L’OSSERVATORE ROMANO
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Anno CLXI n. 289 (48.912)
La festa con i bambini
del Dispensario
Santa Marta
Il dito
nella torta
con Francesco
di GIAMPAOLO MATTEI
S
e è Papa Francesco che
delicatamente prende la
mano di un bambino e
lo “aiuta” a mettere un
dito nella panna della torta del
suo compleanno e poi non se la
prende — anzi sorride, com-
prende — quando, quasi in coro,
i più piccoli rispondono poco
convinti all’invito ad aiutare an-
che le persone che non ci vo-
gliono bene... beh, ci sono pro-
prio tutti gli ingredienti della
semplicità della schiettezza di
una festa in famiglia. E che fe-
sta domenica mattina, 19 dicem-
bre, in Aula Paolo VI! E che fa-
miglia!
La festa, sì... ma, in realtà, le
feste sono state due in una! Il
tradizionale incontro natalizio
delle famiglie povere, con bam-
bini piccoli, assistite in Vaticano
dal Dispensario pediatrico San-
ta Marta coincide ormai con la
festa di compleanno di Papa
Francesco, che venerdì scorso
ha compiuto 85 anni. Com-
pleanno, dunque, davvero in fa-
miglia: la comunità del Dispen-
sario è “vicina di casa” del Pon-
tefice in Vaticano: a “unirli” è,
infatti, lo stretto vicolo del Pe-
rugino.
I bambini, dopo che un vi-
deo ha presentato la vita quoti-
diana nel Dispensario, hanno
dato vita a una piccola “recita
natalizia” strapiena di segni
chiari e a tutti comprensibili,
proprio come si fa in parroc-
y(7HA3J1*QSSKKM( +#!#!?!$!=
chia. Puntando su alcuni gesti e
alcune parole per richiamare
ascolto, attenzione, gratuità,
gratitudine. “Parole chiave” che
Francesco ha fatto proprie nel
dialogo che ha voluto instaurare
SEGUE A PAGINA
Copia € 1,50 Copia arretrata € 3,00 (diffusione e vendita 20-21 dicembre 2021)
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO
Unicuique suum Non praevalebunt
Città del Vaticano lunedì 20 dicembre 2021
Videomessaggio del Papa
all’Università cattolica
L’educazione
per umanizzare
il mondo
«L’
educazione è
una delle vie più
efficaci per
umanizzare il
mondo e la storia» e l’Università cat-
tolica del Sacro Cuore custodisce
«nel suo mandato questo insegna-
mento». È quanto ha sottolineato
Papa Francesco rivolgendosi ieri
mattina alla comunità dell’ateneo in
occasione dell’apertura del nuovo
anno accademico, coincisa con il
centenario di fondazione. In un vi-
deomessaggio — trasmesso durante
la cerimonia inaugurale nella sede di
Milano, alla presenza della presiden-
te della Commissione Europea, Ur-
sula von der Leyen — il Pontefice ha
rilanciato la missione dell’istituzione
culturale fondata da padre Gemelli.
PAGINA 10
Dialogo con gli “invisibili”
Una società
che scarta i poveri
è malata
Una mamma — rimasta senza la-
voro e con una vita familiare fatta
di violenza —, una senzatetto, una
giovanissima scout a cui la pan-
demia ha tolto la voglia di gioire
Dopo il disastro nelle Filippine emergenza anche in Malesia e un ex ergastolano che ha scon-
tato 25 anni di carcere. Sono i
Il Pontefice vicino alle popolazioni colpite dal tifone quattro “invisibili”, tre donne e
un uomo, che raccontando le loro
storie hanno dialogato con Papa
«Che il Santo Niño porti con- sono ancora da definire. Mezzo Francesco a Santa Marta davanti
solazione e speranza alle fami- milione di sfollati, città isolate, alle telecamere di Mediaset. A
glie più colpite» dal tifone ab- persone trascinate via dal fan- Giovanna, Maria, Maristella e
battutosi sulle Filippine: l’au- go. La calamità climatica che Pierdonato — questi i loro nomi —
spicio di Papa Francesco è rie- ha colpito l’arcipelago sabato il Pontefice ha risposto con paro-
cheggiato in piazza San Pietro scorso è tale che perfino il con- le di incoraggiamento che sono
a mezzogiorno del 19 dicembre, to delle vittime al momento è state trasmesse ieri sera in Italia
al termine dell’Angelus recitato quasi impossibile. insieme con le immagini dell’in-
dalla finestra dello Studio pri- Un portavoce dell’ammini- contro, coordinato dal vaticanista
vato del Palazzo apostolico va- strazione, a 48 ore dall’impatto Fabio Marchese Ragona.
ticano.
Le proporzioni del disastro SEGUE A PAGINA 4 PAGINA 11
Il processo per il palazzo di Londra
ALL’INTERNO Per dare un volto umano
Eletto al ballottaggio con il 56 per cento dei voti
al mondo digitale
Un test senza precedenti
Appello ai giganti
Boric è il nuovo della tecnologia di ANDREA TORNIELLI partito dall’indagine interna autoriz-
zata quasi tre anni fa da Papa France-
L’
presidente del Cile inchiesta vaticana che ha sco, che ha più volte sottolineato l’im-
Prosegue il dibattito sugli ap-
pelli lanciati da Papa Francesco avuto inizio dalla vicenda portanza del fatto che la segnalazione
PAGINA 4
nel videomessaggio inviato al- della vendita dell’immobi- sulle presunte irregolarità, e le succes-
l’Incontro mondiale dei movi- le di Londra, e il processo sive denunce, siano arrivate dal siste-
La messa popolare di Ambrogio Sparagna
menti popolari. In uno di que- ancora alle sue fasi preliminari che ne ma di controllo vaticano. Si può dun-
sti appelli, il Papa chiedeva al è seguito, non sono in alcun modo pa- que affermare che l’avvio del processo
mondo della tecnologia di ragonabili con le inchieste e i processi abbia rappresentato e rappresenti una
Gioia e meditazione avvenuti Oltretevere negli ultimi de- prova di tenuta, un vero e proprio
«smettere di sfruttare la fragili-
tà umana». cenni. Ciò appare evidente sia per il “stress test” per il sistema giudiziario
MARCELLO FILOTEI A PAGINA 6 numero delle persone sottoposte a in- dello Stato della Città del Vaticano.
PAOLO BENANTI dagini e poi imputate, sia per le tan- Tra le particolarità, c’è stata certa-
Per la cura della casa comune FAUSTO COLOMBO tissime testimonianze raccolte e il ma- mente quella di riferirsi a un codice di
E GIOVANNI BENEDETTI teriale informatico utilizzato, che per procedura diverso da quello in vigore
Seminario alla Lateranense NEL PRIMO PIANO il numero e la gravità dei reati conte- in Italia, il Finocchiaro Aprile del
ALLE PAGINE 2 E 3 stati, che infine per la complessità del-
12 MARINA PICCONE A PAGINA 9 le diverse vicende intrecciate. Tutto è SEGUE A PAGINA 10
pagina 2 L’OSSERVATORE ROMANO lunedì 20 dicembre 2021

Oggi in primo piano - Per dare un volto umano al mondo digitale

Gli appelli del Papa

Lo scorso 16 ottobre Francesco ha rivolto un videomessaggio
ai Movimenti Popolari contenente una serie di richieste
introdotte dall’espressione: «Voglio chiedere, in nome di «Voglio chiedere, in nome di Dio, ai
Dio...». Il Papa, valorizzando le istanze popolari, i corpi
intermedi e gli “scartati” dal sistema, si è appellato a
giganti della tecnologia di smettere di
politici, industriali, uomini di cultura e in definitiva a tutti sfruttare la fragilità umana, le vulnerabilità
noi proponendo parole profetiche e obiettivi esigenti. I media
vaticani, per approfondire le parole del Pontefice e proporre
delle persone, per ottenere guadagni,
un confronto sui primi possibili passi concreti nella direzione senza considerare come aumentano i
da lui indicata, avviano un dibattito sui contenuti in quel
discorso. Il francescano Paolo Benanti, esperto di etica, discorsi di odio, il grooming [adescamento
bioetica ed etica delle tecnologie, riflette sull’appello con il di minori in internet], le fake news
quale Francesco si rivolge ai giganti delle tecnologie per
chiedere un cambio di direzione a favore del rispetto della [notizie false], le teorie cospirative, la
persona umana.
manipolazione politica»

Per affrontare la sfida posta dall’intelligenza artificiale (dal videomessaggio di Papa Francesco in occasione

La necessità
del IV Incontro mondiale dei movimenti popolari, 16 ottobre 2021)

macchina farà scelte perfette. Ma ta una Provincia. Col tempo, apriori che la macchina dotata di

di una algoretica
è così? Già in passato abbiamo queste Mappe smisurate non ba- intelligenza artificiale possa fare
avuto questa impressione. Lapla- starono più. I Collegi dei Carto- una scelta priva di errori. La mac-
ce sosteneva che qualora noi aves- grafi fecero una Mappa dell’Im- china sapiens sarà sempre e costitu-

I
di PAOLO BENANTI*
l digitale, internet e le intelligen-
ze artificiali (AI) stanno cambian-
do il mondo: ogni attività umana,
dalla medicina alla sicurezza na-
zionale stanno subendo profonde
trasformazioni. Questi sistemi
non solo aiutano l’uomo ma in
sempre maggiori situazioni dan-
no luogo a sistemi, bot o robot,
completamente autonomi.
Di fronte a questo diluvio è ur-
gente la questione etica. Più l’in-
novazione digitale si fa pervasiva
e in mano a pochi soggetti sem-
pre più potenti più è necessario
sviluppare un nuovo linguaggio
universale che sappia gestire l’in-
novazione.
In particolare le intelligenze
artificiali sono artefatti tecnologi-
ci. Ma differenti da tutti gli arte-
fatti prodotti fino ad oggi. Tutti
gli strumenti che abbiamo pro-
dotto consentono all’uomo di
svolgere alcuni compiti. Dalle
clave primitive fino alle grandi
macchine industriali tutti questi
strumenti servivano a fare meglio
più velocemente in maniera più
efficace dei compiti precisi. Le
AI, tanto nei bot quanto nei ro-
bot, superano il concetto di arte-
fatto e di macchina che conosce-
vamo fino adesso. Tutti i mecca-
nismi automatici che abbiamo co-
struito durante la rivoluzione in-
dustriale sono stati costruiti pen-
sando a quale sarebbe stato il loro
scopo. Facevano quello per cui
erano progettati e basta. Oggi le
AI non sono progettate così. Non
sono software programmati ma si-
stemi addestrati. Si supera il mo-
dello classico if this then that in cui
un ingegnere del software preve-
deva prima tutte le possibili oc-
correnze. Le AI rispondono in
maniera autonoma a un problema
che gli viene posto. Questi arte-
fatti sono una nuova specie nelle
macchine. Delle machine sapiens.
Oggi il mondo non è più abitato
solo dall’homo sapiens ma anche
da machine sapiens. Ma come deci-
de la machina sapiens?
I data scientist ci dicono che il
problema è alla qualità e alla
quantità dei dati. Quando avre-
mo un database perfetto su cui
far girare i nostri servizi di AI la
simo conosciuto la posizione in
un istante di tutte le particelle che
contengono l’universo saremmo
stati in grado di predire tutto il
futuro è di conoscere tutto il pas-
sato dell’universo. Lasciamo stare
la domanda filosofica su questa
possibilità e affrontiamola da un
punto di vista operativo. Se fossi-
mo in grado di creare una mappa
che è l’esatta copia della realtà,
includendo al suo interno tutto,
compresi i passanti, le foglie degli
alberi, ecc, dovremmo riconosce-
re che la mappa che abbiamo
creato è inutile. Questa infatti sa-
rebbe complessa come la realtà,
troppo complessa per prendere le
decisioni e quindi inutile.
Ci troveremmo cioè di fronte al
noto paradosso raccontato da
Jorge Luis Borges in un fram-
mento Del rigore della scienza, l’ulti-
mo di Storia universale dell’infamia
pubblicato per la prima volta nel
1935. Come sua abitudine, l’auto-
re argentino attribuisce la citazio-
ne a un libro che in realtà non esi-
ste: «… In quell’Impero, l’Arte
della Cartografia giunse a una tal
Perfezione che la Mappa di una
sola Provincia occupava tutta una
Città, e la mappa dell’impero tut-
pero che aveva l’Immensità del- tivamente fallibile. Le AI hanno
l’Impero e coincideva perfetta- costitutivamente bisogno di un’e-
mente con esso (Suárez Miranda, tica. Poiché le intelligenze artifi-
Viajes de varones prudentes, libro ciali possono sbagliare bisogna
IV, cap. XIV, Lérida, 1658)» (dall’e-
capire come gestire allora questo
dizione italiana de Il Saggiatore, sbaglio. La questione etica è fon-
1961). damentale importantissima e ur-
gente. Bisogna trovare
un sistema etico condivi-
so perché l’utilizzo di
Più l’innovazione digitale si fa questi sistemi non pro-
pervasiva più è necessario sviluppare duca ingiustizie, non
danneggi le persone e
un nuovo linguaggio universale non crei dei forti dise-
che sappia gestire l’innovazione quilibri globali.
L’esistenza di macchine
sapiens chiede di mettere
in piedi un nuovo lin-
guaggio universale che
I dati sono una mappa della sappia tradurre queste direttrici
realtà, rappresentano una ridu- etiche in delle direttive eseguibile
zione della realtà e per questo so- dalla macchina. Ma come fare
no utili per prendere decisioni. questo? Il mondo nell’epoca del
Inoltre, le AI lavorano sui databa- Digital Age è regolato degli algo-
se e sui sensori. Ma anche i senso- ritmi. Più di qualcuno parla di
ri non leggono tutta la realtà: ne una algocrazia. Per evitare che ci
prendono solo una parte trasfor- sia questo dominio dell’algoritmo
mandola in dati. Eccoci al punto anche grazie alle AI dobbiamo
chiave della questione. Siccome iniziare a sviluppare questo lin-
le intelligenze artificiali fondano guaggio comune dell’algoretica.
loro decisioni sui dati e poiché Il problema è innanzitutto filo-
questi non sono una coppia per- sofico ed epistemologico. Le AI
fetta della realtà non è pensabile “funzionano” secondo schemi che

di GIOVANNI BENEDETTI
Un fenomeno planetario costato innumerevoli vite uma-
ne in tutto il mondo, sarebbe

C
he la diffusione a
macchia d’olio della
tecnologia a uso do-
mestico sia una delle
principali caratteristiche del
terzo millennio, e in particola-
re dell’ultima decade, è ormai
innegabile. Lo sviluppo e la
maggiore circolazione quasi in
parallelo delle nuove reti inter-
net, dei social network e dei te-
lefoni cellulari hanno avuto
come risultato una vera e pro-
pria digitalizzazione della so-
cietà, ormai in gran parte inter-
connessa dal web. In questa
chiave di lettura, l’arrivo della
pandemia di Covid-19 a marzo
2020 ha rappresentato poi una
conferma definitiva delle nuo-
ve dinamiche sociali digitali.
Messe improvvisamente di
fronte all’impossibilità di rap-
portarsi direttamente, le perso-
ne hanno cercato di sopperire
a queste mancanze rivolgendo-
si proprio alla tecnologia in di-
versi ambiti: dalle riunioni di
lavoro su piattaforme come
Zoom e Microsoft Teams, alle
attività sportive domestiche se-
guendo video postati dai per-
sonal trainer su YouTube, fino
alle interazioni sociali, ricreate
nelle videochiamate di gruppo
con parenti e amici su House-
party. Queste dinamiche han-
no mostrato le enormi poten-
zialità degli strumenti digitali,
che offrono soluzioni impensa-
bili fino a pochi anni fa.
Come ogni strumento, però,
anche le nuove tecnologie pos-
sono offrire utilizzi estrema-
mente negativi e insidiosi, oltre
a quelli costruttivi citati sopra.
Il ventaglio di nuove possibili-
tà aperte dalle innovazioni tec-
nologiche del Ventunesimo se-
colo ha infatti — forse inevita-
bilmente — portato con sé an-
che diverse problematiche so-
ciali mai affrontate prima. Fra i
fenomeni più discussi in tempi
recenti vi è la spaventosa prati-
ca del “grooming” (letteral-
mente, “governatura”), attra-
verso la quale individui adulti
adescano in rete utenti mino-
renni, arrivando infine a com-
piere atti di molestie sessuali
senza l’uso della coercizione fi-
sica. Secondo un recente rap-
porto pubblicato dall’Fbi, il
molestatore si guadagna infatti
lentamente la fiducia e la con-
fidenza della vittima con ap-
prezzamenti e regali, per poi
avanzare proposte perverse.
Nel corso dell’ultimo anno so-
no inoltre stati lanciati, tanto
dagli studiosi quanto dalle fa-
miglie, numerosi allarmi e
campagne di sensibilizzazione
rispetto ai potenziali effetti
psicologici dannosi dei social
network sui più giovani, come
ad esempio stress e ansia socia-
le. Indubbiamente dinamiche
come queste o il “grooming”
risultano accentuate dall’inevi-
tabile isolamento provocato
dalla pandemia, arrivando poi
nei casi più estremi a culmina-
re in tragedie come quella del-
lo scorso gennaio a Palermo,
dove una bambina di 10 anni
perse la vita a causa di una
challenge lanciata su TikTok.
Altri risvolti negativi delle
nuove tecnologie vanno invece
oltre la sfera personale degli
individui, toccando ambiti co-
me la politica e la sanità, come
nel caso delle celebri proble-
matiche riguardanti la diffu-
sione delle “fake news” e dei
contenuti incitanti all’odio po-
litico. L’esempio più eloquen-
te a questo riguardo è quello
delle due cause parallele da 150
milioni di dollari intentate
contro Meta (nuovo nome del
gruppo Facebook) da parte dei
rifugiati Rohingya negli Stati
Uniti e nel Regno Unito. Se-
condo l’accusa, gli algoritmi
del social network avrebbero
favorito la diffusione di discor-
si di odio e contenuti estremi-
sti, incoraggiando così la per-
secuzione della minoranza et-
nica. Numerosi politici, fra i
quali il presidente statunitense
Joe Biden, hanno inoltre affer-
mato che l’ostinato scetticismo
verso i vaccini per il Covid-19,
stato alimentato dalle campa-
gne di disinformazione online.
Nel corso del 2021, diversi
paesi in tutto il mondo hanno
adottato misure speciali per ri-
durre le influenze negative
provenienti dai social network.
In Italia, il Garante della Pri-
vacy ha deciso di vietare l’uti-
lizzo di TikTok ai minori di 13
anni in seguito alla tragedia di
Palermo. Anche il Regno Uni-
to sta attualmente valutando
provvedimenti atti a limitare i
potenziali danni da social net-
work: ad ottobre, il Parlamen-
to di Westminster ha infatti ac-
colto la divulgatrice digitale
Frances Haugen, che ha pre-
sentato la sua teoria secondo la
quale gli algoritmi di Face-
book favoriscono la diffusione
di contenuti potenzialmente
pericolosi in quanto incitanti
all’odio e all’estremismo.
lunedì 20 dicembre 2021
connettono dati. Che tipo di co-
noscenza è questa? Che valore
ha? Come va trattata e considera-
ta?
Insomma, la domanda prima
che tecnologica è etica e filosofi-
ca: nella misura in cui vogliamo
affidare competenze umane, di
comprensione, di giudizio e di
autonomia di azione a dei sistemi
software di AI dobbiamo capire il
valore, in termini di conoscenza e
capacità di azione, di questi siste-
mi che pretendono di essere intel-
ligenti e cognitivi.
Per poter sviluppare un algore-
tica dobbiamo chiarire in che sen-
so si parla di valore. Infatti gli al-
goritmi lavorano su valori di na-
tura numerica. L’etica invece par-
la di valore morale. Dobbiamo
stabilire un linguaggio che sappia
tradurre il valore morale in un
qualcosa di computabile per la
macchina. La percezione del va-
lore etico è una capacità pura-
mente umana. La capacità di la-
vorare dei valori numerici è inve-
ce l’abilità della macchina. L’al-
goretica nasce se siamo in grado
di trasformare in qualcosa di
computabile il valore morale.
Ma nella relazione tra uomo e
macchina il vero conoscitore e
portatore di valore è la parte
umana. La dignità umana e i di-
ritti umani ci dicono che è l’uomo
da proteggere nella relazione tra
uomo in macchina. Questa evi-
denza ci fornisce l’imperativo eti-
co fondamentale per la macchina
sapiens: dubita di te stessa. Dob-
biamo mettere in grado la mac-
china di avere un certo senso di
incertezza. Tutte le volte che la
macchina non sa se sta tutelando
con certezza il valore umano deve
richiedere l’azione dell’uomo.
Questa direttiva fondamentale si
ottiene introducendo dei paradig-
mi statistici all’interno delle AI.
Deve essere questa capacità di in-
certezza il cuore del decidere del-
la macchina. Se la macchina ogni
volta che si trova in una condizio-
ne di incertezza chiede all’uomo
allora quello che stiamo realiz-
zando è una intelligenza artificia-
le che pone l’umano al centro o
come si suole dire tra i tecnici
uno human-centered design. La nor-
ma fondamentale è quella che co-
struisce tutte le AI in una maniera
human-centered.
A partire da questa grammatica
di base possiamo sviluppare un
nuovo linguaggio universale: l’al-
goretica. Questo avrà una sua sin-
tassi e svilupperà una sua lettera-
tura. Non è questo il luogo né il
momento per dire ogni cosa
esprimibile con questa lingua pe-
rò ci sembra di dover almeno for-
nire qualche esempio che ne riveli
le potenzialità.
ANTICIPATION — Quando due
umani lavorano assieme, l’uno
riesce ad anticipare e ad assecon-
dare le azioni dell’altro intuendo-
ne le intenzioni. Questa compe-
tenza è alla base della duttilità
che caratterizza la nostra specie:
fin dai tempi antichi ha permesso
all’uomo di organizzarsi. In un
ambiente misto, anche le AI de-
vono essere in grado di intuire co-
sa gli uomini vogliono fare, e de-
vono assecondare le loro inten-
zioni cooperando: la macchina
deve adattarsi all’uomo, non vice-
versa.
TRANSPARENCY — I robot funzio-
nano comunemente secondo al-
goritmi di ottimizzazione: l’uso
energetico dei loro servomotori,
le traiettorie cinematiche e le ve-
locità operative sono calcolate
per essere il più possibile efficien-
ti nel raggiungimento del loro
scopo. Affinché l’uomo possa vi-
vere assieme alla macchina, l’agire
di quest’ultima dovrà essere intel-
legibile. L’obiettivo principale del
robot non dev’essere l’ottimizza-
zione delle proprie azioni, bensì
rendere il proprio agire compren-
sibile e intuibile per l’uomo.
CUSTOMIZATION — Un robot, at-
traverso la AI, si relaziona all’am-
biente aggiustando il proprio
comportamento. Lì dove uomo e
macchina convivono, il robot de-
ve essere in grado di adattarsi an-
che alla personalità dell’umano
con cui coopera. L’homo sapiens
è un essere emotivo; la macchina
sapiens deve riconoscere e rispet-
tare questa caratteristica unica e
peculiare del suo partner di lavo-
ro.
ADEQUATION — Gli algoritmi di
un robot ne determinano le linee
di condotta. In un ambiente con-
diviso, il robot deve saper ade-
guare i propri fini osservando la
persona e comprendendo così
qual è l’obiettivo pertinente in
ogni specifica situazione. La mac-
china deve, in altri termini, acqui-
sire una “umiltà artificiale” per
assegnare una priorità operativa
alle persone presenti, e non al
raggiungimento di un fine prede-
terminato.
Nell’epoca del digitale, il Dig-
tal Age, con le AI sempre più per-
vasive, questi quattro parametri
sono un esempio di come tutelare
la dignità della persona.
Oggi le AI sono sviluppate o in
una modalità market-driven o state-
driven. Dobbiamo pensare altre
modalità. Per esempio, svilup-
pando algoritmi di verifica indi-
pendenti che sappiano certificare
queste quattro capacità delle mac-
chine. Oppure è possibile ipotiz-
zare enti terzi indipendenti, che
attraverso la scrittura di algoritmi
dedicati siano in grado di valuta-
re l’idoneità delle AI alla convi-
venza con l’uomo. La «Rome
Call for AI» firmata a Roma nel
2020 è un primo passo in questa
direzione. Solo rispettando que-
ste indicazioni l’innovazione po-
trà essere guidata verso un auten-
tico sviluppo umano.
*Professore straordinario presso
la Facoltà di Teologia
della Pontificia Università Gregoriana
L’OSSERVATORE ROMANO
Nella dottrina sociale della Chiesa
L’autenticità delle tecnologie
come apertura dialogica
di FAUSTO COLOMBO*
L’
appello di Papa Francesco
nel discorso ai movimenti
popolari del 16 ottobre scor-
so, rivolto ai giganti della
tecnologia (e – in particolare, si direbbe
— alle grandi piattaforme social, come
Facebook, Instagram e Twitter) attualiz-
za una preoccupazione che ha accompa-
gnato l’attuale Pontefice fin dalla sua
elezione: la promozione della comunica-
zione come risorsa umana fondamentale
per la convivenza fraterna fra gli uomini,
associata alla critica nei confronti di
quelle strategie dei media — intesi non
solo in quanto tecnologie, ma anche e
soprattutto come imprese basate su spe-
cifici modelli organizzativi e di business
— che pospongono la difesa dell’ecosi-
stema della comunicazio-
ne ai propri interessi eco-
nomici e politici.
Nell’accorato appello
del Pontefice si rilegge la
tradizione del Magistero
nella riflessione sulle co-
municazioni sociali (so-
prattutto a partire dal
Concilio Vaticano II), ma
anche un legame forte con
la riflessione teorica con-
temporanea sulla cosid-
detta “società delle piatta-
forme”.
Già nel 1971, l’istruzio-
ne pastorale Communio et
progressio mostrava l’atten-
zione prudente e non ba-
nalmente entusiastica del-
la Chiesa verso i media: «Molti esperti,
(…) con validi motivi asseriscono che
questi strumenti non fanno altro che ri-
specchiare e registrare i costumi già in
atto nella società; altri invece ritengono
che essi contribuiscono ad esaltare e più
largamente propagandare quelle nuove
tendenze; così mentre esse sono presen-
tate come ormai invalse nel comune
comportamento, a poco a poco s’intro-
ducono nel costume sociale. Ci sono
poi altri che fanno ricadere la massima
responsabilità di questa situazione pro-
prio sugli stessi strumenti» (Communio et
Progressio, 22).
Sia che i mezzi di comunicazione si
limitino a rispecchiare le tendenze in at-
to nella cultura, sia che essi le amplifi-
chino così da farle apparire dominanti,
essi non possono comunque rinunciare
alla propria responsabilità. Soprattutto,
non possono farlo le donne e gli uomini
che esercitano in essi un qualsiasi ruolo.
Un elemento fondamentale della rifles-
sione è quindi il fatto che la responsabi-
lità coinvolge non soltanto gli emittenti
della comunicazione, ma anche i suoi
destinatari, chiamati a una continua
opera di discernimento.
Questo aspetto merita ancora più at-
tenzione a partire dallo sviluppo di In-
ternet, dove, come sottolinea il docu-
mento redatto nel 2002 dal Pontificio
Consiglio delle Comunicazioni Sociali:
«L’interattività bidirezionale (…) sta
già facendo svanire la vecchia distinzio-
ne fra chi comunica e chi riceve la comu-
nicazione, e sta creando una situazione
nella quale, almeno potenzialmente,
tutti possono fare entrambe le cose.
Non si tratta dunque più della comuni-
cazione del passato che fluiva in una so-
la direzione e dall’alto verso il basso. (La
Chiesa e internet, 6).
Anche questa apertura “democrati-
ca” della prima Internet – continuava il
documento — doveva comunque essere
guardata con attenzione, perché i di-
scorsi “dal basso”, non meno di quelli
“dall’alto” potevano dimostrarsi falsi, o
violenti, o utilitaristici, in particolare
per quanto riguarda le realtà religiose.
A partire dalla metà degli anni 10 del
2000, l’internet pluralista lasciò pro-
gressivamente spazio al web 2.0, carat-
terizzato dalla presenza dei social me-
dia e delle cosiddette piattaforme, di al-
goritmi in grado di trasformare i dati
degli utenti in business, e di una nuova,
aggressiva politica di proposta com-
merciale e comunicativa fortemente
personalizzata.
Ecco allora che, nel 2009, Benedetto
XVI ribadiva la necessità di prudenza nei
confronti delle reti: «I mezzi di comuni-
cazione sociale non favoriscono la liber-
tà né globalizzano lo sviluppo e la de-
mocrazia per tutti semplicemente per-
ché moltiplicano le possibilità di inter-
connessione e di circolazione delle idee.
Per raggiungere simili obiettivi bisogna
che essi siano centrati sulla promozione
della dignità delle persone e dei popoli,
siano espressamente animati dalla carità
e siano posti al servizio della verità, del
bene e della fraternità naturale e so-
prannaturale» (Caritas in Veritate, 73)
Il nuovo assetto della comunicazione
globale — quel web 2.0 dominato dai
grandi giganti digitali come Apple,
Amazon, Facebook-Meta, Alphabet e
Microsoft, che occupano 5 delle prime 6
posizioni della classifica mondiale delle
imprese per fatturato — è oggi quello
davanti al quale si pone specificamente
Papa Francesco.
Già la Laudato si’ (2015) sottolinea in-
fatti il rischio che gli interessi economici
delle aziende comunicative possano
prendere il sopravvento sulla loro possi-
bile missione pubblica. Il realismo del
Pontefice supera l’ottimismo di manie-
ra di alcune prospettive teoriche e di al-
cune politiche legate alla prima fase di
Internet, in base alle quali i media costi-
tuiscono sempre e comunque la risorsa
tecnologica fondamentale per la produ-
zione di una comunicazione migliore
qualitativamente e più ricca quantitati-
vamente. Nella Fratelli tutti (2020), Fran-
cesco ha formulato un’analisi precisa
dei pericoli di strumentalizzazione del-
l’informazione per finalità di propagan-
da politica, delle pratiche comunicative
che fomentano l’odio, la paura e lo
sfruttamento dei più fragili. I rischi da
lui enunciati trovano riscontro oggi in
un’ampia serie di teorie critiche dei me-
dia, attente ai legami fra la cosiddetta
“società delle piattaforme”, l’individua-
lismo neoliberista e la crescita delle di-
suguaglianze e della sorveglianza sul
cittadino-consumatore. In particolare,
sono diventati emblematici eventi poli-
tici, come la Brexit o le elezioni USA del
2016, ampiamente turbati dalla circola-
zione incontrollata via social di notizie
false. Durante la pandemia di Covid-19,
pagina 3
l’Oms (Organizzazione mondiale della
sanità), ha indicato nell’infodemia di
false notizie uno dei rischi maggiori per
la salute pubblica, evidenziando le re-
sponsabilità dei media, dei loro opera-
tori e dei loro utenti. E la recente pub-
blicazione di documenti riservati di Fa-
cebook da parte di una ex dirigente ha
mostrato, una volta di più, che le ragio-
ni economiche spingono i social media
e i grandi giganti della rete a limitare i
controlli sulla qualità della comunica-
zione circolante: la comunicazione peg-
giore tende infatti ad essere più capace
di suscitare interesse, venire letta e rilan-
ciata dagli utenti, e così produrre quel
traffico sulla rete che ne costituisce la
vera ricchezza.
Tuttavia l’approccio di Papa France-
sco si capisce ancor meglio se si guarda
non solo alla denuncia, ma anche e so-
prattutto alla proposta: un richiamo alla
responsabilità di ciascuno nel migliora-
mento della comunicazione. Il Pontefi-
ce non smette infatti di sottolineare il
primato della relazione interpersonale,
da tenere sempre come riferimento, per-
ché l’impoverimento dell’ecosistema
della comunicazione ci riguarda tutti:
«I mezzi attuali (…) a volte (…) ci im-
pediscono di prendere contatto diretto
con l’angoscia, con il tremore, con la
gioia dell’altro e con la complessità del-
la sua esperienza personale. Per questo
non dovrebbe stupire il fatto che, insie-
me all’opprimente offerta di questi pro-
dotti, vada crescendo una profonda e
malinconica insoddisfazione nelle rela-
zioni interpersonali, o un dannoso iso-
lamento» (Laudato si’, 47).
Francesco ha più volte individuato
nella necessità di interrogarsi sulle fina-
lità e il destino della relazione fra perso-
ne, l’unica matrice possibile di una con-
vivenza autentica. E al di là dei suoi do-
cumenti e della sua predicazione, ci of-
fre continui esempi e segni concreti di
una comunicazione — anche attraverso i
media — intesa come apertura all’altro.
Davanti ai media onnipresenti, voraci
dei contatti artificiali che spesso si gene-
rano fra utenti sconosciuti, il Pontefice
richiama a una comunicazione più
umana, dove alla frenesia del dire si so-
stituisce la pazienza dell’ascolto; all’iso-
lamento nel rumore la solitudine della
condivisione.
Un esempio su tutti: la preghiera in
Piazza San Pietro sotto una pioggia
battente illuminata dalle luci serali, per
la fine della Pandemia (27 marzo 2020).
Il format dei grandi eventi televisivi e
mediatici in genere prevede la presenza
fisica di folle visibili. Invece, quella
piazza era deserta, e l’incredibile atten-
zione di milioni di utenti nel mondo era
catalizzata dal Papa e dalla sua preghie-
ra. Un rito senza pubblico presente ha
così utilizzato i media che lo trasmette-
vano, senza metterli al centro, togliendo
loro l’inevitabile autocompiacimento e
mettendo per così dire il celebrante in
contatto con ciascuno di noi.
Questo stile che prescinde dal suc-
cesso mediatico, ma che sempre riman-
da all’autenticità della comunicazione
come apertura dialogica, come comu-
nione con la sorella e il fratello, è l’arma
decisiva, pacifica ed efficace, cui il Papa
richiama tutti, piattaforme, media, cit-
tadini e istituzioni: distinguere la comu-
nicazione come affare economico dalla
comunicazione come risorsa umana. E
scegliere, sempre, la seconda.
*Professore ordinario di Teoria e tecniche dei
media presso la Facoltà di scienze politiche e
sociali dell’Università Cattolica del Sacro
Cuore
pagina 4 L’OSSERVATORE ROMANO lunedì 20 dicembre 2021

Eletto al ballottaggio con il 56 per cento dei voti Subito lunghe file La denuncia della Bbc

Boric è il nuovo Ripreso

presidente del Cile
SANTIAGO DEL CILE, 20. Il ne-
oeletto presidente del Cile, il
leader della sinistra Gabriel
Boric, 35 anni, si è impegnato a
dare il meglio di sé per essere
all’altezza della sfida che lo at-
tende. In un colloquio video
con il capo dello Stato uscente,
Sebastián Piñera, Boric, che ha
vinto il ballottaggio di ieri, ha
promesso di guidare il Paese
da «presidente di tutti i cile-
ni». «È un onore per me — ha
detto Boric al suo predecessore
— potere parlare con lei e in
questo modo potermi ri-
volgere a tutti i cileni
che ci stanno ascoltan-
do, e voglio che lei sap-
pia, e che lo sappia la
gente, che darò il meglio
di me per essere all’al-
tezza di questa enorme
sfida». Boric, inoltre, ha
sottolineato che il Paese
è forte «quando è unito
davanti alle grandi sfi-
de» e che «questa sarà la
mia linea di azione».
Boric ha conquistato
al ballottaggio il 56 per
cento dei voti contro il 44 per
cento del rivale, il candidato
dell’estrema destra José Anto-
nio Kast.
Dopo aver pronunciato al-
cune parole in mapuche, la lin-
gua della popolazione origina-
ria del sud cileno, Boric ha an-
che ringraziato «tutti quelli
che sono andati a votare, com-
presi quelli che non hanno vo-
tato per me».
Il futuro del Cile, ha poi ag-
giunto, «ha bisogno che tutti
quanti siano dalla parte del
popolo», perché «sono con-
vinto che le riforme che faremo
per avere successo dovranno
essere il risultato di un ampio
consenso fra le diverse forze
politiche». Boric ha ricordato
che ci saranno tempi difficili,
«per la pandemia, e perché le
ragioni della rivolta sociale
scoppiata nel 2019 ancora per-
mangono. Per risolverli — ha
assicurato — avanzeremo a pas-
si piccoli, ma decisi».
Fra i temi forti del suo futu-
ro governo, Boric ha segnalato
la determinazione a «mettere
fine al patriarcato in Cile» va-
lorizzando il ruolo delle donne
che devono avere un peso
maggiore nella società e nel
governo». E inoltre a «garanti-
re il rispetto dei diritti umani
con alcuni punti imprescindi-
bili: verità, giustizia, riparazio-
ne e non ripetizione».
Il primo impegno del presi-
dente eletto oggi sarà una cola-
zione di lavoro con i Piñera per
avviare il processo di transizio-
ne del potere che si concluderà
con il suo insediamento alla
Moneda, l’11 marzo del 2022.
in Afghanistan
il rilascio
dei passaporti
KABUL, 20. I talebani hanno
annunciato la ripresa del ri-
lascio dei passaporti in Af-
ghanistan, attività ferma da
metà agosto scorso dopo la
loro ascesa al potere a Ka-
bul. Immediatamente, si so-
no formate lunghe file da-
vanti agli uffici preposti.
Con la decisione, si riac-
cendono le speranze per mi-
gliaia di afghani che inten-
dono lasciare il Paese, o per-
ché temono rappresaglie dei
talebani qualora abbiano col-
laborato con gli stranieri o
perché bisognosi di cure me-
diche nel vicino Pakistan. O
ancora perché spinti dalla
grave crisi economica che ra-
senta, come ha avvertito l’O-
nu, la catastrofe umanitaria.
Non sono però mancati
momenti di tensione, con i
talebani costretti a interveni-
re ripetutamente per mante-
nere ordinate le file di centi-
naia di persone.
Sussistono fondati timori
che l’occasione dell’assem-
bramento possa essere colta
dai terroristi del sedicente
stato islamico (Is) — come
già è avvenuto in questi mesi
— per compiere sanguinosi
attentati suicidi.
A fine agosto, oltre 150
persone restarono uccise in
circostanze analoghe nei
pressi dell’aeroporto di Ka-
bul, dove la folla si era am-
massata nella speranza di
partire prima che le truppe
statunitensi lasciassero defi-
nitivamente l’Afghanistan.
Strage di civili
in Myanmar
NAYPYIDAW, 20. L’emittente
britannica Bbc, in un’in-
chiesta in cui ha raccolto le
testimonianze di sopravvis-
suti, ha denunciato che l’e-
sercito del Myanmar, al po-
tere nel Paese del sudest
asiatico dal primo febbraio
dopo un colpo di stato, ha
ucciso almeno quaranta ci-
vili — uomini — lo scorso lu-
glio.
Testimoni oculari — ri-
porta il documento — han-
no rivelato che i soldati, al-
cuni ancora adolescenti, fucile e torturati tutto il una decina di testimoni e ha
hanno radunato gli abitanti giorno», ha dichiarato. confrontato i loro resoconti
di alcuni villaggi del comu- Nel vicino villaggio di con i filmati e le fotografie
ne di Kani Township, roc- Zee Bin Dwin sono stati dei telefoni cellulari raccolti
caforte dell’opposizione nel trovati 12 cadaveri mutilati da Myanmar Witness, una
distretto di Sagaing, nel sepolti in fosse comuni: tra ong con sede nel Regno
centro del Paese. Dopo ave- questi c'erano anche i corpi Unito che indaga sulle vio-
re separato gli uomini dal di un bambino e di un disa- lazioni dei diritti umani nel
resto del gruppo, li hanno bile. La Bbc ha ascoltato Paese asiatico.
barbaramente uccisi. Video
e foto sembrano mostrare
che la maggior parte delle
persone uccise è stata pri-
ma torturata. L’episodio
più grave è avvenuto nel
Attentato
villaggio di Yin, dove alme-
no 14 uomini sono stati tor-
in Pakistan
turati o picchiati a morte e i
loro corpi gettati in un bur- ISLAMABAD, 20. Almeno due persone sono state uccise in Pa-
rone. kistan in un attentato avvenuto ieri nella provincia nordocci-
I testimoni hanno detto dentale di Khyber Pakhtunkhwa. Secondo fonti delle forze
alla Bbc che gli uomini so- dell’ordine, il veicolo di un partito politico è stato attaccato
no stati legati con delle cor- da un attentatore suicida nella zona di Mamon, vicino al con-
de e malmenati prima di es- fine con l’Afghanistan. La deflagrazione ha anche ferito una
sere uccisi. Un uomo riusci- decina di passanti.
to a fuggire ha raccontato L’attentato è avvenuto durante le elezioni del governo di-
che i soldati hanno inflitto strettuale locale. Finora nessun gruppo ha rivendicato quan-
orribili abusi agli uomini to accaduto, ma nei giorni scorsi, sempre nella stessa zona, un
per ore, prima che morisse- analogo attacco che aveva preso di mira un veicolo di polizia,
ro. «Sono stati legati, pic- ferendo due poliziotti, era stato rivendicato dal Tehrik-i-Tali-
chiati con pietre e calci di ban Pakistan, gruppo terroristico locale.

DAL MOND O Ancora Salvati undici migranti Il Papa vicino

Hong Kong: scarsa affluenza
proteste
alle legislative in Sudan
Scarsa affluenza alle elezioni legislative di ieri ad Hong Kong,
le prime tenute con il nuovo sistema elettorale deciso da Pechi- KHARTOUM, 20. Nuove pro-
no. Solo il 30 per cento degli aventi diritto al voto si è infatti re- teste in Sudan contro il colpo
cato alle urne. Il minimo storico precedente risaliva al 2000, con di stato militare dello scorso
un’affluenza complessiva prossima al 45 per cento, mentre all’ul- 25 ottobre. Centinaia di mi-
tima tornata elettorale, nel 2016, il dato finale aveva sfiorato il gliaia di persone sono scese in
60 per cento. piazza nel fine settimana a
Khartoum, chiedendo il ritor-
no di un governo civile per
L’Azerbaijan rilascia altri dieci assicurare la transizione de-
prigionieri di guerra armeni mocratica. Le forze di sicurez-
za hanno risposto, lanciando
L’Azerbaijan ha liberato altri 10 soldati armeni catturati durante gas lacrimogeni e sparando in
i combattimenti dello scorso mese, i più gravi dalla fine del con- aria per disperdere la folla ra-
flitto nel Nagorno-Karabakh. La scarcerazione, sottolineano le dunatasi intorno al palazzo
autorità di Baku, è avvenuta con la mediazione dell’Unione eu- presidenziale. Diversi dimo-
ropea, che ha collaborato al trasferimento dei militari ad Erevan. stranti sono rimasti feriti, rife-
L’Azerbaijan aveva liberato altri 10 prigionieri di guerra armeni riscono fonti locali.
lo scorso 4 dicembre. Si è trattato della nona
protesta nella capitale da
quando i militari hanno preso
Si dimette il ministro britannico il potere con l’ultimo colpo di
per la Brexit stato. E proprio ieri ricorreva
il terzo anniversario dell’ini-
Il ministro e capo negoziatore britannico per la Brexit, David zio dei raduni che nel 2019
Frost, ha rassegnato le dimissioni, perché, ha spiegato, «deluso» hanno rovesciato con un gol-
dalle politiche di Downing Street in materia di covid-19. La de- pe l’ex presidente Omar al-
cisione lascia il governo nel caos in un momento critico della Bashir, al potere per trent’an-
pandemia e alla vigilia di nuovi, complessi negoziati con l’Ue ni, aprendo la strada a un si-
sul protocollo per l’Irlanda del Nord. Ad assumerne la respon- stema di potere condiviso da
sabilità sarà ora il ministro degli Esteri, Liz Truss. militari e civili.
al largo della Tunisia
TUNISIA, 20. Nuove vite al-
la deriva salvate lungo la
rotta del Mediterraneo.
La Marina militare tuni-
sina ha soccorso ieri sera
undici migranti, tra cui un
bambino, che si trovavano a
bordo di un’imbarcazione
in difficoltà a circa 12 miglia
nautiche al largo di El Atta-
ya, nell’arcipelago delle iso-
le di Kerkennah. Lo ha reso
noto il ministero della Dife-
sa tunisino.
I migranti, provenienti
da diversi Paesi africani e di
età compresa tra 13 e 45 an-
ni, hanno riferito di essere
salpati nella notte tra il 15 e
il 16 dicembre dalle coste di
alle popolazioni
colpite dal tifone
nelle Filippine
CONTINUA DA PAGINA 1
con le coste del supertifone
Rai, ha riferito che il numero
dei morti accertati è al mo-
mento di 375. Ma nessuno lo
considera, purtroppo, un nu-
mero definitivo. Gli ufficial-
Boukamech, in Libia, nel mente dispersi, nel caos e nel
tentativo di raggiungere le black out delle comunicazioni,
coste europee. Dopo i soc- sono al momento 56. Ma da
corsi, sono stati trasferiti al molti centri, semplicemente, le
porto di Sfax e consegnati notizie o non arrivano o arri-
alla Guardia nazionale vano poco. Il supertifone ha
«per l’adozione delle misu- tagliato le comunicazioni, oltre
re necessarie nei loro con- a radere al suolo gli abitati.
fronti». Notizie disperate giungono
Mentre proseguono gli anche dalla Malaysia, colpita
sbarchi e i salvataggi, l’O r- da un diluvio di pioggia dura-
ganizzazione internaziona- to tre giorni causando la peg-
le per le migrazioni ha rife- giore inondazione degli ultimi
rito nei giorni scorsi che cir- tempi. Solo l’arrestarsi della
ca 23.000 persone sono pioggia ha reso possibile soc-
morte o scomparse nel Me- correre la gente rifugiata sui
diterraneo dal 2014, mentre tetti ed iniziare a registrare, al
cercavano di raggiungere momento, sette morti. Le per-
l’Europa, tra cui più di sone in fuga sono almeno
1.600 dall’inizio del 2021. 50.000.

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lunedì 20 dicembre 2021
#CantiereGiovani
«Il mondo di EffePi» di Grazia Maria Mantelli
Dal punto di osservazione
di un bambino
di RAFFAELLA ESPOSITO
«I
l mondo di EffePi» (For-
migine, Infinito Edizioni,
2021, pagine 64, euro 13)
nasce come un libro pen-
sato per accompagnare un bambino nel-
la sua ricerca del senso delle cose e del
mondo, attraverso un dialogo fecondo e
paziente tra lui e una mamma-guida.
Leggendolo ci si accorge che in realtà è
la narrazione dell’avvincente esperien-
za dell’educare e dell’educarsi alla vita,
senza sconti né menzogne. Piuttosto
l’autrice, Grazia Maria Mantelli, rima-
ne sempre fedele a un realismo molto ef-
ficace a beneficio del piccolo, ma so-
prattutto dell’adulto, permettendo a
entrambi di stare nella verità a partire
dalla libertà. Il mezzo per comporre
queste verità, come insegnava Pare-
yson, non può che essere il dialogo. Il
fascino del testo è proprio la grazia flui-
da con cui questi dialoghi si addentrano
in profondità, custodendo con amore-
vole cura i moti del cuore inquieto dei
protagonisti.
Il racconto prende le mosse in una
città grigia e affaticata, in un grande
appartamento pieno di voci e luci dove
vive EffePi, un bambino di 7 anni,
quell’età in cui, diversamente dagli
adulti forse un po’ distratti o troppo
occupati, ogni passo è meraviglia e do-
manda. Un adulto si siede accanto a
lui a guardare il mondo dal suo punto
di osservazione e decide di dare parole
al suo desiderio di capire, assicurando-
gli così uno spazio di cura incondizio-
nata alla sua relazione con il senso ra-
dicale delle cose.
Il mondo di EffePi, dice Mantelli, «cer-
ca di affrontare con sei racconti alcuni
temi fondamentali come il coraggio,
l’insuccesso, l’impermanenza, la catti-
veria con gli occhi e il cuore del bambi-
no. L’adulto accompagna il percorso
di crescita cercando di rasserenare con
la parola e la presenza l’impatto emoti-
vo di ciò che ancora il bambino non co-
Se la Befana prende un tè da Babbo Natale
Il tema del dono nell’ultimo libro di Ferdinando Albertazzi
di MARIA MILVIA MORCIANO
S
uona il citofono, chi sarà mai?
Si chiede sconsolato Babbo
Natale, tutto preso dalla frene-
sia dei preparativi dell’ormai
fatidico “giorno delle consegne”. È la
Befana. Comincia così il nuovo libro di
Ferdinando Albertazzi Il regalo di Natale
(Novara, Interlinea, 2021, pagine 48, eu-
ro 8, illustrazioni di Angelo Ruta), una
storia tra cumuli di letterine ancora da
leggere.
Il loro è un incontro storico. Prima
di allora si erano incrociati casualmen-
te in chat o su WhatsApp e ora invece
prendono il tè insieme. Babbo svela a
una Befana stupefatta i suoi magazzini
stracolmi di regali: in un’atmosfera di
fiaba, si apre un paesaggio fatto di mil-
le casette simili a quelle di un villaggio
ordinato, ciascu-
na destinata a
contenere una
particolare tipo-
logia di giocatto-
lo. Su questo pa-
norama svolazza-
no i “droni detec-
tive” che cercano
(e trovano) pro-
prio quel regalo
tanto desiderato
nosce. E con la fantasia che diventa il
filtro perfetto per aiutare il piccolo nel-
la ricerca della sua personalissima solu-
zione. EffePi, infatti, in ogni racconto
cerca, è incoraggiato e alla fine riesce a
trovare la soluzione giusta per lui, per il
suo carattere, per le sue attitudini, per
il suo cuore, con la certezza di poter
contare sempre su chi è al suo fianco».
Nei racconti si viene catturati dalla
determinazione con cui il piccolo pro-
tagonista si muove alla ricerca del giu-
sto equilibrio per stare nel mondo con
quella serietà tipica dei bambini, come
insegna il Piccolo prin-
cipe di de Saint-Exu-
péry: «Io — disse il pic-
colo principe all’uomo
d’affari che possedeva
le stelle contandole —
possiedo un fiore che
innaffio tutti i giorni.
Possiedo tre vulcani
dei quali spazzo il ca-
mino tutte le settima-
ne. È utile ai miei vul-
cani, ed è utile al mio fiore che io li pos-
segga. Ma tu non sei utile alle stelle».
Anche se piccoli, questi due principi
sanno andare al cuore dell’essenza del-
l’esistenza umana.
«Effettivamente i bambini — prose-
gue Mantelli — hanno una capacità in-
nata di analisi di ciò che accade, più
immediata e meno filtrata rispetto a
quella degli adulti. Per questo ho sem-
pre pensato che l’adulto debba impa-
rare ad assecondare maggiormente i
tempi, gli spazi e le richieste del bam-
bino. E, ancora di più, i suoi silenzi. Il
bambino parla, o comunque ci fa capi-
re, quando c’è qualcosa che vuole con-
dividere, nel bene e nel male, o la ne-
cessità di essere aiutato. Quando non
chiede è perché ha già trovato la sua
soluzione per affrontare piccole e
grandi sfide della crescita».
I modi dell’esistenza di EffePi tal-
volta si concretizzano nella necessità
di fronteggiare anche le paure, il dolo-
e richiesto. E i più introvabili sono
sempre i regali del cuore, quelli legati a
un ricordo, a un affetto, come la bam-
bola di Nicoletta che le aveva regalato
la nonna volata in cielo e che la bimba
ha smarrito. C’è anche una casa a for-
ma di libro, quella che a Babbo Natale
piace di più, «perché i libri sono una
miccia, spalancano le porte dell’avven-
tura che sguinzaglia la fantasia e ac-
cende i desideri, stimolando a realiz-
zarli. Ti fanno credere in te stesso». Al-
bertazzi, autore per l’infanzia, scritto-
re e giornalista, si contraddistingue
per saper parlare ai più piccoli mesco-
lando sogno e attualità, divertimento e
riflessione. Non è il primo racconto
che dedica al Natale, anzi nel libro ri-
troviamo alcuni fili rossi che annoda-
no insieme le storie, le persone e le cose
di altri precedenti. Qui, ad esempio, la
Befana non calza più
«le scarpe tutte rotte»,
ma degli stivaletti
nuovi fiammanti rega-
lati dai bambini di La
cometa nella calza (Euno
edizioni, 2009).
In queste storie c’è
sempre un denomina-
tore comune: il tema
del dono. Gesù è il re-
galo di Dio al mondo;
L’OSSERVATORE ROMANO
re, la morte. «Sono solo un bambino»,
protesta lui ogni tanto, eppure né la vi-
ta né la sua guida lo sottraggono alla
realtà; piuttosto lo accompagnano con
realismo e rispetto ad aprire la finestra
della sua esistenza e a guardare con co-
raggio la vita, così com’è. Forse è vero
ciò che sosteneva Lipman, il fondatore
della Philosophy for Children, riguardo il
modo di educare: «Tutta la filosofia è
educativa e tutta l’educazione è filoso-
fica»? «Gli interrogativi principali dei
genitori — risponde Mantelli — penso
ruotino attorno al proprio ruolo edu-
cativo. I figli sicuramente
cambiano la vita dell’a-
dulto che deve imparare
ad essere genitore, ma
non solamente e intuiti-
vamente nel senso di de-
dizione e tempo di cura
ma, soprattutto, nel sen-
so di percorso e di evolu-
zione che si deve compie-
re. Penso che una parte
fondamentale del compi-
to degli adulti sia affiancare i figli sen-
za sostituire la propria personalità alla
loro. Mi rendo conto di quanto questo
orizzonte di libertà sia difficile e scar-
dini il senso di possesso che inevitabil-
mente divide il cuore dei genitori, ma
tutto ciò che richiede grande sforzo e
grande amore riserva anche meravi-
gliose sorprese perché le verità dei
bambini sono spesso molto più evolu-
te e perfette nella loro semplicità di
quelle degli adulti, faticosamente
chiusi nelle loro sovrastrutture e nella
inconscia e spesso ingiustificata neces-
sità di proteggersi dagli altri. Poi magi-
camente, in questo meraviglioso per-
corso, ci si sveglia una mattina nella
consapevolezza che è più l’aiuto che si
riceve di quello che si dà ai bambini, la
più piccola manifestazione di perfe-
zione del creato, e si riscopre la neces-
sità di essere gentili e amorevoli anche
con sé stessi, per prenderci ancora cura
del bambino che è in noi».
i Magi gli portano doni, così come la
Befana e Babbo Natale ai bambini,
che attendono la vigilia con occhi ac-
cesi e trepidanti. Alcuni di loro, però,
non dicono solo «Voglio, voglio!», ma
compiono azioni inaspettate e rivolu-
zionarie: donano a loro volta perché
hanno compreso il senso del Natale.
Sono mossi dalla tenerezza e dalla cu-
ra per gli altri, desiderano diventare
parte attiva e partecipe del Mistero e lo
fanno con l’entusiasmo disarmante dei
piccoli. Nell’ultima letterina natalizia,
quella rimasta impigliata nello stivale
di Babbo, Simone Gianluca chiede gli
stessi abiti che portano i pastori per
sentirsi simile a loro, gli ultimi del
mondo, eppure i prescelti ad accoglie-
re il Salvatore per primi.
La necessità di donare continua con
l’iniziativa legata al premio letterario
Storia di Natale, che quest’anno è sta-
to assegnato, per la sezione senza limi-
ti d’età, proprio a Il regalo di Natale. Da
tre anni, Interlinea e Cef Publishing
distribuiscono libri destinati ai bambi-
ni ricoverati negli ospedali e nei reparti
pediatrici in Italia. Fino a ora sono sta-
ti distribuiti oltre 2.500 libri. In molti
ospedali la donazione è stata realizzata
in collaborazione con associazioni di
clown del sorriso (Il Pianeta dei Clown e
Dottor Clown Vco).
In «Una piccola cosa» di Chiara Barberis
L’amore
ai tempi della pandemia
di GIUSEPPE FIORENTINO
V
iolento e tenero. Le parole del-
la vecchia canzone di Antonel-
lo Venditti ben descrivono il
libro di Chiara Barberis Una
piccola cosa (Roma, Europa Edizioni,
2021, pagine 228, euro 13,90) che, uscito
in estate, ha riscosso, almeno nella Capi-
tale, un buon successo. La giovane autri-
ce non era nemmeno nata quando Ven-
ditti sfornò Sotto il segno dei pesci, eppure
Bianca, la protagonista dell’opera (il cui
none, semanticamente vicino a quello
della scrittrice, fa capire l’influenza auto-
biografica nel romanzo), potrebbe tran-
quillamente essere una degli insoddi-
sfatti protagonisti del brano del cantau-
tore capitolino. Solo che, all’epoca della
pubblicazione del disco, non esistevano
i social media e le persone erano ancora
molto lontane dal dovere affrontare l’i-
solamento individuale causato dalla
pandemia.
Perché le chat e il lockdown sono le
coordinate su cui si muove la storia,
inevitabilmente quasi tutta interiore, di
Bianca nella sua struggente ricerca del-
l’amore. Una storia di solitudine impo-
sta dalle circostanze sanitarie, ma an-
che di ribellione al tempo rubato dalla
pandemia. Con tenera violenza, la pro-
tagonista cerca una via di uscita dall’i-
solamento che oltre a essere fisico di-
viene anche emotivo e affettivo. E ine-
vitabilmente la fuga tanto desiderata
trova la sua espressione nell’incontro
con un ragazzo.
Ma la relazione tra Bianca e Ales-
sandro si sviluppa e si alimenta preva-
lentemente sul piano virtuale, in quel
Ricordo dell’architetto Richard Rogers
Verso l’innovazione
di MARIO PANIZZA
L
’italo britannico Richard
Rogers, nato a Firenze nel
1933, trasferitosi in Inghilterra
a 6 anni, divide la sua attività
tra l’insegnamento al Mit di Princeton e
una professione di qualità sempre
elevata che lo porta a vincere il Premio
Pritzker nel 2007. Il suo impegno,
costantemente rivolto alla ricerca
dell’innovazione, privilegia l’uso della
tecnologia e dei materiali performanti
per assicurare, attraverso l’architettura,
le migliori condizioni di vita, con un
buon comfort ambientale e un efficiente
adeguamento funzionale. Rogers —
morto il 18 dicembre a 88 anni — fonda
con Norman Foster nel 1964 il Team 4,
avviando la sua lunga carriera
professionale; con Renzo Piano firma il
progetto del Centro Pompidou di Parigi
(realizzato tra il 1971 e il 1977), che può
essere considerato
l’antesignano
dell’architettura Hi-tec,
espressione di quel
linguaggio che, alla fine del
secolo scorso, contenderà al
Post-modern la ribalta della
città contemporanea. L’edificio Hi-tec
si propone di offrire all’ambiente
urbano una soluzione nuova e
intelligente, capace di contenere al suo
interno le risorse necessarie per
soddisfare l’insieme delle esigenze
abitative e lavorative. Al contrario del
Post-modern, non pretende di costruire
un paesaggio urbano diffuso: si
concentra sull’edificio e raccoglie
dall’esperienza del Movimento
Moderno l’obiettivo di rendere
essenziale il manufatto edilizio,
spingendolo ad assumere le sembianze,
ma, ancor più, la capacità trasformativa
della macchina. Il Centro Pompidou
coniuga insieme sia l’estetica delle
pagina 5
particolare ambiente dialettico (la
chat) in cui la parola diventa autorefe-
renziale per esprimere soprattutto i de-
sideri di chi scrive, perdendo la sua em-
patia comunicativa. Quella empatia
che solo il rapporto personale, senza
filtri e senza schermi, può garantire. Ne
deriva una sorta di paradossale solilo-
quio reciproco, dove il vero dialogo e la
crescita vengono azzerati a favore di
una relazione che, senza le giuste radi-
ci, non può svilupparsi. Un legame tos-
sico, come si usa dire oggi, che ovvia-
mente non resiste alla prova delle realtà
(gli incontri veri e propri) e in cui la più
sensibile delle persone coinvolte
(Bianca) sembra destinata a soccombe-
re e, in seguito, a vagare tra le proprie
macerie per intraprendere un faticoso
percorso di ricostruzione interiore.
Una piccola storia, quindi, come
suggerisce il titolo stesso del libro, e di
estrema attualità dove Barberis riesce a
descrivere (e a denunciare) lo stato di
semiparesi affettiva in cui social media
e pandemia hanno ingabbiato soprat-
tutto i più giovani. E il linguaggio, che
costituisce la forza e la novità del ro-
manzo, è perfettamente aderente alla
narrazione: si struttura sul codice
espressivo delle chat divenendo com-
presso e ritmato, a tratti molto esplici-
to, ma mai fine a sé stesso. Un linguag-
gio che esprime appieno la difficoltà di
vivere che i giovani stanno sperimen-
tando e che, una volta superata l’appa-
rente violenza, lascia spazio solo alla
tenerezza, quello stesso sentimento di
affettuosa simpatia nei confronti della
vita che Bianca, alla fine del suo tragit-
to, riuscirà finalmente a provare.
strutture industriali solide e asettiche,
da cui la sua forma ha origine, sia quella
dei robot complicati (almeno per quegli
anni). Le scale mobili vetrate, che si
arrampicano sui tralicci esterni, e i tubi
per l’aerazione, che escono con
prepotenza dalle facciate, esprimono un
linguaggio che celebra la precisione
della tecnica, ma pronuncia anche il
clamore di uno spettacolo sensazionale.
Con la Sede dei Lloyd’s (1979-1986) a
Londra Rogers dà il via alla linea
espressiva dei Transformer, pronti a
modificarsi e ad adattarsi a ogni nuova
esigenza, costruiti, come nella fantasia
dei fumetti, con i meccanismi efficienti
della tecnologia del futuro. Ai materiali
tradizionali sostituisce le lamiere lucenti
in acciaio, inattaccabili, pronte a
resistere a tutte le aggressioni della città.
Sempre a Londra, sulla Penisola di
Greenwich, lungo il Tamigi, Rogers
realizza il Millennium Dome,
inaugurato il primo
gennaio del 2000 per
ospitare un’esposizione
della durata dell’intero
anno. Anche in questo
progetto emerge la
capacità tecnica del
costruttore sapiente, ma soprattutto la
sensibilità dell’architetto che riesce a
realizzare uno degli edifici più grandi al
mondo attraverso un profilo discreto
dal quale svettano dodici antenne gialle,
alte trenta metri, che, poste in circolo,
segnano le ore e i mesi dell’anno.
Rogers fa parte di quella generazione di
architetti che, venuti dopo i grandi
Maestri del Movimento Moderno,
hanno partecipato a costruire un
linguaggio internazionale che, dagli
anni Cinquanta, ha fissato alcuni solidi
riferimenti, purtroppo in parte
trascurati , sui quali ancora si sta
cercando di orientare il futuro delle città
in America, in Europa e in Asia.
pagina 6 L’OSSERVATORE ROMANO lunedì 20 dicembre 2021

l’opera ed è stato appena pubblicato Per i cento anni dalla morte di Giovanni Verga
assieme a un cd allegato da Finisterre
(Roma, 2021, pagine 72, euro 15).
La Messa popolare comprende parti
dell’Ordinarium (Kyrie, Gloria, Cre-
Un antenato
do, Santo, Padre nostro, Agnello di
Dio), e del Proprium (Canti di ingres-
so, offertorio, comunione, finale). In
del neorealismo
particolare per i testi del Proprium,
spiega l’autore, sono state rielaborate Non solo «Malavoglia»; il mondo Cavalleria Rusticana in varie città
una serie di antiche Laudes attribuite a creativo di Giovanni Verga, lo italiane. Passando alla
san Filippo Neri che «oltre ad avere scrittore siciliano morto quasi programmazione di cinema e
un fine catechistico, inclinavano spiri- cento anni fa, il 27 gennaio del televisione, è stato prodotto un
tualmente, preparavano l’animo a 1922, è molto più ampio del suo remake del duello, oltre a un biopic
creare uno spazio, attraverso l’umanità libro più famoso. Le iniziative in sul romanziere che ha influenzato
e la divinità del Cristo della Passione, cantiere per il centenario, in con la sua poetica gran parte della
del paziente e struggente ascolto inti- programma per tutto il prossimo cultura del Novecento italiano (e

Gioia e meditazione mo della Vergine Maria».

La messa popolare di Ambrogio Sparagna
di MARCELLO FILOTEI
Il volume raccoglie inoltre alcuni
interventi di carattere storico, musicale
anno (con alcuni appuntamenti
previsti per il 2023) saranno
un’occasione preziosa per
non solo italiano), dalla lettura alla
pittura, dal mondo dell’opera lirica
al cinema (tra cui quel neorealismo
e teologico e tutti i testi e le partiture ricordarlo. La manifestazione su grande schermo che ha reso
dei brani, perché possano essere ese- ufficiale del centenario e le altre celebre l’Italia nel mondo). Tra le
guite da cultori e appassionati della tante iniziative in cantiere,
musica corale o di ispirazione tradizio- anche itinerari organizzati
Badara Seck griot, dalle Comunità et- nale. In un testo introduttivo il cardi- dal Fai e la creazione di un

C
omporre una messa ha
sempre implicato una
scelta di campo. La cono-
scenza della liturgia, ov-
viamente, è una condizio-
ne necessaria, ma non è sufficiente. Bi-
sogna scegliere un linguaggio che sia
omogeneo, coerente sia con il testo sia
con l’idea musicale che tutto sottende.
Da questo punto di vista la serie di set-
te messe cantate programmata nella
Basilica dei Santi Pietro e Paolo a Ro-
ma è utile sia per capire meglio cosa è
successo nel passato, sia per intuire
quello che sta accadendo nel presen-
te.
L’iniziativa è di Eur Culture, pro-
gramma artistico di Eur Spa ideato da
Oscar Pizzo. La promessa, mantenuta,
è quella di garantire il susseguirsi di
un ventaglio di stili diversi, che spazia-
no tra varie epoche andando dal po-
polare al colto. Tv2000 trasmette tutti
gli eventi in diretta, dal primo, che ha
aperto la serie il 20 novembre scorso
con la Messa africana “interpretata” da
niche africane della città, e dal coro e nale Matteo Maria Zuppi sottolinea “francobollo secolare”
dai solisti del Ready Made Ensemble come «la Messa è sempre (dovrebbe emesso dalla Zecca dello
diretti da Gianluca Ruggeri, all’ultima essere sempre!) popolare e quando Stato. Durante i lavori
che il 21 maggio prevede la partecipa- esprime nella melodia le radici antiche preparatori delle
zione dei percussioni dell’ensemble della fede in maniera attuale permette celebrazioni del centenario è
Ars Ludi, freschi vincitori del Leone di vivere le varie parti della celebrazio- stata costituita anche una
ne con più intensa partecipa- una rete culturale che
zione». riunisce città, enti e
«Questa Messa popolare così università, dalla Sicilia, con
Una composizione che ricerca coinvolgente e profonda, ca- Palermo, Vizzini, Catania,
un «bisogno intimo di incontro pace di gioia e meditazione — Ragusa, al resto d’Italia
continua Zuppi — aiuta tanti (Irsina, Montalbano Jonico,
con il mistero di Dio» anche attraverso a sentirsi una cosa sola tra lo- Matera, Roma, e Milano).
una rielaborazione di antiche Laudes ro e con Dio e la comunità iniziative in programma sono state Presente anche Parigi, città legata
del cielo». presentate online il 20 dicembre. alla biografia di Verga, (amico di
attribuite a san Filippo Neri La serie degli appunta- Culmine delle celebrazioni sarà Émile Zola) e luogo del suo
menti continua sabato 22 l’assegnazione del Premio Verga a esordio teatrale fuori dai confini
gennaio con la Messa di Notre- Plácido Domingo, interprete di italiani, oltre a due Città della
Dame, di Guillaume De Ma- Turiddu nel celeberrimo film- Cultura, Procida 2022 e Timisoara
d’argento alla Biennale Musica di Ve- chaut, il 26 febbraio con la Messa jazz, opera Cavalleria rusticana di Franco 2023. Sono state attivate
nezia. Un sabato al mese, ore 19. 26 marzo con la Messa latino americana in Zeffirelli, a 40 anni dalla sua uscita collaborazioni anche con la città di
Sabato scorso è stata la volta della commemorazione del beato Oscar Ro- nelle sale. Sul fronte teatrale, sarà Vigevano (con un omaggio a
Messa popolare di Ambrogio Sparagna, mero, il 23 aprile con la Messa mediterra- allestita una piéce diretta da Eleonora Duse, prima attrice del
una composizione che ricerca un «bi- nea in commemorazione del beato Pi- Lorenzo Muscoso, dedicata alla dramma rusticano) e il Comitato
sogno intimo di incontro con il miste- no Puglisi e si conclude sabato 21 mag- biografia dello scrittore e alla sua Mascagni, per una “reunion
ro di Dio», come spiega lui stesso nel gio con una messa contemporanea città natale, Vizzini; è inoltre in simbolica” con il compositore
volume che porta lo stesso nome del- composta da chi scrive. programma una tournée dell’opera livornese. (silvia guidi)

di LUIGI MANTUANO A colloquio con lo scrittore Marco Mancassola dei club negli anni Novanta, gli
anni del dopo-muro, gli anni

R
omanziere, negli anni
Marco Mancassola
ha trovato un notevo-
le riconoscimento cri-
tico in Francia, dove i suoi libri
sono tradotti da Gallimard, e ha
ideato il Festival of Italian Lite-
rature in London. Conversando
con lui si scopre uno sguardo lu-
cido sul lavoro della letteratura
e, in particolare, sulla relazione
che ossessiona da sempre tanti
narratori: quella con il divenire
del tempo.
Da Il mondo senza di me (2001) a
Gli amici del deserto (2013) ai repor-
tage sulla Brexit, il filo rosso del
rapporto fra tempo e scrittura
sembra correre lungo tutto il suo
lavoro. «La strana avventura di
avere un corpo, di vivere nel
tempo, di vedersi invecchiare:
credo — ci risponde Mancassola
— di parlare, in vari modi,
sempre di questo. Più nello
specifico, c’è la ricerca di
un modo di raccontare lo
stupore di tutto questo e di
raccontarlo da dentro, dal-
l’intimo, con tutte le sensa-
zioni e le disperazioni, ma
insieme da fuori, con uno
sguardo che trascende il
tempo. Questo sguardo vi-
cino-lontano è ovviamente
lo sguardo della letteratura.
Credo che Agostino sia sta-
to il primo a raccontare con que-
sto sguardo dentro-fuori dal
tempo, ma bisogna arrivare a
Proust per trovare una piena
realizzazione di questo doppio
ambizioso sguardo. A 22 anni
ho letto Proust e mi è sembrato
di comprendere cosa significa
essere vivi nel tempo, essere
mortali, subire le offese del tem-
po, e insieme ho sentito il soffio
L’ossessione per il divenire del tempo
a-mortale della letteratura che ci storia intima di personaggi di
fa vedere tutto questo come in trenta-quarant’anni più vecchi
una panoramica, come da una di me: le loro percezioni, il loro
distanza saggia e struggente». rapporto con i cambiamenti del
corpo. Ricordo che alle presen-
Il suo romanzo forse più compiuto e tazioni a volte si avvicinava
maturo, «La vita erotica dei superuo- qualche lettore più anziano, mi
mini» (2008), parlava proprio di chiedeva come facevo, alla mia
persone che invecchiano… età, a sapere certe cose e certe
Quel romanzo raccontava in sensazioni. Allora non sapevo
modo “realistico” le vicende in- cosa rispondere, e neppure
time di alcuni famosi supereroi, adesso saprei dirlo in modo
invecchiati, non più impegnati chiaro, ma suppongo che quan-
come eroi e adattati a un mondo do si scrive lo si fa anche con il
che deride l’idea stessa di essere corpo, con i suoi messaggi na-
salvato. L’immaginario cui mi scosti, con le sue paure e vulne-
rifacevo era quello dei fumetti rabilità, con tutto ciò che è già
di supereroi degli anni Settanta scritto nei suoi geni e nelle sue
e Ottanta — per esempio quelli fibre. Il corpo sa cose che noi
disegnati da Frank Miller: per- ancora non sappiamo. Tutte le
volte in cui ho scritto cose meno
interessanti — e di sicuro è suc-
cesso varie volte! — è stato per-
ché ho permesso alla mente di
prendere il sopravvento, di im-
porre i suoi sofismi e velleità e
allucinazioni.
A volte il suo lavoro è stato indicato co-
me erede di quello di Pier Vittorio Ton-
delli. A trent’anni dalla sua morte, ce-
Salvador Dalí, «La persistenza lebratissima in questo dicembre, si inse-
della memoria» (1931) rirebbe nella “posterità spirituale” dello
scrittore correggese?
sonaggi iperrealistici, tormen- Non sta a me proclamarmi
tati, carnali. E la domanda im- erede di qualcuno, so che Ton-
plicita che mi ponevo era: cos’è delli mi ha mostrato come si
successo a quella generazione può scrivere di temi per me im-
di persone che erano all’apice prescindibili. In Italia, è stato
delle loro vite in quegli anni co- uno dei pochi veri scrittori del
sì cruciali? Dove sono adesso e corpo. Di Tondelli mi interessa-
come si adattano a ciò che il no anche l’attenzione per la cul-
mondo è diventato? L’altro tura pop della sua epoca e per
aspetto che mi interessava era certe scene alternative, il desi-
immaginare, mentre scrivevo, la derio omosessuale, l’anti-intel-
lettualismo di base che si tradu-
ce in una forte prominenza del
sentire. E una continua corrente
di inquietudine spirituale, che
non scade però in facili pose new
age ma si interroga su questioni
come il sacro nella vita, il sim-
bolo della croce, lo stupore e la
ribellione, a volte, contro l’idea
stessa di esserci e di essere nati.
Tutte cose di cui si trovano trac-
ce evidenti nel suo romanzo fi-
nale.
Le sembra che parlare di Tondelli, oggi,
sia in qualche modo ancora “controver-
so”?
Sì, per via della rigida linea
separatoria con cui viene letto:
chi lo legge come autore laico
del desiderio, e chi come autore
spirituale e redento, soprattutto
cattolico. Ma è una contrappo-
sizione irrilevante e sul piano
dell’analisi letteraria è addirit-
tura ridicola. Chi cerca di ridur-
re in uno dei due modi Tondelli
non fa un buon servizio alla sua
scrittura. Basta leggere Camere
separate per trovare una perfetta
tensione fra i due poli; è proprio
quella tensione a sostenere la
voce di Tondelli. Il lungo aned-
doto di un viaggio psichedelico
giovanile convive con il raccon-
to del faticoso trasporto della
croce durante una cerimonia re-
ligiosa di paese; le nottate in-
quiete in una discoteca gay di
Londra con la famosa scena in
cui si narra che «a volte gli era
capitato di pregare, mentre fa-
ceva l’amore».
Tondelli però non è soltanto quello di
«Camere separate»: è anche quello di
«Un weekend postmoderno», la rac-
colta di pezzi con cui raccontava la cul-
tura dei suoi anni Ottanta.
Certo, ma per un romanziere
i libri di osservazione saggistica
del proprio tempo non sono,
quasi mai, il fulcro del suo lavo-
ro. Sono un misto di ricerca, ri-
flessione, utile distrazione, ma
la sintesi più interessante viene
nei loro romanzi: quelli in cui,
come dicevo prima, si raggiun-
ge lo sguardo dentro-fuori dal
tempo. E poi, credo che per
Tondelli, come per altri autori,
l’osservazione del mondano e
dello Zeitgeist, dei riti giovanili,
della cultura pop e alternativa, i
racconti di viaggio, gli esperi-
menti con le droghe, gli edoni-
smi, i riti sociali, credo che tutto
questo sia come un morbido
schermo, uno sfondo di velluto
contro cui a volte sentirsi per-
fettamente materiali — il qui e
ora di ogni esperienza carnale e
mondana — e altre volte invece
provare una forma di nostalgia
per qualcosa di altro, di ulterio-
re, di trascendente. Di nuovo, la
tensione fra due poli. Si può
pregare facendo l’amore, prega-
re ballando, pregare nella dan-
za e nell’attrazione dei corpi.
Torniamo allora al suo lavoro. «In
Last Love Parade» (2005; di prossi-
ma uscita una nuova edizione per Il
Saggiatore) mescolava saggistica, ro-
manzo e memoir; parla di corpi che
danzano, e di una certa cultura degli
anni Novanta.
Sì, la cultura della musica
elettronica, del ballo e dei rave e
precedenti al dominio di inter-
net. Mi ritengo fortunato a es-
sere stato ragazzo in quegli an-
ni, subito prima che tutto ini-
ziasse a passare attraverso lo
schermo di un telefono. Ricor-
do che anche allora, ballando a
qualche rave nella luce dell’al-
ba, mi guardavo intorno e mi
sembrava che tutti, anche senza
saperlo, stessimo pregando, co-
me in un qualche rituale antico
e sacro.
Da vari anni però lei vive a Londra,
insegna scrittura e non pubblica ro-
manzi.
Quando ho scritto l’ultimo
libro non avevo neppure 40 an-
ni; mi sono distratto un attimo,
e ne ho 48. Basterebbe distrar-
mi un altro paio di attimi e il
gioco sarebbe concluso. È pro-
prio questa domanda che, al-
meno nella mia esperienza, di-
venta centrale con il passare del
tempo: “distrarsi” o provarci
ancora? Vale la pena crederci
ancora, provarci ancora, scrive-
re ancora, “impegnarsi” di nuo-
vo per trovare uno sguardo sul
mondo? Ci sono persone che
non sembrano sfiorate da que-
sto dilemma e altre che ne sem-
brano schiacciate. Invecchian-
do, poi, ti rendi anche conto di
come il tempo e il romanzo so-
no intrecciati nella loro banale
materialità, scrivere un roman-
zo richiede un tempo che sem-
pre più senti di non avere. Ma
se tutto questo è annichilente, è
anche liberante. A modo suo.
Rispondendo alla domanda, un
nuovo romanzo è — seppure
lentamente — in gestazione. E
parla di un uomo che, in questi
anni, invecchia.
lunedì 20 dicembre 2021 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 7

Rapporto della Cei sulla scuola cattolica in Italia

Educare oltre l’emergenza

ROMA, 20. Una serie di za» venga soddisfatta «con
contributi di riflessione e di
buone pratiche messe in
campo durante l’anno sco-
una coerente riscoperta del-
la centralità della persona
umana nella relazione edu-
Intelligenza artificiale
lastico 2020-2021 nelle scuo-
le cattoliche paritarie del-
l’infanzia, primarie, secon-
cativa e con la ricostruzione
della prassi scolastica a par-
tire da questi valori fonda-
in finanza:
darie di primo e di secondo
grado, e nei centri di for-
mazione professionale di
mentali». A tal proposito
Russo ha riconosciuto al
ministro Bianchi di «essersi
responsabilità
ispirazione cristiana: sono
quelli contenuti in Fare scuo-
la dopo l’emergenza, ventitreesi-
impegnato strenuamente,
con tutto il governo, per far
ripartire questo anno scola-
e relazione
mo rapporto sulla scuola stico con modalità che ga-
cattolica in Italia redatto a rantissero, nei limiti del di ELENA BECCALLI responsabilità non può che
cura del Centro studi per la possibile, lo svolgimento essere fatta risalire fino agli

scuola cattolica della Confe-
renza episcopale italiana, il-
lustrato a Roma il 16 di-
cembre nell’aula Aldo Moro
del ministero dell’Istruzione
alla presenza del segretario
generale della Cei, Stefano
Russo, del direttore dell’Uf-
ficio nazionale per l’educa-
zione, la scuola e l’universi-
tà della Cei, Ernesto Diaco,
e del ministro Patrizio Bian-
chi. Nel volume, come ogni
anno, sono stati indicati i
dati numerici sulla presenza
della scuola cattolica in Ita-
A Messina il corso di aggiornamento
per gli insegnanti di religione
lia, elaborati su fonti statali,
che parlano di una realtà
formata da 7859 istituti fre-
quentati da 544.779 alunni.
Una realtà, ha sottolineato
monsignor Russo soffer-
mandosi sulle strategie edu-
cative e organizzative adot-
tate dalle scuole cattoliche
di fronte al dilagare del co-
vid, che «ha fatto tesoro
dell’esperienza pandemica,
si è attrezzata per affrontare
situazioni di emergenza,
potendo contare anche su
quel “supplemento d’ani-
ma” che la caratterizza da
sempre».
Non è però sufficiente
l’intervento tecnologico a
salvare la scuola nelle situa-
zioni di emergenza come
nell’ordinaria amministra-
zione, ha precisato il segre-
tario generale dell’episcopa-
to. Occorre infatti che «la
grande domanda di relazio-
ne, di contatto, di vicinan-
dell’attività didattica in pre-
senza, il benessere e la sicu-
rezza di tutti». Uno sforzo
non facile ma doveroso, ha
aggiunto, che testimonia
«quanto sia essenziale la
qualità del sistema educati-
vo davanti alle sfide epoca-
li, sociali e culturali, che il
Paese deve affrontare insie-
me». Le scuole cattoliche
sono da tempo, già molto
prima dell’esplosione del vi-
rus pandemico, impegnate
su questa strada, con com-
petenza e passione educati-
va, ha puntualizzato il rap-
presentante della Cei augu-
randosi «che il loro servizio
al bene comune sia sempre
più qualificato e riconosciu-
to pubblicamente, e che i
loro esempi migliori possa-
no essere considerati patri-
monio dell’intero sistema
L
a crescente
diffusione
dell’intelligenza
artificiale impone di
considerare la questione
centrale della responsabilità
uomo-macchina. Un tema
caro a Papa Francesco che,
in occasione del convegno
della Pontificia Accademia
per la vita del febbraio
2020, ha detto: «Il rapporto
tra l’apporto umano e il
calcolo automatico va
studiato bene perché non
sempre è facile prevederne
gli effetti e definirne le
responsabilità».
Intuitivamente sembra
inevitabile assegnare la
responsabilità agli esseri
umani, anche quando gli
algoritmi sviluppano
capacità di apprendimento.
Ma quando parliamo di
sviluppatori degli algoritmi,
anche per scelte non
direttamente effettuate
da loro.
Lo snodo centrale della
questione riguarda la
modalità di attribuzione
della responsabilità. In
contesti complessi con
elevata innovazione,
l’archetipo dell’attribuzione
gerarchica basata su pratiche
di controllo mostra i suoi
limiti a vantaggio di un
processo di attribuzione
della responsabilità di
natura sociale e relazionale.
Per essere efficaci le attività
lavorative sono organizzate
su gruppi di lavoro che
incoraggiano l’interazione e
la collaborazione al fine di
realizzare un allineamento
continuo tra gli sviluppatori
e i loro responsabili.

I
l Centro di pedago-
gia religiosa Gio-
vanni Cravotta del-
l’Istituto teologico
San Tommaso di Messina
ha organizzato nei giorni
scorsi il 23° Corso nazio-
nale di aggiornamento
per gli insegnanti di reli-
gione cattolica, ricono-
sciuto e finanziato dal mi-
nistero dell’Istruzione con
la partecipazione dell’arci-
diocesi di Messina - Lipa-
ri - Santa Lucia del Mela.
Ideatore e responsabile
del corso — strutturato in
quattro sessioni principali
— è stato don Antonino
Romano, docente ordina-
rio di catechetica e diret-
tore del centro. Nella
giornata iniziale ha pre-
senziato monsignor Gio-
vanni Accolla, arcivescovo
di Messina - Lipari - San-
ta Lucia del Mela, insie-
me con l’ispettore dei sa-
lesiani don Giovanni
D’Andrea; si è reso pre-
sente con un suo messag-
gio augurale anche padre
Ángel Fernández Artime,
gran cancelliere della
Pontificia università sale-
siana.
rapporto tra pastorale gio-
vanile e Irc nel contesto
internazionale ed europeo,
dalla crisi dell’editoria reli-
giosa a tutte le problema-
tiche connesse alle neuro-
scienze in contesto di pan-
demia. La seconda parte
della giornata ha visto in-
sieme esperti in scienze
mediche e psicopedagogi-
che per una visione inter-
disciplinare del fenomeno.
Durante la terza sessio-
ne è stato completato il
quadro degli aspetti didat-
tici tra i linguaggi della
Bibbia, quelli musicali ed
estetici, insieme ad alcuni
elementi importanti ri-
guardanti la legislazione
scolastica in materia di ap-
prendimento digitale. L’ul-
tima sessione ha visto la
presenza di relatori che
di STEFANO ZAMBONI
svolgono anche attività di educativo di istruzione e esseri umani intendiamo gli Allineamento che è garantito
docenza nell’Irc per discu- formazione». utenti finali o gli da fiducia, collaborazione e
tere sulla valutazione dei Il lavoro di ricerca, rac- sviluppatori di algoritmi autonomia, con gli
docenti in contesto digita- colta e riflessione elaborato (data scientists)? In alcuni sviluppatori che emergono
le. dal Centro studi per la contesti, come a esempio nei come agenti responsabili.
La finalità generale del scuola cattolica è stato giu- sistemi di guida automatica Perfino in contesti basati
corso comportava quattro dicato dal ministro Bianchi assistita da un copilota sulle più sofisticate
dimensioni: comprensione «uno strumento prezioso umano, l’attribuzione di tecnologie dell’informazione
dei concetti di base circa il per tutta la comunità edu- responsabilità può avvenire come l’intelligenza
pensiero computazionale e cante», finalizzato a ricor- coinvolgendo l’utente finale artificiale, contesti dove gli
il coding; esercitazione nel- dare «che l’istruzione non con una sua partecipazione aspetti economici e
l’applicazione delle cono- va mai considerata come un attiva e consapevole alle tecnologici potrebbero far
scenze di base alla gestio- elemento individuale, ma è decisioni e azioni passare in secondo piano gli
ne del lavoro scolastico uno di quei valori portanti dell’algoritmo. A volte però, aspetti etici, vi sono
con gli studenti; gestione per una società equa e soli- come nel caso delle strategie esperienze in cui emerge la
della didattica per compe- dale. Dobbiamo lavorare, di investimento basate «fondamentale indole
tenza; valutazione didatti- insieme, affinché tutte le sull’intelligenza artificiale, relazionale dell’uomo»,
ca e autovalutazione delle bambine e tutti i bambini gli algoritmi sono perno del documento
proprie abilità nel settore abbiano le stesse opportuni- imperscrutabili al punto da Oeconomicae et pecuniariae
disciplinare. A queste abi- tà di istruzione. Non fer- rendere impossibile o quaestiones della
lità specifiche si aggiungo- miamoci, mai, e guardiamo inefficiente una ricostruzione Congregazione per la
no quelle teorico-pratiche avanti con fiducia, consape- analitica del processo dottrina della fede e del
sui linguaggi simbolico- voli che il nostro lavoro è decisionale e una Dicastero per il servizio
culturali in ambiente digi- alla base della nostra demo- partecipazione dell’utente dello sviluppo umano
tale. crazia». finale. In tali casi la integrale.
Contributi carmelitani all’offerta di sé nel saggio di Iacopo Iadarola
L’amore più grande
gli altri e hanno perseverato fino al- ordinaria di ogni battezzato, secon- me: da Teresa d’Ávila alla piccola
la morte in questo proposito». Of- do quell’universale vocazione alla Teresa di Lisieux, da Elisabetta della

Le relazioni d’esordio
hanno centrato l’attenzio-
ne sulle sfide determinate
dal cambiamento di para-
digma antropologico-cul-
turale odierno, soprattutto
all’indomani della crisi
pandemica, tracciando un
quadro generale delle dif-
ficoltà affrontate da stu-
denti e docenti, con uno
sguardo particolare agli
aspetti patologici di una
comunicazione mancata.
Nella seconda sessione
le relazioni hanno mostra-
to le sfide che interessano
attualmente i principali
settori formativi: dalla si-
tuazione dell’Insegnamen-
to della religione cattolica
(Irc) a livello nazionale al
«N
essuno ha un
amore più grande
di questo: dare la
vita per i propri
amici» (Giovanni, 15, 13). Ma come si
può dare la vita? In che modo offri-
re qualcosa che in fondo non ci ap-
partiene, che è per noi dono prima
d’essere possesso? E in quanti modi
si può offrire la propria vita?
Nel 2017 Papa Francesco ha pro-
mulgato un “motu proprio” ispirato
nel titolo proprio alle parole del
quarto vangelo sopra riportate, Maio-
rem hac dilectionem, con il quale ha di-
sposto che, come ulteriore possibile
via di canonizzazione, vi sia anche
quella che riconosce la testimonian-
za di quanti «seguendo più da vici-
no le orme e gli insegnamenti del
Signore Gesù, hanno offerto volon-
tariamente e liberamente la vita per
frire la vita per gli altri — nel senso
inteso dal “motu proprio” di Papa
Francesco — è un caso particolare,
quasi una concretizzazione di quel-
l’offerta di sé che caratterizza strut-
turalmente l’esistenza cristiana in
quanto tale.
L’immagine utilizzata dal carmeli-
tano Iacopo Iadarola, docente al Te-
resianum e autore di un appassiona-
to studio dedicato proprio a questo
tema, dal titolo «Nessuno ha un amore
più grande di questo». Contributi carmeli-
tani per una spiritualità dell’offerta della
vita (Roma, Edizioni Ocd, 2021), è
quella dell’ellisse: i suoi due fuochi
sono costituiti proprio dall’esplicita
offerta della vita con «l’eroica accet-
tazione propter caritatem di una morte
certa e a breve termine», come recita
il “motu proprio”, e l’offerta della
vita che deve sostanziare l’esistenza
santità messa in luce dal Vaticano II
e recentemente richiamata dalla Gau-
dete et exsultate di Francesco.
Come nel gesto della donna del
vangelo che unge di profumo il ca-
po di Gesù (cfr. Matteo, 26, 6-13) o in
quello della povera vedova che getta
nel tesoro del tempio tutto ciò che
ha per vivere (cfr. Luca, 21, 1-4), la ri-
soluzione d’offrire la propria vita
può apparire qualcosa di sproposita-
to, se non addirittura folle: uno
spreco inutile per chi giudica le cose
solo in base a gretti criteri utilitari-
stici. In realtà, lungi dall’essere
espressione di una patologica volon-
tà di autoannientamento, essa deriva
da un’esigenza d’amore gratuito, lie-
to d’offrirsi all’Amato, come testimo-
nia a profusione in modo particolare
la schiera delle carmelitane più o
meno note evocate in questo volu-
Trinità a Teresa di Gesù di Los An-
des, dalla “Chiquitunga” (María
Guggiari Echeverría) a suor Kinga
della Trasfigurazione. Ciò a confer-
ma del fatto che, come ricordava
von Balthasar, l’esistenza carmelita-
na è «offerta di tutto il proprio es-
sere al Dio di Gesù Cristo».
Se il lettore si accosterà con pa-
zienza contemplativa e con intelli-
genza d’amore alle sempre stimolan-
ti pagine di questo testo non potrà
che concordare con quanto scrive
l’autore, quasi riassumendo il suo ar-
ticolato itinerario: «La spiritualità
dell’offerta della vita ci inchioda al
ricordo di quale sia la posta in gio-
co: non una proposta morale, non
una “passione triste” a noi estranea,
ma vera morte e vera nascita, come
in ogni vera storia d’amore che si ri-
spetti» (pagina 419).
pagina 8 L’OSSERVATORE ROMANO lunedì 20 dicembre 2021

Per la cura della casa comune

Una comunità energetica e solidale nata per iniziativa del piccolo Gennaro

Dai sogni
alla realtà (sostenibile)
di LORENA CRISAFULLI l’onorificenza di Alfiere della da quattro anni, faccio i
Repubblica italiana dal capo compiti e poi seguo alcuni

S
arà avviato tra pochi
giorni, dopo diversi
mesi di stallo, l’im-
pianto fotovoltaico
della prima Comunità ener-
getica e solidale d’Italia a
San Giovanni a Teduccio,
periferia est di Napoli, sui
tetti dell’edificio della storica
Fondazione Famiglia di Ma-
ria. L’obiettivo del progetto,
promosso da Legambiente
Campania e finanziato da
Fondazione con il Sud che
ha stanziato 100 mila euro, è
quello di sfruttare un im-
pianto solare di 53 kw per
distribuire circa 65 mila
kwh/a di energia pulita a 40
famiglie residenti in apparta-
menti vicini alla fondazione
e allacciati alla stessa cabina
elettrica. Tra i fautori di
questa rivoluzione culturale,
ispirata ai principi della tu-
tela ambientale e della giu-
stizia sociale, c’è anche An-
na Riccardi, la presidente
della Fondazione Famiglia
di Maria, che aiuta i minori
e le famiglie del quartiere
con disagi socio-economici.
«L’avvio dell’impianto è un
sogno che finalmente si rea-
lizza — ci spiega la Riccardi
—. Ci è stato proposto di
partecipare da Mariateresa
Imparato, presidente regio-
nale Legambiente, e non ab-
biamo avuto dubbi». La
fondazione, attiva da diversi
anni nel quartiere per pro-
muovere il tema della legali-
tà, ospita ogni giorno 120 ra-
gazzi di nuclei familiari eco-
nomicamente e socialmente
fragili, e non si è mai ferma-
ta neanche in piena pande-
mia. «Attraverso il nostro la-
boratorio di educativa terri-
toriale e il centro diurno po-
lifunzionale per minori, av-
viati dal Comune di Napoli
— prosegue la presidente —
organizziamo varie attività
per impegnare i bambini:
dal teatro al cinema, dal cal-
cio al basket, fino all’educa-
zione ambientale». E pro-
prio nell’ambito di quest’ul-
timo filone si colloca la scel-
ta della fondazione di aderi-
re alla prima Comunità
energetica e solidale del no-
stro Paese, che assume valo-
re non solo in un’ottica am-
bientale ma anche a livello
di giustizia sociale. «Sono
orgogliosa di aver preso par-
te a un’iniziativa che esige il
dello Stato, Sergio Mattarel-
la, nel corso della cerimonia
di conferimento degli atte-
stati d’onore al Quirinale, il
14 dicembre. «Con la sua te-
nacia e l’impegno con i qua-
li si fa portavoce nel suo
quartiere nonostante la gio-
vanissima età, Gennaro è di-
ventato un motivatore ascol-
tato dagli adulti, quindi uno
degli artefici del progetto»,
recita la nota ufficiale. La
mamma Anna, casalinga, e
papà Vincenzo, carpentiere,
sono felici e fieri per l’inat-
teso riconoscimento: «Non
ci aspettavamo nulla. Un
giorno la presidente della
fondazione ha telefonato a
casa per comunicarci la noti-
zia — racconta Anna Drago-
ne — l’emozione è stata in-
descrivibile». «Frequento la
prima media a Portici, tutti i
miei professori e compagni
sono orgogliosi di me — rac-
conta Gennaro, detto “Gen-
ny”—. Al Quirinale ero con-
tentissimo perché mi sono
ritrovato vicino al presiden-
te, cosa che non avrei mai
immaginato. Vado in fonda-
zione quasi tutti i pomeriggi
In una scuola di Ionadi (Vibo Valentia) dal ricordo di un barbaro omicidio una spinta alla rinascita
laboratori, oltre che i proget-
ti di Legambiente. Insieme
alla presidente ho convinto
le famiglie del mio palazzo e
dei dintorni a partecipare al-
la comunità energetica, di-
cendo loro che avrebbero ri-
sparmiato sulle bollette. Il
mio sogno nel cassetto è
quello di rendere migliore
l’ambiente, perché il mare è
sempre più sporco, i ghiac-
ciai si sciolgono e le strade
sono piene di immondizia»,
conclude Gennaro che, a di-
spetto della giovane età,
sembra avere le idee chiare.
Eppure in questa storia a
lieto fine, gli ostacoli non so-
no mancati. «Poco dopo l’in-
stallazione dell’impianto, ab-
biamo ricevuto una lettera
dal Comune di Napoli che ci
invitava a effettuare ulteriori
verifiche di conformità del-
l’impianto per inviarle alla
Soprintendenza, affinché po-
tesse valutarne l’impatto a li-
vello paesaggistico — spiega
la presidente Legambiente
Campania, Mariateresa Im-
parato —. Nonostante avessi-
mo già eseguito tutte le veri-
fiche del caso e non servisse-
Un albero per ricordare
Un albero per prendersi cura
San Giovanni a Teduccio (Napoli)
ro altri riscontri, abbiamo essere condivise attraverso la
prodotto la documentazione rete. «È una piccola grande
necessaria a dimostrare agli storia di transizione energeti-
enti preposti che tutto era a ca territoriale che ci consente
norma di legge, in un’area di affrontare il tema della
peraltro periferica dove l’im- povertà energetica e, seppur
patto è minimo e l’impianto ancora sperimentale, può es-
è visibile solo dall’alto. Per sere da esempio per molti.
fortuna la Regione ha accol- Quello di San Giovanni a
to il nostro appello e ci ha Teduccio è un racconto di ri-
dato il via libera». Il proget- scatto che sta portando tante
to, lo ricordiamo, è il primo soddisfazioni, l’ultima pro-
a essere realizzato in attua- prio alcuni giorni fa con la
zione del Decreto Millepro- nomina di Alfiere della Re-
roghe 2020, che ha recepito pubblica a Gennaro per l’im-
la Direttiva 2001/2018 sulle pegno e la sensibilità verso il
comunità energetiche per tema ambientale», conclude
progetti fino a 200 kw, cosic- la presidente Legambiente
ché proprietà degli impianti Campania. Al di là dell’aiuto
e energia prodotta possono concreto dal punto di vista
che ciascuno può portare” (LS 19)
per rispondere al grido della Terra,
per promuovere l’adozione di stili
di vita sostenibili, l’educazione
ecologica, la resilienza e la valoriz-
zazione della comunità — spiega
Mariarosaria Bertuccio, insegnante
di inglese presso la scuola di Iona-
di e referente del progetto “Gli ste-
wards incontrano la Laudato si’” —.
Ma abbiamo anche inteso offrire
un omaggio al procuratore della
Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri,
scegliendo un titolo per l’evento,
“Sperare insieme nella rinascita…
nel segno di Francesco”, che conte-
nesse un riferimento al suo intenso
lavoro, non solo per combattere la
criminalità organizzata ma anche
per sensibilizzare ed educare la po-
polazione, e soprattutto i giovani,
alla legalità».
economico che l’impianto
potrà fornire alle famiglie be-
neficiarie, questo progetto
rappresenta un chiaro segna-
le di “rigenerazione” in un
quartiere particolare come
quello della periferia napole-
tana. La scelta di creare la
prima comunità energetica e
solidale lì, in un’area disagia-
ta della città, dimostra che
l’avvio di nuove attività di
recupero sociale e ambienta-
le, svolte da coloro i quali
conoscono bene il territorio
con le sue criticità e oppor-
tunità, può contribuire a mi-
gliorarne le condizioni e a
contrastare inquinamento e
illegalità.
di plastica monouso, per promuo-
vere la raccolta differenziata e il ri-
ciclo. Gli alunni si sono impegnati
fattivamente, partecipando ad un
corso di formazione e a diverse at-
tività svolte in sinergia con enti ed
organizzazioni presenti sul territo-
rio aventi analoghe finalità (WWF,
Legambiente e Carabinieri foresta-
li). Dallo scorso anno il loro inte-
resse è stato rivolto a Papa France-
sco e dall’appello per la cura della
casa comune nell’enciclica Laudato
si’. Nonostante tutte le difficoltà
causate dalla pandemia da covid-
19, gli alunni si sono dimostrati
sensibili e motivati, partecipando
agli incontri che si sono tenuti in
videoconferenza. Sono stati esem-
pio di sensibilità e di resilienza per
la loro costanza, nonostante la tri-
stezza del periodo e la fatica del-

riscatto morale di un quar-
tiere come il nostro, spesso
alla ribalta per questioni ne-
gative più che positive — ha
aggiunto la presidente —.
Un quartiere che dimostra,
però, che è possibile uscire
dagli stereotipi classici della
camorra, se ci sono famiglie
sane come quella di Genna-
ro, che da grande vorrebbe
fare l’architetto per costruire
tante comunità energetiche
come la nostra». Il bambino
in questione è Gennaro Dra-
gone, uno degli abitanti di
San Giovanni a Teduccio,
che a soli 11 anni ha ricevuto
U
n albero contro la cri-
minalità. Perché il de-
grado si combatte an-
che prendendosi cura
dell’ambiente in cui si vive. Così,
in memoria di Francesco Prestia
Lamberti, un quindicenne ucciso
barbaramente da un coetaneo, a
Ionadi (Vibo Valentia) è stato
piantato un ulivo, alla presenza
delle autorità civili, militari e reli-
giose, tra cui il vescovo di Mileto-
Nicotera-Tropea Attilio Nostro, il
procuratore Camillo Falvo e il pre-
fetto Roberta Lulli. Un modo, co-
me detto, per ricordare per sempre
Francesco. E per dimostrare che la
legalità sa mettere radici forti, se si
parte dal profondo, dalla nostra as-
sunzione di responsabilità nei con-
fronti di tutto quello che ci circon-
da, della nostra prossimità. Non a
caso il video della celebrazione è
stato caricato sulla Piattaforma
Laudato sì, sottolineando il senso
profondo di un evento attraverso il
quale la scuola offre ai suoi studen-
ti un’occasione di crescita formati-
va per combattere la povertà edu-
cativa del territorio, causa di episo-
di delinquenziali per i quali pur-
troppo questo angolo della Cala-
bria è tristemente noto. <Abbiamo
solertemente accolto l’invito che il
Santo Padre ci fa quando ci esorta
a “riconoscere qual è il contributo
Il progetto di cui è referente
Bertuccio è la prosecuzione di un
gemellaggio elettronico iniziato
quattro anni fa dal titolo «Stewar-
ds of the Earth», svolto con la
scuola di Londra Our Lady’s Con-
vent High School. I ragazzi di en-
trambe le scuole hanno preso come
modello Greta Thunberg, la ragaz-
za svedese che ha dato origine al
movimento Fridays for future, ed
hanno costituito un comitato di vo-
lontari ambientalisti, con l’obietti-
vo di riflettere sulle problematiche
ambientali e sensibilizzare coetanei
e adulti sull’importanza di acquisi-
re semplici abitudini quotidiane,
per ridurre gli sprechi e il consumo
l’alternarsi tra lezioni in presenza e
didattica a distanza. Gli alunni
hanno ricevuto una lettera con cui
il Pontefice, tramite la Segreteria di
Stato, ha dato gradito e benevolo
riscontro alle missive da loro invia-
tegli, in cui hanno voluto esprimere
riflessioni e sentimenti suscitati
dalla lettura commentata dell’enci-
clica.
Quest’anno, gli alunni hanno
già partecipato alla 16° Giornata
per la custodia del creato e alla 71°
giornata del Ringraziamento orga-
nizzata dalla Federazione regionale
Coldiretti Calabria, mentre la scuo-
la è stata registrata sulla Piattafor-
ma Laudato si’.
lunedì 20 dicembre 2021 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 9

Un seminario alla Lateranense su Cop26 e ruolo dell’educazione universitaria

Fra teologia e finanza

un’alleanza per il Creato
di MARINA PICCONE cing, cioè fare in modo che tore de «L’Osservatore Roma-
quanti più progetti si trasfor- no», Andrea Monda, era rap-

«G
estire e go-
vernare la
sostenibili-
tà: ecco la
grande sfida che abbiamo di
fronte, alla quale vogliamo ri-
spondere». È con queste paro-
le che il delegato per la Catte-
dra Unesco per il Ciclo di stu-
di in Ecologia e Ambiente,
Paolo Conversi, ha aperto il
seminario «Il post Cop26 e il
ruolo dell’educazione univer-
sitaria», che si è tenuto alla
Pontificia Università Latera-
nense il 16 dicembre scorso. Il
seminario, organizzato all’in-
domani della Conferenza sui
cambiamenti climatici, che si è
tenuta a novembre, a Glasgow,
ha riunito intorno a un tavolo
diversi mondi: istituzionale,
del lavoro, della ricerca, della
società civile, della cultura e
dell’informazione. Il 7 ottobre
scorso, Papa Francesco ha isti-
tuito proprio nell’Aula del
convegno la Cattedra Unesco
dedicata al Futuro dell’educa-
zione alla sostenibilità e il Ci-
clo di studi in ecologia e am-
biente, cura della nostra casa
comune e tutela del Creato.
«Ci è sembrato, pertanto, op-
portuno che il primo incontro
di riflessione in seno alla Cat-
tedra fosse proprio quello sul
ruolo centrale dell’educazione
universitaria di fronte a questa
sfida», ha detto Conversi.
«Un ruolo educativo che deve
assumere un carattere transdi-
sciplinare, adottando l’imma-
gine usata spesso dal Papa, an-
che quando parla di ecologia
integrale, del poliedro che ha
molte facce, moltissimi lati, ma
tutti compongono un’unità
ricca di sfumature, perché il
mino in green attraverso un si-
stema premiale. In questo con-
testo, la Sace ha un ruolo di
primo piano per la transizione
ecologica italiana. Siamo in-
fatti attuatori e gestori del fon-
do tematico New Green Deal
in Italia nell’ambito del Next
Generation Ue, attraverso il
quale possiamo emettere “Ga-
ranzie Green” per sostenere gli
investimenti e i progetti verdi
delle imprese italiane. A bene-
ficio del Paese e delle giovani
generazioni che erediteranno il
pianeta, sulle quali dobbiamo
puntare e investire». Educa-
zione e riorganizzazione della
conoscenza sono la risposta al-
la sfida ambientale, secondo
Annateresa Rondinella, coor-
dinatrice dei Rapporti istitu-
zionali per le Cattedre Unesco
in Italia. «Occorre un approc-
cio all’educazione come ‘bene
comune” e alla conoscenza co-
me “bene comune globale”.
Metodologicamente, si tratta
di facilitare un ambiente di ri-
cerca transdisciplinare, dive-
nendo una “comunità di sape-
ri” capace di interfacciarsi con
altri attori sociali per costruire
una società ecologica giusta e
sostenibile». Il mondo dell’in-
formazione, oltre che dal diret-
LE COMUNITÀ LAUDATO
di SABRINA VECCHI
presentato anche da Sarah Va-
retto, executive vice president
Communication, Bigger Pic-
ture and Inclusion Sky Italia,
che, da anni, promuove la tu-
tela del pianeta, dedicando
programmi e approfondimen-
ti. «Attraverso Sky Zero, la no-
stra campagna ambientale di
Gruppo, ci siamo impegnati a
far diventare Sky, entro il 2030,
la prima entertainment company
europea net zero carbon (un’a-
zienda che non comporta al-
cun impatto netto sul clima
dovuto alle emissioni di carbo-
nio, ndr) e a utilizzare la forza
della nostra voce per ispirare
sempre più persone ad unirsi a
noi in questo percorso», ha af-
fermato Varetto. «Il ruolo dei globale attraverso la rinuncia come l’idrogeno verde, e la primi grandi simboli dell’im-
media è importante. Come di- al carbone e agli altri combu- transizione verso una mobilità maginario biblico ed è assai
mostrato da un recente studio, stibili fossili, in primo luogo elettrica o ad idrogeno». evocativo del rapporto fra
sette consumatori su dieci so- quelli derivati dal petrolio, ha Si può affrontare la sfida di l’uomo e la terra», ha spiegato
no pronti a cambiare i propri riferito Antonino Salvatore una società ecologica e soste- Zamboni. «Esprime una rela-
comportamenti e un consuma- Aricò, direttore dell’Istituto di nibile anche dal punto di vista zione di reciprocità responsa-
tore su tre ha modificato il tecnologie avanzate per l’ener- della teologia e dell’antropolo- bile tra essere umano e natura.
proprio stile di vita grazie ai gia Nicola Giordano Cnr-Itae gia cristiana, ha sostenuto Ste- Tra natura e libertà umana
contenuti visti in Tv». Della Messina. «La sostenibilità del fano Zamboni, docente presso non vi è opposizione; esse so-
promozione della conoscenza nuovo sistema energetico si l’Accademia Alfonsiana di no invece chiamate ad una al-
e della ricerca scientifica ha potrà realizzare attraverso uno Teologia morale, che ha citato leanza. Coltivare e custodire il
parlato Paolo Bonasoni, dell’I- sviluppo diffuso e su larga sca- il libro della Genesi: «Il Si- giardino della creazione: è
stituto di scienze dell’atmosfe- la delle fonti rinnovabili, un gnore Dio prese l’uomo e lo questa la linea direttrice di una
ra e del clima del Cnr di Bolo- sempre maggiore utilizzo del pose nel giardino di Eden, libertà umana e di una politica
gna, mentre della necessità di vettore elettrico, in associazio- perché lo coltivasse e lo custo- che siano davvero al servizio
innovare il sistema energetico ne ai combustibili rinnovabili, disse». «Il giardino è uno dei della nostra “casa comune”».
SI’ • Bovisio Masciago
Dare vita a persone e territori
referenti spiegano la costituzio- Stimolato dall’omonima encicli- e film l’intima connessione di
ne della Comunità Laudato si’ ca di Papa Francesco, il gruppo tutto ciò che fa crescere consa-

tutto è superiore alla parte”».
«Nei summit del G20 e della
Cop26 che si sono svolti recen-
temente, gli Stati membri han-
no confermato gli obiettivi di
neutralità climatica al 2050 e
di riduzione del 55% delle
emissioni al 2030, pur con di-
verse sensibilità. Quello che
occorre in concreto — ha affer-
mato Mario Antonio Scino,
consigliere giuridico del mini-
stro per lo sviluppo economico
— è che la transizione climatica
sia socialmente inclusiva e eco-
nomicamente sostenibile, veri-
ficando che le misure adottate
siano sempre realizzabili, eque
e senza effetti controprodu-
centi, come ad esempio l’au-
mento dei prezzi dell’energia o
la chiusura di filiere industriali
che costringono l’acquisto di
merci da Paesi terzi a prezzi
maggiori». «La sostenibilità è
un driver di crescita ormai irri-
nunciabile, un tema che deve
essere sempre più integrato nel
business non solo delle azien-
de ma anche delle istituzioni
finanziarie», ha concordato
Rodolfo Errore, presidente
della Sace, la società che si oc-
cupa del sostegno alle imprese
italiane nel loro processo di in-
ternazionalizzazione. «Dal
punto di vista finanziario, la
vera sfida è il Transition Finan-
«S
i è trattato di una Bovisio Masciago, in provincia aveva già una preistoria in ini-
sfida etica ai con- di Monza Brianza, nata nel set- ziative per la custodia del Crea-
dizionamenti del tembre 2020, nel pieno della to. «Inserirsi nella rete delle Co-
virus, affinché pandemia da covid, la Comuni- munità Laudato si’ per noi ha
non prevalessero sentimenti di tà è sorta nell’alveo delle due rappresentato un salto di qualità
chiusura, isolamento, indifferen- parrocchie del paese, incoraggia- — spiega il gruppo brianzolo —
za». Con queste motivazioni i ta dai religiosi di Padre Monti. poiché il riferimento ad Amatri-
ce, paese colpito dal terremoto
del 2016, rinvia ad un luogo-
simbolo per tutto il nostro paese
e l’esperienza di Slow Food av-
vicina “altre” sensibilità a partire
da un cibo sano, pulito e giu-
sto». Nel corso di questo primo
anno, pur con le limitazioni del
periodo, i membri hanno cerca-
to di incontrarsi e proporre oc-
casioni di riflessione e preghiera,
insieme a proposte di “buone
azioni” per il bene comune, co-
me ad esempio il “plogging”, at-
tività sportiva che unisce la cor-
sa e la raccolta dei rifiuti, unen-
do l’allenamento fisico e l’am-
biente circostante. È stata inol-
tre stabilita come appuntamento
fisso da vivere insieme la Gior-
nata di preghiera per la custodia
del Creato, scegliendo come
luogo d’incontro annuale l’in-
cantevole Eremo San Salvatore
di Erba, nei pressi di Como: se-
de da raggiungere rigorosamen-
te in treno e a piedi. Nel borgo
di Bovisio Masciago è stato
creato il Giardino dei Giusti e la
Comunità collabora a promuo-
vere attraverso incontri culturali
pevolezza e responsabilità per il
benessere degli uomini e della
natura intera in senso integrale.
L’iniziativa più consistente è la
creazione del percorso spiritua-
le, ambientale e storico denomi-
nato “Cammino Montiano”, in
memoria del beato Luigi Monti,
di cui nel 2025 si ricorderà il bi-
centenario della nascita, avvenu-
ta proprio a Bovisio Masciago.
Il Cammino avrà un tratto di
circa 15 km, fino ad arrivare nel-
la città di Saronno, dove il bea-
to è sepolto. L’itinerario tocca
due Parchi regionali, cinque co-
muni e due province. Le istitu-
zioni civili locali stanno soste-
nendo la realizzazione dell’ini-
ziativa e anche la diocesi di Mi-
lano intende dare un proprio ri-
conoscimento inserendola nella
rete dei cammini spirituali. Nel-
lo spirito di dialogo e coopera-
zione dell’enciclica Laudato si’, la
Comunità è aperta all’apporto
di tutti, nella diversità delle cul-
ture e delle opinioni. Per questo
motivo nascono sinergie con i
soggetti più diversi, come la
Commissione per i nuovi stili di
vita dell’unità pastorale di Sa-
ronno, il Giardino dei Giusti e
il Club alpino italiano di Bovi-
sio Masciago o altre aggregazio-
ni in prima linea nella promo-
zione del bene comune e nella
difesa del Creato.
pagina 10
«L’educazione è una delle vie più efficaci per
umanizzare il mondo e la storia» e l’Università
cattolica del Sacro Cuore custodisce «nel suo
mandato questo insegnamento». Lo ha ricorda-
to Papa Francesco ieri mattina, domenica 19 di-
cembre, alla comunità dell’ateneo in occasione
dell’apertura del nuovo anno accademico, coin-
cisa con il centenario di fondazione. In un video-
messaggio — trasmesso durante la cerimonia
inaugurale nella sede di Milano, alla presenza
della presidente della Commissione Europea,
Ursula von der Leyen — il Pontefice ha rilancia-
to la missione dell’istituzione culturale fondata
da padre Agostino Gemelli.
Cari fratelli e sorelle!
Per l’inaugurazione dell’anno accade-
mico dell’Università Cattolica del Sa-
cro Cuore desidero far giungere il mio
più caloroso saluto a tutta la comunità
universitaria, rappresentata dal Magni-
fico Rettore, il Prof. Franco Anelli, dal-
l’Assistente ecclesiastico generale, S.E.
Mons. Claudio Giuliodori, e dal Diret-
tore Generale, Paolo Nusiner.
Rivolgo il mio saluto anche a S.E.
Mons. Mario Delpini, Arcivescovo di
Milano e Presidente dell’Istituto To-
niolo, e alla Presidente della Commis-
sione Europea, Signora
Ursula von der Leyen.
Quella che state vivendo
è una giornata speciale,
perché celebra un anniver-
sario importante: cento an-
ni fa, padre Agostino Ge-
melli e i suoi collaboratori
diedero vita a quella gran-
de istituzione culturale che
è il vostro Ateneo. Auguri!
Vorrei raccogliere la mia
riflessione intorno a tre pa-
role: fuoco, speranza e servizio.
Tre parole che — credo —
possono rappresentare un
po’ la vostra mistica [spiri-
tualità].
La prima è un’immagine: il fuoco, cioè
la fiaccola che nella vostra Università è
stata trasmessa di generazione in gene-
razione. Gli anniversari sono momenti
adatti per fare memoria del passato. E
guardando ai cento anni di vita dell’U-
niversità Cattolica del Sacro Cuore, si
riconosce una tradizione educativa im-
portante, resa viva grazie alla dedizione
di centinaia di uomini e donne e testi-
moniata da migliaia di laureati. L’edu-
cazione è una delle vie più efficaci per
umanizzare il mondo e la storia1, e cre-
do che la vostra Università custodisca
nel suo mandato questo insegnamento.
Ciò è possibile grazie alla valorizzazio-
ne — rinnovata attraverso le generazio-
ni — del patrimonio culturale e spiritua-
le che costituisce la sua identità. Un’i-
dentità chiara e immutata, che però
non rifiuta, anzi rispetta e accoglie le
sensibilità differenti, nella consapevo-
lezza che è da un franco e rispettoso
confronto con l’altro che si porta a fiori-
tura la condizione umana. Come ave-
vano ben compreso già gli antichi: edu-
care non è riempire dei vasi ma accendere fuochi.
L’Università Cattolica custodisce que-
sto fuoco e quindi può trasmetterlo
perché l’unico modo di farlo è “per
contatto”, cioè attraverso la testimo-
nianza personale e comunitaria. Prima
ancora di trasmettere quello che si sa, si
accende il fuoco condividendo quello
che si è. Questo contatto avviene grazie
all’incontro, al fatto di mettersi a fianco
uno all’altro e fare qualcosa insieme. E
questo è il senso originario di ciò che
† via esclusiva le indagini con la collaborazione del
La Segreteria di Stato comunica che è im-
provvisamente deceduto il
Signor
D OMINGO
FERNÁNDEZ GONZÁLEZ
padre di Mons. Javier Fernández González,
Officiale della Segreteria di Stato
Nell’esprimere a Monsignor Fernández
González sentita partecipazione al suo dolo-
re, i Superiori e gli Officiali della Segreteria
di Stato assicurano la loro preghiera di suf-
fragio e invocano dal Signore conforto per
tutti i familiari del caro defunto.
L’OSSERVATORE ROMANO lunedì 20 dicembre 2021
Videomessaggio all’Università cattolica del Sacro Cuore per l’inaugurazione dell’anno accademico essere fedelmente al servizio della Chiesa
e della società. Lo testimonia l’impe-
Educare è umanizzare il mondo gno dei suoi docenti nell’attività quoti-
diana di ricerca e, per non pochi di essi,
anche in ruoli di responsabilità all’in-
per vincere paura e individualismo
terno delle istituzioni italiane e interna-
zionali. Lo testimonia il lavoro del per-
sonale, che offre dedizione e intelligen-
za al fine di rendere possibile il funzio-
namento dell’Università. Un pensiero
chiamiamo “università”, l’uni-versitas: relazione tra docente e studente, e poi quelle sociali a quelle demografiche. di gratitudine rivolgo proprio a ciascu-
quando iniziarono a sorgere queste anche degli studenti tra loro. Una co- Noi non possiamo andare avanti con la no di voi, che fate parte di questa gran-
realtà nel Medio Evo esse nacquero per munità di persone aperta alla realtà, al- categoria dell’illuminismo. Ci vuole un de squadra; anche qui la logica è quella
far convergere “verso” un unico luogo l’Altro trascendente e agli altri, aperta a pensiero nuovo, creativo. L’Università della uni-versitas: tutti insieme, tutti
le diverse scuole. Tanti che convergono conoscere, a scoprire, a porre domande Cattolica del Sacro Cuore può rappre- “verso”, tutti insieme, ognuno nel suo
“verso uno”, un luogo, un tempo, uno e cercare insieme risposte, risposte di sentare un luogo privilegiato per lo svi- specifico ruolo, ma tutti insieme, con-
spirito. Nel vostro caso, una storia illu- oggi. Non spaventarsi di fare delle do- luppo avanzato di tale elaborazione vergendo verso un orizzonte condiviso.
minata dalla Fede, che ridà unità all’u- mande per cercare risposte. Una comu- culturale. E qui ritorniamo alla relazio- Senza l’opera quotidiana di ciascuno di
niverso della conoscenza e tesse l’unità nità aperta al mondo senza paure. La ne docenti-studenti — che è importan- voi, questo progetto comune sarebbe
delle persone che contribuiscono alla paura è brutta! Questo è speranza: te! —, che è una relazione dinamica, in più povero, mancherebbe di qualcosa,
sua crescita: i professori, i dipendenti, scommettere sul futuro vincendo la na- tensione tra presente e futuro: insieme come se in un’orchestra mancassero il
gli studenti. E questo è il senso più pro- turale spinta che nasce dalle tante pau- siete chiamati a pensare, programmare timbro e la tonalità di alcuni strumenti,
fondo della parola “tradizione”. Come re che rischiano di immobilizzarci, fis- e agire avendo come orizzonte la casa apparentemente meno importanti.
diceva Mahler: “Non è la custodia delle sarci e chiuderci in un eterno e illusorio comune di domani, a partire dalla real- Cari fratelli e sorelle — e mi rivolgo di
ceneri del passato, ma la salvaguardia presente. L’apertura e l’accoglienza tà concreta di oggi. nuovo a tutti — siete, permettetemi l’e-
del futuro”. dell’altro è quindi particolarmente im- E a voi studenti mi rivolgo ora in mo- sempio, una grande orchestra, dove è
La seconda parola è speranza. Oggi, portante, perché favorisce un legame do particolare. In questi tempi confusi, essenziale l’insieme, che si fa se ciascu-
questa idea di educazione è sfidata da solidale tra le generazioni e combatte le resi ancora più complessi dalla pande- no dà il meglio in armonia con gli altri.
una cultura individualista, che esalta derive individualiste presenti nella no- mia, vi ripeto: non lasciatevi rubare la spe- Lo spirito di servizio rimanga sempre il
stra cultura. E soprattutto ranza! E non lasciatevi contagiare dal vi- tratto distintivo di tutta la vostra comu-
costruisce, proprio a par- rus dell’individualismo. È brutto que- nità universitaria, che solo così è fedele
tire dalle aule universita- al Vangelo che la ispi-
rie, una cittadinanza in- ra. Il Signore Gesù
clusiva, opposta alla cul- Cristo, pur essendo il
tura dello scarto. Occorrono nuovi modelli di pensiero Logos, la Sapienza di-
In questa prospettiva per dare soluzioni alle urgenze da affrontare: vina, ha scelto la stol-
ho promosso un Patto edu- tezza del servire fino
cativo globale, per sensibiliz- da quelle ambientali a quelle economiche, alla spogliazione tota-
zare tutti all’ascolto delle da quelle sociali a quelle demografiche le di sé: la sapienza del-
grandi domande di senso la Croce. Così ha reso
del nostro tempo, a parti- testimonianza alla ve-
re da quelle delle nuove rità dell’amore di Dio e
generazioni di fronte alle Lui, il Re, ci ha inse-
ingiustizie sociali, alle sto, e fa male. L’università è il luogo gnato che servire è regnare. Possa, chiun-
violazioni dei diritti, alle adatto per sviluppare gli anticorpi con- que studia e lavora nella vostra Univer-
migrazioni forzate. L’uni- tro questo virus: l’università apre la sità, respirare questo spirito, apprende-
l’io in opposizione al noi, promuove versità non può rimanere sorda davanti mente alla realtà e alla diversità; lì pote- re questo stile, per viverlo nella com-
l’indifferenza — la cultura dell’indiffe- a queste denunce. Sono contento che te mettere in gioco i vostri talenti e met- plessa realtà del mondo contempora-
renza è brutta! —, sminuisce il valore abbiate raccolto questo invito a una rin- terli a disposizione di tutti. Come stu- neo. Andate avanti, guardate l’orizzon-
della solidarietà e mette in moto la cul- novata stagione di impegno educativo. denti dell’Università Cattolica del Sa- te, con coraggio nella vostra missione
tura dello scarto. Chi educa, infatti, I vostri progetti di cooperazione inter- cro Cuore, appartenete a una comunità educativa. Due parole che ci aiuteran-
guarda al futuro con fiducia, e compie nazionale, rivolti a diverse popolazioni di studi con solide radici, dalle quali no tanto: coraggio e pazienza. Soppor-
un’azione — quella educativa — che del pianeta, i tanti aiuti economici che potete attingere per la vostra formazio- tare le contraddizioni, le cose che non
coinvolge diversi attori della società, in ogni anno erogate agli studenti biso- ne e per rinnovare, ogni giorno, l’entu- vanno, la pazienza, e lo slancio del co-
modo tale da offrire agli studenti una gnosi, la vostra attenzione verso gli ulti- siasmo di andare avanti e assumere la raggio vanno insieme. Vanno insieme.
formazione integrale, frutto delle espe- mi e verso i malati sono testimonianza vostra responsabilità nella società. Non Interpretate voi questo coraggio e que-
rienze e delle sensibilità di molti. Que- di un impegno concreto. Vi incoraggio diventare tradizionalisti delle radici, sta pazienza come un appassionato ser-
sta è in particolare la missione dei do- ad andare avanti su questa strada! no, prendere dalla radice per crescere, vizio a tutta la società; anche alla Chie-
centi, che sono i custodi creativi della Il mondo, oggi soprattutto, è total- per andare avanti, per giocarvi la vita. sa, ma a tutta la società. Il Signore vi
tradizione, che è un tesoro. Perché, se- mente interdipendente; tale condizio- Questo è l’orizzonte che vi propongo in benedica e la Madonna vi protegga. E
condo l’immagine di Gustav Mahler — ne richiede uno sforzo inedito, perché questo centenario. per favore, non dimenticatevi di prega-
come ho detto — non è custodire le ce- questo cambiamento epocale ha reso E veniamo così alla terza e ultima pa- re per me. Grazie.
neri ma custodire il fuoco. Cioè portare obsolete le cornici interpretative del rola: servizio. In realtà, questa parola po-
avanti l’immagine dell’albero: le radici passato, che non sono più utili per trebbe essere la prima, perché sempre
danno la vita all’albero e, come diceva il comprendere il presente. Si tratta di una nuova istituzione comincia da fon- 1. Videomessaggio in occasione dell’incontro
poeta, tutto quello che l’albero ha di progettare nuovi modelli di pensiero, datori che mettono la loro vita al servi- promosso e organizzato dalla Congregazione per
fiorito, viene da quello che è sotterrato. per definire soluzioni alle urgenze che zio degli altri. E nel corso dei suoi cento l’educazione cattolica: «Global compact on
Questa armonia fra radice e crescita. siamo chiamati ad affrontare: da quelle anni, l’Università Cattolica del Sacro education. Together to look beyond»
L’educazione è anzitutto relazione: ambientali a quelle economiche, da Cuore ha dimostrato in più occasioni di (15 ottobre 2020).
Un test senza precedenti
CONTINUA DA PAGINA 1 svolgere il loro imprescindibile compito. Lo stes- L’Ufficio del Promotore ha dichiarato che — in
so Ufficio del Promotore a margine dell’udienza, ottemperanza al provvedimento del Tribunale del
1913, al quale sono state aggiunte alcune norme ha espresso «apprezzamento per l’ordinaria dia- 6 ottobre — il suo Ufficio aveva provveduto al de-
molto importanti in tempi recenti, ma comunque lettica tra le parti, accusa e difesa», dicendosi al posito integrale di tutte le registrazioni audio e vi-
prima che l’inchiesta assumesse i contorni attuali. contempo sicuro della solidità delle indagini ef- deo degli interrogatori e che quindi «tutti i docu-
Ciò ha creato oggettivi problemi a tutte le parti fettuate e della documentazione acquisita. menti fonte di prova sono rinvenibili negli atti del
del processo, alle quali è chiesto di applicare quel Nelle udienze che si sono tenute fino ad oggi il giudizio». Il Promotore ha anche spiegato, per
codice a situazioni di fatto che il legislatore di un Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha quanto concerne gli omissis presenti in alcune parti
secolo fa non poteva certo prevedere. Basti citare, dimostrato, e l’ha anche messa nero su bianco in dei verbali di interrogatorio, che essi «riguardano
ad esempio, le intercettazioni o il sequestro e l’u- una delle sue ordinanze, la volontà di assicurare il dichiarazioni non pertinenti» a questo processo e
tilizzazione di materiale informatico. Dall’altro rispetto del diritto di difesa e, più in generale, del che sono state sottoposte «ad esigenze di segre-
lato, l’Ufficio del Promotore di giustizia, il pub- giusto processo. Un principio, quest’ultimo, rece- tezza perché oggetto di autonoma attività investi-
blico ministero vaticano, che ha portato avanti in pito dal Vaticano con una legge dell’11 luglio gativa in altri procedimenti».
2013, promulgata pochi mesi dopo l’inizio dell’at- Ora il Tribunale, come ha dichiarato il Presi-
Corpo della Gendarmeria in qualità di polizia tuale pontificato, che si inserisce nell’ambito della dente durante una delle udienze, attende che la
giudiziaria, ha spesso dovuto affrontare questioni legislazione vigente Oltretevere. pubblica accusa definisca le posizioni di alcuni
di notevole complessità e senza alcun precedente: È proprio nella logica di garantire un giusto imputati, con una archiviazione o con una nuova
si pensi all’enorme mole di documenti e alle nu- processo, e in esso il diritto di difesa, che il Tribu- richiesta di citazione a giudizio. E il Promotore di
merose rogatorie necessarie per ricostruire i flussi nale — a seguito della eccezione di nullità eccepita Giustizia ha annunciato che tale attività si conclu-
di denaro all’estero che compongono l’impianto dei difensori, di un dubbio interpretativo della derà entro la metà di gennaio 2022, con l’assun-
accusatorio. norma, e delle sollecitazioni a questo punto rice- zione delle conseguenti determinazioni. A quel
Come è normale all’avvio di ogni processo, le vute anche dalla stessa pubblica accusa — ha resti- punto, e soltanto dopo che saranno prese — in un
eccezioni preliminari dei difensori hanno avuto tuito gli atti al Promotore di giustizia per poter senso o nell’altro — tutte le decisioni sulle altre ec-
per oggetto alcune decisioni e alcuni comporta- poi provvedere agli interrogatori mancanti degli cezioni formulate dai difensori, quelle sulle quali
menti adottati dall’Ufficio del Promotore, sulla imputati. Com’è noto, il Tribunale ha anche ordi- il Tribunale non si è ancora pronunciato, sarà
base di diverse interpretazioni della legge applica- nato al Promotore di depositare tutti gli atti a sua possibile iniziare la trattazione del merito di tutto
ta nel caso concreto. Si tratta di una fase che può disposizione; come le registrazioni audio e video il processo, entrando così nel vivo della fase di-
essere definita “fisiologica” nel momento in cui degli interrogatori di imputati e testimoni, effet- battimentale per vagliare la mole imponente di
l’attività svolta dalla pubblica accusa viene porta- tuate con strumenti che evidentemente la legisla- atti e documenti che compone l’impianto accusa-
ta davanti al giudice e le difese sono chiamate a zione del 1913 non poteva contemplare. torio.
lunedì 20 dicembre 2021
Il dialogo di Papa Francesco con quattro “invisibili”
Una società che scarta i poveri
è una società malata
«È tanto grande il numero di
donne picchiate, abusate in
casa, anche dal marito. Il
problema per me è quasi sa-
tanico». Papa Francesco, a
Santa Marta, dialoga con
quattro “invisibili” e affronta
— davanti alle telecamere di
Mediaset — i problemi legati
alle violenze, alla povertà, al-
le conseguenze della pande-
mia, alla vita dei carcerati.
All’incontro, coordinato dal
vaticanista Fabio Marchese
Ragona, hanno partecipato
Giovanna, una mamma rima-
sta senza lavoro con una vita
familiare fatta di violenza;
Maria, una senza tetto; Mari-
stella, una diciottenne scout
a cui la pandemia ha tolto la
voglia di gioire; Pierdonato,
un ex ergastolano che ha
scontato 25 anni di carcere.
A Giovanna, che chiede
come fare per ritrovare la di-
gnità, il Papa, dopo aver de-
finito «quasi satanico» il pro-
blema della violenza, rispon-
de: «È umiliante, molto umi-
liante. È umiliante quando
un papà o una mamma dà
uno schiaffo in faccia a un
bambino, è molto umiliante e
io lo dico sempre, mai dare
uno schiaffo in faccia. Come
mai? Perché la dignità è la
faccia. Questa è la parola che
io vorrei riprendere perché
dietro c’è la tua domanda: ri-
mane dignità in me? Qual è
la mia dignità dopo tutto
questo, qual è la dignità delle
donne picchiate, abusate? Mi
viene un’immagine che è en-
trando nella Basilica alla de-
stra, la pietà della Madonna,
la Madonna umiliata davanti
al figlio nudo, crocifisso,
malfattore agli occhi di tutti,
quella è la mamma che lo ha
allevato, totalmente umiliata.
Ma lei non ha perso la digni-
tà e guardare quest’immagine
in momenti difficili come il
tuo di umiliazione e dove si
sente di perdere la dignità,
guardando quell’immagine ci
dà forza... Guarda la Madon-
na, rimani con quell’immagi-
ne di coraggio».
La cultura dell’indifferenza
A Maria, che chiede per-
ché la società sia così crudele
verso i poveri, Francesco di-
ce: «Tu parli di crudeltà, è
cosi, questo è lo schiaffo più
duro della società per voi,
ignorare il problema altrui...
Noi stiamo entrando in una
cultura dell’indifferenza dove
cerchiamo di allontanarci dai
veri problemi, dal dolore del-
la mancanza di abitazioni,
dalla mancanza di lavoro.
Anzi con questa pandemia i
problemi sono aumentati per-
ché bussano alla porta coloro
che offrono denaro in presti-
to: gli usurai. Un povero,
una persona che ha bisogno,
cade nelle mani degli usurai
e perde tutto, perché questi
non perdonano. È crudeltà
sopra crudeltà, questo lo dico
per attirare l’attenzione della
gente a non essere ingenua;
l’usura non è una via di usci-
ta dal problema, l’usura ti
porta nuovi problemi». Il Pa-
pa ha quindi domandato alla
donna se quando trova una
persona che sta peggio, va a
dargli una mano. E dopo la
risposta affermativa di Maria,
ha aggiunto: «Quando si è
L’OSSERVATORE ROMANO pagina 11
nel dolore si capisce la pro- più». Parlando dell’abitudine
fondità del dolore. Cerca dei ragazzi di compulsare
sempre di guardare in faccia i sempre lo smartphone, Fran-
problemi perché ci sarà qual- cesco ha aggiunto: «Se tu
cun altro che sta peggio di te vuoi usare il telefonino usalo,
e ha bisogno del tuo sguar- ma questo non ti tolga il
do, che lo aiuti ad andare contatto con le persone, con-
avanti». tatto diretto, contatto di an-
dare insieme a scuola, andare
Dio vicino ai carcerati a passeggiare, andare insieme
Pierdonato chiede al Papa a bere un caffè, un contatto
se c’è speranza per chi desi- reale e non virtuale. Perché
dera un cambiamento. Fran- se noi lasciamo da parte il
cesco ha risposto con la frase contatto reale finiremo anche scartare i vecchi, scartare i lo, cominciò a leggere qual- arrabbi con Dio, devi avere
della Bibbia: «la speranza noi liquidi o gassosi, senza nonni... quando automatica- che pezzetto. “Nel mio cuore la libertà del figlio davanti a
non delude mai». E ha ag- consistenza, sempre online e mente a una certa età tu cer- (ha detto, ndr) è successo Dio. Quando ti arrabbi con
giunto: «C’è un’opera che mi alla persona online manca te- chi una casa di riposo per qualcosa, quel muro che ave- papà e mamma non è buono,
piace tanto, che dice il con- nerezza». mettere in deposito, non ri- vo davanti è caduto, si è ma tu sai che papà e mamma
trario: nella Turandot sulla poso, in deposito, il tuo vec- aperto” e siccome lui era un ti vogliono bene; tu ti arrab-
speranza si dice che la spe- La crisi, il conflitto chio, i nonni, fai vedere qual- buon lavoratore del legno ha bi con Dio perché non va
ranza sempre delude. Invece e la speranza cosa di spietato... Si manda fatto questo (il Papa mostra questo o quello, ma tu sai
io ti dico: la speranza mai Giovanna ha ripreso la pa- fuori quello che non ci piace, la scultura in legno realizzata che ti vuole bene e Lui non
delude. C’è Dio, non in orbi- rola, e dopo aver raccontato e anche questo a volte accade dal carcerato, ndr), e mi ha si spaventa, perché Lui è pa-
ta, ma Dio accanto a te, per- di aver perso tutto come con- dall’inizio della vita: tante detto: “Questa è la mia espe- pà e sa come possiamo reagi-
ché lo stile di Dio è vicinan- seguenza della pandemia ha volte viene un figlio (e si di- rienza da quando ho cono- re, noi che siamo tutti bam-
za, compassione e tenerez- domandato come sia possibi- ce, ndr): “Ma no, mandiamo- sciuto Gesù. Questo lo ha bini dinanzi a Dio. Devi ave-
za... Dio è con ognuno dei le avere speranza. «Il covid lo al mittente perché è un fatto un carcerato che ha vi- re il coraggio di dire al Si-
carcerati, con qualsiasi perso- ci ha messo tutti in crisi — ha problema per noi”. E così la sto che con Gesù il muro ca- gnore tutti i sentimenti che ti
na che passa in difficoltà... risposto il Papa — una strada società quando si ammala co- deva e c’era una finestra di vengono. Vangelo in mano e
Tu non lo dici ma tu sai in per uscire dalla crisi è ama- mincia a scartare i poveri. vita». il cuore pacificato».
fondo al cuore che sei perdo- reggiarsi e un’amarezza tante Ma dobbiamo lottare con
nato e che hai quella speran- volte è farla finita. Il numero questo». Il rapporto con Dio Gli auguri di Francesco
za che non delude... Per que- dei suicidi è aumentato tanto messo alla prova Per concludere, il Papa si è
sto posso dirti una cosa: Dio con la crisi... La crisi è aper- Sovraffollamento Maristella ha quindi do- rivolto direttamente ai tele-
perdona sempre, Dio perdo- ta, il conflitto ti chiude, tu nelle carceri mandato come può, alla sua spettatori, e ha chiesto: «Co-
na sempre... La nostra forza non vedi uscita dal conflitto, Pierdonato domanda come età, avere un rapporto con sa pensi tu del Natale? Che
è nella speranza di questo con la tua lotta io vedo che rimarginare le ferite dei dete- Dio e mantenerlo. «Nel loc- devo uscire a comprare que-
Dio vicino, compassionevole stai lottando per uscire mi- nuti rimasti ancora più soli kdown tutto va alla prova, sto quell’altro... Va bene, ma
e tenero, tenero come una gliore dalla crisi, non ti sei in tempo di pandemia, e anche il rapporto con Dio... cos’è il Natale? È un albero?
mamma. Lui stesso lo dice, e data per vinta e questo è Francesco ha spiegato: «La il rapporto con Dio non è Una statua di un bambino
per questo tu hai quella spe- grande, stai dando una lezio- pandemia fa questo, ti lascia una cosa lineare che sempre con una donna e un uomo
ranza. Grazie per la tua testi- ne di resistenza, una lezione solo... E poi il problema del va bene, il rapporto con Dio accanto? Sì, è Gesù, è la na-
monianza». di resistenza alle calamità... sovraffollamento delle carce- ha delle crisi come ogni rap- scita di Gesù, fermati un po’
Tu fai una scommessa, per la ri: il sovraffollamento è un porto di amore in una fami- e pensa al Natale come un
Il bisogno del contatto vita e per la vita dei tuoi vai muro certamente, non è uma- glia... Prendi il Vangelo, nel- messaggio di pace. Io vi au-
faccia a faccia avanti. Non sai dove, perché no! Qualsiasi condanna per lo stesso Vangelo è la parola guro un Natale con Gesù, un
Maristella affronta il tema non hai casa e non hai lavo- un delitto commesso deve di Dio che ti sistemerà un’al- vero Natale. Questo vuol di-
delle conseguenze del Covid ro, non sai cosa fare. Ma stai avere una speranza, una fine- tra volta; io ho paura dei re che non possiamo mangia-
per i giovani e chiede in che guardando avanti, stai uscen- stra. Un carcere senza fine- predicatori che vogliono sa- re? Che non possiamo fare
modo creare una relazione do meglio di prima ma non stra non va, è un muro. Una nare la vita in crisi con le pa- festa? No, fate festa, mangia-
sana fatta di contatto e di da sola. Questo è importan- cella senza finestra non va. role, parole, parole. La vita te tutto, ma fatelo con Gesù,
esperienze. Il Papa ha detto: te: che tu cerchi qualcuno, Finestra non necessariamente in crisi si risana con la vici- cioè con la pace nel cuore. E
«Nel lockdown ti è mancato gente che ti accompagni». fisica, finestra esistenziale, fi- nanza, la compassione, la te- a tutti voi che mi ascoltate vi
il contatto con gli amici e le nestra spirituale. Poter dire: nerezza. Lo stile di Dio. auguro un buon Natale. Fate
amiche, con la famiglia per- Un cuore aperto ai poveri “Io so che uscirò, io so che Questo te lo dà il Vangelo. A festa, fate dei regali, ma non
ché non potevi uscire e forse A Maria, che chiede che potrei fare quello o quell’al- qualcuno sembrerà un po’ dimenticatevi di Gesù. Il Na-
non funzionava la scuola. cosa si possa fare perché il tro”. Per questo la Chiesa è strano, ma se tu mi dicessi tale è Gesù che viene, Gesù
Noi abbiamo bisogno del cuore della gente si apra ai contro la pena di morte, per- “Padre, arrabbiarsi con Dio è che viene a toccarti il cuore,
contatto, del contatto faccia a poveri, Francesco risponde: ché nella morte non c’è fine- peccato? Dire: Signore non ti Gesù che viene a toccare la
faccia ma abbiamo una tenta- «Quando tu guardi in faccia stra, lì non c’è speranza, si capisco...”. È un modo di tua famiglia, che viene da te,
zione che è quella di isolarci un povero, il tuo cuore cam- chiude una vita. C’è una spe- pregare! Tante volte noi ci a casa tua, nel cuore tuo, nel-
con altri metodi, per esempio bia perché è arrivato al “sa- ranza dall’altra parte ma qui arrabbiamo con papà, con la tua vita. È facile convivere
entrare in contatto con il te- cramento del povero”, dicia- non c’è. Per questo il carcere mamma. I bambini si arrab- con Gesù, lui è molto rispet-
lefonino soltanto, le amicizie mo “sacramentale”... perché deve avere una finestra». Il biano con i genitori perché toso, ma non dimenticarlo.
del telefonino, la mancanza lo sguardo di un povero ti Papa ha quindi raccontato stanno chiedendo più atten- Buon Santo Natale a tutti. E
di dialogo concreto. Tu hai cambia. Questa cultura dello l’esperienza di un carcerato zione. Non avere paura se ti pregate per me!».
imparato da questa situazio- scarto non è soltanto con i non credente che lavorava il
ne che il dialogo concreto poveri, con la gente che ha legno. Un visitatore gli ha
non si può supplire col dialo- necessità: quante volte in una consigliato di leggere il Van-
go online, che c’è qualcosa in famiglia si dà quella realtà di gelo. «Ha ricevuto il Vange-
NOSTRE
INFORMAZIONI
Il cardinale Gambetti celebra la messa per i dipendenti del Dicastero
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in
Maria prima “comunicatrice” udienza:
gli Eminentissimi Cardinali:
— Peter Kodwo Appiah Turkson, Prefetto
del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo
Maria è stata la prima “comunicatrice” del
Umano Integrale;
messaggio di salvezza. Lo ha sottolineato il
— Kevin Joseph Farrell, Prefetto del Dicaste-
cardinale arciprete della basilica di San Pie-
ro per i Laici, la Famiglia e la Vita;
tro, Mauro Gambetti, vicario generale di Sua
le Loro Eccellenze i Monsignori:
Santità per la Città del Vaticano, presiedendo
— Gabriele Giordano Caccia, Arcivescovo ti-
stamane, 20 dicembre, all’altare della Catte-
tolare di Sepino, Osservatore Permanente della
dra, la concelebrazione eucaristica per i re-
Santa Sede presso l’Organizzazione delle Na-
sponsabili e i dipendenti del Dicastero per la
zioni Unite a New York;
comunicazione, in preparazione alle festività
— Giacomo Cirulli, Vescovo di Teano-Calvi e
natalizie.
di Alife-Caiazzo (Italia);
All’omelia il porporato ha invitato a riflet-
il Reverendo Padre Corrado Maggioni,
tere sul significato dell’incarnazione del Ver-
S.M.M., Presidente del Pontificio Comitato per i
bo e sulle conseguenze che questo evento
Congressi Eucaristici Internazionali.
comporta nella vita dei credenti.
Al termine della celebrazione ha preso la nale Gambetti, dandogli anche il benvenuto
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in
parola monsignor Lucio Adrián Ruiz, segreta- nella comunità del Dicastero, di cui è stato
udienza il Professore Marco Impagliazzo, Pre-
rio del Dicastero. A nome del prefetto Ruffi- nominato membro da Papa Francesco lo scor-
sidente della Comunità di Sant’Egidio.
ni, il prelato ha salutato e ringraziato il cardi- so 2 dicembre.
pagina 12 L’OSSERVATORE ROMANO lunedì 20 dicembre 2021

All’Angelus la vicinanza e la preghiera del Papa

Consolazione e speranza per le famiglie

colpite dal tifone nelle Filippine
«Che il Santo Niño porti consolazione
e speranza alle famiglie più colpite»
dal tifone abbattutosi sulle Filippine:
l’auspicio di Papa Francesco è riecheg-
giato in piazza San Pietro a mezzo-
giorno del 19 dicembre, al termine del-
l’Angelus recitato dalla finestra dello
Studio privato del Palazzo apostolico
vaticano. In precedenza, commentan-
do il Vangelo della quarta domenica di
Avvento, il Pontefice si era soffermato
su due verbi che sintetizzano l’episodio
della Visitazione di Maria ad Elisa-
betta: alzarsi e camminare in fretta.
Cari fratelli e sorelle,
buongiorno!
Il Vangelo della Liturgia di og-
gi, quarta Domenica di Avven-
to, narra la visita di Maria a Eli-
sabetta (cfr. Lc 1, 39-45). Rice-
vuto l’annuncio dell’angelo, la
Vergine non rimane in casa, a
ripensare all’accaduto e consi-
derare i problemi e gli imprevi-
sti, che certo non mancavano:
perché, poveretta, non sapeva
cosa fare con questa notizia,
con la cultura di quell’epoca...
Non capiva... Al contrario, per
prima cosa pensa a chi ha biso-
gno; invece di essere ripiegata
sui suoi problemi, pensa a chi
ha bisogno, pensa a Elisabetta
sua parente, che è avanti negli
anni e incinta: una cosa strana,
miracolosa. Maria si mette in
viaggio con generosità, senza
lasciarsi intimorire dai disagi
del tragitto, rispondendo a un
impulso interiore che la chiama
a farsi vicina e a dare aiuto.
Una lunga strada, chilometri e
chilometri, e non c’era un bus
che andava: è dovuta andare a
piedi. Lei esce per dare aiuto,
condividendo la sua gioia. Ma-
ria dona a Elisabetta la gioia di
Gesù, la gioia che portava nel
cuore e nel grembo. Va da lei e
proclama i suoi sentimenti, e
questa proclamazione dei sen-
timenti poi è diventata una pre-
ghiera, il Magnificat, che tutti
noi conosciamo. E dice il testo
che la Madonna «si alzò e andò
in fretta» (v. 39).
Si alzò e andò. Nell’ultimo
tratto del cammino di Avvento
lasciamoci guidare da questi
due verbi. Alzarsi e camminare in
fretta: sono i due movimenti che
Maria ha fatto e che invita an-
che noi a fare in vista del Nata-
le. Anzitutto, alzarsi. Dopo l’an-
nuncio dell’angelo, per la Ver-
gine si profilava un periodo
difficile: la sua gravidanza inat-
tesa la esponeva a incompren-
sioni e anche a pene severe, an-
che alla lapidazione, nella cul-
tura di quel tempo. Immagi-
niamo quanti pensieri e turba-
menti aveva! Tuttavia non si
scoraggia, non si abbatte, ma si
alza. Non volge lo sguardo in
basso, verso i problemi, ma in
alto, verso Dio. E non pensa a
chi chiedere aiuto, ma a chi
portare aiuto. Sempre pensa
agli altri: così è Maria, pensan-
do sempre ai bisogni degli altri.
Lo stesso farà dopo, alle nozze
di Cana, quando si accorge che
manca il vino. È un problema
di altra gente, ma lei pensa a
questo e cerca di trovare una
soluzione. Sempre Maria pen-
sa agli altri. Pensa anche a noi.
Impariamo dalla Madonna
questo modo di reagire: alzarci,
soprattutto quando le difficol-
tà rischiano di schiacciarci. Al-
zarci, per non rimanere impan-
tanati nei problemi, sprofon-
dando nell’autocommiserazio-
ne o cadendo in una tristezza
che ci paralizza. Ma perché al-
zarci? Perché Dio è grande ed è
pronto a rialzarci se noi gli ten-
diamo la mano. Allora gettia-
mo in Lui i pensieri negativi, le
paure che bloccano ogni slan-
cio e che impediscono di anda-
re avanti. E poi facciamo come
Maria: guardiamoci attorno e
cerchiamo qualche persona a
cui possiamo essere di aiuto!
C’è qualche anziano che cono-
sco a cui posso fare un po’ di
aiuto, di compagnia? Ognuno
ci pensi. O fare un servizio a
una persona, una gentilezza,
una telefonata? Ma a chi posso
dare aiuto? Mi alzo e do aiuto.
Aiutando gli altri, aiuteremo
noi stessi a rialzarci dalle diffi-
coltà.
Il secondo movimento è cam-
minare in fretta. Non vuol dire
procedere con agitazione, in
modo affannato, no, non vuol
dire questo. Si tratta invece di
condurre le nostre giornate con
passo lieto, guardando avanti
con fiducia, senza trascinarci di
malavoglia, schiavi delle la-
mentele — queste lamentele ro-
vinano tante vite, perché uno si
mette a lamentarsi e lamentarsi
e la vita va giù. Le lamentele ti
portano a cercare sempre qual-
cuno da incolpare. Andando
verso la casa di Elisabetta, Ma-
ria procede con il passo svelto
di chi ha il cuore e la vita pieni
di Dio, pieni della sua gioia.
Allora chiediamoci noi, per il
nostro profitto: com’è il mio
“passo”? Sono propositivo op-
pure mi attardo nella malinco-
nia, nella tristezza? Vado avan-
ti con speranza o mi fermo per
piangermi addosso? Se proce-
diamo con il passo stanco dei
brontolii e delle chiacchiere,
non porteremo Dio a nessuno,
soltanto porteremo amarezza,
cose oscure. Fa tanto bene, in-
vece, coltivare un sano umori-
smo, come facevano, ad esem-
pio, San Tommaso Moro o San
Filippo Neri. Possiamo chiede-
re anche questa grazia, la grazia
del sano umorismo: fa tanto
bene. Non dimentichiamo che
il primo atto di carità che pos-
siamo fare al prossimo è offrir-
gli un volto sereno e sorridente.
È portargli la gioia di Gesù, co-
La devastazione provocata dal tifone in un villaggio sull’isola di Dinagat (Ansa)
me ha fatto Maria con Elisabet-
ta.
La Madre di Dio ci prenda
per mano, ci aiuti ad alzarci e a
camminare in fretta verso il Nata-
le!
Al termine della preghiera mariana il
vescovo di Roma, dopo aver lanciato
l’appello per le popolazioni filippine,
ha salutato i vari gruppi presenti, in
particolare la comunità peruviana re-
sidente in Roma riunitasi per una ce-
lebrazione in onore del “Niño Jesús
Andino” di Chopcca, luogo di prove-
nienza del presepe allestito in piazza
San Pietro.
Cari fratelli e sorelle,
esprimo la mia vicinanza alle
popolazioni delle Filippine
colpite da un forte tifone, che
ha distrutto tante abitazioni.
Che il Santo Niño porti conso-
lazione e speranza alle famiglie
più in difficoltà; e a tutti noi
ispiri aiuti concreti! Il primo
aiuto concreto è la preghiera, e
gli altri aiuti.
Saluto tutti voi, pellegrini
venuti dall’Italia e da diversi
Paesi. In particolare, saluto la
comunità peruviana di Roma e
il suo gruppo folkloristico qui
convenuti in occasione della
celebrazione in onore del “Ni-
ño Jesús Andino” di Chopcca,
luogo di provenienza del Pre-
sepe allestito in questa Piazza.
Grazie! Saluto la Banda musi-
cale di Soriano al Cimino. Vor-
rei ascoltarli dopo… [la banda
intona “Tanti auguri a te”]
Suonano bene, questi! Saluto i
fedeli di Terni, gli scout di Ma-
rigliano e i ragazzi di Cingoli
(Macerata).
E a tutti auguro una buona
domenica e un buon cammino
in questo ultimo tratto dell’Av-
vento che ci prepara alla nasci-
ta di Gesù. Sia per tutti noi
tempo di attesa e collaborazio-
ne: speranza, sperare e pregare,
in compagnia della Vergine
Maria, donna dell’attesa. E per
favore, non dimenticatevi di
pregare per me. Buon pranzo e
arrivederci. E adesso la banda,
che suoni una cosa bella!

In Aula Paolo VI la festa con i bambini assistiti dal Dispensario Santa Marta

Il dito nella torta con Francesco

Alcuni momenti della festa dei bambini
con il Papa in Aula Paolo VI
CONTINUA DA PAGINA
direttamente con i bambini. Anche con
tono scherzoso, “da parroco”, proprio per
coinvolgerli più possibile.
«Guardare e ascoltare per aiutare gli
altri» è il suggerimento essenziale che, in
semplicità, Francesco ha condiviso con i
bambini, insieme alla torta preparata dal-
lo chef Emanuele Simone con la sua Socie-
tas panis solidale. «Aiutarsi come buoni
amici, come fratelli. Ma domando: se io
vado per la strada e vedo una persona
cattiva ma ha freddo, ha fame, cosa devo
fare? Cosa è meglio: me ne vado o mi fer-
mo?» anche se quella persona «spara
contro di me?». A qualche risposta «se è
cattivo meglio non fermarsi» dei bambi-
ni, il Papa — sempre con il sorriso per la
“sincerità” dei piccoli — ha risposto con
un incoraggiamento, prendendo spunto
proprio da parole e gesti della recita:
«Abbiamo visto qui alcuni che facevano
un po’ di teatro: uno che aveva freddo,
era lì, un’altra che aveva fame, era lì, e
passava la gente e guardava e non guar-
dava: uno leggeva il giornale, un altro an-
dava da una parte. Significa che noi dob-
biamo guardare e dobbiamo ascoltare il
bisogno della gente. Sempre c’è gente che
ha bisogno di noi, ma se noi non li guar-
diamo in faccia, non capiremo mai i biso-
gni che ha. E ascoltare è una parola im-
portante. Una persona che non ascolta gli
altri, ascolta sé stesso soltanto. È una cosa
noiosa ascoltare sé stesso: è meglio ascol-
tare gli altri. E quando tu ascolti gli altri,
tu puoi capire le necessità e i bisogni».
Papa Francesco è arrivato in Aula Pao-
lo VI intorno alle 9.45 attraverso il piccolo
simbolico “villaggio” di Natale allestito
nell’atrio per dare dignità e spirito di co-
munità alla consegna di vestiario, giocat-
toli, panettoni e dolci, e anche il pranzo.
Per far in modo che, com’è nello stile del
Dispensario, l’atto solidale non sia “dal-
1 di sostentamento a famiglie di qualsiasi
l’alto” ma veramente fraterno, condiviso.
Ed ecco il senso della collaborazione coi
volontari del Dispensario di 40 rappre-
sentanti di Athletica Vaticana, l’Associa-
zione sportiva ufficiale della Santa Sede:
stare insieme, come famiglia vera e non
solo a chiacchiere per essere “fratelli tut-
ti”.
In Aula, con accanto il cardinale ele-
mosiniere Konrad Krajewski, presidente
della Fondazione del Dispensario, è stata
la direttrice, suor Antonietta Collacchi, a
presentare a Francesco il senso di «questa
festa in famiglia, come fossimo nell’orato-
rio di una parrocchia: senza fronzoli, sen-
za sprechi ma con tanta tanta voglia di fe-
steggiare il dono della vita, la bellezza del
Natale vero». Accanto a lei i tanti prota-
gonisti del Dispensario che non si sono
fermati neppure in piena pandemia: Ja-
vier, Valentina, i volontari, i medici...
E a dar voce proprio alle esperienze dei
cinquanta medici che prestano, gratuita-
mente, il loro servizio professionale ai
bambini e alle mamme è stato Fabrizio
Michielan con i suoi 27 anni di volonta-
riato e forte anche dell’essere parte del-
l’Associazione Santi Pietro e Paolo, rap-
presentata in Aula dal presidente. «Il Di-
spensario offre ascolto, assistenza sanita-
ria, psicologica, di segretariato sociale e
provenienza e credo religioso, senza alcu-
na distinzione e senza alcuna preferenza,
nel segno della massima accoglienza e ge-
nerosità che contraddistingue la Santa
Sede e ogni buon cristiano».
Proprio sulla generosità, ha insistito
Michielan, da cento anni — il “complean-
no sarà l’8 maggio 2022 — «si fonda il Di-
spensario dove noi volontari cerchiamo
nel miglior modo possibile di renderci
utili, mettendoci al servizio del prossi-
mo». E così «doniamo soprattutto ascol-
to, affetto, comprensione e vicinanza alle
famiglie che seguiamo senza nessuna pre-
tesa anche se, confesso, è sempre partico-
larmente gradito il sorriso che ci viene do-
nato, anche se purtroppo, attualmente,
siamo costretti dalla pandemia a leggerlo
dall’espressione degli occhi, comunque
altrettanto espliciti».
La generosità, ha fatto presente il me-
dico, nasce dall’impegno di seguire gli in-
segnamenti di Gesù che ha dato la vita
per ciascuno. «Anche lei, Papa France-
sco, ci invita su questo cammino» ha ri-
lanciato Michielan rivolgendosi al Ponte-
fice. «Le sue esortazioni ad amare e aiuta-
re il prossimo senza alcuna distinzione ci
guidano nel servizio di volontariato e nel-
la vita quotidiana. Lei ci sprona — ha con-
cluso il medico — a offrire generosità per
contrastare egoismo, ipocrisia, ci esorta
ad abbattere muri e rimuovere reticoli spi-
nati per creare ponti di fratellanza come
ci ha insegnato nell’enciclica Fratelli tut-
ti».
Il Papa ha lasciato l’Aula dopo circa
un’ora, accompagnato dalle canzoni, cen-
trate proprio sulle sue parole, del “Mini-
coro” di Rovereto — da anni amico del
Dispensario — che, però, a causa del co-
vid, non ha potuto essere presente fisica-
mente in Vaticano per la festa. Ma essere
comunità significa abbracciarsi anche “a
distanza”, ha ricordato Francesco.