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Comunità Pastorale di
Uggiate e Ronago
Segreteria Parrocchiale Caritas
da lunedì a Venerdì Orari apertura
ore 9.00 - 11.00 lunedì 9.30 - 11.30
tel. 031/94.87.21 venerdì 9.30 - 11.30
Le Campane
di Uggiate e Ronago
è anche sfogliabile online all’indirizzo:
www.oratorio-uggiate.it
Indirizzo e-mail della Redazione:
Le Campane
di Uggiate e Ronago
campane.uggiate_ronago@yahoo.it
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l’Agenda della Settimana scrivi a:
vocechebussa@gmail.com
PASQUA
E con un ramo di mandorlo in fiore,
a le finestre batto e dico: «Aprite!
Cristo è risorto e germinan le vite
nuove e ritorna con l’april l’amore.
Amatevi tra voi pei dolci e belli
sogni ch’oggi fioriscon sulla terra,
uomini della penna e della guerra,
uomini della vanga e dei martelli.
Aprite i cuori. In essi irrompa intera
di questo dì l’eterna giovinezza ».
lo passo e canto che la vita è bellezza.
Passa e canta con me la primavera.
Ada Negri
Intro
STUPIRCI … DI NUOVO
Forse dovremmo ricominciare a stupirci.
Come i bambini, quando sgranano gli occhi davanti a qualcosa che suscita
la loro meraviglia. Come i bambini quando scoprono il mondo con le sue
sorprese, belle e brutte.
Noi adulti, invece, facciamo fatica a meravigliarci. Siamo abituati a tutto,
hanno esagerato nel farci provare emozioni forti e adesso diamo per scon-
tate tante cose che scontate non sono. Non ci meravigliamo più del sole,
della luna, della pioggia, del vento. Chissà, forse riusciamo a stupirci un po’
davanti alla neve, a commuoverci persino, sotto sotto, perché ci viene in
mente quando eravamo bambini, ma poi … i disagi, le code, le scivolate.
Uffa, la neve! Il nostro sguardo è spesso distratto, troppo concentrato su
noi stessi. Facciamo fatica ad apprezzare l’altro, i suoi gesti, le sue parole.
Eppure sarebbe proprio bello riuscire a stupirci ancora per l’amore che c’è
nel mondo. Un amore che spesso ci sfiora, ci tocca, un amore di cui siamo
capaci. Dare per scontato l’amore è la cosa più assurda che una persona
possa fare. Perché è non accorgersi più del bene, è rinunciare a provare
gioie grandi e quotidiane, è ignorare che la felicità esiste e consiste proprio
nell’amare e nell’essere amati.
E poi se ci abituiamo al bene significa che ci abituiamo anche al male. E lo
diamo per scontato e ci sembra ovvio. Cadiamo nel “così fan tutti”. E non
sappiamo più indignarci e facciamo finta di niente e diventiamo complici.
Il Maligno ha bisogno della nostra assuefazione, dei nostri silenzi, della no-
stra mancanza di coraggio.
Chiediamo a Dio il dono dello stupore. Lo stesso stupore delle donne che
non trovano Gesù nel sepolcro. Lo stesso stupore degli apostoli che si tro-
vano davanti il Risorto. Chiediamo il dono dello stupore per apprezzare
davvero quello che abbiamo, per capire che non ci è tutto dovuto, che basta
poco per essere felici. Riscopriamo la bellezza delicata delle piccole cose,
dei piccoli gesti quotidiani. E ringraziamo Dio e le persone che ci stanno
attorno. Chi non sa più stupirsi perde anche la capacità di ringraziare.
E stupiamoci, allora! È Pasqua! È primavera! Siamo vivi! Non lasciamoci
rubare la gioia.
4 - Intro
IL DONO DELL’ULIVO
In occasione della Domenica delle
Palme, alle famiglie della Comunità
Pastorale viene offerto un ramoscel-
lo d’ulivo benedetto. Il significato
simbolico del ramoscello di ulivo è la
pace. Pace con Dio, con noi stessi e
con i fratelli. A Ronago e ai Mulini l’uli-
vo benedetto viene consegnato insie-
me alla copia di Pasqua del Bollettino
“Le campane di Uggiate e di Ronago”.
A Uggiate e a Trevano è invece tra-
dizione raggiungere le case, dopo che
l’ulivo è stato benedetto nel cortile
dell’Oratorio, prima della messa delle
10.30. In tale occasione si ricorda l’en-
trata di Gesù a Gerusalemme, quando
fu ricevuto calorosamente dalla folla
che agitava foglie di palma e ramo-
scelli d’ulivo.
La parola del Papa
RIVOLGIAMOCI ALLA PASQUA DI GESÙ E FACCIAMOCI
PROSSIMI DEI FRATELLI E DELLE SORELLE IN DIFFICOLTÀ
8 - Riflessioni
AGORÀ VIRTUALE?
In un editoriale sul Corriere della Sera dello scorso 6 marzo, il polito-
logo Ernesto Galli della Loggia si rammaricava per la scomparsa, nel
quartiere di Roma dove vive, di molti esercizi commerciali, utili allo
svolgimento della vita quotidiana. La sua riflessione partiva dall’ovvia
constatazione che non si possa certo bloccare il progresso e l’evolu-
zione tecnologica, così come sarebbe poco corretto non considerare
le ragioni di carattere economico che hanno modificato gli ambienti,
le abitudini di vita delle persone e i rapporti sociali.
Tuttavia, egli sottolineava come la stabilità dei luoghi e delle loro de-
stinazioni d’uso, che una volta rimanevano le stesse per molti decen-
ni, fosse un elemento rassicurante per la comunità che viveva in quel
contesto. Credo che l’articolo si possa prestare ad alcune riflessioni di
carattere generale, che riguardano anche le nostre comunità. Quando
si registra una contrazione, per i più disparati motivi, di alcuni servizi
necessari ai cittadini, quando chiudono piccoli negozi, quando le atti-
vità artigianali si riducono, gli stili ed i ritmi di vita delle persone cam-
biano radicalmente.
Si assiste a un mutamento doloroso, che produce precarietà e insicu-
rezza nella popolazione. Una sensazione di spaesamento, un impove-
rimento delle relazioni, che determina una disgregazione del tessuto
sociale, un’attenuazione di quel senso di appartenenza ad una comu-
nità che aveva caratterizzato la società fino a qualche decennio fa.
Scambiare qualche parola con la sarta o con il macellaio del paese,
acquistare il giornale all’edicola (invece di leggerlo sul tablet), con-
frontando qualche opinione sportiva o politica, chiedere consigli sulla
bontà dei prodotti da acquistare al salumaio di fiducia rappresentava
un indiscutibile vantaggio psicologico. Si era sicuri di essere conside-
rati importanti non solo come clienti, ma prima di tutto come persone.
Oggi l’agorà, la piazza dei Greci, il luogo destinato ai rapporti socia-
li, sembra essersi spostata in un altrove indefinito, virtuale e sempre
più individualistico e spersonalizzante. Difficile anche per chi ha una
responsabilità educativa, politico-amministrativa o religiosa creare le
condizioni per operare la ricucitura di un tessuto sociale così sfilaccia-
to. Eppure, a me sembra un impegno inderogabile al quale non ci si
può sottrarre, una sfida decisiva per un futuro umanamente più de-
gno.
Maurizio R.
Riflessioni - 9
UGGIATE: IL CAMPANILE E LE SUE CAMPANE
Dal 6 maggio di quest’anno saranno posi-
zionati all’esterno della chiesa parrocchiale
di Uggiate-Trevano i ponteggi per la messa
in sicurezza della torre campanaria e per le
relative opere di restauro, autorizzate dalla
Sovrintendenza. Accogliamo, quindi, con pia-
cere tra le pagine del nostro bollettino il ricco
scritto di don Gianluigi Braga, sacerdote nati-
vo della Parrocchia e conoscitore della storia
religiosa locale.
USCITE
Mese di gennaio 2019
Fatture E-ON € 377; Addobbi Floreali € 35; Festa del Bambino € 300; Cartoleria
€ 28; Infostrada € 82; Fatture Enel € 122; Il Settimanale € 191; Pezzoli Petroli
€ 1976; Copyland € 194; Rinnovo canone RAI € 203; 11^ rata Comune Uggiate
(rateizzazione ICI 2009-2010-2011) € 630,50.
Nel mese di gennaio sono stati raccolti e versati € 720.00 per Santa Infanzia.
Per San Biagio (panettoni) sono stati raccolti € 465.00 e donati alla Caritas Par-
rocchiale.
18 - Anagrafe
Rinati in Cristo per il dono del Battesimo
Vittoria Anastasia Leto di Andrea e Erica Marozzi – Ronago (24 febbraio 2019)
Anagrafe - 19
Detti e Proverbi
IL VANGELO IN DIALETTO COMASCO
di Orazio Sala (Edizioni Famiglia Comasca)
a cura del Pepin da Roma
20 - Detti e proverbi
Le nostre ricette
La Rizeta: RISOTT AL LIMUN.
Ingredient par 4 person: 350 gr de riis par risott; scorza de 2 limun (minga
trataa) tajada a listej pinitt; 1 scigola piscinina; ½ biceer de vin bianch; 2
dadi vegetaj; 50 gr de buteer; 50 gr de parmigian grataa; oli extra vergin
d’uliva q.p.; saa q.b.; pevar q.b.
Le nostre ricette - 21
FIERA DI SAN GIUSEPPE - LE ORIGINI
Ci ha già spiegato il Professor
Mario Mascetti che l’autoriz-
zazione all’istituzione di una
fiera ‘di bestiami e granaglie
e altri generi’ per Uggiate fu
firmata nella sede reale tori-
nese da Vittorio Emanuele II
il 17 marzo 1861, giorno della
sua incoronazione a re d’Italia.
La prima edizione si svolse, di
fatto, il 20 e il 21 marzo 1878
e il manifesto originale, di al-
tezza 96 cm per una larghez-
za di 68 cm di colore giallo, è
ancora presente negli archivi.
Tra le due date un silenzio ap-
parentemente inspiegabile,
probabilmente da ricondurre
a intrecci commerciali ancora
da definire tra il giovane Re-
gno d’Italia e la Svizzera, che
aveva in Lugano la principale
piazza di rifornimento dei bo-
vini per le nostre esigenze e
che trovarono soluzione con il ‘favorevole trattato di commercio italo - svizzero
siglato nel 1868’.
Poiché il titolo scelto dai responsabili cita espressamente il termine ‘origini’ è op-
portuno tratteggiare d’indispensabile lo scenario in cui, prendendola alla larga,
trova contesto la fiera che a tutti gli effetti può considerarsi da sempre transfron-
taliera.
Stabilito infatti che Uggiate si trova storicamente al crocevia di traffici interna-
zionali, è inoltre accertato che, in tempi remoti, alla Canova di sotto si facesse
deposito dei grani e di altri generi compreso il sale. Da qui poi ripartivano per il
Canton Ticino, dove mancavano, e quindi erano richiestissimi senza badar troppo
alle modalità. A tal proposito aggiungiamo pure che, se ripartendo dalla Canova
22 - Origine fiera
il cavallo trainava il carro proseguendo relativamente dritto, le formalità buro-
cratiche venivano soddisfatte appieno; se invece entrava nel bosco di fronte
e a un certo punto, a giusta distanza, alla sua destra il carradore scorgeva il
Santuario di Somazzo e dopo il segno della croce voltava a sinistra e prosegui-
va, beh anche questo percorso, alternativo e senza scartoffie, appartiene alla
storia locale.
Altro elemento, anch’esso principale ma dal versante opposto, era il bestia-
me, bovino e rigorosamente di razza bruna alpina. Torelli e fattrici venivano,
infatti, acquistati dai nostri contadini principalmente al mercato di Lugano, ma
si trova testimonianza d’acquisto anche a Riva San Vitale. Stiamo parlando di
una tradizione lunga nei secoli e che ancora nel 1925 è citata nella relazione
annuale della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Como, che indica tra l’altro
i seguenti ulteriori mercati svizzeri di approvvigionamento bovino per le nostre
esigenze: Schwyz, Einsiedeln, Art Goldau e la valle Moutathal.
Con i confederati esistevano storicamente degli accordi commerciali specifici,
dapprima gestiti dagli Asburgo Spagnoli e quindi dagli Asburgo Austriaci, che
seguirono i primi nella guida della Lombardia quest’ultimi; però, quando suc-
cesse il famoso Quarantotto, termine che ancora oggi usiamo e originato dai
moti risorgimentali, non la presero bene, anzi malissimo e, oltre ad annullare
tutti gli accordi commerciali fino ad allora in essere con la Confederazione, or-
ganizzarono un ‘cordone militare’ lungo tutto il confine, comprendendo quin-
di i territori di Uggiate-Trevano e di Ronago. In settantadue ore dal ripristino
del loro potere espulsero oltre seimila cittadini svizzeri dal territorio lombardo
dove, sia frontalieri che dimoranti, i ticinesi svolgevano le loro attività profes-
sionali. A dirla tutta i frontalieri svizzeri furono allontanati in ventiquattro ore,
giusto il tempo cioè di far fagotto, mentre ai dimoranti, molti dei quali presenti
nelle città di Milano e Como in qualità esercenti in vari commerci, di ore ne ven-
nero concesse settantadue … giusto il tempo di sbaraccare. L’accusa austriaca
non poteva certo essere rivolta a loro in modo specifico bensì genericamente ai
loro concittadini del Canton Ticino, che ospitavano e aiutavano anche i cospira-
tori risorgimentali italiani.
Origine fiera - 23
in maniera opportuna’ (frumento, segale, melgone e altri generi) e fra loro i pro-
dotti orticoli. E, sembra incredibile, ma da lì a pochi decenni la provincia di Como
conterà il maggior numero di associati a livello nazionale. Con disposizione d’or-
dine pubblico si fa inoltre divieto di eseguire contrattazioni notte tempo, vale a
dire dall’Ave Maria della sera sino a quella del mattino. Pertanto, solo dal suono
della campana mattutina avrà inizio la fiera, in cui non mancheranno premi per
i migliori tori e vitelli e dove di certo non può mancare il ‘maloserio o marusee’
colui che fa da tramite tra offerta e domanda concludendo i contratti con strette
di mano. Sicuramente è presente e vigila l’incaricato delle gabelle (il fisco) così
come le guardie a sorvegliar che ‘lestofanti non procaccino affari con il giuoco
delle tre carte, del bindello e meno ancora dei tre gusci di noce’.
I discorsi dei nostri avventori in fiera riguardano la principale industria: “Quanti
seme bachi comprerà e metterà a cova il figlio della Desolina, e io avrò fatto bene
a sostituire dodici pertiche milanesi di frumento Gentil Rosso con il Semiaristato
48? Se proprio volevo cambiare perché non ho seminato metà di Bianco coma-
sco e metà di Rosso di val d’Olona? Avrò fatto bene seminarlo a righe anziché a
spaglio come faceva il mio vecchio? Non prendo più sonno la notte, e le ore son
poche da dormire.”
Spostandoci a piccoli salti nel tempo, gli argomenti aumentano con l’aumentare
delle malattie che colpiranno i frutti della nostrana terra. A farla da padrona sarà
sicuramente la terribile fillossera, che in breve affosserà una tradizione viticola
secolare nella nostra zona, quindi la diaspis che attacca il gelso e, in mancanza
d’altro, ‘si gratti la superficie del tronco e dei rami con spazzola dura’ e non man-
cherà neppure il maggiolino, che si dovrà raccogliere manualmente, posto nei
sacchi che saranno quindi pesati e consegnati alla commissione preposta. E ci
sarà pure un compenso economico. Ancora un piccolo salto avanti nel tempo, e
oltre agli altri, sempre alla fiera che è occasione d’incontro per eccellenza, racco-
glieremo i malumori dei contadini contro il ‘contributo dovuto per la manuten-
zione stradale’ perché sì, se il carro agricolo è provvisto di ruote con pneumatici
pagherà un tot, ma se le ruote sono di tipo tradizionale con il cerchione in ferro
allora la tassa annuale sarà quasi raddoppiata. Apriti cielo, i ricorsi sono tanti ma
tutti rigettati. Siamo ora nel 1926 e, stiamone certi, nell’edizione fieristica ago-
stana principalmente dedicata al bestiame e battezzata fiera di San Rocco, l’ar-
gomento principale riguarderà i danni causati dalla ‘terribile grandinata del 24
giugno scorso’ a causa della quale il Sindaco invia al Prefetto l’elenco dei danni e
la richiesta, non raccolta, di esentare i contadini dalla tassa sui terreni.
Muoviamoci ancora nel tempo, che un tempo cambiava anch’esso lentamente e
conservava le regole del passato come fosse sempre presente. Raccogliamo una
24 - Origini fiera
testimonianza religiosa databile agli anni Venti del secolo scorso di un sacer-
dote scrittore, don Eugenio Bernasconi, parroco di Chironico, in Canton Tici-
no. È lui che scrive e ci dice che: “Ai Morti di Somazzo veramente, per qualche
grazia grande, le donne ci andavano in qualsivoglia stagione dell’anno anche
nei dì di lavoro. Si mettevano appena il grembiale della festa, il fazzoletto da
giardino in testa e, con fare di mistero, di buon’ora, a gruppi di due o tre, per
la via dei boschi passavano il confine (Pignora) quasi di contrabbando. Arriva-
vano alla chiesa e s’inginocchiavano fuori, a un muro, in preghiera. Era quello
il muro dei Morti. Vuole la leggenda che tre bellissime ragazze fossero state
immurate vive. La leggenda, tra i contadini, ha radici di certezze più profonde
che la storia e crea riti e costumanze che i secoli non fanno che confermare e
ribadire. Pregavano adunque presso quel muro, per la grazia, con insistenza, a
lungo; poscia quasi pegno di favore, ne staccavano i calcinacci, se li mettevano
incartocciati in seno e si partivano rassicurate della celeste protezione. Dentro
la bella chiesa funzioni solennissime, Messa cantata. Fuori una moltitudine di
banchi e di gente, zeppo il sagrato, il vialone, il prato circostante. Montagne
d’ossa da mordere, di mentini in carte colorate detti ‘i bacini’ e banchi d’acqua
limonata.”
Renato A.
Origini fiera - 25
SANT’AGATA, LA FESTA DELLE DONNE
Preghiere e torte casalinghe; tè in compagnia e condivisione delle sofferenze
di ieri e di sempre; primule appena sbocciate e consolazioni; incontro con il
Signore e con la testimonianza cristiana: tutto questo e altro ancora ha reso
speciale più che mai nella nostra Comunità la festa di Sant’Agata, patrona del-
le donne cristiane.
Quasi duecento donne hanno partecipato alla Messa solenne, intensa e rac-
colta, celebrata da un prete d’eccezione, don Giovanni Ceroni, giunto dalla
Val d’Intelvi dov’è parroco, per raccontare un’esperienza che non ha mai rac-
contato a nessuno e che l’ha profondamente segnato. Ma ha segnato di com-
mozione le donne presenti, in un silenzio scosso da brividi nel cuore: nessuna,
forse, avrebbe mai immaginato gli intrecci di umanità, di tormenti, di angosce
vissuti da don Giovanni. Era il vicario di don Renzo Beretta, il parroco di Ponte
Chiasso ucciso vent’anni fa da un extracomunitario fra coloro che soccorreva.
E per la prima volta, nella chiesa di Uggiate, alle donne della nostra Comunità,
don Giovanni ha aperto il cuore, come se si confidasse con la propria madre e
con la propria sorella. Ha raccontato il suo stato d’animo, le sue paure, i suoi
presentimenti a fianco di don Beretta che accoglieva i profughi in attesa di
passare in Svizzera o respinti dalla Svizzera. Ha raccontato delle violenze alle
quali assistette, delle emergenze sempre più critiche, della grande fatica. Ha
raccontato di quel pomeriggio del 20 gennaio 1999, quando “in una situazio-
ne al collasso”, don Renzo fu colpito a coltellate e perse la vita. Ha raccontato
dei giorni e degli anni che seguirono, tra “storie infamanti e falsità”, delle de-
cisioni drastiche e delle ferite nell’animo e ha concluso: “Se ho continuato a
fare il prete, è perché qualche prete mi è stato vicino”. Tutte impressionate,
tutte scosse dalla testimonianza di don Giovanni e non si saprà mai perché
abbia scelto la nostra Comunità, le nostre donne, per aprire il proprio cuore
fino in fondo.
Forse perché ha intravisto una sensibilità, un attaccamento alla fede, una ca-
pacità di relazioni che altrove non sono così evidenti. Donne capaci di ascol-
tare e di farsi prossimo, nei momenti salienti di una Comunità e nei momenti
ordinari della vita, da madri, da nonne, da spose, da figlie, da sorelle e da ami-
che.
E dopo la Messa e la testimonianza, la merenda insieme, preparata e servita
da volontarie: tutte sedute a tavola e tanti complimenti a chi s’è dato da fare,
per mantenere la tradizione di Sant’Agata nella nostra Comunità, tra spiritua-
lità e cose buone. Molto buone, in tutti i sensi.
TRIDUO PASQUALE
30 - Calendario
Domenica 21 aprile Pasqua di Risurrezione
SS. Messe ore 7.30 Chiesa Parrocchiale
ore 8.30 Trevano
ore 9.00 Mulini
ore 10.30 Chiesa Parrocchiale
ore 16.00 Vespri solenni
ore 17.00 Coroncina alla Divina Misericordia
ore 18.00 Chiesa Parrocchiale
Calendario - 31
CELEBRAZIONI DELLA SETTIMANA SANTA
Ronago
TRIDUO PASQUALE
32 - Calendario
Domenica 21 aprile Pasqua di Risurrezione
ore 10.00 S. Messa
a seguire: processione al Cimitero
CONFESSIONI
Sabato 20 aprile dalle ore 9.00 alle ore 11.00 e dalle 15.00 alle 16.30
Calendario - 33
UN VESCOVO FUORI DAGLI SCHEMI
La personalità, il pensiero e soprattutto lo spirito di un vescovo che ha lasciato
grandi tracce sono stati rievocati in una serata all’oratorio di Uggiate con la
presentazione della biografia: “Alessandro Maggiolini, un vescovo fuori dagli
schemi”. L’autore è Daniele Premoli, ventisei anni, laureato in Scienze Storiche
all’Università degli Studi di Milano ed esperto in storia della Chiesa, presidente
dell’Associazione Alessandro Maggiolini.
Il dottor Premoli ha lavorato a lungo sulle migliaia di testi,
articoli di giornali, libri, discorsi che hanno intessuto
la vita di monsignor Maggiolini, vescovo di Como dal
1989 al 2007, un anno prima della morte ed ha raccolto
molteplici testimonianze, inserendole nel contesto
storico, politico, religioso e sociale di diciotto anni di
episcopato.
“Quasi un filmato realistico per descrivere
chi realmente sia stato Alessandro
Maggiolini”: sono parole del Vescovo
Oscar Cantoni nell’introduzione
alla biografia presentata alla
nostra Comunità dall’autore
che ha rintracciato anche testi e
particolari inediti, proponendoli
alla riflessione. In effetti, è un
libro da centellinare; alcune
pagine suonano come una
profezia; altre sono dense di
consolazione; alcune vibrano
ancora della forza polemica
di Maggiolini che non
indugiò mai a buttarsi nella
34 - Mons. Maggiolini
mischia, per contrastare il “pensiero unico”, l’omologazione e per mettere in
luce l’originalità del Cristianesimo.
Fra gli interventi su temi sociali e temi bioetici, sulla politica e sulla scuola,
sulla fede e sulla dottrina, spicca la grande dedizione di Maggiolini alla
Diocesi e alla sua gente. “Devo una riconoscenza enorme alla Diocesi nella
quale lavoro a motivo della presenza di credenti davvero fervidi e costanti nel
loro amore a Cristo e al prossimo”: è un estratto dal discorso pronunciato da
Maggiolini a vent’anni dalla consacrazione episcopale, riportato da Premoli.
“In questa Diocesi, vi sono figure aureolate – sottolineò Maggiolini –
ma vi è poi la gente semplice che probabilmente non scomoderà mai la
Congregazione dei Santi e che, tuttavia, non pare meno vicina e meno
appassionata per il Signore. E che ha preso con estrema serietà il precetto
dell’amore al prossimo. Noi fedeli della Diocesi comasca abbiamo un istintivo
pudore nel mettere in mostra i regali che il Signore ci consegna e gli esiti
della nostra volontà che risponde. Ma i Santi ci sono, tra noi. Senza sussiego,
senza avvenimenti mirabolanti. Ma ci sono lungo l’esistenza comune...”.
Il resto del discorso è tutto da leggere, rivolto anche alla nostra Comunità e
a ciascuno di noi.
Mons. Maggiolini - 35
dal Mondo
UNA FINESTRA SU KALONGO
Il mio racconto su Kalongo si conclude con il sorriso di suor Carmel Awbot.
Sorella Carmel Awbot é una delle anime di Kalongo. Suor Caterina Marchetti, che
fu direttrice della Scuola di Ostetricia al fianco di Padre Giuseppe per ventidue
anni, la scelse come guida per accompagnare le giovani future ostetriche nel
loro cammino di formazione e di crescita. Così oggi è direttrice della scuola di
Kalongo, una delle migliori dell’Africa orientale. Quando parla ha il sorriso di una
giovinetta, ma le sue alunne sanno che durante i corsi è meglio non sgarrare
perché la “sister” (qui la chiamano così) è severa con gli altri come con sé
stessa. D’altra parte la sua responsabilità è enorme: da questa scuola escono le
ostetriche che, dopo il corso, dovranno “fare da sole”, magari in villaggi sperduti
e in strutture di fortuna.
Sister Carmel ha vissuto anche la guerra civile degli anni ‘90 e la ferocia dei
36 - dal Mondo
guerriglieri di Joseph Kony. Si è trovata nel centro della battaglia quando
l’ospedale era sulla linea del fronte e ha visto sparire tante ragazze rapite
e rese schiave nella savana. “Erano giorni terribili – racconta – quando
arrivavano gli assassini, la gente fuggiva verso l’ospedale. Noi accoglievamo
i feriti, sia ribelli che governativi. Gli altri dovevano restare fuori altrimenti
avrebbero bruciato la struttura”.
Quando le chiediamo della scuola, le si illuminano gli occhi. “Queste ragazze
sono la mia vita e la speranza per l’Africa. Qui vengono da tutto il paese e
oltre. Ho diplomato più di 1.400 studentesse. La selezione è forte e lo studio
è pesante, ma alla fine solo meno del 5% lascia la scuola”.
Il prossimo progetto di sister Carmel è quello di riuscire a realizzare la laurea
in ostetricia. La presenza di queste ragazze nei villaggi va al di là dell’aspetto
medico perché in una società in cui la donna è una schiava, nata solo per
servire e fare figli, queste giovani diplomate e culturalmente progredite
diventano anche cellule di cambiamento. Sorella Carmel e le sue studentesse
sono il simbolo di quello che era il progetto di Padre Comboni: “Salvare
l’Africa con gli africani”.
Anche noi possiamo contribuire a realizzare questo progetto sostenendo
gli studi di queste giovani donne. Dice un proverbio africano: “Se istruiamo
un giovane, istruiamo una persona. Se istruiamo una donna, istruiamo una
famiglia, una nazione”
dal Mondo - 37
RIDIRWANDARIDI
RidiRwandaRidi è un monologo teatrale tratto dai libri “Storia di Lemi
che si innamorò di una pallina” di Paolo Sormani e “Luna Park Rwanda” di
Roberto Mauri, che trattano del genocidio avvenuto in Rwanda nel 1994,
che ha causato la morte di circa un milione di persone.
38 - dal Mondo
BILANCIO G.A.M. 2018
Carissimi Gamiti ed Amici del gruppo missionario G.A.M.,
anche quest’anno, grazie al vostro aiuto e a quello di tanti nuovi amici, siamo
riusciti a portare avanti il nostro progetto di “essere ponte” tra Ronago e i mis-
sionari a noi legati da anni e anni di amicizia:
suor Amelia che , dopo un periodo di soggiorno in Italia per sottoporsi a delle
cure sanitarie, ha con grande sua gioia potuto finalmente rientrare a dicembre
in Kenya;
l’ospedale di Kalongo e la scuola di ostetricia fondati da padre Giuseppe Am-
brosoli in Uganda;
padre Egidio Tocalli, ora a Brescia, che fu missionario e medico a Kalongo dal
1989 al 2008;
padre Philip Zema Waigo, missionario comboniano, nato in Uganda, e adottato
dalla nostra Parrocchia quando era seminarista nel 1987; ora è in Ghana;
suor Caterina Marchetti che fu ostetrica a Kalongo per 22 anni e che ora ci ha
lasciati, per il Paradiso, lo scorso mese di ottobre.
Oltre che a condividere con tutti voi la parte economica delle nostre iniziative,
volevamo ringraziare tutte quelle persone che con piccoli, ma preziosi gesti ci
hanno affiancato in questo cammino e ci hanno consentito di continuare a so-
stenere i nostri amici missionari che ogni giorno donano la loro vita a servizio
dei fratelli più poveri e bisognosi del messaggio di amore e di misericordia di Dio.
Ringraziamo il Signore per tutto questo e affidiamoGli le nostre famiglie e tutti
i missionari, ben sapendo che ognuno di noi è solo “una matita nelle mani di
Dio”.
40 - dal Mondo
HAWAI`I, PASQUA 2019
MA CHE BELLO CHE È RISORTO ANCORA
Carissimi,
perdonatemi se scrivo qualche “stravacata”. Un po’ è l’età che avanza più ve-
loce del pensiero, un po’ è che sono sempre stato strano e con l’età peggioro.
Vi voglio raccontare una storia.
Un giorno è arrivato da me per un ritiro spirituale un bel gruppo di ragazzi,
di quelli belli scatenati. Prima li ho portati per la campagna a vedere i diver-
si orti dei bambini, le diverse piante da frutta, le galline, le capre, le oche,
i pesci, le api, le tartarughe. Poi ci siamo fermati a guardare le montagne,
in silenzio. Le montagne, come le nostre a Uggiate e a Ronago quando le
ascoltiamo, raccontano storie meravigliose di migliaia di persone che han
camminato sulla stessa terra. Testimoni silenziose dei miracoli della vita. Un
raccoglimento favoloso proprio giusto per iniziare il ritiro. Dopo esserci se-
duti dentro la casa hawaiiana, dal tetto di foglie di palma, feci una domanda:
“Perché Cristo è venuto sulla terra?”. Un grande silenzio, poi qualche bisbi-
glio. Mi sa che pensavano che fosse una domanda trabocchetto. Difatti un
po’ lo era.
“Cristo è venuto tra noi per insegnarci a strappare le erbacce” dissi io “le er-
bacce del nostro egoismo, della nostra indifferenza, della nostra superbia,
della nostra intolleranza, della mancanza di ospitalità a chi non ha casa o
paese …”. Ancora silenzio. Allora aggiunsi: “… ma ogni volta che strappia-
mo un’erbaccia dobbiamo piantare qualcosa di bello: piccoli semi, segno di
amore, un fiore per dare conforto, una pianta per condividerne i frutti, un’er-
ba aromatica per spargere un po’ di dolcezza e poi aggiungere un po’ gioia
come fertilizzante. E bagnare tutto con un sorriso.”
Finalmente i loro occhi brillavano. Sembrava che avessero capito e, quindi,
per spiegare meglio questa riflessione per due ore siamo andati a strappare
le erbacce tra l’insalata, le melanzane, i cavoli cinesi, le coste, il granoturco.
E in un giardino, dove c’erano solo erbacce, dopo averle strappate abbiamo
piantato ogni ben di Dio, ispirati dall’esempio di un Grande Contadino.
dal Mondo - 41
ULTIMISSIME DA PADRE QUIRICO
Alla casa del PIME di Rancio di Lecco, dove sono in questo periodo, siamo in qua-
rantatré residenti: diciotto hanno più di novanta anni e una decina sono su una
sedia a rotelle. Tutti i missionari hanno trascorso tanti anni in missione.
I nostri missionari anziani e malati pregano tantissimo per tutti: tre rosari al gior-
no!
Ecco i nostri due campioni: pa-
dre Gianola di novantotto anni
e fratel Marcellino di novanta-
sette anni.
padre Quirico
42 - dal Mondo
PARLIAMO DI CONSIGLIO COMUNALE JUNIOR
Dall’inizio dell’anno scolastico 2018/2019 il Consiglio Comunale Junior si riunisce
mensilmente presso la Scuola Secondaria di Primo Grado dell’Istituto Compren-
sivo “G.B. Grassi” di Uggiate Trevano per proporre iniziative finalizzate al miglio-
ramento della scuola e a un maggiore coinvolgimento degli alunni nei progetti
scolastici. Come accade ormai da quindici anni, il nostro Consiglio lavora con le
seguenti Commissioni: Commissione allo Sport, che si occupa di organizzare tor-
nei sportivi che coinvolgono attivamente i ragazzi; Commissione all’Istruzione, i
cui obiettivi sono realizzare il corso di fotografia e quello di teatro; Commissione
all’Ambiente, che intende riproporre il corso di orienteering base già organiz-
zato l’anno precedente e un corso di orienteering avanzato; Commissione alla
Protezione Civile, incaricata di organizzare in collaborazione con i volontari della
sezione di Terre Di Frontiera delle lezione sui comportamenti da adottare in caso
di disastri idrogeologici; Commissione al Bilancio, che coopera con le varie com-
missioni per valutare la portata economica dei diversi progetti che si intendono
realizzare.
Questa esperienza stimola il confronto, l’apprendimento, la collaborazione, l’uti-
lizzo del tempo nel miglior modo possibile, favorendo l’assunzione di responsa-
bilità per diventare cittadini consapevoli. L’ultima elezione è avvenuta dopo una
combattuta campagna elettorale e regolari votazioni, come nel Consiglio Senior.
Dopo l’insediamento, alla presenza dei sindaci dell’Unione nella sala consigliare
di Bizzarone, in data 20 dicembre 2018, sono subito iniziati i lavori per mettere
in pratica i punti del programma integrandolo con alcune proposte ritenute sti-
molanti provenienti dalle liste avversarie. Tra i progetti che il Consiglio Comunale
Junior ha promosso figurano il corso di orienteering e quello di fotografia, già
sperimentati l’anno precedente, e quello di teatro come proposta innovativa.
Questa esperienza si sta rivelando fruttuosa e si ritiene doveroso auspicare il pro-
seguimento di questa iniziativa per dare la possibilità in futuro ai ragazzi di que-
sto Istituto di collaborare per raggiungere obiettivi comuni.
11 FEBBRAIO
GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
“Signore Gesù, che hai sperimentato il dolore e la sofferenza, donaci la forza di
affrontare il tempo della malattia e di viverlo con fede insieme ai nostri fratelli”.
Nel giorno in cui si ricorda la prima apparizione della Madonna di Lourdes a
Bernadette, la Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Malato. Il motto di
quest’anno è stato: ‘Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date’.
Con questo spirito si è celebrato nella nostra comunità un momento di
preghiera rivolto in particolare a tutte le persone anziane e malate. Tante le
presenze e commosso il momento in cui don Sandro ha invitato tutti coloro
che se la sentivano, a ricevere il sacramento dell’Unzione degli Infermi. Lunga
la fila di chi si è presentato con le mani aperte per ricevere l’olio santo sui
44 - Notizie flash
palmi delle mani e sulla fronte; una carezza di Dio che, attraverso lo Spirito
Santo, accompagna la fragilità dell’ultimo tratto del cammino terreno
o la sofferenza della malattia, donando conforto, coraggio e la forza di
resistere alla tentazione dello scoraggiamento e dell’angoscia. Affidati
alla Madonna, Madre di ogni grazia, si continua a camminare in questo
mondo, ringraziando di ciò che ci è donato e cercando di essere sollievo a
chi maggiormente fatica a vivere.
“Maria, Madre amorevole della Chiesa e di ogni uomo, mostraci la via
tracciata dal tuo Figlio, affinché la nostra vita diventi in Lui servizio d’amore
e sacrificio di salvezza in cammino verso la Pasqua eterna. Amen”.
Notizie flash - 45
PARROCCHIA DI UGGIATE
GIORNATE EUCARISTICHE
Da giovedì 28 febbraio a domenica 1 marzo la Parrocchia di Uggiate ha vissuto le
Giornate Eucaristiche, guidate dalla meditazione di don Remo Orsini, canonico
del santuario di Tirano. Le giornate, dette anche Quarantore, accanto alla cele-
brazione eucaristica domenicale, segnano il culmine e la forza di una comunità
cristiana. In questo tempo di grazia abbiamo adorato e ringraziato Gesù Eucari-
stia, venuto per offrire il suo amore che si dona per attrarci a Lui. Abbiamo con-
templato il mistero di Dio nascosto nell’ostia consacrata, affidandoci all’amore
misericordioso di Lui, che innalza la nostra povertà alla sua ricchezza. In queste
giornate abbiamo pregato anche per il Sinodo Diocesano e per le molte necessità
del mondo, in particolare per i giovani.
46 - Notizie flash
PARROCCHIA SS.PIETRO E PAOLO - Uggiate Trevano
Sottoscrizione a premi
Festa di San Giuseppe - 19 marzo 2019
NUMERO
DESCRIZIONE PREMIO
ESTRATTO
1 BUONO COOP € 250,00 0153
2 BUONO COOP € 150,00 1181
3 TELEVISORE 3350
4 SMARTPHONE 3616
5 APPARECCHIO MISURA PRESSIONE 4823
6 TOSTIERA IMETEC 4286
7 SERVIZIO ASCIUGAMANI 6 pz. 2031
8 FERRO DA STIRO CERAMIC 4476
9 BUONO COOP € 25,00 E OROLOGIO 2798
10 CONFEZIONE ERBOLARIO 0156
11 BUONO COOP € 25,00 E UOVO DI PASQUA 4382
12 BUONO COOP € 25,00 E CARAFFA 0892
13 CONFEZIONE BICCHIERI E CARAFFA 3641
14 BUONO COOP € 25,00 E PORTABISCOTTI 4563
15 SET PULIZIA SPRAY MOP 1420
16 CAFFETTIERA E RUNNER DA TAVOLO 0364
17 SERVIZIO MACEDONIA 3557
18 SERVIZIO POSATE E TOVAGLIA 3447
19 SPREMIAGRUMI 3055
20 CESTINO CON TAZZE E THE’ 4458
Orari segreteria: dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 11.00
Sentieri di fede
SAN PELLEGRINO
Riprendiamo il nostro cammino in
direzione Nord, spingendoci fino
in val Leventina, valle del Canton
Ticino che conduce al passo del
San Gottardo. Giunti a Giornico,
proseguiamo fino alla frazione di
Altirolo. Isolata dall’abitato, in mezzo
al bosco, lungo l’antica Via Francisca
o Francigena, troviamo la chiesa di
San Pellegrino.
Questa via anticamente saliva la valle
lungo la sponda destra, aggirando
l’ostacolo delle gole della Biaschina
e conduceva i viandanti dalla
Lombardia alla Svizzera centrale
attraverso il valico del San Gottardo.
Agli inizi dell’Ottocento si costruì
la prima strada verso il Passo del San Gottardo, essa aveva lo stesso tracciato
dell’attuale strada cantonale. La costruzione della chiesa è quindi da collegare
con il transito. E le sue imponenti dimensioni suggeriscono che era un punto di
sosta per i viandanti. La chiesa, rivolta verso oriente, è formata da tre corpi: una
navata anteriore, una posteriore più in alto e un’abside poligonale anch’essa in
posizione rialzata. Una cappella laterale e il campanile completano l’oratorio. La
facciata a capanna mostra affreschi che raffigurano una Madonna di notevole
dimensioni e alcuni stemmi della val Leventina e del Canton Uri.
Fu consacrata nel 1427. Anticamente era preceduta da un portico sotto cui
passava la strada. Nel secolo XVI fu ingrandita, chiudendo le arcate del portico.
All’interno la navata superiore, divisa da una grande cancellata di ferro,
subì importanti trasformazioni nel periodo barocco e presenta decorazioni
pittoriche e a stucco del 1700. Sulle pareti affiorano, dallo strato d’intonaco,
pregevoli affreschi rinascimentali che, riportati alla luce, palesano una probabile
Crocifissione. L’altare maggiore presenta una pala seicentesca raffigurante San
Pellegrino e un paliotto in scagliola del 1700. Una nicchia dell’altare contiene la
48 - Sentieri di fede
statua del Santo. Vicino alla chiesa si trova una grotta, sormontata da una
cappelletta con l’immagine di San Pellegrino. In quel luogo, secondo la
leggenda, il Santo avrebbe dormito.
Probabilmente il Santo Pellegrino qui venerato, fu un eremita che visse
in una grotta nei pressi della chiesa e fu tumulato in essa nel secolo XV.
Forse il suo nome non era Pellegrino, ma viene ricordato dalla tradizione
in quanto pellegrino verso Roma o la Terra Santa. Le vicissitudini e il tempo
ne hanno quasi completamente cancellato la memoria e quasi sicuramente
non fu mai santificato. La Festa, che viene celebrata il 16 maggio da tempo
immemorabile, è nella data in cui la chiesa ricorda San Pellegrino d’Auxerre.
Nell’ultimo secolo, la vita attorno al santuario si è molto ridotta. Le cause
possono essere state nella costruzione di nuove vie di comunicazione, che
passano altrove, e che hanno trasformato un luogo di forte transito in un luogo
appartato e solitario. Così anche le cure e gli interventi per il mantenimento
del luogo piano piano diminuirono. Attualmente è il suo valore artistico e
storico, più che quello devozionale, ad animare gli sforzi del mantenimento.
Come detto sopra, per arrivare alla chiesa si raggiunge Giornico e si prosegue
per Altirolo. Poco prima di entrare nella frazione, sulla destra troviamo la
via San Pellegrino; in fondo ad essa c’è un piccolo spiazzo con possibilità
di parcheggio. Lasciata l’auto, ci si addentra nel bosco e nel giro di quindici
minuti circa si arriva alla meta.
Sentieri di fede - 49
Segnalibro
L’EUCARESTIA NOSTRA SANTIFICAZIONE
Raniero Cantalamessa
Edizioni Ancora
Grest
Da martedì 11 giugno a venerdì 28 giugno
52 - dall’Oratorio
GIRO LEGÀMI
UN SABATO SERA CON I SENZA FISSA DIMORA DI COMO
Ogni terzo sabato del mese un gruppo di ragazzi (gruppo Legami) organizza una
serata d’incontro con i senza fissa dimora di Como. Una decina di adolescenti e
giovani della nostra comunità ha partecipato agli ultimi giri. Le opportunità di in-
contro sono molte, si può scegliere di andare in dormitori gestiti da vari enti (Ca-
ritas, Comboniani…), oppure in zone abbandonate dove pernottano senza i fissa
dimora. Può capitare di dare una mano a sistemare qualche scatolone oppure di
provare a dire qualche parola in inglese con chi non sa parlare in italiano …
Di solito portiamo un bicchiere di tè caldo con noi, ma più del che cosa porti con
te l’importante è creare un legame con persone che normalmente sono lasciate
ai margini e non sono considerate. E ci si accorge che in questi incontri non sei
tu a portare qualcosa a loro, ma sono loro che ti arricchiscono, ti riportano con i
piedi per terra, ti ridimensionano in tutti i tuoi problemi, ti mettono in discussione,
ti fanno allargare gli oriz-
zonti. Tutto questo nella
speranza che impariamo a
portare questo stile nella
vita di tutti i giorni, crean-
do legami con chi abbiamo
vicino a noi, il che spesso è
più difficile che crearne con
persone sconosciute … for-
se perché lo diamo troppo
per scontato …
Alcune testimonianze dei
nostri ragazzi: “Ciao, io
sono stato in una struttura
di don Luigi Guanella e ab-
biamo passato la serata con delle persone senza fissa dimora che sono ospitate nella
struttura, facendo passar loro una serata diversa in compagnia di altre persone.”; “Io
sono stato al don Guanella, dove ho incontrato alcuni senzatetto che vivono lì. I loro
nomi sono Filippo Asdrubale, Hamed e Maurizio; insieme abbiamo parlato e scher-
zato, mi sono sentito veramente bene, perché sapevo che stavo facendo qualcosa di
bello, qualcosa che loro apprezzano molto, perché gli fa veramente piacere.”.
Il prossimo appuntamento sarà sabato 13 aprile con partenza alle 19:40 dal
piazzale della Chiesa di Uggiate. Vi aspettiamo!
dall’Oratorio - 53
COLLOCAZIONE PROVVISORIA
Storia del “Kreuzfragment” della chiesa della Santa Croce a Giesing
Qualche volta ce lo dimentichiamo, ma l’importanza centrale del crocefisso non
sta solo nel fatto che inchiodato a quel legno c’è il cadavere di un uomo che, trat-
tato come il peggiore dei delinquenti nonostante una comprovata innocenza, ha
deciso di immolarsi per amore del mondo (fatto che, comunque, resta di per sé
qualcosa di eccezionale). La verità del crocefisso supera infatti i confini del vener-
dì santo al terzo giorno per annunciare un messaggio straordinariamente unico: il
crocefisso rappresenta «quel Gesù che voi avete messo in croce e che Dio ha fatto
risorgere dai morti» (At 4,10). Ecco allora che, come direbbe don Tonino Bello,
il crocifisso, in fondo, non è altro che la rappresentazione di una “collocazione
provvisoria”.
Due gambe carbonizzate, inchiodate ad una trave, con un sacco di patate e una
corda avvolti attorno alle caviglie. È questo il Kreuzfragment, tutto ciò che rima-
ne di un crocifisso barocco, miracolosamente sopravvissuto – o meglio, dato per
morto più di una volta ma puntualmente risorto – in seguito a una serie di eventi
più o meno tragici. Le prime tracce storiche dell’esistenza del crocifisso risalgono
al 1463, quando una piena dell’Isar strappò la croce da un non meglio identificato
punto più a monte lungo il corso del fiume e la trasportò fino alle rive del sobbor-
go di Au, a poca distanza da Giesing. Salvato dalle acque come un novello Mosè,
il crocefisso trovò dimora in una cappella edificata ad hoc sul luogo del ritrova-
mento. Qui vi rimase fino al 1817, anno in cui dovette affrontare un nuovo trasfe-
rimento, questa volta dettato da ragioni di natura edilizia. La cappella doveva
infatti essere abbattuta, e il crocefisso fu destinato all’indirizzo di Kramerstrasse
23, dove ad attenderlo c’era la parete esterna di una locanda (neanche qui c’era
posto per Lui nell’albergo?). In virtù del nuovo “inquilino”, il locale fu soprannomi-
nato «Locanda dal Signore Dio». Si arrivò dunque alla notte tra il 24 e il 25 aprile
1944, quando la violenza della guerra colpì anche il crocefisso; le bombe di oltre
350 bombardieri inglesi avevano come obiettivo la stazione centrale di Monaco
ma, per un errore nei sistemi di puntamento, finirono col centrare la zona di Au,
dove circa l’80 % degli edifici venne distrutto e il crocefisso bruciò fino all’altezza
delle gambe. Tutto sembrava ormai perduto, quando un sedicenne che prestava
54 - dall’Oratorio
servizio come chierichetto presso l’allora chiesa di Giesing – e che si scoprì
poi essere Hermann Fischer, autore, regista ed attore molto conosciuto in
Germania sotto lo pseudonimo di Philip Arp – trovò i resti del crocefisso e
decise di portarseli a casa. Qui, il giovane “rivestì le spoglie” con un sacco di
patate, una corda e un panno bianco di lino, e affidò a ciò che restava del cro-
cefisso un testo contente un messaggio di pace. In seguito alla morte di Arp,
sul finire degli anni ’80 il Kreuzfragment fu ceduto all’Arcidiocesi di Monaco
e Frisinga, che ne dispose la collocazione all’interno della chiesa della Santa
Croce a Giesing.
dall’Oratorio- 55
CONIGLIETTI
DI PASQUA
Per rendere allegra la ricorrenza di Pasqua per i bambini più piccoli c’è Coniglio
Nascondiglio, che passa in tutti i prati e nasconde uova e ovetti di cioccolata
in ogni cespuglio perché poi “i fratelli conigli” su due gambe possano entusia-
sticamente dargli la caccia.
Si tratta, in realtà, di una mini caccia al tesoro con dei piccoli tesori golosi da
scovare e, in più, la poesia di un morbido super coniglio da immaginare mentre
nasconde, per fare a tutti una sorpresa, chili di cioccolata.
Coniglio Nascondiglio
a Pasqua per giocare
nasconde con puntiglio le uova da cercare:
sette sono in cantina
e quattro su nel tetto,
cinque nella cucina e quattro sotto il letto.
Ma quando ha terminato
Coniglio è un po’ perplesso:
si è già dimenticato dove le uova ha messo!
I fratelli Conigli sono di grande aiuto:
scovano i nascondigli in meno di un minuto!