Sei sulla pagina 1di 3
 
1 Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 98 del 14 aprile 1976
CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE Annuncio di proposte di legge di iniziativa popolare
 Ai sensi degli articoli 7 e 49 della legge 25 maggio 1970, n. 352, si annuncia che la cancelleria della Corte suprema di cassazione, in data 13 aprile 1976, ha raccolto a verbale e dato atto della dichiarazione, resa da undici cittadini italiani, muniti dei prescritti certificati elettorali, di voler promuovere una proposta di legge di iniziativa  popolare per ripartire fra i cittadini il reddito monetario del capitale amministrato dallo Stato. I predetti hanno dichiarato di eleggere domicilio in Roma, via Onofrio Panvinio, 20, presso
l’avv.
 Giacinto Auriti.
(4473)
 Compilato da Domenico Bevilacqua P
ROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE PER RIPARTIRE FRA I CITTADINI IL REDDITO MONETARIO DEL CAPITALE AMMINISTRATO
 
DALLO
S
TATO
 
 A norma
dell’art.
 71, 2° comma della Costituzione e degli Artt. 48 e 49 L. 25 maggio 1970, n. 352
 Il presente Progetto di Legge, si basa su dei principi di fondamentale buon senso ed è idoneo a risolvere razionalmente i maggiori problemi di politica economica del nostro tempo. Posto che il proprietario di un bene è essenzialmente chi ne gode e percepisce i redditi con la garanzia
dell’ordinamento
 giuridico, attribuendo al cittadino il diritto al dividendo del capitale produttivo dello Stato, gli si viene ad attribuire una quota ideale di  proprietà e quindi si realizza, con una formula effettivamente sociale,
l’espropriazione
 dello Stato a favore dei cittadini. Ogni cittadino verrà così a conseguire, in aggiunta alla sua proprietà personale e a quanto sa produrre col suo lavoro, anche un diritto personalissimo e inalienabile a una parte del reddito monetario del capitale comune. Il progetto che sottoponiamo
all’approvazio
ne dei cittadini, pur risolvendo il problema sociale con una formula più avanzata di qualunque altra finora proposta, non è in antitesi con i principi basilari della proprietà  privata e
dell’economia
 di mercato. Siamo certi che al di là e al di sopra di ogni spirito di parte, se il parlamento troverà in se la forza di approvare questa legge, renderà un incomparabile servizio alla Nazione. Solo finalizzando, infatti, la programmazione economica della Persona Umana, si potrà dare alla politica sociale il suo vero, intrinseco significato, che altrimenti non resta altra possibilità che il vuoto linguaggio della demagogia. PARTE I
 Regime delle aziende di Stato e degli Enti pubblici  Art. 1
 
 – 
 Il patrimonio produttivo di reddito appartenente allo Stato o ad Enti Pubblici viene attribuito in comproprietà a tutti i cittadini italiani, ai quali è riconosciuta
 pro quota
 un diritto con contenuto patrimoniale uguale per tutti, non trasferibile né per atto tra vivi né per successione
mortis causa
.
 Art. 2
 – 
 
La programmazione della produzione e
l’amministrazione
 dei beni di cui al precedente articolo, viene affidato ad un organo della produzione economica, composto dai legali rappresentanti e dai rappresentanti sindacali di ogni complesso aziendale, denominato
 
Comitato Nazionale della Produzione Socializzata. Il C.N.P.S. ha il compito di ripartire pariteticamente fra tutti i cittadini
 – 
 a norma della presente legge
 – 
 il reddito monetario  proveniente da tutte le attività produttive oggetto della sua amministrazione. 
 
2 I membri del C.N.P.S. sono raggruppati in sezioni e sottosezioni corrispondenti alle varie attività produttive. Le due categorie produttive fondamentali sono:
Sezione prima
 
(aziende produttive di beni e servizi);
Sezione  seconda:
 banche ed istituti di credito. La sezione prima ha la competenza di programmare le attività produttive; la sezione seconda ha la funzione di approntare e predisporre i mezzi finanziari
 
 per
l’attuazione
 della programmazione stabilita dalla prima sezione. Ogni sezione designerà i propri rappresentanti nel Consiglio Direttivo con compiti di coordinamento tra i vari settori della produzione. L
assemblea procederà alla nomina di un Presidente al quale saranno demandati tutti i poteri di rappresentanza del C.N.P.S. e di attuazione delle deliberazioni degli organi competenti per le varie attività produttive. Il C.N.P.S. è sottoposto a norma di regolamento al
 
controllo di un Comitato interministeriale composto dai ministri del Tesoro, Agricoltura, Industria e Commercio, il quale però è in ogni caso escluso da ogni forma di gestione diretta e indiretta. 
 Art. 3
 – 
 
Il C.N.P.S. ha pieni poteri di procurare i finanziamenti
 
necessari alle attività produttive
 
con i mezzi ordinari a norma
dell’Art.
 12 della presente legge.
 Art. 4
 – 
 
Il C.N.P.S. è tenuto a presentare annualmente un bilancio preventivo
 
e uno consuntivo che dovranno essere controllati nel merito dal Comitato interministeriale di cui
all’art.
 2, ultimo comma, e nella legittimità della Corte dei Conti, con una organizzazione aggiornata ai compiti predetti e pubblicati nella G.U. della Repubblica Italiana. Le attività delle aziende socializzate che dovessero manifestare caratteristiche non occasionali di antieconomicità, dovranno essere liquidate ed i proventi della liquidazione dovranno essere destinati ad altri fini  produttivi
 
con chiare caratteristiche di convenienza economica. Qualora motivi di particolare interesse sociale dovessero essere rilevati per la conservazione di attività produttive con bilanci deficitari, il Parlamento dovrà  prevedere
l’integrazione
 di tale deficit nel proprio bilancio di previsione come costo di un servizio sociale. Detti fondi dovranno essere approntati a norma
dell’art.
 11 della presente legge ed accreditati al C.N.P.S. a titolo di pagamento del servizio sociale effettuato. Il motivo di interesse sociale dovrà essere stabilito tenendo conto della natura delle finalità di cui i beni o i servizi prodotti sono destinati.
 Art. 5
 – 
 
Ogni cittadino
 – 
 nella qualità di socio comproprietario dei beni suddetti
 – 
 ha diritto di
 
sporgere denuncia  per eventuali irregolarità amministrative e contabili
 
all’apposito
 organo costituito presso la Corte dei Conti, o al Comitato interministeriale i quali, una volta accertati gli estremi, dovranno promuovere azione giudiziaria dinanzi alle magistrature competenti.
 Art.
 
 – 
 
Le quote di reddito spettanti ai singoli cittadini sono corrisposte alle famiglie a chiusura dei bilanci annuali delle aziende socializzate
. 
 Art. 7
 – 
 
Perde il diritto al reddito il cittadino che, avendo la possibilità di lavorare, non lavora.
 
La prova di tale rifiuto al lavoro si realizza quando il disoccupato respinge
l’offerta
 di un lavoro adeguato alle sue possibilità. Tale prova è a carico
dell’Ufficio
 inquirente. PARTE II
 Regime della funzione monetaria e creditizia  Art. 8
 – 
 
Competente a decretare la creazione di nuova moneta è il Presidente del Consiglio
 
sentito il parere del Consiglio dei ministri. Ogni provvedimento di creazione di nuova carta moneta deve essere preceduta dalla formula:
In nome del popolo italiano
, e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
 
3
 Art. 9
 
 – 
 
All’atto
 della
 
creazione la moneta è di proprietà di tutti i cittadini italiani. Il Ministro del Tesoro, il Governatore della Banca
d’Italia,
 gli organi monetari la conservano e amministrano in nome e per conto dei cittadini italiani.
 Art. 10
 – 
 
È competenza del Ministro del Tesoro curare
l’esecuzione del conio o della emissione della carta
moneta. Il Governatore della Banca
d’Italia
 ne cura la conservazione e la erogazione in conformità delle esigenze sociali pubbliche e private. 
 Art. 11
 – 
 
Le somme di denaro di nuova emissione, necessarie ai fini di pubblica utilità, indicati nei bilanci di  previsione, sono erogate dalla Banca
d’Italia,
 accreditate al Popolo italiano e riscosse dal Governo tramite il Ministro del Tesoro, il quale le ripartisce tra i vari organi in conformità delle esigenze contemplate nel bilancio di previsione.
 Art. 12
 – 
 
Le somme di nuova emissione necessarie per le attività produttive delle Aziende socializzate e private, sono date in prestito agli operatori economici ed una volta restituite, dopo il completamento dei cicli produttivi, vanno ripartite fra i cittadini.
 Art. 13
 – 
 
È fatto divieto agli Istituti bancari prestare denaro oltre i limiti delle somme presso di loro depositate (brillante superamento del signoraggio bancario secondario o da riserva frazionaria). PARTE III
 Norme transitorie e di attuazione  Art. 14
 
 – 
 
Per i proventi del patrimonio produttivo dello Stato già impegnati nei bilanci di previsione
 
all’atto
 della  promulgazione della presente legge, è rimesso alla disciplina transitoria governativa, reintegrarne la disponibilità di bilancio con mezzi idonei.
 Art. 15
 
 – 
 
L’attuazione
 della presente legge sarà disciplinata entro sei mesi dalla sua entrata in vigore, da un apposito regolamento.
 

Premia la tua curiosità

Tutto ciò che desideri leggere.
Sempre. Ovunque. Su qualsiasi dispositivo.
Nessun impegno. Annulla in qualsiasi momento.
576648e32a3d8b82ca71961b7a986505