Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
di febbraio).
6WDPSDWRGD7HFQRJUDÀFDVUOYLDGHJOL$UWLJLDQL/RPD]]R&2
Comunità Pastorale di
Uggiate e Ronago
Segreteria Parrocchiale Caritas
da lunedì a Venerdì Orari apertura
ore 9.00 - 11.00 lunedì 9.30 - 11.30
tel. 031/94.87.21 venerdì 9.30 - 11.30
Le Campane
di Uggiate e Ronago
è anche sfogliabile online all’indirizzo:
www.oratorio-uggiate.it
Indirizzo e-mail della Redazione:
Le Campane
di Uggiate e Ronago
campane.uggiate_ronago@yahoo.it
Per ricevere via e-mail
l’Agenda della Settimana scrivi a:
vocechebussa@gmail.com
,QÀQLWDSD]LHQ]DGLULFRPLQFLDUH
Tesori d’azzurro,
che ogni giorno in volo ripetuto
porto alla mia terra. Polvere della terra,
che ogni giorno porto al cielo.
Oh, quanto ricche le mani della vita,
WXWWHSLHQHGLȴRULGHOFLHOR
Quanto pura ogni stella
nel bruciare dolori della vita.
Oh, quanto ricco io nel regalare a tutti
tutto quello che raccolgo e cambio coi miei sogni!
Che gioia quel volo quotidiano,
questo libero servizio,
dalla terra ai cieli,
dai cieli alla terra.
Juan Ramon Jiménez
Intro
RISCOPRIRE LA LENTEZZA
Abbiamo tutti fretta. E ci arrabbiamo. Ci arrabbiamo se il computer ci mette
un minuto anziché venti secondi nel collegarsi, se quel vecchietto davanti a
ǯǡ
ǯ°Ƥ
ǡ
ǯ°ƥ
Ǥ
Abbiamo scadenze e orari cronometrici da rispettare, abbiamo una marea
di attività incastrate una nell’altra, abbiamo appuntamenti … che vita terri-
bile!
Abbiamo sempre fretta. Sembra che il nostro destino sia quello di
correre. Verso chi? Verso cosa? Per andare dove? Boh! L’importan-
te è correre, dare l’impressione, a noi stessi e agli altri, di una vita im-
pegnata. D’altronde siamo lombardi: dobbiamo mandare avanti l’
Italia, l’Europa, il mondo intero. E la fretta diventa frenesia, rincorsa con-
tinua di non si sa bene cosa. Forse di noi stessi, povere creature intrap-
polate dentro un ingranaggio che produce solo ansia e insoddisfazione.
Quanta irrazionalità nella fretta eretta a sistema di vita! E quanta frustra-
zione! E quante occasioni perse per ascoltare, per contemplare, per gusta-
ǨƤ
canna, in piedi come i cavalli. Riduciamo la comunicazione, la relazione a
messaggi iper veloci che non ci permettono di dialogare per davvero.
Non si parla più, si blatera. E veloce! C’é subito un altro con cui bisogna “co-
municare”. E quando la frenesia diventa dimensione dell’anima allora la si-
tuazione è grave. E la tristezza è lo sfondo di ogni nostra azione, di ogni
nostro pensiero. Non proviamo più il piacere autentico, diventiamo grigi
consumatori di beni, anche di persone.
E ci perdiamo tutto quello che di veramente bello c’è nella nostra quotidia-
nità, arriviamo a sera stanchi morti, dormiamo male e siamo pronti per ri-
partire. Altro giro, altra corsa, giri brevi e veloci. Riscoprire la lentezza, che
ơǡƪǡǤ
ǡǡ
il creato, Dio. Tutto richiede un congruo tempo per essere accolto come
dono. Se vogliamo possiamo provarci …
4 - Intro
La parola del Papa
LA PACE: CAMMINO DI SPERANZA:
DIALOGO, RICONCILIAZIONE E CONVERSIONE
Il Santo Padre Francesco, in
occasione della LIII Giornata
Mondiale della Pace, ha lan-
ciato un accorato appello per
la concordia e la riconciliazio-
ne, proprio in un momento in
cui le tensioni internazionali
sembrano crescere verso un
preoccupante limite.
“La pace è un bene prezioso,
oggetto della nostra speran-
za, al quale aspira tutta l’u-
manità. Sperare nella pace
è un atteggiamento umano
che contiene una tensione
esistenziale, per cui anche un a rinchiudere l’altro in un’immagine
presente talvolta faticoso «può es- negativa, a escluderlo e cancellarlo.
sere vissuto e accettato se conduce La guerra si nutre di perversione
verso una meta e se di questa meta delle relazioni, di ambizioni ege-
noi possiamo essere sicuri, se questa moniche, di abusi di potere, di pau-
°
¿ Ƥ
ǯơ
la fatica del cammino». In questo come ostacolo; e nello stesso tem-
modo, la speranza è la virtù che ci po alimenta tutto questo”. “Non
mette in cammino, ci dà le ali per an- possiamo pretendere di mantene-
ǡƤ- re la stabilità nel mondo attraverso
coli sembrano insormontabili.” la paura dell’annientamento, in un
“La guerra, lo sappiamo, comin- equilibrio quanto mai instabile, so-
ǯơ speso sull’orlo del baratro nucleare
diversità dell’altro, che fomenta il e chiuso all’interno dei muri dell’in-
desiderio di possesso e la volontà ơǡ
-
di dominio. Nasce nel cuore dell’uo- sioni socio-economiche che apro-
mo dall’egoismo e dalla superbia, no la strada ai drammi dello scarto
dall’odio che induce a distruggere, dell’uomo e del creato, invece di cu-
8 - Sinodo
Beati Comensi, gli inni sacri, la processione dalla chiesa di San Giacomo
al Duomo, l’intronizzazione dell’ Evangeliario, preghiere intense e mo-
Ƥ
Ǥǡ
-
anza di fede e devozione che vivono per dar vita, speranza e proclamare
che il nome del Signore è misericordia, s’incarna nell’esistenza quotidi-
ana dell’umanità.
“Dal 1953, una vera e propria rivoluzione culturale ha cambiato il volto
della nostra società e della Chiesa – ha detto monsignor Cantoni nella
sua Omelia – Il Concilio Vaticano II ha promosso un radicale cambiamen-
to di paradigma, ha cercato di aprire nuove strade, immerso come siamo
in un pluralismo sociale e religioso con cui in antecedenza il cristianesi-
mo non aveva mai avuto la possibilità di incontrarsi”.
Lo stile del Sinodo nelle parole del Vescovo: “Abbiamo bisogno di rive-
stirci di una santa audacia evangelica, per fare del nostro Sinodo una
pedana di lancio, per proseguire avanti, in obbedienza a ciò che ci chiede
il Signore, prestando una particolare attenzione ai segni dei tempi”.
E il senso del Sinodo: “Ci siamo messi all’opera non per difendere noi
stessi, quasi vivessimo in una cittadella assediata – ha spiegato il Ves-
covo – ma per andare in-
contro fraternamente a
tutti coloro che vivono una
sorta di eclissi del senso
di Dio, per dialogare con
coraggio con quanti attra-
versano una profonda crisi
di fede, vivendo come se
Dio non esistesse”.
1Ƥ
ǡ
ha sottolineato il vescovo
Oscar, “a trovare segni e
linguaggi adeguati a pro-
porre la misericordia divi-
na, così che gli uomini del
nostro tempo si sentano
attesi ed amati da Dio”.
Che i nostri governanti avessero stabilito con chi schierarsi solo il mese
precedente l’entrata in guerra è cosa ormai risaputa; mentre le nostre
pretese territoriali in caso di vittoria, a lungo barattate con l’una e l’altra
parte contendente e probabilmente ottenibili anche con la neutralità,
Ƥǡ
stessi alleati prescelti che al momento comunque optarono per assecon-
darle ... poi si vedrà. E si è visto. Francesi e Inglesi, infatti, avevano asso-
luto e, a questo punto, urgentissimo bisogno dell’italico “cuneo umano”
che, attaccando l’esercito austro-ungarico, lo costringesse a desistere
Ƥ
ǯ
correre in Francia a dar man forte agli alleati germanici. Sul suolo france-
se, infatti, tanto per dare un numero, era già stramazzata tanta di quella
gioventù che per ogni metro di trincea si contavano settanta morti, che
impilati lunghi e tirati uno sopra l’altro fanno almeno un palazzo di sei
piani. Un palazzo umano di sei piani per ogni metro di trincea e la lun-
ghezza delle trincee di Verdun, in Francia, si misurava in chilometri. È
storia documentata.
“... e quest’opera della scuola sia secondata e sorretta dai Comuni con tut-
te quelle migliori provvidenze che saranno possibili. E i patronati ... aprano
sottoscrizioni, raccolgano oblazioni (qui si mangiava polenta a colazione,
pranzo e cena) ma in questa gara di bene siano primi gli insegnanti, le ma-
estre, dimostrino di sentirsi veramente sacerdoti di un’alta idealità, non cir-
coscrivano la loro azione entro le anguste pareti delle aule scolastiche o nei
Ƥƥ
Ǥ
-
Ƥǡ
chiese, commentino loro le ragioni della guerra ... celebrino i fasti eroici che
ơǤǤǤ
Ǥdz
Renato A.
I Martiri Algerini - 17
Anagrafe
della Comunità Pastorale
ơȂȋ͚͞
͚͙͘͡Ȍ
Noé Zeno Tecci di Silvio Giovanni e Stefania Mazzitelli – Ronago (26 dicembre 2019)
Enea Brando Tecci di Silvio Giovanni e Stefania Mazzitelli – Ronago (26 dicembre 2019)
Nora Cloe Tecci di Silvio Giovanni e Stefania Mazzitelli – Ronago (26 dicembre 2019)
18 - Anagrafe
Per sempre con Dio nel suo Regno
Bruno Bianchi
di anni 76 – Uggiate T. (11 dicembre 2019)
Elisa Grisoni
di anni 100 - Uggiate T. (30 gennaio 2020)
Anagrafe - 19
PADRE GIUSEPPE BEATO
Con grande gioia abbiamo letto la notizia sul Giornale di Como ri-
guardante la data e il luogo della cerimonia di Ƥ
di pa-
dre Giuseppe Ambrosoli. Si svolgerà a Kalongo il 22 novembre 2020.
Nella mente una nuova emozione e tanti pensieri e ricordi che si rin-
corrono. Si sta concretizzando quello che nel cuore di tutti noi era già
una certezza: padre Giuseppe sarà ƥ
proclamato beato.
Anche dall’Africa giunge la voce emozionata di padre Philip Zema,
che si unisce alla nostra gioia. Ma come prepararsi a questo evento?
Sicuramente con la preghiera, per essere in sintonia con la volontà di
Dio. Sarebbe bello riuscire anche a raccogliere idee e proposte come
comunità pastorale e come comunità civile per costruire un percorso
di riscoperta della Ƥ di padre Giuseppe, che ci conduca assieme
all’evento della Ƥ
Ǥ Così, mentre pubblichiamo le decisio-
ni prese dal nostro Vescovo, dai Comboniani - la famiglia religiosa di
padre Giuseppe -, dalla diocesi di Gulu e dalla famiglia Ambrosoli, pre-
ghiamo e pensiamo “quali piani e come realizzarli” per arrivare pronti
a questa importante data.
Ƥ
Ǥ
ǯǣǡ͚͚-
vembre 2020, Solennità di Cristo Re dell’Universo. Giuseppe Ambrosoli è un testi-
mone della missione e più volte aveva espresso il desiderio di essere sepolto tra i
suoi acholi, dove ha trascorso i 41 anni del suo servizio missionario.
Dopo aver sentito il parere del Padre Generale e suo Consiglio, consultato la
Chiesa locale di Gulu attraverso il suo Arcivescovo, Mons. John Baptist Odama,
la Chiesa locale di Como nella persona del suo Vescovo, Mons. Oscar Cantoni, e
anche il parere della famiglia Ambrosoli, c’è stato un parere unanime che la Bea-
Ƥ
Ǥ
Ǥ
-
ǤîƤ
°
sembrata il 22 novembre 2020, Solennità di Cristo Re dell’Universo.
ǡƤ
ǡ
Congregazione delle Cause dei Santi, Card. Giovanni Angelo Becciu, il quale ha
Ƥ
-
ǡ Ƥ
Ǥ
ǡ
infatti, è un testimone della missione e più volte aveva espresso il desiderio di
essere sepolto tra i suoi acholi, dove ha trascorso i 41 anni del suo servizio mis-
sionario.
Per noi comboniani un tale evento ci riempie di gioia e, allo stesso tempo, di re-
Ǥ Ƥ
ǡ ȋ
Uganda), faceva parte del Vicariato Apostolico dell’Africa Centrale di cui Com-
boni fu il primo Vicario Apostolico ed è il luogo in cui P. Giuseppe Ambrosoli ha
espresso il meglio di sé nell’opera dell’ospedale e nella scuola per ostetriche. Una
Ƥ
ǡǡǡǯǡ
lembo del Vicariato dove Comboni ha invano sognato di arrivare e che ora invece
ǡǤ
ǡƤǯ-
Ƥ
Ǥ
Ƥ
îǡ
-
gione: perché anche P. Ambrosoli, come il nostro santo Fondatore che l’ha pre-
ceduto, entra a far parte di quel fondamento nascosto su cui si erge maestosa la
Chiesa africana e poi, perché riceve ulteriore conferma il metodo inciso indele-
bilmente nel Piano: “Salvare l’Africa con l’Africa”! Molti dunque sono i motivi per
ringraziare e continuare con nuovo slancio missionario per il bene della Chiesa e
della società africana.
Familia Comboniana
Entrate
Cambio valuta € 77; N.N. € 200; Da coscritti 1960 per campanile € 2950; N.N. €
50; N.N. € 550; N.N. € 300; N.N. € 50; N.N. € 1000; N.N. € 100; N.N. € 2000; N.N.
€ 100; Ammalati e anziani € 230.
Uscite
Eni luce € 1347; D.B. per vari interventi € 400; Infostrada 79; Giornata delle Clau-
͙͂͘͘͘Ǣ
Ƥ
͙͂͜͝͡Ǣ
oratorio e dintorni € 2712; D.B. per ostie € 397; St. Commercialista Pandiani €
͙͟͞͞Ǣ͚λ͂͟͝Ǣ
͙͚͙͂Ǣ
-
menti € 600; Eni gas € 253; Copyland € 195; IRES e IRAP € 1084.
Entrate
Banco vendita Avvento (netto) 480; Cambio valuta € 82; N.N. € 250; N.N. € 100;
N.N. € 500; N.N. € 600; N.N. € 100; N.N. € 50; N.N. € 70; N.N. € 100; N.N. €
20000; N.N. € 400; N.N. € 150; N.N. € 100; N.N. € 100; N.N. € 100; N.N. € 50;
N.N. € 170; N.N. € 500; N.N. € 300; N.N. € 100; Ammalati € 340; Uso locali € 50;
Contributo annuale BCC € 500; Contributo Fondazione Comasca € 39802 (per
Bando 1/2018 - lavori Campata S. Paolo); Tombola Natale € 5135; Da Parrocchia
Ronago per rimborso spese € 1500.
Uscite
Ditta Or.Me. (acconto restauro campanile) € 7700; Ditta Merlo (lavori campani-
le) € 16500; Eni luce € 1159; Saldo Ponteggi campanile Puglisi € 3000; Addobbi
ƪ͂͘͠Ǣ͂͘͠Ǣ
͙͙͚͂͝Ǣ-
͙͚͂͘͘͜Ǣ͚͚͚͂͛Ǣ
Ƥ
-
lettino € 1231; Periodici S. Paolo € 70; Rivista Il Timone € 24; Ditta Merlo (lavori
campanile) € 11000; Infostrada € 69; Ditta Edilviganò lavori campanile € 2000;
Eni gas € 361; Eni luce € 1527; Copyland (contratto fotocopiatrice) € 2902; A Pa-
dre Passionista € 600; A Seminaristi Roma € 600.
Nel mese di dicembre sono stati versati € 1600 per la Giornata del Semina-
rio Diocesano, € 500 per le missioni e €1000 per la Comunità dei sacerdoti di
Buccinigo.
Resoconto - 23
LE PREGHIERE A MARIA NELLA STORIA - PARTE II
Sub tuum Praesidium – Sotto la tua protezione
Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Ge-
netrix. Nostras deprecationes ne despicias in neces-
sitatibus, sed a periculis cunctis libera nos semper,-
Virgo gloriosa
et benedicta.
24 - Le preghiere a Maria
Di fatto, in Egitto il titolo «Madre di Dio» era un appellativo tradizionale già prima
del cristianesimo ed era originariamente attribuito a Iside, la madre del dio Horo. I
cristiani copti, con grande naturalezza, conferirono il titolo a Maria ancor prima che
ǡ͙͛͜ǡƥ
ǯ
importante appellativo.
Inoltre, il grande teologo alessandrino Origene, che visse all’inizio del secolo III, il-
lustrò il motivo per cui Maria poteva essere chiamata a buon diritto Madre di Dio,
e il termine greco per «Madre di Dio», Theotokos, a causa della sua popolarità nella
Chiesa egiziana, divenne un titolo mariano consacrato.
Perciò il Sub tuum praesidium può essere considerato un prezioso patrimonio della
Chiesa egiziana, fondata, secondo la tradizione, dall’evangelista Marco. È un altro
dei contributi di questa Chiesa che concorse alla formazione della fede cristiana e
partecipò alla nascita del movimento monastico.
͙͙͟͡ǡƤ
ǡǯǡ
Ƥ
ǡǤ
ƪǤ
Quando gli esperti ebbero completato il meticoloso esame di questo papiro di 9 cm
per 18 e delle dieci righe in lettere greche maiuscole che vi erano inscritte, si era or-
mai nel 1938 e si potè dimostrare che l’espressione «Madre di Dio» era stata rivolta
a Maria centinaia di anni prima di quanto si pensasse.
Rifugio in Maria
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio
La prima riga della preghiera prepara immediatamente la strada per la supplica se-
guente. È un’espressione priva di ogni ambiguità: dà per scontato che Maria ha il
ƤǤ
Queste prime parole discendono direttamente dal fatto che Maria è nostra Madre.
Inoltre, l’espressione usata per «protezione» deriva dai Settanta (traduzione greca
dell’antico Testamento del secolo III a.C.) e si trova nei seguenti testi biblici:
Isaia 49, 2: « [Il Signore] mi ha nascosto all’ombra della sua mano».
Isaia 51, 16: « Ti ho nascosto sotto l’ombra della mia mano»
Salmo 17, 8: «Proteggimi all’ombra delle tue ali»
Si può dunque concludere tranquillamente che coloro che attribuirono quest’espres-
sione a Maria la consideravano in grado di assicurare la protezione di Dio stesso.
Le preghiere a Maria - 25
Maternità divina
Santa Madre di Dio
La riga successiva ci fornisce il motivo fondamentale del potere di Maria e del
nostro ricorso a lei: Maria è la Madre di Dio! Trova ascolto presso Dio! Non dob-
biamo temere nulla se la Madre di Dio ci sostiene!
San Germano amplia questo concetto: «O Maria tu possiedi su Dio l’autorità di
una madre. Perciò è impossibile che tu non sia ascoltata, perché Dio ti tratta
sempre come la sua Madre vera e immacolata».
San Luigi Grignion di Monfort aggiunge qualche altro particolare: «Il Figlio di
Dio… assoggettandosi completamente a Maria in quanto sua Madre, le ha con-
cesso un’autorità materna e naturale che va oltre la nostra comprensione. Non
Ƥ
°ǡ
nei cieli, perché la gloria non distrugge la natura ma la rende più perfetta… «In
quanto sua Madre ,Maria ha autorità su Gesù, il quale, poiché lo vuole, rima-
ǤÖƤ
ǡ
preghiere e per il fatto di essere madre di Dio, ottiene da Gesù tutto ciò che
desidera. Lo dona cioè a chi vuole e lo genera ogni giorno nelle anime di quelli
che sceglie».
Come abbiamo già osservato, questa seconda riga è anche una preziosa testi-
monianza dell’uso dell’espressione «Madre di Dio» da parte dei cristiani prima
del secolo IV.
Nella Prefazione (P13) della Messa che si celebra in occasione della consacrazio-
ne alla Vergine nella già citata
, la Chiesa espone il corolla-
rio per cui Maria, essendo «Madre di Dio», è anche «Madre di tutti i credenti»:
«Le parole di Gesù morente sul-
la croce… la Chiesa le ha accolte
come un particolare testamen-
to con il quale il Cristo Signore
Dzƥ-
Ƥdz ȋ
XIII) e ai discepoli consegnava
la veneranda Madre. Per questo
tra la Vergine Maria e il popolo
cristiano si è instaurato “un pe-
renne vincolo di amore”. Maria
santissima è chiamata “madre
dei credenti”; per questo i fede-
Ƥ
mandato di Gesù Cristo».
26 - Le preghiere a Maria
La richiesta di aiuto nel bisogno
Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova.
Con la terza riga, i fedeli implorano Maria di non ignorare la invocazione pro-
nunciata in un momento di disperato bisogno. Chiedono a Maria di essere una
vera protettrice, non come quelli che sostengono di proteggerli in astratto e poi
voltano le spalle quando si presenta una reale necessità.
Per i cristiani, nella vita, le necessità più importanti sono quelle spirituali.
Questa invocazione lo dà per scontato e potrebbe ben richiamare le parole di
sant’Alfonso M. de’ Liguori: «il cuore materno di Maria ha un grande desiderio
di darci la grazia. Questo desiderio è persino maggiore del nostro desiderio di
riceverla!»
Nella
, la Prefazione (P 29) della Messa di Maria Vergine
Regina dell’universo riassume in modo toccante l’insegnamento che sta dietro
a questa supplica:
«Dio Padre ha esaltato...... “la Vergine Maria, umile ancella.... al di sopra degli
angeli”. Regina che intercede e la beata Vergine la quale, innalzata “al di sopra
degli angeli”, regna gloriosa con il Figlio e intercede per tutti gli uomini, avvocata
di grazia e regina dell’universo».
Le preghiere a Maria - 27
Il desiderio e la capacità di agire di Maria
O Vergine gloriosa e benedetta.
La preghiera si conclude con una nota di comprensione e riverenza spirituali. Non solo
°ǡ°
ǼǽǼǽǤÖơ
Ƥ
capacità di aiutarli e nel suo desiderio di farlo.
Questa frase potrebbe senz’altro aver anticipato le parole sulla gloria di Maria pronuncia-
te da san Pio X: «Maria siede alla destra di Gesù come una regina. È il rifugio più sicuro e
ǯîƤ
Ǣ
ǯ°ǽǤ
Ƥ
mediazione di Maria dal suo trono di gloria:
«la funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce que-
sta unica mediazione di Cristoǡǯƥ
Ǥƪ
Vergine verso gli uomini non nasce da una necessità oggettiva, ma da una disposizione
puramente gratuita di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo; pertanto
si fonda sulla mediazione di questi, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua
ƥ
ǡ
ǯ
ǡ
la facilita» (LG 60).
ǡîƤ
sul mio canale youtube nella playlist: «Le preghiere a Maria» seguendo questo link:
https://www.youtube.com/playlist?list=PLhlyechER079yT3xvj5212WbBMbecQ62K
28 - Le preghiere a Maria
5LÀHVVLRQL
UN FUTURO PIÙ UMANO
C’è un tema che sottende e s’intreccia ai vari aspetti e alle numerose proble-
matiche economiche, politiche e sociali del mondo contemporaneo: il rappor-
to tra generazioni. Sembra che chi ha responsabilità decisionali non ne abbia
consapevolezza e sia costantemente schiacciato sul presente, sul “qui e ora”,
senza una prospettiva di futuro, spesso assillato dalla ricerca di un facile con-
senso.
Succede a livello locale e a livello globale. Soltanto Papa Francesco, con i suoi
molteplici interventi, sembra saper richiamare l’attenzione sulla necessità di
“una visione solidale del mondo, solidarietà che si estende anche ai rappor-
ti tra generazioni, guardando ad un futuro sostenibile”, come ha scritto nel
messaggio inviato al Forum Economico Mondiale di Davos, che si è svolto alla
ƤǤ
ǡ
ǡ
ǡ
ricordando a tutti che facciamo parte della stessa famiglia umana e che uno
sviluppo economico sostenibile dal punto di vista ambientale è non solo etico,
ma lungimirante nell’assicurare pace e prosperità al nostro pianeta.
Le profonde trasformazioni intervenute nell’economia, se da un lato hanno
Ƥ
ǡǯ
-
ǯ
ƤǤ-
°ƤƤǡǡ
produce ingiustizia, si allargano le diseguaglianze sociali e la stessa dignità
umana è seriamente minacciata.
L’intervento del Presidente americano Trump al Forum di Davos ha invece
ǡƤ-
ǡǯ
Ƥ
“profeti di sventura” coloro che si mostrano preoccupati per i cambiamenti
climatici e i disastri ambientali. Una visione tipicamente economicistica, che
guarda solo al proprio ombelico senza alzare lo sguardo oltre il proprio torna-
conto, incapace di una visione globale e di immaginare il futuro.
Esattamente quel futuro e quel mondo che le giovani generazioni ci chiedono
ƪǡî
ǡîǡî
Ǥ
In una parola, più umano.
Ǥ
34 - Il focatico
Il focatico - 35
Sturiell Sota ‘l Munt da la Pianta
del Pepin da Roma
Edio – Pronto!
Pepin – Ciau Edio. Summ ul sotasegretari dal sotasegretari del Papa.
Edio – Aho, chi s’arisente! Ciao, Pepin da Roma. Che t’è pijata la voja de parlà cor
Duca de li Mulini?
Pepinʹ>ĂƐĂƐƚăĚĞƉĂƌůăƌŽŵĂŶ͗ĐŝĐŝĂƌĞŵĐƵŶƚƵůŶŽƐƚďĞůůĚŝĂůğƩĚĂÜgià. Ù len-
giüü sü la Provincia che ànn faa a fregüj ul vecc cinema Aster.
Edio ʹŚ͕ƐĞ͕ƵůĐŝŶĞŵĂĐŚĞů͛ĞǀĂĚŝǀĞŶƚĂĂƵŶŶĞŐŽnjŝĚĂǀĞƐƟĂƌŝ͘͘͘
Pepin - … che me speravi ‘l diventass ul Teatar Cumünaal. Me sevi prunt a scriiv un
quejcoss par l’inaugüraziun.
Edio – Caru Pepin, ta devat desméntegà ul Teatar. Quell de l’Uratori l’ànn mandaa
al ricovar di vecc... e pö, e pö... e pö vedi migna recascià i jüstrej.
Pepin – Recascià i jüstrej? ‘Se ‘l vöör dì?
Edioʹ'Ś͛ğŵŝŐŶĂƵůƌŝĐĂŵďŝĚĞĂƚƵƵƌ͘&ŝƵƌŝƐƐŵŝŐŶĂůĂƉĂƐŝƵŶĮůƵĚƌĂŵĂƟŐĂ͘
Pepinʹ&ŽƌƐŝůĂĮƵƌŝƐƐŵŝŐŶĂƉĂƌĐŚĠŐŚ͛ğŵŝŐŶĂƵůƚĞƌĞŶ͗ŐŚ͛ğŵŝŐŶĂƵůƚĞĂƚĂƌ͘
Edio – Ta gh’eet resun: Al podaria vess... perché par suna la trumba ga vöör la
trumba.
Pepin – Pecaa! Un paees cun quela bela tradiziun! Un palch’scenich induè ànn
ƌĞĐŝƚĂĂďĞůĂŐĞĞŶƚĐƵŵğƵůŵğƉăEĞƐƟŶ͕ƵůWĂƐĂƌŝŶ͕ƵůDĞĐŚĞƚĂ͘͘͘
Edio - … ul Mariu Sumain, ul Luigi Miglieta... la vegn lunga a numinaj tütt.
Pepin ʹhů^ĂŶĚƌŝŶŽĐƋƵŝŽ͘>͛ĞǀĂĐƵŵğƵŶĨƌĞĚĞůů͗ŝŶƐĐĞŶĂĐƵŶƚŝĞZĞŐĞ͖ĨƂƌĂĚĂ
ƐĐĞŶĂƉĂƌů͛ĂĨĞnjŝƵŶĞƵůƌŝƐƉĞƩĐŚĞŐŚ͛ĞǀƵŵ͘DĂǀĞŐŶƵůŵĂŐƵŶ͘
EdioʹŚĞĂƌƟƐƚĂƵů^ĂŶĚƌŝŶ͊ůƌĞĐŝƚĂǀĂĂŶĐĂĚƵŵăĐƵŶƚũ͛öcc . Ma paar da videll.
Pepinʹ'Ś͛ƶƚĂŶƟďĞũŝŵĂŐŝŶĚĞŶƚ͛ĂůĐž͗ƶĐƵŵĞŶĐŝĂĂĂůĂŵĞƚăĚĞũ͛ĂŶŶ͞ĐŝŶƋƵĂŶ-
ta” a calcà ul palch de l’Uratori insema al Sandrin e a fà i mè martulaad, cun quela
36 - I racconti Uruk
VÖJA DA FA’ TEATAR
Fu turnà indré la ment a j’ann “cinquanta”,
quand paj vacaanz, dutaa de repertori,
metevi i pée sül palch de l’Uratori
par recità sturiell de sana pianta.
/ŶĐŽƉŝĂĐƵů^ĂŶĚƌŝŶ͕ƋƵĂŶƟƋƵĂĚƌĞƩ͊
Ul Kruns e ‘l Kranz, la farsa del malaa,
ǀĞƐƟŝĚĂĚŽŶŶĐƵŶƐĐŝĂůůĞĐƵŶƐĐƵƐƐĂĂ
e cuntà sü un ďƵƌĚĞůůĚĞďĂƌnjĞůĞƩ͘͘͘
Edio ʹŝŵĂůŵŝŐŶĂĂŵĞ͊WĞŶƐĂĐŚĞĐƵŶƚƵůŵğůŝŐĂŵŵĐƵŶƚ͞/WŝŽŶŝĞƌŝ͟ƉŽĚŝ
scriiv un libar. Te ta vegnivat sura tütt d'estaa, ma ul teatar da Ügià l’eva viiv
anca d’invernu cunt i dramm e i cumedi.
Pepin –ůƐƵ͕ĂůƐƵ͘E͛ƶƐĞŶƚƺƺĐƺŶƚĂĚĂůŵğƉăEĞƐƟŶ͘ůŶƵŵŝŶĂǀĂƐƉĞƐƐƵů
Don Cirillo, che ‘l duveva véss ul regista.
Edio – A part l’Uratori, l’Aster l’à uspitaa persunagg famuus cumè ul Gaber. Al
ƐĂƌĞƐƐďĞůůĂǀĞŐŚĂĚŝƐƉƵƐŝnjŝƵŶĂŶŵžƵŶƚĞĂƚĂƌ͕ŵĂŐĂƌŝƉƺƐĞĠĞŐƌĂŶĚ͘
Pepin – &Ă͛ŐŝƌăƵŶĂƉĞƟnjŝƵŶĐŚĞŐĂŵĞƟůĂĮƌŵĂ͘ŝĂƵ͕ƵĐĂĚŝŝDƵƌŶĠƌ͘
Edio – Ga pensarù. Ciau, Sotasegretari del Sotasegretari del Papa.
I racconti Uruk - 37
Sentieri di fede
SOLBIATE ARNO: CHIESETTA DI MONTE
In questo nuovo anno non si ferma
il cammino sui “Sentieri di fede”
per andare incontro a un luogo di
culto dedicato a Sant’Agata, ve-
nerata come patrona delle donne.
Ci troviamo ancora in provincia di
Varese, dalle alture del lago Mag-
giore, luogo in cui ci trovavamo
la scorsa volta, al Contado del
Seprio, dove in località Solbiate
Monte, frazione di Solbiate Arno,
sorge la piccola chiesa romanica
intitolata a Sant’ Agata, nota an-
che col nome chiesetta di Monte.
Ƥ
(sec XII-XIV) per volontà della fa-
miglia Mantegazza, è citata per
la prima volta dall’Arcivescovo
Gaspare Visconti, giunto in visi-
ta pastorale a Solbiate nel 1586
e, quindi, dal cardinale Monti
(1646), che rilevava la necessità
degli abitanti che si tornasse a
celebrare messa nell’Oratorio. Sappiamo che nel 1682 era tornata ad essere
luogo di culto, con la celebrazione di dieci messe all’anno. Il parroco di que-
gli anni descrisse la chiesetta con queste parole: “…Essa ha una cappella rivolta
Ƥ ǥ
°ƥǡ°
Ǥǡ
ǡ ¿ǡ Ƥ Ǥ
mentre a mano destra, verso settentrione, vi è l’immagine della Beatissima Ver-
ǥdzǤǯƤ
Ö
±
oggetto di contesa tra i Marchesi Mantegazza, proprietari della collina di Monte,
ǡƥǤ
ǯ
-
ta “chiesa sussidiaria” (a disposizione dei fedeli di una parrocchia che abitano
ȌƤ
¿
Ǥơ
°
ǯ
38 - Sentieri di fede
ed è percorsa da una zoccolatura con la teoria dei Vizi e delle Virtù. Sempre
nel catino absidale troviamo un’immagine di Cristo in mandorla e la Croci-
Ƥ
Ǥǯ
ǡ-
ƥ
ǡ
celeste l’Annuncio a Maria. Questi dipinti raccontavano al fedele dell’epoca
la storia della salvezza eterna, che avviene tramite la remissione dei peccati,
la cui espiazione è possibile grazie alla vittoria della vita sulla morte, con la
Ƥ
îǤ ͚͘͘͟ ͚͘͘͠
ǯ
-
ǡ
ǡ
ǤƤ-
trazioni d’acqua e la relativa umidità nel corso degli anni avevano rovinato i
muri esterni ed interni della chiesa, causando lo scrostamento degli intonaci
Ƥơ
ǤǯƤ
°
sua globalità, compresi il tetto del presbiterio e le formelle del portone di
Ǣ
Ö
ơ
ǡ
ƤǦ
Ǥ
Il percorso – Si prende l’autostrada A8 Varese – Milano e si imbocca l’uscita a
Solbiate Arno. Superata l’autostrada alla rotonda, si prosegue su Via del La-
voro e poi Via Molinello; alla seconda rotonda ci si immette in viale Europa. E
poi, di nuovo alla seconda rotonda, si continua su Via Montebello. Dopo circa
trecento metri si svolta a sinistra, su Via C. Colombera, a pochi metri si svolta
a destra in Via Sant Agata. Successivamente si potrà vedere la chiesetta, in
fondo alla via.
Sentieri di fede - 39
Segnalibro
40 - Segnalibro
STORIE DEI PICCOLI CERCATORI DI DIO
Francesco Liera
San Paolo
Segnalibro - 41
NATALE E DINTORNI
ǡ
îǡƤ
la mente e con il cuore un tempo ricco di momenti intensi che, nel rigore dell’in-
verno, portano calore e avvicinano alla fede bambina, quella cresciuta magari al
ơ
Ǥǡ-
vena, Tempo di Natale, Epifania. Ogni periodo è stato vissuto con segni evidenti
ed eloquenti, che ci hanno aiutato a scoprire e a riscoprire valori importanti quali
il senso dell’attesa, il valore del dono, la gratuità di una presenza, l’accoglienza
ƤǤǡ
cogliere lo spirito di stupore e meraviglia, sono stati protagonisti di giorni intensi.
Ed è stato bello vederli attenti, coinvolti, capaci di emozionarsi ed emozionare, di
Ƥ
Ǥ
perché attraverso i loro occhi e le loro attese ci siamo interrogati più volte che
cosa guardano invece i nostri occhi e che cosa attendiamo davvero.
ƪƤǯ
ǣ
ǯ
ǡƤ
ǯ
ǯƤǡǯ
Novena è stato realizzato un po’ alla volta per rammentarci che noi siamo stru-
menti nelle mani del Padre, le piccole luci che si sono levate ad accompagnare
il canto e la preghiera, i presepi pensati con
cura e amore per creare un angolo di famiglia
da ammirare dopo la messa o negli angoli del-
le strade, i canti di Natale sempre belli e gio-
iosi accompagnati dagli strumenti musicali, il
presepe vivente con gli abiti sapientemente
confezionati, l’arrivo dei Magi atteso nel buio
della notte e accompagnato dal suono melo-
dioso dell’arpa e dalla presenza della famiglia
di Nazareth, la processione con la statua di
Gesù Bambino, le omelie che ci hanno indi-
cato il cammino, i momenti di preghiera e di
ƪǤ
altro … E sicuramente qualcosa sarà stato di-
menticato in questo elenco. Rimane una do-
manda: cosa resta di tanta bellezza ricevuta,
di tanta grazia donata largamente? Che cosa
ơ
42 - Natale e dintorni
comunità? Non ci è mancato nulla. Ma noi siamo stati capaci di apprezzare,
ringraziare, gustare, interiorizzare tutto il bene ricevuto?
Ora che è tornato il tempo delle cose normali, della vita che scorre con il
ritmo dei giorni di lavoro e di studio, ora che le feste si sono diradate abbia-
mo dentro la voglia di ripartire come comunità, di mantenere la goccia di
speranza che Gesù ha messo nel nostro cuore? Dice un canto: “Ora è tempo
di gioia, non ve ne accorgete?”. Sì, tempo di gioia cristiana e di vita vera. “E
il Verbo s’è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi”.
Natale e dintorni - 43
44 - Novena di Natale
Novena di Natale
Novena di Natale - 45
dall’Oratorio
46 - dall’Oratorio
tra campi e mucche, lontano dalla nostra
comfort zone e dalla tecnologia … chi se
lo sarebbe mai aspettato? Godersi un pa-
Ƥ
diecimila foto, dimenticare instagram e
whastapp per stare un po’ insieme e, ma-
gari, anche sdraiarsi a terra.
ƥ
abbia fatto alzare dal divano durante le
vacanze natalizie per intraprendere que-
sta avventura, forse l’allegria e la com-
plicità, o magari qualcosa di più. Certo
è, però, che siamo arrivati a Pellio con le
nostre certezze e siamo tornati un po’
diversi, con qualche domanda e qualche
chilo in più … perché si sa, la montagna fa
venir fame e i nostri amati cuochi hanno
preparato piatti che neanche a Master-
Chef si vedono. Tra lasagne e pizzocche-
ri, briscola e mimi, mal di piedi e canzoni,
abbiamo ritagliato insieme agli animatori
ƪ
della nostra vita, che, come per i Magi, è
guidato da una stella che sta ferma lì, ci
protegge e ci sprona a camminare, an-
che quando la salita è ripida come quella
di San Zeno. Allora, portiamo il nasino al
cielo e cerchiamo la nostra stella! Proprio
questo abbiamo fatto l’ultima sera, con i
piedi sull’erba gelata e la testa tra le stelle
… ringraziando il Signore per i nostri com-
pagni di viaggio. Perché si sa “la felicità è
reale solo quando è condivisa”.
dall’Oratorio - 47
MESE DELLA PACE: I RAGAZZI RIFLETTONO
“La guerra non me l’ha raccontata nessuno, la guerra l’ho vista. La guerra ha un
ǤǤ
°Ǥdz
ƪ
delle Medie, durante i loro incontri settimanali di catechismo. Aiutati da Angelo
Mazzucchi, volontario di Medici Senza Frontiere, hanno capito che chi subisce
di più la guerra non sono i soldati, ma i civili: i bambini, gli anziani e le donne
in attesa di un bambino. Hanno compreso che quando si scappa è perché si ha
fame, freddo, è impossibile lavarsi, dormire o ripararsi. Non rimane più nulla e
delle volte non rimane più nessuno con cui condividere le proprie paure. Ma, so-
prattutto, la guerra toglie la dignità e cercare di ridarla, per un volontario o un
medico, è come svuotare un lago con un cucchiaino. Qualcuno dei nostri ragazzi
è rimasto colpito dopo aver saputo che le armi non sono solo le bombe antiuomo,
che hanno lo scopo di ferire e menomare la popolazione, ma si usano anche armi
non convenzionali, come le violenze sessuali. Angelo ha mostrato ai ragazzi cos’è
°
ƥ
mai bisogno degli altri, perché un giorno potremmo essere noi a chiedere aiuto.
ǡ
ǡ
ƪ
questo valore sia importante. Ognuno di noi, nel suo piccolo, può contribuire a
portarla nel nostro mondo.
48 -dall’Oratorio
LEGGIAMO LA PACE
Come parlare della PACE ai bambini? Non esiste modo migliore dei racconti!
Eh sì … proprio così. Ai bambini della scuola primaria è stata fatta la proposta
di un pomeriggio in oratorio per ascoltare “Racconti di Pace”. Con l’aiuto del-
ǡƪǯǯ
ǡ
rispetto e dell’accoglienza.
È stato facile immedesimarsi in un gatto nero e nella gatta bianca: quando
per caso si sono incontrati, pur essendo completamente diversi, hanno scop-
erto di essere inseparabili e … dalla diversità sono nati tanti “amici colorati”.
Con la fantasia ci siamo trovati in un prato immenso, dove due famiglie di
ǯ
Ƥǡ
-
tatti con i vicini. Finché un nocciolo di ciliegio, caduto proprio a ridosso del
Ƥǡ
ƤǤ-
getti dei protagonisti non seguono la logica della natura: dal nocciolo nasce
una pianta di ciliegio che coprirà con la sua chioma entrambi i territori e così
porterà la pace tra i due popoli.
Potremmo continuare a raccontarvi del Signor Guerra e della Signora Pace o
della bambina tutta verde … sicuramente nella memoria dei bambini presen-
ti hanno lasciato un segnale importante. Dopo aver ascoltato i racconti letti
ơǡƥ
dei bellissimi e colorati laboratori! Con una dolce merenda il pomeriggio è
volato in un baleno!
dall’Oratorio - 49
“ELLA FU MOLTO TURBATA”
Mi presento, per chi ancora non mi conosce, sono Alex Di Bi-
ase, ho 23 anni, vengo da Cittiglio (VA) e sono in II teologia, per
discernere la volontà di Dio e capire dove mi porterà.
Per tradizione la seconda domenica d’Avvento, è anche la
Giornata del Seminario,
in quest’occasione vi racconto brevemente il mio cammino,
che mi porta qui oggi. Parto dal brano del Vangelo che abbi-
ȋ
͙ǡ͚͞Ǧ͛͠Ȍǡ
ơ
reazione di Maria dopo l’apparizione dell’angelo. Come abbi-
amo letto: “Ella fu molto turbata”. Reazione nella quale mi ci
rivedo: in qualche modo anch’io, quando il Signore mi ha “chi-
amato”, mi sono sentito molto turbato. Turbato perché l’intu-
izione - che con il cammino del seminario, passo dopo passo,
diventa vocazione - è arrivata inaspettata mentre ero alla deriva in un modo di vivere che
riempiva le giornate, ma non riempiva il cuore. Un modo di vivere fondato sulla ricerca di
un amore sincero, vero, profondo … ma una ricerca fatta nei modi dissoluti e leggeri di un
giovane sregolato. Ma una volta toccato il fondo, non si può che risalire! Ed ecco il turba-
mento: c’è un Dio che ti fa risalire, che ti tende la mano e ti fa riemergere dall’abisso di una
vita vuota, senza senso. Facendoti ritornare alla luce.
Tutto questo avviene, però, ogni giorno, con le persone che il Signore mi mette di fronte,
che incarnano il Suo Amore. (don Marco, don Sandro, amici, giovani, famiglie… ). Le quali
m’insegnano che esiste un amore vero, sincero, profondo, che ha il nome di Gesù Cristo,
segno dell’amore del Padre che si fa carne, per ognuno di noi. E non ogni anno a Natale
nel nostro presepe, ma ogni giorno in chi ci sta accanto nel presepe della quotidianità della
nostra vita.
Allora, eccomi qui, alla scoperta di questo Amore che ti salva la vita - ogni giorno nella fa-
ơ
Ǧ
ǡ
po’ come dice il cantante Ultimo in una sua canzone: “Portami con Te: dov’è leggero il mio
bagaglio, dove mi ami anche se sbaglio”. Amore che sei chiamato a incarnare e penso al mio
ǡ
ơ
le persone che incontro… e questo è ancora, solamente, il mio dovere di “chiamato”. Allora,
non vi auguro semplicemente un buon Natale, ma vi auguro di riscoprire il Suo Amore che
si incarna ogni giorno per ognuno di noi, in ognuno di noi. Basta volerlo accogliere. Grazie.
Alex, seminarista
Testimonianza nella Giornata del Seminario
25,==217$/,
0DVFKHUDGL7RULQR3LHPRQWH²0DVFKHUDGL9HQH]LD9HQHWR²0DVFKHUDGL)LUHQ]H7RVFDQD²
0DVFKHUDGL5RPD/D]LR²0DVFKHUDGL3XWLJQDQR%$LQ3XJOLD²0DVFKHUDGL6FLDFFDSURYLQFLDGL
$JULJHQWRLQ6LFLOLD²0DVFKHUDGL5RPD/D]LR²0DVFKHUDGL%HUJDPR/RPEDUGLD²0DVFKHUDGL
9LDUHJJLRSURYLQFLDGL/XFFDLQ7RVFDQD²0DVFKHUDGHOOD/LJXULD²0DVFKHUDGL%HUJDPR/RPEDUGLD
9(57,&$/,
0DVFKHUDGHOOD&DODEULD²0DVFKHUDGL%RORJQD(PLOLD²0DVFKHUDGL7RULQR3LHPRQWH²0DVFKHUD
GL0RGHQD(PLOLD²0DVFKHUDGL%HUJDPR/RPEDUGLD²0DVFKHUDGL0LODQR/RPEDUGLD²0DVFKHUD
GL1DSROL&DPSDQLD²0DVFKHUDGL1DSROL&DPSDQLD²0DVFKHUDGL1DSROL&DPSDQLD²0DVFKHUD
GL9HQH]LD9HQHWR
/(5,63267('$,16(5,5(1(//26&+(0$
LOQXPHURGLOHWWHUHGLRJQLULVSRVWDYLDLXWHUjDULVROYHUOR
OHWWHUH*LDQGXMD*LRSSLQR6DQGURQH
OHWWHUH%DODQ]RQH%ULJKHOOD&RORPELQD)DULQHOOD0HQHJKLQR3DQWDORQH5XJDQWLQR7DUWDJOLD
OHWWHUH $UOHFFKLQR %HSSH 1DSSD %XUODPDFFR *LDFRPHWWD 0HR 3DWDFFD 3XOFLQHOOD OHWWHUH *LDQJXUJROR
6FDUDPXFFLD6WHQWHUHOOR
OHWWHUH&DSLWDQ6SDYHQWD
Pagina dei bambini - 51
Presepi 2019
Uggiate
Ronago
SSomazzo
omazzo
Mulini
M ulini
TTrevano
revano
1RWL]LHÀDVK
1RWL]LHȵDVK
GENTILI NOTE
ǡ ơ
splendida opportunità per ritemprare lo spirito con tanta buona musica, ben
eseguita e preparata con cura e pazienza. La sera del 7 dicembre, vigilia della
solennità dell’Immacolata Concezione, nella chiesa parrocchiale di Uggiate, la
Schola Cantorum della Comunità ha presentato un corposo numero di canti per
preparare i fedeli al vicino Natale. I cantori hanno dato il meglio di sé sostenuti
dalla direzione del maestro Mario Grisoni e accompagnati all’organo dal maestro
Ǥ
ǯǡƤ-
ma e la parola donata come poesia e armonia.
L’altra gradevole serata è stata proposta dalla Filarmonica Santa Cecilia, il 21 di-
cembre, nel salone del nostro Oratorio. Una grande performance, si potrebbe
dire. Un’esibizione da professionisti. Nel corso della serata il presidente Silvano
ƥǡǡ
ǡ
all’attenzione del pubblico un felice anniversario: i quarant’anni di direzione del
maestro Dante Peverelli. Il maestro, insieme all’elevato livello di professionalità e
all’impegno costante, ha contribuito ad elevare il livello di competenza e di pre-
parazione del Corpo Musicale. Una piacevole sorpresa è stata anche l’esecuzione
da parte degli Allievi di un brano musicale e la successiva presentazione del pezzo
conclusivo “Mele kalikimaka”, gli auguri di buon Natale espressi sulla partitura di
una musica hawaiiana. Ciò ha donato molta gioia, in particolare al caro Gigi Coc-
quio, che da anni risiede alle Hawai’i. Si è commosso vedendo il video dell’evento,
tanto da scrivere via mail “Quando ho visto il video mi sono venute le lacrime agli
occhi.”
1RWL]LHȵDVK
no contagiato con la loro allegria gli ospiti della Casa Anziani, le classi terze
hanno portato gli auguri ai volontari della sede locale della Croce Rossa, le
classi quarte hanno raggiunto la vicina Scuola Media per uno scambio di au-
guri in musica e un sentito ringraziamento per il prezioso impegno a favore
del nostro territorio, i ragazzi di quinta hanno accolto i genitori e le autorità
presenti in palestra con uno spettacolo movimentato ed emozionante. Com-
movente è stata la premiazione del Concorso “Poeti come Anna”, istituito
dai coscritti della classe 1959 in memoria della coetanea e poetessa loca-
le Anna Pellegrini, giunto alla terza edizione. Anche le Scuola dell’Infanzia
hanno organizzato momenti di festa e di incontro in occasione del Natale.
Queste iniziative lodevoli vedono le nostre scuole protagoniste e coinvolta
nel tessuto sociale in cui operano. Un plauso a quanti promuovono queste
manifestazioni impegnative, ricche, protese all’incontro e allo scambio, se-
gno tangibile di un’attenzione a ciò che i bambini e i ragazzi vivono al di fuori
Ƥ
ǡǤ
TOMBOLA DI NATALE
Il giorno di Santo Stefano qual è la doman-
ơ
della Tombola di Natale? “Allora, chi ha vin-
to il collier? E chi sono i fortunati del Tom-
bolone?”. La risposta non sempre è facile
perché nella confusione dei sorteggi e della
Ƥǡ-
de di vista chi sia veramente il vincitore.
Quest’anno la dea bendata ha impreziosito
il collo di una gentile signora di Cagno,Lu-
igia Scacchi, che ci ha tenuto a precisare
di essere una fedele e assidua presenza la
sera del 25 dicembre. Che dire a conclusio-
ne dell’evento? Un grande e sincero grazie
ơ
1RWL]LHȵDVK
rendere bella, ricca, accattivante la nostra tradizionale Tombola. Prima di tutto
ơ Ǣ
volontari che hanno raccolto i doni e li hanno sistemati sul palco, suddividendoli
nei vari giri previsti dal gioco, che hanno coordinato le attività durante la serata
ơ
Ǥ
Tombola di Natale è un gioco familiare, sempre partecipato da un folto pubblico.
La generosità dei presenti permette di raccogliere una valida somma, utile per i
bisogni del nostro oratorio.
1RWL]LHȵDVK
anni, la vocazione che il Signore ha pensato per loro. La novità è che tutto ciò
avviene non lontano dalla casa dei ragazzi, in una porzione di Diocesi che ha
Ƥơȋ
ƤȌǡ
progetto che accompagna giovani ragazzi che non escludono un cammino
ǡ
Ƥ
-
ơǤ
°
come tante altre, ma una scelta precisa che, come Chiesa Diocesana, è stata
fatta e che ci viene chiesto di sostenere nella preghiera e nelle dinamiche di
accompagnamento che come comunità possiamo vivere.
1RWL]LHȵDVK