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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E più' celebri SCRITTORI AI VARI! GRADI DELLA GERARCHIA
ECCLESIASTICI,
DELLA CATTOLICA,
CHIESA ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILI!, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NOli
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. CI.

i/&C^t^

iws&nwrvfc, Pcj,

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCL X.
•^ ^-^m

La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi

vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui


l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERtJDIZrONE

STORICO- ECCLESIASTICA

VIL V I L

V ILLA VICIOSAoVICOSA, ni- duchi di Braganza presero sotto questo


Ine Vicosae.Q\i\^A Nullìus dioecesis cele- titolo la B. Vergine per speciale loro pa-
bre del Portogallo, provincia d'AIera-Te- trona e protettrice, dedicandole nel det-
jOjCapoluogodi comarca edicorregidorin, to ducale palazzo, anche sotto l* invoca-
a 5 leghe da Elvas, 8 da Evora, 33 da Li- zione di s. Girolamo, una cappella regia,
sbona, riaipello a Badajoz. Giace in ame- che magnificamente arricchirono quanto
na situazione di valle fertilissima. Difesa quella di Lisbona. Quindi i Papi la deco-
da un'antica e vasta fortezza, circondata raronodi molti e singolari privilegi, e^ian•
di mura, ha vie larghe, diritte e nette, dio per la celebrazione degli ufiìzi divini
belle piazze, case ben edificate, e fra'belli diurni e notturni. Paolo HI con breve
edifizi primeggia il palazzo reale già de' de' 3 novembre i534, ne aumentò sa- i

duchi di Braganza con giardini spaziosi, gri ministri, e con clero come le catte-
dove essi facevano V ordinaria residen- drali. Il successore Giulio III con breve
za, ed al presente i re di Portogallo loro de* 26 novembre i552, le attribuì va*
discendenti vanno a passare una parte rie rendite ecclesiastiche. Pio IV a suo
dell' anno, qual culla di loro augusta ca- decoro con bolla de' 12 luglio i56o isti-

sa. La sua insigne collegiata e cappella re- tuì un'università nel convento degli ere-
gia è tenuta comeunacattedraledel regno, mitani di s. Agostino, ma mai fu portata
ed è di bello stile architettonico e nobilis* ad effetto: bensì i duchi di Braganza vi
8imi ornamenti, con iscuola di musica sa- mantennero gli studi minori. Fra di essi
gra. Il culto deirimmacolala Concezio- il duca d. Giovanni, parente più prossi-

ne (V.) in Portogallo, comincialo nella mo e discendente da'monarchi portoghe-


diocesi di Coimbra, ad istanza della regi- si, poi re Giovanni IV capostipite della

na Elisabetta moglie del re Dionisio del casa regnante in Portogallo e nel Brasi-
1279, si propagò per tutto il regno, ma le, dalla nazione innalzato al trono nel

pviucipalmeole iu Villa Yiciosu, ove i 1G40, si distinse nella profonda divozio-


4 V IL V I L
ne verso 1* Immncolata Concezione, che nominati canonici, col collegio di i4
volle venerala per tulio il regno, al qua- cantori e 2 maestri di musica, o semi-
le la die* per patrona e difensore; a tale nario regio pel servizio divino della cap-
effetto facendo erigere in tutte le città pella, ed altri sagri ministri. Il re Giovan-
indelebilimonumenti del suo tenero os- ni VI mentre era principe reggente, di
sequio verso la gran Madre di Dio. Sotto sua madre Maria ottenne da Pio VU
I ,

icui auspiciijil suo figlio Alfonso VI, pres- la bolla Ronianorum


Pontificuniy de' 18
so Villa Viciosa a'i 7 agostoi665, aMon- dicembre 1802, Bull. Rom. cont., t. i, 1

tesClaroSjViosela hattagliaconlro gli spa- p. 44^ Suppressio archidiaconalus de


gnuoli invasori del Portogallo, che lene- Regoa nuncupali cathedralis Ecclesiae
vano assediala la città, per la quale libe- Portugallensis, ac Cappellaniaruni re-
rò la nazione dal giogo straniero, e fermò giae Cappellae de Villa Vicosa Elbo-
stabilmente la corona nella sua dinastia. rensis dioecesis, illiusque cappellae in
Già altri Papi aveano accresciuto le pre- CollegiataniEcclesianiy et in ea duae di-
rogative della regia cappella di Villa Vi- gnitates et cappellaniae Canonicatus
ciosa, che fondala da'duchi di Bragauza nuncupandae de viginti ed una respecti'
continuavasi da loro a nobilitare e dota- va erectiOy illisque applicatio beneficio'
re di rendite. Gregorio XIII con bolla rum utsupra suppressorum. \?eviSiììloP\o
de* 0.1 oprile i58i, istituì la i." dignità VII eresse la cappella regia in chiesa col-
del decano, e con altra bolla degli 8 ago- legiata insigne, con capitolo formalo da*
sto creò la 2.' dignità del tesoriere, e suc- nominati ecclesiastici, cui concesse pri-
cessivamente furono conferite a ragguar- vilegi e preminenze, come li godevano
devoli e nobili personaggi. ClemenleVlII, quelli delle regie collegiate di Ourem e
ad istanza di d.Teodosio duca di Bra- di Barcellos, aumentandone la mensa.
ganza, col breve Expoiiì nobis, de' 3 i Autorizzò il nuovo capitolo a formarsi i

agosto 1592, Bull. Rom. t. 5, par. i,p. nuovi secondo il prescritto dal
statuti,
'ò'jZ'. Indultiun Cappellanis, et mini- concilio di Trento, e concesse la nomina
stris Cappcllae in palatio diicis Bracan- delle due dignità e de* canonici a' duchi
ti ae rUlaa Ficoscy ut divina Officia ce- di Braganza redi Portogallo. Inoltre Pio
Ithraiilcs in qualibct alia Ecclesia, ubi VII per le preci dello slesso principe reg-
ipsc Dux
praesens fuerit, vel absens gente colla bolla Per inejf'abilem divi-
mandavevit, distribaliones dari solilas naeboninatis abundantianifdei'j mar-
interessentibus in dieta Cappella tuta , zo i8o6, Bull. Rom. cont., t. 3, p. 5 1 :

conscientia lucrari possint. Lo stesso ampliano privilegiorum, et conJirniaLÌo


Papa a richiesta del medesimo duca, col- providenliaruni captaruni prò incre-
la bolla Ex injuncto JYobis^de 18 set- mento decoris regiae Cappellae Villae
tembre 1601, Bull, cit., par. 2,p. 388: Vicosae Elborensis dioecesis. Con tale
Exemptio a quacuwque Ordinarioruni bolla il Papa, revocando l'anteriore bol-
jurisdictione Cappellae s. Hieronymi la Romanorum Pontificumy nuovamen-
Oppldi de Fi Ila T icosa ducis Bragan- te eresse la regia cappella in collegiata
tiae, illiusque decani^ cappcllanorum, insigne e regia, cogli inerenti privdegi,
et aliorum winislrorum, qui ininiediale e confermando l'esenzione di Clemente
subiiciunlur s. Sedi Jposlolicae ej'us- Vili, di nuovo totalmente la dichiarò li-
que Colleclori. I cappellani intanto da bera e la sottrasse dalla giurisdizione del-
16 si aumentarono sino a 5o, pel de- l'arcivescovo ò' Evora j e formando il

coro e splendore del divin culto; cioè capitolo determinò che la i." dignità del
colla I." dignità del decano e la 2." t\^\ decano prò tempore fosse decorala del
tesoriere maggiore, eoa 21 cappelluuide- grado episcopale eoo lilolc //* parltbus,
VIL VIL 5
e iVì esercitarvi in tutto rordinaria giu- primo eremita^ decano dell'insigne regia
risdizione, bensì da doversi consagrare coWe^miaM^W Almanacco di Lisbona del
vescovo dall' arcivescovo d'^i'or/z (onde 1826, a p.43è notata ^illa Ficiosa,
fu considerato quasi qual su (Traganeo, co- qual vescovato e diocesi separata da E-
me notai ili queir articolo). Confermò vora così: f^illa Ficiosa, Vescovo di Ne-
la dignità del tesoriere maggiore, stabili mesi decano della reale cappella, pr.
i4 canonici cappellani, de' quali 4 e il Manuele della Concezione Sobrinìio, del-
tesoriere fossero decorati dall' università la congregazione di s. Paolo. Ed a p.
di Coinibra del grado di baccelliere in 573 si riportano le notizie dell' insigne
teologia o in ulroque jarej tutti con collegiata e reale cappella, col decano
voce attiva e passiva. Aggiunse 16 bene- vescovo di Nemesi, il tesoriere, q cano-
ficiati, con un maestro di musica, pel ser- nici capitolari, 8 beneficiati, altri addetti,
vizio e canto del coro diurno e nottur- il seminario col rettore e 12 seminaristi,

no, addetti al seminario, con proprio edi- oltre il maestro della


lingua latina, di
ficio per abitarvi i seminaristi istruiti musica, e de'primi elementi della lingua
nel canto. Ed aumentate le rendite, ne portoghese, che derivò da un latino bar-
assegnò i redditi a ciascuno, e le distri- barizzato, come la spaglinola, pei ò ambe-
buzioni quotidiane, come per la manu- due hanno Per la singola-
frasi speciali.

tenzione dell'insigne regia collegiata, già rissima divozione avuta da Villa Viciosa
cappella regia, di nuovo riservando il da tanti secoli all' Immacolata Conce-
padronato alla regia casa di Braganza. zione, non sarà superfluo il notare, che
Finalmente Pio VII ad esaudire le bra- r ordine equestre della ss. Concezione
me di Giovanni VI, colla bolU In su- protettrice del regno di Portogallo (f^.),
premo AposLoUcae dignitalis apice, de' porta 1' aggiunto di s. Maria di Filla
1 4 agosto 8 5, Bull. Roni. coni., l.
1 I i 3, P'iciosa, come si trae da' suoi statuti, e
p. 386; Disineinbratio filine Ficosae rilevano gli scrittori degli ordini equestri,
ìiuncupalae in regno Algarhioruni a ed io feci altrettanto in quell' articolo,
jurisdictione archiepiscopi Elborensis. inclusivamente &\V Almanach de Gotha
Laonde a quel prelato tolse in perpetuo pour Vannée iSSy, in cui tutti sono de-
la giurisdizione episcopale dell'intera cit- scritti Ordre de l" LnniaculéeConccption
:

tà, distretto e territorio di Villa Vicio- de Filla licosa. In portoghese: Ordein


sa, cogli abitanti ecclesiastici, e laici de' de N. S. Co'.iceicao de Filla Fico sa.
due dismembrandoli dall' arcidio-
sessi, L'istituzione avvenne quando il re di
cesi d'Evora, e formandone una separata Po r/o^<^//o Giovanni VI, a' 6 febbraio
diocesi Nullius. Ne attribuì l' ordinaria 1818 fu coronato in s. Sebastiano oKio
giurisdizione spirituale, con ampliazione Janeiro imperatore del Brasile {F.), in-

d' autorità, al prelato decano e vescovo titolando r ordine cavalleresco della ss.

in partibus della regia collegiata della Concezione di Filla Ficiosa, dal vene-
stessa Villa Viciosa. Ad esecutore della rarsi in(]uesta città con grandissi(no cul-

bolla deputò Antonio Gaetano Maciel- to, e per onorare la culla de* suoi mag-

Calbeiros arcivescovo di Lacedemone m giori, come lo è ilegli odierni regnanti


partibus, sidiraganeo del patriarca di del Portogallo,non meno coM'invocazio-
Lisbona. Quindi i primi due decani de- ne della Deipara Protettrice del regno^
corati della dignità episcopale, furono la cui cifra del ss. Nome splende e trion-
insigniti de'titoli \escov\\\ in partibui ó\ fa nell'insegna equestre.Ed io mi glorio'
Zoara e di Olba ; e Leone Xll conferì potermene fregiaresin dal maggio i83(i,
nel 18 ili (pielli di Neniesi(l'\) al mini- (jtial civaliere anche di (p>esi'ordiue co-

stro generale dell' ordine di s. Paolo spicuo. Ciò luunifestOj uuu per osleuta-
4

6 V IL VIL
zione (che ormnì sarebbe pure ridicola, mondo. Impero cchè secondo alcuni dati
per la deplorabile facilità colia quale in 1854, l'area dell'impero
statistici del

diversi stali si prodigano gradi eque- i russo, prima dell' ul time ampliazioni, si
stri, ed a chi e perchè meglio lo san- calcolava a375,413 miglia geografiche
OD contemporanei
i di essi), ma per tre- quadrate, quella dell'impero cinese si
vanni nell'articolo che lo riguarda, ca- computava di 254, 000, e quella del Bra-
poluogo dell' ordine slesso, massime do- sile di 147,624. Può quindi aversi quasi
po la definizione dogmatica, che celebrai eguale a'5 sesti della superficie di tutta
col gratuitamente offerto a' benevoli as- quanta l'Europa, essendo nel rapporto di
sociati, nel voi. LXXIII, p. /{T. e seg. ; e 29 a 46. Ma se per estensione è il 3.° degli

perchè non lascio di proseguire il mio stati mondiali, il Brasile per popolazione
filiale ossequio all'opportunità. In que- occupa un posto assai minore, essendo
sta era anco dovere; 1* ultimo de' prece- assai rada e formata di razze diverse. Pe-
denti omaggi è in Fienna d'Austria ma ; rò possiede ogni elemento pel suo ra-
non sono finiti, e ve ne restano da farsi. pido accrescimento, e contribuirà al suo
JXella città di Villa Viciosa, oltre la par- sviluppo l'emigrazione dell'Europa. A'
rocchiale, vi sono altre chiese ed oratorii i5 novembre i853 mori di parto la re-
pubblici, 3 conventi di religiosi e 3 mo- gina d. Maria li da Gloria, e siccome i

nasteri di monache. La città ha il titolo miguelisti pretendevano appartenere la


di marchesato. Ne' suoi fertili dintorni tutela del suo figlio e successore d. Pietro
si raccoglie vino e olio in abbondanza, e V, a d. Michele qual principe di Bragan-
sono argomento di buon tradìco pe' suoi za, così il re consorte d. Ferdinando, prin-
circa 4»5ioo abitanti, la sua comarca con- cipe di Sassonia- Cobiirgo- Gotha, aa^un-
iandone quasi 45,000. Nelle vicinanze se la reggenza pubblicando un proclama,
sono rimarchevoli le case di villeggiatu- in cui deploiando la grave perdila della
ra, precipuamente quella del luogote- sua amatissitna e onoralissima sposa, giu-
nente del re, ed a poca distanza è un pa- rò di mantenere la religione cattolica a*

lazzo da caccia, con parco grandioso di 3 postolica romana, e l' integrità del re-
leghe di circuito, pieno di varia selvag- gno; d' osservare e fare osservare la co-
gina: altri dicono avere io niiglia di stituzione politica della nazione porto-
circonferenza, e chiuso da mura. Termi- ghese ed altre leggi del regno, e di prov-
nai r articolo Portogallo, con cenni si- vedere quanto meglio potesse ben es- il

no al i85i, dicendo regnare la regina sere generale della nazione; giurò pure
Maria II (il cui padre d. Pietro IV ab- di tenersi fedele al re d. Pietro V suo a-
dicò in suo favore nel 1826), e lo zio d. malissimo e rispettato figlio, e di render-
Michele di Braganza ( acclamato re nel gli il governo del regno, tostochè perve-

1827, e non nel 1847 com'è detto per nuto all'età maggiore. 11 reggente con-
fallo tipografico nel voi. LIV, p. 274) fermò il minisleroche trovavasi in eser-
essersi coniugato.Aggiungerò alcun'altre ch'ìOf ed i consiglieri di slato baciata a
parole, per compierne le notizie, non sen- lui la mano, si recarono a rendere egua-
za rammentare, che descrivendo Fica- i le omaggio alla mano reale di d. Pietro
nati Apostolici^ principalmente per le V re minore. Indi a' 19 dicembre le ca-
colonie portoghesi, non poco ragionai del mere del regno riconobbero la reggenza.
Portogallo^ e anco del Brasile, W quale Narrai nel voi. LXVllI, p. i5 e 175,
i

ultimo impero per vastità di dominio, che in virtìi del disposto da Pio VII, nel-
già appartenente alla monarchia porto- la cappella pontificia si celebrarono a' 1

ghese, tuttora regnandovi l'augusta casa aprile 1 854 solenni esequie ^''^ regina
di lìragauza. si vuole il 3." fra gli stali dei Maria 11, ad istaoza deicomaieud/ Gior-
VIL VIL 7
gio Augusto Hiisson da Camera, mem- 29 aprile 1 858 sposò la principessa Ste-
bro del consiglio di S. M. Fedelissima, fania di liohenzolIern-Sigmaringen, la
consigliere di legazione e incaricato d'af- cerimonia religiosa celebrandosi a' 5
fari presso las. Sede (in conseguenza del- maggio nella chiesa cattolica di s. Edvi-
le analoghe notizie che gli piacque veni- ge a Berlino, solennemente e con con-
re a chiedermi). Ho raccontalo nel voi. corso straordinario, da mg.' Forster ve-
LXXXII, 95, che il re d. Pietro V,
p. scovo di Breslavia, che alla nuova regi-
col fratello d. Luigi duca d'Oporto o Por- na di Portogallo fece un bellissimo di-
lo, si recarono a Roma a'26 giugno 1 855, scorso, avendole proposto come esem-
ricevuti benignamente dal Papa Pio IX, il pio a seguire sul trono e qual modello
quale si recò poi a visitare il re : ed a'3 lu- d'ogni virtù, S.Elisabetta regina di Por-
glio il re ne partì, coll'infante fratello. No- togallo, la quale anch'essa avea abban-

tai nel voi. LXXVI, 25o, che durò la


p. donato suoi genitori e la patria sua per
i

reggenza sino a* 1 16 settembre 855, nel andare a raggiungere lo sposo in terra


qua! giorno fu solennissimamente procla- straniera. A Lisbona poi si effettuò il
mato re di Portogallo e degli Algarvi d. matrimonio a* 18 dello stesso maggio.
Pietro V, uscito di minorità, il cui regno Ma la ben amata giovane regina, scese
si annunziò sotto più felici auspicii, in
i nella tomba a'17 luglioi859, lasciando
mezzo alla calma de' partiti, le cui agita- inconsolabile il reale sposo, e venendo
zioni politiche. erano state con saviezza pianta dall'universale. Nel ricordato ar-
e abilità pacifìcate dalla prudente ammi- ticoloPortogallo dissi che il principe
nistrazione del re reggente suo padre. In d. Michele di Bragauza, figlio di d. Gio»
quel giorno mentre a Lisbona s'inaugu- vanni VI e fratello di d. Pietro IV, da
rava un tronco di via ferrata fino a Cor- questi nominato reggente di Portogallo,
regado, nello stesso per la i .^ volta a Por- poi ne fu proclamato re, e venne co-
to s' illuminava col gas la piazza princi- stretto a partire nel 18 34, ed a' 24 set-
pale e altre grandi strade della città; e tembre i85i sposò la principessa Ade-
nelle due città si celebrò l'inizio del nuo- laide Sofia figlia di Costantino principe
vo regno con altre fondazioni e con isti- ereditario di Loewenstein, del ramo cat-
tuzioni di pubblica utilità. In Lisbona, tolico residente Klein-Heubach sul
a
per cura del municipio,s'istituì un monte Meno, dal qual matrimonio nacquero le
ìlipietà, si fondarono dalle dame del- seguenti principesse e principe infanti di
l'alta società, con alla testa la duchessa Portogallo e di Algarve. Nel i852 d.
di Braganza, due asili d'infanzia, e fu Maria neli853 d. Michele, nel
Isabella,
ampliato il ricovero degl' indigenti. Il i855 Maria Teresa, neh 857 d. Ma-
d.

municipio di Porto inaugurò la detta ria Giuseppa, nel i858 d. Aldegonda. Il

illuminazione, e 1' associazione commer- Giornale di Roma de'22 maggio 1 858,


ciale della città stabilì un monte di pietà col Jornal do Coniercio di Portogallo,
e una cassa di soccorso pe'negoziauti ono- avea annunziato, che dicevasì trattare
revoli e disgraziati. A Goimbra venne a- per costituireall' infante d. Michele di

perto un asdo di mendicità e a Villa Braganza una pensione, soggetta ad al-


Reale una casa per le povere partorienti. cune condizioni. Ed aver pubblicato il
Di più in ogni luogo si distribuirono a' Nacao, giornale aiiguelita, che ciò si

poveri abbondanti sussidii. nuovo Il re é discuteva a mediazione del principe rea-


cugino dell' imperatore Napoleone llf, le di Prussia, il quale avea rappresen-
uipote del principe Alberto sposo della tato la necessità e la convenienza di as-
regina d'Inghilterra, e pronipote di Leo- sicurare al principe d. Michele mezzi di
poldo re del Belgio. Il re d. Pietro V a' sussistenza, che sarebbe riguardato ili.*'
8 VIL VIL
suddito del re d. Pietro V, e cli*era ri- per torio de teda a legislacao portugiie-
soluto a ciò fare, senza esigere alcuna za conslilucionaly Lisboa i838. L. Ca-
condizione politica. » Ecco, dice WNa- moens, Os Zr/.s/^^^^-, Lisboa 1 663, Pa-
caoy tulio l'accaduto. Per parte del re ris j832. Parlai di sua tomba nel voi.

•vi sarebbe per fermo un atto nobile e LXXXV, p. 38.


generoso, cui egli può fare in tutta sicu- VILLAMURO o VILLEMUR Pon-
rezza, perchè le passioni politiche che zio, Cardinale. Chiamato pure Arnaldo
già fervevano al solo nome di don Mi- e nato in Villamuro diocesi di Tolosa,
guel, sono oggi affatto spente, e opera divenne insigne nel diritto canonico, ed
somigliante contribuirà più a pacificare avendo professato tra'canonici regolari di
ciò che ancor rimane del partito migue- s. Agostino, fu eletto priore nel priorato
lita, che qualsiasi provvedimento d' in- di Vicodesos nella diocesi di Pamieis, del-
tolleranza e d'oppressione". Ma lo stes- la quale venne fatto vescovo nel i348.
so Giornale di Roma de' 2 del seguen- Pe'suoi meriti, Clemente VI a' 17 o 18
te giugno pubblicò. « Il Diario eh Go- dicembre i35o in Avignone lo creò car-
herno smentisce uilìcialmente la notizia dinale prete di s. Sisto, ed ivi mori al-
ripetuta da molli giornali di una tran- l'improvviso nel i355, e fu sepolto.
sazione, per cui don Miguel rinunziereb* VILLA UYoVILLlERSoGROLAJE
be definitivamente a tutte le sue pre- Giovanni, Cardinale. Francese e mona-
tensioni al trono di Portogallo. La tran- co abbate di s. Dionisio di Parigi e di s.
sazione dicevasi fondata sulla restituzio- Quintino, attesa l'eccellenza e profondi-
ne di tutti i beni al pretendente, con più tà di sua dottrina, della quale die'saggio
una forte pensione annua", il Papa Pio nelle sue opere, neh 473 fu da Sisto iV
IX nel 1859 dichiarò prolettore della fatto vescovo di Lombes , e successiva-
nazione portoghese presso la s. Sede, il mente anche di Condoni, e di Viviers
cardinal Camillo Di Pietro già nunzio secondo Ciacconio, ma iSammartani nel-
di Lisbona. A'riportati scrittori sul Por- la Gallia Christiana non ne fecero paro-

togallo e sulla casa di Braganza,si pon- la. JNel 1477 ^^ Carlo Vili re di Fran-

ilo aggiungere seguenti. Justificaiion


i cia fu spedito ambasciatore a Ferdinan-
de Antonio I roi de Portugal^ touchant do V re d'Aragona e alla sua moglie Isa-
la guerre quilfail à Philippe II roi de bella I regina di Castiglia ,
per stabilire
Castille,lueyòe i585. Girolamo Cone- la pace tra le corone di Francia e Spa-
slaggi, De Portugalliae conjunctione gna, con felicissimo successo. Si trovò pre-
cimi regno Castellae^ Francofurti 1602. senteall' assemblea convocata da Carlo

Francesco Macedo, De jure succedendi Vili contro il duca d'Orleans, che avea
in regimi Lusilaniae, Parisiis iG/f-i- De impugnalo le armi a danno del regno, e
Souza, Lusilania liberala ab iujusio neh 483 come deputato dal clero di Pa-
Castellano rimi dominio, Lendini 1 645. rigi intervenne all'assemblea del clero a-
G. Pinlo Ribero, Discorso dell'usurpa' dunala in Tours. P^u eziandio incaricato
tione, e ristoratione del regno di Por- dell'ambasceria in Germania, dove in
Wgalloj Lisbona 1646. G. B. Birago, Francfort stipulò la pace con Massimi-

IIistoria della disunione del regno di liano I re de' romani, e poi di quella di
Portogallo dalla corona di Castis;lia, Roma ad Aiessandio VI. Fu in questo
Amsterdam 1647. Giacomo Guglielmo tempo che il Papa a'21 settembre 149^

Imhof, Slemma regium Lnsilanicum, lo creò cardinale prete di s. Sabina, ed


Amstelodamiii 708. Exposé des droits esili incaricò il celebre Buonarroti ancor

de dona Maria iV., et de la (/uestion giovane di scolpire la famosa Pietà o B.


Porlugaiòc, Parisi 83o. Figueiredo, Zie- Vergine Addolorala col divin Figho mor-
VIL VI M 9
lo in seno, per la coppella de* re di Fran- ri, si veda il voi. XCVI, p. 1.^2, XCIX,
cia, die descrissi nel voi. XII, p. 274 e p. 170), del Fescovo, ^^e\V /lhha(e o al-
altrove, perchè si ainniira capolavoro tro mitrato, che soprappongono alla cot-
darle nella basilica Vaticana rimpello ta, intorno al collo e sulle spalle, fer-
al battisterio. Pagò in Uorua il debito del- mandola sul petto con cappio di due fìt-

la natura nel i499? ^^^ ebbe sepoltura tacce di seta bianca, per sostenere la lo-

nella detta basilica, cir>è nella niemurata ro Milra^ onde non ombrarla. Importa
cappella de' monarchi di Francia, da lui il ricordare, conie neli.^de'citati articoli
elegantemente ornata, e dipoi fu traspor- notai, che il p.Bonanni,ZLrzGer<3/c/i/tìf eC'
tato nelle grotte Vaticane con breve epi- clesiaslica considerala nelle vesti^ cap.
tallio. Ili : Dell' uso di sostenersi dal cauda»
VILLEGGIATURA. F. Viaggio. tario la veste cardinalizia ^ o coda del-
VILLEGGIATURE DE' PAPI. F. la Sottana e la mitra, offrendone le fi-

Viaggi de' Papi. gure, a vverteche anticamente diiferivano


VILLE, Gì ARDINI EORTl DI RO- i caudatari de' cardinali dell' ordine de'
JMA. F. VILLA. diaconi e di quello de' preti, da' cauda-
VILMARO (s.), abbate di Samer in laii de* cardinali dell' ordine de' FescO"
Picardia. Nacque nel territorio di Boulo- vi Suburbicari; imperocché caudata-
i

gne in Picardia, di nobile famiglia, e ri- ri de' diaconi e de' preti portavano la to-
nunziato al mondo in verde età, si riti- ga (cappa) e il velo pendente dalle spalle
rò tra'fratelli conversi della badia di Hau* lungo fino alle ginocchia, con cui pren-
mont neirilainaut. Benché incaricato di devano le quando in alcune
loro mitre,
guardare le greggie e tagliare legne ad sagre funzioni dovevano usarle, allorché
uso della comunità, lo spirito di orazio- le deponevano ; mentre caudatari de* i

ne lo rese ben presto l'aramirazione del cardinali vescovi sulla toga aggiungeva-
monastero. Ricevette per ubbidienza gli no la cotta ; ma al presente nelle messe
ordini sagri e il sacerdozio. Prediligendo solenni (e altre sagre funzioni), quando
la vita solitaria, chiese ed ottenne di ri- i cardinali d' ogni ordine devono usare
tirarsi in un romitaggio presso la mon* la mitra, tutti i caudatari sopra la toga
tagna di Cassel. Tornalo poi in patria, vi ossiacappa paonazza {^o cappuccio deWa
fondò una badia in un bosco appartenen- Crocia) assumono la cotta, sopra cui
te a suo padre, la quale dal nome scon- impongono il velo, e assistono col capo
cialo del fondatore fu appellata di Sa- scoperto. Questo velo l'adopera ancora
mer, ed appartiene alla congregazione di il prelato decano degli Uditori di Rota
s.Mauro. Rinchiuso in questa solitudine, (F.)^ o quel prelato del medesimo s. tri-

in continuo raccoglimento, ed inteso agli bunale che ne fa le veci, per sostenere la


esercizi della contemplazione, aspellò il mitra e il Triregno usuali del Papa;
termine de'suoi giorni, che chiuse santa- mentre le mitre e triregni preziosi pon-
raenie a'20 di luglio 780. Molti miracoli tificiisi portano nelle processioni da*
testimoniarono la sua santità e trovasi , Cappellani segreti dtl Papa, e da' Cap»
il suo nome in parecchi martirologi sot- pellani comuni òtWd Cappella ponti/i'
to il detto giorno. cia^ sopra testiere foderale di velluto o
VILNA. /'. WlLNA. damasco rosso, sostenute da cinte di pel-
VIMPA o VIPPA o BIMBA. Velo le con eguali fodere, le quali da essi si
bianco a guisa di stola con frangie d'oro pongono al collo e spalle, e poi durante
nelle due estremità, usato dal Cauda- la messa o altra sagra funzione collo-
tario {F.) del Cardinale (della vecchia cano le testiere colle mitre e triregni
e nuova chiesa del collegio de*caudata- sull'altare papale. Di tutto trattai ue'raui-
IO V!N V IN
mentati articoli. Quanto al vocabolo del r erba delle quali nella prima stagione
Felo^ il Du Gange, G lassar ium^ al ver- s'innalza fino ad 8 piedi. Il clima è da

bo Fimpla, chiama relum muliebre.


Io per tutto salubre , ma si fa oltremodo

E nel Guimpa, Peplum, ve-


vocabolo rigido nelle parti boreali ,
quando spe-
lum muliebre^ quo etiamnum uluntur cialmente muggiscono gli aquiloni. Tut-
jiionachae, quod Guimpe vocant : il ve- te le biade vi crescono, ma il mais pria*
lo di s. Agata fa chiamato Guimpam, cipalmente rende un frutto esuberante.
Grimpam.E soggiunge: TVimplafiuim- Vi alligna il tabacco, la canape, ne' lati

pia, ex Guimple, Gimpie, vel


gallico meridionali il cotone , e in qualche an-
f'Fuimple^ sempre qual velo muliebre, golo la vite. Da'boschi si trae molto com-
quindi applicalo al descritto uso, acciò il bustibile, e quantità di legname d'alto
sudore delle mani non ombrasse le mi- fusto. Gli armenti lanuti e cornuti, il be-
tre ed i triregni. Il Cancellieri, De Se- stiame cavallino e suino, ne formano la
cretariist denomina latinamente questo ricchezza animale. Tranne le saline, non
Felo Fimpay Superpellicia^ per so-
: siha contezza di miniere. L'industria pro-
pì apporsi alla Cotla^ ed a p. 44^^ gredisce attivamente, anche negli ordi-
'*'"

portando i doni fatti da Bonifacio Vili nari mestieri. I francesi , discendendo il


del 1294 alla basilica Vaticana, quan- Wabas, sul finir del secolo XVII stabili-

do n'era canonico, registra fra essi : liem rono de'posti muniti lungo le rive di que-
tria Superpellicia Finipa^ et cortina, sto fiume, e si associarono facilmente co-
Nell'intimazioni del prefetto de Maestri gl'indiani proprietari del suolo, che han»
delle ceremonie ponlificiCy per la cele- no mantenuto allo stato il nome d' //z-
brazione delle funzioni papali, in cui i diana. Quando gì' inglesi nella guerra
cardinali indossano le Fesli sagre e la dell'indipendenza o concitarono i selvag-
mitra, si Caudatarii in-
legge : Forum gi a danno degli Stati-Uniti, o li ricevet-
duenl vestem violaceam, cum Crocea^ tero ausiliari nelle loro file , i militi di
et Superpelliceum cum Felo prò eli- Kentuky commisero ne' villaggi e nelle
tra. campagne enormi devastazioni, e ricche
y\Ì!{CEm'E.S(Fincennopolìtan),Cì\.' prede di vittovaglie e bestiame esporta-
tà con residenza vescovile dell' America rono. Dopo la pace del 1783 l' Indiana
Settentrionale, nell'Indiana, negli Stati- entrò sotto la protezione degli Stati-U-
Unili, capoluogo della contea di Rnox, niti. Ma le guerre degli anglo-america-
giace sulla sinistra riva del Wabas, ed è ni cogl* indiani cominciarono appunto
regolarmente Per la sua posi-
edificata. dopo quell'epoca a divenir feroci. Arse-
zione e per la comunicazione fluviale
, ro molti villaggi degl'indigeni, e il capo-
coir Ohio, acquista iu)portanza sempre luogo degli shawauesi nel 1791 dal ge-
maggiore. Vi si trova stabilita un'acca- neral Wilkinson fu totalmente distrut-
demia scientifica, ed altre istituzioni let- to. Le principali tribù conosciute, che
terarie. La città è distante 4o legbe sud- nella parte boreale stanziano tuttora, so-
ovest da Indianopoli, città capitale dello noquellede'Pottawatomy, degli Shawa-
stato d' Indiana, la quale nel 1822 non nesi,de'Rickapoi, de'Delawari, de'JVIia-
era che un aggregato di 4o case, dispo- mi, degli Huroni, de* Piankashawi e de'
ste però con bell'ordine, ai 65 leghe da M use] ui toni. Tutte appartengono aUa fa-
Washington. Lo stato dell'Indiana, ch'è migliaLennappe,denominata taloraChip.
pressoché la metà occidentale dello sta- pawais-Delaware, ovvero Algonquino-
to d'Illinois, possiede estese pianure bo- Mohegane. Sono però tutti avanzi del-
schive, e verso le rive de'fìumi interni si l'auriche tribù popolose fra di loro con-
dilatano pingui e verdeggianti praterie, fusi, e rincalzati sempre dall' estendersi
1

V I N VIN II
lìelle «ivìlizrfjfe popohizioni , alle qunli comitatn Lasalle, et lane usque ad se-
però si vaiinooi^nor più collegando. Dal- ptcntrionaleni provinciae flneni, adto ut
la lril)ù de'Rickupoi provennero il loro pars occidenlalis lineae provinciae Illi-
celebre profeta Eyquataway, ed il terri- ncnsispcriineataddioecesini s. Ludovici^
bile guerriero Tecumseli suo fi alello, che pars vero Orienta lis ad dioecesi m fin-
sovente fece toccare acerbe rotte agli a- ccnnopolitanani omnino speciet. Quin-
mericani. Dalla tribù de'Sakis, che cogli di lo stesso Gregorio XVI col breve Ma-

Otlogarni mantennero seoipre costante xinia inter gravissiniasque curas, de'6


alleanza co'^ioux, derivò il famoso Pon- maggio 1834, Bull. cit. p. 579: Eraclio
thiak, il più ostinato e temuto nemico Episcopatus Fincennopolitani in India
che abbiano avuto gl'inglesi. I progressi in foederalis Americae Septenirionalis
dell'Indiana hanno del prodigioso, giac- provinciis archiepiscopi Balthimorensis
ché nel 795 soltanto gli americani com-
I suffraganei, e lo è tuttora. Di tali dio-
prarono il terreno dagl'indigeni. Wel 80 1 cesi e di questa di Vincennes abbiamo:
l'Indiana ebbe un governo territoriale, Memorie istoriche ed edificanti d' un.
ed a'2g giugnoi8i6 fu ammessa fra gli missionario apostolico dell' ordine dei
stati e adottò la costituzione, per la qua- predicatori fra varie tribù de' selvaggi
le il popolo elegge un triennale gover- efra cattolici e protestanti negli Siali-
natore e suo sostituto. 11 senato poi é e- Uniti d'America, Milano i844- Ne die
letto parimente in ogni 3 anni, ed una bella contezza il eh. mg."^ Fabi Montani,
camera annuale dideputali esercita il po- negli /annali delle scienze religiose, t.

tere legislativo. L'autorità giudiziaria è 20, 357. A i.° vescovo di Vincennes,


p.

da ogni altra indipendente. Si divideva Gregorio XVI nominò nel detto giorno
lo stalo dell*Indiana in 53 contee ma , 6 maggio 1834 tog.' Simone Gabriele

sono aumentate. Il Papa Gregorio XVI Brulé di Rennes. Mg." De Luca ne'suoi
colla bolla Benedictus Deus, de' 17 giu- encomiali Annalidelle scienze religiose^
gno 18 34,-^"//. Rom. c'o/i/.,t.i9,p. 378: 1. 16, p. 124, ne pubblicò l'edificanle Ne,"

Circumscripiio dioccesiun in Provinciis crologia , egregia Gjenle compendiata e


foederitatis Americae Septenirionalis. tradotta dal Calliolic Almanac di Bai»
E ciò perla propngazione della fede, e timore, per l'anno i843. Eccone poche
per aderire al decretato nel sinodo di Bai- parole. Nacque il prelato nel 1779 da S^"^"
timora, celebrato nell'ottobre 1 833, alla tiluomo timorato di Dio, che colla degna
cui arcidiocesi attribuì nuovi vescovi suf- moglie ottimamente allevò la prole. Si-

fraganei, fra'quali:Z^/oece5W denique Pin- mone Gabriele, dotato d'ingegno, lo col-


cennopolitana comprehendeù provili- tivò con costante studio ed estese cogni-
ciani Indianae una curii parte Illinois, zioni , fioche si dedicò alle scienze me-
cujus rclUjua pars dioecesi s. Ludovici diche per far bene agli altri, consideraU'
adjungctur^itaquideni ut utriusqucdioe- dole più tìcconce a esser convertite io i-

cesis lintites in provincia lllincnsi sia- slrumento di carità. Collostudioegli pro-


tuanlur hoc modo. Incipieiulo a fiumi' gredì in pari passo, anzi con maggior fer-
ne Ohio , quod ad meridieni dividet vore, nell'acquisto della virtù e nella pie-
Kanluhy ab llUnois^et proprie ab castel- tà, mentre la Francia col suo terribile e-
lo Massae dncatur linea rectaperfines serapio d'incredulità serviva d'insegna-
Orientales coniitatuuni Johnson, Fran- mento morale a tutto il mondo, onde la
cklin, Jefferson^ HJarion, Fayetle, Siici- sua fede provò i più duri cimenti. Nel
by, et Macon mque ad nias^na fhunla 180 3 fu gradualo dottore a co«ifronto
Jluminis Illinois, quac sunt ad odo mil- di moltissimi competitori. Ma ripatriato
Ha passiuun supra oppiduin OlUiwu in uou ebbe peusieru di caercilure lu uobil
12 VI N V I N
arte, se non a servigio de'poverì e qnal preso d'angoscia in mirare il vasto cam-
sli'u»nento di beneficenza, anco divenu- po, le rovine della già florida fede cat-
to prete e vescovo. Chiamalo alla subli- che ogni cosa dovea ricevere co-
tolica, e

me vocazione del sacerdozio, abl)iacciò minciamenlo da lui e condursi a compi-


quello stato di maggior perfezione e di mento con penuria di mezzi. Nondime-
abbondanti grazie, entrando nel semina- no con fermo coraggio si [)ose all' opra
rio di s. Sulpizio di Parigi. Giàinotlello infervorato dalle preghiere che rivolse a
di studio nel mondo, toslo divenne l'e- Dio. In men d'8 mesi avea corso a ca-
sempio de'Ieviti, con acceso amore dedi- vallo mille e più miglia, per iscoscesi
candosi alle scienze ecclesiastiche , onde sentieri, visitando ogni parte di sua este-
poi in esse divenne maestro e guida a lut- sa diocesi, e pigliando minuta informa-
ti uomini di lettere negli Stati Uniti
gli zione di tutte le particolarità che concer-
d'America, reputandolo vivente biblio- nevano le missioni da stabilirsi in essa e
teca ambulante di sagra erudizione. Or- in tutto il rimanentedelle occidentali con-
dinalo sacerdote, si ascrisse alla beneme- trade. Ciò fatto, ritornò in Europa, visi-

rita congregazione di s. Sulpizio, indi fu tò Roma, fu confortalo da GregorioXVI,


mandalo al seminario di Rennes a inse- benedettoe accolto con argomenti di sin*
gr»ar teologia, e in America nel 8 o col i i golar slima e benevolettza. In bieve si
\enerando mg/ Flagel poi vescovo di guadagnò l'ammirazione de' personaggi
Louisville. In Baltimore dettò filosofia illustri per dottrina e pietà che popola-
nel collegio di s. Maria, e nel i8i5 ne no la reinadel mondo cattolico. Recatosi
fu eletto direttore. Si ritirò nel8 i8 nel i a Vienna d'Austria, espose grandi biso- i

seminario teologico del monte s. Maria gni di sua diocesi alla società Leopoldi-
presso Emmitsburg ad esercitare u»olte- na, cotanto benemerita delle cattoliche
plici e importanti ulìizi , con i>traordi- n»issioni nel settentrione d'America ivi :

nario zelo e accesa industria, insegnan- i dotti e grandi gareggiarono nell'ono-


i

do pure molte scienze, con mirabili e soa- rario. Da ultimo rivide l'amata patria,!
vi modi, modello a lutti di splendide vir- suoi, la Francia, onorato, ammirato e
tù, massime nella carità co'poveri ; l'iu- distinto da tutti. Venti e più «nissionari
gratiludine viemmaggiorn»ente infiam- dall' Europa gli si fecero compagni nel
mò la sua eroica carila, per cui abbon- suo ritorno in i\mericai e dalla carità
danti furono i fruiti che trasse da si e- del vecchio mondo otleoneconsiderevoli
semplare vita infaticabile. Gregorio XVI soccorsi per fondare nel nuovo scuole,
dovendo provvedere d'un vescovo la nuo- chiese , spedali, asili pegli orfani, e per
va diocesi d» Vincennes, con l'acuto suo celebrare idi vini misteri colla convenien-
sguardo seppe discernere da lontano le te dignità. Ilsuoritoroo in Vincennes fa
sopraeminenti qualità del Brute, U (pja- un trionfo, siccome veneratoci • tutti. Al-
le prescelload Angelo della novella chie- lora cominciò una novella sene di fati-
sa, piegò la testa all'autorevole coman- che apostoliche. Visitò tutti i villaggi di
do e s'avviòalla distante sua diocesi, con sua estesissima diocesi. In Vincennes era
quell'abnegazione, zelo e carità che l'in- vescovo, maestro, padre e amico a tutti,
tijrmavano. Fu consagrato vescovo nello il benefattore de' poveri. In breve a(MÌ
stesso 1834 nella cattedrale di s. Luigi un collegio, fondò a sue spese una scuo-
del Missouri nella festa de%s. Simone e la gratuita , frequentata da 80 scolari ,

Giuda , ed accompagnato dal sullodato altra per le donzelle, congiungendovi un


mg.' Flaget e da mg.' Purcell vescovo asilo [)egli orfani governalo dalle suore
di Cincinnati, prese possesso di sua sede di Carila, a tutto supplendo colle priva-
a'5 del seguente novembre. Ma fa coua* zioni alia slessa sua inferma salute, li ve-
V N I V I N i3
srovo, il clero, i seminaiisli ,
gli scolari rabile ma difficile missione in mezzo alle
dfl collegio occupavano lutli la medesi- vaste foreste di sua diocesi. Mg/ Rosati
ma casa, e comune n'era il refettorio. E* che nel 1843 pubblicò la Notizia stati*
gli non voleva niuna particolarilà per se. stica delle Cnttolicìie miss:ioni^ ci die la
lnin>ense erano le sua fatiche, le pasto- seguente di Vincennes. Popolazione del-
rali occupazioni, e pure inviava lunghe la diocesi 885 ,866
cattolici 25, 000. ,

inenioi ie sloriche e archeologiche ali'ac- Lingua che si parla, inglese, francese e


cailemia letteraria ili Vincenoes, senza tedesca. Seminario diocesano diretto da*
due ìa rie(|uenle corrispondenza episto- preti secolari, con i
7 seminaiisli, vicino
lare con molti paesi d'Europa e d'Ame- alla cattedrale. Collegio di s. Gabriele ia
rica. Tra le regoledi sua vita, eravi quel- Vincennes degli eudisli, con 7 professo-
appena sveglialo! Quando
la di alzarsi ri e 5o collegiali. Oltre gli eudisli, eran-
assunse governo di sua diocesi vi tro-
il vi i s. Giuseppe in Davis Coun-
hatelli di
vò un prete, con circa 3 chiese. Alla sua ly, dove hanno casa con 12 fratelli e una
mui te lasciò i3 missionari ; e quasi in o- scuola; monasteri e case religiose: delle
gui città , oltre a molte stazioni ne* vil- sorelle della Provvidenza in Tei're-hau-
laggi , era surto dal suolo un tempio in le, con 22 suore;
in Vincennes 4 sorelle
onore di Dio. Disfatto e logoro dall' in- della Carità, 8 educande di pensionato,
fermità, lultavolta progrediva nelle sue 32 esterne, 90 scolare gratuite. Scuole
pellegrinazioni , recando cousolaiione gratuite pe* giovanetti, in Vincennes 7,
e assistenza a tulli. Alhanto dal male ,
con 85 scolari, ed una società di tempe-
c<jme visse, morì santamente a' 26 giu- ranza. Più estese sono le notizie che of-
gno 838. La sua morte fu pianta pub-
1 fre l'ab. Corsi nelle sue iVbf/s/e sLatistì-
blica calamità, e da tulli deplorala ama- che delle Missioni di tutto il mondo di-
ramente, acclamalo per dotto, caritate- pendenti dalla congregazione di Pro- s.

vole e santo. Cattolici e protestanti d'o- pagandafìde,slai\ì^ale nel 844- ^^ cat- i

gni grado assisterono alle ceremonie fu- tedrale è sagra aDio sotto 'nvocazionedi l

nebri. Il maestrato di Vincennes, le ci- s. Francesco Saverio. L'ab. Corsi riporta

vili autorità, 1' accadeniie scientifiche e il titolo dell'altre chiese della diocesi, co*
letterarie della città egualmente onora- nomi de' preti, e osserva quanto pro-
rono i suoi funerali. Tulla quanta la po- ficuo sia alla religione cattolica l'erigere
polazione accompagnò con solennesilen- i vescovati nell'America, e I* adidarli a
zio la sua onorata salma al luogo del suo vescovi zelanti. Per il notabile aumento
riposo su questa terra. A' 17 maggio 1839 di cattolici , la diocesi riuscendo troppo
Gie^orio XVI gli die a successore mg." vasta , il Papa Pio IX a' 22 settembre
Celestino de la Hailandiere, consagrato 1857 colla parte settentrionale dello sta-
neir istesso anno, ed allora i sacerdoti to Indiana vescovato di Forl-
istituì il

della diocesi erano 27 e 3o le chiese, e Wayne. La diocesi Vincennes ora com- di


pel suo zelo aumentò 7 altre chiese, con prende la parie meridionale di dello sta-
5 altri sacerdoti, le stazioni essendo 29. to, conta 75parrocchiee più di 55,5oo
Da'3 ottobre 848 1 n'è vescovo mg. 'Mau- cattolici.
rizio de Saint- Palais, che neh 85 1 si recò VINCENTI MARERI InmiTO An-
a Parigi, degno e pio su,ccessore del ve- tonio, Cardinale. Nobile di Rieti, ivi
nerandoe santo, come vien chiamalo,mg.'^ nacque da illustre famiglia a' 20 gen-
Drutó, occupandosi a reclulare alcuni ze- naio 738, sortì dalla natura indole egre-
I

lanti ecclesiastici di Francia, la (|uale è gia, e ricevè l'educazione civile, religiosa


vera ntiniera inesauribile di uomini apu* e morale conveniente alla sua conitizio-
&loilci, per coudiu vario nella sua ammi> ue. Con successo fece gli sludi , anche Ut
^Ì4 V I N V I N
gius civile e canonico, e detlicalosi al ser- zinturn si mostrò saggio, prudente ed at-
\'igio della s. Sede , riferisce il Novaes tivo, zelante degl* interessi della s. Sede,
nella Storia di Pio FI^ 1.
1 7, p. 82, che con soddisfazione altresì della reale cor-
fu incaricato dell'uffizio di uditore della te ede'rnonarchi Carlo III e suo figlio
nunziatura apostolica di Madrid, ove si Carlo IV, sebbene le condizioni politiche
rese assai accetto e gradito. Imparo dal- de'tempi vieppiù si facevano gravi e com-
le Notizie di Roma
che nel pontifica-
, plicate, ed ottenne ricchi benefizi eccle-
to di tal Papa fece onoievolmente la sua siastici. A premiare le sue fatiche, Pio VI
carriera, imperocché ammesso in prela» nel concistoro de' 2 i febbraio i
794 lo
tura e dichiarato referendario delle due creò cardinale dell* ordine de' preti con
segnature e prelato domestico, nel 1775 bello elogio, riportando il n. 2000 del
fu fatto assessore del governatore di Ro- Diario di Roma^ che il Papa nominò ab-
ma nel tribunale e congregazione di con- legato apostolico a recargli in Madrid
sulla, enei 776ponentedella medesima,
i la berretta cardinalizia mg.*^ Francesco
e tale proseguì ad essere sino alla promo- Carafa d' Andria napoletano, suo came-
zione a Commendatore di s. Spiri lo, Wc^q riere segreto soprannumerario. Pvitorna-
ripelei in quell'articolo, carica che oonaf- to in Roma, rilevo dal n." 2 82 del Dia' i

fatloappariscedalui esercitata dallericor- rio, che Pio VI nel concistoro de'28 mag-
dale Notizie di Roma del 1784 e 1785, gio 1795 gl'impose il cappello cardinali-
ove sono registrati per commendatori Do- zio colle solite formalità, e nella sera glie-
menico Sampieri eFrancesco Albizi. Ben- lo trasmise pel suo guardaroba camerie-
sì da esse rilevo, che per la promozione re segreto mg/ Giuseppe Coppari,acui
alla Madrid Co-
porpora dal nunzio di il cardiiialedonò una scatola d'oro.Poscia
lonna di Stigliano, seguita a' i4 feb- il Papa gli conferì per titolo la chiesa de'
braio I 785, il prelato per la sua capacità ss. Nereo ed Achilleo, lo annoverò alle
e virtuosa condotta, essendo già sacerdo- congregazioni cardinalizie de' vescovi e
te, verme dichiarato nunzio di Spagna, e regolari, di propaganda fide e di quella
preconizzato nel concistoro degli 1 1 apri- della Cina, del concilio, dell'indice, delle
le arcivescovo di Corinto in partihus e paludiPontine e Chiane. Mentre la Fran-
quindi assistente al soglio pontifìcio, ciò cia rivoluzionata avea inondato de' suoi
che conferma il n.°io74 del Diario di democratici molti stati italiani, e
eserciti
Roma di dello anno. Nel ricordato arti- minacciava pure que' della s. Sede, nel
colo Commendatore credei che Vincenti declinar dello stesso 1790 il cardinale fu
succedesse nella carica al cardinal Gui- credulo degno in sì difficili circostanze
di, ma devesi collocare tra il Sampieri della legazione di Bologna, ove si recò, a-
immediato successore del Guidi, e l'Al- vendo per vice-legato mg."^ Giacinto Or-
bizi eletto dopo il Vincenti, ciò che si sini di Gravina. Non andò guari che l'e-

prova colla serie deVitratli de'commen- sercito francese avvicinandosi a' confini
datori esistenti nell'arcispedale di s. Spi- della provincia mostrò di elfettuarne l'oc-
dove sotto al suo si legge l'epigrafe:
rito, cupazione. governo papale desideran-
Il

Emus. D. Hippolitus Vincenti Reat. do di tenersi in pace colla Francia, ebbe


Praeceplor LXXXII. Ah ^z/z. 1784 ad cura d'evitare qualunque cosa che potes-
an. 785. Per maggior sicurezza feci flue
1 se servire a' repubblicani di pretesto a
cortesi ricerche nell'archivio, e si trovò rompere guerra al Pontefice, per cui il
nelle memorie de'possessi de'commenda- cardinale a'2 i maggio 1 796 pubblicò un
che il Vincenti lo prese a'2 1 gennaio
tori, editto col quale ordinò agli abitanti di
1784, ed il successore Albizi 3*17 feb- sua legazione, che i soldati francesi fos-
braio 1785. Nei grave uffizio della nuo- sero per ogni maniera rispettati, e chi
V I N V I ?f t5
avesse arHito olleiuleiii palireVibe rigoro- francési, e altro relativo all'accennato di
so casligo e anche la morte. Ma il tliiet- sopra. Essendosi il cardinal Vincenti ri-
loiio di Traucia, che avea decretato Io tiralo nel suo palazzo in Rieti, a'9 marzo
spoglio della sovranità pontificia, ordinò di dello anno il comandante di piazza
a Uonaparle generale in capo l'occupa- gl'intimo che nella notte partisse per Ci-
zione delle legazioni dello stato romano, vitavecchia accompagnato da un ulliziale

ed egli ne cofnmise l'esecuzione al gene- francese, altrimenti ve lo farebbe condur-


ral Augerau, il quale colla sua divisione re prigionieroda'dragoni. Rimasto il car-
passalo il Vo nel Mantovano, corse a Bo- dinale co'suoi parenti costernatissimi, ii

logna vanguardia francese


(f^.), ove la concittadino marchese Gabriele Vincen-
eutròla sera de' 18 giugno (e non gennaio tini col suo coraggio di cuore li confortò
com'è detto nel voi. V, p. 3o5), e nella a non desolarsi , e si olFri di seguire il

seguente mattina il resto di (|uel piccolo cardinale per assisterlo e consolarlo, eoa-
esercito. Il cardinal Vincenti, secondo le tento di subirne la sorte, prendendo la
istruzioni ricevute da Pio VI, con edil- qualifica di nipote onde colorare il suo
lo de'ig giugno corrispose al proditorio divisamento, e sebbene noi fosse da tale
assalto con atto pacilico e amichevole ,
ailettuosamenle operò. Quindi ottenne
dichiarando che terminava l'esercizio di dal comandante di partire col cardinale
legato apostolico di Bologna (lultavolta e facendo la via di Roma, ove accompa-
come tale lo trovo ancora nelle Notizie gnati dall' tiffiziale arrivarono dopo il

di Roma deli 797, ma s'intende di solo mezzodì delio. 11 che saputosi dal gene-
Dome), invitando i cittadini al manteni- ral Dallemagne , succeduto nel coman-
mento dell'ordine, della pubblica quiete, do di Roma al Berthier, ordinò ad un suo
ed a rispettare i francesi; quindi fu obbli- aiutante che subilo facesse condurre il
galo a partire per Roma. Poco dopo so- cardinale al già monastero delle conver-
praggiunse in Bologna Bonaparle , die tite in cui avea rilegato altri 6 cardinali.

subito tolse al Papa quella città e prò- Quivi dunque entro il cardinale, quando
vincia a'20 giugno, e con avviso del gon- i detti colleghi si disponevano a recarsi
faloniere Hercolani dichiarò appartene- a Civitavecchia, ove ancor lui sarebbe
re il governo al senato bolognese. Dipoi stato immediatamente tradotto. 11 mar-
fu costretto Pio VI di cedere alla Fran- chese Vincenlini guadagnò l'aiulanle con
cia la legazione di Bologna, e le legazio- promessa di buon regalo, e da esso otten-
ni diPiomagna e Ferrara. Intanto con- ne nella sera d'essere presentalo al ge-
sumandosi dalla Francia repubblicana nerale. A questi fece un patetico raccon-
l'intera invasione dell'infelice Italia, alla to della costernazione d'animo e di cor-
stessa sorte soggiacque tutto lo stato pon- po che opprimeva lo zio caidinale, quasi
tificio eRoma,e dopo democratizzala, dal grave di età e mal costrutto di corpo.
general Berthier a'20 febbraio 1798 fu Per tale perorazione, Dallemagne accor-
Pio VI imprigionato e condotto in Siena dò che il cardinale restasse sotto custo-
e poi in Francia. IN ella Rctazio/ie delle dia militare nel monastero, per riposarsi
avversità e patimenti di Pio VI, t.i, p. e ricuperare le forze onde ancor lui tra-

74, e t. 3, p. 1 I 3, si legge la narrativa del sferirsi a Civitavecchia. Ebbe ancora il

l'autore n)g/ Baldassari contemporaneo, marchese licenza di recarsi a piacere dal


su quanto fecero i repubblicani francesi cardinale. Intanto 1' uiiìziale che lo cu-
al cardinale, quando si dierono a perse- stodiva, gli riferì come i cardinali Altieri
guitaie furiosau»eule il Scirro collegio^ e Aulici aveanu rinunziato alla Porpora
oltreché riporta due editti pubblicati
i (A.) , e iu «pieslo modo eransi liberati
dalcaidmal iu Bologna per \ix venula de' d'ogni muieslia, li loro esempio e se^jua-
2

i6 V I N VIN
tamente quello cì*Anlicl sìlTattamenle Io voro,dal cardinale usate nella nunziatura
commosse, che coniinciò a divisarne l'i- di Madrid quando banchettava diploma- i

niitazione. Quindi commise al marchese ed al suo aiutante e a quello di Dal-


tici;

che insieme a un antico minutante della lemagoe, tabacchiere d'oro, orologi simili
segreteria di stato si recasse dall'Antici, a ripetizione con eguali catenelle, e altre
per conoscere il modo tenuto nel depor- cose preziose. Così a*2o marzo fu resti-
re il cardinalato; il che eseguito, l'Antici tuita la libertà al cardinale, e gli fu an-
a tutto corrispose e die'copia delie lette- cor concesso restar tranquillo per qual-
re perciò da lui senile. Indebolito il car- che altro giorno in Roma, potendo eoa
dinal Vincenti nel corpo e turbato nello sicurezza tornare in Rieti, ed a comodo
spirito, stava per incappare ancor egli trasferirsi nelle provincie venete. Morto
misera ntenle nel laccio, spogliandosi del- gloriosamente Pio VI nel 1799 '" ^^"
la sublime dignità cardinalìzia. Ma la lenza, e adunatosi il conclave in Vene-
y\ì\\i del marchese lo liberò dal perico- zia, il cardinale v'intervenne, come testi-
lo di SI vergognosa caduta, e gli apri l'u- fica l'Artaud nella Storia di Pio VII
scio della prigione nel modo che egual- e nel marzo 1800 restò eletto Pio VII ,

mente col Baldassari vado a riferire. Ri- laonde nel suo soggiorno in quella città
tornalo il marchese da Dallemagne, do- trovo nella descrizione che ne fece Can-
po essersi ingegnalo con artificio a ren- cellieri, Storia de possessi, il cardinale
derlo favorevole, francamente gli propo- avere ricevuto il Papa quando formal-
se di acquistare col denaro la liberazio- mente recossi alla chiesa de'ss. Apostoli.
ne dello zio,ad onta che il generale a- Ritornati in Roma, Pio VII nel dicem-
vesse di fresco tuonato con un proclama bre 80 rnominò il cardinale prefetto del-
r

coniro le pubbliche ruberie. iNondiroeno l' economia del collegio romano, e nel
la viilù repubblicana al suono di premio concisloro de'3 agosto 1807 lo promul-
vacillò, e volenlierissimo subito accolse gò vescovosuburbicario di Sabina, aven-
l'esibizione, a paltò di profondo segreto, do dimesso il suddetto titolo. Non andò
e soggiungendo. »> Andate e vedete di guari che per le pretensioni di Napoleo-
concertarvi col tal banchiere romano, al ne I, di nuovo occupati da'francesi Ro-
quale significherò mie intenzioni; e co- ma e lo slato pontificio, di forza ne fu
me il banchiere m'avrà accertato che l'af- tratto prigione Pio VII nel luglio 1809.
fare è concluso, porrò tosto in libertà vo- Racconta Vita di Pio
Pistoiesi nella
stro zio cardinale". Il marchese ricorse VIl^ e già notai nella biografìa di quel
pure per tale liberazione al generale Papa che tra' cardinali restati desolali
,

Vial, ed agli aiutanti suo e di Dallema- in Roma eravi il cardinal Vincenti , ed


gne, a tutti promettendo ricompense pur- a tulli a' 5novembre fu intimato da Pa-
1

ché vi contribuissero. Andò poi dal ban- rie;i l'ordine di Di"ot ministro del culto
chiere, il quale gli domandò una som- di recarsi immediatamente in quella me-
ma molto grande, da pagarsi in oro e tropoli, ove avrebbero ricevuto lo stesso

argento a Madrid, dove il cardinale go- trattamento usato co'cardinali francesi, e


deva copiose rendile ecclesiastiche. Nego- l'annua pensione di So, 000 franchi, co-
ziò il marchese la riduzione della somma, me ricavo dal cardinal Pacca, Memorie
e non senza molli parlari e difficollà l'ot- istoriche^l. 2, cap. 3. Indi VS dicembre
tenne limitata a scudi 2000. Questa sbor» il general Radei, già carceriere del Pa-
sala mediante lettera di cambio per Ma- pa, per partedelgovernatore Miollis, in-
drid, si venne a' donativi. Furono dati, timò bruscamente al cardinale e colleghi
al general Vial alquanti argenti lavorati, di partire entro 24 ore per Parigi, seu-

fra'quali 2 gtandi zuppiere d'eccelleulela- za repliche, e coiriugiuozione di nolifi-


VIN V I IV f?
care il suo nmvo e abitazione a' mini* no. Soni natali in Valenza di Spagna,
i

sili del cullo e ili polizia. Quando l'ira- a'23 gennaioiSSy, da genitori ragguar*
pei'rtlore Napoleone 1 celebrò nel 1810 de voli per la loro pietà e per la loro li*

in Parii^i il suo '2.^ inaliijuonio, 26 de' beralila verso i poveri. Mostrò fino dalla
cardinali ivi dimoranti assisterono alia suu fanciullezza le più felici disposizioni^
cerimonia civile il 1.° aprile, ma nel di e si abituò a digiunare il mercoledì e il

seguente alla religiosa appena 3 inter- 1 venerdì per domare più agevohnente le

vennero, i quali enumerai nel voi. Lill^ sue passioni. In età di 12 anni incomin-
p. I
44» dichiarando perchè furono delti ciòil suo corso di filosofìa, e non ne avea

rossi, gli altri denominandosi neriy cioè che i5 allorché si applicò alla teologia*
quelli pure ivi notali, a' quali furono Compiuti rapidamente gli studi, e lascia-
interdette le insegne rosse. 11 cardinal to da'genitori in libertà di scegliere quel*'
Vincenti non è nel numero di ninna del- lo stato che più fosse conforme al 8uo'
le due categorie, ma restando in Parigi spirito, deliberò di rendersi religioso, e
mi fa dubitare che fosse compreso tra' prese l'abito fra* domenicani di Valenza
rossi, poiché i neri furono proscritti, di- nel i374- Propostosi a modello il santo
spersie rilegali, con privazione della con- istitutore di quel celebre e benemerito
cessa pensione, ad onta della spiegazione ordine, divenne in breve consumalo nel*
e protesta da loro emessa , che si legge le vie della perfezione, accoppiando alla
nelle indicate Memorie isloriche. Il car- preghiera ed alle auslerilà delia peniten-
dinal Pacca sollarito ricorda i cardinali za, lo studio e la meditazione de'libri di'
Despuigh,Dugnani,Erskineche con nie- vini e degli sciitti de' Padri. Dopo aver
testo o reale motivod'infermilà non com- insegnalo filosofìa a Valenza e a BarceU
parvero a'due grandi alti, che fermarono Iona, e pubblicato il suo trattato della
l'attenzione dell' iuìperatore: avverte pe- Supposizioni dialettiche^ fu mandalo al-
rò che il cardinal Erskine si trovò presen- la celebre università di Lerida^ dove con*
te al(."Giunto il cardinale all'elùdi 78 linuò lo studio ilella scolastica e le fun-
anni, morì in Parigi a'2 marzo 181 e- 1 1 , zioni del ministero. Ricevuto colà il gra-
sposlo nell'esequie celebrate in s. Tom- do di dottore nel 1884, ritornò in patria,
maso d'Aquino sua parrocchia, e sepol- dove espose la s. Scrittura e predicò con
to nella chiesa di s. Genovella, come regi- istraordinaria riputazione. I suoi studi, le
strano le Notizie di Roma, cioè nel silo sue fatiche, tulle le sue azioni addiveni-»
ov* erano stati tumulali i cardinali Ca- vano come una continua preghiera, poi-
prera edEr>kine, e lo rimarcai nella bio- ché il suo cuore era sempre intitnamen-
grafia del 2.", egualmente mancali di vi- le unito a Dio) e vigilando sopra suoi i

ta in Parigi e ambedue del numero de' sensi con somma diligenza, reprinìevacol-»
cardinali rossi^ e forse con quella mede- le mortificazioni tutti gli eccitamenti del*
siuta pompa funebre che accennai in tale la concupisceuza. Quiudi non è n»eravi*
articolo. La famiglia del cardinal Vin- cimento uscì viltorioso dalie
glia se nel
centi si estinse colla morte del conte A- d'una rea femmina, come il casto
insidie
ie^sandrosuo fratello. 11 loro nipote con- Giuseppe da quelle della moglie di Pu*
te Giacinto Sardi aggiunse al proprio il tifare. Venuto a Valenza nel i 890 l'anti*
loro cognome, perchè ne ereditò le so- cardinale Pietro de Luna, che recavasi
stanze; laonde nel voi. LVll, p. 2 i 3, a* in Eraiicia legato deirantipapu Clemen-
vendo chiamato il conte Sardi anche col teVII a Carlo VI, volle che il santo luc-
cognoD»e di /^/«cc/i/m/, a questo vanno conqjagnasse. Ivi pure Vincenzo si ado-
«oppresse le due ultime lettere. però alla conversione de'peccalorii lincile
VINCENZO (s.) Febhbri, domenica- ul cominciamento del 1394 tornò a V«*
\0L. CI.
i8 VIN V 1 N
lenza. Narrai nel voi. LXXXVII , p. eccettuale domeniche, anzi mercole-
le i

265, che succetlulo de Luna nelT anli- dì e veuer dì non prendeva che pane ed
i

papato col nome di Benedetto XIII a acqua, e ciò praticò per ben 4o anni. Dor-
Clemente VII, chiamò Vincenzo in A- miva sulla paglia o sopra sarmenti, e pas-
vignone, lo fece maestro del s. palazzo, sava gran parte del giorno nel confessio-
e poi suo confessore. Olire altre notizie nale. Trovandosi nel Delfinalo, intese che
del santo, pure riportai, che conosciu-
ivi gli abitanti d'una valle chiamalaValpu-
to lo spirito dell'antipapa non volle ac- ta, davansi in preda alle più infami dis-
cettare vescovati e il cardinalato che gli
i solutezze, e per la loro rozzezza e barba-
oiFerse, e preferì di recarsi a fare il mis- rie nessun missionario erasi cimentato di
sionario apostolico. Partì dunque da A- penetrare fra essi. Vincenzo, pronloa lut-
vignone verso la fine deh 898, per ritor- to soffrire per la gloria di Dio, non esilò
nare in patria. Predicò in tutte le pro- ad esporre la propria vita; ne le sue fati-
vincie di Spagna, meno la Galizia, con che riuscirono vane, poiché que* valligia-
grandissimo frutto, riducendo a Dio una ni, instrulti e tocchi dalla sua predica-
moltitudine di giudei, di maomettani, d'e- zione, detestarono i loro delitti e gli espia-
retici e di scismatici. Poscia recossi in rono con una sincera conversione. Tale fu
Francia, e si trattenne alcun poco nella il cambiamento che la valle prese il no-

Linguadoca, nella Provenza e nel Delfi- me di Valpura, ossia valle di purilà, cui
Dato. Passò in Italia, trascorse le coste di porla tuttora. Da Ginevra l* anno i4o3
Genova, la Lombardia, il Piemonte, la scrisse Vincenzo al generale del suo or-
Savoia; e predicò eziandio in una parte dine una lettera, che ancor si conserva,
delTAlemagMa verso l'alto Pieno e nella e nella quale si trovano molte particola-
Fiandra. Il successo dtlle sue missioni lo rità riguardanti le sue missioni. Leggesi
fece riguajdare come un uomo suscitato in essa, che dopo avere cantalo la mes-
da Dio. Enrico IV re d'Inghilterra invi- sa, predicava due o tre volle il d'i, senza
lolloa passar nel suo regno e lo accolse o- avere altro tempo per apparecchiare i

norevolmente. Vincenzo diede buoni con- suoi discorsi, che quello che gli offriva il

sigli al re, sì per la sua condotta, che per cammino. Ptacconta di avere speso tre me-
quella de' suoi sudditi _, e fece delle mis« si nello scorrere i villaggi e le città del
sioni nelle pi incipali città d'Inghilterra, Delfinato annunciando la divina parola;
di Scozia e d'Irlanda. Indi ritornò in che fece lungo soggiorno nelle valli di
Francia, ed esercitò il suo zelo dalla Pi- Lucerna, d'Argeuteia e di Valpula nella
cardia sino alla Guascogna. Pel guasto diocesi di Embrun , ed ebbe la fortuna
prodotlOjComealtrove, specialmente dal- di convertire quasi tutti gli eretici di
lo scisma sostenuto da Benedetto XIII, quelle contrade; che si recò nel Piemon-
era d'uopo d'un apostolo la cui terribile te, nel Monferrato e nelle Valli, dove le

voce valesse a scuotere le coscienze, e ri- sue fatiche non furono infruttuose, e un
muovere i peccatori dalle loro scellera- gran numero di valdesi e di altri eretici
tezze. Egli perciò trattava di preferenza rientrarono nel grembo dellaChiesa. Par-
de'giudizi di Dio, dell'inferno, dell'eter- la in seguito della conversione di molte
nilà, pronunziando i suoi discorsi nel più persone ch'erravano nella fede; della ri-

patetico modo; e la santità della sua vi- conciliazione dei guelfi e ghibellini, del-
ta, illustrala dal dono de'miracoli, dava laquale egli fu mediatore, e della pace
maggior forza alle sue parole. Malgrado generale che avea procacciato alla Lom-
i viaggi continui e tante apostoliche fa- bardia. Aggiunge, che richiamalo nel Pie-
tiche menava austerissima vita , mai
, monte da'vescovi e da^signori del paese,
mangiava di grasso, digiunava tutti dì, i avea passali 5 mesi nelle diocesi di Aosla^
V I N V ! N r9
di Tnrantasia, di Giovanni di Matirlen*
s. lamnnca, dove risuscitò un morto in pre-
ne e di Grenoble; die a Ginevra era riu- senza di numeroso popolo. Entrò nella
scito ad abolire utia testa supeistiziosn, sinagoga della slessa citlà col Crocefisso
alla quale il popolo eia assai attaccalo; in mano, e vi fece un discorso pieno di
che stava per recarsi a Losanna per ten- tanta forza, che gli ebrei commossi e con-
tare di far avveduti del loro errore uo- vertiti domandarono il ballesimo, e la lo-
mini rozzi che adoravano il sole, e un ro sinagoga fu parimente cambiata in una
gran numero di eretici ostinati e perico- chiesa, che prese il nome di s. Croce. Gra-
losi, che abitavano sulle frontiere dell' A- vi turbolenze da due anni agitavano i

leraagna. Trovasi nelloSpondanoe in al- regni d' Aragona, di Catalogna e di Va-


tri scrittori, che Vincenzo predicando nel- lenza, per r elezione dell' erede della co-
la sua lingua materna, era inteso da quel- rona. Per venire a concordia, gli stali

li che ne parlavano una diversa. Ciò è ri- decisero che eleggerebbero 9 commis-
si

ferito eziandio da Ranzano, secondo il sari, 3 per ciascun regno, quali si ra- i

quale greci, gli alemanni, gli unglieri


i dunerebbero nel castello di Caspe in A-
ec. intendevano tutto ciò ch'egli diceva, ragona, e che quegli che avrebbe sei voli
quando predicava in latino, ovvero nella sarebbe riconosciuto per re. Vincenzo fa
lingua che si parlava a Valenza. Frat- nominato commissario pel regno di Va-
tanto l'antipapa Benedetto XIII, ch'erasi lenza, con suo fratello Bonif.icio certosi-
recato a Genova, invitò il santo a portar- no , e Pietro Bertrando. Coinè n'ebbe
si colà, promettendogli di rinunziare al- intesa la novella, ioterrup[)e le sue mis-
le sue pretensioni sopra il papato. Vin- sioni per recarsi al castello di Caspe. I

cenzo, che non si era ancora staccalo dal- commissari quivi esaminata pon-
riuniti,

la di lui Ubbidienza (^'^.), perchè il rea- deratamente la questione, dichiararono


me di Valenza, ingannato come tanti al- Ferdinando di Castiglia il più prossimo
tri stali e popoli, avea seguito lo Scisma parente del defunta re, e per conseguen-
(^.) d'occidente, andò a Genova, e rap- za erede della corona. Il novello re, che
presentò all'antipapa uìali che cagiona-i faceva singolare stima di Vincenzo, lo
va lo scisma, esortandolo a mettervi fi- scelse per suo predicatore e suo confesso-
ne; ma i suoi saggi ammonimenti non fu- re; le quali occupazioni non impedirono
rono ascoltali. Il santo dopo un mese par- il santo di fare delle missioni nelle di-
ti e trascorse di nuovo la Francia e la verse Provincie di Spagna e nelle isola
Fiandra; indi tornò in Inghilterra nel vicine. Dappoiché tutte le rimostranze,
i4o6, e consumò due anni seguenti nel
i ch'egli avea fatto all'antipapa Benedetto
fare novelle missioni nelPoitou, nellaGua- XIII, erano riuscite infruttuose, consigliò
scogna, nella Linguadoca, nella Proven- il re Ferdinando 1 di sottrarsi alla sua
za e nell'Alvergna. Tolse poi a predicare ubbidienza, se non volesse sottomettersi
il Vangelo in Granala , nell' Aragona e al concilio di Costanza, per ristabilire eoa
nella Catalogna; andò a Pisa, a Siena, a questo mezzo la pace nella Chiesa. Il re

Firenze, a Lucca ; e tornato in Ispagna col seguì suo consiglio, e manifestò le sue
il

consueto suo fervore scorse regni di Ca- i disposizioni con un editto solenne, in da-
stiglia, di Leone, di Murcia, d'Andalusia, ta 6 gennaioi4i6. Vincenzo si adoperò
delle Asturie, e più altre contrade , fa- a tutto suo potere per far entrare gli spa-
cendo ovunque molte conversioni e mi- gnuoli nelle mire del re; e mandato (U
racoli. Gli ebrei di Toledo abbracciaro- Ferdinando I al concilio di Costanza,
no il cristianesimo, e trasmutarono la lo- predicò nella maggior parte de' luoghi
ro sinagoga in una chiesa, che fu dedica- pei quali passò. I padri del concilio, che
ta alla D. Vergine. JNeli4 12 recossi a Sa- aspettavano il suo arrivo con impatieu-
,20 V I N VIN
za, non vedendolo i>iiingere, incaricaro- nia mostrò un'ammiral)ile rassegna^ioi-
no il cardinale Aimdjuldi di recarsi a Bi- ne, una singoiar penitenza ed un'amabi-
gione, oveailora lrovavasi,per consigliar- lissima giovialità iomezzo a' più grandi
si eoo lui. Sembra nondimeno clie sia patimenti. 1 magistrati temendo che i ,

sialo sino a Costanza, checche ne ab- domenicani, quali non aveano casa a
i

biano dello alcuni autori. Passalo Vin- Vannes, lo portassero via, gli fecero do-
cenzo nel Deriy, spiegò principalmente mandare in qual luogo amasse meglio
il suo zelo nella città di Dourges; ed invi- di essere seppellito; ma egli, qualifican-

tato da Giovanni V duca di Bretagna, a dosi un servo inutile ed un povero reli-


recarsi ne'suoi slati, si rese a Vannes, do- gioso, cui non ispettava disporre intorno
\e predicò dalla IV domenica di quare- alla sua sepoltura, piegò i deputati di
sima sino al martedì di Pasquai4i7, ed pertnettere al priore del più vicino con-
inoltre esercitò il ministero evangelico io vento di domenicani, di prescriverne il

lulla l'estensione della Drelagna, senza luogo; indi li esortò a conservare dopo
darsi ripoSo ,benché fosse ammalalo. la sua morte quella pace, che nel corso
JNello stesso tempo scrisse ai vescovi e a* di sua vita avea loro sì forlemenle rac-
principali signori di Casliglia, come pu- comandata. Il mercoledì innanzi la do-
re ad Alfonso, che governava il regno du- menica delle Palme, 5 aprile i4^95 ^P'"
rante la minorila di Giovanni li, esor- rò tranquilla mente, in età di 62 anni, 2
landoli a riguardare Pietro de Luna qua- mesiei3 giorni, avendo convertilo alla fe-
le antipapa, e riconoscere il concilio di de cattolica 25,000 ebrei, oltre un prodi-
Costanza. Eletto nel novembre il Sommo gioso numero di peccatori, li duca di lire-
PonteficeMartinoV, scrisse al santo, man- lagna e il vescovo di Vannes decisero che
dandogli il celebre teologo Montano per si dovesse sotterrare il santo nella catte"
confermargli il titolo e le facoltà di mis- drale. INel i455 Papa Calisto 111, a cui il

sionario apostolico, le quel tempo, adec- santo avea predetto il pontificalo Jo cano-
cilamento di Enrico V re d'inghdterra, nizzò; ma la bolla della canonizzazione
Vincenzo passò in Normandia. Era allo- non fu pubblicata che 3 anni dopo da Pio
ra in età di 60 auni , e sebbene rifinito 11. Gli spagnuoli, avendo inuliimenle do-
di salute in modo che non poteva fare mandato, che il suo corpo, il quale era
un sol passo senza appoggiarsi, allorché stalo disotterralo fin dal 1 4^6, fosse tra-
saliva il pergamo parlava con tanta for- sportato a Va lenza, deliberarono nel 5go i

za come hor degli anni. Fiual-


fosse nel di trafugarlo; ma fu nascosta l'urna che
ii)ente vieppiù alhanto dal niale, e con- lo rinchiudeva , la quale scopertasi nel
siglialo a ritornare nella terra natale, si 1687, venne falla una 2.' traslazione del

pose in viaggio; ma giunto presso a Van- sagro deposito a' 6 di settembre. Dipoi
nes, volle farsi condurre in questa città, collocossi quesl'urna suU' altare d'una
che Iddio avea scelta per luogo di sua cappella edificata recentemente nellacat-
sepoltura. Ivi apparecchiossi alla morte ledrale, dove sta ancora esposta alla ve-
con raddoppiato fervore e col ricevere i nerazione de'fedeli. La sua festa si cele-
sagramenti, predicendo che morrebbe io bra il 5 aprile, sebbene Calisto III avesse
dieci dì. Visitato dal vescovo, e da molte prescritto il 6. S. Vincenzo Ferreri, mal-
personedel cleroedella nobillàdiVannes, grado le sue grandi occupazioni, compo-
gliscongiurò a mantenere quello ch'egli se alquanti scritti. Abbiamo di lui uà:

avea incominciato fra essi, e a persevera- Tr aliato ovvero


della vita spiviUiak ,

re nella pratica della virtù, assicurandoli dall'uomo interno j un Trattalo sopra


•chesi ricorderebbe di loro allorché fosse Vorazione domenicale; Conforto ntile
dinanzi a Dio. Kellasua peausissioia ogo- tentazioni contro lafedej 7 Lettere. \
V N ! V I N 21
^fr/;:on/ stampali col suo nome non pos- gato di 1 5oo lire che gli avea lasciato un
sono essere di lui, come hanno osservalo suo amico. Nel tornare a Tolosa per ma-
Dopin e Labbé. Gli si allribuisce ancora re, il baslimenlo sul quale egli era fu as-

un Trattalo soprala fine del mondo e salilo da tre brigantini africani; restaro-
sopra V Anticristo. Vg\ suo culto e^indul- no uccisi tre uomini e feriti gli altri del-
genza plenaria concessa ne' 7 venerdì l'equipaggio, riportando anche Vincenzo
precedenti la sua festa, e degli autori che un colpo di freccia, di cui ebbe a risen-
scrissero la vita di (jueslo Taumaturgo, tirsi per molti anni. Condotto esso cogli
si può vedere il Novaes nella Storia di altri prigionieri a Tunisi, fu comperato
Calisto IH. da un pescatore, che lo rivendette a un
VINCENZO (s.) DE Paolf, fondato- vecchio medico, gran chimico e gran di-
re della congregazione de* preti o signo- stillatore, il (juale da 5o anni occupavasi
ri della nussione, volgarmente delti di a cercare la pietra filosofica. Questi trat-
s. Lazzaro. Nacque nel villaggio di I*oy o tollo con molta umanità, e gli promise,
Pony-Sur-Daz, dipartimento delle Lan- se volesse mutar religione, di lasciargli
de nella Guienna, già della diocesi d' Acqs tutti i suoi beni e d'insegnargli i segreti
in Guascogna, il 24 aprile iSyG. I suoi della sua scienza; ma Vincenzo ,
paven-
genitori, Guglielmo de Paoli e 15ertranda tando assai più il pericolo dell'anima sua,
de Moras, coltivavano colle proprie ma- che i rigori della schiavitù, ricorse all'o-
ni un poderello ilal quale traevano la sus- razione e si mantenne forte contro la ten-
sistenza per la loro famiglia, composta di tazione. Dopo un anno circa, morto il
4 figli e 2 Hglie, che allevarono nella pie- medico, i suoi beni passarono ad un suo
tà e nei travagli della vita campestre. Vin- nipote, il quale fu il 3.° padrone di Vin-
cenzo, eh' era il terzo , dava prove non cenzo. Non andò guari che questi lo ven-
comuni tl'ingegno e di alliludine, per cui dette ad un rinnegato originario di Nizza

il padre fu di avviso di farlo studiare, e in Savoia , che in seguito convertito da


lo diede ad educare a' francescani Cordi- Vincenzo, fuggi con lui, valicando il Me-
glieri di Acqs, i quali aveano cura del- diterraneo sopra fragile barca. Giunti
l'educazione della gioventù. Dopo 4 an- ad Aigues-Morlesil sBgiugtio 1607, in»
ni, essendo in grado di ammaestrare gli di recalisi ad Avignone, il rinnegalo fu
De Commet avvocalo della città di
altri, riconciliato dal vice-legato pontificio
Acqs e giudice di Poy lo diede per mae- Pier Francesco Montorio vescovo di Ni-
stro a'suoi figliuoli ; e con ciò il giovine caslro ; e l'anno seguente andò col san-
de Paoli potè continuare i suoi studi to a Pioma, dove per far penitenza en-
senz'essere d'aggravio alla fimiglia. Al- trò nel con vento dei fale-bene-fratelli,che
l'età di 20 anni recossi a Tolosa, vi fece servono gli ammalali negli ospedali. Vin-
il corso di teologia, prese il grado di bac- cenzo, poiché ebbe soddisfatta la sua di-
celliere; poi ricevette gli ordini sagri e vozione, passò in Francia e fermossi a ,

nel 1600 il sacerdozio. Stimabile per tulle Parigi nel sobborgo di s. Germano, pres-
le virili che formano un degno ministro so r ospedale della Carità, dove sovente
di Gesù Cristo, non conosceva ancora per andava a consolare e a servire gl'inferoii.
altro quella perfetta mortificazione di se La pia regina Margherita, conosciuta la
slesso, la (piale sostiene lutto l'edifizio di lui virtù, lo fece suo elemosiniere or-
della santità; ma piacque a Dio condur- dinario. Slava nella corte della regina un
lo per la via delle tribolazioni a quel- dottore, ch'erasi sempre mostrato zelan-
l'alto grado di virtù al quale innalzullo te della religione e formiilabile contro gli

la sua grazia. Neli6()5 dovette fare un eretici e gli empi ma Dio permise che,

viaggio a Marsiglia per ouuseguire uo le- fosse assalito da violenti tentui;ioui eoa-
22 V 1 N V I N
Irò la fede. Vincenzo implorò per esso la santo ,
protestando pubblicamente che
misericordia del Signore, olfrendo se stes- senza questosarebbe andato perduto. La
so qual villima di espiazione. La sua pre- contessa, avendo a cuore la salute spiri-

ghiera fu esaudita: il dottore ricuperò la tuale de'suoi vassalli, pregò Vincenzo di


lianquillità dello spirito; ma la stessa ten- predicare nella chiesa di Folleville il gior-
tazione assalì Vincenzo. Egli ricorse alla no della conversione di s. PaolodeliGi 6,
preghiera e alle pratiche della mortifi- per istruire il popolo principalmente a
cazione, e durò 4 3"»' io questa lotta, fare una buona confessione. Il suo ser-
Hnchè presa la determinazione di dedi- mone produsse i migliori frutti, percioc-
carsi interamente al servigio de'poveri, ché egli non poteva bastare a tutti quelli

dileguaronsi le sue pene, e la pace di cui che bramavano mettere in quiete la loro
godette in appresso fu accompagnata dal- coscienza con una confessione generale,
le più abbondanti benedizioni. Un giu- per cui fece venire due zelanti sacerdoti
dice del villaggio di Sore, che alloggiava da Amiens. La festa della conversione di
nella stessa casa, essendogli stati involati s. Paolo fa per lui memorabile in guisa,

4oo scudi, incolpò Vincenzo di tal furto, che per tutta la vita ne celebrò ogn'aa-
e si fece a di (la mar lo tra' suoi conoscen- no la memoria co' sentimenti della più
ti ed amici. Soffrì il santo per 6 anni viva gratitudine, e a sua imitazione i preti
questa calunnia; finalmente il ladro, es- della missione rendono in tal dì umili
sendo stato preso per un nuovo delitto, grazie al Signore per essere stato il giorno
dichiarò al giudice di Sore, essere stato in cui la prima volta fu formato il disegno
egli stesso che avea involalo il denaro, e della loro congregazione. Per desiderio
che il servo di Dio era innocente. Vin- di procurare la maggior gloria di Dio, e
cenzo slrinseamiciziacolcelebrep.de Be- per consiglio del piissimo p. deBerulle, la-

rulle, che fu poi cardinale, allora occupa- sciata in quell'anno la famiglia di Gondy,
lo a stabilire la congregazione dell' ora- assunse l'incarico di far le veci di curato
torio in Francia. Questi concepì grande a Chàtillon-les-Dombes, e prese per socio
stima pel santo, ed impegnollo a trava- il virtuoso sacerdote Luigi Girard. Le
anime ed accet-
gliare per la salute delle sue fatiche ebbero un felice successo, sic-

tare la cura di Clichy, dove operò mol- ché un gran numero di persone, fra cui
lo bene; ma presto dovette abbandonar- il conte di Rougemont, abbracciarono
la per incaricarsi dell'educazione de'figli fervorosamente le mortificazioni della pe-
di Filippo Emanuele Gondy conte di Joi- nitenza, e molli eretici rientrarono nel
goy, generale delle galere di Francia. La seno della Chiesa. La contessa di Joigny
contessa di Joigny, commendevole per la donogli una somma di denaro , adinchè
sua pietà, fu talmente compresa dalle e- fondasse una missione perpetua per l'i-

minenti virtù di Vincenzo, che gli donò struzione del basso popolo. Quindi pro-
tutta la sua confidenza e lo scelse a suo curò colla mediazione del p. ile Berulle
confessore. Trovandosi presso di essa nel d'indurloa rientrare in sua casa, ed ot-
easlellodi Folleville, fu pregato di recar- tenne che egli dirigerebbe la sua coscien-
sia Cannes, villaggio due leghe distante, za fiuch'ella vivesse, e l'assisterebbe nel-
per confessare un paesano in pericolo di la sua morte. Pertanto desiderando essa
vita. Vincenzo vi si portò senza indu- di contribuire anche alla santificazione
gio, ed esaminato lo stalo dell'anima del degli altri, risolvette, d'accordo con suo
penitente, gli propose di fare una confes- marito,di stabilire una compagnia di mis-
sione generale. Esso vi acconsenlì volen- sionari, i quali si dedicassero ad ammae-
tieri, e in appresso si chiamò fortunato strare i loro castaidi e i loro dipendenti.
di avere avuto la vcaluia di parlare al Proposto questo diseguo a Gian France»
V I N VIN 23
."
SCO di GonJy, fralello del conte, e i ar- d'allora il disegno d'un ospedale pei ga-
civescovo di Parigi, lo accolse lietamen- ma non potèeiTettuar-
leotti di Marsiglia,

le, prevedendo che doveva venirne mol- lo che qualche anno dopo. Luigi XI V lo
to utile alla Chiesa, e donò il collegio dei dotò nel 1648 coll'annuo assegnamento
Buoni fanciulli per alloggiarvi la nuova di12,000 lire, e divenne unode'più co-
comunità, di cuiVincenzo prese possesso modi del regno. Dopo la morte della con-
nell'aprile 1625, contribuendo pii con- i tessa di Joigny avvenuta a' 23 giugno ,

iugi suddetti considerevole somma , co- i625,il servo di Dio vi andò ad abitare co*
me narrai, riferendo pure molte notizie suoi preti; ma soltanto nel £658 diede una
del santo, nell'articolo Missione, con- costituzione a'suoi discepoli. Per quanto
gregazione de sacerdoti missionari di.9. riguarda lo spirito, le regole e le bene-
Vincenzo de Paoli, detti Lazzaristi o merenze di questa congregazione, si può
signori della missione. Subilo dopo il vedere il citato articolo Missione. Il fer-
suo ritorno alla casa di Gondy, Vincenzo vido zelo di Vincenzo de Paoli non era
imprese a fare una visita a lutti i con- an£or pago, e ognidì cercava nuovi mez-
dannali alla galera, ch'erano nelle diver- zi per procurare al prossimo tutti i soc-
se pi Provò acerbo dolo*
[ioni di Parigi. corsi spirituali e corporali. Quindi stabilì
re nel vedere l'abbandono a cui erano la confraternita della Carità, di cui par-
essi ridotti, e progettò di unirli tutti in lai ne' voi. X, p. 35 e 36, LXVII, p. 225
una sola casa ; il che gli venne fatto mer- ed altrove, per l' alleviamento de* po-
cè la liberalitàdi molle persone pie, ch'e- veri malati in ciascuna parrocchia, la
gli avea interessato in questa buona ope- quale associazione ebbe principio nel-
ra. Dopo aver così provveduto a'bisogni la Bresse, e si estese poi in tutti i luo-
corporali di que' sciagurati , li dispose ghi dove il santo fece delle missioni.
meglio a ricevere le istruzioni che dava Questa istituzione si divise in sorelle
loro egli stesso od altri sacerdoti. Il conte religiose, ed in sorelle secolari: le pri-

di Joigny, edificato del bell'ordine che me assistono virtuosamente e con su-


regnava tra questa gente, risolse d'inlro- blime abnegazione gl'infermi d'arabo
durlo eziandio in tutte le galere del re- i sessi negli spedali ; le seconde visitano
gno, e ne parlò al re, facendogli cono- e soccorrono i malati de' due sessi nelle

scere lo zelo e la capacità di Vincenzo proprie abitazioni, portando loro con-


de Paoli; laonde Luigi XI li lo creò cap- forti e consolazioni. La confraternita
pellano regio generale di tutte le galere delle Dime della Croce ebbe per ogget-
di Francia.Tre anni dopo Vincenzo fece to l'educazione delle fanciulle. Altra det-

un viaggio a Marsiglia e si propose di , ta delle Dame si consagrava al servi-


visitare tutti i forzati di quella città, nel- zio de' malati nei grandi ospedali, co-
Tintendimento di fare per essi quanto a- me quello dell' Hotel Dieu di Pa-
in

vea fatto a Parigi. Narrasi che ivi abbat- rigi.Questa gran capitale non potrà mai
tutosi in un galeotto ridotto alla dispe- dimenticare quanto debba alle cure di
razione, si sentì tanto commosso, che do- s. Vincenzo de Paoli. Fu egli che pro-

po aver esaurito tutti i mezzi per confor- curò e diresse gli ospedali della Pie-
tarlo, ottenne di porsi in suo luogo, e con tà, di Bicetre, della Salpetriere e dei fan-
eroismo ne portò per alcun tem-
di carità ciulli esposti. Quest'ultimo stabilimento,
po le catene. Fece quindi (|uatit'era in dice l'ab. Boiler, che seguo in questa a-
suo potere per raddolcire la sorte di que- giografia, interessa di troppo l'amanilà e
gì' infelici, ed inspirare ad essi sentimen- la religione, perchè si debba parlarne un
ti di virtù. Soprattutto gli ferì il cuore il po' a dilungo. Un gran numero di fan-
miserevole stato de' malati, e formò fin ciulli nati o dalla disolutezza, o in seno
"
94 "V I N V I N
alla miseria, erano sovenle esposti o sul- mantenere l'opera pia, ne più si trattò
le porle delle ciiiese o ne'Iuoghi pubbli- che di aumentarne anezzi. Si ottennero i

ci. L'unico bene che loro si faceva dagli dal re le fabbriche di Biceireper alloggia-
lìffiziali (li polizia era quello di levarli di re que'fanciulli che non aveano più biso-
là : a una vedova e due serve fu dappri- gno di balie; ma siccome l'aria vi era trop-
ma data la cura di nutrirli; ma presto si po acuta, furono trasportati nel borgo di
verme a mancare di soccorsi, e una mol- s.Lazzaro, e se ne commise l'educazione
titudine di questi bambini periva. Alcu- a dodici figlie della Carità. In appresso
na volta per is[)acciarsene erano fino ven- furono acquistate per essi due case, una
duti, o donati a chi li voleva. Vincenzo nel borgo di s. Antonio, l'altra presso la
tocco in sul vivo da compassione, pro- cattedrale. I re di Francia hanno in se-
cacciò rimedio a tanto male; pregò alcu- guito accresciuto le loro entrate, e il nu-
ne dame della sua società di visitarli, e mero dei fanciulli mantenutivi ascese a
quelle pietose sentironsi rabbrividire allo più di diecimila, giusta quanto riferisce
spettacolo che si presentò a'ioro occhi. i\Ia Collet nella Fila dis. Vincenzo de Pao-
siccome non si potevano caricare di sì li. Oltre a'mentovati ospedali, Vincenzo
gran numero di fanciulli, si pigliarono fondò eziandio nel borgo di s. Lorenzo
nullameno ciascuna la cura di alcuni, e a di Parigi quello del nome di Ge>ù per
misura che si aumentavano soccorsi, se i 4o poveri vecchi, e quello di s. Regina

ne andava raccogliendo un maggior nu- in Borgogna, nella diocesi di Autun, per


mero. Da ultimo Vincenzo tenne nel 640 1 i poveri pellegrini malati, che per divo-
un'assemblea di tutte le dame che occu- zione si recavano a visitare la lotnba di
pavansi in quest'opera pia, ed esposti quella illustre martire. Questo ospedaledi-
nella più forte maniera bisogni di que- i venne assai celebre, ricevendovisi tutti gli

sti poveri fanciulli , fu deciso unanime- anni 3oo o 4oo malati, e più di 20,000
mente d'incaricarsi di lutti a modo di prò- poveri che vi passavano di ogni eia, di
"va.JNon c'erano altri capitali che le elemo- ogni sesso e di ogni nazione. 11 santo fe-
sine di persone caritatevoli, le quali non ce de'savi regolamenti per tutte queste
bastavanoa tante spese ; ma il buon servo case, e procurò dei capitali sufficienti al-
di Dio, fidando nella divina provvidenza, le Fu per procac-
necessarie loro spese.
non si perdette di coraggio. Le sue istan- ciai eancora piùefìicaci soccorsi ai poveri
ze presso la regina Anna d'Austria gli ot- D)alati, che di concerto con madama Lui-

tennero dal re 12,000 lire di rendila, lo gia di Marillac, vedova di Antonio Le


che sostenne per qualche tempo lo stabi- Gras, istituì la congregazione delle Figlie
limento. Crescendo il numero de'ragazzi della Carità o Suore grigie. V. Carità
per modo che il loro mantenimento co- (sorelle della), e meglio Sorella e Suo-
stava 40,000 lire al di, le dame della Ca- ra, celebrate in tanti luoghi. Sono vol-
rità ne furono sgon)entate, e dichiararo- garmeule chiamate anche Sorelle didla
no che tale dispendio sorpassava le loro Carità e Sorelle di s. Vincenzo de Pao-
forze. Vincenzo convocò un'altra assem- li. Delle congregfizioni particolari delle
blea generale neh 648, per deliberare se Figlie o Sorelle della Carità, ragionai
si avesse a continuare la buona opera; e nelleciltà ove furono istiluile.Devesi pure
tlopo aver ponderato le circostanze, fece a s.Vincenzode Paoli lo stabilimento delle
riflettere nel ujodo il più commovente, conferenze ecclesiastiche, nelle quali trat-
come quelle povere creature perirebbero tavasi dei doveiidella vita clericale. 11 nu-

infallibilmente, se venissero da loro ab- mero di quelli che v'intervennero si ac-


bandonate. Alle sue parole T assemblea crebbe di mollo, e furono frequentale da
non rispose qhe qolle lagrime^ e decise di quaute vi erano più rispettabili per^pu«
V liN V I N -15

del clero. Fti nel luglio 1 633 clieil grande ra fu la sua fede, per cui si dichiarò a-
animo del salilo pose le fondtioienta di perlamenle contro l'erronea dottrina di
(|iiesl*opera sommamente salutare ; e co» Giansenio e de'suoi seguaci Giansenisti
me intese con es<adi provvedere alla dot- (^.), e combattè con mollo zelo i suoi
trina e santità del sacerdozio, istruendo errori sulla grazia; ma nello stesso tem-
per questo mezzo ne'Ioro alti doveri, ed po che rigettava un rigorismo che ridu-
infiammandoli a bene eseguirli, ministri
i ceva alla disperazione, condannava una
del santuario, grandissimo fu l'ulde de- morale rilassala che apre il varco ad ogni
rivatone alla Chiesa. Ed i personaggi disordine, lls. vescovo Francesco di Sales,

che celebri per dignità, per potenza e per avvenutosi in Vincenzo, tosto si accorse
dottrina fiorivano allora in Francia, aiu- ch'egli possedeva le più sublimi virtù, ed
tarono del loro favore sì bella e sì bene- era alto a scorgere le anime nella via della

fica istituzione. 1 celebenimi cardinali perfezione. Perciò lo scelse a i superio-
Ixiclu'lieii e Mazzanni^ e poco dopo i re delle religiose della ^isilazioney che a-
due dottissimi vescovi Bossuet e Féné- vea di recente stabilito in Parigi. Vin-
loti primeggiano fra questi (Essi sono cenzo fu eziandio superiore di molle al-
espressi col santo nel quadro egregia- tre comunità religiose , tra le altre di
mente dipinto da Guglielmo de Sanclis, quella delleFiglie dellaProwidenza, ch'e-
rappresentante le Conferenze di s. /'in- ra slata eretta nel i643 da madama di
cenzo (ìe Paoliy eseguito per commissio- Pollalion, dopo la morte della quale si

ne del Papa Pio IX nel i855, e collo- dichiarò prolettore di queste pie figlie,

calo nella chiesa de' sacerdoti signori del- e trovò il modo di far sussistere e ren-
la Missione di Roma, per compiere la dere perpetuo questo stabilimento. Nel
decorazione della cappella da essi restau- i658 convocò a s. Lazzaro l'assemblea
rata. Se ne legge la bella descrizione del de'membri della sua congregazione, con-
eh. p. Tommaso Borgogno somasco, nel- segnò a ciascuno la raccolta delle regole
V Mbuin di Roma, t. 22, p. 233 con in- ch'egli avea steso, ed esortoili ad osser-
cisione). Sorprende che un uomo, il quale varle con perfetta esaltezza. Il suo isti-

non era distinto ne per nascita neper for- tuto fu di nuovo approvato
conferma- e
tuna, e non possedeva di quelle vistose to da Alessandro VII e da Clemente X.
qualità che attirano la slima e l' ammi- Ma frattanto la sua salute andava di
razione del mondo, abbia potuto fare sì giorno in giorno adievolendosi, e benché
grandi cose; ma crescerebbe vieppiìi lo temperamento assai vigoroso,
avesse un
stupore se si esaminassero ad una ad una nondimeno le assidue fatiche e le auste-
Je sue meravigliose azioni, e gì' innume- rità della penitenza lo fecero soccombe-
rabili servigi ch'egli rese al prossimo, re. In età di 80 anni fu culto dauna feb-
traendo do Ila carila dei fedeli soccorsi bre, gli accessi della quale erano perio-
straordinari a prò dei miserabili. AlFolla- dici, ma quanto più senlivasi appressare
teda tante occupazioni, egli teneva tut- l'ultimo istante, più raddoppiava di zelo
tavia la sua anima ìntìaiamente stretta neir istruire i suoi figli S[)irituali. Mori
con Dio, e nulla poteva turbarne la tran- a' 27 settembre i6(3o, anno 85." di sua
quillità. Le umiliazioni erano per lui un vita, e fu sepolto nella chiesa di s. Laz-
motivo di gioia, e fu appunto la pratica zaro.I suoi funerali furono accompagna-

costante delTumiltà ed interiore morti- tida immenso concorso di gente, assi-


ficazione, in uno a quella d'un' assidua stendovi il nunzio del l^apa e parecchi
orazione, che lo recò a sì alto grado di vescovi. Esaminata a Roma rigorosamen-
perfezione; quindi inculcò sempre calda- te la sua vita e le virtù eroiche, e rico-
mente a'suoi discepoli questa virtù. Pu- uosciulu lu verità di molti miracoli ope^
2(5 V I N VI N
I-ali a sua iulercessione, Benedetto XI I[ ste vere figlie e suore della Carità si av-
lotlicliiaiòbeato nel 1729. Indi nel 787 i volgono di continuo fra tanto lezzo, come
fu solennemente canonizzalo da Cleineu- il raggio dì sole che batte sui letamai senza

le XII, e la sua festa determinata a' 19 imbrattarla pura fulgidezza della sua lu-
di luglio. Avendo i repubblicani nel de- ce ; ed entrano in mezzo a quelle camera-
clinar del secolo decorso distrutta la chie- te con volto di paradisOjSicure di se, anzi

s. Lazzaro e rapita la cassa d'argeu-


sa di sovrane di quegli animi felloni, che ve-
che custodiva il corpo del santo, Luigi
io dendole chinan loro riverenti quegli oc-
XVI II provvide d'altra casa signori del- i chi talvolta si audaci e temerari perfino
la Missione e ivi loro innalzò altra chiesa, in faccia al giudice che li condanna e al
in cui corpo del s. Fonda-
fu riposto il carnefice che gli tronca la vita. Né sola-
tore nella bellissima urna fattagli dal- mente fanno da infermiere, ma da spe-
l' arcivescovo di Parigi mg/ De Quelen. ziale, da flebotome esercitando la bassa
Seguì la solenne traslazione a'25 aprile chirurgia,curando piaghe e ferite. E
i83o, e Gregorio XYI ne rese perpetua questo non solamente negli spedali, ma
la memoria coli' approvarne 1' uliizio di ne' campi di battaglia e fra* pericoli di
rito doppio maggiore. morte, prodigando le loro cure anco a*
Questo mirabile servo di Dio ricevè nemici, ne badando a religione, se acat-
da lui il suo spirito. Vero grande A- tolici o infedeli, tutti colla stessa carità
postolo della carila^ scelse la donna co- beneficando. Neil' ultima guerra di Tur»
me stromento il più ellicace di sua mis- c/iia, i soldati russi fatti prigionieri epor-
sione, per portare soccorsi spirituali e tali a Costantinopoli, riceverono negli
temporali in ogni classe di persone, e spedali fiancesi da parte delle suore del-
in ogni contrada del mondo, dove ha la Carità le più commoventi cure. Fe-
con essa perpetuato prodigi della cri- i deli alla loro santa vocazione, queste re-
stiana carila, la più ingegnosa ed eroi- ligiose muovono in aiuto dell' umana
ca. Le figlie o sorelle della Carità sono sofferenza con una sollecitudine tutta
celebrale Amazzoni di Cristo e testimo- cristiana, senza mettere distinzione fra*

ni dell' eroismo cattolico. Ad esse non miseri secondo la nazione o la fede che
manca dell' uomo che
la persona este- professano. Si mostrarono ammirabili
riore, tutto rimanente è più che virile,
il neir assistere e curare tanto i russi ete-

e ferve loro in seno un'anima di tempe- rodossi feriti, quanto i francesi. Per l'as-

ra si gagliarda, di pensieri si sollevati e sistenza accurata prestata a questi ulti-


sublimij di cuore sì fermo ed invitto, mi, r imperatrice Eugenia visitò in Pa-
che forse non v' ha soldato che potesse rigi la superiora generale nella casa prin-
bastare a' loro duri, luoghi, faticosi e cipale delle figlie e suore della Carità,
con meravigliosa pa-
svariati uffici. Esse per ringraziarla vivamente: indi passò
ziente industria e incomparabile abne- nella casa di lavoro dove slavano tutte
gazione assistono Pazzi t\ Sordo-Ma- i le monache, e poi al noviziato composto

tif cronaci e le cronache. Ospedaliere


i allora di quasi 4oo novizie, destinate a
per eccellenza, passano il di e la notte reclutare la grande armata della carità.
negli spedali fra il tanfo, lo squallore e Fermatasi a lungo tra le religiose, le in-
la mestizia di tulle le infermità che af- terrogò sui mezzi che adoprano per fare
fliggono r uomo. Esse nelle prigioni co' del bene a' fanciulli, a* loro parenti, a*
cedi de' bargelli e de' carcerieri sempre vecchi, a'poveri, a' soldati, a tutti. Nelle
sotto gli occhi, chiuse nelle tristi corsie recenti terribili stragi operate da'crude-
tra'cancelli di ferro, udendo di continuo lissimi drusi e da* fanatici turchi, de-
lo stridore de'catenacci rugginosi. E que- §r infelici cristiani della Siria, trucidati
V I N V 1 N 17
ferocemente e rapinali senza distinzione, le quali a Parigi, oltre la casa centrale,
io uno agli 6tianieii, anche consoli, le hanno 68 stabdimenli serviti da 597
suore fecero prodigi di carità. Quanta suore. 11 numero de' poveri e degl'in-
eminente parte e quanto sono beneme- fermi, visitati negli spedali o a domicilio
rite della pubblica educazione e istruzio- dallefigliedellaCaritàascendeai5o,ooo,
ne, per ogni clas-^e di giovinette e fan- e quello de' fanciulli ammessi agli asili a
ciulle, in njolli articoli il celebrai, inse- 20,000. Le figlie e sorelle della Carità
gnando con pio zelo le massime fonda- sono sparse in tutto il mondo, e ve ne
mentali della religione, della morale e sono da 10,000 distribuite in 840 sta-
della civiltà; ammaestrando con perizia bilimenti. Ogni anno circa i65 vanno
nel leggere e nello scrivere, e io qualsi- in missione fino all' estremità della ter-
voglia lavoro donnesco. Quanto è mai ra, specialmente ne Ficariali aposto-
alfetluoso e sublime il vedere una don- lici (V.)j eziandio contribuendo alla
na che rinunzi alla fiorente gioventù, propag.izione della fede. È inoltre s. Vin-
alla bellezza, alla propria famiglia, alle cenzo de Paoli celebrato Apostolo della
speranze d' uno sposo e a quelle di ve- Francia^ le cui eroiche azioni furono
der sé stesse riprodotte ne'figli; che quia- tulle improntale di quell' eminente spi-

di abbandoni fin anco la patria, tutti i rilo di carità che lo rese tanto beneme-
piaceri della vita, per interamente dedi- rito d'ogni età, sesso e condizione di per-

carsi al servizio del prossimo, ad utile sone. Per la sua ampiezza di cuore e pru-
della società d' ogni età e condizione. dente consiglio, quesl' eroico sacerdote
Sono questi sovraumani prodigi ope-
i si die'lutlo a tutti, per rendere tutti sal-
ratida s. Vincenzo de Paoli, colla sua vi; e si fece occhi al cieco, piede al zop-
mondiale e benefica istituzione. Gregorio po, e padre tenerissimo de' poverelli. La
XYl ne fugrande ammiratore e patrono, sua carità considerata nel suo principio,
approvò varie loro particolari congrega- ne* suoi mezzi, nel suo fine, è quella ve-
zionì,e a vantaggio di tutte emanò il breve ra carità che posta in perfetta opposizio-
Charilas viscerainduentes^ de* 1 4 coag- ne colla moderna sedicente umanitaria fi-
gio 1 833, Bull. Rolli, cont.y t. i9,p. 229: lantropia lìtW Uomo (7^.), ha sapulo ri-
Privilegia concessa Sororibiis Charila- portare più nobili e duraturi trionfi.
i

tis nuncupatis aVincendo a Paulo.


s. Tutto l'universo saluta il Santo come
Hiporta il n. 191 del Giornale di Ro- uno de' più grandi benefattori di tutta
ma del i856,che l'ab. Darboy, uno de' quanta l' umanità, tanto nel suo secolo,
vicari generali di Parigi, pubblicò la quanto in quelli avvenire. Merita leg-
Statistica religiosa della diocesi di Pa- gersi il Ristretto cronologico della vita^
rigi^ con molte notizie di tutte le dio- virtù e miracoli di
s. Vincenzo de Pao»

cesi della Francia, e dettagli importanti lifondatore della congregazione della


sul numero delle congregazioni religio- Missione e delle Figlie della Carità^
se, e sull'opere di carità di Parigi. Le Roma 1837 centenario di sua canonizza-
comunità di donne ascendono a 48, gli zione.
spedali e ospizi a 35, abitualmente oc- Queslo santo è protettore della Socie-
cupati da 20,000 malati di ogni sorte, tà di s. Vincenzo de Paoli il cui pre- ^

de' quali 12 sono servili da'Iaici e gli al- cedente titolo di Conferenze di Carità di
tri 2 3 da 4^4 ^o'*® ''^''®
Carila. Le co- s. P'inccnzo de Trto//, è rimasto alle sezìo»
munità femminili le divise in 3 classi : ni della medesima, per averlo preso ad e-
quelle che pregano, quelle che insegna- 8emplare.lNe'vol.XLV,p. 235, L^p.ifia,
no, e quelle che assistono. La più consi- xeni, p. i53 ed altrove, feci cenno del-
derevole è quella delle figli* dclluCaiilù, l' isliluzioDe # uti di6si il virluoiu e cu-
^8 V I N V I N
ritalevole scopo, che nella pratica d'una mie le-tterarie, non fosse sufficiente il

vita ciisliana tli vicendevole esempio e parlare, sibbene il doversi operare, e dì


consiglio, è informalo dal sentimentodi esercitarsi nell'opere che furono sì care
pietà e carità cristiana verso i bisognosi, a Vincenzo de Paoli. L'istituzione si
s.

sia nel visitare i poveri nelle loro case, estese tosto nelle province della Francia
recando soccorsi in generi, e dareezian- d'Europa; passò nel-
e negli altri stati
dioconsolazioni ;sia di adoperarsi in pro- paran-
l'Asia, nell'Africa, nell'America,
porzione delle facoltà e del teuìpo che co neir Oceania per lo zelo de' Sicari
hanno gli ascritti, nelT istiu/ioue ele- Apostolici i^P^.), e altri vescovi, con una
mentare e cristiana de' poveri fanciulli, rapidità veramente prodigiosa, favoreg-
liberi e detenuti; sia di spacciare libri mo- giala dall'insuperabile zelo religioso di
rali e religiosi j sia di fare ogni sorte d'o- Gregorio XVI. Narra il Giornale di
pera caritatevole proporzionata a* mezzi Roma (le 2^ agosto 1 852, che la socie-
d'ogni conferenza, ec. La società di ca- tà contava già 8oo e più conferenze, e
rità si cortipone di membri attivi, e di al- nel periodo di soli i8anniavea distribui-
triche non ponno darsi all'opera ch'es- to alle famiglie bisognose L. 5,353, i 26.
sa inculca, Quest' ultimi aiutano per lo » Non è qui il dito di Dio.'' Cosi ne' luo-
meno primi colla loro operosità e col
i ghi i più lontani, i più diversi iper costu-
loro credito: suppliscono colle loro olFerle mi, per nazionalità, per linguaggio, tu
e preghiere alle opere di fatto che non scorgi membri di questa seconda fami-
ponno in niun conio eseguire. Nell'amor glia che si sforzano d'imitare colla stes-
del prossimo, e nello zelo della salute sa carità gh esempi del loro illustre pa-
dell'anima è basata ogni conferenza di trono Vincenzo de Paoli, che cousa-
s.

carità. L'origine della società fu in Pa- giano il loro tempo al soccorrimento


rigi, a cui principio 8 giovani
diedero de' poveri in nome di Gesù Cristo, e che
studenti nel832, e prese forma nel 1 833,
i a' loro materiali sussidi! si studiano di
con conferenze per difendere e propu- aggiungere continuamente que' religiosi
gnare dogmi di nostra ss. Religione,
i consigli, che ne rinnovano lo spirito ri-

presiedute dal virtuoso ai."^ Bailly; sce- chiamandolo al suo cristiano e sublime
gliendo a protettore e insieme modello s. destino". Nella ricordata Statistica re-
Vincenzo de Paoli, dolce e umile di cuo- ligiosa della diocesi di Parigi dell' ab.
mansuetudine e di carità cri-
re, tipo di Derboy è detto. La società di carità più
stiana la più industre. Ne fu precipuo numerosa è quella di s. Vincenzo de Pao-
istitutore l' insigne letterato A. Federico li, la quale nella diocesi di Parigi nel
Ozanam professore di letteratura estera i856 56 conferenze, com-
era divisa in
nella Sorbona, cattolico fervente, opero- poste di 1,800 membri, quali visita- i

so e zelante da aver pochi riscontri nella vano regolarmente 5, joofamiglie. Que-


àtoria, e pochissimi nel nostro deplora- sta società esiste già in più di 3oo città
bile teuìpo. Fu autore di lodate opere di e borgate di Francia. Nel solo i854 a-
cui die'conlezza con elogi la Civiltà Cat- vea speso in buone opere 2,248,964
iolica, e nella serie 3.', t. 2, p. 449 *^* franchi^ di cui Parigi avea dato 240,000
die' ragguaglio: Della vita di Federico franchi. In Roma, come raccontai ne*
Ozananiy Commentario per Enrico citati voi. XLV e xeni, si stabiU la so-
Domenico Lacordaire dell' ordine de' cietà colle sue conferenze nel 1842, ap-
predicatori^ recato dal francese in ita- provata col decreto Perspicientes, de'io
lianoda Alessandro Fantelli, Bologna aprile del cardinal Patrizi vicario, arric-
i858. La società avvisò poi, che invece chita d' indulgenze e protetta da Gre-
delle tempestube discussioni dell'accade- gorio XVI con due brevi apostolici del
V I w V I N 2^
1845^» e poscia lodala con altro breve avvenimenlo. A'5 del seguente i855 ti

tlel i852 dal successore Pio IX. Appe- Papa accolse nella sala del concistoro
na in Roma feee conoscere l'islituzione del Vaticano tulli i membri delle con-
il celebre p. Francesco Saverio Ravi- ferenze di Ronia, in occasione che tro-
gnan gesuita, venutovi ad esercitare il vavasi nell'alma cillà il rammentato pre-
ministero apoiìlolico con magndoquenza, sidente di cpjelle di Parigi. Monsignor
il romano sacerdote d. Luigi Marchetti, Borromeo-Arese fece una relazione di
unitosi a pochi laici, fra' quali primeg- quanto esse (anno, ed il Pontefice enco-
giava ilMarino Torlouia, secon-
duca d. miando r istituto, tulli confortò a pro-
do il desiderio dell' encomialo gesuita seguire con zelo le loro opere caritate-
francese, nel 184^ stesso aprì una con- voli. IN eli* istessoanno Pio IX noujinò il

ferenza in alcune camere dal dello duca cardinal Roberto Roberti protettore deU
cortesemente favorite. Si chiamò Italia^ ìsiSocielà di s. Fi/ice nzo de Paoli e sue
IUI3 adiilinzione di quella degli Esteri^ dipendenze. INel suo Piaggio (/^.) del
forse un anno prima fondala nella na- 1837, in più luoghi benignamente am-
zionale Chiesa di s. Luigi de' Fraiice- mise al bacio del piede diverse confe-
òi a benelizio di que'forastieri che nuio- renze di s. Vincenzo de Paoli, come in
vono alla sede del f icario di Gft.ni Siena nella cappella di s. Caterina da
Cristo (f"^ .) e centro del catlolicismo, e Siena, già sua abitazione, i capi delle
dove valenti oratori, eziandio vescovi, conferenze di quella cillà, per essersi l'i*

come quello d' Orleans il venerando e stituzione propagata anche nella Tosca-
facondi>simo mg.' Dupanloup, di quan- na e resa benemerit» (così in allre città
do in quando predicarono sulla carità a d'Italia, come a P^eiiezia^ e lo notai nel
favore delle f'aujiglie povere, soccorse e voi.xeni, p. i53, ed in Genova di cui
visitale dalla medesima conferenza este- conosca Manuale il della Società di s*

ra. Cosa incredibile a dirsi, ma pur ve- Vincenzo de Paoli^ Genova 1832). Ntì
ra I Si cominciò con sì tenue assegna- quale anno il eh. cav. Adone Palmieri
mento la conferenza italiana di Roma, afferma essere in Roma estesa la società^
da non oltrepassare la mensile somma contenere i4 conferenze, ed istituito pu-
di scudi tre. Benedicendola Iddio, venne re il segretariato de' poveri, nella sua
insensibilmenlti crescendo sotto i benefi- utile e pregevole opera, Topograjlasta*
ci e autorevoli anspicii di Gregorio X V \, Ustica dello Stato Pontificio^ par. i, p.
che non lasciò d' incuorarla e versando 78. Giornale di
Il Roma de' 1
7 gennaio
a prò di essa tesori della Chiesa. Rac-
i 1860 riferisce con elogi, che la società

contai ne' voi. LXXllI, p. <ò5^ celebran- conta in Francia circa i 400 conferenze,
do la definizione dogmatica dell' Imma- e fuori di Francia oltre a 2,000, senza
colato Cuncepimenlo di Maria Vergi- contare 220 consigli particolari. Abbia-
ne, che Papa Pio IX zelando il patro-
il mo; lìéglenicnt de la Sociélcde s. f^iu'
cinio della romana società di s. Vincen- veni de Paul, Paris iniprimérie de E. J.
zo de Paoli, nella basilica Vaticana nel Bailly 1840. Regolamenti della Sucielcì
1854 e nella vigilia del gran giorno in di s. Vincenzo de Paoli in Romaf e
CUIproclamò il detto dogma, comunicò bre^i d'indulgenze concesse alla mcdesi',
4oo e più niembri delle conferenze di m^,Roma dalla tipogralia Forense i85a.
Roma, fra' quali anco il presidente e vi- Ibrevi sono di Gregorio XVI, Roma-
ce-presidente di (juelle di Parigi, ed af- mini dcccl Ponti/iccm^ de* 10 gennaio
fidò alle stesse ronjane conferenze 2,5oo 1845; e Quam Socielateni sub auspi^
$cudi per dispensarsi a' [)ovei'i in pane ciis^ de' 12 agosto i845.
e iu carne pel detto suspiiuto e glorioso ViiNCIiiNZO (s.) DE Paoli, Cungrì-
3o V1 N VIN
GAZrONE DELIE FlGLIE DELLA CaRITA. V. I! tiranno, vedendo lo stato spaventevo-
Vincenzo de Paoli.
(s.) le a cui era ridotto il martire, senza aver
VINCENZO (s.) DE Paoli. Società potuto vincerlo, fe'cessare tormenti, spe- i

E Conferenze. F. Vincenzo (s.) de Paoli. rando che con modi più dolci n'avrebbe
VliNCElNZO (s.) DE Paoli. Congre- Lo esortò quindi ad a-
miglior riuscita.
gazione delle Sorelle della Carità F^, . ver compassione di sé stesso, esagriflca-
Vincenzo (s.) de Paoli. re agli dei, o che almeno gli consegnasse
VINCE LNZO (s), martire. Nato a Sa- le Scritture de'cristiani, conforme all'e-
ragozza in Ispagna, o secondo altri a Va- ditto che comanda di bruciarle; ma Vin-
lenza oad Osca, ora Huesca, nel regno di cenzo altro non rispose, se non eh' egli
Granataci vescovo di Saragozza, Valerio, temeva assai meno qualunque tormento,
Jofeceeducare nellosludio dellesanlelet- che una ftilsa compassione. Baciano più
teree nelle massime della pietà j indi w- infurialoche mai, locondannòal suppli-
dinollo diacono e io incaricò di dispen- zio del fuoco, il martire invitto fu steso
sare la divina parola, benché assai giovi* e legalo sopra un letto di ferro, le cui
ne. Sembra che il crudele Baciano, che spranghe fatte a foggia di sega e guarni-
governava allora la Spagna, ancor prima te di acutissime punte, erano poste sopra
degli edilli emanali dagl'iraperalori Dio- un ardente braciere. Le parti del suo cor-
cleziano e Massimiano contro cristiani, i po, che non erano volle dalla parte del
facesse catturare Valerio e Vincenzo , i fuoco, furono straziate a colpi di frusta
quali furono tormentali in Saragozza, ed ed arse con lamine infuocale, e sopra le
in seguito tradotti a Valenza, furono l'in- piaghe gitlavasi del sale. In questa nja*
chiusi in orrida prigione, dove rimasero niera e a di (Ferenti riprese fu tormenta-
a lungo fra'patimenti e la fame. Sperava to da tulle le parti: il grasso che colava
il proconsole di smuovere con ciò la loro dal suo corpo, serviva di alimento alle
costanza, e restò stupito allorché, faltisili fiamme e ne accresceva la violenza. Que-
condurre davanti, li trovò vigorosi ed in* sto orribile supplizio sembrava rianima-
trepidi. Provò quindi di guadagnarh con re il coraggio del martire, che quanto più
promesse e minacce; ma Vincenzo, inca- soffriva, tanto più mostra vasi ilare e con-
ricato da Valerio di rispondere, fece l'a* lento, ed alzando gli occhi al cielo, in-
pologia della fede, e dichiarò ch'erano trattenevasi con Bio per mezzo d' una
entrambi preparati a tutto soffrire per continua orazione. Il governatore, ormai
sostenerla. Vincenzo fu messo ad ogni disperato, lo rimandò in prigione, ordi-
sorla di torture che può immaginare la nando di coricarlo sopra frantumi di vasi
più raffinala crudeltà, e serbò in mezzo rolli, e di mettergli i piedi tra ceppi di
di esse una tranquillità s\ inalterabile, che legno, che gli tenessero le gambe molto
stordiva gli stessi suoi persecutori, e fa- allargale. Iddio consolò il suo servo : gU
ceva vieppiù infuriare Baciano, il quale Angeli discesi dal cielo vennero a confor-
fece frustare i carnefici, sospettando che tarlo e a cantare con lui le divine lodi. Il

avessero mancato di vigore nel tormen- carceriere, che dalle fessure della porta vi-
tare il martire. Biedero essi di nuovo de il camerotto rischiarato da un vivo
manoa'tormenlijecon tanta ferocia stra- lume, e il santo passeggiare cantando de-
ziarono tutte le parli del di lui corpo, che gl'inni, colpito da questo prodigio, si con-
in molti luoghi gli si vedevano le ossa e le vertì all'istante e ricevette il battesimo.
viscere.Ma la grazia divina rendeva forte Questa nuova fece fremere Baciano di
lasua anima a misura che più soffriva il rabbia, non ostante lasciò in quiete il mar-
corpo, e la serenità del suo volto mostra- ti re, e permise a'fedeli d'andarlo a visi-

va le consolazioni interne ch'egli godeva. lare, i quali piangendo baciavano le ci-


V 1 N V I N 3^
catrici delle sue piaghe, e raccoglievano dopo il concilio generale di Efeso che ,

Usuo sangue con pannilini, che portava- condannò il nestorianismo. Prese di mira
no con divozione alle loro case. 11 santo gli eretici del suo tempo, eparticolarmen-
martire fu in seguilo collocato sopra un le i nesloriani e gli apollinaristi, che con-

sodice letto, dove tosto spirò e credesi , futa con priucipii generali e luminosi. Ai
che ciò avvenisse il 22 gennaio del 3o4. pregi dello stile e della erudizione, va uni-
Baciano fece gettare il suo corpo in un Io in quest'opera un sapore di pietà che
luogo pantanoso, dove un cervo, per vo- alletta e intenerisce. Per umiltà celò il
lere di Dio, lo difese dalla voracità degli suo nome e prese quello di Pellegrino,
uccelli e delle bestie rapaci. Indi gettalo risguardandosi come un forestiero sulla
nel uiare, cucilo in un sacco, benché fos- terra, e separalo dal mondo dopo la sua
sestatoa f|uesto attaccala una grossa pie- professione monastica. Il dotto ab. Boi-
tra , fu spinto alla riva; e due cristiani, ler, nella vita del santo, dà un sunto di
sapulo per divina rivelazione ov'era il sa- quest'opera, e conclude che i raziocini so-
gro corpo, lo raccolsero e seppellirono in di che vi sono sviluppali hanno prestato e
una cappella fuori delle mura di Valen- presteranno sempre le armi più possenti
za, nel quale luogo si operarono parec- contro gli eretici; né avvi libro di contro-
chi miracoli per virtù delle sue reliquie. versia , il quale rinchiuda tante cose in
Esse furono trasferite verso 1' 864 alla poche Vincenzo di Lerino mo-
carte. S.
badia di Caslres in Lìnguadoca per sot- ri sotto di Teodosio II e di Va-
il regno
trarle al furore de'mori, e ne fu data una lenlioiano III, cioè prima del finire del-
porzione alla badia di s. Germano de' l' anno 45>o. Le sue reliquie sono custo-

Prati, non che ad alcune altre chiese : dite con venerazione a Lerino, e leggesi
quelle che rimasero a Caslres furono ab- il suo nome nel martirologio romano a'

bruciale dagli ugonotti verso la fine del 24 di maggio, ov'è detto prele per dot-
secolo XVI. La festa di questo illustre trina e santità cospicuo. Giovanni Sati-
martire si 22 d« gennaio.
celebra il nas canonico regolare della congregazio-
VIl>CENZO(s.)LiRiNEN^E. Nato nelle ne di s. Giovanni in Lalerano pubblicò nel
Gallie, studiò con successo le belle lette- lySi in Roma un'edizione del Comnio-
re e si diede al mestiere delle armi. Co- nitoriuni, su qtiella che ne avea dala il

noscendo pericoli da' quali era circon-


i Baluzio, e vi aggiunse delle utili annota-
dato, e la vanità delle cose mondane, zioni. Non si deve attribuire a questo
pensò seriamente a n»etlersi in salvo dal- santo le obbiezioni di un certo Vincenzo
la procella, rifugiandosi nel porlo della contro la dottrina di s. Agostino circa la

religione. Si ritirò quindi in un'isolelta grazia. — Con


compiacenza ri-
religiosa
appartata per investigar e conoscere ciò produco qui buona parte di quanto si
cheDio far voleva dilui.Gennadioassicura legge nel Giornale di Roma de'29 feb-
che questa isolella fu il celebre monastero braio 1860. Con sensi di profonda enjo-
della congregazione di Lcriiis {^F.).Ai\\iìe zìone quanti amano non solo la conser-
di premunire fedeli vacilhtnli o poco
i vazione de* monumenti che ricordano le
istrutti contro i sofismi dell'eresia, che la- glorie degl* istituti religiosi, ma deside-
cerava il grembo della Chiesa,e far aprire rano ancora ch'essi tornino all'antico lu-
gli occhi a coloro che aveano avuto la stro, perchè la società continui a speri-
disgrazia di lasciarsi sedurre, scrisse con mentarne gli eHetli, nella nostra infelice
gran forza di eloquenza, chiarezza e pre- epoca di cui tanto abbisogna, sentiranno
cisione un libro intitolato Coìnìiionilorio che una commissione si è formala a Pa-
o ylvi'cr ti mento contro gli eretici. Egli rigi nell'intendimento di raccogliere so-
compose quest'opera nel 434» l»'t' a»ni scrizioni ed olfeite per venire a capo di
34 V I N VI N
reslitiiire ad uso religioso il celebre mo- vea quivi preparato il suo Governo del-
nastero di Lcrìnsj di cui la circolale che la Provv'idcnza j e Eucherio (/''.) ve-
s.

invila al pietoso scopo, riferita òaWA/ni scovo di Lione, s. Cesario e s. Ilaria


de la lùliiiioiì, dà alcune interessanti (^A'.j d'Arles vi si erano ispirati a quella

notizie. Il celeÌ3re monastero fu nel 4'0 dolcezza d'eloquenza che donò tanta ef-
fondato da s. Onoralo (f^.)y poi arcive- ficacia al loio ministero pastorale. Fatta

scovo d'Arles, e divideva con quella di rosseggiante Lerino dal sangue di piìiche
Blarojoutiers la gloria di essere la più 5oo martiri, durante l'epoca dell' inva-
antica istituzione de' Monaci in Europa sione saracena, V isola Santa divenne
(Imperocché, è bene aggiungere, M\v- rossetto d'un cullo universale ne' secoli
iiioutiers, Majtis Monas te riunì, badia del medio evo 5
cosi operosi e cristiani

poi dell'ordine di s. Benedetto, fondala essa seguì tulle le fasi utili del risorgi-

da s« Martino vescovo di Tours, presso mento, e non decadde che dopo XIV secoli
tal città nel 3^ i , e da lui abitata, fu co- sotto i colpi della rivoluzione fatta dalle
sì chiamala per distinguerla dagli altri false idee filosofiche, la quale si trascinò
Monasteri fondati dallo stesso santo, do- dietro rapidamente la rivoluzione de'fat-
\e eravi un numero minore di religiosi. ti. Il riacquisto dell' isola e del monaste-
Introdottavi la regola di s. Benedetto, ro di Lerins, desiderato da lungo tem-
l'abbazia fu ricolma di beni da' re e da' po dalla pietà de' fedeli e da tutti coloro
signori ; ma i normanni la devastarono che hanno a cuore le grandi riminiscea-
neir 853, e di i4o monaci non iscam- ze sloriche, è stalo teste compiuto a no-
parono al loro furore che 24, quali » me di mg." Jourdany vescovo di Frejus
fuggirono portando seco il corpo dis.Mar- e di Tolone. Pii tolta all'eresia protestan-
tino, il quale non fu riportato a Tours te, che da alcun tempo aveane fallo ac-
che neir887. Indi Marmoutiers fu occu- quisto, r isola de* Santi e de' Martiri,
pala da' canonici regolari, ritornandovi sembra agitarsi nell'impazienza del gior-
ì benedettini cluniacensi nel 980, il cui no die spunterà per farla risorgere dal-
abbate fu detto Abbate degli Abbati. Nel le sue rovine. A Lerins dunque si pensa
1641 vi fu introdotta la riforma di s. di fondare una istituzione cattolica che
Mauro; ma la rivoluzione nello scorso riproduca possibibnente due traili ca-
i

secolo soppresse pure questo ujonastero, ratteristici dell'antico monastero solitu- :

e la mensa fu unita all'arcivescovato di dine per la preghiera, solitudine per lo


Tours). Però la solitudine di Lerins con- studio. ! preti ed anco pii laici, che vo-
i

seguii sopra l'emula sua il vantaggio non gliono cercare nel mezzogiorno della
solo di venir detta la terra de' Sanli\ Fraucia un dolce clima per risloiare la
ma di essere altresì, durante il V e VI loro salute indebolita, coloro che voglio-
secolo, un seminario di vescovi per la no trascorrere la vita nel raccoglimento
Gallia ; e divenir l'ullimo asilo per la fi- della preghiera,potranno trovare nel re-
losofìa e l'eloquenza cristiana, quando i staurato monastero di Lerins tutti van» i

grandi luminari della Chiesa d'occiden- taggi che sono conducenti a farli riusci-
te venivano fra' commovimenti e le ro- re neir intento.
vine a cercarvi un ricovero. Fa là di fat- VINCENZO d'Aquila (b.), frate lai-

ti che nel V secolo s. Vincenzo Lirinea- co francescano. Nato nella città d' Aqui-
se riuniva in alcune pagine del suo Com- la, nel regno di Napoli, si dedicò a Dio

monitorio le armi, che quind'innanzi sa- neir ordine di s. Francesco'. Per preve-
rebbero slate adoperate ne' combatti- nire la ribellione de'suoi sensi, praticava
menti, che l'eresia avrebbe sollevati con- incredibili austerità, nutrendosi soltanla
ilo la fede callolica. Salviauo ancora a- di pane ed acqua, di alcune erbe crude «
V I N V N I 33
di assenzio. Fuggiva la conversazione de- Nicolo V, La biografia di Vincenzo,
gli uomini ed anche ((uella de'suoi reli- quale anti-cardinale, la riportai nel voi.
giosi, e passava in orazione! giorni e so- IV, p. 167, e non con articolo.
vente le notti intiere. L'umiltà e la pa- VINCENZO MARIA STRAMBI (ve-
zienza si ammirarono in lui, ed ebbe il ner.). Nato in C/V/tói^<"Cc/AzV7, professò nel-
dono della profezia. zVnnunziò a Ferdi- la congregazione de' Passionisli, meritò
nando I di Aragona re di Napoli, guasti i i vescovati di Macerata e Tolentino, ed
che Carlo Vili re di Francia avrebbe offerta a Dio la sua vita per quella di
fatto nel suo regno, e gli predisse la per- Leone Jf//(/^.), morì santamente in Ro-
dila della battaglia che questo principe ma gennaio
il f

824, e venne deposto
1

volle dare all'armata di Papa Innocenzo nella Chiesa de* ss. Giovanni e Paolo,

Vili. Dopo aver ediQcato co' suoi esem- Ne ragionai ne' ricordali articoli e altro-
pi, e chiaro per miracoli, mori nel ! Sof, ve, precipuamente nel voi. XLF, p. 88
e restò sepolto nel convento di s. Giulia- e 89. Abbiamo questo venerabile ser-
di
no presso Aquila. Il suo corpo, trovato vo di Dio, di cui si tratta la causa di bea-
incorrotto i4 anni appresso, fu dist)tler- mese di Giugno consacra-
tificazione: //
ralo e riposto in una cassa gueruita di to Sangue preziosissimo di Gesù
ù'I

cristalli. Papa Pio VII approvò il cullo Cristo, composto dal vcn. Servo di Dio
di questo beato, la cui festa si celebra a* Vincenzo Maria Strambi vescovo di
7 di agosto. Macerala e Tolentino^ Torino 185^7.
VliNCE^fZO, Cardinale. Pasquale II VINCHESTER. T\ Winchester.
nel I r 06 lo creò cardinale vescovo di Por- VINCOLI. F, Catene di s. Pietro,
to, e col Papa fa carcerato e oltraggiato CuiAvi pontificie, e ss. Reliquie.
dall'imperatore Enrico V nel 1 1 1 i . Con VINDAUSICA. F. Carpentrasso e
generosa costanza soffrì molte e gravi in- Vesaissino.
giurie, finche con Pasquale II e gli altri VINEBALDO (s.), abbate di s. Lupo
cardinali fu restituito alla libertà. Con- di Troyes. Ebbe i natali a Nogeot sulla
vien dire che morisse nell'istesso anno Senna, nella diocesi di Troyes, verso la
nel 1 1 1 2, poiché in questo trovasi che metà del VI secolo, e ricevuta un'educa-
il cardinal Pietro era vescovo di Porlo, zione cristiana , entrò nello stato eccle-
come si ha dai Baronio , e da Lucenzi siastico, e diedesi interamente al servigio

annotatore d'Ughelli. di Dio. Egli si formò nella propria patria


VINCENZO E ANASTASIO (ss.). una solitudine, e menò vita austera e pe-
Abbazia nulliusDioecesis àdÌQ TrcFoa- nitente. suo vescovo Gallomagno, co-
11

tane (F.). nosciute le virtù di lui, lo pregò di re-


VINCENZO DOLIVAC, Cardina- carsi a Troyes. Non molto dopo, mona- i

le. Arcivescovo di Gae^w^t, fautore del- ci di s. Lupo lo elessero abbate. Raddop-


l'antipapa Felice V di Savoia, da que- piò allora le sue austerità, e si astenne
sti fu creato anticardinale. Dopo il pen- da tutto ciò die avrebbe potuto solleti-
timento del falso Papa, Vincenzo ricor- care i sensi. Le sue abbondanti limosine
se al Sommo Pontefice Micolò V a'2 ot- lo fecero riguardare come d padre do'
tobre i447> «bitirò lo scisma, rinunziò poveri. Recatosi verso l'atmo 6 14 dal re
alla pseudo-dignità, co(ne poi fece l'an- dotarlo II, lo riooncdiò con s. Lupo ve*
tipapa, e restò assolto ddle censure, re- scovo di Sens, ch'era slato esiliato nella
stituito pienatnente alla dignità arcive- Normandia. Morì a'6 aprile del 620 ov-
scovile, e dichiarato vero cardinale, (la vero 623, e fu seppellito nel suo mona-
allora essendolo stato ìllegitlìmainenle, siero, dal t[U;de fu IrnsporCaio n«dr89'»,
come narra il Novaes nella Storia di essendo stalo il monastero ubhrucialo da'
VOL. CI. 3
34 V I N VI N
normanni. Edificslasi poscia una nuova Giacob!)e nelle benedizioni date a* suoi
chiesa, vi furono lìeposle le sue reliquie. figli, per significare l' abbondanza delle

La sua fesla si celebra il 6 aprile. viti nella parieche toccherebbe a Giuda,


A' INO, Finiim, Mei uni Temetutn. ^ disse che legherà il suo asino ad una vi-
Liquore e bevanda traila dal raspo o te ; che laverà
il suo mantello nel vino,
grappolo, RacemuSj dell'uva, Z/i'tì', frut- e suo pallio nel sangue dell' uva. La s.
il

to della vile, l'^itis, che si coltiva nel Scrittura per significate un tempo felice,
campo e terreno detto vigna, l'inea^ e dice che allora ciascuno vive in riposo
col quale nella vendemmia, yiudemia- sotto la sua vile e il suo fico. 1 viaggiato-
liSj col cogliere l'uva si fa il raoslo, Ahi- ri raccontano, che nella Palestina si ti o-
sfiuìif che produce, quando è ben puri- vanoancora de'grappoli io aialibbie
di
il vino. L'uva selvatica è il frutto
ficato, di peso, e che in quella fertile contrada
d'una vigna bastarda e selvatica, Lahru- si fanno tre vendemmie all'anno; la i.*

scay e non matura quasi mai. Gli stori- nell'agosto, la ^.^ nel settembre, la 3."
ci tanto sagri quanto profani concorda- nell' ottobre. La raccolta del frutto della
no a riconoscere ne' tempi più remoli vite, o come noi diciamo la vendemmia,
la cognizione della coltura delie viti e la era accompagnata anche presso gli Ebrei

scoperta dell'arte di fare i vini. Si legge da feste e da allegrie; ed profeti per si-i

nella Genesi, che Noè piantò la vile do- gnificare un tempo di calamità dicevano»
po il diluvio, su di che molti son d'av- che non si sarebbero più intese le canzoni
viso ch'egli allora fece ciò che avea fat- ordinarie in tempo della vendemmia. La
to prima di quell'avvenimento memo- legge di jVlosè non permetteva a colui, il

rando: solamente credono che fin allora quale piantava una vigna, di mangiarne
quel patriarca ignorasse la forza del vi- il fruito se non nel 5." anno, e ciò che
no, ovvero che per lo meno non pen- produceva ogni y.** anno era pe' poveri.
sasse, che la quantità da lui bevuta fosse 1 noltre era permesso a'passeggieri e vian-

bastante per ubbrìacarlo. Altri in vece danti di mangiare dell'uva delle vigne
opinano ch'eravi in fallo dell'uva prima che Irovavansi lungo la strada, ma non
del diluvio, ma che Noè conoscendo sol- di portarla via, o per sé o per allri. Era
tanto il che ne ricavasse
frutto, fu il i.** altiesì proibito di seminare altre cose
il mosto per farne una bevanda da con- nelle vigne. Mosè ordinò pure, the nel
servare. Allri finalmente sostengono, che vendemmiare non si prendessero raspol- i

l'uso del vino è antico quanto antichi so- li o racimolelli d'uva, scampati dalle ma-

no i primi Patriarchi^ e che l'espressio- ni de' vendemmiatori, ma rimanessero


ne di cui fece uso Gesù Cristo, parlando qua' piccoli grappoli pel forestiero, pel
del momento in cui gli uomini furono pupillo e perla vedova. Allrellanlo do-
sorpresi dal diluvio, cioè cdentes et bi- veasi praticare nella mietitura de' can)pi
hentes dicesi ordinariamenle di coloro
, di grano e altre biade, lasciando loro la
che bevono vino. Nella Palestina eravi L'uso del vino nell' aulico
spigolatura.
una grande quantità di belle vigne e di Testamento era interdetto a' Sacerdoti,
eccellente uva. Se ne può giudicare da' quando etano nel servizio attuale del jTtìf-
grappoli che tolsero in quella terra pro- ^rr«<7co/o.Questo liquore era altresì proi-
messa da Dio a Israele, e nel campo di bito a' Nazarei, in uno qualunque be-
a
questo portarono óue clfgli uomini man* vanda che potesse obbriacare; impe-
dati ad esaminale quel paese. Las. Scrit- rocché quando il vino era proibito, cooi-
tura fra r eccellenti vili e vigne eh' era- prendevasi d'ordinario sotto quella proi-
no nella Palestina parla di quelle di Se- bizione qualunque liquore capace di pro-
bam« Sabama e deli' altre di Jazer. durre l'ebbrezza, ed è espresso nella Voi-
V I N V ! N a5
gala col nome di sìcera^ o vino di pal- bevanda più anti-
sto la birra è stata la

lua, cnraunissiino in Oriente. Quanto al camente e più generalmente usata. In E-


vino i Recabili osservavano pme una ri- gitto se ne fece inventore Osiride, il Bao-,
gorosa astinenza. Si veda il Cancellieri, co Tebano. L' uso fu comune nella Gre-
Notizie della notte e festa di Natale: cia, e anche iu parte di Spagna, Fran-

cap. 36. Se le vigne d' Engaddi pro- cia, Germania, Italia ec., avendo forza
ducessero fiori e uvCf e le cortecce degli inebbrianle, ma affatto diversa dall'odo-
alberi stillassero balsamo? nella notte re e dal sapore del vino. Nel voi. XCVf,
della nascita del Salvatore del mondo. p. 289, narrai l'uso praticato dagli ebrei
Engaddi, citlà dellaPaleslina nella tribìi nello Sposalizio f di gettare in terra la
di Giuda, era assai fertile in viti di Cipro, tazza col vino; e ciò, dicesi, per rappre-
e in alberi da cui stillava il balsamo, le sentare la fralezza umana e la brevità del-
cui vigne sono ricordale da Salomone la vita^gittandoin terra e facendo in pez-
«fila sua Crt/2^/c^. Tra gli ebrei, a'delin- zi il bicchiere di fragile F'etroff^.J.Qaan
qnenli condannati a morte si dava a be« in lutti gii argomenti conviene comin-
re del vino, e fu presentato a Gesù Cri- ciare dagli ebrei e dalle loro famìglie, le
sto, prima che fosse attaccato alia croce, quali sostengono il i.° rango nella storia
e dopo, misto con fiele, col la iSyjo/zo-^?^/^.^, dell' antiche nazioni. I Gentili attribui-
cioè del vino misto colla mirra: era assai rono favolosamente, per le finzioni mito-
amaro^ e preservava dall' ubbriachezza, logiche de' poeti, l'onore dell'invenzione
e davasi a'condannati che pubblicamente del vino a Bacco, e lo deificarono, cele-
avessero confessato il delitto. Ne parla brandogli le feste F'indemiali nella sta*
non poco il Baronie negli Annali eccle- gione delle vendemmie, eh' è l'autunno,
siastici all'anno 34, n. 94 e seg. a 106. massime nel il/e^e d' ottobre. Durante
Eraviil vinodi libazione, eccellente e pu- queste solennità vi erano de' Giuochi iti

ro, che spandevasi sulla r'iitintaneì Tem- tutti gli angoli delle vie e ne'viliaggi del-

pio del Signore. Molli scrittori, anche la Grecia, e un becco o capro era il pre-
moderni, hanno fatto questione se nell'E- mio che si disputava: il principale eser-
gitto al tempo degli ebrei eranvi vigne, cizio consisteva nel saltare sopra alcuni
viti Erodoto dice espressamente
e vino. otri unti d' olio. Presso i romani, il più
che gli egiziani usavano vino spremuto grande divertimento di queste feste con-
dall' orzo, non essendovi viti nella con- sisteva nel portare in processione la sta-
trada ; e Plutarco assicura, che i natu- tua del Nume Bacco, di cantare ebbri ver-
rali del paese abborrivano il vino, con* si burleschi e canzoni licenziose, d' im-
siderandoio come il sangue di quelli ch'e- brattarsi di fango, e di attaccare ad al-
ransi rivoltati contro gli Dei. Nondimeno cuni pini de* bindoli per dondolarsi uo-
siconosce che l'Egitto non era affatto pri* mini e donne, coil'altalena. I pagani pre-

vodi vigne, ed sacerdoti egiziani faceva-


i starono culto a 5 Bacchi. Il Bacco Libe-
no uso del vino d'uva, probabilmente por- ro de'poeti, qual padre della libertà (per-
tato d'altrove, non bastando il prodotto chè il vino libera da' tormenti dello spi*
della regione. Ed allerma Dione l'accade- rito),Dio del vino, delle vendemmie e de*
mico, che gli egizi erano beoni e amatori bevitori, anco de'banchelti, chiamato da'
del vino, i poveri bevendo il prodotto greci Dionisio, e secondo l'opinione ge-
dall'orzo coH'acqùa. Certo è che la birra, nerale figlio di Giove e di Semele figlia
bevanda che si compone per lo più di di Cadmo re di Tebe in Beozia, ed a que-
biade fermentate, è grandemente in uso sto si attribuiscono le azioni di tutti gli
presso que* popoli che ne'loro paesi non altri sognati Bacchi, in ispecie d'Osiride
hanno vino, o oc hanno poco, e dopo que- uno de* primi re d'Egitto, posto Ira'nu-
36 V I N VI N
mi dopo la sua morie. Egli pel i
° inse- rali baccanali. Tuttavolta anche nell'an-
gnò agli uoiiiini l'uso del vino, e il mo- (ichilà conoscendosi i funesti effetti dei
do di coltivar la secondo la fu volo-
vile, vino se ne vietò o moderò 1' uso : i piìi

sa mitologia. Ebbe Bacco molti nonii^ saggi legislatori dell* antichità imposero
ed è rappieseulalo sollo la figura d' un l'astinenza del vino. Gli aborigeni avvez-
bel giovine, con capigliatura inanellata zavano i loro figliuoli a cibarsi di frutta
e ondeggiante per le spalle. E coronato ed a bere acqua. Di fatti 1' Acqua di
o di vite, o di pampini, o di edera, pian- Fontana^ di Pozzo o di fiume, in un tem-
ta specialmente a lui coiisagrata, sia cbe po fu la bevanda preferita sopra ogni
fosse ritenuta come un preservativo con- altro liquido; ed il vino sebbene per molti
tro r ubbriacliezza, sia che si vedesse omogeneo, e per alcuni popoli necessa-
nelle sue foglie sempre verdi il simbo- rio, slimavasi da altri cosa periiiciosa, se
lo dell'impassibile giovinezza del nu- bevuto in quantità eccedente. Saturno
me. Egli tiene in mano un tirso o lan- benché insegnasse a coltivar la vite a'cre-
cia o dardo ravvolto in pampini o info- lesi, ne vietò l' uso alle donne sabine, e

glie d' edera che ne celano la punta; ed Fauno proibì il vino a' ialini. I romani
il tirso fu usato nelle sue feste bacchiche all' esempio de* sabini lo vietarono se-

dalle baccanti. Fornuto spiegò il tirso es- veramente sino dallo Sposalizio alle lo-
sere assegnato a'baccauli per indicare che ro mogli, ancorché di alta condizione,
i gran bevitori hanno bisogno d' un ba- con pena di ripudio, ed anche di mor-
stone per sostenersi, allorché il vino ha te, a cui soggiacque la moglie di M.
loro turbata la ragione; ed i poeti altri- Menenio, o almeno non potevano be-
buirono al tirso sorprendente viriti^ con verne senza licenza del marito. Il Gua-
esso facendo uscir dalla terra sorgenti sco, / Riti funebri di Roma pagana, os«
di vino, li luogo ove celebravansi i mi- serva, che sebbene ne' tempi della re-
steri di Bacco, si disse Baccanale, celebra- pubblica nascente il baciarsi gli uni gli
ti dalleBaccanti, donne e sacerdotesse de- altri non era mollo in uso, solamente i

dicate al suo culto; e Baccanti si dissero mariti valevansi del bacio per ispiare se
gli uomini ammessi all' orgie de' bacca- le loro mogli avessero bevuto vinoj il che
nali, coronati di foglie d'edera, mesco- era loro vietato: ma
appresso fu co-
in
late di corimbi, piccole grane o bacche stume universale e frequente il baciarsi.
che nascono a gruppi su quella pianta. Ne* primi tempi igiovani romani delle
Erano l'orgie le scandalose feste di Bac- distinte famiglie non potevano bere vino
co, che celebravansi con mollo strepito, sino air età di 3 anni. I greci non per-
con tumulto e confusione, abbandonan- misero r uso del vino a'giovani, che nel-
dosi ad ogni turpe licenza sfrenata quel- r anno iS.** Da quelT epoca sino al 4o."
ìi che ne prendevano parte. In esse, al- si tollerava temperato con l'acqua, edai
lorché i baccanti erano riscaldati dal vi* 40.° in poi, largius et meracius non ta-
no, si battevano con grossi bastoni in jnen ad ebrielaieni, disse Plutarco, in
modo da ferirsi gravemente, ed anche Timaeo. A* giovani persiani non se ne
da uccidersi, per cui a'bastoni furono so- dava giammai, in tutto il tempo che fre-
stituiti de'fusli di ferula. Chela tragedia quentavano le scuole; ed era vietalo a*
e la commedia ebbero orisine dalle ven- cretesi nella circostanza medesima. Per
demmie e feste in onore di Bacco, lo de- le leggi di Zaleuco, presso i locresi epi-
scrissi a Teatro, trattando di quelle pro- zefriani l'uso del vino, eccettuato il caso
duzioni e rappresentanze. Il civilizzatore di malattia, era generalmente interdetto
cristianesimo abolì tale ridicolo e abbo- sotto pena di morte. Gli abitanti di Mi-
minevole cullo, ed i vergognosi e imtno- leto e di Maisiglia furono paghi di vie-
V I N VIN 37
tarne l'uso alle donne. Gli antenati de' scrupolizza. Ma nel Wesselingo,
Obser-
moderili francesi non bevevano che il vi- vat. i^rt/'iVzr., Amstelodamii 1787, ad al-
no raccolto nelle loro vigne. Presso i mu- tra causa si attribuisce la proibizione
sulmuni, seguaci di Maoinctio,\\tx' proi- ilei vino presso i turchi, cioè al costume
bizione rigorosa (li quell'impostore, è vie* delle loro stesse antiche nazioni, e nella
tato r uso del vino e quello di altri li' disciplina de'Rechabiti. È indubitato che
quoriiuebbrianli. Alcuni pretendono de- i Saraceni da' quali trasse origine il se-
y

rivato il divieto dallo slesso motivo e per dicente profeta Maometto, erano genti
le medesime ragioni, per cui il legislatore vini penitus ignorantes; anzi l' impera-
degli arabi proibì di divertirsi a'giuochi tore Pescennio Negro del 198, ripren-
di Sorte, e questo per impedire ogni lite dendo alcuni de* suoi soldati vinti da'sa-
e disordine, come pure per togliere ogni raceni, loro rinfaccia, che ilU qui vos non
negligenza che derivarne potesse nell'e- vincuntaqiiam bihiint. Pare che questo
sercizio de'doveri di religione. Questo pre- costume ne* saraceni, e prossimi arabi,
cetto negativo fu sempre tenuto come sia derivato da'Nabatei, arabi discendenti
un gran tratto di politica di Maometto. di Nabajolh primogenitod'lsmaele e pro-
Altri vogliono che quel sagace legislatore nipote d'Abrarao e di Agar, quali non i

titubasse assai, prima di risolversi a una bevevano vino. Ed in questo furono imi-
proibizione assoluta, poiché conosceva be- tati da'Hechabiti. I ìVabatei abitarono una
nissimo qualbalsamo fosseil vino, bevuto porzione dell' Arabia, e particolarmente
con moderazione. Infatti Maometto, ap- la Petrea e i luoghi circonvicini. Da que-
pena giunto a Medina, essendo stato in- st' istesso luogo gli antenati de'R.echabiti
terrogalo da Olii man figlio d'Affao, se si trassero la loro origine. La famiglia Pie-
poteva bere il vino, è tradizione che ri- chabilica derivò dalla gente Kenea, il di
spondesse: sono in ciò molti grandi
P^i cui progenitore fu Jetro suocero di Mosè,
pericoli, ed insieme grandi vantaggi. I sacerdote e principe de' Madianiti, regio-
musulmani di quel tempo, lanciando a ne che se nou era l'istessa colia INabatea,
parte la considerazione del pericolo, si era almeno a quella vici<ia, ondese si os-
attennero al uomini
vantaggio che gli serva l'origine di questi popoli, i Nabatei
traggono dal vino, e continuarono a ber- sono lo stesso che i R.eohabiti e Kenei.
ne; ma dopo che Maometto trovò un Quesl* ultimi furono come i Nabatei pa-
giorno alcuni fra'suoi seguaci, che riscal- stori, e come gli arabi, e da tali paesi si

dati dal vino e abbandonati con efTrena- trasportarono nella Palestina, dove la-
lezza al giuoco, erano venuti a gravissima sciato Gerico, passarono ne' deserti della
conlesa tra loro, (|uel legislatore prese Giudea per avere migliori pascoli ; non
motivo di proscrivere tanto il giuoco, essendo tali deserti inospiti e spogliati)
quanto il vino, essendosi prefisso di vo- ma solo privi d'abitatori e proprio di pa-
lere ne' suoi seguaci una cieca ubbidien- stori.Da simile cagione di pasture si mos-
za ed un'assoluta sommissione. Leggesi se Cheber Keneo a trasportar le sue ten-
quindi Alcorano o Corano: «
uell' fe- O de vicino ad Elon Betzaanim. Non si può
deli! sappiateiu verità,che il vino, il giuo- affermare che Kenei non bevessero vi-
i

co e gl'idoli sono abbominazioni suggeri- no, ma può dirsi che non coltivarono vi*
te dal demonio; astenelevene chiunque". ti, né ebbero eampi, né erigevano case

Siiiatta disposizione non lasciò a'musul- per abitar sotto le tende, essendo ciò na-
mani verun dubbio sulla natura del vino, turale a' popoli nomadi, che non aveaao
e (juindi fu rilegato nella classedelle co- sedi fisse, come i llechabiti e i Nabatei,
se immonde, benché nell'odierna Tur' popoli tutti chd abitavano regioni poco
cliia^ su di ciò, come di altro, qud piti si atte alla coltivazione dello viti e alla se-
38 V I N VI N
tnenla. Da questi dunque appresero i lo- quella che avea a tutti gli altri Del, fe-
si

ro discendenti saraceni T islesso tenore ce dire ad Orazio d'averlo veduto inse-


di vita. Laonde il costume di non bere gnar versi alle Muse, e armalo del grave
Tino i saraceni e i turchi è costume an- tirso far correre i fonti di generoso vino
tichissimo di nazione. Maometto molti e di latte, e stillare il mele da' duri tron-
altri usi di que' popoli approvò, e lì co- chi; canta Arianna, sposala da Bacco, ag-
stituì per leggi, come la circoncisionee la giunta alle stelle, e disastri di Penteo i

proibizione della carne porcina, cose che re di Tebe, trucidalo dalla propria ma-
già molto tempo prima della nascita di dre e dalle sue zie invase dal furore di
quest'impostore, al riferire di Sozomeno, Bacco, per avere il saggio re ricusato ri-

erano iu uso appresso i saraceni, parlan- conoscerlo per nume e tenutolo per im-
done più anticamente Solino. Nondevesi postore, vietando a' sudditi di rendergli
negare, che Maometto potesse esser mosso culto, per vedere che sotto il religioso
ancora da altre cagioni a proibire il vino pretesto d' onorare quel Dio novello, le
a'suoiseguaci, che accenna nel cap. 2 del- donne tebane agli eccessi del vino e alle
l'Alcorano, unendo a questa proibizione dissolutezze si abbandonavano: canta la

ancora quella del giuoco, come dissi, am- morte del celebrelegislatore Licurgo,che
bedue grandi incentivi di risse, sembran- fece recidere tutte le viti, e il domatore

do per altro che non abbia giudicato il dell'Indo e dell'Oronfe convertito in fiero
\ino come cosa di sua natura cattivo; leone discacciare i giganti; e benché più
poiché se fosse stato di tal sentimento, atto alla danza e allo scherzo, lo chiama
non avrebbe dato speranza a'fedeli mu- arbitro e della guerra e della pace. I van-
sulmani, che nel suo immaginario Para* taggi del vino sono prodigiosi. JYunc vi-

diso, pieno di piaceri brutali, vi sarebbe no pellite ciiras, dice Orazio a Planco;
stata abbondanza d'ottimo vino, come fa ed altrove consiglia Varo a non piantare
al cap. 48» ^6 dell'Alcorano. Oggi i tur- altro albero nella sua villa nel Tiburtiuo
chi piantano le viti per cibarsi dell' uva. prima della sagra vite, perchè a quelli
Innumerabili sono panegiristi del vino,
i che non bevono vino gli Dei non voglio-
massime poeti ; ed Orazio, principe della no che le cose succedano felicemente; uè
lirica poesia, di sovente ne fa menzione in altro modo si ponno discacciare le cu-
ne' versi suoi, e specialmente di quello re mortali. Compiange chi non può col
per molti anni nell' anfore conservalo, vino alleggerire i suoi mali, come chi nor»
che non avvi circostanza di particolare o coltiva 1' amore. Il giocoso Bacco, die' e-
di pubblico rallegramento, eh' egli non gli, serve di sprone all' ingegno, solleva
creda doversi onorare e distinguere eoo le cure de'sapienli, e discopre i recondili
mescerne in gran copia, e del più prezio- arcani; dona speranza alla mente dub-
la

so. Egli destinò un' intera ode per can- biosa ; aggiunge forza e conforto al pove-
tar le lodi di Bacco, creduto inventore ro perchè non tema i' ira de' potenti e
del vino, ed a cui fu consagrata la vite, lo strepito dell'armi; ogni cosa manda
sebbene osservò il Sarnelli, che Noè, il a buon esito; discopre la verità, di cui
quale ne fu il vero inventore, fiori nelTan- è il padre, in maniera che sogliono i

DO del mondo 167 1, e Bacco da* greci si principi col vino ne' conviti conoscere i

credette comparso nel 272 1 ; i poeti con» veri amici, i quali discopronsì colla loro
fondono Giano, che egualmente fiorì più Faecundi calicesqueni
stessa facondia.

tardi, con Moè, dicendo: Janus a vino, non fecere disertum? Tale è la pittura
qiiod reperii; unde et prìmiim Jtaliae che fa Orazio de' buoni effetti che pro-
jwmen Oenotria, a vino. La venerazio- duce il giocondo e soave frullo della vi-
ne per Bacco essendo quasi maggiore di te; che tal dicesi per la vitu ch'ella ha e
V I N VIN 3^
t]<^ iilla nostra umana (può essere ti-
vita maestra col descrivere gli effetti del fu-
p»ro alle malattie e [noilurie una felice rore di Bacco, che sono il cieco amor pro-
ciisi, uell'abUaltiinenlo delle forze vitali, prio, la vanagloria, e la temerità di pale-
roeiliante vino generoso e puro; ma tal- sare gli arcani della fedeltà che vien cela-
volta cattivi elFetti cagiona ne'corpi uma- la meno del vetro: Addis cornua pau*
ni infermi, riuscendodannoso e mortale). Bacco ; e prima di lui
peri, dice Orazio di
£ a du* vero non v' ha più. grato e sal- avea scritto Aoacreonte: Calco il tutto
do sostegno che il vino preso con mode- colValnia, onde avviene che gli ubbria-
razione: accresce vigore al nostro corpo, chi credono che tutto il mondo sia loro.
nutre, sostiene, e conforta tutte le nostre La qual pittura corrisponde a quella che
membra, ond' è che volgarmente dicesi fa Catullo nel dipingere i furori delle
il vino la poppa de' vecchi, e l'Alemanni baccanti, e lo stato di (luell'ubbriachezza
cantò: C/ie alla dehil vecchiezza il vin che non giunta al grado di stupidezza,
sia

mantiene - Solo il caldo , e l'umor, la di cui diceDante: Velando g/' occhi, e


forza, e l'alma, - E la toglie al sepolcro colle gambe avvolte - A guisa di cui vi-
e in vita serba. Il vino eccita i nostri pen- noso sonno ^/e^<2. Orazio adunque cono-
animo^ Io spoglia d'ogni
sieri, risveglia 1'
sceva e detestava V uso smoderato del
vano ed importuno timore. Io riveste vino; e sicuramente fu uno de'più sobri,
d' inusitato ardimento. E' sovente d'in- se si rifletta che viveva in Roma dov'era
centivo alle grandi imprese; conforto al recente la memoria di quel Torquato che
laborioso coltivatore e al viandante che fecesi chiamare Tricongio dal bere che
calca le nevi nel piti rigido inverno. Di- usualmente faceva 3 misure di tal nome;
scaccia dal seno la vergognosa pigrizia, e e d'un figlio di Cicerone, che per egual
non di rado avviene che plachi gli animi motivo si fece chiamare Bicongio, toglien-
accesi dalie gravi risse, intrecciando le do questa lode all' uccìsor di suo padre,
sue frondi a quelle del pacifico olivo.Tan* il quale dedicò alla sua ubbriachezza una

lo e meglio celebrò il gradito liquore, il intera opera. Celebrava Orazio col vino i
eh. d."^ Ercole Metaxà, nella DìssertaziO' giorni di ricordanza, ed invitava alla sua
ne Oraziana del vino, presso gli Atti Villa gli amici, nello stesso tempo che
della Società letteraria f^olsca Feli- dava precetti di sobrietà, in tempi poco
terna, di cui era segretario, t. 3, p. 3o3. lontani da quelli io cui Cicerone temeva
Soggiunge quindi. Quando poi si alte lodi d'esser veduto bere 1' acqua dal censore
profonde ne'suoi ilolcissimi carmi al lieto Lucio Cotta. Finalmente Orazio era poe-
Bacco, in cui è personificato il vino, inten- ta, e dice che poeti sono sotto la tutela
i

de Orazio moderato e so-


di parlare del di Bacco^ che produce l'estro e facilita il
brio uso; perché quando ha voluto de- verseggiare; e che nel cantar le lodi di
scrivere ebrietà con altri colori ne ha
l* Cesare fu ispirato da questo nume. Se dis-
dipinti i tristissimi effetti, acciò ogi\uno se più d' una volta di voler bere in ono-
la detesti e T abborra. Uvìdus, chiama re delle Muse, e cantò soverchie lodi a
colui ch'è giunto allo sialo d'ubbriachez- Bacco, lo fece perchè il poetico Parnaso
za, che corrisponde al madidus di Tibul- è sagro a Bacco e ad Apollo; ed imitò io
lo.Vino dieni celehrent non festa luce iu questo Anacreonte e Pindaro , come
madere - Est robor, errantesy et mala in appresso fecero Catullo, Properzio ed
ferre pedes. L* ebrietà ha dipinta nella anche il Redi, il quale dice, col vino: Mi
rissa avvenuta pel vino tra* Centauri e i sollevo^ Sopra i gioghi di Permesso. Ma
Lapiti,ed in Bacco dannoso a'traci, qua- i mentre Orazio voleva che i posteri cre-
li avidi delle libidini poco distinguono il dessero ch'egli avesse vedutoBacco in cer-
giusto dall' ingiusto ; ed altrove ci am* te segrete spelonche in compagnia delle
4o V I N V l N
Kinfe Baccanli, ed insegnargli a cantare, pre cercando che il campo fosse fornito
deride coloro che con l'antico Cialiuo d'ottimo vino, avendo barche per tra-
slimano che non ponno piacere e vivere sportarlo dette Schapìia vinaria^ in cui
lungaaìenle que'versi che si scrivono da si caricavano le bolli col vino, comune-
coloro che non bevono vino, e che dalle mente di legno di varie grandezze, il che

lodi che fri Omero del vino { dicendo pu- riusciva gralo al sommo giocondo a'
e
re che a tempo della guerra di Troia il soldati, i quali assai bevevano. vasi or- I

vino formava parte del traffico), dee ar- dinari de' romani per conservare il vino
guirsi che fosse assai bevitore; cooie an- erano di due specie , e dicevansi i gran-
cora, che Ennio padre della poe'ìia lati- di dolia^ i piccoli amphorae ,
gli uni e
na, Oiui priuìa di bere si accingesse a can- gli altri di vedono ne'mu-
terra cotta. Si
tare, e coloro l'elfeggia che avendo ciò sei, ed anche per ornamento nelle ville.

credulo per divenir buoni poel;, lian co Il vino anticamente si conservava anche

iniocialo dal bere dalla mattina fino alla in otri falli di pelli d'animali, ne man-
sera; come che quello il quale indossas- cano paesi che se ne continua l'uso ove il

se il manto di Catone dovesse parimen- legno none comune. Si attribuisce a'galli


te possedere le viriti di quel censore. Gli stabiliti lunghesso il Po, l'invenzione van-
antichi romani usarono del vino come taggiosa di conservare il vino in vasi di
d'uno de'sosiegni dell'umana vita, e giun- legno esattamente chiusi, e di mantener-
sero persino ad abusarne. I vini di Le- lo entro ampie botti a malgrado la sua
sbo, di Scio, il Falerno, il Gecubo, il Mas- grande fermenlazione. Colossale è la bol-
sico , e quel di Formio aveano pef più le di Loreto, Gli augurii felici, i lieti

preziosi, e specialaienle quando fossero giuochi, i Brindisi (f'.Jy i Piva f'F.j fu-
di molla età ; alla quale li facevano giun- rono semprecompagni del giocondo Bac-
gere , conservandoli depurati in vasi di co ne' Banchetti (P.), ne Conviti (F.)^
creta ben chiusi e muniti di Sigillo^ ed uè Pranzi (^F.j, sino da' tempi remoli e
in magazzini alle volle a cielo scoperto quasi presso tulli i popoli. Diversi di que-
situati sulla sommità degli edilìzi. Gran sti costumavano porre in mezzo alla men-
cura posero alla loro conservazione, che sa un gran Fase pieno dì viiio, e in que-
giunse all'eccesso, scavando persino pro- sto ciascun convitato attingeva il suo va-
fondi pozzi , e li fabbricavano di pietre so o bicchiere. Si può vedere Alessandro :

quadrate a guisa di rotonda cortina, ac- Petronio , Del vivere de' romani , et di
ciò con maggior sicurtà vi potessero ri- conservare la sanità, tradotto in volga-
por i vini, quali coll'audar del tempo
i redal D. M. Basilio Paravicino da Co-
venivano a formare una corteccia si du- mo, R.oma 1 592. Giovanni Manelfi./f/c/i-
ra talmente che vi bisognavano le scuri sa Romana sive Urbani victus ratio ,
,

per romperla, come si trae con analoghe Piomaei65o. Venanzio Malleij Teatro
erudizioui nella Disseriazione sopra un' nobilissimo di scalcheria, Roma 1669.
antica tavole tla d'avorio figurata^ espri- Cesare E vi la scandalo,// Maestro di ca-
mente 3 soldati in atto di portare vino sa, il Trinciante, lo iS'c^/co,Roma 606. (

per empierne l'anfore, d'Angelo M." Ban- V. Lanceliolti, Lo Scalco pratico, Ro-
dini, presso il Calogerà, Raccolta d'O- ma 1627. Si bevette a onore degli Dei
puscoli^ t. Sy, p. 225. Dalla medesima nel paganesimo; e in onore di Gesti Cri-
ricavasi la diligenza de'capitani romani sto e de'Sanli nel cristianesimo, e lo no-
acciò non mancasse il vino a'soldati, ol- tai nel voi. LV, p. 39. Narra il Derlen-
tre il provvedere abbondautenienle alle di, Delle Obblazioni, p. 92, che vietata
loro necessarie bisogne, apprestando gra- la comunione sotto le due specie sagra-
ni, biade) Ciguo, bestiame e altro ; sem- meutali) di cui più avanti, ia alcuna chie-
,

VI N VIN 4i
sa in qualche festività restò l'uso Ji por- te il vino nuovo , di che ragionai anco
gersi col calice dall'altare a'fedeli il vi- nel voi. XLlii, p. 1 85. Le primitive /d?-

no benedetto, come in Pavia pei* la festa gapij discorse in piti luoghi, si facevano
ili s. Biagio. Crede inoltre il Berleadi che nel sagro Tempio o nel suo Vestibolo^ o
V uso di bere il ^ino benedetto sia una sulla tomba iW3Iartiri, ed erano rifocil*
reliquia dell'aulica costumanza de'fedeli, lamenti esemplari necessari alla lun* ,

di bere talvolta ad onore de'Santi, ben- ghezza delle sagre Sinassi e altre Uffì-
ché resa più religiosa mediante la bene- zio! ture divine^ nelle quali venne poi li-

dizione e il calice dell'altare. Parlò di (jue- mitalo bere de' vini a* cantori, per ac-
il

sto s. Agostino col biasimarne l'eccesso quistare vigore nel salmeggio e nel can-
uelsermontì 2 32<^<? Tciìipore^ che tutta- to di lunga durata. Anticamente nelle sa-
volta è posto fra'dubbi: D'iversis noiiii- gre pontificie funzioni tìeWeCappelle pon-
nihus i nei pi uni bibere^ non solimi vivo- tifìcie ^ i Cantori pontificii (/^.) per ri-
rulli hominuni y sed et Àn^eLoruni , et focillarsi bevevano diverse (jualità di vi-
reiiquornin Sancloruin. Ricorda il Der- no, le cui specie nominai parlicolarmen*
Jendi gli autori che ne scrissero, fra'quali te ne' voi. Vili, p. 119, LV, p. 4o> 4^»
quello de'miracoli di s. Udalrico, che di- 46. Inoltre tali cantori, ne'solenni con-
ce: In auxiliuni ejus (y. Uda Ir ici) fir- viti tenuti nel 7r/c/m/o (A^.), ricevevano
mi ter ubique confidtns in ricreationesua dal Papa, dopo il canto, una tazza di vi-
prò amore ejus frequenler bibebal, et a- no da lui gustata. Questo vino dagli Or-
lios bìbere postulare consueti t. Trovo dini Romani ed in altre antiche carie,
uel Cresci mbeni, Storia della chiesa di è cìùamaio opU/nuni, claretuin^ aroma"
s. Giovaiiniavaiiti porta Laliiia^ p. 1 52, tibus condì tum ac deca-
, vinuni melle ^

che fra le reliquie del s. A postolo ed E- ctum; viiiuni factitiuni ydulccy pigmen-
vangelisla già venerate in quella sua chie- luni. Ne parlano ancorali medicoAndrea
sa, e poi trasferite oell'arcibasilica Late- Bacci De naturali vinoruin
, hisloria ,

ranense, eravi il calice nel quale beve 11 Romae 1622, p. 3io e SSy; ed il Mo-
veleno, .9mtr nocuinentum, secoiìLÌo i Pas- retti, Ritus dandi Fresbyleriurn^ p. 55 ,
sionari antichi ealtretestiinonianze;altro notando che in diversi capitoli e per al-
simile e di legno trovandosi in Bologna cuna festa era distribuito ancora a'cano-
nella chiesa di s. Giovanni del Monte nici. Il KoóoìlxyDeli'origine del rito gre-
cioè quello di cui si valse nel s. Sugrifìzio, co in /tali a, traila nel t. 3,p. 246: Delle
onde sin da'primi secoli fu costumato di* funzioni del Sabato santo, Pentecoste
P'
nsere s. Giovanni col calice da cui sor- e Risurrezione del Signore, che si cele»
ge ilserpe; e ches. Isidoro alìerma d'aver bravano nella cappella del Pupa con
letto in un antico Rituale la benedizio- lezioni e cantici in lingua greca, nelle
ue del vino che fucevasi nella festa di s. quali si gustava il vino greco. Pertanto
Giovanni per servirsene contro il veleno. racconta che nel Laterano, dato compi-
Nelle feste di alcun s. Martire si faceva- mento alia funzione di tre vesperi , che
no da'primitivi cristiani tnodesti pranzi ilPapa celebrava nel giorno di Pasqua
chiamali Àgapi , ma poi degenerati in iu 3 diverse chiese, passava al portico di
pubblici e solenni convili, con crapule e 8.Venanzio , così denominato dal suo
ubbriachezze, per cui in seguilo furono tempio eretto dinanzi al battisterio Lu-
abolite. Fra le più famose e propaga- teranense ; sedeva co'cardinali ne* f.ddi-
le furono ([uelle colle quali si celebra- storii e sedie preparate ; ed i chierici mi-
va la festa di s. Martino vescovo di nori e i laici giacevano in terra sopra tap-
Tours i'i I novembre con 8.", in cui il peti. Il (.** diacono cardinale, etl i pri«
popolo suole beverctuUoru eccelsi vumtiu- miceri davuuu u gustare al Pupa eu'
4a VI N V ! N
cii'costanli di buonissimo vino per ria- ilvino V Elettore dell' ff/ipcro redi Boe-
versi dalle fatiche sofferte nella celebra- mia). Quando il Papa beve la i." volta,
zione de'divini uffizi: Deinde descendunt tutti gli astanti devono genuflettere, tran-

primates Ecclesiac ad accuhila , invi- ne i cardinali e vescovi, che però si al-


i

tante suolano s Vice-Domino (^.), et bi- zano in piedi facendo inchino, ed cardi- i

hunt ter: de graeco semel j de pactis nali levandosi pure il berrettino. Antica-

semel; de procoma semel. Il i.° vino era mente i Papi nel giovedì e venerdì san-
il greco, che si produceva nelle regioni to, quando cioè somministravano la quo-

napoletane, dette Magna Grecia perchè tidiana mensa alla Famiglia pontifici a^\x\
abitate da'gieci. Il vino pac tisi o piutto- tali giorni facevano dispensare ad essa sol-
sto ;7«r/zy^/, era più denso, grasso e vi- tanto erbe, pane e acqua. Tojta la men-
goroso del greco. Crede il Mabillon, che sa quotidiana, i Papi fecero somministra-
le due sorti di vino de pactis e de pro- re a'ioro famigliari, ed a'considerati per
coma denominazione da'luo-
traessero la tali, dal Palazzo apostolico^ la così detta
ghi dove nascevano le loro viti. Di que- parte di palazzo o pan d'onore, com'y^ìeu-
sta solenne ceremonia, ch'era in uso nel te in pane, ciambelle, vino e altro. Tali
portico di s. Venanzio ne' giorni della parti di pane e vino, per le vicende poli-
settimana di Risurrezione, ne fornisce le tiche de* tempi, l* abolì Pio VI col chiro-
prove anche il Panvinio, De septem Ur- grafo dell." luglio 1797, confermato da
bis Ecclesiis, et de porticu s, Fenantii, Pio VII col moto-proprio de'20 novem-
In tulli i detti giorni udivansi l'armonia bre 1800. Appena divenuto Papa Ales-
delle laudi, salmi e versetti greci. Oltre sandro VII, fece incidere nelle tazze in cui
le lezioni greche e latine del sabato san- beveva la figura della morte, onde aver-
to, in greco si cantava la sequenza o pro- lasempre presente. Ne' Possessi de Papi,
sa Pascila sacrwUf dal primicerio de' per segno di pubblica gioia e per ralle-
cantori, nel tempo che il Papa, i cardi- grare il popolo, si fece gettare vino dalle
nali e gli altri ministri dopo vesperi di i Fontane, massime dal senato romano da
Pasqua si rifocillavano colle 3 diverse sor- quelle de' leoni di basalte o granito nero
ti di vino greco,pactisie procoma. Al- laterali all'ingresso della cordonata di
cune altre funzioni dell'anno, celebrate Campidoglio (anche ne' possessi del Se-
dal Papa, aveano il compimento con un natore di Roma: ed il famoso tribuno Co-
sobrio bicchiere di vino , che distribui- la di Rienzo , festeggiando il popolo ro-
vasi al clero greco e latino , stanco per mano, fece dall' alba fino a nona peren-
la fatica delle Figilie notturne. Si ha da nemente uscire dalle narici del cavallo iu
Benedetto canonico di s. Pietro, del se- bronzo di Ma re' Aurelio, allora sorgente
colo Xil, la descrizione della vigilia e innanzi al Patriarchio Lateranense, vi-
festa di s. Gio. Battista , in cui il Papa no rosso dalla narice destra e acqua dalla
celebrava messa pontificale, e conclude: mediante due condotti di piom-
sinistra,
JEt vimim ad poluni omnibus graecis bo , con gran concorso di sbevitori. Nel
clericiSf et latinìs. Ne'soleuni Banchetti^ 1720 pel nuovo gran maestro di Malta
Conviti e jPra/zzide'Papi, a questi lai." Zondadari, la fontana del Mascherone di
volta versavano il vino i Sovrani se pre- via Giulia in Roma fu convertita in vi-
senti,o piti nobili laici , e poscia il ca-
i no, distribuito al popolo sino all'ore 4 del-
meriere segreto coppiere;* in altri meno la notte. £ nel 1788 per la presentazio-
solenni, la i." volta versa il vino il cop- ne della Chinea al Papa, in nome del re
piere o lo Scalco, indi {'Aiutante di ca- delle due Sicilie, ne'cantoni del palazzo
mera in tutto il rimanente del pranzo (al Farnese due fontane gettarono vino. Al-
novello Imperatore, la i,* volta versava tri esempi li riportai a' luoghi loro), co^
V 1 N VI N 43
me in quelli di Leone X, pre»o l'arco p. 4o6. Anch' egli impugna al gran be-
trionfale sul ponte s. Angelo; di Leone XI, vitore la qualità di prelato, e nota il

dallo speziale in Banchi, e da' leoni di suo vero nome essere stalo De Fiigger
Campidoglio; d'Innocenzo X, dagli slessi Fu^cr, e non Deuc, come appare dal-
due figure d'Ange-
leoni, standovi sopra le logore lettere, secondo l'antiche re-
li, aventi due colombe nelle mani col ra- lazioni e gli itinerari, e le ragioni che
mo d'olivo in bocca, parte del pontificio offre ; non senza avvertire, che proba-
slemma. Pel possesso d'Alessandro VII bilmente scioglierebbe la questione di
si distribuì gran quantità di pane e vino questa storiella o favola, il libro di Da-
nel palazzo apostolico; per quello di Cle- nieleGuglielmo Mollerò: Disquisitio hi*
mente IX gettarono vino in gran copia storica de Bibulo quodam Germanico in
le lontane de' leoni di Campidoglio, oltre oppido Montefiascone niniio vinimusca»
altra fontana di vino a pie della scalina* telimi pota extìncto, Altdorfiii68o). Si-
la del palazzo del senatore; per quello di no da'pili rimoti tempi, una delle prin-
Clemente X, lali 3 fontane versarono vi- cipali parti del culto esterno consisteva
a
no copiosamente; per quello d' Innocen- ollrire alla Divinità delpane e del vino.
zo XIII, da* due leoni, cioè dalla matti- Ed poeti antichi nel far l'elogio di que-
i

na del possesso sino al principio della ca* sto liquore, lo riguardaronocome unpre*
valcata, cominciala a ore 8, e dopo pas- 1 sente de'Numi. Omero lo qualificò qual
sata pel Campidoglio fino alla sera, men- Dio delle bevande, e parla delle diverse
tre in due luoghi poco distanti gli uHìziali specie de'vini e delle loro qualità in mo-
capitolini distribuivano gran quantità di do che dimostra d'averne sovenlecimen-
pane al popolo, ec. Anche aef^iaggi de* talo gli elfetti possenti, come già indicai.
Papi, diversi luoghi li festeggiarono con 1 legislatori ei filosofi ne fanno gli stessi

fontane di vino, precipuamente, per la encomi, moderandone l'uso. Il patriarca


qualità eccellente e per abbondarne. Or- e sommo Sacerdote dell' Altissimo, Mei*
vieto e Monte Fiascone (nel quale arti- chisedecco, odriva a Dio pane e vino ia
colo parlai del tedesco Deuc ivi morto Sacrifizio (P^.).G'w. Andrea lrici,/^rfirg-

per aver bevuto eccessivamente quel ve- menti antiqui lapidis Roniaeejfossi, Ex*
ramente eccellente vino, da lui qualifica- plicatio, presso il Ca\o^ei'a,Raccolta d' O*
to Est, Est, Est, non essendo certo ave- puscoli, t. 38, p. 225, riporta testimo-
re ordinalo che si dovesse versare ogni nianze, che il vino non si offriva a tutte

anno sulla sua tomba un barile di vino le Deità. La vile formò un oggetto im-
moscadello, e forse fu disposizione d* al- portante dell'agricoltura de'romani.e Nu-
cun suo famigliare, uso poi rimosso e con- roa loro re lenevasi .° che insegnò a ta-
il i

vertito in opere pie. Di tal beone famo- gliar la vile, e per meglio stabilire que-
so, che tracannò grossi fiaschi di genero- sta pratica , comandò che il vino impie-
so moscadello, e clicesi ripetendo ad ogni gato ne'sagrifizi, sarebbe il prodotto d'un
bevuta 3 volte Est, e con questo in boc- vigneto tagliato col ferro, cioè la potatu*
ca restò oppresso dall'eccesso del vino, ra. In Italia la vile era coltivata, come
onde il suo cameriere per immortalarne al presente, in diversi modi: ora abban-
la memoria ad istruzione degli altri, co* donata a sé stessa, ora sostenuta da pali
me osserva il Sallusli, Storia delle Mis- e canne, ora maritata agli alberi. Plato-
sioni, t.i, p. 7, fece incidere sulla tom- ne mentre biasima lo smoderato uso del
ba r iscrizione, co' suoi stemmi laterali vino che fabbricavasi al suo teuìpo, lo ri-
alla testa, e due fiaschi. Di che parlò guarda come il più bel douo che abbia
ancora eruditamente il prof. Oiioli, nel- fatto il cielo agli uomini. Dioscoride, Pli-
\Album di Ro/uaj l, 20, p. 3 i4j e t. aa, nio, Ateneo, Culoue, Marco Vairone, il
44 V i N V N I

Bncci e alili hanno scritto intorno ia vile stodal congresso accademico di Romct
e sur i processi impiegali a' tempi loro d'agricoltura, arti e commercio per Van-
Della preparazione de' cliTersi vini. Sem- no 'j'Òj sopra il quesito '.Indie are la ma-
l

bra che gli egizi comunicassero le prime niera di perfezionare i vini dello stato
nozioni intorno la cultura della vite eia pontificio, e di renderli atti alla naviga-
preparazione de'vini a'popoli della Gre- zione in modo che
conservino ne* piìc si

cia, fjuali portarono quest'arte ad altis-


i lunghi viaggi, e Carte la pili economica
simo grado di perfezioue, onde i vini gre- di fare l'acquavite^ i rosolii e altri li'
ci Curono assai famosi ueiranlichilà. Ec- qnori tanto per gli usi domestici e per
co alcuni altri de'suoi molti scrittori. Gio. quanto per il commercio, Roma
l'arti,

Ballista Scarlino, Nuovo trattalo della 1793. Giuseppe Torre, Discorso econo-
(inalila t della varietà de viniche vengo- mico sopra la coltura dell'albero della
no a Roma, tu terza rima, Iloma i554. vite, e la maniera di fare de'vini gene-
Gio. Vittorio Soderini, Coltivazione to- rosi e navigabili, Iloma 1787. Conte An-
scana delle viti e delfrutto che se ne può nibale Vimercali, Memoria sulla cultu-
ricavare, Firenze 1 600, 16 1 o, 734- die-
i ra delle viti nel territorio Cremasco^
tro A. Ganonlieri, De adniirandis vini Venezia 79o.MarcoFassadoai, Qualsia
1

virtiitibus,Aa[uti[)\iìei62'j. Ilozier, Me- il miglior metodo da tenersi nella pota-


moire sur la meilleure manière de fairef zione delle vili sul territorio Trivigiano.
et gouverner les vins de Provence soli Memoria premiata ncli'j^'^. Gervais,
pour Cusage^ soitpour leur faire passer Opufcule sur la vinification, Montpel-
les /«o/.y,Lausannej 722. Delle vitie vini lier 1820. Huber, Arte di fare il vino,

dì Borgogna, iM emoria d'un monaco ci- Milano 829: Metodo di fare il vino, Li-
i

stercicnse tradotta in italiano con brevi vorno i833. Ignazio Lomeni, Del vino,
note, 779. Bastiano Piapi, Modo di colti'
I sua fabbricazione, conservazione e de-
vare ipialsivoglia genere di vili, Firenze generazione. Trattato teorico -pratico,
1714- Lorenzo QdiVi\\3ii\\f Insegnamento Milano 18 29- 1834. Album di Roma, V
e uso pratico per ricavare il vino di qua- nel t. 2 p. i33, pubblicò nel giugno
I
,

lità perfetta dalV uve fr acide e corrotte^ 1854: Bisogni attuali. Un secondo, uà
Firenze 17 53. Giovanni Mariti, /^e/i'mo<;/i terzo, un quarto vino colle vinacce del-
Cipro, ragionamento, Firenze 1772. An- iuva die hanno servito alla vinificazio-
tonio iVlaiani,/l/6'mon^ sulla coltura del- /ie.Dice mg.' Nicolai, Memoriesulle Cam-
Spagna, e lamanieracome si fa
le vili di pagne di Roma, die nello stato pontifi-
S'aggiunge un discorso sullacon-
il vino. cio il vino si produce meglio, oltre le vi-
servazìone de'vini, Venezia 1779. Conte gne romane e quelle de'dintorai di R.o-
Lodovico Barloli, Le vigne e il vino di ma, nelle provincie di Campagna, del t'a-
Borgogna Venezia 1 747* Ei'a-
in Friuli, triraonioj della Sabina, dell' Umbria, ed
elio Landi, Dissertazione sul quesito se aggiungerò la liomagna e Velletri. Nel
visian mezzi opportuni di migliorare i descriverle tultenon mancai rilevarel'ab-
vinimantovani f e anche ridurli atti al- boadanza e la perfetta qualità del vino,
la lunga navigazione, Mantova I78r. così in tutti i luoghi e regioni in cui si pro-
Gio. Cosimo Vi llifranclii, frenologia To- duce, massime i piìi famosi e prelibati.
scana ossia memoria sopra i vini, ed in Venne osservalo nel 1 853, che fra gli stati

ispecie toscani, Firenze 1783. Giovanni d'Europa, la uionarchia austriaca pos-


¥abvoiìii Me lodo di conoscere alcune del- siede la più estesa coltura delle viti; e
le pili dannose adulterazioni che sifanno rapporto alla quantità produttiva del vi-
a't^mi,Firenzei785.AdamoFabroni,D/.j- no l'Austria non è sorpassata da nessuno
seriazione j che ollenim il premio propo- degli stali europei , Iraaue la Francia.
V I N VI N 45
Tuttavolta ilcommercio de' vini naziona- vizir ubbriachezza è quella che rende
li austriaci non è gran cosa, quantunque l'uomo più somigliante alle bestie, essen-
si debba molta lode alla coltura delieviti do un uomo ubbriaco incapace di ragio-
nella monarchia, la quale è uno de'più nare e di convivere in società
renden- ,

imporlanti rami dell'economia rurale del- dosi il L'ubbriachezza


ludibrio di lutti.

rimpero, per quanto da "Vienna riprodus- è un peccalo mortale di sua natura e ,

seil Giornale dì lìoina {\e\ìS53 a p.ySo. chiunque si ubbriaca, conoscendo l'effet-


Piagionando della /'illn,i\e Giardini, i\e- to del vino bevuto in quantità eccessiva,
gli Orti, riparlai de'vignaroli collivatori pecca mortalmente, e si rende responsa-
della ^ite e fabbricatori del Pare vino. bile innanzi a Dio di tutte le cattive con-
che principalmente pel Fiag^ioe[)t\ Pel- seguenze della sua ubbriachezza, come
legrinaggio (/^'.)si erigessero ospizi nelle sono le liti, le bestemmie, le quali diven-
pubbliche vie , cui successero gli alber- tano volontarie nella loro causa. Del re-
ghi, le osterie, le taverne, e descrivendo sto, per rendersi colpevoli d'ubbriachez-

le Università ariisiuìie di lìonia, ne'pa- za, non è necessario di perdere la ragio-


ragrafi albergatori^ Osti e Magazzinie- ne, poiché vi sono degli uomini, i quali,
ri, ragionai di loro e de'vocaboli relativi. per quanto abusino del vino, non ne sen-
Di recente, come narrai nel 2." di tali pa» tono che pochissimo effetto, a motivo del-
ragrafi, fu ripristinala in Roma Tuniver- la robustezza del loro stomaco e della loro
silàdegiiosli ecommercìanti de'vinijdella testa, la quale però non può non essereal-
quale fin 786 si pubblicarono inRo-
dali terata ; basta quindi per l'ebrietà il farne
naa: Statuti dell* università de mercanti un uso eccessivo.Questa è la dottrina del-
di vino detti magazzinieri , stabiliti fin l'angelico s. Tommaso, il quale dice che il

dal 173 I e riformati da Clemente XII . principio dell'ubbriachezza è un deside-


Il divieto e l'astensione temporanea o a rio troppo ardente del vino,che spinge
vita di bere il vino, è una pena corpora- l'uomo a degradarsi con farne un uso ec-
le, o una Penitenza imposta o volontà^ cessivo, ecomprende il peccalo di scanda-
ria, o l'osservanza d'un istituto religioso lo. E
un peccalo di gola T uso ini mode-
che proibisce l'uso del vino. Per divozio- ralo delle bevande, che porta all'ubbria-
ne alcuni se ne astengono ne'ttmpi di Di' chezza, col danno eziandio della propria
giuno e di f igilia (/^.). L'ubbriachezza, sanila; peggio se s'infrange il digiuno o
Ebrielas, è deplorala dalla s. Scrittura l'astinenza comandata dalla Chiesa, quan-
con orrore, e ne descrive le conseguenze, to al bere con eccesso, e produce anche
le quali sono di njettere il disordine e la l'impurità e la lussuria , che sono altri

discordia nelle famiglie colla perdita de' peccati. Il p. Menochio nelle Stuoi€S\)\e-
beni temporali, di accorciar la vita, di ga seguenti capi. Cent. i.*, cap. 49» ^^^
i

render l'uomo stupido e di commettere senso di quelle parole del cap. c^deGiU'
qualunque delitto. L'iconologia rappre- dici: Finum laetificat Deum, et homi'
senta r ULbi iacheiza colle ibrme d' una nes. Cent. 3.*, cap. 2 3: Se avanti il di-
donna mezza elìi, grassa e veruìiglia,
di Vuso di bever vinoj e del-
luvio ci fosse
portante una gran misura di vino, di cui la ubbriachezza di Noè. Cent. 0.", cap. 1

sembra aver già bevuto una parte. Essa SO: De* mali effetti deltubbriaihezia;
ride, benché vacillante e vicina a code- cap. 57: Che il vivere temperalo prolun-
re. Chiamasi nbbrifico e ubbriacone, E- ga la vita. Il vescovo Camelli, Lettere
briusy colui il quale per eccesso del vino ecclesiastiche, 1.
1
, kit. 1 9, dice che l'ub-
o qualche altro lìquoie inebriante ha
di briat hezza e la crapula , vietale severa-
perdulo la ragione, pel vizio abbomine- mente a'chierici, sono in abbominio pres-
\cle di bere eccessivamente. i)i tutti i so i sagri conoui, sotto gravi pene, ihe ri-
46 V I N V I N
porla. Indi nel t.io, 89, riferendone
leti. vieti agli ecclesiastici, d'intervenire a'con-
i danni, chiama I' eccesso del vino insa* clamorosi, nel 1569 proibì rigorosa-
viti

nabile veleno, perchè dà morte al corpo la mente a'romani che aveano propria abi-
e all'anima, riproducendo il detto da s. tazione, l'andare all'osterie o bettole per
Ambrogio, De Elia^ clJejunio cap. i4: mangiare, bere e giuncare, poiché desse
JPulchre dicilur insanabile j multi enini erano soltanto istituite pe' forastieri. Nel
a reliquorum serpentiumveneno curan- medioevo pubblici giudizi de' Placiti^
i

tuì\ nenioad ebrielate j atque haec est non si potevano tenere nel Tribunale
causa^ dir vinum non cuìlibet veneno, se non da' giudici digiuni, cioè innanzi
sed draconum quodest insanabile assi- il pranzo, per timore che lo smodato be-

ììiilatur. Indi soggiunge, fa domandato re del vino potesse tramandar fumi alla
Platone, come fosse divenuto cosi sapien- testa e alterarla. Francesco I re di Fran-
te, rispose:Perchè ho consumato più olio cia nell'agosto i536 emanò il seguente
nella lucerna, che vino nel bicchiere. E editto contro gli ubbriaconi. « A fine di
s. Paolo scrisse flc?jE/j^e5., e. 18: Nolile evitare l'ozio, bestemmie, omicidii e al-
inebriari vino, in quo est lux uria ^ sed tri scandali e danni che succedono a ca-
implemini Spirita Sanato. Questo deplo- gione dell' ebrietà, si ordina che chiun-
rabile stravizzo fu represso da' Papi, da' que sarà trovato briaco venga immedia-
conoilii, da' vescovi, e da leggi suntuarie tamente arrestato e tradotto in carcere a
e di prammatica. Gli epicurei e i crapu- pane ed acqua per la i." volta ; in caso
loni fecero consistere il massimo de'pia- di recidiva, oltre il suddetto castigo, sia
ceri nel mangiare assai e nel bevere vino battuto con verghe o frusta nell'interno
in abbondanza e di più qualità. Il Papa delle prigioni ; per la 3.^ volta sia fustiga-
s. Eulichiaoo del ayS, ordinò che gli ub- to pubblicamente; e se si dimostri incor-
briachl, cioè quelli che abusassero del vi- reggibile, soffra l'amputazione dell'orec-
co fino a levarli di sentimepto, e perciò chie e il bando : se poi avvenga che per
capaci di comnjettere peccati, delitti ed causa d' ebrietà, gli anzidetti ubbriaconi
escandescenze, incorressero nella scomu- commettino qualche eccesso o delitto,
Dica finché non si fossero emendali. Papa non solo non sia a loro perdonato per ta-
s. Zosimodel4i7 proibì agli ecclesiasti- le ragione, ma vengano puniti con la pe-

ci l'ingresso nelle bettole. II concilio di na ordinaria del loro misfatto, e più colle
Vannes del 465 decretò: >» Quegli che si pene comminate di sopra contro V ebrie-
sarà ubbriacato, sarà separato dalla co- tà,ad arbitrio de' giudici". Nel declinar
tiìunione per 3o giorni, ovvero punito del secoloXVI, narra il prof. Romanin,
corporalmente". Quello di Agde del 5o6 Storia documentata di Venezia^ t. 6, p.
replicò il canone. Già divenule le Agapi 453. w Rozzo il popolo e manesco dava
bagordi di ubbriachezze, aveano richia- motivo a leggi sempre più rigorose circa
mato la repressione de' vescovi, Ira'quali all'uso dell* armi ; disordini gravi succe-
s. Agostino nel concilio di Cartagine fece devano, e il concilio de' X qualificando
ordinare a' vescovi ed a' chierici di aste- r ubbriachezza (sic) siccome quella dalla
nersi dall' intervenirvi. Nel concilio ge- quale derivavano l'abbandono della mo-
nerale di Laterano I V,celebratoda Inno- glie e de'figli alla fame, alla più orrenda
cenzo III nel 121 5, fu disposto col can. miseria, le imprecazioni e le bestemmie,
l5: » A crapula, et ebrietate onines cle- la lussuria e perfino i delitti di sangue, ri-

rici diligenter abslineant. Si quis auteni correva, secondo l'idee del tempo, al ter-
super bis seculpabdeni cxhibuerit, a be- rore delle pene, e condannava l'ubbriaco
neficio, vel officio suo suspendatur* Pa- . alla galera ". Non basta però il terrore a
pa s. Pio Y, dopo avere rinnovalo i di- contenere il delitto^ e più assai giova l'è-
V I IV V I IV /f7

ducofione inornie e religiosa: a questa recchi anni, che il giusto giudizio di Dio
\iep}>iù rivolse ie sue cure il governo ve- flagella l'orgoglioumano, privandolo del
Delo.Le bettole e le osterie,ossia gli spacci più gradito frutto della terra, colla terri-
di vino a minuto introdotti nella loro o- bile e desolante malattia delle viti, che at»
rigine per provvedere a'bisogni della vi- lacca la foglia, il fiore e il frutto, eque-
ta, e per comodo della classe non possi- stodistruggendoè cagione d'incalcolabili
dente, \ennero per successiva e sempre conseguenze dannose. Questo flagello fi-
crescente scostumatezza fatalmente degra- nora incomprensibile (agli uomini del se-
dali fjno a divenire veri vulcani di disor- dicente secolo de' lumi, che studiano eoa
dini e di delitti. A tanti gravi mali, preci- continue nuove invenzioni alla più rapi-
puamente è fomite il Giuoco di cai te, di da distruzione della società), che tanti im-
mora, di passatelle esimili. I saggi gover* mensi danni ha recato all'economia agri-
ui, e specialmente il pontifìcio, di quan- cola delle meridoniali contrade dell'Eu-
do in quando emanarono salutari leggi ropa, ne'paesi Orientali, in Africa, e per-
repressive, per impedire ie ubbriachezze sino nell'Asia IVIinore, e del quale speria-
che risultano da que' luoghi di tratteiiì- mo per la divina misericordia di vederci
menti, tranne le dovute eccezioni poiché ;
ben presto liberati, è stato attentamente
ivi e dalle lubriche associazioni di uomini studiato da' dotti delle diverse nazioni.
edonne scostumate, cbesi fomentano, de- Ma ignota n'è tuttora la causa. Pel molto
rivanon di rado quel dissipamento di de- die ne fu pubblicato, ne darò alcuni cen-
naro a danno d' innocenti famiglie che ni. L' esperto giardiniere inglereTucker

languiscono, reclamanti provvedimenti negli anni 1 844 ^ meglio nel 1 845» osser-

stabili e radicali. Quindi merita il ricor- vò nelle terre di Margale, nella contea di
darsi per Roma l'editto de*3 marzo 824 1 1 Rent,e ne'vicini vigneti chiusi, che tral- i

di mg.' Bernetti governatore e vice-ca- ci, le foglie e grappoli in parte o intera-


i

merlengo; e le salutari misure prese sullo mente coprivansi d'una polvere bianca*
Impaccio del vino a minuto, dal cardinal stra, e che le uve coperte di quella sostaa-
Kivarola legato a latereótWa città e pro- za crepavansi, contraevano un sapore
vincia di Ravenna, pubblicate nel n. 58 spiacevole e si alteravano gradatamente
del Diario di Roma del 824. Quelli fu- 1 putrefacendosi. Altrettanto si venne a co-
rono gli energici provvedimenti presi a' noscere nel Belgio. 11 botanico inglese
nostri giorni d'ordine di Leone XIl^ per Berckley constatò, con l'aiuto del micro-
repiimere 1' ubbriachezza, riportati in scopio, che quella sostanza, la quale in ap-
quell'articoloe nel voi. LXXXIV, p.iQ^. parenza sembrava polvere biancastra ce-
Ivi celebrai l'apostolo della Temperanza nerognola, costituiva una nuova specie di
p. Teobaldo IMatheW cappuccino irlande- mucedini o vegetazioni parassite pregiu-
se, fondatore d'una recente estesa società dizievoli a diverse piante coltivate, e per
proniiltente d' astenersi dal bere ogni li- ricordare il i.° orticoltore che l'osservò,
quore fermentato e spiritoso, tanto nocivi gli die* il nome di O'ùJinm Tiicheri. A\'
alla salute e alla morale. Egli percorse tri dissero l'infezione Crittogama a Crit-

1* Irlanda, ringliillena, parte dell' Ame- tognmapatia, il cui odore è precisamen-


rica e alti e regioni da tiiontante conqui- te quello del fungo; una produzione ve-
statore. Non v'ha che la religione catto- getale di muffa che Linneo [)Ose nella clas-
lica che possa formare di somiglianti per- se óejiinghi. E che siccome la sua prima
sonaggi, ed eguali eroi d' abnegazione e apparizione ebbe luogo dalla parte del
di zelo. Passato a ricevere l'eterno premio nord del nostro emisfero, il Criltogama
di sue virtù, ignoro se la virtuosa associa- sarebbe dunque una produzione setlen-
zione si couservi o progredisca. Sono pò- Iriouule, Ciipace per conseguenza di resi-
48 V 1 N V l N
stfiie a' nostri inverni più rigi<li, quando l'acqua fredda ordinaria, mediante sprnz-
anciìe nostri termometri discendessero a
i zamenti e iniez oni sulle foglie, sui rami
sogradi di Ueaumur. Il botar»ico francese e fino al cuore del grappolo, con debifn
Mollarne, oggi membro d^ll' accadefni.i doNC graduatoria ; egli diedero il notnedi
delle scienze, annunziò nell'aprile i85o specifico Oidifugo. Ma poi, come vado a
V apparizione del fungo parassito sulle vi- dire, fu trovalo più vantaggioso il zolfo
gne di Versailles. Da quel momento l'at- in polvere, e fu sciolto il problema che
tenzione pubblica e quella de' dotti fu vi- colla solforazione a secco, fatta con accon-
vamente eccitata da'progressi e da'guasti ci soffietti a diverse i'\\ìi'ese,Voì(liuni vie-
successivi della malattia nelle contrade ne totalmente distrutto prosperamente.
vinifere. Essa attaccò nel giugno 1848 i In Francia s' inventò la scattola a fiocco
giardini di Parigi, ed i dintorni di quella per insolforare le viti, quando il nuovo
capitale dal 1
849 al 1 85 1 ; si dilatò per gettito ha alzato di circa4tlita, ossia da 7
tutto mezzogiorno e settentrione della
il a 8 centimetri. Quanto al liquido enun-
Francia, ed invase il Piemonte e di zona ciato da' prof. Bordet e Martin, il Gior-
in zona il resto d'Italia, la Spagna, la naie di Roma del 858 1 a p. 5 1
9 ne olTre
Svizzera, le sponde, del l\eno, la Grecia^ l'efficaci esperienze eseguite in Francia
la Siria e l'Asia minore. La malattia eb- con felice riuscita, e se altri non l'otten-
be origine nelle serre o stufe e nelle spal- nero, fu difetto del metodo, non del far-
liere, e poi si estese ne* vigneti ; rapidi ne maco perciò ne pubblicò V avvertenze.
;

furono i funesti progressi nel 852, e gua- 1 Non mancarono esempi della naturale
sti maggiori fece ne' luoghi più umidi di cessazione della malattia in luoghi che ne
temperatura più limitata. I professori di sono stati infestati per tre, quattro e più
Marsiglia, Bordel di chimica, e Martin anni, e con saltuaria azione in una mede-
di scienze e lettere, a'24 giugno 18 56 pub- sima pianta ed in uno stesso fondo, altri
blicarono r articolo: Guarigione radi- restandone illesi, benché a venti un'eguale
cale della malattia delle viti^ riprodotto esposizione e feracità di terra. Per gl'im-
dal Giornale di Roma a p. 653. Dichia- mensi danni patiti dalle popolazioni, mol-
rarono, che secondo ogni apparenza que- furono le ipotesi, con cui si pro-
te e varie
sto Crittogama nacque da quelle atmo- varono gli studiosi delle scienze naturali
sfere artificiali, caldee umide, che si man- e gli agricoltori a gara per ispiegare V o-
tengono entro leserre,ovela produzione rigine, l'indole, i caratteri di questo rovi-
dell'uva è forzata. 1 semi di questi funghi noso flagello, e i tentativi per iscoprire
parassiti trasportali dal vento hanno suc- mezzi da porvi riparo. Qii basti
efficaci

cessivamente comunicata l'epidemia alle notare quanto concordemente fu cono-


diverse contrade vitifere dell'Europa. L'i- sciuto intorno alla natura di questa muf-
naudito concorso difatali circostanze, ana- fa micidiale, ad allo spediente sicuro a ri-
loghe a quelle che dapprima produssero mediarvi quando s' adoperi colle dovute
la malattia, cioè la straordinaria persisten- condizioni. Questa mulfa biancastra (cui
za per oltoo dieci anni d'unagrande umi- altri crede esser un elfetto della malattia,
dità,accompagnata da una dolce tempe- e non già, come pur è veramente, la ca-
ratura, resero endemico il pericoloso pa- gione die^sa), è un vegetale parassito del-
rassito e disseminarono l'enorme prodot- la famiglia de'funghi, benché ancora non
to de' suoi semi. Constatato il male e an- s'accordino Ira loro i botanici, ascrivendo
dati in traccia del rimedio, riconobbero il questi al genere crysiphe, quelli al genere
zolfosublimato efficace e adottato gene- oì'diu'Uy appunto perché dillerisce notabil-
ralmente, ma criticando il modo cui si a- mente per vari cardtleri dall'uno e dall'al-
doperava, proposero il zolfo solubile oul- tro. Guai data col microscopio scorgesi
V I N V I N 49
composta d'iin^nnumerahile tuoltitudìne do i succhi ajOfluiscono, epidermide of-
1'

ili luinutissimi ouliuni. Vi si clisliuguo- fesa si squarcia; i granelli deli' uva, tut-
Do: 1.° certe fila luoglie, arrampicantisi toché fossero già grossi e polputi quanda
per ogni parte sulla pianta, che s' incro- ne furono tocchi, si fendono, lasciano al
cicchiano e si diramano sull'epidermi- contatto dell' aria i loro granelli e si di-
de de' sarmenti verdi, delle foglie e de' seccano; i più piccoli s'mduraoo e abor-
grappoli, dove (ormano a macchie isolate tiscono. Le foglie si corrugano, si accar-
o contigue un sistema vegetativo, il quale tocciano e cadono prematuramente di-
è come la radice dell* oì'diuni, e da'bota* seccate. Le cortecce de' sarmenti verdi,
nici ha nome ruycelium; 2.'' filaraenla appassite come se fossero state lunga-
cortissime, semplici, articolate, che sor- mente esposte a calore eccessivo, si ridu-
gono dalla parte superiore del AMycd/m/;j, cono ad uno slato filamentoso da potersi
e chiamano steli ; questi nonsouoiu real- torcere come la canape. Gli organi erba-
tà ahi più che un granello di farina, oa« cei della pianta o cessano al tutto o mal
de nasce quell'aspetto polveroso della fò- ponno elaborare i succhi nutritivi, sicché
glia infetta ;
3." ceni corpuscoli somiglian- questa perde la sua virtù di germinazione
ti ad ovicini, delti perciò spore, che sem- fruttifera, s'illanguidisce a grado a grado,
brano far le parti di semi, e non sono al- ed anche perisce. Ecco nelle sue cause,
tro che le varie articolazioni degli steli uè' suoi indizi e nelle sue conseguenze la
ingrossate e mature, perciò cadute; que- malattia delle viti. Secondoildiversomo*
ste, portate da'venti sopra alte piante ia do con cui credevasi poter spiegare la na-
condizioni favorevoli al loro germinare, tura del morbo, si divisarono molteplici
si sviluppano e propagansi con porten- spedienti per ripararvi, che tutti ridu-
tosa rapidità; 4*°^^*^'^^'"^^ ^'^''' corpu- consi a metodi di cura preservativa nella
scoli teuuissimiche in certi casi formausi coltivazione speciale della vite, o a meto-
nelle spore stesse, e perciò appellati spo- di di cura esterna contro il parassito oi'-

mie, e credonsi dotale di facoltà germi- diuìii già manifesto e dilfuso. I primi,
native. Inoltre se le spore e le sporule che riuscirono quasi sempre inefticaci;, si

tiuno i propagalori di ({uesto parassito a ristringono in una concimazione renduta


d'stanza, esso pure si riproduce e si mol- stimolante con l'aggiunta di materie sa-
tiplica per ogni particella del suo iiiyce- line^ che assorbite dalla pianta la rinvi-

Unni. Quando Vouliuin trova sopra una gorissero ad umori guasti,


espellere gli
vite condizioni favorevoli al suo nutri- onde credevasi generato il morbo; in pu«
mento, vi si stende assai presto e la co- lire le radici d'ogni loro parte meu sana,
pre di tante che riesce in^possibile
ferite, e mondare accuratamente gì' intermedi
a condurre a maturità verun fruito. Sul- de'tralci; io sottrarre umore alle vili cou
le prime,quando vi attecchì da poco tem- incisioni nel tronco;in^isfrondarledi qua^
po, busta un leggero sfregamento per si tutte le foglie; in coricarne per terra i

farnela sparire senza cherimanga traccia tralci, o sorreggerli a piccolissima distane


d'alcun danno; ma quando ha vegetato za dal suolo, ec. Qualche utile invece st
per alcun tempo, cominciano a mostrarsi ricavò da'mezzi diretti a distruggere Voi"
al di solto certe macchie brune, violacee dium, immergendo i grappoli e lavando
o nerastre. Il fondo di (jueste è duro, ru- le foghe in soluzioni innocue alla vite u
goso, crivellato di punture, che direbbon- capaci di disorganizzare V oidluni^ e co»
si con un sottilissimo ago. Queste
fatte prendo grappoli d'un velo di sostanze
i

punture, che non attraversano mai fuor alle ad impedire che il germe oulico vi
fuori r epidermide, bastano a produrre potesse germinare. Quindi la lavatura
uegli organi alterazioni gru vissime.QauQ* dell' uve, il pulirle cou morbide spuizor
VOL. CI.
4
So V I N VIN
le,l'immersione in soluzioni di lisciva, in presto a tutte le temperature superiori a
acido solforico diluitissinio, in decozioni 16 gradi. Nell'estate, quando pel calore
di materie oleose, in infusioni di tabacco, solare Y oidiiun si diffonde con maggior
in latte di calce, in soluzioni di gomma, potenza, anche i vapori sulfurei sono più
€c. Ma spesso tali mezzi fugavano per po- abbondanti ; e se una vile sia spolverata
chi giorni VoYdiunij ed arrecavano irre- di fiore di zolfo come im-
, essa trovasi
parabile danno all'uva^ ovvero tornava- mersa in un'atmosfera di vapori solforosi,
no troppo costosi e impraticabili. Final- che durano finché sulle foglie e sui tral-
mente si tentò l'uso del zolfo, e di là on- ci avvi un tenue velo di polvere di zolfo.
de venne il male, venne pure il rimedio. Quindi è agevole inferire come debbasi
Fin dal 848 Ryle in Inghilterra comin-
i doperare questo specifico per la cura del-
ciò a valersene, guidato a tale scoperta le viti. In prima bisogna ridurlo allo sta-
dal sapere chegiàneli8[oGiuseppe Hli- to di massima divisione e polverizzarlo
me adoperava con gran vantaggio lo zol- ben fino ; aspergerne egualmente tutte le

fo in polvere per distruggere gl'insetti. parli della vite;e per questo occorre prov-
Nel i852 De la Vergne, ripensando al- vedersi di soffietti mollo ben acconci a
l'uso che vi ha di bruciare zolfo nelle boi - tal uso; eseguire tale operazione a tempo
ti per preservare il vino dalla muffa, im- asciutto, caldo e sereno ad aria tranquil-
maginò di bruciarne pure sotto alcune la; reiterare più volte l'insolforamento,
coprendole prima d' un velo che vi
"viti, scegliendo a ciò le ore d'un bel mattino.
mantenesse attorno l'atmosfera d'acido È poi necessario ripetere l'insolforamen-
solforoso svolto dalla combustione. L'ef- to tre o quattro volle, cioè come prima
fetto coriispose otti«namente , e con ciò i nuovi pampini (si osservarono più in-
era scoperta non pure l'efficacia del zol- fetti quelli verso il terreno) cominciano
fo, ma eziandio la maniera con cui esso ad allargarsi, sul finire di maggio; poi una
agiva e perciò il modo di adoperarlo. Le 2." volta quando il maggior numero de'
sostanze organiche e minerali che forma- grappoli sono in fiore, e questa dee farsi
no spesso una specie di crosta sopra le più copiosa e su tulle le parli verdi del-
parti aeree delle piante, sono decompo^ la pianta; una 3.* volta quando gli acini
sta da'vapori solforosi per combinazioni dell'uva cominciano ad avere una me-
chimiche; onde le foglie esercitano più diocre grossezza; e la 4-^ da ultimo quan-
rigorosamente le loro funzioni e provve- do grappoli sono in sul colorire. Se poi
i

dono meglio all'alimentazione delle pian- nell'epoche intermedie apparisce indizio


te. Oltre di che l'acido solforoso è mor- di o'idium^ conviene ripararvi senza in-
tale per Y o'ìdìum. Cosi ottenevasi e di dugio con pronta diifusione di zolfo, mas-
rinforzare la vegetazione della vite e di sime quando una forte pioggia avesse la-
distruggere il parassito. Ma coaìe riuscir- vate le foglie della precedente aspersio-
i?! , senza ricorrere alla combustione del ne. Fu detto che il vino prodotto da uve
zolfo sotto i veli, cosa evidentemente co- insolforate si guasta, o per lo meno pi-
stosa assai e quasi impossibile a praticar- glia gusto cattivo e fetore spiacevolissi-
si nel massimo numero de'casi? 11 vapo- mo di gas solfidrico. Ciò non avviene se
re solforoso dovea essere non troppo den- si lasci l'uva sulla pianta finché siasi in-

so, poiché avrebbe così potuto nuocere teramente pulita o per l'azione dell'aria
alla vite; ma appunto perchè debole do- o del calore,o per pioggia, del zolfo ond'era
"vea essere continualo per alcun tempo. aspersa. Ma quando ciò non si potesse, il

Lo zolfo ridotto in Qiinulissima polvere fetore contralto dal vino per le reazioni
possiede in sommo grado le qualità a ciò del zolfo nella formazione del mosto, sva-
richieste. Esso si volatilizza ptii meno nisce iuterameute travasando alcuna voi-
y

V ! N V I N 5r
ta il fino 6te<;so cV iinn in uà' altra hot» continuerà fino a che Colui il quale l'ha
te. Solo allora sembra dovei* persistere, mandato, come ministro di sua giustizia,
quaiulo invece di zolfo puro si fosse ado- M
glidica: fermati e basta. II rimedio dob-
perato un polisoifuro dì calcio, otteoulo biauio cercarlo da Dio, non dalla scienza.
sciogliendo il zolfo in un latte di calce Gettiamo intorno di noi e in noi stessi
bollente,come alcuni usarono eoa loro uno sguardo, e nella mancanza della fe-
danno. Io mi sono giovato liberamente de e nel disprezzo pe'doveri eh' ella im-
anche del dotto e ragionalo articolo del- pone, troveremo tulle le cause de'fiagelli
la Civillà Cattolica , serie 3.^, t. 1
1, p. che devastano le vigne. Ricorriamo dun-
609: UO'ìdium Tiikeri e t insolfora' que con amore e fiducia al Signore de-
mento delle viti, avvertendo che per una gli elementi, all' arbitro sovrano de* no-
pììiampia contezza si può leggere WRìas- stri destini , a chi atterra e suscita: non
sunto della Coniniissione per lo studio mai dimentichia(no, che s' egli è nostro
della inalatila delle viti del M. E. e vice- giudice, è anche il nostro padre". Quan-
segretario Giulio Curioni, presso gli ^Hi to a'periodici, ricorderò solo alcuno de-
dell'I. R. Istituto Lombardo di scienze gli articoli del Giornale di Roma. Nel
lettere e orli. I governi eccitarono gli gennaio i854a p.i 35 pubblicò l'artico-
scienziati a studiare la malattia delle vi- lo diDe Nerkaux: Sul nuovo metodo pel
li, Spagna «e'primi deli 854
e quello di taglio e potatura delle vili. A p. 535
olfr'i premio di 25,ooo duros
il vistoso offre l'articolo di mg."^ Francesco Penti-
( I25,000 lire) all'autore del metodo più ni: Malattia delle vili. Fu pure impres-
sicuro, più efììcace e nello stesso tempo so a parte. Opinò esserne causa un inset-
di facile ed economica applicazione per to che appartiene al genere de' vermi, pre-
curarla radicalmente. L* Eptacordo di cis<imente ad una qualità di tenia di quel-
Roma nel 1860 a p. 80 riprodusse due le formate ad anelli , riprodotta in im-
Lettere al compilatore della Gazzetta menso numero, ed avente insieme la ca-
uffìziale di P^enezia, scritte da Vicenza ratterislica filatoria, quasi interamente
nell'ottobre da Francesco Trissino. Con consimile a quella de'bozzoli. A distrug-
queste cortesemente notificò a pubblico ger tali micidiali insetti, propose il taglio
vantaggio, avere alcune esperienze dimo- de'tralci al principiar della parte legnosa
strato utilissimo r astenersi dalla con- e il loro bruciamento, da rinnovarsi ogni
sueta potatura delle viti ; poiché sebbe- anno sino all'intera disti uzione. A p, 682
ne la micidiale crittogama, in poca quan- riprodusse metodo di Catay, che pro-
il

tità, si attaccò al dorso de' tralci, lasciò pose di togliere Voidium con pennello a
illesi i grappoli dell'uva, non puntoguasta forma di mezzaluna. Il Giornale del iS55
dalla comune malattia. Se si raccogliesse* col n. I 12 esibì il metodo preservativo
ro in!»ieme tutti gli articoli deGiornah\ sperimentato con successo dal tirolese
le dissertazioni, le esami ememoi ie, gli Franocsco Vulcan, contro la malattia del-
le proposte stampale intorno al grave ar- l'uva benché già affetta, basato sul prin-
gomento, si avrebbe materia per una bi- cipio_, che le piante parassite non si sof-
blioteca da potersi dedicare a Bacco ma- fermano sopra sostanze animali, cioè l'iin*
lato, come lepidamente si espresse altro- mersionede'grappoli in acqua fredda bol-
ve la lodala Civiltà Cr^/Zo/Zr^i, encomian- lita con la colla comune de' falegnami.

done lo studio innocente e utile. Tulla- L'Enciclopedia contemporanea di Fa-


volta nel 853 gravissime parole pronun-
1 no nel settembre 1 856 ci die'diPietroMa-
ziò in argomento il cardinal Donnei ar- serali: Malattie cagionate alle piante da
civescovo di Bordeaux. Egli disse: Il (la* nuove Crittogame. Si prova clie VOì'dìuni
gello delle viti continua il suo corso, e lo Tuckeri della vile non colpisce altri ve-
f

S-i V I N V I N
getabili,ele CnUognnie di questi non han ta le meraviglie della sapienza , onnipo-
che fare con quello, corae si prelese. De* tenza e carità sua infinita. Per sostenta-
gii opuscoli mi limiterò a ricorJare se- i mento di nostra anima, riceviamo il ss.
guenti. Due discorsi sulla malattia del- Corpo del Signore (F.) nella ss. Conni'
l'uva di d. Felice Priore di Pratif^lione, nione (^.), così chiamala perchè con es-
Firenze 1 8 54- La Civiltà Cattolica che ne sa si comunica il Coi pò e San-
a'cristiani
dà ragguaglio, m'istruisce nella 2/ serie, gue del Piedentore, nel pellegrinaggio di
t. ro,p. 688, ch'essi confutano la ridicola questa vita , ed in forma di ss. Fialico
opinione diffusa tra' villici toscani, che la (F.) nel nostro passaggio all' eternità. Il
malattia dell' uve venisse cagionata dal pane e il vino olferto dal sacerdote Mel-
vapore delle vie-ferrate, quindi impreca- chisedecco in Sagrifizio (/^.) pacifico, in
zioni contro di queste e minacce per im- rendimento di grazie per la vittoria ri-
pedirne l'esercizio Essenza d'uva in e-
1 portata da Abramo , fu viva immagine
stratto ed essenza d'uva
conserva per in delle specie sagramentali, sotto cui nella
vantaggiare i mosti e migliorare i vini ss. Eucaristia si contiene il Corpo ed il

d'ogni specie nelle loro qualità piii de" Sangue di Gesù Cristo (F.). 11 Salva-
siderale e richiestecome sapore e vigo- lore del mondo innanzi la sua Passione,
re j odore e colore ^durata e salubrità alla vigilia di sua morte, nell'ultima Ce'
con un' Appendice riguardante gli am- na cogli /^poi-Zo/nsliluì la ss. Eucaristia.
morbamenti ed infettazionide vasivina" Tenendo in mano del Pane lo benedì,
ri, ed un rimedio risanatore di qualsiasi lo spezzò e die'loro dicendo Prendete^ :

infezione delle botti togliendone il fetore mangiale, questo e il mio Corpo. Pari-
pili incomportabile ed impartendo loro menti distribuendo ad essi il Faso (F.)
invece la migliore fragranza vinosa e detto Calice [F.) , col Fino, disse loro:
permanente, del prof Geminiano Gri- Bevete di questo tutti, imperocché que-
ìnellij Modena i856. La decozione dei sto e il Sangue mio del nuovo Testa^
Cece (Cicer Arietinus) contro la malat- mento il quale sarà sparso per molti
,

tia delle uve, Memoria del prof. Pietro per la remissione de' peccati. Queste so-
Peretti comunicata alla Corrisponden- no le divine e portentose parole usale dal
za scientifica di Roma dalV eccelso pon- Sacerdote [F.) nella Messa ( t'^.) al pun-
tificio ministero del commercio e de' la- to della Consagrazione delle due specie
vori pubblici, Roma 1857. Sulla effica- sagrauìenlali, cui segue la loro Ostensio"
cia dello zolfo per guarire la malattia ne (F.) prima coli' Ostia sagra ( F.) e poi
delle viti, e del modo d' amministrarlo col Calice, L'Eucaristia è un Sagramen-
con sicurezza di pieno successo, Memo- to, nel quale sotto le specie del pane e del
ria del prof cav. Paolo Savi, Pisa vino si contiene veramente, realmente e
1857. sostanzialmente l'adorabile Corpo e San-
Gesìi Cristo scelse sopra tutte le pro- gue di Gesù Cristo, istituito da lui stesso
duzioni della terra il Pane (^.)e il Fi- per alimentare colle sue grazie V anime
no, le sublimò e nobilitò col farne la ma- nostre, com'Egli ci ha promesso. In ve-
teria delle specie sagraraenlali della divi- non mangiate la
rità io vi dico, che se
na ss. Eucaristia (P.), ch'èil mistero più Carne del Figlio Uomo (F.) e non dell'
augusto e ineffabile di nostra ss. Religio- bevete il suo Sangue, non avrete la vita
ne (P\) cattolica, il ss. Sagramento (/'.) in voi, C/li mangia la mia Carne e be-
più venerabile della Chiesa [F.) cattoli- ve il mio Sangue ha la vita eterna, ed
ca, il dono più prezioso che Dio abbia io lo risusciterò nel giorno estremo. iNel-
uomini , nel quale a pio loro
fatto agli la istituzione di questo sagramento aven-
sorpreudenlemeule ha compendiato tut- do Usalo Gesù Cristo pane di grano e vi-
V I N V I N sr
no di vite, ed nvendo ordinalo agli Apo- (^.) o senza lievito de'Iatini (si può ve-
stoli di fure quello ch'Egli avea fallo, ne dere Giovanni Mabillon, De Pane Eu-
viene che il pane e il tino di queste spe- charisdco Azynio ac Fermentato Lu- ,

cie soiamenle sono materia valida di un tetiae Purisiorum 674), siccome non im-
1

tal sagramento, e che le parole da Lui porta mutazione sostanziale, così non va
pronunziale nel porgere tali cose agli A- contro la validità. Solo è comandato che
posloli, ne sono la forma. Qualunque al- ciascuno si attenga all'usodella sua Chie-
tra materia e altre parole, o l'allerazio- sa, sia orientale o occidentale, ed mini- i

ne sostanziale delle sopraenunciate, non stri d'un tanto sagramento sono esclusi-

varrebbero a fare questo Sagramento (U vamente Vescovi e Sacerdoti {^V,) da


i \

BeiìeiKWfDcll'obblazioni all' altare yli-at' essi validamente ordinati. Per dispensar-

ta del vino necessario pel sagrifizio del- lo poi solamente, anche Diaconi{V.) una i

la messa, e di sua qualità scelta, ottima volta erano ministri ordinari;uso da mol-
e ben depurato, come pure dev'esser l'ac- ti Però ancora po-
secoli affatto abolito.
qua con cui quello deve mischiarsi. Fu- trebbero distribuirlo col permesso del
rono piantale apposite vigue e viti per vescovo o del parroco, in caso ch'egli non
trarne il vino per la messa; ed a*cavalie- potesse portarlo, né farlo portare da un
ri della Spica, come dissi in quell' arti- sacertlote ad un infermo per Viatico
colo , fu prescritto la coltura del grano (Scrisse Dionisio Petavio, Diatriba, de
per fabbricare le ostie da consagrarsi. Il potestatc consecrandi etsacriflcaadiSa-
Piiizza, nel Menologio Romano^ parlan- cerdotibiis a Deo concessa, Parisiis 639. 1

do della festa della Trasfigurazione a' 6 Osserva il Piazza ntW Enierologio di Ro-
agosto, dice che in quel giorno si consa- ma a* o luglio, festa di s. Pio l, aver que-
I

grava vino nuovo nella messa; e non ri- sto Papa ordinato che fosse punito il sa-
trovandosene, si spremeva nel vino del cerdote, per cui colpa o negligenza fosse
calice un poco di mosto dall'uve; perdi* caduta nel sagriflzio qualche goccia di
notare coli tale cereuionia regno glo- il sangue; cioè se cadesse in terra facesse la
rioso di Cristo figuralo nel vino nuovo, penitenza col digiuno /p giorni; se so-
come medesimo Salvatore di-
l'attesta il pra V Altare, 3; se sopra la l^ovaglia su-
cendo: Non hiham a modo de hoc geni' periore, 4; e se nella seconda, g ; se fosse

mine vkis^ iisqiie in dieni illum, ciun il' penetrato fino airultimatovaglia,2o gior-
liid biham vohisciim novum in regno Fa- ni ; ed ovunque cadesse, se si potrà rac-
tris mei. E nello stesso giorno si bene* cogliere, sì lambisca; se no, sì rada, o si

diceva l'uva nuova, e da'greci si digiuna- lavi ; tuttociò che sarà lavalo o raso , si

va la vigilia di delta festa. Dicendo poi bruci, e la cenere si riponga nel Sacra-
di quella di s. Tommaso apostolo ni i rio. Cita il Breviario Romano. Però no-
dicembre, narra che nella sua vigilia, fi- tai altrove col Novaes, ciie questo decre-
nito il vespero, il vescovo di Edesia an- to non si trova in autore antico). In for-
dava al suo sepolcro, ov'era stalo porta- za delle parole della Co nsagr azione, del-
to il suo corpo, con gran concorso de'fe- ta altrimenti la forma di questo sagra-
deli veneralo pe' uìiracoli che ivi opera- mento, che un sacerdote legittimo pro-
vn> ed apertolo ponevagli in mano un ra- nunzia in nome di Gesù
Cristo, sul pa-

mo secco di vite, e la mattina seguente ne o sul vino, è di lede che nell'istante


lo trovava verde e con tanta uva, quan- tutta la sostanza del pane e del vino sì
to bastava per ispremere il vino necessa- mula Corpo e San-
nella sostanza del vero

rio per consagrare nella messa)» La diife- gue di Gesù Cristo, il quale realmente vi
renzii fra il Fané fermentato o con lie- rimone vìvo, impassibde, glorioso com'è
\ilo, che si usa da'greci, e fra ['Àzzimo in cielo; e ciò e quaulu dire, che dulia so-
54 VI N V 1 N
slauza del pane costituita dalla farina e Il simbolo e senso Eucaristico delle 7
nell'acqua mescolala, assodata e cotta, e sporte di pane viene confermato da una
della sostanza del vino, cioè del natura- pittura esprimente una mensa a treppie-
le umore della vite, nulla alFalto rimane; de , con 3 pani e un pesce , e sul pavi-
ma solamente la specie o accidenti o ap- Qiento 7 sporte del pane nuracoloso. E
parenze, le quali sono la forma, il colo- poiché il treppiede co' pani e col pesce
re, l'odore, il sapore. La mutazione reale significa il sagnfìzio del Corpo e del San-
e sostanziale del pane e del vino nel Cor,- gue di Cristo, e però l'Eucaristica men-
pò e Sangue di Gesù Cristo, è ciò che la sa; il figurare 7 idrie dell'acqua trasfor-
Chiesa chiama Transustanziazione. Nul- mala in vino, può anco simboleggiar lo

la di più espressivo per indicare la mu- Spirilo Santo che viene a dimorare nel-
tazione di tutta la sostanza d'una cosa in l'anime di coloro, quali degnamente par-
i

tutta la sostanza d'un'allra, cliequesta pa- tecipano della sagra mensa. Siccome il

rola Trans usi anziazione. Non iu) porta miracolo della lrasforn»azione dell'acqua
che il vocabolo sia stalo sconosciuto ne'pri- in vino cotanta forza ha di rappresenta-
nii secoli. La Chiesa quando ha dovuto re la virtù infusa da Cristo nella mate-
fissare con chiarezza e con precisione l'i- ria e nella forma de' Sagramenli , assu-
dea vera d'un dogma, per difenderlo da- mendole a islrumenti d' una grazia spi-
gli errori, non ha avuto la difficoltà di rituale, e nel più augusto di essi trasfor-

comporre una parola espressiva , e non mando altresì la materia del pane e del
ha guardato alle regole della grammati- vino nel suo vero Corpo e nel suo vero
ca e della lingua (Questa da'primilivi cri- Sangue; così il senso allegorico nascosto
stiani fu simboleggiata ne' loro monu- nel monumento che illustra, potrebbe an-
menti, in argomento di loro ferma cre- cora esser quellodi rappresentare agli oc-
denza. 11 p. Garrucci gesuita, nella dotta chi e insieme rivocare alla mente deTc
opera, l^ctri ornati difigure in oro tro- deli la grazia de' 7 Sagranienti'x'ìixiyx'KÙ
vati ne' Cimiteri de' cristiani primitivi di da Cristo. L' idrie dunque del vino mi-
lìoma, raccolti e spiegati a p. 2 3 par- ^ racoloso, ne'raonumenli cristiani, eseguo
la delle sporte o ceste di pane raccol- memorativo e mistico senso della l^ran-
to dopo saziate le turbe nel deserto, da sustanziazione j e in generale de* sagra-
quello miracolosamente moltiplicalo da menli. Iddio, per intercessione de'suoi ve-
Gesù Cristo, con che della trasmutazio- nerabili servi, più volte operò il miraco-

ne da lui fatta nelle nozze di Cuna del* lo di tramutare l'acqua in vino, e l'ho
r acqua in vino collocalo ne' vasi detti riferito a'ioro luoghi). Per quanto atten-
idrie , presso gli ebrei anche in uso per dendo unicamente alla- forza delle paro-
le purificazioni, per notare la differenza le della consagrazione, sotto la specie del
che passa tra esse e panieri, del qual vi-
i pane non si trovi che il Corpo di Gesù
no miracoloso squisito ne fu il sapore. Cristo, e sollo la specie del vino che il

Inoltre osserva, che tale trasformazione preziosissimo suo Sangue, perchè questo
dell'acqua canjbiata in vino e la molti- è ciò che solo esprimono quelle parole ;

plicazione de' pani ponno prendere


, si tuttavia è di fede che Gesù Cristo è lut-
per siukboli del sagramento Eucaristico; to intiero sotto ciascuna di dette specie
facendo pure notare, che ss. Padri ri- i fra loro distinte, per la gran ragione, che
levando il miracolo dell'acqua cambiala dopo la gloriosa risurrezione sua Egli è
io vino, all'intento di confermare la fede sempre vivo, impassibile, immortale. E
de' credenti nella Transustanziazione cosa chiara che per la necessaria conco-
Eucaristica, è pure allegalo da loro come mitanza delle parli, il corpo d'un viven-
argotiitìiito d(ili ouuipolente vii lU divina. te non può esser separato dal sangue^ uè
V I N V IN 55
ilsangue dal corpo. Laonde si tenga fer- nozze di Cana in Galilea nella sostanza
mo che neiriìucaristia ciò che non segue del vino; così nell'Eucaristia, siccome lo
ili forza (.Ielle parole consagrati ve, imman- vuole, il pane ed il vino si mutano nella
cabilnieiite avviene per l'indicata conco* sostanza dei suo Corpo e del suo San-
niitanza , e così sotto la specie del pane gue. Quindi noi crediamo, al momento
insieme col Corpo vi è il Sangue, l'anima, che il sacerdote per comandamento e ia
Id divinità di Gesù Cristo; sotto la specie nome di Gesù Cristo proferisce le sue pa-
del vino insieme col Sangue vi è il Cor- role , che subito il pane non sia più pa-
po, l'anima, la divinità, tutta insomma ne, ne il vinosia più vino, ma il veroCor-
la Persona adorabile di Gesù Cristo, co* po e il vero Sangue di Gesù Cristo vivo
me definì il Tridentino, sess. i3,cap. 3, e glorioso, in quel modo precisamente in
can. 3. Per la slessa ragione che Gesù cui la Chiesa ha definito rapporto a questo
Cristo iu questo sagra mento è vivo, im- domma(Riferisceilp.Bonanni,LaGer<2r-
passibile, glorioso, dividendosi la specie chia ecclesiastica fidi^. 1Si cerca quaw 1 :

del pane e quella del vino non si divi- , do e da chifosse dato principio dopo Cri-
de, ne si fanno più parti del prezioso cor- sto alla consagrazione del Pane e del
po di Lui, ma Egli re^)ta tutto intiero iu A7rto. Esaminò la questione il p.Raynaud,
ciascuna parte visibile di quelle specie. e asserì, che gli Apostoli essendo stati fat-

Gesù Cristo trovasi reaicnente presente ti sacerdoti dal Salvatore, quando disse
nella ss. Eucaristia , finché le specie si loro: Quotiescunque feceritis hoc facile
conservano incorrotte, perchè sotto quel- in nieani commemorationem,sebbene po-
le specie sensibili, per quanto ad esse non tevano celebrare e offrire simile sagrifizio
aderente, tutta la sostanza del Corpo di al Padre Eterno, subito che risorse alla
Cristo contiene, in quel modo appun-
vi si vita il lorodivin Maestro, nondimeno dif-
prima vi si conteneva la sostan-
to, in cui ferirono sino allavenuta dello Spirito
za del pane laonde al momento iu cui
: Santo loro promesso dal Salvatore, e vol-
per qualsivoglia motivo segue nelle spe- lero disporsi a questa grande funzione con
cie talcambiamento, che a giudizio de' aspettar la il me-
pienezza di grazia che
sensi non si potrebbe più dire questo ,
desimo Spirito divino avrebbe loro com-
sembra pane, questo sembra vino cessa , partito. Che poi nel giorno della Pente*
dì essere sotto di esse la divina reale pre- coste fosse celebrata lai.^ messa, l'affer-
senza, il mistero dell'Eucaristia è l'elfet- mano molti ss. Padri e gravi autori. Da
to delTiramensa carità di Gesù Cristo ver- due sentenze stimano s. Gia-
chi lo fu,
so di noi, e muove pure da carità pru- como vescovo di Gerusalemme, ma è più
dentissima la determinazione di farsi no- credibile quella che dichiara s. Pietro, ca-
stro cibo nascosto sotto la specie del pa- po e principe del sagro collegio apostoli-
ne. Imperocché Egli ha rimossa così la co nel Cenacolo, mentre allora s. Giaco-
ripugnanza e il ribrezzo che avremmo na- mo non era ancor vescovo di Gerusalem-
turalmente avuto, se mangiar dovevamo me ; non che capo della Chiesa e Fica^
visibilmente le sue ss. Carni, e ha dato la rio di Gesti Cristo, da questi costitui-
più opportuna occasione d' accumular to, e perciò denominalo dagli antichi dot-
grandi meriti con V esercizio della fede. lori Radix ìiierarchiae ccclesiasticaef
,

Questo mistero finalmente non è solo un et Fons ordinis sacerdofalis. Una 3." sen-
miracolo, ma un complesso di miracoli, tenza vuole, che s. Pietro fu ili.° ad of-
e con tutta ragione si appella Mistero frire il sagrifizio della legge nuova, con-
della Fede. E un mistero che si opera correndovi nella medesima azione gli al-
da Dio, il quale può far tultociò che vuo- tri Apostoli. E fu facile cosa allo Spirito
le. Egli cambiò, come dissi, l'acqua nelle Sauto il tnoderure e ordinare ia tutti gli
S6 V N I V I N
Apostoli la pronuncia della forraola fìel- dell' Eacarislia dagli effetti sensibili di
Ja consagrazione, onde niuno precorres- questo cibo restano stupendamente ma-
se nel dirla, e tutti si accordassero in mo- siccome il pane e il vino
nifestali. Infatti

do, che colla pronuncia di tutti unifor- al corpo si imiscono cosi intimamente, da

me si adempisse la transustanziazione del divenire con esso lui una cosa medesima,
pane e del vino, nel Corpo e Sangue del a lui conservano la vita e la sanità ^ ar-
Redentore. Ne contro quest* ultima sen- restando un germe di morte e di distru-
tenza troTQsi obbiezione alcuna, ma sem- zione, somministrandogli nuovi spiriti che
bra molto probabile e conveniente, che portano vita, sanità e moto in tutte le par-
il capo degli Apostoli s. Pietro celebras- li, ove si distribuiscono, lo fan crescere e

se, e che tutti gli altri, avuta facoltà di aumentano il suo vigore e le sue forze per
celebrare dal Salvatore, l'esercitassero in sostenersi nelle fatiche, per reggersi ne-
compagnia di lui). I sacerdoti celebrando gl'inciampijnon altrimenti opera l'Euca-
il divin sagrifìzio prendono le specie del ristia spiritualmente e meravigliosamen-
pane e del vino: sebbene per questo ri- te rapporto all'anima co'suoi preziosi ef-
cevono due volte GesùlCristo, non rice- fetti. L'ampio e grave suo argomentosvol-
vono però nulla piìi de'laici che si comU' si ne' ricordati articoli e negli altri che
nicano sotto le specie del pane solamen' rammenterò, tultavolla punto di vista
al

te, perchè Gesù Cristo è il medesimo per fin qui discorso, sulle specie sagramenta-
tutti, non essendo necessaria la comunio- li, trovai a proposito di giovarmi dell'au-
ne sotto le due specie per ricevere tutti rea opera del vescovo Bronzuoli, Istitu-
gli effetti del sagramenlo, né è comanda- zioni Cnttolicìie, ed aggiungervi l'erudi-
la dal Redentore, non ostante le parole; zioni che racchiusi fra le parentesi. Quan-

Prendete tutti di questo^ imperocché que- to alla comunione sotto le due specie sa-
sto e ilìuìo Sangue. Volendo Gesti Cri- gramentali del pane e del vino, notai ne'
pto per eccesso di carità a noi lasciare in voi. Lì, p. 1 3, e LXI, p. 35, che ss. Pie-
I i

cibo le sue Carni e in bevanda il suo San- tro e Paolo ne'ritratti furono rappresen-
gue,poteva certamente sceglierealtra ma- tati col labbro superiore tosato o assai ac-
teria, altri simboli che il pane e il vino; corcialo, per maggior decenza dell' uso
ma la sua infinita sapienza trovò questi della ss. Eucaristia sotto le due specie,
i più conformi a'sentimenli dell'immen- particolarmente per prendere il Sangue
sa sua carila, e perchè il pane e il vino senza [)ericolo. Per evitarlo fu poi adot-
è il cibo de'grandi e de'piccoli, de'ricchi tato il cannello o Fistola (^^.) , tuttora
e de'poveri, perchè trovasi in tutti tem- i usata dalPapa ne'pontiflcali,secondo l'an-
pi, in tutti paesi (non meritano credenza
i tica disciplina. Non bevevano però dal ca-
que'che scrissero, avere Innocenzo Vili lice del popolo i principi, ma in altro, co-
concesso alla Norvegia di consagrare il me riferisce il Berlendi.Anziavverte,ch'e«
calice senza vino, a motivo di non poter- ravi anco il costume, a fine di non con-
si conservare a cagione degli estremi fred- sagrare molti calici, o di non fare nel me-
di, confutando l'asserzione il I^Jovaes nel- desimo sagrifìzio molte consagraziooi, di
la Storia d' Innocenzo FUI, poiché in mettere una piccola porzione di pane con-
quella regione si conserva benissimo e se sagrato in un calice di vino non consa-
ne fa abituale uso. Oilrechè il Papa non grato, e cos'i porgevasi a'comunicanti. Di
deroga mai a'sagramenti, il vino è onni- questa mescolanza abbiamo molti esem-
-namente necessario ed essenziale alla con- pi di varie chiese sì d'Occidente e sì d'O-
sagrazione del calice , escludendosi qua- riente; dalla qual mescolanza, se pure il
lunque altro liquore), mescolasi con tutti vino restasse consagrato, diversi furono
gli altri cibi, e perchè gli effetti invisibili i pareri degli antichi, ma il comune sea*
V IN VI N 57
lìmento « che il vino non restasse con* no, lo tflcevfino fiele del principe delle
Stigrato, e solamente santificalo. Tanto tenebre e creato dal demonio. Questa pre-
rispose s. nernardo, aldubbio proposto- scrizionenon fu estesa all' universale de'
gli (la un abbate, il quale avendo profe- fedeli, e durò quanto quell'eresia. R.i-
rite le parole della coiisagrazione sopra pullulata e moltiplicata, Papa s. Gelasio
la sola acqua, posta incautamente nel ca- I del 49*^ rinnovò in Pvoma l'ingiunzio-

lice, Rvea preteso col metter del vino e ne, per conoscere tali eretici. E siccome
aggiungervi una particella d'Ostia coosa- anticamente In comunione sì amministra^-
grata, di supplire all'invalidità della già va eziandio «'bambini e «'fanciulli, si tro-
fatta consagrazione. Vi era pure altra co- vò meglio il farlo ad essi col solo sangue
stumanza cioè d' infondere in un vaso
,
consagralo. Indi si tornò alla comunione
grande di vino, una piccola parie del vi- con una sola specie, e l'uso della comu-
no consagrato, e così mescolato si porge- nione del C<tZ/ce(^'^) insensibilmente an-
va a bere a'fedeli, la quale infusione nel- dò cessando, anco per ripugnare a'fedeli
la Chiesa romana facevasi dall'arcidiaco- di bere in un medesimo calice Ministe-

no. Neir altre chiese e luoghi ciò non fa- riale e di succhiare il vino consagrato
cevasi senon quando il puro Sangue con- con una stessa fìstola o cannello, Tun do-
sagrato non fosse bastevole al numero di po l'altro, principalmente in tempi di con-
quelli ch'erano per comunicarsi,e in quan- tagi e pestilenze. Vi erano nelle chiese
tità secondo il bisogno ; ma non perciò più colici MinisierialeSf ne'quali si ver-
restava tutto il vino consagralo, come sava il vino a mezzo d'un colatoio o pic-
dichiarò Innocenzo III, come poi riten- colo cucchiaio d'argento con sottilissimi
ne la scismatica Chiesa greca, poiché il fori, o altro strotnento di simil figura det-
contatto può santificare non consagrare. to Sion, acciò non vi si mescolasse qual-
J fedeli si comunicavano ne'primi secoli che insello e lordura, di che era vi peri-
della Chiesa sotto le due specie del pane colo quando ciascuno portava la sua por*
e del vino, e sotto l'una o l'altra, non es- zione di vino alla chiesa in oblazione.
sendovi in tale epoca alcun precello né L'arcivescovo di Reims s. Remigio fece
divino oèecclesiastico, il quale costringes- ìncidereìn un calice ministeriale i seguen-
se comechè sia alla comunione sotto am- ti suoi versi. Hauriat hi e populus vilani

bo le specie o sotto una solamente, sen- de Sanguine sacro - fniceto, aclernus


za che per questo lesa mai fosse la so- quenìfudit vulnere Cliristus. - Remigius
stanza del sagramento, e l'integrità de* reddit Domino sua vota saccrdos. Alcu-
suoi santissimi effetti. Special menle agl'in- ni antichi scrittori sono d'avviso che il

fermi si permetteva d'intingere l'Euca- nome di Cnlicc derivi da caUdus per- ^

ristia nel Sangue per maggior facilità chè in esso si beveva caldo giusta I* uso
d' inghioltii la. E intrinseco il tener pre- di que' secoli. Cassiodoro nel Psalnt. 1 5,
sente l'articolo CoMUNioivn, specialmente parlando del calice consagralo nel sagri-
i
§§ II. Comunione soUo le dite specie. fìzio della messa, così si esprime: Ca-

IV. Comunione dé'fanciull'. VII. Delle lix a calida dictusestpotionCy quoniani


ceremonie ed usi antichi della Comu- sicut aia cor hominis exhilarai hibilusj
nione. Di passaggio solo qui dirò, che la ita et hic sanctas nninias perpetuo jn-
comunione sotto le due specie fu coman- cundal hau<ita. Ne'priuùlivi tempi della
data a'fedeli laici in certi tempi, cioè ver- Chiesa non si faceva V h2levazÌQne (/''.)

so il 44^^ *'* l^flpa s. Leone l, che loro del calice; ma il diacono alzava un poco
prescrisse di riceverla pubblicamente per tal vaso sagro, mentre il sacerdote intuo-
iscoprire in Ilooia e altrove gli eretici nava : /Vr omnia saecida saeculoruni.
Manichei (F.), i quali abborrendo il vi- Forse l'impedì vn l'antica forma della Pia-
5S V I N V l N
neia (F.)? Si può leggere il Doughte, sente assaggia solo le ostie. E per la co"
De CalicihusEucharisùcis ve ter uni Clui- munione del Papa Novaes, Disserta'
il

stiaiiorum,Cremaci 694. Oitlinò la co- zioni, l. 2, p. 71 e 72. Avverte l'Ortiz,


munione sotto le due specie neliogS, Pa- Descrizione del viaggio di Adriano FI,
pa Urbano II nel concilio di Cleimoul, p. 77 descrivendo il convito di sua co-
,

per eliaiinare l'enorme abuso d'alcuni ronazione co'cardinali, i quali erano ser-
che amministravano l'Eucaristia col Cor* viti in bicchieri separati da'loro maestri
pò del Signore tinto nel Sangue del me- di camera con vini propri e particolari:

ilesinio; divieto rinnovato dal successore M Ciò forse cosi si faceva, perchè dalla spe-
Pasquale II: in alcuni luoghi tuttavia si rienza constava^ che il veleno più frequen-
permise agl'infermi, perfacililar lorod'in- temente si dava a bere mischiato al vino o
ghiottirla, secondo le testimonianze esi- con altri liquori, che non col cibo. Quin-
bite dal Garampi nelle Memorie ecclesia- di è, che questo costume di operare cosi
stiche, a p.187 e 509. Attesta mg/ Bel- ne'convili, inviolabilmente si osserva ia
lenghi,ó^/(//e antiche custodie dellas. Eu» Roma (cioè a que' tempi) senza veruna
carislia^ p. 1 6, che nel Tabernacolo del- ingiuria della persona che invita atavo*
la ss. Eiicariitia(l^.),c\iìaudo eravi l'uso la (Gio. Jacopo Bosio scrisse: Dissertatio
di comunicarsi colle due specie, in esso depotionihits morliferis, Lipsiae 736)". i

si conservava sotto quelle del pane e del Nel secolo XV pretesero la comunione
"vino, il quale uso fu poi dimesso si pel colle duespecie boemi eretici Z/^^my/^.J,
i

rischio di spargersi Sangue, come pel


il accordata dal concilio poi conciliabolo di
l'ischio di putrefarsi. Nel secolo XIII la Basilea, errore seguito òa Calicisli(F.)^
comunione sotto le due specie general- altri eretici; onde quando Nicolò V co-
mente si restrinse a' preti latini, perchè ronò imperatore Federico III, questi nel-
ì greci e altri orientali la continuavano e la comunione si astenne dal vino consa-

osservano tuttora i laici. In seguito i Pa- gralo, per non sembrare d'approvare i

pi, oltre a\V Imperatore nella sua Coro- loro errori: tornato imperatore in Ro-
l'

nazione, ne concessero il privilegio ad A- ma nel pontificato di Paolo lì, questi nel


Q.\jiv\\ Sovrani ,tdi ii i>a^\'\ ministri delle ba- pontificale pel detto motivo lo comunicò
die di s. Dionisio e di Cluny in certe so- soltanto colla specie del pane, ordmando
lennità. E nel pontificale del Papa par- a'propri assistenti diacono e suddiacono,
tecipano ambo le specie il cardinal diaco- di astenersi dalla specie del vino (Riferi-
no e il prelato suddiacono , assistenti e sce Menochio, Stuore,\..i,CGui. 3.',
il p.
ministranti. Riparlai della comunione del cap. 23, che Federico IH non beve mai
Papa ne'pontificali, nel voi. XV, p. i io, vino in vita sua per la grande avversio-
premesso prima dell' OJfertorio dal Sa- ne chene a vea, onde bramava d'esser imi-
grisia del Papa (V.) l'assaggio o pregu- lato anche dalla moglie imperatrice Eleo-
stazione delle Ostie , e dal credenziere nora, benché per la sìua sterilità fosse con-

pontifìcio quello dell'acqua e del vino, a- sigliata da'medici a beverne.Saputosi que-


zioni dette Prole e descritte nel voi. IX, sto dal marito, disse, che preferiva la

p. 22 ed altrove. Imperocché nar-


e seg., sterilità all'ubbriachezza delia consorte.
rai a'suoi luoghi, che fu propinato il ve- Ma noterò ch'essa fu madre dell' impe-
leno nel calice a littore II del io55 e ratore Massimiliano I , e di Cunegonda
miracolosamente nerestò illeso; ed a Pit- sposata al duca di Baviera). A Pio iV
tore III, che ne perì nel 1087. Si può islaalemenle domandarono tedeschi il i

cedere ilCancéllieri,Z)eiSecre/ari7.y; Pr^e- permesso della comunione anco col cali-


gustatio Panis et fini in sacris Ponti- ce , e gliela accordò ad istanza pure de*
ficum a Sacrista praeslanda. Ma al pie- principi, previa protesta che confessasse»
V I N V I N 59
ro, contenere sì die Tullia specie il
l'aiia Qui aggiungo che
sarli,pe'raolivi riferiti.

vero Corpo di Cristo; ma successori im- i Clemente IX del 1667 finalmente colle
niediali s. Pio V e Gregorio Xlll rivo- sue esortazioni ottenne da Jacopo pa-
caroiio la concessione. Abbiamo l'opera: triarca dell'Armenia maggiore, di met-
Les motìfs dt la su.>pens'ion àe l'espece tere in uso il rito della Chiesa rom-ina
vin dans la Comuniou da pciipte
citi nella mescolanza dell'acqua nel vino del
par Etne. Gandoii pièlrCy Paris 693. A 1 s. Sagrifizio. Fa a proposilo che ricordi,
poco a poco dunque fu tralasciata la co- il calice anticamente nel tempo della mes-
munione colle diie specie, e si contenta- sanon si poneva dietro dell'ostia, comesi
rono i fedeli di comunicarsi sotto la spe- costuma al presente, ma dal lato destro,
cie di pane, siccome ordinarono i concilii per dinotare lo spargimento di Sa/.^ le
di Costanza, di Basilea e di Trento; essen- e acqua usciti dal lato destro del Salva-
do solamente in qualche chiesa restato tore nel cruento sagrifizio del Calvario,
l'uso, rammentato nel precedente para- quando Longino colla Lancia gli ferì il

grafo, di porgersi in alcune festività dal- costalo. I greci osservano ancora (piest'an-
l'altare a' fedeli il calice con vino bene- lico rito. Il vescovo Sarneiii, Lcitare ec-
detto, equivalente all'auliche Eulogie, le clcisiaslirhe, t. 9, leti. 1 3: Della benedi'
quali non erano particole della sagra co- zione dell'acqua die si mescola col vino
munione, ma una semplice loro rappre- nella s. lUessaj risponde
al quesito Se :

sentanza, ma pane benedetto olferto al- nel dì del Nataledovendo il sacerdote ce-
l'altare. Se ne facevano 3 divisioni, una lebrar 3 messe, debba in ciascuna bene-
pel celebrante, l'altra pe'comunicanti, e dir la slessa acqua che si deve mescolare
l'altra nel line della messa dislribuiva- col vino nel calice; e la ragione di dubita-
si a que'che non volevano o non poteva- re si è, che il Rituale romano nel sagra-
no comunicarsi, rappresentando così la menlodel battesimo dove parla del- là

comunione frequente praticata per l' in- la benedizione del sale dice: Deinde Sa-

nanzi da'fedeli. Anticamente laici che si i cerdos benedicaC sale/a, qui semel bene'
comunicavano con una sola specie,in mol- dictiis alias ad eundem usum dtscrvire
te chiese ricevevano dopo la comunione potest. Così la slessa acqua benedetta una
la purificazione o abluzione di acqua o volta, puòservire in appresso, senza nuo-
di vino, come si trae dal citalo Gararapi va benedizione. Quindi il Sarneiii opina,
a p. 1 88. Bisogna mischiare un poco d'ac- che si debba V acqua da mescolarsi col
qua col vino nellamessa per consagrar- vino, tante volte benedire, quante volte
lo; ma questo mescuglio d'acqua none si adopera, benché sia la stessa già bene-
altro, secondo alcuni, che un precetto ec- detta; e la ragione si ricava dal mistero.
clesiastico, fondato sul fatto da Gesù Cri- L'acqua che in 3 stille si mescola col vi-
sto, come ha dalla tradizione de'ss. Pa-
si no, significa il popolo fedele vialore, che
dri. E molto probabile, quantunque non per mezzo della grazia si unisce con Cri-

sia di fede, che l'acqua si cambi, come il sto, cotne appare dall'orazione, che allora
\ino, nel Sangue di Cristo; ma questa è si recita, ed averne egli già parlalo nel t.
questione da lasciarsi a'teologi,epiiji sotto 3, leu. 4i' Cl^^ le specolazionijilosofi'
riferirò il parere del dottissimo Sarneiii. che nulla importano alla pratica della
Si può vedere l'articolo Acqua del vino Chiesa. E
cìie l* acqua, che si mescola

per la messa, ad esempio di Gesù Cristo. col vino nel sagro Calice, prima si tra-
Et notai che gli armeni consagravano ia smuti nel vino, ch'i; la materia delta ss.
solo vino, onde il concilio di Firenze ini- Eucaristia. Conviene che l'acqua nella
pose loro d'infontlere alcune gocce d'ac- detta quantità mescolata col vino, colla
qua, sempre ricusandosi i P^ipi di dispen- cousagraziunu si converte im media lumeu'
6o V I N V ì N
te nel Sangue di Cristo, altriraenli non il calice, enon ad offrire l'ostia ? Quan«
verrebbe a significare, che il popoJo cri- tun(jue il Gavanto di ciò non rechi al-
stiano s' incorpora con Cristo significato cuna ragione, pure si potrebbe dedurre,
dal vino, il quale essendo 7 volle maggio- che secondo il rito romano ciò si faccia,
re nella quantità dell' acqua, questa as- prima perchè il diacono infuse il vino nel
sorbe esi tramuta in vino, equesto si tran- calice, secondariamente perchè il diacono
sustanzia nelSangue di Cristo, come ri- era un tempo quello che amministrava
tennero gliprima che nel secolo
antichi, il ss. Sangue al popolo, secondo il detto

XII nascessero le due opinioni riferite , da s. Lorenzo martire, bramoso del mar-
da Innocenzo III nel cap. Cuni Marthac. tirio, a s. Sisto II Papa del 261: Quo Sa-

Ozi il popolo tante volte si benedice, cerdos Sane fé sine Diacono properas?
quante si umilia al sacerdote, precisamen- numqiiid degenerem me probasti P expe-
te al vescovo cui spetta benedire; e per» rire ulrum idoneum Minislrum elegeriSf
messa solenne,
ciò essendo assistente alla cui commisisii Dominici Sanguinis di-
ilsuddiacono domanda al vescovo, che gpensationem. L'offertorio ricorda l'anti-

benedica l'acqua, che si ha a mescolare che Oblazioni [F.) che faceva il popolo
col vino, e non al sacerdote celebrante. di pane e di vino, per la celebrazione del-
Ed è così certo, che significhi il popolo la messa, dette Oblatc(F.)e Eidogie (F.)

fedele, che nelle messe di Requiem non o Pane benedetto nella quale si comu-
,

si benedice il popolo; e neppure l'acqua, nicavano tutti fedeliinello Sposalizio :

che significa il popolo, ancorché si reciti (V.) si davano a'novelli sposi le Presaw
l'orazione; ed anco per denotare che il po- tiflcate [F.) ^(\t\\e quali anco nel voi.
polo dell'anime purganti già slajin grazia; XCVI, p. 288, cioè si comunicavano col-
il mistero del sale è altro, e giusta Du- le ostie consagrale ne* giorni precedenti,
rando denota la sapienza cristiana che o col pane benedetto, invece del consa-
condisce i fedeli. Sicché denotando quel- LXXI V, p. 27, ch'è
grato. Notai nel voi.
l'acqua il popolo si ribenedice , come il meglio ritenere essere stale poste nella
popolo più e più volte si benedice. Sia Sepoltura co'morti le Eulogie, piuttosto
qui il Sarnelli. Il sacerdote nell'0//er/o« che la ss. Eucaristia, come altri vogliono.
770 (Anticamente in varie chiese era rito Racconta il p. Chardon, che nella dedica-
particolare, come in quella di Reiras e di zione delle chiese si muravano nell'alta-
altre metropolitane di Francia, che nelle re 3 particelle dell'Ostia cousagrata, con
messe con ventualii sacerdoti cantavano o calcina. Le oblazioni ora si fanno soltan-
lecilavano stando weW Jinhone o Pulpito to nella consagrazionedel Fescovo {^F ."^^
tutta la messa fino aW Offertorio, come egualmente con pane e vino, oltre la ce-
ianno i vescovi e gli abbati sulle loro cat- ra; e nella Canonizzazione de Santi [F.)^
tedre, quando pontificano. Lo afferma il di pane, vino e altro. In queste col pane,
alartene. De anliq. EccL ritibus, lib. i, come simbolo d'ogni sorla di cibo, si al-
e. 4)j mentre olire il calice fissa gli occhi lude ad ogni specie di virtù praticate da'
verso il Crocefisso, perchè fa menzione santi per giugnere alla gloria; e col vi-
del soavissimo odore del prezioso Sangue no, esprimendo il simbolo della grazia
questo nelle nìesse solenni
di Cristo, e in santificante, si vuole intendere la conse-
viene coadiuvalo dal diacono, ciò signi- guita abbondantemente da'santi e man-
ficandocome Cristoa mezzo del suo San- tenuta ne'loro cuori. All'oblazione del vi-
gue promulgò il P" angelo. Dice il Diclich no, alcuni pretesero andar unita quella
nel Dizionario sacro-liturgico: Si ricer- dell'acqua, figura delle tribolazioni sosle-
ca perchè il diacono nella messa solenne m»fe dalie virtù de' santi. Anticamente
concorra assieme ai celebrante ad oifi ire V Oblazionario (F.) riceveva l'oblazioqi
V I N V I N 61
de'fedeli, cioè eli qt>e,l!i non era vie-
a cui maio per mescolallo coirinchiostro, tosto
talo l'oIlVirle, e le presentava aWArcidia' si perdeva la specie del vino consagrato.
cono. I principi ancora facevano le loro Il p.Chardon, Storia de' Sagramenli^vai-
oblazioni e io vasi preziosi : le oblazioni gionandone nel t. i,p. 817, tuttavia os-
loro tuttora si (anno nella Coronazione serva. » Simili avvenimenti, per quanto
dcgl' Imperatori [f^.), e nella Coronazìo* singolari appariscano, non devono biasi-
ne de' Re (/'). P'asì pel vino e per l'ac- marsi temerariamente. I santi, che ope-
que nella messa sono le Ampolle (^.), e rarono in tal guisa,avevano senza dubbio
devono essere tli P'elro {F.) o cristallo, le loro ragioni, ed altronde in ciò noi noa

come un tempo furono la Patena e il Ca- veggiamo cosa, che sia opposta al rispet-
lice. Il celebrante, dopo la comunione, fa to dovuto a questo divin Sagraraento '*.
V Abluzione (F.) col vino e coll'acqua, af- Soggiunge, non so poi se si possa dir lo
fine di purificare il calice e le proprie di- stesso d' un altro uso dell'Eucaristia, di
ta. Del rito di purificarsi col vino dopo cui fi» velia il can. 5del concilio di Worins.
1

la comunione, trattano gli scrittori ricor» «Accade soventemente che vengono com-
dati nel voi. XV, p. i og. Si giurò toc- messi da'latrocini ne'monasleri, e che gli
candola ss. Eucaristia. L'innocente s. Gre- autori dì talifurli non si conoscono. Per-
gorio VII a giustificarsi dalle colpe im- ciòcomandiamo, che ({uando frati sa^ i

putategli dal perfido Enrico IV, presa ranno obbligati alle Purgazioni (F.) di
l'Eucaristia, s'imprecò subitanea morte questo sospetto, l'abbate o alcun altro di
da quel Dio che teneva nelle mani, se fos- suo comando, celebri la messa in presen-
se stato reo: il che Enrico IV non volle za della comunità, ed alla fine tutti rice-
fare, quantunque provocato. Un vesco- vano la comunione del Corpo e del San-
vo di Ijenevento recatosi in Inghilterra a gue di Cristo, per far conoscere in tal

tempo del re Canuto il Grande del i o i 5, modo la loro innocenza'. Questa manie-
atfermò con giuramento sul Corpo e San- ra di scoprire i latrocini non pare molto
gue di Cristo, essere di s. Bartolomeo il canonica al p. Chardon, perchè era sog-
braccio che recava. Odoardo ili re d'In- getta a grandi inconvenienti , di cui il

ghilterra e il suo figlio principe di Gal- principale era quello di esporre a i rei

les, contro Giovanni II re di Francia a- pericolo di commettere un orribile Sa^


vendo guerreggialo, giurarono l'osservan- crilcgiOf se non a veaiio abbastanza timor
za de' palli con lui conclusi a Calais in di Dio per riconoscere il loro lallo in ta-
questi termini.») Promettiamo leahnente le occasione; il che tanto pili era temibi-
e giuriamo sopra il Corpo di Cristo e sui le,quanto io confessandolo si esponeva-
Vangeli". Molli scrissero che talvolta fu no non solo alla vergogna di confessarlo,
solloscritla la sentenza di condanna, di ma eziandio a rigorosi castighi. Nondi-
Scomunica e di deposizione contro gli e- meno osserva il p. Dernardo da Venezia,
retici, ed altri alti solenni, colla Penna annotatore del p. Chardon, che quantun-
intinta nel calice contenente il Sangue di que non possa commendarsi tal uso, pu-
Cristo, ovvero intinta nel calamaio in cui re vedendolo comandato da un concilio
erasi stillato il divin Sangue, per ispira- bisogna dire, che il gran rispetto che nel
re un santo orrore per tulli i dommi per- medio evo nulrivasi verso 1* augusto Sa-
versi che allerano il sagro deposito della gramento, forse die' confidenza al si-

fede^ e per dare agli una tremenda alti nodo di far tale decreto, persuadendosi
autorità. Ne riparlai ne'vol. LXI, p. 35, che niun monaco, per (juanto fosse tra-
LXII, p. 2 5, LXX.I V, p. 26 e 27, non
1 sportalo dalla passione, avrebbe avuto
senza rilevare con gravi scrittori, che se coraggio di connmicarsi (pialora si fosse
&i i'usite sldlalu il diviu Sangue nel cala- seulilu culptìvoltì , e COSI dal hào rifiuto
62 V I N V I O
tltrlla comunione si sarebbe senz'altre con- stenle nelmuseo Vaticano, incontransi
fessioni scoperta la sua reità. U Acqua' ad ogni passo sui monumenti cristiani,
santa o benedetta ( V.) Episcopale o Gre- come in questo, e se ne trova facilmente
goriana, di CUI anco ne'vol. LXXIII, p. la spiegazione nel Vangelo, dicendo Ge-

369, XCVI, p. 4<^, da* greci si mescola sù Cristo: E;^o suni ifitis verace la vite
con vino particolare, e si usa per la con- è simbolo della Chiesa sua leggendosi ,

sagrazione delle Chiese e degli Altari (F.). nella tribuna della chiesa di s. Clemen-
La Lavanda degli Altari (f^.) si fa col te: Ecclesiam Christi Fid Siniilahinms
Mino e coll'acqua nel giovedì santo, anco Isti. E la vendemmia simboleggia la press
per ricordare l'acqua e il sangue che usci» sarà di questo mondo, de' patimenti, del-
rono dal costato del Redentore. Si può le penitenze^ e di queste il risultato sim-
vedere il domenicano p. Francesco Or- boleggiato nel vino è il frutto immorta-
landi: Duplex lavacruni in Coena Do- le che se ne ricava. Quindi si vede eoa
mini fidclthus exhibitum , allerum ex quanta convenienza cristiani avesseroi

Chris ti mandato de sacra pedani lotio- scello questo simbolo per fregiarne lo- i

ìiCf allcruni ex velcri Ecclesiae discipli- ro monumenti, e perchè vedesi egualmen-


na de expiandis altarihus , Florentiae te nella volta del sepolcro e nel sarcofago,
j 7 I o. Narra il p. Lupi, Dissertazioniy l. \ \0,Cardinale.hìj(ìnceino\l(}c\ i i 3o
I, p.256, che si ornarono le pareli de* lo creò cardinale prete del titolo di s. Lo-
sagri Templi con frondi e frutta a festo- renzo in Damaso. Il Gardella muove al-
ni, rappresentanti anche uva e melagra* cuni dubbi sul suo cardinalato, a moti-
nate, ambo simboli de*inarliri, a'cui se- vo del titolo in quel poulificato occupa-
polcri solevano scolpirsi. Rappresentano to da altri cardmali.
pure i fedeli, perchè di essi disse il Sal- VIO o GAETANO o CAJETA^O
vatore: Ego sani vitis vera^ vos palmi' Tommaso, Ct2/YZm^/e;DenominatoGaeta-
ics. K perchè la moltitudine de* granelli no da Gaeta sua patria, uomo dottissimo
della melagrana simboleggia l'unione del- nella sagra letteratura, fino da'suoi primi
le nazioni diverse alla Chiesa, rappresen* anni die'chiari contrassegni di quella gra-
lano i martìri. 1 ss. Padri fecero allusio- vità e illibatezza di costumi, che gli fu poi
ne a'uìarliri anche col mosto premuto, e indivisibile compagna per tutto il corso
di vigne e di vino. Il Buonarroti, Osser- di sua memorabde vita. Poiché fin d'al-
vazioni sui vasi antichi di vetro trovati lora dedicatosi con fervore agli studi, su-
ne'ciniileri di Roma, spiega l'Eucaristia però colla penetrazione dell* ingegno di
simboleggiala nella miracolosa moltipli- gran lunga suoi compagni; nemico de*
i

cazione del pane di grano e delle 7 spor- sollazzi e divertimenti propri de'giovani,
te. 11 ]\]arangoni, Delle cose gentilesche fu dedito alla divozione, fieqaente nella
e profane trasportale ad uso e ornamen- visita delle chiese, ove con edificante at-
to delle chiese, dice che le viti e le uve tenzione ascoltava la divina parola. Quin-
furono espresse più volle per significare di non è meraviglia, se ad onta de'geni-
laiS"//2(7g:o^i7,eil popolo piti caro ed eletto tori che avrebbero voluto che si appi-
a Dio. E' comune simbolo dell' Eucari- gliasse allo stalo matrimoniale, obbligos-
stia le spiche di grano, ed i grappoli d'u- si a Dio con volo di perpetua verginità,
"Va, ornano gli arredi e vesti
co' quali si e in età dii5 o 16 anni vestì l'abito de*
sagre massime quelli da usarsi pel ss.
, domenicani nel convento della propria
Sagramenlo. Gli emblemi della vendem- patria, donde sforzandosi^enitori di ri-
raia, osserva Nibby, Roma, parte 1.' An- trarlo, fu da'supeiioii mandato segreta-
tica, p. 541 , descrivendo il Sepolcro e mente a Napoli nel convento di s. Dome-
il sarcofago di porfido di Gostanza usi- nico, dove Iraltenutosi alcun tempo, gli
V 1 o V I O 63
fti imposto (li recarsi a Padova, e poi in a prendere unitamente T armi contro il

Pavia e altri luoghi, dnpperlullo dando turco; come ancora per ridurre l'eresiar-
prove d'ingegno e singolarmente nella so- ca Lutero, da'perniciosi suoi errori, alla
lenne disputa da lui sostenuta innanzi al purità delle cattoliche verità. Disperata
capitolo generale dell'ordine tenutosi in ormai la conversione di quell' ostinalo e
Ferrara, nella quale con gran spirito e empio apostata, quantunque per conse-
valore difese le sue tesi contro il famoso guirla usasse tutta la moderazione verso
Pico della Mirandola, che prese ad argo- di lui, non pertanto e come osserva il

mentare con Tonnnaso alla presenza del Zaccaria nel XùiSloria del concìlio di Trcif
duca e senato di Ferrara laonde quel ; to del Pallavicini, a torto fu tacciato d'a-
dottissimo uomo, supplicò il generale del> sprezza imperiosa nel suo tratto, € d'im-
l'ordine, a voler accordare ai novello can- perizia nell'erudìzioni ecclesiasliclie; alle
didato la laurea e 1' insegne di dottore. quali insulse dicerie, con sode e convin-
Dopo aver insegnato con somma lode in centi ragioni, si scagliò tale illustre scritto-
molte università d'Italia, chiamato a Ro- re per giustamente difenderlo. L' anna-
ma dal cardinal Oliviero CaralFa protet- lista Rinaldi riferisce, che fu pure inca-
tore dell'ordine, ottenne una cattedra nel- ricalo di riconciliare colla Chiesa le reli-
l'università romana, e fu quindi da lui quie degli eretici ussiti boemi, e di con-
fatto procuratore generale e vicario del- citare contro il turco il re di Danimar-
la sua religione, e poi nell'età di 3o anni ca e Norvegia, e l'amministratore del re-
eletto maestio generale della niedesima. gno di Svezia. Warra pure, che die' l'in-
Nel nuovo ministero mostrò quanto fos- segne del cardinalato all'arcivescovo di
se costante e ben radicata nel suo cuore Magonza ; che fece un' orazione, colla
la virtù, dappoiché nel corso di io anni quale mostrò, esser a gran torto la Chie-
in cui presiedè al governo dell' ordine, sa romana accagionala d' avarizia dagli
die'sempre luminosi e preclari esempi di decime non dover essere o-
eretici, e le
zelo, prudenza, sollecitudine, giustizia, ca* diose; che chiamato Lutero in giudizio,
ritàe pietà, onde fu detto da alcuni ch'era questi vi si recò con salvacondotto a di-
comparso un nuovo s. Donienico a regge- fendere i suoi errori, ed invece di con-
re e governare il suo or<iine. Essendosi dannarlicome gì' impose il cardinale,
adoperalo e scritto un libro conti o gli usò modi per ingannarlo. Indi d'ordine
scismatici, arso da loro, per impedu'e il di Clemente VII scrisse un'eccellente o-
conciliabolo di Pisa e poi pel suo scio- pera contro gli errori de'lulerani. Con-
glimento, intentato contro Giulio 1 1 ; non futò chiaramente gli errori di Enrica
che alTiiticato per la celebrazione del con- Vili, e in favore della regina Cateri-
cilio ecumenico di Laltrnno V (^.), e na. Nella dieta di Francfort contribuì
sua prohuigazione ; narra il Flavio nell'o- non poco all'elezione di Carlo V all'im-
razione poi recitata ne' funerali di questo pero, e tornato a Roma
non potè mai
cardinale,chequel Papa di proposito pen- ottenere il possesso della chiesa di Pa-
sava sollevarlo all'onore della porpora, lermo, conferitagli da Leone X, per l'op-
ma prevenuto dalla n)orte ne lasciò l'ef- posizione del regio senato di Sicilia, e
fettuazione al successore. In Leone fatti fu invece neliSig proujosso al vescova-
X, nella strepitosa promozione di 3i car- to di Gaeta sua patria. Da Adriano VI,
dinali, neli.° luglioi5i7 lo creò all'im- al cui conclave fu presente, venne spedi-
provviso cardinale prete di s. Sisto, e le- lo legato in Ungheria, in luogo del car-
gato di Germania, in luogo del cardinal dinal Pon»peo Colonna che modestamen-
Faracse impedito da infermila, aillnchè te se ne scusò, per giovare colle somme
licUtt dieltt d'Augusta eccitasse i principi inviate dui iVipa, colia sua prudenza e
64 vio V IR
consigli, il giovane re Luigi II irapegna* 80 la porla maggiore. Delle molle opere
lo nella guerra contro il turco. Però ar- composte da questo cardinale, si ha O-
rivalo troppo tardi, non solo trovò tutta puscula ow/2WjLugduni 577 1 ; se ne leg-

la sua armata disfatta , ma lo stesso re ge l'esatto catalogo presso pp. Quietif i

perito niiserHmenle tra il fango d* una ed Echard, Degli scrittori dell'ordine di


palude. Tullavolta 1' Ortiz nelle notizie s. Domenico, e ne illustrarotio le princi-
d'Adriano VI riferisce , che il cardinole pali epoche di sua vita. Questa poi fa
giunse in Ungheria prinaa della fatale bat- scritta dal correligioso p. Antonio Fonse-
taglia seguita nel 1 524, e che le sue fati- ca portoghese.Abbiamo pure, O ratio et
che, siccome inesperto delle cose guerre- Carmen de vita ss. Firi, maximec/ue re-
sche, riuscirono ijuasi inutili. Clemente verendi d. Tliomae de FioCajetani card,
VII l'ebbe in gran conto, e si serȓ del- s, Xysti^ alidore Jo. Bapt. Flavio Aqui-
l'opera sua nel governo della Chiesa. Nel laiio^ ejusdeni a secretis familiari ^ Ro«
furioso sacco dell'esercito di Borbone cor- niae. Il celebre cardinal Federico Borro-
se gravissimi rischi, e venne ridotto a ta- meo narra del cardinal Vio , che Lodo-
le estrema povertà e miseria, che se Gar- vico Sforza il /I/oro duca di Milano, aman-

2Ìa Manriquez non gli avesse dato una tissimo dell'ordine de' predicatori, onde
veste per cuoprirsi, non avrebbe potuto nella sua capitale gli compartì grandi e
comparire in pubblico; dappoiché cadu- segnalati benefizi, portatosi un giorno al
to in mano di quella peste di soldati, do- convento loro delle Grazie, in cui ama-
Tette ricuperare la liberiti collo sborso di va di conversare co' religiosi di buono e
5ooo scudi che prese ad imprestilo per- grato aspetto, essendosi incontralo col p.
chè non ricco , oltre 1* averlo spogliato Vio di piccola e spregievole statura, ri-
di tutto. Si ritirò quindi alla sua sede di volto al priore gli disse: E perchè voi te-

Gaeta, nella cui fortezza fu portalo il ca- nete in questo convento silf.ttli uomicciat-
davere di Borbone per salvarlo dalla fu- loli? A cui quel savio religioso placida-
ria de'romanijOnde vivervi con grau par- mente rispose. Signor duca, //;5e/ècfV/i0.y,
simonia e raccogliere la detta somma per et non ipsi nos. Conosciuta in appresso il
farne restituzione agli amici che grazio- duca la virtù e vasta sapienza del p. Vio,
samente gliel' aveano improntata. Que- fece più slima di lui solo, diedi tutti i
st'amplissimo cardmale,alla profonda dot- frati di quel convento. Il p.Menochio nel-
trina congiunse un ardente zelo per la le Stuore^ tratta: Dell'esteriore aspetto e
religione, meravigliosa sobrietà, ed eroi- sembiante, ediquelio che avvenne al car-
co disinteresse, detto perciò a ragione La- dinal de Vio, ed a Filopemene capitano
me della Chiesa da Clemente VII, alla greco per la sparutezza della presenza lo-
cui elezione non potè intervenire essen- ro :Se la bellezza corporale sia segno del -
do in Ungheria, e negli ultimi del suo la bontà de* costumi ? Ed il Sarnelli nel
pon liticato compì in Roma gloriosamen- t. 3 delle Lelt. eccL, ragiona: Se la bre-
te i suoi giorni nel 1 534 *^'' ^5 anni o &6^ compresa ne'dilelti
vità della statura sia
avendo predetto 1' ora di sua morte a' che inducono l'irregolarità?
propri famigliari, e lasciato le sue sostan- VIRGA RUBbA. r. Maestri OsTiAM
ze a'poveri che dichiarò eredi. Fu sepol- Vacabilisti, Verga, e il voi. XCVI , p.
to al manco lato del vestibolo della chie- 242 e 243.
sa di s. Maria sopra Minerva, ed a teno- VIRGILIO (s.), vescovod'Arles. Nac-
re di sua testamentaria disposizione, col que nell'Aquitania, sotto il regno di Clo-
solo nome scolpito sopra la lapide sepol- tario I, e tosto che fu in grado di dispor-
crale, a cui fu aggiunto un magnifico e- re di sé ritirossi nel monastero di Leri-
logio, che si legge fuori della chie>a pres- uo. Fatto sjiipcriore d'una casa di chic-
V I R V 1 R 65
rie! ad Aulntì io Borgogna, ne
religiosi consenl'i tuttavia alla sua consagrazione
sostenne santamente l'incaiico, e meritò nel yGG.Fece rifabbricare magnificamen-
d'essere elevalo alla sede vescovile di Ar- te la chiesa del monastero di s. Pietro di
les nel 588. li Papa s. Gregorio 1 Magno Salisburgo , del quale era stato abbate
nel5g5gli mandò il pallio, accompagna- per alcun tempo , e vi trasferì il corpo
to con una lettera nella ({uale encomia di s. Piuperto, fondatore della sua sede.
la sua carità e le virtù episcopali , e lo Battezzò Chelimaro e Vetuoo, che furo-
esorta a sbandire interamente la siino- no poscia duchi di Cariolia, e mandò in
nia, sopprimei'e le venalità delle dignità quel paese de'missionari,che sotto la con-
ecclesiastiche, allontanare dagli ordini sa- dotta del vescovo Modesto vi piantaro-
gri i novelli convertiti, e distruggere tulli no la fede. Regolale le cose della sua
gli abusi che sformavano la Chiesa galli- chiesa, che arricchii sontuosanjente, visilò
cana. Nello stesso incontro lo fece vicario la Carinlia, e penetrò fino alle frontiere
della s. Sede nel regno di Borgogna ed dove la Orava met-
degli unni, ovvero fin
Auslrasia, per la qual qualità poteva giu- te nel Danubio. Poco ten)po dopo il suo
dicare le cause maggiori in prima istan- ritorno, cadde ammalalo, ed apparecchia-
za, tener concilii,ed altro. Volle inoltre tosi con santo fervore al passo dell'eter-
il Papa che Agostino apostolo dell'In-
s. nità, mori il 27 novembre del 780, o se-
ghilterra ricevesse la sagra unzione da condo altri del 784. Nel dello giorno è
Virgilio, cui poi raccomandò i missionari segnata la sua festa.
colà spediti. Il santo vescovo passò dì VIRIDIANA (beata), dell'ordine di s.

questa vita verso l'anno 6i4> secondo Francesco. Passò la sua giovinezza con
Mabillou, o verso il 624^1 dire di Dail- grande innocenza, meritando la pubbli-
lel; ma pare che ambedue siansi ingan- ca stima colla perfezione delle sue virtù.
nati, mor-
e che la piti certa data della Dopo essere stata provala con dure pene
te del santo sia ilio ottobre 610^ come interne, s. Francesco d* Asisi la visilò, la
si può dedurre da due lettere del Papa consolò, e le diede l'abito del terz' ordi-
Bonifazio IV, l'una indirizzata a Floria- ne, ch'egli avea di recente ristabilito. La
no vescovo d* ^Vrles, l'altra al re Teodo- serva di Dio morì con santa allegrezza il

rico, riportate dal Buller. S. Virgilio fu I


°
febbraio 242, ed è onorata 1 il 1 3 del-
sepolto nella chiesa di s. Genesio, detta lo slesso mese.
ancora di s. Onorato o di Nostra Donna VIRILI Luca ANTowm, Cardinale. Ro-
delle Grazie, la quale è a qualche distan- mano e originario di Castel Nuovo di Sa-
za da Àries. Celebrasi la sua festa a Le- bina ^ approfonditosi nello studio della
rino a'5 di marzo, e a* io d'ottobre nel- giurisprudenza, di 21 anni neliSgo ne
la diocesi d' Arles. riportò la laurea. Appresa quindi nella pa-
VIRGILIO (s.), vescovo di Salisbur- tria la pratica della curia nello studio di
go. Nato in Irlanda, resosi rispettabile per Francesco Pegna decano degli uditori di
virtù e sapere, passò in Francia sotto il Rota, come Lelio suo padre si die' a pa-
regno di Pipino, il quale lo tenne in trocinare le cause, e col favore de'suoi
grande stima, né volle che si dipartisse prolettori e di detto prelato che ne esalta-
da lui finché non l'ebbe fallo porre sul- va il merito alle stelle, non checolla sua a-
la sede di Juvava, della poi Salisburgo bilità, presto si acquistò fama d'eccellente
(/'.). Atterrito dalla gravità de'suoi do- avvocato. Paolo V lo fece luogotenente ci-

veri, incaricò il vescovo Dobda, che avea vile dell'uditore della camera Spinola, e
condotto seco d' Irlanda, di fare le fun- Gregorio XV lo volle soprintendente al-
zioni episcopali per due anni, riservando la sua casa Ludovisi. Urbano Vili l'as-
per se ì\ ministero della predicazione. Ac- segnò per (uaggioidomu u macsiiudi cd-
VOL. CI. 5
66 V l R VIS
mera del nipote cardinal Fiaucesco Bar- si nominarono Fiscontesse. Non solo si

berini, e quindi lo promosse a segretario die* il titolp di visconte a'governatori di


de' memoriali, e poi successivamente a qualche caslello,ma anche a' jPo^é?stó(/^.),
presidente d' Urbino, vice prefetto della massime delle terre Estensi. La voce Fis~
segnatura, e uditore di Rota. Finalmente conte deriva dal Ialino FiceComitìs gC'
a* iq novembre 1629 lo creò cardinale rens. Questo titolo, molto stimato, fu da»
prete di s. Salvatore in Lauro, e protet- io prima al Luogotenente del Conte (F.)^
tore de'minimi, ascrivendolo alle princi- il quale incaricato in pari tempo del co-
pali congregazioni con tal plauso della mando degli eserciti e dell'amministra-
curia romana, che non vi fu chi non lo zione della giustizia, abbandonò quest'ul-
predicesse e riguardasse successore d'Ur- tima parte alle cure de* visconti, che di-
bano Vili. Ma passati pochi mesi nella ventarono come tanti Governatori {F,).
porpora, la sua salute cominciò poco a In Francia alcuni visconti erano nomi-
poco a declinare in modo, che dopo /[.o nati dal re, nelle città, come custodi del-
e pochi più mesi di caidiualato , videsi le contee , e altri vi erano collocati da*
ridotto alla tomba in Roma neh 634 ^^ Duchi o Conti della provincia. In appres-
65 anni, ed ebbe sepoltura nella chiesa so i duchi e i conti essendosi impossessa-
della ss. Trinila sul Monte Piocio, dove li de'loro governi, i visconti seguitarono
Del 2.° pilastro al destro lato di que\ tem- un esempio ch'era loro sì favorevole. Gli
pio, alle sue ceneri fu eretto un elegante uni dovettero l'infeudazione de'loro ufii-
avello col suo busto in marmo, con ouo- ci al re, gli altri la dovettero a' duchi e

revole iscrizione postavi dal fratello Pier a'conti. Molti visconti divennero signori
Cipriano , al riferire di Cardella nelle sovrani de'loro feudi. In Francia furono
Memorie storiche de' Cardinali. Speran- cospicui i visconti di Segur, di Abbusson,
dio, nella Sabina sacra, p. 142, lo dice diComboin, della Torre o Turrena, di
sepolto nella chiesa abbaziale di Farfa e Ventadour e altri ; poiché questo titolo
ne riporta la lapide; e Marocco ne Mo- con qualche feudo passava ne' loro figli
numenti dello siato pontificio afferma, e discendenti. Era inoltre a' visconti ed
che fu tumulato nella chiesa di Castel a' conti assegnalo il godimento d' alcuni
Nuovo. Su questo contrastato luogo del- poderi. Antico era il titolo di Fisconte
la sepoltura del cardinal Virili, per le in- in Italia, essendo adoperato da'più anti-
dagini che ne feci, si può vedere il voi. chi nostri scrittori. Corrado II itnperato-
LX, p. 68. re nelio38 nel creare logone vescovo di
VIRINO Giovanni, Cardinale. Fedi Modena conte della città ,
gli concesse
il voi. Ili, p. 23l. omnia, quae vocata sunt publica, fìsca-
VIRZBURGO. F, V^urtzburg. Ha Comitalia^ aut Fice-Coniitalia. Nel
VISCONTE oVICE-COiNTE, Vice 1 046 il visconte Alberto, Fassallo {F.)
Cowie^.Nome didignità egrado,che ha do- di Bonifacio duca e marchese di Tosca-
minio e giurisdizione sul Fiscontado o na e per lui governatore di Mantova,
Fiscontea Fisconteria, signoria di terre donò 200 astorri eioo cavalli all'impe-
feudali decorate di tale titolo, ed anche ca- ratore Enrico III disceso in Italia, che
stellaneriae podestaria, Fice-Coniitalìa; stupito a sì magnifico regalo esclamò:
dicendosi Comìtatus lutto il territorio,con Qui vir hahet serwos, quales Bonifncius ?
coman-
terre, ville e castella sottoposto al Anche in Italia passava in eredità il tito-
do ,governo e alla giurisdizione del
al lo di visconte, attaccato a qualche feudo.
conte, nome che derivò da' Comes loro In Piacenza fu sommamente ragguarde-
governatori. E come le loro mogli furo- vole la famiglia de' Visconti, donde derivò
no dette Contesse^ così quelle de' visconti Papa G7Tg^o//oA'(/^'.)deli 27 i.Era quel-
^

VIS V l S 67
la famiglia dirersa dall'altra insigne de* de'Viscontijderivaloda Bernabò, nell'uc"
signori di Milano; altri sono di opposto cisione di questi fuggì iu Asti e poi ìq
avviso. Dubbio è il Papa Gregorio XI Fiandra, ove Leopoldo I li fece hberi ba-
(T\), nipote del nominato. Alcuni preten- roni dell'impero romano germanico. Si
dono, cbe restò per cognome alla delta ponno vedere: Giorgio Merula, Antiqui-
polente e nobilissima famiglia Visconti. iati s flceconiiUiniy Mediola ni 629. Pao- 1

Osserva il Muratori, o sia che questi Vis- lo Giovio, Vite de XII Fisconli che si'

conti una volta fossero vicari e luogote- gnoreggiarano R]ilano^ tradotte^ da Lo"
nenti del conledi Milano, oppure gover- dovìco Dornenichij Milano iG^Sy con fi-
nassero con tale titolo qualche tratto di gure. Giuseppe Volpi , Dell' istoria de*
paese, di cui fosse conte l'arcivescovo di l'^isconti e delle cose d' Italia , Napoli
Milano, certo è che Landolfo fa menzio- 1787. Pietro Azario, Chronicon de gè*
ne d'un Eriprando Visconte, il Fiamma stis principimi Ficeconiituni ah anno

d'un Ottone Visconte, dal Merula e dal i25o ad xZjo: De Bello Canepiciano,
Giovio annoverati tra'Visconti milanesi. Omnia edita a Muralorio^ mine emen'
« Chi grandediventa oggi, facilmente tro- datiora^ et auctiora in lucem proferiin'
va chi il fa tale anche ne'precedenti seco- tur cuni notis. Addita Dissertai io de Vi-
li! *'Talestirpe Visconlea, che vanta pro- ce-Coniilum nomine ^ dignità le et munere,
cedere dalla stirpe Angela Flavia di Co- Mediolanii77 r. Nel Festarario di s. R.
stantino 1 il Grande^ secondo altri <\<i Il- Chiesa del Galletti^ è un documento spet-
debrando discendente dalla 9.* generazio- tante al territoriodiPiieti del 1 028, in cui è
ne di Desiderio re de'longobardi, che da sottoscritto: ^ Dodo Ficecotnes testis.ìa
Enrico IV nelio56 fu fatto i.° visconte Francia era conosciuto il titolo e il gra-
di Milano, che però prese il cognome di do di /^zVco^^e sino dair8i9, ma ^^ '""
Visconti pri«»cipescajnente cominciò a
,
ghilterra questa qualifica principiò ne!
signoreggiare Milaiw^V.) nel 1277 col i43o. Non è ben certo se col nome di
titolo di signori, poscia con quello di con- Ficari^ nominati nell'antiche leggi, s'ab-
ti, e finahnente con quello di duchi, l'ul- biano a intenderei vice-conti; pare non»
timo de'quali Filippo Maria Visconti du- dimeno che fosse così.Imperocché dan-
ca di Milano, neli43i adottò per figlio dosi in quasi tutti i uffizi un vi-
pubblici
Francesco Sforza (^.), dopo promessa- cario, di questi abbisognavano piti degli
gli in isposa Bianca sua figlia, e lo inne- aliri i conti governatori delle città, sicco-
stò nella famiglia Visconti, donandogli me personaggi, che o per malattia, o per-
Castellazzo, Bosco e altre terre nell'Ales- chè chiamati alla corte, non potevano
sandrino. Dopo quel tempo non solo as- sempre governo; laonde con-
assistere al
sunse Francesco l'arma Visconti, ma an- veniva che avessero uu luogotenente os-
che il cognome, usandolo sempre nelle sue sia vicario, chiamato ^evc\o Fice-Conics
soscrizioni: Francìscus Sforila P^iceco- ossia Fice-Contey nome che poi passò ia
mes. Un tale innesto restò vieppiù conso- quello di Fisconti, Aveano anche i Fc
lidato dopo seguito il matrimonio con scovi e Abbati^ possessori di signorie e
gli

Bianca, e l'usarono i discendenti conti di Regalie (F.), o governatori regi, i loro


Santa Fiora sino a Bosio II, il quale co- vicari o vice conti, perchè anch'essi crea-
minciò a tialasciare il cognome Viscon- ti conti secolari, ne' loro castelli signo-
ti, benché dagli Sforza si conservi anche rili città, e per metzo di essi vi ren- '

oggidì la memoria dell'unione di lor fa- devano ragione, con giurisdizione su tati
miglia a quella de' Visconti duchi di Mi- luoghi e loro territorìi. Trovasi menzio-
lano, portando due Liscie intorno alla lo- ne de'vice-conti fin da' tempi di s. Gre-
ro arme gentilizia. Si vuole che uu rainu gorio I del 5^0 , scrivendo ad Agnello
68 VIS VIS
Teseo vo di Terracino: Scripsimus aiitem donala dall'imperatore s. Enrico II adE-
et Mauri Ficecomiti^ utfralernitati ve- berardo vescovo di Como. Cosi il Mura-
strae in hac re debeai aclhibere solatia. tori, Dissertazioni sopra V amichila ila-

Carlo Magno nelle Leggi Longobardi- lianey Dissert. 8." De* Conti e Fice Conti
che ordinò che non si possano vendere gli de* secoli barbarici. Iodi nella Disserta-
schiavi, se non alla presenza del vescovo, zione 63.^ tratta : Degli Avvocati delle
vel Coniilis sint vendita^ a ut archidiaco- Chiese, e de* Fisdomini, i quali, come no-
niy etcentenarii.aut Ficedoininì^aut Vi- tai, furono dilFerenti da' Fisconli. Il d.*^

cejudiciSf vel Ficeconiitis. 11 Bai ozio la- Del Bue, DeW origine dell' Araldica, óo-
scia la voce Plcrcomilis , e legge Fice- po avere ragionato del titolo di Co«^e, che
domini aitt Jiidicis Comitis,nìa nel mss. in origine significava compagno de'duchi
Estense si legge veramente Ficecomilis. e governatori delle provincie, nelle quali
Non si devono confondere co' visconti il accompagnavanli, donde derivò il voca-
Fice Domino e il F isdomino (F.). Nel- bolo Coniitatus , per compagnia e cor-
la vita di s. Mauro abbatejmorto nel 584> teggio di gente inferiore al principe, e co-
attribuita al contemporaneo Fausto, leg- sì fecero i conti ne'viaggi degl'imperato-
gesi Praedictus deniqiie vir Florus
:
,
riromani da essi chiamati Coniiles et
,

quuni in omni regno Theodeberti regis amici, formando parte del loro consiglio
summani obtineret potestateni, ac Fice- privato, e perciò costituiti in dignità; pas-
Comitis in Andecavensi eo tempore fun- sa a trattare: Del titolo di Fisconte o Fi-
gerei pago. Se realoìente fu scritta da tal ce-Conte, e lo definisce. Quegli a cui un
monaco, la carica de* vice-conti sarebbe tempo il padrone della contea commet-
ben antica. Non è ben certo se piti d'un teva le proprie veci, e rappresentandone
vice-conte avessero una volta conti, cer- i la persona amministrava la giustizia. Di-

io è solamente che con questo nome s'in- ce che il Menestrier intendeva per vis-
tendeva il luogotenente del conte sì nella conte, in generale, colui che occupasse
città, che nel territorio. L'elezione del vi- illuogo d'un conte. Quasi Fice Comites
ce-conte apparteneva allo stesso conte, o Ficem-Coniitis gerens, titolo che cer-
come lo dimostra il Baluzio. Ed allorché tamente presso gli antichi romani era
erano assenti i conti, uffizio era de' vice- sconosciuto, ma che, secondo esso, non
conti r assistere nel Tribunale alle liti cominciò ad esser usitato che io Francia,
giudiziali óe' Piacili (F.) pubblici, mas- ove fece risalirne 1' istituzione fino alla
sime a tutela de'poveri, de'pupilli degli , I.' generazione di que're, cominciata nel

orfani e delle vedove: sembra che però 4i8 se deesi computare da Fararaondo,
da'vice conti non si decidessero se non le o nel 4^r se da Meroveo i.° della razza
cause lievi criminali. Varia poi fu la for- Merovingia. Siccome, verso la fine della
tuna de'vice-conti: coll'essere cessa ti i con- dettai.' stirpe de're franchi , i duchi e i

ti governatori delle città, cessarono anche conti s'erano impadroniti del loro gover-
i vice-conti, e particolarmente nell'Italia no, i visconti, a loro esempio, facevano
dove quell'uffizio era anticamente sì co- la medesima cosa, e se ne infeudarono
spicuo. Ma o sia che i conti rurali aves- gli uffizi, come quelli de'duchi e de'couli.

sero o destinassero de' loro luogotenenti Gli uni furono infeudali dal re, e gli altri

con titolo di vice-conti ; ovvero che gli da'conli, divenendo quelli poscia eredi-
antichi vice-conti possedessero qualche ca- tari. Per lo passato in Francia i visconti
stello o villa di lor patrimonio o feudo; erano que'signori, le cui terre fossero e-
certo è che in seguito il titolo di vice-conti relle in viscontee, ma presentementecon-
si La metà Fice-
converti in Fisconli. servasi lo slesso titolo senz'essere annes-
comilaius de Falle Tellina fu nel 1006 so a feudo. Non manca il Del Bue di par-
1

V 1 s VIS 69
lare degli uffizi e delle prerogative de'vis- naie della Boiacche seguendo il Ciacco-
conti, già discorse, ed alquanto del rife- nio Io confonde con Ugo o Ugone d' A-
rito dal Muratori. 11 Mastrillo chiama il /^^/z,altro cardinale di Pasquale li e dia-
Fìsconley nome d'ufficio, dicendo che i cono di s. Maria in Via Lata. Gelasio 1[
primogeniti de'conti godevano la slessa gli die' l'incarico di presiedere alla custo*
dignità, e in assenza de'geniloii nella con- dia della città di Benevento, come uomo
tea n'erano i luogotenenti. Il titolo di vis- sagace, senza rimuovere il rettore Stefa-
conte fu pure considerato come una di- no diacono che governava per desti- la

gnità minore di quella di conte, maggio- nazione di Pasquale11, continuandola ad

re tuttavia dell'altra di Barone (^.), es- amministrare insieme con Ugone, il qua-
sendo ereditaria, feudale e regale. 11 Pa- le però faceva lai.^ figura; e perciò egli
radisi osserva, che un tempo de'visconti solo intervenne al concilio di Benevento
Irovavansi un numero esorbitante in Lin- provinciale 3.° 10 marzo
, celebrato a'

guadoca e nel Poitou. Il principato di 1 19 dall'arcivescovo Landolfo. 11 car-


Bearn ebbe a signori visconti, e CentuUo
i dinale nella cronaca di Falcone si chia-
fu il ." investitone da Lodovicol neir82o:
I ma reggente di Benevento, e Stefano ret-
i successori furono bellicosi, e prestaro- tore. Essendo in que* tempi fra loro in
no sovente aiuto Navarra contro
a're di continua guerra Giordano conte d'Aria-
le incursioni de' saraceni. Pel matrimo- no e signore di altri luoghi , e Rainulfo
nio dell'ultima erede del contedi Foix, conte d'Avellino e di Caiazzo, principali
i due feudi vennero riuniti nel 1290, e fra'baroni normanni vicini a Benevento ;

seguendo i vari destini della Guienna, ri- e coltivando il cardinale l'amicizia del
masero in fine da Enrico IV incorporati conte Giordano, è senza dubbio d'attri-
alla monarchia. Quanto ^lia Lombardia, buirsi alla sua destrezza e prudenza, che
soggiunge il Del Bue, fatta osservazione la città non ne risentisse alcun male. Sic-
sullo stampalo Elenco de* Nobili di Lorn- come R.ainulfo era fomentato da Rober-
hardia^ cunferinati nell'antica nobiltà o to zio di Giordano, il cardinale interven-
creati di nuovo, non trovò riscontro del ne alla pacificazione di questi due ulti-
titolo di visconte, per cui convien crede- mi, e poscia per sua opera, col rettore e
re che in essa non abbia invalso l'uso del l'arcivescovo, pose in concordia due coa- i

detto titolo. Bensì ritiene, che i duchi di ti ancora. Fece costruire nella sua patria
Milano fossero dapprima Visconti. Circa una chiesa, che dedicò a Dio in onore
all'Inghilterra, alcuni sostengonoche il dis. Filippo apostolo, e dopo avere so-

titolo di visconte fu introdotto neh 439 stenuta con decoro la rettoria o meglio

ò'\ Enrico VI nel conferirlo a Giovanni reggenza della città di Benevento, nel
di Deauinont; ma già era stato concesso 1 120 Calisto 11 lo alleggerì di tal carico;
a Roberto Brent da Enrico 11 deli i54> e volendolo adoperare in piti gravi biso-
Continuò l'uso di questo titolo tra gl'in- gni e profittare dell' opera sua, nelT au-
glesi, come oggigiorno, costituendone es- tunno dell 121 lo condusse seco iu Pu-
so altro di nobiltà in quel regno. Anche glia a fine di persuadere Ruggero II con-
Id Scozia, la Spagna ed altri stati ebbe- te di Sicilia, a desistere dalle ostilità ne-

ro i loro visconti. gli stati del duca Guglielmo di lui nipo-


V SCONTI Ugo,
1 Cardinale. Da Pisa te, che partito per importanti affari alla

e cappellano pontificio, da Pasquale 11 volta di Costantinopoli, li avea lasciati

del 1099 fu creato cardinale prete de'ss. raccomandati alla protezione del Papa.
XII Apostoli. 11 Borgia, Memorie storia Durante tale legazione per grave infer-
che di Benevento, t. 3, p. 4^> 'o chiama mità fini i suoi giorni nel declinar del
Ugoue, e corregge Beraiuo, Od TriOu' 1 12 14 ed il suo nome Irovatiì registrato
yo V l S V I S
nella serie de'carcìioali elettori dì Gela- ne conobbero rabìlilà, e si prevalsero ef-
sio II, oltrecliè in Roma ratificò l'elezio- ficacemente e con vantaggio di lui, in-
ne avvenuta io Clugny. Fu
di Calisto II, viandolo sovente da Trento a Roma per
riputatissioio cardinale , ed in molti in- affari gravissimi dello slesso concilio.
contri die' belle riprove di senno e di Quindi in ricompensa de'suoi meriti e
valore. delle fatiche sostenute per la Chiesa uni-
VISCONTI Ugo d'Alatri, Cardina- versale. Pio IV a' 12 marzo 1 565 lo creò
le. F. Ugo d'Alatri. cardinale prete del titolo de'ss. Vito e Mo-
VlSCOiNTl Giovanni, Cardinale. Dì desto, e dopo 4 mesi amministratore del-
Piacenza e nipote di Gregorio X, fu da la sede di Monte Feltro, e non già di Fé*
questi nel concilio generale di Lione II e renlino come pretesero Ciacconio e Ar-
nel 12,75 creato cardinale vescovo di Sa- gelati. Di corta durata però fu il fruito
bina. Come porporato di gran dottrina, de'meritati onori, poiché dopo 8 mesi di
fu deputato per giudice insieme con due cardinalato, 1' inesorabile morte lo rapi

altri cardinali nel 1276, per la causa del- in Roma, con universale dispiacere, nello
la postulazione fatta dal capitolo di Mon- slesso 565 e
1 nella florida età di 4^ an-
reale nella persona di Giovanni vescovo ni. Fu sepolto nella chiesa titolare, e non
di I*otenza, in arcivescovo di quella me- altrove come errando scrissero Ughelli e
tropolitana. Lasciò di vivere in Roma nel Marchesi, dove al destro lato dell'altare

1277 o ne! 1278. maggiore gli tu eretto un semplice ma


VISCOiNTl Carlo, Cardinale. Del- elegante avello col suo busto espresso da
l'inclita e nobilissima famiglia Visconti mano maestra in candido marmo, e fre-
di Milano^ al quale articolo, nella bio- gialo di magnifico elogio postovi da Car-
grafia di Gregorio X
e altrove la cele- lo suo nipote. Le metnorie e i dispacci
brai (si può vedere il Domenichi Vite , del cardinale furono stampati in italia-

de* XII Fisconti di Milano , Venezia no e iu francese nel 17 19 ad Amsterdam.


1549), chiaro egualmente per dottrina Il citato Argelali riporta il catalogo di
che prudenza. Inviato dalla citta di Mila- sue opere; Crescimbeni fallò con dirlo
il

no, dov'era senatore, neli56o a Filippo morto nel 1 65o;e ne'monumenli Vatica-
II re di Spagna e duca di Milano in ni, nella serie de'cardinali di Pio IV , è
qualità di pubblico oratore, ottenne da dipinto uomo d'aspetto tetro e raelanco^
luiquanto desiderava la sua patria. Non nico, mostrandosi inadatto a gravi alfa*
debbo tacere che al riferito con l' auto- ri. Però le azioni illustri del porporato
rità delCiacconio, contraddicono l'Arge- smenliscono tal falsa opinione; l'invidia,
lati nella Biblioteca degli scrittori Mi- che al dire di Ciacconio lo perseguitava
lanesi^ ed poco critico Marchesi, Del
il da prelato, non mancò d'aflìlare la ma-
Protonotariaio^ìquaW atfermano cheCar- ledica sua lingua anche nel grado emi-
lo fu da Pio IV neli56o spedito nunzio nente di cardinale.
a Filippo II. Promosso nel i56i al ve- VISCONTI Alfonso, Cardinale. Del-
scovato di Venlimiglia, con tal carattere la prosapia antica e famosa di Milano, a-
intervenne al concilio generale di Tren- vendo con incredibile trasporto e paripro»
to, dove perorò innanzi all'augusto con- fitto applicato allo studio delle leggi in
sesso de'padri. Siccome però era prelato Pavia, dove ne riportò la laurea, se ne
di profondo giudizio e assai circospetto, andò a Roma, dove i suoi rari talenti gli

e nato a grandi imprese, cosìi non vi fu ottennero da'Papi splendidi carichi. Gre-
negozio arduo e spinoso di cui egli con gorio XIII lo spedì collettore apostolico
l'attivila de'suoi talenti non ne venisse a in Portogallo, e nel tempo slesso lo decoi

capo. I legali e padri del coneilio presto rò col carattere di vice legato presso il
V I s VIS 7t
cardinal Alberto d'Austria, che io quel restituendo completainente la quiete a
regno per la Spagna sosteneva la digni- quella provincia, dove con sensibile ram-
tà di viceré. Sisto V lo promosse a luo- marico della repubblica cristiana e del Pa-
gotenente deir uditore della camera, ca- pa finì di vivere in Macerata nel 1608
rica dimolta applicazione e fatica, e che d'anni 56, come rilevasi dal suo epitaffio.
da con tal valore, onde
lui fu esercitata Trasferito a Loreto, fu sepolto in quella
Gregorio XIV, di cui era congiunto di veneranda basilica con magnifico elogio,
sangue, lo destinò nunzio all'imperatore postovi dal nipote Onorato. Contribuì col
Rodolfo II a Vienna, e nel 1391 nominò suo suffragio alle elezioni di Leone XI e
vescovo di Cervia, iodi nunzio a Filippo Paolo V.
II re diSpagna, nunziatura che per la VISCONTI Vitaliano, Cardinale,
morte del Papa non ebbe elTetto. Il sagro Chiaro non meno per nobiltà di prosa-
collegio gli die' la prefettura del concla- pia milanese , che per la specchiata sua
ve e della Città Leonina, e l'eletto Inno- pietà e dottrina, appresa la giurispruden-
cenzo IX gli aflìdò ii governo di Roma- za nell'università di Bologna, fu nel 1 644
gna. Clemente Vili dopo essersi preval- aggregato nel collegio de'giureconsulti di
so di sua opera per estirpare gli assassini Milano. Abbracciato lo stato ecclesiastico,
e banditi dal territorio di Norcia, lo de- sitrasferì a Roma dove venne subito oc-
duca di Transilvania e Va-
stinò nunzio al cupato nel governo delle città e provio-
lacchia , molto giovò col consiglio e
cui cie pontificie, e singolarmente in quella
con l'opera nella guerra contro il turco. dell'Umbria. Quindi a nome di Alessan-
In tale occasione si condusse alla corte di dro VII recò le Fasce benedette (F.) al-
Polonia, dove a nome del Papa trattò col l'infante di Spagna, primogenito di Fi-
re Sigismondo III gravissimi affari spet lippo IV, nella quale occasione si guada-

tanti alla cattolica religione. Tornato in gnò talmente l'affetto di quel monarca^
Roma e reso ottimo conto di sua condot- che concepì vivo desiderio di averlo alla
ta, ebbe [' incombenza di accogliere col sua corte per nunzio ordinario. Nel suo
grado di nunzio apostolico a'confini del- ritorno a Roma nel 1660, il Papa lo no-

lo stato ecclesiastico, Margherita arcidu- minò uditore di Rota, e dopo aver accom-
chessa d'Austria destinala sposa di Filip- pagnato il di lui nipote cardinal Chigi le-

po III, e d'accompagnarla a Ferrara, ove gato a Intere alla corte di Parigi, in qua-
Clemente Vili solennemente ne beuedì lità di datario della legazione, fu spedi-
le nozze. Restituitosi il Papa in Roma, to nunzio apostolico a quella di Madrid
con universale applauso a'3 marzo 1599 per appagare Filippo IV, e vi rimase 6
lo creò cardinale prete di s. Gio. a Porta anni. Alessandro VII in premio di sua
Latina^ e l'annoverò quasi a tutte le con- carriera onorevole, a* 1 4 gennaio 1664 lo
gregazioni cardinalizie, colla protettoria creò cardinale prete, lo pubblicò a'7 mar-
neh 601 lo tra
de* minori conventuali, e zo 1667, e per titolo gli conferì la cliiesa
sferìda Cervia al vescovato di Spoleli. di Agnese fuori le mura. Se non che
s.

L'avea pure designato a levare al sngro rimosto mal provveduto di rendile eccle-
fonte in suo nome il Delfino di Francia siastiche dal Papa, invocata la protezio-
figlio d'Enrico IV, che non ebbe effet-
lo ne del re di Spagna, fu nominato al ric-
to per la morte del Papa. Paolo V appe- co arcivescovato di Monreale in Sicilia,
na eletto nel i6o5 lo spedì legato nella chiesa che appena potè governare 12 me-
Marca d'Ancona e nell'Umbria, sconvol- si, poiché ivi all'improvviso sorpreso dal-
te e infestate da immensa raolliludine di la morte, dovè colla porpora lasciarla nel
facinorosi, i quali colla sua prudenza e va- 1 671 , e fu tumulato nella metropolita-
lore prese e punì a norma delle leggi, na. Intervenne a'conclnvi di Clemente IX
72 VIS VI S
e Clemenle X, fa principe affabile, beni- tare della Madonna deirAlbero, col solo
gno e geoeioso, e dotato d'una certa mae- nome inciso sulla lapide sepolcrale. L'Ar-
stà nella persona, che sebbene sembrasse gelati nella Biblioteca degli scrittorimi-
superbia non lo era affatto, come rimarcò lanesi , somministra il catalogo delle
ci

Corraro nella sua relazione della corte opere composte dt\l cardinale. Il Battagli-
di Roma. ni, negli Annali^ fece di lui il seguente e-
VISCONTI FEDERico,Ctì[r£/mfl/e.Nac- logio. Tenne il governo di sua chiesa 12

que in Milano dalla nobilissima stirpe de' anni con somma lode e pari edificazione
precedenti cardinali, e quantunque seve- di quel numeroso popolo , pasciuto eoa
ro nell'aspetto e ruvido nel tratto, riuscì tulle le specie de'cibi ch'è tenuto sommi-
discreto e gentile. Compiuto con succes- nistrare al gregge il buon pastore; cioè ci-
so il corso degli studi nell' università di bo d'esempio , cibo di parola, e cibo di
I*avia, riportata la laurea didottore, ven- sngramenti: coU'eserapio innalzò al pro-
ne adottato nel i 644 "^' collegio deg'i av- spetto del clero una vita incontaminata
vocati di Milano, e dopo i anni ottenne da passione, e specialmente dall'amore
la dignità di primicerio di quella metro- chiamò po-
de'parenti,in luogo de'quali i

politana, foco dopo portatosi a Roma, fu veri alla partecipazione delle rendite di
dipoi da Innocenzo XI ammesso tra gli sua mensa; col cibo della parola sermo-
avvocati concistoriali; indi venne occupa- neggiando nel pergamo ogni domenica;
lo ne'governi di parecchie città de'domi- col cibo de'sagramenti fu indefesso noa
dìì temporali della s. Sede, ed in seguito solo in amministrarli, ma con preuìuro-
fatto uditore di Rota, e neh 68 r fu pre- se riforme del clero acciò fossero degna-

coni^zato arcivescovo di sua patria Mila- mente somministrati. Da qualche conte-


no. Trascorsi 5 mesi, lo stesso Innocen- sa in fuori, ch'ebbe colla nobiltà per il

zo XI neli.° settembre lo creò cardinale cerenroniale, godè tutto l'affetto del po-
prete del titolo di s. Alessio. Governò la polo, che pianse alla sua sepoltura.
sua chiesa con instancal)ile zelo, avendo VISCONTI Antonio Eugenio Anniba-
più volte visitato l'ampia arcidiocesi, e le, Cardinale. Nobilissimo e di antica e
celebrato il sinodo, nel quale stabili pru- illustre prosa,pia de'marchesi del suo no-
dentissime leggi pel bene del suo popolo me, nacque inMilano 3*28 dicembre 7 i3, i

e del clero, ne scrisse gli atti e pubblicò 1 suoi genitori posero tutta la cura per

colle stampe. Procurò altresì di ripristi- educarlo alla pietà, alla virtù e alle scien-

nare nel seminario maggiore di Milano ze, ed egli colle doti di cui l'avea fornito
le cattedre di filosofia e teologia, istituite natura, vi corrispose con lode, e meritò
dal predecessore cardinal Federico Bor- d'essere annoverato nelT ordine Geroso-
romeo e poi restate soppresse, conferen- lioiitano. Avendo risoluto di dedicarsi al-
dole ad uomini dottissimi, per addestra- lo stato ecclesiastico, e di servire la s. Se»
re in quelle facoltà i giovani destinati al de, si recò in Roma, ove compi i corri-
chiericato. Quindi rivolse le sue cure al spondenti studi sotto la direzione dello zio
materiale de'sagri templi, e tra gli altri mg.' Gio. Battista Visconti, che dal 1735
Ja metropolitana fu da lui ridotta a son- era uditore di Rota, incominciando la sua
tuosa magnificenza, e ne sperimentò so- carriera prelatizia nel pontificato di Be-
pratìutli la sua munificenza. Avendo due nedetto XIV. Questo Papa lo ammise
volte fatto il viaggio di Roma per con- nellaromana prelatura, neli745 '^ ^^^^
dursi a'conclavi d'Alessandro VII! e In- ponente del buon governo, nel 748 po- i

nocenzo XII, intraprese nel 1698 in Mi- nente di consulta, e nel 17 54 segretario
lano quello per l'elei uità, d'anni 76J e fu della congregazione dell'indulgenze e sa-
sepolto in quella inetropolilaoa avanti l'al- gre reliquie , come ricavo dalle Notizie
VI s VIS 73
(li Roma. Inlanlo eletto Papa neliySS del GonciHo, de'riti, dell' indulgenze e s.

Clemente Xlll, vieppiùsi avanzò ne<:;li o- reliquie, e della disciplina regoliire, non
iiori e nelle cariclie,iri)perocchè quel Papa che protettore della chiesa earciconfra-
aininirando la sua saggia condoUa e l'e- temila de'ss. Ambrogio e Carlo della na-
lice altitudine agli alfari dell'ecclesiasti- zione milanese, tutto riportandosi dalle
ca diplomazia, nel concistoro de'28 gen- Notizie di Roma. Si legge ne' Diari di
naio i 760 lo preconizzò arcivescovo d'E- Roma del 1788 ne'n.ii374, 1376^378
feso, quindi nominò nunzio apostolico del le seguenti particolarità sulla morte di
regno di l^olonia, come si legge in dette questo rispettabile porporato. Per le sue
Nolizìc. Apprendo dal n. 665 del Dia- 1 abituali indisposizioni, accompagnate tal-
rio dì /?owirtdeli76o, clieClemeuleXlI! volta in leggiere febbri che ne estenuava-
a*I
7 febbraio nel palazzo apostolico Qui- no le forze, il male degenerò in un cro-
rinale gli compartì l'episcopale consagra- nicismo e in etesia senile con progressivo
zione, con altri prelati pure destinati nun- aumento di febbre, non senza grave pe-
zi, e a'20 di tal mese l'ammise tra gli ar- ricolo. Ad intercedere da Dio la sanità a
ci vp^^covi assistenti al soglio ponlinoio. sìdegno cardinale, furono fatte preci eoa
Meritandosi la soddisfazione non meno l'esposizionedelss. Sagramento nella col-
del Papa, che del re Augusto III e del- legiata di s. Marco sua parrocchia, nel-
ia nazione polacca, dopo avere assistito la chiesa titolare, in quella di s. Carlo,
all'elezione dell'ultimo re nazionale Sta- ed io quella della Madonna de' Monti,
nislao Pouiatowski, Clemente XIII lo alla quale professava particolare divozio-
promosse alla nunziatura di Vienna, va- ne. Aggravandosi il male, invocò l'apo-
cata a'26 settembrei766 per l'elevazio- stolica benedizione in arliculo morlis,
ne alla porpora del nunzio VitalianoBor- ricevè i ss. Sagramenli con edificazione,
romeo, di cui in tanti luoghi celebrai le e nella notte de*3 marzo 1788 rese l'ani-
magnanime azioni, come a Seminario ma al creatore in Roma d'anni 74 e più
Romano. Pertanto si recò a rappresen- di due mesi. Il suo corpo colla solita pom-
tare la s. Sede presso l'imperatore Giu- pa funebre fu portato nella chiesa di s.
seppe II, e per le novità religiose che que- Carlo al Corso, ove gli si celebrarono l'e-
stimacchinava di portare alla discipli- sequie secondo il disposto dal Papa a ,

na ecclesiastica, fu d'uopo al prelato d'u- tale elFelto superbamente apparala a lut-


saregrande prudenza. Disimpegnatosi con to con bel disegno. Nella cappella papa-
savio xiccorgimento, Clemente XIV nel leche vi fu tenuta, celebrò la solenne
concistoro de' 17 giugno 1771 ne premiò messa il cardinal Pallottacaraerlengadel
i meriti creandolo cardinale dell'ordine sagro collegio. Terminate le sagre cere-
de'preti, esiccome lo riservò in petto, poi monie, il cadavere fu racchiuso nelle so-
Io pubblicò in quello de* ig aprile 773. i lite casse d'albuccio,di cipresso e di piom-
Gli rimise la berretta cardinalizia pel suo bo, e colle stanghe del palazzo apostolico
cameriere segretosoprannumerario mg.' nella sera fu trasferito in s. Croce iu Ge-
Maico Serbelloni milanese, che drchiarò rusalemme suo evenne sepolto nel
titolo,
ablegato apostolico, Tornato in Roma, per luogo dal cardinale destinato mentre era
morte del Papa entrò in conclave senza vivente, nel mezzo della chiesa poco di-
essere ornato del titolo cardinalizio, che stante dal suo ingresso. L'onorevole la-
nel 1775 gli conferì l'eletto Pio VI, il qua- pide gliela posero gli eredi, decorata dello
le gli assegnò Croce in Ge-
la chiesa di s. stemma gentilizio e col cappello cardina-
rusalemme. Indi loannoverò alle congre- lizio di marmi colorati , non che della
gazioni cardinalizie di propaganda //V/c, croce gerosolimitana. Per capriccio artì-
di cui poi lo fece prefello duirecouomia j stico sullo slumuia da uti lato vi sono
74 VIS V I S
due croci astate ciascuna con due sbar- VISEU (n^en.). Città con residenza
re,e dall'altro un pastorale, il che vidi vescovile del Portogallo, nella provincia
non senza sorpresa. L'iscrizione lo cele- dell'alta Beira, di cui e della sua comar-
bra piosinodagl'incunnaboli, fornito d'in- caècapoIuogOjdistanteiy leghe daCoim-
gegno e letterato. Con testamentaria di- bra e 56 da Lisbona. Giace con irrego-
sposizione, oltre l'aver lasciata erede di lari costruzioni sopra un terreno eleva-
tulle le sue sostanze la di lui famiglia, to o monticello, fertile e coperto di olivi
dispose de'seguenti legati, cbe prima si e di altri alberi fruttiferi, in amena e sa-
pubblicavano da' Diari di Roma, e servi- lubre situazione , sita nohilibus referia
rà a prendere un'idea de' testamenti de' eslaediflcala^ atqiie ah odo ci rei ter mi L-
cardinali del secolo passato, generosi e an- libiis inhabitatur incolis^ come leggo nel-
che in grado di poterlo fare. Al titolo una l'ultima proposizioue concistoriale. Cin-
pianeta rossa ricamata d'oro, co'relativi ta di buone mura, gli edifìzi sono assai be-
paramenti ; alla chiesa di s. Carlo due ne fabbricati ; è sede del governatore, e
piviali e pianeta bianchi ricamali d'oro dell'altre autorità della provincia. La
con tutti finimenti, e tutti gli arredi di
i cattedrale posta sulla parte più eminente
sua cappella domestica; al monastero del- della città, è antica e magnifica, sormon-
le domenicane della ss. Annunziata, una tata da due torri di costruzione romana,
pianeta paonazza ricamata d'oro co'suoi una delle quali serve di campanile. Si
finimenti; al cardinal Herzan, un Croce- gloria d'essere intitolata alla B. Vergine
fisso d'avorio; al cardinal Corsini, un ser- Assunta in Cielo, e di venerare diverse
vizio di porcellana da cioccolata e caffè, ss. Reliquieha il battisterio colla cura
:

altro al principe Corsini, altro alla du- parrocchiale, amministrata da due par-
chessa di Bracciano; al cardinal Zelada, rochi. Il capitolo, anticamente regolare,
due quadri ; a d. Livio Odescalchi duca sex recensebat anteactìs annis dignità-
di Bracciano e suo esecutore testamenta- teSf plures canonicos ac ministrosj i^ero
rio, la propria croce di smeraldi e anello ab temporum vicìssitudines valde ininii-
simile; a mg.' Paolo Luigi Silva, la croce niitumtribas in praescntiarum conflatur
di Malta in brillanti, di cui era decora- dignitatibus^ quarum post Pontijicalem
to, una berlina e un paio di finimenti; prima Decanatus, aliisqne canonicis et
a mg.' Berretta vescovo di Lodi, il pa- presbyteris divitio addictis servitio. Si
storale d'argento dorato; a mg." Erba O- componeva 1' antico di 7 dignità, di 33
descalchi suo cugino, un camice nobile e canonici, dii i prebendati e di altri eccle-
un rocchetto; al marchese Visconti suo siastici. L'episcopio, antico e convenien-
nipote, due tomi di stampe in rame, fran- te edifizio, è alquanto distante dalla cat-
che di porto; al marchese d. Alfonso Vis- tedrale, poiché è nella suburbana villa di
conti altro nipote, una scatola d'oro con Fontelli. Le altre chiese parrocchiali so-
ismalto rosso; al marchese d. Francesco no 5, parte in città e parte fuori, ne man-
Visconti altro nipote, altro tomo di stam- cano altri sagri templi. In Viseu vi è un
pe pur franche ; al confessore due colte monastero di monache, il seminario , le
di cioccolata; all'avv. Trenca suo uditore confraternite del 3.° ordine di s. France-
e altro esecutore testamentario, un anel- sco e di s. Maria del Carmine, l'ospedale
lo con rubini contornato di brillanti; fi- della Misericordia, e altri benefici istitu-
nalmente dispose legati per altri suoi fa- ti, oltre quelli d'istruzione, fra' quali il

luigliarì. collegio. Erano distinte in passato due


VISDOMINL F. Vice-Domino. Pe' badie, in oggi soppresse, cioè di s. Cristo-
visdomini della repubblica di Venezia,ve- vano d'Alafoens, dell'ordine cislerciense,
diil vobXCII, p. 69, i35e 680. e quella delle benedelliue di Ferreira de
V I s VIS 75
Aves. Grandi e belle sono le piazze ed ì seguenti. Nel 1741 Giulio Francesco de
passeggi , e in una ili quelle si liene nel Oliveira di Lisbona, della congregazione
settembre una fiera che passa per la piìi dell'oratorio. Nel 17 70 Francesco Mendo
considerabile del Porlogallo, ricca di mer- Trigozo, di Macaens diocesi di Lisbona.
ci e di bestiame. I fiumi Mondegoe Ven- Nel 1
779 Giuseppe Antonio Barbosa Soa-
ga, a'due lati gli scorrono vicini. Le più res, di Lordel diocesi di Braga. Nel 1783
selvose campagne aggiacenli nutricano da Lodovico del Marignano vi fu tra-
s.

mandrie di maialile somministranomol- slalo Giuseppe del Bambino Gesù car-


fr.

le castagne. La comarca comprende cir- melitano scalzo , di Minai da Jacobina


ca 55,000 abitanti.
1 ' P'iseu o Prisco o — diocesi di s. Salvatore nel Brasile. Nel
Fizeii, riseiuiiy risensis Urhs^ fu occu- 1791 Francesco Montiero Pereira di A-
pato da'mori saraceni. Ma dipoi guerreg- zevedo di Rezende diocesi di Laraego.
,

giati con ostinato valore da Ferdinando Pio VII nel 1820 elesse Francesco Ales-
1 il Grande re di Casliglia e di Leon, lo- sandro Lobo di Beja, gran teologo e pro-
ro la tolse per la 5.* volta e liberò per fondo canonista, eminenlenell'umanelet-
sempre a'25 luglio 1057. La sede vesco- tere, il i.° dotto del paese alla sua epoca.
vile fu istituita al più tardi nel VI seco- Gregorio XVI nel concistoro de'
19 gen-
lo, sulTraganea della metropoli di Braga, naio 1846 preconizzò mg/ Giuseppe
e lo è tuttora, vantando quella chiesa a Gioacchino de Moura, di Alfandega da
fondatore s. Giacomo Maggiore Aposto- Fé nelTarcidiocesi di Braga, licenziato in
lo , che vi lasciò in essa per vescovo s. jus canonico, giudice de'matrimoni di E-
Pietro de Rates, e perciò i portoghesi la vora e di quella metropolitana decano
credono più antica di tutte le Spagne, ed dignità, e poi vicario capitolare, dotto
ebbe diritti primazinli nella provincia
i e prudente; indi dal Papa Pio IX a' 16
di Lugo al tempo de'vescovi svevi. Il più giugno 1 856 trasferito a Braga, di cui è
antico vescovo che si conosca è Remisol, arcivescovo. In sua vece a' 18 settembre
che sottoscrisse al 2.° concilio provin- di dettoanno vi Iraslalò da Braganza e
ciale di Braga neli." maggio 563 contro Miranda mg. Giuseppe Emanuele de Le-
"^

gli eretici priscillanisti; ed il vescovo Si- mos, di Treviscoso arcidiocesi di Braga,


noia intervenne al 3.° concilio di Tole- dottore in s. teologia, nella qual facoltà
do, verso 58g. Dopo 3 secoli dacché
il fu professore e vice-rettore dell' univer-
sussisteva il vescovato, Viseu fu crudel- sità di Coimbra, vicario generale del ve-
mente occupata da'mori maomettani, scovo e decano della cattedrale; già per
quindi restò soppressa la sede vescovile. la sua probità e scienza nel i854 fatto

Liberata la città dagl'infedeli, venne ri^ vescovo di Braganza e Miranda. Quindi


stabilita.Tra* suoi vescovi più illustri e lo stesso IX a*27 settembre 858 lo
Pio 1

rinomali ricorderò. Lodovico portoghe- trasferì aCoimbra che governa. E nel


se, che intervenuto al conciliabolo di Ba- concistoro de'i5 aprile 1859 dalla sede
silea, die* il vofo nel 14^9 per l'elezione di Beja, che dal 1849 >'eggeva, trasportò
dell'antipapa Felice V di Savoia, che nel a questa Todierno pastore mg."^ Giuseppa
1444 ^^ ^''^^ anticardinale: parlai di lui Saverio Carveira e Sonia, di Mogofóres
nel voi. IV, p. 167. Nel i523 il cardinal diocesi di Coimbra. Già dottore in s. teo-
Alfonso di Portogallo (F.). Nel i539 o logia, parroco ottimo, professore nelTuni-
i54i il cardinal Michele de Silva {l\). Tersità di Coimbra, per la sua gravità
Indi ne fu amministratore il celebre car- dottrina, prudenza e altre virtù, Grego-
dinal Alessandro Farnese (/^.) , nipote rio XVI
a'22 gennaio 1844 l'o^ea pro-
di Paolo Ili, essendo ricco vescovato. Le mulgato vescovo di Funchal, donde poi
annuali Notizie di Roma registrano i nel concistoro di Portici de'28 settembre
76 VIS VIS
1849 era passalo airalira diocesi. Ogni costrinse a ripassare in Asia. E i Getich'e-
nuovo vescovo è tassalo iie'libii della ca- ransi misti agli Scili di alleanze, di costu-
mera a postolica io 600 fiorini, per ascen-
1 mi, di vesti e spesso anche del nome, sta-
dere le rendite della mensa a scudi 3, 000 bilironsi anch'essi nel IV secolo avanti
rontani a qiiihnsdam juribus ac posses- Cristo al di là quando Ales-
del Danubio,
sionihits obvenientia. La diocesi è molto sandro il Grande venne a domar la Tra-
vasta, contiene molli luoghi, è divisa in cia, per cui l'abbandonarono rifugiandosi
i5 arciprelure, ha 2i3 parrocchie, eoa nelle solitudini de'raonti, ma poi disfece-
circa 190,000 anime. ro Zopirione suo capitano. Morto il con-
VISIGOTI, iSieo-Go/Zi/c/. Popolo ve- quistatore , toccò la Tracia a Lisimaco,
nulo dalla Scandinavia, oraiVb/vegw(/^.) che Toile vendicar quell'onta, ma fi;uicoQ
e Svezia (/ .), formante parte della na- darsi per vinto; tuttavolta il re Dromi-
zione de' 6rOf/(/'.), nominavasida prima chite strinse amicizia con lui. Dopo quel
J^Vestcrgoloo Goto-Occidcnlalc, dal che principe, la gloria de'Geti si eclissò per
per corruzione fu chiamato Visigoto^ per quasi due secoli, soggiacendo a' Bastami,
abitare originariamente la Svezia dai la* finché il re Berebisto seppe riaccendere
to delia Danimarca. Le antiche poesie e la loro antica virtù e reseci Geli una del-
le tradizioni, soli elementi di storia d'o- le più possenti e civili nazioni del mondo
gni popolo rozzo, sono lungi dalToffrire barbarico. Questi infatti sono i medesimi
chiarezza nel ricercare le origini delle na- Geli che indi circa a 3 secoli, secondo il

zioni settentrionali o barbare, che preci- celelire Troya, il più profondo e felice in-

puamente nel V secolo invasero l'Euro- vestigatore dell' origini barbariche nel-
pa, secondo Jornandes, De rebus Gelicis. la sua Storia d' Italia f con lieve infles-

Tra queste primamente i Goti, sia che sione di nome chiamaronsi più sovente
fossei'o gli slessi che dagli antichi chiama- Goiiy da cui uscirono nel V secolo di no-
ronsiGeti, o que'che i Romani conosceva- stra era i famosi regnatori à' Italia j àeX'
no col nome di Quadi, oppure che fosse- UGallia xnQ{'\à'\o\\di\Qei\é\i\Spagna[F,),
ro degli Sciti,Tarlari, Sarmali, popoli del- Parte della nazione getica erano i Daci O
la ScizìayTarlarla ^ Lituania Livonia ^ Davi o Dai, posti tra il Pruth e ii Danu-
(^.), vengono essi dalla più parte degli bio, parlando il medesimo linguaggio tra-
storici supposti popoli originari dellaScan- ce, e avendo medesimi costumi e la stes-
i

dinavia,cieduta isolalo que'tempi, e chia- sa religione. Era questa 1* antichissimo


mala la Madre de popoli, per la quantità cullo insegnalo loro dal trace Zimolxijdi
di que'che l'abitavano; donde o perchè cui precipuo domma era l'immortalità
accresciuti di numero, o per desiderio di dell'anima destinata a godere in eterno
emigrare, mossero su alquante navi verso premio dei loro valore. Per-
giorrji beati,

il paese A^' Vandali (^'.), la Pomerania ciò Geli denommavansi ^V Immortali, e


i

e ilMecklemburg, ambo regioni riparla* spregiando (a morte anelavano di ricon-


le la .' descrivendo la Svezia e la Prus-
r giungersi con Zunoixi. Parte della na-
XCVIII, p. 68, ed ove
sia, la 2." nel voi. zione ricevette da Deceneo il nome di
stabilirono dimora novella. Quanto a'Ge* Chiomati j nome che fu in grande onore
li, oriundi di Tracia (F.)e abitanti fra il pressoi Dacogeli, celebrato nelle loro can-
Danubio, l'Emo e l'Eussino, acquislaro- zoni e illustralo dalle gesta de'guerrieri.
noraaggior fama e potenza. Gli Sciti ar- Egli scrisse inoltre un corpo di leggi, det-
rivarono fino alle sponde del Danubio, te Btllaginiy insigne per sapienza, e da
quando Indatirso loro scolola o re, vinto cui trassero poscia ii loro principio le leg-
l'immenso esercito di Dario, stancandolo gi da' Flsigoli e degli Ostrogoti in Ispa-
per gl'iolermiuati deserti della Scizia, lu gua e in Italia (1 Goti stabiUli di là del
V IS VIS 77
Danubio, furono chiamali Ostrogoti os- il terrore de* vìnti suppone nati dal com-
sia Goti Orientali f per distinguerli da mercio delle jy^eg/te cù'Denìonii, abbau-
quelli ch'erano passati nell* Occidente e donando le triste e squallide rupi poste
nella Pannonia. L' antica Pannonia ora in mezzo tra il Caucaso, la Palude Meo-
corrisponde alla bassa /lustria, alla bas- tide e il mar Caspio, ove solo nel mon-
sa Ungheria^ alla Schiavonia. L'Ostro- do eransi credute, vennero a discoprire
gozia, antica provincia della Svezia ^ è la che oltre propri confini stavano pure e
i

Gozia-Orientale o Oesler-Goelland, pre- terre ed uomini. Sì che desiatosi in esse


fettura di Linkoeping. La Gozia Occiden- il desiderio d'occupar nuovi siti, e alcun
tale o Westrogozia o Wester-Goetlandè vantaggio recare alla loro esistenza , il

altro antico paese della i^tez/rt, prefettu- breve Bosforo Cimmerio , o stretto di
ra di Skaraborg. I Goti si fanno discende- Coffa o Teodosia, valicarono, e si preci-
re da'Geti, e dagli abitanti della Gozia o pitarono ferocemente sui Goti. Atterriti
Gothia o Goetland, contrada meridiona- costoro dall'impeto inopinatodi tanto ne-
le della Svezia j in antico divisa in 9 pro- mico, chiesero e ottennero dall'imperatore
vincie , fra le quali le dette due Gozie). Valente del 364> oltre Cibales nella Pan-
Altri scrìvono, sull'origine de*Goti. Dice nonia, in asilo la Dacia e la Mesia sulla
Grozio Prolegomeni in hist. golic. , la
, diritta sponda del Danubio; ebbero pure
bonarietà de'costuoii assai semplici etneo facollà libera di provvedere al loro vive-
aspri degli altri popoli boreali, e la ospi- re ne'mercali imperiali, onde colà traslo-
tai cortesia sagra e inviolabile tra loro, carono in numero di 200,000 le loro fa-
il nome gli meritarono di Gotif poiché mìglie, cui indi a poco tennei o dietro in-
Goten o Gulen significa buono nel lo- lernìinabili stuoli. Ma sedi gravissimo er-
ro idioma. Tale nome modificarono ri- rore fu notato Valente in dare ricovero
spettivamente alle regioni occupate, onde ad ospiti così pericolosi, maggiore fu cer-
airOrieole Ostrogoti^ all'Occidente Fé- tamente quello di trasandare necessari i

strogoli o risigoti 81 appellarono; e gl'i- mezzi per la loro sussistenza. 1 Goti j)rivi

taliani quest'ultimi precipuamente chia- de'vasti pascoli dellaMoldavia e dell' U-


marono ^/V/g'o//. Reggeva gli Ostrogoti e crania, obbligati a comprare ad altissimo
sopra ogni altra famiglia era ragguarde- prezzo luttcciò di cui abbisognavano, an-
vole, la nobilestirpedegli AmalijOssia de' gariatida avanie, e messi nell'alternati-
Divini, a cui apparteneva Teodorico, che va di morire nell'inedia, o vedersi schia-
a sua voho signoreggiò l' Italia. Erano vi per un meschino alimento, s'ammuli-

d'altronde i Veslrogoli oVisigoti domina- narono nel 25o, e cominciarono le loro


ti dalla famiglia de' Baiti , ovvero degli terribili incursioni, cioè secondo alcuni,
Arditi, dinastia meno illustre degli Ama- propriamente gli Osliogotio iGoti orien>
li ; e da questa discendeva Alarico, che tali, Romani che tardi tentarono di con-
i

nell'impero pel i." die' il sacco a Roma, tenerli furonodebellati; e Valente mede-
sorpresa a tradimento. Scorsi erano mol- simo, dopo averli "vinti nel 869, dipoi in
ti secoli, e quest'incognite genti, talvolta uno scontro ch'ebbe con essi, perì vittima
in guerra colle legioni della romana re- dell'imprudenza commessa a' 9 agosto
pubblica, poscia con quelle de'Cesari, se 378, nelle fiamme co'suoi udiziali, nella
non vittoriose, indomabili, posavan sicu- casa ove ferito erasi ritirato. 1 Visigoti e-
re avendo a schermo gli orrori del silo e ziandio, che congiuntamente agli Ostro-
del climo; quando foltissime masse d' un goti erano stati per qualche ten»po alleati
popolo selvaggio, molto più sconosciuto de'Romani,poco paghi d'una paceche per
dianzi, a cui dettero nomi di Unni (f\),
i niun conto era loro vantaggiosa, passa-
Alani, Avaii, liunyure Ul?yngur, e the rono il Dunubioe fecero grandi guuslisul*
78 VIS V I S
le terre dell'impero. Teodosio I il Gran- bona (F.)^ capitale della provincia delta
de gli sgominò compiutamente, egli re- lai.'' JNarbonese, e che insia d'allora ot-
spinse al di là della Tracia nel Syg. Ma tenne il nome di Seititnlana, perchè com-

alla perfino eglino si credettero tanto pos- prendeva 7 città o distretti. Evarico o
senti, a cagione de' popoli che rannoda* Enrico segnalò il suo regno con vaste con •
ronsi con essi, e si formidabili pel nume- quiste nelle Gallie e nella Spagna^ che
ro loro, che senz'ostacolo penetrarono soggiogò nella maggior parte. L'annalista
insino neir Italia nel ^oZ. Essi erano i Baronio riporta all' anno 47 3 la discesa
"Visigoti o Goti-occidentali, di religione A' degli Ostrogoti in Italia sotto il duce Vin -

rianay in origine partiti dal mezzodì dei- demiro, essendosi dall'altra parte rivolto
la Norvegia e Svezia, e guidati dal re A- il loro re Teodomiro a predare l'Orien-
larico I. L' imperatore Onorio per libe- te (Teodorico
che gli successe nel 47^;>
I

rarsi da sì immenso stuolo di nemici, lo- nel493divenneredegliOstrogoli in Italia


ro cedette una parte delle Gallie e della e della regione, ove i re successori regna-
Spagna. Alarico a'24 agosto 409 s'im- rono fino 553). Ma appena Vindemi-
al

padronì di Roma e la depredò, con istra- ro entrò in Italia morì, lasciando suo suc-
ge. Morto nel 4' i> Ataulfo suo cognato cessore il figlio chiamato pure Vindemi-
che gli successe, cominciò il regno de'Vi- ro, che fu dall'imperatore Glicerio man-
sigoli nell' Aquilania e nella Gullia Nar- dato a forza di ricchissimi doni nelle Gal-
bonese. Ataulfo passò nella Spagna (altri lie, le quali erano afflitte da diversi bar-
fanno cominciare regno de* Visigoti di
il bari, cheslavanoloro d'intorno, ed unissi
Spagna nel 869 da Atanarico, a cui nel a' Visigoti da'quali originava. Evarico nel
382 successe Alarico I), ove fu ucciso nel 484 ebbe a successore il proprio figlio
4i5 a Barcellona da uno de' suoi schia- Alarico II, che nel 507 fu ucciso da Clo-
vi;mentre che Armenerico, guidando gli doveo I re de'franchi. Quella morte po-
Svevi, dopo aver desolate molte provin- se fino al regnò che avea sus-
di Tolosa,
ole della Gallia si stabilì nel Portogallo sistito pel corso d'89 anni, dopo che Val-
e nella Galizia. Nondimeno Sigerico che lia avea eretto quella città in capitale de'
avea forzato Visigoti ad eleggerlo a lo-
i suoi dominii. Si può vedere Nicola Bac-
ro re, non regnò che 7 giorni e in suo , cello, Historiae Septimianae , ^omae
luogo fu dello Vallia o Wallia, cognato 1724. Per tal modo la Francia fu libe-
di Ataulfo. Questo principe avendo fallo rata dal flagello de' Visigoti, che si man-
guerra nella Spagna per Onorio, l'impe- tennero per pili lungo tempo nella Spa-
ratore gli abbandonò tutta V Aquilania gna (/^.) dove dominarono sino all'inva*
da Tolosa (/^.) insino airOceano,equel- sione araba de'mori l'ultimo re fu Vit- :

la città divenne in tal modo la capitale terico, morto nel 6 1 o, successore di Liu-
del suo piccolo regno. Egli distrusse la ba II. Prima del regno del predecessore
nazione degli Alani nel 4 18. Vallia non di questi PiecaredoI, suo fratello s. Ef'

avendo lasciato che un figlio, nel 4^0 i menegildo (^.), per aver abiurato l'aria-
Visigoti diedero lo scettro a Teodorico l, nesimo e abbraccialo il cattolicismo, nel
che perdette la vita nella battaglia di 585 586 era stato fatto martirizzare
Chalons, guadagnata da Ezio sugli Unni dal comune padre Leovigildo, che l'avea
nel 45» I. Torismondo suo primogenito e associato al regno. Recaredo I volle tosto
suo successore, fu ucciso nel 4^2 da suo imitarlo^ si fece cattolico e trasse tutta U
fratello Teodorico H, che perdette a vi- genie visigota alla Fede, e con tanto s.

cenda la vita nel 4^^ P^i' ternani di E- fervore che non permise militasse verun
\arico, suo altro fratello. Teodorico 11 a- eretico nel suo reame. Fu nel concilio di
"vea aggiunto a'suoi stali la città di Nar' Toledo del 589 che i Visigoti riprovali i
V I s VIS 79
loro errori, si riuoirono alla Chiesa cat- la metropolitana di Toledo una cappel-
tolica. Si chiederà perchè gli Spagauoli la nella quale si celebrasse il rito, la mes-
ch'eransi validaroeùle difesi contro i Re- sa e l'uHlziaturà mozzarabica, e ne fece
mani si soggettarono al giogo de'barba- stampare il messale neliSoo e il brevia-
ri d'Occidente, e a'devaslalori dell'Orien- rio nel i5o2; e siccome ne furono impres«
te? Egli è che la Spagna era composta di se poche copie, vennero ristampati in Ro-

cittadini, allorché fu assalita dagli eser- ma nel 1755 per cura del p. LelHée ge-
citi roraani , ma sotto il giogo de' suoi suita, con note e ampia prefazione. Que-
conquistatori, essa non fu più popolata sto dotto editore dice in essa, che la li-
che da schiavi, maltrattati da'padroni ef- turgia mozzarabica fu stabilita in Ispa-
feni minati. coraggio erasi dileguato col-
Il gna , fino dal tempo degli Apostoli, da
la libertà, e i popoli del settentrione, più que'medesimi che vi portarono il Vange-
forti e più agguerriti, ne fecero un facile lo; per cui i fratelli s. Leandro e s. Isi-
conquisto. Erano restali nella Spagna al- doro vescovi di Siviglia, non ne sono gli

cuni principi visigoti, che forse erano ri- autori, come altri scrissero, ma la rese-
caduti neir eoipia ariana eresia, ma di ro soltanto più corretta e vi aggiunsero
nuovo 1081 in-
convertiti alla fede, nel qualche nuovo ufTizio.Il p. LeBrun, che
viarono un'ambasceria a Papa s. Grego- scrisse egli pure la Storia del rito Moz-
rio VII, il quale si rallegrò della conver- zarahico, nel t. 3, p. 272, osserva, che nel
sione de'Visigotr, li ricevè nel grembo di messale del cardinal Ximenes quel rito
s. Chiesa, e die'agli ambasciatori diversi non è assolutamente tale, com'era nel se-
importanti ammaestramenti. Dopo la con- colo VII , ma che a riempirne vuoti, i

quista della Spagna fatta dagli Arabi, i quel gran cardinale vi aggiunse alcune
Visigoti e gli altri cattolici conservarono rubriche e molte preghiere tolte dal mes-
la loro religione e il suo esercizio, sia nel- sale di Toledo, il quale non era puro ro-
le montagne della Castiglia e di Leon, mano, ma in alcune cose conforme al mes-
dove molti si rifugiarono, sia in alcune sale Gallicano. Distingue quell'addizioni
città, dove ottennero essi per capitolazio- dal vero Mozzarabo e paragona questo
ne il privilegio del libero esercizio del col Gallicano nella loro Liturgia. Il p.
y

cattolicismo. E siccome abbracciarono Lefflée, che fece il medesimo confronto,


questa molti arabi maomettani, i cristia- pensa che il i.° sia più antico: il p. Mabil-
ni si dissero Mozzarahiy MiizarahioMo- lon che pubblicò la liturgia Gallicana, so*
starali y cioè inisLi cogli Arabi j quindi stiene il contrario, e sembra che il p. Le
il che continuarono a seguire fu det-
rito Brun sia dello stesso avviso. Riparlai del-
to Mozzarahico (^.), con alcune parti- l' argomento ne' voi. LXXVI, p. 247,
colarità, introdotte dagli Spaguuoli,dopo LXXXII, p. 290, 3o4 e seg. Scrisse Jor-
le conversioni de' Visigoti dairaiianesiuio nandes,De Getarum^sive Golhor uni ori-
e de'mori dal maomettismo. Ma s. Gre- gine et rebus gestis. Isidori Chronicon
gorio VII l'abolì circa ilt074i e persua- Gothoruin. Procopii, fragmenta depri-
se gli Spagnuoli e il re Alfon>o VI di ser- scis sedibus^et migrationibusGothorum,
virsi nuovamente della Liturgia e Uffì- accessitJornandes de regnoruntcttcni'
zio romano; indi Urbano II nel 1090 lo poruni successione, et de literis, et Un*
tolse alTatto da per tutto, tranne in 5 glia Gotìioruni, cuui notis f^ulcanii,
parrocchie di Toledo e nella coppella , Lugduni RHtavorum 1607.
del chiostro della cattedrale di Salaman- VISION li Twa/zi. Maniera diversa
,

ca. Per togliere però dall'oblio il rilomoz- colla quale il Signore si manifestò a Pa-
^arabico , nella primaziale della Spa- triarchi, a' Profeti, a' Santi, ed agli altri

gna, dipoi il cuidiuul Xiniciics fondò ucl- Servi di Dio (A',), sia chele visioni fus*
8o VIS V \S
SCIO puramente inlelleltuali, sia che si questo divino fanciullo; gli fece parimen-
facessero in qualche maniera sensibile. te comandare che lo trasportasse in E-
Visione, prendesi per le Profezie scritte, gilto colla sua madre, per sottrarlo dalla
come vedesi in principio e nel testo de* crudeltà di Erode, e poi ritornare nella
libri de'profeti. Visione dicesi dell' istru- Giudea. Non si conosce se quando s. Pao-
zioni contenute ne'cap. 3o e 3i de'Pro- lo fu rapito nel 3.° cielo, abbia appreso
verbi. Visione significa talvolta un'appa- de' futuri avvenimenti. Neil' Apocalisse,
renza, cioè che pare a* sensi. Visione di- Dio fece conoscere a s. Giovarmi aposto-
cesi anche delle vane profezie de'visiona- lo ed evangelista delle verità occulte, e del-
ri: e Fisionario è quello che si figura le le rivoluzioni che in progresso doveano
cose, e le crede come se le avesse avute succedere. Iddio a mezzo degli Oracoli
io visione. In alcuni passi delta s. Scrit- (F.) parlò a Mosè, al sommo sacerdote,
tura, visione vuol significare gli spettri a' profeti e ad altri. Gli oracoli de' falsi
ed i fantasmi che spaventano di cotte. Vi- numi, Dio permise per punire pagani i

sione beatifica è l'azione con cui Beati i cheli consultavano. Si ha di Antonio Ve-
(F.) vedono Dio in Paradiso {F.). Del- neri, De Oracnlis et Divinalionihus aa-
la questione, se le anime del Purgatorio liquortini, Venetiis 1624. H p- Ruinart
(F.)y entrate nel cielo, godessero prima negli Atti sinceri de*primi martiri della
del giorno finale la vista chiara di Dio, Chiesa cattolica oltre il riportare un bel
j

parlai in queU* articolo. Visione è pure numero di visioni e rivelazioni miracolo-


Y Apparizione (F.) che Dio manda tal- se, osserva che non se ne può giudicare
volta a*suoi profeti ed a'santi, sia in so- con altri principii se non con quelli del-
gno,sia realoaente. Ragionando della Sw la fede; e ch'è richiesta somma umiltà e
perstizione {F.)^ dissi pure de'sogni, no- prudenza evangelica per non essere in-
tando che i sogni misteriosi vanno distin- gannato. Dice pertanto essere certissimo,
ti dalle y^y[7^tìrr/zzowf, dalle Fisioni, e dal- che le vie di Dio non sono le vie degli
le Rivelazioni (F.). Ne'Iibri santi e pres- uomini, e eh' è somma e sacrilega teme-
so gli scrittori ecclesiastici la visione pro- rità ed empietà il dire, questa o quell'al-
fetica significa una rivelazione che viene tra cosa è indegna dello Spirito Santo, co-
da Dio,in cui ne la fantasia, ne alcuna cau- me scrisse il Basnagio; e questo per 1' u*
sa naturale ha potuto avere parte, o che nica ragione, perchè a me nou piace. La
un uomo l'abbia ricevuta in sogno, o al- s. Scrittura, la Tradizione ^ il giudizio
trimenti. Perciò è chiamata visione la co- del romano Pontefice e delia Chiesa cat-
gnizione che Dio dava a'suoi profeti de- tolica furono le regole del giudicare ve-
gli avvenimenti futuri, perchè Dio avea race delle cose divine; e le visioni, le ri-

loro fatto vedere l'avvenire, e molli po- velazioni , maniera di Miracoli,


e ogni
sero questo titolo alle loro profezie. Ma ove non si mostri che in qualche modo
ogni visione non è profetica. Dio soven- si oppongano alla Scrittura, oalla Tradi-

te rivelò a'suoi santi delle cose passate o zione, o alle definizioni de' Papi, e alla
presenti, di cui non erano istruiti, ed al- dottrina comunemente ricevuta dalla
cune verità, che naturalmente non pole- Chiesa cattolica, nou ponno censurarsi
Tano conoscere, e loro comandò delle a- come cose indegne dello spirito del Si-
zioni che da sé stessi non avrebbero fatto. gnore, e del braccio onnipotente dell'Al-
Così Dio fece rivelare da un Angelo a s. tissimo, perchè non piacciono agi' irreli-
Giuseppe, mentre dormiva, la purità di giosi censori. Chi vuole con orgogliosa
Maria, il concepimento di Gesli in essa presunzione investigare i giudizi di Dio,
per opera dello Spirito Santo, la prossi- resterà oppresso e inabissato dalla loro
ma redenzione del mondo da operarsi da infiuita maestà; esiccome è necessario nei^
VIS V I S
1* nomo Io spirito umano per giudicare zione e ogni colloquio con esso lui. Di*
dell'opere dell' uomo, coìì'i il solo iìpirito cevano e dimostravano, che non sola-
(ilDio può giudicare dell'opere divioe. mente non si erano verificate le predizio-
Eusebio uella sua storia oflVe l* eslrallo ni profetiche fatte da'raontanisli; ma che
d'alcuui dottissimi scrittoti cattolici del di più era dipoi sopravvenuto tutto il con-
11 e Hi secolo, che itnpug»jai'ono gli e- trario di quello eh* essi aveauo prenuu-
relici ilIoritanisLi (^F.), e le loro pareslasi ziato.Di che svergognali e disperati Mon-
e diaboliche «isioui. Niuuo mai di loro tano e Massimilla ,
primari inventori di
uon tenue il metodo del protestante Ba- quella setta, s'erano impiccali per la go-
snagio, né disse: queste visioni sono da la, e s'erano morti da sé stessi, terminan-
ine riputate indegne dello Spirito San- do di vivere come Giuda. Altri visio-
to, senza più. Mostrarono in primo luo- nari eretici li riprovai ne' loro articoli.
go essere contrario alla s. Scrittura, alla INotò il Luchini traduttore e commenta-
dottrina e a' giudizi solenni della Chiesa tore del Ruinart, il Signore anche nelle
quel dementamento e quella pazzia fu- vere visioni , e nellai contemplazione in-
riosa, che i montanisti riconoscevano uè* fusa, la«cia che l'anima pensi e operi eoa
loro profeti: che contrarissime alla Scrit- quelle debolezze e imperfezioni che sono
tura e alla Tradizione, e a'giudizi della proprie dello stato e della miseria delPuo-
Chiesa erano le doti rine predicate da que- mo viatore. Nella via presente dobbiamo
sti fèujalici impostori: e che contrarissimi camminare al lume della fede. Le rive-
alla fede, alla ragione e alla pubblica lazioni e le profezie veramente di vineuou
tranquillità erano gli effetti delle visioni tolgono, ma perfezionano la fede. Gl'in-
fanatiche di costoro, operati e nelle loro creduli deridona tulle le rivelazioni, e so-
persone e in quelli che credevano alle no empi; non pochi cristiani stimano le

loro dottrine. A prova di ciò entravano rivelazioni e le profezie del Signore, ma


a fare uu ritratto de'principali inipostori non per quelle ragioni che si deve, e
de'montaoisli, che tutti vivevano una vi* con questo pascolano d'ordinario la loro
ta sommamente infcime, e dediti alle era* vanità , e ne restano spessissimo confusi
pule, alle ubbriachezze, alle disonestà, al- da Dio. Le rivelazioni della s. Scritturi
l'avarizia la più sacrilega, all' iniinicizie sono da credere di fede divina, ed é in-
le più dannose , in una parola a tutti i credulo ed empio chi le discrede. Quelle
vizi. Riferivano, che alcuni de'principali ri velazioni,chesono approvate dallaChie-

predicatori de'moutanisli pe' loro delitti sa, come sono quelle de'primi 3 secoli a
eranostati da'pubblici governatori impri- noi rimaste ne'monumenti sinceri di que*
gionati e morti; che per far cosa grata tempi, si vogliono e pregiare e riverire,
a'genlili,anche senza essere richiestti, a- e si ponno e scrivere e leggere con sicu-
veano negalo e bestemmialo Gesù Cri- rezza di buon effetto; e lo stesso è delle
sto; che non pertanto essendo slati mor- rivelazioni e visioni approvate dalla Chie-
ti come pubblici e dannosissimi malfatto- sa ne'santi canonizzati; delle rivelazioni
ri, erano da' montanisti predicati e ono- delle persone viventi ne dovrebbouo par-
rati come martiri. Dicevano, che tutti i lare que'soli , che sono ministri deputati
tuonlanisti s'erano ribellati alla necessa- da Dio per mezzo di chi ha egli messo al
ria edovuta soggezione a'ioro vescovile governo della su^t Chiesa, a provare que-
che perciò erano dovunque esecrati da sti spiriti, se siano dal Signore. Qiesta è

tutti i cattolici; e che, se ((ualche marti- una materia, che pasce la vana curiosità
re di Gesù Cristo s' incontrava a dover di non pochi oziosi , i quali con questo
stare nelle prigioni con qualche monta- fomentano uu'occultasuperbia, e s*espou-
uista, fuggiva ogni qualunque comunica- gouo a gran pericolo d'illusioni gruvi&À*
\0L. CI. 6
S2 VIS VIS
i«e, e l'esperienza mostra, che anco l'es- sìonì ciònon pertanto, almeno le due ul«
sere stati cento volte smentiti dal fatto lime specie, ponno avvenire sì nella ve-
con evidenza, non basta a ravvedere que- gliacome nel sonno. Se nella veglia, si
sti vani curiosi, quali di più per giusto
i chiamano contemplazioni, rivelazioni, vi-
giudizio del Signore si vedono pur trop- sionipropriamente dette; e succedono sem-
po tanto più ostinati nel loro inganno vo- pre con astrazioni da' sensi esteriori ia
lontario , quanto più ogni dì il fatto gli persone, per lo più, in luoghi e tempi di
smentisce della loro imprudenza e ceci' quiete e di solitudine, ove gli esterni so-

tà. 11 dotto preposto Antonio Riccardi, no meno occupati, e i sensi interni più
Storia de' santuari più celebri di Maria disposti nel raccoglimento o nell'orazione
ss. sparsi nel mondo cristiano nel ra- , mente,
alle elevazioni, all'estasi, a'ralti di
gionamento preliminare premelteio ca- che introducono alle visioni. Se occorro-
pitoli, fra'quali: Nozioni teologiche sulle no mentre si dorme, essendo anco questo
apparizioni e le visioni: Scienza e filo' un tempo di quiete, e di vacanza da ogni
sofia de miracoli: Storia delle appari- altro operare, e però atto alle visioni in-
zioni e de miracoli : Critica polemica teriori , allora si chiamano sogni miste-
sulla storia delle apparizioni e de* mi- riosi, de'quali si hanno molti esempi nel-
racoli: F^ani pretesti contro le appari- le divine Scritture e nelle storie sagre.
zioni e miracoli: Consolazioni ed af-
i E' proibito di credere a' sogni, ma col-
fetti più salutevoli delle apparizioni e l'eccezione:cenando non siano mandali
de'santuari. Ricaverò poche parole dal dall'Altissimo per visitarti; perchè di-
r.° de' nominali capi. La visione e l'ap- fatti Dio rivelò più volte nel sonno. Ri-
parizione si distingue T una dall'altra, velazioni piene di misteri divini furono
sebbene Tuna partecipi qualche volta del- fatte nel sonno ad Adamo, ad Abramo,
l'altra, e nel comune linguaggio si con- a Giacobbe, a'R.e Magi, a s. Paolo ec. Tan-
fonda spesso l'una coH'altra. Lai.' ossia to nel sogno, quanto nella visione l'anima
la visione è una rappresentazione inter- è trattenuta dalle rappresentazioni, come
na: la 2/ o
l'apparizione è una oianife- se fossero non immagini e similitu-
solo
stazione esterna. La i." ora è puramente dini delle cose, ma le cose medesime. La
intellettuale , e rivela alla mente di chi 2.^ o l'apparizione propriamente detta

ia contempla più alti misteri^ senza fi-


i succede sempre nella veglia , e si comu-
gure che li rappresentino. Sebbene an- nica a'sensi esteriori di quello che il cielo
che questa sia sempre accompagnata da sceglie a questi favori ; e consiste gene-
qualche rappresentazione immaginaria, ralmente nel presentarsi una persona e
poiché in questa vita senza fantasmi s'in- una figura, nel risuonare una voce, nel
tende, può tuttavia di sua natura esser- balenare uno splendore, nel comparire
nesenza. Ora è puramente immaginaria, un se^no o un fallo inusitato meraviglio-
cioè colorita d'immaginazioni e di figure so, che mostra il concorso o la presenza
che qualche cosa significano di misterio- d'uno spirito. Lungi di avvenire, come
so, ma che non s'intende,
non si ricor- se la visione, nell' astrazione de' sensi, una
ra ad un interprete superiormente ispi- stessa apparizione ha bisogno della testi-

rato, o se non si attenda da' successi lo monianza di più sensi; e per giudicare se
schiarimento. Ora è immaginaria e al ha visto realmente, si attende an-
l'occhio
tempo stesso intellettuale, cioè presenta che l'udito e il tatto, come per esser certi
all'immaginazione i simboli, e manifesta di aver udito si consulta egualmente il
all'intelielto la verità, i misteri, gli av- tatto e la vista. Distinte così le visioni e
Tenimenti che in quelli sono indicati : e l'apparizioni, viene l'idea di sapere ^ da
questa è la specie più comune, Queste vi- chi e iu che modo poi sieno operale, Ec-
V I s VIS 83
celluala la visione puramente inlellellua' nato alla cognizione dell'uomo, perchè il

le,che non può essere contiafTalta, le al- modo resta invisibile e riservalo alla sa-
tre potrebbero esser cagionale talvolta pienza di Dio. Ma l'incredulo spesso vuol
ancor dal demonio con «iodi e forze pre- sapere ciò che non può né importa cono-
ternaturali, odairillusionede*sensi inter- scere, e ricusa di ammettere ciò che noa
ni ed esterni per disposizioni a qualità na- potrebbe ragionevolmente negare. Così la
turali; ma qui non parliamo che di quel- curiosità de'modi non è che un pretesto
le che sono da Dio, riservandoci a dare all'incredulità de'fatli. L'utilità di queste
più avanti segni che le distinguono dal-
i manifestazioni è un segno più principale
le illusioni diaboliche o naturali. Però per distinguere le vere comparizioni e vi-
trattando piò specialmentedeirapparizio- sioni che vengono da Dio, dall'apparenti
nijche sono l'oggello principale della sto- e insidiose, che ponno muovere dall'illu-
ria del Riccardi, supposta sempre appa- sioni del proprio spirito, o da quelle del-
rizione divina, si vuol tuttavia domanda- l'angelo delle tenebre il Demonio: men-
re se Dio stesso, se Gesù Ma-
Cristo, se tre le prime sono sempre per cose utili e
ria, se un Angelo, in somma chi compa- pie;le seconde al contrario ponno comin-
risca personalmente , e in che modo si ciare con una certa apparenza di bene,
manifesti a' nostri sensi. Di tutto rende ma finiscono presto nella vanità e nel-
ragione. Qui a me precìpuamente impor- l'errore. Però si vogliono senza più riget-
ta dire delle visioni; tuttavia poi ne farò tare e condannare tra le illusioni, o colle
alcun isfuggevble cenno. Dio si comuni- più empie imposture, quelle visioni o ap-
ca agli uomini con visioni, rivelazioni e parizioni che non tendessero ad ispirare
apparizioni di varie maniere, ma tutte l'amor di Dio e della virlù, a conferma-
incomprensibili, né ha voluto spiegarle re le verità della fede, a promuovere le
appunto perchè fossero meravigliose. La buone pratiche e il vero spirito della pie-
s. Scrittura non ci descrive come Dio fa- tà e della religione cattolica. Avvertendo
cesoie udir la sua voce ad Adamo nel pa- inoltre che l' angelo stesso delle tenebre
radiso terrestre, come per l' uso deli* E- Satana si copre talvolta proponendo al-
phod (V.) facesse sapere a Davide se- i cun bene per impedirne un maggiore, in-
greti dell* avvenire, così al sommo sacer- vitando ad un'opera buona. Come suc-
dote a mezzo dell' £/"/vV;i e Thuniiniin(f^ .). cedono le apparizioni? Lungi dalle cele-
Gli angeli or si presentavano visibilmen- sti visioni, certe più strane e meno mo-
te a'patriarchi e a'profeti; ora senza ap- deste perturbazioni, lungi le convulsioni
parire formavano ne'Ioro animi le visio- e gli atteggiamenti alfeltati e ridicoli , i

ni e le rivelazioni che si volevano mani- discorsi esaltati o imprudenti le noie e ,

festare. Così riferisce il profeta Zaccaria le allegrezze smodate; non sono questi i
le verità che gli erano insegnate dall'An- segni ordinriri del santo Spirito. I simboli
gelo, il quale parlava non fuor di lui, ma stessi e le figure, sotto le quali si manife-
Chi potrà discoprire come
in lui stesso. slauo, sebbene l'opere di Dio non ponno
siformassero que'segni misteriosi di cui essere in questa parte assoggettate trop-
Dio si è tante volte servito per far co- po rigorosamente al pensare degli uomi-
noscere i suoi voleri ? S. Paolo è traspor- ni, in generale tuttavia devono compari-
tato al 3.° cielo; egli vede ed ascolla cose redegne della santità e nobiltà de'celesti;
mirabili; ma non sa pur egli il modo di però la forma dell'apparizioni degli an-
questa operazione meravigliosa. Che pre- geli èsempre 1* umana; dove quella de'
tesa dunque abbiamo noi di saperne di demonii é molteplice e varia; umana so-
più? Non sarà mai lecito di rigettare il vente anche sotto sembianze d' angeli e
fatto che si manifesta sensibile e avvici- santi, di Gesù e di Maria, ma spesso aa*
84 V I s V I S
che di animali e di deformi figure. Uq medesima. Quanto alle rivelazioni di s,

modo poi che dislingue tulle l'apparizio- Caterina di Bologna, non furono scritte
ni è quello d'un primo senso d'allegrez- da lei, ma da persone che le slesero die-
za, che passa ben presto alla tristezza nel- tro tali relazioni , delle quali si può so-

le false, e di un religioso sbigottimento, spettare; essendo anche troppo facile il

cui tosto succede la calma e la gioia, nelle cadere in gravi sbagli in simili specie d'o-
•veie; imperocché quelle che vengono da pere. Di s. Brigida di iS*i'cz/(2, riparlai uè'
Dio sulleprime conturbano, e spesso an- voi. LX, p. 3i I e seg., LXXl, p. i4o e
che spaventano, ma si rischiarano tosto e seg. La Civillà Cattolica^ serie 2.^,1.3,
consolano restituendo la tranquillità e la p. g4, sulle visioni, dà ragguaglio del li-
fìtlucia dello spirito; le altre al contrario, bro Delle cose dii'ine e specialmente
: ,

che vengono dall'angelo cattivo, produ- degli ultimi tempi del mondo. Ammoni-
cono una prima impressione lusinghiera, menti dì Giovanna Le Royer\ poscia suo-
ma portano presto al turbamento e alla ra della Nativitài Rovigoi852. Il libro
confusione, giacché non avvengono che prova il risorgimento dello spirito catto-
per confondere e ingannare. Questi segni lico, di cui era informata la religiosa che
più generali, sono indispensabili anche al in esso parla. Verità del racconto desun-
discernimento di tutti gli altri miracoli, ta, non da documenti autentici ma dalla
cioè la qualità e il sentimento delle per* critica, potendo fornire un pascolo piace*

soue col di cui mezzo viene operato il prò* vole a quell'anime divole, le quali senza
digio, il motivo e il successo per cui vie* credere articoli di fede tutte le privale
ne operato, il modo onde viene operato. rivelazioni, sanno rispettare nella bontà
Il dotto annotatore dell'ab. Butler, J^ile divina il diritto ch'ella ha di comunicar-
de* Santii in quella dis. Caterinasev^mQ si agli uomini anche a'iempi nostri, e non

badessa delle Clarisse di Bologna, fa av- gettano subito dispettosamente un libro,


vertenze sulle visioni e rivelazioni, e da perché favella dun misticismo superiore
quali segni conoscono quelle che ven-
si alla natura. Tutte le materie si riducono
gono da Dio. Dice pertanto che fu pub- a contempla£Ìoni sulla Divinità, o ad an-
blicato un libro delle rivelazioni della nunzi di que'castighi, de'quali sentiamo
santa a Bologn?< nel i5i i, ma in genera- icolpi, oa'vaticiaii de'giorni estremi. Sul-
le, egli crede doversi diffidare di tutte le la visione ideale, la Civiltà Cattolica va-
storie di visioni e rivelazioni, le quali non gionò nel citalo voi. a p. 353: L' Auto-
siano state esaminate secondo le regole crazia dell' Ente. ÌSozxonì sul misticismo,
stabilite per lo discernimento degli spiri- sulmesmerismo, sul magnetismo, sul son-
ti; poiché senza di ciò si corre facilmente nambulismo le ho riferite qua
,
e là in
rischio di cadere in ftmtasticherie, come più luoghi. L'annalista Rinaldi offre uu
dice Benedetto XIV, De Canoniz, San.' bel numero di avvenute apparizioni e vi-
ctor.i t. 3, e. 5i, p. 7 i5. Di piìi ancora sioni.
vuoisi andar cauti in prestar fede a que- VISIR. F. Turchia.
ste visioni e rivelazioni , se sono scritte VISITA, Fisitaiio. L'alto del visita-
non da chi le ha avute, ma da altri. De- re, l'andare a vedere altrui per ufficio di

\esi eziandio esaminare , se quelli che carità o d'affezione o d'osservanza, /^i-


l'ebbero, furono costantemente in fama sitare, Fisere, Il Morcelli latinizza il vo-
di profonda umiltà, di consumata spe- cabolo Fisitare, colle parole Adeo, Lu~
rienza e di perfetto discernimento degli stro, Lustrandus^ Fiso, Plsendi^Fisen-
spiriti.Tutlequesle condizioni, dice Bene- dus. E l'andare a visitare, Convenio, In-
detto XiV, si trovano nelle visioni e nel- visOf Invise/iSf Invisendus. La parola vi-

le rivelazioni di s. Teresa, scritte da lei sita preudesi aucora per la s. Congrega-


V I s VIS 85
«ione dell» Fisitfi apostollcn{F.) in Ro- Templi^ delle QuarantorCy del 8. Sepol*
Oìa;per quella che depula il Papa a mez- ero nella Settimana Santa, de Santuari
zo d'un Fisiialore /4pò sto lico (^.), per col Piaggio iW siìQv'iPellegrinaggi^óe Li'
un vescovato, per una chiesa, peiiinhio- mina Apostoloruni, della Scala Santa,
go pio; per la Fistia Pastorale (F.) del delle principali Sette Chiese di Roma, di
vescovo o altro ordinario nella sua dio- quelle nell*y^/2/20^^z/i;o assegnate pelG/*M-
cesi; per la visita óeW arcidiacono nel bileOf ed altre visite per lucrare le ss. //z-

suo arcidiaconato, per la visita del Par- dulgenze. Sono visite di amicizia e di os-
roco nella sua parrocchia, e simili. Nella sequio quelle del giorno anniversario del
s. Scrittura in molti luoghi prendesi il Natale o del Nome ^ e per le solennità
vocabolo visita in significato di visila- della s. Pasqua e specialmente del s. Na»
rCf ora di misericordia, e ora per deno- tale del Signore. Quest'ultime l'odierna
tare il tempo della vendetta del Signore, società in buona parte ha voluto commu-
che esercita o minaccia d'esercitare con- tarle con visite del primo dì deWAnno^

tro i peccatori. Altresì il visitare prende- secondo il praticato da'gentili, ovvero di-
si in parecchi luoghi della s. Scrittura, per spensandosi da sé stessi in modo curioso,
le meraviglie che Dio opera per segnala- per qtìi non dir di peggio, avendo già de-
re la sua misericordia verso gli uomini; plorato il pressoché abbandonato e più
nel senso di fare ri vista d'un esercito, d'un lodevole costum»i ne* voi. LXIX, p. 261,
gregge ec. ; significando pure il fare e il LXX, p. 95. Del qual costume parlai an-
1

restituire le visite di civiltà, d'amicizia, cora ne'vol. XLll, p. 100, LX, p. 3oo e
di dovere. Delle molte specie di visite vir- 3oi. Le visite per lettere degli antichi
tuose di condoglianza, di pietà, di ami- cristiani , si appellavano lettere festive,
cizia, di ossequio o per altri motivi, ra- colle quali l'un l'altro pregavasi da Dio
gionai in vari orlicolj: qui non ricorderò prosperevoli le Feste ^ e molte trovansi
che gli appartenenti ad alcune visite, ri- in Teodorelo, scritte in diverse sagre fe-
levandoli in corsivo equivalenti a citazio- ste. Anche i prelati le scrivevano tra loro
ni. Sono opere di misericordia il visitare nelle feste solenni, e chiamavansi lettere
gli Ospcdalij ^\\ Oiy;/zi benefici (Inno- sagre. Fa a proposito il riprodurre un
cenzo XII magnanimo benefattore e con- elegante e morale articolo del eh. mg.'
fondatore (\q\V Ospizio apostolico di .Ro- Vincenzo Anivitti, pubblicato negl'inizi
ma, nel suo decenne pontificato lo visitò dell 855 neWJlbum di Ronia^ t. 2(, p.
sessanlaquattro volte, come si trae dal n. 3o2 : V Etichetta Buone Feste, e il
y le

287 delDiario di Roma del 8o3); Po- 1 i Buon Capo d' Anno. Le buone e belle
veri, ei colpiti da disgrazie; gl'infermi, maniere, onde gli uomini si avvicendano
a* quali il Medico è tenuto di ordinare certi atti di rispetto e certe significazioni
la Confessione e gli altri Sagranienti, e di amore, con assai sapienza furono det-
il parroco di confortarli e vegliare per te da'nostri maggiori ef/Wie//^ (costuman-
somministrarglieli, massime il ss. Fiali- za precisa; stile esattissimo e minuto: de-
ioj in tempo di Fjutto'x parenti òedrfiin- finizione dell* ab. Alberti nel Grande
tiy o per unirsi ad e>si onde accompagnar- Dizionario italiano-francese. L*etimolo-
li alla Sepoltura; \e Pr/^'fo/i/, alle quali già del Bazzarini, Ortografia enciclopc'
accedono con visite provvide anche l'au- dica universale, suona: Quasi diminuti-
torità governative, diche riparlai nel voi. va di etica y dal greco cthoT-^ costume, la
XCIX,p. 120 eiy tornando a celebrare
I, scienza de* costumi, altrimenti filosofia
il benetnerenlissicno ricegerciite di Ro- morale. Costumanza precisa o formalità
ma mg.' Scanarolo. Sono opere di reli- delle Cortij e per estensione dicesi anche
giosa pietà e divozione, le visite Ue'sagri delle Cerenéonicivo^^o precisecUesi pra-
y

86 VIS VIS
licano da alcune persone). Che in falli un gìone del fo/, tu, te, iwo, quan-
vostro per
codicetlo di piccoli costumi non è in pra- do e per qual cagione introdotto), dava
tica men necessario dell'alta morale, che sempre al discorso un tuono o troppo alto
con greca voce appellasi etica j e si può ed eroico, o troppo^ familiare e plebeo. E
ben credere che certe convenienze, come da osservarsi la differenza grandissima che
ledìcono, dell'umano consorzio sienoqua- corre trale convenienze epistolari ed ora-

si una derivazione di quelle dottrine che torie delpaganesimo, e quelle del cristia-
informano le regole del ben vivere. E nesimo: quel dilecte in Christo, quel di-
una parte poco studiala della civiltà cri- lectissimiy quel fraternitas charitas ve-
stiana pare che questa sia ; la influenza stra (sono a vedersi Caro e Carissimo
della fede sociale nel galateo (Galateo^ Diletto e Dilettissimo^ Fratello e Fra'
ovvero de' CCS turni fFìreuzei 56 Oy è il no- ierniià), sono impareggiabili espressioni
tissimo e commendevole libro di mg/Gio- di rispetto e diamore a confronto anco-
vanni della Casa fiorentino, uno degli ra del desideria mea, e ùeWanimae di-
scrittori più eleganti del XVI secolo. N'è midium meae. Quanto non dice a questo
come il supplemento: Degli uffizi comuni proposilo, più che il freddo vale roma-
tra gli amici superiori e inferiori. Que- no, o il vocabolo greco, quel nostro sem-
st'opera viene reputata dal celebre segre- pre addio! Ad Deuml Saluto (F.) affat-
tario Francesco Parisi, utilissima al Se- onde nostri maggiori in Dio
to cristiano; i

gretario e a qualunque persona che pre- fermavano l'amicizia, la parentela, l' ia-
sta altrui il suo servizio, oltre il purissi- contro, il congedo , la vita e la morte;
mo di lui Galateo, donde non solo il gen- nella cara fede di trovare in Dio solo la
til costume, che rende altrui grata la per- sorgente e il termine di tutti gli affetti;
* sona, ma anche la nettezza e il leggiadro sapevano essi enon vergognavano, sicco-
stile , e vero genio della lingua toscana me é di noi, professarlo: che per quantun-
potranno apprendere segretari, meglio
i que si dica statti bene, coraggio, ci rive-
forse che da alcun altro libro). Imperoc- dremoj i nostri augurii e le nostre spe-
ché, ammesso che il galateo non sia né ranze sono un bel nulla ove non salgano
più né meno che la morale applicata agli fino a Dio. /4d Deuni ! Che non potrebbe
usi del conversare; ne passa legittima l'af- dirsi altresì di quel Deo Grtì!f/tì!.y( 7^.), tan-
finità fra esso e una Religione che tanto ha to usato da'nostri avi nella vece d'un, è
purificalo e perfezionato la scienza del ret- permesso ? in presenlarsi a casa, o a ca-

to operare. Certo che il principio della mera altrui, in sopravvenire a colloqui e


carità dovette insinuarsi presso i popoli a radunanze di onest'uomini. A tutto era
cristiani in tutte le cose atte a legare gli scorta un pensiero di religione Ed era !

animi, e a mantenere anche i vincoli se- questo l'uno che potesse santificare anche
condari della società. Quindi è che al pre- certi riguardi di pratica Og-
educazione. «
valere del cristianesimo scomparve quel gidì si vive e si tratta , come dicono, da
trattar crudo che generalmente presen- spregiudicati. Eh! li complimenti non so-
tano tempi gentileschi^ salvo il caso del-
i no di certe epoche. E s' intende che vo-
l' adulazione, e dell' amore o affettalo o gliono dire con ciò. Ma ogni allodi cor-
inonesto. Quantunque anche in ciò quel- tes??!, credo io, e lo crederà ogni persona
la formola singolare del tu a preferenza di buon senno, è tanto morale e cristia-

del no&troi'oi(si può vedere ilvol. LXVI, no, se intendasi nel vero senso d'un lea-
p.io4 eio5 l' encomiato Parisi, Istru-
: le ossequio, e testimonio d'affelto, che il

zioni per la gioventù, impiegata nella se- mancarvi accenna pessime le disposizioni

greteria , di cui tanto mi giovai e cele- dell'animo, specialmente nella gioventù,


brai; nel t. 3, p. 4; ^^; 1 14> iL'Gode ra* a cui taulo bene si addice un' aria di ri-
VI s VIS 87
spetto e un bel fare , e die tanto meno fetto, riverenza e stima, per ricordargli
può essere scusala da molteplici cure e la disposizione in cui siamo di servirlo,
distrazioni di lettere o di negozi. Ah non per felicitarlo nel suo arrivo dopo lungo
VOI rei che mancando a certi doveri, an- viaggio, o per altro fausto accidente. In
che di etichetta , si desse indizio che si tali occasioni si soleva mandare anche un
manca di religione e di costumatezza 1 gentiluomo accompagnato con credenzia •

Poiché presso noi né anco quella era da li, il che massime praticarono spesso car- i

separare dalla fede dominatrice un tem- dinali, che aveano alcuna dipendenza da'
po di tutte le nostre parole e di tutte le principi, nell'arrivo de'loro ambasciato»
nostre anche più piccole azioni E però ! ri,a'qualiessi spedivano un loro famìglia-
un fatto che 1' incivile trattare di questi re in qualche distanza da Roma, per com-
giorni data dal difetto di religiosa virtù. plimentarli^ e per esibirsi a ciò che loro
Uomini empi con Dio, poco o non leal- potesse occorrere. Lo slesso Parisi ragio-
mente e perfettamente possono essere cor- na così nel cap. 27 De' Biglietti. Chia-
:

tesi col prossimo! Non vogliamo intanto masi 5/g://d/^o Viglietlo[ F.)quella specie
rinunziare persino a quelle buone feste di lettere da noi inviale a quelli che a-
che ci ricordano la salute delle genti, e bitano nella stessa città o luogo ove noi
la pace agli uomini del buon volere! E' siamo. Presso i latini si denominavano
cosa chiara che se presso gli uomini del Codicilli^ EpisloUa, Pugillares (il Mor-

mondo libero la buonefeste non sono più li disse: Tessera^ Tabella: altri, Sc/lc-
celli

in uso, ciò avviene perchè essi non ispe- dula^ Libellus). Sono frequentissimi nel-
r^no la felicità dalla religione, ma dalle la società, ed il Parisi insegna i precetti
non le danno più, sem-
rivoluzioni. Altri come si devono scrivere, fra'quali disap-
plicemente perchè non le credono più di prova il fare la risposta ne' margini de*
moda; quasi che fosse in potere di certi medesimi, e rimandarli segnando nella
scioli dettar leggi alla società, e dettarle soprascritta: Con risposta. Poiché Tazia-
contro tutte le norme sagrosante, scaltro no, Orai, ad GraecoSy p. 189, ne ripro-
pur nou vi fosse, per consuetudine. E qui vò il costume, pel motivo, che essendo
ricordiamoci che le consuetudini antiche la lettera della specie di quelle cose, che

distinguono anche la nazione, e che per- si mandano come in dono all' amico è ,

ciò riuunziandovi si sforma il carattere cosa incivile il rimandarla indietro. Tro-


tradizionale e proprio di certi popoli. Me- vo nel Dizionario delle origini, chenegVi
nomale che non passa all'ulto dimenticato scrittori de'bassi tempi s'incontrano fre-
un buon augurio per Tanno nuovo! Ma an- quenlemenle i vocaboli di Billeta e Bil-
che qui è da pregare i cortesi che tornino Ictus, iu significato precisamente di Bi'
in voce il buo/i capo d^ anno ^ (or mula cara glietlo o Figlietto. Nomi procedenti da
e sensata de* padri nostri. Il buon anno quello di Billaf tratto da Libellus^ come
è frase d'altre genti; uè si confà con quella molti avvisano, anziché dal sassone Bille^
espansione di aifetli che distingue il Tare colla qual voce iadicavasi una piccola
italiano. Il buon capo d'anno d'altronde scheda,e talvolta qualunque pìccolo scrit-
è assai filosofico nell'espressione medesi- to autografo. Tuttociò riportai, per intro-
ma: cUniidiunifacli qui bene cepìl habet: durmi a parlare ì\q* Biglietti di 'visita co- ^

chiben comincia è alla metà dell'opra". stume per gT italiani nou molto antico,
11 Parisi tratta nel t. 2, cap. 20 : Delle e pare derivato d'oltremonte. In princi-
letteredì rtòita^ Civiltà , Buone feste. E- pio si adottò da' personaggi costituiti iu
gli quindi dice. Si visita con Lettere E- dignità e di grado nobile, ma ormai si è
pistoluri (A.) un assente, per aver nuova reso eccessivamente troppo comune, e tul-
di sua salute') per tcstilìcargli il uuslru uf- li gli estremi souo sempre difettosi. S\n\-
m VIS V I S
o indirizzi de*com'
za pai-iare de'biglietti glieltl di visita di carta bianca alquanto
mercianti e manifatturieri,! biglietti pro- erta e levigata, semplicissimi. Ve ne sono
priamente di visita certo presentano nel però di eleganti per ornamenti d'aurei fre -

complesso un aiuto, un comodo, un di» gi e di rilievi a secco. Coloro che sono in


simpegno, un ripiego alla civiltà della so- lutto, gli usano filettati di nero. Nel mezzo
cietàmoderna. Servono ad accompagna- de'biglietti di visita è il titolo, il nome e
re con semplicità e pulitezza un donati- il cognome di quello cui appartiene, fat-
vo, una dimostrazione graziosa, e preci- to con incisione, laUolta in rilievo a sec-
puamente suppliscono alle visite, lascian- co, tal altra colla penna. Talora sono so-
do sicura testimonianza della visita ch*e- vrastati dauna corona blasonica, altri da
rsi'i taluno recato a fare per cortesia o un lato vi hanno impresso inciso o a sec-
felicitazioni, affari o altro, senza averla co lo stemma gentilizio. Ne mancano di
potuta effettuare, o per non aver trova- quelli che non contenti della corona sul-
to in casa o impotente di ricever!a la per» l'arme, la replicano sul nome! Allo stem-
sona cui era diretta. Con tal mezzo si ma delle signore, qualche volta è asso-
evita la dimenticanza o la negligenza de' ciato quello del marito. Altre signore a*
domestici, non meno equivoci di nomi e loro titoli, nome proprio e cognome del
eli parole, nel lasciare un'ambasciata. Si consorte, aggiungono naia iV"., ossia il co-
fisa inoltre di portare i biglietti di visita gnome paterno. Ciò si pratica anco da
alle abitazioni, quando per alcun riguar- alcune persone particolari, ma non sem-
do non si vuole incomodare la persona a bra plausibile, per ogni riflesso ch'è faci-
cui è diretta; ma però si voglia fare atto le a farsi. Di più vi sono signore, che nel

di dimostrazione di ossequio e di felicita- biglietto adoperano il cognome patroni-


zioni, sia per le buone buon ca-
feste o il mico, ed aggiungono vedova N., cioè il
po d'anno, sia per l'anniversario onoma- cognome del defunto sposo. Vi sono bi-
stico, sia per congratulazioni, sia per con- glietti di visita, i quali ne'4 lati estremi
doglianze, ed ancora per congedarsi in- hanno queste parole: Per visita: Per fe-
nanzi d'intraprendere un viaggio, o an- lici tazioni : Per q/fari : Per congedo.

nunziare il ritorno da esso, ovvero per Quindi si ripiega la parola corrisponden-


ringraziamento d'alcuna gentilezza rice- te allo scopo a cui è indirizzala la visita.
vuta, e finalmente per esprimere azioni Gli altri biglietti poi che sono senza tali

di grazie e qual restituzione alla visita ri- parole indicative, queste talvolta vengo-
cevuta. Si pratica pure, in luogo de'bi- no supplite col lapis o colla penna, come
glietti stampali d'invito che fanno i ma- per esempio: Con mille ringraziamenti:
gnati, gli ambasciatori e ad una se-
altri, Co*pili sinceri augiirii d'ogni vero bene:
rata, o per partecipazione di matrimonio Per prender congedoj e via dicendo, se-
che va a celebrarsi, o di avvenuta morte condo cas», anco per notificare la cam-
i

d'alcuno della famiglia. La classe civile, biata abitazione. Alcuna volta questi bi-
cui non convengono certe forme signori- glietti si mandano con sopraccarta, in cui
li, per gli accennati casi, si serve de'bigliet- è scritto l'indirizzo a chi sono destinali.
ti di visita , aggiungendovi manoscritto Adottarono i biglietti di visita , oltre i

in breve, sotto il nome


cognome, l'og- e principi e altri nobili, gli ambasciatori e
getto pel quale ìi manda, evitando cosi altri diplomatici, i cardinali, i vescovi ed
la diceria de' biglietti stampati. Se bi- i altri prelati, e persino
gli ecclesiastici
glietti di visita si portano in persona, nel- qualche religioso graduato. Ciascuno de'
l'atto dì consegna si ripiegano da un la- nominati vi usa i propri titoli, le cariche,
to, il che non si fa se sono mandati da ed i vescovi il vescovato. I cardinali or-
altri nel proprio come. Si formaDO i bi- diuariameule usano il solo Litote della di-
VI s^ VIS 89
gnith carcKnalìzia e il cognome;' taluno io non pretendo fare nn articolo tulle vi-
agginngela carico. I cardinali adotlarono site, d'altronde ragionate a* luoghi loro,
i l)ii>Iietli (li visita nel pontificato di Leo- nitt solo indicare dove parlai di quelle
ne XII: prima se non volevano scendere del Papa e de Cardinali, con opportu-
dalla cario72<t facevfino fermare questa ne giunte.
avanti al palazzo di chi volevano visitare, JNarrail Rinaldi all'anno 2q4> ^^^^ P^'

e n>andavano nella sala un servo per fa- pa s.Caio si recò nella casa di sua nipote
re registrareil proprio nome nel librodel* s. Susanna, ove prostratisi gli astanti, dis-
le visite. Qualche insignito d'ordineeqne- se loro: In nomine Domini con-^tantcs
stre, lo esprime nel biglietto, e se usa l'ar- estote, e fece questa orazione. Oremus,
me gentilizia da essa pende la decorazio- Domine Deus Pater Domini Nostri Je-
ne. Kè mancano di quelli cui piace di ri- su Chris ti qui omnibus ad saluteni et
^

portare la liratera de'ioro titoli, e il no- S'ita m aeterna ni misisù Dominum ISo'
me delle decorazioni cavalleresche di cui strum Jtsum ChrisVuu^ ut nos e mundi
sono fregiati. Alcun professore di scienze, tcnehris erueretj danohis servis lai s con-
belle lettere o linguista, lo dichiara nel stantiamjidei, quia tu regnas insaecula
biglietto, ed anco in quale pubblico liceo saeculorum. Tutti risposero: Àmen. Pa-
insegna, ed a pie del biglietto altresì la re che queste fossero le consuete preci del
propria abitazione. Egualmente i profes- Romano Pontefice, quando egli visitava

sori di arti liberali aggiungonoquelleche ed esortava i Caio fece un


fedeli. Indi s.

esercitano, e la località del proprio stu- sermone, e Massimo conte rei privatae^
dio. Ho
veduto biglietti in cui è detto a che l'udì, gli baciò piedi e abbracciò lai

quale unica accademia, e non prioìaria, fede con fervore. Prima recandosi il Pa-
si appartiene! Tutte le cose, ancorché pa alla visita (Ielle chiese, e così nella prin-

buone, hanno i loro difetti, e mostrano cipale de'luoghi ove passava o si fermava

la vanità e la leggerezza dell'uomo e del- nel Viaggio (^.), ed anche per assistere
lodonna: biglietti di visita ne olFrono
i alla funzione d'alcuna Cappella pontifi-
non pochi esempi. biglietti di visita si so- I cia, sul limitare della porla gli veniva da-
gliono raccolti tenere esposti in qualche ta a baciare la Croce e veniva incensato;
grazioso recipiente nelle camere di ricevi- quindi egli coll'acqua santa segnava e be-
mento; ed alcuni vi circondano gli specchi nediceva i presenti. Tali ceremonie sol-
diminuendone la luce! Orache lafoiogra- tanto adesso hanno luogo nell'arcibasili-
fiarapidamente si é perfezionata e diiìusa, ca Lateranense pel Possesso del Papa.
qualcuno volle usare per biglietto di vi- Del resto egli visita alcuna chiesa in cui

sita il proprio ritratto fotografico dell'in- si solennizzano feste, o vi è esposto il ss.


tera persona, senza alterare la minima Sagramento; visita pure monasteri di mo-
forma del biglietto stesso; e quindi di es- nache, luoghi pii, istituti scientifici, sta-

si se ne formarono degli Jlhunì. I bigliet- bilimenti artistici ; talvolta gli ospedali


ti di visito si custodiscono ne' portafogli e le prigioni; tSbiT^Mi e sovrane, dopo a-
tascabili, e puranco in piccoli e apponiti veri» ricevuti nella visita dì Udienza nel
portafogli detti Porta -Biglie Iti ^z\\t le si- Palazzo apostolico, introdotti dal pre-
gnore usano eleganti, come d'argento tra- Iato Maestro di Camera (ne'quali arti-
forati, d'avorio e in altre foggie. Non mi coli di ciò tenni proposito), dopo averli

riuscì trovare se altri ragionò de'biglietti fatti onorare^ e anticamente distinti an-
di visita, ne occupai per dirne
onde me co con Ingressi solenni in Roma (/'.). E'
alcunché; s* è poco, questo è meglio che a vedersi il vol.LXVII,p. 257, ove dissi

niente, di cosa divenuta di tanto uso co- ancora delle visite de'cardinali a'sovrani,

nine , e utile alla civiltà sociale. Ora il cardinal Decano avvisandoli se debbo-
A
\ VIS VIS
unione del Sagro Collegio^
ijo farle in moria della duplice visita ricevuta daOre-
oindividualmenle, in abito cortod'abba- gorio XVI nella sua villa Tusculana, co-
te,ese regolari in soltana, fascia e ferraio- me dissi nel voi. XXVII, p.i 65, illustra-

Ione, ossia F'este [F.) talare; e ciò a se- ladottamente dal celebre cav. Canina
conda dell'istruzioni della segreteria di con opera splendida intitolala Descri- :

slato, anche pe'principi e principesse rea- zione de II* antico Tusculo^ un esemplare
li. 11 Papa nel ricevere queste sovrane vi- della quale Sua Maestà si degnò donar-
site, nel vestiario die usa, ordinariamen- mi col mio indirizzo stampato sulla me-
te, è diverso quello co'quali riceve i prin- desima, ed accompagnata da un onorevo-
cipi reali, così il graduatori© trattamen- le autografo dell'encomiato sommo ar-
to,non meno quello dell'incontro e del- cheologo e architetto. Altre marmoree
l'accompagno, del Maggiordomo (/^.), iscrizioni ricordano le pontificie visite, cos\
del Maestro di Camera {F.) e di altri. quelle di altri sovrani. Piimarcai nel voi.
Gregorio XVI nel ricevere gl'iufanti d. LVI, p. 76, che Gregorio XVI per ispe-
Giovanni ed. Ferdinando, tìgli did. Car- cialè distinzione essendosi recato a visita-
los di Spagna, era vestito colla sottana di re l'arcivescovo di Colonia mg." Droste,
panno, con fascia co'fiocchi d'oro, e scar- V Atanasio de'nostri giorni, il proprieta-
pe di panno rosso, essendo Avvento. Se- rio della casa a perpetuare l'avvenimen-
deva sulla sedia usuale: ed due principi i to, pose in essa una lapide commemora-

sederono sopra due poltroncine di legno tiva. A' 18 marzo 1845 Gregorio XVI ri-

doralo, foderate di damasco rosso nei cevè la visita di Ferdinando II e di Ma-


cuscino e nella spalliera. Cosi accolse il ria Teresa re e regina delle due Sicilie,

fratello cugino del re di Prussia, e nel di- e del fratello deli.° principe Luigi conte
cembre 1841 il principe ereditario di Mo- d'Aquila e sua consorte d. Januaria del
naco. A'5 aprilei842 Gregorio XVI fu Brasile. Gli accolse sotto il baldacchino
visitato dalla granduchessa di Toscana della camera d'udienza, vestito di rocchet-
Maria Ferdinanda Amalia di Sassonia ve- to e mezzetta, ed il re incedeva in montu-
do va di Ferdinando III, colla figlia di que- ra. Le sedie del Papa, del re e della re-

sti arciduchessa Maria Luisa. Era vesti- gina erano eguali, ossia poltrone grandi
to di rocchetto e mozzetla : le ricevette, camerali; il principe e la principessa sie-
poi sedendo alla consueta sedia avanti lo derono in poltroncine. Eguale trattamen-
scrittoio, ed alle principesse die'a sedere to a'24 di detto mese die' il Papa alla re-
nelle dette due poltroncine. Quindi a'i4 gina vedova e madre del re^ Maria Isabel-
si recò al palazzo di Firenze a restituir la. Il re volle ritornare la sera del i5 pel
due principesse. E poi passò
la visita alle congedo, vestito in abito corto, colla re-

ad egualmente restituire la visita di con- gina, e l'altro fratello principe Francesco


gedo alla regina di Sardegna Maria Cri- di Paola contedi Trapani. Il Papa era in
stina vedova di Carlo Felice, alla quale sottana e fascia con flocchi d'oro. Le se-
avea pure restituito la visita nella venu- die furono regolate come nella preceden-
taj visita che la regina volle espressa con te visita. 11 /l/f2g^g^zbrtì?omo invece d'incon-
inaguifico quadro dipinto a olio dall'esi- trare i reali personaggi a pie delle scale
miocav. Cavallero e parlato nel voi. XLI, all' apertura delio sportello, si trovò io
p. 146, con ritraiti al naturale del Papa, sulla porta della sala. E il Maestro di
della regina e de'principali delle loro cor- camera invece d'incontrarli sulla detta
li ivi presenti. Inoltre la regina con iscri- porta, Irovossi sull'altra dell'anticamera
zione monumentale: Tu Adventu Grego- d'onore. Notai nel voi. XVI, p. 169, che
rìiX Fluiti siiaTuscidana comino-
f'ìlla nelle vigile che riceve il Papa, restitui-

ra/ts eie, volle rendere duratura la me- sce a'sovrani, deve trovarsi presente an*
V I s VIS 9r
co il Segretario ihlhi s. congregazione Riferisce Giornale di Roma db 12 di-
il

della Cerenionialey per regolare il cere- cembre 1857. Fino dal giorno 5 novem-
nooniale. Rilevai nel voi. XLl,p. i46,che bre il duca Antonio Alfredo di Gramont,
aDticameute quando i Papi visitavano so- principe di Bidache, ebbe l'onore di pre-
vrani e cardinali infermi, il prelato il/f/e- sentare in privata udienza al Pnpa Pio
j/ro <//r«m^r<7 durante la visita avea giu- IX le lettere sovrane di Napoleone 111
risdizione suiranlicamere, facendole pre- imperatore de'francesi, colle quali veni-
cedentenrjente guarnire dalla Camera se- va accreditato suo ambasciatore presso la
greta ecclesiastica e secolare. E nel voi. s. Sede. In detto giorno poi, l'ambascia-

LXXXII, p. 53, notai die Papi non i tore accotnpagnalo da tutti membri del- i

usavano restituire le visite a'sovrani sta- la legazione, in forma pubblica, con gran-

biliti inRonia,tuttavolta l'eseguivano co- de treno (e scortato da un picchetto di


me in un passaggio dal loro palazzo. gendarmi della guarnigione francese di
Quanto alla visita di cardinali infermi, Roma), si condusse al palazzo Vaticano,
recenti esempi ne die' il regnante Pio ove col ceremoniale proprio degli amba-
IX, visitando ne' loro palazzi nel i853 sciatori, ricevuto a pie delle scale da un
il cardinal Macchi decano del sagro col- cereraoniere pontifìcio, venne introdotto
legio, e nel i855 il cardinal Fransoni. da mg."^ maestro di camera negli appar-
Tutto viene descritto dal Giornale di tamenti del Papa, che lo ricevè in udien-
Eoma, nel i853 col n. 102, nel i855 za colle formalità che sogliono aver luo-
col n. 62. Inoltre, come dissi nel voi. go in sifTalle circostanze. Dopo questa vi-
LXXUl, p. 69, Pio IX visiiò mg."" Bou- sita, l'ambasciatore passò col suo seguito
\ìev vescovo di Le Mans moribondo nel a complinienlare il cardinal Antonelli se-
i854; e mg.' Darbolani patriarca d'An- gretario di stalo, da cui fu ricevuto cogli
tiochia ed elemosiniere segreto nel 1857, onori dovuti all'alta sua rappresentanza.
pure gravemente infermo. I diversi cere- Indi si condusse nella patriarcale basilica
moniali riportai ne'rammentati articoli, Vaticana, a venerare la tooiba di s. Pie-
precipuamente in quello di Udienzay nel tro M e poneva termine alla ceremonia
quale ragionai ancora del ricevimento de- colle altre foi malilà che sogliono praticar-
^\\Jnihasciaiorióell'\ d' Ubbidienza^ F.), si che
in simili atti solenni". E' intrinseco

perchè da'Ioro sovrani accreditati presso io aggiunga, principalmente cella visita


la s. Sede e pel riferito in quell'articolo, al cardinal decano del sagro collegio de*
ove sono erudizioni analoghe. Gli amba- cardinali, o in sua vece, per assenza o
sciatori, per questa formale visita, onde impotenza, al cardinal sotto-decano del
spiegare il lorocaraltere, mediante la pre- medesimo; come praticò, dopo la visita
sentazione al Papa delle lettere creden- delia basilica, col cardinal Mattei (ora
ziali de'loro sovrani, se non l'hanno fat- però divenuto decano, e vescovo di O-
to in altra privata udienza, vi si recano Antonio de los Rios-
stia e Velletri), d.

con treno nobile; ed eseguila la visita, ne y-Rosas ambasciatore di Spagna, ilo-


fanno altra al cardinal Segretario di Sta- po la quale tornò al palazzo di Spagna,
to, e quindi visitano la basilica Vaticana. secondo il riferito dal Giornale di Jio-
Della formale visita al cardinal Decano ma del 1° febbraio 1859. Ivi pur si leg-
del sagro collegio dirò più avanti. Ripar- ge, aver nello stesso giorno visitato il

lai di siifatte visite, e di quelle solenni di Papa, il cardinal Antonelli, la basilica


congedo degli ambasciatori della repub* Vaticana e il cardinal Malici, d. Giovan-
blica diVenezia con altre notizie sugli
, ni Campillo inviato straordinario e mini-

ambasciatori, ne' voi. L, p.i88, XCII, p, Siro plenipotenziario in missione speciale,


G82 e seg., 697, XCIX, p. 32 1 e seg. della repubblica e confederazione d'Ar-
9» V 1 S V I S
gentina; presentando a) Papa le lettere due annue visite graziose, cioè per la fau-
credenziali collequali il suo governo Tac- sta ricorrenza del s. Natale e per l'anno
credifava presso la s. Sede, e il personale nuovo, umiliando i loro omaggi e le lo-

fìi Giornale di
sua lef^azione. Narra il ro felicitazioni di tali augurii, e per l'an-
Boma de'24 aprile 1860, che fin da'28 niversario della creazione e coronazione
settembre dei precedente anno, il barone del Papa, ciascuno ricevuti in separata e
Ales«androdeBacb ambasciatore di Fran- particolare udienza, in diversi giorni. Si-
cesco Giuseppe I imperatore d'Austria, no al secolo passato aveano luogo ^V In-
ebbe V onore di presentare in privata u- gressi solenni in Roma degli ambascia-
dienza al Papa le lettere del suo sovrano, tori,con C<^zi'/7/c<t^rt, partendo dalla f^il^
che lo accreditavano in tale distinta qua- la di Papa Giulio (A^.), ricevuti dal Pa-
lità presso la s. Sede. Indi a' 23 aprile pa in Concistoro j sedente in Trono (l^.)-
1860, accompagnato da lutti i membri Wel citato articolo ricordai ove ne feci le
dell'imperiale e reale ambasciata, nonché descrizioni. Ora passo a dire delle visite
da'due prelati uditori di Rota austriaci che ricevono e ftinno i cardinali e il Sa-
nog/ Nardi e mg/ Uellegarde, egualmen- gro Collegio (V.). Ne' voi. IX, p. 176 e

te che dal principe Odescalchi e dal con- seg., 309 e seg., LXXIX, p. 276 e seg.,
te Gozze cioraberlano dell'imperatore, si 2 79eseg., LXXXl,p.)20 eseg.,XGVI,
portò con nobile treno e in glande for- p. 226 e seg., e negli articoli che vado a
Boa pubblica al palazzo Vaticano, ove ri- ricordare, con diffusione e particolarità
cevuto a ])iè delle scale da urt ceremo- narrai come iCardinali novelli ricevo-
i>iere pontifìcio, ossequialo all'ingresso no le visite appena tali promulgati dal
della i." sala da tulli i componenti la no- Papa, e le speciali formalità delle visite
bile anticamera pontifìcia, fu introdotto che loro fanno nella camera del Trono^
)iegli appartamenti di Sua Santità da i Patriarchi^ i Prelati di fiocchetti, gli

tY)g/ maestro di camera, la quale lo ri- Ambasciatori^ i Principi assistenti al so-


cevè in solenne udienza cogli onori e le glio, i Principi romani, oltre il Senato-
formalità che sogliono compiersi in tali re di Roma. Se avviene la Promozione
circostanze. Dopo di essa, l'ambasciato- neWAvvcnto o nella Quaresima y^uo\e A
re, col suo accompagnamento, passò a vi- Papa dispensare dal potere nuovi car- i

fitare il cardinal Antonelli segretario di dinali ricevere tulle le visite d' ossequio
stato, da cui fu ricevuto con tutta la di- e di gratulazione. Riporta il Giornale di
stinzione che all'alta sua rappresentanza Boma degli 8 marzo 853. Previa dispen-
1

M conveniva. Kecossi indi alla basilica sa del Papa Pio IX, pel tempo quaresi-
Vaticana, e poscia al palazzetto della rev. male, i nuovi cardinali Recanati, Savelli,
Fabbrica di s. Pietro a complimentarne Calerini e Santucci ricevettero le visite

iVrciprele cardinal Mattei, qual sotto-de- di pubblica congratulazione, per la loro


cano del s. collegio, accolto colle consuete promozione alla dignità cardinalizia, dal

dimoslranze d'onore. Per ultimo l'amba- sagro collegio, dal corpodiplomatico, dal-
scialore si restituì collo stesso treno alla la prelatura, dalle guardie nobili^ dall'uf-
sua residenza. Come il cardinale riceve e fizialilà delle milizie francese e pontifìcia,
restituisce la visita degli ambasciatori, lo dalla nobiltà sì romana e sì estera, e da-
dirò poi; però la restituzione della visita gli allri consueti. Per 1* assente cardinal
il cardinale la fa dopo che l'arabascia- IMorlot, ricevè le visite il conte de Rey-
lore ha visitato tutti i cardinali, che alia nej{al ambasciatore di Francia presso la

loro volta la restituiscono. Oltre l'udienze s.Sede. Avvenne talvolta che alcuno pro-
per trattare affari, gli ambasciatori, i mi- mosso al cardinalato, fu impotente o per
nistri e altri Diplomaùci fanno al Papa essere infermo, o per sopravvenuto tuale,
V I s V i S 93
non solo a rìceveie le visite, ran anco a lo ad promozione, nel-
assisterlo nella sua
recarsi dai Papa a ricevere nello stesso la ristrettezza assoluta del tempo accudì
giorno la Berretta cardinalizia dopo , alle sue proposizioni, per averlo il prela-
l'iinposizionedella Mazzetta di Cardina- to incaricato di procurare un plausibile
le y e prendersiil Berrettino cardinali- temperanienlOjChe non portasse comple-
zio. Accennai l'ultimo caso, verificatosi ta alterazione alle consuetudini della cu-
a'i5 marzo i858 nella persona dell'anco- ria romana. Pertanto fu provvedalo con
nitano cardinal Giuseppe Milesi-Pironi- deputare il cardinale a rappresentarlo
Ferrelti del titolo di s. Maria d' Ara- l'illustre parente mg.' Camillo Narducci

coeli, poi legato apostolico di Bologna, Boccaccio commendatore di s. Spirito.


ed ora abbate conìineudalario delle Ire Laonde questo prelato colla pontificia ,

Fontane^ nel voi. XCVI, p. 227, di- annuenza e in abito prelatizio, sulla so-
cendo in breve che il Papa Pio IX de- glia della nobile auticaiuera del cardinal
putò delegato apostolico, per V io)posi« Wilesi, tenne le sue veci, unilamenle agli
eione della mezzetta e della berretta, stretti congiunti del neo-por[)orulo, in ri-
monsignor Lodovico Jacopini, che l'ese- cevere e debitamente corrispondere alle
guì essendo il cardinale giacente in let- pubbliche dimostrazioni di rallegramea-
to, recandogli anche il berrettino cardi- to e osservanza, coruinoiando d dia mat-
oalizio, e promisi in quest'articolo di ri- tina delia seguita promulgazione. Nelle
tornare sull'argomento, e descrivere come ore pomeridiane dello stesso giorno, pri-
si suppij alla rappresentanza del pubblico ma che gli altri novelli cardiuHli ricevesse-
ricevimento delie visite anteriori e poste- ro la berretta dalle mani del Papa, daque-
qual caso alquanto raro e perciò
riori, sii si recò mg.' Narducci per dimostrarsi
importante da segnalarsi. Imperocché ne- riconoscente nell' aver annuito alla sua
gli anteriori, descritti a'Ioro luoghi, non rappresentanza, ed altresì per rassegnare
erasi per anco verificalo quello d' istao* profondi ringraziamenti in nome del cai*,
tanca sopraggiunta infermità, almeno a dinaie infermo, anche dell'onore ch'erasi
memoria e cognizione de'vi venti, quauto degnato impartirgli per la delegazione af-
si praticò nell'assoluta impotenza del ri- fidata a mg.' Jacopini per l' invio delU
cevimento delle visite; mentre pel cardi* berretta e berrettinocardinalizi; indi pas-
Dal Capaccini, allora uditore generale del- sò dal cardinal Antonelli segretario di sta-
la camera apostolica , siccome in istato to, ad ossequiarlo egualmente in nome
di deplorabilecoodizione, Gregorio XVI, del cardinal Milesi. Tornato al palazzo
nel pubblicare a'2 i aprilei 845 d'averlo di questi, attese l'ablegato apostolico. Al-
creato e riservato in petto cardinale a'22 la sua volia vi si recò l'ablegato in for-
gennaio del precedente anno, già lo avea ma pubblica, con frullone palatino, cor-
dispensato dalla pubblicità del ricevimen- teggiato da'palafreuieri pontificii a piedi,
to. D'altronde il prelato mg.' Milesi mi- ed accompagnato da mg.' Pietro Saba-
nistro del commercio, belle arti, industria, tini sotto-guardaroba del Papa, il cjuale
agricoltura e lavori pubblici, in giovanile portava in un bacile d'argento la berret-
e florida condizione, era stutu assalito da ta e il berrettino ro>si, coperti da un ve-
acuta malattia reumatica inasprita nella lo. Ricevettero mg.' delegalo: a pie delle
precedente notte con febbre, onde il me- scale, i servitori, il decano, i camerieri;
dico nella stessa maltina ordinò un salas- al ripiano di esse, i cappellani, un gen-
so e rigoroso riguardo. Istruito il Papa tiluomo, il maestro di camera; ed alla
dell'evenienza, per le zelanti cure di a)g.' porla della sala, un gentiluomo, il cere-
Antonio Cataldi maestro delleeeremonie inoniere e mg.' Narducci. Quimli l' able*
pontificie^ e scelto dall'eucomialo prela- gaio fu iulrodultoddl maestro di carne*
^

9i V 1 S V I S
la del cardinale, nella stanza in cui gia- Principe degli Apostoli. Mi compiaccio
ceva nel letto il porporato, ed a lui ri- d'averlo fatto 3*17 maggio 1824, colla
volta breve ed accoucia allocuzione, gli virtuosa e diletta mia consorte Maria Cle-
presentò le dette insegne cardinalizie. Il mentina Verdesi romana, che Dio lun-
cardinale le toccò colla mano destra, le gamente prosperi e conservi. E questo
fece consegnare al proprio maestro di ce- strettamente si rannoda al detto nel voi.
lemonieje rispose adequate parole di rin- LXXXVIII, p. 237, celebrando il Fa-
graziamento al cumulo degli onori elar- ticano, che meritò poi d'esser segnalato
giti, per distinguerlo, dalla pontificia cle- dall'eloquentissimo p. Bresciani, nella Ci-
menza. Indi il cardinale fatti uscire dalla viltà Cattolica^ serie 4/» t'i> p. iSr, nel
camera tutti presenti al seguito atto, ri-
i suoEdmondo de costumi del popolo
mase coU'ablegato in breve colloquio, e romano: La Fede Romana. Intendo ri-
lo presentò di nobile e ricco donativo. Il cordare il battesimo, presso al sepolcro
delegato riconoscente, presa licenza, par- del Principe degli Apostoli, riparlato nel
li accompagnato sino alla sala da mg/ voi. LXIV, p. 97, a cui disse il Signore:
IVarducci, dal ceremoniere e da un gen- Ego aaiem rogavi non deficiat fides
ut
tiluomo , e dalla corte nobile e di sala tua. 11 sentimento d'amore e di riveren-
del cardinale ov'era^stalo ricevuto; e si za de'romani a s. Pietro è sublime sopra
restituì privatamente al Vaticano, a dar ogni dire, poiché il padre del battezzato
contezza al Papa dell'eseguita missione. ivi ollVe il suo nato a Dio e alla Chiesa
IVella sera e in quella seguente, in cui per mano di s. Pietro, il quale nella sua
ebbero luogo le solite illuminazioni nel- viva e sfolgorante fede gridò al divia
Tinterno e nell'esterno, insieme alle mu» Maestro: Tu e? Christus Filius Dei vivi,
siclie innanzi al palazzo, rag."^ Narducci, » Questa è fede che non iscrollaj peroc-
congiuntamente agli altri parenti del car- ché Dio dee accettare quell'offerta per le
dinale, proseguì i ricevimenti io abito mani di s. Pietro in odore di soavità. E
corto d'abbate, fregiato delle decorazio- in vero dee uscire da quella tomba tan-
ni equestri da cui è insignito. In abito ta luce a inondare quell'anima, che non
prelatizio poi, accolse e corrispose alle vi- fia mai che la tenebra delle passioni la
site delle due mattine di tali successive cancelli nell'adolescenza, nella virilità e
sere. Migliorata la salute del cardinale, nella vecchiaia". Inoltre torna a proposito
potè recarsi al concistoro pubblico a ri- che io qui aggiunga. I novelli Fescoi^i pre-
ceveredallemani del Papa il cappello car- senti in Roma, nell'ore pomeridiane del
dinalizio, e fare le altre consecutive fun- giorno in cui sono preconizzati in conci-
zioni. Il descritto ceremoniale, concerta- sloro, quasi collegialmente si recano alla
to preventivamentecon mg.' prefetto del- visita della basilica di s. Pietro, e quindi
le ceremonie pontifìcie, da mg."^ Gataldi, il cardinal decsno del sagro collegio, o
fu in tutto approvato dal Papa, onde po- in sua vece il più anziano degli altri car-
tersi applicare quando si rinnovasse il ca- dinali vescovi suburbicari , col quale ia
so. I nuovi cardinali, ricevuto in conci- precedenza concertano l'ora a mezzod'ua
storo dal Papa il Cappello cardinalizio Gentiluomo. Poscia i medesimi vescovi,
poscia nella stessa mattina, o più comu- soli o in compagnia di alcun altro vesco-
nemente nel pomeriggio, in Treno si re- vo, visitano ogni cardinale. E tutto fan-
cano alla visita della basilica Vaticana no a! modo detto nel ricordato arlicolo),
(Noterò cbe in Roma seguito lo Sposali- é*quindi passano a visitare ilcardinal De-
zio^ anche di nobili, nuovi coniugi, se i cano del Sagro Collegio {F.), il quale
amano il pio, lodevole e antico costume, poi restituisce a ciascuno con formalità
anch'essi visitano la tooiba preziosa del la visita. Nella sera di detto giorno, mg.*"
V I s V I S 9^
Cameriere segreto del Pupa e guarda- gna. Nella camera del ricevimento, se il

roba, porla ad ogni nuovo cardinale il visitalo avrà il diritto di tenere il trono,
Cappello cardinalizìOy nella quale circo* vi farà sedere il cardinale, ed egli sederà

stanza sono rallegrati ì cardinali dalle ad una sedia senza bracciuoli econcusci*
visite di altri cardinali, personaggi e ben ni di damasco rosso alla sinistra del car-
ailetti da loro invitati. Quindi ciascuno dinale, un poco di fianco. Se poi nell'ap-
de'novelli cardinali comincia a restituire partamento non avrà il Irono, riceverà il
le visite , cioè mandano un gentiluomo cardinale in una camera nobile, ove nel
da tutti i cardinali nel seguente giorno, posto più degno vi sarà la sedia dorata
per prendere l'ora in cui ciascuno voglia con cuscini di velluto rosso pel cardina-
riceverli in abito, ma tutti ringraziano. le, ed il visitato sederà come si disse in

Dopo di che, i cardinali nov^i fanno sa- una sedia dorata con cuscini di damasco
pere al cardinal decano l'esaurita con- e senza bracciuoli. Alla parete ove sarà
venienza, e questi allora per un gentiluo- la sedia del cardinale, si avverta che non
mo stabilisce con ciascuno di essi separa- vi sieno altre sedie, ancorché poste per
tamente il giorno e l'ora per restituirgli semplice ornamento". Sino agli ultimi
la visita. Questa fatta, ogni nuovo cardi- del secolo scorso i personaggi creati car-
nale suole passare da'cardinali più confi* dinali assenti da Roma, nel recarvisi, pra-
denti e visitarli, o almeno lasciargli vxwFi- ticavano quanto dissi nel voi. IX, p. 1 82
glielto di l^ìsita [r'.),co\\a dichiarazione e seg., nel portarsi a visitare il Papa, ri-

del portatore tSert'O^ che il suo padróne e- cevuti in privata Udienza (^.), indi fa-
rasi portato a restituire la vìsita.Neli 856 cevano, dalla Pilla di Papa Giulio [F.),
la s.CongregazioiieCeremonìale^pev uni- il solenne ingresso in Roma descritto nel
formità di procedura, pubblicò colle slam- voi.XXXV, p. 192, con nobilissima Ca-
pe:Cercmoniale da tenersi da un nuovo valcata de' Cardinali per prendere il
Cardinale nella sua promozione alCar» Cappello rosso (F.). Ora si pratica il nar-
dìnalato. Diversi capitoli riguardano le rato ne' luoghi indicati. Il Papa Pio IX
visite che ricevono e quelle che fanno, a'19 dicembre 853 creò cardinale e ri-
1

anco alla basilica Vaticana e al cardinal servò in petto mg. Camillo Di Pietro ro*
"^

decano; ed il cap. xiii: Restituzione del- n»ano, arcivescovo di Berito e nunzio di


la K'isila da farsi dal nuovo Cardinale Portogallo, indi lo pubblicò a' 16 giugno

a* Patriarchi, Ambasciatori, Prelati di 1 856,dichiarandolo pronunzio della me-


Jìocclietti e Principi romani. » Se per- i desima monarchia, e rimanendo a Lisbo-
sonaggi suddetti hanno fallo la visita di na sinoa! 1859. Restituitosi in Roma, an-

formalità al nuovo cardinale, questi de- nunciò il n. 29 del G iemale u(l]cìiì\e del-
ve restituir loro la visita. Si manda il deca- lo slesso anno che nella mattina de' 7
,

no ad avvertire il personaggio suddetto febbraio il cardinal Di Pietro, recatosi in


nella sera perla mattina, oppure nel mat- grande formalità al Vaticano, venne pre-
tino pel dopo pranzo. Deve il nuovo car- sentalo dal cardinal Antonelli segretario
dinale usare l'abito cardinalizio del colo- di slato al Papa Pio IX, che compiace-
re prescritto a seconda del tempo, ed il vasi riceverlo nella camera del trono. Ivi
treno di gala con due carrozze. In vici- il cardinal Di Pietro espresse con breve
nanza del palazzo, si manda un servitore discorso la sua riconoscenza verso il Som-
ad avvertire l'arrivo. Il visitato, chiunque mo Pontefice pel segnalato onore a lui
sia insieme con tutti
, suoi famigliari e i concesso coll'insignirlo della sagra rom<i-
colla corte nobile , vestito dell' abito di na Porpora, dopo di essere stalo per di-
formalilàchegli appartiene, riceve il car- nunzio della s. Sede presso S.
versi anni
dinale olla currozzLtj ed ivi lo riacoump.i- M. Fedelissima^ inviatovi dulia gì. me.
96 VIS V I S
di Gregorio XVI. Il Papa degnossi ri- io prelatizio, da un cere.'noniere pontifi-
spondere con parole di benevolenza e di cio in mantellone, e dal caudatario vesti-
gradimento; indi ammise il cardinale in to di sottana e fascia paonazza, col ferra-
particolare udienza. Dopo di questa il por- iolone nero. Seguito l'incontro, il cardi-
porato passò a complimentare il cardinal nale si prende Entrato il car-
la destra.

Antonelli. Riferì poi lo stesso Giornale^ dinale nel proprio appartamento, condu-
col n. 38, che il Papa a'i ^ di detto feb- ce l'ambasciatore nella sala del trono, ed
braio nel concistoro pubblico impose il ambedue soli ivi siedono in sedie eguali,
cappello cardinalizio all'Em." Di Pietro, il cardinale ora cedendo la destra all'aca-
che poscia si recò a visitarlo nelle sue basciatore. Dopo breve colloquio, l'am-
stanze, ricevuto in privata udienza; e col basciatore domanda al cardinale di pre-
u. 85, che il Papa nel concistoro segre- sentargli i ^retarle altri addetti all'am-
to de' 5 aprile susseguente, chiuse e a-
I basciata, e questi introdotti, il cardinale
pr\ la bocca al cardinal Di Pietro, gli as- li conduce coll'ambasciatore in altra ca-
segnò per Titolo la chiesa di s. Giovan- mera.Dopo alquanto trattenimento, l'am-
ni a Porta Latina, gli die' l'anello cardi- basciatore si licenzia co'detti personaggi,
lizio, e poi gli assegnò le Congregazioni ed il cardinale ponendosi alla di lui sini-
Cardinalizie, e fece presidente del con- stra, seguito da'prelati e dal suo corteg-
non che protettore della
siglio di slato, gio, accompagna l'ambasciatore sino alla
nazione portoghese presso la s. Sede. Le carrozza. Apre lo sportello il decano del
nozioni pratiche per la visita degli am- cardinale, ed un gentiluomo di questi su-
basciatori al cardinal decano, e per quel- bentra a sostenerlo. Entrato l'ambascia-
la di questi di restituzione, sono le se- tore nella carrozza co'prelati o altri d'ac-
guenti. 11 nuovo andjasciatore d' un so- compagno, il gentiluomo consegna al car-

prano, presso la s. Sede, dopo visitatoli dinale lo sportello, per chiuderlo. Esegui-
Papa e la basilica Vaticana, visita il car- te dall' ambasciatore le visite a lutti gli
dinal decano del sagro collegio, o se as- altri cardinali, senza le dette formalità,
sente o impedito il sotlo-decótuo, e quin- lo partecipa al cardinal decano, o se sup-
di tutti i cardinali; eseguite le quali ul- plisce per lui al sotto-decano, ed allora
time visite Io fa sapere al cardinal che questo o quello si porta a restituire la

rappresenta il sagro collegio , ed allora visita, collo slesso corteggio del ricevi-
da questi riceve la visita di restituzione, mento, praticandosi in lutto nell'accesso
come sono andato dicendo. L'ambascia- e recesso il medesimo ceremoniale, cioè
tore recasi alla visita in treno, coll'accom' l'ambasciatore usa lo stesso Irallamento
pagnameuto della sua corte, e de' segre- già ricevuto, ma il cardinale suole por-
tari e altri addetti all' ambasciata, ince- lare due prelatij uno de' quali vescovo.
dendo nella propria carrozza due prelati E' da notarsi, che cardinali ricevendo i

in vesti prelatizie, ovvero due dell'amba- di sera visite private di altri carTtinali
sciata stessa. Giunto innanzi al palazzo (non però a* patriarchi e prelati di fioc-
del cardinale, si portano ad ossequiarlo chetti, ambasciatori, ministri plenipoten-
alla sua carrozza i servi di sala col deca- ziari e principi), in sala durante la visita

no, e l'anticamera col maestro di came- in apposito arnese si tiene accesa una
ra. Apre lo sportello un famigliare del- torcia di ceia; nel partire poi i cardinali,
l'ambasciatore. Il cardinale in vesti car- S(^no accompagnali nelle stan/.e da un
dinalizie r incontra ali.° o al 2.° capo di cameriere con due caudeliieri con cande-
scale, secondo l'altezza in cui é il suo ap- le accese , e dalla sala alla carrozza da
partamento: egli è accompagnalo da 4 due Servi con torcie di cera accese. Que-
prelati, due de'quali vescovi, tulli in ahi- ste torcie si usano ancora per accoaipa-
V IS VIS 97
gnflre i personaggi nominati tra la paren- mera di udienza. La famiglia vestita di
tesi. Quanto si pratica dalla Famìglia lutto, parimenti non incontrava né ac-
pontifìcia nell' Udienze e visite dei Pa- compagnava alcuno, uè anco cardinali, i

pa, lo dissi nel voi. LXXXII, p. 48. Ora restando nell'anticamera; ne suonava si

alcune notizie ed erudizioni ge-


riferirò la Campanella [F.) venuta o par- nella
neriche in argomento, massime antiche. tenza del cardinale, com'era costume(noa
Looigo, che nel 1623 pubblicò, Del-
11 però ne'palazzi apostolici, ove non poteva
della dignità cardinalizia, trat-
le x'esti tenersi da' cardinali che l'abitavano, e
ta a p, 53 Delle visite attive, ed a p.
: dove non si può alzare il baldacchino, né
54 Delle visite passive. Comincia dal-
: incedere col rocchetto scoperto); onde in
le prime, con dire che nelle visite di scor- più luoghi narrai, che ogni palazzo di
ruccio o Lutto per condolersi nella mor- cardinale, ambasciatore, principe, oltre
te di stretti parenti, i cardiViali visitanti quelli del senatore e conservatori di Pio-
usavano (V-) paonazze, per mo-
Presti ma ,
per privilegio aveano una-<:ampa-
strare l'interna mestizia, anche nel tem- nella sopra il tetto del palazzo o nel cor-

po pasquale. Tultavolta il Lonigo dichia- tile, suonandosi anche nelle uscite con
ra lodevole l'astenersi da tali visite nelle treno, e nel ricevere le visite di formali-
3 feste Pasqua, Pentecoste e Natale,
di tà degli altri cardinali , ambasciatori e
dell'Ascensione, del Corpus Domini, e principi. Negli altri lutti meno stretti, i

in altre solennità principalissirae (Il Se- cardinali uscivano a ricevere e poi accom-
stini dice che i cardinali, volendo visita- pagnavano cardinali, più o meno secon-
i

re un altro cardinale per condoglianze do la qualità dello scorruccio. Nel rice-


di morte, vestivano di paonazzo). Alle vere le visite de'cardinali nuovi, de'priu-
visite de'cardinali nuovi, de'grandi prin- cipi grandi , e di ambasciatori venuti a
ambasciatori venuti a dare Ub-
cipi e di prestare ubbidienza alla s. Sede aposto-
bidienza al Papa, che si ricevevano in lica e ricevuti in concistoro pubblico, i

concistoro pubblico, i cardinali antichi cardinali ricevevano i visitanti vestiti di


solevanoandarvi in abito cardinalizio dei sottana e mozzetta conforme al tempo
colore proprio del giorno corrente. Alle corrente, col Rocchetto scoperto. Ma nel
visite degli ambasciatori minori, che dal ricevere le visite d'altri ambasciatori mi-
Papa si ricevevano in udienze private, e nori, che si ricevevano dal Papa in udien-
anche in concistoro segreto , cardinali i za privala o in concistoro segreto, vesti-
potevano condursi in sottana , mozzetta e vano egualmente la soltana e mozzetta
fÌ2rraiolo conforme al tempo corrente. I del colore corrente , nulla dicendo del
cardinali visitanti, nelle visite d' altri car- rocchetto, che per naturale conseguenza
dinali o principi grandi e grandissimi, dovea esser scoperto, non assumendosi
prendevano sen)pre la mano destra, os- laMantelletla. Giunto il cardinale nuo-
sia il luogo di superiorità e precedenza vo alla presenza del visitato, questo gli
,

facendo qualche resistenza ne! riceverla faceva levare la IlJanielletta nell'incon-


co'cardinali e con que'principi a'quali con Irarlo (acciò anch' esso avesse il rocchet-
cavalcata incontrava tulio il sagro colle- to , il che si pratica tuttora da ambo i

gio nel recarsi a Uoma. Passando alle cardinali), ed a pie delle scale, nel [)arti-
visite passive, il Lonigo riferisce de'car- re ,
gliela faceva rimettere. Le visite de*
dinali osservanti morte de'
il lutto per cardinali Legati, reduci da legazione, e
parenlijSpecialuienle se avvenuta con vio- ricevuti in concistoro pubblico, si faceva-
lenza e inopinata, che nel ricevere le vi- no active et passive, a'cardinali, parimen-
site non incontravano cardinali, né )i i ti come sopra sì quanto al colore delle
accompagnavano, se non fuori della ca- vesti e sì al rocchetto scoperto. Nel ri-
VOL. CI.
7
98 V'^'' VI S
,. .

cevei e le visite, i cardinali visitali non ba- drone di casa, poiché restando egli sola*

ciavano a veruno la iriano destra non


, mente col rocchetto scoperto mostrava
agli ambasciatori, non a'principi sebbene superiorità sui colleghi porporati, o al-
grandissimi, ma soltanto a' cardinali ed meno questi riprendessero la mantellet-
a que'principi a' quali nel loro ingresso la innanzi di rimontare in carrozza, se-

in Roma competeva l'incontro del sagro condo il praticatoco'cardiuali nuovi.Nar-


collegio in cavalcata; e ciò per ricevere ra poi che i cardinali nel fare le visite in-

da'medesimi principi la mano destra nel- cedevano in soltana, mezzetta e ferraio-


l'incedere, nel visitarli ne'loro palazzi. Ta- lo del colore proprio della giornata, se-

li principi erano gl'imperatori e le impe- guili dal caudatario per sostenere lo stra-
ratrici Ialini e greci, i re e le regine, i fi- scico della sottana, massime se recavansi
gli primogeniti de're laici e legittimi, il ad auguiare le buone feste; il quale stra-
doge Venezia (come fu osservalo io
di scico veniva preso da' prelati di casa del
Ancona a tempo di Pio 11). Altri di san- cardinale visitalo, allorché usciva dalla
gue veramente regio come fratelli e , I.' camera nel partire, e lo sostenevano
altri figli di re, figlie e sorelle di re e di fino al cocchio. Al Lunadoro sarebbe giu-
regine, non erano incontrati collegial- stamente piaciuto, che cardinali sempre i

mente da'cardinaii, ma si soleva mandar procedessero colle dette vesti, massime


loro incontro due cardinali, nomine col- nelle feste principali, e non lasciarsi ve-
Itgì^ e l'istesso si faceva co'nipoti legitti- dere in Z im a rraj poiché il cardmal Bor-

mi de' re (e.liam ex primogenito) ^ come ghese, poi Paolo V, sempre vesti Tabi-
pralicossi al tempo d'Alessandro VI, con Io talare, ed in abito cardinalizio costan-
Ferdinando principe diCapua, figlio d'Al- temente era inceduto il cardinal Me-
fonso primogenito di Ferdinando I re di dici , suo antecessore Leone Xi ; cosi i

Napoli. INolò per ultimo il Louigo,che x^eX- cardinali Baronio e Bellarmino , splen-
\e Vìsìle (ex qitacuw(/ue causa) o di prin- dore e ornamento di quel secolo. Visi-
cipi grandi e grandissimi, ecclesiastici e tato un cardinale da un principe serenis-
non secolari, ancorché figli primogeniti simo, con rocchetto scoperto l'incontrava
dei re, tanto visitando, quanto ricevendo e accompagnava sino al cocchio,comepra-
visite, mai i cardinali doveano dar loro la ticavasi cogli altri cardinali; se non che,
mano destra , ma sempre ritenerla per asceso il principe nel cocchio, innanzi che
loro, tranne se i figli de're erano cardi- partisse, si ritirava il cardinale, per non
contemporaneo cav. Lunadoro,
nali. Il equipararlo nel trallamenlo a quello usa-
laeWaRelationedellaCorlediRomajBiac- to co'cardinali. 11 duca di Parma e Pia-
ciano 1646, ragionando delle vesti cardi- cenza RanuccioFarnese, feudatario della
nalizie colle quali ì cardinali andavano s. Sede, giunto in Roma fu alloggiato nel
nellecongregazioni temile da altro cardi- palazzo apostolico, e poi sposò la proni-
nale, cioè in abito completo, dice che il poti di Clemente Vili. Visitò i cardinali
cardinale l'incontrava a capo delle scale con gran corteggio di prelati e baroni, con
con rocchetto 8coperlo,e dal proprio mae- I co cocchi d'acccmpagno, il suo essendo
stro di camera faceva levare a ciascuno circondato dalla guardia svizzera e da 12
de'cardinali la mantclletta, restando essi palafrenieri del Papa, oltre i suoi stadieri
in rocchetto e mozzella ,
qual segno di e 20 paggi , vestili di livree ricchissime
giurisdizione; e terminala la congregazio- cariche d'oro', un paggio portando alla
ne, nella saia ov'erasi tenuta, ogni cardi- portiera il cappello del duca. Ciascun car-
nale dal suo maestro di camera riceveva dinale con gran corteggio gli restituì la
la mantellelta ; il Lunadoro proponendo visita. Con rocchetto scoperto i cardiuah
dovesse fare allreltanlo il cardinale pa- ricevevano pure le visite degli ambascia-
VIS VIS 99
(ori, e gli altri cardiuali di ritorno dalle era bene che gli dasse da sedere; bensì li

legazioui. Essendo pi il caidinali a visita- facesse coprire, e li ricevesse passeggian-


re altro cardinale, nei partire tutti insie- do. I cardinali non poter dar mai la ma-

me, il cardinale padrone di casa nell'ul- no dritta , tanto in sua casa che fuori,
timo luogo gli accompagnava, licenzian- neppure nel proprio cocchio, se non ad
dosi a poco a poco da'prinii che monta- altri cardinali neanco ad un arciduca,
,

vano in cocchio, e sussegiientemenle co- precedendo cardinali soltanto


i re. Il i

gli altri. Il dar da sedere in caniera, l'e- Lunadoro eziandio avverte, che quando
ruditissimo Lunadoro lo trovava assai dif- il cardinale deve ricevere visite, il suo
fìcil giovando più la pratica che la
cosa, Maestro di camera faccia prima asset-
teorica. Dice che al cardinal forastiere o tare le sedie nel modo che vanno, massi-
visitante si dovea metter la Sedia in fac- me se devono riceversi cardinali, onde le
cia alla porta, e rimpelto quella del car- sedie sieno eguali nell'altezza, come nel
dinal padrone di casa; e se erano più car- colore e nella materia; appartenendo a*
dinoli, le sedie doversi mettere in linea e gentiluomini più graduati della casa, ve-
tutte guardanti la porta, a questa voltan- stiti d'abito corto, il porgerle a'cardinali
do le spalle il cardinale visitato. Un du- per .sedere, dovendo ogni sedia avere il
ca serenissimo si faceva sedere in linea col suo gentiluomo, supplendo loro al nume"
cardinale visitato, questi pigliando il i." ro i camerieri. Durante la visita, il car-
luogo, ed ambo situate le sedie incontro dinal padrone doversi guardare di eser-
la porta per fianco, altrettanto pratican- citare atti di superiorità co'suoi, ed occor-
dosi con altri personaggi grandi. Gli altri rendo alcuna cosa incombeva più de-
al
poi, il cardinale riceveva sedendo rimpet- gno de'cardinali visitanti suonarti cam-
to la porta, e volgendo le spalle a questa panello, che aireffetto ponevasisu nobile
il visitante. I cardinali Ncpoti del Papa scabello a destra di detto cardinale, a cui
vivente, se per tali riconosciuti, non da- apparteneva pure peli." a parlare. Se un
vano mai da sedere agli anibasciatori di cardinale riceveva in visita o ad udienza
Bologna e di Ferrara^ oè ad alcun agen- un ambasciatore altro personaggio, il
te o residente di principi serenissimi, in- campanello dovea collocarsi presso il car-
elusivamente degii arciduchi d'Austria, dinale, dovendo questi usarlo prima del-
dando loro udienza passeggiando ed il , la voce per alcun bisogno. Ricevendo un

medesimo facevano con mg.*^ governato- cardinale visite di altri cardinali, non do-
re di Roma Ficecamerlengo, e con ogni versi portargli l'ambasciala per altri che
altro ministro o prelato. Ogni allro car- volessero visitarlo, ad eccezione di alcun
dinale dover dare da sedere a tutti i no- altro cardinale e di personaggi distinti; il

minati , ed anco a lutti i GtnùUioniini maestro camera dovendo riferire Taui-


di
(allora tutti essendo realmente tali, per basciata in modo da sentirsi da tutti, e
lo più signori titolati decaduti, aloieno non piano all'orecchia del suo padrone,
nobili, per le loro onorevoli attribuzio- e in sua mancanza suppliva il cameriere.
ni, e dovendosi di frequente trovare a ^el dare udienza doversi avvertire, che a
contatto con ogni specie di personaggi ; persone qualificate, per onorarle, si deve
non mai impiegati, o assistenti a publ)li- tenerla a portiere calate: l'udienza a por-
che botteghe o olllcine darli odi spaccio tiere alzate darsi quando vi è molta gen-
di merci)mandati da cardinali, ambascia- te [)er negoziare atfari , e dicesi udienza
tori e simili, massime dopo il desinare, pubblica. Spettare a un aiutante di ca-
perchè nella mattina si poteva prendere mera o portiere, l' alzare o attaccare al
scusa col passeggiare. Ma ad un cardinale fe.rro la portiera. Clemente Vili, da car-
principe di nascita, a' gentiluomini non duir^le e da uditore di Rota, iodevolmen-
100 VIS VI S
le clava udienza alle dame d'ogni rango segretari del Papa e soprintendenti a'ne-
con portiere alzale: l' inaitarono i cardi- gozi di stato. Venendo di fuori un car-

Nel caso che cardinali,


nali suoi nipoti. i dinale, era visitato da tutti gli altri, cui
gli ambasciatori o altri personaggi sieno poi alla sua volta restituiva la visita, cia-

in visita per complimento o per negozio, scuno vestito come sopra. Kel i634 in
e si faccia notte, al suono dell* Ave Ma- Liegi fu stampato: // Maestro di Ca-
ria, maestro di camera del cardinale
il mera di Francesco Sestini , censuralo
visitato deve far portare lumi, cioè due i da Scipione Amati. Ma il Manni nella
o quattro candeliieri d'argento con can- Lettera al Mazzucchelliy presso il Ca-
dele di cera accese, premesse riverenze di ìo^ev-dyRaccolta d* Opitscoliji. 44>P« 5io5,
chi li porla, a'visitandi e al padrone;quia- lo dice ristampato in Firenze nel 1689
di deve farne collocare due in ciascuna corretto col ceremoniale romano, e nel
delle altre stanze, e due o quattro can- i653 (posseggo l'edizione del i634 per
dele smorzate nell'anticamera, per por- averla copiata, e quella di Venezia 1664
tarsi da' gentiluomini, scudieri o came- impressa dal Brigonci) coll'aggiunta del-
rieri, premessi inchini, avanti a'visitandi V Abito Cardinalizio del Looigo. E sic-
nel partire sino alia sala de' palafrenieri, come fu impugnato dall'anonimo: L'An-
ove già ardeva una torcia di cera bian- ti-Matstro di Camera^ il Manni crede
ca ; e da dove con simili torcie, da'paggi autore della. critica l'abile ceremoniere
da'palafrenieri, erano accompagnati si- Nicola Aldini, di cui offre le notizie ; ma
no al cocchio, due per personaggio; i non conobbe l' edizioni del i634 e del
palahenieri accompagn andò quindi il 1664. Qui nelle parole che mi propon-
cardinal padrone in sala donde gen-
, i go riportare, preferisco l'edizione veneta
tiluomini co'candellieri fanno altrettanto per leggervi Di nuovo ricorretto, secon-
:

camera in cui die' udienza, il


sino alla do il Ceremoniale Romano. L'opera in
Lunadoro volle esortare gentiluomini i 42 capitoli è esclusivamente dedicata a
e altri cortigiani, di eseguire tali azioni illustrare tutto quanto riguarda il Cardi-
senza guanti, grave errore in cui cade- naie di s. Romana Chiesa, ìaóìgmlhy le
vano i novizi delle corti , e di non mai vesti, il lutto, le cavalcate, le principali
farsi vedere da* padroni con in mano funzioni ponlificie cui interviene. Gap.
guanti, manizza o manichino o roanicut* 29 : Delle visite, e tutti i seguenti trat-
lo, fazzoletto, corona e uffiziolo. Uscen- tano: Del far le visite. Del ricever le vi-
do di notte un cardinale, doveano pre- site. Dell' ambasciata. Dell'incontrare.
cedere la carrozza 2 torcie a vento, e 4 di Del dar da sedere. Dell'accompagna-
cera bianca laterali alla testa de'cavalli. re.Del render le visite. Dell* accende-
Volendo un cardinale partire da B.oma re i lumi. Delle Congregazioni. Delibi-
per recarsi in paese lontano, dovea pri- dienza del Papa. Del fermare il coc-
ma visitare il sacro collegio, la qual cor- chio. Del modo che sogliono usare iCar-
tesia poteva estendere agli ambasciatori dinali legati di qualche città e provincia
e altri personaggi di suo piacere; facen- ne II' incontrare e accompagnare princi-
do però le visite con un cocchio solo, in pi tanto ecclesiastici come secolari. Del-
vesti di soltana, mezzetta e ferraiolo a : la precedenza. L' opera cosi corretta è
tale cardinale veniva poi nel ritorno a pregevole, completa, ordinata ed esatt.i,
Roma restituita la visita da tutti i car- già di necessità quando il ceremoniale si
dinali, tranne Papa vivente,
i nipoti del osservava rigorosamente. Oggi diminui-
perché essi non rendevano mai le visite sce l'importanza nella parie pratica, so-
a nessuno, se non per mera gentilezza, lamente peressersi semplificate le minu-
cioè que'uipoti insigniti delle cariche di ziose osservanze delle ceiemonie, auco
VIS VIS IDI
per ragione delle notabili modincazìonì to scoperto, al cardinale visitante levare
delle corti cardinalizie, o Famìglia de la mantelletta, acciò si salutino insieme
Cardinali (^.), ristrette all'indispensa- ambo col rocchetto scoperto, ch'è l'abi-
bile necessario : languida idea d'un ma- to il più degno e segno di gmrisdizione,
gnifico passato, che le deplorabili vicen- come si vede in tempo della Sede apO'
de politiche del declinar del secolo pas- stolica Vacanteeàt\ Conclave [x\t\y\ìà\\
salo fece tramontare. Gli argomenti che articoli descrissi le visite che ricevono e
contiene il libro ,
già li toccai di sopra fanno i cardinali, e le udienze che con-
col Lunadoro, e li svolsi ne'molteplici ar- cedono) ,in cui il Sagro Collegio (r.)
ticoli analoghi e diretti riguardano car-
: i esercita giurisdizione, ed i cardinali l'u-
dinali sì nuovi e sì vecchi, ed anche pro- sano sempre scoperto. Ora il cardinale
porzionatamente gli ambasciatori, secon- che ha da ricevere una tal visita, dovendo
do i sistemi che prima di detta epoca e- usar r abito il più degno , eh* è il roc-
rano in vigore. Laonde non mi rimane chetto scoperto, per onorare tanto più
che sfiorarlo d'alcun cenno, di cose cioè quello che viene a visitarlo, e convenen-
in quest'artìcolo non del tutto ben chia- do mostrare d'usarlo solo per quest'effet-
rite, per evitare ripetizioni, o di qualche to , e non per giurisdizione o autorità ,
nozione che giova il sapere, cioè quanto ch'esso pretenda avere in casa propria
solamente alle visite. L'autore comincia come luogo di suo dominio, ma che piut-
prima del capitolo delle visite con dichia- tosto la voglia cedere al cardinale visi-
rare anzitutto. Le visite si ponno conside- tante, a questo gli fa dal suo maestro di
rare, o in quanto si fanno, o in quanto camera levare la mantelletta, e poi io o-
si ricevono, o io quanto si rendono, onde gni cosa gli dà la precedenza. I cardinali

sono di 3 prime, cioè quelle che si


sorli : le nuovi dopo aver visitato in abito tutti i
fanno, e l'ultime, cioè quelle che si rendo- cardinali, solevano visitare ancora qual-
no.Lesecondejcioè quelle che si ricevono, che dama delle principali, ma vestiti di
dannoalquanlediflìcoltà, e fanno dubita- sottana, fascia, mozzetta e ferraiolo, ed
re que'maestri di camera che non sono ben alle dame davano sempre, in casa e fuori,
pratici, a 4 capi raggirandosi le loro pre- la precedenza, così nel fermare il coc-
cipue ingerenze nelle visite : cioè il fare chio, sebbene come dissi, la destra i car-
l'ambasciata, l'incontrare, dare da se- il dinali cedono che a're. Con detto
non la

dere, l'accompagnare. Tutte le visite che ultimo abito ed una carrozza, cardinali i

si fanno, le fanno i cardinali nuovi, cioè facevano le visite fra loro ( ed ora con
chenon hanno piti visitato, o le fanno tutti quello corto detto d'abbate )
per affari,
iiidilferenlemente, ossia che hanno visi- per complimenti per augurii di buone
,

tato altra volta. Giuntala carrozza in- fesle,per congratulazioni, per condoglian-
nanzi alle scale del cardinale da visitarsi, ze, e per altre occorrenze, come per far
il coppiere gentiluomo del cardinal visi- viaggio, o partire per legato d'alcuna pro-
tante, gli presenta la berretta, e ne rice- vincia. Se partivano per legatile late^
ve il cappello, che consegna all'aiutante re , in quest'ultimo caso facevano le vi-

di camera o cameriere per custodirlo sco- site coiriiitere Festi cardinalizie^ e eoa
perto ; mentre in tempo delle cappelle comitiva di più cocchi. 1 cardinali nuo-
ponlificie e cardinalizie, dei concistori o vi ricevevano le visite in abito e col roc-
congregazioni, 1' aiutante di camera so- chetto scoperto, eziandio da'duchi sere-
leva custodirlo involto inuna tuiretlà del nissimi, e dagli ambasciatori regi resi-
colore dell'abito. Innanzi che due car- i denti, cioè dell'imperatore, di Francia,
dinali s'incontrino, deve il maestro di di Spagna, e di Venezia, all' epoca cioù
camera del visitalo , eh* è col rocchet- in cui scriveva l'autore, lo sottnua,fascia
102 VIS VIS
e fT»oz7.eUa i cardinali nuovi ricevevano stiluivano la visita a* cardinali legali de
le visite degli ambasciatori di Toscana e lalere^ in abito cardinalizio e treno, do-

di Savoia, non che de' baioni, e altri rag- po il ritorno; ed ai cardinali legali delle
guardevoli personaggi. Gli altri cardinali Provincie, reduci da (jueste, vestiti disol^
ricevevano in abito col rocchetto scoper- tana e fascia, mozzelta e ferraiolo. JNelle
to le visite de' cardinali Jegati de lalerc^ congregazioni cardinalizie tenute da un
ritornati a Roma; e gli ambasciatori re- carduiale nella propria casa , al giun-
gi, e gli ambasciatori ancora di princi- gere di ciascun cardinale faceva suonare
pi e repubbliche venuti in Roma a ren- la campanella, e levar loro la manlellet-
dere Ubbidienza alias. Sede, dopo aver- ta, egli sedendo nell'ultimo luogo. Sede-
la resa al Papa nel concistoro pubblico, vano tutti in sedie coperte di velluto o
in nome dei loro sovrani e nazioni. Inol- altro drappo; il segretario presso il cardi-
tre i cardinali io soltana , fascia e moz- nal padrone della casa sopra sgabello; i

zelta ricevevano gli ambasciatori dell'ira- prelati e consultori dietro i cardinali, in


peratore di Francia, di Spagna (l'auto- sedie coperte di corame. 11 p. Bonanni,
re non nomina il Portogallo, perchè al- Gerarchia ecclesiastica considerala nel-
lora, invaso dagli spagnuoli, era incor- le vesti sagre e civili, ptdjblicata nel i 730
porato alla loro monarchia), di Venezia, con figure, fu da me adoperato nel de-
di Toscana, di Savoia, ed altri ResideiUi. scriverle, per cui solo credo notare, che
Nello stesso n»odo ricevevano tutti i ba- i cardinali per qualche visita privata o
roni e altri personaggi che li visitavano. per assistere a qualche funzione domesti-
E perchè quest'abito di sottana, fascia e ca (accademie ,sposalizi ec), usavano l a zi-

mezzetta era l'ordinario del cardinale in marra nerae il lungo mantello pao-
talare
sua casa, solevano que' che amavano il nazzo (anche rosso secondo il colore cor-
decoro della dignità , con questo me- rente e i casi), col cappello rosso; talvol-
desimo abito ricevere qualsivoglia sorte ta anco con veste rossa talare e siitiile
di persone ( ora per 1* ordinario i car- mantello, detto pure ferraiolone, e ne of-
dinali ricevono le visite e danno udien- fre la figura. L'abito che ora diciamo d'ab-

za in zimarra ). Si diffonde egregiamen- bate allora adoperato da' cardinali in


,

te l'autore nell'uffizio del maestro di ca- qualche visita anìichevole o per cammi-
mera nel portare l'ambasciata, avverten- nare in alcuna villa o fuori le porte di
do dover subito introdurre dal cardina- Roma, il p. Bonanni lo chiama di sottana
le, ancorché stiacon altri cardinali e alti e mantello nero lungo olire le ginocchia,
personaggi, il Cursore apostolico {^'^•), con cappello nero e fiocco o cordone d 'oro.
per intimare le cappelle pontificie ed i Si può aggiungere con calze e collare
,

concistori. Interessanti sono le gradua- rossi, oltre il berrettino di tal colore, ta-
zioni sull'incontrare e l'accompagnare il le abito essendo filettato di rosso. Si pon-
cardinale i visitanti. INel rendere le visi- no vedere le seguenti opere. Sigismondo
te i cardinali nuovi a' duchi serenissimi Sigismondi, Pratica cortigiana morale
e agli ambasciatori regi, incedevano ina- ed economica,nellaquale si discorre de*
bito cardinalizio e treno , ma non si le- ministri che servono in corte d'un car-
vavano la manlelletta , restando coper- dinaie j Ferrara 1 604. Avviso de'favoriti
to il rocchetto. Si recavano poi dagli am- e dottrina de' cor tigiani, tradotto in ita.'

basciatori di Toscana e di Savoia, in sot- liano da V. Bandi, Venezia 544- 1 Pel-


tana e fascia, mozzetta e ferraiolo; e cosi legrino Grimaldi Robio, Discorsine^ qua-
vestiti la restituivano agli altri ch'era Con- li si ragiona di quanto jar debbano i

suelo di rendere. Altrettanto praticava- gentiluomini ne' servigi de' loro signori
no co' nominati gli altri cardinali. Re- per acquistarsi la gratia loro^ Venezia
VIS VIS io3
1544. S. Refuge, Trattato della Corte, che dovea ricevervi il cappello cardinali^
Venezia 1621. D. Graziano, Z^'mowo di zio, recavasi nel convento di s. Maria del

CortCy Roma i 700. P. Rosello, Del mo- Popolo, contiguo all'anzidetta porta ur-
do di conoscerei ^fa'^ ^^ scelth d'un ser- bana, vestito dell'abito cardinalizio del
i'itore, e delV ufficio suo; della vita de* colore conforme al tempo. Ivi deposta la
cortigiani intitolata Pazienza, Venezia raozzetta e la mantelletla, assumeva la

1549. Rileverò per ultimo, sulle visite Cappa paonazza e recavasi a pie delle
discorse, alcune particolari circostauzeav- scale a ricevere i cardinali che lo favori-
venute, che registrai ne' Qì'\e\Es tratti niss. vano d'accompagno per recarsi al conci-
della collezione de' Diari di Roma. I storo pubblico in cavalcala, i quali già
personaggi creati cardinali , se assenti nel cortile del convento aveano anch'essi
daRoma dopo , esservisi recati privata- preso la cappa paonazza, dando loro iu
mente facevano la solenne entrata o in- tutto la precedenza. Era la cavalcata pre-
gresso nella medesima, con recarsi nella ceduta da'genliluomini degli ambasciato-
f"'illa di Papa Giulio, fuori della Porta ri, de'cardinali che non intervenivano al-

del Popolo cli'è la principale. I vi il cardi ua- ia cavalcata, ^e della nobiltà romana: gli

Je ricevea le visite di complimento de'geu- aiutanti di camera de'cardinali che ca-


tduomini de'cardinali,corpo diplomatico, valcavano, precedevano a cavallo ciascu-
prelatura, baronaggio romano e di altri, no colla Alazza Cardinalizia {^f.) d'ar-
le carrozze de' quali tirate da mute a 6 gento dorato (insegna d'autorità, sospesa
cavalli formavano il suo corteggio nel re- pe'molivi narrati anche nel voi. LX, p.
carsi a fare la i.\visita al Papa. Assunte 176), sopra j'arcionedella sella. Nel 172 i

le Vesti d'abito viatorio, il cardinale a- nella visita di congedo dell'ambasciatore


scentleva nella carrozza tirata da muta a cesareo conte Kiuski, inviato al conclave,
6 cavalli, a lui inviata dal cardinal segre- al cardinal decano, questi era vestito di
tario di stato, o dal cardinal nipote del sottana e mozzetta, mentre il cardinal se-
Papa. Giunto nel palazzo apostolico, in gretario di stdto nel ricevere tal visita di
una stanza di detto cardinale o in altra congedo, avea pure il rocchetto. Nel re-
delle congregazioni cardinalizie, il cardi- stituirgli la visita il cardinal decano era
nale deponeva Pabito viatorio, ed assu* vestito di sottana, fascia, mozzetta e fer-
meva il cardinalizio di colore paonazzo, raiolo, senza rocchetto. In detto anno In-
e veniva condotto dal Papa per la scala nocenzo XI li creò cardinale il fratello
segreta, o dal cardinale menzionato (il Conti e gli die' il cappello nella mattina
quale era vestito con abito cardinalizio dell'S.' del Corpus Domini: il cardinale
del colore corrente, e se meno anziano nel- visitò la basdica Vaticana, prima della
la dignità delnuovo cardinale , questi sua processione ,
poi si uni a questa co'
prendeva la precedenza), o da due cere- suoi colleghi , e dopo le ore 24 audò a
monieri pontificii. Ammesso dal Papa al visitare il cardinal decano. Nel 1794 Pio
bacio del piede e della mano, ed all'am* VI dispensò i cardinali, cui avea impo-
plesso, lo faceva sedere sopra sgabello, e sto il cappello, di poter visitare dopo il

coprire di berretta. Eseguito il ringrazia- concistoro la basilica Vaticana, invece dì


mento di sua promozione, dopo l'udien- farlo nel pomeriggio , ma iu esso bensì
za il cardinale tornava alla sua casa con visitarono il cardinal decano. Nel 1747
treno senza Hocchi a* Cavalli ('^^v non a- Benedetto XIV creò cardinale Enrico
vere ricevuto il cappello cardinalizio), e real duca di Yoik, al quale nel pome-
nel d\ seguente cominciava a ricevere le riggio fece visita in abito di sottana, fa-
visite dette di calure. Nella mattina del scia e mantello il cardinal decano, e così
concistoro pubblico, il nuovo cardinale iu altri giorni tutti i cardinali, i quali iu
8

io4 VIS VI S
abito corto si recarono a far visita gra- to e nelle visite minuziosi ceremoniali, le
tulatoria al di lui genitore Giacomo III. corti de'cardinali essendo popolate di ve-

D'ordine del Papa, conservatori e prio- i scovi e altri prelati, di nobili, di scienziati,
ri del popolo romano fecero solenne vi- di letterati*e di eruditi. Le veritiere ra-
sita al real porporato, col corteggio del- gioni, con eleganza erudita, l'espose il eh.
le carrozze de'cardinali,del corpo diplo- p. Bresciani nel suo Edmondo o de co stU'

matico, della prelatura, della nobiltà ec. mi del popolo romano: Il Vecchio e il
11 cardinale li ricevè in abito senza ber- Nuovo, presso la Civikà Catlolica, serie
retta, ed egualmente col capo scoperto 4.', t. 4j
P* 39.
« Noi non possiamo im-
stettero rappresentanti de* romani. III.''
i maginare a'dì nostri l'opulenza e la ma-
conservatore Curti pronunziò un'allocu- gnificenza di Roma a que'giorni (ne' se-
zione in latino, cui rispose il cardinale, coli XVI eXVII, anco nel XVIII); la so-
e quindi cuoprironsi tutti il capo, s fu ser- lennità delle feste; la maestà della corte
vito lautissimo rinfresco. Questo ha pure pontificale; il fasto e la pompa sfolgora-
luogo nelle visite al cardinal decano del ta dell'ambascerie de'raonarchi; il deco-
cardinale nuovo, e di questi a quello. An- ro onorando de'principi dolla Chiesa. Al-
ticamente anche gli altri cardinali nella lora ogni cardinale era figliuolo di re e
visita servivano di rinfresco il cardinale gran dinasti della ovvero la cristianità,
nuovo; ed il simile questi praticava con Chiesa e le corone gareggiavano ad esal-
quelli nel riceverli. Clemente XI nel 1 7 1 tarli, secondo la somma dignità del sagro

passando avanti il palazzo del cardinal senato apostolico; laonde ogni palazzo di
Panciatici, voleva smontare per visitarlo, cardinale era una reggia, e avea una guar-
ma essendo agonizzante si recarono ge- dia di lancieri a pièeacavallo (cioè i car-
nuflessi ailo sportello della carrozza a pre- dinali ^ro/e/tort tielle corone, i cardinali
garlo di astenersene,il maestro di camera ministri di esse, ed i cardinali figli o fra-
eilgentiluomodelcardinale,ondeilPapa telli di sovrani) , e fimiglia numerosa
gli mandò la benedizione apostolica in tutta vestita a un'assisa, e tanti cavalli
arliculo mortis. Lo stesso Papa nel 1719 quanti non ne bau ora le regie stalle del
volendo visitare il cardinal Acciaioli gra- Papa con lutti che sono in
i cardinali
vemente infermo, al suo portone fu rin- Roma (per Cavalcate q per le nume-
le

graziato per trovarsi moribondo però ; il rosissime Carrozze). Si legge che il solo
cardinale fece domandargli la pontifìcia cardinale Ippolito à'EsLe, quando andò
benedizione. Con frequenza Benedetto legato in Francia avea seco piti di 4oo
XIII ed anco Benedetto XIV solevano cavalli ; e si narra come un miracolo di
visitare i cardinali malati: quando il 2.° povertà e umiltà, che il ven. cardinal Bel-
visitò nel 1748 il cardinal dùca di York, larmino non avesse nella sua casa che 3o
fu ricevuto alia carrozza dal re suo pa- famigliari. Ad ogni oratore di principi,
dre. Il cardinal Archinlo morì d'un col- che cosi allora diceansi per am- lo piti gli

po nel 1 758
camera del cardinal Fe-
nella basciatori, i Corona, e
cardinali della
roni Ferroni malato, ch'era andato a molti altri signori e principi romani man-
visitare. I parenti del Papa erano visitati davano loro incontro a uno e due miglia
nell'anniversario di sua coronazione, da da Roma i loro cavalli riccamente bar-
tutto il sagro collegio per congratulazio- dameutati,Go'genlil uomini di camera, con
ni, in abito di ferraiolo e con treno in una brigata di staffieri e palafrenieri ve-
fiocchi non meno che dal corpo diplo-
j stiti a una taglia e colie divise del casato;

matico e dalla nobiltà romana. Non è a il che faceva un corteo mirabilmente


rpera vigliare, se sino a tutto il secolo pas- splendido e fastoso. Gli oratori de' prin-
sato si osservavano eoa precisione iq lut- cipi tepean corte anch'essi, milizie^ iusQr
V I s VIS !o5
goe, e aTeon giurisdizione ne'Ioro palagi Pei' esaminare se si osservi ^ecc^esiaslica
(con deplorabili Franchigie d' Immu?ii- disciplina dal clero secolare e regolare :

tà) e procinti né più n<i meno come i se i sagri Ti^mpli sono convenientemente
monarchi nella loro reggia. Ora pensate forniti degli occorrenti Utensili, Festi e
come il popolo romano nel secolo XVI, Fasi sagri {F.), idonei all'esercizio del
alla vista di tante grandezze , sontuosità divìn cullo; lo splendore e la piena mae-
ed eleganze dovea rigenlilir i'animo, af- stà di questo. 11 decoro delle ss. Reliquie,
finare i pensieri, illeggiadrire i suoi modi, e la loro autenticità. 11 riconoscimento
render più dolci e soavi i suoi costumi ... delleconcesse indulgenze. La revisionedi
Nel secolo XVII colla gentilezza delle sue tutti i registri di obblighi, di rendile, d'in-
pompe; col lusso de'principi romani; col- ventarii.Per rimuovere gì' insorti abusi
ia dimora di Cristina reina di Svezia di qualunque specie, con utili provvedi-
(/'.) in Roma ; cogli sfarzi degli amba- menti e prescrizioni di decreti. Per ri-
sciatori; colla moltiplicità delle feste po- chiamare in vigore Comandamenti di i

polari; col lustro de'ouovi ediflzi sagri e Dio e della Chiesa. Per illuminare le
profani; coli' abbondanza e la ricchezza Dienti, da' nuovi pestiferi errori. E' una
die felicitavano la città eterna, la plebe Fisita Pastorale {F.), sempre provvida
romana spogliava ogni d'i meglio gran e paterna ne*moltepliciscopi^ sempreuti-
parte dell'antico scoglio; ma tuttavia l'a- le e salutare neTecondi elfetli, non solo
nimo serbava fiero e caldo, che spesso spirituali , ma
conseguenze anche
nelle
non sapea rattenersi nelle sue foghe; laon* temporali. Talvolta il Papa, secondo il
de non di rado avveniano buglie sangui- bisogno, deputa un particolare visitato-
nose co'raasnadieri (o bravacci prepotea* re apostolico straordinario, per l' enun-
li) spagnuoli, francesi, portoghesi e tede- cialo scopo, ad uno de'memorati pii sta-

schi delle famiglie degli ambasciatori, o- bilimenti o chiesa, assoggettandoli a tale


gni qual volta volessero, sotto I' ombra visita apostolica straordinaria e parziale,
de'loro padroni, commettere qualche so- tanto in Roma quanto nell'altre diocesi.
verchieria ne'popolani.! La mollezza del Di che ragionerò neli.° de'citali articoli.
secolo XVIII rarificò in Roma ma non E siccome è dovere d'ogni escovo, di F
ispense l'impeto subitaneo della romana fare la Fisita Pastorale di sua dioce-
fierezza (mista a generosità, a nobiltà d'a- si, altrettanto eseguisce il Sommo Pon-
nimo). 1 ancora aveano lor bra-
patrizi i tefice nel principio del suo pontificato,
vi ne' Palazzi di Roma (^^.)". qual Fescovo di Roma {F.), anche se-
VISITA APOSTOLICA, Fisìtatio- condo regolamenti del concilio di /io-
i

nis Apostolicae. È la visita straordina- jJia{F.)de[i'j25, con aprire fbrmalmea-


ria che il Papa commette ad un Visita- le egli slesso, tranne qualora non sia sta-
tore Apostolico [F.) a più visitatori a- la ancora chiusa quella dal predecessore
postolici, d' un Fescovalo [F.) o di di- aperta, ossia la visita generale straordi-
Tersi vescovati, cioè delle loro Chiese ^ Al- naria per la Roma e
propria diocesi di
tari privilegiati. Cappelle o Oratorii, suo distretto. Per l'adempimento poi de*
ConventiyMonastcri, Consers'atorii, CoL pii legati, sia di celebrazione di messe, di
legi,Seminari, Ospedali Orfanotrofi, , anniversari, che di tull'altro, di Roma e
Ospizi, Monti di pietà, Sodalizi, e dì tul- suo distre'tto, nell'alma città esiste per-
altri FU luoghi per riconoscerne
li gli manente la sagra Congregazione cardi'
l'andamento, l'iuterna disciplina, l'adem- nalizia della Fisita apostolica [F.),hli-
pimento de'pii legati di Messe, Anniver- tuita neli592 da Cleu)enle Vili, di cui
sari e altri obblighi derivali da lascile ogni Papa iiliene la prefeltura, e n'è sem-
pie, e per sindacarne ramminisli'Qzione, pre presidente il cardmol Ficario gene*
^

io6 V I S VIS
rate dì Roma del P{jpa{f'.). Questa ora in osservanza da Pio VII con rescritto de*
si coQipone di 1 2 altri cardinali, del pre- 29 marzoi8oi, il segretario alza Tribu-
lato Segretario della Fisita apostolica, nale privativo per le materie contenzio-
dell'assessore, del sostituto, di 6 consul- se, e tiene l'udienza ne' giorni che stabi-
tori ,
commissario con suo
e del fiscale lisce ad arbitrio; che a tenore della noti-
coadiutore. come una del-
La segreteria, ficazione pubblicata dal procuratore fi-

le Segreterie della s. Sede^ risiede nel scale, e commissario della medesima s.


palazzo del Vice- Cancelliere di s. Chie- congregazione, li 1 6 luglio 1 8 4, erano il 1

sa (V')' Nel descrivere tale congregazio- mercoled'i d'ogni settimana dueore avan-
ne, parlai pure e feci la distinzione di es- ti mezzodì nella segreteria della visita.
sa visita apostolica ordinaria, dalla straor •
A'26 novembre 1844 "^S*' Alberto Bar-
dinaria Visita «/:?o.9/o//crt generale, e dissi bolani segretario della s. congregazione
de'Papi che l'intrapresero, serbando per della visita apostolica, pubblicò V Editto
quest'articolo ceremoniale dell'apertu-
il sopra le notizie che devono darsi degli
ra, che riferirò più avanlij e notando qua- obblighi delle messe ed altri pii legati
li facoltà esercita la congregazione men- da lui, dal commissario e fi-
8ottO!»critto

tre è aperta la visita generale, e che ha scale della s. congregazione della visita
la comulativa con questa la s. Congrega- apostolica, e dal notaro dell'A. C. e delle
zione cardinalizia della Rev. Fabbrica s. Congregazioni. Comincia dal ricordare,
di s. Pietro {V.), sia nella riduzione del- che l'editto pubblicalo a' 3 aprile 1816
le messe, che sui legati pii, ed altro. Del- con oracolo di Pio VII, ordinava a'nota*
la s. congregazione della visita apostoli- ri, a'parrochi e ad altre persone ivi enun-
ca trattano ancora: il p. Plettemberg ge- ciate di esibire al segretario della s. con-
suita , Notitia Congregationwn Curiae gregazione della visita apostolica entro
Eonianae, Romae iGgS. Gap. 28: De termini perentorii le notizie delle disposi-
Congregatione Visitationis ApostoUcae. zioni contenenti obblighi di messe perpe-
L'avv. V illetti, Pratica della Curia Ro' tui, a lungo tempo, o anniversarii. Ag-
mana, Roma 181 5, t. 2, cap. 7: Della giunse, che avendo Gregorio XVI cono-
Congregazione della Visita. Fra le altre sciuto che di tale editto se n'era da molti
cose, dice che ogni chiesa di Roma e suo trascurata l'osservanza, avea ordinato col-
distretto, deve tenere la tabella approva- la sua viva voce di rinnovarne la pub-
ta dal segretario prò tempore di detta blicazione eoo altre prescrizioni imposte,
congregazione nella sagrestia, ove siano per la denuncia di pii legati e altre pie di-

descritti gli obblighi di messe, anniversa- sposizioni, obblighi di messe e anniversa-


ri e altri pii legali, ed aver pure libri in ri, contenute ne* contratti o testamenti^
cui quotidianamente si notino gli adem- alla segreteria della s. congregazione, en-
pimenti; i quali libri si esibiscono ogni tro termine d'un mese, onde porsi la
il

principio d' anno alla segreteria della s. regola; scorso il qual tempo, contro quel-
\isita per collazionare ciascun legato col- li che non avessero ubbidito alle prescri-
le tabelle originali che si conservano nel- zioni dell'editto del 18 16, si procedereb-
la segreteria stessa, da approvarsi da mg." be all'applicazione delle multe e penecom-
segretario se in regola, altrimenti perle minate nel medesimo , applicandosi le
facoltà che gode la s. congregazione, de- multe per Una metà a vantaggio de'po-
cretare il sequestro del fondo inaudita veri luoghi pliche piacesse alPapa di de-
^^rfe, e prenderlo in amministrazione per signare, e r altrametà a favore del de-
l'adempimento del legato. In forza delle nunciante da tenersi segreto. I tenuti a
facoltà accordateallas. congregazione dal- dare le notizie , sono oltre i notari ed i

le costituzioni apostoliche^ e richiamate parrochi secolari e regolari, i confessori,


Y l S VIS ,07
sacerdoti , religiosi di qualsivoglia ordine testatori fossero scrupolosamente esegui-
e istituto, di cjuaUin(|ue monastero, coti- te. E quantunque con tali mezzi siasi ot-
vento, ospizio o chiesa di Roma; non die tenuta maggiore esattezza, tanto nel dare
i camerlenghi e ulliziaii delle basiliche l'assegna delle nuove istituzioni de'Iegati
patriarcali , delle basiliche e delie colle- pii, quanto nell'adempirli, non per que-
giate di Roma; e lutti i superiori, soprin- sto erasi tutto raggiunto lo scopo per cui
tendenti, rettori, sagrestani e cappellani tali leggi vennero emanate, e che noti si

di qualsivoglia chiesa, tanto regolari che avessero tuttora a deplorare in sì gelosa


secolari; monasteri di monache econser- materia degli abusi altamente riprovati
Tatorii; tutti i prefetti, guardiani, prov da's. canoni. Fra questi si rimarcava il

veditori e altri superiori di confraternite, raodoirregolared'alcunichierioi da'quali


oratorii, adunanze, congregazioni, ospe- si presume devenireal possesso della C^^-

dali e altri luoghi pii secolari, ancorché pellania ecclesiastica sulla semplice pre-
nazionali, non ostante qualunque privi- sentazione de'rispetti vi patroni, senza dar-
legio ed in qualsivoglia modo nominati, si carico di riportarne la canonica istitu-
benché eretti in chiese e case religiose, zione, ossia l'approvazione delTOrdina-
cui confidenzialinente bre\^'unano^ o per rio: dal che ne viene, che sempre incer-
privata scrittura fosse stata consegnata to e precario rendasi il preso possesso,
o lasciata^ o in vita o in morte qaalclie mancando il titolo legale dell'istituzione

somma di denaro contante, a qualche che lo garantisca, accadendo inoltre, che


stabile^ credito o qualsiasi capitale coi per mancanza di esatte notizie ne'patro-
peso di celebrazione di messe perpetue ni sulla qualità de* soggetti, sieno nomi-
a a lungo tempo, che oltrepassi il decen- nati alle cappellanie persone immerite-
nio. Le pene e le multe a'conlrawentori voli, o incapaci di provvista ecclesiastica.
dell'editto del 1816 sono, se laici o ec- Altro abuso essere quello riprovalo sotto
clesiastici secolari, la multa di scudi a5, pena d'interdetto dalle costituzioni apo-
se regolari colla privazione della voce at- stoliche che cioè superiori rettori di
, i ,

tiva e passiva : ed in caso di recidiva , i chiese e confraternite, si fanno lecito d'ac-

contravventori saranno puniti col doppio cettare i pii legati ed obblighi di messe,
della multa, e anche colla sospensione o senza implorare anlecedenteaiente le op-

privazione del loro uffizio. Il Giornale portune facoltà; per cui,o si tralasciano
di Roma deli 85 1 pubblicò nel n. 3i la alfatto , o almeno non si usano tutte le
Notificazione della s. congregazione del- diligenze per accertarsi dello stalo o va-
la visita apostolica deli." febbraio, sotto- lore de'capitali che assegnano per fon-
si

scritta dal cardinal Patrizi vicario di Ro- di de'Iegati pii e cappellanie, né se ne esa-
ma e presidente della medesima, da mg/ minano bene le rendite per conoscere se
L. Fausti prò segretario, e da Pietro A- sono capaci a sostenere pesi che si as- i

mici fiscale e commissario della stessa, e sumono; e quindi ne nasce che le fonda-
firmata ancora da 13. Romani notaro A. zioni si facciano senza le debite assicura-
C. e delle s. Congregazioni. In essa è det- zioni con grave discapito delle chiese, e
to, che la s. congregazione della visita a- probabile futuro deperimento dello stesso
postolica, vigile sempre e sollecita dell'e- legato pio. Ad oggetto dunque di richia-

satto adempimento de' legati pii ed ob- mare alla più esalta osservanza V accen-
blighi di fuesse, avea piii volte emanato nate leggi e disposizioni, la s. congrega-
leggi e disposizioni, dirette a regolarizzare zione nella generale adunanza de' ai a-
quanto ha rapporto ad un punto cosi gosto i85o, dopo matura deliberazione
essenziale di ecclesiastica disciplina , e credè adottare le misure riferite nella no-
provvedere insieme perchè le volontà de' tificazione. Esiccorae nella stessa odunnii*
io8 VIS Vf S
za si trattò delìequestioni, che muovean* ro A. C. ossia òeW Uditore della Carne-
si da molli noltiri di Roma sul diritto ray qual notaro delle s. congregazioni,
privativo di rogare istromenli d'islituzio venne riservato il diritto privativo di ro-
ni ed erezioni di Bene.ficii e Cappella- garsi i suddetti istromenli, che si stipo-
nie^che asseriva avere il notaro delle s. lasserò di ufiìcio. Di più s'ingiunse a que-
congregazioni , così vennero parimente sto e agli altri notari, di consegnare fra

colla notificazione pubblicate le risoluzio- I 5 giorni alla segreteria della congrega-

ni prese in proposito, colle quali il s. con- zione della s. visita, copia semplice d'ogni
sesso credette porre un termine a siffatta stipulazione, e in caso d' omroissione do-
vertenza. Tutte le risoluzioni furono pie- ver pagare la multa di scudi 25 (e prima
namente approvate dalla suprema auto- doveano esser d'oro, al dire del Villetti).

rità del Papa Pio IX, prescrivendone l'e- Questa doversi erogare parte ,
al depo-
satta osservanza; e benignamente accor- nente e parte a cause pie. Si richiamaro-
dando l'intera sanatoria a'possessori del- no in pieno vigore le surriferite disposi-
le cappellanie per la sola presentazione zioni Gregorio XVI
emanate d'ordine di

de'patroni,ed assolvendo dall'ecclesiasti- nel 844- Pc*" ultimo si ordinò, che in cal-
1

che censure comminate da Urbano Vili ce della particola del Testamento (/^.) o
e Innocenzo XII, rettori esuperiori del-
i di altro atto, sia designato il nome, co-
le chiese che per inavvertenza o ignoran- gnome e domicilio dell'erede, o di chi al-
za accettarono di loro autorità legati per- tro sia onerato del legato pio, non che il

petui, dichiarando sanata qualunque otn- nome e cognome dell'esecutore o esecu-


missione e difetto; a condizione però d'u- tori testamentari, quando ve ne fossero,

niformarsi alle disposizioni emanate dal- cose tutte che alla congregazione della s.

la s. congregazione. Queste sono relative visita debbono onde pos-


esser manifeste,
agli obblighi inerenti a* nominali alle sa occuparsi dell'esalto adempimento del-
cappellanie, a cui fu imposto enlro4 me- le pie istituzioni. Lo stesso Giornale di

si di riportare la patente dal vicariato, se Roma del 1 85 1 col n. 5o offre il Rego-


, 1

non muniti di canonica istituzioncj ed a' lamento per gli affari da trattarsi in-
futuri di prendere questa entro 2 mesi, nanzi la sagra Congregazione della fal-
passati i quali, decaduti dalla nomina, il sità Jpostolica^ ordinato dagli E.mi e
cardinal vicario liberamente disporrà del- R.mi signori Cardinali componenti la
le cappellanie. Sono pure inerenti a'supe- medesima nell'adunanza generale del
riori delle chiese tanto del clero secolare, giorno 5 giugno 1 85 1 , er? approvalo dal-
quanto del clero regolare, a' quali nuo- la Santità di N. S. Papa Pio IX nel-
vamente s'ingiunse, dopo la canonica t udienza del giorno 7 del suddetto me-
accettazione del pio legato, doversi regi- je.E' firmato dal cardinal presidente, dal
strare nella tabella degli oneri da tenersi pro-segretario, dal fiscale e commissario,
affissa nelle sagrestie de'due cleri, pren- e dal notaro e cancelliere delle s. congre-
dere l'iscrizione ipotecaria, e darne par- gazioni, e contiene 34 articoli o §§. Dirò
tecipazione alla segreteria della s. congre- solamente. Gli affari innanzi la s. congre-

gazione della visita, altrimenti soggiaces- gazione della visita apostolica, o si trat-

sero alle pene ecclesiastiche prestabilite. tano economicamente giudizialmente:


A ciascuno de' pubblici Notari di Roma gli economici sono introdotti a mezzo di
venne riservato il diritto di rogare gl'i * semplici suppliche o memorie corredale
stromenti d'istituzione ed erezione deh^- di allegali analoghi alla domanda. Mg."
nefjcii e cappellanie, purché la stipolazio- segretario, esaminato l'affare, ne fa rela-

ne si faccia innanzi a mg.' segretario del- zione al cardinal presidente , il quale o


la congregazione della s. visita. Al oola- lo risolve, o ordina di portarsi BWVdien"
V I s VIS 109
za Papa, ovvero di trattarlo nel con-
(lei dersi il benefìcio della restituzione in ìn-
gresso adìucliè venga deciso col volo de* tiero,'con memoria diretta al cardinal pre-
R.mi consultori, a forma del cap. 2 del sidente, il quale rimetterà tale istanza alla
breve di Pio IX, Beati Pelri^ de'2 di- i s. congregazione per memoriale. La s.

cembre 847- Emanata


1 la risoluzione del congregazione esercita pure le attribu-
congresso , se la parte credesi gravata, zioni di Segnatura per le cause di cui nel

può ricorrere al giudizio della piena s. § o del suo Regolamento. Le sentenze


I

congregazione cardinalizia. Questa cono- della s. congregazione sono sottoscritte


gli affari economici, che dal
sce altresì dal cardinal ponente, collacondanna del
Papa o dal cardujal presidente gli ven- soccombente alle spese. La tassa di que-
gono rimessi. Le cause giudiziali di com- ste si fa da mg/ segretario per via d'or-
petenza ilella s. congregazione, sono de- dinanza, osservatele norme delle vigenti
cise ini." grado di giurisdizione da mg/ leggi. Il reclamo, se ha luogo, si fa con
segretario, e secondo il valore delle me- istanza avanti allo slesso prelato^ il qua-
desime saranno trattale e giudicate colle le lo rimette, e quindi con voto consulti-
norme prescritte nella 1/ parledel §1 707 vo lo riferisce alla s. congregazione. Si
del Regolali} e rito giudiziario di Grego- può vedere W tì^'cieìo Jnler gravissimas,
rio Xrij pe' Tribunali di Roma (A^.). entanatu dalla s. congregazione de'20 set-

Kon sono ammessi ad agire se non que' ten)brei85i, confermato dal Papa, e sot-

procuratori ^che siano autorizzali a com- toscrittoda C. Cardi Ficarius Praefe-


parire innanzi gli altri Tribunali di Ro- ctus presso V Osservatore Romano
(sic),

ma. Mg/ segretario terrà l'udienze ordi- del i85i a p. 884. Abbiamo: Giuseppe
narie in un giorno di ciascuna settimana Crispino, Decreti della Fisila apostoli"
da destinarsi da esso, tranne il tempo del- ca, Monte Fiascone i6o4- Francesco A.
le ferie giusta l'elenco alTisso nella segre- Mostazzo, De causis piis in generale, et
teria. Ne' casid'urgenza il prelato potrà Jdditio de Sodali tiis, et de Fi-
in specie:
destinare un'udienza straordinaria, pre- cario Jpostolico^ auclore J. B. Basso^
vio il suo perrne'fso. Si può da lui inter- Venetiis 1735.
porre appello a qualunque sentenza, pur- Pii tornando alla visita generale e straor-
ché dall'attuali leggi di procedura non dinaria che aprono i Papi nel principio
sia dichiarata inappellabile. Il giudizio del loro pontificalo, prima o dopo il loro
io grado d'appello è sempre deferito alla Possesso neir arcibasilica Lateranense,
piena congregazione la parte che vuol , ne riportai un bel numero nel voi. XVl,
proseguirlo promovendo istanza ad uno p. 285, 286, 287, 288, cioè parlando
de'cardinali dtlla congregazione in figu- della discorsa congregazione, per farne
ra di ponente^ il quale fa poi la relazio- la debita distinzione. Tra le provviden-
ne alla piena congregazione. Se la sen- ze da' Papi emanate per la visita apo-
tenza di questa fosse confermatoria di stolica generale delle chiese e di tutti i

quella di mg.' segretario, nascerà la cosa luoghi pii di Roma, giova di meglio di-
giudicata. Se poi tali sentenze fossero dif- chiarare quelle d' Innocenzo XI 1, e rife-
formi, avrà luogo un nuovo sperimento ri le nel Bull. Roni.^ t. 9, da 289 a p.
p.
avanti la stessa s. congregazione a istan- 297, co'seguenti brevi ^m^\o\\c\. Agnini
za della parte cui interessa ne'modi e for- TJniversalis Eccle.siae, degli i i gennaio
ma stabiliti nell'art. 1 4 del Regolamento 1693: Indicilur Fisitatìo Apostolica
in discorso. [Nel caso poi che fosse nata Ecclesiarum, ci Locorum Piorum Ur^
la cosa giudicata per la conformità delle bis cum expositione ss. Sacramenti^ et
sentenze, ovvero per l'appello non inter- indulgcniia plenaria. — Cani in Pasto-
posto ne'lerraiui pereulorii, potrà richie- rali Fisilatione, de* 16 gennaio iGqS:
no VIS V I S
Conceduntur Cardinalihus VisitationU Fisitaiionis omnium Ecclesiaruni, Mo-
Jpostolicae Vrhis^facidtalesomnes ne- nasteriorunij et Locoruni Pioriwi Al-
cessariaCf eisqne nonmdla inj'ungun- viae Urbisj necnon Orationis Quadra-
tur. — Fenerabiles ìTalres Nostri^ de' ginta horarum cuni indulgentiarum e-
16 gennaio iGgS: Conceditur Cardi- largitione prò recla dictae Fisitaiionis
nalihus Fisitaiionis Jposlolicae Urbis^ direclione. Colbreve Cupientes in hac
facidlas exercendi Pontificalia in omni- nostra pastorali Ecclesiarum Urbis
bus Ecclesiis. — • P'enerahiles Fratres Fisitatione, de' 24 marzo 1624, Bull.
Nostri^ de' 16 gennaio iGgS: Concedi- cit., p. 200: Scquitur mandatum visi-
tur Cardinalihus Fisìlalionis Apostoli- tandi in parochialibus Ecclesiis infir-
caeUrhis^facultasterminandiquascum- mos, eisque elecmosynani elargiendi. Vi
que causas lani civiles quani criniina- deputò visitatori apostolici, eh' erano
i

les. —Fenerabiles Fratres Nostri, de* un arcivescovo e cinque vescovi di di-


1 6 gennaio 698 Conceditur Cardina-
1 : verse chiese residenziali e in partibus.
lihus Fisitaiionis Apostolicae Urbisj Col breve Quonia/ìi in prosequendo mu-
facullas ad se avocanda causas pen- nere Fisitaiionis, de' 29 marzo 1624,
denies, et transferendi Missas ab alla- Ball, cit., p. 200 Scquiturfacullas co-
:

rihus. — Ut quae in Fisitatione, de*


ea, gnoscendi causas quascunique etiani
7 febbraio iGgS Deputatur Judcx cau-
: criminales ahsque irregularitatis \in-
sarum^et exequutor decretorum Fisi- cnrsu. Col breve Offlcii Nostri esi^ de*
taiionis Jposlolicae, qui dependeat a 29 marzo 1624, Bull, cit., p. 201 Se-

:

voto ^^isìlatoruni. AliasNosnonnul- qui tur indulluni Fisitaiorihus exercen-


/o.9j dell'i febbraio 1693
I Conceditur : di ubique Poniificalia. Col breve Cum
Fisitalorihus, et Jiidici Fisitaiionis A- in pastorali Fisitatione^ de' 3o marzo
poslolicae Urbis^ facullas adìilbcndiji' 162/^, Bull, cit., p. 202: Sequitur alia-
dein simplici indi cationi Scripturarum, rum facultatum concessio. Col breve
ac d. Judici procedendi voto FisitatO' Rerum, quae Nobis cordi sunt, de* So
rum. Innanzi di riparlare della funzione marzo 624, Bull, cit., p. 2o3 Deputa'
1 :

d'apertura della s. Visita apostolica ese- tio Secrelarii, cioè uno di delti vescovi.

guita da Leone Xil (fimzione che deve Più tardi, col breve Ut in prosequendo
essere affatto separata daqualunque al- Fisitaiionis, dell' 11 luglio 1624, Bull.
tra funzione), e dalla quale non si può cit., p. 2o4: Sequitur facullas P'isila-
prendere norma, siccome mi diceva un toribus avocandiad seqnascumque cau-
illustre professore di liturgia e prefetto sas occasione d. Fisitaiionis in aliis Tri-
dellecerimonie pontificie; ed aggiungen- buiialibus, el corani aliis Judicibus an-
do, che quel Papa, strettamente par- tea coeptas, vel instructas, ac in statu^
landò, non fece alcuna azione d' aper- in quo reperiuntur. Però la funzione
tura. Se dessa fu realmente tale, lo giu- dell'aprimento della vìsita da lui intima-
dicherà il lettore; e come se ciò possa as- ta colla ricordata bolla, già Urbano Vili
solularaenle dirsi, lo vedrà nelle de- si l'avea eseguita a* 1 4 aprile 624 domenica
I

scrizioni che riporterò, cioè dopo aver in Alhis, cominciando dall' arcibasilica
premesso l'operato da Urbano Vili, nel- Lateranense. Vi si condusse in carrozza, e
r apertura della visita straordinaria da disceso alla porla grande fu ricevuto dal-
luì fatta, con alcune riflessioni. Abbiamo l'arciprete cardinal Leni, dal cardinal Mil-
VOrdo Fisitaiionis Apostolicae,Viomde lini vicario di Roma, dal card inai France-
1724. Urbano Vili colla bolla Mili- co Barberini suo nipote, e dal capitolo. Il

ianlem Ecclesiani^ de* 27 marzo 1624, Papa sul limitare della porla della chiesa
Bull, lioni. t. 5, par. 5, p. 198 IndicUo : genuflesso baciò la CroGe,presenlalagli dal
VIS V I S ili
cardinal arciprete, da cui pure fu incen- zione pe* defuDli commise a Raffaele la

salo, dopo aver posto 1' incenso nel lu- vescovo di Zanle, uno de' visitatori apo-
riboiu^e dopo aver coli* aspersorio del- stolici deputati, che l'eseguì immedia-

l'acquasanta, pur da lui presentalo, asper- tamente. A* 4 in^gg'O. 4*' domenica do-
so se e i circostanti. Frattanto i cantori po Pasqua, Urbano Vili visitò la basilica

cantavano l'antifona Ecce Saccrdos Ma Vaticana, praticando l'operato nella La-


griiis^ e poi i' inno 7e Deum. Il Fapu teranense, anzitutto venerando regolar-
visitò subito le ss. Teste de' ss. Pietro e mente il ss. Sagramento, al cui altare il

Paolo, e poi Sagramento esposto in


il ss. vicario della basilica recitò le suaccenna-
forma e per 1' orazione di Quarnntore te preci. Il Papa visitò poi l'allaie della

( conviene dire the il Papa entrò per la Confessione, e quindi celebrò la messa
porta grande del portico laterale, piò bassa in quello della cappella del coro, in
frequentato dell* altro principale, ojassi- fine della quale il sagrista pubblicò i'io-
me allora non era stato
che per anco dulgenza di io anni e altrettante qua-
reso più magnifico colla nuova sontuosa rantene. Dopo r allocuzione al clero, vi-

facciata, poiché dovendo il Papa prima sitò di nuovo l'altare del ss. Sagramento
visitare il ss. Sagraniento, forse per non e incensandolo; e visitato anche il batti»
tornare irulietro, preferì visitare anzitut- slerio,commise 1' assoluzione pe'defunti
to le reliquie de'ss. Apostoli : ovvero per- a un vescovo visitatore, e tornò al palaz-
chè due volle dovea portarsi al suo aita- zo apostolico. Farò osservare, che nelle
re, come dirò. Altri esempi analoghi l'ho visite apostoliche, eseguite anco da'Papi,
riferiti a suo luogo. In breve quelli d'un ha luogo quanto è prescritto dal ceremo-
altro P;ipa sono: Clemente XI nel ponti- oiale di esse, e praticato nella Visita pa-
ficale di Pasqua 17 j8, adorò nella basi storalcyneì quale articolo l'esibisco, né
lica Vaticana le ss. Reliquie prima del dideriscono le cerimonie nella sostanza
ss. Sagramento per l'Ascensione e nella
: e da quelle fatte da* Papi', e con ragione
basilica Laleranense venerò prima le ss. giacche il Pontificale Romano in origi-
Tesle,e poi il Santissimo; altrettanto fa- ne, come ben prova il suo dotto illustra-
cendo per la cappella di s. Gio. Battista. toreGiorgi, fu compilato da'Sommi Pon-
Probabilmente ciò sarà avvenuto, quanto tefici, i quali (ad eccezione d' alcuni riti

alla Vaticana, per evitare pe' suoi inco- propri soltanto di essi, onde ritenere per
modi lo scendere ed ascendere alla sedia quanto si potè qualche cosa dell' antica
gestatoria, e così quanto alla Laleranen- disciplina) lo resero comune a tulli i ve-
se, smontando alia porta della sagrestia scovi, ailìnchè questi fossero uniformi col
e recandosi direttamente all'altare pa- capo supremo della Chiesa, col .° de' i

pale). Il vicario della basilica parato di vescovi.E noterò pure, che se nell'aper-
piviale bianco recitò sul Papa i versetti tura della visita d* Urbano Vili vi fu
e le orazioni, come nel Poiiliflcale. Indi alcuna diderenza da quanto prescrive i(
il Papa assunse le vesti missali e celebrò Pontificale Romano^ che abbiamo da lui
il s. Sagi iflzio con messa Iella, nel mede- stesso approvalo, ciò avvenne, perchè la
simo altare del ss. Sagramento. Dopo di visita apostolica egli l'aprì neli.'^annodel
che si condusse in sagrestia, ove alla pre- suo pontificato, e la sua approvazione
senza de* cardinali fece un'allocuzione del Pontificale seguì quasi nell' ultimo
propria della circostanza al clero, il qua- aunodel medesimo; e quindi non si può
le l'udì genuflesso. Urbano Vili ritornò tacciarlo di contraddizione, da quanto fe-
quindi nella basilica, e visitò l'altare del ce a quanto poi approvò. lQ)perocchc tra
s», Sagramento, il ciborio ec, e dopo si le due epoche occorse la correzione da lui
restituì al palazzo apostolico. L' assolu- ordinala del Pontificale^ e iUseii per con-
1

I l 2 V I S •
VIS
segticnza ritenere che l' eseguito nella e dalla religione del
popolo; e infìam-
funzione da Urbano Vili, fosse secondo mali a seguirne l'esempio. Siccome per
le regole allora in vigore. Corretto poi ed altro le ardue cure del Pontefice non
emendalo, con bolla ne prescrisse l'osser- ponno permettere che di tutte le cose a
vanza, nbbidila e seguita tuttora dall'uni- tal visita inerenti personalmente s'incari-
versa Chiesa. Ecco poi il praticato a'no- chi , con le necessarie facoltà e istruzioni
stri giorni da Leone XII. Colla bolla pose a parte delle principali fatiche e
Cam priniwn divina Provìdenlia^ de'3 deputò in suo aiuto il cardinal Zurla
maggio 1824, Bull. Rom. conLft. 16, vicario di Roma, qual presidente della
p. 61: OrdinaLÌones ad reforniandos visita, ed i convisitatori prelati riferiti

mores cleri saccularis Àlniae Urbis XVI, p. 287 e 288, ove


nel voi. essendo
proposilae, et Indicdo generalis P^isila- ommesso mg. Perugini vescovo"^
di Por-
tionis. L'indirizzò: D i leali filiis univer- firio e sagrista, qui lo reintegro. Di più,
so Clero et pepalo Romano^ nel!' inami- colla bolla incaricò R.rai pp. d. Diodato
i

iiente celebrazione dell' Anno Santo, Galleffi monaco cassinese e abbate di s.


promulgalo a' 27 dello slesso mese. Con Paolo, fr. Lodovico da Frascati (poi car-
questa bolla Leone Xll notificò la visita dinal Micara) generale de'cappuccini, fr.

apostolica per tutte le chiese e luoghi Giuseppe M.^ Velzi vicario generale del-
j3Ìi di Ptoma. la essa dopo aver detto, l' ordine de* predicatori (poi cardinale),
che fin da* primi momenti di sua assun- e d. Prospero Duelli barnabita di unire
zione al pontificalo (seguita a'28 settem- r opera loro perciò che concerne i clau-
bre 1828 dopo essere stato vicario gene-
: strali dell* uno e dell' altro sesso; e si

rale di lloma), comprese esser necessario propose scegliere anche altri idonei sog-
rinnovare lo spirito del clero e popolo getti, quando le circostanze l'esigessero.
romano, porzione la più scelta del greg- Dichiarò inoltre volersi prevalere dei con-
ge allìda togli, acciò scorrendo con mag- sigli degli E. mi Cardinali della s. congre-

gior alacrità le vie di giustizia, il buon gazione della visita apostolica ; ordinan-
odore di Cristo dal centro di unità da do che a questa deferiscasi la cognizione
essi abitato per ogni dove si diffondesse, degli affari di maggior importanza, acciò
come se ne diffonde la verità. Manifestò dopo averli attentamente discussi, ma-
il suo proposilo di aprire egli slesso lai nifestasse a lui il proprio parere. Affin-
visita nella basilica Lateranense la do- chè a quest'opera i divini auspicii fossero
menica della ss. Trinità, in occasione di favorevoli, comandò che nelle basiliche
colà trasferirsi a prender solenne pos- patriarcali e altre chiese si esponesse il

sesso, per poi proseguirla in tulle le chie- ss.Sagramento, concedendo l' indulgen-
se patriarcali, collegiate e parrocchiali, e ze che avrebbe pubblicato il cardinal vi-
ne'loro capitoli e persone; come anche in cario. 11 resto della bolla tende a pater-
qualsivoglia monastero e convento d'ogni namente esortare il clero e popolo che
ordine di uomini e donne, ospedale, col- contribuissero all'esito fausto di questa
legio e confraternite laicali; nel monte santa opera in modo, che al cospetto di
di pietà, e in tutti i luoghi pii comun- tutte le genti faccia testimonianza della
quedenomioali.E a tale intrapresa sog- lor fede; e a render pubblica la sua fer-
giunse di sentirsi viemmaggiormente ma fiducia, che il Padre celeste visiterà
spronato dalla vicinanza del Giubileo j egli slesso la vigna che con la sua desti-a
a motivo del quale portandosi a Pioma piantò; e che il patrocinio della gran Ma-
i cristiani da remote parli, potranno ri- dre Dio dal romano popolo con tenero
di
tornare alle lor patrie edificali dalla mae- affetto venerata, de' ss. Pietro e Paolo e
stà del culto e splendore de'sogri templi, degli altri Apostoli custodi della città, e
V l s VI S ii3
dell'esercito de' Marlin, i quali col san- trasferì alla sagrestia canonicale, dove
gue loro il romano suolo inadiarono, ot* pronunziò analoga allocuzione. Assunta
terrà che Padre delle misericordie
il per- poi
la cappa, si portò con tutti gli altri

fezioni da se medesimo l' opera da lui processionalmente al s. Fonte battesima-


con fervore cominciata. Narrai nella bio- le, e avendo a' lati i due canonici, dopo

grafia di questo gran Pontefice la solenne breve orazione avanti quell'altare di Ma-
funzione del possesso preso nell'arcibasili- ria ss., deposta la cappa e vestito di abili

ca Lateranense nel pomeriggio de' 1 3 giu- pontificali neri con mitra bianca, intuo-
gno 1824. Entrato in essa, si recò nella nò a cortili EpìstolaeVanMxiovMì. funebre,
cappella del ss. Crocefisso a venerare il Siiniquilales j e recitatosi io comune il
ss.Sagramento, ove dopo che cantori i salmo De profundis, fece le consuete as-
ebbero cantato il ;i^. 7d ergo quatsu- soluzioni sulle tombe. Cantato da que'
mas dell'inno Ambrosiano e questo ter- musici il ]|. Qui Lazarwìiy si passò in-
minato, il cardinal Della Somaglia arci- di al contiguo cimiterio, e ivi si fecero as-
prete della basilica nel lato dell' Episto- soluzioni consimili. Di li rientrati nella
la cantò i versetti e l'orazione: Dtus basilica, si condussero all' altare del ss.

omnium i'isitator, relativi all'apertura Sagramento; ed il cardinale spogliatosii


della s. visita generale intimata dallo stes- dei paramenti neri, e presi i bianchi e il

so Papa per tal giorno. Passalo quindi piviale, ingiunse al Bev.° parroco di a-
od orare avanti le ss. Teste de' Principi prire il ciborio, osservalo il quale dentro
degli Apostoli, ed eseguite le funzioni dei e fuori, come anche la pìsside con le sagre
possesso, benedetto solennemente il po- Particole, dopo le solite incensazioni e il

polo dalla gran loggia, colla sedia gesta- canto del Tantum e/'g^o, compartì la trina
toria Leone XII fu portato nella stanza Eucaristica benedizione. Deposto subilo
de'paramenti, dove commise al suo vica- il piviale ed assunta la mozzetta, assi-
rio cardinal Zurla presidente della s. vi- stilo da due canonici, tornò il cardinale
sita apostolica, il proseguimento degli atti al s. Fonte battesimale, per visitarlo, uni-
dell* apertura della medesima e deposti ; tamente a'prelati convisitatori, presente
gli abiti pontificali, riassunse il Papa gli il parroco ;e avendo fatto ritorno io chie-

usuali e fece ritorno al palazzo apostoli- sa, visitò gli Olii santi, e in fine le ss.
co. Riporta il n. 49 del Diario di Roma Teste de' ss. Apostoli Pietro e Paolo, e
del 1824» che nella seguente mattina il altre venerabili reliquie. Dopo di che il

cardinal Zurla si portò alla patriarcale cardinale ripresa la mantellella, ricopren-


Lateranense co' mg.ri Della Porta vice- do così il rocchetto, uscì dalla porla della
gerente e ]VIattei,ambo patriarchi, e mg.' sagrestia, e partì nel modo con cui era
Sala, convisitatori, oltre mg.'Fornici ce- venuto ; avendo così termine (|uesta fun-
remoniere pontificio. Scese il cardinale zione di s. visita apostolica nella 1." chie-
dalla carrozza al suono di que'sagri bron- sa del mondo cattolico e cattedrale del Pa-
zi, ricevuto dal R.mo capitolo e clero, pa. Indi Leone XII emanò il breve Quae
scoperto il rocchetto (assunto in questa «05<rrt, de* 18 giugno 1824» Bull. Roin,
circostanza, poiché (|ual monaco camal- cont.y l. I G, p. 70 FacuUales conccssae
:

dolese non ne avea l'uso), ricevè l'asper- Visitatoribus Apostolicis proen explen-
sorio e fece le consuete aspersioni colle da in Urbe. Diviso in 18 §§, è diretto ai
sagre acque lustrali. Quindi dopo aver cardinal Zurla vicario generale nello spi-
orato innanzi l'altare del ss. Sagramento, rituale di Roma e suo distretto, presiden-
su di esso celebrò la messa votiva dello te della ed a* f^encrabilihus
s. visita,
Spirilo Santo, assistito da due canonici fralribus Antixùtibus ne diUcLis Jilns
e dal ceremouiere : teriuiuata la quale si Romauuc Curiac Pradaùs pio riaita'
. YOL. CI. 8
(hi^ìi f«'.
ii4 VIS VIS
tione Ecclcsiaruin et Locorum Pionim benedizione. Passò in wguito a venerare
Alrnae Urbis aNohis instituta, speda- le sagre ceneri di 6. Leone I Papa, avanti

li ter deputatis. Notificò poi il n. 54 del V altare ad es o dedicato; e così soddi-


Diario di Roma del 1824, che Leone sfatta la propria divozione, sì restituì ne*
XII, nella mattina di domenica 4 Inglio, suoi apparlamenli,commettendo al cardi-
dalie sue stanze del Vaticano si trasferì nalZaria presidente,la continuazione de-
alla propinqua basilica di s. Pietro, ed gli atti di s. visita da esso in tal modo co-

ivi aprì las. visita apostolica, colla sagra minciata nella basilica Vaticana. Il D/tìtr/o
funzione che descrisse nel n. 5^. Il Pa c?«7?o/72tì[, nella riprodotta descrizione,nul-
pa in mezzetta e stola, preceduto dalla la dice se Leone XII nelle dette azioni as-
Croce pontificia, e accompagnalo dal car- sunse gli abili sagri. Il n. Sj del medesi-
dinal Zurla presidente della visita stessa, mo narrò. Nella domenica mattina 1 1 In-
da mg. Lorenzo Mattei convisitatore e
"^
glio, Leone XII si trasferì alla basilica Li-
segretario, da mg.' Groppelli e da mg.' beriana,per ivi aprire la visita apostoli

Sala assessore. col corteggio di sua fami ca, mentre vi si trovavano ad attenderlo
glia. Tutto il li.mo capitolo Valicano ri il cardinal Naro arciprete della stessa, \\

cevè sul limitare della porta il Papa, il cardinalZurla presidente della visita, rag.'

quale genuflesso baciò il Crocefisso pre- Mattei segretario e mg.' Sala assessore.
sentatogli dall'arciprete cardinal Gallef- Occupato il i.° ingresso del tempio per
fi. Quindi levatosi in piedi, pose nel tu- le riparazioni che si facevano a'dannidel
ribolo l'incenso roinistralO"li dal mede- soffitto, il Papa vi entrò per la porta della
simo porporato, che quindi gli presentò sagrestia, e nell* ingresso baciò inginoc-
pure r aspersorio con l'acqua benedetta, chioni il Crocefisso, asperse il popolo, e
e il Papa segnato s€ con essa, ne asperse fu dal cardinal arciprete incensato. Ac-
gli astanti, e ricetè le incensazioni dal compagnato quindi da'due cardinali e se-
cardinale, njenlre musici cantavano
i guilo da'due prelati convisilatori, e dalla
l'antifona: Ecce Sacerdos Mngnus. In- propria corte, recossi il Papa all' altare
tuonatosi in seguilo da' medesimi il Te del Sagramento, dove dopo il canto
ss.

Z)c«m, quest'inno fu terminalo nella cap del Te Deurn^ ònX cardinal arciprete si
pella del ss. Sagramento, ove si recò il Pa- recitarono le solite p^reci. Passòdipoi alla
pa,e sul quale dal cardinal Galleffì furo- cappella Borghesian?^ invece dell'altare
no recitate le preci presciille dal Potili- papale, allora in restauvazione, ed ivi prò-
ficaie Romano: Ordo ad visitandcs seguì la funzione. Tutto si eseguì colle
Parochìas.Dò^oài\ ciò, preceduto il Pa- consuete ceremonie, dopo le quali voile
pa processionalmerite dal capilolo Vali- il Papa passare nella cappella Sistina, e
cano, intanto che si cantava l'inno, De vivenerò il corpo del Pontefice s. Pio
coralnx, si portò avanli l'altare pontifi- V. Portatosi in seguilo nella sagrestia,
cio o Confessione, dove inginocchiossi. In- ammise al bacio del piede l'intero capito-
di intonatasi l'antifona de'Principi degli lo (di cui al quale di-
era slato arciprete),
Apostoli, ascese su dello aliare, e vi re resse ultimo un tenero e commoven-
in
citò l'orazione analoga, e data la benedi- te discorso, per mostrargli la propria sod-
zione pontificale aj popolo, concesse l'in- disfazione pel zelo e impegno con cui si

dulgenza di 5o anni, pubblicata dal car- prestava all' uffiziatura divina, ed esor-
dinai arciprete. Il Papa tornato allora tarue gl'individui a gareggiare tra loro
alla cappella del ss. Sagramento, fece per decoro della casa di Dio,, in oggetto
V assoluzione de'defunli ; e visitati i vasi sìdegno, non solo perchè questo era pro-
sagri contenenti la ss. Eucaristia, com- prio loro dovere, ma anche j'cr edifica-

palli con essa racchiusa nella pisside la zione de'fedeli, i quali si sarebbero reca-
-

V I s VIS 11^
ti in Roma in occasione dei prossimo an« ove a quell' epoca
grestia, si faceva da*
no santo. Paitì poi per la sua residenza monaci l'uffizialura, ed ivi gliammise al
del Vaticano, lasciando tutti gì' illustri bacio del piede. Intanto, per comando del
capitolari pieni di giubilo e di rispetto. Papa, il cardinal Zurla co'3 convisitalo-
Volendo Leone XII proseguire la visita ri continuò la visita del 8. Fonte batte-

apostolica nelle basiliche patriarcali, rac- simale e degli Olii santi. Dipoi il Papa
conta il n. 59 del Diario di Roma del p^irli per restituirsi al Vaticano. Final-
1 824, essersi portato nell'ore pomeridia- mente Leone XII col breve Quod erat
ne della domenica a' 8 di luglio in quel- 1 maxime optandum,de i^ g'^g"*^ '827,
la di s. Paolo fuori le mura, trovandosi Bull. fìom. cont., t.i7,p. yS: Noifa in-
ad attenderlo il presidente cardinal Zurla die tio .tacrae Visiiationis Ecclcsiarum^
co' 3 con visitatori mg. ri Matlei,Sini- i etLocorumPiorum Jltnae Urbisadur-
baldi e Sala. Le rovine di quel celebre gendam executionem dccrelorum edilo-
tempio, crollalo per l'incendio del prece- runi a Convisilatoribus Jpostolicis. Nel
dente anno, impedirono al Papa l'ingres- 1825, anno seguente all'istituzione di
so principale. Vi entrò pertanto per quello questa s.Visita, le annuali Nolizic di Ro-
che mette alla sagrestia, e da an lato su- ma cominciarono a riportare, oltre la s.

periore della chiesa, dove fu ricevuto da congregazione della Visita apostolica or-
tutta quella monastica famiglia cassinese. dinaria, tra le congregazioni cardinalizie:
Ivi genuflesso baciò il Crocefisso, presen- risila apostolica straordinaria per
tatogli dal p. ab. Gallefiì inginocchioni, tutte le chiese e luoglii pii di Roma a-
dal quale venne incensato, dopo aver il perla nella basilica Lateranense in oc-
Papa asperso il popolo. Intonatosi il Te casione delV Anno Santo da. Sua San-
Deiini da'cantori pontificii, andò ad ado- tità, a cui
deve fare la relazione di
si

rare il ss. Sagramento, dov* ebbe termi- tutiocio che concerne la Fisita medesi-
ne l'inno, e furono dai detto p. abbate ma. Seguono nomi i del presidente, se-
recitate le preci e le orazioni prescritte. gretario, assessore, giudice e convisitato-
Traversando il Papa la chiesa dalla meo ri ; e ciò si ripetè per tutto il rimanente
tovata parte superiore, e rivedute in un del pontificalo di Leone XII. S'intrala-
sol colpo d'occhio l'imiiiense e desolanti sciò quindi in quello di Pio Vili, benché
mine, nell'esternarne il più vivo dolore, la s. Visita straordinaria non fu chiusa
manifestò la sua magnanima determina* che per decreto del successore Gregorio
zione di far porre quanto prima mano a XVI nel i83r, egli alti furono deposti
riedificare il tempio, almeno nella parte nell'archivio della s. congregazione della
superiore, nella quale si venera il sepolcro s. Visita apostolica ordinaria. Carlo Bar-

(e il Corpo) del s. Apostolo. Passò all'al- tolomeo Piazza,chepiù volle fu deputato


tare del ss. Crocefisso, riandando percon- AeWtChiese di Roma, nel proe-
alla visita
durvisi alcuni passi entro la pubblica stra- mio dell' -C/^ie/o/o^'io di Roma avvertì,
da da dove allora soltanto potevasi entra- che Sisto V ordinò ne'registri della visi-
cantata da'pontifit:ii cantori Tanti*
re. Ivi ta apostolica si notassero tutte le ss. In-
fona propria di s. Paolo, tu dal Papa det- dulgenze e tutte le ss. Ketiquie possedute
ta l'orazione, e quindi data la benedizio- dalle romane chiese, e le tabelle di esse
ne apostolica, e conceduta l'indulgenza di devono essere autenticate dalla medesi-
5o anni. Fece poscia, secondo il ceremo- ma 8. Visita.
niale, l'assoluzione de'defunti^e tornò al- VISITA. PASTORALE, Fisitaiionix
l'altare del ss. Sagramento per eseguirvi Pastoralis. La Fisita (/'.) che il Fesco
gli atti della visita; e data colla sagra Pis- vo {V^ o altro Ordinario è tenuto fare
side la trina benedizione, pausò nella sa- dd suo Fescovato (F.) o Diocen^ dal
Ji6 VIS V ! S
Morcelli lalinizzara: Templum prò potè- pula i visitatori apostolici, e traila
molti
state praesens invisìt. Il vocabolo deri- adari relativi alla visita pastorale. Un
va da P<75/ore( /^.), come l'insegna o ^er- tempo V Arcivescovo (F.) Metropolitano
ga episcopale, eia Pastorale lettera (nel [F.) poteva a suo piacimento visitare le
quale articolo rilevai que* vescovi che pre- diocesi de'suoi 'Sujfraganei (F.)j o^^\ lo
ferirono ad essa il recarsi prontamente può soltanto, dopo che nel Sinodo [F.)
nella diocesi; lettera che il nuovo vescovo provinciale si è conosciuta e approvata
indirizza al clero e popolo di sua diocesi, la ragione; e quanto può fare lo notai in
i»a capila da pochi per essere scritta in quegli articoli. Parlando del Priniatc,c\\e,
latino, come rimarca il Parisi. La visita sovrasta a'metropolitani di più provincie,
pastorale ha il medesimo religioso scopo ricordai pure le dignità equivalenti della
e fine salutare della Fisita apostolica gerarchia ecclesiastica orientale, e le loro
(F.) delle Chiese e Pii Luoghi d'ogni prerogative. Superiore a tulli è ilP^tifWrtr-
nome e d'ogni specie, e per rimuovere ca di giurisdizione, ed il complesso de've-
qualunque abuso insorto^ tanto nel clero scovati e arcivescovati a lui soggetti dice-
quanto nel popolo, oltre quanto di par- si Patriarcato^ nel quale essi hanno una
ticolare e speciale dovrò dire. Già della ispezione generale, che abbraccia le pro-
vìsita pastorale del Vescovato o Diocesi^ vincie ecclesiastiche dalle quali viene for-
dissi alquante parole nel voi. XCV , p. mato. 11 vescovo Sarnelli, Lettere eccle-
1 e 1 43, suH'obbligo personale del Fé-
4 • siastichct t. 5,lett. 20: Della ìnsita Pa-
scovo o altro Ordinario di farla ogni an- storalCf comincia dal dire, che lo stesso
no, o almeno, se non basta, in due anni nome di Fescovo significa FisitatorCy &
deve esser compita, egli atti doversi con- questo a lui ricorda l'obbligo della visita

servare nell'archi viojdovendosi tener pre- della diocesi e della sua gregge, da farsi
sente il riferito a p. i5i e seg. E dichia- personalmente, de jure divino^ dicendosi
rando le prerogative nella propria dioce- aeProverbìyC.i^iDiligenteragnosce val-
si ed i doveri del Vescovo o alti o Ordì- ium pecoris tuiy tuosque greges considc'
narioy nel voi. XCVI, p. 23 e seg., 46 e ra. Non dice fac agnoscere. Ed il conci-
seg., 5i, 54, 57 eseg.,60, uno de'prin- ci, dichiara: Cuni
liodi Trento, sess. 23,
cipali essendo la visita personale della praecepto divino tuandatum sit omnibus,
diocesi pure della promiscuità di
, dissi qiiibus animaruni cura conimissa est,
esse in un medesimo Vescovato (FI), e ovessuas agnoscere. Nell'Extra vag. Sai'
che il vescovo deve avere iu tulle le chie- vator, de praebend. inter coniniunes^ si
se, privilegiate o no di Esenzione (F.), legge che PapaGiovanniXXIl, fra gli altri
di sua diocesi, ili.° luogo; e che dopo la motivi ch'ebbe di dividere il vescovato
visita debbono (are la relazione dello sta- di Tolosa in più città vescovili, uno fu,
to della diocesi alias. Congregazione car- perchè singuloruni vulius nequibat (ut
dinalizia del Concilio (/^.), della quale condecet) unicus Pastor inspicere. E pu-
anche nel voi. LXIII, p. 270, col meto- re quegli è il buon Pastore (F.), che sa
do da questa prescritto, ed al cui esame chiamare a nome le sue pecorelle, come
si deve sottomettere, per riferirlo al Pa- Ciro i suoi soldati. Disse s. Giovanni, e. i o:
pa. Devono ciò pure quicumqiie jurisdi- Bonus Pastor proprìas oves vocat no-
ctionem quasi Episcopalein liahenteSy e minatini. E sebbene il Tridentino, sess.

di portarsi in Roma alla visita de'ss. Li- 24, cap. 3, prescrive: Patriarchae, Pri-
mina Apostolorum^ per prestare riveren- niates et Metropolitani Episcopi prò-
za al Sommo Pontefice. La s. Congre- priani Dioecesini per se ipsos^ aut si le-

gazione deFes('0\'i e Regolari ('^.) ap- gitime inipeditifuerin t, per suum genera-
prova gli alti delle visile apostoliche, de^ lem Ficarium^ aut risitatores,si quo*
VIS VIS 117
tanni s totant propter ejus IntUudineni di udir la sua causa, ad un vicario la ri'

visitare non potcntnl, salleni mdjoreni mise, esclamando Sed prò le ipse pu-
:

ejnspnitem^ita tamenntlolo biennio per gnavi detcxitque inipressas cicatrices.


y

se, vt'l Fisilatores suo ^ conipleatur visi' E però s. Pietro , discepolo di sì buou
tara non praeterniillant. Quindi grave- Maestro, destinò in Roma suoi Ficarix
mente esclama il Sarnelli: « Chi è, che vescovi Lino e Cleto ,
per potere andar
non avendo vero e legitlimo impedimen- egli altrove visitando. E s. Paolo visita-
to, consegnerà alla fede, studio e zeiod'un la Antiochia, dov'era stalo mandato con
sostituto, /'7cnri(?, ^/.9/7fl/oreo allro,quel Barnaba, Giuda e Simone, subito si por-
ministero della visita delle anime col San- tò a visitare altri luoghi, a predicare il

gue preziosissimo del Redentore ricompe- Verbo di Dio; di demo-


che invidioso il

rate? " Se Dio medesimo nella prima vi- nio, frapponeva impedimenti perchè noQ
sita che fece del nostro progenitore Ada- visitasse i fratelli. Or essendo i vescovi
mo nel Paradiso terrestre volle farla in succeduti in luogo degli Apostoli, spetta
propria sua persona (veramente la s. Scrit- al loro ministero esser solleciti o visitar
tura non ci dice come Dio ivi gli fece sen- le diocesi, tanto più che vanno a spese
tir la sua voce; bensì Adamo ed Eva udi- de'visitati; e la procurazione (sul qual vo-
rono il Signore che camminava nel giar- cabolo può vedersi il voi. XGVIl, p. 35:
dino sulla sera; e ritiratisi per vergogna, nozioni analoghe alla mensa vescovile, e
Dio li chiamò e sentenziò). E nella di- che trattano d'ogni proven-
degli arlicoH
scussione dell' enormità di Pentapoli, si to,sono nel voi. XCV, p. io5 e seg.) do-
dichiarò descendani et vidtbo^ onde per vuta per ragione della visita, non è pre-
bocca del suo profeta Ezechiele diceva : scrittibile da' sudditi, come si ha dal e.

E^o ipse reqnirani oves meas, et visita- cum ex offlcii de praescript.j onde i coo-
bo eas, et liherdboeas. Quindi Ira gli an- cilii zelarono questo punto di tanta im-
tichi giudei nella Legge vecchia, eranvi portanza. Comandò quello di Tours: De-
i visitatori, quali avean cura della leg-
i crevinms^ utantiquae consuetndinis ordo
ge e de'divini misteri. Giuseppe fatto vi- serve tur y et annuis viQibus ab Episcopo
ceré d' Egitto: Egressus est ad terram dioeceses visitentur. Lo stesso ordinò il

Aegyptiy et circuivit omnes regiones. lì 2.° concilio di Braga e ne die' a* vescovi


viceré in persona andava in visita del pae- le regole; così quello di Chàlons sur Sao-

se.Samuele non risparmiando fatica, ne ne, quello d'Arles ed altri. Nel 4«° conci-
incomodo di stagione o di viaggio: ibat lio di Toledo furono per parte de' popoli

per singulos annos circumiens Bethel, esposte querele, che alcuni vescovi esige-
et Gàlgala^ et lUasphat]^ et judicabat vano la procurazione, e non curavano di
Israeleni. Il re Giosia in persona visi- visitare le diocesi, contro la regola di s.
tando il suo dominio, ne tolse generosa- Paolo: Si'quis non vidt operar i^ nec man-
mente abbominazioni degridoli.
tutte le ducet. Onde il concilio dichiarò col cano-
Wel nuovo Testamento, il Figlio di Dio ne 5: Quae duplex infamia negligentiae,
non mandò un Angelo, un Arcangelo, un etavaritiae s. Synodo magne fuit hor-
Serafino, ma è venuto egli in persona , rori. Statuit itaque ne quis ultra exer»
Visitavit nosoriens ex alto^ a ricercare ceat id cupiditatis ingeninm, et ut solli-
le pecorelle smarrite, a costo di tante pe- ciliores sint Episcopi de suis gregibus
ne e fatiche, sudori e sangue, e morte di visiiandis. Non
così mg."* Bosio vescovo
Croce, per ridurle all'ovile celeste. Egli di Novara, che per la salute del suo greg-
così Crocefisso potrebbe ripetere assai me- ge, ne'disagi delle visite pastorali termi*
glio a chi fa altrimenti, quanto un sol- nò la vita; morte invidiata dall'arcive-
dato rispose a Cesare, quaudo ricusaodo scovo di Miluuo s. Carlo, che uè celebrò
ii8 VIS V I s
I funerali. Il Sommo Pontefice, come me- inducer e^ bonos mores tuerì, pravos cor-
Iropolila (della provincia romana, prima- rigerc, et popuhan exhorlalìonibus ad
te d'Italia e patriarca d'Occidente, oltie- religìonem^ palìenliam^ innocentia ni q uè
cl»èPastore de'Pr/^/or/ e padre comune rtcce«f/ere. Però , soggiunge il Sarnelli,
vacando qualche
della greggia de'fedeli), dev'esser amorevole, come la Visitazio-
f'escovato nella sua diocesi detta Urhi- ne della B. Vergine a s. Elisabetta (V.);
cnrla, delegala subito le visite a'vescovi come la visita degli amici e parenti; come
più vicini, e lo stesso faceva nelleio prò* la visita de'roedici agl'infermi; degli agri-

vincie, similmente dette Urbicarie d'Ita- coltori a'ioro poderi; de'pastorialla greg-
lia, come speciale metropolita di quelle; gia: onde il s. concilio avvisò nel cap. i,
onde morto il vescovo Palermo, s. Gre-
di sess. i3: Illud primuni eos advionendos
gorio I delegò la visita a Barbaro vesco* censet, ul se Pastores , non percussores
vo di Benevento nel 6o3 qua propter : esse meminerintjatque ila praeessesubdi-
visilalionis deslilutae Ecclesiae frater- lis oporlercy ut non in eis dominentur^
nilati lucie opera/n soleniniter delega- sed illos taniquam filiosy etfratres di-
ìtius. Morto parimente Festo vescovo di ligant^ laborentque, ut hortando^ et mo'
Capua, scrisse il detto Papa a Gaudenzio: nendo ab illudtis deterre ant^ ne ubi de-
Ul memoralae Ecclesiae Fìsitator ac- linquerinl, debitìs eospoenis coercere co-
cedas. Cos'i essendo morto il vescovo di ganturj quos tamen si quid per huma-
Catania, Papa Pelagio II nel 58o man- nani fragilìtatsm peccare contigerit^ il-
dò visitatore Eucarpo vescovo di Messi- la Apostoli est ab eis serranda praece-
na. Lo stesso in tutto l'Occidente fu pra- ptiOf ut illos arguanty obsecrenty incre-
ticato da' metropoliti, i quali destinava- peni in omni bonitate^ et patientia^ cuni
no i vescovi visitatori alle chiese vacanti saepe plus erga corrigendos agal be-
delle loro proviucie, come dichiarò Papa nevolentia, quam austeritasj plus exhor-
s,Gregorio \.Ad Mctropolilum spedas- tat/Of quam commina tic; plus charitas,
se vacanti Ecclesiae Fisitalorem Epi- quam potestas. Sin autemob delicligra-
scopurn desl'inare^ ad queni pertinehai vitateuì virga opusjuerit; iunccum man-
electuni Antistilem consecrare. E si fac- suetudine rigor cuni misericordia j udì-
^

cia l'elezione del successore coirassisleo- cium, cuni lenitale severitas adhibenda
za del vescovo visitatore, detto pure In- est, etc.Perchè nella visita non si fa stre-
/erce.5Jor,argoraento svolto nel vol.XG V, pilo giudiziale, e le cose gravi si faranno

p. 259 eseg., ragionando dell'elezionedel con maturità nella città vescovile, secon-
Vescovo. A questi vescovi visitatori suc- do l'ordine loro. Inoltre la visita deve far-
cesse il f^ icario capitolare ( /^.), come af si colla dovuta diligenza, non disgiunta

ferma mg/ iNicolai vescovo di Capaccio: da celerità, per non gravare diocesani i

sipuò tener presente il riferito nel voi. con lunga dimora, come prescrive il Tri-
XCVl, p. 67 e seg. In quanto poi alla dentino , cap. 3, sess. 1^. Fatta dunque
maniera di procedere nella visita pasto- dal vescovo la visita locale, reale e per-
rale, benché il Tridentino dia al vescovo sonale in un luogo, tosto si passi all'al-
odierno in visita maggiori facoltà della tro. Termina il Sarnelli la Lettera della
podestà ordinaria, dichiarandolo in mol- Visita Pastorale^ con avvertire, che per
te cose delegalo della s. Sede, sicché reo- essa devono servire di specchio due gran
de gli ordinari in visita pari co'delegati, cardinali della Chiesa di Dio, e pastori
ad ogni modo, dice il Sarnelli, perchè il d'amplissime arcidiocesi Carlo , cioè 8.

fine della visita è il dichiarato da quel s. Borromeo arcivescovo e Or- di Milano ^

concilio, sess. 24, e. 3: Sacrani^ orUiodo- sini arcivescovo di Benevento poi Bene-

xamque doelrinain expulsis haeresiùus detto Xlll (che rilenendo da Papa i'ar-
V IS VIS 119
cidiocesì da PiOina intraprese due volte
, la sua presenza, e se non si giustificano,
il Fiag^io per la visita pastorale) de* : o se cadranno, saran puniti canonicamen*
quali ad imitazione del i.°, senza
il a.°, le". Il vescovo Compagnoni, Memorie
mai stancarsi, ogni anno faceva il giro per della chiesa e de vescovi d' Osìnio, t. 5,
r arcidiocesi, non riitparmiando fatiche, p. 170 e seg., riporta la disciplina segui-
non curando disastrosi viaggi, non sen- ta nel secolo XV nelle visit;; pastorali de*
tendo gl'incomodi della salute. Di cui si frammenti di
vescovi, ricavata da alcuni
potè dire ciò che Plinio il Gio\'ane at- quella del vescovo Zacchi nel 1462. En-
tribuì nel suo panegirico a Traiano: Fé- trava ne* luoghi processionalmente, con
lorissìtni sydcriSj more, omnia iiiviiere, vesti pontificali, tra gl'inni e i cantici, e
omnia audire, etundequaque invocaliim, visitando le chiese interpellava i rettori
statini veliti Niunen ade.ssct,et assislere. e pievani sulla loro condizione; cosi face*
Ecco alcuni canoni corrispondenti dì con va nelle confraternite e spedali co'priori,
cilii. Can. I del concìlio di Braga del 5'j'i. amministrando la cresima o Conferma'
» 1 vescovi visitando le loro chiese, esa- zione in ogni luogo. Si faceva render con-
mineranno primieramente i chierici per to delle prebende, e de'censi se pagati; ed
sapere come amministrino il battesimo, esaminava 1* idoneità delle Suppellettili
come celebrino la messa e gli altri ufiizi Jrtgre, multando se non eran tali ec. Gl'in-
ecclesiastici. Il vescovo radunerà un altro ventari che in tale circostanza si olirono
giorno il popolo per istruirlo a fuggire o si compilano, preteutarono la hugali-
l'idolatria, l'omicidio, l'adulterio, lo sper- tà e miseria di quell'epoca, in cui i vesco-
giuro, il falso testimonio, e gli altri pecca- vi solevano fare registrare in essi non so-
li mortali; a credere la Risurrezione, e al no le suppellettili sagre, ma eziandio le
giorno del Giudizio universale , ossia la profane d'uso domestico.
seconda f
entità del iVessìa {F.). Indi Il visitare sovente la propria diocesi è
passerà ad un'altra chiesa*'. Can.iG del stato tenuto mai sempre per uno de'prin-
concilio di Cbàlonssur Saone. » I vescovi cipali doveri annessi all'episcopato. Infat*'

nelle loro visite si asterranno non pur ti deve un vescovo o altro ordinario
se
dalle esazioni illecite, ma da luttociò che fur le parti di pad<e e di pastore verso la
può esser d'aggravio, e cagionar delloscan greggia alla sua cura commessa, egli deve
dalo". Can. 4 del concilio d' Arles del 9 3. 1 altresì mostrarsi sollecito', per quanto e
» I vescovi nella visita pastorale avran- in sé, di visitarla a fine di mantenere in
no gran cura d'istruire preti, che ordì* i essa la sana dottrina, di purgarla dagli
neranno per le parrocchie, vale a dire i errori, qualora ne fosse infetta, di accen-
curati. Can. 6. Avran cura che canonici i derla con Predica di esortazione, e colle
e monaci vivano ciascuno secondo il
i ammonizioni alla religione e alla pace, di
loro istituto. Can. 17. Ogni vescovo visi- provvedere a'suoi bisogni,edifareinsoai*
terà la sua diocesi ogni nono, e prenderà ma tutlociò, che giovar possa al suo spi-
in protezione poveri oppressi". Can. 3i rituale profitto. Quindi si legge nelle sto-
del concilio generale di Laterano IV nel rie ecclesiastiche, fino da'primi secoli del-
1 2 5. *» Ogni vescovo visiterà almeno
i la Chiesa, che i patriaichi, i metropoli-
una volta l'anno in persona, o per altri tani e i vescovi spesso visitavano le lo-
•soggetti idonei, la parte della sua diocesi, ro diocesi^ le toro provincie, le loro par-
dove si dirà che vi sono degli eretici, o rocchie; laonde, come già notai, il 8. con-
delle persoiieche tengono segrete conven* cilio di Trento nella ses». 24» de Rejbr*
licole, o che menano una vita singolare, Tiiat.f e. 3, impose a ciascun di essi di vi-

e diversa dal comune de'fcdeli ; avrà cu- sitare in persona, ovvero, essendo legitli*
ra d'iudicarneli; far venirgli accusati al* mameulc impediti, por mezzo del loro
I20 V 1 S V IS
Plcnrio generaley o speciale l^sUafors, gioia vi annunziarao,.o figli carissimi. Sa-
tutta quanta la loro diocesi ogni anno, o rà dessa aperta nel giorno 6 del prossimo
al più ogni due anni, qualora non basti gennaio alle ore 3 pomeridiane nella no-
uno per visitarla interamente. Annunzia* stra chiesa cattedrale. A tanto cj parve
no alla diocesi la visita pastorale che si proprio un tal giorno , siccome
quello,
propongono effettuare con Notificazione che ricorda il mistero delTEpifania, che
per la sagra visita. Riprodurrò per bello a noi suona manifestazione , riconosci'
e dotto esempio quella dell'odierno arci- mento. In questo il nostro Dio Redento-
vescovo ve';covod'/^/7CO/zrz e Umana caV' re,il nostro Padre celeste, si fe'per tale

dinal Antonio M." Benedetto Antonucci, riconoscer dagli uomini; e in questo di-
ricavandola dal n. 1 1 dell' Ossen>atore stintamente la Chiesa mostrerassi a voi
Romano deh 852. « Quando piacque al Madre pietosa chiamandovi a se per far-
Gerarca supremo, al nostro Sovrano e vi ricchi de'suoi tesori celesti. Miei cari,
Pontefice, richiamarci al carico di Pasto- seguiamo il mistero di questo giorno so-
re, fidando a nostre cure questa gregge lenne. Una stella pe'Magi fu guida a Cri-
elettissima , noi abbenchè già da mollo sto bambino; e la R.eligioae, ch'è un astro
divezzati da qUell' ufficio si laborioso, ci lucente di mezzo alle tenebre del mondo
togliemmo con gaudio l'onorevole mini- corrotto, vi guidi in quest'opera salutare,
stero nella certa conoscenza, che una fi- cristiana. Dessi fermi nella loro risolu-
miglia ci era commessa buona, docile, af- zione pietosa non fecero conto degli scher-
fettuosa. E quest'affezione, questa bontà ni mondani, ne intimidirono all'ira d'uà
del cuore voi la palesaste, o figli carissi* tiranno crudele, e voi nella vostra pietà
mi, nella schietta esultanza, ne' modi a- non guardate alle beffe de'seguaci del se-
morevoli, con che poco innanzi ci acco- colo, non invilite agli assalti del nemico
glieste tra voi. E' ora debito del vostro d'inferno. Doni preziosi da quelli furono
padre ricambiarvi del dono, e tutta mo- presentati a Gesù; somiglievoli offrirle voi
strarvi la sua gratitudine e tenerezza. Ri- pure porgete al Signore. La Fede sia l'o-
pensando però sul modo di darveoe pro- ro, l'Orazione l'incenso, la Mortificazio-
va, e facendo attenzione, che mentre son ne dello spirito tenga luogo alla mirra.
Padre^ a voi sono in pari tempo Pastore, Con quest'apparecchio vi tornerà a gran
niun altro più adatto ce ne ha suggerito profitto, vi accerto, questo tempo di sa-
il nostro cuore, che quello di aprire la lute e di grazia. Il nostro Pastore Divino,
s. Visita, la quale, se sguarda primamen- che venne in terra a visitare il suo po-
te il vostro bene spirituale, intende non polo, ed a portargli salute, lasciò a' suoi
meno al vostro temporale vantaggio. la successori nel ministero santissimo del co-
questa si fa luogo a confidenza d'afifetti, mein appresso a rinnovare si a^sse que-
io questa Pastore riconosce il suo greg-
il st'opera pietosa cristiana. Egli a tutto l'o-

ge , il Padre si fa vicini suoi figli , ne i razione premise; e noi fedeli al suo esem-
apprende bisogni, ne asciuga le lagri-
i pio faremo capo da questa, aprendo nel
me, ne minora l'angustie. In questa si detto giorno la s. Visita sotto gli auspicii
snebbiano dall'errore le menti, si ammol- della nostra Patrona e de' nostri Proteg-
liscono i cuori indurali ne'vizi,gli sviati gitori celesti invocando l'aiuto di Quello,
^al buon sentiero richiamansi, i timorosi da cui quanto è bene nel mondo proce-
sono al bene incorali, i fervorosi confor- de. Esortiamo pertanto tutti del nostro
tati nel meglio. Consigli, ammaestramen- Clero amatissimo a decorare della loro
ti, quanto è in somma d'un cno*
soccorsi, presenza la sagra funzione, ed associarsi
re paterno, tutto si adopera in questo tem- alle nostre preghiere. Il popolo, che pren-
po aecettevole. Questa pertanto aoi nella de da'suoì sagri Ministri la norma, dal-
V I s VIS ut
resempioguìdato correrh cUvoloesso pu- lo riguarda il Digiurw, il rispetto al No-
re a giunger forza a' nostri voli caklissi^ ma augusto di Dio, della Fergine e de*
mi. Ordiniamo inolile a lutti Sacerdoti i Santi stiva nostra cura primiera. Gemda
dell' un Clero e dell'altro, che si nella ultimo nella sua pietà tornò la gioia agli
IMessa,e sì nelleBenedizioni aggiungano al- afflitti, la speranza a'sfiduciali, a* trava-

l'allre l'orazione : Deus qui corda fide- gliati la pace, e noi nella nostra debolez-
lium; e Messa parrocchiale e con-
nella za, col consiglio e con l'opera, a tutti sa-
venluale invochino l'aiuto celeste con remo di soccorso, di giovamento e con-
l'inno: Feiii Creator Spirìtusj l'orazio- forto. Rimane ora, o figli carissimi, che

ne sopraccitata, e quella de'ss. Protetto- non riceviate invano, siccome dice l'Apo-
ri. Forte neir orazione Cristo Gesù si , stolo, questo benefizio Divino, ma v'unia-
trascelse compagni all' impresa santissi- te al Pastore nell'opera santa, e a Lui
ma; e noi a maniera dell' Eterno ]M«e- preghiate dal Cielo lume, fortezza, con-
slro, chiameremo a soci delle nostre fa- siglio, a voi pienezza di grazia per ripor-
tiche degni ed eletti Ministri. Egli caldo tarne profitto. Lo speriamo dal vostro cuo-
di zelo celeste si fé' dentro al suo Tem- re docile, affettuoso, cristiano; e lieti ia
pio e lo purgò delle sozzure, e lo tornò così dolce fiducia vicomparliamo la Pa-
nell'onore primiero cacciandone i profa- storale benedizione. Data dalla nostra re-
natori sacrileghi; e noi d'ugual modo a- sidenza in Ancona questo dì 3 gennaio
vrenio a primo pensiero visitare la Casa i852. Antonio Benedetto ArcivescoK>o e
del Signore , osserveremo i sagri f^asi^ Vescovo ". Nel Dizionario sacro-litur-
gli Arredi^ le ss. Reliquie y
gli Altari, e gico, del benemerito veneto sacerdote Di -
fare che il Culto divino sia nel suo pieno clich, vi èil seguente articolo, che nel ri-

splendore, nella sua maestà. Sarà prima produrre fjròlra parentesi alcune avver-
in questo la nostra Cattedrale. Ci por- tenze. « Visita Pastorale del Vescovo
teremo in appresso alla Collegiata, alle alle Chiese della sua diocesi, rito e cerc-
Chiese parrocchiali, e a tutte l'altre mi- monie. Inlimatasi dal prelato la visita: r.

nori si interne, che esterne della nostra Si avvertirà il popolo intorno alle cause,
diocesi. Visiteremo Seminario /i lìlo-
il elfetli, e suo rito, leggendo dopo l'Evan-
nasteriy i Conservatorii^ le Cappelle pri- gelo della Messa parrocchiale la Lettera
vate ,
gli Ospedali , e quanti Pd luoglii Pastorale, se vi fosse. 2. S' inviterà alla

sono alla nostra giurisdizione soggetti. confessione sagramenlale, onde ricevere


Cristo nel tempo della sua visitazione la ss. Eucaristia per mano del vescovo .

santissima, pose ogni cura a combattere 3. Si appurecchieranno quelli che sono


le false dottrine de'boriosi dottori, a por- ancora da cresimarsi. 4- Si ecciterà il po-
re in luce, mordere e fulmitiare l'ipocri- polo col suono preventivo e frequente del-
sia farisaica, ad ispiegar la sua legge, ad le campane. 5. Si adornerà a festa la
inculcarla, diffonderla e metterla nell* a- Chiesa. 6. Si appronteranno tutte quelle
more di tulli; e noi dietro Lui porremo cose, che fossero da benedirsi e da con-
l'opera nostra a rimuovere gli errori, che sagrarsi. 7. Per le ceremonie da prati-
pur troppo a questi giorni tristissimi si carsi verso il vescovo si apparecchierà.
van propagando, a conìbnltere que'fune- a) L'ombrellino o baldacchino da por-
sti priucipii che da'cnaeslri dell' empietà tarsi da'nobili del luogo nel ricevere il ve-
sotto falsi colori sono disseminati a ri- , scovo, b) Una Croce senz'asta per dar-
chiamar nel vigore l'inosservanza de' di- gliela da baciare, e) Un tappeto e un cu-
vini precetti, e dellaChiesa nostra ss. Ma- scino di color paonazzo, d) Un turibolo
dre. L'osservanza delle h\s(e, l'astinenza colla navicella, e) Il vaso dell'accpia be-
da'cibi di grasso ne'gioriii vietatile (pian* nedetta coU'asper^urio. f) 11 piviale e iu
,

122 VIS V I s
Si ola dì color bianco pel rettore della chie- breviario, il calendario, la Bibbia, Tome-
sa, g) Uo genuflessorio con tappeto e cu- lie di qualche s. Padre, il catechiimo ro-
scino di color paonazzo innanzi \* aitar mano e altri simili ([la Gavanto in Prn-
maggiore, e dove vi è la ss. Eucaristia. xi Cornp. Fisit. Civit. et Dioecesis.). l
h) Una sedia vescovile sopra 3 gradini, luoghi poi da
per propria giu-
visitarsi
con baldacchino sopra in cornii Ei^ange- risdizione dal P^escovo sono i seguenti,
lìi. i) Tutto quello che può esser neces- I. La Chiesa cattedrale. 2. Le collegiate
sario pei ramminisirazionedelsagiamen- colle case canoniche. 3. Le parrocchiali
fo della cre!«ima. k) Le confraternite del- colle abitazioni de'parrochi. 4- Le bene-
la dottrina cristiana de'due sessi, l) Sei fiziale. 5. Gli oratorii dove si celebra, e

cerei sull'altare maggiore, w) Due torcie ove non si celebra messa. 6. I monasteri
servienti a vari usi. 8. In Scigreslia si e- di monache soggette all'ordinario. 7. Le
sporranno con ordine le sagre suppeliet- chiese de'monaci o regolari dove vi sia cu-
lili. g. Ivi pure si esporranno libri de- i ra di anime, come vuole il concilio di
stuiali ad uso delia chiesa, come sareb- Trento (sess. 1 5, cap. 5). Veduto quanto
bero messali, breviarii, antifonarii e ri- si deve apparecchiare per la detta visi -
tuali, io. Un indice delle ss. Reliquie col- ta^ venghiamo all'ordine da tenersi nel
le rispettive loro approvazioni, i i. I do- ricevere il Fe.'icovo (accompagnalo da*
cumenti dell'Indulgenze e dell'altare pri- convisitalori). i. INe'Iuoghi insigni si rice-
vilegiato. I 2. Un in ventario de'dirilli, de' verà processicjnalmente sotto baldacchi-
privilegi, e dell'obbligazioni della chiesa. no, e mai fuori delle porte della città, se-
i3. L'inventario delle suppellettili. 14. condo il Cere/noniale de* Vescovi (lib. 1

L'inventario de'beni slabili e rendite del- cap. 2, D. 8). Ne'iuoghi minori si riceve-
la chiesa, delle decime e dell'offerte. i5. rà col rocchetto e colla mozzetta, col ba-
Un indice de'benefizi che si trovano in cio dellaCroce alla porla dejla chiesa, e
quella parrocchia. 16. Similmente delle colTincensazione del più degno del clero
chiese, degli oratorii e delle cappelle col- vestito di piviale di color bianco. L'ordi-
le loro obbligazioni, esistenti nel circolo ne poi da tenensi sarà il seguente, i . Al-
della parrocchia ^-Similmente delle con-
i l'avvicinarsi del prelato alla chiesa si suo-
fraternite ede'monasteri si di uomini, co- nerà l'organo eie campane solennemen-
me di donne. 18. Similmente del clero di te. 2. Si accenderanno le candele dell'al-

quella chiesa. 19. Similmente de'laici che tare maggiore, e degli altri altari, se ve
servono negli uliizi divini e ne' funerali. ne fossero. 3. Si porterà il clero alla por-
20. Suiiilmente un indice delle Messe ri- ta della chiesa con due ceroferarii e due
cevute, e da celebrarsi e celebrate. 2 1 . Si* accoliti, uno col vaso dell'acqua benedet-
ujilmeute de'Iegati eseguiti e da eseguir- ta, e l'altro col turibolo e colla navicella;
si, per cause pie e lasciali. 22. Si abbia- indi susseguirà il rettore (0 il più degno

no in pronto i registri parrocchiali de' del clero) in piviale bianco col Crocefisso.
battezzali, de'contermali, de* coniugati e Giunto il prelato alla porta del tempio,
de'defunti, non che lo stato dell'anime. genufletterà sopra il cuscino posto nel
2 3. Si debbano apparecchiare da qua- mezzo d'un tappeto, e il rettore gli olFri-
lunque del clero gl'islrumenti degli or- rà il Crocefisso da baciare; indi gli porgerà
dini sagri e de'benefizi, come pure le fa- l'aspersorio epoi la navicella col cucchia-
coltà date per ascoltare leconfessioni, per rino per porre l'incenso nel turibolo, che
predicare e per celebrare in qualche ora- si terrà aperto dall'accolito, e datagli la

torio privato la s. Messa. 24. òimilmenle benedizione (dopo che il vescovo avràcol-
i libi i personali, che si sogliono prescri- l'aspersorio segnato sé, ed asperso quindi
vere agli ecclesiastici, come il uiessalc, il il clero, e poscia il popolo dentro lu chie*
V I s VIS laS
sa e dopo quello esisteiile fuori della me- Divina legge e de'precelli di «.Midre Chie-
desima, reilituentio 1' aspei&orio), il ret- sa, e per levai e gli abusi, (|uando ve ne
tore incenserà con 3 tiri il vescovo, fal- fossero. Ciò detto darà la sulenne benedi'
logli prima e dopo una profonda inchi- zione al popolo (e quindi si pubblicherà
nazione. Nell'entrare cl/egli farà in chie- l'indulgenza concessa dal vescovo a'pre-
sa, se sarà la prioia volta che visita, can- i senli). Si avvertirà poi che celebrando
toridiranno l'antifona: Sacerdos et Poti messa il prelato, il detto discorso potrà
ti/ex j et virtutum opifex'y Pastor bone in aver luogo dopo l'Evangelo. Deposta poi
populo^ sic placuisti Domino; e dipoi in- la cappa vescovile, si vestirà d' amitto,
luooeranno l'inno P^eni Creator Spiri-
: stola e piviale di color violaceo o nero, e

tns, ovvero il Te Deiun laudamusj ma di mitra semplice, e stando presso l'alta-

non essendo la prima visita, si tralascerà re verso il popolo, farà una generale as-
la detta antifona, e solamente si canterà soluzione pe'defuuti, dicendo l'antifona:
il Veni Creator Spiriius; venendo frat- Si iniqui tates; e il salmo: De profundis^
tanto condotto il prelato all'altare del ss. ripetendosi la stessa antifona, e poi dirà:
Sagramento, ove orerà un poco. Termi- Kyrie eleison, Christe eleison, Kyrie e-
nato il detto inno, il rettore stando sulla Irison: Pater noster.K pigliato l'asper-
predella in cornu Epistolae dell* altare, sorio, aspergerà 3 volte, indi posto l' in-

verso il prelato che sarà genuflesso, dirà censo nel turibolo colla benedizione, in-
ciò che segue: f. Prolector nosler aspi- censerà come al solito, e poi dirà :
f. Et
et Deus. ^. Etrespice infacictn Chris ti ne nos inducas in tentationem. j^. Scd
ini. ^. Salvimi fac servimi tuum. %. libera nos a malo. ^. In memoria cte-

Deus nieiis speranteni in te. f. 3Jilte e/, terna erunt justi. ]|. Ab auditione mala
Domine, auxiliimi de sanato. ]§. Et de non timebunt. jf. A porta inferi. ]§. E'

Sion tiiere euni. y. Niliil proficial ini- riie, Domine, ani mas eorum. f. Requiem

ìnicus in eo. Et filius inìquitatis non


f^. aeternam dona eisy Domine. ]§. Et lux
apponat nocere ei. ^. Domine, exaudi perpetua luceat eis. jtf. Domine exaudi
oratìoneni meani. i§. Et clamor meits oralionem meam. ]§. Et clamor meus ad
ad te veniat. f. Dominus vohiscum. ^. te veniat. f. Dominus vobiscum. ^. Et

Et cimi spirita tuo. Oremus: Deus ha- Clini spirita tuo. Oremus: Deus, qui in-

milium visitator, qui eos paterna dde- ter Apostolicos Sacerdoles famulostuos
ctione consolarisj praetende societati no- Pontificali fecisii dignità te vigere, prae»
strae gratiam iuam, ut per eos, in qui- sta^ qurjesumus, ut eorum quoque per-
bus habitas tuum in nobis sentiamus
, petuo aggregentur consortio. Per Chri^
advenlum. Per Christuni Dominimi no- stimi Dominimi nostrum. Amen. Dipoi
strum. Amen. Dopo si canterà l'anlifona col vaso dell* acqua benedetta, col turi-
del Sanlo titolare della chiesa col jlf cor- . bolo, co'ceroferarii, colla Croce, e col cle-
rispondente, e tratlanto il prelato ascen ro innanzi, cantandosi il ^. Qui Laza*
derà l'aliare, e lo bncierà nel mezzo, e ri -
rum resuscitasti, si porterà il prelato al
tiratosi in cornu Epistolae, stando volto cimiterio (se vi è, altrimenti gira per la
verso l'altare, canterà l'orazione del pre chiesa aspergendo le sepolture, avendo in

detto Santo, poscia sedendo nel faldisto- tulli e due casi sempre la Croce astala
i

rio,o in una sedia vescovile (o nel trono) fra due candellieri e il clero avanti), di-
con baldacchino sopra, apparecchiata in cendo co'suoi ministri T antifona: iV/ mi»
cornu Evanf^elii farà un breve discorso quitatesj e il salmo De profundis; e quan-
(poi in breve ne esibirò un esempio) sul- do sarà nel mezzo del cimiterio, si cante-
l'obbligo che Ud di visitare la sua dioce- rà il i||. Libera me, Domine; e dopo Ky
si per animare tutti all'osaervunia della rie cUison, Christe eleison. Kyrie elei'
1 ^4 VIS V I S
Et ne nos inducas
son: Pater no s ter. jlf. dino dell'altare, impone al rettóre o par-
in tentationem. $. Sed libera nos a ma- roco, che deve essere in colla e stola, di
lo, f. In memoria aeterna erunt fusti aprire il ciborio. Questo aperto, pone l'in-

etc, come sopra. Oremus: Deus, qui in- censo nel luribolo), e dipoi ne farà l'in-
ter etc. E poscia: Deus veniae largitor, censazione (dopo la quale s' intuona il
et hmnanae salutis amalor, qnaesumus Tantum ergo. Appena cominciato, si alza
clementiam tuam^ ut nostrae Congrega^ il vescovo, ascende all' altare, cava o fa
tìonisfratres, propinquos, et henefacto- astrarre dal ciborio la s. Pisside o la sca-
res, qui ex hoc saeculo transieruntj B. tola dell'Ostie coosagrate, e pone tutto so-
Maria semper Firgine intercedente ^cum pra il corporale, già preparato e disteso.
omnibus Sanclistuis, ad perpetuae bea- Esamina il ciborio dentro e fuori; se è in
iitndinis consortium pervenire concedas. regola la serratura e la chiavetta, che lo
Indi: DeuSyCujus miseralione aniniaefl' chiudono. Poscia poste le s. Particole o
delium requiescunt,famulis et famula- sopra il corporale o dentro altra Pisside,
bus tuis omnibus hie et ubi q ne in Chri- questa esamina in uno alla scatola; indi
sto quiescentlbuSf da propitius veniam ripone in esse le Particole, e ne raccoglie
peccatorunif ut cnnctis reatibus absolu- i frammenti, se vi sono. Se occorre, si pu -

iisy tecum sine fine laelentur. Per eum- riflca le dita, per avere toccato le specie
dem ChristumDominum nostrum. Amen. sagramentali, e pone indi la s. Pisside sul

f. Requiem aeternam dona eis. Domi- co rporale.Discende immediatamente dal-


ne. ]§. Et lux perpetua luceat eis. f. l'altare, pone nuovamente l'incenso nel
Reqiiiescant in pace. ^. Amen. Frat* turibolo, ed incensa il ss. Sagrameulo. Si

ttinlo fila per ogni parie del ciriiiterio cuopre del velo umerale, ascende all' al-
un segno di Croce (aspergendo e incen- tare, e coperta con esso la s. Pisside, dà
sando le 4 parli, prima del j. Et ne nos la benedizione al popolo. Intanto si can-

inducas in tentationem: e dopo termina- ta: Genitori, genitoque, e si termina, poi -

to {'Oremus farà il segno di Croce nelle che cantala lai.' strofa, erasi fatto sileo -

dette partiec). Ritornando alla chiesa col zio nel tempo che il vescovo eseguiva le
medesimoordine, sirecilerà il salmo: Mi- descritte ispezioni. Data la benedizione

servre mei Deus (cantando, e dal vescovo colla s. Pisside, questa ripone, insieme al-
sotto voce co'suoi ministri); e giunto il pre- la scatola, nel ciborio, discende dall'alta-
lato innanzi l'altare maggiore, deposta la re, e si spoglia de' sagri paramenti. Indi
mitra, dirà: Kyrie eleison, Chris te elei- risale sull'altare, esamina le tovaglie, la

san. Kyrie eleison: Pater noster. Et jf. pietra sagra e la mensa, investigando se
ne nos inducas in tentationem. ^. Sed vi sono irregolarità; il che fjpure co'can-
libera nos a malo. ;^. A porta inferi etc. dellieri e tabelle dell'altare medesimo. Il

Oremus: Absolvc, quaesunius Domine, vescovo è accompagnato da'più degni del


animasfamulorumfaniularumque tua- clero, e da' coovisitatori e dal parroco).
rum ab omni vincalo delictorumy ut in Indi visiterà il battislerio, i sagri Olii (e
resur ree tionis gloria inter SancloselEle- loro custodia), le ss. Reliquie (ed i loro re-
ctos iuos resuscitali respirent. Per Chri- liquiari e sigilli), che verranno parimen-
stum Dominum nostrum. Amen. db fat- te incensate, come prescrive il citato Ga-
to, e deposta la stola e il piviale, assunti v,nilo nella sua Praxis Compendiaria,
i paramenti di color bianco (cioè la stola § 7, n. I I. Similmente si porterà alla vi-
e il piviale, per cominciare le visite), il sita degli altari, delle cappelle, delle ss.
prelato si porterà a visitare la ss. Buca* I»nmagini (de' confessionali), della sagre-
rislia, precedendo due torcie accese e il stia e delle coufraternile (per osservare se

turibolo (e prostrato sul cuscino nel gra- tutto trovasi ia regola; e oellu sagrestia
V \ s VIS iiS
esamina !e vesti sngie, i pRnnilinì sagri, de* due famosi re Salomone e Giosafat,
tutte ie liìoiiclierie, i vasi sagri. Passa al che la vera (islicità de'popoli, la quiete e
cimiierio per vedere se ha bisogno di la tranquillità de'regni, lo splendore e la
(]ual( he cosa da riformare/ Poscia il ve- gloria de'regnanli,non consistono già nel-
scovo polla amminislrare la cre>.io»a a l'acquisto di gran tesori, neldominio di
cjuelii che ne saranno apparecchiali, pre- vaste Provincie, e nel godimento de* pia-
intllendo una qualche ailenuosa aotmo- ceri di que^la terra, ma si bene nel culto
itizioue ; potrà eziandio benedire gli or- e nell' ossequio del vero Dio, nell'osser-
namenti eccJesiaslici, se ve ne fossero di vanza de'suoi divini precetti, e nel testi-

nuovi, e deposte le sagre vesti, si tralter- monio della buona coscienza. Passa quin-
là col clero e co'fyhbricieri,onde esami- di a di» e,che sebbene non abbia a far
nale le amminìstiazioiii spirituali e tem- con persone, cui convenir possano o la
porali d« quella chie>-.a (Tulle le accen- tarda confessione di Salomone, per ecci-
nale cose, o alcune di esse, il vescovo ptiò tai le al disprezzo de'beni terreni, o i sag-
visitarle a suo comodo, o commetterne gi piovvedinienti di Giosafal, per ricou-
la visita a'convisitatoii. Deve osse» vare i duile sul sentiero della virtù e della re-
hbii pariocihialijSia de'baltezzali,sia óe ligione; pure il suo pastorale ufllcio esige,
defunti, sia dfgli sposalizi; gli obblighi ch'egli visiti il campo e la gregge affida-
delle messe e degli anniversari ed altri tagli dalla divina Provvidenza ,
poicliè
legati pii; e quanto concerne la fcibbiica non vi è campo di sì eletto frun)ento, il

delia chiesa e sue pertinenze, e le rendi- quale non richiegga un' incessante cura
te e spese della medesima). Indi si porte- dell'agricoltore, affinchè non crescano in-
la alia visita della scuola della dottrina sieme con esso l'erbe nemica
inutili, e la

cristiana, e prima di partite, nel suo a- zizzania, nèovile sì chiuso di scelte peco-
bilo prelatizio soltanto, faià ritorno al- re, il quale non abbisogni d'una contintia
l' altare maggiore, e m ccr/.u Epistolae vigilanza del suo pastore, affinchè col fa-
verso di esso dirà l'antifona : Si inìqui' vor delle tenebre non vi s' introduca un
ialesjìì salmo De profundis j dopo Ky- e qualche vorace lupo a farne strage. »> Que-
rie eleison, Chi iste ckisou^ Kyrie elei- sto adunque, egli conclude, sarà l'ogget-
son: Pater iioster. Et ne nos inducas
f . to della n)ia visita, acciocché non abbia
in lenta tioneuì. Sed libera nos a ma-
]^. a sentire anch'io que'iimproveri, che fe-
lo. ^. A porta inferì t\c. Oremus: Deus^ ce un tempo il Signore a'Paslori d'Israe-
cujus miseratione etc. come sopra". Dis- le per bocca d'Ezechiele 34: ^ <3r^ PaslO"
sivolere produrre un' idea del discorso rilus Israel, quipascehanl semetipsos ...
che pronunzia il vescovo nell' apertura quodinfirnìumfuìtnon consoluiaslis, et
della s. Visita, e T estraggo dal Discorso quod aegrotum non sanaslis^ et quodpc-
di mgJ ì ìncenzo Mei uni vescovo di Ti- 1 ierat non quaesistisj e quindi incorre
voli nell' incominciar la visita della sua nello slesso tenibile giudizio: Ecce ego
diocesi a'dì i o luglio i ySS, Boma 1 785. ipse super Pastores requìram gregem
Piomosso il prelato al vescovato di Ti- meum de wanu eoruni*. Dello stesso il-
voli, a' i4 di febbraio di dello anno, ìd lustre prelato abbiamo: Istruzione sopra
adempimento d'un dovere così in^por- le sagre ordinazioni di mgJ I ìncenzo
lante , tosto volle inti aprendere la visita JÌJa/mi vescovo di Tivoli al clero della
di sua diotebi,con premelteie ad essa l'in- sua diocesi^ Roma 1785. Terminata dal
dicalo discorso, pieno veramente di quel vescovo o altro ordinario la s. Visita, e
zelo e di (|uella pastorale sollecitudine, tulli gii alti a(|uesta appartenenti, si por-
di cui dev'esser ((»rnilo un vescovo. \i tela il visitatore alla chiesa ove l'avea a-
Diostia pelò egli da puma, coli'eHinpio pti la, e senza pai aiueuli bagri, tua in v««
126 VIS V f S
sii cornu BfÀatvLief
prelatizie, iiatnìo in sul villo che gli ii de»e sonuniniglrare. 6-
e guardando 1' aliare maggiore dice il Sopra l'altre funzioni, le quali in quest'oc-
salmo: De profundis, li ^jìf jC poi \'0- casione deve fare il vescovo, in ciascun
remiis: Deus cujus miseratione, coinè nel luogo della diocesi. Tutte discute e chia-
Pontificale Roinanuni. In questo vi è risce il dolio De Luca, come segue. Quan
VOrdo adrecipienduni processionaliter lo alla I
." ispezione sul modo, questa con-
Praelatunij e VOrdo ad visitandas Pa- tiene due parti; una cioè che si debba far
ro vìùas. personabnentee per
la visita della diocesi

Ora col cardinal De Luca, // Vescovo che il pastore de-


sé stesso, per la ragione
prrt^/co, compenclieiò cap. 3: Della vi-
il 1 ve cogli occhi propri vedere lo stato del-
sita della diocesi, e di quel che in questa le sue pecorelle, e conoscere come i pa-
debba fare il vescovo. E
con questa oc- stori o ministri inferiori le trattino, egli
casione si parla de'pesi delle messe e somministrino buoni e salutiferi pascoli,
degli anniversari, e della loro riduzione. e le curino nell'infermità. Sentendo an-
11 concilio; di Trento rinnovando le di- cor da esse colle proprie orecchie, sincera-
sposizioni de'canoni ede'concilii antichi mente i richiami e gli aggravi, che rice-
pel buon governo della Chiesa vescovile, voìio da'parrochi, da'vicari e dagli altri
incaricò slrettatnenle i vescovi di molle ministri, mentre per altri si portano sem-
cose, fra le quali il dovere da per sé stessi pre alterati e palliati. Ed anche acciò le

visitare tutta la diocesi in ciascun anno, medesime pecorelle abbiano la consolazio-


ovvero al più che dentro due anni la vi- ne di vedere la faccia del maggiore loro
sita sia compita, quando l'ampiezza del- pastore, e lo riconoscano. Ricevendo an-
la diocesi noij comporti che ciò si possa co da esso que'pascoli spirituali, che non
fare in un annoj proibendo e condannan- ponno avere da'curati e dagli altri ope-
do l'esazione della procurazione, e d'o- rai; come r amministrazione della cresi-
gni altro eojolumento, ancorché colorito ma, la consagrazione delle chiese e degli
dal vocabolo di Cattedratico (V.) o si- altari, e quant'altro spelta all'ordine ve-
mili, non ostante qualsivoglia consuetu- scovile. L'altra parte riguarda il doversi
dine in contrario (prova il JXardi, Dtpar- far la visita colla maggior possibile mo-
22 che anticamente
roclii, cap. , preti i destia, compatibile col decoro della digni-
rurali doveano pagare il cattedratico). tà, cioè portando seco solamente quella
Bensì concesse al vescovo mentre visitala famiglia che àia necessaria pel suo servi-

diocesi alcune prerogative, cioè che qual zio, e non per lusso, con due canonici o
delegato apostolico possa far molle cose, dignità della cattedrale, quali compagni
le quali forse non potrebbe fare solamen- o aiutanti in questa funzione, col notare
te colla sua ordinaria podestà, e che dalle o cancelliere. E ciò per Tal tra ragione d'ag-
sue provvisioni non si dia alcuna appel- gravare il meno possibile i diocesani sud-
lazione sospensiva. JN'eseguono in pratica diti dalle spese di vitto e de'vialici (delle
molti dubbi da tali decreti, ed acciò se- diverse specie di Sussidio, Cattedratico
gua bene questa funzione, ch'è tra le n)ag- e 6mo/^tìf«co, oltre l'averli trattati in que-
giori e le più importanti, onde esattamen- gli articoli, li ricordai ne* voi. XCVI, p.
te eseguirla occorrono 6 ispezioni: i Sul . 62, XCVII, p. 38). Avvertendo, che il

modo da farsi per sé stesso. 2. Sul lem- portar seco i due canonici o dignità, è
pò in cui deve eseguirsi. 3. Sul soggetto piuttosto consiglio che precetto; sicché il

della visita, cioè in chi quella deve cade- vescovo quando stimi poterne fare a me-
re.4.Sullemaggioriprerogaliveela mag- no, e che bastino ii suo Vicario genera-
gior podestà che in tale allo ha il vescovo. le o altro ministro, il cancelliere o il se-

5. Sulla procurazione, e rispettivamente gretario^ farà bene a non condurli ,


per
V I s VIS 117
meno gravare i sudditi, e questo dentro i curazionì,emolumenti e donativi, che si
soli limiti del bisogno In caso poi che per sogliono fare, come per un'annua entra-
ovvero altro legittimo im-
cottiva salute, la, ma si faccia pel bisogno e per l'utile
pedimento, non possa ciò fare in tutto, o de'sudditì. La 3." ispezione sul soggetto
pure in parte per sé slesso, o che stimi della visita è di due specie, personale e
meglio di non furio per maggior sollievo locale. La personale riguarda le persone,
de' sudditi, come se di luoghi piccoli e non solo circa la loro vita e costumi, ma
poveri, e incomodi nel viaggio, come fuo- ancora circa i titoli ovvero uf-
de'benefizi,
ri di mano, in tal caso si pohà e dovrà fizi che posseggano e amministrino. In ciò

supplire per mezzo del vicario generale, la regola generale assiste il vescovo, che

ovvero del suo uditore, o di qualche ca- può visitare tutti i chierici e le persone ec-
nonico cattedrale, o altro soggetto di spe- clesiastiche, viventi dentro la sua dioce-
rienza, abilità e bontà, sempre dovendosi si, quando privilegio particolare non gli
aver per fine il servizio di Dio e il buon esenti dalla visita. Però richiede questa e-
governo della Chiesa. Circa la 2.' ispezio- senzione una speciale menzione, sicchènon
ne del tempo, ancorché dnl concilio ven- venga sotto l'esenzione generale dalla po-
ga ordinato che la visita debbasi fare o- destà e giurisdizione ordinaria, per la de-
gni anno o al più in ogni biennio, quan- legata aggiuntavi dal Tridentino. per E
do lo richieda l'ampiezza della diocesi; conseguenza può inquìrire sulla vita e
nondimeno ciò deve intendersi, secondo costumi di ciascuno, e se vi sia il concu-
lo spirito e la ragione per la quale ciò sia binato o altra mala pratica, o dirama-
ordinato, pel fine cioè che le cose non si zione, a rimediarvi. Può ancora esami-
trascurino, e perchè gli abusi non si au- nare i preti e chierici sulla letteratura, e
mentino o prendano vigore, dovendosi co- sulle ceremonie sagre, ed confessori, seb- i

noscere se furono eseguite le cose statui- bene parrochi; riconoscere le bolle de'be-
te neir ultima visita. Quando il vescovo nefizi e uffizi, con altre cose che stimi op-
creda opportuno visitar tutta la diocesi o portuno; sempre però a buon fine e pel
parte di essa anche dentro l'anno, non è zelo pastorale, e non per inqtiirire e pro-
vietato , né i sudditi ponno opporsi. Al cessare, aflìne d'estorcere multe o compo-
contrario, e particolarmente se la diocesi sizioni, o per esigere emolumenti per bol-
è piccola e non vi sia bisogno, perchè può le o decreti, per interesse e non per zelo,
essere facilmente informato dello stalo E quanto a'chierici e altre persone eccle-
delle cose da'ministrì, ovvero che per al- siastiche secolari o regolari, le quali siano
tra occasione cammini per la diocesi qua- esenti anche dalla visita, queste si poimo
si a ricreazione e per mutar aria, o in oc- visitare in quelle cose o parti nelle quali
casione d* incontrare o accompagnare siano soggette al vescovo; di che il De Lu-
qualche personaggio, o perchè fosse in- ca tratta espressamente nel cap. 20: Ori-
vitato a quel luogo per alcuna festa o ca- la podestà e della giurisdizione del s'è-

si simili, ne potrà e d<ivià farne di me- scovo co* regolari, e co* chierici secolari
no ancorcliè scorrano più anni. E ciò per- esenti per accidenlCt come i commissari
chè tutte le leggi sono ordinate per fine patentati esistenti nella diocesi. La sog-
onesto e ragionevole. Insomma lutto con gezione generale al vescovo degli esenti,
siste nel finepelqnale si faccia l'atto, cioè precipuamente riguarda la fede, la re-
che il precetto del concilio non serva di ligione cattolica, l'osservanza de' digiuni
pretesto per fare ogni anno puntunlineu- e degl'inlerdelti generali de'Iuoghi, alme-
te questa formalità ceremoinale, pel Ciwe no pubblicamente. Gii esenti particolar-
«l'andare a spasso per la diocesi a spese mente si ponuo visitare (|uando esercita-
de'poveri sudditi, per esigei cquelie pi o- no la cura dell' anime, che compreude
128 VIS V IS
r?immlnislrazione del battesimo, della ss. si amministra al popolo suo suddito, non-
Eucaristia, del matrimonio, dell'estrema dimeno l'altra opinione è più ricevuta in
unzione; o amministrano la penitenza co- pratica e più approvala dalle s. congre-
me confessori al clero e popolo secolare, gazioni cardinalizie. Laonde la visita si

con licenza e autorità del medesimo ve- restringe solamente alle persone per l'al-

scovo, poiché in questa parte i regolari e tro sagramento della penitenza, ad effet-
rendono sudditi
gli altri esenti si del ve- to che il vescovo le possa esaminare sul-
scovo, soltanto potendo senza sua licenza ed anche possa conoscere il lo-
l'idoneità,
confessare tra loro e gl'inservienti convi- ro modo per vedere se conven-
di vivere,
venti nel loro monastero o convento. Sic- ga o no permettergli quest' amministra-
come talvolta i vescovijper quanto riguar- zione e il modo col quale essi la fanno.
da la cura dell'anime e l'amministrazio* Ed anco per obbligarli ad intervenire a-

Ile de'sagramenti, vogliono ampliarecjue- gli esercizi delle conferenze de'casi della
sta loro podestà più del dovere, e ali in- teologia morale, e della lettura della s.

contro gli esenti cercano di restringerla al Scrittura. Il concilio di Trento concesse


più possibile, il De Luca chiarisce l'argo- ancora la facoltà di visitare ed esaminare
mento acciò ciascuno conosca il suo, on- i notari , ancorché secolari; però questa
de evitare controversie, anco per riguar- specie di visita è forse rara in pratica, la

do a' prelati inferiori IVullius godenti decisione dipendendo dall' osservanza e


qualche giurisdizione ecclesiastica vesco- pratica de' paesi e diocesi. Altrettanto di-
vile , di questa ragionando nel cap. 35, casi circa l'altra visita personale de'seco-
insieme alla giurisdizione d'alcuni vesco- lari, pel concubinato o incesto carnale o
vi in altre diocesi; facendo la debita di- spirituale, o dell' usura, o della bestem-
stinzione della cura d'anime giurisdizio- mia, o d' altri delitti del misto foro, di-
nale esagraraeotale, quest'ultima soggia- pendendo ciò dall'esercizio di questa giu-
cendo alla visita del vescovo si locale e si risdizione, argomento svolto dal De Lu-
personale. Spetta alla visita personale, ca nel cap. 1 1 Della giurisdizione del
:

l'abilità o istruzione degli esenti, i loro vescovo e sue diverse specie, con quali
costumi che non siano pregiudizievoli al persone e in quali cause e in qual mo- ^

popolo. Appartiene alla locale, il poter do si possa esercitare. E quanto all'altra


visitare l'altare in cui si conserva il ss. Sa- specie di visita locale, parimente al ve-
gramenlo, il battisterio, il luogo ove si scovo assiste la regola generale che pos-
conservano gli Olii santi, confessionali, i sa visitare tutte le chiese, le cappelle e i

il cimilerio o sepolture, i libii de'battez- luoghi ecclesiastici della diocesi, ogni vol-
zali,de'malrimoniede'defunti,equant'al- ta che non si mostri privilegio speciale

tro spelta alle funzioni parrocchiali. Ri- d'esenzione espresso, ovvero implicito o
guardo poi air allra specie dell' ammini- presunto, il quale si possa allegare io vi-
strazione de' sagramenti, volontaria e di gore del possesso imraemorabde, o cen-
divozione, questa è più di elezione che di tenario legittimo, e non vizioso. Sotto que-
obbligo, come l'amministrazione della ss. sta specie di visita locale cade ancora
Eucaristia negli altri tempi, fuori del pre- quella de'benefizi ecclesiastici e dellecap-
cetto pasquale, e del ss. Viatico, ed an- petlanie, per conoscere se i possessori
che quello della penitenza nell' ascoltare l'hanno con titolo legittimo; e se adem-
le confessioni, non soggiace alla visita lo- piano i pesi, e il di più che riguarda la
cale. Poiché sebbene un'opinione crede, loro amministrazione, non che per infor-
che il vescovo possa anco nelle chiese esen- marsi e riconoscere i legati pii e le altre
ti visitare quell' altare nel quale si con- pie disposizioni, per gli etfetti de'quali il

fcerva il ss. Sagrameuto, per la ragioue che De Luca ragiona nel cap, 3 1 : Dell' est'
VIS VIS
.29
cuzìone e commutazione delVullìme vo- nò, per cui ponno dire quasi persone
si

Ionia. Tutta volta, anclie per rispetto del- ecclesiastiche ma non religiose. Laonde
le cliiese e tle'Iuoghi, o corporazioni eccle- corre notabile differenza tra una specie
siastiche esenti, vi cade quella stessa tuo* e l'altra, e perciò doversi regolare colla
derazione, toccala di sopra nelle persone consuetudine, qualora non vi siano gravi
che per la cura d'anime e Tamunnistrazio- inconvenienti, per evitare le pregiudizie-
ne de'sagramenli è necessaria in ragione voli conseguenze delle novità, in che ri-

di parrocchialità, onde si possa far la visita chiedesi la prudenza del vescovo nel re-
di queste chiese e degli altri luoghi sagri, golare il suo zelo. Quanto alle opere de*
in quelloperò che riguarda queste parli luoghi o corporazioni pie, si deve pro-
solamente e non in altro, come se sono cedere con)e sopra. Ancorché il conci-
tenuti colia dovuta decenza la ss. Euca* lio di Trento, stabilisca la regola gene-
ristia, il batlisterio, i confessionali, il cì- rale affermativa a favore del vescovo,
miterio; in somma quanto riguarda la così nella visita, come nell' assistenza

cura e la parrocchialità e non in altro. al rendimento de' conti degli ammini-


Quando cade il dubbio sull'esenzione, se stratori, e nel di più che riguardi la buo-
non appare espressamente, in tal caso al na amministrazione; tuttavia in ciò noa
vescovo basta l'assistenza della legge, fin- ovvi regola certa e uniforme applicabile
ché la pretesa esenzione sìa dimostrata a tulli i paesi, a tutti i casi per diverse
colla regiud icata ocon 3 conformi senten- limitazioni date dal medesimo concilio,
xe, dovendosi intanto mantenere il vesco- cioè quando siano luoghi sotto l' imme-
vo nel possesso ed esercizio di sua giurisdi* diata protezione regia; ovvero ancor vi-
zione e podestà, e con ciò in rispetto del- va e amministri lo stesso fondatore, ov-
la visita locale e personale. Le maggiori vero che diversamente disponga la legge
didicoltà in questa specie di visita locale espressa della fondazione, o quella legge
sono circa i luoghi e le corporazioni, i presunta, la quale nasce da un legittimo
quali non siano veramente ecclesiastici, e non vizioso possesso immemorabile o
ma siano pii governati e amministrati da centenario; e molto più quando si pre-
secolari, come sono gli spedali, i monti tenda in contrario la consuetudine gene-
di pietà, le fabbriche delle chiese, le con- rale di quel principato o luogo, e che
fraternite laicali, i donne
conservatorii di per le circostanze de* casi non gli osti la

e simili. Quanto a'couservatorii, il De Lu- deroga fatta dal Tridentino alle consue-
ca nel cap.ig: De Monasteri delle mo- tudini contrarie. Perciò il prudente e ze«
na che de Conservatorii e delV altre adu-
^ lanle vescovo dovrà in ciò regolarsi se-
nanze delle donne che vivono all'usan-
^ condo le circostanze de'casi, e procedere
za delle religiose benché noi siano, quali con matura circospezione, che senza tra-
donne secolari , dice non esservi regola scurare l'ufiizio suo non faccia innova»
certa e generale applicabile da per tut- zioni, per evitare rotture co* magistrati
to; poiché sebbene il Tridentino concede laici e pregiudizievoli. Presupposta que-
al vescovo la facoltà di visitare, di correg- sta facoltà di visitare, uou basta che la
gere e di governare siffatti luoghi e adu- visita si faccia materialmente visitando
nanze, tuttavia l'osservanza de'Iuoghisuo- le chiese e gli altari, ovvero luoghi, ma i

le essere diversa; anzi anche in una stes- principalmente deve fare la visita for-
si

sa città o luogo trovasi diversità pe'dilFe- male, cioè sulla buona amministrazione
renti conservatorii, perchè in alcuni le dell'entrale e de* capitali, e sul ben re-
donne vivono da secolari, in altii nell'a- golato ordine e udempinìento dell'ope-
bito e nel vivere
non dilferiscono dalle re pie, secondo lu volontà de* fondatori,
monache, benché veramente tuli non sia* ovvero sccoodo le leggi e statuii de'iuo-
VOL. CI.
9
ì39 VIS VIS
ghi, eparticolarnienle suiraclempimento contrario, anche 1* ordinalo e decretato
tlellii celebrazione delle messe e degli rin- in visita soggiace all' appellazione, e alla

niversaii, e degli allri divini ulìizi e pesi podestà e giurisdizione del tuelropolita-
che abbiano i c-ipiloli o cleri, o alili cor- no e degli allri legittimi superiori, di cui
pi universali, ed i beneficiati. E perchè ilDe Luca traila nel cap. 36: Del Me-
di frequen't si con^mellono in ciò man- tropolitano e degli altri superiori del
camenlì notabili, col prelesto delle dimi- Vescovo. Il maggior punto di questa
nuite entrate, quindi vescovi nella vi- i ispezione è quello della 5.' ispezione, cioè
sita solevano fare riduzioni, non senza dell' interesse del vescovo circa la pro-
abusi e inconvenienti, fu tolta ad essi ta- curazione, ossia gli alimenti e altri emo-
le facoltà e fu liserbata alla s. congrega- lumenti ; onde pare che questo sia il re-
zione del concilio, onde in simili occor- golatore maggiore di tutta la materia del-
lenze ad essa con l'informa-
si ricorre, e la visila, e diquanto di sopra si è discor-
zione de'vescovi accordano o negano;
si so. Imperocché sebbene il Tridentino ha
colla distinzione se il peso derivi da ulti- cercalo di provvedervi col dannare ec;ol
ma volontà o per contralto, conceden- togliere tutte le aìale usanze nell'esigere
dosi la riduzione più facilmente nel i," emolumento alcuno sotto 'titolo di pro-
taso, dovendosi esaminar la causa delle curazione, ovvero di calledratico, o al-
smi.nuile rendile. La 4.' ispezione riguar- ilo qualsivoglia, ordinando precisamente
da le maggiori prerogative e le maggio- i soli moderati alimenti, le sagre con-
ri facoltà cl»e il vescovo abbia in tempo gregazioni del concilio e de' vescovi pru-
di visita j ed in ciò corre tra' vescovi un denlen»ente approvarono quell' oneste
concetto o opinione, che mentre sono in composizioni, le quali se fossero fatte sui
visita ponno far da Papa, sicché sia loro detti alimenti, cioè che il clero di cia-

lecito di operare dispoticamente, senza scun luogo debba dare al vescovo,ovve-


che si possa appellare al nielropolitano ro a qualche suo ministro una certa som-
e agli altri superiori, e che ponno fare dì ma denaro proporzionala all'importo
di

tutto. 3Vla io ciò s'inganuano di gran delle spese,mentre in tal modo si prov-
lunga, perchè il concilio di Trento, le co- vede meglio all' indennità, e alla sod-
slituzioni apostoliche i decreti delle s. disfazione d' ambo le parli, si ovvia a
congregazioni concedono a' vescovi nel- molte fraudi e sci;dacqui.Q)uindi esegui-

l'atto della visita qualche maggior pode- to, the forse in alcune diocesi di fatto
stà delegata, in que' casi, a'quali pe'pri- siano ritornali gli antichi abusi, in modo
vilegi oper altri rispetti non arrivasse la che si assegnamento a queste som-
fijccia

loroordinaria,ma però ne'limitidel giusto me ogni anno, come ad un capo fermo


edelToneslo, e per quantosi estenda l'au- d'entrata, sicché a'suoi tempi non si tra-
torità del vescovo, non può derogare a* lascia la visita, benché niun bisogno ve

canoni, a* concilii e altre leggi de* supe- ne sia, ma per questo solo fine, rice-
riori. E circa al punto che non si dia ap- vendo anche il vitto. Ed alle volte si
pellazione a'ioro decreti o provvisioni, manda a visitare per il vicario, ovve-
ciò cammina fiolamente in quelche ri- ro per un altro ministro , il quale io
guarda la corruzione de' costumi, e in sostanza vada a fare 1' esattore di que-
quell'allre cose che abbiano bisogno d'u- si* entrala, forse senza pensiero di visi-
na sommaria e pronta provvisione, ma tare (sic). Anzi alle volte taluo vescovo,

non già nell'altre cose con enti e ordi- in certi tempi dell' anno, pel beneficio
narie, le quali devono esser trattate co' dell' oria,o altra occasione, dimora in al-

modi soliti, legali e giudiziali. Laonde, cuni luoghi della diocesi per notabile tem-
tranne icasi ut quali siasi provvisto io po, ed anco per uu* iotera stagione; e
e

V I s VIS i3i
nondimeno non si parla di vìsilasma che ordinario, come avviene co' regolari, ca-

per questa si vada di proposito in altro de il dubbio se la facoltà del vescovo di


teiupu pel Hne d'ottenere emolumeo- gli visitare sia alternati va con quella del pro-
li; cosa degua di biasimo quando si fa- prio prelato, sicché visitando ovvero aven-
cesse (forse a'iempi del De Luca vigevano do visitato uno, non possa visitare l'al-
gli abusi che deplora: al presente pare tro, colla prevenzione tra essi; ovvero che
che sieno rari). Finalmente circa la 6.' sia cumulativa, laonde avendo visitato
e ultima ispezione sulle funzioni ecclesia* uno, possa anche visitar l'altro colla do-

stiche da farsi dal vescovo per la diocesi vuta compatibilità. E' più probabile e
in occasione della visita, la più ordina- più ricevuta questa seconda parte, e ciò
ria è quella della cresima, come cosa per la ragione, che quanti più visitatori
pontificale, non convenendo far venire i soprintendenti avrà la vigna o altra ope-
fanciulli e gli altri alla cattedrale, o io ra, tanto più gli operai saranno diligenti
altro luogo, per le lontananze. Vi è an- e faranno bene 1' ufficio loro, e la vigna
che Ifi consagrazione d'alcuna chiesa^ ne- sarà ben coltivata. Purché l'una e l'altra
cessaria da farsi in quel luogo, mentre visita sia indirizzata allo stesso fine o so-
la consagrazione delle pietre degli alta- pra cose diverse. Ma non già che il pro-
ri, secundo il bisogno, si suol fare nella prio prelato inferiore possa correggere
cai tediale per distribuirsi per tutta la e moderare il fatto dal vescovo in quelle
diocesi. £ nel rimanente quando si trat- cose spettanti all'ufficio di questo. Si de-
ta di luoghi grandi e popolati, ne* quali vono gli atti della visita diligentemente
convenga, per far la visita bene, tratte- pel notaro registrare in apposito libro,
nersi qualche tempo proporzionatamen- da conservarsi nell'archivio vescovile,
te, conviene per consolazione de' popoli acciò nelle visite seguenti si possa cono-
e per altri buoni elletti farvi le funzioni scere, se gli ordini e i difetti della passata
solile celebrarsi nella cattedrale, anche siano stati eseguiti e corretti rispettiva-
pontificalmente; così nel predicare pei* mente. Ed ancora per prova più facile
se stesso, nell'ascoltare le confessioni e io del possesso di visitare, e per l'altra pro-
altro. Della visita de' monasteri di mo- va dello itato delle chiese e de* benefizi,
nache, il De Luca discorre nel ricordato e per altri buoni effetti. Quanto si è det-
capitolo 9, di cui sono più interessanti i
1 to di sopra io proposito della visita, ap«
§§: Della giurisdizione del vescovo ne'mo- partiene al vescovo come superiore spi-
nasleri esenti circa la clausura, e le licen- rituale; ma se il caso porti che dentro la
te di andare a parlare. Dell'altre giurisdi- diocesi o fuori, il vescovo in ragione di
zioni del vescovo ne'delti monasteri esen- baronia, ovvero di principato abbia an-
ti. Distinzione di esenti, e di quelli di cora il dominio temporale d'alcuni luo-
padronato del principe. De* monasteri ghi, in tal caso se li vorrà visitare, sarà
non esenti, e quali cose il vescovo non cosa ben fatta e degna di lode per rico-
possa fare senza la licenza apostolica. Se noscere come i sudditi sono trattati. Pe<
dtbba ammettere i secolari nella clausu- rò questa e una specie di visita uifutlo di-

ra in occasione della visita o altro. Della versa, nella quale il vescovo viene consi-
podestà del vescovo di castigare quelli che derato come principe o signore, laonde so-
vanno a parlare alle monache senza li- loprocede con regole e termini diversi,
cenza. Della diligenza del vescovo nel de- non é di dovere che nel tempo di questa
putare i confessori e a>Itri ministri ne' visita debba il clero somministrargli il

monasteri e conservotoriì. Quanto a'mo- vitto e altro di suo bisogno. L'mtervento


nastéri ed alle chiese, luoghi e persone di due canonici o dignità ilclla cattedra-
esenti^ che abbiano il proprio prelato te, accennato di so^ia, suol dare occaso-
,

i32 VIS V IS
ne di dispute sulla precedenza co* capito- eia con in ispeclale Commissione depu-
li delle collegiate della diocesi. Però cou- tare altro giudice o tribunale. Presso »

siderandosi esse come persone singolari, nostri maggiori si è dubitato, se il capi-


e non rappresentando il corpo del capito- lolo in sede vacante del Fescovo (F.)t
Io cattedrale, non potranno pretendere la abbia la facoltà e giurisdizione di visita-
precedenza sopra capitoli delle collegia-
i re Vescovato (F.)y però è piti ricevu-
il

te,per la ragione che ogni corpo univer- Ciò segue a mezzo del
ta l'affermativa.

sale precede le persone particolari. Vi è Vicario Capitolare (F.) deputato se-


ancora una specie di visita straordina- condo le disposizioni del Tridentino
ria, che il vescovo con delegazione parti* laonde non può il capitolo deputare un
colere della s. Seàe^ ovvero della s. con- visitatore particolare. Ma quando la vi-

gregazione de' vescovi o di quella del con- sita si faccia dal vicario capitolare, o
cilio, come più vicino, suol fare di que' anche dal Vicario generale, non per-
luoghi i quali siano di territorio separa- ciò si potrà esigere quella somma, che
to e denominato Nidlius dioecesis^ ri- fosse solita pagarsi al vescovo in luogo
parlalo nel vol.XCV,p. i5r,ovverodel' del vitto, per la suindicata composizione,
la diocesi confinante in tempo delia va- mentre non vi bisogna tanta spesa. Pe-
canza di sua sede. Questa specie di visita rò dovrà ottenere solamente il vitto mo-
non ha regole certe, almeno all'epoca del deralo a proporzione della sua persona,
De Luca, dipendendo dall' accidentale e e della famiglia necessaria molto minore
straordinaria delegazione, co' quali limiti di quella del vescovo, e il di piti sarebbe
devesi eseguire. Inoltre avvi altra specie estorsione. In alcune diocesi si costuma,
di visita del metropolitano in tutta la quando il vescovo vuol cominciare la vi-

provincia, ovvero in qualche diocesi di es- sita, di emanare editti penali per invita-
sa, negli altri paesi fuori d'Italia. Poiché re tutti i preti e chierici d'un luogo, an-
in questa regione sia per la frequenza de' che semplici e non beneficiali, a recarsi
vescovati e eroi vescovati, sia per la vici- in ora determinata a dare ubbidienza,
nanza di Roma, al cui ricorso ed a quel- altrimentisi procede contro di essi alle

lo delle sagre congregazioni facile è il ri- pene comminate, non ostante si trovas-
che ne na-
volgersi, essendosi sperimentato sero assenti, senza licenza del vescovo.
scevano inconvenienti, questa specie dì Però questo suole essere uno degl'illeciti
visita non si pratica facilmente, senza la pretesti di estorsione, poiché può il vesco-
partecipazione della s. congregazione de* vo fare la visita personale anche de'preti
vescovi o di quella del concilio, dalle qua- e de'chierici semplici non beneficiati, sic-
li a misura del bisogno e dell'oppòrtuni- ché quando siano citati per tale effello,
te si provvede. Anzi il Papa come vesco- debbono comparire e ubbidire, ma non
vo particolare di Roma^ della sua dioce- avendo obbligo alcuno della residenza,
si e distretto, usa quella visita a mezzo l'assenza li deve scusare, e il fare altri-
della congregazione della visita apostoli- menti é abuso e cosa mal fatta. E sicco-
Il De Luca ra-
ca generale straordinaria. me nell'Italia, particolarmente nel regno
gionando nel cap. 36 Del Patriarca^ : delle due Sicilie, vi sono degli albanesi
del Primate j del Legalo del Me tropo- ^ e altri orientali, i quali vivono col rito
litanOy ed altri superiori deTescavi^ di- greco, deve perciò il vescovo in lutti i

ce chei superiori de' vescovi in Italia so- tempi, particolarmente io quello della
no il metropolitano, il legalo apostolico visita, invigilare in più cose. Primiera-
a laiere, ove si trovi, l' Uditore della mente, se il rito greco sia ben praticato
camera^QÌ Papa, e le s. Congregazioni co' sentimenti cattolici, senza la mistura
Cardinalizie^ quando al Papa non piac- d'alcuni abusi scismatici. Secoudariamea-
VI s VIS i35
te deve procurare a tutto potere d'intro- si suole da essa deputare un Visiiaiore
durvi il rito latino, non già per forza, apostolico (f^.)i come fece Urbano Vili
né usando alcuna violenza, solamen- ma che depulò il camerinese Andrea Pier-
te colle persuasioni auiorevoii, che peiò benedetti vescovo di Venosa a visitate
farà cosa lodevole se deputerà de'parro- le diocesi di Lecce, Bilonto, Ariano, Co-
chi e de* chierici diversi, cioè dell'uno e senza, Catanzaro e molle altre del ragno
dell' altro rito, acciò a poco a poco nel di Napoli. Termina il cardinal De Luca
progresso del tempo iuseasibilmenle s'in- con ricordare, che sebbene in Lloma vi è
troduca in lutto il popolo il rito latino, la Congregazione della s. Vìsita ApO'

conforme in molli luoghi sotto vescovi slolica^ nondimeno questa è deputata per
diligenti la praticaha insegnalo. E terzo, l'ordinaria visita particolare della città

che quelli quali vivono con il rito lati-


i compreso il suo dislrello. Scris-
e diocesi,
no, si astengano da alcune cose permesse sero suH'argomento: Gradarini, Regola-
dal greco e non s'induca la mistura e con- menti per la s. Fìsita da farsi da' ve-
fusione de'due riti. Deve ancora il vesco- scovi, Foligno. Francesco Nicolai vesco-
vo ia questa funzione della visita parti- vo di Capaccio, poi arcivescovo di Co-
colarmente, coQie più esposta a pericoli senza, e dedicata a Clemente XI: Dis-
d* impegni e di resistenza di fatto, cam- serta tio historìco -canonica, de Episco-
minare con molta circospezione, e deve po Fisitatore, seu de antiquo regimine
usare una gran prudenza nell'impegoar- Ecclesìae vacanlis, Roraae 7 1 r o. Barto-
sidi persona ad atti tali, ne'quali da quel- lomeo Gavanto, Enchìridion, seu Ma^
li che pretendono non esser soggetti alla nuale Episcoporum prò decretis in PI-
visita, se gli possa fare qualche resisten- sitatione, Venetiis 1769. Giovanni Di-
za, e se gli possa perdereil rispetto. Per- clich, Ordo in Episcopali visitatione
ciò deve maturar bene il tutto, e quando servandus, Venetiis i836: Fisita Pa-
di ciò si possa dubitare, sarà meglio di storale del K^escovo alle chiese della sua
fare alcuni atti preparatorii per mezzo di diocesi, Venezia i836: Fisita Pasto»
rainistri, acciò trovando resistenza, possa rale del vescovo alle chiese della sua
con gli ordini della s. congregazione e di aggiunta d'un importante
diocesi, coli*
altri superiori far dipoi la visita in mo- Prefazione e di alcune liturgiche osser-
do che si ottenga l'intento, senza esporsi vazionij in caratteri rossi e neri, aduso
ai pericolo del perdimento di rispetto a dì Rituale per tale pontificale sagra
pregiudizio di sua dignità. E ben degno funzione, Venezia 184^. Trattato della
di lode il zelo, ma dev' esijere operato Fisita Pastolare di mgJ Giuseppe Cri-
all'opportunità, e con diicrezione mag- spino vescovo d'Amelia, Venezia 171 1.
giore dell'ordinaria. A tale efTetto «i ten- Questo eccellente trattato fu ripubblicato
ga presente l'avvenuto a s. Carlo Borro- per impulso di Benedetto XIII, quindi
meo, nella visita della chiesa della Scala molto lodato da Benedetto XIV. Nel
degli Umiliali (F.). Si trova ne' canoni 1844 'o riprodusse la stamperia Came-
un'altra specie di visita, la quale si fac- rale di Roma, per essersi reso rarissimo,
cia dal metropolitano delle diocesi le qua- e ciò anche per la sua molta importanza,
li siano nella sua provincia ; però a tem- come più classico e più completo ia
il

po del De Luca la pratica di questa vi- questa materia. Trattato della Fisita
sita era rara, per essersi provvisto, nell'I- Pastora/e di mg.* Giuseppe Crispino,
talia particolarmente, che non si possa compendialo e annoiato pe' sacerdoti na-
fire senza licenza della s. Saie, non soli- poletanì P, Signorìello, e G. D. Fiorel'
la concederla senza causa urgente, meo* //, Napoli i855 presso l'uffizio della Bi-
Ire quando si conosce esservi il bisogno blioteca Cattolica. La Civiltà Cattolica
i34 VIS VIS
encomiò iloompendlo,t1ichiarfintìo nulla sitatori apostolici cardinali, vescori e altri

scapilmne il pregio dell'opera originale, prelati, ed ecclesiastici tanto del clero se-

anzi rutilila fu accresciuta dalle giunte, colare quanto del regolare. Visitatori a-
note e istruzioni, onde meritò pib edi- postolici residenziali er«noi prelati inqui-
zioni. Malta (F.). li CoUtMio, Nofifia
sitori di

VISITATORE E CON VISITATO. Cardi naia tus^ et dtRomanae A ulae Offì


UE. f^. Visita, Visitatore Apostolico, cialibus, dice ragionando della Congre-
Visita Pastorale. gatio prò Contultationibiis Episcopo-
VISITATORE APOSTOLICO, Fi- rum^ et aliorunì Praelatorum, poi i iu-

sitalor Apostolicus. Quello ch'è preposto nitaalla Congregalio prò Gonsultationì'


alla Fisita straordinaria d'una Diocesi^ bus Regnlariuni da Sisto V nel iSBy:
^

di una Chiesa^ d*un Pio Luogo o istituto Cui qiàdeui Congregationi facultalein
qualunque, anche insegnante, ed ezian- attribuii Patriarcharuni, Archiepisco-
dio d'un Ordine Religioso o Congrega- porurn, Primatum, Episcoporunt, Ordì-
zione regolare d'anabo i sessi, per depu- narioruni^ et quoruincumque etìatn infe-
lazionedelSommoPQnlefice.Que«taro^/i- riorufn, non tanien Regulariuni^ posHi-
niissione chiamasi Fisi tn Apostolica (^f'.) lata audiendi et cognoscendi. Propositis
ed ha per precipuo fine e scopo, di pie- diffìcultatìbus^ quaeslionibus, et contro-
namente ricouojcere l'andamento di tul versiis^ aliisque , super quìbus consulta
to, l'osservanza della disciplina ecclesia- fuerit^ etiani per lilerasy sedulo^ huma-
stica ede'parziflli statuti, il procedere del- niterque respondendi. Dubia, rationes,
l'amministrazione economica, onde rior- eicausas Ecclesiaruni^ earumque digni-
dinare ogni cosa alterata, .rimuoverne gli tà tis^ j'urisdictionis, exemptionis^ ìmniu-
abusi, e decretare gli opportuni provve- nitatisy iuriuni, privilegiorum, et lauda-
dimenti. Equivale alla Fisila Pastora' biliuni consuetudinuni concementessuni-
le (^.), il quale col precedente articolo, viarie f
simpliciter^ et de plano cogno-
com penetrandosi e rannodandosi con que- scendi^ et tani ex partiuni petitione, quani
sto, sarebbe ripetizione superflua il parti- ex officio ,
prout honestutn
, et opportu-

colareggiarne le azioni e altro in essi trat- mini videbiturf componendi. Causas e-


tato. Si deputano visitatori apostolici an- tianij et controversias inter eosdem Prae-
cora per comporre questioni e dilferenze latos de iurisdictione^ aliave de causa
insorte fra'dignitari, corporazioni e altri, exortas , nec non inter Capitala , aut
per giurisdizioni ,
preminenze ed altre obtinentes Dignitates^ac inter quascuni-
controversie. E Convisitatori si dicono que siugulares personas, et, Uniyersita-
quelli che si danno in aiuto e cooperatori tesy aut Locorum in leniporalibus domi'

a'visitatori. Hanno i visitatori apostolici nos, exceptis ÙV, quae concila Tridenti-
facoltà amplissime pontificie, loro conces- ni interpretationenty vel ordineni exigunt
se con l'autorità di brevi apostolici; e rior- iudiciariuntt re ipsa requirendiy exanii-
dinato il reggimento della diocesi, delia nandi , et aniicabiliter desuper compo-
chiesa, di qualsivoglia pio istituto, ema- nendiy ac transigendi , etiani per alios,
nati gli opportuni decreti, la vìsita apo- si ita consultuni indebitar, extra Dioece-
stolica si chiude. La
Congregazione de*
s. sim quoque curandi. Pr aeterea ad Ec-
Fescovi e Regolari [F.) con approva- , clesias visitandas ubique locorwn , in
zione del Papa suole nominare i visita- quibus Christiana viget Religioj Fisila-
tori apostolici, ed anco F icari Aposto- i toris Suinnio Pontifici praesentare ut ,

lici (A^.), secondo bisogni, e poi esa-


i exemplo s. Leonis /, s. Gregoriì f, et a-
mina e conferma gli atti della visita apo- Swnmoruui Ponliflcuni, cuui in
lioruni
stolica, con ratifica pontifìcia. Sono vi- i Domino expediri vidcbitur destinare ,
VIS VIS i35
vnleat. Qnih as quidem risflatoribus^ut messi dalla s. Sede ne* vescovati vacanti.

culli spIrilualiJructUf et fuItLium aedi- Contumelioso di Riez fu tolto dal vesco-


fica tione iminus smini impleaty for mani vato da Papa s. Agapito 1 circa il 53 j,
praescrihat, negociornni omnium tracia- il quale vi mise un vescovo visitatore. Il

tionis modwn assignel^ et negligentiam, concilio di Trento fu un sole, che cambiò


si quando opus crii, emendet. Insiiper, la faccia alle cose, e fece sparire la Simo-
uhi necessitas postnlaverit^ viros usii, et nia, il concubinato contrario al Celiba-
dcclrina idoneos^ rectos, et Deuni timeu' lo, la ^ìxxvàWVA iW Benefizi ecclesiastici;
/e<f, qui lìlerarum JposloUcaruni anelo- fece rifiorire i Seminari, tutti gli ordini
ritale suffuUi taiiquam Ficarii Apollo ecclesiastici, il buon costume, la discipli*

liei Dcnlque
Ecclesiali regant, deliganf. na. Pei*chè il frutto che se ne aspettava
Cardinale! huic congregationi praeposi- venisse, i Papi mandarono de* vescovi vi-
li Immuni tatis Ecclesìaruni defensores, sitatori da una diocesi all'altra, perchè vi
et ad ipsoruni Praelatorum personas^ fossero messi in pratica i decreti conci*
reSy etbona quaecumque tuenduniy Ec- liari. Cominciò s. Pio V del i566, rife-

clesiarum iura ab omnium iniuriis^ etop- rendo il Galena, f^ita del gloriosissimo
pressionibus adversus quoscumque qua- Papa Pio /^, ch'egli mosso dal suo pa-
vis auclorilale praefulgentes vindican- storale ufficio sopra la gregge universa-
da,Jinnissimuni sint propugnaculuni ... le, e di togliere gli abusi nella cristianità,
E quanto a'regolari: AposloUcae P^isiia- fu il primo a (bir principio alle visite a-
tionis iussa^ et Consùiuliones a Sunimis posloliche de'vescovati e de'Iuoghi relr*
Pontificibus in ipsos Regulares editas giosij cocninciando dal regno di Napo'i,
exequìy et in usuni deduci curenl. f^isi- dove mandò con ampia auto» ita per visi-
tatores Regulares lauda lae vitae , zelo latore apostolico Tommaso Orsino o Or-
DeifSalutis aniniarum^et prudenlia spi- fini nobile di Foligno, il (juale fin dal i.*
riluspraeditos, institutorunique Regula- giorno del suo pontificato avea fallo chia-
riunì j et laudabiliuni consueludinwn pe- mare in Pioma, deputandolo con altri vi-

ritissimos pro\^ideant, qui, cuni necessi- sitatori alla riforma della città, siccome
tas exegerit, sui Ordinis Provinciae, re- prelato dotto, integro e intrepido per la
veptisabipso Ponti/ice literis, ad Omni- fede. Questi da lui fallo vescovo di Slron-
potends Dei laudeni et Locorum utUi-
, goli, visitò le chiese, levò gli abusi, e dati

tatcm salubriler visitare valeaut. 1 Papi gli ordini opportuni pervenne a Napoli,
e la s. congregazione de* vescovi e rego- ove dal viceré essendogli detto che pi-
lari sogliono pure deputare a visitatori gliasse il bavaglio del Regio Exequatur
apostolici di ordini regolari o congrega- (A*.) pel suo breve apostolico, ricusò co-
zioni religiose, ovvero di un'abbazia, mo- stantemente di farlo, dicendo sé esser man-
nastero o convento, religiosi d'istituto di- dato dal P^icario di Gesù Cristo (/^.),che
verbio dal visitato; ed a'iuonasteri ancora non ha bisogno di colali licenze, pretese
di religiose si deputano
visitatori aposto- da'secolaii, tanto meno ne'suoi feudi, es-
per l'osservanza della regolare per
lici,
,
sendoledue Sicilie supremo dominio del-
terminare dilFerenzeinterue, e per l'ain- la Chiesa Ilomana, ne di lettere coniiocn-

roinìslrazione economica.11 Nardi, De' dalizie nelle (piali si contenevano parole


Parrochif cap. 3i, ragionando dell'ele- quasi equivalenti i\\V Exequatur ^ le (|uaU
zione de* l'^esco^iy ricorda che sino dal il viceré gli olfiiva per gli ullìciali del re-
principio della Chiesa la loro deposizione gno. Due leggenti di Napoli si opposero
era riservala al Papa, ed abbiamo cento arditamente al visitatore Orfini , i (piali
esempi nell'anlichilà di vescovi destituiti poco dopo essendo morti, incussero salu-
da'Papi, « sino di paUiurdii, e di altri tare spavento agli altri. Finalmente, im-
1 36 V I S VI S
pelrando con umiltà il viceré grazia da zione particolare di cardinali, la qualedo-
Pio V, che si scrivesse ai re Filippo li vesse giudicare le diflìcoltà che nascesse-
su questo punto e intanto si soprassedes- ro in tal materia. E per dare esen)[)io a'

se, cosi fu fatto. Ma tardando la risposta, vescovi di quello che doveano fare nelle
e dicendo il Papa che questo era un abu- loro residenze , egli stesso intrapresela
so che non voleva in niuo modo tollera- visita apostolica de' numerosi spedali di
le, posto da banda il disputare sulle ge- Pioma. Proponendosi il gran zelo di Gre-

neralità óeWExequatur^ qual piaga del- gorio XIII, per la riforma generale de'
la Chiesa, restrinse il fatto a termine più costumi, di far anch'agli con diligenza vi-
facile, dicendo fra l'altre queste podero- sitare possibilmente tutte le chiese e luo-
se ragioni. « Che molto più era lecito al ghi pii di tutta quanta la cristianità, per
Papa, ch'è capo di tutti vescovi, il visi- i cominciare dalle più vicine, 7 vescovi man-
lare, che non è a'propri ordinari, i quali dò visitatori apostolici per l'Italia in varie
pur visitano le loro diocesi senza I' Exe- parti, riservando l' altre visite a più co-
guatar**. Pertanto commise all'Orfioi di modo tempo: negli stati di Venezia (F.)
seguitar la visita, e il re Filippo II scrisse trovò quelle diilicoltà che narrai in quel-
al viceré, che Papa lasciasse eseguir
al l'articolo, però superate dalla costanza del
l'ufficio suo. Furono dunque senza VEjce- Papa, e dalla saggia condotta de'visitalo-
qualar visitate le chiese vescovili di Ca- ri.Successivamente inviò per ogni dove
labria, di Terra d'Otranto, di Bari e le visitatori apostolici in Germania , nella
altre appresso , specialmente la città di Spagna, in Malta ove die'principio a' ri-

Napoli, nella quale il visitatoreapostolico cordati stabili visitatori apostolici, durati


lìon solo fece visitare le chiese e le perso- sino al 1793, in che l' isola ^a tolta da*
ne ecclesiastiche soggette all'arcivescovo, francesi all'ordine Gerosolimitano. Altri
ma eziandio i cappellani dello stesso vi- visitatori apostolici Gregorio XIII man-
ceré, che pretendevano \* Esenzione (^.). dò a Monte Libano, nella Bosnia, in Pe-
Dal che si gran frutto nell'univer-
trasse ra di Costantinopoli, in Aleppo, in Ragu-
sale, e il riprislinamento della dovuta ri- sa, a Scio, neU'Iiliria, nella Lusazia, nel-
verenza in que'paesi all'autorità della 8. la Carintia, nel Tirolo, in Fiandra, nella
Sede apostolica^ la quale per l'addielro Polonia, nelle Valli della Savoia, in Dal-
dalle prepotenze de' magistrati laici era mazia, ue'Cantoni della Svizzera. Visita-
stata poco meno che annullata. E fu me- tori apostolici die'agli ordini Gisterciense,
raviglioso il vedere, dovunque andava il PremostratenseeBasiliano. Di tulteque-
visitatore apostolico, il concorsa de'popo- ste visite apostoliche ne dà contezza il p.
li, gareggiare d'ogni sesso, età e condizio- Mafìei gesuita negli Annali di Gregorio.
ne per vederlo, onorarlo e gettati genu- XIIL E siccome i molti privilegi conces-
flessi innanzi a lui domandargli la bene- si da s. Pio V a' regolari , cagionavano
dizione, qual mandato dal Pontefice. A.v. frequenti contese co' vescovi, Gregorio
venne altrettanto nella Spagna, in Fran- XIII per togliere motivi alle liti, decre-
cia, in Germania, ed in tutta la cristiani- tò che le controversie si riducessero alia
tà, dove s. Pio V mandò visitatori apo- ragione comune e oitlinaria, ed a'decreli
con altrettanto felice risultato. Ri-
stolici del Tridentino. Talvolta furono dichia-
formò s. Pio V il palazzo apostolico, la rati visitatori apostolici gli stessi Nunzi
clausura delle monache, e gli ordini reli- apostolicij o facoltizzali a deputarli, negli
giosi, a mezzo di visitatori apostolici. Con- stati ov'erano accreditati presso le rispet-

tinuò le visite apostoliche Gregorio XIII tive corti sovrane. Eccone un eserapip.
che gli successe nel 1 5/2, e per quelle di Paolo V col breve Onerosa Pastoralis
tutta la cristianità istituì una congrega- offìcii curai ^^'^ ^ aprile 16 18, diretto al
-

V I s V!S 187
mmzio tìi Savoia Pielro vescovo Saotien* sitalori apostolici, onde profvccìervi con
se, Bull. Rom.f t. 5, par. 4, [>• 2^1; Alan- visite apostoliche straordinarie, parlale in
(lattir Nuucio j4pos(olìro apiid Sahau- diversi articoli, di diverse delle quali ab-
ffùie Ducerli^ ut clcpittet Episcopiun Gè- biamo stampate le relazioni, i decreti e
benncn. in risìlatorem gencralem Ec- leapprovazioni pontificie; cosìdi altre an-
clesiarum, et Monastcrioruniy et alio- teriori e posteriori, egualmente discorse
rum Locorum Piorum in foto Ducato a' rispettivi luoghi. Leone XII inviò in

Sabtìiuìiae. Era allora vescovo di Gine- Sardegna {V.) un visitatore apostolico,


vra e d' A miei y il glorioso s. Francesco per la cui morte altro ne surrogò. Molli
di Sales. Celebre fu la visita apostolica visitatori apostolici deputòGregorioXVf,
inviata da Ciemeule XI ne' Ficariati A- come pe'cisterciensi d'Allacomba, pe've-
postolici (F.) deW Lidie Orientali e del- scovati di Naxos, del Perù, di Smirne, di
la Cinti.Clemente XIII mandò un visi- Tunisi ec; pe' regolari del Messico, del
tatore apostolico nella Corsica (/^.), col Piemonte, de'domenicani di Dublino, del
breve Inter caeteras curas de' 18 set- ^ convento di s. Pietro Montorio di Roma
tembre 1759, Didl. Roni. cont. t. i, p. ec. ; pe'canonici di Berna, Argovia e Tur-
233: Deputa tio Visitatoris Jpostolici in govia nella Svizzera; del collegio di Tre-
quibusdam locis dioecesum Jlevìensis^ vi nell'Umbria, dell'Ospizio apostolico di
Marianensis^ etAcciends, atqueNcbien- s. Michele di Roma ec. ec. riferiti nel ^^/J/.

sis in insula Corsìcae. Il Papa dopo aver Rom. continuaiio. Altri finalmente ne I)a

deplorato igravi mali e le lunghe calami- nominali il Papa che regna. Tra'cardina-
tà da cui era afllilta l'isola, e il pericolo li al presente è visitatore apostolico il car-
in cui si trovavano le anime, a volerli cu- dinal MarioMallei decano del sagro colle-
rare e sanare, scelse a visitatore aposto- gio e vescovo d'Ostia e Velletri, in tempo-
lico il vescovo di Segni, per la sua inte- ralibus dell'abbazia dìGrottaFerrafajè
grità, prudenza, pietà e zelo. Gli compar- inoltre visitatore apostolico della congre-
ti ogni solita, necessaria e opportuna fa- gazione monastica de' Sih'estrini. Sono
coltà, costituendolo e deputandolo apo- de'Luoghi Pii de Ca-
visitatori apostolici
stolico visitatore a beneplacitodella s. Se- iecumeni e Neofiti, cardinali Mattei,Ca-
i

de nell'isola di Corsica e suoi vescovati giano,ec. Il cardinalPatrizi loèdell'y^rd-


di Àleria, Mariana^ JccieNehhio;n\x- confraternitadi s. Rocco.W cardinal Ca-
torizzandolo eziandio a comporre i dissi giano,'della congregazione de' C/i/e/'zW^fi-
d'ogni istituto, compresi
sidii fra 'regolari colari delia Dottrina cristiana, e della
i mendicanti che egualmente sottopose
, confraternita de'Cocchieri^di cui nel voi.
alla sua piena giurisdizione. Impose per LXXXIV, p.io8. Il cardinal Barberini,
^irtìi di santa ubbidienza di ubbidirlo, della confiaternita del ss. Sagramento e*
riverirlo e onorarlo a'vescovi (non è no- retta nella Chiesa di s. Maria in TraS'
minalo quello d* Ajaccio, che ora è l'u- tevere. Il cardinal Tosti, dell' Ospizio a-
uico), a' capitoli, cleri e popolo, edanco postohco di s. Michele. Il cardinal Cla-
a'vassalli di dette diocesi, sotto pene ec- relli, del monastero deW Oliale de' Sette

clesiastiche; cos'i ogni convento, mona- dolori. Il cardinal Lucciardi, della Pia a-
stero, ospedale, confraternita ed altri luo- zienda di s. Maria al ponte del Melauro,
ghi pii. Pio VII al principio del presente deirOspedalelto e luoghi pii annessi nel-
secolo, quando si usciva da qiiell'univer- la diocesi di Fano. Il cardinal d'Andrea,
salesconvolgimento politico di cose, che della chiesa di s. Croce e s. Bonaventura
lami e gravissimi danni apportò alle dio- de* Lucchesi. Il cardinal Recanati, delle
cesi e pie fondazioni , trovò opportuna e monache Clarisse di s. Gio. Battista di iVb-
jpdispeusabile la deputazione di molli vi- ccra. Il cardinal Reisach, deWArcicon^
i38 V I S VIS
fraternità della ss. Trinità eh' Pdle^ adjus visitOJìdìornnes Eclesias cujusque
grinì. lì cardinal Gaude, ora defunto, suae rispectivae Dioecesis, cap. Omnes
10 era della chiesa e confraternita di s. Basìlicae,i^, q. y; cap. Conqiierente de
Gio. Battista de' Genovesi, della pia ca- Offlc. Ordinarli, 6\. cap. Romana, i de
sa degli Orfani e del monastero de' ss. Censibus in G ; et Conimunis Doctorurn.
Quattro Coronati, il cardinal Bofondi, Eguale autorità ordinaria hanno nelle
dell* ospedale della B. Lucia in Narni. proprie diocesi Vicario Capitolare ia
il

11 cardinal Roberti, degli esposti di s. sede vacante, Vicario Apostolico nel


il

Francesca romana in Viterbo. Le cere- Vicariato Apostolico (V.). Questi e i ve*


monie per l'apertura e chiusura del- scovi deputano ancora ad eseguirla il Vi'
la visita apostolica de'visitatori apostoli- cario generale o altri visitatori. Simile
ci ,poco diversificano da quelle della
in autorità ordinaria hanno i Prelati, Ab-
Visita Pasiorale (f^.), lìolauóo il Cere- bati e altri Ordinarii, Nullius Dioece-
moiiiale Episcoporwn: Fisitalor Apo- sis^epev essi i loro vicari generali. I pre-
sloliciis^ quo loco sedeat. Quo ordine in lati nullius neWe loro diocesi esenti, come
Missa solenini debeat thurificari. i vescovi, non ponno deputare speciali vi-
Sono ordinari visitatori Pastoriyan- i sitatori, senza legittimo impedimento.
zi il i.** di essi supremo Gerarca^ e ra- Questi e ivescovi ponno farsi coadiuva-
gionando della Visita Pastorale, (\hi\ col re da'convisitatori: il gran s. Atanasio so-
vescovo Sarnelli, l'etimologia del nome leva fare la visita della diocesi accompa-
Vescovo (
l^.) essere appunto Visitatore. gnato da molti ecclesiastici. Talvolta i

Ivi parlai de'visilatori dell' antica legge vescovi sono dal Papa o dalla s. con-
degli ebrei, nella nuova essendo stato il gregazione de* vescovi e regolari , desti-
Salvatore e gli A postoli; e siccome a que- nali visitatori apostolici, tanto de'vesco-
sti succc'^sero i vescovi , a loro spetta il vati, quanto delle diocesi nullius vicinio-
ministeio della visita dellediocesi, col di- ri, nel tempo della sede vacante o per
ritto della procurazione o compenso pel straordinarie occorrenze. I primati e me-
"vitto. Ne'primi secoli della Chiesa avere tropolitani sono pure visitatori delle dio-
ì Papi pe'loro Vescovati [f.) Urbicari cesi de'Ioro Su/fraganei , secondo il di-
deputati i vescovi viciniori per visitatori sposto dal Sinodo provinciale, o per di-
de'vescovati vacanti; altrettanto avendo sposizione del Papa o di detta s. congre-
fattoi metropolitani nelle loro Provincie gazione. I ÓM/^er /or/ generali degli ordi-
ecclesiastiche; a'quali visitatori successe- ni Regolari, i Provinciali, e altri prela-
ro Vicari Capitolarli^ ^.). Dichiarai pu-
i ti religiosi, hanno ordinaria giurisdizione
re nel detto articolo, come deve proce- di visitare tutto l'ordine o la propria pro-
dersi da'visitatori nelle visite, dovendosi vmcia, ne'monasteri, conventi e ogni al-

soltanto da' vescovi deputare per vero e tra specie di ciaustro, del proprio ordine
legittimo impedimento, ad altri idonei la o congregazione, secondo i loro statuti e
visita pastorale, perla sua grave impor- e le costituzioni apostoliche. Le Religio'
tanza. Il Patriarca, il Primate, \'Arci- se e Suore
che non sono soggette alla
,

vescovOy il Vescovo (V.) pel jus ordina- Clausura,Uaì\no visitatrici nelle loro ca-
rio hanno l'autorità ordinaria di visita- se e monasteri, sia nella superiora gene-
tore e di fare la Visita Pastorale di lo- rale, sia in altre religiose costituite in
ro rispettive diocesi, Patriarcato sia sia , caricheche le abilitano a intraprendere le

Arcivescovato, sia Vescovato ; cap. Ro- visite. Dissi già, che talvolta i Papi de-
mana, i de Censibus in 6; Concil. Tri- putano visitatori speciali agli ordini e
de Reforniat. cap. 3; ita
dent. sess. 7.Z congregazioni religiose d'ambo i sessi, ed
ut habeanl ìnlentionein fimdatani quo anche ad un solo monastero, cooveuto o
V I s V I S 139
badìa: quella vkila è altillo diversa ckl' le, anche a visitar la diocesi; facevano da
le riferite. Tornaiido a' vescovi, antica •
vicari del vescovo fuori della città , cui
mente si disse InUrveiitor Ititercessor^ ^ successero i Vicari Foranei (V.). Essi
risitator , il vescovo destinato dal me- erano stati sostituiti a* Corepiscopi (F.)^

tropolitano nelle diocesi vacanti, ma non diversi però da'periodeuti, vicari foranei
poteva sedere nella cattedra vescovile, de'vescovi, con maggiori facoltà, talora
ne fare sagre ordinazioni per la chiesa col carattere episcopale: governavano le

vedova governava hi chiesa


: fra il de chiese rurali e i loro beni, presiedevano
funto e il successore , alla cui elezione e visitavano il loro distretto, sopraslando
presiedeva. Ne parlai nel voi. XCV , p. pure a'monasteri de'due sessi nel mede-
i5S i^Q y e altrove. Il Magri , Notizia simo, ed aveano de'vicari minori. Ripar-
de vocaboli eccltsìaslìciy in quello di Pe- lai di loro nel voi. XCV, p. 255, 258 e
riodeutiSf Periodeutae^ o Periodeutì, lo altrove. Sopra i visitatori ed i visitatori

dice voce greca, che significa Visitatore^ apostolici si ponno vedere : Ferrari ,

che va intorno j poiché a quesl' urtìzio Prompta Bihliotheca: in Visitare^ Visi'

ecclesiastico apparteneva il visitare ìefll- talio , Visitator. L. A. Resta , Director


le e altri luoglii piccoli della diocesi, in- riunì Visitatorum ac Vìsitandoram ^Vvo-
vigilando sui costumi de'fedeli. Fu l'uf- maei 593. Gaudenzio de Janua, De Vi-
ficio istituito nel concilio di Laodicea nel cujuscumque Praelati ecclesia-
sitatione
IV secolo, perchè essendo la dignità e stici, et de jurisdictione ejusdem^
siimil
maestà vescovile molto ragguardevole, extra aduni visi laudi, Roraae 1748.
non conveniva ordinar vescovi nelle ville VISITAZIONE DELLA BEATA.
o castella, ma
solamente nelle città prin- VERGINE A S. ELISABETTA. Festa
cipali. I periodeuta sono chiamati dal si- istituita in memoria della visita che hi
nodo diCostantinopoli, Fiatores^óa Gre ss. Vergine Maria fece a S.Elisabetta, dal
gorio di Tessalonica Àmhulatorcs da , y Morcelli latinizzata: Sollemnia quodhoc
Balsamone, £'x^rr/ì/, il quale ultimo vo- die Virgo Sancta Elisahelhen cagna la/n
cabolo restò nella Chiesa greca, la quale puerpera caussa invisit : Sollemnia ab
chiama Exarchi visitatori spedili dal i menioriam Mariae hospitae. Da che
patriarca, non per riformare costumi, i l'Angelo Gabriele nel ministero dell'/^^-
come prima, ma per raccogliere denari e nunziazione in Nazareth (/'.) disse alla

le decime. Errò Salmasio asserendo, che IMadrediDio il mistero dell'Incarnayione


ì periodeuti fossero così denominati non del Verbo (V.) e 1' ebbe pure rivelato ,

dal girare e visitare, ma dal curare come che la sua cugina e cognata s. Elisabet*
medici, giacche la voce greca non signi- ta, moglie di s. Zaccaria sacerdote, avea
fica curatore , ma visitatore. Forse col per miracolo concepito, ed era anzi al 6.'

tempo il nome fu pure attribuito ai /l/c- mese di sua gravidanza; e sebbene la B.


dici, i quali girano per visitare gl'infer- Vergine, per effetto d'umiltà, nascose la
mi. Altri dicono i periodeuti ministri del- dignità sorprendente alla quale veniva
la Chiesa greca stabiiiti nelle città dove ad innalzarla 1' Incarnazione del Verbo
mancavano i vescovi. Erano una specie entro al suo purissimo seno; pure com*
di decani rurali,che andavano da un luo- presa di giubilo e di gratitudine, volle
go all'altro visitando i fedeli, ed esortan- andare a congratnlarsene colla sua pa-
doliall'adempimento de'loro doveri. Nel- ten\.eenìin\ì'ei\ìs.GiovauniBatiista(/'.);
la Chiesa latina periodeuti si dicevano i e ciò fece per ispirazione dello Spirito San-
preti Missalcs o Episcopales , decani e to, onde si compissero i divini disegni sul
arcidiaconi minori ^ autorizzati da' ve- Precursore del Messia (/'.) ancora non
•covi a predicare uqTìcì (/'.) e nelle vii nato. Dimorava s. Elisabetta con s. Zac*
^

i4o VIS VIS


caria suo marito in una delle cillà della gi del mondo, di due gran Matrone, Tuna
tribù di Giuda, e sembra che fosse He- di sterile divenuta feconda, l'altra di ver-
bron o Ebron (^.). distante 25 o 3o le- gine divenuta madi'e : ambedue madri,
ghe da Nazareth: essa era sterile, ed am- i'uoa del maggior de'Santi, l'altra (lelSan-
bo in avanzatisiìiraa età. Ma mentre Zac- to de'Santi; insieme con due gran padri,
caria stava adempiendo al suo uffizio sa- Giuseppe e Zaccaria, il fiore della santità
cerdotale nel tempio del Signore, eragli d'Israele, vivendo il medesimo
tutti sotto

comparso lo stesso Angelo Gabriele, e gli tetto, pasciuti sulla medesima mensa de-
avea annunziato che avrebbe avuto un fi- gli stessi cibi. La s. Scrittura altro non

glio. Siccome non volle subito credere al- dice, che: « Maria partì dunque, e an-
l'angeliche parole, Gabriele dichiarò, che dossene in fretta nel paese montagnoso,
in punizione di sua incredulità sarebbe in una città della tribù di Giuda; ed en-
divenuto mulo fino al compimento della trata in casa di Zaccaria, salutò Elisabet-
predizione che gli era stata allora fatta ta". Dopo questo saluto, il bambino Pre -
per parte di Dio. Verificatosi, la lingua cursore si scosse saltellando nel seno di
di Zaccaria si sciolse, per cantai re il subli- Elisabetta; questa ripiena dello Spirito
me cantico: Benedictus Dominus Deus Santo, e nel trasporto di sue meraviglie,
Israel^ in cui annunziò molte circostan- esclamò: ?» Siate benedetta tra le donne,
ze della venuta del Messia, ond'è venera- e benedetto sia il frutto del vostro ven-
lo tra'profeti, e da'greci a*5 settembre an- Donde mi viene questo bene, che la
tre.

co per martire: nel martirologio de'Iatini Madre del mio Signore venga verso di
è menzionato a'5 novembre. Maria Ver- me! Poiché come prima la vostra voce
gine si presume che partisse a'26 marzo, ha percosso le mie orecchie, il mio figlio

giorno seguente oW* Annimziazione ^ e si è scosso di gioia. Voi siete beata d' a-
giungesse a'3o ad Hebron nella casa di ver creduto, perchè tutto quello, che vi

Zaccaria. Secondo il sentimento di s. A- è stato predetto dal Signore, succederà".


gostino, successe la visita qualche giorno Fu allora che Maria Vergine sentendosi
dopo avvenuta 1' Annunziazione,
essere lodare, discese nell'abisso nel suo nulla,
insieme con s. Giuseppe in un viaggio , e quasi a stornar quelle lodi, riferendo a
di 19 leghe da Gerusalemme ad Hebron, Dio tutti doni della grazia, isfogò il suo
i

città di Giuda e abitazione de'sacerdoti, amore, la sua gratitudine, la sua umiltà,


ov'era la casa di Zaccaria. Della felicità col pronunziare il pio, ammirabile e glo •
della quale, esclamò s. Bonaventura: O rioso cantico, Magnificat anima mea Do-
qualis Do/nus, qUalis Camera, qiialis miaum (^.), che la Chiesa ripete quoti-
LecLiis^ in qua comniorantur, et requie- dianamente nell'£/^3iO Divino. Si osser-
scunt tales Matres , talihus Filiis foe- va da' sagri espositori, che s. Elisabetta
cundatae ? Maria ^ et ELisabelhj Jesus seppe per rivelazione tuttociòche l' An-
et Joannesl sunt autem ibi magnifici se- gelo del Signore avea detto a Maria , e
nesy Josephy et Zaccariasj quid quaeso comprese l'ineffabile mistero dell'Incar-
jucunditalis defuit s. Joseph, sive duni nazione. Dipoi con parte delle sue paro-
novani conj ugem in itinere coniitaturjsi- le, pronunziate pure da Gabriele, si for-
ve dum in obsequioElisabeth demoratur? mò la Salutazione Angelica ( ^.). Elisa-
Prima di quell insigne dottore della Chie- betta aggiunge, che il movimento del suo
sa latina, altro dottore della greca, s. Gio- un saltellamento di viva gioia ;
figlio fu
vanni Damasceno, con faconda eloquen- dunque non fu movimento naturale, co-
za avea celebrato sì felice albergo, in cui me alcuni protestanti pretesero e spaccia-
si trovarono a un tempo in due ventri rono.Adunque il Precursore nel seno di
beati rinchiusi i due maggiori personag- sua madre fu illuminato d'una luce divi*
V \s VIS i4r
na, e fu sonttfìcato nel materno utero, w7,come aveogli prescritto l'Angelo, e to-
ebbe anticipalo 1' uso della ragione, ef- sto riacquistata la loquela, proruppe nel
fello del gaudio e della pietà, per la pre- ricordato cantico Benediclus, ii quale e-
senza del Verbo incarnalo nel seno di gualmenle come l'altro della B. Vergine,
Maria Vergine (Si legge nella JVoiena fa parleogni giorno dell'ufllzio della Chie-
della f'isitazionc^ di cui in fine, che la sa. Altri dicono, che nell'imposizione al
B. Vergine si porlo dalla cugina, onde neonato del nome di Zaccaria, sua ma-
avendo nel seno il Verbo di Dio fatto dre rispose che il di lui nome era Gio-
carne, sciogliere dalla colpa originale e vanni. Fu poi soT^vatìDom'ìiìalo Ballista,
santificare ii Precursore Giovanni). Que- che ùaliezza, perth'egli predicava il bat-
sta per parte sua lodò il Signore nello tesimo della penitenza, e battezzava colo-
siile il più sublime con cui superò quel- ro che si presentavano a lui. Il Baronio
lo de'proleli, e u»oslrò l'umilia la più pel 1° fece inserire ii nome di s. Elisa-
profonda; richiamò pure la memoria del- betta nel Martirologio romano a* 5 no-
ie grandi cose cl)e Dio avea fallo in fa* vembre, in cui è pure registrato s. Zac-
vore del suo popolo, l'infinita sua mise- caria, il quale, come riferisce s. Epifanio,
ricordia, e riconobbe in sé l'adempimen- fu fallo uccidere da Erode, perché fece
to delie promesse, the il Signore avea fat- nascondere il liambino Giovanni, acciò
te ad Al)rarao e alla sua posleiilà. Eli- non fosse compreso nella strage de'ss. In-
sabetta nell'esprimere la ventura, che la nocenti; e per essere sacerdote, fu tolto
Madre suo Signore erasi degnala ve-
del di il vestibolo e l'altare, rima-
vita tra
nire da sapeva bene d'aver essa con-
lei, nendovi macchie del suo sangue sulle
le

cepito per miracolo; ma Maria avea con- selci, sino al tenipo di Tertulliano, che

cepito rimanendo /"ergerne, e' per opera- lo narra; altri dissero, senza fondamento,
zione dello Spirilo Santo; quegli ch'ella essere slato ucciso per avere annunziata
avea concepito era il maggior de'profeti; la venuta del Messia. Quanto all'avven-

ma Maria diveniva la Madre del Figlio turosa casa abitata da'ss. Coniugi, la i."

eterno di Dio, vero Iddio egli slesso. Gio- onorata esantifìcata dal Verbo fatto car-
vanni Ballista si servì poi d' una somi- ne, e perciò segno di benedizioni, di re-
gliante esclamazione, per esprimere isen- cente nel 1854 pubblicò alcune notizie
limenli della sua profonda umiltà, quan- nel 21, p. I 78 (\e\Vj4lbum di Romay ii
l.

do Gesù Cristo si presentò a lui per ri- eh. cav. Pietro Galli medico in Gerusa-
cevere il Batlt^sìmo dalle sue mani. Ma- lemme. Egli narra, non lungi da Geru-
ria Vergine dopo essere stata per circa 3 salemme esiste un paesello nominalo s.
mesi colla sua cugina e cognata, ritornò Giovanni in ^lontana, ov'ebbe culla il
a Nazareth, poco prima della nascila del Battista, ed ove la ss. Vergine si tratten-
Precursore, secondo gli uni, e poco tem- ne tre mesi con s. Elisabella sua diletta
po dopo secondo gli altri; imperocché vi cognata. Giace questo villaggio sulle fal-
sono alcuni scrittori quali sono d'avvi- i de d'alcuni colli, nel cui fondo serpeggia
so che la B. Vergine a' 24 giugno assi- il torrente di Terebinto , e dove Saulle
stette al parlo di s. Elisabella , e fu te- vide sorgere quell'ultima alba, nella qua-
stimonio delie meraviglie che succedette- le le falangi de'filislei distrussero la sua
ro alla nascita del suo figlio, poiché al- casa , e furono fiaccate non guari dopo
lorquando, secondo la legge, nell'S." gior- dall'armi di David. Celebrato da stori-
no fu circonciso, ili." luglio, egli si met- che reminiscenze, il luogo che die' vita
teva il nome di Zaccaria, come suo pa- ail^ecursore del Salvatore, e da laute
dre, questi consultato si oppose , e in reliquie della redenzione del mondo, of-
iscritto volle che fosse chiamalo Cio^'an- fre allo sguardo dei pellegrino uu oiibto
i4^ VIS V I S
di sublime e di tenero sopra ogni dire clic vengono designati «otto quella spe-
singolare. Come in un concavo di pietro ciale protezione. Il leujpio tutto addob-
se montagne una mirabile vegetazione di bato riccamente, e con molteplici arden-
ulivi e di vigne sopra le valli che scen- ti cerei illuminato, fa risplendere l'eccle-

dono fino al torrente, non si può con con- siastico rito, e risuonando le volte de'cou-
facenti parole farne la descrizione, tanto centi ritratti dall'organo, fan mostra che
è vaga, ridenlxi, bella e doviziosa. Sulle la casa di Dio è casa d* orazione e di
vette però de'monti una desolata solitu laude.
dine circonda quelle prospere terre. Pe- Quanto all'istituzione della festa della

lò non mancano luogUi ombrosi per ma- Visitazione, leggo nel Zaccaria, Disserta-
gnifici alberi ontani, pra- fi'ulta, fiori e zioni italiane, t. 2, dissert. 5* Sulle fe-
ticelli. Alcune masse che si ve- di pietre ste istituite ad onore di Maria ss., che
dono dall'alto, costituiscono il nominato gli orientali a* a luglio celebrano la De-
paesello, co'piè nella verdura e col capo posizione della ^es te della Madonna nel
iia'ruderi de'colli. Formano le case de- tempio della Madonna in Blachernis, la
gli abitanti, mucchi di vilissime pietre in- quale veste mandò a Pulcheria impera-
crostate di terra e calcina. In mezzo a trice, Giovenale vescovo di Gerusalem-

queste signoreggia il convento de' trance me. Il Magri, Notizia de'vocaboli eccle-
scani, quadrato di forma, che racchiude siastici, in quello di f^isitatio B. F., di-
nel seno una magnifica chiesa, nella qua- ce che Blacherais era un luogo di Co-
le si accoglie il santuario mirabile del stantinopoli, ov'era fabbricato un sontuo-
luogo ove nacque s. Gio. Battista, così sissimo tempio alla gloriosa Madre di Dio.
santamente conservato e difeso dagli Trovo aeWEfncrologio diRonia del Piaz-
sguardi dell'infedele per mostrar solo a' Eaa'a luglio, che secondo il computo del-
cattolici il prezioso suo tesoro^ come una lastoria Evangelica, non dovea essere ce-
perla nascosta nel cavo della conchiglia lebrata la festa in questo dì, costumando
che la produce. Non lunge e suU' erto i siri nel loro rituale di solennizzarla da
ù' un'altra collina, evvi la casa di s. Eli- più antico te.aipo nel mese di dicembre,
sabetta, e si conserva tuttavia quella staa- pocoprima dellaNalività delSignore. Non-
23 ove sostava Maria nella sua Visitazio- dimeno latini celebrano della visita a
i

ne, donde la santa cognata gridava nel 8. Elisabetta, non l'arrivo, ma il ritorno

vederla giungere, quanto riporta il gen- a Nazareth, dopo la dimora di 3 mesi pres-
tile Girolamo Torniello nelle sue canzo- so la cognata. Ma il più degli occidentali,
nette. £ finalmente in luogo più deserto ripiglia il Zaccaria, che ne tratta pure
esiste ancora quella grotta nella quale s. ueir Onomasticon Rituale, verbo Fisi'
Giovanni avea scelta dimora per isfuggi- tatio B. /^., celebrano la festa a'2 luglio,
re l'insidie della tiranna Erodiade. Alle dopoché i francescani cominciarono a so-
piante delle rovine, che attestano la ca- lennizzarla. Il I
° che pensò a stabilirla fu
sa di Zaccaria, scorre una limpidissima il generale di quell'ordine s. Bonaventu-
fonte, unica in que* contorni e tanto ne- ra, con decreto emanato nel i 263 nel ca-
cessaria a'viliici. A'24 giugno, festa del- pitolo generale diPisa,ingiungendo dover-
la natività del s. Precursore, i religiosi si osservare in tutte le chiese de'frati mi-

festeggiano solennemente quella ricor- nori. Nel secolo seguente, lacerando la


danza felice. I cattolici di Gerusalemme Chiesa di Dio il funestissimo gran Scisma
corrono a fruire della ss. Eucaristia in (F.) d' Occidente, il Papa Urbano VI
quel santuario, e vi è costume, a me^zo estese questa festa a tutta la Chiesa^ sta-
d'apposita funzione, di radere i capelli a bilendo un giorno dopo l'ottava di s. Gio.
forma di croce sulla fronte de' fanciulli Battista d' ogni aono, aggiuntavi la vigi-
VI s V I s 143
lìa e il digiuno; e ciò, siccome la B. Ver- glio, e si studiassero d' indurre i fedeli a
giue si degnò visitare e consolare la pa- digiunare la vigilia della slessa festa. la
rente s. Elisabetta, così i fedeli suppli- alcuni luoghi in altri tempi fu celebrata
cassero in tal giorno, peicbè quale avvo- in giorni diversi, così a Parigi a'27 giu-
cata de'cristiani si degnasse aiutare e con- gno, ed a Reìms 1' 8 luglio, con vigìlia e
solare 1' uillitta e tribolala sua Cbiesa, e oliava. Ma per la fatale divisione del lun-
di conservarne V unione. Osserva Lodo- go e pertinace scisma che afilisse la Chie-
vico Agnello Anastasio, Storia degli An- sa, riferisce il Zaccaria, gran parte del
tipapiy t. 2, p. 187, che Natale Alessan- cristianesimo non ricevette la festa, per-
dro dichiarò, la miglior cosa che avesse chè diviso dall' Ubbidienza romtma, e
fallo Uibano VI; nondimeno a suo luo- seguendo quella degli antipapi d' Avi-
go narrai, che ordinò cose anche miglio- guone,il concilio di Basilea nella sess. 48,
ri, rilevate pure dall'Anastasio. Il Novaes la rinnovò nel .° luglio i44* P^»' l"lta
1

nella Storia ci' Urbano Fly scrive aver la Chiesa, parimente ordinando che per
decretato che il 2 luglio fosse consagrato la celebrazione fòsse fissatoil giorno 2
alla Visitazione della B. Vergine in tutta luglio, che fece credere ad alcuni che
il

la Chiesa con rito doppio, con vigilia e la B. Vergine fosse parlila dalla casa di
oliava, e coH'ufììzio composto dall'ingle- Zaccaria il giorno dopo la circoncisione
se Adamo Eslon vescovo di Londra e be- di s. Gio. Ballista, che come dissi fu fatta

cedeltino, già da lui crealo cardinale nel il I .° 8 giorni dopo la sua na-
di luglio, cioè
iSyS. Cilando il INovaes il cap. Alma scila. Tuttavia essendo quel sinododeplo-

Maier 24 eie stnl. Ejlcohì.^ in 6, § L/ Fé rabile divenuto conciliabolo scismatico,


slivilaLìhus^ e il ginn Cronìcon Belgico ninna autorità ebbe il suo decreto, in esso
all'annoi 389, p. 35o. Morto Urbano VI non facendosi neppur menzione del suo
a'i5 ottobre 1889, fu impedito pubbli- onlipapa Felice V di Savoia^ perchè da
care questi decreti, i quali furono con- molti principi non era riconosciulo.La fe-
fermali e proutulgali 3*9 novembre del- sta era slata confermata anche da'patriar-
l'anno stesso dal successore Bonifacio IX. chi orientali nel concilio generale di Firen-
In falli trovo nel Bull. Roni.y t. 3, par. 2, ze, opposto al Basileese da Papa Eugenio
p. 878, la I ." bolla di Bonifacio IX, Su- IV. Ed il successore di questi Nicolò V,
perni benignitas conditoris, emanata in colla bolla Romanorum gesta Pontifi-
dello giorno: Instiluliofestivitatis Visi- cum, de*26 marzo i45> i, Bull. Rom., l.
taticnis B. Mariae Virginis prò die 1 3, par. 3, p. 67 Bonifacii PP, IX Li- :

j'uliif cani adhortatione ad j'ejuninm vi- teras super Festa fisitatìonis ss. Fir-
giliae; Indiilgentiisquepro inter essenti- g'mis Mariae confirmat. Narra il Rinaldi
bus Offlciis dictae festività tis^ ex con- negli Annali ecclesiastici^ che il france-
slitutione Urbani FI. In essa dice averla scano Sisto IV nel i475> onde ottenere
il predecessore islituila per tolta la Chie- per l'orazioni della B. Vergine l'aiuto di-
sa, col consiglio de' cardinali, fra' quali vino contro la tirannia de' nemici del
egli era, colla vigilia, l'oliava e l'uflìzio, nome cristiano, i quali si sforzavano dr
concedendo varie indulgenze a quelli che opprimere la Chiesa, rinnovò la memo-
al mattutino e all'altre ore canoniche di ria del mistero della Visitazione, e otdi^
esso uQizio intervenissero, cioè quelle da nò che ogni anno se ne facesse la festa
Urbano IVaccordale perla festa del Cor- con uffizio particolare e ottava. Questa
pus Domini. Per ultimo comandò all'E- festa fu consolidala da s. Pio V con |>or-
piscopato e ad altri prelati, che facessero la nel Breviario romanOf e da Clemente
ogni anno celebrar la festa e l'unizio del- Vili con riformarne 1' ufiìzio, a mezzo
la Visitazione della Madre di Dio a'2 lu- del p. Iluiz della Visitazione de'mìoiuii.
i44 VIS . V 1 S
Nota il Piazza, che questa festa fa ap- 80, 169, i8f, già di s. Andrea de Inca-
provata da Dio con molti miracoli; in ricdnisj voce corrotta da Aqnariciarii^
fattieoa successo la Cliiesa uè sperimea* sive de Piscaloribus^ ed anche de Cere-
tò i benefìci effetti, quando ricorse eoo larorani. Belle notizie si leggono nel
fiducia nelle sue calaojilà a questo miste- Fonseca, De basilica s. Laurenlii in
ro.Imperocché sebbene la sua istituzio- Daniaso^ p. 4o8, di cui era filiale; e nel
ne non sia antica nella Chiesa latina, Fea, Pro-Memoria per la ven. Ckiesa
dessa è peiò conf^jrtne allo spirito del di s. Mar in della Pace^ Roma 1817),
cristianesimo, eh' è di richiamare soven- anco con 8.^ cosi ad altre chiese, fra le
temente alla mecnoria le principali cir- quali in quella di s. Elisabetta dell' U-
costanze de* misteri della nostra felice niversità arùslica de' foroari tedeschi,
redenzione. La 13. Vergine stessa ce ne di cui nel voi. LXXXIV, p. i32. Ma la
ha dato l'esempio, poiché essa celebra vigilia della festa della Visitazione andò
nel suo bellissimo cantico benefìzi che i in disuso, e tra le feste di precetto ri-

Dio avea accordati al suo popolo, ma che dotte da Urbano Vili, non trovo que-
non sono d' un pregio sì grande come sta. Si legge nel Giornale di Roma del
quelli con cui volle ricolmarci coli' In- i85o a p. 624. Tutto forse potrà scor-
carnazione del suo divin Figliuolo. Nel darsi, non mai la liberazione di /lO-
i54( Paolo 111 approvò con indulgenze ìna (^/^.^ dall' anarchia, che la tiranneg-
V Arciconfraiernita della B. f^ ergine giava con scettro di ferro, e che dovè
della Visitazione degli Orfani (V.)^ sta- sconfitta elremanle esulare, e rispettar
bilita col consiglio di s. Ignazio in Roma, così una città cuièsì costantemente pro-
nella Chiesa di s. Ilaria in Aqidro pizia Maria la Deipara, sempre Vergine
(/^.), per gli uomini, e nella Chiesa de Immacolata, e due Principi degli Apo-
i

ss. Qnatiro (^.), per le donne. Non es- stoli. Questa liberazione ebbe il suo ef-
sendoci stato più perfetto di quello nel fetto a' 2 luglio 1849, giorno sagro alla
quale gli ufiìzi della vita attiva sono san- memoria della Visitazione e 3.° nell' ot-
tificati da quelli della vita contemplativa, tava dell'anniversaria festa di que* Pro-
come prova s. Tommaso d'Aquino di ; tettori dell'alma città. Quindi non pote-
questo abbiamo un bell'esempio nella va la gratitudine romana lasciar passare
visita che Vergine fece a s. Elisa-
la ss. il suo giorno anniversario, senza cele-
betta sua parente. Questa è osservazione brarlo con apposite ecclesiastiche fun-
di s. Francesco di Sales, come rileva zioni. Laonde il clero romano, così fedele
r ab. Butler: La Fisilazìone della ss. alla ss. lieligione, al supremo Gerarca,
f ergine y a' 2 luglio; il quale santo da come quello che si dà precipua continua
questo mistero prese il nome ch'egli im- cura di rendere la magnifica chiesa di s.

pose alle religiose da lui fondate, cioè Maria della Pace il centro di quotidiane
della Fisitazione o Salesiane (V>), le utilissime divozioni, ed ove nella sera si

quali, secondo la loro regola primitiva, raccoglie il popolo di voto, e lo pasce colla
erano destinate a visitare e servire i aia- divina parola, e l' impegna alla pratica
lati. Il Piazza che pubblicò l' Einerolo- di tutti gli spirituali esercizii; perciò volle
gio di Roma nel i 7 ig, riporta il novero in questo tempio manifestarvi i suoi sen-
delle chiese che in tal città ne celebrava- si cattolici nel miglior modo possibile, il

no la festa e con indulgenza, precipua- quale fu eretto e ampliato da^Papi Sisto


uaenle in s. Maria in Aquiro, dalle mo- IV e Alessandro VII principalmente,
nache della Visitazione, nella Ckiesa di memori tutti che T intercessione della
s. Maria della Pace (riparlala in tanti Potentissima avea salvato la Chiesa dal

luoghi e per ultimo nei voi. XCIX, p. furore degli scismi e delle guerre, e ri-
V 1 s VIS 145
ccndotta e annodata la pace fra^ principi ro di sua Visitazione a s. Elisabetla
secolari, era un insigne ricordo dei pote- da farsi in preparazione alla sua festa,
re e dell'amore di Maria, e di tanto be- ed in circostanza di grave tribolazio-
nefìcio con annua festa se ne solennizza- ne, Fermo tipografìa Paccasassi iSSg.
va la bella memoria nel dì della Visita- VISITAZIONE DELLA MADON-
zicoe, che forma la principal festa di det- NA o SALESIANE, Ordine di reli-
ta chiesa, e in quell'anno con maggior Monialium Fisitationis
gione. Ordinis
pompa ecclesiastica e trìduo solenne, di Beatae Mariae P'irginis Immacula*
cui il offre la descrizione. No-
Giornale tae, sub Inslituto s. Francisci Salesii.
tai LUI, p. 226, che il Papa Pio
nel voi. Monumento perpetuo della carità, zelo
IX, emulando nella divozione al mistero e sapere di Francesco di Sales (F.),
s.

s.Pio V
e Pio VII, emanò il decreto vescovo e principe di Ginevra (F.), del-
Urbis Orhis: Quam Sanctissimus,
et la quale anco nel voi. LXXII p. Sgeseg.,
de'3i maggio i85o, col quale innalzò e di Annecy (f'.)i e delle più belle ed
a doppio di 2.'' classe il rito della festa eroiche virtù di s. Giovanna France^
della Visitazione di Maria Vergine, e ciò sca Fremiot di Chantal (F.). Dopo es-
pel suo patrocinio sperimentato nell'acer- sere slato s. Francesco qualificato da Cle-
bità de' tempi contro la s. Sede insorti, e mente Vili in concistoro i* Apostolo del
pel principato temporale ad essa resti- Chablaisy quando lo promulgò vesco-
tuito. 11 decreto fu pubblicato negli An- vo, onde fu consagralo vescovo di Nico-
nali delle scienze religiose compilali poli in partibusy qual coadiutore del ve-
dal prof. Arrighi^ t. 8, p. 444- ^* ^^- scovo d'Annecy, V antica Geneva di cui
nunziò pure dipoi il n. iSy del Gior- era stato preposto, a'17 settembre 1602
nale di Roma del i852, nel dichiarare successe in quel seggio episcopale della
che la memoria della Visitazione di Ma- Savoia. Trovo discrepanza di date nella
ria Vergine, già celebrata da parecchi sua consagrazione, poiché il Novaes la re-

ordini religiosi, fu estesa da Urbano VI gistra V8 dicembre 1602, mentre il Di-


a tuttoil mondo cattolico ; e che la chiesa ma dice vacala la sede alla suddetta epo-
di s. Maria della Pace di Roma ricono- ca. Intraprese la visita della diocesi, e
sce in quella la titolare sua festa, giacché ristabilì la regolare disciplina io tutte le
Sisto IV per ottener la pace fra le ultime case religiose; fondò alcune nuove comu-
Maria consa-
ire dell' antiche fazioni a nità claustrali, come de'foglianti nella
grava per votojl bel tempio, siccome ad badia Abbondanza, e de' barnabiti
dell'
apportatrice di salute e benedizione alla ne'collegi d* Annecy e di Thonon. Quin-
casa di Zaccaria. Pertanto la pia unione di istituì una congregazione di eremiti,
di s. Paoloy di cui anco nel voi. XCVil, sulla montagna di Voeron nel Cha-
p. 29 e 3o, che tiene cura di quella blais, sotto il titolo della Visitazione del'
chiesa, e del centrale oratorio notturno, la Madonna, affine di ristabilire l'antica
a che è pure destinata, celebrò anche in divozione in quel luogo dedicato alla ss.

detto anno e con più pompa la consueta Vergine; die' loro la figura dell' abito,
festa a' 2 luglio assegnala all' Occidente. e prescrisse le costituzioni. Finalmente
Sovrastando alla s. Sede e al suo domi- nel 16 IO risolvette di dare alla Chiesa
nio temporale furiosa e subdola guerra, tina nuova congregazione di spose di
anzi contro la nostra ss. Religione, con- Gesù Cristo, a cui diede altresì il nome

tro la libertà della Chiesa, e contro il della Visitazione della Madonna, per
Sicario di Gesti Cristo (r.), fu laudata venerazione al mistero della Visitazio-
opera di ristampare e propagare la No- ne della B. Vergine a s, Elisabetta
vena in onore di Maria SS. nel miste- (V.). Egli ne avea concepito il disogno
VOL. CI. 10
i46 VIS VIS
fino dal i6o4|ÌD cui essendo stato pre- in occasione che il di lei padre e il suoce*
gato dai maggiore e dagli scabini, magi- ro a lui la mandarono per ascoltarne i

strati di Dijon, di predicare nella loro sermoni. Altri vogliono ch'essa da perse
città, volle, secondo il suo costume, per si recò in patria sapendo che il santo do-

prepararsi a quest'azione e per farlo più vea predicarvi, e vedendolo ne restò edi-
comodamente, ritirarsi nel castello di Sa- ficata e sorpresa, perchè anch' essa vi ri-

les lungi 3 leghe d'Annecy, feudo di sua conobbe l'uomo che le apparve durante
famiglia con titolo di contea, nel canto- le sue orazioni, e le sembrava che fosse il

ne di Ginevra nella Svizzera, luogo di direttore cui cercava da mollo tempo, on-
sua nascita e posto nella sua diocesi, ove de senz'altro la baronessa si affidò alla di
secondo gli storici della sua vita fu da lui direzione. E prendendo il santo da es-

Dio favorito con una visione riguardante sa congedo, per ritornare alla sua dioce-
Tordineche poi fondò. Si racconta per- si, le disse sembrargli che Dio approvas-
tanto che stando in orazione e pregando se il disegno da lui formato, di assumersi
Dio col suo solito fervore, che si degnas- la di lei direzione, restandone egli ogni dì
se di renderlo utile alla sua gloria e alla sempre più convinto; ma che non biso-
salute dell'anime, Iddio gli rivelasse gnava precipitare, mentre non voleva
l'istituzione, che dovea seguire per opera che niente d'umano si frammischiasse ia
sua, d' un nuovo ordine di religiose, le quest' affare. La baronessa, secondo il

quali collo splendore della loro virtù sa- Boiler, in Dijon fece a'piedi del santo la
rebbero d' un grande ornamento alla confessione generale di sua vita, la quale

Chiesa, e tramanderebbero sempre vivo il p. Helyot pretende eseguita a s. Clau-


nella posterità il suo spirito, i suoi senti* dio, ove il santo erasi trasferito colla con-
menti e le sue massime. Si aggiunge, che tessa sua madre Francesca di Sionas (ma
avendogli Dio mostrate le principali per- il vero si è che a' 6 giugno 6 o, festa di 1 1

sone, che dovevano aiutarlo io questo s. Claudio, in cui ricorreva la festa della

suo disegno, ne rimase in lui si viva- ss. Trinità, come dovrò dire, cominciò
mente impressa l'immagine, che arrivas- Io stabilimento dell'ordine), ed allora le

se poi a ravvisare la baronessa di Chan- die'un metodo da lui scritto acciò le ser-
tal, per quella che Dio destinava per i.^ visse di regola per ben vivere. Dipoi la
religiosa di questo nuovo ordine. In fatti baronessa di Chantal essendosi portata
predicando nella Quaresima in Dijon, in Sales a visitar la contessa Francesca,
egli la notò tra' suoi uditori, e si ricordò con cui avea contratta amicizia, il santo
della visione avuta nel castello di Sales. prelato che vi si trovò le disse meditare
Seppe poi dall' arcivescovo di Bourges una grande impresa, per la quale Dio si
Andrea Freraiot di Dijon, suo intimo sarebbe servito della di lei opera. Do-
amico e uno de* più dotti prelati del suo mandò la baronessa spiegazioni, ma il

tempo, eh' era sua sorella vedova dal santo si contentò risponderle, che vole-
1602 di Cristoforo Rabutin barone di va prima seriamente riflettere sulla co-
Chantal, ucciso in iscarabio alla caccia, sa, per cui nulla ancora poteva manife-
siccome preso per una fiera, e che avea starle, se non passato un anno; la pre-
fatto voto di castità vedovile, non usan- gò intanto a unire le di lei orazioni alle
do indi innanzi che abito modesto ad : sue, ed a raccomandar l'affare col più
una vera pietà e sincero affetto alla reli- tenero fervore a Dio. Scorso 1' anno, le

gione, univa r esercizio delle virtù, ed in scrisse eh' era necessario si portasse io
questa allevava i suoi 4 figli viventi de'6 Annecy, per comunicarle il suo disegno.
da lei partoriti, cioè 3 femmine e un ma- Quivi le narrò, che dopo aver posata-
schio. Egli dunque parlò a questa dama, mente esaminata avanti a Dio la risola*
VIS VIS i47
zione da lei tante volte propostagli, di quale avea impegnata lasua parola di
lasciare il mondo, per abbracciare Io sta- unirsi a madama di Chantal, ed avea
to religioso , vi avea incontrato molte convenuta la compra della casa in cui
difiìcollù, ma che finalmente era tempo dovevano radunarsi, trovando quest'im-
Le propose dunque di
di darle risposta. presa al di sopra di sue forze, ritirò la
prender l'abito religioso di s. Chiara, sua parola. Il s. vescovo pertanto acqui-
indi di suora nell* ospedale di Beaune, stò la una cappella, luoghi
casa^ vi fece i

e finalmente di carmelitana. Acconsenti una comunità, e di-


regolari propri per
la 5.vedova a tutte queste proposte con spose ogni cosa per celebrarvi laceremo-
tal docilità,che sembrava avesse riposto nia della fondazione nel dì della ss. Tri-
tutto il suo volere nelle mani del santo, e nità a'6 giugno 1610. In questo mada-
che non fosse questo un affare, in cui si ma di Chantal e le sue compagne, colla
trattava d' impegnarla in uno stato, dal direzione di s. Francesco di Sales, diede-
quale altro che morte poteva liberarla. ro principio allo stabilimento dell' ordi-

Allora il s. prelato, incantato di sua per- ne della Visitazione della Madonna. Il

fetta sommissione, le svelò il gran dise- 8. vescovo, dopo averle confessate e co-
gno di stabilire l'ordine della Visitazio- municate, diede loro le regole che do-
ne; e benché ella vi trovasse delle gran- vevano osservare. Ad esse non ingiunse
di difficoltà, a tutte nondimeno il santo la clausura, che per 1' anno del novizia-

pienamente suo ragionare soddisfe-


col to ; non cambiò la figura dell'abito, che
ce; laonde ambedue confidando più nel- vestivano nel mondo; ma fu contento
la divina Provvidenza, che negli umani d'ordinare che fosse di color nero, e che
soccorsi, determinarono la fondazione in esso rilucesse la più esemplar mode-
dell' ordine, e di dargli principio in An- stia. Non le ad un* au-
volle obbligare
necy, dopo aver la santa maritata la mag sterità troppo rigida, avendo riguardo
giore delle sue figlie al barone di Tho- alle persone inferme, che potevano ac-
rens, fratello del già vescovo di Ginevra cettare, dovendo supplire a questa col-
Claudio de Granier d' Yenne: un'altra l'interna mortificazione, e distaccamento
figlia morì poco dopo, e la 3.^ si maritò di tutte le terrene cose. La dolcezza in-
al conte di Toulonjon. Superò gli osta- tanto, la santità de' loro costumi, e la
coli che vi frapposero il di lui padre, il perfetta carità cristiana, che tra di loro
suocero e lo stesso figlio nel dividersi. regnava, v'attirò in poco tempo un gran
Ma ella seguì letteralmente il consiglio numero di donzelle. La santa Giovanna
del Vangelo; passò sul corpo di suo fi- Francesca Fremiot di Chantal ne accet-
glio, che per intenerirla e trattenerla si tò nel suo noviziato IO, indi moltiplican-
era disteso a traverso la porta dalia qua- dosi il numero in guisa^ che la casa più
le dovea essa passare il che successe non : non era capace di contenerle, essa pensò
senza dolore e lagrime, ma trionfandola cambiare abitazione. Il s. prelato che le
sua virtù. Varie madamigelle furono le dirigeva s'adoperò per cercarla, ma vi si
prime compagne di madama di Chan- oppose il pubblico, e non approvandolo
tal, cioè di buona famiglia del
Brechart Carlo Emanuele 1 duca di Savoia, tutti
Nivernese, Faure figlia del i.° presidente contro le religiose si sollevarono; la co-
di Savoia, due altre pure di Savoia e del stanza però e la prudenza dì s. France-
Chiablese, e Fichet di Folligny. Essendo sco di Sales, s'aprì la strada in mezzo a
quindi preparato il tutto per la solenni- questi ostacoli, ed ebbe finalmente la
tà della Pentecoste, giorno destinato al- consolazione di veder cominciato e finito
la nuova istituzione, fu necessario difle- il i.° monastero d'Annecy. La fama del-
l'irla per alquanti giorni. Una dama, la la santità delle religiose della Visitazio-
i48 V I s VIS
ne, si sparse fin d'allora io molti luoghi: compagoata dalla Ijenedizione di Dio,
da Diolle città furono richieste, ma era poiché dopo molle conlraddizionij Papa
impossibile in que'principii soddisfare a* Paolo V deputò la stesso s. Francesco di
loro desiderii; né altri che l'arcivescovo Sales acciò erigesse questa congregazione
di Lione, Dionisio Simone de Marque- in ordine religioso sotto la regola di s.

nwnt, poi cardinale, ottenne dal santo Agostino, con tutte le prerogative e pri-
queste religiose, stimolato ancora dalla vilegi goduti dagli altri ordini regolari.

divozione di madama di Auxerre, la Ciò fu fatto dal s. vescovo nel 1618, il


quale non solo volle esser loro fonda- quale scrisse per V istituto della Visita-
trice,ma ancora aggregarsi a loro con zione le costituzioni, che furono
appro-
due altre che a lei si unirono. A'25 gen- vale dopo morte da Urbano
la di lui
naio i6i5 parti s. Giovanna-Francesca Vili nel 1626. Osserva il Novaes nella
da Annecy, giunse a Lione il i.°di feb- Storia di Paolo V
^ dicendolo approva-

braio, con alcune religiose, ed andarono tore dell' ordine della Visitazione, che
esse ad albergare nella casa che mada- per formarne le regole il s. vescovo di
ma d'Auxerre fondatrice avea prepara- Ginevra percorse tutte le altre de'diver-
to in Belle-Court. L' arcivescovo Mar- si ordini religiosi, e si regolò particolar-
quemont fece la ceremonia della fonda- mente su quelle mirabili della veneran-
zione con solenne apparato, e madama da Compagnia di Gesù, di cui egli am-
d' Auxerre cominciò nello stesso giorno mirava la saviezza, l' esattezza e la pro-
ilsuo noviziato. Da principio questa fon. digiosa provvidenza, colla quale nulla si

dazione fa sottoposta a molle contraddi- ommette che possa contribuire al man-


zioni, le quali furono sedate dalla pru» tenimento della pietà io un ordine tutto
denza e dolcezza della santa, la quale di* quanto occupato alla salute del prossimo
moro per 9 mesi in questa casa ; vi ac- in tante differenti utilissime funzioni. Io-
cettò 7 fanciulle, e vedendola bene sta- di fu trattato, se fosse stata cosa conve-
bilita, lasciatavi per superiora la madre niente assegnare un capo, cioè una su-
Faure, ritornò ad Aunecy. Fin qui le periora generalessa o superiore generale
religiose della Visitazione aveaco fatto all'ordine della Visitazione, oppure sot-
solamente voti semplici, non osservava- toporlo alla giurisdizione de* vescovi lo-
no clausura, si esercitavano io opere di cali, e degli ordinarli de' luoghi, oltre
carità, visitavano i poveri e gì' infermi, r autorità della s. Sede. Alcuni furono
li consolavano, somministravano loro de' di parere che loro si desse un capo, pre-
ristori e soccorrevanli io tutte le necessi- tendendo mantenere in questa maniera
tà; ed è appunto per queste visite, stabi* l'unione tra le diverse membra, che com-
lite daFrancesco di Sales, io memoria
s. pongono i corpi politici, ecclesiastici e re-
della Fisiiazione della B. Vergine a s, ligiosi. Ma s. Francesco di Sales fu di
Elisahelta^ ch'egli all'istituto die' tal no- contraria opinione; per cui fu ordinato,
me, e pose mi-
sotto gli auspicii di quel chei monasteri della Visitazione fossero
stero. Ma
r arcivescovo Marquemont, governo de' vescovi e altri or-
soggetti al
ammirato per le sue virtù dal s. fonda- che certamente non impedì,
dinarli, ciò
tore, giudicò spediente, che questa con- che non siasi tra di loro mantenuta una
gregazione fosse canonicamente eretta in perfettissima unione, soccorrendosi ne*
ordine regolare e con clausura, per molte loro bisogni, l'abbondanza degli uni sup-
ragioni suggeritegli dalla sua prudenza plendo all' indigenza degli altri. Questo
e pietà, come dice lo stesso s. Francesco notabile cambiamento succeduto nell' i-

di Sales nella prefazione delle sue costi- stituto, da Paolo V eretto in ordine re-
tuzioni. Fu questa determinazione aG« ligioso, anziché arrestare i di lui prò-
V I s VIS ,49
gressi, non servi che a renderli sempre dopo aver convertito alla fede cattolica
maggiori. Si fece nel seguente 1619 una collesue prediche 70,000 eretici,© 72,000
fooììazìoue in Moulins. Inoltre le mona- come vuole il p. Booanoi. I miracoli da
che furono domandate dalle città di Gre- lui operati mentre viveva, e dopo mor-
noble e di Bourges, e sarebbe stato una to, mossero il clero di Francia neh 625
ingiustizia negarle a questa seconda, di e nel i645 a fare grandi istanze ad Ur-
cui era arcivescovo il sunnominato Fre- bano Vili e ad Innocenzo X , d'intro-
royot, l'amico di s. Francesco e fratello durre la causa di sua canonizzazione. Si
della s. madre di Chantal, la quale fu e- cominciò il processo sotto Innocenzo X,
letta per effettuare queste fondazioni. ed il successore Alessandro VII, che da
Sperava l'arcivescovo di Bourgea di po- prelato l'avea conosciuto nel viaggio da
ter per questo mezzo goder della con- Siena a Roma, predicendogli il pontifi-
versazione di sua sorella per più anni, ma cato, e poi essendo vicino a morire dal mal

dopo 6 mesi le convenne partire, per dar di pietra, quand' era nunzio a Milaster,
principio ad un'altra fondazione in Pa- gli apparve e lo guari sul momento col-
rigi. Vi giunse ella nello slesso 1619,6 la sua benedizione, con breve dato nel-
fondò un monastero nel sobborgo s. Gia- l'anniversario della morte del santo, a*
como, e fu il i." destre che V ordine isti- 28 dicembre i66r, ne decretò la beati-
tuì nella capitale della Francia. Fece fìcazione, e fu la i
.* solenne celebrata dal-
quivi la s. madre di Chantal un lungo la Chiesa nella basilica Vaticana. Quia-
soggiorno, poiché non ne parti che nel di ad istanza del re e della regina di Fran-
febbraio 1622, per passare a Dijon a fon- cia, del duca di Savoia, dell' ordine de*

dar un' altra casa, ove la presidente Le minimi, a'quali unì le sue suppliche l'or-
Grand, tuttoché di 75 anni, fu del nume- dine della Visitazione, Alessandro VII lo
ro di quelle che presero l' abito dell'or- canonizzò colla bolla Ecclesiae Catholi-
dine. Il s. vescovo di Ginevra mandò del- cae, presso il Bull. Rom.y t. 5, p. 4 j6, a*

le monache in altri luoghi per fare altre 19 aprile i665; decretando che la festa
fondazioni, per cui mentre viveva ebbe si celebrasse a'
19 gennaio, giorno anni-
la consolazione di veder eretti 1 3 mona- versario in cui nel 1623 fu trasportato il

steri dell'ordine. Nello stesso 1622, aven- sagro suo corpo da Lione ad Annecy nel
do ricevuto ordine dal duca Carlo Ema- monastero della Visitazione i.''
dell'ordi-
nuele I di portarsi in Avignone, ov' egli ne. Il Papa concesse indulgenze a que*
avea risoluto recarsi a complire il re Lui- che in tal giorno ne visitassero il sepol-
gi XIII , che ritornava vittorioso dalla cro ; e con breve de' 1
4 luglio 1662 per-
guerra contro i fanatici e crudeli eretici miseche beato corpo fosse collocalo sot-
il

ugonolli, parli d'Anoecy quantunque in- to la mensa dell'altare maggiore, in ma-


disposto di salute, e dopo essersi ferma- gnifica urna d'argento. Il suo cuore, chiu-
lo 8 giorni in Avignone, andò a Lione, so in iscatola di piombo, fu portato alla
ove volle essere ricevuto nella casa del chiesa della Visitazione di Bellecour a
giardiniere delle religiose della Visitazio- Lione stesso; indi venne collocato in re»
ne. Passò alcuni giorni ne'soliti suoi eser- liquiario d'argento, e poscia in uno d'oro
cizi di pietà, predicando e facendo delle regalato da Luigi XIII. Mella deplorabi-
conferenze spirituali|fìno a'27 dicembre, le rivoluzione di Francia fu rubato il re-
nel qual giorno celebrata la messa, men- liquiario d'oro, onde le pie monache del-
tresi preparava per tornare in Savoia, la Visitazione lo chiusero iu altro d'ar-
venne meno, e colto da un accidente d'a- gento, e cercando rifugio fuori delia loro
poplessia, morì nel seguente giorno di 55 sconvolta patria, piene di fiducia nel lo-
auui compitilo appeoacomiociato il 56.", ro istitutore, seco recurouo l'iusiguc reli-
i5o VIS V I S
quia a Venezia, ove tanto tesoro si vene- vrebbe esercitata la carica di superiora
ra nella chiesa e monastero dell' ordine con questo titolo. Fu poi obbligata por-
di quella metropoli. Abbiamo dell'asco- tarsi a Moulins per urgenti aiìari, quali
Jano d. Domenico Cappello: Conlexlus terminati felicemente, recatasi al mona-
jicloruni omnium in BeatificationeeiCa- stero di Lione , mandò alcune sorelle a
nonizatione s. Francisci de SaleSy Ro- piantare una fondazione in Marsiglia, a-
maei 665. Il Novaes aeWa Sioriadi A' vendo a se riservata l'esecuzione di quella
leasandro VII^ offre un elenco degli scrit- di Chambery, che dal principe Tomma-
tori di sua vila, e di diverse edizioni. Di so di Savoia veniva premurosamente de-
recente fu pubblicatala l'ila di s. Fran- siderata. Portatasi a Chambery, vi dimo*
Cesco di Sales vescovo e principe di Gi- rò 4 niesi , accettò molte donzelle , e vi
nevra fondatore dell'Ordine della Fi- lasciò superiora madre Fichet. Indi
la

ùtazione di s. Maria , scritta dal can. d. si restituì al suo monastero d' Annecy
Giacinto Gallizia^ lioma, tipografìa del- poco avanti la Pentecoste del 1624, al
le Belle Arti 1 856. —
Restò l'ordine tutto qual tempo avea intimata un'assemblea
sotto il governo della s. fondatrice, tro- generale delle madii dell* istituto. Con-
vandosi ella in Bellay quando ebbe la gregate che furono, esaminarono con mi-
trista nuova cbe il s. prelato avea reso nute ricerche quanto avea detto e opera»
l'anima a Dio, e tosto prese tutte le mi- lo il s. fondatore, per la perfezione del-
sure per far trasferire il di lui santo cor- l'istituto. Raccolte e scritte, ne formaro-
po da Lione in Annecy, e dopo aver elet- no il libro cui intitolarono Coutumìer,
te le nuove uflìziali pel monastero fonda- Costumanze^ contenendo il direttorio, il
lo in Bellay, partì per Annecy per rice- ceremoniale, il formulario, ed altri utili

vere le spoglie del s. fondatore. Passan- avvertimenti per la religiosa perfezione,


do per Chambery, le fu offerta una fon- aderendo in tutto a'ricordi e alle prati-
dazione ; dispose tutto per farla, ma ne che dal s. prelato lasciate o stabilite nel
rimise T effettuazione , dopo che avesse monastero d'Annecy. I miracoli che se-
soddisfatto agli ultimi doveri con S.Fran- guivano ogni giorno al sepolcro di S.Fran-
cesco di Sales. Nelle vicinanze d'Annecy, cesco di Sales, gran consolazione recava-
molti amici di quello e del monastero, si noalla s. madre di Chantal, la quale non
recarono ad incontrarla, ma tanto essi, mancò di contribuire alle spese dell'infor-
quanto la santa, oppressi dalla violenza roazionijche furono fatte d'ordioedelPapa
del dolore, non poterono proferir paro- Urbano Vili, il quale per le premurose
la , e spargendo gran copia di lagrime, di lei istanze fin dal 1623-24 deputò a
con quel mesto silenzio dimostrarono il tale effetto per commissario, apostolico il
profondo comune rammarico per sì pre- vescovo di Ginevra Gio. Francesco di
ziosa perdita; lagrime e sospiri
che si rad- Sales, parente del santo. Passò quindi la
doppiarono giunta che fu al monastero. s, fondatrice con al cune sorelle a fare una
Nel dì seguente ella fece preparare il ne- fondazione in Thonon, e poco dopo altra
cessario per la funebre pompa, ch'ebbe in Rumilly. Scorso qualche tempo andò
luogo da Lione alla loro chiesa, collocan- a Pont-a-Mousson per istabilirne altra,
dosi provvisoriamente vicino alla grata. da cui partì a'27 aprile 1626, e passò per
Temendo le monache d'Annecy, che l'u- Besancon, ove cittadini vivevano bra-
i

miltà della s. fondatrice la portasse a ri- mosi d'aver una casa dell'ordine. Nel se-
nunziare al governo, prima del suo arri- guente anno morì il figlio della s. madre,
vo l'aveano eletta superiora perpetua; Benigno barone dilChanlal, al servigio di
ina non volle accettare, e rinunziò in pie- Luigi XIli, mentre s'opponeva alio sbar-

PO capitolo, protestando che giammai a- co che gl'inglesi cogli ugonotti pretende-


VIS VIS i5£
vano fare all'isola del Re o Rhé. Ascollò onorevolmente, ed ove tuttora si venera,
Ja nuova di quest'infoituaio con cuor di nella stessa chiesa in cui riposa Fran- s.

madre veramente cristiana, sottomessa cesco di Sales, già suo direttole e mae-
interamente a'divini voleri, e con non mi- stro. Il p. Helyol, Storia degli Ordini Re-
nor virtuosa costanza accolse la nuova ligiosif t. 4, cap. 43 e 44* ^^^^c Religio-
della morte della baronessa di Chantal se dell* ordine della Visitazione della
sua nuora, Maria di Coulanges, lascian- Madonna^ colla vita di s. Francesco di
do una figlia (si maritò poi ad Enrico Sales loro istitutore^ e la vita di s, Gio'
marchese di Sevigné, e si rese celebre col- Vanna Francesca Fremiot di Chantal^
le sue LeLitrt nelle quali ammirasi la
,
fondatrice e prima religiosa di quest'or-
bellezza dell' immaginazione la delica- , dinCf col quale precipuamente procedo,
tezza del gusto, la solidità del giudizio, afferma che alla morte della santa, com-
uno stile naturale, facile, gaio e dignito- presi 1 3 stabiliti viventi il santo vescovo,
i

so. Altre pubblicate sotto il suo nome contava l'ordine 87 monasteri; ma dopo
non sono sue, in quel genere essendo ce- si dilatò in guisa che giunsero a piti di
lebrala modello); e quella del conte di i6o,ne*quali monasteri le monache som-

Toulonjon suo genero governatore di Pi- raavanoa più di 6,600, propagandosi non
nerolo, e da lei amato, ambo morti nel solamente in Francia, e nella Savoia ove
i633. Senza dire tutte l'altre fondazio- nacque, ma in Italia, in Germania, in Po-
ni da lei fatte, di altre parlandosene nel- Ionia ed in altre regioni. Siccome la tra-
la biografìa, come quella di Toriuo nel duzione del p. Helyot la pubblicò il p.
i638, ed viaggi intrapresi per propaga-
i Fontana nel 1738, il numero de' mona-
re il suo ordine, il cui intero governo po- steri e quello delle monache pervenne a
sava sopra di lei; mi limiterò ad accenna- cifra assai maggiore, menomata dal cata*
re l'uliimo suo viaggio neli64i ult'"»o , clismo della rivoluzione francese. S. f^in-
di sua vita. Era superiora d'uno de'mona- cenzo de Paoli era stato scelto das. Fran-
sterid'Annecy, quando domandò a gran- cesco di Sales a direttore delle religiose,
de istanza d'esserne esonerata, e fu con- e per 4^ ^^^^ eseguì T incarico sino al
solata; però poco dopo fu eletta superio- 1 660 in che salì al cielo. In Parigi fu pu-
ra da tutte le sorelle di Moulins. Senz'ac- re confessore della s. madre, e dopo il suo
cettare la carica, partì a'28 luglio da An- transito fu avvertito in visione ch'ella go-
necy per Moulins, ove appena giuntajfe* deva in paradiso la gloria de'beati,di che
ce eleggere altra superiora. Indi passò a fece parte all'arcivescovo di Parigi e a
avea pian-
Parigi, in cui alcuni anni avanti molte altre persone ragguardevoli per la
tato il 2.°
monastero del suo ordine nel- loro pietà e dottrina. Scrisse per consiglio
la contrada o sobborgo di s. Antonio. Do- di essi un processo verbale di ciò eh' era
po alquanto trattenimento, si restituì a avvenuto, ma non vi parlava che in terza
Moulins, ove 5 giorni dopo il suo arrivo persona. Se trasgredì la legge , eh' erasi
fu assalita da mal di petto, che la trava- fatta, di non mai manifestare le grazie
gliò per 5 giorni, e le cagionò la morte straordinarie che erano accordate da
gli

a'i3 dicembre 16^1 di circa 70 anni, in Dio, fu unicamente per rendere testimo-
giorno di venerdì. Inesprimibile fu il do- nianza dell'esimia santità della madre di
lore non meno di tutte le religiose del «uo Chantal. Il Butler, che ciò riporta, narra
ordine, che di quanti ne ammiravano le la segueute visione, la quale venne rico-
virtù oaveauo sperimentato gli effetti di nosciuta nella bolla di canonizzazione del-
sua carità. Sebbene le monache d'Aune- la serva di Dio. Allorché si seppe dalle
cy temerono che il suo sagro corpo re* pubbliche voci la malattia della madre di
iitusse in Francia, tuttavia vi fu condotto Cbuulal, s. Vincenzo de Paoli si mise iu-
1

i5a VIS V \S
ginocchioni , a fine di pregare per lei. agosto. Novaes nella Storia di Clemen-
Il

Com'ebbe finita la sua orazione, egli vi- te XlIIf riporta un bel numero di scrit-
de come un piccolo globo di fuoco levar- tori e di edizioni della sua F'ita, e da ul-

si da terra, e andare ad unirsi nella re* timo furono pubblicate le seguenti ope-
gione superiore dell'aria ad un!altro glo- re. Memoria intorno alla vita ed alle
bo più grande e luminoso. Questi due virtù di s. Giovanna Francesca di Chan-
globi|, quali unendosi tornarono a un
i tal fondatrice dell'ordine della Visita*
solo, continuarono a salire in alto , e si zione di s. Maria , raccolte dalla ma-

perdettero in un terzo, ch'era immenso dre Francesca Maddalena di Chaugny


e assai più brillante degli altri. Allora una sua nipote e segretaria, pubblicata dal'
voce interna disse a Vincenzo, che il i.° l'ab. J. /?., traduzione dal francese, Bo-
globo era T anima della ven. madre di logna 856, tipografia Volpe e Sassi. Vi-
1

Chantal, il 2.° quella del beato vescovo ta della venerabile Madre Giovanna
di Ginevra, e 3."
TEssenza divina. Al-
il Francesca Fremiot di Chantal, fonda-
cuni giorni dopo s. Vincenzo udì la mor- trice dell'ordine dellaVisitazione di Ma-
te della madre di Chantal. Credette d'a- ria composta dal p. d. CarV Antonio
,

ver inteso neir ultime conferenze, da sé Saccarelli de chierici regolari ministri


avute con lei, certe parole, per le quali degV infermi. Prima edizione milanese
gli pareva aver commesso un pecca-
ella fatta sulla seconda romana riveduta e
lo veniale. Perciò, l'avesse maisebbene corretta dalV autore, Milano 18 56, pres-
sempre riguardala come una gran serva so Giacinto Agnelli. Noterò che lai." e-
di Dio, pregò per lei con fervore. Nel me- dizione del Saccarelli è del 1732, la 2."
desimo ebbe per la seconda volta
istante, deli74j, la 3." deli 751, la 4' deli767,
la slessa visione.Allora non ebbe più ve- Le Lettere della santa furono stampate
run dubbio, che la madre di Chantal non in Roma nel 1730. Alcuni scritti dalla
fosse nella gloria del Signore. Molti mi- santa lasciati alle sue religiose, sono pie-
racoli operati da Dio per intercessione ni di celeste dottrina, e di quell'eminen-
della santa fondatrice, essendo stati giu- che avea
te spirito di carità e di dolcezza
ridicamente provati. Benedetto XIV la appreso meglio da s. Francesco di Sales,
beatificò solennemente a' 2 1 novembre e eh' ella avéa procurato sempre di co-
1 75 1 , Cu/n sex io decimo de*
colla bolla t
municare agli altri colla voce e coli' e-
i3 di tal mese, Bull. Maga. t. 18 , p. , sempio.
243, e permise che a*2 1 agosto se ne fa- Anticamente le monache della Visita-
cesse l'uffizio e messa in tutto l'ordine del- zione aveano in alcune città la cura delle
la Visitazione, in Dijon dove nacque, ed donne penitenti o convertite, come in Pa-
in Ànnecy dove riposa il suo corpo nella rigi delle Maddaleniìtte presso il Tempio,
chiesa delle sue religiose. Dipoi il succes- di cui assunsero il governo nel 1629, ma
sore ClementeXlII con decreto de'9 mar- dipoi lo lasciarono. Furono ricevute in
zo 1766 ne approvò due miracoli, e con Polonia a condizione che avessero cura
altro de' 12 del seguente ollobre dichia- delle penitenti, voluta nel contratto dalla
rò potersi con sicurezza procedere alla regina Luisa M." Gonzaga; ma giunte a
sua canonizzazione, la quale decretò colla Varsavia, ove si fece lai.^ fondazione nel
bolla FortìtudOf de' 16 luglio 1767, pres- 1654, la regina mutò sentimento e l'ob-
so il Guerra, Epitom, Bull.j 1. 1, p. 81, bligò soltanto ad istruire le povere zitel-

e celebrò nello stesso giorno. Clemente le, ed a quest'effetto a mantenere 6 por-


XIV che gli successe, prescrisse a tutta tinaie, destinale a farequest'istruzioni, ed
la Chiesa l'ufiìzio e messa di s. Giovanna a visitare i poveri malati e gli altri pove-
Francesca Fremiot di Chantal, pel dì 2 ri della città, sì per far loro sooimiaisUa-
t

VIS VIS i53


reque'soocorsi, di cui bisognavano, oonae fuerini confessi^ei sacra Communionere'
ancora per dispensar loro le droghe e i fecti, nec non peculiares indulgentiae^ et
medicamenti necessari per la cura de'Io- gratiae assignanturMonialibus ejusdem
l'ornali. La regina volle ancora obbligar- Ordinis pariter in perpetuimi. Nell'ordi-
le ad accettare 12 fanciulle senza dote, ne fiorirono molte religiose illustri per na-
dopo che la fabbrica dei monastero fosse tali e santità di vita, fra cui le seguenti. La
interamente compita, condizione che fu duchessa di Montmorency. Maria Felice
da queste religiose di buona voglia accet* Orsini, figlia di Virginio duca di Braccia-
tata; poiché oltre le somme considerabili no, la quale dopo la tragica morte del
di denaro che die'loro la regina, Fece as- duca suo marito, sepolto nel monastero
segnare a questo monastero 22,000 lire della Visitazione di Moulins nel Boibone-
d'entrata, e iu tempo di pace il fondo ne se, ove gli fece innalzare un magnifico
fruttava più di 3o,ooo. Del monaste- mausoleo, si ritirò nello stesso monastero
ro di Roma parlerò iu fine, degli altri a piangerne la perdita, ed in esso 25 anni
lo feci ne' luoghi ove sono. Narra il ^o- dopo ne vestì l'abito, morendo superiora
1757 Ferdinando VI re di
Taes, che nel del medesimo a' 5 giugno 1666 in età
Spagna, confidò a queste monache il go- d'anni 66, in concello di santità. La ven.
verno d'una comunità sul modello del- suor Margherita M.' Alacoque, di cui do-
l'illustre casa di s. Ciro in Francia. Cle- vrò riparlare, nata in Lauthecourt dio-
mente XIII colla bolla Saneti mo ni ales cesi d'Autun 1647: di 23 anni vesti
nel
Firgtnes, dell'B luglio 1 765, Bull. Iloni. l'abito religioso, e morì a* 1 7 ottobre 1690
cont. t. approba-
3, p. 74j Confirniatio, et nel monastero di Paray-le-Mouial , che
tio erectionis Monasterii monìaliuni or- avea tanto edificato colle sue virtù, spe-
dinis Fisitationis B. MariaeFirginissub cialmente colla tenerissima divozione al-
regula, et instilulo s. Francisci Salesii l'adorabile Sagro Cuore di Gesìi , nel
in civilate Ge«w«e.Essendo protelloredel quale articolo ricordai l'opera ricavata
monastero delia Visitazione di Koma il dalla sua vita, pe'veneratori di esso, eno-
cardinal duca di Yorls., lo slesso Clemen- tai che Francesco di Sales ne fu tanto
s.

te XIII a «uà istanza emanò questi due acceso, che cliiamava le sue religiose dei-
bi'evi.i." Omnium saluti paterna chari- la Visitazione, dette per lui anche Sale-
itìf/e, degli 1 1 uovQmhvei'] 5(^^ Bali. Rom. siane, figlie del Cuore di Gesù. Abbia-
coni., 1. 1, p. 262: Revocata quacwnq ut mo di G. Languet arcivescovo di Sen%
praecedenii concessione Altaris privUe- Fita della ven. Margherita Maria ^4 la-
perpeiuum concedi
giati^ aliud in ab , coque della FisitazionCj JXomaìS/i.o. Il
Ordinario una vice tantum designan- p. Helyot dice essere in quesl* ordine tre
duni^ prò imaquaque Ecclesia Monia- sorli di religiose: le prime sono dette ro-
liuni Fisitationis B.Mariae Firginis Ini- riste , le seconde associate o consorelle^
viaculalae^ sub inslilutos. Francisci Sa- le terze dimestiche o domestiche o ser-
lesii^peculiaribus indicatis diebus^ etca- venti. Le coriste sono destinate a cantar
sibus queis praesens indulluni tribuilur. i'uilizio in coro; le associate e le dimesti*
2.° Coelestium munerum (hesauroSy de' che sono tenute soltanto a recitare un de-
20 novembre 1759, Bull, cit., p. 263 : terminato numero di Pater ed Ave. Le
IndulgentiaCf et spiriluales gratiae per» coriste ponno esercitare tutti gli ulliii
petuo conctduntur singulis c/irìstifìdelì- dei monastero, e le associate ancora, tran-
h US y s tallitisdieb US visitantibus Ecclcsias ne quello di assistente, di cui il principa-
Monasteriorum Monialium Ordinis Fi- le impiego è la direzione dell' ullizio in
silalionis B. Mariae Firginis Imniaculct' coro; poiciìè quando le associate sono su-
tae^ subinstituto s. Francisci Salesii^ qui periore, fauno luUociòche appartiene al-
i54 VIS VI S
la loro carica, a riserva di quello che ri- re con ogni semplicità , fedeltà e confi-
guarda l'uffizio del coro, dovendone la- denza anche il più segreto del loro cuo-
sciar tutta l'ispezione all'assistente, la qua- re. Orano mentalmente due volte il gior-
ledeve essere sempre una sorella corista. no, per un'ora la mattina, e per mezz'ora
Le diuiesliche s' impiegano nella cucina dopo compieta. Si osserva indispensabil-
e negli altri uffizi che riguardano la co* mente ne' loro monasteri rigoroso silen-
munita. SI une come le altre ùoo pon-
1' zio dali. segno di mattutino sino a pri-
no passare numero di 33, tra le quali
il ma del seguente giorno, dal tempo del-
\i saranno per lo meno 20 coriste, gas* la ricreazione della mattina fino al vespe-
socia te e 4 dimestiche, se però per qual- ro, e sempre che mangiano, sia la mat-
che giusto motivo il padre spirituale, la tina o la sera; ed acciocché la povertà
superiora, e il capitolo non giudicassero venga da tutte colla maggior esattezza os
espedieotel'accrescerequesto numero col- servata, devono ogni anno mutare came-
la dispensa dell'ordinario. A vendo S.Fran- ra, ietto, Croce, corona, immagini e al-
cesco di Sales istituito quest'ordine per le tre cose simili d'uso ordinario. Il loro abi-
fanciulle e donne inferme, non ha colle to dev' esser nero e semplice al più possi-
sue costituzioni iroluto obbligarle a mor- bile. Le vesti sono fatte a foggia di sacco,
tificazioni ed austerità singolari , laonde assai larghe, sicché cingendole facciano
oltre i digiuni prescritti dalla Chiesa, non delle pieghe, le maniche toccano l'estre-
sono tenute a digiunare, che nelle vigilie mità delie dita, e sono assai larghe, onde
delle feste dell'Ascensione, della ss. Tri- ponno nascondere le mani; il loro velo è
nità, del Corpus Domini
ed io quelle , di stamina nera senza fodera , e pende
della Madonna e di s. Agostino, ed in tut- sulle spalle; cingono la fronte con una
ti venerdì dalla festa di s. Michele sino
i fascia nera (lo dice il p. Helyot, ma il p.
a Pasqua. Negli altri venerdì dell'anno, Bonanni meglio descrive la fascia e il sog-
la sera fanno semplice astinenza, la quale golo: il volto è circondato da un bianco
consiste in non mangiare, che una sola lino,che si stende sul petto, avanti di cui
pietanza con del pane. Non può alcuna sempre pende dal collo l'immagine d'ar-
digiunare, flagellarsi o afflìggersi con al- gento del Crocefisso; il p. da Latera, se-
tre austerità corporali senza licenza della guendo certo la descrizione del p. He-
superiora; e se molte di loro hanno avu- lyot, rappresenta la s. fondatrice colla fa-
to licenza di far la disciplina, debbono fur- scia nera sulla fronte, e tale descrive la
ia tutteinsieme nel venerdì per lo spa- religiosa) , hanno un soggolo o gorgiera
zio d'un y^ve Maris stella^ acciò in ogni di tela bianca senz'alcuua piega o incre-
cosa si osservi al possibile l'ordine della spatura , e portano in petto una Croce
comunità. Quelle che sono destinate per d'argento. Le portinaie, dette pure tor-
cantare l'uffizio io coro, sono tenute sol- riere esterne, vestono parimente di nero,
tanto al piccolo uffizio della Madonna. come le secolari, ed hanno ancor loro una
Finita la ricreazione , che si fadopo il Croce d'argento come l'altre religiose, e
pranzo , tutte le religiose si presentano sono tenute come loro alle medesime os-
alla superiora , la quale ordina loro in servanze dell'ordine, fanao due anni di
qual cosa vuole che stiano occupate fino noviziato, dopo quali sono unite ali or-
i

a sera; e finita la ricreazione della sera, dine, non per la professione solenne, che
di nuovo si fanno avanti alla superiora fanno le monache, ma per mezzo d' uà

perchè assegni ad esse in che impiegarsi voto semplice d' ubbidienza e oblazione.
fino all' ora del pranzo del dì seguente. 11 p. Bonanni, Catalogo degli Ordini re-
Ogni mese debbono render conto alla su- ligiosi espressi con immagini e spiegali:
periora del loto iuteruo, ed a lei scopri- Delle vergini a Dio dedicale, t. a, p. 99,
V l s VIS x^S
monaca della Visita-
GÌfi9 la figura della la'principessa Borghese contribuirono al

zioue della Madonna e la rappresenta , compimento delle fd>briclie, e le mona-


al modo descrillo, con una Croce in ma- che entrarono nel 1673 coli' autorità
vi

uo. Ha quest'ordine per islemma un Cuo- di Clemente X. Dipoi ne fu benefico Be-

re sopra cui è il nome di Maria in cifra, nedetto XIV; ed il loro proiettore car-
sormontato da una Croce, e il tulio cir- dinal duca di York, avendo cooperato
condato da una corona di spine. 11 p. An- all'ingrandimento e ornato della chiesa,
uibali da Latera, Compendio della sto- la consagrò nel 1768. Le salesiane vi re-

ria degli Ordini regolari, riporta questo, starono fino al 1793, perchè Pio VI die*
senza dubbio ricavalo dal p. Helyol, col- loro la chiesa e monastero di s. Anna de*
le immagini del s. fondatore e della s. funari o falegnami, uscendone a*23 gen-
fondatrice nella par. 3, a p. J^, cap. 3: i i naio le Benedeltine (^.), per riunirsi a
Delle Religiose della Visitazione della quelle di Campo Marzo. Le monache del-
Madonna. Rileva il Novaes, che siccome la Visitazione , dalla loro antica chiesa
le religiose, figlie della Visitazione, dopo trasportarono in s. Anna que'monumen-
l'introdotta clausura non ponno più pre- ti sagri che descrissi; e poscia la chiesa'e

slare a'poveri colle visite, quel servizio monastero alla Lungara furono acquista-
che in esse loro rendevano, così sono te* ti dal pio Masturzi, per islabilirvi sotto
unte ad ammettere le donzelle inferme l'invocazione ^t\Y Addolorata, e non più
e deboli, le vedove, le vecchie, e le ina- co'precedenti nomi, le Ser\^e di Maria

bili all'ingresso negli altri ordini religio- (F.) dette le Mantellate. Riferisce il n.
si. Ed altri aggiungono, che la prima 77 del Diario di Roma del 1806, che la
\ista di Francesco
s. di Sales fu d'istitui- pia unione sotto il glorioso titolo di s.

re quest* ordine per donne e le zitelle


le Francesco di Sales^ avendo ottenuta la
inferme, per cui prescrisse poche morti- canonica erezione e approvazione delle
ficazioni, e pochi digiuni, oltre quelli del- regole dal cardinal Della Somaglia vica-
la Chiesa, come pur^dissi col p. Helyot. rio di Roma, fino da'20 agosto di detto
Le monache salesiane, come più volte ho anno incominciò a congregarsi nella chie-
rilerilo descrivendone i monasteri, si oc- sa della Visitazione di Maria Vergine del-

cupano ancora dell'educazione civilee re- le monache salesiane , sotto la direzione


ligiosa delle donzelle a mezzo di educau- di mg.*"Lorenzo Mattei, poi cardinale,
anco colle scuole esterne.
dati, e taluno — soprintendente della medesima e prelato
Quanto monastero della Visitazione o
al deputato del monastero. Tale unione si
Salesiane di Roma, ne ragionai, correg- compose di 56 persone, per ogni ceto di
gendo gli altrui abbagli, ne' voi. IV;, p. persone, in memoria ed onore de* 56 an-
3o6, L, p. 28, LIX, p. 168, LXIV, p. ni che s. Francesco di Sales visse in ter-
195 e seg.i laonde qui appena ne darò ra. Per inft^rvorare sempre più gli ascrit-
un fugace cenno. Papa Clemente IX Ro- ti a questa unione, alla pratica dell'ope-
1669 chiamò da Torino al-
spigliosi, nel re di cristiana carità, sermoneggiò in tal
cune religiose dell'ordine, per istabilirle circostanza con molto zelo d. Gio. Fran-
anche nella metropoli del cattolicismo, cesco Pacini beneficiato Lateranense, e-
ordinando che si edificasse per loro la sortandoli vivamente a seguire gli egregi
chiesa di s. Maria della Visitazione e di esempi del sauto vescovo modello e graa
s. Fiaocesco di Sales, con contiguo mo- maestro di spirito. Dovrò riparlarne (A
nastero alle falde del Giaoicolo presso la questa pia unione fu ascritto il vene-
via Lungara, ed il nipote cardinal Jaco- rando cardinal Cappellari, che tosto si
po Rospigliosi somministrò 4)000 scudi. pose al collo la Croce d'argento della pia
Morto poco dopo il Papa , il priucipe e uoioue stessa , e couliouò a portarla io
5

i56 VIS V 1 S
tulio il pODlificalo sul petto, cioè sopra si narra. A*
29 gennaio sì celebrò nella
le vesli interne, il perchè non usava la chiesa dell' Umiltà delle monache della
Croce pettorale, se non nelle sagre fun- Visitazione, la festa di s. Francesco di Sa-
zioni in cui si deve onninamente assume- les loro fondatore. Il Papa Pio VII vi of-

re. Mi si dice , che fu tolta al suo sagro fri il divin sagrifìzio, e passato quindi nel
cadavere, per appagare la divozione del monastero ammise la religiosa comunità
cav. Gioacchino Spagna maestro di casa e altre ragguardevoli persone al bacio del
de*ss. Palazzi Apostolici, a cui fu data per piede. Mg.' Frattini vicegerente vi cele-
pia memoria del gran Pontefice). Le sa- brò il solenne pontificale, accompagnato
lesiane restarono nella chiesa e monaste- da scelta musica. Nel pomeriggio il p.
ro di s. sino aliSio, in cui Napo-
Anna Rezzi gesuita disse con eloquenza ed eru-
leone I, cheavea invaso lo stato pontifì- dizione le lodi del s. Vescovo, eroe del-
cio, con decreto de'3 maggio a vendo sop- la cattolica religione, ed esempio d'ogni
presso lutti gli ordini religiosi d'ambo i virtù; e poscia il cardinal Della Somaglia
sessi, a'7 detto con altro fece il simile con vicario di Roma, die'Ia trina benedizione
que'di Roma e suo dipartimento, al mo- col Santissimo. » La riferita festa è stata
do riferito nel voi. LIX, p. 60. Le sale- celebrata dalla pia congregazione ivi e-
siane nel partire recarono seco que* rao- retta. E questa composta di 5Q sacerdo-
nuiiienli sagri descritti ne'luoghi citati, i ti (numero degli anni vissuti da s. Fran-
quali poi collocarono nella chiesa che va- cesco di Sales), ili." de'quali è il regnan-
doa dire. Ritornato Pio VII gloriosamen- te Sommo Pontefice; di 5Q cavalieri, fra*
te nel 8 4 alla sua sede, come accennai
1
1
quali enumerasi S. M. il re Carlo Ema-
nel voi. XLIX, p. 78, con editto del car- nuele IV (di Sardegna); e di 56 dame".
dinal prefetto de' vescovi e regolari de'i4 Nella novena che precede la festività, ve-

agosto, ripristinò le corporazioni religio- scovi e cardinali diedero la benedizione


se, ordinando la restituzione delle loro col Sagramento. Lo stesso Pio V^II nel
ss.

chiese e case. Quindi il Papa diede alle 18 15 concesse la chiesa e monastero di

salesiane il vasto monastero e la chiesa s. Anna, già delle salesiane, 9\V Ospizio

di Maria dell'Umiltà alle faldedel Qui-


s. di s. Maria Assunta in Cielo, detto di
rinale, già delle domenicane, la quale in Tata Gioi'anni (da ultimo con notevo-
ogni quadriennio riceve dal Senato Ro- le dispendio ingrandito dal Papa re-
mano l'oblazione d'un calice con patena gnante, mediante l'acquisto dell'annessa
d'argento e 4 torcie di cera. Trovo detto fabbrica,non che beneficato in più mo-
nel Diario di Roma de'7 gennaio 18 15 di,anco con aumento di redditi, per man-
M che a fronte degli ostacoli, che presen- tenervi un maggior numero di fanciulli
tavano la vendita, lo spoglio e il devasta- poveri e orfani, ed eziandio amorevol-
mento de'monasteri e conventi di Roma, mente visitato; e tutto questo pel narra-
la zelante congregazione de'prelati e mi- to nel ricordato articolo). Inoltre Pio VII
nistri, destinati dal Papa al riparo di tali ritornò nella chiesa dell' Umiltà a cele-
ruine, ed al sollecito ritorno delle sagre brarvi la messi nella suddetta festa; des-

vergini e de' religiosi ne' loro rispettivi sa e monastero furono pure visitati da*
il

chiostri, è giunta nel giro di pochi mesi successori, e più volte da Gregorio XVL
a ripristinare quasi tutti gli antichi mo- Descrive \\ n. 53 del Diario di Roma
nasteri e conventi di Roma. Le salesiane del 1846, che celebrandosi dalle salesia-
vivono ora tranquillamente nell'ampio ne a'2 luglio la festa solenne del loro ti-
locale, capace di molte educande, nomi- tolo della Visitazione della Madonna, in
nato dell'Umiltà". Quindi nel Diario di s. Maria dell'Umiltà, il Papa Pio IX dal
t\x>nia del i
."
febbraio del uiedesi mo 1 8 1 palazzo apostolico Quirinale vi si recò
V \s VIS 157
improvvisamente a piedi, dalla porta del- (li Dio suor Margherita Maria Alaco-
la Dataria apostolica, seguito da una par- qiie^ cosicché poteva passarsi all' esame

te della sua nobile corte. Il cardinal Pa- di tre miracoli necessari per ottenere la
trizi vicario di Ron)a,cheallora avea com- di lei Beatificazione, Mg."^ Arnaldi a no-
piuto il s. Sagriflzio, lo ricevette. 11 Pa- me dell'ordine, e specialmente delle mo-
pa udita la s. Messa del cardinal de Bo- nache di Roma, rese le dovute azioni di
nald arcivescovo di Lione, indi egli sles- grazie al Papa; il quale con benigne pa-
so fece altrettanto, dispensando ancora la role animò le religiose all'esercizio delle

s. Comunione a* fedeli ivi accorsi. Udì virtù operate dalla venerabile, ed all'e-
quindi altra s. Messa letta da uno de' SBtto disimpegno dell'istituto, inculcando
suoi cappellani segreti, e poscia accoDd- loro specialmente di domandare a Dio,
pagnato da'cardinali entrò nel monaste- che tutti quelli i quali s' impegnano nel-

ro, ed ammise al bacio del piede l'esul- l'istruzione della gioventù, siano anima-
tante religiosa famiglia, a cui comparti ti da un vero spirito di carità e da uà
l'apostolica benedizione. Narra il n. 68 santo zelo. Indi il Papa ammise al bacio
del Diario di Roma del 1 846, che il Papa del piede i personaggi circostanti d'ambo
Pio lX,dopoaverel'i i agosto ascoltato in i sessi, e tutte lemonache,colle quali s'in-
generale adunanza nel palazzo apostolico trattenne in benigni discorsi, accordan-
Quirinale, il voto de'consultori e de'cardi- do ad esse varie grazie spirituali e ricol-
nali componenti la s. congregazione de'ri- mandole di pio giubilo. Nello scendere le
li, suli* eroico esercizio delle virtù della scale fu al Papa di grata sorpresa il ve-
ven. serva di Dio suor Margherita Ma- dere già collocata una lapide, nella qua-
ria Alacoque, religiosa professa dell'or- le si ricordava e la degnazione avuta a'2
dine della Visitazione dopo aver in-
, e luglio di celebrare nella chiesa, e l'altra
giunto preghiere a Dio, onde in affare di di aver pubblicato nel monastero il par*
sì alto rilievo sì degnasse illuminarla, si lato decreto. Si portò indi alla contigua
decise di pronunziare 1' analogo decreto chiesa a venerare il ss. Sagramenlo (Sen-
nella domenica 28 agosto. Scelse questo za rientrare nell'argomento, qui aggiun-
giorno, perchè era fra r8/ della festa di go. Si legge nel n. 206 del Giornale di
s. Giovanna Francesca Fremici di Chan- Peonia del 1 859,che a'6 settembresi tenne
tal fondatrice con s. Francesco di Sales la s. congregazione de'rili per quella anti-
dell'anzidetto ordine. A tale effetto con preparatoria onde discutere i miracoli o-
treno di città si recò nel monastero del- peratida Dio a intercessione della ven.
l'Umiltà, come accennai nel voi. XLl, p. Alacoque sì nota per la mirabile cura
,

i4i5 ricevuto alla porta dal cardinal Pa- che nudrì sempre in propagare il culto
trizi, e da mg.*^ Gio. Battista Arnaldi su- dell'adorabile Sagro Cuore di Cesìi. S.
periore del monastero (e ora arcivescovo premura del can. Domenico Borghi po-
di Spoleto). Entrato nella clausura, tro- stulatore della causa, in varie chiese di
vò genuflesse tulle le monache, che be- Boma e specialmente io s. Maria della
nedisse, e quindi si portò alla sala prepa- Pace, ov'è la congregazione primaria del
rata, ove assisosi sul trono, coH'assistenza sagro Cuore di Ge&ù, eretta già in s. Ma-
del prefato cardinale qual ponente della ria in Cappella, pel narralo nel volume
causa e di mg.*^ Arnaldi postulatore del- LXXXIV, p.i44 e seg., si fecero pub-
la medesima^ si fece da mg." Fatati se- bliche preghiere pel felice riuscimento
gretario di detta s. congregazione lettu- della causa). 11 Papa ritornò alla chiesa
ra del decreto col quale solennemente dell'Umiltà dal Quirinale a piedi a'
,
29
si dichiarò, che constava dell'eroico eser- gennaio 1848, per la festa di s. France-
cizio delle virili tutte della ven. serva sco di Sales, a celebrarvi e poi ascoltarvi
1 58 VIS VI S
la 8. Messa, quiuiii rallegraiulo le religio- rendi indulgentias^etgratiasaliìsConfra
se coita sua presenza, ammettendole al ternitalibus ejusdeni ins tituti prò officia-
bacio del piede, e benedicendole, ai rno- libusj et confratribus piae Unìonis sa-
do narrato io della Gazzetta di
nel o. cri Cordis B. Mariae f^irginis erectae
Roma, Notai nel voi. XGVIII, p.'29, che in Ecclesia parochiali s. Eustachii Ur-
entrati i francesi in Roma a'a
849, luglio i bis) , ma il contralto non ebbe etfetlo.

per liberarla dall'anarchia, presero quar- Narrai inoltre, che invece subentrò nel-
tiere eziandio nel monastero dell'Umiltà, l'acquisto l'altro nuovo seminario ame-
le monache salesiane essendo provviso- ricano pegli Stati-Uniti, egualmente sta-
riamente passale in quello delle Cister- bilito in Roma per muniHcenza del Pi^pa
ciensif propinquo alla Chiesa di s. Su- Pio IX; onde descrissi come venne ri-

satina j e poscia nel 1 856 acquistata per dotto il locale e la chiesa, il suo slato
3o,ooo scudi la Prilla Mills [f^.y.^ìa Spa- attuale, e quali sagri monumenti si por-
da, sul Monte Palatino, ne partirono e tarono seco le salesiane. E siccome fra
si adattarono alla meglio in quella casa immagine della
questi vi è la miracolosa
angusta, ed ora l'architetto conte Virgi- MadonnadiGuadalupe,che sarà collocata
nio Vespignaoi, ivi sta loro fabbricando nella chiesa quando sarà costruita, cogli
ilmonastero e poi v'innalzerà la chiesa. altri memorali monumenti, e per esserrai
IVella parte interna e più alta del can- proposto parlarne in quest'articolo, con-
cello della villa, è quest'iscrizione: Bc- viene che r effettui. Il Bombelli nella
nedicto XIF Pont. Max.- Quod - Has Raccolta delle Immagini della B. Ver-
Aedes Villam Hortos - Singulari bene- gine, t.
4, p- i65,oirre le seguenti noli-
ficentia inviserit Augusta pr aesenti a
- zie, colla venerabile effìgie dipinta in te-

ornaverit' Vxorem natosqiie Apostoli- la, alta 7 palmi, larga 4 e mezzo, tratte
ca Benedictio ne dita^erit Petrus Comes - dall'autentica relazione fatta dalla città
Magnanius - A cubiculo Pontìficis or- del Messico y ov' è il celebre santuario di
natuS'Hoc clementiae Optimi Princi- tal nome, congregazione de'riti, e
alla s.

pia - Monumentuni aeternwn- Stare jUS- stampala in Roma nel 1681. Gio. Diego
sit- Diexx/ul. Anno 74^. Raccontai ne*
1 contadino di semplici costumi e pieno di
Toi. LXXXV, p. 202 e 204, XCVIII, p. timore di Dio, abitava un villaggio poco
26 e seg., che le monache della Visita- lungi dalla città di Messico, ove costu-
zione nel 1854 venderono il belmona- mava recarsi ogni sabato ad assistere al-

stero e la chiesa deirUmiltà al nuovo se- la solenne messa che in onore di Maria
minario francese stabilito in Roma , di ss. si celebrava nella chiesa parrocchiale
cui pure nell'ultimo citato voi. a p. 25, di S.Giacomo. Nel fare questo cammino
della congregazione delle missioni stra- a mezza via incontrava un monticello
niere di Parigi delie Colonie, sotto l' in- dello Tepejacac, in cui fu già un tempio
vocazione dello Spirilo Santo e del Sa- degli idolatri messicani, eretto alla sedi-
gro Cuore di Maria (anche qui avver- cente Madre de' Numi. Or mentre egli
to, che tale illustre regolare congregazio- a' 9 dicembre i53i passava la falda di
ne non va confusa coU'otnoniraa prima- quell'altura, udì un'armonia soavissima,
ria secolare eretta da Pio VII cauonica- e vide sulla cima bianca nuvoletta cir-
menle nel 1807 nell'insigne chiesa colle- condata dall'iride. Vagheggiando lo spet-
giata di s. Eustachio di Roma, già pree- tacolo, s' intese chiamar per nome, da
sistente come pia unione di giovanetti;© una bella voce, che usciva dal centro
quindi col breve Exponi nobis, de'20 di- della nuvola. Ubbidì con avvicinarsi alla
cembre i8o8,5«//./i'o/«.co/zM.i3,p.3o5, nuvola, e con meraviglia ammirò posare
concesse: Facultas aggregandi, et conje- nel mezzo maestosamente e coronata di
V I s VIS ,59
luce, vaghissima e venerabile donzella: to partì il contadino, ma giunto alla sua
era Maria ss., la quale dolcenaente gli casa la trovò in costernazione, per es-
disse: « Figlio dove vai? Penetrato Gio. ser stato colpito lo zio Gio.Bernardinoda
Diego da mille soavi afFelli, rispose Va- : pericolosa febbre. Nondimeno volle tor^
dOf Signora mia^ ad assistere alla Mes- nare al monte per altra via, quando si
saj che cantano i ministri di Dio^ in vide innanzi la B. Vergine, la quale Tassi*
onore diMaria Vergine. Rispose la Ma- curò che lo zio già era guarito. Tranquil-
donna *S1, gradisco la tua divozione,
: lato e lieto, le domandò il segno richiesto
mi piace la tua umiltà^ e ti amoy per- dal vescovo, ed allora la Madonna scese
chè sei umile. Or sappia che io sono con lui fino alla radice del monte, ove
quella Vergine, che tu credi Madre poi fu eretto il magnifico tempio, e quìa-
delV unico e vero Dio, e voglio che mi di gli comandò a risalire il monte e rac-
si alzi in questo luogo un tempio, do- cogliervi rose e fiori, ad onta di sua com-
ve mi mostrerò madre pietosa di te, de* pleta sterilità. Il contadino sbalordito
tuoi nazionali, e di tutti coloro che dallo stupore, ne raccolse in abbondan-
in invocheranno con fiducia ne' loro bi- za, e la stessa ss. Vergine glieli pose nel
sogni. Va dunque al vescovo, ed a lui lembo del mantello. Portatosi dal vesco»
riferisci da mia parte e quanto hai ve- vo, con prodigio i fiori alta vista e all'o-

duto, e quanto ho detto. Il pio conta-


ti dore sembravano veri, ma al tatto pa»
dino sì recò prontamente dal vescovo revano dipinti sul mantello, dove inol-
a riferirgli l'avvenuto. Governava allora tre apparve impressa 1* immagine della
quella chiesa, con molta lode, il virtuo- Madotma, tal quale l' avea veduta sul
so fr. Giovanni Zumarraga francescano, monte, rappresentante T Immacolata
ilquale con attenzione ascoltò il rac- Concezione. Il vescovo co' famigliari si

conto, senza dargli concludente risposta. prostrarono, compunti di tenero pianto;


Partì sconsolato il contadino, e tornato ed il prelato tolto il mantello, lo sospese
al monte trovò la B. Vergine collo stesso nella sua cappella, finché si erigesse il

sembiante, e le espose confuso il poco tempio. Sparsosi per la città il cumulo


successo di sua commissione, concluden- di tanti miracoli, generale fu la commo-
do che ad ottenere l'intento dal vescovo zione e r entusiasmo religioso. Il vesco-
occorreva un personaggio. Ma la Madre vo nel dì seguente col contadino si recò
di Dio tornò a insistere, di replicar esso alla falda del monte,dove incei toGio. Die-
r inchiesta, promettendogli premio. Il go d'indicare il sito preciso io cui U Ma-
fece; ed il vescovo riflettendo alle circo- donna a veagli parlato la4-'*volta,in esso al-
stanze, e mosso dalla sua ingenuità, si l'improvviso spiccò una sorgente d'acqua,
contentò dirgli: Va,
a questa Si- e di* che poi riuscì salubre agl'infermi, e que-
gnora da parte mia, che ti dia un se* sto portento tolse ogni dubbio. Si volle
gno, onde io sia sicuro esser Lei che ti verificare la guarigione di Gio. Bernar-
manda, ed esser questa la sua volontà; dmo, e questi raccontò essergli apparsa
che io son pronto ad ubbidirla. Lieto del- la B. Vergine, e nel risanarlo avergli im-
la risposta, il contadino si restituì al mon- posto dire al vescovo, che la chiesa nella
te; ma il saggio vescovo, ad osservarlo^gli quale si sarebbe collocata 1* immagine
spedì dietro due famigliari; essi però lo impressa nel mantello del nipote, si fosse
perderono di vista, onde lo presero per chiamala Maria s. di Guadalupe. La
stregone. Intanto il contadino, rifei ite alia ss. Immagine fu ad istanza del popolo
'^
Madonna le |)aroledel vescovo, s* intese portata nella chiesa principale alla pub-
a direche tornasse nel dì seguente e a- blica venerazione, e fabbricatotempio il

vrebbe un meraviglioso segno. Couten- nel monte Tepejacacj compilo che fu, vi
i6o VIS VIT
si collocb con solenne traslazione. Il san- e !7a. Le njonache della Visitazione eb-
tuario divenne tosto T asilo comune de' bero in dono il miracoloso quadro da
bisognosi, e il fonte perenne delle mise- Benedetto XIV, che l'avea ricevuto dal
ricordie a' popoli del Messico. Quelli nel Messico quando ne accrebbe il culto, cioè
1695 riflettendo^ che i grandi benefizi una copia tratla diligentemente dal pro-
esigono corrispondente riconoscenza, in- digioso originale e della stessa misura.
trapresero nella capitale la fabbrica d'nn Il Papa
nel riceverla dal p. Gio. Fran-
nuovo tempio, la cui sontuosa mole fu cescoLopez gesuita, contemplando la ss.
compita in i4 anni colla spesa di ^jS Immagine, esclamò nell'udirne l'accen-
mila scudi. La solenne dedicazione seguì nata storia: Non fecit taliler ornai na*
il I
°
maggio 1 709, colla traslazione della tioni. Le religiose con di vota gioia ri-
prodigiosa ss. Immagine, collocata in una ceverono il sagro donativo, e lo collo-
nicchia trono d'argento del valore di carono in proprio altare nella chiesa al-
78 mila scudi. Proporzionate furono le la Lungara, e quindi in detto giorno 12

magnifiche suppellettili sagre, e le rendi- dicembre ne fecero festiva raemoria.Pas-


te assegnate al divin culto, per la colle- sando nelle chiese di s. Anna e dell' U-
giata e suo abbate e canonici. Fu dichia- railtà, ivi la trasportarono, ed ora la ve-
rata Patrona di tutto il regno della nuo- nerano sul Palatino, per decorosamente
va Spagna, e Benedétto XIV nel 1754 esporla in apposito altare, in quella del-
ciò approvando, concesse la messa e l'uf- l'Umiltà essendovene copia, come faran-
fìzio proprio con rito di i.^ classe e 8." no col quadro esprimente il transito di
J)rivilegiata ; e ad istanza del re di Spa- s. Giuseppe, e col gruppo marmoreo di
gna l'estese con rito doppio maggiore a s. Francesco di Sales coli' Angelo.
tutti i regni della montirchia. La Madon- VITA, A Sede vescoviledellaBiza-
i7e.

na di Guadalupe, collo strepito di tanti cena, nell'Africa occidentale, sotto la me-

straordinari portenti, oltre la somma tropoli d'Hadramito. IlMorcelli,^'ic^


venerazione e gratitudine degli ameri- Chr.^ 1. 1, p. 357, registra due vescovi. S.
cani, si procacciò ben presto lo stesso co* PapinianooPampiniooPampiniano, vis-
gli europei, gareggiando in onorarla an- se a' tempi di Genserico re de'vandali, e
co con sodalizi, Madrid con molte città patì il martirio con s. Mansueto, altro
italiane, e dello stato papale, come Bo- vescovo africano, tormentati con lamine
logna, Imola e Ferrara, celebrandone di ferro arroventate: la Chiesa latina o*
l'apparizione con indulgenze concesse da nora la loro memoria a' 28 novembre,
Pio VI. Pioma poi sempre prediletta da per a ver difesa la fede cattolica nella per-

Maria, e ad essa fra le altre città distin- secuzione degli stessi vandali, propugna-
ta pel singolare ossequio, in pivi chiese tori dell'eresia ariana, ma non però, come
introdusse la ss. Immagine alla pubbli» vogliono alcuni, dopo aver assistito nel
ca venerazione, precipuamente nella pri- 484 allaconferenza di Cartagine convoca-
mitiva delle salesiane^ con solenne pom- ta dal re Unoerico. Imperocché altri dico-
pa onorandola ogni anno a' 12 dicem- no con pili ragione, che a questa inter-
bre, come in s. Giovanni della Malva de' venne il celebre successore s. Vittore, il

Ministri degl'Infermi. Propriamente la quale fu avvolto nella persecuzione de*


1/ copia introdotta in Roma, e dipinta f^andali(F.)m^c\iai3i nel 4B3 dal re Un-
dalp.Gìovanni Correa di Murcia, fu po- nerico contro i cattolici. Egli si vide co-
sta nella chiesa de' ss. Giacomo e Ude- stretto d'abbandonar la sua sede, e si ri-
fonso degli agostiniani scalzi spagnuoli, tirò, secondo alcuni, a Costantinopoli,

della quale parlai ne* voi. LXXVl, p. secondo altri nell'Epiro ; e meglio fu e-
26 1 , LXXX, p. 3o6, LXXXI V, p. 69 1 siliato da Uuuerico. Durante il suo esilio
1

V IT V IT i6r
scrisse la storia di questa persecuzione^ nache e Suore (F.)^ ovvero fu imposta
della quale storia lodata parlai nei cita- da' fondatori di nuovi istituti, anche di
to Di'ticolo. S'ignora l'epoca di sua mor- congregazioni di sacerdoti secolari, come
te, ed è onorato per confessore nel Mar- Vi fu la con-
rilevai ue'rispettivi articoli.

tirologio romano a'sS agosto. Abbiamo: gregazione de* CUerici della Fila Co-
Ficloris f'iiensisy et Firgilii Japsensìs, mune (F.)i e siccome vìventi con tale re*
provinciae Bizacenae Epìscopo rum: O- gola così chiamati. Nel secolo XVI fu-
pera^ Petrus Chìffleiius iiolis illustrata^ rono istituiti i Chierici Regolari (F.\ Q
Diviene 1664. s. Gaetano fondatore di essi, denomina-
VlTACA^ONlCAOCOMU]NEDE' ti Teatini (F.)^ n'è il patriarca. La di-
CHIERICI, Fila Communis, in Cano- sciplina regolare consiste nel modo di vi-
nica rcgularìter vivere^ Regularis vita, vere in comune, vincolato da* tre Foli
Eegula canonica disciplina in commu- religiosi (F.) di povertà, castità e ubbi-
ni vita. Il vivere in comune degli Eccle* dienza, al fine della perfezione io uu isti-

siastici (F.), cioè d* abitazione, dormi- tuto approvato dalla Chiesa. Osservano
torio e mensa, colla somministrazione )a vita comune alcuni Monaslerij Con-
eziandio del vestito e di quanto abbiso- venti e altri Chiostri, sebbene il proprio
gna a* conviventi in perfetta comunità ordine o istituto in generale non l'osser-

I\egolare(P\).'Da questa vita coro une del vi. Il concilio di Trento coirerezione de*
provenne e proviene alla Chiesa
clero, ne Seminari (F.) ^tvìio rinnovare in par-
decoro e molti vantaggi.Felici era-
utile, te l'antica vita comune de' Chierici. A-
no certamente que* tempi, ne' quali non vendo svolto il grave e ampio argomen-
si ammetteva alcuno alla partecipazione to in molti articoli, mi limiterò a ricor-
de' sagri ordini, almeno maggiori, se non darli, con alcune giunte, e cosimi terrò
si fosse obbligato all'assiduo attuale ser* dispensato di dare uu articolo comple-
^igio di qualche chiesa, che veniva per- to. Tale vita comune cominciò sin dal
ciò ad essere come suo Titolo Clerica' nascere della C/i7e5tìf,nel C/ero,per quan-
le {F.). Non si contentarono di questo i to in quest'artìcolo dissi, a motivo d'es-
nostri virtuosi maggiori, ma dappoiché sere stata in pratica insegnata da Gesìt
si sperimentò quale e quanta utilità pro- Cristo convivendo co' suoi depostolij e
veniva dal convitto claustrale de'chierici, fu osservata dal clero anco tra le mag-
tutte mire de' più santi pastori e de'
le giori Persecuzioni, cosi pure nelle case
pii principi furono dirette a stabilire delle Pievi, più tardi anche delle Par-
questa regolare o canonica Vita in tutte rocchie, e da' Fescovi nel loro Episco-
le chiese, e per tutti i chierici, acciò l'e- pio o Canonica (F.)', sagrì pastori som*
i

slerior forma punto


di vivere non fosse ministrando a' Canonici [F.) e altri ec-
diversa dalla monastica. Case canoniche clesiastici il necessario e completo man-
si dissero le abitazioni de' canonici vi- tenimento di vitto e vestito, e ne ripar-
venti con vita comune. Diversi concilii lai nel voi. XCV, p. 100 e seg. Il clero
proibirono di affittare a' secolari le case si raccoglieva sino da' tempi apostolici,

canonicali, principalmente alle femmi- neir osservanza eziandio de' consigli di


ne. Colla coabitazione del clero col ve- perfezione, e teneva lo stato religioso, aì-
scovo presso sagri templi, avea luogo
i meno f/uoad substantiani et esscntiam,
pure con esso l'iulervenlo n\V lljjìzìatu- onde poi quelli che continuarono a vi-
ra (F.) notturna. Decaduta la Discipli- vere così s'intitolarono Canonici Rcgo*
na Regolare (F.)y la vita comune rima- lari (/ .), de* quali riparici ò. La Ren-
se in osservanza in alcuni Ordini Ileli- dita ecclesiastica (/ .), avendo futlo di
S'Osi, di Religiosi e di Religio òc, Mo' mano in mano diminuire lu vita comu-
VOI. CI. 1
i62 V I T VIT
ne, occorre accennare la sua origine e il te delle chiese e de* Monasteri^ de* ve-
progresso. Pel maoteninoenlo del clero scovi e de' chierici, non meno delle loro
De* primi secoli servivano le volontarie Regalie (F.), concesse loroin progresso
Oblazioni (V) de' fedeli, le quali die- di tempo, vi furono i Difensori (F.) e i
dero origine alle Decime ecclesiastiche Fisdoniini(F.). Woo ostante, ne* secoli
(V.)t anch'esse in principio parimente barbari, alla morte de* vescovi e de' be-
spontanee, ed in seguilo per prescrizio- neficiati, non mancarono usurpatori de'
ne de* Canoni (F.), pel necessario
sagri loro Spogli Ecclesiastici (F.) e delle lo-
mantenimento della Chiesa o Tempio, ro rendite; per cui vescovi e Papi pro-
i i

e de'sagri Ministri. Di poi per mezzo di curarono frenarne l'abuso, ed in seguito


pie donazioni e acquisti si formarono i siifalti spogli divennero un diritto de*ve-

Patrimonii delle Chiese (F.) co' Beni scovi, e della Camera apostolica, la
di Chiesa (F.)^ rendita ecclesiastica quale deputò Succollettori(F.), per ve-
ch'ebbe quadrupla divisione: cioè una gliare su tali spogli, e sulle rendite de*
parte per la sussistenza del Fescovo e vescovati e benefizi vacanti. Chiamati i

pel Palazzo vescovile, altra pel sostenta- canonici a divider le cure pastorali, nella
mento del ClerOf altra per la fabbrica vita comune regolare, conforme a' tre
e manutenzione della Chiesa e pel Culto consigli di perfezione, e nella vita sepa-
dii'ino, altra in fine pe' Poveri, pe* Pel- rata a cui poscia si diedero; la vita co-
legrini e per gli Ospedali, Da* beni mune de' canonici ebbe a ristoratori s.

poi delle chiese assegnali io porzioni o Eusebio nella sua diocesi di Fercelli(F.),
Sportale (F.) individualmente a'chieri- s. Agostino in Jppona suo vescovato e

ci per stipendio dal vescovo pel Servizio lì t\V Àfrica^ e Papa s. Gelasio 1 del 492
divino, a quelli cioè che non facevano vi- V introdusse nel Laterano (F.) presso
ta comune cogli altri, dette anche Pre- l'abitazione de'Papi, il che recò a* ^e^co-
bende (F.)y originarono i Beneficii Ec- vati (F.) amplissima utilità. Da essa, co-
clesiastici (F.), i quali riuscirono pre- me da lungo tirocinio, usciva per lo più
giudizievoli alla vita canonica e comune il futuro vescovo, come dalla vita comu-
de' chierici, come deplorerò piii sotto. ne del detto Patriarchio Lateranense
Cessò la forma del vivere monastico, con sorsero tanti celebri Papi. Per la vita
emanciparsene molti chierici, donde poi comune in ogni Capitolo (F.) si man-
il clero si distinse in secolare e regolare. tennero copiose Biblioteche e Librerie^
L* origine delle rendite ecclesiastiche de* fiorenti Scuole alle quali i giovani chie-
Monaci (F.) coii\\\enì.'ì in vita comune, rici chiamati in Sorte dal Signore venis-
derivò dui lavoro delle proprie mani, e sero in ogni maniera di sludi inslituiti
per le oblazioni e donazioni della pietà (oltre la nobiltà delia diocesi, poiché non
de' fedeli. Dipoi fondarono gli ordini
si solo s* insegnavano le sagre, ma anco le
religiosi Mendicanti (F.) che vivono óe\- profane lettere, come nelle Università),
V Elemosina e di Questua, pev pratica- sotto la vigilanza del canonico Scolasti-
re la Povertà evangelica. Ve ne sono co (F.); cosi anticipandosi da' canoni-
tuttavia che posseggono beni, ma per ci viventi in religioso consorzio presso
privilegi pontificii sono considerati ordini il vescovo, il benefìcio inestimabile delle
mendicanti e ne godono le molle prero- scuole vescovili, dette poi seminarii. Non-
gative. Parlando degli eretici Fraticelli, dimeno la vita comune dovè nel medio
e de* Frati della vita povera, non che evo piegarsi allo spirito secolaresco degli
nel voi. XXVI, p. 88 e 89, ragionai della che a poco a poco se ne ve-
eeclesiastici,
controversia della povertà di Gesù Cri- nivano allontanando. I Papi però, oltre
sto e degli Apostoli. A tutela delle rendi- il continuarne l'osservanza nel loro Pa-
VI T VIT ,63
lazzo apostolico (V.) Famiglia
colla denza nel XII e seguenti Cagioni
secoli.

pontificia (/^'.), massime a mezzo de' loro di tale rilassamento, le quali derivarono
legati, furono sempre aperti protettori talvolta da' vìzi e delicatezza del clero,
del vivere comune de* canonici, sem- talvolta dalla poca vigilanza de' pastori,
brando ii piti confacevole alla custodia e talvolta ancora da violenza di guerre,
della vocazione ecclesiastica, all' unifor- e di pubblici o privati infortunii; e di-
mità dell'ordine, all'esercizio del culto, spersi una volta i canonici, anche senza
al vicendevole esempio, e perchè permet- loro colpa, dal chiostro, non ebbero poi
teva mantenimento d'un maggior nu-
il bastante zelo per tornare a riunirsi insie-
mero di canonici. Laonde nel venire, me, per aver gustati comodi della vita i

benché di malgrado, condiscendendo a privata e secolaresca: talvolta si sospese


simile separazione, cercarono di ritenere per mancanza di àufficienti reudite lavi-
almeno or Tuna or l'altra delle comuni la comune, alla quale poi ritornare, ces-

osservanze, e alcune vestigia si trovano sato il bisogno, pareva troppo malage-


anche ne' tempi a noi più vicini. I cano- vole cosa; e cosi molte canoniche rego-
nici allora che ricusarono di darsi alla vi- lari divennero a poco a poco secolari.
ta separala, si restrinsero vieramaggior- Non per questo erano però sciolte dal
mente e con più solenni religiosi voti, e convitto claustrale, che a' canonici se-
con più minute osservanze si diramaro- colari da tutti i canoni era ingiunto;
no per tutti i popoli in 36 congregazioni poiché anco questi cominciarono per le
principali di Canonici Regolari^ che tut- stesse ragioni a lasciare talvolta il comu-
te più o meno allo spirito di s. Agostino ne refettorio, il quale al più si riservò
si riferivano, e come prima avevano da- soltanto in alcuni tempi o solennità mag-
to la vera forma della vita del clero, co- giori dell'anno : dal comune dormitorio,
sì senza abbandonarla, vi aggiunsero sipassò alle proprie celle; dalla pernotta-
quella di molte monacali discipline. A s. zione e residenza continua personale nel
Agostino si attribuisce il ristabilimento chiostro, si venne a dispensarne per qual-
dello sproprio apostolico nel clero d' Ip- che mese dell' anno; finché a poco a po-
pona, ossia il privarsi delle cose proprie, co decadendo la disciplina, in un modo
e che fece rifiorire all'esempio de' primi o nell'altro, si giunse finalmente a per-
credenti la comunità de'beni, Secundiim dere affatto ogni vestigio di quella cano-
Regulam sub ss. Jposlolis constiUitam. nica vita e claustralità, che con tanto
La forma della vita clericale però man- profitto del clero già si osservava. In al-
tiene gran parte nel loro ed il istituto, cuni luoghi sussiste ancora l'edificio del-
diritto canonico ne aaimaestra quante la canonica e antico chiostro, servendo

volle i Papi li associno a'privilegi ed usi per privata abitazione di alcun canoni-
degli ecclesiastici secolari, e riguardino co, ma senza la comune cooventualità,
questa istituzione come un monumento che per l' addietro si praticava, come
anche oggi superatile, e che la Chiesa cu- presso le basiliche Lateranense, Vatica-
stodisce, della vita dell'antico clero. Il na e Liberiana in Roma. Ristabilimento
Garaavpi nelle Mt morie ecclesiasliche, e vicende accadutene! XII secolo, in cui
traila nella Dissertazione IX: Sopra i rifiorì la vita canonica, riduceudo ze- i

progressi e decadenza della vita clan- lanti vescovi con voto canonici all'osser-
i

strale di' chierici o canonici, special- vanza della regola di s. Agostino, beuché
mente Avendone parlalo al-
in Italia. poi tornò a ricadere, e si ridussero final-
trove, mi contenterò rammentarne som- i mente i canonici nelle proprie abitazio-
mi capi. Esempi della vita claustrale de' ni. Vita regolare introdotta in più luo-
chierici del IX, X e XI secolo. Sua deca- ghi e specialmente in Gubbio, Firenze,
i64 VIT VIT
Todi, Verolì, Perugia, Città di Castello. zione della comune mensa capitolare, co-
I canonici secolari furono ridotti al chio- me in più luoghi tuttavia si costuma, al-

stro in Lombardia, Verona, Argenta, meno nel secolo decorso, in cui scriveva

Pavia, Siena, Civita Castellana, Viter- quel dotto cardinale. Ordinariamente Ta-
bo, Terracina, Anagni, Arezzo, Orvieto, bilo de' canonici era nero, ed i canonici
Cagli, Urbino, Rimini, Cesena, Rieti, della vita comune secolari ricevevano
Roma e specialmente nella basilica Va- un annuo assegnamento pel vestiario ;

ticana, nella Lateranense e nella Libe- anche le cappe erano negre. Termina il
riana. Nel secolo XIV non mancarono Garampi con osservare, che la regola
anche fuori d' Italia de' zelanti del con- d'Aquisgrana, per non aver potuto ve- i

vitto canonico e vita comune, come ia scovi, a cagione dell* infelicità de' tem-
Maguelona, Barcellona, Alet, e altri luo- pi, solo ridurre il clero all' abitazione
ghi di Francia. Le case claustrali, che del chiostro, permetteva la propria por-
tuttavìa sussistono presso molte chiese zione di rendita, e questa fu la cagio-
cattedrali, danno chiaro indizio, che la ne intrinseca per cui la vita canonica
claustrale vita dovesse essere a tutti ì ca- non poteva avere lunga e permanente
nonici comune. Questo era \\ vivere se- sussistenza. Il legare ì canonici fissamen-
condo la regola canonica, giusta le pre- te, ossia incardinarli alle chiese, comeve-
scrizioni de' canoni, specialmente de'con- ro loro titolo f con obbligarli alla clau-
d'Aquisgrana del 789 e dell'8 1 6. Ve
eilii stralità, e non al voto di povertà, secon-

n'erano altri, che astringendosi a'voti di do il Garampi, fu lo stesso che intro-


povertà e ubbidienza, professavano la re- durre in questi convitti il fonte d' ogni
gola di s. Agostino, e che perciò assun- disordine, eh' è la proprietà e 1* interes-
sero il nome di Canonici Regolari^ per se; equivalente a tener insieme chiusa la
distinguersi da quelli, che abbandonan- porla per cui discacciarne gl'inosservan-
do anco le discretissime disposizioni d'A- ti. Imperocché troppo male si accordano
quìsgrana, cominciavano a lasciarle case tra loro vita claustrale e proprietà, dove
canonicali, per abitare nelle paterne e non vi è facile l'uscita pei cattivi, i quali
proprie; e siccome queste erano situate con piccolo fermento in breve corrom-
io mezzo al secolo, così fecero acquistare pono tutta la massa. Ed è per questo che
a tali canonici il nome di Canonici Se- gì' istitutorio riformatori degli ordini
colari. In più luoghi il Garampi fa la di- religiosi,o v'imposero il gran vincolo de'
stinzióne fra'canonici regolari e secolari, voti dell* ubbidienza e povertà, o se per-
essendovene viventi non però in vita per- misero la proprietà, lasciarono insieme
fettamente comune, ma colla divisione agi' inosservanti tutto il campo per 1' u-

delle prebende, dette ancora canoniche^ scita; e ciò, secondo il Garampi, si è il


ordini e benefizi^ onde dicevasi osserva- motivo per cui veggiamo tuttora man-
re vita regolare anco que' canonici che tenersi con somma religiosità tanti eccle-
non facevano voto di povertà, equivalenti siastici convitti, benché non astretti a

Donde nacque la distinzione


a' secolari. voto di povertà. Che se da principio si
e divisione de' canonici, in Regolari, contentarono i canonici del semplice vit-

cioè consagrati all'osservanza delia re- to e vestito, ammessa la proprietà, biso-


gola, e a'voti di povertà e ubbidienza ; e gnò poi loro assegnare pingui rendite,
in Secolari^ che tutto al piìi osservavano che prebende fanonie, ordini (mono an-
il comune refettorio e la coabitazione che appellate; donde poi il nome di Or-
nel chiostro, prescritta dal concilio d'A- dinario si attribuì ad ogni canonico. Bi-
quisgrana, amministrando ognuno le sognò provvederli di benefizi e chiese
proprie prebende, ricevendo la sua por- parrocchiali; il che faceva grande maa-
VIT VIT i65
cameoto a* divini uHìzi della Chiesa ma- là; non potendo lungamente accordarsi
trice, generava discordia fra'caoouici per insieme proprietà e claustralità,dov*è pre-
conseguire medesime, ed usciti una
le clusa r uscita pe' raalcontenli e inosser-
volta dal chiostro, perdevano poi tutto vanti. Il vescovo Sarnelli, Lettere eccle-
il zelo della regolare osservanza, come siastiche, l. I, leti. 4.", Dell'origine della
bene riflettè Alessandro IV nella bolla voce Canonico^ osserva che dessa, al dire
IVìrnis, ut accepinius, diretta all'arcipre- d'alcuni, si fa derivare in parte da' Ctìf;20«t

te e capitolo di Perugia e riportata dal cui la vita di certi chierici determinarono


Garampi, deplorando il sommo rilassa- sotto stabilita regola^ o meglio da Cario-
mento della regolar vita de'canonici. Fi- ne, secondo altri, per essere in quello re-
nalmente le pingui prebende furono ca- gistrali i chierici, per cui quando erano
gione, che si ambissero da' nobili e po- deposti o scomunicali venivano dal ca-
lenti, non sempre per ispirito di vocazio- none aboliti, e precipuamente da'canoni
ne religiosa. Onde poi non volendosi le- della vita comune, provandolo con ri-
gare all'osservanza del chiostro, pretese- produrne molti; quindi dice, che fino dal
ro di poter tenere nello slesso tempo più principio del cristianesimo si i Chierici e
benefìzi residenziali, soddisfacendo al più sì iLaici vivevano in comune. I chierici
con sostituire de* vicario cappellani, de* si sostentavano colle sole offerte a imita-
quali frequente menzione si trovano, spe- zione di Cristo^ che nel tempo di sua
cialmente nelle chiese oltramontane, fin predicazione fu solilo vivere co* suoi di
da* tempi d' Innocenzo III, Onorio III e quanto veniva somministralo da* fedeli.
Gregorio IX nelle loro lettere; quando Crescendo poi il numero de' cristiani, e
regolarmente non doveano permettere non essendo più praticabile la vita co-
tali vicari, che neil' assenza studioruni mune fra' laici, restò fra' chierici, che
vel alia causa probabili. Ecco tulle le vissero colle oblazioni, e quindi colle de-
funeste conseguenze dell' ammessa pro- cime, e le rendile delle possessioni, i ve-
prietà nella vita claustrale. Vero è, che scovi facendone le suddescrilte 4 divisio-
il ricevere i potenti e nobili nelle chiese ni^ provvedendo ogni mese ciascun chie-
fu anche necessità, nella condizione di rico secondo il suo bisogno introdotti :

que* miseri tempi, ne' quali la rapacità e poi benefizi e le prebende, con permis-
i

la violenza de*laici, mal sicuri rendevano sione di Papa s. Simmaco nel 5o2, i ve-
i patrimoni de' poveri e i beni consagrati scovi solo in 3 parti distribuirono i beni
a Dio, e all'uso de' suoi nunistri. Per delle chiese. Inoltre il Sarnelli nel t. io
questo motivo Innocenzo IV fu costretto ragiona nella lelt. io.": Da quando, e
ad approvare la secolarizzazione della perche siano detti i chierici secolari.
chiesa di Cahors. Oltre di che grande Risponde, da quando lasciarono la vita
vantaggio recano alle chiese i nobili e comune, a distinzione de' Regolari, i
grandi, ogni qual volta per vero spirilo quali continuando ad osservare quella
di religione si consagrino al servizio delle regola canonica furono così appellali, 1$*^-
medesime; sul quale argomento può ve- colari dicendosi quelli che 1' aveano ab-
dersi quanto giudiziosumenle ne scrisse bandonata. I Papi ed i vescovi dal canto lo-
il p. Girolamo Lombardi, Notizie inlor- ro non ommisero ogni diligenza pel man-
ito al capitolo di Verona. Tutte le qua- tenimento della vita comune,nondimeno
li cose ben dimostrano, conclude il Ga- fu tralasciata, come dice d'aver dilFusa-
rampi, che poco sussistente sarebbe sem- mente trattato nel suo libro: // clero
pre lu cluustrul vita de' chierici, qualora secolare nel suo splendore, Roma 1688.
vi siano ordinali a titolo di benefìcio ec* In esso asserisce d* aver provato, che a
clcsiuslico perpetuo, stuza volo di pò ver- tempo di Roberto li ic di Francia del
i66 VIT VIT
996 circa^ si fotìdarono e dolarono nuo- tati sunt. E
lo slesso Leone X, nella co-
ve Collegiate (/^.), delle quali riparlai Pater Aeternus^ de* 19 dicem-
stituzione
nel voi. XCV, p. 100, affatto secolari. bre i5i6, fa menzione de' chierici seco-
Nondimeno continuarono i Papi e i ve- lari nel§9: Inhibentes in virtute san-
scovi a sostenere la comunità, caldeggia- ctae obedientiacy et sub poenis, et cen-
la dal cardinal vescovo s. Pier Damiani, suris infradicendisy omnibus^ et sìngu-
De i^ìta communi con j Alessandro 11. U lìs Christi fldelibus, tani laicis, quam
Saroelli ricorda il precello del Signore clericis saecularibus^ et quoruhwis or-
a* Leviti (/^.) d'abitare presso il Taber- dinuni^ etiam mendicaniiuni Regulari-
nacolo benché dalla legge obbligati
(/".), bus. Nel concilio poi diTrento non vi è
al matrimonio, deplorando la ripugnan- altro,che Canonici Secolari, Clero
za de'chierici d'abitare presso la Chiesa^ Secolare j Chiese Secolari^ a fine di di-
dove tanto più divotamente ponno me- stinguerli dai Piegolari. Onde Adamo ca-
ditare la divina parola, quanto più quie- nonico regolare premostralense scrisse:
tamente. Loda, con s. Pier Damiani, la Si Canonici quomodo Saeculares ? si
disciplina primitiva apostolica, nella qua- Saeculares qua ratìone Canonici? Sed
legliAposloli aveanoun cuor solo e un'a- estOfnec ipsum culpemus usum loquen-
nima sola, ne dicevano aver cosa veru- di, sit, quid sic appellentur, non quia
na di proprio, ma tutto tenevano comu- criminibus saeculi, ipsi saeculo confir-
ne. Quindi ripete le stesse parole di quel mali implicentur ; sed prò eo, quod iani
santo dottore. » Ed in vero, come si può arctum vivendi propositum non ampie-
dir canonico chi non è regolare? Vo- ctuntur^ quam illi tenere videntur, quid
gliono essi avere il nome di canonici, Hegulares appellantur. E questo nome
cioè di regolare, aia non vivono regolar- Secolare, aggiunge il Sarnelli, si è tal-
mente. Ambiscono di dividersi i beni mente attaccalo al clero, che sebbene si
comuni ma sprez-
della Chiesa, che sono ; rimettino i chierici in vita comune, pure
zano comunemente abitare presso la
di sono chiamati comunemente Secolari.
Chiesa". Ristorarono la vita comune de* La ragione è per distinguerli daque'/ie-
chierici, con ogni studio dopo la metà del golari che fanno voti solenni. Ed Inno-
secoloXI,^'icolò II, Alessandroli,il gran cenzo XI, nella bolla Creditae nobis,
s. Gregorio Vile Urbano 1 1 ; ma nel seco- de'y giugno 1680, avendo approvato una
lo seguente molle chiese abbandonarono sorte di vita comune in Germania, v'in-
quel tenore di vita, e quindi avvenne, che serì: Constituliones Clericorum Saecula-

il nome di Clero Secolare e di Canonici rìum in communi viventiuni. Termina il

Secolari prendesse vigore tra il volgo. Sarnelli con riprodurre quanto il Bar-
Però tale titolo non trovasi nelle costitu- bosa, lib. De Canon., disse degli antichi
zioni apostoliche fino al Papa Gregorio canonici e chierici. ^g\V Eusevologio Ro-
XII dei i4o6, il quale nella sua i.=» costi- mano, il Piazza nel trattalo II discorie
tuzione, Ulis ^Mfife, die' il titolo: Inslitu- nel cap. 17 : Dell* istituto de sacerdoti
tio Canonicorum, et Clericorum Saecu- detti viventi in comune. Comincia dal
larìiim in Ecclesia s.Georgii in Alga^ descrivere quello istituito in Germania
Veneliarum Casiellanae Dioecesis. Di dalservodi Diop. Bartolomeo Hostizhau-
questa congregazione riparlai nel voi. ser della diocesi d'Augusta, e propagato
XCI, 585. INè si trova ne'concilii sino
p. ne' vescovati di quella regione, a dispo-
al generale Lateranense V sotto Leone sizionede' vescovi, principalmente per
X deli5i3, dove si dice: JVe Canonico- provvedere a'bisogni delle parrocchie va -
rum filii Canonici fiant in saecularibus cantij oltre altri pii scopi a vantaggio de'
Eccltsiis^ in quibus eoruni patres insti- fedeli; e fondalo del tutto sulla vita co-
VIT VIT 167
tnuoe; e ad istanza dell'imperatore Leo- queste preziose reliquie per arricchirne la
poldo I, veone approvato e lodalo da In- chiesa che avea fatto fabbricare in quel»
nocenzo XI, poiché è lo stesso suindicato la città, e della quale il santo arcivescovo
dal Sarnelli, trovandolo coofurme alle fece egli stesso la dedicazione. Il marti-
canoniche regole de'concilii di Calcedo- rologio romano
menzione de'ss. Vita-
fa

nia, di Nicea, d'Aquisgrana e del Lalera- le ed Agricola a* 4 di novembre.

nense IV, i cui statuti furono stampati VITALE (s.), martire aRavenna. Nac-
in Roma nel 1684. Lo celebra restaura- que a Milano e fu condotto dalla prov-
tore della vita comune per gli ecclesia- videnza a Ravenna, mentre un cristiano
stici secolari, a norma pure delle prescri di nome Ursicino, condannato a morte

«ioni del Tridentino, de' ss. Padri e de' per la fede, pareva che alla vista del sup-
sagri canoni. Sìponno vedere Cesare : plizio fosse per apostatare. Vitale, spa-

Benvenuti da Crema, Discorso siorico- ventato dal pericolo che correva il fratel-
cronologico-critico della vita comune lo, senza badare a quello cui esponeva se
de* chierici de primi sei secoli della stesso, vola in soccorso di lui e lo confor-
Chiesa. Seconda edizione^ con l'aggiun- ta efiìcacemenle a noja perdere l'occasio-
ta di altri sei secoli ^ e di alcune curiose ne di meritare una corona immortale.
ricerche appartenenti al medesimo sog- Ursicino prende animo e riceve generosa-
getto, Roma 1728. Beato Giuseppe M." mente il colpo mortale; e Vitale ne tra-
cardinal Tommasi, Sulla vita comune sporta il corpo e lo seppellisce. Il giudi-
religiosa^ Napoli i833. ce Paolino, inteso l'avvenuto, fece tosto
VITALE ED AGRICOLA (ss.), marti- arrestare Vitale, il quale dopo essere sta-
ri. Agricola era un gentiluomo di Bolo lo disteso sul cavalletto ed aver sofferto
gna, il quale per le sue virtù facevasi a- altre torture, fu abbruciato vivo. Leggesi
mare sinoda'pagani tra'quali viveva. E ne'suoi atti, che Valeria sua moglie, ri-
gli ammaestrò nella religione Vitale suo tornando daRavenna a Milano,fu messa a
schiavo, ed ambedue furono presi, secon- morte da una turba di contadini per aver
do la più probabile opinione, nella per- ricusato di unirsi a loro nella celebrazio-
secuzione del 3o4. Vitale fu martoriato ne di un'empia e licenziosa festa. S. Vi-
il primo, e fra'tormenti lodò sempre Id- tale, che secondo gli stessi atti era padre

dio, finché ridotto agli estremi lo pregò de'ss. Gervasio e Protasio, è il principa-
di dargli la corona che un angelo avea- le protettore di Ravenna, ove si venera-

gU mostrato, e rendette lo spirito. Il sup- no le sue relìquie nella magniHca chiesa


plizio di Agricola fu differito per la lu- a lui dedicata, che fu eretta dall'impera-
singa che cambiasse proposito; ma anzi tore Giustiniano I nel 547, e poi appar-
l'esempio di Vitale accrebbe la sua co- tenne ad una celebre abbazia di benedet-
stanza. Quindi fu confitto in croce, e il tini. La sua festa si celebra a' 28 di a-
suo corpo venne forato da una sì gran- prile.
de quantità di chiodi, che le sue piaghe VITALE, Cardinale. Pasquale II del
erano assai più delle membra. Sant'Am- 1099 l'elevò a questa dignità nell'ordine
brogio, che parla de' due martiri nel suo de'preti e col titolo di s. Sabina , o me-
libro Exhort. ad Firginit., e. 1 2, scoprì glio di s. Balbina a tenore di quanto tro-
i loro corpi nel viaggio che fece a Bolo- vasi registrato negli atti del concilio te-
gna nel 893 , e prese un po' di sangue nuto da Pasquale II Laterano nel i i 2,
in 1

che rimaneva ancora in fondo alla tom* a cui col titolo di s. Balbina trovasi sot-

ba, colla croce ed i chiodi ch'erano stati toscritto. Colla forza anche da lui l'impe*
gli stromenti del martirio di Agricola. ratoreEnrico V, nemico della Chiesa, e-
Giuliana vedova di Fiorenzo gli domandò storse il giuramento dì conferma ni pri-
i68 VIT VI T
vllegio ottenuto con violenze suirinveslì- seguo il Novaes. Promosse ardentemen-
liire ecclesiastiche. te la disciplina ecclesiastica, promul-
VITALE, Cardinale. Cardinale ve- gandola per tutta la Chiesa, e si adope-
scovo d'Albano, visse nel pontificato di Pa- rò virilmente per togliere lo scisma dal-
squale ll,e intervenne al concilio celebra- la Chiesa orientale. A tale effetto spedi
to da quel Papa
Laterano nel 1 1 12;
in subito i suoi legati airimperatore Costan-
indi contribuì neh 1 18 col suo suffragio te II, colla sua epistola sinodica o profes-
all'elezione di Gelasio II e poi a quella sione di fede, per dargli parte di sua e-
d'Onorio uno de* vescovi deputa-
11, e fu lezione , e pregarlo di abbandonare gli
li ambedue. Sottoscrisse al-
a consagrarli eretici monoteliti che proteggeva, e sgridò
le bolle d'Onorio II nel i laS pel privi* con vigore apostolico Pietro patriarca di
legio del monastero di Clugny, e delia Costantinopoli. L* imperatore gli accol-
chiesa di Ravenna. Approvò l'elezione di se onorevolmente, e dopo di aver con-
Calisto II, e pose il suo nome alle bolle fermato i privilegi della Chiesa roma-
de' vescovi di Corsica. Sembra che mo- na, per riacquistare il demeritato af-
risse nel 1 125. fetto de* romani, die' loro per la basilica
VITALE, Cardinale. Prete del titolo Vaticana un magnifico libro dell'Evan-
de'ss. XII Apostoli, sottoscrisse la bolla gelo coperto d'oro e tempestato di gem-
da Innocenzo IV spedita in Lione nel me,il quale fu ricevuto dalPapa con dimo-
J247, e riportata dal Cornaro nel l. i, strazioni di sommo amore e liete speran-
p. 58, e^elle Chiese del dominio P^eneto^
1 ze di riunione colla Chiesa d' Oriente, e
parlando di quella di Torcello. verso Costante II benché eterodosso. Nel

VlTALE,C^r^z/2flf/f^Diacono di s. Eu- 663rimperatoresirecòin Roma, incon-


stachio, fiori nel pontificato d'Innocenzo trato a*5 luglio da s. Vitaliano pomposa-
IV, sottoscrisse col precedente cardinale mente con tutto il cIero,colsenatoe popolo
la bollaper Torcello, ed altra dal Papa romano per 6 miglia fuori della città, per
emanata nel 252 in Perugia a favore del-
1 renderlo favorevole a se e alIaChiesa roma-
le monache di s. Spirito della città di na, dimenticando il sacrilego autore del
Penne, che si legge nel 1. del Bollano 1 Tipo (f^-), e il persecutore di Papa s.
Francescano. Martino I, per guadagnarsene la bene-
VlTALIAWO(s.), Papa LXXVIII. volenza anco a vantaggio della religio-
Figliuolo di Anastasio Pontrazio di Se- ne cattolica da lui avversata. Costante
gni (f'^.)i citta della provincia della Cam- li dimorò in Roma 12 giorni, ne' qua-

pagna di Roma o Prosinone, ove si ac- li r imperatore pranzò col Papa nel-
cenna ancora per tradizione il luogo del- l'oratorio eretto in Laterano dal Pon-
la casa in cui nacque, sebbene altri lo tefice Vigilio, fece oblazioni di gran do-
pretendano di Svernia castello dell* A- nativi alle basiliche, ma spogliò gli edi-
bruzzo. Per la sua dottrina, per le sue fizi antichi delle statue e de' loro orna-
grandi virtù ed eccellenti qualità, per menti di bronzo, inclusivamente alle te-
morte di s. Eugenio I meritò d'essere e- gole dorate chericuoprivano il tetto del-
letto Papa Ti i agosto del 657. Il Ricchi la Chiesa di s. Maria ad Martyres, per
nel Teatro degli uomini illustri de\'olsci, trasportarli in Costantinopoli, come ab-
riconoscendo questo Papa propriamente biamo^da Paolo Diacono, Hist. Longoh.,
di Segni, col Baronio, lo dice elevato al lib. 5, cap.i i,e da Anastasio Biblioteca-

pontificato nel 665 erroneamente. L* e- rio, in Fitae s. Vitalianì. Il citato Ric-


poche discrepanti sulTelezione, sono pu- chi aggiunge che la riprovevole e sagri-
re quanto al giorno di detto mese e an- lega cupidigia dell'indegno imperatore
no 657, cioè il 3 e il 3i agosto; ma io si estese eziandio ad altri preziosi orna-
V liT VIT ,69
menfi delle chiese. Opinano alcuni the noni. Essendosi sottratto dall'ubbidien-
s. Vitaliano abbia inlrotloHo l'uso del- za della s. Stf\{i l'orgoglioso Mauro arci-
r Orbano (V.) pneumatico o da fiato, vescovo di Uaveuna (F.)^ il Papa l'in-
Delle chiese per gli Uffizi Divini [F.) e vitò con monitorio a presentarsi in Ro-
ne riparlai a Vespero (Si può vedere la ma per giustificarsi, ed egli rifiutandosi
Civiltà Cattolica, serie 3.% t. 4> P- 2 1 : venne scomunicato. Anzi ricorrendoa Co-
Musica religiosa; t. 9, p. 208 : della stante II, ch'era passato ioSiracusa, l'im-
Musica religiosa e delle questioni ine- peratore in onta del Papa lo dichiarò in-
remi j p. 472 Istruzioni teorico-prati-
: dipendente colla sua chiesa da qualun-
che per l* organo); ma quanto vera- que giurisdizione ecclesiastica, della qua-
mente su ciò sembra più probabile rite- le ribellione tratta Zaccaria nell' Anti-
nersi, lo dichiarai nel primo de' ricordati Febbronio, t. 3, p. i43. Avendo s. Vita-
articoli. Certo pel da lui operato, la liano creato in 4 ordinazioni
97 vescovi
scuola romana del Canto Ecclesiasti- (fra quelli che consagrò vi fu s. Teodoro
co (V.) ricevè mollo incremento, e ne di Cantorhery)y 22 preti eio diaconi, e
fu benemerito, per cui lo celebrai an- governato assai lodevolmente laChiesa ìx-

cora a Cantori pontificii, a Musica niversaiei4c'Q>^>}6 incsi ci 7 giorni, si ri-


SAGRA, a Inghilterra per avervi spedito posò nel Signore 3*27 gennaio del 672.
Teodoro e Adriano che v'insegnarono il Fu sepolto nella basilic^j Vaticana , ove
canto ecclesiastico, contribuendo pure al- si venera il suo corpo, celebrandosene la

l' ulteriore propagazione della religione festa nel giorno del suo bealo transito,
cattolica in quella regione, ripristinando e ne descrive le sante geste Bollando,
l'antico fervore ch'erasi diminuito. An- Acta Sanctoré ad diem ij Januarii. Il

che a Francia notai che s. Vitaliano vi suo nome da Giovanni patriarca di Co-
mondò Giovanni cantore romano, per- stantinopoli fu registralo ne* sagri dittici
chè insegnasse o restituisse in quel re- greci, che da Onorio I del QtiS in poi
il

gno il canto romano al modo come lo non più praticalo cogli altri Papi.
erasi
avea ridotto s. Gregorio I. Inoltre zelan- Nell'erudizione era egli degno di parago-
do la purità della fede nella chiesa di narsi a'più illustriPontefici romani,a'qua-
Francia, ne invitò i vescovi ad adunarsi li non fu neppure inferiore nello studioe ze-
in concilio, che celebrarono a Nantes nel lo indefessodi propagare la religione cat-
660, e vi fecero 20 canoni. Si consolò nel- tolica, e nel coraggio di difenderla. Si han-
l'apprendere che in Inghilterra era ces- no di lui 7 epistole, di cui la 6." indirizzala
sata la divergenza sulla celebrazione del- a'monaci di Sicilia sembrò dubbia al Ba-
la Pasqua, ricevendo nel 665 solenne ronio e ad altri. Nell'abbazia di Sta velo
ambasceria di Oswrio re di Norlhumber- si conservava un suo diploma, col quale

land e di Egberlo re di Rent, con molti confermò la donazione fattale da re Si-


vasi d' oro e d'argento perdonarsi alla geberto. ^e.\V Album di Roma, t. 2 3, p.
basilica di s. Pietro. Poscia il Papa con- 892, ne ha pubblicato, coll'eHìgie, un'e-
segnò agli ambasciatori una paterna ruditissima, copiosa e critica biografia,
lettera di ringraziamento, col dono di il eh. prof. d. Alessandro Alti: S, /'ita-
varie ss. Picliquie. 11 Papa nel sinodo liano Papa da Segni. Egli egregiamente
di Roma, che celebrò nel 667, resti- la termina con queste parole:» La patria
tuì alla sua chiesa di Lappa vescovo il che va a diritto lieta e superba di avere un
(jiovanni, che a lui aveu a[)pelhito dal- figliuolo asceso a tanta gloria e ne serba
l'ingiusta de[)osizione con cui l'avea op- gelosa qualche reliquia, allettuosameutc
presso Paolo suo metropolita ,chedns. l'onora per suo amorevole comprotelto-
Vitaliano fu ripreso per violatore de'ca* re". La s.Sede vacò 2 mesi e 24 giorni.
I70 VIT V IT
VITBURGA (s.), vergine. La più gio- re il ss. Sagramento dell' Eucaristia t poi
vane delie figlie di Anna re degli angli nel voi. XCVn,p. 275, avvertii col ve-
orientali, si consagrò al servigio di Dio scovo Sarnelli non convenirglisi, secondo
fino dalla sua giovinezza, e condusse vita la sua opinione) Servo di Dio, per tra-

ritirata e penitente a Holkara, nella con- mandare con durevoli monumenti, gran-
tea di INorfoik. Dopo morte del re suo
la di e ionuraerabili modelli di meraviglio-
padre, si trasferì a Derehaoi, dove radu- se azioni , e delie più splendide e stu-
nò molte vergini, e vi gettò le fondamen- pende deve poi maggior grati-
virtù. Si
ta d'un monastero, il cui compimento le tudine e ammirazione a tali Scrittori Ec-
fu dalla morte impedito, poiché chiuse la clesiastici (F.) se sono. laici, pel rilevato
sua santa vita a'7 di marzo ^^3. Fu sep- con Benedetto XIV e col preposto Ric-
pellita nel cimitero di Derehara, e dopo cardi, nomi che comprendono più elogi,
5 anni il suo corpo ,' trovato incorrotto, ne' voi. LXX, p. io6j XG, 212, L'ar-
p.
fu trasportato nella chiesa. Le sue reli- ticolo SAjyTr, col quale si rannoda il pre-
quie furono riunite nel 974 a quelle del- sente, è intrinseco tenerlo davanti, per a-
le due sue sorelle, ch'erano ad Ely. E ono- ver ivi discorso de'più noti e antichi com-
rata il giorno 8 di luglio. positori e raccoglitori di vite de'Santi, leg-
VITE DE'S\^T\,ntae Sanctorum. gendari, sanlilogi, atti de*3Iartiried al-
Una delie sorgenti dell'ecclesiastica StO' tri agiografi, oltre gli scrittori del loro cul-
ria (f^,), ossia del Cristianesimo (P^ .) e to, venerazione e in vocazione, eziandio di
de'suoi innumerevoli eroi. Questi sono i quelli dell'antico Testamento j non che
/Generabili (F.) Servi di Dio (F.)^ pre- come sono qualificate la storia e le vite
cipuamente Martiri^ F.)e ahr'i Sanli{F,)^
i de'Santi. Ricordai, che nell'articolo Leg-
ed Beatì(F.)^ d'ambo sessi, d'ogni con-
i i gendario parlai di diversi scrittori di leg-
dizione e slato, sia di Fermine (F.) e %\9. gende delle stesse vite de'Santi. Tra'mo-
di Fedovo (F.)f Chierico Religiosa, Re- ^ derni, altamente celebrai il grande e dot-
ligioso o Laico (F.). La Santità è il piìi to benemerito agiografo inglese, il sacer-
sublime titolo di gloria che abbia la stir- dote Albano Butler, ed i ed
suoi valenti
pe umana, è un genere d'eroismo sovrau- eruditi traduttori e commentatori, non
mano, per quanto dissi nel voi. XC, p. meno degno nipote continuatore; ed in-
il

186, ove feci la distinzione tra la biogra- sieme dichiarai la mia riverente gratitu-

jìa^ ch'è la Storia (nel quale articolo no- dine per giovarmene largamente io que-
tai esempi dì quelli che scrissero la pro- sto mio Dizionario, di preferenza agli al-
pria) della vita di qualcuno, e Vagiogra- tri agiografi, per reputarlo se non forse

^/^^nobiiissimo ramo della letteratura cri- il migliore, certo il più confacente al mio

stiana e de Fasti della Chiesa {F.). A- erudito e studioso lavoro, tanto pel suo
giografia e Biografiasono due voci gre- sistema compendioso, quanto per la mol-
che, da cui prendono nome gli scrittori teplice erudizione di cui è doviziosa l'o-
di esse, gli agiografi ed biografi. Si di- i pera ampia e classica. Laonde mi gode
cono agiografi, da Santo o Sagro e Scri- vivamente l'animo, in veder progredire
vo: si dicono biografi, da Fita e Descri- con utilità maggiore e decoro di questi
zione. Gli agiografi sono gli scrittori del- stessi tipi, come la sua i.^ edizione che

le vite Ae Santi e de* Fenerabili Servi di meritò pieno esaurimento, la 2.' egual-
Dio. I biografi sono scrittori della vita di mente da essi intrapresa di sì eccellente
qualcuna o più persone.Sommaraente be- opera,reclamata giustamente dall'univer-
nemeriti sono gli storici d'ogni Fenerahi- sale e intitolata: Fite de* Padri^de^ Mar-
le (sebbene dissi in quest'articolo,comune- tiri e degli altri principali Santi, trat-
mente cosi appellarsi, per eccellenza, pu- te dagli atti originali e da'piic aulenti-
V IT VIT ,71
ci monumenti^ con note {storiche e cri- mente, ed è ormai giunta al mese di no*
tiche j opera dell abbate Albano Butler, vembre, sicché n'è vicino il termine.Ne fe-
volgarizzata sulla libera traduzione cero plauso i periodici di letterarie effeme-
francese dell' abbate Gìo. Francesco ridi, ed eccone il competente giudizio ma-

Godescard. Seconda edizione veneta, gistrale, anche dell'opera originale, della


riordinata e notabilmente accresciuta^ Civiltà Cattolica, manifestato nella se-
"Veoezia presso la tipografia Emiliana rie 3.*,t. 6, p. 61 3. » L'opera del Butler

1857. La tipografìa, proprietaria uuica volgarizzata ed ampliata dal Godescard


delle due si propose nella 2/ di
edizioni, e dal Marie ricomparisce ora per la 2.'

riordinare Vite^nx impresse, collocan-


le volta co'lipi dell'Emiliana con veste ita-
do al posto conveniente quelle che alla liana in Venezia. Fra le opere cristiana-
1/ formano appendice; di farne tradur- mente istruttive, edificanti, varie e al tem-
re ben altre duecento pubblicate uell'ul- po stesso amene, poche ve n'ha che ugua-
nia edizione francese; di aggiungere le vi- glino questa del Buller.Essa è istruttiva
te di que'Sanli di cui si celebra in giorno al sommo, presentandoci la pratica della
assegnatola festa dalle singole diocesi dM- moralecristiana io tante centinaia di San-
talia, e particolarmente di tutto il regno ti, quante vile qui compendiosamente si

Lombardo-Veneto, non che di quegli e- raccontano, e di informandoci de'ri-


piti

roi della Chiesa che furono sollevati al- tijde'costumi e della disciplina della Chie-
Tonor degli altari ne'tempi a noi più vi- sa cristiana, e finalmente dell'opere scrit-

cini, o de' quali venne dallaSede con- s. te da' dottori venerabili non meno per
fermato il culto immemorabile. Per ve- santità che per sapienza. L'utilità spiri-
nire a capo di questo più regolare dise- tuale che da quest'opera si ritrae è tanto
gno, le giovò assai raccogliere da pure maggiore di altri libri ascetici, quantol'e-
fonti le necessarie modificazioni. Fu quiu sempio è più persuasivo del consiglio. Ne
di per essa notevole aiuto e guida sicura Id lettura dell'opera, quantunque così va-
la s. Congregazione de'Rili,che la prov- sta ingenera sazietà, perchè cangia a un
Tide graziosamente di autentiche note in- piccolo tratto il soggetto, varia il raccon-
torno la canonizzazione dì molti Santi, la to, mutasi, direm quasi, la scena, e le im-
beatificazione di molti Beali, o Tappro- pressioni che se ne ricevono sono ad ogni
\azione del loro culto; ne venne manco tratto diverse. Infine l'opera è dilettevo-
al bisogno la generosità di spettabilissimi leper chiunque ama quel soave compia-
italiani prelati , quali or additarono
i i cimento che suole destare la contempla-
nomi di alcuni Santi propri delie loro zione delle vie così differenti segnate dal-
diocesi, or trasmisero narrazioni di vite la Provvidenza alle varie età, condizio-
non prima conosciute, e talvolta eziandio ni, nature, educazioni e circostanze di uo-
si compiacquero d'aggiungervi documen- mini da lei chiamati a improntarsi della
tate illustrazioni. Per tutto questo, l'ope- rassomiglianza col divino modello de'San-
ra laudata dell'insigne agiografo Butler, ti Cristo Redentore. Questi pregi, propri
acquistò singolarissima importanza, e sen- dell'opera originale, vennero accresciuti
za dubbio divenne superiore a tutte le dalle fatiche de 'due traduttori francesi
altre di siffatto genere che In precedettero; accennati innanzi. La presente edizione
riuscendo quindi degna degli autorevoli veneta è più ricca per l'aggiunta fattavi
auspicii dell' Ange lo della s. Chiesa di Z7<i?/- di quante vite trovasi nelle due edizioni
ne (^.), l'illustre, dotto e virtuoso mg/ di Versailles e di Besanron, e per le vite

arcivescovo Giuseppe Luigi Trevisauato, di Maria ss. e di un gran numero di Santi


a cui fu intitolata. La pubblicazione di venerati in Itolia, appositamente scritte.
questa nuova edizione progredì alacre- Come la versione è generalmente accu-
172 VIT VIT
rata , così è lodevole l' edizione falla io tnmmodo scnplurarum singularis prac-
carta da tino , con caratteri chiari e a rogatila j ut eis cuncta vera, inconcussa,
doppia colonna. Auguriamo airedilore certaqne narrentur. E negli Annali Ec-
che trovi facile e numeroso concorso in clesiastici, an.3o2, n. t o4, scrisse il me-
Italia , siccome sappiamo che V edizione desimo Baronio: caeterum eandem Ro-
francese che va ora pubblicandosene nel manam Ecclesiam non sicut Evange- ,

Belgio con nuove aggiunte e aumenti,


,
liuni (c/uod et Gelasius monuit) legere
trova numerosi soscriltori". Dell'utilità consuevisse, et legenda proponere quae-
Fite de Santi, nella
della lettura delle libet Sanctorum Acta^sedpotius ea cun-
stessa opera del Buller, discorrono le pre- cta Apostolica illa lance libranda re-
fazioni del traduttore italiano e deli' au- linquere: Omnia probaie quod bonum ,

tore inglese. Degli scrittori delle Pits de est tenete. Questo però appartiene non a
Santi inoltre essi ragionano, il i.° nella ciascuno,ma a'censori destinati dalla stes-
prefazione, il 2.° nel suo discorso preli- sa Chiesa. Gelasio I Papa nel concilio ro-
minare. Il vescovo Sarnelli, Lettere ec- mano con 70 vescovi dichiarò quali Li-
clesiastiche, t. 9, lelt. I .' : Della crìtica bri erano ricevuti dalla Chiesa, quali no :

in genere, e della Ecclesiastica, Dopo distinctione 1 5, can. Sancta Romana Ec-


aver detto, che il vocabolo è greco, signi- clesia. Ed il concilio di Trento diede or-
fica giudiziose chi ha da giudicare deve dini salutari intorno alla stampa nel de-
avere autorità, scienza e giustizia; poiché creto de Editione^ sess. 4, ed ordinò Vin-
senza autorità il giudizio sarebbe usur- dice de libri proibiti [P^.) da compilarsi
palo, senza scienza sarebbe inconsidera- da'deputati dello stesso concilio nella sess.

to, senza giustizia sarebbe perverso. Do- 1 8. Il Ga vanto, Comment. in Rubr. Bre-
po aver detto, che nella letteratura la cri- viarii, sect. 5, cap. 12, dice che furono
tica è una parte della grammatica, anzi deputati da Clemente Vili i ven. cardi-
il fior dalla medesima, che chiama ad e- nali Baronio e Bellarmino ad emendare
same rigoroso le scritture e i libri. Dopo le seconde Lezioni { V.) del Breviario[f^.)

aver dichiarato, che il censore o critico sopra le storie de' Santi, qui rejecere ea
dev'esser uomo buono, dotto e pruden- omnia quae jure merito revocari potè-
,

te, giacche chi naviga nel mare degl'in- rant in dubium : qua in re perdiffìcile
chiostri, non può non urtare negli scogli visum est illis ad historiae veritatem bo-
d'una rigorosa critica. Riferisce la senten- na Sanctorum LectioneSy
fide reslituere
za Chi non compatisce gli altrui scritti
: indeque minima, quae fieri poterit, mu-
o è maledico, o mal pratico dell'esercizio tationej imo quae controversa erantali-
di comporrei Quanto alle storie delle vi- cujus tamen gravis Auctoris testimonio
te de'Santi, scritte ne'tempi remoti, quan- aliquam haberent probabili-
suffulta et
do non era tanta copia di libri , quanti tatem retenta sunt eo modo quo erant,
ne ha dati l'arte meravigliosa della Stani' cumfalsitatis arguii non possint, quam-
pa, dice quel prudente, ch'era il ven. car- vis fortasse altera sentenlia sii a plu-

dinal Baronio, in Notis ad Martirolog, ribus recepla. Imperocché trattandosi di


Roman, die^oc/obrislil.h: Quodsiab cose, che promuovono la pietà de'fedeli,
unum San-
errorem^vcl allcrum in vitis da'quali sono costantemente credute, se
ctoruni invenlum catterà ejuae rema-, sono innocenti non debbono porsi in di-
nent , fide carere dixerinms , projecto scredito, e andar cercando come suol dir-
omnes Sanclorwnviias in maximum di- si il pelo nell'uovo, e la ragione la ripor-

scrinien inducinms: cum pene in omni- taMelchior Cano, lib. 1 de Locis: Si- 1

hus aliqua notaripossil, quodcorrigcn- gna nonnulla, et prodl^ia Sancti quo^


dum videalur, sitque Canonicarum fan- que memoriae prodiderunt , non quod
I

VIT V T 173
ea lihenter credidìsstnt^ seti ne deesse ta". Propose quindi a'savl, onde ben me-
fìdeliiim votis viderentur^ qiiod ìntelle- ritare della Religione e dello Stato, di
xerunt aucioribiis nohìlissimis placuis- fare altrettanto con quanto di meglio sia
S€f veram historiae legem\esse ea scrile- degnissimo di pubblicazione, prima che
re, quae vulgo vera haberentur e pei* , giunga acerte mani che imbrattano ogni
liberarsi da ogni scrupolo v'interposero cosa che toccano ; e dall'erbe ancora più
quelle solile clausole: si dicessi crede:^r- salubri han l'arte di spremere veleni più i

iiir, ajiintf traditum est. E però ordina- micidiali! valendosi d'inediti monumen«
no le leggi ecclesiastiche che libri da , i ti in servigio della loro causa e a soste-
stamparsi pi ima si sottopongano alla cen- gno di loro malvagie dottrine ; anzi ser-
sura di uomini buoni, dotti e prudenti, vendosi all' uopo delle stesse opere de'
acciocché la soverchia libertà e licenza Santi, come di recente fece l' illustratore
degli scrittori, trasportata da passioni o d'un'opera, co'suoi principi! alterandola,
da errori dell' intelletto, non partorisca iscambiandone i sensi, e di cui se ne leg-
aborti mostruosi d'opinioni false, contrae ge la rivista nella stessa Civiltà Cottoli'
rie alle verità cattoliche , o pregiudizie- ca, serie 4•^*• 8, p. 3 1 8. Sia per ultimo

voli a'buoni costumi. Merita che ioqui ri- suggello autorevole a quest'annotazione,
cordi, quanto ulteriormente dissi sulla la magnanima ed energica notificazione,
censura de'libri, nel voi. C, p. 44^4^' pubblicata a* 1 3 dicembre 1 860 in Orvie-

Fa pure a proposito ripetere il riferito toda quel venerando arcivescovo vesco-


dalla Civiltà Cfl/ZoZ/rtìr, serie 2.*, t.8, p. vo mg.' Giuseppe M.'de'conti Vespigna-
320, sull'ardore che da molti anni mo- nijContro libri già proibiti, e contro tutti
i

strano gl'italiani nel trarre dalla polvere icattivi libri e slampe recentijdannosi alla
degli archivi e delle biblioteche tuttociò fede ed a'costumi; oltie le manifestazioni
che può gettar lume sopra le vicende ita- analoghedegli altri vescovi dellostatopon-
liane dell'età di mezzo, quindi pubblican- tificio, che si ammirano nel Giornale di
dole con illustrazioni :» ma le vecchie Boma del 1 860-6 Avvicinandosi il va-
1 .

pergamene in mano de'mestatori politici gheggiato termine di questa voluminosa


si conversero in armi da lanciare contro mia opera e imponente collezione di eru-
l'autorità de'PrincipiedellaChiesa.Della dizione, conviene che io pure solennemen-
qual cosa rende indubitata testimonian- te formuli una protesta^ adottando la se-
za certo jérchivìo storico assai celebra- guente che traggo dal pio ed eruditissimo
to ; nel quale gli accorti editori per mez- Carlo Bartolomeo Piazza , e da lui pre-
zo d'introduzioni e di proemii, di osser- messa al suo sagro Emerologio di Roma
vazioni e di note, di schiarimenti e d'il- cristiana f ecclesiastica e genti le, dedica'
lustrazioni fan dire agli scrittori di tre o to a Clemente X 1, e principalmente con-
quattro secoli addietro certe sentenze che tenente le feste de'Sanli che celebransi o-
loro non erano mai passate pel capo. Con gni giorno in Roma nelle sue chiese, col-
sì fatta industria certe malvagie dottri- le loro notizie, inclusi vamente alle
ss. Re-

ne non tollerate pure in que'paesi dove liquie. Ecco la protesta che qui faccio mia.
si lasciava alla stampa più libero il freno, M Degli uomini illustri inconcetto di san-
penetravano sicure eziandio colà dove ti tà^ o segnalati di opere virtuose non

sopiavvegliava una censura non sol cau- intendo , che si presti maggior fede di
ta, ma sospettosa ; e così venivasi propi- quella, ch'i' fondata neWautorità uma^
nando il veleno agi* inesperti, i quali at- na: sottoponendo al giudizio dellas. Se-

tingevano da quelle opere, quasi senza de /apostolica Romana tuttociò che ho


avvedersene, avversionealla Chieda, odio narrato in questa mia opera, alLi qua*
a' Principi , amore di libertà disfi toa- le spelta la qualificazione delle azioni
174 VIT V I T
da essifalle. E perciò mi prolesto di nb' la slessa Civiltà Cattolica, ricordando in
bidìre e conformarmi a' decreti pubbli- corsivo articoli che vi hanno relazione e
cati da Urbano Vili, e della 5. Roma- ponno vedersi: »» La vita degli eroi fu ia
na universale Inquisizione negli anni , ogni tempo e presso tutte le nazioni bar-
1225, 63 1 e i634"- E siccome in questo
1 bare o colte soggetto d' ammirazione e
mio Dizionario per essere quasi enci-
,
d'amore inesausto. Ad essi furono consa-
clopedico, ho dovuto^colla mia pochezza grali i canti della Poesia, le pagine più
in lutto liatlare da per me solo d'ogni splendide della Storia, le Tradizioni, i

materia, per l'ampiezza e universalità del trofei e le memorie più care de* popoli,
concetto, sebbene sia costante il mio pro- siccome quelli che nelle loro geste rap-
ponimento, quale Scrittore ecclesiastico presentavano più gloriosi fasti della lor
i

(T^') precipuamente, la maggior gloria di patria. Nobile e lodevolissimo istinto la


Dio, quella della s. Sede Apostolica ( F.), cui radice era nella natura stessa dell' C/b-
e di propugnare la morale e l'ordine, co- mo. L'amore innato del meraviglioso, la
me replicatamente protestai in tutto il de- gratitudine de'benefizi ricevuti, l'ingenita
corso dell'opera, a perfetta e piena quie- riverenza della virtù, massimamente se
te di coscienza tuttavia slimo opportuno eroica esovraumana, l'entusiasmo del su-
e doveroso d'aggiungere un'altra forma- blime, e quell'arcana compiacenza di dol-
le protesta, simile a quella che il dottis- ce orgoglio, con cui sogliamo riguardare
simo mg.*' Francesco I3ronzuoli prima vi- come dote ed eredità nostra la grandez-
cario generale e poi vescovo di Fiesole, za di chi ha con noi qualunque attinen-
espresse nel fine di sua piefazione alle di za di sangue o di patria o di professione
lui applaudite Istituzioni Cattoliche per o di checchessia, per quel riverbero dì
uso di Catechismo, àt\\Q quali liberamen- gloria che da loro sopra noi si riflette,
te mi giovai. « Infine come figlio ubbi- tutto dovè concorrere a promuovere quel-
dieniissimo e affetiuosìssimo della san la specie di Culto e Feste (riparlate nel-
ia Chiesa Cattolica Apostolica Romana^ la Traslazione di esse: circa al culto del-
altamente e solennemente protesto di vo- le ss. Reliquie, si può vedere il vescovo
lere che questa mia dottrina neppure in, Rocca, Opera omnia, t. i, cap. 18 : An
un apice dissoni da quella di Lei^ e per novae ab Ecclesia nonduni ap-
Reliqiiiae
quanto jlo confesso ingenuamente , io ab- probatae,absqne expressa Suinnii Fon.-
bia usalo tutta la diligenza e V attenzione tificis concessione, puhlice, vel privatini
per non discostarmene in minima partCf venerari qaeant?), che l'uomo, come la
non ostante se alla mia insufficienza,
, storia dimostra, ha sempre professato ver-
che ben conosco esser grande, fuggitofoS' so que'grandi che tra' mortali apparvero
se alcun che, intendo di ritrattarlo". Ac- più che mortali. Se non che questo nobi-
cedo intieramente e pienamente alle due lissimo istinto non tardò, al pari di tan-
proteste: Gaetano Moroni. Roma li i6 t'altre propensioni belle per sé e virtuo-
settembre i86o. se, a tralignare in vizio. Dalla sua corru-
Magnificamente e dottamente scrisse la zione nacque tra gli antichi {'Idolatria,
Civiltà Cattolica, nel mirabile trattato la agli eroi onov'i Di-
quale attribuendo
che pubblicò in due eruditissimi articoli, vini rubò a Dio quel supremo culto a cui
col titolo: V
Agiografia antica e moder- Egli solo ha diritto incomunicabile. In-
na: VAgiografia moderna e iBollandi- oltre, siccome in essi andarono misti so*
sii. Si leggono nella serie 3/, t.
7, p. 146 venie a grandi virtù grandi vizi, l'occhio
e 4oo. A volerne dare qui del i .° un su- pagano non seppe o non volle discernere
goso estrallo, e del 2.° qualche sfuggevole gli uni dalle altre , e fece di questi e di
e generico cenno, comiocieiò dal dire col- quelle indistinta apoteosi (come ora pre-
-

V T 1 VJT 175
tendono farla ì due rìpioTeTolì ed empì ta la vita è un eroismo contìnuo^ trasfor-
libri, virilmente confutati dalla Civiltà matosi in essi quasi in seconda natura,
Cattolica^ serie 4-'» t. 8, p. 72 e seg., in- né mai lor si cinge l'aureola di gloria se
titolati: 1 3Jartiri della libertà italiana non sono stati eroi fino all'ultimo respi-
daliyqi ali S^Sj Memorie raccolte da ro della vita. Le gloriose loro geste, la
Atto ì Terza edizione accre-
annucci. narrazione della loro vita è descritta daU
sciuta e corretta Firenze, Le Monnier , l'agiografia, la quale cominciò e tosto fio-

1 860 Martirologio italiano dal 1 792


. rì fin da'primordi della Chiesa, come fio-
fl/i 847, libri dieci di Giuseppe Ricciar- rì la Santità di essi , e per tutti secoli i

di, Firenze, Le Monnier 1860. Quindi la seguenti fu coltivala con più meno splen-
Civiltà Cattolica pubblicò cello stesso dore , ma
sempre con amore indefesso,
to mo, 86 / morti per la Chiesa
a p. 1 : senza che mai venisse meno anche nel-
a Dra^onara il io53 e nel Piceno il l'eia più barbare e oscure, in cui le let-
1 860, Bióccntro storico. Usandoper te- tere profane parvero del tutto estinguer-
sto l'auree parole dell' allocuzione del si. 11 che si deve a quell'altissimo concet-
Papa Pio IX, de' 28 settembre 1860 : sempre tenuta nel-
to, in cui la santità fu

Gloriosam prò Ecclesiae causa mor- lementi de'fedeli, e a quell'assiduo zelo,


ie obierunt). Anzi, falsando al tutto le con cui la Chiesa fu sempre sollecita e di
idee morali, il Paganesimo giunse per- onorare Santi rendendo alle loro eroi-
i

sino a indiare lo stesso irizio e collocò che virtù il debito culto, e d'incitare alle
tra* Numi e adorò con riti nefandi i medesime virtù suoi fedeli, proponen- i

più abbominevoli mostri d'orgoglio, di do lor dinanzi qua' sublimi esempi. Ira-
tirannia , di brutale violenza, d'ubbria- porta il rammentare quanto ci diede il

chezza , di lascivia e di ogni altra soz- dotto agoittiniano vescovo Rocca, Opera
zura : torcendo in tal guisa a incenti- omnia, 1. 1 ,cap. 1 3: Dubiaseptem, sacros
"vo e scuola di vizio quel che dovea es- Uitos concernentia, resoluta, et declara-
ser sprone e modello di alle virtù. Qual taj videlicet : Cur Sanclorum, et San-
meraviglia è quindi che il mondo paga- ctarum Obitus, Dies Natalis, vel Dorrai
no cadesse in quegli orrendi eccessi di de- tio in Sancta Dei Ecclesia vocitetur ?

pravazione che tulli sanno? " Al Cristia- L'agiografia è un genere di letteratura


nesimo di cui è universale carattere il
, tutto cristiano, non solo pel soggetto che
purificare ed elevare eolla grazia quanto in essa trattasi, raa eziandio per la forma

è di buono nella natura, era serbato di del trattarlo, che vuole essere tutta pro-
purgar V uman genere anche da questa pria e sagra, ne dee quindi venir giudi-
corruttela e di ricondurre il culto dell'e- cata colle norme
della letteratura o del-
roismo non solo alla purezza naturale l'estetica profana. Se vuoisi conoscere i
ch'ebbe ne'principii, ma di elevarlo ad più eccellenti modelli delle forme agio-
una nuova altezza li'oidine soprannatu- grafiche, e imparare da'migliori maestri
rale. Anthe il ciistianesimo ha suoi e- i le regole e l'arte, conviene leggere le vi-

roi, degni di tal nome, ne'quali la natu- te che i Santi scrissero di altri Santi. L'e-
ra salì a maggior eccellenza, o si avvicinò loquenza del narratore agiografo dev'es-
più dappresso a quell'archetipo sovrano ser mossa dal fervore dello spirito e de*
d'ogni grandezza e perfezione eh' è Dio. rivata dal Verbo divino, anziché dettata
Gli eroi del cristianesimo sono i Santi : da umano artificio: essa non vuole vane
nuovo nome di cosa nuova, e ignota af- pompe e ornamentì)ma candore, seropli*
fatto al mondo gentilesco. Negli eroi an- citù, unzione; non cerca d'abbarbagliare
tichi una sola impresa, un sol atto bastò con immagini splendide gli occhi del lei*
sovente ad immortalarli} ma ue'Santi tut- tore, ma sì di legarne con soave fascino ìi
176 VIT V I T
cuore , e colle gagliardissime allratlive La 2." è l'età IV se-
/Monastica, che dal
deiresempio invaghirlo delle virtù e ra- colo può condursi sino al XVI, e abbrac-
pirlo dalle terrene bassezze a' sublimi e eia ampiamente lutto il periodo del Me-

iaefFabili amori del cielo. Tale è Teloquen- dio Evo. La 3." è l'età moderna^ la qua-
za che spira dalle pagine di que'sauli a- le non accade distinguere con nome spe-

giografì, i quali sono iu questo genere i ciale; tanto più che ancoi nomi delle due

modelli classici, corae s. Atanasio, s. Gi- precedenti non si vogliono prendere in


rolamo, s. Gregorio I Magno, il cardinal senso esclusivo e rigoroso, ma solo in
s. Bonaventura, il ven. Beda e tanti mo- quanto che rappresentano il carattere a-
naci piissitni che ci hanno lasciato le vite giografico dominante di quell'età. Neh.**
de'Padri. Ella è e doveva essere lult'altra periodo del cristianesimo, che fu tutto di
dall'eloquenza che splende nelle biogra- Persecuzioni e di Sangue^ di combatti-
fìe e negli scritti di Plutarco o di Dioge- menti e di trionfi, siccome la santità non
ne Laerzio o di Cornelio Nipote, e altri andò quasi mai disgiunta dal Martirio,
insigni biografi degli uomini illustri o de- così fasti agiografici non sono quasi al-
i

gli eroi del paganesimo. La grandezza de' tro che fasti di Martiri. E la Chiesa fin
quali deve in gran parte ascriversi alla dal principio fu sollecita Idi raccogliere
nobiltà delle penne che li encomiarono: e serbare a memoria perpetua ed eseoa-
laddove ne'Santi tanto é lo splendore pro- pio perenne de'fedeli questi fasti prezio-
prio delia loro virtù, che non solo non si.Papa s. Clemente 1 del 93 stabilì la
abbisogna di lustroestraneo, ma lu rifug- Iloma sette notari, con ufficio di scrivere
ge, comparendo assai più bello e divino ne'xiv rioni della città gli atti sinceri de*
nella pura semplicità delle sue forme ce- Martiri che si andavano ogni dì vieppiù
lesti, che sotto pomposiabbeliimenti del-
i moltiplicando, da'qualiderivarono i Pro^
l'arte umana. Il VangclOy ch'è la divina (onotari apostolici^ cui furono aggiunti
biografia di Gesìi Cristo^ nella sua sem- altrettanti Suddiaconi^ per farne diligen-
plicità è il più sublime ed eloquente libro te ricerca, di che tratta pure il libro Pon-
del mondo; così, per quanto è lecito il pa- tificale. A questi poi si aggiunsero gli at-
ragone, le biografìe de' Santi, imitatori ti proconsolari, ossia de'governatori del-
del divin Maestro, non han bisogno di le Provincie^ ch'erano i processi ufficiali
ornati e pompe di stile per apparire elo- della condanna de'Martiri, specialmente
quenti e sublimi più che ogni libro pro- dopo che la conversione di Costantino [,
fano. Le vite de'Santi furono sempre la avvenuta nel 3 12, ebbe aperto a'cristia-
delizia de'cristiani pii e ferventi; ed mon- i ni più libero l'accesso de'pubblici tabu-
dani, divoratori di libri insipidi e leggeri, lari e archivi. Questo zelo per le memo-
da cui oggi fatalmente è inondata la so- rie de'Martiri, dalla Chiesa romana l'im-
cietà, colle attrattive del romanzo, e que- pararono l'altre Chiese, inclusivamente
gli stessianche più tiepidi, quando per a quelle d' Oriente, ciascuna delle quali
poco volessero volgersi alla lettura del- raccolse e tramandò a'posteri copiosa col-
l' agiografie de'Santi, non tarderebbero lezione di tali documenti. A rendere co-
a trovarla pascolo saporoso e gradilo. mune a tutte tanto tesoro, da ciascuna si

Quindi passa la Civiltà Cattolica ad ad- usò di trasmettere scambievolmente per


ditare leprecipue fonti dell'agiografia an- mezzo di Lettere Enciclichey le relazioni
tica e recente. La storia dell' agiografia autentiche de'Martiri e con esse la vene-
da' primi tempi del cristianesimo fino a razione de' Martyres consumniati o co-
noi, presenta 3 fasi principali e può di- ronati ^ ed eziandio vindicali ossia rico-
stinguersi in 3 età. Lai." è l'età de'Mar- nosciuti dall'autorità ecclesiastica per ve-
tiri, la quale stendesi fino al IV secolo. ri Martiri e come lalh proposti al pub-
VIT VIT 177
blìco culto deYedeli. Nondifflenola Chie- sempre solleciti di mantenere scevri dao*
sa Romana, eh' era al teoipo stesso e la gni corruzionegli attide'Marliri,destinati
più feconda di Martiri e la Maestra su- a tal solennelettura; perciò nel celebreCa-
prema di tutte le Chiese , fu sempre il none ecclesiastico di s. Damaso I edi s. Ge-
principal centro, a cui d'ogni parte ve- lasio Ijdopoi libri dell'antico e nuovo ZL'-
nivano e da cui diSondevansi d'ogni par* stanientOy sono inseriti e raccomandali gli
papaie le me-
te suggellate dall'autorità atti sinceri de'Martiri, ed esclusi que'j,'di
morie autentiche de' trionfi de' Martiri. mano eretica o viziati e adulterati. Tale
Qui vennero a consultarle negli Archivi fu periodo dell'agiografia nella Chie-
il I
°

della s. Sede, s. Egesippo il più antico sa latina; e tale parimente nella greca,
storico della Chiesa, come si ha da Eu- la quale in que' primi secoli per lei fio-
sebio ne\\\llist. Eccl.y Giulio Africano e renlissimi lasciò un'infinità di questi mo-
altri.Qui ebbero principalmente origine numenti: e più aucpra ne avremmo, se
quelle tavole ecclesiastiche oF^^i/o ìl/<2- l'invidia del tempo non ne avesse invo-
tricolao Dittici sagri o ecclesiastici^ don- lati parecchi , tra' quali merita special
de si compilarono poscia i Calendari^ i menzione gran raccolta fatta da Eu*
la
Martirologi, i Passionarle i Leggenda- sebio, di cui non si conoscono che alcuni
riy ne'quali la memoria e gli elogi de'glo- frammenti. Tale fu pure l'agiografia del-
riosi campioni di Cristo distribuiti per cia- l'altre Chiese orientali', e nelle 3 lingue
scun dì dell'anno, vengono con perenne precipue da esse usale , cioè la siriaca,
ricorrenza presentati alla divozione de* l'armena e la copta. Nella siriaca s. 3Ia'
fedeli. D* ordine e cura di s. Damaso f, ruta vescovo di Tagut o Tagrito 3Iar'
Papa del 867, s. Girolamo compose in iiropoli ossia città de'Martiri, lasciò nel
Roma il I .*'Martirologio,raccogliendo dal- suo Menologio àe* Martiri d'Adiabene e
le Catacombe e dagli atti i titoli sparsi di Persia nella persecuzione di Sapore
de'Martiri e coordinandoli ad uso della II, la più antica e importante collezione
Liturgia. La qualeopera diffusasi per tut- di tal genere pubblicata in parte dal-
,

ta le Chiese, dipoi s'imitò a accrebbe ne' l'Assemani, come può riscontrarsi nel voi.
secoli susseguenti da altri illustri autori Ili, p. 64 e 65, ed anche nel voi. LX VI I,
come p. 32. Ma de' Martirologi siriaci la parte
di Martirologi ,Generabile Re-il

da, Adone vescovo di Fitnna, Usuardo che andò perduta o giace tuttora occul-
monaco di s. Germano de'Prati, Floro di ta è troppo maggiore di quella a noi per-
Lione, Rabano Mauro, Wandelberto di venuta; ed anco recenti tesori cheil Cur-
Prum, Nolkero di s. Gallo. Ditmaro ve- zon e altri eruditi inglesi disotterrarono
scovo di Mersburgo e altri. Da Roma gli da' monasteri di Levante, e trovansi ora
apostoli dell' Inghilterra, deWIrlanda, a Londra nel museo Rritannico, sono tut-
della Germania
e d'altre contrade d'Oc- tavia lontanissimi dall' uguagliare quel
cidente, prendendo colla missione dell'a- che possedeva, per non dir altro, la cele-
postolato anche libri sagri e liturgici,
i bre biblioteca d'Edessa, in cui conserva-
non ommettevano di portare tra questi vansi gli atti di ben 16^000 martiri. Lad-
alle future Chiese loro anche gli alti de* dove r armena assai più feconda e illu-
Martiri. Questi^ ebbero tanta venerazione, stre possiede tesori d'agiografia, che da*
che i fedeli dopo le 8. Scritture non aveva- tempi di 8. Gregorio V Illuminatore, fio*
no libro più prezioso. Si leggevano nelle rito ne* principii del IV secolo, si venne-
case e radunanze private,e nelle pubbliche ro accrescendo fino a* dì nostri per unt
chiese dal Lettore (\q\V Ambone Pulpito^ lunga mano d'insigni scrittori, tra'quali
lestando il popolo infiammato di sunto Eliseo, il Senofonte armeno, che scrisse
entusiasmo e fervore; ed i Papi furono la storia della persecuzione di Vurtaoe;
VOL. CI. 12
lyS VIT VIT
Rakich abbate monastero d* Adoo,
del fica di que* tempi, divenuta poi come la

autore del leggendario armeno; il patriar- fonte e modello


il di tutte le altre, cioè
ca Gregorio H il Fcghajazer oV Amico le Fitae Patruni , di cui nel voi. L , p.
de 3far tirit che tradusse un gran nume» 126 e altrove. Questa preziosa raccolta

ro de* loro atti dal greco e dal siriaco; che ottenne in tulio il mondo cattolico
?fersele diLampronio, che die'all'Arme- tantafama e autorità, e produsse in ogni
nia le File de' Padri; il p. Ignazio Ca- tempo incredibili frulli di edificazione,
ciador mechitarista morto nel 1780, che contiene in io libri (secondo l'edizione
dagli antichi M enologi compose un ricco più compiuta fattane nel 1627 dal pio e
e accurato Martirologio , accresciuto e dotto agiografo p. Eriberto Rosweyde
grandemente illustrato dall'erudite cure gesuita d' Utrecht , Fita Patriini, scia

del p. Gio. Battista Aucher, altro illustre de vita et vtrbis senioruni , libri de-
mechitarista, con UFies de touslesSaìnls ceni , Historìam Ereniiticam
compie-
da Calendrier yJrnihiien, pubblicale nel ctens; e riprodotta dal valoroso e bene-
181014 con note e rami, ini 2 volumi merito editore ab. Migne, nel suo ma-
corrispondenti a'mesi dell'anno. Si può gnifico stabilimento tipografico di Pe-
\edere il voi. LI, p. 3o3 e 33i. Dopo tit-Montrouge, presso la barriera d'Enfer
l'eroica età de'Marliri , il cristianesimo, di Parigi, col Coiirs compiei de Palro-
ottenuta da Costantino I la pace della logie, Oli Bibllothcque iiniverselle^ coni-
Chiesa nell'impero romano, entrò come plete^ commode et économiqne de tona
in una nuova fase di vita; e la santità che les ss. Pcres, docteurs et ccrivains eccld-
avea trionfalo con tanta gloria nell'arene siastiques , tant grecs que latins, tant
degli anfiteatri, riparlati ne'vol. LXXIII, d*Orienl que d' Occidentj rcproduclion.
p. 240 e 247 , XCVII, p. 1 1, scelse un chronologique et intégrale de la Ir adi'
nuovo campo e con Disciplina Regolare tion calholique pendant les XTIprenùers
prese a sede favorita le solitudini delT^- siecles de V Eglise eie.) le vile, precetti i

renio e il silenzio del Cenobio. Infatti i e gli esempi de'più gran luminari del de-
monaci Solitari che popolarono da pri- serto, cominciando da s. Paolo primo E-
ma i deserti dell'Oriente, e poi per ope- remila e da s. Antonio patriarca de'ce-
ra specialmente di s. Martino di Tours nobiti, e seguendo per una lunghissima
e del gran patriarca s. Benedetto, dalla serie di altri Anacoreti e Cenobiti. Gli
culla di Subiaco sì diffusero per tutto autori che le scrissero, o gl'interpreti che
l'Occidente, con Fila Comime, empiro- le volsero dal greco in latino ,
per esser
no tosto il mondo colle meraviglie della greche la maggior parte , sono tra' più
loro viriti e delia loro vita più celeste che illustriche a'ioro tempi fiorissero per san-
umana. Fu ne* Monasteri che fiorirono la tità o per dottrina, come s. Girolamo, s.

gran parte de'santi del medio-evo, co-


piì> Atanasio, s. Efram siro, Rufino d'Aqui-
me da' monasteri uscirono più di que' i leia, Sulpicio Severo, Cassiano, Leon-
Fescovi e Pastori che meglio illustraro- zio di Napoli, s. Giovanni Damasceno, s.

no colle loro virtù la Xhiesa di Dio. An- Anfilochio vescovo d' Iconio, s. Sofronio
che l'agiografia prese dunque un nuovo patriarca di Gerusalemme, Palladio ve-
aspetto, ed entrò in quel lungo periodo scovo d'Elenopoli, Teodoreto vescovo di
denominato Mb«r7s;/co dalla Civiltà Cai- Ciro, Giovanni Mosho, Dionigi Esiguo,
/o//ctìr, perchè e i Santi le cui vite ella rac- Anastasio Bibliotecario e altri somiglian-
colse, e gli agiografi che le compilarono, ti. I romani Pontefici fin dal principio le
appartengono la più parte all'ordine mo- sancirono colla loro autorità, iscrivendo-
nacale. Il qual carattere risplende subilo le ne! Canone e raccomandandone a'fe-

nella i.^'e più illustre collezione agiogra- deli la lettura; es. Benedetto incuican*
VIT VIT ,79
dola nella regola a'suoi monaci non po- rono grandissima voga anche neirOriea-
co giovò a fare che in Occidente essi e- te. Contengono le mirnbili virtù di mol-

mulasseio le virtù de'Padri orientali. Ma ti vescovi e monaci d'Italia, massime be-

in Oriente la Chiesa cattolica co 'suoi San- nedettini. Il 2.° col libro. De sdtis San-
ti e co* suoi agiografi, dopo esser fiorita ctoritm Patrttm, fa altrettanto de' Pad ri
ne'primì VI con tanto splendore,
secoli più illustri delle Gallie. À questi due gran
cadde a poco a poco in quella misera oscu- luminari dell* agiografia tien dietro una
rità in cui giace tuttavia. L^eresie che in- lunga serie di narratori e raccoglitori delle
fettarono e corruppero tanta parte anche vitede'Snuti,i più rinomati e illustri essen-
del monachismo, poi il furore de' Sara- do i seguenti. S. Venanzio Fortunato ve-
ceni che desolarono quelle nohili contra- scovo morto verso il 609,3 cui
di Poìtiers,
de, l'empietà degl* Iconoclasti, persecu- si composto l'inno ì'exil'
attribuisce aver
tori morlalissimi delle ss. Immagini e del- la regis prodeunt, ed alcuno lo crede pu-
le ss. Reliquie de' Santi, e finalmente lo re autore dell'altro, Pange lingua glo'
Scisma Fozio consumato dal Cerula-
di rìosi. Un secolo più tardi fiorì in Inghil-
rio, tutto cooperò a scemare da prima e terrail ven. Beda , che scrisse le vite di

poi a spegnere ogni luce di santità, e con que'Padri, ammirate oggidì ancoda'pro-
essa i fasti dell'agiografia destinati a ce- lestanli. Secondo a lui per età e fama,
lebrarla. Tra' quali V ultima cosa che successe in Inghilterra Alenino Fiacco^
merita ricordanza è la Leggenda o le il favorito maestro di Carlo Magno, cui
compilazioni del pio Simeone detto Me- si dà il titolo di beato, eccellente agiogra-
tafraste, cioè chiosatore e traduttore del fo; ed alla sua scuola appai tengono di ver-
Leggendario ,)^ev quanto dissi in que'due si agiografi contemporauei,comes.iCM^^e-
articoli, eie parafrasi de'suoi imitatori ne* ro vescovo di Mùosler, che scrisse gli atti

bassi tempi. In Occidente al contrario l'a- degli Apostoli della Germania, il b. Pia-

giografia crebbe e fiorì più splendida che bano Mauro, suo discepolo e biografo
col
mai, e tanto fu l'ardore del coltivarla, che Rodolfo, Almanno di Haut-Villers, Ai-
nel medio evo, quando veonpro meno mone, s. Pascasio Radberto e s. Bene-
tanti altri rami di letteratura sagra e pro- detto d!Aniano. Coetaneo ad Alcuino, ed
fana, questo rimasequasi l'unicooìl prin- eguale al Beda, come agiografo e storico,
cipale, per cui i dispregiatori di quell'età fu in Italia Paolo Warnefrido diacono
usuarono chiamarla quasi per istrazio reta d'Aquileia, fiorilo nella 2.' metà dell' Vili
delle leggende. Che non fu solamente ta- secolo; egli fu il i
° biografo di s. Grego-
le, lo dichiarai in più luoghi , anche col rio X, e scrisse le vite de'ss. Benedetto e
p.Battini, che lo provò coW Apologia de* Scolastica, di altri Santi e de'ss. Vescovi
secoli Barbari. Le vite de' Padri dell'O- di Metz, forse quelle pure de' vescovi di
riente furono presto seguite dalle vite de* Pavia, oltre \aStoria de Longobardi, del
Padri deirOccidente,scritte anch'esse ben cui ultimo re Desiderio fu segretario, in*
sovente per mano di Santi e con quell'im- di monaco di Monte Cassino. Nel seguen-
pareggiabile unzione che solo ì Santi c<i- te secolo IX fiorirono parimente in Italia
noscono. Primi e quasi capitani in questa due insigni biografi : Anastasio biblio-
nobile schiera d'agiografi s'incontrano s. tecario della Chiesa romana che alcu-
,

Gregorio 1 Magno e s. Gregorio di Tours ni dicono cardinale, Deautore eziandio,


fioriti nel declinar del VI secolo, ili." col K'itis Romanorwn Ponli/ìciun a l. Pe-
libro Dialogoruni: De vita et miraculis tro Apostolo ad Nicolaum Ij ed Agnel-
Palrum Italicoruni et de aelernilate loRavennate, scrittore delle vite degli ar-
animarum^ che tradotti in greco dall'al- civescovi diRavenna. Può aggiungersi
tro Papa 8. Zaccaria del Papa s. Nicolo 1 il Grande^ perchè or-
741, acquista-
i8o VIT V I T
dlnò in due tomi il Lezionario , o libro desiar le meravìglie degli odierni lettera-
delle iCezzo/2/, gì ecolatiuo, per le feste de* ti quando il dotto Magnien li trasse in lu-
Santi di ciascun giorno dell'anno; ma di ce la I
."
du Théa-
volta nel iS3g,Orìgìnes
questo prezioso monumento agiografico tre en Europe:può vedersi ì\ Monachismo
non si conosce che qualche indizio slori- e Leggende di Tullio Dandolo, ove reca
co accennato dal p. Oldoino nelle addi- in volgare diversi bei tratti di Rosvita.
zioni al p. Ciacconio, Vitae^ et res gestae Alla stessa età appartengono, Goscelino
PontificumRomanorum^et S. R. E. Car- monaco di s. Berlin, che nulli post Be-
dinalium, t.i, p. 649- A tale perdita può dani secundus innunieras Sancloruni vi*
esser d'alcun compenso Taltro monumen- tas sfyloextulitjs. O/^o/ie abbate di Giu-
to insigne del Leggendario di Wolfhar- gni, autore di parecchie vite, dove splen-
do monaco d' Hasern in Baviera, ch'é il de un' elevatezza di pensieri degna del
I
° saggio conosciuto dell' Anno cristia- grand'uomo eh' egli fu; Luilprando ve-
no, essendovi divise in 12 mesi e distri* scovo di Cremona, che scrisse le vite de*
buite per tutti i giorni dell'anno le leg- Papi da s. Pietro fino a Formoso; s. Pier
gende de'Santi; monumento tuttora ine- Damiani^ cardinale e dottore di s. Chie-
dito, tranne le prefazioni di diversi mesi sa , tra le cui molte e preziose opere vi
pubblicate dal p. Pez nel pregevolissimo sono le vite di diversi Santi; e finalmen-
suo Thesaurus novissimus. Seguono ora te, per tacer d'altri nomi meno illustri,

due* secoli più oscuri e ro2zi del medio- l?apa Fi ttorel II dei 10S6 lasciò descrit-
evo, cioè il X e r XI, ne'quali in mgzzo te in dialoghi alcune vite di Santi. Dal
all'universale barbarie, deplorata in piti Xll secolo cominciano i primi albori di
articoli, sì vede spenta quasi ogni luce di quella civiltà rinascente, che venne poi
scienze e di lettere: tanto rari vi s'incon- sempre più risplendendo ne'secoli seguen-
trano gli scrittori, e tanto sono rozze le ti ; e col rifiorire che fecero a poco a po-
forme de'Ioro scritti. Tuttavolta 1' agio- co gli studi e le Ze^?ereZ>e//e, sagre e pro-
grafia può vantare sorte men trista, anzi fane,anche l'agiografia, che pure non era
fu il precipuo studio e decoro di quell'in- mai venuta meno, prese maggior vita, e
felice età. Le leggende di quel tempo so- con essa nuove forme; le quali però non
no per lo più in metro, ossia quella pro- furono sempre più vantaggiose, io quan-
sa rimata che correva per poesia e servi* to che il loro artificio più studiato e con-
\a che le recitavano
al canto de'trovatori forme a'vezzi del secolo, fece perdere so-
sulle piazzeo alle veglie e a' cori delle vente queir aurea e tutta biblica setnpli-
scene del Teatro, nelle cui rappresenta- cilà, e svanire quell'olezzo di santità, di
zioni l'agiografìa in que'secoli di fede a- cui gli agiografi più antichi, uomini per
Tea spesso gran parte. Il più celebre de' lo più di somma pietà e virtù ,aveauo
poeti agiografi del secolo X fu Frodoar- saputo mirabilmente condire le loro vi-
do canonico di Reinis, il quale in un poe- te. Ma questo difetto, che venne purtrop-

ma enciclico di 19 libri celebrò il trionfo po crescendo col tempo e nell'età moder-


de' Martiri, e splende in quell'età come na si è fatto più sensibile appena può ,

uno de' più dotti scrittori: di sua storia scorgersi in que' primordi della cosi det-
de' Papi in versi esametri, continuata dal ta rinascenza delle lettere. Ne' quali ben-
cav. Ferrucci, riparlai nel voi. XCVII, p. sì comincia ad apparire il vigore degli
89. Accanto a lui vuol collocarsi la poe- studi rinnovato nella crescente mole del-
tessa Rosvita badessa di Gandersheim nel- le collezioni agiografiche e monastiche.
rAnnover,donnadi mirabile ingegno,che Tra queste sono principalmente da ricor-
scrisse parecchi poemetti e drammi agio- dare i lavori di Arnodulfo e di Ruggero
grafici con tal maestria ed eleganza da monaci di Fulda, che scrissero il primo
VI T V I T ,8i
sei, l'altro dodici volumi di vite di San- Opera recata in italiano da Pietro Fan*
ti; le vile di molli Santi della Bretagna, fani, Pratoi854- Ne die'contezza la sles-

che Baldrico di Dole aggiunse al suo libro sa Civiltà Cattolica, serie 2.', 3o5. l. 6,p.
Gesta DeiperFrancos; gli atti e le me- Michele de Matthias, Disquisizione sto^
morie de'Santi raccolte dal monaco Ed- rico -filologie a : Se sia vero che non si
mondo, biografo di s. Anselmo; la celebre studiavano da' religiosi le lettere profU'
Cronaca di lìlonte Cassino^ di Leone O ne non solo, ma neppur le sacre a tem-
sliense; gli scritti di Guglielmo di Mal- po di s. Francesco di Assisi per ordine
mesbury; le Cronache di Sigeberto mo- di quel Serafico, e se sia vero altresì,
naco di Gembloux nel Belgio, e troppe che ci voleva per gli studi anche teologi-
altre cronache e leggende latine di cui ciuno speciale permesso del Patriarca,
que'tempi abbondarono, per non dir nul- che lo concesse molto ristretto a s. Anto-
la delle volgari in prosa e in rima, che in nio. Rijlessionisopra alcune parole del
quelle origini delle lingue moderne furo- eh. prof.G. J. Montanari, Lucca 1 858.
no il precipuo pascolo e diletto de'nostri Dopo avere il eh. De Matthias provato,
maggiori. A quest* incrementi dell* agio- anche col Segneri, che s. Francesco ama-
grafia diedero poi nuovo e gagliardo im- va la letteratura, desiderava gli scenzia-
pulso nel secolo XIII due grandi istituti
i li , e faceva di tutto per ricevere i dotti
Francescano e dt Predicatori) popolan- ne'suoi conventi, ed egli stesso comincia-
do la Chiesa di Dio^di nuovi Santi e rin- va le sue prediche con bellissimi versi e
fervorando universalmente l'amore delle poesie, termina l'y^yy^e/zc^/ce saviamente
lettere sagre e ascetiche, rese da loro an- con dichiarare: Che se il lodato prof. Mon-
co più accessibili al volgo col trattarle in tanari recasse altre più potenti ragioni,
volgare. Sono gemme vaghissime di no- egli si confessa docilissimo, applicando ad
stra lingua i Fioretti e la Leggenda di esso il testo di Cicevone: facillime in no*
s. Francesco, le Fi te de' ss. Padri d'i fr. mine tuo acquiesco, et quia te habeo ae-
Domenico Cavalca, e \o Specchio della ve- quissimum eoruni studioruni, quae mi'
ra ^ewiVensrt del Passa vanti (libro di pre-^ hi, communia tecum sunt, aesliniatorern

celti ascetici, che pel gran numero d'esera- etjudicem). Però la maggior parte del-
pi e leggende, tratte dalle vite de* Santi l'opere agiografiche, continuò per lungo
ond'ètullo fiorito,appartiene all'agiogra- tempo a scriversi in latino, e non più ia
fia. Avverte la Civiltà Cattolica, che chi quel si rozzo e barbaro de'secoli bassi, ma
vuol conoscere quanta parte abbia avuto riforbitoalquanto e più acconcio al nuo-
l'agiografia nell'auree scritture del nostro vo lustro cheandavan pigliando le lette-
trecento, legga il Catalogo di opere vol- re. Tale è la vita di s. Francesco, scritta

gari a stampa de' secoli XIII e XI F, da dal più dotto de' suoi discepoli s. Bona-
ultimo pubblicato a Bologna dal eh. fi- ventura. Tra'domenicani poi trovasi fino
lologo Francesco Zambrini, dov'è regi- dali.° loro secolo ampie collezioni agio-
strato colle varie loro edizioni un bel nu- grafiche, le quali levarono gran fama e
mero di vite, leggende, fiori e fioretti, da furono come la sorgente, da cui attinse-
porgere larghissimo e squisito pascolo di ro a que' di molti scrittori di agiografia.
lettura). Esse furono quasi le primizie, con Le più celebri furono lo SpecuUunhisto-
cui que'due novelli ordini religiosi comin- rialc, di Vincenzo di Beauvais, e la Le»
ciarono ad arricchire a un tempo stesso genda aurea del b. Giacomo da Fora*
la letteratura e l'agiografia ilaliana(Quan- gine, dicui anco nel voi. LXI, p. 69. Que-
lo all'ordine francescano trovo opportu- sta 2." ampliala e rifusa nel secolo XIV
no aggiungere : A. F. Ozanam, / Poeti da Bernardo Guidone, autore dello Spc*
Francescani in Italia nel secolo XIIL culuni SuncloraU;\vixiÌ[x%a o imitala uel-
4

iSi V I T VI T
XoSpeculum Magnimi exemplorumj nel- suo Snnctilogiuni Servorum Dei mnins
la Siirnma hìstorialis di s. Antonino ar- et miniiSj chiamato volgarmente la Sto-

civescovo di Firenze; nel Catalogo de ria d'oroj opera lodatissima dall' Usse-
Santi, raccolto da Pietro de' Natali ve- rio, dalloSpelman,dalDugdale,dalWar-
scovo d'Equilio e Gesolo, del quale pure thon e dal Cave. Finalmente non sono da
nel voi. XCIllj p. 1 28; nel Sanctuarìiim^ tacersi nel secolo XV nomi del camal- i

di Bonino Mumbtizio milanese, e in al- dolese Ambrogio fiorentino, dell' agosti-


tre opere simili; tradotta in tutti! volga- niano Giovanni Capgrave inglese, del ce-
lid' Europa, stampata con più edizioni lebre abbate benedettino Giovanni Tri-
appena inventata la stampa, ebbe fino a temio alemanno, e di Bartolomeo Sacchi
noi strane vicende di fortuna , di lodi e italiano detto Platina, i cui lavori biogra-
di censure, di accuse e di apologie, di glo- fici e storici appartengono in tutto o in
ria e di abbandono. Sia comunque de' gran parte all'agiografia, dovendosi av-
suoi difetti, dovuti in gran parte a* tem- vertire sulle File de Pontefici quanto no-
pi io cui fu scritta e alle interpolazioni tai ne' luoghi ove di lui ragionai. Col se-

di mani imperite, egli nondimeno è cer- colo XV si chiude il medio evo, ed apre-
to ch'ella ha grandissimi pregi e dev'es- si Vetà moderna. E con esso pure si ter-
sere annoverata fra l'opere più memora- mina la 2.' di quell'età, in cui la Civiltà
bili dell'agiografìa. Col fresco zelode'nuo- Cattolica divide la storia dell'agiografia,
vi ordini regolari, seguiva intanto e ga- come dissi nel principio di questo para-
reggiava r antico e indefesso studio de' grafo.
monaci e principalmente de'benedettini, I 3 secoli seguenti abbracciano la 3,"

a'quali l'agiografìa del medio evo deve la età, in cui Tagiogiafia moderna distiu-
massima parte de'suoi tesori. In Italia si gtiesi dall' antica non solo per la ragion
segnalò sopra lutti nel secolo XIV Gu- de'tempi, ma eziandio pel nuovo aspetto
glielmo abbate di s. Paolo di Roma, che e carattere ch'ella presenta sotto più d'un
dalle opere del memorato Bellovacense, riguardo. Il cinquecento fu secolo di gran-
da' vari Martirologi, da parecchie raccol- ^di sventure alla Chiesa, ma insieme di
te anonime, come il Collectariiini ss, Mo- grandi glorie. Senei Settentrione d'Eu-
nachoruni e il Sanctilogium^ e dalle leg- ropa ella fece lagrimevoli perdite, n'ebbe
gende che facevasi trasmettere d'ogni par- largo compenso nelle conquiste dell' In-
te d'Europa, compilò nel 1872 un ampio die Orientali^ à^W America ,(S\ parte del-
Calendario Benedettino, quasi preluden- l' Africa, e dentro Europa stessa ; colla
do in tal guisa a'dottissimi lavori, con cui Propagazione della fede e coll'islituzio-
in tempi più recenti il ó'Achery^ il Bla- ne di nuovi Fescovati o Vicariati Apo-
billonj il B-uinart parlato in tanti luoghi, stolici, i guasti gravissimi della sedicente
e il Bulteau illustrarono i fasti del loro riforma àt Protestanti {[xroì\o pareggiati

ordine , così fecondo di Santi e illustre in gran parte da'beni che produsse la ve-
per dottrina. In Francia Guido di Castres ra riforma cattolica, promossa con tanto
abbate di s. Dionigio, aggiunse al Mar- zelo da'Sommi Pontefici e dal venerando
tirologio di Adone una ricca glossa di 1 concilio di Trento. Imperocché la gran
libri. Gilemanno
Nelle Fiandre Giovanni lotta mossa AdAV Eresia contro il Catto-
canonico regolare compilò un ricchissi- licismo servi mirabilmente a rinvigorire
mo numero di biografìe di Santi, delle in questo gli antichi spiriti e le splendide
quali si giovò poi sommamente Surio. il virtù de' suoi tempi più belli. Alle tene-
lu Inghilteira , Giovanni di Tiumoulh bie degli errori e de' vizi, onde l'eresia
monaco di s. Albano , raccolse e ordinò sfurzavusi d'ingombrare più che mai non
le vile de'Sanli dell'isole britanniche nel avesse fatto la terra e perdere i popoli,
V I T VIT i83
la Chiesa cattolica oppose allora una lu- gioie di santità che sotto quella ruvida
ce straoi'diuaria di saolità e dottrioa; laon- corteccia erano pure ascose. Che se in
de oiun secolo, dopo i primi della Chie- ciò essi trasandarono sovente come sover-
sa, fu per avventura sì fecondo d'illustri chio delicati o schizzinosi, non può ne-
e gran Santi, come il XVI, chiamato dal garsi però che avessero qualche ragione,
teiJ. cardinal Bellarmino il Secolo de e che la ruvidezza della lingua, dello sti-
Santi^ e niun'elà, dopo quella de'Padri, le e delle forme non sia sempre di qual-

gittò tanto splendore di scienza ecclesia- che sfregio e discapito come ad ogni al-
stica, come quella che seguì dappresso al tro libro, così alla biografia de'Santi. La
concilio di Trento, quando gl'ingegni quale rifugge bensì le vane pompe e l'af-

cattolici , specialmente in Italia e nella fettazioni, ma nondimeno vuol dignità e

Spagna , lasciate le profane vanità della decenza conforme al soggetto. Ma peggioi*


coȓ detta rinascenza delle lettere e delle di questo era un altro difetto, mescolan-

arti, si volsero con incredibile ardore a' do in alcune leggende di Santi, alle cose
severi e solidi studi della scolastica, della vere e autentiche, falsità e immaginazio-
dogmatica, delle controversie, dell'erme- ni di menti credule, necontaminava non
neutica, della patristica, della storia, del- le forme solo ma la sostanza medesima,
la critica e di tutte le altre parti di sa- e col falso ed incerto scemava fede anche
gra dottrina , ciascuna delle quali ebbe al vero. Laonde con eloquenti querele

cultori e maestri valentissimi. In questo Melchior Cano, De Locis theologìcis, si


nuovo lustio di santità e di dottrina non dolse altamente che Laerzio e Svetonio
potè che anco l'agiografia, la qua-
fallire avessero scritto con assai più severità, e-
le ha coll'una e coll'altra così intime at- sallezza e integrità le vite de' Filosofi e
tinenze, non ricevesse incrementi e splen- de' Cesari, che non certi cristiani le vite
dore oltre a quanto da parecchi secoli e de' Santi, infardate da essi di menzogne
rale avvenuto. E così fu in fatti. Duran- e finzioui, mentre le glorie veraci de'uo-
te il secolo XVI, e meglio poi nel XVII, stri eroi, diceva egli, sono per sé tanto
allorché, posati alquanto, collo scemarne belle e sublimi che all'altezza de'fatti vie-
il bisogno ,
gli ardori colla controversia ne meno l'ingegnojcd a questo l'eloqueu-
co'protestanli,fu rimasto più libero il cam- za per ben trattarli. Questi difetti però,
po alle pacifice indagini ùeWErudizione^ non è da credere che fossero così gravi e
l'agiografia fu coltivata con nuovo zelo, comuni, come li rappresentano le censu-
arricchita di nuovi tesori, ripurgata dal- re del Cano, del Vicelio, di Lodovico Vi-
le macchie che tra la rozzezza de' secoli ves, e più ancora quelle di Erasmo; a'
precedenti avea contratte, e condotta, spe- quali forse nou eran ben pu-
noti tanti e
cialmente per opera de' benemeriti Boi- rissimi tesori di agiografia, superiormen-
lamlisii^ ad un grado di perfezione che te accennati, che furono messi in luce più
per l'inuanzi non avea mai piti raggiun- tardi; e però quelli formavano il loro
to. A ben intendere questi progressi del- giudizio sopra certe opere di seconda e
la moderna agiografia, la Civiltà Callo- terza mano cheallora aveano più corso
//'c*^, anzitutto volle dichiarare le condi- nel volgo, ed erano tanto più guaste
zioni dell'antica e i suoi difetti. Tra que- quanto più lontane dalle prime loro fonti.
sti in primo luogo nota la rozzezza e Sia comunque di ciò, certo è che fin dal
barbarie dello stile, in cui molte leggen- cinquecento gli agiografi più illustri co-
de del medio evo erano scritte , barba- minciarono a porre special cura sia nello
ne che a' cinquecentisti avvezzi alle e- , sceverare con sana critica il vero dal fa-
leganze redivive del secol d' oro met- , voloso e r autentico dall' incerto, sia nel
teva troppo in fastidio e dispregio le rivestire di nubili e decenti furmu le biu-
i84 VIT VIT
grafie de'Santi, purgandole dalla barba- quel che prima era stato cosa pressoché
ra ruggine de* secoli precedenti. Nella impossibile, e nel cinquecento non fu al-
qual opera utilissima alla Chiesa, si se- tro che abbozzata, nel secolo XVII, la
gnalarono sopra tutti nel secolo XVI Dio mercè, venne felicemente recata ad
Luigi Lippomano vescovo di Verona con effetto con plauso e ammirazione di tutti.

7 gran volumi di
vite de' Santi, raccolte Ciò fu il raccogliere in un gran corpo di
dall'antiche fonti latine e greche, il cui agiografia universale te memorie e gli at*
nipote Girolamo neli56o pubblicò l'S.** ti di tutti i Santi della Chiesa cattolica,
voi.che trovò già preparato; e l'ascetico attinti dalle prime fonti, distribuiti in
Lorenzo Surio certosino, il quale meglio beli' ordine, esaminati e pesati sulle bi-
del precedente, nella solitaria certosa di lance di severissima critica, illustrati eoa
Colonia, dopo aver voltato in elegante tutti i presidii dell'erudizione e della scien-
latino i pili insigni maestri di spirito, za sagra e profana, in guisa che ivi come
Taulerio, Rusbrochio, Susoue ed altri, in un vasto e magnifico santuario cou>
lutto applicossi alle vite de' Santi e ne sagrato alla gloria di Dio ne' suoi Servi,
pubblicò 6 volumi dal i ^70 al 1 575, di- la santità splendesse in tutto il lustro del*
stribuite secondo il calendario romano, la verità e bellezza. Intendo parlare de'
ed inoltre migliorò la collezione del Lip- Bollandisli^ e de* loro immortali Acta
pomano, nella critica, nell'ordine, nella Sanctorum: opera classica, gigantesca
lingua e nello stile. La qual opera, con- di mole e celebratissima di^emioente pre-
tinuata poi, ritoccata e accresciuta da gio presso tutti i dotti, alla quale bastino
Mosauder e da altri certosini, produsse per ogni altro encomi di due sa-
gli alti

diverse edizioni eh' ebbero grandissima pienti Papi Alessandro file Benedet-
voga, e volgarizzate ne* vari idiomi euro- to XIFj il i." de*quali non dubitò pro-
pei dal Ribadineira, dall' Hendorts, dal nunziare: Uùlius opus et Eccle.siae Dei
Vellers, dal Laemmel, dall'Engelgrave, gloriosius nidlunt edituni esse a quo-
dal Duval, dall' Arnaud d'Andilly, cor- cwnque nec etiani incaeptumj e il 2.°
sero sotto diversi titoli per le mani di attestò Magnani semper sibiftasse opi-
:

tutti. Oltre r eleganza e la critica, di cui nioneni de ingenti opere Acta Sancto*
fecerobuon saggio gì' insigni scrittori nini nuncLipatOyqidd optimo Consilio su-
Lippomano e Surio, felicemente ini- sceptuni et incredibili labore continua-
ziando r era dell* agiografia moderna , tunifuit. Benedetto XIV, tanto versato
si ascrive purea loro gran lode l'am- nel vasto argomento, per le sue opere,
piezza e l'universalità del concetto, men- massimesuUa Beatificazione e Canoniz-
tre abbracciarono nelle loro collezioni zazione de' Servi di Dio, e sulle Feste
tutto quel più eh' essi poterono adunare di Gesìi Cristo^ della B. tergine e di
de' fasti agiografici della Chiesa univer- alcuni Santi di Bologna sua diocesi e
saf impresa fino allora intentata, non a- patria, oltre altri encomi e insigni favori
vendo gli agiografi pih fecondi dell' età onde onorò i Bollandisti, volle eziandio
precedenti fatto altro che scrivere vite che venissero loro comunicati da Roma
parziali fare speciali collezioni de' Santi tutti gli atti di beatificazione e di cano-
di una certa classe o epoca
o nazione; e nizzazione de'Santi. R.iparlai óe' Bollan*
del rimanente pareva impresa troppo disti, e del gesuita p. Giovanni Bollan-
malagevole a tentarsi in que' secoli che do, col qual cognome furono appellati gli
r invenzione della stampa non era per altri gesuiti suoi continuatori, ne* voi.
anco venuta ad agevolar la diffusione XXXVII, p. 298 e 299, LXI, p. rj^ e al-
delle scritture e a mettere in pubblica trove, rilevando l'interrotta continua-
luce i codici nascosti nelle biblioteche. Ma zione nel 1794 io Anversa, per le vicea-
V I T V I T 185
de poliliche de' tempi, e la riassunta da verio, del d* Aremberg, Deguberna- del
altri gesuiti oeliSSy in Brusselies, colla tis; dell'ordine de'/^/e<://6W/or/, delMal-

quale hanno pubblicato alcuni volumi venda, del Mamachi, del Corsi ec. la ;

del mese di ottobre. L'opera Boilandia- storia de' Teatini, di Del Tufo vescovo
na nel giro arapissimo del suo disegno d'Acerra ; gli Annali Ae Servi di Maria,
non solo abbraccia e contiene tulli i te- del Giani ; le storie della Compagnia di
sori dell' agiografìa antica e del medio Gesù, ossia de' Gesuiti, sia le latine del-
evo, ma va continuamente assorbendo l' Orlandini e de' suoi continuatori fino

e incorporandosi tullociò che 1' agiogra- al Cordara, sia le italiane del Bartoli; ed
fia moderna a mano a mano produce. altre di altri ordini e congregazioni reli-
Per cui ella è non solo il piti gran lavo- giose, delle quali e come degl' indicati
10 agiografico che siasi intrapreso ne'tem* parlai a'Ioro articoli.Quindi de'Bollan-
pi moderni e antichi, ma vale ella sola disti la Civiltà Cattolica dà di essa e

e contiene tutti gli altri. Quindi il par- della laudata opera minuta contezza, ma
lare di essa, e come feccia Civiltà Cat- io debbo in parte far sosta, sebbene mi
tolica^può dispensare'dal rendere spe- sarebbe dilettevole il riportare non solo
opere mo-
cificato ragguaglio dell' altre le origini, ma la storia, la costituzione e
derne. Riguardo alle quali essa si con- la natura, i disastri e le fortune di que-
tentò d'accennare, come oltre l'innume* st'opera singolare, la quale non ha esera-
revoli vite de'Santi scritte alla spicciolata pio, ne riscontro in tutti gli annali della
in tutte le lingue viventi e da ogni ma- letteratura sagra e profanatanto più che j

niera d'autori ; ed oltre le collezioni più i! parlar di non é solo un rinfrescar


lei

o meno copiose e pregevoli fatte per l'uso la memoria di quel che fu, ma un de-

de'fedeli dal Baillet in Francia, dal Butler scrivere quel eh' ella è tuttavia e che
in Inghilterra, e in Italia da'pp. Massini vuol essere per l'avvenire; egli sarebbe
e Micheli preti dell'oratorio ossia filippi- il parlare d' un fatto vivo e presente, e
ni di Roma, e da altri ; oltre a queste, d' una egregia istituzione, la cui vita e
si trovano tesori copiosissimi d'agiogra- le cui opere come hanno sempre ottenuto
fìa ne' grandi scrittori di storia ecclesia- il favore de' buoni e de* dotti in tutto il

stica, dal Baronio principe di tutti fino mondo cattolico, così hanno ragione di
al recentissimo Rohrbacher, e ne' fasti sperare anche al presente, soprattutto in
degli ordini religiosi e negli storici di es- Italia, dove a sua gran ventura essendo
si, come il p. Helyot, tra'quali, come dis- posta la s. Sede e il centro del culto cat-
s^ dell'età precedente, così vuoisi ripetere tolico, di cui fu tanta parte la gloria de'
anche della moderna, fiorì la maggior Santi, non può non incontrare caldissi-
parte de' Santi che hanno illustrata la mo favore un'opera che alla gloria de*
Chiesa. Notala Civiltà Cattolica quan- Santi é tutta consagrata. Tutlavolla di
^

to a' fasti degl* istituti regolari, gli y4n- volo è almeno indispensabile che mi li«

nali de Benedettini del Mabillon, del miti appena a darne un cenno.


con- Il

Ruinart, del Bucelino ec; i fasti Carnai- cetto dell' Acta Sanctoriini nacque nel-
dolesif del Costadoni e del Mittarelli, ri- l'animo del già lodalo fiammingo p.Ros-
parlati nel voi. XCI, p. 5196 seg.; de' weide gesuita, di vasta dottrina e di più
Cisterciensi, del Le Nain e del Manri- vasti pensieri,ad eseguirei quali fu troppo
quez ; degli eremiti Agostiniani^ di To- corto lo spazio di 60 anni ch'egli visse in
relli; òe*^Carmelitanit di Ermanno da s. operosissimi sludi. Fra questi il più ge-
Barbara; i voluminosissimi Annali de' niale ed assiduo fu l'investigare e racco-
Francescani del Wadingo, da ultimo gliere le memorie de'Santi, di cui le bi-
continuali; fasti At* Cappuccini^ del Bo»
i blioteche di Fiandra gli fornirono gran-
^86 VI T V I T
dissima dovizia ; e poi illustrarle, pubbli- Gesù del suo gran disegno e de'materia-
carle e propagarne a lutto potere l'amo- li che atea preparato per condurlo ad ef-
re e il cultOj sostituendo questo cullo co- fello. Ed ella sobbarcatasi di buon ani-
me tanto più nobile e degno d* uomini mo alla pia e dotta impresa, destinò a
cattolici a quella da lui chiamata Palco- mano a mano per condurla e continuar-
lalriaj con cui secondo il vezzo di quel la fiuo a questi d'i un'eletta di suoi reli-
tempo, non al tutto spento nel nostro giosi, parecchi de' quali lasciarono di sé
specialmente in fatto di Ipatriottismo^ gran fama nel mondo letterario. Primo
le profane an-
molli folleggiavano dietro tra questi è Giovanni Van Bollànd, così
tichità. Tra le molte opere eh' egli lasciò chiamato dal villaggio ove nacque vicino
fìammiughe, la maggior parte
latine e a Julemont nel Limbourg, che die'il no-
appartengono all'agiografìa, di cui la più me a tutta 1' opera ; e ne fu ben degno,
insigne è la sullodala delle P'itae Pa- essendo stato il i
."
se non a concepirla,
trurn, ottima fra quante si conoscono. certo a recarla in essere e in vita, ed a
Merita special menzione il famoso Pro- stabilirla in quelle forme ch'ella poi sem-
dromo che nel 1607 pubblicò ne' suoi pre conservò. Di 33 anni, alla morte del
Fasti Sanctorurriy dove espose il disegno p. Rosweide, fu chiamato da Malines ad
M della grand' opera da lui meditata, trac- Anversa per continuarne l'impresa, co-
ciandone quasi le linee maestre ricerca* : me attissimo a tal opera pe' suoi vasti e
re cioè da tutte le pMli del mondo quan- profondi studi, potenza d'ingegno, mera-
te sono vite di Santi note o sconosciute, vigliosa capacità di memoria, qualità in
edite o inedite ; riscontrarle co'mss., co' cui crasi già segnalato. Egli vi si applicò
codici, co'libri più antichi; reintegrarne con incredibile ardore, cambiando anzi-
le parti e lo stile originale, illustrarle eoa tutto r ordine del disegno del Rosweide,
note, spianarne tulle le difficoltà e cor- e lo ingrandì; poi veduta la gran massa
redarle con ricche dissertazioni filologi- de' materiali die tuttavia mancavagli ad
che, storiche, liturgiche, cronologiche, eseguirlo, si die' a cercarli d' ogni parte
geografiche e di ogni altra maniera. Egli del mondo a mezzo de* suoi confratelli
SI prometteva di compiere il suo diseguo sparsi per ogni paese : per tal modo in
in 17 gran volumi in foglio, de' quali dà breve acquistò immense dovizie agiogra-
la partizione, e di eseguirlo egli stesso fiche d'ogni genere, ch'egli dispose, e co-
nel giro di non molti anni. Ma il fatto minciò il lavoro secondo il suo disegno.
riusciben altrimenti. Sì narra che il car- Aucb'egli promette vasi come
il Roswei-

dinal Bellarmino gesuita, com'ebbe letto de di bastar solo a tant' opera e di com-
il Prodromo del confratello, domandò di pirla prima di morire, sperando ancora,
che età fosse l'autore; e rispostogli ch'e- dopo il termine, nella sua vecchiezza ri-
ra in sui 4o> rispose : Or pensa egli dun- cavarne da tutte le vite il sugo più squi-
que, di vivere altri 200 anni 1 E qui la sito della dottrina ascetica de'Santi,e pa-
Civiltà Cattolica ricorda l'opera: Etu- scerne deliziosamente lo spirito.Tanto era
iles sur laCollection des Actesdes Saints lontana allora alla sua antiveggenza la fu-
par Ics RR.PP.JésuitesBollandisles eie. tura mole dell' opera. E fu ventura che
par le R. P. Doni. Pitra, moine Bène- COSI fosse, perchè alU'imente né a lui né
dectin de la congrégalion de France^ a niun altro sarebbe forse bastato l'animo
Paris i85o. E dichiara : Da questo bel d' intraprenderla. Dopo 5 anni, allesti-
lavoro dell'erudito benedettino noi ab- to per la stampa il mese di gennaio, ne
biamo tratto gran parte di queste noti- mise in luce i primi fogli. Ma allora viep-
zie agiografiche. Il p. Piosweide mori nel più sentì la necessità d' aver un compa-
1629, lasciando erede la CompaguiiI di guo all'opera, trovandolo opportuno nel
V T V I T
I 187
oià suo scolare p. Golifredo Heiischen, tulle le parli del mondo, co* più illustri
il quale nel 1 635 cominciò la sua came- fioriti in dottrina da due secoli in qua io
ra agiografica: il suo i.° lavoro, gli alti tutta r Europa, anche protestanti, sod-
dis. Aniantlo pe'6 febbraio, riuscì un ca- disfacendo a un tempo airinnumerevoU
polavoro che fece stupire il Bollando sles- domande che da ogni parte venivano lo-
so, che anzi volle conformare a quello so indirizzate da altri dotti. Al Bollando
tulli gli ani, e cominciando da' suoi del morto nel 1 665, all'Henschenio nel 1681
gennaio già compiti, li riformò secondo e al Papebrochio, sottentrarono altri ge-
il tipo d'ordine, di precisione e di critica suitiformati alla loro scuola, pp. Jan- i

dell'Heoschen, che rimase poi sempre ning, Baerts, Sollier, Pin, Cuper, Bosch,
come r esemplare e la forma di lutti gli Slilting, Suysken, ed a questi altri pro-

alti Bollandiani. Ali* Henschenio si ag- gressivamente. Essi vivevano in Anver-


giunse nel 1659 il p. Daniele Vau Pa- sa, e la piccola società era governatada
penbroek, altro scolaro del Bollando. Il un chiamato Vanziano,a cui ap-
di loro

Papebrochio fu il più illustre de'Bollan- parteneva il dirigere l'andamento dell'o-


disti per la copia ecelebrilà de'suoi scrit- pera e il presiedere le conferenze in cui a
ti e delle sue controversie; e può dirsene maggioranza di voci decidevansi gli affa-

anche il Nestore per longevità, avendo ri di momento, distribuivansì egiudica-


durato all' opera piU d' ogui altro, cioè vansii lavori agiografici. Museo chiamasi
per 55 anni, morendo quasi nonagenario il vasto e preziosis||mo archivio Bollan-
ueli7i4. Pu scolpito sulla tomba: Quod diano. Mirabile è il metodo e V ordine

Rosweidus praepararal, Quod Bollati- tenuto da questi agiografi ne* loro lavo-
dus inchoaral, Quod Henschenius far- ri e nella compilazione degli atti, i quali
maratj Perfecit Papebrochius. Egli è talvoltaavvenne ad alcuno,che dopo anni
tra' pili splendidi luminari della moder- di laborioso e arduo studio, altri per sua

na agiografia. Il mondo cattolico accolse morte doverono sottentrare a continuar-


gli Ada Sanctorum con infiniti applausi, li. Non può darsene un'idea in poche pa-
cui fecero eco i protestanti, gli eruditi di role. La rigorosa censura ha luogo, pure
Lipsia, ed altri dotti. L* universal credito sulle bozze tipografiche, privata e comu-
e autorità de' Botlandisti indusse Roma ne; in parità di voti, quello dell'autore
stessa a consultarne talvolta il giudizio e decide, per aver colla compilazione più
De seguì la sentenza. Le peregrinazioni a fondo studiato la cosa, e quindi più d'o-
letterarie dell'Henschenioedel Papebro- gni altro capace di giudicarne. Non è a
chio, per raccogliere notizie e documenti dire quanto tesoro di scienza e di erudi-
agiografici, riuscirono trionfali, distin- zione, soprattutto storica, contengono gli
guendosi nel favorirli e onorarli Ales- Ada Sandoruniy e quanto ampiamente
sandro Vii e Roma. Queste perlustra- ponno giovarsene ogni maniera di dotti,
zioni scientifiche, furono poi sempre pra- di eruditi e di studiosi. Non vi è quasi
ticate da' Botlandisti, riconoscendo tali scienza, specialmente sagra, che da essi
viaggicome uno de'mezzi piii edlcaci a quasi da abbondantissima miniera noa
promuovere la loro colossale impresa ; ed possa trarsene, per la gran copia di do-
i nuovi BoUandistì, nelle recenti loro e- cumenti e notizie pregevoli. La storia ec-
splorazionij ripresero coU'opera degli ao* clesiastica è contenuta quasi per intero
tichi il loro metodo e costume. Quel tan* nell'agiografia; ed ivi pure trovansi le

to poi a che non bastavano i viaggi, sup* storie speciali delle diocesi, i cataloghi
plivaulo auipiamenle le corrispondenze e de' Papi , de' patriarchi e de* vescovi j

il carteggio estesissimo che gli agiografi quelle dell'abbazie, città, provincie, de»
d' Anversa teuevauo vivo e continuo con gli ordiui religiosi e altre. Lo stesso di*
i88 V I T V IT
casi dalla storia civile e profana, e spe- di loro storia, per compiere questo brevis-
cialmente quella del medio evo; così del- simo sunto. La deplorabile temporanea
V archeologia, delle liturgie, de' breviari soppressione della veneranda e benemeri-
e uffizi propri. Anche il diritto canonico ta di tutto il mondo, la Compagnia di Ge-
non poco può giovarsi dell'agiologia de- sti, avvenuta nel 1773, fu ili. "colpo mor-

gli y^cta,grandissima è l'utilità da trar- tale ch'ebbe l'opera de'Bollandisti. Il 20


ne la teologia e le questioni dogmatiche, settembre di quel fatale anno, la loro ca-
non meno la cronologia, gli studi biblici, sa d* Anversa, come tutti i collegi delle
la critica e altre scienze particolari. Che Fiandre e dell' impero Austriaco, ricevè
se alcuni censurarono altre volte ne'BoU l'intimazione di chiusura, e ogni cosa fu
Iflndisti l'addurre che fanno talora do- sigillata e confiscata dal governo di T^ien'

cumenti apocrifi e favolosi, anche in que- na. La sorte degli agiografi e quella de-
sto vien data ragione alla loro saviezza, gli Ada Saiicloruni rimase dubbia per
poiché essi nel darli gli offrono per quel 5 anni, mentre da una parte il comita-
che valgono, e poi traendone quel fondo to, a cui n' era stata rimessa la balia,
di vero che sovente pur contengono, e il- inclinava a distruggere l'opera Bollan-
lustrandone il valore archeologico e let- diana, e dall' altra 1' autorità e il favore
terario, come dagli eruditi suol ftirsi del- di Maria Teresa la difendeva e voleva
le favolede* poemi classici, ne cavano conservata. A* raggiri e alle calunnie de*
sempre a vantaggio (Jella storia e dell* e- nemici, prevalse finalmente il senno eia

rudizione preziose illustrazioni. Dagli atti costanza di quella grande imperatrice,


Bollandiani agevolmente si poono rica- la quale apri a' Bollandisti nella badia
vare storie e trattazioni speciali, come lo di Caudenberg un nobile e sicuro asilo.

furono gli Jcta Sanclorwn Beigli, che Essi vi si traslocarono nel 1 778 con tutta
sono la sorgente precipua della storia an- la loro copiosissima biblioteca e immensi
tica del Belgio; ed a loro esempio, pochi archivi, e tosto rimisero mano all'opera.
anni sono, alcuni dotti protestanti ingle» Però ministri imperiali di Giuseppe II,
i

si, che non erano Puseisti, vollero fare con dispotismo s* intromisero nelT opera
altrettanto per l'Inghilterra. E nello stesr loro, e lagnandosi della lentezza degli a-

so modo ne potrebbero estrarre altre


se giografi, decretarono che si pubblicasse
opere particolari, di gran pregio tanto assolutamente un volume per anno e che
religioso che letterario. In tal modo si in IO anni si facesse finita. Nel 1780 Giu-
vennero elaborando e pubblicando nello seppe II soppresse la badia, ed i Bollan-

spazio di presso a i5o anni, 53 volumi disti furono trasferiti nell'antica casa de'

degli Acta Sane tor uni, essendoli i.** usci- gesuiti di Brusselles, dove trassero affan-
co in luce nel 1 643 e l'ultimo nel
794. 1 nosa e oscura la vita fino al i." novem-
Al 53.*" volume, il quale non giunge che bre 1 788, quando il consiglio aulico eoa
a* i5 ottobre, l'opera Bollandiana non decreto li privò delle provvisioni e ne di-
fu terminata, ma violentemente interrot- strusse r istituto, non ostante che a sal-
ta dall' iniquità de'tempi che allora cor- varlo gli stati di Fiandra si offrirono di
revano tristissimi non meno alla società mantenerlo a loro spese. Sperperati gli

che alla religione. Le dolorose vicende, agiografi, il museo ossia tutto il tesoro
la persecuzione, lo sperpero che Bol- i de' libri e mss. Bollandiani fu posto in
landisti dovettero sostenere in sulla fine venditae frullò all'erario oltre a 220,000
del secolo passato, e poi il prospero ri- fiorini. Ma piacque a Dio, che il tesoro

stabilimento che sotto gli auspicii del go- delle glorie de'Santi non andasse disper-
verno Belgico han fatto in questo seco- so. L'abbate di Taogerloo, Goffredo Her-
lo, sono i due tratti che restano a toccare mauS) ne raccolse e acquistò la preziosa
VI T V I T ,89
eredità; ed a sua islanza il p. Cornelio tiche, ed inutilmente ne rinnovò i de-
de Bye, l'olliroo ««zw/zo de'BoIiandisli, creti, essendogli riferito nel1810 igno-
recossi alla badia di Tangerloo nel Bra- rarsi l'esistenza de* mss. di Henschenio

banle per istruirvi alcuni nuovi agiografi, e Papebrochio. Solo nel 1825 si comin-
quasi tulli del venerabile rdine preojo- ciò a traspirare il segreto de'tesori nasco-
slralense, e prosegui con essi l'opera del sti a Tangerloo, e Guglielmo I re de*
Bollando. In falli riuscì loro di pubbli- Paesi Bassi, conosciutone l'alto pregio,
care nel maggio 1794 "" nuovo volu- comprò co'denari dello slato quanto po-
me, ch'è il 53." di tuUa la collezione, de- tè riaversi illeso da' guasti. Poi fattene
dicato a Pio VI ( roa la sopravvenuta due porli, mandò 1*una all' Aja, l' altra
sua cattività impedì che gli (osse presen- die' a Brussellese e fu gran ventura che
tato: 4o ao"i dopo il r. p. Evermode alla 1.", capitale prolestaule dell'Olanda,
Baehx, uno degli ullimisuperslili di que' toccassero gli stampali, mentre mss. e i

venerandi canonici regolari, lo presentò gli originali unici al mondo, restarono


a Gregorio XVI), e speravano forse nel- quasi tulli nella cattolica metropoli del
la pace segreta de' loro cuori continuare Belgio. Questo divisosi poi dall' Olanda
per lunghi anni felicemente la nobile im- e costituitosi in benché sotto re
regno,
presa. Wa la tempesta della rivoluzione protestante, fece rifiorire nel suo seno
scatenatasi orribilmente sopra tutta l'Eu- quel sincero e fervente cattolicismo che
ropa, venne tosto a turbare e disperdere fu sempre una delle glorie della nazione
i Bollandisli di Tangerloo. Il 6 dicem- fiamminga. Allora altresì si ridestò più
bre 1796 un commissario del potere ese- \ivo il desiderio ne' belgi di risuscitare
cutivo soppresse e confiscò la badia e ne nella loro patria i Bollandisli ; e tanto
cacciò i canonici regolari, fra' quali era- più s'infiammarono (per opera spe-
vi

no gli ultimi Bollandisli. Questi si disper- cialmente del rev. De Barn rettore ma-
sero, e solo uno di essi, il premostralense gnifico dell* Unh'ersilà di Lovanio^ lo-
Cipriano Van de Goor, potè sopravvi- dalo in quell'articolo), quando seppero
Tere e veder nella sua patria rinata do- che a Parigi una società agiografica sta-
po 40 anni 1' opera Bollandìana. !Nella va per formarsi, ed era grandemente fa-
dispersione degli agiografi, i loro libri e vorita dal dotto Guizot ministro dell' i-

scrittirimasero in gran partea Tanger- slruzione pubblica, proponendosi ripi-


loo (altra fu trasportata in Westfalia,e gliare e continuare l'opera di Bollando.
flou potè poi ricuperarsi, che diminuita Giustamente gelosi dinon lasciarsi rapi-
e danneggiata), ed ivi tiovarono nascon- re dallaFrancia una gloria patria e un van-
diglio segretissimo nelle povere capanne to cobìcelebre,sollecitaronoropera,eil go-
d' alcuni pii contadini, quali con som- i verno verso la fine del 1 836 invilo espres-
ma fedeltà e gelosia li custodirono come samente ì ripristinati pp. della Compagnia
un sagro tesoro. Per quasi 3o anni l'o- di Gesù a riassumere e compir l'impre-
pera Bollandiana rimase come estinta, sa de' loro maggiori, promettendo tulio
senz'altra speranza di vita che gli arden- il suo aiuto. La Compagnia accettò vo-
ti desideri! di quelli che lamentandone lonterosa la proposta, e scelti tosto 4 u*
la perdita sollecitavano la restaurazione, giografi, ricostituì nel collegio di s. Mi-
non solo cattolici ma di poca o ninna chele a Brusselles la piccola società de'
religione. Intanto Napoleone 1 volle aspi- Bollandisli,com' era fiorita in Anverso.
rare al vanto di suscitare l'opera de'BoI- L'8 maggio 1837 le camere belgiche vo-
landisti) adi rialzarla tra le rovine della tarono a' nuovi Bollandisli, come ad o-
rivoluzione. Perciò fin dal suo consolalo pera pubblica, una stabile provvisione;
nel 1800 ordinò all' uopo diligenti pra- ed essi a* i5 ottobre festa di s. Teresa^
,

190 VIT VIT


da' cui atti appunto dovefano ripigliar la rivista della Fila di s. Chiara di A-
le mosse, mìsero mano al lavoro. Nel se- sisì, scritta da Fincenzo Loccatelli suo

guente i838 pubblicarono il loro pro- concittadino, Asisi 1 854, dottamente ra-
spello: De proseciilìone Operìs Bollati- giona sulle tradizioni de* popoli, riuscite
diani qiiod Ada Sanctorum inscrìbitiir, pienamente certe e incontestabili, sul
in cui diedero Telenco di tulli i Santi e possedimento di Corpi Santi, ne' loro fe-

Beati, cui atti restavano a illustrare per


i lici ritrovamenti, come avvenne in quel-
compiere V anno agiografico e con esso lo della Vergine d' Asisi, che celebrai tra
l'opera Bollandiana, e sommano a olire le Traslazioni delle Reliquie de' Santi.
3700. Promisero pubblicar un vclume VITELLESCHl Vitelli Giovanni o
circa ogni 4 anni, ma per le ragioni ri- GiANViTELLO, Cardinale. Nacque nobil-
ferite dalla Ch'illà Cattolica^ il i.° vo- mente in Corneto(F.)^ d'antica famiglia
lume non potè venire in luce che indi a oriunda di Foligno (F.) ^ e della quale
7, cioè nel i845. Desso contiene gli alti traila pure il Marchesi nella Galleria
di 59 Santi di nome certo, e di 89 5 Mar- dell* onore. Per le sue celebri e strepi-
tirianonimi appartenenti a' i5 e 16 ot- tose azioni ne trattai in molti articoli, al-
tobre. Tra questi primeggiano gii alti di cuni de'quali proseguirò a citare. Uomo
s.Teresa, opera classica de* pp. Vander destro e soramameole attivo nel maneg-
Moere eTinnebroeck, la quale destò l'am- gio degli affari, dolalo di valore, corag-
mirazione della dotta Europa, e mostra gio e altre grandi prerogative, le adom-
che inuovi Bollandisti lungi da esser da brò suo naturale aspro e rigoroso, mo-
col

meno degli antichi, ponno emulare i mi- strandosi più prode guerriero, che zelan-
gliori tra essi. 11 seguente volume, eh' è te ecclesiastico, come ad una voce si espri-
r8.°di ottobre, uscito in luce neh 853, mono Ciacconio, Eggs, Ughelli, Murato-
comprende gli atti di 146 Santi oltre a ri,ed altri scrittori. Per le sue qualità,
moltissimi anonimi, che appartengono a' ne'tempi calamitosi in cui fiori, rese se-
1 7, 1 8 1 9 e 20 ottobre.Si crede bisognare gnalati servigi al dominio temporale del-
poco più d'un altro secolo per compiere la la s.Sede e ad Eugenio IV, nel cui pon-
5.'^ parte che manca a terminare l'anno operò quelle cose utili e famose che
tificato

agiografico, se nessun turbine di guerra o andrò accennando, pel dettaglio potendosi


di rivoluzioni, come nel 1848, non ne leggere gl'iudicali articoli e quelli che ri-
turbi o interrompa il cammino. L' uni- corderò. Per la lunga assenza de' Papi da
versai favore con cui l'Europa accolse l'o- Roma (F.), pel pernicioso gran Scisma
pera Bollandiana, fa sperare prosperi i (F.) d'occidente e sue fatali conseguenze,
futuri progressi; e 1' Italia, come nel se- tutte quante derivate dalla fatalissima
colo passalo, non mancherà del suo favo- residenza di 7 Papi francesi in Avigno-
re ad un'opera che contiene la gloria de* ne ( V.) e nel Fenaissino (F.), quasi tut-
Santi, lo splendore della Chiesa cattoli- to lo stato pontificio Irovavasi domina-
ca, e quegli sludi che sempre fiorirono lo colla violenza e crudeltà pel diritto
nella bella regione, come nella sede lor della forza, da' prepotenti signorotti, ti-

propria. Nel secolo scorso a Venezia s'in- ranuelti, regoli e Ficari temporali (eu-
traprese l'edizione de' Bollandisti, e fu datari che aveano usurpalo. Succes-
l'

la sola che si aggiunse a quella d'Anver- so nel benigno Martino V, che


i43i al

sa ; però non procede oltre il volume 4*° l'avea fallo protonolario apostolico, Pa-
di settembre, e de' seguenti, s'incominciò pa Eugenio IF {F.) d' animo grande e
a supplirvi dal Greuse con bei tipi, edito- di elevali spirili, subilo affidò al Vitelle-
re e tipografo di Brusselles. Inoltre la Ci- sihi, qual capitano Generale di s. Chie-
villàCauolica^ serie 7..\ 1. 1 i,p. 88, nel- sa^ il comando supremo di tutta la Mi-
V I T V 1 T •9'

lì'zfa pontifìcia (/^'.), con Tesprcsso 5nca« le fece condannare a morte molle per»
lieo di domarne 1* oltracotanza , di spo sone, e tra queste alcune indegnamen-
gliarii delle invasiooi falle a danno della te ragguardevoli, per cui si formò de'

sovranità papale, e di frenarne l'orgoglio potenti nemici, da lui però disprezzati.

e castigarli nella loro ribelle prc'^unzio- Uibellalosi a Eugenio IVanche Giacomo

ne, come fece co'signori di Sinigaglia e de Vico potente Prefetto di Roma (^F.)^
altri vicari agognavano
temporali che che tiranneggiava Fiterho (F.) qua- ,

l'indipendenza.Eugenio IV inoltre nel- le legato di esso e della provincia del


lo stesso anno i43i Io fece vescovo di Patrimonio, Io prese in Velralla e col-
Macerata (F.) e Recanali (F.), e nel la famiglia lo fece condurre in Soria-
1432 commissario e governatore della no e ne ordinò 1' uccisione. Nel i436 i
Marca, quindi nel 435 patriarca d'Ales-
1
Colonna avendo ricoveralo in Pale»
sandria i/ipflr;/7'Mi",non mai d'Aquileiaco* strina (F.) Poncelletto primario auto-
roeerroneamente riportarono alcuni scrit- re della rivoluzione di Roma , e conti-
tori, confutati da Cardella nelle Memorie nuando a mostrarsi nemici al Papa, mar-
storiche de* Cardinali^ insieme a chi lo ciò il patriarca coll'esercilo pontifìcio sui
pretese arcivescovo di Taranto. Bensì loro feudi, assediò e prese Palesfrina e fe-

nello stesso i435, rinunziate le chiese di ce morire Poncelletto. Indi nel 1437 per
Macerata e Recanati, fu elevato ad arci- sospetti di nuova ribellione del tutto di-
vescovo di Firenze (F.) : e sebbene egli strusse Palestriira, facendo trasportare le
più sovente trattò la Spada che il Pa campane e le reliquie della cattedrale ia
.^^orrt/e, ne quasi mai fece residenza nella Corneto sua patria. Pacificata Roma, già
diocesi, pure i recanatesi furono sempre gravemente oppressa da'Colonna eda'Sa-
contenti di come vescovo e come su-
lui velli, liberò le provincie di Marittima e
periore temporale, e la sua memoria re- Campagna, di cui ebbe d governo, pari-
stò in molta benedizione. Nelle chiese che menti da tali brtroni tenute in turbolen-
governò stabili leggi utilissime per la re- ze, non che dal conte Antonio di Ponle-
golare condotta de* cleri, ed a vantaggio dera che le tiranneggiava , il quale fece
delle greggi alle sue pastorali cure adi- impiccare a Fresinone (/ .). Frattanto
date. A sua istanza nel declinar del i435 Eugenio IV trovandosi in Firenze a' 9
Eugenio IV smembrò la sua patria Cor- agosto 1437 lo creò cardinale prete del
lieto dal vescovato di Fitcrbo e Tosca- titolo di s. Lorenzo in Damaso, colla
nella^ l'eresse in chiesa vescovile, e l'uni commenda del vescovato di Tran in Dal-
a quella di Monte Fiascone (da ultimo mazia, lasciando la chiesa di Firenze, a
però da questa separata, ed unita all'al- cui sollenlrò famoso cardinal Mezza-
il

tra di Civitavecchia). Ribellati nel 1 434 rota {F.y già vescovo di Trau. Raccon-
i romani all'ottimo Eugenio IV, questi si tai ne'vol. XVII, p.i5i,LVllI, p. 3i8,

salvò colla fuga a Firenze, e quando (he il senato e popolo routano facendo
pentiti gl'insorti ritornarono alla sua ub* plauso a tal meritata promozione, fecero
bidienza passati pochi mesi, il Papa spe- pubbliche feste, gli decretarono una sta-
dì in Roma il patriarca Vitelleschi colle tua in Campidoglio, con la singolare iscri-
milizie della Chiesa, e ad onta de' ghibelli- zione di padre della patria dopo Cesa'
ni Colonna e Savelli, vi entrò in trionfo, re e /augusto; aggregarono cornetani i

indi soggiogò e punì que* principali ro- alla cittadinanza romana, con tutte l'im-
mani^ ciecamente per le loro passioni av- munita e prerogative ; e stabilirono an-
versi al papato. Quale Fice-Canierlcn nua oblazione a Ila chiesa d'Araceli, in me-
go, articolo che va tenuto presente, 6r moria d'aver fugato a Palestiina l'eser-
Governatore di Roma {F.)j incsurabj- cito de'Colonnn. Inoltre il Papa nominò
192 V l T V 1 T
il cardinalesuccessivauiente legato di Ro- ne r incolpazioni, con replicati ricorsi; a
magna, della Marca e di Bologna, ovun- tutto questo si aggiunsero le lettere scritte

que distinguendosi per segnalate imprese, dal cardinale in cifra e intercettate, e mol-
proseguendo a spogliare e cacciare gli u- to più i segreti trattati che si dicono da luì
surpatori delle città e terre della Chiesa, conclusi col famoso NicolòPiccinino capi-
con felice riuscita. Eugenio IV lo destinò tano generale del duca di Milano, nemico
poi legato a Benevento^e quando nel 439 1 acerrimo d'Eugenio IV e della s. Sede, il
il Papa prese a proteggere il partito di quale agognava al dominio d'Italia. I qua-
Eenatod'xAngiò, contro Alfonso V re d'A- li occulti maneggi, scoperti dal celebre e
ragona altro pretendente al reame di Na- possente cardinal Mezzarota emulo e ,

poli, da Benevento spedi in suo aiuto il avversario tenacedel cardinal Vitelleschi,


cardinale con numerose milizie. Entrato contribuì alla sua rovina, e con Cosimo
nel regno, e dopo fatti molli progressi e il Vecchio persuase il Papa dimorante ia
occupale varie terre, si belle apparenze Firenze, a definitivamente farlo arresta-
presto tramontarono a Renato, perocché re vivo o morto, ma con tal segreta cau-
mancante di denaro,ch'è sempre il nerbo tela che ne fu adìdata l'esecuzione al so-
principale della guerra, e dall'altra parte lo Antonio Rido castellano di Castel s,
venendo ilPapa gravemente molestato da angelo (sepolto nella chiesa di s. Maria
frequenti tumulti e ribellioni nelle terre Nuova). Mentre il cardinale a' 19 marzo
della Chiesa, fomentate da Alfonso V e i440j cavalcava co'suoi famigliari, pre-
massime da Filippo M." Visconti duca di ceduto da un esercito di 6000 uomini,
Milano, si trovò in necessità di rivolgere cioè 4ooo cavalieri e 2000 fanti, co'qua-
le sue cure a frenare siflàtti torbidi e alla li portavasi da Roma nella Toscana, per
conservazione del proprio stato. Pertanto soccorrere il Papa in Firenze minacciato
Eugenio IVnel 1439 richiamò il cardinale dal Piccinino, ed i fiorentini stessi in virtù
nell'Umbria ed in
colle milizie, e lo spedì della lega collo stesso Eugenio IV, giunto
Spoleli( F.), dove espugnata la rocca pre- sul Ponles. Angelo, fu incontrato nel prin-
se il famoso abbate Pirro e l'inviò pri- cipio di esso e con apparente onorificenza
gione in Castel s. Angelo; non che fece dal castellano Rido. Questi al cardinale
pronta e severa vendetta de'conti Trinci avvicinatosi^ trattenendo mollemente le

signori diFoligno poiché mandato il


,
redini del suo cavallo, intraprese a ra-
conte Corrado colla famiglia nella rocca gionare con lui sul buon ordine e cu-
di Sonano (^^.), lutti fece uccidere. Nel- stodia propinqua fortezza. Per-
della
l'auge e colmo di sua fortuna, il cardina- venuto il cardinale al termine del pon-
le ne sperimentò la volubilità, sebbene te verso Borgo, afferrata allora dal Ri-
onnipotente in pace e in guerra, come do con gagliardo impeto la briglia del
osserva barone dìReumoiat, Della Di-
il cavallo, gli riuscì di trarlo dentro pri- i

plomazia ilnliana. Dappoiché, secon- mi recinti del Castello, e nel tempo stes-
do non pochi storici, il cardinale dive- so dato il segno e calata sul momento
nulo sospetto a Eugenio IV, che mac- la cataratta o ponte levatoio, si vide il

chinasse d'impadronirsi delle ricuperate cardinale ciicondato da una truppa di


città e luoghi, e per avere nei regno di soldati, da* quali senza punto smarrirsi
Napoli rilasciato in libertà il principe di bravamente difendendosi colla spada al-
Taranto nemico degli Angioini, che avea la mano, da essi rimase sconciamente fe-

fatto prigione, il Papa pensò ad assicu- rito. Introdotto quindi neli' interno del
rarsi di lui. Ne profittarono numerosi i Castello, lagnò amaramente di essere
si

nemici e gl'invidiosi della potenza e som- ^tato vilmente tradito, e alle blande pa-
ma autorità del cardinale per aggravar- role colle quali studiavasi Pvido di censo-
V I T V I T i^S
con gifln presenza di spirilo.
larlo, rispose esacerbalo, appellò al conciliabolo di Ba.
Tassati però circiì 4 S'orni tlal suo arresto, silea, e dall'antipapa Felice V fu resti-

a cagione delle riportale ferite, o vera- tuito noininahneule a'vescovali e crealo


lupiile per veleno, che secondo alcuni gli anticardinale, per cui ne feci la biografìa
fu propinalo, finì miseramente suoi gior- i nel voi. IV, p. 69, e con lodi percbè vir-
I

ni e la sua tempestosa carriera politico- tuosamente abbandonatolo scisma, tor-


ecclesiastica-militare, come scrivono Bec- nò all'ubbidienza della s. Sede nel pon-
chetli, Storia del concilio di Basilea e tificato di Nicolò V, che lo reintegrò ne'

di Firenze^ l'Eggs nella Porpora dotta^ vescovati, ed in essi ebbe a successore il


il p. Albi gesuita negli Elo^i de' Cardi- parente Angelo Vitelleschi, narrandopu-
ìtali. Come seguì l'arresto, e come mori re le sue edificanti operazioni e che fu tu-
lo narrai pure nel voi. XXV, p. 5i. Va mulato a'piedi dello zio. Riparlai di Bar-
letto il Bussi ueW Istoria di Viterbo^ p. tolomeo nell'articolo Viterbo, cioè nel
244 e 245, il quale riporta quanto la- paragrafo Monte Fiascone. Del resto fu
sciò scritto su questoavvenimento il vi- strana ingiustizia, con cui il nome dei
terbese Pier-Giampaolo Sacchi capitano cardinal Vitelleschi fu perseguitato ia
del cardinole, che con lui fu fatto prigio- vita e dopo morto : in vita dall'odio de-
ne, e dopo circa 9 mesi di carcere ne gli emuli che ne temevano la potenza;
uscì pagando al Rido e al fisco 8,000 dopo morto dalle calunnie degli storici
ducali. Aii'erma, che il cardinale perì per che ne denigrarono la fama e di mano

le calunnie de' fiorentini, i quali insi- in mano tramandarono cos'i depressa


la

nuarono al Papa, eh' egli non poteva fino a'giorni nostri. E ciò appunto mos-
tornare in Roma, per esser il cardinale più se a indagarne con più accurato studio
forte e più potente di lui. Trasportato il la vita, il dotto e critico canonico di Re-

cadavere nella chiesa di s. Maria sopra Mi- canali Giuseppe Antonio Vogel di Alt-
nerva, senza alcuna pompa funebre, fu kirch diocesi di Basilea, che celebrai in
poi trasferito a Coi neto sua patria e se- tanti luoghi, e recentemente da pari suo
polto nella cattedrale inunavellodi mar- l'egregio letterato marchese Filippo Raf-
mo, con breve epitaffio, ove si legge che faeli i col Commentario storico su la vita
morì ueli44o, sebbene alcuni pretesero e gli scritti del can. Fogel^ Recanati
che il tragico e deplorabile avvenimento 1857. Ora fra tali preziosi scritti, vi è il

successe neli438o nel 1439. Nota il Leo- naagnifico trattato: De Ecclesia Reca-
Dt\ escomi di Recanati^ p. 1 55, che
pai di, natensi et Laur etana earumque Epi-
questo grande uomo, venuto in sospetto scopiSf Commeniarius historicus, Re-
a Eugenio IV che volesse levargli il pa- cineti 1859. Con questo trattato dun-
pato, fu preso a tradimento e morì mise- que, di cui ammiro il ragguaglio nel-
rabilmente a'25 marzo i44o comevuole la Civiltà Cattolica, serie 4'*» l. 6, p.
la Cronaca Fermana, o al dire d'Ughelli io4, ne dirò alquante parole. Il eh. e
1' I I aprile, secondo repilaflìo sepolcrale. benemerito Vogel, propostosi di giudi-
Biftirisce Cardella, che il cardinale lasciò care un cardinal Vitelleschi non dalie
tra denari e gemme una somma di so- dicerie degli scrittori^ ma dagli atti di
pra 3oo,ooo scudi, oltre i beni stabili, lui, il condusse a formarsi del cardinale
co'quali molli si arricchirono. Il nipote un tutt'altro concetto, fino a stimarlo
Bartolomeo Vitel-
dell'infelice cardinale, per uomo sommo, e tale che se fosite stato
leschicornelauo, vescovo ó'i Monte Fiato- assunto al pontificato, come spera vasi,
ne e Coniefo, preso forse anch'egli in so- avrebbe avuto tra' Papi pochi pari, quan-
spetto da Eugenio IV, fuggì e neh 44^ to al vantaggiar la Chiesa pe'tempi che
fu spogliato «lei vescovato. Di ciò vieppiù allora correvano, perchè avrebbe pro-
VOL. CI, i3
•194 V T I V 1 T
Labilmente poslo fine alle calamità che rocia, gli attrasse, e da cui il Vogel va"

laceravano il l'apato e V Italia. A non lorosamente lo difende, sebbene non tut'


lipeteic poi il già indicato, e meglio de- ti gli alli del porporato sembrino pro-
scritto a' suoi luoghi, mi limiterò appe- priamente scusabili, specialmente qyal
na ad accennare alcuni de'precipui pun- uomo di Chiesa, la colpa piuttosto deb
ti di difesa del Vogel, die mi presenta he ascriversi all'infelicità de' tempi e al-

r encomiala Civiltà Cattolica. Se Mar- le qualità feroci de* nemici con cui egli
lino V erasi felicemente adoperalo non prelato guerriero dovette combattere,
solo a spegnere le deplorabili reliquie del che non a vizio di lui. In breve, il ri-

più nefasto degli scismi, ma anche a re- tratto dipinto dal Vogel, si accosta più
staurare il temperai dominio di s. Chie- al vero, di quello fin qui dato dalla mag-
sa, nondimeno arduo compito toccò
tal gior palle degli storici. Il cardinal Vi-
principalmente al magnanimo Eugenio telleschi soilì una morte indegna de'suoi
IV suo immediato successore ; mentre meriti, ma per nulla meravigliosa a chi
egli da una parte ebbe a con)baltere col ben conosce costumi del secolo XV,
i

conciliabolo di Basilea, che produsse mentr' era luogotenente pel Papa in Ro-
l'ultimo antipapa Felice VdiiS'tìii'o/tì'f/-''.^, ma, e quando s'avviava per soccorrerlo
dall'altra dovette stare di continuo in nel suo asilo ma quanto alle cause e ai
:

suir armi contro i venturieri e i princi- modo, varie e incerte ne sono le narra-
potli, primeggiando fra'primi Francesco Vogel però sostiene
tive degli storici. Il
Sforza, Foitebraccio e Piccinino, fra' se- con buone ragioni, che la cosa fu fatta
condi gl'irrequieti Colonnesi co'loro par- inscio Poiitifice^ e ne arreca tutta la col-
tigiani, ed altri, che gli straziavano lo pa al cardinal Mezzarola, divenuto Ca-
Stato dalla divina provvidenza stabilito merlengo, e a' timori di Cosimo. Sia co-
pel libero esercizio del governo univer- munque, conclude la Civiltà Cattolica
sale della Chiesa. Il purgarlo da tanti e «egli è però cerlo,che il Vitelleschi non fu
sì potenti nemici era pericolosa e diffi- mai traditore^ e che ottimamente meri-
cile impresa, né ad Eugenio IV riuscì di tò della s. Sede. Paolo lì, Sisto IV, Giu-
compierla, che anzi intorno ad essa eb- lio lì, Leone X
eCleuiente VII l'onora-
bero ancora a travagliarsi molli suoi suc- rono de* loro elogi ; e questi ben ponuo
cessori fino a Giulio li, il quale final- compensarlo delle calunnie, onde molti
mente potè nettar la Chiesa da tiranni. scrittori ne hanno vituperata la fama, e
Tuttavia Eugenio IV vi si adoprò con dalle quali il Vogel si è felicemente ado-
animo invitto, per quanto tempi gtiel i perato a purgarlo". lu questa biografia,
permisero, e fu poderosamente aiutalo già scritta da molli anni, avendo dovu-
dal senno e dal valore del cardinal Vi- to parlare col comune degli storici, pel
lelleschi. Quest'uomo di tempra ferrea, suo complesso, in buona parte ne pro-

d'animo intrepido, d'indole severa^ che vairipugnanza nel fondo del mio animo.
da giovinetto avea studiato la guerra Questo ora mi gode, per terminarla, eoo
sotto il Tartaglia conte di Toscanella aggiunte di due rispettabili e autorevo-
(/^.), divenutone maestro, era ottima- li testimonianze, che attenuando nota-
mente al caso a' disegni del gran Pon- bilmente Tincolpazioni al gran cardina-
leflce, e ne die' subito splendida prova le, ne fanno risplendere le singolari ed
appena ebbe il comando della Truppa eminenti benemerenze.
pontificiaf con quell'imprese guerresche VITELLOZZI ViTEL.LOzzo, Cardina-
tratteggiate di sopra, in uno a' mirabili le. Di Città famo-
di Castello e figlio del
successi. 1 biasimi e le accuse che la sua so capitano Alessandro Vitelli, che avea
severità, da altri chiamala crudeltà e fé- reso considerabili servigi a Ciemcute V1I|
VIT VIT ,95
Paolo in, e Giulio Ilf, e la cui famiglia pagna, la prefettura del tribunale di se-
aulica e illustre avea signoreggiato la pa- gnatura di grazia, la congregazione del s.
tria, mentre Vilellozzo Vitelli signore del- Offizio,colla proletloria del regno di Fran-
la medesima fu empiamente strangolato cia presso la s. Sede, per cui neh 567 gli

in Sinigaglia (/^.) d' ordine di Cesare fu da s. Pio V conferito il vescovato di


Borgia. Attesa l'illibatezza de'suoi costu- Carcassona, vacalo per rinunzia del car-
mi, ilsublime suo ingegno, la perizia nel- dinal Borbone, che ritenne per soli due
le leggi da lui apprese nell'università di anni. Raccolse il cardinale con immensa
Padova, e la soavità e dolcezza de'costu- spesa e fatica dagli archivi e biblioteche
mi poco dopo il suo arrivo in Pxoma,
,
sì pubbliche conie privale, non solo d'I-
sparsasi dappertutto la di lui fama, fu da talia ma anco d'oltremonti, notizie rare
Giulio 111 fatto cliierico di camera, e nel e preziose sulla vita e geste de'Papi e car*
i554 io età di 28 anni promosso al ve- dinali, quali con gravissimo danno della
scovato della patria. Paolo I V a* 1 5 mar- storia e della repubblica letteraria
anda-
zo I SS'j lo creò cardinale diacono de* ss. rono disgraziatamente perdute, e di cui
Sergio e Bacco, col dono d' alcuni uffici egli medesimo avea cominciato a coorpi-

camerali vendibili, la somma de'quali a- lame le biografie, come afferma Lodo-


scesea 2 0,000 scudi. Pe'falli enormi scrit- vico Jacob nella sua Biblioteca; ùWe qua-
ti dal Fleury nella Storia ecclesiastica li, siccome prevenuto dalla raorte,non po-
su questo cardinale e rilevati da Cardel- tè dar l'ultima mano, con quella profon-
la, ben a ragione questi dichiarò su tale da erudizione ecclesiastica che lo distin-
storico, ab uno disce omnes. La sua au- se, laonde nell' assenza del cardinal Ca-

lorilà presso Paolo IV fu tale e tanta, raffa esercitò 1' uffizio di prò biblioteca-
ch'egli non faceva cosa pubblica o priva- rio di s. Chiesa. Die* però alla luce le 0-
ta, senza prima riportarne l'approvazio- pere del cardinal Torrecremala, dopo a-
ne del cardinale, il quale colla sua pru- verle fatte prima correggere ed emenda-
denza e destrezza, dopo lunga e micidia- re, intitolandole a Pio IV. Oltre la scien-
le guerra nella Campagna romana, che za delle leggi, in cui era profondamente
descrissi nel voi. LXV, p. 235 e seg.. Ira versato, possedeva le lingue greca e la-
Paolo IV e il fiero duca d'Alba viceré di lina egregiamente, e dedicavasi assidua-
Napoli per Filippo II, contribuì a stabili- mente alla lettura de' più celebri e insi-
re vicendevole e tranquilla pace. Pio IV gni autori potendolo fare agevolmente
,

dopo averlo neli56o trasferito al vesco- per che senza badare


la scelta biblioteca

vato d'Imola, che rinunziò dopo due an- a spesa erasi dottamente formata per suo
ni, gli conferì nel i564 la carica di ca- uso. Splendido mecenate de'letterati, ne
merlengo di s. Chiesa, ma collo sborso di manteneva decorosamente buon numero
70,000 scudi d'oro, i qiiali furono accet- in propria casa , e gli altri che da tutta
tati Papa essendo allora l'uffizio ve-
dal Italia a lui ricorrevano, trovavano pres-
nale, affine di non gravare di nuove im- so di lui asilo, protezione e soccorso.Do-
posizioni i sudditi, come dichiarò a'suoi po essere intervenuto a'conclavi di Pio IV
nipoti i cardinali s. Carlo Borromeo e e s. Pio V, un'immatura morte lo rapi
Serbelloni, che aveano mostralo sensibi- dal mQpdoin Roma neh 568 d'anni 87,
le rincrescimento di tal vendita. Peròl'au- illustre non meno per la pietà, che pel
torizzò, che nello spazio d'8 anni potesse sapere, e per la sincera amicizia che avea
rivendere ilcamerlengatoallo sfesso prez- contraila con s. Carlo Borromeo. Fu se-
zo, a porporato idoneo a quell'importan- polto nella chiesa di s. Maria in Via La-
te uffizio, e di pili gli assegnò la legazio- ta, sua diaconia a cui era passato, senza
ne della proviucia di MariUiina e Cam- alcuna fuuebre memoria, la quale però
196 V I T V IT
rimase imperilura nella bolla concisto- per per andare in Grecia, vi passavano
riale spedita a suo favore da Pio IV, che vicinissimo.Le truppe russe se ne impa-
con somme lodi ne innalza le virtù di cui dronirono nel 1654, sotto il regno del
andava adorno. czar Alessio Michelowitz,il quale vi sog-

\nEVSCOoV\TElìSK,r{tebscunt, giornò per alcun tempo nel i656, edi co-


Cina vescovile della Russia, in Europa, là proseguì il suo cammino per fare l'as-

capoluogo del governo e del distretto del sedio di Dinaburgo. Ricuperata la città

suo nome, nella parte occidentale della da' polacchi, dipoi nel 1773 la czarina
Russia^ nell'antica Lituania^ paese che Caterina II se n' impadronì e l'incorpoiò
soggetto per gran tempo qual Palstinafo all'impero di Russia. — Fu anticamente
alia Polonia^ passò sotto il dominio del- città vescovile della provincia della R.us-

rimpero russo collo smembramento del siaBianca nella Lituania, il cui vescova-
1773. Giace la città sulledue sponde del- to venne istituito nel secolo X, secondo
la Dwina meridionale, a 98 leghe da Ri- Commanville, suffraganeo della metro-
gaj e 120 da Pietroburgo. Il fìumicello poli di Riovia, e di rito greco-ruteno. Il

Vileba, che, a quanto si dice, die' il suo p. Le Quien, ntWOriens Christìaniis, l.

nome alla città, la traversa, ed in essa si i,p. 1288, registra due vescovi, cioè N.
scarica nel fiume. La parte situata sulla che occupava questa sede nell' epoca io
sponda sinistra della Dwina è la piti con- cui Stefano Batori re diPolonia s' ini-
siderabile; vi si trova il castello, circon- pjidrorjì della città e del ducato di Polo-
dato da elevatissimo terrapieno, ed in sko; e Gregorio, che assistè al concilio
questo quartiere eranvi il monastero del- di Kiovia, sotto Michele III metropolita-
le monache dell' ordine di s. Benedetto, no della Russia Bianca nel 1594, qoindi
la casa e collegio de'gesuiti, i conventi de' nel 1595 sottoscrisse la lettera al Papa
trinitari, de* domenicani, de' plebani, ed Clemente Vili relativa all'unione catto-
i monasteri delle monache di s. Marzia- lica de' ruteni alla s. S&àe. Questo Gre-
no, de' bernaidiani, de' basiliani e di s. gorio è altresì qualificato come vescovo
Marco. Il quartiere della città, che giace di Polosko, il che fa supporre che fin
sulla sponda destra del fiume, è più uni- d'allorr* quelle due chiese fossero unite.
to dell'altro, e contiene case assai belle di Per tali certo sono riconosciute dalla s.

pietra, e convento già de' piarisli, tro-


il Sede, anzi divenuta Polosho arcivesco-
vandovisi pure una diesa russa pel pre- vato, la sede di Vitepsco ne fu dichiara-
sidio. In tutto conteneva Vitepsco 8 con- ta sulhaganea. Però le annuali iVof/s/f di

venti e monasteri di religiosi e di reli- Roina^ che riportano il catalogo degli ar»
giose, e 3 chiese latine cattoliche, 1 1 chie- civescovi e de' vescovi, tanto nel secolo
se di greci-ruteni uniti, e 2 monasteri di passato, che nel corrente, registrano Vi-
monache di tal rito ; un ginnasio, 3 sina- sempre unito a Polosko, senza mai
tepsco
goghe, ospedali, magazzini, concie di pel- nominarne alcun vescovo particolare. Ma
li assai considerabili, ed una fabbrica di come deplorai a suo luogo, nella defe-
mattoni. Annovera circa i5,ooo abitan- zione de' Ruteni (F.) al grembo della
ti,gran numero de* quali sono ebrei. Il Chiesa cattolica, Vitepsco con Polosko
territorio è fertile, e produce canepa e li- nel 1839 seguirono la fatale separazio-
no bellissimi. Grandi foreste vi produ- ne e lo scisma, imitate dalle altre chiese
cono molta potassa. Vi si alleva una gran suih'agauee, e così non rimasero unite al-

quantità di bestiame e api. Vitepsco, — la Chiesa romana, di rito greco-ruteno,


Vitepscia, è ricordata dagli antichi sto- che le chiese vescovili di Chelma e Bel-
rici greci sino dal secolo X, perchè i po- ziun unite e immediatamente soggette
poli del Nord clie discendevano il Dnie- alla s. Sqììq.
j

VIT VIT ,97


VITERBO Egidio, Cardinale. F. nel voi. LXXVIII, p. 1 i4, 1 18 e 287,
Canisio o Antonini Egidio, l'aiiicolo Vi- benché la Sovranità della s. Sede (F.)
terbo, e il voi. XXXVII, p. i58. fosse sulla medesima anteriore, e ne fe-
VITERBO (TzVer/v/e//). Città con re- ce parte sin dalla sua origine ; poiché do-
sideuza vescovile, aulica e cospicua dello po aver la provincia, ossia la regione e le

Stato pontifìcio, capoluogo della Delega- sue città e luoghi, fatto parte del ducato
zione apostolica (/^.) del suo nome, la di Roma (^.), con quello, per volontaria
quale cou quelle di Civitavecchia e di Or- dedizione de'popoli, si diede al principa-
dismembrale da
vieto (provincia da essa to temporale del Ficario di Gesti Cri-
GregorioXVI neli83i, la i/ ripristinan- sto (F.) nel 726 o dopo. Anche di que-
dola a separala delegazione, la 2.* tale di- sto argomento meglio più avanti a suo
chiarandola), per disposizione del regnante luogo. Dissi nel citato articolo Patri-
Pupa P/o /A, riferita in quest'ultimo arti- moniOf col Davanzali, che il Patrimo-
colo, de'22 novembrei85o, furono com- nio di s. Pietro, derivato da Matilde, si

prese nel circondario di Roma (^^), oltre compose con Fiterbo, Civita T^ecchìa,
VàConiarca di Ronia[F.), Nel i.^de'citati Monte Fìascone, Orte, Nepiy Sutri (que-
articolisono nozioni riguardanti le pro- ste due ultime città furono dette Hetru"
vincie ed governi di cui intraprendo
i ria Clanstrat perchè i romani rispetto a
trattare in questo ; laonde e intrinseco Roma le riguardarono loro frootieree bar-
il doversi tenere presente, descrivendosi riere), Bracciano, Corneto e loro terri-
le tre divisioni della provincia del Patri- torii. E con altri, che allora conteneva la
monio prima del 1800, con governatori provincia 7 vescovati (cioè quelli succes-
preluti a Fiterbo, Orvieto e Civitavec- sivamente an'ìi'ìy aecfue principaliter, 1°

chia^ e di breve aValentano e Vetralla. di CivitaCastellana, Or te e Galleseji."


Questa provincia e delegazione di Viter- Sutri Q Nepìj 3.° Filerbo e Toscanellaj
bo vanta la denominazione di Patrimo- 4.° Monte Fiascone e Corneto; 5.° Ba^
nio dis. Pietro^ e n'è la stessa Viterbo no- gnoreaj 6.° Orvieto; 7.° Acquapenden-
bile metropoli civile. Papa Alessandro IV te succeduta a Castro. Ma dopo quell'e-
Addivcrsas^ dichia
nella sua costituzione •
poca, Civitavecchia fu prima unita e poi
rò essere la provincia del Patrimonio di smembrata dal vescovato di Porto e s,

s, Pietro, r Orto speciale della s. Sede Ruffìna, ed unita aeque principaliter a


Apostolica. E la sua città di Viterbo fu Corneto, il quale vescovato fu perciò di-
residenza per molti anni di diversi Som- sgiunto da Monte Fiascone come meglio
mi Pontefici. Avverte il Borgia, Memorie dirò VI seco-
nel suo paragrafo), e nel
di Benevento, l. 3, p. i4o,che innanzi al lo almeno ne comprendeva 16, cioè Ne-
secolo XIV la provincia detta del Patri- pi, Sutri, Civita Fecchia, Toscanella,
monio abbracciava tanto più ampio spa- Bieda, Ferento, Polimarzio, Orte, Civi-
zio di terra, quanto ne correda Acqua- ta Castellana, Gallese, Bagnorea, Boi-
pendente, ovvero da Radico/ani (F.), sena, Filici, Orvieto, Presento t Castro
termine più frequente nelle vecchie car- soppresso il quale, nel XVII gli fu sosti-
te, fino a Ccprano (F-)' dovrò ripar- tuito Acquapendente. Si ponno inoltre
larne. Ragionando de* Patrimoni del- aggiungere le altre sedi vescovili di Fa^
la Chiesa Romana o s. Sede, narrai leria, Mar tarano ora Barbnruno, Fereri"
che fra di essi specialmente fu detta to, Corneto, Graviscae Tarquinia. Cia-
questa provincia del Patrimonio di j. scun vescovato avendo il proprio artìcolo,
Pietro f perchè a quéll' Apostolo la do- e dovendone riparlare nel presente, qui di
nò la gran contessa Matilde marchesa- quelli situati nella delegazione sono di-
UQ di Toscana (/'.), anche pel notato speusuto dui darne altre nozioni. Inoltre
198 VIT VI T
nellaprovincia èVahbnzìalYidlcus Dloe-
vi poi 81 unirono. Tra le xii principali ciltà

cesis di s. Martino ^ di cui parlo più a- dell'Elruria di mezzo, appartennero alla


vaoli al suo paragrafo. In parte si consi- Toscana Romana e poi Pontificia, Feio
derano appartenenti alla provincia le ah' metropoli di essa, Tarquinia metropoli
h»z\Q Nulliiis i\\ s. Paolo, e delle Tre Fon- dell'Elruria Marittima (della quale fece-
lane. La i." parlata in tanti luoghi, ha ro parte Gradisca, Civita Fecchia, Cor-
sempre per ordinario l'abbate del mona- neto e Tuscania o Toscanella, con Ce-
stero di s. Paolo di Roma, formandosi la ri, pe'loro porli), Faleria riparlata an-

diocesi attualmente di Nazzano, Ponzano, che nel descrivere Poli/narzio, Vetulo-


Civitella s. Paolo e Leprignano, paesi po- nia (dalle cui rovine alcuni dissero surta
co distanti dal monte Soratte, di cui nel Fulci, altri Viterbo, come a suo luogo
voi. LVIir, p.i2i e 122, 124 e 125: ha dirò, ovvero Piombino descritto nel voi.
il vicario generale , 4 parrocchie e cir- LXXVIII, p. 33 e seg.j e siccome i ru-
ca 235o anime. Quella delle Tre Fon- deri di Castiglion Bernardi , nella Valle
tane ^ queir articolo ha un
descritta in , della Coroia, sono sul monte Vitulonio,
cardinale per abbate commendatario e questo nome fece dubitare esserle deriva-
ordinario; e per morte del cardinal Fer- to dall'antichissima Vetulonia^ sulla cui
retti, avvenuta
i3 settembre 1860, il
a' ubicazione gli archeologi sono in conflit-

Papa cardinal Giuseppe Mì-


gli sostituì il to), Folsinio o Bolseno, Cere oggi Cer-
lesi-Pironi Ferretti d'Ancona. Il n. 255 veterij Tuscania ora Toscanella. Il Fon-
del Giornale di Roinaàé 1860 ne de- lanini tra le xii primarie città etrusche,
scrive il possesso, da lui preso a* 3 no- vi aggiuoseOr/e,la quale egualmente spet-
vembre nella Chiesa de' ss, F'mcenzo ta alla regione che discorro. Il Micali di-
ed Anastasio alle Tre Fontane sua catte- vise l'Etruria in Meridionale e Settentrio-
drale. La diocesi si divide^ parte nello Sta- nale, ponendo nella i." e quali principali,
lo Pontificio e parte in quello di Tosca- Vetulonia, Tarquinia^ Cere^ Folsinio,
na, in ciascuna il cardinale tiene un vi- Feio ec, avendo esse un tempo domina-
cario generale, avendo ognuna 3 parroc- to nell'Etruria. Le xii accennate città e-
chie. Neli,° ascendono le anime a 2870 Irusche si nominarono Lucumonie, per-
circa, nel 2.° a7980 e più. Finalmente, chè il capo di ciascun popolo^ re o prin-
rilevai nelsuddetto articolo, che quando cipe, si^disse Lucumone o Larte. lii più
la provincia avea la zecca, le monete por- luoghi notai che nell'Etruria Romjna al-
tavano r impronta delle Chiavi ponlifi' cuni popoli si distinsero in Transciaiini
c/e, con l'epigrafe: S. Petr. Patrinwniuniy e in Giscimiui dalla loro posizione di qua
per l'avvertito nel voi. XLVI, p. i i 2. La o di là del monte Ciminio, e le parli da
regione fece parte dell' antica Elruria o loro abitate si dissero Elruria Traoscimi-
Toscana^ nel quale articolo parlai di sua nia ed Elruria Cisci minia, ambo celebri
storia, religione, arti, costumi e de'suoi ^o- per antichità e coltura, a' quali si fram-
polì Elru»hi^ Tuscii, Tiiscaniensi^'v oca- mischiarono illustri colonie greche. Mol-
boli di cui, se appartenenti e propri anche te furono le dispute intorno alla posizio-
di città, parlai nel voi. LXXVni,p. 28 i e ne Ciscimioia o Transciminia di Faleria
seg., 284) : essa era assai più estesa del- metropoli de'Falisci, e lo ripetei ne' voi.
l' La porzione bagnata dal Medi-
attuale. XLVII, p. 283 , LXXVIII, p. i02. La
terraneo dicevasi Toscana Marittima^ regione Transciminia è quella aldi là del-
ed il mare stesso prese il nome di Tosca- la catena de' Monti Cimini rispetto a
no, Tusciinif Tliyrrenuni^ onde l'Etra- Pioma ; la regione Cisciminia è quella
ria fu pur detta Tirrena; anzi si vollero di qua da tale catena. La Toscana de'
distinti i tirreni dagli etrusci, popoli che romani ebbe la Pentapò li Etnisca o To-
VI T VIT 99
Senna i poi delta IVepesina, dì cui an- Cimino o Ciminio, volgarmente detto
che nel voi. LXXVllI, p. io6, e conte- Montagna di Viterbo, perché alle sue radi-
nente le 5 primarie popolazioni del ter- ci è fondata tale città, racchiuso fra'picchi
ritorio Falisco. L* occupata da' Longo- delle montagne Soriano e di Foglia
di ^

bardi si disse l^oscana Longobarda jdo' no, s* innalza quasi nel mezzo, ed il Te-
poche nel 569 l^ invase il loro re Alboi- la delegazione dall'Um-
vere divide all'est
no, cui successori estesero con altre con-
i bria, dalla Sabina e dal Lazio, mentre il
quiste; e fu quella che Carlo Magno tol- confine Toscano ne separa il limite bo-
se loro, quindi restituì o donò alla s. Se- reale, ed al nord-est ha la delegazione
de, e perciò denominata Toscana Pon- d'Orvieto, all'ovest e sud quella di Civi-
tificìay e poi pel notato di sopra, Patri- tavecchia. Dice il Sarzana, che Ciminia
monio di s. Pietro. Si chiamò in fine To- si disse questa parte d'Italia, qual terri-
scana Regale quella parte dell* Etruria torio di Viterbo, e spiega l'etimologia del
Romana, dopo l' invasione longobarda, vocabolo, derivato da Chcni-myn , cioè
restata sotto il dominio delTimpero gre- Tabernaculum, sU'e Tenloriiun Chamì.
co d'Oriente, corrispondente all'odierna Il Bussi parla dell'antica e orrida selva
Toscana. MsiiìwcQ di tali divisioni mi oc- Cimina, situala ne'monli Cimioi, poiché
correrà con altre particolarità ritornare altri pure sono cos'i chiamati, e del lago

sull'argomento grave e vasto. Queste Cimino ossia di Vico presso Konciglione,


brevi indicazioni erano necessarie,a chia- di cui pure porla il nome. Il più alto de*
rire le seguenti narrazioni, e ripeto, oltre monti Cimini è quello di Fogliano nel
quanto dovrò dire alla sua volta. Esse territorio di Vetralla. I monti Cimini so-
però presentano un laberinto, un gine- no rivestiti con lusso di querele, di cerri,
praio, per le obbiezioni e pretensioni di castagni, e formano da levante a po-

di diverse città e luoghi della celebre e nente una catena di circa 20 miglia, e di
nobilissima provincia, sostenute dalle o- larghe/za media da maestro a scirocco
pinioni, anche favolose assai stiracchia- di quasi 5. Verso poi la parte estrema
1

te, di vari scrittori che V illustrarono j settentrionale s'eleva un'altra catena di


quindi discrepanze di pareri, che forma- colline deliziose ricoperte di olivi, di viti
no l'augustia d'un compilatore, massime e di frutteti, da ponente a levante lunghi
se compendioso , come io debbo essere, circa 18 miglia e 20 nella sua media lar-
trovandosi quasi ad ogni tratto di si am- ghezza , come vuole il Palmieri. In altri

pio e ferace campo pietre d'inciampo, co- termini, la provincia Viterbese ha 55 mi-
me si può vedere ne'molti de' suindicati glia di lunghezza dalla colonnetta di Mon-
e già pubblicati articoli, ne'quali riportai te Rosi a Ponte Centeno, ed é larga 4o
i loro scrittori e pareri. Occupa dunque miglia da Castiglione in Teverinaal Pon-
la provincia di Viterbo o del Patrimonio te dell' Abbadia sotto Canino. Osserva
di s. Pietro la parte maggiore dell'Etru- il romano
cav. Belli, celebrando il Ci-
sco triangolo Cistiberino, come lo chiama mino, ne' Diporti e Riposi villerecci ^
il Castellano, ove le Lucumonie si nove- dopo aver descritto L' Orizzonte di Bei-
ravano de" Volsinii, de'Falisci e de' Vaien- Colle sulla falda occidentale del Cì^
ti, altri vi aggiungono quelle de'Tarqui- mino (intitolato con iscrizione dedica*
ni e de' Ceriti, tutte famose nella storia loria all' egregia sorella Agnese per le-
romana. Anticamente formò parte dell'^"» nire il dolore della perdita del virtuo-
Iruria Orientale^ e da'romani si disse an- so marito, Domenico Molajoni, cita na-
cora Eiruria Annonaria^ siccome quel- to in Roma da padre viterbese, nel salu-
la, che più abbondevolmeute forniva al- bre e incantevole luogo meno patì il malo-
l'impero la vettovaglia. L'<;levato Monte re che poi lo tolse di vita : fu egli degno i
.**
200 V I T V TI

fninulanle della segreteria di stalo, scrit- de* suoi segufìci, lo posero vicino a Vi-
tore latino della biblioteca Vaticana, bus- terbo, confondendolo coll'acque del Na.
solante pontificio e socio di parecchie ac- viso, come dirò descrivendo le acque
cademie), che in vetta della montagna di minerali del Viterbese. Sulle sue rive
Viterbo è un albero di straordinaria gran- le milizie etrusche con alcuni riti giu-
dezza che conta più secoli, ed è meravi- ravano fedeltà a' loro capitani. Tali la-
glia a vedersi il Castagno Cimiiùoj cioè ghi si vogliono spenti vulcani. Non de-
all'est della città e lungi da essa 4 ^^• vo tacere il lago di Bracciano o Sab-
glia, sull'antica via corriera già aperta da batino, sebbene al presente apparten-
d. Olimpia Maidalchini Pamphily (f^.), ga per riparto governativo alla Gomarca
e precisamente in una selva dell'ospeda- di Roma. Nella provincia scorrono prin-
le esiste questa mole vegetante ancora e cipalmente i fiumi Tevere, Marta, per po-
fruttifera. « Quasi antica signora della fo- che miglia verso Orte la Nera , ed altri
resta, al bordo di erbosa prateria allarga diversi aiinori torrenti, come il Mignone
ì lunghi e grossi suoi rami; e come Plinio e la Fiora, la quale altri qualificano per
avrebbe detto sylvosa multi tiidine: tulli fiume. Del Tevere parlai abbastanza nel
i rami partono da un tronco solo, la di suo Nera che in quello ha
articolo, e della
cui periferip si misura da palmi 4^» «o- foce,eche sorgendo dal mooteSibilla nella
iiiani; per entro ponno entrare a bell'a- provincia di Spole fo^ bagna Terni e Nar^
gio almeno 6 persone. " (Invece il Pal- w\ in tali articoli. Marta poi, detta Lar-
mieri porta in coufrontoTalberodeirEtna te dagli antichi, perviene dal lago di Boi-
detto de' Cento^ perchè può contenere i co sena, cui fa da emissario , s'ingrossa per
persone). La delta strada della monta- vari piccoli torrenti dèi monte Cimino,
gna di Viterbo, sotto Pio VI, fu tagliata passa sotto e vicino a Corneto, e dopo 34
di nuovo Del giro della medesima, colla miglia entra in mare presso il Porto de-
spesa di 22,000 scudi fatta dal comune mentino. 11 Mignone nasce nel territorio
di Viterbo; onde lasciata l'antica ertissi- di Capranica di Sutri, all'ovest di Viano,
ma restò la nuova quasi appianala e
, , raccoglie vari rivi, ed entra in mare fra
tanlopiùcomoda alle vettore, quanto più la torre diCorneto e la torre d'Orlando;
sicura a' viandanti, colla distruzione di ri» prima si chiamò Minio e poi prese l'al-
coveri, che prima servivano agli assassi- tro nome di Mignone da Glauco, in me-
ni e malviventi, i quali tuttavia di quan- moria di Miòne o Minòe suo genitore.
do in quando riapparirono. In seguito al- La Fiora infine os. Fiora, detta dagli an-
la via corriera si fecero altri migliora- tichi Arminia, ha principio dalle pendici
menti. Oltre il lago di Vico nel territo- meridionali del toscano monte Afniata,e
rio di Ronciglione, altri laghi della pro- serve di confine tra la Toscana e lo stato
vincia sono quelli di Vulsinio o Bolsena pontificio, sino al ponte della Badia , e
nel territorioomonimo, di Mezzano o Sta- dopo aver corso tortuosamente nel det-
tìonese nel territorio di Latera,ein quel- to stato 25 miglia, circa 3 lungi da Mon-
lo di Orte fu il lago di Vadimone, ovve- lalto di Castro si getta nel mare. La geo-
ro ne'terrilorii di Bassano e Bassanello, logica e fisica natura della provincia Vi-
che il Bussi crede quello dell'agro Viter- terbese è io gran parte vulcanica. Tanto
bese fra'monti Cimini e il territorio di il Soriano, quanto gli altri monti sono
Bolsena, e si pretese che avesse isole na- di roccia trachitica, che si vuole anch'es-
tanti. Benché tanto celebrato, sembra ad sa da Breislac d'origine ignea, ed ha mol-
alcuni non potersi stabilire la sua vera te varietà; lo dicono peperino , ma sem-
ubicazione. Altri tuttavia la riconoscono bra diverso dal romano e dal toscano, e
9 Bassano d' Orte. i sogni d' Addìo e si chiama sasso morto. Tutto il suolo del
V f T V!T 201
vasto Jerritorio Viterbese, e segnatamen- è più di 3o palmi architeltonici, la lar-
te Foraliipo, Perento e Castel d'Asso so- ghezza 26 e l'altezza 12; quindi valutan-
no quasi interamente vulcanici, formati do ogni palmo cubico libbre 72 circa, il
cioè di lava, peperino e basalte, e talora peso della rupe si fa ascendere ad un mez'
di materia di transizione. La slessa alta zo milione di libbre. La sostanza è di pe*
montagna di Viterbo o monte Ciminosi perino, ossia necrolile di Brocchi, osas-
ritiene composta di diverse sostanze vul- se mortOt ®ssai dura e pesante, con cel-
caniche ammucchiate insieme alla rinfu- lule irregolari. II fenomeno di questo ma-
sa, con suolo fecondo. Quello in genera- cigno si è, che con un piccolo legno po-
le della provincia offre grandi depositi sto a leva od urto, si fa oscillare assai fa-

marini, più nella regione Teverina e Ma- cilmente sopra due nodi durissimi alla di
remma ,
Cimi-
e vulcanici nella regione lui base, sui quali sta il bilico sopra uno
na, essendovi ampie cave di marmi, di strato di lava della stessa specie. Molte
trachiti o travertini, di pietre da calce, di indagini e questioni di geologia e di sta-
poddinghe, tartari e stalattiti, argonili ed tica si presentano colassìi alla mente del-
estesissimi depositi di conchiglie petrifj- lo spettatore, e giova il consultare il libro
cale, ossia fossili, carbon fossile, vasti trat- pubblicato nel 1824 da Stefano Camilli;
ti di basalti prismatici lunghi più miglia, La direzione per osservare i monumenti
letti immensidi peperini, cave variate, ges- pili cospicui dcila città di Fiterho. Mol-
so, copiose cave di pozzolana, pomici e ti nomi incisi su quel masso fin da più
tufi. Ne'dintorni de'Iaghi souovi a prefe- secoli rammentano coloro che andarono
renza i feldspati, leuciti, o cave d'alaba- come rupe che formerà sem-
a visitarlo,
stro, non che di zolfo, d'ocra di ferro o pre la comune ammirazione. E pur chia-
terra gialla, e di vetro verde, cristalli di mata Rupe tremante^ Sasio trenìcato-
monte. Non mancano utili minerali, es- rcy Sasso menicalore. Il valleranese o
sendosi scoperte alcune miniere di ferro biedano o viterbese prof. Francesco O-
e di piombo, ma non parvero offrire suf- rioii, di questa naturale curiosità de'
ficiente compenso alle spese di escavazio- monti Viterbesi, col disegno della ru-r
iie. Sonovi acque salutari minerali e ter-r pe tremante, del valente pittore soria*
raali, delle quali parlerò a'Ioro luoghi, nese Benedetto Panunzi, pubblicò nel-
massime descrivendo bagni suburbani i V Album di Roma, l. 22, p. 297, la sua
di Viterbo. Da Soriano (f^.) si va a ve- descrizione intitolata: // Sasso Menicato-
dere la Rupe mobile o McnicalorCy simi- re de' Cimini n<sl f^iterbese. La dice na-
le alla rocca tremante di Linguadoca, ed turale curiosità immemorabile , trovan-
all'altra sul monte Pilato presso Lucer- done menzione nel cominciare del secolo
na, ed a quella della- Bassa Bretagna, co- XVI, neW'Historia XXsaeculornm ross,
me narra il che ne dà la
cav. Belli , se- del celebre cardinal Egidio Antonini, e
guente descrizione. Ad onta che io la fe- fra'nomi scolpiti nello scoglio coperto di
ci nel citato articolo, udiamone per la musco, che gli serve di base, è quello del
sua celebrità qtiella di altri. E situata letterato Delio che vi scrisse d' avervi
circa 4 miglia sopra Bagnaia, e sopra un studiato nel 1570. Il nome lo prese da*
4.° di miglio al nord-ovest dalla somnii- vocaboli popolari de'dinturni, ivi dicen-
là del Soriano detta Coniatore ove Ho-
il y dosi trenicare e menicare per scuotere <i
scovick stabi Pi unode'punli per la trian- far tremare. La contrada e la stessa som-
golazione dello stato pnpfile. La figura mità più ardua del monte di Soriano, sot-
della rupe ntobile è di un parallelepipe- to una specie di circo, indizio d'una del-
do assai smussato o d'una eiissoide schiac- l'antiche aperture cralerifurmi dicpiesta
ciala: la lunghe^?a dc> levapte a ponente notissima catena vulcanica sott<M|)ariui|,
102 V T I VIT
la chiamnno il Coiitaiorc. Da es^a si go- vallo, del cielo tra gli sdruciti dell'antro,

de sorprendente di molte città e


la vista a cui l'arte non ha niente voluto aggiun-
terre, anche dell'acque del mar Toscano, gere , e potrebbe facdmente aggiunger
la cupola Vaticana e la girandola di Ca- molto senza mascherare la natura. E do-
stel s. Angelo. Egli ritiene che il sasso e- ve tuttavia senza pericolo si può cam-
\identemente uscì per eruzione dall'aper- minare lungo tratto a fianco dell'acqua,
tura sopiastante, ed andò a posare per e risalire al luogo d'immersione, o uscir
caso foituito a 5oo passi di distanza, a con essa nella pittoresca valle in mezzo a
tramontana, giù per l'erta, in una pia- cui serpeggia e fa solco. Hanno poi Ma-
nuretta, con una delle convesse facce, so- gugnano e Ceileno la rofnaotica Valle
pra un letto di sasso vivo preesistente, e deltlnfernaccio, che offre a'fìiinchi innu-
generato da una corrente anteriore, cioè nierabili colonne di basalti, i quali ne fan-
ben equilibrato su due protuberanze, tra no uno de* più nobili teatri naturali che
lequalisicojTipiee si limita la facile oscil- siponno vedere, ciò che indusse il Broc-
lazione. Prima per dargli leva bastava il chi ad aggiungerne il disegno, insieme ad
solo premere d'una mano con isforzo, ed altra collina somigliante all'opera geolo-
anche una forle percorsa della mano nu« gica dello Breislach, e non lascia invidia-
da; al presente essendo minorata la mo- re ad alcun altro più spettacoloso luogo
bilità, è necessario uno sforzo maggiore ì suoi palazzi naturali di fate. Vi è non
a far ben sensibile il fenomeno. E' que- solo il celeberrimo Bulicame canta to dal-
sto dunque uno degli accidenti naturali, l'Allighieri, e le sue sorgenti termali che
che crescono bellezza e ornamento alla danno bagni famosi, ma più specioso an-
contrada Ciminia, meta non infrequente cora, e più vasto del Bulicame, il così det-
allebrigate di ricreazione e d'ammirazio- to Bagnacelo col suo ponte tremante a
ne. Avverte poi il prof. Orioli, che le ru- traverso , formato da intrecci di piante
pi tremanti non sempre e non tutte so- palustri, che mescolando loro a modo di
no una curiosità di natura, potendosi con- feltro , non han bisogno di terra. Verso
sultare intorno ad esse I' opera del cav. Toscanella è la caduta della Marta, o del-
Gougenot des Mousseaux Diiiu et les : la Salumbrona, non meo degna d'esser
DìeuxoiiMonographie despierres dieuXy vista delia più grandiosa delle Marmore
et. des leurs tranaforniations^ Paris 1 854» a Terni, e dell'Aniene a Tivoli. Nella vi-
In essa a lungo si discorre di tali e altri mas- cina Monte Fiascone trovasi fuori la por-
si della natura e dell'arte, considerati ri- ta di Borgariglia, e meglio sul comignolo
spetto all' idee superstiziose e relative al del monte, ne'giardini dell'episcopio, la
culto che vi si attaccarono in tutto il mon- stupenda scena della valle e del lago Boi-
do antico, e segnatamente nelle religio- senese colle due isolette Mariana e Bi-
ni de'druidi e de'popoli aflini. Quindi di- sentioa, uno de'più c^ri quadri che si pos-
chiara, esservi pochi altri paesi in siffatto sano vedere. Verso l'antica Perento sono
genere più abbondanti di be'Iuoghi e de- le cave de'solfuri donde si traci! vetriolo

gnissimi di visita per curiosità di natura, romano, rinomata fabbrica de'Pom-


e la
e brevemente passa a indicarne le princi- Vi è la
pei, di questo sale utile alle arti.
pali.Poiché meravigliosa èia grolla sub- poetica veduta del fiumicello dell'acque
urbana di Viterbo della villa di Buon, rosse, e presso un molino, la meraviglia
respiro y^vA de'Zelli e oggi degli Arcan- dello sgorgare, a un passo una dall'altra,
geli,ove un perenne tìumicello romoreg- due grosse polle, la i." estremamente ca-
giando tra rupi s'insinua, ed ha ivi entro rica di gas acido carbonico e di ferro, l'al-

corso non breve in mezzo a balze orride, tra perfettamente potabile. Nel genere de*
Dou senza la vista, d'intervallo in ioter- travertini si comprendono le così dette
V I T VIT 2o3
voluminose mas^e di s. Sisto e ili §. Ip* devoU: la situazione dell'industrie territo-

polito; e le cose minori, le prospellive iii- riali, e gareggiare colle manifatture. Pro-
caulevoli e inospeltate, poggi , valli, bo- dotti naturali. Popolosa famiglia di ca-
schi, pianure, tutto che olIVe d'alpestre valli, di pecore e di capre, mediocre de*
l'arduità delle rupi, di aspro limo de'bassi bovini e de'suini domestici ,
piccolissima
luoghi, l'Orioli li tralascia di narrare, per de* bufali. Vi sono pure mandrie nume-
dire alcun che delle cose antiche e dell'o- rose selvatiche di bovi, di cavalli, di pe-
pere più moderne della provincia. l*er core e di suini. Il traffico di questi ani-

le prime si panno visitare i magnifici e mali e delle produzioni diverse collo sta-
non lontani sepolcri di Orda o JNorchia, to riesce vantaggioso. L'educazione del-
e di Castelliim Axia;\o stupendo pon- l'api scorgesi mollo diffusa, ristretta de'
te Camillario, e l'altro dello di s. Nicolò Augelli. Non è indifferente la pesca, che
sulla via Cassia antica; gli avanzi del tea- si fa neir acque d' alcuni fiumi e laghi.
tro di /^tr<'«^//w2, il ponte acquedotto, det- Uberlosissimo è il raccolto del frumento,
to ponte funiccliio e meglio c^^/z/cc^/o, il che mandasi all'estero; il formentone ed
ponte delle caselle, la grotta catacomba altri cereali sostengono utili contrattazio-
di Riello, il giro dell'auliche mura di Mu- ni in provincia. Fiorente apparisce la col-

sarna e di Corvigliano^ i tùmuli antichi tura della canepa e del lino', formando
della Piota del Ciciliano e di Monterò- , un articolo di vistoso traffico. Copia di
ni, lungo muro a opera quadrata , al
il erbaggi e di frulla; scarsezza del ricino;
poggio s. Quirico; il fianco destro a bu- estesissima la cultura de'tabacchi. I vini
gnato del ponte del Duomo entro Viter- ottengonsi ad esorbitanza, essendo celebre
bo, e il pezzo di muro superstite presso quello de tre Est; il loro commercio no-
r orlo dell' episcopio; gli avanzi dell' a- tabilissimo succede con Roma. L'olio d'o-
qiiae Passeris e della vUla Calvisiana al- liva trafficasi coll'estero, ed in maggiore
le Palazze; gh altri edifìzi di terme qua quantità i castagni. Non è considerevole
e là sparsi. Tra l'opere più moderne volle il numero de'gelsi , bensì delle querele,
l'Orioli segnalare le grotte abitale di s. Ste- che somministrano dovizie di ghiande. Il

fano, che tanto fecero stupire il p. Atana- It^gname di queste e di altri alberi olTre
sio Rircher nel suo mondo sotterraneo; la materiali da lavoro e da fuoco. Ricchis-
villa di Bagnala capolavoro del Vignola, giuie cavedi gesso, di travertino edi mar-
il palazzo della non lontana Caprarola mi con istratificazioni di carbon fossile.
dello stesso celebre architetto; il curioso In Ronciglione si estrae il zolfo in quan*
tempio di s. Flaviano a Monte Fiascone, tità notabile. Altre comuni somministra*

di s. Pietro o di Maria a Toscanella,


s. no terre alluminose vilrioliche, piriti, tra-
di 8. Sisto a Viterbo, la pitlura tra molte chili, alabastri, ed in maggior copia ec-

di Lorenzo di Giacomo alla Ferità e ^ cellente ardesia e tufi vulcanici. Copiose


delloSpagna al Paradiso, la chiesa di s. vene di acque minerali, su cui tengono
Maria della Quercia ec. ec. Delle cose qui il vanto le terme di Acqua Santa. Pro^
accennate, in buona parte dovrò ragio- dotti manifatturieri. In Fiterbo, conce*
nare in seguito a' loro luoghi. Quanto a* rie di pelli grosse e fine, fabbrica di ce-
prodotti naturali e munìl'allurieri della ra e di candele di sego, lavorazione alti*
provincia e delegazione di Viterbo, V Eii- va di cordoni di seta e di lana ec. , car-
ciclo/jeclia contemporanea di Fano ^ nel tiera per i solili prodotti e per carie da
t. 6, p. 2i4j pubblicò il seguente som- giuoco, saponeria, molini per usi diversi,
mario, ricavalo dalla recente opera del filatoi, fabbriche di tele, ferriere, Inbora-
prof. Nigrisoli, sulla (juale fece avverten- toi per uccendi-lumi fosforici, fonderia di
ze a p. 357, colla dichiuruzione cascrc lo* vetri, ramiera e filatura deUotlouc, opi-
2o4 V I T V I T
ficio per ferri da taglio, ed un altro per scendendoallora popolazione a 14^,022 la

la fabbricazione del rinomalo vetriolo individui. Divenuti nel i83i distretti i

detto romano. In Ronciglione^ fabbrica d'Orvietoe Civitavecchia delegazioni, ora


di ottimo allume, molini per cereali, car- la delegazione di Viterbo, secondo la Sta-
tiere, gualchiere, ramiere e filatura del- tistica cle.liS53, pubblicata dal ministe-

l'ottone, lanifìci i assai riputati, non che ro del commercio nel 1


837, contiene nel-
fabbricazione di tele e di utensili di fer- le 69 comuni, comprese quelle degli ap-
ro. In Ch'ita Castellana, fabljrica rino- podiati i35 parrocchie, 23,477 ^^^^e,
,

mata di maiolica , ed altra di terraglia. 27,699 nell'abitato anime


famiglie;
In molte comuni lavoransi dogarelle, bot- I I 2,976, nella campagna 5,348, in tut- i

ti, potassa e carbone in grandissima quan> to 128,324 individui. De'quali 287 stu-
tilh non mancando altresì fabbriche di
, denti, 455 militari, 265 carcerati,! 3 e-
cappelli comuni. Anche da altri scrittori brei. Inoltre la detta Statistica riporta le
si apprende che nella provincia florida as» tavole censuali; quella degli abitanti di-
sai vi è la pastorizia per gli ubertosi pa- stribuiti per età e per sesso, cioè maschi
scoli, de* quali è ricca j scelti sono i suoi 65,069, femmine 63,242; quella distri-
formaggi; e tanta è la cultura della ca- buita per condizione domestica di nubili,
nepa e di finissimi lini, che vengono mi- maritati e vedovi de'due sessi; quella di-
gliori di quelli esteri. Abbonda d'olio ec- stribuita per origine, in cui figurano sud-
cellente , e di vini squisiti più ove sono estranei alla provincia, ma-
diti pontificii

deposili vulcanici in colline. Feracissimi schi4>533, femmine 3,097; stranieri,


i terreni, copiosa è la raccolta del grano, maschi 8 6, femmine 279: non sonocom-
1

Teverina e Maremma; an-


in ispecie nella putali i detti ebrei; in quella finalmente
che altre biade sono io abbondanza, mi- distribuita per principali categorie si trae
nori i legumi. iNelle sue foreste si trova- ascendere, il clero secolare ad 873 e il

no molli cinghiali, e copiose ne sono l'al- regolare a 1240; i magistrali e uffiziali

tre cacciagioni. Negli ultimi anni si fece- civili a 449* ' militari a 56; ì possidenti
ro notabili piantagioni di alberi di pre- beni slabili a 5,983; gii agricoltori a
mio, come albucci, castagni, gelsi, olivi, 34*178; i pastori a 3,883; i cacciatori a
olmi, per cui fiorisce V agricoltura. Non 12; i pescatori a 172; i minatori a i5; i
vi mancano molte medicinali piante,ecol- manifattori a 6,954; Iradìcanli a 1,61 5; i

la robbia, che pure spontanea vi nasce, vi i trasportatori di merci e di uomini a 882;

si fa traffico copioso, come colla eslesa col- i cultori delle scienze e lettere a 1 6; i cul^
tivazione del tabacco, e colle molte orlar tori della pittura, scultura, musica ec, a
glie e saporose frulla. Al presente pro- 247; i medici, chirurghi, farmacisti e le-
gredisce la sericoltura e l'apicoltura, e si vatrici a 3i5; gli avvocati, procuratori,
fa gran commercio nelle sue pingui fie- notari e ragionieri a 161; gl'ingegneri, ar^
re, anco pe' suoi molli opifìcii. A queste chilelti, misuratori e agrimensori a 66;
indicazioni generali, io aggiungerò le i professori e maestri di scienze e arti bel-
particolari ne'rispeltivi paragrafi, descri- le a 178; gli studenti e gli alunni 871 3; i

venti i luoghi della provincia, Questa de- famigliari serventi a 4?6i6; i poveri que-
legazione, di quasi ovale forma, ha la su- stuanti e ricoverati ad 821. Non parle-
perficiediromane miglia quadialei348,3, rò, tranne poche eccezioni, degl'illustri

e comprende i governi, inclusivamente


i viventi delle città e luoghi della dele-
al capoluogo, ^ vice-governi, 6i comu- gazione, poiché dessi parlano per sé stes-
ni, 8 appodiati. INel riparlo territoriale si, e perché la storia non ha propria-

di Leone Xll del 1827 formavasi di 3 di- mente diritto che sui trapassali, come
stretti; Ft7erZ/o,0/v/e^Q, Civitavecchia^ a^ dichiarò il MafFei «ella Verona illu"
V IT VIT 2o5
strttfa, ì. 3, p. 1 5, ragionando della storia nizzato arcivescovo di Ravenna nel con-
letteraria e delle notizie degli scrittori ve- cistoro de'23 marzo 1860) e a mg." Vin-
dunqueéseguireil precetto:
ronesi. Meglio cenzo Moretti vescovo di Comacchio (pre-
Lauda post nwrtem. Per ossequio però al- conizzato nel detto concistoro a vescovo
la gerarchia ecclesiastica, soltanto qui dirò di Cesena), ed al fratello del porporato
ov' ebbero i natali que'della provincia di mg." Bonaventura conte Orfei avvocato
Viterbo che mi sono noti. In Capo di Mon- concistoriale e de'poveri. La provincia del
^\MonteFiascone[r.),'\\ cardi-
te, diocesi Patrimonio o di Viterbo fu governata da'
nal Vincenzo Macchi vescovo d'Ostia e podestà,da*cardinali legati e da'prelati ret-
Velletri, decano del sagro collegio, lega- tori, vice-legati, e governatori, ed ora da*
to apostolico di Felletri (F.) e sua pro- prelafi delegati apostolici, la cui serie rife-

vincia, segretario de' brevi, gran cancel- Qui però


rirò in progresso dèli* articolo.
liere degli ordini equestri pontificii, pre- rammento,che un tempo il Prefetto diRo'
fetto delia s. Congregazione ceremoniale, ma (F.) esercitava la sua giurisdizione
segretario del s. Ufilzio, protettore d'Or- inCastra Caprarolae^ Civilae Fetulae^
te, Bagnorea, Capo di Monte, della col- MontagtìolaCf Fetrallae^ Carhognani^
legiata di Canino, delmonastero d'Ischia, Risparnpaniy Orclae^ Tiilphaenovae,Jit'
dell'arciconfraternila del ss. Crocefisso e lianclli. Mentis lìomaniy Falcranì^ el a-
s. Clemente di Viterbo (aggiungo sugli Ha qnac ad iifficium praefecturae Al'
stamponi, passato a miglior vita, a*3o set- mae Urbis olmi speclahant^ come pure
tembre 860). In Onano diocesi d'Acqua-
1 riporta il p. Casimiro da Roma a p.54. La
pendente, il cardinal Prospero Caterini, provincia ebbe de'feudi baronali^ con si-
prefello della s. Congregazione del Con- gnoria subordinata al Papa supremo So-
cilio, protettore d'Acquapendente, Ona- vrano; aveano Tribunali e Governatori,
no. Soriano ec. In Vallerano, mg.' Gio- non che proprie milizie.lliS"e/2«/o/io//i/2/20
vanni Janni prelato domestico e uditore (/^'.)anlicamenle governava i feudi diCivi-
del Papa. In Barbarano, mg.' Salvo Ma- taCastellana,Sulri,ToscanelIa,Bracciano,
ria Sagretti prelato referendario delle due Campagnano edaltri. Dopo il 1 8 4 1
i feu-
Segnature, e presidente del tribunale del- datari rinuiiziarono le giurisdizioni baro-
la s. Consulta. InCivitellad'Agliano, mg." nali. Nel 1847 fi^'"0"0 tolte al senato ro-
Francesco Piccolomini nobile d'Orvieto, mano quelle superstiti di Vitorchiano e
canonico Vaticano, prelato referendario Barbarano, de'quali feudi e di loro mili-
delledue Segnature, e giudice della s. Con- zie parlai ne'vol. Vili, p. 78, LIX,p. fjS,

gregazione della rev. Fabbrica di s. Pie- LXIV, 61 e seg., ed altrove, travi ri-
p.
tro. In Valeutano, mg.*^ Giuseppe Roma- masto il feudo di Soriano, rinunziato nel
gnoli maestro delie ceremonie pontificie. 1 848. Nel n. 54 del Diario di Roma del

lo Viterbo, mg.*^ Nicola Grispigoi vesco- 1800 si riporta l'istituzione delle /^e/cg^a-
vo di Poggio Mirteto, e mg/ Crispino Ga- zìoni apostoliche di Pio VII, e la divisio»
sparoli commissario apostolico di Loreto. ne delle giurisdizioni de'prelati delegati,
In Vetrnlla, mg." Filippo Fratellini ve- esi descrive quella di Fiterho^ compren-

scovo diFcssombroiie. InCaprarola, mg." dendo Toscanella, Orvieto, Castro, Ron»


Pietro Lasagni protonotario apostolico e ciglioneedipendenzecon governatori pre-
delegato apostolico di Forlì. E siccome lati a Civitavecchia e Orvieto, e di breve
Orvieto appartiene alla provincia del Pa- u Civita Castellana, Curneto, Valeutano
trimonio, ma separato con propria dele- e V^etrallu. Uagiunaudo dell' antico go-
gazione, mi piace dire che essa vanta d'a- verno di Viterbo dovrò dire pure di
ver dato i natali : in Orvieto, al cardinal quello della provincia innanzi all' unno
Lorico Orfei vescovo di Cesena (preco- 1800. Già in principio uccenr^ai che nel
2o6 VIT VIT
ricordalo articolo dissi istlluila la dele logicacUdla provincia di Viterbo^ e strat-
gozione diCivilavecchia nel i8i6daFio ta da un rapporto del prof. Giuseppe
VII , nel 1827 da Leone XII riunita a Ponzi. Si legge nel Giornale di Roma
Viterbo quella di Civitavecchia, conser- dell 85 1 a p. 856. In essa dice l'autore,
tandole il nome, indi nel i83i separala che incaricato dal cardinal Bofondi pre-
da Gregorio XVI, olire l'erigere la dele- sidente del Censo, a dare un rapporto
gazione d'Orvieto, a ciascuna delle 3 De- geologico della provincia di Viterbo, che
legazioni apostoliche assegnando que'go- servissed'illustrazionea'lavori in essa pra-
verni riferiti ir» tale articolo. Prima che ticati dalla Giunta di revisione del nuo-

Viterbo fosse dichiarala capitale della pro- vo Estimo Censnale^ per soddisfare allo
vincia del suo nome, il preside della pro- scopo, meglio credette riunire da princi-
vincia del Patrimonio di s. Pietro non pio tutti gli sludi già praticativi dal Brei-
ebbe stabile residenza, ma dimorava ne' slak, dal Brocchi, dal marchese Lorenzo
principali luoghi a piacere, come andrò Pareto, e da altri, ed aggiungere a quelli
dicendo nel decorso dell'articolo. Ripor- le sue osservazioni, per esprimerli in una
ta [' y^fììiuario pontificio peliSSo, essere carta accorapagnata dalla rispettiva de-
delegalo apostolico della provincia di Vi- scrizione geologica, per quindi pubblicar-
terbo mg/ Paolo Roccaserraj e compor* si dalla presidenza del censo. Conclude,
si la delegazione di 4 consultori, del se- che l'intera provincia formata d'un ter-
gretario generale, del presidente del tri- reno vulcanico, risultante dalla riunione
bunale di i.^ istanza ci vi le e criminale (che d'una infinita serie di elementi chimici,es-
dal 1 854 esercub pure la giurisdizione di sere una delle più fertdi dello stato pon-
quello soppresso d'Orvieto e sua provin- tificio, non tanto per la formazione d'un

cia), del giudice, d'altro provvisorio, d'al- terriccio più acconcio alla vegetazione,
tro aggiunto, del procuratore fiscale, del quanto per lo sviluppo generale del gas
cancelliere, dell'assessore legale, dell* in- acido carbonico, che da que'depositi con^
gegnere d'acque e strade, e del capitano linuamente e naturalmente emana, ad a-
della gendarmeria; tutti residenti in Vi- limentarela vita vegetale. Scrissero an-

terbo. Ivi sono pure le curie civili e cri- cora sulla provincia Viterbese i seguenti,
minali del vescovo di Viterbo e di To- co'quali ed altri procederò alla descrizio-
scanellaj la soprintendenza delle dogane, ne compendiosa de'luoghi che la forma-
che ne ha sotto 9 dal n. 64 al 72; gli
, no.^ per quindi venire a quella di sua il-

uffizi del bollo e registro , la cancelleria lustre metropoli civile, ch'è il precipuo
del censo, ed altri ullizi e autorità. Scris- argomento di quest'articolo, per cui qui
sero della provincia: Guglielmo Blavio, applico il protestalo nel voi. LXXXIX,
Theatiuni Orhis terraruni, Amsleloda- p. 5o e 5i. Antonio degli Effetti, Discor-
IBÌ1640. Jodoco Hondio, Nova et acca- so del S&ratte e de* luoghi convicini e lo^
ralalta licae hodierna descriptio, Lugd u- ro pertinenze^ Roma 675. Memorie sto-
1

niBalavorum 1627. Carte corografiche riche delle chiese e conventi de frati mi-
e memorie riguardanti le pietre^ le mi- nori della provincia romana , raccolte
niere e i fossili per servire alla storia dalp. Casimiro daRoma, 744- -^*^^'
ivi 1

naturale delle Provincie del Patrimonio 3 ria della cilià di P'ilerho di Feliciano
ec. Napoli 1 782. Analisi della Carta co- Bussi de' chierici regolari ministri de-
rografica del Patrimonio di s. Pietro, gl'infermi,Roma 1742. Memorie istori-
corredata di ale une memorie s loriche ed che della città Tuscania, che ora vol-
economiche di mgj Giuseppe Morozzo garmente dicesi Toscanclla, pubblicate
governatore diCivitavecchia,^omù 179 i, dall'arciprete Antonio Turriozzi,Komn
i:on{ix\o\e. Descrizione della Carla geo» 1778. Ab. Eugenio S^rzana^ Della ca-
VIT VIT icyy

pitale de Tuscaniensi e del suo Tresco- timento territoriale modificato secondo


vado. Si vendica la città di Fiterbo da i cambiamenti cui è andato soggetto do-

quanto usurpa ed oppone il libro inti- po iliS33,fino all'epoca presente. Pub-


tolato: Memorie istoricìie della città Tu- blicata dal ministero delV interno con or-
scaniay che ora voìgarnìtnlc dictsi To- dine circolare de' 1 4 novembre 857, Ro-1

scanella jP ubblicalf nclì yyBjMooleFia- ma 1857. Venne desunta dagli eleojenti


sconfiySS, nella slaiiipena del Semina- di quella del ministero del commercio,
rio. Luigi Rangliìasci abbate de'canouici già discorsa, non che da ulteriori e più
regolali di Gubbio, Bibliograjìa storica accurate informazioni ricevute all' uopo
delle città e luoghi dello Stato Pontifi- da'presidi delle piovincie. Della provin-
cio j Uoma 1792 '.
Supplemento j Roma cia di Viterbo trovo questo risultalo. Go-
1793. Notizie storiche della casa Far- verni, compreso il capoluogo e il vice-go-
nescy della fu città di Castro , del suo verno di Kepi, 12. Dipoi furono aggiunti
ducato e delle terre e luoghi che lo coni- i vice governi di Soriano, Vignanello, Col-
ponevanoycolf aggiunta di due paesi La- sena e Caprarola. Comuni compreso il ca-
teca e Farnese. Raccolte e disposte dal poluogo , &i. Appodiali 7. Popolazione
p. Flaminio Diaria Annibali da Late- stabilei 28,3 mutabile 1,0 6. Ora pro-
i i : 1

ra minore osservante, Monle Fiascoue ponendomi di offrire l'articolo Viterbo^c


1817-18, nella stamperia del Seminario. non la sua storia, le notizie precipue da cui
Saggio statistico storico del Pontificio lo falò precedere, de' luoghi che al pre-
Siato compilato dall'ingegnere di Peru- sente ne (ormano la provincia, con altret-
gia Gabrielle Calmdri, Perugia 1829. tanti ^flr<7g/77^, oltre quanto poi di essi in
Pietro Castellano, Lo Stato Pontificio, altri riferirò, mollo meno ponuo mede- i

Hotna iS^j.IlJonumenti dello StatoPon- simi paragrafi avere l'apparalo di storie.


tifìcioj e relazione topografica d' ogni Laonde isavi e discreti certo non si at-
i

paese fipera diGiuseppeMarocco, Roma tenderanno da me una completa narra-


1 836-37,1. 1 3e j 4- Topografia statistica tiva, né un'accurata rigorosa critica, e
dello Stalo Pontificio, ossia breve descri- neppure lo svolgimento esatto di opinio*
zione delle città e paesi,loro malattie pre- ni archeologiche disciepanti; doveri tutti

dominanti ec, compilata dalcav. Ado- che incombono agli storici , non mai al
ne d."" Palmieri, Roma iS5j: Provincia compilatore d'un Dizionario quasi enci-
o Delegazione di Viterbo, parte 4.% Ro- clopedico, anco per mancarmi lo spazio,

ma i858. Però avverto, che poco critici dovendo seguire le proporzioni volutedal-
sono Castellano, Palmieri e Marocco. 1 l'essenziale natura di questa ntia opera.
primi due piocederono precipuameute, Censì in ossequio alla nobilissima città e
colle notizie domandatealieComuni IMa» provincia, secondo mie deboli forze, non
rocco le percorse in parte, e per Vileibo risparmiai laboriosi studia la possibile di*
si servi di sua Guida ivi stampala, ed ai ligenza, ed aperto buon volere, massime
solilo soggiacque ad errori di stampa^ e nel dover aggiungere e ampliare in di-
ad anacronismi. Tutlavolla procurerò versi paragrad i corrispondenti articoli
giovarmene con ri serbo, del più veridico, già pubblicati. Se errarono, come in pro-
non senza tema di non riuscir sempre in- gresso si vedrà, gli storici patrii, e gli
censurabile. iV^rt/z'^^rtZ della jìopolazìone scrittori moderni, provandosi anco una
dello Stalo Pontificio perVanno i853, volta che in questo mondo non avvi niu-
compilala nel ministero del commercio na cosa perfetta ; cei to non si potrà esi-
e lavori pubblici,]{omaiS5'j. Statistica gere da me infallibilità, e in argomento
numerativa delle popolazioni dello Sta- così svariato e vasto, da svilupparsi tra le
to Pontificio al fine del iS53 col Uipar- angustie di cario e spazio misurato ; men*
2ot) V i T V 1 T
Ire non è ciato all'uomo in tulio cresser convento suburbano di Palenzana, di s.
felice d'euienclare l'altrui, non potendosi Antonio di J*adova, sul colle di s. Ange-
inventare, conviene procedere con quelli lo; e parrocchia suburbana è la chiesa di
che ne scrissero. s. Maria e s. Giovanni. Il Bussi registrò
Governo di iter ho. F avere Bagnala 292 fuochi ei i32 abitan-
Bagnaia^ BaUiearia. Comune della ti; e la Stalislica del i853 riporta 328

diocesi di Viterbo, con territorio in col- case, 434 famiglie e 2,o3'7 abitanti: hav-
Je e inmonte, con buoni fabbricati cinti vi un concerto musicale. Il territorio ab-
di mura, paese di graziosa appariscenza. bonda d' olio di castagne di eccellen-
, ,

E distante 3 miglia da Viterbo, ed uno te vino, di carbone,di legna vi sono 5 for* :

e mezzo dalla Quercia, e vi si giunge per naci d'ottimi mattoni,tegole e canali. ÌN'el

belle vie rotabili. Giace sopra un gran luogo della rinomataconcia,che non più
masso di tracUite o necrolite, con piccole agisce,si distillano feccee vinaccia,che dan-
interruzioni d'arena e pozzolana, come no buoni liquori spiritosi. Nelle sue vici-

fanno testimonianza le grotte ove si con- nanze, presso il vertice del monte Soriano,
serva il vino, tutte scavate nel peperino come rileva pure il Castellano, vi è la Rw
disposto sur un colle rivolto con dolce pe mobile o Menicalore, curiosità natu-
pendio dal sud al nord. Ottimo n'è il cli- rale e sorprendente, che descrissi di so-
ma, elastica e fresca l'aria per l'elevatez- pra. — ^ Quel geografo che ve- riferisce,
za del luogo, alquanto riparalo da'raon- terme fan credere, che nel paese,
stigie di
ti Gimini, non però del tutto asciutta, per Desiderio ul timo re de' Longobardi,il qua-
l'abbondanza dell'acque della famosa vil- le regnò sino al 774> ^^ innalzasse e da

la. La chiesa parrocchiale é anche colle- ciò venisse al borgo l'odierno nome. Già
giata, intitolata a Maria ed a s. Gio.
s. il Calindri ciò avea dello: Nel territorio
Ballista, con capitolo formalo da due ret- vi sono le vestigie de'bagni costruiti dal
tori, a* quali è affidata la cura dell' ani- re Desideriode'Longobardi, l'usode'qua-
me, e da 12 canonici, insigniti tutti del li si vuole che abbia prodotto l'unione di
rocchetto e della mozzetta paonazza. Vi questaterra.il piìi moderno cav. Palmie-
sono3 confraternite, delle qui\li quella del ri dichiara: Bagnaia prende il nome da
Gonfalone conferisce ad una zitella l'an- alcune antiche terme, delle quali vi sono
nua dote di scudi 25, per legato di Fran- tuttora le vestigie, e dalle acque da cui
cesco Lucatelli, e quella di s. Carlo di- è bagnata e ricca. Era detta Balnearia,
stribuisce altra d'egual somma, per lasci- perchè costruita da'fuggiaschi de' bagni
la di Oliviero Sergi. Per la festa del Cor- di Viterbo. E che nella contrada detta
pus Domini inoltre si concedono a 46<1 il Caldano, ^ozo distante dal paese, vi

anco a 6 zitelle doti di scudi 5o 1' una, sono acque calde riunite in piscine, e ere-
derivanti dall'eredità di Domenico Gu- desi che fossero antichi bagni o terme
glielmini. Festa popolare esolenne è quel- della prisca Ferculo. Trovo nel Bussi, fra'
la di Rocco a'i6 agosto, probabilmen-
s. luoghi donati a Viterbo da alcuni baro-
te per averlo avuto il paese a patrono ia ni, anco Bagnaia, il che confermò l'im-

qualche pestilenza. Per l'istruzione pub- peratore Federico I nel 1 1


74 quando in-
blica vi è una scuola maschile ed altra vase lo stato papale. Narrai nel volume
femminile con 2 maestre pie. Fra' suoi LXXVllI, p. 3o6 e 3io, col Turriozzi,
illustri da ultimo fiorì il p. Luigi Petro- avere i viterbesi assegnato alla loro men-
ni da Bagnaia,procuratore generale e quin- sa vescovile per dotazione il castello di
di ministro gftwtvaÌQÙQ cappuccini e pre- Bagnaia e Monte Palenzano, e produssi
dicalore apò sto lieo t onde ne riparlai nel conferma d'Innocenzo III del
la bolla di
voi. LV, p. 8i. Tali religiosi hanno il 1202. Qui aggiungo col Bussi, che nel
1 T

V J T V 1 209
i55i divenuto vescovo dì Viterbo e To- ve, dicendosi nelle vecchie carie, situato

scaiiella Sebastiano Gualtieri, con bene- ned piano di s. Pietro. Per cui nella guer-
placito apostolico alìittò per lungo tempo ra tra Federico II e i viterbesi, 1000 di
i beni di Bagnaia; ma succeduto nel 1 566 questi vi si ricoveraronOé La sua princi-
dal cardinal Gio. Francesco Gambara, pale chiesa fin dal 766 era la pieve sagra
questi ricuperò olla mensa vescovile la a s. Pietro, con quella di S.Valentino a
lena ,e morì nel 1 587. Narrai pure che poi lei soggetta, e perciò il luogo fu detto
il vescovo INlontigli nel 587 cede alla ca-
1 piano di s. Pietro e sussiste. Restano aa-
mera apostolica Bagnaia e suoi parchi, Cora sul colle cospicue rovine della chie-
pelcompenso dell'esenzione totale da o- sa di s. Valentino, enei bel mezzodì det-
^ni diritto camerale nelle teuute della to piano,ora tutto selvoso, le varie rovi-
mensa vescovile dell'altra diocesi unita ne del Castrum Palenlianae, ed nota- i

di Toscanella. Della concessione de'viter- bili ruderi di s. Pietro. La più rispetta-


besi al proprio vescovo, de'paesi di Ba- bile di Palenziana fu il Ca-
dipendenza
gnaia e Palenzana, tratta anche il Sarza- salis Fagianus^ nome derivato forse da
na a 449* *' P^'O^* O'io'i l'ac-
p. 44^ ® fagisy quali un tempo dovevano avervi
i

colse e pubblicò molle notizie sopra Pa» un bosco, coir oratorio di s. Maria, che
lenzana, nel Giornale Arcadico di Ro~ poi divenne badìa, monaslerium et eccle-
via, t. 1 33, p. 34 1 , t- 1 34, p. 87, 1 3, siae s. Mariae^ di Palenzana, ed il luo-
I 36: La Palentiana o Massa Palentia- go dagli odierni è appellalo piano di s^
na di Cassiodoro e luoglii annessi^Rìcer- Maria^ nel quale è il palazzo suburbano
che ec; con una serie di documenti che destinato alia villeggiatura de' vescovi.
olire e dilucida, riguardanti la massa Ar- La sua esistenza risale innanzi la metà
bilana, sembra la Parauzana, posta sotto deirVIlI secolo, sul finir del quale ven-
i cappuccini detti del Monle,ossiadi s. An- ne in proprietà di Ansilberga figlia del re
tonio di Padova, illustrando pure i vo- Desiderio, e badessa del monastero di s.

caboli secondo le varie lezioni. Questa Salvatore di Brescia, a cui ne pervenne il

unione di beni o massa venne posseduta dommio, dal quale passò a quello della
da Teodato re de'goti, per esser stala dal badia di Farfa. Cessò d'appartenere ad
di lui zio e suocero re Teodorico rapila essa, quando i monaci per V incursione
de'romani, e forse parenti, A-
agli eredi de'barbari si rifugiarono in s. Maria del-

mandiamo uomo chiarissimo, ed Argo- la Cella, vicino al duomo di Viterbo. IJ-


lieo giù prefetto di Roma. Tale com()lv^s- surpati da altri i beni della badia di s.

so di possidenze prese il nome di Palen- Maria di Palenzana, all' uscir del secolo
zaiio, probabilmente da quello di Palen- XI i consoli di Viterbo vendicarono a fa-
liiis o Pallantius suo antico proprieta- vore del comune monastero e possiden-
1 io. La malusa contenne l\q* Fici^ ed al co- za, e tutto poi cederooo al proprio ve-
minciar del secolo Vili era cessata d'esi- scovo per mensa, in uno al castello di
stere sotto un unico possessore, restando Bagnaia. Inoltre l' Orioli illustra altre
Ptileitzano vico o borgata, ch'era stalo il dipendenze, vici e casali di Palentiaua,
principale luogo. Dopo la metà del seco- come Toilìano, Graziano ec. Ed ec- —
lo X prese il nome di Casalis Paleniiauay comia far cennodellarinomatissiiua FU-
e poi fu detto semplicemente Pareuzano la di BagnaiUf col Bussi. Il cardinal
o Palenzano o Fidtiizana sino a noi. Ralfaele Galeotto Riario (^.), fatto nel
Verso il 1000 fu alzata al grado di ca- 1489 commendatario, e nel i49^ vesco-
stello, per l'aggiunte fortiOcaziuni e cinta vo Viterbo e Toscanella, mngnilico co-
di
di mura, rese necessarie dall'incursioni m'egli era, cominciò a formare la super-
degli ungheri ede'saraceui, come altio- ba villa. ^q\ i5Zi divtiuulo vescovo il

VOL. CI. i4
2IO VIT VI T
cardinal Nicola Ridolfi (f\), ne proseguì veri infermi. A cui il cardinal Gambara
uolabilmenle la fabbrica, e nel i535 al- rispose con molta mansuetudine: Che
loggiò Paolo 111 nel bellissimo palazzo da mancato non avrebbe di fare ancor que-
lui edificato per sollievo de' suoi succes- sto. Ma noi fece, sebbene in altre cose,

sori. Nel i566 le due chiese furono con- cóme dirò a suo luogo, si mostrò munì-
ferite al cardinal Gio. Francesco Gain- fico colla sua chiesa. Altri vescovi cura-
bara (^.), il quale prosegui e perfezio- rono ilmantenimento e abbellimento
nò la formazione della villa eoa tanta della villa. Nel i585 eletto Papa Sisto

splendidezza, onde n'è riconosciuto prin- V, dipoi il suo pronipote cardinal Ales-
cipale autore, celebrato da* versi di Pie- sandro Peretti Damasceni (F.) deltu
tro Magno, che offre il Bussi, e da più Montallo, volle che la terra di Bagnaia,
scrittori. Inoltre nella villa costruì un co' palazzi e villa dovesse esser sempre

nobile casino, ornandolo nell* interno suo delizioso divertimento, non meno de'
d'insigni pitture, con vaga cappella per parenti de' futuri Papi; e per tale moti-

comodo suo e de' successori, sotto l' in- vo toltosi appropriò, assegnando in ve-
vocazione della B. Vergine, di s. Pietro ce alla mensa vescovile di Viterbo diver-
s. Lorenzo, collocandovi cor-
apostolo e di si altri beni. Sarà questa forse la cessio-
rispondente iscrizione esibita dal Bussi, ne iSSy dal vescovo Montigli,
fatta nel

in cui è ricordalo che alla sua Eccle- d» Bagnaia camera apostolica e ri-
alla

siae Balneariam recitperavil. Neil' in- cordata più sopra. Anche il magnifico
gresso di Bagnaia fabbricò un sontuoso cardinal Montaltoaccrebbela villa di non
palazzo, o meglio compì e nobilitò l' in- poche vaghe fontane, e formò in essa al-
cominciato dal cardinal Rìdolfi, e forse tro nobile casino, lateralmente all'altro.
riccamente lo mobigliò: nel Ciacconio Narrai nella sua biografia, che il cardina-
leggendosi, probabilmente per errore ti- le in questa villa accolse e ospitò sontuo-
pografico, fabbricato per comodo de've* samente Clemente Vili con 8 cardinali
scovi di Viterbo e Toscanella in Bagno- neli5g7, pare nel fine d'aprile. Riporta
rea. Nelle stanze pose 4 iscrizioni co' ri- il Cancellieri, Mercato^p. 2 1 7, vari esem-
traiti diPaolo III, Pio IV, s. Pio V e pli di palazzi, ville e luoghi dati da' Pa-
Gregorio XIII suoi benefattori, recitale pi a' cardinali, vita durante, e narra
dal Bussi. In quella per s. Pio V è ricor- coir Araidenio, che concesserat Pontì-
data la restituzione di Bagnaia alla chie- fex amoeniwi^ et fainosum municipium
sa di Viterbo; e in quella di Gregorio Bagnariae ad vitam Ani. Pamphìlio,
XIII l'aver decorato il luogo, 1' edifizio ut alias oblinuerat card. Monlaltus.
e la villa di sua pontifìcia presenza, nel Neil' indice dice Bagnaia donata al car-
settembre 1578, trattato dal cardinale dinal Montalto e al cardinal Antonio
splendidamente. Siccome il cardinale a Pamphilj. Però osservo, chea tempo del-
sue spese perfezionò la magnifica villa, l'Amidenio non eravi stato un Pamphilj
formò de'censi i cui frutti i suoi discen- cardinale, dinome Antonio j laonde è
denti ancor pagavano a'tempi del Bussi. incompetente l'aggiunta! di cardinale al

Questi aggiunge, essere trad»zione,chea- testo dell' Amitlenio. Antonio Pamphilj


\endoil cardinal Gambara indotto a re- (V.) trasportò da Gubbio a Roma la sua
carsi alla villa il Carlo Bor-
cardinal s. famiglia, e da Sisto IV fu impiegato in
romeo, dopo averla passeggiala e ben cariche distinte, e forse a lui avrà con-
osservata, udì dirsi con santa libertà: Che cessoBagnaia a vita. Da lui discese Inno-
meglio avrebbe egli fatto, se impiegata cenzo X. Racconta Bussi di questo Papa,
avesse tutta quella gran somma di dena- che neir ottobre i653 recatosi a Viter-
ro uella fabbrica d' uno spedale pe' po- bo, si portò il 2 1 a godere la celebre vii-
VIT VIT ut
la di Bagnala; ed in aiemoria di tanto in actis suppressi officii Gregorj j ac
onore, mg/ Acqua viva goveinalore di Vi- vigore sente liti ae R. P. D. Tiberj indi'-
terbo, vi collocò una lapide monumenta- cis a SSnio. deputati latae die 27 se»

le che riproduce. Il successore Alessan- ptembrisiS26 per acta Aretucci Signa-


dro VII concesse la villa in enfìteusi alla turae jusiitiae notarli^ et cancellarii,
romana nobile famiglia Lanle della Ro- nec non rescripti R. P. D. thesaurarii
vere (F.) de' duchi di Bomarzo. Convie- generalis die iS j'anuarii 1827 in actis
ne sapere, che nel i656 il duca d. Ippo- etc, una cani copia supradictae senten-
lito essendo creditore della camera apo- tiae sub die Gfebruarii die ti
anni 1827,
stolica di scudi 10,242, in compenso il per puhlicum instrumentum exhibit.
Papa con suo chirografo gli concesse la Cralerem unum argenti dimidiae librae
villa a 3.' generazione mascolma, colle per manus. L'odierno possessore della
sue pertinenze e fabbriche, pei l'annuo villa ed annessi, ossia dell'utile dominio,

canone di mezza libbra d'argento lavora- ed. Antonio de' duchi Laute della Ro-
to da presentarsi nella camera de' Tri- vere guardia nobile pontificia, ricevuto
buli\ nella vigilia o festa de' ss. Pietro e in enfiteusi per 99 anni, da terminare a'
Paolo, a forma dell' istru mento rogalo 3i dicembre 194?» 3 forma dell' istro-
dal Martagna segretario della detta ca- mento rogato dal Cecconi segretario di
meraa'27 giugno i656. Aggiunge il Bus- camera a*29 agosto 855. Il Venuti, do-
1

si, che già alla sua epoca la villa era po la metà del secolo passato, fece deU
moltodecaduta dallo stato primiero, ben la villa la seguente descrizione. La deli-
che al suo tempo l'avesse ristorata mg.' ziosa villa di Bagnaia è situata 3 miglia
Federico Marcello Laute, poi cardinale, da Viterbo, fu formata dal bresciano car-
da riuscire oltremodo godibile a chiun- dinal Gambara con grandi spese, a com-
que la visitava. Benedetto XIV nel l'j^S petenza di quella di Caprarola ; ìndi sem-
con suo chirografo rinnovò 1' enfiteusi pre accresciuta da' suoi successori, eoa
della villa di Bagnaia a favore del duca tutte le delìzie che ponno desiderarsi da
d. Filippo Lanle della Rovere, egualmen- un vago e bel giardino. Vi sono belle pe-
te a 3.^ generazione mascolina, a forma schiere, e diversi giuochi d'acqua, di cui
dell' isliomeiilo rogato dal Ridolfi segre- vi è grandissima copia. Un gran par-
tario della dettacamera apostolica a'2 i co, io cui si conserva quantità d'animali
luglio 1745- Si leggenti Liber Censiuun d'ogni sorta. Due vaghi casini, d' egual
anni i834, Rev. Canierae Jposlolicae. disegno sorgono a'Iati del giardino,uno de'
yiridariunif et PalaLìiun Lanle du- quali fabbricato dal cardinal Alessandro
ce Pelro fìli'o ducis Philìppi j nec non MontaltOjèunabendeguamemorìadilui:
Laute duce Julio^ ac Laute de ducibus in esso visono rare pitture (della scuola
PhilippOyCt Lugdovico filius ci. me. du- del Zuccari,il quale dipìnse un Angelo

cis Finccnlii haeredis ducis AloysiifiUi e an leone: altri pretendono de' fratelli
ducis Philìppi^ Pro censii praesenlis an- Federico e Taddeo Zuccari), esprimenti
ni Viridarii, et Palutii Balnearìae, ad le storie della Gerusalemme liberata del
tertiani generationetn nwscuUuam incl- Tasso. Sono poi da vedersi il belfontedel-
picndani a ci. me. duce Pliilippo in le Sirene, ornato di statue; il bosco degli
enìphyteusim a lì. C, A. concessoruni alberi; le stanze delle Muse, il Diluvio,
vigore chirographi sa. me. Bene.dicti le fonti del Dragone,dell' Anitre,di Bacco,
XIF^ die iQ> juniii^^S siguati^ et in- dell' Unicorno, delle Ghiande e di l^aroa-
strumenti reuovationes enipliytcusis in so, oltre la conserva della neve. In que-
fsecpmtioufm dicll chirographi die 2 i st' ameno luogo, ornato di molto a quel-
tulli ejusdem anni j^S i stipulali, proni 1' epoca dui cuidiual Federico Marcello
-

212 VIT VIT


Lante (F.\ erano ben ricevuti gli ospiti Umido è il clima neirinverno, assai me-
forestieri ed era una pubblica delizia, ove
j
no spirandovi tramontana e
nell* estate,

tutto corrispoudevaalla magnificenza de' scirocco, più prossimi boschi lungi un


i

duchi Lante. moderni deplorarono la


I 4." di miglio, sono Monte Pizzo e Mou-
decadenza villa, eh* è fama esser
della terone. Tanto dentro il paese quanto fuo-
disegno di Giacomo Barozzi da Vignola, ri, abbondano acque purissime. Ha due
a cui si attribuisce pure la bella fonte del- chiese parrocchiali, s. Maria Assunta in

la piazza del paese vecchio, ed il palazzi- Cielo, e s. Michele Arcangelo. La i.' è


no del cardinal Gambara. Non può esse- anche collegiata, con belTorgano. Il suo
re autoredi quello del cardinal Montalto capitolo è composto della dignità dell'ar-
nato neliSyi ciica, mentre il Vignola ciprete e di 12 canonici. Si legge nel
morì nel iSyS. Vi è pure il palazzo gran- Giornale Romano dell' 8 giugno i8i4,
de detto la Cannetteria. La villa tutta cir- cioè poco dopo il glorioso ritorno di Pio
condata di mura, sì presenta alla vista VII in Roma « Sua Santità si è degna-
:

per istrati sempre crescenti e salienti, ove ta di ricevere con particolare amorevo-
si scorge tutto il giuoco delle varie fonti, lezza la deputazione del clero e comuni-
e forma una vera scena teatrale. Vi sono tà di Canepina. Essa era composta de'ca-
artificiose grotte, viali deliziosi, ameni nonici d. Florido Rem-Picei e d. Paolo
giardini, e variatissimi giuochi d' acqua, Pelliccioni, e del sìg/ Agostino Rem-Pic-
leggiadre e superbe fontane, che gettano ei. Questa deputazione ha riportato dal-
acqua grande abbondanza. Di questa
in la grazia sovrana 1* ecclesiastica conces»
\illa, la cuiarea è piti di nove rubbia, si sione, per quella canonica, della decora-
ha la veduta incisa. Dirò io. Dacché di que- zione di rocchetto e mezzetta, e per la

sta villa gode Tutile dominio il sullodato di lei i." dignità, di rocchetto e mantel-
d. Antonio de* duchi Lante della Rove- letta nera. Ha ottenuto ancorala remis-
re, egli vi ha fatto sempre de'dispendiosi sione ali' Em.° cardinale pro-segretario
restauri a conservazionespecialmente de' di statod'una supplica, per implorare il
surriferiti monumenti di belle arti in es- titolo digonfaloniere al capopriore della
sa contenuti; avendone anche ricondot- sua comune". Il cav. Palmieri vi aggiun-
te tutte le acque, le quali partendo dal- ge l'insegna corale della cappa. Fuori la
la loro sorgente, due miglia lungi dalla porta urbana vi sono: il convento de'car-
villa trovavansi in molta quantità disper- melilani calzati, la chiesa di s. Amanzio,
se, a aìotivo della rottura d' una porzio- l'ospedale di s. Sebastiano, varie altre
ne degli acquedotti consistenti in larghi chiese,ed un eremo. Principali feste po-
canali di peperino, formanti un sol cana- polari sono s. Corona a'i4oiaggio>e l'As-

le di detta lunghezza, che essendo stati sunzione della B. Vergine a* i5 agosto,


con forte spesa costruiti di nuovo ove ed allora vie gran fiera; altre si tengo-
occorreva, fecero ritornare la primitiva no il i.° agosto e r 8 settembre, oltre il
intera copia d'acqua, utilissima anche al- pubblico mercato ogni venerdì. Vi sono
la popolazione di Bagnala, che ne fa con- scuole pe' maschi e per le fanciulle, le
tinuo uso. quali hanno 4 doti annue, cioè una dal-
Canepina^ Capena. Comune della dio- la confraternita del Gonfalone, altra dal
cesi di Orte, con territorio in monte e canonicato Tubicini, e due dal re delle
cojle, paese ragguardevole chiuso da mu- due Sicilie. Rallegra il paese un buon
ra con sufficienti fabbricati. E distante i musicale concerto. Il cav. Agostino Rem
miglia da Vallerano e io da Vilerbo,si- Picei vi possiede una graziosa ed amena
luato presso le fonti del Rio Maggiore, villa; e fra alcune anticaglie esiste un'a-
suir orientale declivio dc'moati Ctmiui. ra eoa antica iscrizione Ialina. La popò-
V I T VlT 2i3
lazione, sfcoritìo la Statìfttlcny ascende a merlcano, a tutte spese del Papa PioIX,
2,24 ij^t)n256case e 495» famiglie. Tra* che rannodando la strada da Viterbo a
suoi illtjstri contrasta con Viterbo il car- Orle con quella corriera di Narni, va a
dinal Egidio Canisio o Canino (F.), comunicazioni de'
stabilire, oltre tutte le

dolio e celebre. Imperoccliè avverte il contorni, la linea la più breve dall' A-


Cardella, DI emorìe storiche de* Cardi- driatico al Mediterraneo. Di più ebbe
nali, che Bussi'\ì lo chiama Antonini, a luogo l'assestamento della linea stradale
motivo del nome di suo padie Antonino per Canepina, Vallerano, Fabbrica e Ci-
Canisi,corae notò il Coielini a p. 90 del- vita Castellana. — Il comune ritiene, sor-
le Brevi notizie, escludendo per patria gere il paese ove giaceva l'antica Cape
Canepina. Altrettanto scrissero sul co- na, i di cui popoli lungamente combat-
gnome Antonini il Fleury nella Storia terono contro la romana potenza, e indi
ecclesiastica^ continuata da un anoni- ne furono che da Capena [)rese
vinti, e

mo, e tradotta in latino dal p. Alessan- il presente corrotto nome di Canepina.


dro carmelitano scalzo. L' Ughelli e il Degli Effetti nelle Memorie del Soratte
Lucenzi, neW'ltalia sacra, lo chiamano e de' luoghi convicini, dislingue e ragio-
Canino, ed altri Canisio. Però il p. Panvi- na de* capenati vecchi e nuovi, confusi
nio, correligioso del cardinale, lo asserisce nel 367 di Roma quando gì' irpìni si ri-

nato in Canepina. Ma il Ciacconio, che fugiarono tra* falisci e nelle campagne


riporta le diverse testimonianze, Fìtae de'cnpenati, per le guerre co* romani.
Cardinalium,ed il Mariani, i?ret'e /zo/i"- GÌ' irpini o hirpini facevano parte de*
zia di Viterbo, in questa città lo dicono popoli del Sannio, ed aveano Hlrpion
nato, confermandolo una lettera del car- per capitale: la loro provincia corrispon-
dinale stesso al vescovo di Castro. 11 Tur- de al Principato Ulteriore, nel cui terri-

riozzi, nelle Dleniorie di Toscandla, p. torio si contiene Benevento, Avellino ec.

5&, riferisce alcuni volerlo viterbese di Per capenati vecchi intende que' di Ca-
patria, altri di Canepina; ma in tanta nepina, per nuovi que' di Capena. Vir-
dubbiezza sembra, che più di tutti possa gilio qualificò i primi, Lucosque Cape-
aver parte la terra di Canino sulla di lui nos, a*quali co'falisci e veienti fuggiti in
origine, per quanto dimostra il seguente Roma nelle guerre d'Annibale, per aver-
mandalo di procura del i.° aprile i53[ ne saccheggiata la patria, e fatti cittadi-
rogato in Bagnaia. D. Pacifica uxor ni romani, fu loro assegnato parte del-
Petri Pauli de Canino. . . . cum licentia l' ampioterritorio veientano, toccando
Unti. D. Cardinal. Egida sui fratris . . .
7 iugeri per testa d'ogni padre di fami-
constituitprociiratoreni Laurentiuni Ro- glia. Crede inoltre Degli ElFelti, che l'o-

sati de Canino ad lites, et caasas^ etnc' dierna Civìtella di s. Paolo, di cui nel
gotia, etc. Iteniad exigendum, quìe- vob LVHI, p. 121, fosse la città de*cape-
tanduni, etc. Iteni ad vendendum do- nati, denominala Capenolla, a distinzio-
muniy vineas,pratos, oliveta, et alia bo- ne di Capena grande nella montagna,
na existcn., in terra et tcnimento Ca- che scemata anch*essa di ediflzi e di po-
nini, locan., etc. Il territorio di Canepi- polo diminuì il nome in Canepina. Ci-
na produce copiosa quantità di casta* vitelia fu detta Civitucula, nella diocesi
gne, vino, frutta, oltre i pascoli. L' in- di Nepi, altre volle spettante al mona-
dustriaformando botti, cerchi, doghe, e stero di s. Paolo lloma, cui poi fu re-
di
commerciando d* olio e salumi. Si legge stituita, cosi nello spirituale. Presso di
nel Giornale di Ixonia de' 5 settembre essa, tra il Tevere e il monte Soratte,
18G0. Ora è stato costruito il ponte scorre l'antico fiume Capena. Si disse pu-
d'Orle sui Tevere, secondo il sistema a- re Civitatan ttCivikllani Scapronalam
ai4 V I T V I T
daVapenati nuovi, con azione da Cape- ilmunicipio, ossia la città capitale, gli
nalum. Il vocabolo Scapronala o Scar- uni ponendola in un luogo, altri in altro.
patolla^ derivò da Carpenolla, in vece Erano i capenali situati nell'Elruria Cis-
di Co/7e«o//«, a distinzione di Canepina ciminia, abitando lungo la destra riva
de'capenati vecclii delia montagna. E del Tevere, in quell'angolo che lo stesso
di essi e de'nuovi ragiona in vari luoghi, fiumefa di qua col monte Soialte, confi-

ina con poca chiarezza. Due anni dopo nando dalla parte di mezzodì co'veienli e
si pubblicò da Nicolò Nardini, La Pen- da settentrione co'falisci, onde abbrac-
tapoli Ncpesina^ et il vero silo degli an- ciavano tutto quanto è ora compreso ne*
tichi VeìenCiy Falisci e Copenati^ Roma territorii di Leprignano, Fiano, Civitella,
1677. Nulla dice del sito della città di Morlupo, Nazzano, Filaccia no, Ponzano,
Capena, ma nel cap. i5 Non furono i : s. Oreste (luoghi tulli che in breve de-
Capenali nel Monte Cimino, si sforza di scrissi nel vol.LVlII, p.i2 eseg.,ei28), I

provare, i capenati non avere avuto la e forse alcun altro luogo loro confinante;
loro sede nel monte Cimino presso Vi- tulli forniti di amene e fruttifere campa-
terbo. Fra le altre cose dice, campi ca- i gne, e di avanzi d'antiche memorie, pre-
penati sono detti da Silio fluviali e irri- cipuamente nel diruto castello di Civitu-
gati dal fiume Capenate, il quale scatu- cula. Ivi dichiarò essere il luogo ove fu
rendo alle radici del Soratle, e scorrendo l'illustre municipio di Capena, lungi cir-
IraLeprignaoo e Fiano, sbocca nel Teve ca6 miglia da s. Oreste e altrettante dal
re vicino a Scurano, donde prese poi il Tevere, situato sopra deliziosissimo colle
nome. Nel territorio di Canepina non posto in mezzo d'ampia conca, circonda-
iscorrono che rivi e fossi di poco conto. I ta da una corona d'altre colline, ed aven-
medesimi campi sono celebrati da Cice- te alle sue radici il piccolo lago di Civi-
rone per fecondi al pari de' Crusturoini tucula^erroneamente da alcuni detto Fé-
irrigali dal Tevere che non tro-
; fertilità rone, per l' opinione che vicino fosse il
vasi nel territorio di Canepina sul Cimi- tempio di Feronia (anche questo di con-
no, ed il territorio di Feio (/^.) non traddetta località,come pure rilevò il cav.
giunse sul monte Cimino. Furono male Belli, ne' Diporti villerecci, p. 1 1 : Una
interpretati Livio e Virgilio, nel credere visita alle cime del Soralte), Dalle mol-
i capenati vecchi sul Cimino. Indi nel de- te anticaglie, marmi e iscrizioni, che il

corso secolo fu pubblicato l'eruditissimo Galletti trovò in Civitucula, nel ripro-


libro: Capena municìpio de*romanif Di- durle illustrate^ si persuase che ivi sor-
scorso Hi d. Pier Luigi Galletti cassi- gesse l'antica Capena, e per provarlo ne
ìiese^ intorno al sito del medesimo^ con pubblicò i monumenti, ne' quali di fre*
varie notizie del castello diruto di Ci- quente si legge: Municipii Capenatiuni
vitncula, posto nella provincia del Pa- foederatorum. Municipii Capenae foc'
trimonio ^Koma 1756, colla carta topo- deratiy volendo significare coll'aggiunto
grafica di Capena e sue adiacenze. Quel foederati, qiìa8\ che nel municipio si com-
dotto non si occupò propriamente intor- prendessero comuni che ne dipen-
tutti i

no all'antichità e valore de' popoli cape- devano, e tulle che un tempo a-


le terre
nati,che l'abitarono, per averne ragio- veano formato la lega de'capenali. Con-

nato T. Livio, ma del sito ov'ebbero la clude, che in Civitucula e non altrove fu
principal lorosede, non ancora determi- situata l'antica Capena, convenendo col
nalo da alcuno con sicurezza. 11 perchè già discorso INardini, che capenali non i

i migliori geografi convenendo nella si- ebbero la loro sede nel monte Cimino
tuazione dell'ampio loro territorio, non presso Viterbo; non però col Cluverio,
potevano precisare il sito ove fosse posto che tosse posta ove trovasi Civitella s.
VIT VIT 2.5
Paolo, distante pure più di 6 miglia dal neirarticolo Capena^ tratta di sua storia,

Soratle, ma priva di vesligie d' aulica onde giova farne cenno. Delle città etru*
città, tulio al più potendosi credere, che sche più vicine al Tevere, Capena non fu
cominciatosi ad abbandonare Capena, certamente delle più oscure, quantun-
molli si trasferissero ad abitare il biogo, que non fosse lucumooia particolare, e
e dessero origine alla terra, la cui deno- si risguardassecome una dipendenza di

minazione di Civitella n* è indizio pro- Veii, colla quale fu sempre strettamente


babile. Aggiunge, che nella carta topo- unita. La Porta di Roma Capena, come
grafica del Cingolani si legge »» che il no- posta in altra direzione, non ha che fare
me Capena meglio si attribuisce dal
di con Capena. Questa al declinar della po-
IJaudrand (IVovo Lexicon Geographi- tenza di Veii formava una lega che di-
niiiì^ isenaci 1677), contro l'Ortelio alla slendevasi ha il monte Musino, il Sorat-
Capena, cioè Canepina nello stato di Ron- le e il Tevere, in guisa che il distretto de'
ciglione,onde furono popoli capenali".
i capenali trovavasi circoscritto fra quel
Ria ìd I ° luogo, dice il Galletti, è da os- fiume e le terre de' veienli e de' falisci;
servarsi, che in vece dell' Ortelio si vo- quindi la loro politica si trovò stretta-
leva forse qui dire alcun altro autore; poi- menleunila a quella de' due popoli, la
ché egli fu pure di sentimento, che Ca- falli nella storia romana la i." volta si fa
pena fosse situata ov'è ora Canepina ca- menzione de* capenali 1' anno di PLoma
stello del monte Cimino, non molto lun- 355, quando romani assediando Veii,
i

gi da Viterbo. »» Quest'opinione poi, io essi accorsero co'f ilisci in aiuto della cit-

non so per verità con qual fondamento tà. La forza principale de* capenali con-
sia stata proposta, non trovandone negli sisteva nella fertilità delle terre, e perciò

autori che l'ammettonOjfra'quali l'Alber- iromani per domarli nel 356 gli diedero
ti, Descrizione dì lutla f Italia^ p. 120; ilguasto, ciò continuando per due anni;
r Enningo, Ad Bergier^ de viis milit. ed capenali nel 358, co' falisci volendo
i

I I, 33, 3; ed il Pitisco, Lexicon anti- far levare l'assedio a Veio, furono messi
(juit.f l. I, p. 349, uua qualche sorte di in rotta, e nel seguente anno i romani ri-

prova, lo credo, che la parola Canepina portarono gran bottino sui capenali. Ca-
sia slata presa come corrotta di Capena, duta Veii nel36r,i romani senz'attaccar
e che con questa superficialìssima appa- accesso per la sua for-
la città, di didìcile

renza di ragione, molti si siano indotti a ma semilunare e isolata, si misero a de*


pensare, che in quel contorno fossero Ca- predare interamente le campagne de'ca-
pena e i capenali, senz' avvertire qual penati, ecosì li soggiogarono, accordando
confusione ne nasca per rapporto de' fa- loro la pace, e 7 anni dopo la cittadi-

lisci, e quanto i passi di Cicerone,di Li- nanza romana, ed a'fa-


in uno a' veienli
vio, di Virgilio e d'ogni altro antico au- lisci,con assegnamenti di terreni nelle
tore, che parli de* capenali, male si ac- patrie rispettive. Perduta Capena l'indi-
cordino colle contrade che sono nel Ci- pendenza e divenuta municipio, essa non
mino". Termina il Galletti con riferire presenta alcun avvenimento importante
le notizie riguardanti Civitucula ne'bassi nella storia, tranne la scorreria d'Anni-
tempi, della ancora Civitella Slrictinia' bale nel 543 di Roma nelle terre de'ca-
na, cominciando dall' 854, appoggialo penali, onde saccheggiare il famoso luco
ad un'Appendice di 11 documenti che di Feronia sotto il Soratte ; e i prodigi
oHre, con erudite dichiarazioni, eziandio avvenuti in Capena, nel 537 coll'appari-
illustrative al monastero di s. Paolo di zione di due lune, e nel 544 Plesso detto
Boma, cui appartenne Civitucula. 11 luco dove si videro sudar sangue 4 sta-
Wibby, /inalisi de' dintorni di Hoi/ia, tue, per cui il senato ordinò una supplì*
2i6 VIT V! T
cazione.Tale luco e la (eracltà delle ter- vi furono poi grafTite". Dopo tutto quan-
re mantennero Capena in un certo lu- to il riferito, neppnr debbo tacere, avere
stro ne'primi 3 secoli dell'impero, come il Castellano e il Palmieri asserito. Cane-
si trae dalle lapidi raccolte dal Galletti, pina ragguardevole comune e paese, oc-
ilquale a'terapi di Pasquale II del 1099 cupare il luogo dell'antica Capena, co'
dice che già apparteneva al monastero di cnpenati assorbiti dalla romana potenza.
s. Paolo col nome di Civitucula de Co- Il Calindrisi limita a dire, che da alcuni si

loniSf corrispondente a Capena, e di Ci- crede Canepina Capena, me-


la città di

vìiuciila Strictiliana, oggi Ci vi iella s. tropoli de'capenati, per cui avrebbe un'o-
Paolo (veramente il Galletti questa de- rigine non solo antica, ma molto illustre;
nominazione dà alla I.*, e quella a que- mentre altri la vogliono eretta nel io58
sta). 1259 fu detta Cìvitelluncula
Nel da' Prefetti di Roma (V.) de Vico, al
in un documento e col nomadi castro, e che assentì pure Papa s. Leone IX. Tro«
nel 346 si fa menzione della sua chiesa
1 vo nel Borgia, Memorie istoriche di Be-
di s. Giovanni ma nel i44^ ^^'^ ^'^^"""
;
neuentOy t. i54, che Adriano IV
3, p.
lo Castrum diruto^ e non se ne fece più del I i54j di grandi poderi e edifizi am-
menzione. 11 Nibby comprese pure nel pliò il Patrimonio di s. Pietro. Praeterea
territorio di Capena, que' di Regnano, medìetatcm quatiior Caslrorum^ Casti'
Castel Nuovo, Riaoo,Toriita (discorsi nel lionis videlieetf Cinciiiiani^ Canapini,
voi. LVlII,p. 12 I, 125, 126, 129), e sog" et Bulsignani eniìl a fiUahus Rnynaldi
giunge: Capena che trovavasi nel centro de Guardeja prò libris a/forciatisy
. . .

di queste terre, fu certamente a Civitu- etc. Il Bussi pone Canepina fra' luoghi
cula, come ne fan prova la sua topogra- donati a Viterbo da Pietro de Vico l'//-
fica situazione, gli avanzi esistenti e rot- lustre prefetto di Roma, e da altri baro-
tami copiosi d'ogni sorte, e le lapidi ivi ni, confermati nel 1 174 dall'imperatore
rinvenute. I migliori oggetti furono tra- Federico I occupatore de* dominii della
sportati a Leprignano e nel museo Va- s. Sede; indi seguì le vicende politiche
licano. Ci disse poi di recente il n. 52 della città e provincia di Viterbo, Nella
del Giornale di Roma del 1859, che a* Narrazione del ca\'. Sahalucci del viag-
24 febbraio nell'adunanza dell'accade- gio di Gregorio XP I nel 1 84 1 ,
si legge :

mia romana d'Archeologia, il commen- Partilo la mattina de* 5 da Viterbo alle

dalor Visconti segretario della mede- ore 8 antimeridiane per tornare a Roma,
sima w parlò della scoperta della metro- alla sommità del monte Cimino, preci-
poli di Capena, avvenuta prima fortui- samente al luogo detto l'Imposta, si offri
tamente e poi continuata con buona di- piacevole spettacolo, poiché dopo un trat-
rezione di ricerche, per cura de' monaci to non breve di strada fiancheggiato da
benedettini, acquali appartiene il luogo, verdura e da pilastri ornati di busti in
ch'è nel territorio di Leprignano, e si le- marmo, grandeggiava un arco trionfale
ga appunto t\ quel centro nel quale il adorno di figure esprimenti le Virtù
Galletti, grande ornamento del sì dotto Cardinali. E v' era insieme un aggregato
e benemerito loro ordine, aveva stabilito di parecchie sale, il cui concetto andava
il sito di Capena dov'è CiviUicida^àMìdo di pari passo colla magnifica e ricca sua
sin dal 1756 alle stampe l'elaborato suo esecuzione. Il cav. Agostino Rem-Picei,
scritto. Da questa necropoli si sono trat- le gui possessioni si discendono lunga-
ti utensili in bronzo e stoviglie di argille mente prossima terra di Canepina
alla
verniciate a nero, armi in ferro, balsa- ed a'iuoghi limitrofi, aveva concepito ed
meri anche in vetro coloralo. Singolari a propria spesa messo in fatto quell'idea,
sooo alcune coppe per le iscrizioni che come a dimostrazione della sua di vota e
V I T V IT 217
feiìdc siuìdilanza. Gregorio XVI giunto gorio Xn P. M. che i discendenti de
colà degnò scendere ; e fra' concerti di
si li Capenati sul monte Cimino
antichi
scella musica e d'inni di felicitazione en- benedice^ quesC Inno segno di devozio-
trato nella prossima pubblica chiesa al< ne e di eterna memoria, il cavaliere A-
l'uopo addobbata, e nella quale si erano gostino Rem- Picei esultante consagra
trovati ad attenderlo il cardinal Pianetti il giorno 5 ottobre 1841. 3." La Canta-

vescovo di Viterbo e Toscanella e il car- ta, pure stampata. Quando il Sol da

dinal JBrignole, vi stette orando alcun noi lontano, colla quale, egualmente con
poco, e quindi riuscendo sopra una log- epigrafe, si volle celebrare la fausta occa-
gia, già preparata, compartì al gran po- sione del passaggio desideralissimo dalla
polo ivi convocalo la papale benedizione. Montagna vicino a Canepina, di Grego-
Jn una delle sale polsi compiacque pater- rio XVI reduce alla sua metropoli, 4'"
namente ammettere al bacio del piede La grande litografia egregiamente com-
il clero secolare e regolare di Canepinaj» posta e disegnala da Paolo Gugiiehni,ed
quella magistratura e tutta T egregia fa- eseguita in Roma dalla litografia Dane-
miglia Rem-Picei, che fu accolla con si, coir epigrafe: Gregorio Xfl Ponte-
molla benignità e coli' espressione del fice Massimo nel ritornare alla metro-
più affabile gradimento, per l'accennale poli viene festeggiato sulla lìJontagna
ossequiose e generose pubbliche dimo- prossima a Canepina, dal cav. Agosti-
strazioni, Papa riprese il viaggio
i ndi il no Rem-Picei, e comparte al popolo di
per Caprarola. Facendo io parte dell' o- quel comune V apostolica benedizione.
norevole corteggio pontifìcio, aggiungerò Esprime In litografia il momento, in cui
alquante parole, e prima col riferito dal Gregorio XVI in mezzetta e stola alza la
n. 8 1 del Diario di Roma. Presso il ma- mano per benedire, sur una loggia no-
gnifico arco trionfale era costruito un bilmente adorna, sovrastala da ricco bal-
aggregato di più saloni sontuosamente, dacchino, le cui 8 aste sono sostenute da*
non che più logge acconce all'occorrenze canonici della collegiata in rocchetto e
delia circostanza. Il Papa da uua di tali mozzetta, circondalo da' cardinali, da*
logge benedì quasi tutta la popolazione prelati, da altri palatini e dalle guardie
di Canepina e di altri prossimi luoghi nobili. Avanti alla loggia è il priore co-
ivi accorsa, e mentre dava a baciare il munale colle insegne municipali. A si-
piede, da altra spaziosa loggia, ridondan- nistra della loggia, in altra è il cav. Rem-
te di cantanti e suonatori fatti venire da Picei colla sua famiglia, e altre distinte
Roma, si cantava un inno allusivo a si persone; e più addietro l'orchestra de*
fausto passaggio. Si ritirò quindi il Papa suonatori e cantanti. Di fronte elevasi
in luogo appartato a prender alcun rin- l'arco trionfale, coronato dallo slemma
fresco, ed in altro luogo fu lautamente pontifìcio, e lateralmenteda quello del
trattato il nobile corteggio, il tulio a cu- Comune e del cav. Rem-Picei. Sotto l'ar-
ra del cav. Rem-Picei. Mi stanno davan- me di Gregorio XVI si legge questa iscri-
ti : I
.° 11 Sonetto, Che pia lardi, o Canc^ zione Gregari Ponti/ex exspectatissi^
:

na ? col quale il clero e popolo della ter- me - Capenates Cimini veriicem subenti'
ra di Canepina fece {)lauso a Gregorio tee - Laeti obsequentes libi occurrimus -
XVI nel suo felice viaggio, sulla strada Redìtuni in Vrbemfaustumfeliciler gra»
^'icina della Montagna, benignamente ac- tulamur - Deque annis no s tris pergas

colto. 2.° L' Inno, Riedl o citi di bel se- din vivere jubemus -Sic tu nos nostra-
renOy di P. F. Meglia Ligure, come il queuberioii precatione lustra. Nell'area
precedente impresso in Viterbo co' tipi e d'intorno all'arco si vedono, il popolo,
del Tosoni, e con ((ueslu dedico ; A Gre* i dragoni del corteggio e il treno pontili-
2i8 VIT V ! T
ciò. Il cav. Piem-Picci in nobile cartel- do a quanto si riservò di stabilire nella
la presentò il Papa di più esemplari del- «udilella lettera aposlolic?» del 1848, non
la bella litografìa e de* poetici componi- istelte in forse di avere tuttavia il consen-
menti, graziosamente graditi, e ne fece so di tutti coloro che avessero o presu-
a' personaggi pre-
dispensare olla corte e messero di avere su tale affare un qual-
senti. Rem-Picei è benemerito di
Il cav. che interesse. 2. Volle però che attese le
Canapina, anco pel decreto concistoriale, presenti circostanze si facesse intanto que-
che ho sotto gli occhi io esemplare au- sta espressa dichiarazione da poi sortire
tentico, e di cui vado a dar breve con- il suo effetto, riguardo alla dismembra-
tezza. Horlana seii Capena Dismem- zinne e nuova incorporazione, tosto che
hratioìiisac dein Incorporationìs Vi- succedesse una vacanza nella chiesa di
terhiensi Dioecesi. Comincia colle paro* Orte. 3. Ora dunque per quando avver-
le: JpostoUcae procurationis ministe' rà il Papa decreta, che il territorio dtì'
riunì, ed eccone il sunto tradotto in ìta> VOppidum Capenae (vernaculae Cane-
liano, e servirà a dare un'idea di siffatti pina), unitamente alla superiorità, l'am-t
decreti della s. Sede. » Fu sempre cura ministrazione, gli abitanti d'ambo ì sessi,

de'Sommi Pontefici chei figli e i sudditi chiese, oralorii, benefizi ecclesiastici e pii
della Chiesa quanto più frequentemente istituti vengano in perpetuo smembrati
sia possibile ascollino la voce del loro dall'ordinaria giurisdizione di Orte.4- Ciò
Pastore, e da esso apprendano i veri del- però avverrà ipso facto che succeda una
l'eterna salute.Quindi è che avendo gli vacanza nella chiesa di Orte. 5. Parimen-
abitanti deW Oppidi Capenae^ fatto co- te in questo caso succederà la incorpora-
noscere che stante la lontananza dalla zione alla vicina diocesi di Viterbo. 6.
sede vescovile d'Orte e lo scabroso cam- Ciò fatto, il vescovo prò tempore (\\ Vi-
mino, specialmente d'inverno, si rendeva terbo dovrà riconoscere questa incorpo-
loro dillicile l'accedervi, domandarono di razione del territorio di Canepina, Op-
essere incorporali al vescovato di Viter- pido Capenae, la quale dovrà godere tut-
bo, che per esser loro più vicino avrebbe ti privilegi ed esser soggetta alle mede-
i

portalo al deUoOppido6'^^e«tìfe maggio- sime leggi, ordini superiori, usi, grazie,


ri e più solleciti vantaggi. Il Sommo Pon- honoribus et oneribu.9^ che vanno annessi
tefice Pio IX accolse favorevolmente la alla diocesi di Viterbo. 7. Per conseguen-
domanda, e con lettera apostolica prov- za tutti nuovi dioecesani Capenates
i

visionale deli84B stabilì che allai.^ va- dovranno esser tenuti come tutti gli altri

canza si sarebbe riservala la facoltà (co- diocesani all'ubbidienza del vescovo di Vi-
me dissi nel voi. XLIX, p. iq'ì, neli84B terbo, e star soggetti alla curia, alla can-
quando a'i4 aprile preconizzò il vescovo celleria e alla mensa vescovile di Viterbo.
iDg.' Zangari,e rinnovò a* 5 settembre 8. Cosi pure tutti i giovani Capenates
j85i nel preconizzare l'odierno vescovo che chiamati alla carriera ecclesiastica sa-

mg.' Meogacci, come dirò nel paragrafo ranno ammessi al seminario di Viterbo,
Civita Castellana) di fare una'nuova cir- godranno tutte le grazie, favori e privile-
coscrizione della chiesa di Orte,dismem- gi che vengono accordati a'giovani della
brando r Oppiduni Capenae dalla sua diocesi di Viterbo. 9. Di più avvenuta la
spirituale giurisdizione. Coadiuvali Ca- i dismembrazione e la nuova incorpora-
penates dalle premure del cav. Agostino zione, lutti gl'istromenti, documenti, pro-
Rem-Picei pel sollecito conseguimento cessi, questioni e scritti che riguardino
della domanda, il Papa Pio IX per pro- nella parte ecclesiastica 1' Oppidi Cape"
pria convinzione,e quasi di moto- proprio, nacy persone, ragioni e diritti^, dovranno
decretò quanto segue, i. Avuto riguar- essere con diligenza ed accuratezza tolti
7

V 1 T V I T 2«9
i]n\\i\ cai»celleria ilei ve'«oovato tli Ot le, e aGycase, 272 fauììglieei 157 abitanti. La
lios^orlali 111 quella ili Viterbo per esser parrocchia di s. Stefano ne ha altri 532
quivi custoditi. IO. E ciò non ostante ec. spettanti alla diocesi di Viterbo. Si rac-
I I . Per ia validitàtleiredetlo fu fattoque- coglie nel territorio ottimo vino, olio, gra-
sfo ilei lelo da valere quanto una lettera no e ghiande. Nel riparlo territoriale di
Apostolica. Per ^esecu^ione il Papa si
I 2. Leone XII sono registrate due frazioni
de§tin di deputare il R. P. D. Luigi Io- o annessi delcomune di Grotte s. Stefa-
na vescovo di Monte Fiascone, con au- nojcioè VnUebona con 1 i o anime, e Mon-
torizzazione a farsi rappresentare da al- te Calvello con 67 abitanti, ambo ezian-
tra persona proba e idonea, che sia però dio della diocesi di Bagnoiea. La fonda-
cosliluita in dignità ecclesiastica, i 3. Al zióne di Monte Calvello si attribuisce a
qual delegato e suddelegato si accordano Desiderio re longobardo, e fu castello di
tulle le opportune facoltà. i4- Tanto il Viterbo, indi de'Monaldeschi, poscia feu-
delegalo che il suddelegato dovranno do della fauìosa d. Olimpia Maidalchini-
nello spazio di 3 mesi trasmettere alla s. Pamphilj. Nel territorio adiacente esiste
JSede un aulentico eseniplare di tutti gli il rinomato romitaggio della Madonna
atti fatti, per essere conservali nelTarchi- dell'Aiuto. Inoltre in Monte Calvello è
vio tiella Congregazione Concistoriale.
s. una sorgente d' acqua termale acido-sa-
i5. Per l'esatta osservanza di quanto so- lioa.

pra, e per la sicurezza presente e futura S. Martino. Comune e abbazia NitU


del decretato, il Papa ordinò che si sten- lius Dìoecesis , con territorio in colle e
desse il presente decreto. Roma 3 giugno piano ,
principato de* Dov'ia- Pamphilj
i85g. Firmato: Ruggero Anlici-Mallei (f^.)i cinto da mura castellane, di quasi
s. Congregazione Conci-
segretario della un miglio di circuito. E situato presso una
storiale ". falda de' monti Cimini, io posizione ele-
Grolle s. Stefano. Comtioe della dio- vata ed amena, da cui si godono mirabi-
cesi di Bagoorea,con territorio in colle e li vedute; distante da Viterbo più di 3
piano, con fabbricati quasi tutti scavati miglia, da dove si perviene per ottima
e incastrati nel tufo. Il Castellano dice strada rotabile. Circondato da casini cam*
questo borgo, come lo chiama ,
partico- pestri di villeggiatura , tra le ville pri-
larmente descritto dal p. Kircher, per la meggia quella di Buon respiro de'nobili
meraviglia d'essere quasi sotlerraneo,tro- Zelli; con fonti, giardini, boschetti, viali,

vandosi interamente scavalo nel tufo. Vi statue e superba galleria. Il clima è rigi-
è il palazzo del principe Doria, il quale è do nell'inverno, fresco nell'estate. Tra'
il I ." po»»sidente del luogo. Ha 3 chiese par- suoi buoni fabbricati, principalmente si
rocchiali , cioè la principale di «. Stefa- dislingue il principesco palazzo Pamphi<*
no, di Maria ss. Assunta in Cielo e di s. Ij, già della famosa d. Olimpia MaidaU
Rocco. La terra è alquanto grande, non chini-Pamphilj viterbese e cognata d'In»
mollo lungi dall'antica città vescovile di oocenzo X, in cui tuttora si conservano
Ferenlo. Aggiunge il Castellano, che lun- mobili e suppellettili usate da quella da-
go la via che conduce al paese e nel piano ma e principessa di s. Martino. Notai già
diMagognano (Annesso di Fiterho^ ragio- nel citato articolo , esser crollata la me*
nando del quale, cioè del suo territorio, ravigliosa scala a chiocciola del palazzo,
riparlerò di Grolle s. Stefano), nel 1 8 1
per la quale si poteva incedere in car-
furono rinvenuti alcuni strati di ossa fossili rozza al I
.**
piano nobile, e secondo il Ca«
di elefanti e altri animali esotici, i quali Le preci*
lindri sino a quello superiore.
esposti all'intemperie [)erdono la tessitura pue interne vie si denominavano Piazrt
orgiHiica, _« si parifìcauo al tufo, Conta Maggiore, Cauoaica, del Duomo , Lua-

220 Y i T V l T
ga. Vi sono dee fontane (roUima acqua maestrano i fanciulli; mentre due mae-
di sorgente, e a due quarti di miglia tro- stre pie istruiscono le fanciulle, alle quali
vasi l'acqua squisita di Rodiano. Il paese il principe Doria-Pamphilj conferisce un'
prese il nome dalla chiesa matrice, ades- annua dote di scudi 25. Si trae dalla ^^^•
so preesistente, posta sulla sommità del tistica del i853, esservi 2i5 case, 285
monte, e perciò chiamata s. Martino in famiglie, 61247 abitanti, 299 de' quali
Monte. E sotto l'invocazione dì s. Mar- spettano alla campagna. 1 principali pro-
tino vescovo di Tours, e popolare n'è la dotti del territorio, al riferire di Calindri
festa che si celebra 1' 1 1 novembre, con e Palmieri, sono vino in abbondanza, ca-
fiera libera che si protrae a 8 giorni. La stagne in frutto e in legno da lavoro,
chiesa è abbaziale, collegiata e unica par- ghianda e altro, oltre i pascoli. — L'o-
rocchiale, con abbate mitrato, ordinario rigine di questo comune derivò dal mo-
della diocesi nidlius^ e capitolo con l'ar- nastero e badia di s. Martino in Monti-
ciprete 2.' dignità, avente cura d'anime, bus, di cui trattano rUghelli,/^^/i(2 sa»
di otto canonici fregiati dell' insegne co- era, 1. 1, p. i4o4 e i4o5,il Bidlariiwi

rali della cappa magna nell'inverno, e di Basilicae P^aùcanae ne'luoghi registrati


cotta e rocchetto nell'altre stagioni (pri- nell'indice, ed il Lubin, Abbatiaruni Ila-
ma indossando quelle dell'almuzie), con- iiae brevis notitia, p. 228. In principjo
cesse con breve dal Papa Pio IX nel 1847. fu fondata dall'ordine di s. Benedetto, ì

Tutti i mentovati sono di nomina del cui monaci resero il luogo alpestre ame-
principeDoria-Pamphiljpel privilegio del no e coltivato. E
Gregorio VII Papa
s.

padronato, e così degli altri benefizi ec- del 1073 il monastero de-
fece restaurare
clesiastici. JNoterò, che costituite le ren- caduto per le vicende de'tempi, ne riven-
dite canonicali in Luoghi di Monti, per dicò le usurpate possidenze, ed altre ne
la liduzione di questi, Fu pure diminuita donò a'benedettini. Ma dopo molti anni,
l'ufìlziatura corale alle sole feste tanto di diminuiti i monade per altri avvenimen-
precetto che levate. Però il pio cardinal ti era ricaduto nello squallore ,
quando
Gìor^w D Oria- Painphìlj\movio nel 887 1 nel ii5o Eugenio III Papa, già cistcr-
a' 16 novembre, con disposizione testa- suo ordine, e volle
ciense, l'unì all'antico
mentaria assegnò un legato d'annui scu- ripristinata monastica osservanza. I
la

di 1000 onde aumentare la mensa abba- nuovi monaci, anche per le scemate ren-
ziale e le prebende canonicali, coU'obbligo dite, non riuscirono nel periodo di 5o
però di riassumere l'uffiziatura qaolidia- e pili anni a fare rifiorire il monastero,
ha, come attualmente si pratica. Nel voi- essendosi ridotti a 3 monaci e l'abbate ;

XCV, p.i5i, ragionando dell'abbazie e i (piali avendo ricorso al loro capitolo ge-
«lire diocesi Nulli 1 1.9 ^ e de' loro pielali, nerale, fu decretato di separarlo dall'or-
riparlai della secolare di s. Martino. L'e- dine e abbandonarlo. Venuto ciò a co-
difizio, appellato anche duomo, è di gu- gnizione d'Innocenzo 111, pel suo vivo ze-
sto gotico d'antica e bella costruzione, io lo religioso, nel gennaio 1206 scrisse al-
ogni sua parte perfetta e ben proporzio- l' abbate Pietro e monaci di s. Martino
nata. Fra gli altri dispendiosi bonificamen- del Monte la lettera, Lìcet monasteriuni
ti che vi fece nel i 786 il principe Girola- vestrufji, eccitandoli a rimanere nel mo-
mo Pamphilj, merita particolare menzio- nastero, pel suo mantenimento assegna n
ne il coro cogli stalli canonicali, e riuscì ào mille libras argenti pel riacquisto del-
il più bello e maestoso che possa deside- le possessioni, e la chiesa di s. Salvatore,
rarsi, i pp. dottrinari hanno nel paese un posila juxta Oreleni cum omnibus poS"
buon collegio e la chiesa di s. Michele sessionibus et psrlinentiis suisin perpc
Arcangelo, e nelle pubbliche scuole am- iuum. Confermò al monastero i privilegi
V 1 T VIT 221
die godeva, per appnrienere all' oi'diue da Orchia con tutte le sue ragioni e
di
cistercieiìse; rinnovò l'ingiuozione di do- possessioni; le quali erano di gran lun-
versi redimere da'credilori le molle pos- ga maggiori e migliori di quelle posse-
sessioni ad esso spettanti ^ e ratificando dute prima dal monastero. Continuando
la concessione della chiesa di s. Salvato* ilPapa a visitare la provincia del Patri-
re e suoi predii,omnia B. Petri et sua monio ,
partì da s. Martino per Monte
protcctione siiscìpere; et tandem gravi Fiascone. Dichiarato dunque il monaste-
muleta, et inulto graviorì, et formida- ro di Martino immediatamente sogget-
s.

bilimaledictione indicta transgressori- to e sotto la protezione della s. Sede , e

bus, ipse cuni Cardinalihns subscripsit perciò esente, risorse a poco a poco colle
minerò quatuordcr.im. L'Ughelli ripor- aumentale rendite. Però il materiale del-
ta un breve tratto dalla bolla,' la quale Tedifizio del cenobio si per l'antichità e

per intero e commentata si legge nel Bull. sì per l'abbandono di tanti anni, riduce-
f'at,y l. I, p. 90. Da questa si trae, che vasi sempre più ad una quasi totale ro-
Innocenzo HI confermò le costituzioni e vina. Essendo governatore o legato del-
e privilegi emanati a favore del mona- la provincia il viterbese cardinal Ranie-
stero da Eugenio HI, Alessandrolll eLu- ro Capocci cistcrciense, ad esempio d'In-
cio III; si legge il novero delle chiese ap- nocenzo III che l'avea annoveralo al sa-
partenenti al monastero poste io diversi gro collegio, e ad istanza del monaco di
lerritorii , egualmente ciascuna illustra- esso AlbOy suo concittadino (che poi a
ta, non che delle terre da esso possedu- sue preghiere Innocenzo IV creò cardi-
te. £' sottoscritta la bolla dai 4 cardina- nale, e venne sepolto in s. Maria de Gra-
li, e quanto alla data si fanno osservazio- di, per quanto dirò nel descrivere quel
ni, se piuttosto devesi attribuire al se- tempio), con profusa liberalità restaurò
guente anno. Tutto viene pure narrato da' fondamenti non meno il monastero
da un codice membranaceo del monaste- che la chiesa, e di tali e tanti doni l'una
ro di s. Salvatore di Monte Amiata , e- e l'altro arricchì, che quasi giunse a me-
guai mente prodotto colla parlata lettera ritarsi il nome e la gloria di fondatore.
dairUghelli, abbate cislerciense, in cui si Piti tardi e per poco (erapo, il cardinale
legge avere Innocenzo IH fin dal i
199 nel 1243 divenne vescovo di Viterbo e
preso cura della chiesa e monastero di s. Toscanella. Contemporanea mente furono
Martino, in cui nel 1207 fece venire da benefattori del monastero Eurico 111 re
quello di Pontigny, la 2." badia delle 4 d'Ioghillerra, e Pandolfo vescovo di Nor-
filiali di CistellOf l'abbate e i monaci per wich, camerlengo e legato della s. S^ì\q
rinnovarlo. Cani ergo venissel, D. Papa per Onorio III , con donazioni per sop-

btncdijcìt Ahhatcni etc. Meglio narra il perire a'di lui bisogni. L'Ughelli offre il

Bussi le beneficenze d'Innocenzo III pel diploma conferma del I255 di Papa
di
monastero di s. Martino, il quale dopo Alessandro IV, Cwn a nohispetiiur, di-
averlo liberato da'debili che lo gravava- retto Abbati, et Conventui Monasterìi s.
no, lo dichiarò filiale di quello di Pon- Martini F iter hìen. Cistercìensis ordinis;
tigny, acciò ne assumesse il governo per ed in esso riprodusse il diploma regio
resliluii'lo al printìero slato; il che essen- d'Enrico III di concessione. Il Bull. ì at.^
do Ntalo eseguito, Innocenzo III nel 1207 t. I
, p. I 34 e seg., oltre tale bolla, ripor-
da Viterbo si trasferì a s. Martino a ve- ta quelle che cominciano colle parole,
dere il monastero, e dopo averne confer- Devotionìs veslrae, Cuni universis, Inter
mato l'abbate colla pontifìcia benedizio- alia, dello slesso Alessandro IV, riguar-
ne, pel suo incremento gli donò la chic- danti la professione de' monaci e le loro
&ìi di s. Salvttlore, posta presso la contra- pósbcssioiiij i'eseu2Ìoui dalle procui aziu-
222 V 1 T V I T
dare
ni, ossia dal ospizio allegati e nunzi ni, se non li restituivano al cardinal Pic-
apostolici ed il compimento della fab-
,
colomini commendatario perpetuo. Men-
brica del monastero. Riporta ancora il tre Pio li trovavasi nel giugno 1462 in
padronato del re d'Inghilterra sui bene- Viterbo, insorse sospetto che vi fosse pe-
fìzi ecclesiastici di conferma
Orchia, la netrata la peste, per la quale era parti-
de'privilegi di Gregorio IX, Gregorio X, to da Roma, laonde alcuni cardinali gli
Onorio IV e Benedetto XII, con altre domandarono licenza di passare altrove.
notizie. Indi il monastero divenne assai Ritenuti alcuni presso di se, volle recarsi
rinomato per la santità de' soggetti clie a viàilare il celebre monastero di s. Mar-
\i stanziarono, e per la purità dell'osser- tino del Monte, così detto perchè fabbri-
vanza monastica^ che per lungo tempo vi cato quasi sulla cima del monte Cimino,
si mantenne in fiore. Laonde potei regi- come si esprime il Bussi, ciò narrando.
XCIX, p. gì, avere Gio-
strare nel voi. Ne fu la causa anche per averlo com- ,

vanni XXill eletto l'abbate di s. Marti- mendato al suo nipote, e questo erasi as-
no Francesco, F icario generale di Ro sunto il carico di ristaurarlo ; di cui il

ma nello spirituale e in tempi dillicili. Papa , verso il fine del lib. 8 de' suoi
Apprendo da Lubin , che per morte di Coinnienlarii^ fa la descrizione seguen-
Baldassare abbate cistcrciense, Papa Eu- te, nella quale ritrae lo stato in cui allo-
genio I V ueli44o s">^"'^i^ >' monaste- ra si trovava. Templum est allis ere-
ro di Martino dall'ordine cisterciense,
s. ciumformcihus sedo nobile opus ^ti nini-
e lo conferì in commenda a Giovanni di lìs insigne coluninis, in quo, sicut ante
Rieti, canonico d'Arezzo, priore di s. Ste- dìxinius, Cardinalis Aegidii (Alborooz
fano di Firenze, protonotario e chierico morto in Viterbo a'24 agosto i 367) con-
di camera. Quindi Eugenio IV colla bol- ditunifuisse cadaver affirmant. Multi a-
la JposLolicae servilulis^ de' 9 febbraio lini religiosi divinas hic laude s can tace-
i445', Bull. Fat.y t. 2, p. io3 , tolse il re j nunc cornices excubant^ et pallini-
monastero a' cistcrciensi, l'unì alta con- baCy et nonnumquani suos intonat pian-
gregazione de' monaci Olivetani di Arez- ctus ferali Carmine bubo. Caenaculiun
zo, restituendovi così i benedettini ,
per adliuc exlat egregium; caelera velcor-
essere i cisteiciensi decaduti dalia rego- ruerant, selcilo casura videbantur'.Pon-
lare osservanza. Ma il successore Nicolò tificis nepos reslaurandi curani accepil.
V colla bolla Inler ciiraa, de'3 gennaio i Situs amoenissimus est, largae intus, et

1452, Bull.dl.^ p. i38, creò abbate com- lucldae scaturiant aquae. Castanearuni
mendatario Ogerio abbate cistcrciense di siL'ae circumslant, et agri adsunt, et vi-
Pontigny, per le sue virlù, zelo e dottri- neae.Prospectus Sena versus ad Auùa-
na, per amministrarlo nello spirituale e tani usqueprolenditur, inspicilet Argen-
nel temporale. Indi avendo l'abbate O- tariuin Monteni in occidentali plaga, et
gerio rinunziato la commenda, colla ri- mari terminatury etaerejucundo^ aesti-
serva dell'annua pensione di 200 fiorini vis mensibus habitatur. Pio II, veduto il
sui frutti delia mensa abbaziale , Pio II monastero, si restituì a Viterbo e tosto
colla bolla Reli^ionis zclus , de' 22 no- partì per Siena, il che fecero pure mol-
vembrei46i, Bull, cit., p. i65, conferì tissimi viterbesi, andando altri a s. Mar-
la commenda al proprio nipote cardinal tino del Monte altri a s. Maria di Pa- ,

Francesco Piccolomini. E siccome n'era- leuzana altri a Soriano e altrove


,
con ,

no stati distratti e invasi i beni , Pio II sommo loro vantaggio, poiché la maggior
colla bolla Signiflcavit nobìs , de' 7 di- parte de'restati a Viterbo perirono nella
cembrei46i, Bull.cìt., p. 166, fulminò peste. Col cardinal Piccolomini dun(|ue
la scomunica contro i detentori di tali be- cominciò la seiie de'caidioali commenda-
V I T VIT a,3
lari, e crealo Papa col nome di Pio UT dizioni sp«*ituali e temporali, vassalli e
(f.) tì'22 selleiiibrei5o3, visse 26 gior- derogando il Papa a'divieti
altri sudditi,

ni nei pontificalo. N'era commendatario di SistoV, Clemente Vili, Paolo V, Ur-


il cardinal Ranuccio Farnese ( ^.), quan- bano Vili ealtri predecessori, che proibi-
do rinunziò la commenda a Pio
qua- IV, il scono l'alienazione de'beni giurisdiziona-
le colla bolla In supereniinenli dignità' li senza licenza della s. Sede. 2.° La pro-
tist de*2o giugno» 564. ^"^^- ^^t., l. 3, cura del Capitolo Vaticano di permuta
p. 5o, soppresse la commenda dell'abba- del Castrunis. i1//7r//«/, con d. Olimpia
zia, la secolarizzò, ed applicò la giurisdi- dell'8 ottobre 1645. 3." L'atto della per-

zione spirituale e temporale, i vassalli e muta seguita nel dì appresso, colla nota
ì beni del monastero cisterciense di s. Mar- delle fabbriche e possidenze di s. Marti-
tino nella diocesi di Viterbo, alla mensa no tanto esistenti nel territorio, quanto
capitolare della patriarcale basilica Vati- fuori di esso. Quindi Innocenzo X in fa-

cana. Papa s. Pio V co'brevi Ciwi sicut^ vore della cognata d. Olimpia e suoi di-
de'6 marzo iSyo, e Licei alias^ de' 27 scendenti eresse il s. Martino
castello di
ollobre iSyi, Bull, cit., p. yS e 76, sul- in principato feudale, ornò nuovamente
le distrazioni e alienazioni de' beni di s. la chiesa di s. Martino del titolo abba-
Maiiino, parte confermò e parte ripro- ziale, v' istituì la collegiata con capitolo
vò. Gregorio XIII colla bolla Significa' di canonici, e l'abbate perpetuo mitrato
riint nobis^ de* i3 gennaio i585, Bull. decorato con l'uso de'ponlifìcali, dell' a-
cit.,p.i49t diretta a' vescovi di Viterbo, nello abbaziale domestico, e del grado di
Monte Fiascone e Bagnorea, eda'Ioro vi- protonotario apostolico ad instar parte'
cari generali, sentenziò la pena di scomu- cipantium j ed inoltre con giurisdizione
nica contro gli occupatoride'beni del mo- Nullius Dioecesls in tutto il territorio
nastero di s. Martino, ed i detentori di del principato quale ordinario ed inclu-
,

scritture ad esso spettanti, se non li re- si vamente al diritto di convocare il sino-


stituissero. Notai nel voi. XC VII, p. i85, do. E la Papa restau-
chiesa venne dal
col Bussi, che Clemente Vili a'2 5 aprile rata con notabile spesa. Indi il Papa di-
1597 si recò a Viterbo, donde passò alla chiarò abbate Francesco Maidalchini
terra di s. Martino del Monte, e quindi (^^')i nipote della cognata, ed a' 7 otto-
si trasferì a Toscanella. Finalmente ri- bre 1747 1° creò cardinale dell'ordine
porta il Bull. Fat.f t. 3, p. 260 e seg. i.° de' diaconi. Noterò, che il cardinale, per
Il chirografo d'Innocenzo XPamphilj,C^- esercitare i pontificali, più tardi si fece
pitolo e Canonici della nostra basilica di ordinare prete da un vescovo, il che non
s.PietrOj de'7 ottobre 1645, col qua le co« approvò Innocenzo XI del 1G76, e so-
beneplacito apostolico permise la con- lo colla mediazione della Francia ne sa-
venuta vendita seu perniulationeni Ca- nò il difetto. Con due bolle, In supre-
stri s. Martini in Montibus Fitcrbien. a mo militanlis Ecclesiae, de* 7 febbra-
Capitulo cum d. Olympia Maidalcliina io i653, e Illius disponente clernew
Pamphilii fratris jain denwrtui uxore; iia, de*25 settembre 1654, Innocenzo X
cioè la Olimpia
cessione per parte di d. dichiarò padronato de' Pamphilj l'abba-
del casale Piesciano Cecalasino e di due zia nulliuSf e la Chiesa di s. Agnese nel
pediche, al capitolo, siccome confinanti foro /agonale (P'.) di Roma, col contiguo
al casale Prefetto del medesimo, terreni Collegio Pamphilj (P .)fion cardinal pro-
24,000 scudi, oltre la somma di
valutati tettore al modo detto nel voi. XXXI, p.
scudi 24,5oo da investirsi a favore della 2 24, da nominarsi dal principe di s. Mar-
mensa capitolare, pel castello e abbazia tino, il quale deve preferire nella scelta
di 8. Martino del Monte, colle suegiuris- uu cardinal paieate se vi è. Dopo il prò-
22i V I T V 1 T
lettore cardinal Gabriele Ferrelli, mor- un suomìnislro, contrario del celebre cav.
to in Roma nel palazzo Doria a'i 3 set- Bernino, slinìolato dal bizzarro ingegno
tembre 1860, tosto il principe d. Filippo dell'emulo di quello il Borromino, ebbe
Andrea gli lia sostituito il cardinal Lodo- agio d'ottener il comando per la demo-
\icoAltieri roinauo,camerlengodi s. Chie- lizione del campanile e dell'ordine attico
sa. Al presente è abbate mitrato mg/ d. della facciata della basilica Vaticana, ope-
Vincenzo Maugiatti, ed arciprete il can. re mirabili del Bernino compiante da* ,

d. Francesco Speranza, ambo di s. Mar- romani e poi dallo stesso Papa,


anche per
tino. Innocenzo X onorò due volte di sua avere speso 12,000 scudi in disfare quan-
presenza il principato di s. Martino, co* to era costalo100,000 a Urbano Vili,
me dissi a suo luogo. Narra il Bussi, che col pretestoche minacciava rovina l'an-
recatosi neh 653 \\ Papa a Viterbo, per golo del gran tempio su cui poggiava.
appagare il desiderio della cognata d. O- Tornato a Roma da s. Martino a'22 n»ag-
hmpia principessa di s. Martino, dopo a- gio, Linocenzo X si proponeva nelT au-
"ver visitato la suburbana villa Maidal- tunno di visitare ancor una volta s. Mar-
china, si compiacque di trasferirsi nella tino, ma a'i5 settembre licenziò il me-
terra di s. Martino, resa feudo di sua ca- dico archiatro Gio. Giacomo Baldino, per
sa Panìphilj,con molti privilegi e grazie, avergli proibito l* andarvi ; e gli sostituì
onde nella chiesa abbaziale fu collocata Matteo Parisio, che colla polvere di co-
la seguente \apk\e:Ànti{iuissimuin Sancii ralli gli fermò un ostinato flusso di ven-
Marti ni Coenobium- Temporuin diuliir" tre. Morto il Papa a'y gennaio 1 655, il
nitate injuriisque collabens - Paniphi- successore Alessandro VII si mostrò ine-
liatt genti pretto comparaluni - In ani- sorabile con d. Olimpia e la confinò, o ,

plioreni Castri forniani redactuni - In- riparò, secondo il cav. Belli, in Orvieto,
coLis auctiun aedihus ornaliun - Riga- ove dopo pochi mesi, per la sopravvenu-
Uim fonlibas munituni - Inno- nioenibiis ta terribile Pe sii le nza^ cessò di vivere. Al-
centius X P. O. M.
Abbatiae litido a-
- tri sostengono , che perì vittima di quel

liisq ne novis beneficiis • Ac sua praesen- contagio abbandonata da tutti, nel suo
,

tia dccoravil. Altre notizie le fornisce il magnifico palazzo di s. Martino, come nar-
Cancellieri,che tanto parlò d'InnocenzoX, rai altrove. A confermare questa mia as-
de'Pamphilj e Olimpia, nella Lette'
di d. sertiva feci indagini a s. Martino, e que-

ra sull'aria di Ronia^ a p. i 3 ei i4 ed 1 ste ricerche produssero il doversi positi-


altrove, e principalmente per tutta l'ope- vamente ritenere. La fede mortuaria e-
ra: // Mercato ed il Palazzo Panfilia-
^ sistente nelT archivio parrocchiale di s.

no nel Circo Agonale. Quelle riguardan- Martino è concepita così. 1657. Die 26
ti s. Martino sono le seguenti. Primiera- D. Olimpia
stptenibr. lll.ma et Ecc.m^^
mente devesi avvertire, che due volte In- Maidalchina de Pamphilij's Prin.pa s.
nocenzo X onorò di sua presenza s. Mar- Martini, receplis SS.mis SacJis ani'
lino mentre solo di una fece memoria
, mani Deo dedit, cit/us corpus sepultuni
il Bussi. La I.' fu la narrata deli 653 a' fiat in hac Eccles. ante Aliare majuSf
* 12 ottobre, co' cardinali Pamphilj (cioè aetatis annor. circiter yo.Non dice se sia
l'adottato Astalli per nipote) e di Guisa, morta nel suo palazzo, ma la tradizione
da dove per invito del duca di Braccia- del paese narra che richiesta d. Olim-
,

no, eoo numerosa comitiva si recò al suo pia, nella pubblica piazza, mentre era cir-
feudo, tornando a Pioma a'29. La 2.' av- condata da molti nobili che le facevano
venne nel 654, in cui tornò a s. Martino
1 corona, da un falegname altro brac-
a'5 maggio, la dichiarò città, e vi si trat- ciante di esser pagato delle mercedi, s'in-
tenne 20 giorni. Falalinenle fu ivi che quietò iu modo, forse pel complesso delle
V i T V IT 225
circostanze, che fu presa quasi da un col- Agnese, e nel voi. XCVlI, p. 29, acceri.
po, quindi i'u trasportata in una stanza nato il recente più decoroso collocamen-
ìleli.° piano del suo palazzo, dove dicesi to di sue ossa e iscrizione sepolcrale, per
sene mori. Ecco poi l'iscrizione sepolcra* cura dell'odierno prìncipe d. Fdippo An-
le dalla medesima
Olimpia fatta scol-
d. drea Doria-Pamphilj , benemerito della
pire io anni innanzi. D. O. HJ. - Olym» mia
Pampliilj(F.). Da'Pamphilj eda'
piaMaìdalchinaPanìpliiliaSanctiMar' Doria anche il paese sperimentò bene-
tini Princlpissa - Hiimanae Mortalita- ficenze, e da loro ricevette notabile in-
tis Memor - Siipreniuinqiic Dieni - Cu- cremento e lustro.
ra Iininorlalitalis Antevertens - Suiun Soriano (F.). Comune della diocesi di
IIìcTunutlum - Ex PielatisPraescripto - Orte unita a quella di Civita Castellana,
Ddfgii Ac Posuil ' Ut Et FwentiSibi e vice-governo. Sebbene non poco ne par-
Et Demo r Ina - Tutelar is Divi - Peren- lai nel citato artìcolo, col cav. Palmieri

ne m Opem Senliat Adesse - Et Ab Suis e con altri, credo opportuno qui aggiun-
A eque Popularibus - Hoc Monumento gere altre notizie, mentre il suo famoso
Adinonitis - Frequcnies Sibi Postale t - fenomeno naturale lo descrissi in detto
Ad Deuni Preces Ac Suffragia - Apud articolo^ e con altre nozioni in principio
Quos Ipsa - Et Oppidi Amplificatione - di questo, cioè la Rupe tremante o Me-
Atque Ornala Et Universe In Omnes-
• nicalore. E' distante da Viterbo i o mi-

Benejicentiae Studio - Ponere Suae Pa- glia, e vi giunge per via rotabile, aven*
si

riler NUiiur - Monumenta Charitatis - do di perimetro circa un miglio e mez-


1647 - Obiit Die 2.6 Septembr. - iGoy. zore giace suiromonimo elevatissimo pog-
Ma ormai si ripeta col savio scrittore e- gio, alle cui falde scorre il Pagano, fiu-

l'uditissimo, cav. Andrea BéìWt Diporti e micello che dopo breve corso si unisce ai
Riposi villerecci^ p. 52. » Uscito dalla Tevere. Tra gli edifìzi civili, oltre la gi-
porla Romana di Viterbo ti si apre a de» gantesca rocca, primeggia il palazzo ba-
stra una contrada spaziosa, distinta col ronale,disegno del Vignola. Ha contigua
nome di Merlano, che conduce in s. Mar- la meravigliosa grottesca fontana di Pa-
tino, antica region feudale della principe- pacqua, abbondantissima d'acqua eccel-
sca gente Doria-Pamphilj : prega requie lente. Le pubbliche strade sono lastrica-
ad Innocenzo X, che fu Pontefice di ri- te di peperino. Ha 4 parrocchie denomi-
soluta fortezza, sobrio ed economo nelle nate s. Nicolò di Bari, in s. Giovanni, in
spese superflue, ma splendido nelle ne- s. Maria, in s. Paolo, in s. Pietro. La
cessarie, di magnifica beneficenza, di ra- collegiata con capitolo di canonìci^é sot-
ra modestia, prudente nel governare, cir- to l'invocazione di s. iXicolòdi Bari, gran-
cospello nel parlare, tardo nel risolvere, dioso edifìzio eretto con disegno del va-
ed amantissimo della giustizia; prega re- lente architetto Giuseppe Camporesi ro-
quie a d. Olimpia Maidalchini che, ripa* mano, colla spesa di 90,000 scudi del mu-
rato avendo in Or?ielo,vi raggiunse il ter- nicipio : è ricchissimo di marmi e belli
mine della mortale clamorosa sua corsa stucchi. Bella é pure la recente chiesa de-
nel 1 656 per la pestilenza che in quel tor- gli propinquo convento
agostiniani, con e
no disertava la città miserrima, ed è se- niagnifico. Buone han- chiese e conventi
polla nella chiesa che è in s. Martino, do- no pure minori osservanti riformati, ed
i

ve un solo cancello di ferro costò 3oo scu- ipassionisti lungi 2 miglia e mezzo dal-
di romani". Mi gode l'animo d'aver po- l'abitato, e nella loro chiesa si venera il

tuto nel voi. LI, p. 87, correggere gli er- corpo di s. Eutizio comprotettore di So-
rori sul nobile mausoleo d'Innocenzo X, riano, la cui festa in agosto è popolare.
esistente nella sua sontuosa chiesa di s. L(i pingue fiera comincia dal sabato do-
VOL. CI. i5
226 V I T V IT
pò l'Assunzione della B. Vergine, e du- que gesta re, et re.specti^e, et licite pos-
ra 3o giorni: dal novembre a tutto car- sine. E' la chiesa padronato della rev. Ca-
nevale vi è in ogni lunedì mercato, con mera apostolica, per averla fabbricata a
gran concorso e copioso traflìco di oiaia» sue spese neliySo nel luogo stesso della
li. Vi sono le scuole, l'orfanotrofio per vecchia rocca, di cui sussiste ancora il tor-
le fanciulle prive di genitori, un rinoma- rione. Laonde la vecchia chiesa di s. An-
to concerto musicale con ricca uniforme, drea, che egualmente apparteneva alla
ed una copiosa filanda di seta. Soriano Camera apostoIica,già fabbricata nel 1 5i2
o Zuriano prese il nome, secondo alcuni, come leggevasi neir iscrizione posta sul-
da Sur o Zur^ scoglio o rupe, e Jani o l'architrave di peperino dell'ingresso in
Giano, corrispondente a Japhet, e quin- oggi murato dell' istesso edifizio , venne
di si crede fabbricato da'feiìicii, che sole- provvidamente concessa per uso dell' o-

vano imporre alle loro colonie i nomi spedale di s. Lucia, in cui si ricevono gl'in-
delle proprie divinità. Altri opinano che fermi poveri valleranesi de' due sessi.

fu popolato da'fuggiaschi della distrutta L' altra chiesa parrocchiale é sagra a s.

città di Surna, Surina o Surrina, di cui Vittore martire, protettore principale del
dovrò parlare alla sua volta. La Statisti' municipio, parimente munita d'organo,
ca registra 809 case, 884 famiglie, 4^4^ e di padronato del comune, fabbricata
abitanti. nel 1497 regnando Alessandro VI, come
Fallerafio^Falleranuvi.ComtìDeòeì' si trae dall'iscrizione posta sull'architra-
la diocesi di Civita Castellana, con terri- ve di peperino della porta maggiore. E'
torio in colle e piano, con molti fabbri- osservabile in essa una qua-
bella torre
cati circondati da mura, il cui circiito é drata, la quale si crede anteriore tem- al

circa un miglio e mezzo. Giace in colle a pio , ed occupa il punto culminante del
pie del monte Cimino, ossia nell' appen- paese. Solennissima è la festa popolare
dici Cisciminie, lungi un miglio da Vi- che del Santo si celebra la domenica do-
gnanello,con orizzonte spazioso dalla par- po ili 4 maggio. Altro bellissimo tempio
te delTevere, godendo la vista dell'aper- suburbano, eziandio spellante al coniu*
tacampagna. Temperato è il clima, seb- ne, è quello di s. Maria del Ruscello a ,

bene dominalo dalla tramontana. Ha due cui conduce la principale via del Poggio-
chiese parrocchiali. Lai.* è la collegiata lo^ dalla quale partendo dalla parte di
di s. Andrea Apostolo, decorata d'orga- mezzo, si ha una strada fiancheggiata da
no, con capitolo, con arciprete, preposto simmetrici olmi formanti cocchio. Tro-
e canonici. Pio VII col breve Eornano- vasi un 4'° di miglio dal paese, per la via
riimPontificiwiyóe'^^enus^ìoiSiS^Bull. che conduce a Roma; è celebre per la
Rem. coni, t. i3, p. 44'» ccxncesse alle prodigiosa immagine che ivi si venera del-
dignità dell'arciprete e del preposto loco la Madonna, ed ebbe origine dal seguen-
mozzetaCy quani adirne ciun canonicis te miracolo. Un'antica cappelletta situa-
defe.rre consueverunt, mantelle tam ni- ta sull'orlo della stessa strada, presso la
grani siipra roccheium, quolibet anni riva del fossetto denominato Pisciarello,
tempore, ad instar alhatis alterins col- e poi per decenza detto del Ruscello, da
legiatae Fignanelli, canonici vero roc- cui presero il titolo la ss. Immagine e la
chetimi cumcolla tempore dumtaxatae- chiesa, avea in un piano di terracotta di-

stii^o, ac sine ullo antianitatis reliqua- pinta l'effigie della B. Vergine col divin
rum collegiata rum praejudiciO) tam in Bambino. Solevano le donne, reduci dal-
Ecclesia praedicta, qitam extra eam in la campagna co' fasci di legna, riposarsi
quìhusvis processionibuSf aliisque fitn- nella cappelletta, indiscretamente detur-
ctionibuSjCt actibus publicis quibuscum- pando la ss. Immagiae.U perchè d. Vit-
VIT VIT 227
Iorio Petmcci sacerdote divolo di essa, slieri. Indi l'S marzo 1 6o5 il vescovo Lon-
comntise al pittore Stefano Mioicucci di go, pontificalmente vestito, pose solenne-
ritoccarla nel 1604. Mentre l'artista a*5 mente la i." pietra alle fondamenta del
luglio con un piccolo stecco insinuava ne- tempio, coll'epigrafe intagliata: A laude
gli scrupoli formulisi nel labbro della ss. della ss. AIa donna. E su di essa fu poi
Immagine, della cera , con istupore ri- eretto l'altare maggiore. Mentre i valle-
Irasselo slecco insanguinato. Questo prò* rani gratuitamente per divozione scava-
digio fu toslo divulgato nel paese da vano i fondamenti, cadde un pilastro per
quelli che si trovarono presenti quando cui restarono coperti di terra, sassi, ta-
si operò. Tutti accorsero commossi a ve- vole e travi, senza che alcuno della mol-
rificarlo, e vi si recò pure il vescovo dio- ta genie ne riportasse danno; miracolo

cesano mg.*^ Longoo Longhi, e constatato che venne dipinto nella tribuna. Progre-
essere lo stecco ancora insanguinalo (si dendo la fabbrica, molti personaggi re-
ritiene che lo slecco o pennello, il prela- caronsi a venerare la ss. Immagine, fra*

to se Io prese, e in un reliquiario lo man* quali il cardinal Odoardo Farnese, signo-


dò in dono alla cattedrale d'Anagui sua re di Vallerano, il cardinal Carlo Conti,
patria), e vide altresì la linea di sangue molti vescovi e altri prelati, ed i principali
raggrumato che scende dal labbro del* della corte pontificia, oltre illustri stra-
l'e/ligie della Madonna, ed è visibile tut- nieri. Il cardinal Farnese, che fuvvì a'24
tora. 11 vescovo ne compilò legale pro- giugno 1606, die' varie di&posizionì sulla

cesso, e verificato così il portento, ordi- fabbrica, e volle che si accrescessero l'o-
nò che si chiudesse la cappella con can- sterie a comodo de' forestieri, i quali quo-
cellata di legno, ed al suo fianco si for- tidianamente vi accorrevano. A' 1 3 ago-
masse una baracca di tavole da servire sto di detto anno cominciarono i nego-
di ricovero alle guai die, ivi collocate per zianti a vendervi le loro merci, e fu Tini-
custodire le lituosiue che in gran copia zio della posteriore fiera libera, la quale
deponevano i fedeli accorrenti d'ogni par- fu tenuta per lai." volta la 2." domenica
te per lo strepitoso n)ir0colo,e per le molte d'agostoi6i4. Il cardinal Farnese vi tor-
grazie che largauienle Dio concesse a in- nò rS settembre 1607 con molti prelati;
tercessione della sua ss. Madre ivi prega- ed a' 2 del susseguente ottobre venne a
ta. A questo di volo pellegrinaggio si por* visitare la ss. Immagine il cardinal Fraa-
lo pure nel 1606 la compagnia del ss. Cesco Sforza Pallavicini con molti signo-
Sagrameulo d' Otricoli, e in attestalo di ri, e dopo aver pernottato in Vallerano,
divozione donò alla chiesa di s. Vittore nel di seguente celebrò messa nella cap-
l'insigne reliquiad'un dito di quel Mar- pella, e poi gli mandò una lampada d'ar-
tire patrono de'vallerani, sino allora a gento co' suoi stemmi. Di più si stabili-
questi negalo costanlemetile. Poco dopo rono 4 cappellani per l'ulBziatura a be-
l'operato prodigio, essendosi stabilito di neplacito del comune, privilegio conces*
edificare sul luogo una chiesa, il vescovo so da Paolo V colla bolla Solet Sedis A'
Lougo dair8 agosto i6o4 avea con-
fin poslolìcae^ de'29 settembre 1607, colla
cesso l'indulgenza di 4o giorni a tutti co- quale il Papa dichiarò la chiesa padro-
loro che avessero gratuitamente traspor- nato del comune, e quanto all'ammini-
tato pietre e altri materiali, e deputò una strazione libera ed esente dalla gìurisdi*
congregazione per l'amministrazione del- zione dell' ordinario, come lo è tuttora.
la fabbrica. Intaulo Paolo V accordò l'in- INelTottobreiGoQ fu finita l'opera mura-
dulgenza plenaria per la festa , da cele ria, tranne la cupola e la facciata, e se-
brarsi nella 2.' domenica d'agosto, acciò condo il riferito dall' arciprete d. Pietro
ne potessero piofillare i paesani e i fure* Jauai (che io grosso libro esisteale nel-
228 V I T V I T
i'aicliivio vescovile ò le grazie e
, registi detto altare, rappresentò il miracolo del-
miracoli della ss. Immagine), eransi spesi la rovina dc'fondamenti ; non che nella
12,000 scudi, e dati 4>ooo a censo, lut- volta della stessa tribuna la ss. Concezio-
ti raccolti dalle limosine e donativi de' ne e il Padre Eterno, e più nell'arco vari
divoti. Nel 1610 il vescovo Fabiani be- personaggi dell'antico Tcitameulo, che
nedì le campane, ed a' o dicembre 1724 i predissero i misteri delle B. Vergine^ in-
consagiò la chiesa il vescovo ven. Teu» oltre dipinse la ss. Annunziata a'iati del
dei'ini, donando Immagine un
alia ss. fineslrone della medesima tribuna. Que-
gran cuoie d'argento dorato. Leggo ne* ste pitture volgarmente e eoo errore si
Diari di Roma, che nel pomeriggio de' dicono de' fratelli Zuccari, mentre sono
9 novembre I725,il Papa Benedetto XIII tutte del Vandi. Giuseppe Bastiaui dipin-
da Vignanello si recò in Vallerano, ed a- se i ss. Evangelisti a'4 angoli sotto la cu-
vanli la Madonna del Ruscello recitò con pola. Il (|uadro in tela esprimente s. Carlo
lutto il popolo le Litanie della ss. Vergi- Borromeo in estasi, collocalo nell'inter-
ne. Poscia ne! 1727 il Papa concesse al- no sulla porta maggiore, è di Antonio Po-
l'aitare maggiore perpetua indulgenza marancio (noterò che il soprannome del-
pe'defunti per 4 giorni della settimana, le Pomarancè è proprio del cav. Cri-
resa quotidiana nel 1
790 da Pio VI. Tut- stoforo Roncalli). Il capitolo Vaticano a*
ta la fabbrica costò più di 24,000 scudi, 3o gennaio 1684 deputò il suo canonico
senza computarvi l'opere gratuite, le po- arcidiacono Michel Angelo Maltei, a con-
steriori, l'organo e le cantorie, e le cap* segnare al priore della chiesa, il sunno-
pelle costruileda'rispettivi patroni. Si co- minato d. Vittore Pelrucci, due corone
noscono tutti gli egregi artefici che vi la- d'oro del valore di scudi 100 per la ss.

vorarono, anche vallerani e della provin- Immagine; Innocenzo XI con bre-


e già
cia, e II taccio per brevità, però s'ignora ve de'22 di dello mese, avea accordato
l'architetto del tempio: tuttavolta il Pal- l'indulgenza plenaria a tutti fedeli chea- i

mieri lo vuole opera del Vignola. La chie- vesserò visitato la chiesa nel giorno della
sa è lunga pili dii4o palati e 70 larga. coronazione, la quale fu eseguita colle so-
La svelta cupola fu elevata circa1620; il lite cereiuonie sulle teste della Madonna
e nel 1643 fu abbellita di grandioso or- e del divin Figlio. Nella diocesi di Civita
gano e di due cantorie, il tutto con bel- Castellana e Orte si celebra la festa di s.

lissimi intagli. L'altare maggiore, in cui Maria del Ruscello domenica d'a- la 2.'

si venera la ss. Immagine, racchiude il gosto con rito doppio maggiore e con ,

corpo di Don)e imposto di s. Anna mar- l'uffizio di s. Maria adNìves. Nella pro-

tire, donato nel 1678 dal vescovo Allini: pria chiesa sì celebra pure la festa in tal

nella forma è simile a quello di s. Maria giornocol rito doppio di con 8.*, i .* classe
del Popolo di Roma, ma piti grande e e di doppio minore l'ultimo giorno. Que-
più svelto, decorato di vari marmi e di sto santuario era ricco di vasi e arredi sa-
alabastri, con 4 colonne di nero antico. gri d'argento, ma tutto perde nella sedi-
Vi sono 4 cappelle tutte gentilizie: lai.' cente pace imposta a Tolentino. In Val-
a corna Evangelii ò\ s. Barbara, era de* lerano sono scuole pe' fanciulli e per
vi
Farnese; ciascuna è ornata di stucchi do- le fanciulle,il monte frumentario che di-

rati e pitture. Il Menicucci, a cui avven- spensa i 00 rubbia di grano l'anno; si con-
ne il narrato prodigio, dipinse nella par- cedono molte annue doti , ed ha vicine
te posteriore dell'altare principale la Vi- due mole. Narra il Calindri, che nella
sitazione della B. Vergine a s. Eiisabet- contrada suburbana detta il Pantanac-
la. Il pittore sanese Gio. Francesco Ven- ciOf vi sono due ammirevoli grolle, lai."
di, Della parete della tribuna , dietro il delle quali è chiamata di s. Salvatorei
V!T V T I 219
perchè fra le molle fignie (lessanti pit- a Pier Luigi da Paleslrina suo amico, la

turale nell'intonaco tiel masso della voi- quale si rese celeberrima in tutta Euro-
tn, in oggi qtiasi diruta, era rimniagine pa pe'famosi compositori che da essa u*
del ss. Salvatore. Al presente non olFrt» die 1577 fu annoveralo tra*
scirono; indi nel
relfigied'alcuni Apostoli eallri Santi nel- Cantori della Cappella Pontificia (^''),
la parete opposta all'ingresso, fra le quali emorto nel 1 607 fu tumulato in s. Luigi
è distintissima quella di 9. lienedelto. L'al- de'Francesi. Fu il iVanini uno de'più dot-
tare è formalo sullo stt'sso masso, e vi è ti maestri del XVI secolo ed ancora nel-
scolpito : Andreas hwnìles Jbhas. Vi è la Cappella Pontificia (A'.) si cantano
pure una mortuaria, egualmentein-
fossa Tari monelli di lui. Bernardino suo fra*
CAvata nel masso. Crede quindi, che ivi tei minore, istruito da esso nel contrap-

abitassero de'solitari a guisa di quelli «l'E- punto, fece rapidi progressi e divenne mae-
gitto. La 2.* grotta è chiamala di s. An- stro di cappella di delta chiesa nazionale
gelo, e presenta sulla parete destra del- e poi della basilica dis. Lorenzo in Da-

l' ingresso I* immagineMichele Ar-


di s. maso: morì verso il 620. Egli fu uno de*
1

cangelo. Queste pitture sono assai anti- primi maestri che adottasse la nuova ma-
che, e presentano tutti caratteri de' se-
i niera di scrivere con Vorgano^ introdot-
coli barbarici in cui furono prodotte, re- tasi nel principio del secolo XV li, dislac-
putandole eseguite tra il IX e l'XI. In Val- candosi dall'antica tonalità, senza qual la

lersno li tengono due grandi fìere; cia- maniera musica non poteva certamen-
la

scuna di IO giorni. Comincia la 2." do- te progredire dal lato dell'espressione de-
me«»ica d'agosto lai.", come dissi, fin dal gli alfetli; pubblicò varie sue opere. L'A-
1614 concessa dal cardinal Farnese per gostini fu istruito nel contrappunto da
la festa della Madonna del Ruscello, e Rernardino, che poi divenne suo suoce-
mantenuta in virtù di sentenza giudizia- ro. Dopo aver esercitato il magistero (cioè
le di mg."^ Ottaviano Raggi uditore ge- d* org;mista nella chiesa di s. Maria del
nerale della camera de'y agosto 1 640, ad Ruscello, e non nella patria cattedrale,
istanza della comune di Vallerano. Co- come dice l'illustre biografo, prima che
mincia l'altra lai.* domenica di settem- I'organare Giulio Cesare Brusi romano
bre, detta del ss. Crocefitso, in occasione nel 643 facesse il nuovo organo) in Val-
1

della festa che celebrasi nella chiesa ru- lerano , trasferitosi in Roma servì nello
rale di tal nome, posta a 1 miglia lungi stesso impiego le chiese di s. Maria in
dal paese. Vallerano vanta alcuni illustri. Trastevere, della ss. Trinità de'Pellegri-
Il pittore sullodato Stefano Menicucci, va- ni, di'». Lorenzo in Damaso e di s. Pie-
lente nell'arte e stimato per altre doti: ap- tro in Vaticano nel 1626: morì nel 1629
partenne ad una famigliache nello spazio di 36 anni e fu sepolto in s. Michele in
d'un secolo die' alla patria bravi artisti Borgo. Fu uno de'più vivaci ingegni che
come sluccatori, indoratori e meccanici. alla suaepoca ebbe la musica , in ogni
U Eptacordo di Roma col n. 28 del i \^55 genere di composizione armonica, di con-
oltre le Notìzie intornoa Già. Maria e trappunti e di canon»; colle sue opere
Bernardino fratelli Naniniy e Paolo A- meravigliose, ins. l*ielrofece stupire Ro-
gostini, rinomati maestri di musica sa- ma, anzi avrebbe fatto stupire il mondo,
gra, scritte da mg/ Pietro ca^'. Alfieri se non moriva nel fiore della virilità. Ol-
romano. Gio. Maria apprese in Roma la tre a questi 3 maestri, Vallerano vanta
musica dal celebre fiammingo Claudio Giuseppe Troncarelli nìorto nel 184^, ni-
(ioudimel: neliSyi ollenne il magistero tro dotto composiloie di musica. Pochi
di cappella nella basilica Liberiana, indi anni dopo lo seguì nella tomba il famo-
aprì in Roma scuola di musica, insieme so scienziato e medico Francesco Orioli,
23o VìT V IT
de'cuì eruditi sludi sulla provincia di so- cello e ad altri figli di Orso Orsini Vi- :

pra cominciai a parlare, e non poco do- terbo r avea acquistata neh 258, igno-
vrò ragionarne. Però il Palmieri lo dice randosene il modo. Aggiunge,che poscia i

nato a Bieda, mentre egli poi si dice ri- consolidi Viterbo nel 1434 ne infeudaro-
petutamente in tali sue elocubraziooi vi- no la famiglia de Vico. Trovo nel Borgia,
terbese e chiama Viterbo sua patria. Cer» Memorie di Benevento, t. 3, p. 387, che
lo è che r Orioli nacque in Vallerano, Calisto III neil'ingrandire Pietro Lodo-
mentre suo padre n'era medico condot- vico Borgia suo nipote, a*3i luglio 1458
lo, e nella casa ove nacque in meutoria gli concesse in vicariato diverse terre del
vi fu collocata apposita iscrizione. Il ca- Patrimonio, con Vallerano, ed altre spet-
po della civica magistratura gode il di- tanti all'ufficio di Prefetto di Roma, che

stintivo della fascia d'oro, fin dall'epoca gli avea conferito, e le nominai in prin-

del dominio Farnesiano, privilegio allo- cipio di quest'articolo. Vallerano passò


ra assai raro. Il comune suole avere un in proprietà dell'ospedale di s. Spirito di
cardinale per protettore: ne fu l'ultimo il Roma,e lo notai nel voi. XV, p. 7 i; eSisto
cardinal Anton Francesco Orioli di Ba- IV approvò la vendita che gliene fece la
gnaca vallo. Registra la Statistica iv^ ca^ camera apostolica, sembra che l'ospeda-
e
se, 328 famiglie,! 4 19 f«bilanti. Precipui le l'abbia acquistato col denaro ritratto
prodotti del suo territorio sono vino ec- nel 1
479 quando alienò la tenuta di Cam-
cellente , castagni e perciò pure funghi, poarìo nella diocesi di Narni. Il comune
grano, biada; abbonda d'altri generi, ol- del dominio di s. Spirito possiede nel suo
tre ì pascoli. — L' origine di Vallerano, palazzo un monumento
in un bel codi-

dicono il Calindri e il Palmieri, si pre- ce a p^nnapergamena. Statata Fai-


in

tende derivala da'molti fuggili dalle ro- lerani, appi'ov alo con breve di Paolo HI
vine della città di Fallari (riferisce il Nib- in Viterbo a' 19 settembre i536. Indi
hy^n^W* Analisi dt dintorni di Roma^ l'acquistarono Farnese, mediante per-
i

conviene riconoscere due Falerii, uno di muta della terra di Manziana (ma se s'in-
fondazione argiva, demolito da* romani tende di quella della delegazione di Ci-
circa il 5 12 di Roma, l'altro di costru- vita Vecchia, l* ospedale l' acquistò nel
zione romana rimasto in piedi fino al se- 1290 da Pietrode Vico, col castello di s.

colo XI di nostra era e che tutti concor-


; Pupa, e tuttora lo possiede,come dissi nel
demente riconoscono uno de*due Falerii voi. LVIII, p.i36. Forse l'ospedale la

a Fallari), e ch'ebbe il suo nome da' fe- cede a'Farnese e poi ricuperò), e così fu
nicii, e viene dalla vocecaldea^^^/ er^», incorporata alla contea di Roncìglioae,
luogo della scolta, e ciò prova quanto an- il duca Orazio Farnese approvò il detto
tichissimo siail paese. Certo è, che in que* statuto colla sua firma autografa e sigil-
sto si ritiene rimontare la propria origi- lo: Praefata Statata confirmamus ad
ne ad un'epoca anteriore al 1000 (nel- beneplacitiim nostrum. Horatius Farne-
l'Agro Romano sono due tenute chiama- sius Dux. E così ebbe vigore quello sta-

le F
allenano, descritte dal Nibby, fuori tuto finché non fu promulgato nuovo
il

di porta s. Paolo sulla strada di Ardea; dal duca Ottavio Farnese, pe' due stati
il cui nome deriva da quello de'Valerii, riuniti di Castro e Ronciglione (F.J,oaì-
che un tempo possederono terre in quelle meno finché ancora Vallerano fu sotto-
parti). Ivi pure si crede che ne'suoi pri- posto alle leggi statutarie di que'due stali,
mordisia stalo signoreggiato da'de Vico. poiché nel codice non vi é la data di sua
Leggo nel Bussi, la terra di Vallerano era promulgazione. Nel 1649 '^ camera apo-
della città di Viterbo,'Come appare dal- stolica ricuperò i delti slati e con essi Val-
l'i nfeudazioìS^j che ne fece nel 1 Soy aPon- lerano, che seguì i destini della provincia.
,

VIT VIT ^3i


Fignarwllo. Corauoe della diocesi dì Ruspoli Marescotti, e consagrala nell'an-
Civita Castellana, con vicegoverno, e ter- no santoi 725 dal Papa Benedetto XIII,
riloi'io in piano e colle, con fubbricati me* che appositamente si recò in Vignanello,
ritevoli di considerazione, specialmente con quelle solennità di cui farò la nar-
i ragguardevoli di cui farò particolare razione più avanti, ed inoltre l'elevò al
meoz^oue, cinti di mura, il cui perime- grado di collegiata insigne. Di tutlociò
tro è di circa un miglio ha 3 porte ur-
: si conserva la memoria in una lapide po-

bane, delle quali la più maestosa per la sta nella chiesa osservata dal NovaeS,
,

sua bella architettura, è situata in capo mentre si trovava a godere la villeggia-


al borgo denominato de' ss. Angeli Cu- tura de'signori di Vignanello, come di-
stodi, e la fece costruire il principe d. A- chiara nella Storia di Benedetto XIII.
Kessandro Ruspoli Marescotti. Vi è pure Ed aggiunge, che il Papa con breve de*
il borgo s. Sebastiano. Questa cospicua 20 febbraio 1725, vi eresse il capitolo,
terra, già feudo e capoluogo di governo, composto della i." dignità di abbate, eoa
giace sopra un colle ameno alle falde del abito prelatizio nero, della 2.' dignità
Cimino, spalleggiatada'suoi boschi, suffi- del primicerio, di io canonici con moz-
cientemente fornita d'acque potabili, di- zetta paonazza con asole e bottoni rossi,
stante da Viterbo circa 12 miglia, 6 da So- e di 4 beneficiati con almuzia al brac-
riano, o dal Tevere e 4o dal mare. Per
I cio^ di nomina tutti de' principi Ruspoli

la sua felice e centrale posizione, circon* patroni. Io appresso si aggiunsero le due


data da vari comuni, gode puro e tem- prebende canonicali del teologo e del pe-
perato clima io tutte le stagioni, nell'in- nitenziere. Il quadro della Presentazio-

verno prevalendola tramontana. Le stra- ne della B. Vergine, opera egregia d'An-


de interne sono tulteselciate regolarmen- nibale Caracci, fu benedetto io Vignanel-
te ; e le abitazioni sono bene disposte lo dal cardinal Conti, parente de'Ruspo-

precipuamente luogo la bella e spaziosa li, che neli72i divenne InnoceozoXIII.

Tia di mezzo, da est ad ovest, adorna ai Il quadro di s. Biagio, principale protet-

presente anche dal maestoso palazzo niu- tore del paese, lo dipinse SigismondoRo-
nicipale, eretto da poco tempo con mol- sa. Questa chiesa è fornita d'un grandio-

la gaiezza emagnificenzaa pubbliche spe- so organo, da ultimo rinnovato dal va-


se, per cui è riguardato, dopo quello di lente Morettini di Perugia. La festa di

Viterbo, uno de'più belli palazzi comu- s. Biagio cade in questo luogo a'2 3 ago-
nali di tutta la provìncia. La rocca opa- sto, ma si celebra con solennità popola-
lazzo de' conti e marchesi Marescotti, di- re, come la precipua, nell'ultima dome-
venuti nel 1709 principi Ruspoli, che tut- nica di mese. Nella chiesa di s. Gio.
tal

tora il possiedono , nobilissima famiglia Decollato si venera la ss. Immacolata


insignita della dignità di Maestro del Concezione, dipinta in un quadro, assai
sagro Ospizio (^'''.), è circondato da cu- miracolosa. Prima dell'infausta epoca del
po vallo, ed ha i suoi ponti levatoi. Que- 1809 eravi un convento di minori con-
sto signorile ediflzio , la decorosa colle- ventuali, che soppresse il governo inva-
giata, ed altro elegante fabbricato, ador- sore francese. Nella cappella sotterranea
nano la piazza principale detta di s. IMa- di sua chiesa vi è la tomba gentilizia de*
ria. Possiede 8 chiese urbane, tra le quali Marescotti, ove sono sepolti rag.' Galeaz-
primeggia la bella e vasta collegiata e zo Marescotti, figlio di Marc' Antonio ,

parrocchiale di s. Maria della Presenta- morto Vignanello nel 1599 ; Ottavia


in
zione, eretta sull'area dell'antica parroc- Orsini, moglie di detto Marc* Antonio,
chia nel principio del secolo XVIII (hd morta in Roma nel i63G; altro rag.' Ga-
benemerito principe d. Francesco Maria leazzo Marescotti, morto in Vignanello
iZi. V 1 T V I T
nel 1626 , ed altri individui della stessa lecito.Visse quasi un secolo e 5i anni
famiglia. Vi sono Ire pubbliche scuole, nel cardinalato , dopo aver papeggiato.
due pe' giovanetti, ed una per le fanciul- Morto in Roma a'3 luglio 1726, fu se-
le con due istitutrici ; un ospedale pe*po- polto il cadavere nella chiesa del Ge- ss.

veri del paese; un monte frumentario; sù, ed il summentovato principe d.Fran-


la congregazione delle sorelle delia Ca- Cesco M." Ruspoli Marescotli di lui ni-
rità di s. Vincenzo de Paoli ; ed un con- pote, nel 1727 ne fece trasportare pre- i

cerie musicale. Si tengono due fiere an- cordi nella collegiata di Vignanello e de-
nue, una comincia il i.° di agosto e dura porre nella cappella di s. Giacinta sua
4 giorni, r altra a' 19 novembre per la zia, col di lui ritratto intagliato in meda-
festa della Presentazione e si protrae a glione di marmo e lapide in colsi legge :

6 giorni. Nel sito suburbano detto la Val- Cor hic ab Urbe translatnm ut erga B.
le o strada del Fosso, di recente fu tro- Amitani etpatriain arnoris argunientuni
vato un sepolcro etrusco con vari oggetti, posteritati praestare. Di Vignanello fu
ed altro propinquo. VignanelJo è patria ancora mg.*^ Vito Peluzi de'minori con^
di non pochi che seppero farsi distingue- ventuali e arcivescovo di Marcianopoli
re per dottrina, per pietà e per altri pre- in pariibus, che a* 12 marzo 1679 ^"^'"i''
gi. Merita anche qui specialissimo ricor- nistrò in patria il sagramenlo della cre-
do s, Giacinta Marescotli (/^.), nata nel sima a più di 25o fanciulli, per commis-
suddetto palazzo baronale di Vignanello sione dell'ordinario mg.*^ Altini. Protet-
neh 585. Sortì dalla natura un caratte- tore di Vignanello è il cardinal Mario
re impetuoso e vano. Dopo aver corso Matlei decano del sagro collegio, e ve-
pericolo di vita in Vignanello, giuncan- scovo d' Ostia e Velletri. Ricavo dalla
do colla fune d'un pozzo dell'orto pater- Sfathtica avere Vignanello 877 case,
no, di 7 anni fu posta in educazione nel 556 famiglie, 2836abitanti. L'industria
monastero del 3.° ordine francescano di principale del paese è 1' agricoltura , il

s. Bernardino in Viterbo, donde uscita territorio precipuamente produce vino


vi ritornò nel 1604 per rendersi mona- squisito, che gareggia coU'orvietano, ed è
ca. Passatilo anni tra l'eccessive pompe la più grande risorsa sua, massime in
d'un appartamento, divenne mirabile e- in quest'ultimi anni, per essere stato quasi
sempio delle più aspre penitenze delle , esente dalla deplorabile infezione delle
quali morì vittima nel 1640, e fu depo- vili; ne commercia con Roma e altrove.
sta nella chiesa delmonastero. Benedet- Il resto del, raccolto è bastevole alla po-
to XI II solennemente la beatificò col bre- polazione, come il grano, oltre i pasco-
ve Quemadmodum Redeniptor,de'/ ago- li. — L'edificazione di Vignanello risale
sto 1726, Bidl. Rom.y t. 12, p. 1 1 1, cele- airanno4i2di nostra era. Si vuole, come
brando la funzione ili.^del susseguente riporta il Palmieri, per tradizione locale,
settembre, e ne concesse l'ufBzio e messa che avesse origine da un certo Giuliano,
anche a Vignanello. Ne scrissero la Fila da cui ebbe il nome di Ginliancllo, quale
il p. Francesco M." de Amatis, Viterbo poi fu cambiato in Fignanello, median-
1642 ; è Girolamo Ventimiglia vescovo te una vite nata nel mezzo del paese. In
di Lipari, Roma 1695 e 726. Pio VI ne meno d'un secolo e mezzo avea già l'a-
1

decretò la canonizzazione a* i5 agosto spetto di ameno e rispettabile castello,


1790,6 Pio VII la celt^brò nel 1807. Al- poiché il Papa
Gregorio I nel descri-
s.

tro illustre e nato in Vignanello ."


il i ot- vere Vaticana nel 6q4, ne fe-
la basilica
tobrei627 ^"^ *' cardinal Galeaz/.o Ma- ce onorata menzione, secondo Paolo Anr
rescotli (f^.) vescovo di Tivoli (T,), ni- geloni. In seguito fu occupato da Carlo
pote della Santa, la cui beatificazione sol- Magno (dopo avere espulso dalla provin-
V I T V I T 233
cin ilJominio longobardo, benché «cm- dagli abitanti ne ricevè la «ledizioue, ac-
hri compreso nella donazione di lui alla cordando loro le grazie che aveano ri-
s. Sede, come dirò a suo luogo), e quin- chieste. Dipoi nel pontificato di Clemen-
di dal Lodovico 1 il Pio venne
suo figlio te VII ,
per la Pestilenza che infieriva
restituito a Papa s. Pasquale nel coii> I neir infansloi527, incrudelendo in Vi-
ciliod' Aqnìsgrana oeirBiQ (sembra me- gnanello, buona parte degli abitanti, per
glio ritenere che fosse celebrato nell'S 7), f timore del contagioso morbo , si porta-
al dire del Baluzio nella raccolta delle rono ad abitare altrove. Quel Papa eoa
lettered'Innocenzo III Papa. Neil* 853 suo breve concesse Vignanello in feudo
regnando s. Leone IV Vignanello era , perpetuo, come nobile e antico, a Bea-
governato da'monaci benedettini, al cui trice Farnese figlia di Pier Bertoldo, ni-

ordine avea appartenuto. Nell'invasione pote del cardino! Alessandro Farnese.che


dello stalo pontificio di Federico I impe- gli successe col nome di Paolo III, e suo-
i'atore,questi quando i viterbesi neli i6c) cera del conte Sforza Marescotti. Ed a
a lui si assoggettarono, loro lo donò con quest' ultimo, come marito d'Ortensia
altri castelli riferiti dal Bussi. Questo sfo- figlia di Beatrice , dessa glie ne ailidò il

ricodice pure, che dopo 85 anni nelia54 governo. Tale fu il principio della domi-
i consoli di Viterbo ne infeudarono hi fa- nazione feudale de'Marescolti in Vigna-
ruiglia Iklibrandina signora di Bisenzo, ello,dellfl quale nobilissima famiglia ro'
Ciò avvenne non senza grave rammarico mana originaria di Scozia, ed una delle
de' vignanellesi , di voli della s. Sede, la 4o senatorie di Bologna, parlai nel voi,
quale avea deposto e scomunicato il de- XLI,p. i9oealtrove,comenel V0I.X.XIII,
kmto Federico li, alla cui (azione ghi-r p. 265. E poi intrinseco il sapersi, che
bellina nemica della Chiesa romana ap- pel matrimonio del marchese Francesco
parteneva tale famiglia ; per cui fu poi (altri dicono nel 1616 e per quello di
nel I 3 16 privata del feudo, che ritornò Sforza Vuino ) Mnrescolti con Vittoria
soggetto al preside pontifìcio di Viterbo. Ruspoli sanese, fu obbligato ad assume-
Neil 45 1 Vignanello fu affililo e desola- re quesl' ultimo casato e le sue insegne
to dalla Pc^/z/e/zz/z, che serpeggia va nella gentilizie, formando il ramo de'principi
provincia, come riporta il Martinelli nel Ruspoli, altro essendo quello de' conti
suoCarboi^nano illustralo. In poco tem- Marescolti, dimoranti in Roma nel Pa-r
po vi perirono 35o individui , abitanti lazzo Marescolti (f^.), mentre princi^ i

"verso la porla, oggi contrada s. Giovan- pi ivi risiedono nel Palazzo Ruspoli (F.),
ni. Papa Calisto 111, tulio intento a guer- Questi ultimi in Vignanello esercita-r
reggiare sempre crudeli nemici
i turchi, rono la signoria baronale, sino a' nostri
del nome cristiano, impegnò Vignanello giorni in che furono soppresse le giuris-
con altri circostanti castelli, per 12,000 dizioni de' Feudi. Però Vignanello e il
fiorini, all'ospedale di s. Spirito di Ro- feudo fu da Paolo III unito agli stali di
ma. Ma Pio li, che gli successe nel 458, 1 Castro e di Roneigllone (^.), infeudati
tosto lo riscattò e quindi die'a governare alla sua famiglia Farnese nel 537, stati 1

con Soriano al sanese Lorenzo Bonin- che ricuperò la s. Sede nel 649. ^^^^ "Ct 1 ' '

segni, marito di Montanina suo nipote. cennai nel voi. XV, p. 72, sulla fei\e del»
Trovo nel Marini archivista della s. Se> l'Alveri, Roma in ogni .slalo,{.i,\). 263,
de Degli Arcìiiatri ponli/ìcii, l. a p.
,
,
e di Degli Elfetti, Memorie del Soratla
228, che Innocenzo Vili con suo breve e de luoghi oonviritii, p. 2 Nel 548 il
1 i . 1

nel 1489 mandò a Vignanello per com? freddo fu straordinario in Vignanello, e


niissario apostolico il nipote Nicola Boc- si legge nel notaro vignanellese d. Dome*
ciardo genovese, arcivescovo d* iV*'les, « oicodelluFelice a* 1 2 dicendìre: « Le geo»
234 V I T V IT
ti tulle cascavano e non 8i potevano te- struire dal principe. Uscito dalia chiesa,
nere . . . A*2o e 2 I gennaio 1
549 fu tal il Papa salì nella sedia portatile, ed al-
freddo, che si giaccio il Sangue (consa- lora il principe, in segno di vassallaggio,
gralo) nel calice, dicendo la naessa frate gli offrì le chiavi dorate della terra di Vi-
Lasliano . A*i2, i3 ei4 d'aprile ven-
. . gnanello. BenedetloXin,dopo averle pre-
nero tali gelate che seccarono tutte le vi- se in mano, le restituì al principe gra-
gne qui e per tutto il paese". Ora passo ziosamente, dicendogli che stavano bene
a descrivere la suindicata venuta di Be- nelle di lui mani. In tal congiuntura il

nedetto XIII in Vignanello, co'n.1290, principe presentò al Papa anche il ma-


1 293, i ooS del Diario dì Roma del 1725. gistrato municipale vestilo in rubbone,
Avendo il principediCeno Cerile teri(f"^.) ed il governatore del luogo, tutti ammes-
d. Francesco M/ Ruspoli fabbricala la si al bacio del piede. Inoltre trovaronsi
raagniQca chiesa di s. Maria della Pre- a ricevereil Papa in detta chiesa, il fa-

sentazione, nel nobile suo feudo di Vi- moso cardinal Co5c/<2 di lui fa vorito,il ven.
gnanello, supplicò Benedetto XIll Or- Tenderini vescovo diocesano, mg." Ru-
sini a volersi degnare di recarvisi a con- spoli poi cardinale, e tutto il clero in cot-
sagrarla. Il Papa infiiticabile nell'eseguir ta, oltre gran moltitudine popolosi nel
di
volentieri sitiìitte funzioni, e per un be- borgo esì nella terra, che esultante riem-
nigno riguardo particolare al principe ,
piva le loro vie e le finestre delie case.
di cui la lìgiia d. Giacinta avea sposato Entrato Benedetto XIll in Vignanello,
nel 17 18 d. Filippo duca di Gravina suo tra lo sparo de' mortari, il suono delle
nipote, volle esaudirlo. Pertanto da Mon- trombe e tamburi, frammisto a quello
te 3Iario, ove il Papa talvolta soleva sog- delle campane, ricevè gli omaggi d' una
giornare nel convento de'suoi domenica- compagnia di soldati^ con bandiera e uf-
ni, lunedì mallioa 5 novembre, con sole ficiali, composta di vassalli del feudo.
5o persone d'accompagno, cioè famiglia- Benché nella non vi fosse
nuova chiesa
ri,cavalleggieri e svizzeri, parlìe prese la cosa alcuna, dovendosi addobbare e for-
strada che conduce a Monte Rosi, ove nire per la consagrazione, il Papa vi en-
pernottò. Nel dì seguente si rimise in trò ad esaminarla. Recatosi nel bel pa-
viaggio per condursi a Vignanello. Ad lazzo baronale, trovò al portone genu-
ore 21 a'confini l'incontrò il principe R.u- flesse la principessa Ruspoli colle figlie d.

spoli col figlio d. Alessandro, colle mute Vittoria, d. Anna Maria e la duchessa di
e con 3o persone dellepiù civili del pae- Gravina sua nipote, e con esse ed il prin-
se a cavallo, preceduto dalle trombette cipe si trattenne a parlare. Sali il Papa
io livrea. Benedetto XIII colla sua na- neir appartamento superiore, indi chia-
turale adabilità fece avvicinare il prin- mò il cardinal Coscia acciò gli conduces-
cipe alia propria carrozza, e ne gradì i se le nominate dame, le quali dopo aver
complimenti. Ripresosi dal Papa il viag- baciato il piede, le fece sedere, e colla be-
gio, saliti a cavallo il principe col figlio, nedizione licenziò dopo un'ora di tratte-
l'andarono servendo in vicinanza della nimento. Il Papa e i numerosi foraslieri
Croce pontificia, che precedeva la car- ragguardevoli convenuti in Vignanello
rozza papale, fino alla chiesa de* ss. An- lodarono le disposizioni prese dal princi-
geli Custodi, situata al principio del bor- pe per la nobiltà del ricevimento, per la
go omonimo. Papa, ed entra-
Ivi scese il nuova strada costruita, e per la pirami-
to in essa col principe, adorò il ss. Sagra- de monumentale innalzata presso l'in-
mento, e poi disse le ore canoniche. Pas- gresso del borgo, con ornamenti e iscri-
sò indi ad orare alla nuova cappella del zione marmorea, celebrante l'onore con-
suo prediletto s. Filippo Neri, fatta co- cesso a Vignanello: il qual monumeoto
V I T V 1 T i35
si scuoprì all'arrivo del Pontefice. Merco- seguente mattina di venerdì furono col-
ledì 7 novembre Deneclelto XIII si recò locate nell'altare del ss. Rosario, il quale
a celebrare la me»$a all' altare di s. Fi- consagrò Benedetto XIII. E poiché sot-

lippo della suddetta chiesa; e nel pome- to la mensa maggiore dovea


dell' altare

riggio nella chiesa di Giovanni furono i. esser posto il corpo di s. Innocenzo mar-
esposte le ss. la prossima
Reliquie, per tire.donatoal principe da InnocenzoXIlI,
consagrazione de 6 altari della nuova vi- il Papa col cardinal Coscia, ed sunno- i

cina chiesa parrocchiale sotto l'invocazio- minati arcivescovi e vescovi, tutti vestiti

ne della Presentazione della B. Vergine. poiìtifìcalmenle, sulle loro spalle lo por-


JNellaseguente mattina degli 8, Benedet- tarono processionalmenteda questa chie-
to Xlll principiò la sagra funzione della sa intorno all'adiacente piazza, preceden-
consagrazione di tal chiesa e dell'altare do Croce pontifìcia sostenuta dal cro-
la

maggiore dedicato alla ss. Presentazione, cifero, ed il clero di Vignanello con tor-
ove pose le reliquie de'ss. Clemente e Ur- cie accese in mono, seguendo con racco-

bano martiri. Mei tempo stesso, il cardi- glimento il popolo. Rientrata la proces-
nal Coscia consagrò l' altare di s. Biagio, sione nel leu) pio, Benedetto Xlll ripose
collocandovi le reliquie de'ss. Vittore « «otto il menzionato altare il s. Corpo; e
Severo martiri. Mg."^ Tenderini vescovo qumdi paramenti mis-
assunti dal [*iipa i

di Civita Castellana e Orte, consagrò Tal- sali, celebrò il ss. Sagrifìzio nell'altare del
lare di s. Francesco d'Asisi, ponendovi le 8«J. Rosario; e poscia, come dissi nel voi.
reliquie de' ss. Illuminato e Venerando XVI, p. 77, cresimò il figlio e le due fi-

martiri. Mg/ Lercari arcivescovo di Ma glie nubili del principe, nominati di so-
zianzo e maestro di camera del Papa, poi pra. Nel dopo pranzo il Papa andò a Val-
cardinale, consagiò l'altare del ss. Croce- lerano, distante un miglio, a visitare la
fìsso, e vi collocò le reliquie de'ss. Lucido Madonna del Ruscello. Benedetto XIII
e Fortunato martiri. Mg/ Finy arcive- fu benefico largamente con Vignanello,
scovo di Damasco e vescovo d'Avellino e poiché oltre i narrati favori e onori ficen*
Frigenli, poi cardinale, consagrò l'asilare ze del grado di collegiata e del capitolo,
di s. JNicola da Tolentino, e vi pose le re- il cui breve si spedi dopo, lo graziò in
liquie de'ss. Paziente eModeslo. Mg. 'Gam- perpetuo di 3oo scudi annuì di gabella
berucci arcivescovo d'Amasia e i.** mae- del macinato, gli concesse varie indulgeu-
stro delle ceremonie pontifìcie, consagrò ze, fra le quali quella amplissima del giu-
1* altare del ss. Nome di Ge>ù, s. Bernar- bileo del corrente anno santo, a chiun-
dino da Siena e s. Stanislao Kostka ri- , que visitasse ne'giorni 9.0, 21 festa della
ponendovi le reliquie de'ss. Austero eDeo- Presentazione, e 22 dello stesso novem-
dato martiri. Terminò la maestosa e com- bre, la nuova chiesa consagrata, e quelle
movente funzione con appropriato di-
, de'ss. Angeli Custodi e di s. Sebastiano,
scorso pronunziato con pio fervore sul situale ne'borghi de'Ioro nomi, da valere
pulpito dal Papa, avendo n' lati mg.ri i come se fossero stati in Roma a visitare
Prati e Genovesi cappellani segieti parati le prescritte basiliche. Finalmente, prima
in albis. Indi Benedetto Xill celebrò la di partire, sabato mattinai© novembre,
messa, e tornato al palazzo encomiò la dalla ringhiera dell' appartamento supe-
religiosa munifìcenza del principe Ruspo- riore, addobbata con ricco baldacchino
)i, per la fabbrica e ornato della chiesa. di velluto cremisi, ornato di frangie e tri-
Nelle ore pomeridiane espostesi in una ne d'oro, e con coperta avanti di broc-
cappella della medesima, da mg.' Ten- cato. Benedetto Xlll compartita solen-
derini alla presenza del Papa, le reliquie ne apostolica benedizione a tutta la giù-
de'ss. Benedetto e Vitale martiri, nella biluQle popolazione, ed a quella accorsa
236 VIT V IT
da'vicinì luoghi, tra le salve de* morlari, lo suo Benedetto XIII, oltre le limosine
e il lieio suono delle campane, delle trom- prima volta che
fatte a di verse persone, la

be e de* tamburi. Visitala la chiesa del- passò da Fabrica 120 scudi. Nel lasciò
la ss. Presentazione, partì da Vignanello, seguente anno avendo Benedetto XllI
collo stesso accompagnamenlocon cui Ta- elevato agli onori degli altari s. Giacinta
\ea ricevuto il principe, il quale dopo i Marescotti, come narrai, non è a dire
confini del territorio, a Fabrica servì il quanto ne andarono lieti vignanellesi, i

Papa e fece gustare al suo corteggio un e lo mostrarono pubblicamente con di-


sontuoso rinfresco. E siccome nella sua mosliazioni. Riporta il n. i528 del Dia'
venuta a Vignanello, d. Stefano e d. Giu- rio di Roma del 1727, che nella r." set-

lio cav. Colonna de'principi diCarbogna- timana (li maggio il principe d. France-
no, eransi portati a*con(ìui dei loro feudo sco M." Ruspoli, prorii[)ote della nuova
coni3o soldati a tamburi battenti, con beata Giacinta Marescotti, fece celebra-
altri 25 sudditi de' più civili a cavallo, re una magnifica festa nella chiesa di §.

e con questi presentatisi a Benedetto XI 1 1, Bernardino di Viterbo, ove si venera il


lo corteggiarono sino a Fabrica, erano suo corpo, ed altra nello stesso mese vol-
stati da lui benignamente licenziati; così le replicare nel suo feudo di Vignanello

nel restituirsi a Roma, colle stesse dimo* in cui nacque la Beata. Laonde fece a-
strazioni , nuovamente vollero compii- dornare nella forma più ricca e colla
nnentarlo sino a'coofini del proprio feu- maggior pompa V insigne chiesa colle-
do, ove furono graziosamente ringrazia- giata da lui edificata, per una festa tri-
ti;dichiarando loro altresì il paterno gra- duana e solenne, cioè giovedì i5, vener-
dimento, per avergli mandalo in omaggio dì 16 e sahato 7. Nel i.° giorno celebrò
1

a Vignanello un regalo di 35 portate di la messa e primi vesperi mg.*^ Lamber-


i

varie sorte 'di dolci, vini e altri comme- tini vescovo d'Ancona e segretario della

stibili, i loro genitori d. Vittoria Salviati s. congregazione del concilio, poi Bene-

e d. Francesco Colonna principe di Car- detto XIV; nel 2.** mg,*^ Valignani arci-
bognano, a mezzo del proprio maestro vescovo di Tessalonica in partibiis, e
di camera, Anche il principe Ruspoli in commendatore di s. Spirito in Sassia, co-
Vignanello fece donativi al Papa, riusciti me il precedente prelato recatosi appo-
ben accetti, cioè un quadro con bassorilie- sta da Roma; nel 3.° mg."^ Tenderini ve-
vod'argento esprimente la ss. Vergine eoo scovo diocesano, il quale anco vi predicò
nobile cornice; ed un reliquiario di cristal- nella mattina. A tutte le funzioni assi-
lo legato in oro, con entro della Porpora di ste il capitolo, coir insegne corali di re-
Gesù Cristo, de'Capelli della B. Vergine, e cente concesse. Neil' altare maggiore fu
de'Precordi di s. Filippo Neri. Al cardinal di continuo esposta 1* insigne reliquia
Coscia poi il principe regalò altro bassori- d' una gran parte dell' omero della b.
lievo d'argento rappresentante la Madon- Giacinta. La musica fu diretta dal cele-
na. Inoltre il principe Ruspoli fu genero- bre maestro Bernardo Cassi, e cantata
so di doni e mancie alia corte e famiglia dagli stessi primari cantori della cappel-
pontificia, al modo descritto nel voi. la pontificia, come aveano fatto a Viter-
XCVlI,p. 199, ricavandolo dal Diario bo. Nelle sere il principe fece cantare de-
di Roma. In questa circostanza tesorie- i gli oratorii nel teatro da lui fatto innal-

ri del Patrimonio Zagaroli e Renzoli of- zare nel palazzo baronale, e riuscirono
frirono al Papa entro uu bacile d'argea* assai applauditi ; come lo era stato quel-
to vari divozionali e misure del corpo lo da lui fatto pur cantare in Viterbo,
di Rosa da Viterbo, e 100 scudi in o-
s. il quale fu composto dal d.' France-
10, secondo il consueto obbligo. Dal cao- sco Posteria romano. Ne' tre giorni, ol-
VIT VIT 237
tre le serali illuminazioni di gioia per la lotta. Si levò intanto, quasi per pro-
tutta Viguanello, vi fu la corsa di cavai* digio, foltissima nebbia che impedì a'
li al palio, e drgli uomini al Saracino. In combattenti il progredire, e fu la salvezza
fine, nei sabalu sera si terminò la festa di Vignanello, il (juale non avrebbe po-
con solenne Te Z?e/</;/, intuonato da mg/ tuto a lungo resistere. Indi sopraggiuu-
Sermattei vescovo di Viterbo e Tosca- se a* francesi un ordine per ritirarsi ,

nella, che poi die' la benedizione colla laonde bruciati i cadaveri degli uccisi
reliquia della Beata. Oltre i personaggi entro alcune case dello stesso borgo, par-
summentovati, goderono le feste il car- tirono e così posero fine alla zuffa. Nel
dinal Colonna, la duchessa di Gravina, giorno seguente arrivarono a Vignanello
li duca e la duchessa dì Guadagnolo, 5,000 napoletani, e all' indomani si ri-

mg."^ Corafa segrelai io de'vescovi e rego- tirarono per recarsi a prender posizione
lari, poi cai dinaie, mg.XesijCd altri pre- trail ponte Felice e Otricoli. Se non che

lati, nobiltà e cavalieri venuti da Roma, prevedendo vignanellesi funeste conse-


i

oltre una gran moltitudine di popolo de' guenze all'opposta resistenza, dopo alcun
paesi vicini, per esservi stata anco la tempo, mentre l'armata francese accam-
fiera. A'21 maggio 174* oj<>»i 'd Vigna- pava sotto Viterbo, spedirono al gene-
nello il cardinal Bartolomeo Ruspoli rale i\ue, onorevoli deputati, il d.*^ Giam-
(V.)i ma il suo corpo dopo due anni fu battistaFornari e Bernardino Pacelli, i
trasportato in Roma, e sepolto nella chie- quali dopo qualche difficoltà per parte
sa de' cappuccini, secondo la sua dispo- del comandante ottennero
in fine perdo-
sizione. Kel 1798 a' 4 dicembre Vigua- no Tuttora si conservano in Vi-
e pace.
nello fece fronte a una divisione delTar- gnanello molle palle e bombe lanciate
mata repubblicana francese che invase dairartigtieria francese in quell'assalto;
da JVIacdo-
lo stato pontificio, capitanata le quali ogni anno nella festa di s. Bar-
Dald,dt circa 2,000 uomini, che stacca- bara, anniversario dell'incorso pericolo,
tasi dal generale presso il ponte Felice, si espongono alla pubblica vista nella
sembrava diretta alte pianure di s. Roc- cappella e altare della Santa, ed il capi-
co sopra Caprarola, onde prendere in tolo vi celebra solenne messa e dopo in-
mezzo le truppe napoletane comandale tuona il Te Deiun in ringraziamento a
da Mach, entrate nello stato per liberare Dio. Nel1 838 morì in Vignanello mg.'d.
i domiuii della s. Sede dalia democrazia Alessandro principe Kuspoii, già uditore
e dall'occupazione straniera: alle quali diRota fatto a' 1 4giugno 1 824,indi udito-
soldatesche repubblicane da' vìgnanellesi re generale della camera nell'aprile 1 835,
si contese il passaggio, temendone ecci- ilquale dopo avere rinunziato la carica
dii e rovine, com' era avvenuto a qual- ne' primi dal 1837, vi si era ritiralo; e
che luogo vicino. 1 vignanellesi eransi venne sepolto nella cappella gentilizia
entro l'antica rocca, ora palaz-
fortificati sotterranea della collegiata, dirimpetto
zo Huspoli, ed alzarono ponti levatoi. i alla degnissima consorte d. Marianna
I francesi all'opposto, occupalo il borgo £sterhazy-de-Galantha,mortaegualmen*
di s. Sebastiano, per tale ostile atteggia- te in Vignanello nel 1821, onde il prin-

mento degli abitanti aprirono il fuoco cipe restato vedovo erasi posto in pre-
con frequente cannoneggiamento. Gli a- latura, e per poco non divenne cardi-
nimosi cittadini risposero con continue nale.
archibugiateda' parapetti e dalle finestre FiiorchìanOy Fiturclanum, l'icus
della roccuj intanto che le campane suo* Horchianus. Comune della diocesi di
Davano a btormo. Molti francesi sdraiati Bagnorea, anzi la terra piò grande dies*
al suolo bocconi per più ore sosteuaero sa> eoa territorio io piano, colle e monle>
238 VIT V 1 T
paese di molli fabbricali chiusi dalle mu rus antìqiiitaiuni sacraruin^ coniplectens
I a, eoa bel borgo, al dire del Calindri, di •
itelecUssima clarissiinorum viroruni o-
starile 5 miglia da Viterbo. E' situato al- pusculay in. quibus veteruin llchraeo-
le faide del uioiile Cimino in amena ele- rum nioreSf leges^ instiUUa, rilus sacri
vala vaile, da cui godesi una bella ve- : opus ad illustra^
el cii>iles illuslranlur

duta. Il Casleliano lo dice posto fra'ler- tionem utriusque Testainenli el ad phU


lilorii di Moule Fiascone da
d'Olle, e lologiain sacram et profanatn ulilissi-
cui è lungi5 leghe al sudest, e da Vi- muiìiy maxinieque nccessariuni^ Vene*
terbo distante 6 miglia. Gode di lempe* tiis 743. Questa grand-opera di 34 vo-
I

rato clima, ma
dominalo da'venli borea* lumi, dopo la sua morte venne continua-
]i e occidentali; e di copiosissiam acqua la dal senatore veneto Francesco Fosca-
salubre. Fra gli edifizi primeggia il pa- ri. Vitorchiano ha per protettore il car-
lazzo detto de' Couser valori di liocna, per dinal Mario Mattei decano del sagro col-
essere stato fino al 1
847 feudo del se- legio, e vescovo d' Ostia e Velletri ; con-
nato romano, dove un' iàcrizicne cele- tiene, secondo la SuiLìsiica^ 345 case,
bra vitorchianesi sempre fedeli all'alma
i 369 famiglie, e 1578 abitanti, de' quali
Pioma. Ha due cliiese parrocchiali deno- 100 dimorano campagna. Quasi
nella
minate una s. Maria Assunta, con alto e tutte le famiglie sono possidenti, ed of-
vago campanile gotico in pietra, 1' altra fregrandi risorse industriali nella cane-
ss. Trinità e detta anco di s. Amanzio pa e lino finissimo d'una qualità tena-
perchè nell'altare maggiore si venera il cissima. Inoltre il territorio, irrigalo dal
santo ,.MartireomonimOj di nome impo> torrente Vezza, tributario del Tevere, è
sto, donato dal senato romano. Sonovi ferace di lutto il bisognevole. Olirei pa-
pure altre 5 chiese, e tutte 5 decorate scoli, abbondanti poi sono i prodotti del
di organo: presso quella di s. Pietro è grano, e delle castagne in legno e in frul-
V ospedale. Vi è il monastero delle ca- lo. Notai nel voi. Xil, p. 120, che dalle
nonichesse Lalerauensi, delle roccheUi- macchie di Vitorchiano e altri luoghi
ìie dall'uso del rocchetto, ed è uno de'po- sitrassero legnami necessari per l'ar-
i

chi superstiti di tale congregazione. I mature, puntellature, ponti ec, pel rie-
minori osservanti riformati vi hanno il dificalo spleudidissimoTcA/z^/odis. Paolo
convento di s. Antonio. Un tempo eravi fuori le mura di R.oma. — Trovasi il nome
ancora il convento degli eremitani di s. di Vitorchiano nel preleso editto di De-
Agostino, il quale venne soppresso e fu siderio re de* longobardi, che cessò di
unito co' suoi beni al seminario diocesa- regnare circa il774. Anzi riferisce il Sar-
no, venendo però concesso a due chieri- zaua, che d. Sante Olivieri, mollo versato
ci del paese posto semigratuito nel me* nella geografia e della terra di Vitorchia-
desimo. La maggiore festa popolare si cC' no, l'asserisce fondata dal detto re, alla
lebra la i.' domenica di giugno, pel com- quale passarono ad abitare i cittadini
protellores. Amanzio. Vi è il maestro con d'Orchia, situala sulla via Annia nel ter-
jscuola pe'fanciulli, e due maestre per l'i* ritorio di Viterbo, ed a* viterbesi appar-
struzione delie fanciulle, non che il pio tenente, i quali v'istituivano il castellano
istituto dis. Vincenzo de Paoli. Ogni gio- della rocca. Orchia era stata abbandona-
vedì havvi il mercato. Fra gì' illustri di la per essere i cittadini passali a Vitor-
Vitorchiano si noia Biagio Ugolini, ce- chiano, onde restata deserta e con aria
lebre per la sua raccolta preziosa di dis- nocevole, Eugenio IV la fece distrugge-
sertazioni, trattali, opuscoli riguardanti re a'i5 novembre i435. Fu detta anche
la storia giudaica e sagra, estratti dalle più O/ c/e. Varie opinioni abbiamo sopra Or-
celebri biblioteche, e iolitolata: Thesaih chia e sull'origine dell'aulico Vitorchia-
VI T V T 1 239
no. Il Gallelli, Del Fesiarario^ p. 35 e pra nel paragrafo di Bagnaiay olfre un
seg.,nega che Viloichiano possa essere documento riguardante la dominazione
Tatitica Orcliiao Notchia, che vetrallesi i diCarlo Magno, in cui è nominata Ore-
prettoclouo fosse nel loro territorio. E che la ^ seu Castro j per Orela, soggiunge
Orda nel secolo XII era già abbandona- oggi Oichia o Norchia famosa pe'suoi
ta,oucleru giudicato opportuno ricondur- sepolcri, e per Castro essere stata capita-
ci della gente e fortificarne la rocca. A- le e poi distrutta, dello stato di Castro
driano I V del i 1 54 la ripopolò e con mol- nel Patrimonio. Finalmente di recente
ta spesa munì di torre. Indi guerreggian- il cav. Palmieri anch' egli ci ha detto,

do i romani Viterbo, nel i 187 speravano credersi Vitorchiano fosse fabbricalo da*
d'acquistare il castello d'Orchia.Nel 1290 fuggitivi della distrutta città d' Orchia,
n'era suo arciprete un Roberto. Nel se» che giaceva nel territorio di Tarquinia
guente secolo esisteva la rocca, alla quale poco distante da Viterbo; ed il suo no-
nel I344 costituì il castellano Bernardo me derivare dalle voci caldee Beth-Or^
dal Lago vescovo di Viterbo e Toscanel- chioUf casa di Arachto^ relativamente
la e rettore della provincia. Poscia il ca-
^
alla sua postura riguardo a Bolsena. Im-
stello fu assegnato al Prefetto di Rornaf perocché il eh. p. Camillo Tarquini (il-

trovandosi nominato nella concessione Marta, delle cui


lustre gesuita nativo di
di Calisto 111 del 14^7 al nipote, che opere più volte ragionò la Civiltà Cat-
però non ebbe efiello forse per la con- tolica, come di quella intitolata: Origi-
tumacia de'De Vico nel ritenere i castel- ni Italiane e principalmente Elrusche^
li occupati. Il Calindri dichiara che Vi- rivelale da' nomi gtograjici. Serie 3.*, t.

torchiano originò o almeno maggiormen- 6, p.55i. E quella che porta per titolo:
te si popolò da* fuggitivi d' Orchia, che / Misteri dtlla lingua Etnisca svelati^
giaceva nel territorio di Tarquinia, non di cui parlai altrove. Altre si ponno rin-
lungi gran fatto da Viterbo, e che fu venire nell'Indice generale della i.', 2.*

delta citta sul fondamento d' una lettera e 3.'' serie, cioè: Iscrizioni Etrusche in
di s. Leone IV Papa dell' 847, Civitas monumenti autofoni. De' Fasi Etruschi
Orclej ma soggiunge il Mariani, De E- divinalorii. L'epigrafe de* Sepolcri Etru-
piscop. Fiterb.f e con esso altri ancora, schi), nel suo.dotto lavoro sui primi abi-
col porre indubbiose città fosse Orchia tatori d' Italia, pensa che i primitivi fé-
o Vitorchiano, o se veruna delie due Io nicii e cananei venuti chiamas- in Italia,

fosse mai. Anch' esso dice che Eugenio sero icon voci diverse ricordevoli
paesi
IV fece atterrare Orchia, e vedersene le le proprie terre o loro nomi, non me-
i

rovine nella vetta d' un colle, ove si tro- no propri monti e fiumi. Da un' iscri-
i

varono due sepolcri toscani. Degli Effetti zione del palazzo comunale di Viterbo,
opinòjche Orchianoera vicinoaMorlupo, si ha che questo castello col nome di IH-

venne distrutto econserva vestigi del no- cus Orchianus fu edincato da Desiderio
me nel molino d'Orchiano posto nel suo re de* longobardi, perchè lo popolò eoa
territorio; echefucosì detto da Morchia una colonia Iratta dalla città di Orchia
dea de'toscani,dalMassa stimataPomona, o Orde, situala nella vìa Annia, distrut-
da altri denominata Nortia e Nursia. Di ta poi secondo la' comune opinione nel
più il Massa chiama Corchiano e Vitor- 1435, trovandosi per l'aria nociva quasi
chiano, Oppidum sub Ciminio, Ficus deserta. Pretende Curzio Gobbiuo, nelle
Horchianus. 11 Borgia, Memorie di Be- Cronache di Vitorchiano compilate nel
nevento parla di Orela o Orda come d'un
y 1571, che Carlo Magno, vinto Deside-
castello rovinalo. Frattanto il prof Orio- il popolo
rio, a rimeritare romano del
h della massa PaleQliaoa, discorsa di so- modo cui l'avea accollo e festeggiato, gli
24o V 1 T V i T
donò Vìtoiclkinno, e che fin (ralloia co- tenti, per derisione, gii condussero avan-
minciò a far parie deTeudi che possedè ti una meretrice ed ; egli, per sì nefando
^a il medesiojo popolo rocnano, or col procedere altamente irritato, tornò to-
ijonie di castello e di rocca, e talvolta sto in Roma, rappresentando gli oltrag-
anche diciltù. Lo che
storico Bussi rileva, A rsero di grande sdegno i ro-
gi ricevuti.
tra le do-
terre e castelli già soggetti al mani, subito intrapresero contro i viter-
minio di Viterbo, e delineati nella gran besi un' orrida guerra, nella quale però
sala del palazzo municipale, vi sono pu- i mostrandosi molto valorosi
viterbesi
re Orchia e Vilorcliiano; poi registra raffrontarono con indicibile costanza, re-
Vitorchiano ha* luoghi donati a Viter- stando ne'conflitti dall* una e l'altra par-
bo da Pietro de Vico prefetto di Roma, te molti prigionieri, senza riportare i

e da'conti Guitto e Lombardi, indi con- due eserciti alcun considerabile vantag-
fermati dall' imperatore Federico I inva- gio, secondo i cronisti. Non ostante il Bus-
sore de' dominii della s. Sede nel 1174* si dice che il Baluzio afferma, riuscita
]\ondin»eno non tace, che Vitorchiano tal guerra più vantaggiosa a' romani,
fosse de' romani, prima di tale im[>erial che a' viterbesi. Poiché avendo quest'ul-
donazione, il perchè dopo avere roma- i timi ridotte le genti di Vitorchiano al-
ni e i viterbesi guerreggialo tra loro, en- l'inevitabile necessità di doversi loro
trambi nel 1200 bramosi a un tempo di rendere, e risoluti onninamente di di-
riacquistare la terra, poiché a* viterbesi struggere Vitorchiano, soltanto offrirono
eransi allora ribellati i vitorchianesi, gli agli abitanti la capitolazione di lasciar
uni e gli altri andavano premeditando di salve le persone e le loro robe. Trovan-
ricuperarsela colla forza dell'armi. 1 ro- dosi i vitorchianesi in sì duro partilo,
mani dunque a tal elFetto avendo ordi- spedirono alcuni ambasciatori a'romani,
nate non poche delle loro truppe, di già dichiarando loro che se l'avessero aiutali
le facevano sfilare per Vitorchiano; il in tanto pericolo, ben volentieri si sareb-
che saputosi da'viterbesi, fattisi loro in- bero sottomessi al loro dominio. Regna-
contro con buou numero di soldati, li ob- va allora il grande Innocenzo 111, e gli
bligarono a retrocedere, onde i romani ambiziosi a lui avversi (gli accennai nel
inviarono a Viterbo un* ambasceria di voi. XX.XV, p. 240 ), riflettendo esser
diversi cavalieri, capo de' quali era l'ab- questa un'ottima occasione per pescare
bate di Farfa Pandolfo, che presentatosi nel torbido, non mancarono d' insinua-
al consiglio espose: » Vi pregano roma- i re doversi in ogni conio dar aiuto a Vi-
ni, che voi facciate loro quest'onore, che torchiano, ed accettar l' offerta terra ; e
non vogliate loro impedire una sola bat- ciò pel riflesso, che se il Papa non vorrà
taglia, eh' essi vogliono dare al castello aiutare i romani, certo che questi si sa-
di Vitorchiano, nella qual battaglia se a* rebbero ribellali contro di lui, o soccor-
medesimi non riuscirà di poterlo acqui- rendoli danni de' viterbesi,
a' essi con

stare, vi promettono di lasciare a voi la tutti i si sarebbero aliena-


loro aderenti
libertà della guerra, e conseguentemente ti da lui, e così avrebbe luogo grave guer-

di poterlo a vostro bell'agio espugnare ra. Quantunque la maligna insinuazione


colle vostre armi, senzache dagli stessi fosse disapprovata da* savi, prevalse ne-
\isiagiamniai recata nessuna sorted'im- gli animi del popolo, presso il quale i vi-

pedimento". Uditasi nel consiglio sillatta terbesi erano sommamente in odio ; on-
proposizione, benché alcuni l'approvas- de abbracciatosi l'impegno fu stabilito,
bero, dallamaggior parie però fu riget- che i romani prendessero Tarmi contro
tata.Anzi alcuni caldi insultarono l' ab- i viterbesi per la difesa di Vitorchiano,
bate cuu ingiuriose parole, ne di ciò con- se uoa veniva liberata dall'assedio. Que*
e

VIT VIT
241
sto coDtinuando, ì romani armarono un diRoraaPandolfodi Suburra, uscito dal-
poderoso esercito, facendo altrettanto i la città, piantò il suo padiglione ne'prati
viterbesi co'soccorsi della lega de'reltori di s. Pietro , comandando a' romani di
di Toscana ; la qual cosa peuetratasi da' seguirlo, ed invitando tutti i popoli vici-
romani non senza apprensione, pruden- i ni amici, di unirsi alla spedizione per la
ti biasimarono la risoluzione di difende- liberazione di Vitorchiano; ma per ave-
re Vitorchiano, e si rivolsero a pregare re romani corrisposto in poco numero
i

Innocenzo III a volere interporre la sua e con rincrescimento, appena potè avan-
autorità. Inclinava il Papa ad esaudirli, zarsi sino a Civita Castellana. All'incon-
ma più delle loro istanze considerò do- tro i viterbesi, avendo unito alle loro for-
versi ormai fiaccare 1' orgoglio ostinato ze quelle d'Ildebrandino conte di Gisen-
de' viterbesi, i quali da esso più volte zo, che poc'anzi aveano eletto a podestà,
ammoniti di desistere dall' impresa di ed avendo eziandio per suo mezzo e d'al-
VitorcUiano, e di presentarsi nella curia tri amici adunato un grosso esercito, ed

'romana ad esporre le loro querele con- assoldate pure molte altre milizie, si pre-
tro la terra, essi mai aveano ubbidito, paravano coraggiosamente a combatte-
anzi somministrato aiuto e fa vere a Nar* re. Il perchè romani cominciarono a
i

dì ribellatasi alla s. Sede. Pertanto il temere pel poco loro numero, conoscen-
Papa sottopose i viterbesi al generale do esser di vergogna il retrocedere e pe-
interdetto, e scrisse a' rettori della lega ricoloso 1* avanzarsi. Insinuarono quin-
toscana, che colle loro truppe erano già di a Pandolfo di prender denaro a im-
pervenuti in Orvieto, che tralasciassero prestito da' più ricchi di Roma , affine
d' aiutarli contro i romani, ma n'ebbe in d'assoldar un sufficiente numero di mi-
risposta non poterne fare a meno senza lizie^ e non trovandosi chi volesse som-
nota di spergiuri. Allora Innocenzo III ministrarlo, finalmente fu prestato da
con altre sue ed a mezzo di rag-
lettere, Riccardo Conti fratello del Papa. Assol-
guardevoli ambasciatori, fece intendere date quindi molte truppe, i romani sì
a'retlori, che la lega da essi giurata avea avanzarono subito a Vitorchiano ,
per
avuto a precipuo fine l'onore della Chie- sovvenirlo dell' opportune vettovaglie.
sa Romana , la quale sarebbe pregiudi- Indi incontrati da' viterbesi, si venne a
cata se persistevano volere in questo aiu- furiosa battaglia nella festa dell'Epifania
tare Viterbo, da lui sottoposto all'inter- del1 20 1, mentre Innocenzo III celebran-

detto. Di ciò persuasi i rettori, tutti colle do la messa in s. Pietro esortò calda- ,

loro squadre prontamente retrocedero- mente il popolo a pregare pe'suoi fratelli


no; per cui romani liberamente mar-
i ch'erano nell'esercito; e nello stesso giorno
ciarono a Vitorchiano e v'introdussero le i viterbesi volgendo le spalle innanzi a'
vettovaglie peouriate dagli assediati; in- romani, furono da questi vinti colla pri-
di passarono ad accamparsi sotto Vi- gionia e morte di molti di loro. Tornati
terbo, ove verso sera si azzuffarono co* i romani vittoriosi a Roma , il senatore
viterbesi, e rimasti nell'azione superiori, con molti altri si prostrarono a'piedi del
la mattina seguente di buon'ora torna- Papa, protestandosi altamente obbligati.
rono a Roma. Però i viterbesi corsero di Indimandarono tutti prigioni in Cana- i

nuovo all'assedio di Vitorchiano, e lo ri- paria (carcere di Roma) per ivi affiiggerii
dussero nuovamente a tal penuria di vi- macerarli con varie miserie, fra'quali ve
veri, che gli abitanti fecero intendere a' n'erano due di molto rispetto, cioè Napo-
romani, che se non gli davano sollecito leone visconte di Campiglia , e Burgun-
soccorso y non era loro possibile di più dioneprotonotario viterbese, di cui aven-
resistere. Per questa notizia il senatore do il Papa compassione, ed avendoli fatti

VOL. CI. iG
'

1^2 V I T VI T
separare dagli altri, li rilenne per qual tistampati Cenni storici sul privilegio
che tempo oel piopiio palazzo, ed indi de* Fedeli di Campidoglio, àt\[yx^\'\ir\\^\(ì

in altro luogo parimente onorevole. In- vero largamente, leggendosi a p. 4= « Si


cominciando intanto egli stesso a trat- sa dalle storie, che ne' secoli XII e XIII
tare la pace tra' romani e i viterbesi, il castello di Vitorchiano, fin da quel tem-

essa si concluse, contribuendovi it conte po feudo del popolo roman ), sofferse mol-
B.anuccio (forse de'Faroese), collettore o ti danni prima dall'esercito dell' impera-

tesoriere della provincia del Patrimonio, tore Federico I, e quindi da que' di Vi-
con iscaoibievole restituzione de' prigio- terbo". E siccome poi fu dal senato e po-
nieri. Allora il castello di Vitorchiano si poloromano concesso a'vitorchianesi di
diede alla soggezione del senato e popolo mandare ogni anno a Roma o de'loro cit- i

romano, e ne divenne feudo, come asse- tadini a servizio del magistrato romano,
risce il eh. vilorchianese cav. Luigi Pom- cioè 9 in qualità di famigli,
denominati
pilj Olivieri, a p. 2o5 della sua bell'ope- Fedeli di Campidoglio (^.), ed uno di
ra: // Senato Romano nelle selle epoche contestabile o maestro di casa, della qual
di svariato governo da Romolo fino a qualifica parlai anche nel voi. Vili, p. yS
noi\ ec. Roma 1840. Opera che si com- e seg., ecco quanto si riporta alla citata
piacque a me dedicare, come per grato pagina òt Cenni, » Ma più probabile è,
animo dichiarai altrove, e l'ebbi ad ono- che l'origine del titolo e del diritto (de* io
re, essendo l'encomiato autore segretario vitorchianesi al servizio del senato roma-
del Senato e Conservatori di Roma, mia no) debba riconoscersi da un atto ancor
amata patria d' origine, di nascila e di pili bello di amore e di fatleltà, che fece
cittadinanza, checon indefesso studio pro- Vitorchiano verso il senato romano in-

curai celebrare io tutto questo mio volu- torno alla stessa epoca (o primordii del
minoso Dizionario^ ragionando di tutto secoloXI II). L'anno 1 2 7 il senato roma- 1

quanto la riguarda, ed è perciò che in no avea preso a prestanza da Giovanni


questo paragrafo che le appartiene, de- degli Annibaldi gran somma di denaro
\o essere alquanto prolisso. Faccio affet- (che sembra ascendesse a meglio che
tuosi voti, anco ad onore dell'illustre pa- 70,000 scudi),obbligandogli in g'>::arenti-
tria sua, che il cav. Pompilj-Olivieri pon- già il feudo di Vitorchiano, con tutte le
ga felice termine all'altra vasta e commen- rendite e prestazioni di vassallaggio ch'es-
devole sua opera di cui pubblicò 8 tomi so senato romano soleva ritrarne. Ma o
in foglio composti d'8o fascicoli, essendo sia che spiacesse al popolo di Vitorchiano
giunto sino all'anno 1090 di Eloma, del- vedersi ridottolo dominio d'un privato
l'era volgare 337, ed alla morte di Co- feudatario anziché in quello del senato
stantino, e intitolata: Antmli di Roma romano, e quindi corresse a liberarsene
dalla sua fondazione sino a' dì nostri^ spontaneamente; o sia che venuto il tem-
opera di Luigi Pompìlj Olivieri corre- po della restituzione del denaro, e il roma-
data di serie cronologica de Re, de' Con- no senatoper sé non avendone, richiedes-
soli ed altri capi della repubblica; de- se i vitorchianesi di soddisfar eglino al
gC Imperatori^ de' Papi^ de' Senatori del creditore; certo si è, che volgendo l'anno
l'ultimo evo e de Conservatori; non che 267, o poco avanti, que'buoni terrazzani
1

illustrala co* ritratti veridici de perso- raccogliendo argento coro donde e come
naggi ipiìifamosiy e con le prospettive poterono,pagarono essi all'Annibaldi quel
de' monumenti li pili interessanti^ Roma che dovea avere. Il fatto è narrato nelle
1836-45. Che prima di detta dedizione, CroAZrt!t7ie di Curzio Cubino compilate nel
Vitorchiano già appartenesse al senato e 1564. L'anno 1 2 7 // popolo romano
1

popolo romano, esso lo dichiarò ae'recen- impegnò la terra di Fitorchiano al no-


V I T V T I a43
Ini uomo Giovanni de Anniìnìhlis per vi riuscì. Si convenne .'Iri'viterbesi, per dare
certa f/uantità di denaro*'. Narra il Bus- alcuna soddisfazione a' romani per la de-

si, all'anno 1 232. che Vilorcliiano rimo- molizione di Vitorchiano epe'daoni rice-
cenciosi dalle precedenti sue condizioni, vuti, di scaricare nella loro città i merli e
ribellutasi a Viterbo, si era data in potè* il pettorale delle mura
Piano Scarla- di
ledei popolo di Roma; desiderosi i viter- no. Tuttavolta non lardarono con mag-
besi di vendicarsene, si portarono di not- gior furore ad attaccarsi romani e i vi- i

te nella terra in numero di 200, parte a terbesi. Notai nell* articolo citato, che il
cavallo e parte a piedi, e coll'intelligen- privilegio esclusivo de'vitorchianesi d'es-
za di due vitorchianesi non fu lorodi(fici sere9 di essi Fedeli di Campidoglio^ ed
le salire le mura, con diverse scale di fu- uno maestro di casa derivò ancora pel ,

ni da'manutengoli attaccale a'merli di es- pagato air Annibaldi e pel coraggio col
se. Però non riuscì loro senza qualche dif- quale sostennero un assedio coi^tro vi- i

ficoltà, poiché avvedutasene una delle terbesi nel 267; onde non solo furono de-
1

guardie corse a commuoverela terra; on- nominati fedeli tali famigliari e il popolo
de viterbesi trovandosi scoperti, dopo
i tutto (dice il cav. Belli ne' suoi Diporti
aver assicurata la porta della torre detta villerecci: Vitorchiano è nome caro al se-

del Cassero, spedirono subito a Viterbo nato e popolo di Roma, per la fedele di-
pel rinforzo d'altre molte milizie, le quali nastia degli Araldi Capitolini), ma rimu-
essendovi sollecitamente accorse, non so- nerati col decreto o diploma che riferii
lo s'impadronirono della terra, ma dopo in parte, dal quale si crede ebbe origine
averla per ogni parte saccheggiata l'atter- il privilegio, in uno alla particola dello
rarono da'fondamenti o quasi distrusse- statuto di Vitorchiano che ne fa specia-
ro, non lasciando pe'romaniche un muc- le menzione, parlando del titolo dì fedel-
chio di sassi. I romani però nel seguente tà dato a Vitorchiano. Il decreto è del
annoi233, riedificando Vilorchiano, lo senatore di Roma Enrico figlio d'Alfon-
fecero di gran lunga più bello e più forte so X il Savio re Leon,
di Castiglia e di
dì prima, assegnando fin d'allora, dice il Papa Urbano IV, dato a*
tale eletto dal
Bussi, a'suoi abitanti il nome di Fedeli IO dicembre 1267. Con esso ordinò, eoa
di Roma, che tuttavia ritengono. E il co- autorità del sagro senato del popolo ro-
mune di Viterbo, dal canto suo, rimune- mano, che niun senatore altri che pre»

rò due traditori vitorchianesi colla som-


i siedessero pròtempore aWa repubblica ro-
ma di 2,000 libbre di denari papalini. Nel mana, ardisca d'impegnare e obbligare io
voi. XXIII, p. 247, dissi col Muratori e alcun modo la rocca e il castello di Vi-
il Vitale, che il nome di Fedeli derivò lorchiano, ne per consiglio generale e né
a* vitorchianesi quando essendosi ribel- per parlamento. E ciò decretare, perchè
romani tutti paesi soggetti al
lati a' i lo- gli uomini di esso, come dabbene, legnlie
ro dominio, soltanto Vitorchiano gli re- fedeli al senato e alla città di Roma, die-

stò fedele e si difese da' nemici ,


per cui dero per pre7Z0 e redenzione di pegno a
d'allora in poi lutti gli ufliziali della cor- Giovanni de Annibaldi, che riteneva la
te del popolo romano sono vitorchiane- delta rocca e castello, 740 libbred'oroda
si, chiamati Fedeli del popolo romano. una mano, e nell'altra mano 55o libbre
Fierissiraa quindi e lunga essendo la d'argento (dì ciò parlandosi neW Allumi
guerra che s^im pegno fra'romanì è viter- i di Ronia^ t. 5, p. 202, si dice la somnì«
besi, e temendo Gregorio IX, come rile- 2400 scudi d'oro, onde temo che vi sia er-
vai nella sua biografia, che ne derivasse rore di stampa, come in quella cifra de'
il totale sterminio di Viterbo e sua pro- 70,000 che trassi Aa* Cenni. Si aggiun-
vincia, s'interpose a pacificarli e per allora ge, che i vitorchianesi soddisfecero l'Au*
244 V T
I VIT
nibaldi anche del suo onorario pel tem- questo vìvuto per molti secoli sotto il di
po avea pel senato amministralo,
in cui lui patrocinio, fu nel tempo del pontifi-
e del denaro impiegatone! restauro del- cato d'Urbano IV, dal medemo senato
le mura castellane). E qui aggiungerò impegnato (cioè allora spegnato) per al-
altre parli del decreto o diploma. Che se cune sue urgenze per somma ragguarde-
io fraude dell'espressa proibizione, si fa- vole a Giovanni degli Annibaldi ; ma i
cesse da qualsivoglia senatore o magistra- vilorchiani sdegnando altro signore, che
to del popolo romano alcuna obbligazio- il popolo romano, venderono le loro pro-

ne do-
sul castello e terra di Vilorchiano, prie sostanze, ed accumulata la somma
/lomme^ Vi-
vesse a versi per nulla, sicché di monete, intera fu restituita alcorapra-
turclani non teneantur ohedire doniinum tore, ed intanto essendo in libertà , sti-

veldominos tenentesd. roccavelcastrum^ marono maggior onorcvolezza di darsi di


inimo sint liberi donec d. castrimi et roc- bel nuovo al medemo senato, che viver
ca re^ertatur ad manus coniniiinitatis liberi senza la stima di sì alla prolezio-
Urbis, E quegli o queglioo che avesse o- ne. In ricompensa d'un atto sì eroico di
salo infrangere l'ingiunzione, in iram et tanta fedeltà , il senato non solo decorò
odìum sacri Senatus^ et insiiper tenean- la terra di Vilorchiano col titolo di Fe-
tur sol\^ere nomine poene duodecini libras delissìma, ma affinchè ne restasse perpe-
auripro muris Urbis» etlantunideni ho- tua la memoria(in Roma), nel proprio

minibus castri Viturclani. A'nostri gior- Palazzo de' Conservatori fecescolpire in


ni si trovò il diploma originale tra certe un marmo il disegno di detto luogo coU
antiche pergamene del comune di Vitor* l'iscrizione: Fitorchiano Fedele al Popo-

chiano, e se ne fece riconoscere Tauten- lo Romano. E nell'istesso tempo volle e-


ticità da' giudici competenti e dottissimi simerlo da tutte le gabelle imposte e da
nella paleografìa e nella diplomatica, cioè imporsi, e per atto d'una perpetua gra-
il cardinal Mai, e mg.' Marini prefetto titudine ritenere al proprio servizio io
degli archivi della s. Sede. In altra rubri- uomini nativi, cioè un maestro di casa,
ca dello statuto, corrispondente a quanto e altri 9 col titolo di Fedeli^ quali rice-
dissi nel ricordato articolo, è rilevante ve ogni anno eletti e nominali dalla co-
quella ove trattasi del privilegio in ispe- munità di Vilorchiano. A differenza di
cie di mandare a Roma '\
fedeli, ossia del Barbarano, una delle 4 sole terre (l'altra
modo di farne godere a tutte lefamiglie,e èva MagUano), la quale oggi vive nell'ub-
si accenna anco come fu acquistato.» Sicco- bidienza dell'inclito popolo romano,qùan'
me uno per famiglia dev'essere descritto do per il passalo sotto il suo impero eb-
nel bossolo, affinchè si osservi la giusti- be tutto il mondo. Si sottopose questa
zia distributiva tra il popolo nel conse- per timore di esser presa a forza dall'ar-
guimento de'vantaggi d'un privilegio /?o- mi romane, che a tal effetto si raccoglie
polarmente acquistato^ così nessuna fa- da'suoi statuti, lib.i, cap. 61", Nella Fi-
miglia potrà succedere a'diritti dell'altra, ta di Cola di Rienzo là dove si narra la
y

ma dovrà esser contenta della successio- pompa, colla quale il famoso tribuno di
ne proprio capo di famiglia
a'diritti del Roma (F.) nel 1 347, risiedendo i Papi ìa
soltanto". Giova che riproduca il riferito Avignone, andò dalla basilica Laleranen-
dal Ricchi, La Reggia de' /^olsci^p. 365. se alla Vaticana, quando prese possesso
» Gloriasi (Cori,di cui nel voi. LXXXIX, di sua carica, fra gli altri del corteggio
p. i6o) di portarci medesimi pregi di si famenzione anche de FassrMi e Fede^
Vilorchiano luogo ancor confederato
, li da Fitorchiano, li quali anda^^ano a

col senato romano, posto nella Tosca- piede, con li spiedi in mano, e bene pU'
na appo il monte Cimino ; che essendo revano orsi vestiti armati,Da ciò si trae,
VIT VIT 145
die già neh 347 alcuni de'vIlorcKianesi ta del Senatore di Roma pel possesso in

stavano a'set vigi del senato romano, coi Campidoglio, e di altri vestiari ì\q Fede-
nome di Fedeli, II commend. Visconti li di Campidoglio^ in tali articoli ne ra-

nel Giornale Arcadico^ nuova serie, t. gionai riportandone più esempì e le di-

3, p. 1 74, ci diede corretto il testo del- verse foggie,e nel 3." particolarmente del
l' Ordine e magnificenza de' magistrali cappuccio e dell* attuale bel vestiario, il

romani nel secolo XIF^ nel tempo che cui cappello da ultimo da appuntato fa
la corte e curìa[iomana dimorava in A> cambialo in tondo, al modo riferito al-

vignone, restituendosi a 1377, Roma nel trove. Frattanto Francesco de Vico, non
per cui i senatori quasi governavano as- contento dell'usurpata signoria di Viter-
solutamente Roma con molta grandezza bo, invase e devastò altre citta e terre.
di pompa decorosa. In esso si legge, do- Uno de'luoghi che più patirono fu Vilor-
po i 6 Paggi del senatore, »» Venivano chiano, come si ha dal Bussi, non ostan-
16 palafrenieri, che oggi sono detti/e^e- te che Gregorio XI avesse ristabilita la
li del popolo romano (ilnumero mag- residenza pontificia in Roma. Francesco
giore di g, notai a suo luogo, come nel a'2 giugno 377 si. portò in persona nel
I I

voi. LXI V, p. ^^, solevano esser romani suo territorio, e con pari rovina il deva-
e dicevansi per distinzione ^w^rf/yè^e/^y. stò, riuscendogli a portar via 600 some
Di questo nome li chiamano per memo- di grano, insieme ad una quantità con-
ria d'un castello, eh' è nella Campagna siderevole di lino e di legumi. E perchè
di Roma, e si chiama Vilorchiano, che il popolo della terra, non ostante il gran
essendo ribellato tutto lo slato al popo- danno sofferto, resisteva tuttavia corag-
lo romano, solo stette nella fede, e si di- gioso alle violenze di Francesco, questi
fese da'nemici del popolo romano. D'al- colla speranza di sottometterlo, a'23 del
lora in qua tutti gli ufficiali della corte detto mese vi tornò a mandare le sue
del popolo romano sono da Vilorchiano, squadre con diverse bombarde, essendo
ed anzi non pigliano altri che di questi. stati in tal circostanza i bombardieri Pie-

Fino ad oggi dura, t fedeli del popolo truccio di mastro Giovanni speziale , e
romano si chiamano. Ora torniamo a* Spirito di Andreuccio del Loscio, come
palafrenieri. Vestivano con una berretta scrisse il Covelluzzo.Dal che risulta, sog-

all'antica di velluto rosso, e la portavano giunge il Bussi, non esser vero ciò che ri-
in mano quando andavano avanti al se- porta Biondo da Forlì nella Roma trion-
natore. Alle berrette tutti portavano u- fante , cioè che dopo ritrovamento di
il

na medaglia d'argento (la donavano lo- tali bombarde , essendone state alcune
ro i senatori, ch'entravano in ufficio, e mandate in dono a'veneziani, questi nel-
così alti suoi paggi), con giubbone di ra- l'Italia prima di tutti se ne valessero con-

so giallo, con calze una rossa di panno e tro genovesi nella guerra di Chioggia
ì

l'altra eguale alla divisa secondo i colori neli38o; mentre dall'esposto chiaro ap-
dell'arme del senatore; con un saione di parisce che viterbesi n'ebbero l'uso al-
i

panno rosso scollato, con mezzi manico- cuni anni prima (nel voi. XCII, p. i63,
ni, liscio, guarnito a fasce di velluto gial* notai che veneziani le adoperarono an-
i

lo con passamani di seta turchina e bian- che nel 1376, e l'invenzione doversi an-
ca. Quando il senato andava più solen- ticipare al i3oo, e fors' anco prima per
nemente, portavano corti bastoni dipin- gli esempi che oifiii in più luoghi: pare
ti di verde, e ora l'usano portare davan- piuttosto, che nella guerra veneta le ar-
. li a'Conservatori". Ora uno porta YOni- tiglierie siensi rese più perfette). Se poi Vi-
hrellino (/^.). Ma pom.
di delta e altre lorchiano restasse questa volta sottomes-
pe del Smalo Romano, per la Cavalca- so da FraQcescOf i cronisti uou lo riferì-
i46 V TI VI T
scono, sibbene che i!Papa a impedire le ter castra oppida et imiversitates,
tot
prepotenze di Francesco, gli perdonò la quae sub regimine et potcstate Populi
ribellione e si pacincò con lui. La conces- Romani existunt , ipsis Fiturclanensì-
sione fatta a'vitorchianesi dal senato ro- bus fideliores aliqid non reperiantur.
mano, di mandare al suo servigio io in- Ciò esposto dali." de'conservatori Fran-
dividui, fu nel pontificalo di Leone X con- cesco de Bravi, e ben ponderala la cosa,
fermala con solenne allo stipulalo nella qua aequa expositione andita et bene
grande aula di Campidoglio, e lo pub- examinata (continua il citato documeo-
blicai nel voi. XXlll, p. 23g. Questo è lo) , ex senatusconsulto obtentum fuit

ili." documento certo, autentico, posili- ad decretum: qnod semper futuris tem-
vo del diiitto che hanno i viloichianesi poribus MM. Conservatores prò tem-
del discorso esclusivo privilegio , e nel- pore magistrata existentes teneantur
in
l'aichivio segreto Capitolino si conserva etobligati sint^praedictos Fideles et Co-
Tatto o seiiatasconsidtOj fatto in piena mestabilcvi recipere de dicto castro J^i-

adunanza de'conservatori, consiglieri del turclanì^et Fiturclanenses (teneantur et


popolo romano e di altii moltissimi cit- obligati sint) illos mittere secundumfor-
tadini 8*17 dicembre i520, riferito ne- mani etpacta capitulorwn desuper con-
gli atti dello scriba-senato, o notare di fectoruìnj quorumcapìtulorum(ó\ quel-
quel tempo , dal quale si trae ch'erano lo cioè relativo a'fedeli) tenor talis fuit,
stali mandati in que'giorni dal comune et est.E riportandolo prosiegue: la pri-
di Vitorchianoa Roma il proprio sinda- mis statuerunl ctdecreveruntj quod sin-
co e altri deputati, cum capilidis et con- gulis annis recipiantur a DD. Conser-
ventionibus in ter ipsos f^iturclanenses et vatoribus exislentibus prò tempore in ha-
Hoinanuni Popiduni alias inìtis atqiie lendis januariiNovem Fideles Fitur^la*
fìrmalis. Tra le quali una consistente in nenses missì, et tlecti per Communita'
questo. Qiiod Romanus Populus semper tem Viturclani, et r eline antùr per totuni
conimuatis Jiiturìs temporibus tenealur integrum annuni a succcssoribus in Con-
et debeat recipere decein homìnes Vitur- servatoratu, et similiter Unus prò Offi-
clanensesadservìtìaMagnifìcoritmDD, cio Comestahillsjcum obligatione etcau-
Conservaloruni, etdomns eorumdeni^vi- telis in ipso castro Fiturclaniper ipsos

delicet unum prò Comestabile et no- , dandi solitis et consuetis. Cosi i Cenni
vem prò Fìdelibus, cum ordinatione et storici, i quali aggiungono: Abbiamo per-
poeniSj et conventionibus desuper coii' tanto dal detto docuraento,che questo del
tentis, ob maximanijidelitalem vassal- popolo diVitorchianodi mandare,e del se-

lagiì, et servitutis^ quam diati homines nato e popolo romano di ricevere, in per-
castri Viturclani erga Senatum Popu- petuo ogn'anno 9 fedeli e un contestabile,
lumqiieRomanumgesserej (che que'mes- uonera una relazione di feudalità, ma un
saggi e deputati si querelavano come) a vero diritto da una parte e un obbligo dal-
paucis praeteritìs temporibus, vel ipso- l'altra meramente allodiale e civile, te^
rum ttmporum culpa aut MM. Con- ^ neantur et obligati sint recipere. Al che
servatorum prò tempore^ autaliorum be* basterebbe solo il riflettere, che l'obbli-
nevolentia ac favore capilulum loquens go non è, come in tutte le altre prestazio-
de Fidelibus praedictis quasi in totum gi feudali, de' vassalli verso il barone, ma
delelum extet, et in praesens non obser- del barone verso i vassalli. Abbiamo che
vetur (e come quindi richiedessero il Se- l'obbligo e il diritto procedono da' capi-
nato e ilPopolo Romano) de pactafide tolie convenzioni antichissime anteriori
prnedictorum capitu'
et conventionCi et ali52o, stipulate tra di loro, cum capi-
lorum obsermnlia ^(a^^iuQ^eììdo che) in- tulis et convcntionibus alias iailis alque
^

V IT V l T 247
fìrmatìs. Che n (juesto diritto e obl>llgo hra,Lante enussijcli'erano stati con>tM va-
avea (.Iato cagione la somiuii e singoiar lori, non dubitarono d'alfermare, qual te-

fedellìi de'vitoi'chianesi verso il romano stimonianza tradizionale:»» Al servizio del


municipio; che non osservate ledettecon- Popolo Piomaao non esser mai stalo am-
venzioui per qualche tempo e cercatosi messo, tanto per Maestro di casa che per
mandarle io dissuetiidine, siccome pare, Fedeli, alcuno che non sia nato ed ori-
lagnaronsene i vitoichianesi nei modo il ginario di Vitorchiano, per essere sla-
più solenne e formale de non servala fi* ta quella la più fedele fra le altre città e
deetconvenlioncj che furono riconosciu- terre che sono sotto il dominio del dello
te giuste le convenzioni , e nuovamente Popolo,essendosi lisuoi abitanti ecitladini
quindi furono confermale. i>'on apparisce ricomprati due volle (qual sia la 1." volta

dal documento in qual epoca veramente non apparisce: io suppongo ledue volte, il
fossero fatte quelle convenzioni alias ini- 12 7eil i267,anche per la diversità del'e
I

tae né quale propriamente ne fosse la


,
somme paga te all' Annibaldi) colle proprie
causa, quantunque si dica io genere che sostanze per ritornare al dominio del Po-
fu ob maximam fidali la temótivìlovch'ìn- polo medesimo; il quale perciò concesse
nesi verso il popolo romano. Tuttavia con privilegio (come parlano l' antiche
l'esibito di sopra può chiarire il quando cronache e il decreto del senatore Enri-
e il come furono stabiliti i patti e le con- co di Castiglia), che li nativi vilorchiane-
venzioni, cioè derivanti dal diploma del si stiano al servizio del Campidoglio. E
I 267, ampiamente confermate nel 520. 1 ciò sappiamo per essere stati conservalo»
^el voi. XXIll, p. 25o, narrai la san- ri e deputati più d' una volta nelle con-
zione data da Gregorio XV alle mede- gregazioni capitoline, e per essere pubbli-
sime, con suo breve apostolico del 1623, eoe notorio". Chei vilorchianesi sono ad-
il quale Papa conoscendo come, Alinae detti alla Magistratura Romana , come
Urbis nostrae Conservatores teneanlur per loro diritto e per un titolo civile fu

et obligatì sint recipere quolibet anno riconosciuto anco dal governo e da* tri-

kalendis januatii prò servilio palala bunali, quando su di esse cadde alcuna
Capitolini lioniines terrae Filurclanij e contestazione, basterà fra l* altre quella
che nisi alìqua praecedenti jusllssima così detta de panni lugubri, a^xlaia per
causa de qua constet
^ in aclis Notarli alcuni anni dopo la morte di Pio VII.
eoruni aliqiiis licentiari non possiti lo tra costume antichissimo, che alla mor-
approvò e lo confermò. Neli6g3 con- i te d'ogni Papa, e durante novendiali, i

servatori Cenci, Bolognelti e Verospi fe- tulli gl'inservienti a'diversi ministeri, fra'
cero alcuni provvedimenti e decreti in- quali anche quelli della camera aposto-
torno all'annue spese della camera capi- lica e quelli della camera capitolina, ve-
tolina per averne, come sembra , un ri- stissero a lutto e gramaglie; ed era in-
sparmio: parlando del vestiario e delle valso altresì da tempo immemorabile.che
livree de'famigli, solite rinnovarsi ogni il governo desse loro rispeltivamenteuna
due anni, quanto a quelle de'fedeli di Vi- somma per fare questo vestiario. Clemen-
torchiano, le lasciarono della stessa roba te XII volle esonerare l'erario di questa
e spesa ch'erano stale per l'innanzi; e la spesa, e con chirografo del 1732 l'abolì.

ragione si fu , come si legge in uno di Ma dichiarò nel cap. 8:» INon intendia-
que'decreti, perchè essi avevano il lor uf- mo però che in questa ordinazione siano
ficio a titolo oneroso; e vi si aggiunse, ac- compresi quegli emolumenti.che sotto an-
ciò finito il biennio di dette livree, V a- co un tal titolo (de'panni lugubri o co-
elle di miglior qualità fosse più utile a* ruccio), sono soliti pagarsi a coloro, che
fedeli. ^!cl 1713 altri 3 nobili romani Mo godouo qualche Facabile (A'.) altro
248 V IT VIT
ufficio acquistato a titolo oneroso, collo rografo, non fosse cosi parala e manlFe-
sborso effettivo di denaro, a'quali voglia- sta; tutta volta la congregazione a'i4 feb-

mo che sì pagliiuo come si pagavano pri- braio 182 5 definì la controversia a favo-
ma". Mandato ad esecuzione il chirogra- re de'vitorchianesi con decretare: » Che
1740 per morte di Clemente XII,
fo nel ad ogni Sede vacante avevano il diritto
il contestabile ed fedeli di Campidoglio
i di ricevere pe panni lugubri la somma
furono creduti compresi nella disposizio* di scudi 198 siccome prima". E la ra-
De generale^ non nella eccezione, e da gione fu, che r ufficio del contestabile e
quell'epoca in poi più non ebbero il det- de'fedelì diCampidoglio era stato acqui-
to emolumento o compenso de panni la- stato da Vitorchiano a titolo oneroso^oS'
guhri^ quando morirono gli altri Papi. sia a denaro; presso a poco e su gli stes-

Ma nel 1823 per morte di Pio VII, il si documenti che esposi di sopra, dal di-

cav. Pompilj Olivieri che esercitava l'uffi- ploma del senatore Enrico sino al certi-
cio di contestabile, come accennai nel piti ficato de' 3 nobih romani. Esistono le

volte rammentato articolo, ed egli rife* scritture esibite /ime f/2Je,esistono tutti gli
lisce nella laudata sua opera, IL Senato atti giudiziali fatti avanti la congregazio-
Romano, a p. 2
1
9, zelando le patrie pre- ne deputata, inclusivamente alla senten-
rogative, animoso siavvisò di rivendicar za; esiste la ragionata relazione del cardi-
l'emolumento, dimostrando che per la nal Galleffi al Papa, de' 3 settembre 1825,
disposizione di Clemente XII quanto era contro il tesoriere che pretendeva limitar
stato tolto al contestabile ed a' fedeli di r effetto alla sentenza , e la prestazione
Campidoglio , perchè gli uffizi da loro de'panni lugubri ad una sol volta, non
posseduti erano acquistati a tllolo one- in perpetuo j esiste finalmente la risolu«
roso con (sborso di denaro effettivo^ era zìone emanata dalla stessa congregazione
compreso e contemplato nell'eccezione l'8 marzo 1 83o,con la quale in linea di coa-
espressa nel citato cap. 8, ed avere gli e- ciliazione, per facoltà avutane daPioVlII,
serceuli i detti uffizi trascurato di doman- e consenzienti ambe le parti fu stabilito:
dare compenso nelle Sedi apostoliche
il « Che pel caso avvenuto, pendente la li-
vacanti da Clemente XII in poi. Fattane te, della morte di Leone XII, la rev. Ca-

istanza, lug.*^ Cristaldi tesoriere vi si op- mera apostolica pagasse a'fedeli di Cam-
pose; laonde ricorso a Leone XH, questo pidoglio scudi 171: per tutti gli altri casi

rimise la domanda al giudizio d'una con* avvenire se ne pagassero i5o ebaj. 5o".
gregazione speciale da lui appositamente Come in realtà fu eseguito nelle morti
deputata^ e composta di 3 prelati chieri- di Pio Vili e Gregorio XVI. Il succes-
ci dicamera informa di tribunale. Avan- sore di questi, Papa Pio IX, il i.° ot-
ti non ostante 1' opposizione del
di esso, tobre 1847 col moto-proprio prodotto
tesoriere e di tutti suoi camerali ; non
i negli articoli/Jom^ e Se nato Romano ^abo-
ostante che difendesse la rev. Camera a- lì la sua giurisdizione feudale, inclusiva-
postolica il nono-
celebre avv.Tavecchi; mente a quella sopra Vitorchiano, onde
stante il tempo decorso di circa 80 anni, questo e gli altri summentovati feudi ba-
che al contestabile e fedeli di Campido- ronali furono sottoposti alle leggi gene-
glio non era compenso de'
stato pagato il rali dello stato pontificio , e d'allora ia
panni lugubri nelle morti di Clemente poi tanto Vitorchiano quanto Barbara-
XII, Benedetto XIV , Clemente XIII e no sono governale dalla delegazione apo-
Clemente XIV, non compreso Pio VI stolica di Viterbo, di cui fanno parte. In-
morto fuori di B.oma; non ostante che la oltre il Papa dichiarò nell'art. 38: « Pii-
prova dello sborso effettivo del denaro marrà in facoltà del consiglio del Muni-
per l'acquisto dell'ufficio, voluta dal chi- cipio Roinanoìì valersi dell'opera de'fami-
VIT VIT a49
gli e ufficiali qualunque, che suole fornire lio.Avendo proceduto fin qui co* Ce^mi»
Vitorcliiano ; salvi se e come di ragione i non mi resta che far parola del contenu-
compensi, a'quali potess'essere tenuto nel to nel Progetto. In esso primamente si
caso che non volessero valersene". Allo- cifre l'art. 38 del moto-proprio ; indi si

ra il municipio di Vitorchiano a soste- dichiara, che il diritto antichissimo de-


nere le sue antiche prerogative^ o alme- rivato da un titolo oneroso, goduto dal
no, se non più si volesse la continuazio- comune di Vitorchiano insino a 3 anni
ne dell' esercizio del diritto e privilegio addietro, di mandare io de'suoi cittadini
riconosciuto anche dal moto-proprio, a- municìpio romano, non è
al servizio del
Tesse almeno il suo quanti interest^ no- una dipendenza de' diritti baronali che
minò deputati a rappresentarlo i rispet* che avea esso sul medesimo Vitorchia-
labili concittadini sacerdote d. Giuseppe no, come il tutto risulta da' documenti.

Fermanelli e Pietro Onesti, oltre Tavv. Ma finché vigeva la sovrana disposizio-


Angelo Carnevalini. L'Onesti, uomo set* ne , essere inutile parlare dell' esercizio
tuagenario ed a tutti carissimo,stabilitosi del diritto, e dovere i vilorchianesi uni-
appositamente in Roma , potè ottenere formarvisi, e limitare le loro domande a
dal Papa un rescritto con cui rimetteva seconda della prefata disposizione.In una
la vertenza al cardinal presidente di Ro- radunanza tenuta nel 1848 da'consiglie-
ma e Cof/iarca, perché presentasse un ri e magistrati capitolini, essere stala a-
progetto onde definire tale atfare.Egli in gitata la questione, e posto il partito se
unione de'colleghi e da loro sottoscritto, si dovesse continuare a ritenere i famigli
nel giugno i85o presentò il Progetto dì vilorchianesi nel modo che prima, fu ri-
conciliazione nella vertenza intorno al soluto negativamente. Ma giammai e in
privilegio de' Fedeli di Campidoglio,pre- ninna guisa essi trattarono de'compensi
sentato dal municipio di Fitorchiano a da darsi, appunto nel caso d'una risolu-
S. E. R. il Sig. Cardinal Lodovico Al- zione negativa. Ciò essere avvenuto in
tieri presidente di Roma e Comarca. epoca in vero non fausta, perchè fosse
Desiderando il municipio di Vitorchia- reso suo diritto a ciascuno , e giustizia
no fmire per amichevole conciliazione la fosse rispettata epoca allo stesso nome
,

differenza coH'Ecceilentissimo Municìpio Ae fedeli crucciosa e avversa. A tale ri-


Romano, invocò la mediazione del car- soluzione non potendo quietarsi il popo-
dinal Altieri per la sua elevata rappre* lo di Vitorchiano^ siccome spogliato d'uà
sentanza. E venuto poi in cognizione ch'e* diritto costatosi caro a'suoi antenati, go-
gli andava a passare il Progetto al prin- duto per tanto tempo, in cui fu a' suoi
cipe d. Pietro Odescalchi presidente del- onorevole ; i suoi rap-
cittadini utile e
la commissione municipale provvisoria presentanti avere il dovere di propugnar-
di Roma, onde farne materia di proposi- lo in ogni modo, sia pure ristretto, noa
zione all'intera commissione, reputò op- però in via giudiziale, per esser la loro
portuno di far consegnare da'suoi depu- patria legata da tempo immemorabile da'
tati e da loro sl Coscritti, a ciascuno de' vincoli d'ossequio e d'amore al munici-
membri di essa, Cenni storici sul pri-
i pio romano. Desiderare trattare e deci-
vilegio de' Fedeli di Campidoglio, egual- dere la cosa con amichevole concordia,
mente come il Progetto stampati; ac- sotto i propizi auspicii d'un Em.** Porpo-
ciò tutti conoscessero, donde e come il rato qual Presidente di Roma e Comar-
privilegio in favore del popolo di Vitor- ca. Che se assolutamente non piti si vo-
chiano abbia origine e in quali titoli si lesse il servizio personale de'vitorchiane-
fondi, onde con piena cognizione di cau- si, almeno si avesse presente che la qua-
sa portarvi un coscienzioso e ietto giudi- htà e quantità de' compensi fossero iu
\0L. CI. »7
25o V 1 T V I T
base di coDsidet orli diretti e indiretti. Al- l'intiero anno, e quindi di anno in anno
la I .* specie sì dichiararono appartenere in beneplacito delia Magistratura Ro-
quelli degli emolumenti mensili de'g fe- mana. Potranno però essere dimessi an-
deli e delmaestro di casa, il vestiario, il che dentro l'anno, ma per giusti motivi.
corruccio nelle Sedi vacanti, le consue- III. Il comune di Vitorchiano in rappre-

te mancie e propine. Alla 2.' specie ap- sentanza della popolazione ad ogni va-
partenere i vantaggi di educazione, di canza, che gli sarà denunciata il più pre-
collocamento e di avanzamento sociale sto possibile dalla Magistratura Roma-
pe'figli e per le famiglie de' i o vitorchia- na, invierà a Roma tre individui muniti
uesi residenti in Roma presso la magi* di analoghe credenziali ; i quali dentro
slratura romana : i quali tornano an- dieci giorni dalla data della stessa dovran-
cora essi a beneficio e lustro del popolo, no presentarsi in Campidoglio. La Magi-
e perciò doversi per equità nella liquida- stratura Romana nel 1.° congresso selli-
zione de* compensi valutare. Passato a raanale sceglierà uno tra essi pel poslo
miglior vita benemerito deputato One-
il vacante. IV. Ogni individuo compreso
sti , il municipio di Vi torchiano gli so^ nella terna dovrà per l'ufficio di Maestro
slitui i due egregi fratelli cugini Arcan- di Casa avere seguenti requisiti, i." L'e-
i

gelo e Camillo Onesti, questi figlio, l'al- tànon inferiore agli anni 25 compiti, e
tro nipote all'encomiato defunto, i quali non superiore a'55. 2.** Una sufliciente
emulandone lo zelo patrio, ottennero dal- istruzione ai disimpegno del suo impie-
la giustizia sovrana definitivamente il ri- go. 3." Che non sia d' una notabile de-
stabilimento del privilegio di Vilorchia- formità del corpo. Per l'ufficio poi di Fe-
no, con alcune riforme necessarie per la deli dovrà avere requisiti seguenti. \P
i

variazione e circostanze de'lempi. La leg- L'età non inferiore agli anni 18 compiti,
ge è contenuta nel seguente dispaccio di e non superiore a*3o. 2.° Che sappia al-
mg/ A. Pila ministro dell'interno, parte- meno leggere sufficientemente ; e non sia
cipato 3*27 dicembre 858, 1 n.° 17821, debole di mente. 3." Che sia d'una giu-
al cardinal i\. Roberti presidente di Ro- sta statura, e non abbia alcuna notabile
ma e Comarca. >» La Santità di N. S. Pa- deformità. In tutti poi dovranno concor-
pa Pio IX, avuta cognizione delle ver- rere i requisiti d'una antecedente buona
tenze ede'dubbi insorti se e come abbia condotta dal lato morale, politico e reli-
a proseguire l'antica consuetudine , che gioso. V. Il comune di Vitorchiano con-
dalla popolazione di Vitorchiano siano tinuerà a guarentire il Maestro di Casa
somministrati al Senato Romano dieci a forma de' relativi regolamenti 5 giu-
di que'cilladini, uno per l'uOìcio di Con- gno! 836, edella successiva concordia del
testabile e Maestro di Casa, e gli altri 24 agosto 1 838 rogata dal notiro mag-
per quello di Fedeli, per definire la ver- giore della Camera Capitolina. VI. In-
tenza suddetta, nell'udienza del 29 pros- vece di quanto ritraevasi dalla vendita
simo passato novembre si è benignamen- del diritto dell'annuale servizio perso-
te degnala disporre. \. La popolazione di nale nello stabilito prezzo, ci«è di scu-
Vitorchiano continuerà a fornire come di ottanta per l'impiego di Maestro di
io addietro dieci individui, nove cioè nel- Gasa, e di trenta per cadauno di quelli
la qualifica di domestici, ossia Fedeli, ed de'Fedeli, resta stabilito, che gliammessi
uno in qualità di Maestro di Casa o Con- al servizio di cui all'art. Ili dovranno
testabile in servizio della Magistratura rilasciare in ogni anno le stesse surrife-
Romana. II. Tutti quegl'individui di Vi- rite somme per tutto quel tempo pel qua-
torchiano che saranno ammessi al servi- le saranno ritenuti al servizio della Ma-
zio suddetto rimarranoo neil' ullìcio per gistratura Romana. Questa disposizione
,

V l T V I T ^5j
comprenile puregrindivitlui che sono at- landio. P. Oliverio. Fortunato, L, I.

tuulineiile al servizio del Senato, quan- Fabrio. S. - C, Faltorio A. S.


do siano neir ulVicio conservali. Se den- Governo d' Acquapendente,
tro l'anno avvenga la mancanza dell'uf- Acquapendente (Aquipendien.). Cit-
ficioper morte, dimissione pergiusta cau- tà vescovile,con residenza del vescovo e
sa, per rinunzia, o per altro motivo, con- dei governatore, con territorio in piano
tinuerà la contribuzione anche sul soldo e incolle, le cui case non mancano di pu-
dell' uflìcio vacante. L' amministrazione lizìa e di gusto, come rilevò il Sallusti
comunale di Roma si presterà a ritene- nel visitarla recandosi nel Fiaggio al
re sui rispettivi assegni V importare di Chili, Ha il perimetro di circa 3 miglia,
tale annua contribuzione ed a pagarlo , come si legge nell'ultima proposizione
ne'regolari modi alla magistratura di Vi- concistoriale, ed é circondata da mura.
torchiano. VII. Il comune di Vitorchia- Il Caliudrì la dice distante da Roma po-
no con l'approvazione dell'autorità su- ste 12 e tre quarti, e il Palmieri 20 mi-
periore redigerà un regolamento per lut- glia dalmare , ed una dalle selve Bau*
lociò ch'è relativo all'esercizio di questo dita eCarbonara. Il Marocco poi la di-
privilegio, e specialmente nella imbosso- chiara lungi da Roma 82, e da Radico-
lazione o sulle terne in altro modo da fani 1 6, ch'è la i
."
città toscana nell'anda-
formarsi, e sulla distribuzione del dena- re a Firenze. Viene attraversata dalla
ro ritratto dalle contribuzioni, di cui nel- strada corriera, che mette da Roma a
r antecedente articolo. Si avrà pure in Firenze, per cai di frequente è onorala
questo ragione d'un compenso o inden- del passaggio di sovrani e altri personag-
nizzo di spese , o indennizzo delle spe- gi, ed anche di soggiorno, il che notai in
se di viaggio da darsi sul prodotto sud- più luoghi, siccome confine dello Stato
detto agi' individui delle terne inviati a Pontificio colla Toscana (F.)^QXìÌ\c^{nei[\.
Roma, e non prescelti". La patria rime- le essendolo Radico/ani (F.yVoco dopo,
ritò nobilmente i tre benemeriti concit- dice il Castellano, si traghetta il Paglia
tadini, che generosamente con indefesso sul ponte Gregoriano, e dipoi si giunge
zelo ottennero hi reintegrazione dell'an- al ponte Centino, ove fu ab antico il ca-
tico privilegio, decretando a loro perpe- stello di Centino , ed ora vi è la stazione
tua memoria nella sala comunale la se- della dogana pontificia. Fu dato a quel
guente onorevole iscrizione in marmo ,
ponte il nome di Centino o Genteno, per
che fu quindi in essa collocata. Petro O- essere distante100 miglia da Roma. Il
ne.stio - Qiiod Vetiislissimum privile- ponte sul Paglia l'edificò Gregorio XIII.
gìuni - Oh exiiniam in S. P, Q. R. fi- Il p. Donnani, Numismata Pontificum,

cltlitateiii - P^ilur ciane nsihus atlribu- t. 2,p. 346, illustra la medaglia monu-

tiini - Anno 847 poene aholitwn


1 - Sin- mentale e ne offre il disegno, ove si ve-
giilari erga patriam caritatc - Restiluen- de il ponte di 6 archi sui quali è scritto:

ditni ac reintcgranduni curavit - Eoque Pelia. In giro: Fiatorum Saluti, Anno


evÌK'is aercplo- Cura et instantia Ca- Dni. MDLXXX. Nell'acque è la figura del
rnilli ejns F. Arcangeli Fralris F. - E- fiume. Il conio sì conserva nella zecca
xilu fausto felici - Fata Cmum exple- pontificia, e lo apprendo dalla Serie de*
la sunt. - IX Kal.fehr. an. mdccclix- Conii, p. 35. Nel rovescio è l'enìgie del
Ob insignia ejns in sìngnlos universos- Papa con caponudoe piviale. Il p. Maf»
que inerita - Hoc publicmn grati ani- fei Annali di Gregorio XI fl^ t. 2, p.
,

mi lestinioniuni - Cives Concivi suo de* 458 dichiara che quel Papa costruì il
,

crevcrunt - Munìcipii Magistratwn oc- ponte sul Paglia, che dicesi Ponte Cen-
cupantibus" Antonio Oneslio P. - F^Or- tino, Notificò il Giornale di Roma de*
252 VIT VIT
22 settembre 853: Presso
1 la città d'Ac- profanaehìsioriaey nec nongeographide
quapendente, il torrente Elvella, che di- siudiosìs appr ime utile, Florentiae 1728-
vide lo Stato Pontificio dalla Toscana, 32, par. 2, p. 632. Altri ne attribuisco-
in alcune stagioni dell'anno rende assai no l'edificazionea'monaci templari, colle
diffìcile il transito alle merci ed a* viag- pietre e colonne d'un tempio pagano, i

giatori sulla strada postale che mette in cui avanzi si vedono nel sotterraneo, ove
comunicazione due stati. i A togliere que- sono capitelli con teste scolpite di ani-
sto grave inconveniente fu trovato ne- mali e altri fregi , oltre un'ara pagana
cessario di gettare un ampio ponte, ed es* con iscrizione antica. Il Palmieri dice que-
sendo comune l'interesse tanto del go- sto sotterraneo di semi-gotica architet-
verno toscano, quanto del pontifìcio, en- tura ,con colonne di granito, e crede
trambi stabilirono di concorrere alla spe- la lapide appartenuta al pretorio di Pi-
sa in parti eguali. Quindi il governo tosca* lato. Riporta il p. Annibali, l. i,p. 7: Ra-
no, a prova di somma fiducia, volle che niero vescovo d'Orvieto del 1228 neli.°
la totale direzione della costruzione del anno del suo vescovato celebrò il sinodo
ponte restasse affidata al ministero dei e vi Scomunicò omnes consilium conlra
lavori pubblici pontificio. Ed essendo già Episcopum Abbati Sancii Sepulcrì A'
i molto
lavori inoltrati, era vicina la re- quaependentis exibentes^ judicium enint
mozione delle difficoltà al passaggio de* mover at. Baynerius contra illunif guise
viaggiatori e al trasporto delle merci, che cum sua Ecclesìa^ et cuni Ecclesia s. Pe-
presentava rimpetuosoElvella,per quan- tri Criptarum jactans ab Urhevetana
to le pioggie avessero ad aumentare il Ecclesiastica dìctione exenipturriy Epi-
Volume delle sue acque. Non lontana dal- scopa libusinsignis in contemptumuteba^
la destra riva del Paglia giace Tetrusca tur. La controversia, come dovrò dire
città d'Acquapendente, fiume che sorge nel paragrafo di Grotte di Castro, co-
da'toscani monti di Radicofani, il quale minciò neh i4o, ed era stata composta.
dopo aver corso nel dominio papale mi- Dipoi fu definita neh 369. I templari o
glia 33, si getta nel Tevere poco sotto altri dedicarono la chiesa al s. Sepolcro
Orvieto, fra Baschi e Cerbara nella de- di Cristo, e vi si venera fra le ss. Reliquie
legazione di Perugia. E fabbricata sopra un insigne frammento della s. Colonna
il pendio ameno d'erta e boscosa monta- in cui fu flagellato il medesimo Reden-
gna, in mezzo a due colline, infertilissi* tore, ed il corpo di s. Ermete martire
mo suolo, ed in clima temperato, che al- prefetto di Roma e patrono della città.
tri dicono forse non molto salubre pe'vi- Una marmorea iscrizione dice questa cat-
cini acquei marazzi che vi sono. Poiché tedrale consagrata nel i654, dal i.° ve-
oltre una ricca scaturigine d'acqua po- scovo d' Acquapendente mg.'Mignucci ;

tabile ch'è entro la città, dalla sua roc- ed altra lapide ricorda l'erezione del suo
cia cadono rapidamente acque lirapidis- vescovato, per la soppressione di quello
sime^ del vicino torrente, dall'alto for- di Castro. Ha la cura d' anime affidata
manti cascate fuori del fabbricato dalla alla dignità dell'arciprete, ed ivi è l'uni-

parte di Toscana, che dilettano pel gra- co fonte battesimale della città. 11 capi-

zioso punto di vista, e danno il nome alla tolo si compone delle due dignità del-

città. La basilica cattedrale è bello e no- l'arcidiacono ch'è la I.", e dell'arciprete,


bile edifizìo, ed monastero
appartenne al d'altri 1 2 canonici comprese le prebende
gran con-
de'cisterciensi, fabbricato dalla del teologo e del penitenziere, di 4 cap-
lessa Matilde, come notò il p. Francesco pellani e di altrettanti beneficiali o man-
Orlandi domenicano, Orbis saceret prò- sionari, e di altri preti e chierici inser-
fanus illustratuSf opus eccksiasticae et vienti alla divina uffiziatura, ed ha la
T

V IT V 1 253
cappella musicale. Le due dignilh e i ca- tinopoìi , teologo preclarissimo e lettore
nonici hanno l'insegne corali del rocchet- della i." cattedra di Parigi, autore di
to e della cappa magna, colle fodere dì molte opere non conosciute, venendo di
pelli o di seta secondo le stagioni, nell'e- Francia mori in Acquapendente, lascian-
state usando sul rocchetto la cotta. Pio do molli beni a questo convento di s. A^
VII, ad istanza del vescovo Pierleoni,col gostino, non cheall'altroomonimo d'Or-
breve Romanorum Ponùjicum^ de'5 di- vieto nella cui chiesa fu trasportato il

cembrei8i5, Bull, Rom. co«^, 1. 13, p. suo cadavere. Ma nella serie de'vescovi

435, concesse alle dignità e canonici in di Rimini, solo più tardi potei registrare

perpetuo 1' uso del collare paonazzo, e ilsuo nome, poiché a detta epoca era ve-
della fitluccia con un fiocco di seta di scovo Guido dalle Camiuate dal 1278 al
detto colore al cappello , tam in dieta i3oo, e neppure innanzi tale tempo ;

ch'itale quam alibi ^ ac eliam in Urbe giacche un Ugolino domenicano e da


fr.

nostra pestare libere^ et licite passini et Rimini era morto nel 1249. Bensì lo ri-
valeant. Sono distintivi corali cle'cappel* portai nel 1371, terminando di vivere ia
lanie beneficiati la mezzetta di seta nera Acquapendente nel novembre 373,qua- 1

sulla cotta.L'episcopioèpocodistante dal- le amministratore, e lo era stato pure di

la una
cattedrale, ed in sala sono dipinti Spalatro (/^.). Tale dunque è la sua ve-
gli stemmi de' vescovi di questa chiesa ra epoca, e ne trovo la conferma nel i1/o-
con analoghe epigrafi. Oltre la cattedrale nasticon Augustinianum,\^. 1 59,del qua-
vi sono altre 3 chiese parrocchiali nella le ordine già era stato 16." priore gene-

città, senza il battisterio,cioès. Angelo, s. rale. I frali minori sino dal principio del-
Lorenzo, s. Vittoria la quale anticamen- l'ordine abitarono in quadam aedicula
te era la chiesa matrice col s. fonte, pri* s. Crucis ad Paleam amnemj e poi nel
ma che quella del s. Sepolcro fosse ele- i2o5 si stabilirono entro della città fab.
vata a cattedrale. Inoltre vi è il mona- bricandovi il convento e la chiesa di s.

stero delle Clarisse, ed i conventi degli a- Maria, ora uflì?,iata da'conventuali. Noa
gostiniani , de' cappuccini , e de' minori avendo in questa città minori osservan- i

conventuali di cui tratta il Theuli, Jp" tialcun ricovero per quelli ch'erano spes-
parato Minoritico della provincia di so costretti a passare dallo stato papale
Roma : Del convento di s. Maria de* in Toscana, e da questa a quello, eoa
pp. Conventuali. Il p. Casimiro da Ro- grave incomodo de'poveri viandanti; il
ma^ Memorie storiche delle chiese e de* ministro della provincia supplicò i prio<^
conventi de*frati minori della provincia ri del comune a degnarsi assegnare uri
Romana^ tratta nel cap. i Della chiesa : sito ove SI fosse potuto fabbricare un pic-
e del convento di s. Giuseppe d'Acqua- coloconvento, non solo a comodo de'hati
pendente. Comincia dal dire, che in essa passeggieri, ma per l'assistenza che pro-^
nel principio del secolo XVII eranvi i mettevano alla loro patria. Condiscesero
conventi de' carmelitani della congrega- benignamente ì priori, e radunato il con-
zione di Mantova, de'serviti, degli ago- siglio, a pieni voti donarono a'frati mi-

stiniani, de'conventuali e de* cappuccini, nori osservanti il sito di Castel INuovo,


i quali tre ultimi soltanto sussistevano ch'è un colle de'più ragguardevoli sovra*
quando pubblicò l'opera nel 1744» o'^'C stante la città. Ma frati considerando la
i

le religiose di s. Chiara. Narra il Monat- grande spesa che doveano fare, determi-
deschi ne' Commentarii historici, p. 63, narono col consenso de' priori di com-
che neh 291 Ugolino Malabranca da Or* prare il palazzo di Alessandro Sforza du-
»ieto dell'ordine romilanodi s. Agostino, chi di Segni, da questo loro oiferto per
vescovo di Rimini e patriarca di Costan- 600 scudi (come dissi nel voi. 1 , p. 6g,
254 V » T V I T
ove parlando '^Acquapendente^ osservai di Toscana ad essa assai vicini. Il semina,
lostrello laconismo proposlomi riguardo rio, in bellissima posizione, decente e ca-
alle sedi vescovili, innanzi l'ampliazione pace d'un 4o alunni, fu istituito dal ve-
di questa mia opera, onde in questo para- scovo Pierleoni e per la benignità di Pio
grafo lenlei ò di supplirvi) ; e la magnifica VII, col breve In summo Apostolattis a-
comuhilàjchecon ardore braaia va favori- pive, de' 1 7 marzo 8i5, 1 Bull. Rem. cent.,
re i frali osservanti, nel 1616 sommi- t. !3,p. 35g, mediante i beni che gli asse-
nistrò ad essi 3oo scudi mediante la ven- gnò, e così provvedere di sacerdoti la dio-
dila della Pompina.Conatlodi Gio. An- cesi v.hene pen urlava. Imperocché si di-
tonio Duranti nolaro pubblico e cancel- ce nel breve.Per avere il concilio diTren-
liere della terra di Proceno, fu venduto lo prescritto l'erezione de' seminari ve-
il suddetto palazzo situato nel monte s. scovili, ecurando Pio VII che fossero e-
Giovanni , contiguo a quello di Castel rettiove non erano, gli rappresentò il
Nuovo. Appena religiosi nel 1617 eb-
i vescovo d'Acquapendente lu necessità di
bero il palazzo, dedicarono una camera, averlo per riparare alla penuria di sacer-
ridotta ad oratorio, al culto de'ss. Giu- doti e confessori che lamentava la diocesi.

seppe e Francesco e per celebrarvi le


, E siccome nella città non trovava luogo
messe e le sagre funzioni. Però il nume- più adatto e opportuno per stabilirvi il

roso concorso di popolo ad assistervi ed seminario convento de' mi-


di quello del

a far le sue divozioni, fece conoscere l'an- nori osservanti della medesima, propose
gustia del locale; onde d. Muzio Gian- al Papa la soppressione di tale convento

netti parroco della contigua chiesa di s. e il trasferimento de'religiosi in quello di


Giovanni, colla debita licenza la donò a* s. Martino de' minori conventuali della
frali, inuno alla cura parrocchiale, a cui vicina terra di Proceno , in cui solevano
applicò un beneficio Urbano Vili col bre- abitarvi duco tre frati, e per la manu-
ve Decet providunìj che offre il p. Casi- tenzione del medesimo e di sua chiesa
miro. Si ridusse il palazzo a convento per assegnargli annui scudi 5o derivanti dal
12 religiosi, e la chiesa con 3 cappelle fu convento de'minori osservanti. Inoltre e-
ristorata interamente dopo il 1734, con sistere nella diocesi due altri piccoli con-

bel coro di noce, nuova sagrestia e prov- venti, l'uno in Ischia de'servi di Maria,
veduta di suppellettili sagre, oltre le ss. con circa 37 scudi d'annua rendila, l'al-
Reliquie di cui fa il novero. Il convento tro in Cellere de* carmelitani con l'an-
venne poi soppresso, per la fondazione nua rendita di scudi 100. Laonde le ren»
in esso del seminario, trasferendosi i frati dite unite de'conventuali di Proceno, e
in Proceno. Non voglio lacere, che il Ratti quelle de' servili d' Ischia e de' carme-
Della famiglia Sforza, par. i, p. 3o4 e litani di Cellere formare un cumulo di
3og, ragiona del vicariato d'Acquapen- 4oo scudi l'anno, i quali insieme agli an-
dente dato a Sforza ed a Francesco suo nui scudi 200 che oll'riva il comune d'Ac-
figlio, del palazzo Sforza poi ridotto a quapendente venivano a formare la dote
convento de'francescani, della cliiesa di pel mantenimenlo del seminario. A tutto
s. Giovanni di padronato degli Sforza, e il Papa pienamente annuì; come pure ap-

delia franchigia generale nel i54i accor- provò che la comunità ricevesse in com-
data dal gonfaloniere e priori della ma- pendo dell'assegno annuo la perpetua no-
gnifica comunità d'Acquapendente a tulle mina gratuita di due idonei alunni. Volle
le robe degli Sforza e de'loro vassalli, con poi il Papa, che il seminario in ricono-
diploma che offie. Ciò concesse il comu- scenza dell'antico dominio de' soppressi
ne per la molta relazione ch'ebbe sem- conventi, somministrasse a quelli roma-
pre cogli Sforza (f^-), signori de* feudi ai capi degli ordini rispettivi un annuo
VI T V T I 255
CAnone, cioè per quello di Proceno scudi dato a questa città molta fama vari sog-
16 al convento de'ss. XII Apostoli, scu- getti illustri, e tra'cuvalieri di croci qua-
di due per quello d'Ischia al convento lificate nomina 3 Stefano cavalieri di s.

dis. Marcello,e scudi 4 per quello di Cel- I di casa Scìvin», che professarono nel

lere al convento di s. Maria in Traspoa- I 568, 1590 e 1607. La città ha un car-


tina. Vi sono inoltre 3 sodalizi, il monte dinale protettore, ed ora lo è il già loda-
di pietà, le maestre pie per V istruzione tosuo diocesano. Si legge nel n.°i02 del
delle fanciulle, l'ospedale pe'malati eoo Giornale di Roma del i853. La città
deposito di mendicità di uomini e don- d'Acquapendente, che mai sempre erasi
ne.Vi è pure il teatro, ed una scelta ac- gloriata di aver nel novero de'suo patri-
cademia filarmonica. Le principali feste zi l'illustre prelato Prospero Galeri ni, e-

popolari si celebrano nel giugno, ed a' sullò di vero e ossequioso gaudio nel ve-
i5 agosto, tenendosi allora fiera per i 5 derne contraddistinto il merito coli* ec-
giorni; altra fiera d'un giorno ha luogo celsa dignità cardinalizia a'y marzo. Non
nella domenica in Jlbis. In ogni vener- appena il seppe, subito recaronsi in Ro-
dì vi è mercato. La città vanta diversi ma due deputazioni, l' una del capitolo
illustri, fia'quali primeggia Girolamo della cattedrale, l'altra della municipale
Giacomo Fabrizio, che dopo aver appre- magistratura col gonfaloniere. Dopo di
so in Padova, colle lettere greche e lati- essersi i deputi rallegrati coH'Eminen-
ne, la filosofia, si applicò alla medicina, tissimo Principe, passarono a ringrazia-
chirurgia e anatomia, ^ tanto in tali fa- re il Papa Pio IX per l'onore eminente
coltasi segnalò, che morte del dopo la com partilo al loro concittadino, e in pari
famoso Faloppio suo maestro, benché di tempo lo supplicarono, alfmchè aggiun-
28 anni, meritò d'essergli sostituito ; in- gendo beneficio a beneficio l'avesse con»
segnando per 40 anni qual professore del- ceduto a prolettore della città. Essendo
l'università di Padova ; ed alla fine pie- stali benignamente esauditi, a'17 e 18
no di ricchezze, di giorni, di gloria e di aprile si festeggiò in Acquapendente il
celebrità morì in detta città e fu sepolto possesso del novello protettore coli* in-
nella chiesa di s. Francesco. Il celebrai nalzarne lo stemma. Si largheggiò nelle
ripetutamente , come 69, ne' voi. I, p. limosine, si dotaronoonestezitelle, sican-
XLIV, p. 98. Le sue più rinomate opere tò dall'ottimo vescovo mg."^ Pelici l'inno
sono, secondo il Palmieri, che lo dice ca- di grazie nella cattedrale basilica, tutte
valiere di s. Marco : De ostiolis vena- assistendovi le autorità ecclesiastiche, ci-
rum: De brutoriini loquela. Dissi altro- vili e militari. Si fece l'estrazione d'una
ve che nel suo gabinetto aveva ammas- tombola, si videro illuminate a gara le
sato molti rari e preziosi doni ricevuti case e i palazzi, le musiche bande ralle-
da grandi personaggi italiani e d* ollre- grarono co'Ioro concenti, s'incendiò nella
monle, in luogo di mercede ch'egli tal- sera un assai vago fuoco artificiale, si ten-
volta ricusava, onde sulla porla vi avea ne una letteraria accademia,e nobilmen-
posto l'epigrafe: Lucri neglccli lucruni. te gareggiarono cittadini per appalesa- i

La repubblica di Venezia gli donò una re in que'giorni con ogni maniera il loro
magnifica tazza d'argento, per aver cu- giubilo per la sublime dignità di cui ve-
ralo da mortali ferite il famoso ha Paolo devano rivestito un loro patrizio. La po-
Sarpi(dicui disse un vigente e saggio ve- polazione, secondo la Slalislicay ascende
neziano Venezia rovinò fra Paolo,e que-
: a 38i3, de' quali sono-alla campagna
sti rovinò Venezia, per sostenere un de- ^^(d : in città si contano 600 case e ySi
plorabile puntiglio! ). Il Marchesi, Gal- famiglie. Nel totale, la rubrica della pò-
leria dell' onorcf t-'i !>• 23, alleala aver poluzioue slabile oilVe la cifra di 47^'»
256 V l T VIT
fra'quali 4 studenti e 33 militari. Gli a- binioLeto neWEparchigraphia Italiae,
bilauti dellecomuni soggette al suo go- in questo modo. Aqitensius Oppiduni
verno sommano a 7904, >n tutto il go- magnificutn, elglary-phicam^ non longe a
verno I i;7i7- Il feracissimo territorio è Moniihus Amiieis^ inter Amneni Paliam^
ricco di vigneti, e l'agricoltura vi è in fio- etLacum Fidsiniensium^in collibuscon-
re, raccogliendovisi tutto in abbondan- nexis, per viam Cassiain^ a Lemurio A-
za, ed in più gran copia il vino, la cana- quesio faliscoruni duce anno xxx post
pe, di cui si esercita lucrosa industria, la corani adventum condìtum. Altrettanto
seta, essendovi una filanda. Gli abitanti afferma il Marchesi, e che ne'tempi anti-
hanno lode di faticatori laboriosi. — - Ac- chi era molto piena di popolo, e più fre-
quapendente fu latinamente appellata quentata, governandosi colle proprie leg-
con più vocaboli. Aquesìum^ perchè si gi.Conquistata da'romani, soggiacque al-
pretende edificata da Cemurio Aquesio l'invasione de'iongobardi, e fece parte del-
principede'falisci, 645 anni prima di Ro- la Toscana de' longobardi, da Carlo Ma-
ma. Acida o ^<jr/i<t/tì5, secondo Tolomeo. gno donata alla s. Sede. Il p. Casimiro da
Aquae Taiirinae^e Aquapendcns, il cui Roma trae dagli Anedocti dei p. Marte-
nome prevalse, tutti derivanti dall' ab- ne, una lettera di Giovanni abbate bene-
bondanza delle acque che vi scaturiscono, dettino di Fescamp al Papas. Leone: IX
anco da'vicini colli, e precipitando dal- del 1049, nella quale egli si lamenta del-
l'alto si scaricano nel fiume Faglia. Vuoi- le violenze e degli strapazzi usatigli, non

si inoltre il nome di Aqiiae Taurinae ostante che fosse legato pontificio, si da'
ricordare la peculiare destinazione del romani, s\ da que'di Richesburg e di Ac-
luogo,rinomato per la celebrazione de'sa* quapendente, con queste parole. Nota lo-
tempio ora sotterraneo
grifizi de' tori, nel quor inanrem Pontificisy de praevarica»
della cattedrale, raccogliendo il sangue tione ecclesiasticae pacis^ quani mihi ve-
ditali idolatriche vittime il sottoposto tor- strae fidelitatis nunliOf imo ipsius Petri
rente Quinlaluna, avente foce nel Paglia; Apostolorum Principis legatio ne aneto f
donde derivò la denominazione de'pagani irroga\>eruntynonexternae nationes, sed
sa8^nCizì,adAquasTaurinas. In origine ipsi Romani Civesj et in secando loco Ri'
era luogo cospicuo degli etruschi, per cui chesburkf et Aquaependentis suburbio-
si scavarono molti loro sepolcri, e di tan- rum pò lentissimi habitatores. Uno scrit-

to in tanto altri se ne rinvengono. Frau* tore del medesimo secolo, presso il Mu-
Cesco Mariani pubblicò la dotta disserta- ratori, Rerum. Ital. Script., t. 3, p. 3 19,
zione-.De Tliermis Taiirianis^Aquis Tau- narra la visione che quivi ebbe s. Gre»
rinisy et Agro Sentinale in Etruria. la gorio Flly costretto per tal cagione a ri-

essa dimostrò, che gli Aquensi Taurini tornare in dietro, e non seguir più oltre
sonni cittadini d'Acquapendente. Quest'a- il Piaggio , che intrapreso avea per la

gro Sentinate non deve confondere eoa


si Germania e per la Francia. In tal artico-
quello di Sentina [F.) nell'Umbria. Pa- lo dissiche nel 1077 giunse sino a Ver-
re che in antico appartenesse allo stato e celli, articolo che va tenuto presente in
territorio d'Omero (^.), ed anche al suo questo, pel passaggio de'Papi per Acqua-
vescovo; certo che in progresso lo signo- pendente nel recarsi in Toscana. 11 Papa
reggiò più volte , e fu già nella diocesi nel retrocedere si ritirò colla gran con-
d'Orvieto. Monaldeschi, uq* Commentari tessa Matilde marchesana di Toscana,
storici, p. 20, riferisce essere nel secolo nella sua rocca di Canossa. Quell'eroina
XVI Acquapendente terra grossa, avente della Chiesa Pvomana, in detto anno do-
forma di città, da Tolomeo, da Plinio e nò Acquapendente colla provincia, ch'era

da altri oomiuata, di cui fa meuzIoueGa* pervenuta ue'suoi domimi, al principato


1

V 1 T V I T ^57
civile tìella s. Seiìe, e ratificò il clono a Pa- occuparonoProceno, Bolsena eAcquapen-
squale 11. ìN'tli i44<^""^^co'^^''^ciòla guer- dente, facendo gravissimi danni pure nel-
ra Ira gIiorvìelaniegliacquapenclentaoi,e la più parte de'territorii, mentre Enrico

durò IO anni. Riporta il Borgia, Memorie VI imperatoreassediava Orvieto. Indi di-


di Benevento^ p. 1 39, che vedendo Ales- sperando dell'impresa levò il campo, ed
sandro 111 Papa, occupato il patrimonio allora i fuorusciti suoi partigiani potero-
di s. Pietro dall' imperatore Federico I no ripatriare, ma tenuti per eretici, nac-
e dall'antipapa yìlioveY ab Aquapen- ^ quero nuove discordieco'callolicio Guel-
dente wque Ceparanum^ neh 161 parti fi di voti al Papa. Pertanto si ribellarono
per la Francia; poiché per Patrimonio di a Orvieto un'infinità di castella, tutte cer-
St Pietro anticamente non s* intendeva la cando migliorar condiziono cercando di
sola provincia di Viterbo che ne porta il mutar fortuna, secondo il costume auli-
nome, ma comprendeva la regione da Ac- co del volgo, che perdendo il presente sta-
quapendente a Ceprano(P^.), anzi (ìaRa» to si suol consolare spesso nelle speran-

dicoffini (F.) e s. Quirico, egualmente Eedel futuro, quantunque incerto e dub-


dominii della s. Sede. Ma in tempo del bioso (parole sensale del Sansovino, che
lungo e turbolento scisma contro Ales* ponno applicarsi alle vicende correnti),
sanilro III, rileva il Borgia, dell' ampio temendo ognuno qualche nuova guer-
di

patrimonio da Acquapendente fino a Ge- ra. Napoleone Orsini, pieno di valore e


prano, le sole città ll'Anagni, Terracina virtù, si mosse al ricupero dell'insorte ca-
e Orvieto restarono fedeli al legittimo stella con gagliardo esercito de'suoi par-
Alessandro III. In un'antica sua vita, si tigiani;onde sanesi temendone le con-
i

aggiunge alle 3 città, anche munitione seguenze e preferendo una composizione,


Castri, cioè la fortezza di Castro. Que- s'interposero tra' comuni d'Orvieto e
sta forsepotrebbe esser Castro nella pro- d'Acquapendente. Ridotte le cose a buoa
vincia di Frosinone (^.), che il Borgia fine furono trattate come arbitro dal-
,

sospetta l'antico Castro di Valente nel- l'Orsini, e si convenne: Che Acquapen-


la Campagna, della quale favella Papa s. dente restituisse Monte Roffeno. Che si

Paolo I; ovvero Castro distrutto nel Pa- rendesse Trevigaano a'figli di Sinibaldo
trimonio, membro già dell'antica Tosca- visconti di Campiglia. E che Fonte Ga-
na de* longobardi donata da Carlo Ma- gnano si tornasse a Napoleone che n'era
gno alia Chiesa Romana. Nel diploma di signore. Di più si richiamasse in Proce-
Lodovico il Pio^ fra'luoghi di detta To-
I no, Guglielmo del Nero potente e ricco,
scana vi ha Caslrumy e sebbene questa il quale n'era stato cacciato con tutta la
voce de* vari testi ora si adatti al luogo sua famiglia. E quindi che con licenza del
precedente, ed ora al seguente, leggendo Papa si gettassero a terra 200 piedi di
altri Ferenti Castrum^ ed altri Ferenti^ mura insieme col torrione d'Acquapen-
Caslrum Viterhium^ ad ogni modo, opi-. dente. Le quali cose tutte fedehnentee-
Da il Borgia, sembra la più acconcia le- seguite, per cura del cardinal Pietro Or-
zione Ferenti Castrum ^ Viterbiuni. Il , sini, gli orvietani ben soddisfalli dell'ope-
Marchesi dice che Acquapendente fu co- ra di Napoleone, per grato anitno non
stretta di ricevere la legge da Guglielmo molto dopo crearono lor podestà Matteo
del Nero nel secolo XII, che abusandosi Orsini, cui successe Napoleone. Narra il

delle ricchezze domestiche, oppresse la li* Bussi, nel 1


97 essendo in buona armonia
berla della patria. Pochi anni dopo, es- i viterbesi cogli orvietani, si portarono
sendo polenti gli Orsini, leggo nel San- insieme ad assediare Acquapendente, ed
sovino, /{istoria di casa Orsina, p. 20 essendo loro riuscito, non senza gran fa-
e seg., gli orvietani fuoruscili Ghibellini tica, di rendersene padroni, i viterbesi ne
VOL. CI. 18
258 V I T V IT
cIouaroQoIa loroparleagli orvietani, poi- Cohellio e il Borgia. Dichiara il p. Casi-
ché sembra the precedenti patti fossero
i miro, che nel pontificalo d'Urbano IV
per dividersi il dominio della città o l'e- del 1261, nuovamente signoreggiavano
quivalente. Ma trovo nell* orvietano Co- Acquapendente gli orvietani, come si trae
)ieHio, Notitìa Cardinalatus^ p. 1 36, che da* seguenti versi. Insuper illud AquaC'
luorto nello stesso 1
1
97 l'imperatore Eo- pendentìs nobile Caslrwn - PostalatEc-
lico VI, ordinò con testamento di resti- clesiae restituendo davi. • Et cuin prò-
tuirsi i dominii occupati alla Sede ed ferre jus vellet in Urhevetanos^ - Distn-
s.

a Papa Celestino 111, fra'quali Acquapen- lìti ut pejus pelleret ille malo. L'esteu*

denle,MouteFiascone, Radicofani, s. Qui- sione della signoria d'Orvieto è ben de-


rico ec. Anche il Marchesi asserisce che scritta dal Borgia, t. 3, p. 474» come ap-

nel 1200 Acquapendente venne nuova- presso. Nel secolo XIl era il suo territo-
mente a riposare sotto l'ombra del Va- rio molto più ampio dell'odierno, per e-
ticano, per cui soleva esercitarne il go- slendersi iu Val di Chiana nel Monte ,

verno uno de' più autorevoli cardinali. Amiato, in Val d'Orcia e nella Marem-
Infatti, il p. Casimiro racconta, che In- ma. In quest'ultima gli orvietani, preten-
nocenzo III del 1198 liberò Acquapen- de il Manente, Hislorie dalc)'jo rt/i4oo,
dente dalle continue molestie che nel suo edificarono Ortebello neh 201 ì ma non
leD}po riceveva dagli orvietani.Non ostan- pare per quanto dissi riparlando delia ba-
te, racconta il Borgia, che Innocenzo III dia delle Tre Fontane, di cui è il luogo
avesse stabilito per la difesa delle terre principale. Insomma Monte Pulciano,
ili s. Pietro una confederazione tra le cit- Chiusi^ Soandt Pian Castagnaro,Oi betel-
tà della Chiesa, della Toscana pontifìcia, Io, Sarteano, Cetona, Camporsevoli,P//t-

compresa Acquapendente, e del ducato gitano, Fighine, s. Casciano, Monte Ma-


di Spoleto; l'ingrato imperatore Ottone rano, Rocchetta ed altre terre e castella,
1 V^ venuto in rottura col Papa, nel 1 2 o al presente della Toscana, furono già nel
i

tornando a Roma, occupò fra gli altri dominio orvietano; quantunque Chiusi,
luoghi Acquapendente. Però ricuperata Sarteano e altri luoghi talvolta appar-
alla s. Sede, il suo successore Onorio III tennero al territorio di Perugia, il qua-
nel 1220 la governava per mezzo di Mo- le pure anticamente estendevasi in To-

sca di Firenze, podestà di Viterbo, insie- scana ed abbracciava Castiglione Areti-


me a Radicofani e a suo beneplacito. In- no, Borgo s. Sepolcro, Angbiari, Monte
di nel 1227 per sostentamentodi Giovan- s. Savino e altri luoghi. In Orvieto, al-

ni di Brenna re di Geriisohmnie^ gli con- meno sino 311769, in cui il Borgia pub-
ferii! governo del paese da Radicofani e blicò le Memorie, si conservava Tantico'
Acquapendente sino a Roma. Gregorio stile di citare io ogni anno i luoghi sud-
IX colla bolla Rex excelsiis^ de'27 apri- detti al pagamento del censo dovuto da
le 1233, Bull, Roni.i t. 3, p. 281 , nel essi alla città nel dii 4 agosto. Orvieto per
\ietare solennemente l'alienazione delle tutto il secolo XIII fu travagliata dairin-»
terre e castella della s. Sede, senza urgen- terne fazioni de'Filippeschi ghibellini, e
tissima causa e col comune consenso de* de'Monaldeschi guelfi. Vi prevalsero per
cardinali , specialmente vi comprese: In molti anni guelfi, i quali furono di gran-
i

Tliusciay Montem Flasconem^ Orlele, de aiuto alla s. Sede per ricuperare Fo-
jiquam PendenienifMoniem Altum,Ra- ligno, Todi, Amelia, Viterbo, Toscanel-
dicophanum, Pìen.^et Bulsen., ciini to- la, Corneto, Monte Fiascone, Sutri, Roo-
ta Falle Laci, Di quesl' ultima picco- ciglione più tardi, Gubbio, Tolfa e altre
la provincia parlo ne' paragrafi Gra- terre. Nel 1 286 essendo Orvieto caduto
doU e Latera, Di che trattano ancora il sotto la thaoiiide de' Filippescbi^ vi si-
VI T V I T 2%
gnoreggiarono per alquanti mesi, fìnchè litorio, per opera dell' imperatore Carlo
ne furono cacciati da'Monaldeschi, qua- i 1\^, il quale avendo ricevuto alla sua ub-
li poi in premio della lei' fedeltà couse- bidienza la repubblica di Siena , questa
guiiono da Donifacio Vili neli3o2 il vi- occupò poi agli orvietani Monte Pulcia-
cariato temporale à\ Acquapendente. Ma no. Chiusi, Santa Fiora con porzione di
perchè la ti oppa prosperità di frequente Val di Chiana, Val di Paglia, Val d'Or-
è il maggior nemico degli uomini, quin- cia e della Maremma. Nondimeno Or-
avvenne che cresciuti Moualdeschi in
di i vieto in seguito tornò al possesso di buo-
potenza, una parte di essi, chiamata fin na parte di queste tene, e con varie vi-
dalj 337 (in cui Acquapendente, con Ba- cende le ritenne fino al i38o, in cui a-

gnorea, era dominata da Ermanno Mo- vendo BelFali consegnata la città all'an-
i

ualdeschi) de'BefTati, si ribellò alla s. Se- tipapa Clemente VII, i sanesi che Cm al-
de, rimanendo però l'allra parte, detta lora avean fatta perpetua guerra agli or-
de'Malcorini, costante nell'antica fede del vietani, profittarono di questa discordia
Papa supremo sovrano. Nel 35o Acqua* 1 per dilatare il loro contado in Maremma,
pendente avendo ricusalo di collegarsi co- Val d'Orcia, Val di Paglia, nel Monte
gli orvietani , per combattere Porrano, Amiato e nella Val di Chiana. Nello stes-
soggiacque prima a gravissimi danni, poi so i38o sanesi si mossero anche contro
i

per evitare la propria rovina, da quelli Acquapendente, e nel 382 se ne impa- 1

ordinata,dovetle spedire al comune d'Or- dronirono; indi ruppero due anni dopo
vieto 12 de'suoi principali cittadini, 1 qua- il prefetto de Vico, il quale dopo essersi

li dopo essersi umiliati a' priori e all'in- insignorito di tutto il Patrimonio, tentò
tero consìglio della città, pagarono 1000 ancora di rendersi padrone dì questa cit-
fiorini d'oro, e nuovamente a loro si sot- tà, la quale nello stesso anno, ili." di di^

toposero, come m'istruisce il p. Casimi- cembre, fu presa colla forza dal cardinal
ro. Conèinuando le divisioni in Orvieto, Tommaso Orsini legato del Patrimonio.
non potè evitare quella città di soccom- Quanto a Orvieto, nel 1389 o nel iSgi
bere alla forza di Benedetto di Buoncon- ritornò alla divozione di Papa Bonifacio
le Moualdeschi, il quale vi comandò da IX, e siccome poi gli orvietani elessero a
padrone dal i35o al i352 ii: cui morì. governatore Biordo de Michelotti peru-
jNon giovò tale mancanza a Orvieto, per- gino, ad esso glie ne concesse il vicaria-
chè tornasse all'ubbidienza della 8. Sede, to con annuo censo. Ucciso Biordo nel
mentre Giovanni de Vico dominante in 1398, Bonifacio IX dichiarò nuovamen-
Viterbo, Corneto, Monte Fiascoue, To- te governatore d'Orvieto Giovanni To-
scanella e altri luoghi, ne usurpò subito macelli suo fratello. Ne' primi anni del
la signoria, e cosi anche Acquapendente secolo XV Acquapendente venne domi*
indirettameute fu a lui soggetta. Però nel nata da vari capitani di ventura o tiran-
1 354 egli dovette restituire Orvieto al ni, che profittarono dello scisma che la-
celebre legato cardinal Albornoz, il qua- cerava la Chiesa e il suo principato tem-

lea frenare le civili discordie tuttavia boi* porale. Imperocché avendo Orvieto ce-
lenti, vi fece edificare una rocca. Ricupe- duto all'armi di Ladislao re di Napoli nel
rò pure il cardinale Cetona, Sarteano e i4i 3, per opera del Malcorini, morto il
altri e confermò la contea llde-
luoghi, re nel seguente anno, corse a prenderne
brandina di Soana al conte Mcolò Orsi- possesso in nome della sorella Giovanna
ni, pagandone il censo al comune d'Or- 11, il conte di Cotignola Sforza il Gran»
vieto sotto lo stato di s. Chiesa. Ma in que- dey ossia Muzio Àttenduli, e vi pose a vi*
sti medesimi tempi Orvieto patì un no- cegerente il conte Tommaso Caraffa \

tabilissioiu dismembrameuto nel suo ter- uieulre i sanesi comprarono da'miuistri


,

26o V 1 T V I T
regi Pian Castagnaio, Orbelello, Chiusi, no. Leggo lib. 8, Pti II Cotn'
nel fine del
Val d'Oicia, Val di Paglia e il Monte mentarii, che quel Papa o nel fine di giU"
Amiato. il conte Sforza indi nel i4i5 a guoone'primi di luglio 1462, dalle Grot-
nome della regina s'impossessò d'Acqua- te 8Ì recò a pernottare in Acquapeuden-
pendente (ove gli nacque Onestina , da te, ed ivi ricevè i legati di Siena, alla qua-
Tamira oriunda di Cesi come narra il , le poi si recò, rallegrando tutti gli acqua-
Ratti), e nel 4 6 fu occupata da Miche-
j « pendenlanidi sua pontificia presenza. Già
lotto Attendoli, breve venne toltacui in ilPapa avea onorato di sua presenza Ac-
da Braccio da Montone, il quale fu fatto quapendente nel 1 46o,procedente daPrO'
loro governatore dagli orvietani dopo a- te/iO,nelqual paragrafo ciò dirò, per uni-
ver cacciato Carada. Venuto poi Brac-
il tà d'argomento. Nel 494 Acquapenden- 1

cio ad accordo con Martino V nel ^lo^ i te fu occupata da i5oo cavalli francesi,
gli restituì Orvieto e molte altre terre seguiti poi dal rimanente dell' esercito,
ritenendone alquante in vicariato. Nel con cui Carlo Vili si portava all'acquisto
pontificalo d'Eugenio IV il duca diMilano del regnodiNapoli.Ma nel 1 527 le masna-
spedì negli stati della Chiesa il conte Fran- de di Borbone, che si recavano ad espu-
cesco Sforza,»! quale coU'esercilo nel 1 433 gnare Roma, saccheggiarono Acquapen-
s'impadronì della Marca fìngendo in no« dente, s. Lorenzo alle Grolle, Ronciglio-
me del concilio di Basilea, poscia ribella- ne e altri luoghi, e lo leggo negli Anna-
tosi al Papajnèdi ciò pago, nel 1 434 occu- li d'Italia di Muratori. Dipoi Clemente
pò poi parte dell'Umbria, e nel Patrimo- VII recandosi nel 533 a Nizza, a' 3 set-
1 i

nio Acquapendente e Toscanella. Euge- tembre passò per Acquapendente. Ora io


nio IV non avendo forze da resistergli, debbo far cenno dell' antico ducato e ve-
nello slesso i434 8^' die' in vicariato a scovato di Castro, intrinseco alla sede e-

vita la Marca, e per 5 anni Todi, Gual- piscopale trasferita ad Acquapendente, ed


do, Toscanella e Rispampani; e con in- alla serie de' vescovi che riserbai per que-
vestitura a parte accordò a lui e suoi fi- sto paragrafo, e riferirò più avanti. A-
gli in vicarialo, ed in mancanza di essi a* vendo dilfusamente trattato l'argomento
hatelli, Acquapendente, Proceno e s. Lo- in molti articoli, i precipui che ricorde-
renzo col censo di goo fiorini d'oro. Lo rò in corsivo, mi dispensano da più lunga
Sforza si mostrò ingrato e cupido d' al- digressione, non senza però intrecciarvi
tro dominio onde Eugenio IV si alleò
, alcune utili nozioni, principalmente col-
con Alfonso V re d'Aragona e di Napoli, le Notizie storiche del p. Annibali da
per togliergli le terre della Chiesa, il che Latera. che potrà eziandio servire a
Il

conseguì nel i443 in uno ad Acquapen- schiarimento de' luoghi dello stalo di
dente, solo lasciandogli in vicariato Fer- Castro, che dovrò descrivere, anzi è in-
mo, Rocca Contrada; cessando
Ascoli e dispensabile, trovando questo paragrafo
anche Monaldeschi della Vipera di ti-
i il più opportuno, per esser succeduto, con
ranneggiare Orvieto, abusandosi del fa- incremento di lustro e vantaggio, al seg-
vore dello Sforza. Nicolò V poi nel 1 449 1 534 fi» eletto Papa
gio vescovile. Nel il

cominciò la pacificazione de' Beffati e de' magnanimo Paolo III^ il quale tosto si

Malcorini, e Paolo II ferminola discor- propose l'ingrandimento di sua famiglia


dia de' Monaldeschi della Vipera e de* Farnese^ e del suo figlio Pier Luigi. A»
Monaldeschi della Cerbara durata 225 vendo questi acquistato Frascati dk^fj ^

anni. Restata libera Acquapendente, Ni- marzo 1537 ^^ ^^^^ cessione alla camera
colò V la riunì allo stalo Orvietano, in- apostolica a titolo di permuta colla città
viando nel1
449 ^ ^^'^'filo p6i' nuovo go- di Ctìf.v/ro, e col vicino castello delle Grot-
vernatore Valeriano Muli nobile rooja- te di S.Lorenzo, di cui a suo luogo, onde
V IT V I T j6i
poi Pier Luigi vi aggiunse fiiori della por* teneva. Urbano VI l'avea conferito ia
lèi un hoigo con gran piazza ornata di vicariato a Raniero da Baschi, ed Euge-
belle fabbriche, e vi fece anche il ghetto nio IV ordinò a'castrensi di mandarci co
per gli ebrei a fine di renderlo raercan- soldati contro il ribelle Nicola Stella. Nel
tile e popolato. Neil' anno stesso Paolo i527 in occasione del sacco dato a Ro-
111 con bolla de*3i ottobre eresse in du- ma dall'esercito di Borbone, come a luo-
calo Castro con parecchi altri luoghi cir- go sicuro cornelani, toscanesi ealtri po-
i

conticini nel Patrimonio di i. Pietro, pos- poli portarono a Castro le loro cose più

seduti da'Fornese per concessione de' Pa- preziose; ma nella notte de'ss. Innocenti
pi predecessori, e per recenti investiture l'assalirono e interamente depredarono
ottenute dallo stesso Paolo Ili. Erano i i soldati corsi e vari popoli vicini. FuGa-
luoghi che composero il ducato, que'tut- leazzoFarnese i ."duca di Latera, che con*
tiche hanno il proprio paragrafo in que- duise suoi soldati al saccheggio di Ca-
i

st'articolo tranne Montallo per averne


,
stro, non quelli dell'esercito invasore di

parlato nel voi. LVllI, p.i35. Compre- Boma, come altri scrissero; e ciò per so-
se ancora Rocca del Ponte della Ba-
la spetto di ribellione verso i. Chiesa, e d'or-
dia, di cui dovrò riparlare nel paragrafo dine di Clemente VII nel detto 1527, e
Musìgnano, fabbrica antica con baluardi non neh 5^3 come scrisse il Zucchi. Ol-
a modo di fortezza e con torre, piantata tre la cattedrale e altre chiese , eravi il

sulla sponda del Fiora, in ripa altissima convento de'minori conventuali, e il mo-
verso il piano della Badia. Neil* altra ri- nastero delle Duchesse, poi trasferito a
pa è attaccata la rocca ad un grandissi- Viterbo. Ciò scrive il Zucchi: meglio è
mo massiccio di muro, dov'è fondalo il ritenere quanto dirò de' monasteri della
ponte che traversa il fiume e tocca vi- città di Viterbo. Erano gli altri luoghi,

cino alla porta della Rocca, sotto il qua- quantunque non confinassero tutti fra lo-
le ponte passa il Fiora. Avea il castella- ro, oltre quelli che dovrò nominar poi,

no, la chiesa, rosleria,^e il ricevitore del- quelli della contea di Ronciglio ne: Moti-
legabelle per confinare collo stalo di Sie- tallo, Canino, Musignano, Tessennano,
na e con Montacuto mediante la strada Arlena, Cellcre, PiansanOy Ischia, Fa-
che va a Orbetello. Nel secolo XIV e- Untano, Marta e 1* isole Mariana e Bi-
ranvi pure delle case. Il letto del fiume sentina nel Iago di Bolsena, Capodl-
limane come in un profondo dalla di- monte , Bisemo Gradoli , Grotte e
,

stanza del Ponte, da cui guardandosi fa Borghello. Il Papa investi del ducato
Spavento l'altezza. Ecco i luoghi del du- di Castro il suo figlio Pier Luigi ed

cato. Castro, città vescovile capo dello Ottavio secondogenito di questi da suc-
stato, che però si chiamava Capo di Ca- cedere al padre, ed primogeniti tut-
i

stro: confinava con Manciano dello stato ti di casa Farnese successivamente, coq

di Siena, lungi i miglia dal fiume Fiora, pieno dominio, etiani meri, et mixti im-
con Piligliano e con Farnese. Era vicino periì^ ac q uacuntq ne giacili pò te state^ eoa
alfiume Ospida, Olpitam, essendoli ve- riconoscerne a suprema signora la s. Sq»
ro suo nome Olpila. 11 sito era forte, con de; e colla stessa bolla dichiarò Ottavio
muraglie fatte dalla natura di tufo, e la perpetuo governatore di Nepi. A questo
cava di esso contribuiva alla sua fortezza. ducato Paolo III unì pure la contea di
Posta in fertile territorio, l'aria non era Ronciglione. Trovo ne Diaria Caerenio-
perfetta. Vi abitavano anche gli ebrei, e- nialia: De ilìneribus Hom. Ponti/ìcum,
sercitnndovi la mercatura. Prima che Ca- raccolti dol p. Gallico, a p. 180 descritto
stro fosse eretto in ducato avea il suo pò-* il Piaggio a Nizza nel 1 538 di Paolo llf,
d^st^ destinatovi dal Papa, a cui appur- recandosi a'^S marito du Orvieto e Muu*
26i V 1 T V IT
te Fiascone ad Acquapendente. Vi entrò do suo figlio, quale fu fatto da Grego-
il

di giovedì a ore 22, non senza essere ac- rio XV perpetuo Fessillifero di s. Chie»
compagnalo dalla pioggia: alloggiò e per- sa^ assegnati con solenne ipoteca per fon-
nottò in casa di N., e nella seguente mal- do de'Luoghi di Monti Farnesinni, creati

lina si diresse a Monte Pulciano. Poscia pe'debiti da loro fatti. Erano questi cre-
il Papa a' 5 noveofibre i54o dichiarò il sciuti alla somma di più centinaia
di mi-
dello nipote Ottavio duca di Camerino. gliaia di scudi, anche che non si
pe'frulti
Con bolla de'aG agosto i545, inoltre il pagavano a' creditori. Non giovarono a
Papa investì Pier Luigi de'ducati di Par- farli soddisfare le paterne ammonizioni
ma e Piacenza^ in feudo con annuo tri- di Urbano Vili al duca Odoardo. il qua-
buto di 9,000 ducati d'oro di camera, giù. le anzi per timore di qualche subasta, si

rando l'investito al camerlengo cardinal rivolse a munire Castro , manifestando


Guid'Ascanio Sforza (/^\), vassallaggio con ciò l'intenzione sua di non voler quie-
e fedeltà a'Papi. In contraccambio ceden- tare i creditori, e d'impedire colla forza
do Farnese alla s. Sede Camerino e la
i i mandati spediti contro di lui ; quindi
città di Nepi della quale Ottavio cessò
, giustamente seco sdegnato il Papa, non
d'essere duca e governatore, e divenne ottenendo il disarmo, lo scomunicò, e fat-
duca di Castro in luogo del padre, e per- ta marciare colà la Milizia Pontificia^
ciò signore dello Stato di Castro, che com- a'27 settembre 1641 s'impadronì della
prendeva la contea di Ronciglione. Mor- rocca di Monlalto, ed a' 12 o i3 ottobre
to Pier Luigi a' io settembre i547> to- anche di Castro, volonlieri ì castrensi ca-
sto Paolo III mandò a Parma il duca pitolando la resa. Fu convenuto princi-
Ottavio, ilquale co' suoi discendenti fu palmente, che alla città e Slato di Ca-
duca di Parma e Piacenza, e poi anche di stro fossero osservati e mantenuti lutti i

Castro. Ma per allora Paolo III creò du- che aveano go-
privilegi e consuetudini,
ca di Castro il fratello Orazio co'suoi ò\' duti sino a quel tempo, e che tuttora go-
scendenti, colla bolla Q«m^o.9^<ywfl//i «05, devano senz'alcuna alterazione. Quando
de'4 novembre dello slesso 1 547» «on che tutto lo stato fu invaso per ordine del
Prefetto di Roma. Per le vicende narrate Papa, entrò l'armata parte per le Grolle
negli articoli, che vado ricordando, Giu- di s. Lorenzo, e parte per Marta e Capo-
lio ///unitosi air imperatore Carlo V, dimonte, e tutti paesi del medesimo sta-
i

nel i553 guerreggiò Ottavio ed Ora- to in questa circostanza patirono moltis-


zio, e le truppe papali e imperiali presero simi danni dalle truppe. S'intromisero
Castro a nome di s. Chiesa, e molto pa- inutilmente fra le partì, la repubblica di
tirono paesi dello Stato di Castro. Fat-
i Fenezia ed cognati del duca, Ferdinan-
i

ta la pace, ifratelli furono reintegrati de' do II granduca di Toscana e Francesco


loro slati. Orazio avendo sposato Diana I duca di Modena. Avendo poi Urbano

o Anna figlia d'Enrico II re di Francia, Vili inviato un copioso esercito a Bolo-


per questi difendendo Hesdin nelle Fian- gna nel 1642, per marciare su Parma e
dre contro gì' imperiali , restò ucciso a' Piacenza, veneziani, Ferdinando II e
i

18 luglio 554- Morendo senza prole, ne


1 Francesco I a'3i agosto si allearono al
raccolse la successione, collo Stato di Ca- duca Odoardo, con lega difensiva recipro-
stra, il fratello Ottavio duca di Parma e ca, per antivenire alle conseguenze dan-
Piacenza. In seguito dal i 6qo al 64o,con 1 nose alla generale tranquillità, promet-
permesso di Clemente Ville di Urbano tendo segretamente al duca d'aiutarlo se
VIII^ il ducato di Castro e la contea di i detti stati fossero assaliti. Di ciò imbal-
Bonciglione furono da' duchi di Parma^ danzito Odoardo, senza aspettare d'esse-
Piacenza e G^ó^ro, Pian uccio 1 e Odoar- re Dggfedito, audacemente uscito all'im-
VIT VIT a63
provTÌso da Parma
io settembre con
a' Polesine di Rovigo, occuparono 4 luoghi
3,000 cavalli, si avvicinò con 1* esercito del Ferrarese e il Cesenatico, molestando
a Castro per ricuperarlo. Per la Toscana per mare il commercio pontificio. Le mi-
entrò in Acquapendente, e qual dominio tizie pontificie penetrarono nel ducato di
pontificio ferocemente l'abbandonò a la- Modena e nel Polesine di Rovigo, e il du-
grimevole sacco; e in fine invaso in parte ca diModena marciò ne'terrilorii della
l'Orvietano, passò a far alto a Castiglion Chiesa: contemporaneamente si guerreg-
del Lago, impadronendosi di sue artiglie- giò nel Sjnese e nel Perugino contro i

rie,per dar tempo a qualche trattato. Per toscani, i quali disfecero i papalini a Mon>
tanta baldanza, esercitata senza impedi- giovino, e devastarono Città della Pieve
menti, gravissima fu la costernazione di e altri luoghi. In questo mentre, con bia-
Roma. L'operato dal duca non piacque simo de' collegati, Odoardo non si mosse
ne a'veneziani ne al granduca, riprovan- da'suddelti luoghi. Dopo altre fazioni, col-
do il precipitoso movimento e tali azioni le precedenti narrate pure nel voi. XGII,
aggressive, mentre lo scopo della lega era p. 5i2 e seg., l'Italia sentendo estremo
puramente di difendersi; onde Odoardo bisogno della pace, s'interpose la Fran-
cedendo alla necessità, si vide costretto, cia a pacificare i combattenti, essa invo-
senz'artiglieria e anche per le diserzioni cando perdono dal Papa pel duca Odoar-
de' suoi ad arrestarsi ad una mossa che do, previa con venuta tregua. La pace por-
avea sollevati gli animi di tutta l' Italia, ta la data di Ferrara 3i marzo i644> se-
e ad entrare nelle negoziazioni che il Pa- condo Diimont, altri quella di Venezia,

pa, riavuto dalla sorpresa, gli proponeva Indi ratificata a' 18 aprile, e pubblicata
a Castel s. Giorgio nell' Orvietano, però solennemente in s. Marco di Venezia il
ìi duca insistendo sempre sulla restitu- t.** maggio, ottenutosi lo scopo della le-

zione di Castro. Si venne a qualche so- ga, cioè la reintegrazione del duca Odoar-
spensione d'armi, e lo sconsigliato duca do, il quale si recò a Venezia a ringra-
restò deluso da chi ne sapeva assai più ziare la signoria, come la lega ringraziò
dì lui. Laonde avvicinandosi la rigida sta- la Francia. Tra le altre cose si convenne,
gione, tornò addietro colle pive nel sac- reciproca restituzione dell'occupatOjC del-
co, lagnandosi de'cognati. Giunto a Par- le artiglierie di Castiglion del Lago e
ma, seppe l'aumento dell'esercito ponti- d'altrove; liberazione de'prigioni, e amni-
ficio, onde collegati si trovarono costret-
i stia di que' sudditi che avessero seguito
ti a' 26 maggio i643 di rinnovare l' al- le parti contrarie. Assoluzione dalle cen*
leanza, e da difensiva mutarla in otfen- sure e perdono del Papa al duca, a cut
siva. Odoardo angustiato da* dispendi dopo 60 giorni restituirebbe per somma
guerreschi, oltre le proprie forze, pensò benignità Castro con tutti gii altri beni
nel rigore dell' inverno i643 di spedire confiscatigli, facendone però demolire le
3,000 fanti su tarlane alla spiaggia di fortificazioni. Per questo trattato il duca
Castro, onde sorprendere la rocca di Mon- non acquisterebbe alcun nuovo diritto,
talto. 11 governo pontificio si munì, e la con promessa di non dar molestia a ve-
burrasca disperse legni ed i militi. Bia-
i runo. Contribuì alla concordia mg.' Ira-
simalo duca da'collegati, disperatamen-
il periali,governalore del Patrimonio e coni-
te a'2 I maggio s'avviò alla volta del Fer- missariogenerale dello Stalo di Castro. E
rarese: saccheggiò Boodeno, e co* veneti se il duca avesse applicato l'oro speso in
espugnò la fortezza della Stellata. Inoltre questa guerra a soddisfarei montisti, la
i veneziani con 2,000 fanti e quasi al- sua famiglia non avrebbe poi perduto lo
trettanti cavalli, comandali dal procura- stato. Odoardo Verelli commissario gene-
tore Giovanni Pesaro » dalla Dailia nel rale del duca pigliò possesso d«llo Stato di
264 V I T V I T
Castro a nome del suo signore, quando e Ronciglione a' 19 aprile e I* invasero,
glielo restituì e consegnò mg/ Impeiiali indi a' 1
9 giugno assediarono la città, la
d'ordine del Papa. Tullavolta Odoardo quale viuta dalla fame si rese, con alcu-

seguitò a non prendersi alcun pensiero ni capitoli sottoscritti da'due comandanti


di pagare quanto dovea pe' Monti Far- pontificii, e da Sansone Asinelli colonnel-
nesiani, quindi si rinnovarono V istanze lo generale degli Stali di Castro e Ron-
de'creditori per esser pagati de'frutti de- ciglione, e governatore dell' armi della
corsi e per la restituzione del capitale. città di Castro, per sua altezza serenissi-
Mori Odoardo nel 1646 e gli successe il ma il duca Parma, a'a settembre dello
di
figlio Ranuccio II, che fu 1' ultimo duca slesso 1 649. Qiiando Ranuccio II seppe
di Castro. I monlistì nel 1648 avendo ri- l'assedio di Castro si die* a far leva di
corso a Innocenzo X per l'enorme loro gente, figurandosi di poter distogliere da*
come giudice principe su-
credito, perchè quelTimpresa il Papa, ed appena ebbe
premo del duca suo vassallo, come infeu- formato un pìccol corpo d'armala, l'in-
dato di Castro, di Parma e Piacenza, viò nello stato ponlificio,sollo il coman-
procedesse alia subasta del fondo. Ran- do dell'indegno suoi.** ministro favorito
nuccio vedendo che le cose prendeva-
li marchese Gaufrido, certo complice ordi-
no cattiva piega conmaggiorsuo danno, natore dell'uccisione del virtuoso vesco-
si determinò di cedere gli Stali di Ca- vo ; ma giunto nel Bolognese, fu intera-
stro e Ronciglione alla camera aposto- mentedisfallo dalle miliziepapali,e torna-
lica, offrendoli a Innocenzo X,il quale gli to a Parma pieno di vergogna, venne pro-
avea fatto inlimare il pagamento de'frut- cessato e poi mozzato il capo, ap-
gli fu

ti, e facendo egli il sordo avea pubblicalo plicandosi al fisco cumulate ricchezze le

contro di lui de'monitorii. Intanto alcuni valutate 4oO}^oo scudi. Sperava il du-
sovrani trattavano col Papa per un ami- ca col castigo di costui, di placare il Pa-
chevole accomodamento, quando ne re- pa, ma s'ingannò. Occupata Castro da'
§tò attraversalo il disegno per un esecran- pontificii,Innocenzo X lasciò in arbitrio
do Giarda nuovo vesco-
assassinio. Mg.*^ agli abitanti di andare a stabilirsi ove
vo di Castro recandosi a*i8 marzo 1649 loro fosse piaciuto. Indi dopo 8 mesi, co-
alla sua chiesa, proponendosi passare per minciandosi l'atterramento a*28 settem-
Acquapendente, fu ucciso presso Monte- bre il Papa fece del tutto demolire io
,

i:osi ove spirò nel di seguente, incolpan- Castro le mura, le case, la fortezza, i chio-
do la voce pubblica per autore il duca, stri, le chiese, e le due armoniese campa-
che pretendeva nominare il vescovo di ne della cattedrale fece trasportale alla
Castro, e non voleva che vi andasse l'elet- sua Chiesa dis. Agnese nel Foro ylgo-
to dal Papa. Innocenzo X altamente a- nale, come constatai nel voi. LIX, p. 33,
dirato, per dare colla pubblica vendetta contro l'asserzioni di chi le attribuiva a
un terribile esempio T ho riferiti
{ altri S.Eustachio, errore copiato nel 1807 da
nel voi. XCVI, p. 68 e seg., insieme a altri ivi e altrove notando, che essen-
:

questo, colle particolarità che accompa- dovene rimasta una , i repubblicani del
gnarono l'empio e diabolico misfatto), or- 1 849 la spezzarono per prendersi il bron-
dinò che la città di Castro fosse distrut- zo, onde da altra. Quanto a-
fu sostituta
ta interamente. Pertanto fece marciare gli edifizi abbattuti in Castro mi limi- ,

a quella volta te sue milizie comandate terò solo a copiare quanto offre il Va-
dal conte Davide Vidraan e dal marche- sari nelle Vite de più eccellenti architelti^
se Girolamo Gabrielli, sotto la direzione in quella di Antonio da s. Gallo fioren-
di mg.*^ Giulio Spinola governatore di tino, m Pier Luigi Farnese mandò Anto-
yilerbo. Entrarono nello Stalo di Castro pio a Castro a fare il disegno dell^ forj^.
V 1 T V I T i65
terza, die c\nt\ duca vi fece fomlare, e del strano i patti convenuti nel
649>per cui 1

palazzo cii'è in sulla piazza chiamata l'O- il Papa dichiarò quegli stati nuovamen-

steria, e della zecca che è nel medesimo te incorporali a* dominii della s. Sede e

luogo, minata di travertino a similitudi- soggetti alla bolla De non alienancUs, e


ne di quella di Roma. Né questi disegni pacificamente ad es^a restarono sempre
solamenle fece Antonio in quella cilt?i, non ostante le pretensioni che si aifac-
ma ancora molti altri palazzi e altre f^ib- ciarono, anche dagli eredi de'Farnesi re
briche a diverse persone terrazzane e fo- delle due Sicilie ed a' loro luoghi nar-
,

restiere che edifìcarono con tanta spesa, rale ,


poiché vari solenni trattati euro-
che a chi non le vede pare incredibile, pei riconobbero la validità del posses-
così sono tulle fatte senza risparmio, or- so della s. Sede. Delle molle scritture prò
nate e agiatissime: il che, non ha dub- e contra sul dominio Castro e Ronci'
di
bio, fu falloda molti per far piacere a glìone, d'un bel numero feci menzione

Paolo III essendoché anco con questi


,
in quegli articoli : altre si ponno vedere
mezzi, secondo l'umore de' principi, si nel p. ab. Ranghiasci, Bibliografia delle
vanno molti procacciando favori". Nel città e luoghi dello Stato PontiJjcio.Qiìan'
luogo poi ove sorgeva la città fu posta do Ranuccio lì ratificò la vendita falla
una colonna coll'iscrizione Quifu Ca- : alla camera apostolica del ducalo di Ca-
stro. Udito ciò da Ranuccio II pensò me- stro e della contea di Ronciglione, si e-
glio a'casi suoi, ascollò volentieri i trat- spresse, prò majori expressione compre-
tali di pace, che fu conclusa a mezzo di hendo etiam Castro Insulae^ et Casali
Tari principi con queste condizioni. Che il Turrls Fergaiae^ nec non Castro^ seu
papa confermava al duca feudi devoluti i terra Caprarolae una cuni Barco et ,

alla s. Sede per sollievo de'montisti suoi Castri Burghetti , s. Leonardi cuni te-
creditori , tanto per la sorte principale nuta Fallerensiy s. Eliae et Castiglio-
quanto purché avesse pagato in
pe'frutti, nis Tiberinae cuni eorum ierritoriis^ et
termine d'8 anni alla camera apostolica districtibus. Avverteilp. Annibali; Che
acquirente in un sol pagamento l'iiitero il duca stipulò la vendila dello stalo alla
prezzo di 1,600,75© scudi, e che intanto s. Sede, cum omnibus honoribus et one-

restasse confiscato lo stato a favore della s. ribus^ col consiglio del re di Spagna e del
Sede suprema signora di esso, per sicu- granduca di Toscana, e l'edelluò a mez-
rezza de'debi ti del duca assunti dalla rev. zo d'Appio Conti duca di Poli a'20 del
Camera. Adunque Innocenzo X come , i65o, con atto rogato in Placentiae in
dice anche il Jjorgia, Memorie di Bene- castro Cifladellacy essendo già uscito di
venlOy t. 3, p. 47 e seg., comeché la cosa
1 minorità e come maggiore senza tutore
fosse incomoda e dispendiosa, con istro- governava da sé lo stato, nella minorità
roento de*7 ottobre 1649, comprò
P*^'*
^^ avendo avuto a tutori la madre e il car-
camera apostolica la contea di Ronciglio- dinal Marini. Che la camera apostolica
ue, e con altro de'19 dicenjbre acquistò in prezzo di tal compra, oltre la remissio-
per la medesima camera il ducato di Ca- ne che fece al duca di tutti danni che i i

stro. Mg.' Spinola di tutto il dominio ne sudditi pontificii del Patrimonio e di al-
prese possesso in nome della s. Sede. Nel tre Provincie aveano soiferlo dalle trup<
1657 spirò l'otlennio, e Ranuccio li in pe Farnesiane, si accollò tulli i suoi de-
yece d' eHeltuar ricompra domundò la biti provenienti da Luoghi di Monli Far-
proroga ad Alessandro VIl,o di pagar- nesiani. Che nel contratto di vendita il

le verbalmente la metà del prezzo, of- duca dichiarò non entrare in essa il pa-
ferta che non si prova abbastanza. Con lazzo di Caprarola col giardino annesso,
(quanta giqstizia gli Ibsse negula, |o dimo* ùwù s) proibivo la pcvmula u alienazione.
^66 VIT VIT
Che del dìitiullo Castro, giSi la tede fc- quando io quando venne rallegrala per
scofile era stala trasfeiiU alla vicina ter- f'iaggio dalla presenza de' Papi. Ne fu-
ra d'Acquapendente, già della diocesi rono ultimi esempi quelli di Pio FI e
d'Orfielo, e la giurisdizioue lenaporale di Pio VII, Detronizzato il gran Pio VI

dello stato fu messa a Valentano, il quale da*repubb!icani francesi, a* ao febbraio


fu dichiarato capo che furo-
di slato. E I
798, prigioniero fu strappalo dal Vati-
no accordali a'paesi delio Stato di Castro cano e condotto a Siena. Abbiamo dalla
e Ronciglione molti privilegi ed esenzio- Relazione delle avversità e patimenti di
ni, che già godevano a'tempi de'Farnesi, Pio VI^ composta da mg.' Baldassari,
essendo così capitolato nelle due volle che che il Papa nella mattina del 23, parti-
Castro fu preso dalle milizie di s. Chiesa ; to da s. Lorenzo Nuovo nell* arrivare ,

laonde dichiarò poi nel 1664 Alessandro ad Acquapendente , venne salutato col
VII nel trattato di Pisa, di ritenere lo suono di tulle le campane, e le finestre
stato nell'essere e sistema di prima, sen- erano adornate di drappi, la strada se-
za rinnovar cosa alcuna e senza imporvi minata di fiori e verdure, e tutta la po-
alcuna gravezza, sebl)enein seguito molti polazione si mostrò ossequiosissima ( e
di tali privilegi gli furono tolti, per l'u- tutto questo non ostante che la città sog-
niformità de'sistemi governativi. Il du- giaceva al giogo democratico). Il vesco-

cato di Castro coniò monete sotto Far- i vo diocesano a)g/ Bartoli , insieme col
nese in Castro e di molto bella stampa, p. Bonaventura Bartoli di Terni (proba-
parte di rame, parie d'argento, e parte bilmente di lui fratello) ministro gene-
di mistura. Come le baiocchelleda due: rale de' minori conventuali, si trovò in
alcune ne pubblicò il Bellini nelle Dìs- vesti prelatizie sulla porta dell'episcopio
seriazioni delle monete , ed alcune ne per pregare Pio VI a prendere in quel
possedè il Zanetti. Quelle di rame erano palazzo una refezione, o almeno un po'
della grandezza de' quattrini papali , e di riposo. Ma il Papa ringraziò ambedue
quasi dello stesso peso. Quelle d'argento di quel rispettoso e alfetluoso invito,e
erano della grossezza de'mezzigrossi pa- senza smontare continuò suo viaggio. il

palini, ma di minor peso. Quelle poi di Allora volendo essi mostrargli piti che
mistura erano come le baiocchelle papa- potevano la loro divozione , gli tennero
line. In tutte vi era la figura di s. Savi- dietro e l'accompagnarono sino a'confini
no vescovo di Spoleto e martire, protet- di Toscana. Or ecco lo stomachevole af-
tore di Castro e titolare di sua cattedrale fronto che i capi della repubblica roma-
distrutta, in mezza figura o in figura in- na vollero fare Papa, prima eh' egli
ai

tiera con mitra in capo e pastorale in uscisse dalle provincia che francesi gli i

mano, in atto di benedire: in altre tenen- aveano rapile. Mandarono essi da Roma
do la mano abbassata con un libro e il un doganiere, e gli commisero che fru-
pastorale, e tulle colla iscrizione Sanctus gasse ne'cocchi e nel bagaglio pontiticio,e
Savimis^ ed in alcune Sabinus. In una di ciò che per le leggi non poteva essere
di quelle del Zanetti, in una parte si leg- portato fuori del territorio degli stati ro-

geva Saviniis Urbis Castri Ciislos. Nel-


: mani , s' impadronisse, e in quanto alle
l'altra parie era l'arme con l'epigrafe : cose soggette a gabella , la riscuotesse.
P. Alo. F.Dux Castri I. Del resto quan- Colui che non ricusò, anzi si esibì di ese-
toad Acquapender)te,nobilitata dalla cat- guire sì detestabile vigliaccheria,era stato
tedra vescovile dell' antica chiesa di Ca- di recente beneficato da Pio VI. Imper-
stro, prima di parlare de* suoi pastori, rocché , avendo egli molta famiglia da
dirò che talvolta fu malmenata dal ter- mantenere, poco avanti la rivoluzione di

t^moto , come nel passato secolo ; e di Roma, pregò il Papa che lo soccorresse;
V I T V I T 267
e Pio VI resautìì clan<logli posto pl^ alfe comerleri segreti partecipanti,! mg.riMan-
e lucroso negli uHizì dì dognna, ove
piti curti coppiere, Ginnasi guardaroba,eMR*
fin da giovinetto vìveva del pane della rotti segretario de'brevi a' principi, che
camera apostolica. Pagando dunque d'in- qual segretario di Pio VI era con lui nel
gratitudine il suo benefattore, egli era ve- passaggio per Acquapendctite. A'i 3 feb-
nuto e starasi apparecchiato nella doga- braio lesngre ceneri giunsero nella città o-
na d'Acquapendente, per effettuare l'an- norate e suffragate decorosamente, don-
zidetta vergognosa e insultante volontà de proseguendo il viaggio, furono tra-
de'capi repubhlicanidi Roma. Perciò che sportale a Rolsena. Nel i8o4 recandosi
spettava alla carrozza ov'era il Papa, i Pio VII a Parigi f per coronare Napo-
postiglioni facendo sordi e spronandoi i leone I, narra il n. 90 óe] Diario di Roma ^
cavallijContinuarono imperturbali ilcor- che dopo aver pernottato a Viterbo, ad
so, e il doganiere restò deluso. Ben gli fu oreFQ e mezza de*3 novembre giunse in
fatto però d'arrestare i legni susseguenti, Acquapendente, ricevuto nell'episcopio
e già stava per eseguire nelle carrozze le da mg/ Pierleoni, da mg.' Laute teso-
sue inquisizioni, quando due comuìissa» i riere generale e dal magistrato civico, fra
ri francesi, che accompagnavano il loro lo sparo de*mort8relli,ed ilsuonodi tulle
prigionierOjdiciò forse avvertiti, tornaro- le campane e della banda. Dopo averpre-
no celeremenle indietro. Fos«e che a co- so una piccola refezione, il Papa prose-
storo facesse nausea atto così villnno, fos- guì il suo viaggio. Al fjume Paglia, che
seche temessero di qualche tumulto, per- divide il confine tra'due stati, i dragoni
chè oltre circostanti, quali erano molti
i i toscani rilevarono i pontifìcii , e di là
e frementi di sdegno, molta gente da Ac- del fiume si trovò a complimentarlo il

quapendente occorreva alla dogana; fat- senatore Salvelli. Ma Napoleone I non


to fu, che que'due udìziali montarono in tardò a far occupare tutto lo stato poii'

furore e sfoderate le sciabole maltratta- tificio, e detronizzare Pio nel 1809, VII
rollo assai il doganiere, che pieno di con- onde a' 6 luglio prigioniero fu condotto
fusione non tardò a ritirarsi insieme co' via da Roma da'francesi col cardinal Pac-
suoi compagni. Indi la comitiva prose- ca, e come questi descrive nelle I\JemO'
guì il viaggio; e qua>ido il treno arrivò rie isteriche ^ rapidamente in un carroz-
a Ponte Centino, che divide lo stato Ro- zino colle lendine tirale, e senza seguito,
mano dal Toscano, Pio VI sichiamòcon- afllnchè le popolazioni non si accorges-
tentissimodel vescovo d'Acquapendente, sero dei suo passaggio. E fors'anco Ac-
del generale de'conventuali , ed'altri suoi quapendente non potè nuovamente de-
sudditi fedeli, per l'alto ossequioso d'ac- plorare la deportazione del Sommo Pon^

compagnarlo fino a quel luogo ; e poi-* tefice, poiché non si fermò che a Radi*
che gli ebbe confortali colla sua benedi- cofani. Dio gloriosamente lo restituì alta
zione, usciva dalle terre del suo princi- sua sede nel 8 4t ma nel seguente unno
1 1

non avrebbe mai più rive-


pato, le quali volendo Murat impadronirsi di sua sagra
dute. Acquapendente però ne venerò il persona, Pio VII partì da Roma per Ge-
cadavere, quando nel 1802 da Valenza nova a'22 marzo, e pernottò ad Acqua-
di Francia fu tra«iportato a modo di trion- pendente nell'episcopiOjOnoratamente ac-
fo alValicano. Si trae dal n.° 117 del collo da mg.' Pierleoni e dalla città, ov'e-
Diario di Roma , che il successore Pio ra giunto ad un'ora di notte, subilo pas-
VII inviò da Roma in Acquapendente ad sando io Toscana nella seguente matti-
incontrare e onorare la ponliflcia spoglia na. I Diari di Roma e la Relazione del
UD distaccamento dicavalleria, mg." Malo viaggio del cardinal Pacca, non stabi-
protouulario apostolico , eoo 3 dt' fuoi liscono bene se il Papa pernottò a Viter-
,

268 VIT VIT


boe poi in Acquapendente. Sembra rica- nelle criticlie Memorie ecclesiastiche e
varsi dal Pistoiesi, rila di PìoFlI^dìe civili di Città di Castello,
1. 1, cap. 4. Di-

la sera de* Viterbo, e


22 rimanesse in verse denominazioni in diversi tempi,
quella del 2 3 in Acquapendente. L' Ar- che assunsero i vescovi Tifernati, ossia
iane! nella Slorìn di Pio VIE ^ solo fa di Città di Castello. Dislingue da essa i

cenno della partenza da Roma. Nel ritor- vescovi di Civita Castellana, ove fa tra-
no a questa, che fu a'y giugno, lutti so- sferita la sede vescovile della distrulla

no sterili nel descriverlo. Certo è che a' Falena, i vescovi della quale vennero
5 entrò in Acquapendente, e certamen- denominati Civitensis e Civitatensis j e
te sarà stato festeggiato. Del resto Acqua- quelli di Città di Castello, Castellanus,
pendente seguì destini di Viterbo^ in-
i Civitatis Castellari T/iuscìa. Il titolo di
elusivamente alle recentissime invasio- s, Felicita apparve senz' alcun fonda-
ni del 860, che narrerò a suo luogo, ne*
I mento la I.' volta nel 16 3, nella con-
r

cenni storici di Viterbo. Scrissero d'Ac- troversia fra Città di Castello e Terni,
quapendente: Blavio, Tlieatrum Civi- sulla patria di Celestino li, che mg."
tatum Jtaliae. Jodoco, No^>a Ilalicae Muzj prova della i.* 11 cardinale Tosco
descrintio. Orlandi Notizie delle cit-
, o da Castello (^.), come altri lo chia-
tà d* Italia. Ughelli, Italia sacra^ l. i mano, divenne Celestino li: in quella

p. 578 e seg., cioè Castri Episcopi


ed ^ biografia dissi che la causa insorta sulla
il ColeliAddillo Aquaependf.ntis Epi-
, di lui patria non fu propriamente con

scopi. Con questi e altri procederò alla Terni (F.), ma colla famiglia Castelli di
loro serie, la quale compirò colle JVoti' Terni, che lo sostenne uscito da essa.
zie di Roma. — Castro, città etrusca del L'errore avvenne allora, perchè il vesco-
territorio di Eulci o Fulda f^''), fece vo di Città di Castello, Cabrerà, deputato
credere a ll'Ughelli e altri,che abbia avuto da Clemente Vili a giudice di tal con-
fj i.*'vescovo S.Bernardo ultimo vescovo di troversia, nel difendere la sede di sua
Vulci, da dove fu trasferita la sede ve- chiesa qual patria di Celestino II, l'asserì

scovile a Castro : opinioni che riportai originato da un semi-diruto castello vi-


nel i.° de'citati articoli. 11 p. Annibali di- cino a Tiferno, chiamalo s. Fiata o «. Fe-
chiarò apocrifa la cronica, che fa s. Ber- licita, e fu seguilo da altri, i quali pure
nardo da Bagnorea vescovo di Castro , ignorarono la denominazione eh* ebbe
cioèdi quel CastruniFelicitaiis nominato Città di Castello sin dal tempo de'longo-
ne'diplomi di Lodovico I,Ottone I, e s. bardi, e che durava nel secolo XII in cui
Enrico li imperatori ; mentre gli eruditi visse Celestino li, cioè di Castello della
dicono che Castriim Felicita tis sìa Città Felicità, benché più comunemente si
di Castello, ed altri Cii'ita Castellana. chiamasse Città di Castello o semplice-
Nel 16 IO Mariano Ghezzi pubblicò Tac- mente Castello. I vescovi Tifernali si di-
cennata Cronaca in Ronciglione,con Bre- cevano Castellani, prendendo il nome
ve discorso sopra la salubrità dell'aria dal castello di essa, più che dalla città.
della città di Castro. 11 p. Annibali of- Castro dunque de* volcenli nulla ha che
fre le testimonianze di gravi scrittori, che fare con Castrnm Felicitalis, e più so-
Pastrani Felicitalis deve intendersi Cit- pra col Borgia notai come deve leggersi
tà di Castello, l'antico Tiferno Tiberino, ne* ricordati diplomi; sebbene Benedet-
per distinguerlo dal Tiferno Melauren- to Zucchi cittadino di Castro, nell' In-
se, di cui nel voi. LXXXV
p. 3o2, e , formazione e cronaca di Castro e di tut-

309 e seg., distrutto, al quale rimase il to Usuo stato, diretta a Odoardo Far-
titolo semplice di Tiferno. E meglio lo nese penultimo duca di Castro nel i63o,
piova il dolio vescoyodi questa mg/Muzi, riprodotta dai p. Annibali con note slQr
, ^

VIT V T I 26(j
rlche-crillche, è delto clic Capirò sì cllia- la rispettabile famiglia Janni, e presso
niava Casttllo di 3Iadonna Felicita il priore di quella cattedrale e vicario ge-
dal noiue ilelia signora del luogo, quan- nerale d. Luigi Janni suo discendente si

do Bernardo da Volci o Vulcia, si-


il b. conserva qual sagro tesoro l'antico basto-
tuata nel Piano della Badia, presso Ca' ne pastorale del s. vescovo. 11 i." vesco-
nino e JÌJusignano, distante circa 7 mi- vo si vuole Teodoro nel 7 1 5 circa. Altro
glia, come luogo più vicino, vi trasferì i> pare Anderarao del 743. Lanfrido inter-
suo seggio morte di
vescovile, e dopo la venne nel concilio di Laterano tenuto da
detta signora pass>ò Castro nel dominio Stefano HI detto IV nel 769. Indi Gior-
della s. Sede. Però avverte il p. Anniba- dane o Giordano sunnominato, secon-
li, che il Zucchi ricavò il suo asserto dal- do pure '\\G\oY^\ Storia diplomalica^cdi^.
,

l' apocrifa Cronaca che va sotto il nome l'j che sottoscrisse il sinodo romano te-
y

del b. Bernardo, e nel crederlo essere sla- nuto da s. Leone IV nell' 853. Ma sic-
to 1.** vescovodi Castro, segui l'opinione come vuoisi Vulci già soppressa all'in-
popolare, dalia quale ancora era stato in- cominciare del secolo Vili, seujbra qui
gannato rUghelli neW Jta Ha sacra [c\oè potersi collocare il b. Bernardo. Varie
il Lucenti, olire CuAtodilo i." vescovo, sono le opinioni sull'epoca della distru-
ripetuto dal Coleli nella 2.' edizione di zione di Vulci. Il p. yVnnibali dice che
tale opera dove parlando de' vesco-
), accadde nel 964. lINdjby, Dichiarazio-
vi di Castro, dopo aver detto lordane ne d* un antico vaso Falciente, crede
Castrensis paritcr Episcopus^ indicò col esistila Falci almeno fino al VII seco-
pariler esserveue stali ancora degli altri lo; e che le scorrerie de'saraceni dei se-
prima di Giordane (e di Custodito Ca- coli IX e X la distrussero interameote,
stro f^alentauae Episcopits, ma non di nel porre a ferro e fuoco queste contra-
questo Castro, sibbene di Castro Valen- de (massime quelle verso il mare). Il
te Campania Felice, come leggo
nella Campanari, Dissertazione intorno iva-
nel Borgia, Memorie di Benevento^ t. 3, sì fittili rinvenuti ne' sepolcri dell' Etra-
p. 147, fiorito nel 680 per esser inter- ria compresi nella Dizione pontificia
venuto in queir anno al sinodo di Ro- reputa distrulla Falci da' saraceni, fra
ma dovrò
: riparlarne nel paragrafo P^a- ilVII e il IX secolo:di che meglio a quel-
lenlanojy aggiunse subilo (o per dir me- l'articolo. L' Ughelli volle rilardare il b.
glio lo collocò avanti del i° vescovo cre- Bernardo di Bagnorea 964, Leone
al
dulo dall' Ugliel li), con tra d dicendosi, jBét- IF sedente^ coj)iato dal Zucchi. Sarà
iiardus. Quesli non fu il i.° vescovo di una menda tipografica, poiché quel
forse
Castro, trovandosi altri che prima di lui Papa regnò dall' 847 all'SSS. Nota il p.
sederono in questa cattedra. Infatti an- Annibali, che il suo corpo si venerava io
che nella Cronaca si fa dire al b. Ber- una cassa di poi fido sotto 1' altare mag-
nardo, che passando da Volci distrutta a giore della cattedrale di Ca8tro(in cui era
Caslro,xIovelle mollò] travagliare perla pure una mascella del titolare s. Savino
ricupera de' beni della mensa vescovile vescovo di Spoleto e martire, protettore
Castrense, quali erano stali ingiusta '.nen- di Castro e sua diocesi, di cui si fa menzio-
ie usurpali da molli, e che una gran par- ne nel Martirologio romano a*3o dicem-
te de' monumenli essendo stala trafuga- bre, quanlunqueavendocomiiicialo il suo
la da mano nemica fu costretto ricorre- martirio nel line d'aprile o 1.° di maggio
re ad antiquos^ qui crant in civitat& col taglio delle mani in Asisi, quindi a
Castrensi^ et in onini circuniposita regio- Spulcio lo consumasse a' 7 dicembre), e
ne, 11 b. Bernardo, che si appella pure se ne celebrava la solennità a' i 5 diceni-
col titolo di Saulo, era ùxDaQnorcaàQÌ- bre, igaoraudoseue iimolivO| tiaslerita
270 V 1 T VIT
poi ad istanza di Ranuccio I al primo soovo della vita, si gettò da una ripa e si

di maggio per celebrarla con più magoi- ruppe una coscia. Si fece allora portare
fjccDza e concorso di popolo. Per uno alla terra di Farnese, e dopo poche ore
statuto de' duchi Farnesi, alcuni luoghi morì. Ma si ritorni alla serie de' pastori.
del ducato e altri paesi convicini dovea- Il citato Giorgi dice che il vescovo Gio-
110 a'primi vesperi della festa fare V of* vanni nel 969 sottoscrisse la
per bolla
feria al Santo d' un cereo, e gli ebrei di r istituzione dell' arcivescovato di
Bene-
quel ghetto doveano somministrare pa- i vento. Benedetto Castri Episcopus, fu
lli per la corsa de' cavalli e altri giuo« al sinodo romano celebrato da Benedet-
chi. In detto giorno si faceva la fiera di to Vili nel ioi5. Alberto Caslrensis
Castro, e vi sipalio di 2 5 scu-
correva il Episcopus, fu al sinodo tenuto in Roma
di correvano pedoni ignudi e si face-
: da Benedetto IX nel io36. Sedeva nel
va la lotta. Queste lotte e indecenti cor- 1 060 Anselmo, che sottoscrisse la bolla

se di uomini nudi, immoralmente s'in- di Nicolò II per la chiesa Agarense, ag-


trodussero poi anco in lutto lo i»talo di Ca- giunto dal Coleti neìWlddenda all'ila-
stro, e si facevano ne' giorni delira rispet- Ha sacra. Non si conoscono altri sino a
tive feste de' paesi, finché saggiamen- Pietro intervenuto al concilio generale
te si abolirono ne' primi anni del secolo diLaterano III nel 1 1 79. AdN. nel 1201
XVII, pegli scandali e pe* disordini che Innocenzo 111 diresse la lettera a favore
succedevano in tali circostanze. Pe' mi- dell'abbate di s. Salvatore di Monte A*
racoli operalida Dio a intercessione del miato. Nel 1206 Rolando concorse alla
h. Bernardo, fu beatificalo da Clemente consagrazione della chiesa di s. Maria
Vili o da Paolo V, certo nel vescovato Maggiore di Toscanella, e lo leggo ripor-
Le venerande ossa del
di mg.*^ Caccia. tato nell'iscrizione pubblicata dal Tur-
L.Bernardo furono trasportate nella cat- riozzi,Memorie di Toscanella, p. 65.
tedrale d'AccjUqpendente, quando si de- Fr. Ruggero Calcagni fiorentino dome-
luolì quella di Castro, che l'Ughelli dis- nicano, dottore e predicatore egregio,
se eleganti slriicturae triplici colwniia' prinius in Etruria contra haereticani
rum ordine consLructa, Tanto è vero cbe pravilateni quaesilor fidei fuit, poiché
la Cronaca Bernardo non
attribuita al b. la provincia del Patrimonio era infestata

è sua, che in essa si legge quanto si di- da' Patarini o nuovi manichei. In gra-
ce accaduto dopo la sua morte, onde per zia diFdippo II Augusto re di Francia,
dimostrarne la falsità lo narra il p. Au- de vitiis, atque virtutibus etrusca lin-
uibali. Qualifica falsa l'opinione d'alcu- gua composuit. Nel 1245 intervenne al
ni, che i castrensi uccidessero uno de' concilio generale di Lione 1, dopo aver
vescovi successori del b. Bernardo (que- nel precedente anno dato termine a gra-
sta volgare credenza non si de ve confonde- ve e lunga lite con V abbazia di Monte
re coH'infelice sorte di mg.' Giarda, dicui Amiato. Con annuo censo Innocenzo IV
i castrensi furono innocenti), perchè vo- gli concesse il castello d'Arsa posto nella
lendosi vendicare di loro calunnie e in- sua diocesi, e mor\ in Arezzo oel 1274*
giurie^ die' il dominio della città al con- Io questo il successore Angelo scrisse al-
te Bartolomeo, a patto d' opprimere i l'abbate di Monte Àmiato, per la lite

cittadini. £ che per gli eccessi commessi, sulla giurisdizione della chiesa parroc-
in Castro si tramò d'uccidere tutti par- i chiale di s. Pietro di Latera, paese della
titanti del vescovo e del conte, mentre diocesi.Nel 1278 Nicolò III elesse Er-
questi d' era assente. 1 congiurati scor- (Danno,morto il quale nel 1284 durante
rendo le strade uccisero diverse persone, la sede vacante il capitolo di Castro gli

e avviandosi all'episcopio^ leoieudu il ve* sostituì Cristoforo priore secolare di San*


V T I VIT 271
tiaoo e cappellano apostolico, ma non morte, nel 1894 Bonifacio IX elesse Be-
volle accettai b la digiiila; eil altrettanto nedetto, che finì di vivere nel 1395. li Pa-
fece Leonardo da Munte Fiascone si-
fr. pa subito nominò Simeone. Martino V
milmente eletto da' canonici, ma c|ue&ti nel 1420 vi trasferì da Scardona Pietro.
con nuovi suffragi insistendo, cede a'Ioro Nel 14^9 sedeva Angelo, morto nel 1437.
voleri, e cessò di vi verea vanti la conferma In questo Marco Caballi priore secolare
ponlifìcia. Allora il capitolo postuò ad O- di s. Miuia di Castello, a cui nel i^55
norio IV.nel 1285, Bei nardo vescovo d'U- Calisto III die' in successore Tommaso.
roana,dadove fu trasferito al vescovato di Nel 1464 Antonio, poi nel 14^7 traslatò
Castro. Continuandola detta lite co'ci- a Civita Castellana e Orte. A'3o ottobre
fiterciensi di Monte Amiato, non volendo gli successe fr. Davide Fortebraccio mi-
riconoscere la sentenza che favoriva l'ab- norità; e nello stesso anno Giacomo Ro-
bate Gioacchino, appellò nel 1287 alla s. manessi di Tri vento. Michele Canensi o
Sede, e poi morì nel 1 294 ^el seguente Canesìo da Viterbo, secondo il Coretini,
Giovanni, che presso Accjuapendente con divenne ve9covo di Castro nell'anno
indulgenze alla chie-
altri vescovi concesse 1 469 : scrisse la Fila di Paolo Jly co-
sa di s. Clemente V e-
Micliele d'Arezzo. n)e erudito e dotto. Gli successe Tito
lesse nel 3 08 Pietro canonico di s. Mat-
1 Veltri nel 1480, e si dimise nel i5i i.

teo di Viterbo, conNagiato in curia da Neli5i2 ne fu vescovo o amministrato-


Pietro vescovo di Sabina, morto nel 1 809. re l'arcivescovo di Durazzo fr. Gabriele
In questo il Papa gli sostituì Giacomo ca- Foschi anconitano, agostiniano e Sagri-
nonico di Patrasso, e poi nel 1 3 1 1 lo tra- sta (Iti Papa (^ .), dotto e pieno di me-
sferì a Noli). In tale anno Clemente V gli riti; per cui ne'7 anui che governò que-
surrogò fr. Gregorio Donfìli agostiniano sta cliiesane fu sempre assente, e inter-
e nobile sanese, morendo nel 1 32 1 . Gio- venne al concilio generale Laleranense
vanni XXil destinò alia sede di Ca- V. Nel i5i7 Gregorio o Giorgio Uberli
stro Alemanno eletto d' An)eiia, trasla- eletto da Leone X, assistette in quell'an-
zione non eilelluata ; onde nello stesso no all'ultime due sessioni di detto conci-
I 32 I ele.«se fr. Pietro agostiniano, il qua- lio. Nel 1529 Leone Leoni o Leonici di

le fìnidmente si conipose nella lunga Sessa e forse cittadino romano : rinunziò


lite co' monaci amiatini, per s. Pietro il vescovato nel 1 532, e si ritirò a mena-
di Lalera. 11 Coretini lo disse domeni- re vita privata presso Benevento, ritenen-
cano e di Viterbo, e che verso il i33i do il titolo del vescovato, per non aver-
divenne arcivescovo di Bagusi. Nel i33i ne avuto altro. Viveva ancora nel i547»
fr. Giacomo, morto neli352. TostoCle- come si trae da un documento, in cui si

mente VI da Ossaro vi traslatò Stefa- legge: Ego Leo Leonicus Suessanus Epi-
no, il quale scrisse all' abbate amiatino scopili Castrcnsis, che consagiò la chiesa
e morì neh 363. Avendo il capitolo po- e l'altare dell' arcipretale di Monte Fal-
stulato l^aolo Guiducci arciprete di Civi- cioni arcidiocesi di Benevento. Anzi nel
ta Castellana, Urbano V inveceelesse nel- i555 consagrò la chiesa di s. Andrea a-
l'istesso anno Raimondo decano di Bar- postolod'A versa, nell'iscrizione posta sul-
lacco. Nel 1 365 fu vescovo Paolo. Gli suc- la porta maggiore egualmente leggendosi

cesse Giovanni, il quale nel 1878 depone EpiscopitsCastrensis.A'3o^tnua\oi53i


contro la legittima eiezione d'Urbano VI, amministratore il cardinal Egidio Cani-
e seguì le parti dell' antipapa Clemente sìo ( f^.) Antonini detto da Viterbo, il qua-
VII. Il vescovo Angelo Michele Gozzadi- le dopo circa 3 mesi si dimise. Il suo fa-
ni nobile bolognese, morì in Roma nel migliare Francesco Bosoheui fu eletto ve-
1 383. Indi nel i384 Giovanni. Per sua scovo a'i 7 aprile, e muri ueli535. A'24
2-72 V T 1 V I T
settembre Lodovico IVIognasclii iVi Santa qnell'epitafTio da lui composto, che offre
Fiora, tiaslato ad Asisi nel i5.\3. A'
29 rUghelli. Ah 5 dicembre gli successe A-
luglio Girolamo Maccabei o Cabei feria- lessandro Carissimi, cittadino e canonico
rese, cappellano pontificio Major (?) di diParma, dotto e virtuoso, morto in A-
Paolo 111, indi neh 547 canonico Vatica- cala vulgo Aquìpendium nel settembre
no, con ritenzione del vescovato fino al iG3i, donde fu portalo a Castro e sep*
i568, in cui morì in
ne fece rinunzia : pellito nella cattedrale. Ne occupò la cat-
Ronja nel iS'j/^. s. Ago-
e fu sepolto in tedra ah 9 gennaio 1 63?. Pompeo Balba-
slino. A' 19 novembre i568 Francesco ni lucchese, uditore dell'uditore generale
Cittadini n)ilanese,referendario delle due della camera apostolica: cessò di vivere nel
segnature; ma neh 58 1 per la sua ripro- 1639 in Acquapendente e fu sepolto nel-
\evole condotta Gregorio Xlli lo dimise la chiesa di s. Francesco. Aho settembre
e fece chiudere in carcere, e dopo molti 1640 Alberto Giunta, altro cittadino e
anni liberato, ripaliiò. Gregorio XIII a* canonico di Parma lodalo pastore che ,

3o gennaio 58 gli surrogò Celso Paci


i i morì ne'primordii del 1648. Innocenzo
bolognese, già canonico di Verona, e re- X tosto gli die* a successore il p. d. Cri-
ferendario delle segnature di grazia e giu- stoforo Giarda novarese barnabita, con-
stizia:amministrò prudentemente la sua sagratoa' 18 maggio uella chiesa di s.
chiesa e con lode governò varie città
, Cariò a'Catinari di Roma, della sua con-
dello stato pontificio. A'7 maggio 59 i i gregazione, dotto ed erudito. Egli era sta-
morì in Gradoli, e trasferito a Castro fu to spedito a Roma dal duca di
Savoia
tumulato nella cattedrale. A* 19 giugno col canonico Gabrielli Besancon per di ,

gli successe Lorenzo Gelsi nobile roma- promuovere la canonizzazione di s. Fran-


no, protonotario apostolico partecipante, cesco di Sales. Appresa dal duca Ranuc-
morto neh 6o3. In questo a'29 febbraio cio Il la sua destinazione al vescovato di
Clemente Vili assegnò per pastore a Ca- Castro, senza sua saputa, ordinò che non
stro Gio. Ambrogio Caccia novarese,re- si ricevesse nella diocesi. Di che ne fu av-
ferendario d'auìbo le segnature e segre- visato il prelato, e di attendere che si se-
tario apostolico, e dopo 8 anni rinunziò. dassero le vertenze tra duca e la came-
il

Paolo V, in grazia del duca Ranuccio I, ra apostolica. Egli dunque non si mosse,
fece vescovo Alessandro Fiossi d'Ischia, e rimase in Roma, inviando a Castro il

canonico di Parma, nel gennaio 161 i, cao. Carlo Grossi a prendere in suo no-
quindi traslato a Parma neh 61 4- A'24 me possesso del vescovato, ma solo potè
iiovembrei6i5 lo stesso Papa ad istan- prenderlo per aspeclmn, non essendogli
za del cardinal Odoardo Farnese e del stato permesso di entrar nella città a pi-
suo fratello Ranuccio I, a* quali era ca- gliarlo solennemente. Saputosi dal Papa
rissimo, nominò al vescovato Antonio che m^JGiarda consagrato vescovo nel
Massa romano, referendario e protono- maggio ed eletto nel giugno 1648 alla
tario apostolico, ma la morte presto il sede di Castro, non andava ancora alla
rapì dopo circa i4 mesi: compianto per sua chiesa, gli fece precetto che partisse
le sue virtù, fu deposto nella cattedrale. onninamente. Da tanto comando,l'illustre
A' 19 gennaioi6i7 fr. Gio. Ireneo 15ra- prelato, sebbene il residente ducale in Ro-
savola ferrarese, minore osservante, dot- ma avesse ricusato di ricevere da lui la
to e di santa vita. Sotto di lui furono in- vita di s. Francesco di Sales, e più lettere
Irodotle in Farnese le francescane Far- gli avessero minacciato la vita, si trovò
nesiane^ istituite da suor Francesca Far- costretto partir da Roma a* 18 marzo
nese, come dirò in quel paragrafo. Morì 1649; ™^ "^''® vicinanze di Monterosi
neh 621 e fu sepolto uella cattedrale, con barbaramenle fu colpito da archibugiale
V I T VIT 373
il'inlqui sicari*!, nel dì seguente in Monte- vendicò atrocemente. Imperocché consi-
rosi rese Taninoa a Dio, e andòa ricevere il derava Innocenzo sé ed X
suoi succes- i

premio di martire dell'ubbidienza al suo sori veri padroni e signori supremi di Ca-
vicario in terra. Deposto nella chiesa de' stro e suo ducato, ed i Farnesi qua'meri
ss. Vincenzo e Anaslasio, poi il cadavere feudatari, subordinati alla s. Sede. — Pri-
fu portato in Roma e tumulato in s. Car- ma che fosse distrutto Castro dalle fon-
lo a'Calinari. Di tullociò già di sopra damenta, già Innocenzo avea trasfe- X
tenni proposito, insienie alla severa puni* rita lasede vescovile ad Acquapendente,
zione d'Innocenzo X coll'estrerao eccidio luogo allora della diocesi di Orvieto, da
di Castro e trasferimento di sua sede ve- cui la dismembrò, dichiarando il nuovo
scovile, dopo aver terribilmente scomu- vescovato, come il soppresso, immediata-
nicati gli autori e complici dell'uccisione mente soggetto alla s. Sede, e lo è tutto-
del prelato, col breve citalo nel vol.XCVI, ra. Tuttociò dispose Innocenzo col- X
p. 72. Avverte il p. Annibali, Notizie sto- l'autorità della bolla In supremo militari-
rìche della fu città di Castro , t. 2, p. tis Ecclesiae Throno, de' i 3 settembre
166. 1 paesi che formarono lo Stato di« 1649, '^"^^- tìom.yi. 6, par. 3, p. 198:
Castro erano e sono di pieno e assoluto Suppressio Ecclesiae Castrensi et erectio
dominio della Sede Apostolica^ da vari Episcopatus Aquaependentis. Elevò Ac-
Papi in tempi diversi dati in vicariato a' quapendenle al grado di città con resi-
Vicari temporali (V.)i o con altro tito* denza del vescovo, e vi fece trasferire da
lo equivalente di Feudo [V.) a* signori Castro colla cattedra episcopale le ss. Re-
della casa Farnese , e per lo più sino a liquie e tutte le cose sagre e ogni altra
3.' generazione, o sino ad altro tempo a suppellettile^ ed il capitolo, dichiarando
beneplacito de'rispettivi Sovrani Ponte- cattedrale la chiesa del s. Sepolcro. Nel-
fici; con obbligo di pagare in certi deter- l'esordio della bolla , oltre il riprovarsi
minati giorni alla rev. Camera apostoli- l'orrendo deplorato delitto, é detto: Es-
ca un annuo censo o tributo per ciascu- sere necessario, che la residenza del pa«
no de' medesimi luoghi, per alcuni de' store , donde veglia sulla diocesi, sia in
quali facevano ancora il giuramento di tutto idonea. Castro riusciva incomoda
fedeltà alla Chiesa Romana ed a' Papi, per l'intemperie dell'aria , e per le loca-
come medesima, alla qua-
feudatari della lità anguste, il vescovo era costretto nel-
le perciòrimaneva sempre il supremo/a^ la maggior parte dell'anno dimorare fuo-
e dominio dell'alta So<^ranità, che si ri- ri di essa, con grave pregiudizio della sa-

servava; ed Farnesi pagarono annual-


i lute dell'anime. Mentre la vicina Acqua-
mente il censo o tributo ogni anno, sino pendente, tanto pel sito ameno, quanto
air erezione del ducalo di Castro. Tullo- per l'aria salubre, non che pel complesso
ciò consta da legali e ineccezionabili do- del suo contenuto sì civile e si ecclesia-
cumenti, citati dal Valente nella disser- stico, meritava d'essere eretta al rango di
lazinne, De Ducato Castri et Roncilio- città, e decorata della cattedra e residea-
ni.s. Per la ragione del dominio supre- za vescovile. Innocenzo X a* io gennaio
mo, rimasto sempre nella Chiesa Roma- dell'anno santoi65o nominòi.** vescovo
na, del ducato e de' suoi paesi, eziandio d'Acquapendente l'ottimo mg."^ fr. Pom-
dopo Paolo III, non volle Innocenzo X peo Mignucci d'Odìda diocesi d' Ascoli,
accordare a'Farnese duchi di Parma, Pia» già arcivescovo di Ragusi, religioso pro-
cenza e Castro , la nomina del vescovo fesso dell'ordine Gerosolimitano, e com-
di Castro eh* essi duchi pretendevano, mendatore di s. Giovanni di Pola e di s.

ed allora Ranuccio II, che non voleva Nicola di Gradisca, virtuoso e prudente,
che vi ondasse l'eletto dal Papa, se ne che servì di esen>pio e modello n'paslori
VOI, CI. 19
274 V ! T V I T
suoi successori. Seppe egregiamenle so- suoi minori convenlunli in Roma. Anche
pire il riseDliraenlo de'caslreusi, addolo- esso fu assai lodato pastore, morì nel 680 1

rali della distrutta loro patria, e gover- e fu seppellito nella chiesa del suo ordi-
nare paternamente con zelo. Morto il de- ne. A'9 dicembre vi fu trasferito d' A na-
gnissimo vescovo nel r655, Alessandro gniGio.LorenzoCasliglioni nobile d'Ischia
VII a' 24 giugno s'' surrogò Nicola Leti diocesi d'Acquapendente, e di questa già
nobile spoletino, già lodalissimo procu- vicario generale, dolio e ornalo di virtù;
ratore in Roma de* monasteri e di allri ma le speranze concepite del suo solleci-
luoghi pii. Amministrò encomiato la sua to e amorevole governo, furono tronca-
chiesa, tenne il sinodo diocesano, ed af- le nel 682 dopo due anni e mezzo di ve-
1

franto dall'età e nella salute, rinunziò il scovato, morendo in Ischia, e tumulato


\escovato nel 1674» per chiuder gli occhi nella chiesa de' servili con bella iscrizio-
tranquillamente in patria. Noterò che non ne sepolcrale. A'12 gìngnoi683 termi-
pochi attribuirono Acquapendente per pa- nò la sede vacante, coU'elezione di Gio,
tria diGregorio Leti d'infelice fama, uno Ballista Febei nobile d' Orvielo, già re-
de'piìi laboriosi storici e mendaci scritto- ferendario, uditore della nunziatura di
ri del secolo XVII, e tanto indefesso ch'e- Spagna, e governatore di Todi , chiaro
gli stesso ci assicura nel suo Teatro Bel- eziandio per allri uffizi lodevolmente so-
gico ^ che per 3 giorni la settimana impie- stenuti. Egli era fratello del celebre mg,''

gava 12 ore a scrivere, e 6 ore negli altri Febei arcivescovo di Tarso , commenda-
giorni, quindi si ha di lui un numero pro- tore di s. Spirito e i." de'maestri de'ce-
digioso d'opere, ma zeppe d'errori ereli- remonieri pontifìcii. Tosto con sommo
cdi, calunniose e satiriche. A me basta impegno si die' a beneficare e governa-
qui d'avvertire, avendole già riprovale in re tutta la diocesi , e quindi a guada-
più luoghi, che neir/zit/ex Lihrornnipro- gnarsi Tamore de'suoi diocesani. Allorché
hihhorum si legge: Gregorio LG\\^Opcra prese possesso lo segnalò con copiose li-

omnia^decf. 11 deceni. i yoo. Quanto al- mosine a'poveri, dotò o zitelle bisogno-
e 1

la patria si confuse la nascita colla dimo- se per agevolar loro il matrimonio. Nel-
ra, amotivo che lo zio Nicola era vescovo la cattedrale spese 800 scudi per fare gli

d' Acquapendente. Gregorio nacque in elegantissimi stalli del coro pe'canonici,


Milano a'29 maggio 1 63o, d'una famiglia lastricò di bel marmo il pavimento, ed
originaria di Bologna, quindi nel 1644 ornò la cappella di s. Maria del Fiore.
lo zio lo chiamò in Roma proponendogli Restaurò dalle fondamenta il cadente e*
lo stato chierieale, rna non aderendo tor- piscopio, fu munifico col monastero del-
nò a Milano, e facendo poi viaggi passò le monache di s. Chiara, ridusse in mi-

per Acquapendente, ove suo zio era di- glior forma la chiesa di s. Stefano del so-
\enuto vescovo, e vi si trattenne. Tenen- dalìzio della Misericordia: in breve, tutti
do egli , nel suo soggiorno, proposizioni i luoghi pii d'Acquapendente provarono
molto libere circa la religione, il vesco- gli effetti di sua diffusa generosità. Si era
\o gli disse in presenza del suo vicario: proposto di fondare il seminario,, ma i

Dio voglia, nipote mio^ che un qualche cittadini ricusarono di concorrervi. Mori
giorno voi non diveniate un gran ereti- a* 14 aprile 1688 assai pianto, e secondo
coj in quanto pero a me, non vi voglio la sua disposizione fu tumulato nella col-
pik in mia casa. Gregorio parti e verifi- legiata di Canino, in cui con 1000 scudi
cò il vaticinio del savio prelato: professò fondò unacappetlania per la perpetua ce-

il calvinismo. Al vescovo Nicola successe lebrazione di messe. A' 17 aprile 1690 fu


ili." ottobre 1674 '1
P*
*"• f»'* Lodovico vescovo Alessandro Fedeli nobile d'Ur-
Magni luilanese, piucuratore generale de' bino e canonico di quella cattedrale, già
VI T V I T 1275:

sicario generale e apostolico di piò chie- vicende e calunnie, finché dichiarato in-
se, ornalo (reccelleiìti cjjualità e di felice nocente morì in pace a' 4 luglio 1790.
spei ienza, merit<imlo iresser traslato a Je- Nell'elezione del vicario capitolare insor-
si a'-zo febbraio i 6q6. A'2 r maggio gli sero divergenze nel capitolo, onde assun-
fu soslifnito Nicola N;irdiiii di Caprariica se r amministrazione della chiesa il car-
diocesi di Sutri, esamiiialore sinodale, vi- dinal Anta moro vescovo d'Or vieto, e quin-
cario generale, e canonico penit('n^iere di Pio Vldeputòa vicarioapostolico Pao-
della cattedrale di Viterbo; ma mentre lo Barlo'i di Terni, già vicario generale
si S|>erava da lui un più lungo governo, in patria, che meritò a richiesta della cit-
morì nel 1697 innanzi di compiere il 2.° tà e diocesi d' Acquapendente d* esserne
anno del suo vescovato. Gli successe a* dichiaralo ve-^covo a' 2 i febbraio 1794'
9.0 novembre Arubrogio A»»gelini nobile Nel I
798 invasoe democratizzato da'fran-
di F«no, già lodat issiino vicai io generale cesi Io slato pontificio, Acquapendente e
di Farfa, di Velletri, d'Orvieto, di Sutri la provincia soggiacque pure alla venuta
e Nepi, non che vicario apostolico d'Imo- de'napolelani per cacciarli, onde il prela-
la ed allora di s. Se velino, per le sue e- to in tempi così deplorabili si rese a!
gregie doti e molta erudizione: rinunziò sommo benemerito non meno di sua re-
»'q dicembre 17 1 o-^el seguente a'sGgen- sidenza e diocesi, ma eziandio di tutta la
naio ne occupò la cattedra Bernardino provincia, come dirò ragionando di Vi-
Egidio Recebi da Castignano diocesi di terbo. Riferisce mg,' Muzj nelle ricorda-
Monlalto, già avvocalo in Roma, udito- te Memorie eccL'siastìche di Città di Ca-
re di più cardinali, fi acquali del cardinal stelloy t. 3, p. i4i, che questo vigilante
Corsini poi Clemente XII, ed anche go- e prudente pastore, ristabilito il governo
Ternatore di Bertinoro: dopo 7 anni si i pontifìcio, pe' disturbi provati e per 1' a-
dimise. Gli successe 1*8 marzo 1728 fr. ria,soggiacque a gravi incomodi, onde
Ferdinando Agostino Bernabei d'Ancona implorò e ottenne da Pio VII d'esserne
domenicano, celebrò nel 1729 il sinodo, rimosso e destinato a miglior clima , e
ed a* 23 dicembre fu traslalo ad Osimo quel Papa a'i3 dicerabi'ei8oi Io trasfe-
e Cingoli. Nello slesso concistoro Bene- rì a Città di Castello, da dove in tempo
detto XIII dichiarò vescovo d'Acquapen- della 2.^ invasione francese essendosi por-
dente i l nobile veneto Simone Grilli, na- tato in patria, morì
1809. Inoltre
ivi nel
to in Prolose diocesi di Macarska, trasfe- narra lo stesso storico, 227, che t. 5, p.
rendolo da Ferentino. Ma prima alla sua a'20 settembre 1802 Pio VII promulgò
chiesa nel 174' f^i dato per ammini- vescovo d'Acquapendente il filippino [''lo*
stratore Giacomo Fibppo Consoli di Vis- rido Pierleoni di Città di Castello, bene-
se diocesi di Spoleto, vescovo di Germa- merito poslulatore delia canonizzazione
nopoli in partibtisj poscia gli venne so- dis. Veronica Giuliani, dotto ed energi-

a'28 novembre l'j^S il p. m. fr.


stituito co, reggendo la sua chiesa per 28 anni
Bernardo Bernardi di Bologna, già n»ini- con sommo zelo e vigilanza pastorale. Fu
stro generale de'minori conventuali, mor- promotore che s' introducesse in Roma il
to ili." settembre 1758. A'22 novembre tanto lodevole istituto delle monache //-
gli successe Gio. Domenico Santucci di doratrici perpetue del ss. Sagrametito^ó'i
Montalto , nato a Cassignano diocesi di cui anco in altri articoli, la fondatrice es-
Ripatrausone, lodato pastore che finì sua sendosi resa celebrein Ischia, terra diaua
vita a' 1 5 giugno 763. Ai
*
1 8 del seguen- diocesi. Gl'imperiali francesi, invaso Io
te luglio gli fu surrogato il p. d.Clemco- stato pontifìcio, nel 1809 detronizzarono
te Maria Baldini di Firenze, monaco di e deportarono prigioniero Pio VII, come
Vallooibrosa : soggiacque a dispiacevoli già ùissi| e fra' vescovi deportati pur da
276 VIT V 1 T
loro Vi fu il Pierleoni in Francia. In ta- die' il triste annunzio al suo gregge, or-
le tempo diresse due bellissime omelie a* dinando le solenni esequie in ogni chiesa
suoi diocesani, una latina al clero, l'altra collegiata e parrocchiale della città e dio-
italiana al popolo, ambo stampate aDour- cesi; non senza eccitare la pietà de'fedeli
gebresse. Altre sue omelie videro la luce a suffragare di fervorose preghiere 1'
a-
in Roma, in Monte Fiascone e in Civita nima benedetta del supremo gerarca. In-
Castellana. I suoi due libri di meditazio- di nella mattina de'9 giugno nella basi-
ni pe'sacerdoli e pe'laici stamparono
, si lica cattedrale il vescovo pontificò mc'^sa

in Roma e ristamparono a Napoli. Più solenne di requie,accompaguata dalla mu-


volte visitò la diocesi, celebrò il sinodo e sica de'filarmonici. Lo zelo affettuoso del
lo fece imprimere a Roma nel 1 8 8, ch'è
1 popolo, accorsovi in gran copia, venne
quello in vigore nella diocesi. Celebrai già vieppiù promosso dall'intervento della
altre suebenemerenze, come l'istituzione magistratura, non che da tutto il ceto de-
del seminario , sebbene mg.*^ Muzj dica gl'impiegati dell'ordine giudiziario, am-
soltanto d'averlo restaurato e ampliato, ministrativo, politico e militare. E per-
non che composte e fatte stampare le re- chè alla solennità del sentimento rispon-
gole pel medesimo. Infine per le sue spe- desse eziandio quella dell'esterno fune-
se e assidue cure^, fu edificato il vago tem- rale apparato, sorgea per lecuredel P».ev.°
pio sotto l'invocazione di s. Donnino nel- capitolo, in mezzo al tempio maestoso
la villa omonima, frazione di Città di Ca- feretro decorato dall' eflìgie del defunto
stello,erelta in contea a' 1 9 dicembre 1825 Papa, di statue significanti le più cospi-
da Leone XI 1, in favore del nipote Vin- cue virtù che lo resero al mondo sì vene-
cenzo Pierleoni. Pieno di meriti mori a* rato, degli emblemi pontificali, e infine

29 dicembre 1829, Pio Vili nel conci- di varie epigrafi, fra le quali, come quel-
storo de'5 marzo 83o gli die'in succes-
I 1 la in cui la filiale tenerezza del lodato
sore Nicola Belletti di Cesena, canonico mg. vescovo riepilogò
"^
i grandi pregi del
curato della patria cattedrale, ov' erasi magnanimo trapassato,piacque a'rappre-
distinto con dottrina, prudenza e zelo, nel- sentanli del popolo renderla a pubblica
la predicazione, nelle sagre missioni e in notizia, con quanto ho riferito, col sup-
altre opere: più volle intraprese e compi plemento al n. 49 del Diario di Roma.
la visita pastorale. Gregorio XVI nel con- Il Papa Pio IX nel concistoro de' 2 apri- 1

cistoro de* 19 giugno i843 lo trasferì a le 1847 promosse mg.*^ Salvini ad arcive-

Foligno, e nel medesimo promulgò ve- scovo di Camerino e amministratore di


scovo d'Acquapendente mg.' Felicissimo Treja (/^.), che paternamente governa.
Salvini nobile di Nocera, già suo came- Quindi in quello de' i4 del susseguente
riere d'onore, canonico teologo della cat- giugno trasferì dalla sede di Segni (y.)
tedrale di Foligno, e poi di essa fregiato a questa l'odierno vescovo mg/ Gio. Bat-
della 2.^ dignità di decano , rettore del tista Pelici di Caslignano diocesi di Mon-
seminario, vicario generale e capitolare, talto, encomiandolo peraveregregiamen-
ed esaminatore pro-sinodale, gravi uflizi te amministrato la detta chiesa, e per la
tutti esercitati con somma lode, per la gravila, prudenza, dottrina e zelo; virtù
sua dottrina, probità, zelo e matura spe* tutte sperimentatepure da questa dioce-
rienza. Curò l'incremento del seminario si, da paternamente governala e coti
lui

e il rifiorimento de' suoi studi, esegui la benemerenze. Il medesimo Papa Pio IX


visita diocesana, ed in tutto si mostrò sol- a'29 novembre 1854 lo dichiarò vescovo
lecito eprovvido pastore. Nel 1846 pas- assistente al soglio pontificio, in occasio-
sato Gregorio XVI a miglior vita l' il- , ne chesi portò in Roma ad assistere alla

lustre prelato con analoga pastorale ne promulgazione solenne della definizione


V I T ^ VIT .77
dogrnallca tleirinimacolato Concepimen- lì, ne'confioi della Toscana , non molto
to di Maria Vergine. Ogni ouovo vesco- distante da'bagni di s. Casciano. La chie-
vo è tassato ne'libri delia camera aposto> sa parrocchiale di s. Lorenzo conta 87
lica in fiorini 1 33, ascendendo le rendite case, 88 famiglie e 475» abitanti. Il tena*
della mensa, a tenore dell'ultima propo- pio è bello e con volta, non grande, ma
sizione concistoriale, a circa scudi 2,5oo. con 3 navate e 7 altari: vi sono le com-
Il circuito della diocesi si estende quasi pagnie del ss. Sagraraenlo e della Ma-
su 4o miglia di territorio, contenendo i donna del Carmine. Poco lungi dal pae-
7 luoghi, che progressivamente descrive- se sono le chiesefiliali di s. Rocco e di s.

rò ne' paragrafi de'governi in cui trovan- Antonio abbate. Al sud-ovest, circa un


si, Canino Ceilerc^ Farnese^ Ischia^
cioè f miglio lontano vi è la chiesa detta della
Onano,PiananOf Procedo, oltre altri pic- Quercia, alquanto umida ma bella, ove
coli luoghi. Le vicarie foranee sono 4> 'e nell'altare maggiore è un tronco natura-
parrocchie 6. —- Acquapendente ha nel
1 le di quercia con un piccolo quadretto di
suo governo per appodiali Torre Àlfìna^ coccio antico, rappresentante la sagra Fa-
ed a 5 miglia distante TrevìnanOy il qua- miglia. A* 7 settembre ed a* 21 novem-
le ultimo ha 1* annesso Caslelluzzo. bre si tengono fiere, ciascuna durando 6
Torre Alfina. Appodiato eh' è nella giorni. Nel territorio si raccolgono copiosi

diocesi d'Orvieto, lungi 6 miglia da Ac- cereali. Di Trevinano è annesso Castel-


quapendente, sotto la parrocchia di s. Ma- ///szo, diocesi di Città della Pieve, con 60
ria, con 83 case, 88 famiglie e 4^3 abi- abitanti, secondo il Riparlo territoriale
tanti. Giace in colle, e in assai gaio oriz- del 833, non essendo ricordalo dalla Sta-
1

zonte; ottimo n'è il clima, dominato da i853.


tislica del

tutti venti. La festa popolare per la Ma-


i Grotte di Castro o Grolle s. Lorenzo^
donna del Divino Amore, si celebra la Castriim Cryptaruni. Comune della dio-
I.' domenica di settembre. Vi sono due cesi di Monte Fiascone, con territorio in
ricchi monti frumentari, e una mola. La colle e in piano, con molti e buoni fab-
fiera si tiene il 2 5 agosto. Dice il Palmie- bricali (con borgo), come attesta il Ca-
ri, derivare il nome da alcune torri del lindri, distante 2 miglia da s. Lorenzo
paese, situato nel piano dell'Alfìne; e che Nuovo, e 3 al nord del lago di Bolsena.
di Torre Alfina furono i celebri Monal- Ma il Sarzana dice che s. Lorenzo Nuo-
deschi della Cervara, del Cane, della Vi- vo è distante da s. Lorenzo antico, co-
pera sarà forse meglio il ritenere con
: me chiama la terra ragguardevole delle
Monaldeschi, Commentari hi storici ^ov- Grotte (benché altrove la nomini Grot-
re Alfina, castello antico e nobile pel do- te s. Lorenzo), circa un miglio e un 4-°
minio che lungo tempo vi ebbero si-
, i verso Acquapendente e 8 da Colsena,
gnori Moi»aldeschi della Cervara, trovar- suir antica via Clodia. Giace a capo di
si sul fiume Faglia. Aggiunge il Palmie- tutto lo stato del già ducato di Castro,
ri, una preziosa sorgente d'acqua
esservi come disse il castrense Zucchi v\q\V Infor-
salutare termo minerale, analizzata nel mazione della città di Castro e di tutto
i85o dal colto chimico-farmacista Fla- lo Slato suOy riprodotta con eruditissime
vio Folchi di Viterbo. note dal p. Annibiìli da Latera nelle iVò-
TreKnnano e Caslelluzzo. Trevinanoè tizie sloriche, ove nella par. 2, p.i2f), e
un appodiato della diocesi d* Acquapen- l'articolo Grotte. E' posta in salubre col-
dente, secondo il Palmieri, o meglio di lina, donde si gode la vista e si specchia
Città della Pieve , come si legge nel Ri- nel delizioso lago di Bolsena , non cha
parlo territoriale deli 833. Trovasi so- quella pure amena di buona parte de'
pra una collina esposta a'venli scirocca* suoi rÌDotuati vigneti. Trovo che tutti gli
^7» V I T ^ V IT
scrittori sono concordi a dirne il clima dorature, ricco ;t dovizia di utensili esnp»
non poter essere uìigliore. Ha 3 < hiese peiletlili sagre, e ben provveduto di itr-

parrocchiali, s.Gio. Callista, s, Pietro e genterie. Rjiccontji pure il p. Annibali, iii

s. Maria. La niaggioree s. Gio. Dallisla, esso venerarsi il corpo di s. Flavio mar-


conae si legge anche in un antico libro tire, che i deputati delle Grolle nel 1 656
battesiraale, Ecclesiaes. Johannis Bapli- portatisi a Roma,
per n)ez^o del cardinal
stae teirae Cr)'/7/^zr//m, ed osserva il p. Farnese (cioè Girolanw) de'duchi di ba-
Annibali. Qjesli poi narra, che nel 1 635, lera , ma cardinale nel seguente 1657),
col permesso del cardinal Odoardo Far- oUennero da Alessandro Vll.il quale re-
nese signore delleGroUe (ma egli era mor- catosi in persona al celebre ciunterio di

to nel i6a6, come dissi nella biografia, s. Calisto, aprì un deposito in cui erano
anzi allora nitinode'cardinali Farnese vi- queste lettere: FI. M. uiorlo per la sfe-

veva; e ricavo da memorie particolari lo- ra fede; iscrizione che il Papa interpre-
cali, che la fabbrica si cominciò nel 1629, tò: Flavio Martire (noterò per coinci-

con disegno del celebre archilelto Ilai- denza ch'era il non»e del suo cardinal ni-
ualdi; probabilmente Girolamo o il suo pote Chigi)^ morto nel 290 nella perse-
figlio Carlo, per quanto ho letto nel Mi- cuzione in tempo di Diocleziano e Mas-
hzia, e così non pare giusta neppure la simiano. Ebbero i grotlesi le ossa del
data dell 685 delcav. Palmieri), e del ve* Santo e un' ampolla del suo sangue, tut-
Àcovo di Monte Fiascone, essendo pieva- to portando alle Gioite con allegrezza
no d. Tiberio Malici, fu demolita la chie- grande a 6 ollobre 65^ ; lo presero per
'
1 1

sa antica del s. Precursore, e nel sito me- loro protettore, ed ognianno in tal gior-
desimo fu dato principio alla nuova che no solennemente ne celebrano la festa. Il
riuscì bella e grandiosa. Aggiunge,in quel» Palmieri errò la data riportando il mar-
l'anno medesimo Uibano Vili mutò al tirio al 280, poiché Diocleziano comin-

suo curato il nome di pievano io quel- ciò a regnare nel284 associandosi nel >

lo d' arciprete, ed in seguito accrebbe il 286 Massimiano. Avendo Zucchi ripor- il

numero de'cauooici. Io)perocchè dessa è tato, trovarsi nella collegiata un'imma-


collegiata, il cui capitolo si compone del- gine della Madonna fatta di rilievo, di
l'arciprete e di 3 canonici , olire io so- molla divozione per le molte grazie
prannumerari , i beneficiati ed altri sa* che faceva, e lenendola coperta, si mo-
cerdoti per Tuffiziatura. Ricavo dal Bull» strava poi alla venerazione delle genti ac-
Boni, coni., 1. 12, p. 66, aver Pio VII col correnti dello Sialo di Castro e di fuori;
breve Quantum splendoris^òe "20 settem- il p. Annibali ci disse: nel Breve compen-
bre i8o3, per Tantichità della collegiata, dio delle Memorie e prodigi di questa
lodevoleclero e splendore di culto di essa^ ss. Immagine, stampato in Monte Fia-
accordato in perpetuo all'arciprete ed a' scone nel 790, si racconta. Nel 1 6 5 pre-
I 1

canonici, in luogo dell'insegna corale del- dicando nella Quaresima nella terra del*
Talmuzia di cui erano decorali, il rocchet- le Grotte il p. Angelo da Ronciglione cap-

tee tacotta sopra neirestate,e nell'inverno puccino , ordinò che in Roma si facesse
la mozzetta violacea sul rocchetto, eU'ani la dettaImmagine in forma di statua; s
sericam cum globuli s^ et nsulis cremesi- si aggiunge, che dopo finita fu portata
ni coloris , taiii in Ecclesia praedictaf alle Grotte e collocata nell'antica chiesa
quam extra cani inquibusvis processio- 'di s. Gio. Ballista, ove poi nella nuova,
nibus, aliisque funclionibus j et actibus a'23 maggio 1728 dal capitolo Valicano
publicis quibuscumque gestarej illisquó fu coronata solennemente con corona d'o-
uti libere^ et licite possint, et valeant etc. ro, col titolo della Madonna del Suffra-
11 tempio h ornato, con altari carichi di gio (e de* Miracoli, pe'molli operati). Di
V I T VIT 279
questa «s. Vergiue, ogni anno ì grotlani sano, adiacente alla terra delle Grotte,
con ponipj ne celcbra«»ola Festa, nel gior- la di cui chiesa di s. Gio. Battista nel 1284

no sugio ai ss. l\o(ue di Alarla, con molli fu unita a quella di s. Agapito di Bi^ea*
segui (ii pubblica esultanza e concorso eli zo. Nella ricordata serie de'vescovi d'Or-
popolo, e fiera cbe dura 16 giorni. L'an- vieto si racconta. Sotto il vescovo GuaU
niversaria festa della coronazione ha luo- fredo (dell 1 55), successore imraediatodi
go in quella della ss. Trinità, e più so- Aldobrando, Urbevelani arrnis desini'
lenne ogni I 5 anni a spese della popola- jucrunl Plebeni s. Slephaiii exlra Ca-
zione: l'ulliino periodo quindicenne cad- slrum Grypianini quia illiits Incolae ,

de a'iq maggio 858, e tanti furono gli


1 in sprciiini Gaiifredif cujiis diiioni sub-
«cconenli da non poleisi lutti ricevere jaccbanly ab Epis(opo Suanensi sacro
nell'abitato, |)oichè ne fu il nioveole, ol- Crismalis oUo imenei passi siint rice- ,

ire la particolare divozione, la vaga e de- vendo la cresima. Vi fu lite tra* vescovi
corosa paratura della chiesa, eseguita da d'Orvieto e di Soana, pretendendo que-
artisti romani; l' armoniose e scelle mu- st'ultimo, che fossero di sua diocesi Gra-
siche, dirette da'valenli maestri Pacini di doli, le Grotte, Lorenzo, il borgo d'Ac-
s.

Lucca, Capocci di Roma e Corlicelli di quapendente e altri luoghi,e quello d'Or-


Perugia, eseguite da celebri cantori , e vieto sosteneva appartenere alla sua Pro-
da orchestra composta di scelti professo- ceno, Montorio e la terra di Guine»ca.
ri divane città dello stato e stranieri, Nel I 194 continuando la lite due ve- i

mediante ragguardevoli emolumenti. An- scovi, quello di Soana aggiunse all'anti-


tichissima è la memorala chiesa di s. Pie- che ragioni quelle ancora di volere la ri-

tro, dicendola Zucchi anch'essa bene


il fazione della chiesa di s. Romana exlra
uflìziala dall'arciprete e da vari preti di- Caslrum Griplaruni in ipsius mei odia in
pendenti da quello, il quale godeva buo- ab Vrbevetanisdeslntclae. Ancora l'abba-
i»;j rendila e veniva onoralo quasi come te di s. Sepolcro d'Acquapendente prelese

un vescovo, all'usanza di quello di Gra- d'aver giurisdizione sulla chiesa dis. Pie-
doli. INelta festa del s. Apostolo, come in tro delle Grotte, escludendone il vescovo
quella del s. Precursore, aveano luogo d'Orvieto Ranieri. Que>li però nel sinodo
colse e lotte cou palii. Eiferisce il p. An- del 1228, celebrato nella sua cattedrale,
nibali. Nella serie de'vescovi d' Orvieto, scomunicò rabbate,ilquale^ecam5«a£c-
stampata in fine del sinodo di mg/ della clesia elcunis, Petri Griplarwn eie. ja-
Corgna (deli 656), è dello che il vescovo clans ab Urbevelana Ecclesiaslica diclio-
Guglielmo nel 1118 celebrò un sinodo in ne exenipUim^Episcopilibus insigniis in
Val di Lago, ed io quest'occasione in Ca- contenipluni lUebalur. Finalmente la de-
stro Gryplaruin s. Pelri Ecd. paulo au- cisione della causa Ira'due vescovi liti-

le ereclam consecravit. Del vescovo Al- ganti prima fu rimessa da Onorio IH ai


dobrando olldebrando si dice: Anno 49 i 1 vescovo di Chiusi,epoiddGregorio IX nel
controversiam coinposuil inttrPUhanuni 1228 al cardinal Egidio de Torres, che
Grypianini ab nov ani plebe in sub s. Pe- decise a favore de'vescovi d'Orvieto, nel-
tri nomine ereclam ^et Abbateni et Mo- la cui diocesi la terra delle Grotte segui-
nacos s. Seputchri A(jiiapendentis. 11 tò a stare pacificamente sino a Urbano
narrato del vescovo Guglielmo, trovatii V che nel 1 869 l'incorporò ai vescovato
ancora nel codice Avviamonziano, presso di Monte Fiascone. 11 Palmieri parla del-
i Piermattei d'Orvieto, dove è narralo, la chiesa suburbaua di s. Caleriua ver-
che nella guerra degli orvietani e acqua- gine e martire, in aria non buoua, un 4>*
pendentani, cominciata verso il 1 i4i 6 di miglio lungi dal paese; ed aggiunge,
duratalo nani, fudistruUala villa diRu* a cupo dtil borgo vi e il cuuveutu t: chic-
28o V I T VI T
sa di s. Marco de'minoii conventuali. In d'annua rendita da* 5, 7, io a i5,ooo
vece leggo nelle Notìzie storiche del p. scudi. Soggiunge ilp.Annibali,che in que-
Annibali, pubblicale nel 1 8 1 7- 1 8. Eiavi sta terra sempre vi sono slate delle fami-
ancora il convento e la chiesa di s. Mar- glie facoltose e signorili, e tuttora esister-

co de'minori conventuali io cima al bor- ne, tra le quali dislinguevasi la Mattel,


go, di cui tratta il Theuli ntW Appara- imparentala co' Tolomei di Siena (si e-
to Minoritico, lib. 3, cap. io, non ricor- stinse nel 1821 il ramo maschile, con
dato dal Zùcchi, forse per averlo allo- Giuseppe cavaliere di s. Stefano I) ; la

ra (l* Informazione la inviò al duca O- Pandolfi, ascritta da qualche anno alla


doardo, con lettera de' io novembre nobiltà d' Orvieto, ed io scrissi la bio-
i63o) abbandonato frati, poiché leg- i grafia del cardinal Francesco Maria
gesi in un mss. anonimo che conven- i Pandolfi Alberici (V.)^ nato in Orvieto,
tuali stavano a s. Caterina, chiesa rurale ove la fau)iglia erasi trasferita, e fu pro-
un 4-° di miglio lontano dalle Grotte, e tettore di S.Lorenzo Nuovo; la Cordelli,
lo dice eziandio il Theuli, luogo incomo- che tuttavia conserva nella propria casa
do e d'aria cattiva; aggiungendo che il diploma in pergamena di Ottavio du-

verso il i55o ottennero di passare a s. ca di Parma


e Piacenza, dato nel i547,
Marco, e dopo alcuni anni, non potendo ad Antonio Cordellio de Ca-
e diretto
campare V abbandonarono, onde il con- stro Cryptarum Aidae Sacri Latera-
vento fu convertito in casa da aHittarsi nen. Palatii Corniti^ Militi, et Eqiiiti

a secolari, benché poi essendo stati do- Aurato (fiorisce in Roma mg.*^ Flavio
nati a' conventuali alcuni beni, nel prin- cameriere onore del Papa, sostituto
d*
cipio del 1700 vi tornarono. Però nel della s. Congregazione concistoriale e
1810 il convento fu soppresso dal gover- del Sagro Collegio) ; la Virgulti da cui
no francese, con tutti gli altri convenli uscì il d.*^ Andrea 1667 vice-duca di
nel
e monasteri dello stato papale. Ristabi- Latera pel cardinal Girolamo Farnese^
lito poi governo pontificio nel i8i4>
il e nel 1668 governatore di Latera per
Pio VII con suo breve lo riunì al semi- la s. Sede: illustrò tal famiglia e la pa-
nario di Monte Fiascone. Attesta pure triail p. fr. Lorenzo Filippo Virgulti do-

il p. Annibali, esservi lo spedale pe'pove- menicano, predicatore io Roma perglie-


ri, di cui ne'libri della cancelleria vesco- brei, e come peritissimo della loro lingua,
vile d'Orvieto Anno i354. E-
si nota : compose tra gli altri libri : L'Ebreo ca-
reclio Hospitalis pauperum in Castro tecumeno: La vera idea del Messìa. Al-
Cryptarum ciini censu annuo solvendo tre famiglie degne di special menzione so-
Episcopo Urhisveteris mecliae libris pi- no : la Noccioli, dalla quale Liberata pas-
peris. E poi Anno i355. Licentia pe-
; sò nella nobile Missini d'Orvieto. La Ca-
tita prò conslruclione elicti Hospitalis, renzi, che die' mg.' Bonaventura de'mi-
Tuttora esiste, né mancasi di scuole pel nori conventuali, di cui parlai in tanti
pubblico insegnamento. DiceiiCalindri, luoghi, come nel voi. XCIX, p. 99, e qual
chenon lungi dal paese vi sono delle cata- vicario apostolico di Moldavia e vesco-
combe, non dissimili da quelle di s. Se- vo di Bacow, donde fu trasferito a' 26
bastiano di Roma (di tombe etrusche e- settembre 1 8 1
4 a Città della Pieve, nelle
sistentinel territorio, parlo nel paragrafo cui Notìzie istoriclie l'egregio Giuseppe
Bolsena)\Qà il Palmieri, che
sono mol- vi Bolletti lo dice consagrato da Pio VII
ti palombai scavati nel tufo, ove vanno vescovo, morto a' i3 novembre 18 17 e

rooltì piccionicon utile del paese, ed al- tumulato Francecco de'conventua-


in s.

trettanto ci avea detto il Zucchi. Questi li, lasciando tutto il suo, tranne alcuni
Dotando, che eranvi 4 famiglie possidenti legati, alla cattedrale per restaurarsi. Al-
VI T ViT 281
Ire famiglie distinte per civiltà e ricchez- i vini bianchi e rossi, l' industria di far
za sono la Calanei, la Fedi, la Venturi tini, bolli, bigonzi e cerchi, in vigore, e
ec. li
i>.
compose diverse opere, e
Selvi la concia del corame. In breve, la disse

fu teologo di mg/
Gazzoli vescovo di To- terra buona, grossa, popolata, fruttifera,
di, morto decano de* vescovi, per cui e migliore di tutte le altre dello Stato di
commissione compdò il sinodo diocesa- Castro in servizio del duca, con lodevole
no. Il p. n)aestro Ruspantini minore con- podesteria, la migliore dello stalo duca-
ventuale,teologo del celebre cardinal Ga- le. Somministrava 4oo soldati arrolati
rampi vescovo diocesano, ampliò e ridus- e 3o cavalleggieri con casacche nere, bea
se a miglior forma il convento e chiesa ordinati. Nota il p. Annibali, che errò
del suo ordine in Monte. Fiascone(F.). il Cesarini nel suo ms., pel testo sba-
Il Zucchi lodò gli abitanti industriosi e glialo di Plinio, con asserire che non mol-
falicatorij belle le donne; e gli fece eco to lontano dalla terra delle Grotte era
di recente il Palmieri, qualificando i la città di Folaterra, in una collina che
grottani di bel sangue, ed assai cortesi guarda il lago di Bolsena, ed è ora chia-
co' foraslieri (e ad uno di essi qui ras- mata Civita^ e meglio vuoisi parte del-
segno il mio ossequio e grato animo che l'antica città di Tiro^ perchè (|uesta era
resterà sempre vivo nell'illustre sua pa« molto grande e si estendeva alta collina
tria per queste pagine, il can. d. Filippo di Civita. L' errore fu per prendersi il

Ruspantini Borghese, per la singoiar be- fano di Volturnia per Volalerra, ed i

nignità colla quale riguarda questo mio Vollurreni Volterra


per Volterrani :

Dizionario^ di cui è onorevole associalo). fu ed è una sola nelTattuale granducato


Registra la Statistica in Grotte di Ca- toscano. Aggiunge che Latera sua pa-
stro 491 case, 556 famiglie, 2648 abi- tria appartenne a' Vollurreni. Que- —
tanti, de'quali in campagna i37,e sono sto paese cospicuo è dagli scrittori deno-
in via di notabile incremento. Giova as- minato Grot/e, Grotte di Castro, Grot-
sai alla popolazione la nuova strada pro- te s. Lorenzo, Castellimi Cryptarum,

vinciale da ultimo compita, che toccando 11 Calindri dopo il 3." di tali nomi, sog-

diversi luoghi della Maremma, entrando giunge è chiamato pure Grotte di Ca»
quindi in Civitavecchia, profitta di quel Siro, forseperchè nel territorio sono vi
porlo pel commercio de' cereali; ed es- molle grolle auliche, originarie abita-
sendo legata con quella similmente pro- zioni cavale nel masso, allorché una por-
vinciale d'Orvieto, con essa esercita un zione del popolo, che fuggiva dalla di-
attivo commercio di grano e di ogni al- strutta Tiro, quivi si fermò, oltre le par-
tro genere di commestibili, e dirama si lalecatacombe. Tiro fu città, non posta
con altre strade, così comunicando colte entro il lagocome vuole il Palmieri, ma
Provincie superiori. Il territorio è sparso meglio presso il lago di Bolsena^ e vi iu
di casali, e assai ben coltivato, feracissi- martirizzala s. Cristina, il cui nome pre-
mo, e abbonda dei famigerato e squisito se il Iago, come dirò al suo paragrafo,
vino fidile GroZ/e, di cui parte si traspor- riparlando di Tiro elrusca, che però ora
ta a Roma, e di altra se ne provvedono ileh. p. Tarquini sostiene essere stala
i limitrofi non che i lontani paesi della anco dentro il lago e sulte sue sponde.
Maremma. Inoltre produce gran copia Osserva il Sarzana, essere indubitato che
di saporose frutta, di canepa scelta e li- la Santa fosse nativa di Tiro, ciltà noti
ni, di legumi e in ispecie di fava, che i molto discosta dal lago, cui col suo ter-
grottani cambiano col grano de' vicini ritorio giungeva, il martirio essendo co-
paesi. Il Zucchi a suo tempo celebrò il minciato neir isola Mariana di detto la-
suolo fertilissimo, l'abbondanza, di tutto, go, eh' ebbe i^uco il nome di Lacus s.
,

282 V I T V IT
Christìnae. Bolsena e le Grotte, una ma«la totalmente disfatta la terra tWIilar-
dall' alila tlislante non più d' 8 niigliu, ta^ presso cui esso lago discarica lesue
ilterreno delie quali è adiacente al la- onde, colle quali forma il fiume del me-
go, ciascuna di loro contende propria s. desimo no«ne". Peiì Tuo, dopoché avea
Crisi ina. Ciò procedere per non essere avuto già fine il regno de'longobardi, il
concordi i moderni geogiafi nell'assegna- che avvenne nel 774, né trovasi che pri-
re sol detto breve tratto litorale del lago, ma di questo tempo tali due terre esi-
quantunque niuno per altro trascorra stessero. Le medesime procedono non so-
i dati linnti, il silo preciso ove sorgesse lamente coetanee, ma concordi nel sen-
Tiro patria della gran vergine e martire. timento, che s. Cristina appartenga loro,
]| che nondimeno è argomento della con- non già aBolseoa.l paesani de'due luoghi
cordia in cui tutti sono d' aver per fer- sono cittadini dell' antica Tiro, patria
i

mo, che in quella parte, e in quel tratto della gloriosa s. Cristina , e se é estinta
Tiro vi è stala, e che coU'agra suo per- la città , restano i cittadini, poiché sen-
veniva all'acque del lago. L'antica terra tenziò Pompeo Magno: T'iris Civilatetn
di s. Lorenzo, tra le Grotte e Bolsena constare , non aedifìcìis. Ed ancorché
era a questa distante meno di 5 miglia, non si voglia riconoscere in quelle genti
e tuttora la nuova estende anch'essa il afferma che Tiro deb-
gli stessi tirensi,

suo territorio sino al lago, fra quelli de' ba riconoscersi dove sorge S.Lorenzo ìN uo-
detti due luoghi. Il suo popolo, intorno vo, dal qual silo si dilutava e stendeva
alla (|uestione di qual luogo fosse s. Cri* verso il lago a mezzogiorno, e verso le

fetina, la sente co'grottani contro de'bol- Grotte piegando a garbino^ ond' é fal-
senesi. Ma Bolsena, ripiglia il Sarzana, è so che restasse Tiro assorbita dal lago.
favorita dagli scrittori e geografi che no- Quindi offre le ragioni per provare il suo
mina, cominciando dal Cluverio, il quale asserto, fra le quali i rinvenuti avanzi di
la reputò l'antica Tiro etrusca, ed altri Tiro, e il fondo Torano indicante il no-
che fosse stata assorbita dall' acque del me di quella città, e spettante a s. Loren-

Iago,ambo opinioni ch'egli impugna. So- zo. Il nome di Grolle dunque, la terra
stiene in vece, che il sitoove giaceva l'an* sembra averlo preso dalle discorse grot-
tica Tiro , consiste nel breve tratto in , te, e l'aggiunto di Castro, quando fu
cui stanno s. Lorenzo e le Grotte ; e che compresa suo ducato e le rimase.
nel
le genti dell'una e dell'altra terra, assai Non trovai giustificato perché alcuni la
propinque, sieno gli stessi cittadini di Ti* dicano Grotte dis, Lore/i so, forse fu cosi
ro, i quali, poiché fu perita la toro città, detta dalla vicinanza dell'omonima ter-
si ripartissero in que'due siti vicini en- ra. Se dunque é cos'i antica l'origine del-
tro l'agro della medesima. » L'assorbi- leGiotle, va corretto il Zucchi, che nella
mento fatto dal lago d'una città situala Informazione presentata al duca Odoar-
io parte ove le sue acque non ponno cre- do nel suddetto i63o la disse colta cro-
scere, perchè alla parte poco meno che naca antica » fondata dagli orvietani, che
opposta hanno la declività al mare, non sono anni 4o4 *• ^' sopra, col p, Anni-
merita fede alcuna. Né seguo si fa vede- bali, già dÌ!>si che esisteva nel 1 1 18 coi
re d'assorbita città in quelle sponde, ne nome di Castrimi Gryptarum, ed altro-
entro l'acque, né sulla riva : e neppur ve egli lo conferma dicendo che il vesco-
sola sarebbe stata a perir Tiro, quando vo d'Orvieto Guglielmo tenne il sinodo
tale e tanta escrescenza del lago in detta nel 1 1 18 co'suoi castelli s. Lorenzo, le

parte non fosse stata impossibile ad av- Grotte ec, appartenenti alla piccola pro-
venire; ma sarebbe perito ogni menomo vincia della Valle di Lago, che enumero
avanzo deirantica Bolsena^ e sarebbe li- nel paragrafo GradolL Beusi uolò il Ca-
I

V I T V t 283
lindri, e lipriù il Palmieri, clit? nel i iqi del testo) questo bell'elogH). In perse-
fa

dogli uivif telili fu cìnta lii rniirti. Anclicit cutionìbwiy qnac nostra, vel Patrunt me-

p. Aiiiiib'iii conviene clie le Grotte furo- moria Ro'nanam Ecclcsiom vexavcre^


no >o^geile ntl Or\ieU) (|uan(lo si gover- nwiquam ad hosles dcfecere Cryplen*
na*» a ie[jubblica, ma die nel pontificalo sesjide/n inconcussam Suinmis Ponti/I-
(il C'Jeuieiile IV ilei i 26 "-68, cimi «Uri cibiti servaiere^ propter quaiii rem di-
pac»i ili Val ili Lago, si solloinisiMO, o n guos ccnsuil Piiis^ quos sua praesentia
ila- meglio, liloinaiono all'i iinneilialo ilo* consolaretur. Indi segue a dire: Imre*
iiiiniodellas. Sede, sottraendosi dagli or- dibilis fuil <jUS papali laelitia, qui iiun^
vietani, i (|uali inutilmente fecero nlti e quam anlea Christi f^icarinm viderat:
lunglii clamori, anzi furono puniti colle cuticti suasopt's ostcnderc^ ut transeunti
censure ecclesuiiiliche, dalle quali vennero Pontì/ìci via< ornaias redderent.Ille a-
piu<«ciullida Bonifacio Vili nel 296, al i pud vttcrem amicuni, ej'us loci Parrò-
iDodo che dirò nel detto paragrafo G/v/- chianwn^frugi hominem^ et meliori pritm
(loU. Peiòtanloi gì ottani, quanlogli alti i denti/jy quatti ìiìUu , divertii ad praw
CHNielli di Val di Lago, bbero a soste- *• dium^quod Oppidani prò tempore splen-
nere lunghi litigi contro Orvieto per la didum apparavtrant. In eo dum sedei
loro indipendenza, cessando le aiolestie ciun Cardi/ujlibuSy tanta imbrium de
nel 1359 per opera del cardinal Albor* Coelo f/.? cecidi t ut valles ìm pie tur a
,

noz legato d' Innocenzo VI ; e fu allora propinquas videntur, et fpsum(quann>is


che le Grotte tornarono nel pieno do« sublime) Oppidum submersuraj sedces»
minio della s. Sede, ed al beneplacito de' savit cum prandio, et Ponti/ex ad A-
Papi, insieme a' memorali castelli , nou qnapendentem ipsa die se contulit, ibi'
senza successive pretensioni d* Orvieto ,
qite pernoctavil. L'ospizio che ricevè da
che narro al paragrafo Lalern. M'iii un suo antico amico, si vuole che fos>e
struisceil Borgia, lìhnioric dì Be/iei'c/i(Oy ragguardevole persona , capace di al-
Giovanni XXIll ilei 4> o
t.i,p. Sy/Jjche 1 loggiare un Papa, i cardinali, i prelati
infeudò Leoncello di Francesco degli Or- e altri del seguito pontificio. L'autore de*
sini, per il censo itnìus astnris, Gradoli e Commenfarii Pii 11^ e A^WEpistolae iti

le Grotte. Appreuilo dal Ratti, Della fi- essi pubblicate, è il celebre cardinal Ja-
miglia Sforza, t. 2, p. 225, parlando di copo Amtnannali detto di Pavia dal suo
quella de' Conti di Segniy che Martino vescovato, e P/cTo/o/;im/ per averlo Pio
V nel i^'iS investì delle Grotte e di al- Il annoverato alla sua famiglia, onde in

tri castelli, Ildebrandino Conti , i quali que'3 articoli e altrove ragionai di lui.
feudi per sua morte passarono nel figlio Ma quanto a' Commentarli now h vero
Allo fatto dal Papa Maestro del sagro chela princìpal parte la scrivesse Giovan-

Ospizio.^ai'ì'a il p. Annibali, che questa ni Gobelin© segretario di Pio 11^ perchè


terra fu decorala colla presenza del Som- furono scritti dal Papa, e pubblicati col
ino Pontefice Pio II «462, probabil-
(nel nome del segretario copista di essi. Nar*
mente nel fine di giugno, o ne'pi imi di ra il Cardella, Memorie storiche de' Car*
luglio), poiché nel fine del lib. 8 de'suui dinaliyX, 3,p. i54- ** H cardinal Amman»
Commentarìif dopo aver detto d' essere nati per ignoranza d'uu medico del pae-
stato all'isola Bisentina, per la Natività se, che a guarirlo dalla quartana gli die-

di s. Gio. Battista, segue a dire l'autore, de senza le dovute cautele l'elleboro, sor-
che tornalo il Papa u Capodimonle, do- preso da profondo sonno, Io congiunse,
po pochi giorni passò da qui alle Grul- appunto come si legge sulle scritture di
le, e de' grotlani ( Crijìleiisiiiin antiqtia Sisara, con quello della morte, che eoa
fidcliUis^ li trovo qualificati oell' indice grave danno uoa menu della Chieda ro*
284 V 1 T V 1 T
roana, che della repubblica letteraria, lo te. Ritornata ancora una volta Castro al
rapì all'aure di vita (a'io oi i seltembre) diretto e assoluto dominio della s. Sede,
nel 1479, nel castello detto delle Grotte seguì i destini della provincia di Viter-
di s. Lorenzo presso il lago di Bolsena, bo. Ora nell'inaudite dimostrazioni rese
in un piccolo casino, che con alcune pos- al /^icariodi Gesù Cristo (f^.), contro le
sessioni vi avea comprato, ritrovandosi, usurpazioni del suo principato tempora-
come vogliono alcuni, ivi accidenlalcnen- Grotte di Castro unirono le sue, me-
le, le

da Siena a
le di passaggio, nel ritornare diante affettuoso e riverente indirizzo del
Koma, richiamalo dal Pontefice Sisto IV, clero e del municipio al Papa Pio IX, u-
in età di 5'j anni (6 mesi ei i giorni) e miliato da una scelta deputazione d'ec-
18 di cardinalato. Trasferito a Roma fu clesiastici e laici, per contestare l'antica
sepolto, non si sa come, nella chiesa di e costante fedeltà de'groltani alla sovra-
S. Agostino, io un magnifico avello di nità della 8. Sede, nelle prospere, non
iDarmo , che di presente è situalo oel meno che nell'avverse fortune; per cui
chiostro di quel convento, con un'iscri- meritò d'essere testimone d'una gloriosa
zione in versi (che leggo nell'Ughelli, /- azione, che seppero eseguire un pugno
talia sacra^ 1. 1, p. i io4, dichiarandosi : di prodi difensori del più sagro de'prio-
ObiiL apud Laurent. /7.vme/i^e//j). Dissi, cipali, contro numerosa masnada inva-
non si come, mentre nel suo testamen-
sa dilrice. Riporta il n.°ii6del Giornale

to avea disposto d'aver la tomba a pie di Roma del 1860. Un'orda di circa 35o
del mausoleo di Pio II suo benefattore de* così detti {'olontari o corpi franchi
«fila basilica Vaticana (ora in s. Andrea della rivoluzione italiana, denominata co-
dellaValle,de'ye«/m/).lVIa così volle ilPa- lonna del colonnello CallimacoZambian-
pa, derogando senza riguardo alle sue in* chi, violando contro il diritto delle genti
tenzionl". La nobile famosa famiglia F^r- il confine, dalla Toscana osò invadere il

divenne più polente nel pontificalo


?je.sr mono
territorio pontificio, spingendosi fino a
di Paolo 111.11 suo figlio Pier Luigi com- Latera
tera e saccheggiandola, al modo che
prò Frascati da Lucrezia della Rovere, narreVò suo paragrafo. Alle ore due
al

e lo diede in cambio alla camera aposto- antimeridiane di sabato 19 maggio, per-


lica, per la città di Castro, col castello venuta notizia del criminoso attentato al
delle Grotte di s. Lorenzo, permuta av- nobilissimo colonnello Giorgio de la Val-
"Venuta a'y marzo iSSy, onde ampliare i lee de Rarécourt marchese di Pi moda o,

Farnesi le terre e i feudi numerosi, che che trovavasi in Monte Fiascone « non
già possedevano nella provincia, conces- esitò un momento a muovere, alla testa

si da'Papi, o dallo stesso Paolo 111. Con di 60 gendar«ni pontificii a cavallo, con-
«jiiesla unione di terre e feudi Paolo 111 tro gl'invasori, mentre spediva ordmi op-
uell'istesso anno formò ed eresse a favo- portuni alle truppe pontificie stanziate a
r«: del figlio e suoi discendenti, il du- Viterbo. Arrivava egli sulle ore io anti-
• :ito detto di Castro dalla sua capitale, meridiane in Latera, ma qui apprende-
hI quale fu poi unita la contea di Ron- va che i facinorosi erano già partiti per
ngljone, che i Farnesi aveano conseguita Grotte, paese distante circa due leghe.
in vicariato per 2000 ducati d'oro da Immediatamente colà si diresse, e potè
(clemente VII, a vita del cardinale che sorprenderli mentre in numero di ben
glisuccesse col nome di Paolo \\\,pacto duecento stavano gozzovigliando sulla
r< (Umeiidi, come nota il Borgia, ch'egli gendarmi piombaro-
piazza e ne'caffè. I
pure riporta. Dominio che ces>ò ne'Far- no loro addosso, slanciandosi con tale ar-
ucsi nel 1649 a'7 ottobre e 19 dicembre dore e coraggio da renderne attoniti
pel narralo nel paragrafo Acqtiapendea- quanti furono spettatori della tremenda
V I T V JT 285
mischia che ne segui, nella quale (ìao* potersi descrivere. Venutala notte, il co-
gni parie non uilivansi che il fischiare lonnello si pose alla testa del medesimo
delle palle e i colpi d'altre armi. In bre- per andare a sorprendere il resto delle
ve i faziosi furono dispersi , lasciando bande che dicevansi ritirate verso s. Lo-
sul terreno nove cadaveri, tra'cjtiali fu ri- renzo. Disgraziatamente durante la mar-
conosciuto c|uclIo di un Orsini (aiutante, cia udissi un colpo di fucile senza poter
a cui furono trovate carte coin promet- conoscere donde partisse. I cacciatori che
tenti il governo sardo , dimostranti che marciavano animatissimi, non seppero
agivano per esso), fratello di colui che ten- allora trattenersi; e una parte di essi nel-
tò l'assassinio dell'imperatore de'france- l'oscurità della notte, credendo d'aver di
si. I non sono meno di venticin-
loro feriti fronte il nemico, fece una scarica contro
que. Da parte de'gendarmi si hanno a de- ipropri compagni. Da questa esplosione,
plorare due morti un brigadiere e un ,
avvenuta soltanto per un fatale equivo-
cociuncjil tenente Cacchi gravemente fe- co, rimasero colpiti il capitano aiutante
rito, e due altri soldati pure feriti. Se il maggiore Gorelli, il tenente Gomez e S
battaglione cacciatori che da Viterbo comuni. Il cadetto Manari fu leggermen-
giunse alle Grotte sulle ore 5 pomeri- tecontuso. La truppa nulla sofhì nel
diane delgiornoig, si fosse Irovafocolà morale per questo deplorabile incidente.
al nioDìento dello scontro, nessuno de- Le apprensioni destatesi all'apparire del-
gi'Ì!ivascri si sarebbe salvato. Il colonnel- l'orda de'malvivenli,chesi facevano ascen-
lo Pimodan, che con tanta sagacia e bra- dere da 400 a 5oo, quantunque avesse-
vura compi co'soli gendarmi questa ope- ro indollo parecchie famiglie delle Grot-
razione, mentre nel suo rapporto onora te, massime nella classe povera (sic), ad
i nomi de'militari che più specialmente allontanarsi dal luogo, non tardarono per
si distinsero, dicliiara essere egli stesso altro a calmarsi , sicché successe la più
entusiasmato del valore che contraddi- grande irritazione nelle campagne, con-
stingue il corpo de'pontificii gendarmi". tro le bande medesime; ed conladini uc- i

11 n. 117 del G/o/V2tìf/^^ confermò par- i cisero a colpi di bastone uno de'predooi
ticolari del narralo, ed altri ne aggiunse di Latera. Gli abitanti di Canino doman-
intorno agli avvenimenti posteriori, do- darono armi, e l'ebbero regolarmenle.
po aver fatto sperare la guarigione del te* E siccome il coro de' giornali rivoluzio-
nenie Cacchi. Le orde facinorose, poco nari, sul fatto delle Grotte, cantò vitto-
dopo il brillante fatto d'armi delle Grot- ria per la sconfitta e fuga de' volontari
te, retrocedettero verso il confine Tosca* invasori, e da vinti li trasformarono in
no, passando per Onano, di dove mena- vincitori, il n.i23 del Giornale di Ro-
rono seco 3 finanzieri di quel picchetto ma, riproducendo le calunniose e men-
con tulli gli armamenti del quartiere; né zognere relazioni , colle più assurde in-
di quelle s'ebbe più li accia. Dopo l'ardi- venzioni, pienamente le confutò e ripro-
to colpo di mano alle Grotte di s. Lo- vò. Pubblicò poi la C'mllà Catlolica^SQ'
renzo , il colonnello Pimodan , soldato rie 4«'» L 7) \>- io3:" In mezzo agli ap-
tanto sperimentalo quanto coraggioso, plausi del popolo che corse a riceverli fi-

non volle spingersi oltre co'soli gendar- no a Ponte Molle e poi li accompagnò
mi senza essere sostenuto dalla fanteria. giulivo eplaudente fino alla casertna del-
Perciò si ricondusse a Valentano, ove tro- la Pilotla, giunsero in Roma , il giorno
vò arrivato il 2.° battaglione de'caccialo- 25 giugno verso le 5 pomeridiane, gen- i

ri indigeni. Alla vista de'gendarmi, che darmi pontificii che presso le Gratle a-
soli aveanocombatluto, questo battaglio- vevano teste posto in fuga le orde gari-
ne fu preso da tale entusinsuo da noo baldine delZiunbianchi. Nou ostante l'ora
:8r> V I T V I t
caldissima, popolo e signori in gran fol- naie; anco al general Piilind.in fece ce-
la si trovarono sul loro ingresso in città lebrare solenni onorevoli funerali nella
e per tutta h» fia da loro percorsa e : basilica di s. Maria in Trastevere a' 2
plaudendo a* bravi gendarmi, ficenno ottobre, descritti nel n. 226 del Giorna-
sempre meglio intendere di q\in\'ì alleiti le di Roma. Ma io debbo solo conten-
sia compresa Roma verso il partilo die tarmi di rilevare, che durante la messa
pretende liberarla". Il marchese Pimo- poiilifjcata dal titolare circlinal Barberi-
dan promosso a generale. Egli appar-
fu ni, a'4 lati del feretro erano 4 generali
teneva ad una delle più onorevoli e ri ponlilìcii, facendo ala que'valoiosi gen-
S[»etlale famiglie di Marsiglia, fedele al darmi col capitano Luigi Evangelisti (to-
motto ond'erano gloriose le sue armi gen- stopromosso a grosso maggiore), che sot-
tilizie , mori potius quam fotdavi. Im- to il comando dell'eroe definito respiu-
parò l'arte militare alla scuola del cotite sero gl'in viisori alle Grotte, insieme a Do-
Radet/ky, e si prime guer-
distinse nelle menico Orselti lenente de'dragoni e uf-
re contro il Piemonte, e in Ungheria a ficiale d' ordinanza del Pimodan, onde
lato dell'imperatore Francesco Giuseppe anch'esso era presso il feretro (indi pro-
1; dopo aver prima dichiarato di non mai mosso a capitano); e che 1' iscrizione se-
sfoderare la spada contro la Francia, da guente fu posta sul portico del maestoso
lui amala sempre con alfetlo di figlio. tetnpio: Giorgio de Pimodan Firo no- -

Avendo ripatriato, sposò la virtuosa da- buissimo - Duci fortissimo - Quem prò
ma Coionnel-Montmorency. Viveva fe- Seda Apof>tolica - iMagnae animae prò-
lice e padrone d'una fortuna d' 80,000 dìgiun - CaiholicHs Orhis lugeL - Piiis
franchi di rendita ,
quando a difesa de' IX Pont, Max.
Suo et Romanac Ec- -

sovrani diritti della s. Sede, offrì spon- clesiae nomine - Solemnefunus Tantae •

taneamente la sua spada al glorioso Li- virtiiti etpìeiati dehitum Moerens pcr- -

iDoricière generale in capo delle milizie soU'it, Nella sera fu trasportala la bene-
pontificie. Ma assalilo da forze straboc- delta salma, secondo il desiderio manife-
chevolmente superiori dell'esercito pie- stato dall' invitto defunto, alla chiesa na-
montese, allorché inaspellatamenle vol- zionale di s. Luigi de'francesi per esser-
le esfendere l'occupazione delloslalopon vi deposta, con isplendidissuna, imponen-
lificio, cadde da prode dopo 3 furiose ca- te e commovente pompa funebre de- ,

riche, e dopo essere stato 3 volte ferito, scritta nel n. 227 del Giornale di Ro-
presso Castel Fidardo a' 8 settembre, ma i ma. Procedeva il feretro circondalo da*
guadagnando una corona di gloria im- gendarmi, che sotto la condotta del ma-
mortale. L'illustre cadavere, accompa- gnanimo estinto aveano vinta la fazione
gnato dal principe de Ligne, ufiìziale de' delle Grotte, reggendo i lembi della col-
cavalleggieri pontifìcii, fu portato a Ro- tre 48^"6rali pontificii. Giunto nel tem-
ma, ed il Sommo Pontefice dopo avere pio, la gente che l'empiva si strinse al fe-
nel concistoro de' 28 settembre nuova- retro, e corone d'alloro e
ne disciolse le

mente detestato le nuove usurpazioni del le ghirlande di sopra lungo


fiori, gittate

governo Subalpino, per la crudele e in- la via, agognando ciascuno di conservar-


giusta invasione delle provincie del Pice ne una foglia, o un brandello della fune-
no, deil'CJojbria e del Patrimonio, ed en- bre coltre, qual preziosa memoria dell'e-
comiali altamente i volati a difesa de' roe che prodigò generosamente la vita al-
diritti della Sede, e pianto
s. valorosi i la piìi santa delle cause, e nella più giu-
spenti, a' quali in s. Andrea della Valle sta delle battaglie. Faccio eco al can. Ro-
uvea fatto suffragare con quelle pon»po- manelli: La sua tomba e nel cuor d' o-
se esequie descritte nel n. 216 del Gior- gni cristiano. Inoltre il Papa, appena eb-
V I T V I T 287
be notizia clell'esuer caduti in battftglia sì riconduceva alla sua carrozza, si strin-

non pochi de'snoi difensori e figli, loslo se attorno la folla, volendo ciascuno ve-
si propose d'isliluiresndragi perpetui per derlo ed abbracciarlo. Pallido, commos-
l'anime loro; quindi fondò una cappe!- so , il nobile giovanetto accoglieva con
lania perpetua, inlilolafa da Castri Fi- dolorosa riconoscenza queste condoglian-
(lardo, nel santuario della Scala Santa ze miste di lagrime. Beo si p;ireva aver
oll'aitare di s. Locenzo^ per l'annua ce- egli la coscienza della sua sventura e del-
lebrazione di ce«»fo messe, comnietlen- la sua gloria". La provincia di Viterbo,
done il pietoso uflìcio areligiosi passioni- vantando con giusta gloria l'appellativo
sti che l'hanno in custodia. Si può vede- per eccellenza di Patrimonio di s. Pie*
re l'opuscolo: Poche parole a' Romani in trOj io doveva a suo onore, almeno eoa
occasione dell' Esequie che nelle chiese poche parole, segnalare le primizie del-
parrocchiali diBonia si celebrano ammor- le prodezze esercitale dai celebrato fran-
ti in servizio della Chiesa nel settembre cese Pintodan, nelle Grottedi Castro suo
I860, Roma 860. Qui ormai a me non è
1 paeseragguardevole, uoode'campionidel
dalodirdi più, lutto però è già nel domi- cattolicismo e la più illustre di sue vitti-
nio della storia. Egli si acquistò negrirn- me, per la difesa non solamente di que-
mollali fasti della Chiesa una perenne sta celebratissima provincia, ma di tutto
rinomanza e beueaierenza, poiché morì quanto 1* antichissimo e sagro PalrìniO'
da eroe in una lotta affatto sproporziona- aio della s. Sede e della Chiesa Ronta-
ta, vero tipo della cavalleria francese cat- na, i cui diritti interessano tutti i cdlto-
tolica. Laonde solo ricorderò, che si può lici. Indi la Civiltà Cattolica de*2o ot-
Tedere il Giornale di Berna dello stesso tobre 1860 ci die* il prezioso articolo://
1 860. A p. 9 8, in cui il vescovo di Poi-
1 Trionfo della Chiesa ne* suoi disastri!
tiers proclamò fortunate quelle madri Di più fece opera meritoria di pubblica-
the han dato giorni a* generosi caduti
i re nel medesimo quaderno la traduzio-
per la verità, per la giustizia, pel diritto, ne italiana della maggior parte dell'eroi-
per la Chiesa, per Gesù Cristo, e sono ia co e veridico articolo, riguardante la ver-
cielo; e dove m/ Billol fece le condoglian- gognosa storia contemporauea,scrilto dal-
ze all'onorevole vedova a nome de'callo- la celebre e poderosa peuna'cattolica del-

lici del 3." circondario delle Bocche del l'aureo conte di Falloux, ed intitolalo:
Rodano. A p. 929, il vigoroso e mirabile Questione Romana: Lecause e gli cffct'
linguaggio de'vescovi di Nantes e di Ao- ti. E finalmente l'eccellente articolo: /
gers. A p, 98 I , il gravissinìo articolo: La Morti per la Chiesa^ a Dragonara il
Battaglia di Castel Fidardo, di Agosti- IO 53, e nel Piceno il 1860 riscontro ,

no Cochin. A p. 933, le solenni esequie storico. Anche la saggia poesia fece mol-
celebrale in Francia, in molte città, e po- teplici omaggi agli eroi difensori della
sciada per tulio, in suffragio de'valorosi pontificiadominazione. E la provincia del
che per difendere la causa del Papa, eh 'è Patrimonio ha nel eh. can. d. Giovanni
quella di Dio, della Chiesa, della s. Sede, Romanelli di Toscanella l'autore del bel
della giustizia e della società umana, e- sonetto pel Pimodan, pubblicato à<ì\V Al-
loicameute profusero il sangue e la vita. bum di Roma, l. 27, p. 334-
Nella metropolitana di Parigi pontificò OnànOf Annamun. Comune della dio-
l'arcivescovo cardinal Morlot, a mezzo cesi d' Acquapendente, con territorio iu
d'una generale coni mozione, d'innumera* colle e monte, con molli fabbricati, e con
bili uomini d'ogni grado e di tutte le 0- mura in parte diroccate, come narra il

pinioni. » All'uscir della metropolitana, Culindri; distante circa 6 miglia d'Acqua-


ul giovane figlio di Pimodaii, uel mentre peudeutei e confioa colle Grotte di Ca-
288 V I T V I T
stro. Temperalo n'è il clima, e piuttosto terini, còme già dissi illustre concìttadi-'
tendente ai freddo, con mediocre quan- no, non furono minori quelli per averlo
tità d'acqua, al dire del Palmieri. Tra gli ottenuto dal Sommo PonteQce a patrio
edifizi si dislingueil palazzo baronale de' protettore. A celebrare s\ memorabile av-

IVIonaldeschi della Cervara.i quali signo- venimento, il municipio destinò domeni-


reggiarono la terra per 23 i anni. Nola- ca IO aprile, la cui alba fu salutata da
bile è la primaria chiesa parrocchiale di copiose salve di mortari, quale annunzio
s. Croce, decorata di organo, in cui si ve- di giornofestivo. Poscia nel maggior tem-
nera il corpo della protettrice s. Colom- pio si cantò la messa accompagnata da
ba. Altra chiesa parrocchiale è quella di scelta musica, coH'assistenza della magi-
s. Maria del Fiore, che possiede il corpo stratura e di tutto il popolo, ciascuno in-
di s. Trifone martire egualmente prolet- nalzando voti di grato animo pel Papa,
tore del luogo (parte del medesimo sagro per aver cosi bene guiderdonato il me-
corpo è in Roma sotto l'altare maggiore rito, e perla lunga conservazione dell'E-
della Chiesa di s. ^gostinOy trasportalo- minentissirao protettore, lo varie parti
Mì dall'antichissima Chiesa di s. Trifo- del paese, per tutto il giorno fu rallegra-
ne, come attesta il Piazza nell'^^/zero/o- to il popolo dalle soavi melodie del mu-
gio di Roma j il quale però col Baronio sicale concerto, le quali accrebbero la
aggiunge, che maggior parte trovasi
la pubblica comune esultanza; manifestata
sotto la mensa dell'altare maggiore del- pure in vari luoghi con epigrafi, celebran
la Chiesa di s. Spirito iti Sassia. In O- ti le virtù, il sapere, i gravi carichi soste-
nàno dunque si venererà forse il corpo nuti valentemente dal cardinale, e quanto
d'altro s. Trifone, sebbene il Martirolo- si lusmgavano i concittadini dal suo pa-
gio romano ne registri uno solo, ovvero trocinio. Nella sera brillante e generale
di nome imposto). In ambo le chiese fu la luminaria, chiudendosi tante liete
parrocchiali vi sono 4 confraternite. Vi dimostrazioni , coli' innalzamento d' un
sono minori osservanti, che hanno la
i globo areostatico, con analoghe iscrizio-
chiesa della ss. Concezione, con suo or- ni, e cotl'incendio di graziosissimo fuoco
gano e contiguo convento. Dice il Pal- artificiale. Si trae dall-j Statistica^ esse-
mieri , essere in Onàno un ss. Crocefis- re inOnàno 453 case, 48 i famiglie, 2o35
so, due quadri e il ciborio della distrut* abitanti, de'quali solo io sono in campa-
la città di Castro, senza indicare ove esi- gna. Vi sitengono mercati settimanali, e
stano.Le feste popolari si celebrano a* io la fiera di i6 giorni comincia dal 29 a-
novembre per S.Trifone, e nell'ultima do- gosto. Il territorio produce copiosi generi
menica di maggio per s. Colomba. Non necessari al vivere, massime vino, olio,

manca di pubbliche scuole pe'maschi,e di grano, granturco. Essendo il paese lungi


maestre pie per l'istruzione delle fanciulle; 6 miglia dal Toscano confine, vi è la do-
ha la congregazionedelle sorelle della Ca- gana di bollettone di 2.^ classe, con guar-
rità, e pel pio It'gato Piuelli si dispensano die di finanza, poiché attivo n' è il com-
alle zitelle 4 annue doti; di più vi è io meicio, e per esercitarvi gli ebrei il con-
spedale per gl'infermi. Intorno al paese trabbando. — Antichissima è l'origine
esistono 4t^hiese, cioè della Madonna del- d'Ooàno, e secondo il Calindri ne'primi
le Grazie, della Madonna del Piano, del- tempi si chiamò Ontano, poi Unagno e
la Madonna del Soccorso, e di s. Rocco. in fine Onàno. Anche il Palmieri convie-
Piiporta Giornale di Roma
il n. 86 del ne, che l'odierno nome derivi dal prece-
del 853, che se grandi furono segni di
1 i dente Un Agno, a motivo che lo stemma
giubilo d' Onàno per la promozione alla del comune formasi d'un Agnello, ed an-
sagra porpora del cardinal Prospero Ca- che in memoria d'un' antica chiesa fab-
1

VI T V I T 289
bricatavi da un discepolo di s. Gìo. Bat* Qòìndi Martino V
i4 17, avendo da-
del
tista ed oggi devaslala. Aggiunge il Ca- to la nipote Aurelia Colonna in isposa a
lindri, che possedeva un forte di molto Paolo Pietro, figlio di Corrado, lo creò
pregio, il quale dopo l'assedio del re O- col fratelloLuca, conte palatino, ed eres-
doacre o de'suoi eruli, fu ridotto ad abi- se in contea Bolsena, con Onàno, Cerva-
tazioni private. Indi nel ^Si dice che i ra, Meano e Fighine; quali luoghi però i

goti distrussero e rovinarono internmen' non molto dopo ritornarono al diretto do-
te la terra, e con questa le 4 castella del minio della s. Sede, per essersi estinta la
suo territorio, ma poco dopo fu riedifi- linea di Paolo Pietro, colla morte imma-
cata. Non è esatto, circa la data, quan- tura del suo unico figlio Corrado, avve-
to soggiunge, e ripete il Palmieri, che nel nuta nel 1452. Ma per quanto dirò, O-
I i8i fu nuovamente in parte atterrata, nàno da altro Papa, e forse da Nicolò V,
per avere sofferto molte rovine da Enri- fu dato in feudo ad altro Monaldeschì
co III (meglio IV o V), da Federico I, e della Cervara. Intantonarrerò il saccheg-
da Enrico VI. Imperocché escluso Enri- gio patito da Onànoj con incendio e ro-
co III, Enrico IV mori neh io6, ed En- vina di molti suoi edifizi, nel 1527 per
rico V nel 1 125. Bensì l'epoca degli altri opera d'un generale dell'esercito dell'ica-
due imperatori corrisponde in parie, per peratore Carlo V, epoca che coincide col
esser morto Federico I nel 1190, e gli fatalissimo sacco di Roma. Riporta il Bus-
successe il figlio Enrico VI, altro invaso- si, il Borbone condottiero dell' eser-
che
re de'domioii della s. Sede. Ooàno erasi cito,marciando su Roma ove tosto perì,
governata colle sue leggi, ed in seguito non recò danno al territorio di Viterbo,
8i sottopose alla protezione delia repub- tranne alcune chiese e conventi suburba-
blica d' Orvieto, la quale dominata tal- ni bruciati forse da' soldati eretici, de'
volta da' Monaldeschì, fu investito della quali in gran numero, e ferocemente fa-
signoria d' Onàno Ermanno IVlonalde- natici, si componeva il suo esercito racco-
schi della Cervara. Morto nel 1268 Cle- gliticcio, ladroneccio e crudele. Ma ci as-

mente IV, i pnesi e castelli della piccola sicura il p. Annibali, che dopo la presa
provincia di Val di Lago, a cui appar- di Roma, avvenuta a'6 maggio, non con-
teneva questo pure, si sottrassero dalla tenti i suoi spogiiatori di due mesi di or-
dominazione d'Orvieto, e tornarono al- ribile saccheggio, usciti da essa diedero
l' immediata della s. Sede. Però gli or- il guasto e depredarono molti paesi del
vielani li vessarono in ogni modo per sot- Patrimonio, ed eziandio della Sabina e di
tometterli, ne bastò l'intervento autore- altre provincie. Imparo dal Ratti, Della
vole di Bonifacio Vili, la lite soltanto famiglia Sforza, par. i, le seguenti no-
cessando nel i359 per opera del cardi- tizie. Il Papa Pio IV dopo aver privato

nal Àlbornoz, ed allora la provincia re- di Onàno Luca Monaldeschì della Cer-
stò nel pacifico possesso de' Papi. Di la- vara reo di gravi delitti verso la s. Se<\Q^
li gravi vertenze ragiono ne' paragrafi con suo moto-proprio de'3 ottobre 56 1

Gradoli e Lalera, in uno alle successive, ne investi ilcardinalGuid'Ascanio^Syorza


enumerando luoghi formanti la detta
i
( ^.)per se e suoi eredi e successori qualun-

provincia. Riferisce il p. Casimiro nelle que usquc ad quartam ipsorum genera'


Memorie ìstoriche^ che essendo i Monal- iionem,etciijuslibet eorum^acetiam cui,
deschi di parte guelfa, e in conseguenza vt'l qui bus tu illnd dederis , donaveris,

parteggiando pe' Papi, Alessandro V del vcl concesseris etìam ex causa pluriuni
1409 confermò a Corrado e Luca, figli servìùorum per te Nobìfi^ et diciac Sedi
di Berardo, non solo Bolsena e altri ca- impensorum^ ac in sigtium aliq italis co-
stelli, non la metà del castello d'Onàno. rumdem servitiorum rerognitionis. Es»
VOL. CI. 20
290 V I T VIT
sendo poi stato Io stesso Luca Monalclesclii duca di Onàno, essendo slata questa ter-
dichiarato eretico dalla s. Inquisizione^ ra eretta in ducato a di lui favore da Pa-
e perciò confiscatigli lutti i beni ed appli- pa Paolo V, e tale titolo restò a'primo-
cati a quel s. Tribunale, aflìnchè non si geniti di casa Sforza (finché la medesi-
reputasse nulla per tal motivo l'anzidet- ma s'innestò colla CesarinifC\oène\i6j3

ta investitura, lo stesso Pio IV ne die'al- quando Federico terzogenito di Paolo I[


Sa nuova al cardinal Guid'Ascanio (me- Sforza marchese di Proceno, sposò d. Li-
glio del fratello cardinal Alessandro, poi- via Cesarini, eziandio ereditiera de Sa-
ché lo slesso Ratti registra la morte di velli e de*Perettì), Mario II ebbe da Re-
Guid' Ascanio a'y ottobre i564; ed ag- nata il solo figlio Lodovico duca d'Ooà-
giunge, che Pio IV elevò Alessandro alla no, quale fu condotto dalla madre ia
il

porpora a' 12 marzo 1265, dopo cioè la Francia, quasi bambino, quando si sepa-
niorle del fratello, poiché la s. Sede non rò dal marito pe' cattivi trattamenti. £•
soleva ammettere nel sagro collegio chi ducato a Parigi, passò poi la sua gioven-
\i avesse un fralello vivente, sebbene lo tù nelle Fiandre, ove ricevè distinzioni
meritasse), a' 18 marzo 565, *«& annuo
1 singolarissime; altre n'ebbe in Inghilter-
censii imius lihrae cerne albae. Dopo la ra, altre in Francia dal re Luigi XIV qual
morte del cardinale (Alessandro e nel suo parente, di cui ne godè la costante
maggio 58 1), da'fratelli Sforza fu asse*
1 protezione. Il granduca di Toscana gli

gnalo il feudo d'Onàno a Paolo I Sforza usò gli stessi onorifici riguardi. Tulle que-
marchese di Proceno. Non è chiaro ab- sto a cagione di sua madre, imparentata
bastanza, pel rilevato anacronismo, se al alle principali sovrane case d'Europa. Di-
cardinalAlessandrOjComedovrebb'essere, venne conte di s. Fiora e duca di Segni
ovvero a Paolo I, spetti questa disposi- neli658, e fu fatto solennemente deco-
zione. »> Paolo I rimasto solo al possesso rare dell'ordine dello Spirito Santo da
del feudo di Onàno, dopoché nel i568 Luigi XIV, indi nel 1682 l'investì de'vis-
fu assoluto dalla pena capitale Luca del- contati di Canet ed Evol nel Rossiglione,
laCervara antico padrone del medesimo, i quali poco godè per esser cessalo di vi-
sebbene nel decreto di assoluzione (di s. vere nel 1 685 in s. Fiora, ove fu deposto
Pio V) si fosse espresso, che s'intendesse nella tomba col padre, la cui discenden-
"Valida ed in niente pregiudicata la con- mancanza di prole. Pao-
za finì in lui per
fìsca de'suoi beni, pure ad oggetto di e- lo Il Sforzamarchese di Proceno, secon-
vitare qualsiasi lite, sborsò allo stesso Lu- dogenito del duca Alessandro Sforza, eb-
ca scudi 2,000, affinché gli cedesse qua-
1 be da Olimpia Cesi, unica figlia del ce-
lunque sua ragione, diritto o pretensione lebre principe fondatore della cospicua
sopra Onàno, come fece ". Moii il mar- accademia de'Lincei, il primogenito Fran-
chese Paolo I nel 1
597 , e non avendo cesco, che alla morte del duca Lodovico
successione, i di lui beni feudali e allo- ereditò i feudi e i titoli di conte di s.^Fio-
diali devolsero alla discendenza del
si ra e di duca d'Onàno. Morì 0^1707 in
conte Mario I Sforza, ossia dell'unico suo Napoli, lasciando una sola figlia, e con lui
figlio Federico, io cui si era riunito ileo- terminò la linea de'duchi d'Onàno. Per
gnome Conile la ducea di Segm\ passali le notizie di essa, per la relazione che ha

propriamente nel figlio Alessandro , e con quella de'marchesi di Proceno, è bene


quindi nel figlio di questi Mario II Sfor- tener presentequel paragrafo. Affermano
za duca di Segni. Mario 11 portò ne*pri- Calindrie Palmieri, che il feudo d'Onàno
mi anni il titolo di conte di s. Fiora , e dopoaverlo posseduto gli Sforza i5i an-
dopo il cospicuo matrimonio con Benata ni, ritornò al diretto dominio della s. Se-
di Lorena, concluso nel 16 12, quello di de. Laonde, calcolando che fu dato a ta-
1

VIT VtT i§t


le nobilissima casa nel 1 56 1, essa Io per- memorie che in Proceno vi
particolari,
de dica nel 17 12, epoca appunto della sono pure le chiese di s. Bartolomeo, di
uiot'te di Federico duca Sforza Cesario!. s. Martino, dis. Agnese, di s. Caterina, al-

Trovo nel Repelli, Dizionario geogra- cune delle quali furono un tempo parroc-
fico della Toscana^ nell'articolo Soana, chiali. £ che nel contado esistono altre 6

che nel 1786 la parrocchia di Manciano, chiese, tutte sagre alla B. Vergine eoa
situata nella Toscana , fu staccata dalla varie denominazioni, cioè del Giglio, del-
diocesi d'Acquapendente, già di Castro, la Pace, della Pranedella, della Stella e
e permutata col popolo d'Ooàno, che spel- della Salce. La festa principale del
popolo
lava alla diocesi toscana di Soana. è quella del protettore Vincenzo Ferre-s.

Proceno, Procenum, Comune della ri, e si celebra nel giugno. Presso la chie-

diocesi d'Acquapendente, con territorio sa di s. Martino fu già il monastero de*


iu colle, secondo il Calindri, con estesi e benedettini, cui successero i minori coti*
mediocri fabbricati cinti di mura, il cui ventuali, e nel colle s. Paolo fu il eoa*
circuito calcolò Palmieri a circa un mi- vento de* cappuccini. Narrai nel para-
glio, ma é più vasto. Giace in forma se- grafo /acquapendente, che per l'istituzio-
milunarc sopra un colle, presso il ponte ne di quel seminario vescovile. Pio VII
Ceotino, non molto distante e a destra soppresse il convento di s. Martino de'
del fiume Paglia. Questo, a detto del conventuali di Proceno, disponendo che
Palmieri, pe* diversi suoi marazzi, e il iu esso vi si trasferissero i minori osser-
gran fosso di Stritoloue, pregiudicano la vanti della suddetta città, per essersi nel
salubrità dell' aria, sebbene vi riconosca loro convento stabilito il seminario. Eb-^
un clima temperato, soggetto a poche ne- be altresì monasteri di religiose, uno per
vi e a molte tempeste, e che di preferen- le agostiniane presso la chiesa di s. Pie-
za vi spirano lo scirocco e la tramontana. tro, altro domenicane di cui fu
per le

È distante un miglio dal confine Tosca- fondatrice e superiora s. Agnese da Moti»


no, 6 da Bolseua e 36 da Viterbo. 11 ma- tepulcianOj la i.' claustrale dell' ordine
guiOco palazzo baronale, ragguardevole di s. Domenico, indi per lo splendore di
edifìcio, anco per le pitture attribuite a' sue virtù richiamata in patria nel mo-
fratelli Zuccari, lo fece edificare il cardi- nastero appositamente edificato, ove vo-
nalGuid'AscanioiSyòrztìff/^.^jComerisul- lò al cielo nel 1 317 : Benedetto XI 1 già
ta dalle memorie deirarchivio d' Acqua- domenicano, la canonizzò nel 1726. La
pendente, per averne altro fabbricato in chiesa contigua al monastero delle dome-
quella città, il che apprendo dal Ratti, nicane prese e porta il nome della Santa.

Della famiglia Sforza, par. i. E di pre- Non manca di benefiche istituzioni, cioè
sente proprietà de' Dal Monte da Bolse- 4 confraternite, di due delle quali col p.
na, ivi stabilitisi, essendo una d»lle pri- Casimiro parlerò nel paragrafo Farne"
marie famiglie, oltre Cecchini e Du- i i se, le scuole comunali, e gli ospizi per

ratti, coa)e si ha dal Palmieri. La fortez- gl'infermi e i trovatelli, pc' pellegrini sa-
za poi, egli soggiunge, la fabbricò Paolo Proceno
cerdoti, e pe'pellegrini secolari.
1 Sforza marchese di Proceno, si eleva avendo sempre avuto notabili famiglie
da una parte del paese, ed ebbe i suoi (dette del Mantello da quello paonazzo
castellani. La Statistica registra due che indossava la magistratura alla quale
chiese parrocchiali , la principale sotto esse sole aveano il diritto d' essere elet-
r invocazione del ss. Salvatore, altra con te), come la Laniberlini riconosciuta da
quella di s. Gio. Battista: nella prima vi Benedetto XIV, qua! diramata dalla pro-
sono due stimabili quadri, e nella chiesa pria, dalle medesime uscirono diversi il-

del Giglio pilluie cie'Zuccari. Kicavo da lustri, e nel voi. LXIU, p. 23y lodai fr.
292 V T l VlT
Antonio Guerreschi de* minori conven- Procena^ Procenae Oppidumf e siccome
i583 inquisitore a Siena, e nel
tuali, nel sono concordi il Monaldeschi ne' Com^
i6o3 vescovo di Segni. Leggo nelle ri- mentari hislorici, il Ratti e il Palmieri io
cordale memorieparlicolari, che nel con- riportare la tradizione che la vuole ori-
vento patrio di s. Martino rese V anima ginata ed edificata dal famoso re d'Etru-
a Dio ilTobia da Proceno, di cui fa
t>. ria Porsenna , così si dice aver scritto
scritto, spiritu prophetico radiatus mul- Giovanni Villani nelle Cronache, essersi
to ties praedicavitj in coque jacet. Altri chiamato quel re Procena e non Porsen-
illustri e dotti minori conventuali furo- na, laonde da lui n'ebbe pure il nome. Cre-
no: Alessandro Gamburrini autore d' al* de il Calindri che nel io 19 vi sia stata
cune opere teologiche; Girolamo Ange- guerra tra questo paese e Acquapendente,
lucci, e Filippo Salvatori anco valente per motivo di confine turbato, riportan-
predicatore e versato nella lingua ebrai- do ili." la vittoria. Si trae dalle Crona-
ca. Zucconio Guerreschi si segnalò nel- che d'Orvieto che fin dalio83 si gover-
le battaglie contro i turchi, e fu capita* nasse con libero reggimento, narrando il
no del memorato Paolo
I marchese di Calindri averla incendiata nel 1 093 gl'im-
Proceno, ilebbe natali (si vuole
quale ivi i periali d' Enrico IV persecutore della
dal Ratti nato probabilmente nel i535), Chiesa e invasore de'suoi domioii, indi
per soggiornarvi la lìnea di sua nobilissi- tosto restaurata 0^1097. Nel secolo se-
ma famiglia, fino alla sua estinzione. Dio* guente altri gravi danni e devastazioni
nisio Ceccanlelli valente legista fu giu- provò dalle armi dell'imperatore Fede-
dice in Siena (Pel dichiarato in princi- rico I, questo pure acerrimo nemico de*
pio, non posso parlare de' viventi, come Papi. Trovo nel Borgia, Memorie di De-
del comm^nd. Girolamo Pelri minutan* nevento, t. 3, p. i54j scrivere il biografo

te di segreteria di stato, le cui opere ri- d'Adriano IV deli i54) aver quel Papa
cordai a* suoi luoghi, oltre i Canoni del- ampliato di territorii il Patrimonio di s.
la giurisprudenza criminale. La sua fa- Pietro, etra gli acquisti fatti da Bernar-
miglia, da non molto tempo stabilitasiin do figlio d' Ugolino comitis de Calman-
Pioma, venne ascritta alla cittadinanza, e giare, si legge medietate Proceni, forse
lo è pure alla nobiltà di Siena e di Spo- l'altra parte già possedendola la s. Sede.

leto). L'esteso fabbricato di Proceno è Alcune memorie particolari asseriscono,


certo indizio che un tempo fu assai po- risultare da un documento dell'archivio
polata, avendosi per tradizione chegiun- Vaticano, che quel Papa lasciò che Pro-
se sino a contare 8000 abitanti, che a' ceno si governasse con proprie leggi, me-
tempi di Clemente VII, per le sofferte vi- diante annuo censo alla camera apostoli-
cende, eransi ridotti alla metà, e poi per ca d'8o fiorini d'oro ; quindi il paese si

quelleguerresche e le pestilenzediminuiti divise in quartieri,con due ordini di cit-


ulteriormente. La Statistica del 1 853 no- tadini, podestà, consoli e capitani. Nar-
vera 226 case, 243 famiglie,! 167 abi- rai nel paragrafo Acquapendente , che
tanti, de' quali 601 in campagna. Ogni Guglielmo del Nero oppresse quella sua
mercoledì ha il mercato, e fiere d* un
vi patria verso quel tempo : tal potente fa-
giorno la 2." domenica dopo Pasqua, d'8 miglia era pure in Proceoo, ed un An-
giorni cominciando da' 5 agosto (il Pal- tonio fu sindaco d' Orvieto. Dissi pure
mieri checiò riporta nesegna altra a'25 di che ghibellini fuorusciti d'Orvieto l'oc-
i

tal mese), ed a' 25 ottobre. 1 principali cuparono e danneggiarono, con Proceno.


prodotti del territorio, oltre i pascoli, so- Prima di tal disastro, di altro fa menzio-
no grano e ghiande, al riferire di Ca- ne il Calindri neh 166, per opera de' ri-
liodri. —
Proceno anticamente si disse belli d'Orvieto, uniti a'Tolomei di Siena,
VIT VIT 193
a'pjsani ed a'Iuccbesi, s'intende altri fuo- istruisce il p. Casimiro, Memorie istori"
rusciti. Il Bussi ueWfston'a di Fiterbo^ che, p. 3, parlando d'Acquapendente, nel

p. 5o, e Gaetano Cordini, Brevi nolizie pontificato di Martino V. « Dopo questo


di FiterbOf a p. i3 e i4i riferiscono col tempo godette qualche riposo, essendo
patrio concittadino cronista Juzzo da Co* stata conceduta in Ficariatitm^ insieme
elluzzo, che Proceno già nel i225 o con Proceno e s. Lorenzo, al padre di
1155 era del dominio de' viterbesi. Il Francesco Sforza (Muzio Attendoli detto
citalo Borgia, t. 2, p. 288, riporta l'at- Sforza il Grande morto ^ nel i^i^)^ il

to col quale Onorio III, presso il Ri- quale lungo tempo la possedè pacifica-
naldi ali anno 1227, per sostentamen- mente j e così ad esso, come a'suoi figli,

to del già re di Gerusalemme Giovan- fu confermata da Eugenio IV, sotto Tan-


ni di Brenna gli die* in governo to-
,
nuo censo di 900 fiorini. E nel i443
tiim Patrimonium^ e vi è nominata pure Francesco la rese di nuovo alla Chiesa**.
Precenam. Verso quel tempo , secondo Tutto fu riprodotto pure dal Ratti. Di
le memorie particolari, Proceno aveail più apprendo dal Borgia, t. 3, p. 357,
gonfaloniere, e dominava sui castelli di eguale conferma. Imperocché racconta,
Saggine, Buceno e sulla Borgata di Ceo- come nel 1433 Francesco Sforza, venuto
teno ; e per aver nelle guerre seguito le nello stato pontificio ^ e con lettere finte
parti de'Papi, in loro difesa^ Bonifacio del conciliabolo di Basilea, s'impossessò
Vili del 1294, con suoi brevi la decorò della Marca, dell'Umbria, e d'alcuni luo*
di speciali privilegi. comune coni>erva
Il ghi del Patrimonio nel 1 434, onde Eu-
gli atti di federazione con Monte Pulcia- genio IV in quell'anno si trovò costret-
no, Bolsena, Acquapendente e altri note- to dargli in vicariato la Marca e altri luo-
voli vicini, oltre l'aggregazione alla cit- ghi ; e con investiture a parte concesse
tadinanza d' Orvieto. Imparo dal Ratti, a lui e suoi figli , ed io mancanza di essi
che si trae da un indice rass. de'vicariali a'fratellijin vicariato Acquapendente,Pro-

e infeudazioui delle città e terre dello sta- ceno e s. Lorenzo col censo annuo di 900
to pontificio, composto sui libri dell' in- fiorini d'oro; inoltre dichiarandolo Go/z-
s. Ange-
vestiture dell'archivio di Castel faloniere di s. Chiesa. Il Ratti, citando
lo,da Michele Leonici, che Proceno fu i Commentarii di Pio II, lib. 4, p- 200,
concesso in vicariato da Urbano VI del dice che quel Papa in poche parole fa la
1378 a Martino de Gipsiys e da Gio- , storia di Proceno. Più completo ne rife-
Tanni XXI lì deli4io a Bertoldo Orsini rirò il testo, per celebrare quando Pio
conte di Pitigliano. Le memorie partico- lionorò di sua presenza Percenì, che ri-
lari riferiscono avere il conte Francesco cavo dall'edizione di Francofurti i6i4,
Sforza verso il i433 occupalo Proceno, ma dal lib. 4) p* i io. Pio II nel 1460,
il quale liberatosi presto da lui , tornò dopo essere stato a Siena, ed a Corsigna-
all'ubbidienza della s. Sede, ricevendolo no sua patria da lui perciò chiamata
,

Eugenio IV con atto intitolato : ISohili- Pienza, per Radicofani e per VAbbaiiani
bus ririsquatiior Anleposiùs (%vk(\\x&%\o ad Perceniini iter. Si legge dunque:Po«-
magistrato ponno vedersi i voi. LXXV, tifex quoq ; recessuex Corsiuiano ma-
p. 279, LXXXIV, 57), e^ Comunità'
p. turato Radicofaniim appulit : deinde per
ti Oppidi Procenae. E
si soggiunge, fu Abbatiain^cnius loci amoenitatem infra
solo da quell'epocache presidi della pro-
i describenius (cioè la celebre badia di s.

vincia del Patrimonio cominciarono a Salvatore di Monte Amiata ,


parlala in
intitolarsi anche presidi di Proceno, ti- più articoli, ove Pio II dimorò poi col-
tolo manteuuto sino alla riorganizzazio- la corte nell'estate deli 4^)2, e quindi la-
ne delle Provincie del 1816. Però mi sciò ue'suoi Commentarii un'esatta de*
294 VIT VIT
scrizione della località e del cospicuo mo- Guìd'Ascanio Sforza, nato da Costanza
nastero siccome la più ricca , se non la
,
sua figlia, lo ricolmò di autorità e di be-
più antica abbadia de' regolari fondata neficii, col governo a vita dell'antica cit-
in Toscana, poiché già esisteva nei 745, tà di Proceno j come la qualifica il Ratti,
prima de'benedettini neri, poi de'cister* morto a'7 ottobre i564. ^erò il mede-
ciensi, al tempo de'quali fu soppressa nel simo Ratti racconta ancora, che vivenl«
1782), et Plani (ossia Piau-Caslagnaio, Paolo III, il cardinale cede al Papa suo
denominato anche seraplicementePf^ AIO, avo il governo della terra di Proceno,
nella valle della Paglia, le cui copiose no- e questi concesse Proceno a quarta gene-
tìzie trovano nel Repetti lo scrittore
si : razione agli altri suoi nipoti e fratelli del

òe Commentarii di Pio II, celebrò le cardinale, Mario , Alessandro e Paolo


sue annose abeli, di cui il Papa si servi Sforza prò acquali , e colla sostituzione
pe' travi di Pienza, non meno le maravi- di uno all'altro nelle rispettive porzioni.
gliose sue piante di castagni , che die- Paolo avendo riguardo
III quod Ca- ,

dero l'aggiunta al nome di Piano) oppi- strami siveOppidum ipsum limitaneuni,


dum ad confinia transivit Ecclesiae ,
et infinibus Status ejusdem Romanae
(jLiaemedio spatio intra Percenum et , Curìacy et Sedis ApostoUcae existity et
Planuni reperiuntiir Ibi Percenates in, quod Status Sanctae Florae (di cui nel
prato viridi non procul a Rivo perenni voi. LXV, p. 86 e seg., ed altrove), c«-
ex ramalibus tabernacidafecerant j in jus una cum dilectis filiis Sfortia et Ca-
quis smini dominum^ miro clamore aiq; rolo (altro fratello de'nominati e nipote
ingenti laeiitia exceperunt^ per egre re- del Papa, gran priore Gerosolimitano di
deuntem prandium paraverunt.
, eicjiie Lombardia, che il Ratti noniavea nomi-
Quo peracto Percenum itum est: no- nato nel testo, benché pure da lui rica-
bile olim Oppidum et vix expiignabile, vo questo brano dell'atto di concessione)
allisundique rupibus cinctuni : saepe in ejus fratribus Marius Alexander, et ,

manibus latronum fuit , saepe mutavit Paulus fratres praedicti sunt Domini^
dominos, et multis subiacuit calamita" ìiec Romanum Pontificemf nec Impera-

tibuSy modo direptum, modo incensiim : torempro tempore existenlem^aut aliunt


sub Eugenio IP^ ad Ecclesiam rediit , quempiam in Superiorem recognoscunt^
cum ante a Francisci Sfortiae prae si- una cum suis terris , territorio et distri-
dio teneretur^nunc respirat sub Pio Pon- ctui dicti CastriySeuOppìdi Proceni pro-
tifice^ et opibus augescit et populo. Quo ximus esty et illi confinal , et quod me-

henedicto Pontifex ad Aquampcnden- diante concessione dicti Castri, sive Op-


tem se contuli t : locum instar Urbis ha- pidi Proceni ipsis Alexandro, Paulo et
bentem^ et quem Antoniuscuiusdam Pe- Mario fratribus Jienda , ut
praedictis
prò Fran-
truciì filius natione senensis praefertur , ab ipsis de-
ipsi, et sui, et

cisco duca Mediolanensis gubernans , scendentes in devotione ejusdem R. Ec-


Eugenio IV vendidiiy cuifuerat armis clesiae et Sedis ApostoUcae persevera-
ablatus: hic nocteperactay sequenti die bunt eie. Lo concesse a quarta generazio-
ad Fulsiniosperventunif donde passò ad ne a'suddetti tre fratelli Sforza (ma dal
Orvieto. Pio II ne'suoi frequenti viaggi contesto dell'alto sembrano 4» ^ovse il
in Toscana ed a Siena, nell'andata e nel Ratti non comprese Carlo, qual professo
ritorno, più volte rallegrò di sua ponti- cavaliere Gerosolimitano), recepta prius
ficia presenza Proceno e Acquapenden- solutionequatuor millium scutorum auri
te, come leggo ne* medesimi suoi Coni- ad rationem juliorum decem prò quo-
mentarii. Paolo III dopo aver a' 18 di- libetscuto absque alicu/us servitii onere,
cembre 1534 crealo cardinale il nipote sub annuo tanien •ensu recognitivo unìus
VIT VIT 295
cerei ceraeaìhae laboratae unius lihrae acquisii di ragguardevoli possidenze nel*
Camerge Aposlolicae in Urbe^proiU per le due terre di Proccno ed Onano, noQ
aitos censuarios solvilur singulis annis che altrove. Moil in Proceno nel 1
597,
infesto ss, Pctri et Pauli de mense junii ed a tenore di sua disposizione restò se*
persoL'en, eie. La bolla è data nonisju- pollo nella chiesa di s. Paolo de'cappuc-

/il (senza dirsi dal Ratti l'anoo), ed a'20 cini. Privo di successione, i di lui beni
settembre delio stesso anno i summento- feudali e allodiali si devolsero alla di-
ne fecero prende-
vali tre fratelli Sforza scendenza del fratello Mario I, a lui col
re pubblico possesso da Bernardino Do- Federico premorto, e perciò al suo
figlio

nizio deputato loro procuratore il cui , pronipote Alessandro 1 Sforza duca di


documento è nell'archivio Sforza. Il Ratti Segni, nato da Federico; tranne i suoi
osserva altrove, che a riguardo del car- beni liberi, de'quali erasi fatta reciproca
dinal Guid'Ascanio, fu data in porzione donazione inter vii'os col suo nipote car*
ed a quarta generazione la terra di Pro- dinal Francesco figlio di Sorza Sforza.
ceno a'fratelli, e l'altra di Onàno, di che Alessandro I vivente Paolo I ebbe da lui
è a vedersi il precedente paragrafo. Quin- ampia donazione de'beni e feudi, così dal
di racconta, che nella divisione de' beni cugino cardinal Francesco, in occasione
tra'suddelti e gli altri loro fratelli (qui il del suo matrimonio con Eleonora Orsini-
Ratti , dopo aver inleso parlare di Ma- Medici, cugina di Maria de Medici regi-
rio I, Alessandro poi cardinale e Paolo na di Francia. Il suo secondogenito Pao-
I, per altri fratelli credo intenda del car- lo II Sforza a* 12 giugno 1602 nacque in

dinal Guid'Ascanio,di Sforza Sforza con- Proceno, indi investito di questo marche-
te di s. Fiora, e diCarlo gran priore Gero- sato: fu generale de' veneziani, e morì in
solimitano), seguita a' 14 febbraio 1 555, Proceno a' 1 2 settembre 1 669,sepolto nel-
si assegnò a Paolo I l'intero marchesato la chiesa de'cappuccini d'Acquapenden*

di Proceno, col Castruni Proceni, e que- le. Sembra con lui terminata la lineaSfor-

gli altri feudi e signorie espresse neiratto za investila di Proceno^ il quale tornò al-
per intero esibito dal Ratti, e per tal mo- l' immediata sovranità della s. Sede. Il

tivo solo assunse il titolo di marchese di suo primogenito Francesco fu duca d'O*
Proceno, e fu il i ."di sua famiglia a por- nano, ed il terzogenito Federico mari-
tarlo. Nelle notizie biografiche degli Sfor- tatosi con d. Livia Cesarini, questa gli

za,scrittedallo stesso Ratti,sidice che nato portò in dote nel iGySi ricchissimi pa-
Paolo I nel pontificato dell'avo Paolo III, trimoni Cesarini, Savelli e Perelti, di
parecho inonor suo gliene fosse imposto cui era ereditiera; e così seguì l'innesto
il nome. Col grado di generale si distin- della famiglia Sforza con tali nobilissi-
se in guerresche azioni per la Spagna con- me case. Tale trattato si attribuisce al
tro i turchi e nella battaglia di Lepanto, cardinal Paluzzi Altieri, per fare un ri*

presentando le insegne conquistate a s. picco alla casa Colonna, la quale perde


Pio V, e per la Francia contro gli ugo- così la pinguissima eredità. Quanto al-
notti. Ne* pontificati di Gregorio XIV e la giurisdizione ecclesiastica, si trae dal
Innocenzo IX fu luogotenente generale Dizionario geografico Toscana della.
di s. Chiesa. Perciò nel voi. LV, p. 240 di Repelli, nell'articolo Soana^ che la
dissi che venne annoverato Iva Prìncipi parrocchia di Capalbio nel 1745 appar-
assistenti ni soglio pontificio^ onore pur teneva alla diocesi di Castro in Acqua-
goduto dal Mario
fratello 1 ; e nel voi. pendente, la quale fu permutata oel 1 786
XXVII, p. i63, che vendè la villa Rufi- con la parrocchia o sia col paese di Pro-
na di Frascati al cardinal Gonzaga. Si- ceno dell'antica diocesi di Soaua.
gnore assai ricco, potè fare (uoili uuovi S, Lorenzo Nuovo^ Fico Laurenth.
296 VIT V JT
Comune della diocesi di Monte Fiascone, pagitacy Clini adnotatìonihus prò pa-
con territorio in piano, con belli e sim- risiensi episcopatu. La Statistica regi-
metrici fabbricati, non molto numerosi, stra 190 case, 25 r famiglie,! 1 56 abitan-
e notabile ed ampia piazza. Vi transita la ti, de'qualii6ocampagna. Sono suoi
in
via corriera che conducein Toscana, qua- principali prodotti, abbondanza di tutti
si in egual distanza da Bolsena, e da Ac- i cereali, di vino, d'olio, di caoepa e li-
quapendente che n'è lungi 6 miglia. E' no, e di legumi. —
Siccome le Grotte
fabbricata nella sommità d' amena colli- di Castro^ come dissi in quel paragrafo,
na siliceo-calcarea, dove trovasi una va* da alcuni si denominano Grotte s. Loren-

sta pianura; è di forma ottangolare, este- zo, così per distinzione questo paese fU
so per 1000 metri, ed oltre all'essere gra- appellato anco s. LorenzinOy e s. Loren-
zioso il paese, presenta al di sotto nel suo zo delleGrotte^opev li vicinanza di quel
pili vago aspetto il pittoresco lago di luogo, o per le grotte parlate in detto pa-
Bolsena e le sue belle e fertilissime cam- ragrafo, ovvero per la comune origine, la
pagne. Esposto a tutti i venti, giocondo quale avendola descritta, qui dirò sola-
n'è Torizzonte: vi sono acque potabili e mente. L'antico paese, non più esistente»
vicine, ed a mezzo miglio la copiosa sor- era situato in malsana ubicazione e ia
giva delta delle Vene, che poi forma un aria morbosa, un miglio e un 4-° lungi
rìvolo che inailìa tutta la valle, come de> dall'odierno , ma in luogo meno aito e
scrive il Palmieri. Vi è una sola chiesa quasi a pie del colle , nell' ascenderne il

parrocchiale sotto l'invocazione di s. Lo- quale trovansi i rottami e le sue vestigia,


renzo martire, la cui i.^ pietra fu getta- cioè nel silo detto s. Lorenzo rovinato e
ta a'4 ottobrei774> secondo il Calindri. s. Lorenzo vecchio. Ebbe origine dalla
Essa è collegiata con capitolo composto distrutta e antica città di Tiro d'Etruria
dell'arciprete, di 7 canonici e di 5 bene- verso la fine dell' VI 11 secolo, i cui abi-
ficiati. La festa principale del popolo si tanti parie si rifugiarono nel luogo in
celebra a' io agosto del s. Arcilevita, e discorso, e parte io quello ora delle Grot-
nel di seguente vi è fiera ; altra più ri- te di Castro, nello stesso loro territorio,
nomata e antica si tiene fin dal 1.570 a* ambedue vantando a concittadina s. Cri •

24 giugno, oltre mercato d' ogni gio-


il stina vergine e martire di Tiro, il cui
vedì. Vi è lo spedale comunale, che an- territorio si estendeva, come l'attuale, al
co sussidia i poteri ai domicilio, e scuo- lago di Bolsena, la quale pretende sua
le pe'fanciulli e perle fanciulle. Ha 4 ^^' la Santa , e di essere succeduta a Tiro,
le o montani a olio^ e 3 a grano. E' pa- però confutala dal Sarzana e da altri.
tria d'alcuni illustri, come del cardinal Questi sostiene ancora che Tuo stava
Lorenzo Cozza (/^.) minore osservante, ove ora sorge s. Lorenzo, da lui ezian-
e non conventuale, come dissi nella bio- dio chiamata Lorenzopoli. Ivi negli sca-
grafia, autore d'opere dotte, fra le quali; vi , oltre le altre materie di vetusti e-
Historiapolaemìca deGraecoruni sdii- furono trovate ossa umane, trafori
difizi,
smate ex ecclesiasiicis momwientis Ro- ^ antichi di opera costosa, che dalle Grotte
naaei 7 9. Conimentaria historico-dog'
1
ad essa si prolungavano, poco più di 2
malica in lihrum s. Àugustini de hae- miglia, e da Lorenzopoli verso le stesse

resìbus ad Quod Full Deum, Romae Grotte distanti circa mezzo miglio. Ciò
1707. Tractatus dogmatico moralis de avvenne quando si cercò l'acqua per al-
jejunio ecclesiastico tripartitus^ Romae lacciamele sorgenti per condurla alla nuor
1 724. Diibia selecta emergeiilia circa va terra, ripartita in 7 parti. J quali tra-
sollicitalionem in confessione sacramen- fori esistono sulla possessione che dechi-
tali^ Romae 1709. p'ita s. Dyonisii /Ireo-^ ua verso il lago, di pertinenza della cau-
VI T V I T ,97
toria di Lorenzo
s. , la quale si protrae sesso della s. Sede , non sen^a persecu*
per quasi un mìglio , ed in cui sono a* zioni orvietane. Tali gravi diderenze de-
vanzi d'antiche fabbriche costruite a fog- scrivo ne' paragrafi Gradoli e Lalera
già saracinesca con superstite vetustissima specialmente. Si trae dallo stesso Borgia
chiesa. Appellandosi il fondo 7or^rtO, io- ap. 357, chi il conti Francesco Sforza nel
dica apertamente la derivazione da Tiro, 1433 34 avendo occupato la Marca e
secondo l'etimologia spiegata dal Sarza- parte dell'Umbria, Eugenio IV l'investì
Da. Dalla parte di Torano vi è altro am- della prima e di altri luoghi ; e con in-
pio luogo detto s. Ippolito, di cui è fama feudazioni particolari concesse a lui e fi-

plesso il popolo di s. Lorenzo, che iviun gli, ed in mancanza di essi a'fratelli, in vi-
tempo fosse una parrocchia, nella cui chie- cariato temporale Acquapendente, Pro-
sa fu trovalo il ss. Crocefisso, il quale por- ceno e s. Lorenzo, col censo di qoo fio-
tato in s. Lorenzo Vecchio, poscia fu tra- rini d'oro. Altrettanto riporta il p. Casi-
sferito in s. Lorenzo Nuovo con grande miro nelle Memorie isteriche a p. 3, eoo
venerazione, e di popolare divozione per aggiungere, che l'ingrato Sforza ribella-
la tradizione ch'egli parlasse. A s. Ippo- tosi a Eugenio IV, questi nel 1 443 lo co-

lito si osserva una gran torre di fortissi- strinse a restituire il vicariato, ritornan-
ma struttura, assai antica. Le quali cose do COSI 8. Lorenzo all'immediata e diret-
tutte, afferma il Sarzana, mostrano la ta signoria della s. Sede. Nondimeno è

grandezza, la fortezza, il sito della città bene vedere il paragrafo Acqiiapertden-


di Tiro che nel suo posto migliore ri-
, te. In processo di tempo , rovinando le

sorse io s. Lorenzo Nuovo o Lorenzopo^ fabbriche del paese, anzi minacciandoca-


li, patria della gloriosa s. Cristina,'co«ie dere tutto intero nel pontificalo di Cle-
ritengono i groltani ed i lorenzani. Fab- mente XIV, il quale già ne avea porta-
bricata da'tirensi s. Lorenzo Vecchio, la to il nome, e d'altronde vieppiù gli abi-

cinsero di mura e munirono di fortini, co- tanti sperimentando i nocevoli efietti del-

me riferisce Calindri. Tultavolla il Bor- la cattiva e insalubre posizione, quel Pa-


gia, Memorie di Benevento, t. 3, p. 4/4) pa ne decretò la distruzione, e la fabbri-
riproduce l'asserto dal Manente, Hislo- ca d' un nuovo paese collo slesso nome
rie d'Orvieto. Questa città tornò all'ub- di Lorenzo, un miglio e un 4** più di-
8,

bidienza della s. Sede, allorché vi dimo- stante, ma in sito più sicuro, elevato e
rava neh Adriano IV, nel qual tem-
i5'/ di miglior aria, nel piano cioè del colle
po il Papa: w fondò la rocca di Radicofani, ove trovasi, verso Acquapendente. Fu
e ampliò di mura Monte Pulciano, luo- preposto alTedifìcazione della nuova ter-
ghi dello slato e dominio della Chiesa. ra Luigi Licca d'una primaria famiglia
Ampliò il castello di Bolseuo, e fondò il dell'antica, il quale vi corrispose con amor
castello di s. Lorenzo, e Gradoli intorno patrio e se ne rese benemerito, come ri-
al lagu di Bolseno. In Orvieto fondò il cavo dal Sarzana. Ma Clemente XIV aio*
palazzo papale, presso s. Bernardo, e la lì a'22 settembre 17741 ed a' 4 del sus-

torre del castello di Soauo, e la chiesa seguente ottobre, io mezzo al perimetro


di s. Pietro della Canonica, e fece il pon- dell'area assegnata, si gettarono i fonda-
te di Rigo Chiaro sotto s. Lorenzo in vi- menti della chiesa parrocchiale, presso il
gna ec. " Apparteneva s. Lorenzo alla luogo ove fu trovata una gran pietra in-
provincia di Val di Lago, la quale si sot- cisa d'un piccolo segno della s. Croce, io
tomise agli orvietani. Ribellatasi nel 1 268 poca distanza costruendosi dipoi il cimi-
ritornò al diretto dominio de'Papi, Però terio. Per felice ventura degli abitanti e
Orvieto non cessòmoleslarla sino ali 359, del luogo, a*i5 febbraio 1775 fu eletto
ioche la provincia restò nel pacifico pos- Papa Pio VI, il quale da prelato lesorie-
298 V I T V I T
re ne avea promosso la fabbrica. Per Te- prigione »'2o febbraio 1798 lo strascina-

secuzione ne assunse l'impresa Filippo rono « iS'/enrt, pernottando la sera a Mon-


Piada di Viterbo, avendo il Papa inca- te Piosi, e in quella de'2 1 a Viterbo. Ne
ricalo il tesoriere mg.' Pallotta di viglia- partì la mattina de*22, e bello e teneris-

re all'edificazione, onde più volte di per- simo fu lo spettacolo che videsi, quando
sona si recò sul luogo pel suo progredi- egli passava presso Monte F iascone. Gli
mento, anche da cardinal prò- tesoriere, abitanti di questa città, per ordine del
e così prosperosamente fu compito s. Lo- vicario generale, col suono di tutte le

remo Nuovo , o Nuova Lorenzopoli


la campane furono avvertiti del passaggio
come allora fu detta, in meno di 4 ^Q' del Papa. Essi tosto si vestirono a festa,
ni, onde fin dal 1779 cominciò ad abi- e colla moltitudine coprirono interamen -

tarla il Lorenzo vecchio, che


popolo di s. te il dorso del monte , con vaghissima
venne atterrato. Tutto riferendo il Sar- mostra. A
monte, le finestre, tet-
pie del i

zana, che ne celebra l'opera, anche nella ti, gli erano ingombri di persone
alberi
dedicatoria a Pio VI, della sua Capita' bramose di vedere il Papa. Si fermò egli
le clt Tuscanìensi. Ma in essa equamen- pel cambio de'cavalli, nel sobborgo ov'è
te, e benché intitolata a quel Papa, co- la posta, e quivi la calca de'fedeli d'ogni
me esige la Storia^non ommise rendere condizione era moltissima ,
gridando a
il dovuto melilo a Clemente XIV. Non gran voce e lagrima ndo: Fiva il Papa !
così fece lo scrittore deW Effemeridi let- Benediteci Santo Padre! Il fece con pa-
terarie di Roma del ly^ij a p. 234, col terno affetto , e la carrozza continuò U
vezzo di quella numerosa e spregevole cammino per Bolsena, a s. Lorenzo Nuo-
genia d'ingiusti e inverecondi adulatori, vo, ove giunse felicemente. Quale luogo
i quali incensando il principe vivente tac- di fermata, Pio V! fu alloggiato in casa
ciono l'operato del defunto, pienamente Licca, come la più benestante della ter-
noto a' contemporanei 1 Quello dunque ra, capo fu premurosissimo di pre-
il cui
soltanto scrisse: *» Alle vastee benefiche stare servigio ed ossequio ad un ospite
idee diPio Vi deve infatti la sua prima o* tanto augusto
o e venerabile. Abbiamo due
rigine e il suo ingrandimento il delizioso iscrizioni del Morcelli, Oper. Epigraph.y
castello di s. Lorenzo Nuovo". Inoltre Pio t. 4> p- «B e 27, che portano in fronte
VI vi fece fabbricare il convento e la questa indicazione di luogo : Fico Laii-
chiesa pe'cappuccini. Nel ììbcOy Serie de* rentio in aedihns Liccarum.» kncora tut-
coni di Medag He Pan tiflciey esis ten ti nel- ti gli abitanti di s.Lorenzo diedero chia-
la pontificia zecca ^ a p. 149 è descritto re dimostrazioni di venerazione e di af-
quello della medaglia espritnente Pio VI fetto al fondatore di quella loro bellissi-
con mozzetta e stola, e l* epigrafe: Pius ma borgata. Vero è, soggiunge il Bal-
FI PorU. Max. A. ni. Nel rovescio del- dassari,che questi borghigiani, come tro-
la medaglia si vede la pianta di s. Lo- vasi notato nel Morcelli , loco citato, p.
renzo Nuovo alle Grotte, fabbricato io 1 8, passarono da insalubre a salubre luo-
luogo più salubre con le mura intorno go, per beneficenza diClemente XI li (cioè
alla chiesa del Castello. Vie quest'iscri- XIV); ma Pio VI tanto fece a continua-
zione: Oppidanis Scrvatis; nell' esergo: zione di quella lodevolissima intrapresa,
Opp. s. Laur. in sai. locum Iransl. 1777. che ho voluto chiamarlo fondatore di
^eWa Relazione delC avversità e patimen- s. Lorenzo Nuovo ". Il medesimo Mor-
ti di Pio f^I, composta da mg.' Baldas- celli a p. 325 , annoverando con brevi
sariy l. 3, p. i4 e seg.,si legge, dopo nar- iscrizioni alquante tra l'opere di Pio VI,
ratala piepoleiite detronizzazione di Pio gli tributò lo slesso elogio colle seguenti
Vl| operata da'repubblicani francesi, che parole; Ficani Fici Laurentii - Salubri
V T I V Tr
,99
loco et idoneo Lnonde il Pa-
- Collocati. XVI (la notizia giungendo alla ribellala

na, rullima notte che dimorò ne' domi Bologna nella notte del 4, e fu intesa con
nìi che gli erano slati rapili, dormi in
,
iudilferenzc»),il quale alacremente si die'a
un borgo il quale era uno de' tanti e sì reprimere gli sconvolgimenti politici an-
chiari monumenti della sua magnificen- che co Ile armi, e ne inviò a Ci vi la Castel la-
za. Nella mattina de'^S febbraio, aven- na col colonnello Lazzarini, a Corese in
do egli ascoltata la messa in casa del suo Sabina col general Resta comandante in
onorevole albergatore, volle visitare in- capo le truppe pontificie, ed a Viterbo
sieme con mg/ Caracciolo maesliodi ca- con 200 uomini il general Vincenzo Ca-
mera, la chiesa e convento de'cappucci- lassi. Rieti &ì difese valorosamente, e sca*
ni, da lui fatti costruire, cui religiosi i recDucce accaddero a' 19 febbraio ad O-

gli baciarono piedi e riceverono lo be-


i tricoli, a'24 a Ponte Felice, ed a' 28 a
nedizione apostolica, ed ove si fermò fin* Confìgni in Sabina. Il lutto narrato dal
che ogni cosa pronta per la parten-
fosse Coppi, Annali d'Italia all'anno i83j. j

za per Acquapeììdenle. Il paese fu lieto Riporta il n. 22 del Diario di Roma del


nel passaggio di Pio VII, a' 3 novembre 1 83 I ." iSl Lorenzo alleGrotte 1 7 marzo.
i8o4, nel recarsi a Parigi; ma rimase Dall'alba di questa mattina fino alle ore
rattristato quando a'6 luglioiSog lo ri- 1 3 e mefza, le truppe pontificie, sotto il

vide transitar prigioniero degl'imperiali comando del cav. generale Calassi (avea
francesi, occupatori dello $tato pontificio. militato nell'esercito di Napoleone I, an-
Ancora una volta gli abitanti di s. Lo- che nella campagna di Russia) , hanno
renzo riceverono la benedizione di Pio fatto un vivo fuoco contro ribelli che i

VII, a*2a marzoi8i5, nehecarsi da Ro- aveano ardito di qui penetrare. Essi han-
ma a Genova^ come nel ritorno a'5 giù no dovuto, in seguito di questo combat-
gno. Mentre si credeva da'faziofi conti- timento, abbandonare la loro posizione,
nuare la sede apostolica vacante, a'4 f<^b- lasciandovi buon numero di morti e di
braioi83i insorsero a Bologna, e propa- feriti. Il general Calassi gl'insegne, seb-
garono la rivoluzione. Me prese parte Giu- bene essi teutino d'evitare un nuovo ci-
seppe Sercognani faentino e già lenente mento. Le popolazioni circostanti corro-
colonnello dell'esercito italico, trovando- no ad investirli da ogni parte, e finiranno
si a passare l'inverno a Pesaro. Il comi- di circondarli d'ogni intorno, se essi non
tato rivoluzionario gli conferì subito il giungano salvarsicon una precipitosa
grado di colonnello, e il comando di tut- fuga al di là del Tevere, profittando del-
te le guardie nazionali e delle truppe dì le tenebre della notte vicina". Il Calassi,
linea di quella città e della provincia. E distintosi con altre azioni , fu fatto dal
tosto marciò per diftondere la ribellione, Papa commendatore del suo ordine di s.

con un ragraneltato corpo di circa 3, odo Gregorio I. D'altro scontro de' ribelli,

faziosi. Il governo intruso di Bologna «confitti il 21 dalle milizie pontificie, frt-

(che prese il titolo di Governo provvi- rò parola nel paragrafo di Castiglione


sorio delle provincieUnile Italiane, di cui in Teverina.
fu ministro dell' istruzione pubblica il Goi'erno di Bagnnrea.
professor Francesco Orioli) lo incaricò Bagnorea^ Balneum Regis. Città con
d' occupare tutta la riva sinistra del Te- residenza del vescovo e del governatore,
vere sino al ponte Felice, da dove il Ser- con borghi. Il suo articolo essendo cadu-

cognani con audacia tentò di solleva- to nel voi. IV, ossia innanzi Tampliazio-
re romani con un soldatesco procla-
i ne,che poi mi proposi ed eirelluai, di
ma, prendendo stazione a Terni. Ma a'2 questa mia opera debbo supplire alle
,

febbraio era stato eletto Papa Gregorio debite proporzioni, profiltundo del pre-
3oo VIT VIT
sente paragrafo. Trovasi in suolo etrusco, che ergono qua e là le loro creste, e che
in agro Urhev etano , in suo iinius fere facendo bizzarra mostra di strati oriz-
millìari ambitit, come leggo nell'ultima zontali paralelli vario-colorati, rapiscono
proposizione concistoriale, lungi 8 miglia il riguardante di meraviglia. Tali rovi-
da Orvieto e altrettante da Monte Fia- ne hanno diroccato e sotterrato l'antiche
scone, 7 dal Tevere, 35 dal mare, e da terme, da cui si crede derivato il nome
Roma poste 9 e 3 quarti, come asseri- di Bagno Regio: resta sola una polla d'ac-
scono Palmieri e Caliudri. Situata sopra qua acido-sulfurea pe'mali cutanei. L'an-
amena collina , le pendici vengono sol- più grande, essendo formata
tica città era
cate da profondi dirupi, ue'quali per un dinove borghi, chiamati Noveni-Pagi (e
solo accesso dalla parte di levante si en- non Flovempagì come per fallo tipo-
^

mediante l'ingegnoso pon-


tra nella città, grafico è detto nel mio articolo, la iV" con-
te attribuito al Vignola, che passa sopra vertita in Fljy di cui restano soli 4, Civi-
al torrente Chiana o Chiaro (come lo ta, Rhoda, Lubriano e Mercatello, gli al-

chiamano Palmieri e Castellano), il qua* tri avendoti abbattuti terremoti, da'qua-


i

le con altro torrente (forse il Rio Torbi- li la città più volte fu notabilmente de-
do) scorre a*suoipiedi, e poi dopo mol- teriorata. Riuscì funesto soprattutti, quel-
te tortuosità hanno foce nel Tevere. Il IO giugno 1695, danneg-
lo terribile de'
clima è temperato, 1' aria molto buona, giando gravemente pure paesi e le città i

ma umida e alquanto fredda, e iri spira- convicine si alzò il lago di Bolsena , e


:

no i venti di mezzogiorno e di tramon- inondò all'intorno per 3 miglia il terri-


tana. Abbonda d'acque potabili, tanto vi- torio. Ne fu conseguenza per Bagnorea,
cine, quanto lontane. Al sud est della cit- che soffrendo principalmente la contrada
iììj nella contrada dell'Uncino, ve ne so- di Civita, ove colle primarie abitazioni
no di sulfuree e vetrioliche, utili alle cu- erano la cattedrale, l'episcopio e il semi-
tanee alfezioni, ma non curate. Tra'det- nario, il vescovo si trovò necessitato di
ti dirupi tuttora si osservano le vestigia trasportarli nell'altra di Rhoda più sicu-
d'uno spento vulcano, che inabissò le de* modo che poi dirò. Né meno tre-
ra, al
cantate e grandiose pubbliche terme, le mendo fu il terremoto del 1743, costrin-
quali secondo alcuni diedero il nome al- gendo i cittadini a fuggir alla campagna,
la città di Balneo Regiani^ e al dire d'al- e ad abitare sotto tende e baracche. Nel
tri innanzi chiamata Noveni Pagì^ come terremoto poi del 764, si rovinò la stra-
1

ricorda Plinio. Riferisce il Castellano, che da tra Civita e Rhoda, e fu allora che la
il colle su cui posa questa città, non che i città rimase divisa in due parti, restan-
suoi dintorni sono assai rimarchevoli al- do Civita diminuita, e a poco a poco isola-
lo sguardo de'geologi. S'ammirano ovun- ta tutta all'intorno per le frequenti fra-
que i prodotti d'un estinto vulcano; la- ne del colle ove trovasi, le quali caden-
pilli, pozzolane, ceneri, tufi, lave, basalti do nella sottoposta ampia e profonda val-
rappresentano fuori di dubbio la com- le, seco precipitarono tutte le fabbriche,
bustione, che hanno subito, d'un attivis- fra le quali,non sono molti anni, rovinò
simo fuoco. Al sud, e precisamente dal ancora buona porzione della casa pater-
lato di Civita, si apersero più vaste che na di s. Bonaventura, la quale era stata
altrove, e più profonde le valli, onde av- convertita in chiesa. Laonde il suo ri-
"viene, che solo un istmo riunisce a Piho- stretto perimetro è sempre minacciato
da quella contrada, che sembra l'imma- di ulteriori rovine. La'contrada di Civi-
gine d'una natura rosa e decrepita. Que- ta, al vedersi dalla sommità d'un cono,
gli abissi però sono a vedersi, assai vaghi piantato sopra la detta valle, offre a' ri-

pe'vari ammassi isolati di maleiie arse^ guardanti uuo spettacolo d'orrendo pre-
VIT VIT 3oi
ciplzio. Ne! narralo disastro deli 695, il là deirarcidiacono, della 2.' dignità del
vescovo Degli Alli, col beoeplacilo d'In- 16 canonici, comprese le pre-
priore, dì
nocenzo Xil, trasferì la cattedrale, Tepi- bende del teologo e del penitenziere a ,

scopio e il seminario, entrambi ad essa d'alcuni cappellani beneficiati, oltre altri


contigui, da Civita a Hhoda. La cattedra- preti e chierici inservienti alla ufTiziatu-
le era sotto l'invocazione di s. Donato ve- ra divina. L'episcopio, buono edifizio, è
scovo e martire , di antica struttura ed prossimo alla cattedrale. Vi sono altre
architettura di gusto gotico e di belle chiese nella città , ma non parrocchiali.
forme, e tuttora esiste l'edifizio. L'Ughel- Praeter cathedra lem in dieta civitate
)i distingue fra le ss. Reliquie che posse- nulla parochialisextat Ecclesia, nec Col-
deva, il capo di s. Vittoria. In Rhoda e- legiata. La Statistica registra le parroc-
ravi la collegiata di s. Nicola di Cari con chie: S. Donato prima, s. Donato secon-
capitolo composto del priore e di 7 ca- da, porzione della quale è sotto Celleno
nonici, e questa fu eretta in cattedrale. e Viterbo, ss. Annunziata frazione della
£d avendo 1' antica il capitolo formato cura di Sermugnano edi Civilella d' A-
dell'arcidiacono e di 7 canonici, si uniro- gliano , s. Nicola prima ^ e s. Nicola se-
no i due capitoli, formandosi piti deco- conda. Vi sono i conventi : de'cappuccini
roso con 2 dignità ei4 canonici. Succe- di Bonaventura, fondato nel secolo
s.

duto al ricordato vescovo nel 1698 l'a- XVI, e dotato di buona biblioteca; e de'
retino Nardi , restaurò con molta spesa minori conventuali di s. Francesco nuo-
la cattedrale di s. Nicola, la cousagrò so* vo. Di quest' ultimo tratta il p. Theuli,
lennemente, e ottenne al capitolo dallo yépparato M
inori tico della provincia di
slesso Innocenzo XII 1* insegne corali del- Roma. Ne'primordii dell* ordine france-
la cappa magna nell' inverno, e del roc* scano, in Civita gli fu offerto l'antico mo-
chetto e cotta nell'altre stagioni. Poscia nastero de' cistercìensì, quindi 1' abitò il

nel 1 778 il vescovo Aluffi generosamente fondatore S.Francesco d'Asisi, secondo la


restaurò e quasi rifabbricò la medesima tradizione; certo è ch'egli si trovava ìa
cattedrale, per aver assai sofferto l'edifi- Bagnorea quando per le sue orazioni gua-
zio dalle commozioni della terra, ed al rì da mortale malattia il fanciullo Gio-

precedente suo titolo aggiunse l'altro di vanni Fidanza, esclamando: 0^i^o/2a^e/2-


s. Bonaventura. Da ultimo il vescovo tural Laonde entrato nel suo ordine, Gio-
mg.' Baludì, ora cardinale, rifece il pro- vanni assunse il nome
Bonaventura, di
spetto esterno della cattedrale. Dichiara e nel resto si verificò San-
il vaticinio del
la citata proposizione concistoriale, esse- to. Nel convento vi studiò s. Bonaventu-

re la chiesa cattedrale sagra a Dio, sotto ra, esistendo la grotta ove si raccoglieva
l'invocazione di s. Donato vescovoe mar- alla preghiera. Eia vastoe bello, con chie-
lire, di s. Nicola vescovo, e di s. Bona- sa a 3 navi decorata di marmi pregevoli;
ventura cardinale e dottore di s. Chiesa, ma dopo il terremoto fatale del 764 re- 1 i

ìpsìusque concwis et praecipiiì patroni. ligiosi si trasferirono a Rhoda, vi edifi-

Vi d'anime aflìdata al capito-


è la cura carono il convento e la chiesa di s. Fran-
lo, che amministrare da due canoni*
la fa cesco, e l'abbellirono co'ricchi marmi del-
ci curati, non che il battisterio. Fra le ss. la precedente, che diroccarono. Vi è il

Reliquie sono in grande venerazione, il monastero delle monache clarisse,fonda-


braccio destro di s. Bonaventura, ed il ca- lodal vescovoCandiolti. Ilseminario«col-
po di s. Ildebrando vescovo della stessa legio con alunni fiorente , è nell' antico
città, ipshis Cìvitaiis Episcopi. Si trae convento degli agostiniani, che originato
dall'ultime cinque proposizioni concisto- avanti il secolo XI, fu ingrandito e mi-
riali, il capitolo comparsi della i." digoi- gliorato dal couciltadiuo e suo priore p.
451

3o2 V 1 T V I T
Pietro Paolo Janni , nel ponlificalo di luoghi , la patria celebrandone la festa
Puolo IV dell 555. L' edifizio slabiiilo a con grande e popolare solennità, ed il sa-
vantaggio dei semioario, nel i8i6 Tin- gro collegio la Cappella Cardinalizia di
grandì e auraenlò di rendite il vescovo s. Bonaventura ( /^.), l'una e l'altra a' 1

Jacopini , ed è vasto ecomodo, come si luglio; non che s. Bernardo dell'esistente


trae dal n. i47 ^^^^ Giornale di Roma famiglia Janni, ultimo vescovo di Vulcia
del 1854, dicendosi pure che il vescovo e poi di Castro, onde ne riparlai nel pa-
mg/ Canlimorri vi aggiunse nuove cat- ragrafo Acquapendente^ per essere suc-
tedre, perchè l'istruzione della numero* ceduta a quella sede. Apprendo dal p. ab.
sa gioventù, la quale d'ogni parte ivi ac- Kanghiasci, che si ha di Pietro Romani:
correva, qual seminario-collegio o con- Di Bagnorea, e de' suoi grandi uomini.
villo , fosse più eslesa j facendo sorgere Ext. nella Pentalitologiae del medesimo,
dalle fondamenta un nuovo braccio col stampala in Orvieto nel 1622. Si legge
proprio peculio ed ancora disponendo , nel Giornale di Roma del 1 859 a p. 6
quanto occorresse al suo compimento^ e e 79, a' 20 gennaio munito de' conforti
destinandone una parte agli esercizi spi- di nostra s. Religione passò all'elerno ri*

lilnali upportunamenle slubiiili per gli poso mg.' Stefano Scerra. Nato nel 177
tcclesìa^lici. 11 primitivo seminario l'isti- in Bagnorea, bentosto manifestò perspi-
tuì nel i636 a Civita, solto l'invocazio- cace e svegliato ingegno, e non ancor qua-
ne di s. Donalo, il vescovo Febei, da do- drilustre polè reggere con plauso la cat-
ve nel terminar di quel secolo fu traspor- tedra d'eloquenza nel patrio seminario.
talo in Pdioda. Non mancano sodalizi Ordinato sacerdote, si dedicò con molto
Idicali, l'ospedale per gl'infermi, due mon- amore e sollecitudine alla cura dell'ani-
ti di pietà, uno de' quali, oltre i pegni, me, e poco Sitante fu nominato canonico
soccorre alla circostanza i bisognosi. Un teologo della cattedrale. Intermise l'eser*
pio istituto concede dotazioni caritative cizio del ministero ,
per attendere allo
tdle zitelle. La munìOceuza del Papa Pio studio delta civile e canonica giurispru-
IX, riferisce il Palmieri, stabili copiosa denza nell'università di Perugia e ne ri-

provvisione per le istituzioni a favore de* porlo la laurea dottorale. Mg." Canali,
poveri vecchi, edell'educaziooe delle Tao- poi cardinale, vescovo d\ Spoleto (f^.)^ nel
ciulle, cominciate da mg.' Canlimorri. 1818 Io elesse suo vicario generale, dio*
Tali fanciulle sono istruite dall' istituto cesi allora vastissima, ed egli corrispose
delle suore di s. Anna di Torino. La pia pienamente all'espettazione di quel pre-
società di s. Vincenzo de Paoli, aggre- lato, con attività, prudenza e zelo, onde
gala a quelle cenlrali di Parigi e di PlO- meritò nel 1820 che Pio VII lo dichia-
ma, è assai benemerita. Vi è un teatrino rasse vicario apostolico della stessa dio-
ed un moderno concerto musicale. Negli cesi, eneli823 di quelle unite d'£//Z><x-
scavi di quando in quando si trovarono nia e Angelo in Fado (/^.), quindi gli
s.

anticaglie, e dell' anello d* oro parlai conferì un canonicato nella basilica di s.


nel breve articolo a cui vado supplendo. Maria in Via Lata. Eietto nel fine di
Si rinvennero altresì medaglie e monete settembre di detto anno Leone XII, cui
antiche, sepolcreti e altro. La Chiesa, il era accettissimo, poi lo chiamò in Roma
foro, le lettere, le armi ebbero chiari per- nel seguente e gli affidò la vicaria apo-
sonaggi in questa città , come accennai stolica dell'allora badie unite di Farfa e
nel suo articolo, segnalando il cardinal di Salvatore maggiore, dove avea eser*
s.

s. Bonaventura (F.) Fidanza, principal citato l'uffizio di rettore nel seminario e


gloria dì Bagnorea, di cui anco nel voi. lascialo gran desiderio di sé. Inoltre Leo-
XXVI , p. 80 e seg., ed altrove iu più ne XII nel 182 7 lo fece vescovo iXOrope
VIT VIT 3o3
(F.) in partihus e i.° commissaiip opo* di que'delle tenute limitrofe , a tale ef-
stolico di Loreto (A'.), nel quale afilicolo una cappellania perpe-
fetto istituendovi

ne celebrai le benemerenze, massime per tua coir obbligo della messa in tutte le
aver contribuito al ristabilimentodel col- feste dell'anno, stabilendo la nominn del
legio Illirico-Piceno (dipoi modestameu- cappellano adnutuni della lodata famì-
ta occultando il suo nome, a monumen- Le sue esequie furono solennemen-
glia).

to di sua eterna riverenza a quell'insigne te celebrateil dli 22 nella basilica di s.


santuario, pubblicò il pregevole libro, che Marco coll'intervento del collegio de' ve-
lodai con grato animo nel voi. LXVI, p. scovi assistenti al soglio, al quale apparte-

279 : La Casa di
venerazione alla s. neva l'illustre defunto (dal 29 novembre
Loreto promossa con un Compendio 1 854> io occasione della definizione dog-
storico e con una pia istruzione da un matica dell'Immacolato Concepimento
dinoto di Maria Santissima. Iti Loreto di Maria, a cui assistette)". Ricavo inol-

dalla tipografia de' fratelli Rossi i853). tre dal Giornale di Roma deli 858, p.
Gregorio XVI iieli834 lo nominò prio- 268, che elevato al cardinalato a* 1 5 mar-
re del capitolo della memorata basilica, zo 858 mg.' Enrico Orfei d'Orvieto ve-
1

ov'era stato canonico, e segretario della scovo di Cesena, a* 1 8 di detto mese per-
s. congregazione della disciplina regola- ciò giubilante Bagnorea, dalla quale la
re, e poscia di quella dell'immunità ec- di lui fa miglia è oriunda (trasferita a Or-
clesiastica. Finalmente aggravato dagli vieto da circa un secolo, ove pure è a-
anni, neli85i domandò e ottenne d' es- scritta al patriziato, vi possiede il palaz-
sere esonerato da quella segreteria, onde zo e molli beni rustici, e nella chiesa par-

il Papa Pio IX lo promosse ad arcive- rocchiale ha la cappella gentilizia con se-


scovo d'Ancira iìi partibus, e lo notai nel poltura), ed è nell'albo de* patrizi, mg/
325, cioè a' IO aprile (Ripar-
voi. LI, p. Brinciotti amatissimo vescovo in unione
lando del Seminario Pio istituito dal , al capitolo e ali* intera magistratura re-
medesimo Pontefice^ di cui ancbe nel voi. se per tale circostanza azioni di grazie a
LXXXV, p.195, nel voi. LXlV,p.22, Dio nella cattedrale, con solenne messa e
rilevai che il Papa deputò l'illustre pre- canto del Te Deum. Si aggiunsero l* e-
lato a presiedere a' lavori dell* edifizio). sterne dimostrazioni di gioia colle sinfonie
M Tra
molle e rare virtù che lo rende-
le del municipale concerto, colla spontanea
vano venerando, rìcorde-
a tutti caro e illuminazione nella sera, co'fuochi artifi-

remo soltanto la sua tenera divozione ciali, e soprattutto coU'elegenle poesia del
verso la B. Vergine, a onor della quale florido seminario-collegio da rendersi di
volle edificare a proprie spese una chie- pubblico diritto (lo fu co*lipi romani del-
sa nella tenuta di s. Caterina presso la l' -jani, ed è Un'elegante £'/('^fV7,dicendosi
città di Vileibo (3 miglia, e dalle terme nella dedica: Seminarii Collegiiquf Bai-
viterbesi a un 4-*' di miglio , da lui be- neoregìen. Alumni ex classe rhetorica
nedetta a'i4 ottobre 1 858. La chiesuola plaudunt gratulantur^ auspice Cajetano
è in forma di croce greca con cupola, di- BrìneiotlìBalneoregiensium Antistite pa-
segno del celebre cav. Gagliardi, del qua- trono studiorum oplimo\ e coll'unisona
le è anco il quadro dell'unico altare, rap- acclamazione d'ogni ordinedicittadini.Ri-
presentante l'Immacolata Concezione, ed ferisce il Palmieri, che il villaggio Bocca
i ss. Rocco e Isidoro agricoltore a'quali di PorcOf distante 2 miglia a maestro di
è dedicata la stessa chiesa capace di 3oo Bagnorea e 4 a greco posto in ameno,

persone. INe fu pio scopo il bene spiri tua* colle,ed a' cui piedi ha le sue fonti Rio
le de'campagnoli delta tenuta, ch'é pro- Torbido, co* dintorni abbondanti di ce-
prietà della famiglia Scerra , non meno reali e di vili , fu patria di quel Pietro

fe
3o4 V I T VIT
Bocca di Porco, che molli dicono roma> sed adulto oh allt/uam occasionem. In
no, il quale nel 1009 eletto Papa^ in ve- Victoriano quoque codice idipsumenar-'
nerazione al principe degli Apostoli non ratur.Tumque institutuni, ut omnes qui
ritenne il nome, ma prese quello di inreliquuni lempus SummiPontifìces de-
Sergio IF(F.)y onde derivò il cambiar- signarentur 3 in consacratione nomina
si il Nome de Papi (/^.) nell'assun- mularenl : licei enim, inquii idem Dil-
zione al pontificato. Noterò che già , , marusy aliquorum nomina fuer ani mu-
come altri dissero^ Giovanni XIV nel tata, non tanien omnium, ncque hoc erat
984 adottò tal nome, prima chiaman- ex instilutione generali. Rado auteni
tlosi Pietro^ in ossequio a quello portato huius institutionis fuit Iriplex : Una
dal i.° de* Romani Pontefici. In ciò con- quodDominusB. Petro in Apostolorunt
viene anche il eh. arciprete di Palo d. electo, novum nomen imposuit ; altera^
Carlo Ripandelli a 3i2 de'suoi: Ri' p. quia mulari dehent Pontiflces inperfe-
traiti poetici dt Romani Fon lejlci^corre- ctione vitae,et famae, ideo et in nomine j
dati di note storicocritiche,Koma 1860. tenia, quod turpe esset, ad tani decoruni
Opera meritamente lodata dalla Civiltà dignitatis uffìciuni electum, aliquo nO'
Cattolica, serie 4.', t.
7, p. 35o. Tutta- mine turpi, et inJwneslo appellari. IIos
volta io non posso tralasciare, quanto al ìgilur auctores seculi,praecipue Ditma'
nome, oltre altre gravi notizie, di qui ri- rum, qui Sergio IV aequalis tempore
cordare ciò che su Giovanni XIV pubbli- fuitf mulatìo nominis trihuenda, non su-
cai nel voi. XCVII, p. 91 e seg., aven- periorihus^ qui Sergio cognominis fucre.
dolo imparato dal eh. cav. Ferrucci, nelle Ma si Bagnorea. Non molto at-
ritorni a
due edizioni t\e\V Investigazioni sopraBo- tivo vi commercio, secondo il Palmiè-
è il

nifacio Flly delle quali riparlai nel ci- ri, sebbene siavi ogni lunedì il mercato.

tato voi. a p. 88 e seg., il cui tenore non Le fiere si tengono a* 1 5 giugno, ed a' 22,
conobbe 1' encomiato arciprete, nel So- 23 e 24 agoslOjoltre quella della domeni-
netto e note di Bonifacio FU, Del re- ca che segue alla denominata in Alhis^^ìtì:,
sto, tornando a Sergio IV, sulla sconcez- la festa dellaB. Vergine delBuonConsìglio.
za òi^'Nomi^ può vedersi T eruditissimo La popolazione vienedistribuiladallaiS'f^-
Bicci,Notizia dellafaniiglia Boccapa- tìstica del i853 così case 576, famiglie
;

didi^^vaBocca di pecora[Riniinziò ilPoii' 612, popolazione 345i8 , della quale in


iificato nel iii^W cai'd'maìTeobaldoBoC' campagna 1 182 ; degli altri comuni del
ca dì pecora, a cui era stato sublimato), suo governo 7566 totale complessivo
,

q p. I e seg. e 17, ove parla di Boccaporco del governo 11,024. H territorio è fe-
che si volle chiamare Sergio IV, per la race e produce tuttociò ch'è necessario,
sconcezza del nome, senza far menziocie massime l'ottimo vino, il quale come al-
di quello di Pietro , ma citando il Ciac- tri de' dintorni viene chiamato di Orvie-

conio, Vitae Pont. Rom., t. i,p. 764, ove to. — L'origine di Bagnorea già la dissi
leggo : Petrus valgo Bocca di Porco ro- remota, e il Galindri riporta 1* opinione
7/ianns,come cardinal vescovo d'Albano. di quelli che la vogliono fondata da Vo-
li qual Papa Sergius IV, Pelri Mar-
: lunuio capitano de'falisci, 748 anni avan-
lini filiitSf romanus, Bucca porci anlea ti la nascita del Redentore. Dopo esser
diclus, ex Castro Lunae . . . Sergio an- stata invasa da* goti, il Caliudri la dice
te Pofiiificatuni indecoreni nonienfuit. qualificata città fin dal 600 di nostra
Ditmarits enini lib. 6 scribity vocatuni era, laonde non meritano credenza que*
fuisse Buccam porci, quod nonienhaud che la credono fondata da'longobardi do-
imposi tiim fuit piiero , cjuihus pulclira po la loro calata in Italia, e che Deside-
nomina parentes infantiùus imponimi : rio loro re ne unì le due parli Civita e
,

V IT ViT 3o5
Txhoda e volle sì ch'xumdk^sevQ Balncum Magno Terso il 774 dopo aver debella-
reginiHy col suo famoso decreto. Ma il to Desiderio e dato termine al regno de'
Turrioz.zi, Memorie cììTitscaniaoraTo' longobardijtrovandosi espressamente no-
scunella, a p. 97, dichiara la sua sorpre- minato ne'monumenti di riconoscimen-
sa pel sedicente decieto, tn cui si dà il to, donazione e restituzione, anche pres-
nome Ba^norea alle due contrade di
di so il Cohellio orvietano, Notitia Cardi-
Ch'ita e Roda, quando assai prima di nalatusy p. 1 1 7 Ducatiis vero Tuscìae
:

Desiderio diceva si Bagnorea^ come può Longobardoruni amplectitur, Orbitimi


vedersi ne* Commentarii storici di Ma- (Urbemveterenihodie dìctum), Balneum
nalde^chi, nel Sigooio, nel Borgliini, nel Regium Ed a p. i 19 riferendo il di-
etc.

Biondo, ed altri con Paolo Diacono, e si ploma imperatore Lodovico I del-


dell'

leggerà il nome di Bagnorea assai prima r8i7, figlio di Carlo Magno, di ricono-
di Desiderio del ySG. 11 Sigonio, lib. 2, scimento, conferma e ampliazionedi do-
6o5 scv'w ei Longobardi Elhru-
all'anno minio, si legge Urbevetum, Balneum Re-
rìae duo oppida ex Romana ditione gis etc. Indi a p. 1 20 olire il diploma del-
Orbilum et Balneum regium invasere. l'imperatore Ottone I del 962, in cui
Paolo Diacono scrittore di que' tempi confermando alla Chiesa Romana i suoi
De gest. Longobard., lib. i5, cap. 33, dominii temporali, espressamente sono
pone l'invasione d'Orvieto e di Bagnorea nominati Urbem Velerem e Balneum
nel 595. L' anonimo Ravennate, lib. 4, Regis. Si può vedereil vol.LXXVIII, p.
§ 36, che scrisse e visse circa il 636, de- io4 e seg. Il Mooaldeschi registrò ne*
scrive Bagnorea vicino a Roma Ilern : Commentarii : Bagnoreggio città, molto
foro Casi, Belerbon, Balneonregis. Pa- tempo fu sotto il dominio d'Orvieto e de*
pa Gregorio I scrivendo al vescovo di
s. Monaldeschi della Cervara guelfi, dopo
Chiusi fa menzione di Giovanni diacono avere ciò riconosciuto, come si ha dal-
eletto vescovo di Bagnorea nel 600. Fi- VHistorie e dagli Annali d* Orvieto. Si
nalmente il concilio romano del 680 ci crede dal Palmieri, che Ottone II la con-
presenta sottoscrittoli vescovo di Bagno- cedesse a'Monaldeschi, ma nel 983 assun-
rea Clavense ( Clarensis e Clarealius, to all'impero il suo figlio Ottone III, la
onde Clarenzio chiamai tra'vescovi di
lo restituì alla s. Sede. L'imperatore Fede-
Valve e Sulmona con l'Ughelli, avver- rico I occupatore dello stato pontificio ,

tendo col Lucenzì doversi rigettare, e ri- e sostenitore dello scisma degli antipapi
tenerlo vescovo di Bagnorea : dovrò ri- contro il legittimo Alessandro III, al qua-
parlarne). Il Turriozzi quindi stringe il le fatalmente aderì il vescovo, se ne impa*
suo dire. » Non voglio io qui tesser la droni neli 162, spogliandone i Monalde-
storia di quella città , dovendo esser ca- schi. Nondimeno nel 1 163 pacificatisi in

rico di que' cittadini difender le glorie Orvieto ghibellini imperiali co'iVIonalde-


i

dell' illustre lor patria ; a me sol basta schi,per l'intervento e mediazione de' Vi-
aver provato, che la medesima molto e co, Bagnorea fu restituita a'guelfi Monal-
molto prima che Desiderio pubblicasse il deschi. Questi nel pontificato di Bonifacio
decreto, fosse chiamata Bagnorea^', Fa- Vili divennero piùpotenti, siccome favo-
cendo parte del ducato di Roma, si può ritida quel Papa, il cui nipote Benedetto
credere che fosse compresa nella dedizio- Gaetani die' una sua figlia in isposa ad
ne ch'esso fece de'suoi popoli alla Soffra- Ermanno Monaldeschi , onde Lanfraa-
nità de' Romani Pontefici e della s. Se- co, altro nipote del Papa, fu aiutato da
de {V.), nel 726 circa, nella persona di loro nella contea di Soana , sulla quale
Papa s. Gregorio II, riconosciuta e con- aveano pretensioni gl'lldebrandini cunti
fermata da Pipino, e dal suo Hglio Carlo di s. Fiora. Intanto u' Monaldeschi nel
VOL. CI. 21
3o6 V T 1 V 1 T
i3o3 si tentò rapire Bagnorea da' Fi- part'i per Asisi. Accennai nel voi. XLVl,
lippeschi ghibellini orvietani , ma inu- p. 2 19, come Gregorio XVI a'2 ottobre
tilmente pel valore cìe'Monaltìeschi eie 1841, recandosi da Orvieto a Monte Fia-
ro seguaci guelfi, respingendoli vigoro- scone, al luogo detto la Capraccia, fu fe-
samente. Ma poi profittando dell'assenza steggiato da molli abitanti del contado

d* Ermanno eh' era andato in Soana a di Bagnorea, ansiosi di venerare il co-


soccorrere il suocero e il di lui fratello, ì muu Padre e Sovrano, la banda musica-
Filippeschi co' loro partigiani fecero in- le facendo rendere un eco esultante alle
sorgere Bagnorea , e così poterono en- vicine colline; e come dal Papa furor»o
trarvi. Breve però ne fu il dominio, poi- benignamente ricevuti i loro omaggi,
ché portatosi Ermanno ad assediarla, to- soddisfacendo ripetute volle, e con amo-
sto la ricuperò. Leggo nel Bussi, che la revole trasporto alle domandate benedi-
famiglia lldebrandina signora di Bisen- zioni, e fece consegnare al cappellano ru-
zo neli3i5 si usurpò il dominio di Ba- rale venti scudi pe' poveri. L'oUimo ve-
gnorea e di Monte Fiascone. Dopo varie scovo mg.*^ BalufTì era assente, quale in-
vicende, finalmente Bagnorea ritornò al ternunzio e delegatoapostolico della Nuo-
diretto e immediato dominio della s. Se- va Granata. Trovo poi nel Giornale di
de,eseguii destini della provincia. Ebbe Roma deliSSy, a p. 869, il seguente ar-
talvolta a governatori de'prelati ed anche Bagnorea. Il giorno 3
ticolo, scritto in

de'cardinali, e di 3 parlai al suo articolo, settembre sarà mai sempre di lieta ri-
finché venne uniformata al sistema go- cordanza a' bagnaresi, per l'avventuroso
vernativo dello slato papale. Dimorando passaggio del Papa Pio IX. Già da Bo-
gliantichi Papi con tanta frequenza e logna erano con paterno affetto assicurati,
lungo tempo in Viterbo e in Orvieto, che se non veniva in mezzo a loro colla
certamente avranno decoratodi loro pre- persona, vi veniva collo spiiito,spaodendo
senza Bagnorea. Trovo ne' Commenlarii le sue benedizioni sul pastore e sul greg-
di Pio II che nel i463 da Viterbo si
^
ge. Ansiosi però slavano di tributargli al-

recò nel suo territorio. Plus II hìnc di- meno nel proprio territorio il dovuto o-
scedens ciim in agnini Baliieorcgii per- maggio di divozione e sudditanza. Nella
venìssetj in ipsis Jinitimis limitihiis ruv- mattina pertanto di detto giorno trassero
siis periciduni adiit. Urhe\>ctanis^et Re- a gran folla 3 miglia fuori di città, nel
giensibus sedem ejiis^ concitalo iunuil- punto dove spiccava un gaio e spazioso
iu^ invadenlihus ; crai enim in ter ilio s padiglione a forma di tempietto, in cui
de finihus controversia : nec parlari l'amato e zelantissimo loro vescovo mg.''
Pontijices in agro suo, nìsi a siiis latu- Brinciottijil R.mo capitolo, il governato-
ri videbantur. Cerlaiiini est et inermi^ re, la magistratura e le corporazioni sta-
et armata manii, et tandem sagittis ali- vano preparati pel ricevimento solenne
qui vulnerati sunt^ aliqui gladiis. Cohors di sì augusto viaggiatore, che da Orvie-
quae Pontificem praesidii causa seque- to recavasi a Mqnte Fiascone. Già scoc-
tallir, pvgnam diremiti et acceplam se- cavano leio antimeridiane, quando l'an-
dem longe ultra conlentionis locuni cani siosa moltitudine che in beirordine avea
Praesule asportavit^ uhi Regienses viri gremito tutto quel luogo a foggia di an-
fenìinaeque cum parvulis excurrentes fiteatro, proruppe ad un tratto in lieti e
xenia obtulerunt, cihoque ac pota o- fragorosi evviva, resi più commoventi
mnem Pontificis comilatum recrearunt. da' festosi suoni del patrio concerto de-
Deinde ad Monlemflasconis etc. Notai coralo di nuova elegante uniforme. Era
nel proprio articolo, che Sisto IV si re- quello il momento avventuralo in che
cò a Bagnorea a* 22 agosto 147^1 donde videsi vicino il desialo arrivo del Santo
.

VIT V T I 307
Padre, che in quella collina volle degna- prinius ante /intininm anno saluiis
s.

re del suo gradimento alcune villerecce 295, illic Evangeliuni evnlgaverit; cow
dimostrazioni. Giunto ai tempietto in jectura tanien, et quideni homiiium cor'
mezzo agli applausi, che lungo lo stra- datoriun est, Chrisli liimine fuisse illu-
dale facevano echeggiare l'aere dintor- stratam, cum circiinivicinae caelerae
no, discese di carrozza, e benignamente civitales ab deposto lo rum discipulis chri-
condiscendendo alle preghiere del vesco sliaiiis sacris ini tiataefnere. Tuttavolta
vo, benediceva dal trono, bellamente a inBagnorea è comune credenza, che la
domo, a quel popolo commosso, il quale promulgazione in essa del Vangelo risalga
co' segni della più alta venerazione stava a' tempi apostolici, quindi diffusa da s.

prostrato al grand' alto di Lui, che in ter- Ansano dell'illustre romana famiglia A-
ra tiene le veci di Cristo. Degnossi quindi nicia, il quale in Roma di 1 2 anni si fece
ammettere al bacio del piede il capitolo, battezzare. Quando ciò seppe Tranquil-
il governatore, la magistratura, i vari ec- lino suo padre, lo accusò all' imperatore
clesiastici secolari e regolari accorsi an- Diocleziano, che lo fece carcerare, ed es-
che dalla diocesi, nonché il numeroso se- sendogli venuta l'occasione di fuggire,
minario e collegio, che deponeva a* suoi si recò a Bagnorea. Altri dicono che ivi

piedi alcune poetiche produzioni, nell'at- fu il luogo di sua reclusione, la quale ven-
to chealtri di loro in armonioso coro can- ne convertita in casa del Signore, e sì

tavano un inno. Distribuiva poi di sua vuole essere quella piccola chiesa che
mano alcune limosine, ed altre ne lasciava trovasi fuori di porta Albana, e perciò
al prelato pe'carapagnoli della Capraccia, denominata la Madonna delle Carceri.
di cui nel vol.XCVll,
260, descriven p. Dopo avere s. Ansano colla sua predica-
do in breve questo Fiaggio, e pe'poveri zione e virtù illustrato Bagnorea, passò
della città. Così con quel dolce e incan- a Siena [V.) e ne divenne 1' apostolo e il

tevole sorriso, eh' è proprio dell' uomo patrono, dopo che predicato Cristo, dal
del cielo, si dipartiva il Papa da'bagna- proconsole condannatoalle fiamme, que-
resi, penetrati da* più vivi affetti di ri- ste mirabilmente lasciando illeso il santo
conoscenza e d'amore, che sciolsero poi giovanetto, il carnefice gli troncò il ca-
a Dio, con solenne Te Deuni nella calte po nel 3o3. Essendo slato racchiuso i»
drale, quando furono accertati del pro- una torre alcun tempo, prima di riceve-
spero di lui arrivo nel centro della catto- re la palma del martirio, nel luogo detto
licità. Bagnorea
Scrissero di Leopoldo : Castel Vecchio, in questo i vescovi sane*
Boncompagni 3 à^Wq Notizie del-
nel t. si fecero la loro primitiva residenza, e vi

le città d'Italia, dell' Orlancii. Ab. Pie- eressero una chiesa sotto la sua invoca-
tro Artemi canonico della cattedrale, già zioue, rinnovata per la sua vecchiezza
prof, d' eloquenza nel Seminario Pati- nel 1437. Come a propagatore della re-
cano (F.)^ Memorie storiche della città ligione cattolica nelle contrade sanesi, in
di Bagnorea e sua diocesi Roma 1842. ^ esse col suo titolo furono costruite chie-
Ne feci cenno nel voi. LIV, p. 34 e 38. se ed altari, ora nominati basiliche, ora
Ughelli, Italia sacra, t.i, p. 5i^: Bal- monasteri. Ne celebrò la solenne trasla-
neoregienses Episcopi, colle noie del Lu- zione in Siena, il vescovo Cualfredo II,

cenzi e del Coleli. Con tale opera e eoa nel pontificato di Pasquale 11 nel 1099.,
altri procederò alla seguente serie de' 11 Pecci, Storia del vescovato di Sieria^
vescovi, e la compirò colle annuali No- ne offre la descrizione, e ragiona del suo
tizie di Roma. — Sulla predicazione del- apostolato, culto e patrocinio. Affermai!
la fede in Bagnorea, scrisse T Ughelli, Piazza, ncW Emerologio di Roma, ivi ve-
(Quamquam non constel hactcnus quis aerarsi uella chiesa di s. Marcello uu
3o8 V 1 T V IT
braccio di s. Ansano raarlire. Inoltre, ri- si trova menzione, è il summenlovalo
porta 1' Ughelli, che la sede vescovile di Giovanni del ^98 o del 6oo,il quale elet-
Dagnorea derivò non mollo tempo do- to dal sudiagio del popolo, s, Gregorio I

po gli Apostoli, come asserisce il Galle- commise ad Eulogio o Ecclesio vescovo


sini in vita s. Bonavcntiuae, ma disperso di Chiusi, di esaminarne le qualità e
e bruciato l'archivio di sua chiesa, si quindi ordinarlo. Indi Clarenzio del 680,
perde la memoria de'suoi primi pastori. se realmente non fu di Valve, pel nota"

il vescovato fu sempre ed è immediata- lo di sopra. Imperocché il Cenni nt:l Con'

mente soggetto alla s. Sede. Di più ad cilium Lateranense StepJiani III an,
esso fu congiunta l'antica e celebre dio- 769, in cui chiarì eruditamente le sedi
cesi di Polimarzio (V\ l'odierno Bo- de* vescovi che v' intervennero, olTre
marzo, dopo il io 1 5, la quale nel pon- quella di Balneo Regiensi. Alifredo fu
tificato di s. Gregorio 1 era stata aumen- all'altro sinodo romano dell'826. Leone
tata, con r unione di quella prossima di intervenne a quello dell' 853. Romano
Ferento {V.), da me riparlala ne'Iuoghi parteggiò nell* 855 per V antipapa Ana-
analoghi (ne furono vescovi: nel 269 s. stasio, contro il legittimo Benedetto III,
Dionisio, nel 4^7 Massimiano, nel 5ig a cui scandalosamente fece riprovevoli
s. Bonifacio, nel 56o s. Redento, nel oltraggi; del quale scisma riparlai nel
SgS Marciano, nel 649 Conilo anche di voi. XCI, p. 00 e seg. Il Coleti neW Ad-
1

Polimarzio). Sebbene nel suo articolo, denda riporta Aldualdoche fu al conci-


col Sorzana parziale di Viterbo, avea ne- lio romano deir86i, cui atti si leggono
i

galo tal riunione, dipoi col eh. polimar- nella stessa Italia sacra, in Ravennen-
ziese arciprete Vittori, Memorie sulla sibiis Archiepiscopi, t. 2, p. 35o: Al-

città di Polimarzio^ in quest'articolo ne dualdus Balneregiensis.¥or&e si chiamò


dichiarai vera la congiunzione, insieme pure Aldovraudo, anzi 1* Ughelli antici-
notando, che la diocesi di Polimarzio ser- pandolo, corretto dal Coleti, lo nomina
vi anco a ingrandire quelle pur limitro- s. Aldovrandus sive Aldibrandus. E s. Il-
fe d* Orte e Viterbo. Tornerò a ragio- debrando, il cui capojgià dissi venerarsi
nare di FerentOy parlando del territorio nella cattedrale, protettore della città e
di Viterbo, a cui appartiene nel civile diocesi, che ne celebra la festa a'22 ago-
1' annesso Magagnano o Magugnano, sto. E Bagnorea (ove il ti-
neir articolo
che vuoisi occupare il sito di Perento, il pografo al suo nome pose un arbitrario
quale però nello spirituale è ne'limiti del- Vedi, come ne dessi la biografia, il che
la diocesi di Bagnorea. Altri luoghi della m'era vietato seguendo il Butler), lo di-
diocesi di Bagnorea, che in questo arti- chiarai intervenuto nell' 868 o meglio
colo descrivo in breve ne'goveroi in cui neirSGg al concilio di Roma, in cui con
trovansi, ed a' loro paragrafi, sono: Ca- ardente e robusta eloquenza dipinse gli

stel Cellese, Castiglione in Tewerina, errori dell'empio Fozio, pseudo-patriar-


Civitella cVJgUanOf Graffignano^ Grot- ca di Costantinopoli, li confutò e condan -

te s. Stefano, Luhriano, s. Micheleylìlon- nò ; onde per la 3.' volta il concilio ne


te Calvello, Magnano, Rocca del Vec- sentenziò col Papa Adriano II la deposi-
ce, SermugnanOy Sipicciano^ Soriano, zione e la scomunica, che sottoscrisse con
Vaiano, Vetriolo, Vitorchiano, e di- allri 28 vescovi, oltre il Pontefice. Altri
Tersi villaggi. Apparteneva a questa dio- non conoscono sino a Giovanni, il qua-
si

cesi Monte Fiascone, ma Urbano V nel le fu al sinodo romano del 10 15 di Be-

i36g la dismembrò formandone un ve- nedetto Vili, e sottoscrisse un suo pri-


scovato con diversi paesi delle circostanti vilegio per la badia di Fruttuaria. INon
diocesi. Il i.° vescovo di Bagnorea di cui Gilberto, ma Isidoro, meglio Ingone
V I T V T 1 309
sottoscrisse i canoni del concìlio di Ro- dì Corrado, ma fu traslato tosto alla pa-
ma del1059, da Nicolò II celebrato. tria a'5 del seguente ottobre da Giovanni
Giovanni, nel 1066 pose la sua fìima al XXn. Tal Papa in qael giorno dichia-
privilegio da Papa Alessandro II accor- rò vescovo di Bagnorea quel fr. Malteo
dato nel concilio di Laterano al mona- che non volle accettare il vescovato nel
stero di s. Dionisio. Alberto donò alla ba- 1295]; indi a' 2 3 dicembre 134^ Cle-
silica Lateraaense la chiesa di s. Clemen- mente VI lo trasferì ad Acerra, dalla
te fuori delle mura di Bagoorea. In fatti qual sede contemporaneamente traslatò
trovo nell'elenco delle diocesi delle chiese in questa Giovanni altro minorila.
fr.

soggette alla medesima, esibito dal Can- Gli successe 5 dicembre i348 il cor-
a"*!

cellieri, Memorie delle ss. Teste, p. 64, religioso e altro fr. Giovanni da Civita
registrala Dalneoregien. Tuttavia non si Castellana. A' i5 dicembre i35o fu ve-
può assegnarne l'epoca, e quindi succe- scovo Alano o Alemanno. Indi nel i362
de una lacuna di cui s'ignorano i pa- fr. Bonaventura, al cui tempo Urbano V

stori. Il vescovo Marsilio segui lo scisma colla bolla Cam illìus,àQZi agosto 1369,
contro Alessandro III del i iSg e fu as- Bull. Rom.f t. 828, dismem-
3, par. 2, p.
solto dal Papa nel sinodo e pacificamen* brò da Bagnorea ed eresse in vescovato
to celebre di Fenezia nel 1 177. Ricavo Monte Fiascone, e ne assegnò termini. i

dal Turriozzi, Memorie di Toscanella, Il vescovo fr. Bonaventura governò circa

p. 65, che alla solenne consagrazione di 23 anni fino al 1 385, anzi più ancora
quella chiesa di s. Maria Maggiore, ese- per trovarsi nel registro delle proviste
guita a'6 ottobre 1206, intervenne Biir- de'prelatidi Bonifacio IX del 1389. Ap-
gundio Balneoregese. Rustico di Monte prendo dal p. Valle, Storia del duomo
Fiascoue del 255, poco dopo eletto per
1 d'Orvieto, p.4i» che gli successe fr. Mat-
proprio vescovo anche dal capitolo d'A- tia francescano d'Orvieto, preclaro teo-
melia morì nel 1270. Gregorio X gli
: logo, il di Bagno-
quale essendo vescovo
surrogò a' 28 agosto 1272 Simone ca- rea nel 13955 Curiae Episcopalis Ur-
nonico della cattedrale, e per più anni hisveteris sede vacante vicariusj omni-
fu pure vicario generale della provincia bus tameii Episcopalibus redditibus si-
del Patrimonio di s. Pietro per la s. Se- li altribiuisj post alìquot annos ad E-
de; per tale noi conobbe il Cussi, nella piscopatum eumdei/i, relieto Baliieo^
serie de'presidi dellamedesima, e finì di reg., est promotus: nel 1899 vacata la
vivere ne' primi del 1295. Il capitolo e- sede d'Orvieto nuovamente, a'5 settem-
lesse in sua vece il diocesano fr. Matteo bre divenne vescovo della patria. Gli suc-
minorila di Castel di Pietro, al presente cesse a' 20 dicembre 14^9 p*^'" nomina
s. Michele, il quale allora non volle accet- d'Alessandro V, eletto contro il vivente
tare, onde gli sostituì fr. Stefano Tasca Gregorio XII, imperversando il lungo
domenicano, che postulato a Bonifacio Scisma d'occidente. Angelo già canonica
Vili venne confermato a' 21 gennaio della cattedrale di Bagnorea. Quindi ne
dello slesso 1 295; fu consagrato in Roma occupò la sede nel 14*4 almeno Antonio
dal vescovo di Frascati, e morì nel 1 3o6. da Avezzano, dottore in teologia, forse
Avendo i canonici eletto fr. Monaldo da già monaco di Monte Cassino, poiché leg-
Orvieto de'minori, Papa Glerpenle V ne go nel eh. p. ab. Tosti, Storia della bu'
cassò l'elezione ed invece nominò Simo- dia di Monte Cassino, t. 3, p. i33, che
ne canonico (lorentinori i giugno di det- morto a'6 agosto 1 4 4 Ladislao re di Na-
1

to anno, morendo nel 1828. In questo poIi,'e succeduta a lui la sorella Giovanna
u*2 settembre gli successe fr. Tramo Mo- li, l'abbate di s. Maria della Ferrarla, po-
Utddeschi d' Oivìcto doiueuicano, figlio sto duLcidisIaoa governare la delta badia,
3io VIT VIT
spedì alla regina fr.Antonio da Avezzano se rUghelli, aver Nicolò V a* 4 febbraio
vescovo di Bagnoregioa far buoni ufiìcii 1449 ""^'to i due popoli bagnaresi e vi*
perchè non l'avesse rimosso della carica, lerbesi sotto un sol pastore e un solo o-
che forse ben gli giovava ; e la regina con vile colla condizione, ut
qui Fiterbiensi-
lettera de' i 3 delio stesso agosto, rassicu- bus j US diceret, cliam Balneoregiensis
rò l'abbate, che l'avrebbe lasciato in pa- appellaretur Episcopus. I^erutn hnjuS"
ce fino a nuovo ordine, e questo fu spe- modi Ecclesiarum foedus haud mul-
dilo nel i4i5, con dare a Monte Cassi- tam tulit aetatemj siquidem idem Poii'
no per abbate Pirro Tomacelli da Napo- tifex fiodemque anno unionem illamdis'
li. A* IO maggio i438 Eugenio IV da soUdl, cum eadem die Baine oregiensttn
Aria neir isola di Candia, vi trasferì fr. Episcopum creasset,'E,i\ a Bagnorea l'as-
Benedetto Poconeti domenicano, il quale segnò a'i 7 ottobre i449- Nf ila serie de*
intervenne al concilio generale di Ferra- vescovi di Viterbo disse in breve altret-
ra. Gli successe il i.° ottobre i44^ ^^' tanto, ma la sede avea il pastore fin dal
Corrado da Matelica francescano, già cu- i43o e morì nel 1460. Il Turriozzi nul-
stode della provincia di Jesi, come ra* i- la scrisse nella serie de' vescovi di Viter-
struisce l'Aquacotla, /l/e/72or/e di Male- bo e Toscanella. Il Bussi, Istoria di Vi'
licay p.i46, il quale non giunse a com- terbo, p. 248, ripetè il riferito dall'Ughel-
pier l'anno uel regime di sua chiesa, ra- li, e conferma che l'unione non fu di mol-
pilo dalla morte. A' 27 maggio i446f''' ta durata. Nel Bull. Rem. non trovai su
Nicola de Ruggieri dell' istesso ordine, di ciò alcun diploma. Adunque nel detto
morto ne' priiuordii del i449) ^' *^"' ^^c* giorno 7 ottobre i449> Nicolò V nomi-
I

parola nell'articolo che vado rifondendo. nò vescovo di Bagnorea fr. Agostino ere-
ivi notai pure, che Nicolò V unì questo mitano agostiniano, educato nel conven-
vescovato a quello di Viterbo, ma Tunio- to della slessa città, che morì nel i4^9«
ne durò poco tempo, poiché nello stesso In questo Pio II elesse Gio. Filippo de
giorno e anno in cui fu dato il vescovo al- Landolfi, Gli successe nel 14^4 Angelo
le due unite chiese (cioè promulgato per Pisani. Sisto IV a* i5 novembre 1478
tale quello che reggeva la chiesa di Vi> condecorò la patria con darle a vescovo
terbo), i bagnaresi ottennero il proprio, il bagnarese Pietro Bocca, amministrato-
come si afferma uel Ball. Basilicae Fa- re delle Provincie di Marittima e Campa-
ticanacy t. 2, p. 100. Ora riscontrandolo, gna, per le sue virtù amato da tutti, co-
trovo il diploma col quale Euget»io IV me lo fu da' concittadini e diocesani pel
nel 1443 avea rieletto penitenziere della suo provvido e lodevole governo. Nel
basilica Vaticana il detto Ruggieri, pro- 1493 il toscano Antonio da s. Miniato,
fessore di teologia, chiaro per virtù e me- vicario della basilica Vaticana. Appren-
riti, e commendevole per la reputazione do dal libro, De Ficariis Basilicae Fa-
che godeva. Ed in nota i collettori del ticanae, p. 7 1
, che lo era del cardinal Ze-
^^///., citando il Wadingo e TUghelli, ag- no e da' 26 marzo 1492: Ficariatuiti
giungono che lo stesso Papa nel i44^ ^^ moderalus est adannum i ^c^fj^quo obiit
fece vescovo di Bagnorea, indi morto nel supremwn die. SepuUusfuit in ss. Basi-

1449» per cui Nicolò V unì la diocesi a lica Faticana. Alessandro VI l'S marzo
quella di Viterbo. At vinculuni illiid 1497 die'in amministrazione la chiesa di
brevi discissum est; eodeni quippe die Bagnorea allo spagnuolo concittadino
quo ulrique Ecclesiae iinus Pastor fiiC' cardinal Bartolomeo Martini (F.)^ già
rat consti tulns, Balneoregienses prò- suo Maggiordomo (F.)^ morto in Roma
priurn ac peculiarem Episcopum abeo- il i.° febbraio i5oo, epoca contrastata.

deniNicolao Ponlifice oblinuerunt.Scrh- In quello a'4 maggio, »1 detto Papa creò


V I T VIT Su
vescovo Ferdinando diCastiglia canonico collocato al cnmun fratello Traiano. Cle*
diToledo; intervenne nel 5 2 al concilioi 1 mente VII a' 28 gennaio i528 nominò
generale di Lalerano V, e morì nel 102 i. vescovo Francesco de Salis spagnuolo, ca-
InqLiestoa'20 settembre gli successe Cor- valiere di s. Giacomo della Spada, morto
rado Manili alessandrino, uditore di Ro- nel 1545. In questo a'22 maggio gli suc-
ta, cognominalo Manlio dal Bondini, Del cesse Wicola Verneey o Venceys o Vi-
tribunale della s. llola^ p. 118, ma nel neus lorenese, arcidiacono di Metz, Da-
seguente anno cessò di vivere. Neil 522 a* tario (r.) di Paolo III e poi anche di
I o dicembre, il successore, ricavo dal Ma- Giulio III : amministrò con lode di pru-
rini, Archiatri Pontificii, l. i, p. 326, si dente, e rinunziò nel i563. A* i5 otto-
chiamava Ugone, citando /écta Cotisist., bre Pio IV gli surrogò il suo datario, ca-
t. 108, p. gt, e r Ughelli Ugo, uditore nonico Valicano e refendario, Galeazzo
iSig dice il Bondini, egual-
di Rota, dal o Galeotto Gegald francese, il quale an-
mente denominandolo Ugone, Adriano ch' esso abdicò nel 1 568 (nel voi. XIX,
VI lo fece vescovoBagnorea, e con
di p. i34, V^ per fallo di stampa è 3). In
breve vescovato morì nel i52 3. Convien esso a*5 aprile s. Pio fece vescovo fr. V
dire che non fosse promulgato in conci- Uberti Locati di Piacenza domenicano,
sloro, per appellarlo il Marini eletto di già inquisitore a Pavia del s. Uffizio, ed

Bagnorea,ed aggiunge che morendo sen- allora commissario generale del medesi-
za testamento, la sua roba si devolsealla mo in Roma, dolio autore di opere. Nel-
camera Però Adriano VI vo-
apostolica. la chiesa di s. Sabina del suo ordine io
lendo retribuire l'archiatro Francesco Roma, curò lo stabilimento d* una sepol-
Fusconi da Norcia de* suoi servigi, con tura per que* vescovi domenicani che
moto-proprio del susseguente 8 maggio morissero nell'alma città, collocandovi
i523, ordinò che gli fosse venduta una due iscrizioni recitale dall' Ughelli. Ri'
casa fabbricata dal prelfito nel rione di nunziata sede nel i574j morì poi nel-
la

Regola per 2000 ducati di io carlini. E la patria Piacenza a' 7 ottobre 1587, ei

Clemente VII dovette confermare al Fu- fu deposto nella chiesa de'domenicani di


sconi tal vendita con altro moto- pro- s. Giovanni in Canale, presso l'altare
prio, e frenar così gli uditori di R.ota, i maggiore, colla seguente iscrizione che
quali pretendendo di lor diritto la casa copio dall' Ughelli. A. A. A. Tu Cur
e tutta la morto A-
sostanza d' Ugone, Super atis - - Lo»
Scop. Fraier Ubertus
drìano VI l'aveano esptdso da essa. A- catus Episcopus Hic Locari - Toluit.
-

driano VI a'23 marzo i523 surrogò al Leggendo nell' Ughelli, che Tommaso
defunto Spina, Gio. Mercurio Vipera no- Sperandio Corbelli fanese dal vescovato
bile di Benevento, assai erudito e giusto di 7'r<3?É era stalo a' 19 maggio 58 1 tras- 1

uditore di Rota dal i5i7, e ritenendo lato a Bagnorea, volli riscontrare quei
l' uditorato ne divenne decano, doq che mio articolo e trovai che col p. Farlato,
reggente della penitenzieria apostolica Illyrici sacriy l.
4, p. 4^^ e seg., l'avea
per molti anni. Ma fu una delle infelici detto trasferito a Bagnorea nel i574i
vittime del tremendo sacco e devasta» laonde così qui a tale anno posi la rinun-
mento di Roma del 1527, e perì pe'cru- zia del predecessore. Ripreso il Parlalo,
deli ed avidi di ladroneccio, infami sob vi leggo eletto il successore allo Speran-
dati, a'26 maggio. Tumulalo nella chie- dio a' 10 marzo per la di lui libera dimis-
sa dis. Stefano del Cacco, il fratello Pie- sione della chiesa diTruii, il quale suc-
tro scrittore de* brevi gli pose onorevole cessore è provato da un documento che
epilnHio, pubblicato dall'Ughelli, insieme già fungeva l'episcopnleunìiio a'io mag-
ad altro eh' egli col prelato aveano ivi gio 1575. Ma il critico Farlato, come
3i2 VIT VIT
rUghelli, Io disse, cognomen mntum de pressi nel1600 cessò di vita a' 27 set-
:

Corbellisi maternum Spcrandio. Inol- tembre 1612 e venne sepolto in catte-


tre consultai i' Anaiani, Memorie istori- drale. Wello stesso anno Paolo V lo fece
che della città di Fano^ par. -x, p. 202 succedere da Lelio Ruini bolognese, re-
6219, e da esso appresi. Tommaso Spe- ferendario delle due segnature e suo nun-
randio, dottore, in legge, dall' Ughelli, e zio in Polonia fu consagrato in Craco-
:

dal Marchesi nella Gallerìa delC onore, via da Alberto arcivescovo di Gnesna, as-
fu detto discendente da'Corbelli, il che è sistito da Andrea vescovo di Posnania e
abbaglio, in vece derivando dalla estinta da Simone vescovo di Warmia. Beneme-
famiglia Sperandio. Dopo aver servilo rito per indefesse fatiche sostenute per
lungo tempo il cardinal Giacomo Savelli la s. Sede, si recò a Bagnorea, ed ivi mo-

per uditore, s'impiegò nella corte roma- rì a' 3i dicembre 1621, deposto nella
na in servigio della s. Sede, acquistandosi cattedrale. A'24 del seguente mese e an-
la s. Pio V, che neh 567
benevolenza di no fu eletto da Gregorio il XV
suo af-
lo promosse al vescovato di Traù, indi fine, e già suo vicario generale nella co-
trasferito da Gregorio XIII a Bagno rea mune patria Bologna, Carlo Bovio, il

nel 1 58 1 In quest'ultima epoca errò pure


. quale resse prudentemente la chiesa, ed
l'Amiani, anche a tal anno nei riferire a' 29 gennaio i635 fu traslato a Sarsi-
r elTettuato passaggio, però bene qualifi- nas nel 1623 dallo stesso Papa ( morto
candolo uomo di gran letteratura e mol- 1*8 luglio) era stato fatto inquisitore di
to caro a Gregorio XIII. Dal sin qui det- Malta, ed anche in par-
esercitò l'uffizio
to, in alcuna cosa, errarono come Vomì- te del 1624, date che ricavo dal Pozzo,
ìli [F.) tre dotti e benemeriti storici, e Historia della Religione detta di Malta,
l'Amiani, nel voler correggere gli altri, par. I p. 7 1 8 e 726, il quale lo chiamaBo-
,

fallò egli stesso. Grave lezione per mode- vio vescovo di Bagnorea. Urbano Vili lo
rarsi nelle censure, non essendo agevole fece succedere a'9 luglio 1 635 da Pietro
in tutto conoscere la precisa verità. Spes- Paolo Febei nobile orvietano, assessore
so mi avviene, e di frequente o quasi del s. Uffizio: riportai di sopra che fondò
sempre senza notarlo per moderazione, il seminario, onde la sua memoria è in

vedere censori meritevoli di censura e- benedizione, e lodato per le sue virtù


glino stessi. Giova il ricordare quanto di- vide il suo fine a'4 agosto 1649» ^ 8*^^^
chiarai nel voi. XC,
iSg. Adunque
p. in cattedrale, secondo l'annotatore del-
sembra potersi stabilire» Tommaso Spe- l' Ughelli. Ma leggo nelle Brevi notizie
randio, da Traù nel 1 574 fu traslato a della chiesa collegiata di s. Anastasia
Bagnorea; e siccome la chiesa di Traù fu di Roma del can. Filippo Cappello, a
provvista per la sua rinunzia d'altro pa- p. i5, che essendo stato anche canonico
store a'io marzo, in tal giorno o prima di essa, commendatore di s. Spirito inSas-
Bagnorea ebbe nello Sperandio, poscia
lo sia, arcivescovo di Tarso, i.** maestro
decesso nel iSgo. A' 16 luglio gli succes- delle ceremonie pontificie, e canonico
se Francesco Gerini toscano di s. Gemi- Vaticano, eruditissimo, e d'animo pio e
ciano, e di quella teira preposto e abbate splendido ;
per l'alfezione che portava a
de' ss. Abondio e Abondanzio nella dio- tal chiesa, vivente e dopo morto, con lar-
cesi d'Arezzo, morto in P'errara a'6 set- go dispendio la ridusse allo splendore
tembre 1598, e sepolto in s. Spirito de' moderno (scriveva nel 1722). A contras-^
francescani. A* 9 del seguente ottobre segno d'amore, dispose col suo testamen-
Clemente Vili gli sostituì Carlo Trotti to di esservi sepolto, e che si abbellisse
nobile ferrarese,zelante e dolto,che tenne il coro, la tribuna e T altare maggiore,
il sipodoji cui pregevoli alti furono im- come io buona parte eseguì il suo fra*
VIT VIT 3i3
tello mg.' Gìo. Ballista erede, già vesco- già, referendario e già governatore di To-
To d'Acquapeodente. Indi per la morte di, Orvietoe Spoleto, al cui tempo segui
dì questi, tutto volle terminare l'ab. Do- il luttuoso deplorato terremoto, onde il

menico Cappello 2.° maestro delle cere- vescovo fucostrettOjCoU'aulorità di detto


monie pontificie e zio dello storico, fa- Papa, trasportare dalla contrada di Ci-
cendo mettere in piti luoghi 1' arme di vita all' altra di Rhoda la cattedrale, il

mg/ Febei, attribuendo lutto a lui. Pe- seminario e 1* episcopio. Questo provvi-
rò il nipote Filippo avanti l'aliare mag- do pastore ne'primi digentiaio 1696, co-
giorecon memoria sepolcrale gli rese giu- me dice il Valle, fu trasferito ad Orvieto.
non senza in essa celebrare mg.'
stizia, Cessò la vacanza della sede a' 2 i luglio
Febei arcivescovo di Tarso e vescovo di 1698, colla nomina d'Ulderico Nardi
Bagnorea. Per ultimo nota, cbe due de- i nobile d' Arezzo, di sopra celebrato pel
positi di bronzo de' due prelati Febei, restauro e consagrazione della cattedrale,
esistenti con epitaflì nella tribuna, sono e onorificenze ottenute al capitolo, mo-
invenzione di d. Gio. Francesco Ripoli. rendo nell'aprile lyoS. L' 8 del susse«
Laonde il corpo di dello vescovo riposa io guente giugno Clemente XI gli sostituì
s.Anastasia di Roma. A'6 del susseguente Onofrio Elisei nobile di Foligno, della
dicembre gli successe Carlo Azzolini nobi- congregazione di s. Girolamo della Cari-
le di Fermo, il quale dopo circa 3 anni tà, di quella segreta della ss. Trinità de*
si Jclorum
dimise, laudato nella Series pellegrini, e deputato della dottrina cri-
omnium in Canonizatione s. Tlioniae a sliana, in Roma : celebrò il sinodo nel
Villanovai celebrata nel i658 da Ales- 17 IO, che meritò la stampa, dicendolo
sandro VII. Ritiratosi in Roma, ed ivi le Notizie di Roma traslato a Orvieto a*
recalasi a stabilirsi la celebre regina Cri> 6 settembre 1721, ove pure tenne il si-

slina di Svezia (/^.), essa lo dichiarò suo nodo, A* 10 mese gli successe O-
di detto
cappellano niaggiore, a contemplazione nofrio Pini nobile di Osimo, arcidiacono
del suo amico favorito cardinal Decio Az- di quella cattedrale, io occasione che re-
zolini, di questi parente, il quale ottenuta catosi a Roma in deputazione del capito-
da Clemente IX per la sua nazione Picena lo, per le gralulazioni col nuovo Papa
la Chiesa di s. Salvatore in Lauro j in Innocenzo XI li, stalo vescovo d' Osimo,
questa fu sepolto nel 1671 il vescovo. A venne esaltato alla sede bagnarese, come
luiavea già surrogato Innocenzo a' 18 X si trae dal Compagnoni, Memorie d* O*
agosto i653, Vincenzo Candiolti di s. simOf 4i P' 35o. Dopo lungo vescova-
t.

Angelo in Vado (della quale meglio nel to, morì nel 1754. A' 16 settembre di

voi. LXXXV, p. 3o2), che superiormen- tale anno Ubaldo Baldassini patrizio di
te dissi benemerito del monastero delle da Girolamo Bal-
Jesi barnabita, lodato
Clarisse, lodato per prudenza e altre vir- dassini, Memorie di Jesiy p, 323 e 33o,
tù contribuì alla canonizzazione di s. Pie- per profonda dottrina, dolcezza, e amo^
tro d'Alcantara e di Maria Maddalena
s. re pe'poveri e per la giustizia j laonde do-
de'Pazzi, celebrata nel 1669 da Clemen- po aver egregiamente sostenute le cari-
te IX, e morto a* 22 gennaio 1680 fu che più onorevoli di sua congregazione.
umato nella cattedrale. Gli successe a'29 e quella pure di vicario generale, meritò
agosto del medesimo anno Gio. Paolo la dignità vescovile. In disprezzo dell' u*
Meniconi nobile di Parugia, patrio arci- mana vanità, nelle sagre e preziose sup-
diacono, molto d'apoplessia nel 1694 e pellettili colle quali arricchì la cattedra-
deposto in cattedrale. Wel 1 695 a'24 gen- te, non volle che vi si ponesse alcuna
naio Innocenzo Xll gli surrogò Vincen- sua memoria (Se tale uso è lodevole, il

zo degli AUi^vilerbese, dottore in leolo» fare altriaieuli, meuo divieto, uou è dis«
3f4 VIT V IT
approvalo per avere i suoi vantaggi. Di rienza; e quindi, come già notaio nel
tale argomento ragionai nel voi. LKVI, i836 l'inviò neir America meridionale
p. 71 e seg.) Indi a' 9 aprile 1764 fu per in ternunzio e delegato apostolico pres-
Uaslato alla sua patria Jesi. L' i i del so la repubblica della Nuova Granata.
seguente maggio gli successe Giuseppe Durante la sua assenza, il generoso pasto-
Alulli patrizio di Rieti, riediflcatore della re applicò le rendite della mensa alla
come in principio notai. A'3o
cattedrale, suddetta restaurazione della facciata di
marzo 17 89 Pio VI nominò Martino Cor- sua cattedrale. Inoltre Gregorio XVI lo
della patrizio di Fermo, il quale sventu- promosse a'27 gennaio 1842 ad arcive-
ratamente si trovò alia duplice invasione scovo di Camerino e amministratore di
francese repubblicana e imperiale, del Trtìa^ e neli845 alla cospicua carica di
1 798 e del 1 809, e quindi bersaglio alle segretario de' vescovi e regolari, che suo-
persecuzioni e deplorabili circostanze che le portare al cardinalato, col titolo arci-
ne furono le conseguenze. Ricusò viril- vescovile di Pirgi. Fmalmente il Papa
mente il vietato Giuramento f ed il vir- Pio I X pel I
."^
lo creò cardinale a'2 i di-
tuoso capitolo oe imitò l'eroica condotta, cembre 846, dopo avergli a'2 r del pre-
1

punita nell'uno e nell'altro con penoso cedente settembre conferito la già slessa
esilio e reclusione in fortezza. In tale mi- sua chiesa d' Imola. Celebrai in più luo-
serando tempo morto il vescovo, e glo- ghi gli eminenti pregi di questo vero or-
riosamente tornato alla sua sede Pio VII, namento del sagro collegio, e le dotte e
poco dopo a'26 settembre 181 4 provvi- pregevolissime opere pubblicate: Bagno-
de a quella di Bagnorea, eleggendone a rea vanta di averlo ascritto tra' suoi pa-
vescovo Gio. Battista Jacobini diGenza- trizi. Nel concistoro de'27 gennaio 184^,
1)0, già canonico teologo della diocesana e in conseguenza senza che vacasse la
cattedrale d'Albano e rettore di quel se- chiesa di Bagnorea, Gregorio XVI gli as-

minario, benemerito pastore, di cui par- segnò a pastore fr. Giovanni Ferrini mi-
lai altrove, e superiormente dicendo del nore conventuale di Recanati, di cui dice
seminario che tanto gli deve. Per sua la proposizione concistoriale, professore
morte, Gregorio XVI nel concistoro de' di teologia nell' ordine suo, segretario e
2 luglio i832 preconizzò vescovo di Ba- procuratore generale del medesimo, pio,
gnorea Luigi de' conti Carsidonj di Ca- dotto,probo, prudente, ren^r72<jff/eperz7fV7e

merino, di quella metropolitana arcidia- testimonia. Pubblicò una apologia sulle


cono, rettore della patria università, esa- rendite ecclesiastiche, di crii mi giovai a
minatore pro-sinodale, prelato domesti- suo luogo. Dipoi rinunziò il vescovato
co ; encomiandolo nella proposizione con- nel dicembre 1846, ed a' 21 di tal mese
cistoriale, che mi sia davanti, per gra- il Papa Pio IX lo conferì a fr. Felice
vità, prudenza, dottrina ed esperienza. In- Canti morri cappuccino di Russi diocesi
di lo stesso Papa a' 29 luglio i833 lo di Faenza, maestro in filosofia e teologia,
trasferii Fano, ove nel dicembre i856
a zelante predicatore e del bene dell'anime,
cessò di vivere. Contemporaneamente, in definitore della provincia di Bologna, e-
tal concistoro, Gregorio XVI gli surrogò saminatore pro-sinodale dell' arcìdiocesi
nella chiesa di Bagnorea per le beneme- di Ravenna; lodandolo per gravità, pru-
renze riferite nel voi. LXXXIII, p. 64 denza, dottrina e molteplice esperienza.
e 66, mg."^ Gaetano Baluffi d'Ancona, Il n. i47 del Giornale di Roma del

dottore in utroquc jurty ed in patria ca- 1854 pubblicò la seguente descrizione


nonico della cattedrale, esaminatore pro- del da lui operato, in occasione :he il Pa-

sinodale e prò- vicario generale,encomian- pa a' 23 giugno lo trasferì alla sede di


done la probità, la dottrina, la felice spe- Parma, come accennai nel voi. LXVIlf,
V IT V I T 3i5
p. 108. La partenza di mg/ Canlimorri nonico, successivami nte era stato vica-
dello governo della diocesi di Par-
al rio generale del cardinale Cagiano de

ma, Bagnorea di co-


fu per la citlà di Azevedo vescovo di Sinigaglia (ora pe-
mune rincrescimento; ma le opere di nitenziere maggiore), e canonico di quel-
pubblica utilità e benelicenza da sì de- la calledrale; esaminatore pro-sinoda-
gno prelato compiute in men che 8 an- le di sua arcidiocesi, e predicatore nella
ni, ne' quali tenne con grande zelo ed a- medesima e nella patria ; vicario gene-

more la sede di Bagnorea, ne reoderau- rale di Civita Vecchia del cardinal Lani-
no indelebile e perpetua la memoria. bruschini, e perla sua dottrina, gravità,
Imperocché, oltre quanto ho già riferito prudenza e altre virlù morali, il medesi-
del seminario-collegio, e di altro, a sue mo Papa lo dichiaiò nel concistoro de* 5
spese fece fare nella cattedrale in marmo seltendjre i85i vescovo //^ parùbus CX
in gran parte il pavimento, e nuov« chie- Leuca, e suffruganeo di Civita Vecchia e
se parrocchiali nelle terre di Lubriano e sua diocesi stessa, del medesimo porpo»
Vetriolo. Sotto i suoi auspicii fu aperto rato, come ricavo dalla proposizione coq-
in conveniente locale, donato ali* uopo cistoriale. In quella poi del concistoro
dal cardinal Balulfi suo predecessore, de* 23 giugno j854, ossia lo stesso della
una scuola per le fanciulle, aflìdaudone traslazione di mg.' Canlimorri, leggo che
la direzione alle suore della Provvidenza veune trasferito a Bagnorea, encomian-
fondate a Torino dalla Barolo: volle an- dolo il Pontefice per aver egregiamente
che giovare alla vecchiezza de'poveri, fa- in tutto amministrato il suffi-aganealo.
cendo acquistare una casa annessa all'o- Recatosi in Roma ad assistere alla so-
spedale, dove pouno essere ricoverali e lenne pontificia definizione dogmatica
nulriti. Nelmedesimo anno in discorso, dell'Immacolato Concepimento di Maria
tanto penurioso, non solo largì straordi- Vergine, in precedenza a' 29 novembre
nari soccorsi, e distribuì agi' indigenti li- 1854 fu decorato della qualifica di ve-
mosine, ma colla mediazione del com- scovo assistente al soglio pontificio. Ce-
mend. Jacobiui di Genzano ministro de* lebrai il commovente avvenimento, eoa
lavori pubblici, ottenne dalla beneficenza quanto il precedette e seguì, nel voi.
sovrana di far eseguire il restauro dell'u- LXXllI, p. 42 e seg., ed a p. 92 in bre-
nica strada, perla quale in mezzo a pe- ve narrai, come mg."^ Brinciotti tornalo
ricolosi burroni si accede alla rocca di a Bagnorea, solennizzò in molteplici mo-
Civita (parrocchia di 4oo e più anime), di il sospiralo decreto. Come l'eseguì ia
ed intal modo pane e lavoro venne an- CivilfLla d'JgliatiOf Iodico in quel pa-
che giornalmente somministralo a buou ragrafo. Vigile e zelante pastore, cura in-
numero di braccianti. Per tutto questo defesso anche lo splendore del seminario-
il capitolo, e il popolo di Bdgnorea e della collegio, e già si è acquistato più bene-
diocesi, manifestò pubblico rincrescimen- merenze colla sua diocesi. Ogni nuovo
to nel vederlo allontanare, non seuza vescovo è tassato ne' libri della camera
spargimento di lagrime, specialmente i apostolica e del sagro collegio in fiorini
giovani del numeroso seminario e con- i34> corrispondenti alle rendile della
\itto cui prodigava coulinuameute le mensa che ascendono a più di 1800 scu-
cure d'un vigilante pastore, associate al- di, senza gravame di pensioni. La diocesi
l'amore di padre. 11 Papa Pio IX gli si estende per circa 25 miglia e contiene
die* un degnissimo successore, eh' è l'o- i 16 luoghi summenlovalì, e suddivisi iu
dierno pastore monsignor Gaetano Brin- 6 vicariati foranei, ed in 2 3 parrocchie.
cioKì di s. Angelo in Potilano arcidiocesi 1 (juali luoghiepaesi, eglisteuimidi tutti
di Fermo. Dottore io teologìa e gius cu- i vescovi si vedouo oggi urdiualameule
3.6 V i T VIT
ritraili nella sala maggiore dell' episco- vetusta prerogativa d'accompagnare alla
pio per cura del suliodato attuale pa- patria cattedrale i nuovi vescovi pistoie-
store. si, nel giorno del loro solenne ingresso e
Castel Celìese, Comune 'della dioce- possesso , addestrando il cavallo da lo-
si diBagnorea , con territorio in colle, ro cavalcato. Vanta letterati, colonnelli,

piccolo paese cinto di mura con borgo lo cavalieri di Malta e di s. Stefano I, pre-
dice il Calindri, e grande un 6.° di mi- Iati e fra'quali Luca Cellesi fu vescovo
glio lo qualifica il Palmieri. Giace ele- di Martorano nel 1 627, e Tommaso Cel-
valo in temperato clima, ove spira aqui- lesi arcivescovo di Ragusi nel 1629. Lu-
lone e ponente, distante 6 miglia da Ba- crezia sposò d. Girolamo Rospigliosi du-
gnorea, i da s. Michele e 5 dal Tevere. ca di Zagarolo ,
generale di s. Chiesa, é
L'acqua potabile trovasi circa i co passi fratello diPapa Clemente IX del 1667,
lungi dal paese. Ha la chiesa parrocchia- e fu madre de'oardinali Jacopo e Felice
le di Girolamo. Le feste popolari si ce-
s. Rospigliosi,LanfredinoCelIesi avendo fon^
lebrano a'3 maggio ed a' 1 5 agosto. Sul- data neh 586 in Pistoia una commenda
la cima del delizioso colle propinquo è di s. Stefano I pe'suoi discendenti, peli.°
U chiesa del s. Sepolcro, a cui si giunge la godè il figlio cav. Teodoro, che la con-
per un bel viale fiancheggiato di cipres- vertì in baliaggio e portò il titolo di

si, e il suocappellano fa scuola elementare gran croce dell'ordine. Oe' Cellesi tratta
a'fanciulli. La Statistica registra 94 case, il Marchesi nella Galleria dell* onore^
97 famiglie, e 444 abitanti. Il territorio par. 2, p. 689.
é fertile con pingui pascoli, ma essendo Castiglione in Teverina. Comune del-
ristretto e con iscarsa raccolta di generi, la diocesi di Bagnorea, con territorio ia
tranne i prodotti da'pascoli e dalle viti, colle e in piano. Situato in colle, nell'in-
gli abitanti, oltre l'occuparsi ne' campi, terno suoi fabbricati occupano il peri-
i

fabbricano tegole e mattoni. — Il paese metro di meno d'un miglio, e le sue prin-
fu edificato ne'primi anni del secolo pas- cipali contrade sono denominate Orvie-
sato, e porta il nome del suo fondatore, tana e Teverinadal Tevere che gli è lon-
il nobile pistoiese ab. Girolamo Cellesi. tano due miglia, per cui il suo clima è
Egli acquistò dal comune di s. Michele piuttosto umido, e vi spirano venti sciroc-
e dal barone di quel luogo Siraoncelli pa-r cali. Però gli è utile, lungi un miglio, a-

trizio d'Orvieto le selve, nella giurisdi- vere i boschi di s. Benedetto, di Borapi-


zione della parrocchia di s. Michele, e nel gliano e di Cerreta. E distante da Ba-
suolo loro fece costruire il presente pae- gnorea 8 miglia, 9 da Orvieto, circa 3
se. Il Papa permise a'Cellesi di farne un dal suo a^^odìalo Sermugnano e da par-
feudo, salvi i diritti territoriali del comu- te dell'annesso Faiano. Le acque pota-

ne di s. Michele. Indi fabbricò la chiesa bili vi sono a sufficienza e vicine. Ha la

sotto r invocazione del santo del suo no- collegiata, secondo Calindri, intitolata a*

me, e la popolazione continuò ad appar- ss. Filippo e Giacomo, con capitolo com-
tenere air arcipretura di s, Michele, fin- posto di 6 canonici. 11 Palmieri la dice a
ché in s. Girolamo non fu eretta la cura 3 navi, con 9 altari e organo. La Stati-
d'anime per rauraento degli abitanti; ma stica offre 3 chiese parrocchiali, compar-
in segno dell'antica dipendenza, TB mag- tecipanti con altri luoghi, cioè di s. Egi-
gio festa dell'Apparizione di s. Michele, il dio, ch'è porzione della parrocchia orvie-
parroco é tenuto intervenire alla funzione tana pure di s. Egidio; di s. Giovanni,
che si celebra nella chiesa arci pretale del porzione dell'omonima parrocchia di Ci-
comune di s. Michele. La famiglia Celle- vitella d'Agliano; e di s. Maria in Pater-

si è oobile e antica di Pistoia, e godè la no, rurale chiesa che ià parte d'altra par-
VlT VlT 3,7
rocclila pur di Civitelfa, e vi si noto un fucili furono loro tolti da\incitori.Essi so-
quoih dell'Assunta del 1 5oo delia scuo* no ora di là dal Tevere, proseguendo la
Ja delPerugino. Altro superbo quadio, loro ritirata. Le comunicazioni di tutta
eziandio di tal epoca e d' ignoto autore, la delegazione di Viterbo, tanto colla ca-
mirasi nell'altra rurale chiesa della Ma- pitale quanto colla vicina Toscana, sono
donna delle Neve. Le principali feste po- ora totalmente libere*'.
polari si celebrano a'3 maggio ed a'5 a- Sermugnano. Appodiatodi Castiglio-
gosto. Oltre le scuole comunali pe' fan- ne in Teverina ^ distante da essa 2 ori-
ciullì, per le fanciulle vi sono le maestre glia e più, della diocesi di Bagnorea, con
pie. Esiste un monte frumenlario, e si con- territorio in colle. La Statistica gli as-
cede una dote Farnesiana di scudi 80. segna due parrocchie, di s. Silvestro , e
Registra la Statìsiica^io^ case, 208 fa- della Annunziata la quale forma par-
ss.

migliejgGy abitanti, de'quali 20 in cam- 1 te di quella di Bagnorea e di Civilella

pagna. Tra quelli del paese vi sono fab- d'Agliano. Racconta il Calindri, che ne*
bri ferrai, falegnami, negoziantie mer- tempi dell'erezione, Sermugnano era un
canti di campagna, con diverse primarie vasto paesCj il quale si governò colle sue
famiglie e nobili. Vi è mercato in tulli i leggi e die' da parlare di sé nelle storie;
mercoledì, e fiera a' 4 *^i088'^ *'^ ^'4 ^" ma come gli avvenne di tanti altri luo-

goslo. 11 territorio abbonda di tutto e di ghi, non potè conoscer l'epoca di sua ori-
squisiti vini. gli altri principali prodotti so- gine: costituirsi il paese di pochi, bassi e
no il granoe l'olio, oltrei pascoli. — Que- antichi fabbricati. I precipui prodotti del
sta ragguardevole terra sicbiamò Castel- suo territorio sono il grano, l'olio, il vi-

lonCy perchè ha la forma d'un grande ca* no, la ghianda, le legna da fuoco, oltre i

stello, indi venne detta Castiglione col- pascoli. Inoltre la Statistica registra 59
l'aggiunto in Teverina^ per l'indicata vi. case, 59 famiglie, 4i^ahilanti, de quali
cinanza Tevere. Narra il Calindri, e
al 282 in campagna. *— Vaiano è un suo
ripete il Palmieri, che venne fabbricata annesso della diocesi di Bagnorea. Diviso
circa il 337 da Berardo o Bernal do Cor-
1 in 3 porzioni, appartiene in parte a Ser-
rado, colle pietre della distrutta Paterno, mugnano ed in parte a Bagnorea, ed an-
che stavule d'appresso. Forse quel Be- che a Civilella d'Agliano. 11 Riparto ter*

rardo era un Monaldeschi della Cerva- ritoriole del i833 registrò alla i.** abi-
ra ,
perchè si vuole che fosse suo feudo. tanti 89, alla 2." 34, alla 3." 87.
Di un Casiilionìs esistente in questa pro- Celltno, Comune della diocesi di Mon-
vincia nel secolo XII, parla il Borgia nel- te Fiascone, con territorio in colle e in
le Memorie di Benevento^ t. 3, p. i54, piano, paesi di non pochi fabbricali in
di ragione della s. iScde, dato nella metà buona forma, cinti di mura, con borgo
con censo a'fìgli di Rinaldo de Guardi^ja. maestoso. Ha le chiese parrocchiali di s.

Nel i83i ,
pel narrato nel paragrafo s. Donalo 2." frazione di Bagnorea, e di s.

Lorenzo Nuovo^ ove vennero sconfìtti i Donato(sic). I minori osservanti vi hanno


ribelli al governo pontifìcio a'i3 marzo, la chiesa e il conventodis.Giovanni.il p.
pubblicò il D. 2 3 del Diario di Roma: Casimiro da Roma dice che fu di Celle-
>» Nel giorno 21 ribelli riuniti presso
i no il p. Vincenzo minore osservante,mor-
Castiglione soffrirono una nuova sconfìt- to in Orvieto nel sabato santo 633, con 1

ta, nella quale ebbero parecchi morti, e opinione di gran servo di Dio: tumulato
lasciarono in potere delle truppe ponti- nella chiesa della ss. Trinità del suo or-
fìcie 8 prigionieri , fra'qualì un ufficiale dine, in quella città, dopo 4 1
^^^ni fu tro-
per nome Russi. Una bandiera, qualche vato il suo corpo intero e spirante soa-
quantità di muuìzioue, ed una trentina di vissimo odore. Altri illustri li riporta il
3iS VIT V I T
Calindri, cioè Oialio Hartolocci iMustia- Avendola Martino V deli4i 7
l'eccidio.
tore (Iella Bibbia rabbinica, e Giovanni impegnata pe'bisogoi della s. Seik, al ba-
Panzadoro poeta. La Slalislica registra rone Franciotto Ursicio, si liberò la po-
249 case, 264 famiglie, i5o abitanti, i polazione da sé stessa per beo due vol-
de'quali SiS nella campagna. A'7 agosto te , somministrando la corrispondente
vi è una fiera di 3 giorni. Il territorio ba somma. Celleno quasi dalle fondamenta
pascoli, e produce principalmente grano, fu di nuovo abbattuta dal terremoto del-
olio, ghianda e vino. Il cav. Belli uq Di- l' i I giugno 1593, e tosto risorse, ma eoo
porti villerecci^ rimarca la gran fenditu- fasto assai minore di prima.
ra del monte tra Celk'no e Viterbo, che Jgliano ,Comuneòe\\ù dio-
Civitclla d'
formò le meraviglie del naturalista Broc- cesi diBagnorea, con territorio in colle
chi, pel magico incanto e pel bello orri- e piano, contiene buoni fabbricati con ,

do: dal sommo all' imo ha un perpendi- un perimetro interno di mezzo miglio,
colo d'un 4-° di miglio, e si discende con ov'é una torre con annesso fabbricato del
disagio nelle profonde latebre per uno medio evo; ed è distante 9 miglia a le-
scoscendimento incespalo dalla felce, a- vante da Bagnorea, 8 a scirocco d'Orvie-
veilana e lambrusche: i terrazzani chia- to, 20 a settentrione da Viterbo. Giace
mano quel sentiero la Ila del Lupo. — in bella collina, composta di tufo e lapillo
Afferma il Calindri, che secondo Dioni- sovrapposti a creta, vicino a due con-
sio d'Alicarnasso, Celleno fu edificato da fluenti delTevere, Rio Torbido e Rio
Italo discendente di Enotro, in memoria Chiaro, quel fiume essendo due miglia e
della sua figlia Cilenia, e ciò molli anni mezzo lontano. Temperato u'è il clima,
prima della guerra di Troia. Infinite ve- e vi spirano venti umidi. La terra scar-
stigie si osservano della remota sua an- seggia d'acque potabili, ma esistono due
tichità. ]?\u nota,che nella Frigia gran- prossime fonti nel territorio, il quale ne
de era vi la metropoli Celenae, poi Cc/f>« gode molte. La Statistica la dice divisa
710, e quindi Apamea. Allorché fu di- in 4 parrocchie, cioè s. Giovanni, frazio-
strutta F'erento, dopoguerra, nel i 172, ne d'altra di Castiglione in Teverina; la
i furono co'viterbesi all'atterra-
cellenesi ss.Annunziata, pure frazione delle par-
mento di quella città. Narra il Bussi, nel rocchie di Bagnorea , di Sermugliano e
suo indice,che il luogo fu donato nel i j 80 di Castiglione stesso; s. Maria in Paterno,
da Alessandro Illa Viterbo; ma nel te- altra frazione delle dette; e de'ss. Pietro
sto è detto Celleri. Meglio dice a p. 52, e Calisto I parrocchia matrice. Nell'altra
che CtllenOj con Sipicciano evano terre chiesa della Madonna delle Grazie si ve-
di Viterbo, che avea impegnato alla casa nera la prodigiosa sua immagine rinve-
Colonna per 7,000 fiorini d'oro, e dalla
i nuta a caso. La precipua festa del popo-
quale ricuperò nel 1292, restituendo ta- lo è a'9 settembre pel suo protettore s.

le somma. Fra alcuni paesi che nel i223 Gorgonio martire. Vi sono le scuole in-
doveano fare ogni anno segno di sogge- fantili pe'due sessi, ed il monte frumen-
zione a Toscanella, con oifrire alcuni ce- tario. 1 minori conventuali vi ebbero
jei a'ss. Protettori, il Turriozzi nomina chiesa e convento. Sono primarie fami-
Cegliano. Ignoro poi s'è nome corrotto glie i conti Piccoloraini d'Orvieto, i conti
di Celleno. Soggiunge il Calindri, che sot- Venturini , il cav. Solis ec. Si ha dalla
to Alessandro V Papa
del 254, i celle-
I 1 Statistica noverare Ci vitella d'Agliano
barone Cappello di
nesi disfecero l'eretico 3o2 case,3o2 famiglie,! 543 abitanti, de*
Chia. Nel i3i6 Celleno venne distrutta quali 646 alla campagna. Vi è fiera a' o i

dalla fazione ghibellina, ed indi a poco agosto ed a' io settembre, oltre il mer-
riedificata dal popolo scampato da queU cato io ogni martedì. U territorio è fé-
9

V I T VIT 3.
race d'ogni genere e abbonda assai di vi- lehrò il trionfo dell' Immacolato Conce-
ti; fra' prodotti sono maggiori il grano, i pimento della Madre di Dio, esaltandone
che ha mole, TgIìo, che ha montani, frut- le virtù anco con componimento stam-
ta e fieno, oltre
i pascoli. Riferiscono — pato. II tempio posto a decorosa pom-
»j

Calindri e Palmieri, che Civitella d' A- pa addobbi festivi, per opera dell'in-
di

gliano prese il nome dalla vicina e di- gegnoso Pasquale Celestini della vicina
strutta città di Gano,e die si crede edifi- Viterbo, a sera si vide in bella foggia e
cata nelioi4da'conti Bovaccini, mentre riccamenteilluminatoda non lasciar nul-
altri l'attribuiscono alla famiglia IVIonal- la da desiderare. La pioggia, che noi re-
deschì nel 1026. Il Turriozzi parla d'una putammo special dono di Maria, volle
Civitella, non dichiarando quale, nel se- sospese maggiori dimostrazioni di giubi-
colo XIII soggettaal comune di Tosca* lo e di allegrezza". Quando mi si pre-
nella. Giornale di Boma nel supple-
Il senta l'occasione, in ogni luogo con divo-
mento de' 18 maggio i855, pubblicò il to animo, non lascio di celebrare il me-
seguente articolo scritto da Ch'itcllad'A- morabile avvenimento , come ripetuta-
gliano. Essa, qual sagro retaggio de'suoì mente dichiarai ed eseguii. Appartengo-
maggiori, tributò sempre cullo a Maria no a Civitella d'Agliano gii aimessi, e-
senza macchia conceifa^eM) segno di ve- gualmente della diocesi di Bagnorea: Ca-
race pietà sin dal 1677 eresse alle di lei se Nuove e Vaiano in parte, parlalo a

glorie un magnifico leinpioj quindi al pro- Sermiignano. Il Riparto territoriale del


nunciamento del s. dogma deir/w///?<7co- i853 assegnò al i.** annesso ^1 abitan-
/fli/^,dell'8 dicembre 1854, senti anch'el- ed al 2.° 87 abitanti.
ti,

ia quella consolazione che si sparse nel- Graffignano. Comune della diocesi di


l'animo di tutti i cattolici. E per festeg- Bagnorea, con territorio in colle e piano,
giare tale avvenimento, venne giudicato paese di pochi e mediocri fabbricati, co-
opportuno il 29 aprile. Preceduta per- me lo qualifica il Calindri. Giace in tem-
tanto da divoto triduo e da solenni ve- perato clima, con territorio abbondante
speri, si annunziò quell'alba da replicate d'acqua. La chiesa parrocchiale è sotto
salve di mortari. All'ora di terza mg.*^ I' s. Martino.
invocazione di Vi ebbero
Gaetano Brinciotli vescovodiocesano, ac- convento francescani colla chiesa di s.
i

compagnato dalla magistratura edal cle- Maria in Paruta, ad essi donata nel se-
ro , si avviò alla chiesa parrocchiale e colo XV da* Baglioni baroni del luogo,
priorale per pontificarvi la messa solen- poiché prima abitavano a s. Leonardo, ed
ne. Dopo la quale, il zelante pastore co- a loro apparteneva anche la chiesa del-
ronò con argentea corona la pili pura la Madonna di Castellonchio , con casa
delle Ferrini, effigiata in magnifico qua- contigua. La Statistica olfre 1 4o case, r4»
dro situato sull'altare maggiore. Quel sa- famiglie, 70 i abitanti, 80 de'quali in cam-
gro diadema fu oderlo in dono dalla pie- pagna. Il territorio produce copiosi rac-

tà della nobilissima Anna Febei -Piccolo- colti, i maggiori essendo grano e ghian-
mini-Bufalari. Il suono festivo de* sagri da, oltre pascoli. Si ha dal Bussi,
i —
bronzi^ l'armonico squillo delle trombe che castelli di Graffignano e di Castel
i

del concerto viterbese, ed una lunga sal- Fiorentino erano di Viterbo, il che consta
ve di mortari, pubblicarono anche a'Ion- da un documento del 1286, potendosi
tani il compimento del sagro rito. Indi vedere il Manente Historie d'Orvieto^ ,

fu cantato il Te Dcwn. Nel pomeriggio, all'anno 1274. Dipoi divenne feudo de'
dopo il vespero, in cui la frequenza del Baglioni nobili di Perugia, e de'principi
popolo non bastò a capirlo la chiesa, d. Santacroce di Roma.
Francesco Quarlucci con panegirico ce- Liibriano. Comune della diocesi di Bn*

320 V IT V IT
gnorea, con leriitorio in piano, con po- giace con angusto orizzonte. Caldo è il cli-
chi fabbricati. Giace presso le fonti del- ma, per dominarvi lo scirocco. La chiesa
l'Agliano, distante 2 miglia a borea da parrocchiale è sagra alla B. Vergine As-
Bagnorea, e 5 a scirocco da Orvieto. Ha sunta in cielo; ed a'20 maggio il popolo
la chiesa parrocchiale di s. Gio. Battista, solennizza la festa del protettore s. Ber-
ed anticamente la parrocchiale era pure nardino da Siena. Prima deli447 vi fu
collegiata, ove si venera il corpo di s. Pro- eretto un convento francescano, con chie-
colo. La Slatistica gli assegna 160 case, sa sotto l'invocazione de'ss. Sebastiano e
1 60 famiglie, 866 abitanti, de'quali 807 Bernardino, tuttora esistenti; ma i mino-
in campagna. produce il piti
Il territorio riconventuali che l'abitavano, furono tol-
pregialo vino, abbondante grano e altro, ti nella generalesoppressione francese del
oltre i pascoli. 1810, ne più vi tornarono. Il principale
Roccalvecce o Rocca del Vecce. Co« possidente è il marchese Costaguti di Ro-
mone della diocesi di Bagnorea, con ter- ma. Registra \a Statistica 58 case, 60
ritorio in colle, paese di estesi e buoni famiglie, 226 abitanti. Il territorio ab-
fabbricati, con mura. Rimane in piano bonda di grano, e scarseggia d'altri ge-
non lungi dal Tevere, in clima tempera- neri poco lungi dal paese
: vi sono due
to: l'interno circondario è di circa mezzo mole, una a grano, l'altra a olio o mon-
miglio , e scarseggia piuttosto d' acqua. tano. — - B.iporta il Bussi, come dissi nel

Ha la chiesa parrocchiale'di s. Paolo, ed paragrafo di Celleno^ che questa e Sipic-


in essa si venera la Madonna del Nespo- ciano erano due terre del comune di Vi-
lo, cosi detta per l'albero in cui la tro- terbo, impegnate a'Golonna per 17,000
varono due pastori. La Statistica regi» fiorini d'oro, che nel 1292 ricuperò sbor-
strai4i case, i4i famiglie, 627 abitan- sando tal somma al cardinal Giacomo Co-
ti, 212 de'quali alla campagna occupati lonna. E che nel 1 338 il castello di Sipic-
11 territorio abbonda di
ne'lavori agrarii. ciano v^nwQ da'consoli di Viterbo infeu-
generi, massime di vino e olio, oltre i dato alla famiglia de Vico.Narra il Borgia
pascoli. —
Probabilmente ebbe una roc- nelle Memorie di Benevento^ t. 3, p. 374,
ca, da cui prese forse il nome, poiché in avere Giovanni XXIII neli4i5 infeuda-
antico il paese dicevasi Arx Alvetiae^e to Sipicciano con annuo censo ad Angelo
quindi Rocca del Fecce. Trovo nel Bus- detto Tartaglia de Lavello; il che col p.
si, che questo luogo fu ceduto a Viter- Casimiro da Roma, già dissi nel voi.
bo, da Corrado e Ugolino figli di Ulfre- LXXVIII, p. 292, con altre terre io vi-
duccio signore del medesimo, e da altri cariato temporale a 3." generazione, an-
compadroni, nel 254) ed in tale anno il
1 che confermando il
col titolo di conte,
comune di Viterbo ne infeudò la fami- vicariato Martino V. Finche il Tartaglia
glia ildebrandina signora di Bisenzo. ne fu privato, insieme alla vita, onde Eu-
Rocca del Vecce, oltre il seguente appo- genio IV lo conferì ad quinguenniumsL
diato di SipiccianOj ha l'annesso s. An- Francesco e Lorenzo Sforza.
gelo, eziandio della diocesi di Bagnorea, S. Michele. Comune della diocesi di
a cui il Riparto territoriale del i853 Bagnorea, con territorio in colle e piano.
die' 57 abitanti. Il Bussi parla d'un ca- Giace sopra una collina , ed è un paese
stello di s. Angelo donato nel 1
1
4 1 a Vi- con alquanti buoni fabbricali, più d'un
terbo dal conte Farulfo , e confermato miglio distante da Civitella d'Agliano, in
dalia sua figlia contessa Cleria neh i54. clima temperato, dominatodalla tramon-
Sipìccìano. Appodiato di Rocca del tana e dallo scirocco. La chiesa parroc-
T'ecce^egualmente della diocesi di Ba- chiale dis. Michele Arcangelo ha un ce-

gnorea, con territorio in colle, ed io colle lebre organo, e le venerate immagini del
VIT VIT 321
ss. Crocefisso, e del proteltore s. Barto- cenno, qualche avvertenza, e la serie de*
lomeo aposlolo in rilievo e in caria pista, vescovi, poiché tranne eccezioni, nel si-
la festa del qiial patrono a' 2 5 agosto è stema che seguiva nel voi. XUI , ove lo
la più popolare. I minori francescani vi pubblicai, non poteva aver luogo: ora in
aveano convento e la chiesa di s. Lu-
il breve mi è un dovere. Io molti luoghi
cia , ed i Maria la chiesa di s.
servi di ne riparlai, e non é possibile ricordarli, il
Maria: le loro rendite furono applicate prossimo indice li riunirà tutti in un arti-
al seminario diocesano, col diritto al co> colo. Comedi quasi tutti i paragrafi, an-
luune della nomina al posto gratuito co di questo dovrò riparlare ne'cenni sto-
d'un alunno. Vi è un istituto di carità Viterbo. E' distante, dice il Palmie-
rici di

pe' poveri, e quello pure di s. Vincenzo ri,da Viterbo 37 miglia, circa 8 daNepi;
de Paoli; scuola pe'fanciulli, e scuola del- e da Pioma 38 circa o 6 poste. Ha larghe e
le maestre pie per le fanciulle. La Stati- ben selciate strade, e vi transita nel mez-
stica riporta 128 case, 1 33 famiglie, 627 zo la via corriera, che passa nella qua-
abitanti,de*qualiio4 «n campagna pe'ru- dra piazza piuttosto ampia, e ben forni-
rali lavori. Vi si tengono 3 fiere annue, ta di tutto, decorata da una fontana va-
2i*i5 marzo, a* 25 e 26 agosto, ed a* i3 gamente adorna, avente in un lato il pa-
dicembre. Produce il territorio princi- lazzo municipale costruito da Leone X.
palmente vino, olio, frutta, granturco e Della ragguardevole, solida e celebre roc-
legna. — Questo luogo dicevasi antica- ca antichissima, ne parlai al suo articolo
mente Castel di Piero o di Pietro ^ per e altrove. Dice l'ultima proposizione con-
averlo fabbricato nel 1 164 Pietro da Mu- liaud procul a
cistoriale sulla situazione,
gnano. Forse sarà quel Castel di Piero o Tyberis oris reperiuntur, in plano loco
Piaro, al riferire di Bussi, donato nel i 173 aedificata in suo uniusfere milliarii ani-
a Viterbo da Conversano, Pagano e Gio- bitiu 11 capitolo, aggiunge, una tantum
vanni di Viceraonte; col consenso di Ric- archypreshiteratus constai dignitate et
cardo, di Giovanni Scolari, di Pietro di quatnordecim canonicis, non comprese
Corambona, di Pietro Cerro e di Josa, le prebende del teologo e del penitenzie-

lutti compadroni del castello. Leggo nel re,indossando l'insegne corali della cap-
Turriozzi, Memorie di Toscanellay fra' pa magna nelT inverno, e del rocchetto
castelli dipendenti da tal città, il Castel e cotta nell' altre stagioni; di 4 benefi-
di Pietro Co/(7. Essendo conterritoriale a ciati per l'uffiziatura delle feste, e di al-
s. Michele il Castel Cellesi ^ quando fu tri preti e chierici inservienti alla basili-
fabbricato, come notai a quel paragrafo, ca cattedrale, la quale ha [' unico batti-
per nìolto tempo la cura d' anime pro- sterio della città. L'episcopio è adiacen-
seguì ad appartenere all' arcipretura di te, dovendosi lai.' sua erezione al Papa
s. Michele, finché eretta la propria par- Nicolò V, onde vi fu posto \o stemma che
rocchia in Castel Cellesi, fu obbligalo il usava, cioè le chiavi pontificie incrocia-
curato a recarsi TB maggio, per la festa te, come riferisce Degli Effetti, e confer-
di s. Michele, ad assistere nella chiesa o- ma Palmieri. Questi osserva, che se la
il

monima, a dimostrazione d'antica dipen- cattedraleha piccolo portico d'ordine go-


denza del territorio e della giurisdizione tico-rotondo e risitretta facciata, nell'in-

ecclesiastica. terno è maestosa, ed ha un organo scel-


Governo di Civita Castellana. to. I musaici si dicono fatti nel 12 io, se-
Civita Castellana (Civitalis Castel- condo l'anno che si legge, cei to mducao*
lan.). Città vescovile con residenza del te d'altra flijura, poiché attribuendosi u
vescovo e del governatore. Al suo artico- Giacomo cittadino romano, !>e questi ere-
lo ,
qui intendo aggiungere alcuu altro desi fr. Giacomo degli Allimanni da Tor-
VOL. CI. 22
322 V I T VIT
lila, forse la descritta nel voi. LVIII, p. Io musicale. Vanta diversi uomini illu»

129, della diocesi di Nepi e Sutri, egli stri, Palmieri ricoidando Romolo Pa-
il

era già celebre nel 1 2 25, sebbene lavo- radisi. Il cardinal Guido Tosco o da Ca-

rava ancora nel 1294 nella Chiesa di s. stello (r.), poi neli i43 Papa Celestino
Maria Maggiore di Roma. Si vuole suo II (V.), Degli Effetti e altri ratlribuisco*
ilSalvatore esistente sulla porta a destra no a Civita Castellana; suo lo volle la fa-

della basilica di Civita Castellana. Oltre miglia Castelli di Terni [J\) , onde so-
la parrocchia di s. Maria Annunziata del- stenne lite, come notai nel paragrafo di
la cattedrale^ba due altre parrocchie nel* Acquapendenlej ed il dotto mg.' Giovan-
le chiese di Benedetto e di s. Gregorio
s. ni Muzi arcivescovo-vescovo di Città di
di Corte. Vi è un monastero di monache, Castello, a questa lo dichiarò appartene-
e il convento suburbano poco distante de' re, nelle bellissime e critiche da lui rac-
cappuccini^ i quali hanno pure più in al- colte Memorie ecclesiastiche di Città di
lo per ritiro un bel luogo solitario. Pio Castello^ ivi 1842, t. 2, cap. i4: Vita del
VII collocò il seminario nell'antico con- Sommo Pontefice Celestino //.Dice spet-
tento di s. Pietrode'francescani, soppres- targli non solo pe'natali, ma pure per es-
sineiroccupazione francese. Narra il p. sere stato canonico regolare di s. Flori-
Casimiro da Roma, che nel 1280 a' mi- do; e che denominazione de Castello
la

nori fu fabbricato presso la città il con- data al cardinal Guido, fece nascerla que-
tento di s. Susanna, cioè dal p. m. Gio- stione tra'castellani e i ternani, sostenen-
Tanni Parenti , il quale avea esercitato do questi che Guido fosse della lor fami-
rufìizio di podestà nella medesima, pri- glia Castelli, finche il cardinal Daronio
ma di vestir l'abito di s. Francesco in Fi- decise in favore di Città di Castello. Si
renze. Ma nel pontificato di Leone X riu- ha dalla Statistica dell' anno iS 53, avere
scendo incomodo a' cittadini recarsi alla Civita Castellana 4^4 case, 722 famiglie
sua chiesa, per ascoltar la messa e le pre* (fra lequali di verse nobili e illustri), 335o
diche, ed assistere a'divìni uflizi, ed a'fra* abitanti, de'quali 27 in campagna: inol-

li prò ifuaerendis eltemo'^ynisy et aids tre contare 22 studenti e 70 militai i; nel


adeorum substentationcniy ad istanza del forte esservi 197 carcerali. Gli altri se-

comune il Papa a'5 giugno 5 9 conces- 1


1
guenti comuni del suo governo conla-
se facoltà d'incominciar la fabbrica d'al- re 3391 abitanti, e uniti a quelli della
tro convento, dentro fuori della città ;
città, comprendere il suo governo 7841

e per agevolar l'impresa, die' licenza di individui. Già celebrai il suo ferace ter-

•vendere l'ospizio di s. Jacopo posto in Ci- ritorio, ricco pure di cacciagione; ed ol-

vita Castellana. Ma
non ebbe eifetto, ed tre la fiera àe* 16 seltetnbre con festa po-
i frati nel 1 571 abbandonarono il luogo. polare, in cui secondo il Palmieri venne
Aggiunge, che nella slessa città nel 1422 ristabilita la discorsa caccia del bufalo,
fu edificato un monastero di religiose del altra si tiene nel i.° novembre, proliaen-
lerz'ordine,col litolodi s. Cecilia, restau- dosi aii giorni. Vi si lavorano bolli, do-

rato e ampliato dopo alcuni anni da suor garelle e potassa; evvi una filanda di se-
Cecilia Fucci da esso furono eslratle
; e la, e fabbriche di stoviglie, per possede-
le fondatrici del monastero di s. Croce re una cava d'argilla finissima, plastica-
sul Monte Citorio di Roma. Tuttora vi bibula, colla quale si fanno maioliche e
sono il conservatorio per le fanciulle, altre riputate terraglie. Civita Castellana
scuole dirette per esse dalle maestre pie, ha per appodiato Borghetto. Dichiarai —
scuole maschili, l'orfanotrufìo, il monte nel suoarticolo,non essere opinioneabba-
frumentario, l'ospedale, a cui appartiene stanza approvala che nelle vicinanze diCi -
)) palazzo Andosilla. Ha pure il coucer' vita Castellana fosse rdo (f'^-J; uè tacc^ui
VIT V T I 3i31
Pallrn che pone Fescennia nel suo suo- sfollco, della magistratura, il cui gonfa-
lo, e piuttosto doversi riconoscere nel ter- loniere presentò le chiavi della città, e
ritorio di Gallese (f.); ma gli abitanti quelle della fortezza il comandante con-

sostengono la loro patria succeduta al- te Negroni. Alla porta della basilica cat-
Tanlica Fescennia. Più sci itlori fanno de- tedrale, vagamente addobbata e illumi-
rivare il suo uou»e Civitas Castellana^ nata, venne accolto dal vescovo mg/ Men-
dal dominio eh' ebbe su varie castella. gacci e dal capitolo, ed il prelato l'ospi-
Il Zanchi nel suo Ftio illustralo , ne- tò nell'episcopio, ove pernottò. Rioipet-
gando che Civita Castellana ne occupi to ad esso, la sera fu incendiato un graa-
il luogo e che noi fu mai, siccome lon- dioso fuoco d'artificio a forma di giran-
tana dal Campidoglio 35 miglia, situata dola, ove in un illuminalo tempio bril-
in pianura , sebbene civitonici hanno i lava il pontificio stemma, col motto: Pio
scolpilo il nome di Feio nella facciala del PP. IX - Senatus Pojmlus Qiie Fescen-
palazzo priorale e in altri hioglii della niiis. E Fescennia si leggeva pure nel-
città, invece sostiene che fu l'antico Fé- l'iscrizione del suddetto arco, ed io quel-
scenniOy secondo la più comune opinio- la della cattedrale (in quelle pel soggior-
ne. Aggiunge il Palmieri, che la città per nodi Gregorio XVI, egualmente era scrit-
la sua topografica posizione, piacevole e to:Fescenniae Municipes). Da per tut-
comoda, di continuo frequentata da'mol- to magnifica luminaria, e sulla piazza del
ti forasti eri di tutte le nazioni che vi tran- duomo fu innalzato un globo areostati-
sitano, fu in altro lentpo sì ricca, che do- co, tra le melodie di numerosa e sceltis-
po 1*825 chiamossi Castrimi Felicitatisi sima orchestra. Nella mattina seguente 5
anzi anco prima come notai ne' voi.
, maggio, festa onomastica del Papa, egli
LXXVIII, p. io5 e seg., LXXIX, p. 3, celebrò la messa nella basilica cattedrale,
quando già era di venula Sovranità de* assistito dal vescovo e dal capìtolo, alla
Romani Ponttfici e della s. Sede (F.). presenza del magistrato e popolo, il qua-
I Papi la concessero in feudo al Senato le nel partire rinnovò le sue festive dimo-
Romano (F.), ed &x\co b! SavclU e altri. strazioni. — La serie de'vescovi la rife-
Per Fiag^io(F.) opev rifugio, molti Pa- rirò con rUghelli, Italia sacra, t. i, p.
pi onorarono di loro presenza Civita Ca- 596, Caste llanae Episcopi^
Civitatis
stellana (Innocenzo I V vi fu nel i 244j<Jo'^* co' suoi annotatori e continuatori, Lu-
de passò a fuggendo le trame di Fe-
Siitri, cenzi e Coleli, e con altri, e già la com-
derico li ch'era in Ternij ne quali due pii, dopo l'unione con Orte in quest'arti-
articoli rettificai il Novaes,che confuse Ci- colo, colle Notizie di Roma, al modo che
vita Castellana, con Città di Castello)^ in- dirò a suo luogo. La sede vescovile è im»
elusivamente al Papa Pio IX, che vi dor- mediatamente soggetta alla s. Sede,e co-

mì la notte de'4 maggio 1B57, e poi de- 8Ì quella unita cVOrte ( F.), aeque princi'
corò del grado equestre il gonfaloniere paliter^ e di Gallese (F.) qual concat*
(iiacomo Franci. Ne descrisse il soggior- ledrale di esse. Sì deve tener presente
no e festeggiamenti il Giornale di Ro'
i l'avvertenza fatta, col sullodato mg.' Mu-
ma, co' n. 101 e J02, e meglio colla de- zi, nel v'ìcovdùiopùva^K ah /4c(j uàpenden-
scrizione nel supplemento al n. 106. Ri- te, suWe diverse denominazioni colle qua-
cevuto il Papa al suono delle campane e li confusero i vescovi di Civita Ca"
si

tra le salve de' cannoni delia fortezza, ste liana, di Città di Castello o Tilt;rno

frammiste all'acclamazioni dell'esultante Tiberino (diverso da Tiferno Mctaureu-


moltitudine, sotto 1* arco trionfale d'or- se ora s. Angelo in Fado, ciltà vescovi-
dine toscano per lui eretto, ricevè gli o- le di cui meglio riparlai nel voi. LXXXV,
maggi di mg/ Iloccascrra delegalo apo- p. 3o2 e seg., Sue seg.), e di Castello
324 VIT VIT
ossia Fenezia (F.)j anche per inesaltez- zia, cessò ogni equivoco di confusione.
ze e abbagli degli scrittori de* vescovi di L'orìgine del vescovato e sede vescovile
Città di Castello , sebbene palrii , come di Civita Castellana derivò da quello
notò il Muzi, 1. 1, cap. 8, poiché egli di- di Faleria (T.) de'romani o Falaro o
." Falari capitale de' Falisci, per essersi il
ce: L' Ughelli (F.) essendo slato il i ad
accingersi alla grande impresa di descri- popolo col vescovo parliti da essa, porta-
vere tutti i vescovi d'Italia, lasciòuugran ti sul colle dove giaceva l'antica argiva,

campo ad altri di correggerne gli errori da cui era come luogo forte stata tra-
e dì supplire alla lacuna che lasciò. » Per sportata da'romani all'altra nella pianu-
rendere al possibile perfetta l'opera del- ra distante circa un miglio, ove se ne ve-
rUghelli sarebbe slato utilissimo, che in dono le vestigia in s. Maria de Fallari,
ogni città vescovile si fosse travagliato da ove fu poi eretta un'antica abbazìa, e cosi
uomini di vaglia a ricavare dagli archi- i falisci più non si mossero a guerreggia-
vi de' vescovati, delle cattedrali, de' mo- re i romani. Il Palmieri la dice lontana
nasteri e delle comunità la storia della da Civita Castellana 5 miglia, spiegan-
propria chiesa e de'rispettivì vescovi. Co- do il vocabolo Faleri, da Baal-erirn, o
si dalle storie particolari delle chiese d'I- Fal-erii, per voce caldea che significa
talia si sarebbe compilata una storia ec- posto delle Scolte. Che vi sono conser-
clesiastica intera dell'Italia tutta". Ma di- vate l'antiche mura etrusche, e che den-
rò io, beninteso, previa collazione co'mo- tro la diruta chiesa vi è una perenne ac-
nu menti esistenti nel prezioso Archivio qua ferrigna, la quale sebbene trascura-
della s. Sede, per renderla meno imper- ta affatto, si trovò tuttavia utile nelle clo-
fetta, a tale apice essendo quasi impossi- rosi , viscerali ostruzioni e altri mali. I

bile il giungervi, per molteplici motivi. profughi di Faleria romana rifabbrica-


Avverlealtresì il dotto Muzi nel t. 2, cap. rono nel suolo di t'aleria argiva un ca-
i3, che mg.' Fontanini, De Anliquila- stello, la quale ripopolala e in segui-
tihus Hortae^ e. 4» n. 4i pc*' ^^'^ un'an- lo ingrandita, fu detta Civita Castel'
tichità maggiore a' vescovi di Civita Ca- lanay come sito forte per natura. De' due
stellana sostiene, che le sottoscrizioni del Faleriij di sopra dissi altre parole, nel
vescovo Falaritano si debbono riferire al- paragrafo Fallerano. Si vuole anco-
Faleria o Faleriona (V.) nel
la città di ra, che distrutta Fescennia, de* cui ludi
Piceno; e così anche opinò il Baronio nel- scenici riparlai nel voi. LXXIII, p. id6,
le note al Martirologio romano a' 12 a- per la sua vicinanza una parie degli abi-
gosto. Convenendo mg.' Muzi dell' esi- tanti passò a Gallese, altra a Civita Ca-
stenza ch'ebbe Faleria oFalaria nel Pi- stellana, e così ambedue si credono l'an-
ceno, oggi Falerone, vescovato che fu u- tica Fescennia, come dissi a Civita Ca^
nito a Fermo y osserva che la distruzio- stellarla e articoli relativi, e di prefereo-,
ne di tal città è molto più antica relati- za si ritiene di civilonii. Ed in quello poi,
va a'vescovi Falarilani di Civita Castella- colle precipue notizie di Faleria, col Co-
iia,ossia airX I secolo,notando che il vesco- leti, Italia sacray t. 1 o, p. 90 : Falari»
vato Piceno ne'concilii era denominato tanus EpiscopatuSy riportai la serie de*
Faleroneusìs. Inoltre il Muzi ragiona nel suoi vescovi, cominciando da Giovanni
t. 3, cap. 22: Di alcuni vescovi Castella- del 595 sino e inclusive a Crescenzio che
ni del secolo XV che non sono di Città viveva neIio33, col quale 1' Ughelli co-
di Castello. Erano di Venezia, e siccome mincia la serie de' vescovi di Civita Ca-
risiedevano nell'isola di Castello dicevan- stellana, quando già da più d' un secolo
si vescovi Castellani; però nel i^5i ele- era succeduto il trasferimento della resi-
vala quella sede a patriarcale di Vene- denza vescovile da Faleria romana ali'an-
9

VI T V T I 325
llca Falena argiva,benchè il pastore conli- cilio di Roma delio5o, e trovarsi ricor-
uuasse ati inlilolaisene vescovo,e per circa dato nel privilegio accordato all'abbate
un secolo proseguiroDO a ritenere il titolo di s. 066 nel concilio di La-
Dionisio nel 1

i suoi successori. Si può vedere il p. Giu- terano. Ma crede


che Pietro Castellcnsis
seppe Ronghiasci-Brancaleooi agostinia- che si sottoscrisse nel sinodo del ioSq
no, Mt-morie istoriche di Falcrii antico, fosse diverso da Pietro vescovo di Città
Todi 847, massime: Gap.
1 2. Monte Fia- di Castello detta Tìfernnni. Petrus iste
fcone non fu l'antico Falerii. Gap. 3. Gal- reperiatur subscriptiis Petrus Castella-
lese non fu la città detta dal Massa Fa- nensisy et Herniannus Castellanusjdest
lisca, emollo meno Falerii antico. Gap. Civilatis Castelli Ambedue riconosce per

4. Givila Castellana non fu Falerii de' tali il Muzi. Nel voi. LXXXVl, p, 164,
primi emigrati da Falerii antico il 867 avendo parlato coll'Abati-Olivieri-Gior-
di Homa. Gap. 5. Givila Castellana luo- dani, Memoria della badia di s. Tom*
go dell'antico Falerii. Di tali opinioni di- maso in Foglia y e detto che ivi a'
rò alcunché neh paragrafo Gallese, In- ottobre 1047 mori Papa Clemente li,
nanzi di procedere, mi occorre avvertire, proveniente da Bamberga , lessi che ne
che ne'liojiti della diocesi di Civita Castel- scrisse la ve\'àz\owe Johanne Castellanae

lana, fu la città vescovile di Acquaviva Civitatis Episcopo, dall'autore creduto

{P^.)i diversa da quella del Sannio, di cui vescovo di Città di Castello , non cono*
siconoscono vescovi Paolino che inter-
i scinto dall' Ughelli. Invece a tale epoca
venne al concilio di Roma del 4^5, Be- trovo nel Muzi un vescovo anonimo, ri-

nigno che sottoscrisse ad altro di s. Feli- preso acremente da s. Pier Damiano, on-
ce III, e Bonifacio a quello del 5o3. U- de non pare probabile che osasse scrive-
ghelli, Italia sacra, t. io, p.i5. Diverse re la relazione della morte d'un Papa che
notizie si ponno leggere nelle Memorie di lasciò buon odore di santità, e de'mira-
Degli Effetti. Il Goleli e poi il Muzi cor- coli da Dio operati a sua intercessione.

ressero rUgheili che die'per successore a Laonde o è il successore Pietro III e vir-
CrescenziOjchiamandolo Civitatis Castel- tuoso delio48, ovvero un vescovo di Ci-
lanae Epìscopus, mentre nel sinodo ro- vita Castellana, come sembra, da antici-
oiauo delio i5 si sottoscrisse -É'p^co^M^ parsi al vescovo Pietro dell'Ughelli. Que-
Falaritaniis y un Pietro sottoscritto al sto bensì sarà stato il successore di Gio-
medesimo Castellanae Episcopus^ed era vanni, e intervenne al sinodo romano te-

invece di Città di Castello. Poiché il ve- nuto da Nicolò II nel loSg. Si trae dal
ro successore di Crescenzio fu Benedi' Muzi, che neli.° ottobre 1071 interven-
ctus Falarìtanae et Castellanae Episco- nero alla consagrazione della basilica di
pus, come si 1087 ad Un
sottoscrisse nel Monte Cassino, celebrata da Papa Ales-
privilegio di Benedetto IX, donde si co- sandro 11, Rogerio Civitatensis, cioè di
nosce che i nuovi vescovi di Civita Ca- Civita Castellana, e Theohaldus CasleU
stellana si sottoscrivevano prima Falari- lanuselectus^quividelicet in Episcopuni
tani e Castellani insieme; in ultimo pe- {di Città di Castello) altero post dedica"
rò lasciato l'antiquato titolo di Faleri, usa- tioneiit die sacratus est. Dopo una lacu-
rono soltanto quello di Civita Castellana. na, r Ughelli riporta Pietro che sotto-
Dopo il vescovo Benedetto, l'Ughelli re- scrisse neh 126 un diploma di Papa O-

gistra Pietro Episcopus Castellanae Ci- uorio II a favore della chiesa di Pisa. Gli
i'ifatisy intervenuto nel i o5c) al sinodo ro- successe altro Pietro che fu al concilio ge-
mano, notando che in un codice Vatica- nerale di Laterano 111, tenuto nel i 179
no é indicato colla lettera P. Soggiunge da Alessandro III. Quindi a'3 marzo 1 183
Luceozi^chttgià avea sottoscritto nel eoa- consagrò l'altare de' ss. Martiri Cosma e
4

326 VIT VIT


Damiano, eToramaso vescovo, nella cliie- 1270 fr. Giovanni Magnesi domenicano,
sa dis. Maria tle'Fallari nella sua diocesi. priore di s. Maria de Gradi morto nel ,

L'Uglielli offre riscrÌ2ÌGne maraioiea che I 288. In questo Nicolò IV, cassata l'ele-

ciò ricorda, ov'è dello Cwilatìs Castella- zione fatta dal discordante capitolo del
nae Episcopus. Il vescovo Romano, co- loro arciprete Giacomo, e dell'arciprete
me si legge nella lapide prodotta dal Tur- di Viterbo Angelo, a'20 giugno elesse fr.

riozzi, Casttllanusque RomannSy fu alla Monaldo de' minori in vescovo. Indi fr.

consagrazione della chiesa di s. Maria Godofredo pure de* minori, postulato a


MaggiorediToscanellaa'6 ottobre 1206. Cleniente V, fu confermato a' 5 giugno
lodi nel 1 2 1 o consagiò la chiesa di s. Cesa- i3o6, e morì neh 324- A'2 febbraio di i

rio raartirediViguaIi,ed i vescovi di Nepi e quell'anno Giovanni XXII vi trasferì da


di Sulri coDsagrarono due altari. L'iscri- Nemosia di Cipro fr. Guglielmo carme-
zione di marmo che da tal chiesa divenuta litano, rigettando l'elezione fatta dal ca-
diruta fu portata in quella di s.Chiara^ pitolo discrepante, di Gregorio de Urbe
ed esibita dall' Ughelli, nota Episcopus scliolaslicì Moriiiensis ,»e di Gotofredo
Boìiianus Cwitaiis Castellanae, Ad esso da Civitella chierico d'Orvieto; indi nel
scrisse Onorio llhdunc^ue viveva nel i33i lo traslocò al vescovato d'Isernia.
12 16. N. da tal Papa fu consagrato
ve- Gli sostituì a'5di dicembre dell'anno stes-
scovo nel 12 17. Il vescovoPielro neli 280 so fr. Francesco Onii diGubbio agostinia-

per divina rivelazione ritrovò corpi de' i no eremitano, morto nel 348. In questo i

ss. Marciano e Giovanni martiri nella a' 16 dicembre Clemente VI nominò Gio-

chiesa sotterranea della cattedrale , ivi vanni arciprete di Viterbo, decesso nel
deposti nel998 dal vescovo Crescenzio. 1359. E nel medesimo
a* 12 luglio su-

Gregorio IX neh 233 trasferì vescovo il bentrò fr. Stefano da Viterbo agostiniano
Wicolaa Viterbo. Nel 252 Innocenzo IV 1 eremitano.Gli successe dopo l'aprile 1877
jSjoppresse il vescovato di Gallese^ e l'as- Giovanni. Il vescovo Marsilio trovasi ne*
soggettò a questo di Civita Castellana. registri di Bonifacio IX del 1389. *' ^"^'
Ciò da altri si attribuisce ad Alessandro cessoreAngelo morì nel 395. Nell'ultimo 1

IV, ed a' 18 ftbbraioi 255. Meglio è ve- d'aprile di tale anno, Giovanni Arcioni o
dere il paragiafo G<7//<?óc. Avverte ilMu- Marchioni romano, nominato nella fon-
zi, che rUghelli erroneacueote introdus- dazione della cappella di s. Nicola, fat-
se nella serie de'vcscovi di Civita Castel- ta da Pietro Somma napoletano, essendo
lana e insieme di Città di Castello, dopo governatore erettore di Civita Castella-
il traslato a Viterbo, Pietro Bossi d'Ana- na, e morì nel i4o6. In questo a' 7 lu-
gni nel 1253, Nicola abbate prernostra- glio divenne vescovo della patria , tra-
lense di s. Severina d'Orvieto nel 1 265, slato da Termoli, fr. Stefano de'minori,
e Giacomo canonico dOivieto nel 1
279. morto nel 1 1
4 dopo aver fatto testamen-
Nelle noie all'Ughelli si tentò di dÌQ\o- to a' 1 7 api ile. A' 1 9 del susseguente set-
strare che fossero vescovi di Civita Ca- tembre fr. Giorgio de'minori, morto in
stellana, perchè lo storico ricavò la noti- Bologna neh 432. A' 19 tuarzo vi fu tra-
zia di essi da 'registri Vaticani; ma ripi- slato da Orle Sante. Per sua morte Eu-
glia il dotto Muzi , che tutti errarono, genio IV nominò vescovo Giovanni Ber-
poiché allora la denominazione di vesco- nardino Scotini. AI suo tempo, e mentre
vi Castellani conveniva a' vescovi di Cit- era vescovo d'Orte Valentino di Terni,
tà di Castello, e n'è prova incontrastabi- che il Coleti dice cittadino e canonico di
le gli alti della curia vescovile che 3 ve- i Narni, considerando quel Papa avere le

scovi ad essa soltanto appartengono. Dun- diverse calamità de'tempi diminuite sen*
(|UiB couvieqe ommetlerii, e registrare al sibiliMeqte le rendite dt^lic mense vei^cQ?
V IT V I T 327
vili (Ielle chiese di Otte e di Civita Ca- sii a*9 febbraio i4Ì2 al vescovado d'A-
stellana,onde rispettivi pastori non po-
i scoli del Piceno, Civita Castellana e Or-
tevano sostenere col debito decoro la sa- giorno ebbero a pastore
te nello stesso

gra dignità episcopale, da Bologna ema- Luca canonico di Bologna. Questi mo-
nò la bolla Sacrosancla Romana Eccle- rendo nel seguente 1443, tosto gli succes-
sia, de'5 ottobre 1437, riportata dall'U- se Antonio Stella canonico e cittadino di
ghelli, colla quale unì in perpetuo due i Civita Castellana, nella cui cattedrale
vescovati. Prescrisse che dovesse gover- giace. Ivi pur dissi, che Pio IV neh 562
nare le due chiese un medesimo pastore, disgiunse Gallese da Civita Castellana ,

ilquale alternasse l'annua residenza in ripristinandone il vescovato, il quale do-


ciascuna delle due città, 6 mesi in Orte po r ultimo vescovo de Alexandris, nel
e 6 mesi in Civita Castellana, per l'a la- declinar del secolo XVI, come dirò nel
mi nistrazioue delle sacre ordinazioni e paragrafo Gallese^ tornò ad essa a riu-
della cresicna, celebrazione de'pontificali nirsi ; venendo così alquanto aumentate

e del sinodo, non che in ciascuna tener- di nuovo le rendite delle mense d' Orte
vi il proprio vicario generale e consueti e Civita Castellana. Nella delta serie, per
udìciali. Risiedendo in Orte s'intitolasse brevità tralasciai nell'elogio del vescovo
Fescoi'O di Orte e Civita Castellana, dì- Gozzadini , che riposa nella cattedrale
morando in questa s'intitolasse T'escavo* di Civita Castellana nel sepolcro prepa-
di Civita Casttllana e Orte. E siccome rato a se e suoi successori , di riportare
in ciascuna delle due chiese viveva allo- V addillo del Coleti, che ad onore del be-
ra il proprio pastore , dispose Eugenio nemerito e immortale Ughelli(f^.) go-
IV, che alla morte ovvero traslazione do qui reintegrare. /^7r egregia virlule
ad altra sede di alcuno d'essi, l'altro su- praeditus cum extremis Urbani Vili
perstite assumerebbe il titolo d'ambedue diebits oneris nuncium reinitteret Sani •
e ne sarebbe il vescovo. Ora avvenne, mus Pontìfex hasinfalas in nostrum U'
che nel 1438 a'6 marzo essendo di venu- ghelluni rejicere decrevit, virunique per
t'i vacante la sede di Monte Fiascone e siium Aiiditorem, pcrque card. Fran*
Corneto, Eugenio IV nello stesso i438 cìscwn Barbcrinuni admonuit, sic eiitn
vi trasferì Valentino vescovo d'Orte. iMa ab incoepto Italia Sacra opere non de-
questo prelato riflettendo che con accet- lerrendum diicens , si Urbi , ubi anice
tare ne veniva pregiudizio al vescovato prosequenduni esset, propinquiori in lo-
d'Orte che dovea unirsi a quello di Ci- co Episcopali throno condccoraret. At
vita Castellana, dopo pochi giorni rasse- snbsecnta Urbani niors eventunt perdio
gnò il vescovato conferitogli, contentan- dil, et Ughellus ad alias scdes vocatus
dosi di restare o ritornare nell'antico. otiari in clausiro maluil Romano cun^
Laonde intervenne al concilio generale beneficio studiorum^ quam cum eoruni-
di Firenze qual vescovo d'Orte, e come dem discrimine longius versati in Epi-
tale si sottoscrisse nel 1439. Intanto a' scopali munere. Fu pel meglio che il

1 5 maggio di tale anno deposto Gio. Ber- grande Ughelli restasse libero a* suoi u-
nardino Scotini dalla sede di Civita Ca- tilissimi studi , che vescovo di Civita Ca<
stellana, si eft'ettuò l'unione di f[uesta con stellaua e Orte. Urbano Vili poteva prov.
Orle,e Valentino suo vescovo tu il .° pa- 1 vedere queste chiese con altri ma noi| ,

stoie diOr le e Civita Castellana, co- poteva formare un dottissimo e laborio-


minciando la nuova serie ile'vesco vi delle sissimo Ughelli. Questa è esclusiva pre-
due chiese che riportai nell'articolo della rogativa di Dio, dispensatore dell'inge-
1." ossia nel voi. XLiX, p. kjo, comin- gno e di altri gratuiti doni come fece
,

ciuudo da Valculino stesso. Traviato que- uirUghelli, il quale die'al mondo e all'i*
328 V I T VI T
talia un'opera vastissima, con immenso pitolare nella sede vacante,e nuovamente
vantaggio delia storia ecclesiastica e pro- vicario generale del vescovo mg.' Boscari-
fana, aprendo e facilitando la via ad al- ni, uffizi tutti sostenuti con molta laude ;

tri per migliorarla e continuarla. Ripor- per cui il Papa 1'


encomiò per gravità ,

tai ancora, nell'articolo e serie in discor- prudenza, dottrina, probità, rerumque


so, come Pio VII con sua bolla de' 20 experieniiae specimina^ut dignus eapro-
dicembre i8o5, restituì a Gallese il gra- pter siicensendas, qui relatis Ecclesiìs
do di cattedrale, confermando 1* unione Civitatis Castellati., Hortan., et Galle-
e la concattedralità colle sedi di Civita sin., inviceni perpetuo canonice unitis in
Castellana e Orte, onde d'allora io poi Episcopum praeflcialur. Inoltre dichia-
il pastore s* intitola vescovo di Civita- rando ,jus sibi reservavit aliler decere
Castdlana^ Orle e Gallese^ delle quali nendi circa terrani, cui noinen vulgo C^-
ultime città riparlerò ne'loro paragrafi. Depìoa, quae ad dioecesini Hortan. per-
Terminai la serie con mg.' Zangari, no- linei. Mg.' Meogacci recandosi in Roma

tando la riserva fatta dal Papa Pio IX ad assistere alla definizione dell* Imma-
di provvedere sulla terra e parrocchie di colato Concepimento di Maria, che poi
Canepina (rilevai nel voi. LXIX, p. solennizzò nella cattedrale, a'29 novem'
1 18, essendo l'illustre prelato intervenu- hrei854 ft» fatto vescovo assistente al so-
to nel 1849 all'assemblea sinodale di glio pontifìcio ; e con zelo e saggezza go-
Spoleto, il motivo perchè vi assistette, a verna le tre diocesi unite. Ricordai di so»
guarentigia di sue chiese unite. Dipoi il pra, ch'ebbe l'onore d'ospitare nell'epi-
successore, col medesimo Episcopato Um- scopio il Sommo Pontefice. Quindi nel
bro, prese parte a quella Lettera Pasto- i85g pose lai." pietra per la chiesa che
rale, di cui feci cenno nel voi XCIX, p. il popolo di Bussano in Teverina, come

44)» ciò che effettuò al modo detto in quel dirò in quel paragrafo, sta erìgendo alla
paragrafo, cioè che aliai." vacanza delle ss. Immacolald Concezione. Ogni nuovo
sedi unite fosse dismembrata e unita a vescovo è tassato ne' libri della camera

Viterbo. 11 medesimo Papa nel concisto- apostolica a fiorini 90 , ascendendo le


ro de'5 settembre 1 85 itraslatòmg/Zan- rendile delie tre unite mense alla som-
gari alle chiese unite di Macerata e To- ma di 2,000 scudi alìquo onere grava-
lentino, che governa con zelo (di cui an- li. Le tre diocesi si protendono a 60 mi^

che ne'vol. LXXIII, p.Qi.LXXVI, p. glia di territorio, e più luoghi contengo-


3i4)» dichiarando nello stesso a vescovo no. Quella di Civita Castellana compren-
di Civita Castellana, Orte e Gallese, de i seguenti principali luoghi, che de-
l'odierno mg.' Mattia Agostino Mengac- scrivo a* loro paragrafi, oltre altri. Ca-
ci patrizio di s. Angelo in Vado, arcidia- prarola^ Vallerano, Fignanelh, Cane-
cono di quella cattedrale, come dissi nel pina, Carbognano, Corchiano, Fabri-
voi. LXXXV, p. 3o6 e 3i I, nel ripar- ca, Slabbia, Borghetto, Calcata , e Ri-
lar meglio di sua rispettabile patria. E' g nano dì cui nel voi. LVlll, p. 126, ed
detto nella corrispondente proposizione ove si rinvennero i corpi de'ss. Giovan-
concistoriale, essere il degnissimo prelato ni e Marciano martiri, nel 998 trasferiti
dottore laureato m utroque jurc, predi- nella cattedrale di Civita Castellana dal
catore, canonico arcidiacono ei.^ dignità vescovo Crescenzo, coH'intervento de' ve-
delia patria cattedrale, inoltre in essa e- scovi di Polimarzio e di Gallese, e protet-
saminatore pro-sinodale, professore nel tori della città e diocesi. Poscia rinvenuti
seminario in teologia e nel giure ponti- nel 1280 dal vescovo Pietro nel sotterra-
fìcio , vicario generale del vescovo mg.' neo della chiesa ov'erano slati collocati;
Parigini peri4auQÌ, uou che vicario ca- e quindi il vescovo Lauucci nel 1753 uuo-
,

V I T V I T 329
vamente li rinvenne e ne Pece la solenne brantela festa popolare nella a.'diPasqua,
traslazione sotto T aitar maggiore della secondo Palmieri. La Statistica la chia-
chiesa sugei iore, costruito dalla pietà de' ma della ss. Annunziata, e contenere l'ap*
civitonii. Le diocesi di Civita Castella- podiatoi2 case, 1 4 famiglie, 68 abitanti.
na e di Gallese hanno i5 parrocchie, e La vallata è bellissima, con prati sen-
19,134 anime. QuelladiOrtei5parroCr z'alberi, parte coltivata a granone inter-
chic e ijfSg anime.
I secata da un lato dalla via corriera, d'un
Bordile Ilo. Appodiato Ca- di Civita 3o miglia di circuito. Ne'dintorni vege-
stellana, nella sua diocesi, già mentova- ta molla fìlotacea o uvetta di Spagna.
to in quelTarlicolo. Dice il Marocco ne' Poi si passa il celebre ponte Felice. Que-

Mouuìuenti dello Stato Pontificio^ 1. 1 3, sto castello di Borghelto, dal Degli Ef-

p.109, io prossimità del Tevere, 5 mi- fetti denominato di s. Leonardo, non si

glia di là da Civita Castellana trovasi Dor- deve confondere con Borghetlo dopo Pri»
ghetto, luogo d'aria cattiva, situato in un ma Porta, della via da Roma, ne con Bor-
fondo con istrada molto angusta che si ghetlo al suo 1 4.° miglio della Flaminia^
passa nel mezzo l'antico castello di Bor-
: già villa di s. BuOna, de'quali egli ragio-

ghetto giace in un'eminenza rimpetto al na neppure con Borghetlo, nel confine


5

moderno, tutto diroccato. Meglio ne parla del territorio di Gracloli. Del Borghet-
il Palmieri, con riferire. Dopo Civita Ca- to dopo Prima Porta discorre pure il Nib-
stellana, si Maggiore influen-
tragitta Ilio by neir Analisi de' dintorni di Roma ,
te del Treia su bel ponte o viadotto a
, detto anco Bor^hettaccio e Borgo s. Ni-
5 arcate, fatto da Clemente XI. Quindi cola. Del Borghetlo già villa di s. Rufì-
s' incontra a circa 2 miglia il casale det- na, ragiona il p. Ranghiasci Brancaleoni
to Case Ciotti, dopo la salila di Sassac- neW Album di Roma, 1.17, p. 208. Ed
ci, e dalla detta città corse più di 5 miglia abbiamo del d.' U. P. Salmon, Ménioi-
discendendo, si giunge a Borghetlo in sito re sur unfragment de Basalte- Fulcani^
basso, ed è un piccolo cumulo di casucce, que tire de Borghetlo territoire de Ro'
circondate da ampie praterie, presso le me. Del Boighetto di s. Leonardo, rac-
barche^e i piroscafi che navigano il Teve- conta Degli Effetti, posto tra [Civita Ca-
re, da cui é lungi un 4-° di miglio. Vi è la stellana e Otricoli, si ha che Paolo ÌIf,
locanda, la stazione postale e due osterie. con l'abbazia di Fallari e diversi castelli
Lontano è miglia da Otricoli si vede , l'uni alio Stalo di Castro e Ronciglione.
Magliano lontano 3 miglia di salita. Al di Neil 799 Borghetlo molto soffrì e fu mal
sopra della via corriera, è il diruto castello ridotto dalle truppe napoletane bellige-
con basse mura merlate sur uno scoglio ranti co'francesi repubblicani. Anche nel
tufaceo, con torre quadra smezzata e suoi 1 83 un piccolo combattimento tra
ivi fu

trabocchetti. Entro non vi sono che spi- le truppe pontificie,ed ribelli al governo i

neti, e grotte scavale nel tufo. Da altra papale.


banda su altro scoglio lufaceoèCaslellac- Calcata. Comune della diocesi di Ci-
cioo Castel delle Formiche, pochi passi vita Castellana (e non come i\\ce Vlndictt
dalla via corriera, che ivi é in salita. Ap- alfabetico di tutti i luoghi dello Stato
parisce rotondeggiante fortezza, con basse Pontificio, desunto dal Riparto territo-
mura merlate. Denlroègrandecome una riale, a tulio l'anno i833, Roma 836, i

discreta piazza, colti vatoa orti, con capan- il quale a p. 33 nell'articolo Calcata
ne e l'abbandonata cappella dellnMadon- questa dichiara appartenere alla diocesi
na della Stella, sovrastante alto fosso. Ha di Viterbo, errore che da esso copiai nel
Borghetlo una fontana d'acqua potabile,e voi. LVII, p. 16, e correggo col libro
I

lachiesaparrocchialedis, Leonardo, cele- NarraXtionedclss. PrepuziOf^t. 32, di cui


33o VIT V! T
tlovi ò pnrlare, ed ove enientlai il fallo li- le. Nel giorno della festa della Circonci-
pografico (leirarticolo Orle, in cui Cal- sione si celebra ogni anno festa solenne.
cata è detta Cnlcutn. Anche il Palmieri A promuovere la divozione di questo ce-
seguì l'eirore, di dire Calcala diocesi di lebratissimo sagrosanto tesoro, i Papi se
Filerhó) con territorio in colle p«ese
, ,
ne mostrarono zelanti fin da'primi tem-
piuttosto pulito, ma di pochi fabbricali, pi che n'ebbe Calcata il fortunato pos-
distante circa 2 nriiglia da Stabbia, e 3 sesso. Sisto V dell 585, ad istanza di E-
da Mozzano, in clima temperalo, con ac- milia Orsini cognata di Maddalena Stroz-
qua potabile poco buona. E' posta sur una zi Anguillara, accordò indulgenza plena-
bellissima rupe di giro quasi circolare ben ria in detto giorno alla chiesa addecen-
largamente estesa nel fondo a figura di ninm. Urbano Vili con breve deli64o
scarpa. Nella di lei falda, che riguarda la concesse 7 anni d'indulgenza plenaria,
montagna di Soriano, scorre quell'isles- prorogandola ad altrettanti il successore
so canale chegira sotto Civita, detto vol- Innocenzo X
nel 647. i»di nel 1661 la e

garmente da'paesani Tuvia. Ha per ogni rinnovò ad septennium Alessandro VII,


parte il riparo di alfe rupi, che in vaga finche Benedetto XIII del I724l^estese
tiatural simmetria la circondano e danno in perpetuo come si legge nella lapide
il coujodo ad ameno passeggio. A sinistra marmorea alla porta della chiesa. Aveu-
i\e.\V ingresso, dove si va per una cupa do in più luoghi parlato di questa insi-
strada scavata nel tufo, vi è la chiesa par- gne ss. Pieliqui», e promesso in questo di
rocchiale de* ss. Cornelio e Cipriano, in ragionarne, lo farò più avanti, precipua-
miglior forma ridotta nel declinar dello mente col libro: Narrazione critico-sto-
scorso secolo dal suo barone marchese rica della relìquia preziosissima del ss.

Sinibaldi. In essa sono 3 altari conti*


vi Prepuzio di IV. S. Gesù Cristo^ che si
gui, e nel maggiore ornato a lavoro di venera nella chiesa parrocchiale di Cal^
pietre e stucchi, fra le due colonne inve- cala diocesi dì Civita Castellana^ Orte
ce di quadro vi è una custodia rabesca- e Gnllese, e feudo dell' Ecc.nia casa Si-
ta di marmi preziosi nei prospetto, sca- nibaldi, ristampata ed accresciuta per
vata nel muro ai di dentro, chiusa con ordine di S. E. il marchese Cesare Sini-
porticina di bronzo dorato, riguardata da haldi Gambalunga barone e signore di
3 chiavi, in custodia una dell'arciprete, delta terra, [iomai8o2. Manifesterò io,
l'altre del deputato del signore del luogo che ne fu autore il dotto sacerdote, che
patrono della chiesa. Dentro tal custodia scrisse parecchie opere, Filippo Talenti
conservasi amovibile il ss. Prepuzio del di Cori, canonico di quell' insigne colle-
Redentore, ricoperta sempre da ricco ve- giata de'ss. Pietro ePaolojeche la com-
lo, sostenuta da due Angeli in piedi del* pilò per espresso incarico del marchese
l'altezza di mezzo palmo su buse alta due Cesare nominato, il quale la fece stam-
dita e piana di massiccio argento dora- pare. Nel libro di mg.*^ Marchelli De* ,

to con orlello d'oro, a figura di vaso ova- prodigi avvenuti in molle ss. Immagini
le con piede proporzionato che si apre a specialmente di Maria ss., nel 1 796, a
guisa di scatoletta, servendogli di coper- p. 920, si legge. In Calcata d'ordine del-
chio imperiale corona arricchita di gem* la curia vescovile, dal vicario foraneo del
me preziose. Nella concavità interna del- luogo si fece il processo legale sulle due
l'urna, foderata di talFeltano bianco, sur ss. Immagini esistenti nella chiesa de'ss.
un pulito cristallo si scorge a meraviglia Cornelio e Cipriano, le quali furono ve-
il ss. Prepuzio di Gesù Cristo, asperso di dute prodigiosamente muovere gli occhi
sanguigne sii Ile e rosseggiante ! il medesi- più volte, aprirli e girarli amorosamente
wjo ss. Prepuzio è diviso in due parliceU \(ii'3o il popolo, e indi si richiusero. Quel-
VI T VIT 33r
)a della B. Vergine della Salute comin- Spirito Santo nelle purissime viscere del-
ciò il portento a*23 luglio e nieglio a'24 l'Immacolata Vergine; e primo rimarco
in occasione d'una pubblica processione de'dolori, che per redimerci, cominciò a
di penitenza, e continuò sino a'29, anzi soffrire ancor bambino. Segue la discus-

alcuni testimoni rimarcarono eziandio sione teologica suir esistenza del ss. Pre-
mutazione di colore nel volto. A'3i lo- pùzio, colla quale l'autore volle provare
glio dello slesso 1 796 simile prodigio del- che la sua esistenza in terra niente ripu-
la mozione d' occbi fo ammirato pure gna aH'integritàdella/J/^Mrres/onedi Ge-
nell'immagine del ss. Crocefisso dipinta sù Cristo, cosicché può essere qui rimasta
in tela io uno degli altari della medesi- l'adorata Membrana, ed Egli glorioso e
ma chiesa. Il tutto venne poi pubblicato intero sia volato al cielo. Anzi é di fede
con Relazione stampata in Roma dallo che il divin Verbo^ cuniomni interrita-
Zempel presso il Poggioli, in data de' 12 ti resurrexit. Tre modi tennero i dottori
agosto 1796, sottoscritta da Marco Colet- a sciogliere questa difficoltà. Il i.^è fon-
ta notaro pubblico e cancelliere di Civi- dato sulla dottrina di s. Tommaso, il 1!*
ta Castellana. La Statislica riporta 79 da s. Bonaventura intorno al preziosissi-

case, 85 famiglie e 4^0 abitanti. Il popo- mo Sangue Gesù Cristo (/^.),


di 3." il

lo è applicato alla pastorizia e alla agri- da Francesco Suarez. Qualunque delle 3


coltura del proprio territorio , il quale sentenze si abbracci, non si può negare
principalmente produce grano e ghiande; r esistenza del ss. Prepuzio, bastando a
altri s'industriano nella pesca del pesce salvare l'integrità che Gesù Cristo risor-
nel vicinissimo fosso. — 11 nome di que- se qual visse. La B. Vergine fu lai.' ge-
sto paese, secondo il Palmieri, si crede losa custode del ss. Prepuzio reciso al di-

derivi dalla posizione depressa e nascosta, vin Figlio 8 giorni dopo la di lui nasci-
il suo interno avendo un'estensione d'iui ta, nel luogo del suo nascimento, e non

3." di miglio. Degli Effetti assicura, che come lo rappresentano gli artisti nel tem-
Pioli lochiamo Carcauuin ne'suoi Coni- pio. Non tutti gli scrittori convengono,
jnentariì. Ma nell'indice di quelli non tro- che prima di sua Assunzione in cielo lo
vai rilevato tal vocabolo. Fu feudo della lasciasse in custodia a s. Maria Maddale-
nobilissima casa Anguillara mancata nel na , essendo più comune sentenza che lo
conte Carlo figlio del conte Lorenzo e di raccomandasse al diletto di lei custode s.
ArfidiaSinibaldi. Passò poi a'rocnani mar- Giovanni apostolo, con quelle goccie del
chesi Sinibaldi, estinti i quali ne'primor- ss. Sangue, che dalle venerande cicatrici

dii del secolo corrente, pervenne in signo- dell'estinto cadavere asterse officiosa pri-
ria a' romani Massimo duchi di Rigna- ma di deporlo nel s. Sepolcro. Da lui le
no. •
— Ed eccomi alla digressione del ss. preziose ss. Reliquie [)assarono in altre
Prepuzio, taglialo nella Circoncisione del pie mani, restando sempre nascoste a'per-
N.S. GesÌL Cristo[V.). Dichiara l'autore secutori distruttori di quanto riguarda i

ùtWiì Narrazione ^ào^o la ss. Eucaristia^ misteri di nostra s. Religione. Vari sono
nella quale vivo e vero ci fa adorare la i racconti, come pervenne il ss. Prepuzio,
fede il divin Salvatore, non vi è fra le al- col ss. Sangue nelle mani di Carlo Ma»
tre sue ss. Relìquie, una che più del sa- gno. Moltissimi narrano, che rimaste le
grusanto Prepuzio, col meritare speciali ss. Reliquie sepolte nel!' oscurità per hi
ossequi-, debba egualmeute impegnare la calamità de'tempi, un Angelo speditodal
gloria di chi lo possiede a furne suo reli- cielo a lui le porlo in Gerusalemme, da
gioso vanto. E n'è ben degno sì prezioso dove il piissimo monarca le recò in Aqui-

tesoro, essendo ptjrzione di quel ss. Cor- sgrana nella chiesa di s. Maria onorifica*
po , che con subliiiie urtilicip formò lo incnl«i j e poi collocò il ss. Prepuzio ìu
I

*^ 332 V T V I T
Carosio nella diocesi di Poitiers ia una da Roma empio proponimento di
coli'

chiesa da lui edificata con monastero che far uso a suo tempo dell'oro, argento e
prese il nome de Corrosio a Carne Illa gemme che ivi credevasi nascosti. Noa
circumcisa^ ideH Praeputiata nunciipa- TolleDiocheil soldato si dilungasse mol-
vit. Altri pretendono che il nipote e suc- to da Roma coll'adorabile deposito, poi-
cessore nell'impero Carlo il Calvo levas- ché l'iniquo fuggitivo dopo circa 20 mi-
se d'Aquisgrana la venerata Pellicola, e glia di cammino arrestato da alcuni con-
la ponesse nella chiesa di s. Salvatore di tadini fu condotto a Calcata, dove in luo-
Garoso, ovvero soltanto il ss. Sangue, in go di carcere fu chiuso in una grotta sca-
seguilo trasportato in Anversa e creduto vata nel tufo. Intimorito il miserabile tra
comunemente parte del ss. Prepuzio. Al- quelle angustie, che nel cadérgli sopra
tri vogliono che Carlo Magno ripostolo la punizione se gli trovasse indosso il sa-
in una Croce d'oro adorna di giacinti, lo crilego furto, quivi lo nascose sotto al le-
donò a Papa s. Leone III per la basili- tame. Sarebbe di nuovo rimasto ignoto
ca Lateranense ossia del Salvatore, dopo il sagrosanlo Prepuzio, se quell'altissima
esser stato da lui coronato imperatore Provvidenza, che segretamente T avea
d'Occidente nel giorno di Natale deirSoo. guidato anco per opera d'un indegno ad
D'allora in poi tutti gli scrittori del ss. onori cospicui, non avesse ricondotto ver-
Prepuzio sono concordi nell'asserire che so Roma l'involatore scellerato, dopo es-
s. Leone III lo collocò nella cappella o ora- sere stato liberato da que'di Calcata. Qui-
torio di s. Lorenzo, detta Sanata San- vi malatosi, e nell'ospedale di s. Spirito
ctorumdGÌ Patriarchio Lateranense^ co- venuto agli estremi del vivere, palesò al
me io pure descrissi nel vol.LXlI, p. 6t, sacerdote il furto da sé nascosto in un Ca-
62,64669. Ivi notai che il Papa ogni an- stello, di cui non ricordò il nome, ma sog-
no a' 1 4 settembre nella festa dell'Esalta- getto a* signori Anguiliara. Portata tale
tazione della ss. Croce, faceva esporre la notizia a Clemente VII (e non Vili co-
ss. Reliquia nella detta cappella, dopo me per ftdlo tipografico è impresso nella
essersi unto il ss. Prepuzio con balsamo, Narrazione) ordinò a Gio. Battista An-
e quindi co' cardinali da essa processio- guiliara (ramo degli Or^mi signori d'^/i-
nalmente si portava nella propinqua ba- guillara^ di cui oltre in que'due articoli
silica Lateranense. Nel celebratissimo san- riparlai ne'vol. LVIII, p. 16, LXXVII, 1

tuario di Lorenzo
s. fu venerata la ss. Pel- p 290) una diligente ricerca ne'suoi feu-
licola per 7 e più secoli. Ma espugnata di di Stabbia, Calcata e Mazzano (que-
Koma a'6 maggio 1527 dalle feroci ed e- st'ultimo posto nel governo di Campa-
reliche milizie di Carlo V, assediato Pa- gnano, di cui nel voi. LVIII, p. 16). Il 1

pa Clemente VII in Castel s. Angelo, con conte onorevole comando corrispose


all'

diabolico furore per ben due mesi tutta con accurata premura, ma tutto invano.
quanta la saccheggiarono, non rispettan- Finalmente nell'ottobre 1 557 (••o^erò che
do neppure le ss. Reliquie, ed sepolcri i Clemente VII era morto nel 1 534) toc-
che pure depredarono. Una squadra sa- cò al degno parroco di Calcata la felice

crilega temerariamente rotte le porte del sorte di rinvenire il ss. Prepuzio, nella
Sanata Sanctoruniy ed infrante le sagre suddetta grotta congiunta alla chiesa sul-

custodie, nelle quali erano racchiuse mol- l'ingresso del paese a man sinistra. Il sa-

te insigni reliquie, ne rubarono quante cerdote portò il pic«olo scrigno che lo con-
più poterono. Nella divisione di esse toc- teneva, lungo mezzo palmo e alto 4 dita,
cò ad un soldato una cassettina d'acciaio a Maddalena Strozzi moglie di Flami-
ben chiusa, con cui sedati già delia città nio Anguiliara allora dimorante a Stab-
ì tumulti e calmato l'impeto ostile, partì bia. L'apri ia dama alla sua presenza, di
VIT VIT 333
Clarice sua figlia di circa 8 anni (poi ma* basilica Lateranense. Giunti a Calcata
ritata a Sciarra Coloona, signore di Ca- ed eseguito con atto pubblico il ricono-
stel ^'uovo), e di Lucrezia Orsini vedo- scimento, Pipinello Cenci provò a spre-
va del sunnominato Gio. Battista, e vi mere il ss. Prepuzio per osservare se fos-
trovò degl'involtini di tela ciascuno con se arrendevole, ma avendolo troppo com-
cartine co'propri nomi diHìciii a leggersi presso due parti, rimasta Ta-
si divise in
con)e logori dal tempo. Erano in esse na grossa quanto un piccolo cece, V al-
varie reliquie di Santi, e tra le più rag- tra d'un granellino di seme di canepa.
guardevoli una particella di carne di s. A quel fatto sembrò sdegnarsi il cielo (e
Valentino martire quasi fresca ; parte benché fosse uno de'giorni più sereni di
d ella mascella e un dente di s. Mai ta, so* primavera) oscurandosi all'improvviso,
fella di s. Maria Maddalena. Un fagottino accrescendo lo spavento di tutti con tuo-
bianco avea scritto il venerabile nome di ni e folgori. Cessato il sagro terrore, la
Gesù, ma inutilmente la dama tentòscio- ss. Reliquia fu riposta a suo luogo. Il 2.°
glierlo, per due volte irrigidendosi le sue prodigio avvenne nel 1 5^9 allorché il i."
m ani. Sorpresa dell'avvenuto, pregò Dio gennaio alcune donne della compagnia
a sua gloria di farglielo sciorre, ma le di s. Orsola di Mazzano, un miglio di-
dita nuovamente divennero immobili. Ri- stante da Calcata, si portarono piocessio-
masti tutti presenti stupefatti, disse Lu-
i nalmente a venerare il ss. Prepuzio, eoa
crezia forse contenere il ss. Prepuzio, la molti uomini e fanciulli, portando torcie
cui ricerca avea commes-
Clemente "VII e candele accese. Ottennero di vedere il
sa al defunto suo marito. Appena ciò det- ss. Prepuzio, ma posto sull'altare dall'ar-
to, uscì dall'involto tale una soave fra- ciprete, sorse istantaneamente una nu-
granza e così acuta che toltosi diffuse per vola che lo ricoprì in un al sacerdote u-
tutto il palazzo. Tutti smarriti pel nuo- scito di sensi, e si dilatò per tutto il tem-
vo prodigio, consigliò il sacerdote di far- pio con tanta densità cheniuno più vide
ne tentare l'apertura alla verginella Cla- il vicino, durando 4 ^xc* ^^1 qual tem-
riccj la quale felicemente sciolse il grup- po qua e là scorsero stelle e lampi di fuo-
po, ed apparso il ss. [^epuzio lo depose co. Abbagliati e tra'gemiti, si suonarono
in un bacile d'argento. Si tro\òdensoe le campane per invitare i paesi circostanti
crespo in figura d'un cece rosso, e l'olez- a vedere il portento, e non bastando agli
zo che tramandò dì grato odore , durò accorrenti la chiesa , scoprirono il tetto
due giorni nelle mani dì Clarice e della per ammirare l'avvenuto miracoloso. Di-
madre. Da questa si collocarono poi le poi canonici Laleranensi volendo ricu-
i

ss. Reliquie in nuove borsette di seta, e perare l'insigne ss. Reliquia, commisero
ripostele nello scrigno le restituì al par- nel 1 6o3 a due de'loro colleghi di recarsi
roco onde le riportasse a Calcata, e po- a prenderla a Calcata, e riportarla alla
nesse alla venerazione de'fedeli nella chie- loro basilica, coH'annuenza di Clemente
sa de'ss.Cornelio eCipriano,ove pi esloDio Vili. Per buona ventura del paese, non
ad onore del ss. Prepuzio operò strepitosi ebbe effetto, e così esso si gloria di posse-
miracoli. due principali prodigi raccon-
1 dere un frammento dell'Umanità di Cri-
tati nella Narrazione sono: ili." quando La Narrazione offre l'elenco di
sto. 3j
la contessa Maddalena Strozzi recatasi a gravi autori, Santi, Papi e Cardinali, che
Roma per réigguagliarne Paolo IV, que- trattano della storia e dell' esistenza del
sti inviò subito a Calcata per riconosce- ss. Prepuzio. E siccome fra essi è nomi-
re l'identità del ss. Prepuzio , Pipinello nato vescovo Rocca, ricorderò dove
il

(il Marangoni lo chiama Pinelli)e Atti- ne ragiona Opera omnia^ t.i, cap. ai.
:

lio della famiglia Cenci caDonici della De Praeputio Chris ii Domini in Re»
334 VI T VIT
surreclione reassiimplo , et in basilica Tequlvoco che incontrasi neMi versi ca-
LaUranensi asservato. Ne liallano iii- taloghi delle Reliquie di questo Santua-
ollre: Degli Edelli, Memorie del Sorat- rio, e consiste nell' esporsi, in alcuni di
te e de luoghi 84, celebran-
con\'iciiu\ p. essi, col titolo di Prepuzio, ed in altri,
do Calcata pel possesso di tanto sagro te- di Ombelico di N. S. Gesù Cristo, aven-
soro, riferendone il derubamenlo, l' in- do gli scrittori de'medesimi preso l'uno
venzione e i narrati prodigi. Piazza nel per l'altro. Sembra pel i.°il Panvinio,
Santuario Romano^ a p. 3i i, dicendo dopo avere riferito l'esistenza nel santua-
della processione die con esso faceva il rio del Prepuzio, riproducendo l'in-
ss.

Papa. E meglio ntW Etne r elogio di Ro- dice delle Reliquie notalo da Giovanni
ma nella festa della Circoncisione dlN. Diacono, in vece di Prepuzio dice Ombe-
S. Gesù Cristo, colla ricordata in quel- lico. Da questa diversità di lestimonian*
l'articolo : Digressione del ss. Prepuzio ze del Panvinio, senza dichiarazione, gli
di JY. S. G. C, corroborata da autore- scrittori di altri cataloghi, dal Marango-
voli testimonianze, fra le quali coli' /- ni esibiti a p. 87 e seg., crederono che
storia della perdita e ritrovamento del due fosseroquesli sagri Pegni, cioè VO/n-
Prepuzio di Gesìi Cristo sua venera- , a belico e Prepuzio, come avea scritto
il

zione presente nel castello di Calcata. il Maniaculj, Umbilici, et Praeputium


Ne narra in breve l'esatta storia, e deplo- Circumcisioni pueri Jesu Christi^ altri
ra che non sia più uelforatorio della i^ctìt- chiamandoli carne di Cristo S. N. Lo
la Santa [f.) sulla cui porla è scritto: segu'i ilPanciroli,ne' Tesori nascosti.ì^aWQ

Non est in loto Sanclior Orbe Locus. rivelazioni della B. Vergine a s. Brigida
Jl vescovo Sarnelli, Lettere Ecclesiasti- di Svezia (^.), esaminate d'ordine di
che, t. IO, lelt." 78: Che il parto della Gregorio XI e Urbano VI, indi appro-
ss. P^ergine fu con somma purità e sew vate e commendate da Bonifacio 1 X e da
za le sordidezze del puerperio; attesta altri, essa non parlò dell'Ombelico; sib-

che il ss.Prepuzio si conservò,eche se real- bene che dopo la circoncisione del suo
tnenle fosse vera la secondina che vide suo divin FigliOjSerbò appresso di sé, cou
in visione s. Brigida , in cui le disse la molto rispetto e onore, il sagro Prepu-
B. Vergine avere come tunica ricoperto zio, sapendo ch'ella era carne da se ge-

nel suo purissimo ventre il divin Figlio, nerata senza colpa ; e che approssiman-
si sarebbe conservata, come del medesi- dosi il tempo di sua partenza dal mondo,
mo conservò il ss. Prepuzio. Jl Cancel- consegnò a s. Giovanni apo-
ella stessa la

Memorie delle sagre Teste de' ss.


lieri, stolo suo custode con alcune goccie di
,

Pietro e Paolo, p. i4- H Marangoni forse Sangue congelato raccolto nelle ferite del-

niegliodi lutti, dopo l'autore della Nar- lo stesso suo Figlio, allorché fu deposto
razione, e in altro più dilfuso di luì, anzi dalla Cioce. Le narrò ancora la B. Ver-
l'autore l'ignorò, altrimenti avrebbe reso gine, che quando terminò di vivere s.
più pregevole il suo racconto. Egli è per Giovanni ,
passò questa Pieliquia nelle
questo che stimo opportuno dirne alcun- mani de' successori suoi vescovi dell' A-
ché. Esso dotlamenle ne tratta nella bel- sìa, da' quali fu con sìngolar diligenza
la Istoria dcir Oratorio o Cappella di custodita; (luche cresciuta la malizia del-
s. Lorenzo nel patriarchio Lateranense, le ne più assicurandosi di poterla
genti,

p. 2 5o. Come in questa sagra cappella couservaredal furore de'persecutori della


di Sancta Sancloruni serbavansi altre lede, fu nascosta in un luogo sotterraneo,
'Sagre Reliquie^ che pile non vi sono: ed ed ivi rimasta sino al termine delle perse*
in primo luogo del ss. Prepuzio di N. cuzioni, per rivelazione d* un Angelo fu
S. Gesìi Cristo. Comincia dal chiarire a'suoi amici dal Signore mauìfeslala. Sog
V IT V I T 335
giunge Marangoni, come poi Tinsigne
il berla), e dal iareianle susseguente sci-
Reliquia dall' Oriente >enne tra!>rcrila sma, ristrette le papali funzioni nelle cap-
ueli'Occideitte e in Rfjnia, non è agevole pelle pontihcie , si toccò il secolo XV [
rintracciai ne il tuodo^esbeuclo varie le^lo* con essendosi quasi spenta la venerazio-
lie,o se donata o data da un Angelo a ne e memoria di questa Divina Reliquia,
Carlo Magno, e da lui posta nella chiesa on<le poi Roma ncevelie il castigo di es-
della Ij. Vergine d'Aqui^grana da se fab- serne privata, (piando fu rubata nel i Siy
bricata, e poi traslata a Caiosìuìu,o^\eio e portata in Calcala lungi circa 20 uti-

da Carlo il Calvo. Narra il Bollando al glia da Roma. Narrato dal Marangoni il

i.*'di gennaio, che il ss. Prepuzio per resto della già riferita sloria.riporla pure,
molli secoli si con.servò in Anversa, por* che quantunque Dio volle privare il san-
talovi da Enrico Noesio cappellano mag- tuario di Sancta Sauclorum di quesi.i
giore di Baldovino (forse il V óeìì i85) singolarissima R.eliquia, nel comune fla-

re crociato di Gerusalerame, prevedendo gello de'malvivenli ed eretici depredato-


la brevità del regno de'cristiani nella Pa- ri, onde punirne 1 molti peccali di Ro-
lestina, tradizione confériuata con molti ma nondimeno la divina misericordia
,

avvenimenti prodigiosi, le cui descrizio- si degnò a' suoi giorni di resliluirne una

ni si smarrirono nell'incursioni furibonde pìccola particella alla medesima città


degli eretici calvinisti nel i566. Le due poco innanzi al pontificato di Benedet-
diverse versioni, crede Marangoni poter- to XIII. Monsignor Camillo Cibo pa-
si conciliare, che quando da Gerusalem- triarca di Costantinopoli e poi cardinale,
me fu Prepuzio a Carlo Ma-
poi tato il ss. divotissimo delle ss. Reliquie e veneran-
gno, ne rimanesse alcuna particella a Ge- done nella sua cappella domestica un nu-
rusalemme, la quale poi a tempo di re mero infinito da lui raccolte in varie par-
Baldovino fosse recata in Anversa. Ma ti, ornale da lui con oro, argento e pie-
resta oscuro come la partemaggiore ven- tre preziotie magnificamente, volle recarsi
ne condotta a Roma, nìancandone do- i in Calcala nel 1723 per venerare quella
cumenti involali dall'unliihilà, supplen- del ss. Prepuzio. Soddisfalla la sua di-
dovi pelò le rimote tradizioni e il culto vozione, restò sorpreso in osservare si
che al sagrosanto Prepuzio da tanti se- prezioso tesoro conservato in un tenue
coli pi Citarono i Papi, nel collocai lo nel- vasello d'argento di poco valore, soste-
la Croce d'oro, nell'ungerlocol balsamo, nuto da due simili Angelelli. Laonde si
Dell'adorarlo con lutto il clero, e nel mo- propose di fare a sue spese un reliquia-
strarlo divolamente al popolo. Ma a s. rio molto più tiecoroso, per un tanto te-
Brigida, the mori iiiRoma neli 372,laB. soro, null'altro bt amando, se non chea
Veigine erasi lamentala, the Roma co- lui fosse conceduto Tantico vasetto a fine
munemente non venerava il ss. Prepuzio di collocarlo nella sua cappella, conside-
come si sarebbe dovuto (dali3o5 n' e- randolo anch'esso prezioso Reliquia per-
rano assenti i Papi, fatalmente stabilitisi in col con taltodella Carne au-
chè santificato
y4vigiione) e con dirle: Se Roma avesse co- gustissima del Redentore del mondo. Co-
nosciuto gran tesoro che possedeva, in
il municato il peusiero al conte Anguilla-
alita maniera sarebbesi rallegrata; ed an- ia signore di Calcala, ed al ven. Tende-
cora, che pianto ella avrebbe, perchè non rini vescovo di Civita Castellana, gli fu
l'onorava. Forse allora perla condizione accordato quanto brama va. Tornalo mg.
di Roma, agitala dalle sempre funeste fa- Cibo in Roma, fece tosto lavorare da un
zioni per r ambizione di dominare (già gioielliere il nuovo reliquiario d'oro, co*
s'intende, come a' tempi nostri, procla- perto di gioie preziose, per collocarvi la
mandosi la òediceutc e falsa paiola di li* ss. Re'iquiu i e per doversi essa {t'rmare
336 VIT VIT
fia'due Angeli, il ven. Tenderioi si recò rituali, concedendo
la parlala indulgen-
a Cblcula, e tolto dairaulico vasello ar- za plenaria ne'giorni della Circoncisione
genteo la ss. Reliquia, con iscrupolosa di- di Gesù e nella a.' domenica dopo l* E-
ligenza la depose in una pisside ben sigil- pifania iu cui celebrasi la festa del suo
lata, e mandò in Roma al patriarca da ss. l>ome. Poscia Benedetto XIV nell'o-
un sacerdote, e sigillata la cassetta anco- pera : De Sacris I/naginibus et nonnid-
ra coirantico reliquiario. Ricevutasi da lis conlroversiis adeas pertineniibus,[\b.
iHg/ Cibo la cassetta che lo conteneva, 4, pai". 2,cap. 23, p. 220, n. i3, egre-
un odore così
e disigillata, tosto ne usci giamente desciisse e riportò le notiziedel
veemente che quantunque soave non po- ss. Prepuzio con dottissime riflessioni.
,

teva perla sua acutezza soffrirsi. Indie- Quanto al Cibo divenuto cardinale, con-
stratlone il vasetto d'argento, in cui era siderando poi come i suoi tesori delle ss.
stata la sagrosanla Reliquia , trasmesso Reliquie si potessero conservare perpe-
con tutto cotone e raso bianco, e poco
il tuamente in Roma, senza diminuzione,
velluto su cui posava prima, fra le e con decoro e venerazione, giudicò col-
fila del velluto scoprì un piccolo fram- locarli nella sua nuova titolare ( prima
mento del Prepuzio, in tutto somi-
ss. essendo Maria del Popolo) Chiesa di
s.

gliante ai rimanente , che poco prima s. Maria degli Angeli (F.) alle Terme
avea attentamente osservato in Calcala. di Diocleziano fabbricale co' sudori de*
A tal vista il piissimo prelato, sospeso tra s». Martiri, ed ufficiata da' Certosini j e
le tenerezze divote e gl'impulsi di grati- per sicurezza effettuò il dono nel 174^
tudine, si Signore non a-
persuase che il ancor vivente, fece fabbricare da'fonda-
vrebbe sdegnato di lasciarsi adorare in raeuti una sontuosa cappella a Iato della
quella sua Reliquia, nella propria cap- sagrestia tutta ornala di marmi, ora in-
pella domestica, fra tante sagre memo- titolata delleSagre Reliquie, facendo di-
rie ; e nel celebrare la messa, sentì sug- pingere il quadro dell'altare da Miche-
gerirsi, che l'odore uscito dalla cassetta langelo Piicciolinij la quale con finestra
nell'aprirla, fosse un segno speciale d'at- munita di ferrala rispondente alla chie-
testato di verità. Terminalo il s. Sagri- sa ,
potesse esser veduta e veneralada
flzio e riaperta la cassetta sentì di nuo- chiunque entra nella cappella dell'altare
vo l'odore fragrante. Ad accertarsi se de- maggiore ed a' lati di tale finestra col-
;

rivasse da odore posto nel bombace, ne locò d prolisso catalogo delle ss. Reliquie
scrisse al vescovo e al conte,
i quali proa- che ivi si conservano, nomi delle quali i

taraente attestarono non avervi posto al- sono distribuiti per ogni giorno di ciascua
cun odore. Inoltre usando il patriarca mese in cui cade la loro festa o memoria.
maggiori ddigenze nel reliquiario, rin- Indi le fece depositare intorno, sopra e
venne altri frammenti in tutto simili al sotto, e nel gradmo dell'altare, e d'ogni
primo, ivi rimasti nascosti tra la piccola lato a lolla la cappella,alla quale eziandio
fascia e il raso, quali uniti insieme furo- donò tutte le sue preziose suppellettili per
no riposti in un altro reliquiario d'oro celebrarvi la messa, e con fondo sufficien-
tutto coperto di varie gioie,e quindi li col- te per mantenervi accese lampadi giorno
locò tra gli altri tesori di sua cappella. e notte. Inoltre non volendo partirsi an-
Frattanto eletto Papa a'2g maggio 1 724 che dopo morto dal suo inestimabile sa-
Benedello XIII Orsini, mosso da'riferili gro tesoro, sotto la cappella altra ne fab-
prodigi e per essere Calcata d' un ramo bricò col suo altare, ove volle celebrarvi
di sua nobilissima stirpe, con abbondanti il s. Sagrifizio, e nel vestibolo di essa e-
sussidii procurò il restauro della chiesa resse alcuni sepolcri a guisa di casse, tutte
arcipretule, e l'arricchì pure di grazie spi- di marmo, per sé e per alcuni de'suoi fa-
Vlt V T I ;537
niigllai'i nominali (cioè 7 de*6o che avea to fanooso tempio. Narra il cav. Palmie-
in circa, e fra*quali il servo di Dio Ste- ri, fr. Giuseppe Andrea Rodio nativo di

fanelli suo cuoco, facendolo trasportare Luogo Rotondo in Puglia (cioè Locoro-
dalla chiesa de'ss. Angeh Custodi in cui londo nella provincia di Bari, 8 miglia
era stato lumulatoneli 737, e porre pres- lungi da tal città), guardiano di pecore,
so il proprio sepolcro, tutto avendo cele- recatosi in Roma si die' alle pratiche re-

brato nd voi. LXIV, p. 164 e 238); e insieme al ven. Benedetto Giu-


ligiose,

su quello di mezzo , nel coperchio fece seppe Labre (alla cui biograQa qui ag-
scolpirvi l'umilissima iscrizione:-»JfZ7. O, giungo, che a'20 maggio 1860 si celebrò
M. - Haec rtquies niea - Hic habitabo - la sua solenne beatificazione nella basili-

Quoniam ele^i eam - Inimundus vertniS' ca Vaticana , colla pompa descritta nei
Caniìlliis Cybo - Ut ubi erat thesaurus' n.i 18 del Giornale di Roma). Cercò va-
Ibi esset cor menni. E sembra appunto, ri luoghi per romitaggio, e decise fermar-
che i Santi gloriosi, la venerazione de' si presso Castel s.Elia nella solitaria Val-
quali era stala sì a cuore a questo virtuo- le Sub-Pentonia, ove ne'primi secoli del-
sissimo cardinale, non volessero star lun- la Chiesa abitarono monaci. Visitò pri« i

gamente separati dall'abitazione di lui, ma i luoghi santi di Palestina, e ritorua*


luentie non essendo ancor terminalo l'an* lodai sagro pellegrinaggio, quivi alla ra»
no, gì' impetrarono da Dio il consorzio dice d'una rupe, ove eravi l'immagine
delle lor anime in cielo, come piamente della B. Vergine (bellissima, la tradizio-

può credersi, e colle ss. Reliquie i» terra ne dicendola dipinta da Giraabiie, vene-
il comune riposo del corpo suo ; mentre rata siccome miracolosissima), per visitare
a'12 gennaio 1743, gioruo della dome- la quale si discendeva nel gran masso per
nica in cui era solilo celebrare con pom- un viottolo impraticabile nel verno, con-
pa solenne e divotissima la memoria del cepì il diseguo di salire per l'interno mas-
ss. Prepuzio di Gesù Cristo, passò all'al- so di tufa litoide sino alla pianura situa-
tra vita, e nella sera de' i4 il suo cada- ta all'altezza della rupe. Così con un sol
vere fu deposto nel preparatosi umile piccone, cominciando nel 1782, dopo i4
avello. anni di lavoro, vi giunse neli 79G, e cor-
Castel s. Elia. Comune della diocesi se a sciogliere il voto alla s. Casa di Lo-
di Nepi e Sutri, con territorio in piano, reto. Ritornato alla Valle SubPentonia,
con mediocri fabbricali con mura, muni- allacciò r acqua che filtrava nel masso,
to di borgo grande e grazioso. Giace cir- costruì un piccolo orto in fondo alla ru-
ca un miglio e mezzo lontano da iNepi, pe, e vi si preparò la tomba ove tulio- ,

nella regione dell'etrusca Penlapolì Ne- ra riposa, dopo aver vissuto 4^ 3"^"' hi
pesina. La chiesa parrocchiale è sotto l'in- questo romitorio, morendo a' io gennaio
vocazione di s. Antonio abbate. La festa 1819. Nella pianura non si vede che
popolare si celebra a'2 e 3 settembre per una tettoia, ma giunti colà ove comin-
s. Nonuoso abbate del Soiatte, e per s. ciano 1 44 gradini, si discende e si trova-
Anastasio monaco e abbate del celebre no pensili giardinetti, artidciose fontane,
monasterodis. Benedetto nella Valle Sub- e da ultimo una cappella dedicala alia
Penlonia, già antico tempio di Diana, di Madonna, e una celletta per la sagrestia.
cui poi dovrò fare una digressione: per Due iscrizioni marmoree celebrano l' o-
camera apostolica manda da
tal festa la perato dal virtuoso, penitente e laborio-
Roma musica islromenlale e vocale. Non so romito, fi la sua tomba. Questo san-
solo per (juesto è rinomato il Castel s. L- tuario è in grande divozionede'circostau-
lii», n»a aluc'sì pel santuario e romitaggio li paesi. Il cav. Belli lo visitò, sembra vi-

della Madonna ad Rupcs, vicino al del- venie il pio romito, e quindi lo descris-
VOL. CI. 23
T

338 V 1 VIT
se ne'suoi Diporti e Riposi villerecci^ a deltlni di Sab-Penlonia, concesse all'O-
p. 72: Rornilaggio di Castel s. Elia. Ri- spedale di s. Spìrito in Sassia di Roma
ferisce trovarsi Ira Civita Castellana eNe- il monastero di s. Elia , cimi Ecclesiis,
pi, Castel s. Elia, nella carta topografica Castris et pertinentiis j e che più tardi
di Sickler chiamato Suppenlonia. Il pel* Paolo III unì il castello di s. Elia ed al-
legrino divoto non meno che il solerte tri luoghi allo Stalo di Castro e R.on-
riandante, può recarvisi con piacere on- ciglione,infeudandone Pier Luigi Farne-
d'esservi convinto co'propri occhi di che se. Furono gli altri luoghi Borgo s. Leo-
sia capace un'ingegnosa pazienza instan* nardo, oggi Borghelto, Corchiano, Vi-
cabile di tre lustri. Intende dire di quel gnaoello, Fabrica, Carbognano e tutta la
riposto asilo della pace e della contem- badia di s. Maria di Fallari. Il castello
plazione, scavato entro le viscere d* un con tale stato, nel pontificato d'Innocen-
monte, da un uomo solosenza l'aiuto d'o- zo X, ricadde alla camera apostolica, ed
perai essendo verissimo che le superne
: ora si possiede da'Lezzani,cioèi beni. No-
cose non si ponno meglio meditare che tai nel voi. XV, p. 69, 70 e 72, eh' era
dalla più profonda umiliazione. A fior di precettore di s. Spirilo in Sassia Paolo,
terra non vedesi che un'edicola o pove- quando Alessandro IV fece la detta con*
ra tettoia che non richiama attenzione cessione; che a tempo del precettore o
veruna; ma giunti laddove cominciano commendatore Leliuzio da Castel s. E-
i44 gradini, si discende a pie fi'anco, e lia,amotivo dello scisma, l'ospedale e sue
s'incontrano agevoli stazioni di riposo, possidenze patirono molti travagli; e che
che già narrai. Entralo egli appena nel nel commendaloralo di Francesco deLan-
romitico abituro vide lo strame in cui dis successe V incorporazione di Castel s.

coricava le membra affievolite il solita- Elia ducato di Castro e Roncigìione.


al

rio pugliese ; pendevano da un lato pa- Parlando Degli ElTetli di Leliuzio da Ca-
recchie funicelle ferrale pel ministero di stel s. tempo de*
Elia, dice che a questo
tormento penitenziale.» Il romito ci offrì canonici e commendatori di s. Spirilo,
un orciuolo d'acqua, poco pane inferigna, fiorì per uomini insigni. Uch. p.Giu- —
e frutta secche: né altro aspellar si pelea seppeRanghiascide'conti Brancaleuni eu-
da chi non procaccia per la domane. Que- gubino, nelle sue Memorie isloriche del-
ste cose ci risvegliarono l'idea delle cala* la città di Nepi e suoi dintorni, a p. 279,
combe romane e dell* austere Xerofagie ci diede con 33 pagine la slorica ed eru-
de'primitivi cristiani ". Olfre 1* iscrizione ditissima narrazione, intitolata a d. Nico-
dell'operato dal romito, e l'epitaffio mor- la Fescilelli arcidiacono di Gallese: Del-
tuario. La Statistica registra avere il Ca- l'antico tempio di Diana nellafalleSub-
stel s. Elia 1 5Q case, 1 64 famiglie, Q^o a- Pentonia^indi monastero di s. Benedetto^
Jjitanti. Il territorio produce e abbonda nella diocesi di Nepi. Ne darò un brete
di generi d'ogni specie, specialmente gra- estrallo, per la sua celebrità ed impor-
no, fieno, ghiande, oltre i pascoli. — Il tanza. In fondo della solitaria valle Sub-
luogo è assai antico e fu già munito e Pentouia, presso la terra di Castel s. E-
forte, onde si disse Castrimi , e prese il lia, Nerone fece edificare da'nepesini un

Dome dal celebre monastero di cui vado teojpioa Diana, quasi a tutela delle sa-
a parlare. Degli Elfelli, che non poco ne gre selve convicine destinate alle cacce,
ragiona, io uno a Pentoma ed a Suppen- poi convertito al cullo del vero Dio, sot-
tonia, insieme a'ss. Anastasio eNonnoso, to l'invocazione del profeta s. Elia ed an-
nelle Memorie di s. Nonnoso abbate del che del discepolo s. Eliseo. L'architrave
Soratle, e de' luoghi convicini^ dice che della porta maggiore dell' antichissima
Alessaodro i V dismembrandolo da'beue- chiesO) che gli successe^ è di marmo biun-
V IT V I T 339
GO, ha nel mezzo un'aquila in bassorilìe' bianco, le quali dividono la nave di mez-
vo, la quale come fìnsero i poeti era sa* zo dalle due laterali, e sostengono i rami
gra a Giove padre di Diana. Lateralmen- con ardii gitlati sopra di esse negl'iuter-
te all'aquila sono due cerve, animali con- colonnì , a sostegno della travatura del
sagrati a Diana, e per denotare il veloce tetto medio e de'lati. Erano queste colon-
corso de'suoi giri lunari.due estre*
Alle ne 12 in origine, ma nel 1607 ruotando
niilà si vedono, da una parte un orso, un gran masso sfaldatosi dalla sovrastan-
dall'altra una pantera, signiOcanli lacac* te altissima rupe, e caduto sul tetto, recò
eia. iNelle due soglie, che sostengono l'ar- tanta rovina che ne infranse 2, onde il

diitrave, sono scolpite due teste di ariete, duca Pianuccio I Farnese vi fece sostitui-
con allusione a'sagrifìzi de'pagani e alle re due pilastri di materiale. Due colon-
ceremonie religiose. Dal suo complesso ne di granito nero del diametro poco me-
magnifico, copia e splendidezza di colon- ne di 2 palmi, sostengono l'arco della na-
ne e altri marmi, si può congetturare il ve traversa o presbiterio. Sono questi i
particolare culto che professavano i nepe- primi ornamenti co'quali fu decorata la
sini a Diana, alla quale si attribuì la pre* chiesa da que'santi monaci, che vedonsi
servazione e floridezza di Nepi, allora ca- usali per la prima volta a'tempi di Co-
pitale della Pentapoli, mentre l'altre cit- stantino I ; poscia in altre pìi^i recenti e-
tà de'falisci versavano nella desolazione; poche fu riformata. A queste appartengo-
della quale divozione de' nepesini per la no il tabernacolo di marmo s«jrrello da 4
dea è testimonio l'iscrizione marmorea colonne co'capitelli, una delle «piali di fior
esistente nel la pubblica piazza. Avanzi del- di persico del diametro di circa un palmo
l'aulico tempio restano due capitelli, il e mezzo, altra di granito, e 2 di marmo
sarcofago scolpito di simboliche figure in bianco: esso forma il vago ornamento del*
un lato della chiesa, e la superba pila di l'altare di marmo, al di dentro nel vuoto
marmo bianco esistente fuori della chie- colle ss. Reliquie, situato in mezzo al pre-
sa, con due teste di leone in bassorilievo sbiterio. Due altre colonne di marmo di
al di fuori, sembrando un'antica vasca fior dì persico, del diametro come le no-
detta Labrum ove
, gli uomini solevano minate, sono nel sotterraneo, a cui si scen-
lavarsi con acqua calda. Sopra ruderi i de per comoda scala, una delle quali ven-
di questo tempio nel 52o a cura di s. ne afliaucata di muro, per minacciare la
Benedetto si edificò un monastero e chie- volta. Il piancito a musaico, composto di
sa pe' suoi monaci, santificando il luogo pietre dure e rare e diviso in 3 piani,
,

già dedicato all'idolatria, ed ove volon- secondo l'antica disciplina perle diverse
tariamente si ritirò s. Anastasio abbate a classi de'fedeli, cioè pe* penitenti, per gli
menarvi vita angelica con altri 9 compa- audienli e pe'comuni canti, è di leggiadro
gni, dopo aver abbandonata la patria Ro- e armonico disegno. L'ambone collocato
ma ov' erauuo de' 7 notari del senato. nel piano degli audienti a corna Evaii'
Del monastero denumiualo di s. Benedet- geliiy di marmo bianco con bassirilievi,
to non rcsiuno che pochi avanzi, ma la sul gusto del secolo XI, è mirabile. Ope-
basilica superstite e la sua vetusta mae- re tutte probabilmente del secolo XI o
stà e soda costruzione mostrano l'inte- XI 1. Inoltre nelle pareli del presbiterio,
resse di que'inouaci nciredillcarla e ab- della tribuna e del sotterraneo esistono
bellirla colla miglior perfezione. E^sa è pitture. Quelle del presbiterio sono ilivi-
lunga 143 palmi, largai 35, ha 10 colon- se in 3 ordini: le prime rappresentano i
ne di uiuruio venato bianco e nero di Profeti, con cartelli in mano con carat-
circa 2 palmi e mezzo di diametro, con teri gotici, l'altre gli Ebrei in atto di rac-
capitelli d'urdiuu cumpu^ilu di luurmo cogliere cuu tazze la mauuu> le uilime i
1

34o V I T VIT
falli dell'Apocalisse, e sono della maggio- rione, ambo antichi monaci di Sob-Pen-
re oDlichità. Le figure banuo il vollo al- tonia; eziandio ne sono irrefi agabili testi*

lungato alla gotica, occhi piatti e tirali monianze l'antichissime pitture posterio-
obliquan^ente all'insù , braccia pendenti ri ,
quasi contemporanee, che si vedono
e gambe paralelle. Tali pitture sono co- nel fianco destro della tribuna sulla pa-
me (juelle degli fgizi, che avendo prece- rete del presbiterio, nella quale è l'Ange-
dulo Giulio e Cimabue non fecero in , lo che chiama i ss. Monaci al cielo, la lo-
tanti secoli alcun progresso. La loro vec- ro beala morte e il trasporto di essi de-
chiezza e r umidità ne ha fatta perdere funti alla tomba. As. Anastasio successe
gran parie. Le ancor visibili della tribu- s. Nonnoso abbate, già priore del mona-
na furono copiale da' musaici di ?ioma, stero di s. Oreste^ ora della badia delle
massime di s. Paolo d'Onorio 111, di s. Tre Fonlane(f".), morto santamente nel
Giovanni e di s. Maria iu Trastevere, an- Syo, equivi tumulato (Degli Effetti, con-
zi specialmente da quelli de'ss. Cosma e tro le a»emorie mss. di Leonardo Rosa
Damiano, rappresentando il Salvatore, i arciprete di s. Elia, sostenne che s. INon-
ss. Pielro e Paolo, l'Agnello e il gregge, noso fu abbate di s. Oreste nel monte
^ le Vergini del Vangelo colla 13. Vergine, Soratte, avendolo chiamato s. Gregorio I
alle quali furono aggiunti i profeli s. E- abbate Montis Soractis j e che dopo la
lia e s. Eliseo tilolari della chiesa. Ciò av- distruzione di quel monastero, fuggiti i
venne ancora di quelle figure esprimen- monaci, ne portarono il corpo a s. Elia,
ti varie sagre immagini e la ss. Vergi- come luogo fortificato da s. Gregorio I,
ne, forse falle in più tempi dipingere da' anzi il più munito de' luoghi convicini).
fedeli per grazie otlenule. Ma queste Vi fu questione se il di lui corpo fu se-
furono pessimamente restaurale o dan- pollo in s. Elia o altrove, e se quindi per
neggiate dall' umidità e sebbene alcu- intero venne trasferito in Frisinga, come
ne pregevoli poche son quelle che an-
,
si donazione fatta al vescovo
prelese, per
cor conservano qualche tratto dell* ori- 1 Itone da Papa Gregorio IV nell' 833,
ginale pennello, del pari alle altre del sot- unitamente ad altri Corpi santi, o come
terraneo. Tornando al s. abbate Anasta- da altri si vuole clandestinamenle di not-
sio, menile egli spargeva per ogni dove te rapilo fosse da vari monaci fiammin-

la fama di sua santità, meritò da voce ghi, inviali da quel vescovo all'uopo in
angelica d'esser chiamalo, dalla sommità Italia. Ma il p. Ranghiasci, esaminando
della piecipilosa rupe (su questa è anco- le controverse opinioni, dimostra l' ira-

ra la chiesa di s. Michele, nella quale l'ab- nieojorabile tradizione de' fedeli del Ca-
bate Covo nel 1 1 sGrinnovò l'altare mag- stel di s. Elia, che hanno sempre avuto
giore in onore della ss. Trinità, e/ om/z/wm di venerare nel sotterraneo della basilica
JJeatoriim Spirilitum ordinem, e S.Grego- il sagro avello colle beate spoglie di s.

rio I, come si trae dall' iscrizione recita- INonnoso, cioè sotto l'altare di marmo,
la pure da Degli Elì'etli), alla celeste ma- come denota un'aulica iscrizione, presso
gione, colle parole ^inastasi veni y V 1 quelle di s. Anastasio, ad onta che Degli
gt nnaio 55o , e in un con esso furono Edetti opinò che il corpo di s. JNonnoso
l'un dopo l'altro chiamati 8 de'suoi com- fosse tiasportalo intero a Frisinga (non
pagni, e finalmente scorso alcun tempo senza confessare la tradizione de'cilladi-
BUCO il 9.°, e a tulli si die'sepollura nel- ui del Castel s. Elia, che parte con gran
la chiesa di 5ub-Pentonia. Oltre <k Dia- Venerazione esisteva nella loro chiesa, con
loghi di s. Gregorio l scritti nel 594, sul- quello di s. Anastasio, senza però super-

la morte di s. Anastasio, per relazione di sene il luogo preciso, ed a p. 168 pjirla

Massimiano vescovo di Siracusa, e di Lau- ancora di due traslazioni a Frisinga). Pe-


VI T V IT 341
ih laìe opinione fu distrutta quando nel usata per baltìsterio, si lra<r.'i*i per l'ac-

I77() in quella luinha si rinvennero le qua santa nella chiesa puroi:chiale di s.

ossa di s. Wonnoso, col cranio in franln- Antonio. 1 monaci nella loro dintora e-

mi e 32 denti, conslalnto da rogito, in- ransi resi benemeriti della contrada, in-
di confuta ulteriormente l'abbaglio, of- clusivamenle a Nepi, anche nel proteg-
frendo leslitnonianze, dalle quali si trae, gerla dall'irruzioni de'bai bari. In quella
che Gregorio IV donò a lltone vescovo di Agilulfo re de'longobardi, per tentare

di l'risiuga de' Corpi santi e alti e ss. Re- l'eccidio di Uoma


fu s. Gregorio che , I

liquie, non già il corpo di s. INonnoso, e nel 602 monaci dalla loro fero-
difese i

di questo solo tre grandi ossa portò a Fri- cia, e poco n)ancò che il Papa non ca<

singa verso il io4o il vescovo Nilgero, desse nelle loro mani presso iSepi, da lai
mentre il corpo si disse perito nell'incen- munitodi forze all'intorno del territorio.
dio della cattedrale nel 102 i,a tempo del Inoltre il Papa recatosi a Gailel s. Elia,
vescovo Engelberlo, e che le tre ossa po- fece nascondere i corpi de'>s. Anastasio,
terono sottrarsi incendio del i i 59,
dall' JNonnoso e Compagni, e nella loro tom-
onde neli6(3i il vescovo di Frisinga Al- ba fece sostituire altre ossa, per preser-
berto Sigismondo mondò reliquie delSan* varli dal furore de'barbario derubamen-
lo a s. Oreste, mentre abitavano il uìo- to (Degli Effetti col Platina ciò attribui-

nastero i cistcrciensi riformali. Mei mona sce a Papa Adriano 1 del 772). Non si

siero di Sub-Penlonia si mantenne l'isti- può precisare quando monaci lasciaro-


i

tuto benedettino, professando la 2.* re- no la badia o se la permutassero colla s.


gola , i cui monaci per la loro vita soli- Sede, dopo aver fatto edificare altra chie-
taria erano appellati anacoreti , sino al sina e poche casette sotto la Rocca (la

1222 e fors'anco al 1258, dimorando pu- quale il p. Ranghiasci crede originata a*

re nelle convicine grotte ancor visibili tempi Gregorio I), per abitazione de.*
di s.

della rupe, segnatantente in quella del coloni del proprio territorio, che estende-
celebre romitorio descritto in versi dal- vasi a I 370 rubbia (pare che l'autore in-
l'ab. Pietro Artemi, stampati a Viterbo tenda parlare del caseggiato, che die'ori-
nel 1846 dalla tipografia Monarchi, ove gine al Castel s. Elia). Certo è, come già
si venera l'immagine della B. Vergine notai, che Papa Alessandro IV 0^1248
della Rupe, parlata di sopra. Alcuni di (sarà errore di slampa, poiché fu eletto
essi abitarono nella grotta denominata nel 1254, e siccome l'autore dice nel 4-*
dis. Leonardo, ove tuttora si vedono pit- anno del suo pontificato, questo era il
lure,si legge parte del Vangelo di s. Gio- 12 58, e corrisponde all'epoca da lui ri-
vatmi, e vi è l'altare in cui celebravano. tenuta sulla cessazione de'monaci), donò
Che i uìonaci esiittevano nel n>onastero Id chiesa, il monastero e beni (ìWOspr- i

nel 1222, n'è prova l* iscrizione scolpita dale di s. Spirito inSassia di Roma.
in una pila di marmo (riferita anche da Quindi i canonici di quell'insigne ordine
Degli Effetti, che la credè lazza d'un gran e nosocomio, nel 260 edificarono il bel 1

fonte già esistente nella piazzetta avanti campanile, essendo l3ernarilo loro precet-
la chiesa, poi trasferita per l'acqua santa tore. Pensa il p. Ranghiasci che in tale
dentro ili quella del Castel s. Elia), die occasione si restaurò pure il tempio, e
dal Fontanini si vuole fosse una fonte a iie'posteriori 1 istauri si chiusero le porte
5 cannelle, e dal p. Uanghiasci per uso Liei ali, e si posero in opera miirmi anti-
del chiostro del monastero; la quale iscri- chi di lavoro bizantino. In seguilo au-
zione la dice fatta da Guido vescovo d'Or- mentandosi sempre più la popolazione di
te a tempo dell* abbate Guglielnm nel Castel 8. Elia, i canonici rifabbricarono
1222. La pila tiasporlalu nella chiesu e la Rocca del comune, ponendo uc' travi

VOI.. CI. a3*


^

342 V T I VIT
la Croce (doppia hiforcafn, stemma del* III determinò di riunire alla camera a-
l'ordine), le ca^e sino all'arco del Macel- postolica questo feudo,con altri della pro-
lo, e la chiesa di s. Sebastiano; continuan- vincia de'medesirai, non ostante gl'impe-
do essi ad amministrai e sagro nienti, pre- i dimenti provocati da'canonici, al quale
cipuamente il hntlesimo, in quella di s. oggetto il Papa tenne triplici congrega-
Elia du'me<Iesimi uMiziata, a termini del- zioni, e l'edettuò colla permuta di s. Ma-
la conferuìa di donazione fatta loro da Ni- rinella, nel territorio di Civita
Fecchìa,
colò IV colla bolla Inter opera pietalis^ a'20 novembre i54o con formale istro-
data da Oi vieto a*2 giugno 291, Bull.i i mento. Allora Paolo III, come ho già ri-
Roin.y t. 3, par. 1, p. 64- H nipote di Si- ferito, incorporò Castel s. Elia, e gli al-
sto IV, cardinal Giuliano della Rovere, tri feudi già dell' ordine e spedale di s.

poi Giidio 11, donò alla chiesa di s. Elia Spirito, allo Slato di Castro e Ronciglio-
parte della vera Croce con beli' ostenso- ne, il quale dipoi fu da'Farnesi neli649
rio ,prova della premura e interesse
in venduto alla camera apostolica sotto In-
che avea per quella parrocchia, e divo- nocenzo X, a motivo de'loro debili, pel
zione al santo luogo, qual commendato- narrato nel paragrafo Acquapendente
re (veramente Commendatore di s. Spi' ritornando cosi il paese sotto il diretto
rito^ come riportai in quell articolo nella dominio della s. Stuìe. Durante la signo-
loro serie, era allora Pio Medici della Ro- ria ducale, si fabbricò nella terra il bor-
vere piacentino, altro nipote di Sisto IV, go, che fa termine alla porla maggiore, e
uè trovai che lo fosse stato Giuliano. An- la chiesadis.Antonioabbale, duchi man- i

co Degli Edetti riconosce il commenda- tenendovi il cullo, così alla chiesa di s. Elia
torato di Pio, ed aggiunge che lo era sta- nella Valle Sub-Pentonia.Nel 1 648 trasfe-
to Paolo II, come io pur dissi a suo luo- riiasi la parrocchia dell'antica chiesa dis.
go, e che il suo successore Sisto IV si glo- Elia a quella dis. Antonio, ove il parroco

riò del titolo di Commendatore di s. Spi- d. Giuseppe Baschi amministrò il r.° bat-
rito, come dimostra il Saulmier). Poscia tesimo nel i." dicembre, fu allora che
con auloritàdiGiulioIl a'29otlobrei5o4 cominciò il santuario di s. Elia ad essere
si fece la traslazione de* corpi de'ss. Ana- del lutto abbandonato: non più siudiziò,
stasio, Nonnoso e Compagni (il che col- non più fedeli ujoslraronsi zelanti di
ì

l'autore accennai nel vol.XLVII,p. 28?.), onde divenne luogo per la tu-
visitarlo,

dal luogo ove li avea fatti nascondere s. mulazione de'cadaveri. E poiché l'umi-
Gregorio I, e furono collocati nel sotter- dità del sotterraneo dava a sospettare si

raneo interno «'rispettivi altari, ove tut- fracidassero le sagre spoglie di s. Anasta-
tora si venerano, quello cioè di s. Non- sio, il clero del Castel s. Elia, divolo dei
noso nella I. a cappella entro un altare di Santo, pregarono (il vescovo di Nepi e
marmo coperto da lapide di porfido, da Sutri) mg." Viviani, d'impetrargli dal ce-
cui formasi l'ara o mensa ; V altro di s. lebre mg/ Boldetti (custode de'sagri Ci-
Anastasio nella più interna, parimente miteri di Roma) allora tesoriere (lo era
sotto l'altare. Divenula la terra del Ca- invece mg.*^ Bolognetti), la facoltà di ri-
stel s. Elia giurisdizione abbaziale mdlius muovere l'altare di marmo di s. Anasta-
dicecesis de' commendatori e canonici di sio, sosliluendovene altro di stucco, il che
s. Spirito, ed unita nel 1291 alla diocesi ottennero a' 3o giugno 174^. Allora si

di Nepi, a poco a poco la riguardarono trovò la cassa colle ossa del Santo e di-
come luogo di semplice deliziosa villeg- verse monete dì Giulio li, postevi nella
gialma, né più attendevano alla coltura traslazione, e quindi si racchiuse nell'al-
dell* aniuje , al quale effetto Alessandro tare di stucco. Poscia a' 27 aprile 1769
IV in essa ^li avea collocati; indi Paolo alla presenza di n)g/Moruati (vescovo di
VIT VIT 343
Nopì e Sulrì), tìi vari sacerdoti, cìel no- per confutare con dissertazione un opu-
taio, del medico e cUiruigo, nuovnmeii- scolo coritro il preleso fasto dell'odier-
te si apn l'altare di s. Anastasio edeslral- na Chiesa, con tali nobili lesliiuoni del-

te alcune sue reli(juie, con indicibile le- l'antica. di Pio VII fu-
Quindi d'ordine
tizia del popolo, processionalinenle can- rono portali in Roma, senza dire l'auto-
tando il Te Deuni^ furono portate nella re ove si conservano, sebbene asserisca
chiesa parrocchiale di Antonio abbate, s. un sacerdote portarli agl'infermi che ri-
e collocate nell' urna ivi appositamente corrono al patrocinio de' ss. Anastasio e
preparata. Finalmente a'5 marzo 1776 Nonnoso. Termina il p. Raoghiasci eoa
venne aperta la too)ba di s. Nonnoso, e* deplorare, come il tempio e il s. S[)eco
sistenle nell'altare sotterraneo, coll'assi- diSub-Penlonia, che ricorda le grandio-
mg/ Mornati di
stenza dell' ordinario , sità del romano impero cristiano, unr

mg/ Riccardi vescovo di Nicopoli in par- santuario antichissimo, l'abitacolo di san-


tihiiSy di d. Vincenzo Monti vicario ge- ti uomini benedettini, e che ispira divo-
nerale, di molti sacerdoti del Castel s. E- zione, ormai minacciava rovina, il tetto
lia, fra'quali Enrico Saetta vicario fo- già essendo smantellato; e insieme pro-
raneo, di distinta e antica famiglia del vocandolo pietàdeglionoratiabitanti del
luogo, del notaro e chirurgo, esi rinven- Castel s. Elia a impedirne il croliamen-

nero sotto l'altare a circa 3 palmi di pro- to al suolo, con vieppiCi implorare dalla
fondità, molte sue ossa, il cranio in pezzi e camera apostolica, che piìi volte lo ripa-
32 dentijil tutto collocandosi da mg/Mor- rò, d'impedire l'imminente perdita d'uà
nati in una cassetta sigillata, la quale fu prezioso monumento cristiano; consolan-
riporta nel luogomedesimo, tranne il cra- dosi di speranze, per averne la magistra-'
nio, chericomposto da mg/ Riccardi, ven- tura e il clero di s. Elia supplicato mg/
ne situato in un'urna e dato alla chiesa Anlonelli tesoriere generale (ora cardinal
parrocchiale di s. Antonio, per la pub- segretario di stato), il quale ne avea già
blica venerazione (Degli Effetti narra a ordinala la perizia per l'opportune ripa-
p. 201, che nel 1667 l'udìzio di s. IVon- razioni. Infatti trovo wtW Album di Ro'
noso fu esteso, oltre il clero e monaci del niayt. 23, p. i85, de'2 agosto 1 856, l'im-
Soratle, a tutti i monasteri e chiese ove portante articolo, elegante ed artistico,
fosse eretto il suo altare. Ed essendove- di Luigi Meucci: La basilica dì s. Elia
ne anche in s. Elia cittadini a rinno- , i del secolo 7^7, ed Campo San lo del se
il «

var la memoria di quel santo amico del colo XIX, co'prospetli esterni di questo e
loro protettores. Anastasio, ottennero dal di quella ben incisi. Eccone un sugoso
vescovo di osservarlo anche loro, per cui sunto. Soggetto ad altissima rupe, che
nel i668 il comune e il popolo di Castel s'alza ricisa nel seno della Valle Sub-
s. Elia ne solennizzarono la festa con Pentonia,appre8SoCastel s. Elia, sta un an-
processione e pomposedimostrazioui, de- tichissimo monumento della Religione e
scritte da
Giuseppe de Angelis sacer-
d. del culto cattolico. E' un tempio a Dio
dote di s. Elia). Si conservano ancora con consagrato in onore del Profeta onde il
decenza de'due ss. Abbati , paramenti i dello prossimo Castello ha il suo nome,
sagri che usavano ne'pontificali. Essi con- edificato nel VI secolo, e già stanza nel
sistono ini I camici, 6 piaiiete, 4 tuni- contiguo cenobio de'ss. Anastasio e Non-
felle , G sandali, 1 mitre e una galea. noso. E' inoltre agli eruditi testimonio
Queste sagre vesti sono preziosi monu- di più vetusta santità, mostrando tra*
menti ecclesiastici, sì per l'antichità e suoi cementi, avanzi di sagri monumenti
come prodigiosamente sottratti dalle ra- dt-1 HI o IV secolo, quali finno certa
i

paci incursioni; e servirono al Rolgcni fede, massime il grandioso sarcofago scoi-


344 V I T VIT
pilo dell* effigie del Pastor Buono che , naccìa di distruzione che, dopo una vita
all'età reniolissi ma la religione cristiana di tanti secoli, imponeva al sagro monu-
santificasse que'recessi de'rDisleri suoi, o mento l'incipiente dissoluzione degli ele-
\egliasse al riposo delle salme de*trapas- menti suoi, sollecitata dallo squilibrio di
sali. L'interesse di così solenni meoiorie potentissime for^e. Sovvennero ad essa
traeva fra quelle rupi la solerte coaimis- l'istanze dell'eneo Oliala commissione mos-
sione romana d' archeologia sagra isti- se replicatamente al suo presidente cardi-
tuita dal Papa Pio IX (nel i85i come nal Costantino Patrizi vicario di Pioiua ed
dissine'vol.LVII, p.120, LXIV, p. i64), al commend. Galli prò ministro delle fi-
a tutela delle reliquie venerande de'mo- nanze, sotto la cui dipendenza era anche
numenti santilicali dalla fede invitta de' questa delle proprietà camerali. Incari-
primi figli dell'avventurosa rigenerazio- calo il prof, architetto camerale conte
ne, e dal fecondo sangue de'Martiri. Lo Virginio Vespignani dell'esame de'danni
squallore dell'abbandono copriva il vol- e pericoli, e della composizione d'un pia-
to dell'edifìzio, cui avea risparmialo l'in- no di restauro
basato sull'antica forma
saziabile voracità del tempo. L^ fronte erano in trattato le cose, al-
dell'edifizio,
grave, della più severa semplicità, dalla lorché sopravvenne la rovina predetta
destra parte ingombra dall'inutile giun- dal inedesimoarchitetto, crollando la tor-
ta di nuova edicola; oppresse l'anliclie re campanaria, cui soggiacquero le sot-
mura da un alto campanile, da'canonici tostanti mura e le aderenti parti del tem-
di s. Spirito sollevatovi circa il secolo XII pio. Approvato
il progetto di restauro,
(cioè nel 1260, come già riferii); da sini- secondate lesovranedisposizioni dallecu-
stra l'una delle 3 parti del tempio, col re sollecite di mg."^ Ferrari tesoriere ge-
tufo, conforme a tutto l' aspello di esso, nerale per opera dell'encomiato conte
,

n)iu'ata. Nell'itileriore, quan'o più erano Vespignani, fa felicemente adempiuto nel


difficili ì lineauienti della magnificenza, 1 856. Restituite le mancanze di colonne,

tanto più desolante lo svisamento e la supplito al pavimento, demolita ogni inu-


deformazione, i due primi de'y archi del tile e moderna inedificazione; riaperta la
destro lato chiusi rusticamente a sostene- sinistra porta, ricostruita la parte rovi-
re i muri aperti e lacerati
soprastanti nata della fronte e destro lato, nettate
dalla pesante torre: le due laterali navi, l'interne mura e dipinti, ristorale l'ester-
assiepate di basso muro e.riempitedi pu- ne, nella nativa semplicità per moderna
trido terreno , accoglievano i cadaveri, opera accordale strettamente per l'ar-
massime colerosi , che superficialmente cheologica scienza dell'architetto, fra'non
coperti tornavano corrotti ad apparire molli di essa nobilmente adorno, ricom-
infettando dell'esalazioni loro l'aria, le parve a nuova vita la maestà vetusta del-
pareti, i dipinti. musco e l'ortica sup-
11 la basilica del secolo VI; e le spoglie de'
pliva all' opera Alessandrina ond* era morti e il terreno che n'avean f^tto se-
bello il pavimento, in piccolo residuo ri- polcro trovarono anch'esse il luogo loro
manente logoro e informe; per l'umido- in nuovo Gimiterio fondato su le4i»i di
re rose e nitrate le pareli, pel tufo rim- recente perfezione dell'arte igienica sosti-
piazzato d.i sinistra il luogo di due co- tuente a'sepolcri a pozzi, il terreno e gli

lonne schiantate dall'impeto della frana avelli. E" la ficcia del tem[)io privi d'o-

rovesciata una volta dalla dominante ru- gni ornamento, ad eccezione degli sli[)ili

pe con rovina dell'edilìzio; tutta insom- e cornici delle porle scolpile in marmo
ma la misteriosa sanlilà del tempio ri- d'ornati e figure rilratmli lo stile de'se-

dotta a spavento e schifezza di sej)olcro. colip ù antichi. L'interiore s'apre in 3


Di tanta oìiscria, più fune^la era la mi- navi, delle quali la media più ampia di-
VIT V I T 345
^illesi dall' altre per 7 orchi da ciascun ca), per l'esecuzione dell'operalo e com-
lato poggiali su doppio numero di co- pito nel i856, composta dal celebre p.
lonne di bellissimo bigio a capitelli co- Marchi gesuita.

rinti , e basi attiche di marmo bianco. JVepi (Nepes in.). C'ìlia vescovile con re-
Terminano le navi con grandi archi che sidenza del vescovo e del vice-governato-
s'aprono nella nave traversa di superior re, unitaaeque principalilcr con Sulrl,
livello.Nel centro di questa è la Confes- onde in quest'articolo ne riparlai, oltre
sione con 4 colonne di pietra e stile di- in altri qual già capitale della Peiilapuli
verso, e dietro ad esse l'abside decorata, JVepesina(P'.)o di Toscana (i^.). Al suo
con le pareti della nave trasversale, d'in- articolo occorre che io faccia alcune bre-
teressanti pitture del secolo XII, in buo- vi aggiunte, mentre nel paragrafo Galle'
na parte dall'ingiuria delle cause di ge- se ricorderò l'operato da Sangallo. Do-
oerale deperimento liberale. Il pavimeu. po pubblicato il i.° de'ricordati articoli,

to di questa e della media nave sono del- vacate le chiese di Nepi e Sutri, imme-
l'opera Jlessandrina, e dalla minore de- diatameute soggette alla s. Sede, per di-
stra si scende ad un sol terraneo sostenu- missione di n)g.' Petochi, avvertendo la
to da due piccole colonne, tolto, al tem- proposizione concistoriale pel successore,
po slesso, all'uso di ossuario. Il tetto del modo vita fune to f
\\ Papa Pio IX nel
tempio, senza soflltto, è sostenuto da in- concistoro de'28 settembre 1 855, gli so-
cavallaluie giusta lo stile de'tempi. Alla stituì l'attuale mg.' fr. Lorenzo Signaui
fronte della basilica s'allinea da destra cappuccino di Brisighella, già nel suo or-
quella del Campo Santo, il quale occupa dine lettore, guardiano, definilore e pro-
per la lunghezza dell'area della basilica vinciale della provincia di Bologna, esa-
stessa ilsuolo delTanlico monastero. Que- minatore pro-sinodale della diocesi d' I-

sto nuovo luogo è un'idea singolare del mola, quindi Predicatore apostolico (F.)
conte \ espignani, che generato dall'ispi- e procuratore generale del medesimo or-
razione delle memorie architettoniche ri- dine; encomiandolo il Papa per gravila,
fletle la misteriosa severità del tempio e prudenza, dottrina, probità e sperienza.
s'accorda a tutta l'incantevole disposizio- Appartengono alla sua diocesi Campa-
ne de'circostanti obbietti. Un lungo viale gnano coH'appodiato AJagliano Pecora*
in due scomparle il terreno, e tre traver- recciOjFianOj Formello,Scrofano^ Mor-
sandone a simmetriche distanze la lar- lupo ^Filacci ano Mozzano e Castel s. £"•
^

ghezza, lascian divisi 4 riquadri ad uma- Ha: di questo parlai nel precedente pa-
zione de'cattolici cadaveri. Il salice e il ci- ragrafo, degli altri nel voi. LVIII, p.
1 i5

presso proteggono dell'ombre melanco- e seg.Aggiungerò pure che vi sono le


niche e dolci il benedetto terreno; molte maestre pie per le fanciulle, e scuole pe*
antichissime reliquie di sepolcrali monu- fanciulli. La principale festa è pe'protet-

menti, sarcofagi, colonne ivi racccjlte e tori i ss. TolùU)eo e Romano a'24 <«go-

disposte con arte speciale e sola spargo- sto, nella vigilia portandosi in solenne
no di maestà e decoro vetustissimo il nuo- processione l'urna colle loro sagre Ossa.
vo luogo di dormizione j il vessillo della L' antichissima città giace in deliziosa e
vita domina da alto, e consagra il campo fertile pianura distante (piasi 3o miglia
della morte. L'encomialo autore termi- da lloma e da Sutri 7, bagnata dui Tri-
na con edidcanti e morali riflessi, su quel glia o Rodicano, che poi inllui»ce nel Te-

luogo di (juiele profonda, e con olh ii e la vere. Oltre la fiera per s. Routano, par-
lapide celebrante la provvidtiizu del Pa lata nel suo articolo, vi è pure nella do-
pa 1*10 IX (il cui 6leuiU)a con epigrafe menica in Àlbisy e uicicali in tulli ve- i

suvia&lu la porta uiaggioie dcllu bubili- ucrdì e sabati. IN ci palazzo comuuale vi


T

346 V 1 VIT
è il tealro. La Statistica del i853 regi- miniera di zolfo, ed a*2 miglia della via
stra: chiese parrocchiali, s. Maria Assuu> Amerina a sinistra esistono due scaturi-
la caltechale, anche sotto l'invocazione gini d'acqua detta dal volgo forte, ma
Tolomeo e Romano vescoti della
tle'ss. che è salmo-ferruginosa, mirabile coatro
medesima (sui quali va tenuto presente le ostruzioni viscerali e glandulari in-
i'iniportaute avvertito nel voi. LXXVUI, gorghi. Sonovi pure acque sulfuree, aci-
p. 280, e quanto altro ne dirò uè* cenni dule, e quelle epatiche perdonsi nel pon-
storici di Viterbo ed eziandio di Nepi), te Nepesino. Avendo al proprio articolo
s. Andrea, s. Croce, s. Eleuterio e s. Pie- fatto parole di esse, e di sue antiche ter-
tro;case 375,famiglie444>^^^'t'*"l' 2082, me ,
il rammentare
giova quanto ne
de'quali in campagna iSg: inoltre conta- scrisse Ranghiasci Brancaieoni, be-
il p.
re 8 studenti e i5 militari. Tutto il suo nemerito autore delle Memorie istoriche
governo ha o, 1 5 abitanti. La diocesi di
1 i di Nepiy neìV Album di Roma, l. 17, p.
ISepi ha un vicariato foraneo, 16 parroc- 207, con Acque salutevolissi'
l'articolo:
chie, e 9,270 diocesani; quella di Sutri me pe bagni, non die a beersi. Di esso
3 8 parrocchiejC 7,080
vicariali foranei, 1 1 feci cenno nel voi. LXXI, p. loi.

diocesani. Descrivendo in breve il f'icig- Corchiano. Comune della diocesi di


gio del Papa Pio IX, dissi che a'4 mar- Civita Castellana, con territorio in pia-
zo 1857 visitò la cattedrale di Nepi, gra- no, di pochi e mediocri fabbricati. Il Pal-
ta pel ricevuto ricco dono de'sagri arre- mieri la dice situata in rotonda forma so-
di, e poi anche un calice pregevole per pra un tufaceo monlicello, a pie del qua-
la materia e pel lavoro, e per l'operato le è un fosso. L'orizzonte è affatto chiu-
nel sagro edifizio. 11 n.ioi del Giornale so da alte rupi tufacee, che sovrastano
di Roma descrive i festeggiamenti e 1' e- d'intorno il paese, e nelle quali rupi so-
sultauza del popolo, e le pubbliche di» no grotte e antri profondi. Ma se ascea-
nioàtrazioni. Nel tempio fu ricevuto dal donsi pochi passi sopra le stesse rupi, si

cardinal Roberto Roberti prolettore del- vede estesissima pianura. Dalla parte di
la città, dal cardinal Pianetli vescovo di Civita Castellana , poco prima di giun-
Viterbo e Toscanella, da mg."^ Jona ve- gere al paese, la strada o piuttosto viot-
scovo di Monte Fiascone, e da mg."^ Si- tolo imbocca entro una traforata e oscu-
guani vescovo diocesano; nel cui episco- ra rupe, quasi piccolo orrido Tunnel. Le
pio ornukise benignamente al bacio del vie sono anguste e non pulite, tuttavolta

piede il capitolo e il clero, la magistra- non mancano alcune decenti case; e vi

lura del luogo e quelle de'circoslanli pae- sono mole da grano e montani da olio; e

si. Indi per appagare l'universale deside- tanto ne'tempi andati era ricco Corchia-
rio oe'oepesini, dalla loggia del medesi- no, che denominavasi il Sasso d'Oro. La
mo episcopio compartì la solenne bene- chiesa parrocchiale é sotto rinvocazioue
dizione, poi reiterandola da quella del di s. Maria,' piuttosto grande, con orga-
palazzo cocnunale. Il cav. Ortensio Fiac- no. Secondo il Calindri, era prima colle-
chi patrizio nepesino, nel t. 24, p. 100 giata, grado che restò sospeso. Vi sono
étiW Album di Roma, pubblicò le 3 bel- le maestre pie per l'istruzione delie fan-
lissime iscrizioni latine dettale dal p. Mar- ciulle, ed una buona banda militare per
chi gesuita, e nella fausta circostanza col- rallegrure il paese. R.egistra la Statistica
locate nell'esterno della cattedrale, nel' del 853, case 79, famiglie 180, abitanti
I i

l'interno di essa e nell'arco trionfale. Ri- 852, de'quali 2 in campagna. La popo-


i

leva il d." Palmieri, che INepidal 1284 lazione tiene fiere la i .' domenica di mag-
fu per 10 anni capo della provincia del gio per la festa di s. Diagio, e per s. E-
l'alnmonio; e che ucl leniloiio vi è uua gidiOj e ciascuna si protrae per 4 g^^^'^i*
VI T V I T 347
Esistono molle fresche gioite , incavate sottopose al governo di Civita Castel-
uel tufo, che servono a cantine. I*i inci- lana.
pali prodotti del territorio sono grHrio, o- Sudìbia. Comune della diocesi di Ci-
lio, vino, biada e ghianda, olire i pasco- vita Castellana,con territorio in colle e
li. — Degli Effetti parla di Orchiano, di- in piano, con 2 piccoli sobborghi. Giace
strutto e vicino a ]MorlLipo,co>ì detto dal- in piano con vicini fossi con numerosi ,

la dea de' toscani Horchia, e dal Massa fabbricati e diversi eattivi^ cinta di mura
fu preso per Corchiano e Vitorchiano, e di fortini , il cui interno circondario è
Oppìdus sub Ciniinìo^ Ficus IIor chia- rislrello a circa 3oo passi, le cui contra-
nus. Borgia, Memorie di Benevtnlo,
Il de diconsi del r]orgo,Piazza Nuova e Piaz-
t. 3, p. i54) riporta che il biografo d'A za della Chiesa. E' distante 7 miglia da
driano IV narra aver quel Papa nel i i 56 Civita Castellana, e circa due da Calca-
ampliato Patrimonio di s. Pietro, an-
il ta, nel qual paragrafo ne parlai. Il clima
co con Corchiano, nominalo con altri vq. è temperato, vi spirano i venti sud e o-
caboli: Comparavil enirn Castrum Cor- vest, e ben di rado vi si suscitano tempe-
clania Buccalcone (in altri codici è scrit- ste. L'acqua potabile è eccellente e non
to Caslrum Cardani et Buctaleone) prò mollo lontana. La chiesa parrocchiale e
CXL lìhris ajforcialis (denari battuti da' collegiata di s. Giuliano, ha il capitolo
romani in quel secolo). Nel voi. XV, p. composto dell'arciprete, di 4 canonici e
71, notai che Corchiano ne'primi anni di alcuni benelìciali. Le leliquie del San-
del secolo XVI pervenne in proprietà del- to titolare si venerano in un massiccio
l'ospedale di s. Spirito di Roma; ed a p. reliquiario d'argento. Vi è un bel qua-
72, che Paolo III avendo istituito pel suo dro e buon organo. La lesta principale
figlio Pier Luigi Farnese il ducalo di Ca- sicelebra a* 16 maggio, per s. Giuliano
stro nel 1537, ""^' smembiò dalle pro- proiettore del paese. Vi sono scuole ele-
prietà dell'ospedale Corchiano e altri ca- mentari mae-
pe'fanciulli, e quelle delle
stelli, e l'unì alia contea di Ronciglione, stre pie per le monte fru-
fanciulle, ed il

la quale pure incorporò al ducato di Ca- mentario. La vS/^/^/Vrirrt offre 79 case, 187 1

stro. Ricuperato nel 1649 dalla camera famiglie, 766 abilanli, de' quali 53 in
apostolica lo Stato di Castro, dipoi ven- campagna. Vi sono alcuni dilettanti filo-
dette Corchiano alla nobilissima fami- drainn»atici, e si esercilano vari mestieri,
^\\^Santacroce(f\).hGOi\GW\ a* 12 loglio come muratore, fabbro ferraio e fale-
di
1827 innalzò Corchiano al rango di tlu- gname, ed altri. Il popolo è attivo e do-
calo, in favore di d. Luigi Publicola San- cile, parie occupato nella pastorizia, e ne'
tacroce romano. Morto tale duca, padre lavori agrarii del proprio territorio, co-
del vivente, nel marzo 847, il n. 25 del
1 pioso di ceieali,di vili, di fruita, d'olio,
Diario di Roma ne pubblicò la necrolo- fieno, ghianda, e bestiame che ha ì suoi
gia, celebrandone il vivace ingegno, il pascoli. — li paese è antichissimo, ed il

sommo amore per le scienze, essendo sue suo nome si fa derivare, secondo il Pal-
delizie il conversare co'piìi chiari italia- mieri, da Stabile, cioè dalle sue sode fon-
molte ore
ni e stranieri, e nell'erjidirsi in damenta e fortilizi. Per molto tempo fu
del giorno negli studi storici, che conser- feudo degli Orsini signori deirAnguilla-
vava con lerma memoria. Da'Papi fu più ra, uno de'cpiali uccide un drago smisu-
volte onorato di pubblici carichi, e fu rato, come dicono Calindri e Palmieri,
ornato d'altre virlì^i. Corchiano apparte- senza dichiarare se in Slabbia. Sono pe-
neva al governo d'0/7t', ma come notai rò più di Goo anni, al dire ili Calindri,
in (piell'arlicolo Gregorio XVI neh 844 che appai tiene a' principi Borghese, il

lo stpaiò , e per vantaggio del paese lo che credo troppo lungo spazio di lempo,
£_ uUUU w/
T

348 V 1 V I T
sembrandomi doversi d'assai abbreviare, biense, ilqnaìe invece appartiene all'an-
pel riferito a Calcala^ altra loro signoria. tica Siabia (r.) distrulla dal Vesuvio,
Degli Efì'elti nelle sue Memorie parla la cui sede vescovile fu unita a Castel"
non poco di Slabia coloniadi Castel Nuo- lainare.
vo, e pretende che fosse pur sede vesco- (Continua l* articolo nel volume se-
vile ,
per aver trovato uu vescovo Sta* gueule).

FINE DEL VOLUME CENTESIMOPRIMO.

Ci
BX 841 .m? 1840
SMCR
fioroni,Gaetano,
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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