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Capitolo 9 il figlio nel seno del padre, l’amico nel seno di

Gesù

Giovanni 1,1-18
In principio era il Verbo, e il Verbo era vicino a Dio, e il Verbo era Dio. *Egli era da sempre vicino a Dio. *Tutto venne
all’esistenza per mezzo di lui, e senza di lui nulla fu creato di ciò che esiste. *In lui era la vita, e la vita era la luce degli
uomini. *E la luce brilla nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno afferrata. *Ci fu un uomo, inviato da Dio, chiamato
Giovanni. *Venne come testimone, per testimoniare in favore della luce, affinché tutti credessero per mezzo suo. *Non
era lui, la luce, ma solo il testimone della luce. *Il Verbo era la vera luce, che illumina ogni uomo venendo nel mondo.
*Era nel mondo, e il mondo fu creato per mezzo suo, eppure il mondo non lo riconobbe. *Venne fra la sua gente, ma i
suoi non l’accolsero. *A quanti invece l’accolsero, a quelli che credono nel suo nome, diede il potere di divenire figli di
Dio: costoro non sono generati da sangue, né dal volere della carne, né dal volere di un uomo, ma da Dio. *E il Verbo si
fece carne e pose la sua dimora in mezzo a noi, e noi abbiamo veduto la sua gloria, gloria che come Unigenito riceve dal
Padre, pieno di grazia e verità. *Giovanni testimonia in suo favore e proclama: Era di lui che affermavo: che viene dopo
di me è passato davanti a me, perché era prima di me. *Tutti abbiamo ricevuto dalla sua pienezza, grazia su grazia. *La
legge fu donata tramite Mosè, ma la grazia e la verità si sono rivelate in Gesù Cristo. *Dio non lo ha mai veduto
nessuno: l’unico Figlio, che vive nel seno del Padre, lui ce ne ha dato notizia.
Dividiamo di testi in 7 parti:
1° parte:
“In principio era il Verbo, e il Verbo era vicino a Dio e il verbo era Dio”. Il Verbo! Questa parola Giovanni non la
userà più in tutto il suo Vangelo, come se fosse il cuore di tutto il Vangelo. Giovanni utilizza diverse parole per
descrivere Gesù, per esempio vita, luce e verità: (“io sono la via la verità e la vita, io sono la luce del mondo”) ma
non più la parola Verbo, che significa Parola. “Questa parola è Gesù! La parola di Dio è Gesù!”
Ricordiamo l’inizio della Genesi: “in principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre
ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggeva sulle acque. Dio disse sia la luce e la luce fu”.
Tutto quello che è stato scritto, tutto quello che noi leggiamo… Alla fine è Lui, è sempre solo Lui.
Quando diciamo “parola di Dio” è come se dicessimo “Gesù”, per questo dovremmo rivalutare la proclamazione
della parola delle nostre celebrazioni, in particolare durante l’Eucarestia, per curarla e venerarla…
San Girolamo stesso scrisse “l’ignoranza della parola di Dio è l’ignoranza Di Gesù”

2° parte:
“il Verbo si fece carne e pose la sua dimora in mezzo a noi”. Questo è il cuore del prologo che svela la profondità
dell’evento, che caratterizza in modo unico la nostra fede: l’incarnazione del verbo di Dio. La parola si è incarnata
e dimora negli uomini.
Se noi potessimo domandare a Maria cosa è avvenuto durante l’Annunciazione, la sua risposta sarebbe: “La parola si
è incarnata e dimora negli uomini”, come c’è scritto ancora oggi nella grotta di Nazareth, abitazione di Maria.
Il verbo che si fa carne designa non il figlio di Dio preesistente, ma il Gesù storico, Gesù concreto che nasce a
Betlemme, che cammina per le strade della Palestina, che muore a Gerusalemme.
L’incarnazione interroga la nostra fede: essa non può essere disancorata del mondo non può essere carnate
disincarnata deve essere sempre incarnata dentro la storia. La parola è con noi è veramente “il Dio con noi”.
3° parte:
Tutto deve essere centrato su Gesù, sulla persona viva di Gesù. Questo è il punto d’inizio, centrale e d’arrivo.
La crisi dell’Evangelizzazione sta nella mancanza di una rigorosa opera di “ricentrazione”, cioè di riscoperta del
centro di Gesù: occorre ritornare a Gesù, perché lui è tutto: se lo facessimo avremmo, la forza di penetrare nelle
coscienze dei cuori della gente.

4° parte:
Gesù è la verità. Papa Benedetto XVI, prima di essere eletto al pontificato, ha denunciato il rischio del relativismo
che domina la nostra società: dobbiamo ritornare a dire la verità.
La verità ancora una volta è Gesù questa persona viva scopre la verità e tutto quello che poi la verità comporta
nell’incontro con lui il senso della vita e la nostra relazione con Dio dai il cristianesimo essenzialmente la verità di una
relazione si basa di adesione vitale di un rapporto con una persona viva Gesù
Soprattutto dei giovani peccato non deve essere quindi una dottrina vuoi che sarebbe una filosofia ma deve essere
un’esperienza di vita se viviamo e comunichiamo un’esperienza viva quindi la nostra amicizia con Gesù allora è
possibile dialogare realmente anche con chi ha l’altra fede e insieme camminare verso l’unità vera che risiede
appunto nella fede nel Dio unico e nell’amore come senso del la vita da capo la verità è una sola come uno solo e
unico e Dio ma è piuttosto il punto di arrivo di un cammino che si percorre insieme nella valorizzazione del Cipro la
verità si dà nelle relazioni tra coloro che comunicano se stessi i propri doni nel cammino condiviso un poco. Capo gli
effetti quello che Papa Francesco sta facendo e molto importante inaugurando la stagione di un dialogo aperto e
senza preconcetti che riapre le porte per un serio incontro e fecondo poiché la verità testimoniata dalla fede a quelle
dell’amore la verità secondo la fede cristiana e l’amore di Dio per noi Gesù Cristo dunque la verità è una relazione
tanto è vero che anche ciascuno di noi la coglie la verità è da esprimere partire da sei che non significa che la verità
sia variabile soggettiva ma significa che essa si dà a noi sempre solo come un cammino è come la vita non ha detto
forse Gesù stessi io sono la via la verità la vita in altri termini la verità richiede umiltà e apertura
Nell’affermazione di Papa Francesco ho trovato conferma autorevole delle convinzioni che da tempo vado a
maturando e che già ho affidato ai miei scritti anche con le persone che professano un’altra religione dobbiamo
cercare di condividere la ricerca appassionata e bellissima tenerci comune che consentono proprio di camminare
insieme creando una società che sia davvero la casa e la scuola dell’amore oh meglio la civiltà dell’amore Paolo sesto

5° parte:
Gesù è la luce e la vita.
 Gesù è la luce: il prologo è Odino alla luce mi viene annunciata la dicotomia tra bene e male che verrà fuori
presa ancora da Giovanni la realtà del male presente non possiamo nasconderlo le tenebre purtroppo il mondo
ancora oggi ancora violenza guerra ingiustizia morti ma soprattutto dentro la nostra vita debolezza confusione
incapacità ecco come ci viene in soccorso l’approfondita di Giovanni la luce splende nelle tenebre ma le tenebre
non hanno accolta essa la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta la presenza del male non è
comunque definitiva alla fine vince la luce la vince la vita la luce e la vita vinceranno in modo splendido
insuperabile il mattino sfolgorante di Pasqua Gesù è la luce che dona calore e grande speranza tutti gli uomini la
capo

 Gesù è la vita: la vita non muore mai quella di Gesù la vita che sorgerà il trionferà su tutto quello che è limitato
su questa costrizione del tempo e nello spazio Gesù vita e in autentico superamento del limite del male e della
morte la luce vince la vita vive
6° parte:
Dio nessuno l’ha mai visto il figlio unigenito che è Dio è nel seno del padre colui che lo ha rivelato Apri parentesi
tonda mancano altre quattro pagine

7° parte:
La testimonianza. Viene resa questa pagina con la figura di Giovanni Battista: “venne un uomo mandato da Dio il
suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare la testimonianza alla luce, perché tutti credessero per
mezzo di lui. non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce”. “Giovanni gli dà testimonianza”.
Giovanni Battista viene presentato non come il precursore ma come testimone, ma accanto il Battista c’è subito il
vero Giovanni, cioè il nostro Giovanni Evangelista.
La testimonianza può nascere solo da questa esperienza: solo così si può essere credibili, non altrimenti. Solo
dentro un’esperienza come quella di Giovanni possiamo essere davvero credibili per ogni uomo che incrociamo sul
nostro cammino, in questo mondo complesso ma allo stesso tempo plasmato da Dio.

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