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18 - Saggi SOMMARIO

A duecento anni dalla nascita

Mendelssohn riscoperto
Un giovane ma già noto interprete mendelssohniano, in veste di
studioso, ci guida alla scoperta del catalogo pianistico del musicista,
nel quale di recente ha fatto entrate numerose altre composizioni.
di Roberto Prosseda
SOMMARIO Saggi - 19

A
duecento anni dalla nascita, delle opere di lenta e cantabile in modo maggiore, a cui fa seguito
Felix Mendelssohn, ancora oggi, non esiste una un movimento molto rapido in minore. Si tratta di
catalogazione definitiva, scientificamente curata. un brano decisamente riuscito, che dimostra come
Per limitarci alla musica per pianoforte solo, oltre ai brani Mendelssohn, già allora prodigioso pianista, sapesse ben
raccolti nella sedicente “Edizione Completa” pubblicata attingere alle potenzialità dinamiche e timbriche della
da Breitkopf tra il 1874 e il 1877 a cura di Julius Rietz, tastiera. Naturalmente sono ancora evidenti i prestiti
esistono, infatti, molte altre composizioni ancora inedite stilistici, soprattutto legati a Beethoven e Clementi, e
o ineseguite. Una ragione di ciò è legata all’eccezionale più direttamente a Ludwig Berger, suo insegnante di
vena creativa dell’autore, il quale – diversamente da molti pianoforte. Dal 1819 Felix studiava anche composizione
suoi illustri colleghi, Brahms compreso – non si curò con C. F. Zelter, il cui severo metodo didattico, basato su
particolarmente dell’archiviazione e della conservazione esercizi di contrappunto e fuga, si rispecchia nel rigore
dei suoi manoscritti. Ma anche all’ostilità antisemitica di della conduzione polifonica. Ciò non toglie, peraltro, che
cui Mendelssohn è stato vittima, prima da parte di Wagner lo strepitoso talento del giovane Mendelssohn traspaia in
(suo il disdicevole saggio “Il Giudaismo in Musica”) e più punti, specie nell’energica vivacità e nei sorprendenti
poi soprattutto del Nazismo, che mise la sua musica al guizzi dinamici della sezione rapida. Ma anche l’inizio,
bando. Ciò ha certamente contribuito a lasciare nell’oblio così assorto e meravigliato, è un segno imprescindibile
una parte cospicua della produzione di questo grande e della statura poetica dell’autore.
tuttora sottovalutato compositore. Non stupisce, dunque, L’Andante in re maggiore, composto nel 1826, è una
che ancora oggi possano essere scoperti autografi di cui piccola perla di puro lirismo, esemplare per l’integrazione
fino a ieri si ignorava l’esistenza, come è capitato anche a della vena melodica nel rigore polifonico dell’impianto
me. Negli anni recenti alcuni di essi sono stati pubblicati contrappuntistico. Ciò emerge soprattutto nell’episodio
grazie allo sforzo encomiabile di piccoli editori, ma centrale, un canone in fa diesis minore di pregnante
Breitkopf ha già progettato un’ambiziosa Leipzig espressività, che dopo una naturale estinzione nel registro
Mendelssohn Ausgabe, che entro il 2047 dovrebbe dare grave lascia risorgere, quasi magicamente, la ripresa del
alle stampe tutte le composizioni di Mendelssohn in una tema iniziale. L’Andante, così come il Capriccio, fa parte
nuova edizione, davvero ‘critica’ e realmente ‘completa’. di un album manoscritto attualmente conservato alla
Lavorare direttamente sui manoscritti di Mendelssohn è Bodleian Library di Oxford.
un’esperienza davvero particolare, poiché la sua scrittura Si resta in un ambito miniaturistico con la Sonatina
è molto eloquente e trasmette una ricchezza di sensazioni in mi maggiore, che Mendelssohn compose all’età di
difficile da spiegare a parole. La grafia, generalmente undici anni per il Noten-Album della sorella Fanny.
molto piccola, è sottile e precisa; le cancellature sono Pur in una struttura semplice e breve, nella Sonatina
rare, anche se in alcuni brani giovanili (specie nella compaiono elementi di particolare originalità, specie
Fantasia e in alcune delle Sonate del 1820) vi sono interi nel corale introduttivo, Lento, che con una lunga
periodi di otto o più battute cancellati con croci che, però, perorazione di accordi ribattuti conduce, dopo un ampio
lasciano leggere perfettamente le note scritte. In alcuni crescendo, al successivo Allegro Moderato. L’esposizione
casi potrebbe trattarsi di correzioni effettuate dal maestro monotematica non riserva particolari sorprese, mentre
di Mendelssohn, e a volte la parte cancellata è di tale nel succinto sviluppo un’inattesa modulazione alla
bellezza che merita di essere suonata. tonalità di do maggiore ricorda alcune tipiche atmosfere
Una parte dei brani l’ho ritrovata per caso in fondi schubertiane.
privati. Del resto Mendelssohn, specialmente negli anni I brani tratti dal Sogno di una notte di mezza estate, sono
della giovinezza, intraprese molti viaggi, cambiando stati oggetto (specie lo Scherzo e la Marcia Nuziale)
continuamente residenza e lasciando un dono musicale di innumerevoli elaborazioni pianistiche, tra cui quelle
alle famiglie che lo ospitavano, o semplicemente a di Liszt, Rachmaninoff, Busoni, Horowitz. Tuttavia
persone con cui era entrato in amicizia. pochi sanno che anche lo stesso Mendelssohn trascrisse
E’ il caso dell’Adagio e Presto Agitato, composto nel di proprio pugno lo Scherzo, il Notturno e la Marcia
1833 durante il soggiorno londinese e dedicato a Mary Nuziale in una versione per pianoforte solo ancora poso
Alexander, che Mendelssohn ebbe modo di frequentare in conosciuta (sebbene pubblicata già negli anni ’70 da
quel periodo. Il brano è stato recentemente rinvenuto nella Suvini Zerboni, e più recentemente dalla Breitkopf in
“Music Autograph Box” di Mary, alla quale Mendelssohn, una nuova edizione critica). La scrittura pianistica del
associandosi a quanto fecero la sorella Fanny, Moscheles, Mendelssohn trascrittore di se stesso consente di capire
Hummel, Pixis ed altri celebri compositori del tempo, quali fossero per lui le linee prioritarie all’interno della
dedicò questo dittico. L’Adagio introduttivo presenta partitura. In particolare, risalta l’importanza data all’inciso
molte delle caratteristiche del Mendelssohn più melodico principale dello Scherzo, mentre alcune voci
maturo, individuabili nel lirismo intimo e passionale, secondarie vengono eluse per non oscurare la trasparenza
nell’originalità dei cromatismi armonici, nella naturalezza della scansione ritmica. Confrontando questa trascrizione
ed efficacia del gesto strumentale. Il Presto Agitato, con quella di Rachmaninoff, si nota in Mendelssohn una
preparato da un’intensa perorazione su un’armonia di maggiore snellezza della scrittura, un pianismo basato su
nona di dominante, ha un carattere molto più incisivo e si un tratto leggero ed agile, laddove Rachmaninoff esalta la
dipana attraverso un incessante moto di semicrome dalla ricchezza timbrica della partitura con un maggior uso di
fortissima propulsione ritmica. Da questo Presto deriva la ripieni, ottave e doppie terze.
seconda parte del più noto (si fa per dire) Capriccio op. Il Notturno è, dei tre brani, forse il più riuscito come
33 n. 3. trascrizione, e suona come un bellissimo pezzo originale
Un altro brano di grande valore è il Capriccio in mi per pianoforte solo, paragonabile alle più belle ‘Romanze
bemolle maggiore / minore. Di nove anni anteriore senza parole’. Stupisce la modernità degli svolgimenti
rispetto all’Adagio e Presto Agitato, è ad esso accomunato armonici, non lontani dalle conquiste brahmsiane e
dalla struttura a dittico, composta da un’introduzione wagneriane.
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in do minore di Mozart). Intensi silenzi


separano il fatale arpeggio (ripetuto subito
dopo) da recitativi di chiara ascendenza
melodrammatica. Il successivo episodio in
mi bemolle maggiore in 6/8, Più allegro,
conclude su un pedale di dominante che porta
al seguente Allegro in re maggiore in 4/4, di
carattere ritmato e brillante, con numerosi
passaggi legati ai modelli virtuosistici del
Biedermeier. Abbondano ottave e arpeggi
rapidi in terzine, che conducono, dopo
un lungo crescendo, al ritorno del tema
iniziale, a cui farà seguito un nuovo episodio
più mosso ed un ulteriore divertimento
virtuosistico, sfociante nell’ultimo ritorno
dell’Adagio iniziale, ancora in do minore.
I recitativi sono ora più sofferti e cupi, e
lasciano presagire il clima della sezione
successiva. Questa è certamente la parte
più riuscita e commovente della Fantasia,
e si articola in sei diverse parti, toccando
numerose tonalità: do minore, do maggiore,
mi bemolle maggiore, si maggiore, re minore,
do minore. All’interno del movimento, sono
inseriti tre semplici corali di sedici battute
(Più mosso), che compaiono senza alcuna
preparazione, creando un poetico contrasto
con la cupezza dell’Adagio. In questo, di
geniale introspezione e profondità, risiede il
nucleo espressivo del brano. Sembrerebbe
la confessione intima di un uomo vissuto,
con momenti di straziante struggimento
che a volte si sublimano in atmosfere
contemplative e visionarie. Difficilmente
Mendelssohn nella sua produzione più matura
saprà eguagliare una tale ricchezza e varietà
di atteggiamenti emotivi. La terza ed ultima
sezione, introdotta da una breve ripresa
dell’Allegro iniziale, consiste in un fugato di
carattere severo, quasi bachiano, che cerca
di riequilibrare le proporzioni stilistiche
La celeberrima Marcia Nuziale è trascritta con della Fantasia, dopo la libertà declamatoria
semplicità ed equilibrio strumentale. Certamente la del lungo movimento precedente. Fa seguito un finale,
parte pianisticamente più efficace è l’episodio centrale Presto: apoteosi conclusiva, in re maggiore, che corona
in fa maggiore, con una cantabilità spiegata ed intima al con grande energia virtuosistica questa originalissima
contempo. composizione.
La Fantasia in do minore / re maggiore del 1823 è il Mendelssohn scrisse almeno sette Sonate per pianoforte,
brano più insolito e sconcertante tra quelli recentemente di cui fino a pochi anni fa solo tre erano pubblicate: l’op.
scoperti. Mendelssohn si cimenta nel genere della 6 in mi maggiore (l’unica che lo stesso autore pubblicò
Fantasia senza certamente ignorare gli analoghi esempi durante la sua vita), l’op. 105 e 106 (postume). Oltre ad
di Haydn, Mozart, Clementi e Beethoven. Non è escluso esse vi sono le quattro Sonate pianistiche giovanili, scritte
che egli già conoscesse la Wanderer-Fantasie di Schubert, nel 1820, ossia quando Felix era poco più che undicenne.
ultimata nel novembre 1822 e pubblicata proprio nel Pur trattandosi di brani composti forse per gioco o per
1823. In ogni caso, a soli quattordici anni, il giovanissimo studio, queste Sonate rivelano aspetti di grande interesse,
Felix riescì a creare un brano di eccezionale complessità e e mostrano come il Mendelssohn bambino fosse già
varietà, molto ambizioso, della durata di quasi mezz’ora: in grado di relazionarsi consapevolmente (e non senza
dunque si tratta della sua più lunga composizione per ironia) con gli stili del secolo precedente (Bach, Haydn,
pianoforte solo. Mozart) o con i linguaggi a lui contemporanei (Clementi,
Il progetto strutturale di questa Fantasia è incredibilmente Hummel, Beethoven, Schubert). In particolare, nella
moderno: è costituito da tre sezioni principali, ognuna a Sonata in la minore colpisce il ricalco dello stile barocco,
sua volta divisa in diverse sottosezioni, e tutte collegate con l’uso di soluzioni strumentali (come il “Trommel
senza soluzione di continuità. bass” del terzo tempo) direttamente mutuate dalla musica
La prima sezione è la più articolata: si apre con un di Vivaldi e Bach. La forma sonata del primo movimento
drammatico Adagio, con la figura retorica dell’arpeggio è praticamente monotematica e si riallaccia direttamente
in ottave in do minore (impossibile non pensare, per ad alcuni simili precedenti haydniani. Nonostante il
limitarsi alla letteratura pianistica, alla Sonata K 457 dichiarato anacronismo stilistico, la Sonata nel suo
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complesso funziona perfettamente. Il secondo movimento, brillante, quasi “elfico”, non lontano da quello del celebre
un delicato Minuetto, dischiude momenti di sospesa Lied op. 67 n. 4 (noto come “La Filatrice”).
magia, specie nel Trio in maggiore, con originali risultati Nel caso delle opere pianistiche della maturità, spesso gli
timbrici nella scrittura accordale in pianissimo. inediti sono rimasti tali a causa della loro incompiutezza.
La Sonata in do minore, pur composta solo poche È questo il caso di alcuni frammenti, anche di notevole
settimane dopo la precedente, mostra un notevole consistenza, che per motivi ignoti non sono stati mai
progresso, già a partire dall’Introduzione del primo completati dall’autore. Sono numerose decine, quasi
tempo: un Largo di matrice barocca (ricorda da vicino tutti conservati alla Bodleian Library di Oxford e alla
il ritmo delle Ouvertures francesi), che determina Staatsbibliothek di Berlino. Due frammenti sono di
sin dall’inizio la chiara impostazione drammaturgica particolare interesse, tanto da essere stati recentemente
dell’intero movimento. Il seguente Allegro, tuttavia, non oggetto di una ricostruzione che ne ha consentito
mantiene la stessa tensione, dipanandosi in una semplice l’esecuzione in concerto: si tratta dell’Allegro con
forma sonata, comunque più articolata della precedente in Fuoco (1839-41), un complesso primo tempo di sonata
la minore. I due elementi tematici sono qui maggiormente completato da Gabrio Taglietti nel 2006 (pubblicato da
differenziati, pur aderendo (ma questa è una caratteristica Raitrade, 2008), e del concerto per pianoforte e orchestra
comune a tutte le quattro Sonate giovanili) ad una comune in mi minore, anch’esso databile intorno al 1840,
origine melodica. La perla di questa Sonata è certamente orchestrato e completato da Marcello Bufalini nel 2006.
il secondo tempo, un Adagio in re maggiore (tonalità Entrambi questi frammenti presentano caratteristiche
lontana, ma che più volte Mendelssohn avrebbe accostato di particolare originalità, che lasciano presagire come
al do minore, come si è detto a proposito della Fantasia). il linguaggio di Mendelssohn si sarebbe probabilmente
Sebbene anche qui i prestiti stilistici (mozartiani) siano evoluto se la morte precoce non lo avesse colto a soli 38
evidenti, è tuttavia innegabile una sincera vena espressiva, anni.
che raggiunge notevoli livelli di astrazione poetica. - Roberto Prosseda ha inciso 2 CD (Decca) con gli inediti
Nella Sonata in fa minore, forse la più sorprendente delle di Mendelssohn e ha curato l’edizione critica delle 4
quattro, notiamo una notevole originalità nel trattamento Sonate giovanili e di 6 Fughe (Raitrade).
armonico del primo tema, inizialmente presentato con due
voci all’unisono non armonizzate e subito dopo
riproposto con accordi e cadenze d’inganno
che ne stravolgono il senso iniziale, secondo
un procedimento che ricorda il linguaggio
di Schubert (e in particolare l’inizio del suo
Impromptu op. 90 n. 1). Le arditezze armoniche
caratterizzano anche il terzo tempo, un serrato
Presto in 6/8 di grande impegno virtuosistico.
Anche nella Sonata in mi minore l’uso
delle armonie è tutt’altro che scontato,
specie nell’introduzione lenta che precede
l’esposizione del primo movimento. La
temperatura drammatica è qui notevole, tanto
da indurre a domandarsi come un bimbo di soli
undici anni potesse disporre di un “vissuto”
artistico così profondo e sofferto. In contrasto
con il primo, i seguenti tempi sono di gran
lunga meno ambiziosi e puntano, semmai, ad
una genuina naturalezza melodica accostata,
nell’Allegro finale, ad un esplicito ricalco
stilistico del terzo tempo della Sonata K 457 di
Mozart.
È possibile reperire inediti pianistici anche al
di fuori della produzione giovanile, come, ad
esempio, nei Lieder ohne Worte: oltre ai 48
Lieder comunemente noti (raccolti in 8 numeri
d’opera di 6 Lieder ciascuno), ne esistono,
infatti, altri sette di più recente pubblicazione
(presenti nell’edizione critica di Christa Jost,
Wiener-Urtext, 2001). Vi è, inoltre, un ottavo
Lied, in re maggiore (datato 18 marzo 1843)
che è tuttora inedito e conservato presso la
Biblioteka Jagiellonska di Cracovia. Si tratta di
un brano rapidissimo, basato su un continuum
cromatico nel registro centrale (simile a quello
del Lied op. 53 n. 6), su cui si snoda una
melodia che procede inizialmente per semitoni
ascendenti, per poi ampliarsi con intervalli
più estesi. La scrittura è un tipico esempio
del virtuosismo mendelssohniano, leggero e

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