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Salvami Regina

SINODO DEI VESCOVI



ANNO DEL
LEUCARISTIA
Numero 22
Novembre 2005
SINODO DEI VESCOVI

ANNO DEL
LEUCARISTIA
Spedizione in abbonamento Postale/Comma 20/C art.2 legge 662/96 Filiale Padova Periodico dellAssociazione Madonna di Fatima
O
Preghiera
prima della
Comunione
San Tommaso dAquino

Dio eterno e onnipotente,
ecco che mi accosto al sa-
cramento dellunigenito Fi-
glio tuo, Nostro Signore Ge-
s Cristo.
Impuro, vengo alla misericordia; al-
la luce dello splendore eterno; povero
e bisognoso, al Signore del cielo e del-
la terra. Imploro, dunque, la tua gran-
de e immensa generosit, affinch Ti
degni di curare il mio male, di lavare le
mie macchie, di illuminare la mia ceci-
t, di arricchire la mia povert, di vesti-
re la mia nudit.
Che io riceva il Pane degli Angeli, il
Re dei re e il Signore dei signori, con la
riverenza e lumilt, la contrizione e la
devozione, la purezza e la fede, i pro-
positi e le buone intenzioni, con quanto
occorre alla salvezza della mia anima
Concedi che io riceva non solo il Sa-
cramento del Corpo e del Sangue del
Signore, ma anche il suo effetto e la sua
forza.
O Dio di dolcezza, concedimi di ac-
cogliere con tale disposizione il Corpo
che il vostro Figlio unigenito, Nostro
Signore Ges Cristo, ha ricevuto dalla
Vergine Maria, in modo da poter essere
incorporato al suo Mistico Corpo e an-
noverato fra le sue membra.
O Padre pieno di amore, fa che ri-
cevendo ora il vostro Figlio sotto i ve-
li del sacramento, possa in eterno con-
templarlo a viso aperto. Amen.
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Numero 22 Novembre 2005
SINODO
DEI VESCOVI
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Spedizione in abbonamento Postale/Comma 20/C art.2 legge 662/96 Filiale Padova Periodico dellAssociazione Madonna di Fatima
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ommari
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Anno VII, numero 22, novembre 2005
Direttore responsabile:
Zuccato Alberto
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copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli
firmati di responsabilit dei rispettivi autori.
Salvami
Regina
Periodico dellAssociazione
Madonna di Fatima
Scrivono i lettori ............................................................................................................ 4
Editoriale: Cristo risorto. Noi vinceremo! ............................................................ 5
Commento al Vangelo: LAvvento ................................................................................. 6
La voce del Papa: Benedetto XVI, Papa e Catechista ............................................... 12
Sinodo dei Vescovi: Si conclude la XI Assemblea Generale Ordinaria .................. 14
Come nata e si evoluta, nella Chiesa, lIstituzione del Sinodo .......................... 18
San Francesco Xavier: Per la maggior gloria di Dio ................................................ 20
Il silenzio nella Liturgia: la sonorit di Dio ............................................................ 24
Araldi nel mondo ......................................................................................................... 26
La Medaglia Miracolosa ............................................................................................. 32
Il sublime equilibrio della Chiesa di fronte alla miseria della lebbra ................... 36
accaduto nella Chiesa e nel mondo ......................................................................... 39
La Parola dei Pastori ................................................................................................... 44
La Lucciola ................................................................................................................... 46
I santi di ogni giorno ................................................................................................... 48
Esistono le fate? ........................................................................................................... 50
Non c argomento di rilievo per la vita della Chiesa che non sia stato
dibattuto nel recente Sinodo dei Vescovi ( pagg. 14-17)
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Messa di
Apertura della
XI Assemblea
Generale
Ordinaria del
Sinodo
(Foto: Vincenzo
Pinto/Getty
Images)
SCRIVONO I LETTORI
4 Salvami Regina Novembre 2005
ORGOGLIOSA DI ESSER UN
APOSTOLO DEL ROSARIO
La ringrazio per la Rivista Aral-
di del Vangelo e per il bellissimo co-
fanetto con il Santo Rosario ed il li-
bretto con le meditazioni. Apprezzo
moltissimo questa iniziativa e sono
fiera di partecipare alla Campagna
Salvami Regina. Sar orgogliosa
di essere un apostolo di questa de-
vozione aiutando a diffondere que-
sta Campagna.
Valeria Bretoni
La Spezia (SP)
TANTE COSE DELLA
RELIGIONE NO SI SANNO
La ringrazio tanto del conforto
che ci date con la divulgazione del-
la vostra rivista. Le faccio i miei mi-
gliori auguri per il futuro. Continui
nella sua opera perch tante cose
sulla religione non si sanno.
Olga di Pierro
Risceglie (BA)
PORTA SPERANZA, VERIT E PACE
Ogni volta che arriva la Rivista, le
splendide fotografie della Madonna
mi riempiono di gioia ed emozione.
La parola di Dio che giunge cos a ca-
sa nostra una grazia del Signore che
mi aiuta, mi guida e, cos spero, mi da-
r una risposta a quello che cerco.
Ho potuto constatare personal-
mente che rivolgendomi a Maria
via sicura che conduce a Ges e
lasciandoci guidare dalla parola di
Dio, il nostro cuore diventa libero
di amare. E questo succede grazie
alla diffusione della splendida Ri-
vista degli Araldi del Vangelo che
porta nelle nostre case la speran-
za, la verit e la pace. Vi auguro un
fruttuoso cammino. Le mie preghie-
re non vi mancheranno, con il desi-
derio che i raggi della vostra luce ar-
rivino al punto pi lontano possibi-
le e che trionfi la bellezza di Maria e
lamore di Ges.
Rita DAntuono
Rocchetta (FG)
MOLTO BELLA E CHIARIFICATRICE
Grazie per la Rivista. Lho let-
ta e mi parsa molto bella e chia-
rificatrice. Suggerisco di inserire
uno spazio di dialogo con i lettori
per chi voglia chiedere consigli, fare
qualche domanda relativa alla fede,
esprimere opinioni, ecc.
Rosanna Cavallo
Salerno (SA)
LAVORO MAGNIFICO E NECESSARIO
Sono un abbonato della Rivi-
sta e mi sembra proprio magnifica.
Gli Araldi del Vangelo mi ricordano
gli Apostoli degli ultimi tempi de-
scritti da San Luigi Maria Grignion
de Montfort. Sono legata spiritual-
mente al vostro emblema: lEucare-
stia, la Vergine Maria e il Papa.
Vi auguro il maggior successo in
questo magnifico lavoro, cos indi-
spensabile nei tempi in cui viviamo.
Pilar Navarro Gonzales
Madrid, Spagna
LA RIVISTA FA GI PARTE
DELLA MIA VITA
per mezzo di queste parole
che desidero ringraziarvi per tutto
quanto mi avete spedito. Adoro la
mia rivista Araldi del Vangelo. So-
no sempre in attesa del suo arrivo.
Ormai fa parte della mia vita. Mi
piace molto lomelia del Presidente
Generale Don Joo Scognamiglio
Cl Dias. Le sue considerazioni so-
no sempre molto intelligenti. Prego
fervidamente Ges e Maria affinch
diano tanta intelligenza ai nostri mi-
nistri quanta ne hanno data a lui. Vi
voglio anche ringraziare per avermi
ricordato dei primi sabati del mese
nella chiesa di San Giuseppe. Sono
andata e mi piace molto. Mi sembra
che il Cielo si apra con i canti degli
Araldi. Tutti ragazzi giovani. Sono
incantata!
Maria do Sameiro da Costa
So Paio dArcos (Portogallo)
FA NASCERE LA FEDE, O
LA RENDE PI FORTE
La Rivista Araldi del Vange-
lo lavoro di chi ama e fa nascere
la fede e la rende pi forte nel cuo-
re di chi legge. Che lo Spirito San-
to continui a illuminare il Direttore,
il Consiglio di Redazione e coloro
che scrivono cercando di neutraliz-
zare le tante aberrazioni con le qua-
li conviviamo. Conosco da vicino il
lavoro di tutti, poich ho fatto cir-
colare una Rivista cattolica nella re-
gione per 19 anni.
Inah Trres
Via e-mail
STORIA DEI SANTI PER I MIEI NIPOTI
Araldi del Vangelo una rivi-
sta di grande catechesi, con artico-
li molto interessanti. Una rivista che
parla del Papa, dei suoi scritti, viag-
gi, ecc., e, come nonna, mi piaccio-
no particolarmente le storie dei san-
ti che invio ai miei nipoti, a cui piac-
ciono tanto!
Maria Joo de Lima Mayer
Parede (Portogallo)
NON MI STANCO DI
LEGGERE LA RIVISTA
con grande soddisfazione che
rispondo dicendo che voglio conti-
nuare a ricevere la rivista Araldi del
Vangelo, perch tutto il suo conte-
nuto meraviglioso, e non mi stan-
co mai di leggerla. Per questo vi ho
procurato altri due abbonamenti.
Auguro le migliori grazie e benedi-
zioni del Cielo per il ministro del Si-
gnore, Don Joo Scognamiglio Cl
Dias, perch lui, con i suoi insegna-
menti e la sua dottrina, ha attirato
molte anime a Dio.
Helena dos Anjos Borges
Pereiros (Portogallo)
E
ditoriale
CRISTO
RISORTO.
NOI
VINCEREMO!
L
Novembre 2005 Salvami Regina 5
armonizzazione tra gli aspetti di sacrificio e banchetto, larte di ce-
lebrare la Messa (ars celebrandi), la rivitalizzazione del Sacramen-
to della Riconciliazione, la necessit di accentuare la nozione di pec-
cato in vista della Comunione Eucaristica, il perfezionamento della
formazione conferita nei seminari, i benefici del celibato sacerdota-
le, la scarsit di vocazioni, la scarsit di vocazioni, la costituzione di una catechesi
coinvolgente e profonda, e molto di pi ancora. Non c stato argomento di rilie-
vo per la vita della Chiesa che non sia stato dibattuto nel recente Sinodo dei Ve-
scovi.
Si pu dire, senza timore di equivoci, che la XI Assemblea Generale Or-
dinaria stata una delle pi importanti mai realizzate dal Sinodo dei Vesco-
vi, dal momento della sua creazione ad opera di Papa Paolo VI nel 1965. Non
c da meravigliarsi: alla fine, niente nella nostra Fede supera la celebrazione
dellEucaristia, con la quale sono intrinsecamente relazionati il Sacrificio del
Calvario e insomma, le stesse basi della Religione. Come stato ricordato dal
Cardinale madrileno, Antonio Rouco Varela, lEucaristia fons et culmen
totius vitae christianae, cio, fonte e culmine di tutta la vita cristiana.
Sacerdoti e fedeli nel mondo intero hanno seguito il Sinodo con estremo
interesse e preghiere, facendo eco alla preghiera utilizzata dai Padri Sinoda-
li per iniziare lAssemblea, con la quale chiedevano a Ges Cristo: Illumina
la tua Chiesa affinch nulla sia per lei pi santo che ascoltare la tua voce e far-
si tua seguace.
Altri punti hanno dato un tocco particolare a questo Sinodo. Molti Cardinali
e Vescovi sentivano che, di fronte ad alcune perplessit, era giunta lora di realiz-
zare dibattiti, alla ricerca di nuovi sentieri verso la perfezione, e il Santo Padre ha
giustamente intuito la necessit che tutti manifestassero quello che avevano nei
loro cuori. Da qui una novit ben recepita dai Prelati presenti allAssemblea Ma-
gna: alla fine delle congregazioni generali quotidiane tra le ore 18 e 19 stato
aperto uno spazio di discussione in cui i Padri Sinodali hanno potuto esternare le
loro osservazioni e pensieri. Tutto indica che il risultato stato eccellente.
Gli interventi, spontanei e non, sono stati generalmente di grande rilevan-
za. Mons. Stanislaw Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici ha
spiegato che il dilagante processo di secolarizzazione e il diffondersi dellindif-
ferenza religiosa e di una strana dimenticanza di Dio come la chiama il San-
to Padre Benedetto XVI provocano fra tanti battezzati del nostro tempo un
preoccupante affievolimento, se non addirittura la perdita, della propria identit
cristiana in Italia e in tutto il mondo. Il Cardinale Claudio Hummes, Arcive-
scovo di San Paolo (Brasile) si chiesto: Fino a quando lAmerica Latina sa-
r un continente cattolico? La risposta della Chiesa, concludeva il Cardinale:
Consiste, in primo luogo, nelle missioni, incluse le visite missionarie permanen-
ti alle famiglie. Le parrocchie devono organizzare i loro fedeli e prepararli ad es-
sere missionari.
Ancora una volta vediamo e confermiamo, non solo come sia immortale la
Chiesa, ma quanto sia capace di rivitalizzarsi in ogni momento. Sempre, grazie
al soffio dello Spirito Santo e alle preghiere di Maria, la Stella della nuova evan-
gelizzazione, la Santa Chiesa uscir ringiovanita dalle difficolt in ogni tempo.
Mons. Jean-Nol Diouf, Vescovo di Tambacounda, in Senegal, dopo aver
ribadito che attualmente il cattolicesimo anche in Africa sta attraversando
una grave crisi, ha terminato il suo intervento con un grido dincoraggiamen-
to: Cristo risorto. Noi vinceremo!
Questo deve essere il nostro motto.
Don Joo Scognamiglio Cl Dias
Presidente Generale
6 Salvami Regina Novembre 2005
COMMENTO AL VANGELO I DOMENICA DELLAVVENTO
LAvvento
Nellapertura dellAnno Liturgico, Ges ci esorta ad
essere sempre vigili, poich lora del Giudizio arriver
allimprovviso, quando meno ce laspettiamo. Uno
dei punti per i quali dobbiamo rivolgere la nostra
vigilanzia, secondo lallerta di vari Papi, lazione
dei mezzi di comunicazione sociale, che molte volte
invadono le nostre anime e le nostre case propagando
messaggi ed influenze contrari alla fede e alla morale.
33
State attenti, vegliate, per-
ch non sapete quando sar
il momento preciso.
34
co-
me uno che partito per un
viaggio dopo aver lasciato la
propria casa e dato il pote-
re ai servi, a ciascuno il suo
compito, e ha ordinato al
portiere di vigilare.
35
Vigila-
te dunque, poich non sape-
te quando il padrone di ca-
sa ritorner, se alla sera o a
mezzanotte o al canto del
gallo o al mattino,
36
per-
ch non giunga allimprov-
viso, trovandovi addormen-
tati.
37
Quello che dico a voi,
lo dico a tutti: Vegliate! (Mc
13, 33-37)
a VANGELO A
I LE DUE VENUTE DI GES
Il cerchio e la losanga sono le pi
perfette figure geometriche secondo
il concetto di San Tommaso dAqui-
no, perch rappresentano il movimen-
to delleffetto che ritorna alla sua cau-
sa. Cristo la pi alta realizzazione di
questa simbologia perch, oltre ad es-
sere il principio di tutto il creato, an-
che il fine ultimo. Per questo troviamo,
tanto al termine dellanno liturgico,
come nella sua apertura, i Vangeli che
trascrivono le rivelazioni di Ges sulla
sua ultima venuta.
La penitenza, nellattesa del Natale
La Chiesa non ha elaborato le sue
cerimonie attraverso un programma
preliminare. In quanto organismo so-
prannaturale, nata dal sacro costato
del Redentore e vivificata dal soffio
dello Spirito Santo, possiede una vi-
talit propria con la quale si sviluppa,
cresce e diventa bella, in maniera orga-
nica. Cos si andato costituendo lan-
no liturgico nel corso dei tempi, nelle
sue varie parti. In concreto, lAvven-
to sorto tra i secoli IV e V come una
preparazione al Natale, sintetizzando
la grande attesa da parte dei buoni giu-
dei per lapparizione del Messia.
Allaspettativa di un grande avve-
nimento mistico-religioso, corrispon-
de unattitudine penitenziale, per que-
sto i secoli precedenti la nascita del
Salvatore sono stati marcati dal dolo-
re dei peccati personali e di quello dei
nostri progenitori. Pi marcante anco-
ra divenuto il periodo anteriore alla
vita pubblica del Messia: una voce ac-
clamante nel deserto invitava tutti a
chiedere perdono dei propri peccati e
ESORTAZIONE ALLA
VIGILANZA
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Cristo nostro Dio
e Figlio di Dio, ha
realizzato la prima
venuta senza sfarzo;
ma per la seconda
verr presentandoSi
come Egli
Novembre 2005 Salvami Regina 7
a convertirsi, affinch cos diventasse-
ro diritte le vie del Signore.
Speranza pervasa dal
desiderio di santit
Desiderando creare le condizioni
ideali affinch possiamo partecipare al-
le festivit della Nascita del Salvatore
la sua prima venuta -, la Liturgia ha se-
lezionato testi sacri relativi alla sua se-
conda venuta: la nota dominante di uno
la misericordia e quella dellaltro, la
giustizia. Per il momento, questi due in-
contri con Ges, formano un tutto ar-
monico tra il principio e la fine degli
effetti di una stessa causa. I Padri del-
la Chiesa hanno ampiamente commen-
tato il contrasto tra luno e laltro, ma,
secondo loro, dobbiamo vedere nellIn-
carnazione del Verbo linizio della no-
stra Redenzione e nella resurrezione
dei morti la sua pienezza.
Per essere allaltezza del grandioso
avvenimento natalizio, indispensabi-
le che ci collochiamo nella prospettiva
degli ultimi avvenimenti che precede-
ranno il Giudizio Finale. Di qui il fat-
to che la Chiesa per molto tempo ha
cantato nella Messa la sequenza Dies
Irae, la famosa melodia gregoriana.
Pi che semplicemente ricordare il
fatto storico del Natale, la Chiesa vuo-
le farci partecipare alle grazie proprie
della festivit, nella stessa misura in
cui ne godevano la Santissima Vergi-
ne, San Giuseppe, i Re Magi, i Pasto-
ri, ecc; dunque, una grande speranza,
pervasa dal desiderio di santit e da
una vita penitenziale, sorreggeva il po-
polo eletto in quelle circostanze. Cos
noi dobbiamo imitarne lesempio e se-
guirne i suoi passi, in prospettiva non
solo del Natale ma anche della pienez-
za della nostra redenzione: la gloriosa
resurrezione dei figli di Dio.
La prima e la seconda venuta di Ge-
s si uniscono davanti ai nostri oriz-
zonti in questo periodo dellAvvento,
facendo s che noi le analizziamo qua-
si in una visione eterna, forse, per me-
glio dire, da dentro gli stessi occhi di
Dio, per Il Quale tutto presente. Ec-
co alcune ragioni grazie alle quali si ca-
pisce la scelta del viola per i paramen-
ti liturgici, in queste quattro settima-
la nostra umanit presso il Padre, per
questo dovr dimostrare la gloria dam-
basciatore del potere eterno di Dio.
Questo giudizio sar universale, per-
ch lo stata anche la stessa Redenzio-
ne. Ascoltiamo le spiegazioni date da
SantAgostino riguardo le due venute
di Ges: Cristo, Dio nostro e Figlio di
Dio, ha realizzato la prima venuta sen-
za sfarzo; ma per la seconda verr pre-
sentandosi come Egli . Quando giun-
to in silenzio, non Si fatto riconosce-
re se non dai suoi servi; quando si ma-
nifestar, Si mostrer ai buoni e ai catti-
vi. La prima volta venuto in incognita,
per essere giudicato; la seconda lo far
con maest, per giudicare. Prima ve-
nuto come reo, ha mantenuto il silenzio
annunciato dal Profeta: Non ha aperto
la bocca, come agnello portato al mat-
tatoio, come pecora muta davanti ai to-
satori... (Is 57, 7), ma non dovr rima-
nere cos in silenzio, quando avr da
giudicare. In verit, neanche adesso sta
in silenzio per colui a cui piace ascoltar-
Lo; se dice che non tacer, Egli lo di-
ce perch allora dovranno udirLo colo-
ro che ora Lo disprezzano

(
4
).
Ges sar il Grande Giudice, nella
sua umanit santissima unita ipostati-
camente alla Saggezza divina ed eter-
na. Cos, Egli conosce i segreti di tutti
i cuori, proprio come scrive San Paolo
ai Romani: Nel giorno in cui Dio giudi-
cher, tramite Ges Cristo, le azioni oc-
culte degli uomini (Rm 2, 16).
Egli apparir in tutta la sua gloria,
poich, nella sua prima venuta, sicco-
me si disponeva ad essere giudicato, si
rivestito dumilt. Pertanto, dovr ri-
vestirsi di splendore, nel ritornare co-
me Giudice (
3
). San Tommaso conside-
ra inoltre che, nascendo a Betlemme, il
Figlio si incarnato per rappresentare
ne. tempo di penitenza. Non a caso
il Vangelo di oggi ci parla della vigilan-
za, per il fatto che non sappiamo quan-
do ritorner il padrone di casa. in-
dispensabile che egli non ci sorprenda
mentre dormiamo.
venuto come reo,
torner come Giudice
necessario considerare che il Si-
gnore non verr come Salvatore, ma co-
me Giudice, non solo in quanto Dio,
ma anche in quanto Uomo, proprio
come ci spiega San Tommaso: Aven-
do dunque (Dio) collocato Cristo-Uomo
alla testa della Chiesa e dellumanit, e
avendogli sottomesso tutto, gli ha conces-
so anche e con maggior diritto il pote-
re giudiziale (
1
) Cristo ha meritato, ol-
tretutto, questo ufficio, per aver lui lottato
per la giustizia e aver vinto, avendo avuto
una ingiusta sentenza. Colui che stato
in piedi davanti al giudice dice Agosti-
no si sieder come giudice, e colui che
stato calunniosamente chiamato reo,
condanner gli autentici rei

(
2
).
Ges si rivestir di splendore quando verr
come Giudice (dipinto della Chiesa della
Santa Croce in Gerusalemme, Roma)
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8 Salvami Regina Novembre 2005
Considerazione benefica, tanto
per i buoni quanto per i cattivi
Niente sar dimenticato, i minimi
pensieri o desideri saranno ricorda-
ti con la forza di realt: azioni e omis-
sioni, riguardo Dio, il prossimo e per-
sino se stessi. Il Divino Giudice non
lascer una sola virgola senza analisi,
senza che sia debitamente valutata, e,
per ognuno, proferir pubblicamen-
te uninappellabile e definitiva senten-
za. Alcuni alla sua destra, altri alla si-
nistra. Di questi ultimi, quanti saran-
no l per aver cercato un piacere fu-
gace, o per essersi rifiutati di fare uno
sforzo insignificante? Bisogna mettere
in conto che questo tragico panorama
del Giudizio Finale sar una ripetizio-
ne pubblica del giudizio particolare di
ognuno.
Ma, daltro lato, quanta gioia avran-
no i buoni! I patimenti del tempo pre-
sente sono niente in confronto con la
gloria che ha da essere manifestata per
noi (Rom 8,18). I corpi dei giusti sa-
ranno liberati dalle malattie e infermi-
t, saranno immortali e spiritualizza-
ti, assimilati alla luce di Cristo. Nel ve-
dersi riuniti in Maria e in Ges, si sen-
tiranno inondati di piacere e gioia, in
quel giorno di trionfo.
Da qui si deduce quanto sia benefi-
co, tanto per i cattivi come per i buoni,
prendere in seria considerazione que-
sta seconda venuta del Signore. Alcuni
forse saranno commossi dal timore di
Dio, altri potranno essere incoraggiati,
in mezzo ai dolori e ai drammi di que-
sta vita, dalla speranza di questa ceri-
monia di apoteosi.
Segnali precursori negli
ultimi avvenimenti
A questo punto possiamo meglio pe-
netrare nelle parole di Nostro Signore
trascritte da Marco nel Vangelo di og-
gi. Il capitolo XIII tutto quanto esca-
tologico. Comincia con un dialogo tra i
discepoli ed il Maestro a proposito del-
la solidit degli edifici che si elevavano
nelle prossimit del Tempio, meritan-
do da parte di Ges la profezia: Non
rimarr pietra su pietra che non sia di-
strutta (v. 2). Evidentemente, quest af-
fermazione ha acuito la curiosit de-
gli Apostoli e la grande domanda ri-
guardava loccasione in cui si sarebbe-
ro svolti questi avvenimenti. Ges non
rivela date, ma annuncia i segnali che la
precederanno: Si lever infatti nazione
contro nazione e regno contro regno; vi
saranno terremoti sulla terra e vi saranno
Leone XIII: Libri e giornali,
scuole e cattedre di insegnamento,
circoli e teatri, monumenti e
discorsi, fotografie e belle arti,
tutto cospira a pervertire gli
spiriti e a corrompere i cuori.
Pio XI:Tutti sanno
quanto danno producono
i film cattivi nelle
anime. Essi divengono
occasioni di peccato.
Pio XII: Questo nemico sta
corrompendo il mondo con
una stampa e con spettacoli
che uccidono il pudore nei
ragazzi e nelle ragazze.
carestie. Questo sar il principio dei dolo-
ri. State attenti! ( v. 8).
Altri segnali e consigli sono concessi
da Lui agli Apostoli nei versetti succes-
sivi, che culminano con una viva descri-
zione degli ultimi avvenimenti prima
della conflagrazione finale del mondo:
Se il Signore non abbreviasse quei gior-
ni, nessun uomo si salverebbe, ma Egli
ha abbreviato quei giorni in considerazio-
ne degli eletti che si scelto (v. 20). Il
cielo e la terra passeranno, ma le mie pa-
role non passeranno (v. 31).
In questo passaggio del suo discor-
so escatologico, Ges risponde alla do-
manda iniziale degli Apostoli: Quan-
to poi a quel giorno o a quellora, nessu-
no li conosce, neanche gli angeli nel cie-
lo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre
(v. 32). I Padri della Chiesa commen-
tano che, collocandosi tra coloro che
non sanno, Ges ha fatto uso della di-
plomazia per non rattristare i discepo-
li con il fatto di non voler fare loro ri-
velazioni, ma sarebbe impossibile che
non lo sapesse, perch non ci pu esse-
re alcuna differenza fra il Padre e il Fi-
glio: Sempre quando [Egli] manifesta
di ignorare qualcosa non si trattiene per
ignoranza, ma perch non il momento
giusto per parlare o agire (
5
)
Novembre 2005 Salvami Regina 9
Questi sono gli antecedenti che
spiegano il Vangelo doggi.
II COMMENTO DEL VANGELO
33
State attenti, vegliate, perch
non sapete quando sar il momen-
to preciso.
Essendo discepolo molto intimo
di San Pietro, Marco trasmette nel
suo Vangelo che, tra laltro, stato
il primo ad essere scritto e divulgato
la sintesi delle predicazioni del no-
stro primo Papa. La sua enfasi nel di-
re State attenti! Vigilate... ha origine
nellimpegno speciale manifestato dal
suo maestro negli ultimi anni di vita,
nella citt di Roma. Questattenzione,
pervasa da zelo per le anime, compien-
do la missione del Signore: Pascola le
mie pecore, era indirizzata ai proble-
mi che allora interessavano la Chiesa
nascente.
Senza soffermarci sullanalisi della
storia di quasi due millenni fa, volgia-
mo il nostro sguardo al momento pre-
sente.
La vigilanzia, virt ausiliare del-
la saggezza, in quanto si identifica con
la sollecitudine, ha un importante ruo-
lo nella nostra vita spirituale e mora-
le. Oltretutto, la saggezza ha uno stret-
to legame con la vita sociale delluo-
mo. In vista di quali obiettivi si dovreb-
be dunque esercitare la pratica di que-
sta virt in questinizio del terzo mil-
lennio? Quasi non esiste un solo mo-
mento nel quale possiamo abbassare la
nostra guardia.
Azione deleteria dei mezzi
di comunicazione sociale
Da molto con levoluzione della
tecnica e delle scoperte scientifiche
i mezzi di comunicazione sociale si
sono prestati ad una pericolosa e se-
ducente presentazione del male e del
peccato. Gi allepoca di Leone XIII
alla fine del secolo XIX troviamo
la chiara manifestazione della preoc-
cupazione di quel Papa di compianta
memoria.
Glincentivi del vizio e i fatali al-
lettamenti al peccato avanzano: inten-
diamo dire le licenziose ed empie rap-
presentazioni teatrali; i libri e i giornali
scritti per fare apparire onesto il vizio e
sfatare la virt; le stesse arti, gi inven-
tate per le comodit della vita e lonesto
sollievo dellanimo, sono utilizzate qua-
le esca per infiammare le passioni uma-
ne. (
6
)
Quattro anni pi tardi, una nuova
dichiarazione:
Insomma, lordine sociale rotto fi-
no alle sue fondamenta. Libri e giornali,
scuole e cattedre di insegnamento, circo-
li e teatri, monumenti e discorsi, fotogra-
fie e belle arti, tutto cospira a pervertire
gli spiriti e corrompere i cuori (
7
)
Ormai nel secolo XX, seguendo
sempre la stessa linea dinsegnamento,
si fa sentire la voce di Papa Pio XI, an-
chessa di gradita memoria:
Daltra parte non si d oggi mezzo
pi potente del cinema ad esercitare in-
flusso sulle moltitudini, sia per la natu-
ra stessa delle immagini proiettate sullo
schermo, sia per la popolarit dello spet-
tacolo cinematografico, infine per le cir-
costanze che laccompagnano

(
8
).
La potenza del cinema sta in ci, che
esso parla mediante immagini. Esse, con
grande godimento e senza fatica, sono
mostrate ai sensi anche di animi rozzi e
primitivi, che non avrebbero la capacit
o almeno la volont di compiere lo sforzo
dellastrazione e della deduzione, che ac-
compagna il ragionamento. Anche il leg-
gere, o lascoltare, richiedono uno sforzo,
che nella visione cinematografica sosti-
tuito dal piacere continuato del succeder-
si delle immagini concrete (
9
).
Paolo VI: Chi pu ignorare
i pericoli e i danni che
questi pur nobili strumenti
possono procurare ai singoli
individui e alla societ?
Giovanni Paolo II: Questi
stessi mezzi di comunicazione
hanno la capacit di arrecare
grande danno alle famiglie.
Benedetto XVI: Delle idee erronee
si vanno oggi sempre pi diffondendo
attraverso i mezzi di comunicazione
sociale in generale e, in maniera
specifica, attraverso i libri.
Siamo vigili dunque
per quel che riguarda
stampa, libri e
riviste provocatorie,
televisione,
radio, internet
10 Salvami Regina Novembre 2005
Tutti sanno quanto danno produco-
no i film cattivi nelle anime. Essi diven-
gono occasioni di peccato; inducono i
giovani nelle vie del male, perch sono
la glorificazione delle passioni; espongo-
no sotto una falsa luce la vita; offusca-
no gli ideali; distruggono il puro amore,
il rispetto per il matrimonio, laffetto per
la famiglia. Possono altres creare facil-
mente pregiudizi fra gli individui e dissi-
di fra le nazioni, fra le classi sociali, fra
le intere etnie.(
10
)
Questazione deleteria ha il suo ini-
zio non appena spunta luso della ra-
gione:
E per ci stesso il suo fascino si eser-
cita con particolare attrattiva sui gio-
vani, sugli adolescenti e sulla stessa in-
fanzia. Cos, proprio nellet in cui si
sta formando il senso morale e si van-
no svolgendo le nozioni ed i sentimen-
ti di giustizia e di rettitudine, dei doveri
e degli obblighi, degli ideali della vita, il
cinema, con la sua diretta propaganda,
prende una posizione schiettamente pre-
ponderante. (
11
)
Non inattuale lavvertimento di
Pio XII, alla met del secolo scorso:
Questo nemico sta corrompendo il
mondo con una stampa e con spettaco-
li che uccidono il pudore nei ragazzi e
nelle ragazze, distruggono lamore tra gli
sposi, e inculcano un nazionalismo che
porta alla guerra. (
12
)
Un altro Papa, sempre di compian-
ta memoria, Paolo VI, cos si riferisce
a questi mali:
Nel medesimo tempo in cui questi
strumenti, destinati, per la loro natura,
a dilatare il pensiero, la parola, limma-
gine, linformazione e la pubblicit, in-
fluiscono sullopinione pubblica e, con-
seguentemente, sul modo di pensare e
di agire dei singoli e dei gruppi socia-
li, operano anche una pressione sugli
spiriti, che incide profondamente sul-
la mentalit e sulla coscienza delluo-
mo, sospinto comegli , e quasi som-
merso, da molteplici e contrastanti sol-
lecitazioni.
Chi pu ignorare i pericoli e i danni
che questi pur nobili strumenti possono
procurare ai singoli individui e alla so-
ciet, quando non siano adoperati dal-
luomo con senso di responsabilit, con
retta intenzione, e in conformit con
lordine morale oggettivo?(...)
Noi pensiamo soprattutto alle gio-
vani generazioni, che cercano, non sen-
za difficolt e talora con apparenti o
reali smarrimenti, un orientamento per
la loro vita d oggi e di domani, e che
debbono poter operare le loro scelte, in
libert di spirito e con senso di respon-
sabilit. Impedirne, o deviarne la labo-
riosa ricerca con false prospettive, con
zione. Linfedelt, lattivit sessuale al di
fuori del matrimonio e lassenza di una
visione morale e spirituale del contrat-
to matrimoniale vengono ritratti in mo-
do acritico, sostenendo, talvolta, al tem-
po stesso il divorzio, la contraccezione,
laborto e lomosessualit. Queste rap-
presentazioni, promovendo cause nemi-
che del matrimonio e della famiglia, so-
no dannose al bene comune della socie-
t. (
14
)
Benedetto XVI, quando era Prefet-
to della Congregazione per la Dottrina
della Fede, gi aveva avvertito sullef-
fetto nefasto che i mezzi di comunica-
zione sociale possono avere per la fe-
de e la morale. Nel 1992 ha pubblicato
norme canoniche in una Istruzione su
alcuni aspetti delluso degli strumenti
di comunicazione sociale nella promo-
zione della dottrina della fede.
Delle idee erronee si vanno oggi sem-
pre pi diffondendo attraverso i mezzi di
comunicazione sociale in generale e in
specie i libri. (...) Le norme canoniche
costituiscono una garanzia per la libert
di tutti: sia dei singoli fedeli, che hanno il
diritto di ricevere il messaggio del Vangelo
nella sua purezza e nella sua integralit;
sia degli operatori pastorali, dei teologi e
di tutti i pubblicisti cattolici, che hanno il
diritto di comunicare il loro pensiero, sal-
va restando lintegrit della fede e dei co-
stumi ed il rispetto verso i Pastori.
Campo di battaglia per
maestri e confessori
un invito, dunque, affinch tut-
ti noi siamo vigili per quel che riguar-
da la stampa, i libri e le riviste provo-
catorie, la televisione, la radio, inter-
net, ecc.
E non mai troppo sottolineare
quello che stato detto da Pio XI, ci-
tato prima, riguardo ai danni causa-
ti allo stesso uso delle facolt dellani-
ma (producendo, per esempio, la de-
cadenza intellettuale), quando questi
veicoli di comunicazione sociale sono
male utilizzati.
Questo un grande campo di bat-
taglia per i confessori, i direttori spiri-
tuali, i genitori, i maestri, i formatori,
gli apostoli, ecc.: State attenti! Vigila-
ingannevoli illusioni, con allettamen-
ti degradanti, significherebbe deluderli
nelle loro giuste attese, disorientarne le
nobili aspirazioni e mortificarne i gene-
rosi impulsi. (
13
)
Visioni pregiudiziali per il
bene comune della societ
E ancora pi recentemente, il no-
stro tanto amato Giovanni Paolo II, si
esprimeva in maniera chiara e lucida
riguardo alla stessa questione:
Questi stessi mezzi di comunicazio-
ne hanno la capacit di arrecare gran-
de danno alle famiglie, presentando lo-
ro una visione inadeguata o perfino di-
storta della vita, della famiglia, della re-
ligione e della moralit. Questo potere
di rafforzare o di calpestare i valori tra-
dizionali come la religione, la cultura e
la famiglia stato chiaramente percepi-
to dal Concilio Vaticano II, il quale ri-
teneva che per usare rettamente que-
sti strumenti assolutamente necessario
che tutti coloro che se ne servono cono-
scano le norme dellordine morale! (In-
ter mirifica, 4).
E pi avanti:
La famiglia e la vita familiare trop-
po spesso vengono rappresentate in mo-
do inadeguato dai mezzi di comunica-
Novembre 2005 Salvami Regina 11
te... Tanto pi che non si sa quan-
do sar il momento.
34
come uno che par-
tito per un viaggio dopo
aver lasciato la propria ca-
sa e dato il potere ai servi,
a ciascuno il suo compito,
e ha ordinato al portiere di
vigilare.
Secondo i Padri della Chie-
sa, stato Ges che ha lascia-
to la sua casa, salendo in cielo. A
noi, ha dato lincarico di stare atten-
ti. Il nostro primo obbligo ricade su noi
stessi. In nulla ci avvantaggia pregare
se non ci allontaniamo dalle occasioni
che possono condurci al male. A par-
te questo, ognuno di noi, nella sua fun-
zione, ha la responsabilit degli altri: i
datori di lavoro sui dipendenti, i geni-
tori sui figli, i maestri sugli alunni, ecc.
I Pastori sono rappresentati dalla fi-
gura del portiere, che simbolizza an-
che il nostro dovere di vegliare sui no-
stri stessi cuori.
35
Vigilate dunque, poich non sa-
pete quando il padrone di casa ri-
torner, se alla sera o a mezzanot-
te o al canto del gallo o al mattino,
36
perch non giunga allimprovvi-
so, trovandovi addormentati.
Non solo in questo brano in cui
Ges ripete in forma imperativa il
suo consiglio ad essere vigili. I quattro
Vangeli contengono vari passaggi rela-
tivi a questimpegno del Divino Mae-
stro. Qui, in concreto, le circostanze
sono descritte con particolarit di ter-
mini ed in maniera metaforica. Lim-
portante di non sorprenderci se men-
tre dormiamo riceviamo una visita im-
provvisa.
Questavvertimento ha un reale
fondamento: la creatura umana, pec-
cando, non riceve un castigo imme-
diato, per questo il peccato va poco a
poco trasformandosi in una abitudine
e, alla fine, diventa un vizio invetera-
to. Per una necessit di razionalizzare
e cos, acquietare la propria coscienza,
la persona finisce per attribuire a Dio
III CONCLUSIONE
Nel nostro egoismo, siamo
portati a considerarci il centro
delle nostre attenzioni e preoc-
cupazioni, ma lessenza della
nostra vita cristiana sociale:
Amatevi gli uni gli altri (Gv
13, 34; 15, 12; 15, 17); o: Chi
ama il prossimo, ha adempiu-
to la legge (Rom, 13, 8). Ge-
s pesa i nostri atti in funzione
della nostra misericordia ver-
so il prossimo, ossia, Egli usa, per
giudicarci, un criterio sociale.
Dio distribuisce i suoi beni in for-
ma diseguale agli uomini, perch gli
uni possano dispensare e gli altri ri-
cevere. Questo succede non solo nel
campo materiale ma anche, e soprat-
tutto, in quello culturale e spirituale.
In base alla misericordia unita alla giu-
stizia, saremo giudicati davanti a tutti
gli angeli e agli uomini.
Prepariamoci, dunque, a questAv-
vento, per ricevere Ges che viene nel-
la pienezza della sua misericordia e
chiediamo a Colei che ce lo conduce
la sua potente intercessione per il no-
stro secondo incontro con Lui, quando
arriver allimprovviso, nella pienezza
della sua giustizia.
1
) Summa Teologica, III q59, a2
2
) Summa Teologica, III q59, a3
3
) Cfr. Summa Teologica, Supl. q90. a2.
4
) Serm. 18,1: PL 38, 128-129.
5
) Serm. 18,1: PL 38, 128-129.
6
) Leone XIII, Exeunte iam anno, 25 di-
cembre 1888.
7
) Id., Lettera al popolo italiano, 8 di-
cembre 1892.
8
) Pio XI, Vigilante cura, n.18.
9
) Ibid., n.19.
10
) Ibid, n. 21.
11
) Ibid., n.25.
12
) Pio XII, AllAzione Cattolica Italiana,
12 ottobre 1952.
13
) Messaggio per la Giornata Mondiale
delle Comunicazioni Sociali, 1 mag-
gio 1967.
14
) Messaggio per la 38 Giornata Mon-
diale delle Comunicazioni Sociali, 24
gennaio 2004.
15
) Istruzione del 30/3/1992, Introduzione.
il giudizio relativista che ha elaborato
per giustificarsi.
Ges, a parte il fatto che conosce
bene il peccato di ognuno dei suoi fra-
telli sino ad odiarlo, tace per amore
della loro salvezza, per concedere loro
altre opportunit per correggersi. Ora,
senza la vigilanza, questo processo di
rigenerazione impossibile. Bisogna
che Ges non ci trovi a dormire, il
che significa, adagiati nei vizi...
37
Quello che dico a voi, lo dico a
tutti: Vegliate!
Cos termina il cap. XIII di Marco;
quello successivo riguarder la descri-
zione di tutta la Passione.
In questo versetto si trova il carat-
tere universale dei consigli proferiti da
Ges a proposito della somma impor-
tanza della vigilanza nei confronti non
solo della fine del mondo, ma anche
della fine di ognuno di noi. Tutti noi
moriremo, in quale momento, non lo
sappiamo. Stiamo attenti! Quel gior-
no incontreremo Ges, sar il nostro
giudizio particolare. Non sar luni-
co, poich Egli vuole dare un carattere
pubblico e sociale al giudizio, per cui ci
sar un secondo giudizio.
Quando verr come
Giudice, bisogna che Ges non
ci sorprenda mentre dormiamo, non
ci trovi, cio, immersi nei vizi
(cupola della Chiesa di
SantAgostino, Roma)
L
12 Salvami Regina Novembre 2005
Benedetto XVI, Papa e Catechista
Durante il suo incontro con 100mila bambini in Piazza San Pietro, il Santo
Padre, rispondendo alle domande di alcuni di loro, ha dato una splendida
lezione di Catechismo. Leggiamo le sue parole.
in peccato mortale, cio grave, ne-
cessario confessarsi prima della Comu-
nione. Questo il primo punto.
Il secondo: anche se, non necessario
confessarsi prima di ogni Comunione,
molto utile confessarsi con una certa re-
golarit. vero, di solito, i nostri pecca-
ti sono sempre gli stessi, ma facciamo pu-
lizia delle nostre abitazioni, delle nostre
camere, almeno ogni settimana, anche se
la sporcizia sempre la stessa. Per vive-
re nel pulito, per ricominciare; altrimen-
ti, forse la sporcizia non si vede, ma si ac-
cumula. Una cosa simile vale anche per
lanima, per me stesso, se non mi confes-
so mai, lanima rimane trascurata e, alla
fine, sono sempre contento di me e non
capisco pi che devo anche lavorare per
essere migliore, che devo andare avanti.
E questa pulizia dellanima, che Ges
ci d nel Sacramento della Confessione,
ci aiuta ad avere una coscienza pi sve-
glia, pi aperta e cos anche di maturare
spiritualmente e come persona umana.
Quindi due cose: confessarsi ne-
cessario soltanto in caso di un pecca-
to grave, ma molto utile confessarsi
regolarmente per coltivare la pulizia,
la bellezza dellanima e maturare man
mano nella vita.
Andrea: La mia catechista, preparando-
mi al giorno della mia Prima Comunione,
mi ha detto che Ges presente nellEuca-
ristia. Ma come? Io non lo vedo!
ivia: Santo Padre, devo
confessarmi tutte le volte
che faccio la Comunione?
Anche quando ho fatto gli
stessi peccati?
Direi due cose: la prima, natural-
mente, che non devi confessarti sem-
pre prima della Comunione, se non hai
fatto peccati cos gravi che sarebbe ne-
cessario confessarsi. Quindi, non ne-
cessario confessarsi prima di ogni Co-
munione eucaristica. Questo il primo
punto. Necessario soltanto se hai com-
messo un peccato realmente grave, che
ha offeso profondamente Ges, cos che
lamicizia distrutta e devi ricominciare
di nuovo. Solo in questo caso, quando si
LA VOCE DEL PAPA
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Novembre 2005 Salvami Regina 13


E i piccoli sono andati da lui
impossibile descrivere il clima
di giubilo regnante nel pomerig-
gio del 16 Ottobre in Piazza San
Pietro, dove 100mila bambini della Pri-
ma Comunione attendevano larrivo del
Papa Benedetto XVI per alcuni momen-
ti di preghiera e convivialit intorno al-
lEucaristia.
Quando lautomobile papale en-
trata nella Piazza, una esclamazione
allunisono ha manifestato la candida
gioia infantile di quellenorme moltitu-
dine di bambini e bambine, piccoli di
statura, ma grandi nella Fede. Come il
migliore dei padri, il Pontefice ha per-
corso lentamente tutta la Piazza San
Pietro e un lungo tratto della Via della
Conciliazione, benedicendo i suoi pic-
coli figli che lo accoglievano con canti.
Poi, seduto sul suo trono, ha ascolta-
to il saluto che un bambino romano ha
fatto a nome di tutti: Carissimo Papa,
noi ti vogliamo molto bene e ti ringra-
ziamo perch testimoni lamore di Ges
nel mondo. Ti chiediamo di raccoman-
dare al Signore tutti i bambini che sof-
frono, i catechisti, i sacerdoti e le suore
che ci hanno preparato in questi anni.
In seguito c stata una breve cele-
brazione della Liturgia della Parola,
dopo la quale il Santo Padre si fat-
to catechista, rispondendo a varie do-
mande che gli sono state rivolte da set-
te dei suoi piccoli ascoltatori.
Chi, come lautore di queste righe,
era presente, ha potuto constatare co-
me molti adulti non riuscivano a trat-
tenere le lacrime nel vedere il Pastore
dei Pastori che si curvava pieno di af-
fetto su quei bambini spiegando loro
in un linguaggio semplice le grandi ve-
rit della Fede.
Sono seguiti alcuni minuti di silenzio,
interrotti da quelle 100mila voci infantili
che hanno pregato lOrazione dei Fedeli
e il Padre Nostro. Poi il Papa si alzato e
ha preso lostensorio per dare loro la be-
nedizione del Santissimo Sacramento.
Si veduto allora uno spettacolo par-
ticolarmente bello. Tutti quei bambini
da quelli che erano vicino allaltare fino
a quelli che si trovavano nel punto pi
lontano della Via della Conciliazione
si sono messi in ginocchio e con le ma-
ni giunte, in adorazione di Ges Euca-
ristico. In questo momento, molti adul-
ti, che fino ad allora erano in atteggia-
mento di indifferenza, non hanno resi-
stito allesempio dato dai piccini: si so-
no inginocchiati anche loro e hanno chi-
nato il capo davanti allOstia Santa che
era tra le mani del Vicario di Cristo.
Questa grande testimonianza data
dai bambini della Prima Comunione ci
fa ricordare le parole di Papa Benedet-
to XVI nel giorno della Messa allini-
zio del suo Ministero: La Chiesa vi-
va. La Chiesa giovane!
Benedetto XVI, Papa e Catechista
S, non lo vediamo, ma ci sono tante
cose che non vediamo e che esistono e
sono essenziali!
Per esempio, non vediamo la nostra
ragione, tuttavia abbiamo la ragione.
Non vediamo la nostra intelligenza e
labbiamo. Non vediamo, in una paro-
la, la nostra anima e tuttavia esiste e ne
vediamo gli effetti, perch possiamo
parlare, pensare, decidere ecc... Co-
s pure non vediamo, per esempio, la
corrente elettrica, e tuttavia vediamo
che esiste, vediamo questo microfono
come funziona; vediamo le luci.
E cos anche il Signore risorto, non
lo vediamo con i nostri occhi, ma ve-
diamo che dove Ges, gli uomini
cambiano, diventano migliori. Si crea
una maggiore capacit di pace, di ri-
conciliazione, ecc... Quindi, non vedia-
mo il Signore stesso, ma vediamo gli
effetti: cos possiamo capire che Ges
presente. Proprio le cose invisibili so-
no le pi profonde e importanti.
Alessandro: A cosa serve andare al-
la Santa Messa e ricevere la Comunione
per la vita di tutti i giorni?
Serve per trovare il centro della vita.
Noi la viviamo in mezzo a tante cose. E
le persone che non vanno in chiesa non
sanno che a loro manca proprio Ges.
Sentono per che manca qualcosa nella
loro vita. Se Dio resta assente nella mia
vita, se Ges assente dalla mia vita, mi
manca una guida, mi manca una amici-
zia essenziale, mi manca anche una gioia
che importante per la vita. La forza an-
che di crescere come uomo, di superare i
miei vizi e di maturare umanamente.
Adriano: Santo Padre, ci hanno detto
che oggi faremo lAdorazione Eucaristi-
ca? Che cosa ? Come si fa?
Adorazione riconoscere che Ges
mio Signore, che Ges mi mostra la
via da prendere, mi fa capire che vivo
bene soltanto se conosco la strada in-
dicata da Lui, solo se seguo la via che
Lui mi mostra. Quindi, adorare dire:
Ges, io sono tuo e ti seguo nella mia
vita, non vorrei mai perdere questa
amicizia, questa comunione con te.
Potrei anche dire che ladorazione
nella sua essenza un abbraccio con
Ges, nel quale gli dico: Io sono tuo e
ti prego sii anche tu sempre con me.
In una scena toccante, un bambino fa con tutta tranquillit una domanda
sullEucaristia al Papa Benedetto XVI
Victor Toniolo, di Roma
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14 Salvami Regina Novembre 2005
Termina la XI Assemblea
Generale Ordinaria
Le 50 proposizioni presentate dal Sinodo al Santo Padre, e il Messaggio
finale dei Vescovi al Popolo di Dio riflettono lampiezza e la profondit dei
dibattiti svolti nellAssemblea magna.
elenco finale delle proposizio-
ni della 11 Assemblea Gene-
rale Ordinaria del Sinodo dei
Vescovi destinato al Sommo Pontefi-
ce. Tale testo ha un carattere propositi-
vo. Per benevola decisione, il Santo Pa-
dre concede che sia pubblicata nel Bol-
lettino della Sala Stampa della Santa Se-
de una versione in lingua italiana, prov-
visoria e non ufficiale.
Le Proposte sono un momento del
lungo processo del Sinodo, aperto al-
la eventuale promulgazione di un do-
cumento pontificio.
Diamo, di seguito, un sunto di alcu-
ni dei punti pi rilevanti:
6. Adorazione Eucaristica: Il Sino-
do dei Vescovi (...) incoraggia forte-
mente che questa forma di preghiera
(...) sia mantenuta e promossa, secon-
do le tradizioni, tanto della Chiesa lati-
na quanto delle Chiese orientali.
7. compito di grande importan-
za pastorale che il Vescovo promuova
nella diocesi un deciso recupero della
pedagogia della conversione che nasca
dallEucaristia e favorisca, per questo,
la confessione individuale frequen-
te. (...) I Vescovi procurino, inoltre,
che in ogni chiesa ci siano luoghi ap-
propriati per le confessioni (cfr. CIC
964 2).
9. Poligamia. La natura del matri-
monio esige che luomo sia legato in
modo definitivo ad una sola donna e
viceversa. In questorizzonte i poliga-
mi che si aprono alla fede cristiana sia-
no aiutati ad integrare il loro proget-
to umano nella novit e nella radicalit
del messaggio di Cristo. (...) La Chie-
sa li accompagner nel frattempo con
una pastorale piena di dolcezza e di
fermezza.
11. I Padri Sinodali hanno afferma-
to limportanza del dono inestimabile
del celibato ecclesiastico nella pratica
della Chiesa latina.
14. Le parrocchie e le piccole comu-
nit devono essere delle scuole di mi-
stagogia eucaristica. In questo conte-
sto, si cercher la cooperazione delle
comunit di vita consacrata, dei mo-
vimenti e delle aggregazioni che riva-
lorizzano, secondo i propri carismi, la
formazione cristiana.
18. Conviene perci che le Letture
siano proclamate con cura, se possibile
da lettori istituiti.
19. Si chiede ai ministri ordinati di
considerare la celebrazione come loro
principale dovere. In particolare deb-
bono preparare accuratamente lome-
lia, basandosi su una conoscenza ade-
guata della Sacra Scrittura. (...) Pos-
sono trattare i grandi temi della fede
cristiana: il Credo, il Padre Nostro, le
parti della Messa, i Dieci Comanda-
menti e altri argomenti.
23. Il saluto della pace. Forse sa-
rebbe utile valutare se il segno di pace
non vada collocato in un altro momen-
to della celebrazione, anche tenendo
conto di consuetudini antiche e vene-
rabili.
25. In particolare: il ruolo dei dia-
coni, il servizio dei lettori e degli ac-
coliti meritano una maggiore atten-
zione. (...). Questo Sinodo rinnova il
suo apprezzamento per la cura che i
presbiteri prestano nel celebrare la
liturgia in un modo degno, atten-
te ac devote Si eviti leccesso di in-
terventi che pu condurre ad una ma-
nipolazione della Santa Messa, co-
me per esempio quando si sostitui-
scono i testi liturgici con testi estra-
nei o quando si d alla celebrazio-
ne una connotazione non liturgica.
Unautentica azione liturgica espri-
me la sacralit del Mistero Eucaristi-
co. Questa dovrebbe trasparire nelle
parole e nelle azioni del sacerdote ce-
lebrante, mentre egli intercede pres-
so Dio Padre sia con i fedeli sia per
loro. (...) Il canto deve essere intima-
mente armonizzato con la liturgia (...)
SINODO DEI VESCOVI
I ELENCO DELLE PROPOSIZIONI
Novembre 2005 Salvami Regina 15
Il valore, limportanza e la necessit
dellosservanza delle norme liturgiche
siano messi in luce. La Celebrazione
Eucaristica rispetti la sobriet e la fe-
delt al rito voluto dalla Chiesa, con
quel senso del sacro che aiuta a vivere
lincontro con Dio e con quelle forme
anche sensibili che lo favoriscono (ar-
monia del rito, delle vesti liturgiche,
dellarredo e del luogo sacro).
27. Larte sacra nelle sue varie
espressioni, a cominciare dallarchi-
tettura, ha una funzione di grande im-
portanza. Essa infatti traspone il si-
gnificato spirituale dei riti della Chie-
sa in forme comprensibili e concrete,
che illuminano la mente, toccano il
cuore e formano la volont.
28. Il Sinodo ricorda che il taberna-
colo per la custodia del Santissimo Sa-
cramento deve avere nella chiesa una
collocazione nobile, di riguardo, ben
visibile, curata sotto il profilo artistico
e adatta alla preghiera.
34. Di fronte allOstia consacrata
si osservi la pratica della genuflessio-
ne o di altri gesti di adorazione secon-
do le differenti culture. Si raccoman-
da limportanza di inginocchiarsi du-
rante i momenti salienti della Preghie-
ra Eucaristica, in senso di adorazione
e di lode al Signore presente nellEu-
caristia. Si promuova inoltre il ringra-
ziamento dopo alla Comunione, anche
con un tempo di silenzio.
36. Nella Celebrazione dellEucari-
stia durante gli incontri internazionali,
oggi sempre pi frequenti, per meglio
esprimere lunit e luniversalit della
Chiesa, si propone:
di suggerire che la (con)celebra-
zione della Santa Messa sia in latino
(eccetto le letture, lomelia e la pre-
ghiera dei fedeli). Cos pure siano re-
citate in latino le preghiere della tra-
dizione della Chiesa ed eventualmente
eseguiti brani del canto gregoriano;
di raccomandare che i sacerdo-
ti, fin dal Seminario, siano prepara-
ti a comprendere e celebrare la San-
ta Messa in latino, nonch a utilizzare
preghiere latine e a saper valorizzare il
canto gregoriano;
di non trascurare la possibilit che
gli stessi fedeli siano educati in questo
senso.
38. Si raccomanda vivamente ai sa-
cerdoti la celebrazione quotidiana del-
la Santa Messa, anche quando non ci
fosse partecipazione di fedeli.
Per tre settimane, nellAula del Sinodo, in Vaticano, 256 Padri Sinodali hanno discusso in modo approfondito
le pi importanti questioni relative alla Chiesa dei nostri giorni
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16 Salvami Regina Novembre 2005
40. Il Sinodo dei Vescovi riba-
disce limportanza di un atteggia-
mento e di unazione pastorale
dattenzione e di accoglienza ver-
so i fedeli divorziati e risposati.
Secondo la Tradizione della Chie-
sa cattolica, essi non possono es-
ser ammessi alla Santa Comunio-
ne, trovandosi in condizione di og-
gettivo contrasto con la Parola del
Signore che ha riportato il matri-
monio al valore originario dellin-
dissolubilit (cf. CCC 1640), te-
stimoniato dal suo dono sponsale
sulla croce e partecipato ai battez-
zati attraverso la grazia del sacra-
mento. (...). Se poi non viene rico-
nosciuta la nullit del vincolo ma-
trimoniale e si danno condizioni
oggettive che di fatto rendono la
convivenza irreversibile, la Chie-
sa li incoraggia a impegnarsi a vivere
la loro relazione secondo le esigenze
della legge di Dio, trasformandola in
unamicizia leale e solidale; cos po-
tranno riaccostarsi alla mensa eucari-
stica, con le attenzioni previste dalla
provata prassi ecclesiale, ma si eviti di
benedire queste relazioni perch tra i
fedeli non sorgano confusioni circa il
valore del matrimonio. (...)
Il Sinodo ritiene che, in ogni caso,
grande attenzione debba esse assicu-
rata alla formazione dei nubendi e alla
previa verifica della loro effettiva con-
divisione delle convinzioni e degli im-
pegni irrinunciabili per la validit del
sacramento del matrimonio, e chiede
ai Vescovi e ai parroci il coraggio di un
serio discernimento per evitare che im-
pulsi emotivi o ragioni superficiali con-
ducano i nubendi allassunzione di una
grande responsabilit per se stessi, per
la Chiesa e per la societ, che non sa-
pranno poi onorare.
43. La promozione della partecipa-
zione quotidiana alla celebrazione della
Santa Messa si dimostra, nei riti latini,
un mezzo efficace di sviluppo di questa
spiritualit al cuore della vita familiare,
professionale, sociale e politica.
46. I politici e legislatori cattolici
devono sentirsi particolarmente inter-
pellati nella loro coscienza, rettamen-
te formata, sulla grave responsabili-
t sociale di presentare e sostene-
re leggi inique. Non c coerenza
eucaristica quando si promuovono
leggi che vanno contro il bene in-
tegrale delluomo, contro la giusti-
zia e il diritto naturale. Non si pu
separare lopzione privata e quel-
la pubblica, mettendosi in contra-
sto con la legge di Dio e linsegna-
mento della Chiesa, e questo deve
essere considerato anche di fron-
te alla realt eucaristica (cf. 1Cor
11, 27-29).
48. Chi partecipa allEucaristia
deve impegnarsi a costruire la pace
nel nostro mondo segnato da mol-
te violenze e guerre, e oggi in mo-
do particolare, dal terrorismo, dal-
la corruzione economica e dallo
sfruttamento sessuale. Condizioni
per costruire una vera pace sono la
restaurazione della giustizia, la ricon-
ciliazione e il perdono.
50. La Chiesa vede in Maria, Don-
na Eucaristica, soprattutto ai piedi
della croce, la propria figura e la con-
templa come modello insostituibile di
vita eucaristica; sullaltare, alla presen-
za del verum Corpus natum de Maria
Virgine, la Chiesa venera con specia-
le gratitudine per bocca del sacerdote
la Santissima Vergine.
I cristiani raccomandino a Maria,
Madre della Chiesa, la loro esistenza
ed il loro lavoro. Sforzandosi davere
gli stessi sentimenti di Maria, aiutino
tutta la communit a vivere in offerta
viva, gradita al Padre.
II. MESSAGGIO AL POPOLO DI DIO
urante la 20 Congregazione
Generale realizzata il 21 otto-
bre, i Padri Sinodali hanno ap-
provato il Messaggio del Sinodo dei Ve-
scovi al Popolo di Dio, col titolo LEuca-
ristia: Pane vivo per la pace nel mondo.
Per la mancanza di spazio, distac-
chiamo alcuni dei suoi punti essenziali:
8. A quarantanni di distanza dal
Concilio Vaticano II siamo stati provo-
cati a compiere un esame di coscienza
pastorale, per verificare in quale mi-
sura la fede espressa e celebrata con
coerenza nelle nostre Assemblee litur-
giche. Il Sinodo riafferma che il Conci-
lio Vaticano II ha posto le basi necessa-
rie per un rinnovamento liturgico au-
tentico. necessario, quindi, coltivare
frutti positivi e correggere gli abusi che
si sono infiltrati nella pratica. Siamo
convinti che il rispetto del carattere sa-
crale della liturgia passa per unauten-
tica fedelt alle norme liturgiche della
legittima autorit. Nessuno si conside-
ri padrone della liturgia della Chiesa.
La fede viva coglie la presenza del Si-
gnore e costituisce la prima condizio-
ne per la bellezza delle celebrazioni e
il loro compimento nell Amen pro-
nunciato per la gloria di Dio.
12. La vita delle nostre Chiese se-
gnata anche da alcune ombre e proble-
mi che non abbiamo eluso. Pensiamo,
in primo luogo, alla perdita del senso
del peccato e alla crisi persistente nel-
la pratica del sacramento della Peni-
tenza. importante riscoprire il suo si-
gnificato profondo: esso una conver-
sione e una medicina preziosa dona-
Prima di una delle Congregazioni
Generali, il Papa Benedetto XVI canta,
con i Padri Sinodali, lora Laudes,
dalla Liturgia delle Ore
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Novembre 2005 Salvami Regina 17
Il Sinodo non cerca novit
dottrinarie
Victor Toniolo, da Roma
l giorno 22 ottobre, si sono riuniti un gran numero di
giornalisti nella Sala Stampa del Vaticano per la terza
intervista collettiva con i Padri Sinodali.
Come preambolo, il Cardinale Marc Ouellet, Arcivesco-
vo di Quebec (Canada), ha esposto delle considerazioni sul
testo del Messaggio del Sinodo al Popolo di Dio, redatto
sotto la sua supervisione e approvato nella Congregazione
Generale del giorno precedente. Tra gli altri punti, il Porpo-
rato ha messo in rilievo una delle preoccupazioni dei Vesco-
vi riuniti per il grande evento: necessario ricercare la sa-
cralit nelle celebrazioni liturgiche.
Mons. Roland Minnerath, Arcivescovo di Digione (Fran-
cia) ha chiarito che dei 500 emendamenti dibattuti nelle Gon-
gregazioni Generali scaturito un documento contenente 50
proposte presentate dai Padri Sinodali al Papa, il cui testo gi
stato reso pubblico, per decisione di Sua Santit.
Delle numerose domande fatte dai giornalisti specializ-
zati, ne riportiamo due: Non ho visto alcuna novit in que-
sto Sinodo. Perch? Il Cardinale Ouellet ha risposto: Il Si-
nodo non va alla ricerca di novit dottrinarie, ma cerca piut-
tosto di creare lappoggio pastorale necessario a seconda dei
tempi e dei luoghi.
Perch non c stato nessun mutamento in relazione allat-
teggiamento nei confronti della comunione dei divorziati? Il
Cardinale Ouellet ha risposto con brevit e chiarezza: La
Chiesa non pu cambiare il Vangelo, e noi, vescovi, non abbia-
mo lautorit per contraddire la Tradizione della Chiesa. Quello
che , . Non esiste un altro modo di vedere, intendere o fare.
ta da Cristo Risorto per la remissione
dei peccati e per la crescita nellamo-
re verso di Lui e verso i nostri fratel-
li e sorelle.
16. Abbiamo constatato anche in al-
cuni ambienti un basso senso del sacro
che tocca non solo la partecipazione
attiva e generosa dei fedeli alla Santa
Messa, ma anche il modo di celebrare
e la qualit della testimonianza nella
vita pubblica che i cristiani sono chia-
mati a dare.
21. A tutti i giovani seminaristi (...)
desideriamo far giungere un particola-
re pensiero affinch la loro vita di for-
mazione sia impregnata da una genui-
na spiritualit eucaristica.
22. Cari sposi cristiani con le vostre
famiglie, la vostra vocazione alla santi-
t, come chiesa domestica, si nutre al-
la sacra Mensa dellEucaristia. La vo-
stra fede nel sacramento del matrimo-
nio trasforma lunione coniugale in un
tempio dello Spirito Santo, in una sor-
gente feconda di vita nuova nel gene-
rare i figli frutto del vostro amore.(...)
Abbiate coraggio nel vostro sforzo per
educare i figli nella fede. Siate germo-
glio di vocazioni al sacerdozio e alla vi-
ta consacrata.
INTERVISTA COLLETTIVA NELLA SALA STAMPA
Cardinale Marc Ouellet Mons. Rolandi Minnerath
Jos Messias Lins Brando
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18 Salvami Regina Novembre 2005
Come nata e si evoluta, nella
Chiesa, listituzione del Sinodo
LXI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, chiusa il 23
ottobre, stata una di quelle che pi ha richiamato lattenzione del pubblico
e dei media negli ultimi tempi, nella aspettativa di grandi novit per dare
nuovo impulso alla evangelizzazione. In vista di questa notoriet,
molti si chiedono come si formata questa istituzione chiamata
Sinodo e quale la sua funzione nella Chiesa.
n senso stretto, il vocabolo
greco synodos corrisponde
al termine latino concilium,
che significa assemblea.
Nei primordi della Chie-
sa, si utilizzava quasi indifferentemente
luno o laltro per designare le riunioni
ecclesiastiche convocate per deliberare
su materie di fede, morale o disciplina.
Con lavanzare del tempo, concilio
passato a denominare soprattutto le
grandi assemblee universali dei vesco-
vi, generalmente presieduti dal Papa o
dai suoi rappresentanti (concili genera-
li o ecumenici) e sinodo si ristretto al-
le assemblee minori, a livello nazionale,
regionale o diocesano, alle volte con la
partecipazione anche di sacerdoti e laici.
Sinodi e concili dei primi secoli
Nel primo millennio della storia del-
la Chiesa, oltre a numerosi sinodi, si so-
no realizzati sette concili universali, il
primo dei quali stato quello di Geru-
salemme, verso lanno 49, menzionato
negli Atti degli Apostoli (15, 1-29).
Documenti confermano che, per lo
meno dal secondo secolo dellEra Cri-
stiana, le Chiese locali realizzavano si-
nodi, riunendo i vescovi di una regio-
ne per decidere determinate questioni
dottrinarie, canoniche e amministrati-
ve. Le loro decisioni erano valide sola-
mente allinterno dellarea coinvolta.
Nel frattempo, alcuni sinodi han-
no guadagnato una enorme importan-
za; essendo state le loro decisioni con-
fermate e assunte dai concili ecumeni-
ci e dal Papa, sono diventati obbligato-
ri per tutta la Chiesa.
In nessunaltra area della Cristia-
nit i sinodi sono stati tanto frequen-
ti come nel nord Africa, la cui capitale
religiosa era Cartagine. I vescovi della
regione erano soliti riunirsi per lo me-
no una volta allanno. Numerosi loro
sinodi sono stati presieduti da santi fa-
mosi, come San Cipriano, che ne ha di-
rette sei o sette, e SantAgostino.
Uno dei principali obiettivi dei si-
nodi realizzati nel nord Africa, nei pri-
mi cinque secoli, era quello di combat-
tere le eresie. I donatisti, per esempio,
causavano una tale inquietudine che il
sinodo del 404 ha chiesto lintervento
del potere civile per mettere fine alla
discordia.
Una questione scottante: il
canone delle Sacre Scritture
Nei primi quattro secoli della Chie-
sa, una questione scottante divideva le
opinioni. Si trattava di sapere quali dei
circa 200 libri considerati biblici a que-
stepoca facevano parte realmente del-
le Sacre Scritture. Alcuni erano accet-
tati come genuini da tutta la Chiesa.
Altri erano controversi, accettati in al-
cune regioni e rigettati in altre. Molti,
infine, pur essendo abbastanza diffusi,
contenevano storie immaginarie, favo-
le e perfino eresie.
Nel 374, il Papa San Damaso ha
convocato un sinodo a Roma per de-
cidere su questa materia, e ha chia-
mato San Geronimo a parteciparvi.
Le decisioni di questo sinodo sono
state conservate nel Decretum Gelasii
de recipiendis et non recipiendis libris,
redatto nel secolo VI sulla base di do-
cumenti dei secoli precedenti. Il ca-
talogo dei libri approvati da San Da-
maso lo stesso adottato attualmen-
te nella Bibbia cattolica. Egli ha pub-
blicato anche il catalogo dei libri mes-
si al bando.
Poco dopo, nel sinodo di Ippona
(393), la Chiesa del Nord Africa, sotto
linflusso di SantAgostino, ha adottato
una identica lista.
Quasi un secolo dopo, il Papa San
Gelasio I ha confermato definitiva-
mente il canone dei libri sacri.
Novembre 2005 Salvami Regina 19
Altri sinodi famosi
Ci sono stati comunque altri sinodi
che hanno segnato la storia della Chie-
sa. Quello di Elvira, in Spagna, realizza-
to tra il 295 e il 306, ha cercato di regola-
re le relazioni tra cristiani e non cristia-
ni. Tra le sue decisioni c il pi antico di-
spositivo canonico conosciuto a proposi-
to del celibato ecclesiastico, il quale de-
terminava che gli uomini sposati che fos-
sero ordinati vescovi, preti o diaconi, do-
vevano impegnarsi a vivere in stato di
continenza perpetua, sotto pena di es-
sere deposti. Unaltra decisione di que-
sto sinodo, che si riferisce alle vergi-
ni consacrate a Dio, mostra quanto gi
era ampiamente praticata la vita religio-
sa tra le cristiane di quellepoca.
Arles, nella Gallia, stata sede di di-
versi sinodi di grande rilevanza. Le deci-
sioni adottate dal primo di questi, che si
realizzato nel 314, sono tra le pi im-
portanti dei primi secoli dellEra Cristia-
na, trattando di numerosi abusi che si
stavano infiltrando nella vita della Chie-
sa. Nel sinodo del 452 si deciso che gli
uomini sposati che desiderassero diven-
tare sacerdoti avrebbero dovuto fare una
promessa di perpetua continenza.
Anche il sinodo di Whitby, realizzato
nel 664 in Britannia, ha segnato la Sto-
ria. stato convocato per risolvere il
conflitto tra le pratiche introdotte tra gli
anglosassoni dai monaci venuti da Roma
e quelle dei monaci celti, di origine scoz-
zese e irlandese, che seguivano vari co-
stumi diversi da quelli dei romani. Alla
presenza del re Oswy si riunito il sino-
do, con due vescovi rappresentanti della
tradizione celtica ed altri due della tra-
dizione romana. La decisione finale
stata presa dal re, il quale, riferendosi a
San Pietro, ha detto: Non oso pi con-
traddire i decreti di chi controlla le porte
del Cielo, affinch egli non mi proibisca
di entrare. In vista di questa risoluzio-
ne, la disciplina romana stata adottata
non solo tra gli anglosassoni, ma giunta
a prevalere anche tra i celti della Scozia,
dellIrlanda e dei Paesi del Galles.
Lattuale Sinodo dei Vescovi,
istituzione permanente
Attualmente, il Sinodo dei Vesco-
vi una istituzione permanente del-
la Santa Chiesa, creato il 15 settem-
bre 1965 dal Papa Paolo VI attraver-
so il Motu Proprio Apostolica Sollici-
tudo. Il Codice di Diritto Canonico lo
definisce in forma precisa: lassem-
blea dei Vescovi che, scelti fra le diver-
se regioni del mondo, si riuniscono in
determinati tempi per promuovere la
stretta unione tra il Romano Pontefice
e i Vescovi, per aiutare con il loro con-
siglio il Romano Pontefice, nella pre-
servazione e nella crescita della fede
e dei costumi, nella osservanza e nel
consolidamento della disciplina eccle-
siastica ed ancora per esaminare que-
stioni che si riferiscono alla azione del-
la Chiesa nel mondo (c.342).
Il Sinodo dei Vescovi non fa par-
te n dipende dalla Curia Romana.
soggetto direttamente allautorit
del Papa, al quale compete convocar-
lo quando giudica opportuno, stabili-
re i temi da essere trattati, confermare
lelezione dei Vescovi che vi partecipa-
no, presiederlo personalmente o attra-
verso un suo rappresentante.
Limportante incarico di
collaborare con il Papa
Il Sinodo dei Vescovi non ha potere
deliberativo, cio, non gli compete sta-
bilire norme o emettere decreti, ma di-
simpegna limportante funzione di col-
laborare con il Sommo Pontefice nel-
le decisioni che devono essere prese da
costui in gravi questioni attinenti la vi-
ta della Chiesa.
Cos, la prima Assemblea Genera-
le, realizzata nel 1967, ha presentato al
Santo Padre preziosi sussidi sulla pre-
servazione e il rafforzamento della Fe-
de cattolica, la sua integrit, la sua for-
za, il suo sviluppo e la sua coerenza
dottrinale e storica.
Nella quinta Assemblea, riunita su
convocazione di Giovanni Paolo II nel
1980, il tema centrale stato la famiglia
cristiana. In essa si cercato di riaffer-
mare gli insegnamenti cattolici a propo-
sito della indissolubilit del matrimo-
nio e il contenuto della enciclica Hu-
manae vitae. Due dei suoi risultati so-
no stati la pubblicazione della Lettera
dei Diritti della Famiglia e lEsortazio-
ne Apostolica Familiaris Consortio.
Si rivestita anche di particolare
importanza la settima Assemblea, del
1987, che ha trattato il tema La voca-
zione e la missione dei laici nella Chiesa
e nel mondo. Gli studi effettuati in que-
sta Assemblea sono stati utilizzati per la
redazione della Esortazione Apostolica
Post-Sinodale Christifideles laici nella
quale il Papa Giovanni Paolo II ha trac-
ciato le linee essenziali per la evangeliz-
zazione allinizio del 3 millennio.
I quattro Padri della Chiesa dOccidente (Museo del Louvre, Parigi)
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Per la maggiore gloria
di Dio
Pedro Morazzani Arriz
20 Salvami Regina Novembre 2005
SAN FRANCESCO SAVERIO
Missionario come nessuno al mondo, operando i pi spettacolari
miracoli per convertire popoli interi a Ges Cristo, Francesco
Saverio ha imitato il Divino Maestro fino alla fine.
offiava con insistenza il
vento freddo del nord e le
onde delloceano si infran-
gevano sempre pi violen-
temente su quella spiaggia
che sembrava deserta. Il cielo, coperto di
plumbee nuvole, si scuriva rapidamente,
preannunciando una notte lunga e tor-
mentosa.
Non molto lontano dalla riva del
mare, si elevava una misera capanna,
fatta di alcune tavole di legno tarlato,
la cui copertura di paglia secca era agi-
tata dal vento glaciale. Allinterno, ste-
so su una stuoia, un uomo agonizzava.
Il suo corpo esangue ardeva consuma-
to dalla febbre, ma il suo sguardo pro-
fondo e vivo rispecchiava uno spirito
di fuoco, rifletteva leternit...
Moriva lApostolo dellOriente,
Francesco Saverio.
Inizio promettente
Il giorno 6 maggio del 1542, appro-
dava nella remota e leggendaria India,
dopo un tormentato viaggio di tredici
mesi, il figlio prediletto di SantIgnazio
di Loyola. Le porte dellAsia si apriva-
no davanti a questo sacerdote di appe-
na 35 anni det.
Il suo primo terreno dazione fu la
citt di Goa, la principale colonia por-
toghese nellOriente, dove gli europei,
dimentichi della loro missione civilizza-
trice, si dedicavano ad un lucroso com-
mercio e si lasciavano trascinare dalla
sensualit e dai vizi del mondo pagano.
In poche settimane, si fecero senti-
re in quella citt il benefico effetto del-
lattiva presenza, delle predicazioni e
del solerte zelo del nuovo missionario:
Cos tanti erano coloro che venivano a
confessarsi che, se io mi fossi diviso in
dieci parti, tutte loro avrebbero dovuto
dedicarsi alle confessioni scrisse nel
settembre del 1542 ai gesuiti di Roma.
In un mese ho battezzato
pi di diecimila persone
Dopo aver trascorso alcuni mesi in
questa citt, Francesco si avvi verso
terre ancora pi lontane. Tutta la co-
sta sud della penisola indiana fu da lui
percorsa. A partire da allora, la sua vi-
ta divenne un ininterrotto peregrina-
re per terre, mari e isole lontane, allar-
gando, senza mai cessare, le frontiere
del Regno di Ges. In una lettera del
gennaio 1544, egli diceva ai suoi fra-
telli di vocazione: Tanta la moltitu-
dine di quelli che si convertono alla fe-
de di Cristo in questa terra che sto per-
correndo, che molte volte mi succede di
avere le braccia stanche per il tanto bat-
tezzare (...). ci sono giorni in cui battez-
zo tutto un villaggio.
Un anno pi tardi, riferiva di nuove
meraviglie operate da Dio in quelle zo-
ne: Notizie da queste parti dellIndia: vi
faccio sapere che Dio nostro Signore ha
spinto molti, di un regno per il quale sto
andando, a diventare cristiani, di modo
che in un mese ho battezzato pi di die-
cimila persone. (...) dopo averli battezzati,
faccio demolire le case dove custodivano i
loro idoli e ordino che rompano le statue
degli idoli in piccoli pezzi. Dopo che ho fi-
nito di fare questo in un luogo, mi dirigo in
un altro, ed in questo modo vado di luogo
in luogo a convertire al cristianesimo.
NellImpero del Sol Nascente
Cos, gonfiate le vele della sua ani-
ma al soffio dello Spirito Santo, con
eroica generosit Francisco Saverio fe-
ce della sua esistenza un continuo fiat
mihi secundum verbum tuum, lancian-
dosi sempre, da audacia in audacia, al-
la conquista di pi anime, per la mag-
gior gloria di Dio.
Un giorno, mentre era nella citt di
Malaga, gli si present un uomo dagli
occhi obliqui e dallo sguardo intelli-
gente, che aveva percorso centinaia di
miglia avendo come unico scopo quel-
lo di incontrare il celebre e venerabile
occidentale che perdonava i peccati...
Il suo nome era Hashiro e la sua terra
natale, il Giappone.

Novembre 2005 Salvami Regina 21


Immediatamente, fece intravede-
re a Francesco la ricchezza che sareb-
be stata per la Chiesa se il popolo rap-
presentato da questo intrepido neofita
fosse stato santificato dalle acque del
Battesimo. Ha scritto allora al suo fon-
datore, nel gennaio 1549: Io non ri-
nuncerei ad andare in Giappone per tut-
to quanto ho sentito dentro la mia ani-
ma, anche se avessi la certezza di dover
passare per i maggiori pericoli della mia
vita, perch ho grande speranza in Dio
Nostro Signore che in queste terre la no-
stra santa fede abbia molto da cresce-
re. Non ho parole per descrivere quan-
ta consolazione interiore sento nel fare
questo viaggio in Giappone.
Lottando contro avversit di ogni ti-
po, Francesco trascorse pi di due an-
ni nel remotissimo Impero del Sol Le-
vante, fondando chiese, annunciando
la vera fede a principi e nobili, a po-
veri contadini e innocenti fanciulli. In
una lettera di novembre di quello stes-
so anno, dichiarava ai suoi fratelli re-
sidenti a Roma: Dallesperienza che
abbiamo del Giappone, vi faccio sape-
re che il suo popolo il migliore fra quel-
li scoperti fino ad oggi.
Intanto, avendo come obiettivo di
ottenere pi missionari per questa pro-
mettente terra, part alla volta dellIn-
dia, lasciando in Giappone, che non
avrebbe mai pi rivisto, una solida e
fiorente comunit cristiana.
Sempre di pi!
Dopo aver percorso lEstremo
Oriente in tutte le direzioni per die-
ci anni e aver portato la Croce nellar-
cipelago nipponico, il cuore di France-
sco, insaziabile della gloria di Dio, si
lanciava a conquistare nuovi popoli per
il suo Re e Signore: la Cina sarebbe sta-
ta ora la sua grande meta. Considerata
limportanza dellimpero cinese, la sua
incalcolabile popolazione e, soprattut-
to, il prestigio e la ricchezza culturale,
Francesco comprese che, se avesse fat-
to scorrere in esso le acque battesimali,
lAsia intera si sarebbe prostrata ai pie-
di del Divino Redentore.
Rotta dei Viaggi di San Francesco Xavier
Fisionomia di San Francesco,
quadro dipinto quando egli era
in vita (Chiesa del Ges, Roma)
Dopo aver percorso il sud dellAsia per dieci anni, San Francesco Saverio
and a morire alle porte della Cina
22 Salvami Regina Novembre 2005
Questanno spero di andare in Cina,
per il grande servizio al nostro Dio, che
l si potr ottenere, scrisse nel gennaio
de 1552 a suo padre spirituale, Ignazio
di Loyola.
Nello stesso anno, riferendosi a
questa nazione, ha comunicato ai suoi
fratelli di vocazione gli aneliti e le spe-
ranze della sua anima di missionario:
Viviamo con la grande speranza che,
se Dio nostro Signore ci concede ancora
dieci anni di vita, vedremo grandi cose
in queste regioni. Per i meriti infiniti del-
la Morte e Passione di Dio nostro Signo-
re, spero che Egli mi dia la grazia di fare
questo viaggio in Cina.
Lultimo viaggio
Ritornato dal Giappone,
Don Francesco rimase solo
per poco tempo in India,
appena quanto bastava
per far fronte alle neces-
sit della Compagnia di
Ges in queste terre e
preparare il tanto desi-
derato viaggio in Cina.
Un devoto amico
dellinfaticabile mis-
sionario, di nome Dio-
go Pereira, spese tutta
la sua fortuna per arma-
re una nave, caricandola di
splendidi regali per limpe-
ratore della Cina, acquistan-
do magnifici paramenti di seta
e di damasco e ogni sorta di ric-
chi ornamenti per celebrare la San-
ta Messa con tutta la pompa, in mo-
do da dare ai cinesi la nozione della
grandezza della vera religione che sa-
rebbe stata loro annunciata.
Prima di mettersi in viaggio, il Santo
scrisse al Re del Portogallo, nellaprile
1552: Parto fra cinque giorni per Ma-
lacca, che sul cammino della Cina, per
proseguire a partire da l, in compagnia
di Diogo Pereira, fino alla corte dellim-
peratore della Cina. Portiamo con noi
ricchi doni comperati da Diogo Pereira.
E da parte di Vostra Altezza porto un re-
galo che mai stato inviato da nessun re
e da nessun signore a questo imperatore:
la Legge vera di Ges Cristo nostro Re-
dentore e Signore.
Cos, il giorno 17 aprile del 1552,
si imbarcava nella nave Santa Cruz
alla conquista dellimpero dei suoi
sogni.
Abbandonato da ogni
umano favore
Dopo pochi giorni di navigazione
si scatenata una terribile tempesta,
cos lequipaggio della nave, sorpre-
so dalla furia degli elementi e aven-
do perso qualsiasi speranza di salvez-
A partire da questo momento, il de-
monio non smise di frapporre ostaco-
li e contrastare il viaggio. Siate sicu-
ri e non abbiate il minimo dubbio che
il demonio che non vuole assolutamente
che quelli della Compagnia del nome di
Ges entrino in Cina scrisse nel no-
vembre 1552 ai padri Francesco Perez
e Gaspare Barzeo.
Giunto alla citt di Malacca, ultimo
scalo prima di penetrare in acque ci-
nesi, inopinatamente, il capitano por-
toghese di questo porto che, tra lal-
tro, doveva il suo incarico ai buoni uf-
fici e raccomandazioni di Francesco
imped la continuazione del viag-
gio, perch soltanto a lui doveva
toccare il comando di una spe-
dizione in Cina...
Essendo state inutili tut-
te le suppliche e le pre-
ghiere, Francesco Save-
rio ricorse a unestrema
risorsa: present la bolla
papale che lo nominava
legato pontificio e che
fino ad allora non aveva
mai utilizzato ed invoc
la piena libert di viag-
giare in Cina a nome del
Papa e del Re del Porto-
gallo. Oltre a questo, an-
nunci allostinato capi-
tano che sarebbe incorso in
una scomunica se avesse con-
tinuato ad impedire la partenza
della nave, ma anche questo risul-
t inutile. Lambizione e lavidit di
questinfelice lo condussero alleccesso
di insultare e maltrattare il pellegrino
della gloria di Dio.
Alla fine, dopo varie settimane di
attesa, la nave Santa Cruz pot salpa-
re in direzione della Cina, sotto il co-
mando di uomini nominati dal capita-
no portoghese, il quale mor poco tem-
po dopo, scomunicato ed eroso dalla
lebbra.
Col cuore infranto, Francesco cos
scriveva a Don Gaspare Barzeo nel lu-
glio 1552: Non puoi nemmeno imma-
ginare quanto sono stato perseguitato a
Malacca. Mi dirigo alle isole di Canton,
nellimpero della Cina, abbandonato da
ogni umano favore.
Nella Chiesa del Ges, a Roma,
si venera la preziosa reliquia del
braccio di San Francesco Saverio
za, chiedeva a gran voce il sacramen-
to della Penitenza. Francesco Saverio,
imperturbabile, si raccolse in profon-
da preghiera. Immediatamente co-
s come in altri tempi alla voce del Di-
vino Salvatore le acque del Lago di
Genzaret si erano calmate il ven-
to cessava di soffiare e le onde ritor-
navano docili e calme per la fede e le
preghiere di questo umile conquista-
tore di imperi.
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Novembre 2005 Salvami Regina 23
In attesa della
barca, guardando
continuamente
alla meta
Sancio era il nome
dato dai portoghesi al-
linospitale isola di Shan-
gchuan, situata a 180 chi-
lometri dalla citt di Can-
ton. In questisola, dove
le navi europee erano so-
lite approdare per com-
merciare con i cinesi, il
santo missionario sbarc
nellottobre del 1552.
L i portoghesi si die-
dero da fare per trova-
re, tra i numerosi mer-
canti cinesi, qualcuno
che si rendesse disponi-
bile ad accompagnarli fi-
no a Canton. Tutti, per,
rifiutavano perch que-
sto era vietato dalle leggi
imperiali: i trasgressori si
esponevano a perdere tutti i loro ave-
ri e persino la propria stessa vita. Al-
la fine, uno di essi, decisosi a correre il
rischio, si mise a disposizione per tra-
sportare San Francesco su una piccola
imbarcazione, a patto di essere pagato
200 cruzadi.
I pericoli che corriamo in questa im-
presa sono due, a quanto dice la gente
del posto: il primo che luomo che ci
porta, dopo aver ricevuto i duecento cru-
zadi, ci abbandoni in unisola deserta o
ci butti in mare; il secondo che, giun-
ti a Canton, il governatore ci mandi al
supplizio o in prigione scriveva Save-
rio a Don Francesco Prez.
Questi pericoli, tuttavia, lui non li
temeva, perch era sicuro che senza il
permesso di Dio, i demoni e i loro segua-
ci nulla possono contro di noi.
Accompagnato da due soli aiutan-
ti, un indiano ed un cinese, rimase nel-
lisola di Sancio in attesa del ritorno
del commerciante che si era impegna-
to a trasportarlo. Celebrava quotidia-
namente l la Messa, guardando inin-
terrottamente verso il continente per il
quale sospirava con tanto ardore.
Ma i giorni e le settimane trascor-
revano e invano Francesco aspett il
ritorno del cinese: costui non ritor-
n pi.
Ultime parole di un santo
Le forze fisiche dellardente missio-
nario stavano giungendo ormai al ter-
mine. Una febbre altissima lo obbliga-
va a raccogliersi nella sua improvvisata
capanna, dove, abbandonato e soffren-
do il freddo, la fame e ogni genere di
privazioni, avrebbe trascorso gli ultimi
giorni della sua esistenza terrena.
A quelluomo che non aveva lamen-
tato fatica, a quellapostolo che con la
sua parola aveva trascinato moltitudi-
ni, a quel taumaturgo che aveva supe-
rato grandi ostacoli operando miracoli
portentosi, il Signore del Cielo e della
Terra aveva riservato la pi eroica e glo-
riosa delle morti: sullesempio del suo
Maestro Divino, Francesco Saverio sa-
rebbe morto al culmine dellabbandono
e dellapparente contraddizione.
Alcuni giorni prima di consegnare la
sua anima, entrava in delirio, rivelando
allora la grandezza dellolocausto che la
Provvidenza gli chiedeva: parlava conti-
nuamente della Cina, del suo veemente
desiderio di convertire questo impero e
della gloria che ne sarebbe derivata per
Dio se questo popolo fos-
se stato attratto alla Santa
Chiesa Cattolica...
Nelle prime ore del
mattino del 3 dicembre
1552, Francesco Save-
rio spirava dolcemente
nel Signore, senza un la-
mento o una recrimina-
zione, scorgendo da lon-
tano quella Cina che non
era riuscito a conquistare
e che aveva tanto deside-
rato depositare ai piedi
del suo re, Nostro Signo-
re Ges Cristo.
Le sue ultime parole
furono queste frasi di un
canto di gloria: In te, Do-
mine, speravi. Non con-
fundar in aeternum. In Voi
spero, o Signore. Non ab-
bandonatemi per sempre!
La maggior
gloria di Dio
A prima vista, soprattutto per chi
non ha uno sguardo abituato a con-
templare gli orizzonti infiniti della Fe-
de, la vita di San Francesco Saverio ap-
pare, in un certo senso, frustrata.
Quante anime si sarebbero potute
salvare e quanta pi gloria non avreb-
be ricevuto la Santa Chiesa se lim-
menso e super popolato impero cine-
se fosse stato evangelizzato da questo
apostolo di fuoco!
Invece, quando lui si trovava final-
mente alle porte di questa nazione, do-
po essere passato per difficolt e lotte
di ogni tipo, il richiamo di Dio si face-
va sentire: Francesco, figlio mio, ces-
sa la tua lotta e vieni da Me!
Oh! Mistero dellAmore Infinito!
Da Francesco, Dio non voleva la Ci-
na... ma voleva Francesco.
Lintrepido conquistatore ha rispo-
sto, senza esitare, come Ges nellOr-
to degli Ulivi: Signore, si faccia la Vo-
stra volont e non la mia. S, mio Re-
dentore, prima di ogni altra cosa e so-
pra tutte le cose, si compiano i Vostri
perfettissimi disegni e cos, e solo cos,
Vi sar data la maggior gloria su que-
sta terra e per tutta leternit!
Da Francesco Dio non voleva la conversione della
Cina, ma voleva la sua anima
(Morte di San Francesco Saverio, Chiesa di San Pietro, Lima)
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Don Fernando N. Gioia
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24 Salvami Regina Novembre 2005
Il silenzio nella Liturgia:
la sonorit di Dio
La giusta proporzione tra parole, gesti, movimenti e
silenzio fondamentale per una buona celebrazione
liturgica. Il silenzio sacro d profondit alla preghiera.
on la riforma liturgica del
Vaticano II, il silenzio in
quanto tale entrato nelle
norme come parte integran-
te delle celebrazioni. La Co-
stituzione Sacrosantum Concilium do-
po aver determinato che si deve incenti-
vare la partecipazione attiva dei fedeli at-
traverso le acclamazioni, risposte e canti
aggiunge: Si mantenga anche, a tempo
debito, un silenzio sacro (SC 30). LIstru-
zione Generale sul Messale Romano riaf-
ferma questa determinazione, quasi negli
stessi termini: Opportunamente, come
parte della celebrazione, si deve osserva-
re il silenzio sacro (IGMR 23).
Quasi a mettere in risalto limpor-
tanza del silenzio negli atti liturgi-
ci, lApocalisse ci mostra che esso era
osservato anche nella grande litur-
gia celestiale: Quando lAgnello apr
il settimo sigillo,si fece silenzio nel cielo
per quasi mezzora (Ap 8,1).
Don Antonio Alcalde esprime con
belle parole il buon effetto di questi pe-
riodi in cui ogni fedele si raccoglie per
ascoltare nel suo cuore la voce della
grazia: Nella musica taciuta, nella mu-
sica divina del silenzio, nella solitudine
sonora, nellarmonia interiore di ognuno,
Dio far risuonare la sua eterna melodia
damore per tutte le sue creature(
1
).
Uno degli elementi di maggior
valore nella celebrazione liturgica
Il silenzio nella Liturgia non , per-
tanto, un semplice tempo di mutismo,
n dattesa vuota, tra due parti della
celebrazione. Al contrario, esso con-
naturale con la preghiera, una aper-
tura a Dio e un reincontro anche con
se stessi. Lontano dal ridurre i fede-
li a spettatori estranei e muti, esso in-
tegra pi intimamente nel mistero che
si celebra, in virt delle disposizioni in-
teriori che derivano dalla parola di Dio
che si ascolta, dei canti, delle orazio-
ni e dellunione spirituale con il sacer-
dote, conformemente a quanto risul-
ta nella Istruzione Musicam Sacram,
del 5/3/1967, sullimpiego della musica
nella Liturgia Sacra.
Il sacerdote salesiano Jos Aldaz-
bal afferma che il silenzio uno de-
gli elementi di maggior valore nella cele-
brazione liturgica e pu essere una del-
le forme pi espressive della nostra par-
tecipazione nelle celebrazioni (
2
). Don
Antonio Alcalde ancora pi categori-
co, perch lo qualifica come il momen-
to culminante della preghiera: Si deve
spiegare dovutamente ai fedeli la ragio-
ne del silenzio liturgico, il quale non il
contrario della preghiera, ma costituisce
il culmine della stessa. Aggiunge inol-
treche esso ha un valore positivo con
lobiettivo di ottenere una maggiore parte-
cipazione, un migliore culto a Dio e una
maggiore edificazione dei fedeli(
3
).
La migliore preparazione
per celebrare lEucaristia
Il migliore metodo per prepararsi
devotamente e degnamente alla Cele-
brazione Eucaristica mantenere il si-
lenzio nel luogo sacro, incluso nelle sa-
crestie e nei locali adiacenti.
A questo riguardo, Mons. Peter J.
Elliott ribadisce con tutta chiarezza:
Il silenzio la migliore preparazione al-
la Liturgia. Eccezion fatta per qualche
musica appropriata, non si deve negare
il diritto che le persone hanno alla tran-
quillit prima dellEucaristia. Per esem-
pio: non si devono permettere prove mu-
sicali o di coro, n avvisi che possano es-
sere dati pi tardi, n distrazioni nel pre-
sbiterio o in qualsiasi altro luogo(
4
).
Afferma, inoltre, che chi assiste pu
trovarsi e conversare prima della Mes-
sa, ma in un luogo ben separato dal re-
cinto dove essa sar celebrata.
Se tanto importante astenersi dal
parlare e dal disturbare, con attivit
inopportune, il raccoglimento di chi as-
siste prima della Messa, lo pi ancora,
ovviamente, durante la Celebrazione.
Novembre 2005 Salvami Regina 25
Momenti di silenzio
durante la Messa
Il Messale Romano propone vari in-
tervalli di silenzio nel corso della Cele-
brazione Eucaristica.
NellAtto Penitenziale, il sacerdote
e i fedeli devono osservare insieme un
momento di silenzio prima della pre-
ghiera Confesso a Dio onnipotente.
Nella Liturgia della Parola, se sem-
bra opportuno, ci pu esse-
re un breve tempo di silenzio
dopo ogni lettura ed anche
dopo la omelia,affinch tutti
abbiano lopportunit di me-
ditare brevemente su ci che
hanno appena ascoltato.
La Preparazione delle Of-
ferte questatto cos denso
della Celebrazione, in cui, ter-
minata la Liturgia della Parola,
si passa alla Preghiera Eucari-
stica un momento speciale
per creare un ambiente di rac-
coglimento e interiorizzazione.
Per questo si pu contare sul-
laiuto di una musica di fon-
do o di un coro che interpreti
qualche pezzo polifonico.
Terminata la distribuzio-
ne della Comunione, se op-
portuno, il sacerdote e i fedeli
preghino per un po di tempo
in silenzio, lassemblea potr
intonare ancora un inno, sal-
mo o altro canto di lode.
Don Antonio Alcalde co-
s commenta a questo propo-
sito: Se non fossero incentiva-
ti questi silenzi, la Celebrazio-
ne rischierebbe di convertirsi in una suc-
cessione di parole, preghiere e riti am-
mucchiati uno dopo laltro e ci trovere-
mo coinvolti in una partecipazione abi-
tudinaria, nella dispersione, nel rumore
e, soprattutto, nella mancanza di parte-
cipazione(
5
)
La Chiesa d una grande impor-
tanza a questi periodi di raccoglimen-
to che raccomanda persino nelle Mes-
se celebrate per i bambini, in modo da
non concedere uno spazio eccessivo al-
lazione esterna, poich anche i bambi-
ni, a loro modo, sono realmente capaci
di meditare ed hanno bisogno di impa-
rare ad entrare in se stessi e a meditare,
pregare e lodare Dio nel loro cuore(
6
).
Finalit degli intervalli di silenzio
Come si pu dedurre facilmente da
quanto detto sopra, la natura dei di-
versi intervalli di silenzio dipende dai
momenti della Liturgia in cui essi so-
no osservati. Cos, il silenzio racco-
mandato prima di iniziare la Celebra-
Nella musica divina del silenzio
Dio fa risuonare la sua eterna melodia di amore
verso tutte le sue creature
zia agli atti di ringraziamento e di lo-
de.
Un altro illustre cultore di Liturgia,
Juan Martin Velasco, aggiunge che nel-
la Messa indispensabile anche il silen-
zio dadorazione e dice che ogni comu-
nit deve scoprire il momento in cui es-
so pu essere debitamente inserito. Per-
ch spiega nessuna celebrazione avr
conseguito il livello religioso esigibile
se, in un determinato momen-
to, noi, che ad essa partecipia-
mo, non arriviamo a cadere col
viso a terra, sperimentando lin-
sufficienza delle nostre parole, la
povert dei nostri gesti migliori, l
inadeguatezza dei nostri pensie-
ri davanti alla Divina Maest, lo
splendore della bellezza, laugu-
sta santit del nostro Dio(
7
).
Nel silenzio, lintelligenza
genera la parola
SantAntonio il Grande,
nel secolo IV, faceva notare il
valore del silenzio come fonte
della parola: Anche quando
sei in silenzio, pensi. E se pen-
si, parli. Perch nel silenzio lin-
telligenza genera la parola. E la
parola di raccoglimento diretta
a Dio la salvezza delluomo.
Abbiamo bisogno, dunque,
di periodi di calma e di silen-
zio, in questa sfibrante vita di
oggi. Soprattutto nella Cele-
brazione Eucaristica, abbiamo
bisogno di un clima favorevo-
le dincontro con il mistero che
celebriamo. Dobbiamo evitare
che lansia propria della cultura moderna
faccia parte della nostra Liturgia, ci am-
moniscono a ragione Gabe Huck e Ge-
rald Chinchar nella loro opera Liturgia
con Stile e Grazia (pag. 37).
1
) Pastorale del Canto Liturgico, pag. 183.
2
) Gesti e simboli, pagg. 88 e 91.
3
) Op.cit., pag. 180.
4
) Guida Pratica di Liturgia, pagg. 84-85.
5
) Op. cit., pag. 181.
6
) Direttorio per le Messe con Bambi-
ni, 37.
7
) Messa Domenicale, p. 36.
zione e quello prescritto nellAtto Pe-
nitenziale, hanno come finalit quella
di condurre i fedeli alla concentrazio-
ne ed al raccoglimento. Altri si prefig-
gono di favorire un clima di meditazio-
ne riguardo a quello che i partecipanti
hanno appena finito di ascoltare nelle
letture o nellomelia. C anche un si-
lenzio che non esprime nientaltro che
riposo ed attesa, in un clima di calma
e tranquillit, come il momento del-
lOffertorio. Infine, il tempo di racco-
glimento dopo aver ricevuto il Corpo
di Cristo crea unatmosfera di interio-
rizzazione e di appropriazione, propi-
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26 Salvami Regina Novembre 2005
Campo Mouro, Brasile Durante la missione
mariana realizzata nella citt, Mons. Mauro Aparecido
dos Santos, Vescovo diocesano, ha incoronato la statua
dellImmacolato Cuore di Maria (in alto). Nel Monastero
della Madonna del Carmelo, gli Araldi hanno cantato
il Piccolo Ufficio della Vergine Maria, insieme alle
religiose. LOratorio dellImmacolato Cuore di Maria
peregrina di cella in cella in questo convento in cui si
vive una intensa devozione (a destra).
San Paolo, Brasile Il giorno
3 ottobre, 20 giovani hanno
ricevuto lAbito degli Araldi del
Vangelo nella Basilica della
Madonna del Carmelo.
Campos, Brasile Don Murialdo Gasparetto ha
presieduto lEucaristia nel Primo Sabato di ottobre,
nella Cattedrale del Santissimo Salvatore. Prima
della celebrazione, stato recitato il rosario e fatta la
meditazione in riparazione allImmacolato Cuore di Maria.
Novembre 2005 Salvami Regina 27
Vitria, Brasile Nella Societ di Assistenza alla Vecchiaia Abbandonata, mantenuta dalle Figlie della Carit di
San Vincenzo de Paoli, gli Araldi hanno dedicato uno spettacolo musicale (a sinistra) agli anziani e hanno portato
lOratorio del Cuore Immacolato di Maria ai malati. Nella chiesa di San Gonzalo, ha avuto luogo la cerimonia di
consegna della tunica a tre nuovi cooperatori degli Araldi (a destra).
Festa della
Madonna Aparecida
Nel giorno della Patrona del Brasile, don Joo Cl Dias
ha presieduto lEucaristia nella Cattedrale di San Paolo,
concelebrata dal Canonico Severino Martins (foto sotto).
A Rio de Janeiro, nella Parrocchia della Madonna Apare-
cida, gli Araldi carioca hanno partecipato alla processione
(foto a destra) e alla Messa celebrata da Mons Edson de
Castro Homem, Vescovo ausiliare della Arcidiocesi.
28 Salvami Regina Novembre 2005
Nel Reale Ospe-
dale Portoghese di
Beneficenza, gli Aral-
di del Vangelo portano
regolarmente lEucaristia ai
malati (1). Dopo un corso tenuto dagli Araldi, 40 fedeli
della Parrocchia della Madonna Aparecida hanno fat-
to la consacrazione alla Vergine Maria (2). Su invito di
Don Paulo Sales Costa, gli Araldi hanno partecipato al-
la processione in onore di San Francesco dAssisi, nella
Parrocchia della Madonna Aparecida (3). In visita alla
Casa degli Araldi, Don Jos Edvaldo Gomes ha elogia-
to il lavoro svolto nei collegi dai giovani di questa Asso-
ciazione, attraverso il Progetto Futuro e vita (4).
Juiz de Fora, Brasile La Banda degli Araldi di
Minas Gerais in una presentazione, alla quale hanno
partecipato con grande interesse gli alunni
dellIstituto Statale di Educazione.
A Recife, Brasile, intensa attivit
Miracema, Brasile Nella Scuola Prof. lvaro
Lontra, 400 alunni assistono a una rappresentazione
musicale del Progetto Futuro e Vita.
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Novembre 2005 Salvami Regina 29
San Carlo, Brasile Preparato da Cooperatori
degli Araldi del Vangelo, un gruppo di
universitari ha fatto la consacrazione alla
Madonna secondo il metodo di San Luigi
Grignion de Montfort.
Ribeiro Preto, Brasile Durante la celebrazione
Eucaristica nella Parrocchia della Madonna di Nazar,
Don Egg incorona la statua della Patrona.
Nuovi figli di Dio,
eredi del Cielo
Nella Chiesa di Santa Cecilia, 13 giovani can-
didati ad Araldi del Vangelo hanno ricevuto il
Battesimo e la Prima Comunione dalle mani di
Don Mario Beccar, coordinatore della Campa-
gna Salvami Regina, dellAssociazione Ma-
donna di Fatima. Le famiglie hanno seguito
emozionate la cerimonia.
30 Salvami Regina Novembre 2005
Italia Processione denominata Cammino di
Fraternit, realizzata dalle Confraternite del Santissimo
Sacramento, a Orvieto. Ha presieduto la cerimonia
Mons. Armando Brambilla, Vescovo Ausiliare di Roma;
ha partecipato anche il Vescovo di Orvieto-Todi,
Mons. Giovanni Scanalino.
Portogallo Nelle dipendenze del Seminario del Vilar, nella
citt di Oporto, centinaia di partecipanti della Campagna Il mio
Cuore Immacolato trionfer si sono riuniti per un giorno con
Maria. Adorazione del Santissimo Sacramento, concerto musi-
cale, conferenza dellAraldo Don Mauricio Sucena e Messa ce-
lebrata dallAraldo Don Pedro Paulo de Figueiredo hanno riem-
pito i cuori di entusiasmo e buona disposizione per una mag-
giore dedizione allapostolato nei propri rispettivi ambienti.
Portogallo La Corale degli Araldi lusitani ha preso parte alla Messa celebrata a Tondela da Mons. Antonio Augusto dos
Santos Martos, Vescovo di Viseu, per il 50 anniversario dellOspedale Candido de Figueiredo (a sinistra), e allEucaristia
presieduta da Don Ramalho nella Chiesa di San Jos, a Pinhal Novo, in onore della Madonna della Mercede (a destra).
Granada, Spagna Gli Araldi di Guadix nella solenne processione in onore della patrona della citt, la Madonna delle
Angustie, che attrae fedeli da tutta lAndalusia (a sinistra), e nella processione del Santissimo Sacramento nel Collegio
Monaita, in occasione dellAnno dellEucaristia (a destra).
Novembre 2005 Salvami Regina 31
Africa del Sud Gli Araldi hanno realizzato una missione
mariana nella Diocesi di Bloemfontein, percorrendo la
regione rurale di Thaba Nchu, la Parrocchia del Buon
Pastore e la Parrocchia della Montagna di Cristo, su invito
di Don Valentine Mosoeu.
El Salvador Gli Araldi hanno espresso
solidariet alle vittime delle inondazioni, alloggiate
nel Ricovero San Patrizio, a San Salvador (1). Alla
Suprema Corte di Giustizia, i funzionari pregano il
Rosario e partecipano alla solenne incoronazione
della statua del Cuore Immacolato di Maria (2).
Gioioso omaggio alla Madonna, prestato dai
bambini della United School (3).
Cile A Santiago, Messa nella sede della Corporazio-
ne di Aiuto alla Famiglia dei Carabinieri, in commemo-
razione del terzo anniversario di questa istituzione pre-
sieduta dalla dott.ssa Sylvia Spikin de Cienfuegos.
Colombia Processione a Garagoa, con la partecipazione
di migliaia di fedeli, dopo la quale Mons. Jos Vicente Huer-
tas Vargas, Vescovo Diocesano, ha presieduto lEucaristia e
incoronato la statua del Cuore Immacolato di Maria.
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Don Joo Scognamiglio Cl Dias
Presidente Generale
32 Salvami Regina Novembre 2005
La Medaglia
Miracolosa e il
Ricordatevi
Con grande spirito di
sintesi e devozione, una
prestigiosa rivista francese
narra le apparizioni della
Madonna a Santa Caterina
Labour. Racconta inoltre
numerosi fatti ricchi
in materia di fede e
devozione.
orreva lanno 1264 quando
il Papa Urbano IV affida-
va, ai principali teologi del-
lepoca, la composizione
della Sequenza della Mes-
sa del Corpus Domini, festa la cui pro-
mulgazione era imminente. Dopo essere
state elaborate, le opere avrebbero do-
vuto essere valutate e confrontate le une
con le altre, per scegliere la migliore.
Giunto il giorno della prova, riuniti i
teologi in un grande salone, il Papa de-
cise che San Tommaso dAquino legges-
se la sua composizione per primo. I con-
correnti erano grandi geni nella scienza
di Dio, tra essi il famoso San Bonaven-
tura. Tale fu lincanto con cui tutti se-
guirono le parole del Dottore Angelico
che, alla fine, gli altri strapparono i pro-
pri lavori, votando collettivamente per
il famoso e bellinno Lauda Sion.
Questo fatto commovente, carat-
teristico dei tempi in cui la Religio-
ne istituita da Ges Cristo, solidamente
stabilita nel grado di dignit che le do-
vuto, era dappertutto fiorente (Leone
XIII, Immortale Dei), mi venuto in
mente quando mi sono imbattuto nei
documenti che trascrivo di seguito.
Mi spiego. Sollecitato a redigere un
articolo sulla Medaglia Miracolosa, con-
sultando i testi riferitosi allargomento,
la mia attenzione si soffermata con pia-
cere su un articolo della rivista LAmi
du Clerg dellaprile 1907. Lho giudica-
to cos ben scritto, con un tale spirito di
sintesi e di devozione, che ho deciso di
archiviare il mio e di mettermi allopera
con un lavoro di traduzione, per mette-
re a disposizione dei lettori il testo della
pubblicazione francese.
Nonostante i fatti finali non siano
attinenti alla Medaglia Miracolosa, ma
a quella della Madonna del Perpetuo
Soccorso e al Ricordatevi, ho voluto
che fossero anche questi trascritti, da-
ta la loro ricca sostanza in fatto di fede
e devozione. Diamo dunque la parola
a LAmi du Clerg.
I APPARIZIONE DELLA
MEDAGLIA MIRACOLOSA
Il 27 novembre 1830, la Vergine Im-
macolata appariva nella cappella del-
la Casa Madre delle Figlie della Cari-
t, a Parigi.
Erano allincirca le cinque e mez-
za del pomeriggio. In un profondo si-
lenzio, Suor Caterina Labour faceva
la sua meditazione. Allimprovviso, ella
ud un rumore come un fruscio di un ve-
stito di seta, che veniva dal lato dellEpi-
stola. Alz gli occhi e vide la Santissi-
ma Vergine Maria, risplendente di luce,
che indossava un abito e un manto bian-
co color dellaurora. I piedi della Madre
di Dio posavano sulla met di un glo-
bo, le sue mani tenevano un altro globo,
che Lei offriva a Ges con unineffabile
espressione di supplica e di amore. Tutto
ad un tratto, questo quadro vivo si mo-
dificato sensibilmente, figurando quello
che poi fu rappresentato nella Medaglia
Miracolosa. Le mani di Maria, cariche
di grazie simboleggiate da anelli radio-
si che emettevano fasci di raggi luminosi
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Novembre 2005 Salvami Regina 33
che colpivano la terra, con maggior ab-
bondanza in un punto. Ecco la narrazio-
ne della devota Veggente:
Mentre io la contemplavo, la Ver-
gine Santa abbass i suoi occhi verso
di me e una voce mi disse nel fondo del
cuore: Questo globo che vedi rappre-
senta il mondo intero, specialmente la
Francia e ogni persona in particolare.
Non so esprimere quello che ho
potuto percepire della bellezza e del-
la lucentezza dei raggi.
Poi la Vergine Santa ha aggiunto:
Ecco il simbolo delle grazie che spar-
go sulle persone che mi chiamano, fa-
cendomi capire quanto Ella genero-
sa verso chi la invoca... quante grazie
concede alle persone che la invocano...
In quel momento, io ero o non ero...
non so... assaporavo quei momenti!
Si form intorno alla Santissima
Vergine un quadro un po ovalizzato,
nel quale si leggevano queste parole,
scritte a lettere doro: O Maria conce-
pita senza peccato, pregate per noi che
ricorriamo a Voi.
Poi si ud una voce che diceva: Fa
coniare una medaglia su questo mo-
dello, le persone che la porteranno con
devozione riceveranno grandi grazie,
soprattutto se la terranno al collo; le
grazie saranno abbondanti per coloro
che avranno fiducia.
La Medaglia fu coniata e si diffuse
con una meravigliosa rapidit in tut-
to il mondo, ovunque stata uno stru-
mento di misericordia, arma terribi-
le contro il demonio, rimedio per mol-
ti mali, mezzo semplice e prodigioso di
conversione e di santificazione.
II GRAZIE RICEVUTE
A partire da questo punto,LAmi
du Clerg comincia a narrare alcune
grazie ricevute per mezzo della Meda-
glia Miracolosa.
Rochefort e la Santissima Vergine
Cassagnac(
1
) ha riferito di un inci-
dente di duello che egli ha avuto con
Rochefort, a proposito di un articolo
da questi scritto su Maria Antonietta.
Era il 1 gennaio. Cadevano enor-
mi fiocchi di neve e il bianco manto sa-
liva fino alle ginocchia. Mi hanno con-
segnato la pistola per caricare le sei
palle, che Rochefort aveva ferocemen-
te preteso e che io avevo accettato con
la sprovvedutezza tipicamente giovani-
le forse, con la certezza che non sareb-
be stato necessario usarle tutte, poich
una sola sarebbe sufficiente.
Rochefort ha sparato sbagliando il
bersaglio. Io ho risposto e lui caduto.
Lho creduto morto, visto che la palla
lo aveva colpito dove io avevo mira-
to: in pieno fianco. Destino singolare
quello di Rochefort! Egli quasi sem-
pre ferito in duello.
Gli assistenti lo hanno circondato.
Molto sorpreso, il medico ha constata-
to che, invece di averlo trafitto da lato
a lato, come sarebbe dovuto succedere,
fatalmente, egli non aveva ricevuto che
una violentissima contusione. Pertan-
to, la palla era stata deviata. Cosa lave-
va fatta deviare? Il medico ha cercato
e, sempre pi sorpreso, ci ha mostrato
una medaglia forata dalla palla, esatta-
mente una medaglia della Vergine che
una mano amica aveva cucito segreta-
mente nella cintura dei pantaloni.
Senza questa miracolosa medaglia,
Rochefort sarebbe caduto morto.
Che egli venga adesso...
Otto soldati moribondi vengono con-
dotti in ospedale, uno di essi rifiuta di
confessarsi. Allora una Suora fa scivola-
re una medaglia della Vergine Santissi-
ma sotto il cuscino del povero infermo.
Il giorno seguente, lui chiama la
Suora e le dice:
Devo morire qui come un cane?
Sono cristiano e desidero confessarmi.
Io le ho proposto questo ieri e lei
mi ha detto no e ha perfino cacciato
via il sacerdote ha risposto la Suora.
vero, mi dispiace di essermi
comportato in questo modo. Che egli
venga adesso.
Gruppo scultoreo rappresentante le apparizioni
(Convento della Rue du Bac, Parigi)
34 Salvami Regina Novembre 2005
La Vergine Santa mi ha salvato!
Cos racconta la suora di un orfa-
notrofio: Alla vigilia dellImmacolata
Concezione, ho distribuito ai bambini
le medaglie della Vergine Maria, rac-
contando loro alcuni miracoli alla por-
tata della loro comprensione infantile.
Ho terminato dicendo loro che se aves-
sero portato sempre questa preziosa
medaglia, la Santa Vergine li avrebbe
preservati da qualsiasi incidente.
La nostra buona Madre non ha tarda-
to molto a confermare questa certezza, e
lo ha dimostrato in una maniera alquan-
to sorprendente: nel pomeriggio dell11
dicembre, alle sei, un bambino di cinque
anni, di nome Giuseppe, giocava davan-
ti alla sua casa con altri bimbi pressapoco
della sua et. Uno di questi, pi grande
di lui, lo spinse con una forza tale che alla
fine il piccolo cadde sotto la ruota di una
carrozza di passaggio in quel momento.
La ruota pass sopra la gamba del pove-
ro bambino. Udendo le grida disperate,
sua madre accorse in lacrime, sollev da
terra il suo povero piccolo Giuseppe, che
pensava avesse la gamba triturata, cos lo
port dentro casa. Che sorpresa! Egli
era sano e salvo. Non si potuto neanche
scorgere il segno della ruota che, prima,
tutti i testimoni della scena assicuravano
di aver visto passare sulla sua gamba.
Soltanto Giuseppe non era sorpreso,
il quale ha escalamato: vero, mamma,
non ho sofferto alcun male. vero quel-
lo che ci disse laltro giorno la Suora che
la Santa Vergine ci avrebbe protetto sem-
pre se noi avessimo portato la sua meda-
glia, cos baciava, con tutto il cuore, que-
sta medaglia a lui cos cara.
Il giorno dopo, la madre venne a rac-
contarci piena di emozione il miracolo
che la Santa Vergine aveva fatto al suo
piccolo Giuseppe.
Le persone che avevano
visto il bambino sotto la ruo-
ta della carrozza ed altre che
avevano sentito parlare del-
lincidente, lo interrogavano
a questo riguardo, ma a tut-
ti egli rispondeva mostrando
la sua medaglia:
la Vergine che mi ha
salvato!
La medaglia di Bugeaud
Bugeaud(
2
) aveva con-
servato sempre con s la
medaglia di sua figlia, nei
pericoli delle sue diciotto
campagne militari nel cor-
so delle quali tanti valoro-
si erano caduti al suo fian-
co sotto i colpi degli arabi.
Questa medaglia era ancora appesa al
suo collo quando egli mor, a 65 anni,
dando sfoggio dei pi ammirevoli sen-
timenti.
Ecco un episodio che conferma la
sua fiducia nella Madre di Dio.
In un giorno di combattimento, accor-
tosi, due ore dopo la partenza di aver di-
menticato la sua medaglia, chiam uno
spahi(
3
) e gli disse: Mio bravo soldato, il
tuo cavallo arabo pu fare quattro leghe
Il corpo incorrotto di Santa Caterina Labour venerato nella Cappella della Rue du Bac, Parigi
La sedia su cui la Madonna si seduta
durante lapparizione
allora. Ho lasciato la mia medaglia ap-
pesa nella mia tenda, nellaccampamen-
to. Io non posso cominciare una batta-
glia senza di essa. Dar ordine di fermare
la truppa e di aspettarti per unora, oro-
logio alla mano. Il cavaliere part a tutto
galoppo ed ritorn unora dopo. Nel mo-
mento in cui consegn la medaglia al vec-
chio combattente, egli la baci alla pre-
senza del suo stato maggiore, la colloc al
petto, dicendo ad alta voce: Adesso pos-
so avanzare. Con la mia medaglia, non
sono stato mai ferito. Avanti, soldati! An-
diamo a sconfiggere i cabila!
Salve da una valanga
Una valanga si era riversata su un
villaggio delle Alpi. I soldati inviati a
prestare soccorso alla popolazione tro-
varono sotto le macerie una donna e
sua figlia che avevano trascorso dodici
ore di sofferenze indescrivibili.
La madre raccont che sua figlia era
rimasta svenuta per parecchie ore cre-
dendola morta. Anche lei, desidera-
va farlo, per non agonizzare per mol-
to tempo sopra il piccolo cadavere. Al-
limprovviso, sent la mano gelida di
sua figlia toccarla.
Margherita!
Dove siamo, mamma?
Poverina, siamo nelle mani di Dio.
Era buio completo e le due infelici
avevano fatto il sacrificio delle loro vite.
Al cader della sera, esse udirono un ru-
more sordo: erano i colpi di piccone dei
soldati che andavano a soccorrerle. So-
lamente allora, queste poverette, sepol-
te vive, sentirono rinascere la speranza.
Forza! Siamo qui, da questa parte.
Per amor di Dio e della Vergine Ma-
ria, avanti!
Verso le cinque del pomeriggio era-
no salve.
I capelli della madre erano diven-
tati tutti bianchi durante queste dodi-
ci ore. Le due mostravano la medaglia
che ognuna portava al collo, dicendo:
Ecco qui la salvezza e la vita!
Ritorno al bene
Un ragazzo che, ahim, si era al-
lontanato da Dio fin dallinfanzia
aveva una madre molto devota e buo-
na. Un giorno egli si ammal grave-
mente. La morte si avvicinava rapida-
mente ma egli non voleva sentir parla-
re di Dio n di religione. Tutto ci che
la sua povera mamma tentava di fare
per lui era invano. Lei prese allora una
Medaglia Miracolosa e la mise nel let-
to del malato, senza che lui se ne ac-
corgesse. Allimprovviso, il ragazzo co-
minci ad agitarsi molto e rivolto a sua
madre le disse:
Cosa hai messo nel mio letto?
Non riesco pi a dormire.
La madre tentava di calmarlo, sen-
za comunque dire quello che aveva fat-
to. Costretta ad assentarsi per un po
lasci solo il ragazzo che sebbene mol-
to debilitato, sceso dal letto, scopr la
medaglia. Furente, prese limmagine
di Maria, si trascin fino alla porta e
grid verso sua madre:
Io non ho bisogno di queste
cose, io!
La Vergine Santissima, trat-
tata in questa maniera cos in-
degna da questo povero infe-
lice, ebbe, comunque, piet
di lui e, con un miracolo
quasi inaudito di mise-
ricordia, lo fece muta-
re completamente. Egli chiese alla ma-
dre di cercare un sacerdote e quando
questi venne, egli se confess col pi
ardente pentimento. Il giorno successi-
vo il giovane moriva serenamente, do-
po aver ricevuto tutti i sacramenti del-
la Chiesa.
1
) Paul Granier de Cassagnac e Henri
Rochefort, giornalisti e politici fran-
cesi, della fine del XIX secolo.
2
) Thomas Bugeaud, Maresciallo di
Francia, Governatore Generale del-
lAlgeria (1840-1847).
3
) Soldato di cavalleria in Algeria.
Statua della Madonna delle Grazie
venerata nella casa
San Paolo Apostolo, degli Araldi,
a San Paolo (Brasile)
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Guy de Ridder
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36 Salvami Regina Novembre 2005
SANTA ISABELLA DI UNGHERIA
Il sublime equilibrio della Chiesa
davanti alla miseria della lebbra
Madre amorosa di tutti i suoi figli, cerca comunque di avere
una attenzione pi sollecita verso coloro che pi hanno
bisogno. Ecco il commovente esempio dato da una santa.
a Santa Chiesa, Madre e
Maestra degli uomini, ha
sempre primeggiato per
il perfetto equilibrio nel-
la cura dei suoi figli. Al-
cuni cerca di condurli alla santit attra-
verso la giusta valorizzazione dei loro
numerosi doni spirituali e materiali. Al-
cuni altri, li chiama al pi elevato grado
di virt attraverso la completa accetta-
zione delle proprie privazioni, molte vol-
te dolorosissime.
Santa Isabella di Ungheria (1207-
1231) passata volontariamente da
uno stato allaltro ed stata incon-
testabilmente un esempio di quella
donna forte di cui ci parla la Sacra
Scrittura (Pr 31, 10-29). Figlia di An-
drea II, re dUngheria, si sposata col
duca di Turingia. Vedova a venti anni,
rinunci a vantaggiose seconde nozze,
desiderosa di servire Dio praticando
la povert. Non soddisfatta dei sacrifi-
ci che si impose in questa vita, decise
di salire un gradino in pi nella scuola
della perfezione passando ad occupar-
si dei lebbrosi.
Nel suo libro Storia di Santa Isa-
bella di Ungheria, Charles de Mon-
talembert, celebre scrittore francese
del secolo XIX, ha tracciato un quadro
struggente dellatteggiamento som-
mamente materno e compassionevo-
le della Chiesa Cattolica di fronte alla
malattia pi temuta e ripugnante, qual
stata la lebbra.
Riproduciamo a seguire, per ledi-
ficazione dei lettori, la sua descrizio-
ne frammista di realismo e compassio-
ne cristiana.
* * *
I lebbrosi erano continuamente og-
getto della predilezione di Santa Isa-
bella dUngheria e in un certo mo-
do perfino della sua invidia, perch la
lebbra era, tra tutte le miserie umane,
quella che meglio di ogni altra poteva
strappare dalla vita le sue vittime. Fra-
te Gerardo, Provinciale dei francesca-
ni della Germania, un giorno, si era re-
cato a farle visita ed ella si mise a par-
lare lungamente della santa povert,
alla fine della conversazione esclaman-
do: Ah, Padre mio, quello che io vor-
rei prima di tutto e dal profondo del
mio cuore, essere trattata in ogni co-
sa come una lebbrosa qualsiasi. Vor-
rei che si facesse a me quello che si fa
a questa povera gente, una piccola ca-
panna di paglia e fieno, un panno ap-
peso davanti alla porta, per avvertire
quelli che vi passano accanto, ed una
cassa, affinch in essa si potesse collo-
care un po di elemosina.
Rappresentanti del peso
dei dolori umani
Ci sia permesso, per spiegare que-
ste prodigiose parole della santa, in-
trodurre a questo punto della nostra
narrazione alcuni dettagli sul modo
nel quale la lebbra e gli sfortunati col-
piti da essa, sono stati considerati nel
corso dei secoli dai cattolici.
In quei tempi di fede universale, la
religione poteva lottare apertamente
contro tutti i mali della societ, di cui
ella era sovrana assoluta. A quella triste
miseria suprema che era la lebbra, ella
opponeva tutti i lenimenti che la fede e
la piet religiosa sapeva generare nelle
anime cristiane. Non potendo estingue-
re i deplorevoli risultati materiali del
male, sapeva per lo meno fermare il di-
sprezzo morale che poteva colpire quel-
le infelici vittime. Le rivestiva con una
specie di consacrazione pietosa e le de-
signava come rappresentanti supremi
del peso dei dolori umani di cui Ges
si era fatto carico e che i figli della sua
Chiesa hanno come primo dovere di at-
tenuare nei loro fratelli. La lebbra ave-
va, dunque, a quellepoca, un qualcosa
di sacro agli occhi della Chiesa e dei fe-
deli: era un dono di Dio, una distinzio-
ne speciale, unespressione, per cos di-
re, dellattenzione divina.
Novembre 2005 Salvami Regina 37
I malati erano oggetto costante della predilezione di Santa Isabella
dUngheria (quadro di Murillo, Ospedale della Santa Carit, Siviglia)
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Muoia per il mondo e
rinasca per Dio!
Gli annali della Normandia (Fran-
cia) raccontano che un cavaliere dil-
lustre lignaggio, Raoultz Fitz-Giroie,
uno dei prodi del tempo di Guglielmo il
Conquistatore, essendosi fatto monaco,
chiese umilmente a Dio, come una gra-
zia particolare, di essere colpito da una
lebbra incurabile, in modo da riscatta-
re cos i suoi peccati. Fu esaudito! La
mano di Dio, di quel Dio sempre giusto
e misericordioso, aveva toccato un cri-
stiano, lo aveva raggiunto in una manie-
ra misteriosa e inacessibile per la scien-
za umana; da allora cera un qualcosa di
venerabile nel suo male. La solitudine,
la riflessione, il ritiro con la vicinanza
solamente di Dio, diventarono una ne-
cessit per il lebbroso, ma lamore e le
preghiere dei suoi fratelli lo seguivano
nel suo isolamento.
La Chiesa ha sempre saputo concilia-
re la pi tenera sollecitudine verso que-
sti sfortunati rampolli della sua fami-
glia, con le misure imposte per la salu-
te di tutti, al fine di evitare la propaga-
zione del contagio. Chiss se nella sua
Liturgia c niente di pi toccante e nel
contempo di pi solenne, del cerimo-
niale denominato separatio leprosorum
(separazione dei lebbrosi), con il quale
si procedeva allallontanamento di colui
che Dio aveva raggiunto, nei villaggi do-
ve non esisteva lospedale consacrato ai
soli lebbrosi. Si celebrava in sua presen-
za la Messa dei defunti, si benedicevano
tutti gli utensili che gli sarebbero dovu-
ti serviti nella sua solitudine; quindi ogni
partecipante gli dava la sua elemosina.
Il Clero, preceduto dalla croce e seguito
da tutti i fedeli, lo conduceva poi in una
capanna isolata che gli era stata assegna-
ta come abitazione. Sul tetto di questa il
prete collocava un p di terra del cimite-
ro, dicendo:
Sis mortuus, mundo, vivens iterum
Deo! Che tu muoia per il mondo e ri-
nasca per Dio!
Il prete gli rivolgeva quindi un ser-
mone consolatorio, nel quale gli face-
va intravedere le gioie del Paradiso e la
sua comunione spirituale con la Chiesa,
delle cui preghiere egli beneficiava nel-
la sua solitudine ancor pi di prima. In-
fine piantava una croce di legno davan-
ti alla porta della capanna, v colloca-
va una cassetta per ricevere lelemosi-
na dai passanti, e tutti si allontanavano.
Soltanto a Pasqua i lebbrosi potevano
uscire dai loro tumuli, proprio come
Ges ed entrare per alcuni giorni nel-
le citt e nei villaggi al fine di parteci-
pare alle gioie universali della Cristiani-
t. Quando morivano cos isolati, si ce-
lebravano per loro i funerali con luffi-
cio dei Confessori non pontefici.
il bacio dei lebbrosi che
guarisce la mia anima
Il pensiero della Chiesa era stato
compreso da tutti i suoi figli. I lebbrosi
ricevevano dal popolo i nomi pi dol-
ci e pi consolatori: erano chiamati i
malati di Dio, i cari poveri di Dio,
i buoni. Piaceva ricordare che lo
stesso Ges Cristo era stato designato
dallo Spirito Santo come un lebbroso:
E noi lo reputavamo come un lebbro-
so (Is 53,4). Egli aveva un lebbroso
come anfitrione quando Maria Mad-
dalena era venuta a ungerGli i piedi;
con frequenza, aveva assunto questa
forma per apparire ai suoi santi sulla
terra. Si aggiunga che fu principalmen-
te dopo le peregrinazioni in Terra San-
ta e dei Crociati che la lebbra si diffu-
se in lEuropa, e quest origine ne ac-
cresceva il carattere sacro. Un ordine
della cavalleria, quello di San Lazzaro,
era stato fondato a Gerusalemme per
essere consacrato esclusivamente alla
cura dei lebbrosi e aveva un lebbroso
come Gran Maestro; ed anchen ordi-
ne femminile si era votato allo stesso
38 Salvami Regina Novembre 2005
Santa Isabella dUngheria
(Cattedrale di Lisieux, Francia)
fine nella stessa citt, nellospe-
dale Saint Jean lAumnier.
Una volta, il vescovo Ugo di
Lincoln monaco certosino
mentre celebrava la Messa, am-
mise i lebbrosi al bacio della pa-
ce. Al suo cancelliere che gli ri-
cordava come San Martino gua-
riva i lebbrosi baciandoli, il ve-
scovo rispose: S, il bacio di San
Martino guariva la carne dei leb-
brosi, invece il bacio dei lebbrosi
quello che guarisce la mia ani-
ma. Tra i re e i grandi della terra,
Santa Isabella non stata lunica
a onorare Cristo nei successori di
Lazzaro: principi illustri e potenti
consideravano questo dovere co-
me una delle prerogative delle lo-
ro corone. Roberto, re di Fran-
cia, visitava instancabilmente i
suoi ospedali. San Luigi li tratta-
va con unamicizia tutta fraterna,
facendo loro visita allHpital des
Quatre-Temps e baciava le loro
piaghe. Enrico III, re dInghilter-
ra, faceva lo stesso.
Simpegnavano a prestare ai
lebbrosi i pi umili servizi
La contessa Sibilla delle Fiandre,
avendo accompagnato suo marito Teo-
dorico a Gerusalemme, nel 1156, anda-
va allospedale di Saint-Jean lAum-
nier, per prendersi cura dei lebbrosi ivi
ricoverati, mentre il conte nel frattempo
combatteva gli infedeli. Un giorno men-
tre stava lavando le piaghe di questi sfor-
tunati, senti, come Santa Isabella, il suo
cuore ribellarsi contro una tanto ripu-
gnante occupazione. Subito dopo, per
castigarsi, port alla bocca lacqua di cui
si era appena servita e la degluti, dicen-
do al suo cuore: bene che tu appren-
da a servire Dio con questi poveri, ecco il
tuo compito, a costo di morire.
Soprattutto i santi del Medioe-
vo hanno testimoniato una devo-
zione sublime ai lebbrosi. Santa
Caterina da Siena ebbe le sue ma-
ni contagiate dalla lebbra pren-
dendosi cura di una vecchia leb-
brosa che lei stessa volle avvolgere
nel sudario e interrare; ma, dopo
aver perseverato fino alla fine nel
sacrificio, vide le sue mani tornare
bianche e pure come quelle di un
bimbo appena nato ed una soa-
ve luce uscire dalle parti che era-
no state pi colpite. San France-
sco dAssisi e Santa Chiara, la sua
nobile seguace, Santa Odilia del-
lAlsazia, Santa Giuditta di Polo-
nia, Santo Edmondo di Canterbu-
ry, e pi tardi San Francesco Sa-
verio e Santa Giovanna di Chan-
tal si compiacevano nelloffrire ai
lebbrosi i pi umili servizi. Fre-
quentemente le loro preghiere ot-
tenevano per loro una guarigione
istantanea.
in seno a questa gloriosa com-
pagnia che Santa Isabella occupava
gi il suo posto per la brama invin-
cibile del suo cuore verso Dio che lei sem-
pre vedeva nella persona dei poveri.
* * *
Qui termina il brano del letterato-
storico. Quanto fa bene ascoltare una
testimonianza cos intensa e sublime di
come, in ogni tempo, la Chiesa ha visto
e trattato i suoi figli pi sfortunati!
La Chiesa proprio una Madre!
Strumento semplice e utile per diffondere lEucaristia
In occasione della diffusione dellopu-
scolo Ges, con noi nellEucaristia,
lAssociazione Madonna di Fatima ha ri-
cevuto un importante incoraggiamento
da Sua Eccellenza Revma Mons. Sta-
nislaw Rylko, Presidente del Pontificio
Consiglio per i Laici a continuare ad
offrire la propria disponibilit al ser-
vizio della Chiesa e dei suoi Pasto-
ri operando specialmente nella Nuova
Evangelizzazione, sotto lo sguardo di Maria, Donna
Eucaristica.
Reverendo Padre, Ringrazio per
la sua lettera del 26 Settembre, insie-
me alla quale mi ha inviato il fascico-
lo: Ges, con noi nellEucaristia,
uno strumento semplice e allo stes-
so tempo profondo, molto utile per
diffondere la conoscenza del Mi-
stero Eucaristico e crescere nella
sua devozione.
Colgo loccasione per inviarle
i miei pi cari saluti
Mons. Stanislaw Rylko
L
Novembre 2005 Salvami Regina 39
175 anni dalle apparizioni
a Cappella della Medaglia
Miracolosa in Rue du Bac,
a Parigi commemora i 175
anni dalle apparizioni della Vergine
Maria a Santa Caterina Labour.
Maria, nostra Madre, venuta a
farci visita qui in questa Cappella per
trasmetterci un messaggio di fede, spe-
ranza e carit diretto ad ognuno di
noi, e soltanto questo gi sufficien-
te per giustificare il giubileo spie-
ga il cappellano, Don Bernard Pon-
sard. Liniziativa ha anche lobiettivo
di risvegliare nei parigini la coscien-
za che nella loro citt c un santua-
rio mariano di irradiazione interna-
zionale equivalente a quello di Lour-
des. Ogni anno accorrono alla Cap-
pella di Rue du Bac quasi 2,5 milio-
ni di pellegrini provenienti da tutto il
mondo, mentre essa relativamente
poco frequentata dagli abitanti di Pa-
rigi, lamenta Don Bernard.
Il giubileo, aperto l8 settembre,
avr la durata di due mesi, con nu-
merose manifestazioni che permet-
teranno di diffondere ancor pi il
messaggio della Madonna a circa
seimila pellegrini che visitano quo-
tidianamente il Santuario.
Uno di loro, Olivier, di 29 anni,
ha manifestato nel giornale cattoli-
co francese La Croix il suo entu-
siasmo per la Cappella della Meda-
glia Miracolosa: Ci che c di molto
bello qui,come, del resto, in tutti i san-
tuari mariani, che le persone vengo-
no qui tali quali sono. Qualunque sia-
no le nostre mancanze, Maria qui
per accoglierci, come una madre ac-
coglie suo figlio. Qui, la tenerezza di
Dio passa attraverso la Vergine. per
questo che in questa Cappella incon-
triamo persone tanto differenti.
Interno della Cappella della Rue du Bac, a Parigi
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Nuovo libro di Benedetto XVI


Nella Sala Stampa della Santa Sede
stato presentato lultimo libro del Pa-
pa Benedetto XVI, dal titolo La Ri-
voluzione di Dio.
Lopera, composta da dodici discor-
si pronunciati dal Santo Padre a Colo-
nia, durante la 20 Giornata Mondia-
le della Giovent, riporta anche il te-
sto delludienza generale del 24 ago-
sto, nella quale il Pontefice ha fatto il
bilancio di quel grande evento. Lintro-
duzione del Cardinale Camillo Rui-
ni, presidente della Conferenza Epi-
scopale Italiana e Vicario del Papa per
la Diocesi di Roma.
Questo libro soprattutto una pre-
ghiera; la preghiera, ladorazione di Cri-
sto Eucaristico, stata la nota dominan-
te della 20 Giornata Mondiale della
Giovent. Nel libro, come in quella gior-
nata, traspare la gioia per la bellezza del-
la fede, per la bellezza di Cristo e della
vita in Cristo ha affermato il Cardi-
nale Ruini nella conferenza di lancio.
Giubilo in Brasile allannuncio
della venuta del Papa
stata accolta con grande giubi-
lo la notizia che Sua Santit Benedet-
to XVI andr in Brasile per linaugu-
razione della 5 Conferenza Genera-
le del Consiglio Episcopale Latino-
Americano (CELAM) che si terr nel
Santuario della Aparecida nel maggio
2007.
La scelta del luogo stata comu-
nicata dal Santo Padre in una udien-
za concessa ai Cardinali Francisco Ja-
vier Errzuriz, Arcivescovo di Santia-
go del Cile e Presidente del CELAM,
Cludio Hummes (San Paolo), Pedro
Rubiano Senz (Bogot) e Jorge Ma-
rio Bergoglio (Buenos Aires).
Siamo felici di questa comunica-
zione del Papa, afferma il comuni-
cato ufficiale del CELAM. I dirigenti
di questo importante organismo epi-
scopale si erano manifestati perfetta-
mente disposti a realizzare a Roma la
V
40 Salvami Regina Novembre 2005
AIUTI ALLE VITTIME DEL TERREMOTO IN PAKISTAN
I cristiani sono stati i primi ad arrivare
Appena sono state divulgate le prime notizie della catastrofe che
si abbattuta nel sud dellAsia, le organizzazioni cattoliche locali
si sono mobilitate per prestare i primi soccorsi ai bisognosi e
continuano instancabilmente in questopera di carit cristiana.
olontari cattolici di
tutto il Pakistan e di
altri paesi sono ac-
corsi a Islamabad
per collaborare nel-
le operazioni di soccorso e assisten-
za alle vittime del terribile terremo-
to che ha causato devastazioni e mor-
te finora non ancora interamente va-
lutati.
Tra questi sono numerosi i medi-
ci e infermieri, visto che lemergen-
za sanitaria la pi preoccupante:
si teme il sorgere di epidemie, do-
vute alla precariet della situazio-
ne in cui vivono le migliaia di feriti,
ammalati e sfollati, con scarsit per-
sino di acqua pulita.
Lavoratori manuali,
sacerdoti e religiose
Molti volontari cattolici si dedi-
cano al pesante lavoro di scavare tra
le macerie, inizialmente alla ricerca
di sopravvissuti e poi con lobietti-
vo di trovare e raccogliere i cadave-
ri. Sacerdoti e religiose si danno da
fare per offrire assistenza ai bambi-
ni e agli anziani. Si preoccupano an-
che delle persone che hanno perso i
loro cari e vagano senza alcun pun-
to di riferimento, bisognose, soprat-
tutto, di appoggio spirituale e psico-
logico per uscire dallo sconforto e
dalla disperazione.
Numerosi lavoratori cattolici
hanno ingrossato le file della Cari-
tas pakistana e di altre organizza-
zioni umanitarie di ispirazione cri-
stiana e si sono mobilitati per for-
nire generi di prima necessit agli
sfollati. Operando con sollecitudi-
ne, la Caritas ha organizzato imme-
diatamente campi di rifugiati, rac-
colte di alimenti, medicinali, tende
e vestiti per gli sfollati che hanno bi-
sogno di essere aiutati ad affrontare
il duro inverno in questa regione di
alta montagna.
Seminaristi, studenti,
medici e infermieri
Anche seminaristi e studenti di
collegi cattolici si sono presentati
con entusiasmo per lavorare nella
distribuzione di alimenti e vestiario
nei campi dei rifugiati. Tra questi si
distinguono gli alunni delle scuole
e degli oratori diretti dai Padri Sa-
lesiani. Cento alunni della Scuola
di Formazione Professionale della
Congregazione Salesiana di Laho-
re aiutano nel compito di recupero
delle vittime e prestano servizio al-
le persone che hanno bisogno di as-
sistenza immediata.
LAgenzia Spagnola di Coope-
razione Internazionale (AECI) se-
gnala la sua benefica presenza ad
Arya, nel Kashmir pakistano, una
zona distante e di difficile accesso
dove finora non erano arrivati gli
aiuti. Qui la AECI ha installato un
centro di assistenza medica forma-
to da una trentina di professionisti
(medici, infermieri e tecnici), atti a
dare assistenza ai feriti. Un secon-
do gruppo di spagnoli giunto con
materiale medico, sanitario e uma-
nitario.
Una solidariet che
supera tutte le barriere
I cristiani sono stati i primi ad ar-
rivare alle popolazioni colpite dal ter-
remoto. Ho assicurato al Presiden-
te del Pakistan il completo appoggio
della Chiesa nelle operazioni di soc-
corso e di recupero, afferma in un
comunicato Mons. Lawrence Sal-
danha, Arcivescovo di Lahore e
presidente della Conferenza Epi-
scopale pakistana.
Ricordando che mai nella storia
di questo paese si era verificata una
catastrofe di dimensioni tanto gra-
vi, lArcivescovo invita i suoi fedeli
a mostrare una solidariet che supe-
ri qualsiasi barriera di lingua, di na-
zionalit, di cultura, di classe sociale
e di religione.
La Commissione Giustizia e Pa-
ce, dei vescovi pakistani, scesa an-
chessa in campo. Oltre a diffonde-
re appelli per sensibilizzare tutti,
cristiani e non, ha organizzato col-
lette di fondi e ha promosso altre
iniziative, lavorando a fianco di al-
tre associazioni non governative del
paese, incluse quelle musulmane.
(Agenzia Fides)
L
Novembre 2005 Salvami Regina 41
IX Incontro annuale della RIIAL
a Rete Informatica della Chie-
sa nellAmerica Latina (RIIAL)
ha realizzato nei giorni 10-14
ottobre il suo IX Incontro Continenta-
le, al quale hanno partecipato 80 rappre-
sentanti dellAmerica Latina, della Spa-
gna e dellItalia.
Limportante evento ha avuto come
sede la citt boliviana di Cochabamba,
incastonata in una valle a 2800 metri di
altitudine, e benedetta dallenorme mo-
numento del Cristo della Concordia, che
accoglie a braccia aperte tutti i visitatori.
Latto inaugurale stato la Celebra-
zione Eucaristica presieduta dal Cardi-
nale Julio Terrazas Sandoval, Arcivesco-
vo di Santa Cruz de la Sierra, che aveva
come concelebranti Mons. Jess Jurez,
presidente della Conferenza Episcopale
Boliviana, e vari altri vescovi e sacerdoti.
Un altro punto alto dellIncontro
stata lesposizione fatta da Mons. En-
rique Planas, del Consiglio Pontifi-
cio per le Comunicazioni Sociali, che
ha messo in risalto la grande sfida che
il progresso della tecnologia presenta
per la Chiesa: Come informatici e co-
municatori, i membri della RIIAL sono
chiamati ad essere gli areopagiti moder-
ni. Devono proclamare dallalto dei tetti
quello che trasmesso alludito.
La sfida della RIIAL per lanno
2006 quella di diffondere e di parte-
cipare ai preparativi per la V Confe-
renza della CELAM, che si realizzer
nel maggio 2007, in Brasile.
In distacco, Mons. Enrique Planas durante lesposizione nellIncontro
della RIIAL. In alto, il gruppo dei partecipanti allevento
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5 Conferenza, perch per loro la co-


sa pi importante contare sulla pre-
senza del Papa. Benedetto XVI, tut-
tavia, prendendo in considerazione il
numero enorme di cattolici nellAme-
rica Latina, ed il suo peso per tutta la
Chiesa, ha deciso che fosse realizza-
ta in un paese latino-americano, ed ha
scelto il Brasile.
Notizie di Fatima
Mons. Serafim Ferreira e Silva, ve-
scovo di Leiria-Fatima, rispondendo
al desiderio manifestato diverse vol-
te da Suor Lucia di essere sepolta vi-
cino a Francisco e Giacinta, ha annun-
ciato che il suo corpo sar traslato al
Santuario di Fatima il giorno 19 Feb-
braio 2006.
Come stato stabilito dalla Ret-
toria del Santuario di Fatima, i primi
dieci anni del nuovo millennio saran-
no dedicati, in successione, ad ognu-
no dei precetti del Decalogo. Il tema
annuale per la riflessione dei pellegri-
ni nel 2006 avr, pertanto, come ba-
se il sesto Comandamento della Leg-
ge di Dio Non commettere atti im-
puri.
Mons. Serafim Ferreira da Silva
ha chiesto ai pellegrini che si presen-
tino con la maggior decenza possibile
quando parteciperanno alle cerimonie
nel Santuario. Il Prelato ha marcato la
differenza tra lo stare in un luogo pub-
blico come una piazza o una spiaggia
e lo stare in un luogo di preghiera, e
ha informato che i funzionari saranno
dora in avanti pi esigenti sotto que-
sto profilo.
Nellanno 2004, sono state celebra-
te nel Santuario 176.298 confessioni,
numero superiore ai quattro anni pre-
cedenti.
Suora indiana sulla via dellaltare
stato aperto nella Diocesi di In-
dore (India) il processo di beatificazio-
ne della Suora Clarissa Maria Rani, re-
ligiosa di un istituto fondato a Kerala,
legato alla Famiglia Francescana.
Aveva quarantanni e si dedicava a
prestare assistenza alle famiglie indi-
genti quando stata assassinata, nel
1995, da un militante fondamentalista
hindu che le ha inferto 50 colpi di pu-
gnale.
Mons. Gorge Anathil, Vescovo di
Indore, ha ricordato che Maria Rani
stata uccisa per odio alla fede. Nelle
prime deposizioni presentate, stata
scelta questa affermazione della Ser-
va di Dio: Quanto pi soffriamo per la
causa della nostra fede in Ges Cristo,
tanto pi crescer e si fortificher, attra-
verso la nostra testimonianza, la comu-
nit cattolica in India.
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42 Salvami Regina Novembre 2005
Madonna Aparecida, Patrona del Brasile
l giorno 12 ottobre, 155mila fedeli sono andati a ve-
nerare la Patrona del Brasile nel suo Santuario della
Aparecida del Nord.
La Messa solenne della Festa stata presieduta dal-
lArcivescovo Mons. Raymundo Damasceno Assis e con-
celebrata da diversi vescovi e decine di sacerdoti.
Con Maria, nellAnno dellEucaristia, costruire una
cultura di pace, stato il tema della novena preparato-
ria di questanno. In unit con tutta la Chiesa, evochia-
mo lAnno Eucaristico, decretato dal Papa Giovanni Pao-
lo II, perch sappiamo che lEucaristia fonte inesauribi-
le di vita e di pace, ha spiegato Don Jorcio, rettore del
Santuario.
Il pubblico ha accolto con entusiasmo lannuncio, fat-
to da Mons. Raymundo Damasceno, della visita che il
Papa Benedetto XVI far al Santuario della Aparecida
nel maggio 2007.
Il Santuario sta celebrando mezzo secolo dallinizio
della costruzione della Basilica Nuova e anche i 75 an-
ni della Proclamazione della Madonna Aparecida come
Patrona del Brasile. stato il Papa Pio XI che ha sta-
bilito, in un decreto del 16 luglio 1930: Nominiamo e
dichiariamo la Beatissima Vergine Maria concepita sen-
za peccato, famosa sotto il titolo di Aparecida, Patrona
Principale di tutto il Brasile vicino a Dio.
Il Santuario Nazionale dellAparecida sta accogliendo
un numero sempre crescente di pellegrini durante lan-
no. Nel 1900 si calcolava il numero annuale di visitanti
in 150mila. Nel 1957 il numero ha raggiunto il milione di
persone. Oggi le statistiche parlano di 7 milioni di pelle-
grini per anno.
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25 anniversario del pi
grande canale televisivo
religioso del mondo
LEternal Word Television Network
(EWTN), canale televisivo fondato da
Madre Angelica, nota in tutto il mon-
do, ha compiuto in ottobre 25 anni di
missione evangelizzatrice.
Migliaia di persone, tra le quali lArci-
vescovo di Denver (USA), Mons. Charles
Chaput, si sono riunite nel Centro Con-
venzioni di questa citt per celebrare lan-
niversario e dimostrare apprezzamento
e affetto alla sua fondatrice, la tenace re-
ligiosa che oggi ha 82 anni di et.
La rete televisiva EWTN vanta 125
milioni di telespettatori in 147 paesi,
oltre alla sua diffusione via radio e via
internet. (ACI)
2 Corso sullEsorcismo e
Preghiera di Liberazione
Si realizzata allAteneo Pontifi-
cio Regina Apostolorum, a Roma, la
lezione inaugurale del secondo Cor-
so su Esorcismo e Preghiera di Li-
berazione, promosso da questo Ate-
neo in congiunto col Gruppo di Ri-
cerca e Informazione Socio-Religio-
sa (GRIS).
Con una durata prevista fino alla
met di febbraio 2006, il corso acco-
glie sacerdoti, studenti di teologia che
si preparano per il sacerdozio, religio-
si e a patto di presentare una richie-
sta ben fondata e documentata an-
che laici.
Oltre a questo, il corso potr es-
sere seguito in videoconferenza da
Bologna, Perugia, Assisi, Madda-
loni (CE) e da altre citt del mon-
do.
Gli specialisti che prenderanno
parte al corso come professori affron-
teranno il tema sotto diversi aspetti:
biblici, antropologici, scientifici, teo-
logici, storici, pastorali, liturgici e giu-
ridici.
Il problema del satanismo e del-
lesoterismo nel mondo giovanile sar
anche oggetto di una particolare consi-
derazione. (Fides)
Una processione con due
milioni di fedeli
Con grande fede e fervore, quasi
due milioni di fedeli hanno partecipa-
to al 213 Cero di Nazar, realizzato a
Belem do Par, il 9 ottobre.
La prima processione del Cero av-
venuta nellanno 1793, in adempimen-
to di una promessa fatta dal presidente
dellallora Provincia del Par, Capita-
no maggiore Francisco de Souza Cou-
tinho. Allora parteciparano circa dodi-
cimila persone, inclusi duemila solda-
ti della milizia in uniforme di gala. Al-
lepoca, si trattava di una grande mol-
titudine.
Oggi il Cero di Nazar si presenta
come il maggiore evento religioso del
Brasile, e forse del mondo.
S
Carlos Moya Ramrez
La Festa
della Madonna
del Pilar
Novembre 2005 Salvami Regina 43
aragozza, 12 ottobre. Dalle
prime ore dellalba, centi-
naia di migliaia di spagnoli,
ornati con i loro costumi ti-
pici regionali, sfilano per le
principali vie della citt in direzione del-
la Piazza del Pilar. Mano a mano che ar-
rivano, depositano ai piedi di una grande
Statua della Vergine milioni di fiori che
andranno ad abbellire il prezioso manto
multicolore formato intorno a lei.
Di che cosa si tratta?
La Spagna intera, e specialmen-
te la regione dellAragona, ripete una
delle pi sentite celebrazioni: la festa
della Madonna del Pilar, patrona del-
la Ispanit.
Alle ore 12, nella Basilica, solenne
Messa pontificale presieduta dallAr-
civescovo Mons. Manuel Urea, con-
celebrata dallArcivescovo emerito,
Mons. Elias Yanes e dai canonici del
Capitolo. La moltitudine di fedeli che
ha riempito il tempio assiste devota-
mente alla Celebrazione.
Nel pomeriggio gli aragonesi mo-
strano le loro doti artistiche e musicali
con un magnifico concorso di danze e
canzoni regionali, conosciute popolar-
mente come jotas, a cui il numeroso
pubblico assiste con entusiasmo.
Il giorno dopo, le strade di Saragoz-
za tornano ad essere scenario dellaf-
fetto e della devozione che gli spagno-
li professano alla venerata statua del-
la Madonna del Pilar. Migliaia di per-
sone, rappresentanti di tutte le regio-
ni della Spagna, si dirigono con i loro
stendardi e splendidi costumi tipici al-
la cappella della Vergine, per offrirle i
migliori frutti dei loro raccolti, in se-
gno di ringraziamento per tutte le gra-
zie ricevute nel corso dellanno.
Alla fine, a chiusura delle festivi-
t, si realizza lemozionante processio-
ne del Rosario di Cristallo, formata da
carri con vetrate illustranti allegorie
diverse, venti delle quali rappresenta-
no i misteri del Santo Rosario.
La processione del
Rosario di Cristallo (a
sinistra) uno dei punti
culminanti della festa
A sinistra,
Messa pontificale
presieduta da
Mons. Manuel
Urea nella
Basilica. A
destra, fedeli,
che durante
lintera giornata,
depositano fiori
ai piedi di una
grande statua
della Vergine
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LA PAROLA DEI PASTORI
44 Salvami Regina Novembre 2005
Rigettare la bellezza
rigettare la verit e lamore
Molto opportuni gli insegnamenti del Cardinale Juan Lus
Cipriani Thorne, nella Conferenza pronunciata al Congresso
su La Pastorale della Cultura in America, promosso dal
Pontificio Consiglio della Cultura.
Cardinale Juan Luis Cipriani Thorne
Arcivescovo di Lima e Primate del Per
n una preghiera carica del ri-
conoscimento della bellez-
za di Dio, SantAgostino ha
detto magistralmente nelle
sue Confessioni: Tardi vi ho
amato, Bellezza, tanto antica e tanto
nuova, tardi vi ho amato!
Nella sua essenza, luomo sta-
to creato con la sete del bello. Riget-
tare la bellezza , pertanto, rigettare
anche la verit e lamore, impoveren-
do le possibilit di unelevata qualit
di vita delluomo, chiamato a sentir-
si e ad essere figlio di Dio, unesigen-
za impellente della nuova evangeliz-
zazione ai nostri giorni.
Il dono della bellezza e la
virt della temperanza
Noi uomini abbiamo bisogno della
bellezza per non cadere nella dispera-
zione. Cos come la verit, la bellezza
d gioia al cuore degli uomini. Nella
diffusione della verit rivelata che ha
fatto tanto bene allumanit, e conti-
nuer a farlo fino alla fine dei tempi ,
la bellezza del Vangelo ha reso pi tra-
sparente alla conoscenza umana la sua
Buona Novella della Redenzione.
Con i piedi per terra, si deve aver
presente che il dono della bellezza cor-
risponde, in grado e senso speciali, alla
virt della temperanza, in quanto ca-
pace di conservare e difendere lordi-
ne interiore delluomo. Come ha det-
to Josef Pieper, la temperanza bella
in se stessa e rende bello chi la pratica.
La bellezza, come splendore del be-
ne e della verit, irradiata spontanea-
mente da ogni essere che coltiva lor-
dine, presenta al mondo la temperan-
za in un aspetto spirituale, che mette
al posto giusto lausterit e la virilit,
portando con la sua condotta serenit
ed equilibrio alla societ umana.
La bellezza della temperanza non
un aspetto accidentale della condot-
ta umana, perch questa considerazio-
ne basilare dellantropologia cristia-
na si riferisce non solo alla conforma-
zione del corpo sotto linflusso dellani-
ma, ma anche alla dipendenza del cor-
po in relazione allanima. Sotto questa
luce della bellezza della temperanza si
comprende pi facilmente la necessit
di ogni disciplina esterna, la legittimi-
t dellordine sociale, per quanto si ri-
ferisce, per esempio, il buon uso libero
e responsabile dei sensi, nella condotta
individuale e collettiva di ogni persona.
Pertanto, ridurre la dimensio-
ne umana a ci che meramente uti-
le o a ci che produce appena un esi-
to materiale o un semplice piacere sen-
sibile, cosa tanto frequente alla nostra
epoca, reclama il riscatto della via del-
la bellezza per rifare e promuovere,
senza dubbio con sforzo e temperanza,
quello che rende veramente felice luo-
mo e la donna nel corso della loro vita
in questo mondo. Allora possiamo dire
con Clemente di Alessandria che la vi-
ta intera del Cristianesimo un lungo
giorno di festa. (...)
Niente esiste nulla di pi
amabile del volto di Maria
Con lapertura del Nuovo Mondo
a Cristo, abbiamo visto la bellezza di
una conversione di praticamente tut-
ta la popolazione americana autocto-
Novembre 2005 Salvami Regina 45
na al Cristianesimo. Sulle ombre della
Storia si distaccano le luci dellappari-
zione della nostra Madre Santa Maria
in Guadalupe, come poi sarebbe suc-
cesso in Europa con le apparizioni di
Lourdes e di Fatima. Maria, con tutta
la sua bellezza e tutta la sua purezza,
venuta a confortarci con la sua solleci-
tudine materna. Ha riempito di gioia
e di pace i nostri spiriti. Ci ha spinti
espressamente ad edificare templi de-
dicati a suo Figlio Ges e a Lei stessa,
nostra Madre. Niente vi di pi ama-
bile della bellezza del volto della Ma-
dre nostra, che riempie lanima di au-
tentica felicit. Anche le vite dei santi
sono temi che hanno risvegliato il lin-
guaggio dellarte nel nostro Continen-
te. Basti menzionare Santa Rosa da
Lima, San Martino di Porres e San Tu-
ribio di Mogrovejo, tra gli altri.
Larte, strumento prezioso
di evangelizzazione
In questo contesto, gli artisti han-
no espresso non solo la loro fede, ma
anche il loro senso catechetico, at-
traverso la bellezza delle cose divi-
ne, che si riflette anche nelle molte-
plici espressioni architettoniche, let-
terarie, culturali e musicali, strumenti
preziosissimi della prima e della nuo-
va evangelizzazione della Chiesa, ed
anche dei popoli americani.
Gli artisti cristiani hanno avuto pre-
sente nel corso dei secoli che il cul-
to non esiste per larte, ma larte per il
culto. Questa considerazione ci porta
a non trascurare mai lo splendore del
culto, il rituale della Liturgia, larmo-
nia della musica sacra, la cortesia del-
la devozione, perch sono espressioni
di bellezza che ci conducono ad un le-
game sempre pi intimo con Cristo e
sono strumenti della nuova evangeliz-
zazione. Perch la Liturgia ben vissu-
ta esprime in maniera ammirabile tut-
ta la bellezza della fede.
Cristo la personificazione
della verit e della bellezza
Concretamente, la devozione al-
la Umanit di Cristo manifestata mol-
te volte, dallinnocenza della sua infan-
zia fino alla sua morte nella Croce, ha
aperto un panorama immenso di con-
templazione ed espressione artisti-
ca religiosa, oltre alla pratica religiosa
nelle sue forme di devozione popola-
re. Cristo la verit e la bellezza in per-
sona, la venuta delleternit nel tempo,
dellinfinito nel finito. Anche la vita di
San Giuseppe, specialmente in Ameri-
ca, svela una bellezza teologica, espres-
sa in modo mirabile nella pittura, della
vita dello sposo castissimo di Maria.
Cos come la perdita della contem-
plazione spirituale delle cose di Dio
ha ostacolato la capacit del dialo-
go interpersonale nella societ in cui
viviamo, la bellezza della conoscen-
za teologica indica il cammino di ri-
torno a questa centralit della vita di
chi crede in Cristo Nostro Signore. Si
tratta di cercare da parte di tutti noi
la conoscenza delle realt divine, nel-
la misura in cui questo possibile ad
ognuno di noi. (...)
Dobbiamo sforzarci a riscattare
lo splendore della bellezza
Per concludere in una approssima-
zione che ci permetta di trovare pun-
ti di appoggio che esprimano le sfide
affrontate oggi dal processo di evan-
gelizzazione riguardo alla bellezza,
mi permetto di proporre alcune idee:
necessario coltivare nello spi-
rito attuale larte della contemplazio-
ne, senza la quale la bellezza perde la
forza che viene dalla ricchezza inte-
riore dellessere umano.
urgente approfondire, nel
campo della riflessione, lo studio del-
la metafisica che ci permetta di tra-
scendere il lato meramente fisico nel-
la espressione dellarte
Dobbiamo analizzare e, se neces-
sario, correggere determinate forme
falsamente artistiche che sono soltan-
to un rifiuto dellordine naturale del-
lessere umano e, ancor pi, una nega-
zione implicita del contributo della fe-
de che fa dellarte e della bellezza uno
strumento di evangelizzazione. Queste
espressioni negative impoveriscono e
ostruiscono il processo evangelizzatore.
Essendo la liturgia il linguaggio
della fede, dobbiamo sforzarci spe-
cialmente a riscattare lo splendore
della bellezza, curando le forme di
espressione come il canto, e quelle
esteriori, come la pittura e lelegan-
za. Non lasciamo che un complesso, a
volte molto comune, confonda questi
valori della bellezza,: la povert non
in lotta con la bellezza, n con la puli-
zia, n con leleganza.
Infine, citando il cardinale Rat-
zinger, bene ricordare che la bellez-
za fallace, falsa che acceca luomo e
non lo fa uscire da se stesso per aprir-
si allestasi di elevarsi alle cime, ma lo
imprigiona totalmente e lo chiude in se
stesso una bellezza che non risve-
glia la creativit dellartista, al contra-
rio, provoca lansia, la volont di po-
tere, la possessione, il puro piacere, la
bugia (Cfr il Messaggio ai partecipanti
al Meeting di Rimini, 9/2/2003).
Il Cardinale Cipriani durante lomelia nella Cattedrale di Lima
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Maria Teresa Ribeiro Matos
46 Salvami Regina Novembre 2005
STORIA PER BAMBINI O PER ADULTI PIENI DI FEDE?
La lucciola
Giovanna piangeva afflitta: il giorno successivo, la sua casa sarebbe
stata pignorata per il pagamento di un debito gi rimesso! Ma Dio,
padre degli orfani e delle vedove, venuto in suo aiuto, attraverso
una semplice lucciola.
ontemplando il sole che
tramontava allorizzonte,
Giovanna pensava al suo
destino, in compagnia di
Fernando, il figlioletto di
sei anni. Dopo un certo tempo di silen-
zio, chinata la testa sulle braccia si mise
a piangere. Quale la causa di questo do-
lore?
Giovanna era rimasta vedova da po-
co tempo. Luigi, suo marito, era mor-
to la primavera precedente. Era un ra-
gazzo molto stimato in paese. Grazie
al suo spirito imprenditoriale, era riu-
scito con alcuni risparmi a comperare
la casetta in cui ora si trovavano Gio-
vanna e il piccolo Fernando.
Lacquisto, tuttavia, non soltanto gli
aveva mangiato tutto quanto aveva ri-
sparmiato, ma lo aveva obbligato anche
a fare alcuni debiti, che contava di pa-
gare un po alla volta. La morte prema-
tura vittima di una epidemia che ave-
va fatto irruzione nel villaggio lasciando
molte famiglie nel lutto e nel dolore
era venuta a interrompere i suoi piani.
Luigi lavorava con molta dedizione
per un ricco proprietario, il quale, co-
me ricompensa, gli aveva imprestato
ottocento franchi per lacquisto della
piccola propriet. Il giovane si era im-
pegnato a pagare cento franchi allan-
no al suo protettore.
Sette rate erano state pagate con
puntualit, mancava soltanto lultima.
Ma, durante lepidemia, era morto an-
che il creditore di Luigi ed ora i suoi ere-
di esigevano dalla vedova il pagamento
della somma totale di ottocento franchi.
Invano la vedova giur e garan-
t che mancavano soltanto cento fran-
chi. Non avendo alcuna ricevuta o una
qualche altra prova, il giudice decise
che la propriet sarebbe stata venduta
per saldare il debito del marito dece-
duto. Il giorno seguente, la casa sareb-
be stata pignorata e lei, oltre ad aver
perduto il marito, sarebbe rimasta an-
che senza un posto dove andare.
Per questo la povera vedova, guar-
dando verso il cielo quella sera, ap-
pariva tanto triste: quella sarebbe sta-
ta lultima notte che avrebbe trascorso
nella sua piccola abitazione.
* * *
Fernando, senza capire bene quello
che stava succedendo, avvicinatosi alla
mamma le disse:
Mamma, non piangere pi. Ricor-
dati di quello che pap diceva prima di
morire: Dio il protettore delle ve-
dove e il pap degli orfani. In tutte le
difficolt, prega Lui: Dio veglier su di
voi, non vi abbandoner. Non era cos
che lui diceva?
S, cos, figlio mio rispose Gio-
vanna, dolcemente consolata dal ricor-
do di queste parole.
Allora, perch mamma piangi tan-
to? Prega Dio, Egli ci deve soccorrere...
Hai ragione ammise lei, abbrac-
ciando il figlio che aveva saputo con-
fortarla con parole tanto inattese in un
bambino della sua et.
La giovane madre inginocchiata,
giunse le mani cominci a pregare con
fervore.
O Padre Nostro, per mezzo del-
la Vostra Madre, io Vi chiedo, ascol-
tate la preghiera di una povera ma-
dre afflitta e di un orfano abbandona-
to! Non abbiamo nessun aiuto in que-
sto mondo, ma Voi siete onnipotente e
per questo Vi invochiamo nella nostra
afflizione. Non permettete che lingiu-
stizia ci cacci via da questa casa.
* * *
Al termine di questa preghiera, la
giovane vedova si sent profondamen-
te commossa. Fernando che guardava
dalla finestra, allimprovviso grid:
Guarda, mamma, guarda! C una
stella che si muove, guarda! ...Ades-
so salita... scende pi vicina a noi!...
La stellina sta entrando dalla finestra,
mamma!... Guarda come bella!...
una lucciola, una luccioletta, fi-
glio mio. Di giorno sembra un insetto
qualunque, ma di notte brilla molto,
come stai vedendo adesso.
Posso prenderla, mamma? Brucia
con quella lucetta?
No, non brucia, figlio mio. Puoi
prenderla quanto vuoi. una luce
fredda, puoi prenderla senza paura.
Fernando non aspett neanche un
momento. Corse dietro alla luccio-
la che, penetrata nella stanza da let-
Novembre 2005 Salvami Regina 47
to, era caduta al suolo. Ma non riusc
a prenderla, perch linsetto si era rifu-
giato sotto un grande armadio.
Io la sta vedendo da qui, mamma.
Ma non riesco a raggiungerla... Come
brilla!
Aspetta un poco, figlio mio. Pre-
sto lei uscir e allora potrai prenderla.
Fernando aspett un po. Ma, im-
paziente di prendere la lucciola, sup-
plic la mamma:
Aiutami, mammina, aiutami! Fal-
la uscire da l...O altrimenti sposta un
poco larmadio, che io la prenda...
Giovanna si alz per soddisfare il
figlio e con un poco di sforzo riusc a
scostare larmadio. Il bambino, affer-
rato linsetto, un po timoroso allini-
zio, cominci ad esaminarlo. La cosa
pi curiosa fu che, spostando larma-
dio dalla parete, qualcosa cadde l die-
tro, producendo un lieve rumore. Gio-
vanna si abbass per vedere di che co-
sa si trattasse. Era una sorta di quader-
netto, con annotazioni e documenti.
Che cosera mai?
* * *
La giovane vedova si messi immedia-
tamente ad esaminare quanto scoperto,
al lume di candela, non pot evitare un
grido di sorpresa e di gioia. Era un qua-
derno di note sugli affari del marito.
L erano annotate tutte le rate che lui
aveva pagato al ricco proprietario che
gli aveva imprestato gli ottocento fran-
chi. Tra le carte trov una ricevuta do-
ve era scritto: Dichiaro che il giorno di
San Martino aggiuster i conti con Lui-
gi Blum, il quale al momento mi deve
solamente cento franchi.
Era la salvezza tanto ansiosamen-
te attesa...Era la prova che le manca-
va, era Dio, insomma, che aveva man-
dato quella lucciola ad indicare il luo-
go dove erano riposti i conti del marito.
Per questo lei, alzati gli occhi al cielo, in
segno di gratitudine a Nostro Signore e
alla sua Santissima Madre, abbracci il
figlio, fuori di s dalla gioia per il vero
miracolo che era appena avvenuto.
Il piccolo Fernando, a cui lei spieg
il significato di quel documento, le ri-
spose graziosamente:
Sono stato io, mamma, sono stato
io che lho scoperto! Se io non ti aves-
si chiesto di spostare larmadio, tu non
avresti trovato la carta...
S, mio caro figlio, sei stato tu. Ma
stato soprattutto Dio, che ha manda-
to il bellinsetto, per darci lopportu-
nit di spostare larmadio e scoprire il
quadernetto. Lui che dobbiamo rin-
graziare, questo Dio di bont, che tan-
to prontamente ha ascoltato le nostre
preghiere. stato Dio che ci ha inviato
la lucciola, figlio mio!
* * *
Il giorno successivo, Giovanna usci-
ta molto presto, si diresse a casa del giudi-
ce. Il magistrato la accolse subito e, ricono-
scendo lautenticit della ricevuta del debi-
to, mand a chiamare il principale erede.
Costui, leggendo il documento, ri-
mase confuso, senza sapere che cosa
dire. Alla fine, pentito per quello che
aveva fatto, esclam:
C qui, senza alcun dubbio, la mano
della Provvidenza! Mi perdoni, signora
Giovanna, per il modo in cui lho trattata,
per la tristezza e le preoccupazioni che le
ho causato. Per ricompensarla in qual-
che modo, le abbono come regalo i re-
stanti cento franchi. Lei non mi deve pi
nulla. Dio ha voluto salvarla, io, da parte
mia, voglio fare quello che alla mia por-
tata. Pertanto, se in futuro avr bisogno
di qualche cosa, venga pure da me, che
avr il piacere di aiutarla. Vedo che lei ha
fiducia in Dio e questa fiducia pi pre-
ziosa di tutto loro del mondo..
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1. Solennit di Tutti i Santi. La Chie-
sa propone alla venerazione dei fedeli,
in questa data, tutti i santi che sono nella
gloria di Dio (in Brasile, la commemora-
zione trasferita a domenica, giorno 6).
Beato Nuno lvares Pereira (+
1431). In Portogallo memoria obbli-
gatoria e si commemora il giorno 6. Co-
nestabile del Regno, vincitore di molte
battaglie, distribuite le sue ricchezze, ha
abbandonato il mondo e ha fatto il suo
ingresso nellOrdine Carmelitano, sotto
il nome di Nuno di Santa Maria.
2. Commemorazione di tutti i fedeli
defunti. Festa. Madre sollecita, la San-
ta Chiesa prega in questo giorno per
le anime di tutti quelli che sono morti
sotto il segno della fede e sono ancora
in attesa della Beatitudine eterna.
3. San Martino di Porres (+1639).
Memoria facoltativa. nato a Lima,
in Per, da un nobile spagnolo e da
una ex schiava negra. Avendo una va-
sta conoscenza in farmacia e chirurgia,
ha esercitato questa professione prima
di entrare come frate laico nellOrdi-
ne Domenicano. Nel monastero, sta-
to infermiere sia della comunit con-
ventuale sia dei malati esterni. Gli so-
no attribuiti numerosi miracoli.
4. San Carlo Borromeo (+1584). Me-
moria obbligatoria. Cardinale e Arcive-
scovo di Milano. Pastore infaticabile al
servizio della Chiesa, ha istituito collegi
e seminari per la formazione del Clero e
si impegnato con coraggio alla riforma
dei costumi della societ del suo tempo.
5. Beato Gomidas Keumurgian (Co-
sme de Carboniano), sacerdote e mar-
tire (+1707). Ordinato nella Chiesa
Armena, ha propagato con fermezza la
fede professata nel Sinodo di Calcedo-
nia. stato perseguitato e decapitato
mentre pregava il Credo.
6. XXXII Domenica del Tempo Co-
mune. (In Brasile si celebra la solenni-
t di Tutti i Santi.
Beata Cristina di Stommeln, vergi-
ne (+1312). nata a Stommeln, vicino
a Colonia (Germania). A dodici anni
entrata in convento e a quindici ha ri-
cevuto le stimmate della Passione. Ha
affrontato in modo ammirevole dure
tentazioni.
7. Santo Atenodoro (sec.III). Vesco-
vo a Nuova Cesarea, in Cappadocia.
Di nobile famiglia pagana, si conver-
tito al Cristianesimo insieme a suo fra-
tello, San Gregorio Taumaturgo.
8. Beato Giovanni Duns Scoto
(+1308). Presbitero dellOrdine dei
Frati Minori, nato in Scozia, grande
difensore del dogma dellImmacolata
Concezione di Maria, stato professo-
re di filosofia e di teologia a Canterbu-
ry, Oxford e Parigi.
9. Festa della Dedicazione della Ba-
silica di San Giovanni in Laterano. Co-
struita dallimperatore Costantino nel
324, questa Basilica la prima in digni-
t delle Chiese di Occidente, per il fatto
di essere la Cattedrale di Roma.
10. San Leone Magno, papa e dotto-
re della Chiesa (+461). Memoria ob-
bligatoria. Grande difensore della fede
contro gli eretici manichei, pelagiani e
nestoriani. Ha affrontato Attila, re de-
gli Unni, nel 452, e Alarico, re dei Van-
dali, nel 455.
11. San Martino di Tours, vescovo
(+397). Memoria obbligatoria. Dopo
essersi convertito al Cristianesimo, ha
abbandonato la carriera militare e si
dedicato alla vita eremitica. Vescovo di
Tours, si dedicato allevangelizzazio-
ne missionaria.
12. San Giosafat, vescovo e martire
(+1623). Memoria obbligatoria. Con-
vertito alla religione cattolica, si fatto
religioso di San Basilio ed stato eletto
Vescovo di Polock, nella Rutenia (Ucrai-
na). Si impegnato a convertire i suoi
fratelli ucraini. E stato assassinato da un
gruppo di fanatici nemici della Chiesa.
Scene della vita di Santa Caterina di Alessandria (Museo Unterlinden, Colmar, Francia)
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13. XXXIII Domenica del
Tempo Comune.
Santa Agostina Pietrantoni,
vergine (+1894). Della Congre-
gazione delle Suore della Cari-
t di Santa Giovanna Thouret.
Mentre prestava servizio ai po-
veri nellOspedale Santo Spirito
a Roma, stata pugnalata da un
malato a cui si era dedicata con
particolare carit.
14. Santi Nicola Tavelic, Deo-
dato da Ruticino, Stefano da Cu-
neo e Pietro da Barbona, sacer-
doti e martiri (+1391). Religiosi
francescani bruciati vivi dai sara-
ceni a Gerusalemme, dove pre-
dicavano la fede cattolica.
15. SantAlberto Magno, ve-
scovo e dottore della Chiesa
(+1280). Memoria facoltativa.
entrato a far parte dellOrdi-
ne Domenicano a Parigi, sta-
to professore di teologia e di fi-
losofia, avendo come alunno San
Tommaso dAquino.
16. Santa Margherita di Scozia
(+1093). Memoria facoltativa. Model-
lo di sposa, madre e regina.
Santa Gertrude, la Grande, vergi-
ne (+1302). Memoria facoltativa. Re-
ligiosa cistercense a Eisleben (Germa-
nia). Ha avuto rivelazioni riguardo il
Sacro Cuore di Ges.
17. Santa Isabella di Ungheria, reli-
giosa (+1231). Memoria obbligatoria.
Figlia del re di Ungheria, si sposata
con Luigi IV di Turingia da cui ha avu-
to tre figli. Dopo la morte del marito,
ha lasciato il castello per condurre una
straordinaria vita di carit. morta a
24 anni prestando servizio agli amma-
lati nellospedale di Marburgo, fonda-
to da suo marito.
18. Dedicazione delle Basiliche di
San Pietro e San Paolo. Memoria fa-
coltativa.
19. San Rocco Gonzles, SantAlonso
Rodrguez e San Giovanni del Castillo,
San Colombano, aba-
te (+615). Memoria facoltati-
va. Monaco irlandese, partito
con dodici compagni per evan-
gelizzare altri popoli dellEuro-
pa. Ha fondato pi di 250 mona-
steri, tra i quali quello di Bobbio
(Piacenza), dove morto.
24. SantAndrea Dung Lac e
116 compagni. Memoria obbliga-
toria. Martirizzati in Vietnam sei
di loro nel secolo XVIII, gli altri tra
gli anni 1835 e 1862 -, hanno sop-
portato con eroismo umanamente
inesplicabile i pi atroci tormenti.
25. Santa Caterina di Ales-
sandria, vergine e martire (+
sec. IV). Memoria facoltativa in
Brasile. Ha sofferto il martirio
durante la persecuzione di Dio-
cleziano. Il suo corpo si venera
nel Monte Sinai.
26. Beata Delfina (+ 1358-60).
Sposa di SantElzeario di Sabran,
Duca di Ariano (nel Regno di Napoli).
Hanno deciso di comune accordo di vi-
vere in verginit, come mezzo per rag-
giungere la perfezione. Entrati nel Ter-
zo Ordine di San Francesco, si sono de-
dicati alle opere di misericordia.
27. I Domenica dellAvvento.
Madonna della Medaglia Miracolo-
sa, o delle Grazie (vedi pagg. 32-37).
28. Santa Teodora, abadessa
(+980). Discepola di San Nilo, il Gio-
vane, in Calabria.
29. Beati Dionisio della Nativit di
Berthelot, sacerdote, e Redento della
Croce Rodriguez, religioso (+1638).
Due Carmelitani Scalzi che sono stati
martirizzati dai maomettani nellIsola
di Sumatra.
30. SantAndrea Apostolo. Festa.
Fratello di San Pietro, stato il primo
a ricevere la chiamata di Ges. mor-
to crocifisso a Patrasso, dopo aver pre-
dicato il Vangelo in Acaia e altre regio-
ni della Grecia.
Ordinazione episcopale di San Martino di Tours
(Museo di Saint-Denis, Parigi)
sacerdoti e martiri (1628). Memoria ob-
bligatoria in Brasile. Missionari gesuiti,
evangelizzatori nelle riduzioni indige-
ne del Rio de la Plata, sono stati marti-
rizzati da alcuni indi ostili alla religione.
20. Domenica. Solennit di Cristo
Re dellUniverso.
San Gregorio Decapolita, monaco
(+842). stato maestro di San Giu-
seppe, lInnografo, nel monastero di
Latoma. morto a Costantinopoli,
mentre lottava in difesa del culto alle
immagini sante.
21. Presentazione della Santissima
Vergine nel Tempio di Gerusalemme.
Memoria obbligatoria.
22. Santa Cecilia, vergine e martire
(+250). Memoria obbligatoria. Il suo cor-
po si trova nelle catacombe di San Calli-
sto, a Roma. la patrona dei musicisti.
23. San Clemente I, papa e martire
(+ I sec.). Memoria facoltativa. Terzo
papa dopo San Pietro Apostolo, ha scrit-
to una lettera ai corinzi per riconciliarli.
M
Jos Antonio Dominguez
50 Salvami Regina Novembre 2005
Esistono
le fate?
a che domanda...
Certo che no! Ora,
soltanto qui fra noi
due, lettore, sen-
za che nessuno ci
ascolti: se esistessero, allora si potrebbe
ben dire che il castello di Chenonceaux
stata opera di una fata.
Senza dubbio, se potessimo vedere
come questo era originalmente e lo pa-
ragonassimo a quello che oggi, sarem-
mo tentati di credere che la sua trasfor-
mazione sia stata fatta da uno di quei
geni della mitologia infantile che, toc-
cando semplicemente con la propria
bacchetta magica gli oggetti, capace
di trasformare pietre grezze in gioielli.
Il solido ed austero torrione medie-
vale, che vediamo sul lato sinistro, ci
d lidea della costruzione primitiva,
che includeva un mulino fortificato.
Purtroppo, non ci sono rimaste fo-
to... Ma, in base allo stile della vec-
chia torre circolare, possiamo imma-
ginare la fortezza: mura spesse ed al-
te, tagliate, in cima, da feritoie e rin-
forzate da torrioni, agli angoli della co-
struzione; allentrata, un portone inva-
licabile, con davanti un ponte levatoio,
sospeso da grosse catene di ferro, per
una difesa efficace contro gli attacchi
di sorpresa. Tutto nel castello era ro-
busto e votato al combattimento.
Ma, ad un certo momento, il genio
della guerra stato vinto dallo spirito
della pace. stato allora che una fa-
ta ha trasformato le rustiche pietre del
mulino nel bel palazzo che affonda le
sue fondamenta nelle acque del fiume
Cher e punta le guglie delle sue ele-
ganti torri verso il cielo. La solidit ha
ceduto il posto alla leggerezza.
La costruzione di un ponte, che uni-
sce il palazzo allaltra riva, stata ope-
ra di un ingegnere di talento. Ma sol-
tanto una fata sarebbe stata capace di
concepire lidea di continuare il palaz-
zo sopra le acque del fiume.
Quando le fate stavano per comple-
tare la costruzione facendo sorgere sul-
la riva opposta unaltra meraviglia, i
monarchi francesi hanno fissato la Cor-
te a Parigi, abbandonando le residenze
reali che possedevano nelle altre regio-
ni del paese, portando con s quasi tut-
te le fate della Francia per costruire in
quella citt palazzi che ancora oggi me-
ravigliano il mondo intero.
Chenonceau lascia intravvedere an-
cor pi la sua bellezza quando si ris-
pecchia nelle acque serene, profonde
e pensierose dello Cher. Soprattutto
nelle notti di festa, quando si presenta
solennemente addobbato. La sua im-
magine splendente emerge dal fondo
del fiume e quasi quasi dubitiamo del-
la realt: tanto bello che non ci sem-
bra neanche fatto da una mano uma-
na... E, allora, abbiamo nostalgia di un
mondo molto pi bello e perfetto, che
non siamo giunti a conoscere, ma nel
quale desideriamo vivere: il Paradiso.
Se i nostri progenitori non avessero
peccato, certamente lumanit forme-
rebbe nellEden una civilt perfettis-
sima, di uno splendore difficile da im-
maginare. Col peccato di Adamo, tut-
tavia, luomo stato degradato, per-
dendo molti dei doni dei quali Dio lo
aveva favorito. Ma rimasta nella sua
anima la nostalgia di quella felicit.
Questa nostalgia del Paradiso si
manifesta in molte attivit, soprattutto
nellarte. Per questo, troviamo in tante
civilt che raggiungono una certa auge
di raffinatezza la tendenza a costruire
palazzi sontuosi, poich luomo anela
continuamente ad una esistenza nel-
la quale non traspaiano gli effetti del
peccato originale.
Anche se non completato, Chenon-
ceaux attira lammirazione del mondo
intero. Le sue torri continuano ad er-
gersi contro un nemico oramai inesi-
stente, i suoi saloni ormai non servono
pi come cornice per la corte dei re di
Francia, i suoi giorni di splendore so-
no cessati. Ma ancora, esso risveglia
in chi lo contempla il desiderio di abi-
tarlo. Non tanto per avere una vita pi
comoda o di delizie, ma principalmen-
te per fuggire da un mondo nel quale
ormai non ci sono pi fate e che non
capace di costruire palazzi, n begli
edifici, perch non aspira pi al Cielo.
Se il castello di Chenonceaux, caro
lettore, le ha strappato dal cuore una
esclamazione di ammirazione, con-
templi le foto per alcuni istanti, pri-
ma di girare pagina. Poi chiuda gli oc-
chi ed immagini come esso sarebbe, se
le fate esistessero... ed avessero com-
pletato la costruzione sullaltra riva del
fiume. Non vero che sarebbe stato un
vero castello dei racconti di fate?
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Ti ricorderai
di me?
Dimmi, Signora, dimmi:
Quando me ne andr da questa terra,
Tu, Ti ricorderai di me?
Quando a tutti saranno note
Le mie ore spese male
E Tutti i peccati
Che io, meschino, ho commesso,
Tu, Ti ricorderai di me?
Quando arriver il momento
Che il giudizio si abbatter
Un rimedio, spero, di ottenere
Dalle tue dolci suppliche.
Tu, Ti ricorderai di me?
Quando dovr affrontare il momento
Di rendere il preciso conto
Del grande bene che da Te
E da tuo Figlio ho ricevuto,
Tu, Ti ricorderai di me?
Quando la mia anima terrorizzata,
per paura di essere condannata,
perch si sente tanto colpevole
si lamenter mille volte di s,
Tu, Ti ricorderai di me?
Dimmi, Signora, dimmi:
Quando me ne andr da questa terra,
Tu, ti ricorderai di me?
(Traduzione della poesia Dimmi, Signora,
di Juan lvarez Gato (1445-1510)
Statua pellegrina del
Cuore Immacolato di
Maria, benedetta da
Giovanni Paolo II
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