzo, nel 1975.
Per un ventennio, la sua presenza comunitaria e pastorale
p. Enrico Brieda

sono incominciati a farsi evidenti i


segni della malattia, lAlzheimer, che
lha poi portato alla morte. A motivo
di ci i superiori allinizio del 2012
hanno pensato bene di metterlo in
una comunit pi tranquilla, Moncalieri. Ma nellottobre del 2013, a
causa dellaggravarsi del male, stato ricoverato in una clinica specializzata di Como, tenuto da religiose,
dove il Signore lo ha definitivamente
incontrato poco pi di un anno dopo, il 28 dicembre 2014.
Per le esequie, la salma stata trasportata a Moncalieri, ed ora P. Enrico, in attesa della risurrezione,
sepolto nella tomba di comunit del
cimitero di Moncalieri.
Si propone, a ricordo di P. Enrico,
la sintesi che il P. Rev.mo Giuseppe
Bassotti, ha dettato per il cartoncino
ricordo della Comunit:
Nel ministero sacerdotale, svolto
nella scuola come in parrocchia, P.
Enrico, sfruttando la sua capacit naturale di approccio con i ragazzi e i
giovani, ne cur la formazione umana
e cristiana, seminando nei loro cuori
non solo cordialit e amicizia,
ma soprattutto fede e amore al
Signore.
Durante la malattia, soprattutto negli ultimi tempi, il suo pensiero correva spesso ai suoi familiari, soprattutto alla mamma,
ai luoghi della sua infanzia, alla
parrocchia del paese, dove talvolta destate sostituiva il parroco
nella celebrazione della S. Messa, e ai tanti suoi concittadini,
che egli ben conosceva. Conscio che la sua vita non avrebbe
avuto lunga durata, tanto da affermare che non avrebbe superato lanno in corso, trovava
conforto nel recitare durante il
giorno i misteri del Rosario, affidandosi cos allintercessione
della Vergine Santa.
Il Signore, quasi allimprovviso lha chiamato a S, nella sua
dimora di luce e di pace. Non
manchi una preghiera in suffragio della sua anima, certi che
anche lui pregher per tutti noi.
Giovanni Villa
Eco dei Barnabiti 1/2015

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DAL NOSTRO SCAFFALE

SCHEDARIO BARNABITICO

A. GENTILI, Il sentire cifra dellesperienza religiosa nella testimonianza di S. Angela da Foligno, in


SantAngela da Foligno, contemplativa, mistica, apostola, a cura di L. Borriello e R. Di Muro, Casa Editrice
Miscellanea Francescana, San Giorgio del Sannio 2014,
pp. 99-110.
Il giorno 9 ottobre 2013, il Santo Padre Francesco ha
proclamato santa Angela da Foligno (1248-1309), riconoscendo la ragguardevole dimensione di questa figura delluniverso francescano e ponendola quale illustre modello
al cospetto di tutti i credenti.
Con questo volume curato da Luigi Borriello e Raffaele
Di Muro, rispettivamente carmelitano e francescano
conventuale si voluto dare risalto allevento citato,
mediante la presentazione di studi volti a illustrare aspetti
essenziali che caratterizzano lesperienza e la dottrina
della santa mistica medievale.
Gli stimolanti interventi raccolti in questo volume
appartengono a noti studiosi della teologia mistica come
il gi citato Luigi Borriello, Antonio Gentili, Elia Citterio
e Bernardo Commodi. Ad essi si affiancano scrittori
emergenti in questa disciplina, quali Massimo Vedova e
Roberto Fusco.
Limitandoci al contributo del barnabita Antonio Gentili,
lautore ha inteso mettere in rilievo limportanza della
dimensione esperienziale della spiritualit di S. Angela
da Foligno, che la rende accattivante per la sensibilit
spirituale moderna che tenta di superare i limiti imposti
dalleccesivo intelletualismo cartesiano e illuminista
che troppo spesso lhanno limitata e isterilita. Inoltre,
unattenzione speciale dedicata agli aspetti psicosomatici presenti nella teologia spirituale e affettiva della santa
folignate.

IL GIOVED SANTO DI SANTA ANGELA DA FOLIGNO


Nel giorno di gioved santo dissi alla mia compagna di andare insieme alla ricerca del Cristo: Andiamo allospedale e forse troveremo Cristo tra quei poveri, carichi di mille pene ed afflizioni.
Ci avviammo portando con noi tutti i veli che potemmo portare, poich non avevamo nientaltro, e giunte col
pregammo linserviente dellospedale, che si chiamava Gigliola, di vendere quegli indumenti per comprare
qualcosa da mangiare per i poveri dellospedale. Quellinserviente dapprima fece qualche resistenza pensando
che volessimo burlarci di lei, ma alla fine, dietro alle nostre insistenze, si lasci convincere. Vendette i nostri veli
e compr con il ricavato alcuni pesci, mentre noi da parte nostra avevamo portato del pane che ci era stato dato
per il nostro sostentamento. Distribuimmo tutto a loro, lavammo i piedi delle donne, le mani degli uomini e in
particolare di un lebbroso che aveva gli arti putrefatti e marci e persi, e bevemmo poi lacqua di quel lavaggio.
Provammo una dolcezza tutta speciale, tanto che per la strada ci sentivamo come ripiene di una indicibile soavit,
quasi ci fossimo comunicate. Mi sembrava infatti di essermi comunicata, poich sentivo quella immensa soavit,
quasi mi fossi comunicata. E poich un brandello di quella carne piagata mi era rimasto attaccato alla gola, mi
sforzavo di inghiottirlo, e sentivo che la coscienza mi impediva di sputarlo, quasi mi fossi comunicata, sebbene
non volessi sputarlo per rigettarlo, ma solo per staccarlo dalla gola.
ANGELA DA FOLIGNO, Il Libro, Citt Nuova, Roma 2009, p. 83.

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Eco dei Barnabiti 1/2015

Allumanit, che talora sembra smarrita e dominata dal potere


del male, dellegoismo e della paura, il Signore risorto offre
in dono il suo amore che perdona, riconcilia e riapre lanimo
alla speranza. amore che converte i cuori e dona la pace.
Quanto bisogno ha il mondo di comprendere e di accogliere
la Divina Misericordia!.

MARZO 2015

A tutti i lettori dellEco dei Barnabiti


il pi vivo e sincero augurio di Buona Pasqua
La direzione e la redazione dellEco

Anno XCV - N. 1 - 2015


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Parole che Giovanni Paolo II avrebbe voluto dire


al Regina Coeli il giorno dopo la sua morte, domenica 3 aprile

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