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com Giuseppe Guarino Giovanni 6:40 Questa la volont di colui che mi ha mandato, che tutti coloro che vedono il Figlio e credono in lui abbiano vita eterna ed io li resusciter nellultimo giorno. (Traduzione mia)
Premessa. Il testo della Nuova Riveduta traduce il testo originale nelledizione critica Nestle Aland. La mia traduzione invece dal testo Maggioritario. La piccola differenza, dovuta alla scelta della lettura di manoscritti diversi, come chiaro, non incide assolutamente con il significato. Poich questa la volont del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciter nellultimo giorno. (Nuova Riveduta)

Il commento Questa la volont di colui che mi ha mandato Qual la volont di Dio? La gente di solito si interroga sullesistenza di Dio. Ma riflettere sullesistenza di Dio e su quale sia la Sua volont, sono praticamente due domande che vanno insieme. Ges ci ha rivelato di Dio che Egli suo Padre. Anche noi credenti chiamiamo giustamente Dio Padre, perch siamo suoi figli. Ma lo siamo in quanto adottati a Lui in Cristo Ges (Efesini 1:4 6) e sigillati con lo Spirito Santo (Efesini 1:1114). Ges invece il Figlio Unigenito di Dio (Giovanni 1:18, Giovanni 3:16), perch unico il rapporto di figliolanza che lo lega al Padre Celeste. Ges pu quindi parlare della persona e della volont di Dio con unautorit che nessun altro ha mai potuto vantare. Egli ha visto Dio (Giovanni 6:46). Parla delle cose che il Padre gli ha detto (Giovanni 8:26). Egli stesso personalmente la manifestazione visibile del Dio per sua natura invisibile (Giovanni 1:18 Nuova Diodati). Per questo proprio il quarto vangelo lo definisce la Parola di Dio (Giovanni 1:1) perch per mezzo di lui Dio diviene visibile, come per mezzo della parola il pensiero invisibile viene espresso, divine, in un certo senso, visibile. Ges allora ci conferma lesistenza di Dio, in quanto egli stesso testimone oculare dellesistenza di Dio, e ci comunica la sua volont in quanto inviato di Dio stesso. Alcuni sono convinti che il Sovrano delluniverso non si interessi delle sue creature. vero, ci sono uomini che non hanno amore per i loro figli. Ma questo non lo stato naturale. Di solito lamore genitoriale un chiaro riflesso dellamore che Dio nutre per lumanit, per le sue creature. Luomo di oggi come se respingesse continuamente la chiamata di Dio sul cellulare da una parte, e poi dallaltra si lamentasse di non riuscire a comunicare con Lui. Per dirla con altri termini oggi di certo familiari: non c uomo al quale Dio non inoltri la sua richiesta di amicizia. Un altro appunto doveroso. La Parola di Dio, la Bibbia, ci spiega la Persona di Dio, il suo relazionarsi con la sua creatura, definendolo Padre. Ma Dio non ha sesso dico lovvio? Non n uomo, n donna. Quindi, in una societ come la nostra, libera da concetti quali il patriarcato

dellantichit, possiamo benissimo dire che Dio ci Padre, ma ci anche Madre, che le sue qualit genitoriali non sono, come per noi essere umani, legate al nostro sesso le madri partoriscono i figli, i padri no; i padri sono di solito pi autoritari, le madri indulgenti; ecc... Dio invece un genitore perfetto, perch perfetto Egli per sua natura ed essenza. Chi lo rappresenta con la barba, quasi stanco, seduto su un trono nel cielo, fa torto alla sua grandezza e potenza. Dio non uomo, n donna. Non Padre nel senso letterale della parola e non c quindi bisogno che ci aspettiamo che qualcun altro o altra ci faccia da Madre: ci non necessario, perch il ruolo genitoriale rivestito da Dio perfetto in ogni sua forma, non essendo vincolato ad una sessualit che non possiede, ma alle Sue Eterne Qualit Divine. che tutti coloro Linvito della Parola di Dio rivolto ad ogni uomo, a chiunque, ad ogni individuo interessato a conoscere Dio e la sua volont, perfettamente rivelati da Ges al mondo. Nel quarto vangelo luniversalit dellinvito alla salvezza uno dei tempi esposti gi da subito. Gi nel primo capitolo scrive Giovanni: Egli venuto in casa sua.... Forse oggi viene un po difficile comprendere quanto rivoluzionaria fosse la predicazione cristiana del primo secolo. Ges era ebreo. Ebrei erano i suoi discepoli. Ebraiche le Scritture che promettevano larrivo del Messia. Eppure linvito rivolto da Pietro alla Pentecoste e le vicende che immediatamente seguono, culminano in una visione avuta dallo stesso apostolo e con lEvangelo che annunciato ai non giudei chiamati di solito gentili, ma anche stranieri. Poi Ges stesso chiama Saulo di Tarso e gli affida la missione specifica di annunciare lEvangelo ai Gentili. Paolo ne parla ai Galati in questi termini La missione di Paolo cre imbarazzo agli anziani credenti giudei di Gerusalemme che dovettero decidere cosa imporre della Legge mosaica ai credenti non ebrei Atti 15. Noi non ebrei non dobbiamo mai 1. smettere di ringraziare Dio perch ci ha salvati, 2. pregare sempre e rispettare il popolo ebraico la cui elezione Dio non ha mai inteso dimenticare o accantonare vedi Romani 11.

che vedono il Figlio In questo punto del nostro commento dobbiamo sottolineare come la traduzione del verbo greco non possa essere altrettanto efficace nella nostra lingua quanto risulta invece il termine originale. Notiamo infatti la differenza nelle traduzioni, segno proprio delle varie possibili sfumature del vocabolo originario: Nuova Riveduta, contempla segue la scelta della Luzzi Nuova Diodati La Nuova Diodati fa una scelta piuttosto singolare e, secondo me, anche facile da criticare: che chiunque viene alla conoscenza del Figlio Io invece preferisco tradurre il brano: che tutti coloro che vedono il Figlio. una traduzione letterale e semplice e fondamentalmente rispondente al senso primo del verbo originale. Theoreo utilizzato qui dallapostolo Giovanni significa in greco vedere. Ma non il vedere fugace, trascurato, bens losservare, implica sforzarsi di capire ci che si vede. Molti parlano di Ges, troppi ne parlano senza avere vagliato attentamente i fatti che lo riguardano, ne parlano per sentito dire. Il verbo utilizzato qui dallevangelista quello che ha dato origine alla parola teatro. Quindi qui la Scrittura ci suggerisce, ci invita, a fermarsi come quando andiamo a teatro o, invenzione pi recente, al cinema per concentrare la nostra attenzione sugli eventi accaduti ormai quasi 2000 anni fa, ed in particolare sulla persona al centro di quegli eventi, il Figlio di Dio, Ges di Nazareth.

Pietro utilizza un vocabolo che pu ricollegarsi alla nostra discussione. 2 Pietro 1:16, Infatti vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Ges Cristo, non perch siamo andati dietro a favole abilmente inventate, ma perch siamo stati testimoni oculari della sua maest. Noi non siamo stati spettatori come gli apostoli della gloria di Ges, della sua morte e resurrezione, ma possiamo leggere di lui e vedere, contemplare, vagliare quanto accaduto allora, tramite le pagine vive della Parola di Dio. un privilegio, non un limite. Non infatti il primo evento storico che pu comprendersi meglio a posteriori piuttosto che nel periodo in cui ha avuto luogo. Non vero forse anche per la nostra vita, quando spesso comprendiamo solo dopo aver vissuto dei fatti il senso autentico di ci che accaduto? Anche leggere un libro, spesso ci rivela molti pi dettagli di un film! Lo studio della Parola di Dio getter sempre pi luce sulla persona di Ges e il piano di Dio compiutosi in lui, la perfetta salvezza gi prevista ed annunciata nelle pagine della Genesi fino alla redenzione finale promessa al ritorno del Signore Ges nellApocalisse. Dalla Bibbia abbiamo un quadro completo con tanti dettagli che sono convinto siano sfuggiti alla maggioranza di tutti coloro che vissero quei giorni tranne gli apostoli e i credenti ovviamente. e credono in lui abbiano vita eterna Cosa significa credere in Ges? Perch bisogna credere proprio in lui? Vi sono stati molti profeti nella storia di Israele. Isaia, Geremia, Eliseo, Elia, Daniele, ecc... ma Ges una persona speciale, non un semplice profeta. Non a caso che lautore dellepistola indirizzata agli Ebrei sottolinei proprio questo fatto. Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi. Egli, che splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si seduto alla destra della Maest nei luoghi altissimi. (Ebrei 1:13) impossibile sottovalutare la forza di questa serie di affermazioni. Diversi i temi discussi. Intanto il Figlio di Dio rivela la volont del Padre, che parla attraverso lui. Nelloriginale greco manca larticolo davanti alla parola Figlio. Potremmo, quindi, cercare di interpretare cos le parole dellautore sacro: Nellantichit Dio ha parlato in varie occasioni e in vari modi ai nostri antenati per mezzo di uomini chiamati per ci profeti. Adesso, per, ci parla attraverso qualcuno che ha qualcosa di speciale che i profeti non avevano, egli infatti suo Figlio. In quanto figlio egli erede di tutto. stato per mezzo di lui che egli ha dato vita alla realt nella quale viviamo. I traduttori qui non riescono, per quanto possano sforzarsi, a tradurre la forza dei due termini figlio e mondi, dei quali cos ho cercato di spiegare il senso che avverto nella lettura dell originale. Qui si afferma chiaramente che Dio ha creato il nostro universo ed il tempo, oggetto dellaffermazione originale, tramite il suo Figlio, il Logos, Ges prima di divenire uomo (Giovanni 1). nella sua natura di essere Figlio quella di splendere della gloria di Dio e di essere Dio resosi visibile. Ma stupefacente quando Ebrei afferma che il Figlio di Dio regge tutte le cose con la parola della sua potenza. Non solo Dio ha creato tutto tramite il suo Figlio Unigenito, tramite lui; tramite la potenza che in lui in quanto Figlio di Dio, egli sostiene tutte le cose, lintero creato. Chi non crede che Ges sia Dio come fa a confrontarsi con affermazioni tanto forti? Giovanni ci dice che credendo in lui abbiamo la vita eterna. Credere in lui non significa semplicemente prestar fede alle cose che egli ha detto di Dio, ma renderlo come Lui oggetto della nostra fiducia personale. Immaginiamo un uomo in mare che sta annegando come se fosse un peccatore. Immaginiamo che i profeti siano l sulla riva a gridargli: prendi la mano di Dio ti salver.

Loro stessi in prima persona non possono salvare, ma posso parlare di Colui che salva ed indirizzarci a Lui. Con Ges diverso. Lui dice: prendi la mia mano ed io ti salver! Le parole di Ges non le avrebbe mai pronunciate nessun profeta e nessun credente le pronuncerebbe mai. Matteo 11:28, Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi dar riposo. Giovanni 3:36, Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedr la vita, ma lira di Dio rimane su di lui. Il tipo di fede alla quale ci invitano gli apostoli, in Ges, la stessa fede che ci viene richiesta per il nostro Dio, il Padre del Signore Ges. Or senza fede impossibile piacergli; poich chi si accosta a Dio deve credere che egli , e che ricompensa tutti quelli che lo cercano. (Ebrei 11:6) Atti 4:12, In nessun altro la salvezza; perch non vi sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati. Non sorprendente che questultima affermazione abbia come soggetto Ges? Percepiamo quale straordinaria novit introduceva il cristianesimo nel pensiero giudaico tradizionale? Alcuni no ed per questo che non riescono a percepire il senso della completa, definitiva, fisica rivelazione di Dio in Ges Cristo. Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo; perch in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deit. (Colossesi 2:89) Che ai pi oggi suoni strano, o incomprensibile, che si inviti a credere in un uomo che rivela personalmente Dio, ci non cambia la realt che questo il messaggio della Parola di Dio. Ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio. (1 Corinzi 1:2324) Essere pronti a dire la Verit implica la consapevolezza di non poter fare contenti tutti. E quella che ho rappresentato la Verit pi grande della storia dellumanit, quella che ci rivelano le Sacre Scritture. Credere in Cristo ci permette di ricevere il pi grande dono che Dio fa alluomo: la vita eterna. Romani 6:23, perch il salario del peccato la morte, ma il dono di Dio la vita eterna in Cristo Ges, nostro Signore. Cos la vita eterna che ci viene promessa se crediamo in Cristo? ed io li resusciter nellultimo giorno. La cosa pi significativa di questaffermazione che Ges ci resusciter nellultimo giorno! Con la morte non finisce tutto. La Parola di Dio ci assicura che vi una risurrezione, che un giorno ogni uomo dar conto di ci che ha fatto della sua vita, sar giudicato in maniera equa, giusta da Dio stesso. Anzi, per essere esatti da Ges. Perch come il Padre ha vita in s stesso, cos ha dato anche al Figlio di avere vita in s stesso; e gli ha dato autorit di giudicare, perch il Figlio delluomo. Non vi meravigliate di questo; perch lora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio. (Giovanni 5:2629) Perch la Scrittura parla qui di ultimo giorno? Io lo intendo come il momento della resa dei conti. Per ogni uomo, a livello individuale, questo giorno corrisponde alla morte: Come stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio. (Ebrei 9:27). Ma allo stesso tempo la Parola di Dio ci parla del giorno del giudizio di tutta lumanit. Oggi luomo (occidentale, principalmente) si sente padrone del proprio destino. Sente di poter decidere del proprio futuro e vive

nella ragionevole speranza di una vita relativamente lunga e prospera. E lumanit si sforza di adoperarsi per un futuro di pace e ricchezza diffusa. Ma ci riuscir? I risultati ad oggi non sono per nulla soddisfacenti e comunque la Bibbia, se fra un anno o centomila anni non ci dato di saperlo, ci dice che verr un momento in cui la coppa della pazienza di Dio sar colma ed Egli far giudizio di questo mondo e di ogni singolo individuo. In Apocalisse leggiamo: Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu pi posto per loro. E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere. (Apocalisse 20:1112) Questo brano biblico davvero molto bello e significativo. Lo anche perch il Signore stesso a pronunciare queste parole. La realt dei fatti, quindi, alla luce dellinsegnamento di Ges che conviene comprendere il senso della Rivelazione di Dio nella persona di Ges Cristo, visto che affidandoci a lui, riponendo in lui la nostra fede riceveremo il dono della vita eterna, adesso gi su questa terra ma in maniera ancora pi completa alla risurrezione. Voglio congedarmi dal lettore con un brano meraviglioso della Scrittura che ci dona forza, incoraggiandoci a vivere la nostra fede senza stancarci ... e che dovrebbe invogliare chi non ha questa speranza ad adoperarsi per farla al pi presto anche sua. Fratelli, non vogliamo che siate nellignoranza riguardo a quelli che dormono (cio, i morti in Cristo), affinch non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Ges mor e risuscit, crediamo pure che Dio, per mezzo di Ges, ricondurr con lui quelli che si sono addormentati. Poich questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perch il Signore stesso, con un ordine, con voce darcangelo e con la tromba di Dio, scender dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nellaria; e cos saremo sempre con il Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole. (1 Tessalonicesi 4:1318)

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