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francesco traversi

music composer

Sonata per clarinetto No. 2 in Mib magg, Op. 120, No. 2


ANALISI – parte 1

Le Sonate per clarinetto op. 120, n. 1 e 2 sono una coppia di opere scritte per
clarinetto e pianoforte dal compositore romantico Johannes Brahms. Dedicate al
clarinettista Muhlfeld Richard, ottimo strumentista, sono il frutto di una stretta
amicizia che ha favorito nel compositore tedesco sia la scoperta e rivalutazione
del clarinetto come strumento sia il suo desiderio latente di comporre in questa
fase tarda della vita. Con la loro atmosfera tipicamente viennese, queste sonate
di commiato - le sue ultime opere di grande musica da camera - riflettono in una
sola volta la solida esperienza di una lunga carriera e il piacere puro di scrivere
senza porsi troppi problemi. Da molti queste sonate vengono considerate come
complementari tra loro per tono e temperamento: la Sonata Fa minore con la
sua apertura sobria e lamentosa trova un valido contrappeso nella Sonata Mi
bemolle maggiore di carattere decisamente grazioso e gentile.
In quest’ultima pare che Brahms scopra davvero la bellezza del suono e del
colore del clarinetto, ed anche si tratta dell'ultimo pezzo di camera scritto da
Brahms prima della sua morte vi si scorge una brillantezza e una passione
indomabile tale da doverlo considerare uno dei grandi capolavori del repertorio
per clarinetto.
E pensare che nel 1890, Brahms aveva promesso di ritirarsi dal comporre, ma la
promessa fu di breve durata. Nel gennaio del 1891 fece un viaggio a Meiningen
per un festival delle arti e fu catturato da prestazioni del Concerto per clarinetto
di Weber e il Quintetto per clarinetto di Mozart. Il clarinettista solista fu Richard
Muhlfeld. Brahms volle conoscerlo e iniziò con lui una solida amicizia una
amicizia.
Fu grazie a questo incontro che Brahms volle regalare al mondo, ma soprattutto
regalarsi, queste ultime perle. Quando nel 1894 le Sonate furono completate
vennero eseguite prevalentemente in forma privata per il duca Georg e la sua
famiglia nel settembre dello stesso anno. È interessante notare che le Tonalità
dei 2 brani op. 120 (Fa minore e Mib maggiore) corrispondono alle tonalità dei
due concerti per clarinetto di Weber.
Il primo movimento della Sonata per clarinetto No. 2 in Mib magg, Op. 120,
No. 2, come per molte composizioni di Brahms, accanto ad una maturità
formale avanzata, presenta velatamente una scrittura densa che esige un arduo
anche se poco appariscente virtuosismo ambizioni formali e il carattere sinfonico
tipico del suo pianismo intimamente legato alla complessità stessa del discorso
musicale.
Priva di introduzione, la sonata inizia subito con il tema del clarinetto su un
accompagnamento chiaro e sinuoso del pianoforte che progressivamente
evidenzia al basso una scala ascendente toccando i gradi principali del tono di

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Mib, quasi a voler confermare, secondo tradizione un solido impianto tonale che
ben presto però verrà disatteso a favore di nuove, più ampie, regioni armoniche.
Il tema del clarinetto, che va ad impreziosire l’esposizione di sonata, presenta un
raccolto lirismo e nella sua semplicità esprime liberamente uno dei momenti tra i
più autentici e intimi dell'ispirazione brahmsiana. Qui si può davvero osservare la
pura vena intimistica che poi prevalse in tutta la sua produzione di musica da
camera, tutta permeata dallo spirito del Lied, genere in cui l'autore a volte cadde
in un eccesso di facilità. In sole 8 battute il tema sintetizza l’estetica dell’intero
brano sprigionando un senso di serenità suadente enfatizzata dalla timbrica
morbida del clarinetto. Scomponendo l’intera frase delle 8 battute in elementi
tematici si può constatare come la semiminima con punto e la sequenza di 5
crome poste nella seconda metà di battuta in un disegno quasi circolare siano
l’elemento ritmico melodico fondante del 1° movimento di sonata. Anche il salto
di ottava presente a battuta 3 e 4 risulterà essere importante riferimento in altri
passaggi.
Sul finale di frase, quasi come seguisse un copione, il compositore arresta il
tema sulla dominante (Sib), quasi a far credere in un ritorno del tema in tonica;
invece magistralmente propone una cadenza di inganno elaborata tra battuta 9
10 sulla quale il clarinetto introduce l’elemento ritmico della terzina ma sempre
ad imitazione della seconda parte della testa del tema fino a batt. 9 in cui ritarda
la terza dell’accordo di dominante in regione grave per poi lanciarsi in una scala
ascendente di semicrome che culminerà a batt. 11 con la ripresa del tema nella
mano sinistra del pianoforte.
Qui Brahms propone una contrazione della testa del tema proposto 2 volte a
distanza di tono ascendente mentre il clarinetto accompagna
contrappuntisticamente con estrema serenità e dolcezza. E’ evidente la
propensione brahmsiana verso l’orchestra tardo romantica: il tema ai violoncelli
su un pedale interno di dominante mentre i legni e i violini sottolineano con scale
discendenti le intenzioni armoniche del compositore. Una contrazione più decisa
della testa del tema Brahms la opera nella parte del piano a battuta 15 e 16
dove propone, con la consueta densità che lo contraddistingue, la stessa
figurazione ritmico-melodica ma in semicrome ed in posizioni diverse su una
armonia modulante ed instabile che porta a battuta 18 alla ripresa del tema ma
in tonica minore.
Si giunge così attraverso una sorta di progressione modulante (ponte) che
precede il secondo gruppo tematico di carattere diverso. Forse non si raggiunge
il livello espressivo del Quintetto op. 115 (1891) con clarinetto, che nel suo
pacato tono meditativo racchiude uno dei più alti messaggi dell'ultimo Brahms
ma sicuramente la sonata op. 120 n°2 rimane una gemma nel firmamento tardo
romantico.
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