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Comunità Pastorale

Uggiate
e Ronago

c
SETTEMBRE 2019

di Uggiate e Ronago

le ampane
Direttore responsabile: Maria Castelli - Registrazione Tribunale di Como numero 3/2018 del 1/3/2018

Redazione: Casa Parrocchiale - 22029 Uggiate Trevano - p.zza della Repubblica, 1


Stampato da: Tecnografica srl - via degli Artigiani, 4 - 22074 Lomazzo (CO)

Comunità Pastorale di
Uggiate e Ronago
Segreteria Parrocchiale Caritas
da lunedì a Venerdì Orari apertura
ore 9.00 - 11.00 lunedì 9.30 - 11.30
tel. 031/94.87.21 venerdì 9.30 - 11.30
Le Campane
di Uggiate e Ronago
è anche sfogliabile online all’indirizzo:
www.oratorio-uggiate.it
Indirizzo e-mail della Redazione:
Le Campane
di Uggiate e Ronago

campane.uggiate_ronago@yahoo.it
Per ricevere via e-mail
l’Agenda della Settimana scrivi a:
vocechebussa@gmail.com
Guidami
Guidami, luce gentile, in mezzo alle tenebre
guidami tu.
Buia è la notte e la mia casa è lontana:
guidami tu.
Dirigi tu il mio cammino; di vedere lontano
non te lo chiedo - un solo passo sicuro mi basta.
In passato non pensavo così, né ti pregavo:
guidami tu.

Amavo scegliere da solo la via; ma ora guidami tu.


Amavo la luce del giorno e senza timore
cedevo all’orgoglio - non ricordare, ti prego, il passato.
A lungo tu mi sei stato vicino;
posso dunque ripetere:
guidami tu.

Fra acquitrini e paludi, fra crepacci e torrenti


finché la notte è trascorsa.
All’alba, quei volti di angeli torneranno a sorridere,
da me amati un tempo e poi purtroppo perduti.

Beato Cardinal John Henry Newman

Il Cardinal Newman (1801 – 1890)


sarà proclamato santo il 13 ottobre 2019, in Vaticano.
Intro
VOLTI CHE PARLANO
Distribuendo la Santa Comunione durante la Santa Messa affido sempre
le persone che mi sfilano davanti per ricevere il Corpo di Cristo. Perso-
ne che hanno le loro gioie e i loro dolori e che a volte conosco. E proprio
questa conoscenza mi permette di affidare a Gesù in modo particolare le
pene che ognuno porta nel cuore. Sì, perché in 31 anni di sacerdozio ho
incontrato centinaia di persone e posso affermare con assoluta certezza
che non esiste una persona che sia esente dalla croce, intesa come peso
da portare o fatica da fare o sofferenza da sopportare. E i volti di queste
persone parlano. Parlano di forza, di serenità, di accettazione, di resisten-
za, di caparbietà… parlano di una fede a volte in crisi, messa a dura prova
dalle vicende della vita, a volte così forte da donare tanta serenità anche
in mezzo alle tempeste più tremende.
La fede, quando diventa abbandono alla volontà di Dio, nella convinzione
che il Padre vuole sempre il nostro bene, è un’arma potentissima. Riesce
infatti a scardinare l’opera del Maligno, che da sempre vuole separare l’uo-
mo da Dio, per farci provare il dramma della solitudine, dell’impossibilità
di essere aiutati e sostenuti, dell’orgoglio che rifiuta, sprezzante, qualun-
que presenza che possa minare l’umana volontà di potenza. I volti par-
lano. E raccontano storie di amore e di odio, di generosità e di rancore,
di dono e di ingratitudine. Rivelano la presenza di una sofferenza fisica o
di una sofferenza spirituale, dicono la gioia, manifestano la felicità. Come
sarebbe bello se riuscissimo a “sprecare” un po’ di tempo per guardarci in
modo non superficiale, per cercare di fare quello che faceva Gesù, il quale
“guardava dentro”. Forse per noi sarebbe già un traguardo guardare negli
occhi, guardare in viso. E lasciarsi guardare, rischiando che l’altro scopra le
nostre debolezze, le nostre fragilità, le nostre pietose bugie. Forse è pro-
prio questa la parte più difficile, soprattutto per chi è abituato a dare, a non
chiedere, a sostenere gli altri: farsi scoprire debole, bisognoso di aiuto,
di sostegno, incapace di arrivare dappertutto. È l’esperienza che viviamo
quando siamo malati e ci sembra che la nostra vita si trascini nell’inutilità,
diventando un peso per gli altri, senza renderci conto, invece, della prezio-
sità del tempo della malattia, che ci unisce in modo tutto particolare alla
Croce di Gesù. E se noi stessi provassimo a guardare seriamente il nostro
volto, magari al mattino, nello specchio, che cosa riusciremmo a vedere?  

don Sandro, parroco

4 - Intro
FESTA DELLA MADONNA ADDOLORATA
Parrocchia di UGGIATE-TREVANO
SANTUARIO DI SOMAZZO

DA LUNEDÌ 9 A SABATO 14 SETTEMBRE 2019 tutte le mattine

ore 5.30 ritrovo presso il Monumento


ai Caduti di Uggiate T.,
salita verso il colle di Somazzo
e recita del SANTO ROSARIO
ore 6.00 SANTA MESSA

DOMENICA 15 SETTEMBRE 2019


ore 10.30 SANTA MESSA solenne

ore 14.30 SANTO ROSARIO


e BENEDIZIONE EUCARISTICA,
a seguire,
INCANTO DEI CANESTRI
ore 18.00 SANTA MESSA

Durante la giornata
PESCA di BENEFICENZA
La parola del Papa
LE CALUNNIE SONO UN VELENO
Il Papa Francesco si è da subito caratterizzato per un linguaggio franco e
diretto, che, assieme a tanta simpatia, gli ha anche causato alcuni attac-
chi, soprattutto strumentali, da parte di cosiddetti “haters”, cioè persone
che generalmente disprezzano, diffamano o criticano distruttivamente
una persona, un lavoro o un concetto in particolare. Il Papa Francesco
incontra i Rom? Subito una valanga di critiche. Il Papa riceve la visita di
Greta Thunberg (la giovane attivista ambientalista)? Subito altre critiche.
Il Papa fa una dichiarazione sulla famiglia? Subito le critiche (magari di
quelli che prima lo difendevano da altre critiche). Sembra un circolo vizio-
so. Quale può essere la soluzione per un cattolico? Ce la indica lo stesso
pontefice, con le parole di un Angelus del 2014, commentando il passo
evangelico: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei
farisei, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 5,20).
“Gesù era pratico, parlava sempre con gli esempi per farsi capire. Inizia
dal quinto comandamento del decalogo: «Avete inteso che fu detto agli
antichi: “Non ucciderai”; … Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio
fratello dovrà essere sottoposto al giudizio» (vv. 21-22). Con questo, Gesù
ci ricorda che anche le parole possono uccidere! Quando si dice di una
persona che ha la lingua di serpente, cosa si vuol dire? Che le sue parole
uccidono! Pertanto, non solo non bisogna attentare alla vita del pros-
simo, ma neppure riversare su di lui il veleno dell’ira e colpirlo con la
calunnia. Neppure sparlare su di lui. Arriviamo alle chiacchiere: le chiac-
chiere, pure, possono uccidere, perché uccidono la fama delle persone!
È tanto brutto chiacchierare! All’inizio può sembrare una cosa piacevole,
anche divertente, come succhiare una caramella. Ma alla fine, ci riempie il
cuore di amarezza, e avvelena anche noi. Vi dico la verità, sono convinto
che se ognuno di noi facesse il proposito di evitare le chiacchiere, alla fine
diventerebbe santo! È una bella strada! Vogliamo diventare santi? Sì o
no? Vogliamo vivere attaccati alle chiacchiere come abitudine? Sì o no?
Allora siamo d’accordo: niente chiacchiere! Gesù propone a chi lo segue
la perfezione dell’amore: un amore la cui unica misura è di non avere
misura, di andare oltre ogni calcolo. L’amore al prossimo è un atteg-
giamento talmente fondamentale che Gesù arriva ad affermare che il
nostro rapporto con Dio non può essere sincero se non vogliamo fare
pace con il prossimo. E dice così: «Se dunque tu presenti la tua offerta
all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì

6 - La Parola del Papa


il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello»
(vv. 23-24). Perciò siamo chiamati a riconciliarci con i nostri fratelli
prima di manifestare la nostra devozione al Signore nella preghiera.”
“Da tutto questo si capisce che Gesù non dà importanza semplicemente
all’osservanza disciplinare e alla condotta esteriore. Egli va alla radice
della Legge, puntando soprattutto sull’intenzione e quindi sul cuore
dell’uomo, da dove prendono origine le nostre azioni buone o malvagie.
Per ottenere comportamenti buoni e onesti non bastano le norme
giuridiche, ma occorrono delle motivazioni profonde, espressione di
una sapienza nascosta, la Sapienza di Dio, che può essere accolta
grazie allo Spirito Santo. E noi, attraverso la fede in Cristo, possiamo
aprirci all’azione dello Spirito, che ci rende capaci di vivere l’amore
divino.
Alla luce di questo insegnamento, ogni precetto rivela il suo pieno
significato come esigenza d’amore, e tutti si ricongiungono nel più
grande comandamento: ‘Ama Dio con tutto il cuore e ama il prossi-
mo come te stesso’.”

La Parola del Papa - 7


Riflessioni
L’INNO NAZIONALE IN SPIAGGIA
Esattamente quarant’anni fa (era l’ormai lontano 1979) stavo svolgen-
do il servizio militare a Gorizia, una città dolorosamente divisa in due
alla fine della seconda guerra mondiale, dove la cosiddetta “guerra
fredda” tra est e ovest era plasticamente rappresentata da una lunga
e lugubre cancellata che segnava il confine tra l’Italia e la Jugoslavia.
Quella cancellata era il limite geografico che a noi, ragazzi in divisa,
era proibito oltrepassare. La città aveva una forte identità nazionale:
c’erano bandiere italiane un po’ dappertutto e i discorsi della gente,
che ci capitava di ascoltare in libera uscita, spesso vertevano sulla dif-
ferenza tra il grado di libertà e lo stile di vita dei goriziani rispetto ai
loro vicini jugoslavi.
In caserma, i riti mattutini dell’alzabandiera e dell’inno nazionale era-
no momenti solenni e segnavano l’inizio delle nostre attività quoti-
diane.
Mi scuso per l’incipit autobiografico dell’articolo, ma mi serviva per
sottolineare la distanza siderale, che mi pare di avvertire, tra la consa-
pevolezza che i simboli della bandiera e dell’inno nazionale rivestiva-
no allora rispetto a ciò che avviene oggi.
Nel bel mezzo dell’estate, su una spiaggia del mare Adriatico, è stato
suonato l’inno nazionale, trattato alla stregua di un qualsiasi karaoke,
con l’accompagnamento di ragazze in costume da bagno che ne se-
guivano il ritmo ballando. Il tutto alla presenza felicemente compia-
ciuta di un Ministro della Repubblica, che ne dovrebbe conoscere il
significato profondo.
Si sa che in estate i freni inibitori possono allentarsi, ma sentire l’inno
nazionale ridotto ad una canzonetta estiva mi ha davvero indignato.
Non per un antistorico spirito nazionalista, che non mi appartiene, ma
per il rispetto dovuto a chi ha sacrificato gli anni migliori della sua vita
sull’altare della libertà e dell’unità nazionale, valori che quell’inno in-
tende immediatamente richiamare.
Strana coincidenza che, proprio in quei giorni, il Parlamento appro-
vasse la reintroduzione dell’ora di educazione civica nei programmi
scolastici di ogni ordine e grado. Lodevole iniziativa, che chiede alla
scuola di dare il suo contributo alla formazione di cittadini liberi e con-
sapevoli del loro ruolo nella società. Un importante compito educati-
vo, che da sempre costituisce uno dei cardini della formazione scola-

8 - L’inno nazionale in spiaggia


stica a tutti i livelli e che i bravi insegnanti hanno sempre comunque
svolto al di là delle indicazioni ministeriali.
Bene che sia stato ripristinato formalmente questo insegnamento,
ma non si lasci la scuola sempre da sola ad affrontare queste sfide
culturali ed educative, perché senza il supporto di chi riveste ruoli e
responsabilità più alte rischiano di essere vanificate, magari con l’au-
torevole concorso di chi non sa più distinguere tra momenti di svago
estivo e simboli solenni.
Arrivando perfino a trasformare, tra un’oliva e un Campari in costume
da bagno, l’inno nazionale in un qualsiasi tormentone estivo!
Maurizio R.

AMORE È ANCHE LASCIARSI AMARE


Questa verità, che è anche uno dei pilastri del progetto D.A.R.E., l’ab-
biamo vista realizzata negli ultimi tempi della vita di Iduccia. Questa
volontaria, da quando le è stata diagnosticata una grave malattia, ha
vissuto le sue relazioni familiari e amicali assaporandone tutta l’im-
portanza.
Diceva infatti di avere vissuto in quei mesi il periodo più intenso della
sua vita, in particolare la “più bella Pasqua” della sua esistenza.
Ha saputo apprezzare la presenza e l’affetto di tutti i familiari, da cui
si è sentita amorevolmente accudita e “coccolata”, si è sentita confor-
tata dall’assistenza spirituale dei sacerdoti che le sono stati vicini e ha
saputo gustare la presenza degli amici.
Nella sua vita ha avuto attenzione verso varie persone sole o in diffi-
coltà, portando sollievo, donando tempo e amicizia, amandole fino a
che le è stato possibile.
Avendo amato si è lasciata amare.
I volontari del progetto
D.A.R.E.

Amore è anche lasciarsi amare - 9


NEL 2008 NASCEVA A FALOPPIO
L’ASSOCIAZIONE A.MA.TE ONLUS
L’Associazione, costituita con atto pubblico, non ha scopo di lucro e si propo-
ne l’esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale mediante inter-
venti in prevalenza nel settore socio sanitario, oltre che assistenziale e socio
assistenziale. Alcune delle principali attività possono essere così ricondotte:

• in convenzione con l’ASST Lariana, in collaborazione con un’altra Associa-


zione, è stata aperta una sede operativa periferica, situata in via Degli Alpini
a Faloppio, con un servizio per le cure palliative domiciliari rivolto a pazienti
residenti nel territorio dell’Olgiatese (21 comuni). L’Associazione ha reso di-
sponibili gli spazi grazie ad una convenzione con il Comune di Faloppio.
Il paziente che desidera essere curato a domicilio ha la possibilità di chiedere
l’attivazione del servizio. Questa opportunità permette la riduzione dei disa-
gi legati ai tempi di percorrenza dal Presidio Polispecialistico di Mariano Co-
mense, con un sensibile miglioramento in termini di efficienza ed efficacia.
L’Associazione A.Ma.Te Onlus oltre che rendere disponibili i propri Volontari,
si accolla il 50 % dei costi della figura professionale sanitaria.

• sempre in convenzione con l’ASST Lariana, A.Ma.Te Onlus ha reso disponi-


bili i propri Volontari per le seguenti iniziative:
- un’attività di “Call Center” presso l’Unità Interdipartimentale di
Terapia del Dolore nel Presidio Ospedaliero di San Fermo della
Battaglia, tutti i giorni feriali, dalle 9 alle 12.
- da fine novembre 2018 i Volontari sono presenti presso il Pronto
Soccorso dell’Ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia con
le finalità di offrire ASCOLTO, ACCOGLIENZA, UMANIZZAZIONE E
SOSTEGNO ai pazienti e ai famigliari.

È possibile sostenere le attività dell’Associazione o con il 5 x mille o con


un’erogazione liberale da effettuarsi sul conto corrente:
IBAN IT55X 03069 09606 100000126719

Gli importi delle erogazioni possono godere delle agevolazioni fiscali, da veri-
ficare, di volta in volta, con il proprio consulente.

10 - Associazione A.MA.TE
Resoconto economico
Parrocchia di Uggiate T.

Mese di Maggio 2019


Entrate
Cambio valuta € 56; N.N. € 200; Alpini Uggiate € 1000; N.N. € 1000; N.N.
€ 100; N.N. € 50; Uso locali € 90; Banco Vendita torte € 550; Bollettini € 50;
Ammalati € 40; Buste Prima Comunione € 760; Uso locale Mulini € 210; Rim-
borso Assicurazione per danno compressore oratorio € 1525.

Uscite
Contributo Curia € 2001; Il Settimanale € 142; Periodici S. Paolo € 87; Idrauli-
co Marchese per sostituzione compressore oratorio € 3050; Addobbi floreali
€ 190; Fatture E-ON € 1186; Manutenzioni varie € 73; Solidarietà parrocchia-
le (a Edicson Venezuela ) € 500; Bollette Eni luce € 593; Infostrada € 79; Can-
celleria € 297; Plusvalenza terreno Chiesa € 20650; Francobolli € 130; Eco-dry
(deumidificatori chiesa) € 5643; Copyland € 225; Puglisi ponteggi primo ac-
conto (campanile) € 11000.

Mese di Giugno 2019


Entrate
N.N. € 50; N.N. € 100; N.N. € 200; N.N. € 50; N.N. € 20; N.N. € 50; N.N.€ 150;
N.N. € 100; N.N. € 100; N.N. € 100; N.N. € 200; N.N. € 500; N.N. € 500; N.N.
€ 100; N.N. € 300; N.N. € 100; N.N. € 75; Uso locali € 70; Cambio valuta € 42;
Festa S. Antonio Mulini: Buste € 1000; Torte € 325; Pane € 290; Pesca di be-
neficenza € 590.

Uscite
Bollette Eni € 618; Addobbi floreali € 126; Ditta Merlo (per lavori restauro
cappella S. Paolo) € 3300; Rivista Il Timone € 24; Periodici S. Paolo € 176;
Fatture E-ON € 1465; Ditta Or.Me (per lavori Cappella S.Paolo) € 6600; IMU
€ 2725; Arch. Brambilla per cappella S. Paolo e piano di sicurezza € 5500; Re-
stauratrici per saldo lavori € 22950; Tecnografica per bollettino Aprile € 1136.

Nel mese di giugno 2019 sono stati raccolti e versati € 1800 al Fondo
Rete Lavoro.

Resoconto economico - 11
ANNIVERSARI SACERDOTALI
Il mese di giugno ha donato alla nostra Comunità la gioia di esprimere la
propria lode al Signore in occasione degli anniversari di Ordinazione Sa-
cerdotale; in particolare si è stretta attorno a don Gianluigi Braga e a don
Lorenzo Butti, che il 23 giugno hanno ricordato i quarant’anni di vita dona-
ta al Signore e alla Chiesa. È stato commovente nella festa dei santi patro-
ni Pietro e Paolo ritrovarci insieme con loro attorno all’altare della nostra
chiesa parrocchiale, in Uggiate-Trevano. Nella preghiera è salito sponta-
neo un grazie per la loro operosità, lo  zelo pastorale, la testimonianza
limpida e fedele al mandato ricevuto dalle mani del Vescovo monsignor
Teresio Ferraroni.

Don Gianluigi Braga, nativo di Uggiate-Trevano e ora parroco di Lucino,


ha espresso la propria gratitudine per la sua fede, nata nella comunità. “…
Gesù fonda la sua Chiesa sulla fede. Anch’io ho avuto la fortuna di aver spe-
rimentato la fede nella mia comunità. Un fede popolare, che sa esprimere il
proprio attaccamento al Signore in modo semplice. Ricordo quando da bam-
bino andavo in Pignora con la nonna. Arrivati al santuario mi diceva di pre-
gare i morti di Somazzo. Piccoli gesti, semplici cose come le domeniche pas-
sate al mattino in chiesa e, nel pomeriggio, in oratorio. Momenti di crescita

12 - Anniversari sacerdotali
in cui imparavo a vivere con Gesù. A Uggiate ho sempre percepito il senso
di unione a Gesù. I sacerdoti che ho incontrato sono stati mediatori, che
mi hanno avvicinato al mio Maestro e Signore. Don Sessa, don Tam, don
Sosio… Già nel 1534, diceva il caro don Pierangelo Livio, i sacerdoti della
pieve di Uggiate vivevano riuniti in una associazione di mutuo soccorso. In
tal modo coltivavano il dono della carità fraterna. Questa è una bella ere-
dità da trasmettere alle nuove generazioni, insieme all’attaccamento al
Papa. A Uggiate abbiamo una chiave con la reliquia di San Pietro, datata
1610. Questa chiave è un segno dell’unione della nostra Parrocchia con il
successore di Pietro. I nostri santi patroni ci aiutino, dunque, a conservare
il dono inestimabile e prezioso della fede.”

Don Lorenzo Butti, vicario a Uggiate dal 1979 al 1986, ha sottolinea-


to nella sua omelia il senso del ritrovarci attorno all’altare del Signore
in occasione della festa patronale: “Ciascuno di noi è chiamato ad es-
sere per Dio e per il Signore Gesù, camminando sulla strada della fede.
Per poter compiere ciò è necessario che ci mettiamo in ascolto e l’ascolto
passa dall’incontro. Pietro, Giacomo e Giovanni hanno incontrato l’uo-
mo di Nazareth. E anche noi,
oggi, siamo chiamati per nome
del Signore a portare a tutti la
buona notizia. Siamo chiama-
ti a prendere una decisione: la
vita con Lui, costruita giorno
per giorno, passo dopo passo
nella quotidianità. Se ripenso al
tempo vissuto qui il più bel ricor-
do è il Vespro recitato insieme
in chiesa, alle ore 18. Era bello
trovarsi a pregare, in una scelta
di libertà vissuta nello spirito di
comunione fraterna. I santi Pie-
tro e Paolo intercedano presso il
Padre perché il popolo di Dio sia
fraterno e si edifichi nella piena
comunione.”

Anniversari sacerdotali - 13
20 settembre 2014 - 20 settembre 2019:
BENEDETTO SIA DIO
Ancora una volta nel mio cuore e sulle mie labbra risuonano le parole
di San Paolo Apostolo agli Efesini “Benedetto sia Dio” (Ef 1, 3). Paro-
le che avevano accompagnato il tempo di intensa preparazione alla
Professione Perpetua. Parole che, pronunciate oggi dopo cinque anni,
hanno un sapore e un significato ancor più vero e profondo.
Fare memoria e ricordare degli anniversari è sempre occasione per be-
nedire e rende grazie il Signore per tutto il cammino che egli ha fatto
percorrere (cfr Dt 3, 2) e per i numerosi doni che Egli prepara per la
propria vita.
Cinque anni fa, il 20 settembre 2014, ho pronunciato davanti alla Chie-
sa e davanti a Dio il mio sì per sempre; sì che ha le sue radici in tanti sì
pronunciati negli anni precedenti (il sì della vocazione, il sì della prima
professione, il sì di ogni rinnovo dei voti…). Un sì che ancora oggi sono
chiamata a rinnovare con forza, gioia e coraggio nella quotidianità che
sono chiamata a vivere.
Una quotidianità che mi vede impegnata al servizio di persone anziane
e disabili nella nostra Casa Famiglia di Rivolta d’Adda (Cr), cercando di
custodire, vivere e testimoniare ciò che il nostro Padre Fondatore (San
Francesco Spinelli) ci ha lasciato in eredità: Ravvisare negli ultimi Gesù
Cristo.
Dopo diversi anni di consacrazione al Signore possono dire di essere
prontamente contenta di essere Suora adoratrice, senza nascondere
che il cammino di ogni vita e di ogni scelta porta in sé momenti di belli
e momenti un po’ più faticosi; ma vale sempre e comunque la pena
rispondere con gioia alla propria vocazione, quella a cui il Signore ha
pensato per ciascuno di noi per scoprire i prodigi che egli compie nelle
nostre vite.

Suor Mariagrazia Girola


Suora Adoratrice del Santissimo Sacramento

14 - suor Mariagrazia
‘Sarete pane, sarete vino, sarete il grembo del mio mistero.
Sarete corpo, sarete sangue, sarete il volto del mio sorriso’.

A suor Mariagrazia l’augurio di tutta la nostra Comunità per


questi cinque anni splendenti di consacrazione al Signore e
alla Chiesa. E auguri anche per il tempo a venire perché sia ric-
co di doni e di esperienze che rendano la sua vita piena e bella
insieme alle sue amate consorelle.

suor Mariagrazia - 15
Anagrafe
della Comunità Pastorale

Per sempre con Dio nel suo Regno

Mariuccia (Giovanna) Bernasconi vedova di Peppino Tettamanti


di anni 90 – Uggiate T. (10 giugno 2019)

Albina De Maria
di anni 98 – Cavallasca (12 giugno 2019)

Mario Aldo Maestri coniugato con Rosangela Cattoni


di anni 74 – Portichetto di Luisago (13 giugno 2019)

Franco Spreafico vedovo di Elsa De Marchi


di anni 86 – Uggiate T. (16 giugno 2019)

Antonio Iannone coniugato con Manuela Crepaldi


di anni 66 – Uggiate T. (17 giugno 2019)

Maria Grazia Baldini coniugata con Romano Battistini


di anni 77 – Ronago (17 giugno 2019)

Sergio Bernasconi coniugato con Franca Ghielmetti


di anni 84 – Ronago (18 giugno 2019)

Ercolina (Cecilia) Martinelli vedova di Renato Grisoni


di anni 90 – Uggiate T. (23 giugno 2019)

Valentina Maria Rezzonico vedova di Giulio Tavasci


di anni 82 – Valmorea (30 giugno 2019)

Lorenzo Donadini coniugato con Giuditta Roncoroni


di anni 93 – Uggiate T. (9 luglio 2019)

Angelo Turetta coniugato con Adele Lambrughi


di anni 66 – Ronago (12 luglio 2019)

16 - Anagrafe
Antonietta Lurati vedova di Pietro Bernasconi
di anni 91 – Uggiate T. (15 luglio 2019)

Rosa (Erminia) Donadini vedova di Carlo Bernasconi


di anni 95 – Uggiate T. (18 luglio 2019)

Erminia Tettamanti vedova di Piero Frangi


di anni 96 – Uggiate T. (30 luglio 2019)

Claudia Capelli vedova di Armando Busi


di anni 67 – Ronago (7 agosto 2019)

Rina (Maria) Braga


di anni 81 - Uggiate T. (13 agosto 2019)

Achille Tattarletti coniugato con Savina Papis


di anni 85 – Uggiate T. (17 agosto 2019)

Enrico Grisoni
di anni 66 - Uggiate T. (19 agosto 2019)

Alma Molteni vedova di Luigi Cattoni


di anni 91 - Uggiate T. (22 agosto 2019)

Rosanna Grisoni vedova di Angelo Pini


di anni 83 - Ronago (25 agosto 2019)

Nilde Papis coniugata con Pierangelo Papis


di anni 62 - Uggiate T. (26 agosto 2019)

Uniti per sempre con la grazia del Matrimonio


Massimo Arzuffi e Giorgia Zerbinati – Uggiate T. (28 giugno 2019)
Fabrizio Miletta e Sara Bizzarri – Uggiate T. (27 luglio 2019)

Anagrafe - 17
RONAGO IN FESTA
PER LA MADONNA DELLA CONSOLAZIONE
C’era una donna che aveva passato un anno di tribolazioni, malattie e lutti
in famiglia e tante difficoltà. Ma si era fatta coraggio pensando a sua madre.
“Anche mia madre è passata attraverso tante prove – confidò - Ma trovava
pace e conforto fidandosi di Dio”.
Il vescovo emerito Dante Lafranconi ha raccontato questo episodio duran-
te l’Omelia della Messa solenne per la ricorrenza della Madonna della Con-
solazione in una chiesa gremita, decorata da meravigliose composizioni
floreali bianche e azzurre, dall’organo e dai cantori, ogni volta più bravi, dai
chierichetti e dai fabbricieri e dall’intensità delle preghiere.
La Madonna fu la prima a fidarsi del Signore, è la riflessione di monsignor
Lafranconi. “La consolazione – ha detto – è compiere la volontà di Dio. Tut-
ti i momenti di prova della nostra vita, affrontati con fede, sono sostenuti
dall’intercessione di Maria, dalle Sue preghiere per noi”. La pagina del Van-
gelo del giorno era dedicata alla ‘porta stretta’ dalla quale bisogna passare
per entrare nel Regno dei Cieli. E nel pomeriggio, dopo la processione con la
statua della Madonna tra le vie del paese decorate da fiori bianchi e azzurri,
Monsignor Dante ha elencato tutte ‘le porte strette’ dell’umanità, cioè le sof-
ferenze, chiedendo l’intercessione di
Maria su tante lacrime.
E sono: gli affamati, nei Paesi ‘prede
dei Paesi ricchi’, i migranti, i prigion-
ieri nei campi di concentramento;
la mancanza di perdono e di amore
nelle famiglie; gli indifferenti e gli
sfiduciati; la situazione dolorosa del-
la Chiesa; gli attacchi al Papa e al suo
magistero, le situazioni di peccato e
“Maria condivide le sofferenze delle
vittime e le preoccupazioni di tutti”,
ha concluso monsignor Lafranconi
che alla Madonna ha affidato “le
speranze dell’intera umanità”.
Con l’incanto dei canestri e la pes-
ca di beneficenza, sono finiti i nove

18 - Ronago in festa
giorni trascorsi in nome della Madon-
na delle Consolazione, tra devozioni
e sagra gastronomica, illuminata dai
fuochi d’artificio del sabato sera. Un
grande grazie è stato pronunciato
per tutti i volontari che hanno lavora-
to con abnegazione, creatività e con
spirito di servizio alla Comunità, per
mantenere viva una tradizione la cui
origine risale al dopoguerra e chissà
quale anno fosse. E il pensiero è anda-
to anche ai lontani e a chi, proprio nel
giorno della Madonna, è stato chiam-
ato nella vita Eterna, nel giorno senza
tramonto.

Madonna della Consolazione- 19


SAN MICHELE E DINTORNI ha deciso che questo matrimonio non
s’ha da fare. Una chiesa e un borgo
APPUNTI SPARSI - IN ATTESA DELLA fruibili per il piacere degli occhi e il
FESTA TREVANESE ristoro dell’anima, da custodire con
cura. Dalla pagina 961, nel secondo
Sulla chiesa di San Michele è impos- volume “Uggiate Trevano, una co-
sibile scrivere anche soltanto qual- munità e la sua Pieve”, troviamo an-
che semplice appunto senza citare che i resoconti delle visite pastorali
il libro dedicato a Uggiate Trevano, eseguite alla chiesa durante i secoli
scritto dal professor Mario Mascet- passati dove non mancano i rimpro-
ti che ha studiato a fondo la chiesa, veri per lo stato di conservazione e le
fin dalle sue origini romaniche, con- relative diffide a porvi pronto rime-
segnandocela poi come un bene di dio. Scopriamo inoltre la presenza di
rara bellezza e intensa religiosità, un cimitero, ma senza croce e forse
edificato in colle di leopardiana po- mai usato e la notizia che i bambini
esia al quale non manca, sulla breve venivano tumulati all’interno della
salita, un ulteriore richiamo poe- chiesa stessa. Per le prebende del
tico, questa volta manzoniano. La canonicato riscontriamo, inoltre,
scenografia è completa: al muretto che ancora nel 1600 in occasione del
i bravi che attendono il povero cu- lunedì dell’Angelo a San Michele di
rato Don Abbondio e sulla destra il Trevano ogni nucleo famigliare ver-
castello dove il perfido don Rodrigo sava tre uova.

20 - San Michele e dintorni


Nonostante le scarse energie fisiche 28 ottobre 1910 le furono concessi per
dovute alle ristrettezze alimentari i suoi 42 anni di carriera. La comu-
dei nostri avi, le regole per le opere nicazione venne trasmessa in data
di manutenzione erano rigide e ri- 24 aprile 1911 dalla Prefettura di
gidamente rispettate. Un perfetto Como al Sindaco di Trevano con la
incrociare di responsabilizzazioni e precisazione che alla cerimonia sarà
verifiche (purtroppo oggi carenti) di- presente il Regio Ispettore Scolastico.
sciplinavano i capitolati degli inter- La preparazione dei festeggiamenti
venti. Riscontriamo così, ad esem- coinvolge l’intera comunità treva-
pio, che durante il Regno Lombardo nese e una nota lasciataci dall’allora
Veneto per lavori sul posto: “la quan- Sindaco precisa che interpellati i capi
tità di calce da usarsi dovrà essere di famiglia sono contrari proroga festa.
quantità forte e da - spegnersi - sul Il motivo della nota non è precisato.
luogo dell’opere per due quinti della L’organizzazione di questo straor-
malta che sarà inoltre composta da dinario evento si apre con una sot-
tre quinti parti di sabbia di qualità toscrizione a cui non solo tutte le
viva spurgata da qualunque parti del- famiglie, per quanto possono, par-
le terree e da prendersi nel torrente tecipano bensì anche gli scolari e i
Faloppia. Eventuali quadrelli saranno giovani che furono suoi scolari. Ma
delle Fornaci di Bernasca e ben cot- la sua fama è ben conosciuta anche
ti. Alla fine della giornata non potrà fuori paese e la gratitudine per la
mancare relazione scritta.” sua dedizione riceve testimonianze
di adesione anche da Uggiate e da
Il 23 luglio 1911 è una domenica Ronago. Tutto è organizzato con
speciale; mentre a cima Mandriolo dovuto anticipo e nei minimi det-
sull’altipiano di Asiago e quasi a pre- tagli tanto che allo scopo è stato
sagio di ciò che accadrà quattro anni istituito uno specifico ‘comitato alle
dopo, due guardie di confine italiane onoranze’. Per gli addobbi sono ac-
fanno desistere un nutrito gruppo quistate a Como perfino dodici lan-
di soldati austriaci dal proposito di terne, sei globi, sei stelle piccole e
spostare un cippo confinale, a Treva- un gran cono di carta e a sera la loro
no è festa grande e a San Michele le delicata trasparenza sarà illuminata
campane suonano che si sentono fin da semplici candele. Il cavalante, al
dove arriva la vista. La signora Clotil- quale a fine lavori verrà corrisposto
de Bernasconi, amatissima maestra un compenso di due lire, porterà da
dei Trevanesi, riceve il diploma di be- Como altre novità; sono infatti presi
nemerenza di prima classe e relativa a nolo quattro stemmi, quarantuno
medaglia d’oro che con Regio Decreto bandiere, quattro pennoni e tre san-

San Michele e dintorni - 21


daline. Il sagrato sarà sicuramente al Como è arrivato lo specialista di
massimo della capienza ma non può fuochi artificiali Beniamino, che dal
essere altrimenti, il Sindaco, infatti, sagrato della chiesa accenderà set-
scrive inoltre a chiare lettere: si fac- te girandole, dieci botti, sessanta-
cia un po’ di propaganda. Intanto lui sei razzi e perfino quattro bengala.
parte per Como con un incaricato, alle Stregonerie che estasieranno grandi
nove e un quarto del mattino sono at- e piccoli.
tesi all’oreficeria di Como per ritirare il
‘cogliè d’oro’. Storie nostre, storie semplici in cui le
La messa è solenne ed è seguita da persone riconoscono il valore di per-
un rinfresco con vino e museca de sone semplici, ma speciali.
la banda (musica). Accanto al Regio
Ispettore Scolastico e a tale Profes- Renato A.
sor Pertusini presenziano tre inse-
gnanti di Uggiate, una di Ronago,
due di Gaggino, una di Drezzo e una
di Camnago. Sono presenti il Sinda-
co e il Parroco ma non è presente
don Carlo Porlezza, impossibilitato.
Scrive però il 21 luglio al Sindaco
precisando:
“... e faccio voti che la gratitudine di
Trevano non passi mai, e che Trevano
trovi sempre e sempre maestre che
celebrino le preziose e virtuose orme
della benemerita Maestra Bernasconi
Clotilde e siano duraturi in eterno gli
insegnamenti che impresse nei cuori
di quei di Trevano. Con l’animo com-
mosso inchino e saluto con somma
stima Bernasconi Clotilde maestra
premiata in mezzo ai suoi scolari.”
Alla cerimonia segue un banchetto
pagato con bonifico e per la tavola-
ta vengono usati i banchi e le sedie
della scuola, tanto infatti si rileva da
una nota del Signor Fontana.
Alla sera, che festa! Sempre da

22 - San Michele e dintorni


Santi del nostro tempo
CARLOTTA NOBILE: l’Angelo del violino
L’estate è per molti il periodo più bello dell’anno: ci si riposa e ci si diverte.
Soprattutto i giovani d’estate si scatenano: mare, aperitivi … a volte ec-
cessi. Così è facile cadere nel luogo comune secondo il quale i giovani
sanno solo divertirsi, non hanno valori e sono in grado solo di combin-
are guai … a volte anche seri, come ci raccontano spesso i telegiornali.
In questo numero vogliamo sfatare questo mito raccontando la vita di
Carlotta Nobile, una ragazza speciale ma nello stesso tempo molto simile
ai suoi coetanei. Non è né santa né beata, ma è stata dichiarata Giovane
testimone della fede al Sinodo dei Vescovi del 2018 sul tema “I giovani, la
Fede e il discernimento vocazionale”.
Carlotta nasce a Roma il 20 dicembre 1988 e a soli diciassette anni si di-
ploma con lode in violino. La sua passione per la musica la porta a seguire
numerosi corsi di perfezionamento in tutto il mondo, vincendo anche
prestigiosi premi internazionali. Inoltre, nel 2010 consegue la Laurea in
Studi storico-artistici presso l’Università La Sapienza completando poi gli
studi a Cambridge. Scrittrice, storica dell’arte, ma soprattutto musicista
a ventun’anni Carlotta viene nominata Direttore Artistico dell’Orchestra
da Camera dell’Accademia di Santa Sofia di Benevento, ruolo che rico-
prirà fino alla sua prematura scomparsa. Sì, perché nell’ottobre 2011, a
soli ventitré anni, le viene diagnosticato un melanoma.
Inizialmente la sua reazione è la rabbia per quello che viene percepito
come un ingiusto errore del destino. Ma in poco tempo il suo stato d’ani-
mo passa dal “perché a me?” al “perché non a me?” davanti alla con-
statazione della sofferenza altrui. Inizierà a scrivere un blog Il cancro e
poi… nel quale tantissimi giovani malati come lei si riconoscono e tro-
vano sostegno e conforto. “Perché vuoi dimostrare, prima di tutto a te
stessa, che si può avere un melanoma metastatico che non si arrende,
eppure VIVERE, con tutto ciò che questa parola vuol dire. Vivere tutte le
gioie, i progetti, i dolori, le lacrime che la vita di 23enne ti regala ogni gior-
no. Perché c’è un E POI per cui non smetterai mai di combattere, perché
nessuno può toglierti l’assoluta certezza che c’è una gioia immensa che
ti aspetta, c’è il tuo grande sogno che ti guarda da un tempo futuro e non
vede l’ora di raggiungerti.”
Carlotta intraprende un percorso umano che, grazie alla malattia e non
nonostante questa, la fa crescere e la rende consapevole della bellezza e
della forza della vita, anche della sua. Ciò che la sorregge nei primi due

24 - Santi del nostro tempo


anni di malattia è la fiducia nel po-
tere salvifico dell’Arte e della Musi-
ca.
Nel marzo 2013 però avviene un
miracolo: il 4 marzo, al risveglio da
una crisi cerebrale, riceve la Grazia
e il dono della fede. Una fede fer-
ma e intensissima che le permette
di dominare completamente la
malattia, anzi, come dirà lei, di
riconoscere nel cancro la salvezza
della sua anima: “Io sono guarita
nell’anima. In un istante, in un gior-
no qualunque, al risveglio da una
crisi. Ho riaperto gli occhi ed ero
un’altra. E questo è un miracolo.”
La sua spiritualità è notevolmente influenzata dalle parole di Papa Fran-
cesco che proprio in quei giorni aveva parlato ai giovani invitandoli a por-
tare ogni giorno la Croce con gioia. Scrive alla mamma:  “C’è un diseg-
no più grande. Tutto questo ha un senso e io sono orgogliosa di poter
crescere così e vivere questa cosa. E che bello che mi è arrivata la fede!
Come facevo senza? Che vita ignobile! Che vita arida senza fede! Senza
fiducia e abbandono a Dio! Ora FINALMENTE sono sana dove non lo ero
da due anni, cioè DENTRO, nell’anima! Andrà tutto bene, perché si è nelle
Sue mani, e nelle mani di Dio non può che andare tutto bene… è troppo
bella questa serenità!»
Il Venerdì Santo del 2013, desiderosa di confessarsi Carlotta incontra don
Giuseppe Trappolini che, ascoltato il suo toccante racconto, la mette in
contatto epistolare con il Papa, riuscendo anche a organizzarle un incon-
tro. Purtroppo però le condizioni della giovane peggiorano improvvisa-
mente e da maggio 2013 Carlotta trascorre gli ultimi difficilissimi, ma allo
stesso tempo sereni, mesi della sua vita a Benevento, con la sua famiglia.
Il 15 luglio 2013, dopo aver salutato i suoi, pronunciando queste parole
“Signore, ti ringrazio” Carlotta, l’Angelo del violino, conclude la sua batt-
aglia con il cancro e si abbandona tra le braccia amorevoli di Dio.

Carlotta Nobile - 25
dal Mondo
Hawai’i, 15 agosto 2019

KALAUPAPA
Carissimi,
ricordo che quando ero ancora un ragazzo avevo visto un film riguar-
dante padre Damiano di Molokai e di aver letto qualcosa sulla sua vita.
Era un missionario belga arrivato alle Hawai’i nel 1863. In quel tempo
la lebbra, portata da stranieri, aveva colpito specialmente gli Hawai-
iani.  Le allora autorità decisero di isolare i malati per evitare il conta-
gio e, nel 1866, segregarono il primo gruppo di lebbrosi a Kalaupapa,
nell’isola di Molokai: una lingua di terra che il mare circonda da tre parti
e chiusa da una catena di monti, prigione ideale, lazzaretto e anche
cimitero.
Padre Damiano nel 1873 andò a vivere con i lebbrosi di Kalaupapa. Egli
si trovò così tra la gente più disperata del mondo, sotto una capanna
improvvisata, col breviario e un crocifisso, la veste che indossava, una
fede indomabile e da solo. Si mise subito all’opera. Si fece falegname,
infermiere per i suoi lebbrosi. Con l’aiuto dei più robusti e volenterosi
abbatté alberi, costruì una chiesa e casette decenti, insegnò a coltiva-
re la terra, ma soprattutto portò speranza con la sua presenza e il suo
amore per ciascuno degli ammalati. Morì lebbroso pure lui all’età di 48
anni.

26 - Dal Mondo
Nel 1978, appena ero arrivato alle Hawai’i, dopo una
settimana ebbi la gioia di incominciare a lavorare al
lebbrosario di Hale Mohalu con gli ammalati di lebbra
di Kalaupapa. I pazienti parlavano di padre Damiano
come se lo avessero conosciuto. Ho avuto la grazia di
visitare Kalaupapa molte volte e di stare con gli ami-
ci della comunità. La loro esperienza, le loro storie mi
hanno toccato il cuore e mi hanno cambiato la vita.
E pensare che da giovane volevo andare a lavorare
in Camerun in un lebbrosario, ma i miei Superiori mi
mandarono nelle Filippine.

Due settimane fa con mio nipote Francesco e don


Marco Nogara, venuti a trovarmi qui alle Hawai’i, sia-
mo andati a Kalaupapa. Con loro abbiamo incontrato
gli ultimi lebbrosi rimasti, abbiamo visitato il cimitero
dove i vecchi amici come Bernard Punaka’ia, Clarence
Naia, Mary and Frank Duarte, Bernice Pupule, Fran-
cis Palea e molti altri riposano vicino all’oceano. Una
grande emozione, tanti ricordi, una lacrima di grati-
tudine. Don Marco ha celebrato la messa nella chiesa
costruita da padre Damiano e sullo stesso altare su cui
lui celebrava le sue messe. Il cuore batteva ed era una
fatica trattenere le lacrime.
Nel 1995 anche don Costante Martinelli celebrò la
messa nella stessa chiesa, con diversi amici di Uggia-
te. Dentro la chiesa, al cimitero, davanti all’oceano,
di fronte alle montagne ripide di Molokai si sentiva la
forza dello spirito degli ottomila lebbrosi che aveva-
no vissuto su quella terra, la dolcezza di un amore che
aveva vinto la disperazione. Il cuore allora si è riempito
di gratitudine e dentro è nata la voglia di essere, dove
siamo e in quello che facciamo, creatori di speranza.

Il piccolo aereo a nove posti dopo due giorni ci ha ri-


portati a Honolulu, ma il nostro cuore é ancora là, a
Kalaupapa.

Grazie
gigi

Kalaupapa - 27
DAL KENYA
Suor Amelia ha scritto una lunga lettera per renderci partecipi di al-
cuni bei momenti significativi vissuti con la gente di Kariobangi e per
farci conoscere realtà di amore e povertà che fanno pensare e aprire
la mente e il cuore alla generosità. Insieme possiamo anche rendere
un poco più serena la vita di una “brava mamma” e dare speranza al
futuro della giovane Rufina.

Carissimi Gamiti e Comparrocchiani tutti,


per prima cosa chiedo scusa per questo lungo silenzio! Certamente
non voluto e, proprio per questo, ho cercato di ricordarvi di più con il
pensiero e nella preghiera. Come state? Come va la vita? Chissà quan-
te cose avrete da raccontarmi! Ho saputo dei vari Defunti e mi sono
unita con la Preghiera nel vostro dolore, pregando anche per loro.
Voglio pensare che tutte le belle feste religiose che si sono susseguite
continuino a donarvi la forza e la rassegnazione, certi di ritrovarci un
giorno tutti uniti. Da parte mia avrei tantissime cose da comunicarvi,
alcune belle e alcune meno belle. Riguardo alla mia salute, mi pare di
rassicurarvi che va meglio.
Un’altra delle belle realtà è che sto godendo nel costatare come la
gente di Kariobangi vive veramente la vita cristiana. Mi stanno dando
un grande esempio! Gente povera, venuta dalle varie parti del Kenya
in cerca di lavoro per poter sopravvivere e, che ora, dopo tanti anni
riesce a barcamenarsi con gioia collaborando ad aiutare i poveri e la
Chiesa. Anche loro si sono organizzati in vari Gruppi, formando anche
il comitato. Andiamo avanti ringraziando i Missionari/e che ci hanno
preceduto. Aveste visto che festa della Trinità hanno realizzato!
Prima l’organizzazione con l’invito al Vescovo, poi la preparazione
spirituale dei vari Gruppi, seguiti dalla vivace Novena. La festa, con
la Santa Messe e Cresime, è stata una GRANDE FESTA per tutti. C’è
pure stato un pranzetto. Ed è durata dalle otto alle diciotto. Contento
il Vescovo, contenti i Padri, contente noi, ma più ancora contenta la
gente che pian pianino si è dileguata, cominciando dalle mamme con
i loro piccoli.

28 - Dal Mondo
Durante la Festa sono venute a trovarci in
casa nostra anche due ragazze bisognose di
aiuto: una, Agnes, che una decina di anni fa,
dopo due o tre giorni dalla nascita, è stata
trovata nella spazzatura tutta intirizzita. Fu
chiamata la Polizia, ma la mamma non è sta-
ta trovata, così una donna, vera Mamma, si
è offerta di curarla. Le suore andando a visi-
tare le famiglie l’hanno scoperta e da allora
hanno fatto la loro parte portandola dai dot-
tori per fisioterapie, ecc., perché aveva un
tipo di poliomielite che ha tuttora.
Ma, il fatto è che la Brava Mamma sta diventando vecchia e non rie-
sce più a portarla sulle spalle, avrebbe bisogno di un girello o, meglio,
di una carrozzina speciale che si potrebbe trovare anche qui, ma la
Brava Mamma non ha soldi, così ho pensato di rivolgermi alla vostra
generosità.

La seconda ragazza è già grande, si chiama Rufina, la sua Mamma,


povera, è riuscita a farla studiare da Farmacista. Ma anche lei è vec-
chia e non riesce più a lavorare per la gente e ad avere qualche soldo.
Rufina per terminare l’università e sostenere l’esame ha fatto debiti,
perciò non le viene dato il Diploma… Cosa ne pensate? Avrebbe già il
lavoro ma…

Ora, pensando di non avervi stancato, e che abbiate gustato pure voi
tutte la feste religiose di questo tempo, vi saluto tutti, ringraziando-
vi anticipatamente e assicurandovi il mio riconoscente ricordo nella
preghiera.
Vostra aff.ma sr. Amelia

dal Kenya - 29
PADRE PHILIP ZEMA
Padre Philip Zema, ugandese, è tornato nella Comunità di Rona-
go che l’ha adottato trentadue anni fa, per celebrare i trenta anni
dell’ordinazione sacerdotale ed è stata una grande festa.
Una vocazione benedetta da Padre Giuseppe Ambrosoli che aveva
posto le sue mani su Padre Zema, missionario in Togo, Ghana e Be-
nin e legato a Ronago come alla propria famiglia.
Nel 1987, a pochi mesi dalla morte di Padre Giuseppe, il Gruppo GAM
e il Consiglio Pastorale avevano pensato di continuare a sostenere
per sempre la missione di Kalongo, fondata da Padre Ambrosoli, ma
anche di fare di un figlio d’Uganda il simbolo della fede, della sper-
anza e della solidarietà che uniscono popoli lontani, culture, modi
d’essere e di amare. E si concentrarono sul giovane Philip Zema, fi-
glio d’Uganda che è anche figlio di Ronago.
“Vorrei ringraziare il Signore per la vocazione sacerdotale perché è
per la Sua Grazia che sono un sacerdote e lo sono da trent’anni – ha
esordito Padre Zema nell’Omelia – E vorrei ringraziare il Signore per
la parrocchia di Ronago e per il Gruppo GAM che mi hanno appog-

30 - Dal Mondo
giato per 32 anni”. Sull’altare, un diacono indiano e due seminaristi,
uno messicano e uno vietnamita ospiti della nostra Comunità Pasto-
rale, e le navate erano gremite di fedeli: un’immagine suggestiva e
simbolica del popolo di Dio che cammina insieme e prega insieme il
Signore di tutti. Proprio sulla preghiera s’è soffermato Padre Zema
nella sua riflessione, durante la Messa solenne decorata dalla Corale
e dall’organo, tovaglie candide, composizioni floreali e cartello di
saluto.
“Gesù insegnò ai suoi discepoli come pregare innanzitutto attra-
verso il Suo esempio – ha detto, tra l’altro – I santi ci hanno lasciato
modelli brillanti di devozione; il Servo di Dio Giuseppe Ambrosoli
era un uomo di preghiera e la sua concentrazione, nella preghiera,
era impressionante. Ma il vero nostro problema è che innalziamo
le nostre preghiere a Dio senza aprirci alla dimensione del Cielo,
senza aprirci all’orizzon-
te della vita eterna che è
il nostro vero orizzonte
e racchiudiamo tutte le
nostre aspirazioni, tutti
i nostri desideri, tutte le
nostre speranze sulle cose
di quaggiù, dimenticando
di essere fatti per il Cielo e
non per la terra”.
Al termine della Messa,
l’incontro all’oratorio con
tante cose buone prepa-
rate dalle volontarie per
festeggiare il figlio adot-
tivo tanto amato e che
tanto ama la sua famiglia
ronaghese.

Padre Philip Zema - 31


MARIA 2.0 silenzio dei pastori”), riguardante
una serie di casi di abusi sessuali
LA PROTESTA DELLE PIE all’interno della Chiesa sistema-
DONNE TEDESCHE ticamente risolti attraverso un
trasferimento dei chierici sotto
Anche in Germania quest’esta- accusa. Sconvolte dal filmato,
te rimarrà negli annali come una all’indomani cinque amiche attive
delle più bollenti degli ultimi anni. come volontarie all’interno della
Non solo per le ripetute ondate di Comunità Pastorale della Santa
caldo che, anche qui, hanno spin- Croce a Münster si confrontano
to i termometri ben oltre i 35°C. sul contenuto del filmato. «Chi
A scaldare gli animi, o meglio, le vorrà ancora ascoltare il Vangelo,
anime dei tedeschi, ci hanno pen- se molti suoi ambasciatori agisco-
sato anche le donne di Maria 2.0, no in maniera così spaventosa?»
un’iniziativa lanciata da gruppo si sfoga in lacrime Lisa Kötter, una
di “semplici cattoliche pratican- delle donne. Animate dalla volon-
ti” – come si autodefiniscono le tà di chiamare a raccolta tutte le
promotrici – che chiedono a gran cattoliche che condividono i loro
voce una serie di riforme concrete stessi sentimenti di delusione e
all’interno della Chiesa rabbia, le cinque parrocchiane
Tutto inizia in una fredda sera di Münster danno così origine a
dello scorso gennaio, quando la una protesta intitolata Maria 2.0.
televisione pubblica tedesca tra- Le ragioni del nome si trovano
smette un documentario intitola- all’interno di una lettera aperta
to “Das Schweigen der Hirten” (“Il su Facebook, indirizzata a papa

32 - Maria 2.0
Parrocchia di Uggiate & Parrocchia di Ronago

2019 | 2020
CALENDARIO
degli appuntamenti
e delle celebrazioni

Settembre 22. D
16.00 Uggiate | Oratorio
6.d
10.30 Uggiate | Chiesa
Verifica Percorso fidanzati Festa Anniversari
matrimonio
8.D 27. v
20.30 Trevano sup. | Chiesa 15.00 Uggiate | Chiesa
15.30 Uggiate | Chiesa
Apertura catechismo Celebrazione Battesimi
Celebrazione Battesimi
elementari
9.L 7.L
20.45 Uggiate | Oratorio
29 . D 20.30 Uggiate | Oratorio
TREVANO | FESTA DI Incontro genitori
Percorso Battesimi SAN MICHELE 1 elementare
14 . S 11.00 Olgiate C. | Oratorio 8.m
15.00 Olgiate C. | Oratorio Incontro vicariale catechisti 21.00 Como | Seminario
Incontro vicariale catechisti Adorazione Eucaristica
30 . L
15 . d 20.45 Uggiate | Oratorio 10 . G
SOMAZZO | FESTA DELLA Mini ritiro catechisti e 20.30 Ronago | Chiesa
MADONNA ADDOLORATA operatori pastorali Apertura SS. Quarantore

18. M 13 . D
20.45 Uggiate | Chiesa 10.00 Ronago | Chiesa
“Mercoledì della Fede” Incontro genitori
relatore don I. Salvadori Ottobre 2 e 3 elementare

20 . V 2. M 16.15 Uggiate | Chiesa


20.45 Olgiate C. | Oratorio 20.30 Somazzo | Chiesa Incontro genitori
Incontro vicariale catechisti Apertura catechismo medie 4 elementare e 2 media
14 . L 12 . M 9.L
20.45 Uggiate | Oratorio 21.00 Como | Seminario 20.45 Uggiate | Oratorio
Percorso Battesimi Adorazione Eucaristica Percorso Battesimi

15 . M 17 . D 10 . M
21.00 Uggiate | Oratorio 17.45 Uggiate | Oratorio 21.00 Como | Seminario
Percorso biblico 2019/20 Percorso fidanzati Adorazione Eucaristica

19 . s 18 . L 15 . D
21.00 Uggiate | Chiesa 20.30 Uggiate | Oratorio 17.45 Uggiate | Oratorio
Veglia Missionaria Vicariato Incontro genitori 2 media Percorso fidanzati

20 . D 19 . M 22 . D
UGGIATE - CASTAGNATA 21.00 Uggiate | Oratorio 15.00 Uggiate | Chiesa
Percorso biblico 2019/20 “Prepariamo il S. Natale”
10.00 Ronago | Chiesa
Incontro genitori 25 . L
5 elementare e 1 media 20.30 Uggiate | Oratorio
Incontro genitori
17.45 Uggiate | Oratorio 3 elementare Gennaio
Percorso fidanzati

21 . L 13 . L
20.45 Uggiate | Oratorio 20.45 Uggiate | Oratorio
Riunione catechisti DICEMBRE Percorso Battesimi

28 . L
20.30 Uggiate | Oratorio 2.L
Incontro genitori 20.45 Uggiate | Oratorio
4 elementare Mini ritiro per l’Avvento

8.D
15.00 Uggiate | Chiesa
Celebrazione Battesimi
novembre
4.L
20.45 Uggiate | Oratorio
Formazione catechisti

15.00 Uggiate | Chiesa


Celebrazione Battesimi

11. L
20.45 Uggiate | Oratorio
Percorso Battesimi
14 . M
21.00 Como | Seminario
Adorazione Eucaristica

19 . D
17.45 Uggiate | Oratorio
Percorso fidanzati

21 . M
21.00 Uggiate | Oratorio
Percorso biblico 2019/20

26. D
DOMENICA DELLA PAROLA

15.00 Uggiate | Chiesa


Celebrazione Battesimi
18 . M 8.d
16.30 Uggiate | Chiesa 21.00 Uggiate | Oratorio 16.00 Uggiate | Chiesa
“Leggiamo la Parola” Percorso biblico 2019/20 Incontro genitori 1 elementare

27. L 23 . d 15.00 Uggiate | Chiesa


20.45 Uggiate | Oratorio 10.00 Ronago | Chiesa Celebrazione Battesimi
Formazione catechisti Incontro genitori
5 elementare e 1 media 9.L
29 . M 20.45 Uggiate | Oratorio
20.30 Uggiate | Oratorio 15.00 Ronago | Chiesa Percorso Battesimi
Percorso biblico 2019/20 Celebrazione Battesimi
Incontro approfondimento 10 . M
16.15 Uggiate | Chiesa INIZIO NOVENA S. GIUSEPPE
Incontro genitori
4 elementare e 2 media 17 . M
21.00 Uggiate | Oratorio
febbraio 24. L Percorso biblico 2019/20
20.45 Uggiate | Oratorio
Formazione catechisti 22 . d
10 . L 17.45 Uggiate | Oratorio
20.45 Uggiate | Oratorio Percorso fidanzati
Percorso Battesimi
23 . L
16 . d MARZO 20.30 Uggiate | Oratorio
10.00 Ronago | Chiesa Incontro genitori 2 media
Incontro genitori
2-3 elementare 2.L 30 . L
20.30 Uggiate | Oratorio 20.30 Uggiate | Oratorio
17.45 Uggiate | Oratorio Incontro genitori Incontro genitori
Percorso fidanzati 3 elementare 4 elementare
APRILE 21 . M
21.00 Uggiate | Oratorio
11 . L
20.45 Uggiate | Oratorio
Percorso biblico 2019/20 Percorso Battesimi

2.G 25 . s 17 . D
20.30 Ronago | Oratorio 16.00 Uggiate | Chiesa 17.45 Uggiate | Oratorio
Incontro genitori Celebrazione S. Cresima Percorso fidanzati
4 elementare
26 . D
5.D 10.00 Ronago | Chiesa
Celebrazione S. Cresima
15.00 Uggiate | Chiesa
“Prepariamo la S. Pasqua” Giugno
11 . s
21.00 Uggiate | Chiesa 8.L
Celebrazione Battesimi MAGGIO 20.45 Uggiate | Oratorio
Percorso Battesimi
nella Veglia Pasquale

12 . D 3.D 14 . D
DOMENICA DI PASQUA 10.30 Uggiate | Chiesa 17.45 Uggiate | Oratorio
S. Messa Prima Comunione Percorso fidanzati
19 . d
17.45 Uggiate | Oratorio 16.00 Uggiate | Chiesa
Percorso fidanzati Celebrazione Battesimi

20 . L 10 . D
20.45 Uggiate | Oratorio 10.00 Ronago | Chiesa
Percorso Battesimi S. Messa Prima Comunione

ESTATE 2020
GREST
Da martedì 9 giugno a venerdì 26 giugno

CAMPI ESTIVI IN VALFURVA


1° CAMPO (5 elementare e 1 media)
Da martedì 30 giugno a lunedì 6 luglio

2° CAMPO (2 e 3 media)
Da lunedì 6 luglio a lunedì 13 luglio

3° CAMPO (superiori)
Da lunedì 3 agosto a venerdì 7 agosto
Francesco: «Gli uomini di Chiesa cui, per una settimana intera, le
lodano volentieri le donne ma poi donne vengono invitate a lasciar
decidono da soli dove queste pos- perdere tutti i loro servizi all’inter-
sano mettere a frutto i loro talenti no delle comunità e a disertare la
all’interno della Chiesa. Al centro Santa Messa a favore di veglie or-
si accetta solo una donna: Maria, ganizzate sui sagrati, nelle piazze
sul suo piedistallo; lì deve stare e antistanti alle chiese o nei saloni
può solo tacere. Togliamola dal parrocchiali. Lo sciopero, a cui ade-
piedistallo! Mettiamola in mezzo a riscono ufficialmente anche i prin-
noi, come sorella che guarda nella cipali sindacati femminili cattolici
stessa nostra direzione ». La lette- Katholische Frauengemeinschaft
ra contiene inoltre le rivendicazioni (KFD) e Katholische Deutsche
della protesta: Frauenbund (KDFB), trova una par-
1. Certezza della pena per i colpe- tecipazione così vasta da meritare
voli di abuso sessuale, attraverso menzione da parte dei principali
una più stretta collaborazione con mezzi di informazione a livello na-
la polizia e la giustizia ordinaria zionale.
dello stato in cui si è svolto il mi- L’eco della protesta giunge fino
sfatto. in Vaticano, con il presidente del
2. Esclusione dei colpevoli da ogni Pontificio Consiglio della Cultura
incarico pubblico all’interno della cardinal Ravasi che approfitta di
Chiesa. un incontro con la commissaria
3. Riconoscimento della parità dei federale per la cultura e i media
diritti tra uomini e donne all’in- del governo tedesco Grütters per
terno della chiesa, comprensivo chiedere maggiori informazioni su
dell’estensione dell’assegnazione Maria 2.0.
di incarichi di rilevanza alle donne Di fronte a così grande clamore, la
–diaconato e sacerdozio inclusi. reazione da parte Vescovi tedeschi
4. Abolizione dell’obbligo del celi- non si fa attendere, seppur in ma-
bato sacerdotale, da ridurre a sem- niera disomogenea. Nonostante
plice “opzione facoltativa”. critiche e scetticismo di fronte alla
Nel giro di pochi mesi la protesta scelta di disertare la Messa e di uti-
trova adesione da parte di miglia- lizzare l’immagine di una Madon-
ia di persone in tutta la Germania. na con lo scotch sulla bocca come
Particolarmente calda è la setti- simbolo dell’iniziativa siano con-
mana tra l’11 al 18 maggio, quan- divisi da tutti i vescovi, quando si
do viene indetto un vero e proprio entra nello specifico dei temi della
“sciopero della Chiesa” attraverso protesta le posizioni sono piutto-

Maria 2.0 - 33
sto contrastanti. sanamento dello scandalo degli
Da un lato c’è chi non esclude la abusi non può fare a meno dell’in-
necessità di entrare nel merito sieme di uomini e donne, perché
delle domande poste da Maria 2.0 la competenza che donne e mam-
e «Cercare di compiere i passi che me possono portare in questi di-
si possono fare, possibilmente in battiti è insostituibile». Bode sot-
fretta», come auspica il cardinale tolinea inoltre come la protesta
emerito Kasper. In questo conte- non provenga da teologhe, bensì
sto, il vescovo di Erfurt Neymeyr, da donne che vivono al centro del-
l’arcivescovo di Berlino Koch e il le comunità parrocchiali; ulteriore
vescovo di Würzburg Jung invita- motivo per cui – a sua detta – la
no a prendere sul serio la prote- via sinodale intrapresa dalla chie-
sta e a intraprendere un dibattito sa tedesca dovrebbe confrontarsi
sulla consacrazione delle donne. anche con la sfida della parità dei
Così Jung dopo un dialogo con un diritti dei sessi. E avverte: «Qualo-
gruppo di circa centocinquanta ra le fondate domande di riforma
donne impegnate in una veglia non dovessero essere prese sul
di protesta: «Io la vedo come una serio e noi, nei cambiamenti del
seria espressione della preoccu- mondo non dovessimo arrivare
pazione delle donne sul futuro e a nuove risposte, si arriverà a di-
sui prossimi sviluppi della chie- visioni nel popolo di Dio». Dello
sa. Penso che la domanda che ci stesso avviso è il vescovo di Essen
continuerà a tenere impegnati Overbeck, che vede nella via sino-
nei prossimi anni o decenni sarà: dale una strada per cercare tutti
qual è la posizione della donna assieme soluzioni concrete per la
nella chiesa? Anche come vesco- domanda della parità dei diritti
vi tedeschi abbiamo già detto dei sessi nella chiesa: «Maria 2.0
che questa domanda sarà messa mette in luce l’enorme richiesta
sull’agenda per la via sinodale». di cambiamento all’interno della
“Via sinodale” che viene indicata Chiesa Cattolica e porta sotto gli
anche da mons. Bode, vescovo occhi di tutti tutto ciò che nella
di Osnabrück e presidente della nostra Chiesa non sarebbe pos-
Commissione per le donne all’in- sibile senza un grande impegno
terno della Conferenza Episcopa- da parte delle donne. L’iniziativa
le Tedesca: «Una consultazione rende anche chiaro cosa prova-
sulla compartecipazione, sulla no attualmente molte persone
separazione delle cariche, sul cle- all’interno della chiesa cattolica:
ricalismo e anche sul concreto ri- una grande insoddisfazione. La

34 - Maria 2.0
protesta delle donne non è solo il sacerdozio alle donne». O,
una domanda di divisione delle ancora, del vescovo di Augusta
cariche e di potere, bensì riguar- Zdarsa, il quale ritiene le richie-
da la comprensione dell’uomo e ste di Maria 2.0 non conformi
della donna, della coppia, della alla fede cattolica e invita le
famiglia e della compartecipa- promotrici a prendere in seria
zione, così come le sfide tra fa- considerazione la libertà di «ab-
miglia e lavoro». bandonare la nave della Chiesa
D’altro canto c’è chi reagisce Cattolica Romana».
con ostilità a Maria 2.0. È il Ma le donne di Maria 2.0 sono
caso dell‘arcivescovo Georg pronte anche a questa opzione:
Gänswein, segretario privato di «Non abbiamo niente da per-
Papa Benedetto XVI, che accusa dere – afferma Lisa Kötter – Se
apertamente le promotrici della la nostra protesta non giova a
protesta di voler inventare una niente, ce ne possiamo sempre
nuova chiesa. O del vescovo di andare. Ma almeno facendo ru-
Ratisbona Voderholzer, secon- more».
do cui «Non si va avanti nean-
che di un millimetro se raffazzo- Alessandro S.
niamo la storia per giungere poi
alla conclusione di permettere

Maria 2.0 - 35
FONDO “ADOTTA UNA FAMIGLIA”
UN PO’ DI STORIA

Dopo la costituzione della Comunità Pastorale di Uggiate e


Ronago, all’interno del nostro territorio si sentì l’esigenza di
sostenere alcune famiglie che nel tempo avevano manifestato
difficoltà e problemi. Nacque così nel 2013 il Fondo ‘Adotta una
Famiglia’. L’opuscolo illustrativo citava così: “La crisi continua a
farsi sentire... Una crisi economica, lavorativa, sociale i cui effet-
ti hanno reso più difficile, per molte famiglie, soddisfare biso-
gni primari fino a ieri scontati: l’acquisto di cibo, il pagamento
delle bollette, le spese mediche... Negli ultimi anni le Ammini-
strazioni Comunali e la Comunità Pastorale, dai loro rispettivi
osservatori, hanno registrato anche nei nostri paesi un preoccu-
pante aumento di questa fragilità. Famiglie vulnerabili sempre
più esposte, a fronte di spese impreviste e inattese, al rischio
di scivolare in uno stato di povertà difficilmente reversibile. Al
fine di scongiurare questo rischio, e ad integrazione dei servi-
zi e dei sussidi che da tempo sono già messi in atto, Comuni e
Comunità Pastorale hanno deciso di dare vita ad un intervento
congiunto, lanciando un appello ad ogni cittadino di Uggiate e
Ronago. ‘Adotta una famiglia!’ Impegnati a contribuire alla co-
stituzione di un Fondo per aiutare le famiglie in difficoltà di Ug-
giate e Ronago. Il Fondo si rivolge a famiglie o a singoli cittadini
residenti ad Uggiate e a Ronago che si trovano in una situazione
economica di emergenza a causa della perdita o significativa
riduzione dell’attività lavorativa a partire dall’anno 2011; di mo-
difiche della composizione del nucleo familiare per separazione
dei coniugi o eventi luttuosi con conseguenze sulla disponibilità
economica della famiglia; di spese importanti e impreviste (es.
spese mediche, scolastiche, ecc.)”. Così iniziava un cammino
che è continuato nel tempo e che ha offerto un po’ di sollievo in
alcune situazioni precarie e difficili.
 

36 - Adotta una famiglia


Anno 2018 - Saldo iniziale € 4563,31
Entrate
Versamento associazioni € 1250,00
Versamento Comune di Uggiate Trevano € 3000,00
Versamento Caritas € 500,00
Versamenti privati € 1450,00
Interessi maturati € 4,39
Totale € 6204,39

Totale entrate + saldo iniziale € 10767,70

Uscite
Imposta di bollo € 100,00
Pagamenti € 8447,36
Totale uscite € 8547,36

Saldo al 31.12.2018 € 2220,34

Per quanto riguarda i contributi sono stati aiutate famiglie residenti


a Ronago e famiglie residenti a Uggiate Trevano. Il numero delle
famiglie alle quali è stato erogato il contributo è di circa una
quindicina all’anno. Gli aiuti hanno riguardato: il pagamento di
affitti, assicurazioni auto, spese mediche, buoni pasto e rette scuola
materna, bollette telefoniche, libri di scuola per minori delle scuole
medie. Per quanto concerne il pagamento delle utenze (gas, luce
e acqua) tale contributo non risulta in questa rendicontazione: i
Comuni di Uggiate Trevano e Ronago, infatti, da alcuni anni hanno
la possibilità di utilizzare un fondo diverso per tali pagamenti.

Adotta una famiglia - 37


ASPETTO ORGANIZZATIVO

Come negli anni precedenti la collaborazione e la disponibilità da parte


di tutti gli operatori e i volontari è stata determinante. Importante anche
il passaggio di informazioni e soprattutto gli incontri nati per coordinare
le attività e nel caso per migliorare modalità o prassi. Tutto ciò ha reso
l’utilizzo del fondo fruibile, utile, veloce. Il Fondo ‘Adotta una famiglia’ si
è confermato un utilissimo strumento che ha permesso ai Servizi Sociali
di rispondere tempestivamente ai bisogni economici dei cittadini di
Uggiate Trevano e Ronago, sfruttando la disponibilità e il tempo dei
volontari, ma soprattutto la possibilità di non dover aspettare i tempi
delle pratiche amministrative necessarie per fare richiesta di contributi
economici ai Comuni. Il Fondo ha d’altro canto potuto sfruttare la
professionalità degli operatori del Servizio Sociale; in tal modo è
stato possibile prendere in carico le situazioni nella loro globalità e
complessità, senza fermarsi solamente all’aspetto economico dei
bisogni emersi tra i cittadini.

COME ADERIRE AL FONDO

Tutti possiamo dare il nostro contributo a questa iniziativa: famiglie,


cittadini, associazioni, imprese, ciascuno secondo le proprie possibilità.
L’importo della donazione, in soluzione unica, è libero a partire da 10
euro. Se mensile, la donazione (a partire da una quota minima di 10 euro
al mese) deve essere effettuata con continuità, per 6 o 12 mesi senza
interruzione. Sarà possibile versare il contributo con causale: Fondo
Adotta una Famiglia su Conto corrente intestato a: Parrocchia ss. Pietro
e Paolo “Fondo adotta una famiglia” - Cassa Rurale ed Artigiana di
Cantù - B.C.C. soc.Coop. - Ag. Olgiate Comasco
Iban IT 09 K 08430 51620 000000301227
Oppure tramite busta chiusa da consegnare ai sacerdoti. I fondi
raccolti saranno gestiti in maniera agile e flessibile da un gruppo di
lavoro costituito da membri dei Comuni e della Comunità Pastorale.
Periodicamente viene fornito un rendiconto rispetto all’utilizzo dei
fondi raccolti. 

38 - Adotta una famiglia


I CONTI NON QUADRANO PIÙ!

Riteniamo doveroso informare tutta la Comunità su


quanto sta accadendo alla Scuola dell’Infanzia ‘Arcoba-
leno’ di Ronago e lo facciamo pubblicando sulle ‘Campane’
questo articolo e, di seguito, ponendo l’argomento all’attenzione
del Consiglio Pastorale.

Lo scorso mese di aprile è stato approvato dal Consiglio della nostra Scuola il
Bilancio (Conto Consuntivo) del 2018, che alleghiamo a questo articolo, e che si
è chiuso con una perdita di quasi mille euro; questo risultato poteva essere più
pesante, se non avessimo usato delle riserve accantonate negli scorsi anni. Con il
2018 si è interrotto, così, dal punto di vista contabile, un trend positivo che durava
da cinque anni e che ci ha dato una certa serenità e fiducia nel futuro della scuola.
Fortunatamente, la Scuola dell’Infanzia non è fatta solo di cifre e di bilanci conta-
bili, aspetti che dovrebbero essere secondari rispetto all’Accoglienza dei bambini
e alla Didattica; tuttavia, essi hanno il loro peso che non possiamo trascurare e
sottovalutare. Per quanto concerne la Didattica e l’Accoglienza, pur alla presenza
di crescenti difficoltà, il giudizio è positivo ed è continuato lo sforzo per essere al
top; ne è prova il ’Laboratorio di inglese’, introdotto nell’anno scolastico appena
terminato e, per il momento, riservato ai/alle soli/e bambini/e dell’ultimo anno.
Per i ‘Conti’, invece, non si possono fare le stesse considerazioni guardando già le
cifre del bilancio 2018, che, per carità, non sono drammatiche, ma che evidenzia-
no aspetti nuovi quali il costante aumento dei costi e il lento e inesorabile declino
dell’apporto del volontariato, sia come prestazione di opere (che ha causato degli
oneri nuovi nelle manutenzioni), sia come entrate derivanti dalle svariate mani-
festazioni di sostegno. Il futuro sarà certamente peggiore!

Le iscrizioni al prossimo anno scolastico, che inizierà a settembre, ci hanno sbat-


tuto in faccia, in modo violento, la nuova realtà che dovremo affrontare: il calo
della presenza di bambini/e di tre anni; Infatti, siamo scesi dai 75 presenti a giu-
gno 2019 ai 58 che inizieranno a settembre, con una diminuzione superiore al

Scuola dell’Infanzia Arcobaleno - 39


20%, a causa del consistente numero di bambini/e usciti (26) a giugno
e dei pochissimi nuovi iscritti (9).
Questa situazione non creerà problemi sotto l’aspetto dell’accoglien-
za e della didattica; ne avremo, invece, di seri dal punto di vista eco-
nomico, perché, in parole semplici, ci sarà una minore entrata per l’in-
casso delle quote di frequenza (rette) superiore ai 20.000 euro annui,
che difficilmente si potranno recuperare riducendo le spese. Con que-
sto numero di iscritti dobbiamo tenere ancora tre sezioni, con il costo
del personale pressoché identico o di poco inferiore. Altri margini di
manovra, se escludiamo una minore spesa per il vitto, non ce ne sono,
in quanto non si ritiene opportuno penalizzare la qualità del servizio
reso finora al fine di avere degli ulteriori risparmi.
Se poi guardiamo oltre, potremo vedere che per il successivo anno
scolastico, quello del 2020-21, avremo un nuovo peggioramento. È
presumibile un ulteriore calo di frequenza, dovuto ancora ai molti
bambini/e che lasceranno, contro un nuovo esiguo di nuovi iscritti,
che farà scendere la futura frequenza di un altro 20%, con logica sop-
pressione di una sezione.

Quale è la riflessione che nasce da questo stato di cose?


Il paese di Ronago non ha più la forza per far vivere la nostra Scuo-
la dell’Infanzia e, quindi, è più che mai necessario avere un bacino di
utenza più ampio. E’ fantascienza? Forse! Ma è l’unica possibilità per
poter andare avanti a dare ai/alle bambini/e un servizio efficiente e
qualificato. Un’altra chance potrebbe essere l’apertura di una sezione
‘Primavera’ per i/le bambini/e dai due ai tre anni, che, comunque ri-
chiederà un’attenta valutazione e un forte input da parte di tutti.
Anni fa, quando la Scuola dell’Infanzia di Ronago ha attraversato un
periodo difficile, fu chiesto al Consiglio Pastorale della Parrocchia se
fosse opportuno andare avanti o gettare la spugna: il Consiglio Pa-
storale si espresse chiaramente per andare avanti. Fra non molto ci
troveremo nella medesima situazione e si ritiene giusto, visto che il
Consiglio Pastorale di Ronago non esiste più, portare questo scenario
a conoscenza del Consiglio della Comunità Pastorale di Uggiate e Ro-
nago e chiedere lo stesso input ad andare avanti.

40 - Scuola dell’Infanzia Arcobaleno


Scuola dell’Infanzia Arcobaleno - 41
RONAGO: LA CHIESA VESTITA A NUOVO
L’ultimo colpo l’hanno dato le nostre donne: smontata la grande gru e i 2.400
metri quadrati di ponteggi, hanno pulito e lucidato la chiesa tanto che, alla
fine, profumava, profumo di cera e di lavanda, profumo di bene.
È finita così, per il momento, nei primi giorni d’agosto, la “grande sfida” o
così sembrava a dicembre: dovevano essere raccolti ottantamila euro per far
partire il cantiere da 240mila euro per il restauro di tetto e facciate in degrado.
E in ottanta giorni, sono stati raccolti, tra offerte e donazioni, ottantamila
euro. Poi, un anonimo benefattore ha donato 74.820 euro e, a fine luglio, il
preventivo era coperto per quasi 170mila euro. Il lavoro e l’abnegazione dei
Fööc e Fiamm per la festa della Madonna della Consolazione e le tradizionali
generosità aggiungeranno altri contributi al piano finanziario, come pezzi di
cuore.
Di più: i lavori dovevano terminare entro il 10 agosto e sono terminati. Erano
iniziati il 29 aprile, ma il mese di maggio non è stato propizio per il maltempo,
perciò si sono concentrati a giugno e luglio, mesi roventi di caldo e di afa che
hanno messo a dura prova gli uomini che lavoravano dall’alba al tramonto,
sabato mattina compreso. Ma l’opera è compiuta: rimangono i ponteggi
sulla casa parrocchiale, già dotata di nuovo tetto.
Il Consiglio parrocchiale degli Affari economici ha pubblicato un album
fotografico, distribuito a tutte le famiglie, per illustrare i lavori. Tutto
rilevante, tutto interessante, dal punto di vista tecnico. Ma è l’altro punto di
vista a spiccare: questa chiesa si conferma testimonianza dello spirito della
popolazione che continua a credere nella Casa di Dio e Casa degli uomini,
della loro fede, delle loro speranze, dei loro sacrifici. La chiesa è segno del
Soprannaturale, ma anche dell’umanità che lascia alla chiesa l’impronta di se
stessa, come l’ha lasciata ogni generazione, nello stile, nell’arte, negli arredi.
Le mura parlano del tempo, ma anche delle preghiere e dell’anima. E come
ha scritto don Sandro nella tradizionale lettera ai parrocchiani per la festa
della Madonna della Consolazione, “La chiesa ha una nuova veste, ma il vero
rinnovamento è quello dell’anima, cioè della fede, della spiritualità, delle
preghiere, della fraternità. La bellezza, il senso, il respiro di questa chiesa,
come di ogni chiesa, sono quelle della Comunità che in essa si riconosce,
perché ha raccolto la fede dei padri e le speranze dei figli, chiede la Grazia e la
consolazione, fa memoria nell’Eucaristia ed esercita le opere di misericordia,
affida al cuore di Maria le sofferenze,perdona e chiede perdono”.

42 - La chiesa vestita a nuovo


CHIESA PARROCCHIALE DI UGGIATE:
LAVORI DI RESTAURO
“Il restauro della volta, prima campata sopra l’ingresso principale di acces-
so alla chiesa parrocchiale, è iniziato nel mese di gennaio 2019 sotto la di-
rezione dell’architetto Massimo Brambilla in accordo con la Sovrintendenza
Archeologica, Belle Arti e Paesaggio. L’intervento ha riguardato il restauro
conservativo delle superfici decorate con affreschi di Carlo Innocenzo Carlo-
ni, secolo XVIII, dedicati in volta alla “Gloria di San Paolo” ed in controfacciata
alle scene della Conversione e del Martirio del santo. Nello stesso lotto d’in-
tervento sono state comprese tutte le superfici decorative sottostanti (corni-
cione e lesene). Per agevolare e programmare al meglio le fasi di lavorazione,
la superficie della volta è stata suddivisa in settori. Concluso il primo lotto di
lavori nel mese di aprile, entro la santa Pasqua, i ponteggi sono stati nuo-
vamente allestiti per proseguire le lavorazioni sulle superfici decorate delle
pareti, sino al piano terra.”
Così prende avvio la dettagliata e ricca relazione che in data 5 luglio 2019 le
restauratrici Mariachiara Fois e Gabriella Rossati hanno presentato al termi-
ne dei lavori denominati ‘Opere di restauro conservativo delle superfici inter-
ne dipinte della Campata di san Paolo - sec. XVIII.’
Noi tutti fedeli affezionati alla nostra bella chiesa parrocchiale rendiamo
grazie per il lavoro pensato e svolto con perizia, metodicità e nell’attento
rispetto di ciò che ci è stato donato dall’amore e dalla fede di quanti ci han-
no preceduto. Adesso, quando entrando in chiesa si alzano gli occhi verso la
campata di san Paolo, sembra di accogliere in uno sguardo tutto lo splendore
di un evento, di un incontro con la gloria del Padre. E ogni cosa si fa stupore,
preghiera, gratitudine.

44 - Lavori di restauro - Uggiate


Lavori di restauro - Uggiate - 45
Notizie flash
UN EURO PER UN SORRISO 2019
Un euro per un sorriso 2019: la bella manifestazione organizzata dalle Associazioni
di Uggiate Trevano in collaborazione con l’Amministrazione Comunale
quest’anno ha sostenuto il progetto “Le nostre vacanze” in aiuto alla Comunità
Educativa per minori “Villa Giuditta” di Varese - Fondazione Sacra Famiglia. La
sera di domenica 14 luglio le vie del centro di Uggiate si sono animate di festa,
giochi, luci, suoni e colori. La fantasia delle Associazioni non è mancata e anche la
generosità di tante persone di tutte le età ha dato il meglio di sé. In poche ore, e a
colpi di un euro alla giocata, sono stati raccolti euro 2690. “Un ottimo risultato” è
il commento di tutti. Ed è davvero un ottimo risultato, se si considera la formula
familiare della manifestazione e lo stile giocoso dell’evento. Il nostro contributo
servirà a sostenere le spese necessarie per garantire qualche giorno di vacanza ai
dieci minori ospiti di “Villa Giuditta”.

LE NOSTRE FESTE, NELLA SEMPLICITÀ


Belle le nostre feste vissute nella semplicità, nel cuore dell’estate. La semplicità
della chiesetta nella valle dei Mulini, che onora la memoria di sant’Antonio di
Padova. La semplicità dell’antica chiesa di Trevano, in cui si rinnova la preghiera
devota alla mamma di Maria Santissima, sant’Anna. La semplicità del santuario
di Somazzo e della contrada di Trevano Inferiore, che donano frescura mentre si
prega il pellegrino san Rocco. La semplicità della nostra fede, che si esprime nel
rinnovarsi di tradizioni che si tramandano nel tempo. Continuano a vivere grazie
all’impegno di alcune persone, che donano forza ed energie perché i semi di
speranza gettati nel tempo per noi continuino a portare buoni frutti. Sono belle
occasioni per incontrarsi e apprezzare ciò che ci ha stato donato dall’amore di chi
è vissuto prima di noi: le nostre chiese, tesori d’arte e di cultura, libri aperti che
raccontano la storia delle nostre parrocchie. Forse una semplicità che andrebbe
riscoperta e valorizzata dalla comunità. A volte, noi cristiani del terzo millennio
tendiamo a banalizzare e a non considerare quanto sia importante ritrovarsi
insieme a lodare, ringraziare, pregare al di fuori della santa messa domenicale.
Preferiamo, trasportati dallo stile modaiolo del terzo millennio, partecipare
ai grandi eventi della Chiesa, presenziare agli incontri ritenuti importanti,
magari per farci un selfie o per dire “Io c’ero”. Perdiamo di vista l’essenziale, ciò
“che è invisibile agli occhi”, e dimentichiamo invece quanto sia importante e
unico. Quindi, andiamo alla riscoperta dell’antico e sempre nuovo sapore della
preghiera, magari raggiungendo a piedi questi luoghi della nostra comunità, in
compagnia o da soli e guardando ogni tanto il cielo che è lì, a dirci da sempre che
la nostra Patria è nel cuore dell’ Eterno Amore.

46 - Notizie flash
VIAVAI DI POPOLI
Dal mese di giugno in poi un viavai di persone appartenenti a diversi popoli ha
animato la nostra Comunità, che si è arricchita così con la presenza amica di
sacerdoti e seminaristi provenienti da diverse parti del mondo: tre continenti e
cinque nazioni diverse. Padre Philiph dall’Uganda, don Jean Paul dal Cameroun,
i seminaristi Alex dall’India, Binh dal Vietnam, Tito dal Messico, Jacopo dalla
Repubblica Dominicana. Non sono passati inosservati sia in chiesa che per le
vie dei nostri paesi così come non è passato inosservato il loro sorriso aperto
e cordiale e la loro disponibilità a condividere la ferialità dei nostri giorni. Cosa
dire di loro? Care persone, amici gentili e generosi, capaci di portare doni
di umanità insieme alla loro parlata con accenti diversi, che subito ispirano
simpatia e desiderio di approfondire la conoscenza. Chi ha avuto la fortuna di
star con loro un po’ più da vicino ha potuto sperimentare quanto sia bello aprire
le porte di casa per incontrare un fratello venuto da lontano. I loro percorsi di vita
sono diversi, ma Philiph, Jean Paul, Alex, Binh, Tito, Hakovo hanno qualcosa in
comune o, meglio, Qualcuno: la fede in Dio Padre e la scelta di donare la propria
vita per Lui e per la Chiesa. Li ringraziamo per essere presenza viva di esistenze
che si donano senza riserve per portare ovunque un nome, un volto, una fede: il
Signore Gesù.

PASSAGGIO DELLA STECCA, UNA PRECISAZIONE


Nell’ultimo numero del bollettino abbiamo commesso un errore, del quale
chiediamo scusa agli interessati. Nelle Notizie Flash, parlando del Passaggio
della Stecca abbiamo erroneamente scritto che la classe 1968 ha offerto il
proprio contributo per il progetto “Una luce per Kalongo” di Gianni Gasparini.
In realtà l’offerta generosa è stata effettuata dall’Associazione Rosa d’Oro. La
correzione permette di ribadire l’importante presenza delle Associazioni sul
nostro territorio e il ruolo fondamentale che svolgono a sostegno di iniziative
volte alla promozione integrale della persona.

Notizie flash - 47
BELLASTORIA – GREST DIETRO LE QUINTE
Bella storia davvero il Grest. Ce ne accorgiamo ad ogni estate. Il vociare dei
bambini e dei ragazzi, che si diffonde nell’aria sino a raggiungere la piazza e
luoghi lontani, è il segno più evidente insieme al muoversi di frotte di giovani
baldanzosi con la stessa maglietta colorata, che vanno qua e là per il paese
a giocare e a cercare un po’ di fresco nelle giornate più afose. Per una volta,
però, vorremmo guardare dietro le quinte, proprio là dove non si va mai a
guardare. Magari anche per superficialità. Eppure, dietro le quinte c’è tanto
da vedere e, soprattutto, molto da imparare. Ebbene, la merenda è pronta
e viene servita su golosi vassoi. Ma qualcuno s’è chiesto chi l’ha preparata
ogni giorno ed è passato in cucina semplicemente per dire “grazie”? Già, ci
sono state mani delicate che hanno spalmato di buona lena la Nutella o che
hanno tagliato centinaia di fette di torta o che hanno preparato con pazienza
ottime frittelle, i gustosi “chisciulitt” della nonna. E poi è ormai sera, tutti
sono andati a casa: chi a fare una doccia, chi a stendersi sul divano, chi a bere
un bicchier d’acqua, chi a fiondarsi sull’ultimo videogioco. Qualcuno, invece
di andare, arriva o resta. E che fa? Si mette a pulire, rassettare, rinfrescare,
riordinare. Un sorriso, la scopa in mano, il secchio d’acqua e lo spazzolone. È
un piccolo gruppo, molto esiguo. Sembra che non ce la possano fare queste
donne a rimettere ogni cosa al proprio posto in breve tempo. Invece… giù
la testa. E via! Più tardi gli animatori giungeranno per programmare la
giornata successiva. Troveranno tutto tirato a lucido e un buon profumo di
pulito. Troveranno le sedie in ordine, i bagni accoglienti, le ditate sulle porte
svanite, le macchie di gelato tolte. Troveranno la cucina tirata a lucido e
l’oratorio pronto per un nuovo giorno, per un’altra bella storia. E questa lo
è già. Grazie, gentili mani e generosi cuori. Dietro le quinte c’è un mondo
d’amore e di generosità tutto da scoprire.

Quando abbiamo scritto queste righe non potevamo pensare di dover salutare
il ritorno alla Casa del Padre di una volontaria che tanto ha fatto per il nostro
Oratorio, dedicandosi a vari impegni e, in particolare, alla pulizia dei locali. Il
26 agosto Nilde Papis è andata a trovare il Signore e ora il nostro grazie sale in
alto, fin Lassù, da dove lei ci guarda contenta e serena. Ciao, Nilde. Un grazie
commosso, un abbraccio sorridente dalla grande famiglia dell’Oratorio.

48 - Notizie flash
Sentieri di fede
MADONNA DELLA MORELLA
In questo numero della rubrica Sentieri di Fede ci troviamo nel Malcantone,
una  regione geografica del Canton Ticino, delimitata a Nord e a Ovest dai
monti Tamaro, Gradiccioli, Magno, Poncione di Breno e Lema; a Est dalla Valle
del Vedeggio, a Sud dal lago di Lugano e dal fiume Tresa.
Di questa regione fanno parte diciannove comuni, tra cui Curio, luogo da cui
ha inizio il nostro cammino. Infatti, nel bosco lungo l’antico sentiero che con-
duce a Pura si trova il Santuario dedicato alla Madonna della Morella. Meta di
pellegrinaggio, che in origine era forse un eremitaggio. Da una cappella tardo
medievale, nel 1597 fu ampliata e fra il XVII e il XVIII fu trasformata secondo il
gusto barocco. Il portico che si trova davanti,
sotto il quale passa il sentiero, è probabilmen-
te settecentesco. Un altro portico precedente
a questo ora è incorporato nell’odierna aula
rettangolare, dove sono ancora visibili gli ar-
chi. In facciata vi sono affreschi della Madon-
na e delle pie donne. Sulla controfacciata,
invece, dentro a una nicchia trova posto un
dipinto che raffigura la  Deposizione di Gesù.
Alla sua destra un dipinto della Vergine Maria 
cinquecentesco e, opposti a quest’ultima, si
può ammirare un  bassorilievo  in stucco che
rappresenta la  Madonna miracolosa di Ge-
nazzano, l’Adorazione dei Magi secentesca e
diversi ex voto. Interessanti le decorazioni dei
due altari: quello maggiore ospita una statua
della Madonna del tardo XVII secolo, mentre quello laterale, in stucco, ospita
una  Madonna in trono  affrescata del  XVI secolo. Sulla  volta a botte lunetta-
ta, che copre sia la navata che il coro, si trovano alcune decorazioni realizzate
nel 1900 da Enrico Giani. 
Attorno a questo oratorio c’è una leggenda, come se ne trovano tante altre,
riferite al periodo del 1600: i luoghi sono di solito cappelle, nel nostro caso è
l’oratorio della Morella. I protagonisti sono banditi: Falco e la sua banda e gente
comune come Biagio, un benestante di Curio. Cominciamo col dire che siamo
nel periodo in cui Curio, con i limitrofi villaggi, formava una Castellanza, un tipo
di patriziato allargato  che giuridicamente dipendeva dallo Stato di Como. La
riforma protestante, lanciata da Lutero, era in pieno sviluppo e a Curio si era
insediata una famiglia che a spada tratta propagandava questo nuovo credo

Sentieri di fede - 49
religioso. La popolazione tutta restava però salda nei suoi principi cattolici, e
Biagio, sia per la sua posizione sociale che per l’ascendente che godeva nel paese
e nel contado, era diventato il nemico numero uno di quei facinorosi protestanti
che, non riuscendo a far breccia, pensarono di ... eliminarlo. E chi meglio poteva
provvedere a questo “lavoro”, se non il tristemente famoso Falco? Il quale dietro
lauto compenso se ne assunse l’incarico.
E così una sera mentre Biagio tornava dal suo giro d’affari col carretto trainato da
un cavallo, fu assalito da Falco e dalla sua banda. “Tu sei Biagio Avanzini...! È da
parecchio che ti tengo d’occhio, ma sempre una maledetta sorte ti ha protetto.
Adesso finalmente sei nelle mie mani e nessuno ti salverà...”. La crudeltà di queste
parole mostrò immediatamente al povero Biagio che aria tirasse. Fu naturale
per lui chiedere pietà sia per se stesso che per la sua famiglia e pronunciare
un’accorata invocazione alla Madonna del Rosario, per la quale nutriva una
particolare devozione e la cui cappelletta sorgeva in quei paraggi, sul lato destro
della strada. “Tempo perso, invocazioni inutili!”, disse quasi sghignazzando il
bandito. “Ora ti sistemiamo per le feste.” Prima però si fece dare tutto quello che
aveva addosso, “E voi”, disse rivolgendosi ai suoi aiutanti, “attaccate la corda a un
ramo solido che fra poco lo faremo penzolare come un buon salame nostrano...”.
In quel preciso momento, un lampo scaturì dal cielo illuminando la zona a giorno.
Tutti gli occhi si rivolsero verso la parte da dove era venuta l’improvvisa luce e
fu proprio in quest’attimo che Biagio, raccogliendo
tutte le sue forze fisiche, spiccò un salto che
lo portò sul limite del bosco nel quale sparì a
gambe levate. I banditi, rimessosi da quella luce
improvvisa, si organizzarono a inseguire la preda.
Biagio, dopo aver percorso un buon tratto di bosco,
si sentiva il cuore in gola e temeva di esser giunto al
limite delle sue forze, già per natura scarse. Prese
l’unica risoluzione al momento plausibile: quella
cioè di ritornare sulla strada, con la speranza che
qualche viandante accorresse in suo aiuto. Risalì
quindi la scarpata lungo la quale era scivolato,
graffiandosi mani e viso e riducendo i suoi abiti in
condizioni pietose. Riemerse sul ciglio della strada
proprio dietro la cappella della Madonna. Udiva i
passi dei banditi che lo stavano cercando. Sentì le
forze venirgli meno e con pietà profonda implorò:
“Madonna, aiutami tu!”. E stramazzò al suolo,
privo di sensi, proprio ai piedi della cappelletta.
Nel frattempo giunsero anche i banditi. Falco, più
furibondo che sorpreso, con le armi in pugno stava
parlottando con i suoi giannizzeri, facendo loro
presente che troppo tempo prezioso era trascorso
e che qualcuno sarebbe potuto sopraggiungere

50 - Sentieri di fede
e sventare il loro piano. “Meglio quindi levare quel corpo dal ciglio della
strada, trasportarlo nel bosco vicino e farlo fuori una volta per sempre.”
Ma a questo punto, tutto precipitò nell’imponderabile. Gli uomini, mentre
si accostavano a Biagio, ricevettero da una forza sconosciuta come una
scarica elettrica che li paralizzò sul posto senza che potessero muoversi. E
così rimasero fermi come statue, con le armi in mano. Biagio, per contro,
si riprese piano piano e vedendosi circondato alzò le mani in segno di
resa e di abbandono. Aveva oramai compreso che la sua fine era giunta
e, distogliendo lo sguardo da quei ceffi che gli stavano attorno, volse gli
occhi verso la nicchia ove la Madonna sembrava gli sorridesse in segno
di protezione. A un certo punto si rese conto che i suoi assalitori erano lì
impalati, bloccati, inerti come ridicole statue, nella stessa posizione che
avevano a corsa ultimata. Si fece animo e lentamente, fissando ora loro ora
l’immagine della Madonna, s’inginocchiò e pregò con tutte le forze del suo
spirito. Falco e i suoi uomini, sempre immobili, osservavano la scena con gli
occhi quasi perduti nel vuoto, senza espressione, quasi non appartenessero
a questo mondo. Biagio s’alzò e cominciò a indietreggiare e poi di filato si
portò alle “Cantine”, località sita lungo la strada, a un centinaio di metri
verso Curio, ove i viandanti regolarmente si soffermavano per rifocillarsi
e riposare. E lì trovò il suo cavallo, abituato com’era a questa giornaliera
inderogabile sosta. I numerosi presenti, al veder arrivare il solo calesse,
presagirono per Biagio qualche disgrazia e muniti di fucili, forconi, picche
e mazze, stavano per mettersi alla sua ricerca in buon numero. Biagio con
poche parole raccontò l’accaduto. Il gruppo partì verso la Morella, mentre
lui, sollecitava una pozione... speciale per far passare la tremarella e ridar
calore al sangue. I suoi pensieri intanto erano come un mulinello che aveva
come epicentro quell’immagine sacra che, secondo lui, era stata capace di
bloccare i suoi inseguitori permettendogli di salvarsi in extremis. Era forse
trascorsa una mezz’ora, quando si sentì urlare: gli improvvisati gendarmi
stavano appunto accompagnando i cinque grassatori, che furono trovati
nella medesima posizione nella quale Biagio li aveva lasciati. La popolazione
di Curio subito avvertita si riversò alla Morella gridando al miracolo e Biagio
quella sera stessa fece voto di rimpiazzare a sue spese la cappelletta con
un santuario dedicato alla Madonna del Rosario, quale ringraziamento per
la grazia ricevuta. Ed oggi ancora i Curiesi, orgogliosi di questo loro piccolo
ed antico santuario, vi si recano in processione due volte all’anno e, benché
la strada sia piuttosto trascurata, questa chiesetta semplice e tranquilla
è pur sempre meta di riposanti passeggiate che apportano tanta pace e
tranquillità al corpo ed allo spirito.

Per raggiungere il santuario si arriva in auto a Curio, quindi si posteggia


sulla strada che porta a Castelrotto. Da qui parte il sentiero denominato
“Morella – Pura”. In venti minuti di cammino all’interno dell’area boschiva
si arriva alla meta.

Madonna della Morella - 51


Sturiell Sota ‘l Munt da la Pianta
del Pepin da Roma

LA RECLAMM IN TELEVISIUN (storia e personaggi inventati)

La Maria Tumatis e la Pepa Zicoria inn do dònn che ànn péna passàa la sessantena e
sa incuntran quasi tütt i dì, ma ogni volta l’è cumè se sa ritruvassan dopu tant’ann,
perché fann tapelaad inscì luungh che chissà cussè devan cüntà sö. L'ultréer éran
dré a tapelà in cuperativa visin a la fila dii biscòtt e chi ‘l sa truvava da l’oltra part
‘l pudeva sentì:

- Te, Maria, t’éet vist iersira ul cinema sül “quatar”. Ma l’eva propi bèll!
- Se, che l’ù vist! Una bèla storia d’amuur. Però, porcu sciampin, sa pó migna fà tüta
que l’interuziun per la reclamm. Sum lì a specià che sa basan e... zachete, vegn föra
quela dii materazz, pö quel dii pultronn, e via inscì, ta paar, Pepa?
- Ta gh’eet resun, Maria! Anca me, sevi li a specià cusè ‘l faseva quel omm cativ e...
trachete, a riva la litania pubblicitaria che la ma mett adoss ul dübi se devi nà a pissà
o no.
E intant che in dré a fà l’elénch dii robb reclamizzàa, solta fö a l'impruvisa la Gina
Scigola e la diss:
- Sii dré a parlà de reclamm? Ma piasan anca a mé! Stu lì dii uur par videj. Pecaa
che gh’è sempar un quej cinema che al vegn a rump i ball e a stragià l’emuziun de la
pubblicità, perchè:

Che bèll guardà la sfilza dii reclamm


che fann vidè ogni dì in televisiun:
vin in scatula, detersiiv, savun,
galen che bécan i biscòtt, salamm,

i machin che parchegian daparluur,


i pinul par la prostata, l’usèll
che ‘l parla al Del Piero, cremm par la pèll,
ul sciròpp ch ‘l tira via ul duluur...

52 - Sturiell Sota ‘l Munt da la Pianta


Ma ecu un toch de film cul Celentan
propi quand che gudevi in dal vidè
la carta lunga par netàss dadré...
Al m’ha truncà ul piasé, porcu d’un can!

La Maria e la Pepa s’ànn guardaa fiss in dii öcc, pö ànn guardaa la Gina, dopu
s’ann turnaa a guardass e mandà j’öcc in aria, Infin la Pepa l’è s’ciupada:

- Te, Gina, séet drè a parlà sül seri ?


- Sul Serio e sul Mincio! Ma piaas la pubblicità e vöri migna che métan denta
tòcch de cinema a s’cepà la cuncentraziun! Stori d’amuur, stori da indian, stori
cunt i marzian, la via dal tramuunt, via cul vent... ma andìi via dal tütt par
lasamm vidé in santa paas cusè che ‘l fa ul yogurt dentar i büsecch!.. Vardiii che
mé, anca par la strada Lumazz-Bizarun, quand che sum sü la mia “cinchceent”
vù a trenta a l’ura par quardà i cartej da la reclam e ma na freghi dii machin
dadré che strumbazan...

La Maria che, quand la vöör, l’è bona a tirà fö la sua irunia, l’ha impastaa là:
- Ma se, Gina, ta gh’éet resun. L’idea la va slargada e purtada in gesa. Ul Prevost
in dal spiegà ul vangeli al po tacà là una prucesiun da reclam. Par esempi:
ul Signuur l’à multiplicaa le fette biscottate del Mulino Grigio e i bastoncini di
pesce Brindus, dopu la pesca miraculusa de scatulett di tonno “Riolago”...
Capida l’antifuna, la Gina l’è stada isvelta a rüzà ul carell de la spesa e a metass
in fila a la cassa numar düü.
- Brava Maria! – l’à apruvaa la Pepa - … sul Serio e Sul Mincio... a disi mò! Ciau,
sa vedum diman. E la ciapa la fila de la cassa numar vün
- Duman forsi no... gh’ù l’appuntament par nà dal dinciatt e mett a post la
dentera . Sa vedum dopuduman. Ciau Pepa!.
E la ciapa la fila de la cassa numar düü, propi apress a la Gina.

La reclamm in televisiun - 53
Segnalibro
GESU’ CRISTO NOSTRA VITA
Anna Maria Canopi
Nerbini Edizioni

Il titolo del libro è stato consegnato dall’autrice poco prima di


essere chiamata, il 21 marzo scorso, alla vita eterna. Madre
Anna Maria Canopi è stata un gigante della spiritualità e del
monachesimo. A lei si sono rivolte migliaia di persone. Chi ha
avuto la fortuna d’incontrarla ha percepito in Lei una presenza
quasi soprannaturale: era la sua fede in Cristo Gesù, la sua
vita. Il libro può essere considerato un testamento spirituale.
Spiritualità che se non è incanalata nel solco dell’obbedienza,
dell’umiltà e della carità non può sfociare nella preghiera
feconda che ci mette direttamente in contatto con il Signore
Gesù Cristo nostra vita.

NEL NOME
Alessandro Zaccuri
NN Editore

Maria è un nome segreto, un gioiello fuori dal tempo. Mettersi


sulle tracce di un nome è sempre un’avventura, non esistono
mappe né percorsi prestabiliti. Alessandro Zaccuri inizia
questo viaggio da solo, punta il suo compasso sulle Marie dei
Vangeli e da lì si muove per scrivere la sua preghiera del nome.
Parte da una Maria ragazza senza volto, che balla su una
pubblicità degli anni Ottanta, si ritrova con la madre sorridente
e sofferente, e passando da Giulietta incontra la Mary di West
Side Story, incrocia Borges, Giotto, Lippo e poi Kurtz e Achab,
per arrivare infine alla Marie di Le Corbusier sulle vetrate della
Notre-Dame du Haut. E mentre invoca e ripete questo nome,
vive il dubbio e dissemina il suo rosario in luoghi imprevedibili,
trasformando il suo e nostro viaggio in una benedizione,
invisibile e leggera.

54 - Segnalibro
QUALUNQUE COSA SUCCEDA
Umberto Ambrosoli
Sironi Editore

UN EROE BORGHESE
Corrado Stajano
Saggiatore

L’Italia degli anni settanta è l’Italia della loggia P2, della


strategia della tensione, del terrorismo rosso e nero, in
cui la nascente società civile scopre che la democrazia
non è un bene acquisito una volta per sempre. Giorgio
Ambrosoli è un avvocato milanese, conservatore,
cattolico, in gioventù monarchico. Muore nella notte
di una Milano deserta, ucciso da un sicario venuto
dall’America, l’11 luglio 1979. Nel settembre 1974 la
Banca d’Italia aveva nominato Ambrosoli commissario
liquidatore dello scricchiolante impero bancario di
Michele Sindona. Basta poco ad Ambrosoli per scoprire,
allibito, il castello di trucchi contabili, operazioni
speculative, autofinanziamenti truffaldini su cui si è
retto l’inganno della sindoniana Banca Privata Italiana.
Sfatando le previsioni di chi lo vorrebbe influenzabile,
sensibile agli equilibri politici, il “moderato” Ambrosoli
si rivela invece fedele alla propria integrità morale
nonostante le pressioni dall’alto, i tentativi di
corruzione che sfociano in minacce, la solitudine
in cui gradualmente sprofonda. Fino all’omicidio,
ordinato da Sindona. La storia di Giorgio Ambrosoli,
che Corrado Stajano e il figlio Umberto ricostruiscono,
danno l’immagine di un uomo onesto, martire laico per
la giustizia e la verità.

Segnalibro - 55
dall’Oratorio

GREST 2019: BELLASTORIA!


Due estati fa, con il Grest DettoFatto!, ci siamo scoperti custodi del Creato,
come opera meravigliosa che nasce dalla Parola di Dio ed è donata all’uomo.
Grazie all’occhio puro di San Francesco ci siamo impastati con la terra per
sperimentarne l’origine e il fondamento, con l’acqua per tornare all’essenzia-
lità, con l’aria per scoprirci bisognosi dell’altro, con il fuoco per alimentare di
passione le nostre comunità e il mondo in cui viviamo. Il rischio che si corre
è però quello di essere ricchi di conoscenze ma poveri di esperienze: ecco
allora l’invito a metterci All’opera!, una richiesta che ci arriva direttamente
da Dio, per riconoscerci co-creatori e capaci di cose molto buone. Grazie alle
storie della Genesi abbiamo capito che il nostro osservare, il nostro creare, il
nostro scambiare e il nostro raccontare hanno inizio dallo sguardo, dall’atto
creativo, dallo scambio e dalla storia di altri, intrecciati con il disegno di un
Altro, quello di Dio.
Quest’anno, a conclusione del percorso triennale, abbiamo sperimentato
che ogni azione dell’uomo nel mondo si realizza in tutta la sua potente bel-
lezza solo se inscritta in un orizzonte orientato ad una vita buona, che è il
miglior compimento dei doni che il Creatore ha fatto all’umanità. È stato il
Grest delle storie, le nostre e quelle di uomini che ci hanno preceduto: Abra-
mo, Giona, Maria e S. Paolo.
Abbiamo conosciuto l’esperienza di rinascita di Abramo, che lascia la sua ter-
ra per un luogo ignoto fidandosi di una promessa.
Abbiamo seguito Giona nelle sue peripezie, immedesimandoci nella sua te-
stardaggine e nella sua voglia di crescere.
Abbiamo ammirato il coraggio di Maria, che si è fidata della parola di Dio e ha
desiderato dare vita a qualcosa di grande.
E, infine, abbiamo sognato di essere come San Paolo, pellegrino instancabile
sulle vie del mondo, pronto a portare a compimento la sua faticosa missione
di annunciatore della Parola.
Aiutati da questi grandi personaggi, circa 180 ragazzi e più di sessanta ani-
matori hanno vissuto tre settimane di Grest all’insegna del dialogo, dell’ami-

56 - dall’Oratorio
cizia, della bellezza dello stare insieme, del giocare per divertirsi (e vincere),
del condividere la merenda, del rimboccarsi le maniche per costruire la pro-
pria BellaStoria.
Tante storie, insomma, che, intrecciate tra loro, contribuiscono a plasmare la
BellaStoria della nostra vivace comunità.

Un grazie sincero a tutte le persone che si sono spese con generosità: a chi
ha offerto il suo prezioso aiuto durante i laboratori, a chi non ci ha fatto mai
mancare l’indispensabile merenda e a chi ci ha permesso di sentirci accolti in
un oratorio sempre in ordine!

GREST 2019: Bellastoria! - 57


PRIMO CAMPO
5^ elementare - 1^ media

Dal 2 all’8 luglio trenta ragazzi di quin-


ta elementare e prima media, insieme ai
loro quattordici animatori, si sono trovati
a vivere l’esperienza del campo estivo in
montagna, presso l’asilo di San Nicolò Val-
furva.
Titolo del campo “Il tesoro che c’è in te”,
ispirato al film d’animazione “Il pianeta del
tesoro”, proiettato la prima sera del cam-
po, e non poi così distaccato dal tema del
Grest “BellaStoria”, poiché ognuno di noi
è chiamato a fare della propria vita una
bella storia, scoprendo il tesoro che porta
dentro di sé.
Partendo da questa idea principale, gli ani-
matori hanno sviluppato, nei giorni suc-
cessivi, assieme ai ragazzi altri tre temi:
incontro, bugia-fiducia e grinta-coraggio,
uno per giorno per poi concludere ripren-
dendo il tema del “tesoro che c’è in noi”.
La settimana ovviamente non è stata sola-
mente riflessioni, ma anche camminate in
montagna, per poter godere del paesag-
gio offerto dalla montagna, e tanti giochi
insieme, che hanno portato alla nascita
di nuove amicizie e/o al rafforzamento di
altre.
A conclusione del campo è stato anche
possibile confessarsi o avere dei colloqui,
o meglio chiacchierate, con gli animatori,
dalle quali sono uscite molte cose belle e
una felicità generale ripensando alla bella
settimana vissuta assieme, in cui ognuno
è sicuramente riuscito a scoprire dentro di
sé qualcosa di bello e da condividere con
gli altri.
58 - dall’Oratorio
SECONDO CAMPO
2^ - 3^ media
Da lunedì 8 a lunedì 15 luglio, 36 ragazzi di seconda
e terza media insieme ai loro 11 animatori, ai cuochi
e al don hanno vissuto una settimana di condivisione
godendosi il fresco della Valfurva.
Per una settimana hanno camminato idealmente
sulle tracce del Piccolo Principe, facendosi aiutare
proprio da lui a scoprire la differenza tra il possedere
e il prendersi cura, tra il guardare e l’osservare con il
cuore per andare oltre l’apparenza.
E così, tra tornei al parchetto e passeggiate sui
ghiacciai i ragazzi hanno riscoperto la bellezza di sta-
re insieme, la felicità di divertirsi senza la distrazione
delle tecnologie, lo stupore davanti alla grandezza
della natura e la fatica di mettersi nei panni di mam-
ma e papà quando tocca lavare i piatti. È stata una
settimana intensa, ricca di esperienze da portare nel
cuore e condita di qualche difficoltà che, superata
con l’aiuto delle persone che ci vogliono bene, aiuta
a crescere.

Ecco la testimonianza di un animatore:


“Il campo è stata un’esperienza fantastica perché,
oltre a stare con i miei amici, ho conosciuto perso-
ne nuove. Mi è stato di grande aiuto nel conoscere
un po’ più me stesso e anche a cambiare qualcosa
di me. Per questo vorrei ringraziare Roberto, che
si è speso tanto per noi in questi anni e nell’ultimo
campo insieme. Per me è stata la prima volta come
animatore e ho fatto un po’ fatica ad abituarmi, ma
comunque mi sono divertito e ho passato dei bei
momenti insieme agli altri animatori, soprattutto la
sera quando rimaneva un po’ di tempo da trascorre-
re tra di noi. È stata un’esperienza bellissima e che
rifarei ancora molto volentieri. Per questo invito tutti
i ragazzi che iniziano la prima superiore a unirsi a noi
ai corsi per diventare animatori, che si svolgono du-
rante l’anno!”
dall’Oratorio - 59
CAMPO SUPERIORI
29 Luglio 2019, h 7.00: partenza dal piazzale della Chiesa. Inizia così il programma
di questo Campo Superiori a San Nicolò Valfurva. Partiamo per quest’avventura
in 23 ragazzi, 5 educatori e i fantastici cuochi … chissà cosa ci aspetta una volta
arrivati là?
Il tema del campo è stato “Mettersi a servizio” ed è stato sviluppato nelle varie
riflessioni secondo l’acronimo UFFA. Si sentono dire frasi di questo genere: “Uffa,
i giovani d’oggi non sono capaci di far niente” e dall’altra parte “Uffa, gli adulti
sono dei veri rompiscatole”.
Per noi la parola UFFA si è trasformata così:
U-tilità
F-ragilità
F-ratellanza
A-micizia
E l’amicizia è stata proprio ciò che ci ha legato in questa settimana insieme.
Abbiamo conosciuto persone nuove e riscoperto i rapporti con altre che già
conoscevamo.

Durante il campo, abbiamo


avuto modo di collaborare con
gli educatori del Centro Disabili
di San Nicolò per preparare
delle tavole sensoriali:
strumenti che vengono
utilizzati nell’aula sensoriale
del Centro per creare degli
stimoli a ragazzi con grave
disabilità fisica o psichica.
Oltre ai momenti “seri” non
sono mancati quelli di svago,
i giochi organizzati (fra cacce
all’oggetto, recitazioni e
tornei di beach volley), le
camminate, le passeggiate
per le vie di Bormio… Ognuno
di noi porta a casa qualcosa da
questa esperienza e allo stesso tempo cerca di lasciare al campo qualche aspetto
negativo. L’augurio è che resti a tutti la voglia e l’entusiasmo di ripartire carichi
per le attività del nuovo anno, per scoprire e rinnovare sempre la bellezza dello
stare insieme in modo sano… Nel frattempo godiamoci l’ultimo periodo di
vacanze, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico!
60 - dall’Oratorio
Campo superiori - 61
CIAO, ROBERTO
Il nostro saluto a Roberto Stimamiglio, se-
minarista
Ciao, Roberto. Ti salutiamo con tanti ab-
bracci e sorrisi. Quest’estate, quando ab-
biamo saputo che saresti andato via, siamo
rimasti tutti senza parole. Ma come? È già
ora di salutarti, di dire a un amico quale sei
tu: ‘Buona fortuna! Non dimenticarti di noi!
Ehi, passa a trovarci!’. Ci manchi già tanto.
Ti sei preso cura di tutti noi, ragazzi, gio-
vani e adulti, mettendoti al nostro servizio
con allegria, un simpatico sorriso e la tua
grande voglia di creare gruppo, di trasmet-
tere positività e testimoniare la fede che
ti accompagna. Abbiamo vissuto insieme
giorni fantastici, magari faticosi, ma sem-
pre entusiasmanti e soprattutto improntati
all’autenticità e alla ricerca di cos’è giusto nella vita.
A modo nostro, ti diciamo grazie e che ti vogliamo tanto bene. Vorremmo
vederti ancora qui, nel nostro oratorio e trattenerti ancora un po’. Il tempo
di ridere insieme per la battuta di qualcuno, di fare un gioco e di raccontarci
qualcosa. Il tempo soprattutto per guardarti negli occhi e incontrare il tuo
sguardo intenso, pieno, mai scontato, capace di indagare i nostri sentimenti
e di capire cosa passa dentro di noi.
Ti affidiamo ai nostri santi protettori perché ti siano di sostegno nel cammino
di vita in seminario, in preparazione al sacerdozio, e ti chiediamo di rimanere
unito a noi in Gesù. Conoscerti è proprio bello, sei entrato subito nei nostri
cuori velocemente e, ne siamo certi, vi resterai a lungo. Ti auguriamo la vera
gioia e di continuare con passione sulla strada che il Signore vuole per te.
Grazie, Roberto.

62 -Ciao, Roberto
IL TORNEO… SPORT, AMICIZIA E ALTRO
Anche quest’anno si è svolto a Ronago, dal 22 giugno al 13 luglio, l’ormai
storico Torneo di calcio a sette giocatori. È infatti da 37 anni che il Gruppo
Sportivo riesce ad organizzare il torneo estivo con coppa dedicata
alla memoria di quelle persone che sono state membri, simpatizzanti,
sostenitori e sicuramente amici del gruppo e che ora non ci sono più. La
coppa del 2019 era dedicata a Bruno e Gigi ed è stata vinta, su un totale di
sedici squadre, dalla “Mtb”.

Al di là dell’avvenimento sportivo, una delle cose importanti da sottolineare


è come il torneo sia diventato un appuntamento fisso per le persone di
Ronago e dei paesi vicini. Oltre alle gare calcistiche era infatti attiva anche la
cucina: per tre settimane i provetti cuochi con i loro aiutanti hanno sfornato
prelibate pietanze che hanno incontrato il favore e l’apprezzamento delle
tante persone che si davano appuntamento “al campo” per trascorrere
una serata in compagnia. “Ci sono persone che non vedo per un anno, pur
abitando nello stesso paese, e che ritrovo qui puntuali” diceva qualcuno.
L’occasione quindi per incontrarsi, chiacchierare e passare del tempo insieme
anche per chi magari è da solo.

“Dove andremo a mangiare adesso che finisce il torneo?… Beh, ci sono tante
sagre nei dintorni….Sì, ma non è lo stesso che qui…” Cosa ci sarà di diverso
qui? Forse la passione di chi, finito il lavoro di tutti i giorni, ne iniziava un
altro facendo finta di non sentire il caldo e la fatica o di chi, già in pensione,
durante il giorno iniziava a “preparare”. Forse la sensazione di essere in
famiglia. Qui c’è posto per tutti senza alcuna distinzione. E allora un doveroso
e sentito grazie agli organizzatori con a capo il “Pres” che, nonostante le
tante difficoltà, credono ancora in quei valori di amicizia, condivisione e
sportività che caratterizzano i rapporti umani e anche ai variegati volontari
che assieme permettono di portare avanti questi principi ancora vivi e
apprezzati nei nostri paesi nonostante tanti luoghi comuni. E il campanile
vestito a nuovo domina sul centro sportivo e sembra luccicare ancora di più,
orgoglioso di tutto il bene e il bello che c’è tra la nostra gente.

Torneo calcio - 63
Pagina dei bambini
BIGLIE VIAGGIATRICI

Gioco all’aperto per un numero di


giocatori da due a…
Materiale occorrente: nocciole, tubo di
cartone (ad esempio tubo carta da cucina)
Fate un buco nel terreno, tracciate una
linea di partenza dietro cui devono stare i
giocatori seduti con le gambe incrociate.
Ogni giocatore deve avere una nocciolina
e un tubo di cartone. Con una semplice conta si stabiliscono i turni per il lancio. Al via il
giocatore dev’essere pronto dietro la linea con un’estremità del tubo appoggiata al terreno
e dall’altra estremità, con una mano, si lascia cadere con calma la nocciolina. Dove cade
la nocciolina si appoggia nuovamente il tubo e si segue lo stesso procedimento di prima.
Quanti tiri serviranno per far arrivare la nocciolina nel buco sul terreno? Vince chi effettua
l’operazione con il minor tiro di lanci.
Per rendere il gioco più avvincente si possono stabilire dei tempi entro cui effettuare i lanci.
Inoltre, i tubi possono essere decorati e le nocciole essere abbellite con faccine o sigle
predisposte dagli stessi giocatori.

CERCHIO DI FOGLIE

Gioco all’aperto o all’interno per un numero di giocatori da due a…


Materiale occorrente: una sedia non molto alta, un gesso o un cerchio
grande, tante foglie ben appiattite
Disegnate un cerchio a terra o appoggiate il cerchio grande sul pavimento, accanto
posizionate la seggiola. Stabilito con una conta il turno dei giocatori, il primo sale sulla
sedia e, con il braccio teso, ad una ad una lascerà cadere le foglie a sua disposizione
(massimo dieci), che potrà tenere in tasca e/o nella mano che non usa. Al termine dei lanci
si conteranno le foglie cadute all’interno del cerchio. Ogni foglia darà diritto a un punto.
Si passerà quindi al giocatore successivo. Al termine vince chi avrà il maggior numero di
punti.
Una variante per rendere più complicato il gioco può essere considerare valide solo le foglie
cadute all’interno del cerchio con la pagina superiore (quella in cui le nervature sono meno
visibili) rivolta verso l’alto.

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