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POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 (CONV. IN LEGGE 27/02/2004 N. 46) ART.

1, COMMA 2, DCB - NA - TASSA PAGATA TAXE PERCUS

Mensile vocazionista di Spiritualità e cultura


Anno 96 - Maggio-Giugno 2023
“Il piccolo messaggero dello Spirito Santo”
(Don Giustino)
rivistaspiritus@gmail.com
SOMMARIO
EDITORIALE

03 ● Nostra Signora delle divine vocazioni


Spiritus
05 LA PAROLA DEL PADRE
● Preghiera Domini
06 IL MAGISTERO DI PAPA FRANCESCO
● Messaggio del Santo padre Francesco
19 SACRA SCRITTURA
●Una vocazione...
Mensile di spiritualità
della Società Divine Vocazioni
mancata, ma sempre recuperabile

11 a cura di: P. Claudio De Caro, sdv


LEGGERE LA BIBBIA
● Ascensione, Pentecoste e SS. Trinità: tre
Anno 96 – Maggio-Giugno – 2023
EQUIPE DI REDAZIONE

solennità: che si ricorrono, s’intrecciano


Don Salvatore Musella – Direttore
e “si compiono” scambievolmente Don Ciro Sarnataro
a cura di: Diacono Giorgio Cevenini Don Giovanni Mammana

13 PASTORALE GIOVANILE
● “I” come “Intuizione”
Don Vincenzo Pelella

SEGRETERIA E AMMINISTRAZIONE

15 a cura di: P. Vittorio Zeccone, sdv


ORIENTAMENTI EDUCATIVI
● Educare...
Via Manzoni, 225 - 80123 Napoli
Tel. e Fax uff. 081 5983067
cell. 3493165354
Una introduzione al reale! e-mail:rivistaspiritus@gmail.com

17 PRO-VOCAZIONI
a cura di: Paolo Greco

● Dai loro frutti li riconoscerete


La collaborazione è aperta a tutti.
Articoli e foto, anche se non pubblicati,
non si restituiscono.

18 a cura di: Stefania Formicola


VITA VOCAZIONISTA
● A “spasso” nel mondo Vocazionista
Abbonamento: Ordinario € 30,00 (Italia)
€ 50 (Estero)
nell’“Urbs Aeterna” Sostenitore € 60,00
Amico € 36,00
21 a cura di: P. Ciro Sarnataro, sdv
VITA NELLO SPIRITO GIUSTINIANO
● Le relazioni dell’anima con la Trinità Versamento:
Associato € 80,00
Una copia € 02,00

anima madre Bonifico Banca Intesa s. Paolo


a cura di: P. Emiliano Maria, sdv Iban: IT02H0306909606100000109158
su C.C.P. n. 22631808 intestato a:
● Divina semplicità Direzione Spiritus Domini Padri Vocazionisti
a cura di: Suor Maria Caianiello, sdv Via Alessandro Manzoni, 225 - 80123 Napoli
● Da culla all’altare (1891-1913)
a cura di: P. Giacomo Capraro, sdv
25 VITA CONSACRATA
● Elementi indispensabili per mantenere
Nulla Osta:
Con il permesso del Padre Generale
della Società Divine Vocazioni:
don Antonio Rafael Do Nascimento, sdv.
viva l’identità del carisma Autor. del Trib. di Napoli n. 1445 del 17-2-1961
a cura di: P. Salvatore Musella, sdv
27 PASTORALE VOCAZIONALE
● Come fa il male a danneggiare
Stampa:
Valsele Tipografica srl
Materdomini (AV)
una vocazione

30 a cura di: Vidoli


PER INTERCESSIONE DI S. GIUSTINO
● Prodigi e segni
a cura di: P. Giacomo Capraro, sdv
33 NEWS DAL MONDO VOCAZIONISTA
NOSTRA SIGNORA DELLE DIVINE VOCAZIONI
Madre delle Vocazioni

O
gni 11 maggio la famiglia Vocazionista ce-
lebra il giorno della sua superiora celeste,
Nostra Signora delle Divine Vocazioni.
Il 2 ottobre 1921, un anno dopo l’inizio del ramo
maschile, Don Giustino fondò la Congregazione
delle Suore delle Divine Vocazioni con le giovani
della Pia Unione. Grandi furono le difficoltà che
Don Giustino ebbe nel trovare una superiora per
queste ragazze desiderose di consacrarsi al servizio
delle vocazioni.
Per esempio, dopo aver affidato questo incarico
a suor Ermelinda Villani, Padre Giustino si trovò im-
merso in una grande tristezza quando questa abban-
donò la vita religiosa e la sua responsabilità di
superiora, convinta che l’opera non avrebbe prospe-
rato. Questa situazione portò don Giustino a nomi-
nare una nuova superiora: suor Rachele Marrone,
decisione che rallegro molto la comunità. Tuttavia,
dopo un po’ la sorella dovette partire per fondare
un’altra comunità. Ancora una volta le suore rima-
nevano senza superiora. Questa volta, per ricoprire
tale incarico sarebbe stata eletta suor Maria Chiara Loffredo, ma quest’ultima non si è mai sentita adatta a
questo incarico e costantemente chiedeva al Fondatore di essere rimossa da questo servizio.
Dopo aver esaurito tutte le risorse umane, Don Giustino si recò alla Madre di tutte le madri, per dare una
superiora a quelle figlie che stavano per diventare orfane. Pregò e chiese di pregare. La Vergine Maria che
non abbandona mai nessuno quando con fiducia ci si rivolge a lei, ha ascoltato il suo devoto servitore in
quell’ora di angoscia, assumendo lei stessa la maternità, non solo del ramo femminile ma anche di quello
maschile. Come è potuto succedere?
L’11 maggio 1926, trovandosi nel giardino della sua casa paterna, chiedendo luci dall’alto, Don Giustino
ebbe una certezza interiore che così scrisse nel suo diario spirituale:
«Mi è stata infusa la certezza che la Santissima Trinità ha affidato alla Vergine Santissima l’ufficio di
Superiora immediata della Società delle Divine Vocazioni e quindi di tutti gli incarichi, case, studi, opere e
sfere, di tutto, di tutto...»
Era una visione? Era un’illuminazione interna? Giorni dopo l’evento, il Santo Fondatore andò a collocare
il Santissimo Sacramento nella Cappella delle Suore a Marcianise e sua sorella Giovanna lo chiamò e gli
chiese:

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«Cosa c’è di vero nell’evento della visione?»
Don Giustino rispose: «Quella visione fu solo una
certezza intima, una locuzione interiore, mentre ero
sotto il prugno della nostra casa chiedendo luci dal-
l’alto».
Nel 1932, a Baia, mentre ordinava la stanza di Don
Giustino, suor Giovanna notò degli scarabocchi nel
breviario di suo fratello. Andò da Don Giustino e gli
chiese:
Cosa è successo al libro?
– Lasciami vedere – gli rispose preoccupato - e
dopo averlo esaminato rispose: Fui io che scrissi,
quando angosciato dalla mancanza di una superiora,
ebbi la certezza da parte della Santissima Trinità che
Nostra Signora, la Vergine, sarebbe stata nostra supe-
riora.
Don Luigi Deodato, Vocazionista, dà testimonianza
del seguente evento:
«Ottenuta la certezza che la Santissima Trinità affidava l’opera a Nostra Signora, Don Giustino ordinò: -
«Preparate un quarto per la nostra Superiora».
Ricordo che ci fu un momento di sconcerto. Alcuni si domandavano: - «In mezzo agli uomini una supe-
riora?» E rendendosi conto della confusione, spiegò: - «La nostra superiora sarà la Madonna!» E poi ha di-
sposto che il portiere della comunità depositasse ogni notte le chiavi del Vocazionario ai piedi dell’immagine
della Madonna e che la mattina le ritirasse. Con una circolare ha esteso questo obbligo alle altre case.
Da allora, i religiosi e le religiose Vocazioniste cominciarono ad aggiungere il nome di Maria al proprio
nome e tutte le case Vocazioniste iniziarono a riservare una stanza alla Vergine: la domus Mariae.
Ma la storia non finisce qui. Il titolo di Nostra Signora delle Divine Vocazioni è stato conferito dal vescovo
di Pozzuoli, secondo il racconto di Don Giustino stesso:
«Sta arrivando il vescovo, Mons. Petrone, a Pianura per visitare il Vocazionario, appena vide un’immagine
di Maria Santissima che ci aveva dato la famiglia Marrucco, la chiamò Nostra Signora delle Divine Vocazioni,
e fece un’invocazione ad alta voce: - «Nostra Signora delle Divine Vocazioni, prega per noi!» Poi applicò
cinquanta giorni di indulgenza a chi realizzerà tale invocazione. Il decreto fu pubblicato il 16 luglio 1931».
L’immagine era stata regalata nel 1929 dalla famiglia precedentemente menzionata, anche se non aveva
i due seminaristi, che furono mandati a fare da Don Giustino e posti ai piedi della Vergine, per esprimere con
maggiore chiarezza l’amore e la materna cura di Maria per le vocazioni.

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LaEDITORIALE
parola del Padre

PREGHIERA

ALLA MISSIONE DELLO SPIRITO SANTO la unisti a Dio Padre,


NELLA SS. VERGINE MARIA sicché fu trovata così
accetta alla SS. Tri-
San Giustino Maria Russolillo
Gloria eterna d’infinito amore a te, o ado- nità, che tu, o Spirito
rabile Trinità, per la santificazione di privile- e Amore, le fosti in
gio, operata nella SS. Vergine Maria, in vista special modo mandato dal Padre e dal Figlio.
della dignità di vera Madre di Dio a cui l’hai Fosti in così special modo dato alla Piena di
predestinata! Ecco la missione di Correden- Grazia che, dopo il messaggio angelico tanto
trice del genere umano, di Mediatrice di tutte umilmente accolto, tu, o Amore Dio Spirito
le grazie, tutta propria della SS. Vergine Santo, la facesti tua sposa in un diluvio di nuova
Maria. grazia, che dal cielo del soprannaturale filiale, la
Ti credo, ti adoro e ti ringrazio, o divino Spi- sollevava al cielo del soprannaturale nuziale, e
rito del Padre e del Figlio, nella Concezione Im- da questo cielo tu la portavi ancora più in alto
macolata della SS. Vergine Maria! Riconosco nel cielo stesso della Trinità, operando in essa
nel principio santissimo della vita di Maria, l’incarnazione del Figlio di Dio.
quella che era l’idea e disegno divino anche Tu rendesti vera Madre di Dio quell’Imma-
della nostra origine, secondo il divino Amore colata e consacrata Vergine Maria, la nostra
creante e elevante. Beatissima Vergine Madre Maria; e d’allora
Grazie eterne a te, o divino Spirito santifica- non cessi, o divino Spirito Amore, con la coo-
tore, perché essendo stata la nostra origine e tutta perazione di Maria SS. di formare il Corpo
la nostra vita profanata dal peccato, tu, per la mistico di Gesù, di tutte le anime fedeli alla
grazia di Gesù salvatore e per mezzo dei santi grazia.
sacramenti, non cessi di elevare la dignità della La vita di grazia che è in Maria nella sua pie-
nostra natura, già mirabilmente creata, e ora più nezza, tu ce la comunichi con la sua coopera-
mirabilmente salvata. zione di Madre della grazia e Mediatrice di tutte
Grazie eterne a te o divino Spirito Santifica- le grazie! La sua vita di grazia e di figlia di Dio,
tore! Ti credo, ti adoro e ti ringrazio o divino la sua vita di grazia e di sposa di Dio, la sua vita
Spirito del Padre e del Figlio, nella capacità e di grazia e di Madre di Dio, tu ci infondi per
pienezza di grazie della SS. Vergine Immacolata, mezzo di Maria.
sempre armoniosamente crescente, con una do- Come il figlio deve somigliare alla madre,
cilità, fedeltà e generosità di corrispondenza a così tutto il Corpo mistico di Gesù dev’essere
te, o divino Amore, secondo tutti i tuoi desideri, pur degno di Gesù, del suo Spirito e del suo
esigenze e disegni. Cuore! Vieni, o Santo Spirito e infondici
Tu operasti nell’Immacolata questa dilatazione l’umiltà, la purità, la carità di Maria, affinché
ed elevazione di pienezza della grazia dell’anima anche noi corrispondiamo con la sua stessa fe-
figlia di Dio, e per questo in specialissimo modo deltà alla tua grazia.

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5
Il magistero
EDITORIALE di Papa Francesco
VITA MISTICA

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE


FRANCESCO
per la 60a giornata mondiale
di preghiera per le vocazioni Papa Francesco

Vocazione: grazia e missione immacolati di fronte a lui nella carità, predestinan-


doci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù
Cari fratelli e sorelle, carissimi giovani! Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà»
È la sessantesima volta che si celebra la Giornata (Ef l,4-5). Sono parole che ci permettono di vedere
Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, istituita da la vita nel suo senso pieno: Dio ci “concepisce” a sua
nel 1964, durante il Concilio. Questa iniziativa immagine e somiglianza e ci vuole suoi figli: siamo
provvidenziale si propone di aiutare i membri del stati creati dall’Amore, per amore e con amore, e
Popolo di Dio, personalmente e in comunità, a siamo fatti per amare.
rispondere alla chiamata e alla missione che il Sig- Nel corso della nostra vita, questa chiamata, in-
nore affida ad ognuno nel mondo di oggi, con le sue scritta dentro le fibre del nostro essere e portatrice del
ferite e le sue speranze, le sue sfide e le sue conquiste. segreto della felicità, ci raggiunge, per l’azione dello
Quest’anno vi propongo di riflettere e pregare gui- Spirito Santo, in maniera sempre nuova, illumina la
dati dal tema “Vocazione: grazia e missione”. È nostra intelligenza, infonde vigore alla volontà, ci
un’occasione preziosa per riscoprire con stupore che riempie di stupore e fa ardere il nostro cuore. A volte
la chiamata del Signore è grazia, è dono gratuito, e addirittura irrompe in modo inaspettato. È stato così
nello stesso tempo è impegno ad andare, a uscire per per me il 21 settembre 1953 quando, mentre andavo
portare il Vangelo. Siamo chiamati alla fede testimo- all’annuale festa dello studente, ho sentito la spinta
niale, che stringe fortemente il legame tra la vita della ad entrare in chiesa e a confessarmi. Quel giorno ha
grazia, attraverso i Sacramenti e la comunione eccle- cambiato la mia vita e le ha dato un’impronta che
siale, e l’apostolato nel mondo. Animato dallo Spir- dura fino a oggi. Però la chiamata divina al dono di
ito, il cristiano si lascia interpellare dalle periferie sé si fa strada man mano, attraverso un cammino: a
esistenziali ed è sensibile ai drammi umani, avendo contatto con una situazione di povertà, in un mo-
sempre ben presente che la missione è opera di Dio mento di preghiera, grazie a una testimonianza limp-
e non si realizza da soli, ma nella comunione eccle- ida del Vangelo, a una lettura che ci apre la mente,
siale, insieme ai fratelli e alle sorelle, guidati dai Pas- quando ascoltiamo una Parola di Dio e la sentiamo
tori. Perché questo è da sempre e per sempre il sogno rivolta proprio a noi, nel consiglio di un fratello o una
di Dio: che viviamo con Lui in comunione d’amore. sorella che ci accompagna, in un tempo di malattia o
di lutto…La fantasia di Dio che ci chiama è infinita.
«Scelti prima della creazione E la sua iniziativa e il suo dono gratuito attendono
del mondo» la nostra risposta. La vocazione è «l’intreccio tra
L’apostolo Paolo spalanca davanti a noi un oriz- scelta divina e libertà umana» , un rapporto dinamico
zonte meraviglioso: in Cristo, Dio Padre «ci ha scelti e stimolante che ha per interlocutori Dio e il cuore
prima della creazione del mondo per essere santi e umano. Così il dono della vocazione è come un seme

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IL MAGISTERO DI PAPA FRANCESCO

divino che germoglia nel terreno della nostra vita, ci Farsi prossimo, come il buon samaritano (cfr Lc
apre a Dio e ci apre agli altri per condividere con loro 10,25-37), permette di capire il “nocciolo” della vo-
il tesoro trovato. Questa è la struttura fondamentale cazione cristiana: imitare Gesù Cristo che è venuto
di ciò che intendiamo per vocazione: Dio chiama per servire e non per essere servito (cfr Mc 10,45).
amando e noi, grati, rispondiamo amando. Ci scopri- Quest’azione missionaria non nasce semplice-
amo figli e figlie amati dallo stesso Padre e ci ri- mente dalle nostre capacità, intenzioni o progetti, né
conosciamo fratelli e sorelle tra noi. Santa Teresa di dalla nostra volontà e neppure dal nostro sforzo di
Gesù Bambino, quando “vide” finalmente con praticare le virtù, ma da una profonda esperienza con
chiarezza questa realtà, esclamò: «La mia vocazione Gesù. Solo allora possiamo diventare testimoni di
l’ho trovata finalmente! La mia vocazione è l’amore! Qualcuno, di una Vita, e questo ci rende “apostoli”.
Sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa […]. Nel Allora riconosciamo noi stessi «come marcati a fuoco
cuore della Chiesa, mia Madre, sarò l’amore» . da tale missione di illuminare, benedire, vivificare,
sollevare, guarire, liberare» (Esort. ap. , 273).
«Io sono una missione Icona evangelica di questa esperienza sono i due
su questa terra» discepoli di Emmaus. Dopo l’incontro con Gesù
risorto essi si confidano a vicenda: «Non ardeva forse
La chiamata di Dio, come dicevamo, include l’in-
in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi
vio. Non c’è vocazione senza missione. E non c’è fe-
lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?» ( Lc
licità e piena realizzazione di sé senza offrire agli altri
24,32). In loro possiamo vedere che cosa significhi
la vita nuova che abbiamo trovato. La chiamata div-
avere “cuori ardenti e piedi in cammino” . È quanto
ina all’amore è un’esperienza che non si può tacere.
mi auguro anche per la prossima Giornata Mondiale
«Guai a me se non annuncio il Vangelo!», esclamava
della Gioventù a Lisbona, che attendo con gioia e che
San Paolo (1 Cor 9,16). E la Prima Lettera di Gio-
ha per motto: «Maria si alzò e andò in fretta» ( Lc
vanni inizia così: “Quello che abbiamo udito, veduto,
1,39). Che ognuno e ognuna si senta chiamato ad
contemplato e toccato – cioè il Verbo fatto carne –
alzarsi e andare in fretta, con cuore ardente!
noi lo annunciamo anche a voi perché la nostra gioia
sia piena” (cfr 1,1-4).
Chiamati insieme: convocati
Cinque anni fa, nell’Esortazione apostolica (?), mi
rivolgevo così ad ogni battezzato e battezzata: L’evangelista Marco racconta il momento in cui
«Anche tu hai bisogno di concepire la totalità della Gesù chiamò a sé dodici discepoli, ciascuno col pro-
tua vita come una missione» (n. 23). Sì, perché og- prio nome. Li costituì perché stessero con lui e per in-
nuno di noi, nessuno escluso, può dire: «Io sono una viarli a predicare, guarire le malattie e scacciare i
missione su questa terra, e per questo mi trovo in demoni (cfr Mc 3,13-15). Il Signore pone così le basi
questo mondo» (Esort. ap. , 273). della sua nuova Comunità. I Dodici erano persone di
La missione comune a tutti noi cristiani è quella ambienti sociali e mestieri differenti, non appartenenti
di testimoniare con gioia, in ogni situazione, con at- alle categorie più importanti. I Vangeli ci raccontano
teggiamenti e parole, ciò che sperimentiamo stando poi di altre chiamate, come quella dei settantadue dis-
con Gesù e nella sua comunità che è la Chiesa. E si cepoli che Gesù invia a due a due (cfr Lc10,1).
traduce in opere di misericordia materiale e spirituale, La Chiesa è appunto Ekklesía, termine greco che
in uno stile di vita accogliente e mite, capace di vic- significa: assemblea di persone chiamate, convocate,
inanza, compassione e tenerezza, controcorrente per formare la comunità dei discepoli e delle disce-
rispetto alla cultura dello scarto e dell’indifferenza. pole missionari di Gesù Cristo, impegnati a vivere il

7
IL MAGISTERO DI PAPA FRANCESCO

suo amore tra loro (cfr Gv 13,34; 15,12) e a dif- allarghino gli spazi dell’amore e Dio regni sempre
fonderlo tra tutti, perché venga il Regno di Dio. più in questo mondo.
Nella Chiesa, siamo tutti servitori e servitrici, Ci accompagni in questo cammino la preghiera
secondo diverse vocazioni, carismi e ministeri. composta da San Paolo VI per la I Giornata Mondiale
La vocazione al dono di sé nell’amore, comune delle Vocazioni, 11 aprile 1964:
a tutti, si dispiega e si concretizza nella
vita dei cristiani laici e laiche, impegnati
a costruire la famiglia come piccola
chiesa domestica e a rinnovare i vari am-
bienti della società con il lievito del Van- Padre buono, datore tutto il bene che hai
gelo; nella testimonianza delle della vita, il creato, il regalato alla nostra vita.
consacrate e dei consacrati, donati tutti a
tempo, Fa' che ci lasciamo
Dio per i fratelli e le sorelle come pro-
la storia ci parlano attraversare dalla tua
fezia del Regno di Dio; nei ministri or-
di Te, del tuo amore luce perché dalla tua
dinati (diaconi, presbiteri, vescovi) posti
e della tua passione per Chiesa si riverberino
al servizio della Parola, della preghiera e
della comunione del popolo santo di Dio.
ognuno di noi. A Te che i colori della tua
Solo nella relazione con tutte le altre, ci hai chiamati fin dal bellezza e ognuno di noi,
ogni specifica vocazione nella Chiesa seno materno, rispondendo alla propria
viene alla luce pienamente con la propria seminando vocazione, partecipi
verità e ricchezza. In questo senso, la in noi desideri grandi dell’opera meravigliosa
Chiesa è una sinfonia vocazionale, con di felicità e di pienezza, e multiforme che vuoi
tutte le vocazioni unite e distinte in ar- chiediamo: manda il tuo compiere nella storia.
monia e insieme “in uscita” per irradiare Spirito a illuminare Te lo chiediamo in Cristo
nel mondo la vita nuova del Regno di gli occhi del nostro cuore Gesù, tuo figlio e nostro
Dio. perché possiamo Signore.
riconoscere e valorizzare Amen.
Grazia e missione: dono e compito
Cari fratelli e sorelle, la vocazione è dono
e compito, fonte di vita nuova e di vera gioia.
«O Gesù, divino Pastore delle anime, che hai
Le iniziative di preghiera e di animazione legate a
chiamato gli Apostoli per farne pescatori di uomini,
questa Giornata possano rafforzare la sensibilità vo-
attrai a te ancora anime ardenti e generose di giovani,
cazionale nelle nostre famiglie, nelle comunità par- per renderli tuoi seguaci e tuoi ministri; falli partecipi
rocchiali e in quelle di vita consacrata, nelle della tua sete di universale Redenzione, […] dischi-
associazioni e nei movimenti ecclesiali. Lo Spirito udi loro gli orizzonti del mondo intero, […] affinché,
del Signore risorto ci scuota dall’apatia e ci doni sim- rispondendo alla tua chiamata, prolunghino quaggiù
patia ed empatia, per vivere ogni giorno rigenerati la Tua missione, edifichino il Tuo Corpo mistico, che
come figli di Dio Amore (cfr 1 Gv 4,16) ed essere a è la Chiesa, e siano “sale della terra”, “luce del
nostra volta generativi nell’amore: capaci di portare mondo” (Mt 5,13)».
vita ovunque, specialmente là dove ci sono esclu- Vi accompagni e vi protegga la Vergine Maria.
sione e sfruttamento, indigenza e morte.Così che si Con la mia benedizione.

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Sacra Scrittura
EDITORIALE
LEGGERE LA BIBBIA

Una VOCAZIONE...
Mancata, ma sempre recuperabile
Cosa chiede il tale?
La vita eterna (e scusate
se è poco); la chiede,
però, come se fosse un P. Claudio De Caro sdv
diritto, una ricompensa
alle sue buone azioni. Era molto diffusa, in
Israele, la mentalità che Dio ricompensasse

S
an Giustino ha scritto che il Signore non l’uomo in base alle sue opere: ad ogni azione
viene mai meno alla sua chiamata. Ad corrispondeva una risposta del Signore, sia nel
essa si può non rispondere; o non corri- bene che nel male. Infatti gli storpi, i ciechi, gli
spondere; o male corrispondere; o persino tra- handicappati in genere erano considerati uomini
dirla. Ma la chiamata sarà sempre valida. In o donne che si trovavano in tali condizioni per-
questa ottica vediamo la vocazione (mancata) di ché avevano commesso delle cattive azioni o, se
un ricco (di sé più che di beni), secondo il van- lo erano dalla nascita, era a causa dei peccati
gelo di Matteo, 19,16-22. 16 : commessi dai loro genitori (cfr. Gv 9, 1-2).
Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: Quindi il nostro amico chiede la ricetta per la
«Maestro, che cosa devo fare di buono per otte- vita eterna.
nere la vita eterna?». Egli rispose: «Perché mi Gesù comincia subito a porre dei paletti sul
interroghi su ciò che è buono? Uno solo è senso di buono e chiarisce che uno solo è buono.
buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i co- Questo termine lo ritroviamo molte volte nella
mandamenti». Il giovane gli disse: «Ho sempre Bibbia riferito sia alle azioni che l’uomo com-
osservato tutte queste cose; che mi manca an- mette in conformità ai comandamenti divini, sia
cora?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere per- a Dio stesso che è origine di ogni bontà. Soprat-
fetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai tutto nel libro dei Salmi la parola buono è riferita
poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e se- esclusivamente a al Signore (cfr. Sal 25, 8; 34,
guimi». Udito questo, il giovane se ne andò tri- 9; 52, 11; 54, 8 ecc.). Essere buono è prerogativa
ste; poiché aveva molte ricchezze. di Dio; nessuno può esserlo come Lui in quanto
“Un tale...” Per prima cosa notiamo che il l’azione del peccato comunque inquina la nostra
protagonista dell’incontro è un perfetto scono- umanità, anche se possiamo commettere le mi-
sciuto: un tale. Questo pronome, infatti, indica gliori azioni di questo mondo. Dio è buono in
una persona o cosa indeterminata. Per il mo- quanto è, noi possiamo solo diventarlo, nella mi-
mento il nostro soggetto non ha un nome, né sura in cui Lui ce ne dà le capacità, e nella mi-
un’età, né una professione o condizione sociale. sura in cui noi siamo capaci di accogliere la sua
Sappiamo per certo che questo tale conosceva azione di grazia.
Gesù, almeno di fama: infatti lo chiama Maestro Proprio per questo Gesù fa riferimento ai co-
(in ebraico Rabbì). mandamenti: se vuoi essere buono devi seguire

9
VITA MISTICA

i comandamenti della Legge. Si nota una insi- senza remore e senza ripensamenti (vieni, se-
stenza da parte “del tale” che quasi innervosisce: guimi) cfr. Lc 9, 62). “Udito questo il giovane
vuole sapere quali comandamenti deve osser- se ne andò triste...” Questa volta la risposta
vare…. Lui sa bene quali sono i comandamenti; del Maestro ha lasciato il segno. Il giovane
da ebreo non può ignorarli perché fin dalla sua non ha più il coraggio di replicare perché è
nascita è stato educato nell’osservanza della stato colpito nel suo bene più caro: la ric-
Legge. Pazientemente Gesù glieli ricorda, omet- chezza. Lui crede di osservare i comanda-
tendo, però, i primi tre che sono quelli, per così menti e Gesù gli ha svelato la verità. Non è
dire, verticali, che trattano, cioè, del rapporto tra possibile amare Dio se si ama la ricchezza
l’uomo e Dio, mentre gli altri sette riguardano i (non solo come moneta o beni materiali):
rapporti tra l’uomo e il “Nessun servo può
suo prossimo. servire a due padroni:
Come nella stampa o odierà l’uno e amerà
del negativo di una foro, l’altro oppure si affe-
cominciano a delinearsi zionerà all’uno e di-
i contorni di questo sco- sprezzerà l’altro. Non
nosciuto: è sicuramente potete servire a Dio e
una persona che ha stima a mammona.” (Lc 16,
di se stesso: parla con 13). Per questo Gesù,
Gesù in modo per niente nel ricordare al gio-
umile e in atteggiamento vane i comandamenti,
di ascolto; fa finta di non capire le parole del ha omesso i primi tre, che sono racchiusi
Maestro; scopriamo, adesso, che è giovane e nell’unico grande comandamento mosaico:
che, a conferma della sua presunzione, ha sem- Ascolta Israele, il Signore è nostro Dio, il Si-
pre osservato i comandamenti che Gesù gli ha gnore è uno; amerai il Signore Dio tuo con
appena ricordato. Potremmo pensare che non gli tutto il cuore, con tutta la tua mente, con tutte
manca niente; eppure ha paura della morte: le tue forze (Dt 6, 4-5). Non è possibile,
vuole la vita eterna! Il Maestro capisce che que- quindi, amare il prossimo se non si ama Dio!
st’uomo vuole la perfezione; e non è una richie- Quindi, questo tale che abbiamo scoperto
sta assurda. Lui stesso, al cap. 5 dello stesso giovane e ricco, se ne va triste. Altro che la vita
vangelo, dice: “Siate voi dunque perfetti come eterna! Non sappiamo che fine abbia fatto, ma
è perfetto il Padre vostro celeste (Mt 5, 48). La certamente, da quel momento, la sua presunta
richiesta del giovane, dunque, non è irrealizza- bontà ha avuto un forte scossone. Certo il testo
bile: Dio ci chiama alla perfezione. Ci invita ad evangelico nulla dice in proposito: ma mi piace-
entrare a tal punto in comunione con Lui da vo- rebbe pensare che questo “giovane”, magari
lerci donare la sua essenza interamente: la per- dopo qualche anno e dopo la risurrezione di
fezione, la bontà, l’amore. Gesù, abbia capito la grandezza della vocazione
Ma per fare questo occorrono due cose: il ricevuta e sia tornato per dire il suo si!. Certo
distacco dalle ricchezze, condividendole con nella storia delle vocazioni una cosa del genere
i poveri (va, vendi da); e poi seguire Gesù è successa tante volte.

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Leggere la Bibbia

Ascensione, Pentecoste e SS. Trinità:


tre solennità che si ricorrono, s’intrecciano
e “si compiono” scambievolmente.
«Chiunque mi ama osserverà la mia parola, e il Padre mio
lo amerà, e verremo da lui, e faremo dimora presso di lui.
[…] Il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà Diac. Giorgio Cevenini
nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto
ciò che io vi ho detto.» (Gv 14,23.27)
Nel periodo Mag-Giu 2023, in poi sarà in noi. Chi ama è di-
le solennità, che dominano la mora dell’amato: lo porta nel
scena, sono l’Ascensione del Si- cuore, come sua vita. Noi da
gnore, la Pentecoste e la S.S. sempre siamo in Dio, che ci ama
Trinità. di amore eterno; se lo amiamo,
Il senso dell’Ascensione del anche lui è in noi come noi in
Signore sta nella diversa pre- lui”. Dunque, nel giorno della
senza di Gesù nella sua Chiesa: Pentecoste, Gesù ci dice che il
principio della sua presenza è la
– prima dell’Ascensione, era fede, è la fiducia, è il nostro
una presenza umanamente amore per Lui, perché nella vita
constatabile; si realizza sempre ciò che si
– dopo l’Ascensione, invece, è sente.
una presenza spiritualmente Da quanto dice l’esegeta,
avvertibile. non è banale notare i passaggi
Dunque, la differenza tra il per arrivare all’amore:
prima ed il dopo dell’Ascen- ! la fede ci porta alla fiducia
sione sta nel fatto che Gesù si li- “Autotrace” della SS. Trinità – Andrej
nell’agire,
bera di ogni fisicità per essere Rublëv (1360-1427) – Mosca –
l’Emmanuele “di” e “con” Galleria Tret’jakov. ! e quest’ultima ci rivela
tutti, “il Dio con noi” e “il Dio l’amore per chi si ha fiducia.
con tutti ed in ogni tempo”. Quanto appena affermato non sembri un giro
E la Pentecoste non è da meno in tal senso, infatti di parole; piuttosto è il modo per incontrare
il Vangelo della solennità dice: «Chiunque mi ama Gesù; infatti Gesù non lo si incontra solo nella
osserverà la mia parola, e il Padre mio lo amerà, e fede – se così fosse, sarebbe solo una “pia de-
verremo da lui, e faremo dimora presso di lui» (Gv vozione” – lo s’incontra, invece, nell’amore, in
14,23). Ecco la Pentecoste! Ecco il perché del- ciò che ami, in ciò che è presente in te e che di-
l’Ascensione! Ecco l’Azione Trinitaria di salvezza! venta tua vita e dimora in te e conforma il tuo
Dice un famoso esegeta, circa il brano (Gv 14,15- agire. Questa è la nuova presenza di Gesù che
31) da cui è tratto il versetto citato: “Amare Gesù si- inizia con la sua Ascensione; ed è una presenza
gnifica vivere come lui, nell’amore del Padre e dei diversa da quando era davanti a noi nell’AT per
fratelli. Andandosene da noi Gesù non ci lascia or- condurci (Es 13,21s), da quando ha camminato
fani: ci manda il suo Spirito, che ci permette di amare tra di noi; d’ora in poi, la Sua nuova presenza
come lui. Se prima era con noi e presso di noi, d’ora sarà dentro di noi, mediante il suo Spirito.

10
11
lEGGERE LA BIBBIA

Le parole del versetto sono difficili da spiegare, “stagione” di vita dell’uomo che si è aperta allora
non perché complicate, ma perché sono semplici e, da allora, non è più finita. Per gli Apostoli – come
come l’acqua e il pane: Dio non è più lontano: è anche per noi! – ci saranno i momenti più forti, ci sa-
“con”, e “presso” di noi, addirittura “in” noi me- ranno i tentativi di ripiegare, di abbandonare, di …,
diante il suo Spirito, che ci riempie della sua cono- e, quindi, c’è necessità di più Pentecosti.
scenza e ci fa sua dimora, […] ci fa partecipi Dopo Ascensione e Pentecoste, che chiudono il
dell’amore reciproco tra Padre e Figlio. Lo Spirito, Tempo di Pasqua, c’è la solennità della SS. Trinità
che ci è donato nella Pentecoste, diventa principio che apre il Tempo Ordinario. È la conclusione di un
della nostra esistenza di figli di Dio e di fratelli tra percorso: l’Ascensione al Cielo di Gesù ottiene la
di noi: ci fa capire e ci suggerisce dal di dentro ciò Pentecoste, cioè che lo Spirito Santo scenda nelle fe-
che il Figlio ha detto (Gv 14,27), perché viviamo del rite della nostra storia per infondere coraggio; e que-
suo amore, fonte di pace e di gioia. sta – la Pentecoste – è la chiave d’accesso che apre,
Già in precedenza, in relazione all’Ascensione, è nell’ordinarietà della vita, a uno sguardo alla SS. Tri-
stato detto che: “Gesù non lo si incontra solo nella nità, cioè alla realtà di Dio amore e al mistero della
fede – altrimenti sarebbe solo una “pia devozione” – salvezza realizzato nella storia dal Padre, per mezzo
ma lo s’incontra nell’agire e nelle scelte d’amore di del Figlio, nello Spirito Santo.
ogni giorno; dunque la vita del cristiano è un continuo La SS. Trinità. Che cos’è?
incontro, è un continuo cercarlo, è rinnovarsi nella re- Non c’è spiegazione che tenga! Benedetto XVI,
lazione perché Lui viva sempre più e meglio in me ed per spiegare l’esistenza e la consistenza della Trinità,
io sempre più possa vivere una vita di pace e di gioia. è partito dall’uomo immagine di Dio: «La prova più
Anche per la Pentecoste vale lo stesso principio: “non forte che siamo fatti ad immagine della Trinità, è
basta una sola Pentecoste nella vita del cristiano”! questa: solo l’amore ci rende felici, perché viviamo
E questa non è una libera deduzione esegetica o in relazione per amare e viviamo per essere amati».
teologica, ma è principio stabilito dalla Scrittura In una relazione d’amore ricambiato, non si è in due,
stessa. Infatti, la Pentecoste che vediamo negli Atti ma si è sempre in tre: l’amante, l’amato e l’amore
degli Apostoli al cap. 2 (At 2,1-13), non è l’unica Pen- scambievole.
tecoste negli Atti. Quella del cap. 2 è la più nota per- Ascensione e Pentecoste sono l’antefatto perché
ché è la prima e perché avviene proprio nel giorno l’uomo possa avvicinarsi al “mistero” della S.S. Tri-
della festa ebraica di Pentecoste [«festa della mieti- nità; dove il termine “mistero” non è sinonimo di
tura e delle primizie» (Es 23,16; Nm 28,26)]. buio ed illogicità, ma, al contrario, è realtà di luce che
Ma poi al cap. 4 (At 4,23-31) c’è un’altra Pente- abbaglia e che, se è vero che non permette di distin-
coste ancora, che avviene sulle stesse persone della guere, è anche vero, però, che permette di dichiararne
prima Pentecoste, e questa seconda volta, però, l’assoluta realtà.
trema anche tutta la casa, da ché si capisce che è Sulla soglia delle ferie estive – tempo di ri-
più profonda. Infatti è, a seguito di questa seconda poso, ma anche tempo di possibili sbandate – ci
Pentecoste, che gli Apostoli comprendono che ciò accompagni questa certezza: se Dio si realizza
che è capitato a Cristo capiterà anche a loro e, quindi, solo nella comunione, così sarà anche per
per questo sono davvero testimoni credibili. l’uomo, perché l’uomo è fatto ad immagine di
E non basta! Poi c’è la Pentecoste del cap. 10 Dio, ad immagine della Trinità. Anche nei mo-
(At 10,44-48) a casa di Cornelio, e poi anche al- menti del riposo fisico, continuiamo a scrivere
trove, al cap. 19 (At 19,1-7) quando Paolo battezza il nostro vangelo (cioè continuiamo ad essere
ed impone le mani ai seguaci di Giovanni (il “bat- “mezzo” per Gesù Cristo che vuole arrivare ai
tista”) ad Efeso. lontani). Facciamo sempre corrispondere lo spi-
Tutto questo vuol dire che la Pentecoste ormai rituale al reale, la verità alla vita, in ogni mo-
non è un momento, un giorno, un evento, ma è una mento.

12
Il Magistero
Pastoraledella Chiesa
giovanile

“I” come “Intuizione”


C
on questo termine si vuole dire al “vera” conoscenza.
giovane quanto segue: “Amico, fare Sappiamo che l’es-
esperienza di Cristo, non avviene perienza dice qual-
mai per via razionale, ma prima di tutto per cosa su ciò che ho
via intuitiva. E l’intuizione è comunque una visto e su ciò che P. Vittorio Zeccone, sdv
forma di conoscenza valida e altrettanto per- potrebbe accadere
corribile”. se le cose restassero sempre uguali. Ma la
Bisogna precisare cosa si intende qui per in- vita è continuo cambiamento e mutamento
tuizione: non è un ‘colpo di fulmine’ attraverso delle condizioni. La conoscenza di espe-
il quale si passa a sapere ciò che prima non sa- rienza è sottoposta al ripetersi di molte con-
dizioni. Non è possibile: anche l’operaio
pevi. D’altronde, per quanto l’uomo sia capace
che fa sempre lo stesso lavoro incontra ogni
di grandi scoperte, come potrebbe cogliere la
giorno piccole modificazioni negli oggetti
grandezza di Dio mediante un unico atto intui-
che lavora come nelle persone che incontra
tivo? Possiamo giungere ad avere una esatta in- a lavoro, per non parlare degli stati d’animo
tuizione per piccole o significative scoperte della con cui va a lavorare. Pertanto, la
natura ma non potremmo entrare nel mistero di conoscenza esperienziale è la base, ma non
Dio. Piuttosto per intuizione si intende un pro- è il completamento della conoscenza.
cesso profondo che ogni persona può realizzare. L’uomo sa già di non potersi fermare solo a
Non vi sembri quanto stiamo per scrivere troppo ciò che vede. Questo vale per tutto, figuri-
concettuale. A fine articolo troverete la proposta amoci per le relazioni personali e la re-
di un brano del vangelo che potrete rileggere con lazione per eccellenza, che è quella con
calma alla luce delle considerazioni che trovate l’Amore.
di seguito e che vi mostrerà come tutto ciò è un
vero percorso per i giovani e per coloro che vo- 2) Intuizione come pensare: il secondo
gliono aiutarli. Vediamo questo processo intui- mattone della conoscenza è ciò che
tivo più in particolare. penso. A partire dal vedere-sperimentare
l’uomo comincia a fermarsi su quanto ha
1) Intuizione come vedere: il primo mattone veduto. Il mondo visto mi è entrato nella
della conoscenza è ciò che sperimento. Si mente e questa riflette, immagina, con-
parte sempre dalla realtà che è sotto i nostri sidera, stima. Questo secondo momento
occhi, essa è reale; la conoscenza del reale della conoscenza intuitiva non possiamo
diventa poi esperienza. Imparare a vedere comandarlo: dal momento che un dato
la realtà nella sua profondità è l’inizio di della realtà è stato visto e sperimentato
ogni conoscenza. Le cose che vedo e il noi cominciamo a riflettere su di esso.
come imparo a vederle sono un momento Questa seconda fase del conoscere con-
della conoscenza. Il grave errore in cui sente poi di assimilare ancor più quello
spesso si cade è quello di confondere questa che passa sotto i nostri occhi. È proprio
conoscenza mediante l’esperienza come la degli uomini pensare. Certo, bisognerà

13
PASTORALE GIOVANILE

analizzare poi “come si pensa?” e liberare comprensibilità non automatica, piuttosto


la mente da sistemi che si fondano su è attivamente attribuita dalla persona alle
pregiudizi o ideologie. Ma non possiamo cose che ha visto e pensato. La persona
non pensare. A questo livello – ai fini del- rimane nella sua originalità e non è ri-
l’incontro con Dio – è fondamentale il dotta ad automatismi, essa conosce
ruolo degli educatori e dei
pastori i quali, specie con i
giovani, non possono rinchi-
udersi in frasi fatte o po-
sizioni dogmatiche ma
debbono imparare a dare ra-
gioni e strumenti per purifi-
care il pensiero e stimolare
una messa in discussione dei
punti di partenza. Un’opera
grandissima ma estrema-
mente necessaria. Il pensiero
dominante addormenta al-
cune dimensioni del nostro
pensiero facendoci credere
che ciò che viene proposto
sia l’unica forma di verità.
Al contrario, l’intelligenza
riportata ai blocchi di
partenza può intraprendere altre strade, avendo come riferimenti interiori delle
tra cui quella che può condurre all’incon- massime iscritte in ognuno (ama, sii re-
tro con Dio. sponsabile, sii ragionevole, sii attento) e
coniuga questi elementi fondamentali con
3) Intuizione come elaborare: è l’ultimo quanto visto e pensato.
passo del processo di conoscenza, è ciò Teoria? Astrazioni? Cosa c’entra tutto ciò
che comprendo. Ciò che ho sperimentato con la conoscenza di Dio? Non basta una
e ciò che ho pensato viene infine elabo- bella emozione per conoscere Dio? È ora di
rato da vari centri del sistema nervoso prendere in mano la Parola di Dio e leggere
centrale ma con un’aggiunta di intelligi- attentamente il vangelo di Luca 24,13-53, il
bilità che proviene dalla coscienza e racconto dell’incontro dei discepoli di Em-
dall’intenzionalità di fondo della persona. maus con Gesù risorto. A partire da questo
L’elaborazione non è un automatismo ma brano si possono riconoscere le varie fasi
la comprensione di quanto visto e pensato della conoscenza sopraesposte. Solo un es-
in modo originale che attinge alle profon-
empio, ma ogni autentico incontro con Dio
dità dei desideri e delle motivazioni
segue questa strada, pur nella originalità di
dell’uomo e conduce ad operare delle
ogni individuo e di ogni vissuto.
scelte. L’elaborazione è un’aggiunta di

14
Orientamenti
PRO-VOCAZIONI
EDITORIALE educativi
PRO-VOCAZIONI

Educare...
una introduzione al reale!
Educare, cosa vuol dire e quale significato acquista oggi questo termine? L’idea di edu-
cazione è sempre stata oggetto di molteplici prospettive e interpretazioni nel corso
del tempo (tradizionalista, liberale, meritocratica, formativa, virtuosa…), tuttavia nel-
l’accezione antropologica può essere definita principalmente come una “esperienza”.
L’educazione non è la semplice trasmissione di una nozione o una forma calata dal- Paolo Greco
l’alto tramite concetti e regole che l’educando deve solo accogliere e indossare pas-
sivamente. L’educazione nasce da una esperienza concreta che viene fuori dalla sintesi dell’incontro tra soggetto
ed oggetto, del particolare e dell’universale, dell’empirico e del trascendente. Non si dà educazione senza l’espe-
rienza di due storie diverse che si incontrano, quella personale e ciò che mi sta di fronte, dell’esistente, come quella
del docente e quella del discente, dell’educatore e dell’educando, del maestro e dell’alunno.
Nell’incontro di queste due diverse storie a volte totalmente distanti ma che interagiscono tra di loro, costruendo
un canale di comunicazione valido, trovando anche un linguaggio comprensibile ai soggetti in campo, nasce
un’esperienza inedita che arricchisce entrambi, non senza fatica chiaramente, ma al contempo allarga gli orizzonti,
libera energie e conduce a procedere sul percorso di crescita e di maturazione.

Chiariamo i termini: dall’esterno, mettere forzatamente dentro qual-


Educazione/esperienza cosa, ma è fare emergere ciò che già c’è.
L’esperienza richiama il fare, il toccare, mettere
L’educazione pertanto non è una teoria, una filo- in movimento tutti i sensi e le facoltà che posse-
sofia, bensì è il movimento esistenziale che coinvolge diamo, dentro quella quotidianità dove si svolge e si
la persona e la realtà, ma anche due persone, l’edu- manifesta la domanda della vita reale. Infatti della
catore e l’educando. Infatti “Educare” dal latino vita noi avvertiamo l’essere perché se ne fa espe-
educĕre «trarre fuori, allevare» implica il gesto del rienza, non si dà vita senza sperimentarla appunto:
condurre fuori qualcosa che si trova dentro: implica proprio per questa dimensione costitutiva dell’umano
il far crescere, si tratta in definitiva di estrarre ciò che abbiamo bisogno dell’educazione. Colui che fa ap-
si trova al fondo di un individuo e accompagnarlo a punto esperienza della realtà del mondo ha bisogno
maturare e svilupparsi. di assimilare quegli strumenti, di essere educato, per
Altresì è un processo che si muove a partire entrare in una buona ed efficace relazione con esso.
dal desiderio che nutriamo di venire fuori e di- Per conseguenza possiamo affermare al di là di
ventare ciò che siamo chiamati ad essere. Si per- ogni teoria che l’educazione prima di tutto è un’espe-
ché la vita “non è un vuoto a perdere”, come rienza del reale e al contempo accompagna il soggetto
canta Noemi (cfr. Vuoto a perdere, 20111) bensì ad entrare in relazione con la realtà che lo circonda,
è una chiamata a divenire e far sbocciare ciò che nella quale si nasconde una realtà più grande. Dall’og-
dentro custodiamo. Si tratta di una nuova na- getto che gli si pone davanti scorge la domanda che
scita, infatti ciò accade nella relazione educativa provoca il mondo soggettivo, non solo cognitivo, ma
è propria l’essere “generati nuovamente” ma anche emotivo, sentimentale e spirituale: quella realtà
come persone capaci di amare. «L’educazione, di cui ha coscienza, da una parte, e nello stesso tempo
ha scritto Maria Montessori, è l’aiuto alla vita rivela la sua umanità più profonda, chi è, di cosa è
che si svolge» (cfr. Il bambino in famiglia, Gar- fatto, impasto di “fango e di cielo”, di anima e di
zanti 2022): per cui non è una imposizione corpo, di cuore e ragione, dall’altra.

15
ORIENTAMENTI EDUCATIVI

Un criterio ermeneutico importante… La vera sfida educativa è sempre il confronto con


“la realtà è superiore all’idea” la realtà nella quale l’individuo fatto di “miseria e
grandezza” per dirla con le parole del filosofo fran-
Per tanto tempo anche nell’educazione si è agito cese Blaise Pascal (Cfr. Pensieri): nella sua duplice
pensando prima all’idea e poi alla realtà, Papa Fran- attestazione, di ciò che impatta con la nostra vita
cesco invece ha richiamato tutti a riscoprire un crite- dall’esterno, e di quello che viene a dirsi dall’interno.
rio ermeneutico importante per troppo tempo Don Luigi Giussani, docente ed educatore, ci offre
dimenticato: “la realtà è superiore all’idea” (Evange- un contributo molto interessante in tale prospettiva,
lii gaudium, 233). Se lo applichiamo nel campo edu- nel noto scritto Il rischio educativo, che raccoglie al-
cativo questo vuol dire e la storia lo ha confermato, cuni interventi pubblici sul tema, afferma: “l’educa-
che l’educazione non è una ideologia, e quando di- zione deve aiutare lo studente non solo a capire e
venta tale, combina soltanto dei disastri. distinguere le cose, ma soprattutto al senso delle cose,
Una indicazione che bisogna tradurre in una compresa anche la critica della realtà dentro la quale
prassi educativa precisa perché soprattutto in que- vive e in cui si apre il mistero del Dio fatto uomo
sti nostri giorni dominati dalla “catastrofe educa- nella realtà della persona di Gesù Cristo.
tiva” ci si rende conto che non possiamo perdere Oggi più che mai è necessario accompagnare i
di vista la realtà e non si può agire soltanto se- giovani a “liberarsi” dalla omologazione culturale
condo una ideologia perché rischiamo di disso- dominante per “introdursi alla realtà totale” e sco-
ciarci dalla storia e dalla vita reale delle persone. prire la “chiamata alla vita” come affermava San
Avere occhi per vedere la realtà impone di ricono- Giustino Russolillo, ed in essa “la chiamata alla
scere in essa, anche tra le pieghe delle ferite santità” (Cfr. Ascensione): e con la coerenza dei
umane, le possibilità di un’umanità che chiede sal- propri ideali e delle proprie virtù matura la consa-
vezza, quell’anelito di infinito che porta dentro. I pevolezza di sé in relazione al mondo con un pen-
cristiani infatti nella realtà degli avvenimenti quo- siero critico. Si tratta di un percorso chiaramente
tidiana, credono che si cela anche la voce di Dio e che esige la presenza e l’opera del buon educatore:
la sua Parola, Gesù stesso che continua a interpel- il quale non soffre l’ansia di controllo, ma si af-
lare la nostra coscienza. fianca ai giovani e li aiuta a leggere e comprendere
Per questo Papa Francesco invita tutti ad un che la vita è un dono ricevuto da accogliere, ma
atto di responsabilità e costruire una “alleanza anche una responsabilità, esige una risposta coe-
educativa” capace di coinvolgere tutti, perché rente con la chiamata di cui ciascuno è custode.
“ogni cambiamento […] ha bisogno di un cam- In tale orizzonte il fenomeno “innaturale” del “neu-
mino educativo che coinvolga tutti” (Cfr. Mes- tralismo educativo”, da molti sbandierato come con-
saggio Patto Educativo Globale). Unire le forze quista di libertà, di fatto appiattisce ogni valore, come
e gli sforzi per camminare insieme e affrontare dal versante opposto il “dogmatismo educativo” sof-
le sfide del mondo che diventano sempre più foca l’originalità, e provoca una rinnovata riflessione
complesse e impegnative, in modo non solo da sul fatto che non è possibile educare prescindendo da
riscoprirsi insieme come cittadini della stessa un orizzonte assiologico o un’opzione etica. Il giovane,
casa comune, la terra, e parte dello stesso po- certamente, entra naturalmente nel mondo ma non vi
polo con un comune destino, ma anche costrut- entra neutralmente, vi entra sempre in un contesto sto-
tori di un grande “villaggio educativo” dove rico, sociale e culturale di riferimento che lo accom-
educarsi a divenire esseri umani, uomini e pagna alla vita, una realtà spirituale entro quale si
donne capace di un futuro possibile. identifica in un processo di crescita e si individualizza
L’educazione è “introduzione al reale” come “io” capace di bene.

16
Pro-Vocazioni
EDITORIALE
Rubrica Spirituale che intende “provocare” ogni “vocazione”: a vantaggio (PRO) della
Chiesa e per scoprire le (VOCAZIONI) nella Chiesa.

«Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni al-


bero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non
può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo pro-
durre frutti buoni.» (Mt. 7,17-18)
A cura di Stefania Formicola
È questa la PRO-vocazione di Gesù: produrre!
È questa la pro-VOCAZIONE nel Discepolo: fruttificare!

DAI LORO FRUTTI LI RICONOSCERETE


(Amore, Gioia, Pace)

D
opo avere analizzato ed approfondito la riflessione sui Doni dello Spirito Santo, è bene ora rac-
cogliere i frutti che essi producono per comprendere l’attiva e proficua azione che lo Spirito
stesso genera e fa germogliare in chi si dispone a volerli coltivare. Innanzitutto va fatta una di-
stinzione fra doni e frutti. I doni, come la parola indica, sono qualcosa di gratuito e generoso che viene
concesso a tutti da Dio; non sono nè la conseguenza di meriti nè l’efficacia di azioni dalle quali poi ne
derivano provocazioni. Essi si ricevono così come sono ma non crescono spontaneamente perché possono
essere coltivati solo da chi si dispone a scoprirne la loro efficacia. Sono come semini ricevuti per essere
piantati nella terra fertile, innaffiati, concimati e curati con responsabilità, fiducia, costanza e perseveranza.
Tale impegno rende ciascun dono fruttuoso, non più solo per effetto della grazia ma essenzialmente per
impegno e con la razio. Tutto ciò che è buono produce frutti buoni: se, infatti, un albero è sano, robusto,
forte farà spuntare frutti succosi, saporiti, sani. L’amore, la gioia, la pace sono le prime scoperte e rive-
lazioni prodotte in chi, attraverso i doni dello Spirito Santo, avverte interiormente. Questi tre frutti sono
uniti l’uno all’altro poiché non c’è amore e pace senza gioia nè gioia senza pace ed amore. L’uno fa ger-
mogliare e crescere l’altro come tralci innestati alla vite. Ecco perché spesso, le parabole di Gesù nel suo
Vangelo, vengono poste a modello con tantissimi riferimenti e paragoni su scene campestri legate essen-
zialmente alla natura ed agli elementi necessari per il sostentamento umano. Ciò per indicare che la cre-
scita spirituale non è meno importante e vitale di quella materiale ed occorre , quindi, esercitare la stessa
dedizione e cura di come si coltiva grano, pane, vite, uva… Amando si metteranno le radici al seme che,
con gioia, si riappacificheranno le fatiche, i sacrifici e le attese, donando quella speranza in ciò che ancora
è in germe. La gioia, quindi, diventa piena perché nasce dall’amore e dall’amore ne scaturisce anche la
pace intima e vera. La vera gioia, quindi, è uno stato d’animo, una realtà spirituale e dà senso al nostro
quotidiano vivere. L’autentica gioia non può essere racchiusa in terreni aridi e sterili. E’ come sorgente
d’acqua viva, espansiva, effusiva e diffusiva. Anche quando si soffre, i doni dello Spirito Santo possono
continuare a produrre la loro positiva efficacia così che i loro buoni frutti, se vissuti nella grazia attiva di
Dio, sono come quei chicchi che devono marcire, morire prima di manifestarsi nella loro abbondanza.
Un cuore che ama in spirito e verità è un cuore che gioisce nonostante la tristezza; un cuore che gioisce
in spirito e verità è un cuore che ama nonostante l’abbandono ed il disamore del mondo; un cuore che è
in spirito di pace è un cuore che infonde serenità nonostante i travagli, le incertezze e contraddizioni del-
l’esistenza...Tutto questo solo perchè è dai loro frutti che si riconoscono quegli animi che hanno intrapreso
la via della verità nella Vita vera, in quegli uomini e quelle donne postesi alla sequela di Cristo, per quelle
vite spesesi nell’amore e che fanno in Cristo, giorno per giorno, la loro fede cristiana ma non certo per
indottrinamento o religiosità popolare piuttosto per rivelazione di un processo continuo di incarnazione
e trasfigurazione mediante quel fecondo e produttivo soffio dello Spirito Santo che abita continuamente
in ciascuno di loro.

17
17
Il Magistero della Chiesa
Vita vocazionista
VITA VOCAZIONISTA

A “spasso” nel mondo Vocazionista


Nell’“Urbs Aeterna”

L
a nuova tappa, a “spasso” nel mondo Voca- Don Giorgio Sag-
zionista, mi porta a Roma, la città eterna giomo, l’Economo
come la definì il poeta latino Albio Ti- Generale, ebbe l’oc-
bullo nel primo libro delle Elegie. Precisamente casione di una villa P. Ciro Sarnataro sdv
mi trovo in Viale Cortina d’Ampezzo, dove ha nella zona di Monte
sede il Vocazionario “San Giuseppe”, dai più co- Mario in Viale Cortina D’Ampezzo. L’abita-
nosciuto come la Curia Generale della Società zione era stata costruita da pochi anni ma i pro-
Divine Vocazioni, a cui è annesso lo studentato prietari l’avevano lasciata durante la seconda
internazionale Vocazionista e la parrocchia San guerra mondiale. Nel periodo bellico fu occu-
Gabriele Arcangelo. pata dai tedeschi e, successivamente, dagli ame-
L’avventura romana dei Vocazionisti iniziò ricani e dagli inglesi. In ultimo nella residenza
l’8 febbraio 1947, quando una confraternita af- sorse un istituto gestito da una comunità ebraica.
fidò a don Giustino l’ufficiatura della Chiesa di La proprietà era in vendita, godeva di un
S. Caterina alla Rota situata nel rione Regola. La ampio giardino, di un magnifico parco circo-
stante, di una posizione panora-
mica e la struttura dell’edificio
era solida… ma il prezzo era al-
quanto elevato. Cosa fare? Don
Giorgio non si scoraggiò: il
giorno in cui visitò la proprietà
era un mercoledì per cui, es-
sendo il mercoledì il giorno
consacrato a San Giuseppe (in-
dicato da don Giustino come il
patrono della divina provvi-
denza per i poveri e per i Voca-
zionisti), affidò la “questione”
al santo con le parole: “San
Giuseppe, pensateci voi!”. E
chiesa, risalente al XII secolo fu ben curata, pa- San Giuseppe ci pensò: il 13 gennaio 1949 con-
storalmente; purtroppo la ristrettezza della casa cluse le trattative venne firmato il compromesso
canonica non rispondeva alle necessità della per l’acquisto della proprietà; la parte legale del
Congregazione ovvero quello di una residenza contratto fu curata dall’ Avv. Pirro Alpi mentre
nella città di Roma adibita a Curia Generale, così il direttore del Banco di Novara, che dovette
come già avevano o stavano provvedendo gli anche prestare i soldi a don Giorgio per l’acqui-
altri Istituti Religiosi. sto della carta da bollo, fece da garante. La

18
VITA VOCAZIONISTA

nuova comunità venne aperta, ufficialmente, il dal Sacro Dicastero per gli Istituti di Vita Consa-
20 gennaio dello stesso anno e venne dedicata a crata, a lui notificate per mezzo del Visitatore Apo-
San Giuseppe, in segno di gratitudine per la sua stolico, con religiosa obbedienza e gratitudine,
mano provvidente. quali manifestazioni della volontà divina, la Curia
I lavori di ampliamento dell’edificio iniziarono Generalizia veniva trasferita da Napoli a Roma-
immediatamente: la casa fu innalzata di un ulte- Viale Cortina D’Ampezzo.
riore piano, fu acquistato un terreno adiacente di Purtroppo don Giorgio, mosso da buona fede,
7280 mq (in attesa di poter ottenere il permesso di si lasciò andare oltre misura dal suo spirito di ini-
costruire una chiesa adiacente la casa). In occa- ziativa e dai suggerimenti di persone che “vestite
sione del giubileo del 1950, la casa fu allestita per da agnelli erano invece lupi affamati”; a causa di
ospitare i pellegrini che visitavano Roma. Termi- alcuni finanziamenti promessi e mai arrivati,
nato l’anno santo nel 1951 la comunità divenne l’imprudenza di una nuova costruzione, in via
sede dello Studentato Vocazionista per i religiosi Vallombrosa, i tassi di interessi alti maturati sui
studenti di teologia, per dare loro la possibilità di prestiti ottenuti, portò la Congregazione ad un
frequentare i corsi universitari alla Pontificia Uni- dissesto finanziario che, grazie alla mano saggia,
versità Gregoriana retta dai Gesuiti. attenta e premurosa della Santa Sede, fu defini-
Così don Giustino scrisse al Papa Pio XII: “Per tivamente estinto negli anni ’80. L’ultima “rata”
avvantaggiarsi più da vicino dei provvedimenti con da pagare fu la commissione che il Vicariato di
cui la Santa Madre Chiesa cura di portare le fa- Roma affidò alla Congregazione, comprese le
miglie religiose all’altezza intellettuale e spirituale spese: così fu costruito il nuovo edificio della
della loro vocazione, la minima Congregazione Vo- parrocchia di San Gabriele Arcangelo, che nel
cazionista s’affrettò a stabilirsi nel centro della cri- frattempo era stata “ospitata” nei locali della co-
stianità e nella capitale del cattolicesimo sin dal munità, situata nel complesso edilizio della Curia
periodo dell’ultimo Anno santo. E per meglio ri- Generale. La parrocchia fu istituita il 30 agosto
spondere alla preziosità del loro fine, ch’è quello dal (?) con il decreto Neminem fugit, ed affidata,
di cercare e coltivare vocazioni allo stato ecclesia- dal , ai Vocazionisti. Il 24 gennaio fu visitata dal
stico-religioso, i Vocazionisti impegnarono tutte le papa San Giovanni Paolo II che salutò la comu-
loro energie nella costruzione d’una grande casa nità parrocchiale con queste parole: “Saluto tutti
in via Cortina d’Ampezzo, destinata ad accogliere i presenti e tutta la parrocchia di san Gabriele e
i figli del popolo romano, impediti dalla povertà a li saluto nel nome della santissima Annuncia-
corrispondere alla divina chiamata”. zione, perché l’Arcangelo Gabriele è stato il
Lo spirito intraprendente di don Giorgio, viste messaggero dell’Altissimo per portare a noi uo-
le necessità del momento, lo convinse ad aprire la mini questa buona novella che trascende tutta la
comunità all’accoglienza di 60 bambini, dai 6 ai storia umana. Non c’è un avvenimento mag-
12 anni, non tutti orfani ma sicuramente bisognosi giore; non c’è un avvenimento più trascendente
di assistenza. che questo: Dio si è fatto uomo. Questo messag-
Di lì a poco anche le Suore Vocazioniste si af- gio, per sempre, questa annunciazione per sem-
fiancarono al lavoro della neo comunità. pre rimane legata al nome di Gabriele. Vi auguro
Il 6 gennaio 1952 don Giustino assicurò la che questo messaggio sia sempre per voi un mo-
Santa Sede che in virtù delle disposizioni emanate tivo di fede e di speranza; un motivo di vero e

19
VITA VOCAZIONISTA

cristiano orgoglio. Cosa possiamo sperare più di La comunità continua ad essere sede delle Curia
questo dono: che il Figlio di Dio si è fatto uomo Generale, dello Studentato Vocazionista Internazio-
per confermare la nostra dignità, la nostra vo- nale, luogo di accoglienza per i confratelli che giun-
cazione che è terrena certamente, quotidiana, gono in Italia, e sede della comunità delle Suore
temporale, ma trascende tutta la temporalità, Vocazioniste che offrono il loro sostegno materno
trascende il mondo. Una vocazione che viene da e spirituale alla comunità e alla parrocchia.
Dio e porta a Dio. Vi auguro di vivere sempre La parrocchia conserva l’opera dello scultore
questo messaggio dell’Annunciazione, questa ve- (?) e rappresenta Cristo che, a partire dalla croce,
rità e questa realtà dell’Annunciazione legata si proietta verso la gloria della resurrezione. Lo
tanto al nome di san Gabriele Arcangelo. Vivere stesso scultore è l’autore degli angeli nella Basilica
questa verità come uomini e come cristiani”. di Santa Maria degli Angeli in Piazza della Repub-
Il 28 giugno dello stesso anno San Giovanni blica, a Roma. Inoltre nella chiesa sono conservate
Paolo II le conferì il di (?) «». due opere dell’artista (?), il Ritratto di San Giustino
Dai tempi dell’apertura, ad oggi, sono cambiate Maria Russolillo, realizzato nel (?), e la Madonna
molte cose soprattutto sotto l’aspetto urbanistico: del Salve Regina.
oggi Viale Cortina D’Ampezzo è compresa in un La parrocchia custodisce la reliquia di San
quartiere, residenziale e rinomato, che fa da punto Giustino Maria Russolillo e la reliquia di San Gio-
di collegamento tra la Via Cassia e Via del Forte vanni Paolo II (la casula che egli indossò in occa-
Trionfale, ovvero la zona del Gemelli e di altre sione della sua visita pastorale alla comunità
strutture ospedaliere. parrocchiale).

20
IlVita
Magistero della Chiesa
nello spirito giustiniano

Continuiamo a riflettere sulle relazioni dell’anima con Dio secondo San


Giustino. Queste relazioni, come ho già detto, sono numerose (cfr. Opera
P. Emiliano Maria, sdv
Omnia III, n°549). Avendo già parlato della relazione anima-amica e anima-
discepola della Trinità, oggi rifletteremo sull’invito di San Giustino a essere
anima-madre della Trinità. All’inizio questo invito a essere anime madri di Dio può sembrarci strano. Ve-
diamo che significato ha questa vocazione nella spiritualità di San Giustino.

Fare la volontà del Padre. gelo, ella, piena di fede e avendo Come una madre spende la sua
concepito Cristo nella sua mente vita per il figlio, così noi la spen-
Nel Vangelo di Matteo e Luca più che nel suo grembo, disse: diamo per Dio.
troviamo il seguente passo: «Tua Ecco la serva del Signore; avvenga
madre e i tuoi fratelli stanno fuori in me secondo la tua parola».1 Cura e tenerezza
e vogliono parlarti». Gesù gli ri- Dalle parole di Cristo stesso,
spose: «Chi è mia madre e chi San Giustino ci ricorda che anche «Posso notare che nella mia
sono i miei fratelli? E indicando noi possiamo diventare anime- anima sorge una tenerezza ma-
con la mano i suoi discepoli, ag- madri del Signore se ascoltiamo at- terna per coloro che, con Gesù,
giunse: «Questi sono mia madre e tentamente la Parola di Dio e ho generato alla grazia, alla re-
i miei fratelli. Chiunque infatti fa viviamo secondo la volontà del ligione e alla santità»2. Queste
la volontà del Padre mio che è nei Padre. Gesù non ha voluto fermarsi parole di San Giustino ci intro-
cieli è mio fratello, mia sorella e solo alla valorizzazione della ma- ducono a questo secondo punto:
mia madre» (Mt 12,47-50). Seb- ternità biologica, privilegio esclu- l’anima-madre si distingue per
bene in un primo momento questo sivo di Maria Santissima, ma è la sua cura e tenerezza prima di
testo possa dare l’impressione che andato oltre, valorizzando la mater- tutto per Dio, come abbiamo già
Gesù disprezzi Maria, è proprio il nità spirituale, una vocazione a cui detto, e poi per i fratelli. Giustino
contrario. Gesù sta dimostrando tutti siamo chiamati. era un vero padre, un padre dalla
che Maria non è solo una madre La relazione materna ha la ca- tenerezza materna, come lui
per averlo concepito nel suo ratteristica di essere per sempre, stesso dice. Era un’anima-madre
grembo, ma anche per aver com- non è qualcosa di temporaneo, e attenta a Dio, a cui dedicava il
piuto la volontà del Padre. Più che anche se varie situazioni possono suo tempo: fin dall’alba voleva
di disprezzo, si tratta di lode. È be- portare una persona ad allonta- trascorrere un’ora in medita-
nedetta non solo perché lo ha por- narsi o a rinnegare la propria zione, in dialogo con il Signore,
tato in grembo e lo ha allattato, ma madre, c’è un legame che non può che circondava di infinite atten-
soprattutto perché Maria ha ascol- essere distrutto. Così dovrebbe es- zioni durante la giornata: fre-
tato e messo in pratica la Parola di sere il nostro rapporto d’amore quenti visite alla cappella, la rosa
Dio (cfr. Lc 11, 27-28). Sant’Ago- con Dio. Verso lui, come anime- e la candela accesa che lo rap-
stino in uno dei suoi Sermoni madri, tutta la nostra attenzione, presentavano accanto a Gesù
scrive: «Dopo le parole dell’an- tutto il nostro amore per sempre. nell’Eucaristia, la parola di Dio

22
21
VITA NELLO SPIRITO GIUSTINIANO

che occupava un posto speciale Giustino aveva questa tene- dice che Gesù irradia su di noi
nella sua stanza, e tante altre pra- rezza materna per le vocazioni, per l’affetto filiale per Maria e che
tiche. le famiglie, per i malati. Se tutti i l’anima diventa feconda quando,
Giustino afferma che ogni sa- battezzati, clero e laici, sviluppas- cooperando con Maria e lo Spirito
cerdote è chiamato da Dio a vivere sero questa cura e tenerezza ma- Santo, formano nelle persone il
in modo particolare questa condi- piccolo Gesù e risvegliano in loro
zione di anima-madre: ogni volta l’amore per il compimento della
che il sacerdote consacra l’Eucari- volontà del Padre9.
stia dona una nuova vita eucaristica Il vocazionista, laico o religioso,
al Figlio di Dio, rendendolo pre- sarà un’anima-madre quando aiu-
sente in mezzo agli uomini. Ogni terà i giovani a scoprire la loro vo-
volta che battezza e assolve una cazione e missione nella Chiesa.
persona, dà a Dio nuovi figli e una Sarà un’anima-madre quando susci-
nuova vita di Dio in questi nuovi terà vocazioni alla vita sacerdotale e
figli3. Ogni volta che predica, deve consacrata per la Chiesa locale in cui
parlare al suo popolo con la tene- opera. Sarà un’anima-madre quando
rezza, la pazienza e l’amore di una accompagnerà le vocazioni in for-
madre4. Ma anche i laici sono chia- mazione con dedizione e abnega-
mati a sviluppare questa attenzione zione. Sarà un’anima-madre quando,
e riverenza per Dio e per le cose con misericordia e tenerezza, sarà al
consacrate nel culto divino. Oggi terna per i nostri fratelli e sorelle, fianco delle vocazioni mal coltivate,
più che mai c’è bisogno di una ca- faremmo anche della Chiesa e di in crisi o perse. Il vocazionista sarà
techesi che risvegli la riverenza per ogni parrocchia una madre che va un’anima-madre quando gli piacerà
il sacro nel clero e nei laici. incontro ai suoi figli e li riporta trascorrere ore, come San Giustino,
D’altra parte, l’anima madre ha alla casa del Padre7. con il piccolo Gesù presente nel
una tenerezza eucaristica5 per i suoi Vangelo e nell’Ostia.
fratelli e sorelle, per gli altri. Papa Fecondità
Francesco ha fatto della tenerezza
uno dei temi principali del suo ma- San Giustino vuole che ogni NOTE
gistero. Ha detto: «Il Vangelo ci in- battezzato raggiunga la relazione
1
Sermoni 215,4
vita sempre a correre il rischio di suprema di anima-sposa, una re-
2
Opera Omnia, vol 10, pág 73
incontrare il volto dell’altro, con la lazione caratterizzata dal dono del
3
Cf. LUDOVICO CAPUTO, Lettere Circu-
sua presenza fisica che interpella, corpo e dell’anima alla Trinità, lari, Ed. Vocazioniste, 2006, pág. 141.
con il suo dolore e le sue lamentele, sposa divina dell’anima. Da que-
4
Cf. PAPA FRANCISCO, Evangelii Gau-
con la sua gioia che si contagia in sto rapporto nuziale, l’anima- dium, 139.
un costante corpo a corpo. La vera sposa diventa anima-madre,
5
Himno de las primeras vísperas de la
fede nel Figlio di Dio fatto carne è perché la relazione con Dio rende Solemnidad de San José.
inseparabile dal dono di sé, dall’ap- l’anima feconda: feconda nelle
6
PAPA FRANCISCO, Evangelii Gau-
partenenza alla comunità, dal servi- opere e nelle persone che genera dium, 88.
zio, dalla riconciliazione con la nella fede8. Ognuno di noi, anche
7
Cf. PAPA FRANCISCO, Evangelii Gau-
carne degli altri. Il Figlio di Dio, se non è stato padre o madre bio- dium, 46.
nella sua incarnazione, ci ha invitato logico, non può rinunciare alla
8
Cf. Opera Omnia IX, pág. 247.
alla rivoluzione della tenerezza»6. maternità spirituale. Giustino ci
9
Opera Omnia IX, pág.87.

22
VITA NELLO SPIRITO GIUSTINIANO

Divina
Semplicità
7 Se uno non rimane unito a Suor Maria Caianiello, sdv
me, è gettato via come i
tralci che diventano secchi e

S.
Giustino Russolillo, che la gente raccoglie per perde molto del primitivo
nel Vol. 6 dell’Opera bruciarli. (Gv 15, 1-10) splendore, candore ... Anzi: si
Omnia, pone il “Se scatena una gara intorno a lui a
non diventerete come bam- chi gli insegna più cose, a chi
bini”, tra le 7 conditiones sine “Se non diventerete come gli fa aprire gli occhi su ciò che
qua non, necessità – imperativi, bambini, non entrerete nel non sa, a chi lo prepara alla vita
per entrare nel Regno dei cieli: regno dei cieli”. ... Quel bambino trova dentro di
In realtà cosa significa di- sé la spinta a conoscere, a spe-
ventare come bambini? Diven- rimentare, a superare le bar-
1 Se uno non nasce di nuovo... tare: dal latino, de-ventum, riere: in una parola, a crescere
cioè per acqua e Spirito venire da lontano. ... E crescendo di giorno in
Santo, non può entrare nel Il diventare presuppone un giorno, fa l’esperienza dello
regno di Dio. (Gv 3, 5) “ritorno da”. Ritornare da scegliere tra il bene e il male. Si
2 Se la vostra giustizia non dove? Ritornare dalle periferie ritrova ad assaporare il frutto
sarà maggiore di quella in cui ci siamo imbattuti e proibito, (indipendenza, auto-
degli scribi e dei farisei, non persi... al centro del nostro es- nomia, idolatria di sè stesso...:
entrerete nel regno dei cieli. sere, a casa, alla verità di noi eredità del peccato d’origine) e
(Mt 5,20) stessi ... alla semplicità. si ritrova “nudo”, solo, appe-
3 Se voi non vi cambierete e Quando il bambino nasce è santito, sporco, inquinato, tra-
non diventerete come par- naturalmente “semplice” cioè dito dalla vita, in cerca di senso,
goli, non entrerete nel regno privo di sovrastrutture mentali, in esilio ...
dei cieli. (Mt 18, 3) di comportamento, di signifi- Quando, poi, fortunata-
4 Se non farete penitenza, cati, di malizia ... Gli occhi dei mente, e provvidenzialmente,
perirete tutti allo stesso bambini sono un cristallo terso, viene a imbattersi nella Persona
modo. (Lc 13, 3) puri, incantevoli. Tutti restiamo di Gesù, a conoscere e a con-
5 Se non mangerete la carne rapiti da quello sguardo lim- frontarsi con la Sua Parola, Pa-
del Figlio dell’Uomo e non pido, aperto allo stupore, alla rola di Salvezza, scopre che
berrete il suo sangue non meraviglia ... E nell’ammirarlo, Gesù è la Via, la Verità e la Vita
avrete la vita in voi. (Gv 6, avvertiamo una certa nostalgia e allora avverte forte il bisogno
84) di quella innocenza nativa...per- di intraprendere la strada del ri-
6 Se il chicco di frumento, duta… torno e, per grazia, s’impone la
caduto in terra, non muore, Quel bambino, che all’alba necessità di diventare, cioè di
resta solo, ma se muore, pro- del suo nascere era oggetto ritornare, ad essere come bam-
duce molto frutto. (Gv 12, 24) della nostra gioia, crescendo, bini.

22
23
VITA NELLO SPIRITO GIUSTINIANO

Si tratta di una nuova nascita: così prepotente per cui tutto Con il “Se non diventerete
una nascita dall’alto come quella ciò che prima sembrava im- come bambini, non entrerete
che Gesù propose a Nicodemo1 portante e necessario, risulta nel regno dei cieli”, sembra che
S’impone, perciò, la prima inutile, superfluo... Si diventa Gesù voglia dirci:
delle necessità elencate da S. “poveri di spirito”, cioè Se non ritornate ad essere
Giustino: SEMPLICI. come bambini, semplici, come
“Se uno non nasce di nuovo, Tutte le facoltà della ra- il Padre, non entrerete nel
cioè dall’acqua e dallo Spirito gione, allora, illuminate dalla regno dei cieli!
Santo, non può entrare nel fede, si elevano al di sopra del Se non ritornate ad essere
regno di Dio”2 sapere finora accumulato e come bambini, dallo sguardo
Tale rinascita avviene la- s’incontrano con la Divina semplice, puro come quello del
sciandosi docilmente attirare da Semplicità e riposano nella Padre, non entrerete nel regno
Colui che viene innalzato sulla quiete del Suo abbraccio, sì, dei cieli!
Croce3 perché si è scoperto che la Ve- Se non ritornate ad essere
Entrando e dimorando nel rità non è un’Idea, bensì una come bambini, ad imparare il
Cuore trafitto e squarciato del Persona. linguaggio semplice del-
Figlio di Dio, dissetandosi alla Si comprende allora che si l’amore, non entrerete nel
sorgente che da esso scaturisce, è parte di un Progetto regno dei cieli.
tutto il suo essere si rigenera: lo d’amore, in cui siamo stati Se non ritornate ad essere si-
Spirito Santo, in virtù del San- pensati, voluti dall’eternità, in lenziosi per ascoltare i battiti
gue di Cristo, opera una nuova cui persino i capelli del nostro del cuore del Padre, non entre-
creazione. capo sono conosciuti, contati, rete nel regno dei cieli!
E allora gli occhi purificati valorizzati5. Se non ritornate ad essere
leggono al di là del filo d’erba “Tu mi scruti e mi conosci, sai contemplativi, non entrerete nel
e del fiore che sboccia e della quando mi siedo e quando mi regno dei cieli!
goccia d’acqua che riflette il alzo, quando cammino e quando Se non ritornate a somi-
raggio di sole e di tutto ciò che riposo, penetri da lontano i miei gliare a Me, il Figlio del Padre,
appare, l’impronta del Padre, il pensieri”6 : è questa la Verità che tutto rivolto al Padre, tutto at-
Suo amore, la Sua tenerezza e conta, che appaga la mente e il tento al Padre, tutto unito al
chiedono ad ogni creatura: ri- cuore e riempie la vita! Padre, SEMPLICE come il
velami il Suo Volto! S. Giu- “Io sono tranquillo e sereno Padre, non entrerete nel regno
stino ha delle pagine di alta come bimbo svezzato in brac- dei cieli!
poesia, di anelito mistico su cio a sua madre, come un
questo: “Lo spazio e il tempo bimbo svezzato è l’anima
mi svolgo il libro della natura, mia”7: così prega il “bambino
NOTE
lo comprendo, ogni elemento, rinato”. Parla al Padre con sem-
ogni fenomeno, ogni legge è plicità e confidenza come 1
(cfr. Gv 3, 1-8).
una nota del canto d’amore in- quando da bambino parlava 2
(Gv 3, 5).
finito per te! ...”4 alla madre. La sua è la pre- 3
(cfr. Gv 12, 20-33.
La contemplazione della ghiera del cuore. E in questo
4
(Cantico del ringraziamento, Dev.
pag. 1122).
Bellezza impressa dal Crea- abbandono si scopre immagine 5
(cfr. (Mt 10,30).
tore stesso nelle opere delle di Dio, scopre che Dio è Di- 6
(Salmo 138).
Sue Mani, esercita un fascino vina Semplicità. 7
(Salmo 131).

24
Vita Consacrata
EDITORIALE

ELEMENTI INDISPENSABILI PER MANTENERE


VIVA L’IDENTITÀ DEL CARISMA

Dopo esserci addentrati negli elementi necessari per mante-


nere viva l’Identita’ del carisma abbiamo riflettuto sulla crisi P. Salvatore Musella sdv
di identità.

I
n questo numero ini- preoccuparsi di dare ai propri religiosa è fatalmente condan-
ziamo a rifletter sul membri una formazione solida nata a morire. Questo perché la
primo elemento indi- . Il Concilio Vaticano II ha sot- formazione risveglia nei mem-
bri dell’istituto l’amore e
l’attaccamento al carisma
del fondatore e contribui-
sce a creare unità. L’unità
a sua volta mantiene viva
la vita della famiglia reli-
giosa. La mancanza di
formazione autentica ge-
nera divisione, egoismo,
individualismo e il regno
diviso avrà i suoi giorni
contati. La formazione,
perché possa giungere a
tali obiettivi deve essere
prolungata e permanente
e l’istituto deve possedere
case destinate a questo
scopo e con personale
spensabile per vivere una tolineato l’importanza della for- selezionato e ben preparato.
identità viva e fedele: la mazione per il futuro degli (PC 18).
Formazione. Istituti di vita consacrata (PC
18). Senza questa formazione
non esiste rinnovamento della Le dimensioni
Formazione vita religiosa. Tutto viene ri- della Formazione
dotto a esteriorità’. Cresce solo
Per evitare una crisi d’iden- chi si rinnova, senza forma- a) Base antropologica
tità dei membri di un istituto re- zione, dalla quale dipende il rin- La formazione deve in-
ligioso , lo stesso istituto deve novamento, una congregazione nanzitutto offrire al religioso

25
VITA CONSACRATA

una base antropologica sono quasi sempre educati “a zione deve permettere anche
(umana) affinché lo stesso una sottomissione totale, ma che il religioso, la religiosa sco-
possa superare quella inca- non sufficiente al retto uso della pra l’originalità dello spirito e
pacità mentale che non per- libertà e della responsabilità del carisma del fondatore e
mette una visione più aperta personale. In alcuni casi ven- come le sue intuizioni sono an-
delle persone, dei fatti e gono educati più a alla rinuncia cora capace di illuminare e aiu-
delle cose. Una formazione ad un amore umano condiviso tare a risolvere i problemi e le
che aiuta il religioso o la re- che ha un amore generoso, nuove situazioni non previste
ligiosa ad acquistare questa senza esclusivismo; più per una da lui. Il religioso dovrà ap-
prendere a sperimentare
in pratica la validità e at-
tualità del carisma della
sua congregazione, al
contrario sarà sempre
tentato di dimenticarlo.

c) Base teologica
Infine la formazione
dovrà offrire a religioso
alla religiosa una base
teologica che gli per-
metta di conoscere la
missione specifica e il
servizio fondamentale
che la vita religiosa, e
più specificamente il
proprio istituto, deve
maturità nella vita comunita- vita individuale che per una vita prestare alla Chiesa. Non si
ria, senza complessi, fobie, comunitaria; più ad apprendere tratta soltanto di una forma-
superficialismi e ipocrisia. a memoria che a riflettere con zione teologica generica, ma di
Una formazione che sia ca- spirito critico…” . una formazione teologica spe-
pace di aiutare la persona a cifica circa la vita religiosa.
relazionarsi e comunicarsi b) Base esperienziale Questo tipo di formazione non
con gli altri in modo equili- In seguito la formazione potrà essere soltanto ascetico-
brato, armonizzato e sincero. deve offrire al religioso , alla giuridica, ma che offre la base
La formazione dovrà ancora religiosa una base esperienziale evangelica e presenti quella di-
aiutare il consacrato o la consa- che gli permetta innanzitutto di mensione teologale della con-
crata a diventare una persona percepire l’azione dello Spirito sacrazione, della missione,
adulta e responsabile. A volte i nella storia, nella vita quoti- della vita comunitaria e dei
religiosi e le religiose religiose diana. Questo tipo di forma- voti.

26
Il Magistero
Pastoraledella Chiesa
Vocazionale

Leggendo il Libro “Farsi santi con ciò che c’è” di don Luigi Epicoco ho
trovato molto interessante alcune riflessioni su come il male può insidiare la nos-
tra vocazione, la strada verso la santità nostra e della nostra famiglia. Penso che
questi pensieri possano far bene ed aiutare ogni chiamato.

“Sei felice?” tazione grossa in tutte le vo- maginiamo. E quindi ci sem-


cazioni, e non soltanto nella bra da una parte di desiderare
«Molto spesso – premette vocazione familiare, è quella fortemente la felicità, di
Don Luigi Epicoco – desiderare fortemente
quando guardiamo la nos- la santità, ma di vivere
tra vita e pensiamo alla invece contestual-
santità, ci domandiamo: mente la nostra vita di
“Sei felice?”, perché la ogni giorno accorgen-
santità ha di fondo questa doci che c’è un’in-
grande domanda. La ver- finita distanza tra
ità di una vocazione la si questo desiderio e noi,
misura sempre con questa tra questo desiderio e
domanda di felicità, ed es- la nostra vita attuale.
sere felici non significa
non avere problemi, non Problema
vivere delle contrad- di sguardo
dizioni, non vivere le
fatiche di ogni giorno.Es- Don Luigi Epicoco
sere felice significa sostiene che c’è un
avvertire che la propria problema di sguardo.
vita è significativa al di Sappiamo che il male
là di quello che sta entra dentro la nostra
succedendo». vita non tanto facen-
La tentazione che c’è doci sbagliare, cioè
in tutte le vocazioni di pensare che si potrebbe es- siamo molto suggestionati dal
Una persona, prosegue il sere felici se le condizioni fatto che il male fa male per-
sacerdote si sente felice fossero come diciamo noi. ché ci induce al peccato; è
quando sente che quello che Nella realtà, poi, ci si accorge vero, ci fa fare delle cose
sta facendo è significativo, che questa non assomiglia sbagliate, delle azioni
cioè ha un senso. La ten- quasi mai a quello che noi im- sbagliato. Ma la vera attività

22
27
PASTORALE VOCAZIONALE

diabolica del male sta nel per- La “carne di Cristo” Gli strumenti
vertire il nostro sguardo: il del male
male ti cambia il punto di Nella vita del matrimonio
vista. la carne di Cristo è la persona La vocazione è l’incontro
Una persona si converte che amo, nella vita religiosa con una Terra Promessa.
quando ha un nuovo punto di la carne di Cristo e’ il fratello,
Cristo è la Terra Promessa.
vista sulla stessa cosa. Una la sorella con la quale vivo, Ma questo Cristo, afferma
persona cambia vita non per un parroco la carne di l’autore di “Farsi santi con ciò
quando cambia la sua vita, Cristo sono i fedeli a lui affi- che c’è” non è una cosa as-
ma quando, innanzi- tratta, è una cosa che
tutto, cambia lo deve diventare conc-
sguardo con cui vede reta dentro la nostra
la propria vita. vita. Il male vuole im-
pedire che questo ac-
Un cammino con- cade. Vuole impedire
creto che la vocazione, che il
nostro aspirare alla
Quando si scopre una santità, possa scandirsi
vocazione si scopre un giorno dopo giorno.
cammino concreto, attra- Per farlo, il male usa
verso cui, osserva l’autore del dati etc.. per es. nel sacra- degli strumenti. Don Epicoco
libro, il Signore entra nella pro- mento del matrimonio, il ne elenca alcuni che reputo
pria vita. Possiamo essere con- marito è la carne di Cristo per piu significativi:
vinti di tante cose importanti, ma la moglie, e la moglie la carne
in fin dei conti la domanda più di Cristo per il marito. Se Il giudizio
interessante per noi è: “In con- concretamente tocco Cristo
creto, come si vive?”. Abbiamo nella persona che amo, non Il primo strumento è il
bisogno della concretezza. La devo andare a cercare nien- giudizio. Affinché non per-
teologia chiama questa con- t’altro, ma devo riscoprire corriamo questa strada aperta
cretezza la “carne di Cristo”. questa relazione come la più nel Mar Rosso, il male ci fa
Non c’è niente che renda di più essenziale, la più significa- cambiare lo sguardo che abbi-
l’idea se non la carne di Cristo. tiva della mia vita. amo sull’altro, facendo in
Imparare il Vangelo non significa Una persona incontra una modo che sia uno sguardo
imparare delle idee, ma incon- vocazione quando incontra giudicante. È molto facile
trare personalmente, carnal- qualcosa che la libera, che la cadere nel giudizio per un
mente, la persona di Cristo. tira fuori dalla schiavitù del motivo molto semplice:
Troviamo una vocazione, proprio individualismo, che la quando si vive con qualcuno,
quando troviamo concreta- tira fuori dall’essere ripiegata inevitabilmente ci si accorge
mente il modo di toccare la su se stessa. anche della sua miseria. Da
carne di Cristo. uno sguardo complessivo a

28
PASTORALE VOCAZIONALE

distanza, puoi vedere quanto significa che, anche se vivi- lì, e la maniera migliore attra-
è bella una cosa; più tu ti amo insieme, ci sentiamo pro- verso cui può convincerti è
avvicini, più la risoluzione fondamente soli. Il male così creare distanza con l’altro.
dei pixel è rarefatta, e più si è insinuato e ha reso impos- Come fa a creare distanza con
vedi che non c’è proprio alta sibile la liberazione, perché è l’altro? Molto semplice: attra-
definizione, ti accorgi dei andato a toccare il minimo verso uno sguardo che giu-
difetti dell’altro, ti accorgi sindacale affinché una vo- dica. Nel matrimonio, nella
della sua umanità, della sua cazione funzioni: la relazione, vita consacrata, nella par-
miseria. La miseria è il il riconoscimento dell’altro, rocchia etc… si traduce con
primo alfabeto del giudizio. sapere e sperimentare che una frase di senso comune?
l’altro è la carne di Cristo. “Chi me l’ha fatto fare?”.
La distanza Se tu sai che lì c’è la con- Tutto il Vangelo è il tentativo
cretezza della tua salvezza, il di Gesù di guarire questo
Poi c’è il problema della male deve fare in modo di sguardo.
distanza che si viene a creare: convincerti a non avvicinarti Vidoli

Preghiera per le vocazioni


San$ssima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, che ci chiami dal nulla
alla vita, tra i viven$ alla fede e tra i cris$ani a un sempre maggiore stato
di san$tà, ci rivolgiamo a te per implorare la grazia di discernere la tua
volontà per la nostra vita.
Signore, $ preghiamo per i bambini e i giovani, affinché sperimen$no
la gioia dell’incontro con te. Ti preghiamo per le famiglie, perché siano
luoghi di comunione e di preghiera, chiese domes$che e semenzai di
vocazioni. Ti preghiamo per i nostri vescovi, sacerdo$, consacra$ e se-
minaris$ della nostra diocesi, affinché crescano nella fedeltà e nel-
l’amore per l’Eucaris$a, il Vangelo e la Chiesa.
Imitando la misericordia di Gesù, Buon Pastore, preghiamo anche per
le vocazioni mal col$vate, in crisi o perdute, affinché siano riabilitate
nel tuo Amore Divino.

29
Il Magistero della Chiesa
Per intercessione di S. Giustino

Prodigi e segni

D
io sempre compie “opere ammirevoli” formazioni di soldati,
(1 Pietro 2,9) e spesso le rende visibili io li vedo, vedo come
nei suoi amici fedeli, i Santi di ogni sono e come stanno e
P. Giacomo Capraro sdv
tempo. se il Signore me li fa
Dopo l’8 settembre 1943, giorno in cui il ma- vedere, perché non
resciallo Badoglio annunciò l’armistizio con le dirlo a tante povere famiglie che, ansiose, aspet-
forze anglo-americane, si aprì per Napoli un tano notizie? […] Tu, però, non sei obbligato a
nuovo periodo particolarmente cruento con l’oc- crederci”. Una bella notizia l’ebbe anche una gio-
cupazione dei tedeschi. Napoli fu la città italiana vane di Montesano Scalo, dove don Fraraccio era
più bombardata, soprattutto da parte delle forze parroco. Lei soffriva molto per il fidanzato in
alleate. San Giustino, “mettendo a repentaglio la guerra. Interpellato il parroco santo di Pianura, la
sua vita – ha lasciato scritto don Antonio Di ragazza ebbe questa risposta: “Il giovane tornerà,
Pierno – non esitò ad aprire la casa di Pianura per state tranquilla”. Il fidanzato tornò veramente.
accogliere e alimentare uomini che erano ricercati Ecco l’effetto del dono della chiaroveg-
dalle truppe naziste e per altre persone, che per genza, che, nel caso specifico, è da conside-
motivi bellici, avevano dovuto lasciare le proprie rarsi come particolare carisma, che Dio
abitazioni”. Egli aveva già assicurato che le case concede per soccorrere i suoi figli. Ai nostri
vocazioniste “non avrebbero sofferto nulla nel pe- giorni, il Santo di Pietralcina, P. Pio, contem-
riodo della guerra”. Difatti si constatò che a Pia- poraneo del nostro Santo, aveva questo dono
nura, a Cava dei Tirreni, a Paestum “le bombe in modo ancora più marcato. Un esempio: A
arrivarono molto vicino alle case, – però – nulla una donna di Bologna, che era appena giunta
soffrirono”. Il Santo Fondatore conosceva molto nel convento, intimò di tornare subito a casa
bene la sofferenza. Non gli era mancata, nello perché suo marito stava male. Ubbidì imme-
stesso tempo, la consolazione spirituale, che vo- diatamente, nonostante la consapevolezza di
leva a tutti i costi, riversare nella vita di tanti cuori averlo lasciato in ottime condizioni fisiche.
straziati. Don Ugo Fraraccio, suo confratello, be- Infatti, trovò il marito in buona salute, ma la
nemerito della Congregazione vocazionista, un notte lui ebbe crisi respiratorie gravissime.
giorno gli disse: “Vi siete messo a fare l’indo- Portato in ospedale, gli estrassero ben due ba-
vino?”. Cosa era successo? Tante persone si reca- cinelle di pus. Padre Pio, prevedendo il fatto,
vano dal Santo per avere notizie dei loro aveva salvato l’uomo dalla morte certa.
congiunti in guerra. Non di rado, ricevevano ri- Anche molti fedeli di Pianura si recavano dal
sposte molto confortanti. Vediamo in breve. In- frate di San Giovanni Rotondo. Alcune volte,
tanto ascoltiamo la risposta alla domanda di don però, ammonendoli dolcemente, diceva loro:
Ugo: “Che devo dirti? Quando mi chiedono in- “Perché venite da me, non avete a Pianura

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S. GIUSTINO, PRODIGI E SEGNI

don Giustino?”. Quasi per


sottolineare: ”Vedete, il Si-
gnore ha concesso i mede-
simi carismi anche a lui”.
Nella vita del parroco di
Pianura, anche se vissuta
nel nascondimento e in
modo ordinario, non man-
carono altri doni mistici,
come, a suo tempo, riferi-
rono i suoi confratelli don
Francesco Sepe, don Anto-
nio Palmieri e il signor
Bova, alunno del Vocazio-
nario. Essi hanno attestato
di averlo visto “sollevato da
terra, mentre era assorto in orazione”. guarigione della nipote Francesca Ferroni di
Don Antonio Rafael do Nascimento, attuale Su- 19 anni. La povera figliola era affetta da una
periore Generale dei Vocazionisti, nella circolare patologia molto seria, chiamata “Morbo di
di Avvento 2014, diceva: “Non vogliamo aspettare Crohn”, che gradualmente la portò a uno stato
500 anni prima di vedere il nostro Fondatore di debilitazione generale. La signora è con-
santo”. Si esprimeva così perché mancava un se- vintissima della grazia ricevuta. La nipote mi-
condo miracolo da ottenere dal Signore per inter- gliorò in brevissimo tempo. Successivamente,
cessione dell’allora Beato don Giustino e vedendo i segni di una perfetta guarigione,
raccomandava di diffondere, a tale scopo, novene, Filomena si recò dal Postulatore e consegnò
medagliette. I religiosi gli obbedirono e appena due una collana d’oro in segno grazia ricevuta,
anni dopo avvenne il miracolo nella guarigione im- dando nel contempo il suo consenso al fine di
provvisa del giovane Jean Emile Rasolofo. Tale “utilizzare i dati personali per i fini religiosi
miracolo, riconosciuto dalla Chiesa, ha permesso e di devozione”.
di veder proclamare don Giustino Santo della
Chiesa Cattolica il 15 Maggio 2022. Qualche anno
NOTE
in meno di quelli paventati dal Superiore Generale, Le note relative al dono della chiaroveggenza sono
peraltro, grande promotore della devozione al riportate, con riferimenti alle fonti, nel mio libretto La
grande mistico di Pianura! mano sul capo (2023) pp. 89-91. Ciò che riguarda San
Pio da Pietralcina è riscontrabile in vari racconti dei
La signora Filomena Romano, nata a Na- fedeli di Pianura, mentre la dichiarazione di grazia
poli il 15 Agosto 1941, accolse con fede l’in- ricevuta è firmata dalla signora Filomena Romano e
vito a rivolgersi al Beato don Giustino, per la conservata nell’Archivio della Postulazione.

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SANTUARIO
SAN GIUSTINO Maria RUSSOLILO
Il 30 aprile 2023, 4a Domenica
di Pasqua, in occasione della
60ma Giornata Mondiale di Pre-
ghiera per le Vocazioni, 109mo
anniversario della fondazione
del Vocazionario (30 aprile
1914), il Vescovo della Diocesi
di Pozzuoli, Mons. Gennaro Pa-
scarella, ha firmato il Decreto
con cui ha elevato la Chiesa-
Cripta del Vocazionario Deus
Charitas di Pianura, dove è cu-
stodito il corpo di San Giustino
Maria Russolillo, a Santuario
Diocesano.

Indulgenza Plenaria
Nella Cripta-Santuario si svolgono le celebrazioni liturgiche e di pietà popolari destinate ad
offrire al popolo di Dio occasioni di preghiera e di vera conversione.
I fedeli che visiteranno la Cripta-Santuario in occasione della memoria dì San Giustino
Maria Russolillo e di altre celebrazioni della Società Divine Vocazioni, oppure che pren-
deranno parte ad un pellegrinaggio collet-
tivo, in base alla vigente legislazione
universale, potranno acquistare l’indulgenza
plenaria, alle consuete condizioni.
News dal mondo vocazionista
News dal mondo Vocazionista
EDITORIALE

Italia

Napoli – Visita dell'arcivescovo di Napoli


Mons. Battaglia alla comunità
della Curia provinciale

Ritiro spirituale
degli Aspiranti,
postulanti,
professi
con Sr Rosa
Graziano
vocazionista

Pianura Vocazionario – Via Cru-


cis nel cortile del vocazionario Roma Grottarossa – Gruppo giovanile
con Mons. Pascarella parrochiale con il vice parroco
e Mons. Villano don Giuseppe Surace

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NEWS DAL MONDO VOCAZIONISTA

Incontro Internazionale dei Maestri dei novizi

Conclusione dell’incontro e consegna


della Croce di Fuoco delle Vocazioni
Pozzuoli – Seminario minore
dove studiò e si formò
San Giustino

Celebrazione Eucaristica insieme al vescovo


Mons. Pascarella e il Padre Generale
nella Cattedrale di Pozzuoli dove
fu ordinato San Giustino

Momenti formativi

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NEWS DAL MONDO VOCAZIONISTA

Indonesia

Ordinazione sacerdotale dei religiosi


vocazionisti Andrianus, Sesarius, Raimundus
e Klemens

Padre Generale e vescovo di Maumere Danza di benvenuto

I neo sacerdoti vocazionisti


Andrianus, Sesarius, Raimundus Ruteng Padre Generale
e Klemens con aspiranti e P. Michael

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NEWS DAL MONDO VOCAZIONISTA

Argentina

San Juan – Voti perpetui di Antonia Apostola


della Santificazione Universale

Visita di P. Cornelius alla comunita delle suore vocazioniste di La Plata e incontro


con i religiosi studenti

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NEWS DAL MONDO VOCAZIONISTA

Chile

Visita del P. Cornelio ai confratelli del Chile e giuramento di Padre Celso


come nuovo superiore di comunita’

Brasile

Celebrazione
del 109 Anniversario
della fondazione
del Vocazionario
nello studentato
di Rio de Janiero

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NEWS DAL MONDO VOCAZIONISTA

India

Neo professi perpetui insieme al vescovo di Tura Il neo religioso vocazionista


(Nord India), il consigliere generale p. Conelius e il con il padre maestro
consiglio della Delegazione indiana

Due novizi ricevuti nel noviziato


Rinnovo dei voti di 14 religiosi alla presenza insieme a padre Cornelius, il padre
di P. Cornelius consigliere generale delegato e il padre maestro

Momenti della celebrazione della professione perpetua

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NEWS DAL MONDO VOCAZIONISTA

Madagscar

Visita de lPadre Generale Benedizione della nuova scuola


alle suore vocazioniste

Padre Generale e Padre Musella Il Padre Generale fa dono


con il consiglio pastorale del quadro di don Giustino
della parrocchia San Ignazio all’arcivescovo di Antananarivo

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NEWS DAL MONDO VOCAZIONISTA

Professi e novizi della missione


del Madagascar
Figli della Luce - Gruppo giovanile
della parrocchia di S, Ignazio

Suore vocazioniste

Giornata di formazione
delle suore juniores

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NEWS DAL MONDO VOCAZIONISTA

Rinnovo dei voti di 3 suore vocazioniste alla presenza della Madre Generale

Visitano San Giustino

Gruppo dei bambini


di prima comunione
della parrocchia
S. Ignazio (Pianura )

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NEWS DAL MONDO VOCAZIONISTA

Clero della Diocesi di Pozzuoli con il Vescovo Mons. Carlo

Parrocchie Sant’Antonio
e San Michele Arcangelo
di Monte di Procida

USMI Campana con il Vescovo Mons. De Luca

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Disponibile
su Youtube
Vita di S. Giustino fruibile nelle lingue:
Italiano, Inglese, Spagnolo, Francese e Portoghese

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