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MARZO 2015
SOMMARIO
RASSEGNA TRIMESTRALE
DI VITA E DI APOSTOLATO
DELLORDINE DEI CHIERICI REGOLARI
DI S. PAOLO - BARNABITI
Editoriale
1 Lunica legittima violenza (P. Rippa)
Anno XCV
n. 1 - Marzo 2015
Bibbia
2 Vita consacrata nella Chiesa oggi (G. DellOrto)
Trimestrale
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e delle Opere dei Barnabiti.
possibile riprodurre gli articoli della
rivista citando la fonte e mandandone
giustificativo in redazione
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copertina: Tunnel nel bosco, foto di Nicola Tassis
IV di copertina: Nella gioia del Risorto..., disegno
di Nicola Tassis
Vocabolario ecclesiale
5 Viscere (A. Gentili)
Vita consacrata
6 Scrutate. La vita consacrata cammino di profezia e di esplorazione di nuovi
orizzonti (E. Brambilla)
Ecumenismo
11 La vita consacrata nelle tradizioni cristiane. Colloquio ecumenico di religiosi e
religiose: Roma 22-25 gennaio 2015 (E. Sironi)
Spiritualit barnabitica
17 Intervista a un santo. Francesco Saverio Maria Bianchi (M. Regazzoni)
Osservatorio paolino
23 Paolo di Tarso: quattro profili (G. Cagnetta)
BIBBIA
VITA CONSACRATA
NELLA CHIESA OGGI
LAnno della Vita Consacrata appena iniziato costituisce un kairs, un tempo opportuno da
cogliere per meditare e riscoprire il ruolo e la missione della vita consacrata allinterno
dellintero corpo ecclesiale nel mondo attuale. Anche lEco vuole offrire questanno ai suoi
lettori, alcune pagine di riflessione dettate dal biblista p. Giuseppe DellOrto per ricuperare la
caratteristica della vita religiosa di essere oggi segno e profezia per la Chiesa e realizzare
laffermazione di papa Francesco: Dove ci sono i religiosi c gioia.
liare forma di sequela Christi (messaggio di Papa Francesco, 30 novembre 2014) perch, proprio nella attuale
societ secolarizzata, si possa continuare a rispondere allappello che
Giovanni Paolo II lanciava allinizio
del terzo millennio: Voi non avete solo una gloriosa storia da ricordare e da
raccontare, ma una grande storia da
costruire! Guardate al futuro, nel quale lo Spirito vi proietta per fare con voi
ancora cose grandi (Vita consecrata,
n. 110). nel contesto del Concilio
Vaticano II, infatti, che va compresa
limportanza e lopportunit di un anno dedicato alla vita consacrata. Se si
rileggono i testi conciliari che ne trat-
tano, si scopre come fossero stati gettati allora tanti semi che il post-concilio ha fatto crescere e che oggi risultano ancora pi attuali: la teologia del
carisma, la profezia, la vita fraterna,
lapertura alle diverse forme di vita
consacrata, lecclesialit e non ultime la radice battesimale della consacrazione e lo stile di vita del consacrato come sequela Christi, permanente
ed efficace testimonianza nel mondo
della Incarnazione di Cristo. La vita
consacrata segno per il Popolo di
Dio del compimento della comune
vocazione cristiana e manifestazione
della grazia del Signore risorto e della
potenza dello Spirito Santo: la vostra
luminosa testimonianza di vita sar come una lampada posta sul candelabro
per donare luce e calore a tutto il
popolo di Dio (messaggio di Papa
Francesco, 30 novembre 2014). Non,
quindi, un anno da vivere allinterno
dei propri Istituti o Congregazioni, ma
un abbraccio totale di tutta la Chiesa,
perch come diceva papa Francesco
gi nel 1994, nel corso del Sinodo
La vita consacrata dono alla Chiesa,
nasce nella Chiesa, cresce nella Chiesa, tutta orientata alla Chiesa.
Ecco dunque che questo Anno si
prefigge anzitutto di rappresentare
unoccasione per tutti i religiosi di
evangelizzare la propria vocazione e
di testimoniare la bellezza della sequela Christi nelle molteplici forme in
cui si esprime la nostra vita Tutto
questo porter i religiosi e i consacrati
a continuare il rinnovamento proposto
dal Concilio, potenziando la loro relazione con il Signore, la vita fraterna in
comunit, la missione, e curando una
formazione adeguata alle sfide del nostro tempo, in modo da riproporre
BIBBIA
con coraggio e con fedelt dinamica e creativa (cf. VC 37) lesperienza
dei loro fondatori e fondatrici. Cos si
esprimeva il 31 gennaio 2014 il card.
Joo Braz De Aviz, nella Conferenza
stampa di presentazione dellAnno della Vita Consacrata. Ma, insieme, la celebrazione di questo Anno anche invito a tutto il popolo cristiano a stringersi attorno alle persone consacrate,
a gioire con loro, a condividere le loro
difficolt, a collaborare con esse per
il perseguimento del loro ministero e
della loro opera, che sono poi quelli
dellintera Chiesa (Papa Francesco,
Lettera a tutti i consacrati, 28 novembre 2014, III 2). Insomma, un kairs,
un tempo opportuno da cogliere per
meditare e riscoprire il ruolo e la missione della vita consacrata allinterno
dellintero corpo ecclesiale nel mondo
attuale. Vita consacrata nella Chiesa
oggi, come recita il motto che accompagna il Logo ideato dalla pittrice
Carmela Boccasile, e che intendiamo
prendere come riferimento per il nostro percorso di questanno.
lo Spirito che aleggia sulle acque
Con grande semplicit, il logo richiama simbolicamente i valori fondamentali della consacrazione religiosa,
secondo uno schema ternario. La prima terna rappresentata, appunto, dal
motto.
La seconda consta di tre segni grafici: una colomba, il mare e un globo.
La distesa dellacqua rappresenta le
tempeste della storia, con evidente richiamo ai flutti del diluvio, sui quali si
libra la colomba della pace (Gn 8,
BIBBIA
consacrata la profezia.
Come la profetessa Anna, che comunica a tutti
con gioia le meraviglie
che Dio ha operato e
operer, cos i consacrati
sono chiamati ad essere
profeti. Il profeta colui
che incarna la Parola,
perch le d un corpo e
una storia. Egli annuncia
una parola divina creatrice della storia, la interpreta e si fa latore di essa. Dio a porre la sua
parola sulle labbra del
profeta e ad inviarlo copresentazione di Ges al tempio - Codex
me messaggio al suo poEgberti f. 18v
polo. Unto e sostenuto
dallo Spirito, il profeta
per qualche cosa, ma a causa di chiamato a portare il lieto annuncio
qualcuno: di Ges Cristo e del fasci- ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori
no che egli esercita. Come il vec- spezzati, a proclamare la libert degli
chio Simeone ha atteso per tutta la schiavi, la scarcerazione dei prigionievita lavvento di Dio e ne ha celebra- ri (Is 61,1). La parola che lo Spirito
to la presenza nel Bambino Ges mette nel cuore e sulla bocca del propresentato al Tempio, cos i consa- feta non solo un fatto verbale, ma
crati sono gli uomini e le donne della un evento che accade. Questo signifimemoria e dellattesa di Dio.
ca che come la Parola opera in noi, la
2) Abbracciare il futuro con speran- nostra azione, la nostra opera frutto
za. Solo cos, radicati nel Vangelo, si di quella Parola; il nostro agire che
infonde speranza al mondo; solo cos deve rivelare la Parola che ci stata
senza negare le difficolt le si abbrac- annunciata; la parola efficace se
cia e le si supera. La speranza attesa opera, lopera efficace se frutto della
di qualcosa di positivo per il futuro, Parola. Il profeta ogni giorno ridema che al tempo stesso deve sostenere sta lorecchio, va a scuola di Dio, per
il nostro presente; affidamento libero poter nutrire se stesso ed essere in
e incondizionato ad una promessa, ra- grado di dare una risposta agli standicato nella fiducia in Chi tale promes- chi. Cerca la parola di Dio per essere
sa ha pronunciato. Perch la speranza un uomo di speranza. Senza questo
di cui parliamo non si fonda sui numeri incontro quotidiano non si pu dare
o sulle opere, ma su Colui nel quale una risposta a nessuno, n alla propria
abbiamo posto la nostra fiducia (cfr 2 stanchezza, n a quella degli altri (B.
Tm 1,12) e per il quale nulla impos- Maggioni). I consacrati sono chiamati
sibile (Lc 1,37). questa la speranza a essere profezia che ripara la Chieche non delude e che permetter alla sa e la societ, che trasforma il potere
vita consacrata di continuare a scrivere in servizio, il possesso in custodia, acuna grande storia nel futuro, al quale compagnando il popolo di Dio alla
dobbiamo tenere rivolto lo sguardo, luce del Vangelo, come una sentinella
coscienti che verso di esso che ci che veglia durante la notte e sa quanspinge lo Spirito Santo per continuare a do arriva laurora: contemplano la
fare con noi grandi cose (Papa France- luce di Dio, che viene ad illuminare il
sco, Lettera a tutti i consacrati, I 3). Co- mondo, ed il loro sguardo profetico si
me Simeone e Anna hanno vissuto nel- apre al futuro, come annuncio del
la speranza della venuta del Salvatore, Messia (Benedetto XVI).
pronti a far festa nellora dellincontro,
cos i consacrati sono i prigionieri
la stella polare
della speranza, chiamati a prefigurare
il domani di Dio nel presente di tutti
Ultima terna sono tre stelle, simbogli uomini, con la parola e con la vita. lo dellidentit della vita consacrata
3) Vivere il presente con passione. nel mondo come confessio Trinitatis,
Perch la nota che caratterizza la vita signum fraternitatis e servitium caritatis.
VOCABOLARIO ECCLESIALE
Vocabolario ecclesiale
VISCERE Unantica preghiera del Messale in
vigore sino alla riforma del Vaticano II recitava, al
momento della comunione eucaristica: Il tuo
corpo che ho ricevuto, Signore, e il sangue cui ho
attinto, aderiscano alle mie viscere. Come si
spiega cos marcato realismo che sta a indicare
lestrema concretezza dellIncarnazione? Dobbiamo premettere un richiamo alla visione biblica
dellessere umano. Nel libro della Genesi si legge: Il Signore Dio plasm luomo con polvere
del suolo (adamh) e soffi (ruah) nelle sue narici
un alito di vita (neshamah) e luomo divenne un
essere vivente (nefesh) (Gen 2,7). Possiamo affermare di conseguenza che le dimensioni della persona sono costituite dal corpo fisico (adamh, cf
Gen 6,3); dallanima o psiche che lo informa e gli
conferisce lenergia vitale (nefesh, cf Gen 1,30;
9,4-5); dalla facolt mentale-volitiva propria
delluomo (ruah, cf Gen 7,22) e infine dalla neshamah che la presenza del divino nelluomo.
In particolare nefesh unentit psichica individuale e indica il principio vitale consistente nel
soffio caldo che viene dalle viscere, mentre la
parte superiore delluomo diventa ricettacolo dello Spirito/Soffio divino o neshamah. a questa
suprema effusione che fa riferimento il libro del
Proverbi quando recita: Il respiro (neshamah)
delluomo una fiaccola che Dio ci ha donato
per penetrare tutti i nascondigli delle viscere
(Prv 20,27), ossia le profondit dellessere.
Stando alla tradizione biblica (condivisa da tutte le dottrine tradizionali: si pensi allo hara da
cui harakiri o taglio del ventre della cultura
giapponese), le viscere sono dunque la sede
dellanima. Affermazione, questa, che si discosta
nettamente dalla visione cartesiana, secondo cui
lanima risiede allaltezza del cervello, nella
ghiandola pineale. Leggiamo nelle Scritture ebraiche, in riferimento al figlio della vedova di Zarepta richiamato in vita dal profeta Elia: La sua ani-
VITA CONSACRATA
SCRUTATE
smarrimento, di demotivazione, di
volont di abbandono. Ed qui, nella crisi e nello sconforto, che Elia invece di andarsene sinoltra nel deserto per giungere fino allHoreb, al
monte della rivelazione. L Dio of-
Nella lunga storia della vita consacrata, in diverse circostanze, si voluto riferirsi ai profeti, come a modelli di vita e punto di riferimento
per arricchire lidentit delle diverse
esperienze di consacrazione. Una
qualifica, per, che andata sempre
pi spegnendosi, tant che nel corso
del Concilio Vaticano II i religiosi
non lhanno, di fatto, recepita.
Nessuna allusione alla vita profetica della vita consacrata presente n
in Lumen Gentium n in Perfectae
Caritatis. Solo nel post-concilio inizia
a riaffiorare la categoria profetica,
come appare ad esempio in Evangelii
Nuntiandi 69 e nel documento Religiosi e Promozione Umana.
Sar soprattutto il Sinodo sulla Vita
Consacrata che riassumer il vocabolario profetico.
Il carattere profetico della vita consacrata stato messo in forte risalto
dai Padri sinodali. Esso si configura
come una speciale forma di parteci-
VITA CONSACRATA
pazione alla funzione profetica di Cristo, comunicata dallo Spirito a tutto il
Popolo di Dio. un profetismo inerente alla vita consacrata come tale,
per il radicalismo della sequela di Cristo e della conseguente dedizione alla
missione che la caratterizza (VC 84).
Cos, dallEsortazione Apostolica
Vita Consecrata, nella riflessione teologica e allinterno degli Istituti religiosi, la vita consacrata spesso stata
definita vita profetica.
anzitutto necessario ricordare
che la profezia dono dello Spirito
di Dio e che il profeta colui attraverso il quale Dio parla! Noi confessiamo che lo Spirito Santo ha parlato per mezzo dei profeti, e che nella sua libert, in ogni tempo e in
ogni cultura, ha fatto udire la sua voce e lha attestata in modo specifico
nei profeti del Primo Testamento.
Se vero che i profeti hanno profetato fino a Giovanni il Battista altrettanto vero e definitivo che Dio ci
abbia parlato ultimamente per mezzo
del Figlio Ges Cristo (cfr. Eb 1,2).
Ges Cristo il profeta escatologico, su cui lo spirito sceso per dimorare per sempre.
Da ci deriva che tutte le vocazioni ecclesiali ricevono e vivono il dono della profezia e che tale dono
non pu essere esercitato in modo
esclusivo da qualcuno. Resta per
vero che nella Chiesa, che nel suo
interno sacerdotale, profetica e regale, esistono alcune specificit.
Se chi guida il popolo di Dio, assolve in prima istanza alla funzione
sacerdotale, se i fedeli esercitano soprattutto la regalit di Cristo nella
storia, la Vita Consacrata vuole essere per loggi una Parola di Dio realizzata nella sua forma di vita, quale testimonianza di Cristo profeta.
Il documento Scrutate attraverso
licona del profeta Elia rimette al
centro dellidentit dei consacrati e
delle consacrate, la profezia. Leggiamo, infatti, nel documento: Si tratta
di una funzione che appartiene a
ogni cristiano, ma nella vita consacrata si caratterizza per la radicalit
della sequela Christi e del primato di
Dio, e insieme per la capacit di vivere la missione evangelizzatrice della Chiesa con parresia e creativit.
E aggiunge, pi avanti: Il tempo di
grazia che stiamo vivendo, con linsistenza di Papa Francesco di porre al
centro il Vangelo e lessenziale cristia-
Elia torna alle fonti, al luogo della rivelazione, e cos trova la forza per
andare avanti
VITA CONSACRATA
VITA CONSACRATA
della categoria profetica della
vita consacrata, un nuovo modo di intendere la profezia,
capace di superare tutto ci
che ci blocca e ci impedisce
di avventurarci verso i nuovi
orizzonti dellevangelizzazione.
Nella seconda parte dellEsortazione Apostolico Evangelii Gaudium, dal n 76, il
Papa indica alcune tentazioni
degli operatori pastorali, ho
trovato tali indicazioni applicabili e importanti per il processo di rinnovamento della
Vita Consacrata e nel recupero della categoria profetica di
chi sa scrutare gli orizzonti.
La prima tentazione da superare quella di una grave
forma dindividualismo, crisi
decisivo ritornare ad essere pellegrini
didentit e calo del fervore
che conducono a una forma
di relativismo pratico.
cile evoluzione dei processi e si vuoQuesto relativismo pratico consi- le che tutto cada dal cielo.
ste nellagire come se Dio non esiE aggiunge il documento, Scrutate:
stesse, decidere come se i poveri non Una velata acedia fiacca, a volte, il
esistessero, sognare come se gli altri nostro spirito, offusca la visione, sfibra
non esistessero, lavorare come se le decisioni e intorpidisce i passi, coquanti non hanno ricevuto lannun- niugando lidentit della vita consacracio non esistessero (80).
ta su un paradigma invecchiato e autoLa seconda tentazione quella che referenziale, su un orizzonte breve.
il Papa chiama accidia egoistica, Allaccidia egoistica si deve aggiungequando si sente il bisogno imperio- re la psicologia della tomba, che poso di preservare gli spazi di autono- co a poco trasforma i cristiani in mummia quando non si accetta la diffi- mie da museo. Sembrerebbe esserci
una forte distanza tra una visione ideale di rinnovamento e la concreta capacit delle persone e delle istituzioni a
costruire esperienze nuove e capaci di
esprimere vera vitalit e autentico spirito profetico. Il rischio di rifiutare
ogni nuova prospettiva che nasce, giudicata spesso troppo idealista e teorica,
con il risultato di far prevalere solo ed
esclusivamente il quotidiano, o il tirare
avanti, vuoto e senza senso. la strada
che conduce necessariamente a essere
mummie da museo!
Altra tentazione da superare il
pessimismo sterile accompagnato
dal senso di sconfitta.
Le difficolt che si possono incontrare nel processo di rinnovamento,
non dovrebbero essere scuse per ridurre il nostro impegno e il nostro
fervore, consideriamole, piuttosto come sfide per crescere.
Non siamo chiamati a essere profeti
di sventura! Ci ricordava Benedetto
XVI, non unitevi ai profeti di sventura
una velata acedia fiacca, a volte, il
che proclamano la fine o il non senso
nostro spirito
della vita consacrata nella Chiesa dei nostri giorni; piuttosto rivestitevi di Ges Cristo e indossate le armi della luce, restando
svegli e vigilanti.
Il pessimismo sterile e il senso di sconfitta rischiano di trasformarci in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia
scura (cfr. EG 85).
Il documento Scrutate si chiude con la domanda, dove saranno i consacrati?. La vita
consacrata sapr accogliere
la sfida delle domande che
provengono dai crocevia del
mondo?
In particolare, avremo il coraggio di collocare nei nostri
nuovi orizzonti, lesperienza
dei poveri, il dialogo interreligioso e interculturale, la complementariet uomo-donna,
lecologia di un mondo malato, leugenetica senza remore, leconomia
globalizzata, la comunicazione planetaria, il linguaggio simbolico?
Sono i nuovi orizzonti che non si
possono solo enumerare ma vanno
abitati e fermentati sotto la guida dello Spirito.
VITA CONSACRATA
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LA VITA CONSACRATA
NELLE TRADIZIONI CRISTIANE
ECUMENISMO
Nel calendario dellAnno della Vita consacrata, al primo posto degli incontri internazionali
promossi e coordinati dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Societ di vita
apostolica, spicca il Colloquio ecumenico di religiosi e religiose appartenenti alle diverse
tradizioni cristiane.
l Colloquio ecumenico di
religiosi e religiose appartenenti alle diverse tradizioni
cristiane ha avuto luogo puntualmente
in Roma presso lAula Magna dellAugustinianum dal gioved 22 alla domenica 25 gennaio 2015, nella Settimana di preghiera per lunit dei cristiani.
Linvito a partecipare era giunto per
tempo e direttamente dal Dicastero
vaticano anche allIstituto di teologia
ecumenica S. Nicola in Bari della Facolt Teologica Pugliese, che ha provveduto a inviare alcuni suoi rappresentanti, alunni e docenti cattolici e
ortodossi, debitamente preparati. Tra
loro pure io ho avuto la gioia dellinvito a partecipare al singolare Colloquio.
11
ECUMENISMO
sidente del Pontificio Consiglio per la
promozione dellUnit dei cristiani e
dal vescovo della Chiesa ortodossa serba Andrej Cilerdic. Tutti i convocati
hanno ammirato la collaborazione, in
sintonia di intenti, dei tre Dicasteri della S. Sede: un esempio di concorde
sinergia. Seguivano poi le testimonianze delle diverse tradizioni di vita consacrata, come ad esempio quella del
Priore di Taiz fr. Alois, del monaco
Guido Dotti della comunit di Bose, di
sr. Agns Granier delle Religieuses
de Saint Andr, del monaco Markos
Hamam della Chiesa Copta Ortodossa,
dellIgumena Sevastiani Apostolaki del
monastero greco-ortodosso della Trasfigurazione (Grecia), di Sr Bndicte
Girard e sr. Mireille della Comunit
delle Diaconesse di Reuilly (Francia),
di Nicolas Stebbing della Community
of the Resurrection, di Fr. Clark Berge
della Society of St. Francis, di Br. Caesarius Cavallin OSB del Monastery of
the Holy Cross, Ostanback (Svezia),
del p. Jos M. Hernndez (CMF), che
ha messo in risalto come anche la vita
consacrata sia chiamata ad essere
ponte e non fossato tra i cristiani.
stata certamente una sofferenza
quella di non avere potuto condividere lEucaristia; ma soffrire fa maturare, aiuta a valorizzare il dono
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bilire lunit di tutti i cristiani presente naturalmente in tutte le Chiese e riguarda sia clero che laici. Ma la vita
religiosa, che affonda le sue radici
nella volont di Cristo e nella tradizione della Chiesa indivisa, ha senza
dubbio una vocazione particolare
nella promozione di questa unit.
Non daltronde un caso che numerosi pionieri dellecumenismo siano
stati uomini e donne consacrati. Tuttora, varie comunit religiose si dedicano intensamente a tale obiettivo e sono luoghi privilegiati di incontro tra
cristiani di diverse tradizioni Alla vita religiosa appartiene la ricerca dellunione con Dio e dellunit allinterno della comunit fraterna La vita
religiosa ci rivela che anche questa
unit pu compiersi soltanto camminando insieme se percorriamo la via
della fraternit nellamore, nel servizio, nellaccoglienza reciproca Prego il Signore di ispirarvi a lavorare instancabilmente per la pace e la riconciliazione fra tutte le Chiese e le
Comunit cristiane. Prima di incontrare personalmente Papa Francesco,
con lui abbiamo pregato tutti insieme
la preghiera del Signore e ha concluso cos: Che il Signore ci benedica
tutti. Il gruppo di Bari ha donato a
Francesco, per le mani del nostro giovane studente ortodosso romeno Jonut Pectu, una bellissima icona originale della Theotkos Eleusa, Vergine
Madre della tenerezza, che il Papa ha
gradito molto e baciato.
la Comunicazione finale
Domenica mattina, 25 gennaio, nella Festa della Conversione di S. Paolo, in seduta plenaria stato rivisto,
corretto e aggiornato il testo ufficiale,
redatto in lingua francese, di una Comunicazione finale, articolata in tre
parti, espressione in sintesi dei lavori
di gruppo, approvata con unanime
consenso. Sono felice di poterla offrire ai lettori dellEco dei barnabiti. I
grassetti sono del sottoscritto.
unesperienza inedita
Per la prima volta stato organizzato in Vaticano un colloquio ecumenico sulla vita consacrata riunendo un
centinaio di religiose e religiosi di diverse appartenenze ecclesiali cattolici, ortodossi, ortodossi orientali, anglicani, protestanti per acquisire una
ECUMENISMO
reciproca conoscenza, per pregare,
scambiarsi le proprie esperienze e favorire lunit dei cristiani. Questo incontro inedito, organizzato dal 22 al
25 gennaio 2015 durante la Settimana
di preghiera per lUnit dei cristiani
uniniziativa della Congregazione per
gli Istituti di vita consacrata e le Societ di vita apostolica in collaborazione
con altri due Dicasteri vaticani: Pontificio Consiglio per la Promozione dellUnit dei cristiani e la Congregazione
per le Chiese Orientali.
Durante quattro giorni intensi questi
uomini e donne consacrati, che tutti
hanno offerto la loro vita a Dio nella
sequela di Cristo, ma secondo modalit molto diverse, hanno fatto unesperienza privilegiata che li ha ricolmati
di gioia: scoprire la loro profonda comunione nella medesima scelta di vita e nello stesso tempo la felice diversit nella sua pratica. Per questo, la
gratitudine rivolta al Signore, mentre
si molto riconoscenti a Papa Francesco che ha indetto un Anno della vita
consacrata in seno alla Chiesa cattolica, associando anche coloro che seguono la stessa via in una maniera
analoga nelle altre Chiese, incoraggiando caldamente questi incontri
perch cresca la mutua conoscenza,
la stima, la collaborazione reciproca,
in modo che lecumenismo della vita
consacrata sia di aiuto al pi ampio
cammino verso lunit tra tutte le
Chiese (Lettera Apostolica a tutti i
consacrati, 21 novembre 2014, 3,3).
molteplici scoperte
I partecipanti hanno ricevuto molto da questi tempi di incontro: la parola dei Cardinali capi dei Dicasteri
organizzatori; la presentazione della
vita consacrata secondo ciascuna
delle tre grandi tradizioni; le testimonianze vissute di sorelle e fratelli etc..
Tuttavia, essi non hanno tanto discusso di unit, quanto fatto unesperienza autentica di unit condividendo
momenti di dialogo fraterno fra loro e
di comunione con Dio, nello scambio di esperienze e di orazione, in
comunione di preghiera con numerose religiose e religiosi contemplativi.
Durante questi giorni di incontro e
di dialogo fraterno essi hanno scoperto insieme ci che hanno in comune:
limpegno a seguire il Cristo (sequela
Christi) in forme comunitarie o no,
che risalgono ai primi secoli del cri-
13
ECUMENISMO
prospettive rinnovate
lunit si fa camminando
14
cendevole incoraggiamento alla perseveranza nella sequela fedele dellunico Signore. S, perch, ha proseguito Francesco, lunit dei cristiani
non sar il frutto di raffinate discussioni teoriche nelle quali ciascuno
tenter di convincere laltro della fondatezza delle proprie opinioni. Verr
il Figlio delluomo e ci trover ancora
nelle discussioni. Dobbiamo riconoscere che per giungere alla profondit del mistero di Dio abbiamo bisogno gli uni degli altri, di incoraggiarci e di confrontarci sotto la guida
dello Spirito Santo, che armonizza
le diversit e supera i conflitti, riconcilia le diversit.
Verso la conclusione dellomelia
Francesco ha rivolto una parola ai
partecipanti al Colloquio, a religiosi
e religiose appartenenti a diverse
Chiese e Comunit ecclesiali che
hanno partecipato in questi giorni ad
un Convegno ecumenico La vita
religiosa come profezia del mondo
futuro chiamata ad offrire nel nostro tempo testimonianza di quella
comunione in Cristo che va oltre
ogni differenza e che fatta di scelte concrete di accoglienza e dialogo. Di conseguenza, la ricerca dellunit dei cristiani non pu essere
appannaggio solo di qualche singolo
o comunit religiosa particolarmente
sensibile a tale problematica. La reciproca conoscenza delle diverse tradizioni di vita consacrata ed un
fecondo scambio di esperienze pu
essere utile per la vitalit di ogni forma di vita religiosa nelle diverse
Chiese e Comunit ecclesiali.
Uscendo dalla Basilica ho potuto
dialogare col card. Walter Kasper,
gi Presidente del Pontificio Consiglio per lunit dei cristiani, convinto assertore della causa ecumenica, sempre radioso e incoraggiante allimpegno per lunit, come
risulta anche dalle sue innumerevoli pubblicazioni. sua lespressione:
lecumenismo non il piacere privato di alcuni matti, ...ma un sacro
obbligo per tutti. Anzi, ha definito
lopera ecumenica il cantiere della
Chiesa del futuro. Mi ha chiesto
del Colloquio ed rimasto ammirato
del buon esito delliniziativa che
riuscita a coinvolgere tre Dicasteri
vaticani a motivo della vita consacrata ecumenica: la vita consacrata opera miracoli anche in questo
ambito.
ECUMENISMO
incontri fraterni
Durante i giorni del Colloquio ho
avuto modo di rivedere con gioia
tanti amici e di dialogare con le sorelle e i fratelli consacrati delle altre
Chiese, in particolare della Comunit di Taiz, delle Diaconesse di
Reuilly, della Jesusbruderschaft di Gnadenthal, in particolare con Br. Franziskus Joest che non rivedevo da alcuni anni, oltre che con le monache
e i monaci di Bose, e di vari monasteri ortodossi, col p. Tecle Vetrali
dellIstituto di Studi Ecumenici S.
Bernardino di Venezia, col p. James
Puglisi dei Francescani DellAtonement, con Maria-Chiara, piccola sorella di Ges, ricordando soprattutto
la permanenza a Kabul dei pp. Bernasconi, Nannetti, Panigati e Moretti, con Sr. Maria Giampiccolo delle
Figlie della Chiesa, con langlicano
francescano Fr. Clark Berge... Abbiamo pregato, cantato e ascoltato insieme, ci riamo raccontati tante cose, esperienze, ritmi di vita, impegni,
difficolt; abbiamo aggiornato indirizzi e recapiti, ci siamo consigliati,
interrogati, confidati e impegnati a
non perderci di vista. Quale emozione ho provato ad esempio dialogando col p. Hyachinte Destivelle OP,
della commissione preparatoria del
Colloquio, quando scoprendo la presenza di un barnabita tra i membri
invitati, mi ha parlato con ammirazione dei pp. Cesare Tondini, Grigorij uvalov e Karl Schilling.
comunit interconfessionali
Ma in particolare ho avuto modo
di dialogare a pi riprese con il card.
Joo Braz de Aviz e con lArciv. Jos
Carballo, cordialissimi, a proposito
della possibilit di costituire comunit religiose interconfessionali allinterno di Ordini e Congregazioni, con
serio discernimento e realistica valutazione delle modalit, per vivere insieme la stessa vocazione con coraggio e audacia evangelica, escludendo ogni forma di indifferentismo e di
confusionismo. Nel 2000 ne avevo
gi presentato la proposta al Capitolo
generale di Napoli che era arrivato a
esplicitarla nella delibera n 98 che
non escludeva la possibilit di arrivare anche alla costituzione di una
comunit religiosa interconfessionale
come profezia della vita religiosa in
Agosto: 25 anniversario della pubblicazione della Regola di vita dei Laici di San
Paolo (24 marzo 1990).
Perch la Regola di vita costituisca per i Laici di San Paolo una guida sicura che li
accompagni costantemente nel loro impegno di vita cristiana nel mondo.
Settembre: Incontro mondiale delle famiglie (Filadelfia, 22-27 settembre 2015) XIV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia (ottobre 2015).
Perch nei nuclei familiari dei nostri parenti e amici e di quanti fanno riferimento
alla spiritualit paolino-zaccariana ci si sforzi di realizzare in pienezza il progetto di
Dio sul matrimonio e la famiglia.
Ottobre: Quarto centenario della morte del Venerabile Carlo Bascap, legislatore
di Barnabiti e Angeliche, XI Superiore generale dellOrdine e Vescovo di Novara
(6 ottobre 1615).
Perch lintercessione del Venerabile Bascap ci ottenga un costante impegno
nella disciplina regolare e un desiderio sconfinato per la salvezza delle anime.
15
ECUMENISMO
e per il mondo. Tale via interconfessionale pu mostrare un volto in cui
lecumenismo diventa profezia della
vita religiosa in una forma nuova,
anche attrattiva. Soltanto la vita consacrata pu fare questo! Dallascolto
delle testimonianze nel Colloquio ri-
16
interconfessionale ricchissima di
esperienza e di stimoli a favore dellunit, grazie allo Spirito Santo che
continua a generare sorprese, aggiungendo che occorre andare
avanti con la vita, incontrarsi, condividere, non discriminare e, assicurando la totale disponibilit del
Dicastero allaccoglienza di ogni
suggerimento a favore di una sempre pi viva comunione, ha invitato
tutti a crescere nel desiderio dellunit, a mettere in comune le
ricchezze della vita consacrata delle tradizioni cristiane e ad amare
la causa ecumenica. Ha invitato
inoltre a guardare con simpatia
non solo le esperienze di vita religiosa delle diverse tradizioni, ma
anche quelle non cristiane. Papa
Francesco nella Lettera apostolica
citata ha fatto notare che camminare insieme sempre un arricchimento e pu aprire vie nuove a rapporti tra popoli e culture che in questo periodo appaiono irti di difficolt
(3,4). Il primo Colloquio ecumenico
della vita consacrata terminato
INTERVISTA A UN SANTO.
FRANCESCO SAVERIO MARIA BIANCHI
SPIRITUALIT BARNABITICA
Nel centenario della morte di Francesco Saverio Maria Bianchi vogliamo incontrarlo e
interrogarlo su quella fama di santit che molti gli hanno riconosciuto in vita e dopo la sua
morte. In una ideale intervista ripercorreremo il suo cammino di santit attraverso lesercizio di
quelle virt che sono i punti di forza della vita cristiana e che i fedeli prima e la Chiesa poi gli
hanno riconosciuto in grado eroico.
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SPIRITUALIT BARNABITICA
successo a Giobbe, sono stato toccato
nella carne: dolori alle gambe, che
non ti dico! Fuoco e spine! Fuoco e
spine! Un supplizio, un vero supplizio,
che il Signore mi ha insegnato a sopportare per amore del prossimo e per
voluto accanto a s, facendomi provare lesperienza della croce! Ma alla fine mi ha sciolto da ogni angustia
e ora sono nella sua pace!
Ma veniamo a noi. Toglimi una curiosit. So che c stato un processo
SCHEDA BIOGRAFICA DI
FRANCESCO SAVERIO FILIPPO GIUSTINIANO BIANCHI
Francesco Saverio Filippo Giustiniano Bianchi nacque ad Arpino il 2 dicembre 1743 da Carlo Antonio e da Faustina Morelli e il 3 dicembre fu battezzato. Ricevette il sacramento della confermazione nellottobre del 1748.
Sin da piccolo si dimostr di indole docile e umile, obbediente ai genitori,
composto e serio nel rapporto con i coetanei. Orientatosi per i gesuiti, i
genitori vollero distoglierlo dal proposito e orientarlo per il sacerdozio
secolare, inviandolo nel 1758 al seminario di Nola. Nel 1761 rientr ad
Arpino e, dopo il tentativo dei genitori di proporgli la via del matrimonio,
pass a Napoli per lo studio del diritto canonico e civile. Rientrato nel
settembre 1762 ad Arpino, nellottobre del 1762 accett di entrare tra i
barnabiti, facendo la prima domanda nel collegio dei SS. Carlo e Filippo Neri
di Arpino. Dopo aver fatto la seconda domanda, fu accettato il 6 novembre
1762. Inviato a Zagarolo per il noviziato, vest labito religioso il 28 dicembre e, mutato il proprio nome di battesimo in quello di Francesco Saverio
Maria, fece la professione solenne dei voti religiosi il 28 dicembre 1763.
Destinato a Macerata per lo studio della filosofia, vi rimase fino al 16 ottobre 1765, per trasferirsi a Roma per lo studio della teologia. Per problemi
di salute fu trasferito a Napoli in S. Carlo alle Mortelle e fu ordinato sacerdote il 25 gennaio 1767. Destinato ad Arpino come insegnante di lettere,
nel 1769 ritorn a Napoli come professore di filosofia. Nel 1773 fu eletto
preposto di S. Maria in Cosmedin o di Portanuova. Gli si prospett dapprima la nomina a professore straordinario di teologia alluniversit di
Napoli, laggregazione alle due Accademie reale ed ecclesiastica, oltre
alla possibile nomina per due diocesi, ma il Bianchi scelse sempre di pi
la via della preghiera, della penitenza e del nascondimento. Tra il 1801 e il
1815 esercit il mirabile apostolato della direzione spirituale e del confessionale, accompagnato da quello della carit, sopportando anche la soppressione della congregazione nel 1805. Mor a Napoli il 31 gennaio 1815.
amore suo! Per la conversione e la salvezza dei peccatori! Solo quando celebravo il santo sacrificio, avevo un
poco di respiro, potevo alzarmi e celebrare con devozione la santa messa.
Poi, tutto riprendeva: dolori, immobilit a volte anche lesperienza dellabbandono da parte di Cristo!
I: Non c che dire! Un bellesercizio di virt!
FSMB: S, un bellesercizio di virt!
Pensa! Mi ha fatto fare un cammino nella vita dello spirito che mi ha
portato a sperimentare una profonda
e intima comunione con lui: mi ha
trafitto il cuore con un suo dardo
damore! Mi ha fatto sperimentare
quella che i teologi chiamano la
transverberazione e poi mi ha
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nel quale hanno passato al setaccio la mia vita, dalla nascita fino alla morte; e anche dopo la mia morte.
I: S, stato istruito quello che
chiamano un Processo di beatificazione e canonizzazione: un vero e
proprio tribunale composto da un
presidente, dai giudici, da un promotore della fede (lavvocato del diavolo) e da un avvocato difensore, dai testimoni e dai notai; e devo dire che
ha lavorato a lungo e bene. Ho visto
gli atti. Hanno esaminato le virt da
te esercitate, per vedere se lo hai fatto
in grado eroico. Poi hanno esaminato
i miracoli compiuti da Dio per tua intercessione e li hanno riconosciuti come tali. Solo dopo tutto questo la
Chiesa ti ha iscritto nellalbo dei santi.
SPIRITUALIT BARNABITICA
di Dio si prestava per quello che riguardava il bene delle anime instancabilmente.
Domenico Ceraso (barnabita): So
che era amantissimo dellorazione a
tal punto che da noi stava sempre nel
coro e mi dicevano le monache di
San Marcellino, contigue al nostro
collegio di Portanuova, che lo avevano veduto pregare per molte ore nella loro chiesa, dove egli quasi ogni
giorno si portava a fare la visita al
Santissimo Sacramento in occasione
di novene che si facevano in detta
chiesa, e lo faceva con il massimo
fervore, tanto da sembrare una statua; cos pure in S. Gregorio Armeno.
Ho osservato la sua grande devozione nel celebrare la santa messa. Io
conoscevo nel Servo di Dio uno zelo
ardente per la Gloria di Dio e lamore per la salute delle anime, che risplendeva in lui pi che chiaramente
e nella predicazione della Parola di
Dio e negli avvertimenti privati dati
ai peccatori.
Pasquale Altamura: Conobbi per
la prima volta il padre Bianchi nella
casa della venerabile serva di Dio
suor Maria Francesca delle Piaghe di
Ges Cristo e per mezzo di suor Maria Felice, compagna della serva di
Dio, seppi del gran rispetto del quale godeva il detto padre presso la
venerabile, tanto che vi era una sedia riservata solamente per lui, che
si teneva nella cappella, coperta con
una tovaglia, e che si prendeva prima
che il padre arrivasse in casa e la si
metteva nella stanza nella quale vi
erano gli altri, senza mai far sapere
questo al detto padre. La stessa suor
Maria Felice mi ha detto che grande
era la comunicazione di spirito che
passava tra il padre Bianchi e la serva
di Dio, tanto che questa avvisava
suor Maria Felice di preparare la sedia, avvertendola del suo prossimo
arrivo: Il padre Bianchi adesso
uscito di Portanuova e poco dopo
mi diceva: Affacciati alla finestra,
perch adesso comincia a comparire
dal vicolo e cos avveniva. In seguito, essendo cresciuto negli anni, un
giorno lo incontrai per strada, corsi a
baciargli la mano ed egli mi disse:
Vieni a trovarmi nella mia stanza di
Portanuova e nel bussare alla porta
indica il tuo nome, perch cos io ti
aprir, non essendo mia abitudine ricevere gente in stanza. Cos feci e
nel bussare alla porta dal rumore che
facevano i mattoni malfermi sul pavimento, seppi che era in stanza; apr
la porta e mi fece entrare e in seguito
continuai a visitarlo pi volte durante la settimana. I discorsi che erano soliti farsi tra noi erano sempre spirituali. Mi
consta che era amante
dellorazione e che passava in essa molta parte
della giornata, sempre in
ginocchio, con gli occhi
chiusi e con una modestia che raccoglieva; con
palpiti frequenti del cuore, che in certi momenti
erano percepibili e visibili a tutti: moti e palpiti
che bastava nominare il
nome di Ges per accendersi in lui, a tal punto che, volendo qualche
volta farne la prova, nominavo il nome di Ges
e lo vedevo tutto commosso; ed egli mi diceva: Sta zitto!, tanto era
il tumulto che sentiva nel
cuore.
Ancora, ho osservato
che, trovandosi in qualche chiesa dove era
esposto il santissimo Sacramento, si vedeva in
lui un sensibile moto,
Napoli: facciata della chiesa di S. Maria in
che dimostrava laccenCosmedin o di Portanuova. Chiusa al culto dopo
sione del suo cuore: acil terremoto del 1980, ledificio non ha retto ai
censione di cuore verso
colpi dellincuria e dellabbandono
Eco dei Barnabiti 1/2015
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SPIRITUALIT BARNABITICA
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SPIRITUALIT BARNABITICA
scrivere, o dava udienza a quanti
desideravano un suo consiglio nei
loro dubbi e angustie. Arrivato il
tempo delle nostre devozioni serotine, si univa a noi e, quelle disimpegnate, prendeva un ristoro e poi andava a dormire. La sua vita era sempre applicata, non sapendo cosa
mai volesse dire ozio; e la sua applicazione continua riguardava o
lorazione, o le devozioni, o lufficio divino, o il prestarsi per il bene
delle anime, sia a voce, sia per
mezzo di lettere. Tanta era la sua
devozione e fervore, che io rimanevo commosso.
FSMB: Anchio sono commosso
dalla memoria di questi testi.
I: E che mi dici dei doni mistici ricevuti?
FSMB: Che vuoi che ti dica. Ha
fatto tutto Lui. Di mio c stata solo la
disponibilit a lasciarlo agire attraverso di me a mia confusione, perch
sono nulla e Lui tutto!
I: Stai a sentire.
Pasquale Altamura: Devo raccontare ci che disse il padre Bianchi davanti a me e a D. Giuseppe Capece
Minutolo: cio che aveva fatto al Signore delle fervorose preghiere per
ottenere i lumi necessari per il bene
delle anime e, quasi fuori di se stesso
disse: Iddio mi apr la mente e mi
diede tale cognizione di se stesso e
delle cose create, che restai estatico; e domandatogli quanto fosse
durata questa visione di Dio, mi rispose: Non molto.
Giuseppe Bonocore: Io debbo deporre che il servo di Dio era stato
dal Signore decorato del dono della
profezia. Mi ricordo che, essendo
giunta a Napoli linfausta notizia
delloccupazione di Mosca da parte
dellArmata Francese, io dissi al
servo di Dio: Avete saputo la presa
di Mosca? Il Padre Bianchi rispose: Meglio che i Francesi cantassero un salmo di lutto invece del Te
Deum che fanno cantare, giacch
S. Michele ha distrutto lArmata
Francese. Ci mi parve unaffermazione avventata, per cui dissi:
Padre lo dite voi da voi questo, o
per notizia ricevuta?. Egli mi rispose: Unanima nellorazione ha
veduto quanto ti ho detto, per cui
prestaci ogni credenza, notate il
giorno, affinch sapendosi quello
che io vi ho annunciato, possiate
venire in cognizione di quanto vi
21
SPIRITUALIT BARNABITICA
Spigolature
Servizio a tempo pieno
Il Bianchi usciva poco dalla sua camera; negli ultimi anni non usciva pi, perch completamente immobile; eppure esercitava
una profonda influenza nellambiente napoletano. La sua camera divenne meta di un incessante pellegrinaggio, al punto che gli
rimaneva pochissimo tempo per s. Disse una volta: Carit vuole che io serva nel giorno al bisogno altrui, a me penso la notte.
Consiglio ai confessori
Nonostante il suo rigore, era estremamente umano verso i fedeli; fece questa raccomandazione ai confessori: Badiamo
noi confessori: quando Iddio batte unanima, non abbiamo da consigliarle altre mortificazioni, che riuscirebbero importune e
forse nocive. Quando poi Iddio smetter di batterla, potremo s consigliarle di battersi da s stessa, ma non siamo mai due in
un tempo a battere. Allo stesso tempo era per molto esigente con quanti si sottoponevano alla sua direzione. Diceva:
Anime tapine, non ne voglio vedere.
22
Osservatorio paolino
OSSERVATORIO PAOLINO
PAOLO DI TARSO:
QUATTRO PROFILI
I. IL PAOLO ROMANTICO
(1873-1956)
DI
LEO BAECK
Leo Baeck nasce a Lissa (attuale Leszno, Polonia) nel 1873. A quellepoca la citt era profondamente prussiana e la comunit ebraica, che vi si era
insediata allinizio del XVII secolo, era
in pieno sviluppo. Baeck si forma nel
Seminario rabbinico di Breslavia, per
poi passare a Berlino dove completa
gli studi rabbinici con eminenti maestri e si laurea con una tesi su Spinoza
sotto la guida del famoso Wilhelm
Dilthey. Nel 1905 si fece conoscere
alla Germania ebraica perch
in una sua opera, Lessenza dellebraismo, os sfidare il famosissimo Adolf von Harnack che
nel 1900 aveva pubblicato con
enorme successo Lessenza del
cristianesimo. Il giovane Baeck
contest la tesi di von Harnack,
che il vangelo e la predicazione di Ges non avesse nulla a
che vedere con la fede ebraica,
e che questultima fosse solo il
guscio (Schale) che andava
abbandonato per conservare il
gheriglio (Kern). Al contrario
Baeck sosteneva che il nocciolo dellinsegnamento di Ges
consisteva nella sua fedelt
allessenza del giudaismo e solo l. Ci che unico, sosteneva
Baeck, non Ges, ma il popolo ebraico. Ges parte del
meglio di questo popolo unico.
Tesi che Baeck ribadir nel
1938 con la pubblicazione dellopera Il Vangelo come documento della storia della fede
ebraica. Il valore di tragica testimonianza di questa affermazione lo si pu misurare solo se
ci si ricorda delle famigerate
leggi naziste contro gli Ebrei
23
OSSERVATORIO PAOLINO
24
OSSERVATORIO PAOLINO
III. PAOLO. UNA SINTESI NOVECENTESCA
DI GIUSEPPE BARBAGLIO (1934-2007)
25
OSSERVATORIO PAOLINO
26
TARSO, LIMPREVISTO. UN
ROMANO PENNA (1937-)
DI
OSSERVATORIO PAOLINO
del cristianesimo Una guida, a cura
del biblista Romano Penna. Rispetto
alla prima edizione (2004) lopera
stata rielaborata e rinnovata modificando alquanto limpostazione del
materiale, anche con lapporto di
nuovi collaboratori.
Per rimanere a Paolo, Romano
Penna che aveva gi scritto il capitolo su di lui nella precedente edizione lha riscritto apportando diverse modifiche e soprattutto incrementando la discussione sui rapporti
di Paolo con lellenismo (si tratta
dellaggiunta di 21 pagine a stampa!): la personalit di Paolo di Tarso,
avverte nella Prefazione, stata integrata con lillustrazione delle componenti ellenistiche del suo pensiero.
Tanto pi che lo stesso autore ha redatto un capitolo nuovo per questa
edizione, proprio su Lellenismo, secondo ambito delle origini cristiane
(pp. 51-70).
Il capitolo su Paolo distribuito
secondo i classici momenti, che qui
enumero secondo la scansione di
Romano Penna: una vita movimentata (pp. 201-209); scrittore occasionale (pp. 210-217); loriginalit
del pensiero (pp. 217-218); nessi e
contrasti con la Chiesa primitiva e
con il giudaismo (pp. 218-229); le
componenti ellenistiche (pp. 229250). La bibliografia citata nelle note (ben 197!) in appendice al capitolo sconfinata ed estremamente
aggiornata.
Come accennavo allinizio, nei dieci anni che separano le due edizioni,
il capitolo su Paolo si arricchito
dellultimo corposo paragrafo, le
componenti ellenistiche del pensiero
paolino. lo stesso Romano Penna a
ricordare che per molto tempo, in
polemica con le tesi della Scuola della storia della religioni, fecero da guida le parole di A. Schweitzer: coloro
che si affaticano a spiegare Paolo in
base allellenismo sono simili a chi
vuole trasportare da lontano lacqua
in annaffiatoi bucati per irrigare un
giardino posto accanto a un ruscello (La mistica dellapostolo Paolo,
1930). Per Schweitzer il ruscello che
irrigava il giardino paolino era esclusivamente quello dellescatologia
giudaica.
Romano Penna tuttavia mette in
evidenza, in dense pagine, chiari
temi della filosofia stoica ellenistica (dallinabitazione del dio nel-
27
UN MODELLO SACERDOTALE
Pur avendo festeggiato il 25 di ordinazione episcopale nel 2014, lEco dei Barnabiti vuole
rinnovare il suo affetto a mons. Andrea M. Erba, riportando qui la conferenza da lui tenuta ai
sacerdoti della diocesi di Velletri sulla figura del santo Curato dArs in occasione dellanno
sacerdotale celebrato dal 19 giugno 2009 all11 giugno 2010. Chiamati a riflettere sulla propria
condizione di consacrati nellanno dedicato alla vita religiosa, i barnabiti non possono
dimenticarsi di essere chierici regolari e quindi chiamati a essere sacerdoti secondo il cuore di
Dio. Non pu che essere di giovamento il riprendere la figura di un santo pastore danime quale
fu Giovanni Maria Vianney attraverso le parole di un barnabita, che pastore danime lo stato
prima come parroco a S. Carlo ai Catinari e poi come vescovo della diocesi di Velletri e Segni.
n saluto cordiale e un au- proiezioni indicano che nel 2025 si
gurio fraterno a tutti i pre- ridurranno a meno di 24.000, disenti che ricordo uno a uno. stribuiti in 26.000 parrocchie. Let
Sono passati esattamente sei mesi media, sempre in Italia, oggi di
da quando il Papa Benedetto XVI, il 19 giugno, solennit del Sacro Cuore,
ha indetto un anno sacerdotale in occasione del
150 anniversario della
morte del santo Curato
dArs. Per questa ricorrenza, molte sono le riflessioni, le pubblicazioni, le
proposte fatte per aggiornare la figura del prete,
per riscoprire il senso e il
valore di essere preti. Sulla
falsariga della vita di San
Giovanni Maria Vianney, il
papa nella sua Lettera per
lindizione dellanno sacerdotale ha molto insistito sulla spiritualit e le virt pastorali che il parroco
del piccolo villaggio (230
abitanti!) ha esercitato. Ha
citato non meno di 30 volte il volume di Bernard
Nodet: Le cure dArs. Sa
pense - Son coeur, e la
Vita del suo primo biografo A. Monnin.
Pur rimanendo valide
le sue indicazioni necessario ricollocarle nel
contesto sociale e cultuS. Giovanni Maria Vianney
rale che 150 anni di storia hanno introdotto in
Europa e in Italia dopo la sua mor- 60 anni. Gli ultra 65enni sono il
te. Le statistiche sui preti in Italia 42%, mentre gli inferiori di 40 anni
sono impressionanti: dal 1978 ad sono appena il 20%.
Questi dati hanno un valore e un
oggi il numero dei sacerdoti calato del 25%: da 41.627 a 33.409. Le significato per quanto riguardano i
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27/02/15
16:32
Il Giovani Barnabiti
Ufcio Pastorale Giovanile
www.giovanibarnabiti.it
Nella nostra societ fatta di segni e...simulacri, la vita religiosa ancora un segno? Ne ragioniamo con mons. Paolo Martinelli,
vescovo della chiesa di Milano per la vita religiosa nell'anno per la vita consacrata voluta da papa Francesco.
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essere vissute a discapito del bisogno delluomo di vivere il rapporto con le cose con
la necessit che ci sia un senso in quello che si vive. Da questo punto di vista la
societ non offre molti segni, forse offre molti segnali che spingono al consumo pi
che alla riflessione. I giovani vanno aiutati a non vivere di riflessi meccanici e
condizionati ma a essere uomini liberi e consapevoli del senso della vita, di dare uno
scopo ai propri giorni e di prendere decisioni che diano senso ai propri giorni.
La vita religiosa nel pensiero cristiano sempre stata intesa come segno, segno
della vita di Cristo tra gli uomini. Saresti capace di chiarire meglio questo concetto ai nostri lettori?
Oggi la maggior parte dei giovani non conosce pi la vita religiosa. Le indagini
statistiche sulle realt giovanili ci dicono che la loro comprensione della vita
religiosa assolutamente bassa. Credo che i religiosi e le religiose dovrebbero
aver pi coraggio di farsi incontrare dentro la vita quotidiana dei giovani. Essere
segno vuol dire essere capaci di intercettare la vita dei giovani e fare sorgere le
domande fondamentali sul senso da dare alla vita. La vita religiosa come segno
di Cristo vuol dire una forma di vita incontrando la quale si portati a porsi delle
domande sul senso e sul fatto che Cristo propone un significato totalizzante
capace di abbracciare ogni situazione, di gioia e di dolore.
Su questo occorre riflettere bene: la pubblicit propone segni fortemente seduttivi che tendono a produrre una reazione compulsiva di consumo e a rendere il
desiderio della persona sempre pi superficiale. In tal modo la libert dlla persona
Moe od naszego
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mino ju troch czasu,
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FELICIT
CRONACA
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27/02/15
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Il Giovani Barnabiti
Ufcio Pastorale Giovanile
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possibile. Inoltre, per me lurgenza pi grande oggi quella di fare vedere che
seguire Ges Cristo rende le persone pi umane. La chiesa italiana parla
giustamente di nuovo umanesimo in Cristo. Occorre lavorare per questo nuovo
umanesimo. Occorre riportare luomo al centro con le sue relazioni costitutive.
Seguire Ges fa vivere intensamente gli affetti, il proprio essere uomo e donna, il
lavoro, il riposo, la gioia, il dolore, la vita e la morte. Essere profeti del regno oggi
vuol dire essere profeti dellumano: mostrare in questo tempo, dove si sogna un
transumanesimo o postumanesimo, la bellezza di essere se stessi come creature
amate e come figli di Dio. Vedi, il cristianesimo non si diffonde per propaganda ma
per lattrazione della testimonianza di uomini veri e autentici. I consacrati e le
consacrate devono essere in prima linea su questo.
Quindi, fra Paolo, posso concludere richiamando quanto diceva Paolo VI: per
luomo di oggi abbiamo bisogno non di maestri, ma di testimoni. Il segno di cui
lumanit non pu assolutamente fare a meno e per il quale la vita religiosa
impegnata in prima linea proprio quello della testimonianza, non delleffimero,
ma dellincontro con Ges! Grazie di cuore per il tempo dedicato ai nostri
GiovaniBarnabiti e buon lavoro da pastore.
pJgiannic
Potrete leggere lintervista completa sul nostro blog
www.giovanibarnabiti.it.
ilgiovanibarnabiti_3_stampa.pdf
27/02/15
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Il Giovani Barnabiti
Ufcio Pastorale Giovanile
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i segni
PIRAMIDI,
GRATTACIELI E UOMINI
Babilonesi, egizi, etruschi, arabi, musulmani, sassoni con latini, classici, rinascimentali, barocchi, visionari e minimalisti.
Da quando luomo, piccolo essere pensante, ha iniziato a concepire
e a capire unidea di costruzione, che si allontanasse dallunico scopo di riparo, ha dato inizio alla pi sfrenata corsa dellumanit: una
sfida per la magnificenza pi assoluta, passando dallimmenso sfarzo, alla semplicit eclettica, tutto racchiuso in un simbolismo che
anima la nostra pi focosa immaginazione.
Noi uomini, da millenni, creiamo immense strutture, tutte chiuse
nel campo delle sfide ingegneristiche e architettoniche. Questultima in particolare, ha voluto rappresentare nella storia qualcosa che
andasse aldil di una semplice vita limitata, qualcosa che ci avvicinasse il pi possibile alleternit.
Le immense opere iniziano millenni prima della nascita Cristo, dove
alla massima figura di quel tempo, si acconsentiva di manifestare e
mostrare la sua potenza nel tempo, grazie alla costruzione di opere senza limite. Abbiamo assistito e assistiamo alla grandezza delle Piramidi.
Sin dal principio della sua esistenza luomo ha avuto bisogno di segni.
Li ha utilizzati soprattutto per esprimersi: ha scritto, gesticolato, parlato. Da
sempre tutti gli esseri viventi, attraverso i segni, hanno comunicato. Ancora
oggi, non potrebbe farne a meno: si pensi alla scrittura che, altro non , che
un insieme di segni convenzionali. I greci, milioni di anni fa, ne capirono la
fondamentale importanza e attribuirono a 21 caratteri un significato ben
preciso la cui combinazione permette ancora una vincente comunicazione.
Accanto ai cosiddetti segni convenzionali nata, e appassita nel tempo, una
moltitudine di segni non convenzionali, espressione dellappartenenza a un
determinato gruppo e a una precisa cultura. Alla fine degli anni 70 cerano i
punk, con le loro creste e capelli coloratissimi; quasi contestualmente
compare la moda degli orecchini sfoggiati ai lobi delle orecchie maschili, una
tradizione antica che ha per attraversato fasi di ascesa e declino nel corso
della storia. Arte antichissima, ricca di significato, ancora quella del
tatuaggio: un disegno sulla pelle che rappresenta, a volte, la profonda carta
didentit di un individuo.
Ma quanto contano i segni oggi? Abbiamo ancora bisogno di elementi
distintivi ben visibili per poterci distinguere o omologare? Sicuramente non ci
si scandalizza pi a vedere un ragazzo con un lobo, o addirittura due, pieno di
orecchini. E non si spalancano gli occhi se per strada si incontra qualcuno
vestito di tatuaggi. Queste pratiche si sono via via consolidate nel mondo
digitale, arrivando ad acquisire dei tratti normali. Molto ha influito la
rivoluzione tecnologica e la societ dei social network: la diminuzione delle
distanze, limmediatezza della comunicazione e lesistenza di comunit virtuali
con membri provenienti da tutto il mondo, ha ridotto lesigenza di esprimersi
platealmente per potersi riconoscere e ha fatto s che anche i segni e le
sub-culture si siano pian piano virtualizzati.
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma direbbe Lavoisier.
I segni non hanno mai perso la loroimportanza: restano fondamentali per il
singolo individuo, nelleffettuazione di pratiche intime e profonde che
segnano un rapporto intimo con una determinata cultura (pensate allimportanza della croce per un cristiano) o nelle manifestazioni pubbliche e di gruppo
di persone accomunate da uno stesso ideale e uno stesso stile di vita (vale
anche qui lesempio della croce, ma potremmo menzionarne migliaia).
I segni rappresentano ancora elementi dindividuazione e al
contempo di omologazione: cambia e si accompagna allinnovazione la loro modalit di comunicazione. A noi sta riconoscerli,
comprenderli, farli valere e utilizzarli.
Raffaella Della Morte
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Il Giovani Barnabiti
Ufcio Pastorale Giovanile
Nellaltopiano di Giza, luomo tramite questi monumenti funebri ci ha dimostrato come il desiderio di solo uno di noi, pu portare allimmortalit nel tempo; luomo vuole essere dio, ma non lo , solo quello che ha fatto verr ricordato, ma non egli stesso. Abbiamo voluto avvicinarsi al
Cielo, ma ci stato negato, proprio come nella bibbia ci viene raccontato. La grandezza stata la chiave per millenni, questa immensit che si trasformava poi in dimostrazione di potere di pochi eletti. Dobbiamo forse dire grazie per a questo pensiero, perch forse ora non avremmo tutto ci.
Da qui partita cos nella storia, una vera e propria sana battaglia di dimostrazione. I classici greci hanno avuto poi unapplicazione matematica
che tuttoggi regna nei nostri manuali, la proporzione che ha portato alla perfezione, quella perfezione che risiede nelle fattezze e nella bellezza umana, creazione degli dei. Il costruito ha assunto e sposato anche lidea di bellezza e finitura estrema dei dettagli, come il nostro corpo. Ci siamo
cos trascinati uneredit non indifferente, che passata nei secoli e si evoluta, assimilando dalle varie culture ma sempre con lo stesso intento
di esprimere la grandezza delluomo. Qualcosa per a un certo punto storico cambiato, non era la magnificenza delluomo a fare da padrona,
ma quella di Dio. Con i due grandi monoteismi del tempo, abbiamo voluto rendere grande il creatore di ogni cosa, edificando chiese, moschee e
luoghi di culto che fossero allaltezza dellonnipotente. Anche questa preminenza per, forse andata scemando: la grandezza di Dio dimostrata
nellarchitettura, si tramutata in costruzione fine a se stessa. Abbiamo iniziato a scindere, grandezza e bellezza, importanza e maestosit. Siamo
arrivati cos fino a noi, luomo che costruisce il bello o lestremo. La chiave di interpretazione il noi uomini, pluralit e vita. Vogliamo salire verso
lalto, sfidando la Terra, ma ci stiamo avvicinando a Babele o stiamo solo facendo la storia? Daltra parte, io credo che stiamo quasi diventando egoisti. I simboli ormai sono molteplici, le costruzioni hanno mille e pi scopi, ma la verit si racchiude nel singolo, che crea per dimostrare che solo
lui capace, o va molto pi in la, entra nella mente e tocca qualcosa di sottile?
Tutto questo per ci rende pi simili di quanto noi pensiamo; siamo cos attaccati, a livello di idee, tra i popoli e le culture in un modo che nemmeno
ci immaginiamo. Alla fine abbiamo fatto e pensato lo stesso con migliaia di chiavi diverse. Possiamo quindi affermare che il vero simbolo, dimostrare che siamo uguali e quindi fratelli?
Mattia Dezza
CM
MY
CY
CMY
Dalla notte dei tempi i segni fanno parte del codice comunicativo delluniverso e degli uomini. Segni talvolta pi comprensibili, talvolta meno. Spesso
nella Bibbia abbiamo letto che ci sar dato un segno, che si devono riconoscere i segni dei tempi. Le persone o le situazioni pi importanti sono
quelle che lasciano un segno, anche ognuno di noi vorrebbe e vuole lasciare un segno. Certo il segno migliore che si pu lasciare quello di un glio
(ma nella nostra societ italiana un segno che fa molto, molto difetto!); il segno di qualit per quello dellonest e della giustezza al quale ogni
uomo chiamato. Quanti segni positivi e negativi ci sono nella vita personale, sociale e cristiana. Tra tutti questi segni vogliamo evidenziare quello
della vita religiosa (per capirci Barnabiti, Cappuccini, Salesiani, Domenicani). Di essa il Concilio Vaticano II afferma che: costituisce un segno particolare dei beni celesti, mentre papa Francesco ha chiesto a tutti i cristiani di dedicarle tutto il 2015 proprio per riconoscere, approfondire e rivitalizzare il
suo essere segno, non solo dei beni celesti ma anche della speranza. Proprio a partire da questo essere segno i nostri collaboratori si sono sbizzarriti
nello scrivere sul valore e la presenza dei segni nella nostra vita: un semplice modo per aiutarci a capire un po di pi ci che la vita religiosa, almeno
in Occidente, fatica a signicare e a far comprendere, ma che non ha assolutamente perso.
Padre Giannicola M. Simone
UN SANTO ATTUALE
Il Giovani Barnabiti
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o Ges Uomo
Meccanica quantistica
e mistero della luce
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di Romeo
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La questione
Meridionale
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UN MODELLO SACERDOTALE
ne non era n pi facile,
religiosit semplice e forn pi frequente che ai
te, la stima e la riverenza
nostri giorni. Ma egli con
del popolo.
la predicazione e con il
Invece la generazione
consiglio persuasivo fece
del dopo Concilio forse
riscoprire dai parrocchiani
la pi sofferente: cresciuta
il significato e la bellezza
nel vecchio schema ha sudella penitenza sacramenbito prima il trauma contale, mostrandola come
ciliare e poi il ritorno al
una esigenza della presenvecchio stile spirituale e
za eucaristica. Con le lunpastorale. In questo perioghe permanenze in chiesa
do si registra la gran parte
davanti al tabernacolo fedelle defezioni dallo stato
ce s che i fedeli cominsacerdotale.
ciassero a imitarlo, sicuri
Infine le giovani generadi trovare il loro parroco
zioni di preti hanno prodisponibile allascolto e al
blemi di formazione, sono
perdono. In seguito fu la
in difficolt ad affrontare
folla dei penitenti a coil mondo moderno. Tutti,
centro di tutta la sua vita era lEucaristia, che
stringerlo al confessionale
anziani e giovani, hanno
celebrava e adorava con devozione e rispetto
fino a 16 ore al giorno. Si
sfide forti di fronte a s.
diceva allora che Ars era
In primo luogo il mondo
doggi lontano, indifferente, ostile; te: La causa della rilassatezza di un diventato il grande ospedale delle
la secolarizzazione ha pervaso ogni sacerdote che non fa attenzione al- anime. Il santo si distinse pertanto
settore di vita; lo scenario sempre la Messa. Mio Dio! come da com- come ottimo e instancabile confessopi areligioso; prevale il relativi- piangere un prete che celebra come re e maestro spirituale.
Nella storia della Chiesa abbondasmo... Eppure il prete oggi ancora se facesse una cosa ordinaria. Ed
utile e ricercato. A due condizioni: aveva labitudine di offrire sempre, no le figure straordinarie di apostoli
che sia un uomo in ascolto e che sia celebrando, anche il sacrificio della del confessionale, instancabili dipropria vita...
spensatori della misericordia divina:
gratuito, che sia fedele e santo.
La seconda caratteristica era lassi- oltre al Curato dArs sono famosi
Lanno sacerdotale che stiamo vivendo ha come tema specifico: Fe- duo ministero delle confessioni. Con san Giuseppe Cafasso, san Leopoldo
delt di Cristo, fedelt del sacerdote: un solo movimento interiore passava Mandic, Padre Pio... La loro testimodalla santit dipende la credibilit dallaltare al confessionale. Noi non nianza di fede e di carit ci deve indella testimonianza e, in definitiva, dovremmo mai rassegnarci a vedere coraggiare in questo generoso servizio
lefficacia della missione di ogni sa- deserti i confessionali. Al tempo del ai fratelli e sia un invito a confidare
cerdote. Nelludienza del 5 agosto il Curato dArs in Francia la confessio- sempre nella bont di Dio accostanpapa ha sottolineato due
caratteristiche del Curato
dArs: la prima, centro
di tutta la sua vita era
lEucaristia, che celebrava e adorava con devozione e rispetto.
Chi assisteva alla celebrazione della santa
Messa del Curato diceva
che non era possibile
trovare una figura che
meglio esprimesse ladorazione... Contemplava
lOstia amorosamente.
Lui stesso ripeteva: Tutte le buone opere riunite
non equivalgono al sacrificio della Messa, perch
quelle sono opera di uomini, mentre la santa
Messa opera di Dio;
era convinto che dalla
Messa dipendeva il fervore della vita di un pre- il Santo Curato d'Ars e la fila di penitenti in coda al suo confessionale
Eco dei Barnabiti 1/2015
29
UN MODELLO SACERDOTALE
dosi e celebrando con fiducia il sacramento della Riconciliazione.
In realt egli era innamorato di
Cristo. II vero segreto del suo successo pastorale fu lamore che ardeva e nutriva per il mistero eucaristico, divenuto amore per il gregge di
Cristo e per tutte le persone che cercano Dio. Ma, lungi dal ridurre la
figura del Curato dArs ad un esempio, sia pure ammirevole, della spiritualit ottocentesca, necessario
cogliere la forza profetica che segna
la sua personalit umana e sacerdotale di altissima attualit. Nella
Francia post-rivoluzionaria che sperimentava una sorta di dittatura del
razionalismo volta a cancellare la
presenza della Chiesa e del sacerdozio nella societ, il santo prima
negli anni della sua giovinezza visse una eroica clandestinit percorrendo chilometri nella notte per
partecipare alla santa Messa, poi
da sacerdote si distinse per una
singolare creativit pastorale atta a
dimostrare linsufficienza del razionalismo allora imperante. A 150 anni dalla morte, le sfide della societ
odierna non sono meno impegnative e complesse. Oggi possiamo registrare una sorta di dittatura del
relativismo. Il razionalismo di allora fu inadeguato per la pretesa di
elevare la sola ragione a misura di
tutte le cose, trasformandola in una
dea (la Dea Ragione); il relativismo
doggi mortifica la ragione affermando che luomo non pu conoscere nulla con certezza al di l del
campo scientifico positivo.
Aveva ben presente la sete di verit
che arde nel cuore di ogni uomo il
Concilio vaticano II quando affermava che spetta ai sacerdoti quali educatori della fede formare una autentica comunit cristiana ed esercitare
una vera azione materna, indicando a chi non crede il cammino che
porta a Cristo e alla sua Chiesa e
costituendo per chi gi crede, stimolo, alimento e sostegno per la lotta spirituale (PO, 6).
Linsegnamento che a questo proposito continua a trasmetterci il Curato dArs che, alla base dellimpegno pastorale il sacerdote deve
porre unintima unione personale
con Cristo, da coltivare e accrescere ogni giorno. Solo se innamorato
di Cristo il sacerdote potr insegnare questa unione intima con il
30
guerra. Il successo delle sue iniziative il frutto della sua spiritualit mistica e della sua profondissima fede.
Penso al parroco di Botticino Sera, il
bresciano SantArcangelo Tadini, fondatore delle Suore Operaie della sacra Famiglia per la cura delle donne
che lavoravano nella filanda.
UN MODELLO SACERDOTALE
una toccante espressione: Il sacerdozio lamore del cuore di Ges,
cio Ges stesso che, tramite
uomini appositamente consacrati,
opera con quellamore con cui predicava e guariva per le vie della Palestina e, alfine, moriva per amore
su una croce. Il sacerdote dunque
veramente un altro Cristo. Il Curato
dArs commentava: Un pastore secondo il cuore di Dio uno dei doni pi preziosi accordato ad una
parrocchia. E aggiungeva: Oh come
il prete grande. Se egli si comprendesse morirebbe... Dio gli obbedisce: pronuncia due parole e
Nostro Signore scende dal cielo e si
rinchiude in una piccola ostia... Dopo Dio, il sacerdote tutto. Lui stesso non si capir che in cielo. Sono
parole semplici che evocano un
grande mistero. sempre il santo a
ribadire: Senza il prete la morte e
la passione di Cristo non servirebbero a niente... Che ci gioverebbe una
casa piena di oro se non ci fosse
nessuno che ce ne apra la porta? Il
prete possiede la chiave dei tesori
celesti: lu che apre la porta... Lasciate una parrocchia per ventanni
senza prete, vi si adoreranno le bestie!.... Sembrano affermazioni eccessive ma rivelano laltissima considerazione in cui egli teneva il sacramento del sacerdozio. Vi si
adorerebbero le bestie: una frase
che fa paura e che forse, in qualche
parte, si realizzata. Per questo il
sacerdozio un dono immenso non
solo per i credenti ma per tutta
lumanit, perch esso permette di
mantenere desto il senso della presenza di Dio e di rendere viva e
operante quella redenzione che Cristo, morendo, ci ha acquistato per
la nostra salvezza.
Quando il vescovo lo mand ad
Ars lo avvert che avrebbe trovato
una situazione religiosamente fredda: Non c molto amor di Dio in
quella parrocchia: voi ce ne metterete. E il Curato cominci la sua
missione con questa supplica: Mio
Dio, accordatemi la conversione
della mia parrocchia e decidendo
di abitare perfino materialmente
nella chiesa. Scrive il biografo: Appena arrivato, egli scelse la chiesa a
sua dimora... Entrava in chiesa prima dellaurora e non ne usciva che
dopo lAngelus della sera. L si doveva cercarlo quando si aveva biso-
Andrea Maria Erba nasce a Biassono (Mi) il 1 gennaio 1930. Entr nella
scuola apostolica del barnabiti a Cremona nellottobre del 1942 e nel
1944 continu gli studi al collegio di S. Francesco a Lodi, per ritornare
a Cremona nel 1945. Il
15 giugno 1947 fece la
prima domanda per entrare in congregazione e
la seconda il 23 successivo; e fu accettato il
21 luglio dello stesso anno. Fu inviato a Monza
nel collegio di S. Maria
al Carrobiolo per il noviziato e ricevette labito religioso il 7 settembre. Fece la professione
semplice dei voti religiosi l8 settembre 1948
e fu destinato al collegio di S. Paolo a Firenze
per proseguire gli studi. il caloroso saluto di Benedetto XIV a mons.
Nel 1952 pass allo stu- Andrea Erba, suo suffraganeo quando il papa
era ancora Cardinale vescovo del titolo di
dentato teologico di Ro- Velletri-Segni
ma, ricevette la prima
tonsura il 22 novembre
1953 e gli ordini minori il 16 gennaio e il 3 aprile 1954. Fece la professione solenne dei voti religiosi il 7 ottobre dello stesso anno e fu ordinato
suddiacono il 30 ottobre 1955, diacono il 17 dicembre dello stesso anno
e sacerdote il 17 marzo 1956. Fu vice-maestro nello studentato, nel 1961
fu destinato al collegio Alla Querce di Firenze, mentre nel 1962 fu inviato a Lodi come vice-maestro e collaboratore al Pallavicino. Nel 1965
assunse lufficio di preposto al collegio dei SS. Barnaba e Paolo di Milano.
Nel 1967 ritorn a Roma nello Studentato teologico come cancelliere
generale e come docente alluniversit Urbaniana, nel 1971 fu eletto
assistente generale e nel 1976 assunse anche lufficio di procuratore
generale, mantenendo entrambe le cariche fino al 1982, diventando anche
preposto e maestro dello studentato dal 1975 al 1980. Nel 1982 pass
come preposto e parroco in SS. Biagio e Carlo ai Catinari e il 19 dicembre
1988 fu eletto vescovo della diocesi suburbicaria di Velletri-Segni, venendo
consacrato in S. Pietro il 6 gennaio 1989 da papa Giovanni Paolo II. Ha
lasciato il governo della diocesi per raggiunti limiti di et il 6 aprile 2005,
risiedendo nella Curia generalizia dei barnabiti a Roma.
gno di lui.... Lesagerazione del pio
agiografo non deve farci trascurare il
fatto che il Curato abitava realmente in tutto il territorio della parrocchia, visitando i malati e le famiglie, organizzando missioni e feste
patronali, fondando opere caritative
e assistenziali, chiamando i laici a
collaborare con lui. Anticipava, in
certo senso, le esortazioni del Concilio che incoraggia i presbiteri a
riconoscere e promuovere la dignit dei laici e il loro ruolo specifico
nellambito della missione della
Chiesa (P.O., 9).
Egli ha saputo trasformare il cuore
e la vita di tante persone facendo lo-
31
UN MODELLO SACERDOTALE
ANNIVERSARI 2015
ORDINAZIONI
60 (1955)
CORBETTA Camillo 11 ottobre
DUTTO Sebastiano Albino
INCAMPO Giovanni
RAVASI Ambrogio
RUZZA Gianfranco
SOLCIA Luigi
VALENTE Francesco
50 (1965)
CAPRA Ferdinando 13 marzo
COVI Alessandro 13 marzo
SANSONE Emiddio 13 marzo
DAMIOLI Battista 18 dicembre
DE FEO Vittorio 18 dicembre
MARIANI Angelo 18 dicembre
SIRONI Enrico 18 dicembre
25 (1990)
RIVERA YEZ Alejandro de Jsus
18 febbraio
VALDIVIA VEAS Guillermo del Carmen
BRAMBILLA Eugenio 30 settembre
GORLA Stefano
SIMONE Giannicola
JACQUES Raimundo Silvio 18 novembre
MUVUNYI BIZIMANA Fabien
SOUSA DE JESUS Osmar
PROFESSIONI
70 (1945)
PARREIRA DA MATA Joo 13 marzo
BERTUETTI Amos 8 settembre
PICETTI Battista 11 ottobre
60 (1955)
GENTILI Antonio 7 ottobre
MORETTI Giuseppe
ROSSI Antonio
SINISGALLO Salvatore 20 settembre
50 (1965)
FALCONI Mario 29 settembre
PATIL Gabriele
FIORENTINO Domenico 8 ottobre
25 (1990)
ALMEIDA Antonio Afonso (de) 17 febbraio
32
VENERABILI PELLEGRINAGGI.
P. CARLO M. BASCAP
IL NOSTRO S. CARLO
STORIA DELLORDINE
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33
STORIA DELLORDINE
La Vita
di S. Carlo Borromeo
Particolarmente scosso
per la morte di S. Carlo
Borromeo avvenuta nel
novembre del 1584 a
lui stesso tocc chiudergli gli occhi , Bascap
scrisse di getto due lettere necrologiche, una in
italiano e laltra in latino, rispettivamente al
quadro su tela di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, particolare di alcuni eventi della
vescovo
di Piacenza, Fivita del Bascap. Opera commissionata dallo stesso Bascap per laltare di S. Carlo
lippo Sega, e a fray Luis
Borromeo nella Chiesa di S. Marco in Novara
de Granada, e poi una
lettera e una Vita esemboratore e segretario, fu avviato alla me redattore in lingua latina, nella ste- plare di S. Carlo per Filippo II re di
carriera ecclesiastica e da lui stesso ri- sura delle nuove Costituzioni dellOr- Spagna. Tutto ci costitu lo schema
cevette, in S. Barnaba, gli ordini minori dine, che furono approvate nel 1579 della sua ben pi importante Vita,
nellaprile del 1575 e la nomina a Ca- (nel 1581 stender anche quelle delle che per trattando di persone annonico del Duomo il 4 maggio dello Suore Angeliche, che saranno edite cora in vita incontr non poche restesso anno. Bascap segu il Borro- solo nel 1626; si veda G. Cagni, Carlo sistenze soprattutto da parte della
meo anche nelle sue visite apostoli- Bascap e le Costituzioni dei Barnabiti stessa Spagna. Per questo potr esseche nelle diocesi di Cremona e di e della Angeliche in Barnabiti Studi re integralmente pubblicata, in linBergamo, oltre a ricoprire diversi inca- 10, 1993, pp. 137-245).
gua latina, solo otto anni dopo, nel
Da Zuccone oggi Triuggio dove 1592, a Ingolstadt in Baviera, con il
richi di fiducia.
Il 12 dicembre 1575 ricevette lordi- si era ritirato per meglio concentrarsi titolo De Vita et rebus gestis Caroli
nazione di suddiacono e il 17 marzo sulla redazione del testo latino delle S.R.E. Cardinalis tituli S. Praxedis, ar1576 quella di diacono. Nellanno del- Costituzioni, superato un forte mo- chiepiscopi Mediolani. Libri septem.
le peste venne ordinato sacerdote il mento di scoraggiamento che sembr Carolo a Basilicapetri praepos. gene29 luglio 1576, e, frettolosamente a mettere irrimediabilmente in crisi la ral. Congr. Cler. Regul. S. Pauli auctomotivo del suo precario stato di salute, sua vocazione religiosa, fece ritorno a re. Subito lodata dal Giussani, viene
per consiglio dello stesso S. Carlo la- Milano e, rinfrancato nello spirito per ancora oggi considerata non solo cosci la citt per Gambol, in Lomelli- avere saputo superare la tentazione di me una delle pi fedeli biografie di
na, recandosi presso sua sorella Anna tornare al secolo, l8 maggio 1579 pro- S. Carlo Borromeo (nel IV Centenario
Camilla sposata con Ippolito Marchesi fess i voti solenni nella Congregazio- del suo ingresso nellArchidiocesi di
(qui compose una toccante Oratione ne dei Barnabiti, nelle mani del P. Giosulla peste per spronare alla peniten- vanni Pietro Besozzi, dedicandosi agli
za). Tornato a Milano fu nominato Visi- impegni della vita regolare e degli stutatore della citt e della diocesi, segu i di. Bascap, nel frattempo, continuava
lavori di abbellimento voluti dal Borro- i suoi numerosi servizi al Borromeo,
meo nella cripta del Duomo e parteci- quale collaboratore e consigliere, acp al IV Concilio provinciale milanese. compagnandolo nella visita apostolica
Premesso che il Bascap non fu mai a Brescia (1580) e non tirandosi indieOblato di S. Carlo prima di diventare tro neanche innanzi a una difficile misBarnabita (tale Congregazione verr sione diplomatica a Madrid, conclusainfatti istituita alcuni mesi dopo il suo si felicemente (da qui prender lo
ingresso nellOrdine), probabilmente spunto per istituire in S. Barnaba la
preoccupato di non potersi dedicare processione del Venerd Santo imicome auspicava ai suoi amati studi, tando lEntierro spagnolo ; devozione
nel 1578 decise di entrare definitiva- che si estender per tutta Milano dove,
mente a S. Barnaba, nonostante il di- al lume di torce, i fedeli portavano stasappunto del suo amatissimo Arcive- tue rappresentanti la passione, cantanscovo. Per questo, nel giorno della ve- do inni e salmi penitenziali).
Morta la mamma nel 1580 (fu sepolstizione religiosa avvenuta il 21 marzo
1578, in segno di sincera gratitudine e ta a S. Barnaba), Bascap si rec in pelprofonda stima nei suoi riguardi, volle legrinaggio alla Madonna del Monte di
assumere il nome di Carlo. Ancora Varese. Nel proprio Ordine, nel fratgiovane professo, non senza qualche tempo, diventava Maestro dei Novizi, Carlo Bascap, ritratto, autore
legittima perplessit da parte dei vene- Assistente Generale e nel 1584 Supe- anonimo, sec. XVII, Roma,
randi confratelli, venne coinvolto, co- riore della stessa Casa madre a Milano. SS. Biagio e Carlo ai Catinari
34
STORIA DELLORDINE
Milano, il Comitato storico
per le onoranze decise di tradurla in italiano con note critiche e commento; vi anche
la prefazione di papa Paolo VI,
che il 4 novembre 1965 la
volle donare a tutti i padri
conciliari), quanto uninedita
ed esemplare esaltazione di
santit pastorale della riforma
cattolica incarnatasi nella vita
concreta proprio dellArcivescovo milanese.
Superiore generale
Vissuto al tempo di Barnabiti di particolare valore che
seppero rifondare la vita domestica dellOrdine, come,
per esempio, SantAlessandro
Sauli (1534-1592; al quale
vorr dedicare una cappella
della sua chiesa di S. Marco
in Novara), il Bascap continu a collaborare per la riforma e la disciplina ecclesiastica della Diocesi di Milano
anche con il suo vescovo successore, mons. Gaspare Visconti, suscitando invidie e
gelosie, fino a che venne eletto Superiore generale l8 maggio del 1586, a soli 36 anni
det. In Congregazione si impegn strenuamente nel promuovere losservanza regolare e ampliare il suo campo di
azione apostolica, puntando
sulla pratica perfetta dei tre
voti (si veda, fra tutti, il suo
De regulari disciplina monimenta patrum, Mediolani
1588) e nel favorire gli studi
letterari e teologici dei chierici attraverso le cosiddette
scuole interne, superando antichi pregiudizi e non sempre
troppo velate contrariet. Famose le sue lettere circolari e
le sue visite alle comunit. Il
forte impulso da lui dato agli
studi caratterizzer nei secoli
successivi la vita dei Figli di
San Paolo.
Nel 1588 fond a Milano il
Collegio di SantAlessandro
in Zebedia, avviando la costruzione della chiesa, e nel
1593 apr il noviziato a Zagarolo. Per ben due volte fu rinnovato come Superiore gene-
35
STORIA DELLORDINE
S. Biagio allAnello in Roma, fece il suo ingresso
in Diocesi di Novara il
30 maggio 1593.
Sul modello del Borromeo, esemplare vescovo tridentino, del quale
prontamente appoggi
la causa di canonizzazione, mons. Bascap si
dedic a numerosissime
visite pastorali (si vedano i ben 45 volumi dattiloscritti che ne attestano
le fatiche e i frutti spirituali) e il suo zelo riformatore lo spinse a scrivere il volume Novaria
seu De Ecclesia Novariensi libri duo. Primus
de locis; alter de episcopis nel 1612, e il Commetarii canonici (Novara
1615). Seguirono diverse
altre pubblicazioni, lettere pastorali, sermoni,
ecc., dedicandosi soprattutto alla riforma dei
statua del Bascap sul Duomo di Milano, Cimnaghi, 1952, guglia n 15, posta per volere
monasteri femminili (neldel cardinale Schuster (sullo zoccolo, curiosamente, riporta gi il titolo di Beato)
lagosto del 1593 pubblic leditto Contra i
questuarii, et per la ricerca delle monache), dei
consolasse avanti che finisca di mori- iniziative da lui stesso avviate ed evire et a chiudergli gli occhi ma tare la convocazione di un Capitolo seminari, del clero regolare e secogiunse in ritardo. Il vescovo era gi generale straordinario, fu oggetto di lare (per questo fu oggetto di molti
morto. Non gli rimase che ricordare, a aspre critiche da parte dei confratel- ricorsi al pontefice e alle congregachi gli osservava che il Bossi era venu- li. Dopo essere stato consacrato in zioni romane, specie da parte degli
Zoccolanti, degli Eremitani, di
to meno per le fatiche degli
alcuni canonici, ecc.) e dello
impegni pastorali: Cos destesso popolo di Dio (nel genvono morire i vescovi.
naio 1594 pubblic un bando
Con questo ricordo inizia il
contro i balli, le maschere e i
saggio di Pier Giorgio Longo
giochi in giorno di festa, spesulla Vocazione episcopale
cie in prossimit delle chiese);
di Carlo Bascap (cfr. Barnacelebr ben tre sinodi, valobiti Studi 10, 1993, pp. 9rizz i santuari mariani e il
75), che calza a pennello con
culto delle reliquie.
la fama e capacit di goverInsomma unazione a tutto
no del Bascap, che lo candicampo che non tralasciava
deranno a prestigiose cariche
neanche la predicazione; voleecclesiastiche quella della
va, infatti, che i suoi preti evitasporpora cardinalizia, nel
sero discorsi ampollosi e inutili:
1590, non si realizz solo per
Se ben confido nella sua virt
la prematura morte del Pontenon lascer di ricordarle che
fice appena eletto finch si
nello stendere le prediche, abconsolid quella di vescovo a
bia occhio alledificazione, e a
Novara: diocesi assai trascuquella maniera che assai berata dai suoi precedenti pane espressa nelle nostre Costistori. Nominato vescovo l8
tuzioni, schifando quella vanit
febbraio 1593 da papa Cleche oggid molte volte si portamente VIII, non volendo suMons. Bascap, medaglione marmoreo custodito
no sopra i pulpiti e nei sacrobito abbandonare il governo
nella chiesa del Rosario a Novara (autore Luigi
santi Evangeli. Io non rifiuto la
dellOrdine per portare avanti
Fornara, 1960)
36
STORIA DELLORDINE
Novara, Chiesa di S. Marco, Cappella di S. Carlo, sotto laltare lurna con le spoglie mortali del Bascap
dottrina del tempo, mi piace grandemente leloquenza, ma le ostentazioni e le leggerezze, dalle quali si
guardano ancora gli autori profani
con molta cauzione, mi paiono troppo indegne di questo degnissimo officio. Lintenzione regolata secondo
Dio, e il fine indirizzato alla gloria
sua e alla salute delle anime, sono
bastanti a reggere virtuosamente e
piamente la penna delloratore. La
meditazione parimenti della importanza e dignit di cos fatto officio,
pu essere buon apparecchio per
ben esercitarlo (cfr. Positio super
scriptis, p. 56).
Non manc poi di istituire a Novara gli Oblati dei SS. Gaudenzio e
Carlo e fondare scuole per la dottrina cristiana (cfr. anche lo studio di
D. Frigerio, Unopera ritrovata di Carlo Bascap, il Trattato sulla riforma
dei regolari, in Barnabiti Studi 10,
1993, pp. 77-135).
morte in concetto di santit
Dopo 15 anni di ministero episcopale, nel 1608 si ammal gravemente, ma, riuscendo a ritornare in salute, pot partecipare al VII Concilio
provinciale di Milano indetto dal
card. Federigo, venendo successivamente inviato a Roma per portare al
Papa i voti dei lombardi richiedenti
la canonizzazione del Borromeo. Ebbe cos la grazia di celebrare, il 4 novembre 1610, in Duomo a Milano, i
solenni festeggiamenti per la sua canonizzazione, avvenuta il 1 novembre 1610.
Poco dopo per si aggravarono
nuovamente le sue gi precarie
PREGHIERA AL VENERABILE
Ti ringraziamo, o Padre, per aver donato alla Chiesa di Novara il vescovo
Carlo Bascap, che sulle orme di S. Carlo e con la spiritualit dellapostolo
Paolo si fatto tutto a tutti, diventando immagine viva del Cristo, Buon Pastore.
Ti chiediamo con fiducia che egli venga riconosciuto come modello di
carit pastorale per la sollecitudine nella formazione dei ministri della
Chiesa, per lattenzione alla crescita delle Comunit cristiane nellamore
e per la premura verso i poveri.
Per Cristo nostro Signore. (Si chieda la grazia che pi sta a cuore)
Gloria al Padre
37
STORIA DELLORDINE
38
STORIA DELLORDINE
PER SAPERNE DI PI
Non essendoci pi una Comunit di Barnabiti a Novara, per informarsi ci si
rivolga alla Curia Diocesana, Via G. Puccini, 11, mentre per visitare e pregare
davanti alle spoglie del Venerabile Carlo Bascap, ci si rechi presso la chiesa
di S. Marco, via dei Gautieri 1, tel. 0321-629894. Per ulteriori informazioni si
consulti il Centro Studi Storici dellOrdine, Piazza Benedetto Cairoli, 117 00186
Roma centrostudi@barnabiti.it - barnabitistudi@yahoo.com +39 0668216579. Sito web: www.barnabiti.net/centro-studi-storici/
Fra i suoi scritti
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STORIA DELLORDINE
canza degli uomini, come cola chiesa di S. Marco; si trattava dei
dimostrano, per esempio, Padri Giovanni Bellarini, Gaudenzio
anche solo le solenni ce- Graziosi e Innocenzo Chiesa. Il 4
lebrazioni svolte nel 1993 gennaio 1603 la chiesetta di S. Marco
in occasione del IV Cen- venne ceduta in propriet allOrdine.
tenario del suo ingresso a Subito ritenuta troppo angusta per le
Novara (si vedano pure i comuni necessit, una volta fatta delavori del Convegno di molire venne edificata al suo posto
Studio organizzato a No- lattuale chiesa su disegno del P. Lovara il 17-18 settembre renzo Binago. Nel 1607 assistette alla
1993, dal titolo: Carlo Ba- posa della sua prima pietra lo stesso
scap Sulle Orme del Bor- Bascap, che volle vi fossero scolpite
romeo. Coscienza e Azio- queste parole: D.O.M. SANTISQUE PAUne pastorale in un vesco- LO APOST. ET MARCO EV. CONGREG.
vo di fine Cinquecento). CLER. S.P.D. CAROLUS EPISCOPUS NOV.
Ci non evit per che PR. LAP. MDCVII. La chiesa venne
la sua figura e azione pa- consacrata nel 1691 da mons. Giovastorale rimanessero sem- ni Battista Visconti, barnabita, allora
pre un po nella penom- vescovo della citt.
bra storiografica del suo
La presenza dei Barnabiti a Novara
grande maestro e model- dur fino al periodo giacobino e
lo, S. Carlo Borromeo, napoleonico. Nel 1798 la chiesa di
quasi sospeso tra quel S. Marco venne, infatti, espropriata
fortiter che esercit nella diventando la sede della Societ
sua attivit riformatrice e patriottica. Nel 1801, tornato Napodi governo principal- leone e aggregata la citt di Novara
mente al servizio prima alla Repubblica Cisalpina, il 21 magdello stesso Borromeo, gio la chiesa di S. Marco venne
poi del proprio Ordine sequestrata e destinata a diventare
Novara, Basilica di San Gaudenzio, San
come Superiore generale Biblioteca Nazionale, pubblica e
Gaudenzio in adorazione dellEucarestia con
e, infine, della Chiesa popolare. Rimaneva per il problema
le Sante Lucia e Liberata, opera di Carlo Cane,
universale come Vescovo della presenza delle tombe del Ba1610. Curiosamente il Santo raffigurato con le
di Novara
sembianze del Venerabile Carlo Bascap
e una certa
mancanza di
Carlo Bascap quel soaviter che lo insulle orme del Borromeo dusse ad imporre la sua
volont rinnovatrice senSe chiedeva ai suoi confratelli di za il garbo del modo, atfuggire le mormorazioni, peste delle tirandosi cos le lagnanze
anime et della pace comune, et aiu- di non pochi detrattori,
tare i Superiori nel loro governo con che gli rimproveravano
avisi di charit et non di sdegno et anche per lappartenencol fare sempre buon officio con gli za della sua famiglia alla
altri di fuggire lotio, le vagationi classe dirigente politicoper casa, i ragionamenti otiosi et militare lagire pi covani (Positio super scriptis, p. 47), la me un governatore che
memoria dellesemplarit della sua come un pastore della
vita trov una pronta raffigurazione Chiesa di Dio! Tali aspetin quasi tutte le case barnabitiche del ti, accuratamente vagliatempo, specie quelle piemontesi, co- ti, furono comunque chiame S. Dalmazzo (TO), con diverse e riti e superati nel suo probelle iscrizioni latine; per esempio cesso di beatificazione e
quelle che si trovavano sotto il suo canonizzazione.
quadro ad Asti come a Vercelli: VEN.
P.D. CAROLUS BASCAP PRAEP. GENERALIS
I Barnabiti a Novara
SANCTITATE, DOCTRINA, LEGATIONIBUS
PRO ECCLESIA FELICITER OBITIS CLARISSIMUS
Nel mese di aprile delS. CAROLI DILECTUS ALUMNUS ET IMITA- lanno 1599 giunsero a
TOR EGREGIUS EPISCOPUS NOVARIENSIS.
Novara i primi tre barnagrande carta topografica della Diocesi di Novara,
4541 cm., calcolata e fatta incidere da mons.
Per questo non fu certo abbandona- biti, che acquistarono
Carlo Bascap (1612) allincisore Giacomo Ozeno
to alloblio del tempo o alla dimenti- una casa attigua alla pic-
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STORIA DELLORDINE
scap e del cardinale Gilberto Borromeo, sepolti luno accanto allaltro.
Pertanto, nel 1801, con grande riservatezza, le due salme furono trasferite nella Cattedrale di Novara. Lanno
dopo per, anche sulla spinta dellindignazione cittadina, improvvisamente il Governo centrale blocc il
progetto della Biblioteca, e il 28 marzo 1802 lallora Superiore generale
dei Barnabiti, Prospero Duelli, pot
riaprire la chiesa. Ma per poco: nel
1810 i Barnabiti furono soppressi e il
collegio venne definitivamente chiuso e trasformato in abitazione civile.
il nostro S. Carlo
Se papa Innocenzo XI (1676-1689)
Odescalchi, gi Vescovo di Novara,
lo defin: Un altro S. Carlo Borromeo, il barnabita Cesare Barzaghi,
nella sua lettera scritta da Lodi il
Canzone 3
(Carlo Bascap, Poesie e lettere Biblioteca Ambrosiana MS. I. 195,
ff. 28r -29v)
Nella fresca stagion de miei primi anni / Che maturo pensier seco non
porta / Le incerte vele a mal fidati venti / Dietro a i pi diedi, et a fallace
scorta. / Poi gran tempesta, e perigliosi affanni / Mirai di lungi, e travagliate
genti, / Ondio sempre portai poi gli occhij intenti / Per tormi a si dubbiosa,
e mortal via: / E mi prese stupor che il cieco mondo / Si vago, e presto alla
sua morte sia / Per volger corso assai feci, e sudai / E dhor in hora sempre
mi trovai / Sopra maggior profondo, / E pi presso al periglio: / Si chio presi
di poi nuovo consiglio / (Et pria dovea) vista mia possa frale; E malzai
dove in van priego non sale.
Ad altro segno et io, et cui ne calse / Non drizzammo i pensier bassi,
e terreni / (Oh tanto al mondo error un d si sveli) / Che ad ombre, a sogni,
et a fallaci beni / Chi per fregi mondani, et oro valse, / Mossemi quegli,
come non si celi / Alto valor sotto modesti veli. / Come scettro qua gi
frena et emenda / Et allhuman desio legge prescrive, / Alto studio gentil
se vil non renda / Avara voglia, et ignorante ardire / Cercando intesi, e
pur da van desire / A non sicure rive / Sent volto il mio legno / Et al corso
bramai saldo ritegno: / Ahi mondo ogni tuo ben si in mal ti riede /
Chogni schifo voler rivolge il piede.
Daltezza, e dor desio picciolo angusto / Vede chi serge in sua sovrana
parte / Oltre a brievi confin di questa vita. / Et anco per haver pur non si
parte / Ma pi cresce il voler ingordo, e ingiusto / Come a crescere per cibo
altri saita. / Cos suol sete hidropica infinita / Pi del preso liquor sempre
avanzarsi / Fin che dellindurato corpo smorto / Sono a trar la cagion rimedij
scarsi / E succhiarne lavolto aquoso humore / Et pur ne fosse sol men
queto il cuore / In questo viver corto; Fora assai lieve il danno; Per van
piacer sarrischia eterno affanno / Ahi nato al ciel human seme gentile /
Come ti fai tu stesso oscuro, e vile.
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Lattacco terroristico avvenuto il 7 gennaio 2015 aParigi, non solo ha scosso lopinione pubblica
mondiale, ma ha anche suscitato quesiti che vanno ben oltre lambito meramente politico
contingente e raggiungono lanima culturale doccidente: lEuropa cristiana, i capi politici e
spirituali, i comuni cittadini, credono ancora davvero nei suoi valori sia civili sia religiosi? Sono
disposti a difenderli? E a quale pezzo?
E`
rimasta celebre laffermazione di Thomas Merton (19151968), il monaco trappista autore de La Montagna dalle sette balze,
riferita a Harlem, il quartiere pi pericoloso, malfamato e decadente allinterno dellisola di Manhattan, fino agli
anni Novanta caratterizzato da grande
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miseria, con un elevato tasso di disoccupazione e di criminalit. Per trasposizione, non si potrebbe applicare
questo detto allattuale status che contrappone allOccidente secolarizzato
e in preda a una sconcertante crisi di
valori e a un allarmante degrado morale, lOriente islamico fondamentalista che opera allinsegna di una guerra santa? Dobbiamo per procedere
per ordine, cos che una simile affermazione non risulti arbitraria.
Prescindiamo da una valutazione
religiosa del fenomeno islamico nellambito in cui sorse e in cui si diffuse
e al cui interno si sviluppata una
dottrina e una prassi che vantano una
tradizione plurisecolare e planetaria. A
chi volesse approfondirne limpatto
con il mondo latino suggerirei la lettura di Islam et judo-christianisme, uscito in Italia con il titolo Islam e cristianesimo. Una parentela impossibile,
Lindau 2006, il cui autore il sociologo e teologo francese Jacques Ellul
(1912-1994). Portiamo invece laccento sullincunearsi dellIslam fondamentalista e guerriero allinterno della
tradizione giudaico-cristiana, cos da
giustificare la condanna dantesca
che annovera Maometto tra i seminatori di discordia (Inferno, XXVIII). Orbene, lOccidente, con le sue tradizioni culturali e religiose, si trovato in
rapporto allIslam di fronte a una realt minacciosa della sua integrit, da
sventare ogni volta che premesse alle
sue frontiere. A mo di tenaglia, le milizie islamiche a un secolo della morte
del Profeta (570-632) puntarono a
Est su Costantinopoli e a Ovest sulla
suona ogni giorno da tutti i campanili. In seguito alla grande vittoria, Callisto III istitu, a perenne ricordo, la
festa liturgica della Trasfigurazione
che da allora si celebra il 6 agosto.
Prima di prendere in considerazione il successivo evento, non sar superfluo richiamare un fatto che rimanda alla storia del nostro Ordine.
Allinizio del Cinquecento si venne
sviluppando in Milano la devozione
al Crocifisso cui non fu estranea la
predicazione di fra Battista da Crema
(1460-1534) con il suo libro Filosofia
divina. Clemente VII (1478-1534), il
papa che avrebbe approvato la nuova
famiglia religiosa fondata da Antonio
Maria Zaccaria (18 febbraio 1533), in
data 30 agosto 1531 indirizzava ai
milanesi una bolla nella quale elogiava la consuetudine di pregare in ginocchio ogni giorno alle tre del pomeriggio davanti al Crocifisso. Questo primo richiamo a Cristo si sarebbe
ulteriormente specificato nella pratica
delladorazione eucaristica promossa
dallo Zaccaria con le Quarantore. Informato delliniziativa, Paolo III emise
un breve di approvazione (28 agosto
1537), considerando questa pratica
finalizzata a placare lira di Dio verso i cristiani dovuta ai loro peccati e a
Mamma li Turchi
Agli albori dellera moderna le vittorie della cristianit contro quelli
che allora erano chiamati i Turchi,
o meglio Il Turco, sono scandite da
tre memorabili date alle quali vengono collegati tre insigni figure di santi
e tre grandi innovazioni liturgiche, a
sottolineare lenorme significato e
limportanza di quei grandi eventi.
Volendo passarli brevemente in rassegna, iniziamo dalla fatidica data
del 6 agosto 1456: con la vittoria di
Belgrado venne fermata per circa un
secolo lavanzata dei Turchi verso
lEuropa cristiana, che aveva assistito
impotente alla capitolazione di Costantinopoli, capitale dellImpero Romano dOriente, avvenuta nel 1453,
quando i Turchi Ottomani, guidati dal
sultano Maometto II, la conquistarono il 29 maggio, dopo quasi due mesi
di combattimenti. Spronato dal vecchio papa Callisto III Alfonso de Borja
(1378-1458), Giovanni da Capestrano (1386-1456), un nobile tedesco
entrato nei Frati Minori, poi proclamato santo, organizz una vittoriosa
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Europa cristiana?
Ma ora lombra dellOriente si staglia di nuovo minacciosa allorizzonte. un antico pericolo: gi Virgilio
invocava arce Orientem, tieni lontano lOriente, impresa che, come abbiamo visto, riuscita per diversi secoli. E il pericolo si ripresenta di matrice islamica, la versione attuale dei
famosi Turchi, con le sue aberrazioni terrificanti, crudeli, disumane e
antistoriche. Ma lEuropa cristiana, i
capi politici e spirituali, i comuni cittadini, credono ancora davvero nei
suoi valori sia civili sia religiosi? Sono disposti a difenderli? E a quale
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CANADA
NOTIZIE DI CASA NOSTRA
Gennaio Da venerdi 2 a lunedi
5 gennaio 2015, la Comunit parrocchiale San Giacomo (St. James) a
Oakville, Ontario (Canada), ha ricevuto, con grande gioia, la visita del
Padre generale, p. Francisco Chagas
M. Santos da Silva. Accolto calorosamente dai parrocchiani, il Padre generale ha avuto modo di parlare con
loro e di prendere visione di una
realt parrocchiale in pieno sviluppo
e che, attualmente conta circa 200.000
anime.
Per questa parrocchia, lanno 2014
stato un anno impegnativo per
molteplici lavori di restauro: rifacimento del tetto della chiesa, ufficio
del parroco e dipendenze varie, ma
anche ricco di soddisfazioni pastorali
come lordinazione diaconale, a giugno 2014, di Patrick Crowley, diacono permanente. A ci si aggiunge
la collocazione davanti alla chiesa
parrocchiale, dopo mesi di preparazione, della statua di san Giacomo,
CILE
CELEBRAZIONI DEL VENTENNALE
DELLA CAPPELLA SAN PAOLO
A PUENTE ALTO
Dicembre 2014 Nel gi lontano
1991, approdano in Cile, a Puente
Alto, due intraprendenti angeliche:
madre Maria Annunziata e madre
Maria del Carmen, italiana una, spagnola laltra, animate da un comune
desiderio: realizzare, nel settore denominato Parque de los Reyes, una
cappella che soddisfacesse il desideEco dei Barnabiti 1/2015
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FILIPPINE
ORDINAZIONI SACERDOTALI
NELLE FILIPPINE
Febbraio La Pro-provincia Filippina continua a celebrare gioiosamente il venticinquesimo della
ITALIA
P. EMILIANO REDAELLI
AL FESTIVAL INTERNAZIONALE
AL GADIR A NAYAF (IRAQ)
Dal 17 al 23 ottobre 2014 su invito
del dott. Hebeel M.H. Al-Sadr, ambasciatore della Repubblica dellIraq
presso la Santa Sede, il p. Emiliano
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ORDINAZIONE E PRIMA
MESSA DI ANTONIO
BONGALLINO
p. Antonio attorniato dai confratelli e amici al termine dalla sua prima messa
Eco dei Barnabiti 1/2015
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PREMIO GBABY
Riportiamo da Vita pastorale n 2,
febbraio 2015 a firma di Giuliano
Censi la seguente notizia:
stanno a Beatrice Masini per Il drago e il vischio. Questa la motivazione: Lautrice ha saputo coniugare
fantasia e realt, immergendole nellatmosfera magica di un sogno natalizio. Alla selezione hanno partecipato i seguenti periodici per linfanzia: GBaby, Giulio Coniglio, La
Giostra, Pimpa, Sofia, Vivacemente
e Cip & Ciop.
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Jos Carvajal
STATI UNITI
PITTORI DI NIAGARA FALLS
OSPITI ALLO SHRINE
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CI HANNO PRECEDUTO
CI HANNO PRECEDUTO
P. ENRICO BRIEDA
(1942-2014)
Il P. Enrico Brieda era nato ad Orsago, in provincia di Treviso il 29 agosto 1942, in una famiglia di cinque
fratelli. Dopo i corsi elementari frequentati in paese (1949-54), stato
accolto nella Scuola Apostolica di
Genova (Casa Missionaria) per i tre
anni di scuola media e i due anni di
ginnasio (1954-59), questi ultimi frequentati allIstituto Vittorino da Feltre, come era uso in quegli anni.
Ha compiuto lanno canonico di
Noviziato a Monza (1959-60) concluso con la Prima Professione il 2 ottobre 1960. Inviato a Firenze nello
Studentato presso il Collegio La Querce, ha frequentato il primo e secondo
anno del Liceo classico, mentre per il
terzo anno e la maturit fu mandato
allo Studentato del S. Francesco di
Lodi (1960-63). Dopo lanno di propedeutica, venne a Roma nello Studentato del Gianicolo, e alunno del
quadriennio di teologia presso la Pontificia Universit Urbaniana. Completava intanto il curricolo di
formazione religiosa con la professione solenne (29 settembre
1965), preceduta dal periodo di
preparazione, a S. Felice a Cancello, e lascesa ai vari gradi dellOrdine sacro, culminata con la
ordinazione presbiterale il 18 dicembre 1967.
Ha dimostrato fin dallinizio
del suo ministero una spiccata
propensione per la pastorale
giovanile, esercitata in seguito
sia nella scuola, sia nelle nostre
parrocchie, a cominciare dalla
prima destinazione al ReaL Collegio Carlo Alberto di Moncalieri (1968-71), in qualit di vice
rettore degli esterni e come direttore spirituale. Seguirono gli
anni di lavoro pastorale nella
parrocchia di S. Martino ad Asti
(1971-74). Per un anno fu mandato al Vittorino da Feltre come
economo, ma ritorn al lavoro
pastorale nella parrocchia torinese di S. Dalmazzo, nel 1975.
Per un ventennio, la sua presenza comunitaria e pastorale
p. Enrico Brieda
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SCHEDARIO BARNABITICO
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MARZO 2015