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Gentili Famiglie,

in questo numero delle Campane è inserita la bu-


sta da utilizzare per rinnovare la propria adesione/
Direttore responsabile: Maria Castelli - Registrazione Tribunale di Como numero 3/2018 del 1/3/2018

abbonamento a “Le campane di Uggiate e Rona-


go” per l’anno 2020.

La busta va consegnata alla persona incaricata di


recapitare il bollettino al vostro indirizzo oppure
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di febbraio).
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L’abbonamento non comporta una quota par-


ticolare: questa è lasciata alla discrezione e alla
generosità di ciascuno, nella consapevolezza che
i fondi raccolti servono a far fronte ai costi di que-
sto mezzo di comunicazione e comunione della
nostra Comunità Pastorale.

Comunità Pastorale di
Uggiate e Ronago
Segreteria Parrocchiale Caritas
da lunedì a Venerdì Orari apertura
ore 9.00 - 11.00 lunedì 9.30 - 11.30
tel. 031/94.87.21 venerdì 9.30 - 11.30
Le Campane
di Uggiate e Ronago
è anche sfogliabile online all’indirizzo:
www.oratorio-uggiate.it
Indirizzo e-mail della Redazione:
Le Campane
di Uggiate e Ronago

campane.uggiate_ronago@yahoo.it
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l’Agenda della Settimana scrivi a:
vocechebussa@gmail.com
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Tesori d’azzurro,
che ogni giorno in volo ripetuto
porto alla mia terra. Polvere della terra,
che ogni giorno porto al cielo.
Oh, quanto ricche le mani della vita,
WXWWHSLHQHGLȴRULGHOFLHOR
Quanto pura ogni stella
nel bruciare dolori della vita.
Oh, quanto ricco io nel regalare a tutti
tutto quello che raccolgo e cambio coi miei sogni!
Che gioia quel volo quotidiano,
questo libero servizio,
dalla terra ai cieli,
dai cieli alla terra.
Juan Ramon Jiménez
Intro
RISCOPRIRE LA LENTEZZA
Abbiamo tutti fretta. E ci arrabbiamo. Ci arrabbiamo se il computer ci mette
un minuto anziché venti secondi nel collegarsi, se quel vecchietto davanti a
‘‹‹ƒ……Š‹ƒ˜ƒƒ’ƒ••‘†ǯ—‘‘ǡ•‡…ǯ°ƤŽƒƒŽŽƒ…ƒ••ƒ†‡Ž•—’‡”‡”…ƒ–‘ǡ
•‡…ǯ°–”ƒƥ…‘‡•‹ƒ‘–—––‹‹…‘†ƒǤ
Abbiamo scadenze e orari cronometrici da rispettare, abbiamo una marea
di attività incastrate una nell’altra, abbiamo appuntamenti … che vita terri-
bile!
Abbiamo sempre fretta. Sembra che il nostro destino sia quello di
correre. Verso chi? Verso cosa? Per andare dove? Boh! L’importan-
te è correre, dare l’impressione, a noi stessi e agli altri, di una vita im-
pegnata. D’altronde siamo lombardi: dobbiamo mandare avanti l’
Italia, l’Europa, il mondo intero. E la fretta diventa frenesia, rincorsa con-
tinua di non si sa bene cosa. Forse di noi stessi, povere creature intrap-
polate dentro un ingranaggio che produce solo ansia e insoddisfazione.
Quanta irrazionalità nella fretta eretta a sistema di vita! E quanta frustra-
zione! E quante occasioni perse per ascoltare, per contemplare, per gusta-
”‡‹’”‘ˆ‘†‹–Ǩƒ‰‹ƒ‘’ƒ‹‹‡’‡œœ‹†‹’‹œœƒ’Žƒ•–‹Ƥ…ƒ–‹‡„‡˜‹ƒ‘ƒ
canna, in piedi come i cavalli. Riduciamo la comunicazione, la relazione a
messaggi iper veloci che non ci permettono di dialogare per davvero.
Non si parla più, si blatera. E veloce! C’é subito un altro con cui bisogna “co-
municare”. E quando la frenesia diventa dimensione dell’anima allora la si-
tuazione è grave. E la tristezza è lo sfondo di ogni nostra azione, di ogni
nostro pensiero. Non proviamo più il piacere autentico, diventiamo grigi
consumatori di beni, anche di persone.
E ci perdiamo tutto quello che di veramente bello c’è nella nostra quotidia-
nità, arriviamo a sera stanchi morti, dormiamo male e siamo pronti per ri-
partire. Altro giro, altra corsa, giri brevi e veloci. Riscoprire la lentezza, che
‘ơ”‡Žƒ’‘••‹„‹Ž‹–†‹’‡•ƒ”‡ǡ†‹”‹ƪ‡––‡”‡ǡ†‹‰—•–ƒ”‡Ǥ‡…‘•‡ǡŽ‡’‡”•‘‡ǡ
il creato, Dio. Tutto richiede un congruo tempo per essere accolto come
dono. Se vogliamo possiamo provarci …

don Sandro, parroco

4 - Intro
La parola del Papa
LA PACE: CAMMINO DI SPERANZA:
DIALOGO, RICONCILIAZIONE E CONVERSIONE
Il Santo Padre Francesco, in
occasione della LIII Giornata
Mondiale della Pace, ha lan-
ciato un accorato appello per
la concordia e la riconciliazio-
ne, proprio in un momento in
cui le tensioni internazionali
sembrano crescere verso un
preoccupante limite.
“La pace è un bene prezioso,
oggetto della nostra speran-
za, al quale aspira tutta l’u-
manità. Sperare nella pace
è un atteggiamento umano
che contiene una tensione
esistenziale, per cui anche un a rinchiudere l’altro in un’immagine
presente talvolta faticoso «può es- negativa, a escluderlo e cancellarlo.
sere vissuto e accettato se conduce La guerra si nutre di perversione
verso una meta e se di questa meta delle relazioni, di ambizioni ege-
noi possiamo essere sicuri, se questa moniche, di abusi di potere, di pau-
‡–ƒ ° …‘•¿ ‰”ƒ†‡ †ƒ ‰‹—•–‹Ƥ…ƒ”‡ ”ƒ†‡ŽŽǯƒŽ–”‘‡†‡ŽŽƒ†‹ơ‡”‡œƒ˜‹•–ƒ
la fatica del cammino». In questo come ostacolo; e nello stesso tem-
modo, la speranza è la virtù che ci po alimenta tutto questo”. “Non
mette in cammino, ci dà le ali per an- possiamo pretendere di mantene-
†ƒ”‡ƒ˜ƒ–‹ǡ’‡”Ƥ‘“—ƒ†‘‰Ž‹‘•–ƒ- re la stabilità nel mondo attraverso
coli sembrano insormontabili.” la paura dell’annientamento, in un
“La guerra, lo sappiamo, comin- equilibrio quanto mai instabile, so-
…‹ƒ•’‡••‘…‘Žǯ‹•‘ơ‡”‡œƒ’‡”Žƒ speso sull’orlo del baratro nucleare
diversità dell’altro, che fomenta il e chiuso all’interno dei muri dell’in-
desiderio di possesso e la volontà †‹ơ‡”‡œƒǡ †‘˜‡ •‹ ’”‡†‘‘ †‡…‹-
di dominio. Nasce nel cuore dell’uo- sioni socio-economiche che apro-
mo dall’egoismo e dalla superbia, no la strada ai drammi dello scarto
dall’odio che induce a distruggere, dell’uomo e del creato, invece di cu-

La Parola del Papa - 5


stodirci gli uni gli altri”. di artigiani della pace aperti al dia-
“Gli Hibakusha, i sopravvissuti ai logo senza esclusioni né manipo-
bombardamenti atomici di Hiroshi- lazioni. Infatti, non si può giungere
ma e Nagasaki, sono tra quelli che veramente alla pace se non quando
‘‰‰‹ ƒ–‡‰‘‘ ˜‹˜ƒ Žƒ Ƥƒƒ vi sia un convinto dialogo di uomi-
della coscienza collettiva, testimo- ni e donne che cercano la verità al
niando alle generazioni successive di là delle ideologie e delle opinio-
l’orrore di ciò che accadde nell’ago- ni diverse. ƒ ’ƒ…‡ ° Ǽ— ‡†‹Ƥ…‹‘
•–‘†‡Ž͙͜͡͝‡Ž‡•‘ơ‡”‡œ‡‹†‹…‹„‹Ž‹ da costruirsi continuamente», un
…Š‡‡•‘‘•‡‰—‹–‡Ƥ‘ƒ†‘‰‰‹Ǥƒ cammino che facciamo insieme
loro testimonianza risveglia e con- cercando sempre il bene comune
serva in questo modo la memoria e impegnandoci a mantenere la
†‡ŽŽ‡ ˜‹––‹‡ǡ ƒƥ…Š± Žƒ …‘•…‹‡œƒ parola data e a rispettare il dirit-
umana diventi sempre più forte di to. Nell’ascolto reciproco possono
fronte ad ogni volontà di dominio e crescere anche la conoscenza e la
di distruzione: «Non possiamo per- •–‹ƒ†‡ŽŽǯƒŽ–”‘ǡƤ‘ƒŽ’—–‘†‹”‹-
mettere che le attuali e le nuove conoscere nel nemico il volto di un
generazioni perdano la memoria fratello. Il processo di pace è quindi
di quanto accaduto, quella me- un impegno che dura nel tempo”.
moria che è garanzia e stimolo “Come sottolineava San Paolo VI, «la
per costruire un futuro più giusto duplice aspirazione all’uguaglian-
e fraterno».” “Aprire e tracciare un za e alla partecipazione è diretta
…ƒ‹‘ †‹ ’ƒ…‡ ° —ƒ •Ƥ†ƒǡ –ƒ–‘ a promuovere un tipo di società
più complessa in quanto gli interes- democratica […]. Ciò sottintende
si in gioco, nei rapporti tra persone, l’importanza dell’educazione alla
comunità e nazioni, sono molteplici vita associata, dove, oltre l’infor-
e contradditori. Occorre, innanzi- mazione sui diritti di ciascuno, sia
tutto, fare appello alla coscienza messo in luce il loro necessario
morale e alla volontà personale e correlativo: il riconoscimento dei
’‘Ž‹–‹…ƒǤƒ’ƒ…‡ǡ‹‡ơ‡––‹ǡ•‹ƒ––‹- doveri nei confronti degli altri. Il
ge nel profondo del cuore umano •‹‰‹Ƥ…ƒ–‘ ‡ Žƒ ’”ƒ–‹…ƒ †‡Ž †‘˜‡”‡
e la volontà politica va sempre rin- sono condizionati dal dominio di
vigorita, per aprire nuovi processi sé, come pure l’accettazione del-
che riconcilino e uniscano persone le responsabilità e dei limiti posti
e comunità”. all’esercizio della libertà dell’indivi-
“Il mondo non ha bisogno di paro- duo o del gruppo».”
le vuote, ma di testimoni convinti, “Quello che è vero della pace in am-

6 - La parola del Papa


bito sociale, è vero anche in quello chiama alla gioiosa sobrietà della
politico ed economico, poiché la condivisione. Tale conversione va
questione della pace permea tutte intesa in maniera integrale, come
le dimensioni della vita comunitaria: una trasformazione delle relazioni
non vi sarà mai vera pace se non che intratteniamo con le nostre so-
saremo capaci di costruire un più relle e i nostri fratelli, con gli altri
giusto sistema economico. Come esseri viventi, con il creato nella
scriveva Benedetto XVI, dieci anni sua ricchissima varietà, con il Cre-
fa, nella Lettera Enciclica “Caritas atore che è origine di ogni vita. Per
in veritate”: «La vittoria del sotto- il cristiano, essa richiede di «lasciar
sviluppo richiede di agire non solo emergere tutte le conseguenze
sul miglioramento delle transazioni dell’incontro con Gesù nelle rela-
fondate sullo scambio, non solo sui zioni con il mondo».”
trasferimenti delle strutture assi- “Il cammino della riconciliazione ri-
stenziali di natura pubblica, ma so- …Š‹‡†‡’ƒœ‹‡œƒ‡Ƥ†—…‹ƒǤ‘•‹‘–-
prattutto sulla progressiva apertu- tiene la pace se non la si spera.” “Si
ra, in contesto mondiale, a forme di tratta prima di tutto di credere nella
attività economica caratterizzate da possibilità della pace, di credere che
quote di gratuità e comunione» (n. l’altro ha il nostro stesso bisogno
39).” di pace. In questo, ci può ispirare
Inoltre, “Di fronte alle conseguenze l’amore di Dio per ciascuno di noi,
della nostra ostilità verso gli altri, amore liberante, illimitato, gratuito,
del mancato rispetto della casa co- instancabile”.
mune e dello sfruttamento abusivo
delle risorse naturali – viste come (il messaggio integrale è riportato
strumenti utili unicamente per il sulla pagina web http://w2.vatican.
’”‘Ƥ––‘†‹‘‰‰‹ǡ•‡œƒ”‹•’‡––‘’‡” va/content/francesco/it/messages/
le comunità locali, per il bene co- peace.index.html#messages)
mune e per la natura – abbia-
mo bisogno di una conversio-
ne ecologica”.
“La conversione ecologica alla
quale facciamo appello ci con-
duce quindi a un nuovo sguar-
do sulla vita, considerando la
generosità del Creatore che ci
ha donato la Terra e che ci ri-

La pace: cammino di speranza - 7


SINODO: LA CHIESA COMENSE IN CAMMINO
I rappresentanti sinodali della nostra Comunità
Pastorale e un gruppo di parrocchiani hanno parte-
cipato alla cerimonia d’apertura del Sinodo XI del-
la Chiesa Comense, il 12 gennaio, nel Duomo di
Como, come a un evento religioso, ma anche stori-
co.
Sono, infatti, trascorsi sessantaquattro anni dal
Sinodo X e ora tocca ai contemporanei tracciare il
volto della nostra Chiesa nei prossimi anni, sotto
il segno della misericordia, cioè del “muovere del
cuore” verso Dio e verso gli altri, in particolare su
cinque ambiti, la Comunità Cristiana, i giovani, i
poveri, i presbiteri, la famiglia. Un lungo cammino
insieme: anche la nostra Comunità è già stata chiamata a formulare analisi
e proposte durante la consultazione tra i fedeli e 300 sinodali, provenienti
da tutta la Diocesi, laici, presbiteri e consacrati, per un anno intero, hanno
lavorato sul materiale pervenuto dalle parrocchie, dalle comunità, dai gruppi
‡†ƒ‹•‹‰‘Ž‹Ǥ †‡‡ǡ‹†‹…ƒœ‹‘‹ǡ’”‘’‘•–‡ǡ”‹ƪ‡••‹‘‹•‘‘…‘ƪ—‹–‡‡ŽŽǯ •–”—-
mentum Laboris, la piattaforma dalla quale saranno tratte le linee per il cris-
tiano che vive nel mondo e nel suo tempo, ma ha riferimenti eterni e immu-
–ƒ„‹Ž‹‡Žƒ‰‡Ž‘‡‡ŽŽƒƒ”‘Žƒ†‹‹‘Ǥ‡Ƥ‹–‘Dz‡˜‡–‘†‹”‹‰‡‡”ƒœ‹‘‡dz†ƒŽ
vescovo Oscar Cantoni, il Sinodo è anche chiamato “ Concilio Diocesano” e
con la solennità di un grande evento di Chiesa si è aperto, nella domenica
del Battesimo del Signore, tra due ali di folla, autorità civili e militari, rap-
presentanti di altre confessioni religiose, le antiche Litanie dei nostri Santi e

8 - Sinodo
Beati Comensi, gli inni sacri, la processione dalla chiesa di San Giacomo
al Duomo, l’intronizzazione dell’ Evangeliario, preghiere intense e mo-
‡–‹”‹……Š‹†‹•‹‰‹Ƥ…ƒ–‘•‹„‘Ž‹…‘Ǥ—‰‰‡•–‹‘‡ǡƒƒ…Š‡–‡•–‹‘‹-
anza di fede e devozione che vivono per dar vita, speranza e proclamare
che il nome del Signore è misericordia, s’incarna nell’esistenza quotidi-
ana dell’umanità.
“Dal 1953, una vera e propria rivoluzione culturale ha cambiato il volto
della nostra società e della Chiesa – ha detto monsignor Cantoni nella
sua Omelia – Il Concilio Vaticano II ha promosso un radicale cambiamen-
to di paradigma, ha cercato di aprire nuove strade, immerso come siamo
in un pluralismo sociale e religioso con cui in antecedenza il cristianesi-
mo non aveva mai avuto la possibilità di incontrarsi”.
Lo stile del Sinodo nelle parole del Vescovo: “Abbiamo bisogno di rive-
stirci di una santa audacia evangelica, per fare del nostro Sinodo una
pedana di lancio, per proseguire avanti, in obbedienza a ciò che ci chiede
il Signore, prestando una particolare attenzione ai segni dei tempi”.
E il senso del Sinodo: “Ci siamo messi all’opera non per difendere noi
stessi, quasi vivessimo in una cittadella assediata – ha spiegato il Ves-
covo – ma per andare in-
contro fraternamente a
tutti coloro che vivono una
sorta di eclissi del senso
di Dio, per dialogare con
coraggio con quanti attra-
versano una profonda crisi
di fede, vivendo come se
Dio non esistesse”.
1Žƒ•Ƥ†ƒ‹…‘”•‘‡‘„„Ž‹‰ƒǡ
ha sottolineato il vescovo
Oscar, “a trovare segni e
linguaggi adeguati a pro-
porre la misericordia divi-
na, così che gli uomini del
nostro tempo si sentano
attesi ed amati da Dio”.

La Chiesa Comense in cammino - 9


EPIFANIA: IL VESCOVO DIEGO TRA NOI
Il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, a rendere più solenne la celebrazione del-
la Santa Messa delle 10.30, nella chiesa di Uggiate, è venuto a trovarci il
Vescovo Emerito della nostra Diocesi: monsignor Diego Coletti.

Percorrendo la navata della chiesa parrocchiale, a braccetto di don Sandro,


ha salutato le persone già presenti con un sorriso aperto ed è entrato in sa-
crestia per prepararsi per la solenne celebrazione insieme al nostro parroco
e a don Marco. Nella sua appassionata omelia, il Vescovo ci ha invitati a
vivere la fede con la gioia del Signore Risorto e vivo, senza paura, e testi-
moniando di essere cristiani veri nelle cose e negli incontri di ogni giorno.
“Il Signore non ama i cristiani tiepidi, che si accontentano di adempiere
il precetto domenicale partecipando alla messa, e poi, fuori dalla chiesa,
sono persone poco oneste o che si nascondono dietro il modo di fare del
mondo”, ha detto. “Chi vede il battezzato, deve vedere il Signore che ac-
coglie e si fa prossimo di chi ha accanto o gli si avvicina. I volti tristi, i musi
lunghi, non trasmettono una fede che ci rende persone positive, liete e miti
anche nell’agire. È importante lasciare il cuore aperto perché il Signore ci
sorprenda con la sua chiamata e ci sostenga con la sua misericordia senza
misura. Egli ci accoglie e ci ama anche quando sbagliamo o cadiamo.”

Il Vescovo Diego, nel pomeriggio, ha accompagnato anche la processione


con Gesù Bambino e, al termine, è sceso nella navata della chiesa per far
baciare la statua alle tante persone presenti ricordando, in un pensiero,
che la processione è una
tradizione da vivere e che
ci rende testimoni. È stato
davvero bello condividere
con monsignor Coletti la
solennità dell’Epifania e
ringraziare nella preghiera
il Signore per averlo dona-
to come pastore alla no-
stra chiesa di Como. La sua
presenza è un dono prezio-
so ancora oggi che il caro
Vescovo Diego è ‘a riposo’.

10 -Il Vescovo Diego tra noi


Il Vescovo Diego tra noi - 11
GUERRA ALLA GUERRA
dedicato agli studenti
Tra le molte comunicazioni conservate in Archivio riguardanti l’istruzio-
ne ne ho scelta una che mi ha particolarmente colpito in modo negativo
perché, pur considerando che ci divide un secolo dai fatti e che probabil-
mente chi la scrisse dovette adeguarsi a “ordini” superiori, sarebbe stata
ƒ‰‰‹‘”‡–‡ …‘‡”‡–‡ •‡ ƒ˜‡••‡ ƒ˜—–‘ Žƒ Ƥ”ƒ †‹ — ‰‡‡”ƒŽ‹••‹‘
anziché di un Presidente Scolastico. Fortunatamente, oggi gli studenti
possono esercitare addirittura maggiori diritti di questo Presidente per-
ché viviamo in una democrazia, forse sbilenca ma democrazia, mentre
tante altre forme alternative di gestione hanno un odore strano e un si-
lenzio innaturale. Purtroppo, anche in provincia di Como.

La lettera è datata 18 giugno 1915 e ne prenderemo solo pochi stralci


perché è lunghissima. Come detto, è inviata dal Presidente del Consi-
glio Scolastico Provinciale di Como e ne sono destinatari tutti i Sindaci
della provincia. Sono trascorsi pochi giorni dall’entrata in guerra del no-
stro Paese e, in questa data, la comunità di Uggiate sta già piangendo
Giacomo, morto in combattimento a vent’anni, mentre a Ronago si sta
ancora parlando di Albino, che di anni ne aveva venticinque, e che, ferito
mortalmente in combattimento il 27 maggio, tre giorni dopo l’entrata

12 - Guerra alla guerra


in guerra, sarà in assoluto uno dei primi soldati italiani caduti durante il
‘•–”‘’”‹‘…‘ƪ‹––‘‘†‹ƒŽ‡Ǥ Ž…‘–‘ƒ”‡˜ƒ‘’‡”‹…ƒ†—–‹†‡Ž͙͙͡͝
sarà presentato giusto un paio di mesi dopo, ma con interessi spavento-
si. Nel frattempo in paese si sta ancora scaricando nelle cascine il mag-
‰‡‰‘ǡ‘’”‹‘Ƥ‡‘ǡ…Š‡’‡”Ö˜‹”‹ƒ””’‡”’‘…Š‹‰‹‘”‹’‡”…Š±…Š‹°
a casa ancora non lo sa, ma puntuale arriverà la prima di una lunga serie
di requisizioni.

Che i nostri governanti avessero stabilito con chi schierarsi solo il mese
precedente l’entrata in guerra è cosa ormai risaputa; mentre le nostre
pretese territoriali in caso di vittoria, a lungo barattate con l’una e l’altra
parte contendente e probabilmente ottenibili anche con la neutralità,
‘‘•–ƒ–‡‹’ƒ––‹Ƥ”ƒ–‹ǡˆ—”‘‘†ƒ•—„‹–‘…‘•‹†‡”ƒ–‡‡•ƒ‰‡”ƒ–‡†ƒ‰Ž‹
stessi alleati prescelti che al momento comunque optarono per assecon-
darle ... poi si vedrà. E si è visto. Francesi e Inglesi, infatti, avevano asso-
luto e, a questo punto, urgentissimo bisogno dell’italico “cuneo umano”
che, attaccando l’esercito austro-ungarico, lo costringesse a desistere
†ƒŽ’”‘’‘•‹–‘†‹Žƒ•…‹ƒ”‡•‰—ƒ”‹–‡Ž‡‘–ƒ‰‡ƒ…‘Ƥ‡…‘Žǯ –ƒŽ‹ƒ‡
correre in Francia a dar man forte agli alleati germanici. Sul suolo france-
se, infatti, tanto per dare un numero, era già stramazzata tanta di quella
gioventù che per ogni metro di trincea si contavano settanta morti, che
impilati lunghi e tirati uno sopra l’altro fanno almeno un palazzo di sei
piani. Un palazzo umano di sei piani per ogni metro di trincea e la lun-
ghezza delle trincee di Verdun, in Francia, si misurava in chilometri. È
storia documentata.

Tutto ciò premesso, il Presidente inizia ricordando che “l’Italia è impegnata


nel supremo cimento delle armi per la difesa del suo diritto... con un solo
pensiero, una sola volontà, una sola fede, sicura della vittoria. Mentre sui
…ƒ’‹†‹„ƒ––ƒ‰Ž‹ƒ‹•‘Ž†ƒ–‹ǡ…Š‡Šƒ‘Žƒ•…‹ƒ–‘†‡•‡”–‹‰‡‹–‘”‹ǡ•’‘•‡ǡƤ‰Ž‹ǡ
ˆ”ƒ–‡ŽŽ‹ǡƤ†ƒœƒ–‡ǡƒơ”‡––ƒ‘…‘‹Ž•ƒ…”‹Ƥ…‹‘†‡Ž•ƒ‰—‡‹Ž—‘˜‘†‡•–‹‘
della Patria, in chi rimane trepidante ad attenderne il compimento, sorge il
dovere di dar opera di fraterna solidarietà perché né preoccupazioni di fa-
‹‰Ž‹‡ƒ„„ƒ†‘ƒ–‡ǡ±‘•–ƒŽ‰‹ƒ†‹ƒơ‡––‹Ž‘–ƒ‹’‘••ƒ‘•˜‹‰‘”‹”‡Žǯ‡”‘‹-
co entusiasmo nei petti dei combattenti .... È il dovere in particolare della
Scuola Primaria , che accoglie i fanciulli di quelle classi sociali che danno
nerbo all’esercito … Una prima provvidenza deve curare che le migliaia

Guerra alla guerra - 13


di bambini e ragazzi del popolo non siano abbandonati a se stessi nelle
…ƒ’ƒ‰‡‹—ǯ‘”ƒ‹…—‹’‹î†‹ƥ…‹Ž‡‡–‘”ƒƒŽŽ‡ˆƒ‹‰Ž‹‡Žƒ˜‹‰‹ŽƒœƒǤǤǤdz

Parole sante, si fa per dire ovviamente, i sindaci infatti erano esortati


a organizzare punti di aggregazione per neonati da balia e bambini ai
…‘Ƥ‹†‡‹…ƒ’‹ƒƥ…Š±Ž‡ƒ‡‡‹‘‹’‘–‡••‡”‘†‡‰ƒ‡–‡
sostituire i chiamati alle armi. Sembra incredibile, ma è accaduto pro-
prio anche qui perché è documentato.

“... e quest’opera della scuola sia secondata e sorretta dai Comuni con tut-
te quelle migliori provvidenze che saranno possibili. E i patronati ... aprano
sottoscrizioni, raccolgano oblazioni (qui si mangiava polenta a colazione,
pranzo e cena) ma in questa gara di bene siano primi gli insegnanti, le ma-
estre, dimostrino di sentirsi veramente sacerdoti di un’alta idealità, non cir-
coscrivano la loro azione entro le anguste pareti delle aule scolastiche o nei
„”‡˜‹…‘Ƥ‹†‡‹’”‘‰”ƒ‹‡†‘˜‡”‹—ƥ…‹ƒŽ‹Ǥƒ……‘Ž‰ƒ‘Ž‡•’‘•‡ƒ„„ƒ-
†‘ƒ–‡†ƒ‹ƒ”‹–‹‡Ž‡ƒ†”‹†‡•‡”–‡†ƒ‹Ƥ‰Ž‹•—ŽŽ‡’‹ƒœœ‡ǡ•—‹•ƒ‰”ƒ–‹†‡ŽŽ‡
chiese, commentino loro le ragioni della guerra ... celebrino i fasti eroici che
‹•‘Ž†ƒ–‹‹–ƒŽ‹ƒ‹‘ơ”‘‘ƒŽŽƒ’ƒ–”‹ƒǤǤǤ•‹ƒ‘’”‘†‹‰Š‹†‹…‘ˆ‘”–‘‡‹‰‹‘”‹
’—”–”‘’’‘‹‡˜‹–ƒ„‹Ž‹†‡Ž†‘Ž‘”‡‡†‡ŽŽ—––‘Ǥdz

”ƒŽƒ•…‹ƒ‘ ‹Ž ƤƒŽ‡ …Š‡ ° Dzǥ premonitore al sicuro trionfo”, ma che si

14 - Guerra alla guerra


scontra troppo con la semplice e cruda quotidianità della nostra gente.
La lettera fu regolarmente protocollata e probabilmente letta, quindi
senza alcuna nota né seguito l’incaricato comunale o forse il Sindaco
la ripiegò riponendola nella cartelletta “non prioritaria” ed è lì è con-
servata. Questo nostro incaricato comunale o forse il Sindaco ottenne
sicuramente con pieno merito la licenza scolastica e sicuramente visse
sorretto dal buonsenso.

Nel 1973 il cantautore Giorgio Gaber, particolarmente caro ai nati uggia-


tesi, ha scritto anche il seguente verso:

“La libertà non è star sopra un albero.


Non è neanche il volo di un moscone.
La libertà non è uno spazio libero.
Libertà è partecipazione.”

Sembra scritta per gli studenti.

Renato A.

Guerra alla guerra - 15


Santi del nostro tempo
I MARTIRI ALGERINI
Il decennio che va dal 1991 al 2002 fu uno dei più bui per la storia dell’Alge-
ria moderna. Si scatenò una vera e propria guerra civile tra i gruppi islamici
armati e l’esercito. Gli islamisti lottavano per una svolta radicale nel Paese,
predicando un Islam fondamentalista, nemico di ogni altra fede e degli stra-
nieri che vivevano sul suolo algerino. Durante questo periodo persero la vita
centinaia di civili: imam moderati, intellettuali, professionisti e tantissimi
cristiani. La comunità cristiana algerina però era ben radicata e costituita da
diocesi, comunità religiose e conventi. Tra la gente esistevano sinceri legami
di fratellanza e convivenza, pur nella diversità di cultura e religione. Que-
sta tolleranza era inconcepibile per i gruppi armati, che iniziarono a colpire
i religiosi intimandoli di lasciare il Paese. Fu quello che accade a Monsignor
Pierre Claverie, vescovo di Orano, e ad altri diciotto religiosi e religiose che
nel corso del decennio persero la vita. Queste persone, pur consapevoli del
rischio che correvano, non vollero abbandonare le comunità e le persone
con cui vivevano e con cui condividevano il cammino della vita.
I primi a perdere la vita furono il fratello marista Henri Vergès e suor Paul-
Hélène Saint Raymond, delle Piccole Suore dell’Assunzione. Vennero assas-
sinati l’8 maggio 1994, sul luogo del loro servizio: la biblioteca diocesana,
situata nel quartiere popolare della Casbah, frequentata da un migliaio di
giovani.
Il 23 ottobre successivo fu la volta di due suore Agostiniane Missionarie, suor
Esther Paniagua Alonso e suor Caridad Álvarez Martín: morirono mentre an-
davano alla Messa domenicale a Bab el-Oued, dalle Piccole Sorelle di Gesù.
Il 27 dicembre 1994, quattro sacerdoti dei Missionari d’Africa, detti Padri
Bianchi, vennero invece uccisi a colpi di kalashnikov nel cortile della loro
casa di Tizi Ouzou. Erano i padri Alain Dieulangard, Jean Chevillard, Christian
Chessel e Charles Deckers.
Due Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli, impegnate nella
cura verso i neonati e le giovani algerine, furono assassinate il 3 settembre
1995 a Belcourt, quartiere di Algeri. I loro nomi erano suor Bibiane Leclerc e
suor Angèle-Marie Littlejohn.
Quasi tre mesi dopo, accadde a suor Odette Prévost, delle Piccole Suore del
Sacro Cuore, di dare la vita, mentre aspettava l’automobile con cui sarebbe
stata accompagnata a Messa: era il 10 novembre 1995.
Ma la storia che più ha avuto risalto è quella dei sette monaci trappisti del

16 - Santi del nostro tempo


monastero di Nostra Signora dell’Atlante (Notre-Dame de l’Atlas), a Tibhi-
rine.
Il priore dom Christian de Chergé, il fratello converso Luc Dochier, padre
Christophe Lebreton, fratel Michel Fleury, padre Bruno Lemarchand, prove-
niente dal monastero di Fès, padre Célestin Ringeard e fratel Paul Favre-Mi-
rille furono rapiti da un commando del Gruppo Islamico la notte del 26 mar-
zo 1996. Un comunicato dei terroristi, datato 21 maggio 1996, riferì della
loro esecuzione.
L’ultimo a cadere fu monsignor Pierre-Lucien Claverie: era di ritorno da una
…‡Ž‡„”ƒœ‹‘‡ ‹ Ž‘”‘ •—ơ”ƒ‰‹‘ǡ ‹Ž ͙λ ƒ‰‘•–‘ ͙͡͡͞ǡ “—ƒ†‘ ˆ— —……‹•‘ †ƒ —ƒ
bomba nel vescovado di Algeri. Con lui morì Mohamed Bouchikhi, musul-
mano, suo autista e amico.
Questi religiosi furono ricordati da Giovanni Paolo II già nel 2000, durante
una veglia al Colosseo dedicata ai Martiri del XX secolo. Nel 2007 papa Bene-
†‡––‘ƒ’”¿‹Ž’”‘…‡••‘†‹„‡ƒ–‹Ƥ…ƒœ‹‘‡’‡”‹†‹…‹ƒ‘˜‡ƒ”–‹”‹ƒŽ‰‡”‹‹Ǥ
La cerimonia fu celebrata nel suolo algerino a Orano l’8 dicembre 2018.

I Martiri Algerini - 17
Anagrafe
della Comunità Pastorale

Rinati in Cristo per il dono del Battesimo


Ludovica Callegari di Luca e Serena Fioletti – Uggiate T. (8 dicembre 2019)

”ƒ…‡•…‘ƒ”Ž‘ƒ’‹ƒ‰Š‹†‹ƒơƒ‡Ž‡‡ƒ‘Žƒ‹‘––‹Ȃ‘ƒ‰‘ȋ͚͞†‹…‡„”‡͚͙͘͡Ȍ
Noé Zeno Tecci di Silvio Giovanni e Stefania Mazzitelli – Ronago (26 dicembre 2019)
Enea Brando Tecci di Silvio Giovanni e Stefania Mazzitelli – Ronago (26 dicembre 2019)
Nora Cloe Tecci di Silvio Giovanni e Stefania Mazzitelli – Ronago (26 dicembre 2019)

18 - Anagrafe
Per sempre con Dio nel suo Regno
Bruno Bianchi
di anni 76 – Uggiate T. (11 dicembre 2019)

Franca Ghielmetti vedova di Sergio Bernasconi


di anni 81 – Ronago (5 gennaio 2020)

Angelo Blandina vedovo di Anna Spinoso


di anni 71 – Ronago (10 gennaio 2020)

Luigi Vella coniugato con Giuseppina Kranjc


di anni 95 – Uggiate T. (15 gennaio 2020)

Maria La Spina vedova di Santo Romano


di anni 82 – Uggiate T. (15 gennaio 2020)

Luigi Lurati coniugato con Adele Doninelli


di anni 84 – Uggiate T. (16 gennaio 2020)

Pietro Corti coniugato con Maria Pozzobon


di anni 73 – Uggiate T. (25 gennaio 2020)

Elisa Grisoni
di anni 100 - Uggiate T. (30 gennaio 2020)

Uniti per sempre con la grazia del Matrimonio


Michael Pontiggia e Benedetta Grisoni – Ronago (14 dicembre 2019)

Anagrafe - 19
PADRE GIUSEPPE BEATO
Con grande gioia abbiamo letto la notizia sul Giornale di Como ri-
guardante la data e il luogo della cerimonia di „‡ƒ–‹Ƥ…ƒœ‹‘‡ di pa-
dre Giuseppe Ambrosoli. Si svolgerà a Kalongo il 22 novembre 2020.
Nella mente una nuova emozione e tanti pensieri e ricordi che si rin-
corrono. Si sta concretizzando quello che nel cuore di tutti noi era già
una certezza: padre Giuseppe sarà —ƥ…‹ƒŽ‡–‡ proclamato beato.
Anche dall’Africa giunge la voce emozionata di padre Philip Zema,
che si unisce alla nostra gioia. Ma come prepararsi a questo evento?
Sicuramente con la preghiera, per essere in sintonia con la volontà di
Dio. Sarebbe bello riuscire anche a raccogliere idee e proposte come
comunità pastorale e come comunità civile per costruire un percorso
di riscoperta della Ƥ‰—”ƒ di padre Giuseppe, che ci conduca assieme
all’evento della „‡ƒ–‹Ƥ…ƒœ‹‘‡Ǥ Così, mentre pubblichiamo le decisio-
ni prese dal nostro Vescovo, dai Comboniani - la famiglia religiosa di
padre Giuseppe -, dalla diocesi di Gulu e dalla famiglia Ambrosoli, pre-
ghiamo e pensiamo “quali piani e come realizzarli” per arrivare pronti
a questa importante data.

20 - Padre Giuseppe Beato


Dal sito dei Padri Comboniani
Lunedì 3 febbraio 2020

ƒ‡ƒ–‹Ƥ…ƒœ‹‘‡†‹Ǥ
‹—•‡’’‡„”‘•‘Ž‹‹–‡””ƒ†ǯ‰ƒ†ƒǣƒŽ‘‰‘ǡ͚͚‘-
vembre 2020, Solennità di Cristo Re dell’Universo. Giuseppe Ambrosoli è un testi-
mone della missione e più volte aveva espresso il desiderio di essere sepolto tra i
suoi acholi, dove ha trascorso i 41 anni del suo servizio missionario.

Dopo aver sentito il parere del Padre Generale e suo Consiglio, consultato la
Chiesa locale di Gulu attraverso il suo Arcivescovo, Mons. John Baptist Odama,
la Chiesa locale di Como nella persona del suo Vescovo, Mons. Oscar Cantoni, e
anche il parere della famiglia Ambrosoli, c’è stato un parere unanime che la Bea-
–‹Ƥ…ƒœ‹‘‡†‹Ǥ
‹—•‡’’‡„”‘•‘Ž‹•‹–‡‰ƒƒƒŽ‘‰‘†‘˜‡Ǥ
‹—•‡’’‡Šƒ•˜‘Ž-
–‘‹’‹‡‡œœƒ‡–‘–ƒŽ‡–‡‹Ž•—‘•‡”˜‹œ‹‘‹••‹‘ƒ”‹‘Ǥƒ†ƒ–ƒ’‹î•‹‰‹Ƥ…ƒ–‹˜ƒ°
sembrata il 22 novembre 2020, Solennità di Cristo Re dell’Universo.

”ƒǡ–”ƒ––ƒ†‘•‹†‹—ƒ––‘’‘–‹Ƥ…‹‘ǡ†‘˜‡˜ƒ‡••‡”‡…‘•—Ž–ƒ–‘‹Ž’”‡ˆ‡––‘†‡ŽŽƒ
Congregazione delle Cause dei Santi, Card. Giovanni Angelo Becciu, il quale ha
…‘˜‹–ƒ‡–‡‡•’”‡••‘Žƒ˜‘Ž‘–†‹’”‡•‹‡†‡”‡Žƒ…‡”‹‘‹ƒ†‡ŽŽƒ‡ƒ–‹Ƥ…ƒœ‹‘-
‡ǡ ’”‘’”‹‘ ’‡” ‹Ž •‹‰‹Ƥ…ƒ–‘ ‹••‹‘ƒ”‹‘ …Š‡ ‡••ƒ ”‹˜‡•–‡Ǥ
‹—•‡’’‡„”‘•‘Ž‹ǡ
infatti, è un testimone della missione e più volte aveva espresso il desiderio di
essere sepolto tra i suoi acholi, dove ha trascorso i 41 anni del suo servizio mis-
sionario.

Per noi comboniani un tale evento ci riempie di gioia e, allo stesso tempo, di re-
•’‘•ƒ„‹Ž‹–Ǥ œ‹–—––‘ ‹Ž Ž—‘‰‘ †‘˜‡ ƒ˜˜‡”” Žƒ „‡ƒ–‹Ƥ…ƒœ‹‘‡ǡ ƒŽ‘‰‘ ȋ‘”†
Uganda), faceva parte del Vicariato Apostolico dell’Africa Centrale di cui Com-
boni fu il primo Vicario Apostolico ed è il luogo in cui P. Giuseppe Ambrosoli ha
espresso il meglio di sé nell’opera dell’ospedale e nella scuola per ostetriche. Una
…‘–‹—‹–•‹‰‹Ƥ…ƒ–‹˜ƒǡ†—“—‡ǡ†ƒŽ’—–‘†‹˜‹•–ƒƒ–‡”‹ƒŽ‡ǡŽǯ‰ƒ†ƒǡ‡•–”‡‘
lembo del Vicariato dove Comboni ha invano sognato di arrivare e che ora invece
•‹”‡ƒŽ‹œœƒǡƒ––”ƒ˜‡”•‘Ǥ
‹—•‡’’‡ǡ“—ƒŽ‡’”‹‘Ƥ‰Ž‹‘†‡ŽŽǯ •–‹–—–‘ƒ‡••‡”‡„‡ƒ–‹-
Ƥ…ƒ–‘Ǥ

‹‰‹Ƥ…ƒ–‘ƒ…‘”ƒ’‹î’”‡‰ƒ–‡†ƒŽ’—–‘†‹˜‹•–ƒ•’‹”‹–—ƒŽ‡ǡ’‡”—ƒ†—’Ž‹…‡”ƒ-
gione: perché anche P. Ambrosoli, come il nostro santo Fondatore che l’ha pre-
ceduto, entra a far parte di quel fondamento nascosto su cui si erge maestosa la
Chiesa africana e poi, perché riceve ulteriore conferma il metodo inciso indele-
bilmente nel Piano: “Salvare l’Africa con l’Africa”! Molti dunque sono i motivi per
ringraziare e continuare con nuovo slancio missionario per il bene della Chiesa e
della società africana.
Familia Comboniana

Padre Giuseppe Beato - 21


UN “FOCOLARE” NEL MONDO †‹ơ‡”‡œ‡Ǥ ƒ †‹‡–”‘ …ǯ° —ƒ •–‘”‹ƒ †‹
millenni, c’è una cultura e c’è un’anima”.
Lo spirito e lo stile del Movimento dei L’attività: Ambrogio vive in una casa, un
Focolari sono vissuti da “uno di noi” in Focolare, con persone di nazionalità di-
lontani Paesi del mondo. Ambrogio verse, condividendo beni, pensieri, mo-
’”‡ƒƤ…‘ǡ•‡••ƒ–—‘ƒ‹ǡŠƒŽƒ•…‹ƒ–‘ menti e giornate; lavora come tecnico
la nostra Comunità pastorale nel 1980 †‡ŽŽ‡…‘•–”—œ‹‘‹‡ŽŽǯ—ƥ…‹‘†‹‘…‡•ƒ‘ǡ
’‡”˜‹˜‡”‡Ƥƒ…‘ƒƤƒ…‘…‘Žƒ‰‡–‡ a servizio della popolazione in una città
del posto in cui si trova, dapprima in tra le più popolose del mondo, quindici
Africa ed ora in Asia, a Karachi, Paki- milioni di abitanti e del cardinale me-
stan. Una scelta di condivisione, ispira- tropolita Joseph Coutts, nominato da
ta dalla fede e dalla fraternità, un’espe- Papa Francesco due anni fa.
rienza spirituale e umana non comune, Qui o altrove: non importa il luogo. Im-
raccontata con semplicità al termine portano i volti, le persone, le relazioni
†‡ŽŽƒ‡••ƒǡƒ‘ƒ‰‘ǡƒƤ‡†‹…‡„”‡Ǥ umane ed è questo il messaggio che
“Sono Ambrogio. Vivo a Karachi”: così Ambrogio ha lasciato a Ronago, agli
si è presentato ai fedeli, dietro al leg- amici, ai conoscenti che hanno voluto
gìo, ai piedi dell’altare e molti hanno fa- salutarlo personalmente.
–‹…ƒ–‘ƒ”‹…‘‘•…‡”Ž‘Ƥ•‹…ƒ‡–‡ǡ†‘’‘ Ma che cosa ha suggerito una scelta
tanti anni. Ma tutti, dalla sua testimo- che dal punto di vista umano si potreb-
nianza, hanno tratto una speranza: il „‡ †‡Ƥ‹”‡ …‘”ƒ‰‰‹‘•ƒǫ ƒŽ ’—–‘ †‹
mondo è un posto dove è possibile vo- vista evangelico, è certamente radica-
lersi bene. le ed ha l’impronta della fondatrice del
Infatti, in Pakistan, i cristiani sono solo Movimento dei Focolari, Chiara Lubich.
il tre per cento; il resto della popolazio- “Per alcuni punti di vista, è stata la cu-
ne è musulmana, indù, buddista. Ep- riosità verso altri popoli, altre culture,
pure, le persone riescono a convivere insieme alla voglia di conoscere e di ca-
‹•‹‡‡ǡ’‡”…Š±Žƒ•Ƥ†ƒ…‘—‡°ƒŽŽƒ pire. – è la risposta - Ci conosciamo così
violenza, alla povertà, al terrorismo. In poco, soprattutto con certi lembi d’A-
Occidente, ha lasciato intendere Am- sia”. Nel suo breve intervento in chiesa,
brogio, arrivano talvolta immagini ste- „”‘‰‹‘ Šƒ ƒ’‡”–‘ —ƒ Ƥ‡•–”ƒǡ ƒŽŽƒ
reotipate e sbagliate della realtà o solo “—ƒŽ‡ ƒơƒ……‹ƒ”•‹ …‘ ƒŽ–”‹ ‘……Š‹Ǥ † Šƒ
episodi controversi. E del resto, “le per- promesso che troverà il modo per te-
sone che arrivano in Italia da altre parti nere i contatti. “Non li so tenere con la
†‡Ž ‘†‘ Ȃ Šƒ ”‹ƪ‡––—–‘ Ȃ ‘ ‡•’”‹- mia terra d’origine – s’è quasi scusato –
mono tutta la ricchezza dei loro luoghi Ci proverò”.
d’origine e noi abbiamo davanti solo le

22 - Un “Focolare” nel Mondo


Resoconto economico
Parrocchia di Uggiate T.
Mese di Novembre 2019

Entrate
Cambio valuta € 77; N.N. € 200; Da coscritti 1960 per campanile € 2950; N.N. €
50; N.N. € 550; N.N. € 300; N.N. € 50; N.N. € 1000; N.N. € 100; N.N. € 2000; N.N.
€ 100; Ammalati e anziani € 230.

Uscite
Eni luce € 1347; D.B. per vari interventi € 400; Infostrada 79; Giornata delle Clau-
•–”ƒŽ‹͙͂͘͘͘Ǣ‡…‘‰”ƒƤ…ƒ’‡”„‘ŽŽ‡––‹‘͙͂͜͝͡Ǣ‹‰‹–ƒŽ‡”‹œœ‹’‡”–‡Ž‡…ƒ‡”‡
oratorio e dintorni € 2712; D.B. per ostie € 397; St. Commercialista Pandiani €
͙͟͞͞Ǣ͚딃–ƒ ͂͟͝Ǣ ”ƒ…‘„‘ŽŽ‹͙͚͙͂Ǣƒ„‘”ƒ–‘”‹‘
”—’’‘Ž‹–—”‰‹…‘’‡”’ƒ”ƒ-
menti € 600; Eni gas € 253; Copyland € 195; IRES e IRAP € 1084.

Mese di Dicembre 2019

Entrate
Banco vendita Avvento (netto) 480; Cambio valuta € 82; N.N. € 250; N.N. € 100;
N.N. € 500; N.N. € 600; N.N. € 100; N.N. € 50; N.N. € 70; N.N. € 100; N.N. €
20000; N.N. € 400; N.N. € 150; N.N. € 100; N.N. € 100; N.N. € 100; N.N. € 50;
N.N. € 170; N.N. € 500; N.N. € 300; N.N. € 100; Ammalati € 340; Uso locali € 50;
Contributo annuale BCC € 500; Contributo Fondazione Comasca € 39802 (per
Bando 1/2018 - lavori Campata S. Paolo); Tombola Natale € 5135; Da Parrocchia
Ronago per rimborso spese € 1500.

Uscite
Ditta Or.Me. (acconto restauro campanile) € 7700; Ditta Merlo (lavori campani-
le) € 16500; Eni luce € 1159; Saldo Ponteggi campanile Puglisi € 3000; Addobbi
ƪ‘”‡ƒŽ‹͂͘͠Ǣ—••‹†‹‹‘†‘͂͘͠Ǣƒ˜ƒ’ƒ˜‹‡–‹…Š‹‡•ƒ͙͙͚͂͝Ǣ –‡”˜‡–‘†‹’”‘-
‰‡––ƒœ‹‘‡Žƒ˜‘”‘…ƒ•ƒƒ””‘……Š‹ƒŽ‡͙͚͂͘͘͜Ǣ ͚͚͚͂͛Ǣ‡…‘‰”ƒƤ…ƒ’‡”„‘Ž-
lettino € 1231; Periodici S. Paolo € 70; Rivista Il Timone € 24; Ditta Merlo (lavori
campanile) € 11000; Infostrada € 69; Ditta Edilviganò lavori campanile € 2000;
Eni gas € 361; Eni luce € 1527; Copyland (contratto fotocopiatrice) € 2902; A Pa-
dre Passionista € 600; A Seminaristi Roma € 600.

Nel mese di dicembre sono stati versati € 1600 per la Giornata del Semina-
rio Diocesano, € 500 per le missioni e €1000 per la Comunità dei sacerdoti di
Buccinigo.

Resoconto - 23
LE PREGHIERE A MARIA NELLA STORIA - PARTE II
Sub tuum Praesidium – Sotto la tua protezione
Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Ge-
netrix. Nostras deprecationes ne despicias in neces-
sitatibus, sed a periculis cunctis libera nos semper,-
Virgo gloriosa
et benedicta.

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa


Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi
che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo, o
Vergine gloriosa e benedetta.

Durante il Medioevo, il Sub tuum praesidium è sta-


to introdotto nella preghiera liturgica della Chiesa
e fa parte dell’ƥ…‹‘†‹˜‹‘, noto ora come Litur-
gia delle Ore. Per secoli è stato uno dei quattro inni
mariani che si recitavano al termine dell’Orazione
notturna, già nota come Compieta.

La storia di questa preghiera


Sebbene, infatti, si ritenesse un tempo che questa orazione, ingannevol-
mente semplice, risalisse al Medioevo, essa nacque in realtà nell’Egitto del
secolo III.
A quel tempo, i cristiani erano tormentati dalle persecuzioni degli impe-
ratori romani Settimio Severo (193-211) e Decio (249-251); inoltre, erano
decimati dalle deportazioni. Più che naturale, quindi, che una preghiera
così spontanea salisse loro alle labbra in ogni occasione. Da lì si trasmise
poi ad altri cristiani, soprattutto nel culto.
Nel rito copto del secolo III, ad esempio, il Sub tuum praesidium faceva parte
†‡ŽŽǯ—ƥ…‹‘Ž‹–—”‰‹…‘†‡Žƒ–ƒŽ‡ǤŽŽƒƤ‡†‹“—‡Ž•‡…‘Ž‘ǡ‹Ž’ƒ–”‹ƒ”…ƒŠ‡‘ƒ•
di Alessandria costruì la prima vera chiesa per i cristiani locali, che prima di
allora erano soliti riunirsi in case o cimiteri, e la chiamò la chiesa di Santa
Maria Vergine e Madre di Dio. È dunque evidente che i cristiani di Alessan-
dria già chiamavano Maria la «Madre di Dio» nel secolo III, molto prima di
Sant’Atanasio, al quale veniva solitamente attribuita questa espressione.

24 - Le preghiere a Maria
Di fatto, in Egitto il titolo «Madre di Dio» era un appellativo tradizionale già prima
del cristianesimo ed era originariamente attribuito a Iside, la madre del dio Horo. I
cristiani copti, con grande naturalezza, conferirono il titolo a Maria ancor prima che
‹Ž‘…‹Ž‹‘†‹ˆ‡•‘ǡ‡Ž͙͛͜ǡƒ’’”‘˜ƒ••‡—ƥ…‹ƒŽ‡–‡Žǯƒ––”‹„—œ‹‘‡ƒƒ”‹ƒ†‹“—‡•–‘
importante appellativo.
Inoltre, il grande teologo alessandrino Origene, che visse all’inizio del secolo III, il-
lustrò il motivo per cui Maria poteva essere chiamata a buon diritto Madre di Dio,
e il termine greco per «Madre di Dio», Theotokos, a causa della sua popolarità nella
Chiesa egiziana, divenne un titolo mariano consacrato.
Perciò il Sub tuum praesidium può essere considerato un prezioso patrimonio della
Chiesa egiziana, fondata, secondo la tradizione, dall’evangelista Marco. È un altro
dei contributi di questa Chiesa che concorse alla formazione della fede cristiana e
partecipò alla nascita del movimento monastico.
‡Ž͙͙͟͡ǡ—’ƒ’‹”‘ƒ’’ƒ”‡–‡‡–‡‹•‹‰‹Ƥ…ƒ–‡ǡ’”‘˜‡‹‡–‡†ƒŽŽǯ‰‹––‘ǡ‰‹—•‡
Ƥ‘ƒŽŽƒ„‹„Ž‹‘–‡…ƒ ‘Š›Žƒ††‹ƒ…Š‡•–‡”ǡ‹ ‰Š‹Ž–‡””ƒǤƒ•…‘’‡”–ƒ‹•‡‹
‘–‘–—––ƒ—ƒ•‡”‹‡†‹‡˜‡–‹…Š‡‡•‡”…‹–ƒ”‘‘—‰”ƒ†‡‹ƪ—••‘•—ŽŽƒƒ”‹‘Ž‘‰‹ƒǤ
Quando gli esperti ebbero completato il meticoloso esame di questo papiro di 9 cm
per 18 e delle dieci righe in lettere greche maiuscole che vi erano inscritte, si era or-
mai nel 1938 e si potè dimostrare che l’espressione «Madre di Dio» era stata rivolta
a Maria centinaia di anni prima di quanto si pensasse.

Rifugio in Maria
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio
La prima riga della preghiera prepara immediatamente la strada per la supplica se-
guente. È un’espressione priva di ogni ambiguità: dà per scontato che Maria ha il
’‘–‡”‡‡Žƒ˜‘Ž‘–†‹’”‘–‡‰‰‡”‡‹’”‘’”‹Ƥ‰Ž‹Ǥ
Queste prime parole discendono direttamente dal fatto che Maria è nostra Madre.
Inoltre, l’espressione usata per «protezione» deriva dai Settanta (traduzione greca
dell’antico Testamento del secolo III a.C.) e si trova nei seguenti testi biblici:
Isaia 49, 2: « [Il Signore] mi ha nascosto all’ombra della sua mano».
Isaia 51, 16: « Ti ho nascosto sotto l’ombra della mia mano»
Salmo 17, 8: «Proteggimi all’ombra delle tue ali»
Si può dunque concludere tranquillamente che coloro che attribuirono quest’espres-
sione a Maria la consideravano in grado di assicurare la protezione di Dio stesso.

Le preghiere a Maria - 25
Maternità divina
Santa Madre di Dio
La riga successiva ci fornisce il motivo fondamentale del potere di Maria e del
nostro ricorso a lei: Maria è la Madre di Dio! Trova ascolto presso Dio! Non dob-
biamo temere nulla se la Madre di Dio ci sostiene!
San Germano amplia questo concetto: «O Maria tu possiedi su Dio l’autorità di
una madre. Perciò è impossibile che tu non sia ascoltata, perché Dio ti tratta
sempre come la sua Madre vera e immacolata».
San Luigi Grignion di Monfort aggiunge qualche altro particolare: «Il Figlio di
Dio… assoggettandosi completamente a Maria in quanto sua Madre, le ha con-
cesso un’autorità materna e naturale che va oltre la nostra comprensione. Non
•‘Ž‘Ž‡Šƒ†ƒ–‘“—‡•–‘’‘–‡”‡Ƥ…Š°˜‹••‡•—ŽŽƒ–‡””ƒǡƒ‰Ž‹‡Ž‘…‘…‡†‡–—––‘”ƒ
nei cieli, perché la gloria non distrugge la natura ma la rende più perfetta… «In
quanto sua Madre ,Maria ha autorità su Gesù, il quale, poiché lo vuole, rima-
‡‹—…‡”–‘•‡•‘•‘‰‰‡––‘ƒŽ‡‹Ǥ‹Ö•‹‰‹Ƥ…ƒ…Š‡ƒ”‹ƒǡ…‘Ž‡•—‡’‘–‡–‹
preghiere e per il fatto di essere madre di Dio, ottiene da Gesù tutto ciò che
desidera. Lo dona cioè a chi vuole e lo genera ogni giorno nelle anime di quelli
che sceglie».
Come abbiamo già osservato, questa seconda riga è anche una preziosa testi-
monianza dell’uso dell’espressione «Madre di Dio» da parte dei cristiani prima
del secolo IV.
Nella Prefazione (P13) della Messa che si celebra in occasione della consacrazio-
ne alla Vergine nella già citata ƒ……‘Ž–ƒ†‡ŽŽ‡‡••‡, la Chiesa espone il corolla-
rio per cui Maria, essendo «Madre di Dio», è anche «Madre di tutti i credenti»:
«Le parole di Gesù morente sul-
la croce… la Chiesa le ha accolte
come un particolare testamen-
to con il quale il Cristo Signore
Dzƒƥ†ƒ˜ƒƒŽŽƒ‡”‰‹‡ƒ”‹ƒ–—–-
–‹ ‹ †‹•…‡’‘Ž‹ “—ƒŽ‹ Ƥ‰Ž‹dz ȋ‡‘‡
XIII) e ai discepoli consegnava
la veneranda Madre. Per questo
tra la Vergine Maria e il popolo
cristiano si è instaurato “un pe-
renne vincolo di amore”. Maria
santissima è chiamata “madre
dei credenti”; per questo i fede-
Ž‹ ”‹…‘””‘‘ ƒ Ž‡‹ …‘ Ƥ†—…‹ƒ •—Ž
mandato di Gesù Cristo».

26 - Le preghiere a Maria
La richiesta di aiuto nel bisogno
Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova.
Con la terza riga, i fedeli implorano Maria di non ignorare la invocazione pro-
nunciata in un momento di disperato bisogno. Chiedono a Maria di essere una
vera protettrice, non come quelli che sostengono di proteggerli in astratto e poi
voltano le spalle quando si presenta una reale necessità.
Per i cristiani, nella vita, le necessità più importanti sono quelle spirituali.
Questa invocazione lo dà per scontato e potrebbe ben richiamare le parole di
sant’Alfonso M. de’ Liguori: «il cuore materno di Maria ha un grande desiderio
di darci la grazia. Questo desiderio è persino maggiore del nostro desiderio di
riceverla!»
Nella ƒ……‘Ž–ƒ †‡ŽŽƒ ‡••‡, la Prefazione (P 29) della Messa di Maria Vergine
Regina dell’universo riassume in modo toccante l’insegnamento che sta dietro
a questa supplica:
«Dio Padre ha esaltato...... “la Vergine Maria, umile ancella.... al di sopra degli
angeli”. Regina che intercede e la beata Vergine la quale, innalzata “al di sopra
degli angeli”, regna gloriosa con il Figlio e intercede per tutti gli uomini, avvocata
di grazia e regina dell’universo».

Maria nostra liberatrice


.... e liberaci da ogni pericolo.
ƒ“—ƒ”–ƒ”‹‰ƒ†’‡”•…‘–ƒ–‘…Š‡ƒ”‹ƒ’—Ö–—––‘‡‘”‹Ƥ—–‡”†‹’”‡•–ƒ”‡
ascolto alle nostre suppliche. Ne deriva che sarà in grado di salvare da ogni pe-
ricolo chi la invoca. Non deve far altro che volerlo e chiedere l’aiuto del Figlio.
—‡•–ƒ‹˜‘…ƒœ‹‘‡•‡’Ž‹…‡ƒ’‘–‡–‡°”‡•ƒ’‹î‡ƥ…ƒ…‡†ƒ•ƒ–ǯ‰‘•–‹‘ǣ
«Attraverso Maria, il misero ottiene misericordia, chi è senza grazia la trova e i
peccatori ricevono il perdono. I deboli acquistano forza, le creature terrene ot-
tengono cose celesti, i mortali si guadagnano la vita e i pellegrini raggiungono
la loro patria!»
L’Introduzione della Messa di Maria Vergine della Mercede (n.43 della ƒ……‘Ž–ƒ
delle Messe), approfondisce questo ruolo di Maria:
«La beata Vergine è celebrata come una nuova Giuditta: come l’antica Giuditta,
con grande coraggio, liberò il popolo dall’assedio di Oloferne, così Maria, lot-
tando con l’antico serpente, procurò la salvezza al popolo di Israele e a tutta la
Chiesa.... piissima madre, che Dio misericordioso ci ha donato e che “con ma-
terna sollecitudine si china sui fratelli del Figlio suo che gemono nell’oppressio-
ne e nell’angoscia, perché spezzati i ceppi di ogni schiavitù, riacquistino la piena
libertà del corpo e dello spirito”».

Le preghiere a Maria - 27
Il desiderio e la capacità di agire di Maria
O Vergine gloriosa e benedetta.
La preghiera si conclude con una nota di comprensione e riverenza spirituali. Non solo
ƒ”‹ƒ°Žƒƒ†”‡†‹‹‘ǡƒ°ƒ…Š‡—ƒ‡”‰‹‡Ǽ‰Ž‘”‹‘•ƒǽ‡Ǽ„‡‡†‡––ƒǽǤ‹Ö”ƒơ‘”œƒ
—Ž–‡”‹‘”‡–‡ŽƒƤ†—…‹ƒ†‡‹ˆ‡†‡Ž‹‡ŽŽƒ•—ƒcapacità di aiutarli e nel suo desiderio di farlo.
Questa frase potrebbe senz’altro aver anticipato le parole sulla gloria di Maria pronuncia-
te da san Pio X: «Maria siede alla destra di Gesù come una regina. È il rifugio più sicuro e
Žǯƒ‹—–‘’‹î’”‘Ƥ…—‘†‹“—ƒ–‹•‘‘‹’‡”‹…‘Ž‘Ǣ‘…ǯ°‘–‹˜‘†‹–‡‡”‡ǽǤ
Ž…‘…‹Ž‹‘ƒ–‹…ƒ‘ Šƒ†ƒ–‘—ƒ•’‹‡‰ƒœ‹‘‡ƒ……—”ƒ–ƒ†‡Ž•‹‰‹Ƥ…ƒ–‘‡†‡ŽŽƒˆ‘”œƒ†‡ŽŽƒ
mediazione di Maria dal suo trono di gloria:
«la funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce que-
sta unica mediazione di Cristoǡƒ‡‘•–”ƒŽǯ‡ƥ…ƒ…‹ƒǤ‰‹•ƒŽ—–ƒ”‡‹ƪ—••‘†‡ŽŽƒ‡ƒ–ƒ
Vergine verso gli uomini non nasce da una necessità oggettiva, ma da una disposizione
puramente gratuita di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo; pertanto
si fonda sulla mediazione di questi, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua
‡ƥ…ƒ…‹ƒǡ‡‘‹’‡†‹•…‡‹‹ƒ‡–‡Žǯ—‹‘‡‹‡†‹ƒ–ƒ†‡‹…”‡†‡–‹…‘”‹•–‘ǡƒœ‹
la facilita» (LG 60).

Una preghiera per il nostro tempo


Questa bella preghiera, collaudata dal tempo, è uno dei pochi testi che la Chiesa ancora
associa alle indulgenze. Il manuale delle indulgenze (Enchiridion indulgentiarum) attribui-
sce infatti una indulgenza parziale a chi la recita.
‡ơ‡––‹ǡ‹Ž…‘…‹Ž‹‘ƒ–‹…ƒ‘ ƒŽŽ—†‡˜ƒƒŽSub tuum praesidium nello splendido capitolo su
Maria nella Lumen gentiumȋǤ͞͞ȌǣǼ
‹Ƥ‘†ƒ‹–‡’‹’‹îƒ–‹…Š‹ǡŽƒ‡ƒ–ƒ‡”‰‹‡°˜‡‡-
rata col titolo di «Madre di Dio» e i fedeli si rifugiano sotto la sua protezione, implorandola in
tutti i loro pericoli e le loro necessità».
Si potrebbe sostenere a ragione che il Sub tuum praesidium ben si addice al ritmo freneti-
…‘†‡ŽŽƒ˜‹–ƒ‘†‡”ƒ‡ƒ‹–‡’‹†‹ƥ…‹Ž‹‡‹“—ƒŽ‹˜‹˜‹ƒ‘Ǥ
Facendone un uso frequente nella nostra convulsa esistenza, adempiremo l’esplicito de-
siderio della Chiesa:
Ǽ—––‹‹ˆ‡†‡Ž‹‡ơ‘†ƒ‘‹•‹•–‡–‹’”‡‰Š‹‡”‡ƒŽŽƒƒ†”‡†‹‹‘‡ƒ†”‡†‡‰Ž‹—‘‹‹ǡ’‡”-
ché, dopo aver assistito con le sue preghiere la Chiesa nascente, anche ora, esaltata in
cielo sopra tutti i beati e gli angeli, nella comunione dei santi interceda presso il Figlio
suo» (LG 69).

‡—•‹…Š‡‹•’‹”ƒ–‡ƒ“—‡•–ƒ’”‡‰Š‹‡”ƒ•‘‘‘Ž–‡ǡŽ‡’‹î•‹‰‹Ƥ…ƒ–‹˜‡Ž‡’‘–”‡–‡–”‘˜ƒ”‡
sul mio canale youtube nella playlist: «Le preghiere a Maria» seguendo questo link:

https://www.youtube.com/playlist?list=PLhlyechER079yT3xvj5212WbBMbecQ62K

28 - Le preghiere a Maria
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UN FUTURO PIÙ UMANO
C’è un tema che sottende e s’intreccia ai vari aspetti e alle numerose proble-
matiche economiche, politiche e sociali del mondo contemporaneo: il rappor-
to tra generazioni. Sembra che chi ha responsabilità decisionali non ne abbia
consapevolezza e sia costantemente schiacciato sul presente, sul “qui e ora”,
senza una prospettiva di futuro, spesso assillato dalla ricerca di un facile con-
senso.
Succede a livello locale e a livello globale. Soltanto Papa Francesco, con i suoi
molteplici interventi, sembra saper richiamare l’attenzione sulla necessità di
“una visione solidale del mondo, solidarietà che si estende anche ai rappor-
ti tra generazioni, guardando ad un futuro sostenibile”, come ha scritto nel
messaggio inviato al Forum Economico Mondiale di Davos, che si è svolto alla
Ƥ‡†‹‰‡ƒ‹‘Ǥ‡••ƒ‰‰‹‘…Š‡ǡƒ…‘”ƒ—ƒ˜‘Ž–ƒǡŠƒ•…‘••‘Ž‡…‘•…‹‡œ‡ǡ
ricordando a tutti che facciamo parte della stessa famiglia umana e che uno
sviluppo economico sostenibile dal punto di vista ambientale è non solo etico,
ma lungimirante nell’assicurare pace e prosperità al nostro pianeta.
Le profonde trasformazioni intervenute nell’economia, se da un lato hanno
’‘”–ƒ–‘‹†—„„‹„‡‡Ƥ…‹ǡ†ƒŽŽǯƒŽ–”‘Šƒ‘–”‘’’‘•’‡••‘…‘–”‹„—‹–‘ƒ†‡–‡”-
‹ƒ”‡—ƒ˜‹•‹‘‡†‡ŽŽǯƒŽ–”‘…‘‡‡œœ‘’‡””ƒ‰‰‹—‰‡”‡‹’”‘’”‹Ƥ‹Ǥ—ƒ-
†‘–—––‘°ƤƒŽ‹œœƒ–‘ƒŽ’”‘Ƥ––‘ǡƒ—ƒ˜‹•‹‘‡‹†‹˜‹†—ƒŽ‹•–ƒ‡—–‹Ž‹–ƒ”‹•–ƒǡ•‹
produce ingiustizia, si allargano le diseguaglianze sociali e la stessa dignità
umana è seriamente minacciata.
L’intervento del Presidente americano Trump al Forum di Davos ha invece
’”‘’‘•–‘—ƒ˜‹•‹‘‡†‹˜‡”•ƒǡ†‹ƒ‡–”ƒŽ‡–‡‘’’‘•–ƒƒ“—‡ŽŽƒ†‡Ž‘–‡Ƥ-
…‡ǡ•‘––‘Ž‹‡ƒ†‘‹”‹•—Ž–ƒ–‹‘––‡—–‹†ƒŽŽǯ‡…‘‘‹ƒ•–ƒ–—‹–‡•‡‡†‡Ƥ‡†‘
“profeti di sventura” coloro che si mostrano preoccupati per i cambiamenti
climatici e i disastri ambientali. Una visione tipicamente economicistica, che
guarda solo al proprio ombelico senza alzare lo sguardo oltre il proprio torna-
conto, incapace di una visione globale e di immaginare il futuro.
Esattamente quel futuro e quel mondo che le giovani generazioni ci chiedono
…‘ˆ‘”œƒ†‹‹ƒ‰‹ƒ”‡‡‘…‘ƪ‹––—ƒŽ‡ǡ’‹î‡…‘Ž‘‰‹…‘ǡ’‹î‡“—‘ǡ’‹î‡–‹…‘Ǥ
In una parola, più umano.

ƒ—”‹œ‹‘Ǥ

Un futuro più umano - 29


CHIESA PARROCCHIALE DEI SS. PIETRO E PAOLO A UGGIATE:
OPERE DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA DELLA TORRE
CAMPANARIA
I lavori sul campanile della Chiesa complici gli agenti atmosferici nel
parrocchiale di Uggiate per la messa decorrere delle stagioni, degli anni
in sicurezza degli elementi costrut- e dei secoli. L’ispezione generale è
tivi sono iniziati nel mese di maggio stata condotta in maniera sempre
del 2019, per concludersi con l’av- più approfondita e più volte discussa
vento delle recenti feste natalizie. ƒŽ Ƥ‡ †‹ ‹–‡”˜‡‹”‡ …‘””‡––ƒ‡–‡
L’intervento, diretto alla mera con- con l’impiego dei materiali idonei e
servazione dell’organismo esistente innovativi.
e alla restituzione della sua funzio-
nalità, ha visto operare progressi- La struttura del campanile era rico-
vamente e contemporaneamente perta da grandi quantità di sporco
†‹ơ‡”‡–‹†‹––‡†ǯ‹’”‡•ƒǡ…Š‡Šƒ‘ e croste nere di formazione, che in
risanato in modo conservativo l’inte- buona parte impedivano la più pro-
ra struttura sotto la direzione dell’ar-fonda e vera visione dello stato di
ch. Massimo Brambilla. conservazione; fessure e giunture
soprattutto in corrispondenza della
L’urgenza di mettere mano a questo balaustra della sommità erano ri-
‡†‹Ƥ…‹‘ ° •…ƒ–—”‹–ƒ †ƒŽŽǯƒŽŽƒ”ƒ–‡ colme di terra e ricoperte da piccoli
distacco e caduta di alcune porzioni arbusti e licheni. Così come le lacune
d’intonaco cementizio dalle pareti rilevate sulle pareti della cella cam-
delle zone più basse del campanile. panaria, dove i mattoni e l’intonaco
Da qui la preoccupazione del parro- di costruzione si erano disgregati
co e della commissione parrocchiale lasciando grosse mancanze e fessu-
di programmare una messa in sicu- re tra gli stessi giunti. L’intervento
rezza di tutti gli elementi, con un mi- è quindi stato gradualmente orga-
nimo intervento di restauro. I lavori nizzato con un lavaggio generale
hanno quindi compreso un generale dall’alto verso il basso, per asportare
ma puntuale rilevamento dello sta- lo sporco adeso e poter successiva-
to di conservazione dall’apice della mente meglio mappare le porzioni
struttura sino al piano di calpestio, distaccate e/o in pericolo di caduta.
che ha rilevato da subito un consi- In questa delicata fase di lavoro sono
stente degrado materico, causato state principalmente asportate le
fondamentalmente dal naturale più tenaci e grosse croste nere ol-
tempo vita dell’opera settecentesca tre a microrganismi vegetali, muf-

30 -Restauro Campanile Uggiate


fe, muschi e licheni, cause tutte dell’eviden-
te degrado biologico manifestatosi sui lati
‡‘‡•’‘•–‹‡ˆ”‡††‹†‡ŽŽǯ‡†‹Ƥ…‹‘Ǥ

A partire dalla balaustra in pietra, costruita


come coronamento del campanile, sono sta-
te eseguite le seguenti operazioni, secondo
—…”‘‘’”‘‰”ƒƒ†‹˜‡”•‹Ƥ…ƒ–‘‹„ƒ•‡ƒŽŽ‡
urgenze e alle ditte incaricate:

• Alleggerimento della struttura sommi-


tale con asportazione di grosse quantità
di cemento sovramesse per riordino ge-
nerale con nuova legatura della struttura
stessa.
• ‹‰‹ŽŽƒ–—”ƒ‡Ƥ••ƒ‰‰‹‘†‡‹•‹‰‘Ž‹‡Ž‡‡–‹
della balaustra (ogni singola colonnetta a
fusto sagomata alla base e al corrimano)
• Copertura del passamano con lastra di
rame
• Sostituzione della guaina di copertura
…‘†‘’’‹ƒ‰—ƒ‹ƒ„‹–—‹‘•ƒ‡Ƥ‹–—”ƒ
con guaina ardesiata
• Sostituzione e/o l’aggiunta di nuovi ele-
menti in rame per la miglior canalizzazio-
ne delle acque piovane
• Operazioni di consolidamento dell’in-
tonaco e dei mattoni della cella campa-
naria che presentavano rischio di crollo
‡ •—’‡”Ƥ…‹ †‡…‘‡•‡ǡ ’”‡˜‹ƒ ˆ‡”ƒ–—”ƒ
provvisoria dei bordi con malta di calce
idraulica naturale, sabbia silicea di gra-
—Ž‘‡–”‹ƒ ‡†‹‘ǦƤ‡ǡ –”ƒ‹–‡ •–‡•—”ƒ
di prodotto a base di silicato di potassio

Restauro Campanile Uggiate - 31


• Stuccatura con malta a base di calce
†‹ †‹ơ‡”‡–‡ ‰”ƒ—Ž‘‡–”‹ƒ ‡ …‘Ž‘-
razione simile all’originale di tutte le
grosse mancanze e lacune dell’into-
naco
• Smontaggio dell’orologio in ferro,
originalmente zincato a caldo, con
sabbiatura eseguita in laboratorio e
successiva nuova zincatura. Prima
˜‡”‹…‹ƒ–—”ƒ†‹ˆ‘†‘‡•‡…‘†ƒ†‹Ƥ-
nitura di colore grigio. I numeri sono
stati tagliati e risaldati per evitare in
futuro il deposito di acqua e materia-
le sul retro, che hanno causato in pre-
cedenza la corrosione del ferro.
• ‹„—ŽŽ‘ƒ–—”ƒ †‡‰Ž‹ ‡Ž‡‡–‹ ƒ Ƥ‡
intervento
• ”ƒ––ƒ‡–‘ †‡ŽŽ‡ •—’‡”Ƥ…‹ ‹–‘ƒ-
cate sottostanti l’orologio, tramite
l’utilizzo di un biocida e successiva
interposizione di due mani di colore
a base di silicato di potassio.
• Consolidamento delle fasce cemen-
tizie più basse contenenti le chiavi di
rinforzo e di legatura della struttura,
tramite interposizione di rete me-
–ƒŽŽ‹…ƒ‡”‹ˆ‘”œ‘…‘ƒŽ–ƒ•’‡…‹Ƥ…ƒ
gettata.
• Trattamento di tutti gli elementi me-
tallici più piccoli (chiavi, tiranti, barre
in ferro) con stesura di prodotto ferro
micaceo anticorrosivo.

Il campanile, risistemato con le interes-


santi operazioni sopra elencate, è stato
da ultimo valorizzato con un nuovo im-
pianto di illuminazione.

32 -Restauro Campanile Uggiate


ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA DI RONAGO:
UN IMPORTANTE PASSAGGIO DI TESTIMONE
Per dire ancora GRAZIE e rivolgere un affettuoso BENVENUTO

“È pronto il pranzo, è ora di venire a tavola!!”


Non è la voce della mamma e neanche la voce del papà o della nonna... È la voce
della nostra cuoca Pinuccia che per tanti, tanti anni ci ha preparato buonissimi
pranzetti... È proprio nell’attenzione che ha messo nell’eseguire il suo lavoro quo-
tidiano che scopriamo e impariamo la semplicità e l’importanza del trasmettere
la cura verso i nostri bambini. Non è il tipo di incarico che una persona ricopre
a dare la misura della sua passione nel farlo, ma è proprio l’amore e la cura che
ci mette, il sorriso che ogni giorno spende per gli altri mentre sta facendo il suo
lavoro. Ecco, questa è Pinuccia!!
La ringraziamo per aver intrapreso questo suo lungo percorso accanto a noi e ai
nostri bambini, condividendo gioie, fatiche e anche dolori della vita. Le auguria-
mo un altrettanto lungo periodo di tranquillità, ma soprattutto pieno di sorrisi e
pensieri di bene per gli altri: GRAZIE!
Ed ora riprendiamo il nostro cammino dando il BENVENUTO tra noi a Lorenza,
la nuova cuoca, sicuri di trascorrere con lei anni belli e ricchi di collaborazione e
fraternità.

Scuola dell’infanzia Ronago - 33


IL FOCATICO: C’ERA UNA VOLTA E C’È ANCORA
Si chiamava “focatico” ed era una tradizione che si ripeteva ogni anno, in
occasione della ricorrenza di San Defendente, compatrono della parrocchia di
Ronago, il 2 gennaio.
Ogni “fuoco”, cioè ogni famiglia, in onore di San Defendente, ma soprattutto
per sostenere la chiesa in tutte le sue necessità di manutenzione ordinaria e
•–”ƒ‘”†‹ƒ”‹ƒǡ ’”‘˜˜‡†‡˜ƒ …‘ ‘ơ‡”–‡ ‡ †‘ƒœ‹‘‹ǡ ƒ …‘‹…‹ƒ”‡ †ƒŽ ‰‹‘”‘ †‡Ž
com-patrono. E non lo faceva solo a gloria di Dio, ma anche per lasciare un
segno del proprio lavoro e del proprio cuore nella Casa del Signore, la Casa in cui
…‘‹…‹ƒǡ…‘–‹—ƒ‡Ƥ‹•…‡Žƒ˜‹–ƒ…”‹•–‹ƒƒ…Š‡°ƒ…Š‡˜‹–ƒ—ƒƒǤ
Ž‘†‘°…ƒ„‹ƒ–‘ǤƒŽ‡–”ƒ……‡†‡ŽŽ‡–”ƒ†‹œ‹‘‹„‡‡Ƥ…Š‡†‹‘ƒ‰‘•‘‘”‹ƒ•–‡
e la chiesa ha ancora bisogno del “focatico”, cioè del contributo economico della
’‘’‘Žƒœ‹‘‡Ǥ†‹‹œ‹‘͚͚͘͘ǡƒ…ƒ˜ƒ‘͚͜‹Žƒ‡—”‘ƒŽ•ƒŽ†‘†‡‹Žƒ˜‘”‹‡ơ‡––—ƒ–‹
l’anno scorso per il rifacimento del tetto, delle facciate e dell’esterno della casa
parrocchiale e, prima di ricorrere ad un mutuo bancario, oneroso, durante la
Messa per San Defendente, è stato riproposto l’antico sistema per sostenere le
‡…‡••‹–ǡ…‘ŽƒƤ†—…‹ƒ…Š‡Žƒ–”ƒ†‹œ‹‘‡’‘••ƒ…‘–‹—ƒ”‡Ǥ
La celebrazione eucaristica, decorata dalla Cantoria, presieduta da don Sergio
Bianchi, ha reso solenne, come sempre, la ricorrenza ed ha aperto l’anno in
…‘–‹—‹–…‘Žƒ†‡˜‘œ‹‘‡†‹ƒ’‘†ƒ‘‡Žǯƒƥ†ƒ‡–‘ƒŽ‹‡Ž‘Ǥ—ƒ––”‘‰‹‘”‹
dopo, il 6 gennaio, durante la Messa solenne del mattino, è stato proposto il
presepio vivente, protagonisti i bambini e i ragazzi, preparati dalle catechiste
e da persone di buona volontà. Si sono calati tutti nella parte e soprattutto s’è
calato Francesco, tre mesi, nella parte di Gesù Bambino, con i suoi genitori nel
ruolo di Maria e Giuseppe, angeli, pastori e Re Magi a far da corona.
E poi è apparsa la stella cometa. “Abbiamo veduto la sua stella e siamo venuti per
adorarlo”, riportano i Vangeli.
“Vogliamo adorare Gesù e consegnare a Lui la nostra vita”, ha spiegato don
Marco nella sua Omelia. E poi? “E poi, vogliamo essere luce per chi ci è vicino”, ha
aggiunto don Marco : è questo il senso del presepio vivente, rievocazione storica
e religiosa, messaggio per gli uomini di buona volontà 2020 anni dopo.

34 - Il focatico
Il focatico - 35
Sturiell Sota ‘l Munt da la Pianta
del Pepin da Roma

SEMM SENZA TEATAR (questa volta storia e personaggi veri)


Registraziun d’una telefunada fada pöch temp fa’
tra ul Pepin da Roma e l’Edio dii Murnée.

Edio – Pronto!
Pepin – Ciau Edio. Summ ul sotasegretari dal sotasegretari del Papa.
Edio – Aho, chi s’arisente! Ciao, Pepin da Roma. Che t’è pijata la voja de parlà cor
Duca de li Mulini?
Pepinʹ>ĂƐĂƐƚăĚĞƉĂƌůăƌŽŵĂŶ͗ĐŝĐŝĂƌĞŵĐƵŶƚƵůŶŽƐƚďĞůůĚŝĂůğƩĚĂÜgià. Ù len-
giüü sü la Provincia che ànn faa a fregüj ul vecc cinema Aster.
Edio ʹŚ͕ƐĞ͕ƵůĐŝŶĞŵĂĐŚĞů͛ĞǀĂĚŝǀĞŶƚĂĂƵŶŶĞŐŽnjŝĚĂǀĞƐƟĂƌŝ͘͘͘
Pepin - … che me speravi ‘l diventass ul Teatar Cumünaal. Me sevi prunt a scriiv un
quejcoss par l’inaugüraziun.
Edio – Caru Pepin, ta devat desméntegà ul Teatar. Quell de l’Uratori l’ànn mandaa
al ricovar di vecc... e pö, e pö... e pö vedi migna recascià i jüstrej.
Pepin – Recascià i jüstrej? ‘Se ‘l vöör dì?
Edioʹ'Ś͛ğŵŝŐŶĂƵůƌŝĐĂŵďŝĚĞĂƚƵƵƌ͘&ŝƵƌŝƐƐŵŝŐŶĂůĂƉĂƐŝƵŶĮůƵĚƌĂŵĂƟŐĂ͘
Pepinʹ&ŽƌƐŝůĂĮƵƌŝƐƐŵŝŐŶĂƉĂƌĐŚĠŐŚ͛ğŵŝŐŶĂƵůƚĞƌĞŶ͗ŐŚ͛ğŵŝŐŶĂƵůƚĞĂƚĂƌ͘
Edio – Ta gh’eet resun: Al podaria vess... perché par suna la trumba ga vöör la
trumba.
Pepin – Pecaa! Un paees cun quela bela tradiziun! Un palch’scenich induè ànn
ƌĞĐŝƚĂĂďĞůĂŐĞĞŶƚĐƵŵğƵůŵğƉăEĞƐƟŶ͕ƵůWĂƐĂƌŝŶ͕ƵůDĞĐŚĞƚĂ͘͘͘
Edio - … ul Mariu Sumain, ul Luigi Miglieta... la vegn lunga a numinaj tütt.
Pepin ʹhů^ĂŶĚƌŝŶŽĐƋƵŝŽ͘>͛ĞǀĂĐƵŵğƵŶĨƌĞĚĞůů͗ŝŶƐĐĞŶĂĐƵŶƚŝĞZĞŐĞ͖ĨƂƌĂĚĂ
ƐĐĞŶĂƉĂƌů͛ĂĨĞnjŝƵŶĞƵůƌŝƐƉĞƩĐŚĞŐŚ͛ĞǀƵŵ͘DĂǀĞŐŶƵůŵĂŐƵŶ͘
EdioʹŚĞĂƌƟƐƚĂƵů^ĂŶĚƌŝŶ͊ůƌĞĐŝƚĂǀĂĂŶĐĂĚƵŵăĐƵŶƚũ͛öcc . Ma paar da videll.
Pepinʹ'Ś͛ƶƚĂŶƟďĞũŝŵĂŐŝŶĚĞŶƚ͛ĂůĐž͗ƶĐƵŵĞŶĐŝĂĂĂůĂŵĞƚăĚĞũ͛ĂŶŶ͞ĐŝŶƋƵĂŶ-
ta” a calcà ul palch de l’Uratori insema al Sandrin e a fà i mè martulaad, cun quela

36 - I racconti Uruk
VÖJA DA FA’ TEATAR
Fu turnà indré la ment a j’ann “cinquanta”,
quand paj vacaanz, dutaa de repertori,
metevi i pée sül palch de l’Uratori
par recità sturiell de sana pianta.

/ŶĐŽƉŝĂĐƵů^ĂŶĚƌŝŶ͕ƋƵĂŶƟƋƵĂĚƌĞƩ͊
Ul Kruns e ‘l Kranz, la farsa del malaa,
ǀĞƐƟŝĚĂĚŽŶŶĐƵŶƐĐŝĂůůĞĐƵŶƐĐƵƐƐĂĂ
e cuntà sü un ďƵƌĚĞůůĚĞďĂƌnjĞůĞƩ͘͘͘

E inturno a j’ann “nuvanta”? A fass in quatar


ƉĂƌŵĞƩ͕ƵŶƉƵƵƉĂƌƌŝŝĚĞƵŶƉƵƵ sül seri,
in scena i bej seraat cunt “I Pionieri”...
YƵĂŶƟƌĞŐžƌĚ͗ŝŵĂŐŝŶĚĞƚĞĂƚĂƌ͊

Edio ʹŝŵĂůŵŝŐŶĂĂŵĞ͊WĞŶƐĂĐŚĞĐƵŶƚƵůŵğůŝŐĂŵŵĐƵŶƚ͞/WŝŽŶŝĞƌŝ͟ƉŽĚŝ
scriiv un libar. Te ta vegnivat sura tütt d'estaa, ma ul teatar da Ügià l’eva viiv
anca d’invernu cunt i dramm e i cumedi.
Pepin –ůƐƵ͕ĂůƐƵ͘E͛ƶƐĞŶƚƺƺĐƺŶƚĂĚĂůŵğƉăEĞƐƟŶ͘ůŶƵŵŝŶĂǀĂƐƉĞƐƐƵů
Don Cirillo, che ‘l duveva véss ul regista.
Edio – A part l’Uratori, l’Aster l’à uspitaa persunagg famuus cumè ul Gaber. Al
ƐĂƌĞƐƐďĞůůĂǀĞŐŚĂĚŝƐƉƵƐŝnjŝƵŶĂŶŵžƵŶƚĞĂƚĂƌ͕ŵĂŐĂƌŝƉƺƐĞĠĞŐƌĂŶĚ͘
Pepin – &Ă͛ŐŝƌăƵŶĂƉĞƟnjŝƵŶĐŚĞŐĂŵĞƟůĂĮƌŵĂ͘ŝĂƵ͕ƵĐĂĚŝŝDƵƌŶĠƌ͘
Edio – Ga pensarù. Ciau, Sotasegretari del Sotasegretari del Papa.

I racconti Uruk - 37
Sentieri di fede
SOLBIATE ARNO: CHIESETTA DI MONTE
In questo nuovo anno non si ferma
il cammino sui “Sentieri di fede”
per andare incontro a un luogo di
culto dedicato a Sant’Agata, ve-
nerata come patrona delle donne.
Ci troviamo ancora in provincia di
Varese, dalle alture del lago Mag-
giore, luogo in cui ci trovavamo
la scorsa volta, al Contado del
Seprio, dove in località Solbiate
Monte, frazione di Solbiate Arno,
sorge la piccola chiesa romanica
intitolata a Sant’ Agata, nota an-
che col nome chiesetta di Monte.
—‡•–ƒ …ƒ’’‡ŽŽƒ ˆƒ––ƒ ‡†‹Ƥ…ƒ”‡
(sec XII-XIV) per volontà della fa-
miglia Mantegazza, è citata per
la prima volta dall’Arcivescovo
Gaspare Visconti, giunto in visi-
ta pastorale a Solbiate nel 1586
e, quindi, dal cardinale Monti
(1646), che rilevava la necessità
degli abitanti che si tornasse a
celebrare messa nell’Oratorio. Sappiamo che nel 1682 era tornata ad essere
luogo di culto, con la celebrazione di dieci messe all’anno. Il parroco di que-
gli anni descrisse la chiesetta con queste parole: “…Essa ha una cappella rivolta
ƒ†”‹‡–‡ …‘’‡”–ƒ †ƒ —ƒ ˜‘Ž–ƒ –—––ƒ †‹’‹–ƒ …‘ Ž‡ Ƥ‰—”‡ †‡‰Ž‹’‘•–‘Ž‹ǥ ƒ
…Š‹‡•ƒ°’”‹˜ƒ†‹•‘ƥ––‘ǡƒ°„‡…‘’‡”–ƒ†ƒ‹…‘’’‹Ǥƒ‘•‹‹•–”ƒǡ—•…‡†‘
†ƒŽŽƒ …ƒ’’‡ŽŽƒ ƒ‰‰‹‘”‡ǡ ˜‡”•‘ ‹Ž ‡œœ‘†¿ǡ •‹ ˜‡†‡ †‹’‹–ƒ Žƒ Ƥ‰—”ƒ †‹Ǥ‰ƒ–ƒ
mentre a mano destra, verso settentrione, vi è l’immagine della Beatissima Ver-
‰‹‡ǥdzǤ”‘’”‹‘‹–ƒŽ‡’‡”‹‘†‘Žǯ‡†‹Ƥ…‹‘•ƒ…”‘”‹•…Š‹Ö†‹‡••‡”‡†‡‘Ž‹–‘’‡”…Š±
oggetto di contesa tra i Marchesi Mantegazza, proprietari della collina di Monte,
‡Žƒˆƒ‹‰Ž‹ƒƒ”ƒ„‡ŽŽ‹ǡƒƥ––—ƒ”‹’‡”’‡–—‹Ǥ‡Ž •‡…‘Ž‘ƒ–ǯ‰ƒ–ƒˆ—…Š‹ƒƒ-
ta “chiesa sussidiaria” (a disposizione dei fedeli di una parrocchia che abitano
–”‘’’‘Ž‘–ƒ‹†ƒŽŽƒ•‡†‡’”‹…‹’ƒŽ‡Ȍ‡”‹ƒ•‡–ƒŽ‡Ƥ‘ƒ“—ƒ†‘‘•‹•…‘’”¿‹Ž
•—‘˜ƒŽ‘”‡ƒ”–‹•–‹…‘Ǥ‘ƒơ”‡•…Š‹’”‡œ‹‘•‹†‡Ž—ƒ––”‘…‡–‘°†‡…‘”ƒ–ƒŽǯƒ„•‹†‡
38 - Sentieri di fede
ed è percorsa da una zoccolatura con la teoria dei Vizi e delle Virtù. Sempre
nel catino absidale troviamo un’immagine di Cristo in mandorla e la Croci-
Ƥ••‹‘‡…‹”…‘†ƒ–ƒ†ƒ‰Ž‹’‘•–‘Ž‹Ǥǯƒ”…‘–”‹‘ˆƒŽ‡ǡ’‡”Žƒƒ‰‰‹‘”’ƒ”–‡ƒ-
•…‘•–‘†ƒŽ•‘ƥ––‘ƒ…ƒ••‡––‘‹ǡ’”‡•‡–ƒ–”ƒ……‡†‡Žƒ†”‡‡–‡”‘‡ŽŽƒ‹––
celeste l’Annuncio a Maria. Questi dipinti raccontavano al fedele dell’epoca
la storia della salvezza eterna, che avviene tramite la remissione dei peccati,
la cui espiazione è possibile grazie alla vittoria della vita sulla morte, con la
…”‘…‹Ƥ••‹‘‡ †‹
‡•îǤ”ƒ ‹Ž ͚͘͘͟ ‡ ‹Ž ͚͘͘͠ Žƒ …Š‹‡•ƒ †‹ƒ–ǯ‰ƒ–ƒ Šƒ …‘‘-
•…‹—–‘†‹˜‡”•‹‹–‡”˜‡–‹†‹”‡•–ƒ—”‘ǡ•‹ƒƒ”…Š‹–‡––‘‹…‘ǡ•‹ƒ’‹––‘”‹…‘Ǥ‡‹ƤŽ-
trazioni d’acqua e la relativa umidità nel corso degli anni avevano rovinato i
muri esterni ed interni della chiesa, causando lo scrostamento degli intonaci
‡‹Ž”‹‰‘Ƥƒ‡–‘†‡‰Ž‹ƒơ”‡•…Š‹ƒ„•‹†ƒŽ‹Ǥǯ‡†‹Ƥ…‹‘°•–ƒ–‘”‡…—’‡”ƒ–‘‡ŽŽƒ
sua globalità, compresi il tetto del presbiterio e le formelle del portone di
‹‰”‡••‘Ǣ…‹ÖŠƒ”‹‡••‘‹Ž—…‡Žƒ„‡ŽŽ‡œœƒ†‡‰Ž‹ƒơ”‡•…Š‹†‡Ž…ƒ–‹‘ƒ„•‹†ƒŽ‡ǡ
†‹Ƥ‡Ǧ‹‹œ‹‘ •‡…‘Ž‘Ǥ
Il percorso – Si prende l’autostrada A8 Varese – Milano e si imbocca l’uscita a
Solbiate Arno. Superata l’autostrada alla rotonda, si prosegue su Via del La-
voro e poi Via Molinello; alla seconda rotonda ci si immette in viale Europa. E
poi, di nuovo alla seconda rotonda, si continua su Via Montebello. Dopo circa
trecento metri si svolta a sinistra, su Via C. Colombera, a pochi metri si svolta
a destra in Via Sant Agata. Successivamente si potrà vedere la chiesetta, in
fondo alla via.
Sentieri di fede - 39
Segnalibro

NELLA VIGNETTA DEL SIGNORE


Giovanni Berti con Lorenzo Galliani
Ancora

Ha iniziato a scuola, per far ridere i compagni, e ha pro-


seguito in Seminario e poi da prete. Don Giovanni Berti,
“Gioba”, ha messo il suo talento da vignettista al servizio
del Vangelo. Le sue vignette su Facebook e sul suo sito
‰‹‘„ƒǤ‹– ”ƒ……‘Ž‰‘‘ ‹‰Ž‹ƒ‹ƒ †‹ …‘†‹˜‹•‹‘‹Ǥ ƥƒ…ƒ–‘
da Lorenzo Galliani, Gioba ha scelto per questo libro le
vignette più adatte per ripercorrere come un evangelista
2.0 la storia di Gesù. Ciascuna tavola è accompagnata da
—–‡•–‘ǡ…Š‡ƒ‹—–ƒƒ”‹ƪ‡––‡”‡…‘‹Ž•‘””‹•‘Ǥ

C’ERA UNA VOLTA UN ANELLO


Laura Nassi - Giadette Madeleine Sent

Giadette Madleine Sent è lo pseudonimo di Laura Nassi,


residente a Uggiate Trevano. Il suo ultimo libro, scritto
in modo semplice e originale, è una delicata raccolta di
otto racconti che hanno come comune denominatore
il messaggio positivo che intendono trasmettere. La
loro sintesi è nella preghiera conclusiva, rivolta a Gesù:
—ǯ‹˜‘…ƒœ‹‘‡ ‰‡–‹Ž‡ ƒƥ…Š± –—––‡ Ž‡ …”‡ƒ–—”‡ •‹ƒ‘
rispettate nella loro dignità e verità. Il libro è corredato
†ƒŽŽ‡ ‡ƥ…ƒ…‹ ˆ‘–‘‰”ƒƤ‡ •…ƒ––ƒ–‡ †ƒ ƒ–ƒŽ‡ǡ ‹Ž Ƥ†ƒœƒ–‘
della scrittrice. Il libro si può trovare su internet sotto lo
pseudonimo dell’autrice.

40 - Segnalibro
STORIE DEI PICCOLI CERCATORI DI DIO
Francesco Liera
San Paolo

Cos’è l’amore? E la felicità? La nonna è in Paradiso? Qual


è la ricetta del perdono? Un tenero libro di storie splen-
didamente illustrate che aiuta i bambini a rispondere ad
alcune delle loro domande più importanti e li accompa-
gna in un percorso di incontro con Dio. Protagonisti di
questo volume sono bambini, nonni, animali, palloncini
e naturalmente Dio.

L’ANGOLO DELLE MISSIONI


MISSIONEOGGI – Annuncio, dialogo, liberazione

All’inizio dell’anno presentiamo la rivista missionaria


“MissioneOggi”. Si tratta di un interessante bimensile di
approfondimento e di opinione dei Missionari Saveriani.
Avviata nel 1903 dal fondatore san Guido M. Conforti col
titolo Fede e Civiltà, dal 1979 ha assunto il nome attuale.
Ž–”‡ƒ†ƒ”‡‹ˆ‘”ƒœ‹‘‹ǡ‘ơ”‡’”‘’‘•–‡ˆ‘”ƒ–‹˜‡‡†‹
impegno; dedica ogni numero all’ascolto delle esperien-
ze delle chiese del Sud del mondo e dei missionari. Abbo-
namento annuale € 35.00
Per saperne di più visitate il sito saveriani.it/missione
oggi

Segnalibro - 41
NATALE E DINTORNI
…”‹˜‡”‡†‡Žƒ–ƒŽ‡ǡ‘”ƒ‹–”ƒ•…‘”•‘†ƒ’‹î†‹—‡•‡ǡ•‹‰‹Ƥ…ƒ”‹’‡”…‘””‡”‡…‘
la mente e con il cuore un tempo ricco di momenti intensi che, nel rigore dell’in-
verno, portano calore e avvicinano alla fede bambina, quella cresciuta magari al
–‡’‘”‡†‹—…ƒ‹‘‡”ƒơ‘”œƒ–ƒ†ƒŽŽƒ•ƒ‰‰‡œœƒ†‡‹‘•–”‹˜‡……Š‹Ǥ˜˜‡–‘ǡ‘-
vena, Tempo di Natale, Epifania. Ogni periodo è stato vissuto con segni evidenti
ed eloquenti, che ci hanno aiutato a scoprire e a riscoprire valori importanti quali
il senso dell’attesa, il valore del dono, la gratuità di una presenza, l’accoglienza
†‹—ƒ‘˜‹–†‹˜‹–ƒ…Š‡ƒ’”‡ƒ‘”‹œœ‘–‹‹Ƥ‹–‹Ǥ „ƒ„‹‹‡‹”ƒ‰ƒœœ‹ǡ‹’”‹‹ƒ
cogliere lo spirito di stupore e meraviglia, sono stati protagonisti di giorni intensi.
Ed è stato bello vederli attenti, coinvolti, capaci di emozionarsi ed emozionare, di
…‘’‹‡”‡‰‡•–‹•‹‰‹Ƥ…ƒ–‹˜‹…Š‡Šƒ‘…‘‹˜‘Ž–‘ƒ…Š‡‘‹ƒ†—Ž–‹Ǥ‹”‹‰”ƒœ‹ƒ‘
perché attraverso i loro occhi e le loro attese ci siamo interrogati più volte che
cosa guardano invece i nostri occhi e che cosa attendiamo davvero.
„„‹ƒ‘ƒŽ…—‹ƪƒ•Š†ƒƤ••ƒ”‡‡ŽŽǯƒŽ„—†‡‹”‹…‘”†‹ǣŽƒ…‘”‘ƒ†ǯ˜˜‡–‘…‘Ž‡
•—‡‰”ƒ†‹…ƒ†‡Ž‡ǡŽ‡Ƥ‡•–”‡…Š‡‡ŽŽ‡†‘‡‹…Š‡†ǯ˜˜‡–‘•‹•‘‘ƒƒ‘
ƒ’‡”–‡‹…Š‹‡•ƒ…‘‡ƒ„„”ƒ……‹•—ŽŽƒ‘•–”ƒ•‡–‡†ǯ‹Ƥ‹–‘ǡŽǯƒŽ„‡”‘…Š‡†—”ƒ–‡Žƒ
Novena è stato realizzato un po’ alla volta per rammentarci che noi siamo stru-
menti nelle mani del Padre, le piccole luci che si sono levate ad accompagnare
il canto e la preghiera, i presepi pensati con
cura e amore per creare un angolo di famiglia
da ammirare dopo la messa o negli angoli del-
le strade, i canti di Natale sempre belli e gio-
iosi accompagnati dagli strumenti musicali, il
presepe vivente con gli abiti sapientemente
confezionati, l’arrivo dei Magi atteso nel buio
della notte e accompagnato dal suono melo-
dioso dell’arpa e dalla presenza della famiglia
di Nazareth, la processione con la statua di
Gesù Bambino, le omelie che ci hanno indi-
cato il cammino, i momenti di preghiera e di
”‹ƪ‡••‹‘‡Ǥ‘–”‡‘•…”‹˜‡”‡ƒ…‘”ƒ‘†‹”‡
altro … E sicuramente qualcosa sarà stato di-
menticato in questo elenco. Rimane una do-
manda: cosa resta di tanta bellezza ricevuta,
di tanta grazia donata largamente? Che cosa
”‹ƒ‡†‹–ƒ–‡‡•’‡”‹‡œ‡‘ơ‡”–‡ƒŽŽƒ‘•–”ƒ

42 - Natale e dintorni
comunità? Non ci è mancato nulla. Ma noi siamo stati capaci di apprezzare,
ringraziare, gustare, interiorizzare tutto il bene ricevuto?
Ora che è tornato il tempo delle cose normali, della vita che scorre con il
ritmo dei giorni di lavoro e di studio, ora che le feste si sono diradate abbia-
mo dentro la voglia di ripartire come comunità, di mantenere la goccia di
speranza che Gesù ha messo nel nostro cuore? Dice un canto: “Ora è tempo
di gioia, non ve ne accorgete?”. Sì, tempo di gioia cristiana e di vita vera. “E
il Verbo s’è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi”.

Natale e dintorni - 43
44 - Novena di Natale
Novena di Natale

Novena di Natale - 45
dall’Oratorio

CAMPO INVERNALE TERZA MEDIA


Dz‹ƒ‰‰‹ƒ–‡ǡ…Š‡•‡Ö’‘‹Ƥ‹–‡’‡”…”‡†‡”‡…Š‡•‹‡–‡ˆƒ––‹•‘Ž‘’‡”—’ƒ‘”ƒƒ‡
invece dentro di voi esistono paesaggi meravigliosi ancora da visitare”, sono paro-
le dello scrittore, cantante e poeta Gio Evan degli anni 2000, i nostri anni, a prova
del fatto che l’uomo è sempre stato e sempre sarà alla ricerca di qualcosa, anche
senza vedere il proprio orizzonte.
Servono a questo i viaggi, no? Che siano lunghi o brevi, come il nostro Campo In-
vernale in Val d’Intevi, ci aiutano a cambiare idea e a vedere le cose in modo diver-
so, proprio come hanno fatto i Magi lungo la strada verso Gesù Bambino. Aiutano
ƒˆƒ””‹ƪ‡––‡”‡‰”ƒ†‹‡’‹……‹‹Ǥ“—‹†‹’”‘–‹ǡ’ƒ”–‡œƒǡ˜‹ƒǨ‘’‘‹ŽŽ‡…—”˜‡ƒ”-
riviamo a Pellio, nella casetta vicina alla chiesa di San Giorgio … che spettacolo!
Monti, colline, vallate e il lago di Lugano, una sorpresa.
Cosa si può fare, se non andare a passeggiare? Un’allegra combriccola in cammino

46 - dall’Oratorio
tra campi e mucche, lontano dalla nostra
comfort zone e dalla tecnologia … chi se
lo sarebbe mai aspettato? Godersi un pa-
‡•ƒ‰‰‹‘‘œœƒƤƒ–‘•‡œƒ†‘˜‡”•…ƒ––ƒ”‡
diecimila foto, dimenticare instagram e
whastapp per stare un po’ insieme e, ma-
gari, anche sdraiarsi a terra.
‹ƥ…‹Ž‡ •–ƒ„‹Ž‹”‡ “—ƒŽ‡ •–‡ŽŽƒ …‘‡–ƒ …‹
abbia fatto alzare dal divano durante le
vacanze natalizie per intraprendere que-
sta avventura, forse l’allegria e la com-
plicità, o magari qualcosa di più. Certo
è, però, che siamo arrivati a Pellio con le
nostre certezze e siamo tornati un po’
diversi, con qualche domanda e qualche
chilo in più … perché si sa, la montagna fa
venir fame e i nostri amati cuochi hanno
preparato piatti che neanche a Master-
Chef si vedono. Tra lasagne e pizzocche-
ri, briscola e mimi, mal di piedi e canzoni,
abbiamo ritagliato insieme agli animatori
†‡‹„‡‹‘‡–‹†‹”‹ƪ‡••‹‘‡•—Ž˜‹ƒ‰‰‹‘
della nostra vita, che, come per i Magi, è
guidato da una stella che sta ferma lì, ci
protegge e ci sprona a camminare, an-
che quando la salita è ripida come quella
di San Zeno. Allora, portiamo il nasino al
cielo e cerchiamo la nostra stella! Proprio
questo abbiamo fatto l’ultima sera, con i
piedi sull’erba gelata e la testa tra le stelle
… ringraziando il Signore per i nostri com-
pagni di viaggio. Perché si sa “la felicità è
reale solo quando è condivisa”.

dall’Oratorio - 47
MESE DELLA PACE: I RAGAZZI RIFLETTONO
“La guerra non me l’ha raccontata nessuno, la guerra l’ho vista. La guerra ha un
”—‘”‡‡—‘†‘”‡Ǥ“—ƒ†‘ƒ””‹˜ƒŽƒ•‡–‹Ǥƒ‹…Š‡°Žƒ‰—‡””ƒǤdz

”‘’”‹‘•—ŽŽ‡’ƒ”‘Ž‡”ƒ……Š‹—•‡‹“—‡•–ƒ–‡•–‹‘‹ƒœƒŠƒ‘”‹ƪ‡––—–‘‹”ƒ‰ƒœœ‹
delle Medie, durante i loro incontri settimanali di catechismo. Aiutati da Angelo
Mazzucchi, volontario di Medici Senza Frontiere, hanno capito che chi subisce
di più la guerra non sono i soldati, ma i civili: i bambini, gli anziani e le donne
in attesa di un bambino. Hanno compreso che quando si scappa è perché si ha
fame, freddo, è impossibile lavarsi, dormire o ripararsi. Non rimane più nulla e
delle volte non rimane più nessuno con cui condividere le proprie paure. Ma, so-
prattutto, la guerra toglie la dignità e cercare di ridarla, per un volontario o un
medico, è come svuotare un lago con un cucchiaino. Qualcuno dei nostri ragazzi
è rimasto colpito dopo aver saputo che le armi non sono solo le bombe antiuomo,
che hanno lo scopo di ferire e menomare la popolazione, ma si usano anche armi
non convenzionali, come le violenze sessuali. Angelo ha mostrato ai ragazzi cos’è
Žƒ‰—‡””ƒ‡•‹°†‹…Š‹ƒ”ƒ–‘†‹ƥ†‡–‡‡‹…‘ˆ”‘–‹†‹“—‡ŽŽ‹…Š‡†‹…‘‘†‹‘ƒ˜‡”
mai bisogno degli altri, perché un giorno potremmo essere noi a chiedere aiuto.
“—‡•–‘‡•‡†‹‰‡ƒ‹‘ǡ†‡†‹…ƒ–‘ƒŽŽƒƒ…‡ǡ…‹ƒ•…—‘Šƒ”‹ƪ‡––—–‘•—“—ƒ–‘
questo valore sia importante. Ognuno di noi, nel suo piccolo, può contribuire a
portarla nel nostro mondo.

48 -dall’Oratorio
LEGGIAMO LA PACE
Come parlare della PACE ai bambini? Non esiste modo migliore dei racconti!
Eh sì … proprio così. Ai bambini della scuola primaria è stata fatta la proposta
di un pomeriggio in oratorio per ascoltare “Racconti di Pace”. Con l’aiuto del-
Ž‡•–‘”‹‡ǡ‹„ƒ„‹‹Šƒ‘’‘–—–‘”‹ƪ‡––‡”•—ŽŽǯ‹’‘”–ƒœƒ†‡ŽŽǯƒ‹…‹œ‹ƒǡ†‡Ž
rispetto e dell’accoglienza.
È stato facile immedesimarsi in un gatto nero e nella gatta bianca: quando
per caso si sono incontrati, pur essendo completamente diversi, hanno scop-
erto di essere inseparabili e … dalla diversità sono nati tanti “amici colorati”.
Con la fantasia ci siamo trovati in un prato immenso, dove due famiglie di
ƒ‹ƒŽ‡––‹˜‹˜‡˜ƒ‘…Š‹—•‹ƒŽŽǯ‹–‡”‘†‡Ž’”‘’”‹‘…‘Ƥ‡ǡ•‡œƒƒ˜‡”‡…‘-
tatti con i vicini. Finché un nocciolo di ciliegio, caduto proprio a ridosso del
…‘Ƥ‡ǡ’”‘˜‘…ƒ†‹•…—••‹‘‹Ƥ‘ƒ†ƒ””‹˜ƒ”‡ƒ’”‘‰‡––‹†‹‰—‡””ƒǤƒ‹’”‘-
getti dei protagonisti non seguono la logica della natura: dal nocciolo nasce
una pianta di ciliegio che coprirà con la sua chioma entrambi i territori e così
porterà la pace tra i due popoli.
Potremmo continuare a raccontarvi del Signor Guerra e della Signora Pace o
della bambina tutta verde … sicuramente nella memoria dei bambini presen-
ti hanno lasciato un segnale importante. Dopo aver ascoltato i racconti letti
†ƒƒơƒ‡ŽŽƒǡ‰‡•‡‡‘”‡œƒ—ƒƥƒ–ƒ–‘‰”—’’‘†‹ƒ‹ƒ–‘”‹Šƒ’”‡’ƒ”ƒ–‘
dei bellissimi e colorati laboratori! Con una dolce merenda il pomeriggio è
volato in un baleno!

dall’Oratorio - 49
“ELLA FU MOLTO TURBATA”
Mi presento, per chi ancora non mi conosce, sono Alex Di Bi-
ase, ho 23 anni, vengo da Cittiglio (VA) e sono in II teologia, per
discernere la volontà di Dio e capire dove mi porterà.
Per tradizione la seconda domenica d’Avvento, è anche la
Giornata del Seminario,
in quest’occasione vi racconto brevemente il mio cammino,
che mi porta qui oggi. Parto dal brano del Vangelo che abbi-
ƒ‘Ž‡––‘ȋ…͙ǡ͚͞Ǧ͛͠Ȍǡ‹’ƒ”–‹…‘Žƒ”‡‹•‘ơ‡”‘•—ŽŽƒ’”‹ƒ
reazione di Maria dopo l’apparizione dell’angelo. Come abbi-
amo letto: “Ella fu molto turbata”. Reazione nella quale mi ci
rivedo: in qualche modo anch’io, quando il Signore mi ha “chi-
amato”, mi sono sentito molto turbato. Turbato perché l’intu-
izione - che con il cammino del seminario, passo dopo passo,
diventa vocazione - è arrivata inaspettata mentre ero alla deriva in un modo di vivere che
riempiva le giornate, ma non riempiva il cuore. Un modo di vivere fondato sulla ricerca di
un amore sincero, vero, profondo … ma una ricerca fatta nei modi dissoluti e leggeri di un
giovane sregolato. Ma una volta toccato il fondo, non si può che risalire! Ed ecco il turba-
mento: c’è un Dio che ti fa risalire, che ti tende la mano e ti fa riemergere dall’abisso di una
vita vuota, senza senso. Facendoti ritornare alla luce.

Tutto questo avviene, però, ogni giorno, con le persone che il Signore mi mette di fronte,
che incarnano il Suo Amore. (don Marco, don Sandro, amici, giovani, famiglie… ). Le quali
m’insegnano che esiste un amore vero, sincero, profondo, che ha il nome di Gesù Cristo,
segno dell’amore del Padre che si fa carne, per ognuno di noi. E non ogni anno a Natale
nel nostro presepe, ma ogni giorno in chi ci sta accanto nel presepe della quotidianità della
nostra vita.

Allora, eccomi qui, alla scoperta di questo Amore che ti salva la vita - ogni giorno nella fa-
–‹…Š‡‡•‘ơ‡”‡œ‡…‘…—‹•‡‹…Š‹ƒƒ–‘ƒ…‘˜‹˜‡”‡Ǧ‘”‡…Š‡‘’—‘‹…Š‡•‡‰—‹”‡ǡ—
po’ come dice il cantante Ultimo in una sua canzone: “Portami con Te: dov’è leggero il mio
bagaglio, dove mi ami anche se sbaglio”. Amore che sei chiamato a incarnare e penso al mio
•‡”˜‹œ‹‘“—‹‹’ƒ””‘……Š‹ƒǡ“—ƒ†‘…‡”…‘†‹†‹‘•–”ƒ”‡‹Ž‹‘ƒơ‡––‘˜‡”•‘‹‰‹‘˜ƒ‹‡˜‡”•‘
le persone che incontro… e questo è ancora, solamente, il mio dovere di “chiamato”. Allora,
non vi auguro semplicemente un buon Natale, ma vi auguro di riscoprire il Suo Amore che
si incarna ogni giorno per ognuno di noi, in ognuno di noi. Basta volerlo accogliere. Grazie.

Alex, seminarista
Testimonianza nella Giornata del Seminario

50 - “Ella fu molto turbata”


Pagina dei bambini
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Pagina dei bambini - 51
Presepi 2019
Uggiate

Ronago
SSomazzo
omazzo

Mulini
M ulini

TTrevano
revano
1RWL]LHÀDVK

UN DONO PER TREVANO


La notte di Natale, è arrivato in chiesa a Trevano un dono molto prezioso. Sull’al-
tare, una bellissima tovaglia abbellirà ancor di più la nostra amata chiesa di San
Michele. Sapienti e delicate mani, hanno lavorato per dare vita ad un prezioso
pizzo di Cantù. Ricordi d’infanzia ed amore per la sua amata chiesa, si sono in-
–”‡……‹ƒ–‹‡‹ƤŽ‹†‡Ž–‘„‘Ž‘ǡ’‡””‹ƒ‡”‡•‡’”‡˜‹˜‹‹“—‡•–‘…ƒ’‘Žƒ˜‘”‘Ǥ
Grazie di cuore.

1RWL]LHȵDVK
GENTILI NOTE

‡–‹Ž‹ ‘–‡ Šƒ‘ ƒ……‘’ƒ‰ƒ–‘ †—‡ „‡ŽŽ‡ •‡”ƒ–‡ †‹ †‹…‡„”‡ǡ ‘ơ”‡†‘ —ƒ
splendida opportunità per ritemprare lo spirito con tanta buona musica, ben
eseguita e preparata con cura e pazienza. La sera del 7 dicembre, vigilia della
solennità dell’Immacolata Concezione, nella chiesa parrocchiale di Uggiate, la
Schola Cantorum della Comunità ha presentato un corposo numero di canti per
preparare i fedeli al vicino Natale. I cantori hanno dato il meglio di sé sostenuti
dalla direzione del maestro Mario Grisoni e accompagnati all’organo dal maestro
†”‡ƒ…Š‹ƒ˜‹‘ǤŽ…‡–”‘†‡ŽŽǯŽ‡˜ƒœ‹‘‡’‹”‹–—ƒŽ‡ǡŽƒƤ‰—”ƒ†‹ƒ”‹ƒƒ–‹••‹-
ma e la parola donata come poesia e armonia.
L’altra gradevole serata è stata proposta dalla Filarmonica Santa Cecilia, il 21 di-
cembre, nel salone del nostro Oratorio. Una grande performance, si potrebbe
dire. Un’esibizione da professionisti. Nel corso della serata il presidente Silvano
ƒ”—ƥ‹ǡƒ‘‡†‡Ž‘•‹‰Ž‹‘‹”‡––‹˜‘ǡ†‡‹—•‹…ƒ–‹‡†‡‰Ž‹ŽŽ‹‡˜‹ǡŠƒ’‘”–ƒ–‘
all’attenzione del pubblico un felice anniversario: i quarant’anni di direzione del
maestro Dante Peverelli. Il maestro, insieme all’elevato livello di professionalità e
all’impegno costante, ha contribuito ad elevare il livello di competenza e di pre-
parazione del Corpo Musicale. Una piacevole sorpresa è stata anche l’esecuzione
da parte degli Allievi di un brano musicale e la successiva presentazione del pezzo
conclusivo “Mele kalikimaka”, gli auguri di buon Natale espressi sulla partitura di
una musica hawaiiana. Ciò ha donato molta gioia, in particolare al caro Gigi Coc-
quio, che da anni risiede alle Hawai’i. Si è commosso vedendo il video dell’evento,
tanto da scrivere via mail “Quando ho visto il video mi sono venute le lacrime agli
occhi.”

AUGURI DALLA SCUOLA

Quest’anno la Scuola Primaria è stata protagonista di un sabato di dicembre vis-


suto in perfetto stile natalizio. A Ronago sabato 14 dicembre i bambini con gli
insegnanti hanno animato alcuni angoli di paese con canti tradizionali, balletti e
auguri; a Uggiate lo stesso sabato gli alunni di prima si sono ritrovati in Oratorio
con le docenti e i genitori in un clima familiare e giocoso, le classi seconde han-

1RWL]LHȵDVK
no contagiato con la loro allegria gli ospiti della Casa Anziani, le classi terze
hanno portato gli auguri ai volontari della sede locale della Croce Rossa, le
classi quarte hanno raggiunto la vicina Scuola Media per uno scambio di au-
guri in musica e un sentito ringraziamento per il prezioso impegno a favore
del nostro territorio, i ragazzi di quinta hanno accolto i genitori e le autorità
presenti in palestra con uno spettacolo movimentato ed emozionante. Com-
movente è stata la premiazione del Concorso “Poeti come Anna”, istituito
dai coscritti della classe 1959 in memoria della coetanea e poetessa loca-
le Anna Pellegrini, giunto alla terza edizione. Anche le Scuola dell’Infanzia
hanno organizzato momenti di festa e di incontro in occasione del Natale.
Queste iniziative lodevoli vedono le nostre scuole protagoniste e coinvolta
nel tessuto sociale in cui operano. Un plauso a quanti promuovono queste
manifestazioni impegnative, ricche, protese all’incontro e allo scambio, se-
gno tangibile di un’attenzione a ciò che i bambini e i ragazzi vivono al di fuori
†‡‰Ž‹‡†‹Ƥ…‹•…‘Žƒ•–‹…‹ǡ‘Ž–”‡Ž‡Ž‘”‘ƒ—Ž‡Ǥ

TOMBOLA DI NATALE
Il giorno di Santo Stefano qual è la doman-
†ƒ…Š‡•‡”’‡‰‰‹ƒ…—”‹‘•ƒ–”ƒ‰Ž‹ƒơ‡œ‹‘ƒ–‹
della Tombola di Natale? “Allora, chi ha vin-
to il collier? E chi sono i fortunati del Tom-
bolone?”. La risposta non sempre è facile
perché nella confusione dei sorteggi e della
†‹•–”‹„—œ‹‘‡†‡‹’”‡‹ƤƒŽ‹ǡƒ˜‘Ž–‡•‹’‡”-
de di vista chi sia veramente il vincitore.
Quest’anno la dea bendata ha impreziosito
il collo di una gentile signora di Cagno,Lu-
igia Scacchi, che ci ha tenuto a precisare
di essere una fedele e assidua presenza la
sera del 25 dicembre. Che dire a conclusio-
ne dell’evento? Un grande e sincero grazie
ƒ“—ƒ–‹Šƒ‘‘ơ‡”–‘‹ŽŽ‘”‘…‘–”‹„—–‘’‡”

1RWL]LHȵDVK
rendere bella, ricca, accattivante la nostra tradizionale Tombola. Prima di tutto
— ‰”ƒœ‹‡ ƒ‹ …‘‡”…‹ƒ–‹ ‡ ƒ† ƒŽ…—‹ ’”‹˜ƒ–‹ …Š‡ Šƒ‘ ‘ơ‡”–‘ ‹ ’”‡‹Ǣ ’‘‹ ƒ‹
volontari che hanno raccolto i doni e li hanno sistemati sul palco, suddividendoli
nei vari giri previsti dal gioco, che hanno coordinato le attività durante la serata
‡ƒ‹”ƒ‰ƒœœ‹…Š‡Šƒ‘‘ơ‡”–‘ŽƒŽ‘”‘†‹•’‘‹„‹Ž‹–’‡”Žƒ˜‡†‹–ƒ†‡ŽŽ‡…ƒ”–‡ŽŽ‡Ǥƒ
Tombola di Natale è un gioco familiare, sempre partecipato da un folto pubblico.
La generosità dei presenti permette di raccogliere una valida somma, utile per i
bisogni del nostro oratorio.

SEMINARISTI TRA NOI


Come sempre, è bello appuntare nelle nostre Notizie Flash la presenza tra noi dei
seminaristi Alex, Tito e Binh. Hanno trascorso con la nostra Comunità il tempo
†‡ŽŽƒ‘˜‡ƒ‡‹Žƒ–ƒŽ‡…‘–—––‡Ž‡ˆ‡•–‡†‹Ƥ‡‡‹‹œ‹‘ƒ‘Ǥƒ‰‹‘‹ƒ…Š‡’‘”–ƒ-
no è una bella testimonianza che resta nel cuore e lascia un buon sapore di cose
belle. Ci auguriamo che i nostri giovani e ragazzi, incontrandoli e ascoltando le
loro storie, si avvicinino sempre più alla vita di fede e considerino tra le scelte di
vita anche quella del sacerdozio.

SICOMORO: SEGNO DI UNA CHIESA VIVA


Domenica 19 gennaio, durante la preghiera dei fedeli, è stata ricordata la real-
tà del Sicomoro che si sta vivendo nella nostra diocesi. Di cosa si tratta? “Il Si-
comoro è un’esperienza di vita fraterna orientata al discernimento vocazionale
‘ơ‡”–ƒƒ”ƒ‰ƒœœ‹†‡ŽŽ‡•…—‘Ž‡•‡…‘†ƒ”‹‡†‹•‡…‘†‘‰”ƒ†‘ǡ†‡•‹†‡”‘•‹†‹ƒ’’”‘-
fondire la loro amicizia con Gesù e di domandarsi come spendere la propria vita
alla Sua sequela. Per una settimana al mese, senza accantonare studi e impegni
extrascolastici, questi giovani vivono in fraternità accompagnati da un prete e
da una coppia di sposi, che risiedono con loro.” L’esperienza, nata per volontà
del Vescovo Mons. Coletti, è la risposta concreta alla necessità di accompagna-
re i ragazzi delle Superiori nel loro discernimento vocazionale. È un’opportunità
importante, che permette di far cogliere ai giovani, tra i quattordici e i diciotto

1RWL]LHȵDVK
anni, la vocazione che il Signore ha pensato per loro. La novità è che tutto ciò
avviene non lontano dalla casa dei ragazzi, in una porzione di Diocesi che ha
Ƥ•‹‘‘‹‡†‹ơ‡”‡–‹ȋ†ƒ‘”‹‘ƒ†Ž‰‹ƒ–‡‘ƒ•…‘Ƥ‘ƒ‘ƒœœ‘Ȍǡ‹—
progetto che accompagna giovani ragazzi che non escludono un cammino
†‹…‘•ƒ…”ƒœ‹‘‡”‡Ž‹‰‹‘•ƒ‘•ƒ…‡”†‘–ƒŽ‡ǡƒ…Š‡ƒŽŽƒƤ‡†‡Ž…ƒ‹‘’‘•-
•‘‘Ž‹„‡”ƒ‡–‡…‘’‹‡”‡•…‡Ž–‡†‹ơ‡”‡–‹Ǥ Ž‹…‘‘”‘‘°—ƒ’”‘’‘•–ƒ
come tante altre, ma una scelta precisa che, come Chiesa Diocesana, è stata
fatta e che ci viene chiesto di sostenere nella preghiera e nelle dinamiche di
accompagnamento che come comunità possiamo vivere.

UN NUOVO DIRIGENTE SCOLASTICO


Dalle pagine del Bollettino desideriamo salutare con stima il nuovo Dirigen-
te Scolastico dell’Istituto Comprensivo, prof. Claudio Bucciarelli, giunto poco
prima delle festività natalizie a dirigere le nostre scuole primarie di Uggiate
Trevano, Bizzarone e Ronago e la scuola secondaria di primo grado di Uggia-
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e giovani in collaborazione con il Consiglio d’Istituto, con il Collegio dei Do-
centi e con il personale che lavora nelle scuole. Esprimiamo gratitudine al
prof. Cosimo Capogrosso che con impegno e professionalità ha diretto come
reggente l’Istituto, in attesa della nuova nomina.

80 CANDELINE PER IL NOSTRO PEPPINO


27 gennaio: Pepin da Roma, il nostro corrispondente ‘Romanuruk’ ha com-
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la vita. La Redazione, a nome di tutta la Comunità, abbraccia il caro Giuseppe
Bernasconi augurandogli salute, gioia e serenità. La sua mente vulcanica di
sicuro avrà sortito qualche bella rima giusta giusta per sottolineare il gran-
de evento. In attesa d’incontrare Peppino di persona, gli mandiamo queste
righe ringraziandolo anche per la sua rubrica, costante e allegra presenza tra
le pagine del nostro Bollettino. Un plauso per il suo lavoro volto a mantenere
vivo il nostro dialetto … Forza, Pepin! Auguri a volontà!

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