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Comunità Pastorale di
Uggiate e Ronago
Segreteria Parrocchiale Caritas
da lunedì a Venerdì Orari apertura
ore 9.00 - 11.00 lunedì 9.30 - 11.30
tel. 031/94.87.21 venerdì 9.30 - 11.30
Le Campane
di Uggiate e Ronago
è anche sfogliabile online all’indirizzo:
www.oratorio-uggiate.it
Indirizzo e-mail della Redazione:
Le Campane
di Uggiate e Ronago
campane.uggiate_ronago@yahoo.it
Per ricevere via e-mail
l’Agenda della Settimana scrivi a:
vocechebussa@gmail.com
Tempo per...
Possa la via crescere con voi,
possa il vento essere alle vostre spalle,
possa il sole scaldare il vostro viso
e possa Dio tenervi nel palmo della sua mano.
Prendetevi tempo per amare
perché questo è il privilegio che Dio vi dà;
prendetevi tempo per essere amabili
perché questo è il cammino della gioia;
prendetevi tempo per ridere
perché il sorriso è la musica dell’anima;
prendetevi tempo per amare Dio
e le persone che Dio vi affida tutti i giorni attorno a voi
con molta tenerezza
perché la vita è troppo corta per essere egoisti!
4 - Intro
E così ci ritroviamo a mangiare polli che in realtà sono pulcini, fragole
a dicembre e formaggi che non sanno di nulla. E così vorremmo che i
giovani ragionassero come se avessero l’esperienza dei vecchi e che i
vecchi si muovessero come se fossero giovani. E così … roviniamo la
nostra vita e quella degli altri, perché siamo sempre in attesa di qual-
cosa di immediato che non potrà mai venire. Pretendiamo le riforme
(dello Stato, della Chiesa, della bocciofila) in tempi brevissimi, preten-
diamo che i figli adolescenti capiscano subito e subito si adeguino alle
nostre direttive, pretendiamo che i genitori si adeguino in pochi mi-
nuti all’evoluzione dei figli e della società, pretendiamo che gli anziani
capiscano in un istante (e lo approvino!) il mondo in cui vivono oggi,
così diverso da quello di ieri.
L’impazienza si accompagna proprio egregiamente alla pretesa. Pre-
tendere (dagli altri, ovviamente, da noi stessi un po’ meno) è uno degli
atteggiamenti più deleteri che possano esistere, perché non permette
di rispettare l’altro, i suoi tempi, il suo modo d’essere.
Pazienza con tutti, dunque. Almeno quanta ne abbiamo con noi stes-
si. E quanta ne ha Dio verso le sue creature.
don Sandro, parroco
10 - Il vescovo Oscar
to è stato appunto ripercorso dal vescovo Oscar che ha definito la
parrocchia come “comunione di comunità e comunità di famiglie” e
che deve proseguire nella crescita della fede e della carità, della vita
evangelica e dell’aiuto reciproco, vie trovate quando tutto sembra-
va essersi fermato, il lavoro, i contatti, le Messe, il catechismo, il ca-
lendario parrocchiale.
Ma “una luce splende nella notte del mondo“: è fatta dalle persone
che si prendono cura degli altri e quanti esempi ci hanno dato, a ri-
schio della propria vita, ha detto il Vescovo ed ora si tratta di “ripar-
tire con fiducia”. Un altro capitolo, questo, è il capitolo della risposta
del Signore proclamata da Padre Oscar: “Non abbiate paura, abbiate
fede in me. Io, il Signore, non vi ho dimenticati”.
E ripartire scegliendo la luce. “È emerso un grande desiderio di vita
nuova, rinnovata, di valori riscoperti e condivisi – ha concluso il Vesco-
vo – È giunto il tempo di rimettere al centro quel tesoro che riponiamo
nel nostro cuore: l’amore di Dio e dei fratelli”.
Anzi, ha concluso citando il libro dell’Apocalisse: “Non vi sarà più
notte, non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà”.
“Carissimi GEN,
di colpo Gesù mi da la possibilità di unirmi a voi in modo più stret-
to. E’ sempre un bel gioco quello di vivere l’Attimo Presente, per-
ché mi accorgo sempre di più che è l’unica realtà che si può vivere
in un ospedale, come dovunque, al di là della bella esperienza di
ieri in cui mi crogiuolerei, del vuoto di questa mattina in cui mi per-
derei, e la paura di domani in cui mi lascerei andare.
Vi saluto .... Teniamo Gesù in mezzo!”.
Nei giorni della malattia Carlo sente che Alberto gli è a fianco e
lo sostiene.
In seguito ad una grave emorragia che lo debilita completa-
mente, il ragazzo confida alla mamma: “E’ giunto il momento
del tuffo in Dio”. A chi lo assiste in ospedale, in quei giorni di
sofferenza, Carlo dice che sa dove sta andando. Sta andando
a incontrare il suo amico che è partito pochi giorni prima di lui
dalla montagna.
Carlo e Alberto hanno vissuto per incontrare Gesù. L’hanno fat-
to insieme. E hanno trovato la felicità.
Carlo e Alberto - 19
CIRCONDATI DA UNA MOLTITUDINE DI TESTIMONI
Un’uggiatese in primo piano sul sito Web della Diocesi “Sui
loro passi.it” che rivela come siamo “circondati da una mol-
titudine di testimoni” di Cristo e del Vangelo.
Adele e Franco - 21
FILO SPINATO UGGIATESE
PER I CAMPI DI PRIGIONIA O PEGGIO
Il RISCHIO EVITATO
Si tratta di una vicenda occorsa durante il secondo conflitto mondiale tra
il 1944 e il 1945, che ha origine nei boschi fra la Ginestra e la Cattafame a
Uggiate Trevano, e la cui memoria è conservata agli Atti con tanto di spillo
arrugginito a unire la fitta corrispondenza che poteva anche passare inos-
servata ma, poiché il primo foglio è scritto in tedesco e porta il timbro del
Deutsche Kommando, la curiosità ha prevalso e ha invogliato a intrapren-
dere una ricerca storica.
I protagonisti sono da una parte il comando di presidio germanico di stan-
za a Varese, che con il suo ordine perentorio di requisire filo spinato da
destinare ai campi di prigionia, o peggio, ci fa ricordare che a quel tempo
non vivevamo in un Paese libero e per farcelo meglio comprendere si av-
vale della collaborazione del Commissario Prefettizio, del Podestà e del
Capo Provinciale di Como (che in realtà sembreranno più dei mediatori o
accomodatori); mentre dall’altra parte troviamo il destinatario dell’ordi-
nanza che non citeremo, il quale, fermo e per i tempi quasi spregiudicato,
riesce a trovare il modo di ‘tirarla alla lunga’ e non cedere l’ambita preda.
Probabilmente uno storico avrebbe in breve sciolto i dubbi sui motivi del
tira e molla che si evidenzia nella trattativa. Chi scrive invece, per non ca-
dere in errori grossolani, ha ritenuto necessario rileggere più volte gli in-
carti e approfondire ulteriormente, presso le fonti d’archivio locali, tastan-
do il polso del periodo storico oltre che a verificare gli sviluppi del conflitto
con le sue ripercussioni specie sul morale della popolazione e di tutti gli
altri: vincenti, perdenti e quelli in attesa di decidere.
Come ormai noto, l’estate del 1943 è contrassegnata dalla caduta del go-
verno Mussolini e il fuggi fuggi che ne consegue impegna tanti in una gara
a chi scappa più lontano. Vince il Re, che dopo l’armistizio firmato con ri-
luttanza il giorno 8 Settembre e una tappa a Pescara, si prende il posto più
in tema con la stagione estiva - che pur volge al termine - arrivando fino
a Brindisi, dove gli ampi ed eleganti saloni del porto ospitano già da tem-
po una nutrita accozzaglia di amici generali e multigraduati che per giorni
e giorni, senza sporgersi e badando bene a non farsi scorgere, con una
mano scostano solo quanto basta le tende per osservare ciò che accade
sotto mentre l’altra mano resta occupata a sostenere i calici di spumante
Riflessioni - 27
L’ESAME DI STATO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
Maturità 2020: una maturità anomala, diversa ma sempre una prova impor-
tante, la prima importante prova della vita, quella che ti resta nella mente,
nel cuore, nei sogni e a volte negli incubi degli anni a venire.
Il coronavirus ha obbligato il Ministero dell’Istruzione ad attendere l’evolver-
si dell’emergenza e a riorganizzare tempi, modi e tipologia di prove per l’E-
same di Stato 2020 con la pubblicazione delle linee guida definitive solo il 16
maggio. Un po’ tardi forse ma nel mentre, da quel 9 marzo in cui tutta l’Italia
è diventata zona rossa, la preparazione a distanza degli studenti delle Scuo-
le Secondarie era stata più o meno sistematicamente impostata e avviata:
lezioni a distanza, interrogazioni, verifiche.
Tutto come se si fosse in classe? No di certo. Tre mesi davanti a un video-
schermo non equivalgono certo a tre mesi in classe.
Cosa è mancato? L’ entrare a scuola, il sentirsi parte di uno stesso spazio, di
uno stesso tempo, quel tempo a volte interminabile - durante le spiegazioni
- a volte tanto intenso che vorresti fermare nella memoria; sono mancati i
compagni, gli amici, gli intervalli, le file alle macchinette, le corse per pren-
dere il bus, le uscite didattiche primaverili programmate a inizio d’anno con
tanto entusiasmo, è mancato quel mondo unico che è la scuola che ci regala
la bellezza di relazioni spontanee e aiuta a crescere anche nella socialità.
Si sa che la presenza fisica ha implicazioni sensoriali e neuronali, stimola la
capacità di attivare i famosi neuroni a specchio, neuroconnessioni che atten-
gono ai processi di imitazione, di condivisione e di osmosi
sociale. Impariamo soprattutto quando siamo con gli altri e
non quando siamo isolati nel nostro cantuccio.
Ma qualcosa la didattica a distanza l’ha saputo offrire.
In primo luogo ha garantito momenti di serena normalità
in un tempo difficile, di ansia e di paura per il presente e il
futuro. Le voci dei ragazzi, i volti assonnati della prima ora
e quelli affamati dell’ultima hanno trasformato gli anonimi
computer in classi virtualmente reali. Non è stato facile per
nessuno: in primo luogo per i ragazzi costretti su una se-
dia per ore interminabili, con momenti di legittime pause
e spuntini a telecamera spenta, poi le famiglie che hanno
dovuto condividere o piuttosto dividersi spazi, dispositivi e
giga, spesso anche con l’ansia e la preoccupazione per il la-
voro, e infine noi docenti.
Carla Giuliano
di anni 83 – Uggiate T. (21 luglio 2020)
30 - Anagrafe
Rinati in Cristo per il dono del Battesimo
Anagrafe - 31
Simone Sardella di Giorgio e Elisa Bonazza – Uggiate T. (2 agosto 2020)
32 - Anagrafe
Matteo Bissola di Andrea e Ilaria Secci – Uggiate T. (6 settembre 2020)
Andrea Caldarelli di Angelo e Jessica Alaimo – Uggiate T. (6 settembre 2020)
Alessio Pietrobon di Luca e Claudia Arrighi – Uggiate T. (6 settembre 2020)
Kevin Luigi Profumo di Vito e Sparago Veronica
Anagrafe - 33
Dal Mondo
LOCKDOWN: ISOLATI MA UNITI
Carissimi Gamiti e tutti amici del GAM,
durante il periodo di chiusura in cui si diceva “State a casa” per salva-
guardare la salute di tutti, siamo riuscite, attraverso mail e cellulari,
a tenere vivi i contatti tra di noi e con i nostri amici delle missioni.
Riportiamo la sintesi di alcuni messaggi così che tutti possiate avere
un’idea di come questo periodo sia stato vissuto nei vari angoli di
Africa a noi cari. Così il filo che ci lega a loro non si è spezzato ma si
è rafforzato, soprattutto attraverso la preghiera.
34 - Dal Mondo
ha accettato... Anche noi siamo chiuse in casa, però abbiamo il cor-
tile, il prato e la campagna, il pollaio e una mucca perciò non ci stan-
chiamo fra quattro mura e ho tempo di ricordarvi nella preghiera.”
Isolati ma uniti - 35
DA KALONGO
Mese di marzo 2020
36 - da Kalongo
Mese di luglio 2020
“Carissimi amici,
le misure imposte dal governo ugandese per prevenire e contenere
il contagio da Covid 19 pare abbiano funzionato, l’epidemia sem-
bra essere sotto controllo, ma a quale prezzo? Per la maggior parte
dei pazienti, abituati a raggiungere l’ospedale di Kalongo in boda
boda (moto –taxi), il blocco dei trasporti pubblici si è trasformato
in un vero dramma.
Per questo i casi presenti sono più complessi e tragici perché le per-
sone che riescono a raggiungere l’ospedale arrivano spesso in gravi
condizioni. La stagione delle piogge, che sembra non essere mai
finita, è ricominciata e con essa la malaria e le polmoniti. Il fabbi-
sogno di sangue è un incubo che ci accompagna quotidianamente.
I bambini hanno ricominciato ad andarsene. Dopo viaggi dispera-
ti, arrivano in ospedale in condizioni irrecuperabili. Io la chiamo
la strage silenziosa e penso sempre a quanti bambini se ne vanno
silenziosamente, senza neppure riuscire ad arrivare in ospedale”.
Carmen Orlotti
medico chirurgo dell’ospedale di Kalongo
da Kalongo - 37
PADRE PHILIP ZEMA
A marzo Padre Philip ci ha inviato una riflessione: “Coronavirus non é solo
malattia e morte. Stiamo attraversando un periodo strano, un terremoto
emozionale che ci fa tremare e rende fragili le nostre sicurezze. Colpisce i
nostri attaccamenti più forti: la salute, la vita, il lavoro, il denaro crea paura e
incertezza. Ci obbliga al cambiamento. Ebbene, cosa rimarrà quando tutto
questo sarà finito? Questa é una tua scelta. Il coronavirus
é anche un’occasione di rinascita e di guarigione. Quando
tutto sarà finito, ti auguro che tu abbia imparato qualcosa.
Ad apprezzare le piccole cose, che non osservavi più.
Ad accettare la solitudine che porta sempre grandi doni.
A conoscere un pochino di più te stesso, quelle parie pro-
fonde che avevi trascurato.
A ringraziare quelle persone che, come i medici, in questi
momenti, donano molto e spesso diamo per scontati.
A vivere il tempo con meno affanno, come la natura ci in-
segna. A comprendere il valore della libertà.
Ad apprezzare le passeggiate, gli amici, una pizza in com-
pagnia.
A respirare a pieni polmoni, seguendo il ritmo di madre
terra.
Ad essere un po’ più consapevole nei tuoi passi quotidiani.
A ritrovare l’essenza nel tutto.
Buona guarigione... un abbraccio. Ivan Nossa, scrittore”
19 giugno, festa del Sacro Cuore di Gesù: “Oggi é la nostra festa (della Fami-
glia Comboniana) che per la prima volta abbiamo celebrato
in due: messa concelebrata, io e il mio confratello, basta.”
Uscite
Ditta Dan per montaggio sfere campane lavori campanile 2019, € 378; Ing. Mele
per relazione casa parrocchiale € 834; Eni gas € 639, Wind Tre € 38; Eni luce €
992; IMU € 578; Rivista il Timone € 22; Shalom per messalini € 147; Per lavo-
ri sistemazione microfoni e manutenzioni varie € 600; Puglisi saldo ponteggi
(cappella S- F. Saverio e laterali e lavoro esterno facciate) € 11660; Restauratrice
Fois € 5460; Copyland (noleggio fotocopiatrice) € 2374; Addobbi floreali € 55.
Uscite
Eni luce € 888; Ditta Orme € 4712; D.B. (pisside tempo COVID) € 207; Wind Tre
€ 39; Fumagalli Spurghi € 240; Cartoleria € 28; Acquisto Nuovo Messale € 76;
Lavori di posa catramina campanile 2019 € 1500; Piano sicurezza campanile €
1500; A don Bolis € 250.
Nel mese di giugno sono stati versati complessivamente € 3600 (Parrocchia Ug-
giate e Parrocchia Ronago) a favore del Fondo Solidarietà Diocesano Famiglia e
lavoro.
Nel mese di luglio sono stati versati € 500 per Emergenza Covid Missioni Diocesane
in Perù.
40 - Resoconto economico
LE LEGGENDE DI LISTZ
La forte spinta alla religiosità e il rapporto con gli obblighi e i divieti della religio-
ne cattolica, è una delle costanti della biografìa di Liszt. Già alla morte del padre,
nel 1827, e dopo una sfortunata e acerba vicenda amorosa che si era svolta pro-
prio in quel periodo, il giovane Liszt aveva espresso il desiderio di abbracciare i
voti, dissuaso allora solo dall'intervento della madre.
Lasciato il periodo raccolto e laborioso di Weimar (1843-1861), che aveva dato
luogo a tanti capolavori sinfonici, ora Liszt si sentiva pronto a intraprendere la
strada della composizione religiosa. E quale città meglio di Roma avrebbe faci-
litato questo compito? Nel 1865 riceve gli ordini minori e il titolo di abate; lascia
persino il suo appartamento e alloggia presso Monsignor Hohenlohe in Vatica-
no, nella speranza di trovare quella pace e quel raccoglimento che favoriranno la
composizione.
La leggenda di Listz - 41
riporta un brano di Giuseppe Miscimarra, biografo del santo. Di vero e proprio
miracolo si tratta in questo secondo caso: Francesco, dovendo attraversare lo
stretto di Messina per recarsi in Sicilia ma non avendo con sé denaro, era stato
schernito dal rozzo barcaiolo che si era rifiutato di traghettare lui e i suoi due
compagni. Dopo essersi raccolto un momento in preghiera, il frate tornò tutto
allegro dai confratelli e li invitò a salire sul suo mantello, distendendolo sulle ac-
que e sollevandone un lembo come se fosse una piccola vela; arrivati sani e salvi
in Sicilia i tre frati furono caldamente festeggiati.
Il brano è interamente giocato sulla ripetizione del tema del santo, espresso all'i-
nizio della partitura, una doppia frase melodica piuttosto severa, a valori lunghi,
che potrebbe essere un tenore gregoriano. Se l'esposizione è molto semplice e
quasi sotto tono, nelle successive ripetizioni il tema prende forza e cresce sovra-
stando l'elemento onomatopeico che attraversa tutto il brano (le acque), rappre-
sentate da ottave spezzate, scale cromatiche o per terze che si rincorrono nella
parte grave della tastiera. La composizione si conclude con una pagina in tempo
Lento, a cui Liszt aggiunge l'indicazione "accentato assai con somma espressio-
ne"; il virtuosismo sembra placarsi in un composto riflettere per poi invece riap-
parire alle battute finali, che concludono la composizione su possenti accordi in
fortissimo.
Di queste leggende si trovano anche trascrizioni per organo.
(1) Cosima nacque a Como il 24 dicembre 1837 nell’Albergo dell'Angelo: è visibile ancora la targa
sull’edificio trasformato in banca. Venne battezzata in Cattedrale il giorno di Natale, Liszt tenne un
memorabile concerto il giorno 29 dicembre al Teatro Sociale.
42 - Le leggende di Listz
XVI secolo, dal titolo Quasi stella matutina, scritta per la festa di Santa Eli-
sabetta del Portogallo e raccolta per Liszt dal compositore Mihly Mosonyi.
Questo tema è quello più frequentemente utilizzato e il più soggetto a ri-
visitazioni: lo si trova trattato contrappuntisticamente, trionfante e omo-
fono, sviluppato, travestito o utilizzato per frammenti. La seconda idea è
un canto ecclesiastico tratto da una raccolta ungherese del XVII secolo. La
terza proviene da un'aria di danza popolare trasmessa a Liszt dal violinista
Ede Reményi e che il compositore utilizzò per accentuare il carattere folclo-
rico di certi passaggi. Il quarto tema, una melodia sassone del XVIII secolo,
fu presentato a Liszt da A. W. Gottschalg come un canto di pellegrini tede-
schi del Medio Evo ed è utilizzato dal compositore come base degli interludi
orchestrali. Il quinto motivo, infine, consiste di tre semplici note che costi-
tuiscono l'incipit di molte melodie gregoriane.
Il compositore ricorda nella prefazione di avere utilizzato quest'ultima idea
anche nella Missa solemnis zur Einweihung der Basilika in Gran (fuga del
Gloria), nel coro finale della Dante-Symphonie. Lo stesso tema apparirà an-
che nella Via Crucis e nella Sonata in si minore. Liszt considera infatti que-
sto motivo come il simbolo della croce e lo utilizza molto spesso per dare
omogeneità a passaggi che hanno qualche relazione con il dolore o con la
croce stessa. Una sorta di marchio di riconoscimento della sofferenza, che
richiama il procedimento contrappuntistico utilizzato da Bach quando in-
tendeva sottolineare i momenti in cui faceva riferimento a Dio ponendo al
basso, come omaggio, le note dedotte dalla traslitterazione del suo nome.
Allo stesso modo Liszt, di fronte al dolore, ripropone ossessivamente le tre
note di quel tema che, scarne ed eloquenti, trasmettono a pieno il senso di
sofferenza e al tempo stesso di ammirato stupore che l'autore doveva pro-
vare al cospetto di un personaggio della statura di Santa Elisabetta.
Andrea Schiavio
https://www.youtube.com/playlist?list=PLhlyechER07-dx_tyIj6FSYU0Rj1Y_cWj
Le leggende di Listz - 43
VENT’ANNI: INCONTRO TRA POPOLI
In quindas dì da luj de vint’ann fa’
gh’è capitaa un event ecceziunaal
che l’à muvimentaa la gent d’Ügià
par una nuvità internaziunaal:
vòtt Paees, ch’inn tra de luur luntan,
ànn faa l’acordi de tegniss par man.
46 - I racconti Uruk
Sempar strambu l’è staa ‘l Giuanin Tandöla,
già fin dai temp che l’eva anmò fiulett:
a navum tütt e düü a l’istesa scööla,
mé strepenaa e lüü sempar bell nett.
I racconti Uruk - 47
dall’Oratorio
«CHE COSA FATE, O GIOVANI?»
Nel precedente numero de Le Campane avevo raccontato di come, durante i
mesi del grande coprifuoco, le nuove tecnologie avessero favorito la creazione di
reti di preghiera da remoto.
Esemplare da questo punto di vista è stato un evento tenutosi la sera del 10 mag-
gio 2020, quando alcuni giovani hanno voluto sfruttare le potenzialità di internet
per organizzare in modalità “virtuale” il momento di preghiera che da sei anni
propongono il giorno 10 di ogni mese presso il Santuario SS. Trinità Misericordia
di Maccio di Villaguardia: un’adorazione eucaristica animata dalle decine del Ro-
sario e da canti tipici della tradizione carismatica, in risposta a quella domanda
«Che cosa fate, o giovani?», che la Madonna pose a due ragazze impegnate a far
castagne in un bosco della Valle Spluga il 10 ottobre 1492.
48 - dall’Oratorio
Al termine della celebrazione, il vescovo si è rivolto direttamente ai giovani
animatori del momento di preghiera, ai quali ha rivolto parole di apprezza-
mento non solo verso la «bella tradizione» che il 10 di ogni mese ricorda l’ap-
parizione della Madonna al Santuario di Gallivaggio, ma anche nei confronti
dello stile dell’evento virtuale, definito dal vescovo come «prova generale»
per favorire l’espansione della partecipazione a questa «gioiosa iniziativa»
ad «altre persone, soprattutto giovani della nostra Diocesi». «E proprio con
finalità missionaria abbiamo voluto realizzare questo Rosario questa sera e
mi auguro che nei mesi prossimi altri ragazzi possano associarsi a voi» ha
precisato il vescovo, il quale ha invitato i partecipanti a inoltrare l’invito alla
partecipazione a più persone possibile e attraverso ogni mezzo di comuni-
cazione.
«Il nostro compito come cristiani è quello di annunciare le opere di Dio, e Dio
è amore e quindi questo amore significa che noi dobbiamo vivere la nostra
vita come dono, come servizio, come un modo per rispondere appunto
a questo amore di Dio attraverso uno stile che affascini, che inquieti, che
generi delle salutari domande. “Se loro sono così, perché non io?”. Ecco una
bella domanda che può nascere da parte dei giovani che vi guardano» - ha
aggiunto il vescovo - «perché s’impegnino a tradurre la fede nella loro vita».
Alessandro
dall’Oratorio - 49
SUMMERLIFE ESTATE 2020
Quest’anno il Grest della nostra comunità è stato un po’ diverso dal solito: tra
misurazione della temperatura, mascherine e distanziamento, abbiamo dovuto
adeguarci alle novità. Ciò che è rimasto sempre uguale, invece, sono stati l’en-
tusiasmo, la voglia di stare insieme, la disponibilità a creare qualcosa di bello e
significativo da parte dei ragazzi e dei loro educatori.
Dal 22 giugno al 6 luglio, 52 adolescenti e sette educatori hanno dato vita a Sum-
merlife, un percorso di divertimento e formazione con lo scopo di fare nuove
tutte le cose. Durante le tre settimane si sono succeduti tre temi fondamentali,
maturati nel periodo di isolamento fisico, che ha preceduto l’estate, che uniti alle
varie attività hanno reso l’esperienza dinamica e coinvolgente.
Guardare le cose già viste: quante volte camminiamo distratti per il nostro pae-
se classificandolo come noioso perché lo vediamo sempre uguale? Come prima
attività è stato allora proposto ai ragazzi di girare per Uggiate e trovare alcune
particolarità, come varie cose colorate, stessi oggetti ma di misura diversa, punti
panoramici, architetture particolari, alcuni luoghi significativi per loro…
Con la passeggiata per i boschi di Somazzo, poi, si è riscoperto il piacere di cam-
minare in luoghi conosciuti ma con la compagnia di tanti amici, che rendono il
percorso meno faticoso.
La settimana si è conclusa con la realizzazione di un colorato murales sulla parete
del campo di calcio dell’oratorio, con l’obiettivo di riqualificare uno spazio che
forse diamo per scontato, ma che ha bisogno di noi per continuare a vivere.
50 - dall’Oratorio
tutti quei particolari che lo rendono unico.
Guardare le cose con l’aiuto di qualcuno: la caccia alla volpe che ha inaugu-
rato l’ultima settimana ha invitato i ragazzi a trovare nel bosco una persona
nascosta, insieme. A volte, infatti, abbiamo bisogno di qualcuno che ci stia
vicino e ci supporti nella ricerca di quella evidenza che si cela ai nostri occhi.
Mercoledì la passeggiata al Parco della Spina Verde è stata un bel momen-
to di condivisione che ci ha insegnato a conoscere il territorio con l’aiuto di
qualcuno che sa il percorso e, soprattutto per alcuni, grazie alle reminiscenze
di una lezione degli Alpini sulle trincee incontrate lungo la strada (ascoltata
a scuola negli anni precedenti). Infine, con il laboratorio di string-art i ragazzi
hanno realizzato delle bellissime tavolette disegnando con chiodi e gomitoli
la figura che più piaceva loro. Grazie alla tecnologia, usando Instagram, si
sono impegnati a imparare questa nuova tecnica e i risultati sono stati da
applausi.
“Penso che il Grest sia una bella esperienza, un’occasione per stare compa-
gnia e vedere le cose da un’altra prospettiva.”
“Questo Grest, nonostante le restrizioni e le distanze, è stato una bella espe-
rienza per, come dice il logo, fare nuove tutte le cose. Dopo tanto tempo
chiusi in una piccola bolla, rivedere i propri amici e tutto ciò che ci circonda
fa capire quanto le persone, la natura e la compagnia siano essenziali per la
nostra adolescenza.”
dall’Oratorio - 51
“Il Grest quest’anno è stato “insolito” ma anche molto bello perché è stato un
punto di ritrovo con gli amici.”
“Penso che nonostante questa situazione difficile, il Grest sia stato una grande
riuscita, mi ha ridato quella voglia di mettermi in gioco che durante il periodo di
quarantena avevo un po’ perso. Le attività sono state tutte coinvolgenti e nono-
stante tutte le precauzioni da seguire sono riuscita a farmi nuovi amici. Summer-
life ha sicuramente portato un po’ di luce nei nostri cuori durante questo periodo
buio e posso dire con certezza che sarà un’esperienza che difficilmente dimenti-
cherò.”
Insomma, tre settimane di amicizia per sfruttare le tante occasioni di FARE NUO-
VE TUTTE LE COSE.
Un sincero grazie a tutti coloro che hanno permesso a questa esperienza di na-
scere e crescere… alla prossima!
52 - dall’Oratorio
SUMMER LIFE 2020 - UN GREST DIFFICILE DA DIMENTICARE
La parola ai protagonisti
dall’Oratorio - 53
co bello pulito, a simboleggiare la volontà di cambiar pagina lasciandosi
alle spalle il grigiore dei mesi di reclusione. Parete bianca successivamen-
te verniciata con colori sfavillanti dagli adolescenti stessi, coadiuvati e su-
pervisionati da un professionista, un «artista che è stato bravo anche nello
spiegarci ciò che riguarda la street art in tutte le sue forme e a non soffer-
marsi solo sull’ambito tecnico», precisa Beatrice. Un lavoro affrontato dai
ragazzi non solo con entusiasmo e impegno, ma anche con un briciolo di
timore. Significativa in questo senso l’esperienza di Emma: «Devo dire che
all’inizio la paura di sbagliare era tanta, ma quando ho iniziato a colorare,
la felicità ha preso il sopravvento, mi sentivo una vera e propria artista!»
Ecco allora che quella parete, prima così smorta e ora ricca di colori sgar-
gianti, si è trasformata in un monumento alla speranza e alla volontà di
superare il grigiore di questi mesi, al non arrendersi di fronte alla paura e,
come spiegato da Denise, «a vedere le cose in modo più colorato, a non
abituarci troppo alla quotidianità di ciò che ci circonda». In questo contesto,
il murales diventa dunque un simbolo che racchiude molti aspetti legati alla
pandemia: l’importanza di non lasciarsi rubare la speranza dalle situazioni
avverse, dell’impegno a rimboccarsi le maniche facendo ognuno la propria
parte e, soprattutto, di chiedere al Signore occhi nuovi, per imparare a ve-
dere le cose di tutti i giorni da una prospettiva diversa. «Oltre a rivedere le
cose già viste con occhi nuovi, questo grest ci ha dato l’opportunità di fare
nuove esperienze, rendendo il nostro oratorio più colorato e allegro», spie-
ga in questo contesto Beatrice.
54 - dall’Oratorio
DI NUOVO IN CAMPO TUTTI INSIEME
Dopo un lungo periodo di pausa, in cui si è sentita
la mancanza degli allenamenti che sono per allena-
tori e ragazzi un momento di aggregazione e spen-
sieratezza in cui condividere con impegno e gioia
una passione comune, è arrivato luglio e con esso la
ripresa degli allenamenti. Chiaramente è stato ne-
cessario garantire sicurezza alle famiglie seguendo
le norme del Covid e, di conseguenza, cambiando le
modalità dei nostri allenamenti.
È stato emozionante ritrovarci ancora in campo
tutti insieme, in primo luogo per riprendere l’attività
sportiva ma anche per salutare gli atleti che hanno
ormai raggiunto il limite d’età e che, quindi, hanno
concluso il loro percorso con l’US Mulini.
Nonostante siano ancora molte le incertezze su quella che sarà la prossima stagio-
ne sportiva, lo staff non si è perso d’animo iniziando a predisporre i primi progetti
per il futuro anno calcistico che inizierà a settembre, nella speranza che tutto possa
svolgersi nella piena sicurezza e normalità. Ci presenteremo alla nuova stagione
sportiva 2020/21 con cinque squadre: una under13, due under11, una under9 e una
under7 per un totale di circa cento atleti.
Oltre agli allenamenti, durante alcune serate nel mese di luglio, è stato possibile
aprire il servizio bar grazie alla proposta del comune di Uggiate Trevano, che ha or-
ganizzato il cinema all’aperto per bambini e adulti. Ciò ha permesso di incontrare le
famiglie dei nostri atleti, che hanno dimostrato anche in un momento così delicato
di sostenere economicamente la no-
stra Società Sportiva. In quelle serate
sembrava di rivivere i nostri tradi-
zionali tornei estivi, che speriamo di
tornare a organizzare al più presto.
Siamo contenti di questo finale di
stagione e fiduciosi per la nuova sta-
gione che ci attende. Auguriamo a
tutti una felice estate e rinnoviamo
l’appello, a chi lo volesse, a unirsi a
noi come aiuto nelle molte mansioni
necessarie a sostenere la nostra so-
cietà fondata sul volontariato.
CSI Mulini
CSI - 55
«GUSTATE E VEDETE COM’È BUONO IL SIGNORE»
Impressioni in vista dell’ordinazione sacerdotale di don Luca Giudici
La distribuzione di questo numero de “Le Campane” avviene in contemporanea con
l’ordinazione sacerdotale di due diaconi della nostra Diocesi: don Gianluca Salini di
Ardenno e don Luca Giudici di Parè.
Durante la novena dell’Assunta abbiamo raggiunto don Luca al Santuario della Ma-
donna di Chiesa Alta di Drezzo per scambiare quattro chiacchiere quando manca
poco più di un mese prima della sua ordinazione.
Chi conosce don Luca sa bene che non è un tipo da incontri formali e che, se lo si
vuole incontrare, bisogna andarlo a cercare nel suo habitat naturale: tra la gente.
Ne abbiamo conferma anche in quest’occasione, quando al termine della Messa
accoglie con il suo tipico sorriso alcune persone con cui si sofferma a parlare. Poi
ci vede, ci raggiunge e ... «Ciao! Scusatemi, ma mi sono fermato a parlare un
attimo con loro … Che caldo che faceva in chiesa! Che dite se durante l’intervista
ci beviamo una birretta? Magari potremmo anche prenderci un panino con la
salamella, però meglio farlo subito perché dopo ho un momento di preghiera qui
con i ragazzi e mi dispiacerebbe dovermi interrompere o arrivare tardi». Tipica
scena da don Luca.
Venticinque anni, una formazione da pasticcere, «talento che ho avuto occasione
di poter mettere al servizio dei miei compagni di quarantena durante i mesi del
lockdown in seminario» e due grandi passioni, «la montagna e la bicicletta», testi-
moniate da un’abbronzatura di quelle che non spariscono molto facilmente. Ma
il vero “sole” don Luca lo porta dentro, nel cuore. Lo si percepisce chiaramente
quando spiega come sta vivendo l’ultimo mese del suo cammino in preparazione
al sacerdozio: «Innanzitutto sono molto felice di essere riuscito a portare avanti
qualche attività di oratorio estivo, nonostante le restrizioni legate al COVID. Sono
però anche contento di aver a disposizione questo mese per rivedere con un po’ di
calma tutta una serie di amici e persone che ho incontrato durante il mio cammino».
Una vocazione semplice quella di don Luca, scoperta durante «un bel percorso di
fede in parrocchia e in oratorio a Parè, esperienza che mi ha riempito di gioia e
di riconoscenza nei confronti del Signore e opportunità che mi sarebbe piaciuto
poter regalare anche ad altri giovani». Un percorso ufficializzato con la richiesta
di ammissione agli ordini sacri, a suo tempo scherzosamente soprannominata
“Avvio al celibato” dallo stesso don Luca. Poi gli studi in seminario e le attività di
servizio in diverse zone della Diocesi: dapprima due anni a Manera, «esperienza
bella d’oratorio, con tanti ragazzi un po’ della mia età perché avevo 19 - 20 anni»;
in seguito, un biennio a Cagno, «dove ho avuto l’occasione di condividere
numerose esperienze di vita comunitaria, di preghiera e di scambio di opinioni
56 - Gustate e vedete
con Roberto, seminarista che avete avuto anche a Uggiate»; a seguire, nove
mesi a Maccio, «esperienza molto ricca, in cui ho potuto seguire da vicino
anche le attività del gruppo Caritas e il percorso per i fidanzati»; infine l’anno
di diaconato a Berbenno di Valtellina, «un bel banco di prova in preparazione
alla vita della parrocchia, il quale mi permette di arrivare all’ordinazione in
serenità».
In definitiva, «sette anni belli, vari, al termine dei quali rimangono il desiderio,
la volontà e la gioia di giocarsi fino in fondo su questa strada, che mi rendono
consapevole di arrivare all’ordinazione felice e riconoscente al Signore».
Talenti, passioni e riconoscenza che fanno da cornice alla tradizionale im-
maginetta preparata da don Luca a ricordo della sua ordinazione e correda-
ta dalla frase del Salmo 34 «Gustate e vedete com’è buono il Signore» (Sal
34,9). Si tratta di una foto scattata dall’interno di una tenda, «tradizionale
simbolo biblico della presenza tangibile di Dio nella vita di ognuno di noi»,
con l’uscio che si apre verso uno spettacolare paesaggio alpino, «a ricordarci
che l’Amore ci precede e ci insegna a gustare e vedere il buono e il bello che
ci circonda: non solo le mie adorate montagne, maestre di vita sotto molti
punti di vista, ma anche tutti quei luoghi, volti e incontri che mi hanno fatto
sentire che Dio è buono, è Amore».
E per il futuro? Dove e come si vede Don Luca tra un anno? «Per il dove, non
so. Per il come: tra i ragazzi, in oratorio; o almeno, lì mi piacerebbe essere, poi
si vedrà! Mi auguro solo di poter sempre portare il mio entusiasmo e la gioia di
stare insieme e di poter, attraverso di essi, far gustare e vedere a quanti più gio-
vani possibile quell’Amicizia con la “A” maiuscola e quel tesoro rappresentati da
Gesù, colui che dà quel qualcosa in più alla nostra vita». Un bell’augurio a cui
non possiamo far altro che associarci anche noi: buon cammino nel Signore,
don Luca!
Come i pellegrini di un tempo anche noi facciamo una sosta in val di Blenio dove,
a Corzonesco, in località Boscero, si trova la chiesa di San Remigio, interessante
testimonianza di uno stile romanico rurale che, secondo alcuni studiosi,
richiamerebbe un modello di “basilica rustica” diffusosi nell’arco prealpino
lombardo e piemontese intorno all’XI secolo. La chiesa è poggiata su un terreno
roccioso ed è composta di due edifici paralleli, costruiti in epoche diverse. La parte
meridionale, edificata attorno all’XI secolo, di dimensioni maggiori, è composta
di un’aula quadrangolare con abside semicircolare e campaniletto a vela. Nel XII
secolo, nella parte nord, fu aggiunta un’aula simile ma di dimensioni più piccole.
Nel XVII secolo l’aula minore fu suddivisa in due ambienti: una cappella dedicata
alla Madonna e una sacrestia. L’ingresso è posto sul lato nord e non sulla facciata.
La navata interna è coperta da un tavolato ligneo decorato con affreschi di
epoca tardo romanica, rinvenuti durante i restauri degli anni Quaranta. L’abside
maggiore è dominata dal Cristo Pantocratore con i simboli degli evangelisti e
gli apostoli. Sull’arco trionfale si trova l’affresco dell’Annunciazione, sul pilastro
di sinistra san Remigio (XV secolo). La chiesa per un certo periodo ricoprì il
ruolo di parrocchiale di Corzonesco. Nella sua estrema semplicità è un piccolo
gioiello romanico locale, il cui fascino e bellezza sono accresciuti dalla tranquillità
dell’ambiente in cui è inserita, quasi “nascosta”, tanto da rimandare intatta
l’immagine di un tempo passato in cui il fedele cercava un luogo dove trovare il
raccoglimento che lo facesse sentire più vicino Dio.
In Italia qualche anno fa l’inizio della scuola dopo le vacanze estive era fissato
nel primo giorno del mese di ottobre, giorno in cui si festeggiava la solennità
di Reims. È proprio da questa festività che è nata l’usanza di soprannominare
remigini gli alunni della prima elementare.
58 - Sentieri di fede
San Remigio nacque probabilmente a Leon intorno all’anno 437, fu eletto
arcivescovo di Reims all’età di ventidue anni. Riuscì a convertire Clodoevo I, re
dei Franchi, al Cristianesimo, con l’aiuto di Clotilde, la sposa di quest’ultimo.
Il re fu battezzato il 25 dicembre 496 nella cattedrale di Reims. La notte di
Natale del 496 Remigio disse a Clodoevo: “Piega il capo, adora ciò che hai
bruciato e brucia ciò che hai adorato!”. La leggenda vuole che lo Spirito
Santo portasse al Vescovo la santa ampolla contenente l’olio santo. Da allora
la cattedrale di Reims divenne il luogo per la consacrazione dei re di Francia.
Remigio morì a Reims il 13 gennaio dell’anno 532. Fu sepolto nella chiesa
di san Cristoforo, che divenne presto meta di pellegrinaggi, al punto che in
breve tempo si costruì una chiesa più grande a lui intitolata per ospitare il
suo corpo e la santa ampolla. La solenne traslazione avvenne il 1° ottobre,
che rimase così per secoli la data della memoria liturgica di san Remigio.
Attualmente la memoria liturgica è il 13 gennaio, anniversario della morte,
mentre rimane al 1° ottobre nella forma straordinaria del rito romano.
San Remigio - 59
Notizie flash
FESTA DI SANT’ANTONIO AI MULINI
Ai Mulini quest’anno la festa per Sant’Antonio è stata un po’ diversa dal solito: Santa
Messa solenne fuori, sul piazzale del Centro Civico, tutti “mascherati” e distanziati,
cantori e organista compresi! Nonostante non ci siano state la “Messa nel giorno gi-
usto”, la tradizionale pesca di beneficenza e le risate in compagnia “assembrati” nel
piccolo oratorio, non sono mancati i sorrisi di chi in valle e dai paesi vicini è affezionato
al nostro patrono. Circa novanta fedeli sono accorsi per fare un’offerta per il panino
benedetto, per dire una preghiera forse ancora più sentita dopo il lockdown, per ac-
cendere una candela nel silenzio della chiesina, sotto la bella statua del Santo addob-
bata a festa.
60 - Notizie flash
ROSARIO DI SAN ROCCO
Sera di Ferragosto. Il rione di Trevano Inferiore si anima di piccole luci,
colori di bandierine e voci oranti. C’è il rosario da recitare in onore di San
Rocco, il giorno dopo sarà la sua festa. Così accade ogni anno, secondo
una tradizione che affonda le radici chissà quando e chissà per desiderio
di chi. Le cronache locali dicono che quando vi era l’Osteria del Carletu e
della Olga, dopo la preghiera, si faceva gran festa intorno alla statua del
San Ruchet con tanto di luminarie a palloncino; si mangiava del buon cibo
e, accompagnati dal suono della fisarmonica, si danzava al chiaror delle
stelle. Il giorno dopo ci sarebbe stata la messa a Somazzo, dove la statua
del santo è ancor oggi collocata in una cappellina laterale. Quest’anno la
preghiera è stata ancora più intensa e sentita perché i fedeli si sono rac-
colti, rispettando le regole del distanziamento, per ringraziare San Roc-
co, protettore contro la peste e contro le pandemie, e al tempo stesso
per invocare la sua protezione. Proprio nel periodo della chiusura totale, i
residenti hanno esposto su balconi e facciate gli stendardi con l’effigie del
Santo rivolgendo a lui l’intercessione di allontanare il flagello del virus e
le sue conseguenze. La serata è stata molto familiare e la presenza di don
Sandro e don Marco, dei seminaristi Binh e Joel e del diacono Alex ha reso
ancor più intensa la preghiera.
APPUNTAMENTI IN STREAMING
Si ricorda che tutti i giovedì alle ore 10.30 è possibile seguire la recita del
santo rosario in diretta streaming audio per gli ospiti della Casa Anziani
e per gli anziani della comunità, sulla pagina facebook di vocechebussa.
Notizie flash - 61
GRAZIE
Abbiamo due ringraziamenti da fare a nome di tutti. Il primo grazie. Duran-
te il periodo della chiusura totale alcune persone, con molta riservatezza
e sensibilità, hanno realizzato un significativo numero di mascherine met-
tendole gratuitamente a disposizione a chi ne avesse bisogno. Con questo
gesto di attenzione hanno permesso di avere un prezioso dispositivo ne-
cessario per la sicurezza personale e della collettività. Il secondo grazie agli
ospiti e agli operatori del Centro Diurno Disabili che hanno fatto trovare
nella cassetta della posta delle nostre famiglie un biglietto di saluto e di
incoraggiamento, realizzato con carta riciclata. Un messaggio inaspettato
che ha rallegrato il cuore di tutti e ha donato un sorriso nel buio dell’emer-
genza sanitaria.
FIOCCO AZZURRO
La Redazione del Bollettino si unisce alla gioia di Moreno Baruffini, nostro
collaboratore per la pagina “La parola del Papa”, e della sua famiglia per la
nascita del piccolo Cesare. Gli auguri sono perché il loro piccolo possa cre-
scere sereno, benedetto dall’amore di Dio Padre, come ha affermato papa
Francesco “Abbiate cura che crescano con la luce, con la forza dello Spirito
Santo, mediante l’aiuto, l’insegnamento, gli esempi che voi darete a casa...
Questo è il messaggio. Non dimenticate: voi portate lo Spirito Santo den-
tro i bambini”.
62 - Notizie flash
AMICI SEMINARISTI sollecitava anche ad andare alla Messa
prima dell’orario fissato, almeno quin-
Negli ultimi giorni di agosto abbiamo dici minuti prima, o di fermarmi dopo
salutato con affetto e amicizia i semi- per pregare con fede il Signore. Lui mi
naristi del Collegio Internazionale Sede avrebbe illuminato. Intanto gli anni
Sapienziae di Roma, che sono stati passavano ed io avevo messo da parte
ospiti della nostra Comunità Pastora- i miei progetti per il futuro. Alle Supe-
le durante il periodo estivo: don Alex, riori un insegnante di religione indù si
Binh e Joel. Alex è partito per far ritor- fermò a parlare con me e all’improvvi-
no in India al termine dei suoi studi e so mi disse: ‘Tu sarai sacerdote!’. Non
in attesa di essere ordinato sacerdote, avevo confidato a nessuno questa mia
mentre Binh e Joelhanno raggiunto di volontà, nascosta nel cuore da quan-
nuovo Roma per proseguire nel cam- do ero ragazzo, e ciò fece affiorare di
mino di preparazione. Abbiamo pensa- nuovo in me la vocazione alla vita sa-
to di far cosa gradita facendo loro qual- cerdotale. Così, a diciotto anni, entrai
che domanda per conoscerli un po’ più nel Seminario Minore e a venti anni
da vicino. nel Seminario Maggiore per compie-
re gli studi di Filosofia e Teologia, che
Alex ha ventotto anni, è nativo del Ke- effettuai in Italia. Nell’ottobre 2018, a
rala, in India. Proviene da una famiglia Roma, fui ordinato diacono. La voca-
cattolica e fin da piccolo ha frequenta- zione, che all’inizio per me era stata
to la sua parrocchia seguendo il nonno, un’attrazione verso la vita consacrata,
da sempre attivo nella vita della comu- con il passare del tempo si è trasforma-
nità cristiana. Così racconta: “Con la ta in consapevolezza che vivere pie-
mamma andavo a messa e con il non- namente il proprio ministero è anche
no partecipavo anche alle riunioni dei fatica, impegno, responsabilità. L’ave-
gruppi parrocchiali di cui faceva parte. vo intuito già quando stavo con il mio
Andavo con lui a far visita alle famiglie parroco, durante le vacanze estive, nel
in cui vi era un ammalato, a pregare per periodo del Seminario Minore. In Italia,
una persona defunta. Già da piccolo ho compreso ancor più che seguire una
volevo diventare sacerdote, ero attrat- Parrocchia significa avere un ruolo pre-
to da questo tipo di servizio ai fratelli e ciso, importante, essere un punto di ri-
nel mio parroco vedevo una figura im- ferimento, e quanto la Grazia di Dio sia
portante. Alle Elementari le cose non necessaria per essere sacerdoti umili,
andavano bene, prendevo voti bassi e i secondo gli insegnamenti di Gesù. Nel-
compagni mi deridevano quando dice- la vostra Comunità Pastorale sono ri-
vo che da grande sarei diventato prete. masto impressionato per l’accoglienza
Ci soffrivo e la mamma mi suggeriva gentile e generosa che mi avete sempre
di essere prudente e di aspettare. Mi riservato. La prima volta sono venuto a
Amici seminaristi - 63
Pasqua dell’anno 2017, proprio quan- turo, invitandomi a guardare ad alcune
do c’è stato il grande evento della Ma- persone consacrate come ad esempi
donna di Fatima. Ho avuto modo, ogni di vita donata e a rivolgermi a loro per
volta in cui sono tornato, d’incontrare chiarire i miei dubbi e le mie domande
cristiani che amano la Parrocchia, che più profonde. Per un anno ho condiviso
s’impegnano in molteplici attività cari- la vita quotidiana del mio parroco: pre-
tative e di umile servizio, sia a Ronago gavo con lui, andavo a messa, lo segui-
che a Uggiate. E questo amore premu- vo nella ferialità degli impegni parroc-
roso si estende anche a chi viene accol- chiali. Al termine di quell’importante
to. Mi sono trovato come in famiglia. periodo presi la mia decisione, aiutato
Abitando in oratorio, e frequentando anche da alcune esperienze che avevo
le due parrocchie, ho avuto modo di condiviso con un gruppo di giovani che
vedere l’impegno di molti nella cura compivano come me un cammino di
per gli ambienti, nell’attenzione alla scelta vocazionale. Nella mia decisio-
carità, nel cercare di mantenere viva ne, come ho detto, è stato determi-
la comunità in un periodo così difficile nante l’esempio del mio parroco: un
come quello attuale. Ora torno alla mia vero pastore attento ai bambini, ai gio-
famiglia di origine, nella mia terra e, al vani, agli anziani e alle famiglie. Vede-
termine di un’esperienza pastorale, ri- vo in lui una persona contenta, felice di
ceverò il sacramento dell’Ordine. Sono servire il Signore nel gregge che gli era
grato al Signore per ogni cosa e sarete stato affidato. So che essere prete non
sempre presenti nella mia preghiera.” è facile. La preghiera e la partecipazio-
ne alla santa messa aiutano a superare
Binh ha ventotto anni, viene dal Vie- le difficoltà perché in ogni cosa possia-
tnam e precisamente dalla diocesi di mo scoprire la presenza e la bellezza di
Hanoi, nella capitale dello stato asiati- Gesù. Io sento dentro di me che la feli-
co. Gli mancano due anni per termina- cità è stare con Gesù. In questo periodo
re gli studi di Teologia. Di sé racconta: in Italia sono stato fortunato a incon-
“Ero un bambino e mi piaceva andare trare una comunità simpatica, bella e
in chiesa per fare il chierichetto e ser- generosa come la vostra. Questa è la
vire all’altare. Osservavo il mio parroco prima esperienza parrocchiale che ho
da vicino e sentivo un forte desiderio vissuto durante il periodo estivo. Ho
d’essere come lui. Mia zia suora, ve- imparato tanto da don Sandro. So che
dendomi così entusiasta, mi disse che tutti voi pregate per me e per i miei
se lo volevo potevo diventare anch’io amici. E io vi assicuro che non vi di-
un bravo sacerdote. Si rivolse anche a menticherò e continuerò a pregare per
mia sorella, sollecitandola a diventa- voi. Diventerò sacerdote, se Dio vorrà,
re suora nell’ordine delle Amanti della e sarò contento così come mia sorella il
Santa Croce. A 17 anni il mio direttore 17 agosto di quest’anno ha pronunciato
spirituale mi guidò con pazienza a di- i voti perpetui con il nome di suor Ma-
scernere quale sarebbe stato il mio fu- ria. La nostra zia suora ha tracciato il
64 - Amici seminaristi
cammino tanti anni fa e per noi è una avrei avuto un rifiuto. Avevo parlato
grande gioia.” anche con il Vescovo e con il Rettore
del Seminario. Al contrario di quanto
Joel ha ventisei anni e ha termina- avevo pensato, invece, fui chiamato
to il secondo anno di Teologia. Da a entrare in Seminario. La notizia
due anni è a Roma. Viene dal Kerala, mi stupì e mi rese molto contento.
come Alex. “Quando ero un bambino Dopo gli studi di Filosofia, il Vescovo
volevo diventare sacerdote. Facevo il mi comunicò che avrei proseguito il
chierichetto e mi piaceva. Un giorno mio percorso a Roma. Così partii, al-
il mio parroco mi disse che aveva una tri miei compagni vennero in Italia,
domanda da pormi: ‘Vuoi andare in uno in America. Se penso al motivo
Seminario e diventare sacerdote?’. per cui ho intrapreso questo cammi-
Rimasi senza parole. A quindici anni no, ritorno alla mia infanzia, quan-
andai a visitare il Seminario Minore do andavo a messa con la mamma
della mia Diocesi. Per me lì tutto era e il papà. Guardavo il sacerdote che
novità; dopo qualche giorno di cono- consacrava l’ostia, osservavo i para-
scenza dell’ambiente tornai a casa in menti sacri e vedevo in lui una per-
attesa di sapere se la mia domanda sona serena, sorridente, gioiosa. Io
d’ammissione fosse stata accettata. spesso mi rivolgo a Dio per sapere
Eravamo settantacinque candida- cosa vuole da me e mi affido a Lui,
ti e in cuor mio pensai che di sicuro chiedendogli di essere secondo il
cuore di Cristo Gesù. Non so che sa-
cerdote sarò. Vorrei essere un buon
parroco. Quella che sto vivendo at-
tualmente è la prima esperienza pa-
storale in una comunità. Per me tut-
to è interessante e mi rendo conto
della bellissima opportunità che mi
è stata offerta dal mio rettore. Don
Sandro è un bravo parroco, ha rap-
porti cordiali con i fedeli, è dinamico
e si fa prossimo a chi ha bisogno di
lui e della parola del Signore. Ispira-
to dalla preghiera all’Eucaristia, si fa
vicino a chi soffre, è solo, è anziano
o ammalato. Ho visto molte persone
venire a messa o cercare il parroco
perché sanno che stando con lui sen-
tono il gusto della vita cristiana. Io
posso solo dire grazie per quello che
sto provando. Vi porterò nel cuore.”
Amici seminaristi - 65
Segnalibro
FILO INFINITO
Paolo Rumiz
Edizioni Feltrinelli
IL SILENZIO SI FA PREGHIERA
Omaggio a Madre Anna Maria Canopi
Edizioni Paoline
66 - Segnalibro
NON SIAMO SOLI
Matteo M. Zuppi
Emi
Segnalibro - 67
Pagina dei bambini
COMPLETA IL CRUCIPUZZLE
PER IL RITORNO A SCUOLA… ECCO UN MODO DIVERTENTE
PER RIPASSARE UN PO’ DI GEOGRAFIA ITALIANA
O N A I C C A R B G C E C I T A
I O M O C S V I C O I A D R A G
S T M A T E S E E V A R A N O O
E O A E T U F C V R O S O A N C
O S L T I M C I M A I N A V A C
O L A H R N O M T M R I A M I E
A A C M E O P I E A A E A G S L
L S A B A T I N I A L L S G U H
O R O M E R O I G G A M I E P L
8 settembre 2020: una data da segnare sul taccuino degli eventi importanti di vita
parrocchiale. Il nostro amico diacono Daryl sarà ordinato sacerdote nella Diocesi di
Butuan, nel Sud delle Filippine, per l’imposizione delle mani del Vescovo locale Mon-
signor Cosme Damian. Daryl, come gli altri seminaristi ospiti della nostra Comunità
Pastorale durante l’estate, ha studiato a Roma presso il Collegio Ecclesiastico Inter-
nazionale Sedes Sapientiae, un seminario eretto dalla Santa Sede e destinato alla for-
mazione a Roma di candidati al sacerdozio provenienti da tutto il mondo. La direzione
del Collegio Ecclesiastico è affidata alla Prelatura dell'Opus Dei. Il Sedes Sapientiae
risponde a un desiderio di San Josemaría Escrivá de Balaguer, Fondatore dell’Opus
Dei, il quale, mosso dal suo ardente amore per la Chiesa e per il Romano Pontefice, già
molti anni or sono aveva studiato la possibilità di istituire accanto alla Sede di Pietro
un Collegio per la formazione dei candidati al sacerdozio. Questo “sogno” si è avvera-
to grazie al primo successore di San Josemaría, il Beato Álvaro del Portillo.
Al carissimo Daryl gli auguri più affettuosi da tutta la nostra comunità. A lui, che ama
tanto il canto e la musica e che molte volte ha accompagnato le nostre celebrazioni,
l’auspicio che la sua vita sia un inno di lode e un dono gioioso e fedele ai fratelli e alle
sorelle che saranno toccati dal suo amore, riflesso del bene supremo: l’amore di Dio
Padre.